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Lista capitoli: Capitolo 1: *** The beginning *** Capitolo 2: *** You, me and our friendship *** Capitolo 3: *** Anche quando arrivano le nuvole, il piccolo Sole splende *** Capitolo 4: *** Cupido da le dimissioni *** Capitolo 5: *** La Luna viena abbagliata dal Sole *** Capitolo 6: *** La Luce che attira le falene *** Capitolo 7: *** Un maschiaccio senza speranze o guai in vista? *** Capitolo 8: *** La Pulce alla riscossa *** Capitolo 9: *** Ma perchè la volpe deve sempre essere più furba del gatto? *** Capitolo 10: *** Bacio rubato *** Capitolo 11: *** When the Moon meets the Sun *** Capitolo 12: *** Rospo e Mostriciattolo: che nemesi! *** Capitolo 13: *** Dubbi e confessioni *** Capitolo 14: *** La Luna ha fottuto tutte le stelle! *** Capitolo 15: *** Pijama Party! *** Capitolo 16: *** Si salvi chi può! *** Capitolo 17: *** Cosa succede al mio cuore? *** Capitolo 18: *** Trai due litiganti...le due amiche complottano! ***
Questo primo capitolo lo dedico a Chiara, che mi ha tanto incoraggiata e
sostenuta per la stesura di questo chappy
Questo primo capitolo lo dedico a Chiara, che mi ha tanto
incoraggiata e sostenuta per la stesura di questo chappy.
Ecco a voi l’inizio della storia…
WHEN THE MOON MEETS THE SUN
(“Sole di mezzanotte”)
The beginning
Ore 6.59 a.m.
Guardo fissa la sveglia
posata sul mio comodino, sulla mia destra.
La luce che proviene dalla
sveglia illumina la mia stanza immersa nell’oscurità.
Sono girata di lato, verso la
sveglia, così la luce dei numeri mi batte in volto, ma non mi dà noia, è da
circa 1 ora che la sto fissando, ormai i miei occhi hanno avuto tutto il tempo
per abituarsi ad essa.
Sbuffo spazientita e agitata.
Sto aspettando le 7 per
andare a svegliare papà e il fratellone.
Oh! Sono così nervosa e
eccitata!
Oggi sarà il mio primo giorno
di scuola!
Non vedo l’ora!
In 15 anni ho sempre studiato
a casa, con Justin ( mio fratello ) e con un precettore privato, in quanto i
miei impegni lavorativi mi richiedevano molto tempo e non abbastanza e
regolarmente tempo libero per poter frequentare una scuola.
In passato avevo provato ma
non è andata come speravo, ma da allora è passato tanto di quel tempo.
Mi rattristo un po’ pensando
a quel periodo.
“Brutto” e “Doloroso” sono le
parole giuste con cui descriverlo.
Ma adesso basta pensare al
passato, devo vivere del presente e non del passato!
Sorrido rincuorata da questo
auto-incoraggiamento e mi ritorna il buono umore, immaginando come sarà questo
mio primo giorno a scuola.
Fantastico! Già lo so!
7.00 a.m.
<< Oh! Era ora
.>> sbotto ad alta voce alzandomi dal letto in uno scatto felino.
Esco di camera in camicia da
notte e mi fiondo in camera di papà, ma silenziosamente, non voglio che gli si
prenda un colpo!
Mi muovo sicura
nell’oscurità, raggiungo il grande letto matrimoniale su cui dorme, salgo dalla
parte vuota e mi avvicino a lui.
Gli mollo un grande e dolce
bacio sulla guancia e gli do il buon giorno, e lo avverto che è ora di alzarsi.
In risposta mi fa una carezzina
leggera sulla testa, alza il volto dal cusciono e mi da un bacio sulla fronte e
si alza per vestirsi.
Dopo ciò mi alzo e corro in
direzione della camera del fratellone, quando vengo richiamata da papà e mi
fermo sulla porta di camera di papà.
Mi giro verso di lui e
aspetto che continui.
<< Tesoro, lo sai che
giorno è oggi? >>
Lo guardo un po’ stranita a
questa domanda.
<< Mercoledì 27
settembre…>> è questa la mia semplice risposta.
Lo guardo in volto, cercando
di comunicarli con lo sguardo di continuare, sono davvero curiosa (come sempre)
di sapere cosa ci celi veramente dietro a quella domanda.
Mi sorride come di uno che la
sa lunga e prosegue << E per tuo fratello sai cosa significa? >>.
Ci penso su un attimo e gli
sorrido complice << Sarà una faticaccia tirarlo giù dal letto quel
dormiglione >> sbuffo pensando alla fatica caccia che mi aspetta.
<< Se con i soliti
trucchetti non riesci a buttarlo giù dal letto, ti do il permesso di
trascinarlo giù per le scale e portarlo al piano inferiore >> mi propone
papà mentre cerca di mettersi la cravatta.
Mi avvicino e gli lego la
cravatta come dovrebbe stare e gli sistemo meglio il colletto della camicia che
aveva appena indossato.
Gli sorrido di buon umore.
<< Grazie del permesso,
ma…spero non ce ne sia bisogno >> detto ciò corro verso la camera di mio
fratello, ma con passo felpatto e …stump!
<< Fantastico >>
mormoro frustata per la caduta.
Ti pareva che non cascassi
inciampando nei miei stessi piedi.
Mi alzo un po’ indolenzita e
apro piano la porta. Quando papà mi passa accanto mi ricorda che quando
trascinerò Justin per le scale, di fargli sbattere bene la testa.
Gli rispondo frettolosamente
e senza pensarci, presa troppo dal mio compito.
Mi avvicino lentamente al
letto a due piazze.
Quando gli sono di fronte
prendo e salto addosso a mio fratello che sta dormendo della grossa, beatamente
a pancia in su.
Silenzio. Sento solo il
rumore del suo respiro regolare. Nessun suo muscolo si sposta in modo diverso
da quello che gli serve per respirare.
Niente, ho ottenuto!
No, aspettate, si sta
muovendo!
…
Come non detto…si è girato e
mi ha fatta cadere nella parte vuota del letto e continua a dormire
tranquillamente.
Ma dico, gli sono saltata
addosso e non ha sentito nulla? Pazzesco!
Sbuffo sconsolata nella sua
direzione, per il fallimento del piano A.
Lo guardo mentre dorme,
sdraiata su un lato, sorreggendomi la testa con una mano.
Sto decisamente valutando di
trascinarlo davvero giù per le scale per svegliarlo, quando mi vengono in mente
11 ideone su come svegliarlo.
Sorrido malefica
nell’oscurità.
<< Bene, se il piano A
è fallito, passiamo al B >> mormoro a me stessa.
Prendo e inizio a saltare sul
letto, dopo soli pochi secondi lo vedo muoversi nel letto, palesemente
infastidito.
Ottimo! E riprendo a saltare
più pesantemente sulla materassa cercando di saltare più in alto.
<< La vuoi smettere?
Sono solo le 7.09 e se non te ne fossi accorta te lo dico io, oggi è mercoledì,
il mio unico giorno libero di tutta la settimana e se non ti dispiace vorrei
dormire fino a tardi, dato che il sottoscritto si è rotto la schiena tutta la
settimana, grazie! >> risponde infastidito mio fratello con una voce
calda e roca da appena svegliato, in risposta ai miei tentativi di buttarlo giù
da letto.
Detto ciò afferra un mio
piede e mi butta a sedere pesantemente sulla parte di letto vuota affianco a
se, per poi riprendere a dormire.
<< Ok fratellone, l’hai
voluta tu! Piano C! >> avverto il Bello addormentato nel giorno di
divieto di pigrizia.
Poi entro subito in azione
togliendoli le coperte di dosso e gli salgo a cavalcioni sulla schiena, ( in
quanto si era girato a pancia in giù, girando la testa di lato al suo secondo
tentativo di dormire…).
Noto con piacere che indossa
solo i pantaloni del pigiama e attua così facilitata dagli eventi il mio piano:
inizio a fargli il solletico dappertutto!
Inizialmente non reagisce,poi
inizia a muoversi e a ridere.
Tra le risa cerca di
comunicarmi qualcosa che non capisco, allora smetto, e…mi ritrovo sotto di lui!
Intrappolata tra la materassa e il suo corpo, che mi rinchiude anche in un
abbraccio di ferro.
<< Ma che …no! Mi hai
ingannata…Cattivo! >> grido arrabbiata nella sua direzione.
Sono in trappola!
Lui sghignazza e mi risponde
<< Scricciolo, sbaglio o già più di una volta ti avevo detto di non
fidarti mai di noi uomini? Soprattutto di quel che ti dicono!
Bhè, in questo caso per oggi
rientro in questa categoria!
Sento l’Imbroglione
sghignazzare ancora e poi continua << bene, e ora vediamo di dormire!
>>, detto ciò si sistema meglio sopra di me e riprende sonno.
Ok, a mali estremi e estremi
rimedi…
Piano D.
<< Jazz…- piagnucolo
io, ( wow, mi è proprio venuta bene la voce strozzata e fievole, aveva ragione
Bibi quando mi diceva che recitare in quel film mi sarebbe tornato utile in
futuro! Bibi ha sempre ragione! ) – Ti sei scordato che oggi è il mio primo
giorno di scuola?...sight…non mi vuoi accompagnare tu a scuola? – lo guardo con
la cosa dell’occhio, da quanto l’oscurità mi conceda di vedere, credo che stia
cercando di non cedere – ok, non importa, mi farò accompagnare da quel Jack, il
ragazzo che abita nella casa di fronte…non importa - faccio per alzarmi,
cercando di toglimelo di dosso, ma aumenta la presa su di me e mi guarda
iroso.
<< Col cavolo che ti
faccio andare a scuola con lui! Ti porto io, chiaro? >> risponde
arrabbiato alla mia provocazione.
Mi lascia andare e io corro fuori
dalla stanza e giù per le scale e mi dirigo in cucina per preparare la
colazione.
Lì trovo papà intento a
leggere il giornale e bere il suo adorato caffè nero.
<< Denoto dal fatto di
non aver sentito nessun rumore riconducibile ad una testa vuota che viene
sbattuta ripetutamente che, sei riuscita a svegliarlo lo scansa fatiche e senza
usare il mio piano…peccato…così potevamo alla fine fare la stima di quanti
neuroni erano funzionanti dopo questo…davvero un peccato >> afferma da
dietro il suo giornale con tono gongolante.
<< Ho dovuto
evitare…pesava troppo…magari la prossima volta, quando peserà 100 chili in
meno! >> sto al gioco di papà sapendo che Jazz può tranquillamente
sentirci.
<< Guardate che vi
sento…e non datemi del ciccione che non lo sono! Sono i muscoli che pesano, chiaro?!
>>grida furioso mio fratello dal piano superiore.
<< Certo figliolo…come
avevamo fatto a non pensarci…i muscoli…giusto cara? >> papà abbassa il
giornale e mi fa l’occhiolino.
Rido e sto ancora al gioco di
papà per un po’.
Papà ed io ci divertiamo moltissimo
a dare noia un po’ a mio fratello.
Crede sempre a tutto quello
che gli dico io…che credulone! Ma è proprio anche per questo che gli voglio un
gran bene…è sempre dalla mia parte, pronto sempre a difendermi da tutto e da
tutti, pensa costantemente a me e mi riempe oltre sempre alle attenzioni, di
tantissime coccole…ha sempre una carezza o un buffetto di incoraggiamento per
me…che dolce…un fratello così non lo cambierei mai, nemmeno per tutto l’oro del
mondo né per tutta la felicità del mondo, perché lui fa parte di essa.
Comunque, non riesco ancora a
capacitarmi come faccia a dare retta a noi…insomma, un ragazzo di 21 anni,
dalle sembianze da angelo dal bellissimo aspetto, biondo con riccioli, occhi
azzurro cielo, alto 1,95, spalle larghe e braccia forti, frutto di molto sport,
fisico da modello insomma,e lui cosa fa? Si fa venire i tarli in testa credendo
di non essere bello e informa alle prese in giro giocose mie e di papà…come è
buffo!
<< A parte gli scherzi,
papà vuoi qualcosa da mangiare o resti digiuno al tuo solito? >> domando
ponendo fine alla pausa “comic’ s family in the morning”.
<< Digiuno >> è
la sua laconica risposta, ormai da qualche mese.
<< Sei sicuro? Nemmeno
qualche biscotto fatto da me? Non mi va che non mangi per andare a lavoro…ti fa
male…capisco che non te la senti, sforzati papà, meglio sentirsi male a stomaco
pieno che vuoto,…per favore… >> lo prego sinceramente preoccupata,
guardandolo negli occhi.
<< Mhnn…e va bene…ma
com’è che ottieni sempre ciò che vuoi? >> mi domanda papà mentre si
accinge a mangiucchiare qualche biscotto.
<< Perché sono nel
giusto, comunque stasera ti preparo qualcosa di più leggero dato che anche ieri
sera non hai digerito e..>>
<< tesoro non ti
preoccupare…è normale…ho 69 anni quasi, non sono più un giovincello! >>
ribatte papà interrompendomi e dandomi un buffetto al naso
<< Grazie Tesoro,…ma
ora mangia e va a vestirti, sennò farai tardi a scuola su…>> mi incoraggia….e
io eseguo, tanto lo continuiamo il discorso…cosa crede.
Dopo mangiato corro su a preparami
e neanche 5 minuti dopo sto già scendendo le scale, già pronta per uscire con
lo zaino sulle spalle.
Saluto papà e gli auguro buon
lavoro, per poi richiamare l’attenzione di mio fratello per andare a scuola.
Quando si gira verso di me mi
fa un cack up completo partendo dall’alto: dalla mia spessa passata bianca che
porto dietro la frangia accuratamente piastrata come il resto dei miei capelli,
alla camicetta nera a manica lunga, per poi continuare sui miei jeans neri a
sigaretta, fino alle comode scarpette a ballerina piane a bambola di un bianco
lucido in tono con lo zaino e la passata, con appuntato un piccolo ficco in
procinto della fine del dècolte della scarpa di colore nero, e lì rimane a
fissarle pensieroso.
<< Scricciolo, fossi in
te mi metterei dei tacchi, se non vuoi romperti qualche osso inciampando con
quelle scarpette, giusto pà? >> mi ammonisce Justin.
Quando il testimone è
chiamato in causa accenna con la testa affermativamente e mi guarda poi con
sguardo eloquente.
Gli fulmino entrambi con lo
sguardo e corro in camera per indossare un paio di tacchi in tono con il mio
abbigliamento.
Ok, riconosco che io e le
superfici qualsiasi esse siano : piane, inclinate, deformate; insomma, non
andiamo d’accordo e che vivo costantemente in un continuo precario equilibrio,
ma non è certo colpa mia!
E’ che mi sono sciupata i
piedi a portare i tacchi.
Mi vergogno ad ammetterlo, ma
riesco a camminare tranquillamente senza rischiare di ammazzarmi, solo portando
i tacchi.
Non stupitevi, perché a
logica il discorso tornerebbe, eccome!
Ora vi spiego…
Io non sono proprio una
ragazza comune, perché ( purtroppo ) sono dotata di un Q.I. molto al di sopra
della media ( addirittura più alto di Eistain ), è proprio come state pensando,
sono una ragazza prodigio, o meglio, quando ero un infante ero una bambina
prodigio; avete presente quei bambini che compaiono in televisione perché a
soli 8 anni si sono laureati in qualcosa in brevissimo tempo?
