Jerez di Violetta_ (/viewuser.php?uid=45478)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Xérès ***
Capitolo 2: *** Pedro Ximénez ***
Capitolo 3: *** Moscatel ***
Capitolo 4: *** Oloroso ***
Capitolo 5: *** Cream ***
Capitolo 6: *** Palo Cortado ***
Capitolo 7: *** Amontillado ***
Capitolo 8: *** Manzanilla ***
Capitolo 9: *** Fino ***
Capitolo 10: *** Joven ***
Capitolo 1 *** Xérès ***
Xérès
<<
Lasciatela! >>
All'interno
dei sotterranei di un edificio nella periferia di Tokyo un ragazzino
di più o meno undici anni urlava come un ossesso contro una coppia,
un uomo e una donna completamente vestiti di nero, strattonando la
donna che teneva in braccio una bambina.
<<
Insomma moccioso adesso mi stai dando i nervi >>
L'uomo
gli diede un manrovescio lasciando un livido sullo zigomo del
ragazzino che sbatté la testa conto il muro per poi cadere a terra
privo di sensi.
<<
Quanto rompe questo moccioso. Per fortuna che quella è morta
così non dobbiamo più trattarlo con i guanti >>
<<
Già... >>
L'uomo
prese un fiammifero e appiccò il fuoco iniziando dalla camera con
all'interno il bambino.
L'incendio
si diradò velocemente ma dando comunque il tempo ai due di allontanarsi ed
entrare in macchina.
<<
A proposito dove dobbiamo portare questa bambina? >> Domandò
la donna mentre si sistemava il cappello.
<<
Da Rum >>
Lei
aggrottò le sopracciglia perplessa fissando la pargola che teneva
gli occhi aperti, tuttavia non piangeva nonostante le grida di poco
prima.
<<
Che se ne fa di una mocciosa simile? >>
<<
A quanto pare i test e le analisi che le hanno somministrato hanno
dato risultati straordinari. Sarà allevata per essere un tassello
fondamentale del nostro progetto >>
<<
Mi stai dicendo che questo scricciolo diventerà un'agente? >>
L'uomo
fece spallucce.
<<
In teoria lo è già. Le è stato assegnato un nome in codice >>
<<
Davvero? E quale? >>
<<
Sherry >>
Lo
Sherry è un tipo di vino
originario della
Spagna
precisamente nei dintorni
della città di “Jerez
de la Frontera”.
È
noto in Inghilterra come Sherry
e
in Francia come Xérès.
***
Angolo
dell'autrice.
Questa
ff nasce dai personali disturbi mentali dell'autrice.
Perché
c'è la gente normale, e poi c'è la gente come me che scopre
che esistono diverse tipologie di Sherry e se le deve studiare tutte!
(Ormai
ogni volta che entro in un bar mi metto a studiare le bottiglie. Vi
prego aiutatemi!)
Questo
capitolo serviva come prefazione, spero vi abbia incuriositi.
Ci
sentiamo.
Violetta_
|
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Capitolo 2 *** Pedro Ximénez ***
Pedro
Ximénez
<<
Ehi cinese che fai oggi? Sempre col naso ficcato nei libri? >>
La
piccola guardò torvo il bambino coi capelli a caschetto che l'aveva
presa in giro, si alzò dalla panchina messa al centro del cortile
della scuola e si andò a mettere sotto un albero riprendendo a
leggere.
<<
Guarda è quella tipa strana... >>
Non
erano passati nemmeno due minuti che un paio di bambine si erano
messe a fissarla.
<<
Si quella che frequenta le classi avanzate. Che secchiona >>
<<
Già. Poi è sempre sola e sempre col muso lungo >>
<<
Ha gli occhi strani, e guarda che capelli! >>
Un
altro bambino si era unito in quell'allegra conversazione.
<<
Non ha la mamma e nemmeno il papà >>
<<
E chi viene a prenderla dopo la scuola? >>
<<
Va sempre da sola ma ogni tanto viene a prenderla un tizio tutto
vestito di nero >>
<<
Mah è proprio strana >>
La
bambina serrò la mascella iniziando a tremare impercettibilmente,
avvicinò il grosso libro al suo viso come se quelle pagine potessero
proteggerla, e nonostante la rabbia e la vergogna non si ribellò,
non ci provò nemmeno a difendersi.
*
La
piccola Shiho Miyano da quando le era concesso ricordare era sempre
stata sola.
Non
fisicamente, poiché era sempre circondata da figure silenziose ed
inquietanti che la seguivano ovunque andasse, alle volte erano in
bella vista davanti a lei, altre volte erano nascoste dietro
l'angolo.
All'inizio
non se ne accorgeva, poi col tempo aveva iniziato a percepire la loro
presenza, riusciva a captarli nelle sue vicinanze, anzi ultimamente
ne sentiva quasi l'odore.
Era
un'essenza acre, fastidiosa, persistente.
Nessuno
di loro stava con lei troppo a lungo, restavano al massimo per due
mesi e poi arrivava sempre qualcun altro.
Negli
ultimi tre anni erano sempre uomini.
*
Quella
gelida mattina d'inverno si trovava in una delle classi avanzate
dell'istituto intenta a sezionare una rana quando due di quegli
uomini fecero irruzione nella stanza.
<<
Ehi Misters. Who are you? What do you want? >> Gridò la
maestra frastornata ed in allarme.
Uno
dei due gli fece vedere un biglietto e la donna si rilassò
all'istante.
<<
Oh well. Ok Shiho puoi uscire >>
La
ragazzina aveva ancora il bisturi in mano e si mise a fissare prima
la maestra poi quei due uomini.
Si
sentiva inquieta. Qualcosa non andava.
<<
Andiamo >> disse un uomo alto, grosso e con un paio di occhiali
da sole sul viso.
Lei
posò gli attrezzi di scuola, prese il suo zainetto e la giacca e
seguì silenziosamente i due uomini a capo chino senza dire una
parola.
Una
volta nel corridoio però si fermò bruscamente.
<<
Che sta succedendo? Non mi pare di aver fatto nulla di male >>
<<
Non hai fatto niente infatti. Ma adesso muoviti >>
La
piccola alzò la testa assottigliando gli occhi. Quell'uomo non le
piaceva, le sembrava più fastidioso degli altri.
<<
Non hai risposto alla prima domanda >>
Vodka
si spazientì e le andò incontro prendendola per un braccio.
<<
Muoviti! Dobbiamo partire >>
<<
Dove andiamo? >>
<<
Giappone >>
Pedro
Ximénez è
il nome di
una
varietà di Sherry dolce, densa e molto scura, tendente al
nero.
***
Angolo
dell'autrice.
Decisamente
la vita scolastica della piccola Shiho era molto diversa da quella di
Ai Haibara.
Il
momento in cui passa dalla padella alla brace.
Spero
vi sia piaciuto. A presto.
Violetta_
|
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Capitolo 3 *** Moscatel ***
Moscatel
Che
nervoso.
Si
guardava allo specchio con un'aria corrucciata mentre trovava almeno
una decina di difetti per ogni centimetro di pelle che esaminava.
Era
sola nella sua stanza al dormitorio.
Solitamente
in quella camera regnava un'ordine impeccabile, innaturale per una
ragazzina della sua età, mentre quel giorno si scorgevano magliette
gettate alla rinfusa sul letto e persino un top per terra.
Shiho
Miyano era una ragazzina molto indipendente nonostante i suoi
quattordici anni.
