Un senso di noi

di nicoletta88
(/viewuser.php?uid=877130)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oscar e Andrè ***
Capitolo 2: *** Gelosia ***
Capitolo 3: *** Alain ***
Capitolo 4: *** Opera di persuasione ***
Capitolo 5: *** Imprevisti e dubbi ***
Capitolo 6: *** Scuse dovute ***
Capitolo 7: *** Andrè si espone ***
Capitolo 8: *** Oscar torna a casa ***
Capitolo 9: *** Finalmente insieme! ***



Capitolo 1
*** Oscar e Andrè ***


Roma, 2010.
È l’alba di una splendida mattina di giugno e un timido raggio di sole penetra dalle persiane socchiuse e va ad illuminare la stanza di Oscar. Oscar è una ragazza bellissima, bionda con grandi occhi di ghiaccio, dalla personalità forte e controversa e la sua stanza la rispecchia in pieno: in mezzo alla stanza troneggia un sacco da pugilato con un paio di guantoni rosa abbandonati scompostamente lì accanto, mentre addossato ai piedi del letto c’è un borsone da palestra, stracolmo: da lì spuntano pantaloncini, canottiere e anche un paio di punte di danza classica; alle pareti campeggiano delle foto di una bimba in tutù prima e di una ballerina di danza moderna poi. Ciò che non è cambiato ed è sempre presente in ogni foto, è Andrè.
Andrè è un bel ragazzo moro dagli occhi color smeraldo che ha un anno più di lei, ma sono sempre vissuti in simbiosi da quando la sua famiglia si è trasferita nell’appartamento accanto a quello della famiglia della ragazza. I due bambini avevano legato sin da subito, essendo anche vicini come età: Oscar aveva 5 anni all’epoca e Andrè ne aveva 6. I due avevano frequentato anche le stesse scuole, dalle elementari fino a ragioneria pur di non restare separati ( in questo caso era stata Oscar a seguire Andrè essendo più piccola ) ed entrambi avevano raggiunto ottimi risultati, anche se avevano ambizioni diverse: lei sognava di diventare una ballerina professionista tanto che aveva anche studiato in accademia e sembrava avviata ad una brillante carriera, mentre lui rincorreva il sogno di diventare un pugile professionista e si stava già facendo strada nei combattimenti.  Purtroppo per loro, il destino aveva deciso diversamente: Oscar si ruppe i legamenti di una caviglia dopo una brutta distorsione durante una lezione di danza classica e così aveva preso il brevetto per insegnare danza classica e moderna, oltre a quello di step, pilates, just pump e gag; Andrè, invece, aveva ricevuto un brutto colpo all’occhio sinistro durante un combattimento ed era rimasto privo della vista da quella parte, ma questo non gli aveva impedito di insegnare pugilato e di prendere in gestione una palestra insieme ad Oscar. Avrebbero cominciato a settembre e avevano moltissime idee per l’anno successivo: oltre ai corsi must della palestra ( tutti i brevetti presi da Oscar più la ginnastica artistica e la baby fit ), avrebbero aggiunto pugilato, muay thai e danza moderna e classica.  In quei giorni avevano preparato un’esibizione con tutti gli allievi per farsi pubblicità nel loro quartiere, inserendo anche queste tre nuove attività e a presentarle sarebbero stati proprio i due ragazzi essendo loro gli insegnanti. Sarebbe stata dura da mandare avanti perché avevano deciso di non chiudere mai durante il giorno e la loro vita si sarebbe svolta tutta all’interno della palestra. Il sacrificio più grosso lo avrebbe avuto la vita sentimentale di Oscar: si era fidanzata a fine marzo e il suo ragazzo non era molto entusiasta che lei gestisse una palestra insieme al suo migliore amico. Un altro che non appoggia questa scelta è Augustine, il padre di Oscar: lui è un generale dell’esercito e si aspettava che sua figlia seguisse le sue orme come militare. Le altre sue figlie ( Oscar aveva due sorelle molto più grandi di lei ) avevano scelto altre strade: la maggiore, Josephine, aveva scelto di diventare un medico e l’altra, Sarah, era un avvocato divorzista; tutte le sue speranze, Augustine le aveva riversate nella sua figlia minore dopo che si era fatta male ed era rimasto molto deluso quando Oscar gli aveva comunicato che avrebbe preso in gestione la palestra che frequentava insieme ad Andrè.
Andrè, invece, vive con sua nonna essendo rimasto orfano: sua madre Anne era morta dopo averlo partorito, mentre suo padre Jacques era morto di tumore ai polmoni quattro anni prima. La sua famiglia non lo aveva mai ostacolato nelle sue scelte, ma lo avevano sempre appoggiato, anche se non sempre condividevano ciò che decideva. Voleva molto bene ad Oscar ed era molto protettivo con lei: voleva proteggerla dalla parte sbagliata del mondo e da tutto ciò che la feriva e le faceva male, l’atteggiamento di suo padre in primis. Molto spesso, quando si trovavano ad uscire insieme, venivano scambiati per una coppia invece che per quello che erano davvero, una coppia di amici: il loro era un rapporto talmente profondo che passava per quello che non era. Anche Oscar voleva molto bene ad Andrè, tanto da volerlo sempre al suo fianco nei momenti di difficoltà: lei era un tipo a cui piaceva farcela da sola e a cui non piaceva parlare molto dei suoi problemi, ma Andrè sapeva sempre capire quando c’era problemi e non faceva domande, ma stava accanto alla sua amica in silenzio. Sapere di avere il suo migliore amico accanto le dava la forza necessaria per affrontare ogni sfida a cui era sottoposta quotidianamente e il solo sapere che le bastava picchiare il pugno sul muro della sua camera ed ottenerlo uno di risposta da Andrè la faceva stare bene. Infatti, il caso aveva voluto che loro due avessero le camere poste muro a muro.
Quella mattina di giugno, per loro, era una mattina speciale perché era il giorno in cui si sarebbero esibiti: nessuno, oltre a loro due, al vecchio proprietario e agli allievi sapeva della cessione e quella sera sarebbe servita a farsi pubblicità col resto del quartiere, ma nessuno dei due era riuscito a chiudere occhio. Oscar soffriva di cefalea e quella notte aveva avuto un attacco molto forte, seguito anche da conati di vomito; Andrè, sentendola star male, era in pena per lei perché sapeva quanto stava soffrendo dall’altra parte del muro. All’alba, non sentendo più alcun rumore dalla camera della ragazza, intuisce che deve essersi addormentata e anche che avrebbe dormito per tutto il giorno.
“ Povera Oscar… Proprio oggi doveva capitarle una cosa del genere! So come si sente dopo un attacco del genere e so anche che oggi sarà completamente ko. Quanto vorrei prendere io questo fardello e portarlo al posto suo!”
Pensando questo, si addormenta anche lui, preoccupato per la sua amica. All’ora di pranzo, sua nonna Marie lo sveglia.
< Andrè! Andrè! Svegliati! Devi mangiare e poi devi correre al palazzetto a sistemare tutto. Ho incontrato Marguerite poco fa e mi ha detto che Oscar è stata male per tutta la notte… Povera ragazza… >
“ Lo so, l’ho sentita dare di stomaco ogni quarto d’ora”
Andrè, dopo aver mangiato velocemente, si reca al palazzetto per sistemare le luci e tutto il resto e per provare l’acustica: voleva che tutto fosse perfetto. Alle otto di sera, mentre cerca di buttare giù un panino, vede arrivare sua nonna insieme a Marguerite, la madre di Oscar.
< Ciao > Andrè saluta entrambe < Scusate, ma… dov’è Oscar? Come mai non è con voi? >
< L’è passata a prendere Mirko, il suo ragazzo > gli risponde Marguerite < Spero che non la tormenti stasera, ogi è molto stanca, anche più del solito. L’attacco di mal di testa di stanotte è stato tremendo, uno dei peggiori degli ultimi tempi >
< Lo so, l’ho sentita dare di stomaco ogni quarto d’ora stanotte >
< Già, dimenticavo che avete le camere a muro. In ogni caso, spero che la porti qui in tempo. Oscar ci tiene molto a questa serata >
< Il generale non c’è? > mentre con Marguerite si è instaurato un rapporto molto amichevole, il padre di Oscar ha sempre mantenuto un certo distacco con Andrè ed è sempre rimasto “il generale”
< No, mio marito non è voluto venire, purtroppo. Secondo lui è una totale perdita di tempo, ma credo che tu lo sappia come la pensa >
< Si, lo so >
Un’ora dopo, il palazzetto è pieno di allievi e di gente venuta ad assistere, ma di Oscar non c’è ancora traccia. Andrè è preoccupato: sarebbe dovuta essere lì già da un pezzo e per di più era lei a dover aprire il saggio con un pezzo sulle punte. Aveva provato a chiamarla almeno dieci volte negli ultimi due minuti, ma non aveva ricevuto nessuna risposta. Lui si trovava vicino al fonico, esattamente sotto gli spalti e guardava dritto davanti a sé.
“ Oscar, ma dove diavolo sei? Saresti già dovuta essere qui da almeno mezz’ora. Quanto ti odio quando fai così!” nel frattempo era calato il buio al centro “ spero per te che tu sia lì nel momento in cui si accenderà la luce al centro perché se non ci sei ti giuro che me la paghi, in un modo o nell’altro, fosse l’ultima cosa che faccio!”
In quel momento parte “ Everytime” di Britney Spears e una luce si accende e Oscar è lì, fasciata in un body color bordeaux a maniche corte che le lasciava buona parte della schiena scoperta, le sue calze rosa e la gonnellina di velo che indossava di solito quando provava. Per l’occasione aveva fatto anche lo chignon e Andrè rimane senza fiato quando la vede. Per lui è sempre bello guardarla, specie quando è sulle punte: è come se volasse talmente le veniva naturale ballare. Era una cosa che le nasceva dal cuore e che non si poteva spiegare, le veniva così, per lei era come respirare, era un amore grande quanto l’universo, infinito. Il silenzio che si era creato era irreale: la ragazza era riuscita a stregare tutti quanti solo danzando. Alla fine della canzone, l’applauso è talmente grande da far tremare i muri: li aveva conquistati tutti. Mentre si esibiscono le bambine della ginnastica, la ragazza corre da Andrè e si sente male vedendo l’espressione furibonda del ragazzo: aveva deciso di farla sentire un po’ in colpa per il ritardo.
< Spero tu abbia una scusa plausibile per il tuo ritardo >
< Lo so Andrè, scusami ma non l’ho fatto apposta: Mirko mi ha attaccato una discussione che non finiva mai >
< Scommetto che non gli va bene che tu stai iniziando questa cosa con me >
< Esatto >
< Dov’è adesso? >
< Non ne ho la minima idea e non mi interessa. Ciò che conta è che io sia riuscita ad arrivare in tempo: fortunatamente mi sono preparata prima di uscire di casa e mentre entravo qui ho seminato i miei vestiti ovunque e ho infilato al volo le punte, per questo non ti ho risposto alle chiamate >
< Sei unica, lo devo ammettere. Comunque sei stata fantastica. Perché io non l’ho vista questa coreografia? >
< Semplicemente perché l’ho preparata nel mio scantinato. Mio padre non ci scende mai e così con l’aiuto di mia madre ci ho messo uno specchio e una sbarra per allenarmi a casa quando non posso andare a lezione. Mia madre sa quanto sia importante per me la danza e così mi ha assecondato; mio padre crede che io abbia smesso di andare a lezione dopo il mio infortunio, ma non potrei mai smettere di ballare, ne morirei >
<  E ha fatto bene tua madre ad assecondarti; tuo padre non si rende conto di quanto sia importante per te la danza e quanto ti faccia bene. Tieni > le dice porgendole un fagottino < Mia nonna ti ha preparato un panino col tuo prosciutto cotto preferito >
< Ti giuro che più passa il tempo e più adoro tua nonna >
< Come ti senti, comunque? >
< Come se mi fosse passato sopra un treno >
La conversazione viene interrotta dall’arrivo delle bambine della baby fit: era un corso nuovo che aveva inserito quell’anno il vecchio proprietario della palestra e che aveva preso Oscar quando l’istruttrice di quel corso se n’era andata. Oltre a fare degli accenni di fitness, la ragazza stava insegnando loro un po’ di propedeutica di danza e con loro aveva preparato una piccola coreografia sulle note di una canzone del cartone “ Anastasia ”.
< Maestra, quando tocca a noi? > chiede Veronica
< Adesso facciamo il balletto con lo step poi tocca a voi >
< Ma tu ballerai con noi vero? > chiede Giada
< Certo che ballerò con voi: io starò al centro e voi mi ballerete intorno, esattamente come abbiamo fatto ieri pomeriggio in palestra >
La serata riscuote un enorme successo ed anche le coreografie di Oscar sembrano entusiasmare il pubblico, ma come poteva essere diversamente quando si ballava su pezzi come “ Poker face” o “Eppure sentire”? Andrè, invece, per presentare il suo corso di pugilato, aveva scelto “Eye of the tiger” e anche lui aveva riscosso un buon successo: sapeva che mancava un buon corso e lui aveva un nome conosciuto avendo combattuto per il titolo nazionale. Alla fine della serata, Andrè aveva deciso all’improvviso di chiudere come aveva iniziato: con un pezzo di Oscar sulle punte. Sapeva quanto le piacesse “ Il lago dei cigni”, ma sapeva anche che si era fatta male ballando una variazione sulla coda di Odile e da allora non aveva più voluto ballare nulla di quell’opera. Per cercare di smuoverla aveva scelto proprio quel pezzo: lui l’aveva vista ballare il cigno nero e sapeva che con quel pezzo avrebbero chiuso in bellezza la serata. Quando Oscar lo scopre, si infuria.
< Cosa hai fatto? Perché hai cambiato la scaletta? Perché hai inserito proprio quel pezzo? Sai quello che è successo con quella variazione e sai anche che non voglio più ballare niente di quel genere! Sono bloccata, non ce la farò mai! >
< Oscar, io credo in te e so che ce la farai > le dice mettendole una mano sulla guancia < Quel giorno è stato un caso disgraziato, ma so che puoi farcela. Dai, fidati di me >
Non potendo fare altro, Oscar si posiziona all’angolo sinistro della palestra, cercando di concentrarsi sul pezzo. È terrorizzata, ma sapere che Andrè si fida di lei riesce a farla calare nella parte. Ha una carica erotica tale che Andrè non può fare a meno di sentirsi attratto da lei e come lui anche altri uomini. Quando arriva al finale con la parte dei fouettès en tournant (parte in cui Oscar si è fatta male ), Andrè comincia a tremare.
“ E se avessi fatto una cavolata enorme? Quanto sono stato stupido! E se Oscar si facesse male di nuovo? No, devo fermare la musica, non posso permettere che si faccia male di nuovo, non qui…”
Ma prima che il ragazzo possa muoversi, Oscar porta a termine i 32 fouettès come se niente fosse e conclude egregiamente il pezzo, ricordandolo perfettamente come se lo avesse provato il giorno precedente invece che due anni prima. Al termine della musica, Oscar corre ad abbracciare Andrè, felice.
< Oscar sei stata grande! Fantastica! >
< Ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta! E tutto grazie a te! Grazie per aver creduto in me! >
Prima che Andrè possa rispondere, una voce irrompe alle loro spalle.
< Ma che bel quadretto che vedo. Avevo ragione ad essere geloso di voi due. Ve la fate alle mie spalle, è? Da quanto tempo va avanti questa storia? >
Mirko è dietro di loro e ha travisato il loro abbraccio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Gelosia ***