Bene, io sono una di quelle,
solo che invece di laurearmi da bambina ho iniziato a suonare il piano facendo
concerti, spinta da mio fratello Justin, e da lì sono arrivate tante e tante
proposte di lavoro…
E’ stato Jazz a insegnarmi a
suonare il piano, in quanto era un grande pianista allora.
Parlo al passato perché a
causa di un incidente imprevisto, non può più suonare il piano come un tempo.
L’incidente gli ha procurato
una lesione ad alcuni tendini della mano sinistra, che si sono danneggiati
irreparabilmente; con questo non dico che non può più suonare, anzi, solo che
ha dei limiti che lo fanno classificare come un qualsiasi altro ottimo
pianista.
Così da allora, lui ripone in
me tutti i suoi sogni.
Ho debuttato all’età di soli
6 anni, e da lì mi si sono aperte moltissime strade: teatro, musica, arte,
cinema e tanto altro.
Io ho sempre desiderato una
vita tranquilla, se ho accettato tutto ciò è solo per non deluderlo e basta, ma
anche…a-anche per lei…ma questa è un’altra storia.
Tornando al discorso dei
tacchi, bhè, vi dico solo una cosa: provate voi a portare tacchi vertiginosi
per circa 10-12 ore al giorno per anni, poi mi sapete ridire se vi riesce
camminare alla perfezione senza inciampare con delle semplici e piane scarpe da
ginnastica!
Comunque, tanto per chiarire
anche un altro punto, spero che vi sia chiaro adesso anche il perché io voglia
andare a scuola: voglio frequentare almeno qualche anno di scuola, voglio una
vita normale come qualsiasi altra persona della mia età, è solo per questo che
dopo tanti anni ho staccato dal lavoro.
Altra nota da sapere di me è
che io adoro la mia privacy, ed è per questo che non ho casa circondata da
paparazzi, infatti per evitare ciò uso nel mondo dello spettacolo, per esempio,
un nome d’arte “Lilyth”, inoltre nessuno sa dove abito né altro…in poche parole
mi lascio dietro un alone di mistero.
Ad esempio, le proposte di
lavoro che ottengo, vengono prima date al mio agente e solo dopo arrivano a
me.
E’ un sistema un po’ contorto
questo qua, ma non posso fare a meno della mia privacy e su questo non si
discute!
Scendo le scale stizzita con
dei tacchi a spillo bianchi vertiginosi e mi dirigo nel garage, alla porsche
Carrera Gt di un orrendo colore blu notte metallizzato, di mio fratello.
Nulla che abbia in contrario
con la macchina, ma sto colore stona decisamente con il design della macchina,
meglio un grigio metallizzato!
Molto meglio! Bhà, è già
tanto che Justin abbia la macchina, ( la usa solo quando esce con una ragazza
), dato che come me preferisce le moto.
Meglio non criticarlo, o le
poverette di turno si dovranno abituare a rovinarsi l messa in piega con il
casco!
Rido sotto i baffi al sol
pensiero! Io fortunatamente non sono come loro, sono di tutt’altra pasta, e
meno male!
Mi siedo e mi allaccio la
cintura, intanto Jazz sale e parte con aria decisamente scocciata.
<< Mi dispiace per la
macchina, per me potevamo andare a scuola anche in moto…>> è ciò che
mugolo nella sua direzione, decisamente dispiaciuta che la sua insofferenza sia
causata per colpa mia.
Abbasso la testa, e osservo
le mie mani che giocherellano tra di loro sul mio grembo.
Vedo con la coda dell’occhio
che Jazz si gira un attimo verso di me , poi riporta lo sguardo sulla strada e
prende parola.
<< Non ti preoccupare,
non fa niente…tu non centri tranquilla, quindi non sentirti in colpa capito? –
distoglie nuovamente lo sguardo dalla strada e mi regala un dolce sorriso,
accompagnando il tutto con una veloce carezzina sulla testa – comunque papà è
esagerato, stanotte saranno cadute due gocciole di pioggia si e no, e lui ha
paura che si scivoli in moto! Ma dico io, non sono mica un principiante!
Mhn… che palle! >>
<< Non dire parolacce –
incomincio riprendendolo e lui in tanto si gira per due secondi verso di me
con un sopracciglio alzato – stona con la tua faccetta da angelo, poi dopo le
ragazze scappano da te! >> lo prendo in giro.
Un attimo di silenzio ed
entrambi incominciamo a ridere a crepapelle.
Così proseguiamo fino a
scuola: io a prenderlo affettuosamente in giro e lui commentandomi.
***
Sbuffo per la settima volta,
no forse ottava.
<< Hai capito?... ma mi
stai ascoltando? >> mi richiama alla sua attenzione mio fratello.
<< Si Justin, si…credo
che il concetto mi sia entrato bene in testa, sai, non l’avessi notato, sei da
più di 15 minuti a ripetermi la stessa cosa,…ora posso andare?
Non voglio fare tardi e voglio
scendere il prima possibile! >> dico tutta d’un fiato un po’ risentita,
alzando la voce di qualche ottava senza volerlo, nel piccolo e lussuoso abitacolo
della Gt.
<< Bene…comunque te lo
dico di nuovo, male non ti fa :
1.Tieniti fuori dai guai
2.Stai lontana dai ragazzi più
grandi e piccoli di te, fa lo stesso se coetanei
3.Attenta alle ragazze, magari evita
di parlarci (questa affermazione la capirete meglio tra qualche capitolo-
nda)
4.Sii cordiale con i professori
5.Socializza
6.Divertiti
7.Sti-
<< Basta! Ok, ok…>>
sbotto alzando un po’ il tono della voce e guardando fuori dal finestrino
oscurato.
<< D’accordo, penso
ormai che tu lo sappia già a memoria l’elenco – gli sorrido accondiscendente
nella sua direzione – a proposito… perché hai tanta smania di scendere
dall’auto? >>.
Smetto di tamburellare le
dite sulla maniglia della portiera dell’auto e gli rispondo tutto d’un fiato.
<< Semplice, tutti
stanno osservando la tua costosissima e appariscentissima macchina, queste
occhiate mi mettono in soggezione, non l’avessi notato! Posso andare adesso?
>>.
Lui mugugna qualcosa di
impossibile comprendimento in qualsiasi lingua presente sul globo e mi fa un
cenno con la mano.
Sorrido soddisfatta e mi
sbraccio nella sua direzione per salutarlo con un bacio sulla guancia – che
accetta molto volentieri, facendo una faccetta che di tutto dire – dopo di che
scendo soddisfatta.
Appena chiudo la portiera lo
richiamo; si sporge sul sedile accanto al suo per guardarmi in volto
abbassando il finestrino di fianco, per sentirmi meglio.
<< Ti sei reso conto
che il punto “5. Socializzare” è irrealizzabile in quanto è in contrasto con i
punti “2” e “3”, vero? >>.
Sorride strafottente e mi
risponde in tono canzonatorio.
<< Non vedo
l’impedimento, in quanto nel “Socializza” ci sono implicati gli insegnanti, i
componenti della segreteria, il preside, insomma tutto il personale
delle’edificio scolastico, naturalmente anche le cavie animali da
laboratorio…-, finisce allungando il braccio oltre il finestrino aperto,
facendomi un buffetto sul naso, poi si guarda attorno come se volesse
controllare che qualcuno non fosse in ascolto, poi riprende, in tono
cospiratorio…- ti confesso un segreto, le rane da vivisezione sono le più
socievoli…>>.
Finisce così, salutandomi
poi, prima di andarsene via con la sua costosissima auto e lasciandomi qui
impalata a fissare il vuoto e cercando di fare ordine in testa.
Ma dico! Avete sentito cosa a
detto quel gran simpatico e iperprotettivo di mio fratello?
Sospiro sconsolata.
Mi dispiace per te
fratellone, ma non seguirò nessuno dei tuoi punti!
Voglio socializzare e avere
amici normali e “miei”, non tuoi che sono diventati poi anche miei.
Per una volta voglio essere
io a condividere con te qualcosa di nuovo, che ho testato io in prima persona,
come un esploratore con una terra sconosciuta.
E con questa risoluta
decisione mi avvio all’entrata dell’enorme scuola pubblica di questa mia città
natale, che conosco assai poco, con passo deciso, sotto il pungente sguardo di
centinaia di studenti assai curiosi.
Si prospetta una giornata da
tutto dire già di prima mattina, speriamo solo di sopravvivere!
***
Basta!
Non ne posso più!
Se sento ancora uno, piccolo
e inesistente bisbiglio do di matto!
Ok, ok…non do di matto…ce ne
vuole ancora prima che arrivi a quel punto ma…basta, sul serio non ne posso
più..veramente…
Sono 5 ore che sento gli
studenti di questa scuola, sia in corridoio che in classe, soprattutto in
corridoio, non ne posso più.
Capisco e comprendo che
parlino di me perché sono la novità ma basta, in tutto questo tempo i commenti
su di me dovevano essere belle e finiti da un pezzo.
<< Allora Shaz, ti va?
>>
Mi giro verso l’interruttore
del filo dei miei pensieri.
<< Ehm,…scusa, mi ero
un attimo distratta, potresti ripetere per favore ? >> gli chiedo
veramente dispiaciuta per questa mia distrazione.
<< Certo non c’è
problema. Ti avevo chiesto se stavi con me e i miei amici a pranzo ora >>
mi chiede Dan, il mio compagno di banco a trigonometria.
Tipetto assai simpatico,
solare e con due occhi davvero vivaci, di un indistinto marrone scuro, il
tutto accompagnato da una capigliatura sparata a riccio con gel; e per finire
in bellezza, molto alto più della media, causata da anni e anni di basket.
E’ molto bravo in questo
sport, infatti è il capitano della squadra di basket di questa scuola, a quanto
mi ha detto!
<< Certo, fammi strada!
>> gli confermo la partecipazione, incoraggiandolo con un semplice
sorriso.
Rimane un attimo a fissarmi
dalla sua vetta, per poi riprendersi e mi fa strada verso il tavolo tanto
decantato, quasi pieno.
Qui mi presenta alla squadra
di basket al completo : Jhonatan, Martin, Drew, Threy, Rickey, Sly e la ragazza
di Jhonatan, Dayane e quella di Threy, Milly.
Non mi soffermo molto a
scrutare i ragazzi in quanto sembra che una legge universale sul basket,
costringa tutti i suoi giocatori ad assomigliarsi fra di loro.
Invece mi soffermo molto
sulle ragazze cercando di capire il più possibile su di loro, dal loro modo di
vestirsi ed altro.
Dayane è la classica
americana bionda platinata ( tinta ) dal corpo da modella, dal trucco pesante
ma dei colori vivaci e ben equilibrati tra di loro e indossa capi firmati,…è
davvero bellissima.
Jhonatan ha davvero buon
gusto!
Comunque da ciò posso ben
capire già alcune cose su di lei, ad esempio posso dichiarare con sicurezza che
segue molto la moda e ne è ( sicuramente ) un assidua predicatrice di essa,
visto che veste con capi color turchese e simili.
Quest’anno va di moda il
turchese e tutte le sue varianti!
Dal trucco e accessori mi
danno da pensare che sia una persona altezzosa e orgogliosa, dalla grande
voglia di mettersi in mostra.
Di questo ultimo pensiero
sono sicuramente certa, visto la corta e assai aderente minigonna. Speriamo che
mi sbagli o non andremo molto d’accordo. E’ comunque inutile che mi preoccupi,
perché non ci si costruisce nulla con i pregiudizi, inoltre è una cosa assai
poco carina…mi dico a me stessa rimproverandomi, ricordandomi che non si può
certo giudicare una persona senza prima conoscerla.
Milly è l’opposto di Dayane.
Ha un viso un po’ ancora infantile per la sua età ma molto carino, con un dolce
sorriso che le incornicia gli occhi, di un rarissimo color bosco, dai bassi
toni. Porta i capelli color castano chiaro legati a due treccine corte, che le
arrivano a mala pena a sfiorarle il collo. Ha appena un accenno di trucco ed
indossa semplici vestiti in lino, data la giornata umida e un po’ calda, anche
se la notte era piovuto un po’. Ciò mi fa pensare che sia una persona semplice
e simpatica, dal carattere tranquillo e gioviale, ciò mi viene subito
confermato al momento in cui ci presentano e lei mi chiede gentilmente, come è
andato il mio primo giorno nella sua scuola, accompagnando il tutto da un dolce
sorriso.
Sono sicura che diventeremo
buone amiche, voglio crederci.
Tutt’altro posso dire di
Dayane che mi sta guarda ( e mi sta ancora fissando ) con aria decisamente
ostile, accompagnato il tutto da un mancato saluto.
Ecco…lo sapevo, già non le
vado a genio…che ho di tanto sbagliato? Cosa ho fatto? Perché si deve sempre
ripetere questa cosa?
Milly per rimediare al brutto
comportamento dell’amica mi invita a sedermi a canto a lei. Subito dopo che mi
accomodo accanto a lei, Dan mi si avvicina e posa la sua roba nella sedia
libera di fianco alla mia.
<< Raga, io vado a
prendere il pranzo, torno subito. Tu, Shaz, vuoi qualcosa? >> mi propone
Dan.
Mi giro di scatto verso il
mio interlocutore.
Sono in imbarazzo.
Ci conosciamo da pochissimo e
già mi si offre in gesti gentili che si hanno solo tra amici di vecchia data.
Sono sorpresa, ci siamo
appena conosciuti e già pensa a me.
Che gentile…
<< Ecco io…no, non ti
preoccupare, vengo con te >> e ciò che balbetto nella sua direzione
alzandomi contemporaneamente.
Lui in risposta mi sorride
accondiscendente e si incammina di fianco a me per farmi da cicerone
nell’immensa mensa.
Dopo una fila che non finiva
più, torniamo hai nostri posti e iniziamo a mangiare, chiacchierando con tutti
del più e del meno.
Finito il pranzo posso dire
solo due cose: i giocatori sono un vero spasso ed è un vero piacere stare a
chiacchierare con loro, lo stesso vale per Milly, con la quale vado
accordissimo e già abbiamo fissato per vederci fuori da scuola per un’uscita di
shopping.
Bhè… io detesto fare shopping
per me, ma adoro farlo per gli altri; comunque non potevo rifiutare, era così
piena di aspettative e contenta che non ho saputo declinare l’offerta.
Sono sicura che ci
divertiremo tantissimo! Non vedo l’ora!
Per quanto riguarda Dayane,
bhè…non mi ha praticamente rivolto mai la parola…non capisco perché…chiederò spiegazione
di ciò a Milly, in un momento più opportuno.
Ci spostiamo in branco nel
corridoio tutti assieme per raggiungere le nostre aule, i ragazzi ci
accompagnano baldanzosi di essersi autonominati nostre guardie del corpo, e per
il noi intendo : Milly, Dayane e me.
Milly intanto mi sta
spiegando accuratamente dove sono arrivati con il programma al corso di
francese, ( abbiamo l’ottava ora insieme appunto ), intanto mentre l’ascolto,
tiro fuori dalla cartella una barra di cioccolato al latte, ( ne vado matta,
adoro strafogarmi di dolci, se non mangio al giorno almeno un esigua dose di
dolci, sto male… ).
Chiedo agli altri se ne
vogliono un pezzo, diniegono.
