Alternative Universe. Capitoli extra.

di PaperHero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come Severus Snape diventò un Animagus ***
Capitolo 2: *** La peggior giornata di Severus Snape ***
Capitolo 3: *** GUFO e inviti ***



Capitolo 1
*** Come Severus Snape diventò un Animagus ***


Come Severus Snaoe diventò un Animagus Severus Snape era immerso nella lettura, seduto al tavolo di Slytherin. Erano arrivate le vacanze di Natale e lui era uno dei pochi studenti rimasti al castello per la festività. Infondo, non aveva nessuno che l’aspettasse a Spinner’s End: la madre era morta quattro anni prima e del padre non aveva notizie. Probabilmente, dopo essersene andato da casa era morto anche lui.
Venuta a conoscenza della sua situazione non proprio rosea, la famiglia Evans l’avevano accolto a braccia aperte, come se fosse un altro figlio. L’unica che era sembrata arrabbiata ed infastidita dalla sua presenza era stata Petunia, la sorella di Lily, ma a lui non importava. Data l’assenza dei genitori della sua migliore amica a casa, i due amici avevano deciso di trascorrere le feste a scuola.
 
– Ciao, Sev. Cosa stai leggendo? -                                                                                            
Sospirando, Severus rispose:- Niente, Lils. Solo un vecchio libro -                                                                                                                    
- Dai, Sev. Lo so che non è solo un vecchio libro. Dimmelo - lo pregò lei, sedendosi al suo fianco – Prometto che non lo dico a nessuno -
- Mi dispiace ma stavolta non posso -                                                                                                                                                           
Lo Slytherin chiuse il libro e lo infilò velocemente nella borsa, prima che la sua migliora amica riuscisse a leggerne il titolo.
– Cattivo – sussurrò lei, mettendo su un piccolo broncio e incrociando le braccia al petto.                                                      
Anche se la trovava adorabile, Severus scosse la testa e ,mettendosi la borsa in spalla, si alzò dal tavolo. La sedicenne lo seguì con lo sguardo fino a quando non sparì dalla sua visuale. Chissà cosa stava combinando. L’ultima volta che l’aveva visto cosi preso era perché aveva inventato dei nuovi incantesimi.
"Meglio se lo tengo d’occhio” pensò, dirigendosi verso il tavolo della sua Casa


12 Gennaio, 12.35. 
                                                                                                                            
Severus si diresse verso il settimo piano e ,dopo aver camminato per tre volte avanti e indietro ed essersi assicurato che non l’avessero seguito, entrò in una stanza. Aveva scoperto che essa appariva solo in caso di necessità. Nel suo caso, era vuota ad eccezione di una vecchia scrivania in legno scuro.
Tirò fuori dalla sua borsa un diario verde e argento e un’ampolla che conteneva una foglia di Mandragola. Posò tutto sulla scrivania e ,dopo averla tirata fuori, si mise la foglia in bocca. Fece un’espressione di disgusto: certo che era proprio amara. Sedendosi alla scrivania, aprì il suo diario e iniziò ad annotare.

Quando scese in Sala Grande, gettò un occhiata al tavolo Gryffindor e individuò la sua amica: stava parlando con le sue migliore amiche. Di fianco a lei, Potter e Black stavano confabulavano qualcosa. Lupin sembrava più stanco e trasandato del solito e Pettigrew si ingozzava di cibo.
Sedendosi al suo posto, osservò per un’ultima volta Lily. Nonostante fosse stata attenta, sapeva benissimo che lo seguiva. La conosceva troppo bene.
Prese pergamena e piuma, decise di inviarle un messaggio. Attirato dal rumore della piuma, Mulciber, seduto al suo fianco, gli chiese cosa stesse facendo. Ignorando l’amico, Severus incantò il biglietto con la bacchetta, facendo in modo che raggiungesse la Gryffindor. Quando arrivò a destinazione, l’osservò prendere in mano il foglio e leggerlo, sotto lo sguardo stupito delle altre due.      


“ Ritenta. La possima volta sarai più fortunata”

Anche se non era firmato, la ragazza sapeva benissimo chi gliel’aveva inviato. Ignorando le sue migliori amiche che cercavano di attirare la sua attenzione, si voltò verso il tavolo Slytherin in cerca di Severus. Trovato, mise il broncio e mimò uno scemo con le labbra mentre lui sogghignava e beveva il suo succo di zucca.                                                                                      


11 febbraio, 1.33.                                                                                                                                                   
Finalmente, era arrivato il momento di togliersi la foglia di Mandragola di bocca. Era stato davvero difficile abituarsi al suo gusto amaro ma ce l’aveva fatta. Il mese che serviva per il procedimento era passato.                                                                                                                               
Dopo essersi assicurato che i suoi compagni dormissero, usci dal Dormitorio e raggiunse il Settimo Piano, grazie ad un passaggio segreto scoperto pochi giorni prima e che portava direttamente alla Stanza delle Necessità. Eseguì lo stesso meccanismo della volta precedente ed entrò.  
Dopo essersi tolto la foglia di bocca e averla riposta in una fiala di cristallo, usci e si diresse verso uno dei balconcini presenti in quel piano. Mentre camminava, pensava che era veramente strano che uno studente cosi ligio alle regole come lui le stesse infrangendo e chissà per quanto ancora l’avrebbe fatto. 
Severus ghignò. La sua astuzia Slytherin gli aveva permesso di non farsi scoprire da nessuno, neanche da chi lo conosceva.
 Raggiunta la sua meta, si sedette sul freddo pavimento in pietra ed espose, con un incantesimo di sollevamento, la fiala ai raggi lunari. Mantenendo l’incanto, appoggiò la testa alla parete e chiuse gli occhi. Per fortuna il giorno dopo era Sabato e non c’erano lezioni. Non sarebbe riuscito a mantenere la concentrazione e l’attenzione che richiedevano.
Giunta l’alba, il mago richiamò a sé la fiala e, aprendo la borsa, tirò fuori gli altri ingredienti necessari al processo e che aveva raccolto grazie all’aiuto del professor Slughorn (Lumacorno). Aggiunse un proprio capello, della rugiada raccolta usando un cucchiaino d’argento e la crisalide di una sfinge testa di morte al composto. Nascondendo l’oggetto, tornò indietro e raggiunse il suo dormitorio.
Quando entrò nella Sala Comune, trovò Mulciber seduto sul divano verde davanti al camino. Appena sentì la porta aprirsi e chiudersi, il ragazzo volse lo sguardo verso di essa.                                                                                                                                                    
– I nostri compagni stanno ancora dormendo – iniziò – Sono qui perché mi sono svegliato prima. Mi è preso un colpo quando ho visto il tuo letto vuoto- 
- Non ti starai mica preoccupando per me, vero?- chiese Severus, sedendosi vicino a lui.                          
– Certo che mi preoccupo per te, razza d’idiota. E’ da un mese che ti comporti in modo strano. C’è qualcosa che non va?-
Guardandolo negli occhi, lo Slytherin lesse una sincera preoccupazione. Si morse un labbro. Doveva rivelargli quello che stava facendo? Infondo, era il suo migliore amico e poi gli avrebbe fatto promettere di non dirlo a nessuno.                                                                                    
– Te lo dirò ma tu mi devi promettere che rimarrà tra di noi, ok?-                                                                                                                     
- Te lo prometto – promise Mulciber, serio – Adesso, vuoi dirmi cosa succede al Principe di Slytherin?-
Sentendo quell’appellativo, Severus fece un sorriso amaro. Mulciber era uno dei pochi a sapere il perché si facesse chiamare Principe Mezzosangue. Ripensandoci, anche a quel tempo, aveva avuto paura della sua reazione ma l’altro si era dimostrato un ottimo amico. Non l’aveva giudicato e aveva tenuto per sé quel segreto. Fu quella considerazione a farlo parlare. - Sono stato al Settimo Piano -
- Al Settimo Piano? Cosa ci facevi lì?- l’interruppe, sorpreso – Aspetta, un momento. Non sarai mica stato con quella tua amica, vero? E bravo Snape – aggiunse, facendo un sorriso malizioso e dandogli una gomitata.
– Ma cosa stai dicendo? Non ero con lei – smentì il sedicenne, con le gote arrossate                        
- Ah, no? E allora cosa ci facevi lassù?-                                                                                                         
- C’è una stanza segreta che si chiama “ Stanza delle Necessità”. Mi serve per la cosa che sto facendo -
Mulciber diventò ancora più curioso. Che cosa stava combinando il suo migliore amico?          
- Nuovi incantesimi?-                                                                                                                                                      
- No – scosse la testa – Sto cercando di diventare un Animagus-                                                                                                                                 
Gli occhi dell’altro si spalancarono dalla sorpresa. Non riusciva a credere alle parole dell’ amico. E cosi stava cercando di diventare un Animago? Incredibile!
- Fantastico. Hai già capito in che animale ti trasformerai?-                                                                   
- No, non ancora. Ma lo scoprirò presto. -                                                                                                                    


