Ribelle Senza Ragione.

di JulianBond
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova éra ***
Capitolo 2: *** Luke Wellington ***
Capitolo 3: *** Julian Wells ***
Capitolo 4: *** Mikael Blom ***
Capitolo 5: *** Il Party di Logan ***
Capitolo 6: *** Perchè lo fai? ***
Capitolo 7: *** Flashback.. ***
Capitolo 8: *** Un incontro insolito ***
Capitolo 9: *** Il giorno del giudizio ***
Capitolo 10: *** Il Sapore Del Successo. ***



Capitolo 1
*** Una nuova éra ***


Questa è la storia di tre vite diverse ma che si accomunano in alcuni fatti e alcune situazioni. I protagonisti sono Julian,Mikael e Luke.
 
 Luke  Julian  Mikael

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Capitolo 2
*** Luke Wellington ***


Il posto oltre i pini era il luogo dove ormai Luke Wellington e il suo gruppo di Skinhead ribelli si rifugiavano. Era una capanna di legna, ben costruita da loro, dove nessuno poteva intralciare le loro convinte idee estremiste. Luke era il Leader del gruppo, che avevano denominato come "BlackSkinClan" come appunto era scritto all'esterno della capanna, con spray forti e di colore rigorosamente o nero o rosso. Quel posto per loro era come un territorio segnato, proprio come gli animali fanno per tracciare i loro territori, chiunque poteva oltrepassare quel posto, ma esclusivamente e tassativamente se erano convinti di far parte del loro Clan. Luke è un prosperoso giovane di 27 anni, alto, magro, con la testa rasata e muscoloso al punto giuso. I loro abiti abituali erano stivali Dr. Martens o neri o bordeaux, una maglia nera o con la bandiera della propria nazione, l'Inghilterra o al limite l'Italia, (per via del fascismo ai tempi di guerra) o della Germania, con bretelle scese lungo i Jeans blu e giubbotti o neri o verdi militari. Teste rasate o semi rasate. L'unico che si distingueva un pò era Luke, che indossava spesso una T-shirt rossa con la famosa svastica, senza paura di mostrarla sotto il suo giubbino di jeans. Alla fine di ogni seduta, il clan si recava in città con i loro mezzi, ovviamente sempre in gruppo e il loro secondo posto preferito era un parco lungo Bristol, dove amavano sdraiarsi al sole, farsi scherzi con le fontanelle dell'acqua, dove sedersi e devastare panchine e tavolini di legno e provocare chiunque li guardavano in malo modo o qualcuno che non rispettavano, secondo loro, i rispettivi canoni di pensiero, dunque uno straniero di colore o chiunque loro detestavano di più. Spesso capitava che qualche ragazzo di colore in gruppo, provocasse risse con uno di loro, ma subito il clan schierato, cominciava a pestare e rincorrere chiunque infastidiva uno dei propri amici o compagni. Ma si volevano bene, come una famiglia, erano in sette, ma erano una famiglia unita. Se non c'era uno di loro, il gruppo non usciva o non si svolgevano sedute al posto oltre i pini, come lo chiamavano loro. Luke viveva da solo in un appartamento appena fuori Bristol. Cresciuto in malo modo, da un padre alcolizzato, ma nazi fascita fiero, infatti da li l'unico accordo col figlio. La madre morta dopo la sua nascita, Luke si ritrova a crescere per strada, con un gruppo di adulti che lo presero nel loro Clan, inculcandogli ancora i più idee malsane nazi fasciste, tipiche del periodo Skinhead inglese anni 80. Fidanzato con una ragazza, apparentemente acqua e sapone, ma figlia di una nota famiglia di Bristol, benestante e prosperosa, il cui ama la ribellione di Luke, le trasmette possessione, fierezza e tranquillità.

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Capitolo 3
*** Julian Wells ***


<< Sei meno di zero, Julian! >> Ecco cosa il patrigno pensava di Julian.. Julian Wells è un uomo solo. Abbandonato dalla famiglia che lo amava, a 10 anni, viene mandato in una casa famiglia, dopo la morte improvvisa del padre Nick Wells, ma veniva sempre maltrattato dai ragazzini più grandi, seviziandolo e svolgendo atti di bullismo su di lui. A 16 anni comincia a drogarsi, non sopportando più la vita che stava facendo, anche se questo era contro i suoi principi, proprio perchè il padrigno lo faceva e lo maltrattava anche egli, prima di essere abbandonato; una cosa che non scorderà mai che gli disse prima di spedirlo nella comunità è questo: "Io e te potremo solo condividere questo, la cannabis, se vogliamo andar d'accordo.." Lui era ancora piccolo per capire ciò, ma conducendo una vita piena di dispiaceri, ci cadde con tutte le scarpe. Amici da una vita, Julian, Clay e Blair il giorno del diploma si salutano promettendosi di rimanere comunque in contatto pur prendendo strade diverse. Sei mesi dopo Clay torna a casa dal college per le vacanze natalizie, Blair è una modella, Julian invece ha fallito nelle sue aspettative. Julian è un ragazzo di bella presenza, spavaldo, estroverso, ma molto spesso la droga lo fa essere estroverso eccessivamente. I suoi luoghi preferiti sono la discoteca del suo amico Ted, la spiaggia dove spesso si rilassa e ci dorme quando è fatto e un appartamento occupato nei pressi della periferia di Chester. Innamorato pazzo di Blair, che lei si ritrova a vivere con lui per affetto fraterno e compassione per tutte le volte che si sentiva male, per tutte le volte che stava per finire in overdose. Clay, il suo migliore amico, anche egli quando può lo aiuta, ma non sempre si vedono, per via dell'università che frequenta Clay.