Dopo aver banchettato con
essa, noto che Dayane mi sta osservando stralunata assieme a Milly.
Le guardo.
<< Che c’è? Mi sono
impiastricciata il viso con il cioccolato? >> chiedo curiosa per il loro
strano comportamento.
<< Ma lo sai quante
calorie ti sei trangugiata? E quanto peso metterai su con tutto quel
cioccolato? Ti sciuperai la linea>> mi si rivolge a me Dayane con voce
allarmata e disgustata.
<< Ma possibile che voi
donne siate così fissate su certe cose? >> la riprende amorevolmente il
suo ragazzo.
Dayane sbuffa stizzita e gira
la testa dall’altra parte. Jhonatan si avvicina e la stringe a se amorevolmente
per farsi perdonare, per poi finire in bellezza, la bacia sulla fronte. Lei
sbuffa nuovamente ma gli sorride indulgente, concedendoli il calumè della pace.
Che carini, lei fa tanto la
dura ma si vede lontano un miglio che è pazzamente innamorata di lui.
Sorrido nella loro direzione
e allo stesso tempo esprimo il mio pensiero sui due piccioncini a Milly.
<< Già – mi risponde
accondiscende – ma lo siamo anche io e Threy, no? >> conclude
avvicinandosi ancora di più al suo grande amore che già la tiene già stretta in
un tenero abbraccio, dandogli poi un dolce e casto bacio sulle labbra,
sorridendo poi al ladro del suo cuore, come una che ha appena vinto alla
lotteria.
Li guardo entrambi al settimo
cielo, felice per loro.
Mi è capitato rarissimamente
di vedere persone così innamorate, con sguardi del genere, e vi garantisco che
ho girato per mezzo mondo io!
Pensandoci bene, ho visto
fino ad ora ciò , solo negli occhi degli zii e di papà.
Mi intristisco un po’ a
questo ultimo pensiero, e mi metto a osservare ciò che mi scorre nella visuale
percorrendo il corridoio della scuola.
Lui, il mio papà è ancora
innamorato della donna che mi a messo al mondo, alias la madre di Justin
e Jay, nonostante non stiano più insieme da molti anni.
Mi riprendo da queste tristi
considerazioni quando sento Dan che avvicinatosi a me mi porge una domanda.
Mi chiede se ce l’ho il
ragazzo?
Ridacchio a tale domanda e
gli stampo un bel “no” in faccia.
Sly e Rickey lo arpionano
per il collo abbracciandolo pesantemente per le spalle, il fautore di una
semplice domanda indiscreta, con i loro possenti bracci e iniziano a prenderlo
in giro con frasi del tipo – Cos’è, hai già fatto un pensierino sulla nuova
arrivata? O ti sei già preso una sbandata per lei? Non ti vergogni? Già a pensare
certe cose?Già a quello? Mascalzone! – e così via dicendo.
Mi ravvio i capelli con fare
sconsolato.
E adesso chi li ferma più…
Meno male che di giullari ce
ne sono solo due e gli altri sono ragazzi seriosi…
Nemmeno il tempo di finire
tale pensiero che, ecco arrivare al raduno delle scanzonate prese di giro anche
uno scanzonato e assai divertito Threy e un pesante Jhonatan.
Come non detto!
In soccorso del poveretto
viene in soccorso Milly, che mi domanda con un tono di voce che la possano
sentire anche gli altri al di sopra del loro chiasso, il motivo del così detto
“no”.
Vedo che i ragazzi si sono
fermati, Dan sta anche ringraziando il cielo…
<< Ottimo lavoro Milly!
Tu si che ci sai fare quando si tratta di attrarre l’attenzione di qualcuno!
>> sussurro in modo che mi possa sentire solo lei.
Mi fa l’occhiolino e sorride
con fare furbetto.
<< Bhè…- inizio un po’
indecisa nel come spiegare loro nel più breve tempo possibile e semplicemente,
il perché, guardando i miei piedi che si spostano lungo l’infinito corridoio –
non ne ho uno e mai ne ho avuti perché non mi sono mai innamorata, poi mi sarebbe
comunque impossibile frequentare qualcuno con quei due mastini sempre alle
calcagna dei miei super iperprotettivi dei miei fratelli maggiori…
Il solo pensiero che sarebbero
capacissimi di staccare la testa al poveretto in questione o di pestarlo a
sangue, e non c’è molta differenza tra le due alternative, mi fa desistere dal
sol pensiero >> finisco facendo una smorfietta disperata verso gli altri,
per far capire loro che non scherzo affatto e quanto ciò mi turbi.
<< Hai capito Dan?
Fossi in te inizierei a tirare di box prima di presentarmi sotto la casa della
tua bella, sai? >> recita Sly con finta drammaticità.
Purtroppo, anche gli altri si
uniscono a Sly e riprendono ciò che io e Milly avevamo interrotto.
Ma che strani i ragazzi…e io
che pensavo di capirci qualcosa.
Milly alza gli occhi al
soffitto, staccandosi dal gruppo e invitandomi ad entrare in quell’agognata
aula di letteratura, dove vi ci era poco prima fiondata Dayane a passo di
carica.
Sono davanti all’aula,
indecisa se entrare o meno, mi vergogno! Ciò perché fino ad ora in tutte le
aule i professori mi hanno costretta a sostare vicino alla loro cattedra e
presentarmi alla classe.
Guardo male la porta.
Poi un pensiero di tutt’altro
genere fascia la mia mente: sarebbe il colmo se mi assegnassero come compagna
di banco in questo corso Dayane…sarebbe davvero il colmo. Ridacchio sotto i
baffi.
Milly mi guarda stranita con
un grosso interrogativo disegnato in viso…mi sa che non sono riuscita a non
farmi sentire a ridacchiare!
Mentre penso ciò, lei mi da
una spinta di incoraggiamento e entro.
Presento i moduli al
professore, quelli che mi deve firmare, fatto ciò mi invita a presentarmi alla
classe.
Sospiro rassegnata e mi giro
verso di loro, solo con la convinzione di quanto siano sadici i professori…
<< Ciao…- inizio
banalmente –mi chiamo Sharon Throusteen, sono di origine americana ma ho
vissuto per molti anni all’estero,…- mi mordo il labbro esitante, poi continuo
– spero di trovarmi bene e di instaurare un buon rapporto di amicizia con voi
– finisco soffermandomi con lo sguardo su Dayane, che appena la guardo gira la
testa dall’altra parte.
Mi giro poi verso il
professore e gli chiedo il permesso di andare a prendere posto, il quale mi
accenna il posto accanto a Dayane.
Mi dirigo un po’ riluttante
verso il posto assegnatomi, col passo di un condannato a morte, per giunta
accompagnata da una trentina di paia di occhi assolutamente curiosi…
…
Poverina…mi dispiace molto
per Dayane che debba stare accanto a me per tutto il resto dell’anno
scolastico…mh…sono mortificata per il fatto che debba stare accanto a me, ad
una persona che le resta antipatica…ma al professore girava così…
Mi siedo composta al mio
banco e guardo davanti a me.
Certo che mi si prospetta
davvero una lezione assai lunga…
***
Triiiiiiiiiin!
Raccolgo velocemente gli
appunti presi, ( anche se inutilmente, ma questa roba l’ho già fatta e
studiata da tempo…, ma dovevo distrarmi dalle occhiate perforanti e assai
curiose dei miei compagni ci corso ), e mi fiondo fuori dalla classe, dove
trovo già ad aspettarmi Milly.
Che carina, si è preoccupata
per me, aveva paura che non trovassi l’aula di francese.
Mentre ci incamminiamo
velocemente verso la nostra meta, parliamo del più e del meno e così lo è anche
durante l’ora di lezione.
Andiamo daccordissimo! Siamo
già amiche per la pelle!
Non ci posso credere, mi sono
fatta un’amica! La mia prima amica! Wow!
Al termine poi delle altre
lezioni, ci incamminiamo verso l’uscita affiancate anche dagli altri.
Ridiamo e scherziamo tra di
noi tutti assieme, come se ci conoscessimo da sempre, sono così contenta che
potrei toccare il cielo con un dito! E badate bene che non sono una cima,
arrivo a mala pena ad 1, 67!
Siamo in procinto del grande
cancello di uscita da scuola quando mi blocco all’improvviso sul posto,
lasciando che gli altri mi superino e che lasci in sospeso il discorso che
stavo facendo con Drew, Martin e Sly, su chi sarà la squadra vincente del
campionato di baseball di quest’anno, quando lo vedo…
---NOTA AUDTRICE---
Grazie 1000 per aver letto il
capitolo!
Se avete due minuti
lasciatemi un commento per dirmi cosa ne pensate, ho bisogno della vostra
critica per migliorare!
Buona lettura e grazie per i
commy, sono commossa! Grazie 1000 per aver commentato lillay e gingi__devishina!
Ho ancora i lucciconi agli
occhi! *O*
In basso trovate le
traduzioni delle due frasi tra **.
SULLA MIA PAGINA SONO
RIUSCITA A FAR VISUALIZZARE LE IMMAGINI DEI MIEI PERSONAGGI!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
2.You, me and
our friendship
Lui è lì, davanti a me.
Ci separano solo pochi metri.
Lui è qui, è tornato…non ci
posso credere.
<< E’ qui …- mormoro –
è tornato…>>.
Slymi chiede << Chi? >> e in tanto
si guarda attorno, lo stesso fa Drew.
Appena mi riprendo dalla
sorpresa gli corro in contro, correndo a più non posso e gli salto addosso
urlando << Bibi! >>.
Lui mi prende al volo e
sollevandomi, mi fa girare con lui, poi mi rimette a terra, mi da un bacio in
fronte e mi abbraccia.
Io ricambio <<Mi sei mancato un casino! >> dico
commossa all’inverosimile.
<< Anche tu Scricciolo,
anche tu>> ricambia facendomi una carezzina leggera sulla testa e
scompigliandomi affettuosamente i capelli.
<< Come stai? >>
mi chiede, mentre mi toglie le lacrime che mi scorronosul volto << non piangere…>>.
<< Bene ora che ci sei!
Come è andata? >> cerco di bloccare in tanto i condotti lacrimali e di
ridarmi un contegno, asciugando le lacrime con la manica della camicetta.
In tanto gli altri ragazzi ci
hanno raggiunto e ci guardano straniti.
Sly si fa avanti e mi guarda.
<< Tutto bene Sharon?
>>.
Gli sorrido sincera.
<< Mai stata meglio
>> dico e mi appoggio a Bibi, il quale mi circonda le spalle con un
abbraccio da dietro.
<< Ragazzi vi presento
Bibi, il mio migliore amico. Bibi, ti presento i miei nuovi amici, partendo da
destra: Milly e Threy, Sly, Drew, Dayane e Jhonatan, Dan, Martin, Rickey
>>.
Tempo di fare le
presentazioni che si scioglie subito il ghiaccio e ci ritroviamo tutti preda di
una chiacchiera collettiva.
Mentre succede ciò, sento una
frase in finlandese.
<< *Oh yeah varma, no ... kuin paras
ystävä!
Ei vain on suuri valehtelija, vaan myös slutty! Haluamme panostaa!*>>
Mi si gela il sangue nelle vene.
Una lacrima solitari mi scende dal volto.
Perché mi odia così tanto? Perché pensa che io sia una bugiarda?
Io non mento mai, massimo per una sorpresa per una persona come
per una festa di compleanno o a sorpresa o simile.
Perché pensa questo?
Perché mi ha dato anche l’altro appellativo?
Mentre penso ciò chiedo a Bibi dove ha la macchina e mi dirigo lì,
mormorando prima di andarmene, un veloce e strozzato << Ciao >> a
tutti
Apro la portiera della sua costosissima auto e poi la richiudo, e
allo stesso tempo mi chiudo in me stessa.
***
Mi sento tirare per la manica
all’improvviso e mi volto.
Vedo Sharon con un volto da
paura.
Quello
sguardo.
No, non di nuovo, non voglio
vedere un’ altra volta quel maledetto sguardo.
Tempo fa mi ero ripromesso
che non le avrei più rivisto quello
sguardo perché avrei impedito ciò.
Me lo ero giurato a me
stesso.
Mai più quello guardo tormentato e vuoto, dal quale traspare solo dolore.
Uno guardo che attraversa
cose e persone senza vederle veramente.
Mai…mai più!
Le do le chiavi della
macchina e le indicoe dico dove ho
parcheggiato la macchina.
<< Vicino alla fermata
dell’autobus, 300 metri
più in là >>.
Faccio finta di nulla finché
non sparisce all’interno dell’auto.
Subito dopo irrigidisco il
volto e mi giro verso l’unica persona che poteva aver provocatociò, dato che a conti non aveva partecipato
alle chiacchiere collettive.
La guardo incazzato nero.
<< Che diavolo le hai
detto per farla reagire a quel modo? >> sibilo con una voce dura nella
sua direzione, facendo ammutolire tutti gli altri del gruppo.
<< Non ho detto niente.
Ho solo fatto un commento ad alta voce, nella lingua d’origine di mio padre, in
finlandese, tutto qui…>> mi risponde con tono strafottente, dandosi arie
di sapere tale lingua.
<< Penso invece che tu
abbia detto qualcosa di pesante e offensivo nei suoi confronti.
Sharon nonè una che alle semplici critiche si butta
giù, anzi, ci passa proprio sopra.
Inoltre, per il futuro,
meglio che tu sappia che lei lo conosce alla perfezione il finlandese. Ti ho
avvertita >>.
Poi, senza guardare la sua faccia
a tale dichiarazione, mi giro verso Jhonatan.
<< E tu, vedi di
incominciare a tenere sotto controllo la lingua della tua donna, perché il
mondo non è fatto di soli imbecilli pronti a sottostare come cani ai suoi
ordini >>.
Detto ciò, alzo i tacchi e fo
per incamminarmi verso la mia auto quando mi fermo e mi giro verso quella testa
platinata.
<< Ah… quasi
dimenticavo…Sharon conosce alla perfezione molte lingue, tanto che le dita di
due mani non basterebbero per contarle tutte >>.
Poi saluto gli altri
facendoli un segno con la mano da dietro, mentre mi incammino alla macchina.
***
Arrossisco di vergogna appena
sento ciò che dice quel pallone gonfiato pel di carota.
Appena se ne va con la sua
boriosa e supercostosissima macchina, mi giro verso Jhonatan e gli altri.
<< Perché non mi hai
difeso Jhonatan? E’? Perché? E voi altri? >> grido guardandoli in
cagneso.
Sto per riprendere la
sfuriata per ribattere al loro mutismo quando vedo in tutti lo stesso sguardo
duro.
<< Perché Bibi ha
ragione. E’ da quando te l’abbiamo presentata che non fai altro cheignorarla e trattarla con indifferenza,
mentre lei si è sempre dimostrata gentile e carina nei tuoi confronti,
nonostante tutto, e assai disponibile sempre a iniziare una conversazione con
te, cosa che tu non hai fatto! Quindi è assai probabile ciò che ha detto Bibi.
Inoltre a tuo sfavore c’è il fatto che tu di solito parli in finlandese solo
quando vuoi dire ad alta voce qualche commento assai cattivo su qualcosa o
qualcuno. Ecco perché non ti abbiamo difesa. Ora vorremmo sapere noi perché ti
sei comportata così male con lei e il resto, avanti >> mi risponde con
tono decisamente troppo neutro il mio ragazzo.
