From the Hell

di Shadow_of_Nightmares
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter I ***
Capitolo 2: *** Chapter II ***



Capitolo 1
*** Chapter I ***


Buio. 
Vedeva solo quello. 
Beh, uno scantinato dopotutto non poteva essere illuminato a giorno, no?
Teneva la bocca tappata con le manine per non tradirsi con il respiro affannato, rischiando di farsi sentire da chi lo inseguiva.
Shhh, fa' silenzio.... io non esisto.... sono oscurità.... sono ombra....
Il bambino pensava questo mentre cercava forsennatamente un modo per uscire da quella situazione. 
Le cose non stavano andando come previsto, diamine!
Beh, tutta colpa della sua scarsa resistenza! 
Se ne dimenticava ogni volta, e cosí escogitava piani che non avrebbe mai potuto portare a termine! Dannazione al suo corpo! Era troppo debole!
Sussultò impercettibilmente. 
No! Mi hanno scoperto!
Una lama di luce gli ferì gli occhi ormai abituati all'oscurità, riportandolo al caotico ma allo stesso tempo abituale mondo di sempre. 
Sbuffò silenziosamente e si alzò, frustrato.
-Tana per Akutagawa! Ti ho trovato!-
Esclamò un secondo ragazzino, dando una lieve spinta al fuggiasco appena acciuffato e facendolo cadere di nuovo a terra.
-Ehi! Perchè mi hai spinto?!- Akutagawa si alzò di nuovo, guardando confuso ed arrabbiato il dodicenne di fronte a lui.
-Ovvio! Perchè sei debole! Non sei degno di giocare con noi! Perdi sempre!- rispose lui, ridacchiando e schernendolo bellamente. 
Altri bambini più o meno della stessa età del maggiore lo seguirono nelle risa, facendo abbassare la testa al più piccolo per nascondere il viso rosso d'umiliazione.
-Non sono debole...- sussurro flebilmente Ryūnosuke, stringendo i pugni lungo i fianchi.
-Come? Non ti ho sentito! Sei troppo basso!- 
Altri cori di risate. 
Fantastico. Ora se la prendevano anche con la sua altezza. Come se chiamarlo "mostro", "sgorbio", "scarafaggio" e "cane randagio" non fosse già abbastanza.
Cos'ho fatto? Perchè mi prendono sempre in giro?
Akutagawa sospirò di nuovo, lasciando perdere come al solito e girando i tacchi. 
Si diresse verso una delle catapecchie della via, pensieroso.
Già, catapecchia.
Le persone come lui erano scarti della società, dopotutto, destinate a vivere nel fango finché qualcuno non si fosse accorto di una particolarità fisica di suo gradimento e non ne avesse fatto una prostituta, indipendentemente dal sesso del "nuovo acquisto".
In quel caso si aveva il diritto di vivere a Yokohama. 
Beh, ad Akutagawa non sarebbe mai successo. 
Non sapeva se considerare ciò una fortuna o una maledizione, ma il suo corpo non era per niente appetibile. 
Era basso, praticamente scheletrico, capelli neri sfumati sul bianco sulle punte tagliati alla meglio. 
Non aveva nessuna particolarità. 
A casa gioco con Lui. 
Pensò d'un tratto, togliendo la lamiera che faceva da porta alla baracca e rimettendola a posto una volta entrato. 
Il buio tornò ad avvolgerlo, anche se tagliato da fasci di luce filtrata tra i rivestimenti di tetto e pareti dell' "abitazione".
Si sedette su una tavola di legno trovata per caso e prese la giacca che aveva rubato al mercato di Yokohama quella volta in cui era riuscito ad entrare di nascosto, infilandosela.
Chiude gli occhi per concentrarsi meglio e prese un grosso respiro, lasciando defluire parte delle proprie energie all'altezza della schiena.
Qualche secondo dopo riaprì gli occhi, guardando ciò che aveva creato. 
O meglio, risvegliato. 
Già.
Akutagawa non era un bambino cosí normale, dopotutto. 
Aveva una particolarità anche lui, non fisica quanto quasi spiritica.
Poteva far risvegliare una.... nemmeno lui sapeva bene cosa fosse. 
Una creatura.
Decise di classificarla come tale qualche mese dopo la scoperta. Le diede anche un nome: Rashomon.
La chiamò come un libro che aveva rubato quello stesso giorno e che gli aveva permesso di imparare a leggere. 
Era una storia molto complicata chiunque, figuriamoci per un bambino di sei anni. 
Ma Akutagawa era molto intelligente, e riuscì a capire pressappoco la questione centrale del problema. 
Gli piaceva come lo scrittore aveva inteso la verità, dandole mille sfaccettature diverse a seconda del punto di vista. 
Ovviamente lui di tutto questo non sapeva nulla. Solo, aveva trovato un bel libro ed aveva deciso di chiamare il suo amico cosí. 
Suo amico, esatto. 
L'unico amico che aveva. 
L'unico che non lo disprezzasse per il suo aspetto fisico e caratteriale.
L'unico che c'era ogni volta che Akutagawa lo chiamava.
L'unico che però poteva anche ucciderlo. 
Più passava del tempo con Rashomon, più Ryūnosuke si stancava. 
Sospirò pesantemente e decise che per quel giorno bastava, chiudendo di nuovo gli occhi e disperdendo l'energia. 
Rashomon scomparve. 
La luce proveniente dall'esterno si era scurita, segno che il sole stava tramontando. 
Akutagawa si coricò su quella stessa tavola di legno e si coprì con la giacca, cercando di dormire. 
Le giornate iniziavano molto presto in quella fogna.

