White Feather on Your Right Shoulder

di Mugi_Sasuko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Collasso ***
Capitolo 2: *** Silenzio ***
Capitolo 3: *** Vicolo Cieco ***
Capitolo 4: *** Confessione ***



Capitolo 1
*** Collasso ***


White feather on your right shoulder

 

“Avanti! Questi tempi sono ancora troppo alti per entrare a far parte del gruppo che competerà nei prossimi tornei regionali!”

La voce di Rin Matsuoka, capitano della squadra di nuoto della Samezuka Academy, era l'unica a riverberare all'interno della piscina in cui i giovani atleti si allenavano. Il ragazzo del terzo anno, quel giorno, aveva assegnato ai suoi coetanei il ruolo di guide per i membri più giovani, mostrando loro alcune tecniche per far scendere il loro tempo. Tra di loro c'era Sousuke Yamazaki, che si stava occupando del gruppo che aveva come proprio stile di nuoto, quello a farfalla.

Il moro avrebbe volentieri fatto a meno di fare da trainer quel giorno, considerando che la spalla destra, quella infortunata, non gli dava tregua ormai da qualche giorno e nuotando l'avrebbe sottoposta a maggiore stress, ma aveva già saltato gli allenamenti i giorni passati e non voleva che Rin si insospettisse. Sospirò quindi, spiegando alle matricole ciò che avrebbe fatto di lì a breve, allo scopo di perdere meno tempo possibile al momento della capriola sott'acqua, dandosi quindi più spinta possibile con le gambe.

Terminata la spiegazione, Sousuke salì sulla pedana, tuffandosi e nuotando l'intera vasca a farfalla, mostrando agli atleti la dimostrazione pratica di ciò che aveva appena spiegato loro. Dovette sopprimere le fitte di dolore che gli causava la spalla, facendo del suo meglio per non perdere il ritmo delle bracciate, riuscendo a tornare al punto di partenza.

Gli fu porto un asciugamano non appena l'atleta uscì dall'acqua. Subito se lo passò tra i capelli, incitando i kohai a mettere in pratica ciò che avevano appena appreso e stava andando a sedersi su una panchina, quando un tonfo e un urlo riempirono il silenzio momentaneo della piscina.

“Nitori-Senpai!”

La voce era quella di Momotarou, il dorsista del primo anno e fratello minore dell'ex capitano del team, Seijuro, che subito corse incontro al suo senpai dai capelli argentati, che giaceva privo di sensi sul pavimento bagnato.

Aiichiro era appena uscito dall'acqua, dopo aver nuotato un paio di vasche. Ne avrebbe nuotate molte di più, se solo non si fosse allenato la sera prima e la mattina stessa, prima di andare a lezione, e se il ritmo elevato di bracciate non lo stesse portando incontro ad un attacco di asma. Non appena i suoi piedi toccarono le mattonelle, tuttavia, tutta la stanchezza accumulata si impossessò del suo corpo, provocandogli un enorme senso di vertigine e il conseguente mancamento.

Sentito l'urlo di Momo, Rin corse incontro ai due kohai, inginocchiandosi accanto ad Ai e prendendolo tra le sue braccia, facendolo poggiare contro il suo petto. Era pallido, il giovane nuotatore, ma era strano: fino al giorno prima, che Rin ricordasse, Nitori stava bene. Probabilmente, rifletté il capitano, aveva solo avuto un calo di zuccheri. Quello però non era il momento di fare supposizioni su ciò che aveva causato la perdita di sensi del suo compagno di squadra, doveva invece farlo riprendere.

“Ai... Ehi, Ai! Apri gli occhi.”

Rin sussurrò, scuotendo leggermente le spalle del suo ex compagno di stanza, dandogli anche leggeri schiaffetti sulle guance, fino a quando non lo vide riaprire gli occhi.

“R-Rin senpai...? Momo-kun...? Cosa è successo?”

