Light and Dark

di _ Arya _
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Monster ***
Capitolo 3: *** Collision ***
Capitolo 4: *** A dark past ***
Capitolo 5: *** Connections are Trouble ***
Capitolo 6: *** In the shadows ***
Capitolo 7: *** Right and Wrong ***
Capitolo 8: *** Intense ***
Capitolo 9: *** Reality ***
Capitolo 10: *** Decisions to make ***
Capitolo 11: *** One step closer ***
Capitolo 12: *** Someone who gets me ***
Capitolo 13: *** Fun and feelings ***
Capitolo 14: *** Nightmares and reality ***
Capitolo 15: *** A Fair Fight ***
Capitolo 16: *** Surrender ***
Capitolo 17: *** Sharing Feelings ***
Capitolo 18: *** Sharing ***
Capitolo 19: *** The storm after the calm ***
Capitolo 20: *** The deepest fears ***
Capitolo 21: *** Harsh Truth ***
Capitolo 22: *** What are we now? ***
Capitolo 23: *** Being honest with ourselves ***
Capitolo 24: *** I'm not perfect ***
Capitolo 25: *** Challenge accepted ***
Capitolo 26: *** Easier ***
Capitolo 27: *** First date ***
Capitolo 28: *** The Ball (Part 1) ***
Capitolo 29: *** Little, enjoyable moments ***
Capitolo 30: *** Confessions ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo




EMMA POV

Per i primi dieci anni della mia vita, avevo odiato la scuola. Vivere nella casa famiglia era sempre stato un inferno, non ero mai riuscita a costruire un'amicizia. Ci ero andata vicina con Lilith, a sette anni, ma proprio quando avevamo iniziato ad avvicinarci lei era stata adottata e io no. Per qualche ragione nessuno aveva mai voluto me, nessuno aveva mai scelto me e fino all'età di 11 anni avevo creduto di avere qualcosa che non va. Quando era arrivata la mia lettera di ammissione ad Hogwarts, finalmente, tutto era stato chiaro. Il Preside Merlino mi aveva spiegato che era Ingrid, la direttrice della casa famiglia, la mia tutrice. Non condividevamo lo stesso sangue, ma era la sorellastra di mia madre: era ciò che di più vicino avessi ad una famiglia e non l'avevo mai saputo. Non me l'aveva mai detto. Era sempre stata gentile con me, sempre pronta a proteggermi quando gli altri bambini mi infastidivano. Eppure, in qualche modo, c'era sempre stata freddezza... distanza. Avevo scoperto la ragione a distanza di anni, ma non sapevo ancora come sentirmi a riguardo. Ingrid era stata adottata dalla famiglia di mia madre quando era appena una neonata: le due erano cresciute insieme diventando vere sorelle, si erano volute molto bene. L'avevo visto nel pensatoio, quando Merlino mi aveva consegnato gli unici ricordi della mamma nella speranza che mi aiutassero a capire chi fossi.
Il giorno del suo undicesimo compleanno, mia madre aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts e Ingrid no. In un primo momento ci era rimasta male, ma alla fine aveva accettato la realtà perché, in fondo, Margaret era l'unica strega in famiglia: i loro genitori erano babbani. La tregua era durata per qualche settimana, fino a che le due non si erano ritrovate in giardino a giocare insieme e mia madre aveva fatto volare un fiore in mano a sua sorella: Ingrid, inaspettatamente, glielo aveva rimandato indietro. Per magia.
La gioia era durata poco, dato che il giorno dopo aveva ricevuto lei stessa una lettera dal preside di Hogwarts. Aveva scoperto di essere una Maganò. Non sapevo quali parole Merlino avesse usato, ma ero certa avesse fatto del suo meglio per spiegare ad una bambina che purtroppo ciò che lei aveva dentro non bastava per frequentare una scuola di magia. Da quel momento il rapporto tra le due non era mai più stato lo stesso, e ogni anno che passava avevano finito per allontanarsi sempre di più.
E come poteva Ingrid amare la figlia della sorella che aveva avuto ciò che a lei era stato negato? Non riuscivo a biasimarla, probabilmente doveva essere stato molto difficile per lei; d'altra parte, però, era ingiusto che non mi avesse mai detto la verità, lasciando che mi sentissi sbagliata.
Adesso il nostro rapporto era civile, Ingrid si era perfino scusata per aver omesso di raccontarmi della mia infanzia ammettendo di avere sbagliato. Eppure, dopo 5 estati trascorse senza segreti, la freddezza non si era sciolta: non saremmo mai state una vera famiglia, probabilmente.
Ero felice che quest'estate mi avesse mandata dai miei amici quasi un mese prima dell'inizio della scuola. Non che fosse una persona cattiva, sapevo che mi teneva con lei per proteggermi: in qualche modo estendeva su di me la protezione che la mamma mi aveva donato prima di morire. Quella che mi aveva salvato da Rumplestiltskin. Ma per una volta mi era stato concesso di allontanarmi in anticipo: con l'aiuto di Merlin aveva ideato un amuleto che avrebbe racchiuso temporaneamente il suo “potere protettivo”, così che potessi trascorrere un po' di tempo coi miei amici.
Hogwarts mi aveva in qualche modo salvata da me stessa: mi aveva aiutato a capire chi fossi, e soprattutto mi aveva dato degli amici meravigliosi che sarebbero sempre stati parte della mia vita.
-Emma, sei tra noi?
-Cosa? Sì, sì, scusate...- borbottai, lasciando che il ciondolo scivolasse di nuovo sotto la mia canottiera. Era davvero un bel regalo di compleanno.
-Domani mattina i miei ci portano a fare shopping. In anticipo una volta tanto, così da non trovare la folla dell'ultimo minuto.- sintetizzò, ed io annuii. In effetti mi serviva una nuova divisa, quella che avevo era diventata un po' troppo corta: quell'estate ero cresciuta di quasi 5 centimetri.
-Va tutto bene?- intervenne Neal, prendendomi la mano.
-Sì, sì, scusate. È solo che pensavo... sono felice di essere qui con voi. Voglio dire, nonostante tutto ciò che sta succedendo...
-Capisco- intervenne Regina -Rumple è tornato, ma dobbiamo pur goderci il tempo che ci resta, no? È inutile rintanarci ed evitare di vivere...
-“Il tempo che ci resta”. Molto ottimista, Regina!- protestò Mary, e tutti scoppiammo a ridere. Forse era un tantino macabra, ma era la verità. Rumplestiltskin non si era ancora rivelato al mondo, anche se sicuramente l'evasione in massa da Azkaban dipendeva da lui... ma a parte quello, regnava il silenzio. Un silenzio che non sapevamo quanto sarebbe durato, quindi era davvero il caso di godercelo.
-Ok, però dobbiamo passare al negozio di Quidditch! Gli zii mi hanno dato dei soldi per comprare la Nimbus 2016 finalmente!
-Wooah cosa? Ma non è giusto! Solo io e Mary rimaniamo con le scope vecchie!- protestò David, battendo una pacca sulla schiena a Neal. Io invece lo abbracciai contenta, avremmo potuto organizzare una bella gara, anche se la velocità della mia Firebolt sarebbe stata difficile da battere. In ogni caso, era una buona cosa che uno dei nostri cacciatori avesse una scopa moderna e veloce. Un po' mi dispiaceva per David, la sua era una famiglia meravigliosa ma non avevano abbastanza soldi per potersi permettere una Nimbus. Tuttavia ne avevamo parlato con Mary e gli altri e gliene avremmo regalata una fine settembre, per il suo compleanno. Avevo tenuto l'oro vinto al Torneo, ma mi ero ripromessa di non usarlo per me: fare regali ai miei amici era la soluzione ideale.
-Voi siete proprio fissati col Quidditch- borbottò Regina, alzando gli occhi al cielo -Siete peggio di mia sorella e non credevo fosse possibile.
-Solo perché a te non piace lo sport non puoi criticare!- la punzecchiai con una risata. Non avevo mai capito il suo astio per il Quidditch, era davvero bravissima a volare e sarebbe stata un'ottima giocatrice. Era un peccato non volesse provarci, ora che il loro cercatore si era diplomato, ma da una parte potevo capire. Il capitano era sua sorella Zelena, con cui né lei né nessuno di noi andava d'accordo. Era Regina l'eccezione alla regola, la Serpeverde che era diventata la mia migliore amica in assoluto. A mio parere era una Grifondoro mancata, così come Neal era un Tassorosso mancato. Il suo coraggio, però, l'aveva contraddistinto fin da subito ed era finito con noi, cosa che non mi dispiaceva affatto. Fin dai primi anni era stato un ragazzino tranquillo e silenzioso, il primo a cui mi ero avvicinata. Poi il gruppo si era allargato con David e Mary, e a fine primo anno avevamo accolto ufficialmente Regina. Quasi mi mancavano quei tempi...
-Non ho mai detto che non mi piace lo sport. Ma non capisco la vostra fissazione.- tagliò corto, per poi aprire la sua valigia con un colpo di bacchetta e tirarne fuori una copia de La Gazzetta del Profeta. Non riuscii a fare a meno di incupirmi ed una fitta pervase la mia ferita al polso destro, che dopo tre mesi non aveva ancora smesso di far male del tutto, nonostante fosse ben cicatrizzata.
-Emma, stai bene?
-Sì... tutto ok Mary. Grazie.
-Ancora il polso, Emma? Fammi vedere...- sussurrò Neal, ma quando tento di afferrarmi mi ritirai. Non mi piaceva quella cicatrice e una volta a Hogwarts sarei sicuramente passata in infermeria per farmela eliminare dal Dottor Whale, se possibile. Non volevo che il mio corpo diventasse il foglio da disegno di Rumple, mi bastava la cicatrice a forma di stella sulla tempia. Quello, però, ero in grado di nasconderla coi capelli.
-Scusa- borbottai, all'espressione confusa del ragazzo -E' brutta. Odio guardarla. Ma sto bene, credo sia solo una cosa psicologica.
-E la cicatrice? Fa male?
-Va e viene, ormai. Ma non c'è da stupirsi...
Adesso che Rumplestiltskin era tornato, la nostra connessione era più forte che mai e quell'estate non avevo fatto altro che fare strani sogni in cui lui urlava o rideva. Mai nessun dettaglio, però, quindi avevo evitato di raccontarlo ai miei amici. C'era già la Gazzetta del Profeta che continuava a farmi passare per una pazza bugiarda e non era il caso di confermare le loro ipotesi.
Sospirando, lasciai che il mio ragazzo mi baciasse e ricambiai leggermente, per poi stringermi a lui. Mi era mancato più di quanto pensassi durante i quasi due mesi trascorsi da Ingrid, nonostante mi avesse mandato lettere e dolci almeno due volte a settimana. Era un vero peccato che non fosse potuto venire a trovarmi, ma con gli zii era stato in vacanza in Australia. Neal era come me, più o meno. I suoi genitori erano morti, ma ricoverati al San Mungo da 15 anni. Durante la prima battaglia contro Rumple erano stati torturati fino ad esaurimento dai suoi seguaci. Avevano perso il senno, e non era stato possibile fare nulla per aiutarli. Tuttavia, al contrario di me, aveva una famiglia... così o suoi zii materni l'avevano adottato subito.
-Comunque, ne parlavo prima con Mary...- intervenne Regina, rompendo il silenzio; -Visto che siamo tutti insieme e abbiamo un po' di tempo, perché non partiamo in vacanza tutti insieme? Mio padre ha una tenuta sull'isola di Arran, in un paesino magico. Potremmo andare al mare per qualche giorno. Ovviamente la casa è protetta- aggiunse subito, vedendo Neal aprire la bocca -E almeno lui dovrebbe venire con noi. Però...
-Mi sembra un'idea fantastica!- esclamò David -Poi ne parlo coi miei. Sono certo che se c'è tuo padre ci lasceranno andare!
-Sì, piace anche a me l'idea- approvai -Se siamo fortunati e c'è sole, una volta tanto potrei abbronzarmi un pochino...
-E io e Neal avremo l'occasione di ammirare le nostre ragazze in costume da bagno!
Neal rise ed io lo colpii sulla spalla, imbarazzata, e lo stesso fece Mary col suo ragazzo. A volte dimenticavo che, per quanto dolci potessero essere, erano pur sempre maschi! Ma quell'idea era meravigliosa, non ero mai stata in vacanza con gli amici. Gli unici viaggi che avevo fatto erano quelli di gruppo organizzati da Ingrid, ma non mi ero mai divertita molto.
Un'isola scozzese, un paesino di maghi, la natura, il mare e l'ottima compagnia, mi sembravano una combinazione perfetta! Ci avrebbe sicuramente fatto bene rilassarci un po' prima della scuola. Ad ogni modo era inutile che restassimo lì tutta l'estate, perché a quanto avevo capito non ci avrebbero mai lasciati partecipare alle riunioni dell'Ordine. A detta degli altri, non volevano neanche informarci su ciò che stava succedendo... ma su quello avrei insistito. Meritavo di avere uno straccio di informazione, dopo ciò che avevo affrontato. Dopotutto ero stata io a vederlo tornare, era stato il mio sangue quello che aveva utilizzato per tornare in vita. Non ero ancora maggiorenne, e quindi? Anche per partecipare al Torneo avrei dovuto esserlo, invece nessuno si era preso la briga di fare qualcosa di concreto per escludermi dalla gara. Avevo partecipato, ed ero viva per miracolo.
-Vabbé dai, io accompagno Emma a disfare le valigie.- esordì infine Mary, e Regina annuì. E probabilmente era davvero il caso di sistemarmi, perché conoscendo la madre di David, entro mezz'ora ci avrebbe chiamati per la cena... avevo voglia di una doccia, prima.
Sarebbe stata una bella estate. Non riuscivo a pensare a Rumple ora che finalmente avevo l'occasione di trascorrere un mese intero con tutti i miei amici.

 

***


KILLIAN POV

-Killian! È arrivata la tua lettera da Hogwarts!
-La che? Lasciami dormire, nonno...- borbottai, tirando su le coperte fino a coprirmi la faccia. Quante volte gli avevo ripetuto di non aprire le tende mentre ero ancora a letto? Non riusciva proprio a capire che avevo bisogno di dormire almeno fino a mezzogiorno?
-Smettila, dormiglione. Lo so che manca ancora un mese ma devi iniziare a riabituarti alla scuola! Considerando che le lezioni iniziano alle 8 e mezza...
-Appunto. Ora che posso dormire lasciamelo fare.
Tuttavia sapevo che ormai non sarei riuscito a riaddormentarmi. Tanto valeva che mi alzassi a leggere quella dannata lettera...
-Dai, non è così presto, sono le 10 e mezza.
-Sono andato a letto alle 5!
-Non è mica colpa mia. Ma poi non esci mai, cosa fai tutta la notte?
-Guardo i porno- borbottai, tirandomi su a sedere scocciato. Mio nonno inarcò un sopracciglio, ma io non replicai. Poco mi importava che mi credesse o meno, erano affari miei. A pensarci bene, però, forse era più credibile del fatto che trascorressi le nottate a leggere libri e guardare serie televisive, come un perfetto nerd. Ma era l'unica cosa che riuscivo a fare, ormai.
Dopo aver frequentato una ragazza a Durmstrang, avevo scoperto che le babbane non mi interessavano più. Certo, parlare non era mai stato il mio passatempo numero uno con le donne, ma avevo scoperto che avere degli argomenti in comune non era male, di tanto in tanto. Ovviamente, però, dopo quel piccolo incidente sul campo di Quidditch, nessuno dei miei ex compagni aveva più voluto a che fare con me. La semplice curiosità sul mio passato da Obscurus si era trasformata in paura. Era stato dannatamente ingiusto, perché si era trattato di un incidente, sarebbe potuto capitare a chiunque... invece era capitato a me. Il cercatore della squadra avversaria aveva perso l'uso del braccio, e avevano deciso di attribuirmi la colpa.
Nessuno aveva più voluto avvicinarmisi, col timore che se mi avesse fatto qualche torto mi sarei vendicato. Perfino Elise mi aveva lasciato, con la scusa che fossero i suoi genitori ad esigere che si allontanasse da me. Tutte sciocchezze. Le ultime due settimane erano state le più lente in assoluto, tanto che era stato un sollievo quando il preside aveva infine deciso di punirmi con l'espulsione, quando era arrivata la notizia che per il braccio di Elias non ci fosse nulla da fare.
Scossi la testa e afferrai la lettera che mi porse il nonno, aprendola per vedere cosa diceva. Hogwarts era la scuola che tutta la mia famiglia materna aveva frequentato, probabilmente fin dalla sua fondazione. Il nonno mi aveva spiegato che la nostra era una delle più antiche famiglie di maghi del Regno Unito, e probabilmente anche del mondo.

Caro signor Jones,

Siamo lieti di informarLa che lei ha il diritto di frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri e le attrezzature necessarie agli studenti del Sesto anno.

L'anno scolastico avrà inizio il giorno 1° settembre e l'Espresso per Hogwarts partirà alle ore 12 in punto dal binario 9 ¾ alla stazione di King's Cross a Londra. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 5 Agosto.

P.s. Se lo desidera, la Sua cerimonia di smistamento potrà avere luogo in privato. Le comunicheremo ulteriori dettagli in caso di risposta positiva.

Distinti Saluti,
Merlino,
Preside di Hogwarts.

E poi c'era un altro foglio, con una lista di cose che avrei dovuto procurarmi per la scuola.
Non riuscii a fare a meno di notare quanto fosse stupido, però, dover arrivare fino a Londra per prendere il treno. Non c'erano fermate in Irlanda? Certo, c'era il mare di mezzo, ma si trattava pur sempre di uno stramaledetto treno magico. Oppure non potevano inventare un punto di raccolta vicino alla scuola per quelli che non avevano voglia di compiere uno stupido viaggio di ore ed ore in treno? Eravamo dei maghi. C'era la materializzazione. La metropolvere. Le passaporte.
-Beh?
-Beh cosa? Mi hanno preso, ma questo lo sapevamo già. Dovrò andare a Londra un paio di giorni prima, però, c'è della roba da comprare.
-Sì, ovviamente. Andremo a Diagon Alley, è il posto migliore.
-Posso andarci anche da solo. Ti ricordo che sono maggiorenne da un po', nonno.
-E allora? È un secolo che non vado a Diagon Alley... ti accompagno con piacere. Se hai voglia possiamo andarci una settimana prima... una piccola vacanza...
In risposta scossi le spalle, poco mi importava. Probabilmente avrei apprezzato la capitale, era una grande città, ma cosa avrei fatto lì da solo? O con lui. Volevo bene a mio nonno, certo, ma la nostra differenza d'età non ci permetteva di condividere chissà quante passioni in comune. Tuttavia, se voleva che andassimo prima, non mi sarei opposto... non era la peggiore delle idee. La nostra piccola cittadina babbana era piuttosto noiosa e le poche famiglie di maghi che c'erano ci evitavano per colpa mia. Diagon Alley era un quartiere totalmente magico e soprattutto nessuno mi conosceva: avrei trovato qualcosa da fare.
-Ehi. Killian, lo sai che se avessi voglia di parlare io sono qui per te.
-Parlare... di cosa?
-Beh, non lo so. Di qualunque cosa.
La mia vita era migliorata dopo essere stato liberato dall'Obscurus? No. Non davvero.
Certo, per i primi 13 anni della mia esistenza mio padre non aveva fatto che picchiarmi al minimo accenno di magia. Era stato sopportabile quando ero piccolo, perché quando commettevo un errore mi colpiva al viso con uno schiaffo e diceva “Lo faccio per il tuo bene, Killian. La magia è una cosa brutta. Anche la tua mamma ha rinunciato, lo vedi che non la usa mai, no?”, oppure “Lo so che fa male, ma ti devo aiutare ad estirpare l'oscurità perché ti voglio bene, figliolo” e cose del genere. Mia madre era una strega, ma non aveva mai usato la magia da quando la ricordavo... e non aveva mai rimproverato mio padre quando mi colpiva, quindi per un po' avevo pensato che fosse giusto. Così avevo sopportato, sforzandomi di dominare quei formicolii che ogni tanto mi facevano fare cose senza che lo volessi. Non ci ero mai riuscito davvero, fino all'età di cinque anni. Ricordavo ancora quell'orribile giorno come se fosse ieri, e ogni tanto lo sognavo.
Avevamo ospiti a cena, quel giorno, e mia madre era intenta a preparare la polenta al formaggio. Io ero seduto a tavola con la coppia nostra ospite e loro figlio, più grande di me di due anni. Ad un certo punto mia madre aveva commentato con un “Ah dove ho la testa... dove ho messo il cucchiaio!” ed io, prima di rendermene conto, avevo fatto volare il mio cucchiaio da lei. Davanti a tutti.
Poi era successo tutto velocemente, almeno nei miei ricordi. Mentre i nostri ospiti erano rimasti sgomenti e impietriti al loro posto, mia madre era corsa in salotto per poi tornare subito con la sua bacchetta magica. Aveva gridato “Oblivion!”, puntandola dritta verso le tre persone, urlandomi di correre in camera mia e chiudermici dentro. Quello che era successo nell'ora seguente potevo solo immaginarlo, ma era probabile che lei e mio padre avessero scortato fuori la famiglia modificandone i ricordi. Dopo quell'infinita attesa, mio padre era entrato nella mia stanza sbattendo forte la porta e mi aveva sollevato di peso, per il colletto della t-shirt. Avevo urlato, pianto e gridato scusa decine di volte, mentre la mamma era rimasta davanti alla porta, terrorizzata e senza fare o dire nulla. Poi l'uomo mi aveva tolto la maglia e ributtato sul letto, e prima che me ne rendessi conto aveva iniziato a colpirmi violentemente con la cintura dei suoi pantaloni. “Mostro”, “Stupido moccioso”, “Delusione”, “Orrore”erano state solo alcune delle parole che avevano alternato i colpi. Eppure, dopo un po' avevo smesso di sentire il dolore... era rimasta solo la solitudine. Ingiustizia. Perché il mio papà non voleva capire che non le facevo apposta, quelle magie? Perché la mia mamma non mi difendeva? Mi ero sentito solo al mondo, provando un gran desiderio di fare del male a mio padre... ma mi ero trattenuto. Mi ero trattenuto con così tanta forza, che all'improvviso il dolore era esploso... io ero esploso. Come se il mio corpo fosse andato in mille pezzi, come se le mie ossa fossero state spezzate una ad una... ed ero volato via. Ero volato via sotto una forma scura che non era la mia, poi era stato come se avessi perso conoscenza. Non sapevo cosa avevo fatto, ricordavo solo di essermi risvegliato nella mia camera.
Era stata la prima manifestazione dell'Obscurus che aveva iniziato a divorarmi dentro.
Adesso ero libero, eppure da quando i miei amici mi avevano voltato le spalle quel senso di solitudine era tornato più forte che mai. Non fino a quei livelli, ovviamente, ma non riuscivo a fare a meno di pensare che, in fondo, le cose non erano cambiate poi così tanto... per quanto la mia adolescenza fosse stata dura, gli amici non mi erano mai mancati.
-No... non mi viene in mente niente. Ma grazie.- mentii.
Dopo tutto ciò che mio nonno aveva fatto per me da quando il Ministero mi aveva affidato a lui, non meritava di conoscere quei pensieri cupi. In fondo non potevo lamentarmi. Quando ero stato liberato, mi ero sentito come se la vita mi avesse concesso una seconda possibilità... ed ora, Hogwarts era in qualche modo la terza. Forse sarebbe stata quella buona.
Avrei provato ad essere ottimista, almeno un po'. Se la ruota girava e non era bloccata da qualche masso, era decisamente arrivato il mio turno di ricevere un po' di fortuna.
-Anzi, una cosa c'è. Da domani vengo ad aiutarti in negozio. Voglio comprare una scopa nuova prima di andare a Hogwarts, con un po' di fortuna riuscirò a entrare in squadra...
-Davvero? Vuoi provare?
-Sì. Sono bravo, non vedo perché dovrei lasciare che uno stupido incidente mi faccia rinunciare al Quidditch.
-Sono contento figliolo! Così si parla! Bene allora, da domani puoi venire insieme a me per i turni di pomeriggio, d'accordo?
-D'accordo. Che sollievo, temevo mi avresti costretto a venire al mattino!
-No... hai ragione, ti lascerò godere le vacanze. Comunque ti conviene rispondere al gufo, e per quanto riguarda la cerimonia di smistamento... dì di sì.
-Sì cosa?
-Farla in privato. Altrimenti ti tocca farla davanti a tutti coi ragazzini di 11 anni e conoscendoti...
-Oh! No, non se ne parla, non mi esibisco coi mocciosi. Grazie per la dritta, adesso rispondo e mando il gufo.
E oltre a non avere la minima intenzione di sedermi su uno sgabello davanti a tutti, tra un bambino e un altro, sarebbe stata tutta pura formalità. Era ovvio che sarei finito in Serpeverde come tutta la mia famiglia: non avevo la minima intenzione di spezzare una tradizione che andava avanti da secoli.
-Ehi, un attimo. La Gazzetta del Profeta è arrivata oggi?
-Sì, è in cucina. Ma non farti illusioni, è la solita spazzatura. Nulla sul Signore Oscuro.
-Vabbé. Che branco di idioti. Mi chiedo come facciano a credere che quel ragazzo sia morto per un banale incidente con tutte le precauzioni che sono state prese...
Ricordavo ancora il discorso del preside Barbanera all'inizio dell'anno precedente, riguardo al torneo Tremaghi. Erano state prese precauzioni mai viste prima per evitare gli incidenti mortali che quindici anni prima avevano costretto il Consiglio ad annullare la gara fino a data indeterminata. Nonostante non fossi stato tra i prescelti che avevano raggiunto Hogwarts per provare a partecipare, come tutti gli studenti avevo seguito gli eventi molto approfonditamente. Io ed Elise avevamo trovato dannatamente ingiusto che nell'altra scuola avessero ammesso una ragazzina di 15 anni – Salvatrice o meno – e noi, entrambi maggiorenni, non avevamo avuto neanche la possibilità di provare. Ci era passata quando eravamo stati presi nella squadra di Quidditch per sostituire il cercatore e la cacciatrice che erano partiti, però. E dopo aver assistito alla Prima Prova su un grande schermo in sala grande, avevo pensato che in fondo rischiare di finire abbrustolito da un drago non rientrava nei miei interessi. Certo, i 1000 galeoni avrebbero potuto farmi comodo... ma pazienza.
Anche quando ero stato espulso avevo continuato a seguire le vicende tramite i giornali, e la Salvatrice mi era rimasta impressa anche durante la seconda prova. Per non parlare della terza. Sapevo tutte le storie che la riguardavano, ma a primo impatto non avrei scommesso un solo zellino su di lei... invece mi aveva incantato fin da subito, quando l'avevo vista a cavallo della sua Firebolt. Aveva volato in maniera impeccabile, veloce come la luce... e aveva recuperato quell'uovo di drago in meno di 10 minuti, senza neanche una piccola scottatura.
Neanche per un secondo avevo dubitato di lei, quando sul grande schermo del villaggio magico irlandese di Cork, l'avevo vista comparire col corpo inerme di Graham, gridando “Rumplestiltskin è tornato! È stato lui!”, in preda alle lacrime. Tutto il villaggio era rimasto terrorizzato, ed era triste pensare che ora, probabilmente, gli unici che ancora credevano a quella storia fossimo io e il nonno. Quando sulla Gazzetta del Profeta del giorno dopo avevo letto in prima pagina “Il Ministero chiede di mantenere la calma: l'Oscuro NON è tornato.” Il sottotitolo aggiungeva “Emma Swan, Salvatrice e vincitrice del Torneo Tremaghi dichiara il falso in stato si shock”. Avevamo letto l'intero articolo, ed il nonno aveva concluso con un “Sciocchezze. Immaginavo sarebbe andata così.”
Poi avevamo avuto una fitta conversazione e avevo capito molte cose su Rumplestiltskin. Non che non mi fossi informato quando ero stato finalmente libero di essere me stesso, ma poterne parlare con qualcuno che conosceva concretamente i fatti passati, era un'altra cosa. E se mio nonno pensava che l'Oscuro fosse tornato davvero, allora era così. Per quanto terrificante potesse essere – o forse neanche troppo, dato che non si era neanche fatto vivo, ancora. In più, Emma Swan mi era sembrata tutt'altro che shockata... Scossa, certo. Sanguinante e in lacrime. Devastata per la morte del suo amico. Ma anche lucida, in un certo senso. Quella ragazzina era forte e tutt'altro che una bugiarda, e mio nonno l'aveva confermato. Nessuno di noi aveva più creduto alle sciocchezze che la Gazzetta aveva iniziato a rifilarci tutti i giorni.
A Hogwarts avrei avuto modo di conoscerla di persona, quella ragazza. Mi incuriosiva.


Ecco cos'è un Obscurus, per chi non avesse visto Animali Fantastici e Dove Trovarli: http://it.harrypotter.wikia.com/wiki/Obscuriale



 

Angolo dell'autrice;
Ciao a tutti! Allora, innanzitutto... non avevo intenzione di postare, per ora. Ma la revisione del capitolo dell'altra storia sta richiedendo più tempo, quindi per spezzare l'attesa ho detto perché no... avevo già questo unico capitolo pronto da un po'.
Quando ho postato la One shot non pensavo davvero di fare una long, ma alcuni di voi hanno pensato che potesse essere un'idea carina... quindi ho ideato un prologo (che cambia leggermente i fatti della OS, ma di poco. posterò la versione corretta). Ora ho altre storie in corso, ma se ad abbastanza persone dovesse piacere come ho impostato il tutto, alla fine di quelle continuerò.
Adoro Harry Potter da quando sono bambina, quindi credo potrei divertirmi a scrivere questo cross-over... ma vedremo :) Ad ogni modo, man mano ci saranno spiegazioni anche per coloro che conoscono Harry Potter solo in grandi linee... quindi non serve aver necessariamente letto la saga o visto i film per riuscire a seguire la storia. (ma se non l'avete fatto, FATELO. Harry Potter va letto e basta lol)
Inoltre, ho visto e amato 13 reasons why... ora, non parlerò di suicidio e fatti simili, qui, non vi preoccupate. Ma prenderò spunto da alcuni fatti e semplicemente dall'idea generale per rendere reale e attuale i fatti a scuola, anche se si tratta di Hogwarts. Ho sempre avuto un "debole" per certe tematiche... nel senso che mi piace trattarle, anche se non è facile... chi ha letto le mie altre storie lo sa.
Detto questo, prima che inizi a delirare, me ne vado a dormire... fatmi sapere :)

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Capitolo 2
*** Monster ***


Monster




KILLIAN POV

Più guardavo Emma Swan applaudire ogni volta che un bambino veniva smistato, più avevo voglia di prendermi a pugni per il modo in cui mi ero comportato. A dire il vero non sapevo dove avessi sbagliato, non mi pareva di averla trattata male... ma a quanto pare, per qualche ragione, non aveva gradito neanche un po'.
Ovviamente avevo capito che tra lei e Zelena non scorresse buon sangue, ma che colpa ne avevo io? Speravo vivamente che la bella Salvatrice non giudicasse le persone in base alla loro casa di appartenenza, non le avrebbe fatto molto onore. In fondo non se la stava passando molto bene, proprio perché le persone la giudicavano senza conoscere lei o i fatti. Zelena mi aveva raccontato tutto in maniera molto colorita, ma era comunque riuscita ad aggiornarmi sugli ultimi avvenimenti. A quanto pare, un numero davvero ristretto di studenti credeva alle “bugie” sul ritorno dell'Oscuro ed alcuni addirittura incolpavano la giovane della morte del suo compagno di scuola. Lei e i suoi amici invece non pensavano che avesse ucciso Graham, né direttamente né indirettamente, perché a loro detta non aveva abbastanza fegato... però non ero riuscito a capire se le credessero o meno. Inizialmente avevo pensato di no, ma una cosa che la rossa aveva detto mi aveva messo la pulce nell'orecchio: “Mi chiedo solo come può quella stupida ragazzina incapace essere riuscita a sfuggire al Signore Oscuro”. Non ero sicuro di sapere cosa intendesse, ma qualcosa mi aveva convinto ad evitare di condividere i miei pensieri a riguardo. Non mi sembrava il caso di allontanare subito delle persone simpatiche che volevano fare amicizia con me, e poi Zelena mi avrebbe fatto addirittura entrare in squadra. Avremmo avuto il tempo di conoscerci e forse, prima o poi, avremmo parlato di cose serie. Così mi ero limitato ad annuire e sorriderle e avevamo continuato a chiacchierare del più e del meno.
Non potevo lamentarmi di come fosse iniziato l'anno, in fin dei conti. Per Emma pazienza, il tempo per recuperare ci sarebbe stato dato che avremmo avuto parecchie lezioni in comune. Ormai ero deciso, volevo assolutamente conoscerla, e non solo perché la trovavo bella. In qualche modo eravamo molto simili... avevamo avuto esperienze diverse, ma egualmente difficili. Mi intrigava davvero molto scoprire un'altra persona come me. Tuttavia, se anche fossi riuscito nell'impresa, mi sarei tenuto a debita distanza... Avevo promesso di tenermi lontano dai guai quell'anno, e tutto nella giovane Swan gridava “Guai in Vista”.
-Ehi Jones, ti sei incantato?
Zelena mi riportò alla realtà dandomi un colpetto sulla spalla. Aveva un largo sorriso, il che mi fece capire che non avesse notato chi stessi guardando. Per fortuna.
-Scusa tesoro, guardavo la sala. Durmstrang è molto diversa, qui mi piace di più.
-Davvero? Ma ho sentito che Durmstrang è migliore in altre cose. Si studiano le arti oscure...
-Oh già. Quello effettivamente è utile. Insomma, per combattere e difendersi dalle arti oscure... bisogna anche conoscerle, no? Prima di espellermi ho imparato cose interessanti.
Non era stato molto divertente subire la maledizione Cruciatus, però, e neanche lanciarla a dire il vero. Ma quelle lezioni erano state tremendamente interessanti, perché nonostante non esistesse contro incantesimo per le maledizioni senza perdono una volta colpita la vittima, ci avevano insegnato come respingerle o evitarle. O almeno provare a resistere. La maledizione Cruciatus era il principale elemento di tortura, e resistere al dolore senza fornire le informazioni richieste avrebbe potuto rivelarsi vitale, nella vita reale. Dopo tre lezioni ero riuscito a non rivelare al mio compagno la parola che avevo pescato, ma sapevo bene che un mago oscuro non si sarebbe fermato. Avrebbe continuato la sua tortura per minuti, ore... fino a far uscire di senno l'avversario. Con me, comunque, sarebbe stato complicato: ero abituato alla tortura fisica – oltre che psicologica.
-Ecco. Oh, beh, non importa, mia madre mi insegna d'estate. Finalmente i mocciosi sono finiti! Sto morendo di fame... oh no!
Mi voltai verso il tavolo degli insegnati per capire cosa avesse scaturito il suo disappunto: il preside si era alzato in piedi, e non appena si schiarì la voce calò il silenzio.
-Ora che tutti avete trovato quella che a scuola sarà la vostra famiglia, vi do' il benvenuto a Hogwarts. E ai vecchi studenti, bentornati! Voglio rubarvi solo un minuto, so che siete affamati e lo sono anch'io. Tuttavia, tempi bui stanno arrivando. Non voglio convincere nessuno a credere in ciò che non desidera, ma a coloro che hanno voglia di ascoltare... voglio ricordare che, quando l'oscurità incombe, c'è un solo modo per combatterla. L'unione.
Sentii Zelena e i suoi amici trattenere una risata, ma tutto ciò che riuscii a fare fu concentrarmi sulle parole di Merlin.
-Infondere paura è l'arma più potente di tutte... la paura e tutto ciò che suscita. Dubbio. Incertezza. Negazione. Quel che io posso consigliarvi, è di ricordarvi di accendere la luce. Sempre. E ora, un promemoria che vale per tutti. L'accesso alla foresta è assolutamente proibito agli studenti, senza alcuna accezione- potei giurare che avesse scoccato un'occhiata in direzione di Emma, ma non ci avrei messo la mano sul fuoco -A meno che, certo, non aspiriate ad una fine piuttosto dolorosa: c'è di peggio dei lupi mannari! Ed ora non mi resta che augurarvi un buon inizio anno e buon appetito!
Ed improvvisamente i tavoli si riempirono di piatti, vassoi, bicchieri e bottiglie: non avevo mai visto tante leccornie tutte insieme in vita mia. C'erano bistecche, polli, maiali e tacchini arrosto, salsicce, uova, stufati di carne e patate, pesce, verdure varie, insalate, torte salate e tantissime altre pietanze: non sapevo dove iniziare. C'erano anche frutta, macedonie, torte, biscotti e dolci di ogni genere. A Durmstrang non avevamo mai avuto la metà della metà di tutto quel cibo, forse solo durante le festività. Senza pensarci due volte riempii il piatto generosamente, poco mi importava di un eventuale mal di pancia! Poi riempii generosamente il mio bicchiere di succo di zucca e recuperai una fetta di pane ai cereali.
-Ma è solo per le occasioni speciali o c'è sempre tutto questo cibo, qui?
-Oh, è così sempre! Devo ammettere che la scuola ha dei bravi elfi domestici... il nostro è un idiota.
-Cucinano gli elfi domestici?!
-Ovviamente, chi sennò? Ti consiglio di assaggiare le polpette piccanti, sono ottime. Peccato siano così distanti... i mocciosi le divoreranno.
Non me lo feci ripetere due volte e con un colpo di bacchetta feci volare due polpette nel mio piatto e tre nel suo. Alzò un sopracciglio piacevolmente colpita, ed io sorrisi compiaciuto. Poco mi importò dei ragazzini che a due metri da noi gridarono per lo spavento. E comunque il preside non aveva vietato di usare la magia a tavola, quindi perché no?
-Posso insegnarti un trucco ancora migliore- dissi, dopo essermi scolato metà del mio bicchiere di succo.
-Ah sì? E cosa?
-Ora vedrai. Che hai preso da bere?
-Succo di mela.
-Facile!- esclamai, dando un colpetto al suo bicchiere pronunciando “liquor converto”. Le feci quindi cenno di assaggiare e, nonostante un'occhiata poco convinta, decise di fidarsi: bastò un solo sorso perché il suo sorriso si accendesse di nuovo.
-E' uno dei migliori idromele che abbia mai assaggiato! Quindi sai trasformare tutta questa roba in alcol?
-Beh, non tutta, devo avere la base. Con l'idromele è facile, e il succo di zucca con rum mi viene piuttosto bene. Coi liquori particolari è più complicato ma ci sto lavorando!
-Jones, sei la cosa migliore che potesse capitarci quest'anno. Vi insegnavano questo a Durmstrang?
-Oh, no. Certe risorse sono mie...
Sembrò ancora più compiaciuta ed io con lei. Era davvero appagante poter essere quello forte, una volta tanto. Da ciò che mi sembrava di capire Hogwarts era principalmente formata da bravi ragazzi e insegnanti più conservatori, quindi qualche trucchetto imparato alla vecchia scuola mi sarebbe tornato utile.
Prima di tornare al mio piatto scoccai un'ultima occhiata alla bionda, sul lato opposto dell'aula. Stava ridendo col tipo dal taglio di capelli fuori moda accanto a lei, ed immergeva un dito nella panna del suo bicchiere di cioccolata calda per poi portarlo alla lingua.
Si sporcò angolo della bocca, ancora aperta in un sorriso, ma ci pensò il ragazzo a pulirla con un dito. Già non mi piaceva quel tipo.

 

***


EMMA POV

Mai un ritorno a scuola era stato tanto traumatico. Avevo sempre considerato Hogwarts la mia casa, ma quest'anno sembrava meno accogliente del solito. Era come se durante l'estate la maggior parte delle persone avesse deciso di distanziarsi ulteriormente da me: mi consideravano una pazza proprio come il Ministero desiderava. Con Glass che pubblicava tutte quelle idiozie sul mio conto sulla Gazzetta, alla fine avevano ottenuto il suo scopo. Speravo fossero soddisfatti di aver convinto la maggior parte del mondo magico a rimanere all'oscuro di una verità che era inutile negare. Prima o poi l'Oscuro si sarebbe esposto e sarebbe stato terribile, perché avrebbe colto tutti impreparati. Erano troppo occupati a cercare di capire di quale disturbo mentale soffrissi.
-Emma, a cosa stai pensando?- sussurrò Neal, riportandomi alla realtà.
Eravamo in sala comune davanti al fuoco, dopo cena avevamo deciso di essere troppo stanchi per fare altro. Così avevamo salutato Regina, che si era diretta nel suo dormitorio, per correre subito verso la nostra poltrona preferita, dove ci eravamo accoccolati comodamente. David e Mary avevano occupato quella a destra fino a 10 minuti prima, ma alla fine avevano deciso di andare a letto.
-Il solito. Ora che siamo qui è inevitabile...
-Lo so. Senti, perché per distrarci domani non andiamo un po' ad allenarci? Abbiamo lezione solo fino alle 14 e c'è bel tempo...
-Già. Sì ok, perché no?- era un'ottima idea. Volare mi aiutava sempre a stare meglio. -Così puoi darmi anche una mano a rivedere la formazione... presto toccherà fare le selezioni.
Ci mancava un cacciatore e poi c'era Graham, il nostro portiere. Ex portiere. Pensare a lui mi fece venire un groppo alla gola, e avevo la nausea all'idea di doverlo sostituire. Ma era inevitabile...
Neal mi avvolse forte nella sua stretta, così mi voltai quanto bastò per poterlo baciare. Ero davvero fortunata ad averlo nella mia vita: avevo sempre pensato che i migliori fidanzati potessero essere gli amici, e si era rivelato proprio così. Riuscivamo a fare discorsi seri, divertirci e anche passare il tempo senza dire o fare nulla, senza che fosse imbarazzante. E finora non avevamo mai litigato.
-Ti va un massaggio prima di andare a dormire?
-Perché no? Sei bravo...- sorrisi, accarezzandogli la guancia. E lo era davvero! Erano anni che mi massaggiava le spalle dopo le partite e gli allenamenti di Quidditch, ed era sempre stato piacevole. E soprattutto rilassante, cosa che al momento poteva tornarmi utile.
-Ehi Emma. Ciao...
Mi voltai di colpo, pronta a rispondere a tono all'ennesimo insulto o battutina della giornata. Ormai avevo dovuto arrendermi all'idea che anche buona parte dei Grifondoro mi considerasse fuori di testa. Invece mi trovai davanti Anna, una ragazza del quarto anno che avevo conosciuto due anni prima, quando aveva sostituito Mary Margaret ad una partita. Era sempre stata carina con me.
-Ciao- dissi incerta, non sapendo cosa aspettarmi. Dopotutto, tante persone erano state carine con me fino all'anno precedente.
-Scusa... volevo... volevo solo chiederti se per caso hai già deciso la data per le selezioni per i posti in squadra. So che sei diventata capitano, e sono davvero contenta. Te lo meriti.- sorrise.
Allora mi lasciai andare anch'io e le sorrisi di rimando, a quanto pare era rimasta la solita ragazza dolce e simpatica.
-Grazie. Ancora no comunque, ma entro domani sera comunicherò la data. Vuoi provare come cacciatrice, non è vero?
-Sì, esatto. Voglio dire, ci sarà sicuramente tanta gente più brava, però... mi piacerebbe.
-Guarda che abbiamo giocato insieme... so che sei brava!- la rassicurai, accendendo nuovamente il suo sorriso: insomma, aveva segnato ben 80 punti durante quell'unica partita, ed allora aveva soltanto dodici anni!
-Secondo me hai ottime probabilità. Se c'è la possibilità sarà già la settimana prossima, ci servono due nuovi membri.. quindi dovremo allenarci a lavorare in squadra!
-Va bene, perfetto! Grazie Emma.- sembrò sul punto di voltarsi per salire al dormitorio, ma improvvisamente cambiò idea.
-Io ti credo. Tutta la mia famiglia di crede. Lo sappiamo che è tornato, lo so che non menti.
-Grazie, Anna- feci commossa, quasi incredula -Spero che anche gli altri aprano gli occhi, prima che sia troppo tardi...
-“Prima che sia troppo tardi”, uh... addirittura.
Arthur se ne stava fermo di fronte a noi a braccia incrociate e una faccia da schiaffi. Le opzioni erano due: ignorarlo o prenderlo a pugni in faccia. Ero troppo stanca, quindi scelsi la prima e feci finta di non averlo sentito, tornando a rivolgermi ad Anna.
-Anche mia sorella ti crede. Sai, Elsa. È in Corvonero e dice che molte delle sue amiche sono convinte che tu e Merlin diciate la verità. Altre sono troppo spaventate per ammetterlo.
-Già. Tutti sono troppo spaventati per ammetterlo...- sospirai scuotendo la testa -Vabbé dai, prima o poi smetteranno di pensare a quanto io sia pazza...
Sia Anna che Neal risero, ed io con loro. Era davvero bello e gratificante poter chiacchierare apertamente con qualcuno che non fossero i miei migliori amici, senza che quello mi guardasse in cerca di chissà quale segno di follia.
-Ma io non credo che tu sia pazza- intervenne di nuovo Arthur -Ma se uno cerca attenzioni, dire che l'Oscuro è tornato.. è una buona idea, devo ammetterlo.
-Mh... illuminami, quand'è che ti ho chiesto un parere?
Gli altri due risero ancora, lui aggrottò le sopracciglia ed io mi sforzai di rimanere calma. Se non mi credeva era un problema suo, ma non poteva semplicemente farsi gli affari suoi ed andarsene a dormire? E pensare che durante il terzo anno mi aveva chiesto di uscire: col senno di poi, ero estremamente felice di aver rifiutato.
-Avanti biondina, non fare finta che non sia proprio questo il tuo scopo. Magari un bolide in testa ad una partita di Quidditch ti farà bene... tocca chiedere aiuto ai Serpeverde.
-La stai minacciando?!- esclamò Neal, che fino a quel momento era rimasto in silenzio. E fui certa che non si alzò in piedi solamente perché ero ancora seduta sulle sue gambe: per fortuna! Non era il caso di scatenare una rissa in sala comune a mezzanotte.
-E se fosse? Qualcuno deve pur aiutarla...
-Neal, stai calmo. Non dargli retta e basta.- sussurrai, sentendolo fare pressione per alzarsi. Ancorai bene i piedi a terra, per assicurarmi che non riuscisse a spostarmi. Per fortuna dopo un po' la pressione cessò... Grazie al cielo.
-Bene. Ma prova solo a toccarla, Pendragon... e rimpiangerai di essere nato. Te lo prometto.
Quello si limitò a farsi una risata e senza aggiungere altro si diresse verso il suo dormitorio, per sparire finalmente dietro la porta. Mi guardai intorno e notai che le poche persone rimaste in sala ci stavano guardando, ma subito distolsero lo sguardo. Forse era ora che andassimo a dormire anche noi, magari la giornata di domani sarebbe stata migliore... nonostante avessimo le prime due ore di Difesa Contro le Arti Oscure coi Serpeverde. A quanto pare non avevamo potuto essere fortunati per il sesto anno consecutivo e condividere la lezione con Tassorosso o Corvonero. Non che cambiasse molto ora, dato che ero pazza o desiderosa di attenzioni per tutti.
Anna, abbastanza sconvolta, ci diede la buonanotte e filò nel suo dormitorio, così rimanemmo soli. Decisi di aspettare altri cinque minuti, così da accertarmi che Arthur avesse il tempo di raggiungere la sua stanza in modo che Neal non rischiasse di incrociarlo.
-Emma. Ti giuro che se qualcuno ti fa' qualcosa...
-Ma dai! È tutto fumo e niente arrosto, e poi so badare a me stessa.
-Lo so, però...
-Però niente. Non attaccare briga con la gente per me, ok?
Stavolta mi alzai per poterlo guardare bene negli occhi. Doveva promettermelo: non volevo che i miei amici e il mio ragazzo finissero in punizione o comunque nei guai solo per difendermi. Non ne valeva la pena, non con persone che ad ogni modo non volevano capire.
-Va bene, Emma. Promesso.
-Grazie. E adesso credo sia ora che ce ne andiamo a dormire anche noi...
-Sì... sì, dobbiamo alzarci presto. Abbiamo lezione alle 8...
-Già... per fortuna solo il lunedì e il giovedì. Mi piace che gli altri giorni possiamo dormire di più, non era mai successo!
-Vero?
 

***
 

14 anni prima

Il piccolo Killian non aveva la minima idea di come avesse fatto... ma la sua minestra di cavolo era evaporata. Semplicemente scomparsa.
Aveva passato almeno dieci minuti a lamentarsene coi suoi genitori perché gli faceva schifo e preferiva un panino; alla fine aveva battuto con rabbia i pugnetti sul tavolo e la ciotola, come per magia, si era svuotata.
Allora non poteva sapere che quella stessa magia gli avrebbe provocato così tanto dolore... fin quasi a distruggerlo da dentro.
-Che cosa hai fatto Killian.
-Non lo so, papà...
Il bambino era sconvolto, così come la madre: il viso della giovane donna dai capelli corvini era diventato paonazzo, che quasi si fondeva con il bianco delle pareti.
-Non lo sai!
-Caro, ti prego...
-Non lo so!- piagnucolò quello, che iniziava davvero a spaventarsi. Non solo per il tono minaccioso del padre, ma... com'era possibile?! Le cose non potevano scomparire così nel nulla, eppure era ovvio che non avesse rovesciato la zuppa, la tovaglia era completamente pulita. E di certo non l'aveva mangiata, gli faceva schifo!
-Giurami che non farai MAI più una cosa del genere, Killian.
-Giuro, papà! Non lo so come ho fatto, io ho pensato che mi faceva schifo, volevo che scompariva... e poi...
Terrorizzato, guardava la madre che gli riempiva di nuovo la ciotola, ma successe un'altra cosa strana. Per quanto la donna versasse, la ciotola continuava a rimanere vuota.
Tanto che infine fu la pentola stessa a svuotarsi, e fu allora che il bambino scoprì cosa fosse il dolore per la prima volta. Un secondo prima era seduto a tavolo, quello dopo si era ritrovato per terra, con la guancia dolorante e il polso ancora di più.
Suo padre si era alzato dal suo posto e lo aveva colpito forte, e adesso era in piedi di fronte a lui – pronto a fargli di nuovo del male. Furono le urla e le suppliche della donna a farlo desistere, ma il piccolo, troppo terrorizzato, non sentì cosa si dissero. Piangeva e gridava “scusa non lo faccio più!”, ed intanto si contorceva stringendosi il polso sinistro.
Non riusciva davvero a capire, perché suo papà era diventato così spaventoso tutto d'un tratto? Perché non gli credeva e se la prendeva con lui, quando non sapeva neanche cosa avesse fatto? Non aveva fatto sparire lui quella zuppa, non era possibile! Perché non riusciva a capirlo?
-Killian, tesoro mio...
-Mamma!
Non appena la donna si chinò, lui si lasciò sollevare facendosi sfuggire un altro grido per il dolore al polso. Faceva così male che voleva staccarselo, gli sembrava quasi che l'osso stesse grattando la pelle dall'interno.
-Gli hai rotto il polso, Brennan!
-Portalo in ospedale! E vedi cosa puoi fare, Breeana... perché quando ti ho sposato mi avevi giurato di aver lasciato alle spalle quella robaccia! Non tollero che mio figlio sia un mostro! Hai capito?!
A soli quattro anni, Killian Jones venne chiamato 'mostro' da suo padre. Non per qualcosa che aveva fatto, era sempre stato un bravo bambino... le maestre si erano sempre complimentate per il suo comportamento modello e per il suo rendimento. Aveva già imparato a scrivere in stampatello e faceva dei disegni molto belli.
No, era stato chiamato mostro e punito semplicemente per la sua natura. 




 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Sono passati secoli, lo so, ma volevo dedicarmi all'altra storia... adesso che è quasi finita (manca solo l'ultimo epilogo che devo mettere a posto), ho deciso di postare qui...
Fatemi sapere se vale la pena, se qualcuno è interessato a leggere insomma xD
Intanto abbiamo visto le prime ore di Killian a scuola... ho cercato di renderlo come il Killian della serie, un po' sbruffone, un po' tenebroso... solo una versione più giovane! E penso che Serpeverde sia stata decisamente la casa adatta a lui... chi ha letto i libri penso sia d'accordo. Tutto è ancora molto all'inizio, ma già prova antipatia per il ragazzo che pulisce le labbra della bionda...
Lei invece non se la sta passando tanto bene. Diciamo volevo fosse un po' come Harry all'inizio del quinto libro, solo che qui il cattivo è Rumple. Mi piace usare ambientazioni diverse, ma con personaggi esclusivamente di una sola serie. Forse questi primi capitoli sono un po' noiosi, perché sono abbastanza introduttivi... già dal prossimo però inizieremo ad entrare nel vivo, e tra Emma e Hook ci saranno interazioni abbastanza... "accese". In fondo tra quei due non può iniziare tranquillamente, no? xD
Alla fine ho iniziato OUAT e visto il secondo episodio. Mi è piaciuto il fatto che non abbiano diviso Emma e Killian, che ora stanno allargando la famiglia *_* spero Jen torni eventualmente per il finale di serie, sarebbe così bella una scena di loro col piccolo/piccola ç___ç E comunque non so voi ma io non ero preparata a salutare anche Killian! Lo so che è sempre Colin, che quello è sempre Hook... ma è come se fosse un personaggio nuovo. Da una parte la trovo una cosa giusta ed interessante, un vero reboot insomma, con storie completamente nuove. Dall'altra, ancora non so se la cosa mi piace :\ vedremo!
Intanto un abbraccio e fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va! A presto :)

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Capitolo 3
*** Collision ***


Collision





EMMA POV

Esisteva una sola cosa peggiore dell'avere lezione coi Serpeverde: farlo a stomaco vuoto.
Quando la sera prima ero tornata in camera, nella speranza di porre finalmente fine a quella giornata con un sonno ristoratore, avevo trovato Mary Margaret a discutere con Gwen e Marian. Di me. Ero entrata proprio in tempo per sentire Gwen esordire acidamente con un “Beh, tu muoviti a prenotare una visita al San Mungo per quella pazza della tua amichetta!”.
La mia amica era rimasta di sasso quando mi aveva notato, mentre le altre due si erano voltate a scrutarmi beffarde. Sembrava che la discussione fosse nata perché avevano chiesto a Mary di fare cambio di letto con me, in modo che mi ritrovassi accanto alla finestra – il più distante possibile da loro. Per non si sa quale motivo, forse esaurimento, invece di mostrarmi superiore e ignorarle avevo alimentato la discussione. Solo mezz'ora dopo mi ero resa conto della mia idiozia e avevo concluso con un “Tranquille, dormo vicino alle finestra. Ma vi conviene chiedere di cambiare stanza, forse la pazzia si trasmette per via aerea.”
Nascosta sotto le coperte, in silenzio, avevo pianto per almeno un'ora. Non per colpa di quella particolare disputa, ma perché Hogwarts era cambiata. Sei anni prima era stata la mia ancora di salvezza, il primo posto che avevo finalmente imparato a chiamare casa... mentre adesso si era quasi trasformata in un inferno. Non mi interessava che i miei compagni mi credessero, quelli erano soltanto affari loro, ma d'altra parte ero stanca di essere presa di mira ogni cinque minuti. Perché non mi ignoravano e basta?
Al risveglio avevo finto che fosse tutto a posto per non turbare i miei amici, e per la mancanza di appetito avevo incolpato l'arrivo di quel periodo del mese. Non ero certa mi avessero creduto, ma avevo continuato a sorridere e rassicurarli fin quasi a convincermi io stessa di stare bene.
Apprezzai molto il gesto di Neal, che decise di andarsi a sedere accanto a Robin per lasciare che fosse Regina a prendere posto accanto a me. In questo momento avevo bisogno della mia amica.
-Emma... hai una cera orribile.
-Grazie Regina, lo so. Ho dormito poco.
-Sono stati molto fastidiosi?
-Cosa?
-Avanti, sono anch'io in questa scuola. Pensi che i miei cari compagni di stanza siano stati amichevoli sapendo chi frequento?
-Mi spiace...
-Ma no, chi se ne frega. Voglio solo dire che immagino cosa sia successo. Non mi pare che i Grifondoro siano tanto meglio, ultimamente.
Sbuffai. Era davvero inutile cercare di nasconderle le cose, sapeva leggermi meglio di chiunque altro. E aveva ragione. Non era una questione di casa di appartenenza: stavolta mi odiavano tutti allo stesso modo, magari avrebbero anche fondato un bel club con tanto di spille con scritto “Emma Swan curati” o qualcosa del genere.
-Dai, non ci posso credere che ti stai facendo abbattere da questa gentaccia.
-Ma no. No...- borbottai, cercando di convincere più me stessa che lei -No. Ero stanca e ho avuto un momento di debolezza, tutto qui.
Forse non era una bugia, forse era davvero così. Per nessuna ragione al mondo avrei lasciato che l'Oscuro ottenesse ciò a cui mirava: non mi sarei lasciata abbattere. Avevo sempre i miei amici, un ragazzo meraviglioso, la verità dalla mia parte... la fiducia di coloro che potevano davvero fare la differenza. Di cos'altro avevo bisogno, in fondo?
-Forza, via i libri e su le bacchette!- esclamò la professoressa Lucas facendo il suo ingresso in aula. Entusiasti eseguimmo gli ordini, lieti di iniziare l'anno con qualcosa di più interessante della lettura di un capitolo. Ruby Lucas era giovane, aveva soli ventisette anni, ma era la prima insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure rimasta viva e vegeta per più di un anno. Ne ero davvero lieta, perché era la migliore che avessimo mai avuto: l'anno precedente mi era stata di grande aiuto con il torneo. Oltre ad avermi ceduto la sua aula perché potessi esercitarmi, mi aveva dato una mano con alcuni incantesimi di difesa più complicati. In più faceva parte dell'Ordine della Fenice; io e gli altri l'avevamo intravista e salutata un paio di volte quell'estate, anche se non si era mai trattenuta a cena.
-Bentornati ragazzi- sorrise -E benvenuto al nostro nuovo studente. Killian Jones, dico bene?
-Sì professoressa.
In quel momento molti occhi vennero puntati su di lui, compresi i miei. Era seduto accanto a Zelena, ovviamente, e sembrava tutt'altro che intimidito.
-Hai frequentato il sesto anno a Durmstrang per un periodo, a quanto so. Immagino abbiate studiato gli incantesimi non verbali, vero?
-Oh sì, certo.... e me la cavo anche abbastanza bene.
Fu disgustoso vedere come Zelena gli sorrise smielata, eppure lui ne sembrò compiaciuto. Diversi Serpeverde risero sotto i baffi e notai che purtroppo anche alcune ragazze di Grifondoro sembravano rapite dal suo fascino. Certo, era attraente e non potevo negarlo, ma era l'ultima cosa che mi interessava di quello sbruffone. E poi non era possibile essere amici della sorella di Regina e allo stesso tempo essere delle brave persone. Non ero prevenuta, constatavo semplicemente la realtà dei fatti.
Avrei preferito che la prof gli chiedesse di abbassare le penne, non che gli sorridesse.
-Molto bene. Allora, sai dirci cosa sono gli incantesimi non verbali?
-Beh, sono... insomma, un incantesimo non deve essere necessariamente pronunciato ad alta voce. È la mente a lanciarlo, anche quando parliamo. Farlo in silenzio è utile per cogliere gli avversari di sorpresa. Se poi si ha un Legilimens davanti, certo, c'è poco da fare... ma è un altro discorso.
-Non è una spiegazione molto tecnica... ma chiara e corretta. 5 punti a Serpeverde. E sì, quest'anno inizieremo a cimentarci negli incantesimi non verbali: vi accorgerete che lo stesso avverrà anche per tutte le altre materie. E verso la fine dell'anno imparerete anche a bloccare un Legilimens.
Iniziò quindi a spiegare più approfonditamente gli incantesimi non verbali, ma sfortunatamente riuscii a seguire ben poco: avevo bisogno di dormire. Dopo pranzo sarei andata a letto, sperando di svegliarmi in un orario decente per potermi allenare un po' con Neal. Dovevo anche scegliere una data per le selezioni di Quidditch, comunicarla alla professoressa e farlo sapere ai miei compagni. Avevo decisamente scelto il momento peggiore per lasciarmi provocare da quegli idioti e addirittura farmi buttare giù al punto di perdere il sonno. Come avevo potuto? Non era da me, maledizione, ero abituata alle provocazioni fin da piccola e ormai avrebbero dovuto solo scivolarmi addosso.
-Sai, non è così male Jones. Almeno credo.
-Cosa?- mi voltai a guardare Regina sorpresa, la quale stava squadrando attentamente il ragazzo.
-Cioè, se la tira parecchio ed è amico di mia sorella ma a parte questo...
-C'è qualcosa a parte questo?
-Non ha detto una parola quando si sono messi a... insomma, parlare di te.
Dal modo in cui lo disse immaginai che che “parlare” volesse dire “insultare”, ma in fondo coi Serpeverde andava così da cinque anni. Almeno con la maggior parte di loro. Oltre a Regina c'era qualche altro studente abbastanza simpatico con cui si poteva parlare civilmente.
-E' solo perché lui non mi conosce.
-Non lo so, secondo me non è questo. A meno che non me lo sia immaginato sembrava piuttosto turbato. Comunque devo ancora inquadrarlo... mi incuriosisce.
-No... non ti ci mettere anche tu.
-Cosa?
In risposta le indicai un paio di ragazze che continuavano a lanciargli occhiatine e ridacchiare tra loro. Non lo avrei sopportato se la mia migliore amica fosse entrata nel club.
-No! Oddio, non in quel senso!- borbottò sconvolta, purtroppo a voce abbastanza alta da attirare l'attenzione della prof.
Quella ci scoccò un'occhiataccia, senza dire nulla, ma decidemmo comunque che fosse arrivato il momento di fare silenzio. Stava spiegando qualcosa sul “focalizzarsi bene sullo scopo dell'incantesimo”, ma non avendo sentito gran parte del discorso non seppi dire quanto mi fossi persa. Potevo incolpare solo me stessa: se me ne fossi fregata e avessi dormito tranquillamente, in quel momento sarei stata attenta come ad ogni lezione di Difesa. Un po' incolpavo anche il nuovo arrivato per aver “invaso” i nostri discorsi. Cosa me ne importava?
-D'accordo, io direi che possiamo iniziare ad esercitarci. Non voglio passare l'ora a farvi leggere il capitolo, quindi dividetevi in coppie. Killian, tu parti avvantaggiato... cosa ne diresti di fare coppia con Emma?
Gelai sul posto. Cosa? Avevo sentito bene? Era una specie di punizione per aver chiacchierato durante la sua lezione? Ma non era giusto, e quelle che avevano passato il tempo a ridacchiare e magari raccontarsi quale filtro d'amore avrebbero usato per conquistarlo?!
-Emma è la più preparata nella mia materia e... Zelena.- si interruppe, voltandosi verso la rossa che non aveva neanche provato a nascondere la sua risata -Illuminaci, cosa ti diverte?
-Nulla professoressa.- fece, ma senza un minimo di imbarazzo. Per fortuna alle sue provocazioni ero diventata impassibile: dopo tutti quegli anni suonavano come dei “ciao, come stai?”.
-Si è dovuta esercitare molto per via del torneo, quindi è più che normale. Certo, a meno che per voi due non sia un problema, non essendo della stessa casa...- aggiunse infine, rivolta a noi.
-No, per nulla.- rispose Jones per primo, voltandosi a guardarmi con un gran sorriso. La sua casa era l'ultimo dei miei problemi: avevo mille altri buoni motivi per non volerci avere nulla a che fare.
-Non c'è problema.- borbottai comunque, non vedendo via di scampo. Se avessi rifiutato sarei passata per quella stronza e avrei dato ai miei compagni nuove ragioni per infastidirmi.
Ci alzammo tutti in piedi e con un colpo di bacchetta la prof fece sparire tavoli e sedie. Prima di dirigermi, di malavoglia, verso Jones, riuscii a intravedere Robin avvicinarsi a Regina. Se non altro il mio sacrificio sarebbe servito a qualcosa, forse...
-Tranquilla tesoro, non ho intenzione di farti del male.
-Non chiamarmi tesoro. Il mio nome lo sai, puoi usarlo. E poi non ho paura di te.
-Uh va bene Swan, non ti scaldare. Cercavo di essere gentile.
-Esercitati di più allora, non sei molto bravo.
-Allora ragazzi!- esclamò la Lucas, una volta che tutti fummo in posizione; -Ricordate quello di cui abbiamo appena parlato e concentratevi. Useremo l'Expelliarmus, solo quello mi raccomando.- l'occhiata che seguì se la beccarono Zelena e i suoi amici: peccato che questa fosse troppo occupata a guardare me e il suo nuovo spasimante... ma se avessi potuto glielo avrei restituito senza problemi. Sentivo i suoi occhi puntati addosso e non mi piaceva affatto. Avrei davvero voluto dargli il beneficio del dubbio, non ero solita giudicare tanto in fretta, ma come potevo se lui me lo rendeva tanto difficile? Non era colpa mia.
-Ti senti bene? Non hai una bella cera...
-Sto benissimo. E grazie per il complimento.- biascicai, lanciandogli uno sguardo truce. Non avevo voglia di parlare e per fortuna non avrei dovuto farlo dato che ci saremmo esercitati con incantesimi non verbali. Potevo farcela. Sarebbe stata una bella soddisfazione fargli volare via la bacchetta dalle mani... forse avrei cancellato quel suo stupidissimo sorrisetto compiaciuto. Pensava di riuscire a far cadere ai suoi piedi anche me, soltanto per via di quei penetranti occhi azzurri?
-Non capisco perché ce l'hai tanto con me. Non ti ho fatto niente...
-Mi innervosisci. Allora, iniziamo oppure no?

 

KILLIAN POV

Non potendo fare altro, annuii. Era chiaro che non le piacevo, quindi per il momento era meglio non insistere. La sua faccia parlava per lei ed ero pronto a scommettere che non avesse dormito molto la notte precedente: aveva due occhiaie tremende e gli occhi un po' arrossati.
Avrei davvero voluto chiederle come se la stesse passando... La sera prima un gruppetto capitanato da Zelena, in sala comune, non aveva fatto che divertirsi a scommettere su quanto sarebbe durata a scuola prima di avere una crisi di esaurimento che l'avrebbe fatta rinchiudere al San Mungo. Per fortuna, con la scusa che non la conoscevo, ne ero rimasto fuori senza tanti problemi. Se solo quei cretini avessero trascorso tre mesi al San Mungo come me, non avrebbero osato parlare così... c'era poco da scherzare. Dopo una sola settimana avevo desiderato fuggire da quel posto orribile, ma avevano insistito a tenermi sotto osservazione per continuare ad esaminarmi ed essere certi che non avessi una ricaduta. Nonostante sapessi che fosse per il mio bene, era stata dura resistere... con le urla strazianti di altri pazienti che almeno un paio di volte al giorno rimbombavano ovunque. Per non parlare di ciò che avevo visto, vagando per i corridoi o il cortile.
In più, sapevo cosa volesse dire essere nel centro del mirino della maggior parte dei propri compagni di scuola, e non era affatto piacevole. Aveva i suoi amici e poteva anche fingere che non le importasse... come avevo fatto io. Ma in fondo, non era così. Non andava bene così.
-Per la miseria, Jones. Non ti incantare...
-Scusa dolcezza. Allora, inizi tu?
-Ti ho detto di non chiamarmi così. E no, inizia tu... visto che sei già capace.
-Come preferisci.
Imitammo gli altri e ci piazzammo l'uno di fronte all'altra, poi puntai la bacchetta verso di lei e mi focalizzai sull'incantesimo di disarmo... ma c'erano i suoi occhi a distrarmi. Quegli incredibili occhi verdi che mi fissavano curiosi, in attesa.
Invece di far volare via la sua bacchetta, fu la mia a vibrare e cadere a terra. Non riuscii neanche ad arrabbiarmi per la leggera risata della ragazza che seguì: era la prima volta che la vedevo sorridere, ed era così bella... più bella di quanto già non fosse col muso lungo.
-Non eri bravo? Pensa se non lo fossi stato...- commentò sarcastica, incrociando le braccia mentre mi chinavo a raccogliere la bacchetta. Maledizione, non potevo farmi deconcentrare così da due occhioni verdi, per quanto incantevoli potessero essere. Non avevo la minima intenzione di passare per un beota ritardato a causa di una ragazzina che, tra l'altro, non aveva fatto altro che giudicarmi e guardarmi con astio fin dal primo momento in cui mi aveva incontrato.
-Anche i migliori possono sbagliare. Vuoi provare tu?
-No, ormai devi farmi vedere come si fa. Se non altro qualcosa è successo... guarda gli altri.
Se non mi avesse ricordato che fossimo circondati da almeno un'altra trentina di persone, probabilmente non me ne sarei accorto. Mi voltai a dare un'occhiata ed in effetti tutti si guardavano con le bacchette puntate, senza che accadesse nulla. Neanche quelli che muovevano piano le labbra sembravano avere successo. Intanto la prof, che girava per l'aula, raggiunse anche noi.
-Allora, come sta andando qui?
-Potrebbe andar meglio- risposi, e vidi la bionda trattenersi con difficoltà dallo scoppiare di nuovo a ridere. Avevo davvero fatto la figura dell'idiota.
-Forza Killian, fammi vedere come te la cavi.
Annuii, per poi cercare di concentrarmi su qualcosa che non fossero gli occhi di Emma Swan. In fondo non ci guadagnavo nulla a fare la figura dell'incapace davanti a lei, la prof e tutto il resto della classe. Volevo che quel nuovo inizio ad Hogwarts fosse migliore dei precedenti, ed era davvero il caso di sfruttare le capacità acquisite durante i sei mesi a Durmstrang.
E funzionò. Non appena pronunciai la formula nella mia testa, la bacchetta della bella Grifondoro volò via, ricadendo qualche metro dietro di lei ed attirando l'attenzione di tutti gli altri.
-Molto bene, proprio così! Sarai anche avanti ma spesso ci vuole molto di più ad acquisire precisione e controllo... quindi bravo e altri 5 punti a Serpeverde! Ragazzi, dovete concentrarvi. Dovete sentire la magia scorrervi nelle vene... come quando pronunciate l'incantesimo a voce alta. Provateci, darò cinque punti a tutti coloro che ci riusciranno.
La classe tornò quindi a concentrarsi, e stavolta toccò alla mia compagna venire osservata dalla prof. Sembrava piuttosto nervosa, ma non appena recuperò la bacchetta non disse una parola e me la puntò contro.
La guardai intensamente mentre i secondi passavano, e il suo sguardo così fermo e deciso quasi mi convinse che da un momento all'altro ce l'avrebbe fatta.
E invece no. Tutto ciò che uscì furono delle scintille rosse senza alcun effetto. Quella sospirò abbassando il braccio frustrata, la sua stanchezza di nuovo visibile.
-Non importa, non mi aspettavo che riuscissi subito. Non ti arrendere però, le scintille erano un ottimo segno!
Annuì, ma nonostante le parole della donna non sembrò molto entusiasta o convinta. Ed era un vero peccato, mi sarebbe piaciuto molto vedere un altro sorriso dipingerlesi in volto.
-Avanti tesoro, puoi continuare a provare tu!- offrii, quando la prof ci lasciò di nuovo soli.
-Ti ho già detto di non chiamarmi così! Sei ritardato o fai finta?!
-Mammamia, che acida! Cercavo solo di essere gentile, ma con te mi pare inutile! Dillo che te la sei presa perché io ci sono riuscito e tu no.
-Sta' zitto! E hai poco di cui vantarti, non sono io quella che è stata espulsa!
A quell'osservazione strinsi i pugni: l'aveva voluto lei. Io ci avevo provato ad essere carino, e il fatto che non le piacessero quei nomignoli non era una buona scusa per iniziare ad insultarmi senza sapere nulla. Forse Zelena e i suoi amici non avevano proprio tutti i torti: forse era davvero un'insopportabile ragazzina convinta di essere meglio degli altri.
-Tu sta' zitta mocciosa, non sai proprio niente di quello che è successo!
Arrabbiato puntai la bacchetta verso di lei, ma prima che potessi disarmarla quella gridò “Protego!”. L'incantesimo fu così potente che fui scaraventato contro il muro, ma questo non mi impedì di rialzarmi subito e scagliarle un Levicorpus. In un attimo si ritrovò in aria, appesa per la caviglia, e quando i miei compagni di Casa scoppiarono a ridere mi unii a loro. Se l'era cercata.
Prima che la bionda avesse modo di colpirmi ancora mi affrettai a scagliare il Liberacorpus, ma la Professoressa Lucas fece apparire dei cuscini per attutire la sua caduta.
-Mi dispiace ma una punizione non ve la toglie nessuno a voi due! Stiamo studiando gli incantesimi non verbali e...
-Beh, tecnicamente io...
-Silenzio, Jones! L'incantesimo di disarmo è l'unico che ho dato il permesso di usare, non ci sono scuse! Per nessun motivo potete attaccarvi in classe. Jones, tu vai con Zelena. Emma, tu...
-Io vado in infermeria, ho mal di testa.
Mentre correva via con le risate dei Serpeverde – e diversi Grifondoro – in sottofondo, la intravidi tenersi il polso destro, il che spense la mia. Oh, dio. Si era fatta male cadendo? Per quanto fastidiosa ed irritante fosse, farle del male era l'ultima cosa che desideravo.
-Silenzio! Continuate a lavorare, forza.
Nonostante desiderassi ardentemente correrle dietro, non potei fare altro che lasciarmi tirare per mano da Zelena senza tante cerimonie.

 

***

 

EMMA POV

-Non esiste persona più insopportabile di Jones, dopo Zelena!- esclamai, lanciando la pluffa con così tanta forza che quasi buttai Neal giù dalla sua scopa. Ancora non riuscivo a credere di essermi presa una punizione per colpa di quell'idiota sbruffone! D'accordo, avrei potuto ignorare le sue battutine, ma nel momento in cui aveva capito di darmi fastidio avrebbe anche potuto smetterla: non ero dell'umore per sopportarlo. Ma in fondo, cos'altro avrei dovuto aspettarmi da un Serpeverde? Soprattutto dal nuovo spasimante di quell'oca dai capelli rossi!
-Quindi fammi capire. Ti ha fatto rompere un polso?!- esclamò Mary Margaret sconvolta, lanciando anche lei la pluffa in direzione degli anelli.
Alla luce di quanto accaduto i piani erano cambiati e tutti i miei amici avevano voluto unirsi a me e Neal a giocare un po' a Quidditch, perfino Regina.
Dopo essere stata in infermeria a farmi aggiustare il polso avevo dormito un'oretta, tornando soltanto per la lezione successiva, Erbologia. Per fortuna era stata più tranquilla, così come l'ora di trasfigurazione. Anche in quest'ultima avevamo dovuto iniziare con gli incantesimi non verbali, ma la professoressa Blue aveva trovato più adeguato farci immergere nella teoria, prima, per mia somma gioia. Ad ogni modo non avevo avuto molto tempo per aggiornare i miei amici, mentre a pranzo avevamo preferito evitare orecchie indiscrete. Così, una volta finito di mangiare, eravamo andati a recuperare le nostre scope e avevamo raggiunto il campo.
-Quello è stato un incidente, che ne sapeva come sarei caduta.
-E' già grave che ti abbia appesa in aria e poi lasciata cadere! Se la prof non fosse intervenuta... io lo uccido!- esclamò Neal, dopo aver rilanciato la palla a Regina.
-Non ucciderai proprio nessuno. Mi sarei presa una bella botta, niente di più. Smettetela, non è questo il punto. Il polso il dottor Whale me l'ha aggiustato in 30 secondi. È... è il suo essere insopportabile, il problema!
Le chiacchiere furono interrotte da un perfetto tiro di Regina, che riuscì a confondere Neal e segnare nell'anello centrale. Cavolo! Come faceva ad essere così brava e non voler entrare in squadra?!
-Wow! Se fossi stata dei nostri ti avrei costretta a prendere il posto vacante di cacciatrice!- esclamai colpita, e la mora sorrise soddisfatta.
-Te l'ho detto, non è che non mi piace lo sport. Solo non ho la fissa, e poi con mia sorella come Capitano, neanche per sogno!
-Pure te hai ragione. Però...
-Però niente Emma, non cambio idea. Come ti senti?
-Come una che dovrà subirsi una punizione con quell'idiota. Non voglio dire di non essere stata stronza, ma mi stavo facendo gli affari miei. Bastava che lui facesse lo stesso, gliel'ho fatto capire chiaramente. Ma lui nulla! Doveva per forza continuare a rompere!
-D'accordo, tu hai ragione, ma non intendevo in quel senso. Stai meglio?
-Sì. Sì... - annuii infine, sospirando.
Se non altro, il casino con quel bell'imbusto mi aveva fatto dimenticare il resto dei miei problemi. A pensarci bene, forse avrei dovuto ringraziarlo.
Quel che non dissi ai miei amici fu che il mal di testa non era stato una scusa per andarmene. Nello stesso attimo in cui ero rimasta a testa in giù il dolore alla cicatrice era esploso, e un flash dell'Oscuro che rideva soddisfatto mi era passato davanti. E con lui avevo chiaramente visto gioire Cora Mills, la madre della mia migliore amica.




 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Siccome scrivere l'epilogo si sta dimostrando più difficile del previsto (probabilmente perché è l'ultimo e mi deprimo all'idea xD), ho pensato di postare di nuovo qui, avendo un capitolo già pronto da un po'...
Emma non se la sta passando proprio bene, e il temperamento di Killian (volevo fosse sempre il suo solito, anche se qui è più giovane), non aiuta. Ad ogni modo Emma lo attrae, la vede simile a sé e a modo suo ha anche voluto essere gentile... ha notato subito che la bionda non era in forma. Solo che aveva anche l'umore sotto i piedi, quindi l'ha trattato piuttosto male fino a farlo irritare... e hanno finito per scontrarsi xD 
Nonostante questo, non lo incolpa per averle fatto male perché è stato un incidente... ma non nasconde di trovarlo eccessivamente irritante per i suoi gusti. Poi, certo, nessuno dei due avrebbe ammesso di essere stato incantato dagli occhi dell'altro...
Il prossimo capitolo potrebbe arrivare tra una settimana, fino al 18 ho delle bozze che sono da sistemare... ma la trama c'è. Vedremo, forse riesco prima a finire quel benedetto epilogo dell'altra ff!
Curiosità... che ne pensate della nuova stagione di OUAT? Secondo me ci sono alti e bassi, certe cose troppo uguali alla s1 secondo me, quindi ripetitive... ma altre sono interessanti. Rogers invece mi fa tenerezza, non è il nostro Killian ma mi piace in versione poliziotto buono!
Un abbraccio e a presto :*

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Capitolo 4
*** A dark past ***


A dark past



4 anni prima

Il giovane Killian non aveva neanche le forze per leggere il messaggio appena ricevuto dalla sua ragazza.
Non riusciva nemmeno a muovere un muscolo, a dire il vero. Era steso di schiena, occhi aperti a fissare il buio e chiedersi se quell'incubo sarebbe mai finito. Era come se ad ogni trasformazione il mostro che lo consumava diventasse sempre più forte... e lui, sempre più debole.
Durante l'ultimo mese si era tramutato in quell'ombra oscura per ben sette volte, ed era già la terza in cui non ricordava cosa avesse fatto... stava perdendo il controllo definitivamente.
Ogni volta che suo padre lo picchiava, puntualmente reprimeva la rabbia per non fargli del male, così il suo corpo e la sua anima esplodevano per liberare l'Obscurus. Obscurus, quello era il nome di ciò che ormai abitava in lui da dieci anni. Gliel'aveva spiegato sua madre molto tempo addietro, quando alla terza trasformazione aveva capito che per il suo bambino non ci fosse scampo. Così, con moltissima pazienza, gli aveva insegnato a controllarlo... a dominarlo, in un certo senso. Era impossibile bloccare le trasformazioni ma aveva imparato a restare abbastanza lucido... così si era abituato a volare dritto oltre i boschi per sfogarsi, nei campi. Campi che una volta erano appartenuti ai contadini, ma l'Obscurus era una forza distruttiva. Doveva necessariamente sfogarla su qualcosa di vivo, doveva distruggere la vita... così, aveva distrutto i raccolti per un anno, fino a che non era iniziata a girare voce che quel posto fosse maledetto e nessuno aveva più provato a coltivarvi nulla. Era una landa desolata che la maggior parte delle persone preferiva evitare ed i bambini venivano istruiti a non avvicinarsi e giocare il posti più sicuri.
Per riuscire a tenerlo ancora sotto controllo, sua madre, dopo ogni trasformazione, si recava al campo per far ricrescere gli ortaggi e dargli qualcosa su cui scagliarsi. Così aveva continuato per anni e anni, perché quel lume di lucidità che aveva imparato a mantenere gli ricordava di non essere una persona cattiva... non voleva fare del male a nessuno.
Il motivo per cui era ancora, sorprendentemente, vivo, era che l'Obscurus non aveva mai risucchiato tutta la sua magia come di solito accadeva. L'aveva indebolita, ma non abbastanza perché suo padre smettesse di picchiarlo. Bastava che facesse rotolare una mela per un paio di volte più del normale, perché l'uomo si sfilasse la cintura per prepararsi a punirlo. E lui si era abituato. Sua madre non l'aveva mai fermato, ed in fondo era meglio così.
L'Obscurus si risvegliava ogni volta che egli era estremamente turbato, e qualunque cosa accadesse, qualunque brutto voto prendesse, nulla era paragonabile al dolore inflittogli dall'uomo. Così, le trasformazioni erano ormai legate soltanto a tali eventi e non rischiava di ammazzare qualche ragazzino per averlo infastidito, o un professore per avergli assegnato una F.
A parte questo, la sua vita era stranamente normale, quasi piacevole. Andava a scuola, aveva un bel gruppo di amici e da un anno anche una ragazza. Milah. Con lei passava i pomeriggi a studiare, le serate a divertirsi in giro con gli amici e le noiosissime giornate di scuola. Perfino le notti, a volte. Da tre mesi avevano fatto quel passo avanti nella loro relazione, ed ora facevano l'amore almeno una volta a settimana. A casa di lei, quando i suoi genitori si assentavano... oppure nei boschi, lontano da sguardi indiscreti.
Grazie a lei si sentiva meno solo. Milah era una ragazza dolce, divertente, intelligente e molto bella. Alta e fine, lunghi capelli ricci e corvini e occhi verdi. Faceva il tifo per lui ad ogni partita di calcio, essendo capo cheerleader della scuola. Lui, invece, era il capitano della squadra.
Era un ragazzo riservato con chi non conosceva, e questo lato tenebroso lo rendeva ancor più affascinante. Ma coi suoi amici e con Milah sapeva essere se stesso. Rideva. Si divertiva.
Non che fosse un santo. Bastava che un ragazzino si scontrasse con lui in corridoio, perché lo prendesse di mira. Niente violenza fisica, non aveva mai picchiato nessuno. Era però bravo in quella verbale, faceva leva sui punti deboli delle persone per farle sentire piccole ed insignificanti. Un ragazzino di tredici anni aveva perfino cambiato scuola, perché grazie a lui tutti i suoi compagni avevano scoperto che faceva la pipì a letto. In qualche modo, riusciva sempre a trovare qualcosa di compromettente su coloro che inciampavano sulla sua strada.
In fondo sapeva di sbagliare, ma quella era la sua valvola di sfogo.
Tuttavia, in apparenza era un ragazzo normale, addirittura popolare.
Nessuno aveva idea di cosa lo tormentasse, era bravo a nasconderlo. Le trasformazioni erano state abbastanza rare, all'inizio... una volta al mese. Solo col tempo erano aumentate, eppure riusciva ancora a gestire la situazione. Almeno con gli altri.
Con sé stesso, era un altro conto: ogni volta diventava sempre più doloroso. Ricordava che da piccolo il dolore spariva come per magia entro poche ore, ma ultimamente durava tutta la notte. Come se quella strana forza che riusciva a guarirlo si stesse indebolendo sempre di più insieme a lui. Tre giorni prima aveva dovuto saltare la scuola con la scusa di avere la febbre... ed ora si chiedeva cosa diavolo avrebbe fatto l'indomani. Non poteva rimanere a casa. C'erano i quarti di finale, lui era il capitano... non poteva permettersi di rimanere a letto. Doveva trovare le forze, in qualche modo.
-Killian.
Forse un'aspirina... un'aspirina avrebbe potuto aiutare? Avrebbe provato, non appena i suoi arti si fossero decisi a collaborare.
-Killian.
Oppure qualche bevanda energetica forte... se non addirittura qualcosa in più. Non faceva uso di sostanze anabolizzanti, era contrario, ma che altro poteva fare?
-Killian.
Solo al terzo rischiamo si rese conto che quella fosse la voce di sua madre, e non la sua immaginazione. Forse era un buon segno... doveva esserlo, no? Se era in grado di distinguere la realtà, ciò che era fuori dalla sua testa...
-Killian.
-Mh- borbottò, per farle capire di stare ascoltando. Era troppo stanco per fare caso al tono inorridito e terrificato di sua madre. In fondo era un sussurro...
-Devi venire di sotto.
Allora capì che qualcosa di terribile era successo.

 

EMMA POV

Dopo il primo giorno di scuola le cose non erano migliorate affatto. Oltre una settimana era ormai trascorsa – tra mormorii, sguardi diffidenti, frecciatine e prese in giro – e l'indomani avrei dovuto scontare la punizione con Jones. Oltretutto, le lezioni si erano fatte notevolmente più difficili rispetto all'anno precedente: come la Lucas aveva anticipato, tutti volevano che iniziassimo ad usare gli incantesimi non verbali. Almeno non me la cavavo troppo male, anche se Mary Margaret, Regina, Jones e Zelena li padroneggiavano già alla grande. Certo, non che ci fosse da stupirsi sugli ultimi due... il primo era partito avvantaggiato ed ero certa che Zelena si facesse dare ripassatine più che volentieri. A quanto ne sapevo non stavano ufficialmente insieme, per ora, ma il ragazzo era diventato parte integrante del gruppetto della rossa e i due flirtavano senza vergogna. Erano piuttosto disgustosi, ma se non altro troppo distratti l'uno dall'altra per infastidire me; fortunatamente nessun professore mi aveva più chiesto di lavorare in coppia con lui. Si era avvicinato soltanto il secondo giorno di scuola per chiedermi se mi avesse fatto male durante il nostro piccolo scontro, ma l'avevo liquidato velocemente assicurandogli che fosse tutto a posto.
Oggi, per fortuna, si prospettava un pomeriggio piuttosto intenso ma divertente: avrei tenuto le selezioni per la squadra di Quidditch. Si erano iscritte molte più persone di quanto avrei immaginato, vista la mia recente scarsa popolarità. Sapevo solo non sarebbe stato troppo difficile gestire giocatori che non avevano fiducia in me, ma avrei cercato di non farmi condizionare e avrei scelto i migliori. Era ora di riprenderci la coppa.
-Allora Capitano. Pronta a formare la tua prima squadra?- fece Neal allegro, avvicinandosi per baciarmi sulla guancia. Troppo ansiosa per ricambiare, risposi con una nervosa ed imbarazzante risatina.
-Avanti, Emma! Andrà alla grande. Se sei agitata adesso non oso immaginare alla prima partita!- intervenne David scherzoso, battendomi una pacca sulla spalla.
-Dai, pensi che la prof ti avrebbe scelta se non pensasse che sei in grado di cavartela? Andrà alla grande.
-Grazie Robin, ma non ne sono così convinta. Però sono contenta che almeno i miei attuali compagni di squadra non pensino che sia una pazza sclerata...
Fu il turno di Mary, che invece di aggiungere altro mi abbracciò forte. Poi, dato che erano le cinque in punto, decisi di non perdere minuti preziosi. Volevo fare buona impressione, dimostrare agli altri e a me stessa di essermela meritata quella spilla.
Mi alzai dunque in volo e soffiai nel fischietto per attirare l'attenzione.
-Ciao ragazzi! Sono contenta di vedervi così numerosi. Come sapete abbiamo due posti vacanti in squadra. Un cacciatore e il portiere. Inizieremo col portiere, così quando avrò scelto si metterà in porta e sarà la volta dei cacciatori. Va bene?
Alcuni annuirono, altri gridarono “sì” e altri ancora rimasero a guardarmi in silenzio. Erano loro a preoccuparmi maggiormente, perché era chiaro non fossero molto contenti di vedermi lì. Tuttavia volevo credere che fossero venuti per i provini come tutti e che avrebbero giocato in modo pulito, senza creare confusione.
-D'accordo... bene.- mi schiarii la voce -Quelli che vogliono provare per il ruolo di portiere si mettano in fila. Gli altri si vadano a sedere... credo ne avremo per un po'.
Mentre gli altri si disperdevano, oltre una quindicina tra ragazzi e ragazze si misero in fila. Ad averlo saputo avrei anticipato le selezioni di almeno un'ora, perché a meno che non ci fossero veri e propri incapaci, le cose si sarebbero sicuramente trascinate per le lunghe.
-Ok. Il primo... oh, Jeff!
Quando il ragazzo si alzò in volo e mi sorrise tirai un sospiro di sollievo. Jefferson ed io ci eravamo frequentati durante gli ultimi mesi del quarto anno – quinto per lui – e ci eravamo lasciati l'ultimo giorno di scuola. Eravamo rimasti in buoni rapporti, più o meno, ma quando l'anno prima il mio nome era uscito dal Calice di Fuoco, era stato tra coloro che inizialmente avevano creduto fossi stata io a mettercelo. Dunque non sapevo dire se credesse a me o al Ministero e la Gazzetta... ma per fortuna quel sorriso mi aveva fornito la risposta.
-Iniziate pure!
Parò uno, due, tre, quattro volte i tiri di Neal e Robin, e per quanto fossero bravi non potei dire di essere stupita. Jeff sarebbe entrato in squadra già al terzo anno, se non si fosse fatto male il giorno delle selezioni. L'anno successivo la squadra era stata al completo, poi c'era stato il Torneo Tremaghi e quindi niente Quidditch. Fui davvero felice di vederlo parare l'ultimo colpo: sarebbe stato fantastico averlo in squadra.
-Benissimo, bravo! Mi sa che hai spaventato un po' di gente...- risi, accennando ad un gruppetto di 3 ragazzi del secondo anno che si allontanò dalla fila. Meglio così.
-Adesso... ah, Arthur. Vai.
Non l'avevo notato e sicuramente non mi mi sarei aspettata di vederlo lì. Dalla nostra ultima chiacchierata era stato chiaro disapprovasse il fatto che il Capitano fossi io, e le poche altre volte che ci eravamo incrociati in sala comune si era limitato a lanciarmi occhiate sprezzanti.
Senza neanche degnarmi di uno sguardo si alzò in volo e raggiunse i tre anelli.
Parò una volta. Due. Cinque. Parò tutti i colpi, proprio come Jeff. Maledizione.
Mentre i portieri continuavano a provare sperai vivamente che qualcun altro riuscisse ad eguagliarlo, così avrebbe avuto più avversari e meno possibilità di entrare in squadra. Ma se fosse risultato il migliore allo spareggio... come avrei fatto? Non volevo neanche pensarci.


-Direi che abbiamo un nuovo portiere!
Non avrei mai immaginato che il mio primo giorno da Capitano si sarebbe rivelato tanto estenuante. Le selezioni per il portiere erano durate più di un'ora, dato che diversi ragazzi se l'erano cavata molto bene. Gli ultimi a rimanere erano stati Jefferson e Arthur e per la scelta finale, io, Neal e Mary tirammo un colpo a testa a distanza di due secondi. Fu una vera sfida riuscire a contenere la gioia quando Arthur mancò la mia palla, che attraversò in pieno l'anello di destra: Jeff era riuscito a non farsene sfuggire nemmeno una, anche se per un pelo.
Essendo troppo occupata a gioire con gli altri e festeggiare il nostro nuovo giocatore, la spinta di Arthur mi colse totalmente alla sprovvista. Per fortuna avevo già toccato terra e Neal e David mi sorressero tempestivamente.
-Oops, scusa!
-Scusa, certo! Brutto idiota, l'hai fatto apposta! Potevi farle male!
Ma per fortuna non mi ero fatta niente ed ebbi i riflessi pronti per pararmi in mezzo ai due ragazzi, prima che Neal gli sferrasse un pugno e finisse nei guai.
-Emma, fatti da parte.
-So difendermi da sola. E non serve a niente fare a pugni!
-Certo, è più facile barare per non farmi entrare in squadra, vero?
Non potei credere alle mie orecchie. O forse sì, ma questo non aiutò a placare il potente moto di rabbia che mi pervase: come osava! Poteva dire di me ciò che voleva, non me ne importava proprio niente, ma un'insinuazione del genere non potevo accettarla! Non davanti a tutti gli altri candidati, soprattutto visto che a molti di loro serviva soltanto una scusa per mettere il discussione il mio ruolo.
-Cosa vorresti dire?- gli domandai, stringendo i pugni nel tentativo di rimanere calma.
-A Jefferson hai tirato piano! L'hai fatto apposta, mi sembra chiaro.
-Ti sbagli. È più bravo di te, vedi di fartene una ragione. Ora vai via, è già tardi e devo ancora scegliere un cacciatore. Non ho tempo per discutere, ho preso la mia decisione.
Fui grata alla mia squadra di essere rimasta in silenzio per lasciare che gestissi da sola la situazione, volevo assolutamente riuscire a farmi valere e rispettare da sola.
Nonostante ciò, tutti ci fissavano e dagli sguardi di alcuni traspariva chiaramente che fossero d'accordo con Arthur. Forse, dopotutto, la prof aveva sbagliato ad assegnare il ruolo proprio a me. Forse era il momento sbagliato per attirare l'attenzione più di quanto non facessi già senza neanche muovere un dito. Mi aveva sopravvalutata. Lei e il preside, che le aveva permesso di affidarmi una responsabilità simile. Non ero forte come avrei voluto essere e me ne accorgevo sempre di più, ogni giorno che passava. Era dannatamente dura tornare ad essere quella strana... quella sbagliata, diversa. Quella presa di mira dalle persone con cui era costretta a convivere. Soprattutto dopo che mi ero convinta che l'incubo fosse finito.
Odiavo non riuscire a ignorare e guardare avanti. Odiavo quel lato debole che faceva tutto il possibile per riemergere e consumarmi: non avevo idea di come combatterlo.
-Ti ho detto di andartene, sei sordo?- ripetei con tutta la calma che riuscii a concentrare nella voce, poi mi voltai in direzione delle tribune; -I cacciatori vengano a mettersi in fila, forza! Speriamo di finire prima che faccia buio...
Prima che avessi il tempo di rendermi conto di cosa stesse succedendo, un lampo di luce rosso passò a due centimetri dal mio orecchio e, un secondo dopo, trovai Arthur appeso per la caviglia.
Tra brusii ed esclamazioni mi ci volle un attimo a realizzare cosa fosse accaduto.
Mi voltai verso l'ingresso del campo e proprio come avevo immaginato vi trovai un Killian Jones sorridente, la bacchetta puntata in direzione del malcapitato, e Zelena col resto del gruppetto di Serpeverde che se la ridevano di gusto.
-Che cosa diavolo ci fate voi qui?!
-E' questo il modo per ringraziarmi di averti salvata, dolcezza? Si da' il caso che questo... essere, era pronto a scagliarti qualche fattura. A giudicare dalla sua espressione livida non avrebbe fatto sbucare dei fiori per regalarteli...
-Salvata, che esagerazione! Poi perché proprio tu dovresti salvarmi? E mettilo subito giù!
-Agli ordini tesoro!- al suo veloce movimento di bacchetta seguì un tonfo che ci costrinse tutti a voltarci di nuovo. Senza pensarci tanto accorsi dal ragazzo per assicurarmi che stesse bene, ma quello si tirò subito in piedi e mi diede una violenta gomitata per poi allontanarsi dal campo fulminando Jones con lo sguardo.
Forse mi stavo trasformando in una cattiva persona, quello che il nuovo Serpeverde aveva fatto era assolutamente sbagliato, ma non provai alcuna pena nel vederlo zoppicare: se l'era cercata.
Solo, una domanda sorgeva spontanea: perché erano intervenuti? Almeno Zelena, normalmente, si sarebbe divertita come una matta a vedermi colpita da chissà quale incantesimo.
-E poi sarei io il cattivo...
Per poco non feci un salto, non mi ero accorta che il moro mi avesse raggiunta. Sollevai lo sguardo e per un attimo, un solo attimo, pensai che quegli occhi azzurri fossero troppo perfetti per essere veri. Per fortuna mi riscossi immediatamente.
-Non potete irrompere alle nostre selezioni e attaccar briga! E poi sentiamo, perché proprio tu dovresti “salvarmi”?
-Semplice- scosse le spalle -Perché, che tu ci creda o no, trovo di poco gusto attaccare una persona alle spalle. È da codardi. E poi io e la mia ragazza abbiamo convenuto che potesse essere divertente far correre via un pallone gonfiato con la coda tra le gambe. Non trovi?
-Tu e la tua ragazza. Accidenti, ci avete messo poco.
-Gelosa?
-Ti piacerebbe. Il mondo non gira attorno a te, lo sai?
-Vattene e portati via la tua ragazza e i vostri scagnozzi.- intervenne Neal, comparendo al mio fianco e cingendomi le spalle con fare protettivo. Un po' mi infastidì, ma decisi di non farlo notare a quel pallone gonfiato che cercava solo una scusa per attaccar briga.
-Mai riconoscente la biondina, eh?- Zelena imitò Neal e cinse in vita il suo ragazzo, che ricambiò la stretta con un sorriso allegro. Erano davvero disgustosi... e poi stonavano insieme.
-Adesso andatevene prima che chiami la vicepreside. Non ho tempo da perdere con voi.- li minacciai, e la rossa scoppiò in una sonora risata. Dio, quanto autocontrollo avrei dovuto esercitare ancora per resistere dal prenderla a schiaffi?! Vista la mia settimana di merda, un bello sfogo mi avrebbe fatto molto molto bene... mi bloccava solo la poca voglia di ricevere un'altra punizione.
-Come preferisci, ma non fa molta differenza... non vincerete mai comunque.
-Contro Serpeverde abbiamo sempre vinto, mi pare- sorrisi, pungendola sul vivo proprio come immaginai: avevamo vinto la coppa una volta su 4, ma senza mai perdere contro Serpeverde, il che era estremamente appagante.
-Adesso abbiamo un ottimo Cercatore. Sai perché è stato buttato fuori da Durmstrang?
-Zelena. Lascia perdere.- ribatté il ragazzo con voce ferma, ed il suo sorriso improvvisamente si spense. Aveva... paura? Tuttavia fui l'unica a farci caso, perché l'altra lo ignorò e continuò a guardarmi negli occhi, con aria di sfida.
-Diciamo che l'ultimo Cercatore che ha tentato di mettersi sulla sua strada ha fatto un bel volo senza scopa... ah, e adesso sta probabilmente imparando a scrivere con la mano sinistra.
-È stato un incidente.- fece quello, cupo.
-Ovvio tesoro, ma gli incidenti possono... capitare. Ciao Salvatrice, illuditi finché puoi!- concluse.
Guardai il gruppetto allontanarsi, ma Killian Jones si voltò a guardarmi per ancora qualche istante... e mentre domande e brusii riempivano la mia testa, mi ritrovai a chiedermi se il ragazzo fosse sincero. C'era qualcosa, nel suo sguardo... rammarico, forse? Disagio? O forse ero una stupida e si trattava solo del terrore di essere stato scoperto. Da ciò che avevo capito, dopotutto, sembrava che per colpa sua un ragazzo avesse perso la mano destra o qualcosa del genere. Ma questo non cambiava le cose: Zelena sperava di avermi spaventata ma non era così.
-Forza, i cacciatori qui! Non perdiamo altro tempo!

 

8 mesi prima

Killian Jones incrociò lo sguardo della giovane Elise quasi con disperazione, ma non si stupì quando lei lo distolse.
Anche la sua ragazza l'aveva abbandonato... anche lei aveva paura di lui, come tutti gli altri. Tredici giorni prima, il giorno successivo all'incidente sul campo di Quidditch, aveva deciso di voltargli le spalle. Aveva dovuto sopportare brusii fin dal mattino, guardare i suoi compagni tenersi a distanza da lui... quindi era stato felice, la sera, quando Elise l'aveva raggiunto sul divano della sala comune, vicino al fuoco. Non avrebbe potuto immaginare che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbero parlato.
“Killian” aveva sussurrato, con aria dispiaciuta. Una messinscena, ovviamente, ora lo sapeva. Come aveva potuto pensare che le avrebbe creduto? “Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto. Però... i miei vogliono portarmi via dalla scuola. A meno che... a meno che non ti lasci.”
“Ma... tu lo sai che è stato un incidente. Sai... sai che non l'ho fatto apposta. Io...” aveva borbottato lui incredulo, guardandola negli occhi. Quelli di lei si erano riempiti di lacrime, poi aveva sussurrato un incerto “Sì, lo so.”. E allora... allora aveva capito che neanche lei gli credeva. Neanche ricordava la successiva parte del discorso, perché era stata futile. Ricordava soltanto che la giovane si era alzata, lasciandolo più solo che mai.
Non aveva pianto. Aveva deciso che quelle persone non meritavano le sue lacrime, ma nonostante questo si era odiato. Si era odiato perché quella solitudine aveva iniziato a dilaniarlo... proprio quando aveva creduto di avere finalmente trovato il suo posto nel mondo. La vita aveva deciso di prenderlo a pugni in faccia ancora una stramaledetta volta. Sapeva di non essere un ragazzo esemplare e perfetto, ma cosa aveva fatto di tanto terribile per meritare quella sorte?
Aveva spinto Elias, era vero. Ma allo stesso modo Elias aveva spinto lui. Avevano volato fianco a fianco continuando a spintonarsi... come poteva prevedere che l'altro si sarebbe distratto e avrebbe perso l'equilibrio? Il colpo non era neanche stato più violento dei precedenti. Era stato un caso. Un maledetto incidente. Non era sfrecciato per cercare di afferrarlo solo perché era rimasto sotto shock, così come tutti gli altri... solo il preside era riuscito ad agire in tempo per attutire la caduta... ma non era bastato. Se chiudeva gli occhi, ancora riusciva a sentire quel terribile “crack” del braccio.
E nonostante tutto, aveva continuato ad andare a lezione. A studiare. A mangiare, a leggere il giornale. L'unica cosa ad essere cambiata, era il modo in cui trascorreva il tempo libero.
Ogni giorno, dopo le ultime lezioni, prendeva i libri e raggiungeva la foresta, addentrandosi fino ad un praticello in cui sorgeva il laghetto. Studiava lì, a volte leggeva... oppure, semplicemente, pensava. Si chiedeva cosa avrebbe dovuto fare... E se quel senso di solitudine avesse fatto tornare il mostro oscuro che per anni l'aveva divorato? Stava male soltanto a pensarci, così cercava di non farlo... e tornava a studiare. Non ricordava di aver mai studiato così tanto, nonostante fosse uno studente discreto. Abbastanza bravo, dato che fin dai G.U.F.O. aveva conservato la media dell'O. Neanche doveva sforzarsi più di tanto... Dopo anni a odiare matematica, fisica e chimica, si era ritrovato ad amare la magia. Aveva scoperto di essere bravo, tanto che in soli due anni era riuscito a recuperarne ben cinque e a superare l'esame. Così, aveva visto la Scuola di Magia come un'opportunità per ricominciare da capo... Se solo quello stupido incidente non avesse rovinato tutto.
Era arrivato al punto che la ragazza con cui aveva condiviso così tanto non riusciva, o meglio, non voleva neanche guardarlo. Si sentiva in colpa? O aveva semplicemente paura che attaccasse anche lei?
-Jones. Seguimi.
Il preside Barbanera riscosse Killian Jones dai suoi pensieri, e fu quasi felice di alzarsi e seguirlo, per sfuggire finalmente agli sguardi diffidenti dei suoi compagni. Per colpa di un brutto temporale era stato costretto a rimanere a studiare dentro.
Quando tuttavia raggiunsero l'ufficio, il ragazzo rimase sconcertato. Suo nonno era lì... e lui non gli aveva raccontato proprio nulla.
-Cosa...
-Il tuo tutore è venuto a portarti a casa, signor Jones.
-Che... cosa?
-E' arrivato il responso dall'Ospedale Sant'Egin. Il signor Hansen non potrà recuperare l'uso del braccio destro. Ora, la sua famiglia ha deciso di non sporgere denuncia perché il ragazzo ha assicurato che è stato un incidente finito male. Ma capirai che è necessario prendere provvedimenti ed escluderti dalla squadra non è sufficiente, temo. Mi vedo costretto ad espellerti, signor Jones.
Sollievo.
Fu solo sollievo quello che Killian Jones provò. Non delusione. Non rabbia o frustrazione.
Sollievo.
Ed in quel momento, si ripromise di non fare mai più troppo affidamento sulle persone. “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.” Ora lo capiva più che mai. Sarebbe diventato il suo motto, per non rischiare di essere ferito ancora... al punto di essere felice di venire cacciato dalla propria “casa”.
-Bene. D'accordo.