Aveva
sempre vissuto sola cercando di non chiedere mai nulla a quei mastini
che la tenevano costantemente sotto controllo, per questo quando si
trovava costretta le montava la rabbia.
Perché
per una come lei anche le necessità più banali sembravano dei
privilegi.
Paradossalmente
le sarebbe stato più semplice chiedere un rifornimento illimitato di
virus ebola.
*
Un
grosso faccione coperto da degli spessi occhiali da sole, braccia
incrociate al petto.
<<
Che vuoi? >> chiese guardandola con sufficienza.
Lei
sosteneva il suo sguardo senza problemi.
Non
le piaceva quell'uomo.
Ma
non come non le piacevano gli altri componenti dell'organizzazione,
non aveva paura o anche solo timore, avvertiva proprio fastidio
ad averlo vicino e a dirla tutta le faceva anche un po' pena.
<<
Mi devi accompagnare in un posto >> disse risoluta alla fine.
<<
Che posto? >>
Le
incrociò le braccia distogliendo lo sguardo, vergognandosi della
richiesta che era costretta a fargli ma poi si disse che non aveva
altra scelta e lo fronteggiò con fare deciso.
<<
Mi servono dei vestiti >>
L'uomo
fece un risolino divertito.
<<
E pensi che io mi scomodi per una cosa del genere? >>
<<
Ti hanno ordinato di badare a me no? E suppongo che questo comprenda
anche far in modo che io sia vestita con abiti decenti >>
Vodka
fece un sorrisino di scherno prima di parlare.
<<
Scordatelo >>
<<
Va bene. Afferrato >> Soffiò guardando torvo quel povero
idiota.
Fece
dietrofront ma invece di tornare in camera sua scese le scale, prese
di nascosto il telefono dello studio componendo un numero di
telefono.
*
Vodka
era immobile al centro della stanza col capo chino e l'aria di chi
l'ha combinata veramente grossa.
<<
Sai bene che quelle due devono stare lontano il più possibile l'una
dall'altra >>
La
voce del nuovo agente a capo della divisione esterna omicidi
risuonava come una minaccia incombente e, nonostante fosse un
ragazzino con la metà dei suoi anni, riusciva a terrorizzarlo.
In
effetti Gin riusciva a terrorizzare chiunque avesse davanti ed adesso
che era salito di grado era ancora più inquietante.
<<
Io... io non capisco perché devo fare da balia a quella mocciosa.
Sta con noi da appena un anno e tutti sembrano intenzionati a
trattarla come una principessina >>
L'uomo
non era informato che la ragazzina era sotto la custodia del mib
dalla sua nascita e Gin non si scomodò ad avvertirlo.
<<
Adesso ti toccherà tenerle d'occhio. E quello che più mi
infastidisce è che dopo questa svista la fiducia di Rum è stata
scalfita e ciò vuol dire che io devo tenere d'occhio te
>>
<<
Si ma... >>
<<
Tappati la bocca e sbrigati >>
*
Le
due ragazze stavano sedute composte dietro la Porche.
La
macchina puzzava di sigaretta tanto da coprire l'odore penetrante
della pelle, faceva davvero molto caldo li dentro, eppure aleggiava
un'aria gelida.
Akemi
non perdeva di vista la sorellina continuando a guardarla con una
punta di disapprovazione mentre Shiho teneva il capo basso.
Si
sentiva imbarazzata e a disagio.
<<
Mi hai chiamata solo per questo? >>
<<
Ascolta Akemi lo so che può sembrare stupido ma... >>
<<
Non farmi più uno scherzetto simile, mi sono preoccupata da morire!
>>
<<
Siamo arrivati >> disse pacatamente la sorella maggiore
guardando fuori dalla finestra.
<<
Avete dieci minuti >> disse Vodka cercando di sembrare
autoritario.
Shiho
alzò il capo infastidita.
Perché
così poco? Possibile non le fosse concesso nemmeno un minimo di
vita?
<<
Sei serio? Se hai altri impegni può riaccompagnarmi Akemi a casa
>>
<<
Senti mocciosa non ho intenzione di... >>
<<
Piantala Vodka >>
L'intervento
di Gin fece cadere un silenzio pesante.
Istintivamente
Akemi prese per mano la sorella mentre lei sembrava decisamente più
tranquilla.
<<
Abbiamo un lavoro da fare. Al nostro ritorno ti manderò un messaggio
e vi farete trovare in questo stesso punto. Intesi Sherry?
>>
Il
suo tono era piatto ma aveva un che di accondiscendente.
<<
Va bene Gin >> disse lei cambiando completamente atteggiamento,
per nulla acido anzi forse addirittura dolce.
*
<<
Come ti è saltato in mente di farli irritare solo per fare shopping
Shiho? Non è da te una cosa del genere! >>
La
ragazzina continuava a tenere il capo chino ancora in preda
all'imbarazzo.
<<
Non era un capriccio Akemi ... e poi ... mi servono davvero dei
vestiti >>
<<
Se non sbaglio ci sono delle persone che si occupano di questo genere
di cose al centro >>
<<
Si è vero. Ma molti di loro sono maschi e a me servirebbe un...
sai... >>
Si
ritrovò ad arrossire. Anche se si trovava di fronte a sua sorella
quell'argomento la metteva molto a disagio.
Akemi
continuava a fissarla con aria severa finché l'occhio non le cadde
sulle braccia incrociate al petto ed allora capì.
Ecco
perché era tutta rossa, cosa rara per lei.
Quello
era un argomento delicato per molte ragazzine, figuriamoci per una
come lei.
Piccola...
stava crescendo, chissà quante domande le giravano per la testa.
Quella
era un'età in cui si ha bisogno della madre e non certo la compagnia
di killer e freddi ricercatori.
Tutti
i libri di questo mondo non avrebbero mai potuto sostituire quello di
cui aveva realmente bisogno.
<<
Ok ok ... facciamo un giro >> disse infine la ragazza
facendole un bel sorriso.
*
<<
Allora Shi? Guarda quel bello quel reggiseno rosa >>
<<
Akemi è orrendo >> disse guardando quell'indumento con aria
truce.
<<
Che ne dici di questo? >>
<<
Troppi fronzoli >>
<<
Insomma un po' di brio. Dai va a provare questi >>
Shiho
prese il mucchio che la sorella le aveva praticamente lanciato
addosso ed andò nel camerino.
Dopo
un paio di minuti la sorella sbirciò da dietro la tenda.
<<
Che carino questo >>
<<
Insomma un po' di privacy! >>
Akemi
la ignorò.
<<
Questo ha un fiocchetto. Oh prendilo! E' adorabile >>
La
ragazzina storse le labbra guardando quel pezzo di stoffa con fare
molto scettico.
<<
Mi sento ridicola >>
<<
Vado a vedere se ci sono le mutandine abbinate >>
La
quattordicenne alzò gli occhi al cielo: prima la rimproverava
fulminandola con lo sguardo e adesso saltellava alla ricerca di
biancheria dall'aria sempre più imbarazzante da farle provare.
Alle
volte sua sorella non la capiva proprio.
Mentre
si spogliava avvertì una strana folata gelida. Si irrigidì
avvertendo una paura irrazionale ed immediatamente dopo si girò di
scatto.
Niente,
non c'era nessuno.
<<
Akemi? >>
Nessuna
risposta.
Scosse
la testa. Forse era solo la sua immaginazione.