Già Jhonatan!
Li guardo rossa in viso, uno
per uno, poi indignata alzo i tacchi e me ne vado, raggiungendo la macchina di
Caroline.
<< Mi dai uno strappo a
casa? >> sbotto furiosa come non mai.
Sto per mordere qualcuno, me
lo sento!
<< Certo sali, ma che è
successo? Hai litigato con Jhonatan? >>
<< Ora ti racconto…ma
prima dammi 2 minuti per calmarmi ho do di matto! >> dico mentre mi
accomodo nel sedile e metto la cintura di sicurezza.
<< Ok…>> mormora
preoccupata Caroline, tornando a fissare la strada davanti a se e mettendo in
moto la sua vecchia auto.
***
<< Capocciona… ecco un
termine che le si addice…>> mormoro sconsolato per la sua stupida
reazione alla mia semi - ramanzina.
Mhn…mica tanto ramanzina…mi
sa che ho un po’ esagerato.
Ah!!!Smettila Jhonatan – dico
a me stesso rimproverandomi – la devi smettere di viziarla! Quando le cose ci
stanno, ci stanno! Punto e basta!
Mi metto le mani in testa
spettinando i capelli per l’agitazione interna.
Diamine che situazione!
<< Tranquillo, lasciala
calmare, poi sarà lei a tornare, tranquillo…>> cerca di consolarmi
Martin.
<< Già, Martin ha
ragione, su col morale! >> mi dice Rickey, affiancando Martin e dandomi
una calorosa pacca alla schiena.
<< Lo so, solo spero
che si sbrighi, non mi piace litigare con lei…già mi manca…>>.
A questa ultima affermazione
butto fuori un gran sospiro, chinando il capo per guardare il marciapiede,
diventato assai interessante.
Un solo istante di silenzio,
poi gli altri scoppiano fragorosamente a ridere.
Fantastico, ridono perché
sono pazzamente innamorato di Dayane.
Meglio di così non potrebbe
andare…
***
<< Cosa ordinate?
>> ci chiede una voce assai annoiata.
<< Due frappè alla
nutella e due bocche di lupo >> dice Bibi ordinando per entrambi con voce
insolitamente atona.
Come se ne va la cameriera,
che cambia espressione, indurendola e lanciandomi una lunga occhiata.
Ricambio lo sguardo.
Distolgo gli occhi dai suoi
solo quando torna la cameriera di questo grazioso bar all’italiana, con le
nostre ordinazioni e col conto.
Faccio per alzarmi e prendere
il portafoglio nella tasca dei pantaloni, ma Bibi mi supera e molla in man alla
cameriera una banconota da 50 dollari.
<< Tenga pure il resto
come mancia >> dice all’indirizzo della cameriera.
A queste parole, la donna gli
sorride largamente, contenta di essersi messa in tasca decisamente un bel
malloppo di mancia, per poi andarsene lasciandoci soli.
Accenno un sorriso,
ricordandomi quanto al mio migliore amico piaccia fare il cavaliere, offrendomi
questo break prima di cena.
<< Avanti racconta…sono
o non sono il tuo migliore amico? >>.
<< Certo che lo
sei…>> mormoro nella sua direzione, per poi tacere e iniziare a consumare
le mie prelibatezze.
Si accinge anche lui ad
iniziare quando, prima di addentare la sua pasta fatta all’italiana si ferma.
<< Lo sai vero che non
ti riportoa casa finchènon mi dirai tutto? - mi sorride accattivante,
riconoscendo in quel sorriso il Bibi che conosco – Non voglio che tu ti tenga
tutto dentro e soffra – mi guarda con affetto e continua – facciamo così : tu
mi dici come è andato il tuo primo giorno a scuola e la cosa che ti ha fatto
cadere in tale stato catatonico, e io ti dico come è andata a me, d’accordo?
>> finisce speranzoso.
Io rimango immobile a
guardarlo, facendomi coraggio per iniziare, ma nonne sono molto convinta, non voglio
preoccuparlo per nulla, ha già abbastanza problemi di suo e non mi sembra tanto
il caso di aggiungergli anche io altri pensieri.
Lo guardo negli occhi.
Il suo sguardo sembra
disperato, poi parla.
<< Cosa è successo in
mia assenza? – avvicina la sua mano alla mia, voltandone il palmo verso l’alto,
aspettando che io la stringa – Dimmi la verità, anche se può far male: non mi
vuoi più come tuo migliore amico? Hai concesso ad un’altra persona questo mio
ruolo?- finisce guardandomi con sguardo
dolente.
Io lo guardo spiazzata.
…
<< Accidenti…lo sapevo!
Non sarei dovuto tornare a casa! E’ logico! In mia assenza avrai avuto bisogno
di un confidente e io non essendoci, ti sarai affidata a qualcun altro. Certo,
ci sentivamo per telefono ma non è la stessa cosa che parlarci di persona!
*Chrapoun pes! Darn! L -* >>
<< Hai frainteso tutto!
Non è come pensi! Calmati! >> lo interrompo quando inizia a imprecare in
ceco, e allo stesso tempo prendo la sua mano ancora accanto a me e la
stringovigorosamente, cercando di
calmarlo e rassicurarlo allo stesso tempo.
Tira un sospiro di sollievo.
Sembra essersi calmato,
constato.
<< Mi hai fatto prendere
un colpo…vieni qua >> mi dice con tono dolce, accennando alla sua
persona.
Io mi alzo e mi siedo in collo
a lui, sulle sue gambe e mi appoggio a lui, poggiando la mia testa sulla sua
forte spalla, mentre lui mi rinchiude in un dolce abbraccio.
Posa poi il suo mento sulla mia
testa e sospira.
<< Mi hai fatto prendere
un colpo…la prossima volta per cortesia interrompimi prima, così evito la
scenata isterica di prima…>>.
Sorrido sotto i baffi.
<< Ora sputa il rospo, lo
sai che puoi dirmi tutto, no? Sono o non sono il tuo confidente? >>.
Mentre mi incoraggia a parlare,
mimassaggia il braccio sinistro come
anti-stress.
<< Non mi va di
aggiungerti altri sassi oltre hai massi enormi che già porti sulla schiena
>>.
<< Sono robusto e forte
abbastanza , e poi è la mia specialità risolvere problemi, avanti dimmi!
>>.
Alzo la testa e lo guardo
indecisa.
Mi perdo nel suo limpido
sguardo rassicurante e poi inizio.
<< Ok… allora…>>
così inizio ha raccontargli tutto, parola per parola, senza tralasciare nulla.
UN ORA DOPO
<< E questo è tutto
>> finisco di raccontare finendo l’ultimo gocciolo di frappé rimastomi.
Lui invece ingoial’ultimo boccone della sua pasta e sbotta un
<< C’avrei scommesso che quella testa platinata t’aveva offesa! Lo sapevo
io! Uhm… tu però lasciala stare e non perderci tempo, è solo invidiosa di te,
pensa piuttosto a coltivare la tua amicizia con Milly, mi sembra proprio una
brava ragazza, per la quale ne valga veramente la pena di tenersela stretta
>> conclude annuendo soddisfatto al suo stesso discorso.
<< Già…>> sorrido
pensando a lei.
<< L’ho appena
conosciuta, ma è come se la conoscessi da sempre…un po’ come è successo tra di
noi due quando ci siamo conosciuti, a suo tempo. Ti ricordi? >>.
<< Eccome se ricordo!
Come potrei mai dimenticare quel giorno- fa una pausa, volgendo lo sguardo verso la strada, guardandola con
sguardo perso nel passato, cercando certamente di rievocare ogni particolare di
quel giorno, conoscendolo! Infatti… - Era il primo pomeriggio, eravamo appena
tornati da scuola, tuo fratello mi aveva invitato a pranzo da voi assieme a mio
fratello gemello Michael.
Ricordo che appoggiammo la roba
sulle poltrone del salotto e poi tuo fratello ti chiamò e sbucasti tu, un
piccolo pulcino vestito con un delizioso vestitino rosso primaverile, tutto
fronzoli alla gonna, con indossodelle
simpatiche pantofole a testa di cane, di quelle in stoffa. Mi ricordo anche che
sbucasti con una faccetta curiosissima dalla porta del salotto e che avanzasti
verso di noi, un po’ intimorita da me e Michael. Mi ricordo anche che ti
sciogliesti subito e che stesti tutto il pomeriggio in nostra compagnia e a
giocare a calcio con noi…>> conclude sorridendomi nostalgico.
Quando torna al presente mi
guarda malizioso.
<< Eri un vero
maschiaccio fin in tenera età. Ammettilo su! >> dice minacciandomi allo
stesso tempo di farmi il solletico se nonacconsentivo.
<< Si lo ammetto! – gli
faccio l’occhiolino – Ammetto pure che mi eroinnamorata a prima vista di tuo fratello Michael ! >> ribatto,
dichiarando naturalmente il falso come lui ben sa.
<< Come di mio fratello?
– recita fintamente sconvolto, alzando entrambi i sopraccigli e facendo comparire
sul suo volto una maschera che ostenta incredulità da tutti i pori, mostrando
un’espressione davvero buffissima – E io che pensavo che tu fossi pazza di me!
>>.
Un attimo di pausa e puro
serioso silenzio cala tra di noi.
<< Ma poi come puoi essere
sicura di sapere che ti piaceva davvero mio fratello, se siamo gemelli identici
in tutto e per tutto? Magari ero io…>> riprende Bibi nel suo migliore
slancio di conversazioni fatte su castelli di sabbia, allo stesso tempo mentre
dice ciò, si passa una sua grande mano trai capelli come farebbe un modello
pubblicitario per ravviarseli.
Ridacchio apertamente, mentre
lui al sentire della mia reazione mi sorride sguaiatamente, con sguardo furbo.
E’ proprio bravoa distrarmi, penso guardandolo.
Riesce sempre a sbucare fuori
con discorsi ovvi e semplici e nonostante ciò è sempre in gradodi farmi riprendere e distrarmi da qualche
brutto pensiero.
Dovrebbe essere il contrario,
dovrei essere io nei suoi confronti a fare ciò, non lui nei miei.
<< A parte gli scherzi,
lo sai benissimo che sono sempre stata in grado di riconoscervi…>>
riprendo il discorso interrotto precedentemente dalle mie risa.
<< Già, quella volta me
la ricordo benissimo. E’ stato il giorno dopo che ci eravamo conosciuti. Io e
Michael quella volta avevamo deciso di tirare un bello scherzo a tutti,
vestendoci uguali e comportandoci in modo identico…quella volta eri stata
grande! Eri riuscita a smascherarci! Ripensandoci, mi sembra di ricordare anche
una parte della spiegazione che desti a tutti come giustificazione per
riconoscerci. Tu te la ricordi tutta? >>.
<< Certo, sennò come
credi chevi riconoscerei tutt’oggi, no?
>> dico in tono derisorio, tornando ad appoggiarmi a lui, alla sua
spalla, poi continuo imperterrita con voce normale, intrisa solo del buono
umore che mi aveva fatto ritrovare il mio Bibi .
<< Vi dissi semplicemente
che “tuo fratello Michael e te sarete anche gemelli identici fisicamente ma non
caratterialmente, ma anche nei modi di fare. Michael ha un passo spedito e
pesante, tu uno leggero e cadente allo spaccone. Inoltre basta guardarvi negli
occhi e vi si riconosce subito. Tu hai due occhi limpidi e profondi, ma velati
da una punta di ironia mischiata a pura giocosità, al contrario Michael ha due
occhi sempre limpidi ma seriosi ”. Contento ora? >>.
<< Si,
decisamente…mhn…comunque io resto sempre della solita idea .
Cambiando discorso…ti va di
andare a fare una passeggiata al parco?
Naturalmente continuiamo lì!
>>.
<< D’accordo…perché no?
>> gli sorrido accondiscende, alzandomi contemporaneamente da quella
comoda e rassicurante posizione, nella quale mi aveva avvolto Bibi, standogli
in collo.
***
Guardo distrattamente fuori dal
finestrino dell’auto di Bibi il paesaggio che scorre velocemente.
E’ sera, e ci stiamo dirigendo
verso casa mia per cena, dopo una lunga camminata al parco, dove abbiamo
conversato, come ci confaccia solitamente quando dobbiamo confidarci tra di
noi.
L’ho invitato da noi: ha
veramente bisogno di stare in famiglia e non da solo.
Continuo a fissare il paesaggio.
Ad un estraneo vedendomifare ciò sembrerebbe che sia molto
concentrata nel guardare fuori dal finestrino, ma in realtà sono concentrata in
tutt’altro.
Sto pensando alla lunga
conversazione che ho avuto con Bibi al parco.
Mi giro nella sua direzione, mi
soffermo ad osservare il suo assai sviluppato muscolo dell’avambraccio destro,
che esce vistosamente dalla sua maglietta arrotondata fino al gomito,
Cerco di mettere ordine tra i
miei pensieri.
Di scatto mi rigiro verso il
finestrino e continuo ciò che avevo interrotto.
Sospiro sconsolata.
Sembra proprio che io e lui
facciamo a gara a chi ha una situazione famigliare peggiore!
Ora vi spiego…
Bibi o meglio Leoš Bibi Kratochuil nato
nel 1984 aPlzeň, di origini ceche,
ma
( come dice lui ) essendo nato prima della scissione della Cecoslovacchia
(
avvenuta nel 1992, l’anno della mia nascita) in Repubblica Ceca e Slovacchia,
si definisce ostinatamente di origine cecoslovacca.
Fa
parte di una ricchissima famiglia cecoslovacca da generazioni.
Il
padre, Kaden Kratochuil, era un ricco industriale plurimiliardario, purtroppo 6
anni fa venne a mancare, lasciando moglie e i 2 figli diciassettenni ( Bibi e
Michael).
Bibi
allora prese le redini dell’attività paterna e la mandò avanti ( e lo fa
tutt’oggi ), ritrovandosi così a soli 17 anni una grande responsabilità sulle
spalle: portare avanti l’impero industriale del padre, dal quale dipendeva la
sua famiglia ( madre e fratello, anche se quest’ultimo non più da quando è
maggiorenne ), ma anche centinaia e centinaia di lavoratori; inoltre essendo
l’unico erede universale, così deciso dal padre in testamento, ( allora essendo
minorenne poteva contare “ufficialmente” della madre come tutore a cui potersi appoggiare
per mandare avanti l’attività, anche se “ufficiosamente” faceva tutto lui, e la
madre serviva solo come presenza per atti ufficiali).
Così,
a causa di questa precaria situazione di “tutoraggio”, in molti hanno cercato
di farselo vicino, per sfruttarlo a proprio piacimento.
Ed è qui che entra in gioco
la figura deltrentottenne Matěj
IvošGlěb, un uomo dalla doppia
faccia: quella di dominio pubblico è quella di uomo colto e intelligente dal
carattere gioviale, sposato con la madre di Bibi.
L’altra è quella di uno dei
maggiori trai più importanti rappresentanti della criminalità in occidente per
traffico d’armi illecito.
Un uomo corrotto fino al
midollo, spietato e senza scrupoli, che non guarda in faccia a nessuno, e
amante della bella vita.
Ora vi chiederete cosa centra
Bibi in ciò…
Bhè vedete, il suo caro
patrigno, il signor Glěb si è sposato con sua madre per accaparrarsi tutte
le ricchezze della vedovanza, approfittando del fatto che la signora cercasse
marito, perché convinta che i suoi due figli avessero bisogno di una figura
paterna. Purtroppo per lui non aveva fatto i conti con Bibi e il suo titolo di
erede universale.