 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Scusate l'immenso ritardo... ma sono stata tutta la settimana al Lucca Comics, sono tornata stasera! Non so se qualcuno di voi ci è mai stato, ma è davvero stupendo! C'è di tutto... dai padiglioni, agli stand di vendita, ai cosplay... insomma, ci tornerò sicuramente!
Comunque, avevo questo capitolo già pronto e ho pensato di postarlo... domani recupererò gli arretrati da leggere!
La maggior parte è incentrata sul passato di Killian. La prima parte è di 4 anni prima, e poco in seguito a quell'evento, e scoprirete più avanti cosa è successo, è stato liberato dall'Obscurus. L'ultima parte, invece, è più recente e risale alla sua espulsione... di cui, grazie a Zelena, tutti sanno.
Emma si è fatta valere e sta formando la sua nuova squadra, Killian a modo suo l'ha "salvata" dalla reazione del suo scontento compagno... e ovviamente lei non ha apprezzato, perché odia quei suoi modi prepotenti. 
Nel prossimo capitolo vedremo come i due se la caveranno in punizione, ma prima ho intenzione di postare l'epilogo finale dell'altra storia, che ho quasi finito di scrivere!
Un abbraccio e a presto! :*

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Capitolo 5
*** Connections are Trouble ***


Connections are Trouble
 



KILLIAN POV

-Killian, cos'è quella faccia? È così deprimente venire a letto con me?- Zelena si alzò a sedere coprendosi col lenzuolo e incrociò le braccia al petto, guardandomi offesa. Era davvero affascinante anche con quell'espressione stizzita in viso, così sollevai il braccio per accarezzarle la guancia.
-No, dolcezza. È stata la parte migliore della giornata.
-Ah sì? Quindi non ce l'hai con me per essermi fatta sfuggire quel... dettaglio.
Scossi la testa. No, non ce l'avevo con lei. Non era colpa sua.
La sera prima mi ero arrabbiato, dopo che aveva praticamente fatto capire ad una trentina di Grifondoro il motivo per cui ero stato cacciato da Durmstrang. Era per un buon motivo che non volevo si sapesse: a colazione, infatti, i miei timori erano stati confermati. La voce del fatto che avessi ferito gravemente uno studente era dilagata e non avevo fatto altro che ricevere sguardi colmi di sospetto da tutti gli altri tavoli. Lo stesso era successo durante le lezioni della mattinata, Erbologia con Tassorosso e Trasfigurazione con Corvonero. Erano sguardi che conoscevo fin troppo bene e neanche gli incoraggiamenti dei miei compagni erano stati d'aiuto. “Magari è la volta buona che butti giù la Swan da quella scopa... una botta in testa le farà più bene che male”, aveva detto Pan. “Tranquillo, qui nessuno ti butta fuori per un incidente”, aveva aggiunto Abigail divertita, per poi farmi un occhiolino “Quindi se accidentalmente le dessi una spintarella... per puro caso...”. Sembrava fossero addirittura contenti della mia fama, almeno quelli con cui avevo parlato. Beh, tranne Regina, che mi aveva solamente suggerito di “non fare cazzate”. Che fosse contraria essendo amica di Emma mi era chiaro, quel che non capivo era cosa pensasse di me. Era una ragazza silenziosa, andava d'accordo quasi con tutti eppure non aveva amici stretti tra i Serpeverde. Non che fosse la casa sbagliata per lei: era ambiziosa, sveglia e astuta... e non si faceva problemi a rimproverare pungentemente chiunque la infastidisse. Eppure, per qualche motivo, i suoi migliori amici erano dei Grifondoro. Avevamo scambiato qualche parola forse due volte in una settimana e a volte l'avevo sorpresa a scrutarmi mentre studiava. Avevo addirittura iniziato a pensare di piacerle... insomma, perché avrebbe dovuto guardarmi, altrimenti? Però non avevo il coraggio di dirle nulla... faceva paura, in qualche modo. Come una regina di ghiaccio.
Ad ogni modo, non aveva di che preoccuparsi: non avevo alcuna intenzione di fare del male ad Emma Swan. Se solo gli altri avessero saputo come mi sentissi per aver ferito quel ragazzo... ma con chi potevo parlarne? Non con Zelena, Peter o Abigail. Avrebbero soltanto riso di me, dandomi dello sciocco sentimentale. E poi avevo imparato a mie spese che legare troppo con qualcuno – al punto di parlargli a cuore aperto – faceva più male che bene.
Così, per porre fine a quegli odiosi sguardi almeno per quel giorno, invece di andare a pranzo con tutti gli altri me ne ero tornato in sala comune con l'intenzione di dormire fino all'ora della punizione con la Lucas.
Non avevo previsto di trovare Zelena comodamente stesa sul divano in accappatoio, i capelli ancora bagnati. “La sera i mocciosi intasano i bagni” aveva spiegato tranquillamente, per poi farmi segno di accomodarmi accanto a lei. Nel tirarsi su a sedere il laccio dell'accappatoio le si era allentato, lasciando semi scoperto il suo seno prosperoso, proprio sotto i miei occhi. Invece di nascondersi imbarazzata mi aveva guardato, e io avevo guardato lei. Tutto questo per quasi un minuto, fino a che non mi ero gettato famelico sulle sue labbra e lei aveva ricambiato con lo stesso ardore. Era stato tutto così veloce e passionale che a stento ricordavo come fossimo arrivati nella mia stanza, sul mio letto. Eppure ci eravamo ritrovati nudi uno sopra l'altra e mi ero sentito così bene, che non avevo perso tempo a chiedermi se fosse giusto o meno. Lei lo voleva, io lo volevo. Non c'era nulla di sbagliato in tutto ciò.
-Non ti importa di quello che pensano di te, vero? Ci siamo noi. Ci sono io.- sorrise, accarezzandomi il petto lentamente.
-No, perché dovrebbe? Se vogliono fare i mocciosi senza palle è un problema loro...- scossi le spalle ridendo, e cercando di convincermi che non mi importasse davvero. Non era come l'ultima volta... non era come Durmstrang. Qui avevo trovato degli amici che non erano corsi via spaventati e scandalizzati, voltandomi le spalle al primo “problema”. E non erano delle persone cattive, nonostante tutto: iniziavo a capire bene quale fosse il problema di tutti gli altri coi Serpeverde. Noi eravamo furbi e determinati, non ci fermavamo davanti a nulla e questo, a quanto pare, veniva scambiato per antipatia. Che poi non avessi un carattere tenero e docile, era una questione a parte.
-Infatti. E poi se ne dimenticheranno, tranquillo. Al secondo anno pensavano che la Swan fosse l'erede di Serpeverde perché parla serpentese...- poi rise -Ti pare?! Quella mocciosa erede del grande Salazar? No, io sono convinta che l'erede sia l'Oscuro... è molto più grande e potente di quella mocciosetta. Sa il fatto suo.
-Sa? Quindi tu pensi che sia tornato?
-Non lo so- disse in fretta, forse un po' troppo -Ma non pensi che, in fondo, non abbia fatto solo del male? Preservare la magia tra i purosangue è più che giusto... pensa a ciò che è successo a te. Sei diventato un Obscurus per colpa di qualche babbano...
-Mio padre.
-Ecco. In una famiglia di soli maghi il problema non si porrebbe. Lui ha soltanto cercato di eliminare il problema alla radice... non dico che sia bello uccidere tutte quelle persone- chiarì subito, probabilmente per via della mia espressione sconcertata -Ma a mio avviso, il fine può giustificare i mezzi qualche volta.
Non aveva proprio tutti i torti. Se mia madre non avesse sposato un babbano, sarei cresciuto come un mago... senza dover sopportare tutto quel dolore. E sicuramente non ero l'unico ad aver vissuto un inferno del genere.
Tuttavia c'erano da considerare i maghi nati babbani... Perché dovevano avere meno diritto di noi di essere ciò che erano? Doveva pur esserci un motivo, se la magia scorreva nel loro sangue. E sì, ero anch'io dell'idea che il fine giustificasse i mezzi... ma non sempre. Sterminare migliaia di persone innocenti solo per preservarsi era dannatamente sbagliato. Ero meno Serpeverde perché la pensavo in quel modo? No. No di certo. La nostra non era la Casa dei “cattivi”, nonostante avessimo questa reputazione. Una reputazione che nascondeva le nostre qualità: determinazione, forza di volontà, ambizione, fiducia in sé stessi. E coraggio, sì, ma dosato con l'intelligenza.
Però non potevo parlarne con Zelena, col rischio di allontanarla.
-Forse è così. Ma tu non dovresti avere Aritmanzia ora?
-Nah...- sbadigliò, tornando a sdraiarsi accanto a me -Oggi salto. Sto meglio qui. Abbiamo almeno un'altra ora prima che la gente inizi a tornare...
E non ci fu bisogno di dire altro.
La bella Mills poteva avere tanti difetti, ma la passione di certo non le mancava... in qualunque cosa facesse. Ed era stata la prima ad accogliermi quando mi ero ritrovato in quello scompartimento completamente solo. Non era una persona cattiva, solo difficile da comprendere.
E poi, era bella e mi desiderava. Al momento era ciò di cui avevo bisogno.
 

***
 

EMMA POV

Affrontare una punizione con Killian Jones era l'ultima cosa che desideravo in quel momento. L'avevo visto soltanto a colazione, ma era bastato a capire come tirassero le acque. Se da una parte ero felice di non essere più al centro dell'attenzione, dall'altra mi dispiaceva che qualcun altro si sentisse allo stesso modo. Di certo non mi importava di lui in particolare, ma avevo riconosciuto bene quello sguardo basso... quell'espressione tipica di una persona che desidera solo poter sparire. E probabilmente attribuiva la colpa a me. Al gruppo di Grifondoro alle selezioni, ma principalmente a me. Mi ero già beccata una frecciatina da una Serpeverde del primo anno e Regina mi aveva confermato che parecchi suoi compagni di casa mi definissero un'ipocrita. Non che fosse una novità, ma era così ingiusto! Io non ne avevo fatto parola con nessuno, era Zelena quella da biasimare, piuttosto! Era lei ad averlo quasi urlato davanti a tutti!
-Maledizione, guarda dove metti i piedi!- esclamai furiosa, quando per poco non rischiai di cadere nello scontrarmi con qualcuno che aveva appena svoltato l'angolo senza guardare. Ormai non vedevo alcun motivo per farmi riguardi con le persone, loro non se ne facevano con me.
-Swan. Quella distratta eri tu mi pare.
-Jones!- esclamai, trovandomi davanti proprio l'ultima persona che avrei voluto vedere: -Fantastico. Speravo di non vederti per almeno altri 5 minuti.
-Sempre molto simpatica... e ancora non ho capito cosa ti ho fatto.
Quegli occhi azzurri. Quei maledettissimi occhi azzurri che si riflessero dritti nei miei. Come se tentassero di ipnotizzarmi... O forse era davvero ciò che stava facendo: non batteva le ciglia, il che era sospetto. Sì... probabilmente era per questo che aveva catturato il mio sguardo tanto intensamente...
-Mi hai fatta finire in punizione!
-Ah, ma sentila! Tu hai fatto finire in punizione me, tesoro.
-Sei tu che mi hai provocata! Non ero dell'umore per le tue uscite idiote...
-Lo sei mai?
-Prova ad approcciarti diversamente con le persone, i risultati potrebbero sorprenderti. È solo un consiglio!
Il ragazzo chiuse gli occhi per qualche istante ed io ne approfittai per distogliere lo sguardo e tirare dritta lungo il corridoio. Ci mancava solo che arrivassimo tardi in punizione per colpa sua e ce ne beccassimo un'altra per questo.
Se non altro mi seguì senza più parlare, così ebbi modo di calmare i nervi... tanto da sentirmi anche un po' stupida. A che servivano le mie chiacchiere se non dimostravo di essere migliore di lui? Probabilmente pensava che fossi una pazza sclerata, e purtroppo non avrei neanche potuto biasimarlo... mi aveva conosciuta soltanto così. Certo, la colpa non era mia, però...
-Swan, dove vai?
-Eh?- mi voltai, già sulla difensiva. E per fortuna mi fermai lì, dato che una volta tanto non aveva torto: persa nei pensieri, avevo superato la porta dell'ufficio della professoressa Lucas.
-Come vi puniscono qui a Hogwarts?
-Dipende dai professori. Qualcuno ti manda in biblioteca ad aiutare a catalogare un sacco di libri... la prof di pozioni si diverte a mandarci a pulire aule del castello al posto del custode. E una volta io e David siamo finiti nella foresta di notte ad aiutare il guardiacaccia a cercare unicorni feriti... ma non è stato poi così male. È in gamba Anton.
-Sì? Mio nonno dice che
-Davvero?- non riuscii a nascondere la sorpresa -Alla maggior parte di voi Serpeverde non piace...
-A me sì. Lo vedi, Swan? Anche tu sai essere carina, se vuoi. Non è meglio?- sorrise.
Maledizione.
Come poteva un sorriso del genere essere reale?
Gli illuminava tutto il viso e, se possibile, rendeva i suoi occhi ancora più lucenti.
Decisi quindi di non rispondere e dopo aver distolto lo sguardo – non senza fatica – bussai alla porta dell'ufficio della prof.
-Avanti!
Non me lo feci ripetere due volte ed entrai velocemente: lì, almeno, ero al sicuro dagli sguardi ammaliatori di Killian Jones. Forse sua madre era stata una Veela.
-Non ho intenzione di mandarvi a pulire caccabombe, tranquilli! Venite, accomodatevi. Tutto bene?- domandò allegramente, mentre di malavoglia prendevo posto all'unico banco con due sedie che aveva fatto apparire. L'altro invece sembrò piuttosto contento, visto il suo largo sorriso: se il suo piano era di infastidirmi ancora, avrei probabilmente sperimentato su di lui quell'incantesimo che aveva lanciato a me. A costo di beccarmi un'altra punizione.
-Tutto bene prof, grazie. Allora, cosa dobbiamo fare?
-Adesso ve lo dico... Tu Emma?
-Bene, grazie...- borbottai. Ovviamente non mi credeva, era chiaro, ma non mi avrebbe chiesto di parlare davanti a lui. A dire il vero, avevo fatto il possibile per non rimanere mai sola con lei: conoscendola, avrebbe cercato di farmi aprire. E io non ne avevo voglia.
Certo, trovavo strano che il Preside ancora non mi avesse chiamata nel suo ufficio... ma meglio così. L'unica cosa che avrei voluto chiedergli, era se avesse aggiornamenti su Rumple... e di certo non mi avrebbe detto nulla. Forse evitava di avvicinarmi proprio per questo.
-Hai messo su una bella squadra. Jefferson e Anna, bella scelta! Se mi fai avere un calendario con gli allenamenti di questo mese vi prenoto il campo, d'accordo?
-Certo, grazie. Ci lavorerò stasera credo...
-Molto bene. Allora! Più che una punizione, voglio assegnarvi un compito... e appena avrete finito siete liberi di andare. Dovrete collaborare, però.
Fantastico. Meraviglioso. Proprio quello che ci voleva. Impiegai tutte le mie forze per trattenere un'espressione disgustata, ma dal lieve sorriso della prof realizzai di non esserci riuscita. Perché voleva a tutti i costi farci lavorare insieme? Cosa le importava?
-Potrà sembrarvi strano. E vi sarei grata se non ne faceste parola con nessuno. Non che sia illegale... ma per non creare disagi...
Io e Killian ci guardammo confusi: dimenticai perfino di non voler avere nulla a che fare con lui.
-Vorrei che rispondeste a queste domande. Per iscritto o a voce, non importa. Presupponiamo che l'Oscuro sia tornato, che ci crediate o meno non è importante. Perché si nasconde? Cosa farebbe, secondo voi, mentre lascia che il mondo si convinca che sia tutta una bugia?
Beh. Adesso era chiaro perché non voleva ne facessimo parola con nessuno. Ma un'altra cosa non lo era affatto: perché? A cosa le serviva assegnarci un compito del genere? Sia io che il mio sgradito compagno di punizione restammo qualche secondo a guardarla interdetti, ponendoci domande su domande. Ma sicuramente, io ne avevo una in più: lui ci credeva?
-Forza ragazzi, discutetene. E quando sarete d'accordo, mi darete una risposta. Non ne esiste una sbagliata, in realtà. Potreste metterci 15 minuti o 5 ore, dipende da voi. Buon lavoro!
Detto questo, si sistemò comodamente contro lo schienale della sua poltrona, infilò gli occhiali e sollevò un grosso giornale che la nascose dalla nostra vista.
Non avevo neanche una piccola teoria su ciò che potesse avere in mente.
-Allora, Swan. Che ne dici?
-Di... cosa?
-Beh, il nostro compito. Cosa sennò? Sveglia, ragazzina. Non so te, ma io non ho la minima intenzione di passare qui tutta la notte.
Incrociai le braccia al petto, guardandolo torva. Come avrei fatto a collaborare con una persona così irritante? Data la mia poca tolleranza verso la gente in generale, ultimamente, non ci sarei mai riuscita.
-Non chiamarmi ragazzina. Chi ti credi di essere? Hai due anni più di me, non 20.
-Oh, sei informata.
-Beh, un paio di anni fa non si parlava che di te sui giornali.
-Ti aspettavi che dal vivo fossi così affascinante?
-Sei ridicolo- alzai gli occhi al cielo, sbuffando. Forse era meglio metterci a lavoro, aveva ragione: neanch'io avevo intenzione di passare tutta la notte a discutere con lui. Anche se, sì: ai tempi, me lo ero immaginato come un ragazzino spaventato e mingherlino, anche piuttosto bruttino. Ma non avrei sprecato minuti preziosi a parlargliene e farlo gonfiare ancora di più.
Spostai lo sguardo verso la prof, la quale sembrava totalmente immersa nella sua lettura. Non sembrava stesse fingendo, e probabilmente era così... in fondo, perché doveva perdere tempo ad ascoltare i nostri battibecchi?
-Allora. Idee?
-Non so. Tu conosci l'Oscuro meglio di me se ci hai combattuto.
-Tu mi credi?- domandai dubbiosa, e lui scrollò semplicemente le spalle.
-La prof ha detto che questo non è importante. Allora, ragazzina?
-Ancora! Preferirei andare a pulire escrementi di gufo piuttosto che stare qui con te.
-Oh, dai, che caratterino... non volevo offenderti!
Poi restammo a guardarci in cagnesco, ma anche consapevoli che avremmo dovuto trovare un modo per sistemare la faccenda. Prima avremmo portato a termine quello strano compito, prima saremmo potuti tornare nei nostri dormitori a riposarci e fare anche un po' di compiti.
Tirai quindi su le maniche, per rendermi conto troppo tardi dell'errore: Jones aveva già lo sguardo puntato sulla lunga cicatrice che ancora segnava il mio polso. Evitando accuratamente il suo sguardo abbassai velocemente la manica e tirai fuori dalla borsa la penna e un pezzo di pergamena, schiarendomi la voce.
-Allora. Raccogliamo le idee e poi ne discutiamo. Va bene?
-Sì, certo, scusa.


KILLIAN POV

Dio, com'era possibile che nonostante quella tremenda cicatrice, quasi nessuno le credesse? Non poteva essere una ferita normale, impossibile: era una linea spaventosamente retta, che si allungava dal polso fin quasi al gomito. Era così ovvio che fosse legata ad un qualche rituale... cosa credevano? Che se la fosse fatta da sola per alimentare la sua storia? Oppure nessuno l'aveva vista, a parte forse i suoi amici e pochi altri? Di certo non sembrava felice di mostrarla e, in fondo, non aveva tutti i torti.
Comunque non volevo essere accomodante con lei. Diceva a me di dover migliorare i miei modi, e forse aveva ragione... ma i suoi? Continuava a trattarmi male senza motivo.
Per quanto fosse carina, non gliel'avrei data vinta. E poi... mi divertivo a stuzzicarla, non potevo negarlo. Tuttavia non era in punizione che volevo conoscerla, quindi anch'io volevo muovermi a finire il compito. Perché la prof ce l'avesse assegnato sembrava essere un mistero per entrambi, ma questo non doveva impedirci di cercare la risposta.
-Si nasconde... perché è ancora debole.
-Oh!- esclamò, non riuscendo a contenere una vena ironica -Non ci ero arrivata, guarda. Però in pochi arrivano alle conclusioni più semplici, sembrano troppo ovvie. Te ne do' atto.
Odiavo i momenti in cui i nostri occhi si incontravano. Li amavo, certo, eppure li odiavo. Perché il mio cuore perdeva un battito ed era come se un mattone della barriera che stavo cercando di costruire per tenerlo al sicuro cedesse. Aveva quegli occhi di un verde così brillante e uno sguardo... magicamente intenso. Riuscivo a leggere migliaia di cose in esso, eppure neanche una.
Forza. Dolore. Determinazione. Frustrazione. Gioia. Rabbia. Coraggio. Fragilità. Vigore.
Però, a cosa pensava effettivamente? Quello era un vero mistero... riusciva a nasconderlo così bene.
Un po' mi costava ammetterlo, ma non mi ero sbagliato su quella ragazza. Era intrigante. Aveva qualcosa di speciale che andava ben oltre al fatto che fosse la Salvatrice.
-Ok. Allora... cosa fa. Magari... cerca di raccogliere seguaci. Ha senso.
-Forse, ma non credo sia la cosa fondamentale. Voglio dire, se uscisse allo scoperto non sarebbe più semplice trovare alleati?- le feci notare.
-Anche tu hai ragione, però è un rischio... voglio dire, si scatenerebbe il panico. Così invece può scovare Mangiamorte in tutta tranquillità e formare un esercito all'oscuro di tutti e poi coglierli alla sprovvista.
Cavolo, quando avevo suggerito che probabilmente conoscesse l'Oscuro meglio di me, non avevo immaginato quanto avessi ragione. Quel discorso filava alla perfezione...
-Sì. È quel che farei anch'io. Altre idee?
-Non so... mi chiedo solo... se quella notte non era in forze, cosa succederà quando lo sarà...
Poi si fermò e abbassò lo sguardo, e fu davvero difficile resistere alla tentazione di posare la mano sulla sua. Non avevo la minima idea di cosa avesse affrontato, sul Cavillo non c'era che l'essenziale... Ma se fossi stato al posto suo, neanch'io sarei morto dalla voglia di raccontare tutto, costringendomi a riviverlo ancora una volta
Tuttavia, il mio orgoglio e la determinazione a non farmi coinvolgere troppo prevalsero, così mi limitai a sospirare lanciandole solo un'occhiata fugace.
-Ok, allora. Ricollegandoci al tuo discorso di prima, magari grazie ai nuovi alleati sta cercando di penetrare nel nostro mondo in segretezza. Per avere... spie, sai. Essere informato.
-Sì.- annuì subito, senza voltarsi a guardarmi -Questa è valida. Allora: si nasconde perché deve recuperare le forze e per trovare seguaci in anonimato. In tal modo può penetrare senza che nessuno sappia... fin qui quadra. Ci manca la chiave, secondo me. Deve avere in mente qualcosa... qualcosa che l'ultima volta non aveva, che lo aiuti a vincere.
-Che tu sappia c'è qualche incantesimo peggiore delle maledizioni senza perdono? Qualcosa... non so, per sterminare tutti i nati babbani?
Così passammo l'ora successiva a discutere su quale fosse la soluzione per uno sterminio di massa che permettesse contemporaneamente di prendere il potere sul mondo magico. Ci vennero idee su idee, ma fu anche semplice smontarcele a vicenda con un po' di razionalità. Sfogliammo i grossi libri che la prof ci permise di usare, assicurandoci che non ci fosse bisogno di uscire da quella stanza per trovare la risposta. Purtroppo non servì a niente, nonostante fossero pieni di incantesimi potenti e oscuri di ogni genere. A quanto pare, una maledizione, una pozione o qualsiasi altro metodo per “depurare” il genere magico e sottomettere i superstiti non esisteva, almeno in quell'aula. Quindi eravamo praticamente al punto di partenza, dato che tutto ciò che avevamo messo insieme fino ad allora risultava anche abbastanza ovvio.
-Un'arma.
-Cosa?
-Un'arma magica!- quasi gridò, afferrandomi il braccio -Non esistono incantesimi per sterminare e sottomettere, ma ciò non vuol dire che non esista un'arma. Qualcosa di potente. Un qualche oggetto... vedi la Pietra Filosofale, ad esempio. Non c'è magia che possa eguagliare i suoi effetti.
-Hai ragione. E ovviamente non si sa di cosa si tratta, altrimenti lo avrebbero già fermato... ma anche lui è ancora in alto mare, dato che cerca di fare le cose con calma. Sei un genio, Swan!
-Eccellente ragazzi!
La prof riemerse dal suo giornale con un grosso sorriso, poi si alzò in piedi per poggiarsi contro la cattedra, di fronte a noi.
-Allora. Spero abbiate colto il motivo di questo strano compito.
Nessuno dei due ovviamente rispose. Era stato un compito curioso ed interessante, ma trovare quella che era, apparentemente, la soluzione, non ci aveva aiutati a capire la ragione per cui ci era stato assegnato.
-Avanti, siete due ragazzi svegli. Vi do' un indizio... Per me le punizioni devono essere costruttive, non serve a nulla tormentare gli studenti. E io sono l'insegnante di Difesa contro le Arti Oscure... pensate a questa come a una lezione.
A quanto pare la prof ci aveva sopravvalutato, o almeno me. Che fosse una punizione diversa da quelle a cui ero abituato mi era stato chiaro fin dal principio, ma questo cosa cambiava?
-Per battere un mago oscuro o comunque il nemico bisogna entrare nella sua testa- fece Emma, rompendo in silenzio -Bisogna pensare a cos'ha in mente, senza saltare neanche le cose più ovvie... perché per completare un puzzle servono tutti i pezzi.
Rimasi a bocca aperta, mentre la prof guardava Emma con un sorriso estremamente soddisfatto. Era chiaramente una risposta a cui anch'io sarei potuto arrivare, ma il punto era che non l'avevo fatto. Quella biondina era decisamente sveglia e astuta, non c'era da stupirsi che fosse sfuggita più volte all'Oscuro. Sembrava sapere il fatto suo e questa era semplicemente l'ennesima conferma.
-Molto bene. Esattamente. Io vi ho chiesto di pensare all'Oscuro perché conoscete i fatti, che ci crediate o no- rivolse lo sguardo verso di me per una frazione di secondo -Ma vale sempre, di chiunque si parli. Come ha detto Emma, ogni tassello è importante... manca un pezzo, però. La collaborazione. È fondamentale, sempre. Ciò che quasi sempre manca alle persone malvagie è un legame genuino, la fiducia negli altri... la capacità di provare sentimenti. Loro hanno seguaci, non amici o collaboratori... e questo fa una grande differenza. Ed ora direi che potete andare, non ho ragione di trattenervi.
Io avevo invece decine di ragioni per rimanere, tantissime domande da porre a quella professoressa che, chiaramente, sapeva molto più di quanto desse a vedere. Eppure desistetti. La decisione di non immischiarmi in faccende più grandi di me prevalse ancora una volta, così mi limitai a rimettere a posto la penna e la pergamena ed alzarmi dalla scrivania.
In fondo era la cosa giusta da fare... rimanere fuori dai guai era ciò di cui avevo bisogno. Volevo godermi un po' di sana normalità, e il modo migliore per farlo non sarebbe stato mostrare interesse nelle convinzioni della persona più detestata dai miei nuovi amici. Finché l'Oscuro ci lasciava vivere in pace, ne avrei approfittato.
-Buona notte professoressa. Lezione davvero molto interessante, comunque.
-Ti ringrazio, Killian, mi fa piacere abbia apprezzato. Buonanotte a te.
-Buonanotte prof.
-Buonanotte Emma. E complimenti ad entrambi, in pochi sarebbero riusciti ad arrivare ad una soluzione tanto... corretta, oserei dire. A domani!
Nonostante il tono tranquillo e allegro della Lucas, non mi persi lo sguardo carico di significato che per un attimo rivolse alla mia compagna di punizione. Che volesse comunicarle qualcosa?
No, non dovevo farmi coinvolgere. Se anche avessi avuto ragione, erano affari loro.
Così uscii deciso dall'aula, seguito a ruota dalla ragazza che sembrò non voler replicare. Ogni giorno che passava, comunque, apprezzavo gli insegnati di Hogwarts sempre di più: erano quasi tutti aperti nei nostri confronti e molto meno rigidi rispetto a quelli di Durmstrang. Sembrava gli importasse davvero che riuscissimo a imparare qualcosa e, invece di insistere incessantemente, facevano ciò che era in loro potere per aiutarci a capire dove sbagliassimo, in modo da poter correggere gli errori. Avrei dovuto scrivere una lettera al nonno, per dirgli che aveva ragione.
-Notte Jones, ci vediamo domani a lezione.- fece Emma, distogliendomi dai miei pensieri, mentre già prendeva una direzione diversa dalla mia.
-Notte, Swan.
Ci guardammo, e io mi sentii molto idiota a non saper cos'altro aggiungere. Non potevo dirle che mi aveva fatto piacere passare del tempo con lei, sarebbe suonato troppo stupido dato che era stata pur sempre una punizione.
-Io allora vado e... senti, mi dispiace per... Insomma, so come ci si sente.
-Non importa- borbottai sorpreso, passandomi una mano tra i capelli -Non è colpa tua. E poi arriverà un nuovo pettegolezzo e se ne dimenticheranno.
-Hai ragione- annuì, poi sembrò sul punto di voltarsi ma all'ultimo momento cambiò idea; -Io non credo che tu abbia fatto male a quel ragazzo apposta.
-Sul serio?
-Di solito so riconoscere quando una persona è sincera. Ho una specie di... dono. Non ridere o ritiro.
-Non sto ridendo.
-Bene. Buonanotte, a domani.
Poi, senza aspettare che rispondessi si voltò dirigendosi verso le scale, mentre io, come un idiota, rimasi bloccato a guardarla allontanarsi, confuso.
Forse tenermi lontano dai “guai” si sarebbe rivelato più difficile del previsto.











 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Sì sono viva, perdonatemi la lunghissima assenza! Ma prima sono partita per due settimane, poi per un po' non ho avuto tanta ispirazione... e tra lavoro e tutto (non intendo vita sociale, non ne ho molta lol intendo serie tv arretrate xD) mi sono presa una pausa... comunque, al più presto recupererò tutti i capitoli che mi sono persa!
Intanto ho deciso di postare questa perché il capitolo era praticamente pronto da taanto tempo. E' il primo capitolo in cui vediamo Emma e Killian interagire un po' di più. Quando lui dimentica di fare il cretino e lei di odiarlo, riescono a trovarsi bene insieme. Non solo sono sopravvissuti alla "punizione", ma abbiamo anche capito un po' di più di ciò che pensa Killian. E ammira Emma per il suo carattere. (poi vabbé, va a letto con Zelena... ma nessuno è perfetto ^^" e in fondo Zelena è stata la prima a porgergli una mano).
Almeno lei è riuscita ad ammettere apertamente che gli crede... e a lui fa piacere. Tanto che già sente che tenersene alla larga non sarà un'impresa facile...
La prossima settimana spero vivamente di postare quell'epilogo, così poi potrò concentrarmi solo su questa storia!
E intanto ho recuperato OUAT, e adoro Hook e Alice... la parte migliore della stagione! Devo ammettere che è stata molto interessante anche la storia di Rapunzel, però. Non avrei mai pensato che Tremaine fosse lei! E anche se ovviamente ha esagerato... un po' la capisco.
E niente, non mi dilungo più o scrivo un papiro. Un abbraccio a tutti :* grazie a chi ancora si ricorderà di questa storia dopo oltre un mese di pausa xD

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Capitolo 6
*** In the shadows ***


In the Shadows



Il Signore Oscuro sedeva a capotavola, i presenti non osavano fiatare: a stento respiravano. C'erano Cora Mills, Jafar, Isaac, Fiona e Felix.
Rumplestiltskin appariva tranquillo, ma loro lo conoscevano bene: un solo passo falso, e avrebbe potuto ucciderli tutti in una frazione di secondo. Solo Felix riusciva a sostenere lo sguardo alto, il più giovane Mangiamorte che si era guadagnato un posto tra le fila del nuovo esercito del male. Era giunto quella notte al cimitero, al posto del suo defunto padre: il suo Signore appena risorto aveva testato subito la sua fedeltà, ordinandogli di torturare la giovane Emma Swan fino a piegarla. Quello non aveva battuto ciglio: aveva riso di cuore nel guardarla contorcersi sotto gli effetti della Maledizione Cruciatus. Infine l'aveva semplicemente lasciata ricadere a terra, godendo del suono del suo braccio spezzato assieme agli altri Mangiamorte. Rumplestiltskin era stato compiaciuto, così l'aveva premiato col Marchio Nero.
-Buon appetito, amici miei- esordì infine lo stregone, e con un semplice movimento della mano riempì la tavola di ogni genere di delizie.
-Pensate sia arrabbiato con voi, non è vero?
Nessuno rispose.
-Potete stare tranquilli, non ho intenzione di uccidere nessuno, oggi. Certo, non posso negare il mio disappunto... se aveste portato a termine il vostro compito, adesso saremmo molti di più. Ma non importa, non importa... succederà presto. Cora, mia cara. Sai dirmi a che punto è tua figlia?
-A buon punto, mio Signore- rispose subito quella, alzando lo sguardo -Manca solo qualche dettaglio, poi potrà iniziare a lavorarci più velocemente. Entro fine anno avrà accesso ad Hogwarts, glielo assicuro. Non vede l'ora di potervi essere utile e di conoscervi di persona.
-Molto bene. Se ti somiglia almeno un po', Cora, so che non mi deluderà.
-Ovviamente no, mio Signore. Mai.
-Meraviglioso! Sai, l'ho osservata a lungo... mi piace. È forte, determinata... con quella dose di follia che può renderla grande. Anche Regina ha del potenziale, peccato sia sprecato...
-Signore...
-Tranquilla mia cara- intervenne, ancor prima che quella avesse modo di parlare -Te l'ho promesso. Non torcerò un capello a Regina. Per Zelena, tuttavia, ho grandi piani... Potrebbe essere la persona giusta per darmi un erede.
-Un... erede? Zelena? Mio Signore, cosa vuol dire...
-Voglio dire, Cora, che se tua figlia porta a termine il suo compito, riceverà il più grande degli onori. Se ci tieni la sposerò, poi potrà darmi un figlio. E non ti preoccupare, sarà trattata da vera regina... vedo grandi cose nel suo futuro. Non la lascerò a casa a fare la madre a tempo pieno. Cosa c'è, cara? Leggo un certo disagio? Dovresti essere lieta ed onorata...
-Lo sono!- si affrettò a dire -Certo che lo sono, mio Signore! Solo pensavo... pensavo lo avesse, un erede.
-Se fossi qualcun altro, ti ucciderei per questo. Ma sei tu e so che non vuoi insinuare nulla. Come ti ho detto, quella parte della mia famiglia... dimenticala.
Solo in quel momento Cora Mills si rese conto di essere l'unica persona cosciente. Tutti gli altri erano pietrificati, come se per loro il tempo si fosse congelato.
-Ah già, meno sanno meglio è. Nessuno mi ha provato la sua lealtà come te. Ad ogni modo, te l'ho già spiegato... Belle e Gideon sono, diciamo, il mio lasciapassare alla vita. Conoscono soltanto Mr. Gold. Tutti abbiamo bisogno di uno spiraglio di luce, nella vita, perfino io! Tu mi capisci meglio di chiunque altro, tu hai le tue bellissime figlie...
-Certo, capisco mio Signore. E sono certa che Zelena sarà più che felice di essere la prescelta!
Cora era una brava Occlumante... ma quando si trattava delle sue bambine, difficilmente riusciva a nascondere i propri sentimenti. Le amava più della sua stessa vita, più di quanto amasse il suo Signore... lui lo sapeva, e non la biasimava. Anch'egli aveva un figlio da ormai un anno, la sua Belle aveva dato al mondo il loro adorato Gideon ed era ciò che di più prezioso avesse. Più del tanto agognato pugnale. Soltanto grazie a quella splendida fanciulla non era impazzito, quando per sopravvivere in seguito alla distruzione del diario, aveva dovuto vivere nei panni e nel corpo di Mr Gold. Si era ritrovato nella vita di un ricco proprietario di un negozio di antiquariato, ma, per quanto avesse condotto una vita agiata, non aveva potuto utilizzare la magia. Era stata dura, per lui, soprattutto quando aveva conosciuto la giovane Belle... una splendida ragazza che si era innamorata della bestia, ed infine l'aveva quasi portato a dimenticare chi fosse. L'amava e per questo aveva deciso di tenerla nella sua vita. Nella sua seconda vita. Per questo motivo, quando il debole ma obbediente Isaac l'aveva trovato, aveva scelto di rimanere nel corpo di Gold per la sua rinascita. Poteva avere tutto: l'amore e il potere. Solo Emma Swan intralciava la sua strada.


-E basta. Poi... poi mi sono svegliata e... Professore, crede sia reale? Quello che ho visto?
-Può essere, mia cara. O può essere solo un sogno. Lascia che sia io ad occuparmene e fatti accompagnare in infermeria dai tuoi amici. Il dottor Whale avrà sicuramente qualcosa per alleviare le tue sofferenze e permetterti di dormire sogni tranquilli.
Non riuscivo a crederci: questa volta nessuna delle spiegazioni che mi ero data sembrava aver senso. Il preside aveva evitato ogni contatto con me fin dall'inizio dell'estate, comunicando sempre tramite terzi. Mi ero chiesta a lungo quale fosse la ragione, anche se avevo tenuto quei dubbi per me, ed infine ero giunta alla conclusione che avesse deciso di tenermi fuori perché fossi... al sicuro. Proprio come gli altri dell'Ordine. Forse temeva che se mi avesse rivolto anche un solo sguardo, sarei corsa a chiedergli informazioni. O almeno, era ciò di cui mi ero convinta.
Ma dopo quel sogno, come poteva continuare ad ignorarmi? Come poteva semplicemente mandarmi in infermeria, lasciandomi piena di domande e neanche una risposta? E soprattutto, pensava davvero che avrei acconsentito?
-No.
-Signorina Swan. Se il preside le ha detto di andare...- intervenne scandalizzata la vicepreside, ma Merlin la bloccò con un gesto della mano.
-Tranquilla, Turchina. Capisco molto bene la frustrazione della signorina Swan... e credimi, Emma, riceverai tutte le risposte che cerchi. A tempo debito.
-Sono passati mesi!- esclamai frustrata -Scusi i toni, professore, ma dopo ciò che ho passato io credevo di... beh, di meritare qualcosa di più. Lei neanche mi guarda. Posso... posso chiederle di parlare con lei? In privato?
-Non ora, temo.
Per fortuna c'era Neal a stringermi la mano da una parte e Mary Margaret dall'altra, altrimenti avrei preso a pugni o la scrivania o Merlin stesso.
-A tempo debito, Emma. È una promessa. Non ti chiederò di non pensarci, so che non è possibile... Ti chiedo solo di avere fiducia in me, per il momento. Molto presto tutto avrà senso, te lo assicuro.
Cosa dovevo fare? Se anche avessi insistito non sarebbe cambiato proprio nulla, lo sapevo bene. Merlin era sempre stato una persona tranquilla, pacata, ma fargli cambiare idea era pressoché impossibile. Se non altro potevo fermamente dire di fidarmi di lui, ed era già qualcosa. Sul resto avrei indagato coi miei amici e in fondo lo sapeva anche lui. Inoltre, si era quanto meno preso la briga di parlarmi guardandomi negli occhi... dopo ben 3 mesi.
-D'accordo. Buonanotte, scusi il disturbo.
-Oh nessun disturbo. Non prenderò sottogamba ciò che hai visto, te lo assicuro. Ora, per favore, lasciati accompagnare in infermeria...
-Non ci voglio andare in infermeria. Buonanotte.- ribadii, e dopo averlo guardato un'ultima volta mi voltai, seguita dai miei amici. In realtà non mi sarebbe dispiaciuto qualcosa che alleviasse il mio mal di testa insieme ad un bel sonnifero, ma per principio ne avrei fatto a meno. Mi rendevo conto che fosse una ripicca infantile che nuoceva soltanto a me, ma in quel momento non mi importava. Ero così esausta che mi sarei addormentata ugualmente.
-Mi hai fatto prendere uno spavento, Emma.
-Lo so Mary, mi dispiace...- sussurrai scuotendo le spalle. Non potevo biasimarla: l'avevo svegliata urlando e subito dopo aver vomitato mi ero sentita sbiancare e avevo iniziato a tremare incontrollatamente. Per fortuna eravamo sole in stanza, così nessun'altra aveva dovuto assistere a quello scempio, placatosi grazie all'intervento di Neal. La mia amica gli aveva velocemente mandato un biglietto e lui era accorso subito, così insieme erano riusciti a farmi tornare in me. Avevo raccontato loro quel sogno – o visione – ancora un po' tremante ed avevo ammesso anch'io che fosse il caso di raccontarlo a Merlin, per quanta poca voglia avessi di vederlo.
-Ti senti meglio, tesoro? Forse il dottor Whale...
-Ho detto di no.- lo interruppi, voltandomi per sorridergli e tranquillizzarlo -Sto bene adesso, ho solo bisogno di un bagno caldo e di dormire... mi sa che domani salto erbologia. E ne riparleremo quando ci sono anche David e Regina.

 

***

 

-Un figlio da... Zelena?!- esclamò Regina con una voce che suonò tra il disgustato e lo shockato.
-Shhh!
-Oh smettila, non ci sente nessuno, il Muffliato serve a questo! E poi siamo soli!
-Dillo ai miei timpani!
Capivo lo shock della mora ed ero anche consapevole che fossimo praticamente gli unici ad essere in cortile, col freddo che c'era quel giorno. Ma era l'unico modo per rimanere completamente soli e discutere dell'assurda visione che mi aveva fatto star male la notte precedente. Quella mattina avevo saltato la colazione e le prime due ore di lezione, presentandomi direttamente a Incantesimi per le 11. Neanche durante l'ora di pranzo avevamo potuto parlare con calma, così avevamo approfittato della successiva ora libera che fortunatamente Regina condivideva con noi. Tuttavia non eravamo gli unici a non avere lezione e il cortile sembrava l'unico posto tranquillo... nonostante il vento gelido che soffiava e le nuvole nere che preannunciavano un gran bel temporale. Se non altro mi ero decisa a prendere una pastiglia per il mal di testa e adesso mi sentivo molto meglio.
-Scusami, ma hai appena detto che Rumple vuole un figlio da... mia sorella! Che schifo!
-Beh... è stato un sogno alla fine. Non sappiamo se è tutto vero...- borbottai, pur sapendo che le possibilità che fosse stato un banale sogno fossero quasi pari a zero. Era stato così reale.
-Non so se essere disgustata o dispiacermi per lei. Dipende da cosa ne penserebbe. Insomma, anche se lei e mia madre fanno finta di niente so bene da che parte stanno... ma Rumple... che schifo! Potrebbe essere suo nonno! E considerando che adesso si fa Jones, non sarebbe proprio un salto di qualità.
-Cosa?- Zelena andava a letto con Jones? Questa mi era nuova. Non era un segreto che i due stessero insieme – o qualcosa del genere – ma non avrei pensato che Jones sarebbe arrivato al punto di portarsi a letto una come lei. Che gusti orribili... e pensare che mi era quasi stato simpatico, durante la punizione della settimana precedente.
-Oh sì, e non fanno nulla per nasconderlo. Vedendoli in certe effusioni in sala comune è chiaro come il sole che in privato fanno molto di più... e Zelena non fa che vantarsene con le sue amiche. Ad alta voce ovviamente. Ho sentito cose che avrei preferito evitare...- concluse rabbrividendo con disgusto, mentre poggiava la schiena contro l'albero.
Io ero disgustata e contrariata, senza riuscire a spiegarmi per quale ragione. Cosa mi importava se il cretino faceva sesso con l'altra cretina? Probabilmente avrei dovuto aspettarmelo, e poi erano affari loro. Forse mi dava fastidio perché avevo voluto provare a vedere del buono in lui e invece aveva deluso le mie aspettative.
-Vabbé, passiamo al punto.- ci interruppe Neal -basta parlare di chi va a letto con chi.
-Hai ragione... vi ricordate di cosa mi ha fatto intuire la Lucas, no?
Avevamo ovviamente discusso a lungo della strana punizione che la professoressa aveva assegnato a me e Jones, ed eravamo giunti alla conclusione che non fosse stato tanto per. Aveva voluto farmi arrivare alla soluzione più vicina alla verità senza dire una parola e alla fine mi aveva fatto intendere di essere sulla strada giusta. Almeno lei!
-Il pugnale è l'arma.- dicemmo all'unisono io e Regina, per poi guardarci pensierose. Quella parte mi preoccupava più di Zelena e dei suoi figli... Perché Rumplestiltskin voleva un pugnale? Non poteva essere più potente di una bacchetta in grado d lanciare qualsiasi incantesimo o maledizione, no? Però, nel mio sogno avevo sentito chiaramente i suoi pensieri... e quel pugnale era passato nella sua mente diverse volte. Purtroppo non avevo visto né la forma né nient'altro, forse neanche lui sapeva che aspetto avesse. Un pugnale però c'era e di questo ero convinta. Forse, in fin dei conti, avevo fornito informazioni utili all'Ordine. Anche se Merlin si era mostrato tranquillo, ero quasi certa che avesse avvertito gli altri nel momento stesso in cui avevamo lasciato il suo ufficio.
A quel punto ci voltammo tutti a guardare Mary Margaret, l'unica che aveva probabilmente letto tutti i libri della scuola. L'unica che poteva avere una minima idea di cosa potesse trattarsi.
-Mi dispiace deludervi... ma non ho mai letto di nessun pugnale dai poteri straordinare.- sospirò, con un'aria decisamente afflitta: non era facile per lei ammettere di non sapere qualcosa! Ci piaceva prenderla in giro per questo, ma adesso non era proprio aria. Qualcosa di grande stava succedendo nell'ombra e nessuno di noi aveva uno straccio di indizio. L'Ordine ne sapeva più di noi? Forse... ma non potevamo darlo per certo.
-Non c'è in Storie di Hogwarts, neanche nelle Cronache dei Più Potenti Maghi Oscuri... e nemmeno in quel libro sugli oggetti magici e oscuri che ho preso per Antiche Rune.
-Potremmo provare a cercare nella sezione proibita- suggerì David, poco convinto. Se ci fosse stato qualcosa riguardante il pugnale, Merlin lo aveva sicuramente già fatto sparire, conoscendo me ed i miei amici.
-Oppure possiamo aspettare il mio prossimo incubo.
-No. Non devi più sognare queste cose, Emma... ti fanno star male.
-Certo, perché tu controlli quel che sogni!- ribattei infastidita, pur sapendo che il mio ragazzo fosse semplicemente preoccupato. Neanch'io amavo quegli incubi, ma non potevo negare che fossero d'aiuto: quale modo migliore per scoprire i piani dell'Oscuro?
-Temo che Neal abbia ragione, Swan. Devi provare a chiudere la mente.
-E invece no. Merlin non vuole dirmi proprio nulla, pretende che smetta di fare domande e che mi fidi di lui! E io mi fido di lui, ma non può mettermi da parte! Sono io che l'ho visto tornare!
-Appunto! Non credi di meritare un po' di tregua? Ti prometto che io terrò d'occhio Zelena, se ha davvero un piano per dargli accesso alla scuola lo scoprirò.
-Per favore! Sappiamo bene che sono la prima che proverà ad uccidere quando uscirà allo scoperto. A cosa serve fingere di non essere coinvolta per... un mese, sei mesi... un anno? Prima o poi il momento arriverà.
-Penso che prima di morire dovresti andare a letto col tuo ragazzo. Non sembrava molto allegro quando parlavamo di Zelena che si fa Jones...
-Regina!- esclamò Neal mentre la sua faccia si dipingeva di un rosso scarlatto intenso; io, invece, rimasi semplicemente senza parole.
David e Mary scoppiarono a ridere, Regina incrociò le braccia divertita. Per quanto apprezzasi la sua spontaneità, ero convinta che a volte avrebbe dovuto cercare di trattenersi! Io e il diretto interessato avevamo già discusso della questione in privato, e comunque quelli erano solo affari nostri. Era stato tenero e comprensivo, facendomi capire di non avere alcun problema a rispettare i miei tempi. Dal canto mio non pretendevo di sposarmi per fare sesso... anche se nel mondo magico era piuttosto comune. Le famiglia di maghi erano molto più tradizionaliste rispetto a quelle dei babbani e non era raro che le coppie di fidanzati si sposassero pochi anni dopo aver finito la scuola. Così era stato per i genitori di David e perfino per quelli di Regina. Lo stesso valeva per la mamma e il papà di Neal, o almeno era ciò che gli zii gli avevano raccontato. Le cose non erano cambiate con la nuova generazione, anche Mary mi aveva confessato di voler aspettare la sua prima notte di nozze – ed eravamo tutti certi al 99% che avrebbe sposato proprio David. I due erano uniti e carini, difficilmente litigavano.
Come ciliegina sulla torta, non esistevano dei contraccettivi magici ed i maghi che volevano avere rapporti senza lo scopo di far figli, usavano quelli dei babbani.
-Parli proprio tu...- incrociai le braccia, guardandola con aria di sfida -Sono mesi e mesi che quel poveraccio di Robin ti va dietro... e ancora nulla!
-Non vuol dire nulla. Questo non implica che io sia vergine- ci stuzzicò lei con un mezzo sorriso -Vi ricordate di Daniel?
Ovvio. Come avremmo potuto scordarci di Daniel? Regina aveva frequentato il Capitano della squadra di Quidditch di Corvonero per un intero anno, due anni prima, fino a che lui non si era diplomato. Poi aveva deciso di lasciarlo in quanto non credeva nei rapporti a distanza, nonostante il ragazzo le avesse assicurato che l'avrebbe aspettata e che avrebbe approfittato delle vacanze per vederla. Ma Regina era diversa e aveva preferito finirla lì. Ma... non poteva esserci andata a letto! Me l'avrebbe detto!
-Avevi 14 anni!- esclamò scandalizzata Mary, senza riuscire a trattenersi.
-Ne avevo già compiuti quindici quando lo abbiamo fatto, se ti fa stare meglio... ma ecco perché non vi ho detto nulla!
-A me potevi dirlo! Non sono impressionabile come Mary, lo sai!
-Oh smettila Emma, in fondo da questo punto di vista eri un'innocentina anche tu!
Le lanciai un'occhiata offesa, tuttavia non potei ribattere. Non aveva proprio tutti i torti, all'epoca frequentavo Jefferson e spesso mi ero perfino fatta problemi a baciarlo in pubblico... anche se la passione non era mancata.
-Io suggerisco di rientrare, mancano dieci minuti a Trasfigurazione! Questi discorsi fateveli tra ragazze, io e David non vogliamo saperne.
-Hai ragione Neal...- acconsentii, ma prima di alzarmi mi fermai a dargli un lungo bacio che sembrò gradire parecchio. La nostra poteva non essere una relazione passionale e carnale, ma era un sentimento più maturo: non avevamo bisogno di saltarci addosso per stare bene.
Ci pensarono le prime gocce di pioggia a convincerci definitivamente a tornare dentro, mi sentivo ancora un po' debole e sarebbe bastato poco perché mi prendessi un malanno. Dopo qualche passo fummo costretti ad iniziare a correre e fortunatamente riuscimmo ad arrivare sotto le tettoie fiacchi ma asciutti.
Peccato che avrei preferito mille volte di più prendermi il raffreddore, piuttosto che assistere alla disgustosa scena che ci si presentò davanti. Zelena e Jones erano poggiati contro una colonna, sembravano quasi mangiarsi la faccia, e le mani di lui erano sotto il maglione della ragazza. I bacini premevano l'uno contro l'altro.
-Cinque punti in meno a Serpeverde per atti osceni in luogo pubblico, direi.
 


KILLIAN JONES

Fu la voce di Regina a farci realizzare di non essere soli, e quando mi allontanai da Zelena realizzai con orrore che neanche la mora fosse sola. Era coi suoi amici di Grifondoro, compresa Emma, la quale mi guardava con un'espressione disgustata e... delusa? Maledizione.
Non avrebbe dovuto importarmi cosa pensasse la biondina, eppure desiderai intensamente che non ci avesse visti. Così rimasi in silenzio come un babbeo, a guardarla.
-Non stavamo facendo niente!- si lamentò invece Zelena -E non puoi togliere punti alla tua stessa casa! Sei stupida?!
-Ed è per questo che io sono prefetto e tu no, sorellina. Non mi importa se vi sbaciucchiate, ma se volete fare sesso... fatelo in privato.
-Mi risulta che abbiamo ancora i vestiti addosso.
-La mano del tuo ragazzo era decisamente sotto i vestiti.
-Beh, sei gelosa? Posso presentarti qualcuno, una scopata ti renderebbe meno acida!
-Ooh tranquilla, non sono interessata ai tuoi amichetti baby-Mangiamorte!
-Meglio Mangiamorte che una mezzosangue, una pazza e questa coppia di sfigati!
-Filate a prepararvi per la prossima lezione piuttosto, o dovrò togliervi punti anche per quello!
-Andiamo Zelena, lascia perdere...- borbottai, lanciando un'ultima occhiata ad Emma mentre trascinavo via Zelena. Non avevo voglia di finire nei guai per una cosa così stupida dato che finora – a parte le voci sulla mia aggressione – ad Hogwarts le cose non erano iniziate poi così male.
-Beh?! Sei stupido? Hai paura di quelli?- si lamentò la rossa, quando fummo fuori dalla portata del gruppetto di Grifondoro.
-Ma quale paura! Per chi mi hai preso! È solo che non valeva la pena discutere per sciocchezze del genere... e farci togliere altri punti.
-Chi se ne importa dei punti, era una questione di principio.
-A me importa. Non ho intenzione di farmi odiare anche dai miei compagni di casa. Ci sono già gli altri a pensare che sia un mostro.- tranne Emma. Emma mi credeva e per qualche ragione non riuscivo a non esserne felice; tuttavia, non potevo di certo condividerlo con Zelena. Un'altra cosa che aveva detto aveva però attirato la mia attenzione, e sommandola ad altri avvenimenti, pensai che fosse ora di soddisfare la mia curiosità.
-Dimmi una cosa. Eravate serie tu e tua sorella riguardo ai Mangiamorte?
-Sarebbe un problema?
-Mettimi alla prova. Guarda che ho notato che mi escludi da certi discorsi con gli altri, non sono stupido. Arrivo ed improvvisamente scoppiano a ridere per una tua presunta battuta.
La sua espressione si fece seria, cosa piuttosto rara, il che mi confermò che non stavo impazzendo: c'era davvero qualcosa che lei, Peter ed Abigail mi nascondevano.
-Non siamo Mangiamorte. Come avrai notato non ho il marchio, e posso assicurarti che non ce l'hanno neanche gli altri. Il fatto è che condividiamo molte delle idee dell'Oscuro, e se fosse davvero vivo... beh. Non avremmo motivo di essere dalla parte di Merlin. E per la cronaca, non ti sto nascondendo nulla. Quando ti ho esposto le mie idee non sei sembrato convinto o interessato, quindi non ho voluto coinvolgerti.
-Sono un Serpeverde, Zelena. Non era un sinonimo di sostenitore di Rumple, l'ultima volta che ho controllato.
La giovane rabbrividì. Il suo nome la spaventava, come la maggior parte delle persone, ed era l'unica ragione per cui quasi riuscivo a crederle. Insomma, poteva lavorare per qualcuno che temeva a tal punto?
-Allora ho fatto bene, no?
-Certo. Ma...
-Non stiamo tramando un colpo di stato, Killian, puoi stare tranquillo. Parliamo. E puoi credermi, preferisco di gran lunga passare il tempo con te... Perché non torniamo al dormitorio e riprendiamo da dove ci eravamo fermati?
-Mi piacerebbe tesoro, ma temo non sia il caso di saltare un'altra lezione.
Sbuffò ma non ribatté, dato che già il giorno precedente avevamo saltato delle ore per la stessa ragione. Da una parte desideravo una media decente, avevo promesso al nonno che mi sarei impegnato, dall'altra non avevo molta voglia di fare sesso con Zelena in quel momento. Nonostante fosse sembrata sincera, ero quasi convinto che continuasse a nascondermi qualcosa... e non avevo la minima idea di come comportarmi. Forse, se mi fossi mostrato interessato, mi avrebbe incluso nella cerchia e avrei finalmente scoperto cosa lei e gli altri stessero tramando. Tuttavia entrare in un gruppetto di sostenitori di Rumplestiltskin non era un buon modo per rimanere fuori dai guai... e poi l'idea mi inquietava. Era probabile che una volta dentro se ne potesse uscire soltanto da morti e sinceramente alla mia vita ci tenevo.
D'altra parte, non potevo andare a letto con Zelena se nella mia mente c'erano gli occhi verdissimi di Emma Swan, le sue labbra rosee e lisce, probabilmente morbidissime, e i capelli dorati nei quali morivo dalla voglia di affondare le mani.
Dovevo tornare in me prima che fosse troppo tardi.






 

Angolo dell'autrice;
Ciao, sono viva! Sono tornata, sì, e ora pubblicherò regolarmente, e lo stesso farò con le recensioni delle vostre storie! Le ho quasi recuperate tutte, me ne mancano un paio e quasi sicuramente lo farò entro il fine settimana! 
Comunque, avrei voluto postare prima l'epilogo dell'altra ma era da revisionare, questo invece era pronto. Ma stavolta posso prometterlo, il prossimo aggiornamento (entro pochi giorni), sarà lì.
Spero che questa storia continui a piacere. Adoro Harry Potter ma sto anche cercando di renderla mia, e di adattarla al meglio ai nostri CS!
Il sogno di Emma, come è chiaro, difficilmente è soltanto un sogno. Come sappiamo, il pugnale dell'Oscuro esiste. Ma sembra che, oltre a questo, si sia affidato a Zelena per un compito piuttosto importante (chi ha letto HP sa che è più o meno quello che ha fatto Draco) e... potrebbe chiederle di essere la madre del suo erede, anche se ha già Belle e Gideon, a differenza di Voldermort che non aveva qualcuno da amare. E questo potrebbe forse rendere Rumple più pericoloso...
Emma ovviamente è frustrata, vorrebbe tante risposte e, nonostante è andata a raccontare al preside ciò che ha visto, non ne ha comunque avute.
Quindi ne ha parlato coi suoi amici, e cercheranno di fare ricerche per conto proprio. Regina invece terrà d'occhio sua sorella, e cerca di "calmare" la sua amica facendole presente che prima di morire potrebbe divertirsi un po' col suo ragazzo xD però è sembrata più toccata dal fatto che Killian vada a letto con Zelena, e non è stata molto felice di ritrovarselo lì avvinghiato a lei! 
E lui, dal canto suo, non è poi così preso da Zelena... in più non si fida molto. Non le piacciono le sue convinzioni, non approva ed ha il sospetto che, nonostante ciò che dica, gli menta. Oltre a questo, lo allontana da lei il fatto che non riesce a togliersi dalla mente Emma... magari non è così lontano il momento perché i due inizino ad avvicinarsi un pochino. Vedremo!
Grazie in anticipo a chi ancora seguirà la storia nonostante questa lunghissima pausa, e come sempre, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate! Mi fa sempre piacere leggere opinioni e suggerimenti!
Un abbraccio, a presto! :* 

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Capitolo 7
*** Right and Wrong ***


Right and Wrong




KILLIAN POV

Erano mesi che non avevo più avuto incubi, forse per quello fu tanto destabilizzante. Se non altro sembrava non avessi gridato, i miei compagni di stanza dormivano tutti profondamente... io, invece, ero tanto sudato da avere bisogno di una doccia. Mi dava la nausea, quella sensazione orribile che avevo creduto di essermi lasciato per sempre alle spalle. Mi alzai a fatica dal letto, cercando di non pensare all'immagine del mio corpo che esplodeva per assumere la forma di quella massa oscura, che racchiudeva in sé più oscurità e dolore di quanto un essere umano sarebbe mai stato in grado di contenere. Ancora mi chiedevo come avessi fatto a sopravvivere per tanti anni senza andare completamente fuori di testa...
Un conato di vomito interruppe i miei pensieri e cercai di correre in bagno il più silenziosamente possibile, senza svegliare nessuno. Riuscii ad arrivare giusto in tempo per chinarmi sul water ed espellere tutto ciò che avevo mangiato per cena. Dopo aver vomitato una seconda volta mi sentii molto più leggero, così mi sciacquai la bocca e buttai la testa sotto l'acqua. Era fredda, proprio ciò di cui avevo bisogno; l'ideale sarebbe stato prendermi una camomilla, ma non era il caso di scendere in cucina alle due di notte. In più, se mi avessero beccato sarei finito nei guai e non ne valeva la pena per un tè. Certo, la Stanza delle Necessità era più accessibile... più vicina, e forse sarei riuscito ad arrivarci passando inosservato. Non avevo neanche più sonno, e magari lì avrei trovato qualcosa da fare... qualcosa che non fosse dormire ed avere incubi. Il nonno mi aveva spiegato bene dove trovarla e in che modo accedervi e questo mi sembrava un buon momento per sperimentarla. Avrei anche potuto fare una doccia senza temere di svegliare qualcuno o, perché no, un bel bagno in una vasca idromassaggio... mi sarebbe bastato desiderarne una perché apparisse.
Probabilmente avrei fantasticato ancora un po', ma fui distratto da delle strane voci che provenivano dalla sala comune. Chi diavolo poteva esserci ancora in piedi, con le lezioni che iniziavano alle 8? Tuttavia un po' di compagnia avrebbe potuto essere una buona alternativa allo sgattaiolare tra i corridoi di notte a cercare una stanza invisibile, a meno che non si fosse trattato di qualche moccioso che piangeva perché gli mancava la mamma Decisi di tentare. Una partita a sparaschiocco sarebbe stata l'ideale.
In silenzio, quindi, uscii dal bagno e mi diressi verso l'uscita del dormitorio, socchiudendo inizialmente la porta per non attirare l'attenzione in caso si fosse trattato di qualche coppia che si sbaciucchiava o faceva sesso. Anche se la seconda era abbastanza improbabile, in realtà: avevo scoperto che i maghi fossero una comunità piuttosto conservatrice a tal proposito. A Durmstrang non era stato così ovvio e non ci avevo mai pensato, perché le regole erano molto rigide e prevedevano espulsione immediata qualora qualcuno fosse stato beccato in rapporti d'intimità... per questo motivo io ed Elise eravamo sempre stati molto discreti. L'avevo considerata come una normale regola da collegio – ovviamente da trasgredire. Ad Hogwarts invece era diverso: c'era più libertà, o se non altro non c'era una regola specifica sull'argomento. Quando Zelena se ne vantava con le amiche – ed io chiaramente la lasciavo fare, dato che non potevo lamentarmi delle lodi che tesseva nei miei confronti – loro la ascoltavano rapite, come se si trattasse di qualcosa di mistico. Incuriosito le avevo chiesto spiegazioni e in poche parole mi aveva spiegato che i maghi erano ancora molto arretrati: avevamo concordato che i babbani, almeno in una cosa, erano molto più interessanti. Io che ero cresciuto tra di loro non mi ero mai fatto certi problemi che risalivano probabilmente a cinquant'anni prima, se non oltre. O almeno, non era un problema fino a che i rispettivi genitori non lo venivano a sapere, oppure qualche ragazza non rimaneva incinta... ma quelli erano dettagli. E gente stupida che non stava attenta.
Sbirciai quindi dalla piccola fessura che avevo aperto per assicurarmi di avere il via libera, ma quando riconobbi la chioma di Zelena davanti al fuoco qualcosa mi bloccò. Sembrava stesse parlando... da sola: non c'era nessun altro oltre a lei. Cosa diavolo stava facendo?
-... cosa?! Azkaban? Ma è... impossibile!- stava dicendo. Ciò che non mi aspettai fu che avrebbe ricevuto una risposta... dalle fiamme.
-Non urlare stupida, vuoi svegliare tutti?!
-Scusa. Ma...
-Lasciamo perdere, volevo semplicemente che ne fossi al corrente. E senti, il piano come procede?
-Lo sai che è complicato, mamma... ma ci sto lavorando su. È arrabbiato?
-No, non direi. Ma se riuscissi ad agire un po' più in fretta, gradirebbe... vuole almeno qualche aggiornamento.
-Beh... il luogo lo abbiamo. Almeno credo. Non ti ho detto niente perché stiamo ancora studiando bene la situazione, ma penso sia adatto. Non è facile sai, ci sono centinaia di studenti... e poi io non passo di certo inosservata.
Non riuscii a sentire la risposta che venne, troppo occupato a mordermi la lingua per non gridare quando qualcosa toccò la mia spalla. Voltatomi, mi trovai davanti l'ultima persona che avrei pensato di incontrare nel dormitorio maschile: Regina. Richiusi quindi la porta facendo rumore, nella speranza che la mia ragazza smettesse di fare qualunque cosa stesse facendo prima che la sorella la beccasse in flagrante. Non avevo la minima idea di cosa stesse tramando, forse nulla, ma le chiacchierate tra le fiamme non potevano essere legali ed ero certo che Regina non avrebbe perso l'occasione per toglierle punti.
-Cosa ci fai tu qui?
-Potrei chiederlo io a te!- borbottò la mora, incrociando le braccia e squadrandomi da capo a piedi. Nonostante la vedessi tutti i giorni, non avevo avuto molte occasioni per trovarmi faccia a faccia con lei. Indossava una camicia da notte di raso nero la quale non lasciava molto all'immaginazione: la sensualità era decisamente una dote di famiglia.
-Sai... sono nel mio dormitorio.- feci con fare ovvio, ma quella non batté ciglio. Potevano odiarsi quanto volevano le due Mills, ma erano davvero molto simili.
-Secondo te cosa potrebbe farci una ragazza nel dormitorio dei maschi?
-Beh... Ooh. Oh.
Meraviglioso: perfino quando ero nella ragione finivo per essere io a fare la figura dell'idiota. Avrei dovuto arrivarci subito, nonostante non avessi mai visto la mora flirtare con qualcuno della nostra casa. A quanto sua sorella mi aveva detto, ad andarle dietro c'era uno dei giocatori della squadra di Grifondoro.
-Dovresti vedere la tua faccia da scemo. Ti stavo prendendo per il culo, Jones! Un gruppetto di ritardate del primo anno ha allagato il nostro bagno.
-Aah! Aspetta. Quindi tu adesso eri...
-Già. Eri tu quello che vomitava allora. Ti senti bene? Effettivamente non hai una bella cera, pensavo fosse colpa dello spavento che ti ho fatto prendere.- mi fece notare, squadrandomi nuovamente. Dovetti ammettere che fosse piuttosto brava a mettere a disagio le persone. Sudato com'ero e con i capelli appena lavati, non dovevo apparire proprio al meglio.
-Sto bene, grazie. Incubi. Devo aver mangiato pesante...
-E bevuto. Finché tu e i tuoi amichetti continuate a trasformare le bibite in alcolici...
-Anche tu hai apprezzato l'idromele, mi pare!- le ricordai. Ormai gran parte dei Serpeverde più grandi si riempivano i bicchieri dalle caraffe di succo di mela che trasformavo in idromele. Anche qualcuno dei più piccoli ci aveva provato, ma non li lasciavamo avvicinare perché se uno solo di loro si fosse ubriacato, avrebbe rischiato di farci scoprire. E allora sarebbero stati guai.
-Sono abbastanza intelligente da saper dosare la quantità.
-Non mi sono ubriacato, quindi puoi risparmiarti la predica...
-Vuoi un tè?
-Cosa?
-Ti ho chiesto se vuoi un tè. Nessuno dei due sta dormendo, la sala comune è vuota... o Zelena ti ha vietato di frequentare gli amici di Emma?
-Zelena non può vietarmi proprio niente, non sono il suo servo. E se non ti scoccia... ammetto che un tè non mi dispiacerebbe.
-Ma figurati. Mi sentirei quasi in colpa a lasciarti solo ora... questo incubo deve essere stato piuttosto sconvolgente, lo dice la tua faccia.
-Non mi va di parlarne...
-Chi ti dice che dobbiamo parlarne? Andiamo... e se non hai sonno, tanto vale farci una partita a scacchi...
Detto questo la ragazza mi cinse le spalle, così raggiungemmo insieme la sala comune – ora vuota. Per un attimo pensai di condividere con lei ciò che avevo visto, ma mi fermai in tempo: dopotutto Zelena meritava il beneficio del dubbio. Non le avrei chiesto nulla perché avrebbe facilmente potuto mentirmi, ma avrei cercato di indagare per conto mio. Quel discorso un po' mi aveva inquietato... qualcosa mi diceva che con “Lui” non si riferissero al padre della ragazza.
-Ah, un consiglio. Invece di limitarti a fissare Emma, potresti andare a parlarle. Non morde se eviti di porti come un idiota. E qualche amico in più le farebbe bene di questi tempi... di bulli ce ne sono già abbastanza.

 

***

 

EMMA POV

-Oh, sei viva allora!- esclamai per accogliere la mia amica, che senza tante cerimonie fece spostare Neal per sedersi accanto a me. Quella mattina a colazione non c'era stata traccia di lei, poi avevamo avuto Erbologia coi Tassorosso e non avevo avuto modo di capire dove si fosse cacciata. A giudicare dal suo sbadiglio, però, era probabile che fosse rimasta nel suo letto.
-Non ho dormito molto stanotte. Non avendo lezione fino ad ora sono rimasta a recuperare...
-Che hai combinato? Ti sei trattenuta con qualche nuovo spasimante?- mi accigliai. I corteggiatori non le mancavano, non mi sarei stupita... solo che non mi aveva detto nulla.
-Ma va. Ero con Jones...
-Cosa?!
-Mica a letto! L'ho beccato alle 3 del mattino che non stava molto bene... siamo rimasti a bere il tè e giocare a scacchi quasi fino all'alba. Quando non è con Zelena e i suoi cretini non è affatto male...
-Fatico a crederlo. Tè con Jones quindi, eh?
-Nessun doppio senso, credimi. Abbiamo solo chiacchierato un po'... dice che si è divertito in punizione con te. E io dico che gli piaci...
-Sciocchezze! Ecco, guardalo... mano nella mano con l'oca rossa, potrei vomitare. Mi sembra sia piuttosto chiaro chi gli piace...
-Ah, Zelena è solo la scelta più facile. Ne riparliamo dopo, ecco la prof.
Non appena la mia professoressa “preferita” entrò in aula, come sempre cadde il silenzio. Con Maleficent Dragoon era stato odio a prima vista, da quando durante la mia prima cena al tavolo dei Grifondoro l'avevo sorpresa a guardarmi male. Inizialmente avevo pensato fosse una mia impressione, ma durante la prima lezione di Pozioni mi aveva fatto fare la figura dell'idiota davanti a tutti. Lei e i miei genitori erano dello stesso anno e a quanto sapevo non erano mai andati molto d'accordo, soprattutto con mio padre. Non avevo ancora capito cosa fosse successo e perché continuasse a serbare tanto rancore, al punto da arrivare ad odiare me senza nemmeno conoscermi. A parte il fatto che si fosse schierata tra le file dell'Oscuro, certo... cosa che probabilmente non era cambiata. Merlin e gli altri dell'Ordine potevano fidarsi quanto volevano, ma io e i miei amici eravamo convinti che fosse già tornata a servire il suo vecchio padrone. Non potevo fidarmi di lei se ogni volta che incrociavo il suo sguardo sentivo una fitta alla cicatrice che mi segnava la tempia.
-Aprite il libro a pagina 48 e leggete il capitolo. Avete 10 minuti.
-Oh, Veritaserum. Prof, vuole farlo bere alla Swan per caso? Così finalmente ammetterà di essere alla ricerca di attenzioni...
-Magari la farà bere a te invece, così ammetterai di avere una vita così triste da aver bisogno di rompere agli altri per divertirti un po'.- ribattei scocciata, senza neanche pensarci più di tanto. Mi sarei beccata una punizione? Probabilmente sì.. ma delle insinuazioni di Zelena e tutti gli altri idioti, ne avevo fin sopra i capelli. E poi ne valse la pena: metà classe scoppiò a ridere, perfino alcuni Serpeverde. Quasi senza rendermene conto incrociai lo sguardo con quello di Jones, il quale mi sorrise.
-Signorina Swan! 10 punti in meno a Grifondoro. E sei in punizione, ovviamente.
-Va bene prof.
-Quanto a te Zelena, 5 punti in meno a Serpeverde.
-Ma prof...
-Silenzio e iniziate a leggere! Tra dieci minuti vi interrogo e sottrarrò altri punti a chi non saprà rispondermi.
Poi calò il silenzio e come tutti gli altri sfogliai il libro fino a che non arrivai pagina 48; sentendo lo sguardo di Regina puntato addosso, tuttavia, fui costretta a voltarmi.
-Allora? Da quando ti fai provocare da mia sorella?
-Da quando l'intera scuola non fa che provocarmi. Lasciami in pace, Regina.
-Va bene. Ma stasera ne parliamo, è ora che ti sfoghi. Non puoi continuare con questo atteggiamento passivo-aggressivo ed intanto fingere di star bene. Di questo passo finirai in punizione una volta a settimana...
-La Dragoon troverebbe ragioni per punirmi anche se me ne stessi buona e tranquilla, quindi non cambia proprio niente.
Regina non ribatté, sapeva che avevo ragione. Era semplicemente un dato di fatto: la Dragoon mi odiava e io odiavo lei. Ciò che era appena accaduto era assolutamente ingiusto: a Zelena aveva tolto solo 5 punti, a me 10 con il bonus della punizione. Le cose non sarebbero mai cambiate, a meno che una delle due non avesse lasciato la scuola, o io fossi stata ammazzata da Rumple.
Non riuscii neanche a finire di leggere una sola pagina, che una strana sensazione mi pervase: come se qualcuno mi stesse osservando. Spostai per un istante lo sguardo verso Regina, ma la trovai assorta nella lettura. Poi mi voltai dalla parte opposta, e nonostante ci fossero almeno una dozzina di altri studenti, li trovai subito: quei penetranti occhi azzurri che mi avevano tormentata fin dall'inizio dell'anno scolastico. Killian Jones mi sorrise ancora e, per qualche oscura ragione, sentii il mio volto piegarsi lievemente per ricambiare.
Mentre restammo fissi a sorriderci, come se il tempo si fosse fermato, mi ritrovai a pensare che in fondo non lo odiavo. Eravamo certamente partiti col piede sbagliato, ma in lui c'era qualcosa... anche se non sapevo dire neanch'io cosa. Eppure quel qualcosa mi attraeva come una calamita, mi faceva desiderare di andare più a fondo... di scoprire di cosa effettivamente si trattasse. Quel ragazzo aveva avuto racchiusa in sé una grande oscurità per ben 14 anni e non solo era sopravvissuto: lo aveva fatto anche la sua anima. Era fastidioso, arrogante, presuntuoso e sfrontato. A tratti perfino antipatico. Forse anche un po' incoerente. Ma gli occhi... gli occhi non mentivano mai. Quegli occhi azzurri come il mare più cristallino non celavano neanche una piccola ombra di oscurità: c'era solo luce. Una luce coperta da una nuvola d'incertezza, indecisione... ma i raggi che penetravano erano così potenti che ero certa sotto quelle nuvole si nascondesse un sole accecante.
-Ancora cinque minuti e inizio ad interrogare, che abbiate finito o no.
E la magia si ruppe, ma non le mie convinzioni. Tuttavia mi costrinsi a concentrarmi e tornare alla lettura, perché di altri punti in meno ed un brutto voto non avevo affatto bisogno.
Eppure, Jones, con un semplice sorriso durato due lunghissimi minuti, mi aveva fatto dimenticare tutti i miei problemi. Tutta la frustrazione di cui sembrava che ormai fosse impossibile liberarmi.

 

***

 

-Non è il caso di rientrare? Siamo indietrissimo coi compiti... e tu li hai doppi di pozioni.
-No, ti prego!- mi lamentai, senza muovermi dalla comoda posizione che avevo trovato, poggiata al suo petto. Dopo essere sopravvissuti alle lezioni del giorno, io e Neal avevamo deciso di approfittare del sole che era spuntato per rilassarci un po' all'aria aperta. Inizialmente avevamo pensato di portare i libri, ma ancor prima di prenderli avevamo realizzato che non li avremmo neanche aperti. In compenso avevamo saccheggiato la tavola durante il pranzo, procurandoci un paio di panini, qualche fetta di torta ed una bottiglia di succo di mela. Prendendo spunto dai Serpeverde eravamo riusciti a trasformarla in idromele fresco. Era stata una fortuna che ne avessimo soltanto mezzo litro, perché ci era piaciuto così tanto che prima di rendercene conto, era già finito. A quanto pare avevo delle ottime doti da barista e se non fossi riuscita a diventare Auror, magari sarei andata a lavorare da Granny. O forse era solo l'alcol a darmi queste strane idee.
-Sei ubriaca?
-Purtroppo no. Solo un po' allegra... ma devo dire che ci voleva.
-Vero. Quel Jones non mi piace, però ha avuto una gran bella idea...
-Come mai non ti piace?
-Davvero me lo stai chiedendo?- fece accigliato, ed io scoppiai a ridere voltandomi per stampargli un bacio sulle labbra. Non provai nulla, ma decisi di ignorare i miei sensi offuscati.
-Ma sì, dai. Cioè, neanche a me piace più di tanto... però non è ai livelli di Zelena e i suoi scagnozzi. E poi ha riso prima in classe.
-Ah sì? Beh, cosa vuoi che ti dica... magari ha in mente di aggiungerti alla sua collezione.
-Ma che dici! Non sarai geloso? E io non mi aggiungo alla collezione di nessuno.
-Lo so, ma magari è ciò che vuole. Ok dai senti, basta parlare di lui.
-Ok, però sei te che hai iniziato.
-Beh, l'altra settimana hai detto che la punizione con lui non è stata così terribile.
-Oh dio mio, Neal! Ma ti senti?!
In quel momento avrei voluto avere un altro litro di idromele, perché l'allegria si stava velocemente dissolvendo. Voleva davvero litigare per colpa di Jones?! Per quale motivo, poi, dato che io e lui non eravamo neanche amici! Era decisamente l'ultima persona di cui dovesse essere geloso. Per fortuna non avevo condiviso le mie impressioni sul ragazzo perché altrimenti, a quanto pare, sarebbe scoppiato il finimondo.
-Scusa, scusa, hai ragione. Non ho voglia di litigare, sono un idiota.
-Bene, almeno lo ammetti. Sul serio Neal, ho contro già mezza scuola... discutere anche con te sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso.- sospirai, guardandolo negli occhi. Volevo che capisse, così come aveva fatto Regina. Sì, fingevo che tutto andasse bene perché in fondo ero abituata ad un trattamento del genere... ma a volte avevo soltanto voglia di piangere. Era così stancante svegliarsi ed iniziare dalla prima mattina ad assorbire sguardi colmi di sospetto e diffidenza. Mi chiedevo quando sarebbe finita... e, per quanto me ne vergognassi, a volte arrivavo a sperare che Rumple si sbrigasse ad uscire allo scoperto, così avrebbero smesso di considerarmi una pazza bugiarda. Mesi prima Neal era stato il mio spiraglio di luce e desideravo continuasse ad esserlo... era l'unico in grado di farmi sentire in pace, per questo amavo tanto la nostra relazione.
-Emma, mi dispiace tanto... non so che mi è preso. Puoi contare sempre su di me, lo sai.
-Lo so...- mi sciolsi al suo dolce sorriso, quello che ogni volta era in grado di farmi sentire meglio. Erano la sua tenerezza e la sua premura ad avermi colpito fin dall'inizio: non ricordavo un singolo momento in cui non fosse stato dolce con me. Anche prima di metterci insieme. Decisi quindi di dimenticare quella sciocca discussione e lo abbracciai, per poi chiudere gli occhi e godermi appieno il bacio che seguì. Il nostro rapporto non era ardente ed impulsivo, eppure era perfetto: mi sentivo amata e protetta come non mai.
-Ma guardate qui cosa abbiamo! I due piccioncini che si sbaciucchiano come bimbi di 6 anni!
Zelena, ovviamente.
Proprio non ce la faceva a non sbucare nei momenti meno opportuni e concedermi un po' di tregua. No, doveva rovinare ogni momento della mia vita in quella dannata scuola!
Sollevato lo sguardo mi resi purtroppo conto che non fosse sola, tanto per cambiare. A guardarci beffardi c'erano quella faccia da cazzo di Peter, l'oca Abigail e ovviamente Jones. Tutte le mie convinzioni su di lui svanivano quando lo vedevo in compagnia di quegli idioti.
-Non hai davvero niente di meglio da fare che infastidirmi?- le domandai scocciata, senza neanche guardarla. Sapevo che la sua faccia da schiaffi mi avrebbe fatto perdere il controllo e sarebbe stata la volta buona in cui avremmo fatto a botte: era meglio evitare.
-Non montarti la testa mocciosa, neanche a me fa piacere ritrovarti sempre tra i piedi.
-Allora pussa via, sciò. Nessuno ti costringe a guardare.
-Temo dovrete andarvene voi. Io e i miei amici vogliamo metterci qui, il sole ve lo siete goduti già abbastanza.
-Vattene Zelena.- replicò Neal, digrignando i denti ed impugnando la bacchetta -Ci sono tanti altri posti al sole.
-Questo è il più comodo. Forza bambolotto mezzosangue, fai muovere il culo a quella piagnucolona della tua ragazza!
Scattammo in piedi nello stesso istante, Neal per attaccare Zelena ed io per fermarlo prima che fosse troppo tardi. Per fortuna il suo incantesimo colpì soltanto il ramo di un albero alle spalle della ragazza, spezzandolo.
-Guardalo, non sa neanche prendere la mira!- lo sbeffeggiò Abigail -Ma se ci pensate non è poi così strano da un mezzo maghetto!
-Oh credimi, Neal è molto più mago di quanto non lo siate voi messi insieme!
-Ovvio che la pensi così! Dopotutto hai le sue stesse origini... la tua mammina non era una sporca mezzosangue anche lei?
A quel punto non ci vidi più e colpii Pan con un perfetto schiantesimo non verbale. Il ragazzo fece un volo di almeno tre metri prima di ricadere indietro privo di sensi: non mi sentii in colpa neanche un po' ed ero pronta a far fare la stessa fine a tutti. Soprattutto quell'idiota di Jones, che se ne stava a guardare senza fare niente! Cos'era, lo schiavetto sessuale muto di Zelena?!
Mentre Abigail correva a soccorrere il suo amichetto-scopamico – o quello che era – io non persi tempo e puntai la bacchetta contro Zelena, lei fece lo stesso.
-Ragazze, basta. Calmiamoci tutti prima di finire nei guai, d'accordo? Jones, dì qualcosa anche tu per l'amor di dio!- esclamò Neal, posando una mano sulla mia spalla nel tentativo di farmi ragionare. E pensare che era stato lui il primo a perdere le staffe, e se non l'avessi fermato avrebbe reagito allo stesso identico modo!
-Zelena, Cassidy ha ragione.- intervenne infine Killian, per mia enorme sorpresa: aveva ritrovato la lingua?
-Stai difendendo questi mocciosi? È giusto che si godano il sole solo loro?!
-Non sto difendendo proprio nessuno. Sto solo dicendo che se non la smettete finiremo tutti nei guai per uno stupido angolo del cortile!

 

KILLIAN POV

Quella di contraddire Zelena non fu una scelta semplice, e non perché avevo paura di lei. Ma per essere “normale” e semplicemente far parte del suo gruppo di amici, non era esattamente una gran mossa. Era chiaro che una leader desiderasse tutti dalla sua parte... ma far partire un duello per colpa di uno stramaledetto posto al sole era così stupido! Inoltre mi infastidiva dover fare la figura dello schiavetto senza palle davanti ad Emma, e dagli sguardi che ogni tanto mi lanciava era piuttosto chiaro cosa pensasse.
-Avanti Killian, cosa ti importa?!
-Sai com'è, sono appena arrivato e non ho nessuna voglia di farmi buttare fuori anche da qui.
-Non siamo a Durmstrang! Qui non ti buttano fuori per così poco!
-Dai, cambiamo posto e basta. Non ne vale la pena, ok?
-No, ormai è una questione di principio. Tu non sei costretto a fare niente, tanto li metto facilmente KO questi bambocci mezzosangue.
-Ah sì?- gridò la bionda, tornando all'attacco proprio quando sembrava essersi calmata; -Fammi vedere cosa sai fare allora! Anche se in 5 anni sono sempre stata io a farti il culo, mi pare!
-Emma, lasciala perdere e rientriamo! Tanto dovremmo comunque studiare.
-Ma ti senti, Neal?! Sono stufa di lasciar perdere! È un mese che lascio perdere! Everte Statim!
E fu così che Zelena, colta alla sprovvista, volò rovinosamente indietro; questo non la fermò dallo scattare subito in piedi inviperita e gridare “Incarceramus”. Emma si ritrovò avvolta da funi magiche e perse l'equilibrio all'istante. Io, Neal, Abigail e un rinvenuto Peter ci ritrovammo a non riuscire a far altro che guardare, mentre una piccola folla di studenti ci raggiungeva formando un cerchio. Se anche avessi voluto intervenire sarebbe stato impossibile, perché tra le due volavano continue scintille colorate insieme ad incantesimi scudo: chiunque avesse provato a mettersi in mezzo, sarebbe finito decisamente male. Perfino il ragazzo della bionda guardava preoccupato ed impotente.
Quelle due erano come cane e gatto, ma se c'era qualcosa ad accomunarle era il fuoco che scorreva nelle loro vene. Spettinate, graffiate e probabilmente con gomiti e ginocchia sbucciate, non sembravano neanche un po' intenzionate a darsi tregua.
Ad un certo punto, tuttavia, Emma ebbe la meglio e si ritrovò al di sopra di Zelena, puntandole la bacchetta a pochi centimetri dal viso.
-Ritira quel che hai detto e ti lascerò perdere.
-Cosa? Che siete due bambocci mezzosangue? Quanto te la prendi, guarda che è vero!- la punzecchiò acida, nonostante si trovasse in chiaro svantaggio -Se davvero l'Oscuro è tornato non capisco perché perderebbe il suo tempo con una come te. Sei ridicola, tutto fumo e niente arrosto!
-Molto meglio avere antenati babbani che la propria madre a fare l'amante di un settantenne appena tornato in vita!
-RITIRA. IMMEDIATAMENTE.
-Certo. Ma prima tu ritira tutto ciò che hai detto su Neal e sui miei genitori.
-Vai tanto fiera dei tuoi genitori? Della tua mamma Mezzosangue? Visto che vuoi somigliarle tanto ti accontento!
Zelena non disse una parola, ma dalla sua bacchetta fuoriuscì un brillante fumo nero che colpì direttamente la Grifondoro; quest'ultima lanciò un grido lacerante che squarciò l'aria e cadde seduta all'indietro.
La folla, spaventata, fece un passo indietro, mentre Cassidy accorse dalla sua ragazza e Zelena si rialzò trionfante.
-Guarda qua. Ha attecchito... Mezzosangue! Ora hai le prove, sei come la tua mamma! Contenta?
Dovetti sporgermi per capire a cosa si riferisse, ma quando realizzai il motivo per cui l'altra si teneva il polso rimasi inorridito. Il dorso della sua mano destra era lacerato da una profonda bruciatura che formava una perfetta e ben definita “M”. La “M” di Mudblood. Sangue Sporco. Il simbolo che Rumplestiltskin aveva inflitto a decine di maghi nati babbani, contrassegnandoli a vita... e spesso, a morte.
Nessuno sembrò in grado di fiatare e quando la bionda corse via in lacrime la folla semplicemente si aprì, lasciandola scappare.
Questo era troppo.
-Sei una stramaledette pazza Zelena! Ce l'hai un minimo di cervello in quella tua testa bacata?! Hai idea di cosa cazzo hai fatto?!






 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Ora che l'altra ff è finita, torno a postare regolarmente qui. Ho diversi capitoli pronti e solo da rivedere, quindi penso di postare una volta a settimana.
Emma non è l'unica ad avere incubi e anche quelli di Killian sembrano abbastanza spaventosi. Se non si fosse alzato a prendere aria, però, non avrebbe visto ciò che ha visto... Zelena sta tramando qualcosa? Lui sembra intenzionato a scoprirlo. Intanto sembra aver trovato una nuova amica, Regina... tanto da fare con lei le ore piccole a giocare a scacchi. E ovviamente lei non poteva non riportare la cosa ad Emma! Ha capito bene che lui sente qualcosa per la sua amica e pare approvi...
Con qualche scambio di sorrisi, anche lui sembra voglia iniziare ad essere più aperto con lei... quella punizione insieme gli ha fatto bene xD
Emma però sta ancora con Neal e sembra voler credere di essere confusa, non vuole ammettere che quelle sensazioni che crede assopite... forse, semplicemente non esistono. Lui non glielo rende facile dato che è un fidanzato perfetto e tenero.
L'arrivo di Zelena però ha movimentato le acque... ha cercato di resistere alle sue provocazioni, ma alla fine è scoppiata e le due si sono scontrate a colpi di bacchetta (e parole taglienti)... fino a che Zelena non ha concluso con un atto che ha lasciato tutti spiazzati. (Per chi non ha letto HP: il marchio dei Mezzosangue non esiste nei libri, è una cosa che mi sono inventata e ho pensato che potesse essere abbastanza "forte", riprendendo i simboli con cui i nazisti segnavano gli ebrei.)
Il prossimo capitolo mi piace e spero piacerà anche a voi...  se riesco a dargli una sistemata a breve, potrei postare anche prima del prossimo sabato. Vedremo!
Un abbraccio, grazie a tutti come sempre! :*

P.S. Chi non l'avesse ancora fatto, se vuole può leggere la OS "Una luce nell'oscurità" che ho postato tempo fa, quando non avevo ancora pensato di trasformare la storia in una long. Si colloca dopo il primo capitolo, e penso spieghi un po' di cose...

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Capitolo 8
*** Intense ***


Intense




KILLIAN POV

-Cosa vuoi! Se l'è meritato!
-Dimmi che non sei seria!
-Perché no?! Per caso ti piace quella stupida Grifondoro mezzosangue?
-Se vuoi proprio saperlo al momento mi piace molto più di te! Non riesco a capire se sei un mostro o solo una stupida bambina viziata!
-Ma come osi!
E prima di rendercene conto ci trovammo con le bacchette puntate l'uno contro l'altra: non volevo attaccarla, ma se lei l'avesse fatto mi sarei difeso. Per quanto volessi integrarmi, non ero disposto a perdere i miei valori: quel che era troppo, era troppo. Sapevo bene di non essere un santo, ma non ero sopravvissuto all'oscurità, resistendole, per diventare una persona spietata e disumana.
Quel marchio fino a quasi 17 anni fa era stato una condanna. Storia della Magia non era mai stata tra le mie materie preferite, ma gli anni del Regno del Terrore di Rumple li avevo divorati. Ricordavo quei capitoli con grande inquietudine. Forse perché era storia recente, o forse perché era semplicemente terribile. Oppure un mix delle due cose. Era come una “seconda guerra mondiale” dei maghi, solo 50 anni dopo, il che lo rendeva ancora più sconvolgente. Ancora più rivoltante era il fatto che alcune persone continuassero a sostenere certe idee... la mia “amica” compresa.
-Cosa diavolo sta succedendo qui?! Fatemi passare, mocciosi!
Tra la folla si fece largo Regina Mills, col suo solito fare autoritario che a volte sapeva davvero incutere paura. Mi venne automatico abbassare la bacchetta, anche se Zelena non lo fece: sperai quasi che mi colpisse, questa volta meritava davvero di finire nei guai.
-Allora?
-Non sono affari che ti riguardano, sorellina!
-Oh, io credo proprio di sì invece! Se preferisci chiamo un professore, certo. Allora? Jones? Neal?
Guardai prima la mia ormai ex, poi sua sorella... e poi Cassidy. E per un attimo, pensai di essere più arrabbiato con lui che con l'altra: che diavolo ci faceva ancora lì? Perché non era corso dietro alla sua ragazza? Come diamine poteva lasciarla sola proprio adesso?! Le sarei andato dietro perfino io: solo l'idea di come potesse sentirsi mi nauseava, in più doveva farle un male cane.
-Io... scusa Regina, devo andare a cercarla. Jones.
E mentre il ragazzo – finalmente – correva via, mi resi conto di avere due alternative: fare la spia e mettermi contro almeno tre quarti dei Serpeverde, oppure non dire nulla, accettando silenziosamente quella crudeltà. Ci avevo provato ad integrarmi, avevo tentato di far parte di un gruppo e, una volta tanto, riuscire a rimanerci... ma avrei deluso mio nonno e soprattutto me stesso se fossi stato zitto. Forse, semplicemente, non faceva per me l'essere una persona “normale”.
-Zelena ha marchiato Emma col simbolo di Rumplestiltskin.
Non riuscii a capire se i sussulti che seguirono furono dovuti al fatto che avessi pronunciato il nome dell'Oscuro, all'aver fatto la spia, o perché avevo espresso a voce alta una verità decisamente poco piacevole. Solo lo sguardo deluso ed arrabbiato di Zelena fu ben chiaro... ma aveva smesso di importarmi.
-Jones, stai dicendo sul serio? Non è qualche stupido scherzo?
-No, hanno visto tutti. Solo che sono troppo codardi per aprir bocca perché hanno paura di tua sorella. Ed ora, con permesso.
Mi voltai senza guardare in faccia nessuno, ignorando il richiamo della mora e continuando sui miei passi, fino ad allontanarmi abbastanza da non sentire più nulla del trambusto che si era alzato. Se Zelena fosse finita nei guai, com'era probabile che fosse, se la sarebbe presa con me. E quasi certamente mi avrebbe cacciato dalla squadra di Quidditch.
Pazienza. Non era passato neanche un mese ed ero già stufo di fare il burattino di una ragazzina che preferiva celare la parte migliore di sé, nel tentativo di sentirsi potente. Invece era solo una banale bulla. Il problema era che gran parte dei miei compagni di casa pendevano dalle sue labbra, eppure mi rifiutavo di credere che essere Serpeverde volesse dire essere... crudele. Per quanto poco perfetto fossi, non mi sentivo un mostro. Non ero un mostro, non più. Ma quante volte, ormai, ero rimasto deluso dalle persone? Quante scelte sbagliate avevo fatto? Ed ogni volta ero rimasto solo.
Sentivo tuttavia che se non mi fossi arreso, prima o poi il mio posto nel mondo lo avrei trovato.

 

EMMA POV


-Maledizione!
Nonostante scagliare libri non attutisse né il dolore né la frustrazione, gli ennesimi malcapitati finirono contro la parete opposta. Quello che si aprì con un lamento lo bruciai con un colpo di bacchetta senza pensarci due volte, non mi importava un accidenti visto che non era riuscito a spiegarmi come cancellare quel maledetto marchio. La mano destra ormai bruciava così tanto che quasi avevo smesso di sentirla, il che non prometteva nulla di buono. Conoscevo bene le storie... la M con cui Rumple aveva segnato i nati babbani, simbolicamente bruciava la mano con cui utilizzavano la bacchetta. Ma mi rifiutavo di credere che quell'oca di Zelena potesse essere tanto potente da replicare quell'oscuro sigillo e doveva senz'altro esistere un modo per liberarmene. Ma a cosa serviva la Stanza delle Necessità se non sapeva rispondere alla mia domanda? Il suo scopo non era quello di esaudire le stramaledette necessità della gente?
Forse avevo sbagliato a correre via, probabilmente avrei dovuto chiedere aiuto ad un professore o a Merlin... lui avrebbe risolto in quattro e quattr'otto. O forse no. Se i miei sogni erano visioni, cosa di cui ormai ero convinta, Rumple doveva aver visto qualcosa in Zelena... magari un'oscurità abbastanza intensa da convincerlo che avere un erede da lei fosse la scelta giusta.
Così, per quanto inutile fosse, feci l'unica cosa che mi era rimasta: piangere. Mi ero ripromessa di non versare più una lacrima per colpa di gente insignificante, ma ancora una volta avevo sopravvalutato la mia forza d'animo. Non potevo neanche uscire di lì, se volevo evitare che i miei amici mi vedessero in quello stato... già me ne vergognavo abbastanza da sola. Ma come potevo rimanere lucida, quando era diventato impossibile rilassarmi per cinque minuti?
La mia pazienza e la mia sopportazione erano giunte al limite, non sapevo più cosa fare. Letteralmente. Lasciare la scuola? Di certo non sarei stata meglio nella casa famiglia di Ingrid, ed essendo ancora minorenne era l'unico posto in cui sarei potuta andare. O forse... avrei potuto fuggire? Andare da qualche parte, molto lontano... materializzarmi alle Hawaii e portarci i miei amici, così da aspettare semplicemente che tutto fosse finito. Non avevo le forze per lottare. E, soprattutto, non avevo voglia di combattere una dannata guerra che non avevo mai scelto. Che colpa ne avevo io se, quando ero solo una neonata, avevo distrutto Rumplestiltskin?
Cercai di allontanare quel pensiero in tutti i modi, ma continuava a risuonare nella mia mente: forse... forse sarebbe stato meglio per tutti se fossi morta insieme ai miei genitori. La vita, giorno dopo giorno, continuava a ricordarmi di non avere ancora trovato una casa, nonostante tutto.
Ero dell'idea che tutti avessero bisogno di trovare il proprio posto al mondo... e cosa sarebbe successo se il mio non esisteva?

 

***


KILLIAN POV
 

Non avevo neanche sentito cosa Zelena mi avesse urlato, una volta rientrata in sala comune. Avevo solo capito che era stata punita, ma le sue parole mi erano entrate in un orecchio e uscite dall'altro. Non ricordavo neanche quali insulti lei e i suoi amici avessero utilizzato nei miei confronti, mentre altri erano rimasti muti sala ad osservare la scena. Alla fine, frustrata per la mia mancanza di reazione, mi aveva spinto dalla sedia ed era andata via; io mi ero limitato a tirarmi su e prendere posto su una poltrona, continuando a leggere “Contromaledizioni e controfatture del XX secolo – Livello Avanzato”.
-Ehi Jones.
Regina, ovviamente. Praticamente l'unica a rivolgermi ancora la parola. Proprio come avevo immaginato, gli altri erano troppo devoti a Zelena, o più probabilmente spaventati da ciò che avrebbe potuto far loro se li avesse sorpresi a parlare con me.
-Mh?
-Ti senti bene?
-Certo, sto alla grande. Non dovrei?
-Oh, so bene quanto mia sorella sia brava ad isolare la gente. Al terzo anno il ragazzo che le piaceva mi ha chiesto di uscire, così ha diffuso la voce che avevo la clamidia.... ti lascio immaginare le conseguenze.
Alzai lo sguardo sorpreso, trovando la mora aperta in un sorriso divertito. Se fossi stato meno stupido, sarebbe stata decisamente lei la mia prima scelta in fatto di amicizie. Non solo sapeva tenere perfettamente testa alla sorella, lo faceva anche fregandosene di tutto ciò che pensavano o dicevano di lei. Era brillante, furba e decisamente determinata.
-Carina.
-Già, da morire. Quindi?
-Quindi non c'è problema, grazie. Non mi importa se i suoi schiavetti preferiscono starmi alla larga. Come sta Emma?
-Non ne ho idea...- si rabbuiò, prendendo posto accanto a me -Non riusciamo a trovarla. Spero si faccia viva al più presto perché alla Lucas ho detto solo che vuole rimanere un po' da sola... mi ha chiesto di portarla da lei non appena sarà pronta. Per toglierle quel marchio.
-Zelena non è così potente, sarà facile da rimuovere.
-Per un professore certo, ma si tratta pur sempre di magia oscura.
-Che guarda caso ho studiato per un anno. Senti, fammi sapere se la trovate...
-Cosa? Pensi di essere capace...?
-Sono abbastanza sicuro di esserlo.
-Sai che se mia sorella lo viene uscirai completamente dalle sue grazie, vero?
-Non me ne importa proprio niente- scrollai le spalle -sono stufo di lei e dei suoi amici bulletti.
-Sei un bravo ragazzo, Killian. Mi fa piacere stia aprendo gli occhi, se troviamo Emma ti vengo a chiamare.
Detto questo mi diede una pacca sulla spalla e si diresse nuovamente verso l'uscita della sala comune: era il momento di seguire il suo esempio. Forse avrei potuto trovarla io, Emma... di certo non la conoscevo altrettanto bene, ma ero probabilmente l'unico a comprendere davvero come si sentisse perché ci ero passato.
Se ero un bravo ragazzo non sapevo dirlo, di certo avevo fatto molte cose di cui non andavo fiero: io stesso ero stato molto simile a Zelena fino a qualche anno fa... anche se mi ero limitato a divertirmi senza mai scendere nella crudeltà vera e propria. O forse sì. A chi la davo a bere? Un bambino aveva cambiato scuola per colpa mia!
Ma ero cambiato.
Non sapevo se Regina e gli altri avessero provato a cercarla nella Stanza delle Necessità, così come non sapevo come mai non lo avessi suggerito alla sua amica. Ma, forse, questo era il momento giusto per far visita a quella camera, che mi aveva affascinato dal momento in cui mio nonno ne aveva parlato. Se poteva trasformarsi in tutto ciò di cui una persona aveva bisogno... avrei semplicemente dovuto chiederle di aiutarmi a trovare Emma Swan.
Così mi alzai e, dopo essermi accertato di non essere osservato da qualche amichetto di Zelena, afferrai bacchetta e libro e sgattaiolai fuori dalla sala comune. Mi accorsi che ormai si era fatto buio ed era sicuramente quasi ora di cena... quanto tempo avevo passato a leggere quel volume? Perché l'avevo fatto, soprattutto? Perché mi importava tanto di quella ragazza? Eppure, mentre mi ponevo tutte quelle domande, non riuscivo a fare a meno di pensare a lei, rimasta sola tanto a lungo.
Fortunatamente c'erano altri studenti in giro e non fu difficile passare inosservato e raggiungere l'ala ovest del terzo piano. Se le cose non erano cambiate, la Stanza doveva essere in fondo all'ultimo corridoio a destra. La fortuna sembrava proprio essere dalla mia parte, il movimento di studenti e insegnanti si arrestò proprio prima che svoltassi l'angolo: non avrei dovuto creare strani diversivi per non farmi beccare mentre cercavo di aprire una parete.
Una parete decisamente piatta e normale, a mio avviso. Ero nel posto giusto? Forse l'avevano sigillata negli anni: era giunto il momento di scoprirlo.
“Ho bisogno di trovare Emma Swan” cercai di imprimere nella mente, facendo tre volte avanti e indietro come mi era stato spiegato.
Nulla.
Riprovai a fare lo stesso con “Ho bisogno di un posto per nascondermi”.
Ovviamente ancora nulla.
“Ho bisogno di un posto tranquillo per riflettere.”
Feci almeno una decina di tentativi fino a che non mi sentii stupido: erano passati tanti anni, come facevo ad esser certo che quel luogo esistesse ancora? E soprattutto, come facevo a sapere che Emma fosse davvero lì? Magari era andata nella Foresta Proibita ed io ero completamente fuori strada.
Eppure, qualcosa mi diceva di seguire il mio istinto... non potevo arrendermi così facilmente. Se fossi stato al posto suo, avrei voluto che qualcuno mi trovasse. Avrei desiderato un po' di conforto.
Se fossi stato al posto suo, avrei voluto essere in un luogo in cui poter stare solo a cercare una soluzione al problema... fino a che qualcuno non mi avesse raggiunto.
Mentre lo pensavo, ripetendo i tre passaggi di fronte alla parete, quella che sembrava un'antica porta di legno apparve dal nulla. Incredulo ed affascinato afferrai subito la vecchia maniglia arrugginita: l'ultima cosa che mi aspettai fu di trovarmi una bacchetta puntata dritta contro il naso non appena varcata la soglia
-Cosa ci fai tu qui. E Come hai fatto a trovarmi.
-Swan...- borbottai sollevando un braccio a mo' di resa, mentre con quello libero mi chiusi la porta alle spalle, prima che qualcun altro arrivasse.
La ragazza aveva la mano ferma ma ciò non servì a nascondere gli occhi rossi e gonfi ed il viso stanco a dolorante. Inoltre il mio occhio cadde subito sulla mano destra, che penzolava come immobile lungo il fianco, visibilmente infiammata.
-Per favore, sono solo venuto a... ad aiutarti.
-Perché? Mi sembrava stessi bene con la tua amichetta.
-Ti sbagli. E se vuoi saperlo l'ho fatta finire in punizione. Lo sai che tutti i tuoi amici e il tuo ragazzo ti stanno cercando?
Non abbassò lo sguardo, ma il suo volto si tramutò in un'espressione rammaricata che non riuscì a nascondere. Chissà se si era resa conto di quanto tempo fosse passato.
Iniziò quindi, lentamente, ad abbassare il braccio, mentre i suoi occhi rimasero puntati nei miei.
-Come mi hai trovata?
-Sapevo della stanza e... ho pensato che se fossi stato al posto tuo mi sarei nascosto qui.
-Ok, giusta osservazione. Ma perché sei qui? Che ti importa?
-Sinceramente, Swan, non lo so nemmeno io. So solo che per qualche oscura ragione mi importa... adesso mi lasci accomodare nel tuo rifugio?
Nonostante la sua risposta fu uno sbuffo, abbassò definitivamente la guardia e mi lasciò passare. Come avevo immaginato, inconsciamente non desiderava essere sola: di fronte ad un tavolino di mogano c'erano un divano biposto e due morbide poltrone, come in attesa di essere occupate. Su una di esse erano sparpagliati il mantello ed il maglioncino; addosso aveva solo gonna, calze e camicia con maniche arrotolate fino ai gomiti. Era la prima volta che avevo modo di apprezzare appieno la sua figura, l'avevo sempre incrociata in divisa scolastica o sportiva. Anche coi capelli fuori posto reduci dallo scontro e il viso graffiato, era bellissima.
-C'è qualcosa da mangiare? Da bere?
-Purtroppo no. Il cibo non si può far apparire per magia...
Intanto continuava a guardarmi, probabilmente chiedendosi – ancora – perché fossi arrivato proprio io. E aveva ragione. Non avevamo confidenza, nonostante fossimo riusciti a trascorrere un paio d'ore in punizione senza bisticciare, una settimana prima. Dopo di quello, però, non avevamo più parlato, c'era stato solo qualche raro scambio di sguardi. E sorrisi.
-Mi faresti vedere la mano?
-Perché dovrei?
-Te l'ho detto, no? Perché sono venuto ad aiutare.- ripetei, e nella speranza che si fidasse le mostrai il libro che avevo portato con me. Il suo sguardo allora si spostò sul tavolo, dove era posata una copia identica del volume.
-E' inutile, ci ho già provato.
-Per chi non ha dimestichezza con la magia oscura è impossibile. Io ne ho un po'.
-E' il marchio di Rumple! Non un tatuaggio temporaneo. Non crederai davvero di esserne capace?
-Swan, perché non smetti di fare l'acida una volta tanto! Punto primo, so di esserne capace. Punto secondo, ricordi chi ha lanciato l'incantesimo? Zelena. E non dispone neanche di un centesimo della potenza di Rumplestiltskin.
Inaspettatamente abbandonò l'espressione scettica e sciolse le braccia che aveva incrociato al petto.
-Tu pronunci quel nome?- mi domandò sorpresa.
-Sono cresciuto tra i babbani, nessuno mi ha insegnato ad avere paura di un nome... mi sembra stupido.
-Wow. Per la prima volta da quando ti conosco ti sento dire una cosa intelligente. E hai ragione, vale lo stesso per me... un nome non può ucciderti. Quei “Tu sai chi” sono così stupidi!
-Esattamente! E la gente che ti guarda con orrore quando lo pronunci, neanche avessi ucciso qualcuno! La prima volta non riuscivo a capire quale fosse il problema.
-Io ero con Anton... cioé, insomma, il professor Beans, ancora non lo hai conosciuto... per poco non mi faceva la doccia con la birra, ha sputato tutto!
E come se fosse la cosa più naturale del mondo ridemmo insieme, prendendo posto sul divano. Il suono della sua risata era il più bello che avessi mai sentito: lei stessa era dannatamente bella quando rideva. L'istinto mi gridava di stringerla e baciarla fino a che entrambi non avessimo perso il fiato... ma fortunatamente la ragione prevalse. O sfortunatamente. No, era decisamente una fortuna: l'unica risposta che avrei ricevuto sarebbe stato un bel pugno sulle gengive, o forse sul naso. Meritatissimo, per di più.
-Adesso ti lasci aiutare? Prometto di fare piano... se non dovessi riuscirci non insisterò.
Si ricompose anche lei, ma alla fine annuì e mi porse la mano. Ignorai la cicatrice che la volta precedente aveva voluto nascondermi e poggiai il suo palmo delicatamente sul mio: non poté trattenere una smorfia di dolore. La bruciatura sul dorso era evidente, con quell'ustione a forma di M; tutt'intorno la pelle era rossa ed intorpidita, tanto che la bionda non riusciva a muovere le dita.
Proprio come avevo immaginato, però, non era un incantesimo potente. Se si fosse trattato di una vera maledizione lo avrei percepito: ero sensibile all'oscurità, da quando me ne ero liberato.
Presi quindi la bacchetta e la puntai contro il simbolo, sperando ardentemente di riuscire al primo tentativo... non era difficile, avevo eseguito magie ben più potenti. Però, mai con quei due bellissimi smeraldi a fissarmi in maniera così penetrante. Ma proprio per quegli occhioni, dovevo farcela. Desideravo placare la loro sofferenza il prima possibile.
Così mi concentrai intensamente sull'incantesimo, ruotando la bacchetta due volte in senso antiorario, una in senso orario e pronunciando nella mia testa le parole “Verba maledictis delete”.
L'effetto fu immediato: si alzò una lieve foschia nera che dissolse la M, fino a che la bruciatura non scomparve del tutto, lasciando la mano della ragazza semplicemente un po' irritata. Agitai quindi la bacchetta ancora una volta, per coprirla con un leggero guanto di ghiaccio.
-Il tempo di sciogliersi e starai benone.- sussurrai, trovando finalmente il coraggio di alzare gli occhi. Mi guardava. Mi guardava intensamente, così tanto che il respiro venne a mancarmi. Sembrava allo stesso tempo incredula, sollevata, grata e finalmente in pace. Tutti questi sentimenti si fusero in calde lacrime che iniziarono a scivolarle lungo le guance, e senza perdere tempo feci la cosa più ovvia: la abbracciai. Mentre ricambiava il suo pianto divenne più forte, così la strinsi ancora di più, lasciando che mi bagnasse la camicia quanto desiderava.
Ciò che non mi aspettai fu il tenero calore che pervase tutto il mio corpo, così violento da penetrarmi fin dentro le ossa, nell'anima. Era come se una grande energia si fosse appena insinuata dentro di me, facendomi sentire bene come non era stato da... mai, probabilmente. Era la sensazione più perfetta che avessi mai provato, come se fossi finalmente completo... come se fossi finalmente a casa. Quella percezione di perfezione che si leggeva nei libri, col protagonista che trovava finalmente pace dopo una giornata pesante. Quella pace che avevo sempre invidiato, perché in 18 anni non avevo avuto modo di viverla.
Fino ad ora.
-Grazie, Killian.- un sussurro all'orecchio, un brivido. La strinsi ancora più forte, come per aggrapparmi a quella perfezione che speravo non finisse mai. Sorprendentemente lei ricambiò... senza dire nulla.
Restammo così a lungo: non seppi dire quanto. Cinque minuti, dieci, mezz'ora... o forse perfino di più? Probabilmente non ci saremmo mai separati, se il rumoroso brontolio del suo stomaco non ci avesse fatti tornare alla realtà, a cui rispondemmo con una grossa risata.
-Scusa! Che vergogna!
-Ma figurati... Sono ore che non mangi, è più che comprensibile!
Ci separammo, ma restammo l'uno di fronte all'altra a guardarci sorridenti: il suo sorriso era finalmente rilassato, anche se stanco.
-Killian, io... io non so come ringraziarti.
-Un modo c'è. Promettimi che non piangerai più per colpa di certa gente... non ne vale la pena. Puoi credermi, so bene come ci si sente... ma non lasciarti piegare. E poi, quando sorridi sei molto più bella.
Fu tenero vederla arrossire, tenero scoprire quel lato dolce di una ragazza che, di facciata, sapeva sempre apparire così forte e sicura di sé. D'altra parte, però, mi faceva male vedere quanto il trattamento che ogni giorno subiva la toccasse. Effettivamente mi ero chiesto fin dal primo giorno come facesse a sopportare tutto lo scherno e le prese in giro, l'odio... Invece era semplicemente molto brava a fingere, come me. Anche se speravo non arrivasse mai a sentirsi così disperata da desiderare di essere espulsa.
-Credo di poterlo fare. È solo che avevo accumulato troppo, non ne potevo più ormai, e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso...
-Lo capisco. Meglio di quanto tu creda.
Eravamo occhi negli occhi e nessuno dei due sembrava aver paura di sostenere lo sguardo, nonostante i nostri volti fossero a pochi centimetri l'uno dall'altro. I respiri si fusero, fu come se ci stessimo leggendo dentro, all'unisono... e lei era così dannatamente bella. Le sue labbra così dolci ed invitanti...