*
<<
Sei tornato. Sei andato a chiamarle? >>
Aveva
uno strano ghigno sul volto.
<<
Gin? >>
La
bambina stava crescendo veramente bene.
*
<<
Allora Shiho hai deciso? >>
<<
Si prendo questi >>
<<
Ma sono tutti neri >>
Lei
fece spallucce.
<<
Sono gli unici che mi vedo bene addosso >>
Il
Moscatel è una varietà di sherry dolce, dalle note fruttate e
dal color mogano intenso.
***
Angolo
dell'autrice
Questo
è un capitolo un po' strano me ne rendo conto, il lato comico viene
sopraffatto dal contesto. Spero di essere riuscita comunque a
bilanciare le sue cose.
Gin
in questo capitolo ha 21 anni. Non è ancora nei vertici del mib (anche
se sta facendo velocemente strada).
A
presto. Besos.
Violetta_
|
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Capitolo 4 *** Oloroso ***
Oloroso
Shiho
era seduta su una delle sedie davanti il bar da almeno mezz'ora.
Guardò
l'orologio finendosi il succo di mirtillo che aveva ordinato.
<<
Scusa. Scusa Scusa Scusa! >>
Alzò
un sopracciglio scorgendo a poca distanza una figura che correva
verso di lei ed agitava la mano.
<<
Scuuusa... >>
Sbuffò
incrociando le braccia al petto.
<<
Sei in ritardo >>
<<
Scusami. Ho fatto tardi per colpa di Dai >> Disse Akemi
buttandosi sulla sedia e riprendendo fiato.
<<
Mh si? Come sta Rapunzel? >>
La
ragazza le rifilò uno sguardo truce. Ben poco credibile su di lei.
<<
Non chiamarlo in quel modo su. Comunque stava per venire alle mani
con uno e l'ho dovuto calmare >>
<<
Problemi nella torre? >>
<<
La finisci? Oggi sei più acida del solito >>
In
quel momento si avvicinò a loro una cameriera con un block notes in
mano.
Shiho ordinò un caffè mentre Akemi ordinò un cocktail.
La
scienziata non potè fare a meno di gettarle un'occhiata di
disapprovazione.
<<
Ti farà male e poi devi guidare >>
<<
Quanto sei pesante. E no, non devo guidare mi viene a prendere
Dai-kun >> disse con un lieve rossore sulle guance.
Dai-kun...
gne gne...
<<
Non avevi detto che Rapunzel era impegnato in una scazzottata con un
tipo? >>
La
sorella maggiore alzò gli occhi al cielo.
<<
Si, ma ti ho anche detto che l'ho calmato. Comunque ce l'aveva con
l'agente della divisione ricerca. Com'è che si chiama? >>
Si
mise un dito sulle labbra intenta a pensare.
<<
Mi pare avesse il nome ... >>
<<
... di un liquore? >> disse Shiho con un mezzo sorriso
prendendola in giro.
Akemi
la guardò storto per qualche secondo prima di continuare il suo
discorso.
<<
E' un tipo così affascinante, elegante... >>
<<
E come ha fatto questo pozzo di virtù a suscitare le ire di occhi
stanchi? >>
<<
Non lo so, so solo che non appena stanno insieme nella stessa stanza
c'è un'alta probabbilità che si accapiglino >>
<<
Mh >>
Le
due stettero in silenzio per qualche secondo.
<<
Bourbon! Ecco come si chiama! >> disse improvvisamente alzando
la mano.
<<
Ah. Chissà chi se li inventa i nomi in codice che ci assegnano...
>>
In
quel momento la cameriera portò l'ordinazione.
Akemi
bevve due sorsi di cocktail poi riprese a parlare con foga.
<<
Comunque non capisco davvero... insomma questo ragazzo è simpatico,
intelligente, ha un sacco di interessi ed è anche molto bello >>
Shiho
stava sorseggiando il suo caffè seguendo il discorso della sorella
con molto poco interesse.
Akemi
poggiò i gomiti sul tavolo, unì le mani incrociando le dita e
poggiò la testa sulle suddette dita.
Poi
inalzò un sopracciglio e fece un sorrisetto.
<<
Vi vedrei bene insieme >>
Per
poco il caffè di Shiho non le andò di traverso. La ragazza si mise
una mano davanti le labbra tossendo un paio di volte per poi
schiarirsi la gola.
Questo
scaturì le risate della maggiore.
<<
E poi non ti farebbe male un po' di divertimento sorelliiina >>
disse con un sorrisetto malizioso.
Oloroso
('profumato'
in spagnolo)
è una varietà di sherry color nocciola.
***
Angolo
dell'autrice
Se
ci si mette Akemi sa essere stronzetta come la sorella.
Un
piccolo momento tra sorelle.
Grazie
a tutti i lettori. A presto.
Violetta_
|
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Capitolo 5 *** Cream ***
Cream
"Anche
il minimo battito d’ali
è
in grado di provocare un uragano
dall’altra
parte del mondo"
Hiroshi
Agasa stava tornando a casa dopo aver mangiato un buon piatto di
pasta al pomodoro nel suo ristorante preferito.
Correva
tenendo saldamente l'ombrello dato che il vento minacciava di farlo
volare via.
<<
Mattaku!
Se
l'avessi saputo non sarei mai uscito... >>
Stava
rovistando nella tasca destra dei suoi pantaloni alla ricerca delle
chiavi quando proprio davanti la casa del suo amico Shinichi vide una
strana figura.
Sembrava
il lenzuolo di un fantasma.
<<
Ma che...? >>
Si
avvicinò titubante ma anche incuriosito e quando fu abbastanza
vicino sgranò gli occhi mentre l'ombrello gli sfuggiva dalle mani
volando via trascinato dal forte vento.
Era
una bambina. Una dolce ed indifesa bambina.
Che
ci faceva li!? Dov'erano i suoi genitori?
Si
guardò intorno ma non vide nessuno in strada e le poche macchine che
passavano erano in fondo al viale e sfrecciavano alla velocità della
luce.
<<
Shi... nichi... >>
Non
capì bene quel mormorio ma non ci pensò due volte.
Si
chinò avvolgendo le braccia attorno a quel corpicino coperto da
quello che adesso riconosceva come un camice da laborarorio, la
strinse a se e si avviò velocemente verso casa. Al sicuro.
Non
poteva immaginarlo ma da quel preciso istante la sua vita sarebbe
stata completamente stravolta.
*
Una
volta dentro ebbe un momento di panico non sapendo cosa fare prima,
per un paio di secondi si guardò intorno spaesato.
Successivamente
le tolse gli abiti bagnati fradici in modo un po' impacciato e la
avvolse con una coperta morbida e calda. Poi la pose sdraiata sul
divano.
Passato
il momento di ansia e di confusione si chinò a guardarla.
Era
davvero bella, i lineamenti dolci, i capelli di un castano
particolare.
Era
sporca, piena di graffi, si girò a guardare i vestiti e si accorse
che essi erano logori e strappati oltre che di una taglia decisamente
non adatta a lei.
Tremava
impercettibilmente nonostante stesse dormendo.
Quella
vista fece stringere il cuore al professore.
Piccola
creatura cos'hai passato per ridurti così?
*
<<
Dove... sono? >>
<<
Ciao piccola. Come ti senti? >>
Shiho
si irrigidì portandosi istintivamente le gambe al petto e facendosi
piccola piccola.