~•~•~

Venne svegliato con una secchiata d'acqua gelata addosso, seguita da un coro di risate divertite.
Akutagawa strozzò un grido di sorpresa e si alzò di scatto, tremando vistosamente dal freddo.
-C-che diamine f-fate?!- gridò, stringendosi nel cappotto fradicio e cercando di avere un minimo di sollievo. 
Non ci voleva... se mi ammalo non ho le medicine...
-Se-sei esilarante! S-sembri un pulcino bagnato!- rise quello stesso dodicenne del giorno precedente, additandolo.
-S-stronzi! N-non posso bagnarmi! Poi m-mi ammalo! L-lo sapete!- esclamò, tremando più di prima. 
La notte si gelava, letteralmente, e non era ancora sorto il sole. 
-Anche per questo sei divertente!- un altro bambino dette il cinque al più grande, un quindicenne che amava schernire e primeggiare sugli altri. 
Akutagawa li guardò, sconcertato.
-S-se mi ammalo, m-muoio...- piagnucolò, cercando di avere un minimo di compassione. 
D'altronde un bambino di sei anni non può chiedere altro, se non un aiuto che quei ragazzi gli avevano negato dal principio.
-Non fare tanto il tragico, stronzetto.-
Brontolò il maggiore, sbuffando scocciato ed uscendo dalla baracca, subito seguito dagli altri.
-Ah, preparati. Oggi andiamo in missione!-
-Cosa...? Ma non posso! F-fa freddo! Non ho altri vestiti! H-Hyuno!- 
Ryūnosuke lo seguì, stringendo un lembo della sua giacca per fermarlo.
Il bambino mandò giù a vuoto. 
Odiava comportarsi in quel modo docile e bisognoso, ma chiunque avesse contestato gli ordini, le avrebbe prese. Tentare di impietosire il più grande era l'unica opzione per non ritrovarsi al centro di una rissa, e non era proprio il caso, considerando la sua già debole salute. 
-Ho detto di prepararti.-
Hyuno si liberò con uno strattone e riprese a camminare.
Akutagawa sospirò e li seguì, cercando vanamente di scaldarsi ai timidi raggi appena accennati dall'alba che davano il buongiorno ad un gruppo malassortito di ragazzini ed a una nuova, monotona e stressante giornata di sopravvivenza per Akutagawa.

