Waiting For My Moon

di Tamiko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** NOTTE DOLCEAMARA ***
Capitolo 3: *** DOBBIAMO PARLARE ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                                                          

PROLOGO

<< Forse non hai ancora capito: non mi piaci, non ti ho mai sopportata e neanche mi arrapi! >> Le vomitò addosso tutta quanta la sua rabbia, e vederla continuare con le sue lagne peggiorò ancora di più le cose. Bruno fece per andarsene, ma la sua voce lo fermò.
<< Come puoi dire queste cose Peter ... siamo ... sono tua moglie e la madre di tuo figlio! >> Replicò lei senza neanche provare a darsi un contegno nonostante sapesse che la sconosciuta semisvestita era nell'altra stanza - e li sentiva perfettamente. Singhiozzava forte, mentre lui le sbraitava contro tutto l'odio che diceva di provare per lei. Bruno di scatto si girò nuovamente verso di lei con gli occhi, quei suoi occhi che erano in grado di sciogliere il cuore di qualsiasi donna con la loro dolcezza, che fiammeggiavano di collera e frustrazione. Non sopportava neanche di guardare quella faccia umida come bava di lumache.
<< Prego, prego ogni giorno che tu possa schiattare! >> A quelle parole Rissie spalancò gli occhi, ma lui non lo notò nemmeno: << L'hai vista quella, eh? >> Fece, indicando la porta che li separava dalla bella moretta; << E' uno schianto, tutto ciò che non sei tu! >> e ricominciò a urlarle contro tutte quelle cose, che era sciatta e noiosa, e che l'aveva sposata solo perché obbligato da suo padre. E poi la più importante, quella che a lei faceva più male.
<< Ho rinunciato alla donna dei miei sogni per colpa tua ... è tutta colpa tua! >> E uscì, tornando dall'altra, lasciandola sola in preda a un pianto violento e disperato.
<< Perdonami Peter ... ti pr-prego, perdonami se puoi ... >> Sussurrò piano, come se potesse sentirla.


ANGOLO AUTORE
Si dice in giro che questa sezione sia deserta, sarà vero? Fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia, rendiamo attivo lo spazio dedicato alle storie su Bruno Mars Hoolies!

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Capitolo 2
*** NOTTE DOLCEAMARA ***


                                                                            