Ad Oscar e Andrè si gela il sangue nelle vene: sapevano di non aver fatto niente di male, ma sapevano anche quanto Mirko fosse geloso del loro rapporto. A questo va aggiunto che nessuno dei due sapeva che fine avesse fatto quella sera e trovarselo lì davanti li fa rimanere senza parole.
< Mirko, non è come credi, fidati… > Oscar cerca di rassicurarlo, ma vedendo l’espressione del suo fidanzato capisce che non sarebbe possibile farlo ragionare in quel momento, è troppo arrabbiato
< Io fidarmi? Come faccio a farlo se non appena volto le spalle un attimo ti trovo abbracciata a lui? > nel frattempo i due ragazzi avevano sciolto l’abbraccio < Come me lo spieghi? >
< Te lo spiego io e non lo ripeterò una seconda volta, quindi apri bene le orecchie > Andrè cerca di salvare Oscar < Oscar si è fatta male ballando sull’ultimo pezzo di classico e io le ho detto che mi fidavo di lei nella riuscita di quella variazione. Oscar mi stava semplicemente ringraziando, non c’era niente di compromettente in quell’abbraccio, se non gratitudine, per averla sbloccata >
< Devo fidarmi della tua parola? > Mirko è alquanto scettico
< Fai che ti pare, io adesso voglio solo andare a casa > Oscar dice questa frase in modo quasi sofferente e Andrè capisce immediatamente che c’è qualcosa che non va
< Oscar, che succede? > le chiede preoccupato
< Ti ricordi quando ti dicevo che il giorno dopo il mal di testa preferivo rimanere a casa a riposarmi per evitare un altro attacco? > Andrè annuisce < Ecco, mi sto risentendo di nuovo male. Non ci vedo più dall’occhio destro >
< Hai le tue medicine dietro? >
Oscar annuisce e Mirko si intromette: < Ma non è possibile che tu stia di nuovo male… Sei già stata male stanotte e un momento fa stavi benissimo… Non è che è tutta una scusa per rimanere da sola con lui? >
< Mirko ora smettila con questa gelosia! > sbotta la ragazza < Mi è già successo in passato quando ballavo di fare attività sportiva il giorno dopo un mal di testa e mi sono sentita male. Aumentando le pulsazioni del cuore, aumenta anche il circolo sanguigno e così anche la nevralgia che mi rimane il giorno dopo un attacco e mi viene un altro mal di testa. E ora scusate, ma vado a prendere la pasticca per cercare di alleviare l’attacco, sperando che mi faccia effetto,e me ne vado a casa con mia madre. Tu fai che ti pare. Andrè, ti dispiace sistemare tu qui? Io credo che domani sarò fuori uso… >
< Non ti preoccupare, ci vediamo domenica o in palestra lunedì. Pensa solo a dormire e a riposarti stasera e domani >
< Ok, grazie >
Voltandosi, se ne va, lasciando i due ragazzi soli.
< Posso darti un consiglio spassionato? > chiede Andrè a Mirko
< Certo, ma non so se lo seguirò >
< Fai come credi, io te lo do lo stesso. Allenta con questa gelosia se tieni ad Oscar perché, se continui così, potrebbe stancarsi e lasciarti >
< Lo dici perché speri di poterti mettere con lei? >
< Io non spero niente, ma te lo dico perché la conosco e so che non le piace sentirsi oppressa. Se la ami lasciala libera di fare le sue scelte, è abbastanza grande da sapere cosa è giusto e cosa non lo è nella sua vita ed anche abbastanza matura da capire molto più di quanto tu creda. Ha 22 anni, non 12 >
Mirko non replica, ma volta le spalle ad Andrè e se ne va.
La domenica verso ora di pranzo, Oscar si presenta alla porta del suo migliore amico, bianca come un lenzuolo. Ad aprirle è Marie.
< Buongiorno piccola… Come stai oggi? >
< Un po’ meglio, grazie, il peggio sembra passato. Andrè ancora dorme? >
< È in cucina che sta facendo colazione. Vieni, entra >
La ragazza si dirige in cucina e vi trova il suo amico, imbambolato davanti ad una tazza di caffè.
< Buongiorno bell’addormentato! >
< Buongiorno… Come stai?  >
< Un po’ meglio. Sono venuta per scusarmi per la situazione che si è creata venerdì sera con Mirko. Sarei passata ieri ma non riuscivo a tenere gli occhi aperti: ho passato due notti in bianco e ho dormito quasi tutto il giorno. Non mi aspettavo che fosse venuto a vederci >
< Mi spieghi cosa è successo prima di venire al palazzetto? Sempre se ti va >
< Niente. Mirko mi è passato a prendere e quando mi ha vista truccata e pettinata ha pensato che mi fossi messa in tiro per attirare la tua attenzione >
< Ma tu sei sempre truccata e pettinata quando devi esibirti >
< Io e te lo sappiamo, ma lui evidentemente ha dato per scontato che lo avessi fatto per te. Comunque sia, abbiamo avuto una lunga discussione in macchina dove vaneggiava sul fatto che io volessi fare colpo su di te e che stessi con lui solo per farti ingelosire e ha anche minacciato di lasciarmi >
< Davvero? > Andrè non se l’aspettava
< Giuro. Alla fine ho preso e me ne sono andata visto che era ora di cominciare il saggio ed eravamo davanti al palazzetto e gli ho detto di fare come gli pareva. L’ho sentito stamattina e sembrava tranquillo, mi ha anche invitato a pranzo da suo padre >
< E tu cosa gli hai risposto? >
< Ho dovuto accettare per forza, ma spero che passi presto. Suo padre non lo sopporto proprio, parla troppo e si crede di sapere e capire tutto lui, sembra di trovarsi davanti a Dio sceso in terra >
< Insomma la persona dei tuoi sogni > le dice ironicamente Andrè. Sa come la pensa Oscar sulla famiglia di Mirko
< Appunto. Poi dobbiamo passare a casa di sua madre e anche lì non sarà tutto questo happy shalalalà: sua nonna non può vedermi >
< Già, me l’hai detto >
< Spero solo che questa giornata finisca presto: non è ancora cominciata e già non la sopporto più. Ci vediamo però stasera? Saperlo mi farebbe tolleare tutti gli incontri di oggi >
< Certo che ci vediamo, che domande. Vuoi che chiami anche Alain e gli altri? >
< Va bene. Ho proprio bisogno di una serata in allegria >
< Andiamo al Pincio? Ti va? >
< Certo che mi va >
In quel momento ad Oscar arriva un messaggio.
< È Mirko, devo andare. Ci vediamo stasera allora >
< A stasera >
Non appena la ragazza esce, Marie arriva in cucina, incavolata nera, ma prima che il nipote possa chiederle cos’abbia, attacca a sbraitare; aveva sentito l’ultima parte della conversazione tra la ragazza e suo nipote.
< Io non so cosa ci trovi Oscar in quel tipo! Prima le fa una scenata di gelosia in pubblico facendo credere alla gente che lei sia una sgualdrina della peggior specie e poi la invita a pranzo da suo padre! Ma come si fa! Lei si merita di meglio! >
< Nonna, adesso calmati! Ci penso io a vegliare su di lei e puoi star certa che se quel tipo farà qulcosa di male, perché la farà prima o poi, lo rimetterò a posto io >
< Andrè, tu non impicciarti di cose che non ti riguardano! Stai fuori dal loro rapporto! > lo minaccia Marie con un  mestolo in mano e se ne va a dare una sistemata alla casa.
“ Come faccio a starne fuori se Oscar sta male? Lei non vuole dirmelo ma nei suoi occhi si è spento qualcosa.  È certo che lo ama, ma non è più la Oscar che conoscevo, non è più la mia Oscar, quella spensierata e sempre pronta a darti il mondo. Stando insieme a Mirko, sta affrontando situazioni più grandi di lei, a cominciare dal riparargli tutte le cavolate che combina, soldi compresi e questo non la fa vivere tranquilla. L’inizio di una storia dovrebbe essere sempre la parte più bella e più felice, ma questo a lei manca perché ci sono troppi problemi da affrontare e l’immaturità di lui non aiuta e nemmeno l’ostilità che la sua famiglia ha nei confronti di Oscar. Cosa posso fare per risolvere questa situazione? Non voglio tradirla, ma ho bisogno di parlarne con Alain, lui è l’unico che può darmi una mano visto che conosce sia Oscar che Mirko”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Alain ***