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Capitolo 2
*** Chapter II ***


Non ne poteva più. 
Stavano camminando da più di un'ora, e nonostante per gli altri questo sforzo non fosse nulla, Akutagawa era già stanco. 
Tutta colpa dell'asma, dei vestiti ancora fradici e del suo corpo debole. 
Sì, Akutagawa sapeva di essere debole.
Non l'avrebbe mai ammesso, ma tutti lo distanziavano, ogni volta; tutti lo lasciavano indietro; tutti lo schernivano quando non riusciva a scappare dopo che l'avevano visto a nascondino; nessuno lo aiutava. 
È la prima volta che esco con Rashomon...
Era una cosa frivola, lo sapeva benissimo, ma aveva bisogno di distrarre la mente dai pensieri su quanto gli costasse mettere una gamba davanti all'altra. 
Beh, comunque era logico. Gli toccava dover nascondere la giacca, altrimenti glie l'avrebbero rubata. 
Quella volta l'aveva portata con sè solamente perchè era bagnata, e non gli andava di stenderla al sole. 
Non sarebbe durata due minuti prima che gli venisse sottratta.
Ryūnosuke era sveglio, ed aveva imparato subito come giravano le cose nella baraccopoli. 
I forti vivono, i deboli muoiono. 
Doveva diventare forte. 
Non per sè stesso, però. 
Per Gin. 
Era la sua sorellina, ed era stata presa da un protettore per lavorare come "cameriera" in un sex-club fino a quando non avrebbe compiuto i quattordici anni; poi sarebbe diventata parte della merce. 
Akutagawa voleva salvarla. 
E per farlo, doveva sopravvivere. 
Mentre era perso in questi pensieri il bambino andò a sbattere contro ad un corpo. 
Si allontanò subito di mezzo passo, alzando la guardia. Hyuno lo fulminò con lo sguardo. 
-'Sta attento a dove metti i piedi, scarafaggio.-
-Non ho fatto apposta! E poi sei tu che ti sei fermato cosí!-
Akutagawa rimpianse subito quella risposta sfacciata, e la rimpianse anche mentre il quindicenne lo prendeva per il colletto della vecchia camicia che indossava e gli dava uno, due, tre, quattro.... Ryūnosuke perse il conto a dieci pugni diretti sul viso. 
Il resto del gruppo si era radunato attorno ai due, ridendo ai tentativi di difendersi del più piccolo, ridicolo ai loro occhi.
Quando finalmente Hyuno lasciò Akutagawa, il più piccolo cadde nella polvere tossendo e singhiozzando sommessamente, tenendosi il naso sanguinante.
-Tornatene alla base o va a finire che ti uccido, chiaro? Mi sono stancato di avere un moccioso del cazzo come te, qui. Sei debole, ed i deboli muoiono.-
Sibilò il più grande, scuotendo dai capelli il bambino e facendolo annuire velocemente, nascondendo subito dopo il viso tra le braccia.
Hyuno lo lasciò di nuovo e si allontanò, richiamando gli altri ed incamminandosi di nuovo verso lo spiazzo che usavano molto raramente per giocare, essendo molto lontano.
Akutagawa si alzò e cercò di togliere la terra che gli si era raggrumata sui vestiti ancora bagnati. 
Si asciugò il viso con mano tremante per le percosse e si tamponò il naso con una manica, in fondo abituato. Era il più piccolo, e la stragrande maggioranza delle volte, era colpa sua. 
Non importava cosa, era colpa di Akutagawa. 
Era il capro espiatorio preferito da quei mocciosi mentalmente più piccoli di lui. 
Sospirò piano e diede le spalle al gruppo che si allontanava, iniziando a girovagare per la zona. 
Doveva recuperare le energie per tornare a casa, e di certo quanto era appena successo non l'avrebbe aiutato per niente. 