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Capitolo 4
*** Mikael Blom ***


Mikael è un uomo di 36 anni che è prossimo alla carriera. Soldi,successo e divertimento, queste solo le parole chiavi che lo contraddistinguono dai suoi coetanei. Mikael è un giornalista di fama internazionale, lavora come capo redattore di una catena di agenzie giornalistiche chiamate "Scandal". Da Stoccolma a New York, da New York a Liverpool. Liverpool, la città dove è nato e cresciuto, nei paesi più ricchi della cittadina, figlio di un rinomato avvocato e una madre dottoressa. Mikael ha sempre vissuto a 1000, ogni cosa che voleva fare l'ha sempre fatta, ogni cosa che voleva dire l'ha sempre detta e ogni cosa che voleva avere l'aveva. Specialmente per quando riguarda le donne, donne mature, donne più piccole e coetanee. Le donne impazzivano per lui, per la sua intelligenza e anche per il suo successo. I suoi posti preferiti erano il club del Liverpool Fc dove era sempre l'ospite d'onore, per via delle sue grandi donazioni alla squadra di calco del suo cuore, i migliori pub inglesi e viaggiare. Per un periodo è stato innamorato di una donna più grande di lui, lei sensuale,attraente, intelligente e ricca; allo stesso tempo anche seducente e snob, proprio questo lui amava di lei che quasi ci prese una cotta, ma lei lo respinse al momento giusto.

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Capitolo 5
*** Il Party di Logan ***