NOTTE DOLCEAMARA


2012

<< Oh, Peter sei tu >> Mormorò con il suo solito tono gentile che lui invece trovava fastidioso e petulante. Rissie, la più piccola delle sorelle di Moesha, non aveva niente che egli potesse trovare gradevole: era sempre pallida come un morto e aveva dei tratti insignificanti e per nulla somiglianti a quelli più esotici della sua fidanzata; persino la voce non era nulla di stupefacente, gracchiante alle volte, più che adatta alla giovane segretaria che adesso se ne stava impietrita davanti a lui, in attesa che parlasse o che perlomeno spiccicasse due parole in croce sul perché si trovasse proprio lì, mentre di sotto tutti quanti erano a far baldoria con fiumi di Cristal Rosé. La cosa buffa era che neanche lui sapeva e nemmeno ci pensava, inebriato com'era da tutto l'alcol che aveva bevuto con la stessa voracità di un povero assetato nel mezzo del deserto.
Si avvicinò a passi lenti mentre la testa ciondolava a destra e a sinistra, e quando le era vicino a meno di un palmo di naso cercò di darsi un contegno mentre biascicava con la tipica voce da ubriaco: << Grande e grossa giochi ancora con i pupazzi >>, e la giovane chinò la testa, mortificata, e di sottecchi guardò velocemente la schiera di coniglietti, orsacchiotti radunati al mucchio di peluche belli esposti in cerchio attorno al suo letto.
<< Ma loro non sono giocattoli, sono miei amici >> Replicò senza spezzare quel filo mieloso che apparteneva ai suoi modi di fare, e anzi cercava di scacciare alla bell'e meglio, con un sorriso infantile, le tracce di mortificazione alle prese in giro di quello che le stava di fronte e che era così vicino da riuscire a sentirne il fetore della forte sbronza che si era preso. Ma quell'odore a lei quasi del tutto sconosciuto intriso alle forti palpitazioni che rumoreggiavano nel suo petto e alle mani sudaticce la risucchiarono dentro un'orgia di emozioni travaglianti tra loro, l'euforia di quella distanza troppo striminzita che la separava da lui subito sfociava in agitazione e ancora in altre sensazione che ella non sapeva che nome dare, e così tutto un tratto le scattò come una molla una parlantina goffa e impacciata.
<< La festa è verament... veramente riuscita, Urbana si è messa certe scarpe che ... si ... eppure è ancora in pista, ci credi? >> Fece, ridacchiando nervosamente tra una parola e l'altra mentre Peter continuava a fissarla con un'espressione ebete, indecifrabile dall'esterno.
La ragazza parlava troppo, rifletté Peter, e non ci mise molto che si decise di tapparle quella bocca, non badando molto a come lo stava facendo. Da parte sua, Rissie aveva gli occhi spalancati come finestre ed era immobile, rigida come una statua di sale: lui, Bruno Mars, il suo capo, l'uomo che abitava i suoi sogni più intimi e occulti, in nome di un violento e struggente innamoramento che le provocava ogni volta due grosse chiazze di un colore simile al porpora intenso sul viso latteo. Era cominciato tutto quattro anni prima e cioè la prima che volta che lo aveva visto, e gli occhi neri adesso erano spalancati proprio come allora, quando suo padre lo aveva presentato a lei e alle altre donne della famiglia Carter.
Shields approfittò della sua bocca schiusa dalla sorpresa per infilarci dentro la lingua, in un attimo quel lieve circolare tra le pareti spugnose della bocca di lei fu seguito dalla lingua della stessa, ora erano in due a giocare quel gioco ipnotico che dava da mozzare il fiato, e infatti una manciata di secondi dopo si staccarono entrambi per riprendere fiato e sbilanciarsi oltre.
Un lavoro che richiedeva una certa precisione come quello di sbottonare una camicetta dai bottoni larghi quanto la punta di un pollice si rivelò essere la parte più faticosa, una lenta tortura sia per lui, che da ubriaco non riusciva a liberarne uno con almeno un paio di vani tentativi, sia per lei che nel frattempo non aveva che da guardare, impaziente e tremante per l'eccitazione di quanto stava per succedere. Rimasto un ultimo bottone l'uomo quasi gliela strappava di dosso quella odiosa camicia di batista, e imprecando chissà cosa la adagiò con urgenza sul letto, e con altrettanta finì di sfilarsi i vestiti di dosso sotto lo sguardo innocente e impaurito dell'altra che ora realizzava, stava succedendo davvero.
<< Sei così morbida ... >> Mormorò Peter. La sua voce la solleticò sulla parte della pelle che stava esplorando con l'ausilio della bocca, e le provocò un brivido che la percorse lungo tutto il corpo: non era abituata, Rissie, tutte quelle cose che lui le stava facendo erano una nuova scoperta, e si aggrappò a tutte le sue forze - e al suo coraggio - per avvertirlo.
<< Peter ... io, per me è la prima ... >> Ma il tocco sapiente e ben più esperto di lei non le permise di continuare, e tutte le altre parole le morirono in bocca con un nuovo e più lungo sospiro: lui aveva distrattamente sbirciato dall'incurvatura dell'indumento intimo e afferrato delicatamente con i denti la cima rosea di un suo capezzolo. Era un gioco piuttosto bizzarro, ma lui non le diede il tempo di pensarci più di tanto: ci giocava, stuzzicava i suoi capezzoli con la lingua mentre armeggiava le mani per tutto il corpo, fino ad entrare con un solo dito dentro di lei, per abituarla a ciò che sarebbe accaduto a breve ...
La luce del nuovo giorno filtrava i vetri della finestra e punzecchiava i visi assopiti dei due amanti. In realtà fu lei a svegliarsi per prima, un po' indolenzita ma con il cuore traboccante di sensazioni nuove e indecifrabili. 
Un sogno bellissimo, ma così bello e inarrivabile da vergognarsi tremendamente solo a contemplarne i frammenti ancora una volta. Qualcosa la schiacciava di peso, e abbassando lo sguardo Clarissa realizzò che non c'era stato alcun sogno, era successo davvero ... qualunque altra si sarebbe messa a urlare, a scuotere il corpo dormiente dell'altro per trovare assieme un modo per chiarire, trovare le giuste parole per descrivere quanto era successo ... lei invece aveva preferito non dire nulla, e così fece: il silenzio più devoto si impossessò di lei, e si beò del contatto delle loro pelli madide della troppa passione che c'era stata nella notte e chiuse gli occhi per assaporare meglio. Ricadde in un sonno profondo e senza sogni, e si svegliò qualche oretta più tardi, sola ed esposta alla frescura della finestra lasciata aperta, il cielo si era annuvolato.
Quella era stata per lei la notte più bella della sua vita. Per lui invece era stato l'errore più grosso che avesse mai fatto, gli sarebbe costato caro e lo avrebbe scoperto molto, molto presto ...