Era
seduta su un divano coperta da un morbido e caldo plaid.
Alzò
la testa e vide un uomo, sembrava un anziano, che le sorrideva con
fare socievole e dolce.
Non
avvertì nessun odore sospetto ma questo non le fece abbassare la
guardia.
<<
Chi sei? Dove mi trovo? >>
Il
vecchietto la guardò in modo strano: era sorpreso, come se avesse
intuito che quel tono e quelle parole non potevano essere frutto di
una mente di sette anni.
<<
Mi chiamo Hiroshi Agasa. Sono un inventore e questa è casa mia >>
La
bambina si guardò intorno con aria indagatoria, sapendo esattamente
quali angoli guardare e cosa analizzare.
Anche
questo comportamento non era affatto tipico nè normale.
<<
Come ti chiami piccola? >>
La
vide irrigidirsi e decise di non insistere su quell'informazione.
<<
Dov'è la tua mamma? >>
La
bambina abbassò lo sguardo.
<<
E' morta... molti anni fa >>
Agasa
inclinò la testa di lato.
<<
Mi dispiace molto >>
Dopo
un momentaneo silenzio l'uomo le si avvicinò e si piegò, a fatica,
sulle ginocchia.
<<
Hai fame piccola? Cosa ti posso preparare? >>
La
bambina lo guardò negli occhi con fare sconvolto.
Era
gentile, e lei non era abituata a quel trattamento se non da sua
sorella.
Analizzò
il suo viso poi nuovamente la casa.
<<
Tu mi sembri una brava persona... >> disse infine.
Il
viso dell'uomo arrossì e rise compiaciuto.
<<
Beh grazie piccola... >>
<<
Io non sono abituata alle brave persone >>
Agasa
assottigliò gli occhi con aria triste non sapendo che rispondere.
<<
Sono stanca... >> disse col tono di voce di una donna che era
arrivata al limite.
Chiuse
gli occhi sdraiandosi e si addormentò immediatamente.
L'uomo
le accarezzò delicatamente i capelli provando da subito un affetto
incredibile per quella bizzarra e al contempo dolcissima bambina.
<<
Qualsiasi cosa ti sia successa ti prometto che mi prenderò cura di
te piccola... >>
Cream:
tipologie
di sherry di colore rosso.
Questi
vini sono piuttosto densi e dolci con aromi di cioccolato, liquirizia
e frutta secca.
|
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Capitolo 6 *** Palo Cortado ***
Palo
Cortado
Residenza
Agasa ore 11.30 di sera.
<<
Cosa ci fate qui a quest'ora? >>
<<
E' un'emergenza >>
<<
Dov'è lei? >>
<<
Tranquillo Subaru. Ai dorme da un pezzo, è al piano di sotto in
camera sua >>
Dopo
l'incidente sulla ruota panoramica il modulatore di voce di Shiuichi
Akai aveva iniziato a mostrare qualche difetto e si era
definitivamente rotto proprio quella sera mentre parlava con Conan.
Essendo
uno strumento fondamentale per interpretare Subaru Okya non videro
altra soluzione se non quella di recarsi a casa del professore per
farlo riparare al più presto.
Mentre
il professore era intento a lavorare i tre si erano messi a parlare
degli ultimi eventi riguardanti l'organizzazione, ed erano venuti
fuori parecchi particolari.
<<
… e così alla fine non mi ha scoperto. Merito tuo ragazzino >>
Agasa
annuì mentre era intento a svitare uno dei piccoli pezzi del
modulatore.
<<
Quindi Tooru Amuro è Rei Furuya, un agente della polizia segreta.
Bourbon è solo una copertura >>
<<
Hai >>
<<
Ma Akai-san, se è così perché non collaborate per sventare i piani
dell'organizzazione? >>
<<
E' piuttosto complicato. Non penso che accetterebbe mai di
collaborare con me >>
Conan
si portò due dita sul mento guardando un punto indefinito nello
spazio.
<<
Sarebbe fantastico se riuscissimo a mettere a punto un piano per...
>>
<<
Cazzo... >>
<<
Akai non mi sembra il caso di... >>
Il
bambino aggrottò le sopracciglia vedendo lo sguardo corrucciato
dell'agente dell'FBI.
Si
girò seguendo il suo sguardo e sgranò gli occhi.
Ai
era davanti la porta e li fissava con un'espressione allarmante: era
un misto di stupore, rabbia e delusione.
Agasa
fu l'ultimo ad accorgersi della sua presenza ma il primo ad intuire
la gravità di quello sguardo.
Aveva
sentito tutto.
<<
Ai-kun...>> disse mettendosi in piedi ed alzando le
mani.
<<
Bugiardi... >> sibilò lei con astio.
<<
Ai... ascolta >> tentennò Conan iniziando ad avvicinarsi a
lei e fu allora che la bambina indietreggiò.
<<
Maledetti bugiardi... >> sibilò nuovamente continuando ad
indietreggiare.
<<
Ai per favore calmati! >>
Ai
gettò una brevissima occhiata a Subaru, l'uomo aveva
involontariamente spalancato gli occhi e questo, sommato alla sua
vera voce e ai discorsi di poco prima, avevano dato modo alla
scienziata di riconoscere Dai Moroboshi, il fidanzato della sorella.
Sbatté
la porta con violenza iniziando a correre.
Sapeva
che se fosse andata verso la porta principale Morobishi o Akai o come
diamine si chiamava, l'avrebbe raggiunta con estrema facilità quindi
scese le scale andando al piano di sotto.
Il
piano sembrò funzionare poiché udì la porta principale aprirsi e
poi richiudersi velocemente.
<<
Ragazzina torna immediatamente qui! >>
Uscì
dalla finestrella del laboratorio e una volta fuori dalla villetta si
diresse verso le vie secondarie della città continuando a correre.
*
Come
avevano potuto?
Prenderla
in giro così spudoratamente come se fosse una povera idiota.
Bugiardi
Che
quello strano ragazzo fosse Dai Moroboshi lo aveva sospettato. Ma
sapere che Conan e soprattutto il dottor Agasa erano a conoscenza di
tutto e le avevano celato la verità era una cosa che la mandava in
bestia.
Bugiardi
Bugiardi Bugiardi Bugiardi...
Poi
come si era permesso di spiarla?
Sopraffatta
dagli eventi e dalla lunga corsa si fermò poggiando le mani sopra
una colonna respirando affannosamente.
Una
volta che il suo respiro si fu regolarizzato si guardò intorno: era
in una stradina piuttosto stretta e poco illuminata vicino al parco.
Non
pensava di aver corso tanto.
Poggiò
la schiena contro il muro e mise una mano tra i capelli indecisa sul
da farsi.
<<
Ehi bambina non dovresti andare in giro da sola >>
Gelò
per un istante presa alla sprovvista, poi digrignò i denti ed
assottigliò lo sguardo.
Alzò
lentamente la testa e i suoi occhioni pervinca si incastonarono a
quelli azzurro cielo del ragazzo che aveva parlato.
Eccolo
la.
L'altro
bugiardo.
Forse
quello che le aveva mentito più di tutti.
<<
So cavarmela da sola Rei... >> disse utilizzando il tono
di voce più odioso che riuscisse ad emettere.
Vedere
Bourbon impietrire davanti a lei... doveva ammettere che era
piuttosto divertente.
Il
ragazzo aggrottò le sopracciglia dimostrando tutto il suo
disappunto.