Così da ormai 5 anni il
patrigno sta cercando un modo per impossessarsi dell’impero industriale di
Bibi, anche se fortunatamente senza risultati!
Unica pecca è che cercain tutti i modi di metterlo in cattiva luce
agli occhi della madre, se non fosse per Michael la madre sarebbe ormai del
tutto sottomessa al giogo del suo nuovo marito.
La cosa peggiore è che Bibi,
come del resto Michael, sanno tutto del patrigno, ma purtroppo hanno le mani
legate, e non possono informare in alcun modo la madre, data la precaria
situazione familiare.
Ed è sempre per colpa del
patrigno che Bibi è dovuto stare via un mese negli ultimi tempi, per tornare a
casa, per risolvere tutti i problemi creati dal signor Glěb, per mettergli
i bastoni tra le ruote.
C’è anche da dire che a causa
della presenza del patrigno a casa, quando la madre si è risposata, ha dovuto
fare le valige e andarsene, in quanto non sopportava la sua presenza allora (
ne la sopporta tutt’oggi ), ne le false dimostrazioni di affetto verso la
propria madre.
Ed è così che prese il primo
aereo che c’era con destinazione U.S.A., ritrovandosi da solo alla sola età di
18 anni in un continente straniero, arrivando nella mia città.
Ha conosciuto mio fratello a
scuola, poco dopo il suo arrivo qua.
Poco dopo è arrivato anche
Michael, sulle orme del fratello.
…
Tra poche settimane
festeggerà il suo ventitreesimo compleanno, festeggiando anche 5 anni da quando
se ne andato da casa.
Con tutto ciò che vi ho detto
non voglio dire che non abbia avuto rapporti con essa, affatto, si sente 2
voltea settimana con la madre, ma non
vuole sapere giustamente nulla di quella malerba impiantata in casa sua.
Dopo questo ultimo inganno mi
pare che ne sia uscito molto più provato del solito…
Lo guardo attentamente, dalla
testa hai piedi.
Di fianco a me ho un
avvenente ventitreenne dall’ossatura robusta e forte, con una corporature molto
muscolosa, frutto di molto sport, ( un corpo lavorato soprattutto da sano
football americano ), molto alto.
Dal volto ben squadrato,
zigomi ben definiti, niente barba perché accuratamente tagliata, capigliatura
di un rosso fuoco ricciola, dal taglio corto, ma non troppo, che permette di
vedere la natura dei capelli.
Naso aquilino, bocca grande
con labbra fini caratterizzate da un perenne sorriso sbarazzino, raramente
sostituito da altro, tocco finale, due occhi azzurrissimi che sembrano parlarti
da soli e avere vita propria.
Un normale ragazzo come
tanti, ma costretto a portarsi un grande fardello sulle larghe spalle.
Sposto lo guardo da lui alla
strada davanti a me, che intravedo dal parabrezza.
Mi ha raccontato tempo fa che
per lui il padre era il suo idolo.
Non riesco proprio ad
immaginarecosa possa aver provato
quando tutto il suo mondo è crollato con la sua morte, ne quando è comparso il
signor Glěb.
No, non posso, ma posso fare
ben altro.
Posso starli vicino
prendendomi cura di lui. Come ho fatto con papà e Justin per anni e anni,
continuando a farlo tutt’ora.
Per me Bibi è come un
fratello, al pari di Jay e Justin, ma allo stesso tempo è molto di più –
stiracchio le labbra a mo di sorriso -è
il mio migliore amico per l’appunto!
E io per lui sono lo stesso.
<< Sai, stavo pensando
una cosa…>> inizia lasciando in sospeso il discorso interrompendo il filo
dei miei pensieri.
<< Cosa? >>domando incuriosita.
<< Stavo pensando a mia
madre e al suo comportamento nei confronti del mio patrigno ed a ciò che mi
disse quando me ne andai >>.
Mi astengo dal parlare e
aspetto che continui.
Distoglie un attimo lo
sguardo dalla strada e mi guarda in quel breve istante negli occhi, poi riporta
gli occhi alla strada, lasciandosi dietro uno sguardo malinconico e stanco.
<< Mi chiedo fino a che
punto possa essere forte l’amore. Come possa renderti così cieco. Non riesco a
non pensare se sia veramente un bene o no innamorarsi di una persona. Tu cosa
ne pensi? >>parla facendo delle strane smorfiette che gli dipingono il
volto.
<< Non so cosa dirti.
Non so cosa sia l’amore che intendi tu perché sono ancora una bambina –
ridacchia al sentirmi dare della “bambina”, quando sa che io detesto essere
chiamata con quell’appellativo – Non so se mi capiterà mai, ma se capitasse lo
accetterei sia che porti gioia, sia che porti sofferenza nella mia vita, che
sia giusto o sbagliato, perché la vita non varrebbe di essere vissuta senza
l’amore. Personalmente parlo di ciò basandomi sull’affetto che provo per te,
Jay, Justin, papà e tutti gli altri.
Se io non avessi voi, non
vorrei vivere nemmeno un singolo secondo in questo mondo. Te lo giuro! Voi
tutti siete la mia forza, quella per cui vado avanti – porto la mia mano sopra
la su destra che si trova posata sul cambio e gliela stringo da sopra –
Comunque, anche se non mi
innamorassi non mi dispererei, io sto bene così>> gli faccio l’occhiolino.
Mi sorride girandosi un
attimo nella mia direzione.
<< Anche io non mi sono
mai innamorato. Spero di non innamorarmi mai, non voglio diventare come mia
madre : un burattino nelle mani della persona a cui tengo di più al mondo
>>.
<< Adesso che mi ci fai
pensare… devo ammettere che per me è assai improbabile che mi succeda ciò!
>>.
<< Perché? >>
alza entrambe le sopracciglia vivamente colpito.
<< Semplice, perché mi
sembra impensabile che un giorno il mio mondo ruoti solo attorno a una sola
persona, quando esso ne è formato da molte! >>.
<< Piuttosto…non ti
farebbe male se lo ammettesti sai? Ti sentiresti meglio e un po’ più rilassato
e meno in ipertensione >>inizio incoraggiante accarezzandogli la mano
ancora sovrastata dalla mia.
<< Ammettere cosa?
>> mi chiede stralunato.
<< Che hai paura
>>.
<< Mhn…non hai poi
tutti i torti – cambia marcia diminuendo i giri in prossimità del cancello
elettronico di casa mia – Promettimi che se mai mi innamorerò e inizierò a fare
stupidaggini mi darai un occhino e cercherai di farmi rinsavire >> dice
serio.
Mi volto verso di lui che mi
sta fissando negli occhi, mentre aspettiamo che il cancello elettronico si apra
completamente.
<< Rilancio l’offerta :
ognuno di noi due farà lo stesso per l’altro! >>.
<< Ma io non le picchio
le donne ! >> sbotta con finta ilarità, anche se dice il vero, mentre riprosegue
entrando nella mia proprietà.
<< Facciamo allora che
mi metti in punizione? >>.
<< Già meglio… - un
attimo di silenzio scende tra di noi, poi riprende sempre più di buono umore e
divertito via via che parla – Ma quello non è lo svago preferito di tuo
fratello Justin? >>.
<< Fa lo stesso…
>>.
<< ok allora,affare fatto ! >> dice spegnendo l’auto
e tirando il freno a mano, mentre allo stesso tempo si sporge verso di me e mi
da un leggero bacio sulla guancia.
Scendendo dall’auto chiudo lo
sportello e mentre faccio ciò una domanda mi sale alle labbra spontanea.
<< Pensi mai che Jazz
perderà mai il vizio di mettermi in punizione o di inventare scuse su scuse,
pur di proteggermi dal mondo dei divertimenti adolescenziali, alias disco,
pub…o roba simile ? >> gli chiedo con ironia.
Ride sguaiatamente.
<< Scherzi? E perdere
il titolo di miglior “ Guastafeste di un fratello maggiore per sorelle minori
”e il primo premio per primo
classificato “ Cane da guardia?” >>.
Sbuffo facendolo ridere
ancora di più e più forte, e facendo addirittura affacciare mio padre alla
finestra del salotto.
<< Mai deduco…>>
mormoro sconsolata, mentre mi avvio a braccetto con Bibi in casa.
***
Toc. Toc.
…
Mi alzo dal letto mettendomi
in posizione seduta issandomi sui gomiti, al leggero bussare.
<< Avanti >>
mormoro.
Accendo la piccola abatjour
del comodino al mio fianco del letto.
Mi giro verso l’ospite, già
sapendo chi sia.
La accolgo con un sorriso che
è di tutto dire.
<< Stavi dormendo? Ti
ho svegliato? >> mi chiede con una vocina dolce dolce e dispiaciuta.
Che tenera…
<< No tranquilla, mi
ero appena sdraiato >> è la mia cauta risposta.
<< Mhn…senti – inizia
timida come al solito, tenendo le sue esili e ben proporzionate braccine dietro
la schiena e muovendo un pò i piedini piccoli e delicati racchiusi in dei
fantasmini in tono con il pigiama, so già cosa sta per chiedermi, è un
classico, ma che ci posso fare se è così timida? Rido sotto i baffi pensando
che è da quando ci conosciamo che molte volte dorme con me , ma ogni volta fa
la timida, che carina! – Posso dormire con te? >> dice alla fine,
riuscendo a farsi uscire il fiato, quel piccolo e grazioso angelo di Sharon.
Sollevo le coperte e le
faccio segno di sdraiarsi accanto a me, nel posto vuoto del letto.
Già immagino quale sia il
problema, lo noto dall’aria crucciata che le si è formata in volto.
Quando entra nel letto ci
rimbocco le coperte e mi sdraio, lo stesso fa lei, appoggiando la testa sulla
mia spalla sinistra, mentre spengo la luce con la destra.
Le accarezzo i capelli,
attorcigliando le mie grandi dita trai suoi boccolosi capelli color dell’oro.
<< Mi sa che è destino
che non ti dia nemmeno un attimo di tregua, è Bibi? >>.
<< Figurati…per te questo
e d altro – faccio una breve pausa, per rimettere in ordine i pensieri e
progetti che avevo ideato a cena, poi riprendo – per il discorso di domani sera
facciamo così: ti passo a prendere alle 23:30 per andare in disco.
Entreremo dal dietro del locale
per non farci vedere da Jazz fin da subito, poi facciamo come di solito per il
resto >>.
…
<< Sappi che non mi va
comunque, il fatto che ti abbia costretta a stare a casa… non ne vedo il motivo
>> dico pensando allo stesso tempo che Jazz esageri, sopprimendo i suoi
divertimenti solo perché ha paura che un pischello qualsiasi ci provi con la
sua ingenua sorellina. Diamine, ci siamo tutti! Vuoi che nessuno ci butti un
occhio su di lei per controllarla? Eh! Che pazienza a Sharon con te Jazz!
Soprattutto quando ti chiede perché come stasera e le rifili una stupidaggine
qualsiasi pur di impedirle di farle sapere il vero motivo e a maggior ragione
come funziona il mondo!
Un cogline, ecco cosa è
Justin, perché arriverà il momento prima o poi che qualcuno le vorrà fare la
festa e lì poi mi dirai cosa farai quando la frittata sarà fatta! Ma possibile
che uno così si perda in un bicchier d’acqua?! Mha…sarà anche uno dei miei
migliori amici, ma quando ci stanno, ci stanno, eccome le cose da dirsi!
<< Grazie …cosa farei
senza di te? >> mi richiama al mondo reale il mio unico angelo preferito.
<< Saresti a disperarti
in una cella di un convento! Stanne pur certa! >>dico per farla ridere.
Sento un dolce e debole
rumore che mi ricorda dei campanellini.
Sta ridacchiando.
A quanto pare ci sono
riuscito.
Eh…vorrei sempre vederla
sorridere e ridere.
<< Bibi…>> mi
richiama nuovamente con la sua dolce musica che si ritrova per voce, al
presente.
Sposto il mio volto nella sua
direzione.
<< Mi sei mancato
davvero tanto . Mi sono davvero mancate tanto anche le serate in cui cenavamo
tutti e 4assieme e che tu rimanevi
adormire da noi >> finisce
sospirando e appoggiando una piccola mano sul mio petto.
Gliela stringo con affetto ma
delicatamente, è così fragile lei…
Le voglio davvero un gran
bene.
Struscio il mio volto sulla
sua fronte per darle noia giocosamente.
<< Anche a me!
Soprattutto il tuo pigiamino con le mucchine volanti! Manca poco che la scorsa
settimana non mi mettevo ad urlare come una checca isterica >> la metto
sul ridere.
Ridacchia ancora e allo
stesso tempo cerca di colpirmi nel tirarmi qualche colpo sul torace con le sue
piccole manine strette a pugno, per punirmi di aver preso in giro il suo
pigiamino preferito.
Che scricciolo! Mi fa il
solletico!
E’ così indifesa. Che tenera…
<< Sai, pensandoci bene
sono davvero fortunata che una parte di te mi voglia bene e mi consideri oltre
a come una sorella anche come la tua migliore amica! Così posso divertirmi
anche io assieme a voi! Non mi piace stare a casa senza di voi! Inoltre adoro
fare sempre quello che fate voi, mi diverto sempre! >> dice mormorando
con la voce sempre più in dissolvenza per il sonno e smettendo di “ picchiarmi
”.
Sghignazzo sotto i baffi.
E si Jazz, 1 a 0 per la tua sorellina, la
usa indole vivace e la sua voglia di divertirsi, unite alla cocciutaggine ti
hanno battuto stavolta!
Addolcisco il tono e le
faccio una carezzina leggera sulla testa e le mormoro un << Ti voglio
bene >> veramente sincero.
<< Anche io…come ne
voglio a Jazz o papà…>>
<< Ne sono lieto…ma ora
dormi, che sennò domani mattina non riesci a stare sveglia e devi anche andare
a scuola, su >> le dico conciliante.
La sento sbadigliare e darmi
della buona notte.
Silenzio.
<< Non è che questa conversazione
fuori orario diurno mi costi domani col prepararti una colazione del tuo paese
d’origine vero?>> mi chiede già
sonnecchiando, ormai quasi preda di Morfeo.
Ridacchio.
<< No tranquilla, anche
se non sarebbe malaccio come idea >> concludo speranzoso.
<< Sfruttatore!
>>.
<< Come no >>
rispondo alla provocazione della Bella Addormentata.
Mi sistemo meglio il cuscino
sotto la testa, cercando di muovermi il meno possibile, per non dar noia alla
mia piccolina che sta dormendo tranquilla, appoggiata al mio petto.
La guardo dormire ancora un
attimo.
La osservo pensando a come la
sua semplicità e bellezza possa dare a chi la osserva, un così forte messaggio
di tenerezza e affetto, tradotto in desiderio di protezione nei suoi confronti
da tutto e tutti.
Può forse una persona
comunicare involontariamente ciò?
Io penso proprio di si.
Saranno le sue piccole mani,
o la sua piccola e assai delicata figura o la sua bellezza e vivacità o la
spontaneità e il suo meraviglio, enigmatico carattere, o forse i suoi grandi e
azzurri occhi del col del mare? Chissà?