ANGOLO AUTORE
Capitolo tra il melenso e il vago, ma è una dinamica necessaria: Bruno è ubriaco e quindi inconsapevole, al contrario di Rissie (Clarissa) che pur essendo perfettamente conscia - grossomodo, viste le circostanze - non sembra affatto contrariata all'iniziativa di lui, anzi ... ci saranno conseguenze per questi due? O "dimenticheranno", visto che Rissie è la sorella di Moesha, la fidanzata di Bruno?

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Capitolo 3
*** DOBBIAMO PARLARE ***


                                                                                     
DOBBIAMO PARLARE


2012

Clarissa si alzò dal letto circa un'oretta più tardi. Dopo che si era ritrovata sola non era riuscita più a chiudere occhio malgrado il cielo ancora buio, e se n'era rimasta avvolta tra le coperte, senza la minima voglia di rivestirsi. Cullata dal silenzio aveva riflettuto su ciò che era appena successo, ancora incredula.
Rimase un bel po' a fissare il suo guardaroba; così tanti vestiti, eppure nessuno sembrava all'altezza di quello che l'aspettava: lo avrebbe rivisto tra poco, e voleva essere bella per lui, che la guardasse con gli stessi occhi adoranti che gli aveva visto ogni volta che ci fosse una bellezza in giro, soprattutto quando questa bellezza era Moesha, sua sorella. E proprio Moesha si era resa conto, a tavola, che c'era qualcosa di diverso in lei.
<< Non lo so ... è solo che oggi mi sembri strana >> Le aveva detto, facendo le spallucce, e lei per tutta risposta aveva abbassato lo sguardo, con la testa che le girava per via di tutte quelle sensazioni che le offuscavano la mente, che andavano dall'euforia, al pensiero di rivederlo, ai sensi di colpa nei confronti di sua sorella, che era anche la fidanzata di Bruno.
Lei, Moesha e Rosemary, la sorella di mezzo, non aveva in realtà alcun legame di sangue: i coniugi Carter erano stati ed erano tutt'ora felici e innamorati, ma non avevano potuto avere figli propri e così avevano adottato le tre da piccolissime: avevano cominciato venticinque anni prima con Moesha che era ancora in fasce, seguita poi da Rosemary che aveva qualche mese in meno di lei, e qualche anno più tardi arrivò in casa Carter anche lei, Clarissa, che adesso di anni ne aveva vent'uno. Malgrado l'evidente nonsomiglianza fra le tre sorelle (Moesha come i genitori adottivi era afroamericana, mentre Rosemary e Rissie avevano la pelle chiara - anche se comunque le due avevano colori e tratti differenti), sin da bambine avevano sviluppato una sintonia tanto forte che andava oltre ogni legame di sangue: avevano imparato a farcela insieme, si sostenevano e si proteggevano l'un l'altra anche quando la vita le aveva per così dire separate, portandole su strade differenti: Rosemary dopo il college era stata ammessa alla scuola di medicina, mentre Moesha, che era sempre stata una bellezza mozzafiato, già a diciassette anni cavalcava passerelle, e ora a venticinque era una delle top model più richieste e si dichiarava pienamente felice per aver consacrato la sua vita al mondo dello spettacolo. Rissie invece aveva scelto una strada meno ambiziosa.
La ragazza era l'assistente di uno degli artisti dell'etichetta discografica di suo padre, e quest'ultimo non nascondeva di essere scontento della cosa: finito il liceo la ragazza gli aveva comunicato la sua scelta di non andare al college, e la cosa non era affatto piaciuta a Sean Carter, che aveva deciso di punirla mandandola a lavorare in quello che considerava essere uno dei rami più umili dell'ambiente. Ma Sean si era sbagliato: forse la figlia maggiore avrebbe potuto pensare una cosa simile e prendere quel lavoro come un'umiliante punizione, ma non Rissie. Stare accanto a Bruno tutto il tempo, accompagnarlo nei viaggi ed essere la sua ombra. Quella era tutt'altro che una punizione per lei.
Alla fine aveva scelto una vestito a fantasia floreale e delle scarpette ballerina rosse. Si sistemò i capelli corvini, prese la Birkin di Hermès e uscendo infilò al volo un cardigan in tinta cipria.
