Quattro Lune per una Foglia di Mandragora

di _apefrizzola_
(/viewuser.php?uid=830332)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prima Luna ***
Capitolo 3: *** Seconda Luna ***
Capitolo 4: *** Terza Luna ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



“Per un mese intero (da luna piena a luna piena) tenere costantemente in bocca una foglia di Mandragora . La foglia non deve essere mai inghiottita o tolta dalla bocca. Se questo dovesse verificarsi, sarà necessario ricominciare da capo il procedimento.”
 

Racconti di Hogwarts: Prodezze e Passatempi Pericolosi’ di J.K. Rowling
 
 
"Diventarono Animagi. Gli ci vollero quasi tre anni per capire come fare. Alla fine, il quinto anno di scuola, ci riuscirono". Remus, Il Prigioniero di Azkaban.




 



QUATTRO LUNE PER UNA FOGLIA DI MANDRAGORA


Gennaio 1973, Hogwarts





 

«Rileggi, James. Forse non ho capito bene»
«Per un mese intero, da luna piena a luna piena, tenere costantemente in bocca una foglia di Mandragora . La foglia non deve essere mai inghiottita o tolta dalla bocca»
«Rileggi, James. Forse non ho capito bene»
«Per un mese intero, da luna piena a luna piena, tenere costantemente in bocca una foglia di mandragora. La fogli...»
«Rileggi, James. Forse non ho...»
«Hai capito eccome, Sirius. Ma noi lo faremo lo stesso»
«Con ‘Mai’ intende proprio ‘mai’? Insomma, non dobbiamo toglierla neanche per dormire?»
«No, Peter, neanche per dormire»
«Rileggi, James. Forse non ho capito bene»
«Nemmeno per mangiare?»
«Nemmeno. Allora, la Sprite ha le Mandragore nella serr...»
«Lavarci i denti?»
 

Un silenzio inquietante calò miracolosamente nel dormitorio dei Malandrini, illuminato dalla luce della luna piena che filtrava dai vetri delle finestre.
James restò a fissare Sirius e Peter, nei loro baldacchini rossi e oro come lui, con un senso di nausea crescente.
«Merlino, se fa schifo» si lasciò sfuggire con la bocca arricciata dal disgusto.
Peter annuì, senziente, massaggiandosi la pancetta sotto il pigiama a righe come se avesse già mal di stomaco. Cosa sarebbe stato il dentifricio mischiato a quell’erba? Dove l’avrebbe messa quella foglia verde marcio mentre faceva i suoi gargarismi mattutini?
«Siamo sicuri che la foglia di Mandragora sia commestibile? Quel libro sarà stato scritto al tempo di quelli che ballavano attorno al fuoco, nudi, nei boschi» esordì Sirius con i suoi occhi grigi sconcertati, accesi maggiormente dalla luce argentea della luna che proiettava le ombre dei letti sul pavimento in pietra e illuminava però quello vicino alla porta.
James a quella vista trovò nuovamente l’entusiasmo che un’ora prima- quando avevano capito che tutti e tre invece di dormire stavano scrutando quel letto in silenzio- li aveva spinti a nascondersi sotto al Mantello dell’Invisibilità per andare a prendere il libro sugli Animagus che avevano finalmente trovato la sera prima, nel Reparto Proibito della Biblioteca, dopo mesi di ricerche.
«Volete davvero pensare a quanto fa schifo la cosa o continuare a fissare il baldacchino di Remus ogni notte di Luna Piena come adesso?» chiese indicando il letto del loro amico mancante tristemente vuoto e sfacciatamente rischiarato dalla luna. Le parole fecero il loro effetto: sia Sirius che Peter sembrarono pronti ad ingurgitare anche letame di drago tutto in una volta.
James si sistemò con soddisfazione gli occhiali rotondi sul naso, schivando un cuscino da parte di Sirius, e ricominciò a leggere la pagina ingiallita di quel grosso tomo così antico e consunto da fare concorrenza al Cappello Parlante.
 

«Se questo dovesse verificarsiingoiare o sputare la foglia, dico-  sarà necessario ricominciare da capo il procedimento»
«Ricominciare da capo? Vuoi dire ‘da luna piena a luna piena’? Ogni volta che sbagliamo?»
«Esatto, Pete»
«Rileggi, James. Forse non ho capito bene»
«Ripetilo, Sirius. Forse non ho capito bene»
 

Il sorriso divertito di Sirius si stirò esattamente nello stesso momento in cui si sollevò quello di James che non gli tirò il libro in testa soltanto perchè, avrebbe scommesso dieci Galeoni, si sarebbe di sicuro sbriciolato in aria durante il tragitto.
«Ma così non finiremo mai!» squittì Peter aggrappandosi alla trapunta rossa con il panico a spalancargli gli occhi chiari. Sirius sollevò sarcasticamente un sorpacciglio nero. «Che incredibile fiducia hai nelle nostre capacità, Pete»
«Io... io parlo di me stesso, Sirius» bofonchiò lui mimetizzandosi con le tende vermiglie.

«Ti aiuteremo noi, Peter» lo rassicurò James chiedendo mentalmente a Merlino, Godric e chiunque avesse potere a riguardo di aiutare lui.

«Vomiterò»
«Ti tapperemo la bocca»
«Come faremo a lavarci i denti?»
«Troveremo un... modo?»
«Lo spero, James, o quello a vomitare sarò io»
«Qualcuno lo scoprirà! La McGranitt! Lei è un Animagus! Ha fatto questa... questo...»
«Rituale arcaico degno dei più svitati maghi antichi della storia che curavano la Spruzzolosi legandosi il fegato di chissà cosa in pancia prima di immergersi nel latte di chissà quale animale?»
«Sì, Sirus. E di notte potremmo strozzarci. Non si va a letto con la bocca piena»
«Vorrà dire che moriremo per una buona causa»

Peter strabuzzò gli occhi fissando James come se fosse un Molliccio e Sirius scoppiò a ridere piegandosi sul materasso.
«Sei uno stronzo, James» rise, contagiando anche l’amico che cercò di darsi un contegno per tranquillizzare il terrorizzato Peter.
 

«Stavo scherzando, Pete. Non succederà. Adesso basta fare gli idioti e gli schizzinosi, almeno stavolta»
 

E con quel‘Almeno stavolta’ Sirius capì che James parlava sul serio perchè adesso che avevano trovato il modo per mettere in pratica la soluzione al Piccolo Problema Peloso, quella luce che entrva dalle finestre per sdraiarsi lì dove ci sarebbe dovuto essere Remus faceva un po’ meno paura.
Tutto quello che volevano era che facesse meno paura anche a Remus.









Noticine:


Dubito fortemente che nella Biblioteca di Hogwarts ci fossero libri sul procedimento dettagliato per diventare Animagus.
Diventare Animagus è una pratica molto pericolosa ed è strettamente controllata dal Ministero della Magia (come le Giratempo). Non penso che i libri col procedimento intero (quelli in cui si parla di Animagus in modo generale invece possono essere presi da tutti, in biblioteca, come fa sapere Hermione) fossero negli scaffali sotto al naso di tutti, non sarebbe logico con le regole del Ministero.
Sarebbe da idioti lasciare il procedimento in mani a chiunque e poi dire: "Sì, però, dovete dire se siete Animagus o no". Sarebbe davvero una cosa incontrollabile. Il mondo della Rowling è sempre stato molto logico e realistico con le leggi.
I Malandrini e Rita Skeeter sono riusciti a farlo alle spalle del Ministero, ma credo che se quel libro non fosse stato nel Reparto Proibito ce ne sarebbero stati un po' di più di animagus illegali. Ho sempre pensato che Rita è diventata Animagus di nascosto durante gli anni da studentessa a Hogwarts... usando o stesso libro dei Malandrini.
Non è facile trovare il procedimento in giro, per via delle regole del Ministero. Un po' come la ricetta della Pozione Antilupo, proprio perchè il Ministero vuole tenere sottocontrollo il numero di Lupi Mannari e se tutti avessero la ricetta se la preparerebbero a casa senza andare a registrarsi al Ministero per ottenerla dal San Mungo.
Nelle figurine delle Cioccorane ci sono maghi e streghe animagus, già all'epoca della civiltà greca.
"Gli Animagi esistono fin dai tempi dell'antica Grecia. Il primo Animagus di cui si ha notizia è Falco Aesalon, ma non si sa se sia stato lui a inventare il procedimento per diventare Animagus."
Pensate a quanto è vecchio questo rituale.
Non so se l'avete letto tutto, ma il procedimento è parecchio arcaico, non di certo come la magia moderna che vediamo insegnata a Hogwarts.
Per questo Sirius in questo capitolo fa il pragone con i maghi che curavano la Spruzzolosi in modo ambiguo (quel modo, tra l'altro, l'ho preso da ciò che dice a Ron un mago dentro ad un quadro al San Mungo, nel quinto libro!)

Hogwarts, poi, ha il novanta per cento di studenti minorenni e non ce lo vedo Silente che lascia un libro del genere a completa disposizione di tutti quindi l'ho messo nel Reparto Proibito con tutti gli altri libri pericolosi (Silente, tra l'altro, ha tolto quelli con la procedura per creare gli Horcrux e li ha nascosti nel suo ufficio).



E vi chiederete. "Ma allora come si diventa Animagus se i libri sono nascosti?"
Il modo per diventare Animagus legali è chiederlo ad un professore di Hogwarts, meglio se di Trasfigurazione.
Hogwarts dà l'opportunità di istruire gli studenti più grandi con il procedimento guidato. Come si legge nellas ua biografia scritta dalla Rowling, la professoressa McGranitt ha chiesto al suo insegnante di Trasfigurazione: Silente. Lei è diventata Animagus sotto la guida di Silente, a diciassette anni, e si è registrata al Ministero.



Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Prima Luna ***



Il cambio dalla terza persona (nel prologo) alla prima è voluto: Ogni capitolo sarà descritto da un Malandrino diverso.
 
Ad iniziare è Sirius.
 
 
 
 
 
 
PRIMA LUNA

Prima foglia
 
 



 


 
“Quindi vediamo di non fare gli idioti e gli schizzinosi, almeno stavolta”
 

James vuole  rimangiarsi le sue stesse parole, di sicuro più di quanto vorrebbe mangiare la foglia verde melma che ha in mano.
Glielo leggo in quegli occhi da pesce palla che ha ora, riflessi sullo specchio del nostro bagno insieme ai miei e a quelli grandi quanto due Pluffe di Peter che, a proposito, credo li abbia così da ieri pomeriggio, da quando abbiamo distrutto metà Serra per cercare queste foglie, sfiorato la morte della Sprite inciampando in un fottuto rastrello che non le ha bucato  la testa per pura fortuna e rasentato la nostra, di morte, quando Peter stesso ha tirato fuori dal vaso quasi l’intera radice della Mandragora mentre le strappava i ‘capelli’.

La faccia da idiota di James, invece, sono abbastanza sicuro ce l’abbia da quando è nato.
Continua a sembrare un criminale pentito dietro le sbarre di Azkaban e a fissarmi attraverso lo specchio come se stesse chiedendo la mia pietà, un riscatto o qualcosa del genere per liberarlo dall’inferno in cui ci ha trascinato.
Sa benissimo che non darei neanche uno zellino per pagargli la cauzione e tirarlo fuori da situazioni che hanno a che fare con foglie potenzialmente irritanti quanto la Evans o addirittura mortali, sempre quanto la Evans.
Non che non mi fidi di lui... non mi fido di lui che si fida di quel libro. Un mattone di pergamena fatto per il trenta per cento da istruzioni vere e proprie, il dieci da polvere e altra sporcizia che non ho assolutamente intenzione di analizzare e il restante sessanta da avvertimenti e conseguenze gravi che potrebbero, per esempio, rendere James una mezza Puffola Pigmea per sempre (perchè è sicuramente questo l’animale in cui si trasformerà, non ho alcun dubbio).
Nel suo caso non sarebbe nemmeno un effetto collaterale così disastroso perchè, a parte il colore rosa shocking, non cambierebbe poi così tanto.