[Julian Wells] << Loyd potrei chiederti un piccolo prestito? Devo andare ad una festa di un mio amico. Sai, organizza un party al "Fishponds Tavern", ci sarà Blair e anche i miei vecchi compagni di classe..>> Disse con tono di voce basso e lo sguardo abbassato. Aveva gli occhi rossi, non aveva dormito, era completamente assorbito dalle sostanze stupefacenti della note precedente. << Vattene Julian, non provare più a mettere piede qui dentro, altrimenti sarò costretto a chiamare la Polizia! >> Disse il patrigno con tono arrogante. Julian ribadisce con qualche lacrima al viso, gli occhi rossi e i denti stretti. Alza su un pugno vicino al volto del suo patrigno e lo fissa con aria di minaccia. << Fino a prova contraria sei tu qui l'ospite! Mia madre è una puttana che ancora tiene a te! Chiama chi cazzo ti pare, tanto non mi hai mai aiutato,anzi mi ci hai messo tu in questa merda! >> Disse con rabbia. Aveva il pugno che tremolava e i denti che battevano tra di loro dal nervoso e dall'adrenalina che saliva al cervello. Si voltò di scatto e prese a calci un tavolinetto con l'argenteria sopra, facendo cadere tutto e rompendosi. Julian costretto a questo, se ne andò di nuovo da quella che era la sua casa da quando era nato. Voleva solo vivere come i suoi coetanei, aveva solamente 16 anni, era già un passo dal finirsi la vita, dormiva sui bordi di un lago, con il suo solito giubbino di pelle, la camicia bianca e il poulover strappato; con se anche una birra che gli faceva compagnia in ogni evenienza e sempre la solita pipa di cocaina o crack, che lo "aiutavano" a star meglio e dimenticare tutto. Logan il suo fornitore non faceva altro che fornirgli la roba a credito, ma anche egli era stufo delle finte promesse del ragazzo, "Diventerò questo, farò quest'altro" ecc. ecc. Il padre prima di morire come eredità gli lasciò un'agenzia con tanto di capitale per farci una qualsiasi attività da grande, lui si buttò nel campo della musica, ma fallì perdendo tutto, per via dei suoi sporchi traffici, le cattive conoscenze e i luoghi inadatti della periferia londinese. Ore 11:00 am. West Country Water Park, quello era il posto che amava, un lago disperso nell'entroterra di Bristol. Si spoglia dei suoi vestiti e li nasconde dietro una siepe, rimane in boxer e nuota verso il bel mezzo del lago, dove c'è uno spalto di legno duro dove di solito si prende il sole in estate, ma siamo a primavera, a lui non interessava il clima, era l'unico posto in cui si sentiva libero di pensare. Si sdraia li sopra con gli occhiali da sole, i capelli neri e dritti a spazzola, le ossa delle costole che si vedevano bene, erano evidenziate dal sole che picchiava forte sopra di lui.. era troppo magro, denutrito! La droga gli finiva il corpo e la mente, mangiava a casa di Blair quando c'era, ma Blair era innamorata del suo migliore amico Mark, il trio del liceo. Blair amava anche Julian, ma era un amore diverso, un amore compassionevole, un amore fraterno. Lei era dolce, premurosa e affettuosa nei confronti di Julian, l'ha visto star bene, l'ha visto star male e l'ha visto quasi morire. Sa cosa sta passando, ma anche lei è povera in canna e tira la coca di tanto in tanto, quindi non riesce ad aiutarlo. Mark non ne vuole saper nulla di Julian e di Blair invece, lui è figlio di Yuppies, sono tutti ricchi sfondati, ville a Los Angeles, non di sicuro in Inghilterra. << Cosa faccio... COSA FACCIOOOOOO! >> Nel quieto silenzio del lago, tutto di un tratto Julian urlò disperato. E' stanco,stressato triste.... Ore 00.20 am. Fishponds Tavern Era giunta la sera tanto attesa, un mega party! Questa volta per non dare troppo nell'occhio con la polizia, decise di farlo in un pub locale di Bristol. Logan era il solito fricchettone elegante, capelli ingellati all'indietro biondi, abbigliamento firmato e donne intorno. Si, era un detestabile egoista ed esibizionista 21 enne, era più grande di Julian, decisamente, ma siccome Logan amava disfarsi di giovincelli drogati, li forniva e ci guadagnava il doppio di un adulto. Julian riuscì nel pomeriggio ad infiltrarsi nella sua camera da letto, arrampicandosi dalla grondaia e forzando la finestra, per poter prendere un vestito pulito. Prese il suo zainetto del liceo, lo riempii di vestiti e oggetti e se ne andò senza dare nell'occhio. Era riuscito a prendere un completo bianco e una maglietta a collo lungo nera da indossare per la festa. Lo zaino lo lasciava nascosto al lago, nel solito posto. << Hey Logan, è un vero piacere rivederti! Complimenti per l'organizzazione, questa fogna l'hai rinnovata per bene, faceva davvero schifo prima! Grazie dell'invito, è molto apprezzato. >> Disse spavaldo di fronte a tutte le donne di Logan, con il ciuffo nero che appena pendeva sulla fronte e la sigaretta in bocca. Era un bel ragazzo tutto sommato Julian, le ragazze che ridevano dei suoi modi buffi e goffi, ma apprezzati. << Julian, il piacere è tutto mio vederti qua come i vecchi tempi. Divertiti, mangia bevi fai quello che ti pare, vuoi qualche donna? Scopati chi ti pare, ci vediamo più tardi! >> Disse tutto di un fiato, gesticolando, per poi tornare a parlare con le ragazze sedute accanto a lui nella poltrona nera lucida di pelle. Julian si allontanò sorridendo e si mise in un angolo, tirò fuori la pipa con una dose e cominciò a scaldarla.. snifff, una botta forte e tutto in tasca. Si guarda intorno, si asciuga il naso e la bocca sudati e si butta in mezzo alla folla, ballando i ritmi dance anni 80. Le luci a neon riflettevano nella pista, nel viso di Julian, che roteava, saltava e urlava impazzito a ritmo di musica, insieme ad altri ragazzi e ragazze coetanei o poco più grandi di lui. In lontananza, seduta su una poltrona divertita c'era Blair, che lo guardava con tenerezza e una piccola smorfia di rabbia. Aveva notato il suo stato, chiunque lo capiva che si era fatto di qualcosa. Quando Julian si fermò per non farsi prendere un infarto, nota lo sguardo di Blair, così di corsa si butta sul divanetto accanto a lei. << Blair! B L A I R! Che ci fai qui tutta sola? Pensavo stessi in America! >> Disse quasi urlando, per coprire il chiasso della musica. Una cosa che Julian amava, erano i capelli di Blair, che adorava accarezzare, annusare giocherellare, capelli lunghi,mori e mossi. << Ciao Julian, felice di rivederti. >> L'unica frase che uscì in quel momento nella bocca di Blair. A quel punto fece un lungo respiro e prese per mano Julian uscendo dal locale. Si misero seduti sul ciglio della strada, Blair appoggiò la testa sulla spalla di Julian e Julian, innamorato folle di lei, le mise la sua giacca sulle spalle e l'abbracciò. Blair indossava una giacca fina di cotone nera, una minigonna e calze a rete nere sottili, con un paio di stivaletti col tacco. << Per quanto ancora andrà avanti questa situazione Blair? Tu a me piaci molto! Lo so, sono un poveraccio sballato e senza fissa dimora, ma il mio affetto è grande, è immenso! >> Disse stringendosela a se, fissando la buia strada di fronte a loro. << Julian, io... non posso. Io ti voglio bene come un fratello, come posso fidanzarmi con un fratello? Siamo diversi, viviamo lontani e poi.. >> Disse sospirando in fine. << E poi c'è Mark no? Certo! >> Disse alzandosi in piedi, si riprese la giacca e tornò dietro a passo veloce, verso Logan ancora seduto e bevuto con le sue donne alle poltrone. << Logan, posso dirti due parole per favore? Due minuti soltanto! >> Disse tutto di un fiato con gli occhi spalancati verso di lui. Logan lo guardò in modo stranito per l'interruzione in una seduzione, ma si alzò e appoggiò il braccio sulla sua spalla, andando nella sala privata. << Di cosa hai bisogno oggi Julian? Ah e quando pensi di saldarmi il conticino? >> Disse Logan facendo il gesto dei soldi con le dita. << Ti salderò stai tranquillo Logan, ora un mio zio ha promesso di prendere in mano la mia vecchia attività e mi darà 150 mila dollari per saldarti. Stasera ho bisogno di Coca, dammene una da 15.000. >> Disse sfregando le mani nervosamente. << D'accordo amico, ho fiducia in te, ma ricordati.. se non riuscirai a saldarmi, dovrai fare dei lavori per me! >> Disse passandogli la dose. Una pacca sulle spalle e uscirono dalla sala; Logan tornò dalle sue donnine e Julian lasciò la festa. Era stanco, esausto, privo di forse, non dormiva da tre giorni, la cocaina non glie lo permetteva, le mani e le gambe erano tremolanti. Si lasciò la porta del locale alle spalle, Blair era ancora seduto li per terra, assorbita dai suoi pensieri, con la sigaretta in bocca, si volta verso Julian tentanto di parlargli, ma Julian la guardò e se ne andò seguendo la strada di fronte a lui, immischiandosi nel buio della notte.