Erano passate due settimane da quando Severus aveva rivelato al suo migliore amico la verità e se ne era già pentito. Più di una volta aveva rifiutato la proposta di Mulciber di venire con lui. Non era ancora il momento.                                                                                                             
Dopo aver nascosto la fiala, si era recato alla Stanza delle Necessità e, puntando la bacchetta verso il proprio cuore, aveva pronunciato la formula “ Amato Animo animato Animagus”. Ripeteva lo stesso processo ogni giorno e alla stessa ora, sia all’alba sia al tramonto.
Cinque giorni prima, aveva sentito un secondo battito, segno che l’animale in cui si sarebbe trasformato era stato identificato. Adesso, ci voleva un bel temporale ed era per quello che aveva chiesto a Mulciber di controllare. Quando era tornato, il ragazzo aveva confermato che quel giorno ci sarebbe stato e lui aveva risposto che andava bene..                                                                                        

Accettata la richiesta dell’altro di seguirlo, i due Slytherin si spostarono nella Stanza e Mulciber rimase stupito. Era davvero molto utile.
– E’ normale che sia cosi?- domandò, guardando la fiala che Severus teneva in mano e che conteneva una piccola quantità di pozione del colore del sangue.
– Si. Se è cosi, vuol dire che il procedimento è stato eseguito alla lettera- spiegò, spostandosi al centro – Stai indietro. Non so cosa può succedere -
Dopo che l’amico si fu messo al sicuro, lo Slytherin ripetè la formula e bevve la pozione. Sentì un doppio battito seguito a ruota da un forte dolore che lo fece stringere i denti. Mentre sentiva le proprie ossa mutare, nella sua mente comparve l’immagine di un corvo. Quando il processo finì, al centro della stanza, aveva fatto la sua comparsa un corvo dal piumaggio nero ad eccezione del petto, delle spalle e della parte perialare che erano bianchi. Il corpo era slanciato ed allungato: le ali lunghe e larghe, digitate ai margini, mentre la lunga coda era a forma trapezoidale, con la base maggiore rivolta in posizione distale. Le lunghe nere zampe erano dotate di quattro dita (tre rivolte in avanti ed una all'indietro) munite ciascuna di una forte unghia uncinata. Esse presentavano una striscia longitudinale nera ai lati e sfumature purpuree alla radice. Anche il lungo ed assottigliato becco e gli occhi erano neri. Il becco presentava una lieve gibbosità sul suo margine superiore: attorno ad esso crescono piume di aspetto setoloso.  

– Severus? – lo chiamò lo Slytherin, meravigliato e leggermente preoccupato.                                             
Quando l’aveva visto stringere i denti e poi urlare, si era spaventato e non poco. Era raro vederlo mostrare le propri emozioni, ammenochè non si trattasse di lui o la Evans. Sentendosi chiamare, il corvo lo guardò negli occhi prima di avvicinarsi a lui. L’aveva riconosciuto.
Mulciber sorrise sollevato e passò la mano sul manto morbido dell’animale. Dopo qualche minuto, quest’ultimo si sottrasse a quelle coccole ma Mulciber non se la prese. Aveva notato la stanchezza dell’altro. Dopo averlo rassicurato che avrebbero trovato una scusa per la lora assenza, il corvo fece un verso di ringraziamento e ,dopo essersi posto al centro, tornò ad essere Severus Snape.
– E’ stato incredibile – esclamò Mulciber, mentre lui e l’amico rientravano nella Sala Comune di Slytherin.
Entrato nel loro dormitorio, il Principe Mezzosangue si buttò sul letto, sentendosi dolorante e stanco. Capendo il suo bisogno di riposare, Mulciber lo lasciò da solo, dopo aver chiuso le tende del suo letto.

Lily Evans era preoccupato. Quella sera non aveva visto il suo migliore amico in Sala Grande. Che gli fosse successo qualcosa?
- Ehi, Evans. Che hai? – la riscosse dai suoi pensieri la voce di James Potter.                                                                            
– Niente. Lasciami in pace, Potter-                                                                                                                                                               
- Come siamo acidi. Stare con Mocciosus ti fa male – constatò – Perché non lasci perdere quello Slytherin e passi il tuo tempo con persone migliori?-
- Come te? No, grazie – ribattè lei – Non permetterti di chiamare cosi Severus. Non se lo merita -
Fece per allontanarsi ma fu presa per un braccio dal Gryffindor
- Ah, no? Sono sicuro che in questo momento quell untuosa Serpe sta architettando qualcosa di veramente subdolo. Dopotutto, è nota la sua passione per la magia oscura -
A quelle parole, la ragazza non si trattenne dallo sfoderare la bacchetta per puntarla verso James. Ignorando gli sguardi degli altri studenti, urlò:- Non parlare cosi del mio migliore amico! Tu non lo conosci e non sai niente di lui! Anche se è quello che è, è cento volte migliore di te!-

Appena era venuto a conoscenza dell’accaduto, Mulciber era corso a svegliare Severus.
– Smettila di scuotermi, Mulciber. Sono sveglio- si lamentò lo Slytherin – Che succede?- aggiunse, sedendosi sul letto e ancora mezzo addormentato.
– Lily Evans è stata convocata dal preside -                                                                                                                                                   
Adesso, era completamente sveglio – Come? -                                                                                                                       
- Ha dato spettacolo in Sala Grande – rivelò – Schiantando James Potter -                                                                                                                   