<<
Come mi hai chiamato? >>
<<
Rei... Furuya Rei. È il tuo nome no? >> continuò lei
sempre con quell'antipatico tono di scherno.
Il
ragazzo rimase in completo silenzio qualche istante facendo mente
locale: Conan era riuscito a scoprire il suo soprannome, ma non era
certo fosse a conoscenza del suo nome completo inoltre si era
dimostrato fin troppo furbo per farsi sfuggire un'informazione
simile.
L'unica
altra persona che fino a quel momento era a conoscenza della verità
era... no... maledizione...
Alzò
gli occhi al cielo irritato.
<<
Quell'idiota si è fatto scoprire... >>
<<
Suppongo che tra tutti gli idioti di cui sono circondata tu ti
riferisca a Moroboshi... o Akai... o come cavolo si chiama... >>
disse piuttosto irritata.
Rei
non si fece alcuno scrupolo ad annuire convinto.
<<
Si quell'idiota la >> fissò la bambina notando che era in
pigiama ed in ciabatte << E' per questo che sei qui? Sei
scappata? >>
Ai
incrociò le braccia al petto distogliendo lo sguardo.
<<
Sul Bell Tree Express mi dicesti che hai incontrato i miei genitori...
>> disse infine ignorando le sue domande.
Rei
inclinò la testa su un lato guardandosi intorno e poi la prese per
mano.
<<
Ehi ma che fai? >> disse la ragazzina allarmata.
Lui
continuò a camminare trascinandola in un angolo più riparato e
sicuro.
<<
Lasciami! >>
<<
Qui diamo troppo nell'occhio >> rispose severo fermando le sue
proteste.
La
bambina si guardò intorno, non avvertiva nessuna presenza sospetta e
da quel punto avrebbe potuto scorgere sguardi estranei senza farsi
notare.
I
suoi occhi poi si concentrarono sul ragazzo che continuava a fissarla
con una strana espressione: sembrava arrabbiato ma anche preoccupato.
Perché?
Che aveva da temere?
<<
Come ti è venuto in mente di scappare di casa? Non lo sai che corri
dei pericoli stando qui fuori? A quest'ora poi... >>
<<
Non hai risposto alla mia domanda... >>
Il
ragazzo assottigliò gli occhi senza risponderle.
<<
Scommetto che non si trattava di un singolo incontro... >>
azzardò lei.
Rei
abbassò lo sguardo poggiando la schiena contro il muro.
<<
È vero >> disse infine.
Quel
comportamento non era normale.
Nessun
agente, né del mib né della polizia, si sarebbe comportato in quel
modo.
Invece
di portarla via, di portarla da Agasa o dai suoi colleghi, l'aveva
trascinata in un posto sicuro e continuava a fissava con un'aria
impenetrabile.
<<
Perché ho la sensazione che quello che mi tieni nascosto tu mi farà
incazzare più delle bugie dei tuoi compari? >> domandò Ai
avvertendo uno strano nodo allo stomaco.
Sul
viso del ragazzo comparì un mezzo sorriso spontaneo.
<<
Una signorina non dovrebbe utilizzare certi termini >> disse
canzonatorio.
La
trattava come una bambina piccola.
In
quel momento era anche giustificato dal suo aspetto ma ricordava che
anche sul treno aveva avuto quell'impressione.
Le
aveva spiegato il suo piano nei minimi particolari, in modo fin
troppo dettagliato.
<<
I miei compagni ti porteranno via da qui in elicottero >>
...
<<
Tranquilla. Ti farò sdraiare in un punto lontano dalla porta. Non
correrai pericoli >>
Si
era sentita trattare come una cretina in quel frangente. Per fortuna
non era lei che doveva sostenere il suo sguardo perché era molto
irritata dal suo comportamento e non era certa che sarebbe riuscita a
celare il suo fastidio.
Però
ora che ci rifletteva il ragazzo aveva continuato a ripeterle che non
doveva preoccuparsi. Che non aveva nulla da temere.
Decisamente
un comportamento anomalo per uno di quegli uomini
Inspirò
a lungo, dovette sforzarsi parecchio per dire quelle parole.
<<
Ti prego... >> disse infine con un filo di voce.
Rei
la fissò con un'espressione molto seria.
Lo
stava mettendo veramente in difficoltà.
<<
Da quando sono nata mi sono state dette solo bugie... quindi, ti
prego, dimmi la verità >>
Il
biondo deglutì perdendosi in quegli occhioni.
<<
Credo che tu ti stia facendo un'idea sbagliata... >>
<<
Smettila di fare così >> continuò sentendo il suo respiro
farsi pesante.
Non
sapeva per quale arcano motivo gli stava facendo quella richiesta,
dopotutto era un estraneo, un uomo dell'organizzazione, anche se
sotto copertura.
Eppure
qualcosa le suggeriva di insistere.
Rei
sospirò capendo che non l'avrebbe raggirata tanto facilmente.
Diamine
era tutta sua madre.
<<
Si. Conoscevo bene i tuoi genitori, soprattutto l'angelo nero...
>>
fece una pausa scegliendo attentamente le parole da dire <<
lei... avrebbe voluto una vita migliore per voi due. Lavorava per
rendere migliore la vita di molte persone... >> gli scappò un
sorriso perdendosi nei ricordi << Era una donna davvero
eccezionale. Lo erano entrambi i tuoi genitori >>
Ai
fissava quel ragazzo pendendo letteralmente dalle sue labbra.
<<
Tua sorella era iperattiva, molto iperattiva >> gli scappò una
risata << Una volta sentii mormorare tuo padre che se tu fossi
venuta fuori logorroica come lei, sarebbe diventato davvero matto
>>
La
bambina abbassò lo sguardo immaginandosi quella scena, anche se il
volto di suo padre appariva come una figura molto sfocata nella sua
mente.
Rei
approfittò di quel momento, si piegò sulle ginocchia e la abbracciò
affondando il naso tra i suoi capelli.
In
quel momento Ai si sentì protetta come mai fino a quel momento.
Era
una sensazione nuova eppure tremendamente familiare.
<<
Quando sarà il momento opportuno ti racconterò tutto. Ma fino
allora devi rimanere al sicuro... >> Le prese il viso tra le
mani guardandola fissa negli occhi << Promettimi che non avrai
mai più colpi di testa come questi. Non scappare più. Promettimelo
Shiho >>
Ebbe
un sussulto nel sentire il suo vero nome pronunciato da lui.
Istintivamente
poggiò una mano sopra la sua avvicinandola ulteriormente al viso.
<<
Te lo prometto... Rei...kun >> disse in un sospiro quasi senza
pensare perdendosi in quegli occhi color oceano.
Lo
sguardo del ragazzo si rilassò per poi tornare immediatamente
sull'attenti.
<<
Ora devi tornare a casa. Sarebbe troppo rischioso se ti accompagnassi
>> prese il cellulare controllando attentamente sul display
<<
Prendi la via per la scuola, prosegui verso la chiesa e corri senza
dare nell'occhio. Sta lontana dal parco mi raccomando >>
Ai
assottigliò gli occhi. Probabilmente conosceva la posizione attuale
di quella gente.
<<
Wakatta >>
*
<<
Ai-kun dove diamine ti eri cacciata? Hai idea di quanto ci siamo
preoccupati? >>
La
bambina annuì sentendosi a disagio di fronte le ramanzine del
professore.
<<
Avevo bisogno di prendere un po' d'aria... >>
Conan
strinse i pugni iniziando a gridarle contro.