Passò circa una mezz'ora di calma prima delle urla. 
Akutagawa scattò in piedi, girandosi di scatto verso la direzione della richiesta di soccorso. Era la stessa che avevano preso gli altri ragazzi. 
Altro grido terrorizzato. Sembra quello di un bambino, forse di un dodicenne.
Questo bastò ed avanzò a Ryūnosuke. 
Come manovrato da una forza invisibile, scattò per quanto il suo corpo lo permise ed iniziò a correre verso lo spiazzo. Nemmeno lui sapeva da dove avesse preso tutta questa forza, ma sarà perchè erano praticamente arrivati, sarà l'adrenalina, Akutagawa raggiunse il posto in poco tempo e si guardò attorno, ansimando pesantemente. 
Forse troppo, considerando la corsa che aveva appena fatto. 
Non era nulla di che, Hyuno e gli altri a volte si divertivano a fare una gara, ed alla fine erano freschi come quando erano partiti; Hyuno e gli altri però non erano asmatici. 
Ryūnosuke trattenne il respiro più volte, cercando di regolarizzarlo e guardandosi attorno. Uno steccato di legno vecchio e gonfio d'umidità delimitava alcune zone di un fazzoletto di terra grande nemmeno quanto la metà di un campo da calcio; il terreno era polveroso e coperto qua e là di pozzanghere di acqua di certo non piovana, mentre in un angolo, appoggiata contro ad un muro, si trovava una casetta fatta da assi di legno costruita dai bambini. Era la loro meta durante le "missioni".
C'era un dettaglio che però stonava in quello che era il posto preferito di Akutagawa.
Un gruppo di uomini vestiti in completo e con tanto di occhiali da sole che accerchiava alcuni bambini terrorizzati.
O meglio, quei bambini. 
Quelli che Ryūnosuke odiava cosí tanto. 
Posso andarmene... quelli là sono della Mafia, ne parlano tutti. Magari li portano con loro, cosí almeno non mi danno più fastidio... Sì, vado. Poi se mi dovessero prendere, potrebbero rovinarmi la giac-...
Boom.
Successe tutto al rallentatore. 
Hyuno che notava il più piccolo, che si protendeva verso di lui premendosi una mano sullo stomaco, inginocchiato a terra; che cadeva nella polvere con un foro nella nuca. 
Si sentì un altro grido. 
Il suono dello sparo fece sussultare vistosamente Akutagawa, che si lasciò vincere dall'istinto e si buttò vicino ad un albero malato a causa degli scarichi e dell'acqua stagnante.
Si tenne la testa coperta con le braccia e stette fermo mentre alcuni uomini si avvicinavano a lui, tenendolo sotto tiro con le armi. 
Sono morto... vogliono uccidermi... non ha senso... io non ho fatto niente...
Akutagawa tremò lievemente, lacrimando in silenzio ed alzandosi piano, cauto, guardando poi il terreno con sguardo vuoto e privo di sentimenti, paura compresa.
Tanto vale che vada da loro... tanto mi sparano anche se sto lì... almeno sembrerò forte...
Mandò giù a vuoto e si avvicinò agli uomini, barcollando lievemente e riprendendo a tremare di freddo. 
Si era bagnato di nuovo in quella maledetta pozza.
I criminali lo guardarono, confusi.
-Che cazzo sta facendo questo moccioso? Vuole morire? Seriamente?-
Uno scoppiò a ridere, facendo gesto di avvicinarsi ai compagni rimasti alle sue spalle.
-Ehi, Dazai! Vieni qui a fare amicizia!- 
Un bambino si avvicinò, sbucando da quel capannello di uomini.
Era abbastanza alto e ricoperto di bende, ma la cosa che più sorprese Akutagawa fu lo sguardo che riuscì a cogliere dall'occhio sinistro del ragazzino, non occultato a contrario dell'altro.