Credo abbia capito che sto pensando a lui come a qualcosa di completamente ridicolo.
Dubito, comunque,  possa anche solo tentare di immaginarsi rosa, peloso e tondo come un boccino.

«Sei tu, Sirius» si limita a dirmi, aggiungendo all’espressione idiota quello che secondo lui dovrebbe essere un’aria malvagia e minacciosa sembrando, come al solito, soltanto più imbecille.
«Qualsiasi cosa mi stai affibbiando in quella mente malata... sei tu».

Sorrido, compassionevole: Io come Puffola Pigmea sarei ugualmente uno schianto e il mio pelo non sarebbe di certo gonfio come la sua testa in qualsiasi momento del giorno e della notte.
Sorrido, anche se non dovrei dato che siamo qua, con un pezzo di erba che molto probabilmente sarà la nostra ultima cena, soltanto perchè abbiamo cercato un libro sugli Animagus per quasi metà anno scolastico e quel volume che contamina il letto di James da un mese è l’unico esistente in quella che dovrebbe essere la Biblioteca magica più fornita dell’intera Gran Bretagna; ma anche perchè la futura Puffola sa essere incredibilmente convincente e soprattutto rompipalle, e se lei si fida di un tomo più vecchio di Silente e Merlino messi insieme- che da quel che ne sappiamo potrebbe spararne una più di Lumacorno ubriaco alle sue bavose festicciole- allora dobbiamo fidarci anche noi.
Il fatto che James si fiderebbe anche di una Banshee che gli invita una Burrobirra alla Testa di Porco è un dettaglio che siamo costretti ad ignorare.

«Dobbiamo iniziare proprio oggi?» chiede infatti Peter che in questo momento  preferirebbe mille volte essere mangiato vivo con la stessa voracità che ha lui quando si spazzola un intero vassoio di frittelle a colazione.
«Se non vuoi aspettare un altro mese, Peter, sì» annuisce la Puffola «Dobbiamo iniziare proprio oggi».
«Al tre?» chiedo per mettere fine a questa tortura che ne precede un’altra. Se devo morire, meglio farlo senza rimuginarci sopra più di tanto.
«Al tre» acconsente James, certo di fare la cosa giusta come quando, sfottendo Mocciosus a Pozioni, ha aggiunto una zanna di Serpente in più al calderone che gli è esploso in faccia subito dopo.


 
A questo punto qualcuno dovrebbe cominciare a contare, o no?


 
Peter credo non lo sappia, oppure, l’unica cosa che sa in questo momento è che gli scappa.
Ha il water affianco, spero vivamente che il cervello gli faccia sapere anche che per lasciarsi andare ha bisogno di privacy, benedetta cosa sacrosanta che non si può avere con altri due esseri dotati di olfatto e vista nella stessa stanza.
Sento uno sguardo familiare che mi squadra non più dallo specchio ma in modo diretto e anche abbastanza pungente.
Non ho bisogno di voltarmi per capire che James mi sta fissando come se si aspettasse qualcosa da me. Ma lo faccio, perchè l’espressione di James in questi casi è capace- e questo è tutto dire- di farmi ridere anche dopo aver incontrato Regulus nei corridoi.
A volte credo la faccia apposta... come i pagliacci babbani che fanno gli scemi per far ridere i bambini (essere paragonato ad un bambino non mi piace, soprattutto perchè se in questo dormitorio c’è un bambino quello è James Potter)... poi mi ricordo che quelli che gli fanno arcuare le sopracciglia nere fin sopra la montatura degli occhali rotondi, storcere la bocca come un Avvincino morto e socchiudere le palpebre tanto da farlo assomigliare a chiunque si trovi davanti al professor Rüf sono i suoi geni che lui non può di certo controllare, poverino.

Mi limito a fissarlo a mia volta, con la stessa espressione interrogativa stampata in faccia che non vuole necessariamente chiedergli come fa ad assumere sempre queste facce più ridicole dei suoi capelli.
 
«Sirius?» mi fa, allibito «Sei tu che hai proposto...». Lascia la frase in sospeso, completandola soltanto con un breve cenno della testa che vuole spiegare l’ovvio: Chi propone il conto alla rovescia deve anche iniziarlo, l’hai detto tu stesso.

Ed ha ragione, per una volta. Sono io che l’ho detto, l’anno scorso a cena, mentre aspettavamo il momento giusto per mandare a fuoco gli stendardi dei Serpeverde in Sala Grande. Ma in quel caso ad averlo proposto era stato James.

«Non dobbiamo prima metterci in mutande per cantare e ballare come quello svitato di Lovegood?» esordisco, senza riuscire a fermare il ghigno che sento stirarmi le labbra di fronte a Peter, appena diventato dello stesso colore della saponetta alle fragole che abbiamo rubato dal bagno delle ragazze, che adesso è esposta come trofeo sul portasapone della vasca e che James usa, a giudicare dalla scia di profumo zuccheroso che ogni tanto invade il bagno dopo che c’è stato lui (non credo sia perchè nella doccia non ha occhiali ed è quindi cieco come una talpa, ma perchè gli piace proprio, anche se non lo vuole ammettere).

Con quei suoi dannati riflessi da Cacciatore, il quattrocchi mi prende la foglia e fa per infilarmela in bocca con la forza.
«Ok! Ok! Uno» sghignazzo, imprecando nei confronti del Quidditch e dei cinque allenamenti a settimana che stanno rendendo il mio migliore amico più schizzato ed iperattivo di quanto già non fosse il maledetto giorno che l’ho conosciuto.

Vedo Peter trasalire, sa perfettamente che spetta a lui.

«Due?» chiede, come se non sapesse quale numero c’è dopo l’uno.
Evidentemente gli scappa ancora, ma per fortuna il cervello continua a funzionargli a dovere visto che, negli ultimi cinque minuti, si è limitato a guardare di sottecchi il water senza però raggiungerlo.

«Tr...» inizia allegramente James sovrastato da un ululato lontano fuori dalla finestra illuminata dal primo scorcio di luna piena.

É un richiamo così basso e lontanissimo che mi stupisco sia ancora intrappolato nelle orecchie e nei peli che mi ha fatto rizzare sulle braccia.
Sono sicuro, scommetterei dieci Gaeloni, che la pelle d’oca sta facendo rabbrividire anche gli altri. E sono altrettanto sicuro che il sessanta per cento del libro che puzza sotto al baldacchino di James e il fatto che il trenta possa essere composto da sole stronzate adesso sono insignificanti: per Remus, la percentuale del rischio ad ogni luna piena è del cento per cento e quelle che possono essere solo stronzate sono le uniche che ci promettono la soluzione che cerchiamo.
“Il rischio è il pepe della vita” dice sempre la futura Puffola. Questa volta è una foglia verde melma.

Mi ficco la foglia in bocca mentre James e Peter fanno lo stesso.
 

Beh, sempre meglio del calzino sporco di James come buongiorno.
Credo di non sentire sapore soltanto perchè la foglia è rimasta esattamente come l’ho infilata.
Si sta per attaccare al palato ma non ho la minima intenzione di toccarla come invece sta facendo James, che si fissa allo specchio con sguardo contrito e concentrato.
Punto con lo sguardo il sinistro ruminare della mascella di quello che forse non avrei dovuto scegliere come migliore amico. Fargli notare che sembra un patetico erbivoro lo farebbe sputare d’indignazione.

«Sei sicuro...» comincio, fermandomi un attimo con le labbra arricciate in una smorfia perchè ho appena scoperto il sapore di una foglia di Mandragora (per la cronaca, dovrebbe essere illegale e segnalato alle autorità). «... Che bisogna masticarla?».

Gli occhi nocciola dietro le lenti si chiudono, come se questo sapore acido quanto la McGranitt il lunedì fosse quello della sua torta preferita.
Magari sta pensando davvero ad una fetta di torta alla Melassa per riuscire a fare quello che sta facendo, magari non è puro e semplice masochismo, magari dovrei rivedere i criteri di scelta delle amicizie che ho avuto fino ad oggi.
James fa spallucce e continua a ruminare come se niente fosse.
«Non dice come dobbiamo tenerla» spiega con l’aria convinta che soltanto lo sciamano fuori di testa che ha scritto le istruzioni del libro potrebbe avere. «Se la facciamo a pallina non ci darà fastido domattina mentre laveremo i denti».

Peter sbianca- se possibile più di quanto la foglia gli ha già fatto fare- e le guance gli si gonfiano come quelle di un criceto.
Qualcuno gli dica che anche vomitare richiede privacy.

«Mmhh!» mugugna con le pluffe celesti che strabordano dalle orbite mentre scuote in segno di negazione la testa ed indica i nostri quattro spazzolini nel bicchiere sul lavabo.
Adesso, non ho idea dell’odore che quest’erba regalerà al nostro alito ma posso benissimo immaginare che se non ci laviamo i denti ‘Da Luna Piena a Luna Piena’ puzzerà talmente tanto da avere un raggio d’azione di svariati chilometri per stendere chiunque, perfino Mocciosus che ha l’Ordine di Merlino, Prima Classe per scarsa igiene personale e che dovrebbe quindi essere abituato a certi odori.

James batte forte le mani senza preavviso e io vorrei davvero, con tutto il cuore, buttarlo nella doccia ed aprire l’acqua gelida, non solo perchè ha fatto saltare Peter sul posto con il pericolo di mandargli la foglia di traverso ma anche perchè mi ha tolto dieci anni di vita.

Ovviamente, lui tutto questo sembra non notarlo e si prepara a parlare come se niente fosse.
 
«’Atto! Aiamo a omie ubito. I inoia a oia è u Erpeerde!»
 
Tutto chiaro, limpido come il fango. Se parlerà così anche davanti a tutti gli altri non ci scopriranno mai.
 
Remus non ci scoprirà mai, non lo guarderà come se si fosse mangiato tutta la sua scorta di Cioccorane, per poi notare che in realtà la ‘cosa’ che gli riempie la bocca è una foglia di Mandragora e allora cercherà in ogni libro della Biblioteca per scoprire cosa stiamo facendo (trovando di sicuro un altro tomo- magari più affidabile- che parla di Animagus).

La McGranitt non ci scoprirà mai, non toglierà venti punti a Grifondoro dicendogli che Halloween è passato e così il momento di imitare un Infero-“Soprattutto a lezione nella mia classe, signor Potter!”- per poi vedere la foglia e capire all’istante che stiamo infrangendo la legge sotto al suo naso.

Evans non ci scoprirà mai, non... beh, lei non troverebbe differenze tra questo e l’altro James. E, molto probabilmente, se le dicessimo che James è ancora più cretino del solito, lei non si prenderebbe nemmeno la briga di cercarle queste differenze, impegnata ad ignorarlo come ogni volta che se lo ritrova davanti.

Spegne la candela sul davanzale e corre in camera (perchè ha paura del buio, non vuole ammettere neanche questo).
Passando accanto al letto vuoto di Remus non può fare a meno di sorridere e credo di averlo appena fatto anch’io, nonostante la foglia che si sta impossessando anche delle gengive.

 
«’Oa otte»
«’Notte»
«Mmh»

 
Riesco a vedere lo sguardo sbarrato di Peter che sbuca dalle coperte e, tra le tende mezzo chiuse del baldacchino affianco al mio, il riflesso della luna sulle lenti degli occhiali di James, ancora sopra al suo naso e non sul comodino.
 

Staremo svegli fino a domattina.