<<
Un po' d'aria? In piena notte? Questa è la scusa più penosa che
tu... >>
Ai
lo fulminò con uno sguardo talmente assassino da farlo raggelare.
<<
Io adesso vado a farmi un bagno, poi vado in camera mia e se per caso
trovo una qualsiasi cosa che possa vagamente ricordare una microspia
tutti voi passerete un brutto, bruttissimo, quarto d'ora >>
Fino
a quel momento Akai, sotto le sembianze si Subaru, era rimasto in
completo silenzio, ma vedendo che Ai non sembrava aver minimamente
compreso la gravità del suo gesto decise di intervenire.
<<
Ascoltami bene ragazzina... >>
<<
Dai Moroboshi >> esordì secca, ma con una cadenza vagamente
sarcastica << ... è un piacere scoprire che quell'orripilante
cappellino di lana si può togliere dalla tua testa. Lo trovavo
parecchio inquietante oltre che antigienico >>
Il
ragazzo ammutolì scoprendosi disagio e la bambina ne approfittò per
recarsi al piano di sotto e sbattergli la porta in faccia.
Palo
Cortado è una varietà di Sherry dal colore ambrato
scuro che viene inizialmente invecchiato come un Amontillado, in
genere per tre o quattro anni, ma che in seguito sviluppa
caratteristiche più vicine a un Oloroso.
***
Angolo
dell'autrice.
Ai ha avuto una reazione un po'
stupida paragonabile a quella del film 5 quando telefonava
all'appartamento di Akemi per sentire la sua voce sulla segreteria
telefonica, ho immaginato che scoprendo la verità non sarebbe
riuscita a reagire razionalmente come al suo solito. Spero di non
averla resa troppo ooc.
Riguardo Rei, questo capitolo si
ricollega ad un'altra mia raccolta “Secret file Zero”.
Spero di aver fatto un bel lavoro.
Ci si vede al prossimo capitolo.
Violetta_
|
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Capitolo 7 *** Amontillado ***
Amontillado
<<
Sei un mostro! >>
<<
Io non avevo alcuna intenzione di creare un veleno! >>
*
<<
Non si può sfugire al proprio destino. Non farlo mai più >>
*
<<
Tu mi proteggerai vero? >>
<<
Si >>
*
<<
Hey Haibara. Perché ti sei spinta fino a questo punto per me? >>
*
<<
Sorridi! Quando sorridi sembri spensierata come una bambina >>
*
Shiho
Miyano era una persona condannata dal nero.
Nero
come il suo passato, nero come il colore prediletto di quegli uomini.
Ma
negli ultimi tempi le cose stavano piano piano cambiando.
Lentamente,
col susseguirsi degli eventi e delle avventure che aveva affrontato
sotto le spoglie di Ai Haibara, a poco a poco, aveva abbandonato il
nero.
Adesso
vestiva con abiti color pastello, colori dolci delicati ed allo
stesso tempo allegri.
Lei
stessa era diventata più solare, più vivace.
Aveva
iniziato a scherzare, a sorridere di più, era più gentile e più
propensa a fidarsi del prossimo... poco più propensa.
Quel
cambiamento lo aveva notato Agasa che era passato da avere una
piccola acida e scorbutica rintanata nello scantinato di casa sua, ad
una ragazzina sarcastica e severa ma anche con dei momenti dolci che
girovagava per casa cercando di mettere in ordine e che spentolava ai
fornelli nel tentativo di fargli seguire una dieta sana.
Lo
avevano notato i ragazzi: che giorno dopo giorno la coinvolgevano nel
loro mondo spensierato, che cercavano costantemente di strapparle un
sorriso e la missione sembrava essere giorno dopo giorno, sempre più
facile.
Ma
soprattutto lo aveva notato il piccolo detective.
Non
che fosse diventata uno zuccherino eh, la sua connotazione acida e
sarcastica era sempre presente.
Difatti
nonostante i suoi miglieramenti continuava a mettergli i piedi in
testa.
Gli
venne in mente di quella volta che l'aveva costretto a farle da
scaletta per poter pendere un gattino indifeso da un albero.
In
quell'occasione l'aveva fatto letteralmente.
Avevano
passato così tante avventure insieme, e molte altre le aspettavano
dietro l'angolo.
Però
questo pensiero che dapprima lo metteva in ansia adesso era diventato
decisamente più gradevole.
Ultimamente
parlare con lei, passare del tempo con lei era qualcosa che
apprezzava moltissimo.
Si
capivano con uno sguardo, lui riusciva ad intuire i suoi piani, lei
terminava le sue frasi e riusciva sempre a capire cosa gli passasse
per la testa.
Si
ritrovò a sorridere.
I
loro gesti non erano mai plateali, sempre parole sussurrate e sguardi
eloquenti.
C'era
un'enorme intesa tra loro.
Era
sdraiato sul letto in camera di Goro con una mano poggiata dietro la
nuca e una sul petto.
Guardò
fuori dalla finestra dell'agenzia e strinse il pugno sul petto con fare
deciso.
*
<<
Ai ... >>
La
bambina si trovava in camera sua intenta a digitare le dita sulla
tastiera.
<<
Senti Shinichi oggi non è aria. Ho mal di testa e questa reazione
continua a darmi dei problemi >>
Si
era sentita in colpa e continuava a sentirsi terribilmente in colpa
per il destino che era spettato a Conan a causa sua. E il suo
pensiero fisso era quello di rimediare ai suoi errori.
Conan
lo sapeva e le era grato.
<<
Vorrei parlarti di una cosa >> iniziò titubante.
La
ragazzina continuava a guardare lo schermo del pc con rabbia, come se
quel programma lo facesse apposta a non farle trovare la giusta dose
di reagente.
<<
Ma non ci senti? Devi lasciarmi lavorare se vuoi l'antidoto >>
<<
E se ti dicessi che non lo voglio più? >> disse tutto d'un
fiato stupendosi delle sue stesse parole.
Ai
si fermò di colpo rimanendo a fissare lo schermo del computer per
una decina di secondi.
Poi
aggrottò le sopracciglia e girò la testa di scatto.
<<
Di cosa stai parlando? >>
Il
piccolo detective inspirò trovandosi tremendamente a disagio.
<<
Anche se dovessi completarlo non lo prenderò. Ho fatto la mia scelta
Ai e non ho intenzione di cambiare idea >>
La
bambina si girò copletamente incrociando le braccia all'altezza del
petto continuando a fissarlo come, tempo prima, si era messa a
fissare l'unico topolino vivo del laboratorio 4.
<<
Si può sapere che stai blaterando? >>
Conan
chiuse i pugni.
Ok.
Il danno era fatto.
<<
Io vorrei... vorrei cotinuare a vestire i panni di Conan, vorrei
continuare la vita coi ragazzi e con... te >> abbassò lo
sguardo a disagio, si mise le mani dentro le tasche dei pantaloni
<<
Forse sarò un po' mieloso, anzi sicuramente dirai che sono un
melenso, ridicolo, stupido... >>
Ai
strinse la stoffa del suo camice sgualcendolo tutto.
<<
Insomma vuoi arrivare al punto?! >>
Lo
disse alzando la voce, c'era qualcosa di anomalo nel suo tono.
Nervosismo? Apprensione? ... Speranza?
Na
è ridicolo...