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Eccomi qui, con un giorno d'anticipo xD ma il capitolo era praticamente pronto, mi serviva solo il titolo. Non mi soddisfano mai!
Comunque Killian ha tenuto testa a Zelena, stavolta non gliel'ha fatta passare liscia e ha detto la verità a Regina, pur sapendo che così verrà probabilmente isolato dai suoi compagni. Pian piano inizia a fare le scelte giuste!
Lei si è beccata una bella punizione e com'era prevedibile si è arrabbiata con lui... ma non gli importa. Invece ha passato il tempo a cercare di capire come aiutare Emma, ed ha deciso di andare a cercarla quando ha saputo che gli altri non sono riusciti a trovarla. Lei intanto è stufa di dover sopportare tutto questo, tanto che pensieri poco felici le frullano nella testa... e ovviamente non poteva porsi subito tranquillamente con lui. Ma è riuscito a far breccia nelle sue barriere, tanto da farla ridere, ed anche ad eliminare il marchio... il che ha portato a quel contatto che è venuto loro naturale. E Killian ha provato qualcosa di nuovo, si è sentito bene come non era mai successo. Sarà stato lo stesso anche per lei? Intanto... non odiatemi troppo per aver concluso così il capitolo xD
Come sempre vi ringrazio, alla prossima! :*

PS. Ha nevicato anche da voi? Qui solo un giorno, ma non succedeva da 6 anni quindi sono stata più che contenta *-* Bellissimo, ma c'è da dire che in Italia tutto si blocca con la neve!

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Capitolo 9
*** Reality ***


Reality



EMMA POV

La colazione sembrò molto più buona quella mattina; in parte era dovuto al fatto che, appena entrati in sala grande, avevamo trovato Zelena intenta a pulire per terra sotto la stretta sorveglianza di Marco, il custode. Era sempre stato un uomo molto dolce e simpatico, ma sapeva anche come farsi rispettare. La ragazza aveva subito aperto bocca, probabilmente per minacciarci come suo solito, ma lui l'aveva minacciata di raddoppiarle i 10 giorni di punizione. Così, allegri, ci eravamo diretti verso il nostro tavolo mentre lei si era accontentata di borbottare tra i denti “a cosa servono gli elfi domestici in questa scuola!”.
D'altra parte il mio buonumore era dovuto a Killian Jones, ma non potevo condividerlo con gli altri.
-Va bene che hai fame, ma io direi che basta!- mi canzonò Neal con una risata, togliendomi da davanti il piatto col quarto pancake.
-Lo sai che posso uccidere se mi si tocca il cibo, vero?
-Lo so, ma rischi di sentirti male... ho perso il conto di tutto quello che hai divorato...
-Neal ha ragione...- intervenne Mary Margaret -tre pancakes, un cupcake, macedonia con gelato, cioccolata calda... io avrei già vomitato!
-Mi controlli pure ora, mamma? David, almeno tu appoggiami!
-Scusa Em, temo abbiano ragione... Ovviamente siamo contenti che stia meglio, eh...
-E va bene, ho capito.- alzai le mani rassegnata, non avendo voglia di discutere. E poi avevano ragione, non avevo più fame; solo, mi sentivo così bene che avrei mangiato un montone intero o corso e vinto una maratona.
La verità era che quell'abbraccio mi aveva ricaricata, ricordavo ancora i brividi di piacere da cui era stato pervaso il mio corpo nel momento stesso in cui Killian mi aveva stretta a sé. Era stato stranissimo, mi ero improvvisamente sentita a casa, al sicuro... in pace con me stessa e col mondo. Così strano, ma allo stesso tempo così perfetto. Una sensazione del genere l'avevo provata solo in un ricordo, che per quanto ne sapevo poteva anche non essere reale. In braccio a mia mamma, quando ero molto piccola... era stato un flash, un sogno di sette-otto anni fa. Mi ero addormentata tra le lacrime perché uno dei bambini più grandi dell'orfanotrofio mi aveva messo la colla sulla sedia, ed alzandomi la gonna era sfilata. Era stato davvero umiliante. Quella mattina, però, avevo sognato i miei genitori... avevo sognato come mi stringevano, ridevano mentre cercavo di afferrare qualcosa per aria, poi mi baciavano. Per la prima volta nella mia vita mi ero sentita davvero bene, felice. Era stata la prima ed unica volta... fino ad ora. Ma questo ovviamente non l'avevo detto ai miei amici. Avevo spiegato loro che Killian mi aveva rimosso il marchio ed era stato carino con me, senza scendere nei dettagli... già così Neal aveva fatto fatica a trattenersi dal dire qualcosa di inappropriato, ma non lo biasimavo.
Poi c'era stato quell'istante a cui non avevo voglia di ripensare. Avevo davvero desiderato baciarlo. Solo all'idea mi tremavano di nuovo le gambe, perché era stato un breve istante ma troppo... troppo intenso. Avevo paura. Paura di me stessa, di ciò che quella vicinanza aveva scatenato.
Per fortuna, a salvarmi era stato un secondo brontolio del mio stomaco, ed il bacio non era mai arrivato. Grazie al cielo. Cosa avrei fatto, altrimenti?
Tuttavia avevamo scelto di salutarci con un sorriso, lasciando da parte l'imbarazzo. Quella barriera invisibile che fino a quel momento ci aveva tenuti lontani, era andata in frantumi. Ne ero consapevole.
Però... Quell'ultimo momento doveva rimanere in quella stanza. Era giusto così.
Alla Lucas avevo detto più o meno la stessa cosa, quando mi aveva raggiunta a tavola per parlarmi. L'avevo vista sorpresa quando avevo spiegato come Killian fosse riuscito a gestire un incantesimo del genere, ma alla fine aveva constatato che avesse effettivamente avuto successo.
-Comunque quel Jones continua a non piacermi.
-Neal.
-No Emma, pensaci... ti ha aiutato, è vero, non sto dicendo che è una cattiva persona, ma...
-Ragazzi...
-Stiamo parlando Mary.
-Fatelo in un altro momento.
Mary Margaret non era mai stata brusca, e non appena ci posò davanti il giornale che aveva appena ricevuto dal suo gufo, fu subito tutto chiaro. Mio dio.
“Fuga di massa da Azkaban. 12 Mangiamorte evasi all'alba: perse le tracce” diceva il titolo.
A giudicare dai brusii e le esclamazioni che si alzarono, molti altri studenti dovevano aver appena ricevuto La Gazzetta.
All'alba di questa mattina, una forte esplosione ha coinvolto l'ala est della prigione di massima sicurezza di Azkaban. Secondo il Direttore della prigione, George Albert Spencer, i 60 Dissennatori posti a sorvegliare l'area non sono stati in grado di reagire. 'Ciò che è accaduto stamattina è inspiegabile, quanto terribile' dichiara il Ministro della Magia; 'Nell'ala est erano reclusi i più feroci Mangiamorte catturati 16 anni fa. Ne mancano ben dodici all'appello, contro gli unici due uccisi durante il disastroso tentativo di contenere la fuga. Temo che dietro a questo terribile evento ci sia Lancelot Roundable, il primo detenuto mai evaso da Azkaban, tre anni fa. Nessun coprifuoco previsto al momento, in quanto da fonti certe sappiamo che il gruppo ha lasciato il Paese. Tutti i confini sono ora protetti e strettamente controllati dal Gruppo di Vigilanza Magica. Non appena avrò maggiori dettagli non esiterò a contattare nuovamente La Gazzetta, in modo da informare la comunità.' Alla luce dell'accaduto, qualora non fosse strettamente necessario, chiediamo a tutti i maghi e le streghe del Regno Unito di non lasciare il Paese per la propria sicurezza.
Sydney Glass, Direttore de' La Gazzetta di Storybrooke.”

Incredibile. Incredibile che dopo tutto ciò, il ministro continuasse a negare il ritorno di Rumple! Pensava davvero che il responsabile fosse Lancelot oppure cercava di appigliarsi a qualsiasi spiegazione pur di negare l'evidenza? Era davvero così stupido?! Avrei detto che fosse lo stesso Rumple a controllarlo, se non fosse che i membri dell'Ordine lo tenevano sotto controllo.
-Tutti evasi... ma sì, sono andati a formare l'esercito di Lancelot. Non si rende conto di quanto ridicolo suona?!
-Emma, calmati...- borbottò Neal, posando la mano sulla mia. Mi sforzai per non tirarla via bruscamente. Calmarmi, certo. Accadevano le cose più strane e la popolazione doveva credere alle cazzate di Isaac Heller, il peggior ministro mai esistito. Quando io raccontavo la verità, invece, venivo definita pazza e tutta la scuola mi si rivoltava contro!
-Io scrivo alla mamma.- fece David, rompendo il silenzio -Spero stiano tutti bene... sappiamo che la Gazzetta non nominerebbe i membri dell'Ordine.
-Hai ragione... ma lo sapremmo se qualcuno fosse... si fosse fatto male. Vero?
-Non lo so Mary.- dissi in tutta sincerità. Tutto era successo così in fretta, solo due ore prima... di certo informarci di amici morti non sarebbe stata la priorità dell'Ordine della Fenice in un momento del genere. Tuttavia, speravo vivamente che Mary avesse ragione... magari lo avevano appena saputo anche loro. Anch'io avrei mandato un gufo al più presto: dovevo scrivere a Lance.
Istintivamente sollevai lo sguardo per incontrare prima quello di Regina, che ricambiò come per dire “ne parliamo appena c'è tempo”, poi quello di Jones. Ciò che mi sorprese fu che quando lui mi guardò, apparve sconvolto quasi quanto noi... se non di più. Oppure era solo una mia impressione.
Avrei pagato oro per sapere cosa ne pensasse... credeva al Ministro? Oppure credeva a me e Merlin? Cosa pensava di tutta quella faccenda? Avrei tanto voluto saperlo, anche se continuavo a non capirne il perché, ma non era un discorso da tenere come se niente fosse. Non potevo semplicemente andare a chiedergli “Ehi, tu ci credi che Rumple è tornato o pensi che me lo sia sognato?”
-Buongiorno, ragazzi!
La voce amplificata del preside, così improvvisa, mi spaventò abbastanza da farmi finire di traverso il succo di zucca. Era impazzito?!
-Capisco bene che l'accaduto ha turbato la maggior parte di voi... ma i professori mi chiedono di ricordarvi che non tollereranno un'evasione di massa dalle loro lezioni. Quindi vi prego di riporre i giornali fino a quando non sarete in pausa. Buona giornata!
La reazione fu immediata ed automaticamente ci alzammo da tavola anche noi, raccogliendo gli zaini e mettendo via il giornale. Non sarebbe stato facile concentrarsi a lezione, soprattutto considerando che le prime due ore avremmo avuto Trasfigurazione: speravo vivamente in una lezione teorica, anche se ultimamente erano diventate rare.
Scambiai un'ultima occhiata con Jones, il quale si stava allontanando con Regina. Ero contenta che ci fosse almeno lei, mi sarebbe dispiaciuto vederlo solo e completamente isolato: sapevo come ci si sentiva e non era piacevole.
-Emma, ci sei?
-Neal. Sì, scusa... stavo... niente, andiamo!
Lasciai che mi prendesse la mano, e subito una strana sensazione mi pervase: era come se fosse sbagliato. Era così che ci si sentiva quando si era innamorati?

 

***


-Ciao Emma... scusa la chiamata improvvisa.
-Non... non si preoccupi prof. Ma... è successo qualcosa? Ho fatto qualcosa?
Di certo non mi ero aspettata di ricevere un messaggio dalla Lucas da una bambina del primo anno, mentre mi rilassavo davanti al fuoco in attesa di andare a cena. La giornata si era rivelata piuttosto pesante, soprattutto perché nessuno era riuscito a stare attento in classe e ai professori non aveva di certo fatto piacere. Così ci avevano impegnati con incantesimi complicati e per di più caricati di compiti, come se non fossimo già abbastanza pieni. E ovviamente dovevamo conciliare il tutto con gli allenamenti di Quidditch, sempre più intensivi man mano che si avvicinava l'inizio della stagione. Adesso ci mancava la convocazione della prof...
-Tutt'altro Emma, tranquilla! A proposito... stai bene? La mano?
-Tutto a posto. Qualsiasi cosa abbia fatto Jones, ha funzionato.
-Bene. Lo so che ultimamente può essere difficile, per te. So che sei presa di mira più del solito.
-Non... non importa.- e soprattutto non ho voglia di parlarne, pensai -Va tutto bene. Quindi... come mai mi ha voluta vedere?
-Alla luce di ciò che è accaduto stamattina, io ed alcuni professori abbiamo parlato col preside. Come sai, non posso impostare le mie lezioni come vorrei... renderle più adeguate ai tempi bui che corrono. Fare sul serio e lasciare da parte il programma, in poche parole.
Annuii, quello era chiaro. Le sue lezioni di Difesa Contro Le Arti Oscure erano tutt'altro che noiose, tuttavia poche di esse ci sarebbero state realmente utili in caso di uno scontro con Rumple e il suo esercito. Gli incantesimi di attacco più potenti non erano nemmeno nel programma dell'ultimo anno.
-In via ufficiale c'è ben poco che possa fare... tuttavia il Preside è convinto che gli studenti abbiano il pieno diritto di apprendere quanto più possibile. E la più preparata in questa scuola sei tu, Emma.
-Che... cosa?- d'accordo, adesso iniziavo a non capire. Cosa voleva dire con questo?
-Per prepararti al Torneo hai appreso moltissimi incantesimi di attacco e di difesa, magie che vanno ben oltre il programma scolastico. E cosa più importante, sai in prima persone cosa vuol dire realmente trovarsi in determinate situazioni. Perfino affrontare l'Oscuro e uscirne viva. Ora, ciò che ti dirò non può essere reso pubblico perché andrebbe contro le regole del Ministero. In poche parole, il Preside vorrebbe che insegnassi ciò che sai ad un gruppo di studenti scelti da te. Il maggior numero di partecipanti possibile, ma che siano fidati al cento per cento. Dal terzo anno in su, escludendo quindi solo i più piccoli.
Ero senza parole. Abbastanza da non riuscire a fare altro che fissare la Lucas a bocca aperta, da perfetta ebete. Stava scherzando? Io insegnare agli studenti a difendersi da Rumple e i Mangiamorte? Non poteva essere seria.
-Gliel'ho detto che avresti reagito così...- sorrise, incrociando le braccia al petto -Ma ne abbiamo discusso a fondo e non sarebbe saggio dare questo compito a un professore. Desterebbe sospetti più facilmente... Ma se qualcosa dovesse andare storto, sappi che si assumerebbe lui la piena responsabilità. E non sei costretta ad accettare, dev'essere una tua decisione; tutto ciò che posso dirti è che ho piena fiducia in te e so che ne saresti perfettamente in grado. E ovviamente sarei sempre a tua disposizione, ci vedremo una volta a settimana . Tu mi parlerai dei progressi fatti, io ti insegnerò cose nuove.
Lei, il preside... dovevano essere impazziti. Io non ero un'insegnante: apprezzavo la fiducia ma ero anche conscia del fatto che difficilmente sarei stata portata per quel ruolo. Una cosa era imparare per me stessa, un'altra era insegnarlo ad un grande gruppo di persone! In più, difficilmente sarei riuscita a radunare più di una decina di studenti, vista la mia scarsa reputazione.
-Vi sbagliate- furono le prime parole che mi uscirono non appena schiusi le labbra -Non vado bene.
-Emma...
-Davvero, ci sono persone più brave di me. Regina. Mary Margaret.
-Sai che in questi casi conta anche l'esperienza.
-Ne hanno! Sono sempre state con me quando abbiamo fatto... cose.
-Non sempre. Sai cosa voglio dire, Emma. Se non te la senti va bene, non ti costringerò e non finirai in nessuna lista nera, capisco il peso di un tale compito! Anch'io ho dato a Merlin del pazzo, all'inizio... Senti. Ti va di pensarci?
-Mh...
-Tutto il tempo di cui hai bisogno.
-Io... davvero pensa che possa esserne... capace? E se accettassi, potrei farmi dare una mano dai miei amici?
-So che lo saresti, o non mi sarei fatta problemi a dire a Merlin di lasciar perdere. E ovviamente certo, puoi farti aiutare da chi desideri.
Annuii. Forse ero pazza, ma per qualche ragione stavo seriamente considerando l'idea... cosa avevo da perderci, dopotutto? Trovavo giuste le ragioni di quel corso o qualunque cosa sarebbe diventato: più studenti fossero stati pronti a combattere, meglio sarebbe stato. Che le lezioni ufficiali non fossero sufficienti era un dato di fatto, nonostante la Lucas facesse il possibile per insegnarci al meglio – nel rispetto del programma. Ed era anche un dato di fatto che se un insegnante fosse sparito ogni tanto con un certo numero di alunni, sarebbe stato più sospettoso. Prima di accettare, però, ne avrei parlato coi miei amici. Non era qualcosa che avrei potuto gestire da sola.
-Ci penserò... va bene. Ho bisogno di almeno un giorno però.
-Assolutamente! Tutto il tempo che vuoi, davvero. Ora puoi anche andare... è quasi ora di cena.
-D'accordo, grazie. Le farò sapere il prima possibile.

 

***


-Ok. Ora potete parlare.
-Devi farlo.
-Puoi farlo!
-Perché no?
-Non è una cattiva idea!
Per poco non feci un salto sulla poltrona: dovevano essersi trattenuti proprio tanto mentre avevo raccontato loro dell'incontro, pregandoli di lasciarmi finire. A dire la verità non fui sorpresa di quelle reazioni, a parte quella di Regina. Di solito era la più pragmatica ed ora mi diceva che dovevo farlo, nonostante avessi elencato tutto ciò che avrebbe comportato?
-Nessuno pensa che sia assurdo? Come me?- domandai quindi, guardando proprio lei.
-Assurdo? Tutt'altro. Saresti la migliore insegnante non ufficiale in questo campo. La prof ha ragione... hai le capacità e l'esperienza.
-Sì ma anche voi...
-Noi?- mi interruppe, senza lasciarmi finire; -Fino a un certo punto, certo. Ma voglio ricordarti che nessuno di noi si è trovato faccia a faccia con Rumple più volte, non solo sopravvivendo ma anche avendo la meglio... oh, smettetela voi tre!
Ovviamente Neal, Mary e David ancora non si erano abituati a sentir pronunciare il suo nome... cosa che trovavo estremamente irritante. In questo momento, poi, li avrei colpiti tutti e tre.
-Sai che è stata fortuna.- feci tuttavia, decidendo di rivolgermi soltanto alla mora.
-Non puoi sopravvivere tre volte solo grazie alla fortuna, Emma. Smettila di fare la modesta, non si vince il Torneo Tremaghi con la fortuna!
-Regina ha ragione, nessuno potrebbe farlo meglio di te.- intervenne Neal con un sorriso; -Lo sai anche tu, ammettilo e accetta di farlo, dai...
Quasi mi sentivo in colpa a non avere più le farfalle nello stomaco, quando mi teneva per mano. Era il ragazzo più dolce del mondo, doveva esserci qualcosa di seriamente sbagliato in me. O forse era normale... forse le farfalle e tutto il resto erano qualcosa da primi appuntamenti, prime settimane insieme, primi baci. E il non volerci togliere le mani di dosso inesistente... beh, semplicemente non eravamo ancora a quel punto. Ma non era questo il momento di pensarci.
-Potrei. Ma solo se accettaste di darmi una mano. Da sola non me la sento...
-Hai dubbi?
-No Mary, ma... tra i compiti e tutto...
-Lascia perdere, troveremo un modo per gestirci! Quello che la prof ha in mente è decisamente più importante dei compiti!- fu una sorpresa per tutti sentir uscire quelle parole dalla sua bocca; -Oh non fate gli scemi! Voglio dire... è più importante essere pronti per il mondo che c'è la fuori! Trasformare un pappagallo in un gufo di certo non ci aiuterà a sconfiggere i Mangiamorte! E non importa neanche quanti GUFO* ha preso ognuno di noi. O quanti MAGO* prenderemo. Emma, potresti aiutare tante persone... e credimi, ce ne sono parecchi che vorrebbero partecipare, più di quanto pensi. E sai che ti aiuteremmo in tutti i modi possibili, vero?
Ora ricordavo come mai Mary fosse diventata prefetto; se fossimo sopravvissuti, l'anno prossimo sarebbe indubbiamente stata nominata Capo Casa. Nessuno sapeva motivare meglio di lei, era e sarebbe stata sempre l'anima del gruppo. Quella in grado di infondere speranza anche nei momenti più bui. Inoltre, mi aveva anche convinta. Forse ero debole, o forse inconsciamente avevo solo avuto bisogno di una piccola spinta per accettare... ma l'avrei fatto. Il suo discorso non faceva una piega.
-Ok.
-Davvero?
-Sì Dave. La tua ragazza è brava a convincere la gente, lo sai...
-Oh, fin troppo bene.
-Sono contenta abbia deciso di farlo, Em! E come ha detto Mary, è ovvio che ti aiuteremo! Mai avuto dubbi?
Neal mi baciò ed io ricambiai decidendo di lasciare da parte tutti i pensieri che mi avevano riempito la testa negli ultimi giorni. Non era possibile che non ricambiassi il suo amore, forse ero solo stata troppo nervosa... troppo presa dai miei problemi. Ma sarebbe andata meglio, ne ero certa. Avevo bisogno che andasse meglio, perché i miei amici ed il mio ragazzo erano al mio fianco da oltre cinque anni, ormai: erano le ultime persone che avrei mai voluto ferire. Era Killian quello che dovevo scacciare dai miei pensieri.
-Brava Swan. Domani parli con la prof e quando abbiamo tutti i dettagli si inizia ad organizzare. Anzi, vediamoci prima di colazione... così posso spiegarti un'idea di cui parlare con la Lucas.
Era una scusa. Ormai avevo imparato a memoria le occhiate che mi lanciava quando voleva farmi capire che ci fosse altro, e che fosse qualcosa di cui aveva voglia di discutere in privato. In effetti, non era una cattiva idea. Anch'io volevo parlare con lei, l'unica che avrebbe potuto comprendere ciò che... provavo. O che non provavo. L'unica che non sarebbe rimasta ferita né mi avrebbe giudicata. Sapendo che mi conosceva bene quanto io conoscevo lei, non era escluso che volessimo parlare della stessa cosa. In fondo aveva trascorso mezza giornata con Jones... che le avesse accennato qualcosa?
-Ok, alle 7 e mezza in cortile.

 

Caro Sam,
come stai? Devi scusarmi se non mi sono fatto sentire prima e rispondo alla tua lettera solo ora; avrei anche voluto venire a trovarti di persona ma – come credo immagini – ho sempre molto da fare negli ultimi mesi. Ah, quanto mi manca rilassarmi davanti al fuoco, con un buon tè e una lettura piacevole!
Ne sono passati di anni da quando ci siamo diplomati, eh? Eravamo così giovani... e credimi, anche se l'elisir rimasto dalla Pietra Filosofale mantiene il mio aspetto, mi sento ogni giorno più vecchio. Comunque, non ti sto scrivendo per parlare della nostra vecchiaia!
Per quanto riguarda tuo nipote, non hai di che preoccuparti. Killian è un ragazzo molto intelligente, brillante oserei dire! In questo primo mese e mezzo ha già collezionato ottimi voti in tutte le materie, senza il bisogno di passare tutto il tempo sui libri. Se la cava davvero alla grande.
Anche per quanto riguarda la “vita privata”, posso assicurarti che non è solo. Certo, so che ha litigato con la sua... “ragazza”, ma sono ragazzi, no? Inoltre è molto maturo, ha un buon cuore... mi ricorda te. E sai quanto è difficile essere un Serpeverde e allo stesso tempo voler fare la scelta giusta. Deve solo capire chi è, poi tutto diventerà molto più semplice... per il momento, tuttavia, mi ha fatto un'ottima impressione.
Passando all'altra questione... devo darti ragione. È portato per le Arti Oscure, ce l'ha nel sangue... ma sopravvivere ad un Obscurus senza compromettere la propria anima è qualcosa di unico e straordinario. Denota una grande forza, una grande luce interiore. È più che normale che abbia lasciato “tracce”, se così vogliamo chiamarle, ma puoi stare tranquillo. Ciò che conta è l'uso che si fa delle proprie capacità e credimi, quelle le sempre avute nel sangue! Nonostante sia ancora giovane, ha preso la strada giusta.
Due studentesse hanno litigato e non solo ha voltato le spalle alla sua amica scegliendo la verità. Ha aiutato l'altra , rimuovendo un marchio oscuro con cui la prima l'aveva segnata. È straordinario, alla sua età io stesso non sarei mai stato in grado di farlo! Ad ogni modo, ti sto dicendo questo per farti capire che puoi smettere di preoccuparti. Killian può farcela, in tutti i sensi.
Solo una cosa... il suo non sapere cosa desidera, è spinto dal fatto che preferisce rimanere nell'”ombra”, diciamo. Dopo tutto ciò che ha passato chiunque vorrebbe essere il più normale possibile... Perché non gli spieghi quanto la normalità sia noiosa? Vivere per ciò in cui si crede è molto più gratificante, so che sarai d'accordo con me.
Detto questo, è chiaro che lo terrò d'occhio. Ho riguardo e tengo a tutti i miei studenti; quando c'è qualcosa che non va lo vengo sempre a sapere e – laddove non riescono ad arrivare con le proprie forze – intervengo. Ad Hogwarts è sempre stato così e sempre lo sarà.
Adesso ti saluto, ma a giorni riceverai un secondo gufo da parte mia, in cui troverai data e ora del mio arrivo. È ora che venga a trovare un vecchio amico... ho una faccenda importante da discutere con te.

 

Con affetto,
Merlin. (quello che ti ha rubato il boccino da sotto il naso!)”


**I GUFO E I MAGO sono le valutazioni che vengono usate in Harry Potter. Specifico per chi non conosce bene la serie.




 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Mi odiate, vero? Ahahaha niente bacio alla fine. Ma era troppo presto, almeno per Emma. E in fondo anche per Killian, nonostante fosse pronto a gettarsi a capofitto senza rifletterci. Ma hanno saputo tenere a bada gli istinti, grazie anche allo stomaco di Emma che l'ha riportata in sé giusto in tempo. Ma sa anche lei che adesso le cose con lui sono diverse, non sono più due estranei. E si è sentita proprio come lui durante l'abbraccio. Anche se si aggrappa ancora alla speranza che i suoi sentimenti per Neal non siano svaniti...
E la Lucas adesso le ha dato un compito importante, vediamo come lo gestirà. Ma dopo l'evasione di massa dalla prigione, sarà sicuramente importante che tutti imparino a combattere. E forse così Emma riuscirà finalmente a capire cosa pensa Killian.
In questo capitolo non c'è stato un suo POV, ma la lettera da Merlin al nonno era dedicata a lui, diciamo.
Ad ogni modo questo è stato un capitolo di passaggio e lo sarà anche il prossimo, quindi penso lo pubblicherò molto presto... e venerdì prossimo posterò il successivo che sarà sicuramente più interessante.
Comunque, avete letto che Jennifer ad una con ha detto che sta provando a fare in modo di tornare per il series finale di OUAT? Chissà... sarebbe bellissimo se ci riuscisse! Magari potremmo almeno intravedere i CS col loro pargoletto! Staremo a vedere...
Ora buonanotte, domani sveglia molto presto purtroppo! xD

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Capitolo 10
*** Decisions to make ***


Decisions to make


EMMA POV

-Sei in ritardo.
-E scusa, per cinque minuti!
-Cinque minuti preziosissimi in questo caso!
Decisi di non replicare, non l'avrei mai avuta vinta con Regina, quindi mi limitai a sedermi sulla panchina accanto a lei. Per fortuna avevo già addosso il mantello, faceva piuttosto fresco essendo ormai ottobre inoltrato. Non che il leggero venticello e l'aria mattutina mi dispiacessero: molto meglio del caldo estivo che, personalmente, detestavo. In più l'atmosfera era molto tranquilla, a quell'ora nessuno sembrava avere voglia di sostare all'aperto, a parte noi.
-Allora, come stai?
-Bene... ero seria ieri. Va molto molto meglio. Allora, di che volevi parlarmi?
-Non ci arrivi? Dai, lo so che hai capito che la “proposta per la Lucas” era una cazzata!
Sospirai. Ovvio che avevo capito, ma non ero ancora certa di essere pronta a parlare con qualcuno di tutto quello che stava succedendo nella mia testa e non solo. Da una parte volevo sfogarmi con la mia migliore amica, certo... dall'altra, parlarne rendeva il tutto più reale. E più che di realtà, avevo bisogno di godermi un po' di meritata pace. La realtà per il momento mi spaventava.
-Lo so, ma mi sono svegliata sperando di sbagliarmi...
-Dai Emma, è stupido continuare come se niente fosse. Ieri mentre ti cercavamo, Neal ci ha detto che ultimamente gli sembri un po' distante... e che avrebbe voluto ti sfogassi con lui, piuttosto che tenerti tutto dentro e poi scoppiare e, beh, scappare.
-Ah sì? Ha detto questo?- allora ci aveva fatto caso anche lui? Cavolo. E pensare che nonostante i miei sentimenti contrastanti avevo cercato di fare del mio meglio per comportarmi il più normalmente possibile, nella speranza che tutto sarebbe tornato a posto quanto prima.
Avrei potuto provare a mentire, ma che motivo ne avevo? Quasi inconsciamente avevo deciso di parlare con lei proprio perché ne avevo un gran bisogno: ero stanca di tenermi tutto dentro.
-Ok, senti. È normale che... che non provi attrazione per Neal? Intendo... fisica.
-Che cosa?
-Ok. Voglio dire.- mi schiarii la voce, cercando un modo per formulare una frase di senso compiuto -Non è che mi fa schifo baciarlo. È che... non mi va. Non è come all'inizio. E poi... non provo certe cose quando ci abbracciamo. Insomma è...
-Non ti viene voglia di saltargli addosso? È come abbracciare tuo fratello?
-E... esatto. Più o meno. Ma forse mi sbaglio, forse...
-Io lo immaginavo.
-Eh?
-Senti Emma. Tu sembri felice con Neal, quindi ovviamente non ho detto niente. Lo capisco, è un bravissimo ragazzo, dolce, ti sostiene, ti sta accanto... è praticamente il ragazzo perfetto, che è esattamente ciò di cui avevi bisogno.
Rimasi in silenzio, non avendo nulla da ridire. O forse sì, ma dovevo pensarci.
Sì, Neal era decisamente il ragazzo perfetto e per questo motivo non riuscivo neanche solo ad immaginare di lasciarlo. Avere il mio migliore amico come ragazzo era forse la cosa migliore che potesse esserci, non avrei mai trovato un altro come lui. Era ciò di cui avevo bisogno? Certo. Insieme ai miei pochi altri amici, era il punto fermo in uno dei periodi peggiori della mia vita. Ma non stavo di certo con lui solo per bisogno!
-Vuoi darmi un pugno? Lo leggo dalla tua faccia.
-Non sto con Neal solo perché ho bisogno di lui.- decisi di sputare fuori: sempre meglio che colpirla, in fin dei conti.
-Non sto dicendo questo. Ok, non proprio almeno. Il fatto è che...
-No Regina, non puoi venire qui a dirmi “tu stai con Neal solo perché ti serve!”
Stavo iniziando davvero ad irritarmi e per non fare qualche sciocchezza strinsi i pugni. Forse era stato un errore volerne discutere con lei, forse avrei dovuto tenermelo per me e aspettare che quel periodo strano passasse. Perché sarebbe passato. Quell'estate ci eravamo divertiti così tanto! Eravamo stati così bene, avevamo perfino dormito insieme! Certo, non avevamo fatto sesso, ma le coccole non erano mancate... e ricordavo perfettamente di averne goduto appieno. Ricordavo le farfalle nello stomaco impazzite mentre ci baciavamo in riva al mare, mentre mi accarezzava. Era fuori discussione che me lo fossi immaginato!
Decisi così di esternarlo, poco importava che stessi quasi urlando: non ci avrebbe sentiti nessuno e a stare calma proprio non ce la facevo.
-Va bene...- disse infine -Prometti di non picchiarmi se dico quello che penso? Posso anche avere torto, eh!
-Ok, dimmi.
-Non sto dicendo che non fosse una cosa genuina. Non ho mai detto che tu stia usando Neal... è l'inconscio che spesso ci fa correre incontro a ciò di cui abbiamo bisogno. E con lui ti sei effettivamente trovata bene, eri felice e ti sei sentita amata... era una cosa nuova, emozionante. So come sono i primi tempi, te lo ricordi Hyde, no?
Annuii. Come dimenticarmi di Hyde? Il bel tenebroso che aveva scelto lei, nonostante sua sorella gli fosse andata dietro per mesi.
-Sembravo una bimbetta innamorata, quando in realtà mi sono interessata a lui solo quando ho scoperto che gli piacevo più di Zelena. Ma allora non me ne rendevo conto e all'inizio è stato tutto bello, rose e fiori, farfalline e tutto il resto...
-Poi l'hai mollato perché ti annoiava, me lo ricordo...
-Già. La favoletta è durata un mese, poi ho iniziato a stufarmi. Mi infastidiva che venisse a rompermi mentre studiavo, mi infastidiva qualsiasi cosa facesse. Non ci sono neanche stata male quando è finita, te lo ricordi...
Ancora una volta annuii. Io e Mary avevamo provato a farla parlare, certe che si stesse tenendo tutto dentro, ma alla fine eravamo state costrette ad arrenderci. Avevamo constatato che non ci fosse nessuna lacrima non versata.
-Ecco. Ora con Neal è diverso, è uno dei tuoi migliori amici e non vorresti farlo soffrire... quindi menti a te stessa.
-No...
-Ma sì Emma, lo sai anche tu. E a lui tu piaci davvero, lo sanno anche i muri, quindi più va avanti la cosa e peggio starà quando lo lascerai... perché prima o poi succederà.
-Sì, oppure rinsavirò e mi renderò conto di amarlo.
La mora sospirò rassegnata, gesto che mi diede un gran fastidio. Si credeva superiore a me e pensava di sapere tutto? Credeva fossi una stupida ragazzina che sognava il principe azzurro?!
-Darmi un pugno non cambierà le cose. Senti, te la sei scelta tu un'amica Serpeverde. Noi siamo chiari e diretti, diciamo quello che pensiamo senza peli sulla lingua. È uno dei motivi per cui le altre case ci dipingono come quelli brutti e cattivi! Ma sai che non direi nulla che ti possa nuocere. Sai una cosa? Non c'è fretta... cerca di capire quello che vuoi, ma non costringerti a... che so, andarci a letto solo per convincerlo e convincerti che ricambi i suoi sentimenti. Solo vedi di nascondere meglio le occhiate di fuoco con Jones, perché mi viene caldo solo a guardarvi.
-Regina!
-Scusa!- esclamò saltando in piedi, alzando le mani a mo' di resa -Dico solo quel che vedo! Tra l'altro vuoi dirmi cosa è successo nella stanza delle necessità?
-Ve l'ho detto ieri. Perché, lui ha detto qualcosa?
-Oh quindi c'è qualcosa da dire. Sentiamo!
-Non c'è proprio niente da dire! Andiamo, tra cinque minuti c'è la colazione.
-Appunto, ben cinque minuti! E tra parentesi, Jones non mi ha detto proprio nulla... tranne che eri turbata e che voleva solo aiutare. E ha voluto sapere come stavi... carino, no?
-Smettila.- borbottai, anche se un sorriso mi tradì. Ma non potei proprio farne a meno: era stato un vero gentleman a non rivelare alcun dettaglio, nonostante fosse solo grazie al suo aiuto che avessi riacquistato il buon umore. E sì, era molto carino che gli interessasse come mi sentissi.
-Tu che gli hai detto?
-Gli ho detto la verità. Che qualunque cosa abbia fatto ha funzionato, perché stai più che bene!
-Sei una scema! Va bene, i cinque minuti sono scaduti! Comunque io sto con Neal, ricordatelo! Solo perché un altro ragazzo è carino con me non vuol dire che debba mettermici insieme.
-Certo, certo, come vuoi. Andiamo, come hai detto i cinque minuti sono scaduti.
Detto questo non mi diede più il tempo di replicare e si alzò dalla panchina dirigendosi verso l'ingresso senza nemmeno aspettarmi. Non potei fare altro che sbuffare a seguirla, più arrabbiata con me stessa che con lei perché, in fondo, non aveva tutti i torti.
Potevo mentirle quanto volevo, ma non potevo negare a me stessa che ciò che avevo provato nella Stanza della Necessità non fosse stato frutto della mia immaginazione. E di certo non era qualcosa che normalmente si potesse provare per un... conoscente. O neanche. Killian Jones era per me poco più di uno sconosciuto, ma mi aveva fatto battere il cuore come nessun altro.
Ero dannatamente terrorizzata da tutto ciò.
Se evitarlo per un po' sarebbe servito a farmi tornare in me, era ciò che avrei fatto.

 

***


KILLIAN POV

Starmene comodo sulla poltrona davanti al fuoco, sorseggiando succo di zucca e leggendo “Il Quidditch Attraverso i Secoli” era il massimo del relax, adesso che il mal di testa era passato. Erano giorni che dormivo poco, a causa degli incubi che non mi davano tregua; così mi ero deciso a farmi prescrivere un sonnifero dal Dottor Whale. Era servito, le ultime due notti ero crollato garantendomi ben 8 ore di sonno consecutive. A lui non avevo raccontato dei sogni, perché in fondo non era nulla di grave: erano solo incubi. Mi avevano assicurato che un Obscurus, una volta distrutto, non poteva riformarsi... e soprattutto, nel mio caso non c'erano le condizioni. Non stavo reprimendo la mia magia, anzi. Secondo lui il problema era lo stress da studio – a quanto pare piuttosto frequente: a sua detta, ero l'ennesimo studente che andava a chiedergli qualcosa per riuscire a chiudere occhio.
Dopo gli incubi era però arrivata l'angoscia per la fuga da Azkaban, soprattutto perché non riuscivo a togliermi dalla testa l'idea che la chiacchierata di Zelena nel fuoco avesse in qualche modo a che vedere con quella faccenda. Era stupido, dopotutto si trattava solo una ragazzina... peccato non riuscissi a convincermene. Doveva esserci qualcosa che non andava, maledizione, ma non avevo più notato nulla di strano da allora, anche se effettivamente la vedevo molto meno da quando avevamo litigato.
Poi, ovviamente, c'era Emma Swan. Lei era il mio incubo diurno, anche se non avevamo più avuto occasioni per parlare per giorni. I nostri sguardi durante le poche volte che ci incrociavamo a lezione e per i corridoi erano diventati più rari, ed avevo la sensazione che la giovane cercasse di evitarmi. A pensarci meglio, forse anch'io avrei dovuto volerla evitare... perché sentivo quella meravigliosa sensazione di pace ancora impressa, se chiudevo gli occhi. Era stata quella a ridestarmi dagli incubi, proprio nel momento in cui avevo creduto che il mostro potesse riprendere il sopravvento.
Ma nonostante questo, era strano... troppo strano. Non potevo provare quelle cose per una ragazza che quasi non conoscevo, per quanto carina fosse. C'era qualcosa di così sbagliato e giusto allo stesso tempo, tanto intenso da far paura. E la paura era qualcosa che pensavo di non poter provare.
Nonostante Regina mi avesse proposto, un paio di giorni prima, di unirmi al suo gruppo per studiare insieme, avevo preferito declinare l'offerta. Non ero ancora così disperato da unirmi ai Grifondoro – avevo fatto notare alla mora – anche se avevo provato ad aggiungere un “senza offesa” che ovviamente non era servito a niente. Andava bene così, non avevo alcuna voglia di spiegarle le mie ragioni... e il timore di essere emarginato dai miei compagni non c'entrava proprio nulla.
In più, non avevo la minima idea se presentarmi o no agli allenamenti di Quidditch: Zelena non mi aveva più rivolto la parola per cinque giorni, durante i quali erano stati sospesi per maltempo.
Nonostante tutti quei drammi, però, non stava andando poi così male: Hogwarts continuava a piacermi. Ed io continuavo a piacere ai miei compagni di casa, che a quanto pare non erano stati minacciati dalla minore delle Mills. Andavo alla maggior parte delle lezioni con Regina, ma gli amici non mi mancavano... o forse non amici, ma comunque persone con cui passare il tempo, chiacchierare e anche divertirmi con qualche partita a sparaschiocco o scacchi. Era pura normalità, quel che avevo sempre voluto, in fin dei conti. Noiosa e rilassante normalità.
-Ehi.
La voce di Zelena mi ridestò dai miei pensieri che avevano interrotto la lettura, e voltatomi la trovai con la scopa in spalla.
-Sì?
-Muovi il culo. Ti sei scordato che ci sono gli allenamenti?
-Non ero sicuro di essere ancora in squadra.
-Per colpa tua devo fare la sguattera al posto degli elfi domestici per altri cinque giorni, non mi passerà tanto facilmente. Ma non sono così stupida da cacciare il nostro miglior cercatore, muoviti.
-Va bene, arrivo.- mi tirai su velocemente e con un incantesimo di appello feci volare la scopa dritta verso di me. La afferrai e, nonostante tutto, Zelena non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto: sì aveva ragione. Non poteva perdere il suo miglior cercatore, e quello ero indubbiamente io.
-Tra una settimana i Tassorosso li dobbiamo schiacciare, capito?
-Mi sembra ovvio.
-E' intollerabile che non ci abbiano lasciati allenare per un'intera settimana... per un po' di pioggia!
Un po' di pioggia era un eufemismo per descrivere le tempeste dei giorni scorsi, ma aveva comunque ragione: nessuna Coppa del Mondo era mai stata rimandata per il maltempo!
-Noi siamo preparati, peggio per i nostri avversari.
-Ben detto Jones!- sorrise ancora, poi fece strada verso l'uscita dalla sala comune ed io la seguii. In momenti come quello mi ricordavo perché non odiassi Zelena: sapeva essere piuttosto piacevole quando voleva. Magari prima o poi mi avrebbe perdonato per averla fatta punire e avremmo potuto tornare ad essere amici, anche perché non ero certo di volere di più. Non solo perché ultimamente l'unica ragazza che volessi baciare fosse Emma, ma anche perché non mi sarei dato pace fino a che non avessi scoperto se tramava effettivamente qualcosa o no. Aveva qualcosa di troppo oscuro in sé e nemmeno io le avevo perdonato l'orribile gesto a discapito della bella Grifondoro.
Ma un passo alla volta, adesso era l'ora del Quidditch e, per quanto fosse freddo, superava di gran lunga la lettura davanti al fuoco: mi era mancato volare!
-Ehi, ti sei incantato o cosa?! Non trasformarti in un babbeo anche tu per favore.
-Scusa Capitano.- replicai con un cipiglio divertito, per poi affrettarmi ad entrare nello spogliatoio. Un po' di sano allenamento forse era proprio quello che ci voleva per svuotare la mente.

 

***


Ciao Killian,
sono contento che ti stia adattando... anche se sei diventato meno costante nello scrivermi! Scherzo, va bene così... immagino che tu abbia molto da fare tra lo studio, il Quidditch e gli amici. Non dirò te l'avevo detto... ma te l'avevo detto! Non c'è scuola di magia migliore di Hogwarts e sapevo ti saresti trovato bene. Come hai detto tu, gli alti e bassi sono normali... però un po' mi fai paura con questa tua saggezza, ricordati che hai 18 anni e non 48!
Ma proprio perché ti considero un ragazzo maturo, voglio essere sincero con te. Qualche tempo fa ho scritto al Preside e la scorsa settimana mi ha risposto e ieri ci siamo incontrati. Preferisco non raccontarti di cosa abbiamo parlato in una lettera, ma quando tornerai a casa per Natale avremo diverse faccende di cui discutere... piuttosto importanti.
Solo una cosa, per ora.
Dimentica quando ti ho detto di non cacciarti nei guai. Con questo non sto dicendo che devi fare stupidaggini, che sia ben chiaro! Tuttavia, lottare per ciò in cui si crede è e sarà sempre la strada giusta. Questo è uno dei tanti valori di un Serpeverde, anche se molti a volte lo dimenticano. È solo un consiglio.
Ora ti saluto, divertiti questo week-end a Hogsmeade e fammi sapere come va la partita di domenica!
Con affetto,
il nonno.

 

-Posta a quest'ora?
-Maledizione! Ti diverti a far prendere i colpi alla gente, Regina?!
Se non sapessi che la materializzazione fosse impossibile ad Hogwarts, avrei giurato che la maggiore delle Mills ci avesse preso gusto a comparire alle mie spalle. Faceva decisamente meno paura Night, che si era abituato a portarmi le lettere a mezzanotte, svegliandomi a beccate piuttosto dolorose quando necessario.
-Non sapevo che fosse così facile spaventarti, Signor Grande-Figo-So-tutto-io.
-Signor che?
-Ti ho dato questo soprannome a inizio anno quando ti pavoneggiavi. Ora sei migliorato... un po'. A che serviva la giravolta con la scopa? Bastava abbassarti, sai...
-Touché- risi, facendole spazio sul divano, -Ma tu perché guardi gli allenamenti se non ti piace il Quidditch?
-Voi fissati confondete il piacere con la dipendenza. E niente, volevo vedere com'è la nostra nuova squadra dato che non ne ho ancora avuto occasione. Te la tiri ma sei bravo, lo ammetto.
-Certo, tu invece sei una ragazza umile e modesta...
-Mai detto di esserlo. Allora, chi è che ti scrive a quest'ora?
-Ah no è mio nonno. Al mio gufo piace arrivare la sera... sei qui per interrogarmi o cosa?
-No, in realtà avrei un invito per te. Sabato a Storybrooke.
-Mi stai chiedendo di uscire con te?
-Ah-ah-ah!- fece sarcastica, dandomi un paio di colpetti sulla spalla -Scusa, non sei il mio tipo.
-Allora, senza offesa, non hai buon gusto in fatto di uomini tesoro! Spara, avanti.
-D'accordo, ma prima prometti di non farne parola con nessuno, soprattutto con mia sorella.
-Non c'è problema.
-Ottimo. Perché stiamo organizzando un gruppo di Difesa Contro le Arti Oscure, segreto e sicuramente non approvato. Per preparare quanti più alunni possibile ad essere in grado di difendersi da Rumple e ciò che c'è là fuori. L'idea è del Preside e della Lucas e a guidare il gruppo sarà Emma.
Wow. Una bomba del genere non me la sarei aspettata e non riuscii a nascondere lo stupore. Mi stava davvero chiedendo di unirmi ad un gruppo segreto ed illegale? Certo, quello era in effetti l'ultimo dei miei problemi... anzi, non lo era affatto. Era tutto il resto ad esserlo.
Mi sentivo quasi messo alla prova: inconsapevolmente, mi stava chiedendo di fare una scelta che era esattamente la stessa cosa che mi aveva scritto il nonno.
Ma era troppo presto... avevo bisogno di tempo.
Da una parte, purtroppo, sapevo di mentire a me stesso quando cercavo di convincermi che la normalità fosse bella e per niente noiosa... ma questo era troppo. Era come andare direttamente in cerca di guai, motivo per cui non ero un Grifondoro: coraggioso sì, ma anche furbo.
-Lo so che ti sto chiedendo molto. A dire la verità non so neanche se credi al ritorno di Rumple e tutto il resto, e se hai paura capirei...
-Ehi. Io non ho paura.
-Va bene, va bene. Senti, niente pressioni... l'incontro è sabato a mezzogiorno da Granny's, una tavola calda gestita dalla madre della Lucas. Se vorrai, potrai venire direttamente lì.
Annuii, non trovando nient'altro da dire. Se non altro, avevo un paio di giorni per pensarci: meno di quanto sperassi, ma forse era la spinta giusta al momento giusto. Mi costringeva a riflettere seriamente e decidere chi volevo essere o – almeno – provare ad essere.
-D'accordo. Senti... Emma sta bene? Voglio dire, mmh, sì te l'ho chiesto giorni fa... giusto... ma... insomma, non avevo mai rimosso un marchio. Voglio solo... è tutto ok, insomma?
-E' tutto ok.- sorrise, facendomi sentire ancora più stupido: da quando in qua balbettavo e mi imbarazzavo?! Non mi riconoscevo più!
-Comunque, potresti anche chiederglielo da te.
-Sì, certo, se non mi evitasse.
-Se vai da lei e le parli non può fingere che tu non esista, no? Avanti... un Serpeverde timido? Ci disonori così!- scherzò, anche se effettivamente stavo disonorando me stesso! Se solo avesse saputo perché non volevo – o provavo a non volere – avvicinarmi ad Emma! Ma spiegarglielo era fuori discussione. Se la sua migliore amica non le aveva raccontato nulla, allora non potevo farlo io.
-Non sono timido, bada a quel che dici.
-Uuuh scusa, anche suscettibile! Tra te e lei non so chi sia il più stupido!
-Lei? Perché, ha detto qualcosa?
-Ah no, ho finito di farvi tra intermediario! O vi parlate o sono cavoli vostri. Mi viene quasi da pensare che in quella stanza vi siate baciati... come minimo!
Magari! L'avrei baciata più che volentieri, e non solo. Ancora non riuscivo a capire come avessi fatto a resistere, dato che ero istintivo e mi piaceva andare dritto al sodo. Soprattutto quando con un sorriso ed un abbraccio, aveva cancellato per un momento tutti i miei problemi, i miei incubi... tutto. Era come un raggio di sole che aveva spazzato via la tempesta.
-No, niente baci. Ora vado a dormire che sono distrutto!
-Dopo quattro ore di allenamento vorrei ben vedere. Ricordati che esistono pure i compiti!
-Va bene maestra, buonanotte!
-Spiritoso. Buonanotte!
E va bene. Era il momento di iniziare a decidere cosa volessi fare della mia vita.




 
Angolo dell'autrice;
Ciao! Come promesso, la seconda parte del capitolo di passaggio. Anche se lo trovo abbastanza importante, perché come dice il titolo, sia Killian che Emma hanno delle decisioni da prendere.
Lei finalmente ha trovato il coraggio di aprirsi con Regina riguardo i "problemi" con Neal... e non è contenta di quello che la sua amica dice, proprio perché si rende conto che probabilmente ha ragione. Ed anche se continua a dire di stare con lui, nella testa ha parecchia confusione...
Lui invece si trova di fronte ad un altro bivio. Il nonno gli ha suggerito ciò che Merlin gli ha detto, ovvero di scegliere di essere se stesso piuttosto che "normale". E Regina, pur non sapendolo, ha velocizzato il processo dandogli una scelta che probabilmente cambierà tante cose.
Venerdì o sabato posterò il prossimo, che inizia a farsi più interessante (almeno spero ahahaha)
Un abbraccio e buonanotte xD 

P.S. sto lavorando alla scaletta per rendere una long la OS a tema Outlander, mi sono convinta a svilupparla... perché Outlander mi piace molto, e scrivere di una situazione simile ma coi CS mi stuzzica. Spero di metter su qualcosa di decente, ed iniziare a postare già entro questo fine mese :)

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Capitolo 11
*** One step closer ***


One step closer




EMMA POV

Amavo Storybrooke ad Halloween, con tutte le strade abbellite da luci e decorazioni, bambini, ragazzi e adulti mascherati con tanti costumi diversi. Era come se ad una città già magica si aggiungesse un po' di magia in più, ed io e i miei amici avevamo voluto rispettare la tradizione scegliendo la Disney. David e Mary Margaret si erano mascherati da Biancaneve e Principe Azzurro, mentre Regina portava una versione tutta sua della strega cattiva, molto sexy. Io avevo optato per Rapunzel, che mi era uscita piuttosto bene con l'incantesimo allungante per i capelli, e Neal era Flynn.
Ci avrebbero riconosciuti solo i nati babbani, ma poco importava: l'avevamo fatto semplicemente per divertirci e per fare qualcosa di diverso. La maggior parte dei maghi avevano scelto i personaggi delle loro storie, mentre altri ancora avevano preferito uscire in borghese. Ad ogni modo era un giorno di festa che avevamo atteso con impazienza e fortunatamente d'ora in poi avremmo visitato Storybrooke una volta al mese! Era davvero bello poterci prendere un giorno di vacanza ed in qualche modo evadere dalla scuola, cosa di cui avevo un disperato bisogno. Troppi pensieri avevano affollato la mia testa, ultimamente, e almeno oggi avrei provato a lasciarli da parte, nonostante l'incontro per formare il gruppo di difesa. Sempre se qualcuno si fosse presentato, certo...
-Che ne dite di andare da Mielandia?- propose David -E' da quando la scuola è iniziata che mi sogno un calderotto caldo!
-Ci sta- lo appoggiò la sua ragazza, ed io non potei che essere d'accordo -Poi voglio andare da Zonko.
-Che cosa? La pura e dolce Biancaneve al negozio di scherzi?- la punzecchiò Regina e, anche se mi sentii un po' in colpa nei confronti della povera Mary, non riuscii a non farmi sfuggire una risata.
-Ci sei proprio entrata nei panni della regina cattiva.- fece alzando gli occhi al cielo- Ad ogni modo tra una settimana è il compleanno del mio cuginetto e adora queste cose. Così l'ultimo anno di attesa gli peserà un po' meno!
-Ooh hai ragione! Gli compro qualcosa anch'io!
Avevo conosciuto il piccolo Leo lo scorso anno, quando gli zii della ragazza l'avevano mandato insieme a lei a trascorrere le ultime due settimane di agosto da David. Era il secondo mago della famiglia Blanchard e l'anno prossimo sarebbe stato il suo turno di ricevere la letterina per Hogwarts. Era un bambino davvero adorabile e dolce, proprio come sua cugina! A differenza di lei era però più furbetto, quindi non facevo fatica a credere che i giochi di Zonko fossero i suoi preferiti. Anche io, Neal e David ne eravamo andati matti quando avevamo scoperto il negozio durante la nostra prima visita a Storybrooke, ormai tre anni fa. Ero abbastanza sicura che quell'anno avessimo comprato tutto ciò che rientrava nel nostro budget, e non era poco. L'estremo entusiasmo pian piano si era affievolito come per tutto, ma ancora mi piaceva esplorare gli scaffali in cerca di qualche novità. In più, avevamo una bella collezione di Polvere buio pesto e un Cappello scudo a testa: oltre ad essere divertenti erano anche molto utili in caso di pericolo. I Fondenti Febbricitanti invece li avevo usati una volta durante il quarto anno per saltare le lezioni dopo un'umiliante sconfitta a Quidditch.
-Ok. Abbiamo tempo per Mielandia, Zonko e magari un giro da Mondomago- rifletté Regina -Ho bisogno di passare al negozio di piume e in quello di vestiti ma si può fare nel pomeriggio.
Annuii, anche se non sapevo quanto tempo sarebbe durato il fatidico incontro da Granny's. Almeno ne avremmo approfittato per pranzare e bere una burrobirra calda. Forse ne avrei comprato una confezione, dato che purtroppo non rientrava nel menù di Hogwarts.
-Emma... nel pomeriggio ti va di prendere una cioccolata da Rabbit's Hole? So che la fanno buonissima e penso ti piacerà.
-Ook... dici da soli?
-Dice da soli- rispose Regina al posto suo -In quel posto per coppiette non ci entrerei comunque, le decorazioni sono troppo sdolcinate e potrei sentirmi male.
Le risposi con una risata, ma un po' la pensavo come lei. Conoscevo il Rabbit's Hole, ci ero stata con Jefferson a San Valentino. Era un po' troppo anche per i miei gusti, però che la cioccolata fosse ottima era vero, e anche le torte... per una volta si poteva fare. Anche se, certo, andare con Neal in un posto così romantico un po' mi metteva ansia... nonostante nell'ultima settimana avessi cercato di fare il possibile perché tutto fosse come prima, i miei sentimenti contrastanti erano purtroppo allo stesso punto. Nonostante avessi cercato di evitare Jones il più possibile, mi bastava incrociare il suo sguardo per una frazione di secondo perché la mente volasse a quell'abbraccio.
-Va bene- sorrisi comunque -Magari come ultima cosa prima di tornare, così avremo digerito il pranzo...
-Ho proprio la ragazza più romantica del mondo, eh?- mi prese in giro Neal, prima di stringermi a sé e stamparmi un lieve bacio sulle labbra. Ricambiai, ma scambiai anche un'occhiata con Regina, la quale continuava a non approvare quella che secondo lei era diventata una “farsa”. Forse avrei dovuto provare a parlarne con Mary, magari lei l'avrebbe vista da un'altra prospettiva e mi avrebbe aiutato a trovare una soluzione – che non fosse lasciare il mio splendido ragazzo. Per cosa poi! Il mio affetto per lui non era mai calato.
-Va bene, forza... iniziamo ad andare da Mielandia prima di perdere mezza mattinata a organizzarci!

 

***


KILLIAN POV


Non avevo mai visto una città completamente magica, e Storybrooke era un vero incanto. Bambini che volavano sulle loro scope giocattolo travestiti da mostriciattoli, negozi con le vetrine più strampalate e strane creature che se ne andavano in giro indisturbate. Avrei potuto giurare di aver visto un vampiro – un vero vampiro, non un uomo in costume. Poi avevamo incrociato delle mezze Veele, come Ashley le aveva chiamate – infastidita. Io e Peter eravamo rimasti incantati al loro passaggio, quasi rapiti dalla loro incredibile bellezza. I loro capelli erano di un biondo così chiaro da apparire argentato, gli occhi un misto di lilla e grigio, e le labbra carnose e rosse. Ci avevano sorriso e, se non fosse stato per la ragazza, probabilmente le avremmo seguite. Fortunatamente era bastato che sparissero dalla nostra vista per riprenderci e, una volta riacquistato un minimo di lucidità, avevo subito pensato che Emma fosse più bella. Più vera. E i suoi occhi non avevano nulla da invidiare a quelli delle due creature.
-Senza offesa, ma ho sempre detto che voi uomini siete il sesso debole.
-Esistono anche i Veela maschi, carina!
-Ah sì? Ecco! Noi almeno abbiamo resistito, lei sarebbe già scappata con uno di loro.
-Tu zitto Jones! Dopo quel che hai fatto a Zelena devi solo ringraziare di non esserti messo contro tutta la Casa!
-Non devo ringraziare proprio nessuno per aver fatto la cosa giusta.- replicai tranquillo, ignorando la sua occhiata avvelenata. Zelena era dovuta rimanere perché saltare quell'uscita faceva parte della sua punizione: aveva dovuto scegliere questo o farsi sostituire alla partita dell'indomani. Tuttavia avevamo ripreso ad avere rapporti quantomeno civili, così Peter e Ashley mi avevano proposto di andare con loro. Se gli avrei fatto compagnia tutto il giorno, ancora non lo avevo deciso e speravo di riuscire a farlo entro le prossime tre ore. Nel frattempo avrei approfittato per farmi mostrare dove fosse Granny's, in caso avessi deciso raggiungere Regina, Emma e gli altri.
-Andiamo da Zonko, un po' di gas strozzante potrebbe esserci utile per mettere KO i Tassorosso domani alla partita.
-Non so se è una buona idea, se lo facciamo domani non possiamo rifarlo coi Grifondoro. E io muoio dalla voglia di infilare una pasticca vomitevole alla Swan nel succo di zucca a colazione!- suggerì Ashley con una risata e l'altro si unì a lei. Io, invece, fui invaso da un senso di rabbia che si stava dimostrando difficile nascondere.
-Che cos'è questa storia? Volete seriamente vincere così?
-E se fosse?- incrociò le braccia la bionda, con aria di sfida -L'importante è vincere.
-Possiamo vincere anche lealmente, sai. Sia domani che contro i Grifondoro.
-Come sei acido Jones!- intervenne anche Peter in sostegno della sua amica -Sei sicuro di essere un Serpeverde?
-Io sì. Non so voi però, perché vedo che l'onore vi manca.
-Ritira immediatamente. Non ci fai paura solo perché sei più grande, sai?
-O perché sei stato un Obscurus. Smettila di fare sempre il superiore, perché non lo sei.
-Io veramente credo di sì.- strinsi i pugni, solo perché stendere una ragazza non rientrava nella mia etica; -E tra parentesi, dovreste avere paura di un Obscurus... è così che è morto mio padre. Faceva il gradasso e io ho perso le staffe. Divertitevi! Io ho da fare, ci vediamo in giro forse.
Detto questo mi voltai senza neanche aspettare di vedere le loro reazioni, ma speravo di averli spaventati a dovere perché era ciò che meritavano. Non ero né delicato né suscettibile, quindi erano liberi di fare insinuazioni sul mio passato senza che mi offendessi... ma che lo facessero solo per nascondere la loro codardia, non lo potevo accettare. Ero stato uno stupido ad unirmi a loro in primo luogo, ed in secondo ad uscirci insieme. Probabilmente mi sarei divertito molto di più con i due fratelli, battitori della nostra squadra, che me l'avevano anche proposto. Era ora di smetterla di sbagliare con le persone, ed iniziare a fidarmi del mio istinto. Mi avrebbe causato problemi? Forse. Ma il nonno aveva ragione: era meglio sbagliare con la propria testa. E, in fondo, avevo deciso cosa fare fin dal momento in cui Regina me ne aveva parlato.
Prima, però, avevo bisogno di spedire una lettera e dato che non potevo e non volevo aspettare di tornare al castello, avrei cercato la guferia. E dato che stare da solo non era un problema e anzi, mi piaceva, avrei esplorato tranquillamente il villaggio e tutti i negozi per conto mio.
Forse era meglio così.


Ciao nonno,
scusami se sono breve... volevo risponderti con calma ma non voglio aspettare. Storybrooke è davvero incantevole, spedita questa lettera ho intenzioni di esplorarla come si deve. È bello che ci siano posti del genere, in cui i maghi non debbano nascondersi! Ad ogni modo, ho pensato a ciò che mi hai detto e ho deciso di accettare il tuo consiglio. Forse mi sto spingendo un po' oltre rispetto a ciò che mi hai detto di fare, ma so che è la cosa giusta. Te ne parlerò di persona, non è appropriato per una lettera.
A presto,
Killian

 

***


EMMA POV


Avevamo fatto bene a scegliere Granny's per l'incontro, il locale era quasi vuoto o – perlomeno – non c'erano studenti di Hogwarts. Merito della festa di Halloween in piazza, a cui ci saremmo sicuramente uniti se entro un'ora non si fosse presentato nessuno. Era un vero peccato non potessimo rimanere al villaggio dopo il tramonto, però; avevamo sempre adorato Granny, e per la cena era prevsita una festa in maschera che si preannunciava molto divertente. Avevamo letto il programma appeso all'ingresso e comprendeva buon cibo e tanti giochi a premi. Le regole della scuola prevedevano tuttavia che rientrassimo entro le 17.30, per partecipare poi alla cena a tema della scuola. Non che ci dispiacesse, le decorazioni e tutto il resto erano sempre stati da togliere il fiato...
-Ecco qua. Cinque burrobirre e biscotti di zucca, giusto?- chiese conferma la sorellina della Lucas, Lucy, appena arrivata con un vassoio pieno. Aveva iniziato a lavorare come cameriera dalla nonna l'anno della nostra prima visita in paese. Allora aveva solo quindici anni, dopo i GUFO aveva lasciato la scuola perché voleva aprire un negozio d'arte magica e aveva bisogno di soldi.
-Esatto, grazie!- confermai -Quando arriveranno gli altri ordineremo il pranzo!
-Bene ragazzi, a dopo!
A costo di sembrare ingorda mi buttai subito sulla mia burrobirra calda, ne avevo bisogno. Nonostante indossassi un abito lungo, era un po' scollato e la stoffa piuttosto leggera. Forse avrei dovuto dare ascolto a Regina e andare dalla sarta di paese per un incantesimo scaldante: purtroppo era troppo complicato perché potessimo applicarlo da soli, non eravamo specializzati in stoffe.
-Stai gelando, te l'avevo detto. Ti prenderà un colpo...- commentò Neal, avvicinando la sedia alla mia per circondarmi con un braccio. Feci di tutto per nasconderlo, non volevo ammettere nulla, ma quel calduccio improvviso unito al calore del locale e della birra fu un vero toccasana.
-Non mi ammalo facilmente... e col sole si stava bene, dai!
-Sì, peccato che ci sarà stato sole neanche un quarto del tempo...
-Eh vabbé. Stasera doccia calda e magari ci mangiamo davanti al fuoco qualche dolce scroccato a cena... domani è domenica!
-Sì, è un bel piano. E domani sapremo anche con chi dobbiamo giocare.
-Secondo me vinceranno i Serpeverde- intervenne Mary -Il cercatore dei Tassorosso è malato, il sostituto non è tanto veloce.
-Ok, forse, ma che ne sappiamo se Jones è bravo invece? Sappiamo tutti che Zelena l'ha preso in squadra come scorciatoia per portarselo a letto...
-E' bravo- fece Regina, a sorpresa -Sbruffone ma bravo, ho visto un allenamento. E tra parentesi non stanno neanche più insieme, lei a malapena gli parla...
La notizia mi rasserenò più di quanto avrebbe dovuto: durante i giorni passati ad ignorarlo avevo detto alla mia amica di non voler sapere niente di lui, ma ora questa notizia... non stava più con Zelena. Ovviamente mi ero accorta che non sedessero vicino in sala grande e non si scambiassero più effusioni in pubblico, ma chi mi assicurava che non recuperassero in privato? Allora aveva davvero aperto gli occhi su quella vipera. Improvvisamente la burrobirra divenne ancora più buona, ed i miei sforzi vani. Era impossibile non pensare a lui, maledizione!
-Vabbé- cercai di tagliar corto per cambiare discorso -Pensate che qualcuno verrà? È mezzogiorno e dieci. Forse è stata una cazzata, non dovevo accetta...
Il mio discorso fu interrotto dalla porta che si apriva, e un gruppetto di studenti in maschera iniziò ad entrare. C'erano Anna, sua sorella e Kristoff, il portiere di Tassorosso nonché suo ragazzo. Tuttavia non erano soli: erano seguiti da Jefferson, August e inaspettatamente Aurora, Philip e Mulan.
-Ehi ciao!- salutò Jeff -Siamo i primi? Cavolo Emma, stai benissimo!
-Grazie!- esclamai con un sorriso, ignorando l'occhiataccia di Neal: ultimamente mi sembrava sempre più geloso! Nonostante io e Jeff fossimo stati insieme, non c'era più tensione ed imbarazzo tra noi: ci volevamo ancora bene, ma solo come buoni amici.
-Comunque sì, siete i primi. Venite dai... vi facciamo spazio.
Neanche il tempo di dirlo che Lucy sventolò la bacchetta ed al nostro tavolo né unì altri due aggiungendo sedie per tutti. Dopo aver salutato calorosamente i miei amici strinsi la mano a quelli che conoscevo di vista o poco più. Perfino Mulan mi era quasi estranea, nonostante fosse di Grifondoro: era al settimo anno ed era sempre stata piuttosto riservata.
-Beh, uhm... grazie per essere venuti...
-Prima di parlare di cose serie aspettiamo un altro po' per vedere se si aggiunge qualcuno- suggerì Regina, intervenendo in mio soccorso. Grazie al cielo c'era lei, da sola non sapevo se me la sarei cavata... non ero molto brava con queste cose. Con le persone in generale.
-La prima burrobirra la offro io- proposi quindi -O insomma, qualsiasi cosa vogliate bere.
-Burrobirre vanno bene per tutti, no? Quindi 8 burrobirre? Grazie Emma!- Anna prese la situazione in mano e dato che tutti furono d'accordo, Lucy si allontanò per dare le ordinazioni al bancone. Mi ringraziarono tutti, ma era il minimo che potessi fare... ancora mi sentivo in imbarazzo a chiedergli di venire a farsi istruire da me, praticamente. Mulan ed Elsa erano anche più grandi di noi, sicuramente padroneggiavano incantesimi ben più difficili di quelli che conoscevo io, Torneo o no. Dovevo ammettere che si trattava di un bel gruppo, però... io e i miei amici ne avevano parlato solo a Jeff, August e Anna, quindi dovevano essere stati loro a portare gli altri quattro.
In più, avevano dei costumi fantastici! Poteva essere infantile, secondo qualcuno, ma io l'avevo trovata sempre una bella tradizione. Fin da piccola, quando per un giorno mi era concesso di essere chiunque volessi, avevo sempre scelto personaggi a cui avrei voluto somigliare ed in qualche modo mi avevano fatto sentire più forte.
Per fortuna le burrobirre arrivarono in fretta a tenere occupati i nuovi arrivati perché, nonostante mi fossi preparata con l'aiuto di Mary e Regina, non sapevo bene cosa dire. Avevamo chiesto loro di aspettare, non aveva senso che iniziassi un discorso... o forse sì? Sarebbe davvero arrivato qualcun altro? In fondo otto persone erano molto più di quanto mi aspettassi, perché avevamo voluto mettere in chiaro che non sarebbe stata una cosa completamente legale – anche se voluta dai prof.
-Del mio anno penso verrà Andrew, sembrava interessato- ruppe il silenzio Mulan -E credo porterà suo fratello Henry, terzo anno.
-Oh... fantastico! Grazie per... avergliene parlato.
-Penso sia una bella idea- scosse le spalle la ragazza -Se l'unico modo per prepararci è farlo in segreto, va bene così. E so che saresti una brava insegnante.
La porta si aprì nuovamente giusto in tempo, prima che sprofondassi nell'imbarazzo: non avevo la minima idea che una delle studentesse più brillanti della nostra casa avesse questa stima di me. Dopotutto, girava voce che fosse già stata accettata alla formazione per gli Auror! Di solito le persone idonee venivano prese una volta superati gli esami, per quanto ne sapevo.
L'attenzione di tutti ricadde inevitabilmente sui nuovi arrivati, ed io per poco non mi slogai la mandibola: non solo era un gruppo piuttosto grande, ma c'erano persone che non mi sarei mai aspettata di vedere! Arthur, Gwen e Marian. Com'era possibile?
Erano quindi seguiti da Robin, che ci salutò calorosamente e scoccò un sorriso particolarmente acceso a Regina, poi Megara, Herc, Andrew, Henry, Violet, Merida, Eric, Ariel, Jasmine e Aladdin, Lily, Alice e Grace. Era incredibile veder riunirsi così tanta gente, tutta proveniente da casa diverse... mancavano solo i Serpeverde, ovviamente, ma avevamo Regina come “rappresentante” della casa. Era... fantastico. Semplicemente da non crederci!
Lucy dovette aggiungere tanti altri tavoli per far accomodare tutti, ed essendo il locale vuoto, a parte noi, su suggerimento di sua nonna decise di chiuderlo. Era chiaro che sapessero cosa stessimo facendo, la Lucas non poteva averglielo detto essendo stata lei stessa a suggerirci il locale per il primo incontro.

 

La tavola imbandita di piatti di hamburger con patatine e anelli di cipolla ad accompagnare le burrobirre, mi faceva sentire quasi più coraggiosa. Il cibo rendeva tutto più facile e forse mi avrebbe aiutata a tenere un discorso di senso compiuto senza balbettare. Anche se avere tutti questi occhi puntati addosso, in attesa, non mi aiutava a mantenere l'ansia ai minimi livelli.
-Allora.- mi schiarii la voce come una perfetta imbecille -Vi ringrazio per essere qui. Siete molti più di quanti avrei potuto immaginare... insomma, ero convinta che il 99% della scuola mi considerasse pazza. Escludendo voi la percentuale scende abbastanza...
La battuta funzionò e in pochi istanti tutti i presenti si unirono in una risata; Neal mi strinse la mano sotto il tavolo ed io ricambiai con forza. Era così bravo ad infondermi coraggio...
-D'accordo, prima che mi scordi ciò che ho da dirvi- ripresi -L'idea viene dall'alto, diciamo... ma al momento non posso dire nulla. Se decidiamo di fare questa cosa comunque saprete tutto.
-Ti interrompo un attimo- intervenne Regina -Chiariamo subito una cosa: chi non se la sente può andare via, perché questo “progetto” non è legale. O meglio, non verrebbe approvato dal Ministero, il motivo potete immaginarlo.
-Già. Giusto. Quindi se non ve la sentite... nessuno è costretto, ecco. Potete andare anche ora...
Alcuni si guardarono tra loro, Arthur, Gwen e Marian principalmente... eppure nessuno sembrò intenzionato ad alzarsi. Forse non sarebbe andata poi così male: se erano qui nonostante le premesse, dovevano essere abbastanza motivati.
-Nessuno? Sicuri?
-Non sono scemo- fece Arthur -Diffidente? Certo, non avevo ragione di fidarmi di te per una cosa così... surreale. Ma solo un ritardato può pensare che quell'evasione sia un caso, o che sia stata guidata da Lancelot. Ad esclusione, se il Ministero dice balle... dovresti avere ragione tu.
-Wow grazie, gentile da parte due considerarmi il male minore!- ironizzai, ed Anna e Mary si fecero scappare una risata, mentre gli altri rimasero semplicemente in silenzio a guardarci. Ad ogni modo, mi faceva piacere fosse lì: voleva dire che qualcuno stava iniziando ad aprire gli occhi... e lo stesso valeva per le mie “carissime” ex compagne di stanza che mi avevano fatto il favore di lasciarla libera per me e Mary.
-Com'è lui?
-Lui...
-L'Oscuro- rettificò Grace.-Insomma... com'è... fatto?
-Oh- borbottai, non aspettandomi quella domanda, per quanto banale e ovvia potesse essere -E'... insomma, nel corpo di un uomo sulla sessantina. Non è il suo originale. A guardarlo non fa così paura, ecco... sembra una persona normale, non è che ti uccide con uno sguardo. Però è... è come se si percepisse la sua oscurità. Era piuttosto potente per essere appena tornato in vita. Non vi aspettate una grande insegnante perché non lo sono: sinceramente non so neanche come faccio ad essere ancora in vita. Più che bravura o coraggio credo sia fortuna. Ho usato un Expelliarmus contro un Avada Kedavra e se non ci fosse stata una strana connessione tra le nostre bacchette, probabilmente adesso non sarei qui.
Solo quando mi fermai per una pausa mi resi conto del totale silenzio che era calato: qualcuno tratteneva addirittura il respiro. Poi realizzai che quella fosse la prima volta in cui parlavo della notte al cimitero dopo mesi, e senza avere un crollo emotivo. La prima e unica volta che avevo dovuto spiegare tutto in presenza del Preside e dei miei amici ero ferita, tremante ed in preda ad un pianto interrotto occasionalmente da singhiozzi. In vita mia, non ero mai stata male come quel giorno.
-Però per arrivare alla Coppa hai superato tutte le prove del labirinto. A 11 anni l'hai battuto salvando la Pietra Filosofale, a 12 hai ucciso un basilisco con una spada e tutto il resto. Non puoi essere tanto male, no?- fece Jefferson, strappandomi un sorriso. Anche se la faceva più grossa di quel che era: forse non era stata tutta fortuna, ma per buona parte sì.
-Non dico di essere uno schifo nella Difesa, è solo che... non è così figo come sembra. Non sono un'eroina o quant'altro.
-Sai anche evocare un Patronus completo- mi interruppe Mulan.
-Sì...
-Non li abbiamo nemmeno nel programma del settimo anno, Emma. È uno degli incantesimi più avanzati che ci siano.
Quella constatazione mi fece arrossire fino al midollo perché effettivamente non avevo idea di come ribattere. Aveva ragione, era un incantesimo difficile che ormai padroneggiavo alla perfezione... ma ero anche certa che chiunque avrebbe potuto imparare! Soprattutto quando l'alternativa era farsi risucchiare l'anima da un mare di Dissennatori.
-Va bene. Forse sono portata, però...
-Scusa se ti interrompo. Ma prima ci convochi per parlarci di una classe che vuoi guidare per insegnarci a combattere l'Oscuro, poi ci dici che non sai fare niente e che è stata quasi tutta fortuna. Che cosa ci facciamo qui a questo punto?
-Gwen.
-No Mary, Gwen ha ragione...- sospirai, per nulla offesa ma sicuramente punta sul vivo -Ho esagerato, d'accordo. Però è per farvi capire che... che la fortuna conta parecchio in queste occasioni. La capacità certo è importante, saper evocare un incantesimo scudo o resistere alla Maledizione Imperius è importante, ma anche il mago più bravo del mondo può finire male se la fortuna non è dalla sua.
-Ma la fortuna non si insegna- mi fece notare Marian, a sostegno della sua amica -Quindi puoi effettivamente insegnarci qualcosa di utile? O è tutto fumo e niente arrosto? Perché sinceramente è ciò che sembra.
-Smettetela voi due!- esclamò Robin, mentre sotto il tavolo stringevo la mano di Neal così forte da fargli probabilmente male; -Ha detto subito che se volete potete andarvene. Lasciatela finire prima di sparare giudizi, no? Tra l'altro un incantesimo scudo e un Patronus non sono robette da niente, io sarei interessato ad imparare. E credo di non essere l'unico.
Se non fossi tesa come una corda di violino, non avessi un ragazzo e lui non fosse interessato alla mia migliore amica, probabilmente l'avrei baciato. Non mi sarei aspettata che intervenisse così in mio sostegno, nonostante fossimo abbastanza amici: era sempre stato un ragazzo pacato. O almeno, disinteressato a futili e discussioni.
-D'accordo!- esclamò quella, che non sembrava minimamente toccata -Allora dicci Emma, puoi insegnarceli questi incantesimi? Dicci se questo corso può effettivamente esserci utile a sopravvivere. Perché se lo è mi interessa, altrimenti preferirei evitare dato che mi bastano e avanzano tutti i compiti con cui ci riempiono.
Odiai vederli tutti in attesa di una mia risposta, soprattutto perché non potevo dar loro ciò che volevano. Non potevo promettere che ciò che avremmo fatto li avrebbe fatti sopravvivere ad un eventuale attacco di Rumple o dei Mangiamorte. Non potevo garantire che se gli avessi insegnato ciò che sapevo, sarebbero diventati invincibili! E forse le due ragazze avevano anche un po' ragione... cosa diavolo ci facevo lì?! E pensare che fino a cinque minuti fa mi ero convinta che forse non fosse la peggiore delle idee... che stupida!
-Scusatemi, ho bisogno di prendere aria. Datemi cinque minuti.
Detto questo mi alzai di corsa e quando i miei amici mi imitarono feci loro cenno di non muoversi: volevo rimanere sola. Cinque minuti come avevo detto, non di più... ma ne avevo bisogno. L'aria fredda e il silenzio erano ciò che mi ci voleva per riordinare le idee prima di decidere se mandarli tutti a festeggiare o prendere in mano le redini. In più ero accaldata e mi sentivo poco bene, su di me lo stress aveva un effetto peggiore dell'influenza.
Un vento che doveva essersi alzato da poco mi colpì in pieno volto, facendomi sentire subito meglio. Un improvviso senso di vertigini mi costrinse tuttavia a chiudere gli occhi, e nel momento stesso in cui feci un passo avanti per arrivare alla panchina, mi scontrai violentemente contro qualcosa.
Qualcuno.
Il solito qualcuno.

 

KILLIAN POV


Automaticamente afferrai la persona di fronte a me, sia per sorreggermi che per impedirle di cadere. Certo che mi aveva dato proprio una bella testata! Era così difficile per la gente guardare dove metteva i piedi?!
Fui pronto a farglielo notare, ma bastò che incrociassi gli occhi color smeraldo che da giorni mi tormentavano per perdere le parole.
-Ancora tu?! Vuoi proprio uccidermi?!
-Wow. Prima cosa, sei tu che non guardi dove vai. E seconda cosa... non avevamo superato la fase dell'“appena ti vedo ti urlo contro”?
La ragazza rimase a guardarmi interdetta e solo in quel momento realizzai che fosse molto più pallida della sua carnagione naturale. E nonostante ciò, era la Rapunzel più graziosa che potesse esserci: il lungo abito rosa le calzava a meraviglia, così come i capelli fin quasi ai piedi, adornati da fiori colorati che le incorniciavano il viso.
-Mi dispiace. Hai ragione.
-Cosa cosa, Swan?- sorrisi, al che non perse tempo e tornò a mettere il broncio.
-E' colpa tua se torno ad urlarti contro.
-Ti senti bene?
-Cosa?
-Sei più bianca della vela di una nave, tesoro.
-Pure la battuta a tema, Capitan Uncino?
Feci un inchino teatrale senza spegnere il sorriso, poi però tornai a puntare lo sguardo su di lei mentre si accomodava sulla panchina di legno di fronte al locale. Era il caso che mi preoccupassi?
Non sapendo cosa fare presi posto anch'io, osando spostare una lunga ciocca dorata dietro l'orecchio per vederle meglio il viso. Trattenne il fiato ma non mi scostò, invece rimase a guardarmi: sperai ardentemente che non potesse sentire i forti battiti all'interno del mio petto.
-Sul serio Emma, tutto a posto?
Annuì sospirando, poi distolse lo sguardo per chiudere gli occhi e poggiarsi contro lo schienale.
-Ho solo bisogno di un po' d'aria. Cosa ci fai tu qui?
-Non era da Granny l'appuntamento?
-L'appuntamento?
-Regina mi aveva detto qui a mezzogiorno. È finito? So di essere in ritardo ma...
A quel punto si ritirò su per guardarmi confusa: era chiaro che Regina non le avesse detto di aver invitato anche me, a giudicare dal suo stupore.
-Regina?
-Regina- annuii, sorridendole nuovamente. Continuava a squadrarmi meravigliata, soffermando lo sguardo sull'uncino per poi tornare a riflettere quel meravigliosi smeraldi nei miei occhi. E non fu diverso dalle altre volte: quel contatto mi bastò per rievocare la paradisiaca sensazione che avevo provato nello stringerla tra le mie braccia. Dio, cosa mi stava facendo quella ragazza?
-Perché sei venuto?
-La risposta mi sembra scontata, che dici?
Non rispose, restò semplicemente a guardarmi fisso. Come se facesse fatica, ma allo stesso tempo non volesse interrompere la connessione. D'accordo, in fondo avevo preso la mia decisione... a questo punto, potevo essere sincero.
-Perché ti credo, Swan.
-Cosa...
-Lo so che Rumplestiltskin è tornato, Emma, ti credo. Ti ho sempre creduto, anche quando leggevo i giornali in cui ti davano della bugiarda. Non ho mai avuto dubbi.
-Davvero? Potevi dirmelo.
-Lo so... ma lo sto facendo adesso.
Gli sguardi. Il nostro continuava ad essere un gioco di sguardi... eppure era così assordante. Era come se esprimessero fiumi di parole in piena che per qualche ragione entrambi continuavamo a tacere. Non mi ero mai sentito tanto connesso a qualcuno, in vita mia, e nonostante continuassi a non spiegarmi perché proprio lei... avevo accettato che fosse così e basta.
-Vuoi entrare?
-Tu ti senti meglio?
-Sto bene. Avevo solo bisogno di una pausa, qui dentro c'è gente ancora più irritante di te...
-Proprio non ce la fai ad essere carina con me, eh?
-Mi dispiace, è più forte di me...- finalmente sorrise, illuminandosi più del sole -Entriamo o hai cambiato idea, Capitan Uncino? E negherò di averlo detto, ma la tua versione è decisamente molto più affascinante dell'originale.
-Grazie, milady!- mi alzai, inchinandomi di nuovo e porgendole galantemente la mano per aiutarla ad alzarsi. Lei la accettò con una mezza risata e si tirò su.
-Io invece non riuscirei mai a negarlo. Sei la Rapunzel più bella che abbia mai conosciuto! Se fossi Capitan Uncino, credo che ti rapirei e ti porterei sulla mia nave, e non mi lascerei fermare da nessun Flynn!
-Se mi portassi sull'Isola Che Non C'è, potrei non avere nulla da ridire... Capitano.



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Come promesso, ecco un capitolo piuttosto decisivo... finalmente ci sono le basi per tante cose.
Emma ha scoperto che molte più persone di quanto credesse le credono e la sostengono, anche se qualcuno non è ancora del tutto convinto. Ma comunque, ha raccontato loro qualcosa ed iniziato a spiegare il senso di quella riunione.
Intanto Killian ha deciso finalmente di scollarsi la compagnia poco gradevole e ha preso la sua decisione, incappando in Emma proprio al momento giusto! E' riuscito a farle tornare il buon umore e farla ridere, e anche se si sono evitati per un po' di tempo, hanno riscoperto che la connessione che avevano sentito non è cambiata... forse adesso sarà più facile anche per Emma, sa finalmente che lui le crede. E sicuramente avranno più occasioni per passare tempo insieme.
Ad ogni modo, ho iniziato a scrivere anche l'altra storia, e vi chiederei un consiglio. Alterno di settimana in settimana, o mantengo regolarmente questa ogni settimana e posto l'altra quando riesco? (A volte potrebbe essere in settimana, a volte potrebbe passare più tempo, visto che qui ho molti capitoli pronti e lì no).

Avete visto la nuova puntata? Se non lo avete fatto, smettete di leggere!
Questa volta mi è piaciuta molto, sarà perché Alice è il personaggio nuovo che più adoro! Hook e la Alice giovane erano carinissimi comunque, le scene tra loro sempre dolcissime, mi sciolgo! Killian ha fatto uno sbaglio, è vero, per una volta tanto avrebbe dovuto ascoltare Rumple... ma perdere tutto per un errore, povero! E' veramente triste la storia di lui e Alice. E Tilly penso sia innocente! Spero possa presto ritrovarsi con suo padre, lei e Rogers già sono adorabili così! Mentre Eloise non la sopporto... vorrei che lui aprisse gli occhi su di lei ed ascoltasse i consigli di Tilly! Vediamo che succederà ora, sono curiosa.
E sono contenta che tanti del cast torneranno per l'ultima puntata... speriamo di avere anche la nostra Emma!
Ed ora la finisco o diventa più lungo del capitolo xD
Alla prossima, grazie sempre a tutti!

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Capitolo 12
*** Someone who gets me ***


Someone who gets me




KILLIAN POV

Ricordavo bene la cena di Halloween a Durmstrang, e non era neanche lontanamente paragonabile a questa! Il soffitto della Sala Grande era stato stregato per apparire come un cielo stellato con la luna piena, e a mezz'aria fluttuavano zucche incise e illuminate da candele. Per non parlare della tavola, imbandita di decine di leccornie a base di zucca e dolci dalle forme più spaventose. C'erano perfino i ragni di cioccolato che muovevano le lunghe zampette, i meno graditi dalle ragazze!
Ero però riuscito a scorgere in lontananza Emma, proprio mentre se ne infilava uno in bocca curiosa. Era anche questo che mi piaceva di lei: non era come le altre. Non che questo la rendesse meno femminile, anzi: era semplicemente autentica. Ed ancora non riuscivo a capacitarmi di come avesse preso le mie parti durante l'incontro da Granny's.
Non mi ero sorpreso che la maggior parte dei presenti fosse stata poco felice di vedermi arrivare, Serpeverde era l'unica casa a non andare d'accordo con le altre... e poi, io stesso non godevo di una buona reputazione. Le voci sull'accaduto a Durmstrang si erano placate, ma le persone non l'avevano dimenticato. Negli ultimi giorni non avevo potuto fare a meno di notare come i ragazzini del primo e secondo anno si allontanassero in tutta fretta al mio passaggio, ad eccezione di quelli della mia casa. Ma non era un problema, quello, non per me. Se mi temevano, almeno non mi sarebbero stati tra i piedi: meglio così.
Tuttavia mi risuonava ancora nella testa il “Cosa ci fa questo Serpeverde delinquente qui? Non avrebbe dovuto neanche essere ammesso a scuola!” di Gwen, una Grifondoro del nostro anno. Ovviamente avevo avuto la risposta pronta, ma ancor prima che avessi potuto replicare Emma l'aveva attaccata con un “Se non ti sta bene vattene, meglio un Serpeverde fastidioso di una stupida rompipalle. E poi l'ho invitato io, il gruppo lo guido io e ammetto chi mi pare. Per la fretta con cui accusi e giudichi le persone potresti stare bene nella sua casa, però!”. E quella era rimasta muta, così come gli altri che in un primo momento si erano mostrati a disagio al mio arrivo.
Potevo intuire come mai Emma avesse avuto quel crollo, ma dal momento in cui mi ero seduto a tavola insieme a loro, l'avevo trovata molto determinata. Con l'aiuto di Regina aveva spiegato in cosa consistesse precisamente il progetto ed io l'avevo trovato decisamente interessante. Non sarebbero state normali lezioni, ma vere e proprie simulazioni. Avremmo utilizzato la stanza delle necessità come base, così avrebbe potuto trasformarsi in qualsiasi cosa desiderassimo: anche nel cimitero in cui aveva combattuto Rumple, aveva risposto alla ragazza che glielo aveva domandato. Ovviamente avremmo iniziato imparando ed esercitandoci con alcuni incantesimi utili e – per rassicurare tutti – aveva spiegato che ci sarebbe stato un professore ad assisterla privatamente. Io ero convinto che si trattasse della Lucas, ma chiaramente non avevo detto nulla.
Ad ogni modo era un'idea eccellente: per ordine del Ministero non avevamo il diritto di allenarci gli uni contro gli altri con incantesimi potenti durante le lezioni. Per quanto potesse essere soddisfacente, far esplodere un pezzo di legno era tutt'altro che trovarsi faccia a faccia con un altro mago, pronto a colpirti o addirittura ucciderti.
E poi, dovevo ammettere che alcuni degli studenti presenti fossero abbastanza simpatici. Mi aveva colpito Anna, la nuova cacciatrice dei Grifondoro del quarto anno: dopo aver finito di mangiare, mi aveva chiesto se volessi metà del suo dessert perché per lei era troppo. Semplicemente così.
Forse ero ancora lontano dal riuscire a capire chi volessi essere, ma sentivo di essere partito col piede giusto.
-Killian, che hai fatto tutto il giorno?- mi domandò Zelena sfacciatamente, togliendomi la forchetta di mano per costringermi a voltarmi verso di lei.
-Cosa ti importa?
-Ashley e Peter dicono che te ne sei andato ad un certo punto.
-Quello che ho fatto sono affari miei. È un crimine girare per Storybrooke da soli? E spero non approvi le loro stupide idee sul come avvelenare gli avversari prima delle partite!
-Non avveleneremo nessuno, non ne abbiamo bisogno- ribatté incrociando le braccia infastidita -Però stai diventando parecchio noioso a forza di frequentare mia sorella.
-Non potrò mai essere noioso, dolcezza. E credimi, quando non fai la bambina viziata neanche tu mi dispiaci!
-Ma come osi!?
-Uhm... così? Dovresti saperlo ormai, Zelena, non mi faccio mettere i piedi in testa.
-Lo so- ammise sbuffando, dopo una pausa di qualche istante -E per questo ti rispetto.
-Credimi, la cosa è reciproca.
Sarei stato un bastardo se avessi negato che fosse stata la prima a farmi sentire a casa, quando ero arrivato senza conoscere nessuno. Probabilmente se non fosse stato per lei sarebbe stato più difficile ambientarmi, soprattutto perché i primi ad accollarmisi sarebbero probabilmente stati i curiosi. Lei, invece, in quei primi due mesi non aveva mai chiesto nulla del mio passato da Obscurus e probabilmente neanche le importava. Ci eravamo piaciuti per quel che eravamo ed ero convinto potessimo ancora essere amici, se non si fosse rivelata un'aspirante Mangiamorte.
-Comunque non ti ho ancora perdonato. Ma domani prendi il boccino e potrei farlo.
-Non ho nulla da farmi perdonare, mi sembra! Però puoi stare tranquilla, è chiaro che prenderò il boccino. Hai scelto il migliore per un motivo, no?
Non rispose, ma alla fine si fece scappare un sorriso e alzò il suo bicchiere di succo di zucca per brindare alla vittoria dell'indomani. Poteva anche portare sfortuna brindare prima, ma io non credevo in queste sciocchezze: credevo nelle mie capacità.

 

***


EMMA POV

Nonostante l'intera tribuna dei Grifondoro facesse il tifo per Tassorosso, io non ero riuscita a staccare gli occhi dal Cercatore di Serpeverde neanche per un istante. Io e Regina – che aveva deciso di sedersi accanto a me tra i Grifondoro – eravamo probabilmente le uniche a non urlare per fare il tifo. Lei perché non riusciva proprio ad ammettere che il Quidditch la appassionasse, ma per me era una novità: solo che non potevo fare il tifo per Tassorosso ed allo stesso tempo per Killian. Non aveva senso. Che incantesimo mi aveva lanciato quel ragazzo?
Il giorno precedente era stato surreale, dopo aver passato oltre una settimana a cercare di ignorarlo, mi ero ritrovata a difenderlo. Non perché non fosse capace di farlo da solo, se gli avessi dato modo di parlare era probabile che sarebbe stato ancora più tagliente di me. Il problema era che avevo voluto farlo. Gwen con la sua insinuazione mi aveva dato fastidio e non solo perché ero stata io stessa nei panni del ragazzo. Provavo una strada ed inspiegabile empatia nei suoi confronti e per poco non avevo messo in chiaro a quella stronza che io ero l'unica che potesse maltrattarlo.
Quando ad incontro finito ci eravamo separati avevo quasi sperato che rispondesse a Regina di sì, che voleva unirsi a noi per il resto della giornata... ma così non era stato.
Invece, avevo trasformato in un fiasco la merenda con Neal al Rabbit's Hole. Avevamo preso la cioccolata e della torta, chiacchierando del successo che avevamo ottenuto, poi di Quidditch... come sempre. I problemi erano arrivati quando istintivamente mi ero spostata nel momento in cui aveva cercato di baciarmi: per i successivi cinque minuti eravamo rimasti a guardarci, senza sapere cosa dire.
Ma infine aveva sputato il rospo. “Non volevo dire niente perché pensavo di sbagliarmi... ma cos'è cambiato?” mi aveva domandato. Aveva iniziato proprio con la domanda più difficile, mettendomi nelle condizioni di non sapere cosa rispondere. Cos'era cambiato? Col senno di poi mi era chiaro: Jones. Jones era cambiato. Tutto era cambiato non solo da quell'abbraccio, ma dal primo momento in cui ci eravamo scontrati su quel treno. Proprio per questo avevo fatto il possibile per cercare di non pensarci più, ma mi era bastato passare un'ora insieme a lui per riportare tutto a galla. Per questo mi ero scostata... avevo desiderato che al posto del mio ragazzo ci fosse Killian Jones a volermi baciare. Ero la persona più stupida del mondo, ma per quanto avessi lottato contro i miei istinti, sentivo di aver perso.
E così, invece di parlargli a cuore aperto, mi ero alzata e l'avevo lasciato con un semplice “Mi dispiace, non ce la faccio adesso.” E per farmi sentire ancora peggio, mi aveva tirata per una mano fino a farmi risedere, poi mi aveva abbracciata forte.
Avevamo deciso di prenderci una pausa, ma solo dalla relazione. Avevo anche pianto, spiegandogli che non volevo che tra noi le cose diventassero strane o imbarazzanti e lui mi aveva promesso che non lo avrebbe permesso. Solo per merito suo eravamo usciti da lì col sorriso, ma mi era bastato trovarmi con Mary Margaret e Regina per scoppiare di nuovo.
Mi avevano consolata assicurandomi che quella fosse la scelta migliore, che un periodo di separazione mi avrebbe aiutata a chiarire i miei sentimenti... e che fosse giusto così, sia per me che per Neal. E avevano ragione, certo, lui meritava molto più di una ragazza che si scostava dai suoi baci... ma non riuscivo a non starci male. Era “solo” una pausa di riflessione, certo, ma il periodo passato insieme come coppia era stato così bello che stavo male al pensiero che forse sarebbe finita.
Per sfogarmi in piena libertà avevo anche deciso di raccontare loro cosa fosse successo nella stanza delle necessità. Regina non era rimasta sorpresa, Mary invece lo era stata parecchio... ma alla fine il consigli di entrambe era stato di cercare di capire cosa significasse. E avevano ragione: volevo scoprirlo. Volevo sapere cosa fosse quella connessione tra me e Killian.
E durante questa prima ora, avevo anche scoperto fosse un'eccellente giocatore di Quidditch. Era agile e veloce, volava con sicurezza ed aveva una perfetta padronanza della scopa. Quando cinque minuti prima non era riuscito a evitare uno dei due bolidi scagliatigli addosso quando si era gettato probabilmente verso il boccino, non aveva fatto una piega. Era stato un colpo abbastanza violento in pieno volto ed ero anche abbastanza sicura di avergli visto colare il sangue dal naso... eppure era ancora lì, in alto, a guardarsi intorno in cerca della pallina dorata. A “vendicarlo” ci aveva pensato Zelena, la quale aveva rubato la mazza a uno dei suoi battitori per stendere uno dei due di Tassorosso, il quale era stato portato via in barella. Il fallo, però, era costato ai Serpeverde e adesso erano in svantaggio di 10 punti.
-Se non altro riesco a capire perché sei attratta da lui...
-Smettila!- esclamai, guardandomi intorno allarmata che non ci fosse Neal. Lui e David si erano allontanati per andare a comprare bibite e popcorn salterini per tutti. Fortunatamente Neal aveva mantenuto la promessa e non era stato strano riunirci in gruppo come sempre: non era stato meno affettuoso nei miei confronti. Avevamo anche riso come vecchi amici senza che fosse imbarazzante.
-Bravo, no? Te l'avevo detto!
-Sì, lo so... devo ammettere che non avete mai avuto un Cercatore così bravo. Potreste darci un po' di filo da torcere!
-Un po'? Potremmo anche battervi quest'anno... se ti fai distrarre da quegli occhioni azzurri potrebbe fregarti il boccino da sotto il naso!
-Ma la smetti?! Solo perché c'è qualcosa non vuol dire che sia persa di lui o roba del genere!
-Va bene, va bene. Però un consiglio devo dartelo: se vuoi sapere cos'è quel “qualcosa”, ti conviene avvicinarti a lui piuttosto che evitarlo.
-Lo so.- tagliai corto, dato che Neal e David stavano tornando: giusto in tempo. Lo sapevo, avrei dovuto fare qualcosa e l'avrei fatto, avevo un disperato bisogno di capire il perché provassi determinate cose nei suoi confronti. Dovevo capire se si trattasse effettivamente di qualcosa di reale, oppure ero solo una ragazzina stupida attratta dal suo fascino un po' misterioso. Lo avrei fatto, ma era inutile parlarne ora: non potevo mica prendere la scopa e andargli a parlare mentre giocava!
-Cioccolata calda e popcorn al caramello. Giusto?
-Grazie Neal!- sorrisi afferrando i miei snack, mentre il ragazzo si accomodava alla mia sinistra. Così mi buttai sul cibo, che rese tutto più semplice.
Intanto Jones stava ancora sfrecciando in cerca del boccino e lo stesso stava facendo anche il suo avversario – anche se dal lato opposto del campo, cosa che trovai un po' strana.
-Certo che Zelena è una vipera! Passando abbiamo visto il battitore dei Tassorosso, aveva la faccia piena di sangue! Il naso era rotto come minimo...
-Non mi sorprende- gli feci notare -Cerchiamo di ricordarcene quando giocheremo con loro...
-Ma Tassorosso è in vantaggio, se Philip riesce a prendere il boccino...
-No, lo prenderà Jones- dissi subito senza pensare, e dato il silenzio con cui mi rispose preferii non voltarmi e continuare a tenere lo sguardo fisso sulla partita. Proprio in quel momento Serpeverde segnò, facendo esplodere la loro tribuna in urla eccitate: adesso erano di nuovo pari.
Comunque ero convinta di ciò che avevo detto, Killian avrebbe preso il boccino anche se fosse stato l'altro a vederlo per primo: era molto più veloce e la sua scopa migliore, lo avrebbe raggiunto in poche frazioni di secondi. Questo perché Philip era un bravo ragazzo e un discreto giocatore, ma c'era un motivo se era solamente una riserva.
All'improvviso fu proprio quest'ultimo a scattare per primo, ma proprio come avevo previsto l'altro gli fu dietro in quattro e quattr'otto: fu così veloce che quasi non lo vidi! Come sempre succedeva in quest'occasione, calò un silenzio di tomba mentre tutti osservavano la scena senza fiato. Jones si avvicinava sempre di più, ma per qualche ragione l'altro invece di affiancarlo si limitava a rimanere a circa un metro di distanza... cosa stava succedendo? I due si guardarono per un attimo ed in quell'istante si avvicinarono, trovandosi a volare fianco a fianco. Fu Jones a spingere per primo, ma fu una spinta leggera, nulla in confronto a ciò che eravamo soliti fare io e Will Scarlet, Cercatore di Serpeverde diplomatosi l'anno precedente. Era stato il primo ragazzo di Zelena e proprio come lei aveva sempre avuto per me tanta simpatia, da desiderare di buttarmi giù dalla scopa. Ovviamente la cosa era stata reciproca, ed io ero sempre uscita vincitrice.
Eppure, Philip, invece di concentrarsi o ricambiare sembrò sbandare di proposito, lasciando all'altro esattamente lo spazio di cui aveva bisogno per afferrare il Boccino d'Oro e guadagnare la vittoria per la sua squadra.
La tribuna di Serpeverde esultò così come la squadra, che volò per stringersi attorno al suo Cercatore e celebrarlo, mentre la professoressa Lucas dichiarava la loro vittoria. Attorno a noi invece c'erano brusii su brusii, evidentemente tutti l'avevano notato: Philip si era allontanato di proposito. Per paura della reputazione del suo avversario.
-Wow. Che vittoria di merda. Fossi in loro non celebrerei tanto...- commentò David, alzandosi ed afferrando la mano della sua ragazza per aiutarla a fare altrettanto.
Quando io mi accorsi della mano di Neal ero ormai in piedi, così decisi di far finta di non averlo notato per non rendere le cose imbarazzanti. A Regina ovviamente non sfuggì e me lo fece capire con un'occhiata.
-Mi dispiace però. Killian non mi sembra uno che farebbe male alla gente di proposito...- fece Mary, con lo sguardo ancora rivolto verso la squadra in festa. Aveva centrato il punto: ci avrei messo la mano sul fuoco, non la meritava quella reputazione.
-Forse no- annuì David -Insomma, non è tutta questa simpatia ma non mi sembra neanche una persona cattiva. Ieri c'è stata gente ben più insopportabile di lui all'incontro!
-E se ce l'avesse nel sangue?- suggerì Neal, attirando l'attenzione non solo mia ma anche degli altri. Che diavolo voleva dire?!
-Insomma...- borbottò guardandomi -Non voglio dire che sia così, magari è una brava persona. Ma se l'Obscurus gli avesse lasciato qualche traccia di oscurità che fa semplicemente parte di lui...
-Non dire sciocchezze. Lo sappiamo che non ti piace perché guarda la tua ragazza, o ex, o vedetevela voi, ma se ricordi ci ho passato parecchio tempo insieme. Non ha strani istinti oscuri.
Non seppi se schiaffeggiare Regina per il modo in cui ci aveva definiti o ringraziarla per essere intervenuta al posto mio, perché avrei risposto molto male. Cosa dovevo dire io che in qualche modo avevo una parte di Rumple dentro di me?! Mi aveva lasciato una cicatrice, segno della magia più oscura, ed aveva usato il mio sangue per tornare in vita! Eppure non avevo istinti omicidi!
Per fortuna il discorso cadde subito, anche lui sapeva di non poter vincere un dibattito contro Regina – soprattutto quando aveva torto o parlava senza pensare. O per gelosia.
-Comunque avrebbero vinto lo stesso, è oggettivamente molto più bravo di quel codardo di Philip.- conclusi, unendomi assieme ai miei amici alla fila di studenti diretti verso l'uscita del campo.
Forse fu un errore o forse un segno del destino... ma per qualche ragione mi voltai un'ultima volta, per trovare Killian che scendeva a terra dietro ai suoi compagni.
A differenza loro era tutt'altro che allegro... la sua espressione era quasi avvilita.
-Andate avanti. Io devo fare una cosa, vi raggiungo a pranzo.
-Cosa?
-Solo un attimo... andate!- tagliai corto dirigendomi verso la direzione opposta, cercando di farmi spazio tra la folla.