 
 
 
*
 
 
 



‘Iius’ captano le mie orecchie mentre inizio a scivolare via dall’infinita e multicolor foresta di Mandragore giganti per ritrovarmi nel mio letto, accecato dalla luce del sole.

«Iius»

Ho appena scoperto che effetto fa la Mandragora all’alito e sono certo che James l’abbia fatto apposta ad alitarmi a due centimetri di distanza dal mio naso.
Ride, infatti, il bastardo, anche se goffamente per colpa della palla di foglia che lo fa assomigliare a Peter ieri.
Vomiterei anche l’anima se non mi sentissi la lingua intorpidita e fastidiosamente ‘occupata’.

Le uniche volte che mi sono svegliato con un corpo estraneo in bocca sono state a sette anni (il corno di stoffa dell’Erumpent giocattolo di Regulus che si era infilato nel mio letto con il temporale), a dodici (il famoso calzino smarrito di James) e adesso; Quelle con un corpo estraneo che mi schiaccia il fegato e un polmone invece non riuscirei a contarle nemmeno prendendo in prestito le mani, le pinne e le zampe di tutti i Maridi che popolano il Lago Nero, gli otto tentacoli della Piovra Gigante compresi (tutte le volte appartengono all’essere che continua a ridermi addosso e che ha seri ed evidenti problemi mentali).


«Eeeh-y, Jaamesss» lo chiamo, premurandomi di restituirgli l’aria che gli spetta e stupendomi di riuscire ancora a parlare normalmente, al suo contrario.

«EZZO I ERDA!»

Sarà un mese particolarmente silenzioso visto che saremo costretti a zittire James tutte le volte che vorrà farfugliare cose con questa sua nuova lingua.
Salta giù dal letto facendomi respirare di nuovo, sia perchè mi ha liberato il polmone togliendo quel suo ginocchio nodoso da sopra e sia perchè ha allontanato quella bocca-fogna a cielo aperto da me.

«Eter é orto!!»

Heather è all’orto? Ma chi? Heather Davies di Corvonero, sesto anno? Non ci crederei nemmeno se la vedessi con i miei occhi.

«IRIUS! ETER É ORTO!»

Ancora? «James, quella ragazza non va a vedere le partite per non sporcarsi i piedi di fango, figurati se va all’orto... l’orto di chi poi? Di Hagrid?».

Mi arriva un cuscino in piena faccia e mi ritrovo a maledire il Quidditch un’altra volta.
Sono costretto ad alzarmi e a vedere James saltare sul letto di Peter, indicandolo con un urgenza.

Eter è orto.

PETER È MORTO?!

Scatto verso di lui, inciampando sul lenzuolo, e quando arrivo al ‘capezzale’ mi accorgo che Peter ha gli occhi sbarrati come ieri notte... ma si muovono, guardandomi terrorizzati.
Avrei dovuto capirlo dal suo mezzo sbuffo di risata al mio inciampare sul lenzuolo. Questo comunque non cambia le cose: Vorrei strozzare James, adesso.Vorrei strozzare il coglione che sta ridendo piegato in due su Peter, sulla morbida pancia di Peter.

«Aura, eh?» sghignazza, soddisfatto di se stesso e di quelli che chiama scherzi, immagino.

Così come ho messo un attimo ad arrivare al baldacchino di Peter, gli salto addosso all’improvviso rendendomi conto che non posso più parlare perchè la foglia si sta staccando dal palato e sto sbavando, sbavando copiosamente.

«Eeeahhh!» si lamenta James come se della bava sui capelli e sul collo fosse una cosa schifosa.
«Ragazzi?» ci chiama Peter mettendosi seduto tra i cuscini con la faccia di un colore tendente al sangue che la testata di James mi ha appena fatto uscire dal labbro dopo che la mia bava è involontariamente colata anche sui suoi occhiali. «Come ce li laviamo i denti?».

James ci fa sapere che ha la risposta. Peccato non abbia quella per la domanda: “Ma che rotelle ti mancano di preciso, così vado a comprarle?”.
Mi butta giù dal letto e arranca verso il bagno con Peter al seguito.
Quando mi affaccio alla porta lo vedo afferrare il suo spazzolino ‘Rosso Grifondoro’(ci tiene a sottolinearlo) come se fosse la spada di Godric e prepararsi a parlare mentre la sua guancia destra si gonfia come quelle di Peter ieri.
Credo sia il suo modo di ignorare la palla di Madragora che si è creato in bocca.

«Irius aiuami, ei i io aoato iiore aico!»

Dovrei dargli un pugno sul naso, come suo “adorato migliore amico”, invece di aiutarlo. Se riuscissi a parlare, farei del mio meglio per battere gli insulti della Evans, inventati appositamente per descriverlo.
 Ficcargli con poca delicatezza un dito in bocca per tenergli ferma la palla di erba e saliva mentre lui si infila lo spazzolino pieno di dentifricio in bocca, comunque, credo possa essere considerato come un insulto abbastanza soddisfacente.

Peter ci guarda, orripilato, con due mani premute davanti alla bocca, cosa che immediatamente fa anche James mollando lo spazzolino nel lavabo e- MALEDETTO SALAZAR E TUTTI I SUOI PARENTI!- mordendomi il dito involontariamente (spero per lui).

«JAMES, SEI MORTO! MORTO! E NON PER COLPA DI QUESTA FOGLIA!» riesco ad urlare perchè questo dolore molto simile ad una Fattura Pungente mi fa dimenticare perfino la foglia che continua a farmi sbavare come uno stupido cane.

«ON FA!» piagnucola lui chinandosi sul lavandino e gocciolando schiuma alla menta, sangue (mio, altro) e pezzetti di roba verde che non è menta.

Perfetto. La luna è andata, dopo nemmeno otto ore. Abbiamo perso questa luna e Remus ne avrà una in più... senza di noi.
Nessuno di noi tre riesce più ad accettarlo, nessuno di noi tre riesce più a guardare Remus con un taglio profondo in più su una parte diversa del corpo o la luna che si addormenta nel suo letto, rubandogli il posto. Anche il nostro, di posto, ogni notte di luna piena sarà fuori dai nostri baldacchini, esattamente come il suo.
É di sicuro quello che pensa anche James mentre sputa una malloppa viscida che farebbe rivoltare anche i morti nelle tombe e si sciacqua la bocca mettendosi proprio sotto il rubinetto aperto.
Nick- Quasi- Senza- Testa ha un colorito più roseo di lui in questo momento. James potrebbe benissimo rimpiazzarlo all’istante, a staccargliquasi la testa ci penserei io insieme al mio dito indolenzito.

«Provate voi!» sbotta James-Quasi-Senza-Testa chiudendo la manopola dell’acqua«Dobbiamo risolvere questo problema! Oggi, adesso, per la prossima luna piena».
Non vuole darlo a vedere ma si sente incredibilmente in colpa. Non è una cosa che gli si legge in faccia spesso, lo fa solo e soltanto quando tiene veramente alla persona, magari alla quale ha dato tutto se stesso prima di fallire.

L’ha fatto la volta che si è mangiato un pacco di biscotti al miele, scoprendo soltanto dopo che erano un regalo della nonna di Peter, per Peter.
Ha cercato biscotti al miele  per tutto il dormitorio e il castello (uffici dei professori compresi) senza riuscire a trovarli.

L’ha fatto l’altro giorno,  quando ha soffiato in faccia a Evans la polvere del gesso sul cancellino della lavagna e lei è finita in infermeria per una reazione allergica.
L'ha accompagnata lui stesso tirandola per un braccio con una mano e lavandole la faccia con un getto d’acqua della bacchetta nell'altra.

E adesso l’ha fatto anche per Remus.

Per me non l’ha mai fatto perchè sa benissimo che i miei parenti invece di dolci fatti in casa impacchetterebbero teste mozzate di elfi domestici ancora sanguintanti e quindi può sfondarsi di Piperille trovate nei pressi del mio letto quando vuole;
Perchè sa più cose sul mio stato di salute del mio Guaritore di famiglia;
Perchè, sostanzialmente, ci siamo conosciuti con una sua figura di merda nei miei confronti che invece di offendermi e farlo sentire in colpa ha fatto ridere entrambi.
 

“«Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?»
«Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde»
«Oh, cavolo. E dire che mi sembravi uno a posto!»”*

 
Prendo il mio spazzolino, James fa per metterci il dentifricio ma lo fermo prima che possa creare una torta nuziale a cinque piani sopra le setole.
«La mia... è sul palato» informo, asciugandomi un rivolo di saliva che spero abbia intenzione di finire, prima o poi. James annuisce. Peter mi ha appena guardato come se stessi per andare in guerra.

Stendo un velo di dentifricio sullo spazzolino e provo.

 
Ignorare il sapore. Ignorare il sapore. Ignorare il sapore. 


Qualcosa peggio di questo acido freddo e ‘mentoso’ c’è sicuramente stato.
 
Il calzino che James non trovava da mesi, accusandomi di averglielo rubato... sapeva di formaggio, muffa e polvere...

I capelli di Mocciosus... che, anche se non li ho mai assaggiati, non fanno schifo solo alla vista ma anche a tutti gli altri sensi... gusto compreso.

La miriade di gelatine al cerume... alla trippa.... al letame di drago... al vomito...
 
Vomito sul serio.

«Pensa ai morbidissimi Calderotti ripieni di dolcissimo e caldo caramello che si squagliano in bocca insieme al...»

Il mio migliore amico- tale solo perchè dimostra di ricordarsi i miei dolci preferiti- sembra appena uscito da uno di quei ricettari di cucina che usa sua mamma. Dovrei prenderlo in giro per... come minimo tutta la vita, ma quello che sta facendo funziona.
Adesso che non penso al sapore, però, noto che il problema è un altro.
Il problema vero è che lo spazzolino raschia la foglia sul palato e sui denti... anche se cerco di evitarla. I pezzetti verdi che vedo nella ceramica non sono quelli masticati di James...

 
 Siamo Nella Merda.

 
«... E lo zucchero che si sprigiona dalla deliziosa e soffice pasta ben lievitat...»

 
Sputo rumorosamente sul lavandino e James blocca il discorso appassionato da casalingo.
 
«SIRIUS!»
«Non funziona... non si può tenere neanche sul palato»
 
Ci giriamo contemporaneamente verso Peter che sgrana gli occhi, immobilizzandosi. Credo che non gli importi più di raggiungere il water per liberarsi come avrebbe voluto fare ieri: Oggi se la farebbe addosso, lì in piedi.

«Pete» inizia James allungando le mani verso di lui (sembrando davvero un Infero), non facendo altro che spaventarlo ancora di più. «Sei la nostra unica speranza».

Giusto per non mettergli altra ansia.

Peter indietreggia lentamente mentre James avanza. «Se riusiciamo a trovare un posto per mettere la foglia...».

Io ce l’avrei un posto da consigliargli ma non sarebbe utile a Remus.

«Pete» continua. Peter sbatte e si siede per forza di gravità contro il water chiuso. Prego che il suo cervello continui ad assisterlo.
«Apri la bocca e fa’ vedere cosa possiamo fare» lo intima James con la stessa vocetta che usa Madama Chips con i bambini del primo anno.
Peter scuote la testa furiosamente. Sembra Remus l’estate scorsa, quando l’abbiamo accompagnato dal Guaritore babbano che cura i denti.
Mi basta un’occhiata di James per capire cosa fare.
Con due falcate sono da loro, a tenere fermo Peter mentre lui gli apre la bocca con la forza. Sarebbe più facile se le mie braccia riuscissero ad avvolgere tutta la sua circonferenza.

«Pete?!» strilla James come dovrebbe strillare una persona che si chiama Jennifer Jamie, non James.
«Non c’è nessuna foglia qui!!»
«COSA?!» strillo anch’io ma con la voce di uno che si chiama Sirius, sia chiaro.