<<
Ai ... vorresti ... rimanere così... con queste sembianze e questa
identità e... crescere con me? >>
Haibara
deglutì avvertendo la gola secca e un innaturale bisogno di
ossigeno.
Aveva
per caso esagerato nuovamente col caffè? Da quando la caffeina da
allucinazioni?
<<
E' uno scherzo vero? >>
<<
Sono serio Ai... >>
<<
La tua storia con Ran è una cosa seria. Shinichi >>
Lui
inclinò la testa rendendosi conto che quel nome non gli procurava
più alcun effetto se non una leggera nostalgia.
Ma
Ai fraintese percependo quella reazione come una prova delle sue
convinzioni.
<<
Vedi? Sei rimasto senza parole. Questo perchè basta pronunciare
quelle tre lettere per farti diventare completament... >>
Il
bambino alzò gli occhi al cielo andandole incontro.
Ai
spalancò gli occhi.
Conan
le aveva afferrato il viso dandole un bacio irruento ed impacciato.
Un contatto veloce e timido.
Sembrava
davvero il bacio di un bambino di sette anni.
Dopo
qualche secondo il bambino indietreggiò la testa e la guardò
sorridendo cercando di celare la sua tensione.
<<
Convinta adesso? >>
La
scienziata battè le palpebre più volte assimilando la nuova serie
di informazioni gentilmente concesse dall'Edogawa negli ultimi dieci
minuti.
Doveva
anche essere arrossita poichè si sentiva le guance calde.
<<
Suppongo... >> si schiarì la gola dandosi un contegno, ma non
riuscì a celare il suo sorriso << Suppongo... >> si
morse il labbro inferiore ed inspirò poi lo guardò negli occhi <<
Suppongo di poter anche prendermela comoda con la ricerca allora ...
>>
Amontillado è
una varietà di sherry
color ambrato chiaro proveniente
dalla regione della Montilla vicino
a Cordova in Spagna.
È un tipo di vino liquoroso diffusosi nel XVIII secolo e
particolarmente pregiato.
È
citato anche in letteratura in un racconto di Edgar
Allan Poe, "Il
barile di Amontillado",
e in uno di Karen
Blixen,"Il
pranzo di Babette".
Anche Joris
Karl Huysmans lo
ha citato nel suo capolavoro "Controcorrente"
in
cui il protagonista Des Esseintes lo degusta in una vecchia cantina
parigina. Anche il celebre scrittore di gialli S.S.Van Dine, creatore
dell'investigatore Philo Vance, lo cita nel suo romanzo "la dea
della vendetta".
(wikipedia)
***
Angolo
dell'autrice.
Il
mio lato Conan x Ai che si fa sentire.
C'è
un piccolissimo riferimento alla mia songfic "Kokoro" oltre
ovviamente ad una serie di episodi. Spero che vi sia piaciuto.
A
presto. Ciao.
Violetta_
|
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Capitolo 8 *** Manzanilla ***
Manzanilla
La
residenza del dottor Agasa, per quanto caotica e disordinata, era
solitamente silenziosa.
I
suoi due inquilini erano persone calme e non parlavano molto quindi i
rumori soliti della casa erano il bollitore del caffè, i tasti
premuti sulla tastiera e qualche volta la tv accesa. Le esplosioni
erano talmente rare da non fare più testo.
Ma
se ai due soliti inquilini si aggiungevano i soliti ospiti allora la
situazione cambiava drasticamente
<<
Ayumi passami la colla >>
<<
Non la trovo... dev'essere caduta sotto il divano >>
<<
Che? E ora chi lo dice al professore? >>
Mitsuiko
tava costruendo dei taketonbo supportato dalla bambina che però era
distratta quel giorno, complici una fetta di torta al cioccolato di
troppo e un nuovo anime su delle streghe che si fingono pasticciere
che l'avevano tenuta sveglia la sera prima.
Genta
come al solito si era abbuffato di riso e adesso aveva un gran mal di
pancia. Si lamentava e scalciava sdraiato sul divano.
<<
Ragazzi... >>
Il
professore stava cominciando a spazientirsi. Per quanto adorasse quai
bambini quel giorno c'era fin troppo trambuso.
<<
Haiii la mia pancia >>
<<
Ragazzi... >>
<<
Insomma Ayumi mi vuoi aiutare? >>
<<
Non usare quel tono di voce con me! Non si maltrattano le bambine
>>
<<
Ragazzi ... >>
Anche
i due maschietti il giorno prima non avevano dormito granchè, ma si
rifiutavano di riposare preferendo giocare.
Questo
li rendeva iperattivi ed un tantinello irascibili.
Il
dottor Agasa stava cominciando a mostrare segni di isteria.
Nonostante il suo carattere c'era un limite anche alla sua pazienza.
<<
Ragazzi! >> urlò infine.
I
tre si fermarono di botto spaventati da quel ton di voce.
Il
professore infatti li fissava con aria molto severa.
Raramente
si arrabbiava con loro quindi i bambini, complice anche la mancanza
di sonno, reagirono mettedosi a piangere come dei disperati.
<<
No... eddai non fate così >> disse l'uomo mettendosi le mani
in testa.
Ai
si ritrovò a sorridere divertita.
Quella
casa era un autentico caos.
Giochi
ovunque, colori sparsi per terra, la tavola ancora imbandita
nonostante fossero le cinque del pomeriggio.
L'opposto
dell'ambiente della sua infanzia.
Se
avesse visto quel disastro di casa qualche mese prima si sarebbe
irritata parecchio ma adesso era tutto diverso.
Si
sentiva serena, felice, apprezzava i piccoli momenti e non si
arrabbiava più per le piccole cose. C'erano dei momenti in cui si
sarebbe potuta definite spensierata.
Quei
tre dolcissimi bambini l'avevano aiutata a recuperare una parte di
lei che credeva aver perso per sempre.
<<
Ehi ragazzi >>
I
tre smisero di piangere e la fissarono.
La
bambina aveva preso un grande e morbido plaid, lo stesso in cui era
stata avvolta dal professore parecchio tempo prima.
<<
Stendetevi sul divano su >>
Usò
un tono di voce dolce ma che non ammetteva repliche e difatti i
bambini si sdraiarono e si lasciarono coprire.
Una
volta comodi sul divano la bambina gli porse delle tazze con una
bevanda fumante al suo interno.
<<
Che cos'è? >> chiese Mitsuiko.
<<
Camomilla. Vi aiuterà a riposare e quando sarete più tranquilli vi
insegnerò a fare degli animali con la plastilina. Va bene? >>
<<
Sul serio? >> chiese Mitsuiko tutto comìntento nonostante
fosse il più bravo dei tre a creare degli animali durante le ore
d'arte a scuola.
Ai
annuì.
<<
Nel tuo caso faremo un aereoplanino. Ok? >>
<<
Siii. Grazie mille Ai-chan >> dissero in coro.
*
<<
Ecco a te Agasa >>
Ai
gli passò una tazza fumante e due biscotti ai cereali, il pacco
l'aveva riposto al sicuro nella dispensa.
<<
Arigatò. Ai-kun >> disse l'uomo sorridendole.
<<
Come va il mal di testa? >> chiese premurosa.
<<
Sta passando >>
<<
Bene, allora vado a finire un lavoro in laboratorio e... >>
<<
Ti andrebbe di aiutarmi con una mia nuova invenzione invece? >>
La
bambina si votò fissando la faccia rubiconda e gentile dell'uomo che
era diventato ormai la sua nuova famiglia.