Sussurrò Ai, la sua voce flebile, stanca, quando si guardò intorno, ritrovandosi ancora appoggiato al capitano e notando lo sguardo preoccupato di Momo.

“A quanto pare sei svenuto. Come ti senti adesso?”

Chiese Rin, aiutando il proprio kohai a stare dapprima seduto e poi in piedi, sostenendolo per evitare che le gambe gli cedessero nuovamente. Nitori gli disse che stava meglio, aveva solo avuto un attimo di debolezza e nel mentre il ragazzo dai capelli color ciliegia stava scrutando tra gli atleti che ora circondavano i tre, alla ricerca di qualcuno in particolare.

“Oi, Sousuke! Puoi venire un attimo?”

Chiese Rin, rivolgendosi al suo amico di infanzia che, nel frattempo, si era unito alla folla di curiosi. Se addirittura il rosso si era fiondato lì, doveva essere successo qualcosa di grave, pensò il moro, e i suoi sospetti furono confermati quando vide Nitori giacere incosciente tra le braccia del più grande.

Annuendo alla richiesta dell'amico, Sousuke si fece strada tra gli altri atleti, raggiungendolo e ascoltando la sua richiesta. Voleva, infatti, che accompagnasse Nitori nella sua stanza a riposare, esonerando così entrambi dal resto degli allenamenti, avvisandolo che proprio alla fine di questi sarebbe passato a controllare la situazione.

Il moro fece come gli fu chiesto, cingendo i fianchi del più piccolo con un braccio, tenendolo poggiato a sé in modo da non farlo cadere, uscendo poi dalla piscina e dirigendosi verso i dormitori.

“Beh? Che c'è da guardare? Tornate ad allenarvi, o al vostro posto sceglierò delle tartarughe marine da avere in squadra!”

Rin urlò al resto degli atleti, battendo le mani due volte, prima di tornare ai suoi compiti di capitano. 


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Salve a tutti! Qui è Mugi_Sasuko che vi parla! Dopo tantissimo tempo ho deciso di scrivere di nuovo una fanfic dedicata a Free! ma quasta votla riguarderà una crack pairing che ho iniziato ad amare recentemente, la SouAi! Non so ogni quanto aggiornerò i capitoli, ma spero la storia vi piaccia!~ Bacioni!

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Capitolo 2
*** Silenzio ***


Il tragitto dalla piscina ai dormitori si rivelò tutt'altro che facile. Nitori non riusciva a tenere gli occhi aperti e continuava ad inciampare sui suoi stessi passi, nonostante Sousuke lo sostenesse per un fianco e lui stesso aveva il braccio sinistro poggiato sulle spalle dello studente più grande.
Sousuke lo guardava, di tanto in tanto, e non poteva fare a meno di notare che qualcosa effettivamente non andava: Aiichirou era silenzioso, il suo sguardo perennemente rivolto in basso, ma dai suoi passi incerti capiva che stava facendo una grande fatica a restare cosciente. Che cosa gli era capitato da averlo ridotto così, da averlo fatto passare da un ragazzo pieno di brio e sempre pronto a fare tutto, in qualsiasi situazione, a un burattino i cui fili erano saldamente tenuti dall'atleta del terzo anno? Si ripromise di chiederglielo una volta arrivati in stanza.

“Senpai... Mi spiace che tu abbia dovuto interrompere i tuoi allenamenti per causa mia...”

Sussurrò il piccolo, rompendo il silenzio che si era creato tra i due, un silenzio su cui gravavano troppe domande e troppe spiegazioni che nessuno dei due aveva il coraggio o la forza di affrontare, non in quel momento.
Ai si stava sentendo in colpa per aver mostrato la sua debolezza e aver di conseguenza costretto qualcun altro, il suo senpai per l'esattezza, a riaccompagnarlo in stanza. Stava avendo nuovamente la certezza di non essere all'altezza di quella squadra, di essere troppo lento, di dover migliorare e di doversi sbrigare nel farlo. I tornei si stavano avvicinando e quella sarebbe stata l'ultima occasione per nuotare con Rin senpai in una staffetta in rappresentanza della Samezuka. Già al torneo della loro prefettura aveva fallito nel suo obbiettivo, non poteva permetterselo nuovamente. Avrebbe incrementato le sessioni di allenamento e gli avrebbe dedicato tutto il tempo che aveva, a discapito anche della propria salute. Già quella mattina, per allenarsi, aveva saltato la colazione, uscendo dalla piscina giusto in tempo per l'inizio delle lezioni.