Peter si accascia sul water appena lo lasciamo libero.

«L’ho trovata sul cuscino, James!» piagnucola disperato «Dormo con la bocca aperta, lo sapete!».

James dà sfogo al suo vizio di imitare le scimmie passandosi le mani nel cespuglio nero che ha in testa e poi si ferma, come un pazzo. Se per le prossime vacanze sarò dai signori Potter devo ricordarmi di dire a Fleamont e Euphemia che gli sono vicino e che mi offro volontario a portare James al San Mungo, Reparto Lungodegenti. Bisogna essere forti in queste situazioni disperate.
Ecco, sta per spararne un’altra...
«Recupera la foglia ed esercitiamoci con quella, Pete!»
Ripeto, se qualcuno qui non l’ha ancora capito: Siamo Nella Merda.














 
 
 
 
 
 
 
 
Note e piccole anticipazioni: 
 

*Il dialogo di James e Sirius riguardo la famiglia Serpeverde è preso direttamente da ‘Harry Potter e i Doni della Morte’ pag. 617.
 
Il prossimo problema sarà ‘il mangiare’ :) Dal bagno ci sposteremo nell’affollata  Sala Grande.


Le foglie di Mandragola non hanno un odore gradevole, i libri di botanica descrivono il loro "profumo" con la parola ''fetido". Vi lascio immaginare.




Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Seconda Luna ***


Odio il caldo che fonde i cervelli e i pc. Odio il caldo.
Scusate per il mese di attesa e per questo sfogo isterico. 
 
Vi lascio nelle mani di Peter! (Detto così non suona molto rassicurante per voi, posso capirlo, ma qui è ancora un innocuo studente tredicenne.Quindi non armatevi di bacchetta per difendervi o ammazzarlo, tranquilli/e!).
 
 
 
 
 

SECONDA LUNA

Seconda Foglia
 






 

«Scusa, devi finirle quelle uova? Le hai prese tutte tu e neanche te le mangi?»
 

Non so fare gli sguardi malvagi. James e Sirius me lo dicono sempre e io ci credo.
Ma il bambino del primo anno seduto davanti a me che ha osato chiedermi una cosa del genere mi sta facendo capire che invece so farlo, eccome.
Nessuno prima d’ora mi aveva rivolto questa domanda a tavola. Forse perchè, senza una foglia acida di Mandragola piegata in otto (più di otto non fa, parola di James che ieri notte ha provato a fare la nona piega e stava per strappare tutto) ed incastrata tra un molare e la guancia, il cibo in generale lo faccio finire nello stomaco pochi secondi dopo averlo visto.
Sarà per questo che tutti pensavano che io non riuscissi a far paura con uno sguardo come la McGranitt?

«Certo che le devo mangiare» gli rispondo, abbracciando il mio piatto con l’abbondante colazione ormai fredda perchè- come mi fa notare il bambino troppo sfacciato- non l’ho neanche ancora sfiorata con la forchetta da quando mi sono seduto qui, ovvero, da un quarto d’ora buono.
Nel piatto dovrebbero esserci soltanto le briciole del pane tostato, me ne rendo conto.
Ma mi rendo anche conto che la foglia sembra si ingigantisca ogni volta che provo ad aprire la bocca. James e Sirius dovrebbero tenerla con le dita come prima, quando ci siamo lavati i denti aiutandoci a vicenda.
Non credo sia il caso di dare spettacolo in Sala Grande però, non più del solito almeno, non con la McGranitt che dal tavolo dei professori sta fissando stranita James e Sirius che mangiano in silenzio e a piccoli bocconi.
Ma è frustrante vedere questo ben di Dio, sentirlo salire alle narici, immaginarlo sulla lingua e dentro l’enorme buco allo stomaco che gorgoglia, attirando l’attenzione di Sandy Wood. É la quarta volta che mi lancia occhiate allibite con la bocca piena di bacon, beata lei.
 
«Buongiorno, Evans! Hai visto che sole sul soffitto oggi? Perfetto per una passeggiata con me» saluta James riuscendo a far capire ogni singola parola nonostante il cibo in bocca come non succedeva da tempo.
Dall’anno scorso, quando si era rotto tre denti ad una partita e invece di correre subito da Madama Chips era voluto andare alla festa in Sala Comune per la vittoria contro i Serpeverde. Si era reso conto soltanto dopo che riusciva a mangiare un solo pop corn alla volta (lanciati da Sirius a mò di padrone con il suo cane. Non ne hanno fatto cadere nemmeno uno! Geniali! Lo fanno anche con le gelatine tutti i gust... Stodivagando, Remus me lo dice sempre che divago o, come sostiene James: Jorkinseggio... dal verbo “Jorkinsare” che deriva da Bertha Jorkins la Pettegola Logorroica che non fa altro dalla mattina alla sera).
Dicevo, James sembra un normale essere umano che parla senza fare la doccia di briciole a quelli che ha davanti e vicino. Evans, infatti, si blocca dietro la panca dove lui mastica lentamente un pezzetto minuscolo di pancetta. Solleva un sopracciglio rosso e spalanca leggermente gli occhi verdi che sembrano sorpresi come quelli della McGranitt.
Chi non la conosce potrebbe pensare che sia piacevolmente stupita e che da un momento all’altro possa dire qualcosa di carino a James, magari rispondendo con simpatia al suo buongiorno. Ma qui tutti conoscono Lily Evans (anche il bambino del primo anno che continua a fissare le mie uova) e le sue reazioni davanti agli inviti di James di prima mattina, soprattutto il lunedì quando fa sempre tardi e ha due occhiaie che neanche Remus ieri, prima di andare in infermeria, aveva.

«Oh, Mary, guarda» commenta, chiamando la sua amica da sopra la spalla coperta dalla treccia di capelli rossi come le cravatte di tutti in questo tavolo, come la marmellata di ciliegie che io non posso mangiare e che invece Frank Paciok sta spalmando dentro un enormecornetto completamente bianco di zucchero a velo.
Se non fosse uno del settimo anno glielo strapperei dalle mani.

«Finalmente qualcuno ha capito di far parte della specie umana e non animale».

Credo che Evans si riferisca non soltanto al fatto che James non ha una Pluffa di pancetta in bocca, ma che sia lui che Sirius stanno usando coltello e forchetta, e non le mani come al solito.

«Tzè!» fa James, e per un attimo riesco a vedere la foglia di Mandragora che si muove sulla sua guancia.
Faccio per dirglielo con il codice che abbiamo inventato apposta per questo caso ma lui è troppo impegnato a passarsi una mano tra i capelli mentre si gira verso Evans e Mary Macdonald, appena arrivata con lo sguardo sconcertato puntato su Sirius, al mio fianco.
In effetti, nemmeno io l’ho mai visto piluccare un muffin come se fosse un gufo. Per essere più precisi, non l’ho mai visto con le mani così pulite a tavola. Remus sarebbe orgoglioso di lui... se soltanto fosse qui, insieme a noi come vorremmo e anche come vorrebbe lui.

«Remus è finito in infermeria per addestrarvi così bene?» chiede Mary in un sorrisino divertito. Sento Sirius ringhiare mentre stacca un pezzo di muffin così grande che non può di certo masticare nelle condizioni in cui noi tre siamo da ieri notte.
Infatti lo lancia a Mary che ride, scansandolo in tempo con uno sbuffo che le fa svolazzare la folta frangia bionda mentre va a cercare posto per sedersi.

«Quindi sabato uscirai con me, Evans» continua James mentre Stebbins, al tavolo dei Tassorosso lì dietro, si tasta la testa piena del pezzo di muffin che gli si è disintregrato tra i capelli biondi.
«Non avevi detto che accettavi inviti soltanto dagli esseri umani? Beh, ecco qui,  davanti a te, il migliore!»
«Gesù, Potter!» esclama Evans tappandosi il naso lentigginoso con due dita «Il tuo alito si troverebbe a suo agio dentro ad un barattolo di Puzzalinfa! A questo genere di umano preferisco gli animali».

Non ha tutti i torti. Il nostro alito è così schifoso che stamattina credo di aver ucciso una mosca con uno sbadiglio. E se Robert Spinnet ha vomitato nel cestino della carta in Sala Comune, è di sicuro perchè Sirius l’ha salutato passandogli affianco.

«Vedi di chiarirti le idee, Evans» sbotta James lasciando perdere i capelli.
Lo fa sempre quando Lily Evans gli risponde a tono. Remus dice che lo fa perchè si offende ma per me non è così. James non si offende,mai. E infatti sorride, anche adesso.
«Stai dicendo che non ti vanno bene gli animali e nemmeno gli umani! I fantasmi sono ok?»
«Perfetti, Potter. Diventa un fantasma e poi ne riparliamo»

Ok, forse non si è offeso, però credo sia abbastanza arrabbiato. Segue con gli occhi Evans che si è allontanata per raggiungere la porta da dove Mocciosus ci sta fissando con faccia schifata, come se avesse uno specchio davanti.
Davvero il nostro alito è peggio di Mocciosus!?
Davvero i suoi capelli emanano una puzza meno nauseabonda e più sopportabile?!
 
«In poche parole, ti vuole morto»
«Bene! Che lo speri pure, Sir! Sai quanto me ne frega!»
 
Più che arrabbiato. James è talmente arrabbiato che credo si sia dimenticato che ha la Mandragola pronta ad aggrapparsi come uno Snaso su quella striscia enorme di pancetta che si sta infilando in bocca.

«JAMES, NO!» gli urlo alzandomi dalla panca per allungarmi verso di lui e togliergli la forchetta di mano.

Forse,  tutta la Sala Grande si è fermata per guardarmi come mi stanno guardando Sirius e James: occhi a palla e bocca aperta.
Non ho il coraggio di controllare ma ne sono abbastanza sicuro.
Dove sono i gufi e le civette postali quando servono? É tardi per il caos delle lettere e delle piume sparse in giro che toglierebbero l’attenzione dalla mia figura che sento stranamente più grassa con gli occhi di tutti addosso?

«Se tu sei a dieta, Peter, non significa che lo devono essere anche gli altri» mi fa Sandy, adesso con gli occhi completamente spalancati e non soltanto allibiti.
Come per sottolineare la sua frase, il bambino del primo anno annuisce, puntando le uova.
Tanto non le avrai mai. A costo di darle al cane di Hagrid pur di non buttarle o darle a te!

«Peter? Sei a dieta?». Bertha Jorkins spunta dalla mia spalla come un avvoltoio e per poco non urlo di nuovo.
«Che te ne frega, Bertha?» mi difende Sirius «Tanto non avresti l’esclusiva per i tuoi pettegolezzi settimanali. Ci stanno ascoltando tutti».

Vorrei abbracciare Sirius, anche se sta facendo smorfie di risposta a quelle di Bertha Jorkins come farebbe mio cugino di due anni. Vorrei abbracciare Sirius.

«Signor Minus! Le sembra il modo di comportarsi a tavola!?»

Vorrei anche nascondermi sotto al tavolo. É questo l’effetto che mi fanno la voce e i tacchi della McGranitt.
James mi fa segno di stare calmo e la voglia di scivolare tra i piedi di tutti sparisce. É questo l’effetto che mi fa questo sguardo preciso di James, perchè so che riuscirà ad inventarsi qualcosa. Sempre.

«É colpa mia, professoressa» dice «Volevo usare il cucchiaio come catapulta per lanciare le zollette di zucchero ai Serpeverde. Che dice, funzionerà per renderli meno velenosi?»
«Tentar non nuoce. Vero, professoressa?» lo appoggia Sirius, come sempre, e non solo sulla mia faccia si sta formando un sorriso che presto si trasformerà in risata, come sempre.