Quel pomeriggio, approfittando del fatto che Oscar è con Mirko, Andrè chiama Alain, un ragazzo che frequenta la loro stessa palestra e con cui sia lui che Oscar sono diventati molto amici.
< Hey amico! Come butta? > gli chiede Alain rispondendo alla chiamata
< Hey Alain! Potrebbe andare meglio… >
< Potrebbe andare meglio? Ragazzo mio, l’altra sera è stata una delle migliori della tua vita e tu mi dici che potrebbe andare meglio? >
< È proprio per questo che ti chiamo. Devo parlarti >
< Immagino che u mi voglia parlare di una dama bionda dagli occhi di ghiaccio >
< Esatto >
< Ti aspetto fra mezz’ora da me. Il tempo di sistemare una piccola faccenda >
< Una donna per caso? >
Alain era famoso pr essere un donnaiolo.
< Esatto, una bellissima ragazza, peccato che non mi ricordo il suo nome: stanotte evidentemente ero troppo ubriaco >
< Come al solito. Dai, ci vediamo fra poco >
La casa di Alain distava un paio di chilometri dal palazzo dei due ragazzi e Andrè decide di farsela a piedi: ha bisogno di schiarirsi le idee sul come presentare al suo amico il problema senza risultare troppo cotto della sua migliore amica, ma solo preoccupato per lei.
“ Cosa gli dico? Gli presento il problema per quello che è oppure no? Ma dai Andrè, di cosa ti preoccupi? Sai che con Alain puoi parlare liberamente e che lui non dirà mai niente ad anima viva, d’altronde lo ha capito da un pezzo che stai dietro alla tua migliore amica da un secolo senza avere il coraggio di rivelarle la natura dei tuoi sentimenti, sentimenti che vanno ben oltre la semplice amicizia”
Giunto sotto casa dell’amico, vede uscirne una ragazza molto bella, mora con gli occhi scuri. Facendo finta di nulla, suona il campanello e dopo nemmeno due minuti è a casa di Alain.
< Allora amico, cosa ti preoccupa ?> gli chiede Alain davanti ad una birra ghiacciata
< Più che preoccupato, sono incazzato a bestia. Ma ti pare che quel tizio che sta con Oscar a momenti le faceva perdere la nostra serata venerdì sera per la sua stupida gelosia? >
< Spiegami >
< Cioè, quel tizio ha fatto una menata ad Oscar mentre l’accompagnava perché pensava che si fosse messa in tiro per me quando non è così. Oscar è sempre vestita in quella maniera quando deve ballare e lo sai anche tu. Ha minacciato anche di lasciarla perché è geloso di noi e del rapporto che abbiamo >
< Bè, non è un mistero che sei innamorato di lei e lui deve essersene accorto ed è geloso per questo >
< Ne dubito che sia per questo. Lo sai che sono molto bravo a fingere e a dissimulare i miei sentimenti con chiunque >
< Lo so bene, ma come me ne sono accorto io, deve averlo fatto anche lui. Vedendovi insieme, tutti pensano che siate una coppia >
< Lo hai pensato anche tu? Sii sincero >
< All’inizio si, ma questo quando ancora non vi conoscevo bene, poi ho capito che il vostro è un legame difficile da spiegare, troppo profondo per due comuni mortali >
< Già, ma in ogni caso non so più come comportarmi con quel tipo. Oscar non è più la stessa da quando sta con lui >
< Me ne sono accorto anche io: le si è spento qualcosa dentro e una parte di lei è morta. Ricordo che prima affrontava i problemi senza demoralizzarsi, come quando si ruppe i legamenti della caviglia: lei sapeva che non sarebbe più tornata come prima ma ha lottato per tornare a ballare pur sapendo che avrebbe dovuto dire addio alla sua carriera >
< Si Alain, ma a quale prezzo? Ha recuperato il 90% del suo potenziale >
< Quello che voglio dirti > Alain fa finta di non aver ascoltato l’ultima frase di Andrè < è che prima Oscar lottava per qualcosa, mentre adesso è come se fosse in balia degli eventi, eventi a cui sta cercando di sopravvivere, ma prima o poi soccomberà se non facciamo qualcosa. È forte, ma temo che questa sia una situazione troppo grande anche per lei >
< Lo credo anche io. Ma cosa intendi fare? Oscar è innamorata di lui e non sarà facile farglielo lasciare o farle aprire gli occhi. Ti giuro, io le ho provate tutte ma niente, non ci sono riuscito >
< Le chiacchiere stanno a zero: dobbiamo solo aspettare il momento giusto e lì agiremo. Non so ancora come, ma qualcosa faremo >
< Grazie Alain, sei veramente un amico. Comunque, ci vieni stasera al Pincio? Volevo far trascorerre ad Oscar una serata in allegria per farle dimenticare la brutta giornata di oggi: è col padre di Mirko e poi andranno a casa della madre >
< Mamma mia che giornataccia! La madre la conosco ed è una bravissima donna, ma il padre è insopportabile, per non parlare della nonna! >
< Già, me l’ha detto anche Oscar >
< In ogni caso, conta su di me per tutto senza problemi >
Andrè annuisce con un misto di gratitudine verso il suo amico e sollievo nel sapere che può contare sempre su di lui.
 
Quella sera, sono tutti al Pincio: manca solo Oscar, che è in ritardo.
< Strano che Oscar sia in ritardo > afferma Gerard < Di solito è la prima ad arrivare quando ci diamo appuntamento qui >
< Problemi col generale, o così mi è sembrato di aver capito quando sono passato a chiamarla > dice di rimando Andrè < a quanto pare, non gli vado più a genio. Non che prima fosse tutto amore, ma almeno mi tollerava; adesso, invece, da quando abbiamo preso in mano la gestione della palestra e Oscar si è fidanzata, fa di tutto per ostacolarmi >
Il ragazzo fa appena in tempo a finire la frase che Oscar compare all’orizzonte, di corsa.
< Ciao ragazzi, scusate il ritardo, ma mio padre non la finiva più >
< Come mai? Che è successo? > le chiede Alain
< Sempre le solite cose: sei sempre in giro, da quando hai preso la palestra con Andrè non pensi ad altro che a quello e stai sempre con lui, le solite cose insomma. A proposito della palestra > il suo sguardo si posa sul suo migliore amico < devo parlarti >
< Che succede? Qualche problema? >
< No no, nessun problema. Oggi mi è arrivata una proposta, ma prima di renderla pubblica vorrei parlarne con te un momento in privato. Non vi offendete, vero ragazzi? >
< Assolutamente no > Alain ha un piano tutto suo in mente, ma non sa come metterlo in atto: vuole che Oscar si accorga che il suo amico la ama < andate pure >
Mentre i due ragazzi si appartano poco lontano, Gerard dà voce ai suoi pensieri.
< Comunque sia, più li guardo e più secondo me quei due starebbero bene insieme. Voi che ne dite? >
< Che è meglio se taci, razza di zuccone! > Alain dà un pugno in testa a Gerard < Quei due si amano, ma lei ancora non lo sa e lo sai anche tu, quindi evita di farti sentire! >
< Ok, scusa! >
 
Nel frattempo, ignari di ciò che sta succedendo poco lontano da loro, Oscar aggiorna Andrè.
< Oggi mi ha chiamato don Franco mentre ero a pranzo dal padre di Mirko >
< E cosa voleva da te? >
< Voleva chiedermi se fossimo disponibili ad organizzare una serata di beneficenza in oratorio con i bambini e con i ragazzi disagiati: per loro sarebbe una serata diversa in cui potrebbero avvicinarsi allo sport e per noi sarebbe tutta pubblicità. Io non gli ho dato una risposta precisa perché volevo prima parlarne con te. Cosa ne pensi? >
< Che non sarebbe una brutta idea, dobbiamo solo organizzarla al meglio, ma come? >
< Io direi di parlarne con lui per decidere cosa fare >
< Ok, allora chiamalo e digli quando vederci per parlare di questa cosa >
Mentre tornano dagli altri, Andrè si lascia scappare una domanda…
< Come è andata oggi? >
Non voleva chiederlo perché sapeva che Oscar si sarebbe rabbuiata e avrebbe cambiato umore, e infatti…
< Lasciamo perdere, giornata da dimenticare. Suo padre mi ha letteralmente riempito il cervello di chiachiere inutili e sua nonna ha attaccato dicendo che io non dovrei lavorare, ma solo stare a casa a badare ai figli >
< Figli? Quali figli? > Alain non riesce a trattenersi < Oscar, mica sarai incinta? >
< Purtroppo per te, no, non sono incinta, prendo la pillola >
I ragazzi ammutoliscono di fronte a quest’affermazione: chi più, chi meno conoscevano tutti il problema della ragazza e tutti sapevano che non poteva assolutamente prendere la pillola.
< Oscar… non sarai mica impazzita? > le chiede Andrè < Tu non puoi prendere la pillola, il tuo mal di testa peggiorerebbe a dismisura e tu lo sai! >
< Lo so, ma Mirko vuole che la prenda… >
< Senti Oscar > stavolta è Alain a parlare < a me sta bene che tu voglia stare insieme a Mirko , che tu lo ami e tutto il resto. Sai bene che non mi è mai piaciuto, ma stavolta credo che nessuno di noi riuscirebbe a stare fermo a guardare mentre tu ti fai del male: tutti noi, bene o male, siamo a conoscenza del tuo problema e siamo tutti concordi sul fatto che tu la pillola non la puoi prendere >
< Ma la ginecologa ha detto che non ci sono problemi >
< A me non interessa cosa dice la ginecologa, a me interessa solo ciò che penso io: non sono stupido e so bene che tu quella schifezza non la puoi prendere. Sarò anche un uomo, ma su questa cosa mi sono voluto informare dal momento che ho scoperto il tuo problema perché a te ci tengo >
< Io ti ringrazio, ma… >
< Niente ma! Oscar, tu ti stai rovinando a stare con quel tipo. Me ne sono accorto che non sei più tu da qualche mese a questa parte. A quel tipo non interessi tu, lo vuoi capire? Gli interessa solo avere qualcuno che gli risolva i problemi e tu di problemi ne hai già abbastanza con tuo padre senza doverci mettere il carico da undici sopra con lui! Svegliati Oscar! >
< Senti Alain, io apprezzo il fatto che tu mi dica queste cose, ma tu non lo conosci ok? Tu non sai niente di lui e di quello che ha passato >
< Mi dispiace dirtelo, ma credo di conoscerlo meglio di te. So che non ha mai fatto uso di droghe, ma qualche anno fa era quello che si faceva più canne di tutti noi messi insieme e anche quello che beveva di più. Io non sono certo uno stinco di santo visto la vita che faccio, ma alla mia ragazza non chiederei mai di prendere la pillola se sapessi che ha un problema come il tuo, anzi, farei di tutto per cercare una soluzione per alleviare il suo problema >
< Oscar, Alain ha ragione > Andrè prende la parola. Ha notato l’occhiata che gli ha lanciato il suo amico mentre parlava < Quello non è il tipo che fa per te. A te serve una persona che sappia starti vicino, non un egoista come lui >
< Hey, ma vi siete messi d’accordo voi due? > sbotta la ragazza < Se non vi conoscessi bene, penserei che vi siete coalizzati per fare in modo che io lasci Mirko. Aprite bene le orecchie, tutti quanti: io amo Mirko e non lo lascio, ok? Quindi ora smettetela e facciamo questa benedetta partita a pallone, perché è per questo che siamo qui no? >
I ragazzi lasciano cadere il discorso, consapevoli che al momento attuale non posso far nulla per cambiare lo stato dell cose: possono solo osservare l’evolversi della situazione, sperando che non peggiori ulteriormente e che Oscar non si faccia troppo male nel frattempo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Opera di persuasione ***