Nel tragitto si era fermata a prendere la colazione per i ragazzi da Starbucks, come da routine, e poi li aveva raggiunti in studio. Non appena entrò trovò Urbana che la salutò, sembrava piuttosto di buon umore.
<< Ehi ragazza! >> Esclamò. Rissie non si sorprese di vederla: passava da quelle parti molto spesso, veniva a trovare non solo il suo Phil ma anche tutti gli altri, a cui era molto legata e considerava dei fratelli.
<< Sapevo di trovarti qui: Vanilla Latte? >> Le domandò, uscendo fuori dal sacchetto il bicchiere che era per lei.
<< Oh, sei un vero tesoro! >> La ringraziò l'altra, con gli occhi illuminati alla vista dell'amato Vanilla Latte.
<< Figurati. A proposito, hai visto Bruno? >> Chiese, cercando di non sembrare troppo ansiosa di sapere la risposta. 
Aveva un appuntamento per il pomeriggio con dei produttori, ma lui sarebbe comunque venuto già dal mattino per vedere le ultime cose del materiale su cui stavano lavorando. E infatti arrivò poco più tardi, con il fedora e un paio di occhiali scuri. A lei non piaceva quando li indossava, quelle grosse lenti scure nascondevano quegli occhi color cioccolato che la facevano impazzire.
" Cosa farà ... cosa devo fare io? Vorrà parlarmi quando saremo soli, forse in pausa pranzo! Ma no, ci sono gli altri. Sicuramente non vuole che gli altri ci ascoltino, mi parlerà questa sera o ... " Era immersa nei suoi pensieri, quando sentì qualcosa davanti a pochi centimetri dagli occhi che la fece scattare sul posto. Era stato proprio lui, Bruno, che le aveva schioccato le dita.
<< Allora? Cos'è, dobbiamo giocare alla scimmia ammaestrata? >> Disse col tono seccato, mentre alle sue spalle Ryan se la rideva spassosamente. 
<< Scusami ... ero sovrappensiero >> Mormorò, mortificata.
<< Vedi di non farmi perdere tempo Carter, ho già i miei problemi qui >> Sbuffò, e lei sapeva perfettamente a cosa si riferiva. L'album doveva essere stato rilasciato già da qualche settimane, ma non era ancora pronto - o meglio, non come Bruno lo voleva - e il pensiero di dover posticipare ancora la data di uscita lo irritava parecchio.
<< Io vado di là allora >> Disse e uscì dalla stanza, lasciando da soli i tre Smeezingtons e Ryan che la guardava divertito dalla testa ai piedi. Aspettò che si fosse allontanata dalla porta prima di fare uno dei suoi soliti commenti.
<< Ma che si è messa addosso? >> E scoppiò a ridere, seguito da Bruno che però ritornò quasi subito serio e pensieroso: le doveva parlare al più presto, prima che aprisse quella boccaccia. 
Aspettò il pomeriggio, mentre tutti gli altri erano andati via e Phil e Ari erano già saliti in macchina. La trovò nello sgabuzzino che avevano riciclato come ufficio, piccolo e poco luminoso; stava sistemando delle scartoffie in borsa. Alzò distratta lo sguardo, e si spaventò un po' nel vedere la sua figura silenziosa davanti alla porta.
<< Oh, Peter sei tu >> Gli fece, e con fare impacciato cercò di concentrarsi solo sulla borsa, anche se non era facile con lo sguardo di lui addosso. Bruno sospirò, e si decise a parlare. Prima risolveva la faccenda e meglio era.
<< Dobbiamo parlare Clarissa, riguardo a ... >> Stava per continuare, ma la voce di Phil alle sue spalle lo bloccò immediatamente.
<< Oh, eccovi voi due! Forza, o faremo tardi >> I due annuirono all'unisono.
<< Credo sia meglio parlare più tardi >> Aggiunse Bruno prima di andare, non lasciandola replicare.
" Dobbiamo parlare ". Quelle due parole rieccheggiarono nella sua testa per tutto il pomeriggio.


ANGOLO AUTORE
Capitolo breve ma che ci introduce un po' alla vita dei nostri protagonisti: Clarissa è l'assistente di Bruno, e Bruno è sì il Bruno Mars che conosciamo, ma anche il fidanzato di Moesha, la sorella maggiore della nostra ragazza e quindi le cose si complicano un po' ...
 

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