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Capitolo 6
*** Perchè lo fai? ***


[ Luke Wellinghton ] << Sono fiero di te figlio mio, stai seguendo proprio la giusta retta! Sapevo che avresti appreso i miei insegnamenti! Ricordati sempre che noi siamo superiori, noi siamo quelli che hanno bisogno di vivere bene. Non farti suggestionare dalla carità che gli altri vogliono inculcarti in testa di quella gente insulsa, credi sempre in te stesso e i tuoi ideali. >> Una nuova lezione di vita Derek, il padre di Luke gli fece apprendere nuovamente. Così sicuro di se e spavaldo annui e tirò fuori dalla tasca un articolo di giornale un pò spiegazzato, lo pone sulle mani del padre e sorride divertito. << Papà, ho appreso e come! Sono fiero di quello che mi hai insegnato, perchè in tutta questa disgrazia, in tutta questa crisi che ci ha colpiti, le vittime non sono loro, siamo noi.. ancora noi, come un tempo. Abbiamo messo in pratica alcune cose, leggi, divertiti, ci vediamo questi giorni. >> Abbracciò il padre e usci di casa. Non viveva da tempo con lui, da quando il fratello minore se ne andò di casa e la madre morì. Lasciò la casa, erano all'incirca le tre del pomeriggio, doveva incontrarsi con un gruppo di ragazzi, conducendo i suoi amici da loro, sotto le indicazioni di Anthony soprannominato DOC, l'uomo che muoveva i fili in tutto ciò, lo spirito guida di questi giovani Skinhead, una specie di Alcapone. Ore 16:00 pm Arrivarono tutti al campus di quest'altro gruppo di Skinhead, sono tutti molto grossi e pieni di aria, si presentano tra di loro ma Luke appena si presenta agli ultimi due uomini, uno lo fissa senza parlare, l'altro gli tira una testata e lo fa cadere a terra. Da li esce fuori una rissa all'ultimo sangue, fu una prova di coraggio che serviva a confrontare i Leader per unire le forze e il clan. Ovviamente, anche se l'altro era gigantesco, Luke riuscì a lasciarlo a terra come un coglione. Infine il gruppo dl Clan "BlackSkin" unì le forze al Clan "AmericanSkins".. esatto, erano degli Skinhead americani mandati a reclutare giovani inglesi emarginati, ma Luke essendo fiero della sua nazione, cercò di non andare molto oltre. Dopo questa pericolosa conoscenza, Luke notò un comportamento strano del suo migliore amico, Danny. Si avvicinò a lui in disparte per sapere che cosa aveva. << Hey fratello che ti prende? Ti senti male, ti sei impressionato? Lo so, sei il più giovane del gruppo, ma devi stringere i denti e devi essere forte. Non puoi essere un frocetto impaurito, tira fuori le palle! Sei uno Skinhead, ti uccideranno se ti vedono debole. Sei bianco e fiero, coraggio! >> Disse con rabbia e compassione, ma lo faceva per renderlo forte, gli voleva bene come un fratello. Gli allungò una pacca dietro alla nuca nuda e cruda e lo abbracciò. Si guardò intorno e raggiunsero insieme la baita di questo nuovo Clan, era ora di parlare di affari. Si misero seduti tutti vicini, le seggiole erano piccole e mezze rotte, le pareti erano tappezzate di ritagli su Skinhead, poster del nazifascismo e di tutto quello che li accomunavano. Ci furono anche due bandiere, una inglese, la tipica croce di San Giorgio e la bandiera Americana, oltre che una mini della svastica e della croce celtica. A quel punto Luke si mise di fronte a tutti e prese la parola,incrociando al petto le sue braccia. << Allora.. lo scopo di questo incontro dunque, è quello di unire le bande americane alle bande inglesi, o meglio europee giusto? Ok, noi operiamo in questa maniera nel quartiere di Bristol, io parlo per il nostro clan. Tutta la solita storiella della grande Germani, del fascismo e del nazismo la conosciamo tutti e quindi non ve la ripeto e non sono qui per questo. Noi abbiamo fondato questo clan per eliminare la feccia che occulta gli inglesi e l'europa. Tutta questa gente venuta qua senza permesso, senza rispettare le regole, rubando, uccidendo e finendo la nostra vita. Siamo qui per ripulire tutto e ritornare alla normalità. Abbiamo perso il lavoro, la dignità e la voglia di tenere la testa alta, perchè c'è sempre uno stronzo che vuole comandare anche se non è a casa sua! Noi siamo qui per riprendere in mano la situazione, siamo stanchi di questi schifosi parassiti della città, se voi vi unite a noi, le cose che ci appartengono, torneranno nostre, credetemi! >> Disse prendendosi gli applausi del suo clan, mentre invece gli altri riflettevano sulle parole spese da esso. << Se qualcun'altro vuole dire la sua, ben venga! Nessuno? Bene, per il momento il dibattito è chiuso, facciamo una pausa e poi vi spiego il mio piano per domani! >> Disse uscendo dalla baita e accendendosi una sigaretta. Una ragazza di bella presenza si avvicina a lui, è la donna di Anthony! << Ciao, io so chi sei tu! Tu sei Luke Wellighton! Tony parla sempre di te, dice che sei un ragazzo spavaldo, pieno di rabbia e coraggio. Ho notato dal discorso che hai fatto, ma le parole sono tante e vanno al vento.. qua ci vogliono i fatti. Lo so, starai pensando, "ma chi diavolo sei per dire questo", sappiamo che metterai in pratica il tutto, infondo non hai nulla da perdere, ti chiedo solo una cosa.. Perchè lo fai? >> Disse la donna togliendogli la sigaretta dalla bocca per fumarsela.