Il giorno dopo, Oscar e Andrè sono a colloquio con don Franco, il parroco del loro quartiere.
< Buongiorno don Franco > lo saluta il ragazzo
< Buongiorno > lo saluta lei
< Buongiorno ragazzi. Spero di non avervi fatto fare una levataccia visto che sono appena le 10 di mattina >
< Assolutamente no. Abbiamo ancora molte  cose da fare in vista del cambio gestione e volevamo cercare di sbrigarle il più possibile oggi > gli risponde Oscar
< Immagino, ma veniamo a noi. Andrè, non so se Oscar ti ha informato della telefonata che abbiamo avuto ieri >
< Si, mi ha informato e volevo avere qualche dettaglio in più se non ti dispiace >
< Certo, vi ho fatto venire apposta. Allora, io pensavo di strutturarla così, ma prima dovreste dirmi una data >
< Quando volevi farla? Perché noi ad agosto vorremmo chiudere per ristrutturare il locale >
< Ad agosto non ve lo avrei mai chiesto, però magari a fine giugno? Può andare bene per voi? >
I due ragazzi si guardano per un secondo e si sono già capiti: nella sua testa, don Franco aveva già organizzato tutto e sarebbe stato inutile dirgli di no.
< Certo, va benissimo. Io direi di farla di sabato > propone il ragazzo
< Perfetto > concorda il parroco < Allora, come vi dicevo io vorrei organizzarla in questa maniera: tu, Andrè, potresti occuparti della parte relativa al pugilato visti i tuoi precedenti, mentre tu, Oscar, potresti occuparti della parte relativa alla danza >
< No problem > conferma Andrè
< Io però non vorrei solo proporre la parte della danza > Oscar non è pienamente d’accordo < Io non insegno solo danza, ma mi occupo anche di fitness, quindi potrei integrare anche con quello, come abbiamo fatto per il saggio, e verrebbe una bella serata >
< Io pensavo ballassi solo >
< No no, ho preso anche dei brevetti da istruttrice >
< Allora va bene. Vogliamo decidere una data? Così poi oggi pomeriggio ne do comunicazione ai ragazzi e li faccio venire da voi domani in palestra per allenarli >
< Sabato 26 va bene? > chiede Andrè sfogliando il calendario sul cellulare < Perché non so se riusciamo a farcela per il 19 >
< D’accordo, vi lascio carta bianca per tutto quanto. Ora devo andare anche io, poi tanto ci risentiamo per definire i dettagli dell’ora >
I due ragazzi annuiscono e se ne vanno e per strada discutono su come impostare la cosa.
< Allora Oscar? Cosa pensi di fare? >
< Non ne ho la minima idea. La parte più difficile sarà convincerli a fare qualcosa con noi. Molti di coloro che vuole aiutare don Franco li ho visti e non sono soggetti facili; non so davvero da che parte cominciare. È una bella sfida per me >
< Se ti serve una mano sai che puoi contare su di me >
Oscar annuisce: per lei non era una novità sapere che Andrè sarebbe stato pronto ad aiutarla e ci sarebbe sempre stato e, senza sapere perché, stavolta ha una sensazione di sicurezza che non riusciva a trovare in Mirko.
Il giorno dopo, i due ragazzi sono in palestra e la musica all’interno della sala è quasi assordante: Oscar stava cercando di impostare una coreografia abbastanza semplice, mentre Andrè si stava scaldando al sacco. Finita la canzone, la ragazza alza gli occhi e sulla porta vede un gruppetto di ragazzi tra i 12 e i 17 anni.
< Ciao ragazzi > li saluta < Venite, non rimanete lì impalati. Io sono Oscar >
< Ciao ragazzi > Andrè si avvicina alla sua amica sfilandosi i guantoni < Io sono Andrè >
< Io ti conosco!> esclama un ragazzo < Tu hai combattuto 3 anni fa per il titolo italiano di pugilato e hai perso ai punti! >
< Esatto, sono io… E tu invece sei…? >
< Oh, io sono Danilo >
< Bene Danilo, sarai felice di sapere che ti sarò io ad allenerti a boxare… Bene, visto che abbiamo rotto il ghiaccio, direi di dividervi in due gruppi: chi vuole fare pugilato e chi invece vuole fare fitness e danza con la mia amica >
< Perché dovremmo ballare con lei? > domanda una ragazza < Alla maggior parte di noi interessa il pugilato >
< Scusa, tu saresti…? > chiede Oscar
<  Cecilia >
< Bene Cecilia… Mettiamo in chiaro una cosa: voi siete qui per mettervi alla prova e provare cose diverse. Che vi piaccia o no, dovrete seguire anche me oltre ad Andrè >
< E se non volessimo? > le chiede con aria di sfida
< Tu parla per te e non per gli altri > la riprende Oscar con tono gelido < Sei liberissima di scegliere tranquillamente il pugilato se lo desideri; io non costringo nessuno a seguire me e ciò che ho in mente di fare >
Cecilia non si aspettava una risposta del genere e, soprattutto, non con quel tono: lei era abituata a sfidare tutto e tutti. Si rende subito conto di avere di fronte una tosta che non piegherebbe a lei nemmeno sotto tortura: è una sua pari, seppur in modo diverso. Quello che la stupisce di più, però, è il fatto di poter scegliere cosa fare: nessuno prima di quel momento, l’ aveva mai posta di fronte ad una scelta.
< D’accordo > le risponde < Se non ti dispiace scelgo il pugilato >
Oscar annuisce: < Bene. E ora scegliete cosa fare se volete >
< Chi volesse provare entrambi? > chiede un ragazzo in fondo
< Può farlo tranquillamente > risponde Andrè
< Hey, Michele, sei gay per caso? > chiede un ragazzo < Non lo sai che solo i gay ballano? >
< Potresti dirmi il tuo nome per favore? > chiede Andrè
< Giuliano >
< Bene, Giuliano. Ora ti dimostrerò che non sono solo i gay a ballare. Io sono etero e un ex pugile, ma non per questo non so ballare. Oscar, ti va di improvvisare qualcosa io e te? Così diamo una dimostrazione a questi ragazzi e avranno le idee più chiare >
< Molto volentieri > 
La canzone scelta da Oscar è “ I’m with you” di Avril Lavigne, una canzone perfetta per un passo a due. I due ragazzi si perdono nella musica e nei rispettivi sguardi, capendo esattamente cosa stavano per fare: stavolta, però, è Andrè a seguire i passi di Oscar, essendo lei la professionista in materia. Non avevano mai provato quel balletto, ma la riuscita è quasi perfetta, se non fosse per l’impaccio di Andrè nelle parti in cui ballano da soli: non conoscendo molti di danza, non sa bene come muoversi, ma i loro sguardi colmano quelle piccole mancanze e quando arriva la fine, con Oscar stretta tra le braccia di Andrè e la sua mano poggiata sul petto del ragazzo, i ragazzi applaudono, interrompendo l’incantesimo che si era appena creato. Tra i giri, i salti e le varie prese, quegli adolescenti avevano colto quello che entrambi quei ragazzi nascondevano: un’attrazione e un amore oltre ogni limite.
< Scusate, posso farvi una domanda? > chiede Cecilia
< Certo che puoi >
< Ma voi due state insieme? > chiede innocentemente
I due ragazzi si scambiano un’occhiata e a rispondere è Andrè: < No, non stiamo insieme. Ci conosciamo da molti anni e questo ci ha portati a conoscerci talmente bene da sapere esattamente cosa stiamo per fare. La nostra sintonia, come avete appena visto, si ritrova anche qui e non solo nella vita privata: io non sono un ballerino, ma avete visto come tutti possono fare qualcosa per cui non si sentono portati. Io ero e sono un pugile, seppur ormai fuori dal giro, ma ho imparato, grazie alla ragazza qui al mio fianco, qualcosa che non credevo fosse nelle mie corde e posso assicurarvi che è una delle insegnanti migliori che conosca: io ero un pezzo di legno e avete visto cosa sono in grado di fare, nonostante il mio handicap >
La notizia del ritiro di Andrè a causa di un infortunio grave due anni prima era uscita su tutti i giornali e quindi tutti erano a conoscenza della cecità parziale del ragazzo.
< Potremmo vedervi battervi? > chiede Giuliano
< Certo che potete > risponde Oscar
< Non appena cominciamo a combattere contate tre minuti e chiamate il tempo > chiede Andrè
Una volta messe le fasce, i guantoni e il paradenti, Oscar si mette in posizione e comincia a camminare in cerchio, seguita dal suo migliore amico, studiandosi a vicenda.
< Che fai, non attacchi? >  la provoca Andrè
< Perché non attacchi tu? >
< Farò piano, te lo giuro >
< Fai del tuo meglio >
Oscar non fa in tempo a finire la frase che un pugno sul mento la fa barcollare e la fa arretrare di tre o quattro passi. Appena realizza di essere stata colpita, reagisce d’istinto e comincia a colpire Andrè al corpo. Andrè si rifugia in clinch per cercare di riprendere fiato dopo tutti quei colpi: non  appena si liberano, è lui a colpire con due diretti e un jab Oscar, facendola vacillare, ma non cadere. Un livido si apre pian piano sullo zigomo della ragazza ma nessuno dei due sembra farci caso. Oscar risponde ai colpi con un gancio destro e fa barcollare Andrè: involontariamente lo ha colpito a sinistra, dove lui non poteva veder arrivare il colpo e, di conseguenza, difendersi. Accortasi del suo gesto, Oscar si sposta sulla destra, dove lui può vederla e reagire al suo attacco, cosa che il ragazzo non manca di fare.
< Tempo! > urla Giuliano
I due ragazzi hanno il respiro affannato quando si fermano e si voltano verso i ragazzi.
< Allora, piaciuto lo spettacolo? > chiede Andrè
< Siete stati semplicemente fantastici! > afferma con entusiasmo Giorgio, un altro ragazzo
< Ci avete convinti > si intromette Cecilia < Ci alleneremo con voi >
< Perfetto > dice Oscar
< Però aspettiamo qualche minuto > Andrè smorza gli entusiasmi < Oscar, ti ho dato un brutto colpo prima col destro e vorrei che tu andassi a prendere il ghiaccio istantaneo di là per mettertelo sul viso e limitare i danni. Ti si sta allargando un brutto ematoma sullo zigomo sinistro >
Oscar annuisce e appena fuori della porta sbatte addosso alle ultime persone che immaginava di trovare lì: suo padre accompagnato da Mirko.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Imprevisti e dubbi ***