- Signorina Evans, vuole una caramella al limone?- chiese Albus, guardando la studentessa seduta di fronte a lui.
Era sorpreso. Non aveva mai pensato che una ragazza cosi dolce e volenterosa come Lily potesse arrivare a Schiantare un proprio compagno di Casa. Però era anche orgoglioso: anche se aveva sbagliato, stava solo difendendo il suo più caro amico. Prima che potesse rispondere, un trafelato Severus Snape aveva fatto irruzione nell’ufficio.
– Sev – mormorò la Gryffindor, sollevata e stupita dal vedere l’amico di sempre.                                                                            
– Lily – sussurrò lui, guardando la sua migliore amica.                                                                                    
– A cosa dobbiamo la tua visita, ragazzo mio? – s’intromise il Preside, osservando i suoi due migliori studenti da dietro gli occhiali a mezzaluna.
Lo Slytherin si morse il labbro. Doveva rivelare che era li perché preoccupato per la sorte della rossa?
 Anche se non aveva aperto bocca, l’uomo aveva capito perfettamente cosa gli passasse per la testa.
– Mi espellerà? So che quello che ho fatto è sbagliato però… - Lily si morse il labbro. Sembrava che potesse scoppiare a piangere da un momento all’altro. Senza dire una parola e con l’animo in subbuglio, Snape si portò vicino a lei e posò una mano su quella tremante della sedicenne, sperando di infonderle coraggio e di farle capire che era li per lei. Avvertendo la presa sicura del suo migliore amico, la Evans strinse quella mano come se fosse il suo unico appiglio in quel momento. Il Preside sorrise davanti a quel gesto fatto cosi naturalmente. Nonostante il suo carattere freddo e schivo, il ragazzo di fronte a lui aveva un grande cuore. Sospirò: eh si, lo Smistamento avveniva troppo presto. 
– Preside? -                                                                                                                                                      
- Ah, si. Nonostante il suo gesto fosse avventato e sbagliato, non posso non lodare il motivo per cui l’ha fatto. Per questo, signorina Evans, mi limiterò a togliere venti punti alla sua Casa e a sospenderla per tre giorni. Con la promessa che, quanto accaduto stasera, non si ripeterà più, ovviamente -
I due ragazzi sgranarono gli occhi, stupiti e più leggeri. Solo tre giorni di sospensione e venti punti sottratti per aver Schiantato qualcuno! Era andata bene.                                                                                           
– Lo prometto, signore. Grazie mille – lo ringraziò lei, sollevata                                                            
- Si figuri, signorina – sorrise – Naturalmente, conto anche sulle sue compagne di dormitorio affinchè non rimanga indietro con lo studio. Sarebbe un vero peccato -                                            
- Certo. Anche Sev mi aiuterà, vero?- domandò Lily, rivolta all’amico che si limitò ad annuire – Perfetto, Possiamo andare?-
- Si, miei cari ragazzi. Buonanotte -                                                                                                  
- Buonanotte, signore – augurò la rossa, alzandosi e sciogliendo la presa.                                                                                         
– Ti consiglio di parlare con lei, Severus. Ci sono cose che deve sapere e che devi sapere- consigliò Dumbledore, quando la Gryffindor non fu a portata d’orecchio.                                 
– A cosa si riferisce?-                                                                                                                             
- Penso che tu lo sai molto bene. Adesso vai sennò la signorina Evans crederà che ti ho rapito – sorrise l’uomo
Quando scese le scale del gargoyle, si sentiva turbato. Che il Preside sapesse il suo segreto? Come facesse a saperlo rimaneva un mistero, dato che era stato molto attento e cauto.                                                                                                                                                                   
– Sev, stai bene? Sei pallido più del solito – lo riscosse Lily, che l’aveva aspettato                              
- Si, certo – mentì lui – E tu?-                                                                                                                     
- Considerando quello che è successo, è andata anche troppo bene -                                                                 
Si era resa conto della bugia ma decise di lasciar correre. Dopotutto, il fatto che fosse lì significava che ci teneva a lei e che se gli stava nascondendo qualcosa ci doveva essere un motivo.                                                                                                                                                     
– Scommetto di sapere qual è stata la ragione che ti ha spinto a Schiantare Potter – iniziò il discorso Snape, mentre raggiungevano le scale.
– Ah, si? Illuminami -                                                                                                                                           
- Sono io -                                                                                                                                                               
- Perché pensi che sei stato solo tu il motivo della mia rabbia? Non poteva essere semplicemente perché Potter è insopportabile?- cavolo, se la conosceva bene.                      
– E’ possibile – concesse lui – Ma non è la prima volta che minacci di Schiantarlo solo perché mi prende in giro o infastidisce in qualche modo. Solo che adesso sei passata alla pratica -                                                                                                                                                                      
La ragazza si fermò e disse:- Ha detto che stavi progettando qualcosa di subdolo -                                                  
- Gli credi?-  Si sentiva ferito ma quando lei negò si senti più leggero.                                                                            
– No. Anche se,,,-                                                                                                                                  
- Anche se?-                                                                                                                             
 - E’ da un po’ di tempo che mi eviti e ti nascondi non so dove. Sei sempre con Mulciber e io mi preoccupo per te. Che cosa stai facendo, Sev?-
Severus si sentì in colpa. Per colpa della sua ambizione di diventare un Animago, aveva trascurato una delle poche persone che gli dava un po’ di affetto. C’era solo un modo per rassicurarla: l’abbracciò e le promise che un giorno gli avrebbe detto tutto.                                                                  


Passata una settimana ad allenarsi nella trasformazione, Severus decise di fare una sorpresa alla sua amica. Consapevole di star infrangendo le regole, usci nel cortile e mutò forma. Spiccò il volo, godendosi l’ebbrezza che portava il volare, e raggiunse la Torre di Gryffindor. Guardando dalla finestra, vide la sua rossa preferita seduta sul divano davanti al camino. SI posò sul davanzale e rimase fermo ad osservarla per qulache minuto. Quando fu pronto, beccò sulla finestra.                                                                                                                                 


Attirata dal rumore, la Gryffindor si voltò verso la finestra e rimase stupita dal vedere un corvus Albus che l’osservava. Da quello che aveva letto, il suo habitat era l’Africa e allora che cosa ci faceva lì?                                                                                                    
Attratta però da quegli occhi neri, aprì la finestra e lasciò che l’animale entrasse nella Sala Comune e si sedette davanti al fuoco. Forse, aveva freddo.
La ragazza si sistemò al suo fianco e rimase in silenzio, pensierosa. Gli sembrava di conoscere già quegli occhi. Ma perché?
Fu il corvo a riscuoterla dai suoi pensieri: stava cercando di sollevarle la mano per essere accarezzato. Sorridendo, Lily lo fece e il corvo iniziò a fare dei strani versi.                                                  
– Ti piace, vero? Sei proprio come Sev...- si bloccò, come se il pronunciare il nome dell’amico d’infanzia gli avesse accesso una lampadina.
– Sev, sei tu?- chiese, titubante e fermando la mano                                                                            
L’animale si allontanò e, guardando l’altra, mosse la testa in un gesto affermativo.                                                                      
– Com’è possibile?- sussurrò lei – Sei diventato un Animagus, vero? Quel giorno, il libro che stavi leggendo riguardava come diventarlo-
L’altro abbassò la testa, confermando le sue supposizioni.                                                                               
– E’ incredibile. Sev…- lo richiamò dolcemente – Lo sai che sei il migliore amico che una persona possa avere, vero? In questa forma poi, sei bellissimo -
A quelle parole, il cuore dell’Animago sembrò fermarsi per un momento per poi riprendere a battere velocemente. Non solo l’amica aveva perdonato  ma gli aveva fatto anche dei complimenti. Non poteva essere più felice di cosi.