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Capitolo 7
*** Flashback.. ***


[Mikael Blom] 11:00 am - Los Angeles. "Quella mattina Mikael si svegliò perso in un vortice di sesso, droga e solitudine. Si alzò dal letto, dopo che le donne del suo letto lasciarono la casa, si fece una doccia e prese un paio di aspirine per riprnedersi. Di sotto la sua cameriera cercò di riordinare il disastro che aveva fatto la sera prima e lui essendo ricco e snob ci ride. Però ricevette una notizia shock dalla madre, che lo telefona direttamente da Bristol. La notizia della morte improvvisa del suo migliore amico d'infanzia, tanto che venne riportato indietro agli anni in cui non era un "signor chi" e viveva in un piccolo villaggio inglese sul mare. Mikael in quell'istante rivive così con la mente, l'estate dell'innocenza e della tragedia che cambiò per sempre il corso della sua esistenza. Ore 14:00 pm. London Airport - Il giorno seguente. Prese un taxi dall'aeroporto che lo riportò a Bristol, quella cittadina squallida nelle periferie dove era cresciuto. Prima di diventare un grande giornalista di fama internazionale, lui viveva nei bassi fondi, con un padre morto suicida e la mamma che dovette crescere sia lui che sua sorella da sola. Era molto nervoso, nel taxi non fece altro che sbuffare dall'ansia, strofinarsi le mani, pensare a come sarebbe stata la sua reazione rivedere le sue vecchie conoscenze, sua madre e sua sorella che non vedeva da anni, come era diventato il posto dove era cresciuto e dove aveva vissuto momenti felici e momenti tristi. In quel momento, chiuse gli occhi, appoggiò la testa al poggia capo dell'auto e la sua mente naufragò a quando era ragazzo. #Flashback. << Mike! Andiamo a pesca questo pomeriggio? Mio padre mi ha comprato delle nuove esche al negozio di Edgar. Dobbiamo assolutamente provarle, sembrano promettenti. >> Urlò Lucius pieno di entusiasmo, di fronte casa di Mikael. A quel punto Mikael si affacciò dalla finestra salutando il suo amico, un saluto alla madre e via al laghetto a pescare. Lucius portava sempre con se due canne da pesca, una per lui e una per il suo amico Mikael. Era un ragazzo molto gentile,disponibile e la sua passione era la musica Rock, specialmente David Bowie, proprio come Mikael. Arrivati al laghetto, si sederono uno di fianco all'altro e cominciarono ad attrezzare le due canne da pesca per iniziare a pescare. <> Disse ricordando all'amico un aneddoto sul padre. << Si mi ricordo, lui era davvero un padre fantastico! Mi dispiace che sia andata così, nessuno ha mai capito il motivo, o per lo meno mamma non me lo ha mai raccontato.>> Disse rattristito al pensiero di ciò. Bristol ore 14:30 pm. Scese dal taxi e lasciò il resto all'autista e poi lentamente prese il suo borsone e si diresse verso casa. Ovviamente quel quartiere era cambiato, non era una topaia come quando era bambino. La casa all'esterno era molto grande, in mattoni e pietre, proprio come le case londinesi. Il sorriso di Mikael si spalancò e bussò alla porta, attendendo che qualcuno gli aprisse. Appena la porta si aprì rivide la sorella con gioia. Rimase fermo per un istante a godersi la gioia della sorella, ormai, anche se più piccola di lui, cresciuta notevolmente! Gettò il borsone a terra e abbracciò la sorella felice. <> Disse piena di felicità e amore. << Anche tu mi sei mancata moltissimo e anche la mamma certo! >> Entrò in casa e si guardò intorno. Era una casa accogliente e delicata, un buon profumo di vaniglia e vasetti di fiori ovunque. La sorella prese il borsone portandolo di sopra, indicandogli dove trovava la madre. Si avvicinò al salotto e la vide seduta sul divano. Le rughe, i capelli grigi che le evidenziarono il viso, le lacrime che pian piano scendevano dalla gioia; si alzò di scatto e lo abbracciò, come un figlio che tornava dalla guerra,qualcosa di simile. <> Disse con voce soave e leggera. I pollici di Mikael asciugavano le righe segnate dalle lacrime della madre sul volto e poi sorrise. << Quanto tempo figlio mio! Torna più spesso da me, non ti vedo da anni. Si, la casa è meravigliosa e tutto grazie a te e il tuo successo. Lo sapevo, eri un ragazzo brillante prima e lo sei ancora di più oggi! Sarai stanco, vorrai riposarti immagino!>> Disse prendendolo per mano. << Ti mostro la tua camera, non ho voluto buttare niente, è tutto li dentro, i tuoi dischi, le cianfrusaglie, le tue collezioni. Sei a casa ora! >> Disse contenta di rivederlo. Mikael entrò nella sua camera e chiuse la porta quando la madre si allontanò. Si sedette sul letto e altri Flashback riaffiorarono la sua mente. TO BE CONTINUED..