Oscar è paralizzata dalla paura e le si gela il sangue nelle vene. Se suo padre è lì insieme a Mirko può significare solo una cosa: che Mirko ha detto a suo padre che lei balla ancora e che devono averla vista ballare con Andrè e la faccia infuriata di suo padre deve dipendere da quello, non esiste altra spiegazione.
< E voi due cosa ci fate qui? > chiede la ragazza, cercando di nascondere il suo sbigottimento, riuscendoci miracolosamente
< Avevo bisogno di parlarti > risponde il generale < e tua madre mi ha detto che avrei potuto trovarti qui insieme ad Andrè perché avevate a che fare con dei ragazzi che vi ha mandato don Franco > facendo il nome di Andrè, il generale storce un po’ la bocca
< E di cosa volevi parlarmi? > Oscar è alquanto diffidente < e perchè siete venuti insieme voi due? >
< Prima sono sceso nello scantinato con l’idea di buttare molte delle cianfrusaglie che erano lì e indovina un po’ cosa ci ho trovato? >
< Non ne ho la più pallida idea >
< Uno specchio con una sbarra. Ho subito pensato che tu avessi continuato a ballare ma mi sono detto che dovevo essere impazzito per aver pensato una cosa del genere, non trovi? Poi è arrivato Mirko mentre stavo chiedendo spiegazioni a tua madre e lui mi ha detto che la sera del saggio ti aveva visto ballare >
 < Papà, io… >
< Niente io. Ti sei fatta molto male due anni fa e sai bene cosa hai passato dopo l’operazione per ricostruire i legamenti! Non tollero che tu possa farti di nuovo male a causa della danza! >
< Ma papà, non lo faccio più a livello professionale! > Oscar è sulla soglia delle lacrime, ma non vuole cedere, non può farlo < Lo faccio così, per divertimento. Se c’è una cosa che ho imparato in quel periodo è che la vita ti colpisce duro e che la cosa importante non è come colpisci in risposta ma come incassi e sai resistere ai colpi che la vita stessa ti infligge e che, se cadi, hai comunque la forza di rialzarti. Quel colpo è stato duro da incassare per una come me, ma sono stata in grado di rialzarmi e non ho intenzione di rinunciare alla danza per nulla al mondo! So che non potrò più diventare una professionista, ma non mi interessa se posso comunque ballare. E tu > si rivolge contro Mirko, puntandogli un dito contro < ti giuro che questa me la paghi > dicendo questo se ne va. Sente che lo zigomo comincia a pulsarle e ha bisogno di ghiaccio per placare un po’ il dolore ed evitare che l’ematoma le si allarghi troppo sul viso
< Oscar! > il generale la richiama < Non ho finito con te! > ma la ragazza non si volta indietro, per lei non c’è più nulla da dire.
Quella sera, sia lei che Andrè sono soddisfatti di come è andata la giornata di prove con i ragazzi e mentre stanno chiudendo si ritrovano a fare il punto della situazione.
< Secondo me sono molto più motivati dopo averci visto all’opera > afferma Andrè
< Già, anche secondo me > Oscar è d’accordo col suo amico < Alcuni di loro sono molto portati per la break e per l’hip hop e pensavo di fare una coreografia su “ Dirty” di Christina Aguilera per farli esprimere al meglio. Tu cosa hai intenzione di fare? >
< Io pensavo di fargli fare un po’ di sparring. Qualcuno di loro è molto bravo e pensavo di allenarlo in privato >
< Vuoi fargli da manager? > la ragazza è stupita
< Non lo so, voglio prima vedere fino a che punto riesco a portarlo e, se è davvero bravo come credo, allora gli farò fare dei combattimenti >
< Hai già puntato qualcuno vero? >
< Già… Quel ragazzo, Danilo, è davvero molto portato per la boxe e secondo me potrebbe arrivare lontano. Ma non parliamo di questo adesso, dimmi piuttosto cos’è successo oggi con tuo padre e con Mirko >
< Mio padre ha scoperto la mia sala prove nello scantinato e Mirko gli ha detto che la sera del saggio ho ballato. Mirko me la pagherà queste due settimane,ma mio padre so già che non mollerà la presa fin quando non smetterò di ballare >
< Oscar, la danza per te è come la boxe per me: è un fuoco che hai dentro e che non puoi spegnere, neanche a pagarlo. Io sono nato con l’istinto omicida dentro e non riesco a domarlo, nemmeno ora che non posso più combattere e tu sei nata con questa forza che ti spinge ad esprimerti con i piedi e con il corpo. Non sei molto brava a parole, ma quando balli… Quando balli riesci ad esprimere cose che difficilmente faresti capire a chi ti ascolta. Chi come noi ha questo tipo di istinto deve alimentarlo sempre e noi, senza di esso, non siamo niente >
La ragazza sorride perché sa che è così: seppur in ambiti diversi, lei e il ragazzo condividono lo stesso fuoco dentro: quello di una passione bruciante per qualcosa.
< Hai ragione Andrè, io senza la danza non sono niente, come te senza la boxe. Io e te lo sappiamo, il problema è farlo capire a mio padre e al mio ragazzo. Mirko è come mio padre: non vuole che io balli e faccia qualcosa per me >
< Cosa hai intenzione di fare con quel tipo? >
< Sparirò per queste due settimane. Se c’è una cosa che non tollera è non sapere cosa io faccia. Poi questa settimana fa il turno di notte e di giorno dorme, quindi posso allenarmi in santa pace e quando finisco lui sta andando al lavoro quindi non sarà difficile >
< Se lo dici tu. E ora andiamo prima che tuo padre ti dia un’altra ripassata perché hai fatto tardi e soprattutto rimetti il ghiaccio sullo zigomo per almeno altri 10 minuti, ti ho fatto male a quanto pare >
Non appena Oscar mette piede in casa, sente uno schiaffo arrivarle proprio sullo zigomo contuso. Suo padre è una furia. La ragazza barcolla ma non cade, non vuole dare al generale la soddisfazione di vederla a terra.
< Non ti permettere mai più di rispondermi con il tono che hai usato oggi, sono stato chiaro? Finchè vivrai sotto il mio tetto farai ciò che dico io e io dico che tu la devi piantare con questa mania del voler danzare a tutti i costi! >
< Sai cosa c’è papà? Tu non ti sei mai chiesto cosa fosse per me la danza e perché per me fosse così importante andare a lezione e partecipare alle audizioni. Per la danza è come l’ossigeno, mi permette di vivere >
< Con quel piede malridotto non puoi ballare! >
< Il mio piede non ha nulla ha nulla che non va e grazie ad Andrè e al mio allenatore in paletsra, sono riuscita a rafforzare i mucoli delle caviglie e a tornare quasi al 100%, ma tu non puoi capire la mia sofferenza quando ero costretta a stare ferma e sapere che non avrei più potuto diventare una professionista mi ha quasi ucciso, ma a te non importa nulla di questo, a te importa solo che si faccia quello che dici tu, ma sai che ti dico? Che se devo rimanere in questa casa ed essere infelice allora me ne vado! > e si dirige verso la porta
< Tu non vai da nessuna parte! > tuona il generale, ma è troppo tardi: Oscar se ne è andata.
< Tornerà, ne sono certo > dice mentre se ne va in cucina da Marguerite
Oscar suona alla porta vicino casa sua e ad aprirle è Andrè.
< Tu e tua nonna accettate un ospite? >
< Ma certo che ti accettiamo! Abbiamo sentito tutta la discussione con tuo padre e io ero quasi certo che tu avresti puntato i piedi. Per le tue cose come farai? >
< Mio padre uscirà presto domani mattina e io andrò a prenderle. Mia madre mi darà una mano >
I giorni passano veloci e con un nonnulla arriva il 26 giugno: i ragazzi sono stati eccezionali, dal primo all’ultimo, e lo spettacolo sta per avere inzio. Sia Oscar che Andrè sono tesi come corde di violino e i ragazzi non sono da meno: ci sono tutti i loro genitori a vederli e altra gente che non conoscono. Quando sentono don Franco annunciare l’inizio dello spettacolo, si trovano tutti dietro le quinte, in piena tensione.
< Ragazzi, ci siamo > Oscar prende la parola < siamo arrivati alla fine di questo breve percorso. Per voi è una serata particolare perché vi siete messi alla prova e avete scoperto cosa siete in grado di fare. Io e Andrè crediamo in voi e siamo certi che farete una bella figura. E adesso andate e mettetecela tutta! >
< Siiiiii! > urlano i ragazzi in coro
Le esibizioni si susseguono veloci, l’una dietro l’altra e senza nessuna correzione da fare da parte dei due ragazzi, finchè Giuliano, alla fine della serata, prende la parola per fare i ringraziamenti, strappando di mano il microfono a don Franco.
< … ma un ringraziamento speciale va a due persone che hanno creduto in noi, in tutti noi, e che ci hanno dato la prova che anche noi possiamo essere bravi in qualcosa. Grazie Oscar! Grazie Andrè! >
< Io direi che dovreste entrare ragazzi! > li incita don Franco
Oscar è imbarazzatissima e Andrè non è da meno quando entrano salutando il pubblico.
< Avete fatto un lavoro eccellente con questi ragazzi e posso dire davanti a tutti che siete veramente due ragazzi eccezionali. Ma ora vorremmo vedere anche voi all’opera >
< Ma io non ho le scarpe adatte per ballare > sussurra a mezza bocca Oscar ad Andrè
< Toglile e balla a piedi nudi. Per la boxe io dovrò fare lo stesso > le sussurra Andrè di rimando
Oscar si posiziona al centro del palco e sente partire “I’m with you”: è presa dal panico perché quella canzone l’aveva solo improvvisata con Andrè due settimane prima e si volta a guardarlo, lentamente: non vuol far capire al pubblico che è tutto improvvisato e così guarda il suo migliore amico, che capisce esattamente cosa fare. Il boato che segue la fine del balletto interrompe la magia che si era creata tra i due ragazzi: Andrè aveva provato uno strano impulso tenendo Oscar stretta a sé ed era quello di baciarla. Il sentimento che provava per lei era cresciuto durante le ultime due settimane in cui si era trasferita da lui e se ne rende conto solo ora che la tiene stretta a sè.
< Andrè, credo che dovremmo ringraziare il pubblico > gli sussurra Oscar
< Già, hai ragione > e la lascia andare
< E questi erano i nostri due allenatori, che però sanno anche dare di boxe e non solo due ballerini! > esclama, entusiasta, don Franco < Perché non ci date una dimostrazione? >
< Non abbiamo i guantoni dietro > gli fa presente Oscar
< Lo facciamo a mani nude come facevamo qualche tempo fa, o hai paura? > chiede Andrè alla ragazza al suo fianco con uno sguardo di sfida
< Io paura? E di chi? Di te? Avanti, fammi vedere cosa sai fare! >
< Tira fuori tutta la tua rabbia >
I due cominciano a darsele di santa ragione e i ragazzi che hanno allenato capiscono che quel giorno in palestra avevano solamente scherzato vedendo la forza che ci mettevano in quel momento nel darsele di santa ragione e si rendono conto di cosa sono in grado di fare.
< Stop! Tempo! > chiama don Franco dopo cinque minuti circa
Sia Oscar che Andrè hanno il fiato corto e continuano a guardarsi mentre un dubbio comincia a prendere forma nella testa di Oscar. C’era un qualcosa che le ronzava in testa da quando avevano finito il balletto e ritrovare ora lo stesso sguardo in Andrè le fa pensare subito…
“ Possibile che Andrè sia innamorato di me?” 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scuse dovute ***