“Non devi scusarti, ero un po' stanco oggi, per cui sarei andato via prima, in ogni caso. Piuttosto,” rispose Sousuke, fermandosi dopo l'ennesimo rischio di inciampare del più piccolo, prendendolo poi in braccio per continuare il tragitto in stanza “è meglio se ti porto così, altrimenti rischiamo di cadere tutti e due.” La spalla infortunata protestò appena a quel nuovo carico, ma ciò che lo sorprese fu accorgersi di quanto Nitori fosse leggero e di quanto i muscoli delle gambe e delle spalle fossero contratti ed era una cosa che non riusciva a spiegarsi: si erano allenati per meno di mezz'ora e gli sembrava strano che avesse una tensione tale, nei muscoli del corpo, considerando che prima di iniziare a nuotare fanno numerosi esercizi di stretching.
Scrollando leggermente la testa per allontanare momentaneamente quei pensieri, Sousuke abbassò lo sguardo sull'atleta tra le sue braccia, lasciandosi scappare un leggero sorriso nel vederlo addormentato, potendo approfittare di quegli istanti per analizzare il suo viso. Come aveva notato anche Rin, la sua carnagione era leggermente più pallida del solito e aveva delle profonde occhiaie che rendevano, a confronto, il neo sotto l'occhio destro molto più chiaro di quanto fosse realmente. Ipotizzò che la notte non dormisse.
E allora cosa faceva? Alcune notti, prima del coprifuoco, il moro lo aiutava negli allenamenti e lo seguiva come un coach, ma ciò avveniva due volte alla settimana, proprio per non togliergli troppe energie dopo gli allenamenti pomeridiani.
Che si allenasse da solo le restanti notti? Se le cose stavano davvero così, doveva parlargli assolutamente, prima che provocasse danni al proprio fisico. Non voleva che anche il più giovane facesse il suo stesso errore.

Con questi pensieri che correvano nella sua mente, si ritrovò davanti la stanza 210, quella che il ragazzo dormiente condivideva con Momotarou. Fortunatamente la porta era socchiusa, quindi gli bastò spingerla con il fianco ed entrare, chiudendola poi con il piede. Fu accolto dal caos più totale, dovuto ad entrambe le scrivanie disordinate e piene di libri e cianfrusaglie. Si girò quindi verso i letti, ipotizzando quello più basso fosse quello di Nitori, vista la presenza di un peluche a forma di papera, quello che aveva comprato quando erano andati tutti e quattro all'acquario.
Lo adagiò quindi sul materasso, coprendolo per bene, per evitare che si raffreddasse, dal momento che indossava solo un costume, e lo lasciò riposare. Gli avrebbe chiesto maggiori dettagli non appena si fosse svegliato.