Non era spento come quello di Ryūnosuke, vuoto, ma era pieno di allegria ed intelligenza. 
-Ryurou-san! Dimmi!-
Uno sparo coprì l'ultima parte della frase, facendo crollare a terra l'ultimo componente rimasto del gruppetto di ragazzini.
Dazai non sembrò accusare nemmeno il fatto, ridacchiando e fermandosi solo di fronte al più piccolo.
Akutagawa guardò dal basso il nuovo arrivato, non riuscendo a cambiare espressione dall'apatia totale che emanavano i suoi occhi. 
-Che ne dici? Lo teniamo? Potrebbe essere utile al boss, e se non dovesse piacergli puoi sempre tenerlo tu.- continuò Ryorou, dando una spintarella ad Akutagawa e facendolo arrancare lievemente.
Dazai squadrò il bambino, pensieroso, avvicinandosi di più a lui per osservarlo meglio. 
-Perchè resta cosí fermo? È già morto?- chiese confuso, allontanandosi di nuovo ed indicandolo, guardando l'uomo accanto ad Akutagawa.
-No, ha perso la voglia di vivere. È solo un debole cagnolino randagio.- sghignazzò quello, scompigliando i capelli al ragazzino bendato.
Qualcosa in Akutagawa scattò.
Nemmeno lui sapeva cosa, ma perse completamente il senno. 
-Rashomon!- gridò improvvisamente, creando nemmeno lui capì come una sorta di aura rosso-nero tutt'attorno al proprio corpo. La creatura subito comparve alle sue spalle, ringhiando sommessamente e protendendosi verso un uomo alla destra di Ryūnosuke, azzannandogli il collo.
Quello gridò, cercando vanamente di liberarsi nei pochi secondi che gli restavano da vivere, risultando ridicolo agli occhi della sua aguzzina ed abbandonando subito dopo il suo corpo agli spasmi della morte.
-Wow! Bellissimo!- Dazai scoppiò a ridere, facendo un salto indietro e guardando il bambino con un sorriso a trentadue denti.
-Io non sono debole! Io sono forte! Non voglio più sentirmi chiamare così! Non è vero! Non sono de-.....- gridò Akutagawa, ormai spezzato, sentendo Rashomon assorbire ogni sua minima energia.
Venne interrotto però da un dolore lancinante alla base della testa, che gli fece strabuzzare gli occhi e crollare in ginocchio, tenendosi la nuca.
-Vaffanculo, marmocchio!- sibilò Ryurou, colpendo di nuovo il bambino alla testa con il calcio della pistola. 
Ryūnosuke cadde a terra, rannicchiandosi su un fianco e cercando di prepararsi al proiettile che si aspettava lo colpisse, ormai sulla soglia dell'incoscienza.
Prima di crollare svenuto riuscì a sentire alcuni ordini gridati in modo secco e deciso, che arrivarono lontani alle sue orecchie, ed altre due frasi molto più vicine, la prima sbuffata da Ryurou, la seconda ridacchiata dal ragazzino che tanto lo incuriosiva.
-Quindi, Dazai?! Il boss mi ha ordinato di lasciarti  un premio; Cosa vuoi?-
-Voglio lui!-
Ryūnosuke vide il bambino che lo indicava, poi, finalmente, il buio. 
Quello stesso buio che persisteva nello scantinato in cui si nascondeva quando giocava con i suoi amici.

Spazio autrice
Buon giorno, gente! O^O
Amo il personaggio di Akutagawa, è il mio fantomatico marito e lo ruberei volentieri, se potessi ;3; 
Cooooomunque, ho letto una flashfic sul passato di Atsushi-kun, quindi, dato che adoro la Shin Soukoku, ho creato questa.... cosa..... se così può essere definita XD 
Alla prossima, personcine pelle~

•De hoc Satis•

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