KILLIAN POV

Avevo vinto la prima partita nella nuova scuola acquistando la benevolenza praticamente di tutti: ero perfino tornato nelle grazie di Zelena, che mi aveva abbracciato e baciato urlandomi almeno dieci volte nell'orecchio quanto fossi fantastico.
Eppure non riuscivo a essere felice, non dopo quello sguardo colmo di terrore che non riuscivo a togliermi dalla testa. Non avevo preso il boccino perché me l'ero meritato, l'avevo fatto perché l'altro Cercatore aveva avuto paura di me! Non era così che mi ero immaginato la prima vittoria, anche se nessuno della mia squadra sembrava curarsene. Per non fare il guastafeste decisi di non dire niente, ma a quanto pare mi ero sbagliato di grosso su quel nuovo inizio. Non c'era nulla di nuovo, se la gente mi temeva esattamente come a Durmstrang: e tutto per un incidente.
Ovviamente nessuno avrebbe messo in dubbio la mia parola se non fosse stato per il mio passato da Obscurus, ma era chiaro che non mi sarei mai tolto l'etichetta di “mostro”.
Non ero neanche certo di voler continuare a giocare in quel modo...
-Killian, che ti succede? Ancora così stai?!- esclamò Zelena irrompendo nel nostro spogliatoio senza tante cerimonie. Solo in quel momento mi accorsi di essere l'unico ancora in divisa, gli altri stavano già uscendo.
-Non starai male? Che ti ha fatto quel brutto idiota?!- continuò, sfiorandomi il naso con un dito. Fu impossibile nascondere una smorfia di dolore, e forse quella era la scusa perfetta per liberarmi di tutti almeno per un po'.
-Sto benissimo, solo non ho voglia di festeggiare così conciato. Passo in infermeria e poi vi raggiungo, ok?
-Vengo con te?
-No Zelena, va tutto bene! Non ci tengo a bere l'idromele col labbro spaccato però, sai com'è!- sorrisi, cercando di apparire convincente e anche un po' spavaldo... e a quanto pare funzionò.
-Sì, hai ragione! Ci vediamo dopo allora... ma muoviti prima che l'alcol finisca!
Annuii e le feci un cenno con la mano mentre usciva allegramente, lasciandomi finalmente da solo. Così potei cambiarmi con tutta calma, concedendomi qualche istante ad osservare la mia divisa nuova, chiedendomi se quella fosse l'ultima volta in cui l'avrei indossata. Ovviamente non l'avrei voluto, ma che gusto c'era a vincere così? Era peggio che barare...
Infine sbuffai ed infilai tutto disordinatamente nell'armadietto, portando con me soltanto la scopa, che preferivo tenere in camera. Tutto era diventato silenzioso, si sentivano solo voci in lontananza, segno che la folla si fosse dispersa e stesse rientrando a scuola. Proprio per questo fu una sorpresa ritrovarmi davanti Emma Swan, una volta fuori.
-Jones, che muso lungo.
-Muso lungo?- alzai un sopracciglio, cercando di tornare in me -Abbiamo appena vinto tesoro, o forse non hai visto?
-Appunto perché ho visto. Mi dispiace.
Non c'era alcun segno di ironia nel suo viso, non era venuta ad infierire... era sincera. Sincera e splendida, avvolta in quel maglione rosso e oro e le braccia strette al petto per scaldarsi.
-Pazienza, abbiamo vinto più che lealmente... non ho colpe se quel moccioso è un codardo. Avrei dovuto immaginarlo, anche ieri mi guardava come se stessi per sgozzarlo.
-Guardavano così anche me al secondo anno. Anche quelli della mia casa, letteralmente il 90% di Hogwarts a dirla tutta. Siccome parlo serpentese erano convinti che fossi l'erede di Serpeverde e che stessi cercando di far fuori i figli di babbani!
-Sul serio? Avevano paura di una graziosa biondina di dodici anni?
-Ebbene sì! Per quanto ne sai potevo essere anche bruttissima eh, ma sempre dodici anni avevo. Mi guardavano con orrore perfino i più grandi, era ridicolo! E... brutto.
Restammo in silenzio: a quanto pare sapeva davvero come mi sentivo, e per questa ragione non avevo la minima idea di cosa rispondere. Non potevo fingere che non mi importasse, non mi avrebbe mai creduto: nessuno che ci fosse passato mi avrebbe creduto.
Non avevo un buonissimo carattere ed ero cosciente di tutti i miei difetti, non mi importava di non piacere a causa di quelli... ma essere etichettato come un mostro era tutt'altro.
-Puoi stare tranquillo- ruppe infine il silenzio -La prossima settimana potrai perdere con dignità!
-In realtà pensavo di ritirarmi.
-Sei impazzito? Prima che possa batterti?!
-Tu battere me?
-Certo! Siamo noi i tuoi prossimi avversari e credimi, non ho intenzione di farmi riguardi con te solo perché potresti buttarmi giù dalla scopa! Magari ti ci butto prima io!
Al suo sorriso scoppiai a ridere, e lei mi seguì a ruota. Ovviamente non avevo la minima intenzione di buttarla giù dalla scopa, e neanche di perdere... però sarebbe stato bello vincere in uno scontro alla pari! Avevo visto come volava mentre evitava le scie di fuoco durante la prima prova del Torneo Tremaghi, e sarebbe stato molto interessante! Forse, dopotutto, avrei potuto aspettare un pochino prima di lasciare la squadra...
-Vedremo, Swan! Neanch'io mi farò riguardi!
-Fa' del tuo meglio! Sono abituata agli spintoni di un tipo grosso il doppio di te, spero di non farti male per sbaglio. Anche se ammetto che forse non sarà facile... quel bolide ti ha conciato così- indicò la mia faccia -e non hai fatto una piega! Sei un robot?
-Che posso dire? Ho una soglia del dolore molto alta- molto più alta di quanto potesse immaginare. Quel bolide in faccia era stato niente in confronto al dolore che per anni avevo provato durante la trasformazione. Non che non mi facesse male, non ero di acciaio... semplicemente, ero abituato a convivere con molto ma molto peggio!
-Ci sarà da divertirsi. E tranquillo, non me la tirerò troppo quando ti soffierò il boccino da sotto il naso!
-Credici dolcezza, credici finché puoi... vediamo chi sarà a ridere tra una settimana! Scommettiamo?
-Cosa vuoi scommettere?
-Un bacio. Se vinco io mi dai un bacio.
Quella sgranò gli occhi e le sue guance si dipinsero di un leggero colore porporeo. Era una soddisfazione riuscire a far arrossire Emma Swan.
-E... e se vinco io?
-Se vinci tu, do' io un bacio a te!
-Eh certo, mi sembra assolutamente equo! E pensare che per un attimo mi ero scordata di quanto fossi idiota... ti sei rifatto alla perfezione!
-Non buoi biasimarmi per averci provato, ragazzina! Ora vai prima che il tuo ragazzo si ingelosisca.
-Tu vai, prima che la tua ragazza si ingelosisca. E fatti sistemare la faccia prima, Whale ci metterà un secondo.
Senza dire niente, estrassi la bacchetta dalla tasca puntandomela contro. La agitai pronunciando a mente la formula che ormai conoscevo alla perfezione, e sentii il mio viso contrarsi per tornare totalmente integro. La sua espressione sconvolta fu assolutamente appagante, era chiaro che le mie abilità magiche l'avessero sorpresa.
-Questa è magia curativa...
-Solo di primo livello. A Durmstrang tutti i giocatori sanno curarsi da soli gli infortuni superficiali!
Era stata praticamente la prima cosa che ci avevano insegnato, dato che tutte le partite erano piuttosto violente, ai livelli dei Campionati – o almeno così mi aveva raccontato Elise, la quale aveva assistito alla finale di tre anni fa. L'avevo imparato a mie spese quando il battitore avversario mi aveva rotto il braccio scagliando un bolide, così dalla volta successiva non mi ero più preoccupato di commettere fallo. Dovevano essercene almeno una ventina perché la competizione fosse interessante, in poche parole. A Hogwarts però era diverso, la violenza era molto meno tollerata, cosa che Zelena mi aveva spiegato seccata. Ma era meglio così, dopo ciò che era successo non avrei più avuto il coraggio di spingermi troppo oltre le regole.
-Se non ti conoscessi direi che sei un vero secchione!
-Sono solo molto abile, tesoro... talento naturale.
-Sì, nel pavoneggiarti.- fece alzando gli occhi al cielo, ed io invece di ribattere restai a guardarla divertito. Non aveva tutti i torti, ma nemmeno io: ero davvero portato per la magia! Molto più che per la matematica e le altre inutili sciocchezze che ero stato costretto a studiare per anni.
-Vabbé senti, non so tu che vuoi fare ma io rientro prima che inizi a piovere. E goditi i festeggiamenti Killian, avresti preso tu il boccino in ogni caso.
E mentre si allontanava, mi resi conto di sentirmi bene. Carico. Cosa me ne facevo degli altri, se l'unica persona il cui parere mi interessava, si fidava di me?


 

Angolo dell'autrice;
Alzi la mano chi odia il cambio dell'ora! Sono le 1.59... e poi le 3. Argh!
Comunque ho deciso di postare lo stesso anche se ho fatto più tardi del previsto LOL (domani rispondo alle vecchie recensioni!)
Nella prima parte, abbiamo visto brevemente cosa è successo durante il resto dell'incontro... ed Emma ha fatto abbassare la cresta a chi se l'è presa con Killian e ha preso le sue difese, pur sapendo che fosse capace di farlo da solo. Diciamo che le acque si stanno smuovendo... visto che ha anche deciso di lasciare, almeno momentaneamente, Neal. Dopo 12 capitoli ce l'ha fatta ad accettare la realtà xD
Intanto Killian ha vinto la partita, ma non come avrebbe voluto... ovviamente questo lo ha lasciato amareggiato, ma per fortuna ha avuto Emma a tirarlo su ed a promettergli che con lei avrà uno scontro alla pari.
Ora vado a dormire che devo alzarmi tra 5 ore xD Intanto spero Jen arrivi presto sul set così potremo avere qualche nuova foto *-*
A presto, un abbraccio!

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Capitolo 13
*** Fun and feelings ***


Fun and feelings

 


EMMA POV

Puntai la bacchetta contro il camino per dare un ultimo tocco a quella che sarebbe stata la mia aula. Dire che fossi nervosa era molto, molto poco, ma ormai era troppo tardi per tirarmi indietro. Tutti i presenti a Hogsmeade avevano firmato per confermare la loro presenza e se avessi rinunciato all'ultimo minuto mi avrebbero presa per pazza o qualcosa del genere: già alcuni di loro non erano ancora del tutto convinti della mia sanità mentale.
Di comune accordo avevamo scelto il mercoledì sera dopo cena, alle 20 in punto, anche se il giorno sarebbe probabilmente cambiato di settimana in settimana, a seconda degli impegni di tutti. Grazie a Regina avevamo stregato delle monete per poter comunicare: sarebbe stato semplice, ogni volta che avessi deciso la data, i numeri si sarebbero impressi sul galeone.
Comunque ero soddisfatta dell'ambiente che avevo creato, la Stanza delle Necessità non era mai stata tanto accogliente. Ci saremmo stati comodamente in trenta.
Le pareti erano coperte da scaffali di libri sulla Difesa contro le Arti Oscure, e il pavimento da morbidi tappeti; attorno al fuoco avevo fatto apparire dei comodi divani e poltrone, che trovavo molto più adatti delle scrivanie che avevamo in classe. Per il resto la stanza era completamente vuota, probabilmente l'avremmo cosparsa di materassini per poterci esercitare senza che nessuno si facesse male. Dopotutto non ero lì per fare la professoressa, ero lì per aiutare i miei compagni ad imparare a difendersi nel migliore dei modi. Era qualcosa di simile ad un club dei duellanti, anche se ovviamente erano stati banditi pure quelli – a causa mia e di Zelena. Mi veniva ancora da ridere se ripensavo a come avevo trasformato la sua testa in quella di un maiale: era valsa la pena finire in punizione, la rossa aveva continuato a grugnire occasionalmente per una settimana.
Sollevai infine lo sguardo sull'orologio, erano appena le 19.30... pazienza, meglio in anticipo che in ritardo, e poi avevo la mia morbida poltrona accanto al fuoco che mi chiamava calorosamente.
Feci appena in tempo a tuffarmici che la parete stridette e si aprì: mi aspettavo che i miei amici arrivassero in anticipo, ma non così tanto.
E infatti non erano loro: era Jones. Non parlavo con lui dal post partita, anche se avevamo avuto un paio di lezioni insieme nei due giorni precedenti. Come avevo immaginato era tornato nelle grazie di Zelena e si erano sempre seduti insieme, anche se Regina era quasi sicura che fossero soltanto amici visto che non li aveva più visti sbaciucchiarsi. Non che fossero affari miei.
-Wow carino. E molto più grande. Come va Swan?
-Tutto bene Jones. E sì ovvio, dobbiamo essere in 30, no? Avanti mettiti comodo, come vedi c'è un sacco di posto.
Ovviamente non poté che buttarsi proprio sul mio divano, occupando tutto lo spazio libero che avevo lasciato. Adesso che ci pensavo era la prima volta che lo vedevo in jeans, abbinato ad una maglia che lasciava intravedere perfettamente il suo fisico scolpito. Doveva aver fatto sport fin dalla nascita per avere un corpo del genere...
-Questo sarebbe il posto di Regina- mi uscì. Che stupida.
-Io non la vedo.
-No, ma...
-Avanti, non mordo! Pensavo ci fossi arrivata...
Come diavolo facevano degli occhi ad essere così blu?! Erano troppo blu e troppo magnetici, non era possibile che fossero reali. Probabilmente assumeva qualche pozione che lo rendesse irresistibile, altrimenti non me lo spiegavo: non ero così debole. Non ero mai stata debole per un ragazzo, neanche alla mia prima cotta! Dovevo seriamente iniziare a darmi un contegno, internamente più che di facciata.
-Lo so che non mordi. Come mai in anticipo? Non avevi nulla da fare?
-No, semplicemente sapevo di trovarti qui. Puoi anticiparmi cosa faremo in questa prima lezione, prof?
-No, niente spoiler!
-Interessante modo di parlare. Fanatica di serie tv?
-Mi hai scoperta! Ti danno fastidio i fanatici di serie tv?
-Perché dovrei darmi fastidio da solo? Serie tv, film, videogiochi... nomina quello che vuoi. Ebbene sì tesoro, ho un lato nerd!
Quella fu una vera rivelazione: Killian Jones un nerd. E chi se lo immaginava? Io che ero convinta passasse le serate ad uscire con gli amici per locali e discoteche almeno dall'età di 15 anni, con tanti di documento falso ovviamente. Quando si lasciava crescere la barba era facile dargli qualche anno in più.
-Non ci credi eh? Ok, non me ne stavo sempre chiuso in casa... ma quando hai un mostro che ti toglie tutte le energie impari ad avere anche qualche passatempo rilassante! Sapessi quante nottate selvagge davanti al computer o alla tv...
Per quanto lo ripetesse, continuavo a non riuscire ad immaginarmelo. A vederlo nessuno avrebbe mai detto che fosse il tipo di ragazzo appassionato di telefilm, fumetti e videogiochi. Al massimo riuscivo ad immaginarlo seduto davanti al suo pc a guardare porno... ma era meglio cancellare quell'immagine dalla mente e anche subito.
-Sei tutta una sorpresa, Jones. Prima scopro che sai essere simpatico, poi che sei un totale nerd.
-Totale? Non esageriamo adesso eh, ho solo detto di avere anche quel lato! Sono tante cose, ma non uno sfigato... posso assicurartelo.
-Non ti scaldare, Serpe. Non ho mai detto che sei uno sfigato!
Non avrei mai dato dello sfigato ad un ragazzo che voleva passare una serata tranquilla dopo essere sopravvissuto per l'ennesima volta al “mostro”, come lo chiamava lui. E adesso che ci pensavo, quella era la prima volta che mi accennava dell'Obscurus che aveva abitato nel suo corpo. Di mia iniziativa non avrei osato chiedergli nulla, perché potevo solo immaginare che inferno fosse stato.
-Le serie tv dei maghi fanno schifo comunque.
-E dove le hai viste?- gli domandai sorpresa. A quanto ne sapevo – o almeno così avevo letto nei giornali – adesso viveva con il nonno in un paesino irlandese babbano. La TV dei maghi non prendeva nelle abitazioni babbane per questioni di sicurezza, anche se a casa di David era possibile vedere qualche canale. Questo, però, perché la sua famiglia abitava in una casa praticamente in mezzo al nulla, lontana da città e perfino da villaggi. Un posto tranquillo, ma che senza materializzazione, scope o lunghe camminata era difficile raggiungere.
Tuttavia non mi rispose subito. Si limitò a guardarmi.
-Al San Mungo. Ci ho trascorso un paio di mesi e non ci tornerei neanche fossi in punto di morte, è il posto più noioso del mondo. È per questo che ho passato la maggior parte del tempo a vedere la televisione, solo che faceva abbastanza schifo.
-La casa famiglia dove vivo è peggio del San Mungo, ci scommetto...- deviai il discorso, dato che chiaramente non gli faceva piacere parlare di quell'esperienza.
-Tu dici?
-Con ragazzini di tutte le età che urlano tutto il giorno... un vero reparto psichiatrico! E devo tornarci tutti gli anni.
-Wow. D'accordo, hai vinto tu.
Sorrisi senza aggiungere altro, poi chiusi gli occhi e mi sistemai contro lo schienale per riposare un po' gli occhi. Ormai avevo un mal di testa leggero quanto permanente, era diventato anche inutile prendere le medicine. Era colpa di quei sogni, sempre uguali, dove non vedevo altro che sentieri bui di un bosco piuttosto inquietante. Non facevo nulla se non camminare senza sosta.
-Stanca, Swan?
-Mal di testa... tanto per cambiare.
-Se vuoi ho un rimedio infallibile per fartelo passare, o almeno alleviarlo...
Sorpresa di quella risposta mi costrinsi a riaprire gli occhi per guardarlo: non stava ridendo, non sembrava mi stesse prendendo in giro per fare qualche battuta idiota.
-Non guardarmi così tesoro, non intendo il sesso, anche se certo è una buona soluzione. Hai provato?
Ecco, appunto. L'unica risposta che gli avrei dato sarebbe stato un pugno in faccia, quindi preferii stare zitta e ferma. Era una proposta quella?
-Scusa, scusa! Certo che sei suscettibile...
-Non potevi fare tardi pure oggi? Se già inizi a rompere come faccio a sopportarti per altre 2 ore!
-Avanti, non prendertela tanto! Comunque sono serio, però devi venirti a sedere in braccio a me.
-Che cosa?!- strabuzzai gli occhi: allora mi stava davvero prendendo in giro! E pensare che avevo praticamente rotto con Neal per un soggetto del genere...
-Fidati una buona volta. Non ti faccio niente. O in fondo hai paura di me anche tu?
-Non è giusto- gli feci notare infastidita -Sai che non è così. È solo che... non ha senso.
-Prometto che ne avrà.
Forse ero molto stupida, o forse quella era una scusa sufficiente per scoprire se il contatto fisico con lui sarebbe stato piacevole come l'ultima volta... ma alla fine mi alzai in silenzio e mi sedetti sulle sue ginocchia. Lui le spostò lentamente, in modo che mi ritrovassi seduta comodamente tra le sue gambe, e la schiena poggiata contro il petto.
Probabilmente mi stavo solo facendo condizionare... eppure mi sembrò di sentirmi già molto meglio... e nel momento stesso in cui il mio corpo fu avvolto dal suo calore. Non sapevo cosa avesse intenzione di fare ma non avevo neanche intenzione di rompere quel mistico silenzio per chiederglielo: rimasi semplicemente in attesa.
Lentamente, le sue dita si posarono sulle mie tempie, iniziando un lento massaggio circolare. Oh dio, non avevo mai provato una tale sensazione di sollievo nella mia vita... neanche mi resi conto di quando chiusi gli occhi per rilassarmi totalmente contro lui. Aveva le mani calde... accoglienti... sicure. Sapevano ciò che stavano facendo.
-Allora, come va?
-Benissimo. Non smettere...- mi ritrovai a pregarlo in un sussurro. Il mal di testa era quasi sparito, ma non volevo dirglielo... non volevo che finisse.
-E' stata mia madre ad insegnarmelo. Da piccolo. Dopo le trasformazioni avevo sempre mal di testa... lei mi massaggiava finché non andava via. Anche se a mio padre non piaceva la magia, io sapevo che era così che scaldava le sue mani... perché di solito erano fredde.
-Faceva male trasformarsi?
-Hai mai provato la Maledizione Cruciatus?- mi domandò, senza smettere coi movimenti circolari che continuavano a darmi un sollievo che avevo dimenticato si potesse provare.
Annuii. Anche se facevo una gran fatica a pensare al dolore quando il mio corpo era totalmente avvolto nel piacere...
-Moltiplicala per cinque...
-Ehi, che cosa state...? Emma?
E la voce del mio ex ragazzo fece scoppiare quasi prepotentemente quella bolla di magia che si era creata attorno a noi, trasformandola in un velo di imbarazzo. Senza nemmeno guardare Jones saltai in piedi – probabilmente rossa fino al midollo – e mi chiesi come diavolo avevamo fatto a non sentire la parete che si apriva.
C'erano Neal, Regina, Mary e David... e l'orologio segnava le 19.50. Il tempo era volato...
-Come mai lui è già qui?
-Recuperavo il ritardo dell'altra volta, no?- rispose il diretto interessato, alzandosi in piedi e guardando l'altro con un sorriso compiaciuto.
-A... avevo mal di testa. Mi... mi stava aiutando a... e in effetti è passato- borbottai, evitando accuratamente gli sguardi di Mary e Regina, anche se col senno di poi li avrei preferiti a quello di Neal. Se la gelosia avesse avuto una faccia, sarebbe stata la sua: guardava Jones come se fosse pronto a scagliarglisi contro col proposito di ucciderlo. E, Dio, non potevo neanche dargli torto... mi aveva praticamente ritrovata seduta tra le gambe dell'affascinante Serpeverde; che cosa avrebbe dovuto pensare?
-Allora, che ve ne pare? Manca qualcosa secondo voi?- cambiai subito discorso prima che potesse accadere l'irreparabile.
-Molto accogliente, mi piace!- intervenne Regina in mio soccorso, guardandosi intorno per portare l'attenzione sulla stanza -E direi che non manca niente. Bel tocco di classe il tavolino col bollitore.
-Immaginavo avresti apprezzato! Niente spuntini perché non siamo qui per mangiare, ma una tazza di tè ci può stare sempre, no?
-E quanti libri! Chissà se c'è anche roba del reparto proibito!- esclamò Mary Margaret, tirandone fuori uno dal mobile più vicino: “Come difendersi da un Vampiro Diurno”.
-Qualcosa sicuramente sì- confermai -Ho dato un'occhiata a vari titoli e certi non mi sembravano proprio adatti ad una scuola. Quindi non escono di qui o potremmo finire nella merda.
-A Durmstrang non avevamo reparti proibiti. Potevamo leggere tutto.
-E poi escono fuori maghi oscuri... chissà come mai.
Io e Regina ci guardammo, Neal doveva essere davvero geloso. Dov'era il ragazzo dolce ed educato che conoscevo? Quel lato quasi prepotente non gli si addiceva affatto.
Per fortuna la parete si aprì di nuovo, bloccando sul nascere quella che avrebbe potuto diventare una bella litigata. Forse avrei dovuto parlare in privato col mio “ex ragazzo”, era il caso di stroncare sul nascere quella faida perché era decisamente stupida e insensata! Killian non era Zelena, non era uno stronzo che faceva tutto ciò che fosse nelle sue forze per darci fastidio. Sapeva essere molto irritante, certo, ma non era una cattiva persona... se entrambi avessero sepolto l'ascia di guerra, forse avrebbero addirittura potuto essere amici.


Fui davvero contenta che la location dei nostri incontri venne apprezzata da tutti: perfino Gwen si complimentò con me, dicendo che avevo buon gusto. Forse, dopotutto, accettare quell'incarico era stata la cosa migliore che potessi fare e non il contrario: come avrei scoperto, altrimenti, che almeno 30 persone non mi credessero pazza? Un Serpeverde incluso, poi! E non uno a caso...
Infine avevano trovato tutti posto, e anche se Regina si era seduta accanto a me per aiutarmi a gestire la situazione, avevo Jones proprio di fronte, cosa di cui Neal non sembrava affatto contento. Era in situazioni simili che diventava impossibile non fare un confronto tra due persone. Neal era dolce e di buon cuore, ma Jones, nonostante sapesse essere uno stronzo presuntuoso, era più maturo... nei ragazzi due anni di differenza d'età faceva molta differenza, a quanto pare. Sarebbe arrivato il momento giusto per conoscerlo meglio... scoprire il magnetismo che aleggiava tra di noi.
-Beh, benvenuti... sono contenta ci siate tutti, alla fine.
-Il foglio delle presenza che avete firmato vi vincola a non divulgare nulla, tra l'altro. Altrimenti ci saranno delle conseguenze...- precisò Regina, causando diversi brusii.
-Che cosa?!
-Tranquillo Pendragon, se non sei qui per fare la spia non scoprirai mai quali sono!
Quanto avrei voluto avere il suo carattere! Deciso e determinato, con quella giusta dose di ironia che sapeva gestire alla perfezione. A volte la invidiavo tantissimo.
-Ok- mi schiarii la voce -Adesso che Regina ha chiarito le cose, posso dirvi che l'idea è stata del Preside stesso, e a parlarmene ed aiutarmi con l'organizzazione è stata la Lucas. Hanno deciso che è meglio non coinvolgere nessun professore perché darebbero più nell'occhio e se il Ministero scoprisse tutto sarebbero guai... comunque sarà la nostra referente e mi aiuterà ad organizzare queste lezioni... non siete solo nelle mie mani, potete stare tranquilli!
Molti sorrisero, Neal compreso, mentre Jones mi lanciò un sorrisetto malizioso su cui preferii non indagare... anche perché potevo immaginare la battuta a cui stesse pensando.
-Prima di iniziare, abbiamo pensato fosse giusto che vi racconti cos'è successo davvero quella notte al cimitero... quando Rumple è tornato.
Fu la prima volta in tutta la mia vita che nessuno osò fiatare, nonostante avessi pronunciato il nome dell'Oscuro davanti a ben 30 giovani maghi. Invece ci fu silenzio totale, e Regina ed io ci guardammo: avevamo iniziato col piede giusto. Non amavo parlare di quella notte, ma lei era riuscita a convincermi facendomi notare che la vera storia non era mai stata raccontata, e che se lo scopo di quegli incontro era imparare a difendersi da lui, era il caso che sapessero tutto.
-So che si dicono tante cose a riguardo, ma la realtà è che io e Graham abbiamo deciso di comune accordo di prendere la Coppa insieme. Durante l'ultimo tratto di labirinto ci siamo aiutati a vicenda arrivando fin lì collaborando tra noi... quindi ci è sembrato giusto. Inoltre sarebbe stata comunque una vittoria per Hogwarts, i 1000 galeoni li avremmo divisi tra di noi.
Non volava neanche una mosca, perfino gli esami di Pozioni erano più rumorosi.
-La Coppa si è rivelata una passaporta, a crearla era stata Cruella DeVil, che come sapete si era finta la Lucas per qualche mese.- Cruella era stata rinchiusa ad Azkaban ovviamente, ma non ci è rimasta a lungo... aveva stretto un accordo.
-Siamo finiti in un cimitero, che si è rivelato essere il luogo di sepoltura del padre di Rumple. All'inizio non riuscivamo a capire, pensavamo fosse una specie di prova finale o qualcosa del genere... e poi è sbucato Isaac Heller. Le colpe che sono state attribuite a Lancelot sono sue... lui ha ucciso quei babbani, ed è colpa sua se... se i miei genitori sono morti. Era loro amico dai tempi della scuola e l'avevano scelto come custode segreto dell'incanto Fidelius, ma siccome è un piccolo codardo ha scelto di non mettersi contro Rumple. Ad ogni modo, aveva tra le braccia qualcosa... era Rumple, sotto forma di una creatura disgustosa, come un bebé con la testa grande ed una voce terrificante. È... è successo tutto in fretta. Ha detto e Heller “uccidi l'altro” e lui... lui ha scagliato la maledizione. Non c'è stato nulla che potessi fare, Graham è stato colpito ed è caduto a terra, è morto all'istante...- la voce mi tremò, quindi decisi di fare una pausa. Non volevo piangere per nessuna ragione al mondo. E decisi anche di conservare quel piccolo segreto che era solo mio: Graham si era voltato a guardare me, nell'istante prima di morire. Non il mio assalitore. Era stato la mia guida fino alla fine, invece di preoccuparsi di sé stesso aveva voluto assicurarsi che io stessi bene. Mi aveva accolta quando ero piccola, mi aveva insegnato a giocare a Quidditch, e a parte il periodo per cui avevo avuto una cotta per lui, era stato come un fratello maggiore. E mi mancava da morire... ma proprio per questo, dovevo essere forte. Dovevo rendergli onore.
-Io ero troppo shockata per reagire... a Heller è bastato un colpo di bacchetta per incatenarmi sulla tomba di Malcolm Pan, il padre di Rumple. Ai miei piedi c'erano un calderone fumante ed il corpo di un uomo sulla cinquantina. Non ero del tutto in me quindi non so dirvi i dettagli, però c'è stato un rituale... e al calderone ha aggiunto la sua mano, in quanto servo fedele, le ossa di Pan e il mio sangue. Poi ha buttato la “cosa” nel calderone, c'è stato tanto fumo... e quando è sparito, il corpo era in piedi. Era diventato Rumple, o Rumple era diventato lui. Non so come mai abbia scelto quel corpo, sospetto lo abbia posseduto e ormai ci si sentisse legato.
Ebbi bisogno di un'altra pausa, ed afferrai il bicchiere d'acqua che Regina mi porse prontamente per buttarlo giù d'un colpo. La cosa positiva era che parlare di quella vicenda si stava dimostrando più semplice di quanto avrei immaginato. Per fortuna.
-A quel punto mi ero un po' ripresa, diciamo che ero abbastanza lucida da capire cosa stesse succedendo intorno a me.
Continuai a raccontare tutto nel dettaglio, dal farneticare di Rumple sull'importanza simbolica di quella resurrezione, ai nomi di tutti i Mangiamorte che erano accorsi nel momento in cui aveva premuto sul marchio. Proprio come immaginai rimasero shockati nel sentire tanti cognomi noti, appartenenti ai parenti di diversi studenti di Serpeverde. Evitai di nominare soltanto la madre di Regina, ma in fondo non fu una vera e propria bugia: quella notte non era stata lì.
Poi, evitando di guardare chiunque negli occhi, raccontai di come aveva permesso ai suoi seguaci di divertirsi torturandomi. Di come uno di loro, Felix, si era guadagnato il Marchio Nero per avermi ridotto quasi in fin di vita senza battere ciglio. Di come gli aveva chiesto di smettere proprio quando ero arrivata al limite della sopportazione, perché era lui a volermi eliminare.
Ammisi che fosse stato il semplice istinto di sopravvivenza a convincermi a tirarmi su, perché ad oggi era l'unica risposta plausibile che fossi riuscita a darmi. E l'istinto mi aveva fatto alzare la bacchetta nel momento in cui lui aveva scagliato la scia verde per finirmi una volta per tutte.
Poi, era stata la magia a salvarmi. Una magia che non sapevo spiegarmi, una magia potente che aveva evocato le anime dei miei cari, permettendomi di approfittare del momento per tornare ad Hogwarts col corpo del mio amico.
Quando finii di parlare, il silenzio continuò per un minuto buono; gli sguardi di tutti erano puntati su di me, e stavolta non riuscii a sfuggirvi. Neanche al suo. Indecifrabile.
-D'accordo. Ora so che è chiedere tanto, ma se avete domande potete tenerle per la prossima volta? Così possiamo dedicare un'oretta alla parte pratica.
-Sul serio? Sganci la bomba e poi dobbiamo aspettare per parlarne?
-Certo che sei sempre un rompipalle Pendragon- intervenne Killian a sorpresa, prima ancora che potessi aprir bocca -Vuoi che ti appenda di nuovo per aria?
-Non mi fanno paura i bulletti come te, Jones! E non capisco come possa la nostra “prof” accettare feccia del genere qui.
-Non sto dicendo che approvo i bulli, quindi tenetelo a mente entrambi prima di mettervi le mani addosso! Ma non sono una prof. Quindi se ti appende a testa in giù che posso farci?
Con quella risposta gli chiusi la bocca all'istante ed alcuni addirittura mi applaudirono! Dal canto mio ero più che soddisfatta, se avessi dovuto mandare via qualcuno, sarebbe decisamente stato lui. Mi aveva rotto le palle fin dall'inizio dell'anno e adesso pretendeva prendessi le sue parti? Come no! E come Regina mi aveva ripetuto più volte quel giorno, dovevo ricordarmi che ero io a comandare lì dentro. Secondo lei, quando fossero arrivati i primi buoni risultati mi sarei finalmente sentita all'altezza della situazione. Intanto dovevo solo farmi rispettare ed in quello, in fondo, non avevo mai avuto problemi. Forse non ero la persona più aperta del mondo, ma ero tutt'altro che timida. Gli ultimi avvenimenti mi avevano fatto un po' chiudere in me stessa, era vero, ma non dovevo e non volevo cambiare. Quell'esperienza avrebbe giovato anche a me.
-Ok, se nessun altro ha da ridire, direi di dividervi in coppie. Sceglietevi un compagno di un'altra casa, magari. Possiamo iniziare con l'incantesimo scudo, non è troppo difficile ma è molto utile.


Sembrava proprio che avessi fatto bene i conti per quanto riguardava lo spazio. Ebbero infatti tutti modo di posizionarsi ben distanziati.
Tuttavia non avevo considerato che escludendo me gli altri fossero 29, quindi dispari. Ovviamente a rimanere solo fu proprio Killian, anche se fui felice di vedere Robin e Regina insieme. Non aveva amici nel gruppo, se non me e Regina, ed era chiaro che alcuni avessero ancora paura di lui – cosa che trovavo piuttosto patetica e crudele. Da quando era arrivato a Hogwarts, non aveva mai fatto nulla di male! Poteva non essere un santo, ma in confronto a quell'oca di Zelena era un vero e proprio ragazzo modello.
-Beh, Swan- disse con un sorriso, senza battere ciglio -Pare proprio che dovrò far coppia con la maestra! Finalmente me ne capita una bionda e sexy!
Impiegai tutte le mie forze per rimanere seria e non sorridergli di rimando, ma fu lo sbuffo di Neal a bloccarmi.
-Non tirartela tanto Jones, ma effettivamente puoi essermi utile per una dimostrazione. Hai studiato gli incantesimi scudo?
-No, ma imparo in fretta tesoro. Fa' di me quello che vuoi!
-O se vuoi usa me- intervenne Neal acido -Lo scopo è fare nuove amicizie no? Conosce meno gente, sono certo che ad Elsa non dispiaccia fare coppia con lui.
-Paura che ti rubi la ragazza? Sta tranquillo Cassidy, sono un gentiluomo!
-Smettetela di fare i bambini! Niente cambi Neal, va bene così. Jones, vieni più in là- presi in mano la situazione prima che fosse troppo tardi. Trascinai quindi il mio compagno per un braccio verso il fondo della stanza, così che tutti potessero vedere.
-Adesso lui proverà a disarmarmi, io lo bloccherò con un sortilegio scudo. La formula è “Protego” e perché funzioni bene dovete essere convinti: immaginate di proiettare la vostra forza per formare uno scudo che vi protegga da qualsiasi fattura. Funziona con tutto, tranne le Maledizioni Senza Perdono. Adesso vi mostrerò cosa può fare uno scudo eseguito in maniera perfetta. Forza Jones, quando vuoi!
Senza farselo ripetere, quindi, il ragazzo mi puntò contro la bacchetta esclamando “Expelliarmus”, e quasi allo stesso tempo risposi con un “Protego”.
Da manuale, una barriera quasi trasparente mi avvolse e la scia rossa da lui scaturita rimbalzò fino a ritorcerglisi contro, ed in un attimo fu lui a ritrovarsi senza bacchetta. Alcuni lanciarono esclamazioni sorprese, altri rimasero a bocca aperta, Jones invece mi guardò colpito.
-Beh, ecco cosa volevo dire. Fatelo bene e la magia dell'avversario gli si ritorcerà contro! Ecco perché useremo l'Expelliarmus, meglio bacchette che volano piuttosto che persone! Adesso iniziate e ricordate di essere concentrati e decisi.
Fui piuttosto certa di essere finalmente riuscita a distrarli dal discorso che avevo tenuto, perché sarebbe diventato davvero troppo pesante passare un'ora e mezza a parlarne. Era chiaro che se avessero avuto domande che li aiutassero a capirci qualcosa in più sarei stata lieta di rispondere, ma non oggi. Inoltre, ci saremmo divertiti tutti con un po' di magia non sorvegliata da professori!
-Beh Swan, allora avrò l'onore di imparare direttamente da te?- domandò Jones, mentre gli altri iniziavano.
-Sì, direi di sì. Non ci andrò piano...
-Tranquilla, mi piace l'intensità...
E se quella non era una battuta a sfondo sessuale, io ero Rumplestiltskin. Si divertiva parecchio a provocarmi ed ero grata che tutti fossero troppo distratti per poterlo sentire. Con quelle parole aveva scaturito nella mia mente immagini che avrei fatto meglio ad eliminare il prima possibile, altrimenti non sarei più riuscita a guardarlo negli occhi. Che diavolo mi stava succedendo? Non potevo essere così attratta, mi rifiutavo di credere di essere cotta a quel punto... Ma ultimamente mi riconoscevo sempre meno, soprattutto quando lui era nei dintorni.
-Vedi di stare zitto e iniziamo...- borbottai soltanto, mentre mi scrutava con un sorrisetto divertito.
-Va bene, prof. Solo una cosa...
-Dimmi.
-E' ammirevole come sia riuscita a parlarne quasi senza battere ciglio. Sei forte, ragazzina.
-Non sono una ragazzina.
-E va bene, scusa, hai ragione. Se lo fossi non mi piaceresti così tanto...
-Io... ti piaccio?- sussurrai, mentre il mio viso andava in fiamme. Che stava succedendo? Si stava... dichiarando, o qualcosa del genere? O avevo preso una botta in testa ed era uno strano sogno?
-Beh, sei sorpresa? Le persone forti e allo stesso tempo sincere sono molto rare, almeno per quanto riguarda la mia esperienza. Perfino io non ne ho mai parlato con nessuno... non davvero.- capii a cosa si riferisse senza che dovesse specificarlo, e non seppi cosa dire.
-Questo per dirti che ti ammiro. Tu dici che è stata fortuna, io dico che invece è la tua tenacia ad averti salvata... la tua forza d'animo.
-Cosa sei Jones... una specie di psicanalista?
-Ma va! È solo che anche con tutte le tue barriere... sei quasi sempre un libro aperto, per me!
Deglutii, non per la risposta in sé ma per ciò che mi ricordò. Di solito ero io a riuscire a capire le persone, con lui non solo non ci riuscivo... a quanto pare era il contrario! Lui riusciva, a sua detta, a leggermi dentro... io non sapevo neanche distinguere quando mi prendeva in giro e quando era serio. Anche in quel momento. Diceva davvero, o era una delle sue mosse per provarci? Anche se ciò avrebbe comportato che volesse effettivamente provarci con me...
-Non ne sarei così sicura, fossi in te.- dissi semplicemente, cercando di suonare indifferente -Che ne dici di provare, adesso? Vediamo se davvero impari in fretta come dici...
-D'accordo, splendore! Sarò uno studente modello!
Mio malgrado sorrisi, era più forte di me. Con lui mi sentivo semplicemente a mio agio, anche se sapeva come farmi disperare! E mi sarei divertita a torturarlo un pochino, ben sapendo che non sarebbe riuscito ad imparare il sortilegio in cinque minuti!

 

***

KILLIAN POV

Da tanto tempo non avevo avuto una giornata così intensa e allo stesso tempo gratificante. Se la partita di Quidditch mi aveva lasciato l'amaro in bocca, nonostante la vittoria e la stima dei miei compagni di casa, quest'incontro aveva superato le mie aspettative. Certo, chi continuava a guardarmi con sospetto c'era – e il Cercatore di riserva dei Tassorosso aveva evitato accuratamente di incrociare il mio sguardo anche per sbaglio – ma poco importava. Lavorare con Emma si era dimostrato divertente, oltre che produttivo, e si era divertita parecchio a torturarmi! Non c'era da sorprendersi che con un Expelliarmus si era difesa da un Avada Kedavra: il suo era così potente che una volta spezzato il mio scudo, mi aveva mandato col sedere per terra, oltre a disarmarmi.
Tuttavia era stata piuttosto colpito, in quanto solo Regina, Mary Margaret e i tre ragazzi dell'ultimo anno erano riusciti a far funzionare l'incantesimo. Ma proprio come le avevo promesso, ero veloce ad imparare. Fin dall'inizio del mio studio intensivo a casa per recuperare gli anni perduti, ero riuscito a padroneggiare la maggior parte degli incantesimi con molta facilità. Perfino mio nonno ne era stato colpito, anche per questo avevamo entrambi pensato che magari il potere dell'Obscurus avesse influito... e forse era così. A quanto pare Merlin sosteneva di no, ma io non lo escludevo: pur avendo eliminato la parte malvagia, forse quella strana magia mi si era insinuata nelle vene, ed ora faceva parte di me. Avevo imparato a non temerla, però. Almeno in questo, i mesi di terapia al San Mungo erano stati utili. Sapevo di avere ancora tanta strada da fare per smettere di tormentarmi completamente, ma proprio per questo volevo studiare ed imparare il più possibile a padroneggiare la magia. Zelena mi aveva scherzosamente definito “secchione”, ma non era di certo quello il motivo per cui mi impegnavo. Chiaramente avevo lasciato stare, senza dilungarmi in spiegazioni che non avrebbe mai potuto capire. Per lei, la magia nera, non era qualcosa da temere.
Dopo cinque minuti di esercizio Emma mi aveva messo con Anna e Kristoff a fare a turno. A sua detta perché erano in difficoltà, essendo tra i più giovani, ma era chiaro che fossero tra i pochi a non sentirsi a disagio con me. Il ragazzo si era addirittura scusato del comportamento del suo compagno di squadra, ammettendo di averlo escluso anche dalle riserve.
La ragazzina mi piaceva ancora di più, era decisamente “loquace”, per dirla in maniera soft, ma anche molto decisa: una Grifondoro perfetta, anche se un po' imbranata. Tanto che quando Emma ci aveva raggiunti una volta finito il giro, entrambi eravamo riusciti ad eseguire un sortilegio scudo perfetto. A me erano serviti pochi altri tentativi, ma era sbalorditivo che una ragazzina di quattordici anni fosse così potente. Ero stato davvero impressionato, e impressionarmi non era facile. Forse avrei dovuto avvertire Zelena di tenerla d'occhio, perché era probabile che ci avrebbe dato del filo da torcere anche nel Quidditch.
Il problema era che di Zelena non mi fidavo. Odiavo fosse così perché continuavo ad apprezzare molti lati di lei... ma darle motivo di prendere di mira qualcuno? Era il caso?
Forse avrei addirittura parlato con Emma dei miei sospetti: anche se non aveva fatto il nome della madre delle Mills, non voleva dire che fosse innocente. Regina era la sua migliore amica, era chiaro che metterla in una posizione del genere sarebbe stato spiacevole...
Dovevo solo trovare il momento e la maniera giusta, perché non era detto che avessi ragione. Potevo anche sbagliarmi e fare la figura dell'idiota, cosa che con la bella bionda avrei volentieri evitato. Era un peccato che alla fine dell'incontro avesse voluto correre a fare i compiti, perché era chiaro che tra noi ci fosse una chimica particolare... ed avevo tutte le intenzioni di andare più a fondo.
Mi sarei messo nei guai, quello era certo. Era per un motivo ben preciso che all'inizio dell'anno avevo deciso di non intraprendere rapporti troppo profondi... ma ormai avevo mandato al diavolo tutti i miei buoni propositi. Cos'era, in fondo, uno in più?


 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Eccomi anche con questa storia :) Ancora non siamo alla partita tra Grifondoro e Serpeverde, ma Emma e Killian hanno comunque avuto modo di passare un po' di tempo insieme. Lui è appositamente arrivato con largo anticipo nella speranza di trovarla lì e non è rimasto deluso. Hanno potuto chiacchierare, e lui è riuscito anche ad aprirsi un po' sul suo passato che sicuramente vorrebbe dimenticare. E come ormai sempre, si sono trovati in sintonia... tanto che anche lei non riesce a bloccare certi pensieri impuri, ogni tanto. E ha apprezzato molto il massaggio, e la vicinanza...
Neal è ovviamente gelosissimo e Arthur continua a fare lo stronzo, ma lei ha saputo gestire entrambi. E ha trovato il coraggio di raccontare l'accaduto durante la famigerata notte.
Poi si sono divertiti ad esercitarsi insieme, e lui ha praticamente ammesso che lei gli piace senza tanti giri di parole. Anche se non è del tutto convinta che fosse una vera dichiarazione... ma in fondo lo sa xD 
Martedì o mercoledì posterò l'altra storia, e venerdì o sabato di nuovo questa. Entrambe hanno capitoli più o meno pronti (questa sui 25.. quella 8, di cui 5 scritti in due giorni xD).
Intanto vi auguro buona Pasqua e mangiate tanta cioccolata, mi raccomando! xD
Un abbraccio :*

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Capitolo 14
*** Nightmares and reality ***


Nightmares and reality



EMMA POV

-Emma, una camomilla?
-No, grazie Mary.- risposi nel lieve sussurro che mi uscì. Sempre meglio di niente, considerato che fino a un'ora prima non ero neanche stata in grado di parlare.
Erano passate ben sette ore dall'incubo peggiore di sempre, e ancora avevo quelle orribili immagini nitide nella mia mente... mi sentivo io il mostro, nonostante Mary mi avesse assicurato che fossi sempre stata nel mio letto.
Ma come potevo dimenticare l'immagine di me stessa che attaccava il padre di David, ferendolo quasi a morte? Tutto quel sangue, ed io mi ero sentita... felice, prima di svegliarmi vomitando e tremando come una posseduta. Mary Margaret e le ragazze avevano perfino pensato si trattasse di un attacco di epilessia, finché Merlin non aveva constatato che fosse tutt'altro.
Ormai ai sogni strani ero abituata. Girare per quel bosco era quasi diventato normale, neanche mi svegliavo più. Questa volta, però, era stato diverso... non ero stata una spettatrice silenziosa. Avevo percorso quei sentieri in prima persona, nel corpo di un serpente che – come il preside mi aveva spiegato – apparteneva a Rumplestiltskin. Era stato il suo “animaletto domestico” fin dai tempi di Hogwarts, lo aveva trovato nella foresta da ragazzo. Così avevo continuato a strisciare seguendo un rumore di passi, fino a che non me lo ero trovato davanti: Robert Nolan. Ed era stato terribile. Senza un minimo di compassione e con un semplice istinto animalesco, mi ero avventata contro di lui mordendolo sul collo, un morso che si sarebbe rivelato mortale se non mi fossi svegliata in tempo. Non appena le zanne avevano lasciato la carne, una pozza di sangue si era formata velocemente attorno al volto e le spalle dell'uomo... e avevo gioito. O meglio, il serpente aveva gioito. O forse Rumple stesso, non sapevo spiegarlo.
Poi avevo sentito il mio corpo come essere strappato via e mi ero svegliata con un grido, tremante. Pur sentendo le voci attorno a me, le urla delle mie compagne e i passi veloci di Gwen che si allontanava per chiedere aiuto, non ero riuscita a tornare in me... fino a che un conato di vomito non aveva bloccato tutto. E avevo vomitato sei volte, tossendo forte, prima di ricadere esausta e sudata contro il cuscino. Per il bene del padre del mio amico mi ero fatta forza e avevo chiesto alla Lucas di accompagnarmi immediatamente nell'ufficio del Preside. Aveva provveduto ad avvertire l'Ordine ancor prima che raccontassi come fosse andata, e a quanto pare era stata una fortuna che avessi visto tutto. Ne ero contenta, ovviamente, anche se non riuscivo a considerarmi fortunata per aver assistito da... protagonista.
Poi era successo tutto in fretta ed io, Mary e David eravamo subito stati mandati a casa del ragazzo, dove ci avevano accolti Lancelot e Archie; Ruth era ovviamente già in ospedale e gli altri non erano ancora rientrati al quartier generale. Mi ero ritrovata senza voce e con lo stomaco chiuso, tanto che non ero neanche riuscita a mandare giù il bicchiere d'acqua che il mio padrino mi aveva offerto. Consideravo Lancelot ciò che di più vicino avevo ad un padre, ed era stato l'unico a capire di cosa avessi bisogno... ovvero di pace. Degli altri che smettessero di chiedermi se stavo bene e se avevo bisogno di qualcosa. Così aveva lasciato che Archie e Mary si occupassero di rassicurare David, e mi aveva portata sul divano, dove mi aveva tenuta stretta a sé ed in silenzio. Le ore erano passate lentamente fino a che, un'ora fa, Archie era entrato annunciando che Robert fosse fuori pericolo e che se avessimo voluto saremmo potuti andare a trovarlo subito.
Così mi ero lavata e cambiata, ed ora ero in attesa di entrare. Per rispetto avevamo lasciato David per primo, era giusto che la famiglia avesse la precedenza.
-Lo sai che l'hai salvato tu, Emma. Non devi sentirti in colpa solo perché...
-Non lo so.
-Te lo ripeto per l'ennesima volta, sei sempre stata nel tuo letto! E neanche nel mondo dei maghi l'anima può lasciare il corpo per insinuarsi in qualcuno o qualcos'altro!
-Rumple è in un corpo non suo.
-Avanti, sai benissimo che è diverso e molto più complesso... non sei diventata un serpente.
Annuii, pur non essendone del tutto convinta. O forse sì, forse in fondo sapevo che quella fosse un'idiozia... però era stato così reale!
-Emma, se vuoi parlarne...
-Scusami Archie, non sono in vena di essere psicanalizzata.
Proprio in quel momento mi vennero in mente le parole di Killian riguardo il reparto psichiatrico, Archie lavorava proprio lì. Chissà se lo aveva conosciuto? Tuttavia mi sentii in colpa, non era proprio il momento adatto per pensare a Jones.
A frenare quei pensieri fu la porta che si aprì e ne uscì un David visibilmente stanco, come tutti noi, ma sorridente.
-Entrate ragazzi, scusate l'attesa! Papà sta bene...
Tirai un sospiro di sollievo e risposi al suo sorriso, poi mi ritrovai ad alzarmi e seguire gli altri senza che le gambe mi tremassero più. Era come se stessi finalmente riacquistando la lucidità, e ancora meglio mi sentii quando trovai Robert sveglio e perfino seduto, poggiato comodamente contro quattro-cinque cuscini.
-Emma! Vieni vieni, fatti abbracciare... come posso ringraziare la mia salvatrice?
-Riprendendosi in fretta, Signor Nolan!- sorrisi, e mi sporsi per abbracciarlo e lasciarmi abbracciare. Non aveva idea di quanto fossi contenta di vederlo così in forma, quando l'ultima immagine che avevo era di lui steso a terra, pallido e tramortito in una pozza rossa che si allargava.
-Vuoi qualcosa da mangiare? Sei più bianca di me, Ruth mi ha portato un sacco di roba buona!- esclamò, indicandomi il tavolino accanto al letto. In effetti, oltre ad un vassoio dell'ospedale in disparte, c'erano una torta al cioccolato, della frutta, pane e affettati.
-Grazie, ma non ho fame... sto bene! Davvero...- gli assicurai, per quanto credibile potessi essere con la faccia che avevo. Quasi mi ero spaventata nel vedere il mio riflesso allo specchio, prima di uscire, e speravo davvero di essere migliorata un po'.
-David mi ha raccontato quello che è successo...
-Mi dispiace, io...
-Non devi neanche provarci a sentirti in colpa! Sappiamo tutti che tu non mi avresti mai fatto del male e se sono vivo e vegeto è merito tuo. Gli altri sapevano dove mi trovavo ma avrei dovuto fare il prossimo report due ore dopo l'attacco, e a quel punto sarei già morto.
-Robert, puoi smetterla di usare quella parola?!- esclamò Ruth cercando di nascondere l'alterazione, probabilmente perché voleva essere gentile col marito ferito -E' inquietante. Sei qui e stai bene. Però su una cosa hai ragione- aggiunse e si voltò verso di me; -Dobbiamo tutto a te, Emma. Lo so che dev'essere stato terribile e mi dispiace davvero tanto, sai che per me sei come una figlia... però hai salvato mio marito e non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza.
-Signora Nolan, sta scherzando? Dopo tutto quello che voi avete fatto per me, facendomi sentire in famiglia... questo è niente! Sì, è stato brutto, ma sono comunque contenta di averlo visto in tempo!
Gli occhi della donna si riempirono di lacrime, ma avevo semplicemente detto la verità. Fin dalla prima estate dopo Hogwarts avevano iniziato a invitarmi da loro e mi avevano fatta sentire come se fossi a casa. Entrambi mi avevano sempre trattata come una figlia e di questo non sarei mai stata in grado di ringraziarli abbastanza. Non volevo neanche pensare a cosa sarebbe potuto succedere se avessi dormito sonni tranquilli.
L'atmosfera finalmente si alleggerì e dopo che anche Mary e Archie ebbero abbracciato Robert, tutti ci accomodammo per chiacchierare. Nonostante io e i miei amici venissimo solitamente esclusi da certe faccende, l'uomo decise di raccontarci dal suo punto di vista l'accaduto. Nonostante la disapprovazione di Ruth, si fece perfino sfuggire volontariamente il fatto che si trovasse in missione per l'Ordine. Ovviamente evitò i dettagli, ma fu chiaro che c'entrava qualcosa l'arma di cui li avevo avvertiti... quando gli domandai se fosse così, non negò.
Infine un'infermiera molto acida decise di mandarci via per lasciarlo riposare, ma promettemmo che saremmo tornatii il giorno dopo. Eravamo certi che il Preside non avrebbe avuto nulla in contrario se avessimo ritardato il ritorno a scuola di un giorno. David offrì a suo padre di rimanere una settimana, ma lui gli proibì di saltare la partita di domenica e ci fece promettere di battere i Serpeverde. Non tanto per competizione, quanto per il suo nuovo astio verso i serpenti... dettaglio con cui riuscì a far scoppiare tutti a ridere!
Per il momento, purtroppo, non aveva idea di quanto sarebbe dovuto rimanere al San Mungo perché bisognava tenere la ferita sotto controllo e medicarla almeno 5-6 volte al giorno, in modo che non riprendesse a sanguinare. Ma stava bene, e quello era ciò che contava.
Appena tornati a casa avrei mandato un Gufo a Neal e Regina per aggiornarli... e valutai di prendermi a testate quando, per un attimo, pensai di mandarne una anche a Killian per confermargli che effettivamente il San Mungo non mi sembrava un posto molto divertente.
Ma perché, per quanto mi impegnassi, la mia mente correva a lui anche nei momenti meno opportuni?!

 

***


KILLIAN POV

A pranzo finito, era ufficiale che quel giorno Emma fosse assente. Anche i suoi amici, Mary Margaret e David, ma ovviamente la sua assenza era stata la prima che avevo notato.
Non l'avevo vista a colazione e avevo trovato bizzarro che non si fosse presentata né a Pozioni, né a Difesa, ma non avevo ancora avuto occasione di chiedere spiegazioni a Regina. Lei probabilmente lo sapeva, ma Zelena aveva insistito perché sedessimo insieme: non avevo certo voglia di chiedere di Emma davanti a lei. Ne sarebbe solo nata un'inutile discussione e sinceramente non ne avevo alcuna voglia.
Tuttavia, adesso Zelena avrebbe avuto Aritmanzia, mentre sia io che Regina avevamo il pomeriggio libero. Peccato solo che fosse già da Cassidy, il quale mi odiava e ne aveva tutte le ragioni: mi piaceva la sua ragazza, come biasimarlo? Confidavo si sarebbe comportato da persona matura, perché non avrei resistito un'ora di più, volevo sapere cosa diavolo le fosse successo – soprattutto se la bionda stesse bene.
-Ehi, Mills Senior!- la salutai, affiancando i due nel corridoio non appena uscirono dalla Sala Grande.
-Ehi, Jones e basta.
-I tuoi amichetti ti hanno abbandonato?
-Neal, per favore.
-No Cassidy- replicai divertito -Io ho abbandonato loro. E i vostri, come mai vi hanno abbandonato?
-Non credo siano affari tuoi, questi...
-Ed è esattamente il motivo per cui stavo parlando con Regina.
La mora si fermò a guardarmi con un sorrisetto di una che la sapeva lunga, ed in fondo era così. Sapeva benissimo che con “i vostri amici” intendessi Emma. Era perspicace la tipa, e poi non avevo mai negato che la sua amica mi interessasse.
-Neal, vai in biblioteca... dieci minuti e ti raggiungo.
-Ma Regina, perché dovresti...
-Sciò, siete entrambi miei amici ma quando vi avvicinate ci sono troppe scintille. Vai!
Lui le rispose scuotendo la testa contrariato, e fulminò me con uno sguardo che se avesse potuto avrebbe ucciso, prima di allontanarsi in fretta. Beh, era andata meglio di quanto avessi immaginato, comunque! Non avevo dovuto minacciarlo di appenderlo per aria ed era già tanto.
-Emma sta bene.- disse, non appena fummo soli -Solo che è successa una cosa stanotte... il padre di David è stato ricoverato, ed è stato mandato a casa con le ragazze.
-Oh... capisco.
In realtà non capivo. Mary Margaret era la sua ragazza, ma Emma perché? Certo, era sua amica, ma perché Neal e Regina erano ancora qui, allora?
-Mi ammazzerà per avertelo detto, ma lei fa dei... sogni. Che si rivelano reali. I dettagli te li spiegherà se e quando vorrà, ma in poche parole ha sognato quest'attacco. Ho ricevuto un gufo stamattina e un altro poco fa, pare vada tutto bene...
-Oh, wow- questa mi mancava. Sognava il presente? Faceva sogni premonitori o cosa? Comunque sapevo anche fosse inutile chiedere ulteriori spiegazioni alla mora, dopo quanto avevo detto, ma poteva star certa che avrei seguito il suo consiglio. Il modo di chiacchierare in privato con Emma lo avrei trovato prima o poi, magari quando il suo ragazzo non era nei dintorni, per evitare di umiliarlo. Dopotutto, glielo avevo detto: spesso la leggevo come un libro aperto! E mi era chiaro come il sole di non esserle indifferente... anche se non sapevo dire se allo stesso modo in cui lei non lo era per me. Comunque, era solo questione di tempo... magari quando avrebbe digerito la sconfitta a Quidditch di quella domenica!
-E' un discorso molto complicato. Pare che si sia svegliata tremante e febbricitante, ma dice che adesso è passato tutto...
-E le credi?
-No. Cioè, è possibile che fisicamente si senta bene... ma se sogni che il padre del tuo amico viene attaccato da un serpente, e questo succede, non smetti di pensarci su due piedi!
-Da un... serpente?- cosa? Questo non me lo aveva detto.
-Ti sto dicendo anche troppo. Sinceramente sono faccende private ma per qualche motivo mi fido di te, Jones... fai tanto il gradasso ma alla fine sei forse il più devoto del gruppo di Difesa! Oltre che perdutamente cotto di Emma! Non è così evidente, rilassati. Lo è per me.- aggiunse, proprio quando stetti per chiederlo. Forse sapeva davvero leggere nella mente!
Non che avessi qualcosa di cui vergognarmi, ma ero curioso di sapere se magari anche Zelena potesse essersene accorta. A quanto pare no...
-Comunque “cotto” non credo sia la parola giusta. Diciamo “interessato a conoscerla”... e magari a sbaciucchiarmela un po'- ammisi senza vergogna -Ma io sono un gentiluomo, non mi metto di certo tra lei e il suo ragazzo... alla fine sarà lei a correre da me!
-Poco sicuro di te, eh...
Scossi ancora le spalle, con un sorriso sornione. Su quello non potevo darle torto – sì, ero piuttosto convinto di ciò che aveva detto. Non mi sarei intromesso nella sua relazione con quel tipo – anche se a mio parere non faceva per lei – ma prima o poi si sarebbe accorta da sola di desiderare me.
-Che posso dirti, Regina? Non sono uno che si arrende facilmente...
-Beh, lo vedremo... non sarò io a fermarti, come ti ho detto mi piaci! Certo se le fai del male potrei farne molto di più a te... ma sono dettagli no?
-Rilassati tesoro. Ora ti lascio andare dal tuo amico prima che venga qui a provare a uccidermi perché gli voglio rubare ragazza e amici...
-Non lo escludo- alzò gli occhi al cielo -Voi ragazzi quando siete gelosi diventate ancora più stupidi.
-Siamo solo... “combattivi”, direi io! Non sappiamo essere diplomatici come voi ragazze, che possiamo farci?
-Stai dicendo che noi siamo superiori?- incrociò le braccia, divertita e curiosa.
-Certo- risposi semplicemente -Ho sempre pensato che voi donne siete superiori a noi in tante cose! È un dato di fatto.
-Mi piace come ragioni, quindi ti meriti un consiglio... anche se tecnicamente dovrei essere dalla parte di Neal. Ma non importa. Se Emma ti piace, non è facendo il gradasso con Zelena e i suoi amichetti che la conquisterai... tienilo a mente. Il vero te potrebbe apprezzarlo.
-Lo terrò a mente. Grazie Regina. Te ne do' uno anch'io, però... non rendere le cose così complicate a quel poveretto che ti va dietro, anche un cieco si accorgerebbe che gli piaci!
Mi voltai con un sorriso compiaciuto senza dire altro, lasciando che mi urlasse dietro mentre mi allontanavo. Quel Robin non era neanche male, nonostante Zelena continuasse a ripetere quanto la sua reputazione sarebbe rovinata se la sorella avesse deciso di uscire con un Grifondoro.
Dal canto mio, forse ero arrivato da troppo poco e non mi ero ancora totalmente immerso nella vita di Hogwarts... ma tutta quella rivalità tra le case, proprio non la capivo. Della sana competizione certo, ero completamente a favore, ma addirittura volersi distruggere a vicenda e cose del genere?
Quale sarebbe stato il problema se avessi voluto frequentare una Grifondoro? La più bella ed intraprendente, tra l'altro. Una forza della natura.

 

***



EMMA POV

-Dormito bene Emma?
-Siete impazziti? Perché non mi avete svegliata, è tardissimo!
-Sciocchezze cara, sei arrivata giusto in tempo per la cena. E avevi bisogno di dormire, come stai?
-Benissimo signora Nolan, grazie...- sorrisi trattenendo uno sbadiglio, per poi andare a prendere posto a tavola tra Mary e Lancelot. Il mio padrino mi salutò con una pacca sulla spalla e riempì subito il bicchiere di quella che aveva l'aspetto di ottima Burrobirra fresca – e alcolica. Nonostante Ruth fosse poco incline a lasciarci bere alcol, seppur leggero, Lancelot la ignorava sempre e alla fine lei aveva dovuto rassegnarsi. Secondo lui, nelle giuste dosi l'alcol faceva bene: avrei dovuto ricordarlo a Killian, che per quanto ne sapevo trasformava in idromele e rum tutti i suoi succhi... e... cavolo. Ancora lui? Perché continuava ad entrarmi in testa?! Maledizione.
Ad ogni modo, sarebbe stata ottima per svegliarmi dopo che avevo dormito ininterrottamente dalle 11 alle 19, 8 ore consecutive: non accadeva mai, praticamente. Dovetti però ammettere che mi aveva fatto più che bene, considerando che la spossatezza, la nausea e il mal di testa mi avevano finalmente lasciata in pace. E a giudicare dal brontolio sonoro del mio stomaco, mi era anche tornato l'appetito.
-Scusate...
-Ma figurati cara!
-Lance stava dicendo che è un peccato non possano venirci a veder giocare domenica!- intervenne Mary -La prima partita con te come nostro capitano!
-E un ottimo capitano, direi!- aggiunse David, strappandomi un sorriso -Pare che il carissimo Arthur stesse già sperando di poterti sostituire! Regina l'ha rimesso al suo posto...
-Ai Pendragon brucia da quando a Hogwarts c'eravamo noi! Suo padre non ha mai perdonato il tuo per avergli “soffiato” il posto da Cercatore al secondo anno, Emma!
-Ehi, lasciatela respirare un attimo!
Ruth ricomparve dalla cucina con una grossa pentola e una padella che le fluttuavano accanto, per poi posarsi al centro della tavola. Nonostante fossi più che lieta di parlare di Quidditch, ero contenta fosse arrivata a salvarmi: ancora non mi ero svegliata abbastanza da essere in grado di dire qualcosa di senso compiuto. A fine pasto avrei ripreso volentieri.
-Ha ragione signora Nolan, scusa Emma!- fece Mary Margaret mortificata; in risposta scossi la testa e mi riempii la ciotola della fumante zuppa di cipolle che amavo tanto. Dopo quella, mi sarei sentita ancora meglio.
-Piuttosto scusate me per non essere di molte parole... ma sto bene, benissimo- aggiunsi subito, allo sguardo già allarmato della padrona di casa. Capivo che fossero tutti preoccupati per me, ma un po' mi irritava... avevo solamente avuto una visione/sogno, non ero io ad essere stata attaccata da un serpente velenoso. Ogni volta che accadeva qualcosa, tutti iniziavano a trattarmi coi guanti, quando non ce n'era alcun bisogno! Tranne Regina e Lancelot.
-Ma ti pare! Neanche a me piace parlare quando sto morendo di fame!- esclamò quest'ultimo, sciogliendo completamente la tensione e facendoci tutti scoppiare in una grossa risata. Non aveva tutti i torti, a stomaco pieno il mio umore migliorava sempre! Tra la zuppa e lo stufato di carne che dall'aspetto sembrava delizioso, sarebbe stato facile recuperare le forze.
-Come sta il signor Nolan? Qualche novità?
-Sta bene- fece David -La mamma è tornata nel pomeriggio a portargli un paio di libri e vestiti di ricambio. Dice che era allegro come l'abbiamo visto stamattina...
-Esatto! Sta molto meglio, dice che se la ferita non riprendesse a sanguinare di continuo avrebbe preteso di tornare a casa... ma pare che nessun antidoto stia funzionando, ci stanno ancora lavorando. Da una parte preferisco così, almeno per un po' sarà costretto a tenersi lontano dai guai...
-Lo sostituirà qualcuno? Per... qualsiasi cosa stesse facendo.
La donna a quel punto si ammutolì, limitandosi a farmi un grosso sorriso. Beh, non potevo dire di non averci provato!
-Non è il momento di parlarne, ok? Sono faccende da adulti... quando sarete maggiorenni nessuno vi fermerà se vorrete unirvi all'Ordine. E se vorrete alcolizzarvi... Lance! Quando la smetterai di lasciar bere queste cose alla tua figlioccia!
Afferrai velocemente il bicchiere prima che Ruth facesse evaporare la mia bibita, Lance invece si limitò a scuotere le spalle divertito. A lui avrei assolutamente dovuto raccontare dei nostri esperimenti con il succo di mele, magari avrebbe avuto dei suggerimenti per creare qualcos'altro... sarebbe stato divertente stupire Jones, una volta tanto.
Mi maledissi subito dopo averlo pensato. Cosa diavolo avevo che non andava?!
-Ma piuttosto, perché solo ad Emma? Non è giusto, io sono anche il più grande!
-A me sembra più che giusto che decida io per mio figlio!- ribatté lei -A Mary non piace bere, perché non prendi esempio?
Al che, sia io che il ragazzo dovemmo usare tutta la nostra forza di volontà per non scoppiare a ridere, mentre il viso della nostra amica si dipinse di rosso.
Il problema non era che non le piaceva bere... era traumatizzata! Due anni prima eravamo rimasti a scuola durante le vacanze natalizie insieme a pochi altri compagni, e avevamo ben pensato di organizzare una festa tutta nostra dopo cena. Avevamo rimediato stuzzichini, cibo avanzato... e soprattutto bottiglie di spumante, vodka e rum. Regalo degli elfi domestici. Avevamo bevuto così tanto che il giorno dopo eravamo stati male quasi tutti, ma per Mary era stato ancora peggio! Aveva continuato a vomitare per tutto il giorno, ed ovviamente non era potuta andare in infermeria o il dottor Whale avrebbe subito capito quale fosse il problema. Quella sera aveva deciso che tra i suoi propositi per l'anno nuovo, il primo sarebbe stato di non bere mai più in vita sua. E poi era corsa a vomitare ancora: era stata la prima e unica volta che l'avevamo sentita imprecare con almeno una decina di parolacce di fila! Regina l'aveva presa in giro fino a Pasqua, e anche David aveva continuato a fare battute che lei non aveva per nulla apprezzato!
-Mi dispiace mamma, non mi hai fatto nascere astemio... ma puoi stare tranquilla, non sono mica un ubriacone!

 

-Lance? Ehi... ci sei?
Lancelot mi aveva chiesto di andare ad aspettarlo nel salone del terzo piano, a quanto pare aveva qualcosa da darmi... ma non era lì. Tanto valeva che andassi a sedermi ad aspettarlo, comunque non avevo sonno. Quel giorno avevo dormito così tanto che neanche la cena abbondante era bastata per farmi venir voglia di dormire. Avevo lasciato David e Mary a passeggiare in giardino, assicurando loro che non ci fosse alcun problema. Sembrava quasi avessero tutti paura di lasciarmi da sola, come se potessi improvvisamente accasciarmi al suolo! Sì, quella specie di attacco epilettico era stato tremendo, ma anche Merlin mi aveva assicurato che fosse legato all'incubo – ed io dubbi a riguardo non ne avevo. Stavo bene. Certo, sognavo Rumple e il suo animaletto domestico, ma a parte questo...
Solo quando fui abbastanza vicina mi accorsi del vecchio volume sul bordo del tavolo: era aperto sulla pagina di quello che sembrava essere un vecchio pugnale.
“Il Pugnale Oscuro fu creato secoli or sono e viene tramandato tramite il sangue versato. Non si è ancora fatta chiarezza sulle sue origini (secondo la leggenda, è un dono ricevuto dalla Morte stessa), tuttavia è un oggetto abbastanza potente da contenere la magia nera più potente della Terra. Il Mago che ne è in possesso, diviene quasi invincibile. Tuttavia il Pugnale non è solo un punto di forza, ma anche di debolezza. Viene legato all'anima di chi lo possiede e, per questa ragione, chiunque lo impugni può controllare l'interessato, senza che quest'ultimo possa far nulla per opporsi. ”
Adesso sì che tutto era chiaro! Il Pugnale... quel Pugnale era sicuramente l'arma che Rumple stava cercando! Ormai avevo imparato che nel mondo magico, le leggende erano molto di più... erano semplicemente storia, solo un po' romanzata. Probabilmente non era un regalo della “morte” in persona, ma un fondo di verità doveva esserci... ed era probabile che incanalasse davvero l'essenza stessa della magia nera. Di oggetti così potenti ne avevo sentito parlare e in fondo anche gli Obscurus erano creature mistiche che contenevano più oscurità di quanto una persona potesse immaginare. Qualcosa del genere nella mani di Rumplestiltskin avrebbe potuto rendere schiava l'umanità, non volevo neanche immaginare quali scopi avesse in mente... ma lo sterminio di massa dei babbani e dei maghi oppositori non suonava più tanto assurdo. E chissà cos'altro.
Era per questo, quindi, che il signor Nolan era stato attaccato... si trovava in quella foresta alla ricerca dell'oggetto: sicuramente speravano di trovarlo prima di Rumple, prima che fosse troppo tardi. E se la mia teoria era giusta, nonostante l'incidente non avrebbero smesso. Era chiaro perché non avessero voluto parlarcene, era qualcosa di troppo grande, troppo pericoloso... o, come loro avrebbero detto, “qualcosa che non riguarda dei ragazzini minorenni”. Ma Lancelot non la pensava così, Lancelot voleva che sapessi... che sapessimo cosa stesse succedendo.
-Emma!
Mi voltai di scatto per lo spavento, tanto che per poco non feci cadere il libro: per fortuna era proprio lui.
-Mi hai fatto prendere un colpo!
-Scusa. Ehi, chiudi quella cosa... non sta bene sbirciare negli affari degli adulti.- ovviamente sorrise, ma mi fece cenno di chiuderlo ugualmente, per non rischiare che la signora Nolan arrivasse e scatenasse la terza guerra mondiale. Quindi eseguii e lo richiusi, posandolo su uno scaffale vicino così che non desse nell'occhio.
-State cercando quel pugnale allora. Quella è l'arma.
-Non avresti dovuto vederla, avevo proposto agli altri di dirti la verità... ma erano tutti contrari, eccetto le più giovani che capiscono il tuo punto di vista... e me.
-Posso dirlo agli altri?
-Certo, solo ai tuoi amici però. È ovviamente segretissimo, se la voce si diffondesse...
-No, no, certo! Non ho intenzione di spifferarlo ai quattro venti o...
-Al tuo esercito.
-Il mio esercito?
-Il gruppo di Difesa. Ovviamente Ruby ce ne ha parlato e pare che il primo incontro sia stato un successo, no?
-Oh. Sì, è... è andata piuttosto bene, devo dire. Ma è ovvio, non parlerò di... questo.
-Bene. E quel Killian Jones?
-Killian Jones? Cosa? No non lo direi neanche a lui, perché dovrei?
-Ma no! Volevo solo chiederti... che tipo è. È un tipo solitario e tenebroso?
-No, in realtà no. Voglio dire... forse un po' misterioso lo è- riflettei, e la prima cosa che mi venne in mente furono il suo sguardo, i suoi occhi. Quelli un po' di mistero lo trasmettevano – forse più di “un po'”. Non era chiuso, neanche solitario... eppure...
-Voglio dire...- ripresi subito -E' un ragazzo normale. Per quanto normale possa essere un Serpeverde, quindi irritante, pieno di sé... arrogante, crede di sapere tutto... Però quelle voci non sono vere, non ha fatto male di proposito a quel ragazzo. E in fondo...
-In fondo ti piace.
-Sì, non è male, sa essere simpatico. È... aspetta. Cosa?
Avevo sentito bene? Per assicurarmene alzai lo sguardo e lo trovai ad osservarmi con un largo sorriso stampato in faccia.
-Ti conosco abbastanza bene, Emma! Ma non era Neal il tuo ragazzo?
-Sì. Cioé, no, una specie... è una lunga storia- tagliai corto, mentre il mio viso andava in fiamme -Ma da quando sei diventato un amante del gossip?
-Sempre stato. Te l'ho detto, se non fosse per me tu non saresti neanche nata!
Non riuscii a non ricambiare il sorriso, mi aveva raccontato tanti aneddoti sulla vita dei miei genitori ad Hogwarts, compresa quella di come li aveva fatti mettere insieme. C'erano state storie allegre, storie divertenti, storie tristi... tutte mi avevano aiutato a conoscere mia madre e mio padre un po' meglio. Anche avere lui, era come avere un pezzo della mia famiglia ancora con me.
E non aveva tutti i torti, era un vero gossipparo... solo, finora, non gli avevo mai dato motivo di esserlo anche nei miei confronti! Non che ora ce ne fosse...
-Prometto di non chiederti nulla di imbarazzante, dimmi solo se è un bravo ragazzo... posso ancora preoccuparmi per la mia figlioccia, vero?
-Ma certo- mi sciolsi, abbracciandolo forte. Certo che poteva, era bello che qualcuno si preoccupasse per me... nel modo in cui lo faceva lui. Senza esagerare, senza trattarmi con le pinze...
-E sì, non è che lo conosco così bene, ma è un bravo ragazzo... si vede. O forse non è così evidente, ma lo sai che sono brava a capire le persone. Questo però non vuol dire nulla! Non è che mi piace o cose del genere, siamo solo, tipo... amici! Non è male andare d'accordo con un Serpeverde, vedi Regina che è diventata la mia migliore amica!
Ma a chi volevo darla a bere?
Per fortuna non fece altre domande, ma ero piuttosto sicura che non mi credesse... e come avrebbe potuto! Neanch'io riuscivo più a capirci niente.
Volevo solo rivederlo per... parlare. Era piacevole parlare con lui quando non cercava di fare lo sbruffone.
-Domenica vedi di stracciarlo lo stesso però, eh!
-Ma certo, puoi contarci! Neanche glielo faccio vedere il boccino!


 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Internet continua ad essere lento, però va... diciamo. EFP si diverte a fare log out mentre sto inviando una risposta o recensione, ma almeno ora ho capito che il problema è quello, quando le mie recensioni non appaiono!
Ce l'ho fatta ad aggiornare anche questa storia alla fine! Il capitolo era pronto ma molto da sistemare e in realtà ancora non mi fa impazzire... ma vabbé. Del prossimo sono più soddisfatta e se internet vuole tornerò a postare regolarmente ogni sabato!
Chi ha letto Harry Potter, sa che anche quest'episodio è ispirato ad un capitolo dei libri. Gli incubi di Emma iniziano ad essere più reali ma per quanto sia stato spiacevole... ha salvato la vita al padre di David. 
Killian si è accorto subito della sua assenza e si è preoccupato, tanto da decidere di avvicinare Regina pure con Neal lì. Lei gli ha dato qualche spiegazione e consiglio, che magari lui seguirà! 
Emma è pronta a stracciarlo a Quidditch, e l'ha promesso anche a Lancelot - che la capisce meglio di chiunque ed ha intuito che potrebbe esserci qualcosa tra i due. Comunque l'ha anche aiutata a fare una grossa scoperta... l'arma che Rumple cerca, è proprio il pugnale!
Il prossimo capitolo sarà più divertente e leggero, visto che sarà dedicato alla partita, finalmente...
In settimana dovrei riuscire ad aggiornare l'altra storia, ma ormai non prometto nulla per non portarmi sfortuna con la connessione xD
Un abbraccio, a presto! :*

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Capitolo 15
*** A Fair Fight ***


A Fair Fight




EMMA POV

L'allenamento era stato decisamente una bella boccata d'aria fresca, mi aveva soddisfatta. Ero contenta che i miei compagni di squadra non mi avessero odiata per aver organizzato tutto all'ultimo, ma dopo i vari avvenimenti avevo voluto assicurarmi di essere in forma. Se non lo fossi stata, a malincuore avrei lasciato il mio post ad Arthur per il bene della squadra: ma i miei riflessi non mi avevano tradita. Era stato un bell'allenamento e se l'indomani avessimo giocato allo stesso modo, avremmo vinto senza dubbio! Adesso avevo solo voglia di andare a cena e farmi una bella chiacchierata con Regina prima di dormire: c'era stato solo il tempo per salutarci quando io, Mary e David eravamo rientrati. Prima però sarebbe stato il caso di farmi una doccia.
-Swan, speravo di trovarti qui!
Avrei dovuto aspettarmelo, ormai era diventata abitudine... ma proprio non ce la feci a non fare un salto per lo spavento.
-Ti apposti dietro i cespugli ad aspettare le ragazze, Jones?
-No, mi apposto accanto ai cespugli ad aspettare la Salvatrice più bella della scuola.
-Immagino dovrei essere lusingata...- feci alzando gli occhi al cielo, anche se in realtà il mio cuore aveva appena perso qualche decina di battiti. “La più bella della scuola”... addirittura. Quella faccenda stava diventando sempre più difficile da gestire, era come se giorno dopo giorno me ne rendessi sempre più conto. Il che era strano, perché in fondo continuavo a non conoscerlo più di tanto, eppure... Dio, avevo tanto bisogno di sfogarmi con qualcuno, ma avendo David sempre con noi non avevo avuto modo di parlarne a Mary. E per quanto apprezzassi che il mio patrigno si preoccupasse della mia vita sentimentale, sarebbe stato troppo imbarazzante discuterne con lui. Per il momento, quindi, non mi rimaneva che cercare di mantenere la calma.
-Probabilmente sì- sorrise -Come stai?
-Bene. Non dovrei?
-Regina mi ha raccontato più o meno cosa è successo.
-Ah...- quella stronza non me lo aveva detto! Eppure l'occasione l'aveva avuta dato che ci eravamo scambiate un altro paio di lettere dopo la prima! Due paroline gliele avrei dette sicuramente...
-Dai, non prendertela con lei! Ormai io e te siamo amici, no?
-Forse- ammisi, con un mezzo sorriso. Ok, definirci “amici” magari era un po' troppo, ma effettivamente dopo Regina e gli altri tre, Killian era la persona con cui avevo condiviso più momenti “intimi” durante quelle settimane... a pensarci sembrava assurdo, ma era così.
-Comunque mi sembri in forma, meno male. Vincere facile contro Pendragon non sarebbe stato molto divertente... Posso stare tranquillo, vero?
Era un modo indiretto per chiedermi se fossi sicura di star bene? Perché suonava decisamente così, e non era male. Non riuscivo ad odiare tutte quelle attenzioni, accompagnate da splendidi sorrisi: mi sforzavo a rimanere indifferente, ma non era semplice.
-Sì, puoi stare tranquillo.- confermai, addolcendo il tono, senza esagerare -Non è stato nulla di grave, davvero, sto benissimo ora...
-Bene, mi fa davvero piacere. Star male per gli incubi è abbastanza terrificante.
-Già...
Chissà se anche lui ne aveva ancora, ma vista la sua risposta doveva averne sofferto... e non c'era da sorprendersi. Chissà se ancora gli capitava di svegliarsi tremante e sudato per aver rivissuto in sogno il suo passato terrificante... non sapevo molto degli Obscurus, sapevo però che erano in grado di distruggere fisicamente e mentalmente i bambini, tanto da ucciderli entro pochi anni dalla prima manifestazione.
Lui era l'eccezione alla regola, ma ciò voleva dire che il dolore lo aveva accompagnato ancora più a lungo... sì, forse era quello che ci legava. Forse non ero cotta di lui, ma semplicemente percepivo quell'affinità che ci rendeva estremamente simili.
Peccato che quella convinzione non durò che pochi istanti, fino a che i suoi occhi azzurri come il mare non mi ricordarono che il problema era un altro.
Ed io ero nei guai.
-Senti, io... vado. Devo fare una doccia prima di cena perché puzzo. Ci vediamo domani allora.
-Certo splendore, e che vinca il migliore! Guarda che mi ricordo la scommessa.
Avendo io la mano destra occupata ci stringemmo la sinistra, e subito fui pervasa da un senso di... inquietudine. Come se qualcosa non andasse. Come se ci fosse qualcosa di diverso.
Non percepii il calore che si impossessava di me ogni volta che ci sfioravamo e probabilmente se ne rese conto anche lui, perché ritirò subito la mano. Cosa diavolo era appena successo?
-Ehm... tutto bene?
-Sì, certo, scusami. È stata solo una scossa...- borbottò senza suonare tanto convincente, ma sembrò riprendersi quasi subito; -Non che tra me e te l'elettricità manchi...
-Devi smetterla... fai così con tutte? E comunque non mi pare di aver mai accettato la scommessa.
-Ho accettato io per entrambi!  Per risponderti alla domanca, invece, no. Solo con quelle... speciali. E per la cronaca a parte te non ce ne sono altre. A domani splendore.
Deglutii, ed un cenno del capo fu l'unica risposta che riuscii a dargli prima di allontanarmi in fretta da lì: non ero nemmeno in grado di respirare.
Sì, ero decisamente nei guai.

 

***


-Regina! Finalmente! Dove cavolo sei finita ieri?!
-Wow, Emma, scusa, avevo... che stai facendo? Voglio fare colazione!
-Dopo!- tagliai corto, trascinandola via per una mano, fino a chiudermi con lei nella prima aula vuota lungo il corridoio. Sembrava sconvolta, ma quella offesa avrei dovuto essere io! Mancavo tre giorni e lei dopo cena semplicemente spariva senza dire niente?! Che diavolo aveva avuto da fare di così urgente...
-Ok, hai ragione, scusa. Mi dispiace, stavo aiutando Robin a sistemare la sua scopa perché aveva un problema e...
-Oh!
Wow. Questo sì che cambiava tutto. Come facevo ad avercela con lei se era finalmente uscita col ragazzo con cui cercavo di farla mettere da circa un anno? Ok, ad “aggiustare la scopa”, ma avevano comunque passato la serata insieme.
-Non chiedere niente. Ti racconterò tutto stasera o domani, va bene?
-Ma... ok. Solo se mi dici cos'hai in mente.
-Gli ho, diciamo, promesso di passare il pomeriggio a fare insieme i compiti di antiche rune, è da fare in coppia. Non dire niente, ok? Sai come la penso.
Sbuffai, ma fui costretta ad annuire. La conoscevo abbastanza bene da sapere che insistere non sarebbe servito a niente. Quando si trattava di relazioni, era raro che parlasse molto, almeno fino a che non fosse sicura di andare oltre il “primo appuntamento”. Non l'avevo giudicata e mai l'avrei fatto, ognuno aveva i suoi modi... e d'altra parte ero sicura che con Robin avrebbe potuto trovarsi bene. Era già tanto che avesse accettato di uscire con lui, dopo averlo quasi ignorato per un anno. Sapevamo bene entrambe che quella dei compiti era solo una scusa, e lo sapeva anche Robin. Mi piaceva pensare di avere un pochino di merito, forse quando avevano lavorato insieme durante l'incontro di mercoledì, la scintilla si era accesa.
-Ora tocca a te. Perché mi hai portato via, ho fame. E devi muoverti anche tu, tra un'ora hai la partita, te lo sei scordato?
-Lo so. È che mi piace Killian.
-Cosa?!
Beh, ora sapeva come ci si sentiva ad essere spiazzati di fronte a certe novità, dato che lei aveva appena fatto lo stesso. Più o meno.
-Ieri dopo l'allenamento è... mi ha aspettata, voleva sapere come stessi. Abbiamo avuto un... momento. E non riesco neanche a guardarlo in faccia senza che il mio stomaco vada in subbuglio. Ovviamente tu l'avevi previsto, perfino Lance ha intuito qualcosa... il fatto è che non volevo ammetterlo, anche se in fondo lo sapevo già. Volevo e speravo ci fosse qualche altra spiegazione a ciò che sento, però... ho finito le scuse.
La mia amica mi sorrise compiaciuta e forse anche intenerita, io però ero disperata: per questo avevo sputato fuori il tutto senza neanche prendere fiato. Non riusciva a capire quanti problemi avrebbe potuto comportare questa cosa?!
-Lo so che hai paura di ferire Neal.
-Certo! Mi odierà... ma poi in fondo neanche so se... se vale la pena. Sempre che a lui interessi, chi dice che andrà bene? Potrebbe finire tipo subito...
-Beh, non ha comunque senso rimanere con un ragazzo che non ti piace. E a Killian interessi, lo sai benissimo, non fare la stupida. Per quanto riguarda il resto... se non provi non lo saprai mai.
-Hai ragione. E mi ha praticamente definita... “speciale”- ammisi, pur sapendo che ciò mi avrebbe fatta arrossire fino al midollo. Quell'incontro era stato così destabilizzante che anche quando ero riuscita ad addormentarmi – molto tardi – non avevo fatto nessun sogno strano. Nessun incubo premonitore o roba del genere...
-Wow, addirittura! Senti, so di essere l'ultima persona che può dirlo, ma io e te siamo diverse. Tu sei una Grifondoro, tu ti butti nelle cose... buttati anche con lui. Magari dopo la partita però, perché faccio il tifo per te anche se sono della squadra avversaria! E così almeno eviterai di dargli ragioni per vantarsi, cosa che lo rende piuttosto irritante...
Ridemmo insieme, era proprio vero! Se avesse fatto il galletto mi sarei scordata di esserne attratta per un bel po', perché quel comportamento mi dava parecchio sui nervi. Se volevo che andasse bene, o che almeno iniziasse bene, dovevo assolutamente batterlo: adesso avevo un motivo in più per vincere a tutti i costi.
-Facciamo così. Io ti prometto di dare una possibilità a Robin senza fare troppo la stronza, se tu mi prometti di dare una possibilità a lui. E per ora rimarrà tutto tra noi due.
-Ok. Ci sto. Ma sul serio, deve rimanere tra noi... finché non capisco cosa diavolo sto facendo.
-Certo, Swan. Vale lo stesso per me comunque, quindi capisco perfettamente il tuo punto di vista.

 

***


KILLIAN POV

Zelena non era molto felice che Emma e i suoi amici fossero tornati in tempo per la partita, e ce l'aveva fatto pesare parecchio fin da prima di colazione. Anche adesso che eravamo pronti, continuava a ripetermi quanto importante fosse che soffiassi il boccino a “quella stronza” a costo di buttarla giù della scopa. Avevo intenzione di vincere, certo, ma in nessun modo avrei fatto del male alla ragazza che mi piaceva, ed a cui avevo intenzione di chiedere di uscire.
Ero stato felice e sollevato di trovarla tanto in forma la sera prima, proprio perché sapevo come certi sogni potessero far sentire... soprattutto uno realistico come il suo. Non che Regina mi avesse fornito tanti dettagli, ma abbastanza da farmi capire quanto terribile dovesse essere stato. Accompagnato da un attacco epilettico, poi, non era cosa da poco... ma lei era forte, sembrava si fosse ripresa alla grande. O forse no, era stata più carina del solito con me... nonostante quello strano momento in cui ci eravamo stretti la mano. Ma no, non poteva aver capito.
-Basta Zelena, farò di tutto per vincere, tranne che rischiare di ammazzare gente!
-Ma non ammazzerai nessuno! Se dovesse perdere l'equilibrio ci penserà il Preside a salvarle le chiappe, figurati! L'ha già fatto quando la marmocchia si è fatta spaventare dai Dissennatori...
-Cosa?
-Ma sì, un paio di anni fa c'erano i Dissennatori a scuola, quando è scappato quel Rountable... sono apparsi alla partita e quella scema è scivolata giù dalla scopa! Si è fatta battere dai Tassorosso!
-Wow. A quanto ne so, però, i Dissennatori non sono tanto simpatici...
-Per niente. Ti risucchiano via la voglia di vivere quando li hai intorno, ma nessun altro è svenuto o caduto dalla scopa! È una debole che si fa passare per forte.
Avevo i miei dubbi a riguardo, ma preferii non dire niente perché non sarebbe certo servito a far cambiare idea a Zelena. E poi, non era escluso che i Dissennatori potessero fare lo stesso effetto anche a me... entrambi avevamo vissuto momenti di puro terrore, in passato. Non ci tenevo affatto a riviverli, già era frustrante che li sognassi ancora, di tanto in tanto. In più, non ero neanche in grado di evocare un Patronus...
-Ok, forza squadra! Mancano cinque minuti e si comincia. Vedete di fare del vostro meglio, e anche di più, perché non potrei sopportare di perdere di nuovo contro i Grifondoro!


Dopo quasi due ore il punteggio era di 80 a 80: non appena una delle due squadre superava l'altra, quella tendeva a pareggiare. Si stava rivelando una gran bella partita, proprio come avevo sperato... e nessun Grifondoro si faceva problemi a volarmi accanto, se necessario. Così era molto più divertente, un bello scontro alla pari.
Emma, inoltre, volava divinamente anche dal vivo, non erano stati effetti speciali quelli della prima prova. Sfrecciava da una parte all'altra del campo in groppa alla sua Firebolt con una leggerezza e velocità tali che a volte facevo perfino fatica a vederla. Non che la mia scopa non fosse veloce, ma una Firebolt era un'altra storia. Non sapevo cosa avesse intenzione di fare dopo Hogwarts, ma ce la vedevo benissimo a giocare con le Holyhead Arpies o i Tornados.
Pur essendo entrambi molto concentrati a cercare il boccino ed evitare i bolidi, c'erano stati diversi sguardi in quelle due ore, addirittura un bel sorriso da parte sua quando avevano sognato. Era stato impossibile non ricambiare ed ero felice che nessun compagno di squadra l'avesse notato!
Inoltre, non potevo fare a meno di pensare che qualcosa tra me e la bionda fosse cambiato... in positivo. Come se si stesse lentamente sbloccando nei miei confronti, tanto da non sentire più la necessità di urlarmi contro per qualsiasi ragione.
A distrarmi da quei pensieri fu il vederla sfrecciare a tutta velocità verso l'alto, e mi ci volle un attimo per realizzare che avesse visto il boccino. Senza perdere neanche un secondo la seguii, e quando le fui alle spalle riuscii a vedere la palla dorata che scintillava cercando di fuggire il più velocemente possibile.
Così com'era salito, il boccino scese in picchiata, e lo stesso facemmo anche noi. La folla ci incitava, ma era come un'eco... tutto ciò che sentivo era il vento che mi strideva nelle orecchie, fino a che un bolide non mi passò davanti per colpire Emma, la quale lanciò un urlo. Quel breve attimo di distrazione fu sufficiente perché la palla dorata sparisse dalla mia vista, così mi voltai per cercare di capire cosa fosse successo alla mia avversaria. E mentre i Grifondoro gridavano “fallo!”, lei era ferma sulla sua scopa a tenersi un braccio con espressione estremamente dolorante. Per fortuna ebbe le forze per chiedere il time out, e la Ratched glielo concesse all'istante.
-Swan! Tutto bene?
Quando spostò lo sguardo su di me, notai chiaramente i suoi occhi umidi di lacrime... maledizione, doveva essersi fatta seriamente male. Prima che potessi fare qualcosa, però, fu raggiunta dal suo ragazzo che la accompagnò a terra. Da lì non vidi più cosa stesse succedendo e raggiunsi la mia squadra dalla parte opposta del campo: avrei così volentieri dato un pugno alla Belfrey, che non ne aveva idea. Quella stupida l'aveva fatto apposta.
-Questo fallo è un'assurdità!- dichiarò Zelena -E' normale che i Cercatori vengano colpiti dai bolidi!
-Le avrà rotto un braccio- le feci notare, cercando di suonare il più tranquillo possibile. Non avevo visto la dinamica, ma c'era un filo sottile tra l'essere Battitore ed essere un violento!
-Peggio per lei se non è riuscita ad evitarlo. Se le fa così male può sempre ritirarsi, no?
Calma. Dovevo assolutamente mantenere la calma.
E comunque, per quel poco che la conoscevo, dubitavo si sarebbe ritirata, a meno che non fosse stata strettamente necessario.
-Comunque io non credevo di aver colpito così forte... sarà stato il vento.
-Non dire sciocchezze, Ivy! Hai solo fatto quel che dovevi fare, non ti sto mica rimproverando!
-No, lo so. Ma...
Fu il suono del fischietto ad interrompere il discorso e, quando ci voltammo, trovammo la squadra di Grifondoro già in posizione. Emma compresa. Con le imprecazioni di Zelena a fare da sottofondo tornammo velocemente in posizione anche noi, e dopo che la ragazzina – Anna – ebbe segnato il fallo, il gioco riprese.
Con la scusa di tenere d'occhio l'avversario seguii Emma senza tante cerimonie, stando ovviamente attento ad individuare il boccino nell'eventualità che fosse nei dintorni. Ma per il momento avevo il via libera, così mi avvicinai alla ragazza il più possibile.
-Swan.
-Jones- rispose, voltandosi a guardarmi con un mezzo sorriso – dolorante.
-Stai bene?
-Non ti lascio quel cretino di Pendragon, tranquillo! È tutto ok.
-A me non pare... attenta!
Per fortuna la Blanchard intervenne tempestivamente, deviando la traiettoria del bolide appena in tempo. Il suo ragazzo pensò all'altro, solo che successe qualcosa di strano: uno dei due, senza che venisse colpito dai nostri battitori, tornò verso la ragazza. La battitrice di Grifondoro fu veloce a ripetere l'operazione, ma sembrava proprio che quella palla ce l'avesse con Emma; infatti tornò nuovamente indietro, e lei fu costretta ad una scomoda manovra per evitarla. Fu in quel momento che mi accorsi di quanto il suo braccio sinistro fosse poco mobile, forse addirittura rotto. Pendeva quasi completamente, mentre tutto il peso era concentrato sull'altro.
Se in quello stato riusciva ancora a giocare era una vera forza della natura, e aveva tutto il mio rispetto. Ci eravamo silenziosamente promessi una partita pulita e così sarebbe stato: non avrei cercato di andarci piano solo perché si era fatta male, non era ciò che avrebbe voluto.
-David, tornate giù, qui me la caverò da sola!- esclamò quando il suo amico fu costretto per l'ennesima volta a colpire il più forte possibile quel bolide impazzito.
-Hai già il braccio rotto! E devi cercare il boccino! Non puoi continuare a zigzagare per sempre!
-Ho detto andate! Ce la faccio! L'altro bolide è ancora in gioco, pensate ai cacciatori!
Vidi i due guardarsi preoccupati, ma alla fine decisero di obbedire al loro capitano e scesero più in basso, dove la partita stava continuando a nostro favore.
-Braccio rotto sul serio, Emma?
-A quanto pare! Ma te l'ho detto, non ho intenzione di ritirarmi, quindi non cantare vittoria!
-Non lo stavo facendo! Un arto o due, rimani una più che degna avversaria tesoro!
-Nemmeno tu sei tanto male tesoro, lo ammetto
Poi, proprio mentre fu costretta ad evitare l'ennesimo bolide, la pallina d'oro scintillò davanti ai miei occhi e mi buttai in picchiata ad inseguirla. Non fui sorpreso quando in pochi secondi la ragazza mi fu prima alle spalle e poi accanto, a meno di cinquanta centimetri di distanza. Aveva in qualche modo poggiato il braccio infortunato sul manico della sua Firebolt, mentre l'altro era proteso in avanti... proprio come il mio.
Fu molto abile e veloce ad evitare il pallone rabbioso che continuava a venirle addosso, senza perdere la concentrazione o il controllo: la cosa strana era che sembrava proprio avercela con lei. Non mi sfiorava neanche per sbaglio.
-Ma che diavolo sta succedendo con quella palla?
-Cosa vuoi che ne sappia io! Ce l'ha con me, non è certo mia la colpa...
-Pensi che sia io?
-No, certo che no! Non ho mai detto questo!
Forse lei no, ma a quanto pare i suoi compagni la pensavano diversamente: dalle tribune dei Grifondoro arrivavano fischi ed invettive nei miei confronti. Fui piuttosto certo di sentire un “Fai schifo Jones!” ed un “Non sai vincere senza giocare sporco”, ma cercai di ignorarli e mantenere la concentrazione. Che pensassero quello che volevano, tanto ero ormai condannato ad avere il dito puntato contro ogni volta che accadeva qualcosa. Prima, il Cercatore dei Tassorosso mi si teneva alla larga; adesso che qualcuno mi teneva testa, veniva preso di mira da un bolide impazzito... non si poteva dire che le circostanze andassero a mio favore. Non volevo nemmeno pensare all'eventualità che si stesse convincendo anche lei che fosse colpa mia, ma visto il suo tono acido...
Dato che volevo chiudere quella partita il prima possibile, mi sporsi quanto più potei verso quella pallina che non voleva saperne di rallentare un attimo. Non ci volle molto perché la mano di Emma fosse accanto alla mia, così come lei stessa: ormai volavamo l'uno contro l'altra. Non avevamo neanche lo spazio per spingerci, era come se fossimo un tutt'uno – seppur avversari.
Quando le mani si sfiorarono ci scambiammo uno sguardo fugace: avevamo esattamente pari possibilità, avrebbe vinto quello dei due che sarebbe riuscito a battere l'altro in astuzia e guadagnare quei due centimetri che gli sarebbero valsi la vittoria.
Improvvisamente un forte grido squarciò l'aria, e poco mi importò della pallina che letteralmente mi passò tra le dita. Volai istintivamente in picchiata verso la figura di Emma Swan, la quale era stata scaraventata via dalla sua scopa con tanta violenza che perfino io avevo percepito l'aria attorno a me deformarsi.
Tutto ciò che si udiva erano grida di terrore, ma una forte spinta mi permise di superare la ragazza e afferrarla saldamente tra le braccia. La mia scopa oscillò ma rimase salda, permettendomi di portare la giovane a terra, in salvo.
Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata quando mi accorsi che non solo avesse perso i sensi, ma naso e bocca erano coperti di sangue... così come la tempia destra poco sopra il sopracciglio.
-Mi ritiro!