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Capitolo 8
*** Un incontro insolito ***


[ Julian Wells ] Ore 5:00 am Abbots Pool Lake. "Julian si svegliò dal nulla in mezzo alla natura. Non sapeva come ci era arrivato e con chi. Si mise seduto appoggiato ad un albero da steso per terra, cercando a tastoni i suoi occhiali da sole neri e rovinati sulle stecche ma ancora interi, infilandosi subito dopo il giaccone di pelle con cui difficilmente si separava. Una finta pulita agli indumenti che portava da diversi giorni, ricoperti di foglie e terra, una sistemata ai capelli alla meno peggio e si incammina. Il cellulare aveva poca carica, ma ricevette una telefonata da Blair. Dalla contentezza gli si illuminarono gli occhi coperti dalle lenti dell'occhiale, era felice ogni volta che gli telefonava. << Julian dove sei finito? Ieri sera mi avevi chiesto di accompagnarti da tuo padre e poi sei sparito nel nulla. Mi hai fatto preoccupare, stai bene?>> disse con premura. << Sto bene, sono finto nel nulla ma sto bene. Ieri sera Logan mi ha dato qualcosa di molto forte e oggi non ricordo niente. Quel bastardo ha la roba migliore!>> Disse ripensando alla sera prima, ma Blair gli ributtò giù il telefono, come giustamente doveva fare quando capiva di parlare a vanvera. Arrivò al suo solito posto, si tolse il giaccone e si sdraiò al sole fumando una sigaretta. Gli venne da pensare il perchè Blair non voleva capire? Julian si sentiva uno sprovveduto in tutta questa storia, ma non riusciva più di qualche ora a rimanere senza. Ci avrebbe provato prima o poi, questo sarebbe stato certo! Ore 11:30 - West Country Water Park. Dopo un paio d'ore, fu distratto da una voce al suo fianco,si tirò su e guardò un volto familiare. Chi era codesta ragazza? Si tolse gli occhiali da sole e si strofinò gli occhi mettendo a fuoco il volto. << Ciao, sei Julian Wells vero? Non so se ti ricordi di me.>> Disse con voce lieve e timida. << Si sono io.. ci conosciamo?>> Dissi ripensando a chi fosse. Lei lo guardò alzarsi da terra, secondo lei non era cambiato di una virgola, aveva sempre i capelli un po sbarazzini ed un sorriso che ti contagiava, l'unica differenza era vederlo vistosamente più magro, chissà come stava e che aveva combinato nella vita quel bambino che il primo giorno di asilo si era offerto gentilmente di giocare con lei; questo si chiese dentro la sua mente. Sgranò gli occhi quando la riconobbe, si ricordava di lei, ci giocava da bambino. Si diede una pulita dalle foglie, gettando via la sigaretta. Porse la mano per salutarla e le sorrise. <> Disse un pò imbarazzato,ripensando ai baci rubati da bambini. << Bravissimo proprio io in carne ed ossa...anch'io sono contenta di rivederti é passato cosi tanto tempo quindi non pensi mica di cavartela con una semplice stretta di mano, vieni qui fatti dare un abbraccio! Credo proprio di si, non so se ti ricordi di me sono Ginevra Price, andavamo all'asilo insieme.>> Disse facendo un gran sorriso con la speranza che anche lui si ricordasse di lei dato che insieme in passato ne avevamo passate tante. <> Si guardò intorno gesticolando verso il panorama del parco. Julian ricambiò il suo abbraccio anche se un pò in imbarazzo per alcuni motivi stupidi. << Strano, pensavo fossi fuori città, non ti vedo mai qui,di solito sto sempre qui, praticamente si può dire quasi che ci vivo. Ehm, posso chiederti un passaggio? Ho bisogno di un caffè e qualcosa da mettere nello stomaco.>> Si grattò un pò la testa dall'imbarazzo. Si capiva che erano due giorni che non toccava cibo. Il padrigno lo sbatteva sempre fuori di casa ogni volta che chiedeva aiuto. <> Si soffermò a pensare ai momenti difficili che aveva passato e quanti altri glie ne aspettavano dato che aveva avuto la pazza idea di studiare. <> Disse felice di offrigli il suo aiuto come sempre. Julian la seguì fino alla sua macchina. Gli era andata bene, perchè non aveva un soldo in tasca, cioè, li aveva ma doveva comprarci la roba da Logan. Non poteva sprecarli per mangiare. Aveva dormito tutta la notte li, puzzava come una capra ed era imbarazzato. <> Ovviamente era una bugia. Ginevra lo condusse fino alla macchina per poi montare insieme e accendere il motore per sfrecciare verso casa. << Ma certo non preoccuparti sai che casa mia é sempre aperta per te come quando eravamo bambini.>> Disse carinamente nei suoi confronti. Julian nel frattempo seduto in macchina, notò in lei un ampio sorriso, sicuramente stava ripensando al passato, spesso lei a giocare a casa di Julian e lui a casa di Ginevra e a volte capitava anche che i due dormivano insieme, erano inseparabili. Inoltre le faceva piacere dargli una mano dato che aveva una brutta cera e sicuramente una bella doccia calda e dell'ottimo cibo l'avrebbero rimesso in piedi. Mentre erano in auto i due colloquiarono un pò. << Ti ringrazio, sei sempre molto gentile.. Cosa fai ora? Lavori,studi,disoccupata?>> chiese Julian. Ticchettava le mani sulle ginocchia nervosamente e muovevo i piedi, aveva una piccola astinenza, era rimasto solo un tiro e lo avrebbe sfruttato a casa sua, non riusciva a venirne fuori. <> Disse lei incupendosi un po ripensando a sua sorella, ma subito dopo tornò in lei continuando il discorso. <> Appena Julian senti la parola polizia cercò di tranquillizzarsi, ogni volta aveva sempre paura che gli scoprissero gli altarini. <> Arrivato a casa di Ginevra, scese dall'auto seguendola. Si rese conto che i suoi vestiti erano un pò sporchi di terra, cercò dunque di pulirli senza far notare nulla a Gin. Si vergognava come un barbone, forse sarebbe stata quella la sua fine dopo tutto. Guardò bene la casa e sgranò gli occhi. Sembrava una normalissima ragazza medio borghese mentre invece anche lei, sicuramente aveva fatto carriera. Si ricordava quando era bambina, era comune come tutti gli altri bambini, non era di famiglia ricca come Julian. Non che egli se ne vanti, forse non sarebbe diventato ciò se avesse vissuto normalmente la sua vita. << Complimenti per la casa, davvero accogliente e molto bella. Ehm, io andrei in bagno, non sopporto più questi vestiti. Ti dispiace?>> TO BE CONTINUED