E proprio mentre penso alla
mia piccola stellina, che caddi anche io tra le braccia di Morfeo.
TRADUZIONI FRASI
Frase di Dayane ( Finlandese)
*Oh si certo, come no...il
migliore amico!
Non solo è una gran bugiarda,
ma anche troia! Ci avrei scommesso!*
Frase di Bibi ( Ceco )
*Porco cane ! Maledizione !
L-*
-NOTA AUTRICE -
Oh! Ecco finalmente il
secondo chappy!
Spero che vi sia piaciuto! Ci
ho messo tutta me stessa!
Spero che vi sia chiarito la figura
di Bibi, assaiimportante per la storia!
Bibi è un personaggio
criptico, il quale prova un grande affetto per Shaz, e un grande istinto di
protezione nei suoi confronti, ma non solo lui, ma anche le persone che gli
stanno accanto, come gli altri amici ( solo quelli che ha in comune col
fratello), il perché verrà chiarito in futuro, quando verrà chiarita una parte
del doloroso passato della piccola Sharon…lo stesso vale per il fatto ( come
noterete in seguito) che la protagonista ha bisogno costantemente di
affettoe di dimostrazioni di esso e il
perchè consideri gli amici la sua famiglia….è tutto collegato al passato…idem
per il fatto di avere bisogno di sicurezza che cerca senza accorgersene ( basti
vedere poche righe più in su – il pezzo in cui dorme con Bibi)…
Inoltre spero che la vostra
immagine di Sharon vi si sia arricchita conquesto nuovo chappy. Bellissima, intelligente, divertente, giocosa,
sportava, dolce e sempre pronta ad aiutare chi ne ha bisogno, e si..anche maschiaccio!
Cmq, il fatto non si vergogni affatto con l’altro sesso di scambiarsi semplici
e inoque effusioni di affetto ( dal suo punto di vista ), non sono sintomi di
malizia o altro..anzi…è solo che è molto ingenua e il perché lo vedrete più
avanti… Per chi non avesse letto la one – shot chiedo scusa se non ha capito il
perché del comportamento del fratello nei suoi confronti per proteggerla dai
divertimenti adolescenziali…verrà credo chiarito in seguito…o sarà lasciato
trasparire…non so…vedremo…io comunque consiglio di leggere la mia one-shot : When the
moon wants to protect his sun, solo
chi vuole chiarimenti…però avverto: SPOILER su SPOILERin quanto sarebbe un break sequel di questa
prima parte di storia, per distaccarla dal seguito di molti chappy come questa… IO HO AVVERTITO!
P:S: Scusate il ritardo…ma mi
si era rotto lo schermo del mio PC portatile ç___ç
Un disastro,..ieri appena ho
avuto occasione di prendere il Pc in mano ho copiato tutte le pagine scritte a
mano…15 a word…non vi dico il numero in fogli scritti a mano con correzioni,
che sennò mi mandate in vacanza T___T… e io scrivo anche piccolo…
Alla prossima!
Un SUPER-KISS, vostra
ScarlettRose92 (Ransie88219)
Capitolo 3 *** Anche quando arrivano le nuvole, il piccolo Sole splende ***
Questo nuovo capitolo, lo dedico a tutti quelle/i che mi seguono anche
solo leggendo in questa storia e a chi commenta
Questo nuovo capitolo, lo
dedico a tutti quelle/i che mi seguono anche solo leggendo in questa storia e a
chi commenta.
Un grazie di cuore a tutti
voi…senza di voi penso che non ritroverei mai l’ispirazione per trascrivere la storia
che ho trovato quando ho immaginato la trama…
3.
Anche quando arrivano le nuvole, il piccolo Sole splende
Frush…
Mi rigiro di lato ancora
dormendo e muovo le braccia in cerca di qualcosa.
Perché cerco qualcosa?
Cosa sto cercando?
Cosa mi causa questa forte
sensazione di disagio…forte inquietudine ?
Frush…
Mi rigiro dall’altra parte e
rifaccio le stesse azioni.
Sobbalzo nel letto
svegliandomi completamente.
Cerco disperato nell’oscurità
della stanza un fagottino dai lunghi boccoli d’oro!
<< Sharon!...>>
mormoro agitato nel buio, con la voce arrochita più del solito causata
dall’inattività notturna.
Mi alzo terrorizzato a morte
e mi dirigo verso la porta della camera da letto e la apro con uno scatto
secco.
Sniff…sniff…
<< Ma questo odore …-
deglutisco incredulo - questo è odore di muffin al cioccolato, zmrzlinový pohár , cukroví e perníčky…>> mormoro tra me e
me, con voce sempre più sollevata per la situazione…
Cavolo!
Non
sono a casa! Non lo sono!
E
lui n-non ha…lui non ha…
Sospiro
sollevato al constatare che non sono né a casa di mia madre né quel lurido
verme di Glěb è presente
nel raggio di centinaia e centinaia di miglia.
Lo sono ancora di più
constatando che le orrende e agonizzanti immagini che mi stanno vorticando in
testa, sono solo frutto di un incubo.
Meno male!
Ritorno a letto sdraiandomi a
pancia in su, anche se ormai a causa dello spavento sono più che sveglio.
Decisamente, penso mentre passo una mano a frizionarmi i capelli.
Deglutisco sonoramente al
passaggio davanti agli occhi, delle immagini dell’incubo, montandomi dentro
allo stesso momento una rabbia e una violenza inaudita.
Il solo pensiero di
Glěb che…che, che fa del male a Sharon e le immagini strazianti di lei che
subisce…non,…lui che ride sguaiatamente e che si impone su di lei,…
Mi vengono i brividi lungo la
schiena.
Mi rigiro a pancia in giù con
rabbia, affondando il volto nel cuscino e mordendolo e prendendolo metaforicamente
a pugni ( controllandomi ) pensando che al suo posto ci sia la faccia di quel
figlio di cane di Glěb .
Basta!
Calma e razionalità, mi
impongo.
Era solo un incubo.
Non succederà mai perché non
si conoscono e non ci sarà mai la possibilità che tutto ciò si realizzi.
Mentre il respiro mi si sta
normalizzando, un pensiero sgradito me lo mozza.
-
I sogni spesso diventano realtà -
…
Riprendo in mano le mie
facoltà mentali 3 minuti dopo, non prima di essermi sfogato nuovamente con il
cuscino e di avergli inveito contro in ceco.
Mi copro il viso con
l’avambraccio e prendo in giro me stesso per come non ho saputo riconoscere
nella frenesia della paura il luogo dove mi trovavo, il non averlo riconosciuto
solo dal tipico odore della cucina americana mischiata a quella del mio paese.
Che sciocco sono stato a non
averci pensato prima, sapendo che nella mia ex-casa alleggi sempre e solo ai
pasti, l’odore di cibo americano, il preferito di Glěb, da 5 anni.
Sospiro pesantemente
nell’attesa di nuovi brutti pensieri – conoscendomi – che la mia mente bacata
produrrà e che non riesco mai ad ignorare.
Ormai ci ho fatto il callo.
Perché resistere agli sbocchi
della mia impossibile testa?
Meglio essere accondiscenti!
Ecco che arrivano … rullo di
tamburi; tema: la cattiveria della gente.
<< C’ avrei scommesso
>> esclamo ad alta voce a me stesso, mentre rilasso i muscoli dando sfogo
ad un fiume liberatorio di pensieri, frasi e immagini, che porteranno - come
immagino, visto il tema – al passato.
Prima di iniziare a sollevare
le dighe per far scorrere le acque tempestose dei miei pensieri filosofici,
prodotti dalla mia testa malata, volevo solo avvertirvi - come se non lo si
fosse già capito – che sono un po’ pazzo ma molto riflessivo, amo mettere ogni
tanto i pensieri a posto in modo da metterli poi da parte quelli giusti che mi
servirebbero per evitare errori futuri…praticamente mi creo una biblioteca
piena di sapere!
La prima cosa che mi passa
per la testa a come risposta a tale argomento è Dayane.
Una ragazza bella e
apprezzata da tutti ( o almeno credo ), orgogliosa e sicura di se, che vede
minare il suo mondo solo per invidia … me lo immagino che sia per questo il
motivo, anche in passato è già successo quando si trattava di Sharon.
Sospiro amaramente, mentre un
doloroso ricordo mi passa davanti agli occhi.
INIZIO FLASH BACK
Solito pomeriggio grigio e
freddo di inizio dicembre.
Già, solito noioso tardo
pomeriggio.
Sto di nuovo apportando
modifiche interne alla carrozzeria della mitica Ferrari Dino 246 GTS gialla del
1972 che era di papà.
Mi asciugo il volto madido di
sudore con l’avambraccio coperto da una sola maglietta a maniche lunghe in
cotone, per quanto mi è possibile muoverlo nel poco spazio sotto della
macchina.
Sto veramente sudando.
Se fossi nella mia ex-casa
sarei con ben altri vestiti conoscendo bene le basse temperature che in questo
periodo si divertono a scalare numeri sotto lo zero.
Ancora non mi sono abituato a
questo clima.
E’ già passato un anno da
quando me ne sono andato.
Come passa veloce il tempo…
Due forti ricordi mi passano
veloci come treni in corsa davanti agli occhi : il primo ( a mio parere il più
doloroso ) il funerale di papà, il momento in cui i miei parenti coprivano di
terra la bara di papà con sopra il fiore che ci aveva posato mamma poco prima.
Mi si stringe il cuore a tale
pensiero.
Saranno passati pure 2 anni
dalla morte di papà, ma il dolore che sento al cuore c’è sempre, ogni tanto si
assopisce altre invece…esplode con violenza…
L’altro ricordo è di
tutt’altro genere, personalmente lo definirei disgustoso.
Lui ( Glěb ) che
convoglia a nozze con mia madre e giura davanti a tutti il suo eterno ( come
no) amore ( falsissimo ) nei confronti di mia madre.
Rivoltante.
Mi sono sempre chiesto se
oltre a me ci sia stato qualcuno che si fosse accorto di come suonassero false
tali parole….
Una goccia di olio che mi
cade in volto mi riporta alla realtà e continuo ciò che avevo interrotto.
Dopo poco inizio a saggiare
con una chiave le condizioni di altri pezzi da revisionare e …
Sfush!
Mi cadono addosso e sulla
faccia olio e altro di cui faccio finta di non sapere cosa sia, altrimenti
sclero in pura lingua madre.
Unica cosa di cui sono certo
è che un bagno non mi basterà per lavare via tutta sta robaccia liquida,
vischiosa e …
<< Miseriaccia, nera e
puzzolente! Non andrà mai via! Ma porca…>>
Mentre rimugino ad alta voce
un – Me lo sarei dovuto aspettare che fossero mal ridotti quei tubi di
scappamento – o un – che coglione che sono stato – aggiusto alla ben meglio il
danno poi prendo ed esco da sotto la macchina e guardo l’ora.
17:41
<< Meglio che vada
subito a farmi una doccia, o arriverò in ritardo da Jazz e Sharon! >>.
Detto ciò esco dal garage e
salgo le scale fiondandomi nel primo bagno con doccia che trovo sul mio cammino
( quello del piano terra ) e mi concedo una veloce ma rilassante doccia tiepida
per raffreddare i bollenti spiriti.
Riiing…Riiing…Riiing…
<< Un attimo…ma che
diavolo, nemmeno una doccia in pace mi posso fare >> struffio scocciato,
rispondendo annoiato, nel dover rispondere a telefono con solo un asciugamano
in vita e gocciolando acqua ovunque sul parkè che dovrà asciugare il
sottoscritto.
<< Bibi? … La serata è
saltata…c’è stato un problema – mi si mozza il respiro e allo stesso tempo la
mia testa urla assiduamente : “ Fa che non sia successo nulla a Sharon! Fa che
non sia successo nulla alla mia piccola!...” – Raggiungimi al Saint Stefan
Hospital , si tratta di mia sorella…>> finisce con voce rotta e disperata
Justin.
Il mio cuore perde un
battito.
<< Arrivo
immediatamente >> dico con il tono gelido e calcolatore che uso per
situazioni del genere o sul lavoro quando nascono problemi insormontabili per
dare sicurezza al personale; e con faccia seria, come se qualcuno mi potesse
vedere, mentre dentro sono tutt’altro.
Negli anni mi sono dovuto abituare
a fare “Buon viso a cattivo gioco”.
Questa è una delle rare
occasioni in cui devo rassicurare qualcuno.
Chiudo la comunicazione e
corro subito dopo in camera ad indossare i primi vestiti che mi capitano a
tiro, per poi salire sulla mia fiammante Bugatti Veyon per dirigermi poi come
un disperato verso l’ospedale privato di questa città.
***
Quando arrivo davanti a Jazz
sono una macchina di tranquillità e pacatezza.
E’ in uno stato pietoso.
E’ seduto a gambe larghe in
una sedia da aspetto, piegato molto in avanti, ingobbendosi in modo da potersi
sorreggersi la testa con le mani e i gomiti appoggiati sui ginocchi.
I capelli sono disordinati in
modo assurdo.
Deve essersi passato
ripetutamente le mani trai capelli…un gesto che ha in comune con sua sorella,
che compiono solo quando sono in tensione o c’è qualcosa che li preoccupa.
Continuo ad osservarlo
aspettando ancora un po’ prima di rivelare la mia presenza.
Osservo il suo viso.
La fronte è crucciata e da
mostra di qualche piega assai troppo giovane per essere ben definita già, in un
ragazzo di 20 anni appena.
Lo sguardo è perso nel vuoto
e da un chiaro messaggio : paura e preoccupazione; le labbra sono chiuse in una
smorfia altrettanto schietta.
Mi avvicino e gli appoggio
una mano sulla spalla destra.
Sobbalza a tale contato.
Sposta lo sguardo dalla
parete spoglia – come si confaccia ad una struttura ospedaliera – e lo porta
fino a incontrare il mio.
Ci scambiamo un muto
messaggio di rassicurazione reciproca.
Sa che per sua sorella provo
un affetto fraterno come il suo, è solo per questo che cerca nel suo piccolo di
consolare addirittura me.
Sto per domandargli cosa è
successo alla nostra piccola, quando il mio tentativo viene troncato
dall’entrata in scena di un ragazzo atletico e ben proporzionato, dai grandi
occhi verdi pieni di tristezza e altro a cui non so dare il nome, dalla
capigliatura castana scura e sbarazzina, dal grosso fiatone.
Mi sa che ne ha fatta di
strada a corsa, di solito regge molto bene a lunge marce.
<< Ciao Françis …anche
tu sai? >> gli domando.
<< Già,..ho notizie
Justin – al che il ragazzo chiamato si alza in piedi e gli si avvicina con uno
scatto ed inizai a scuoterlo con forza – Calma! Ora ti spigo…Bibi sa già tutto?
>>
Justin si ferma e si mette a
camminare in su e giù davanti a noi.
<< No, sono appena
arrivato, fatemi un riassunto della situazione >> rispondo al posto di
Jazz.
Appoggio di nuovo una mano
sulla spalla di Jazz e lui si calma e ritorna a sedere e inizia a spettinarsi i
capelli, passandoci le dita tra di essi.
<< Ero andato a
prenderla a scuola come al solito. Era in ritardo … di solito non lo è mai
…>>
<< Ma nelle ultime 3
settimane lo era >> lo interrompe Françis.
Justin lo guarda con uno
sguardo di fuoco, consapevole che lui ha veramente scoperto quello che c’era da
sapere. Poi riprende.