Decise di lasciare dormire Nitori per il momento, Sousuke, attraversando il corridoio e andando nella propria stanza, la 201, che condivideva con Rin. Aveva tenuto entrambe le porte aperte, in modo da poter sentire il ragazzo, se si fosse svegliato.
Andò in bagno a prendere la pomata che utilizzava per massaggiarsi la spalla, oltre a qualche integratore di sali minerali da far assumere all'atleta dormiente al suo risveglio, poggiandoli momentaneamente sulla scrivania e dirigendosi verso il proprio guardaroba, per prendere il tutore per la spalla, che giaceva lì, nascosto dai suoi indumenti e lo indossò, prima di tornare dal ragazzo, prendendo con sé i medicinali.
Chiuse la porta della propria stanza per tornare in quella di Ai, notandolo ancora profondamente addormentato. Non poté fare a meno di sorridere nuovamente: nelle condizioni in cui lo aveva appena visto, il giovane atleta dai capelli argentati aveva sicuramente bisogno di quel sonno.
Pensando che sarebbe passato del tempo prima del risveglio di Nitori, il nuotatore decise di dedicarsi alla terapia per la propria spalla, togliendosi maglietta e tutore e poggiandoli sulla scrivania. Svitò poi il tubetto contenente la crema e se ne versò una noce sul palmo sinistro, spargendola poi sulla spalla danneggiata, compiendo movimenti circolatori mirati ai muscoli con l'obbiettivo di ridurre il dolore e far assorbire la pomata.
I massaggi furono lenti, così come gli aveva consigliato di fare il fisioterapista che lo stava seguendo nella riabilitazione, e durarono circa mezz'ora.
Decidendo che era abbastanza, Sousuke chiuse il tubetto del medicinale e si infilò il tutore. Stava per infilarsi anche la maglia, quando una voce alle sue spalle lo fece sussultare, bloccando i suoi movimenti.

“Yamazaki senpai... Cos'è successo alla tua spalla?”

Nitori si era svegliato.
Nitori aveva visto tutto.
E Sousuke non se ne era accorto.


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Ed eccomi tornata, un po' in anticipo rispetto alla tabella di marcia!~ Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
Le recensioni (positive o negative che siano) sono sempre ben accette! Alla prossima!~


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Capitolo 3
*** Vicolo Cieco ***


“Yamazaki senpai... Cos'è successo alla tua spalla?”

La domanda di Nitori lo fece gelare all'istante, causandogli uno sforzo enorme nel voltarsi e nel vedere il suo kohai ancora disteso a letto, nella posizione in cui lo aveva messo, ma con la testa, e di conseguenza lo sguardo, rivolti su di lui e sulla sua spalla coperta dal tutore. Si sistemò la maglietta, volendo inizialmente raccontargli una balla del tipo che aveva sbattuto da qualche parte, ma sapeva che quel ragazzino dagli occhi enormi e vispi non era stupido, quindi decise di dirgli la verità.
Si sedette ai piedi del letto su cui era disteso lo studente più giovane, sospirando e poggiando i gomiti alle proprie ginocchia, fissando il pavimento della stanza, cercando di organizzare il discorso a cui stava per dare voce nella sua mente.

“Tutto è iniziato quando Rin era ancora in Australia.” Iniziò il moro dopo diversi secondi di silenzio, tenendo il proprio tono di voce basso, “io nuotavo sempre, allenandomi sempre di più e migliorando in fretta, al punto che neanche i miei compagni di squadra riuscivano ad eguagliare o infrangere i miei record. Grazie a questi miglioramenti riuscii a vincere molte gare, entrando a far parte della Top 10 dei nuotatori a farfalla. Durante le gare, però, sentivo che qualcosa non andava con la mia spalla, ma non gli volli dare troppo peso, anzi, continuai ad allenarmi senza sosta fino a quando la mia spalla cedette totalmente e i miei record crollarono. In quel momento capii che il mio sogno, quello di diventare un nuotatore professionista, non si sarebbe mai più avverato.” Riprese fiato, il moro, riportando alla mente proprio quei giorni, in cui davanti a sé vide solo il buio, un muro insormontabile di una strada senza uscita, la presenza di un immenso labirinto senza via di fuga. Spostò quindi il suo sguardo su Nitori, che lo guardava in silenzio, aspettando pazientemente che continuasse a raccontargli tutto.
“Venni a sapere che Rin sarebbe tornato in Giappone, quindi iniziai a seguire delle terapie giornaliere per cercare di migliorare la situazione, anche se so che non guarirà mai. Sto pagando il prezzo della mia ostinazione nel voler migliorare e nel voler essere il migliore. In realtà avevo pensato di abbandonare il nuoto, ma vedere Rin nuotare insieme ai ragazzi dell'Iwatobi ha fatto nascere un nuovo sogno, probabilmente l'ultimo da nuotatore: nuotare di nuovo insieme a lui, nella stessa squadra.”
Era tornato a fissare il pavimento, l'atleta più grande, toccandosi la spalla infortunata inconsciamente.
“Rin non sa nulla di tutto ciò, nessuno sa nulla. Sarebbe dovuto essere un segreto che avrei dovuto portare con me fino alla fine del liceo, che avrebbe decretato il mio ritiro dal nuoto, per cui, per favore, non dire nulla di tutto ciò né a Rin, né a nessun altro. Non voglio mi guardino con compassione e-”
Si interruppe sentendo un leggero singhiozzo e alzando lo sguardo verso il proprio compagno di squadra, che teneva le braccia poggiate sugli occhi, per nascondere le lacrime.