THE END



N.A. Vi lascio con l'immagine della forma Animagus che ho immaginato per Severus. Mi farebbe piacere conoscere la vostra opinione
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Capitolo 2
*** La peggior giornata di Severus Snape ***


La peggior giornata di Severus Snape N.A. Una mia personale rivisitazione del Peggior ricordo di Severus Piton, tratta da HP e L'Ordine della Fenice cap 28 pag 599-607. Ambientata nello stesso universo della storia principale “ Le avventure di Tom e Harry Potter” e adattata ad essa, si svolge qualche mese dopo gli avvenimenti narrati nella storia "Come Severus Snape diventò un Animagus". Spero che vi piaccia e buona lettura

LA PEGGIOR GIORNATA DI SEVERUS SNAPE

Era un giornata soleggiata e gli studenti, terminati gli esami di fine anno, avevano deciso di trascorrere il pomeriggio all’aperto. Sirius Black e James Potter si erano sistemati sotto al faggio in riva al lago. Remus Lupin e Peter Minus erano rimasti in Sala Comune: il primo per rincontrollare quello che aveva scritto mentre il secondo per farsi una bella dormita. Severus Snape, ancora concentrato sull’ultimo esame, aveva preso posto all’ombra di alcuni cespugli mentre rileggeva il foglio.
- Che noia- disse Sirius.
- Questo ti tirerà su,Felpato- disse James sommesso - Guarda chi c’è…-
Sirius voltò la testa e s’immobilizzò quando individuò la figura di Severus Snape. - Eccellente. Mocciosus -
Lo Slytherin era immerso nella lettura e non si accorse di niente fino a quando non sentì Potter chiedergli ad alta voce:- Tutto bene Mocciosus?-
Sapendo già che l’avrebbero attaccato, Il sedicenne reagì con rapidità sorprendente: lasciò cadere il foglio sulla borsa ed estrasse la bacchetta, puntandola contro James. Quest’ultimo utilizzò un incantesimo di disarmo e la bacchetta di Severus fece  un volo di tre metri e cadde sull’erba dietro di lui. Black sbottò in una risata simile a un latrato e,dopo aver puntato a sua volta la bacchetta contro l’altro, pronunciò un - Impedimenta – che lo fece cadere a terra.
Ansante, Snape rimase a terra mentre James e Sirius avanzavano verso di lui con le bacchette levate. Il primo lanciava occhiate di sbieco alle ragazze sulla riva. Molti studenti si avvicinarono, divertiti e preoccupati. Snape tentò di alzarsi ma l’incantesimo era ancora attivo e con la bacchetta a tre metri di distanza non potè fare altro che divincolarsi come trattenuto da funi invisibili.
- Aspetta…tu - ansimò,alzando uno sguardo carico d’odio, - aspetta…e vedrai!-
- Apettare cosa? Che cosa farai Mocciosus,ci userai per soffiarti il naso? - chiese Sirius, gelido
Mentre gli altri studenti scoppiavano a ridere, dalla bocca di Severus scaturì un fiume di imprecazioni miste ad incantesimi e James commentò:- Faresti meglio a lavarti la bocca. Gratta e netta -
Una saponosa schiuma rosea eruttò dalle labbra del malcapitato, facendolo soffocare.
– Lascialo stare! – urlò Lily Evans, avvicinandosi a loro.                                                                     
Era rimasta fino ad allora con le altre ragazze in riva al lago ma non aveva resistito quando aveva sentito le risate e le maledizioni lanciate dal suo migliore amico.
- Tutto bene Evans? - disse James con una voce più matura.
- Lascialo stare. Che cosa ti ha fatto?-                                                                                                  
- Be’…è più il fatto che esiste,non so se mi spiego…-
Parecchi studenti risero ad eccezione di Lily che non lo trovava affatto divertente. Per quanto ancora il suo Sev doveva sopportare una situazione del genere?
- Ti credi divertente, Potter. Ma sei solo un bullo arrogante e prepotente. Lascialo stare -  disse gelida
- Solo se esci con me, Evans. Esci con me e non alzerò mai più la bacchetta su Mocciosus - replicò rapido James.
Dietro di lui l’Incantesimo di Ostacolo stava svanendo e, sputacchiando bolle di sapone,  Snape prese a strisciare verso la bacchetta caduta.
- Non accetterei nemmeno se dovessi scegliere fra te e una piovra gigante-  
- Ti è andata male, Ramoso-  disse Sirius spiccio e si voltò verso Snape - EHI!-
Troppo tardi. Lo Slytherin aveva già puntato la bacchetta contro James: ne scaturì un lampo di luce e su una guancia del Gryffindor comparve un taglio che schizzò la veste di sangue. Potter ruotò su se stesso, partì un secondo lampo di luce e un attimo dopo Snape penzolava per aria all’ingiù, la veste che gli ricadeva sopra la testa mostrando le pallide gambe ossute e un paio di mutande grigiastre. Un applauso si levò dalla piccola folla; Sirius e James si rotolavano dalle risate mentre gli occhi di Snaoe fiammeggiavano dalla rabbia e dall’umiliazione.
- Mettilo giù! - gridò Lily. furiosa.                                                                                                                  
- Ai tuoi ordini - James fece scattare la bacchetta all’insù e Severus si afflosciò a terra.
Districandosi dalla veste, si rialzò rapido e con la bacchetta pronta ma Sirius gli lanciò contro un incantesimo di pietrificazione, facendolo cadere di nuovo rigido come un palo.
- Lasciatelo stare!- urlò la rossa ed estrasse a sua volta la bacchetta.                                           
James e Sirius la fissarono preoccupati. L’ultima volta che l’aveva estratta, il primo era stato Schiantato davanti a tutta la scuola. Potter sospirò e mormorò un controincantesimo, liberando lo Slytherin.
- Ecco fatto. Ti è andata bene che ci fosse Evans,Mocciosus…-
- Non mi serve il suo aiuto – disse Snape, rialzandosi a fatica – E’ solo una Mezzosangue-
Lily trasalì mentre il ragazzo si morse la lingua. Non voleva dirlo: era stata la rabbia a parlare per lui.
- Molto bene. Vuol dire che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E se fossi in te mi laverei le mutande, Mocciosus -
Sentendo quell’appellativo pronunciato proprio da lei, Severus si sentì ferito anche se sapeva che se l’era meritato.
- Chiedi scusa a Evans!- ruggì James, puntandogli contro la bacchetta
- Non voglio che mi chieda scusa perché l’hai costretto tu!- urlò Lily - Sempre a spettinarti i capelli perché ti sembra affascinante avere l’aria di uno che è appena sceso dalla scopa,sempre ad esibirti con quello stupido Boccino e a camminare tronfio nei corridoi e lanciare incantesimi su chiunque ti infastidisca solo perché sei capace…sei così pieno di te che non so come fa la tua scopa a staccarsi da terra! Mi dai la NAUSEA!-
Lily si voltò e corse via, non prima di aver aggiunto un – Ti ho già Schiantato una volta, Potter. Continua ad infastidire i miei amici e io informerò il Preside- .
- Evans!- le gridò dietro – Dici sul serio, Evans? -
La rossa non si voltò. Anche se non era entrata nei particolari, sapeva che il suo migliore amico aveva colto lo stesso il messaggio che aveva voluto inviargli. Ovvero che c’è l’aveva con Potter e non con lui.
-Ma che cos’ha?- bofonchiò James, tentando di comportarsi come se la risposta non avesse per lui alcuna importanza.
- Direi che secondo lei sei un po’ presuntuoso. Mi sembrava seria quando ha detto che avrebbe avvisato il Preside-.
- Bene -  disse James, furibondo. – Anche se mi odia, non credo che lo farebbe -                                 
Saettò un altro lampo di luce e ancora una volta Snape si ritrovò a mezz’aria a testa in giù.
- Allora…chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciousus?-                                     
Severus non poteva credere a quello che stava succedendo anche se da una parte gongolò. Potter non sapeva in che guaio si stava andando a cacciare.                                                    
Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì degli strilletti scandalizzati e delle risatine levarsi dagli studenti. Avvertì l’aria posarsi sulle sue parti basse e allora capì: Potter gli aveva tolto veramente le mutande. Le sue gote diventarono rosse per la vergogna e cercò di portare le mani a coprire le sue parti intime, non riuscendoci per via dell’incantesimo. Si trovava mezzo nudo davanti a mezza scuola. La realizzazione di ciò gli fece salire delle lacrime di rabbia agli occhi ma non ne versò neanche una. Non sarebbe scoppiato a piangere come una femminuccia. Sarebbe stato troppo e non avrebbe dato questa soddisfazione a quei due idioti di Black e Potter. E’ e rimarrà per sempre uno Slytherin, per Salazar.
In quel momento, sentì la voce di Mulciber scagliare un’incantesimo contro Potter, annullando gli effetti di quello precedente. Cadde a terra e ,prima che l’amico potesse rivolgergli la parola, raccolse le sue cose e scappò via. Ignorando i richiami dell’altro, raggiunse un punto lontano e si trasformò in corvo. Spiccò il volo, diretto verso l’ Astronomy Tower. Aveva bisogno di stare da solo.