 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Come promesso, eccomi puntuale con la partita!
Killian non poteva che andarla a vedere appena tornata e diciamo che ormai flirta abbastanza spudoratamente... e a lei non sembra dispiacere. Hanno avuto un momento strano, magari qualcuno la ragione la intuirà. Ma ciò non ha cambiato nulla, comunque...
Intanto abbiamo scoperto che Regina ha studiato con Robin, ed entrambe le ragazze si sono ripromesse di dare una possibilità ai due che vanno loro dietro!
La partita è iniziata bene, finché Emma non ha iniziato ad essere perseguitata da quel bolide (ho ripreso gli eventi del secondo libro, più o meno!), che le ha rotto un braccio nel bel mezzo della partita. Ma questo non le ha impedito di proseguire e di scambiarsi qualche battuta col suo avversario... che ovviamente disapprova ciò che qualcuno dei suoi compagni ha fatto (e penso si capisca chi!)... ovviamente però tutti i Grifondoro credono già che sia stato lui, visti i trascorsi. Alla fine il bolide ha fatto centro e ha buttato Emma giù dalla scopa e lui ha fatto l'unica cosa che potesse fare. Lasciar perdere tutto il resto e salvare la ragazza, per poi ritirarsi, pur sapendo a cosa va incontro coi compagni.
Riguardo alle puntate, invece! L'ultima mi è piaciuta molto... cosa decisamente strana! Ora aspetto che Rogers corra a salvare Alice, ormai gran parte della verità è uscita ed era anche ora! (solo quel tontolone di Henry continua a non crederci xD) Dal promo sembra sarà interessante... peccato che dovrò aspettare fino a martedì, visto che torno da parigi quel giorno! Mi spoilererò tutto, già immagino xD
E avete visto l'intervista di Jen? Dove dice che il suo personaggio preferito della S7 è sua figlia Hope, aww! Non vedo l'ora di vederli con la bambina *_*
La smetto o la nota diventa più lunga del capitolo ahah buonanotte, a presto! Probabilmente sarà dopo l'8, visto che giovedì parto! Un abbraccio!

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Capitolo 16
*** Surrender ***


Surrender



EMMA POV

-Si sta svegliando?
-Credo di sì. Dovremmo chiamare Whale... starà bene?
Iniziai man mano distinguere tutte le voci dei miei amici, mentre i miei sensi lentamente tornavano ad avere il controllo. Era al caldo, e qualcuno mi teneva la mano.
La partita... il bolide... quanto tempo era passato? Avevamo perso? La mia testa era così pesante che anche solo pensare mi risultava complicato, ma tutto sommato...
-Sto bene.
La voce non mi uscì molto naturale, ma almeno uscì. Rauca e spaventosamente bassa, ma almeno c'era. Tentai quindi di schiarirmi la gola, ed il passo successivo fu aprire gli occhi: fu meno doloroso di quanto immaginai, con le luci spente e il letto in penombra.
La mano era quella di Neal.
-Ehi... ci hai fatto prendere un colpo, sai? Mi sono spaventato a morte...
-Mi... mi dispiace. La partita? Abbiamo perso?
-Calma, signorina! Potete decisamente rimandare a dopo. Come ti senti?
Il dottor Whale si piazzò di fronte a me con un largo sorriso, e Neal fu costretto a mollare la presa. Era stato lui a prendermi al volo? Ricordavo vagamente qualcosa, e doveva essere abbastanza reale... perché se mi fossi spiaccicata a terra non sarei certo stata viva e vegeta.
-Non lo so... ho la testa pesante ma non sento nulla...
-Effetto degli antidolorifici. Ti va di rispondere ad un paio di domande stupide? Giusto per assicurarmi sia tutto a posto.
-Certo.
-Che giorno è oggi?
-Ma che ne so... è domenica... 8 novembre?
-Ottimo. Sai dove ti trovi?
-In infermeria. Dove sennò...
-Sai cosa ti è successo?
-Credo di essere caduta durante la partita. C'era quel bolide...
-D'accordo. Direi che ci siamo, dovrei averti sistemata in tempo. Ci vedi bene?
-Sì, sì...- all'inizio era stato tutto un po' confuso, ma ormai avevo messo a fuoco l'ambiente. Ora però era il suo turno di dirmi cosa diavolo fosse successo... e il braccio!
Con un movimento un po' troppo rapido che per un attimo mi fece vedere le stelle, mi voltai a sinistra, trovando il braccio completamente bloccato in una sorta di tutore.
-Piano signorina Swan. Sì, sei stata colpita alla testa da un bolide e sei precipitata dalla scopa. Hai subito un lieve trauma cranico, ma ne hai passate di peggio. Starai benissimo, devi solo dormire e cercare di riposare per 24 ore. Il braccio è rotto ma ti ho già fatto assumere una pozione per sistemare le ossa, dovrebbe essere perfettamente intatto già domani mattina. Potrò dimetterti per colazione, ma sarebbe bene che evitassi le lezioni e non facessi sforzi per un giorno. Chiaro?
-Sì...
-D'accordo. Ti ho lasciato un antidolorifico e dell'acqua sul comodino, se hai bisogno. I tuoi amici possono rimanere altri 15 minuti, poi filate via e lasciatela riposare!
Quelli risposero in assenso, così Whale dopo avermi dato un'altra veloce occhiata si allontanò per lasciarci soli. Tutto sommato sarebbe potuta andarmi molto peggio: come lui aveva detto, avevo passato momenti molto più disastrosi.
-Allora. Abbiamo perso?
-No.- rispose prontamente Regina -E' stato dichiarato un pareggio. Quando sei caduta Jones si è ritirato, e con i due cercatori fuori gioco non si poteva andare avanti ovviamente.
-Si è... ritirato?
-Già. Ti ha portata giù e si è ritirato. Avresti dovuto vedere mia sorella, era verde dalla rabbia...
-Cosa? È stato lui a...
-Adesso è nell'ufficio del preside con Zelena. Emma, potrebbe essere stato lui a incantare quel bolide...- fece Neal in tono grave, e il resto della mia squadra rimase in silenzio.
Cosa? No, assolutamente no... non era possibile, non poteva essere stato lui. Non era stato lui, ne ero convinta. Non lo avrebbe mai fatto.
-Sciocchezze. Se fosse stato lui non si sarebbe ritirato!
-Beh, Emma...- intervenne David, che suonò leggermente a disagio -Non dico volesse ammazzarti, ma potrebbe averlo fatto per passare da “eroe”. Insomma, per togliersi di dosso l'etichetta di giocatore violento. Perché Merlin lo avrebbe convocato in ufficio, altrimenti?
-Non è stato Killian. Sarà stata Zelena.
E ne ero convinta al 99%, mentre nell'1% rimanente rientravano tante altre persone, ma non Killian. Era fuori questione, non riuscivo proprio a capire perché dovessero tutti accanirsi contro di lui! Per uno stramaledetto incidente, qualcosa che sarebbe potuto capitare capitare a tutti! Spostai lo sguardo anche sugli altri, e non riuscii a credere che nessuno di loro dicesse una parola! Erano davvero tutti dell'idea di David e Neal? Perfino Anna aveva le labbra strette...
-Quindi è questo che si dice in giro, adesso. Che è stato lui...
-Beh...
-Non mi importa. Non è stato lui.
-Come fai a saperlo per certo, Emma? Lo so che ti sta simpatico, però...
“Sì, così come a te sta antipatico perché hai notato che gli piaccio, Neal!” Pensai, pur senza dirlo. Era chiaro che il mio ex avrebbe usato la prima occasione per screditare il tipo che – in qualche modo – mi faceva la corte, e questa era più che perfetta. Le circostanze erano tutte contro di lui, ma ero la prima a sapere quanto queste potessero essere pura coincidenza... anche i miei amici avrebbero dovuto rendersene conto. Non erano state forse le circostanze che praticamente mi incastravano, a mettere la scuola contro di me almeno una volta l'anno?!
-Lo so e basta, discorso chiuso. Non voglio sentire più niente. Se è un pareggio dovremo rigiocare, giusto?
-Giusto- confermò Mary -Pare che le prossime tre partite rimarranno invariate, ma prima o subito dopo Natale rigiocheremo contro Serpeverde. Devono ancora decidere...
-Ok, bene. Scusate se me la sono presa con voi, ma non mi piace quando una persona viene accusata senza prove.
-Scusa Emma, hai ragione. A me è sembrato tanto carino l'altra volta, forse davvero non è stato lui...
-Grazie Anna.- sorrisi, e la più giovane della squadra ricambiò. Solo lei e Regina erano dalla mia parte, ma gli altri mi promisero almeno di non dare giudizi affrettati fino a che la situazione non fosse stata chiarita. Certo, però, stregare un bolide ed aizzarlo contro un solo giocatore non era tanto facile... possibile che Zelena ne fosse in grado? In fondo, però, di trucchetti illegali ne conosceva. O si era semplicemente fatta aiutare da qualche Serpeverde più grande, non era da escludere.
Neal ovviamente fu il più riluttante, ma decisi di lasciar correre. Lo conoscevo, era il ragazzo più dolce del mondo e non riuscivo a biasimarlo per essere geloso. Una volta uscita da lì avrei dovuto parlargli seriamente, non era il caso di continuare con quella “pausa”, che creava soltanto problemi. Prima lo avrei fatto, prima saremmo tornati amici come una volta.
-Emma, ti va se rimango qui? Ti lascio dormire, chiederò a Whale...
-Grazie Neal ma non c'è bisogno. Se puoi farmi solo un favore... chiedi a Whale di portarmi qualcosa da mangiare? Che non sia quella disgustosa zuppa di cavolo e cipolla...
-Ma certo, va bene. Stasera invece rubo qualcosa dalla cena e te lo porto.
-Grazie!
A turno, Anna, Robin, Mary, David, Jeff, Neal e Regina mi salutarono promettendo di tornare a trovarmi, ed infine rimasi sola coi miei pensieri, troppo stanca anche per quelli. Una volta tanto avrei fatto la paziente modello e dopo aver messo qualcosa sotto i denti sarei tornata a dormire: mi sentivo come se fossi stata investita da un camion. Tuttavia Whale era un bravo medico e mi aveva rimesso in piedi in tante altre occasioni, quindi ero piuttosto convinta che l'indomani sarei andata a lezione... almeno Pozioni. Non avevo scritto quaranta centimetri di pergamena per mancare l'unica volta in cui avrei effettivamente potuto prendere un buon voto: ero un'esperta di Pozione Polisucco, anche nella prova pratica me la sarei sicuramente cavata.
E poi, volevo davvero parlare con Jones...

 

***


KILLIAN POV

Più aspettavo davanti all'ufficio del preside, più ero convinto che sarei stato espulso. Di nuovo. Stavolta non ne avevo nessuna colpa, ma come diavolo avrei fatto a dimostrarlo?! Non esisteva una specie di incantesimo che potesse risalire all'artefice della manomissione di quel bolide? In tal caso, forse non sarei stato qui... invece gli unici due ad essere convocati eravamo io e Zelena. Non ne avevo le prove ma ero quasi convinto che la colpevole fosse lei, pur non sapendo quando diavolo fosse riuscita a stregare il bolide.
Peter e Abigail lo sapevano? Se solo non ci fossimo allontanati, magari lo avrebbe confidato anche a me... e avrei potuto fare qualcosa in tempo. Tutto ciò a cui riuscivo a pensare era Emma, mi preoccupava molto più la sua salute della mia permanenza a Hogwarts. Non riuscivo ancora a togliermi dalla testa il suo corpo esanime e il volto coperto di sangue: erano passate tre ore ormai e non avevo avuto modo di sapere nulla. Stava bene? Era rinvenuta? Il Dottor Whale era riuscito a metterla in sesto oppure era troppo malconcia perché un paio di pozioni ed incantesimi potessero guarirla così velocemente?
Dopo averla portata a terra l'avevo posata sulla barella fluttuante ed era stata trasportata velocemente in infermeria. Poi, il preside in persona era venuto nello spogliatoio per chiedere a me e Zelena di raggiungerlo nel suo ufficio ufficio non appena ci fossimo cambiati. Così avevamo fatto, con gran disappunto del mio Capitano, ma prima di entrare avevamo dovuto attendere un'ora intera. Poi aveva chiamato soltanto Zelena, che era dentro da quasi due ore, e io non avevo idea di cosa stesse succedendo. La stanza doveva essere protetta da qualche incantesimo insonorizzante perché, nonostante i miei sforzi, non ero riuscito a sentire nulla.
Proprio quando valutai l'idea di sgattaiolare da lì per passare a vedere come stesse la bella Grifondoro, la porta si aprì e ne uscì una Zelena piuttosto inespressiva. Non mi degnò nemmeno di uno sguardo e si diresse subito verso l'uscita.
-Signor Jones, prego.
Non sembrava arrabbiato. O forse era semplicemente molto bravo a nasconderlo? Dopotutto non avevo mai visto Merlin arrabbiato. Comunque, senza dire una parola lo seguii dentro e mi sedetti immediatamente sulla sedia che mi indicò; lui prese posto sulla sua poltrona davanti alla scrivania, di fronte a me.
Non avevo molto da perdere ormai, quindi decisi di dar voce subito ai miei pensieri. Difficilmente sarei riuscito a concentrarmi, altrimenti.
-Mi scusi signore- mi schiarii la voce -Lei per caso sa come sta Emma?
-E' il motivo per cui ho tardato prima, tra l'altro me ne scuso, ero ad accertarmi delle sue condizioni. Posso assicurarti che la signorina Swan si riprenderà benissimo, ha solo bisogno di riposo.
Non riuscii proprio a trattenere un sospiro di sollievo... stava bene! Malconcia sicuramente, ma se tutto ciò che bastava era un po' di riposo!
-Ti vedo piuttosto preoccupato. Vi siete avvicinati ultimamente, non è vero?
-Beh... più o meno. Andiamo d'accordo. Abbiamo smesso di attaccarci in classe.
Non potevo di certo dire al preside che Emma Swan mi piacesse e volessi andare ben più che d'accordo con lei! Certo però non era una bugia, non eravamo ancora così vicini, non quanto io avrei voluto.
-Non sono stato io. Non lo avrei mai fatto.
-Lo so.
-Non so cosa sia successo, so che è strano, ma... cosa?
-Ho detto che lo so, signor Jones. So benissimo che non sei stato tu. La colpevole ha già ricevuto una punizione adeguata, te lo posso garantire.
-Oh. Ma... allora...
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Non ero neanche un sospettato? Non potei che ricordare le parole di mio nonno, che aveva definito Merlin “Un grande mago e un grand'uomo”: aveva proprio ragione. Non ero abituato ad essere trattato così quando tutto puntava contro di me; a Blackbeard non era importato affatto che si fosse trattato di un incidente e non aveva perso molto tempo prima di espellermi. A Merlin invece non interessava l'opinione che gli altri avevano di lui, ultimamente piuttosto bassa tra l'altro. Prendere le mie parti, di certo non andava a suo favore.
-Non è per accusarti di qualcosa che ti ho chiamato, tranquillo. Volevo solo chiederti... come va.
-Come... va?
-Esattamente. Non è facile convivere con una certa... fama. Succede qualcosa , e tutti sono contro di te. Dev'essere frustrante...
-Va tutto bene, signore.
-Avanti, ragazzo. Tuo nonno ed io siamo amici di vecchia data, ed oltretutto io tengo ai miei studenti. Voglio che vi sentiate liberi di esprimervi, quando c'è qualcosa che non va.
Voleva farmi da strizzacervelli adesso? Apprezzavo le sue intenzioni, ma non avevo voglia di parlare di quanto il mondo fosse ingiusto. Anche perché, adesso che sapevo che Emma stava bene, neanche mi importava più di tanto. Avrebbe potuto dichiarare pubblicamente che la colpevole fosse Zelena, ma ad un prossimo eventuale incidente avrebbero di nuovo puntato il dito contro di me. Che senso aveva rimuginarci sopra? Tanto valeva farsene una ragione e andare avanti.
-Non voglio costringerti a parlare. Voglio solo sappia che capirei se ti sentissi... perso. Non è facile iniziare il percorso quasi dalla fine, ma sei senza dubbio un mago molto talentuoso... e di buon cuore, permettimi di aggiungere.
Di buon cuore, non sapevo proprio dirlo. Il talento lo avevo, ma chi mi assicurava che non provenisse semplicemente dai residui di ciò che fino a pochi anni fa ero stato?
-C'è qualcosa che vorresti dirmi o chiedermi? Qualsiasi cosa?
Che senso aveva? Sapevo che non aveva le risposte, quindi a che scopo parlargliene?
-No, professore. Ma la ringrazio per l'interesse.
-D'accordo, Jones. Puoi andare... solo una cosa. La signorina Swan sta probabilmente dormendo, tuttavia puoi sempre portarle la cena, stasera. I toast al formaggio sono il suo punto debole, così come la cioccolata calda con un pizzico di cannella... beh, buona giornata.
-Ehm. Grazie. Buona giornata signore.
Trovavo curioso ed imbarazzante che il preside si interessasse alle faccende molto private degli studenti, ma in effetti... era un buon consiglio. Toast al formaggio e cioccolata calda. Perché no? Anche se certo, aveva dei gusti un po' strani la biondina...

***

Non riuscivo a crederci. Forse non avrei dovuto stupirmi, si trattava pur sempre di Emma Swan, ma lasciare l'infermeria il giorno stesso in cui era stata trasportata con un braccio rotto e un trauma cranico?! E minacciare il dottore di far rispondere lui per un eventuale brutto voto, poi, anche se effettivamente non aveva tutti i torti. Alla Dragoon per qualche motivo Emma non era molto simpatica, e non l'avrebbe mai giustificata per un infortunio a Quidditch; secondo lei le attività extracurriculari erano solo affari nostri. Saltare la prima grossa verifica non sarebbe stata una buona idea... soprattutto per lei.
Secondo Whale era tornata al suo dormitorio e non avendola vista a cena era probabile fosse così. Non avevo la minima idea di come farla uscire da lì, ma con l'aiuto dei fantasmi avevo almeno capito dove andare... tentare non nuoceva, ormai i toast e la cioccolata per lei li avevo rimediati.
Proprio come lo strambo fantasma di Grifondoro mi aveva spiegato, all'ingresso della sala comune della casa era posto un grosso quadro raffigurante un'elegante signora grassoccia.
-Ehm... salve.
-Parola d'ordine, caro?
-Veramente... non lo so. Non sono di Grifondoro.
-Allora mi dispiace, non posso farti entrare. Per quanto affascinante tu sia!
-Mh... grazie. Senta, non ha modo di... chiamare una ragazza che c'è dentro?
-La tua ragazza?
-Più o meno- dissi, per non perdere tempo in spiegazioni. La donna non sembrò tanto contenta, io invece non sapevo se essere lusingato o correre via a gambe levate: un quadro si era appena preso una cotta per me?!
-Non posso entrare, comunque, mi dispiace. Se è urgente ti conviene aspettare che qualche Grifondoro entri o esca e chiedere a lui.
Fantastico! I Grifondoro che mi avrebbero fatto un favore si contavano sulle dita della mia mano, ma dopo l'accaduto forse neanche quello! A dire il vero non ero nemmeno convinto che Emma stessa volesse parlare con me... il suo ragazzo poteva benissimo aver usato l'incidente per convincerla che il cattivo fossi io. Inoltre, era molto probabile che fosse già a letto, se voleva essere abbastanza in forma per le lezioni dell'indomani. Disturbarla era l'ultima cosa che volevo...
Proprio mentre rimuginavo sul da farsi la porta si aprì, e per non so quale grazia divina sbucò quella che era probabilmente l'unica persona che non mi reputava un mostro.
-Killian!
-Ciao ragazzina.
-Anna. Non mi pare così complicato! E poi ragazzina chiamaci... beh... qualcun altro!
-Ok, ok, non ti scaldare tesoro!- esclamai, non riuscendo a fare a meno di ridere: c'era poco da fare, mi piaceva quella ragazzina. E se non era fuggita a gambe levate, avevo ragione su di lei.
-Senti... per caso hai visto Emma?
-Sì, stava per andare a letto... è pazza! Uscire dall'infermeria dopo poche ore!
-Uhm, sta bene?
-Più o meno. Insomma, lei dice di sì ma sai com'è fatta. O forse no, non so quanto la conosci. Vuoi che le riferisca qualcosa?
-Se non ti dispiacerebbe potresti dirle che vorrei parlarle? Domani magari, non voglio disturbarla adesso.
-Certo. Aspettami qui!
-Va bene, grazie rag... Anna.
-Bravo, impari in fretta!
Detto questo sparì di nuovo dentro ed il quadro si chiuse alle sue spalle. Sentivo gli occhi della donna dipinta fissi su di me, il che era un po' inquietante! Non poteva essere una bella e giovane fanciulla? Magari sarei stato al gioco e avrei flirtato un po'...
Per fortuna il dipinto si riaprì, ma per poco non feci un salto per la sorpresa. Invece della vivace quattordicenne mi trovai davanti proprio Emma: indossava un morbido pigiama bordeaux con lo stemma della sua casa al centro del maglione, e una treccia disordinata le scivolava lungo il braccio sinistro tenuto al collo da un tutore.
-Pare tu abbia visto un fantasma, Jones.
-Swan. È solo che non mi aspettavo... insomma. Non volevo disturbarti, so che stavi andando a dormire. Come stai?
-Non è un problema. Sto bene, grazie...
Restammo qualche istante a guardarci come incantati, tanto che nemmeno mi resi conto di quando la piccoletta ci passò accanto per sgattaiolare fuori dalla sala.
Nonostante il braccio stretto nel tutore e il cerotto sulla fronte, la ragazza aveva un aspetto... sano. Ed in quel morbido pigiama sembrava in qualche modo più tenera e indifesa.
-Ti va di... uhm, parlare... più in là?- fece incerta, accennando ad un corridoio alla sua destra -Ti direi di entrare ma penso mi ucciderebbero...
-Certo. Solo se te la senti però, se vuoi riposare...
Non sembrò neanche sentirmi e si affrettò nella direzione che mi aveva indicato, costringendomi a seguirla. Percorremmo il corridoio per diversi metri, in modo da allontanarci dalle scale per poter rimanere indisturbati. Se non altro il fatto che non avesse paura di rimanere da sola con me, era sicuramente un segno positivo.
-Qui dovrebbe andar bene- constatò, poggiandosi con le spalle al muro; -Anna ha detto che... dovevi dirmi qualcosa.
-Ah... oh, sì! Ti ho portato la cena, immaginavo potessi aver fame!- sorrisi, porgendole la busta di plastica che avevo in tasca – ovviamente stregata per non portarmela in giro come un babbeo.
Quella la afferrò curiosa e la aprì, e fui davvero felice di vederla rimanere a bocca aperta quando ne scoprì il contenuto! A quanto pare il preside ci aveva visto giusto.
-Grazie! Come facevi a saperlo? Te lo ha detto Regina?
-No, ho i miei metodi... forse ti leggo nel pensiero!
-Sì, come no...- fece con una leggera risata -Però grazie, ne avevo voglia. Sarei scesa a cena ma non volevo... attirare l'attenzione.
-Certo splendore, capisco. È per questo che ci ho pensato io.- capivo perfettamente, ma era anche ovvio! Poche persone si sarebbero presentate tranquille a cena, dopo aver preso una botta in testa ed essere precipitate in aria per un paio di decine di metri!
-Quindi...
-Allora...
-Vai prima tu.
-No Swan, prima le signore.
Imbarazzante. Ed il fatto che la situazione si fosse fatta imbarazzante, rendeva le cose per me ancor più... imbarazzanti. Da quando in qua mi comportavo da perfetto ritardato con una ragazza? Non mi riconoscevo più... che razza di incantesimo mi aveva lanciato? Era decisamente colpa dei suoi occhi, così penetranti e... bellissimi. Due smeraldi.
-Non ti facevo tanto cavaliere- ironizzò, ma dal suo tono fu chiaro che fosse un tentativo di smorzare l'imbarazzo.
-Lo sono sempre stato!
-Ok, ascolta. Volevo dirti che... so quello che hai fatto.
Che cosa? Fu come un pugno nello stomaco, non erano quelle le parole che mi aspettavo. A dire il vero non sapevo cosa aspettarmi, ma non quello. Quindi pensava davvero fossi stato io?
-Non guardarmi con quella faccia da cucciolo bastonato! Lo so che non sei stato tu. Intendo dire che so che mi hai... salvata, invece di prendere il boccino che ti è praticamente passato tra le dita. Regina me lo ha detto. So anche che ti sei ritirato, e non eri costretto a farlo...
-Cosa posso dirti, Swan?- borbottai sorpreso e rincuorato, passandomi una mano tra i capelli -Ti ho detto che volevo batterti lealmente, e non sarebbe stato così. Quindi...
Ci guardammo ancora, come incapaci di distogliere lo sguardo l'uno da quello dell'altra. Era meravigliosa, bella da togliere il fiato... forse a renderla ancora più affascinante era quello sguardo che sembrava un misto di gratitudine, rispetto e...
E fece l'ultima cosa che mi sarei aspettato: mi baciò.
Nonostante l'enorme sconcerto non trascorse che un millesimo di secondo prima che ricambiassi, prima che baciassi quelle labbra che bramavo da quel primo settembre sul treno. E furono ancora più dolci di quanto avessi fantasticato, ancora più calde e morbide di quanto apparissero.
E soprattutto, la sensazione che mi trasmisero fu indescrivibile. Se l'abbraccio nella Stanza della Necessità era paragonabile al tocco di un angelo, quel bacio andava ben oltre... Ed il tutto si intensificò ancora di più quando i nostri corpi si unirono: se quello era il paradiso non mi interessava di essere morto. Sarei morto altri dieci, venti, mille volte pur di poter vivere di quella sensazione per sempre.
Volevo che Emma fosse la ragazza che avrei baciato per il resto della mia vita, perché ero certo che tanta passione e tanta magia non potessero essere replicabili. Fu lei stessa a stringermi più forte per far aderire ulteriormente il mio corpo contro il suo, e solo in quel momento realizzai di dovermi fermare. Per lei.
-Swan... il braccio...- non volevo farle del male. Non mi sarei mai perdonato.
-Ah... sì... lascia perdere...- sussurrò sulle mie labbra, e prima di darmi modo di replicare riprese il bacio esattamente come lo avevamo interrotto. Sentii il tutore scivolarle via, mentre mi stringeva a sé ancora più forte. A quel punto non potei che fare lo stesso, lasciando che i sensi e l'istinto prendessero nuovamente il sopravvento.
Non mi ero mai sentito più completo, più vivo, più... felice. Non solo l'oscurità con cui ero abituato a convivere era evaporata, ma neanche ricordavo più cosa fosse. E se non fosse stato il nostro istinto di esseri umani bisognosi di respirare, a fermarci, probabilmente non l'avremmo mai fatto.
Ci separammo all'unisono, entrambi col fiatone, entrambi con le mani ancora sull'altro. Una delle mie era tra i suoi soffici capelli, che nella foga si erano sciolti facendo scivolare l'elastico chissà dove.
E i suoi occhi... Dio, i suoi occhi che sorridevano più della luce del sole, con le guance arrossate a far loro da cornice. E anch'io le sorridevo di rimando, come potevo non farlo?
-E' stato...
-Sì...- confermò, senza smettere di guardarmi.
-Il braccio? Mi dispiace...
-Sto bene. Sto benissimo.


EMMA POV

Com'era possibile? Come avevano potuto i dolori sparire grazie ad un... bacio?
E come poteva un bacio essere un'esperienza così mistica? Surreale?
Avevo creduto che nulla potesse superare la sensazione che avevo provato stretta nel suo abbraccio, ma, dio, non avevo potuto sbagliarmi di più! Neanche riuscivo a descrivere come mi fossi sentita per quei minuti, che potevano tranquillamente essere state ore... anche se troppo brevi. Quando lo avevo stretto, quando le mie labbra si erano unite alle sue, avevo sentito di non volerlo più lasciar andare. Era come se fosse giusto così, come se fossimo i pezzi di un puzzle finalmente ricomposto...
Inoltre la testa aveva smesso completamente di girare e farmi male... a dire il vero stavo benissimo. Mi sentivo viva, nel pieno delle mie forze. E più riflettevo gli occhi nei suoi zaffiri, più difficile diventava spegnere il sorriso di... felicità.
Non aiutava il fatto che fossi ancora accaldata, che il mio corpo ancora desiderasse il suo... che le mani fossero ancora sulle sue spalle larghe, e le sue a cingermi in vita.
Purtroppo furono le voci che si alzarono ad interrompere quel magico contatto, segno che i primi studenti stessero già rientrando dalla cena.
-Allora... ti lascio andare a mangiare e riposare.
-Ah sì. Giusto. Oddio...
La busta era ovviamente per terra, ma per qualche miracolo divino la cioccolata non era sparsa sul pavimento... oppure Killian me l'aveva semplicemente portata in un bicchiere ben sigillato.
Prima che potessi chinarmi a raccoglierla fu lui a farlo per me, per porgermela nuovamente tra le mani. Il tutto senza mai interrompere il contatto visivo. Mi sentivo come ipnotizzata... che fosse così anche per lui?
-Ti accompagno. Prima che i tuoi amici tornino e non ti trovino...
-Non sto con Neal. Non più.- dissi: era chiaro che con quel “tuoi amici” intendesse più un “prima che il tuo ragazzo mi spacchi la faccia”. Sembrò piacevolmente sorpreso da quell'affermazione, anche se non del tutto veritiera. Ma in fondo eravamo in pausa e io avevo già pianificato di rompere definitivamente... non avevo motivo di sentirmi in colpa, né di far sentire in colpa Killian.
Ed ora ero ancora più convinta della mia decisione, perché sapevo non sarei mai riuscita a stare con qualcuno che mi facesse provare sensazioni meno intense di quelle appena vissute. La lucidità che stava tornando mi gridavo di essere pazza ed irrazionale, ma in fondo lo sapevo. Sapevo che non sarebbe stato così facile, ma a quello avrei pensato l'indomani. Adesso volevo soltanto andare al letto con il ricordo di quelle labbra calde e morbide sulle mie.
-Buonanotte Swan. A domani.
-Buonanotte Killian.




 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Sono tornata da Parigi un paio di giorni fa e sono ancora in depressione post convention... strano, eh? xD Quest'anno niente Colin, ma è stato bello lo stesso *_* Ancora devo sistemare le foto, ma vi posterò qualcosina!
Intanto sono riuscita a sistemare il capitolo e vedo che non ho quasi nulla di arretrato... quindi entro domani recupero! :D
Spero che questo vi sia piaciuto. Emma sta abbastanza bene e non ha dubitato di Killian neanche per un istante, ed è stata l'unica. Sapeva che non le avrebbe mai potuto fare una cosa simile.
Lui invece è stato convocato dal preside, ma si è preoccupato per nulla. Merlin ha capito subito che la colpevole fosse Zelena e ha voluto soltanto parlarci e lasciarlo sfogare, se avesse voluto. Ma quando ha saputo che Emma stava bene ha lasciato da parte tutte le preoccupazioni... e ha avuto un consiglio utile xD
E finalmente, dopo 15 capitoli, è arrivato il bacio tanto agoniato da entrambi! E' stato ancora meglio di come se lo erano immaginato, non volevano che finisse... e si sono dati la buonanotte serenamente, senza pentimenti e consapevoli che le cose adesso cambieranno... si spera in positivo!
In settimana proverò a postare anche l'altra, vediamo! 
Intanto vi mando un abbraccio e alla prossima!

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Capitolo 17
*** Sharing Feelings ***


Sharing feelings



EMMA POV

La O in Pozioni era stata la ciliegina sulla torta: mi aveva tirata su così tanto che avevo deciso di non tornarmene in camera subito dopo la lezione. Ormai non aveva senso, avevo dormito piuttosto bene, che bisogno c'era di riposare? Avvertivo qualche fitta al braccio sinistro una volta ogni tanto, ma sarebbe passato tutto nell'arco della giornata; per quanto riguarda la testa, 4 ore di lezione al mattino e una di Erbologia nel pomeriggio erano più che sopportabili.
-Emma, se il dottor Whale si è raccomandato...
-Basta Neal! Vuoi finirla? Non me l'ha imposto.
-Ditele qualcosa voi, per favore!
-Neal ha ragione Emma. Per qualche ragione ti sei svegliata tutta pimpante, ma non è il caso di spingere troppo... c'è Difesa, non hai problemi con quello.
-Ragazzi ma se se la sente, che male c'è?
-Oh. Grazie, David. Sul serio, dovete smetterla di preoccuparvi... ho detto che sto bene!
-E se ti sforzassi troppo e arrivassi a sera col mal di testa? Hai preso una gran bella botta ieri, non hai idea di quanto ci siamo spaventati...- tentò ancora Neal, ma in risposta mi limitai ad alzare gli occhi al cielo. Loro avevano visto, ma io la botta l'avevo sentita chiaramente: sapevo fosse stata brutta. Tuttavia non era la prima volta che il dottor Whale curava velocemente un leggero trauma cranico: c'erano stati incidenti ben peggiori col Quidditch, non era uno sport tranquillo! Avrei davvero apprezzato se i miei amici si fossero decisi a lasciarmi stare, non avevo voglia di discutere. In più, a Difesa avrei avuto modo di fare due chiacchiere con Killian, cosa che era risultata impossibile durante Pozioni. La prof era stata infelicemente sorpresa di trovarmi in classe, e mi aveva tenuta d'occhio tutto il tempo... se non mi avesse messa a disagio, magari sarei riuscita a strappare anche una E una volta tanto. Ma andava bene così.
Ovviamente non avevo avuto né il tempo né il modo di raccontare agli altri cosa fosse accaduto prima che tornassero dalla cena, ma per il momento era meglio così. A chi potevo dirlo? Non certo a Neal. Ma sarei stata un'amica di merda anche lo avessi raccontato a tutti gli altri, tranne che a lui.
E poi, cosa c'era da raccontare?
Era stata magia, era stata passione... istinto incontrollabile. Ma adesso veniva la parte difficile: solo in quel momento mi resi conto di quanto fossi nervosa. Dovevamo... parlarne. Né io né lui ci eravamo scambiati qualcosa che andasse oltre qualche sguardo, quindi era chiaro che nessuno dei due avesse la minima idea di come comportarsi.
Sapevo solo di voler approfondire ciò che avevamo. Era qualcosa di troppo intenso da dimenticare.
-D'accordo, ma vuoi almeno dirci come mai sei così... strana? Sembri troppo... allegra!
-Per caso siete tornati insieme, piccioncini? E avete festeggiato in modo... speciale?
-No!
Quel “no” ci uscì all'unisono e, se ero diventata rossa quanto lui, era probabile che mi fossi fusa col colore della cravatta. Perfino Mary Margaret sembrava scandalizzata, mentre David rideva a crepapelle.
E oltre ad essere imbarazzata, mi sentivo tremendamente in colpa: non solo non ero tornata con lui, ma la ragione del mio buon umore era un altro ragazzo! Sarei mai riuscita a dirglielo? Il fatto era che prima o poi avrei dovuto... Killian o non Killian. Dovevo trovare il modo di chiudere definitivamente la relazione, cercando di non spezzargli il cuore.
-Ora basta. È solo che sapevo di potermela cavare in Pozioni... per una volta.- decisi di mentire, occupando un tavolo in terza fila non appena entrata in classe. Killian era proprio sul banco alla mia destra, c'era solo il corridoio a separarci... peccato che fu proprio Neal a sedersi accanto a me.
-Ti dispiace se stavolta lasciamo Regina a quel poveraccio? Lo odiano pure i suoi amichetti...
-Certo...- borbottai, cercando di accennare un sorriso, nella speranza non risultasse troppo forzato. Che potevo dirgli? “No, vattene, in realtà volevo cambiare posto con lei”? Non era il caso.
Comunque aveva ragione. Notai che i miei compagni di casa ancora lo guardavano con sospetto, mentre i suoi... non lo degnavano di uno sguardo. Dopotutto aveva rinunciato ad una vittoria praticamente garantita, e i Serpeverde sapevano portare molto rancore oltre ad essere estremamente acidi.
-Buongiorno ragazzi!- salutò la prof, entrando in aula subito dopo gli ultimi ritardatari -Preparatevi ad una lezione divertente: ogni tanto ci vuole, no? Oh, Emma! Non pensavo di trovarti qui, come stai?
-Tutto bene prof, grazie...- borbottai, evitando accuratamente tutti gli sguardi che si volsero nella mia direzione. Neanche fossi stata in coma per tre mesi!
-Dicevo. Ci divideremo in coppie e lavoreremo alle passaporte. Alzatevi, così posso mostrarvi la disposizione!
Ebbi appena il tempo di tirarmi su che con un colpo di bacchetta la prof fece sparire tavoli e sedie, dividendo l'aula in due con una lunga linea rossa. Da entrambe le parti comparvero dei cerchi, quelli a destra con un oggetto in ognuno di essi. C'erano libri, vecchie scarpe, tazze e roba del genere.
-Adesso, due a due vorrei che prendeste posto nei cerchi di destra. Non vi costringerò a scegliere un compagno della Casa opposta, ma vi invito caldamente a farlo se pensate di poter lavorare bene.
Non sapendo cosa fare rimasi ferma, mentre la maggior parte dei miei compagni iniziò a dirigersi verso i cerchi. Intravidi solo un paio di Serpeverde scegliere di lavorare con un Grifondoro, fino a che non fummo pochissimi a rimanere soli. Killian compreso.
-Vado io con lui. Tu vai con Regina.- fece Neal. Neanche mi ero accorta che fosse ancora accanto a me. E... cosa? Lui con Killian? Era per caso impazzito?
-Swan? Ti andrebbe di lavorare insieme?
Il moro mi raggiunse con un sorriso, a cui feci fatica a non rispondere come un'ebete. Per tutta la mattinata avevo aspettato quel momento, era così anche per lui?
-Veramente, Jones, pensavo potessimo lavorare io e te.
Quello sembrò sorpreso, forse ancor più di me. Io e Regina, che si era avvicinata, ci scambiammo un'occhiata preoccupata: quanto ci avrebbero messo quei due ad ammazzarsi se avessero passato del tempo insieme?
-Non dobbiamo per forza scegliere uno della casa opposta, no?- intervenne la mia amica, cercando di calmare le acque -Quindi se voi due volete...
-No- dissi, prima che la prof intervenisse a chiudere la questione, già diretta verso di noi -Vado io con lui.
-Così puoi dargli una seconda possibilità per ammazzarti?
-Silenzio!
La professoressa Lucas ci raggiunse velocemente, e per fortuna! Ancora pochi istanti e avrei colpito quello stronzo di Arthur con una fattura, così come gli altri lì attorno che sembravano dargli corda e guardare Killian con sospetto. Ero stufa di questa storia, e di quel coglione che metteva il naso dove non erano affari suoi!
-Sapete che non mi piace alzare i toni, ma il bullismo nella mia classe non è tollerato! Il prossimo si ritroverà in presidenza! Jones, puoi lavorare con Regina e...
-Scusi prof- la fermai, pur leggermente spaventata da quel tono fermo e serio che raramente utilizzava -Veramente... non c'è nessun problema. È Pendragon che si è intromesso... lavorerò io con Jones, ci eravamo appena messi d'accordo.
La giovane donna sembrò abbastanza sorpresa, ma con un cenno del capo ci indicò il cerchio con lo stivale rimasto vuoto accanto alla finestra; Regina e Neal invece occuparono l'altro. Sarebbe decisamente stato complicato gestire le cose col mio ex e il mio... quello che era. Forse a qualcuno dovevo parlarne, almeno a Regina!
-Mi spiace tesoro.
-Non è colpa tua.
-Ora tutti i tuoi compagni ti credono pazza per colpa mia. Ti avvicini a quello che ha rischiato di ammazzarti per fare l'eroe...
-Se non te ne sei accorto non è una novità...
Sorrisi. Cos'era cambiato in fondo? Mi venne in mente un'immagine piuttosto comica, e per poco non scoppiai a ridere davanti a tutti! Preferivo di gran lunga essere guardata male perché non fuggivo a gambe levate dal terribile ex Obscurus, piuttosto che per altro! E comunque l'idea che potesse avermi scagliato contro un bolide assassino per passare da eroe era così stupida!
-Allora ragazzi!- intervenne la prof, prima che il mio compagno potesse chiedermi che razza di problema avessi -Abbiamo studiato le passaporte, adesso è tempo che ne creiate una! La sala è incantata in modo che ognuno di questi oggetti possa soltanto materializzarsi nel cerchio vuoto parallelo. Così non rischieremo incidenti. La formula è “Portus”, ma sapete bene che non basta pronunciarla. Adesso iniziate, chiunque abbia domande non esiti a chiamarmi... io passerò tra voi a vedere come ve la state cavando!
 

Lavorare con Killian fu molto meno imbarazzante di quanto avrei immaginato, tanto che poco mi importò del fatto che avessimo fallito come tutti gli altri – tranne Mary Margaret e il prefetto di Serpeverde. La prof era stata più sorpresa della loro riuscita che del nostro fallimento, tanto che non aveva messo voti: aveva però assegnato 50 punti ad entrambe le case.
Io e il mio partner eravamo riusciti a far vibrare lo stivale, solo che a un certo punto avevamo perso il controllo; sì, era arrivato nel cerchio opposto... ma volando e rischiando di colpire un bel po' di gente lungo il percorso. Avevo riso così tanto che mi era quasi venuto il mal di pancia, e solo dopo che ci eravamo battuti il 5 mi ero ricordata del mio braccio ancora dolorante. Era stato molto dolce a scusarsi subito e chiedermi se fosse tutto a posto, solo che io ero stata incapace di rispondergli perché troppo occupata a ridere.
Alla fine sapevamo entrambi che la lezione non era il momento adatto per parlare seriamente e non avevamo dovuto neanche impegnarci troppo per non renderla imbarazzante. Come facevo a non essere allegra? Dovevo solo diventare più brava a trattenermi, prima che il motivo diventasse troppo ovvio.
-Devo dire che tu e Jones formate una bella squadra...- ammise David, una volta che i tavoli e le nostre borse tornarono al loro posto.
-Già. Spero si siano accorti anche gli altri che non è... una cattiva persona.
-Per questo hai voluto fare coppia con lui?- intervenne Neal -Per dimostrare che non è... cattivo?
-Anche.- ammisi, perché non era una bugia -Però siamo anche amici. Più o meno. Quindi lo dirò per l'ultima volta, gradirei la smettessi di fare il bambino ogni volta che mi parla.
-Io non... è che... ha un debole per te.
Per fortuna fu proprio il diretto interessato a passare al momento giusto per evitarmi di rispondere, perché odiavo davvero mentire ai miei amici. Solo che, al momento, non potevo fare altro.
-Ci vediamo, Swan.
-Sì. Certo! Ciao Jones...
-Buon pranzo dolcezza. E scusami ancora per la mano!
Nel dirlo me la afferrò di slancio, ed io fui già pronta a dire che non importava... ma recepii il messaggio. Letteralmente. Mi trovai infatti tra le dita un bigliettino, che strinsi non appena il ragazzo si allontanò scoccandomi un ultimo sorriso. Certo, però, mi rendeva difficile anche solo provare ad affermare che non avesse una cotta per me!
-Dai andiamo a pranzo. Ho fame!- feci quindi, sperando di lasciar cadere il discorso. Per fortuna anche Regina e Mary ci avevano raggiunti, così seguii il gruppo da dietro per avere modo di leggere subito quel bigliettino.
“Vediamoci alle 20 nella stanza delle necessità, Swan. Basta con gli incontri fortuiti, che dici?
P.s. Fossi nel tuo ex sarei geloso anch'io, se un tipo così affascinante come me ti facesse la corte! Non arrabbiarti, è solo umano! ;)”.
Il solito cretino! Eppure risi... quando ero stupida?

 

***

Allo stesso tempo...

-Guerra, sangue, morte, segneranno l'avvenire,
fino a che l'uno vorrà veder l'altro perire.
Luce contro Tenebre porteranno la devastazione,
dolore, fino a che non nascerà una coalizione.
Il destino è ormai segnato
ed un giorno l'oscurità sarà solo passato.
Un'arma è impotente quando l'avversario è l'amore
contro di esso può poco anche il dolore.
Luce e Buio le loro forze uniranno,
e quel giorno le lotte al potere cesseranno.
A dividerli è una linea sottile,
è sufficiente un bacio per poterla scalfire.
Un cuore grigio ed un pugnale nero,
il fato non fu mai così vero.
L'uno dovrà morire per mano dell'altro,
l'Oscurò non vivrà se forte è l'incanto.

-Una filastrocca a rime. Non ci posso credere. Ho perso tempo per... per ascoltare la stupida filastrocca di una mocciosa.
-Mio Signore, le mie parole non sono che la voce dell'anima dell'Oracolo.- esordì la splendida bambina dai capelli ramati e gli occhi color ambra. Non doveva avere più di dieci anni, eppure emanava un'aura così potente che l'Oscuro stesso aveva avuto bisogno di coprirsi con un incantesimo protettivo per riuscire a starle accanto senza provare dolore.
Ma tutto questo, per cosa? Rumplestiltskin era furente... non si era aspettato una sciocca poesia quando, dopo anni, aveva finalmente avuto modo di ascoltare la profezia sulla sua fine. Una profezia insensata! Luce e Buio avrebbero dovuto unire le forze per... distruggere l'oscurità? In poche parole, si sarebbe unito di sua spontanea volontà a quella sciocca ragazzina nemmeno maggiorenne per sconfiggere sé stesso? Non aveva alcun senso. A meno che il Buio non fosse qualcun altro, ma non era possibile per più di un motivo.
Non c'era persona al mondo con più oscurità di lui.
La profezia lo riguardava. Era la sua. Quindi era ovvio che si trattasse di lui.
-Sii più chiara, se vuoi vivere! Cos'è questa dannata storia dell'unione! Perché se così fosse, non avrei di che preoccuparmi... se l'unico modo per distruggermi è unirmi a quella mocciosa, puoi star certa che non accadrà mai.
-Mi rincresce, Signore. Io so ciò che l'Oracolo mi suggerisce, non ho una risposta al Vostro quesito.
-E chi sarebbe questo oracolo se non sei tu?
-L'Oracolo non possiede forma fisica. Egli comunica attraverso coloro che possiedono l'occhio interiore.
-Quindi non sai dirmi altro.
-Temo di no, Signore. Vi prego, liberatemi. Non temo la morte, tuttavia la mia missione in questo mondo non è ancora terminata.
-Peggio per te. E buon per te se non temi la morte.
Detto questo, senza pensarci due volte sventolò la bacchetta. Un raggio di luce verde, ed un istante dopo la dolce Voce dell'Oracolo fu a terra, prima di vita.
Alla fine, era stato tutto inutile. Tutta quella storia dell'amore tra luce e buio... che idiozia era? Sicuramente ci avrebbe rimuginato ancora a lungo, nell'estremamente remota eventualità che avesse interpretato male le parole. Forse avrebbe dovuto tentare di cogliere il significato di ogni frase separatamente. Cercare di cogliere il senso di ogni parola presa singolarmente.
E lo avrebbe fatto.
Scoccò un'ultima occhiata al giovanissimo corpo esanime a terra, poi scomparve in una nube nera.

 

***


EMMA POV

Feci appena in tempo a mettere piede nella Stanza delle Necessità che due braccia forti mi presero in vita, e quelle labbra che mi avevano stregata ed avevo sognato anche la notte furono sulle mie.
Nemmeno cercai di oppormi, ricambiare mi venne d'istinto: era ciò che desideravo anch'io, ciò che avevo bramato tutto il giorno. Il suo calore, la morbidezza delle sue labbra, quella forte passione appena scoperta che mi aveva acceso il fuoco dentro... fu questa a prevalere, stavolta. Non la dolcezza, non l'intensità delle emozioni... ma la brama, l'eccitazione, l'impeto. Tanto che fui io a incastrarlo contro la parete, io a mordergli il labbro... fino a che il sapore metallico del sangue non mi fece tornare in me.
-Oddio... scusa...
-Ti stai davvero scusando, Swan?
-No. Sì... cioé. Non volevo... ti ho... io...
Io non mi riconosco più, avrei voluto dire. Il problema era che non riuscivo a rimpiangere di aver ceduto alla tentazione, pur avendo intuito fin dal principio che quel ragazzo mi avrebbe fatta finire nei guai. Nei guai con me stessa, principalmente.
-Pensi davvero che me ne importi qualcosa? Anzi, a dire la verità è stato piacevole...- sussurrò con un sorriso, leccandosi lentamente le labbra. Deglutii. Dovevo rimanere lucida, dovevo farcela... avevo bisogno di parlare con lui, non potevamo passare tutto il tempo a baciarci, per quanto piacevole potesse essere. Avevamo bisogno di discutere alcune questioni, mettere in chiaro certi punti. Alcuni più imbarazzanti di altri.
Mi costrinsi quindi a distogliere lo sguardo e mi guardai intorno, curiosa di vedere che aspetto avesse assunto la stanza. E ne fui piacevolmente sorpresa, era davvero deliziosa. L'ambiente era abbastanza piccolo ma accogliente, col pavimento coperto da un grande tappeto ed un morbido divano di fronte al caminetto acceso. Allora anche lui voleva una serata tranquilla e un po' di chiacchiere... non sembrava aspettarsi altro.
-Vuoi accomodarti? Mi sono preso la libertà di portare qualcosa da bere.
-Rum, birra, whisky e roba del genere suppongo...
-Oh avanti, per chi mi hai preso! E poi non mi sognerei mai di far ubriacare una bella ragazza contro la sua volontà! E neanche so se bevi, piccoletta.
Alzai gli occhi al cielo: anche se avesse voluto, difficilmente mi avrebbe convinta a fare qualcosa che non volevo! Tuttavia apprezzai il pensiero, perché al momento preferivo non sfidare la sorte. La mia testa sembrava a posto e volevo che rimanesse così.
-Chiamami ancora piccoletta e scoprirai quanto posso diventare violenta. Comunque un bicchiere ogni tanto non mi dispiace. Solo non ora magari...
-Scusa tesoro, non volevo scatenare la tua ira! Ad ogni modo una tazza di tè credo sia decisamente meglio per la tua bella testolina...
Interrompendo lì il discorso raggiungemmo il divano ed io scelsi una bustina di tè all'arancia e cannella; lui mi imitò e con uno sventolio di bacchetta mise l'acqua a bollire sul fuoco. Certo che quando non eravamo occupati a sbaciucchiarci, le cose diventavano ben più imbarazzanti... almeno per me. Avevo tante cose da dire, ma non avevo la minima idea di come iniziare.
Così restammo in silenzio fino a che il tè non fu pronto, ed il mio nuovo premuroso “ragazzo” me lo versò e me lo porse con un sorriso. E che sorriso... per non dire qualche sciocchezza portai subito le labbra alla tazza. Per fortuna non era bollente o avrei fatto un'ennesima figura di merda.
-Allora, Swan... possiamo passare tutta la serata a bere tè in silenzio, oppure possiamo parlare.
Grazie al cielo! Avevo sperato che fosse lui a sollevare la questione, mi aiutò a farmi coraggio. Posai quindi la tazza e mi voltai verso di lui, il quale era poggiato comodamente contro lo schienale.
-Hai ragione. In realtà è proprio ciò che volevo, è solo che...
-Solo che ti hanno incantata le mie labbra, posso capirlo.
-Guarda che nulla mi impedisce di darti un pugno. Sii serio per una volta!- era già abbastanza complicato senza che se ne uscisse con certe stupidaggini! D'accordo, in realtà non aveva esattamente torto, ma non lo avrei ammesso nemmeno sotto tortura. E poi non era il momento!
-Scusa, scusa! Hai ragione Emma.
Bastarono quelle cinque parole a calmarmi. Come diavolo era possibile.
Emma...
Certo, mi piaceva il modo in cui mi chiamava “Swan”, era come una cosa... nostra. Ma quando pronunciava il mio nome, era come se questo suonasse in qualche modo più bello. Fu proprio ciò a darmi una spinta, insieme al suo tono che mi fece capire volesse parlare seriamente.
-Il fatto è che tu mi piaci. Sei un rompipalle, ti dai troppe arie, però per qualche ragione mi piaci. Sai essere piacevole quando ti ci metti. È solo che... è successo tutto così in fretta.
Ora mi riconoscevo. Diretta com'ero solita essere, senza tanti giri di parole che, tra l'altro, odiavo. Era lui che mi mandava in pappa il cervello, ma fortunatamente ero riuscita a ricompormi. Forse un po' troppo, però... non era stata mia intenzione essere così rude, soprattutto perché mi piaceva davvero – e poi nemmeno io ero perfetta. Grazie al cielo non parve offeso.
-Wow, quanti complimenti tutti insieme...- rise piano -però hai ragione, è successo tutto in fretta. Anche se è dal primo momento che ti ho vista che ho capito avessi qualcosa di speciale.
Speciale. Ancora quella parola: davvero pensava fossi speciale? Dio, era più dolce di quanto avrei potuto immaginare e, anche se se ne vantava un po' troppo, un gentleman lo era davvero. Lo avevo davvero giudicato male e sottovalutato, durante quelle prime settimane. Al 90% era colpa sua, aveva scelto di mostrarsi così, ma avrei dovuto ricordarmi quanto le apparenze potessero ingannare.
-Voglio essere sincera, Killian. Qualunque cosa stia succedendo tra di noi, mi piace. È... strana, ma piacevolmente strana. Però neanche ho rotto seriamente con Neal... siamo... eravamo in pausa. E voglio rompere, lo farò già domani, però è anche un mio carissimo amico e odierei fargli del male. Se mi vedesse già con un altro, soprattutto te... beh...
-Lo capisco- disse tranquillo, prendendomi inaspettatamente una mano -E se non fosse chiaro, anche tu mi piaci. Tanto, a dire il vero. Non ho intenzione di forzarti a fare qualcosa che non vuoi, penso solo sarebbe un peccato se non cercassimo di scoprire cos'è questo legame che abbiamo.
-Aspetta, non sto dicendo che preferisco lasciar perdere! Vorrei solo... sai, per un po... se per te non è un problema... essere discreti per un po'... finché... finché è il caso.
Ecco, lo avevo detto. Volevo una relazione segreta. Ero una persona orribile?
Non ebbi neanche il coraggio di guardarlo negli occhi, la sua reazione mi preoccupava davvero. Non sarei stata sorpresa se avesse deciso di mandarmi a quel paese, un po' me lo meritavo.


KILLIAN POV

-Una relazione clandestina quindi. Perché no? Mi piace il brivido...
Dalla sua reazione capii non si aspettasse una risposta positiva da parte mia, cosa che non riuscii a non trovare dolce. Aveva davvero paura che potessi respingerla, ma come avrei potuto! Mi piaceva più di quanto fossi pronto ad ammettere. In pubblico, in privato... poco mi importava, l'importante era stare insieme. Stare insieme, conoscerci e scoprire quanto reale fosse quel sentimento che ci univa e ci attraeva come due calamite.
In più, i miei compagni mi odiavano già abbastanza per il mio “stupido gesto cavalleresco”, come lo avevano definito, ed essere il ragazzo di Emma Swan non avrebbe che peggiorato le cose. Non che mi vergognassi di lei, non avrei mai potuto... solo, prima di farmi escludere completamente, volevo essere certo che ne valesse la pena. Ed in fondo lei voleva la stessa cosa, non c'era bisogno di parlarne: era chiaro ad entrambi come stessero le cose.
-Quindi sei d'accordo. Non è che dobbiamo far finta di odiarci, solo...
-Ma certo, Swan. Come desideri. È stato divertente lavorare insieme fingendo di non volerci saltare addosso, no?
-Pensi seriamente che io voglia saltarti addosso?
-Non è ciò che hai fatto poco fa?- le ricordai con un'alzata di sopracciglio, e con un dito le indicai il taglio sul labbro: arrossì all'istante, ed io non mi trattenni dallo scoppiare a ridere. Poteva fingere quanto voleva, ma aveva un gran bel fuoco dentro quella ragazza! E quando lasciava l'istinto prevalere, ardeva senza barriere. Mi faceva impazzire.
Dal primo momento in cui avevo incontrato i suoi occhi, avevo capito che se avessi ceduto sarei sicuramente finito nei guai... ma adesso che era successo, non lo rimpiangevo neanche un po'. Come avrei potuto? Era da tanto che non mi sentivo completamente libero di essere me stesso, forse era addirittura la prima volta: con Emma non avevo bisogno di fingere. E speravo lei si sentisse allo stesso modo, desideravo si sentisse libera di aprirsi con me, di parlare di qualsiasi cosa.
In più, eravamo così simili che mentirci a vicenda non avrebbe mai funzionato e proprio adesso avrei giurato che qualcosa la turbasse. Me lo dicevano le sue labbra strette, le dita che tormentavano le maniche del leggero maglioncino bianco che aveva indosso.
-Allora. Mi dici che c'è o vuoi farti pregare?
Non rispose, ma sollevò lo sguardo per rifletterlo nel mio. C'era preoccupazione, incertezza... mi ero perso qualcosa? Avevo detto qualcosa di sbagliato senza essermene reso conto?
-Swan?
-Ilfattoèchesochetuforsetiaspettiqualcosadipiùmaiononvadoalettocolprimochecapita. Edèdavveroilcasodimetterlosubitoinchiarosevogliamostareinsieme.
-Mmh... eh? Scusa tesoro ma se non scandisci un minimo le parole...
-Ho... ho detto che... che... forse tu ti aspetti qualcosa di più. Perònonpuòsuccedereoraperché...
-Frena, frena, frena.
Che diavolo stava succedendo? Perché all'improvviso era diventata così impacciata? Era più rossa della sua divisa di Quidditch! Ma... un momento. “Qualcosa di più”? Che intendesse...?
-Emma! Pensi che voglia solo portarti a letto?
In risposta le uscì qualcosa simile ad uno squittio trattenuto, e dovetti davvero dar sfogo a tutta la mia forza di volontà per non scoppiare a ridere ancora. Solo che ad un certo punto fu impossibile, e non riuscii a smettere nonostante il calcio – meritatissimo – che mi tirò sulla gamba!
-Smettila o me ne vado! Sono seria, ok? Non vado a letto con uno appena conosciuto.
-Ti ho mai dato l'impressione di volere questo da te? Vedi letti qui?
-No. Però so che... insomma. Tu sei abituato a... ad altro.
-Stai parlando di Zelena?
La ragazza annuì, abbassando lo sguardo imbarazzata. Credeva davvero che potessi paragonarla a una come Zelena? C'era un abisso così profondo tra loro due! E proprio per questo, tra me e Zelena non ci sarebbe mai potuto essere altro che attrazione fisica. Con lei, invece... era molto di più.
-Emma, era solo sesso. Non ho mai provato nulla per lei, ancor meno ora...
-Quindi non è anche per lei che ti sta bene tenere nascosta la cosa per un po'.
-Credimi. Non ho alcun interesse a mantenere i rapporti con la stronza che ha fatto del male alla mia ragazza.
Troppo tardi realizzai che forse mi ero spinto un po' troppo oltre, infatti Emma rimase zitta. Neanch'io sapevo come mai l'avessi chiamata così, non avevo mai considerato “la mia ragazza” una ragazza che frequentavo da meno di 24 ore. Eppure mi era uscito d'impulso... istinto. L'avevo spaventata?
-Va bene- concluse infine senza replicare, sorprendendomi -Ma voglio solo che tu sappia che per me il sesso non è “solo sesso”, non è una cosa che prendo tanto alla leggera. Sarò una bambina, sarò stupida e all'antica, tutto quello che vuoi... ma è così e basta. Non sto dicendo che voglio aspettare di sposarmi o cose del genere, solo... è importante il momento giusto. Che potrebbe essere domani, tra un mese, tra un anno. Non lo so.
-Non penso che tu sia nessuna di quelle cose che hai detto e rispetto assolutamente il tuo modo di pensare. E prometto che non ti metterei mai pressione, tesoro. Allora, direi che con i convenevoli abbiamo finito... no?
Con quel discorso, mi sembrava fossimo finalmente riusciti a mettere tutto in chiaro: poco mi importava di sapere se fosse vergine o meno. Probabilmente no, non ero certo il suo primo ragazzo, ma non mi interessava.
Ero interessato a conoscerla più a fondo... ero perfino curioso di sapere quale fosse il suo colore preferito! Con un'unica ragazza mi ero sentito così, solo che mi ci era voluto più tempo per capirlo, probabilmente anche per colpa di ciò che allora avevo dentro. Ad ogni modo eravamo troppo diversi e non avrebbe mai potuto funzionare. Milah era il mio passato: nel mio presente c'era la bellissima Salvatrice, seduta con me davanti al fuoco. Quando avevo saputo della possibilità di frequentare Hogwarts, non avrei mai immaginato che quella famosa “Salvatrice” avrebbe finito per rivelarsi una ragazza tanto testarda quanto dolce, divertente e... meravigliosa.
-Domani qui alla stessa stessa ora?
-Facciamo dopodomani. Domani avrei da fare con Regina. Dopodomani dopo l'incontro magari... possiamo anche studiare insieme se ti va. Tipo pozioni... così mi dai una mano.
-Sì, mi sembra un'ottima idea. A quanti anni hai capito di essere una strega?
-Che cosa?- fece guardandomi spaesata, al che risposi con un gran sorriso. Non avrei subito cominciato con un interrogatorio, ma almeno qualcosa di lei volevo saperla.
-Il punto di questa “relazione segreta” non è conoscerci per capire se ha senso stare insieme?
-Oh. Oh sì, sì certo. Giusto. Ehm...
-Fammi riformulare- continuai, prendendole una mano -Quando è successa la prima cosa strana di cui pensavi effettivamente di essere la responsabile?
Il gioco sembrò piacerle, perché alla fine ricambiò il sorriso. Aveva la minima idea di quanto fosse bella? Di quale effetto avesse su di me?
-Credo a 7 anni. Un bambino mi ha rubato la matita, io ero arrabbiatissima! Mentre gli urlavo dietro ho desiderato che la pagasse e... ha fatto due passi ed è caduto per terra, ha quasi perso i pantaloni! I lacci delle sue scarpe erano legati insieme, inspiegabilmente. Allora ho pensato “cavolo, forse sono una strega”! Sai no, quando i bambini guardano i cartoni, sperano di essere magici anche loro... l'ho pensato semplicemente così, con ingenuità. E poi...
-E poi ti sei rivelata una vera streghetta!
-Già. È stato uno shock, ma questo te lo racconterò un'altra volta. Tu piuttosto? Voglio dire... se... se lo hai mai... insomma. Domanda, stupida, mi dispiace.
Così come il suo volto si era acceso, in un istante si rabbuiò. Sì, aveva ragione a voler deviare la domanda... non perché mi desse fastidio, ma perché effettivamente le cose erano state un po' diverse per me. Dopo la prima manifestazione ovvia dei miei poteri, mia madre mi aveva parlato subito dopo avermi riportato a casa dall'ospedale.
Eppure... era la prima volta che non mi sentivo a disagio a parlare apertamente.
-Avevo cinque anni. Non volevo mangiare la minestra di broccoli e continuavo a farla sparire. In realtà mi sono spaventato un casino, non riuscivo a capire come riuscissi a farlo... ma in fondo sapevo di essere io. Semplicemente perché non c'era altra spiegazione.
Decisi di fermare lì la storia, perché era tardi e soprattutto perché non avevo la minima voglia di appesantire l'atmosfera... non adesso. E comunque non era una bugia, era andata proprio così all'inizio.
Fortunatamente sembrò sciogliersi un pochino, così la cinsi con un braccio e la attirai a me per poterla baciare. Non saremmo potuti rimanere lì dentro ancora a lungo ed avevo tutta l'intenzione di godermi appieno quegli ultimi minuti.
E anche lei, dato che non tardò a ricambiare.
Era stata una serata strana, per la prima volta nella mia vita mi ero sentito quasi impacciato... ma anche me stesso. Dopo tanto tempo, non avevo sentito il bisogno di alzare barriere.
In fin dei conti, era stata la serata più bella dal mio arrivo ad Hogwarts. E la compagnia, la migliore che potessi desiderare.


 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Come promesso riuscirò ad aggiornare entrambe le storie prime di ripartire xD oggi questa, martedì l'altra...
Emma si è svegliata molto allegra ed i suoi amici quasi fanno fatica a riconoscerla... ma ovviamente non è pronta a dire quale sia il motivo di questa gioia. Nonostante le raccomandazioni si sente bene e non ha intenzione di tornarsene a letto, aspetta invece con impazienza di rivedere Killian... e a lezione si sono divertiti. Lo ha difeso quando l'hanno attaccato e sono riusciti a passare delle piacevoli ore a lavorare insieme, pur senza poter parlare come si deve. Neal continua ovviamente a essere geloso e urge una chiacchierata con lui, ma prima hanno voluto trovare il momento per chiarire loro due. Entrambi sono d'accordo sul voler procedere con cautela, ma a parte questo non hanno intenzione di tirarsi indietro e vogliono scoprire insieme dove li porterà questo sentimento. Emma, con tanta fatica, ha anche chiarito che non è pronta ad andarci a letto, e lui ovviamente ne è stato divertito visto che non aveva queste intenzioni! Alla fine, comunque, si sono lasciati andare in piacevoli effusioni... che per un po' terranno private.
Rumple intanto ha sentito l'Oracolo che lo riguarda, e ha tante domande e nessuna risposta a riguardo... chissà.
Il prossimo capitolo di questa arriverà dopo il 3 giugno, visto che sarò via.. ma dell'altra ce l'ho pronto quindi aggiornerò sicuramente!
Ma passiamo alle cose serie: la fine di OUAT. Non ci posso credere, è finita un'era ç___ç A parte questo mi è piaciuto molto, tutti hanno avuto il proprio lieto fine, nessuno escluso! Per una serie tv sulla speranza, basata sulle fiabe Disney, era giusto e sono contentissima! In più mi sciolgo ancora all'immagine di Emma con Killian e baby Hope... quanto sono belli??? ç___ç Era arrivata l'ora di chiudere, ma non so ugualmente come farò ad accettare il fatto che non aspetterò più Ottobre perché ricominci. Sarà dura! L'estate mi aspetta un mega rewatch!
Un abbraccio e ci sentiamo presto! (Quel che posterete entro mercoledì potrò anche recensirlo, oltretutto)

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Capitolo 18
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EMMA POV

Per quanto poco senso avesse, non riuscivo a smettere di piangere.
Non perché fossi pentita. Non perché fosse andata così male.
Semplicemente per lo stress accumulato che avevo bisogno di sfogare... e perché mi sentivo uno schifo per averne voluto parlare solo con Regina: odiavo dividere il mio gruppo di amici, ma che alternative avevo? A Mary e David avevo detto di avere voglia di rimanere da sola. Ed un quarto d'ora dopo eccomi in cortile con la mora, che tentava di capire cosa diavolo avessi da cinque minuti.
-Emma, insomma...
-Scusa!- singhiozzai -Dammi un minuto... mi calmo...
Il che era più facile a dirsi che a farsi, soprattutto trattandosi di un pianto liberatorio, tendente all'isterico. Maledetto Jones: perché era dovuto arrivare a complicare le cose? In più mi odiavo perché non riuscivo a odiare lui, ma come potevo! Come potevo odiarlo se mi faceva sentire così bene?
-Bene. Perché se non dici niente non so come aiutarti... stai davvero così male per Neal?
Scossi la testa.
Certo, un po' sì. Nonostante avesse reagito in maniera serena e matura, non era riuscito a nascondere la delusione... era ovvio che gli avessi fatto del male. Confidavo solo nel fatto che col tempo saremmo riusciti a tornare amici come prima. Perché, fortunatamente, avevamo concordato che non avremmo lasciato sfumare così cinque anni di saldo rapporto di amicizia.
Era davvero giunta l'ora di calmarmi, quindi iniziai a prendere dei bei respiri profondi. Non aveva senso continuare a piangere, soprattutto perché non sarebbe servito a nulla. Quando finalmente mi sentii abbastanza tranquilla, chiusi gli occhi e mi poggiai con la schiena contro il nostro solito albero, una sequoia che si ergeva a pochi metri dall'ingresso della foresta: c'era solo il prato della capanna di Anton a separarci. Già, Anton... quando sarebbe tornato?
-Con Neal non avrebbe mai funzionato, hai sempre avuto ragione tu. Mi sono... mi sono appoggiata a lui quando più ne avevo bisogno, perché mi faceva stare bene... è il ragazzo più dolce che conosca. Ma la fiamma non c'è mai stata, suppongo... o almeno non era abbastanza forte.
-Mi dispiace...- sospirò -Avrei preferito avere torto. È solo che siete molto diversi secondo me. Diciamo, tu sei più fuoco, lui... terra.
-Te li sogni la notte questi paragoni?- sorrisi, e lei si lasciò andare in una risata. Effettivamente, era abbastanza sensato come esempio. Ma era il momento di arrivare al dunque, o avrei continuato a girarci intorno per ore: tanto valeva togliermi subito quel sassolino.
-Sto con Killian, Regina.
Dalla maniera in cui aprì la bocca e gli occhi che per poco non le uscirono fuori dalle orbite, fu chiaro che non si aspettasse quella rivelazione. Ovviamente! Erano passate meno di 48 ore e l'unica interazione pubblica che avevamo avuto era stata il giorno precedente a lezione, e quella mattina con un semplice ed innocente “ciao”.
-La sera dopo la partita è venuto a cercarmi, voleva vedere come stessi e... e dirmi che non era stato lui. Ma io lo sapevo già. Poi... poi abbiamo finito per baciarci. E cazzo, Regina, è stato così intenso che quando ci siamo separati mi sono sentita mancare... e non ha avuto nulla a che vedere con la botta in testa. È stato così... “wow”! Non so neanche come spiegartelo a parole. Quindi abbiamo pensato di vederci ieri sera nella Stanza delle Necessità per parlare un po', cercare di capirci qualcosa. Abbiamo deciso di... di continuare a frequentarci, ma solo in privato. Per il momento. Da una parte perché non voglio ferire Neal... ma soprattutto perché non so se ne vale la pena. Non so se durerà. Potrebbe anche essere una passione passeggera. Non lo so. Lui non ha detto niente ma penso che una tregua dai suoi compagni che per ogni minima cosa lo escludono, gli ci voglia! Pensa se sapessero che proprio io sono la sua ragazza!
Chi meglio di lei poteva sapere? Aveva molti amici Serpeverde, certo, ma nessuno così stretto... non che la odiassero, non che andasse in disaccordo con tutti. Ma l'essere la mia migliore amica non la rendeva esattamente “amata” dai Serpeverde più accaniti e competitivi. La rispettavano e nessuno aveva mai osato prenderla di mira, se non sua sorella, ma solo perché era molto talentuosa e forte di carattere.
Non che Killian fosse timido e riservato, ero certa che se la sarebbe potuta cavare egregiamente... ma era appena arrivato, e dall'essere il più popolare a quello emarginato, il passo era breve.
-Wow.
-Tutto qui?!- solo “wow”? Dopo tutto quel discorso non aveva altro da dire?!
-Non fraintendere. È che devo metabolizzare, Emma. Stai con lui! Ufficialmente!
-Ora non esageriamo. Cioè, sì, ufficialmente, però...
-Emma! E pensavi seriamente di non dirlo neanche a me?!- inaspettatamente mi colpì dietro al collo, facendomi sfuggire un lamento.
-Sei pazza?! Mi hai fatto male!
-Mi sembra il minimo, scema! Se non me lo avessi detto non penso ti avrei perdonata tanto facilmente, anche perché lo sai che facevo il tifo per voi! Mi dispiace per Neal, ovvio, però...
Alla fine ridemmo entrambe, aveva proprio ragione! Aveva realizzato prima di me che tra noi ci fosse qualcosa, ma non era una novità! Era raro che Regina non ci azzeccasse su qualcosa e per l'ennesima volta l'aveva fatto.
-E dimmi... nella Stanza delle Necessità avete solo parlato?
-Regina!- esclamai, ma avvampai tanto da tradirmi da sola. Dio... avevamo passato almeno venti minuti buoni a pomiciare, e non ne ero affatto pentita. Con lui era tutto così... nuovo. Diverso. Mi era anche balenata l'idea assurda di strappargli via i vestiti, per un istante... al pensiero arrossii ancora di più, pur sapendo che poco avrebbe giovato alla mia dignità.
-Non ci hai fatto sesso, vero?
-No!
E quel no mi uscì così forte e squillante che quasi ebbi paura della mia stessa voce. Ma non era l'unica cosa di me a spaventarmi: la convinzione di voler aspettare di finire la scuola, per fare quel passo, se ne era ufficialmente andata a quel paese.
-Gli ho detto che non vado a letto col primo che capita.
-Ma non gli hai detto che potrebbe dover aspettare quasi due anni...
-No... anche perché non credo sarà così.- ammisi, mentre mentalmente mi scavavo una fossa, e anche bella profonda. Forse non consideravo il sesso un tabù quanto la maggior parte degli studenti di Hogwarts, tra i babbani era piuttosto naturale. Un buon 90% delle altre ragazze sopra i 15 anni della casa famiglia, l'aveva già fatto e non se ne vergognava. Certo, non c'era nessuna che potessi considerare un'amica, ma ciò non toglieva che mi fosse capitato di ritrovarmi in mezzo a certi discorsi.
-Killian mi piace, Emma. Sia chiaro. Però non lasciarti convincere a fare cose che non vuoi, chiaro? Se allunga le mani dagli un bel pugno!
-Non lo farebbe mai! In realtà lui è... uhm... tenero. In un certo senso.- forse “tenero” non era il termine più adatto a descriverlo, ma era molto attento e premuroso nei miei confronti. Era galante. Sì, forse era questo il termine più adatto, il che era proprio parte del suo fascino. Perché dovevo riconoscere che i ragazzi galanti ormai fossero in via di estinzione: ascoltandoli, spesso e volentieri mi veniva da vomitare. “Me l'ha data”, “non vuole darmela”, “è una gnocca”, “ha un culo da paura” erano i termini più frequenti che sentivo quando aiutavo Ingrid facendo la cameriera nel punto ristoro per i ragazzi di strada. Ovviamente veniva frequentato anche dai loro amici e compagni di classe, quindi era una vera e propria tavola calda per giovani. Ad uno avevo quasi storto il braccio perché aveva osato un po' troppo, ad un altro avevo versato il succo addosso perché si era permesso di fare apprezzamenti fuori luogo ad una ragazza.
Killian poteva essere anche arrogante e stronzo, ma conosceva senz'altro le buona maniere.
-Ok, volevo solo metterlo in chiaro. E ti prego, se mai lo chiami “tenero”, fammi un resoconto dettagliato della sua reazione!
Ridemmo ancora, al pensiero di come avrebbe potuto reagire il figo e tenebroso Killian Jones se mai gli avessi detto che fosse tenero! Forse avrei dovuto provare, ci sarebbe stato da ridere!
Non vedevo l'ora della nostra seconda serata, l'indomani... forse stavolta avrei fatto io qualcosa di carino.

 

***


KILLIAN POV

-Ok, basta! Non ne voglio più sapere di filtri d'amore, sono abbastanza nauseata così.
-Affascinanti ma inutili. Niente può battere un bacio desiderato...- le feci notare, mettendo via la pergamene a posando finalmente le labbra sulle sue. Erano ancora più morbide di come le ricordavo e profumavano di burro cacao alla rosa. Questa segretezza e gli incontri a giorni alterni non erano proprio il massimo perché amavo stare in sua compagnia, ma per il momento avrei cercato di goderne il più possibile.
Dopotutto avevamo tutta la serata, dato che quel giorno era riuscita ad organizzare l'incontro prima di cena. Ci eravamo esercitati con l'incantesimo accecante, il Finite Incantatem ed un altro paio di sortilegi di media difficoltà che in uno scontro avrebbero potuto essere piuttosto utili. Ci aveva infine elencato una decina di incantesimi di attacco a cui ci saremmo dedicati la settimana prossima, così per i seguenti due incontri avremmo organizzato dei veri e propri duelli di magia. Sarebbe stato divertente, anche perché mi ero già prenotato per fare una dimostrazione con lei. I candidati eravamo io e Regina, dato che eravamo i più veloci ad apprendere, ma la mora aveva deciso di lasciare l'onore a me. Probabilmente sapeva di noi, quella mattina in sala comune me lo aveva fatto intuire.
Così, subito dopo mangiato mi ero diretto di nuovo verso la Stanza e questa volta avevo trovato Emma già dentro. Aveva creato una bella atmosfera ed invece del divano aveva scelto dei morbidi cuscini posizionati davanti al caminetto: perfino scrivere la relazione di 30 centimetri di pozioni era risultato abbastanza piacevole e rilassante. Il tutto addolcito da un po' di caramelle mou.
Dopo un lento e passionale bacio ci separammo per riprendere fiato e la bionda si sdraiò portando le mani sotto il capo. Così la imitai, sistemandomi di profilo per poterla guardare.
-Ieri ho rotto con Neal.
-Davvero?- avevo avuto voglia di chiederglielo fin da subito, poi però avevo pensato che non fosse il caso di iniziare proprio con quel discorso la nostra seconda serata.
-Sì. Alla fine era solo da... ufficializzare. Niente scenate, è andata bene... però ci è rimasto male.
-E tu? Ci sei rimasta male?
In risposta si girò a guardarmi anche lei, inchiodando lo sguardo nel mio. Minimizzava, ma doveva essere stato difficile spezzare il cuore al suo migliore amico. Non volevo che reprimesse ciò che provava solo perché poteva essere un discorso un po' “scomodo”.
-Io ero... sono convinta di ciò che ho fatto. Non mi piace tenere il piede in due scarpe, soprattutto quando so quello che voglio. Il fatto è che...
-Gli vuoi bene. Lo capisco.- conclusi, accarezzandole il fianco per poi prenderle la mano. Sorrise.
-Esatto. So che gli passerà e che saremo amici come prima, il fatto è che... Neal mi ha fatta sentire bene quando nessun altro ci riusciva. Lo scorso maggio... i giorni dopo la terza prova sono stati i più difficili. Io avevo vinto, Graham era morto e mi sentivo tremendamente in colpa. Era un inferno, stavo già male nonostante i miei amici facessero di tutto per consolarmi... e c'era anche buona parte della scuola che mi incolpava.
-Mi dispiace, Swan. So come ci si sente...- sussurrai, ed intanto percorsi con le dita tutto il suo braccio fino ad arrivare al collo e, lentamente, alla guancia; lì asciugai una lacrima solitaria che le stava scivolando. Proprio perché lo sapevo, capivo quanto dovesse essere stata dura, nel suo caso ancora di più. Perché lei aveva perso un amico e nel peggiore dei modi.
-Una sera sono uscita a prendere aria e ho trovato Neal seduto a dar da mangiare ai Mooncalf. Sono delle creaturine dolcissime... così l'ho raggiunto e... non lo so, sono bastati pochi minuti perché mi sentissi meglio. Ci siamo ritrovati a ridere... e poi... è stato tutto naturale.
La abbracciai, sperando di lenire almeno un po' il dolore che quei ricordi dovevano suscitarle. E anche se io e Neal probabilmente non saremmo mai andati tanto d'accordo, sapevo che avrebbe sempre mantenuto un posto speciale nel suo cuore. Lo capivo, l'aveva aiutata a superare uno dei momenti più brutti della sua vita. Era giusto così.
-Mi dispiace, non volevo rendere l'atmosfera così deprimente.- sussurrò tra le mie braccia, stampandomi un tenero bacio sulla guancia.
-Non dire sciocchezze. Per quanto mi piaccia baciarti, siamo qui per conoscerci, no? Non posso che essere contento che tu ti senta a tuo agio a parlarmi anche di cose meno... allegre. Ma cambiando argomento, sono curioso... dove vivi? Quando non sei a Hogwarts voglio dire...
Al che scoppiò in una leggera risata, allontanandomi piano. E pur non avendo la minima idea del perché avesse reagito così, coinvolse anche me.
-Scusa!- esclamò -Solo che è buffo perché alla fine... non è un vero cambio di argomento. Ma non per colpa tua, eh! Voglio solo dire che... non sto tanto bene tra i babbani. Da quando i miei sono morti vivo in una casa famiglia nella periferia di Londra, gestita dalla sorella adottiva di mia madre. In realtà solo pochi anni fa ho scoperto che fossimo imparentate, ma comunque non le piaccio molto perché lei è una Maganò.
-Oh. Quindi... non immaginavo, mi dispiace.
-Non hai di che scusarti. La mia casa ora è Hogwarts, pur coi suoi alti e bassi... alla fine ai bulletti ci sono abituata fin da quando ero piccola. Un tempo ero sensibile, forse un po' troppo... ma alla fine ho imparato a gestirli. Se mi rubavano il cuscino, io mettevo piccoli palloncini pieni d'acqua nei loro! Sai le urla... e come mi divertivo!
-Diabolica, Swan!- esclamai, al che scoppiammo di nuovo a ridere. Non riuscivo però a fare a meno di pensare a quelle parole, perché implicitamente stava ammettendo di essere stata vittima di bullismo per anni. Io avevo di certo avuto i miei problemi, ma almeno quello non lo era mai stato. Anzi, a pensarci bene, il bullo ero stato io per un periodo... ma solo coi maschi! Avevo sempre avuto un certo rispetto per le bambine, anche quando ero piccolo e con un padre che di certo non mi dava il buon esempio.
-Già, basta parlare di me però. Raccontami qualcosa tu! Sei sempre stato un bad boy tenebroso?
-Quindi mi vedi come un bad boy tenebroso?- sollevai un sopracciglio, divertito. Quella annuì con una risatina, ed io decisi di non ribattere. Anche se non ero certo che fosse un complimento!
-Diciamo che mi piacciono le giacche di pelle. E non sono mai stato uno “sfigato”, ero il più figo della classe fin da piccolo!
-Ti strozzerai col tuo stesso ego prima o poi... pensi di essere il più bello della classe?
-Evidentemente sì, perfino della scuola. O dubito saresti qui sdraiata tra le mie braccia!
-Non ti sopporto quando te la tiri così tanto.
-Sì, sei adorabile anche tu, dolcezza!- la presi in giro, stampandole un nuovo bacio su quelle dolcissime labbra. Non era facile star loro lontano troppo a lungo, nonostante fossero passati soltanto tre giorni dalla prima volta che le avevo assaporate. D'altra parte, mi piaceva che per il momento quella relazione fosse soltanto nostra... avevamo così tanto da scoprire l'uno dell'altra. Ed era molto piacevole potercene parlare tranquillamente in quell'angoletto fuori dal mondo, indisturbati. Era un posto solo nostro, dove potevamo essere noi stessi. E perfino rotolarci su un morbido tappeto tra i cuscini senza che fosse imbarazzante. Certo, difficilmente avrei potuto imbarazzarmi, io... ma lei, era tutta un'altra storia.
-Comunque, come credo di averti detto, vivo con mio nonno a Galway...
-Galway! Sapevo fossi irlandese, si sente, ma... so che lì è bellissimo!
-Sì, lo è sicuramente. Coi miei vivevo a Drogheda, sulla sponda opposta; era una città più grande quindi ho dovuto abituarmi alla tranquillità, ma ho imparato ad apprezzarla. Quando mi sono... rimesso, abbiamo passato l'estate in viaggio. Prima di quello, i miei genitori al massimo mi avevano portato a Dublino dato che avevamo il mare vicino casa. Ero giusto stato a Londra con la scuola un paio di volte. È stato bello comunque, ad un certo punto abbiamo affittato una barca per girare le isole di Aran e ho scoperto di essere un bravo timoniere!
-Forse sei stato Capitan Uncino in una vita passata!- scherzò la ragazza, e non seppi cosa me lo fece fare... non era mai successo. E avevo sempre pensato che non sarebbe successo mai. Eppure, senza pensarci più di tanto, sollevai la mano sinistra.
-Più che in una vita passata, io direi in questa.
-Io l'uncino non lo vedo.
-No, ma potrei metterlo. Avanti, prendimi la mano. Forza.
Quella sembrò confusa, ma decise di obbedire. La studiai attentamente e la vidi reagire esattamente come la prima volta che mi aveva afferrato la mano sinistra. Fu una specie di sussulto, un qualcosa nel suo sguardo... non era mai accaduto. Nessuno si era mai accorto di nulla, ed a nessuno avevo mai detto nulla. Perché avrei dovuto? Ma lei... con lei era stato diverso. Lei aveva percepito qualcosa, avevo letto una strana inquietudine nei suoi occhi un paio di giorni prima e per questo motivo avevo interrotto subito la stretta di mano, fingendo fosse colpa di una scossa.
-Killian...- sussurrò, accarezzandomi le dita -Non vorrai dirmi che...
-Esattamente, tesoro.
 

EMMA POV


Ora aveva senso.
Ecco cos'era quella strana sensazione che mi aveva assalita la prima volta che avevo stretto la sua mano sinistra. Non riuscivo a crederci, ma allo stesso tempo era così ovvio e semplice da comprendere! L'avevo sentita estranea, come se non stessi toccando lui, come se quel tocco non mi infondesse lo stesso calore che solo lui sapeva farmi provare. Ed era così, infatti: non era la sua mano quella, era una protesi. Una protesi esteticamente perfetta, il che spiegava come mai non me ne fossi accorta prima... e probabilmente nessuno lo aveva fatto. O forse Zelena sì? Lei aveva avuto l'occasione di toccarlo davvero – ma no, non era quello il momento di pensarci.
Gli sfiorai le dita delicatamente, così calde e morbide che risultava difficile credere non fossero reali. Se non per il fatto che il mio corpo reagisse a lui, al vero lui, in qualche modo.
-Sembra vera. Puoi farci tutto?
-Sì, Swan. E posso anche percepire qualsiasi cosa, anche se in maniera meno amplificata. Posso sentire la tua pelle, il tuo calore... ma meno che con l'altra. E se mi rompessi un dito sentirei dolore ma in modo più leggero, come se fosse una distorsione diciamo. È opera di un curatrice del San Mungo che si occupa di estetica, è un'esperta di Trasfigurazione. La parte più difficile è stata abituarmici, ma ormai neanche ci faccio caso. Nessuno prima di te si era accorto che ci fosse qualcosa... mi spieghi come hai fatto?
-Sensazione- risposi istintivamente -Voglio dire... ora non montarti la testa o giuro che ti faccio del male, ma quando... quando ti sfioro... sento che sei tu.
Il suo ghigno compiaciuto mise a dura prova la mia forza di volontà, ma decisi di non ribattere. Era un momento... delicato. Forse. Non riuscivo a capire come sentirmi a riguardo, soprattutto perché Killian stava facendo il possibile per nascondere quanto quella rivelazione gli pesasse. O forse non gli pesava? Il mio sesto senso continuava ad avere delle falle con lui...
Ero dunque davvero la prima con cui lo aveva condiviso? La prima a conoscere la verità a parte suo nonno? E poi non riuscivo a fare a meno di chiedermi come fosse successo, se fosse o meno dovuto alla faccenda dell'Obscurus. Non ci eravamo neanche avvicinati al discorso, finora, mi aveva solo accennato qualcosa quella sera in cui, in quella stessa stanza, mi aveva consolata. La prima volta che avevo avvertito quel legame. Non lo avrei mai dimenticato.
-Hai una mano finta e sei comunque il miglior cercatore che Serpeverde abbia mai avuto...- decisi di sdrammatizzare, e l'effetto fu immediato. Il ragazzo rispose con una risata, il cui suono mi piaceva più di quanto avrebbe dovuto. Non potevo essere diventata così sdolcinata!
-Devo prenderlo come un complimento, splendore?
-Considerando che mi hai quasi battuta, io direi di sì.
-Ah, certo! E poi sono io quello che se la tira, Swan!
I miei riflessi mi tradirono, così non riuscii a sfuggire in tempo prima che mi intrappolasse in un attacco di solletico. Ci ritrovammo a ridere e rotolarci tra tappeti e cuscini, ed io mi sentii viva come non mai. Non ricordavo quando fosse l'ultima volta che mi ero sentita così libera, felice, spensierata...
-So che sei curiosa...- biascicò, fermando quel gioco che aveva fatto tornare entrambi bambini. Si teneva su con le braccia, il mio corpo era intrappolato tra il suo ed il pavimento. Volevo solo baciarlo...
-Di cosa...
-Della mano. Ti si leggeva in faccia.
-Mi dispiace- arrossii, tentando inutilmente di abbassare lo sguardo: i suoi occhi erano come due calamite.
-Ma ti giuro che non mi importa, non mi cambia niente, non...
-Tu ti sei aperta con me molto più di quanto abbia fatto io.
Chi avrebbe mai pensato che quel ragazzo irritante e pieno di sé si sarebbe dimostrato così... profondo? Quel giorno sul treno avrei riso se qualcuno mi avesse detto che avrei perso la testa per lui. Anche se era esattamente allora che avevo iniziato a perderla, solo che non lo sapevo. Era come se ci stessimo scoprendo a vicenda... come se stessimo vivendo quell'avventura insieme. Per la prima volta. Forse era sciocco da parte mia, forse a parlare era quella bambina che notte dopo notte aveva sognato di sentirsi amata, ma speravo con tutta me stessa che tra me e lui funzionasse. Non eravamo così diversi quanto avevo pensato all'inizio, e attimo dopo attimo me ne rendevo sempre più conto... era così anche per lui?
-Per... separarmi dall'Obscurus, ci hanno fisicamente... divisi. Mi hanno indotto una trasformazione e, ora non saprei dirti con quale incantesimo, hanno intrappolato la “cosa” in una bolla... al principio. Prima che si diffondesse di nuovo e... è cresciuta dentro la bolla, ma una piccola parte era rimasta attaccata alla mia mano. Hanno provato vari metodi ma non c'era niente da fare... e alla fine gli ho detto di tagliare e basta. E questa è la storia di come sono diventato una versione giovane e oserei dire molto sexy di Capitan Uncino.
Da una parte volevo dargli un pugno per quel suo continuo tirarsela che rovinava anche i momenti più profondi, dall'altro avevo una gran voglia di stringerlo forte e poi baciarlo. Era perfetto così e aveva ragione, era davvero sexy. Cosa me ne importava se aveva una mano in meno?
Scelsi quindi la seconda opzione. Il momento per parlare, per oggi, era scaduto.
Avrei fatto bene a ricordarmi di tenere a freno gli impulsi, anche se stavo iniziando a pensare che, dopotutto, non ci fosse nulla di sbagliato a desiderare... di più. Probabilmente ero una persona orribile, ma con Neal avevo creduto di non essere pronta semplicemente perché non ero attratta fisicamente da lui. Non così.
Con Killian era tutta un'altra storia. Il fuoco mi bruciava dentro.



 

Angolo dell'autrice;
Ciaooo! Ebbene sì, ce l'ho fatta a riprendere anche con questa storia e ora spero sarò di nuovo puntuale con entrambe xD
Credo Sharing sia un titolo adatto al capitolo, perché è centrato appunto sulla condivisione. I sensi di colpa di Emma per non aver condiviso la verità con tutti i suoi amici, e la condivisione con Regina. Per ora si è sentita di raccontarlo soltanto a lei, perché sarebbe stato peggio dirlo a tutti tranne che a Neal. E raccontarlo a lui è presto, visto che lo ha appena lasciato ufficialmente... e ci sta male, visto che gli vuole bene.
Regina è ovviamente contenta, ha sempre fatto il tifo per loro... ma ha messo subito in chiaro che si aspetta lui la tratti bene!
Ma di quello credo non debba preoccuparsi... Killian è cotto a puntino e gli piace passare i momenti con Emma, anche solo chiacchierando. Se da una parte trova piacevole tenere la relazione soltanto per loro, dall'altra gli pesa un po' avere del "tempo limitato" da passare insieme. Comunque nella stanza riescono ad essere liberi, e oltre a studiare e scambiarsi tenerezze trovano il coraggio di aprirsi sul loro passato (e presente). Emma gli ha parlato della sua infelice vita fuori da Hogwarts, lui invece le ha confidato qualcosa che nessuno sa, all'infuori di suo nonno. Ecco svelato il perché quella reazione di Emma un paio di capitoli fa. In qualche modo ha percepito il "corpo estraneo", esteticamente perfetto e quindi irriconoscibile se non per qualche ragione più profonda. Ma ovviamente non le importa affatto, e lui si è tolto sicuramente un bel peso. 
Questo è stato un capitolo tranquillo, ma già dal prossimo la storia continuerà ad evolversi... con l'Oscuro e tutto il resto.
Grazie come sempre a chi segue, recensendo o in silenzio. Un abbraccio e a presto!

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Capitolo 19
*** The storm after the calm ***


The storm after the calm
 



EMMA POV

-Tesoro, un altro bicchiere d'acqua? O posso... non so... chiamare Regina?
Suonava preoccupatissimo e mi sentivo in gran colpa per non essere in grado di dargli una risposta più chiara... ma tutto ciò che riuscii a fare fu scuotere la testa.
Non era la gola secca il problema e non stavo male. Se avessi avuto bisogno di parlare con qualcun altro ci avrei pensato da sola, avrei chiamato quelli che erano i miei migliori amici da cinque anni. Invece, istintivamente, era stato il primo a cui avevo pensato quando mi ero svegliata in preda al panico. Ora, però, ero così scossa che non riuscivo nemmeno a parlare. Non era stato un incubo, era stato qualcos'altro... come quando il signor Nolan era stato attaccato.
Tredici giorni esatti erano passati dal mio ultimo brutto sogno, dal mio primo bacio con Killian. Era come se avesse portato via tutta la negatività che avevo dentro; mi ero abituata alle nottate tranquille, ai bei sogni. Soprattutto quando, un giorno sì ed uno no, mi cullavano i più bei baci della buonanotte che potessi desiderare. Con l'aiuto di Regina riuscivo a gestire le serate col mio nuovo ragazzo senza destare sospetti e, anche se con Neal le cose continuavano ad essere un po' imbarazzanti, riuscivo a divertirmi serenamente coi miei amici. Studiavamo, giocavamo a scacchi, chiacchieravamo stretti nelle coperte davanti al fuoco.
Amavo quella normalità, e odiavo che fosse stata così inaspettatamente interrotta.
Non appena riacquistata la lucidità, avevo sentito la necessità di vedere Killian e raccontargli tutto. Così, nonostante fosse abbastanza rischioso mandare un messaggio tramite un elfo domestico all'alba del sabato mattina, l'avevo fatto, poi ero corsa ad aspettare nella Stanza della Necessità.
-Emma, se non dici niente io non so come aiutarti. Quel coso mi ha detto che era urgente, che gli sembravi più pallida di un fantasma... ed effettivamente ha ragione.
-Scusa.
-Non c'è problema, ma sei sicura di stare bene?- mi domandò con cautela, per la terza volta nell'arco di dieci minuti. Non riuscii neanche a prendermela con lui, perché non aveva tutti i torti, mi stavo comportando come una pazza.
-Sto bene.- dissi infine, dopo aver preso un gran respiro -Solo che ho fatto un sogno che... che non è un sogno. Era una profezia. Rumple la stava ascoltando da una strana bambina, che poi ha ucciso...
-Aspetta... cosa?- mi interruppe sconcertato -Rumple ha appena ucciso una bambina?!
-Sì. No. Cioé, aveva l'aspetto di una bambina ma non lo so... era un Oracolo. Almeno così ho capito.
Rimase quindi in attesa e mi afferrò la mano. In qualche modo mi aiutò a raccogliere un po' di coraggio: se non altro avevo smesso di tremare come una foglia.
-Ok. Il fatto è che... se questa profezia si rivelasse veritiera, è possibile che l'unica maniera per sconfiggere Rumple sia... allearmi con lui. Se così fosse, siamo fottuti.
Un altro respiro, poi riportai il più dettagliatamente possibile le parole che aveva pronunciato la ragazzina, cercando di non tralasciare nulla. Il lato positivo di quegli strani sogni era che riuscivo a ricordarli nitidamente anche una volta sveglia, nonostante spesso avrei preferito dimenticare.
Più andai avanti e più il ragazzo si fece confuso, proprio come me. I soggetti non c'erano, ma Rumple aveva chiaramente detto che quella era la profezia che ci riguardava... quindi mi sembrava ovvio che fossimo noi. E se “Luce e Buio le loro forze uniranno,/e quel giorno le lotte al potere cesseranno.” voleva dire ciò che pensavo, eravamo veramente finiti. Non si sarebbe mai alleato coi buoni per contribuire alla sua stessa fine! Per quale ragione avrebbe dovuto?
Tuttavia, era un altro il motivo per cui mi ero svegliata tremante.
Una sensazione di gelo aveva percorso il mio corpo un attimo prima che mi svegliassi. Come uno strano sentore di... morte. E quando ero finalmente riuscita ad aprire gli occhi, avevo percepito qualcosa... Come se qualcosa di terribile sarebbe successo da un momento all'altro: me lo sentivo fin dentro le ossa. Come se una tragedia incombesse su di noi. E anche con la mano stretta in quella di Killian, ancora non ero riuscita a liberarmene.
Decisi a quel punto di condividere anche quello, cosa che avrei fatto più tardi col resto dei miei amici e gli altri del gruppo di Difesa quella sera stessa. Se c'era qualcosa di reale, dovevo assolutamente avvertirli di stare attenti. Di non allontanarsi dal castello o roba del genere.
Prima di rendermene conto mi ritrovai nello stretta abbraccio del mio ragazzo e solo in quel momento realizzai che lacrime salate stavano scivolando lungo le mie guance, fino agli angoli della bocca. Il fatto era che, in tutta quella storia, avevo così tanta paura di perdere le persone che amavo... e non l'avrei mai sopportato. Non ne potevo più di quella vita, perché non ero potuta nascere normale?! Non mi interessava essere la Salvatrice! Avrei preferito un miliardo di volte avere i miei genitori, essere una comune studentessa, pensare al mio futuro e nel frattempo divertirmi coi miei amici.
Invece, al futuro non riuscivo a guardare neanche con occhi socchiusi. Perché se lo facevo... non riuscivo a vedermi.
Probabilmente un futuro non lo avrei mai avuto, ma ciò che più mi spaventava, era rischiare di trascinare altri con me. E pensare che avrei dato la vita in quello stesso istante se fosse servito a salvare quelle delle persone che amavo!
-Scusami!- borbottai con voce spezzata, tirando su col naso -E' che sono così esausta...
-Ci sono io per questo, no? È sabato, piove a dirotto e non c'è lezione... restiamo qualche ora qua, ho io un paio di idee per tirarti su il morale. E se vuoi parleremo della profezia.
-Non lo so... se sparisco così... già non so quanto reggerà la copertura di Regina...
-Oh, avanti, le faccio recapitare un messaggio dove le chiedo di dire agli altri che hai qualcosa da raccontare ma prima vuoi stare un po' da sola a riflettere. Non è propriamente una bugia.
Alzai lo sguardo nel suo, trovandola effettivamente una buona idea. Poteva funzionare. Non sarei stata sola, ma a parte quello avevo davvero bisogno di riflettere prima di condividere la notizia anche con tutti loro. Regina sarebbe stata comprensiva e non avrebbe fatto domande: ero sicura che, sapendomi con Killian, non si sarebbe preoccupata. Si fidava di lui quasi quanto me.
-Ok ci sto. Restiamo qui fino a pranzo, se per te va bene...
-Ma con piacere, lo sai...- ammiccò facendomi, mio malgrado, sorridere. In fin dei conti avevo fatto bene a chiamare proprio lui: era già riuscito a farmi sentire un po' meglio e la prospettiva di trascorrere mezza giornata insieme mi piaceva ancora di più. Iniziavo a pensare che molto presto sarei stata pronta a rivelare la nostra relazione anche agli altri e speravo vivamente che anche lui la pensasse così. Ma non volevo parlarne adesso, perché per il momento era ancora un po' presto.
-Dai, smettila di fare lo scemo e dimmi cosa pensi della profezia.- tagliai corto. Non solo perché era il motivo per cui avevo voluto vederlo, ma anche perché una volta chiuso il discorso avremmo potuto dedicarci ad attività più rilassanti e piacevoli. Preferii comunque tenermi quella parte per me dato che, conoscendolo, avrebbe subito colto l'occasione per farmi notare il doppio senso.
Non che un letto mi sarebbe dispiaciuto, in quel momento... saremmo stati molto più comodi, soprattutto perché ero stanchissima, avendo dormito 5-6 ore al massimo.
-Così su due piedi non so cosa dirti, Swan. Però se la profezia vi riguarda, Luce e Buio dovreste per forza essere voi. Però se hai notato... insomma, se sei stata precisa con le parole, una volta c'è la parola Tenebre, mentre Luce non cambia. Voglio dire, il fatto che siano utilizzate due parole diverse potrebbe voler dire qualcosa, no?
Rimasi a bocca aperta: non ci avevo minimamente pensato, quando aveva perfettamente senso! Che fosse sveglio mi era ormai chiaro, ma questa volta si era superato e probabilmente aveva ragione. Era parola per parola che avremmo dovuto analizzare, non solo il contesto: la scelta delle parole avrebbe davvero potuto essere la chiave!
-Perché non ci ho pensato?! Sei un vero genio Killian Jones!- esclamai, gettandomi sulle sue labbra così prepotentemente che per poco non finimmo a terra. Decidemmo quindi di concederci più di qualche istante di passione prima di tornare seri, tanto che mi fermai solamente quando realizzai di averlo praticamente incastrato contro il muro. Ultimamente stava diventando sempre più difficile contenermi, e a quel pensiero mi sentii avvampare di colpo. I pensieri che il mio corpo stretto al suo mi suscitavano, erano tutt'altro che innocenti.
-Che succede tesoro? Non resisti più al mio fascino e vuoi saltarmi addosso? Ah aspetta, l'hai appena fatto...
Al suo sorrisetto malizioso risposi con una bella gomitata tra gli stinchi e il suo lamento di dolore fu decisamente gratificante.
-Ma perché devi essere così violenta? Certo, se lo sei anche a letto non è che mi dispiaccia...
Stavolta la gomitata si trasformò in un calcio e il ragazzo finì più che meritatamente a terra: nel frattempo pregai di non avere assunto il colore del mio maglione bordeaux. Dio, perché doveva fare certe allusioni così... dirette! Chissà che idea si era fatto di me... e cosa avrebbe pensato una volta scoperto che fossi vergine. Sarebbe rimasto deluso? Forse avrei potuto evitare di dirglielo, mi sarebbe bastato fingere di sapere cosa stessi facendo... e cazzo! Stavo praticamente dando per scontato che ci avrei fatto sesso!
Avevo bisogno di una doccia fredda. Ghiacciata.
E poi di dargli un pugno, perché il fatto che avessi certi pensieri era solo colpa sua!
-Cavolo Swan, devo ammettere che hai una bella forza.- disse massaggiandosi il ginocchio, una volta tornato in piedi. Io gli risposi con un'occhiata gelida, nella speranza di aver riassunto il mio solito colorito pallido da abbronzatura svanita.
-Tu non cercartela e vedrai che so essere buona e cara. Comunque, direi di rimandare a stasera il discorso, poi contatto gli altri. Ma confermo, sei stato geniale. E ti ringrazio...- aggiunsi, ammorbidendomi istintivamente -Mi sento molto... meglio.
Sorrise anche lui, poi mi prese entrambe le mani e mi diede un bacio molto più dolce del primo, eppure altrettanto intenso. Così mi lasciai andare ancora una volta e, per quanto detestassi ammetterlo, le tenerezze e le attenzioni che mi rivolgeva stavano diventando una vera droga.
Poi all'improvviso si fermò.
-Odio interrompere il momento. Potrebbe essere stupido, ma anche... importante. Credi sia possibile che Zelena stia lavorando con sua madre per l'Oscuro?