“ Non può essere, di sicuro devo aver interpretato male lo sguardo di Andrè, non c’è dubbio. A uno come lui non posso certo piacere io, non ho niente di speciale per farlo innamorare. Certo, si preoccupa per me, ma è un amico, non può provare qualcosa di più di una semplice amicizia”
Oscar si ritrova a pensare queste cose mentre don Franco li ringrazia per ciò che hanno fatto con i suoi ragazzi.
< Oscar? Ci sei? > le chiede Andrè
< Oh si, scusatemi, mi ero un attimo persa nei miei pensieri >
< Ce ne siamo accorti > la riprende bonariamente il parroco < Va bene ragazzi, vi lascio andare. È tardi e vorrete riposarvi dopo le fatiche di questi giorni >
Uscendo da lì, i due ragazzi vedono venirsi incontro Mirko, Marguerite e il generale.
< Vuoi che resti con te? > chiede Andrè in un soffio
< Si, credo sia meglio >
< Ciao ragazzi > li saluta Marguerite
< Ciao > rispondono i due ragazzi all’unisono
< Oscar, posso parlarti un attimo? > le chiede il generale
La ragazza annuisce.
< Magari in privato >
Oscar capisce che suo padre non vuole Andrè tra i piedi, ma deve accettare la realtà e cioè che lei non farebbe mai a meno del suo migliore amico: < Lo sai che poi tanto gli racconterei tutto, quindi tanto vale che tu parli direttamente davanti a lui >
< Ok, se non posso fare altrimenti. Oscar, volevo chiederti scusa per quella sfuriata di due settimane fa, avevi ragione tu. Tua madre ha insistito affinchè venissi qui stasera per vedere il tuo lavoro e ho potuto vedere che mentre ballavi avevi una luce diversa negli occhi, ti brillavano per quanto eri felice. Scusami davvero se non l’ho capito prima >
< Non c’è nulla da perdonare, l’importante è che tu abbia capito il tuo errore >
< Si, figlia mia, l’ho capito. Nello scantinato non ho toccato nulla perché voglio che tu continui a ballare, ma ti prego di lasciar perdere la boxe, non voglio più vederti con quei lividi sulla faccia >
La ragazza aveva, infatti, un bel livido che le copriva l’occhio destro.
< Bè, qualche incontro di allenamento posso farlo, ma non andrò oltre >
< Quando tornerai a casa? > le chiede sua madre
< Io direi anche domani. Stasera sono troppo stanca per trasportare le mie cose di nuovo in camera mia >
Prima che qualcuno possa replicare, Mirko si mette in mezzo vedendo che gli animi sono calmi: < Oscar, posso parlarti? >
< Ok, parla >
< Non qui, in privato >
La ragazza si scambia un rapido sguardo con Andrè che annuisce impercettibilmente.
< D’accordo >
Poco più in là la aggredisce: < Non azzardarti mai più a non farti sentire e a ignorarmi per due settimane >
< Se l’ho fatto c’è stato un buon motivo e lo sai bene qual’era. Lo sai che non sopporto che ci sia qualcuno a dirmi cosa devo e cosa non devo fare >
< Sei la mia ragazza! >
< Ma non sono di tua proprietà! > Oscar inizia ad alzare la voce < Lo sai bene che ci tengo molto a questa attività e alla danza e non sarai tu ad impedirmi di portare avanti le mie passioni. Lo sai che su quello che posso acconsento, ma su questo proprio non posso scendere a compromessi! E poi, c’era proprio bisogno che dicessi a mio padre che mi avevi visto ballare? Non potei semplicemente startene zitto? >
Mirko cerca di respirare per calmarsi, ma non gli risulta facile:
< Era solo scena! E ora scusa, ma vado a farmi una doccia e a mettere del ghiaccio sull’occhio visto che mi sta facendo un male boia >
< Ci sentiamo domani? >
Oscar annuisce e se ne va, diretta a casa insieme ad Andrè.
Quella notte, la ragazza è colpita da un attacco di mal di testa e, nell’andare nel salotto in cerca di una medicina, sveglia Andrè. In quelle due settimane si era accampata nella camera del ragazzo, mentre lui era andato a dormire sul suo materasso gonfiabile in salotto.
< Oscar, cosa fai qui? Non dovresti essere a letto? > le sussurra
< Dovrei, ma mi servono le mie medicine. Mi sta venendo di nuovo mal di testa >
< È già la terza volta questo mese. Non credi sia il caso di sospendere la pillola? > le chiede mentre la ragazza manda giù la sua pasticca con un bicchiere d’acqua
< Posso farcela, posso controllarli >
< No che non puoi e lo sai bene! Oscar, ti prego, dammi retta: interrompila. Te l’ha detto anche Alain, non è una cosa che fa per te >
< Senti, posso gestirla questa situazione ok? Ora me ne torno a letto e domattina sarà tutto passato, o almeno spero >
Andrè non può far altro che lasciarla andare, completamente impotente.
“ Io non so più cosa fare per farla ragionare, sembra essere totalmente in mano a quel tizio. In questi giorni era tornata la mia Oscar, ma ho paura che da domani possa cambiare di nuovo e non mi piace che lei ridiventi una persona diversa da quella che è stata queste due settimane. Io conosco la vera Oscar e non è più lei da quando si è messa con quello: la sta opprimendo e non so come farle aprire gli occhi per farle vedere quanto problematica è questa storia. Certo, i rapporti a due non sono mai semplici e privi di problemi, ma che una storia li abbia dall’inizio mi sembra un po’ troppo. Le sta dando tutto il peso dei suoi problemi e non va bene così, non va bene per niente”
Nel frattempo, prende il suo materasso gonfiabile e si dirige verso la sua stanza, per essere certo di poter dare un po’ di aiuto alla sua amica nel caso in cui stesse troppo male, ma la nottata trascorre tranquilla e la mattina dopo sembra essere tutto normale e il mal di testa della notte solo un brutto ricordo.
< Andrè, tu cosa ci fai qui? > gli chiede Oscar non appena comincia a realizzare che il suo amico aveva dormito accanto a lei
< È? > le chiede, mezzo imbambolato < Ah già… Volevo assicurarmi che dormissi tranquilla e per stare tranquillo volevo essere al tuo fianco se ti fossi sentita troppo male per chiamarmi o correre in bagno. Avevo portato anche una bacinella nel caso avessi dovuto dare di stomaco >
< Grazie… Sei sempre così dolce con me >
< Dovere… Lo sai che lo faccio solo perché sei tu >
< Già… Mi dai una mano a trasferire di nuovo le mie cose a casa? Così potrai riappropriarti del tuo letto >
< Lo sai che te l’ho ceduto volentieri. Tu avresti fatto lo stesso >
Oscar annuisce perché sa che è così: lei darebbe la vita per Andrè e sa che lui farebbe lo stesso per lei. In quelle due settimane si erano uniti ancora di più e avevano condiviso ogni signolo istante della loro giornata come mai avevano fatto prima: si erano svegliati insieme, avevano preparato il pranzo da portarsi in palestra e la cena insieme, facendo anche infuriare Marie per le condizioni in cui le lasciavano la cucina. Ma non sapevano che presto la loro amicizia avrebbe attraversato una crisi profonda.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Andrè si espone ***


I mesi di luglio e agosto passano veloci e senza intoppi nei lavori nella palestra di Oscar e Andrè, ma c’è qualcosa che turba l’anima del ragazzo: il rapporto sempre più morboso che Mirko ha nei confronti della sua migliore amica. Dopo l’esibizione che avevano fatto in oratorio da don Franco, Mirko sembrava aver accettato che loro due lavorassero insieme, ma ora le impediva di uscire con lui, Alain e gli altri inventandosi ogni volta una cosa nuova: Oscar sembrava felice, ma lui vedeva un fondo di tristezza nei suoi occhi che agli altri sfuggiva. Per quanto Oscar gli dicesse che stava bene, lui sapeva che non era così, la conosceva troppo bene e stava negando l’evidenza persino a sé stessa. A tutto questo, si andava aggiungendo un sentimento nuovo in lui, un sentimento che mai aveva provato prima: la gelosia. Andrè amava Oscar, ma mai avrebbe pensato di essere geloso di lei, talmente tanto geloso da volerla finalmente per sè, anche se questo avrebbe significato correre il rischio di perderla definitivamente. Lui sapeva che lei amava Mirko, ma non poteva più tacere, non dopo averla convinta, finalmente, a sospendere la pillola. Il giorno prima dell’inaugurazione della palestra, Andrè aveva sentito una discussione tra Oscar e Mirko riguardo la decisione di lei di sospendere la pillola per motivi di salute ( ovviamente la ragazza non aveva fatto il nome di Andrè ) e Mirko non l’aveva presa per niente bene e le aveva rinfacciato di essere un’egoista e di pensare sempre e solo ai suoi bisogni e mai a quelli di lui: lui l’aveva convinta a prendere la pillola perché era così che funzionava quando non si voleva un bambino e voleva stare tranquillo che la sua ragazza non rimanesse incinta, non in quel momento. Andrè ribolliva di rabbia: lui sapeva che Oscar non era così, che era tutto l’opposto. La sua migliore amica si era sempre fatta in quattro per i suoi amici e anche per il suo ragazzo, sebbene lui non meritasse tutto l’amore che lei provava. Mirko era riuscito a farla sentire in colpa, Andrè lo sapeva bene. Sentendo sbattere la porta di casa di Oscar, capisce che quell’opportunista se ne è andato. Attende qualche minuto e poi si decide ad andare da lei.
< Oh, sei tu > gli dice Oscar aprendo la porta
< Si, sono io. Aspettavi qualcun altro? >le dice alzando un sopracciglio
< No...no… è che ho appena discusso con Mirko, ma non credo che io debba dirti nulla. Immagino tu abbia ascoltato tutta la discussione, le voci erano piuttosto alte > gli dice facendolo entrare in casa
< Si Oscar, ho sentito tutto e sono qui per dirti una cosa: una rosa è una rosa anche essa sia bianca o rossa. Una rosa non sarà mai un lillà, Oscar, e tu non puoi smettere di essere come sei da un giorno all’altro > dicendo questo le si avvicina e la bacia.
Oscar è spiazzata, non si aspettava un gesto del genere da parte del suo migliore amico, ma non può nemmeno ignorare il turbinio di emozioni che la investe in quel momento: sapeva che era sbagliato, ma quel bacio le dava sensazioni che Mirko non le aveva mai saputo dare. Tuttavia, spaventata dalla potenza di queste sensazioni, non appena Andrè si stacca da lei, lo colpisce con un sonoro schiaffo alla guancia sinistra, dove lui non poteva vederlo arrivare e bloccarlo.
< Sei impazzito Andrè? Ma cosa ti salta in mente? > gli urla contro
< Per quasi vent’anni ho vissuto accanto con te e ho provato dell’affetto per te, solo per te. Io ti amo Oscar, credo di averti sempre amato sin dal primo momento in cui ti ho vista, anche se eravamo appena dei bambini. Ho avuto le mie storie e le mie esperienze, sebbene molte te le abbia taciute, ma in ognuna di quelle donne cercavo qualcosa di te, qualcosa che ti rappresentasse, ma io non volevo nessuna di loro perché io volevo te, ho sempre voluto te e non voglio vederti andare in rovina per colpa di uno stronzo che vuole solo sfruttarti e farti cambiare. Stai cambiando e non te ne stai nemmeno accorgendo. Una rosa non potrai mai essere un lillà, ricordatelo >
Dicendo questo, se ne va senza voltarsi indietro, lasciando Oscar annichilita al centro del salotto.
“ Andrè… Oh, Andrè! Come sono stata sciocca a non accorgermi di quello che provavi per me! E pensare che avevo avuto dei dubbi sui tuoi sentimenti la sera dell’ esibizione, ma mi dicevo che non era possibile, che non potevi amarmi, non una imperfetta, lunatica e sempre piena di controsensi… e invece era tutto reale! Tu mi ami e Dio solo sa quanto tu abbia sofferto e quanto tu stia ancora soffrendo solo perché io sto con Mirko e lo amo… Oppure no? Se lo amassi davvero non avrei provato quelle sensazioni quando Andrè mi ha baciata. Mirko non deve mai saperlo. Ma con te Andrè cosa devo fare? Come devo comportarmi? Non voglio perdere il mio migliore amico, ma adesso non posso nemeno fare finta di niente, non ora che so cosa prova per me. Su una cosa però ha ragione: io non posso essere diversa da ciò che sono e con Mirko sto cambiando, lentamente, ma lo sto facendo. Sto abbandonando i miei amici per lui e questo non mi è mai andato bene, ma per quieto vivere ho sempre taciuto: devo fare qualcosa, ma cosa?”