Se la McGranitt fosse una Veela, questo che ha adesso sarebbe l’aspetto orribile e spaventoso. Ma nessuno riesce a stare serio dopo la battuta di James. A parte i Serpeverde, ovvio.
Sta per toglierci dei punti. Noi Grifondoro lo capiamo subito perchè tutta la faccia gli si arriccia, la bocca diventa una linea, le narici fremono, gli occhi sopra le lenti squadrate sembrano lanciare fulmini e poi, come se avesse una bacchetta puntata alla testa, sibila:
«Cinque punti in meno a Grifondoro, Potter» così rigidamente da sembrare una statua. «E filate via. Tra quindici minuti iniziano le lezioni»

COSA!?

James e Sirius si alzano, senza replicare. Sul serio?!

«Ma io non ho mangiato!» protesto, perchè ho una fame che mi sta bucando anche i polmoni  e perchè le mie uova sono ancora nel piatto!
«Ha avuto tutto il tempo, Minus! Invece di giocare avrebbe fatto meglio a far lavorare la mascella!»
Ma io non posso! Io non posso lasciare le uova qui! Con il bambino del primo anno che sorride, felice. Sta già pregustando le mie uova! Anche i bambini del primo anno hanno lezioni! Non dovrebbe andare anche lui!?
«Avanti, Pete» mi richiama in un sussurro Sirius, tirandomi per un braccio «Prima dobbiamo andare a vedere come sta Remus».

Le mie uova.

Anche da lontano, mentre mi lascio trascinare via, riesco a vederle.
La mano malefica di quel bambino le prende e le porta alla bocca, malefica anche quella come gli occhi che mi guardano, malefici. I bambini del primo anno di quest’anno sono malefici.
 
Le mie uova.
 
 
 
 
«È la volta buona che inizi la dieta, Pete!»
 
No, James non sa quel che dice.
James non sa che sto per svenire, che non so neanche io come ho fatto a fare la scala in marmo per arrivare davanti alla porta dell’infermeria (mi sono aggrappato alla tracolla di Sirius, in realtà, ma le gambe le ho mosse io, e non so come).
So benissimo, però, che vedere il signor Lupin uscire dalla porta con una  faccia addolorata, accompagnato da Silente, non mi piace.
Non mi piace più della fame che mi scava la pancia, più di Bertha Jorkins che vuole speculare sul mio grasso, più dell’intera Sala Grande che mi fissa. Non mi piace più delle mie uova nelle mani di quel bambino.

«Buongiorno, ragazzi» ci saluta con il suo solito tono tranquillo il preside, come se non fosse successo niente. Ma quando lui esce dall’infermeria è perchè è successo qualcosa!
E perchè sorregge il padre di Remus con una mano sulla schiena mentre lo invita ad andare a bere qualcosa nel suo ufficio?
É ovvio che è successo qualcosa, il signor Lupin è sconvolto!

«Remus, professore?» chiede James senza staccare gli occhi dal signor Lupin che sembra sorridere guardandoci con gli stessi occhi di Remus quando gli diciamo che a noi non importa se lui è un Lupo Mannaro.
«Oh, niente che una chiacchierata con dei cari amici non possa risolvere, signor Potter» risponde Silente con la barba bianca che si solleva all’altezza della labbra mentre ci fa cenno di entrare in infermeria con i suoi occhi azzurri che brillano da sopra le lenti a mezzaluna.
Sirius è il primo ad entrare. Io e James lo seguiamo a ruota e ci basta mezzo secondo per vedere quale letto ha scelto Madama Chips questo mese per stendere Remus: Il paravento bianco copre quello più in fondo, vicino alla finestra con le tende tirate.
Non ho bisogno di aggrapparmi alla borsa di nessuno per avanzare. So perchè le mie gambe si muovono, so perchè non svengo anche se non ho mangiato e so perchè, appena ci affacciamo da dietro la stoffa pulita che nasconde quel letto, porto la lingua a tenere ferma la foglia piegata in otto tra i molari e la guancia: Per Remus.
Non voglio che questa foglia si stacchi da qui. Non voglio più rivedere Remus in queste condizioni.
É pallido come il lenzuolo. Ha la testa, la spalla e un braccio fasciati. Un taglio profondo sul viso che, anche se pulito, gli colora di rosso vivo il naso e metà guancia; Le mani e il petto hanno delle garze macchiate dello stesso colore. E gli occhi, gli occhi sono chiusi non aperti, non stanchi ma felici di vederci.

«Potter, faccia piano» sussurra Madama Chips sbucando dalle mie spalle mentre James si china su Remus per abbracciarlo. Lo fa come se stesse toccando una Piuma di Zucchero, e soltanto per pochi secondi.
Lei annuisce prima di bagnare una benda con quello che sembra dittamo.
«Perchè Pozione Rimpolpasangue?» chiede Sirius annusando le bottiglie sopra il  comodino che non sembra quello di una persona che starà bene in pochi giorni.
Madama Chips sospira e a me non piace nemmeno questo.
«Questa volta Lupin se l’è vista brutta, Black» risponde sconstando il lenzuolo di Remus per tamponargli una ferita alla pancia che per un attimo mi fa venire la pelle d’oca. «Ma starà bene. Il peggio è passato».

Il peggio non è passato. Le lune piene non passano mai.

«Ehy, Rem?» mormora James chinandosi di nuovo su di lui senza neanche sfiorarlo. Sembra così debole, fragile, e tutto questo sangue non dovrebbe essere fuori da lui.
«Siamo qui. Noi siamo qui».
«Non la può sentire, Potter. Gli ho dato una Pozione Soporif...»
 
«Cos’è... questa puzza
 
Il nostro alito è più potente di una Pozione. L’abbiamo appena stabilito.
I principi che facevano resuscitare con un bacio le principesse nelle favole che mamma mi raccontava da piccolo dovevano avere lo stesso nostro problema.
La cosa però, così come rendeva felici quei tipi in calzamaglia, rende felici anche noi perchè  Remus ha aperto gli occhi e ci sorride, come Biancaneve. Meglio non dirglielo.
 
«REMUS!»
«Signor Potter, non urli!»
 
Adesso vorrei abbracciarlo io, Remus, che mi guarda tra una benda e tre graffi freschi che gli rovinano le sopracciglia castane e che gli resteranno per sempre, bianchi, a scintillargli in faccia sotto agli occhi indagatori di tutti, non solo in Sala Grande a colazione.
Remus invece di sentirsi più grasso, si sentirà più sbagliato e forse anche brutto. Lo capisco, ma lui non è nè brutto nè sbagliato.
Vorrei abbracciarlo, ma non oso avvicinarmi per non fargli male. Di male ne sente fin troppo, ogni mese, anche se lui è l’ultima persona che se lo merita perchè lui il male non lo augura neanche a Mocciosus.
Sirius gli poggia una mano sulla spalla sana, non con la stessa forza che usa sempre quando scherza.
«No, davvero» fa stancamente Remus, stringendo i denti mentre Madama Chips continua a medicargli la ferita alla pancia «Cos’è questa puzza? É terribile.Ve li siete lavati i denti?».
«Certo che sì!» risponde James mettendo in mostra la fila di denti bianchi. Non so come faccia a mentire così bene, ma vorrei riuscirci anche io. É un grande!
«É James che sta marcendo lentamente. Il letame di drago che ha nel cervello da quella volta ad Erbologia...» spiega Sirius facendo scoppiare tutti a ridere, anche Remus, ma lui solo per poco. Quel taglio deve davvero bruciare molto.
«Lupin!» lo sgrida Madama Chips «Stai fermo. Dovresti dormire. Ragazzi, la visita è finita»
«Oh, no! Madama, la preghiamo in ginocchio!»
«Sa benissimo, Potter, che queste cose con me non funzionano. Remus ha bisogno di totale riposo adesso e... Santo cielo
 
Perchè Madama Chips ci sta guardando come se fossimo tre criminali scappati da Azkaban?
Questa faccia sconvolta non è come quella che fa quando vede sintomi su qualcuno che nemmeno sa di stare male, è proprio una faccia orripilata e anche accusatrice.
Avrà scoperto delle foglie soltanto dall’odore!?
James mi guarda e poi guarda Sirius che lo guarda a sua volta prima di guardare me.
Remus ha socchiuso gli occhi. Remus ha socchiuso gli occhi e questo significa che si è reso conto che c’è qualcosa sotto.

«Madama Chips?» prova a svegliarla Sirius visto che lei è ancora immobile con gli occhi chiari spalancati e una mano davanti alla bocca. «É sicura di non essere lei la persona che deve stare a riposo?».
 
Ops. Sirius ogni tanto le spara grosse ma sono così divertenti che non riesco mai a stare serio anche se davanti ho un’altra Veela in versione Arpia, come la McGranitt prima.
 
«Ma come si permette, Black! Criminali! Teppistelli senza regole, controllo e soprattutto coscienza
 
Ok. Ci ha scoperti. Qualcuno faccia qualcosa a parte schiacciare la foglia sotto la lingua perchè, da come si sta muovendo, credo che Madama Chips voglia visitarci.
Ha appena afferrato James per un braccio puntandogli la bacchetta in faccia e sfilandogli gli occhiali dal naso.
 
«No! Mi vuole cavare gli occhi!? Non le sembra una punizione esagerata, Poppy? Qualsiasi cosa lei crede abbiamo fatto!? Sono il suo adorato James! Quello che le fa compagnia un giorno sì e l’altro pure! Mi faccio male apposta per venire qui da lei!»
«Zitto, delinquente! Lumos
«Mi vuole anche accecare!?A questo punto chiami Gazza e mi faccia tirare i pollici, visto che c’è! Lui ne sarà sicuramente felice!»
«Apri gli occhi, Potter! Subito! O chiamo il Preside!»
 
Apri gli occhi? Non la bocca!? Ma allora non ha la minima idea delle foglie che invadono le nostre guance? Posso respirare di nuovo!?
Sirius mi guarda con la coda dell’occhio per non attirare l’attenzione di Remus che ha ancora quello sguardo.
Anche James sembra calmarsi dopo che Madama Chips ha chiaramente fatto capire che sono gli occhi la cosa che gli interessa.
Li apre, faticosamente, perchè oltre alla luce della bacchetta ad un centimetro dalle ciglia, James senza occhiali è già cieco di suo.

Le labbra di Madama Chips si assottigliano. Brutto segno. Vogliono dire sempre che le sue prime ipotesi erano giuste.

“Sei bollente per la febbre, non per la corsa fatta dalla classe di Divinazione a quella di Storia della Magia”
“Filtro d’amore andato a male, non menta. Altro che una Burrobirra di troppo! Benedette ragazze”
“Carenza di zucchero, lasci le diete a chi ne ha davvero bisogno”
“Fattura Fornunculus andata a buon segno e non il troppo cioccolato mangiato ieri a merenda”

Ma adesso che cavolo ci trova negli occhi di James, di Sirius...
 
«La segnalerò al Ministero per maltrattamento minori!»
 
 ... e nei miei? Cavolo! Lo sa che la luce della bacchetta si può diminuire!?

Non faccio in tempo a dirglielo che mi tasta il polso fino a quando non trova il punto che le serve, e con le labbra sempre più fini alza il suo braccio sinistro per guardarsi l’orologio.
Non faccio nemmeno in tempo a chiedergli se sto per morire, che lei mi molla il polso bruscamente, guardandoci come se avesse a che fare davvero con dei delinquenti.
 
«Sono veramente sconvolta! Sconvolta!» esordisce, gonfiandosi tutta.
 
Vorrei sapere se devo esserlo anch’io. Mi ero dimenticato che non ho toccato cibo. Magari sto per svenire...
 