KILLIAN POV

Era il momento giusto per raccontarglielo, me lo sentivo.
Ci avevo provato ad indagare con discrezione, per poterle parlare con qualche prova in mano, ma ormai era passato un mese e non ero riuscito a scoprire un bel niente. Se non che ogni tanto sparisse. Le uniche due volte che ero riuscito a seguirla l'avevo trovata in biblioteca a consultare volumi perfettamente normali ed un'altra era semplicemente andata a lezione di Aritmanzia.
Tuttavia non riuscivo a togliermi quella pulce dall'orecchio ed in fondo Zelena era astuta: se davvero stava tramando qualcosa, magari aveva i suoi modi per nasconderlo.
Quindi, nonostante avessi piani differenti, il sogno di Emma mi aveva convinto, così avevo parlato prima di lasciare che il piacere avesse il sopravvento: poteva essere importante. E se avesse avuto ragione? Se qualcosa di terribile fosse successo e per colpa del mio silenzio non avessimo potuto prevenirlo?
Avrei sinceramente preferito trascorrere una piacevole giornata insieme, soprattutto perché lei ne aveva un gran bisogno, ma non potevo più tacere.
-Odio interrompere il momento. Potrebbe essere stupido, ma anche... importante. Credi sia possibile che Zelena stia lavorando con sua madre per l'Oscuro?
-Cosa?
La bionda strabuzzò sorpresa i suoi bellissimi occhioni, pur rimanendo ferma nella mia stretta. Lentamente la condussi verso il divano, in modo che potessimo finalmente metterci comodi a discutere. Arrivato nella stanza, l'avevo trovata così agitata che non aveva voluto saperne di sedersi.
-Che cosa stai dicendo.
-Probabilmente avrei dovuto dirtelo prima- iniziai -Ma mi sentivo stupido. Mi sento stupido anche adesso perché potrebbe essere tutto un malinteso. Quindi ho provato a... a cercare qualche prova, ma niente. Però... un paio di settimane fa ho intravisto Zelena parlare nel fuoco a notte fonda. Ho fatto una ricerca e ho capito che si può contattare così qualcuno all'esterno e lei stava parlando con sua madre.
Le raccontai quindi tutto ciò che ero riuscito a sentire, con particolare enfasi su quel “lui” che non avevano mai citato direttamente: la ragazza mi confermò che non aveva senso si riferissero al padre. Mi sentii molto meno stupido quando ammise che il tutto era effettivamente sospetto.
-Avresti potuto dirmelo, sai.
-Rischiare di fare la figura dello stupido con la tua nuova ragazza non ti fa esattamente guadagnare punti, Swan.
-Adesso hai rischiato.
-Ho pensato che fosse la cosa giusta da fare.
-E hai fatto bene...- sussurrò, incrociando le braccia pensierosa; -Dovremmo parlarne con Regina, credo. Al momento c'è ben poco che possiamo fare, a parte stare attenti. E comunque... ho fatto un altro sogno tempo fa. Credo che l'Oscuro voglia un erede... con lei.
-Aspetta, che cosa?!- avevo capito bene? L'Oscuro voleva un figlio con Zelena... era seria?
-Sì. Scusa, è che quando ho fatto questo sogno non eravamo ancora... in confidenza. Vorrei tanto poterne discutere con te e gli altri insieme ma...
-Lo so.- annuii. Sarebbe stato più facile, da una parte, se avessimo potuto camminare per i corridoi mano nella mano senza più nasconderci. Tuttavia nessuno dei due era ancora pronto per quel passo e, in qualche modo, non mi dispiaceva che il nostro rapporto fosse, appunto, soltanto nostro.
-Già. Non so più niente, Killian, non so più cosa è vero e cosa no. So di averti shockato ma sinceramente non so che pensare, sono stanca di tutto. So che ti ho chiamato per parlarne, ma possiamo... fare una pausa e riprendere stasera con gli altri?
Se anche avessi voluto discuterne ancora, come avrei fatto a dire di no a quel faccino tanto tenero quanto stanco? Aveva bisogno di distrarsi e pensare a qualcosa di più piacevole... o addirittura non pensare. Mi era capitato molto spesso di sentirmi così e avrei messo la mano sul fuoco che anche lei, in quel momento, avrebbe desiderato vivere una vita diversa... più facile.
-Certo che possiamo.- sorrisi, prendendo la sua mano fredda tra le mie -Faremo qualunque cosa desideri, tesoro.
Deglutì, come se stesse valutando se parlare o meno.
-Sarebbe troppo imbarazzante se facessimo apparire un letto? Così potremo metterci sotto le coperte, parlare di Quidditch... e poi se mi fai i grattini io ti faccio un massaggio.
Non seppi se scoppiare a ridere o essere sconvolto. Nel dubbio, scelsi una via di mezzo.
-Cavolo Swan, nessuno mi aveva mai chiesto così spudoratamente di andare a letto insieme!
E quando il suo bel viso si aprì in un magnifico sorriso, che si trasformò in una fragorosa risata, capii di aver colto nel segno.
Mi colpì prima con uno schiaffetto leggero, ma prima che potesse continuare scattai di corsa per sfuggire alla sua vendetta.
Prima che me ne rendessi conto, mi trovai steso su un letto appena apparso, con la bellissima Salvatrice seduta a cavalcioni su di me.
-Sei lento, Jones...
-Se questo è il risultato, me ne farò una ragione...
Era raro vederla così allegra, perfino i suoi occhi sorridevano. Brillavano dritti nei miei, con le lunghe ciocche bionde che mi solleticavano le orecchie. E aveva un profumo così inebriante, soprattutto unito al calore che emanava...
-Killian... aspetta, aspetta. Non...
-Cosa?
Così come mi era saltata addosso allegra e senza timore, si tirò su in fretta - il viso completamente in fiamme. Cosa diavolo era successo? Non avevo alzato le mani, non mi pareva di avere osato troppo... non avevo fatto altro che afferrarle i fianchi. Forse non ci eravamo mai rotolati in un letto finora, ma i momenti di passione non erano certo mancati in quei giorni e lei non aveva mai dato segno di non gradire.
Sollevai quindi lo sguardo per incrociare il suo, nella speranza che mi facesse capire qualcosa; invece rimase a fissarmi a braccia conserte in silenzio, estremamente imbarazzata – o almeno così sembrava. Certo che era strana quella ragazza!
-Emma, vuoi dirmi cosa ho...
-Dai... davvero non te ne sei accorto?
Abbassò lentamente gli occhi e quando mi resi conto di dove lo sguardo puntasse, non seppi se seppellirmi vivo o aprirmi in una fragorosa risata. Mi ero sempre trattenuto, nonostante fossi estremamente attratto da lei, ma il mio corpo... beh, era tutta un'altra questione. Il rigonfiamento del cavallo dei miei pantaloni parlava chiaro!
-Scusa.
-Non mi sembri tanto dispiaciuto! Non ridere!- squittì, costringendomi a serrare le labbra per non scoppiare definitivamente. D'accordo, era una situazione un po' imbarazzante, ma non poteva non ammettere che fosse anche comica! In fondo... era stato di un riflesso naturale, non l'avevo certo fatto apposta! E poi che colpa ne avevo io? Era lei che mi eccitava, i miei sensi reagivano di conseguenza.
Eppure la bionda sembrava sinceramente turbata, quindi decisi che non avrei passato la successiva mezz'ora a ridere. Ormai avevo intuito che non fosse esattamente esperta, questa era solo un'altra conferma e l'ultima cosa che volevo era farla sentire in imbarazzo.
-Mi dispiace Em, dico sul serio...- asserii quindi, tirandomi su e cercando di ricompormi; le presi le mani, e lei si decise a guardarmi finalmente.
-Non fa niente. Immagino... immagino non sia una brutta cosa. Farti sentire così.

EMMA POV

Non seppi dire per quale motivo mi uscirono quelle parole. Forse per non fare la figura della ragazzina, o forse... forse perché, beh, era così. No? Non c'era nulla di male nel far provare certe cose al ragazzo che mi piaceva, anzi. La mia sola fortuna era quella di essere una ragazza, perché anche lui faceva a me lo stesso effetto... solo non era così evidente.
D'altro canto, ero ormai certa che avesse capito quanto inesperta fossi. Questo avrebbe potuto cambiare tutto...
-No, non è una brutta cosa.- sorrise, senza distogliere lo sguardo -Ma ammetto che non è proprio da gentleman mostrare le proprie...
-Emozioni?- suggerii, ed un attimo dopo ci sciogliemmo tra le risate tutti e due. E poi, come se niente fosse, ci ributtammo sul letto. La voglia di farmi fare i grattini e parlare di tutto e niente era solo diventata ancora più forte, perché ogni attimo che passava realizzavo sempre di più quanto meraviglioso fosse quel ragazzo che in un primo momento avevo deciso di odiare. Forse proprio perché in lui avevo visto qualcosa, ed incoscientemente avevo voluto respingerlo finché ero ancora in tempo... ma ormai era tardi, e andava bene così. Decisi di non dirlo ad alta voce per non rischiare di gonfiare ulteriormente il suo ego smisurato, ma un gentleman lo era davvero – nonostante quel piccolo incidente. Nessuno era mai riuscito a farmi sentire così normale e speciale allo stesso tempo. Neanche Neal.
-D'accordo dolcezza, mettiti comoda se ancora vuoi quei grattini. Intanto ti senti meglio?
-Molto. E se sei bravo, sicuramente starò ancora meglio!

 

***


-Ma che diavolo!
-EMMA! Emma grazie a dio stai bene!
Prima che avessi anche solo modo di dire “A” mi ritrovai nella forte stretta di Neal, che sembrava avesse visto un fantasma. Dal canto mio, non riuscivo a capirci proprio niente.
Erano passate un paio d'ore da quando io e Killian ci eravamo messi a letto, e tra chiacchiere e coccole avevamo finito quasi per appisolarci. Il tutto prima di quel frastuono che in quattro e quattr'otto ci aveva fatti precipitare verso il punto colpito.
C'era il caos più totale, orde di studenti che correvano via ed altri, come noi, si avvicinavano. Per non essere trascinati dalla folla fummo costretti a stringerci contro la parete – l'unica rimasta intatta in quel corridoio. Almeno cinque metri di mura esterne e parte del soffitto erano completamente crollati. Assurdo.
-Sto bene... che diavolo è successo qui?
-I Dissennatori! E... e non lo so! Regina ci aveva detto fossi in biblioteca... abbiamo sentito tutti quel gelo... e ho temuto... ma non te ne sei accorta?
-Co... sì, ovvio che sì. A parte i Dissennatori intendo, loro... loro non fanno crollare mura...- mi corressi subito lanciando un'occhiata alla porta della biblioteca, fortunatamente intatta. Come avrei fatto a spiegare di esserne uscita incolume, altrimenti? Mi voltai verso Killian, e sembrò che Neal si accorse di lui solo in quel momento.
-Cosa ci fai qui Jones?
-Quello che fai tu. E mezza scuola. Agli altri non lo chiedi?
-Basta ragazzi, non è il momento!
-Emma, non lo trovi un po' sospetto? Esplode un pezzo di scuola e lui e qui... abbiamo studiato gli Obscurus l'anno scorso, sappiamo cosa possono fare.
Non seppi dire con quali forze mi trattenni dal colpirlo: pur ancora sconvolta, e con le grida e i brusii di sottofondo, il sangue mi ribollì nelle vene. Potevo capire la gelosia, ma questo era decisamente troppo! Come poteva, proprio lui, mostrare tanta insensibilità?! Se non lo avessi sentito con le mie orecchie, non ci avrei mai creduto!
Killian non riuscì a nascondere un'espressione incredula. Glaciale.
-Dio, non ci posso credere! Sei una testa di cazzo, Neal!
Per fortuna proprio in quel momento – prima che potessi mettergli le mani addosso – si fecero spazio Mary e David , seguiti da Regina, i prefetti di Tassorosso e Corvonero, diversi professori e il preside.
-Silenzio!- esclamò quest'ultimo, a pieni polmoni -Ordine!
L'effetto fu immediato. Tutti si fermarono improvvisamente al suono autoritario della voce di Merlin, sia i curiosi che quelli che cercavano disperatamente di correre via.
-Mettetevi tutti in fila, i prefetti vi accompagneranno ai vostri dormitori. E vi rimarrete fino a secondo ordine.
Dopo aver stretto furtivamente la mano di Killian fui pronta ad eseguire, come tutti, ma il mio occhio cadde su un dettaglio che in un primo momento non avevo notato. Un pezzo di stoffa blu.
-Aspetti, professore.
-Signorina Swan, vale anche per lei.
-Lo so, ma...
-Hai sentito il preside, signorina Swan!- esclamò Blue, ma mentre tutti eseguivano gli ordini io decisi di ignorarla: così, tra le proteste dei professori e dei miei amici, mi precipitai tra le macerie. Troppo scossa per ricordarmi di avere una bacchetta magica sollevai un masso a mani nude: tanto bastò per rivelare il volto di Hansel, un Corvonero del secondo anno.
Il sangue mi gelò nelle vene.
Il ragazzino era vivo. Respirava. Ciò che fermò il tempo, ogni movimento e anche ogni respiro fu la sua espressione. Vuota. Come se dentro non ci fosse più nulla. Un corpo freddo... senz'anima. Dissennato.
-Ripeto.
Lo stesso Merlin, ora, faceva fatica a mantenere un tono fermo.
-Tutti nei vostri dormitori. Immediatamente.
L'ultima cosa che vidi, prima di essere trascinata via da Mary, fu l'espressione inorridita di Killian.



 

Angolo dell'autrice;
Ciaooo! Dopo due settimane, (quasi 3 mi sa) volevo farcela ad aggiornare... avendo una serata tranquilla ce l'ho fatta xD
Killian per Emma è diventato un'ancora, tanto che è il primo con cui ha scelto di confidarsi dopo il suo incubo... una bambina uccisa è abbastanza agghiacciante, anche se solo in "sogno", dopotutto... lui ha saputo coccolarla e tranquillizzarla, ma hanno anche discusso della profezia e forse pian piano riusciranno a decifrarla, se la analizzano come si deve. Killian le ha fatto notare delle cose giuste... vediamo se ci arrivate prima del tempo xD
Lui finalmente le ha rivelato i suoi sospetti su Zelena, pur non avendo trovato altre prove. Si è reso conto che forse insieme riusciranno a fare di meglio ed unire un po' di pezzi per capire cosa sta succedendo...
E alla fine, tra relax e coccole, c'è stato un piiiccolo incidentino da parte di Killian... che non è riuscito a contenere le sue "emozioni" come ha detto Emma xD All'inizio si è abbastanza imbarazzata (e come darle torto...) ma ha deciso di prenderla sul ridere!
Ma ovviamente non potevo darvi tutta questa pace, quindi il loro momento di pace è stato interrotto in un modo molto burrascoso...
Da lunedì dovrei essere un po' più libera, quindi credo tornerò a postare regolarmente! Credo eh xD
Un abbraccio, a presto! :*

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Capitolo 20
*** The deepest fears ***


The deepest fears



EMMA POV

Per quasi 48 ore non avevamo avuto il permesso di uscire dai dormitori.
Non che fosse stato difficile: il pomeriggio dopo l'attacco, aveva regnato il silenzio più totale perfino in sala comune. Eravamo tutti troppo scossi anche solo per scambiarci i convenevoli. La cena, com'era successo solo al tempo dell'apertura della Camera dei Segreti, ci era stata servita in stanza. I piatti erano rimasti pieni almeno fino a tarda notte – quando alcuni non avevano più resistito ai crampi della fame.
Solo l'indomani, con colazione rigorosamente apparsa direttamente sui comodini, la situazione si era un po' sbloccata. Io e i miei amici ci eravamo riuniti in sala comune per mettere qualcosa sotto i denti e chiederci quando Merlin avrebbe deciso di dirci qualcosa. Le lezioni erano state tutte sospese fino a nuovo ordine: meglio così, come avremmo fatto a concentrarci? D'altra parte era frustrante non sapere niente.
Ci era soltanto chiaro che dal Bacio del Dissennatore non c'era ritorno. Il piccolo Hansel era un involucro vuoto, ormai, e non riuscivo neanche ad immaginare come potesse sentirsi Gretel. Raramente avevo visto i due gemelli separati: vivevano praticamente in simbiosi. Li avevo sempre trovati molto dolci, erano anche stati tra i primi – l'anno precedente – a sostenermi. Non riuscivo a credere che non li avrei mai più guardati correre fianco a fianco nei corridoi, spensierati.
E così, la giornata di ieri era trascorsa lentamente, poco meno silenziosa.
Quella situazione di stallo era durata fino a stamattina, quando la Lucas era venuta a prenderci per portarci in sala grande.
Merlin ci aveva informati del fatto che il funerale si sarebbe tenuto privatamente, perché la famiglia era troppo distrutta – giustamente – per presenziare in pubblico. Anche Gretel era tornata a casa. Poi avevamo reso un ultimo omaggio silenzioso per la giovane vita spezzata.
Il preside aveva concluso con uno dei suoi soliti discorsi criptici, che gli stolti ovviamente avrebbero continuato a non capire... ma era chiaro. Hansel era una delle prime vittime di una guerra che sarebbe arrivata prima del previsto.
Ovviamente ci sarebbero state delle conseguenze.
Quidditch sospeso fino a data da destinarsi.
La gita a Hogsmeade di quel weekend cancellata.
Niente passeggiate all'aperto dopo il tramonto.
Un nuovo custode a guardia delle aree esterne del castello era stato assunto fino al ritorno di Anton e il prescelto era un grosso Auror dall'aria seriosa. Speravo davvero che Anton stesse bene e che tornasse il prima possibile da quella missione di cui nessuno aveva voluto parlarci nel dettaglio.
Fu solo lo sguardo di Killian che dopo due giorni incrociò finalmente il mio a tirarmi un po' su. Con la fine di quella reclusione, almeno, avremmo potuto tornare a vederci. Ed anche con Regina.


-Benvenuti ragazzi! Siamo un pochino più stretti del solito ma non ci è sembrato il caso di dividervi in più di tre gruppi.- esordì la Lucas, una volta che tutti avemmo occupato le sedie disposte lungo sei file, al posto dei soliti banchi.
Dato che era venerdì, le lezioni sarebbero riprese direttamente dopo il fine settimana, tuttavia il preside aveva deciso di dedicare quella giornata alla difesa contro i Dissennatori. Gli studenti dei primi quattro anni avrebbero tenuto una lezione teorica, a noi dal quinto al settimo sarebbe toccata quella pratica.
L'incanto Patronus era un incantesimo di livello estremamente avanzato, tanto che non era nel programma scolastico, ma dopo quel terribile attacco sembrava più che giusto.
-Ora, la scuola sarà resa ancora più sicura e non dovrete preoccuparvi di nuovi attacchi. Fino a che seguirete le regole, sarete completamente al sicuro. Né io né il professor Merlin ci aspettiamo che qualcuno di voi riesca ad eseguire un incantesimo di tale potenza, soprattutto dopo una sola lezione. Come sapete non è neanche nel programma dell'anno prossimo e solo chi intraprende il percorso per diventare Auror o partecipa a corsi specializzati impara a padroneggiarlo... e neanche tutti. È una magia molto soggettiva, quindi non rimaneteci male se oggi non riuscsite ad ottenere nulla. Questa lezione è per istruirvi, per mostrarvi che anche le creature più oscure del nostro mondo possono essere combattute e sconfitte. E, ovviamente, non escludo che qualcuno di voi possa mostrare del potenziale. Comunque il Ministero non ci permette di organizzare più di una lezione e in fin dei conti lo trovo giusto. Adesso si è trattato un Dissennatore... ma c'è tanta altra magia oscura contro cui dovete imparare a difendervi: è sbagliato concentrarvi su questo lasciando da parte i vostri studi. Chiaramente non utilizzeremo un vero Dissennatore per questa lezione, bensì un molliccio che ho incantato perché mantenga la forma per alcune ore. Oggi siamo tanti, quindi vi chiedo di rimanere tutti ai vostri posti, vi chiamerò uno ad uno. Tuttavia è necessario che prima capiate l'essenza dell'Incanto Patronus. È qualcosa di completamente diverso da ciò che fino ad ora avete studiato... è un incantesimo emotivo. Dovete fare leva su emozioni profonde, su momenti di pura felicità... e lasciare che mente e cuore ne vengano completamente invasi, ma allo stesso tempo mantenervi concentrati.
Continuò quindi a spiegare l'essenza dell'Incanto Patronus, ed io colsi l'occasione per scambiarmi un'occhiata con Regina, seduta alla mia destra.
-Come stai?
-Bene. Beh. Come te. Come tutti. È stato...
-Già. Perfino tra i Serpeverde è stato tutto... strano. Silenzioso.
-Cosa pensi succederà ad Hansel?
-Se fossi io vorrei che mi lasciassero morire.
-Anch'io.
Era terribile da dire o pensare, ma la morte era effettivamente l'unico rimedio a quella tragica fine. Per i genitori sarebbe stato molto più difficile da accettare, ovviamente... io stessa non avevo idea di cosa avrei fatto se al posto del piccolo ci fosse stato uno dei miei amici. Ma, sinceramente, non volevo neanche pensarci.
-Dici che ce la facciamo a parlare nel pomeriggio o ci rimanderanno subito nei dormitori?- domandai, più a me stessa che alla mia amica.
-Tecnicamente Merlin ha detto che si può star fuori fino al tramonto. Al limite usiamo qualche aula vuota...
-Emma!
Al richiamo della prof sussultammo entrambe, tuttavia quando incontrai il suo sguardo la trovai sorridente.
-Cosa ne diresti di far vedere alla classe come si evoca un Patronus? Potrei pensarci io, ma penso che un'allieva in grado di farlo sia più... motivante!
Ed ecco che si avverava ciò che avevo temuto fin dall'inizio di quella lezione. Non che mi dispiacesse evocare un Patronus, ma avevo notato che ultimamente mantenere un profilo basso era molto più proficuo: nessuno sparlava di me, quando non c'era nulla di cui parlare.
-Forza, vieni avanti! Qui, davanti all'armadio...
Non potendo chiaramente rifiutare, mi alzai in silenzio mentre i mormorii già si alzavano. Era da oltre due anni che sapevo eseguire un Incanto Patronus, ma erano solo i miei amici, l'Armata di Merlin ed i professori ad esserne a conoscenza.
Era stato il professor Mushu ad insegnarmi, l'unico grande insegnante di Difesa avuto oltre alla Lucas. Tuttavia, quando si era sparsa la voce che fosse in grado di assumere la forma di un dragone, aveva dato le dimissioni – ben sapendo che molti genitori non avrebbero gradito. Quella dei maghi era una comunità davvero buffa... a volte avevo l'impressione che fossero meno inclini dei babbani ad accettare la diversità.
-Ora, questo molliccio riproduce un Dissennatore molto realistico. Saprà darvi lo stesso effetto, anche se in maniera meno amplificata. Non sottovalutatelo! Farà leva sui vostri ricordi più dolorosi... e proprio per questo è estremamente difficile concentrarsi su quelli positivi. Ma Emma è la prova che non avete bisogno di anni di esperienza perché questo sia possibile. La predisposizione certamente aiuterà alcuni di voi, ma con la giusta concentrazione e i giusti ricordi, potrete farcela.
Avevo tantissimi occhi addosso, troppi. Cosa che ultimamente mi piaceva molto poco.
Per questo motivo andai a cercare gli unici di cui in quel momento avevo bisogno e non rimasi delusa. Nonostante fosse seduto nell'ultima fila, Killian mi fissava... e fu davvero difficile non sorridere. Quei giorni mi avevano fatto capire che perdere attimi preziosi per la paura di giudizi, o di ferire sentimenti altrui, non valeva la pena. Un po' di sano egoismo non era sbagliato.
Anche perché odiavo vederlo seduto accanto a Zelena. Che avessero definitivamente fatto pace? Non che non mi fidassi di lui, ma in fondo lei gli aveva dato molto più di me...
No. Non avrei perso la concentrazione a causa di quella strega, anche perché in fondo sapevo di non avere nulla da temere. Il nostro legame era qualcosa di... speciale. E lui non aveva occhi che per me, non aveva distolto lo sguardo neanche per una frazione di secondo.
Sapevo quale ricordo avrei usato per evocare il mio Patronus, e se avesse funzionato...
-Sei pronta, Emma? Se non fosse giornata, se non dovessi sentirtela... puoi uscire dal cerchio in qualsiasi momento. Gli effetti del molliccio saranno circoscritti solo qui dentro. Questo anche per assicurarvi che non avete nulla da temere! Inoltre è pur sempre un Molliccio, quindi non ha effetti letali... starete tutti benone!
-Va bene, sono pronta.
Per nulla al mondo sarei uscita da quel cerchio senza aver evocato il mio Patronus. Non per paura delle prese in giro, ero fin troppo abituata... ma per dimostrare a me stessa di essere in grado – in ogni circostanza – di vedere la luce.
La Lucas contò fino a tre, poi con un colpo di bacchetta aprì le ante del grosso guardaroba di legno.
Fu il gelo ad arrivare per primo, seguito subito dalla scura forma incappucciata che fece gridare almeno metà dell'aula. Ma le loro grida giunsero in lontananza... ero troppo occupata a concentrarmi per non tremare di freddo. E per l'oscurità che la creatura mi stava infondendo fin dentro le ossa.
-Emma, se non ce la fai esci! Non importa!
Anche questo giunse come un'eco. Ma non sarei uscita.
Chiusi quindi gli occhi, la bacchetta puntata dritta al Dissennatore.
Non mi avrebbe fatto paura, perché quella solitudine che stava cercando di ricordarmi, non faceva più parte di me. Tante persone che amavo, ricambiavano il mio affetto... e da poco ce n'era una in più a scaldarmi il cuore. Mi faceva sentire speciale, ma non fragile. Forte. I baci, le risate, le chiacchiere tra una cioccorana e l'altra... la prima volta nella Stanza delle Necessità. Mi aveva trovata perché aveva capito esattamente come cercarmi: mi aveva capita. Eravamo così diversi eppure così simili... e nonostante il mio brutto carattere, nonostante avessi fatto di tutto per respingerlo, lui era rimasto. Si era preso cura di me senza volere nulla in cambio.
L'abbraccio.
Fu quell'abbracciò che mi invase la mente mentre pronunciavo la formula, e il vapore argenteo che uscì dalla mia bacchetta si trasformò nel mio meraviglioso unicorno alato. Un solo attimo e il suo corno respinse il molliccio di nuovo nel suo armadio, poi fece un giro dell'aula, prima di corsa e poi in volo. Poi tornò da me, e prima di svanire nell'aria lasciò che accarezzassi la sua criniera di luce.
Infine tornai alla realtà, con tanti applausi in sottofondo. Anche il suo, unito ad un largo sorriso.
-Ecco! Questo sì che è un Patronus, bravissima Emma! Credo proprio che Grifondoro li meriti venti punti, hai alzato parecchi morali qui dentro!
Sorrisi, tornando allegra al mio posto. Avrei dovuto ringraziare la prof, dopo quei due giorni di buio era stato proprio ciò di cui avevo bisogno!
-Beh, se uno deve mettersi in mostra... questo è stato un gran bel modo!- esclamò Regina, dandomi una pacca sulla spalla.


KILLIAN POV

-Killian. Non applaudire!
-Oh smettila. Lo trovi straordinario anche tu, Zelena!
E lo era stato davvero. Era la più straordinaria delle magie che avessi mai visto eseguire. La bacchetta di Emma aveva dato vita ad un unicorno alato fatto di pura luce... una creatura imponente e meravigliosa che aveva respinto l'oscurità in un battito d'ali. Solo a guardarlo sorvolare l'aula mi ero sentito vivo, nuovo. Come se il buio che aveva caratterizzato quelle ultime giornate si fosse dissolto.
-Prima di farvi provare, ragazzi, ripeto: probabilmente nessuno di voi sarà in grado di fare una cosa del genere oggi. Quindi non perdetevi d'animo!
Più facile a dirsi che a farsi. E comunque, più di una volta era capitato che incantesimi di livello alto mi riuscissero dopo pochi tentativi: perché non anche ora? Concentrazione, bei ricordi... non era poi così complicato.
-E comunque questa ha la testa chissà dove. Gli unicorni con le ali non esistono.
-Chi se ne frega.
-Ma che diavolo ti prende? Ti sei preso una cotta per la Swan?!
La rossa mi guardò disgustata, ed io mi costrinsi a fare ciò che ormai iniziava a pesarmi sempre di più. Mentire.
-Non dire sciocchezze. Ci fosse stato chiunque al suo posto, sarebbe stato meraviglioso lo stesso.
Ovviamente non era vero. Ovviamente lei aveva reso il tutto ancora più magico, la sua aura irradiava luce da tutti i pori. E mi era mancata terribilmente in quei due giorni, più di quanto non avrei voluto ammettere. Forse ero uno stupido, forse mi stavo comportando da ragazzino alla prima cotta... ma cosa potevo farci! Passare il tempo con lei era così... perfetto. Semplicemente perfetto. Mi capiva. Ci capivamo a vicenda. C'era quell'intesa che non avevo mai avuto con nessun altro, e quelle lunghe 48 ore mi avevano fatto capire quanto avessi bisogno di una persona come lei nella mia vita.
Tuttavia non me la sentivo di essere troppo crudele con Zelena: soprattutto dopo aver conosciuto un suo lato incredibilmente... diverso. La sera dell'attacco erano andati tutti a letto presto e a mezzanotte eravamo rimasti soltanto noi in sala comune. E così, dal nulla, era scoppiata in lacrime. Nonostante lo shock l'avevo raggiunta sulla poltrona davanti al fuoco e l'avevo abbracciata, senza chiederle spiegazioni. In fondo avevo sempre intravisto quel suo lato sensibile, sotto la corazza da “stronza” che amava indossare. Così ci eravamo spostati sul divano e alla fine mi ero addormentato insieme a lei... ma ovviamente la mattina dopo si era comportata come se nulla fosse, ed io avevo silenziosamente accettato la sua scelta. Era fatta così e basta, ma non era cattiva.
-Forza ragazzi, adesso vi voglio nel cerchio uno per volta! Iniziamo dalla prima fila e così via, in ordine. Se una volta che avete il Molliccio davanti ve la sentite di provare, fatelo... ma non vergognatevi se volete uscire subito. Un Dissennatore è in grado di terrorizzare anche il mago più potente! Comunque c'è del cioccolata per tutti: una volta fatto, prendete una barretta e tornate a posto.
I primi cinque, due Corvonero e tre Tassorosso, furono fuori dal cerchio senza aver neanche tentato di alzare la bacchetta. E ne uscirono così pallidi da confondersi quasi coi fantasmi che giravano per la scuola. Possibile fosse così terrificante l'effetto dei Dissennatori? Conoscevo la teoria, chiaramente, però... erano solo ricordi. Sapevo bene quanto i ricordi potessero essere dolorosi ma... non erano più realtà, in fin dei conti. Crogiolarsi nel passato serviva a poco.
-Piuttosto che scappare come questi rammolliti provo con qualsiasi altro incantesimo.- borbottò Zelena, visibilmente divertita. Non riuscii a non essere d'accordo, scappare come un codardo senza aver neanche provato era fuori discussione! Non avevo la minima intenzione di fare una pessima figura davanti a tutti – e davanti alla mia ragazza, la quale sapeva evocare un Patronus perfetto.
Quando arrivò il turno di Pendragon, la sua convinzione mi fece pensare per un attimo che ce l'avrebbe fatta... e invece mi unii volentieri alla risata dei miei compagni, quando ancor prima che riuscisse a finire di pronunciare le parole dell'incantesimo cadde di sedere, con le gambe all'aria. E mi bastò una breve occhiata con la coda dell'occhio per vedere Emma che stringeva le labbra per trattenersi.
-Silenzio! Quando arriverà il vostro turno vi accorgerete che non è così facile!
-Certo- sussurrò Zelena al mio orecchio -Ma se proprio dovessi cadere, almeno lo farei con stile. Non come un sacco di patate.
Continuammo a ridere sotto i baffi ma fortunatamente la prof si era già concentrata sul Corvonero successivo per fare caso a noi.
Quasi mezz'ora e, proprio come aveva previsto, nessuno riuscì anche solo ad evocare uno sprazzo di luce. In pochi ne uscirono dignitosamente ma nessuno rifiutò la sua barretta di cioccolato. D'accordo, forse era il caso di ammettere che avesse l'aria di essere più difficile del previsto. Ma io ero stato quasi peggio di un Dissennatore, per anni... un momento. E se su di me non avessero avuto effetto? Cosa avrebbe voluto dire? Che ero ancora, in parte, un mostro?
Nonostante tutte le chiacchierate col nonno, non riuscivo a togliermi quell'idea dalla testa... e gli incubi ogni tanto tornavano a ricordarmelo. Non avevo avuto il coraggio di affrontare il discorso neanche con Emma, nonostante avessimo avuto modo di parlare molto.
Fu Regina ad interrompere i miei pensieri. Era l'ultima della terza fila, solo ora realizzai che i prossimi saremmo stati noi.
Esclamazioni di meraviglia riempirono l'aula quando la bacchetta della ragazza si illuminò. Non ne uscì nessun animale argenteo, ma fu abbastanza per far rintanare il molliccio nel suo armadio.
-Dieci meritatissimi punti a Serpeverde! Brasivvima Regina... tutto ok?
La mora sembrò barcollare, ma in un attimo recuperò la grazia che la caratterizzava ed afferrò la sua barretta di cioccolato con un sorriso.
-Certo, sto benissimo professoressa.
-Certo che è brava tua sorella.
-Sì...- mormorò la minore delle Mills -Facile quando ti eserciti con la tua amichetta.
-Forse. Però ci ha fatto guadagnare dei punti.
Non rispose, ed incrociò braccia e gambe mentre Cassidy raggiungeva il centro dell'aula. Emma e Regina si scambiarono qualche parola che non riuscii a sentire, ma era facile immaginare vista la loro allegria.
Infine anche Neal fallì, e anche se la sua faccia bianca come un lenzuolo risultò parecchio buffa, evitai di ridere – per Emma.
Nemmeno Nolan riuscì nell'intento, poi fu finalmente il mio turno. Un in bocca al lupo da parte di Zelena, un'occhiata carica di significato da Emma, e fui dentro al cerchio. Ce l'avrei fatta: potevo farcela.
E invece, fu un attimo. Il tempo necessario perché le ante dell'armadio si aprissero.
-Dov'è papà?
-Tesoro... ce la fai ad alzarti? Ci sono delle persone per te.
-Dov'è papà.
-Ti do' una mano? O se vuoi li faccio entrare...
-Chi. Chi devi far entrare!
Più i secondi passavano e più la paura si faceva spazio fin dentro alle ossa. C'era qualcosa di terribilmente sbagliato nel suo non voler rispondere... qualcosa di terribilmente agghiacciante nel suo sguardo. Come se stesse guardando un... mostro. Ma in quel momento non lo ero... non ero un mostro. Ero solo Killian! O almeno quel poco che restava di lui, quella piccola parte che ancora riusciva a lottare per non perdere la propria identità... questo avrei voluto gridarle. Di non guardarmi come se fossi un mostro.
O forse... forse lo ero? Perché tutti i miei sensi mi gridavano di correre via e non tornare mai più? O di lasciare che il buio mi consumasse, e alla fine avrei finalmente avuto la mia tanto agognata pace. Forse morire sarebbe stato meno doloroso di quella vita che a stento riuscivo a sopportare ormai. Le forze mi stavano abbandonando, se solo avessi smesso di lottare...
-Il Dottor Frank Stein e il suo team col Ministro della Magia.
Cosa? Forse avevo le allucinazioni... forse avevo completamente perso il lume delle ragione... Ministro? Perché il Ministro della Magia avrebbe dovuto cercare me? Che cosa diavolo stava succedendo...
-Non voglio vedere nessuno... Papà? Lui... a lui non piace avere questa gente in casa... la magia... lui non...
-Killian, mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto, non dubitarne mai. Ma devo farlo. Devo farlo per il tuo bene, il procedimento lo richiede e... sei un ragazzo forte, ce la farai... Entrate!
Stava piangendo come non l'avevo mai vista, ed al suo “Entrate” la porta si spalancò completamente.
NOOOOOOOOOOOO!


-Killian! Killian forza, è tutto a posto. Va tutto bene.
Mi ci vollero diversi secondi per aprire gli occhi che non ricordavo di aver chiuso, ed altri ancora per mettere a fuoco il viso di fronte a me. O sopra di me. Quello della professoressa Lucas, dall'aria decisamente preoccupata.
Che cosa... cosa diavolo era successo... non ricordavo niente. Ero entrato nel cerchio, poi ero volato nel passato e... no. No. Assolutamente no.
Mi tirai su da solo, ignorando la sua mano tesa così come il terribile capogiro che seguì, il quale rischiò di rispedirmi letteralmente a terra.
-Cosa è successo?
-Hai solo perso i sensi. Può capitare. Prendi una barretta di cioccolato e vai a riposare un po' in infermeria, d'accordo? È una cosa assolutamente normale...
Normale! Normale fare la figura dell'idiota davanti a tutta la classe?! Svenuto: ero davvero svenuto davanti a più di cinquanta persone!
Nessuno rideva, ma tutti mi guardavano. Nessuno escluso. Espressioni confuse, espressioni sconvolte, espressioni impietosite, espressioni derisorie.
Ovviamente.
-No grazie. Ma penso andrò a prendere una boccata d'aria. Prima di trasformare tutti in scarafaggi.
Fui un attimo titubante, da una parte avrei voluto rimanere per dimostrare a tutti quei mocciosi che l'accaduto non mi avesse toccato minimamente. Ma a quegli sguardi carichi di pietà non sarei riuscito a resistere, ed avrei finito per fare qualcosa di cui sicuramente mi sarei pentito.
Quindi non aspettai nemmeno la sua risposta ed a passo svelto uscii, sbattendomi la porta dietro.


EMMA POV

-Emma, vagli dietro per favore... assicurati che stia bene.
-Ma prof, posso andare io!
-Zelena, tu non hai ancora provato l'incantesimo.
Se si lamentò ancora non riuscii a sentirlo, visto che non me lo feci ripetere due volte e corsi dietro al mio ragazzo, che per poco non aveva fatto a pezzi la porta.
-Killian, aspetta!
Nessuna risposta; neanche si degnò di girarsi e voltò velocemente l'angolo, costringendomi a mettermi a correre per evitare che sparisse dalla mia vista.
Sapevo bene come si sentiva, maledizione, ma che colpa ne avevo io! Né avevo riso di lui, né avevo intenzione di farlo. Nessuno era in grado di capirlo meglio di me e, se solo si fosse degnato di rallentare, glielo avrei spiegato.
-Ti vuoi fermare?!
-No. Lasciami stare Swan.
-Scordatelo!
Uno scatto veloce e mi parai dritta di fronte a lui, a braccia incrociate. Se le buone non gli piacevano, bene, non ero disposta a cedere e si sarebbe fatto andar bene le cattive.
-Emma, per favore. Non voglio litigare, non voglio farti... solo, lasciami in pace.
-Farmi... cosa? Farmi male? Vuoi spostarmi con la forza?
Sospirò.
-No, certo che no. Non lo farei mai.
-Lo so.
Il suo mettersi sulla difensiva, nonostante tutto mi fece tenerezza. Che non lo avrebbe ammesso era chiaro, ma era ancora insicuro perfino con me... ancora non aveva capito che mai e poi mai avrei potuto averne paura. Prima o poi se ne sarebbero accorti anche gli altri, lui non era affatto come lo dipingevano... come, effettivamente, li aiutava a dipingerlo. Aveva minacciato un'intera classe in fondo, ma era tutta scena.
-Per questo te lo chiedo con le buone. Lasciami in pace, voglio stare da solo.
-Stai bene?
-Alla grande. Ti faccio pena, vero? Il povero ex Obscurus che sviene alla vista di un molliccio! Sei come tutti gli altri Swa... ahia!
Se l'era cercata. Lui non mi avrebbe colpita, no, ma io non gli avevo mai fatto intendere che per me valesse lo stesso! Un bello schiaffo sonoro se l'era più che meritato: per quanto fosse turbato, non gli avrei permesso di parlarmi in quel modo!
-Io come tutti gli altri, coglione?! Sei serio! Hai fatto tutto da solo!
-Senti...
-Quando mai ti ho fatto pensare che mi fai pena! Se vuoi saperlo, io ho reagito allo stesso identico modo... più di una volta! La prima ero in treno per Hogwarts, quel coso è entrato e... in breve, i Serpeverde mi hanno presa in giro per settimane.
Finalmente riuscii ad ammutolirlo ed approfittai del momento per trascinarlo nell'aula vuota che avevamo di fronte, prima che qualcuno arrivasse ad assistere allo spettacolo che stavamo dando in mezzo al corridoio. Lui mi lasciò fare, ma rimase in silenzio anche una volta dentro.
-Più sono le tragedie che hai vissuto, Killian, peggiore è l'effetto che un Dissennatore ha su di te. Te lo fa rivivere. Lo so bene. Lo so benissimo. Anche se adesso so gestirlo, vedo ancora la morte dei miei genitori...
-Io vedo me. Che uccido mio padre.




 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Dopo un immenso ritardo riesco ad aggiornare anche questa... ma l'ultima parte del capitolo ha richiesto più tempo di quanto credessi!
Il dissennatore che ha "ucciso" il bambino ha sconvolto tutti, tanto che ha portato i professori a decidere di insegnare ai ragazzi come combatterli. Emma ovviamente lo ha già fatto, quindi è stata subito in grado di evocare il suo patronus (penso capirete perché proprio gli unicorni... se pensate a una puntata di once in particolare), mentre Killian ha sottovalutato gli effetti. Come ha detto Emma, più terribili sono i ricordi e più effetto ha il dissennatore... ma ovviamente cocciuto com'è, non vuole accettare di avere fatto una figuraccia davanti a tutti!
E ora è uscito finalmente qualcosa in più sul suo passato... che si approfondirà presto.
Vado a dormire ora che ho sonno ahahaha grazie a tutti come sempre e alla prossima! :*

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Capitolo 21
*** Harsh Truth ***


Harsh Truth



KILLIAN POV

-Che... cosa?
Non ci credeva. Ovvio. Probabilmente pensava che la stessi prendendo in giro – il che sarebbe stato umorismo molto nero.
Oppure non voleva neanche prendere in considerazione che potesse essere vero.
-Sono serio, Emma. Ho ucciso mio padre.
-Cosa vuol dire che hai ucciso tuo padre...
-Esattamente quel che è. Non nella mia forma, ma cambia ben poco.
Ero stato io, poco importava che fosse successo durante la trasformazione. Avevo perso il senno? Certo. Ma forse, se non si fosse trattato di lui, avrei trovato uno spiraglio di lucidità... se mi fossi trovato davanti mia madre, Milah o una qualsiasi altra persona... chi mi assicurava che non mi sarei fermato in tempo? O forse non sarebbe cambiato niente, ma non lo avrei mai saputo.
E mai, mai avrei dimenticato il corpo esanime e spezzato di mio padre. Ricurvo a causa di tutte le ossa spezzate, gli occhi ancora aperti nella loro maschera di terrore.
E mai, mai avrei dimenticato di essere stato io a causarlo.
-Killian, non è vero... cambia tutto! Io... io so poco degli Obscurus, so quello che è scritto nei libri ma... non eri in te.
Solo quando passò la mano fredda sulla mia guancia mi resi conto di stare piangendo, ma non ebbi neanche le forze per contrastare le lacrime. Avevo già fatto la figura del rammollito davanti a tutta la classe, tanto valeva continuassi a farlo anche davanti alla mia ragazza.
Ero totalmente impotente, e soprattutto mi chiedevo come facessi a non disgustarla. Come potesse non fuggire a gambe levate.
Non avevo le forze per chiederglielo e forse questo mi rendeva una persona orribile – ma non potevo perderla. Non volevo perderla. Era la prima persona con cui riuscivo ad essere me stesso completamente. In tutta la mia vita, non avevo mai avuto nessuno con cui poter condividere ogni aspetto della mia vita. Fino ad ora.
-Vuoi sapere quello che non è nei libri?
-Cosa? Non... cioè, non è che non voglio ma... posso solo immaginare e... non posso chiedertelo. Io... io mi fido di te, non serve.
-Dai, sediamoci. Non me lo stai chiedendo tu, è qualcosa di cui è giusto parlare. È stato parte di me per più di 10 anni...
-Se... se sei sicuro...
-Certo.- le assicurai, accennando un sorriso. Il solo fatto che non le importasse sapere mi convinse ulteriormente a farlo. Era diversa da chiunque avessi conosciuto, si fidava di me pur potendo immaginare le cose orribili che avevo fatto, e sapendone poco e niente. Quello era il genere di relazione che avrei voluto evitare ma, allo stesso tempo, era più di quanto avrei sperato di poter trovare.
Le presi quindi la mano e la portai all'ultimo banco in fondo all'aula, dove ci accomodammo in silenzio, semplicemente guardandoci. Era davvero bella, ma le occhiaie rendevano evidente il fatto che non avesse dormito molto più di me. E come poteva essere altrimenti? Era stata la prima a trovare il corpo privo di vita di quel bambino... e l'unica che ne aveva avuto una visione completa. Dio...
-Prima dimmi come stai tu.
-Sto... abbastanza bene. Ho già visto la morte più di quanto avrei voluto. Sembra orribile da dire, ma sono abituata. Ovviamente sono sconvolta, ma non più degli altri.
Annuii, cercando di studiare attentamente il suo sguardo. Sembrava sincera. Era sincera. Dopotutto, sapeva di non avere alcuna ragione di mentirmi... no?
-Siamo in due ad aver visto cose orribili allora.
-Già.
Poi restammo ancora un po' a guardarci, al che mi domandai se non sarebbe stato meglio andare nel nostro posto. Nella Stanza delle Necessità era sempre stato più facile parlare.
Ma in fondo, era sempre lei. Ero sempre io. Eravamo noi, il posto in cui ci trovavamo non avrebbe dovuto fare la differenza.
-Quando vuoi sono pronto.
-Ok, ma se in qualsiasi momento non dovessi più sentirtela...
-Per chi mi hai preso, Swan. Senti, ho avuto un momento di debolezza ma sto alla grande.
E non avrei certo permesso che un secondo momento di debolezza mi prendesse di nuovo alla sprovvista. Forse parlarne e finalmente condividere quell'esperienza con qualcuno in grado di capirmi, mi avrebbe addirittura alleggerito.
Cominciai quindi a raccontarle della prima volta che avevo manifestato la magia, o meglio, conclusi ciò che avevo iniziato giorni fa a raccontarle, stavolta senza escludere la parte spiacevole. Rimase subito colpita, ma forse neanche troppo: sapeva che diventare Obscurus voleva dire venir oppressa la propria indole magica.
Andai quindi avanti senza tralasciare il minimo dettaglio e mi resi conto che fosse più semplice di quanto avrei immaginato.

-Sei in punizione, per una settimana dopo scuola fili direttamente a casa! Niente pomeriggi a giocare fuori!
-Papà, io non volevo! Ti prometto che non lo faccio più!
-Me lo prometti da tanto tempo eppure continui! Non voglio repliche, ragazzino! Non lo voglio un mostro in casa mia, che ti sia da lezione per la prossima volta!
Brennan colpì il bambino così forte da farlo scivolare a terra, poi senza alcuna pietà si sbatté la porta alle spalle.
Più i giorni passavano e meno Killian riusciva a capire perché dovesse capitare proprio a lui. Lui non la voleva la magia, voleva essere un bambino come tutti gli altri, ma a volte non riusciva a controllare gli impulsi. Riusciva a fare cose senza neanche rendersene conto, ed i colpi che suo padre gli infliggeva facevano sempre più male. Perché suo papà non riusciva a capire che non lo faceva apposta?!
Con le lacrime che scivolavano lungo le guance, una color rosso porpora, si buttò sul letto e strinse forte a sé il maialino di peluche verde con cui dormiva da quando era nato.
Pianse, pianse fino a che ai suoi singhiozzi si unì un grugnito.
O forse aveva sentito male, non valeva la pena smettere di piangere per la sua sciocca immaginazione. Forse suo padre aveva ragione, forse aveva davvero qualcosa che non andava! La magia era qualcosa di cattivo, altrimenti perché sua mamma avrebbe rinunciato? Anche lui voleva rinunciare, solo che non sapeva come fare.
Un altro grugnito. E un altro ancora.
Veniva dal suo peluche.
Lo prese bene tra le mani e lo guardò, e quello grugnì un'altra volta. I peluche non grugnivano, almeno quelli senza batterie... e quel maialino non ne aveva, lo sapeva per certo.
-Smettila! Sta' zitto!
Un altro grugnito.
-Basta! Non voglio. Non voglio, voglio essere normale e forse papà mi vorrà bene! BASTA!
Lanciò il giocattolo sulla poltrona in fondo alla stanza e si strinse forte le mani, voleva farle smettere. Voleva smettere, era stufo di tutte quelle stranezze!
Il grugnito continuò, ma lui decise di non demordere e strizzò forte gli occhi cercando di concentrarsi il più possibile per farlo smettere. Forse, se avesse scoperto come far smettere la magia, alla fine sarebbe andata via da sola.
La testa gli faceva male e perse il conto dei secondi, dei minuti, o forse delle ore in cui rimase fermo in quella posizione con gli occhi chiusi.
Alla fine i grugniti cessarono.
In quello stesso istante, però, un dolore che non aveva mai provato prima lo percosse da capo a piedi. Iniziò a urlare, sembrava che i muscoli, le ossa, la pelle e perfino i capelli stessero andando a fuoco. E allo stesso tempo era come se centinaia di chiodi stessero penetrando la sua pelle... ed infine, quando il dolore passò il limite tra il sopportabile e l'insopportabile, esplose.
Esplose e si sentì trascinare via, fuori dalla finestra.
Quella fu la sua prima volta. La prima di tante, dolorose trasformazioni che avrebbero segnato la sua vita più di quanto immaginasse.

-Sai è... è un dolore difficile da descrivere. È come la Maledizione Cruciatus ma allo stesso tempo ti senti anche andare a fuoco. Fino a che non ho capito che non sarebbe successo, pensavo che sarei morto e... e lo desideravo. Purché il dolore smettesse. Durava solo pochi secondi, ma li percepivo come ore. Credo che senza averlo provato sulla propria pelle, non si possa neanche immaginare...
Un singhiozzo mi costrinse a fermarmi. Non il mio.
Alzai lo sguardo, che era rimasto fisso sulle mie mani mentre raccontavo, ed incontrai quello della mia bellissima Emma, segnato completamente dalle lacrime.
-S... scusa... sono... sono una...
-Scusa... dio, scusami tu! Io non volevo... non... mi sarei fermato. Dovevi dirmelo, non volevo... turbarti...
Rimasi fermo, non seppi neanche se abbracciarla. E se avessi peggiorato le cose? Se in quel momento l'ultima cosa che desiderava fosse il mio contatto? Non volevo farle male e tanto meno volevo vederla piangere per le mie parole. Forse avevo sbagliato...
-Sto... sto bene. È solo che... è così... così... come hai fatto a sopravvivere, Killian?
A quella domanda fissò lo sguardo nel mio, era seria. Si stava davvero chiedendo come facessi ad essere ancora vivo ed io, in tutta sincerità, non lo sapevo.
-Io... immagino perché volevo vivere. Anche quando volevo morire, volevo vivere. Col tempo mi sono abituato, ho incontrato persone per cui in quel momento valeva la pena vivere e... sai, avevo una ragazza. Milah. Credo sia stata la mia ancora.
-La senti ancora?
Scossi la testa. No, non la sentivo più da tanto tempo. Da quella notte d'inferno avevo totalmente tagliato i ponti col mio passato, un passato che comprendeva anche lei. Ma non l'avevo mai dimenticata e mai lo avrei fatto. E come avrei potuto? Forse, in fin dei conti, era il motivo per cui ero ancora vivo. Per cui ero diventato il primo Obscurus con un'anima possibile da salvare.
-E' crudele che non possa sapere di averti salvato.
-Lo so io. Lei andrà avanti con la sua vita, sarà felice senza di me e... e nonostante tutto, non la rimpiango.
-Cosa vuoi dire?
-E' andata come doveva andare. Non tornerei indietro, adesso ho te. Mi ero ripromesso di non affezionarmi troppo a nessuno, e invece...
-Che dolce! Ti sei affezionato a me?- mi prese in giro, ed inevitabilmente mi scappò una risata. Mi ero molto più che affezionato!
-Non osare chiamarmi dolce, Swan.
-Perché? Altrimenti che fai?
-Lo scoprirai, se mai dovessi commettere lo stesso errore...
Fece per aprir bocca, poi però sembrò cambiare idea e strinse le labbra, tornando seria. Non aveva idea di quanto avessi voglia di baciarla in quel momento, e ringraziarla per avermi fatto sentire molto meglio semplicemente ascoltandomi.
-E... poi? Cos'è successo? Solo se ti va, sai...
-Ah... certo. Certo.- ormai avevo deciso di andare fino in fondo, tanto valeva farlo subito. Se alla fine di tutto mi avesse ancora voluto, avremmo avuto tanto tempo per i baci e le chiacchiere. Era rischioso? Certo. Quella stessa relazione era rischiosa eppure, nonostante i miei buoni propositi, mi ci ero buttato a capofitto. A questo punto dovevo e volevo fare le cose per bene, lo meritava.
-All'inizio le trasformazioni sono state molto rare. Una volta al mese, una volta ogni due... il fatto è che la mia magia non era sparita ed ogni tanto continuava a manifestarsi. Quando mio padre se ne accorgeva si arrabbiava sempre tanto e mi picchiava. Ed io per paura di fargli involontariamente male mi chiudevo in me stesso, reprimevo i miei poteri... e l'Obscurus tornava. Più gli anni passavano e più questo succedeva, era come se la mia magia combattesse per uscire, non l'ho mai persa.
Le raccontai poi di come mia madre mi avesse insegnato a controllarmi, per quanto possibile e di come, aldilà di questo, avessi avuto un'esistenza abbastanza normale. Discretamente bravo a scuola, capitano della squadra di football, tanti amici, una ragazza... per questo ero diverso dagli Obscurus citati nei libri. Non mi ero mai isolato o chiuso in me stesso, avevo cercato di condurre una vita più normale possibile; fino a che, nell'ultimo periodo, la situazione aveva iniziato a degenerare rapidamente. Più mi trasformavo, più la magia si ribellava, e più questo mi costringeva a trasformarmi ancora. E le forze avevano iniziato a venirmi meno, insieme al mio autocontrollo.
-Quella notte mi sono ritrovato a letto senza ricordarmi come ci fossi finito... Ero... distrutto. Non riuscivo neanche ad aprire gli occhi, almeno fino a che mia madre è venuta a chiamarmi. È tutto ancora molto confuso, è successo davvero in fretta e... ho dei flash, ma non lo ricordo bene. C'erano mia madre, il Ministro e... dei medimaghi. Hanno fatto fluttuare il tavolo della cucina in camera mia, e il corpo di mio padre era lì... spezzato, senza vita... è stato... e loro mi hanno detto che ero stato io. Che l'avevo ucciso io. Ero in stato di shock, ero senza forze e allo stesso tempo sentivo l'Obscurus sul punto di liberarsi... ero così debole che pensavo sarebbe finita lì. E invece, un momento prima che si liberasse, mi ha colpito una luce dorata... tante luci dorate. Immagino mi avessero circondato, non so dirtelo. Ho visto la creatura nera venire risucchiata in una specie di bolla, piuttosto che diffondersi, e alla fine era rimasta attaccata solo alla mia mano. Stavo male ma ero abbastanza lucido da capire cosa stesse succedendo e gli ho detto di tagliare e basta. Non mi importava. Dopodiché mi sono svegliato in ospedale. Libero. Con accanto quello che ho scoperto fosse mio nonno, da parte di mia madre. Lei è rimasta colpita dall'impatto finale ed era... è... in coma. Dicono che non c'è possibilità che si riprenda, ma mio nonno non vuole lasciarla andare. Il mio percorso è stato abbastanza lungo, tra cure, accertamenti, strizzacervelli... ma alla fine sono uscito dal San Mungo e sono andato a vivere da mio nonno. Dopo l'estate a girare l'Irlanda ho scoperto che avrei potuto frequentare Durmstrang, così in un anno mi sono messo sotto e ho recuperato tutto, fino a dare i Gufo. Non so quale sia il motivo, ho sempre pensato e continuo a pensare possa avere a che fare con l'energia dell'Obscurus, ma ho scoperto di essere... diciamo, dotato nella magia. Non ho mai avuto grosse difficoltà negli incantesimi, la maggior parte mi riuscivano ai primi tentativi... comunque. Da lì in poi sai la storia.
-Non so cosa è davvero successo con quel... ragazzo.
Non disse altro e continuò a guardarmi in attesa. Non mi stava colpevolizzando, voleva solo che concludessi la mia “storia” e aveva ragione. Non che mi disturbasse parlarne, soprattutto sapendo che lei mi avrebbe creduto... non come tutti gli altri.
-E' stato durante una partita... Hai notato che le partite possono diventare violente no? Per fartela breve, diciamo che a Durmstrang c'erano molti più falli. Comunque stavamo volando fianco a fianco, avevamo il boccino davanti... ci stavamo spintonando a vicenda. Con la stessa forza. Il fatto è che c'era brutto tempo e l'altro ragazzo portava gli occhiali da vista e gli si sono appannati credo. È stata una frazione di secondo, ha sollevato la mano per pulirsi e... l'ho spinto proprio in quel momento. Non sono riuscito a fare niente. Nessuno ha potuto fare niente perché la nebbia era fittissima, solo all'ultimo momento il preside è riuscito ad attutirgli un po' la caduta... ma non è stato abbastanza, evidentemente. Ha perso l'uso del braccio e non c'è stato nulla da fare e... credimi, Emma, non lo avrei mai fatto di proposito. E non credo riuscirò mai a perdonarmi del tutto... quando ti ho vista cadere dalla scopa è stato come riviverlo. O forse è stato peggio perché si trattava di te e... se non fossi riuscito a prenderti in tempo, io...
-Ma l'hai fatto.
La ragazza posò delicatamente la mano sulla mia spalla, dandomi il coraggio di alzare di nuovo lo sguardo. Il suo era dolce, l'accenno di un sorriso le incorniciava il volto... e non c'era segno di disprezzo. Neanche il più piccolo. Invece avvicinò la sedia ancora di più alla mia e mi abbracciò, in una stretta che non potei non ricambiare.
Le avevo raccontato tutto ed era ancora accanto a me.
Tirò su col naso, il che mi costrinse a sciogliere la stretta per guardarla in viso. Le lacrime avevano iniziato a scendere senza sosta una dopo l'altra, ma continuò a guardarmi e stringermi forte le mani.
-Scusami...- singhiozzò -Ho cercato di trattenermi, ma... ma... tutto quello che hai dovuto passare, io non riesco a crederci. Non è giusto. Pensavo di avere avuto io un'infanzia di merda e invece... invece non è stata poi così male. Non è giusto Killian, lo so che nessuno è perfetto ma... sei una brava persona e non meritavi tutto quel dolore. E non è giusto che ti vedano per ciò che non hai scelto di essere, non è...
-Non mi importa.- la fermai, cercando di asciugarle la lacrime con le dita -Possono pensare quello che vogliono, non mi importa più. Quel che conta è cosa pensano le persone a cui voglio bene... cosa pensi tu.
-Io penso che tu sia meraviglioso e che io sono stata una stupida a non averlo capito subito!- pianse ancora più forte e si gettò di nuovo tra le mie braccia. La strinsi forte contro il petto, usando tutto l'autocontrollo di cui ero capace per non scoppiare in un pianto liberatorio. Ma quando il suo dolce profumo mi inebriò le narici, divenne molto più semplice e un attimo dopo, come se ci fossimo messi d'accordo, le labbra dell'uno andarono a cercare quelle dell'altro.
Finalmente.
Ci baciammo con forza, con intensità e senza barriere. Le lingue che si cercavano e respingevano, e poi tornavano a fondersi. Anche quando il fiato ci venne a mancare non ci concedemmo che un breve attimo di tregua; poi la ragazza lasciò il suo posto per spostarsi sulle mie gambe, e mentre tornava a baciarmi le sue mani si insinuarono sotto la mia maglia.
Il mio corpo reagì all'istante al contatto e mi sollevai leggermente per riuscire a farla accomodare meglio, ovviamente senza smettere di baciarla. E non riuscii a trattenere le mani che imitarono le sue, spingendosi sotto la camicetta che la copriva. Sussultò leggermente, ma non diede segno di non apprezzare.
Le sue mani salirono lungo il mio ventre, poi passarono sulla schiena; le mie, invece, percorsero lentamente i suoi fianchi...
-Killian...
-Mh...
-Killian... ti prego. Fermati.
E lo feci. Fermai le mie mani lì dov'erano... i mignoli ormai poggiati contro il reggiseno, l'unica barriera che mi impediva di sfiorare le sue forme.
Certo. Certo che dovevo fermarmi. Non era il momento. Non era giusto. Non così. Mi vergognavo solo che avessi avuto bisogno che fosse lei a farmelo notare...
-Scusami, ho inizio io, lo so, è che...
-No...- borbottai, sfilando velocemente le mani -Hai ragione. Non è... il caso.
-Non è che non voglio...- chiarì, col viso completamente in fiamme mentre cercava – senza successo – di alzarsi; -E' che... qui... ora... non...
-No. No hai ragione, hai completamente ragione, lo so. Scusami tu, non avrei dovuto... insomma.
-E' colpa di entrambi.- tagliò corto -Stai meglio?
-Non sono mai stato meglio, puoi credermi Swan.
Ci guardammo un attimo in silenzio, poi scoppiammo entrambi a ridere per la situazione piacevole quanto imbarazzante in cui ci eravamo lasciati trasportare.
La aiutai quindi ad alzarsi e poi la imitai, era giunto il momento di lasciare quell'aula prima che qualcuno ci beccasse in atteggiamenti sicuramente poco consoni all'ambiente. Non avevo intenzione di tornare in aula, tuttavia potevamo sempre fare un salto in cucina e chiedere uno spuntino agli elfi. Sì, era una gran bella idea... e il suo stomaco che brontolò me lo confermò!
-Un'ultima cosa, Killian- mi afferrò la mano prima che uscissi dall'aula -Ti insegnerò ad evocare il Patronus. Scoprirai che quando hai dei ricordi felici è davvero facile... me ne assicurerò io.
Qualcosa mi diceva che non si riferisse all'insegnarmi, quanto al regalarmi ricordi felici insieme.
Qualcosa mi diceva che non sarebbe stato poi così difficile.


EMMA POV

-Eccoti! Non sei più tornata...
I miei amici mi raggiunsero al nostro tavolo da pranzo: che ero stata la prima ad arrivare non essendo più tornata a lezione. Io e Killian avevamo approfittato del fatto che tutti fossero dentro per fare una passeggiata sotto il sole, che rendeva il freddo decisamente più sopportabile. Era stato piacevole, finalmente, rilassarsi un po'... dopo tutto ciò che era successo, nessuno aveva avuto modo di farlo. Non eravamo ipocriti, non avremmo mai dimenticato il piccolo Hansel, ma rinchiuderci in noi stessi e smettere di vivere sarebbe stato come stare al gioco di Rumple. Se l'avessimo sconfitto, sarebbe stato anche in nome di tutti i caduti, degli innocenti che non ce l'avevano fatta.
-Non aveva senso tornare- scossi le spalle -Quindi sono rimasta... fuori.
-Con lui.
-Sì Neal, con lui. Anche lui è una persona, e aveva bisogno di... un'amica.
Odiavo dover continuare a mentire, ma speravo sarebbe stato ancora per poco. Avrei voluto parlare a Killian anche di quella faccenda, dirgli che ero pronta a smettere di nascondermi... e lo avrei fatto, solo non oggi.
-Mh...
-Come sta?- intervenne Mary -Mi è dispiaciuto per lui, sono stati così cattivi...
-Sta bene, non gli frega niente di ciò che pensano quei deficienti. È più arrabbiato con se stesso... per questo ho voluto seguirlo, conosco bene la situazione. Lo capisco.
Neanche Neal trovò nulla da ridire, sapeva bene come stavano le cose. Sia lui che gli altri, erano in treno con me quel giorno.
-Direi che è stato fin troppo bravo a trattenersi.- convenne David -Al posto suo avrei spaccato la faccia almeno ad Arthur, probabilmente.
Non ero del tutto certa che non lo avrei fatto io, ma preferii tacere per il momento. Se fosse stato lui al posto di Killian, se avesse vissuto le stesse cose... altro che perdere i sensi per un minuto! Se la sarebbe fatta sotto. Avevo ancora i brividi al pensiero delle parole del ragazzo, al racconto della sua vita... e lo trovavo estremamente coraggioso per come era riuscito a gestire il tutto. Solo una persona con tanta forza d'animo poteva sopravvivere a qualcosa del genere ed uscirne tanto bene, e trovavo che lui ne avesse da vendere.
-Com'è andata la lezione il resto del tempo, comunque?
-Bene! Cioè, nessuno è riuscito a far uscire una scintilla dopo Regina, ma Zelena si è bruciata le punte dei capelli!
-Esatto. Ed ora sta facendo l'isterica in sala comune!
Regina mi sbucò alle spalle e per poco non mi fece venire un infarto, ma decisi di perdonarla vista quell'informazione! Scoppiammo tutti a ridere all'immagine di Zelena che faceva scappare tutti con le sue scene d'isterismo e i capelli bruciacchiati a renderla ancor più terrificante. Era un vero peccato che mi fossi persa la scena!
Visto che la giornata era tranquilla e pochi avevano deciso di cenare in sala, facemmo spazio alla mora. Solo un paio di bambini del primo anno la guardarono male, ma alla sua occhiataccia si girarono subito e non osarono fiatare.
-Killian stava cercando di calmarla, ma alla fine è venuto a pranzo anche lui.- accennò al tavolo di Serpeverde -Mia sorella è intrattabile. Vuole preparare una pozione riparatrice ma ha già sbagliato. Solo che non mi sono presa la briga di dirglielo... sono curiosa di vedere cosa combinerà.
Ridemmo ancora. Se fosse rimasta pelata, probabilmente avremmo sentito il suo grido in ogni parte del castello! Magari gliene avrei chiesto un po' per versarla nel succo di zucca di Arthur, così forse avrebbe smesso di fare il galletto.
-Comunque penso sia il caso di fare i Patronus al prossimo incontro. Quindi inizia a chiedere alla Lucas di procurarti un molliccio ed incantartelo, eh?
Io e gli altri tre ci guardammo, tutti consapevoli che la nostra amica Serpeverde avesse ragione. Avrei mentito se avessi detto di non averci pensato anch'io, era la cosa più logica da fare dopo l'accaduto. Più persone avessero imparato, più possibilità avremmo avuto di difenderci in caso di nuovi attacchi. L'avremmo fatto e basta, e già il giorno dopo. Ero certa che gli altri si sarebbero liberati di qualunque impegno, vista la serietà della situazione.
E anche Killian sarebbe riuscito. Lo sapevo.




 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Scusate per l'immenso ritardo! Purtroppo agosto per me è stato il mese lavorativo più pieno, come sempre... e mi è mancata l'ispirazione! Ma in questi giorni ho finito questo e scritto altri capitoli quindi posso tornare ad essere puntuale :)
Killian ha trovato il coraggio di raccontare ad Emma una verità molto dura. Ha davvero ucciso suo padre ed anche se non era in sé, nella sua forma umana, è qualcosa che lo ha ovviamente segnato a vita. Per liberare l'Obscurus un'ultima volta e catturarlo, hanno dovuto farlo soffrire e mostrargli il cadavere dell'uomo... ricordandogli fosse stato lui a farlo. Ha funzionato, ha perso una ma è così che se ne è liberato. Purtroppo ci sono state gravi conseguenze per sua madre, l'impatto della magia sprigionata per quell'incantesimo l'ha mandata in coma. E senza la minima speranza di risveglio.
Aveva paura che Emma fuggisse schifata, ma ovviamente non l'ha fatto. Ha invece sofferto per lui mentre raccontava e non è riuscita a trattenere le lacrime. Piuttosto che essere disgustata è invece sorpresa di quanto Killian sia forte. Di come sia sopravvissuto a tanto dolore uscendone così bene. Ha realizzato quanto forte sia e vorrebbe sicuramente che anche lui se ne rendesse conto...
L'intensità del loro momento è stata quasi tale che avessero la loro prima volta in un'aula, ma si sono fermati in tempo perché se li avessero beccati sarebbero finiti in guai molto grossi xD Però ora Emma sa per certo di volerlo e di non avere voglia di aspettare di finire gli studi.
Adesso gli ha promesso di insegnargli ad evocare un Patronus, cosa che sicuramente gli sarà di grande aiuto. Vedremo se ci riuscirà.
Grazie a chi leggerà nonostante sia passato un mese e più dallo scorso capitolo xD Il prossimo aggiornamento sarà puntuale tra una settimana, promesso!
Un abbraccio :)

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Capitolo 22
*** What are we now? ***


What are we now?



KILLIAN POV

-Buonasera Killian. Avanti, siediti pure. Anche se mi sento irresponsabile a lasciarti entrare invece di mandarti immediatamente dal Dottor Whale...
-Sto bene.
Ovviamente non era vero. Lo sapevo io e lo sapeva lui. Non stavo bene, stavo male da quella mattina all'alba, quando mi ero svegliato sudato e bruciante di febbre.
Dopo l'incontro ravvicinato col finto Dissennatore, una volta recuperate le forze mi ero sentito sollevato. Avevo pensato che, se non altro, un incubo non potesse essere peggiore che rivivere quel ricordo come se mi trovassi di nuovo lì.
Mi sbagliavo.
Dopo anni, il mio corpo era esploso di nuovo. Si era di nuovo trasformato in quella creatura distruttiva, dilaniandomi sia fuori che dentro.
E, Dio, era stato ancora peggio di come me lo ricordassi... era stato come morire. O no, forse peggio... non sapevo come fosse morire, ma ero convinto che alla fine portasse la pace... io invece ero stato all'inferno.
In un sogno.
Un maledetto incubo da cui avevo avuto paura di non svegliarmi. All'inizio ero riuscito a rimanere lucido, come se sapessi che non potesse essere vero... ma la frustrazione, il dolore disumano... in pochi minuti mi avevano convinto che fosse realtà.
Quasi.
Mi aveva svegliato Zelena, in preda al panico. Non l'avevo mai vista così spaventata, e poi così sollevata quando avevo pronunciato il suo nome. Mi aveva abbracciato come non aveva mai fatto, con un affetto puro e sincero... forse per la prima volta.
A quanto pare Peter e gli altri due ragazzi con cui dividevo la stanza si erano svegliati per le mie urla, ma non erano riusciti a svegliarmi dallo stato catatonico in cui ero piombato. Avevo avuto una crisi epilettica, secondo loro, oppure qualcosa che ci somigliava tanto. Non avevo saputo cosa rispondere, perché non ricordavo assolutamente niente... il nulla assoluto. La realtà, in quei pochi ma devastanti minuti, per me era stata il sogno.
Ero riuscito ad ascoltare la ragazza per qualche secondo, mentre insisteva per accompagnarmi in infermeria o far addirittura venire il dottore al dormitorio. Ma esausto, davvero troppo esausto per fare qualsiasi cosa, pur spaventato all'idea di riaddormentarmi non avevo voluto far altro. Così avevo borbottato qualcosa come “Lasciatemi dormire, se a lezione chiedono dite che sto male”... e poi, probabilmente, ero crollato.
Quando avevo riaperto gli occhi, erano ormai le quattro del pomeriggio. Mi sentivo ancora uno straccio, ma non più così tanto da non riuscire nemmeno a muovere un muscolo. Così mi ero costretto a farmi una doccia, cambiarmi, e mangiare un paio di merendine rimaste dall'ultima volta a Storybrooke.
Poi, avevo fatto l'unica cosa logica che il cervello mi aveva suggerito. Ero corso nell'ufficio del preside, avevo bisogno di risposte. Avevo bisogno di sapere se ci fosse anche una minima possibilità che i miei timori potessero essere fondati.
-Una tazza di tè?
-No, grazie. Signore, ho bisogno di parlarle. Forse sembrerò pazzo, ma ho paura che i miei... incubi, non siano solo sogni. Ho paura che possa... succedere. Oggi è stato fin troppo reale, è per questo che mi vede ridotto in questo stato. So che mio nonno le ha scritto e so cosa gli ha risposto, però io non sono convinto che...
-Killian. Calmati.
-Ma professore! Non può chiedermi di...
-Calmati. E ascoltami.
Più che ascoltarlo avrei preferito dargli un pugno, quella sua calma perenne mi irritava da impazzire in quel momento... ma decisi di stringere i pugni per il bene di tutti. Picchiare il preside non mi avrebbe certo portato nulla di buono.
-Come ho scritto a tuo nonno, tu sei un caso non raro, ma unico. Quindi non posso darti risposte certe, non posso fare confronti. Tuttavia, confido che tu abbia studiato a fondo la natura di un Obscurus. Sai come nascono. Sai come si formano.
-Sì, ma...
-Magia repressa. È la natura di un Obscurus, Killian. In migliaia di anni è sempre stato così, ed è stato così anche per te. Te ne sei liberato perché hai qualcosa in più, hai una forza che forse nessuno può vantare... ma è “solo” questo. Sei sopravvissuto tenendolo dentro ma gli effetti non sono stati diversi che per gli altri, sei solo stato più bravo a resistere. Quindi la mia risposta alla tua domanda è no. E ne sono convinto. Se non reprimerai i tuoi poteri, non c'è ragione per cui l'Obscurus debba riformarsi. E la mia risposta alla tua seconda domanda è: forse no. Certo, la potenza dei tuoi poteri potrebbe anche dipendere dal fatto che una creatura magica abbia abitato in te... tuttavia io credo che la risposta sia collegata alla ragione per cui sei sopravvissuto. Sei forte. Sei potente, ragazzo mio. È qualcosa che credo faccia semplicemente parte di te, della tua natura... non devi averne paura. Dovresti coltivare le tue capacità, invece, se scegli la strada giusta potresti fare grandi cose... so che sei a buon punto.
Sorrise.
E, odiavo dirlo, ma in qualche modo era riuscito a calmarmi. Ancora non ero del tutto convinto e – come lui stesso aveva detto – era pur sempre una teoria. Ma aveva anche perfettamente senso. Ma rimaneva tanto da digerire: per quanto piacevole potesse essere, non era semplice accettare di avere tanto potere. Perché proprio io? Cosa avevo fatto per meritarli? Chi me li aveva trasmessi? Non mia madre, che non era nemmeno stata abbastanza forte da rimanere se stessa e contrastare suo marito.
-Hai altri dubbi, al momento?
-Sì... no, veramente no.- riflettei. Che senso aveva chiederglielo? Poteva anche avere centinaia di anni, e sicuramente aveva una conoscenza superiore alle menti più grandi... ma non poteva di certo sapere perché fosse capitato a me. Non aveva il controllo sul mondo. E poi, se lo avesse saputo, ero convinto che me lo avrebbe detto a quel punto.
-Bene. Ora credo sia tardi per il tuo... corso extra curriculare.- sorrise, facendomi l'occhiolino.
Alzai gli occhi all'orologio che pendeva a mezz'aria senza toccare il soffitto e sì, era tardi. Ma non avevo comunque pensato di andare: speravo solo che Regina avesse detto qualcosa ad Emma, prima che potessi spiegarle io stesso.
-Sì. Vado a... sì. Vado.
-Prima di andare a cena, dovresti davvero passare dal dottor Whale. Senza offesa, ma hai un aspetto terribile. Mi sorprende che ti regga in piedi, a dire la verità.
-Non voglio passare in infermeria. Ho chiuso con l'essere il rammollito di turno.
-Ah, il “Dissennatore”... certo. Potrei farti un lungo discorso, ma sono certo che la signorina Swan ti abbia già spiegato tutto.
Non potei non notare quel sorriso leggero, quasi malizioso, e sperai davvero di essermi sbagliato. Non riuscivo proprio ad immaginarmi il preside amante del gossip! E in fondo cosa gliene importava a lui della vita sentimentale dei suoi studenti?
-Sì- dissi comunque -Abbiamo... parlato. Ma il concetto rimane. Comunque ho solo bisogno di... non lo so. Non di dottori e medicine. Grazie per le risposte professore, adesso tolgo il disturbo.
-Non c'è di che. Buona serata, Killian.
Gli feci un ultimo cenno e lasciai l'ufficio, scendendo più lentamente di quanto avrei voluto le scale a chiocciola. Ma non volevo rischiare di fare un ruzzolone proprio lì, nel mio stato non sarebbe stato tanto difficile.

 

***
 

-Sei venuto.
-Interessante scelta di parole. Ma sì. Certo.
Non avevo previsto di vederla quel giorno, non in quello stato. Così, mentre tornavo verso la mia stanza avevo deciso di saltare anche la cena e – al limite – chiedere a Zelena di portarmi qualcosa. Quindi mi ero semplicemente appropriato del divano e avevo chiuso gli occhi, fino a che una mano fredda sulla fronte non mi aveva fatto sobbalzare. Regina, ovviamente. E ovviamente avevo ignorato la sua ramanzina sul fatto che scottassi e dovessi prendere qualcosa. Come se non lo sapessi: ma la febbre sarebbe scesa da sola, probabilmente sarei stato bene già la mattina dopo. Era soltanto stress.
Mi aveva quindi comunicato che avevo saltato un incontro piuttosto utile, centrato sui Patronus, ma aveva convenuto che probabilmente non sarei riuscito a lanciare neanche un Expelliarmus in quel momento. Poi mi aveva stuzzicato col fatto che Emma sarebbe rimasta ancora un po' lì, nel caso avessi deciso di raggiungerla.
Se da una parte preferivo che mi trovasse in condizioni migliori, dall'altra non ero riuscito a dire di no. Come avrei potuto andarmene a letto sapendo che mi aspettava?
La bionda alzò gli occhi al cielo per la mia battuta poco felice, poi si alzò dalla sua poltrona davanti al camino e lentamente mi raggiunse, scrutandomi in viso.
-Allora è vero che stai male. Mi dispiace, pensavo che... non avessi voglia di vedere nessuno. Non eri costretto a venire.
Poi mi passò una mano sulla guancia e, probabilmente a causa del calore inaspettato, sussultò. Io, però, già mi sentivo molto meglio.
-Non è niente, Swan. È colpa dello stress, gli incubi... so che capisci. Passerà, sto bene... solo non ero in grado di seguire le lezioni e quindi...
-Almeno hai preso qualcosa? Sembra alta, può essere pericoloso...
-Tu non ti preoccupare, prometto di non svenirti davanti. Volevo vederti, ma sono venuto anche perché... volevo parlarne. Degli incubi intendo.
-Oh. Sì, d'accordo, certo. Allora vieni, sediamoci... però se mi svieni davanti ti picchio.
Risposi con una lieve ma sincera risata, poi mi accomodai accanto a lei.
Anche se la febbre non accennava a volermi lasciare in pace, mi sentivo molto meglio... rilassato. Il caminetto acceso davanti a noi, l'odore inconfondibile di marshmallow bruciacchiati – poi le avrei chiesto se ne fossero rimasti -, la sua mano nella mia... aveva quel che di casa.
Mi venne naturale iniziare dal principio, anche se le avevo accennato dei miei incubi qualche tempo addietro. E lei, a me, dei suoi... era anche per quello che non riuscivo a togliermi dalla testa l'idea che potessero avere un qualcosa di reale. Nonostante il preside non fosse d'accordo.
Lei mi lasciò parlare senza mai interrompere, neanche durante le mie pause per riprendere fiato. Le spiegai le sensazioni che avevo provato, il modo in cui era successo, i miei dubbi ed i chiarimenti di Merlin che un po' mi avevano rassicurato, un po' non riuscivo ad accettare del tutto. Ad ogni modo, mi faceva paura. La sola idea, seppur astratta, che tutto potesse ricominciare da capo...
Era per quello, forse, che i Dissennatori avevano un tale potere su di me. Non mi sarei mai liberato di quel timore: anche se mi fossi completamente convinto che fosse infondato, una piccola parte di me non avrebbe mai smesso di averne paura.
Alla fine passarono un paio di minuti prima che uno dei due riuscisse a dire qualcosa.
-So come ci si sente.- sussurrò -Cioé non... ovviamente non quel che provi tu. Ma quando temi che certi incubi possano essere reali. È orribile. Però io penso che il preside abbia ragione, in questo caso.
-Non dirlo solo per farmi stare meglio.
-Ma no. Ti ho ascoltato attentamente, ma... è il tuo trauma, Killian. Secondo me. In realtà a volte mi chiedo come tu possa essere così normale dopo tutto ciò che hai sofferto. Ma è normale essere “traumatizzati”, e quindi avere il timore perenne che tutto possa ritornare. Credimi, lo so bene. Però stiamo parlando di una creatura conosciuta, non qualcosa di astratto. Sei un mago, non un bambino incapace di controllare il suo potere per una qualsiasi ragione. Vedi l'Obscurus come una creatura magica. Un unicorno nasce da un altro unicorno. Non può nascere da un cavallo. E l'Obscurus nasce da un bambino che non sa controllare la propria magia. Non può nascere da un vero mago e tu lo sei. Capisci cosa voglio dire?
-Sì...- borbottai, ragionando sulle sue parole. Effettivamente quel paragone era ancor più esplicito delle parole del preside e quadrava appieno. Solo perché ero l'unico sopravvissuto, almeno per quanto ne sapevo, gli Obscuriali erano creature conosciute piuttosto bene. Come gli unicorni, i centauri, le sirene. E per quanto odiassi quella parola, “trauma”, sapevo che aveva ragione. Fin dal momento in cui mi ero liberato di quel mostro, avevo saputo che la mia mente non lo avrebbe mai cancellato. E sì, era stato traumatico. Avevo ucciso mio padre. Avevo mandato in coma mia madre, seppur indirettamente. Ci avevo messo tanto tempo per farmene una ragione e andare avanti, ma ciò non voleva dire che l'avrei mai superato del tutto. I ricordi facevano parte di me, mi definivano. Nel bene e nel male e, se anche me ne fosse stata offerta la possibilità, non avrei voluto dimenticare.
-Hai ragione Emma.
-Lo so.- sorrise lievemente, ma tornò subito seria. -Ma questo non rende la tua paura meno reale. Quando ho un Dissennatore vicino, vedo i miei genitori morire di nuovo. Vedo le persone che amo morire davanti a me. E so che non è la realtà, ma non per questo è meno spaventosa.
-Mi farebbe stare meglio riuscire a creare una creatura di luce. Mi insegnerai ad evocare un Patronus?
-Ma certo! La lezione di oggi ti sarebbe stata utile... sei scusato solo perché stavi male.
-Beh, adesso sto meglio. Potrei richiedere una lezione privata... per recuperare...


EMMA POV

Il mio cuore perse un battito, come se percepisse che con quel “lezione privata” non si riferisse affatto al Patronus.
Anche con la febbre e gli occhi arrossati era estremamente attraente, e tutto dentro di me gridava “saltagli addosso”. Non era sbagliato. Non doveva per forza essere sbagliato. Non sarebbe stato sesso senza sentimenti perché quelli, ed ormai era chiaro ad entrambi, c'erano eccome. Ed erano forti.
In più, mi sentivo pronta. Da un po' di tempo avevo ormai realizzato di voler vivere quell'esperienza con lui, quando fosse arrivato il momento. Non avevo paura, soprattutto non in quel momento...
Stava male, avrebbe potuto rimanersene a letto a riposare, invece aveva scelto di passare il tempo con me. Così come aveva fatto ormai più di un mese fa, mi aveva trovata quando avrei voluto essere trovata senza però chiederlo... e mi aveva fatta star meglio. Non mi aveva mai trattata male, nonostante io l'avessi fatto.
Con lui mi sentivo speciale in un modo tutto nuovo.
Non risposi a quella sua domanda che poteva voler dire tante cose, invece mi spostai a cavalcioni sulle sue gambe, per poterlo guardare dritto in viso. Posai una mano sulla guancia calda e, mentre la facevo scendere lentamente lungo la pelle, dischiusi le labbra per catturare le sue – e quelle non tardarono a ricambiare.
Più il bacio mi faceva mancare il fiato e più mi sentivo sicura, tra le braccia di quel ragazzo che mi aveva capita come nessuno fino ad ora. Le sue mani si insinuarono esperte sotto la leggera maglia di cotone che mi fasciava il corpo, esplorando e massaggiando la mia schiena dal basso verso l'alto e viceversa.
Attimo dopo attimo, intanto, il mio basso ventre pulsava sempre più insistentemente... ma anche il suo. Lo sentivo chiaramente. Mi desiderava, così come io desideravo lui.
C'era solo una cosa che volevo chiarire, prima di andare fino in fondo. Liberarmi di quell'ultimo peso che aleggiava sulla nostra relazione.
-Killian...- sussurrai -Voglio farlo. Lo voglio davvero. Ma cosa siamo, io e te?
-Che... cosa?
Smise di baciarmi e allontanò leggermente il viso, guardandomi con aria persa.
-Cosa siamo? Non intendo... chissà cosa, ovviamente. Ma abbiamo deciso di tenere nascosta questa relazione fino al momento in cui avessimo capito se avrebbe potuto funzionare.
Rimase in silenzio e sperai che fosse una mia sensazione, ma mi sembrò che un velo di tensione ci avesse investiti di colpo.
-Funziona, Emma. Voglio stare con te, non mi prenderei mai gioco di te.
-Vuoi dire che sei d'accordo? Intendo... smettere di tenerlo segreto?
-Ah...
-Mi pesa. Non perché voglio dimostrare qualcosa a qualcuno, ma sono settimane che sono costretta a mentire ai miei amici e... e questo mi pesa.
-Non possiamo aspettare ancora un po'?
-Ma aspettare cosa, Killian...
Mi veniva da piangere. Sentivo già le lacrime agli occhi, ma le avrei trattenute, non avrei fatto la bambina. Non avevo motivo di piangere, non aveva alcun senso. Non mi stava rifiutando...
-Stiamo bene così, no? Senza nessuno che ci dia fastidio...
-Senza poterci parlare normalmente, come dovrebbe essere. Non sono una persona troppo esigente Killian, e nemmeno possessiva o appiccicosa... però sembra che questo periodo di “prova” stia durando all'infinito, e non è ciò che voglio. Pensavo che neanche tu lo volessi.
-No, ovviamente. Non sto dicendo che non voglio che cambi, solo forse... tra un po'... insomma, non è semplice... inserirmi, e...
-Ah.
Mi crollò il mondo addosso. Aveva appena confermato il mio maggior timore, ovvero che si “vergognasse” di me per paura dei suoi amici. Che poi, che amici erano!
Per evitare di prenderlo a pugni mi alzai, raggiungendo l'altro capo della stanza per poggiarmi contro la parete a occhi chiusi, cercando di riflettere. Di vedere il lato positivo in tutto ciò.
Era vero, per lui non era semplice inserirsi. Gli volevo bene e non gli auguravo di rimanere solo, non avevo intenzione di chiedergli di essere l'unica persona nella sua vita!
Ma che genere di amici lo avrebbero scaricato solo perché frequentava qualcuno che non piaceva a loro? Era disposto a lasciarmi andare per persone del genere? O tenermi nascosta, come se fossi qualcosa di cui vergognarsi?
-Swan, io...
-Non toccarmi.
Spinsi bruscamente la mano che mi aveva posato dalla spalla, e trattenere le lacrime cominciava a farsi davvero complicato.
-Quindi è così. Puoi scoparmi, ma ti vergogni di farti vedere in giro con me!
-No! Non è così, non devi neanche pensarlo! È solo...
-Basta così, Killian. Forse a te non importa, perché non tieni davvero alle persone a cui stai mentendo e loro non tengono a te. Non è colpa mia se hai “amici” come quelli! Beh, io ai miei voglio bene, e odio dover mentire... ma finora l'ho fatto perché tenevo, e tengo a te! Volevo esplorare quello che ci lega per capire se fosse qualcosa di più, e ne è valsa la pena, non lo nego. Ma ora basta, tutto ciò sta diventando ridicolo. A quanto pare vogliamo cose diverse.
E per quanto desiderassi prenderlo a pugni, mi resi conto di essere andata un po' troppo oltre. Non era giusto rinfacciargli la realtà in maniera così cruda, però...
Per quanto facesse male, non era giusto andare avanti così.
-Mi stai lasciando?
-No.
No, brutto idiota. Non ci arrivi da solo?
-Ti sto dando modo di capire cosa vuoi, ma devi farlo da solo.
Era ferito, glielo leggevo chiaramente in faccia, ma lo ero anch'io! Sicuramente avrei dovuto moderare i toni ma era giusto che aprisse gli occhi sulla gente che lo circondava! E allo stesso tempo, volevo capisse che non fosse giusto darmi per scontata.
-Swan, mi dispiace, è solo che non...
-Io ora vado- lo ignorai -Aspetta qualche minuto e vai anche tu. E cerca di rifletterci. Se deciderai che valgo la pena, sai dove trovarmi. Non sto dicendo che starò qui ad aspettarti per sempre, sto solo dicendo che voglio darti modo di far chiarezza nella tua testa perché io l'ho già fatto. Ti chiedo scusa, sono stata avventata e cattiva, mi dispiace davvero... ma è giusto così, adesso. Non ti sto lasciando.
Sentii il bisogno di ripeterlo, perché solo all'idea di non averlo più con me stavo male. Ma non avrei lasciato che il timore interferisse con la mia risolutezza.
-Ci vediamo, Killian...- sussurrai, poi gli stampai un lieve bacio sulle labbra.
Mi incamminai verso la porta lentamente, nella speranza che mi richiamasse... ma non lo fece.
Mi diedi della sciocca.
Una volta uscita, la lacrima che avevo trattenuto fino a quel momento si liberò dalle catene e scivolò, facendo da apripista alle altre.




 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Con un giorno di ritardo, ma ci sono! Sono partita martedì e sono tornata soltanto oggi... dopo un'intera estate a casa ci voleva! 
Dopo il racconto ravvicinato col "finto" dissennatore, Killian ha passato dei brutti momenti... anche se parlarne con Emma lo ha fatto star meglio, gli incubi non poteva controllarli ovviamente! Quando si è sentito un po' più in forze è andato a parlare con Merlin, che ancora una volta ha smentito le sue paure. Per quanto i sogni possano sembrargli credibili, non sono reali. Non può tornare ad essere un Obscurus, essendo adesso un mago a tutti gli effetti.
Alla fine, pur avendo saltato l'incontro, ha raggiunto Emma e lei lo ha fatto ragionare ulteriormente... facendogli vedere l'ovvio. Stavolta erano soli, indisturbati, nel loro posto... e lei era pronta a lasciarsi andare. Ha solo voluto una conferma, che purtroppo non è arrivata... Killian è stato colto alla sprovvista. E' certo di ciò che prova per lei e non ha dubbi, ma così su due piedi non si è sentito pronto a dirle "ok, usciamo allo scoperto". Ha ovviamente tanti motivi, ma lei ne è rimasta ferita...
Ha cercato di riflettere lucidamente, e ha deciso che fosse giusto dargli del tempo per decidere cosa vuole prima di andare avanti con la relazione. Devono desiderare la stessa cosa per poter stare bene, quindi, per quanto difficile sia stato per lei, gli ha concesso del tempo. Potrebbe essere un giorno, così come una settimana... o chissà. Dipende tutto da Killian, adesso. Gli ha fatto capire che lei è lì, pronta ad ascoltarlo quando sarà pronto, qualunque cosa lui decida.
Nel prossimo vedremo i pensieri di Killian riguardo tutto ciò...
Un abbraccio a tutti e a presto! :*

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Capitolo 23
*** Being honest with ourselves ***


Being honest with ourselves


EMMA POV

-Avanti Emma! Vuoi continuare a piangere oppure mi dici se devo andare a spaccargli la faccia?
-A chi devi spaccare la faccia?
-Se Emma si decide a parlare lo scoprirai.
Stavo facendo la figura dell'idiota, ma proprio non riuscivo a fermare le lacrime – per quanto insensate fossero!
Dopo aver lasciato Killian nella Stanza delle Necessità ero corsa a cena, fortunatamente mancava una buona mezz'ora prima che tutto venisse tolto. Avevo cercato sollievo nel cibo e, sotto gli sguardi indagatori dei miei amici, avevo divorato due cosce di pollo, altrettante scotch eggs, una quantità smisurata di patatine fritte e ovviamente dolci su dolci. Avevo liquidato le loro domande con un “parliamo dopo”, così ci eravamo introdotti in un'aula vuota al terzo piano. Col fatto che non si potesse uscire dopo il tramonto, era diventato molto più complicato scovare angoli tranquilli e che ci potessero concedere privacy.
Nel momento in cui avevamo chiuso la porta, avevo preso un gran respiro e... avevo ricominciato a piangere. Erano ormai cinque minuti che non riuscivo a bloccare i singhiozzi, e Regina era ovviamente l'unica ad aver intuito il motivo. Volevo davvero parlare, volevo davvero sputare finalmente il rospo, ero stufa delle stupide scuse che ero costretta ad inventare! Ma il pianto me lo rendeva davvero difficile...
-Tesoro, qualcuno ti ha fatto del male?
Scossi la testa, ma ancora non riuscivo a parlare. Inizialmente avevo pensato di dire la verità a Neal in separata sede, ma le circostanze erano ormai queste, speravo solo che non mi avrebbe odiata.
Dovevo respirare.
Qualche respiro profondo, regolare, e avrei recuperato l'uso della parola.
Potevo farcela.
Non aveva senso piangere.
-Ok. Scusatemi. Ce la posso fare.
I battiti lentamente presero a regolarizzarsi e così anche il respiro.
Quattro paia di occhi erano inchiodati su di me, in trepida attesa: tanto valeva farla finita.
-Esco. Uscivo. Insomma. Mi vedevo con Killian. Jones.
Silenzio. Ovviamente.
-Prima che diciate qualcosa... lasciatemi spiegare. Innanzitutto, Neal, non ti ho lasciato per lui... te lo giuro. E non ho iniziato a frequentarlo quando stavamo ancora insieme.
Il ragazzo annuì, per il momento se lo sembrò far bastare.
-Non ho intenzione di farla lunga. Il fatto è che... c'era qualcosa di lui che... insomma, mi piace. E lui ricambia. Abbiamo deciso di provare a frequentarci un po' in privato per capire se tra noi poteva funzionare, non ci sembrava il caso di sconvolgere le cose prima di essere sicuri. È che va avanti da più o meno un mese, io ormai non avevo dubbi e odiavo dovervi mentire... quindi gli ho proposto di farla finita con i segreti. Solo che lui...
Deglutii, per non permettere alle lacrime di riprendere il sopravvento. Mi sentivo così stupida! E non era giusto, non potevo diventare una stupida piagnucolona per colpa di un ragazzo! Oltretutto, solo perché non aveva le idee chiare: ma cosa pretendevo? Cosa mi era saltato in mente? Che in un mese decidesse di mandare tutto a quel paese e inimicarsi tutti per stare con me?
-Regina lo sapeva...
Il mio amico ed ex ragazzo aveva un'espressione indecifrabile, ma sicuramente tutt'altro che felice.
La diretta interessata annuì senza dire niente, ed era giusto così. Ero io a dover dare delle spiegazioni, non lei.
-Avevo bisogno di un'amica, qualcuno con cui... condividere questa cosa. Regina era l'unica che non avrei ferito e l'unica che non mi avrebbe giudicata in nessun modo. Odiavo dovervi mentire, ma non ero pronta a parlarne e...
-Scusa, io... sono stanco. Ho bisogno di aria e... di andare a letto.
-Neal ti prego, aspetta...
Non mi aveva mai rivolto uno sguardo così deluso e ferito, e faceva male. Faceva un male cane ed era per questa ragione che avevo avuto paura di dirglielo. Non meritava tutto ciò e una parte di me si era sempre sentita in colpa per come erano andate le cose.
-No, Emma. Non voglio mentirti, è chiaro che ci sia rimasto male. Ma non ce l'ho con te per questo... se non ricambi i miei sentimenti, non posso farci niente. Se provi qualcosa per lui, non posso farci niente. Ma mi hai mentito continuamente. Mi davi dello sciocco quando facevo commenti su come ti guarda e... sì, ero geloso. Ma ora mi sento anche stupido! Quindi scusami, ma ho bisogno di tempo.
E mentre lasciava l'aula, le lacrime che avevano appena smesso di scorrere tornarono con prepotenza. Non potevo obbligarlo a perdonarmi, non potevo chiedergli di fingere che non fosse successo niente e di essere amici come prima.
Non era giusto, e lo sapevo.
E ne era davvero valsa la pena? Killian ne valeva la pena? Maledizione, non potevo addossargli la colpa ma allo stesso tempo avevo una gran voglia di prenderlo a calci in culo!
Lasciai che Mary Margaret mi avvolgesse nel suo abbraccio e piansi ancora più forte, poco mi importava che la testa mi stesse scoppiando. Ero stata una cretina a sperare che le cose sarebbero potute andare lisce, col senno di poi mi sembrava così ovvio che non fosse possibile!
-Tesoro, lo sai che non ti odia... ha solo bisogno di tempo...
-Lo so...- singhiozzai, senza sciogliere l'abbraccio -Però non mi guarderà mai più con gli stessi occhi e me lo merito...
-Smettila!
Regina quasi gridò, abbastanza da far saltare sul posto tutti e tre. Riuscì perfino ad interrompere il mio pianto.
-Non serve a niente piangere sul latte versato. Tu avrai sbagliato, ma lui non è né santo né stupido. Se n'era accorto da tempo che qualcosa non andava ma ha voluto fare finta di niente per via di ciò che prova per te. Ma ha mentito a sé stesso. Avete sbagliato tutti in questa storia, non solo tu. Ormai le cose sono andate così e a sistemarle ci penserà il tempo.
Silenzio.
Non seppi cosa dire.
Forse aveva ragione. Era vero, Neal mi aveva sempre idealizzata un po' troppo... ma potevo fargliene una colpa? Avrei davvero voluto essere come lui mi dipingeva, in fondo!
-Ha ragione Regina- convenne David -Si calmerà. Siete sempre stati amici, siete stati insieme pochi mesi... passerà. Al momento quello da prendere a schiaffi è Jones, con quale diritto ti prende in giro così?!
-Non... non mi ha presa in giro.- singhiozzai ancora una volta, ma cercando di recuperare un po' di controllo -Semplicemente... gli serve più tempo di me per... capire.
-Sciocchezze.
-No Regina! Pretendo troppo e ne sono consapevole...
-No, assolutamente no. Siete stati un mese insieme, non si è fatto problemi a divertirsi con te, no? A sbaciucchiarvi e tutto il resto. Non è che dovete sposarvi, cos'altro gli serve per capire se vuole stare con te o no? In questo caso si è comportato da codardo. Zelena se la portava a letto e non l'ha mai nascosto! Magari l'avrebbe fatto anche con te, ma intanto il poverino ha paura che gli amichetti lo odino? Bello schifo!
-Beh...- mi lasciai scappare, il che purtroppo non sfuggì a nessuno di loro. Cazzo. Non avevo voglia di svelare anche quel dettaglio, almeno non così. Mi imbarazzava. E mi vergognavo, perché eravamo stati in due a volerlo.
-Ci sei... l'avete fatto?- Mary Margaret era sconvolta, sembrava avesse visto un fantasma.
-Ti ha usata e poi se n'è uscito così?! Dimmelo e vado a distru...
-NO! Non distruggerai nessuno, David.
Questa volta mi decisi ad alzare il tono. Non avrei lasciato che facessero casini, anche se in parte avevano ragione. Era pronto a portarmi a letto, ma non ad andare in giro in pubblico con me?!
-Non abbiamo fatto niente. Stavamo per farlo ma ci siamo fermati prima perché gli ho fatto quel discorso e poi le cose sono andata come sono andate. Ora non so cosa succederà, gli ho detto di farmelo sapere se si chiarisce quelle cazzo di idee. Non so quanto lo aspetterò. Non so se aspetterò che si decida, non so nemmeno se voglio ancora stare con lui, anche se venisse da me domani stesso. Non ne ho idea, d'accordo? Ma nessuno di voi deve fare nulla. Non voglio che gli diciate nulla perché questa è una faccenda tra me e lui.
Mary si morse la lingua, era chiaro che non fosse d'accordo e aveva altro da dire, ma non volevo ascoltarla. Ero stanca anch'io, dopo una giornata del genere. Avevo molto da farmi perdonare ma in questo momento il bisogno primario era di andare a letto a dormire, sperando che un sonno ristoratore potesse aiutarmi a schiarirmi le idee almeno un po'. Non sapevo neanche se odiavo Killian oppure no! Era semplicemente stato tutto troppo... troppo. Troppo e basta.
-Si è fatto tardi, andiamo... tranquilla Mary, non ho scampo, tanto dormiamo insieme. So che mi dirai comunque quello che hai da dire. Ma andiamo, devo sdraiarmi o potrei vomitare.
E con quello sembrò finalmente avessero capito che non avrei ammesso altre repliche. Ero semplicemente troppo esausta e probabilmente non avrei neanche risposto a Mary, nel momento in cui mi avrebbe esposto la sua tesi. Ma l'avrei lasciata parlare.
Regina mi abbracciò per prima, promettendomi che ci sarebbe stata quando avessi voluto parlare, poi salutò e si diresse verso il suo dormitorio. Io e i miei amici Grifondoro facemmo lo stesso e fu davvero piacevole sentire il calore del caminetto acceso una volta entrati in sala comune. Erano appena le dieci di sera, non era così tardi e probabilmente avrei dovuto approfittarne per anticiparmi un po' di compiti... ma non me la sentivo. Se anche mi ci fossi messa avrei fatto una schifezza, tanto valeva rimandare all'indomani. Salutammo così David, il quale decise di intrattenersi con Robin e Jeff e continuammo dritte fino alla nostra stanza.
Buttarmi sul letto fu una vera manna dal cielo, valutai perfino di togliermi solo le scarpe e dormire vestita. Non avevo le forze per cambiarmi.
-Posso dirti solo una cosa, Emma? Poi ti lascio in pace...
Sospirai. Ormai cos'avevo da perdere?
-Spara...
-Grazie. Innanzitutto sappi che non ce l'ho assolutamente con te, ognuno vive la sua storia a modo proprio... se non te la sentivi di condividerlo subito con noi, capisco. Nemmeno io e David vi abbiamo detto subito che ci stavamo... frequentando.
Annuii. Vero, anche loro due, quando avevano iniziato a diventare una coppia, avevano mantenuto la privacy per un po'. Tuttavia era dolce ripensarci, nonostante a quell'epoca non fossero che dodicenni, la loro relazione continuava ad essere più forte che mai.
-E concordo con Regina, Killian non si è comportato bene. Era pronto a portarti a letto...
Ahia. Avrei dovuto immaginare che sarebbe andata a parare proprio lì. Aveva un'opinione diversa dalla mia in proposito: in poche parole era più pudica e tradizionale.
-Non ti giudico, ovviamente sei libera di fare quello che vuoi ma... mi avevi detto di voler aspettare fino alla fine della scuola. Pensavo fosse... insomma. Voglio solo dire che non è giusto che cambi per lui, solo per paura che non gli basti...
Sospirai ancora una volta, ormai non mi interessava più nulla. Sarei stata sincera e basta.
-Pensavo fosse così quando stavo con Neal. Forse non ero abbastanza attratta, che posso dirti? Ma non stavo per fare qualcosa che non volevo fare, con Killian.
-Oh...
-Lo so che mi stai giudicando.
-Ma no, è solo che... sono... sorpresa. Voglio dire...
-Volevo farci sesso Mary. Non posso essere più chiara di così. È da un po' che ci pensavo, pensavo di volerlo fare... mi fa sentire cose diverse. È stato uno stronzo ora, sì. Ma è anche vero che... mi ha fatta sentire come mai nessun altro. Mi capisce, mi fa ridere, mi fa sentire normale... e speciale. E mi fa sentire cose anche a livello fisico... è... non so come spiegartelo.
Mi ritrovai a sorridere, nonostante tutto. Mi bastava ripensare a qualsiasi nostro momento insieme perché un sorriso mi si dipingesse automaticamente in volto. Mi rifiutavo di credere che quelle settimane non avessero significato nulla per lui, che fosse pronto a tornare sui suoi passi e rinunciare a tutto. Aveva bisogno di tempo, era giusto. Sì, era stato uno stronzo e avrebbe dovuto farsi perdonare... ma sarei davvero riuscita a rifiutarlo se avesse deciso di tornare da me?
-Oh Em, non c'è bisogno che mi spieghi! Lo so come ci si sente! Quindi ti piace davvero...
Annuii, incapace di cancellare quel sorrisetto traditore.
Pochi istanti e me la ritrovai addosso, ad abbracciarmi forte con una risata felice.
-Gliela farai pagare quando si deciderà a non fare l'idiota, ma è bello che abbia trovato qualcuno che ti faccia sentire così! Con Neal non sei mai stata così radiosa, mentre ultimamente eri... splendevi! E adesso ho capito perché!
Finimmo per ridere insieme: anche se quella constatazione un po' mi imbarazzava, non potevo negare che avesse ragione! Non lo avrei perdonato tanto facilmente, nonostante non fosse completamente nel torto mi aveva ferita... ma se solo avesse voluto farsi perdonare, prima o poi ci sarebbe riuscito. Non potevo lasciare che la mia testardaggine rovinasse quello che avevamo!
Forse, in fin dei conti, non avrei dormito così male. Forse quella pausa ci avrebbe fatto bene...