 
Nel frattempo, a casa di Andrè…
< CHE COSA HAI FATTO?!? > urla Alain al telefono, tanto che Andrè deve allontanarlo dall’orecchio. Non appena era rientrato a casa, aveva chiamato Alain per dirgli cosa aveva fatto e il ragazzone non poteva credere alle sue orecchie < Tu devi essere completamente rimbecillito per fare una cosa del genere. Non avevamo deciso di agire non appena avremmo trovato delle crepe nel loro rapporto? >
< Hai ragione, ma non potevo più stare zitto. È un bel po’ di tempo che ho notato che Oscar è cambiata e dovevo fare qualcosa > risponde Andrè, sedendosi a terra con la schiena appoggiata al divano. Aveva deciso di utilizzare il salotto per telefonare visto che la sua camera era attaccata a quella di Oscar e non voleva che lei sentisse
< E dovevi proprio dichiararti? Non potevi essere più diplomatico? >
< Hai ragione, ma non sapevo proprio che altro fare e così ho fatto la prima cosa che mi è passata per la mente >
< E HAI FATTO LA COSA SBAGLIATA! Ti rendi conto che ora potrebbe saltare tutto? Non hai pensato che da domani avrete una palestra da gestire insieme e che starete a contatto per quasi dodici ore al giorno? Come pensi di risolvere questa cosa, è? >
< Non ne ho la minima idea e ti giuro che adesso mi sembra una cavolata assurda quella che ho fatto >
< E fai bene a pensarlo, ma ormai l’hai fatta e devi solo sperare che Oscar ricambi i tuoi sentimenti e che quello che prova per Mirko sia stato solo un abbaglio >
< E se non lo fosse? >
< Allora, amico mio, sarai nella merda e dovrai sperare che la tua bella bionda ci passi sopra e dimentichi l’episodio >
< Oscar non dimentica mai nulla, lo sai >
< Allora sei nei guai, ragazzo mio, guai grossi >

 
Il giorno dopo, i due ragazzi sono in palestra e stanno sistemando gli ultimi dettagli. Fino a quel momento erano rimasto in silenzio, ma poi Oscar decide di romperlo.
< Andrè… >
< Si? >
< Volevo dirti… Per quello che è accaduto ieri, non ce l’ho con te… comunque preferisco dimenticare >
Andrè annuisce, sebbene Oscar non possa vederlo.
< E un’altra cosa: domani sera me ne andrò a Parigi da mia zia Louise >
< Come sarebbe a dire che domani te ne vai a Parigi? E la palestra? E Mirko? >
< Tu sei il socio di maggioranza e so che con te la palestra è in buone mani. Domani mattina andrò dal commercialista e sistemerò la faccenda, pagherò io tutte le spese. Mirko lo sa e, anche se sarà difficile, manderemo avanti la nostra storia in un modo o nell’altro. Non l’ha presa molto bene, ma mi ha visto irremovibile e così non ha potuto far altro altro che accettare la mia scelta >
< Se credi che questa sia la decisione giusta, seguila, ma ti giuro che non ti farò mai più una cosa come quella di ieri sera, non se tu non sarai consenziente. Ma soprattutto ricordati una cosa: puoi chiamarmi per qualsiasi cosa o per qualsiasi problema, io ci sarò sempre per te e ti risponderò sempre, anche se io fossi alle prese con i più grandi problemi del mondo >
Andrè sa che è il suo modo di dirgli che l’ha perdonato per il bacio e mentre la guarda aprire la porta della palestra, si ferma un momento a riflettere.
“ Oscar, sei una ragazza straordinaria e mi rincresce davvero per quello che ho fatto ieri, ma non potevo più tollerare che tu non sapessi. Sai cos’è il perdono e sono felice che, nonostante io ti abbia lasciato di sasso, tu me l’abbia concesso. Il mio cuore apparterrà per sempre a te, anche se te ne vai a vivere così lontano da me. Io ti aspetterò, sarò sempre qui”

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Oscar torna a casa ***


3 anni dopo.
È il 10 marzo 2013 quando Andrè, di ritorno dalla palestra, scorge una figura rannicchiata fuori da casa sua.
< Non ci posso credere… Oscar! Sei proprio tu? >
< Oh Andrè! Tu non sai quanto mi sei mancato! >
Oscar gli si getta letteralmente tra le braccia.
< Quando sei tornata? Non ti aspettavo! Quando ci siamo sentiti ieri sera non mi hai detto nulla sul fatto che saresti rientrata > il ragazzo è felice di vederla
< Perché ho deciso tutto stamattina. Ho abbandonato il corpo di ballo dell’ Opera diretto da mia zia e me ne sono tornata qui a Roma >
In quei tre anni di lontananza, Oscar era entrata nel corpo di ballo dell’ Opera di Parigi grazie a sua zia Louise. Sapeva di non poter più ballare da professionista visto il suo infortunio, ma sua zia, in quanto direttrice, le aveva fatto fare comunque un’ audizione ed era entrata. Non poteva aspirare ad essere la prima ballerina, ma poteva comunque confondersi nel resto del gruppo. Non appena lo aveva saputo, Andrè era stato felice per lei soprattutto perché la sentiva finalmente serena, nonstante avesse continui problemi con Mirko: infatti, a lui pesava la distanza dalla sua ragazza e doveva fare sempre avanti e indietro Parigi quando ne aveva modo visto che per Oscar era impossibile tornare a Roma considerati i ritmi serrati che la sua nuova vita le imponeva. Il suo unico momento di svago era la sera quando riusciva a sentire Andrè: l’ “incidente” del bacio, Oscar lo aveva relegato in un angolino del suo cervello, ma ogni tanto la sua mente tornava a cercarlo per ricordarle cosa aveva provato in quei pochi secondi in cui c’era stato un contatto più intimo tra loro. Anche lei era felice per Andrè: la palestra andava a gonfie vele e lui si era messo ad allenare privatamente Danilo e a fargli fare degli  incontri, la maggior parte vinti da lui.
< Oscar.. ma tu hai pianto! > ora che la guarda in faccia, Andrè si rende conto che la ragazza ha gli occhi rossi e gonfi < Che è successo? >
< Mirko mi ha lasciato >
< Come sarebbe a dire che ti ha lasciato? Ma non ti aveva chiesto di sposarlo a Natale? >
< Già, ma a quanto pare non gli vado più bene. Mio padre lo ha chiamato per sapere i motivi per cui mi ha lasciato ed ora sono a casa mia a parlare. Sono tornata anche per questo, volevo avere delle spiegazioni >
Andrè non ci vede più dalla rabbia e così si dirige verso la porta accanto.
< Andrè, ma dove vai? >
< A dirgliene quattro a quello schifoso! >
Suona il campanello e ad aprirgli è Marguerite.
< Andrè, immaginavo tu venissi qui dopo aver parlato con mia figlia. Mio marito e Mirko sono di là >
Non appena si ritrova davanti Mirko, il ragazzo lo colpisce con un diretto micidiale, facendolo cadare a terra.
< Tu queste cose a Oscar non devi farle, sono stato chiaro? Non è che puoi giocare con i suoi sentimenti come ti pare e piace: prima le chiedi di sposarti e poi la lasci: non è così che si fa >
< Andrè, sei impazzito? > gli chiede il generale
< Non sono mai stato più lucido, signor generale. Posso tollerare tutto, ma una cosa proprio no: non sopporto vedere Oscar piangere. Non lo fa quasi mai e, quando succede, capisco che hanno abusato di tutto quanto lei poteva dare. Ti sei approfittato di lei ed ora sta soffrendo per causa tua >
< Non sono pronto per il matrimonio > cerca di giustificarsi Mirko
< Allora non dovevi chiederle di sposarti e nemmeno regalarle un anello se non sei pronto per fare un passo del genere. Il matrimonio non è uno scherzo >
< Ma cosa ne sai tu del matrimonio se non hai mai avuto due genitori? >
< È vero, io sono cresciuto con mio padre e mia nonna, ma ricordo ancora lo sguardo che aveva mio padre quando guardava le foto di mia madre oppure quando mi cucinava i suoi piatti preferiti: erano carichi d’amore. Sicuramente ho imparato più da lui che tu dai tuoi genitori. Ah giusto, i tuoi sono divorziati e continuano ancora a farsi la guerra >
Mirko tenta di colpire ma non ci riesce, Andrè è più veloce e più forte e lo rimette a terra.
< È quello il posto che meriti. Però un’ultima cosa voglio dirtela e tienila bene in mente perché non la ripeterò un’altra volta. Mio padre, prima di morire mi disse “ Non far mai piangere una donna: ogni lacrima è un pò di lei che se ne va. Non deluderla mai perchè, ogni volta che lo farai, troverà il modo per allontanarsi da te. Se vuoi amare una donna, ma amarla davvero, devi farlo con tutto te stesso, stringendola, proteggendola da ciò che può recarle danno... Devi fare in modo che quella luce che si accende nei suoi occhi ogni volta che ti guarda non si spenga mai..." >
Andrè se ne va, lasciando tutti a bocca aperta. Un’idea balza in mente al generale.
< Marguerite… Andrè non sarà mica… >
< …innamorato di Oscar? Sono anni che la ama in silenzio e non te ne sei mai accorto >
 