– Evans, dobbiamo parlare – disse Mulciber, avvicinandosi alla Gryffindor.
La rossa si voltò verso di lui e lesse la preoccupazione nei suoi occhi. La stessa che provava lei da quando aveva visto che il posto solitamente occupato da Severus al tavolo degli Slytherin era vuoto. E se erano entrambi in pensiero, voleva dire solo una cosa: era successo qualcosa al loro migliore amico.                                                                                                                                                                                

Lo Slytherin era rimasto a lungo sulla Tower, immerso nei suoi pensieri. Il cielo si era ormai fatto buio e sapeva che in quel momento tutta la scuola era a cena in Sala Grande. Dopo quello che era successo quel pomeriggio, gli si era chiuso lo stomaco e non aveva alcuna intenzione di presentarsi.
Strinse i pugni mentre lasciava finalmente scorrere le lacrime dai suoi occhi. Era stata dura trattenerle e sentiva che era arrivato ormai al limite. Dopo sei anni, continuava a chiedersi perché Potter e Black c’è l’avessero cosi tanto con lui. Non era il più bravo a giocare a Quidditch, non era il più popolare della scuola, non era neanche bello e attraente come loro. Non aveva avuto la fortuna di avere una famiglia che l’amasse per quello che era: suo padre era un Babbano della peggior specie e sua madre era morta quando aveva dodici anni. Se conosceva un briciolo di amore familiare, lo doveva solo ai suoi due amici Mulciber e Lily e alle loro famiglie che l’avevano accolto come un figlio. E allora perché? Perché proprio lui?
La risposta era semplice e coincideva con il nome della sua migliore amica: Lily Evans                                      
Quando si fu tranquillizzato, si alzò dal pavimento e ,raccolta la borsa, si trasformò in corvo. Si buttò dalla torre, diretto verso il suo dormitorio.

– Cosa? Dimmi che stai scherzando!- gridò Lily, uscendo dal castello insieme a Mulciber                    
- Purtroppo no. Potter ha umiliato Severus davanti a molti studenti– negò lui – Dovevi vederlo, Evans. Mentre scappava, mi è sembrato di vedere che i suoi occhi fossero lucidi e tu sai com’è fatto-                                                                                                                            
Spalancando la bocca, la Gryffindor si ritrovò ad annuire mentre sentiva la rabbia pervadergli il corpo. Ma prima di farla pagare a quel presuntuoso di Potter, doveva trovare Sev e sapeva benissimo dove si nascondeva quando aveva bisogno di riflettere e di stare da solo.

Purtroppo Lily e Mulciber non furono gli unici a lasciare dal castello. Desideroso di sapere dove si trovasse Lily Evans, James Potter aveva convinto il suo fratello acquisito Sirius Black a cercare la ragazza. I due Gryffindor stavano camminando quando, alzando lo sguardo, Sirius non esclamò:- Ramoso, guarda laggiù! C’è un corvo-                                                                                                                                     
James rivolse gli occhi nella direzione indicata dall’amico e vide un corvo nero dirigersi verso il castello, scendendo di quota.
– Sai che cosa significa, vero?- chiese Black – Qualcuno l’ha chiamato e l’unico che può aver fatto una cosa del genere è il nostro caro Mocciosus -
- Già. Con la sua conoscenza delle Arti Oscuro, non mi stupisco se fosse capace di fare una cosa del genere – annui James – Che ne dici? Lo facciamo?-                                                                                                 
Sul suo volto, era apparso un ghigno a cui Sirius rispose tirando fuori la bacchetta.                                                                                      

Grazie ai suoi sensi amplificati dalla trasformazione, Severus avvertì che qualcosa non andava. Abbassando la testa, vide un fascio di luce dirigersi nella sua direzione. Si spostò appena in tempo per non essere colpito ma non fece in tempo ad evitare il secondo attacco che gli colpì l’ala destra. Lanciò un grido di dolore mentre precipitava.                                                        

– Oh mio dio! Sev!- urlò Lily, correndo verso l’amico seguita a ruota da Mulciber.                                                                      
Attirati dallo strano urlo che avevano sentito, i due avevano alzato la testa, individuando la figura del loro migliore amico. Corsero sempre più forte preoccupati e desiderosi di fare in tempo per salvarlo.