<<
Si, ne sarei molto contenta >>
Manzanilla ("camomilla"
in spagnolo) dal colore molto pallido
è un particolare luce varietà di Fino Sherry realizzato intorno al
porto di Sanlúcar
de Barrameda.
Si
dice che il sapore ricordi quello della camomilla.
***
Angolo
dell'autrice.
Ok
questa è ooc. Ma non posso farci nulla, insomma l'idea di Ai che fa
da mamma a quei pestiferi mi ha sempre intenerita. Un giorno potrebbe
diventare un'ottima mamma.
Siamo
alla fine dell'arco "presente" dal prossimo capitolo
tratterò l'ultimo arco.
Ci
avviciniamo alla fine.
Grazie
a tutti i lettori.
Besos.
Violetta_
|
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Capitolo 9 *** Fino ***
Fino
Dentro
la suite di uno splendido hotel una giovane donna aveva appena finito
si sistemare la fibbietta dell'elegante decoltè bianca.
La
finestra era aperta ma le delicate tende bianche erano tirate e si
muovevano seguendo la leggera brezza che rendeva fresca quella
mattina.
Si
guardò allo specchio non riuscendo ad identificarsi nella figura che
vedeva riflessa.
Capelli
perfettamente acconciati, un filo di trucco che esaltava i suoi
lineamenti delicati.
Un
elegante abito bianco.
Per
quanto si sforzasse le risultava difficile realizzare completamente
la situazione.
Stava
con un ragazzo che per qualche assurdo motivo la sopportava a tal
punto da chiederle di condividere le loro vite per sempre.
Gliel'aveva
fatto penare parecchio quel si.
Dopotutto
non le piaceva dargli troppe soddisfazioni.
Non
che lui fosse un tipo facile, diciamo che si compensavano a vicenda.
Sistemò
una piega del vestito e deglutì.
Erano
cambiate così tante cose nella sua vita.
La
fredda scienziata era scomparsa lasciando il posto ad un ambizioso
medico ma anche ad una ragazza buona
e gentile.
O
almeno così la definivano i suoi amici.
Ispirò
guardandosi intorno.
Ormai
era quasi ora.
Improvvisamente
sentì bussare alla porta e sobbalzò.
<<
Si? >>
La
porta si aprì e da essa spuntò Ayumi che le rivolse un dolce
sorriso.
<<
Sei pronta? >>
Lei
annuì.
<<
Andiamo allora >>
Inspirò
nuovamente chiudendo gli occhi e poi uscì dalla stanza per recarsi
davanti la macchina.
Lì
ad attenderla c'era il Dottor Agasa col viso tutto rosso.
Si
guardarono per pochi istanti e la ragazza si intenerì vedendo che
aveva gli occhi vicinissimi alle lacrime.
<<
Sei davvero bellissima piccola mia... >>
<<
Arigatò Agase >> disse con un filo di voce.
L'uomo
allungò il braccio destro sistemandole una ciocca di capelli che le
ricadeva sulla fronte poi la aiutò a salire in macchina.
Il
dottore si era proposto di prenotare una limousine per quella
giornata ma lei aveva insistito per utilizzare il vecchio e scassato
maggiolino.
E
dire che inizialmente odiava quella macchina.
La
chiesa distava pochi minuti dall'hotel, per fortuna, perché si stava
torturando le mani tanto che Ayumi decise di poggiare una mano sopra
le sue per calmarla.
*
Una
volta davanti l'edificio Agasa la prese sotto braccio e le sorrise in
modo affettuoso.
<<
E' ora... >>
Shiho
annuì incapace di parlare ed espirò cercando di calmare la leggera
tachicardia che stava provando.
Le
porte si aprirono e si udì la marcia nuziale.
La
chiesa era gremita di gente e tutti la guardavano con grande emozione e
gioia.
I suoi occhi si incrociarono con quelli azzurri del ragazzo che tra
pochi minuti sarebbe diventato suo marito.
Improvvisamente
tutta l'ansia che l'aveva accompagnata quella mattina svanì
totalmente.
Sorrise
sentendosi emozionata e felice come poche volte in vita sua.
Fino
('Raffinato'
in spagnolo)
è il più secco e pallido delle varietà tradizionali di Sherry.
***
Angolo
dell'autrice.
Ultimo
arco di questa fanfic. Se prima ho trattato del passato e del
presente, adesso trattiamo un possibile futuro.
Nel
caso vi stesse chiedendo chi è il fortunato ragassuolo il suo nome
è... no. Non ve lo dico.
Grazie
a tutti i lettori. Un bacione.
Ci
sentiamo presto.
Violetta_
|
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Capitolo 10 *** Joven ***
Joven
Incredibile
come la vita possa trasformare gli eventi e le persone.
Lei
era sempre stata un tipo analitico, razionale, a volte persino un po'
cinico.
Ok
prima era tanto cinica.
Ma
negli ultimi mesi invece si era trovata in balìa dei dubbi, non
passava giorno in cui non si ponesse decine e decine di domande. E
poi cambiava umore più velocemente di quanto Shinichi risolveva
casi.
Era
spaventata a dirla tutta.
Eppure
adesso tutto sembrava essere perfettamente a suo posto.
I
dubbi che prima la terrorizzavano adesso la incuriosivano e non
vedeva l'ora di sapere cosa le avrebbe riservato il futuro.
Era
sdraiata sul lettino dell'ospedale e teneva tra le braccia la sua
bellissima bambina.
Non
avrebbe mai immaginato che, un giorno, sarebbe diventata madre.
La
donna che un tempo realizzava veleni, adesso aveva dato alla luce una
nuova vita.
Una
creatura meravigliosa e dolcissima.
Avvolta
nella sua coperta rosa dormiva beatamente con le manine chiuse a
pugno.
<<
Come ti senti? >>
La
voce del ragazzo era dolce ma sentì anche una punta di commozione.
Era
sempre il solito...
<<
Benissimo >> disse in preda all'emozione senza riuscire a
smettere di guardare quella bellissma creatura.
Dodici
ore di travaglio -della quale non ricordava assolutamente nulla se
non qualche breve flashbak- e adesso sentiva solo un po' di
stanchezza.
Certo
che il corpo umano era davvero una macchina straordinaria.
<<
E' bellissima. Proprio come te >>
Guardò
gli occhi azzurri di suo marito e sorrise.
<<
Somiglia un po' anche a te >>
*
L'uomo
le diede un dolce bacio sulle labbra.
<<
Per quanto riguarda il nome... avrei pensato ad Akemi... se sei
d'accordo ovviamente >>
Shiho
gli sorrise apprezzando quel bellissimo pensiero da parte sua.
<<
Certo che lo sono >>
Joven:
Sherry di colore quasi trasparente che in genere è stato affinato
per meno di un anno.
***
Angolo
dell'autrice,
Ed
eccoci alla fine di questa raccolta. Spero vi sia piaciuta e che vi
abbia strappato un sorriso.
Come
detto nel capitolo precedente a differenza degli altri due archi
questo è un po' paticolare perchè non si basa su eventi dell'anime. Ho messo
totalmente del mio. E poi, si sa, il futuro è sempre incerto...
Ah
giusto! Parlando di incertezze, il nome del papà...
Naaa
... non ve lo dico.
Grazie
a tutti i lettori che hanno seguito fino alla fine questa raccolta.
Hasta
luego, magari ci si sente nelle altre fanfic.
Besos.
Violetta_
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