“Mi dispiace senpai... Mi dispiace che tu abbia dovuto affrontare tutto questo da solo... Ora capisco perché eri così ostinato nel volermi aiutare e guidare nelle mie sessioni straordinarie di nuoto, perché criticavi il mio modo di nuotare, basato sulla forza e sullo sforzo piuttosto che sulla tecnica... Non dirò nulla a nessuno, ma permettimi di aiutarti con le tue terapie.” Sussurrò il piccolo atleta, allontanando le braccia dal proprio viso e guardando Sousuke, che ricambiava lo sguardo, sorpreso dall'averlo visto piangere per ciò che gli era successo.
Sospirò, Sousuke, accettando la sua proposta, tornando poi serio e guardando il ragazzino negli occhi.
“So che anche tu mi stai nascondendo qualcosa e vorrei me ne parlassi. Sono il tuo tutor e ho la necessità di sapere le tue condizioni fisiche. Le tue occhiaie sono molto più profonde del solito e i tuoi muscoli sono troppo tesi.”
Adesso era il turno di Nitori di sospirare, portandosi seduto, seppur a fatica, sentendo ogni singolo muscolo del proprio corpo dolorante. Sousuke lo sostenne, aiutandolo a sedersi e a poggiare la schiena al cuscino che aveva posizionato contro il muro, nel tentativo di alleviargli appena il dolore.

“Il motivo per cui sono collassato, prima, è perché mi sono allenato troppo. Ieri sera ho nuotato fino a notte fonda e stamattina ho fatto lo stesso, saltando la colazione e andando poi direttamente a lezione. E poi c'è stato l'allenamento di oggi pomeriggio.” Ai confessò, mordendosi il labbro inferiore, incerto se proseguire o meno. Confessare di avere problemi respiratori l'avrebbe probabilmente portato all'espulsione dalla squadra e dal club. Il che avrebbe significato anche dover abbandonare il suo obbiettivo di nuotare con Rin. Decise quindi di mantenere ancora segreta la propria asma, per il momento.

Sousuke scosse la testa, guardando il ragazzino e sospirando. “Lo immaginavo.” Disse solo, prima di alzarsi e prendere il tubetto di pomata dalla scrivania di Nitori, tornando poi al proprio posto sul letto. “Riesci a metterti disteso sulla pancia? Ti farò dei massaggi per sciogliere i muscoli, o ti sarà estremamente doloroso muoverti.”
Alla risposta affermativa da parte di Aiichiro, il moro lo aiutò a sistemarsi, posizionandosi poi a cavalcioni sui suoi glutei e spargendo la crema sulla schiena e le spalle del più giovane, eseguendo movimenti circolari e decisi, rubando qualche sospiro e qualche gemito di dolore dalle labbra del nuotatore a rana, che piano piano si rilassava sotto il tocco e i massaggi del più grande che con grande soddisfazione sentiva i muscoli delle spalle sciogliersi e il corpo del giovane rilassarsi contro il materasso.

Terminati i massaggi, lo aiutò a mettersi una T-shirt e un paio di pantaloncini, prima di farlo coricare nuovamente.