 

***


KILLIAN POV

-Killian! Stai meglio...
-Eh? Oh, ciao Zelena.
La ragazza mi raggiunse sulla poltrona senza tante cerimonie e mi stampò un bacio sulla guancia, allegra. Tutto il contrario di me.
-Sei ancora caldo però.
-Sto meglio, non ti preoccupare. Mi dispiace per... lo spavento di stamattina.
-Non è mica colpa tua. L'importante è che tu stia bene...
Mio malgrado sorrisi. Non era stata un'impressione allora, si era davvero preoccupata per me. Peccato non fossi proprio dell'umore per rimanere a chiacchierare, avevo bisogno di stare solo. Se da un lato stavo effettivamente meglio rispetto a quella mattina, dall'altro stavo molto ma molto peggio! Ero un vero idiota, me ne rendevo conto.
-Grazie. Scusami ma vorrei andare a dormire... voglio rimettermi per non perdere altre lezioni.
-Certo. Vuoi che venga con te? È presto, non ci sarà nessuno in stanza. Potremmo...
-No Zelena... non ne ho voglia.
-Oh, avanti. Potrei farti stare meglio...- insistette, spostandosi sulle mie gambe. Cazzo. Non volevo essere cattivo ma me lo stava rendendo davvero difficile!
-Lo so che le cose sono cambiate ma non vuol dire che non possiamo divertirci un po'... avanti...- detto questo mi baciò e portò la mano sulla patta dei miei pantaloni, stringendomi leggermente senza alcuna vergogna.
A quel punto non potei fare altro che alzarmi bruscamente facendola quasi cadere a terra, era veramente troppo e se non me ne fossi andato di lì avrei potuto farle del male.
-Apprezzo che ti preoccupi per me ma vedi di non allargarti troppo! Ti ho detto di no, quindi vedi di lasciarmi in pace, d'accordo? Buonanotte Zelena!
A passo svelto mi diressi verso il dormitorio maschile per poi sbattermi la porta alle spalle, facendo probabilmente voltare tutti i presenti in sala comune. Poco mi importava. Già mi sentivo una merda, ci mancava solo lei con le sue idiozie!
Forse in un momento diverso avrei accettato il sesso per sfogarmi.
Ma ora era l'ultima cosa che volevo.
Né la desideravo, né desideravo fare una cosa del genere ad Emma! Avevo già fatto abbastanza danni in un giorno solo, era il caso di smetterla.
Ancora non riuscivo a capacitarmene: come avevo potuto?! Mi ero comportato da tutt'altro che gentleman! Che razza di uomo era pronto a portarsi a letto la propria ragazza e intanto rifiutava di voler ufficializzare la relazione? Forse tanti, d'accordo. Tanti codardi, idioti, ipocriti. Dio, avevo una gran voglia di prendermi a testate sul muro: come diavolo avevo potuto?!
Mi gettai sul letto arrabbiato con me stesso e col mondo intero. E se avessi rovinato tutto?
Forse avevo sbagliato.
Forse. Tanti forse, troppi, ma ormai la frittata era fatta e a questo punto dovevo dare un senso a quella decisione che avevo preso nel momento in cui le avevo detto “no”.
Negli ultimi giorni avevo trovato la serenità, nonostante il terribile episodio che aveva segnato un po' tutti, ma avevo finalmente iniziato a costruirmi una vita vera. Una vita normale, con nuovi amici con cui riuscivo a capirmi, con cui poter dividere passioni, chiacchierare o anche semplicemente giocare a carte davanti al fuoco.
Emma era invece il lato speciale della mia vita, il sole che riusciva a far sparire tutte le mie nuvole. Una migliore amica, una confidente, un'amante. Tutto. Lo Yang che mi completava. Senza fare nulla mi aveva convinto a lasciarmi andare e seguire quel prezioso consiglio che mio nonno aveva semplicemente lasciato tra le righe: smettere di scappare.
Allora perché avevo avuto paura? Perché, quando mi aveva fatto una richiesta così semplice, mi ero automaticamente richiuso nel mio guscio?
Sì, da una parte era per ciò che aveva detto lei: temevo di perdere la mia nuova “normalità”. Temevo di perdere Zelena alla quale, per qualche ragione, volevo bene. Non sentimentalmente ma... non lo sapevo nemmeno io. E temevo di diventare un emarginato. Ma soprattutto, temevo che le cose sarebbero cambiate anche tra me ed Emma.
Però non era solo questo.
Uscire allo scoperto sarebbe stato come “ufficializzare” la mia scelta, la decisione di cancellare la normalità e la tranquillità dalla mia vita. E questo mi faceva paura. Non lo avrei ammesso ad alta voce, l'ultima cosa che desideravo era essere di nuovo mandato da uno strizzacervelli, ma era così.
Neanche mi chiedevo se Emma ne valesse la pena, la mia mente non aveva neanche il tempo di formulare la domanda prima di rispondersi da sola: sì. Certo che ne valeva la pena.
Ma nonostante questo, non riuscivo a non essere terrorizzato.
Mi avrebbe mai perdonato? Mi avrebbe aspettato? Non era tenuta a farlo e sarei stato uno sciocco egoista a pretenderlo.
In realtà, era me stesso che temevo.
Ogni tanto c'era questa voce che tormentava i miei pensieri.
“Sono la persona giusta per lei? E se fossi solo un problema in più? Merita di meglio. C'è troppa oscurità in me, non voglio occultare la sua luce”.
Non volevo credere che fosse così, volevo credere che ci fosse della luce anche in me. Ma se così non fosse stato? Cosa sarebbe successo?
Alle lunghe avrei potuto finire per farle del male e quello era qualcosa che non mi sarei in nessun caso perdonato. Mai.
Ma le avevo fatto male adesso. Non riuscivo a togliermi dalla testa la sua espressione delusa. Era stata così dolce e comprensiva, mi aveva fatto stare meglio quando neanche il preside con le sue sagge risposte ci era riuscito... e si era fidata. Totalmente. Si era fidata al punto da andare contro ciò in cui credeva, lasciandosi andare a quel desiderio che io ricambiavo totalmente. Quel desiderio che avevo provato fin dalla prima volta che l'avevo abbracciata. Se ci fossimo spinti oltre, non sarebbe stato solo sesso... avremmo fuso le nostre anime, insieme ai corpi. Sarebbe stato diverso. Non era la mia prima volta, ma in qualche modo lo sarebbe stata... perché nulla con lei era normale. Nulla con lei era “come tutto il resto”.
Mi faceva paura l'idea, ma forse... forse sarebbe andato oltre, perché stavo iniziando a capire cosa davvero volesse dire quella parolina che iniziava con la “a”...
E invece l'avevo delusa.
E ancora di più avevo deluso me stesso.
Ma a questo punto, dovevo dare un senso a quella scelta e finalmente riflettere seriamente. Fare chiarezza con me stesso. Prendere una decisione che, nel bene o nel male, avrebbe potuto cambiare la mia vita.
Possibilmente, senza rovinare quella di Emma Swan.


 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Eccomi anche con questo aggiornamento! Adesso che sto lavorando molto meno, conto di riuscire ad aggiornare entrambe le storie ogni settimana. Una verso mercoledì, una nel weekend.
Comunque... Emma si è finalmente confidata coi suoi amici. Aveva bisogno di supporto e se avesse continuato a far finta di nulla in un momento simile, sarebbe esplosa probabilmente. David e Mary sono meravigliati, ma in fondo non così tanto... avevano notato tutti come lui la guardava. Neal compreso, che come prima reazione ha avuto bisogno di allontanarsi... e vedremo come gestirà la cosa. Emma li ha ammoniti tutti, non vuole assolutamente che diano fastidio a Killian.
Ed infine, si è aperta ulteriormente con Mary... che è capace di ridare la speranza a tutti, tanto da farle tornare il sorriso ahaha
Killian invece è messo peggio, forse, perché non ha con chi confidarsi. Non può farlo coi suoi "amici" serpeverde, deve affrontare la cosa da solo. E' affezionato a Zelena e la cosa era reciproca, ma le sue "avances" insistenti sono più di quanto potesse sopportare visto lo stato d'animo, quindi ha finito per liquidarla in maniera decisamente brusca.
Ora si sente stupido, ovviamente, ma si è reso conto che inconsciamente c'era un ulteriore motivo che lo ha bloccato. Non si sente all'altezza di Emma. Vedremo come affronterà tutto ciò, se riuscirà a darsi una possibilità per essere una persona migliore accanto a lei...
Prossima settimana l'aggiornamento non salta, giurin giurello xD
A presto! :*

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Capitolo 24
*** I'm not perfect ***


I'm not perfect




EMMA POV

Settimo giorno
Non avrei voluto contarli: mi sentivo una stupida ed ogni giorno mi maledivo per questo.
Eppure non riuscivo a farne a meno.
Una settimana era passata ed iniziavo a credere che forse, in fondo, non ne valevo la pena. Forse non sarebbe più tornato, forse qualcosa di concreto con me non era ciò che desiderava. Oppure... oppure cosa? Cosa era successo?
Perché?
Avevo pregato Regina di non dirmi niente, per il mio stesso bene non volevo sapere nulla riguardo Killian: era già abbastanza frustrante così. D'altra parte, però, morivo dalla voglia di riempirla di domande perché quel comportamento non riuscivo davvero a spiegarmelo.
Di occasioni ne aveva avute tante per venire a parlarmi, in fondo tra lezioni e tutto il resto ci vedevamo tutti i giorni. Ci capitava perfino di scambiare due parole in classe, ogni tanto, ma finiva lì. A fine lezione lui spariva, da solo o con qualche amico. O con Zelena. Era quello il mio punto interrogativo principale ma, allo stesso tempo, l'ultima cosa che volevo sapere: cosa c'era tra lui e Zelena?
Nemmeno con Neal andava meglio, anche lui continuava ad evitarmi quando possibile.
Il problema era che non potevo biasimare nessuno di loro perché in fondo, in entrambi i casi, buona parte della colpa era mia.
Avevo riservato al mio migliore amico un trattamento che non meritava.
Mi ero fidata troppo di un ragazzo che in fondo conoscevo da un paio di mesi. Mi ero comportata come una stupida ragazzina cotta a puntino e alla fine mi ero scottata!
Bella idiota che ero.
Il fatto era che le sensazioni provate con Killian mi avevano sciolta, facendomi pensare che ci fosse qualcosa di speciale, qualcosa per cui valesse la pena rischiare. Ero così convinta che quella chimica dovesse avere un senso! Ma perché! Perché ero stata così stupida! Non ero come quelle ragazze incapaci di star sole, non avevo bisogno di un ragazzo per stare bene. Non mi riconoscevo più.
E come ciliegina sulla torta, oggi avrei dovuto passare più di un'ora in un'aula con lui all'incontro col gruppo di Difesa. Sempre che si fosse presentato.
Di questo passo sarei impazzita. Avevo fatto il possibile perché il mio rendimento scolastico non ne risentisse ma mi bastava iniziare a pensare a lui perché la concentrazione se ne andasse a quel paese!
-Perché non guardi dove metti i piedi?!
Gridai ad uno spaventato bambino del primo anno che svoltò un angolo saltellando e per poco non mi finì addosso. Borbottò delle scuse veloci e corse via, solo quando fu al di fuori della mia vista mi resi conto che in fondo non aveva nessuna colpa. Si era solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma, maledizione, in questo momento sarei riuscita a far piangere e correre dalla mamma anche Zelena, se mi si fosse messa tra i piedi.
Mi ero alzata dal lato sbagliato del letto e tutta la prima metà della giornata era stata una vera e propria merda. Le lezioni erano state lente e noiose, a pranzo ero riuscita a mandare giù soltanto una camomilla, nella speranza facesse effetto, e le ultime due ore di Trasfigurazione erano state sfiancanti.
Volevo solo raggiungere il mio dormitorio il più in fretta possibile e cercare di riposare un po' prima dell'incontro. Speravo che anche un breve sonno sarebbe stato riparatore, e che mi sarei svegliata senza il desiderio di spaccare qualcosa.
Per ora, faceva male.
Proprio quando mi ero convinta che l'anno scolastico potesse migliorare, ecco che tutto andava in frantumi.
La storia della mia vita.
 

***


Un po' ci avevo sperato che sarebbe venuto.
Mi ero convinta che non avrebbe saltato un altro incontro.
Eppure, vederlo varcare la soglia della stanza fu ugualmente un colpo al cuore.
Non avrei voluto farmi prendere in giro questo modo, avrei voluto essere in grado di lasciarlo perdere una volta per tutte... ma bastò incrociare il suo sguardo per mandare a monte tutti quei buoni propositi.
-Ciao Emma...
-Ciao.
Dovetti schiarirmi la voce, avevo la gola secca.
-Vai a sederti. Oggi continueremo coi Patronus, ti sarà utile.
-Ok. A fine incontro possiamo... parlare?
-Ok.
Purtroppo, qualcosa della sua espressione mi diceva che non sarebbero arrivate le parole che tanto aspettavo. Non si era deciso ed era chiaro. Eppure... eppure volevo ugualmente sentire cosa avesse da dirmi. Magari avrebbe aiutato anche me a prendere una decisione.
O mi avrebbe solo messa ancora più in confusione.
Ad ogni modo avevo detto di sì e non mi sarei rimangiata la parola.
Nell'arco di un quarto d'ora tutti presero posto sui divani accanto al fuoco, fu la prima volta che nessuno si presentò in divisa e lo trovai fantastico. Voleva dire che quelle lezioni avevano finalmente smesso del tutto di essere formali ed erano diventate ciò che fin dal primo momento avevo desiderato: incontri per imparare qualcosa di utile, per imparare a difenderci insieme.
Neal non era lì, ma non mi aspettavo sarebbe venuto. Tanto valeva iniziare...
-Ciao ragazzi! Come vi ho detto l'altra volta, oggi non ho nulla di nuovo da dirvi... continueremo coi Patronus. Dalla prossima lezione alterneremo con altro perché non possiamo fare solo questo per tutto l'anno, ma siccome abbiamo appena iniziato vale la pena continuare almeno per oggi. Alcuni di voi erano a buon punto, non mi aspetto che riusciate a creare un Patronus corporeo in così poco tempo... ma un fascio di luce è più che sufficiente quando i dissennatori sono pochi! Io direi di iniziare ad esercitarvi a coppie... e magari chi si sente pronto, viene qui e fa un tentativo col molliccio. Ok?
L'assenso sembrò unanime ed i ragazzi iniziarono ad alzarsi per dividersi in coppie. Con la coda dell'occhio intravidi Killian, che nemmeno si prese la briga di tirarsi su Rimase solo, ovviamente, neanche Regina lo prese in considerazione. Mi aveva promesso di non intromettersi e di non prendersela con lui, ma non potevo costringerla ad andarci d'accordo: in fondo, da un lato, ero contenta che stesse dalla mia parte.
-Vieni Killian. Provi con me.
-Posso fare a turno con qualcuno se preferisci.
-No, vieni con me.- sospirai, ormai rassegnata -Per gli altri è la seconda lezione, per te è la prima...
“E ti ho promesso che ti avrei insegnato ad evocare un Patronus”, pensai. Ma avrebbe fatto troppo male dirlo ad alta voce.
Solo quando me lo ritrovai di fronte mi resi conto di aver sottovalutato il fatto di ritrovarmelo così vicino. Il profumo mi fu subito familiare, per non parlare delle sue meravigliose pozze azzurre. Perché non poteva essere più semplice? Perché non poteva scegliere me e basta?
Ero egoista? Sì.
Ma, dio, mi mancava da morire.
-Vuoi che provi subito col molliccio?
-No. Non mi pare il caso di farti svenire a inizio lezione.
Ahia.
Mi morsi la lingua.
La sua espressione mi confermò di essere stata un po' troppo tagliente, un po' crudele. Per quanto volessi prenderlo a schiaffi, non era giusto che lo colpissi sulle sue debolezze. Proprio io, poi, che prima di iniziare a padroneggiare quell'incantesimo ero svenuta almeno una decina di volte.
Quando fui sul punto di chiedere scusa, inaspettatamente si aprì in una leggera risata e scosse le spalle.
-Non hai tutti i torti, Swan. Un'altra figura di merda la evito volentieri.
-Immaginavo- accennai un sorriso anch'io: mi rendeva impossibile rimanere fredda come avrei voluto. Maledetto Jones!
-Ricordi cosa ti ho detto? Prendi un bel ricordo, concentrati su di esso... completamente. Chiudi gli occhi se vuoi. Cerca di riviverlo nella tua mente... incanala nella bacchetta l'energia che ti dà e pronuncia la formula. E non ti incazzare se non succede niente.
Il ragazzo annuì, tirando la bacchetta fuori dalla tasca. Indossava un paio di jeans e una camicia nera... cercai di non pensare a quanto il suo fisico asciutto e definito fosse messo in risalto. Dopotutto, era colpa sua se gli ero saltata addosso in quel modo...
-Expecto Patronum!
Fu la sua voce chiara e nitida, che distinsi perfettamente nonostante le altre trenta, a farmi tornare in me. Ma a quanto pare non ero l'unica a non essere abbastanza concentrata, perché dalla sua bacchetta non uscì assolutamente niente.
Sospirò rassegnato, pur non avendone motivo. Al momento nessuna bacchetta si era illuminata, neanche di poco: non era di certo l'unico che non ci stava riuscendo!
-Ti ho detto di non prendertela, devi solo continuare a provare. E cerca di essere più sciolto... sei troppo rigido. Ammorbidisci le spalle, rilassa i muscoli... non è una magia come le altre, te l'ho detto. Ti deve venire da dentro... è un'estensione delle tue emozioni.
-Le mie emozioni non sono molto stabili al momento- asserì, con uno sguardo così penetrante e carico di significato che quasi boccheggiai. Ma no, non dovevo fare la stupida, quella situazione l'aveva creata lui in fin dei conti.
-Vedi di fare qualcosa a riguardo allora.
Sospirò ancora una volta alla mia freddezza, ma non mi sentii in colpa. Avevo ragione.
-Lo so che mi odi...
-Ti sbagli. Non ti odio, ti ho solo chiesto di darmi il rispetto che so di meritare. Ma non è il momento di parlarne, riprova dai. E rilassati. Non ti odio, Killian... dico davvero.
Addolcii la voce, perché nonostante tutto volevo che ce la facesse... e poi non stavo mentendo. Non lo odiavo, come avrei potuto? In qualunque modo fossero finite le cose, non sarei mai riuscita ad odiarlo, non davvero.
Tuttavia, per dimostrargli la mia buona fede, mi feci forza e mi posizionai dietro di lui, posando le mani sulle sue spalle. Lo sentii trattenere il respiro.
-Devi fare l'esatto opposto, scemo. Lascia andare il fiato... espira, rilassati... non è una prova mortale, sei qui per imparare o no?
-Certo, ma... Emma, non posso fare finta di niente.
-Non stiamo facendo finta di niente. Lo sappiamo che dobbiamo parlare e dopo lo faremo. Ma non è questo il momento, adesso vedi di impegnarti perché non faccio favoritismi!
Finalmente ci lasciammo andare entrambi in una risata sincera e quando, pochi istanti dopo, chiuse gli occhi e pronunciò la formula, successe qualcosa di incredibile. La sua bacchetta si illuminò, con un fascio di luce potente quasi quanto quello di Regina alla lezione dimostrativa con la Lucas.
Ovviamente l'intera classe si voltò a guardare e tutti furono stupiti quanto me... ma mai quanto lui stesso! Quando la bacchetta si spense boccheggiò e lo afferrai prima che potesse cadere, vista la poca stabilità rimastagli.
-Come ho fatto?!
-Hai... fatto quello che ti ho detto. No?
-Sì... certo... ma...
-Fortuna del principiante?- intervenne Arthur beffardo, ma era davvero l'unico. Tutti gli altri guardavano Killian ammirati, alcuni sguardi femminili mi sembrarono fin troppo intensi.
Sì, ero gelosa. Certo che lo ero.
E lui era ancora sotto shock, tanto da non riuscire a rispondere alla provocazione di quel cretino.
-Può anche essere- ribattei al posto suo -Ma tu non mi sembra abbia avuto la stessa fortuna.
-Certo che stai sempre a difenderlo! Sarà che finalmente ti ha fatto aprire le gambe per farti godere?


KILLIAN POV

Furono le parole volgari di quel Grifondoro a farmi tornare in me, e non persi tempo dal puntargli a bacchetta contro la fronte. Non gli avrei permesso di parlare ad Emma in quel modo! Non avrei permesso a nessuno, proprio nessuno, di mancarle di rispetto.
-Ehi! Fermo, Killian. E tu Arthur, ti pregherei di andartene.
-Tranquilla.- ribatté quello tra i denti -Non serve che ti disturbi, me ne vado da solo. E non credo che tornerò.
-Fai come preferisci. Ma rivolgiti così a me ancora una volta e sarò io stessa ad aprirti qualcos'altro. È chiaro?
Quello sbuffò ironico e si voltò per andarsene, ma non mi aspettai di certo che Emma lo tirasse per il colletto per bloccarlo. Tutti guardavano la scena con fiato sospeso, io compreso.
-Ho.Detto.È.Chiaro?
-Lasciami in pace o te ne pentirai.
-Non mi sembri nelle condizioni di minacciare. E credimi, non ti conviene metterti contro di me. Mi provochi dall'inizio dell'anno, ti ho sopportato fin troppo. HAI CAPITO SI O NO?
-SI! E ora lasciami subito andare!
Emma rimase in silenzio e, prima di mollare la presa, lo trattenne ancora per qualche istante, come a fargli capire di non avere alcun potere su di lei. In altre occasioni mi avrebbe fatto quasi paura, non era da lei una reazione simile... ma dopo il modo in cui le aveva parlato, era il minimo. Le offese sessiste erano le peggiori e l'ammiravo per il modo in cui, a sangue freddo, lo stava punendo. Umiliando, addirittura, perché era giusto così.
-Lo spettacolo è finito- concluse, una volta che il ragazzo ebbe lasciato l'aula.
Nessuno sembrò aver nulla da ridire ma alcune ragazze, passando per tornare ai propri posti, le batterono il cinque. Io mi limitai a sorridere: era una forza della natura!
-So difendermi da sola, ok? Non c'è bisogno che punti la bacchetta addosso ai cretini. Non devi farti provocare, e in certi casi è con le parole che puoi imprimere meglio un concetto.
-Lo so che sai difenderti, Emma. E hai ragione anche riguardo al resto. Però mi ha dato fastidio che ti parlasse così e...
-Lo so. Grazie.
Alla fine, sorrise. E sorrisi anch'io. Mi era mancato da impazzire quel sorriso che illuminava tutto ciò che aveva intorno.
-Senti, io faccio un giro e... intanto vai con Regina e Robin, va bene?
-Ok, certo.
Un ultimo sguardo e feci come mi aveva chiesto, raggiungendo i due che stavano parlando animatamente. O meglio, Regina gli stava spiegando qualcosa. Quasi mi dispiacque interromperli, ma forse sarebbe stata l'occasione per riuscire finalmente a scambiare due parole con la mora.
-Emma mi ha detto di unirvi a voi. È un problema?
-Jones... no, ma figurati. Gran bella prova, poco fa!
Il cacciatore dei Grifondoro mi accolse con calore, il che era raro in quei giorni. Anche se coi miei nuovi pseudo amici e con Zelena le cose andavano bene, mi ero sentito molto solo. Lei si era scusata per il modo in cui aveva cercato di saltarmi addosso e ovviamente non le avevo tenuto il muso... ma non riuscivo più a vederla come prima. Come una vera amica. Aveva dimostrato di tenere a me, ma quei giorni mi erano effettivamente stati utili... utili ad escludere parte delle mie incertezze.
No, non valeva la pena perdere Emma per lei, o per il semplice motivo di non farmi isolare. Se fossi uscito allo scoperto e avessero smesso di rivolgermi la parola, erano affari loro... mi vergognavo anche solo all'idea di aver considerato il problema. Che fortunatamente non era quello principale, o nulla mi avrebbe impedito di prendermi – letteralmente – a testate al muro. Riguardo al resto, tuttavia, avevo ancora bisogno di tempo per fare chiarezza.
-Grazie. Il verme aveva ragione, fortuna del principiante, ma comunque...
-Considerato che la prima volta sei svenuto, fortuna o no te la sei cavata bene.- intervenne Regina, scrutandomi inquisitoria; -Anche se con un Dissennatore davanti, chi lo sa...
-Già, beh. Non intendo ripetere l'esperienza.
-Può capitare a tutti- scosse le spalle Hood -Io non sono svenuto ma ancora un momento e mi sarei raggomitolato come un bambino impaurito. Fanno un effetto orribile quei dissennatori.
Annuii, su quello non poteva che trovarmi d'accordo. Erano probabilmente ciò che di più spaventoso esistesse, incarnavano la paura stessa... e non era solo questione di abilità. Per riuscire a tener loro testa, dovevo imparare a tenere testa anche ai miei demoni.
E per quanto mi costasse ammetterlo, sì, quella luce era effettivamente stata fortuna. Per un momento ero stato felice, felice di ridere con Emma e mi ero lasciato invadere da quella semplice quanto intensa sensazione... ma senza un dissennatore davanti, per l'appunto. Se mai avessi voluto riuscire a padroneggiare l'incantesimo, avrei dovuto imparare a controllare quel turbine di emozioni, ricordi, paure... accettarle. Accettarle come una parte di me, una delle tante. Non l'unica.
-Sarebbe più facile con la coscienza pulita.
Silenzio. Regina non provava neanche a nascondere l'astio che provava nei miei confronti, non che fossi sorpreso. Il giorno in cui io ed Emma avevamo messo in pausa la nostra relazione mi aveva fatto una tirata d'orecchie incredibile, anche se aveva ammesso di aver promesso ad Emma di non intromettersi. Mi aveva spiegato di comprendere in parte i miei dubbi, ma secondo lei avevo ugualmente sbagliato. Secondo lei avrei dovuto parlarne prima ad Emma, invece di aspettare che fosse lei a chiedermelo... e probabilmente aveva ragione. Se avessi fatto in quel modo, probabilmente il problema non sarebbe mai nato.
In più, avevo ferito la sua amica e mi aveva detto chiaro e tondo di essere dalla sua parte, ovviamente. Si era anche rifiutata di darmi consigli, a suo parere era qualcosa di cui dovevo venire a capo da solo.
Non mi aveva tolto la parola, ma me l'aveva rivolta raramente ed in maniera piuttosto fredda.
-Che avete combinato voi due? Mi pareva foste amici.
-Tranquillo Robin, Killian lo sa bene. Ma siccome siamo persone civili io direi di metterci a lavorare... così poi possiamo provare col molliccio, che dite?
-Certo, hai ragione...


***


La lezione era finita senza altre novità, almeno non per me. Regina era riuscita ad affrontare il molliccio con successo ed il suo Patronus sembrava già molto più potente...
Anche un paio di studenti dell'ultimo anno erano stati in grado di accendere le bacchette quanto basta per scacciare il molliccio, così come Mary Margaret.
E nonostante fosse caduta a terra tremante e si fosse messa a piangere, avevo apprezzato anche lo sforzo della ragazzina. Anna. Continuava a piacermi la sua forza d'animo. Era l'unica dei più giovani ad aver voluto provare e, dopo essersi ripresa, aveva deciso che sarebbe andata meglio la prossima volta.
Io avevo preferito evitare. Regina purtroppo aveva ragione, la mia coscienza mi impediva di essere abbastanza lucido e concentrato, quindi avrei soltanto fatto un'altra figura di merda. Avrei provato la volta successiva, forse.
-Emma, vieni?
Regina era l'unica rimasta oltre a me e la bionda, e guardava la sua amica in attesa. Era chiaro che l'idea di lasciarla sola con me non la faceva impazzire.
-No, è tutto a posto. Dobbiamo parlare...- spiegò, accennando a me.
-D'accordo. Ma sappi che se hai bisogno...
Concluse la frase così, e dopo avermi scoccato un'occhiata carica d'intesa lasciò la stanza. Sarebbe stata pronta a farmi a pezzi se avessi ferito Emma nuovamente.
E adesso eravamo soli.
Dopo un'intera settimana. Nello stesso posto in cui tutto era successo. Prima che tutto diventasse più difficile.
-Una settimana, Killian.
-Già. Emma, io...
-Sono una persona paziente. Ci sono rimasta male ma ho capito il tuo punto di vista, non ti ho messo pressioni. Capisco che per noi due è tutto più difficile perché così va la vita, ma...
Era arrabbiata. Sapeva nasconderlo abbastanza bene, ma lo era eccome. Ed anche amareggiata. Forse avrei voluto che mi prendesse a schiaffi, di certo me lo meritavo...
-Lo so. Lo so, tesoro.
-No, non mi chiamare tesoro. Non ora. Non così. La verità è che mi fai sentire stupida. Me ne sto qui ad aspettare che tu ti decida, come una perfetta idiota... come una ragazzina. E non è giusto.
Dio, aveva ragione. Cosa potevo dire? Aveva perfettamente ragione ed era già tanto che mi avesse compreso, che volesse darmi un'opportunità e che mi stesse aspettando. E sapevo di essere il ragazzo più fortunato del mondo: il 99% delle ragazze mi avrebbe mandato a quel paese da subito.
-No Emma, non sei tu quella stupida. Io lo sono, io sono l'idiota qui. Quando ci ripenso, stento a credere di poter piacere ad una persona meravigliosa come te. Credimi se ti dico che non sono mai stato felice come quando eravamo chiusi in questa stanza... anche solo a parlare.
La bionda scoppiò a ridere, lasciandomi un po' spaesato. C'era qualcosa di divertente in quello che avevo detto? Perché io lo trovavo tutto fuorché divertente.
-Scusami, il fatto è che... ti consideri fortunato... ma Killian! Mi stai mettendo su un piedistallo che non merito! Sono tutto fuorché perfetta, santo cielo! Siamo fortunati ad esserci trovati a vicenda, piuttosto. Perché io mi sento esattamente come te e non era mai capitato prima! Sono fortunata quanto lo sei tu! Per favore, dimmi perché mi hai chiesto di parlare. Non è per dirmi che ti sei deciso, vero?
Scossi la testa.
Sì, il suo discorso filava, ed ero ovviamente felice che con me stesse così bene! Ma non cambiava il fatto che lei fosse luce, io tenebre. Ed ero abbastanza certo che questo non sarebbe mai cambiato. Non potevo e non volevo rischiare di oscurarla, avevo il disperato bisogno di una soluzione prima di scegliere la felicità.
-Allora non credo ci sia altro da dire...
-Sì. C'è la ragione per cui non oso fare quel passo.
-E quale, sentiamo! I tuoi amichetti ti odierebbero, non è così? Mi dispiace se l'altra volta ti ho detto certe cose... ma la situazione è questa!
-No, dannazione!- gridai, per poter sovrastare la sua voce; -No! Pensavo fosse anche per quello, sono un coglione. Ma ho realizzato che non lo è, neanche un po'! Credi davvero che sceglierei delle persone che mi giudicano alla ragazza che mi fa stare bene e mi apprezza per come sono?!
-E allora cosa!? Cosa, Killian, cosa! Cazzo! Perché rendi tutto così complicato!
Era quasi in lacrime, e questo mi uccideva. I suoi occhi erano rossi, lucidi, quando invece avrei preferito vederli aperti in uno di quei suoi bellissimi sorrisi.
-Io! Io sono il problema! Ti prego di ascoltarmi seriamente prima di dirmi che sono idiozie, Swan. Tu sei la Salvatrice. La Prescelta. Rappresenti la luce di questo mondo! Io sono l'esatto contrario! Sei cresciuta in una realtà simile alla mia ma non hai lasciato che l'oscurità prendesse il sopravvento! Io non solo l'ho permesso, ci ho vissuto più a lungo di chiunque altro e trovo sia una cosa malata! Ho vinto, certo. Per ora. Ma chi ti garantisce che non ci ricaschi? Fare magie può anche essere facile per me, ma tutto il resto è più complicato! Mi hai visto con quel finto dissennatore, no?! Non so respingere il buio!
Anch'io stavo per scoppiare a piangere per la disperazione, ormai. Finalmente avevo sputato le mie paure, ciò che più mi terrorizzava. E forse lei e tutti gli altri avevano ragione, forse non sarei tornato ad essere un Obscuriale... ma ciò non escludeva che l'oscurità potesse risucchiarmi in altri modi. Altri infiniti modi. Come potevo convivere con quel timore, sapendo che se ci fossimo davvero innamorati l'avrei trascinata nel baratro insieme a me? Perché lei non mi avrebbe lasciato solo. Anche se l'avessi pregata. Di questo ero certo, perché il suo cuore era troppo grande.
Non mi aspettavo che rispondesse con uno schiaffo, il quale mi fece arretrare sorpreso.
-Sei una testa di cazzo, Killian! Se vuoi saperlo, ciò che ho visto io non è il ragazzo svenuto davanti al molliccio... ho visto il ragazzo che ha evocato un patronus dal nulla dopo averci provato un totale di tre volte! Tre! Sì, sarà stata anche fortuna. Ma una magia del genere non è solo fortuna. Quella è luce, stupido! Sei solo tu a non accorgertene, solo tu ad autocommiserarti, autoconvincendoti che per te non c'è speranza e che ricadrai nel buio. Che è una totale cazzata. Perché puoi scegliere. Puoi scegliere di non farlo! Al destino ci credo fino ad un certo punto, ma sono comunque le nostre scelte a renderci chi siamo! E solo tu puoi decidere per te, anche se a volte sarà complicato prendere la giusta decisione! Neanche per me lo è, sei uno sciocco se credi che lo sia! Sei uno sciocco se pensi che io sia una specie di divinità fatta di luce, perché credimi, non potresti essere più nel torto! Ma sai una cosa?! Con te mi sentivo normale! Non messa su un piedistallo, non trattata diversamente perché la “Salvatrice”... pensavo mi considerassi una tua “pari”! Ma a quanto pare mi sbagliavo, sono stata una sciocca! E se è così, allora non ha senso stare insieme perché di me non hai capito un fico secco!
Piangeva, mi tirava pugni e mi spingeva, mentre io non riuscivo a fare assolutamente niente. Mi sentivo come un estraneo nel mio corpo, mentre lei mi colpiva con tutte quelle parole a cui avrei voluto credere anch'io. Forse ci credevo. O forse no.
Ancora una volta, non lo sapevo.
-Volevo solo essere normale! Sentirmi speciale in una maniera normale! Avrei mandato a monte quelle che credevo le mie convinzioni, per te! Avrei fatto l'amore con te e non me ne sarei pentita perché sarebbe stato semplicemente giusto! Avrei voluto continuare a condividere momenti piacevoli e meno con te, perché finalmente mi sentivo completa! Eravamo una fusione di luce, buio, pregi e difetti che a occhio esterno possono sembrare un gran pastrocchio... ma in realtà era tutto perfetto. E credevo fosse così anche per te! Ma non posso, non voglio stare con una persona che continua ad autocommiserarsi, e vedere me per quel che non sono.
Piangeva e singhiozzava ininterrottamente ormai, ma neanche il tempo di allungare un braccio che mi spinse ancora. Non avrebbe lasciato che la consolassi e... come potevo anche solo pretendere che mi facesse avvicinare a lei?
-Ciao Killian, grazie per la... chiacchierata! Fa' passare cinque minuti e poi puoi andartene anche tu!- concluse con un pugno sul muro, a pochi centimetri dalla mia testa.
Detto questo mi guardò un'ultima volta negli occhi e si voltò. Dritta verso l'uscita.
Non trovai il coraggio di fermarla prima che uscisse da quella porta. Di fermarla e chiederle se questa volta era finita davvero. Non solo non ne avevo il diritto, ma avevo anche paura della risposta.
Perché, in fondo, sapevo quale sarebbe stata. Al 99 per cento.
Non passarono cinque minuti, ne passarono più di 15 prima che riuscissi a muovere un muscolo. Come mi sentivo? Non lo sapevo. Forse sentivo così tante cose insieme che mi avevano portato ad impazzire.
Tutto nella mia testa, nel cuore, nell'anima, era sottosopra.
Cercando di rimanere aggrappato alla realtà focalizzai lo sguardo sulla porta e la raggiunsi di fretta, chiudendomela dietro con forza.
Cambiare aria non servì. Camminare per i corridoi non servì a niente, non cambiò niente. Stralunato e scosso seguivo solo l'istinto di sopravvivenza che mi avrebbe portato alla sala comune: cosa avrei fatto lì? Non lo sapevo.
In quel momento, non sapevo assolutamente niente. Niente.
-Killian, finalmente! Dove diavolo ti eri cacciato? Hai sentito l'annuncio del preside? Tra tre giorni riparte il torneo e recupereremo la partita contro Grifondoro. Ti giuro che non farò niente di irregolare contro quella stronzetta bionda ma tu vedi di strapparle il boccino da sotto il naso stavolta, mi raccomando. Invece l'idea della festa di Natale la trovo ridicola... ma pazienza, almeno con la scusa di comprarci i vestiti potremo andare a Storybrooke sabato prossimo!




 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Volevo aggiornare ieri sera ma mi sono addormentata ahahahah dettagli xD Comunque. Non odiatemi, ache se so che il capitolo è... poco allegro.
Killian non dà segni di aver preso una decisione da una settimana ed Emma si sta pian piano arrendendo. Inizia a pensare di non valerne la pena, e che per lui non sia poi così importante. Anche se non vorrebbe basare la propria sanità mentale in base a lui... lo trova difficile.
Lui non ha saltato la lezione ed è perfino riuscito ad evocare un Patronus. Segno inconfondibile che c'è luca anche in lui... eppure continua a non rendersene ancora conto. Regina giustamente è fredda, vede come si sente la sua amica per colpa sua e non riesce a trattarlo bene. Avrebbe fatto a pezzi Arthur per come le ha parlato, ma alla fine le ha confessato di non essere ancora pronto.
Emma ha trovato ridicole le sue ragioni e ci è rimasta ancora peggio. Non vuole soffrire per una persona che si autocommisera, e che mette lei su un piedistallo che non vuole. Pensava la vedesse come sua pari, ed invece ecco la batosta... è stufa di quella situazione, e gliel'ha fatto capire. Sarà veramente finita? Vedremo ahaha
Vedo che avete aggiornato pure voi, tra stasera e domani mi metto a leggere *_* 2 giorni liberissimi ho e ne approfitto xD
Un abbraccio, a presto! :*

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Capitolo 25
*** Challenge accepted ***


Challenge accepted



EMMA POV

Tutti non facevano che continuare a parlarne.
Parlare di quella stramaledetta festa di Natale e di cosa desideravano indossare. O con chi sarebbero voluti andare.
Merlin aveva deciso di replicare la “felice atmosfera festiva” - come l'aveva chiamata - del Ballo del Ceppo dell'anno precedente, con un grande ballo a tema anni '20, il giorno prima all'inizio delle vacanze natalizie.
Mancavano 13 giorni ed io volevo solo che passassero il più in fretta possibile; sarebbe stato bello prendere finalmente una pausa da tutto e festeggiare Natale e Capodanno a casa di David. Quell'anno le famiglie si erano messe d'accordo perché ci riunissimo tutti lì, al quartier generale, secondo loro sarebbe stato più sicuro. A me andava bene tutto, pur di allontanarmi da quella scuola che ultimamente mi stava dando più dispiaceri che soddisfazioni. Non era rimasto letteralmente niente che mi facesse godere gli studi ad Hogwarts.
Nessun bel voto che andasse oltre la media.
Nessuno svago per staccare la spina.
Nessuna novità sul fronte Rumplestiltskin, almeno nulla che ci fosse dato sapere.
Il mio gruppo di amici si era sgretolato.
Così come si era sgretolata la mia speranza di tornare a quella nuova normalità che avevo trovato con Killian. O che, almeno, pensavo di avere trovato.
Era così ingiusto che dovessi sorbirmi anche tutta l'euforia che aleggiava a causa di quella stramaledetta festa! Neanche ci sarei andata, cosa me ne importava? L'unico lato positivo era che il prossimo weekend saremmo potuti andare a Storybrooke: sembrava che dopo l'attacco la zona fosse stata messa in sicurezza. Meritavamo un po' di svago dopo le ultime oscure vicende, così aveva detto il preside. Ero contenta, sarebbe bastato evitare la via principale per non incappare in decine di ragazze intente a saccheggiare i negozi di abbigliamento.
L'altra buona notizia era che il Quidditch sarebbe ripreso. Avremmo rigiocato la partita annullata coi Serpeverde, e non avevo che un'opzione: vincere. Non avrei lasciato che mi portasse via anche la vittoria, a costo di buttarlo giù dalla scopa.
Ancora mi chiedevo come avessi fatto a lasciarlo andare senza riempirlo di botte, la sera prima. L'istinto mi aveva gridato di sfogarmi e massacrarlo, ma alla fine non avevo avuto le forze neanche per quello. Mi aveva fatto male.
Tanto male. Perché mi ero sbagliata. Non mi aveva capita, non mi aveva capita affatto... non dopo il discorso che aveva fatto. Anche lui, alla fine, mi aveva messo su un piedistallo che pesava quanto un macigno. Quanto odiavo, quei discorsi! “Meriti di meglio”, “Non vado bene per te”. Ma cosa cavolo doveva voler dire, poi? Non dovevo essere io a decidere cosa desideravo?!
Odiavo che la pensasse così. Lo odiavo.
Se non altro Regina e Mary mi avevano ascoltata e supportata tutta la sera, solo a mezzanotte passata eravamo andate a dormire. Avevo potuto piangere e sfogarmi con le mie amiche e sentirmi anche compresa. Perché loro mi conoscevano! Loro sapevano che non ero altro che una normalissima ragazza, come tutte le altre, che desiderava solo poter essere felice! La Salvatrice faceva parte di me ma non ero io.
Regina mi aveva anche proposto di fargliela pagare, ma avevo declinato l'offerta. Né mi avrebbe divertito, né ne sarebbe valsa la pena. Non avrebbe cambiato nulla. Non era come credevo – e speravo – che fosse.
Ero semplicemente distrutta emotivamente. Come avrei fatto a risollevarmi, era un mistero.
Per questo aspettavo le vacanze, se non altro avrei staccato la spina.
Ma dato che prima avevo una partita da vincere, avrei stretto i denti per altri tre giorni! Avrei messo da parte i miei problemi, per il momento, tutti.
-Allora ragazzi!- dissi alla mia squadra, quando tutti furono pronti -Lo so che fa freddo, ma probabilmente geleremo anche il giorno della partita, quindi dobbiamo dare del nostro meglio come se già stessimo giocando! Il tempo stringe e abbiamo solo oggi per allenarci, ma anche i Serpeverde avranno soltanto domani, quindi non siamo svantaggiati. Sono orgogliosa di questa squadra, siamo tutti ottimi giocatori e so che possiamo iniziare vincendo la nostra prima partita insieme. Speriamo che stavolta non ci siano inganni che ci costringano ad evitare bolidi assassini, ma anche in quel caso dobbiamo vincere. Chiaro? Ad eventuali arti rotti penseremo dopo aver vinto!
L'attimo di silenzio che seguì quasi mi fece pensare di aver esagerato, ma dopo l'incertezza tutti esultarono.
-D'accordo. Adesso andiamo e cerchiamo di mettere in atto la nuova strategia!
Avevamo passato un'ora intera ad ideare un nuovo schema tutti insieme, ognuno aveva messo del suo ed io ero estremamente orgogliosa.
Forse, soffiandogli il boccino da sotto il naso, mi sarei finalmente sentita un po' meglio.
Nonostante i -3 gradi a rendere pungente l'aria, la squadra corse carica fuori dagli spogliatoi e per mia grande sorpresa rimase indietro con me soltanto Neal.
-Emma. Ho fiducia in te, lo sai vero?
-Neal, io...
-Lo so che sono stato... distante. Avevo bisogno di tempo e credo di averne bisogno ancora un po' ma... non ti voglio perdere, e spero sarai paziente con me...
Rimasi senza parole. Mi sorprese ancora una volta e dovetti deglutire per trattenere le lacrime: dopo la nottata orribile appena trascorsa, ero piuttosto suscettibile. Nonostante avessi cercato di non mostrarlo davanti al resto della squadra: avevano bisogno di vedere il loro Capitano in forma.
-Neanch'io voglio perderti. E mi dispiace ancora, mi...
-Non scusarti, ti prego. Va bene così. Sono stato sciocco anch'io... non è giusto che me la prenda così con te. Scusami.
Sorrisi.
-Neanche tu devi scusarti. Hai ragione, va bene così. E sarò paziente, certo che lo sarò. Non ho intenzione di perdere un amico prezioso come te.
Restammo fermi a guardarci e sorriderci per qualche istante, e per pochi ma meravigliosi secondi dimenticai di stare male. Dimenticai i mille problemi che mi affliggevano.
-Tu come stai, Em?
-Non voglio mentirti. Potrei stare meglio. Molto meglio. Ma è la vita. Tu?
Scosse le spalle, non gli chiesi altro. Sapevo cosa voleva dire: neanche lui in fondo se la stava passando tanto bene, era abbastanza evidente.
-Tu... pensavi di andarci alla festa di Natale?
-No. Veramente no. Non ne ho voglia.
Una pausa.
Breve e allo stesso tempo lunga.
Poi rispose.
-No, nemmeno io.
Non mi chiese di andarci insieme – come amici. Ed io non lo chiesi a lui. Avrei voluto, forse, ma qualcosa mi frenò. Andava bene così.
Alla fine, senza dire altro, ci affrettammo a raggiungere il campo anche noi.

 

***


KILLIAN POV

Festa. Natale. Ballo. Vestiti. Mi ha invitata. Spero che mi inviti. Se lo invito io sembro stupida? Cosa mi metto? E se non mi invita?
Quelle erano più o meno le frasi più gettonate degli ultimi tre giorni e ormai mi davano la nausea. In realtà, tutto mi dava la nausea. Io stesso mi davo la nausea.
Neanche mi sforzavo di nascondere il mio malessere, non dopo quella stramaledetta sera in cui avevo completamente rovinato le cose. Avevo pensato e ripensato alle sue parole e, qualsiasi contestazione mi venisse in mente, veniva annullata.
Perfino Regina era venuta a parlarmi per ribadire quanto fossi stupido, ed io non avevo trovato proprio nulla da dire. Se Emma aveva ragione sul mio conto, non sapevo dirlo: per quanto avrei voluto, non riuscivo a vedere quella luce che lei diceva di aver visto in me.
Ma tutto il resto? Lei non aveva pretese, lei voleva solo essere amata così com'era, senza sentirsi in colpa per essere la “Salvatrice”. Senza essere messa su un piedistallo che non desiderava. Voleva essere normale ed io per primo avrei dovuto capirlo, perché era esattamente il mio stesso desiderio!
E dio, se aveva ragione: eravamo un pastrocchio io e lei insieme, una confusione così perfetta che si era mescolata fino a diventare un'unica materia uniforme.
Se ripensavo ai momenti passati con lei, perfezione era l'unica parola che mi venisse in mente per racchiudere il tutto.
Quei maledetti giorni erano volati, ma allo stesso tempo erano stati i più lunghi di sempre. Ciò che mi aveva fatto più male era che avesse smesso di guardarmi negli occhi. Non aveva incrociato il mio sguardo neanche per sbaglio, aveva finto che non esistessi.
E me lo meritavo. Per come l'avevo delusa, me lo meritavo.
Solo che non potevo accettarlo.
Non potevo accettare di perdere tutto ciò che avevamo.
Non avrei continuato a fare il codardo. Se esisteva anche una minuscola possibilità di riaverla, avrei fatto qualsiasi cosa...
Quella mattina mi ero svegliato con una nuova determinazione, una nuova consapevolezza: non era una “qualsiasi cosa” che mi avrebbe permesso di riconquistarla.
Dovevo dimostrarle che si era sbagliata, che l'avevo capita. Solo ero stato troppo codardo per ammetterlo. E sì, avevo sbagliato a metterla su un piedistallo e di questo le avrei chiesto scusa fino allo sfinimento. In più credevo davvero in lei: come avevo potuto essere un tale idiota? Credere che la mia oscurità distruggesse la sua luce?
Sarebbe stato il contrario! Lei sarebbe stata la luce che avrebbe distrutto le mie nuvole temporalesche. Dal momento in cui avevo deciso che quella biondina determinata mi piaceva, avevo cercato di essere una persona migliore... senza neanche rendermene conto.
Forse Emma aveva ragione. Forse dovevo credere di più in me stesso.
Come darle torto, in fondo... cosa se ne faceva di un coglione che non faceva che piangere su sé stesso?
Aveva ragione. Tutto era una questione di scelte, facili e difficili. Ed io avrei scelto di lottare per la felicità.
-Regina!
Fu l'apparizione della mora ad interrompere i miei pensieri, ma in realtà era arrivata esattamente al momento giusto.
Quella mi squadrò da capo a piedi. Comprensibile, visto che continuava a non parlarmi se non strettamente necessario.
-Che cosa vuoi, Jones? Non dovresti muoverti?
-No. Cioé sì. Dopo. Regina, mi dispiace. Lo so che sono stato un totale pezzo di merda... pensavo di stare facendo la cosa giusta per Emma. In realtà sono solo stato un codardo.
-Wow...- incrociò le braccia al petto -Ce ne hai messo di tempo ma lo hai capito...
-Già. L'ho sempre saputo, è solo che... era più facile non vedere la realtà, perché non ne avevo le forze e... non lo so, ho fatto un grande casino e spero di poter rimediare...
Pausa. Silenzio.
-Mi stai chiedendo indirettamente se hai ancora possibilità con Emma?
-Sì.- scossi le spalle, con fare arrendevole -Anzi, te lo sto chiedendo direttamente. E se avessi qualche suggerimento da darmi...
Con mia grande sorpresa, Regina scoppiò a ridere. Che cosa prendeva alla gente, ultimamente? Io cercavo di essere serio, loro ridevano.
-Scusami!- fece, poggiandomi una mano sulla spalla -Ma Emma mi ha raccontato come sono andate le cose e... fammelo dire. Ti sopravvaluti troppo, Killian Jones! Ti descrivi come la grande oscurità che potrebbe inghiottirla e poi vieni a chiedere consigli amorosi come un bambino innamorato... e no, non ti offendere! Il mio è un complimento!
A me tutto sembrava fuorché un complimento. Non era neanche un'offesa, ma una presa in giro decisamente sì! Però, in effetti... buffo lo era.
Non avrei mai descritto una persona pericolosa ed oscura come qualcuno che andava a chiedere consigli in amore alla migliore amica della ragazza che gli piaceva. Non mi trattenni e risi anch'io: continuammo per un paio di minuti, fino a che lei non tornò seria.
-Le hai fatto molto male Killian. Non so cosa ha visto in te di così speciale, ma le avevi dato una nuova luce e... quel che è successo l'ha distrutta. Non so dirti per certo se hai una chance, ma credo proprio di sì. Sei stato abbastanza sveglio da renderti conto, anche se tardi, di non voler perdere quello che avete... e penso che anche lei sia abbastanza intelligente da potersene rendere conto. Da parte mia, spero proprio che risolviate la questione... e mi raccomando! Non lasciarla vincere solo per farla contenta perché poi sì che tutte le chance sparirebbero. È chiaro?!
-Ma certo! Non pensavo di farlo, non sono così stupido.
-Bene. Ora vado a tirarla un po' su prima della partita... sinceramente sono preoccupata, spero che non si faccia male perché si è svegliata con la febbre alta...
-Che cosa?!- era colpa mia? L'avevo ferita così tanto che aveva finito per ammalarsi?
-Le avrai attaccato la febbre tu. E unita allo stress... beh senti, sta “bene”. La conosci, è un osso duro e sono abbastanza sicuro che ti soffierà il boccino da sotto il naso anche così!
-Ma tu sei di Serpeverde! Da che parte stai?
Lei semplicemente scosse le spalle con un largo sorriso e uscì dalla sala comune, lasciandomi solo come un babbeo.
Anche se durò poco, visto che fu Ashley a raggiungermi.
-Jones, pronto?
-Certo.- la guardai -Hai bisogno di qualcosa?
-In realtà sì. Ti rendi conto che Zelena si aspetta che la inviti al ballo, non è vero?
-Che... che? Cosa?
-Sveglia! Certo che voi maschi siete proprio tonti. Manca solo una settimana! Ed è da quando si è saputo che non fa che cercare di fartelo capire! Non dirmi che non te ne sei reso conto perché allora vuol dire che sei idiota davvero!
Sospirai infastidito. Proprio questo ci mancava! Ma sì, ovvio che me ne ero reso conto. Più volte aveva accennato a quel ballo e “scherzando” aveva detto che se ci fossero stati il Re e la Regina del ballo come da tradizione babbana, era probabile che avremmo vinto io e lei. E ovviamente non era stato l'unico riferimento. Il fatto era che io li avevo ignorati tutti, per il semplice fatto che non avevo alcuna intenzione di invitarla... e avevo sperato che la mia passività sul tema glielo avrebbe fatto capire! Ma a quanto pare mi ero sbagliato.
-Non mi piacciono i balli e mi pareva di averglielo fatto capire- dissi, anche se non aveva senso -Senti, si sta facendo tardi e devo andare a vincere la partita... a dopo!
Detto questo, sgattaiolai fuori prima di darle tempo di aggiungere qualcos'altro.


EMMA POV

O faceva davvero freddo, o ero io ad aver raggiunto 40 gradi di febbre. O entrambe le cose.
Beh, che fosse freddo era un dato di fatto: i termometri segnavano -2 gradi ed il cielo presagiva neve. La neve mi piaceva ma speravo avrebbe aspettato la fine della partita, perché al momento avrei preferito ammirarla dalla finestra della mia stanza calda.
-Emma, stai bene? Hai una faccia tremenda! Scusa, non era per offenderti! È solo che...
-Anna!- esclamai per bloccare la sua parlantina -Grazie dell'interessamento ma sto bene. Concentratevi ragazzi. Stiamo tutti gelando ma giocando ci riscalderemo, non possiamo farci battere da Serpeverde. L'allenamento dell'altro giorno è andato alla grande, se giochiamo così vinceremo senza grosse difficoltà! Siccome non voglio dire bugie è vero, sono sottotono, ma un po' di influenza non ha mai ucciso nessuno. E adesso forza!
Al fischio entrammo tutti in campo, disponendoci di fronte ai nostri avversari.
E dopo quell'orribile discussione, fu la prima volta che mi trovai faccia a faccia con Killian. Fu più difficile di quanto averei immaginato.
Gli occhi. L'effetto che mi davano i suoi stramaledetti splendidi occhi, non era diminuito neanche un po'.
E per questo, mi spiazzarono completamente. Colta alla sprovvista da quello sguardo che mi era mancato quanto non avrei voluto ammettere, ne rimasi come ipnotizzata.
Perché, Killian? Se non fossi così stupido adesso ci staremmo sorridendo. Magari avremmo anche fatto una scommessa su chi avrebbe vinto per poi festeggiare comunque fosse finita. Invece mi manchi da impazzire e neanche te lo meriti. Non pensavo che una rottura potesse farmi così male, in fondo ho solo sedici anni e tutta la vita davanti. Tutto il tempo per conoscere altre persone, se non finisco ammazzata. Ciò che mi dà rabbia è che tu hai qualcosa di speciale e non riesci a vederlo... non riesci a essere te stesso e mi hai illusa. Per la prima volta avevo visto un barlume di futuro con un ragazzo... con te.
Il successivo fischio, che segnò l'inizio della partita, mi riscosse immediatamente. Una spinta per salire in aria il prima possibile e il contatto visivo si ruppe: finalmente. Non avrei perso la partita per dei problemi personali, ero il Capitano e avrei dimostrato alla mia squadra di meritare il titolo. E a me stessa, di non essermi rammollita e di possedere ancora la passione e l'entusiasmo di quando avevo iniziato. Il Quidditch aveva sempre migliorato i momento peggiori: almeno per un paio d'ore riuscivo a concentrarmi solo sul gioco e non pensavo ad altro. Così sarebbe stato anche adesso.
Scoccai un'occhiata veloce alla squadra, poi mi sollevai ancora più in alto per avere una migliore visuale del campo. Si gelava, ma l'adrenalina era già entrata in azione e mi sentivo un po' meglio. Per stare male avrei avuto tempo dopo.
Certo che, oltre al danno anche la beffa! Quello stronzo non solo mi aveva attaccato la febbre, ma era anche la ragione dello stress che l'aveva solo peggiorata! Il minimo che potessi fare adesso era acchiappare il boccino proprio sotto il suo naso.
E mentre volavo alla ricerca della velocissima pallina dorata, ascoltavo i commenti sulla partita di Ariel: avevamo già segnato tre volte, magnifico! E Serpeverde era ancora a zero. Mi voltai quindi in direzione di Zelena e, come avevo previsto, era quasi verde dalla rabbia. Le sue doti di portiere si stavano dimostrando piuttosto inefficaci stavolta!
Passò un'ora buona prima che ci fosse un time out, e il boccino si era fatto vedere solo una volta. Peccato fosse stato un po' troppo in alto e, il tempo di raggiungerlo, ed era già sparito.
Il problema fu che quando toccai terra, le mie gambe inspiegabilmente cedettero. Neal e Robin accorsero immediatamente e mi aiutarono a raggiungere il nostro spogliatoio, dove mi sedetti sulla panca per riprendere fiato. Chiusi gli occhi.
-Tesoro, ti senti male? Vuoi che chiami Whale?
-Sciocchezze...- borbottai, stropicciandomi gli occhi nella speranza di non vedere più sfuocato. Grazie al cielo funzionò, anche se la mia testa continuava ad essere pesante e dolente.
-Scusatemi, sto bene. Mentre ero in aria stavo benissimo... sarà un calo di pressione.
Mentre parlavo, Neal mi passò una mano sulla fronte.
-Ma bruci! Em, per favore...
-Sto bene! Cavolo, è febbre, non malaria!- sbottai, facendo ovviamente rimanere tutti in silenzio. Sospirai, in effetti non era giusto che me la prendessi con loro... ma sapevo di poter resistere fino a fine partita. Non avevamo un cercatore di riserva e comunque le sostituzioni non erano consentite, quindi se mi fossi ritirata avremmo automaticamente perso.
-Vorrei solo un bicchiere d'acqua... e magari una zolletta di zucchero o del cioccolato. Scusatemi. Non volevo... urlare. Solo non ho intenzione di perdere quindi lasciate perdere, non mi convincerete. Ok?
-Ok Capitano.- fece Anna per prima -Vado a prenderti l'acqua. E lo zucchero!
-Grazie Anna! E ragazzi, con questo freddo c'è mezza scuola ammalata, non è niente di che... questione chiusa.- conclusi, mentre Neal già stava aprendo bocca per ribattere. La pressione, il freddo, la febbre... mi avevano messa KO per un istante, ma andava già meglio ed ero pronta a tornare in campo. Ero anche contenta che nessuno avesse notato il mio scivolone, perché il dottor Whale mi avrebbe sicuramente impedito di giocare se mi avesse vista in queste condizioni!
-State giocando benissimo ragazzi, cerchiamo di mantenere questa distanza di almeno 50 punti! Io cercherò di acchiappare velocemente il boccino così possiamo tutti rientrare a festeggiare la vittoria davanti al fuoco con una cioccolata calda! Ok?
-Sì capitano!- stavolta fu in coro. Era importante che si fidassero di me, ed ovviamente ero felice che fosse così. Senza fiducia non saremmo andati da nessuna parte e della loro avevo un gran bisogno! Mi dava la carica sapere che fossimo uniti.
Non appena mandai giù l'acqua e lo zucchero si udì il fischio di rientro, così ci affrettammo a ricomporci e tornare verso il campo. Stavolta le mie gambe non mi tradirono e potei rientrare in totale dignità.


-Swan! Stai bene?
Ecco il motivo per cui avrei preferito evitare di avvicinarmi: temevo mi avrebbe parlato. Ed io non volevo né guardarlo né parlargli, perché avevo paura di cedere... e non era giusto. Ma era arrivato un luccichio ed entrambi lo avevamo notato, quindi era stato inevitabile... peccato si fosse trattato di un falso allarme. Il gioco era ripreso da oltre mezz'ora e ancora nessuna traccia del boccino!
-Emma?
-Vuoi lasciarmi in pace? Sto benissimo.
-Ti ho vista, prima... al time out... e...
-Ti ho detto di lasciarmi stare, Killian. Potevi interessarti a me quando ne avevi l'occasione. Pensa alla partita adesso!
Detto questo sfrecciai via, la vicinanza con lui faceva troppo male. Rischiavo di incrociare quello sguardo, capace di incantarmi e rapirmi. Dovevo essere forte, lo dovevo a me stessa. La mia vita non poteva e non doveva dipendere da un ragazzo.
Peccato che quella piccola distrazione fece sì che il ragazzo in questione avvistasse il boccino prima di me, e fui costretta a prendere quota in una frazione di secondo per non perdere la pallina dorata. Ovviamente ebbi un capogiro, ma cercai di restare concentrata e filai dritta verso l'obiettivo.
L'aria gelida era pungente e volare ad alta velocità mentre mi colpiva in viso stava risultando estremamente difficile, tuttavia efficace. Io e Killian eravamo uno di fianco all'altra e per un attimo mi permisi di scoccargli un'occhiata. Eravamo così vicini che le uniformi si sfiorarono, così vicini che riuscii a distinguere le occhiaie che ombreggiavano gli occhi color dell'oceano.
Ma non mi permisi di indugiare oltre e tornai con lo sguardo dritto, verso la pallina luccicante che tentava di sfuggirci.
Ci costrinse a volare a zig zag, tornare indietro, in picchiata verso l'alto e poi verso il basso. Dopo un lungo inseguimento si levarono degli “Oooh!” dal pubblico e ci misi un attimo a realizzare il perché. Stavamo volando così in basso che se fossimo scesi di pochi centimetri ci saremmo schiantati a terra. Non avevo la minima intenzione di cedere, ma se fosse andata male almeno non sarebbe stata una caduta troppo rovinosa.
E mentre il boccino scendeva ancora, costringendoci quasi a sfiorare terra coi piedi, involontariamente ci guardammo. E mi piacque la sua espressione determinata, perché era proprio così che amavo vederlo. Convinto, sicuro delle sue capacità, deciso ad ottenere con le sue forze quello che desiderava.
Ma in quel momento avevamo lo stesso desiderio, le sue gambe erano più lunghe delle mie ed era su questo che avrei fatto leva. Il boccino scese di un altro paio di centimetri e mentre il pubblico gridava tra sorpresa ed entusiasmo, decisi di rischiare: sapevo di potercela fare. Strinsi forte le gambe contro la scopa e scesi ancora, allungando la mano.
Ne arrivò un'altra vicino alla mia, ma ci fu un rumore, un tonfo improvviso che la fece sparire. Insieme ad urla di sconcerto. Ma nel frattempo, la pallina finì finalmente nella mia mano destra e le grida di esaltazione e gioia prevalsero sul resto.
Intanto, Ariel dichiarava la nostra vittoria con centocinquanta a trecentoventi.
Toccai terra quasi con violenza, ma la gioia era così forte che mi sentivo invincibile e lasciai che il resto della squadra si unisse a me in un unico abbraccio.
-Sei pazza Emma! Geniale ma pazza!- esclamò Anna -Ancora un centimetro e facevi la fine di Killian!
-La fine di...?
-Ma sì, è inciampato per terra ovvio... eravate troppo in basso per lui! Ha fatto un volo... È stata un'idea geniale portarlo in svantaggio così!
E per un attimo mi allarmai: si era fatto male? Ecco perché era sparito dal mio fianco... era caduto! Avevo pensato che avesse semplicemente preso quota, rendendosi conto di non poter continuare... ma ovviamente alzare lo sguardo non fu sufficiente, dato che l'intera squadra di Serpeverde aveva circondato il punto in cui presumibilmente si trovava il loro cercatore.
Cavolo...
-Ma sta... bene?
-Starà sicuramente meglio di te!- mi fece notare Jeff con una risata -Abbiamo o no un Capitano eccezionale? Neanche stai in piedi e guarda che roba!
-Ma smettila! Non ti salta in mente che forse la febbre mi ha resa delirante e non sapevo quello che stavo facendo?
Risi insieme a tutti gli altri, davvero felice per quella vittoria quasi inaspettata. Nonostante la convinzione e i buoni propositi, avevo temuto che alla fine la stanchezza mi avrebbe tradita. Invece, per il momento, eravamo la prima squadra in classifica!
Quando decidemmo che fosse il caso di andare a cambiarci per prepararci ai festeggiamenti – ebbi una visuale più chiara sui Serpeverde. Anche loro si erano dispersi e una barella scomparve proprio in quel momento. Vuota.
Killian era in piedi tra Zelena e il dottor Whale e sembrava stesse cercando di liberarsi di loro. Tirai un sospiro di sollievo, a quanto pare non si era fatto nulla di grave. Sembrava tutto intero.
Fui costretta a distogliere lo sguardo quando si accorse di me, ma non servì a nulla. Il ragazzo ignorò completamente chiunque avesse attorno e mi raggiunse a passo spedito. Io per qualche ragione restai ferma, anche se avrei fatto in tempo a scappare nello spogliatoio.
-Swan, congratulazioni. Mi hai fregato! Mossa furba... intelligente.
-Anche se può sembrare il contrario non stavo cercando di ammazzarti- dissi semplicemente, imbarazzata. Cos'altro avrei potuto dirgli, dopotutto? Non sapevo più in che modo parlare con lui... se parlarci. Ignorarlo mi veniva più semplice.
Ora che lo avevo vicino, i tagli sulla guancia destra erano piuttosto evidenti. Anche l'uniforme era piuttosto sporca, doveva essere caduto su quel lato. Per fortuna ginocchiere e gomitiere avevano svolto il loro compito, evitando si rompesse qualcosa.
-Stai bene?- domandai mio malgrado, anche se tutti i sensi mi dicevano di fuggire a gambe levate. L'effetto nell'averlo vicino era troppo forte... in più eravamo praticamente sotto lo sguardo di tutti. Gli spalti erano ancora mezzi pieni e nemmeno Zelena, un altro paio di Serpeverde ed i professori erano rientrati.
-Benissimo, figurati.
-Ok. Bene. Allora io...
-No. Aspetta.
Mi afferrò per un braccio proprio nel momento in cui avevo trovato la forza di voltarmi, così tutto fu vano. Maledizione... 
-Killian, per favore. Non credo ci sia altro da dire...
-E invece c'è. Mi dispiace.
-Cosa?
-Mi dispiace, Emma. Per il modo in cui mi sono comportato. Per come ti ho trattata... sono stato un grande idiota! E per questa mia idiozia ho perso ciò a cui tenevo di più...
Non trovai nulla da ridire, ma allo stesso tempo sentivo gli occhi pizzicare. No, maledizione... non mi sarei messa a piangere adesso. Davanti a lui. Davanti a tutti.
Perché non mi lasciava scappare... non si rendeva conti di quanto facesse male? Di quanto disperatamente lo volessi nella mia vita? A cosa serviva scusarsi, se non poteva cambiare...
-Lo so che non è facile perdonarmi, so che non sarò mai perfetto... ma il fatto è che tu hai ragione. Sono libero di fare le mie scelte, ero solo troppo codardo e troppo debole per ammettere che in fondo tutto dipende da me... Emma, voglio tanto poter scegliere te se non è troppo tardi. Vieni con me a quel ballo, lo so che non vai matta per quella roba... ma possiamo sempre abbuffarci al buffet ed io posso passare il tempo ad insultarmi quanto vuoi... Lo so che ci conosciamo da pochissimo e forse non sono nessuno per te... ma la scelta peggiore che abbia mai fatto è stata quella di allontanarti a causa delle mie incertezze. Voglio essere una persona migliore, per me e per te. E su una cosa hai sbagliato. Ti ho capita. Ti ho sempre capita perché mi rivedo fin troppo in te, e so che la cosa è reciproca... e di nuovo, avevi ragione. Siamo un casino niente male insieme. Non posso prometterti di diventare il ragazzo perfetto, però sicuramente posso provarci... perché ne vali la pena.
Ormai fermare le lacrime era diventato impossibile e mi sentivo come se fossimo rimasti solo io e lui, in una bolla d'aria isolati dal resto del mondo. Io, lui, e quelle parole che tanto avevo sperato di sentire... a chi la davo a bere?! Non avevo mai rinunciato a lui! E sarei stata io l'idiota se avessi permesso alla mia testardaggine di mettersi ancora una volta tra me ciò che desideravo!
E solo per chiedermi di perdonarlo, si stava esponendo senza curarsi di nulla. Aveva scelto me.
Feci la cosa che in quel momento mi sembrò più facile ed ovvia. Gli portai le mani attorno al collo, e lo baciai. Con foga. Come se da quel bacio dipendesse la mia vita.
Come se ne avessi bisogno più dell'aria.



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Killian si è dato una svegliata finalmente, visto? Per entrambi gli ultimi giorni stavano andando abbastanza male ed erano equamente scocciati di quella feste e dell'entusiasmo che sta suscitando in giro... tranne che in loro. Killian, dopo la strigliata, ha iniziato a recuperare il senno mentre Emma stava provando a convincersi a farsene una ragione e pensare ad altro. Ha fatto pace con Neal, più o meno, e questo l'ha risollevata un po'... ma non abbastanza da farla tornare in forma per la partita! Ma nonostante ciò, la sua risolutezza nel voler vincere (e battere Killian... no doppi sensi! o sì xD) ha prevalso e alla fine è riuscita a prendere il boccino.
Lui ha fatto un grosso scivolone, ma anche se malconcio ha pensato solo ad andare e congratularsi con lei... e provare a farsi perdonare. Le ha chiesto scusa in mezzo al campo, senza curarsi di nessun altro tranne che lei. Ha ammesso di aver sbagliato ed ha avuto il coraggio di provare a credere di poter essere una brava persona e poter battere il buio, con lei accanto. Il bacio se lo è meritato, che dite?
Forse ora le cose saranno più facili per entrambi, anche se ci sarà sicuramente gente scontenta di loro... vedremo.
Un abbraccio e buon weekend! :*

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Capitolo 26
*** Easier ***


Easier



KILLIAN POV

Nulla mi era mai mancato più delle sue labbra. Del suo abbraccio, delle morbidezza della sua pelle, il suo profumo... lei, semplicemente.
La strinsi forte, come per accertarmi che fosse davvero tra le mie braccia e che non sarebbe svanita.
Ma non successe. Non svanì. Rimase lì, e tutto iniziò ad essere di nuovo bello.
Per una volta avevo fatto la miglior scelta possibile, me lo gridavano tutti i miei sensi. Era come se mi sentissi di nuovo completo dopo una brusca frattura.
-Stiamo scherzando?!
Ovviamente. Chi, se non Zelena, avrebbe potuto interrompere un momento tanto atteso?
A malincuore ci riscuotemmo tutti e due, e tornati a percepire di nuovo il mondo attorno a noi, non potemmo fare a meno di udire perfino qualche applauso.
-Killian! Cosa vuol dire tutto questo?! Perché diavolo stai baciando questa sciacquetta?! Io pensavo che tra me e te... e invece... proprio lei!
Emma aggrottò le sopracciglia, pronta a ribattere, ma allungai un braccio per fermarla. Era compito mio rispondere ad una Zelena Mills verde di rabbia e invidia.
-Mi dispiace ma io non ti ho mai dato motivo di pensarlo. Non ti ho mai illusa. Ho provato a farti capire con delicatezza che non poteva funzionare... il fatto è che tu non sai accettare un no. Io sto con lei, che ti piaccia o no. Non mi importa sinceramente.
-Ma tra me e te... c'era...
-Sesso?- borbottai tra i denti: non ero felice di parlare davanti ad Emma e allo stesso tempo non volevo mettere in ridicolo Zelena davanti a tutti; -Era solo quello. Attrazione. È sempre stato chiaro e mi pare che la cosa fosse reciproca...
Ed ero sicuro di avere ragione. La ragazza provava dell'affetto nei miei confronti, ed io nei suoi... ma non c'era nulla di romantico in tutto ciò. Ma Zelena era viziata, era abituata ad avere tutto ciò che desiderava e un no come risposta non le sarebbe mai piaciuto. Eppure, sarebbe potuta diventare una persona migliore... se solo si fosse resa conto che il mondo non ruotava attorno a lei!
E le sarebbe passata, sapeva bene quanto me che quello non era che un capriccio.
-Tu sei un...
-Non sono un bel niente! Non l'ho frequentata quando tra me e te c'era... qualcosa. Funzioniamo meglio come amici...
-Non voglio essere amica di uno che si scopa questa mezzosangue! E dimmi, questo sembrava un riappacificamento... per caso hai perso per riconquistarla o che? Hai lasciato a lei il boccino appositamente, non è vero?
-No!
Strinsi i pugni, quando era troppo era troppo. Non la colpii soltanto perché era una ragazza, avevo ancora dei valori. Ma un'insinuazione del genere non l'avrei mai accettata.
-Hai visto benissimo com'è andata e sai che mi sono impegnato tanto quanto lei. Sono un buon cercatore e non mi abbasserei mai ad una cosa del genere! E ultima cosa... insultala ancora una volta e ti faccio sparire la lingua.
Il suo colorito ora era rosso, tanto da confondersi con la lunga chioma ondulata. Per un attimo credetti che mi avrebbe colpito, ma non lo fece.
-Vaffanculo, Killian!
E si voltò lasciando di corsa il campo senza aggiungere un'altra parola. Si era messa in imbarazzo, ma in quel momento non riuscivo a dispiacermene: aveva fatto tutto da sola! Se avesse voluto ne avremmo potuto parlare in privato, ma aveva preferito agire senza pensare come sempre.
Poco importava. Erano affari suoi.
Io non avevo mai illuso nessuno, non avevo mai preso in giro né lei né Emma. Almeno in quel caso, la mia coscienza era totalmente pulita.
-Mi dispiace...
-Non hai di che scusarti, Killian. So come stanno le cose e... se davvero è tua amica...
-Faccio fatica a capire chi è mio amico. A parte te. Mi dispiace, ci ho messo troppo tempo ad accorgermi di quanto sono stupido...
-Non preoccuparti. Troverò il modo per fartela pagare...
Non ebbi modo di chiederle se stesse scherzando, visto che fummo costretti a sgomberare il campo. Ma non restammo soli a lungo, Regina era ad aspettarci all'ingresso degli spogliatoi di Grifondoro con un'espressione piuttosto allegra.
-Era ora! Non sapevo più che fare con voi due!
-Sta' zitta- rise Emma -tu hai chiesto a Robin di venire con te al ballo?
-No.
-Ecco...
-L'ha appena chiesto lui a me, in realtà.
Lasciai quindi la presa dalla mano di Emma, la quale quasi si gettò addosso ad una Regina leggermente imbarazzata. Beh, che dire! Era la giornata delle nuove coppie, a quanto pare. Non che fossi sorpreso, a malapena avevo evitato di bruciarmi quando mi ero esercitato tra quei due! Certi sguardi di fuoco erano stati inequivocabili e solo perché amavo farmi gli affari miei non avevo chiesto loro come mai non stessero ancora insieme. E dovevo sicuramente dar credito a Robin, Regina non sembrava una ragazza facile da conquistare... quanti ragazzi aveva rifiutato anche davanti a me! E non riuscivo a contare sulle dita delle mani a quanti avesse detto di no per il ballo.
-D'accordo, smettila. Non è che stiamo insieme come voi due, andiamo solo ad un ballo.
-Certo Mills. Tecnicamente anche io ed Emma...
-Oh tu sta zitto. Lei ti avrà perdonato, ma io non ancora! Chi fa stare male i miei amici, non se la cava tanto facilmente... devi lavorarci su!
Io e la bionda ridemmo, anche se non ero certo stesse scherzando. E in realtà non ero nemmeno convinto che lei stessa mi avesse perdonato. Ad ogni modo avrei seguito il consiglio della mora e ci avrei lavorato su, non volevo correre il rischio di fare altre cazzate. Desideravo fare le cose per bene, anche se non ero sicuro di esserne capace... ma potevo sempre imparare. Per Emma ne valeva la pena.
-Comunque vi lascio festeggiare la vostra riconciliazione, ora. Ciao!
Detto questo girò sui tacchi, e restammo in silenzio fino a che non ci ritrovammo completamente soli. In realtà avrei tanto voluto passare del tempo con lei, ma al momento aveva altro da festeggiare: la sua prima vittoria da Capitano. In più stava visibilmente male, quindi non me la sentivo di trattenerla. Ero felice così, per il momento andava più che bene.
-Non mi dispiacerebbe seguire il consiglio di Regina, ma credo ti lascerò in pace per adesso. Avrai da festeggiare la vittoria, immagino...
-Beh, sì, ma... posso raggiungerli dopo...
Anche se stanca, la sua espressione era davvero dolce. Mi sarei mai perdonato per averle fatto del male? Il minimo che potessi fare era iniziare a comportarmi nel modo giusto.
-Credimi, ti terrei con me tutta la sera... ma vai- accennai un sorriso, per poi prenderle entrambe le mani -E' più che giusto così. Te lo meriti. Insomma, hai battuto me, non è una cosa che succede tutti i giorni...
Rise di nuovo. Una risata melodiosa, sincera.
Ecco, questo volevo. Farla ridere. Farla stare bene. Mi sarei impegnato a fondo per riuscirci, non avrei permesso che la mia idiozia interferisse ancora una volta.
-Bella battuta, Jones. Ma è vero, avevamo preparato una specie di festicciola... che sarebbe andata bene per festeggiare o per consolarci.
-Solo non fare troppo tardi, prendi qualcosa per la febbre e vai a letto. Ok?
-Sei il mio dottore ora?
-Potrei. Insomma, non è meglio un dottore giovane e sexy come me rispetto a Whale?
Rise ancora, ed io non riuscii a resistere all'irrefrenabile voglia di baciarla per l'ennesima volta. Lei non tardò a ricambiare, così approfittammo di quel momento di silenzio per ritrovarci ancora un po'. Delle sue labbra non mi sarei mai stancato, così come della sua tenera stretta... di lei, in poche parole. Al momento, resistere era dannatamente complicato... ma stava male e aveva bisogno di riposo; avremmo avuto tutta la domenica, se si fosse sentita abbastanza bene da lasciare il suo letto. Avrei reso la Stanza delle Necessità più accogliente del solito, così avremmo potuto rilassarci insieme... e mi sarei preso cura di lei.
-Va bene Killian, hai ragione. Mi sento uno straccio...- disse infine, poggiando la testa sulla mia spalla -Non credo resisterò più di un'ora. Ma ci vediamo domani, ok? Se sono viva, credo scenderò per colazione dopo le dieci...
-D'accordo. Ma se non te la senti non importa e rimani a dormire...
Annuì, poi sollevò lo sguardo e mi sorrise ancora.
-E tu stai bene? Non ho visto, ma dicono che hai fatto un bel volo...
-Giusto un po' ammaccato. Mossa davvero furba, tra parentesi! Ma comunque ero già in basso, non sono caduto male... Nulla di rotto.
-Bene. Non volevo ti facessi male... pensavo avresti lasciato stare, piuttosto.
-Io non lascio stare- le ricordai -Non mi piace arrendermi.
-Ho notato. È una delle cose che mi piacciono di te. Però l'ho notato che fai fatica a muovere il braccio... sicuro di stare bene?
Certo che non si riusciva davvero a nasconderle nulla... non che mi dispiacesse che fosse così premurosa. E sì, il braccio mi faceva male ma non era rotto, motivo per cui avevo liquidato Whale. Al massimo mi sarei svegliato con qualche livido, pazienza!
-Swan, te l'ho detto. È solo la botta... promesso. Non sto cercando di fare l'eroe.
-Ok, ok. Allora... buonanotte.
-Buonanotte. Riposati bene, tesoro.
E siccome non c'era due senza tre, decidemmo di condividere ancora un bacio prima di dividerci. Poi, a malincuore, la lasciai raggiungere i suoi compagni di squadra, mentre io mi diressi direttamente verso il castello. Non volevo passare nel nostro spogliatoio, non perché avessi paura ma perché semplicemente non avevo voglia di rovinarmi l'umore litigando con tutti. Probabilmente mi sarei cambiato, avrei recuperato qualcosa a cena, ed avrei mangiato in camera con un buon libro.
Cosa me ne importava di quella gentaglia che sapeva soltanto giudicare, se avevo di nuovo la mia Emma? E ripensando alle sue parole di due settimane prima, nonostante non fosse stata una situazione positiva, mi venne da sorridere. Perché aveva ragione. Sarebbe stato piacevole poter camminare mano nella mano, o semplicemente insieme, senza doverci nascondere o fingere di essere meno che amici. Solo l'idea, mi dava un gran senso di libertà.
Quanto mi ero sbagliato! Non ero io che toglievo la luce ad Emma... era lei che trasformava la mia oscurità in luce!

 

***


EMMA POV

Non avevo sinceramente idea di quando fossi stata così felice, l'ultima volta. Mi sentivo in colpa verso me stessa, perché non avrebbe dovuto essere così semplice perdonarlo... e anche se forse lo avrei fatto penare ancora un pochino, in cuor mio lo avevo perdonato.
Non ero mai stata una persona molto romantica, ma il suo gesto aveva lasciato di stucco perfino me. Aveva appena perso la partita, aveva fatto un gran bel volo di cui sicuramente non andava molto fiero e in più si era fatto male... ed invece di correre a nascondersi, come avrei fatto io, era venuto da me. Davanti a tutti. Era venuto da me, e con delle parole bellissime e soprattutto sincere, mi aveva pregato di perdonarlo.
Ovviamente era stata questione di minuti prima che la voce si spargesse, così quando avevo raggiunto gli altri in spogliatoio, quasi pronti per andare a festeggiare, mi avevano fatto le congratulazioni. Neanche mi fossi sposata! La più eccitata di tutte era stata Anna, che ci aveva definiti “carinissimi e tenerissimi insieme”, mentre il meno contento, ovviamente, Neal. Ma quando eravamo rimasti in disparte, prima di raggiungere gli altri sulla via del castello, mi aveva assicurato di non avercela con me. Pur ribadendo che Killian non gli piacesse e che se mi avesse fatto soffrire di nuovo lo avrebbe pestato di botte, era contento che fossi felice.
Aveva promesso che questo non avrebbe rovinato la nostra amicizia, né avrebbe cambiato il suo affetto nei miei confronti. Era stato così dolce che alla fine avevo ceduto alle lacrime! Ma anche così contenta che finalmente tutto andasse bene: l'adrenalina alle stelle mi aveva fatto dimenticare la stanchezza, ed ero rimasta con gli altri a festeggiare fino a mezzanotte.
Ovviamente non erano mancate frecciatine e commenti pungenti riguardo i miei gusti in fatto di uomini, da parte di qualcuno, ma mi ero lasciata scivolare tutto addosso.
Ero semplicemente troppo felice per farmi rovinare l'umore.
Quando mi ero finalmente decisa a ritirarmi, Mary mi aveva seguita ed avevamo chiacchierato fino a che non mi ero addormentata. Era contenta di vedermi felice, ed aveva ammesso che fossimo una bella coppia. Mi aveva solo suggerito di stare attenta, ma anche lei vedeva del buono in Killian ed era convinta che fosse un bravo ragazzo.
Solo che tutto quel far festa aveva portato le sue conseguenze, e mi ero svegliata a mezzogiorno passato in uno stato tremendo. Forze quasi pari a zero, occhi rossi che a fatica avevo aperto, e 39 e mezzo di febbre. Avevo saltato la colazione con Killian e guardato gli altri uscire a sfidarsi a palle di neve mentre io poltrivo sul divano con una disgustosa pozione preparata da Whale.
Così, dopo 4 ore, avevo deciso che non fosse il caso di sprecare tutta la domenica. La febbre si era leggermente abbassata ed io avevo recuperato abbastanza forze da riuscire a stare in piedi, e dopo essermi coperta a dovere mi ero convinta a lasciare dalla sala comune.
I corridoi erano semivuoti, meglio per me visto che barcollavo leggermente. Tuttavia avevo bisogno di aria fresca e sapevo che fuori avrei trovato anche Killian insieme a Regina. Me lo aveva riferito Mary dopo pranzo, aggiungendo che il mio ragazzo sarebbe passato più tardi nella speranza che stessi un pochino meglio. Pensai che in questi casi sarebbe stato utile avere il cellulare ad Hogwarts, non potevo certo mandare continuamente sms via gufo... sarebbe stato un casino se tutti avessimo iniziato a farlo. Ma avevo voglia di vederlo, e un po' di fresco non mi avrebbe ucciso.
Gelo.
D'accordo, avevo sottovalutato la situazione. Mi bastò mettere un piede fuori per essere colpita in pieno dal gelo invernale. Di solito lo amavo, ma quando a contrastarlo c'erano i miei 38 gradi di temperatura non era davvero il massimo.
C'erano ragazzini che urlavano e si rincorrevano, ma anche tante altre facce note che si tiravano palle di neve, ed altri ancora che costruivano e stregavano pupazzi. Avanzai lentamente, cercando di evitare di scontrarmi con gli undicenni urlanti, e mi guardai intorno in cerca di Killian o di qualcuno dei miei amici. In lontananza si intravedeva perfino il lago ghiacciato, e sembrava che qualcuno si fosse spinto fin lì per una pattinata.
Non appena localizzai il diretto interessato, non potei fare a meno di sorridere. Era nel bel mezzo di una guerra a palle di neve con Regina, Robin, Mary, David e Jeff. Non avrei mai immaginato che si sarebbe ritrovato a divertirsi coi Grifondoro, pur sapendo che al momento i suoi compagni di casa lo avevano praticamente ripudiato.
Mi avvicinai molto lentamente, cercando di non essere notata, e quando fui abbastanza vicino affondai le mani nella neve – fortunatamente avevo indossato i guanti – e gli tirai una palla bianca dritta sulla nuca.
-Quanti punti ho fatto?
-Swan!
In un attimo abbandonò la partita e mi raggiunse di corsa, salutandomi con una calda stretta e un lungo bacio che per un attimo mi fece dimenticare di avere freddo. Ovviamente partirono alcuni fischi da parte dei miei amici, al che mi scappò una risata.
-Poi gliela faccio pagare, tranquilla. Ma come stai? Non dovresti prendere freddo... sarei venuto a trovarti tra poco. Lo avrei fatto prima ma ha detto che dormivi e non volevo disturbare...
-Ehi, frena. Lo so, non ti preoccupare... è che mi stavo rompendo e avevo voglia di vederti. Sto un po' meglio, è che ieri non ho seguito il tuo consiglio...
-Lo immaginavo... mi sa che dovevo venire io a metterti a letto.
-Ah sì? E mi avresti lasciata dormire?
-Swan!- esclamò, sollevando le sopracciglia stupito -Mi sorprendi. Mi spiace che stia male, ma se la febbre ti fa questo effetto...
Mi baciò ancora mentre ridevo tra i baffi, quella battuta mi era uscita spontanea. D'altro canto più di una volta eravamo arrivati molto vicini allo spingerci oltre...
-Mi rubi le battute, sai. Comunque che ne dici di rientrare? Fa freddo...
-Sì, ok- acconsentii, mio malgrado stavo congelando -Mi dispiace però, ti stavi divertendo.
-Emma, fidati che a qualsiasi cosa preferirei te. Ma è vero, i tuoi amici sono... simpatici. Regina è riuscita a convincermi a fare un tentativo.
-Mi fa piacere, molto. Neal non c'era, vero?
-No... ma non per colpa mia, credo. Anche se ovviamente non mi sopporta.
-Gli passerà. Abbiamo parlato ieri, non ti odia. È solo...
-No, lo capisco. Ha senso...
Restammo un attimo in silenzio, non sapendo cosa dire, ma quando mi attraversò un brivido di freddo mi strinse a sé sentenziando che fosse il momento di rientrare. Salutammo quindi gli altri e mi lasciai condurre dentro, nella sua stretta. Notai diverse occhiate e brusii al nostro passaggio, ma non me ne importò assolutamente niente. Ero semplicemente contenta che avessimo deciso di concederci la libertà che meritavamo entrambi. Non mi pentivo della nostra scelta iniziale, ma adesso che tutto era molto più chiaro, era meraviglioso.
Passammo prima per la sala grande, prendendoci un paio di cioccolate calde che in occasione della prima neve venivano servite tutto il giorno insieme al tè, poi ci dirigemmo verso il nostro posto preferito. In fin dei conti avevamo bisogno di privacy e quello era il luogo migliore.
Una volta entrati vi trovammo sia un divano che un letto, quest'ultimo voluto da me. Volevo stare comoda, anche se ero ovviamente preparata alle sue battutine che non tardarono ad arrivare.
-Dritta al sodo, eh? Qua abbiamo invertito i ruoli...
-Non mi sembra- alzai gli occhi al cielo, liberandomi di sciarpa, guanti e giacca -Sei tu che fai insinuazioni, io voglio solo starmene comoda...
-E letto sia. Sarò il tuo infermiere per il resto della giornata...
Detto questo si liberò anche lui dei vestiti in eccesso e si buttò sul letto, aprendo le braccia a cui non resistetti un istante di più. Mi sistemai comodamente nella sua stretta, baciandogli la guancia prima di chiudere gli occhi. Ora sì che stavo meglio. Molto meglio. Era incredibile che effetto mi facesse.
-Mi era mancato tutto questo.
-Anche a me Killian. Sono stata male questi giorni... più di adesso, anche se fisicamente non avevo nulla.
-Tesoro, non smetterò mai di chiederti scusa per la mia... idiozia, stupidità...
-Non serve. Mi basta che non rifaccia le stesse cazzate. Senti ti sto dicendo questo perché... insomma, una rottura è... a qualsiasi età, è sempre brutta. Certo. Il motivo per cui sono stata così male è che... ci avevo creduto davvero, sai? Perché... perché nessuno finora è stato in grado di farmi sentire come mi hai fatta sentire tu, e quando la magia si è spezzata è stato doloroso...
-Credimi, anche per me.
Ora ci eravamo separati, per poter guardarci negli occhi. Avevamo bisogno davvero di quella chiacchierata ed era meglio non rimandare. Solo una volta chiarito tutto, avremmo potuto ricominciare, o in qualche modo riprendere da dove ci eravamo interrotti.
-Non mi sto giustificando, ma pensavo fosse la cosa migliore... allontanarmi. Ma mi sbagliavo. È stato difficile resistere senza di te, sai? Non sono mai stato una bellissima persona a dire la verità e non dipendeva dall'Obscurus. Non ero cattivo, avevo i miei pregi... ma ero anche un bulletto. Insomma, ero una versione babbana di Zelena e i suoi diciamo. Forse non così crudele, ma sicuramente stronzo. Ho fatto molti progressi, sì, ho lavorato su me stesso ma c'è tanta strada da fare. Sempre. E tu mi spingi ad essere migliore, Emma. Proprio perché ti vedo così perfetta... ma non perché sei la Salvatrice! Perché sei perfetta ai miei occhi, e vorrei essere anch'io una bella persona. Te lo meriti.
Quello stronzo dal cuore tenero proprio non mi permise di trattenere le lacrime! Ed io che avevo pensato di fargli sudare il perdono... che illusa! Ma come rimanere indifferente a quelle parole? Non sapevo neanche se si rendesse conto di quanto quel discorso avesse avuto impatto su di me. Mai per nessuno ero stata perfetta, nella mia vita. Il che mi aveva portata a pensare di essere sbagliata, ed una piccola parte aveva continuato a crederlo anche quando avevo finalmente saputo la verità sulle mie origini e tutto il resto. E lui ora veniva a dirmi di voler essere migliore per essere alla mia altezza.
Fece per asciugarmi le lacrime con la mano, ma non gliene diedi modo e mi gettai direttamente sulle sue labbra. D'accordo, forse ero una sciocca... ma ero convinta che non sarei mai riuscita a trovare qualcuno come lui. Eravamo giovani, certo, ma quante coppie erano nate a Hogwarts? Quante persone, compresi i miei genitori, si erano sposati un anno dopo aver preso il diploma? Noi avevamo ancora tanto da scoprire l'uno dell'altro, dovevamo ancora conoscerci a fondo... ma un inizio come quello non poteva che essere qualcosa di positivo.
-Ti odio. Volevo tenerti il muso ancora per un po', ma sei così dannatamente tenero!
-Spero eviterai di definirmi tenero in pubblico! Ma sono contento di averti fatto cambiare idea. Quelle cose le penso davvero, Emma...
-Lo so, l'ho capito. E se mi vuoi anche dopo che sono riuscita a batterti con 38 di febbre...
Scoppiammo a ridere entrambi, ed io tornai a prendere la mia posizione preferita: tra le sue braccia. Sarebbe stato tutti i giorni così facile, adesso?
-Non cantare vittoria perché riuscirò a prendermi la mia rivincita, Swan. A meno che Zelena non mi cacci, ora rischio davvero effettivamente... è tutta la settimana che cercava di farsi invitare al ballo. Ma a me queste cose non fanno impazzire e non sarei andato con nessuno che non fossi tu...
-Siamo in due allora. Calcola che non so ballare quindi non provarci nemmeno a portarmi in pista. Però possiamo divertirci lo stesso.
-Ma certo, Swan. E sono curioso di vederti in un abito anni '20, non posso negarlo. Lo hai già comprato?
-No, lo prenderò domani a Hogsmeade. Ma non aspettarti chissà cosa, non sono una modaiola come Regina.
-Corro il rischio di suonare sdolcinato, ma sei bellissima qualsiasi cosa indossi. Anche con questo maglione e gli occhi arrossati...- nel dirlo mi strinse più forte e mi baciò la guancia, poi la fronte. Io chiusi gli occhi, lasciandomi andare al relax più totale. Non sapevo dire quanto sarebbe durata quella pace, e proprio per questo avevo intenzione di goderne fino in fondo.
-A proposito di Hogsmeade, Emma. Ci andiamo insieme? Cioé, se non... se non hai altri piani, se ai tuoi amici non dispiace...
-Frena, Killian! A loro non dispiace se vieni con noi, figurati. E nel pomeriggio possiamo farci un giro da soli, che dici?
-Mi sembra un buon piano. Ora rilassati, tesoro... riposati. E io ti faccio un bel massaggio...


Killian Jones era per anni stato la tana della creatura più oscura sulla faccia della Terra. Lui stesso aveva rischiato di diventarlo e poi morire insieme ad essa.
Era stata la forza del suo gran cuore a salvarlo e, giorno dopo giorno, la Luce della Salvatrice stava spazzando via il Buio che ancora lo tormentava.
L'Oscuro non era nato con un cuore colmo di Tenebre. Eppure, la salvezza per lui non esisteva. Non era così forte. In quello stesso istante, bramava nell'ombra, pronto ad avverare la prima parte della sua profezia, quella che preferiva: guerra, sangue... morte.
E forse, si era reso conto che ci fosse anche un terzo pezzo del puzzle: era abbastanza sicuro che si trattasse proprio quel giovane unico nel suo genere...





 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Sono tornata e dopo aver recuperato i vostri (credo tutti i nuovi) capitoli, come promesso aggiorno anch'io.
Sia Killian che Emma sono piuttosto felici, tanto da continuare a fregarsene del pubblico che ha assistito alla scenette... Zelena invece lo è meno! Per ora ha deciso di uscire di scena, ma vedremo... Killian però ha ragione. Se si rendesse conto che il suo è solo un capriccio, starebbe decisamente meglio.
Intanto lui ha lasciato che Emma andasse a festeggiare la sua meritata vittoria, mentre Regina ha finalmente fatto un passo con Robin, accettando il suo invito al ballo! Diciamo che è stata una bella giornata per entrambe le coppiette ahaha
Siccome Emma è testarda, ha finito per star male... ma le è bastato riprendersi un pochino per andare a cercare Killian e godersi quel che rimaneva della domenica insieme. Adesso non hanno più paura di farsi vedere insieme, anche se suscitano brusii... ma hanno avuto bisogno di chiarire alcune cose, prima delle coccole. Ed i buoni propositi di Emma sono di nuovo andati a quel paese, quando lui ha usato tutte le parole giuste per scusarsi. 
Vedete? Sono stata brava, e ho fatto un intero capitolo di fluff... tranne per la parte finale, MWAAHAHAHA (risata da notte di Halloween... xD). Rumple si è reso conto che non è solo Emma il problema... ma c'è un terzo tassello fondamentale. E sta iniziando a lavorare ai suoi piani...
Nel weekend provo ad aggiornare anche l'altra, altrimenti sarà di nuovo in settimana... vediamo :)
Un abbraccio e buonanotte a tutti! :* (EFP mi sta facendo di nuovo lo scherzetto di sballare i codici anche dopo che per qualche giorno sono a posto... quindi spero che questo capitolo esca normale ^^")

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Capitolo 27
*** First date ***


First date





EMMA POV

Molto raramente passavo più dello stretto necessario davanti allo specchio.
Invece, quella mattina avevo perfino chiesto a Mary di truccarmi. Ne era stata molto entusiasta, visto che di solito era Regina a dispensare consigli di stile... però non volendo esagerare, era stata lei la scelta migliore. Un filo di matita marrone, ombretto chiaro e lucidalabbra rosso corallo.
Invece del solito abbigliamento sportivo avevo optato per una camicetta bianca, gonna nera e stivali dello stesso colore. Ovviamente non mancavano le calze di lana, faceva freddo e non avevo di certo voglia di ammalarmi di nuovo.
Il giorno precedente era stato perfetto, avevo trascorso il tempo con Killian fino all'ora di cena. Tra grattini, massaggi, tenerezze e infusi di frutta, mi ero ritrovata con le energie restaurate. La notte aveva fatto il resto, così mi ero svegliata in gran forma e pronta per la mia vera e propria prima uscita con lui.
Guardandomi allo specchio, mi resi conto di non essermi mai preoccupata molto di essere più presentabile: non che avessi mai dato peso alla cosa. Tuttavia, seppur Killian avesse continuato a trovarmi bella perfino col viso bianco cadavere, le occhiaie profonde e gli occhi rossi, avevo voluto provare a fare un cambiamento. Avevo voglia di essere carina, per una volta, pur senza esagerare.
-Si vede proprio che con Killian è diverso, Emma. Non ti sei mai impegnata così!
-Non dire sciocchezze!- avvampai -E' solo che ho ancora la faccia da post febbre, quindi voglio un aspetto umano per non spaventarlo!
-Ah, certo, come no! Ma non c'è nulla di cui vergognarsi, avanti! Voglio dire, anche se non sapevamo la ragione... è da un po' che brillavi ed eri sempre allegra. Se Killian ti rende così, non può che essere una cosa positiva!
Strinsi le labbra, non avendo nulla da ridire. Aveva ragione, me ne ero resa conto anche io stessa. La serenità che mi infondeva la nostra relazione era qualcosa di totalmente nuovo. Se mi avessero chiesto di spiegarlo non ne sarei stata in grado, ma era così. Era positivo.
-Vorrei solo che fosse più facile con Neal. Non saprei davvero cosa fare per... insomma, abbiamo chiarito e dice che è tutto ok, però...
- Deve metabolizzare, ma alla fine starà bene.
-Lo so, certo. Hai ragione, è solo che gli voglio bene e mi dispiace. Oggi non viene con noi, vero?
-Non lo so. Ma siete amici da una vita, presto tutto tornerà come prima, vedrai!
-Ammetto che a volte il tuo ottimismo eccessivo mi irrita, Mary! Ma stavolta voglio darti retta!- decisi infine, e con un gran sorriso abbracciai la mia amica. In questo caso aveva ragione: io e Neal eravamo stati una coppia per così poco tempo, che tra qualche anno ci avremmo anche riso su! Ma non ero pentita e speravo non lo fosse neanche lui perché, pur essendo stato breve, era stato bello ed i ricordi non ce li avrebbe tolti nessuno.
Dopo aver scoccato un'occhiata all'orologio infilai velocemente la giacca di pelle e corsi insieme alla mia amica in sala comune, dove ci aspettava David.
Ovviamente da solo, ma non mi ero fatta illusioni. Il fatto che Neal mi avesse detto che si sarebbe fatto andar giù Killian, non voleva dire che fosse pronto a socializzare con lui e dopotutto non riuscivo a biasimarlo.
-Ciao ragazze. Emma, va meglio oggi?
-Sto bene, grazie David.
-Meno male! Allora andiamo.- concluse -Regina ci aspetta all'ingresso con Jones.
Annuii con un sorriso, mentre Mary dava il buongiorno al suo ragazzo con un lieve bacio a fior di labbra. Erano davvero dolci, nonostante in pubblico cercassero di contenere la passione. Ma chiunque li avesse visti, avrebbe detto che fossero una coppia molto affiatata. Loro, ad esempio, riuscivo a vederli sposati una volta finiti gli studi. Sarebbero state una di quelle coppie giovani, convinte di fare quel passo prima dei 20 anni... perché era semplicemente impossibile che si innamorassero di qualcun altro. E pur non essendo la persona più romantica del mondo, trovavo che fosse una cosa molto bella. Trovare così presto una persona con cui sentirsi se stessi.
Ma forse, neanch'io ero lontana dalla mia felicità. Mi bastò vederlo accogliermi con quell'ampio sorriso per sciogliermi, e non potei fare a meno di ricambiare.
-Non pensavo si potesse essere più sdolcinati di questi due. E invece...
-Ciao anche a te Regina!- borbottai, alzando gli occhi al cielo. In realtà un po' mi imbarazzai ma riuscii a nasconderlo bene: non aveva tutti i torti. Ultimamente mi comportavo da ebete! Il fatto era che quasi non riuscivo a credere di poter essere tranquilla e felice – almeno per un po' – quindi volevo goderne appieno. Prima o poi sarebbe arrivato il momento di pensare a faccende più serie, ma per il momento... non desideravo altro che vivere il presente.
-Tranquilla, rideremo noi quando sarai tutta pucci pucci con Robin. Magari sarai ancora più sdolcinata di noi messi insieme!
-Sogna, Jones! E non accetto battutine da parte tua, ancora.
-Andiamo, continuerai ad avercela con me ancora a lungo?
-Dipende solo da te!
-Va bene, voi due smettetela. Regina, dagli tregua...
-Ma certo. Basta che faccia il bravo!
Alzai gli occhi al cielo ancora una volta, ma non per questo riuscivo ad avercela con Regina. Era un'amica protettiva e teneva a me più di quanto desse a vedere... e sapevo che ancora non gli aveva perdonato lo stato d'animo che mi aveva causato. Sapevo anche che non avrei potuto far niente per convincerla... prima o poi le sarebbe passata.
Finalmente, quando ci incamminammo, mi avvicinai per baciarlo sulle labbra.... e non fu assolutamente facile mantenerlo un bacetto casto. Non ero l'unica che aveva cercato di farsi bella, a quanto pare. Anche lui si era dato da fare, indossando un jeans scuro, una camicia blu abbinata ad una giacca di pelle nera. Si era anche fatto la barba, pur senza toglierla del tutto... un pochino pungeva, ma in maniera piacevole. E poi, gli dava un po' quell'aria da “bad boy” misterioso...
-Sei davvero uno schianto, Swan. Non pensavo avresti mai messo una gonna, a parte quella della divisa...
-Ha-ha. Mi prendi in giro?
-No, tutto il contrario. È un apprezzamento... e spero vivamente lo farai più spesso, perché quelle gambe sono una gran bella visione. E non credo di averti mai vista truccata... mi piacciono i tuoi occhioni messi in risalto. E le labbra...
Sperai di non essere arrossita, ma non potei negare che mi facesse piacere avesse notato quei dettagli. Spesso i ragazzi non ci facevano caso più di tanto... lui invece mi vedeva sempre. Oltre a guardarmi. A volte mi sorprendevo di quanto galante fosse, un ragazzo d'altri tempi! Almeno in alcuni casi.
-Anche tu ti sei messo in tiro, non pensare che non ci abbia fatto caso.
-Cosa posso dire, non mi piace sfigurare con una bella ragazza.
“Non sfigureresti nemmeno con un passamontagna”, pensai, ma riuscii ad evitare di dirlo ad alta voce: il suo ego era già abbastanza smisurato senza che mi ci mettessi io. Invece di rispondere, quindi, lo presi per mano, felice di poterlo finalmente fare senza dovermi nascondere.
Questo era ciò di cui avevo bisogno. Di poter essere me stessa, di permettermi di essere allegra, senza continuamente pensare alle conseguenze. Sarebbe durata? Non potevo saperlo... ma valeva la pena scoprirlo.


Eravamo appena entrati ad Hogsmeade, e già avevo perso il conto delle persone che ci avevano additati per strada. Gli altri ci avevano scherzato su, ed io ero stata lieta di scoprire che tutto mi era semplicemente scivolato addosso: non mi importava, e a quanto pare nemmeno a Killian dato che non mi sembrava a disagio.
-State insieme da un giorno e siete già la coppia più famosa dell'anno... complimenti!- scherzò Regina, dopo che un paio di Serpi ci passarono accanto con sguardi sdegnati.
-Almeno non parleranno più di come sono svenuto in aula o del ruzzolone che ho fatto durante la partita... o di quanto lei sia pazza a pensare che l'Oscuro sia tornato. Ma di come siamo belli insieme!- commentò Killian allegro, facendo ridere tutti e quattro. Beh, non aveva tutti i torti! Preferivo anch'io speculassero della mia vita sentimentale, piuttosto che fare quadri clinici riguardo la mia salute mentale.
-Allora, se vogliamo pensare prima ai vestiti venite con me. Conosco un angolino di Storybrooke che non sarà preso d'assalto da mocciosi.
-Non avevo dubbi- commentò Killian -Chi se non la sofisticata Regina poteva conoscere tutti i negozi di abbigliamento del paese?
-Mi ringrazierai quando farò scegliere alla tua ragazza un vestito da urlo, Jones.
-Quando ti ho detto che me lo sceglierai tu?
-Taci, Emma! Mi ringrazierai anche tu, vedrai.
Io e Killian ci guardammo, ma nessuno dei due obiettò: sapevamo bene che quando la mora si metteva in testa qualcosa, non c'era modo di smuoverla! Ma non mi sarei lasciata comunque convincere a comprare qualcosa di troppo provocante, se il suo intento era quello!
-Va bene, allora andiamo lì prima. Poi da Granny's perché con questo freddo voglio una burrobirra calda.
-Eh certo che hai freddo Emma! Sei stata male fino a ieri e neanche ti copri come si deve.
-Ma non è che ho tanta roba pesante visto che non la metto mai, sto scomoda!
-E allora affari tuoi!
-Non vi preoccupate, la scaldo io...
Killian mi attirò a sé e mi baciò senza esitare, riuscendo decisamente nell'impresa. Pur consapevole di avere un pubblico ricambiai senza vergogna, perché con lui tutto sembrava naturale! Mi fermai solo quando mi venne da ridere per colpa di Mary con il suo “Oooohw”, che proprio non riuscì a trattenere!
-Prendetevi una camera- commentò invece David divertito -Troppo fuoco con tutti questi ragazzini in giro...
-Amico, tu e la tua bella invece fate venire le carie ai bambini... quindi ci compensiamo!
-Per fortuna ci sono io o la situazione qui degenera...
-Ecco, a proposito. Com'è che non sei con Robin?
-Con Robin mi vedo più tardi da Rabbit's Hole.
-Ooooh, anche voi avete il vostro primo appuntamento allora!
-Non credo possa definirsi appuntamento. È un'uscita.
-Ancora fai la difficile, eh. Povero Robin... non sa in che guaio si è messo!- commentò Killian, e lui e David scoppiarono a ridere. Io e Mary ci trattenemmo per la solidarietà verso la nostra amica, ma non era proprio sbagliato! Robin meritava un premio alla perseveranza, perché non era da tutti riuscire ad invitare Regina e ricevere un sì in risposta. Ma qualcosa mi diceva che non sarebbe stato ancora così facile...
Però ne valeva la pena. Una volta conosciuta, Regina era una persona fantastica: non a caso era la mia migliore amica. Quella freddezza che si poteva percepire dall'esterno, veniva del tutto spezzata. Aveva un grande cuore, un ottimo senso dell'ironia e quella determinazione che la portava a lottare per ciò in cui credeva, senza se e senza ma. A volte le invidiavo tutta quella forza! Era stata anche lei al centro delle chiacchiere diverse volte, e si era sempre lasciata scivolare tutto addosso.