<< Si, hai ragione…23
minuti di ritardo. L’ho chiamata al cell preoccupato ma mi ha risposto che
stava arrivando. Dopo poco l’ho vista venirmi incontro.
Camminava con lo sguardo basso
e perso, era pallida più del solito. E’ entrata in macchina senza salutarmi. Ci
sono rimasto male ma non le ho detto nulla, pensando che fosse solo un po’
stanca per la scuola. In macchina siamo stati in silenzio.
Non ho provato nemmeno a
chiedere perché, sicuro che non mi avrebbe risposto – sospira e prende aria
hai polmoni e riprende a rifissare la parete con sguardo vuoto, poi continua –
Siamo tornati a casa, tutto normale a parte il silenzio tra di noi…poi è andata
in cucina per bere, si è alzata sulle punte per prendere un bicchiere..ha
allungato il braccio, io mi stavo avvicinando per aiutarla quando le si è
mozzato il respiro e mi è svenuta davanti. – Si copre con una mano gli occhi –
L’ho presa al volo e portata qui. Sono qui da più di un’ora e che lei è là
dentro con i medici e gli infermieri – indica la porta di fronte a se – ancora
non so nulla.
Cala il silenzio per un lungo
attimo.
<< Tu, Françis cosa
centri in tutto? >> mi rivolgo al moro.
Fa un passo avanti e si fa
scuro in volto.
<< Justin mi aveva
chiesto di vedere un po’ a scuola cosa era successo poco prima, pensando che
centrasse con il malore di Sharon. Ebbene ci aveva visto giusto >>.
Sia io che Jazz ora pendiamo
dalle labbra di Françis.
Lui guarda fisso Jazz
indeciso, poi riprende.
<< Prima di continuare
voglio che tu Jazz mi faccia una promessa >>.
<< Che promessa?
>>
<< Che tu stia calmo e
che aspetti che io ti abbia raccontato tutto. Solo dopo potrai fare ciò che
vuoi, naturalmente “ no idiozie ” >>.
<< E’ così grave ?
>> chiedo.
Françis assentisce.
<< Lo stesso vale per
te Bibi >>.
Alzo un sopracciglio
ostentando incredulità.
Deve essere parecchio grave
la cosa se obbliga pure me.
Io di solito mantengo bene il
sangue freddo.
<< Prometto >>
esclamo sempre più preoccupato.
Stessa cosa fa Jazz, ma solo
dopo un eloquente sguardo lanciato a Françis.
Mentre quest’ultimo riprende
a parlare sento la rabbia crescermi nel petto sempre più e pure i miei battiti
cardiaci.
Così, io e Jazz veniamo a
sapere che dalla bellezza di 3 settimane, Sharon è presa di mira dalle compagne
di classe.
La prendevano e la
trascinavano nel retro dell’edificio scolastico finite le lezioni e la
picchiavano.
E volete sapere il motivo?
Bene, perché sono invidiose
di lei.
Invidiose di una ragazzina di
soli 11 anni, bellissima e molto intelligente dato il suo Q.I al di sopra della
media, dal carattere perfetto e impeccabile, dall’impersonificazione della
bontà e generosità, sportiva e apprezzata da tutti.
Vista sempre di malocchio
dalle compagne di classe invidiose di lei, oltre il fatto che frequenti con
loro la 8th grade invece che la 6th grade, si aggiunge il fatto che conosca
molte lingue e sia una vip ( o star, decidete voi il termine ) a peggiorare
ancor di più la situazione.
Così hanno pensato ( molto
probabilmente ) che picchiandola, riempiendola così di lividi e contusioni
dappertutto e minacciandola, l’avrebbero fatta scappare a gambe levate ed
avrebbe poi così dovuto buttare giù la maschera di “ miss perfezione ” che
secondo loro portava…
Quanto si sono sbagliate…
Illuse!
La piccola non è una finta
brava ragazza e non è nemmeno una che scappa alle difficoltà ma le affronta.
Sono sempre stato fiero di
questo suo modo di fare e di essere..ma per la prima volta mi trovo a pensare che
non avrebbe fatto male ad essere un po’ vigliacca e darsela a gambe, visto cosa
le è successo.
Mi vergogno di tale pensiero,
ma la preferisco in salute che in attesa di sapere come sta dietro una porta di
ospedale.
Così ora pensiamo che Sharon
si sia sentita male a causa della botta ricevuta prima.
Si da il caso che questa
volta una ragazzina le abbia dato uno spintone a tradimento e abbia sbattuto la
nuca al palo esterno della luce.
<< Brutte battoni
quattordicenni! >> sbotta stizzito e incavolato nero Jazz, mentre si
rialza con stizza alla rivelazione del moro e iniziando a fare su e giù per il
reparto vagamente incavolato nero.
Lo stesso che prova Jazz lo
proviamo anche io e Françis, ma cerchiamo di stare calmi.
Meglio non peggiorare la
situazione : basta uno di noi che faccia “cazzate”, casomai ne facesse Justin
di sciocchezze.
Mentre penso a ciò esce dalla
“porta” un’infermiera che richiama Justin.
Così scompare anche lui
dietro a quella “porta”.
FINE FLASH BACK
<< Quella volta andò
veramente bene >> mormoro a me stesso.
<< La piccola se la
cavò con un trauma cranico medio, contusioni vecchie e nuove su tutto il corpo
e addirittura 4 punti per un taglio sul braccio destro >>.
…
Quella volta io e Justin ci
giurammo l’un l’altro che ciò non sarebbe più successo e niente e nessuno le
avrebbe più fatto del male né soffrire.
Ricordo benissimo anche il
monologo auto-accusatorio di Justin che si era inferto.
Si sentiva in colpa per
l’increscente situazione.
Fu da allora che Justin
divenne sempre più pressante e iperprotettivo nei confronti della sorella
minore.
Non ha poi tutti i torti,
anche se a volte esagera.
Sorrido pensando che abbia un
po’ troppo esagerato.
Sospiro e con un unico gesto
mi alzo da letto con l’intenzione di vestirmi.
***
<< Suvvia papà, non
fare i capricci, su >> lo imploro.
Lo sento sbuffare esasperato.
<< E va bene! Va bene!
>> mi risponde papà servendosi di qualche dolcetto da me appena sfornati.
Esulto dentro di me e sorrido
soddisfatta al suo indirizzo.
Guardo poi mio fratello che
sghignazza nell’avermi visto contrattare con papà per farlo mangiare.
Sposto dopo lo sguardo quasi
subito su di una montagna dai capelli rossi, che sniffa senza ritegno e assai
entusiasta la colazione in tavola.
<< Ah..che profumino
>>.
<< Contento? Ho
cucinato quei dolcetti Cechi che tanto adori >>.
<< Grazie, ma non
dovevi…ma apprezzo il gesto! >> replica mentre mi si avvicina e mi molla
un bacio sulla testa.
<< Buongiorno a tutti
comunque >> sorride contento.
Ricambiamo il gesto noi altri
per poi continuare a mangiare.
<< Allora Karl? Come
mai si fa rimproverare di prima mattina dalla nostra piccoletta? >>
chiede Bibi con nolaschance.
Io gli lancio un occhiataccia
a quel “piccoletta”.
<< E’ che sono vecchio
e lei non vuole farsene una ragione, ragazzo mio! >>
Sento Bibi ridacchiare mentre
sciacquo la mia tazza.
<< Ma quale vecchio! E’
ancora un giovanotto! Dia retta a me , lei è ancora in pista Karl! >>
<< Si, a 69 anni?
>> sorride divertito papà in direzione di Bibi.
<< Certo che si! Si
guardi Karl, ne dimostra si e no una quarantina! Li porta benissimo! >>.
Fa una pausa e poi riprende.
<< Se lo faccia dire da
Mary, la sua segretaria o da una delle sue sottoposte! >> afferma con
fare sbarazzino il rosso.
Papà alza un sopracciglio
ostentando incredulità dopo essersi quasi strozzato con un boccone a tali
rivelazioni.
<< E’ verissimo papà,
giuro ! >> appoggio Bibi.
Tutti e 3 gli uomini in
stanza si girano di scatto verso me e mi guardano allo stesso modo.
<< Che c’è? >>
domando colpita nel vivo a quella reazione.
<< Nulla
figliola…>>.
<< Papà..certo che sé
se ne è accorta pure lei deve essere pur vero non trovi? >> dice mio
fratello con tono divertito e assai canzonatorio!
Poi il trio scoppia a ridere
fragorosamente.
<< Ma è vero…poi Mary e
Clarissa ti fissano sempre il fondoschiena…cosa che non capisco poi…>>
finisco alzando gli occhi al cielo/soffitto pensierosa e portando un dito sotto
al mento.
Mentre faccio ciò gli altri
si fermano un secondo e poi riprendono a ridere ancora più forte di prima se
possibile.
Sbuffo delusa perché non mi
prendono proprio sul serio.
<< Sei troppo piccola
per certe cose, lascia perdere e corri a vestirti sennò farai tardi >>
così conclude mio fratello ancora ridendo.
***
Appena sento il rumore della
porta di camera di mia sorella chiudersi cerco di riprendere un contegno e
riprendo a mangiare.
<< Sul serio Karl, qual
è il problema? >> sento chiedere Bibi.
Sorrido dentro di me.
E’ normale che si preoccupi
per mio padre, in fondo è uno di famiglia e gli si è affezionato.
Torno alla realtà quando
sento la risposta di papà.
<< Come ti ho detto
prima c’è che non sono più un giovincello e come tale inizio ad avere degli
acciacchi…ah…la vecchiaia…>>.
Mi volto verso Bibi già
sapendo cosa dirà.
Vedo Bibi fare l’occhiolino a
papà con fare confidenziale e ribattere come al suo solito con il suo personale
modo di fare.
<< Non sapevo che
avessi iniziato a fare cilecca con le donne! Che esempio mi dai maestro? Eh?
>>.
Ecco, l’avevo detto, se non
se ne usciva così sarei stato sicuro che quello seduto a tavola fosse un
alieno.
<< Ragazzaccio >>
lo rimprovera papà per aver volutamente inteso i discorsi a doppio senso , il
quale è addirittura inesistente << In verità è che ho problemi di
digestione e la piccola oltre che ostinarsi tutte le sere prepararmi ogni
volta qualcosa di diverso che mi faccia bene, pretende la mattina di sforzarmi
a mangiare perché secondo lei è “meglio star male a stomaco pieno che vuoto”
>> fa mimando l’ultima parte di discorso con le dita.
Bibi ridacchia.
<< Non si lamenti, che
oltre ad avere una brava e affettuosa figlia si ritrova la copia della
mogliettina perfetta. Due in uno, che vuole di più? >>.
Papà ed io sorridiamo in
direzione del rosso, poi il primo prende e se ne va a lavoro dopo averci
salutati tutti.
Come chiude la porta che io
cambio espressione, irrigidendola.
<< Dimmi >> mi
incita il rosso precedendomi.
Alzo un sopracciglio <<
E’così evidente che volevo parlarti? >>.
<< Direi di si, dato
che tuo padre è scappato a lavoro con 45 minuti di anticipo >> mi sorride
rilassato.
Ricambio
O meglio, tento di sembrarlo.
Ingoio il magone dato dalle
ansie e inizio.
<< Come le è andato il
suo primo giorno di scuola? Tutto bene? Problemi? Qualcuna o qualcuno gli ha
dato noia? …>>
<< Frena amico, calmo –
sorride rassicurante – Allora, prima o seconda risponderei benissimo, poi direi
di nuovo nessuno per quanto riguardano i problemi.
Poi, vediamo…cosa avevi
chiesto ? – ci pensa su un attimo – ah si…nessuno le ha dato fastidi e ha
stretto un’amicizia con un a “brava ragazza” e con dei ragazzi,..>>.
<< Ragazzi?! >>
sibilo in tono minaccioso.
Ragazzi? Ma scherziamo?
La mia innocente sorellina
che si intrattiene in rapporti di amicizia con gente che non sia io o del
nostro gruppo?
La mia piccola ed ingenua
sorellina con dei cazzoni o peggio ancora con ragazzini in piena crisi ormonale
attorno?
Ma scherziamo?
Prima di andare a lavoro
prendo e la vado a cancellare da scuola!
Lei? Ragazzi?
NO NO NO NO e NO!
<< Oh suvvia, non è
nulla, solo amici, tranquillo >> mi richiama dai pensieri Bibi,
battendomi poi una pacca sulla spalla sinistra cercando di calmarmi.
Sospiro.
Ha 15 anni, deve fare le sue
esperienze di amicizia SUPERFICIALE con gli estranei.
Ma mi preoccupa quel ESTRANEI
legato a RAGAZZO!
Ok, diamogli fiducia.
Controllo massimo!
Non la perderò di vista un
attimo!
Non voglio che me la
rovinino!
Se solo un pischello
qualsiasi prova a varcare l’amicizia superficiale lo scuoio vivo!
Parola mia!
Mh…mi devo organizzare pure
su come controllarla da dentro scuola…
Potrei chiamare
Ben…mh…vedremo…
Comunque la sostanza non
cambia…mi girano ancora!
Ritorno al presente e sibilo
un << Lo spero per loro! – ringhio quasi – Altro? >>
<< Oh si, una ragazza,
pare che non le piaccia proprio Sharon >>.
<< Cosa? >>
Bhè questo cambia le cose…
Tutto risolto, non servirà
Ben.
<< Bhè non importa…non
sarà più un problema, smetterà di andare a scuola mia sorella >> affermo
risoluto.
Non voglio assolutamente che
si ripeta ancora una scena del passato.
O peggio!
Mai!
<< Sta calmo, non c’è
pericolo >>.
<< E come lo sapresti,
eh? >> lo interrompo.
<< Lo so perché gli
altri suoi amici mi sembrano tipi svegli e sono sicuro che ci penseranno loro
ad evitare qualche brutto episodio >>.
Ci guardiamo negli occhi.
Verità. Risolutezza. Buon
umore.
Ecco ciò che vedo nello
sguardo del rosso e che mi fa convincere in parte che posso stare tranquillo.
<< D’accordo, non
smetterà di andare a scuola, ma se vedo che le cose precipitano o accennano a
farlo, lo farò. >> lo avverto.
<< Certo, che discorsi!
>> mi sostiene accondiscente.
Subito dopo cambio argomento,
quando come un fulmine a ciel sereno, non mi trapassa la mente.
Lo lascio fuoriuscire.
<< E’ venuta da te a
dormire non è vero? >> la butto lì con fare casuale, cercando di
reprimere quell’ombra-mano che mi stringe il cuore e mi rende sempre più
intrattabile quando si parla di ciò.
<< Si, posso dichiarare
con certezza che dopo ieri sera possiamo concludere il nostro secondo libro di
oltre 1000 pagine intitolato “ Il mastino e la Bella rinchiusa in villa 2.” >> risponde con tono secco.
Gelosia.
Ecco cos’è la cosa che
stringe e preme il mio cuore.
Geloso perché mia sorella
avendo avuto bisogno di una spalla a cui appoggiarsi si sia rifugiata in Bibi,
il suo migliore amico e non me, suo fratello maggiore.
In cosa ho sbagliato
fin’ora?
Sbuffo geloso e verde
d’invidia.
<< Lo faccio per il suo
bene. Se le proibisco certe cose è solo per proteggerla tutto qui >> mi
difendo.