– L’hai colpito! L’hai colpito!- esultò Sirius, saltellando.                                                                                  
– Già ma solo alla spalla – lo smontò James – Andiamo a vedere-                                                                                                                               
E cosi anche i due Gryffindor si recarono verso quel punto.                                                                                             

Per fortuna di Severus, i primi ad arrivare furono Lily e Mulciber che non persero tempo. Mentre il secondo faceva comparire un materasso e una bacinella d’acqua con delle bende, Lily si posizionò nel punto preciso in cui sarebbe caduto l’amico. Il corvo si avvicinava sempre più a loro e la rossa riuscì a prenderlo al volo. Dopo essersi assicurata che l’amico riuscisse a sentirla, lo pregò di ritornare in forma umana, cosi da poterlo curare. Nonostante fosse nel dolore, l’animale si concentrò quanto bastava per ritornare umano.
– Mio dio- esclamò Mulciber alla vista della profonda ferita sanguinante che percorreva il braccio dell’amico – Chi ti ha ridotto cosi?- continuò, sedendosi vicino ai due.
– Ehi ma che sta succedendo qui? Perché sei in compagnia di questi Slyther… oh mio dio- sentirono una voce
Alzando il volto, i due si trovarono davanti le figure di Potter e Black. Lo sguardo della rossa si indurì mentre pronunciava:- Siete state voi. Sarete contenti adesso, vero?-                                     
Il duo non rispose, troppo impegnato a fissare il corpo ferito della loro vittima preferita tre le braccia di Lily.
– Lils…- mormorò Severus, aprendo gli occhi                                                                                        
Sembrava veramente sofferente. La ragazza gli passò una mano tra i capelli e lo rassicurò:- Stai tranquillo, Sev. Ci prenderemo cura di te-
Lo Slytherin annui e alzò lo sguardo. I suoi occhi si spalancarono e il corpo prese a tremare contro la sua volontà. Sentendolo, la Gryffindor lo strinse di più a sé, facendo attenzione al braccio ferito e continuò ad accarezzarlo. Anche Mulciber aveva notato il tremore dell’amico e diventò furente e gelido
- Sarete fieri di voi stessi adesso, vero?- scattò – Non vi sembra di averlo tormentato abbastanza? Prima lo denudate davanti a mezza scuola e adesso gli lanciate contro un incantesimo, ferendolo. Ha ragione lui quando dice che voi due non avete un briciolo di cervello! Sono sei anni che non gli lasciate nemmeno un attimo di pace. Si può sapere che cosa vi ha fatto per meritarsi un simile trattamento?
I due Gryffindor rimasero in silenzio e lui continuò:- Ah, non parlate? Che fine ha fatto il coraggio di cui vi vantate cosi tanto? Siete dei codardi!-
- Non avevamo idea che fosse lui. Abbiamo colpito un corvo- prese la parola Black                                     
- Non m’interessano le tue scuse, Black. Dovevate immaginare che Severus fosse un’Aimagus. Quando mai si è visto un corvo ad Hogwarts?- ribattè Mulciber – E lo stesso vale per le vostre forme animali. Si, ci ha raccontato tutto. A differenza vostra, lui un cervello c’è l’ha e l’utilizza-
I due abbassarono lo sguardo verso Severus. Se ne stava tra le braccia di Lily, pallido più del solito e i suoi occhi erano strizzati dal dolore. La sua divisa era stata strappata in corrispondenza della ferita ancora sanguinante anche se la ragazza l’aveva prima pulita e adesso stava versando delle goccie di Essenza di Dittamo, trovata nella borsa dell’amico.
– Ci dispiace- mormorarono Black e Potter                                                                                                                
- Non dovete dirlo a me ma a lui. Adesso, però, non è il momento. Andiamocene, Evans-                                
La rossa annui mentre fasciava il braccio di Severus con delle bende intrise di Dittamo.                             
– Riesci ad alzarti, Sev?- si rivolse al suo migliore amico                                                                                                                                        
In tutta risposta, il Principe Mezzosangue si alzò in piedi, ignorando le fitte di dolore al braccio. Mulciber, vedendolo in difficoltà e ignorando l’occhiataccia che gli aveva rivolto, lo andò a sostenere mentre Lily rivolgeva uno sguardo di rabbia verso Potter e prometteva che avrebbe preso provvedimenti. Senza aspettare risposta, fece sparire il tutto con un colpo di bacchetta e seguì i due Slytherin.
– Questa volta l’abbiamo combinata proprio grossa, fratello-                                                   
 - Già – confermò James                                                                                                                            

- Posso passare la notte con voi?- chiese Lily, quando si trovarono nei sotteranei.                                             
Mulciber rimase stupito da quella richiesta ma la sua espressione ritornò subito normale, mentre continuava a sostenere l’amico, svenuto per via della perdita di sangue.                    
– Non credo che sia il caso, Evans. Gli altri Slytherin non sarebbero contenti di trovare una Gryffindor nella loro tana – scosse la testa – Non ti preoccupare. Ci penserò io a lui -                                    
Vedendo la sincerità nei suoi occhi, Lily si arrese e ,dopo essersi fatta promettere che avrebbe tenuto d’occhio Severus, se ne andò.
Entrati nella loro Sala Comune, Mulciber trovò Evan Rosier, Rodolphus Lestrange e Barty Crouch Jr intenti a giocare a Spara Schiocco e sembrava che il secondo stesse vincendo alla grande. Sentendo la porta chiudersi, i tre distolsero gli occhi dal loro gioco e la loro espressioni diventarono interrogative e preoccupate.                                                                                          
– Non è successo niente di grave. Tornate al vostro gioco – li dissuase Mulciber, conducendo Severus al loro dormitorio
Facendo piano, il ragazzo posò il corpo dell’altro sul letto. Snape si lasciò scappare un gemito quando il braccio entrò in contatto con il materasso e apri leggermente gli occhi           
- Mulciber…- la sua voce era roca e bassa.                                                                                      
– Non parlare, Severus – lo fermò lui, togliendogli la borsa dall’altra spalla ed estraendo la bacchetta – Posso?-
Fidandosi dell’amico, il sedicenne annui e Mulciber sostituì i suoi abiti insanguinati con un pigiama leggero per poi coprirlo con le lenzuola.
– C’è della pozione antidolorifica nella mia borsa - lo informò Severus, con la voce impastata
Senza fare domande, Mulciber aprì la borsa dell’amico e ,per far più in fretta, esclamò:- Accio pozione antidolorifica -
 Una scatolina argentata gli finì tra le mani e l’aprì. Davanti a lui, c’erano delle provette etichettate con cura: pozione antidolorifica, Essenza di Dittamo, Senza Sogni, Rimpolpasangue e Ossofast.
La sorpresa dello Slytherin durò poco alla vista di quella scorta per lasciar spazio ad un’espressione arrabbiata. Sapeva perché il suo migliore amico si portava sempre dietro quella scatolina: doveva essere pronto per qualsiasi evenienza, soprattutto quando si trattava di Potter e Black.
 Prese la fiala che gli serviva e richiuse la scatola, appoggiandola sul comodino. Si avvicinò all’amico e gli somministrò la pozione. Sorrise leggermente quando Severus si lasciò scappare un’espressione disgustata. Il ragazzo lo ringraziò, cedendo al sonno.