“Vado a poggiare i medicinali in camera, torno tra poco. Per un paio di giorni chiederò a Rin di esonerarti dagli allenamenti, devi riprenderti per bene, o rischierai un collasso peggiore di quello di oggi. Lui ha detto che passerà tra un po' a controllare la situazione. Non preoccuparti, non gli dirò nulla, so quanto questo torneo sia importante per te.”

Lo rassicurò, lasciando quindi la stanza. 

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Non lapidatemi, ho avuto un blocco dello scrittore enorme-- E sono solo al terzo capitolo, aiuto! Mi dispiace per il leggero ritardo nell'uscita di questo capitolo, ma spero comunque sia di vostro gradimento. Per raccontare il passato di Sousuke mi sono basata sulla sua wikia inglese!
Un saluto, Mugi_Sasuko

Spero di riuscire a riprendere il ritmo e i tempi che mi sono prefissata con i prossimi capitoli. Nel frattempo godetevi questo e fatemi sapere cosa ne pensate!

 

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Capitolo 4
*** Confessione ***


Quando Sousuke lasciò la stanza, Ai si trovò nuovamente da solo con i propri pensieri. Era stato davvero un bene tenergli nascosta la propria asma? In fondo il suo senpai aveva ragione: era il suo tutor e più di ogni altro avrebbe avuto il diritto, nonché la necessità, di essere a conoscenza del suo stato di salute.Sospirò, deciso a parlargliene quando sarebbe tornato, ben sapendo che Sousuke avrebbe potuto riferirlo all'istante a Rin: in fondo, essere asmatico ti portava automaticamente all'espulsione dal team.

Fu proprio Rin a bussare alla porta della stanza, in quell'istante. Entrò, sul volto la stessa espressione preoccupata che il più giovane gli aveva visto sul volto qualche ora prima, e prese la sedia della scrivania di Ai, avvicinandola al letto e sedendosi.

«Come ti senti?» Gli chiese, passandogli una mano sulla fronte, come a volersi accertare che non avesse la febbre, e sentire la pelle dell'amico effettivamente fresca sotto le proprie dita lo aveva tranquillizzato un pochino, ma voleva comunque sapere cosa fosse successo.

«Sto meglio senpai, grazie.» Rispose il più piccolo, con un filo di voce, ed era la verità. I massaggi di Sousuke lo avevano effettivamente rimesso a nuovo, ora restava solo la debolezza dovuta alla fame. «Ho avuto un calo di energie perché non ho mangiato, né a colazione, né a pranzo.» Evitò di dirgli che la ragione dei pasti saltati era l'eccessivo allenamento, disse invece che era stato lo stomaco a dargli problemi dalla sera prima e all'interno del team era risaputo quanto questo fosse fragile e facilmente irritabile.

«Perché non me l'hai detto prima degli allenamenti? Accidenti! Sono il tuo capitano, ma anche un tuo amico, Ai.» Rin lo fissò, con un'espressione a metà tra la preoccupazione e la rabbia. Non l'avrebbe mai fatto allenare a stomaco vuoto. «Non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe accaduto se non fossi svenuto fuori dalla piscina, ma in acqua.» Sussurrò, aggiungendo poi. «Non voglio vederti entrare in acqua fino a quando non ti sarai rimesso completamente, è chiaro?»

Nitori annuì, chiedendogli scusa più volte, lasciando che il rosso lo tranquillizzasse un pochino, prima di lasciare la stanza, per farlo riposare, avvisandolo del fatto che gli avrebbe fatto portare da Sousuke una ciotola di ramen caldo e leggero, dalla caffetteria.

Come annunciato da Rin, Sousuke entrò nella stanza del più piccolo, alcuni minuti dopo, con un vassoio in mano, su cui erano poggiati la ciotola di ramen per il più piccolo e altre pietanze per il moro, che a quanto pare aveva intenzione di mangiare lì, per accertarsi che il giovane avrebbe mangiato tutto. Poggiò il vassoio sulla scrivania, avvicinandosi al letto per aiutare il ragazzo ad alzarsi e sedersi a tavola per mangiare.