«Pupille dilatate, battito accelerato*! Droga! Droga, in questa scuola
 
Sirius spalanca gli occhi, James non ce la fa ma so che vorrebbe perchè l’ho fatto anche io e pure Remus, anche se la benda gliene chiude uno e l’altro gli deve fare un male cane.
 
«Non ho parole! Hogwarts è diventata un covo di drogati! Cosa avete preso, eh!? Allucinogeni!? Polvere di Artigli di Drago!? Ali di fata essiccate!?Foglie di Artemisia!?O forse quelle di Mandragora!?»
 
Beh, Madama Chips sembra molto informata su questo argomento. Chissà che passato da strega adolescente ha avuto...
Ma, aspetta, cos’ha detto!?
 Le foglie di Mandragora causano effetti allucinogeni!?
 
«O è roba babbana!? Santissimo Merlino! Questa è una generazione di scapestrati!»
 
Mentre Madama Chips si dispera con le mani tra i capelli raccolti nel suo chignon, vedo Sirius non riuscire più a stare serio e James lo stesso.
Remus mi guarda. So che sta aspettando una risposta, so che la aspetta da me perchè io gli dico sempre tutto, anche quello che non dovrei dire.
 
«Vado immediatamente a chiamare Albus!»
«No, Madama Chips! Non siamo...‘fatti’» la ferma Sirius, ridendo piegato in due, sembrandolo eccome, invece.
«Non abbiamo dormito tutta la notte perchè stavamo pensando a Remus» continua James in una risata che non ci azzecca niente con la situazione.
Ma forse perchè io non ho molta voglia di ridere con della ‘droga’ in bocca. Sirius aveva ragione: Quel libro che puzza l’ha scritto uno svitato, magari mentre masticava foglie di Mandragora! E noi stiamo facendo quello che dice!
Adesso, tutti quei passaggi strani hanno un perchè! Sono pensieri di un drogato!
 
Madama Chips si blocca, fissandoci con un’espressione totalmente diversa.
Lei non sbaglia mai. Mai. Non confonde i sintomi, le malattie, le allergie, le fatture. Non può cascare in questa bugia, anche se è di James.
«Insonnia?» ci chiede, indagatrice. Il suo tono leggermente più calmo non mi fa sentire più un criminale scappato da Azkaban ma un imputato al Wizengamot (che comunque non è bello neanche questo).
 
«Esatto, stiamo morendo di sonno» fa Sirius stropicciandosi un occhio con una mano.
 
Madama Chips sembra convinta (magari anche l’insonnia dilata le pupille... magari non siamo drogati sul serio).
Ma Remus continua a fissarmi, insistente, e anche con quelle bende il suo sguardo parla...

“Cos’avete fatto, Peter.Vi siete drogati davvero?Che accidenti avete nella testa a parte le sostanze che vi siete presi!?Tanto lo so che avete fatto qualcosa. É tutto il mese che siete strani e il letto di James puzza in un modo molto simile al suo alito. Dimmelo. Dimmelo. Dimmelo. Dimmelo...”
 
Un beccare alla finestra mi salva. Madama Chips va ad aprire le tende e la luce del sole inonda il letto di Remus che si copre la faccia con un cuscino.
«E cosa vuole questo gufo, adesso? Gli animali, qui, non possono entrare!» sbotta Madama Chips picchiettando sul vetro per scacciare via l’uccello che però non ne vuole sapere di andarsene.

Ma quello non è Molliccio? Il gufo dei genitori di Remus.

«Molly!» lo chiama infatti James e Remus riemerge dal cuscino per voltarsi a guardarlo.
«Lo lasci entrare, Madama Chips, per favore. Dev’essere mia mamma. Non è potuta venire qui perchè è babbana ma mi ha spedito qualcosa, lo so» la prega Remus.
Non è facile convincere Madama Chips a trasgredire le regole dell’infermeria.
Con Remus però è diverso, per lui ha un vero e proprio debole. Da sempre, dalla prima Luna Piena del nostro primo anno.
Sospira e apre un’anta. Il gufo entra con uno svolazzo di ali e fiocchi di neve che finiscono in testa a Remus, facendolo rabbrividire, mentre Madama Chips richiude velocemente la finestra.

Il pacchetto caduto sul lenzuolo ha un’aria familiare. Profuma in modo familiare.

«I suoi biscotti fatti in casa» commenta in un sorriso enorme Remus, stracciando la carta.

E sì, sono proprio i favolosi, pieni di cioccolato, deliziosi, pieni di cioccolato, gustosi, pieni di cioccolato, biscotti enormi della signora Lupin che Remus ci offre, allungando la scatola in latta colma di quei dolcetti invitanti e di sicuro sfonati da poco visto l’odore di cacao che ci sta avvolgendo tutti, compreso Molliccio che Madama Chips sta cercando di far uscire di nuovo fuori.

«Allora? Non ne volete?» ci fa Remus addentandone uno.

Negare con la testa mi costa tantissimo, sofferenza fisica. Credo sia così anche per James e Sirius.
Remus smette di masticare. «Strano, ogni volta che me li manda, li finite in cinque minuti... »
«Ne hai più bisogno tu oggi» gli risponde in fretta James anche se non riesce a scollare gli occhi- guidati dal profumo e non di certo perchè riescono a vederli- dalla scatola dei biscotti.
Sirius si schiarisce la voce, deglutendo vistosamente. «Abbiamo fatto colazione poco fa... siamo pieni» dice.

Pieni di cosa? Di aria? James è pieno di scaglie di pancetta, lui di briciole di muffin e io... io...

«Pete? Almeno tu. Non sembri soddisfatto della colazione e poi un posticino nel tuo stomaco c’è sempre, no?»

Un posticino? Avrei un universo intero da riempire qui.

Sento gli occhi di James e Sirius puntati addosso.
Non posso. No, non posso cedere. Per Remus potrei fare davvero la dieta. Mangiare il necessario, senza strafare, senza rischiare di ingoiare anche la foglia.
Per un mese, un mese solo. Ne varrà la pena. Per Remus non più coperto di bende e sangue, Remus meno debole e triste, Remus che - non so se è la fame o le allucinazioni della Mandragora che me lo fanno vedere come un enorme biscotto al cioccolato-  ha di nuovo quello sguardo. Occhi socchiusi, ruga in fronte...
 
«Solo uno» diciamo tutti e tre in contemporanea, tuffando le mani in quel ben di dio.
 
Alla ruga si aggiunge il sopracciglio castano che, anche se ferito, si solleva quanto può, quanto basta per farci capire che Remus haquell’altro sguardo. Quello che oltre all’indagine, sprizza incredulità. É molto simile a quello di Evans, adesso che ci penso.
Forse perchè, di solito, questo biscotto finisce intero nella bocca di tutti, non sgranocchiato come soltanto un criceto svogliato e per niente affamato farebbe.
Nemmeno sento il sapore. Non solo perchè le briciole sono davvero minuscole ma  perchè l’amaro della foglia sovrasterebbe anche la melassa pura, Lumacorno quando vede Evans e Hagrid davanti ai cuccioli di Ippogrifo del professor Kettleburn; L’amaro della fogliaamara che sta sotto alla lingua per colpa delle manie ossessive e apprensive di Madama Chips che è appena riuscita a fa uscire il gufo di Remus.
«Finite quel biscotto e poi fuori!» ci ordina prima di sollevarsi la gonna lunga e marciare verso il suo ufficio. «E riposate anche voi, stasera!».

La prima cosa che farò domattina sarà controllarmi le pupille per vedere se è davvero colpa della mancanza di sonno o delle sostanze stranedella foglia.
Se lo sapesse mamma... mamma o anche Remus, Remus che continua a guardarci male, con le guance piene. James prova a staccare un pezzo più grande di biscotto sotto lo sguardo allarmato di Sirius.

 
«Mmm.... squisito come al solito, Rem. Tua madre dovrebbe rifornire Mielandia!»
«La tua faccia dice il contrario, James»
«Ma cosa dici? Io adoro questi biscotti!»
«La tua, e anche quella di Sirius e di Peter... »

 
Mordo anch’io un pezzo grande quanto quello di James, e Sirius solleva così tanto le sopracciglia che sembra gli stiano per volare via.
Tanto, prima o poi, dovevo mangiare, no? Non posso mica morire!
Certo, se la foglia fosse ancora tra la guancia e il dente non sentirei tutta questa saliva acida inzuppare il biscotto.
Non voglio pensare a quando dovremmo bere acqua, latte  succo di zucca o Burrobirra che sia.
Di notte James ci ha provato e ha detto che non è stato proprio come quando è caduto faccia a terra a bocca aperta in una pozzanghera piena di melma vicino al Lago Nero, ma molto peggio. Lui l’ha descritto come:“Cadere con le gengive conficcate sull’erba innaffiata di Pallini Acidi, caffè senza zucchero, succo di limone e veleno di Doxy”. 
Non so come faccia a sapere che il veleno di Doxy è acido ma dopo aver saputo che da bambino mangiava Celestini e formiche in giardino, mi aspetto di tutto da lui.
Sto divagando, un’altra volta, ma questa è volontaria.
Non voglio pensare a questo sapore e non voglio pensare a come masticare.
Ecco, se la foglia fosse ancora tra la guancia e il dente potrei anche masticare meglio.
Come si fa a masticare tenendo ferma la lingua?
Come si fa ad essere così cretini?
Perchè non me ne va mai bene una?!
Perchè l’ho fatto!?
 

«É presto per uscire, vero?»

 
Sirius ha appena usato il codice per avvisare che la foglia di qualcuno è in pericolo caduta.
Potrebbe benissimo essere la mia, visto che me la sento quasi sulle labbra. Ma James non è messo meglio di me: Gliela vedo ad ogni masticata. Sta cercando di spostarsela sulla guancia, sul posto che avevamo stabilito essere l’unico affidabile e possibile per non farci sbavare come cani, parlare in una nuova lingua Runica, vomitare durante le mangiate e lo spazzolamento denti, soffocare nel sonno.

«Veramente sta per suonare la campanella, siete in ritardo» lo corregge Remus, ignaro. Non sembra molto felice. Ha la faccia più triste di ieri sera, a dirla tutta.

Io vorrei, davvero, riuscire a mangiare tutto il biscotto come sempre! Eppure non riesco. Più cerco di tenere ferma foglia, più quella scivola!
James forse ce l’ha fatta. Sì, manda giù con successo (anche se con la bocca arricciata) la poltiglia e io voglio fare lo stesso perchè non posso stare con questa malloppa amara ferma in bocca.
Chiudo gli occhi ed ingoio, proprio quando il trillo della campana vibra in corridoio insieme al gorgogliare dello stomaco di Sirius.
L’espressione che gli lancia Remus è indecifrabile. Non so bene se sia deluso, sconcertato, confuso o impaurito. Non riesco ad analizzarlo perchè c’è qualcosa, una brutta sensazione che mi si ferma sullo stomaco per poi risalire lentamente su per la gola, che mi di distrae.
Le facce di Sirius e James mi fanno capire che la mia, in questo momento, è una di quelle pre-vomito.

«No, Peter» mi sussurra Sirius, ma non ce la faccio. Non si può vermare il vomito. Non si può fermare la foglia. Non si può fermare niente, anche se mi sforzo con tutto me stesso e se sento le lacrime sulle guance perchè non è questo che voglio, non voglio rimandare alla prossima luna piena, non voglio che Remus ‘Se la veda brutta’ un’altra volta.

Le mani di James mi tappano la bocca e quelle di Sirius mi spingono via, verso la porta.

«Ah, mordersi la lingua fa malissimo, Pete! Possiamo immaginare...» mi fa James.

Non resisto più.