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Capitolo 9
*** Il giorno del giudizio ***


[Luke Wellington - Filton College - ore 10:00 am. ] "Era giunto il grande momento! Tutta la banda di Luke era pronta per esplodere. In quel periodo il leader comune delle due bande unite, fu proprio Luke, che riuscì ad inculcare nelle teste dei suoi uomini, ideologie convincenti sul pensiero neonazista inglese. Questi giovani ribelli erano degli emarginati senza famiglia, senza fissa dimora e senza un soldo, ragion per cui non ebbero nulla da perdere. Luke fu soddisfatto del lavoro che aveva svolto, si sentiva forte, fiero e potente. DOC anche era molto fiero di lui, in quanto era egli stesso a muovere i fili con Luke, spronando quei ragazzi a fare cattiverie, vandalismo e quant'altro. [...] Era giunta la mattina tanto attesa e Luke tutta la settimana, insieme alla banda, avevano organizzato un bell'assalto ad un College di Bristol, dove c'erano molti extracomunitari da cacciare. << Statemi bene a sentire, smettete di cazzeggiare! Questo giorno è un grande giorno. Sono settimane che stiamo organizzando questo assalto al Filton College, dobbiamo essere forti, dobbiamo spiegare a questa gente chi comanda e a chi stanno togliendo i diritti. Ci stanno rubando il lavoro, le donne, le case e la sanità. Non possiamo più camminare tranquilli che questa feccia in giro ci uccide, ci stupra e ci perseguita. Abbiamo aspettato molto questo momento e ricordatevi quello che vi ho detto, questa nazione dovrà essere pulita da cima a fondo. Basta negri, basta pakistani e uomini e donne di colore. La nostra nazione deve splendere come un tempo. Ricacciateli nel loro paese, andiamo!>> Disse a tono alto e fiero. La banda, fiera e piena di forza si avvia con un grosso furgone nero al Filton College, dove avrebbero iniziato a vandalizzare l'esterno dell'edificio con degli spray e delle scritte mirate a certe persone. Dopo di che entrarono insieme e si fecero strada tra studenti e docenti, incappucciati col passamontagna e mazze e spranghe in mano, cominciarono a distruggere tutto e mettere al muro i ragazzi e le ragazze di colore. Gli insegnanti non ebbero il coraggio di avvicinarsi, ma qualcuno riuscì a chiamare la polizia che prontamente arrivò, essendo nelle vicinanze e arrestare tre di loro, mentre gli altri, insieme a Luke, riuscirono a scappare e tornare alla base. Luke, furioso e devastato, dal mancato successo dell'operazione, chiama DOC, ma non gli rispose, evidentemente perchè aveva saputo della notizia. DOC sapeva sempre tutto in tempo record. A quel punto Luke, mandò in busta chiusa 10 mila sterline per pagare la cauzione dei tre uomini, da un loro amico incensurato, così che riuscì a recuperarli. Ore 12:30. Il gruppo era di nuovo unito alla pineta, nel loro covo. Per mezz'ora ci fu un silenzio tombale, di solito succedeva quando Luke pensava. Si sentì bussare alla porta, così tutti si misero in allarme e tirarono fuori spranghe, mazze e bastoni, mentre Luke tirò fuori la pistola e la mise dietro la schiena, avvicinandosi alla porta. Aprì di scatto e vide una ragazza, così che fece cenno ai ragazzi di non allarmarsi. << Chi sei? Chi ti manda qui?>> Disse facendo molte domande secche. << Sono Melina, mi manda DOC a controllarvi. Avete l'obbligo di raccontarmi tutto quello che avete combinato al Filton College, immediatamente! >> Disse con voce lieve ma decisa. Luke fece cenno ai suoi uomini di uscire dalla casa e farsi un giretto, nel frattempo fece entrare la ragazza che esteriormente sembrava una donna acqua e sapone, ma interiormente era una vera soldatessa. I due parlarono per ore e ore di ciò che era accaduto, delle ideologie e del da farsi, ma una cosa che non venne fuori, era il fatto che Melina era la figlia di DOC. << Sei davvero incredibile, non ti facevo così spostata di testa, a vederti non si direbbe!>> Disse Luke con tono scherzoso. La ragazza si avvicinò a lui, sedendosi a cavalcioni sulle sue gambe. << Fammi male! >> disse con aria seducente, così che Luke prese tutto alla lettera e fecero una feroce serata di sesso estremo.