31 marzo 2013, Pasqua.
Oscar è a pranzo con i suoi genitori quando le squilla il cellulare: con sua sorpesa, nota che è Mirko. Lentamente, aveva ricominciato a vivere, grazie anche ad Andrè, e aveva cominciato ad insegnare in palestra, ma Mirko, dopo una settimana di silenzio, aveva ricominciato a farsi sentire. Si era pentito di averla lasciata.
< Ciao Oscar >
< Ciao > gli rispinde lei con un sospiro. Per quanto possa avergli voluto bene, non se la sente di ricominciare qualcosa con lui, perché era questo che voleva Mirko
< Tutto ok? >
< Si, tutto ok >
< Volevo farti gli auguri di buona Pasqua >
< Grazie >
< Come mai sei così fredda con me? >
< E te lo chiedi pure? Mi hai fatto stare da cani dopo avermi lasciato e, ora che sto ricominciando a stare bene, torni e mi dici che ci vuoi riprovare con me. Abbiamo avuto alti e bassi  nella nostra storia, abbiamo anche avuto momenti belli, ma io non ci torno con te. A me serve qualcuno che mi capisca e mi lasci i miei spazi. Tu questo non l’hai mai fatto, anzi: quando hai potuto mi hai anche ostacolato >
< Non è vero, lo sai >
< Non è vero? Stai scherzando spero >
< No, sono serio >
< Devo ricordarti la storia della palestra o che non ti andava bene che ballassi oppure il mio trasferimento a Parigi? O ancora che fossi entrata nel corpo di ballo dell’Opera? Ti basta o continuo? Ah, aspetta: non ti è andata bene nemmeno che avessi smesso la pillola nonostante tu sapessi che mi faceva star male. E ora fammi un favore: smettila di cercarmi e goditi quella con cui stai adesso >
< Come fai a sapere… >
< … che hai un’altra? Semplice, le voci corrono. E ora vorrei essere lasciata in pace > e riattacca il telefono senza nemmeno salutarlo
Le lacrime che aveva trattenuto durante tutta la telefonata cominciano a correrle sul viso. Per non far sentire i singhiozzi ai suoi genitori, accende la musica: parte una canzone di Raf, “ In tutti i miei giorni”.
Andrè, dalla sua camera, ha ascoltato tutta la conversazione e dalla canzone che è appena partita, intuisce che la sua migliore amica è in lacrime.
“ Oscar, stai di nuovo male per colpa di quello schifoso e la canzone che stai ascoltando ne è la conferma, ma non verrò da te stavolta, non adesso almeno: hai sempre voluto fare tutto da sola, fin da piccola, perciò ho sempre creduto che potessi farcela in tutto. Mi sbagliavo perché sei fragile e ti sgretoli con poco: gli altri non lo notano, ma io si e so quanto ti costa essere così forte. Sia io che Alain abbiamo visto la sofferenza nei tuoi occhi quando non ti costringi a ridere delle nostre battute. Ultimamente sei stata spesso in silenzio a guardare Roma dal Pincio e ti abbiamo lasciato fare, ma da stasera le cose cambieranno: se tu vorrai, vorrei che tu fossi mia, ma non so se sei pronta per una cosa del genere. In caso ti aspetterò come ho fatto fino ad ora”

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Finalmente insieme! ***


Il giorno dopo, Pasquetta, Andrè, Oscar e gli altri hanno deciso di andare al mare a Ostia. Sia Alain che Andrè hanno pensato che ad Oscar avrebbe fatto bene svagarsi un po’ e quale metodo migliore se non fare una bella partita a calcio e un torneo di briscola? Il caso aveva anche voluto che tutte le macchine fossero piene e quindi Andrè e Oscar sarebbero dovuti andare insieme al mare. Andrè e Alain avevano studiato un piano: questo prevedeva che a un certo punto lui facesse finta di stare male in modo da andarsene con gli altri e lasciare i due ragazzi da soli e Andrè non avrebbe potuto far altro che accettare. Tutti ne erano a conoscenza. Tutti tranne Oscar.
< Spiegatemi una cosa… con questo tempo voi volete stare al mare? > chiede Oscar, vedendo che il sole è oscurato da nubi grigie. Come tradizione vuole per Pasquetta, il tempo è nuvoloso, ma questo non ha impedito ai ragazzi di voler uscire di casa e divertirsi un pò.
 < Ragazza, lo dovresti sapere che per noi ogni scusa è buona per non stare a casa e uscire > le dice Alain < Quale scusa migliore di Pasquetta per starsene un po’ al mare?  Certo, il tempo non aiuta, ma almeno non stiamo a casa a muffire! >
I ragazzi scoppiano a ridere e uno di essi, Gerard, lo colpisce ad una spalla con una pallonata, dando inizio così al torneo. Le squadre si compongono naturalmente visto che erano sempre le stesse da anni e si era creato un certo affiatamento sul campo da gioco. Verso le 5e30 del pomeriggio, il cielo fa traboccare qualche goccia di pioggia e i ragazzi trovano riparo sotto la veranda di un chiosco. Alain, che durante la partita aveva finto una storta, trova che quel momento sia perfetto per lasciare soli i suoi amici e adduce come scusa che il piede gli sta dando noia. Tutti avevano creato l’occasione per non far notare che Alain si era gettato a terra per finta.
< Ragazzi miei, credo che la mia caviglia sia arrivata al limite della sopportazione. Devo andare a metterci un po’ di ghiaccio >
< Veniamo anche noi allora, tanto ormai il tempo ha rovinato il pomeriggio > fa Oscar
< Ma no, Oscar, non ti preoccupare > le dice di rimando Alain < il cielo si sta allargando un po’ laggiù e dovrebbe uscire il sole tra poco. Tu e Andrè rimanete ancora un po’. Il tramonto sul mare è fantastico >
< Ma quanto sei romantico oggi! > gli dice lei scherzosamente
< Che ci vuoi fare? A quanto pare anche i duri hanno un cuore ogni tanto!  >
< Ma si Oscar > Andrè si intromette < in fondo Alain ha ragione: possiamo rimanere qui un’altra oretta. Ormai ci siamo >
< D’accordo, ma tu facci sapere come stai >
< Certo che ve lo farò sapere, state tranquilli >
I ragazzi se ne vanno, lasciando soli Oscar e Andrè. La ragazza si siede sui gradini abbracciandosi le ginocchia e appoggiando il mento sulle braccia in attesa che esca il sole e viene presto assorbita dai suoi pensieri. Andrè le si siede accanto, allungando le lunghe gambe e appoggiandosi sui gomiti. Restano così, in silenzio, rotto solamente dal rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga. Ad un certo punto, però, il ragazzo nota che le guance della sua migliore amica sono rigate di lacrime. Tutto si aspettava tranne una cosa del genere.
< Hey Oscar… Che succede? >
< Niente, stai tranquillo… >
< Stai piangendo quindi non credo che non sia niente. Dai, lo sai che a me puoi dire tutto >
< Andrè… Tre anni fa sono stata innamorata di Mirko, anche se dopo la sera che mi hai baciato sapevo che mi amavi. Sono scappata a Parigi per non dover affrontare la situazione: mi ero resa conto che avevo paura di fare una scelta nonostante sapessi esattamente cosa fare. È mai possibile che tu adesso mi ami ancora? >
< Certo Oscar, io ti amo da sempre >
< Andrè! > gli si getta letteralmente al collo, piangendo < Oh Andrè… anch’io ti amo Andrè… Ti amo >
 < Io questo l’ho saputo da sempre Oscar, l’ho saputo da sempre, davvero. Adesso niente può più dividerci > la prende tra le braccia e la bacia. È un bacio lungo intenso, di quelli che ti tolgono ogni respiro, ma che ti fanno capire che era esattamente quella la cosa giusta da fare.

< Lo so Oscar… Per me è esattamente la stessa cosa…>
I due ragazzi rimangono lì, abbracciati, ad osservare il mare. Non ci sono più parole da dire, è il silenzio a parlare per loro, le loro mani intrecciate e la testa di Oscar sulla spalla di Andrè e il braccio di lui a cingerle le spalle a dire tutto. A volte, quello che si cerca è talmente vicino che viene confuso con ciò che non si cerca. Ci si convince di non aver più bisogno di niente solo perché si è stanchi di non essere corrisposti, di persone sbagliate e tempo regalato a chi  quel tempo non lo voleva. Sapete qual è il segreto? Affidarsi a tutti e cinque i sensi che si hanno a disposizione, più il sesto: l’intuito. Oscar aveva intuito tempo prima  che Andrè l’amava ma non ci aveva voluto credere perché lei non  si sentiva alla sua altezza. Invece, lui l’amava semplicemente perché era lei, con i suoi pregi e i suoi difetti, perché era tutto ciò che cercava in una donna.
 
 
3 anni dopo.
18 giugno 2016
È da poco passato il primo il primo pomeriggio  e Oscar comincia a stare male sul serio. Già da quella mattina aveva avuto delle fitte al basso ventre, ma erano sopportabili: ora, invece, si rende conto che non può più aspettare e deve correre in ospedale. Quel giorno Andrè era a casa: ultimamente il sabato lo passava insieme a Danilo ad allenarsi visto che avrebbe dovuto combattere per il titolo italiano di pugilato, incontro che sarebbe avvenuto il giorno dopo. Ebbene si: Andrè è diventato un manager; la palestra, invece, è passata ad Oscar e tutto va a gonfie vele, anche il loro rapporto, culminato nel matrimonio il 20 giugno dell’anno prima.
< Andrè… > la ragazza lo chiama debolmente e pensa che lui non l’abbia udita visto che stava parlando con Alain ed avevano la tv accesa
< Aspetta un secondo… > dice Andrè ad Alain < Oscar mi hai chiamato? >
< Andrè… dobbiamo correre in ospedale. A quanto pare i gemelli vogliono nascere in anticipo >
< Ma non possono nascere in anticipo! > obietta Alain < Scusate, ma non avevate programmato di farli nascere la prossima settimana? >
< A quanto pare a loro non interessa di nascere 4 giorni prima. Ti prego Andrè, andiamo! >
Dopo una corsa folle all’ospedale, ad Alain tocca aspettare fuori.
< Hey, cosa sono venuto a fare qui se poi devo aspettare fuori? > scherza
< Devi, il padre sono io quindi tocca a me entrare. A quanto pare siamo ancora in tempo per un cesareo d’urgenza >
< Io aspetto qui, ma non ci mettete troppo, mi raccomando >
È sera e Oscar è ancora stravolta: la sua vita e quella di Andrè sono cambiate. Prima erano in due e alle 15.02 erano in 4: loro due più Jacques e Anne. Avevano deciso di chiamarli come i genitori di Andrè: il ragazzo non aveva ricordo di sua madre, ma a sentirne parlare suo padre e sua nonna doveva essere una donna straordinaria e anche suo padre lo era. I bambini, poi, erano bellissimi: Jacques era moro per quanto Anne era bionda. Solo gli occhi erano invertiti: azzurri sembravano quelli di Jacques e verdi quelli di Anne. Oscar era vluta scendere al nido per vederli ancora una volta: non riusciva a staccarsi da loro e nemmeno Andrè ci riusciva.
< Andrè, ho un po’ paura lo sai? >
< Lo so, Oscar, anche io, ma se riusciremo ad essere saldi e a volergli bene senza crescerli con i grilli per la testa, allora potremo dire di essere stati bravi >

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3659931