«Ci vediamo alla ricreazione, Rem! A dopo!» saluta Sirius facendo sparire tutti dietro la porta dell’infermeria, dietro il legno dove Remus se ne sta a fissarci dal suo letto, coperto di bende e tristezza.
 

Cederei la colazione, il pranzo, la cena, le merende e gli spuntini notturni a quel bambino del primo anno... se in cambio mi desse una soluzione a questo problema.

 
 
 
«Bleah, Peter... Gratta e Netta!»













 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota:
 

*Tra gli effetti collaterali della Mandragora (li ho cercati, non sono Madama Chips) ci sono anche: vasodilatazione, eccitazione, allucinazioni, potente afrodisiaco.
Voglio aggiungere che la Mandragora NON è commestibile, É TOSSICA, a volte anche MORTALE  (Mi sento un po’ Giovanni Muciaccia quando sconsiglia le forbici appuntite e i fiammiferi per creare le pergamene e le mappe del tesoro). 
Pupille dilatate e battito accelerato sono sintomi anche dell’insonnia.
 
Gli effetti collaterali elencati sopra potrebbero venir fuori nel prossimo capitolo dedicato a vari momenti di diverse giornate di lezioni (pranzi, cene e allenamenti di Quidditch compresi) raccontati da James. 
 
 










 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Terza Luna ***




Rispunto dopo più di un anno e mi dispiace tantissimo ma tra gli alti e i bassi della vita quotidiana e un’impegnativa long sui Malandrini da portare avanti ho avuto parecchie difficoltà ad immedesimarmi in James Potter il Pazzo con la prima persona.
Spero sia rimasto ancora qualcuno interessato a queste foglie di mandragora :)
 
 

A James tutta la scena, come piace a lui.
 
 
 

 
 
TERZA LUNA


Terza Foglia
 
 






 
 
Non per vantarmi ma...
Primo: Abbiamo dormito come degli angioletti, Peter non è morto e non ha condiviso il cuscino con qualcosa.
Secondo: Ci siamo lavati i denti senza dita di sostegno ma Sirius non mi parla perchè non mi ha potuto mordere l’indice. Per vendetta, dice lui. Per istinto canino, dico io, perchè la vendetta l’ha già avuta il mese scorso e perchè, insomma: bava, latrati, placcaggi con successiva lotta a terra, gambe inchiodate al pavimento dalle sue braccia, quei capelli che gli nascondono le orecchie... Sono tre anni che affermo di avere un cane come migliore amico e nessuno sembra sorprendersi, almeno fino a quando non gli presento l’umano che hanno imparato a chiamare Tartufo.
Terzo: Remus ha smesso di sospettare su di noi anche se ha cominciato a farlo per il mio letto che puzza (troverò un nascondiglio sottovuoto per quel libro, giuro).
Quarto: Della colazione degna di questo nome e non riversata sul pavimento, ne vogliamo parlare? Fantastica, per Godric! Evans che da sopra la caraffa del succo di zucca mi ha tirato sciroppo d’acero con pancake  dopo averle innocentemente chiesto di donarmi  la sua dolcezza, un po’ meno.

Ergo, sono il migliore.
 
«Levati quel sorriso da quella cosa che chiami faccia, James. Il merito è mio».
 
Sirius non sa quel che dice, ovviamente, a parte essersi dimenticato che non mi parla. Tipico.
 
«Non ti sto parlando. É la Giustizia che lo fa tramite la mia voce».
 
Dopo questa perla che mi premunirò di usare quando meno se lo aspetterà, oltrepassa la porta dell’aula di Pozioni come se stesse facendo il suo ingresso in quella per i processi del Wizengamot con tutta l’aria di chi è certo di non finire ad Azkaban. Il che è ridicolo perchè la sua idea di usare l’Incantesimo di Adesione Permanente sulle foglie, come se le nostre bocche fossero un plastico in miniatura della sua camera a Grimmauld Place, non sarebbe mai spuntata senza la mia frase geniale:“Ci vorrebbe della colla commestibile”.
Sento lo sguardo insistente di Peter al mio fianco, come se la Giustizia avesse davvero usato Sirius per parlare e le mie obiezioni mentali risultassero oltraggianti ed illegali.
Ha comunque un sorrisino a trecentoventicinque denti, tutti trecentoventicinque soddisfatti dopo aver lavorato sopra e sotto muffin, uova, pancetta e lo sciroppo d’acero con pancake di Evans quindi non è come se fosse capace di intendere e di volere in questo momento.
Lui, in realtà, non ha ascoltato la Giustizia impossessarsi di Sirius, lui sta piacevolmente dialogando con il suo stomaco pieno che gli fa le moine.
Quello sguardo, però, rimane. Perchè, a quanto pare, il suo stomaco a parte fargli le moine gli sta dicendo che se è così felice è merito dell’Incantesimo di Adesione Permanente uscito dalla bacchetta della Giustizia.
Spingerlo oltre la porta del Wizengamot come un criminale che sta per raggiungere Sirius Black ad Azkaban, comunque, non è nel mio volere, giuro. Sono le mani di un Auror queste, non le mie.
«Hey, Johnson! Stasera allenam...?».
Anche far svenire il mio Capitano appena sopravvissuto eroicamente ad una lezione con Lumacorno non era nel mio volere, giuro sulla mia Nimbus. É l’alito di un Troll questo, non il mio.
E dando la colpa all’“Enorme e mostruoso Troll appena passato qui davanti! Come avete fatto a non vederlo?!” mi fiondo dentro l’aula di Pozioni lasciando quattro ragazzini Serpeverde del primo anno nel terrore e nel panico più totali.

Tzè, serpenti medi.
 
 
 

 
*
 
 
 

«JAMES, É ORA DI PRANZO! SCENDI DA QUELLA SCOPA E ANDIAMO IN SALA GRANDE, TI PREGO!»
«ANCORA CINQUE MINUTI, PETE!»
«HAI DETTO LA STESSA COSA UN QUARTO D’ORA FA!»
«ABBIAMO TUTTO IL TEMPO!»
«MA É IL TEMPO CHE CI LASCIANO PER MANGIARE! CI RESTANO DIECI MINUTI PRIMA DELLE LEZIONI DEL POMERIGGIO!».
Peter dovrebbe curare questa malsana relazione ossessiva che ha con il cibo e, ora che lo guardo meglio da quassù, penso dovrebbe farsi vedere da un Guaritore anche per le caldane che gli stanno facendo andare a fuoco la faccia.
Uscire dal castello con le maniche della camicia arrotolate fin sopra il gomito, ad aprile dopo la pioggia, non è di certo normale.
«NON SEI NORMALE, JAMES!»
«IO?! MA TI SEI VISTO!? SEMBRI UNO CHE ASSISTE ALL’ULTIMA PARTITA DEL CAMPIONATO, A GIUGNO!»
Peter boccheggia, sconvolto oppure evidentemente accaldato.
Il fatto che si sia appena allentato la cravatta e sbottonato anche i primi bottoni gettando sul prato bagnato borsa e mantello rende perfettamente legittima la mia accusa.
«GUARDATI TU! SONO VENTI MINUTI CHE FAI FINTE WRONSKY E GIRI DELLA MORTE CENTRANDO GLI ANELLI DOZZINE DI VOLTE, GRIDANDO COME UN PAZZO ESALTATO! VEDI?! NON STAI FERMO NEMMENO ADESSO CHE TI STO PARLANDO!»
Io!? Pazzo esaltato?! Sentire la voglia irrefrenabile di sfogare la mia eccezionale bravura sul campo di Quidditch sarebbe essere un pazzo esaltato?! La fame gli fa dire e fare cose che mai si sognerebbe neanche di pensare con lo stomaco pieno.
«DOV’É LA GIUSTIZIA?!»
«STA FLIRTANDO CON UNA RAGAZZA NEL CORTILE DI TRASFIGURAZIONE!»
Beh, niente di strano.
«IO VADO A PRANZO DA SOLO! CIAO
«CIAO
 
 
 
*
 
 
 
 
Niente di strano, certo. Sirius che corteggia una ragazza è “niente di strano”. Ma Sirius che finisce in punizione con la McGranitt perchè sorpreso a rincorrerle tutte qualcosa di strano ce l’ha eccome.
«Maledetta foglia di Salazar» sibila uscendo dall’ufficio trascinando a terra la tracolla come una palla di ferro da carcerato.
«Questa sera alle otto in punto, Black! E si faccia eliminare la fattura da Madama Chips!» gli grida dietro la voce della professoressa. Essendo ancora impossessato dalla Giustizia, il mio migliore amico mi ignora bellamente superandomi con la tipica faccia di bronzo di chi ha spudoratamente mentito riguardo quella “fattura”.
«Che fattura? Ti hanno affatturato?» chiede ingenuamente Peter sventolandosi con furia gli appunti di Divinazione davanti alla faccia sudata. Più guardo questi due e più qualcosa mi dice che non stanno bene.
«Ho dovuto far finta di essere muto per non parlare davanti a lei facendole sentire il mio meraviglioso alito invitante quanto i capelli di Mocciosus» spiega la Giustizia con il suo solito ringhio scontroso che mi ha sempre facilitato la storia del cane come migliore amico.
«E sappiamo tutti che i capelli di Mocciosus piacciono a tutte» aggiunge tra i denti con micidiale sarcasmo e una stizza che raramente fa bella mostra di sè quando si parla di ragazze con lui.
Ghigno ammicante, sopracciglio inarcato, labbra protese in un bacio volante, questo ti aspetti da Sirius Black quando è in vena di rimorchiare e  non la stizza da due di picche schiaffeggiato in fronte.
Ha davvero rincorso le ragazze alla ricerca di un bacio che tutte gli hanno negato per non svenire subito dopo non di certo per cotanta bellezza di ragazzo ma per uno schifo di alito? Ha davvero fatto questo?
Sì, glielo leggo nello sguardo frustrato, assassino... eccitato?
«Hai le pupille dilatate, Sirius, sembra che hai gli occhi neri»
«Tu sei una dannata stufa ambulante, Peter»
«E James è più schizzato del solito».
Fulmino Peter ficcando una mano in borsa per recuperare una Cioccorana e lanciargliela perchè se ha ancora il coraggio di insultarmi è perchè in Sala Grande deve aver trovato i vassoi vuoti.
Ma qui la situazione è grave.
O Sirius è diventato un maniaco sessuale e Peter è in realtà una donna in menopausa oppure sono entrambi sotto diversi effetti collaterali delle foglie.
Mi correggo, siamo: Peter l’Anziana e la Giustizia Maniaca Sessuale, dopo mezza giornata passata a guardarmi dall’alto del Wizengamot, mi stanno fissando le gambe e le mani, quelle che soltanto adesso mi rendo conto di non saper tenere ferme.

«Non possiamo farci vedere in questo stato da Madama Chips e da Remus»
«Io non voglio sudare così fino alla prossima luna piena»
«Finirò per essere considerato il Maniaco di Hogwarts».
 
 


 
*
 
 



«... del 1403 che diede il via alla blabla, estesa poi in tutta la bla, bla e bla comprese... ».
 
Quanto sarà buona la Piuma di Zucchero che per non accasciarsi addormentato sul banco Bertram Aubrey sta mangiando spudoratamente in faccia a Rüf mentre forse parla?
Non riesco a sentirlo perchè è da quando mi sono seduto qui che percepisco un ronzio insistente e noioso quanto Sirius quando non sa cosa fare anche dopo avergli sbattuto la testa al muro.
Un ronzio che potrebbe essere la voce stessa di Rüf , mi suggerisce la piuma d’oca del Corvonero mentre si muove sul banco davanti al mio con lo stesso ritmo del ronzio che mi riempie le orecchie.
Bah.
Peter- seduto alla mia sinistra facendo da perfetta e solida barricata di fiamme quasi vere tra me e la Giustizia che si nasconde dietro- mi passa un pezzo di pergamena tra una folata di vento e l’altra creata dal suo ventaglio improvvisato con una busta vuota di gelatine. Mi basta adocchiare la prima lettera apparentemente elegante ma volutamente disordinata e storta per capire il mittente di quel foglietto.
 