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Capitolo 10
*** Il Sapore Del Successo. ***


Stoccolma ore 12:30. Mikael finalmente diventò il capo redattore dell'agenzia giornalistica "Scandal", un agenzia del nuovo design e dalla notizia che scotta a chi colpisce. Quel giorno Mikael concluse un grosso periodo della sua vita e iniziò una grande avventura che lo portò al gran successo. Era riuscito a scovare un grosso boss pericoloso, un boss che nemmeno i servizi segreti aveva riuscito a trovare. Corruzione,droga pesante, prostituzione... tutte le peggiori schifezze di questo mondo, le aveva fatte e condotte un tizio di nome Verner Blaston, più potente di Alcapone, del Padrino stesso. Un uomo di lusso, campato sempre nei Bunker come un Kamikaze per paura di essere trovato. In prima persona Mikael voleva cambiare la sua vita, così che decise di dare la caccia a questo tizio che nessuno aveva trovato. Insieme al suo Team di Haker, di avvocati penalisti costosi, di giudici e tutta gente potente che la sua famiglia conosceva, riusci a pubblicare tutti i movimenti, gli intrallazzi e i traffici narcotici che commetteva ogni minuto. [...] Prima pagina della copertina: "Mikael Blom, protezione 24h al giorno per aver scovato DIO nella sua tana!" Era sempre circondato da guardie del corpo, ma Mikael era un genio e nessuno lo sapeva, nemmeno lui stesso. Delle volte non si rendeva conto di quello che faceva, la sua famiglia era nobile, sapevano di cosa fosse capace il loro figlio, lo hanno lasciare fare ogni cosa che avesse voluto fare, che sia stata giusta o sbagliata, ha sempre colto qualcosa di grande, in quello che faceva. New York - il giorno dopo. << Non me ne frega un cazzo di quello che stai facendo, portami quel materiale immediatamente qui in ufficio, hai 1 ora di tempo! >> Disse arrabbiato per telefono, chiudendo la telefonata. Lo sguardo rivolto verso la finestra, in cima al grattecielo dove si trovava il suo ufficio, gli occhi azzurri risplendevano nel riflesso del vetro della finestra come cristalli preziosi. La postura dritta, l'abito elefante e i pugni stretti nelle tasche del pantalone. I biondi capelli corti un pò spettinati, l'orologio al polsino Omega. Si voltò e prese la sua borsa per poi scendere al piano terra per andarsene, era una giornata molto noiosa e indaffarate, i giornalisti che appena uscì dalla porta del grande grattacielo, tutti lo fermavano per una dichiarazione, ma lui rispondeva sempre: << Sono un grande giornalista, non do dichiarazioni a chi cerca di imitarmi! >> e se ne andava con la sua Aston Martin modificata. Il rombo del motore che risuonava nella testa di chiunque ammirava quel bolide, specialmente nei giovani. Ore 1:30 am. Notte da leoni. La notte gli piaceva recarsi in un locale privato per gente ricca, i soliti locali dove gli Yuppies in quel periodo passavano il resto della notte, tra donne,soldi, alcol e droga. Lui non faceva uso di sostante stupefacenti, ma alcol abbondante, Dry Martini, Burbon, Scotch e Vodka. Mentre se ne stava seduto ad un tavolo con i suoi amici, da lontano fissa una donna di bella presenza, la folla che ballava, e nel centro semi aperto, si notava la coscia lunga e coperta da una calza sottile nera, il tacco 12 e un vestito nero fino al ginocchio, con una scollatura pronunciata, le spalline e la schiena di lato, intravede un pezzo di pizzo che pronuncia la linea dritta della schiena fino a quasi il bacino. A quel punto cosa fece? Un bicchiere di Burbon tutto di un fiato e si alza senza più calcolarsi i suoi amici. Distinto, passo felpato, giacca e cravatta, gemelli al polsino si avvicinò alla donna seduta sullo sgabello di lato che sorseggia un cocktail. Il suo sguardo seducente, i mori capelli lunghi e lisci, un trucco calcato ma non troppo, al punto giusto, donna matura attraente... << Buona sera! Noto con disappunto e dispiacere che si sta annoiando.. sbaglio? Io quando mi annoio prendo e parto, odio la gente noiosa, la gente presuntuosa e debole. Comunque lieto di fare la sua conoscenza, sono Mikael Blom! Si quel Mikael li che sta pensando! >> Disse tentando di farle il bacia mano, ma la donna rimase indifferente al gesto.... TO BE CONTINUED!

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