– Come ha passato la notte? –                                                                                                                   
- La ferita si è riaperta e ha avuto la febbre alta. Nonostante questo, abbastanza bene –                     
Lo strano duo composto da Lily e Mulciber si trovava in Sala Grande a fare colazione. Non vedendo l’amico d’infanzia, la Gryffindor si era avvicinata all’altro e aveva chiesto informazioni.                                                                                                                               
– Ho preferito lasciarlo riposare. Dopo tutto quello che è successo ieri, se lo merita davvero – continuò lo Slytherin
- Hai fatto bene. Più riposa e prima si riprenderà -                                                                                   
Immaginando che il loro migliore amico fosse al limite e trovandosi d’accordo sul fatto che Potter e Black meritassero una lezione, Lily e Mulciber andarono a parlare con il preside. Dopo averli ascoltati, Dumbledore convocò James e Sirius nel suo ufficiò e riferì loro che sarebbero stati tolti 30 punti a testa alla loro Casa e che dovevano passare una settimana in punizione con Argus Filch. Sirius  stava per controbattere ma il Preside lo anticipò dicendo in tono duro:- Non intendo discutere della mia decisione, signor Black. Avete umiliato un ragazzo di sedici anni davanti a mezza scuola e poi l’avete colpito con un incantesimo. Capisco che non sapevate che Severus Snape fosse un Animago ma non dovevate comunque attaccarlo. Al contrario di quello che pensate, lui è solo un sedicenne come voi e come tale chiede solo un po’ d’affetto e rispetto dopo tutto quello che ha passato -
I due rimasero in silenzio, rimuginando sulle parole del Preside. Giunsero alla conclusione che l’uomo avesse ragione e si mostrarono davvero dispiaciuti.                                                                 

Quando si svegliò, Severus Snape si sentiva riposato e intontito. Mentre si metteva seduto, sentì una lieve fitta al braccio destro e gli ritornò in mente quello che era successo la sera prima. Anche se i suoi ricordi erano confusi, rimembrava perfettamente che Potter e Black l’avevano attaccato mentre era trasformato in corvo. Digrignò i denti: avevano veramente esagerato.
– Non ti preoccupare per loro. Ho sentito dire che Dumbledore ha tolto loro trenta punti ciascuno e che per una settimana sarebbero stati in punizione con il custode – lo rassicurò Mulciber, cogliendo il filo dei suoi pensieri.                                                                                           
– Bene – si limitò a dire Snape, sollevato che per una volta quei due erano stati punti dal preside – Che ore sono? -
- E’ quasi ora di cena -                                                                                                                                             
- Mi stai dicendo che ho dormito per un giorno intero? Perché non mi ha svegliato? - era scioccato e arrabbiato.
– Ho pensato che ,dopo ieri, avessi bisogno di riposare -                                                           
- Avresti dovuto svegliarmi -                                                                                                               
- Smettila di fare lo stupido Gryffindor, Severus! – sbottò Mulciber, ricevendo in cambio un’occhiataccia – E’ inutile che mi guardi cosi! Sai che ho ragione. A volte, penso che il Cappello Parlante abbia sbagliato a smistarti. Dopotutto, sei un Mezzosangue -
Il sedicenne capì di essersi spinto oltre quando vide gli occhi dell’altro assottigliarsi in preda alla rabbia.
– Grazie per avermelo ricordato, Mulciber – disse Severus, amaro e ferito.                                                     
Si alzò dal letto e si diresse verso il bagno sotto allo sguardo di quello che aveva definito essere il suo migliore amico.
Uscito da esso, lo Slytherin si sentiva decisamente meglio e indossava solo un paio si pantaloni neri. Ignorando Mulciber, si fasciò la ferita e rimase soddisfatto quando vide che essa si era rimarginata quasi del tutto. Dopo essersi infilato la maglietta, prese la scatolina contenente la sua scorta ed estrasse la pozione Rimpolpasangue, buttandola giù tutta d’un fiato e appuntandosi mentalmente di ripristinare la sua scorta.
– Mi dispiace per quello che ho detto, Severus – iniziò Mulciber, rompendo il silenzio che si era creato – Non volevo ferirti, Tu non sai come io e la Evans ti abbiamo trovato ieri sera e come ci siamo spaventati nel vederti ferito in quel modo. La Evans voleva passare la notte con te per tenerti d’occhio ma io gli ho detto di no, che non conveniva che entrasse qui per via degli altri Slytherin -
Vedendo che l’amico stava ascoltando attentamente quello che diceva, continuò:- Gli ho promesso che ti avrei tenuto d’occhio e l’ho fatto. Hai avuto la febbre alta a causa della ferita che si era riaperta. Con tutto il sangue che hai perso, avevi bisogno di riposare e il fatto che tu abbia dormito fino ad ora ne è la prova, Severus -
Il Principe Mezzosangue rimase in silenzio mentre Mulciber sperava che l’amico lo perdonasse. Dopo quella che parve un’eternità, Snape si diresse verso la porta e stava per aprirla quando, accorgendosi che l’amico non si era ancora mosso, disse:- Vieni con me o vuoi rimanere qui? Sappi che ho una certa fame -                                                                                                        

Nonostante il brusio levatosi non appena misero piede in Sala Grande, Severus e Mulciber si diressero verso il tavolo della loro Casa a testa alta.
– Sev! – si sentì chiamare il primo                                                                                                                                                 
Ebbe appena il tempo di girarsi che si ritrovò con la testa immersa in una chioma rossa. La sua migliore lo stava abbracciando. Diventò rosso mentre, impacciato, circondava con le braccia la vita di Lily. Non era abituato a ricevere simili gesti d’affetto ma, grazie alla famiglia Evans, ci si stava lentamente abituando.
– Sei arrabbiato?- mormorò la Gryffindor, il volto premuto sul suo petto,                                                                                    
Severus sospirò. Aveva intuito che i suoi migliori amici avevano parlato con il preside ma, nonostante tutto, non riusciva ad essere arrabbiato con loro. Gli unici che sembravano interessarsi a lui e alla sua condizione.                                                                                                  
– No -                                                                                                                                                        
La sua risposta parve soddisfare la ragazza, che lo strinse più forte a sé. Quando si separarono, accadde una cosa che lo Slytherin avrebbe ricordato per tutta la vita: con la coda in mezzo alle gambe e la testa china, Potter e Black si erano avvicinati a loro e si scusarono con lui.
– Sarò soddisfato solo quando vi vedrò faticare per scontare la punizione di Filch. Ho sentito dire che non è particolarmente buono nei confronti degli studenti – ghignò lui                                                                                                                                                          
Lily scosse la testa anche se un leggero sorriso incurvava le sue labbra; James e Sirius strinsero i pugni mentre Mulciber, sentendo la risposta dell’amico, era scoppiato a ridere.   
                                                                                                                                                                                          