KILLIAN POV

Uscire con gli amici di Emma si stava rivelando meno “doloroso” di quanto avrei immaginato. Anche se ovviamente mancava un tassello, e non sapevo davvero come avrei fatto ad andare d'accordo con lui.
Neal non sarebbe stata la mia prima scelta in fatto di amicizie, a situazione invertita... quindi capivo bene che non volesse vedere me e la ragazza di cui era innamorato insieme.
D'altra parte, forse avrei provato a fare il primo passo in qualche modo... per Emma, per la sua felicità. Perché sarebbe sicuramente stato più facile senza doverci necessariamente tenere separati. Valeva la pena fare un tentativo, almeno... ma per il momento, ero sollevato che non ci fosse. Era egoistico da parte mia, da una parte... ma dall'altra, meglio così che rischiare di litigare.
Già avevo litigato con Zelena, anche se più che altro aveva completamente smesso di rivolgermi la parola, così come la maggior parte dei Serpeverde: si limitavano a schioccarmi occhiate di disprezzo. Ma non me ne importava assolutamente niente, perché Emma ne valeva davvero la pena. Mi era bastato poter tornare con lei per sentirmi di nuovo me stesso, per sciogliere quel macigno sul petto... mi bastava tenerle la mano, proprio come ora, per sentirmi bene.
Passammo per qualche vicolo pieno zeppo di compagni di scuola in cerca di abiti per la festa prima di addentrarci in alcune stradine che la prima volta non avevo decisamente attraversato. E man mano la situazione iniziò a farsi molto più tranquilla: la bottega in cui ci portò la mora era praticamente vuota rispetto a quelle del centro. Oltre a noi c'erano altri 3-4 ragazzi ed un paio di adulti.
Speravo solo non fosse uno di quei posti super costosi, perché non ero esattamente ricco. E a giudicare da come gli altri tre si guardavano intorno, probabilmente si stavano facendo la stessa domanda.
-Non statevene come dei pesci lessi, non vi ho portati per impoverirvi, tranquilli! Ragazze, con me... voi due dovete cavarvela da soli invece. Quando avremo finito verrò a vedere se avete scelto bene o fatto danni.
-Sissignora!
Solo in quel momento Emma mi lasciò andare la mano, e mi ritrovai da solo con David senza avere la minima idea di cosa fare. Come diavolo andavo a cercare vestiti anni '20 in quel posto? E poi, era sicura avessero quella roba di 100 anni prima?
-Dimmi che neanche tu hai la minima idea di come ci si vestiva un secolo fa.- quasi mi supplicò l'altro, al che fui sollevato.
-No. Regina ci porta qui e ci abbandona così. È crudele.
-Esattamente.
Per un paio di minuti restammo fermi nel mezzo del negozio, come due pesci lessi, mentre le ragazze erano già perse di vista. Ma perché il preside si era inventato quella buffonata! Perché non fare una normalissima festa di Natale e basta?!
-Beh. Dovremo chiedere alla commessa prima che Regina venga a dirci quanto siamo idioti.
-Forse è meglio. Anche se sto rivalutando l'idea di andare...
-Anch'io, se non per il fatto che Mary adora queste cose... quindi sono incastrato.
-Ad Emma non importa più di tanto, quindi non so perché ci siamo cacciati in questa situazione...
-Tu sei serio con Emma, vero?
Cosa?
Il ragazzo si voltò a guardarmi serio, e realizzai che mi sarebbe toccato un discorso da amico protettivo come già aveva fatto Regina. Ma non lo biasimavo, dopo come mi ero comportato.
-Certo, David.
-E' come una sorella per me, quindi se la fai soffrire ancora...
-Credimi, è l'ultima cosa che voglio. Io ci sto... provando seriamente. Ad essere una persona migliore, per lei soprattutto.
-Dovresti farlo anche per te stesso. Detto sinceramente non mi sembri una cattiva persona, Jones, anzi. Certo, sei abbastanza sbruffone... per il resto hai solo fatto qualche scelta sbagliata. Tipo essere uno dei cagnolini di Zelena.
-Non me lo ricordare, non ne vado fiero.
-A proposito, non è che ti ha espulso dalla squadra?
-No. Ma credo sia semplicemente perché non vuole guardarmi, figurati parlarmi.
-Sì, Emma mi ha raccontato della scenata che ha fatto...
-Eh. Sa essere una buona amica che tu ci creda o no, ma è anche una pazza... pensa che qualche giorno fa per poco non mi violentava!- risi, e quello si unì a me incredulo. In quel momento ero stato parecchio infastidito visto il mio umore sotto i piedi, ma col senno di poi era davvero comico.
Insomma, come faceva a rendersi conto che tra noi non c'era mai stato proprio nulla di romantico? Eravamo stati “amici con benefici”, se proprio avessi dovuto definirlo in qualche modo. E non era escluso che tornassimo ad essere amici, se mai avesse deciso di tornare in sé.
Alla fine, comunque, io e David decidemmo di chiedere alla commessa – per non rischiare di rimanere imbambolati per ore. Per fortuna ci indirizzò subito al reparto giusto, ed io provai soltanto due costumi prima di scegliere, optando direttamente per un completo semi elegante.
E sembrò che l'altro ragazzo fosse della mia stessa idea, dato che uscimmo contemporaneamente dal camerino ed andammo subito in cassa. Chissà le ragazze quanto ci avrebbero impiegato!
-Senti, cosa ne dici di aspettarle in questa specie di locale qui di fronte? Non ho voglia di marcire qua dentro per un'ora.
-Se non lo avessi fatto tu, lo avrei proposto io! Ne ho abbastanza di shopping.

 

***


EMMA POV

Vedere Killian e David che ci salutavano allegri con la mano dal locale di fronte, era l'ultima cosa che mi sarei aspettata! Ancor meno mi sarei aspettata di vederli chiacchierare animatamente di sport, quando li raggiungemmo.
-Voi due ve ne siete andati prima che potessi controllare che non abbiate fatto cazzate!- li rimproverò Regina immediatamente, indicando le loro buste. Trattenni una risata, li capivo perfettamente e se avessi potuto sarei scappata con loro! La mia migliore amica mi aveva costretta a provare una mezza dozzina di abiti diversi, prima di decidere tra quali due farmi scegliere. Mary si era divertita per il suo, io un po' meno... anche se ero soddisfatta, e speravo che a Killian sarei piaciuta.
-Non sapevamo quanto ci avreste messo. E abbiamo fatto già due giri di idromele mentre vi aspettavamo, quindi avevamo ragione.
-Il buon gusto richiede impegno! Voi non avete un minimo di pazienza, pappemolli.
-Scusaci guru della moda, ma quella roba non fa per noi...- sentenziò Killian scuotendo le spalle, lei ovviamente lo fulminò con lo sguardo. Certo che rispetto a David era molto meno delicato nel dare delle spiegazioni! Se prima o poi avessi trovato Regina a prenderlo a schiaffi, non sarei rimasta affatto sorpresa. Era un bravo provocatore, io lo sapevo fin troppo bene...
-D'accordo- cercai di cambiare discorso -Perché non andiamo via? Andiamo a fare scorte di dolci da Mielandia?
Per fortuna tutti assentirono, quindi i due ragazzi pagarono le loro ibite ed uscimmo nuovamente al freddo. Oltre che comprare dolci, volevo fare i regali di Natale... sapevo già cosa regalare ai miei amici, mentre non avevo la minima idea di cosa scegliere per Killian. Non volevo fosse qualcosa di stupido o scontato, o peggio, qualcosa di inutile. O sdolcinato. Forse avrei potuto puntare su Zonko ed optare quindi su qualcosa di scherzoso... ma non ero convinta. Forse sarebbe stato addirittura più facile trovargli qualcosa nel mondo babbano, visto che avevo scoperto fosse un gran nerd in incognito!
In alternativa, il negozio degli articoli da Quidditch...
-Tutto ok Swan? Sei silenziosa...
Fu proprio il colpevole di tutti quei pensieri a farmi tornare alla realtà, cingendomi attorno alle spalle con un braccio.
-Hai freddo?
-Scusa. Ero solo sovrappensiero... sto bene.
-A che pensavi? A quanto sarò affascinante in stile anni '20?
-A quanto sei cretino, in realtà!- alzai gli occhi al cielo con una risata: gli piaceva proprio fare lo sbruffone! Anche se l'immagine di lui in completo elegante, mi aveva attraversato la mente quando eravamo entrati in negozio. Avevo però cercato di non pensarci troppo, di non pensare troppo a quella sera in generale. Alle aspettative... sue, e soprattutto mie. Volevo che fosse speciale.


-Dai, ti odio! Non puoi vincere ogni volta!
-Cosa posso dire, Swan... a quanto pare, posso!
Gli risposi con una linguaccia, poi mi buttai nella poltrona dietro di me, il sorriso stampato in faccia. Non mi aveva portato in un locale melenso con coppiette che si sussurravano parole dolci. Mi aveva portata in una sala giochi per maghi, che neanche sapevo esistesse a Hogsmeade! Era un una vietta stretta che non avevo la minima idea di come avesse fatto a scovare... anche se non eravamo gli unici studenti di Hogwarts, lì dentro. C'erano almeno una dozzina di Corvonero ed un paio di Tassorosso; gli altri dovevano essere i bambini del villaggio e ragazzi più grandi, non avendoli mai visti ad Hogwarts.
Era stato divertente. Nonostante qualche occhiata sospettosa da parte di alcuni compagni di scuola, avevamo provato di tutto. Scacchi magici, sparaschiocco, biglie incantate, ed alla fine un gioco di Quidditch che somigliava un po' al calcio balilla babbano. Solo che chiaramente si usava la bacchetta per muovere i piccoli giocatori... era davvero come giocare a Quidditch in miniatura!
E quello stronzo aveva sempre vinto. Per aggiungere un pizzico di divertimento avevamo fatto piccole scommesse: gli dovevo già il pranzo da Granny's, un articolo a sua scelta dall'emporio di scherzi... e sarei stata costretta a mangiare davanti a lui una gelatina al gusto di vomito. Lo odiavo veramente!
-Avanti, il mio premio stavolta è piacevole anche per te... sto aspettando.
-Non so se sono dell'umore adatto per baciarti.- lo provocai, incrociando le braccia al petto. Lui mi guardò divertito, sollevando un sopracciglio.
L'ultima “penitenza”, era baciare l'altro in mezzo alla sala colma di nerd! Nulla di eclatante, ma adesso mi rendevo conto di essere un pochino imbarazzata, forse. Non amavo mettermi in mostra deliberatamente. Dopo la partita di Quidditch era stato diverso, naturale, non avevo nemmeno pensato di avere decine di occhi puntati addosso...
-Chi perde paga, Swan
-E se non pago che fai?
-Potrei... essere costretto a punirti.
Immagini che non avrebbero dovuto mi attraversarono la mente in poche frazioni di secondi, e a stento trattenni un sussulto. Maledizione... da quando stavo con lui, i miei ormoni erano come impazziti. Alla più piccola provocazione, andavano in subbuglio... dovevo trovare una soluzione, e anche in fretta: non potevo certo andare avanti così!
Che se ne fosse reso conto? Speravo vivamente di no, perché sarebbe stato alquanto imbarazzante ed anche un po' umiliante dover ammettere di non essere in grado di resistergli.
Per non pensarci più, decisi di farla finita e mi avventai sulle sue labbra, accontentandolo. Il contatto fu subito un toccasana, tanto che mentre intrecciava la mano stra i miei capelli e schiudeva le labbra per permettermi l'accesso, mi aprii in un sorriso.
Ci baciammo un po', prima di separarci e ritrovarci in piedi, occhi negli occhi, sguardi felici.
-Non era terribile come penitenza, no?
-No... lo ammetto.
-Invece è stato piuttosto disgustoso.
Ci voltammo entrambi di scatto: di certo nessuno dei due si sarebbe aspettato di trovarsi Zelena proprio lì!
Ci guardava schifata, a braccia conserte, coi suoi due inseparabili scagnozzi ai lati.
-Che c'è, non hai di meglio da fare che seguirci?- domandai, rendendomi conto di come il silenzio fosse quasi calato del tutto. Fantastico, ora dovevamo anche dare spettacolo, sul serio, per colpa di quella cretina invidiosa!
-Figurati se mi metto a seguire due sfigati come voi! È che siete sempre tra i piedi!
-Ah sì? Sei cliente regolare?
-Ovviamente no! Ma quale posto migliore di questo per trovare regali per cugini sfigati?
-Allora vai a comprare le tue cose, non te lo stiamo di certo impedendo...- intervenne Killian sbuffando, sicuramente stufo quanto me delle scenate della rossa. E non ero affatto convinta della sua spiegazione: tra tutti i posti che c'erano, proprio in quella sala infrattata tra i vicoli doveva fare i regali di natale? Suonava come una scusa bella e buona!
-Difficile non rimanere schifati da questo bacetto da bambini... potrei farti un favore Killian, e far vedere a questa mezza calzetta come si bacia un ragazzo... che dici?
Strinsi i pugni, punta leggermente sul vivo.
Perché sapevo di non avere la sua esperienza ma... Killian non poteva trovare i nostri baci troppo casti e infantili. O sì?
-Mi spiace doverti dare brutte notizie Zelena, ma Emma bacia di gran lunga meglio di te...- fece con una scossa di spalle, cingendomi la vita. Che stesse mentendo o no, non potei che sentirmi raggiante. E feci il possibile per mantenere lo sguardo duro e non farmi uscire un sorriso ebete.
Il volto della Serpeverde assunse quasi il colore dei suoi capelli, anche se io continuavo ad immaginarmela verde, per qualche ragione. Immagine che mi fece sfuggire una risata che avrei dovuto evitare.
-Cos'hai da ridere, sciacquetta mezzosangue.
-Bada a come parli, Zelena.
-Lasciala stare Killian! È tempo perso.- lo interruppi, prima che potesse tirar fuori la bacchetta. Non ne valeva la pena. Non valeva la pena rischiare di finire nei guai per una stupida provocazione. Anche se la bocca gliel'avrei sciacquata volentieri: era buffo che chiamasse sciacquetta me, quando era un aggettivo che si addiceva così tanto a lei.
Avrebbe potuto pensarci prima, se davvero teneva a Killian. Ma con quel comportamento, non era stato il primo e non sarebbe stato l'ultimo a stancarsi di lei.
-Se vuoi stare con la pazza che probabilmente ti farà finire ammazzato, fai pure.
-Senti...
-Dico sul serio. I Salvatori non sono destinati ad un lieto fine, no? Quindi dubito che il futuro di chi le sta vicino sia così roseo...
-Zelena...- mi uscì soffocato, il cuore in gola.
-Ma di cosa diavolo parli, sei fuori di testa.
-Aspetta. Non mi dire che non te l'ha detto? La profezia originaria sui Salvatori! Che sono destinati a patire atroci sofferenze per compiere il loro destino. Anche la morte. E i cosiddetti “Salvatori” che hanno fatto fuori i precedenti Signori Oscuri... Nimue, Zoso, Jafar sono tutti crepati. Dubito che per lei sarà diverso, a meno che non sia una Salvatrice impostora.


 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Sono viva, sì xD Ma dopo quasi 3 settimane di vacanza (di cui una in Irlanda!), al ritorno ho avuto giustamente lavoro da recuperare ahahahaha ma finalmente un po' di tregua!
Ho finalmente iniziato a recuperare le storie arretrate e non dovrei metterci tantissimo! ^^"
Intanto ho finito il capitolo di questa storia, visto che è quella che non postavo da più tempo. Killian ed Emma possono finalmente passeggiare insieme tranquilli come due ragazzi normali, e questo mezzo primo appuntamento se lo stanno godendo. Si sono entrambi messi in tiro per l'altro, e lui sta anche facendo amicizia con David... essere il ragazzo di Emma gli fa decisamente bene xD
Poi, quando il gruppetto si è separato, sono andati a passare un pomeriggio alternativo e di certo si sono divertiti, fino a che Zelena non è comparsa... e oltre a fare la stronza, ha rivelato qualcosa di abbastanza grosso di cui Killian era all'oscuro.
Il prossimo che posterò penso sarà dell'altra storia, ma cercherò di tornare ad alternare!
Buona vigilia e buone feste, intanto! Non mangiate troppo... no, scherzo, mangiate pure fino a rotolarvi xD
Un abbraccio, a presto! :*

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Capitolo 28
*** The Ball (Part 1) ***


The Ball (Part 1)


EMMA POV

Quasi non riuscivo a respirare, figurarsi parlare. Cercare di dargli una spiegazione. Non ero nemmeno in grado di piangere.
Ero rimasta immobile, in apnea, mentre aveva cacciato Zelena con fare poco gentile, e mi ero limitata a camminare quando mi aveva preso la mano per condurmi fuori.
Avrei voluto dire qualcosa, rassicurarlo, perché percepivo chiaramente la sua preoccupazione mentre cercava di scuotermi... ma proprio non ce la facevo.
Finché non iniziai a tremare.
Tre anni prima avevo letto la profezia per la prima volta, e compreso il suo significato. A soli 13 anni, avevo letto che il mio destino fosse quello di morire. Strinsi gli occhi cercando di cancellare i ricordi, ma non servì a nulla. Due mesi orribili durante i quali non avevo fatto che allontanare i miei amici... mi ero chiusa in me. Avevo deciso che se quella sarebbe stata la mia sorte, allora sarebbe stato meglio che i miei cari mi stessero lontano.
Mi ero sentita sola, persa, disperata... ero quasi morta cadendo durante una partita di Quidditch da qualche decina di metri di altezza a causa di un dissennatore. Solo allora ero stata praticamente costretta a raccontar loro il motivo del mio stato.
Ma ci avevo impiegato quasi un intero anno per convincermi che non potevo lasciare fosse una leggenda a decidere per me.
-Emma! Emma, vado a chiamare qualcuno...
-No.
Fu quasi impercettibile, soffocato, ma per rendere il concetto gli strinsi una manica.
-Ok, ma...
-Io volevo dirtelo.
Riaprii piano gli occhi, cercando con tutte le forze di riprendere il controllo del mio corpo. Crollai quasi di peso quando mi condusse ad una panchina, ma riuscì a trattenermi.
-Emma, lascia stare, non...
-Non ha mentito.- dissi, senza il coraggio di alzare lo sguardo. -Esiste davvero quella profezia. L'ho letta tre anni fa. Ci sono stati diversi Signori Oscuri in passato, e nessuno dei Salvatori che li ha sconfitti è sopravvissuto. Secondo la profezia, i cosiddetti Salvatori non possono avere un lieto fine se vogliono portare a termine il loro... compito. Quindi, in pratica, dovrei morire per poter fare fuori Rumple, e...
-E rischiare di trascinare con te chi ti sta intorno?
-Già.
Mi sarei aspettata silenzio. O parole di conforto. O... qualsiasi cosa! Ma non una risata. Fui così sconvolta che perfino mi ripresi, per guardarlo ridere di gusto accanto a me. Era impazzito?!
-Killian, ma che...
-Emma! Scusa, ma non ti rendi conto? Pensi che se qualcuno di noi morirà sarà per colpa tua e di una stupida profezia?
-Io...
-Chiunque scelga di combattere l'oscurità, sa a cosa va incontro! Quante persone muoiono in guerra? In qualsiasi guerra? Mi sembra ridicolo ci voglia una profezia per spiegare l'ovvio.
Non seppi come ribattere e strinsi le labbra. Non aveva proprio torto. Insomma... mettersi contro Rumplestiltskin e i Mangiamorte sarebbe stato un tentativo di suicidio anche senza me nei dintorni.
Avevo accettato che una profezia non potesse essere una certezza, e che il mio destino sarebbe dipeso dalle mie scelte. Non sarei necessariamente morta solo perché un pezzo di carta diceva che così doveva andare. Eppure, una parte di me avrebbe sempre avuto paura... paura di ferire chi amavo, paura che le persone che amavo sarebbero rimaste ferite, o peggio, a causa mia.
Per questo non avevo ancora trovato il coraggio di raccontarlo a Killian. Avevo immaginato quel discorso molto diverso... non con una risata da parte sua.
-Allora, tutto qui o c'è altro?
-No, non...
-Ottimo. Davvero avevi paura di dirmelo? Swan, avanti!
-Io...
Fantastico. Adesso mi sentivo davvero molto stupida, vedendola sotto quella prospettiva. Nessuno l'aveva mai fatta così semplice, nemmeno Merlin, nonostante avesse fatto un discorso simile.
Ma in fondo, tutti quelli con cui ne avevo parlato, erano maghi. Killian, avendo passato la maggior parte della sua vita tra i babbani, vedeva le cose sotto una diversa prospettiva. In qualche modo più semplice... eppure...
-Cosa ne diresti di andare a bere qualcosa? Un succo di zucca con rum, o un idromele...
-Magari. Ne avrei proprio bisogno. Ma non serviranno mai alcolici a una minorenne...
-Swan, Swan! Cosa ci sto io a fare, secondo te?
-Giusto... i pro dell'avere un ragazzo maggiorenne.
Ridemmo insieme, poi improvvisamente tornò serio e mi strinse forte una mano.
-E che ti piaccia o no, non permetterei mai che l'Oscuro ti faccia del male. Deve solo provarci. Senza offesa, me ne infischio che tu sia la Salvatrice... non ti lascerò affrontarlo da sola. Se davvero arriverà il momento, io sarò al tuo fianco. Lo faremo insieme.
Per nascondere la commozione e bloccare le lacrime, mi fiondai sulle sue labbra senza vergogna e mentre lo baciavo sorrisi. Sarei mai riuscita a capacitarmi di quanto meraviglioso potesse essere, e quanto fortunata fossi? Mi ripromisi che d'ora in poi non gli avrei più nascosto niente... perché ormai era chiaro che riporre la mia fiducia in lui fosse la cosa più giusta che potessi fare.
Che stessimo diventando sdolcinati quanto Mary e David? Pazienza!

 

***


Gli ultimi giorni di lezione prima delle vacanze erano volate e l'indomani sarei andata a casa coi miei amici. Adesso, però, era il momento di pensare alla serata... al famigerato ballo che era finalmente arrivato. Un po' ero emozionata all'idea e avevo cambiato colore di rossetto tre volte prima che Regina me ne procurasse uno rosso corallo acceso, perfettamente in tinta col vestito. I capelli me li aveva tirati su Mary in uno chignon intrecciato – elegante ma non troppo tirato, lasciando ai lati due ciocche ondulate; il tutto tenuto con una fascetta semplice, senza lustrini.
Al vestito avevo abbinato dei guanti fino al gomito e delle scarpe con un po' di tacco.
-Sarei più comoda con le ballerine. Non capisco perché devo mettere questi aggeggi!
-Sei perfetta Emma, scordati che ti faccia mettere quella roba che nemmeno merita di essere chiamata scarpa. Sono l'accessorio più anti-sesso che esista!
-E' per un ballo, non deve metterle per farci sesso...- intervenne Mary in mio soccorso: quasi preferii non lo avesse fatto.
-Cara, dolce, ingenua, Mary Margaret!- esclamò infatti l'altra, con una risata -Davvero non hai capito che la tua compagna di stanza non ha la minima intenzione di partire per le vacanze di Natale senza un piacevole ricordo del suo bello?
Prima di fare qualsiasi cosa mi guardai intorno ansiosa, ringraziando il cielo che nessuno fosse nelle vicinanze! Ci mancava solo che l'intera scuola venisse a sapere che volevo andare a letto con Killian. Da pazza farneticante, sarei diventata per tutti la pazza farneticante sgualdrina... non era davvero il caso, visto che nessuno si faceva gli affari suoi quando si trattava di me.
-Urla un altro po' Regina, mi raccomando!
-Smettila, non c'è nessuno!
-Ma allora è vero? Lo... lo vuoi fare oggi?
Ovviamente era scandalizzata, nonostante la chiacchierata fatta tempo fa. Maledetta io quando avevo chiesto a Regina, tra mille giri di parole e balbettii, se avesse un preservativo. C'era da immaginarselo che sarebbe finita così.
-Non lo so, va bene? Se succede, succede. Non fatene un affare di stato.
-Ma sei sicura Emma? Non farlo solo perché è più grande e pensi se lo aspetta... se ci tiene a te...
-Voglio farlo, Mary, ok?!- biascicai interrompendola sul nascere, infastidita non poco. Ora ci mancava che mi facesse un discorso materno, come se fossi una stupida ragazzina e non sapessi prendere le mie decisioni da sola! Neanche stessi per firmare una condanna a morte.
-Ok... scusa, io...
-Sei scusata, discorso chiuso. Fine. Sono affari miei. E sta ferma ora che altrimenti non riesco a farti i capelli... lisci o ondulati?
-Ondulati, mi piace l'effetto che è venuto a te. Però fissali bene dietro, altrimenti mi vengono gonfi.
-A questo posso rimediare io- si intromise Regina -Ho un paio di lozioni magiche che fanno al caso tuo... Emma finisci di acconciarla e poi fammi spazio.
Passammo la successiva mezz'ora a finire di prepararci e per fortuna non parlammo più di argomenti imbarazzanti. Anche perché mi facevano venire solo l'ansia, quando io volevo semplicemente trascorrere una bella serata con Killian e... essere pronta ad ogni evenienza. Tutto qui. Sapevo solo di essere pronta a quel livello di intimità con lui... che fosse successo oggi, tra un mese, o tra un anno. Non volevo programmare nulla, non mi piaceva, anche se non potevo negare di essere leggermente nervosa all'idea... ma era normale, probabilmente. Avevo mille domande ma troppo stupide perché le ponessi a Regina senza sentirmi una sfigata; dovevo rilassarmi, perché sapevo bene che non appena lo avessi visto, le paure mi avrebbero abbandonata. Era sempre così con lui, ormai. Anche se il brivido non mancava mai, ed era qualcosa che mi era mancato nelle mie precedenti – poche – relazioni. Era strano... se me lo avessero chiesto, non ero certa sarei stata in grado di spiegarlo dando alle parole un senso logico: mi sentivo in pace e rilassata, ma allo stesso tempo avevo le farfalle nello stomaco. Tutto era perfettamente naturale, eppure non mi capacitavo di poter essere così felice.
Era strano. Positivamente strano.
-Per una che non ha aspettative, ti sei messa parecchio in tiro, Emma...- mi fece notare Regina con un sorriso, quando restammo sole perché Mary si ricordò di aver lasciato qualcosa in camera.
-Dai, non ti ci metterai anche tu...
-Guarda che ti conosco Emma, e da cinque minuti sei seduta, tesa come una corda di violino. A che servono le amiche se non per condividere anche queste cose?
-Non sono tesa. Un po'. Ma poi mi passa.- farfugliai, risultando estremamente poco credibile. Aveva ragione, ma era difficile affrontare certi argomenti quando la diretta interessata ero io... non era come parlarne in generale... era imbarazzante. Forse non per lei, ma per me sì.
-Avanti. Lo hai detto tu, no? Quel che succede, succede... non credo che lui si aspetti nulla...
-Ma io sì.- ammisi, a voce così bassa che sembrò stessi solo muovendo le labbra.
-Di che hai paura, allora?
-Di... tutto? Se fa male. Se faccio schifo e poi non mi vuole più? Se non mi piace...
-Più sei tesa e più fa male. Quindi evita di costringerti se non te la senti, perché effettivamente potrebbe non piacerti. Per la seconda, non dire idiozie! Killian lo sa che sei vergine, figurati, e comunque non farai schifo. Viene naturale quando è... giusto.
-Come con Daniel? È stato così facile?
-Sì.
-Ti manca ancora?
-Mi mancava. Poi l'ho lasciato andare... ma rimarrà sempre importante. È stato... lo sai insomma, la mia famiglia è un casino. Non ho mai visto una relazione sana e... invece io con lui l'ho avuta, credo. Anche per questo ho pensato fosse giusto finisse così, quando si è diplomato. Non credo nelle relazioni a distanza e so che avremmo solo rovinato tutto. Così invece è rimasto un bel ricordo e non sono pentita di come sono andate le cose.
Annuii con un sorriso. Regina sembrava sempre sicura di sé, aveva tanti spasimanti a farle il filo e uno che non la conosceva avrebbe potuto dire che fosse una di quelle ragazze a cui piaceva sentirsi superiori e ammirate da tutti. Invece aveva un cuore tenero e Daniel era davvero l'unico con cui avesse mai avuto una storia. Adesso c'era Robin, e sapevo che quando si fosse sentita pronta ad aprirsi riguardo ciò che provava per lui, lo avrebbe fatto. Per ora mi sarei limitata a guardarli ballare insieme perché a mio avviso sarebbero stati una coppia adorabile!
-Grazie Regina. Mi sento decisamente meglio...
-E di cosa. Solo non dimenticarti le precauzioni se concludete! Non vorrei ritrovarmi zia a diciassette anni, poi!
A quel punto scoppiammo a ridere e la colpii sulla spalla, solo perché sapevo mi avrebbe uccisa se le avessi messo in disordine i capelli dopo tanto impegno!
Era davvero uno schianto col suo vestito nero dagli ornamenti dorati, e la fascia con la piuma che impreziosiva la perfetta acconciatura dal taglio corto stile anni '20! Il rossetto rosso fuoco, poi, era il tocco finale.
-E comunque tu sei venuta fuori bene, sei la persona meno incasinata che conosca!

 

***


KILLIAN POV

Consideravo le feste a tema una pagliacciata, e se non avessi avuto un ottimo motivo per andare avrei volentieri trascorso la serata in tranquillità. Ma cosa c'era di meglio di andare con la mia ragazza, che la pensava esattamente come me?
Avevo scelto un completo verde scuro abbastanza classico per non somigliare ad un pagliaccio, ma non potevo negare di essere curioso di come si sarebbe presentata lei. Non mi ero nemmeno curato delle facce e i commenti di gran parte dei miei compagni quando Zelena aveva esordito con un sarcastico “guardatelo come si agghinda per vedersi con quella stupida Grifondoro”. La rossa ce l'aveva con me e sospettavo sarebbe stato così ancora a lungo... pazienza.
-Stai bene- commentai, quando mi ritrovai ad uscire dalla sala comune proprio in contemporanea con lei. In fondo non potevo negare fosse bella!
-Lo so. E saresti potuto venire con me piuttosto che con quella...
-Non ti sei ancora stufata?
-Come potrei. Sei un traditore, Killian!
-Mammamia quanto sei esagerata! Essere Serpeverde non vuol dire non poter uscire con i Grifondoro, non l'ho letto da nessuna parte.
-Beh, è una regola non scritta! Bisogna essere Serpeverde nel sangue per capirlo, ma probabilmente non è questo il caso...
Sbuffai, seriamente seccato: era insopportabile quanto faceva la ragazzina isterica e sparava tutte quelle idiozie.
-Sai cosa? Pensala come vuoi, Zelena, non me ne frega niente. Buon divertimento!
Detto questo accelerai il passo, non avendo la minima voglia di discutere e rovinarmi la serata. Volevo godermela al meglio, visto che il giorno dopo saremmo tutti partiti e avrei rivisto Emma solo al rientro dalle vacanze. Pur essendo contento di tornare a casa per un po', mi dispiaceva non potessimo trascorrere le festività insieme... sarebbe stato decisamente più tranquillo vederci al di fuori della scuola: ed io avrei potuto portarla ad un vero appuntamento.
Stavo finalmente iniziando a lasciare che la luce riuscisse a sopraffare il buio da cui non avevo mai smesso di essere avvolto.
Inoltre, durante l'incontro di due giorni prima, ero riuscito ad evocare un lieve Patronus consapevolmente, e non per colpo di fortuna... mi faceva davvero bene stare al suo fianco, più di quanto probabilmente si rendesse conto. Mi stava trasformando in una persona migliore. E gli incubi erano completamente spariti da quando avevamo fatto pace.
Non sapevo dire quanto sarebbe durato quel periodo di quiete... ma proprio per questo, non avevo voglia di sprecarlo.
Arrivato all'ingresso della Sala Grande, non feci la minima fatica ad individuarla accanto alle scale. In rosso. Le donava il rosso. Fin troppo. Era bellissima, tanto che non riuscii a fare a meno di fissarla come un perfetto babbeo, fino a che non mi sorrise e si avvicinò.
-Eccoti. Pensavo ti saresti tirato indietro... stai benissimo!
-Anche tu, Swan... sei incantevole.
I miei occhi non riuscivano a fare a meno di continuare a squadrarla. L'abito rosso coi ricami in oro le arrivava fino a metà coscia, lasciando scoperte gambe e braccia lisce e candide come la neve. E il suo sorriso, era davvero l'ornamento più bello in assoluto.
-Smettila di fissarmi così- borbottò leggermente imbarazzata, incrociando le braccia al petto: certo, più facile a dirsi che a farsi! Dopotutto ero io ad avere la ragazza più bella della scuola!
-Scusa, è che non è facile farne a meno.
-Quindi ti piaccio?
-Dire che mi piaci è decisamente riduttivo, splendore.
-Grazie. Ma devo ammettere di avere un cavaliere all'altezza... anche se beh, più che cavaliere, compagno di buffet immagino!
Mentre ridevamo insieme, le rubai un bacio e lei ricambiò avvolgendomi in un tenero abbraccio. Partecipare a quella festa si stava rivelando un'idea decisamente ottima! Fummo interrotti soltanto quando i suoi amici ci raggiunsero, con un fischio di David che non poté mancare.
-Prendetevi una camera voi due! È pieno di ragazzini qui...
-Ah-ha!- replicò lei, fulminando il ragazzo con lo sguardo. Io feci soltanto spallucce, tanto ormai i ragazzini di oggi vedevano di peggio!
-Tutto sommato non avete scelto male...- approvò Regina squadrando me e l'altro, e solo in quel momento mi accorsi che Robin aveva la mano dietro la sua schiena. Anche Emma, che sollevò le sopracciglia, sembrò farci caso insieme a me. Erano carini da vedere insieme, anche se molto molto diversi! Lui vestito in bianco e azzurro, con una giacca a righe, lei un bel vestito nero con le paillettes e i capelli agghindati elegantemente e impreziositi da una piuma.
Mary Margaret e David erano invece più colorati, tipico loro. Quel che stupì tutti fu vedere Neal avvicinarsi, con al suo fianco niente meno che Merida, anche lei una Grifondoro del nostro anno. Era la prima volta che vedevo la sua rossa chioma ribelle legata ordinatamente!
Nonostante avesse un'accompagnatrice potei giurare che mi scoccò un'occhiata poco amichevole, ma non disse nulla e salutò il resto del gruppo col sorriso. Avevo promesso a me stesso che avrei cercato di entrare in buoni rapporti con lui per il bene di Emma, ma negli ultimi giorni non c'era mai stata occasione: me lo rendeva difficile...
-Stai benissimo, Emma!
-Grazie Neal, anche tu... e voi due? Da quand'è che uscite insieme?- domandò sorpresa.
-Non usciamo insieme- intervenne Merida per prima -Abbiamo deciso di andarci da amici, visto che né io né lui volevamo andare con “qualcuno”. Però non è stata una cattiva scelta devo dire!
-Ci credo!- sorrise lei, dando una pacca all'amico -Non è un ragazzo d'oro?
-Oh sì! Ed è anche divertente, quindi una serata alternativa con lui è un'ottima idea!
-Se mi credevi noioso perché sei voluta venire con me, scusa?
-Ma dai, non volevo dire questo! Poi saremmo noi donne a prendercela per tutto! Comunque Emma, Killian, bella idea quella di andare insieme vestendo i colori delle due case. Bel messaggio!
Io ed Emma ci guardammo, sorpresi: certo che eravamo proprio tonti! Nessuno dei due si era accorto di quella casualità... Merida non aveva tutti i torti. Lei in rosso, con ornamenti dorati, io verde con cuciture in argento: neanche ci fossimo messi d'accordo.
-Ci credi che non lo abbiamo fatto apposta?- rispose lei divertita.
-Ah, beh! Allora siete ben sincronizzati direi!
-O è stato puro caso...- borbottò Neal, alzando gli occhi al cielo. Forse ero stato troppo ottimista ad aspettarmi che si sarebbe comportato amichevolmente fin da subito, nonostante ciò che sembrava aver detto a Emma.
-Forse hai ragione amico. Mi dona il verde e l'ho scelto per quello. Mi rende affascinante, eh?- scherzai, al che risero tutti tranne lui. Proprio non riuscivo ad andargli giù! Non che a me lui facesse impazzire particolarmente, ma almeno mi stavo sforzando. Capivo fossimo in posizioni diverse, certo... però se teneva tanto a lei, non avrebbe dovuto sforzarsi di più?
-Andiamo Neal, ho sete. E non è carino fare il geloso della propria ex, quando sei con un'altra ragazza... piccolo promemoria per quando avrai un vero appuntamento!
Restammo tutti esterrefatti quanto divertiti dell'intervento tanto diretto di Merida! Davvero niente male la tipa... e forse gli avrebbe fatto bene frequentarla davvero! Ma non lo dissi, ovviamente, perché poi quello stronzo sarei stato io.
Tuttavia il commento pungente sembrò funzionare, ed il ragazzo senza dire altro – leggermente imbarazzato – ci salutò velocemente e seguì la sua accompagnatrice in sala.
Alla fine lo stesso facemmo noi... e quasi feci fatica a riconoscere la Sala Grande! Era stata trasformata in un tipico salone anni '20, con tanto di musica d'epoca. E l'area rinfresco sembrava decisamente ben fornita, quindi lasciammo gli altri alle danze e la raggiungemmo con Emma.
-Ma questo bel vestitino si allarga insieme a chi lo indossa?- la punzecchiai pizzicandole leggermente un fianco, quando riempì il piatto di dolce e salato senza esattamente contenersi.
-Jones. Con questa forchetta potrei farti più male che con la bacchetta.- mi minacciò, puntandomela contro. Risi, ma sollevai le braccia a mo' di resa.
-Scusa non lo faccio più. Sei splendida, sai che non potrei dire sul serio...
-Non è facendo il lecchino che ti salverai la prossima volta.- mi ammonì, abbassando la forchetta e riponendola nel piatto; -Comunque... cos'è che farai durante le vacanze? Stai a casa o...?
-Non lo so, sinceramente. L'anno scorso col nonno siamo venuti un paio di giorni in Scozia a sciare.
-Oh, sai sciare!
-Sì, e modestamente non sono male! Tu?
-Sì... ma preferisco lo snowboard.
-Concordo. Peccato non poterti sfidare, Swan... sarebbe stato diventare vincere e inventarmi qualche bella penitenza!
-Credici! Comunque ti invidio... noi probabilmente saremo chiusi in casa di David, la sua famiglia vive nel Kent. Sarà tanto se andremo una giornata a Londra, al padre piacciono i mercatini babbani.
-Non ha tutti i torti! Beh... fammi sapere se decidete di andare. Magari, non so, potrei venire anch'io se riuscissi a organizzare un passaggio.
-Sarebbe bello- sorrise, ed il mio cuore fece una capriola. Non sapevo davvero dire quando fossi diventato così sdolcinato... ma spesso non riuscivo proprio a farne a meno. Mi sembrava sciocco ammetterlo ad alta voce, perché chiunque avrebbe potuto dire “siete solo ragazzini, è normale”, ma Emma mi rendeva felice. Per davvero. Probabilmente fino a quel momento non avevo mai capito cosa volesse dire sentirsi bene con qualcuno fino in fondo, senza dover nascondere assolutamente niente della mia natura. Conosceva il mio passato, i miei periodi più bui, il mio carattere a volte difficile... eppure non ne era spaventata. Mi sentivo libero, ed era una sensazione bella e leggera che giorno dopo giorno stavo iniziando ad apprezzare sempre più. La strada era ancora lunga per me, sapevo che l'oscurità non aveva smesso per sempre di soffocarmi... ma ero sulla buona strada e confidavo di rimanerci.
-Ti sei incantato?
-Scusa... sì... sarà la fame. Dammi un piatto dai, ti faccio compagnia nell'abbuffata.- sdrammatizzai, divertendola. Così riempii il mio piatto anch'io, e dopo aver preso due calici di spumante analcolico ci andammo ad accomodare ad un tavolino in fondo alla sala. La maggior parte delle persone ballavano sulle note di un secolo fa, ed intravidi anche Regina con Robin. Guardai Emma con la coda dell'occhio mentre osservava la pista, e mi chiesi come avrebbe reagito se l'avessi invitata a ballare: avrebbe accettato o mi avrebbe mandato a quel paese? Era stata piuttosto chiara sull'argomento...
-Li invidio.- disse ad un tratto -A volte vorrei... vorrei fosse possibile non essere quella che sono. Vorrei negare la realtà come gli altri... potermi divertire, uscire di casa senza guardarmi le spalle. Avere una vita normale... ho 16 anni ma ci sono giorni in cui me ne sento 46 e ammetto che qualche volta me la prendo coi miei genitori... perché si sono messi nei guai, sapendo di avere una figlia? Non potevano non sapere a cosa andavano incontro. Un momento dopo però mi sento un'ipocrita perché è grazie a loro e persone come loro che i “buoni” ancora riescono a resistere. Però...
-Però a volte vorresti goderti quello che chiamano “il periodo più semplice della tua vita”...- sussurrai, prendendole le mani; -Lo capisco, è normale. Non devi sentirti in colpa per questo...
Spostò lo sguardo nel mio, ricambiando la stretta delle mani. A essere sincero, anch'io volevo essere più egoista... convincerla a lasciar perdere la guerra contro l'Oscuro e andarcene via insieme da qualche parte, magari coi nostri cari. Poi, però, parlava la coscienza... quindi sapevo esattamente cosa intendesse dire. Era triste, da una parte... ma ci rendeva migliori, probabilmente.
-Quando sono con te è più semplice.
-Sei sicura? Non è che sono esattamente un... bravo ragazzo.
-Dico davvero, Killian. Quando ci divertiamo insieme, per un po' dimentico tutti i problemi e... diventa più facile sopportare il peso.
Sorrise, poi si sporse e mi abbracciò, in una calda stretta che automaticamente ricambiai. Avrei voluto dire che per me valesse la stessa cosa, ma pensai che qualsiasi parola avrebbe rovinato il momento. Così mi limitai a stringerla ancora, per spostare poi le labbra sulle sue e baciarla lentamente, come a godermela fino in fondo.
-Potrei vomitare.
-Zelena.
-Davvero Killian, hai pessimi gusti. Un vero peccato!
Feci per intervenire, ma Emma mi fermò alzandosi in piedi e tirandomi per una mano.
-Lasciamola perdere. Cosa ne dici di provare a ballare quella roba?
-O...k?
-Bene! Sappi solo che sono impedita e i tuoi piedi rischiano di grosso.
-Va bene, sono stato avvertito almeno!
La seguii quindi in pista, apprezzando quell'iniziativa per non avvelenarci la serata. In fondo non avrebbe fatto nulla in mezzo a tutta la gente, era abbastanza intelligente da rendersi conto che i professori non gliel'avrebbero fatta certo passare liscia, soprattutto visti i precedenti.
Una volta in centro pista restammo un po' a guardarci intorno, per cercare di carpire qualche passo... avevo tante doti, ma quel tipo di ballo non era tra queste! Con un valzer avrei potuto stupirla, ma così... avremmo fatto i cretini insieme, pazienza.
-Pessima idea, eh?- scherzò, quando per l'ennesima volta perdemmo il ritmo. Forse avremmo fatto prima ad improvvisare, in fondo chi se ne importava!
-Meglio essere ridicoli insieme che da soli, dai!- scossi le spalle, ridendo insieme a lei e prendendole fianco e mano, nel goffo tentativo di imitare quelli che sapevano cosa stessero facendo.
-Cosa ne dici di andarcene di qui?
-E dove vuoi andare Swan!
-Nella “nostra” Stanza, no? Avrei un'idea migliore per passare il resto della serata...
-Ah sì?- feci accigliato, non sapendo bene cosa dire. Mi stava prendendo in giro... non potevo cascarci.
-Sì. E non prevede tacchi, il che è già una gran cosa.
-Non prendermi per il culo, Swan.
-Non ti sto prendendo in giro, Killian! Insomma, se è quello che vuoi anche tu... poi ok, se non ti va.
-Hai pure dubbi se mi vada o no?
-Bene! Allora andiamo, forza.



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Scusate il ritardo, ma devo traslocare a breve e sto un po' trascurando lettura e scrittura... ma sto già recuperando!
Allora, Killian non ha preso male quella rivelazione... tutt'altro. Ha fatto notare a Emma l'ovvio, diciamo, e nonostante questo le ha fatto capire che non si tirerebbe indietro e che non lascerebbe che nessuno le facesse del male. Per lei sentirsi così amata è una cosa nuova, ma è anche reciproco. Anche Killian si rende conto di essere diventato piuttosto sdolcinato, ma sa che la ragazza continua a renderlo migliore e più felice, giorno dopo giorno. 
Così come lui non ha aspettative, Emma ne aveva... e anche se ha cercato di evitare l'argomento, alla fine ha confessato a Regina le sue paure. Normali sicuramente, essendo la sua prima volta, ma se ne vergognava lo stesso. Ha però deciso di godersi la serata così come viene, senza stare in ansia tutto il tempo... e lei e Killian si stanno divertendo parecchio, nonostante sia Neal (non con cattiveria, dai) e Zelena abbiano tentato di turbare le acque... hanno mangiato, riso, si sono sciolti e hanno addirittura cercato di ballare... e tutta quella leggerezza, ha convinto Emma a fare il passo successivo, lasciando Killian a bocca aperta. Siccome mi piace essere capita, il capitolo si chiude qui ahahahahah
Vado a dormire che sto morendo di sonno ora xD Un abbraccio, grazie a tutti come sempre! :)

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Capitolo 29
*** Little, enjoyable moments ***


Little, enjoyable moments



EMMA POV

Killian sembrava spiazzato, e oltre ad esserne compiaciuta ero anche piacevolmente sorpresa. Se non si era aspettato quella proposta, voleva dire che non si era fatto aspettative.
Io, d'altro canto, ero stata abbandonata da tutte le ultime piccole incertezze legate alla mia inesperienza e la paura di non essere all'altezza. Mi sentivo libera e leggera: non avrei mai creduto che un ballo a cui non volevo nemmeno partecipare si sarebbe trasformato in una serata così piacevole. Tra chiacchiere, risate, goffi tentativi di ballare... e l'unica volta che avevo ballato in vita mia, era stato un lento all'apertura del Ballo del Ceppo dell'anno precedente. Solo perché costretta.
Con lui da partner non mi ero sentita troppo ridicola, o meglio, mi rendevo conto di esserlo stata ma non mi importava. Era stato divertente cercare di evitare di pestargli i piedi.
Poi qualcosa era scattato in me, il desiderio di lui... il desiderio di avere finalmente la mia prima volta con l'unico ragazzo con cui volevo viverla. Forse era stata la vicinanza dei nostri corpi, forse il suo profumo che mi aveva inebriata... o il suo tocco. O tutto insieme.
Non fu difficile raggiungere la Stanza delle Necessità senza farci notare, nessuno era in giro a parte qualche coppietta che si sbaciucchiava nei corridoi o in angoli semi nascosti. Noi invece avevamo il nostro letto... un enorme letto, l'unica cosa che era apparsa insieme ad un caminetto acceso.
-Direi che la Stanza ha proprio letto la mia mente, stavolta...
-Non ci giurerei, Jones. Potrebbe aver letto la mia...
-Ah sì, eh? Che serata piena di sorprese... piacevoli.- ammiccò, accarezzandomi prima la guancia, lasciando poi scendere lentamente la mano sul collo, la schiena... e ancora più giù. Fui percorsa dai brividi, ma lo lasciai fare... le sue dita lentamente tornarono su, e nemmeno mi resi conto di come arrivammo fino al letto. Ci sedemmo, poi posò una mano sulla mia gamba e mi baciò.
-Emma, ne sei davvero convinta? Non voglio che pensi che... me lo aspetto, o altro.
-Killian, non ti ci mettere anche tu... siamo già stati lì lì per farlo due volte... credimi se ti dico che sono convinta.
-Ok. Scusa, volevo solo essere sicuro. Perché mi piaci troppo e non voglio più incasinare le cose...
-Nemmeno io lo voglio. E ammetto che anche tu mi piaci abbastanza...- risi, spingendolo giù sul letto e gettandomi sulle sue labbra. Non sapevo dire se il mio cuore fosse a mille più per le sue parole o per l'emozione e le sensazioni che il mio corpo stava provando...
Mentre ricambiava, le sue mani si spostarono lentamente sulle mie cosce: da sopra il ginocchio, per poi risalire... fin sotto il vestito. Erano calde, ed il tocco delicato. Una bella sensazione, che continuò anche quando mi sfiorò le natiche prima di salire fino alla schiena.
Un po' titubante gli feci prima scivolare via la giacca, poi lasciai che le mie dita corressero a sbottonargli la camicia. Il cuore mi batteva a mille, e se possibile accelerò quando mi ritrovai a toccare il suo petto nudo... caldo e sodo. Quel che notai subito al tatto furono due piccole cicatrici poco sopra l'ombelico, ai lati, quasi ai fianchi. Le accarezzai delicatamente e non chiesi nulla, perché ero certa al 99% che fossero state causate dalle violenze inflittegli dal padre quando era soltanto un bambino.
-Posso toglierti il vestito?- domandò in un sussurro, al che mi limitai ad annuire e mi tirai su, in ginocchio. Avrei potuto spogliarmi da sola, tuttavia gli permisi di sbottonare le cerniera, e poi far scivolare le bretelle lungo le mie braccia. Mi sentivo accaldata, e probabilmente il mio viso diventava sempre più rosso man mano che l'abito mi lasciava scoperta. Mi ritrovai completamente esposta, solo il reggiseno a coprire il mio seno ed i capezzoli che erano già diventati turgidi.
E nonostante l'ansia, lasciai sfuggire un lieve sorriso quando si fermò ad ammirarmi, sorpreso.
-Reggiseno rosso di pizzo, Swan? Quindi contavi davvero di sedurmi, stasera...
-Forse. Ti piace?
-Molto sexy, e ti dona molto. Su questa pelle così liscia, il profumo inebriante... sembri addirittura più irresistibile del solito. Il che non è facile, visto che ti ho sempre trovata tale.
Non riuscii a contenere un sorriso compiaciuto e soddisfatto. Era vero, mi ero impegnata perché volevo davvero sentirmi bella, in quell'occasione. Avevo applicato una maschera al viso, mi ero fatta una ceretta completa e avevo usato una crema corpo al profumo di rose. Ed ero felice ci avesse fatto caso, che avesse notato i dettagli, invece di... buttarsi e basta. Lo trovai un gesto eccitante, e la pressione tra le mie gambe crebbe ancora di più.
Così, lentamente, lasciai che mi sfilasse del tutto il vestito... e quando i suoi occhi si fermarono di nuovo ad indugiare su di me, con lussuria, mi ritrovai a valutare di spegnere la luce. Non perché mi desse fastidio, tutto il contrario. La mia pelle bruciava, rabbrividiva, e un po' provavo vergogna dell'ovvietà che mostrava il mio corpo. Dell'eccitazione...
-Emma. Stai... bene? Stai tremando... se hai cambiato idea me lo puoi dire, non ci rimarrò male...
La preoccupazione nella sua voce mi riportò in me, e mi guardai le mani notando che effettivamente stessero tremando come foglie. Più mi rendevo conto di non riuscire a fermarle, più sentivo le lacrime formarmisi negli occhi. Non era così che doveva andare, non volevo pensasse che avessi paura... ne avevo? Avevo completamente perso il controllo del mio corpo, ero terrorizzata.
-Scu...- singhiozzai, senza nemmeno riuscire a pronunciare la parola.
Perché? Perché stava succedendo? Io lo volevo... ma se adesso mi fossi messa a piangere, avrei rovinato tutto. Ero una stupida!
Prima di rendermene conto mi ritrovai nella sua calda stretta, la mano ad accarezzarmi i capelli e l'altra la schiena, con movimenti dolci. Solo allora iniziai a ricordarmi quale fosse il modo giusto per respirare, e perfino i tremori man mano decelerarono... fino a placarsi del tutto. In quel momento lo abbracciai forte, perché era lì. Non era scappato, non si era stufato di me... e... semplicemente, era lì e mi stringeva nonostante quella figura da perfetta idiota.
-Mi dispiace...
-Va tutto bene. Va tutto bene, Emma. Non ti preoccupare. È tutto a posto.
-Sono una bambina... una...
-Dai, smettila.- disse dolcemente, poi sciolse l'abbraccio e posò una mano sulla mia guancia, sorridendo.
-Ho fatto la figura della stupida.
-Non è vero. Cosa credi, che la mia prima volta sia stata perfetta?
-Beh, sì! Tu sei sempre così sicuro di te.
-Mi spiace deluderti, ma la mia “non prima volta” è stata un fiasco. Non riuscivo a... metterlo dove dovevo. Dopo un po' abbiamo lasciato perdere e ho pensato che lei mi avrebbe lasciato. È stato orribile Swan, un trauma!
Scoppiai inevitabilmente a ridere, non riuscii a crederci! Lo sciupafemmine Killian Jones aveva avuta una quasi prima volta così imbarazzante, e ben peggiore della mia?!
-Non è divertente!- rideva anche lui -Il giorno dopo sono andato su internet a cercare sintomi di impotenza e cose del genere...
Ci ritrovammo sdraiati fianco a fianco, a guardarci e ridere come matti: avevo addirittura iniziato a lacrimare per le risate. Forse la serata non era del tutto rovinata...
-Sai una cosa?- disse, quando riuscimmo a tornare relativamente seri -Trovo eccitante che tu ti sia messa così in tiro per me. Che fossi pronta per me, indipendentemente da com'è andata.
-Davvero? Non sono patetica?
-Patetica?! Swan, una ragazza come te che sceglie me per la sua prima volta... credo non ci sia niente di più eccitante. E se non è oggi...
-Ma può ancora essere oggi.- dissi, senza pensarci tanto.
-Ma...
-No, non lo sto dicendo per... è che lo voglio. Ti voglio. Forse ancora più di prima. Se tu trovi sexy la mia goffaggine, io trovo sexy che tu ti sia esposto così solo per far stare meglio me...
Non era da tutti, ci avrei messo la mano sul fuoco. Quanti ragazzi avrebbero raccontato alle proprie ragazze di un'esperienza così disastrosa ed umiliante? Lo avevo trovato qualcosa di intimo.
Ed il fuoco che avevo creduto spento, stava tornando ad ardere... speravo solo fosse così anche per lui. Ma avevo una gran voglia che mi toccasse...
Così gli presi la mano e la posai sul mio basso ventre, facendola scivolare poi assieme alla mia verso il basso. Prima sul monte di venere, poi ancora più sotto. Un solo strato di mutandine di pizzo a separare il centro del mio piacere dalle sue dita.
Il cuore riprese a battermi all'impazzata, ma sentivo che stavolta non avrei perso il controllo... almeno non in quel senso. E me ne convinsi ulteriormente quando le sue dita si spostarono sotto le mutandine, ed iniziarono a massaggiarmi con delicatezza... prima all'esterno, poi il clitoride.
La Stanza leggendo i miei desideri spense la luce, e fui contenta che Killian non replicò. Forse non sarebbe stato perfetto, forse non era così che lo aveva immaginato e io nemmeno... ma mi sentii a mio agio, e questo a me bastava.
-E' un problema per te, Killian?
-No Emma. Va bene.
Annuii, anche se non poteva vedermi, poi divaricai leggermente le gambe per facilitargli l'accesso. Iniziai a tremare di nuovo, ma stavolta di piacere. I brividi mi accaldarono tanto che sentii la voglia di strappare via anche quegli ultimi lembi di stoffa rimasti. Presto il respiro affannoso iniziò ad alternarsi a gemiti che non ero in grado di contenere, e si placarono un po' solo quando si fermò per sfilarmi gli slip e il reggiseno. Quindi le sue mani si spostarono lì, sui capezzoli che al suo tocco si inturgidirono completamente: l'urgenza di sentirlo dentro stava diventando sempre più forte, a ogni tocco. Forse se ne accorse anche lui, e per questo tornò in basso, a riprendere da dove si era fermato.
-Posso?
-Sì- risposi in un soffio, d'istinto, senza nemmeno il bisogno di chiedere a cosa si riferisse. Con estrema delicatezza, infatti, fece scivolare un dito dentro. Strinsi i denti, ma quasi subito mi rilassai, notando che non faceva male... non ancora, almeno. Anzi. Fu una sensazione strana, ma bella... e soprattutto, eccitante da morire. Feci quindi un gran respiro e mi rilassai ulteriormente, permettendogli di muovere piano il dito. Sembrava sapesse cosa stava facendo, sapesse come farlo per farmi sentir bene invece che provare dolore... e mi fidavo, mi fidavo ciecamente.
Per questo, senza pensarci due volte, sbottonai i suoi pantaloni e portai la mano sul suo membro. Era già duro, gonfio, e in fretta mi aiutò a liberarlo dai pantaloni ed i boxer.
-Dimmelo se sbaglio qualcosa...
-In realtà... stai andando... alla grande.- gemette, ed io fui contenta. Sapere di riuscire a dargli piacere come lui ne stava dando a me mi faceva fremere ancora di più: tanto che quel reciproco darci piacere non durò molto, perché volevo di più e sentivo, letteralmente, che era così anche per lui.
-Killian... Killian, ti prego, adesso, non so quanto ancora... resisterò. Solo... fa' piano...
-Ok. E tranquilla, Emma, sarò delicato. E se qualcosa non va, tu non esitare a dirmelo...
-Va bene, promesso.
Dopo aver chiuso gli occhi divaricai le gambe, e lasciai che lui si sistemasse nel mezzo. Anche quando sentii il suo membro premere non ebbi paura, e continuai a non averne quando molto lentamente iniziò a penetrarmi. Al dolore secco che venne risposi affondando le dita nelle sue spalle, ma come se lo avesse percepito anche lui, per un po' si fermò ed io ripresi il respiro.
-Ti sto facendo male?
-Va... tutto bene.
-Sei sicura?
-Sono sicura. Non ti fermare, sto... benissimo.- gli assicurai, baciandolo come per dargli conferma. E quando riprese, scoprii che baciarlo mi aiutava a controllare il dolore, e prima che me ne accorsi fu completamente dentro di me. Gridai e sentii perfino una lacrima scivolare, perché mi fece davvero male ma... fu anche bello. Mi lasciò il tempo di abituarmi alla sua presenza dentro di me, e quando il dolore iniziò ad affievolirsi lo baciai ancora per dargli il via libera. Lui ricambiò con passione, iniziando lentamente a muoversi, e man mano lo seguii anch'io in quel ritmo che incrementai senza alcun timore. Il piacere prese infine il posto delle fitte, completamente, ed alternavamo baci di fuoco a gemiti ed ansimi quasi all'unisono.
Il culmine del piacere arrivò come un fulmine a ciel sereno, e contemporaneamente per entrambi. Ne fui certa perché lo sentii tremare sopra di me come tremavo io, sentii il suo seme inondarmi... e fu ancora meglio di come lo avevo immaginato.
Non avevo mai provato una sensazione simile, così potente e bella... come se il piacere fisico mi stesse facendo volare nell'euforia. E anche quando lentamente iniziò a svanire, e lui uscì, restai sdraiata con un grande sorriso stampato in faccia.
Quando i nostri respiri tornarono regolari, la luce si accese di nuovo, ma soffusamente. Non ebbi la forza per girarmi su un fianco, ma voltai invece la testa per guardarlo. Sorrideva anche lui, ed allungò una mano per accarezzarmi dolcemente la guancia.
Nessuno dei due riuscì a dire nulla per un bel po, continuammo a scambiarci carezze ed ogni tanto piccoli baci.
Era vero, non avevo immaginato così la mia prima volta... perché la realtà aveva superato le aspettative e di gran lunga! Ero felice. Felice di essermi decisa, felice perfino di quel piccolo crollo che aveva portato ad un momento così imperfetto ma... perfetto.
Felice e basta.
-Forse... sarebbe il caso di darci una sistemata e tornare di là?- proposi, mentre passavo la mano tra un ciuffo dei suoi capelli. Mi piaceva non mettesse gel e altre cose, erano morbidi.
-Sistemarci? A me sembri bellissima già così...- ammiccò, per poi afferrare la mia mano e baciarla.
-Dai, non fare il cretino.
-Ma non lo faccio. Non sei mai stata più bella, direi!
-Ok, smettila. E tira su il culo prima che ci diano per dispersi!
La luce si accese nel momento in cui mi alzai, e per poco non buttai giù dal letto anche Killian per la vergogna: quel lenzuolo andava bruciato! Non mi fidavo a lasciare che sparisse insieme alla stanza una volta usciti... che imbarazzo!
-Swan, vuoi uccidermi?!
-Non guardare. Girati mentre tolgo queste lenzuola...
-Sei seria? Lo abbiamo appena fatto e ti vergogni di un po' di sangue?
-Sì. Perché... CAZZO.
-Eh? Cosa diavolo...
-KILLIAN!- urlai, mentre venivo invasa dal terrore: sul comodino c'era il condom, ancora sigillato, che ci eravamo dimenticati di usare. Come diavolo avevo potuto!? Cazzo ero una stupida, un'irresponsabile, forse era vero che non ero pronta a fare sesso ma... maledizione! Nemmeno lui lo era, nemmeno lui ci aveva pensato!
-NON ABBIAMO USATO PRECAUZIONI! E TU MI SEI... INSOMMA! HAI CAPITO!
-Emma, non urlare e ascoltami... intanto, non ho malattie che avrei potuto trasmetterti.
-BENE. OTTIMO! E SE RIMANGO INCINTA?! Cazzo cazzo cazzo non ci posso credere. Non posso avere un bambino ora, non lo voglio! Killian Jones, se rimango incinta dovrai trasferirti da me o... o forse io da te. Perché te lo scordi che io mi metta a crescere un marmocchio da sola. E poi dovremo comprare pannolini e... no, no, no... cazzo!
-Emma, tesoro, calmati un attimo...- cercò di dire, scavalcando il letto per passare dalla mia parte e prendermi le mani. Ma erano già sudate e pronte ad ammazzarlo di botte! Lui era un esperto, no?! Come aveva potuto commettere un errore del genere!
-Non mi calmo! Facile per te, tu non puoi rimanere incinto! Non hai idea della gravità de...
-Swan! Ammetto di averla presa forse con troppa leggerezza e mi dispiace, però non c'è pericolo.
-E come lo sai!
-Ti fidi di me?
-NON LO SO!
-Sono sterile, Swan! Sono così abituato al fatto che sai tutto di me, che ho dato per scontato sapessi anche questo e...
Così com'ero scoppiata, la voce mi morì in gola prima che potessi ribattere. Lo guardai, ma era serio... beh, certo che lo era. Non era così viscido da inventarsi una cosa del genere. E la parte peggiore era che non sapevo cosa dire. Era stata una secchiata gelida, improvvisa.
-Mi dispiace, avrei dovuto dirtelo prima. Il fatto è che non è una cosa che vai a dire alla tua ragazza come nulla fosse. Insomma, parlare di futuro e bambini senza il rischio di farla correre via a gambe levate...
-Come... cosa... come lo sai.
-Le pozioni curative che ho preso i primi mesi dalla separazione con l'Obscurus erano piuttosto aggressive. Servivano a curare il mio fisico provato, certo, ma questo era uno degli effetti collaterali... e a fine terapia me lo hanno confermato.- spiegò, e non potei fare a meno di notare che fece molta fatica a tenere lo sguardo fermo.
Adesso mi sentivo una vera merda e continuavo a non avere la minima idea di cosa rispondere. Sì, aveva agito con leggerezza ma... era sempre stato consapevole di non avermi esposta a rischio. Sarei stata una stronza se me la fossi presa con lui, anche perché aveva ragione: se avesse riguardato me, nemmeno io ne avrei parlato col mio ragazzo a meno che non ci fosse stata l'occasione giusta.
-Mi...
-Non dire che ti dispiace. Te l'ho detto per farti capire che non rischiamo nulla. A parte questo a me i bambini nemmeno piacciono molto, quindi non è mai stato un problema, non me ne importa.
-Neanche a me. Cioè, i bambini sono carini a volte. Ma quelli degli altri.
-Esattamente...
Restammo a guardarci un po', imbarazzati, perché certo non era un argomento che uno dei due avrebbe pensato di affrontare dopo la nostra prima volta. Ovviamente. Eppure, in qualche modo, fu anche un tacito accordo: nessuno dei due voleva avere dei bambini, quindi non sarebbe stato un problema neanche in futuro, sempre che fossimo vissuti abbastanza da averne uno. Inoltre, non volevo che i bei momenti che avevamo appena passato venissero rovinati... così lo baciai, e con un sorriso gli indicai uno dei bagni che erano apparsi.
Non era neanche mezzanotte, avremmo probabilmente fatto in tempo a tornare in sala senza che nessuno si accorgesse della nostra assenza, se ci fossimo dati una mossa a sistemarci.
Per prima cosa, però, feci sparire nel nulla le lenzuola con un colpo di bacchetta.

 

***


KILLIAN POV

Mano nella mano, di soppiatto, riuscimmo a raggiungere la Sala Grande dove la festa continuava, senza fare spiacevoli incontri per strada.
Eravamo usciti dai rispettivi bagni col sorriso, e quasi in tiro come ci eravamo presentati ad inizio serata. Era stato molto imbarazzante rivelarle quel particolare così su due piedi, ma pur di non lasciare che si crogiolasse nel dubbio e nel terrore avevo pensato che fosse la cosa migliore da fare.
E come sempre, era stata magnifica. Non mi aveva chiesto se volevo parlarne, non ne aveva fatto un affare di stato: aveva ammesso che nemmeno lei voleva avere figli, ed era finita lì.
-Dici che si saranno accorti di noi?
-Spererei di no... probabilmente stanno ancora ballando e divertendosi.
-Hai ragione.- disse, anche se non mi sembrò del tutto convinta. La attirai quindi a me e la baciai con trasporto, e per fortuna dopo poco si lasciò andare e ricambiò.
Ancora non riuscivo a crederci, era stato magnifico. Lei lo era stata, lei che senza che nemmeno lo sapessi aveva voluto che quella fosse la serata giusta per fare quel passo insieme a me... ed era stato perfetto. Mi aveva fatto tenerezza quando si era spaventata e non avrei esitato a tirarmi indietro. Invece eravamo riusciti a ricostruire l'atmosfera, forse ancora meglio di prima...
Era vero, quella non era la mia prima esperienza. Ma un po', sentivo come se lo fosse... perché era stata diversa dal solito. Migliore, più intensa. Forse proprio perché si trattava di una relazione più vera di tutte quelle che avevo avuto. Senza barriere, senza segreti.
Ero euforico, e felice di vedere che lo fosse anche lei: stava lasciando che glielo leggessi in faccia.
-Guarda guarda chi è riapparso... i due piccioncini!
Sia io che Emma quasi saltammo per lo spavento, quando Regina ci raggiunse da dietro posando le mani sulle nostra spalle.
E a quanto pare, si erano di nuovo riuniti tutti. Tranne Neal, il che era una fortuna perché in quel momento il suo ex era davvero l'ultima persona con cui fosse il caso di parlare!
-Eravamo in giro...
-Sì, Emma, come no! È da più di un'ora che non vi vediamo. E dietro hai i capelli un po' in disordine.
Fu lei a tradirci, arrossendo violentemente, ed a quel punto non potei far altro che ridacchiare come un babbeo. Pazienza! Almeno eravamo tra amici... e poi non me ne vergognavo di certo.
-Comunque non vorrei spezzare il tuo cuoricino, Killian, ma temo Zelena ti abbia già dimenticato... era in corridoio a sbaciucchiarsi con uno dei settimo anno, adesso probabilmente staranno facendo sesso da qualche parte.
-Oh! Beh, me ne farò una ragione suppongo! Magari la smette di rompermi le palle...
-Conosco mia sorella, quindi non sperarci. Potrebbe giusto diminuire la dose...
Ridemmo tutti, ammettendo che la Mills maggiore avesse proprio ragione! Se in sei anni Zelena non aveva smesso di tormentare Emma, non avrebbe certo lasciato in pace me adesso! Ma non me ne importava assolutamente nulla, visto che avevo cose più importanti a cui pensare.
-Comunque- intervenne Emma -Ci cercavate per qualche ragione particolare?
-Sì- fece Mary -Pensavamo di incontrarci per capodanno a Londra. Il papà di David non dirà di no ad uno spettacolo di fuochi babbani, e se ci accompagnano gli adulti non penso sarà un problema. Robin ha già detto che può venire, noi tanto saremo insieme quindi è scontato... tu, Killian?
-Ma sì. Lo dovrò dire a mio nonno ma non sarà un problema... volentieri.
-Fantastico!- esclamò la ragazza, contenta -Perché pensiamo di prenotare una cena in battello e poi vedere da lì i fuochi... domani non appena saremo a casa David ne parlerà coi suoi! Dovremmo solo trovare un'accompagnatrice per Neal, non vorrei si sentisse a disagio!
Io e David ci guardammo, pensando probabilmente la stessa cosa: mai far notare ad un ragazzo di essere l'unico senza accompagnatrice. E mai combinare appuntamenti solo per rimediare a questo: meglio soli con la propria dignità, ma a quanto pare per le ragazze era difficile da capire! Quasi mi fece pena il poveretto, speravo non lo avrebbero messo in imbarazzo.
-Comunque Jones potevi tirarle su la cerniera, visto che sei capace di abbassarla...
Regina, col suo solito tatto, tirò su la zip del vestito di Emma, che si era abbassata di qualche centimetro. E poi ero io il provocatore! A quella Serpe le facevo un baffo... avrei dovuto farlo notare ad Emma la prossima volta che mi avesse rimproverato per essere troppo diretto. Il suo viso era di nuovo in fiamme, ma la mora cercò di consolarla battendole una pacca sulla spalla.
-E' solo per farvi notare che se non volete far sapere a tutta la scuola quello che combinate, cercate di evitare gli errori da dilettante. Io ad esempio ho stregato il rossetto... altrimenti lo porterebbe anche Robin, adesso.
Il ragazzo rise di gusto, e attirò Regina a sé per lasciarle un bacio a stampo: d'accordo, adesso eravamo tutti testimoni. La glaciale Regina Mills si era lasciata andare alle tenerezze.
-Quindi è ufficiale, ora? Regina ha finalmente smesso di farti penare?- gli domandò Emma divertita, e lui scosse le spalle.
-Così sembrerebbe, almeno per il momento. Ma non mi dispiace darmi da fare per conquistare una ragazza, quando ne vale la pena... anche se non è stato semplice!
-Non dirlo a me!- gli diedi man forte, al che le due si guardarono alzando gli occhi al cielo. Forse non si rendevano davvero conto di quanto ci rendessero difficili le cose, a volte! Tuttavia, dovevo ammettere che fossimo davvero fortunati ad avere non solo due delle ragazze più belle della scuola, ma decisamente le più forti d'animo.
-Buonasera, ragazzi!
Per magia, la musica si affievolì mentre la voce del preside, in un punto rialzato ad un lato della sala, si amplificò.
-Vi ruberò solo un attimo, poi potrete continuare a far festa fino a quando lo desiderate. Beh, al massimo fino all'alba perché gli elfi domestici verranno a quell'ora!
Ci fu completo silenzio, come tutte le volte in cui Merlin parlava. C'era un tacito rispetto nei suoi confronti da parte di chiunque, anche di coloro che gli davano del folle perché raccontava “storie” sul ritorno dell'Oscuro.
-Innanzitutto, vi auguro un buon Natale in anticipo, visto che la maggior parte di voi domani andrà a casa. Coloro che dovranno o vorranno rimanere, potranno partecipare al pranzo natalizio che organizziamo tutti gli anni, con ottimo cibo e giochi. Tuttavia, vorrei approfittare di questo momento per farvi notare quanto sia bello tutto questo... quest'unione, indistintamente dalle vostre case di appartenenza. C'è un energia positiva, guardate quanto sono forti queste luci in alto.
Alzammo lo sguardo tutti, e le finte stelle che illuminavano la sala emanavano effettivamente una luce fortissima... ma... quindi?
-Ho voluto fare un piccolo esperimento, per darvi un ultimo insegnamento prima di lasciarvi andare in vacanza! Siete voi, ad alimentarle... è letteralmente l'energia positiva a dar loro potenza. Se ora facessi evacuare tutti e lasciassi in sala due persone che, diciamo, non si piacciono... sarebbe buio. Invece, guardate cosa avete creato. Questa è la magia più potente che ci sia, ragazzi, l'amore. L'unione. È l'arma più potente che abbiamo per sconfiggere l'oscurità e vorrei che ci rifletteste sinceramente, e che provaste a crederci davvero. Corvonero, Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso... non importa quale sia la vostra casa, e noto con piacere che molti di voi lo hanno capito. Siate buoni gli uni con gli altri, non negatevi mai la possibilità di conoscere qualcuno solo perché lo vedete diverso da voi, qualunque sia la ragione. Ora la smetto, concludo augurandovi ancora un Buon Natale pieno di luce e amore! Adesso potete tornare a quello che stavate facendo!
La musica si alzò, e mi accorsi solo in quel momento di come involontariamente avessi stretto Emma tra le braccia. Merlin era davvero bravo a sganciare bombe, fare discorsi strappalacrime, e poi riportare tutto alla normalità. Ma erano belle parole, le sue, ed io ero la prova vivente di quanto vere fossero. Ero cambiato notevolmente da quando l'avevo conosciuta, ed in positivo... senza neanche rendermi conto di quando fosse successo, e soprattutto come.
Ora, ero ancor più convinto delle parole che avevo detto ad Emma. Sarei stato al suo fianco, quando sarebbe arrivato il momento di affrontare l'Oscuro. Insieme avremmo avuto una vera possibilità, perché avremmo potuto sfruttare la nostra “arma segreta”.
-Io avrei sonno...- annunciò Mary Margaret, con uno sbadiglio -Chi vuole ritirarsi con me è il benvenuto.
David ovviamente fu il primo ad unirsi, Emma invece mi guardò incerta... e un po' sperai si sentisse come me. Ero stanco, volevo il mio letto... ma allo stesso tempo non avevo la minima voglia di separarmi da lei e chiudere quella splendida serata. Ma in fondo... andare a dormire non avrebbe cancellato i bei momenti, ed era meglio mi facessi avanti io per non farla sentire in colpa.
-Mi ritiro anch'io- dissi quindi -Ci vediamo domani a colazione prima di partire, d'accordo?
-Certo! Credo scenderò per le 10... non prima.
-Va bene dormigliona, dieci sia.
-Non giudicarmi, siamo in vacanza e intendo godermela fin dal primo giorno!
Fui lì lì per fare una battutina un po' sporca sul “godermela”, ma mi fermai in tempo: fossimo stati soli, sarebbe stato un conto... ma davanti agli altri, sicuramente mi avrebbe ucciso!
-Va bene, va bene, ma non darmi buca perché vado via per le undici!
-Tranquillo, devo anche darti il mio numero. Suppongo tu abbia un cellulare a casa...
-Ovvio! In effetti qualche videochat sexy non sarebb... ahia!
La bionda mi colpì sulla nuca, contrariata e allo stesso tempo soddisfatta della mia reazione. Va bene, forse io ero bravo ad essere inappropriato... ma lei era violenta, cavolo!
-Amico, non ti conviene provocarla troppo- mi ammonì David -Questo era niente, potrebbe farti molto male se volesse!
-Vero- confermò Robin -Il terzo anno in allenamento mi ha colpito con la pluffa in testa, che ho avuto dolori per giorni.
-Oh smettila, è stato un incidente! Però è vero Jones, sta' attento...
Annuii alzando le mani a mo' di resa, sinceramente non stentavo a crederci... poi però la attirai a me, per darle un bacio della buonanotte come si deve. Avrei quasi voluto chiederle se le andasse di dormire insieme a me, ma mi resi subito conto che sarebbe stato molto, molto inappropriato.
Non seppi come e nemmeno cosa successe, ma all'improvviso delle immagini di lampi di luce verde mi attraversarono la testa, e cessarono insieme al pianto di un bambino...
Solo allora mi resi conto di aver perso l'equilibrio, e di essere stato trattenuto da un'Emma dall'aria spaventata: mi guardai un attimo intorno, ed a parte i volti preoccupati del resto del gruppo... tutto era normale. Ero solo stanco, doveva essere sicuramente così.
-Killian, ti senti bene?
-Scusa. È... stato un capogiro. Immagino sia la stanchezza... sai, sono ancora a corto di energie...
Con quella battuta riportai l'atmosfera a com'era prima, ed Emma forse non mi colpì solo per non rischiare di farmi venire di nuovo le vertigini.
La stanchezza giocava brutti scherzi, anche allucinazioni a quanto pare... ma non ci avrei pensato. Avevamo le vacanze davanti ed avrei passato il Capodanno con lei. Andava tutto bene, finalmente.



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Stavolta aggiorno prima qui, non volevo essere troppo crudele dopo come ho chiuso il capitolo ahahahahha
Killian è stato effettivamente molto sorpreso... ma anche piacevolmente. L'ha vista esporsi a lui, totalmente pronta a concedersi... nonostante il piccolo attimo di panico! Ma le è stato vicino, l'ha rassicurata e l'ha fatta ridere raccontandole la sua disastrosissima "non" prima volta... e man mano, l'atmosfera è tornata ed Emma si è sentita ancora più sicura di ciò che stava facendo. Alla fine sono andati fino in fondo, con dolcezza ma anche passione... e ne sono stati entrambi felicissimi.
Diciamo che il trasporto è stato tale da fargli dimenticare di usare precauzioni... Emma giustamente ha dato di matto, e lui pur ammettendo di aver commesso un errore... per tranquillizzarla, le ha rivelato qualcosa che in quel momento avrebbe taciuto volentieri. Per fortuna sono riusciti a far durare l'imbarazzo molto poco, e lui ha fatto subito capire ad Emma che non si deve sentire in colpa né dispiacersi per lui, perché non lo vede come un problema. E per lei vale lo stesso.
Quindi sono riusciti a tornare allegri dagli altri, organizzando un bel capodanno tutti insieme... con la buonanotte interrotta per un attimo da qualcosa che Killian ha visto nella sua testa... ma ha preferito scegliere di ignorare, per il momento. Sono ragazzi, hanno le vacanze e vogliono godersele giustamente!
Il prossimo aggiornamento sarà con l'altra storia, praticamente i prossimi due capitoli sono scritti quindi non ci metterò molto a postare!
Intanto aspetto anche i vostri nuovi capitoli (*cofffcofff* Smemorina *coffcoff* dico a te, sì!) e... a presto! Vi auguro la buonanotte, visto che come al solito posto quasi alle 3 ahahaha un abbraccio, a presto! :*

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Capitolo 30
*** Confessions ***


Confessions




EMMA POV

Neanche mi sforzai di aprire la valigia, la mollai accanto al letto e mi ci buttai. Era ormai il sesto anno in cui trascorrevo lì le vacanze natalizie e parte di quelle estive. Mi sentivo più a casa qui che nella casa-famiglia dov'ero cresciuta, e non mi sentivo minimamente in colpa del fatto che ci tornassi il meno possibile. Ogni anno mandavo ad Ingrid un regalo di cortesia e basta.
Nella casa di David condividevo la stanza con Regina e Mary, anche se avremmo potuto averne di singole visto che la villa era molto spaziosa. Ma a noi andava bene così e ci piaceva.
David la condivideva con Neal, che come sempre ci avrebbe raggiunti il 26, dopo aver festeggiato Natale coi suoi zii.
Quei giorni, sarebbe stato abbastanza affollato... oltre ai genitori del mio amico e il mio padrino, sarebbero rientrati James e Victoria, ovvero suo fratello maggiore e la neo-fidanzata, i nonni materni, e i genitori di Mary. Per il pranzo natalizio ci sarebbero stati anche diversi membri dell'Ordine.
Killian era davvero l'unico che mancava per rendere quelle giornate perfette, ma ci saremmo visti a Capodanno ed ero felice così! Arrivati a Londra, la mamma di David aveva insistito per fare shopping prima di rientrare nella loro casetta nel Kent, così avevamo avuto modo di convincere lei ed il marito a passare la giornata del 31 nella capitale. Non era stato troppo difficile, perché a loro detta sarebbe stato così affollato che non avremmo corso grossi pericoli.
-Abbiamo un'ora prima di cena. Vi va di uscire sulla neve?
-Noo, Mary!- mi lamentai, abbracciando il cuscino -Sei matta? Siamo stati fuori finora! Io propongo di chiamare David e restare a poltrire con un po' di Burrobirra e dolci...
-Concordo con Emma. Avremo tutto il tempo di goderci la neve, col buio non ha molto senso.
-E va bene... avete ragione.
-E prima di chiamare David, discorso tra ragazze.- fece la mora, voltandosi verso di me -Allora, com'è stato? Giudicando dagli arcobaleni che vomiti da ieri sera direi molto bene... sbaglio?
In risposta le tirai il cuscino dritto in faccia, ma non potei proprio negare! Era vero, ero ancora su di giri da ieri sera... e quando la mattina avevo visto Killian per salutarlo, ero stata quasi sul punto di proporgli una sveltina: per fortuna avevo recuperato il senno in tempo.
Coccole e baci però non erano mancati, e alla fine ci eravamo scambiati i numeri: molto più semplice che comunicare via gufo.
-Non sbagli- dissi infine -E' stato bello.
-Mi fa piacere...- ammise Mary -Sai come la penso, ma se sei felice...
-Lo sono. Non è stato difficile come pensavo, anzi... voglio dire, è stato naturale. E lui è stato molto tenero...
-Non ne dubitavo...- ammise Regina, con un sorriso -Sai che non amo le sdolcinatezze, ma basta vedere come ti guarda. È cotto a puntino il ragazzo... e da quando state insieme lo vedo meglio!
-In che senso?
-Beh, già che non va in giro col gruppo dei bulli di Zelena è tanto. Poi si fa gli affari suoi, anche se alcuni compagni lo provocano, reagisce con filosofia. Non lo vedo litigare con nessuno da un pezzo. E non l'ho più visto gironzolare in sala comune di notte, quindi suppongo non ci siano incubi a tenerlo sveglio.
Non dissi nulla ma sorrisi, ero davvero contenta che fosse così anche per lui. Non che avessimo segreti, ma non volevo essere troppo pesante o invadente, quindi non affrontavamo certi discorsi tutti i giorni. E poi sarebbe stato stupido chiedere “Sei felice con me?”: avevo una dignità anch'io, dopotutto!
-Si vede che è un bravo ragazzo. Avrà fatto scelte sbagliate ma poverino, con tutto quello che ha passato non riesco a biasimarlo del tutto. L'importante è che impari dai propri errori!
La nostra saggia Mary come sempre se ne uscì con un discorso positivo, quando giusto. Non che giustificassi il bullismo, ma di solito era un comportamento che proveniva da disagi familiari e i suoi erano stati ben più che gravi. E nonostante ciò, aveva cambiato il suo atteggiamento che quasi non riuscivo a vederlo in versione quattordicenne a tormentare i più piccoli.
Aveva i suoi difetti, i suoi lati oscuri, come tutti... ma era una bella persona, e lo avevo capito da tanto tempo ormai. Qualche volta mi capitava ancora di pensare a quel primo abbraccio che ci eravamo scambiati, quando era venuto a consolarmi prendendo le mie parti nonostante allora non fossimo neanche amici.
-Con lui è diverso...- riflettei -Penso di provare qualcosa di più serio. Volevo bene a Jeff, così come ne voglio a Neal, ma penso fossero soltanto cotte miste ad affetto. Adesso è... diverso. Non dico solo perché l'abbiamo fatto ma... è il motivo per cui è successo, diciamo. Per lui ero pronta e basta.
-Lui sarà cotto Regina, ma la nostra Emma mi pare proprio innamorata!
-Ehiiii non esageriamo adesso! Innamorata è una parola grossa. Dai Mary, va' a chiamare David, lo abbiamo lasciato solo poveretto!
-Vado vado...
Era abbastanza fastidioso il suo sorrisino soddisfatto, ma preferii non dire nulla! Era la solita romanticona esagerata, ma era fatta così e ormai non gliene facevo una colpa. Sì, come avevo ammesso quel che provavo per Killian era reale e molto più forte di com'era stato con Jeff e Neal: ma da qui all'essere innamorata, ce ne passava di acqua sotto i ponti. E poi volevo godermi quella relazione giorno per giorno, senza pressioni, perché stavamo bene così. Avevo 16 anni, lui 18, avevamo tutto il tempo del mondo per innamorarci!
-Tu Regina?- domandai, quando restammo sole -Andata bene con Robin?
-Non ci ho fatto niente se è quello che intendi. Nulla oltre ai baci, almeno. Però sì... sono stata molto bene. Non somiglia agli altri ragazzi che ho frequentato... ma ha quel qualcosa di diverso che mi piace. Sai, quel carattere dietro la facciata da bravo ragazzo...
-Eh, non avevi mai frequentato un Grifondoro! Comunque sono contenta, è veramente un bravo ragazzo. E poi insomma, da una parte siete molto diversi... ma insieme siete...
-Ok, ok, basta così! Niente smancerie Emma. E non voglio ancora sbilanciarmi troppo...
-Va bene! Certo che sei complicata eh, povero Robin!
-Se gli piaccio, gli tocca tutto il pacchetto! Ma finora non si è mai tirato indietro...
-Certo, gli piaci davvero! Si vede lontano un miglio. Vi siete scambiati i regali?
-No, dopo le feste. Voi?
-Anche noi. Abbiamo deciso di farci regali babbani, quindi...
-E sai già cosa prendergli?
-Sì! Non dirgli che te l'ho detto, ma è un vero nerd. Voglio prendergli un videogioco di avventura per la Wii, uno di quelli dove servono due partecipanti. Così magari a Pasqua, o quest'estate...
-Va bene, non lo prenderò in giro fino alla morte solo perché poi se la prende con te. Ma siete un'adorabile coppietta di nerd!
-Ah-ah. Comunque c'è altro. Voglio prendere una di quelle tende che avevamo al campionato di Quidditch... mi ha raccontato del suo viaggio in Irlanda col nonno. Vorrei farlo insieme a lui, tipo una cosa a piedi o in bici. Visto che sarò maggiorenne anch'io...
-Mmmh... giornate ad esplorare e notti calde in tenda... penso apprezzerà!
-Ma zitta! Sempre a pensar male! E comunque sono affari nostri cosa faremo in tenda...- conclusi con un sorrisetto. Non mi vergognavo, almeno non davanti a lei. Anche se non lo avevo detto di avere intenzione di comprare un completino intimo rosso speciale per la notte di Capodanno... ed anche se ero certa che i genitori di David lo avrebbero ospitato volentieri, avremmo prenotato un albergo. Aveva detto che ci avrebbe pensato lui, nonostante avessi insistito per dividere la spesa.
Ci raggiunsero infine anche Mary e David, il quale si lamentò di aver visto solo donne in casa quel giorno, a parte suo padre! Effettivamente eravamo stati i primi ad arrivare.
Con un po' di fortuna, avremmo carpito anche qualche informazione riguardo l'Oscuro, visto che l'Ordine per quanto ne sapevamo stava continuando ad operare come sempre.

 

***


KILLIAN POV

-Killian, insomma! È da quando l'hai acceso che stai attaccato a quel telefono.
-Ma non è vero! L'ho solo preso per controllare i messaggi...
-Ma raccontami qualcosa, piuttosto! Mi scrivi poco e sei sempre breve. Molla il cellulare e vieni ad aiutarmi con la cena, così intanto parli.
Sbuffai, riponendo il telefono in tasca. Non che stessi chattando con Emma in quel momento, ma sinceramente non avevo voglia di far nulla, figurarsi raccontare della mia vita! Il nonno sapeva che non ero un tipo espansivo, eppure non riusciva mai a non costringermi a parlare.
-Ho buoni voti nonno, sto andando bene.
-Lo so, è l'unica cosa che mi racconti nelle lettere praticamente. Ma sono fiero di te, alla fine Hogwarts è stata la scelta giusta per la tua istruzione.
-Immagino di sì.
-E amici?
-Ne ho. Sta tranquillo, non me ne sto seduto tenebrosamente negli angoli della sala comune. Hai presente la famiglia Mills?
-Oh sì! Sono lontani cugini... Henry era amico di tua madre, ai tempi della scuola. Cora, d'altra parte... ma perché?
-Loro figlia è mia amica. Cioé, entrambe diciamo, ma al momento Zelena ce l'ha con me...
-Mmmh. Sta attento, d'accordo? Non sto dicendo che siano cattive ragazze, ma Cora è una Mangiamorte...
-Lo so.
Il nonno sembrò sorpreso, probabilmente non si aspettava che avessi quell'informazione. Ma in fondo c'erano parecchie cose su cui non era aggiornato: forse aveva ragione, avrei fatto bene a scrivergli di più. Ma non ero un grande fan delle lettere, e a scuola nessun dispositivo elettronico funzionava!
-Su Zelena ho i miei dubbi, ma Regina è una brava ragazza. Non segue le orme della madre.
-Per caso è la tua ragazza? È con lei che chatti tutto il giorno?- ammiccò, ed io alzai gli occhi al cielo. Proprio non ce la faceva ad interrompere l'interrogatorio!
-No, non lo è. È la migliore amica della mia ragazza.
-Ooooh, interessante. In effetti mi sembrava strano non avessi una ragazza, nipotino strappacuori!
-Farò finta di non aver sentito- sbuffai, rischiando di tagliarmi un dito mentre facevo a pezzi le patate da mettere al forno. -E tanto so che insisterai fino alla morte, quindi te lo dico e basta. È Emma. Swan.
-La Salvatrice?
Stavolta fu lui a rischiare un dito, tanto che mollò il coltello sorpreso. Lo sapevo io che sarebbe finita così... per questo non mi piaceva raccontare i fatti miei!
-Esattamente. A proposito, lei e i suoi amici mi hanno invitato a passare il Capodanno a Londra con loro. Ti scoccia se vado?
-Ah. Ecco. In realtà è...
-Oh dai, sono maggiorenne!
-Fammi finire, ragazzino. In realtà penso passerai più tempo di quanto immagini con la tua ragazza. Il giorno dopo Natale dovrò partire in missione per l'Ordine e il Preside mi ha suggerito di lasciarti ai Nolan.
-Oh!
Non seppi se essere un po' dispiaciuto, sorpreso, o contento. La prima, perché ovviamente mi piaceva passare del tempo col nonno. Non era un vecchio noioso, tutto il contrario!
Però...
-Non sapevo come dirtelo perché non ero certo saresti stato felice di passare le feste coi Grifondoro, ma a quanto pare... Merlin lancia il sasso, ma non mi dice mai nulla! Il solito furbastro! Devo seriamente imparare a fidarmi di lui...
Su questo eravamo d'accordo: avevo notato anch'io che a Merlin piacesse farsi gli affari dei suoi studenti, a volte! Ma non riuscii nemmeno a prendermela con lui, visto che per quanto mi costasse ammetterlo, non mi dispiaceva l'idea. Da quando ero andato a vivere con mio nonno non avevo mai avuto degli amici, a parte la breve parentesi a Durmstrang. Ma comunque era diverso, visto che non avevo legato molto con nessuno alla fine.
Loro erano a posto. Con David avevo scoperto di avere diverse cose in comune, e nemmeno Mary Margaret era così male... lo stesso non potevo dire di Neal chiaramente, perché lui nemmeno si sforzava di non fare lo stronzo. Ma magari adesso ci sarebbe stata l'occasione, visto che a quanto avevo capito sarebbe andato anche lui dai Nolan dopo Natale.
-Comunque, se ai Nolan va bene, non vedo perché non possiate passare il Capodanno a Londra. Ma non fare cazzate, è ancora minorenne la ragazza!
-Oh avanti, non abbiamo questa gran differenza di età!
-Lo so! Dico solo di non fare cazzate.
-Hai una grande considerazione di me, vedo!
-Ma sì, mi fido di te figliolo. Però non sarei un bravo nonno se non facessi le mie raccomandazioni!
-Ok, ok. Senti, è... non hai motivo di preoccuparti. Sa praticamente tutto del mio passato e presente, mettiamola così. Sto bene con lei, contento?
-Sono contento! Davvero. Sembra una gran brava ragazza... e se è come sembra, ha il fuoco giusto per tenerti a bada.
-Oh sì, questo te lo assicuro!- risi. Eccome se ne aveva di fuoco, Emma! -Mi ha battuto alla partita di Quidditch e io mi sono quasi ammazzato...
-Ottimo!
-Ehi! Dovresti stare dalla mia parte, sono io tuo nipote!
-Mh! Me la farai conoscere quando ti accompagno dai Nolan, sono curioso di vedere la ragazza che ti ha rimbambito e ti fa sorridere al cellulare come un ebete!
-Cazzo nonno! Giuro che se mi metti in imbarazzo ti lancio un Languelingua!- esclamai frustrato e preoccupato, mentre lui se la rideva di gusto.
Mollai il coltello, tanto avevo finito, e me ne andai a chiudermi in camera. Di questo passo dai Nolan ci sarei andato per conto mio: ci mancava solo che mi facesse fare una figuraccia davanti ad Emma! E se avesse fatto l'interrogatorio pure a lei? Non potevo assolutamente permetterglielo!
Mi buttai alla fine sul letto, e recuperai il cellulare dalla tasca. Decisi comunque di non dire niente ad Emma, a questo punto le avrei fatto una sorpresa.
“Tutto a posto per Capodanno, Swan. Ho parlato col nonno, ora prenoto l'hotel.”
“Fantastico! Anche noi tutto ok, ne abbiamo parlato ai genitori di David. Ma non ho detto che passerò la notte con te in albergo!”
“Inutile che fai la preziosa, Swan, so che non resisti al mio incredibile fascino!”
“Sei sempre il solito. Passami il link dell'hotel poi che voglio vederlo. Niente posti di lusso!”
“Tranquilla. So quel che faccio! E niente link, sarà una sorpresa.”
“Odio le sorprese. Non fare lo stronzo!”
“Stavolta te la fai andare bene, dolcezza!”
Sogghignai e misi il cellulare in carica: non era vero che odiava le sorprese, lo sapevo bene. Ero impaziente di vedere la sua faccia quando mi sarei presentato alla porta di casa di David.
Forse, con questa prospettiva, avrei passato il primo Natale senza incubi da quando avevo memoria.


-Dov'è che ti manda l'Ordine?
-Bel tentativo. Top secret, ovviamente non posso dirti nulla.
-Ma dai, cosa pensi che farei se lo sapessi? Che ti cambia...
-Ho la bocca cucita, Killian!
-Vabbé- sospirai, alzando gli occhi al cielo -Almeno ci ho provato. Comunque non è giusto, sono maggiorenne e dovrei poter essere ammesso!
-Pensa a finire la scuola, poi ne riparliamo!
-Ma non ha senso.
-Oh, ne ha eccome! Mangia figliolo, non mi dirai che hai smesso di nuovo?
-Ma ti pare. Smettila...- borbottai, stavolta infastidito.
Sapevo di aver passato dei momenti abbastanza difficili dopo la separazione con l'Obscurus, e per un periodo non ero riuscito a mangiare – o quasi. Ma quel periodo era storia vecchia ormai e mi dava abbastanza noia che se ne ricordasse ancora. In qualche modo continuava a vedermi come un bambino, quando non lo ero da un pezzo ormai. E mi sembrava anche di aver dimostrato più volte di essere in grado di badare a me stesso.
-Lo so che non ti piace che ci si preoccupi per te. Ma è normale, ti devi rassegnare. Qualsiasi genitore, nonno o zio lo fa...
-Beh, non c'è bisogno. Cambiamo argomento. Domani siamo solo noi due?
-Sì, stavolta non ci ho iscritti al volontariato. Visto che dopodomani devo partire, domani dopo colazione andiamo alle scogliere. Pranzo al sacco e tenda, che ne dici?
-Oh, fantastico! Effettivamente mi dispiaceva non farci una vacanza quest'anno. Sei più rilassato quando siamo in giro...
-Simpaticone! Ad ogni modo dispiace anche a me e non partirei se non fosse importante. Quindi ho pensato, meglio un giorno che niente.
-Certo, certo, infatti!
-La prossima volta magari viene anche la tua ragazza? A meno che non ti vergogni a portarla col tuo vecchio!
-Se tu non mi metti in imbarazzo non mi vergogno! Comunque glielo dirò... tra un paio di mesi diventa maggiorenne anche lei... e senti, stavo tipo pensando. Siccome lei vive in una casa famiglia... a te scoccerebbe se, insomma, rimanesse da noi per un po' la prossima estate? Dice che vuole trovare una sistemazione sua ma... chiaramente non sarà una cosa immediata.
-Ma certo che sì! Può rimanere tutto il tempo che vuole, ragazzo mio. Certo se già pensate all'estate, non è una scappatella...
Quanta pazienza mi ci voleva! Ed io non ero un tipo molto paziente, quindi meritavo veramente una medaglia.
-Non credo siano affari tuoi, nonno!
-Perché no? Anch'io ero un rubacuori ai tempi della scuola... potrei darti qualche consiglio utile...
-Sono a posto, grazie. Ma sul serio? Questo non me lo avevi mai detto!
-Certo! Dal secondo anno in poi non sono mai stato single... prima della nonna ho avuto altre quattro ragazze. Ma quando è arrivata lei...- sospirò, con lo sguardo che si perse in direzione della finestra.
Io non dissi nulla. Non avevo mai conosciuto la nonna, e lui non ne parlava tanto perché gli faceva male. Avevano iniziato a frequentarsi il penultimo anno ad Hogwarts, e si erano sposati a 21 anni: giovanissimi. Avevano avuto problemi ad avere figli, ma poi era arrivata mia madre...
20 anni di matrimonio prima che la nonna morisse. Troppo pochi, lei era morta troppo giovane uccisa da una maledizione del sangue che secoli prima aveva colpito la sua famiglia. Avrebbe dovuto esserne immune, perché a quanto il nonno mi aveva spiegato, saltava una generazione... ma per qualche ragione, così non era stato.
Nonostante fosse molto giovane quando l'aveva persa, non si era mai risposato. Mi aveva detto che non c'era stata nessuna donna che fosse riuscita a fargli battere il cuore come lei... poi, non ne avevamo più parlato. Ma mi era stato chiaro quanto l'avesse amata, e quanto ancora l'amasse.
-Non so se con Emma è come con te e la nonna...- decisi di condividere a quel punto.
Lui mi guardò, non riuscendo a nascondere un filo di sorpresa.
-Ma potrebbe. Mi spinge ad essere migliore e...- “provo qualcosa di così forte che mi fa quasi paura”, avrei voluto aggiungere, ma decisi di tenerlo per me. Andava bene così, avrebbe capito.
-Lo capirai da solo. Te lo auguro, ragazzo mio... te lo meriti, dico davvero.
-Non lo so. Ma diciamo che mi sto impegnando per meritarlo.
-Sei un bravo ragazzo. Non ti sottovalutare mai, d'accordo?
Scossi le spalle, leggermente imbarazzato. Non ero affatto certo di potermi definire bravo ragazzo, forse era decisamente troppo per descrivermi. Speravo però che avesse ragione, che sarei davvero diventato come lui mi descriveva, un giorno. Volevo davvero essere una brava persona, e non volevo assolutamente nulla del DNA di mio padre – caratterialmente. Mi sarei odiato se mai mi fossi reso conto di stare diventando come lui.
-Non vorrei parlarne, ma devo saperlo. Gli incubi come vanno?
-Meglio. Sono molto... rari, ora.
-E le cose che mi scrivevi nelle prime lettere?
-No, è tutto a posto. Davvero.
Gli fui davvero grato di non essere stato più esplicito, perché tanto avevo capito ugualmente. La faccenda dell'Obscurus, il terrore di tornare ad esserlo. Ma era davvero tutto a posto.
Quasi. Non che il pensiero fosse scomparso del tutto, ma ero riuscito a convincermi abbastanza e per il momento andava più che bene così.
-E il nuovo apprendista in negozio?- gli chiesi stavolta io -Come se la cava?
-Oh, niente male il ragazzo. Quando si presenta l'occasione te lo presento... è babbano, ma la sua fidanzata è una strega... il che semplifica molte cose.
-Oh, questo non me lo avevi detto. Meglio così suppongo.
-Diciamo che i maghi sono un po' arretrati e l'unione con babbani non è ancora ben vista, pur essendo legale. In caso la lettera passasse prima dalle mani di qualcuno, volevo evitare di causare guai alla ragazza...
-Oh. Capisco. Direi di sì, i maghi sono arretrati in tante cose...- borbottai, dopo aver ingoiato il mio boccone di fagiano arrosto. Già quel che c'era stato tra me ed Emma, sarebbe stato molto scandaloso per un buon 70% dei miei compagni di scuola – ovvero quasi tutti coloro che provenivano da famiglie di maghi. Il sesso prematrimoniale non era molto comune, ma trovavo fosse una cosa molto stupida. Ero convinto che, in fondo, era anche per quello che i maghi si sposavano così giovani! Altrimenti perché non limitarsi a convivere, visto che cambiava ben poco?
Se fossimo sopravvissuti, non avevo certo intenzione di chiedere ad Emma di sposarmi come regalo per il diploma. Se fosse stato destino, avremmo potuto benissimo continuare a stare insieme senza alcun problema.
Sentivo che molto dipendeva da me, perché per poter condurre una vita stabile e felice avrei dovuto, prima o poi, fare i conti coi miei “demoni”. Solo così avrebbero smesso di tormentarmi una volta per tutte. Sarei stato abbastanza forte? Era da vedere, ma sapevo che ce l'avrei messa tutta.
-Sì, sono proprio d'accordo.
-Sono tante le streghe che non accetterebbero un futuro con me per il mio... problema.
-Non dire così, Killian!
Non avrei voluto parlarne, in effetti, ma mi era uscito... istintivamente. I figli erano molto importanti per i purosangue, per continuare la stirpe e quindi tramandare il sangue di famiglia.
-Avanti, non è che voglio fare la vittima... sto solo dicendo che è così.
-Emma lo sa?
-Lo sa.
-E?
-Non le importa- ammisi -Ma smettila, non è questo il punto. Era solo un esempio... parlavamo dei difetti dei maghi, no?
-Hai ragione, mea culpa!- alzò le mani a mo' di resa sghignazzando, poi tornammo entrambi a concentrarci sul cibo.
Per fortuna ero riuscito a chiudere il discorso perché lo trovavo piuttosto imbarazzante. Insomma, parlare col nonno di futuri figli e famiglia... non era proprio una discussione che avevo programmato di fare a breve. Tra me ed il futuro, c'erano ancora troppi ostacoli.
Era un'altra ragione per cui volevo imparare a vivere il presente senza farmi troppi problemi. A volte avevo davvero il desiderio di sentirmi normale, come tutti gli altri ragazzi.

Un bambino, un neonato, piangeva disperato.
Le urla di una ragazza.
Una piccola bara bianca.
Il buio, che tutto d'un tratto inghiottiva il sole...

-KILLIAN! Killian! Killian, mi senti?!
Prima ancora di sentire la voce del nonno che mi chiamava, furono i colpi sul viso a riportarmi verso la lucidità.
-Fermati... mi fai male...- borbottai nel tentativo di tirarmi su, anche se non avevo la minima idea di quando fossi caduto. O come. Con l'aiuto del nonno – a cui cercai di oppormi senza successo – raggiunsi il divano e mi ci buttai, strofinando gli occhi. La vista tornò finalmente normale.
-Che cosa è successo?
-Sei diventato bianco tutto d'un tratto, hai iniziato a tremare e sei caduto...
Ora a tremare era lui. Lo avevo spaventato, ma ero ancora troppo scosso per cercare di confortarlo in qualche modo. Scosso da quella... visione.
A tenere la mano della ragazza misteriosa che urlava, ero io. Ne ero certo. Ma il piccolo... aveva dei ciuffi rossi o dorati. Non ero riuscito a capirlo.
Cosa diavolo voleva dire?
-Sto bene.
-Forse è il caso di portarti dal dottore domani, piuttosto che in campeggio.
-No! No. Sto bene. Davvero. Ho... visto delle cose. Succede anche ad Emma a volte e non so come spiegarlo. Ma non sono pronto a parlarti di cosa ho visto. D'accordo?
Non era una bugia. Era la verità, senza che la rivelassi. In quel momento non avevo trovato davvero scuse plausibili per spiegare cosa mi fosse successo senza che pensasse che fossi malato o impazzito, quindi non c'erano state alternative.
-Di cosa parli...
-Visioni. Previsioni. Non lo so.
-Se fosse qualcosa di serio, me lo diresti?
-Sì.
Forse. Ma al momento, comunque, non c'era davvero nulla da dire visto che io stesso non avevo la minima idea di cosa quelle immagini volessero dire. Forse avrei dovuto parlarne con Emma, di persona però.
-Va bene- annuì infine -Non faccio finta che sia una cosa del tutto normale, ma... Rispetto a tua decisione. Per ora.
E ne fui davvero lieto. Perché volevo solo dimenticare il colore degli occhi di quel neonato. Azzurri. Come i miei.



 

Angolo dell'autrice;
Ciaoo! Scusate il ritardo, ma dopo 10 giorni di lavoro senza giorno libero, ne ho avuti due e mezzo di seguito e ho approfittato per un mini viaggetto xD
Anyway, volevo finire il nuovo capitolo e per fortuna ce l'ho fatta.
Sono tornati tutti a casa per Natale ed Emma si è confidata con le due amiche! Visto che ormai, vedono da lontano un miglio quanto sia allegra e felice. Quell'ulteriore passo avanti non ha fatto che rafforzare i sentimenti, sembra.
Inoltre hanno convinto i genitori a trascorrere il Capodanno a Londra, ed Emma e Killian hanno i loro piani xD ma lei non sa che lo rivedrà molto prima!
Killian non si aspettava di certo che il nonno lo avrebbe mandato dai Nolan di lì a due giorni... così ha deciso di non dire niente e fare una sorpresa alla bionda. E ovviamente, il nonno è anche riuscito a cavargli diverse informazioni su come vanno le cose e ovviamente sulla sua ragazza xD il poveretto ha davvero paura che il suo vecchio possa metterlo in imbarazzo davanti ad Emma, se se ne esce con cose strane!
Per ora è aria di festa, ma Killian non ha potuto godersi la cena come si deve... perché quella visione è tornata. Cosa vorrà dire?
Il prossimo capitolo sarà dell'altra, poi spero questa... per cercare di alternare.
Un abbraccio a tutti e buon weekend! A presto! :*

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