«Ho saputo che Rin ti ha detto di stare a riposo fino a quando non sarai di nuovo in forze... Ciò significa che anche i nostri allenamenti serali saranno interrotti, neanche io, come Rin, voglio che ti alleni se non stai bene.» Sussurrò Sousuke, iniziando poi a consumare la propria cena.

«A proposito di stare bene...» Iniziò Ai, sospirando quando ottenne l'attenzione di Sousuke. «C'è un altro motivo che ha contribuito al collasso di oggi.» Sussurrò, aprendo il cassetto della scrivania e mostrando al compagno di squadra il proprio inalatore e delle scatole contenenti medicinali per l'asma.

A Sousuke quasi caddero le bacchette dalla mano, alla vista di tutto ciò. Come aveva potuto nascondere qualcosa di così grave? «Ai... Soffri di asma? Perché non l'hai detto subito? Ti rendi conto di quanto sia rischioso?» Lo bombardò di domande, guardando alternativamente le medicine e Ai, che ormai era sull'orlo di una crisi di pianto.

Il più giovane annuì, prendendo l'inalatore azzurro e argentato e girandoselo tra le dita.

«So benissimo quanto sia rischioso, so benissimo che non dovrei nemmeno essere nel team di nuoto. Ma amo nuotare e ho avuto davanti ai miei occhi la possibilità di nuotare con Rin senpai, quabdo sono arrivato qui lo scorso anno. Ho deciso di non dichiarare le mie condizioni di salute quando ho presentato il modulo d'iscrizione. Nassuno avrebbe dovuto scoprirlo, fino alla fine dell'accademia, poi mi sarei ritirato di mia spontanea volontà.» Confessò, poggiando poi l'inalatore nel cassetto della scrivania e chiudendolo, prima di riprendere a parlare. «Invece la situazione è sfuggita di mano e la mia asma pare essere peggiorata, al punto da farmi collassare, oggi pomeriggio. So che in queste condizioni dovrei essere cacciato dal team e avresti tutte le ragioni del mondo per parlarne con Rin senpai, ma ti prego, non farlo... Questa staffetta mista è troppo importante per me, sarà l'ultima occasione che avrò per nuotare con voi... Ti prometto che eviterò gli sforzi inutili e mi atterrò solamente alle sessioni ufficiali con il club e le nostre, senza fare vasche extra.»

Lo guardò con gli occhi lucidi, cercando di trattenersi dal piangere per l'essersi esposto troppo, parlando di qualcosa che avrebbe preferito fosse rimasto un segreto.

A Sousuke ci volle un pochino per metabolizzare tutte le informazioni che aveva ricevuto dal compagno di squadra. Effettivamente la situazione era critica e Nitori rischiava seriamente di rimetterci la pelle. Ma parlarne con Rin lo avrebbe reso, in parte, ipocrita. Anche lui stava male e anche lui, nelle sue condizioni, rischiava di peggiorare il danno che già aveva alla spalla.

Sospirò, poggiando una mano sulla testa di Ai, come a tranquillizzarlo.

«Non dirò nulla, ma ti terrò d'occhio durante gli allenamenti. Se fai qualche pazzia, sarò però costretto a dirglielo. Non voglio che tu metta a completo rischio la tua vita per uno sport e per una gara, nonostante per entrambi abbia un enorme significato. E ti accompagnerò anche in ospedale quando avrai degli accertamenti da fare, siamo intesi?» Concluse, accennando un leggero sorriso, mentre Ai gli annuiva, un'espressione sul suo volto che emanava gratitudine.

«Bene, ora mangiamo, non vorremo mica far freddare troppo il ramen?» Propose il moro, riprendendo le proprie bacchette e mangiando, lanciando di tanto in tanto degli sguardi al più piccolo, mentre un sorriso si faceva strada sul suo volto.

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