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Capitolo 3
*** GUFO e inviti ***


GUFO e inviti Quando scesero a colazione quella mattina, Lily Evans e Severus Snape avevano la tipica espressione di chi aveva trascorso la notte in bianco e desiderava soltanto tornarsene a letto.
– Buongiorno – salutò Lily, entrando in cucina seguita a ruota dal suo migliore amico
- Buongiorno, cari – sorrise Mrs Evans, girando le uova – Un’altra notte in bianco?-
La ragazza annui con un cenno del capo mentre la madre sospirava. Non era la prima volta che li vedeva in quelle condizioni e cominciava ad essere preoccupata. Si sarebbero ammalati se continuavano cosi. – Non potete andare avanti cosi. E’ da una settimana che avete problemi a dormire-
- Lo so, mamma. E’ che siamo nervosi per l’arrivo dei risultati degli esami-
- Non potete assumere quella strana pozione che vi permette di dormire tranquillamente? Com’è che si chiama, Severus?- chiese Mr Evans, rivolgendosi al ragazzo e lasciando da parte il giornale che stava leggendo.
– Pozione Senza Sogni – rispose immediamente lui – Ammetto che è utile ma è meglio non abusarne. Se ingerita troppo spesso, perderà la sua efficacia -
- Un pò come i nostri farmaci, allora – constatò l’uomo – Quando dovrebbero arrivare questi risultati? -
Mentre la donna gli riempiva il piatto con uova e bacon, Severus rispose che sarebbero arrivati quel giorno stesso. E cosi fu: avevano appena finito di mangiare quando videro due allocchi neri avvicinarsi alla casa dalla finestra della cucina.. Mrs Evans l’ apri, permettendo ai due ragazzi di prendere le buste che trasportavano.
– Oddio, non posso guardare – esclamò Lily, con voce e mani tremanti.
Anche Severus era abbastanza nervoso anche se non lo dava a vedere. Sapeva di aver dato il massimo e che aveva ottenuto buoni voti, cosi come la sua amica. – Al mio tre, ok?-
La ragazza fece un cenno affermativo e, al tre dell’amico, aprirono le buste, tirando fuori delle pergamene. Le loro espressioni s’illuminarono dalla gioia.
– Come siete andati? - domandarono i coniugi Evans
- Meglio di quanto mi aspettassi – rispose la Griffyndor, sollevata mentre porgeva il foglio ai genitori. Questi lessero:



GIUDIZIO UNICO PER I FATTUCCHIERI ORDINARI



Voti di promozione:

•    Outstanding (Eccezionale) (E)
•    Exceeds Expectating (Oltre Ogni Previsione) (O)
•    Acceptable (Accettabile) (A)

Voti di bocciatura

•    Poor (Scadente) (S)
•    Dreadful (Desolante) (D)
•    Troll (T)

LILY EVANS  HA CONSEGUITO:

•    Astronomy (Astronomia). O
•    Charms ( Incantesimi). E
•    Transfiguration (Trasfigurazione) E
•    Defense Against the Dark Arts (Difesa contro le arti oscure) O
•    Potions (Pozioni) E
•    Herbology (Erbologia) E
•    History of Magic (Storia della Magia) O
•    Cura delle creature magiche. E
•    Ancient Runes (Rune Antiche). O

- Sono cosi fiera di te, tesoro. Hai preso del bellissimi voti – l’abbracciò la madre, finito di leggere e con gli occhi lucidi – Complimenti -
- Grazie, mamma. Ma è anche merito di Sev che mi ha aiutato -  sorrise la ragazza, in mezzo alle lacrime di felicità.
– E a te, ragazzo mio, com’è andata?-
- Abbastanza bene – rispose lo Slytherin, consegnando la pergamena all uomo.
Mr Evans  lo lesse e scoppiò a ridere mentre esclamava:- Sei incredibile, Severus -
- Che cosa intendi dire, papà?- chiese Lily, incuriosita dalla strana reazione del genitore.
 – Già, caro. Cos’è che ti fa ridere cosi?-
- Leggete e capirete – rispose l uomo, continuando a ridere
Le due donne si avvicinarono a lui e lessero:



GIUDIZIO UNICO PER I FATTUCCHIERI ORDINARI


Voti di promozione:

•    Outstanding (Eccezionale) (E)
•    Exceeds Expectating (Oltre Ogni Previsione) (O)
•    Acceptable (Accettabile) (A)

Voti di bocciatura

•    Poor (Scadente) (S)
•    Dreadful (Desolante) (D)
•    Troll (T)

SEVERUS SNAPE  HA CONSEGUITO:

•    Astronomy (Astronomia). E
•    Charms ( Incantesimi). E
•    Transfiguration (Trasfigurazione) E
•    Defense Against the Dark Arts (Difesa contro le arti oscure) E
•    Potions (Pozioni) E
•    Herbology (Erbologia) E
•    History of Magic (Storia della Magia) E
•    Cura delle creature magiche. E
•    Ancient Runes (Rune Antiche). E
•    Arithmancy (Aritmanzia) E                                                                                               

- Solo te potevi prendere tutte E e dire che ti è andata “abbastanza bene”, Sev – rise Lily, voltandosi verso il suo migliore amico.
La sua espressione ritornò seria e leggermente preoccupata. Il suo Sev stava leggendo un altro foglio e i suoi occhi erano lucidi.
– Sev…- lo richiamò dolcemente
 Lo Slytherin si limitò a guardarla sorpreso e a porgergli la lettera. La Gryffindor la prese e abbassò gli occhi.                                                                                                                 


Caro Signor Snape,                                                                                                                     

In virtù della sua profonda conoscenza delle arti magiche e del suo enorme talento mostrato negli esami di Pozioni e Difesa contro le Arti Oscure, siamo lieti di assegnarle una menzione onorevole e la invitiamo a partecipare al prossimo Campionato di Pozioni come rappresentante della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Attendiamo con ansia la sua risposta via gufo.                                                                                                                   

Cordiali saluti,                                                                                                                            
Eugenia Jenkins, Ministro della Magia

Lily rimase senza parole. Alzò lo sguardo su Severus e, vedendo il suo sorriso e gli occhi lucidi che brillavano per la contentezza e l’orgoglio nel ricevere un tale invito, si gettò
tra le braccia dell amico, posando la testa sulla spalla di lui.
– Congratulazioni, Sev. Te lo sei maritato – gli sussurrò all orecchio con un sorriso radioso che andava da una parte all’altra..
– Grazie Lils -
Il ragazzo sentiva il cuore battere all’impazzata e provava una soddisfazione maggiore rispetto a quella che avvertiva nel vedere i suoi risultati nelle materie durante l anno scolastico. Per la prima volta, sentiva che stava realizzando qualcosa di buono e partecipare al campionato l’avrebbe aiutato a far conoscere la sua abilità nel tramare pozioni. Si, avrebbe partecipato ad esso senza ombra di dubbio.

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