"L’idea dell’incantesimo di Adesione Permanente era già nata, la stavo soltanto preparando per farla vedere al mondo.
L’unica cosa che mi ha fatto pensare la tua frase sul bisogno di avere della colla commestibile è: “Come se ti fossi messo problemi sulla non commestibilità di queste fottute foglie".

 
Afferro la piuma e la intingo nel calamaio.
Non ho idea di chi siano questi oggetti, a proposito. Non i miei di certo.Voglio dire: perchè mai avrei dovuto averne bisogno prima di adesso?
Per prendere appunti, mi risponde di nuovo la schizzata piuma d’oca del Corvonero che ignoro perchè è così che si fa con i Corvonero, soprattutto quelli che sostituiscono la voce di Remus dentro la mia coscienza.
Mi sistemo gli occhiali sul naso e mi bagno le labbra che sento stirarsi inevitabilmente verso l’alto perchè quando ho detto che gli avrei restituito la perla quando meno se lo sarebbe apettato sapevo che era soltanto questione di ore.
 
La Giustizia sa anche scrivere?
 
Peter oltre che muro di fuoco perfetto sa essere anche un ottimo gufo, arrosto, ma un ottimo gufo.
Non ho bisogno di sbirciare dietro, so perfettamente che faccia ha Sirius in questo momento.

«Potresti smetterla di fare l’iperattivo con questa gamba per una misera ora della tua altrettanto misera vita, Potter? Il banco non è ancorato al pavimento, sai?».

La penna d’oca del Corvonero non ha questa voce, ho imparato a riconoscerla contro la mia volontà e non ha questa voce.

«E rivoglio piuma e calamaio, ora. Non siamo tutti teste di Troll come te».

La Giustizia sa anche ridere sottovoce, a quanto pare. Bene.
Le mie labbra invece non sanno più muoversi, al contrario della mia mano destra già tuffata tra i capelli e della mia gamba che continua a muoversi da sola. Non ho bisogno di girarmi nemmeno adesso, ma lo faccio.
Un’alta coda di cavallo rosso fuoco, due enormi occhi verdi a mandorla, un naso piccolo in mezzo al mare di lentiggini: Evans è più fastidiosa della sua cravatta rossa e oro ben annodata al collo.
«Sei più fastidiosa della tua cravatta, Evans. Perchè non ti rilassi? Potremmo scappare da questo covo di ronzii e andare fuori, al parco, per la prossima mezz’ora»
«Hai di nuovo l’alito che ti puzza, Potter. Perchè non ti lavi i denti? Potresti andare a parlarne con il tuo spazzolino, in bagno, e restarci per la prossima mezz’ora»
«Sei sicura che la puzza ti arrivi da sinistra, Evans, e non da destra?».
Il fatto che alla sua destra abbia una tendina di neri capelli unti è del tutto casuale. Infierire non è nella mia natura.
Gli occhi verdi si socchiudono così tanto da sparire, quasi, e il mio sorriso si allarga tanto da accecarla, quasi.

«Bla, bla

Potrei stare così tutto il giorno. Ad accecare Evans che socchiude gli occhi verdi.

«Signor bla, bla

Accecare Evans che socchiude gli occhi verdi è soddisfacente, appagante quanto velocizzare la tremarella della gamba che fa vibrare il banco e le gomitatine sudate di Peter non possono osare disturabre un simile momento.

«Signor Blake»

Signor Blake. Il ronzio ha inaspettatamente preso forma assomigliando in modo inquietante al cognome della Giustizia.
Non vedo perchè dovrebbe interessarmi se non fosse che in quest’aula i cognomi di tutti assomigliano in modo inquietante a quelli originali e la Giustizia sta quindi facendo qualcosa di assolutamente epico tanto da trasformare il ronzio in suoni distinguibili, tanto da risvegliare dal regno dei morti Rüf.
Era questo che volevano dirmi le gomitate dello Scirocco, qui.
Ed è sempre questo che gli occhi non più socchiusi di Evans stanno dicendo, spalancati, puntati oltre le mie spalle.
Cosa starà mai facendo il signor Giustizia Blake?

«Si stacchi immediatamente dalla sua compagna».

Rüf non poteva trovare verbo più adatto dimostrando di riuscire a vedere il mondo che lo circonda.
La Giustizia è seriamente attaccata alle labbra della sua compagna di banco.
La Giustizia ha finalmente trovato una bocca temeraria oppure ha usato l’Adesione Permanente, l’effetto visibile è identico.
In quel caso la Giustizia tornerebbe ad essere Maniaca ma la tizia sotto, sopra, di lato a lui non sembra affatto dispiaciuta della cosa. I colori di Corvonero sugli orli delle maniche della divisa- le uniche cose che riesco a distinguere in quel marasma di capelli e stoffa- non spiegano il suo coraggio nell’affrontare l’alito e il sapore della Giustizia.
Ed è quando l’avvinghiamento reciproco di corpi si sposta sopra il banco facendo cadere libri, piume e gli occhi di tutti che mi rendo conto che se non fermo tutto questo la Giustizia ad Azkaban ci finirà davvero.
«Signor Porter!»
«Non è la mia bacchetta quella che ha visto, professore»- e non è la testa di Bertram Aubrey quella , è una Pluffa per Giganti- «Era la bacchetta del signor Pearson. Qui, a destra della signorina Edwards» specifico alzandomi in piedi ed indicando con gesti piuttosto plateali Evans e la tendina unta che mi fissa con uno sguardo Bombarda Maxima e l’assoluta convinzione che due minuscoli scarafaggi neri possano farmi esplodere.
Rüf sembra vederci per la prima volta dopo tre anni di lezioni e intanto il diversivo è scattato.
Scappare dopo aver creato il diversivo è un’istinto intrinseco in ogni Malandrino.
Non ho bisogno nemmeno di guardarli ma so che lo stanno facendo anche loro, scappare mentre metà classe ride per la testa gigante di Aubrey beccata in pieno dal mio Incantesimo Gonfiante e l’altra metà ulula disgustata per il pranzo della mancata Grifondoro riversato a terra insieme all’anima, morta per asfissia ed avvelenamento causata da alito di Mandragora.
Scappare sotto gli occhi socchiusi di Lily Evans, accecandola un’ultima volta prima di chiudere la porta.
«Una figata pazzesca!» grido nel corridoio deserto che mi ispira così tanto da mettermi a correre dando finalmente libertà alle mie gambe.
Ma quanto è bello correre?! Ma quanto è bella l’adrenalina che scorre nelle vene?!
Torno indietro, ripercorrendolo tutto più velocemente di prima perchè le mie gambe hanno risposto ad entrambe le domande con un altro:“Una figata pazzesca!”.
Torno indietro dalla faccia appagata della Giustizia che si esplora la bocca con la lingua per accertarsi di avere ancora la foglia dopo il bacio focoso; Torno dalla torcia umana accasciata a terra con la camicia totalmente aperta.
Le gambe rallentano un poco a quell’ultima vista perchè c’è un limite alla bellezza dell’adrenalina e quel limite è la pancia sudata di Peter come meta da raggiungere.
«Potter»
«‘Sera, prof!».
Vitious ha la simpatica capacità di apparire all’improvviso per quel suo essere praticamente basso quasi quanto Mrs.Purr.
«Cosa sta facendo?»
«Corro!».
Non ribatte ma so benissimo cosa i suoi occhi sopra gli occhialetti stanno dicendo.
So a quale legge si sta appellando:“Non correre nei corridoi”.
Pazzesco, non è vero? Imparare il regolamento disertando le regole è piuttosto educativo.
Non è così che dicono tutti qui, da dietro la cattedra?
“La pratica è importante tanto quanto la teoria. Con l’esperienza si impara più in fretta”.
Hanno ragione, per Godric, so a memoria l’intero regolameto scolastico come nemmeno il Corvonero più secchione potrà mai vantarsi di conoscere.
«Signor Black, sputi la gomma da masticare»
«Quale gomma, professor Vitious?».
É sempre bello vedere Sirius aprire il sipario e negare l’evidenza. Con la McGranitt, il primo anno, ha negato di avere due mani (infilate nel cassetto della scrivania del suo ufficio alla ricerca delle domande del compito in classe del giorno dopo).
«Cosa succede qui?».
Ed eccola, la McGranitt, in tutto il suo tempismo.
Lo sguardo sotto quel cappello a punta, con noi, non è mai indagatore ma direttamente accusatore.
Nei due occhi azzurri sopra le lenti squadrate non c’è compassione per il piccolo Peter Minus che sta andando in autocombustione perchè potrebbe avere la febbre, no, c’è il rimprovero per quello che il piccolo Peter Minus ha sicuramente fatto per finire in questo stato. Non c’è nemmeno preoccupazione per me che le sono appena arrivato affianco con una piccola scivolata per frenare all’ultimo ed evitare di finirle addosso magari perchè sono in fuga da un Troll di montagna o un assassino, no, c’è soltanto lo sprezzo per il mio sprezzo della regola “Non correre nei corridoi”.
Così come non c’è alcun beneficio del dubbio riguardo la presunta gomma da masticare in bocca all’innocente Sirius Black che non sta più masticando, no, c’è soltanto la cieca convinzione che se il suo collega ha detto che Sirius Black ha una gomma da masticare tra i denti allora Sirius Black ha una gomma da masticare tra i denti.
«Black, sputa immediatamente la gomma»
«Quale gomma, professoressa?»
«Quella che il professor Vitious ti ha chiesto di sputare un istante fa. E non povare a negare di avere una bocca»
«Come potrei negare una cosa che lei vede?».
Negare di aver mai negato l’evidenza. É un colpo di scena bello e buono nello spettacolo Non ho una Faccia di Bronzo e la mia espressione seriamente colpita e compiaciuta rivolta alla Giustizia viene immediatamente fulminata dalla McGranitt che non è mai stata un pubblico facilmente impressionabile.
«Quindi stai palesemente dicendo che potresti benissimo negare l’esistenza di una cosa che non posso vedere come la gomma da masticare, Black?».
I diversivi con la McGranitt non funzionano. L’abbiamo appurato dal primo giorno del primo anno.
E lo sappiamo che siamo finiti, che anche questa luna è finita.
Ed è come se a varcare le porte di Azkaban, adesso, ci fossimo tutti e tre.
Credo di capire come ci si deve sentire al cospetto dei Dissennatori e fa decisamente schifo, fa male.
E lo vedo nella faccia di Peter, sudata e rossa il doppio di un secondo fa.
Lo vedo nell’occhiata furtiva che Sirius mi lancia mentre la McGranitt si avvicina imperiosamente a lui. L’unico bacio che Sirius potrebbe ricevere senza far vomitare  è quello di un Dissennatore e sono sicuro che ricambierebbe con trasporto soltanto perchè sente di meritarselo.
Agguanto la bacchetta nella tunica senza farmi notare e faccio quello che gli occhi grigi mi hanno chiesto di fare.
Lo faccio anche se preferirei Schiantare la McGranitt e Vitious in un colpo solo per non perdere anche questa luna, per non far pensare a Sirius di meritare un bacio di un Dissennatore.
Elimino l’Incantesimo di Adesione Permanente che ho usato per attaccare la foglia nella guancia della Giustizia stamattina e l’unica cosa che vorrei adesso, mentre Sirius la ingoia facendola sparire insieme alla felicità di Remus, è sfogare l’adrenalina nelle braccia con un forte pugno sul muro.
 
 















 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3658480