Lo sento ridere.
<< Che c’è? Sono un
pagliaccio? >> chiedo sempre più risentito.
<< Affatto, sei solo un
fratello verde d’invidia…tutto qui…ahahahah >>.
Mi alzo e sbatto nel lavello
le mie stoviglie sporche.
<< Sono contento che
almeno tu ti diverta a sfottermi >> struffio sconfitto.
Possibile che sappia capire
così tanto le persone?
Lo sento alzarsi e fare lo
stesso.
<< Suvvia, non te la
prendere è solo che dovevi vedere la tua faccia! Un vero spasso! Comunque sei
proprio ridicolo a sentirti così! Non ce n’è motivo! Non ho alcuna intenzione
di soffiarti il ruolo di fratello maggiore! Ci mancherebbe! >>.
Sorrido.
Devo proprio essere un libro
aperto per lui se ha notato tutto ciò.
<< Grazie >>.
<< Figurati >>.
Lo guardo in viso e noto che
mi fissa.
Ora che c’è? – penso tra me –
<< Ma mi ci vedevi
veramente nel ruolo di fratello maggiore-iper-protettivo versione mastino? – lo
vedo pensarci su seriamente – Naaah, non fa per me la parte del duro, poi
scuoiare persone…naaah troppo noioso, mi sporcherei i vestiti e non mi riesce
ancora di capire come funzione quella scatola che chiamano lavatrice…>>
conclude divertito.
E’ proprio un bravo ragazzo,
cerca pure di consolarmi dopo che gli ho parlato continuamente astioso nei suoi
confronti.
Adoro l’amicizia anche per
questo.
Comprensione e comprensione.
<< Ma va! Manco ti
rispondo! >> lo liquido di buon umore.
<< Ora vado sennò
faccio tardi a lavoro. La porti tu a scuola? >>.
Mi fa un gesto affermativo
con la testa.
Sto per aprire la porta per
uscire quando se ne esce con un'altra affermazione.
<< Ma da quando sai
fare la lavatrice? >>.
Alzo gli occhi al cielo ed
esco fiondandomi in garage, senza la briga di rispondere a quel cieco schizzato
già di prima mattina.
Metto in moto pensando che
come dura giornata di lavoro, questa mattina l’ho iniziata meglio del solito.
Sorrido e mentre scorro per
le vie di questa città mi fa compagnia l’eco della risata di Bibi che ho
causato alla mia uscita in grande stile.
ANGOLINO AUTRICE
ScusateScusateScusateScusateScusateScusate
Mi dispiace tantissimo per
l’enorme ritardo ma il mio vecchio pc portatile ha esalato il suo ultimo
respiro e me ne sono dovuta comprare uno nuovo.
Purtroppo il vecchio pc prima
di tirare le cuoia si è divertito a fare le FINTE= si blocca all’improvviso= devo
riavviare= fa il morto con 4 fastidiosi bip con schermate nere= dopo 20 riavvii
funge= tempo di scrivere 5 frasi a pc…puff ribloccato tutto.
So metà capitolo a memoria da
quante volte l’ho riscritto ç___ç.
Quindi sono partita alla
ricerca di un pc nuovo adatto anche per i miei studi e mi ci è voluto una vita
= 3 settimane, anche di portafoglio…€ 729…
Poi c’è stato il problema che
ho dovuto reinstallare tutti i programmi (msn 35 minuti mi ci sono voluti..vista
non me lo voleva installare), poi quando mi sono messa a ritrascrivere il pezzo
tra ieri e oggi, indovinate cosa mi succede…word non mi estraeva il pezzo da
chiavina su medesimo programma.
Ieri sera stavo per buttare
il pc nuovo di sotto alla finestra..da come mi giravano…pure mio padre è uscito
dai gangheri per colpa mia…NO COMMENT…
Purtroppo non ho nemmeno
potuto battere a computer con il pc di mio padre..perchè in sala da pranzo è
costantemente pieno di persone…che non mi lasciano da solo nemmeno un minuto
con il pc, poi c’è mio fratello che pretendeva quel pc 24 su 24, e mio padre
che da lavoro voleva rilassarsi a chattare con amici, e alle 1 di mattina
quando penso che non ci trovavo nessuno ecco mia madre per lavoro e
amministratrice condominio di mia nonna che lo occupava…ma dico io..dormire no?
E’ stato un periodo piuttosto
lugubre e duro!
Chiedo venia….
Per chi mi conosce e legge
ciò capisce benissimo perché ha visto con i suoi occhi casa…
Spero possiate comprendermi…
Chiedo ancora scusa..
UNICA COSA POSITIVA è che
sono andata avanti nella trama…presumo che nel prossimo e quello dopo ancora
entrerà in scena Russell..ma guardo lì per lì…perché penso che sia dura legger
per voi troppe pagine assieme…cercherò di ridurre il più possibile! Promesso!!!
Ci provo!!!
Un grazie enorme a tutti
quelli che leggono, non posso credere che siate così tante!
*me commossa*
Ora vi lascio al cap!
BUONA LETTURA!
4.Cupido da le dimissioni
Appena la Bugatti Veyron nera di Bibi si ferma inchiodando davanti a scuola con uno stridore da film,
penso solo che voglio morire…
Mi giro verso Bibi con un
sopracciglio alzato.
<< Bhè…che c’è?..Mica
sei l’unica a cui piace eccedere in velocità ! >> finisce con il toccarmi
fugacemente il naso con un suo dito con fare sbarazzino.
Sostengo lo sguardo.
Non posso cedere!
Non posso sempre dargliela
vinta!
<< Su…non fare la
dura…lo so che stai fingendo >>.
Mi sorride sornione.
Sbuffo ma non mi arrendo.
<< Cosa c’è che non va?
>>.
Mi sfida? O mi provoca? Quale
delle due?
<< Ordine delle cose
che hai combinato in soli 13 minuti: guida oltre i 200 Km/h in città, entrata nel piazzale della scuola aumentando i giri del motore, hai suonato anche
a uno studente per farlo sbrigare a parcheggiare perché volevi passare, hai
fermato e bada bene , non parcheggiato sta vistosa macchina davanti al
cancello di scuola, e per finire in bellezza hai fatto un’inchiodatura da
paura. Come minimo ti avranno sentito pure in Norvegia >> butto fuori
tutto d’un fiato.
Lui non si scompone
minimamente.
<< Conclusione
dell’analisi? >> fa con nolaschance.
<< Hai catturato tutta
l’attenzione della scuola e la cosa mi imbarazza da morire! Sai benissimo quanto
io detesti stare al centro dell’attenzione! >>.
Struffio ancora e incrocio le
braccia, guardando avanti con fare indispettito.
<< Mi hai fatta
arrabbiare >>.
Mi guarda sempre più
divertito, lo posso notare con la coda dell’occhio.
<< Suvvia, solo perché
ti volevo dare un aiutino a socializzare facendo nuove amicizie. Riguardo alla
mia guida, di dovresti già essere abituata da anni … Mi perdoni? – mi chiede
conciliante da ultimo – >>.
<< Essere tuoi amici
vuol dire avere anche tanta pazienza!
E poi…ti voglio bene proprio
anche per questo! E non sono arrabbiata…con te mai! >> dico perdonandolo
e uscendo dalla macchina rigida come uno stendino da bucato.
Mi guardo attorno con
attenzione, cercando i miei nuovi amici con lo sguardo.
Arrossisco.
Mi stanno fissando tutti!
Anzi no, peggio: ci stanno fissando tutti!
Bibi si guarda attorno
tranquillissimo, come fosse normale per lui essere al centro dell’attenzione.
Si gira verso di me e da
sfoggio di un particolare sorrisino che mi dice che sta per dirne una delle sue,
e che non m i piacerà.
<< Ricordami domani
mattina di mettere Eminem a palla domani mattina, me ne sono scordato. Diamine!
Per fare l’entrata in scena da veri fighi c’era tutto tranne la musica
assordante delle casse! Mi chiedo come abbia fatto a dimenticarmene! >> e
si da anche una manata in faccia come a punirsi della dimenticanza.
Lo guardo a bocca aperta.
In testa ho solo poche parole
che rimbombano assiduamente.
Musica.
a.
palla.
Eminem.
Ma stiamo scherzando?
Appena mi riprendo lancio un
lungo sguardo a Bibi pieno di significato.
Lui scoppia a ridere senza
ritegno mentre continuo a guardarlo male.
Mi si avvicina e mi spettina
i capelli piastrati con tanta fatica.
<< Dai, stavo
scherzando, su andiamo…>>.
Questi sono i momenti in cui
mi chiedo come fa quello schizzato ad essere il mio migliore amico.
Scuota la testa sconsolata.
Lo adoro anche per questo.
Lui fa finta di niente e
appoggiandomi le mani sulle spalla mi guida verso due ragazzi ben noti, oltre
l’entrata del cancello scolastico.
<< Buon giorno >>
mugolo.
Lo stesso fa il rosso al mio
fianco ma con molta più convinzione.
<< ‘Giorno >>
rispondono in coro Sly che sorride largamente e uno assai assonnato Rickey.
<< Bella macchina e
bella performance amico! >>.
Bibi riprende a ridere a
crepapelle.
Lo guardo male il rosso di
fianco a me, e arrossisco di botto ancora una volta, lo sento dal viso che mi
sta andando a fuoco.
Sposto lo sguardo da Bibi e
mi guardo attorno, dietro le spalle.
Tutti ci stanno ancora
fissando!
Nooooo!
<< Su, non fare quel
faccino! Ti ricordi cosa mi hai detto in macchina? - prende fiato e continua –
Il “Pacchetto Bibi” prevedeva anche questo ! >> e mi fa l’occhiolino.
<< Se sapevo che
comprendeva anche manie di protagonismo rifiutavo allora! >> mi fingo
scocciata.
Caspita! Non mi riesce
proprio di arrabbiarmi con lui!
E’ impossibile!
Ma che dico? Sono io che sono
impossibile e non so mai arrabbiarmi per davvero!
Uffi!
- Non dargliele tutte vinte! Non lo devi viziare – mi
riprende una voce bassa maschile ma dal timbro fermo e calmo.
- Lo vizzi troppo! Non va affatto bene! Continua la
stessa persona.
Mi riprendo subito da quel
ricordo ammonitore da parte di un Jhosh esasperato per la “Brutta ascendenza”,
come la definisce lui, che Bibi ha su di me.
Sorrido sotto i baffi.
Mi sa che Jhosh ha proprio
ragione sul fatto che io lo vizzi, ma è anche vero che vizzio anche tutti gli
altri del gruppo! Non lui e basta!
<< io invece sono
convinto che lo hai sempre saputo >> ribatte come al suo solito il rosso.
Scuoto la testa fintamente
affranta.
Vedo gli altri due fissarci
incuriositi.
<< Shaz è molto timida
e non le piace stare al centro dell’attenzione. Quindi: Shaz + macchina
vistosa + guidatore da ferrari + frenata da film = tutti la guardano mettendola
in imbarazzo >> spiega tranquillo Bibi, facendo addirittura divertire i
due giocatori di basket.
Alzo gli occhi al cielo
esasperata.
<< Via, ora vado. Devo
andare a vedere cosa a combinato a casa mio fratello – fa una faccia
terrorizzata – Mi sa che questa volta l’agenzia delle pulizie si rifiuterà di
metterci piede dentro >> dice Bibi.
Lo vedo sorridere divertito a
tale pensiero.
Mi si avvicina e mi da un
bacio sui capelli.
<< Ci si vede stasera a
cena Scricciolo, se sopravvivo alle lamentele delle donne delle pulizie, ovvio
>>.
<< Ok! Porta un film !
>> e lo saluto con la mano alzata mentre si dirige alla macchina, fino a
quando non scompare dietro alla prima curva con la sua vistosissima auto, e
porto l’attenzione su Sly e Rickey.
<< Gli altri? >>
chiedo.
<< Adorano mantenere il
loro titolo di ritardatari >> dice Sly che viene giustamente appoggiato
dal compare al suo fianco.
<< Vieni andiamo…Qual è
la tu prima lezione? >> mi propone Sly.
Gli porgo l’orario.
<< Biologia >>
pronuncia Rickey con fare disgustato.
<< Non ti piace ?
>> chiedo colpita.
E’ una delle materie che più
adoro assieme a fisica.
Lui si gira verso Sly che fa
una faccia da innocente.
<< Chiedilo al palo
della luce che sta di fianco a me il motivo ! >>.
<< Io ? – fa
indicandosi Sly – Mi annoiavo ! Non è colpa mia se il professor Grey era così
noioso e mi sono trovato un passatempo! Rifattela con lui! >> si
giustifica.
<< Si…certo, giocare ad
aprire i barattoli con dentro rettili imbalsamati, immersi in un liquido
vischioso e tirandoli fuori giocando all’era dei dinosauri? >> alza un
sopracciglio Rickey in direzione del moro.
Ridacchio.
<< Immaginavo che fossi
un gran ragazzaccio, ma che fossi un bambinone lo supponevo e basta !>>
riprendo a ridere.
<< T’ha già inquadrato
la ragazza, Sly >> e ridendo da una pacca sulla schiena di Sly, il quale
si riprende dopo essere stato a fissarmi impalato mentre ridevo con ilarità.
Smetto e gli sorrido.
Ricambia, si porta in avanti
di lato a me e fa un inchino d’altri tempi, dicendomi un “ prego, da questa
parte mia principessa”.
<< Mi
correggo…pagliaccio è il termine giusto >> ridacchio ancora e vado
aavnti.
Poi vengo affiancata da
Rickey e Sly, solo dopo che il primo abbai dato una gomitata divertita a Sly.
Così guardo l’uno e poi
l’altro di continuo, mentre mi accompagnano in classe, per seguire al meglio
l’interessante scambio di annedotti – assai divertenti – tra due.
***
Lezione interessante questa
di biologia, unica pecca è che questa roba la so già.
Ho tentato di stare attenta
il più possibile, ma non ce l’ho fatta, è stato più forte di me.
Così per passare il tempo mi
sono messa a fare il ritratto di un piccolo uccellino, che si era poggiato di
sfuggita al davanzale della famosa aula. Mi affretto verso la porta per uscire
dall’aula quando mi sento chiamare per nome.
Mi volto seppur continuando a
camminare.
Sono tre ragazzi.
Tutti alti più o meno uguali
ma assai diversi l’un dall’altro.
Quello sulla destra ha una
capigliatura biondo cenere con un ciuffo al lato destro che gli copre gli occhi
e gli arriva fino alla fine del volto e porta un piersing al sopracciglio
sinistro. Alto almeno 1,80 e magro, vestito a dark.
Mi hanno sempre affascinato
il loro modo di vestire.
E’ un qualcosa di unico e
fuori dal coro, ma pieno di carattere.
L’altro scuro di capelli
quanto quello al centro portati cortissimi, veste con abiti sportivo l’altro
porta una capigliatura mossa che gli arriva alle spalle quasi e vestiti di
jeans lacero e strappato come vanno di moda da alcuni anni. Quello in jeans ha
pure un tatuaggio tribale sul polpaccio destro.
Wow, è davvero fantastico
quel tatuaggio!
Entrambi i mori fanno occhi
azzurro chiaro mentre il biondino verdi.
Mi sorridono.
Mi fermo in mezzo all’aula.
Quello vestito dark prende
parola nuovamente ( presumo che sia stato lui a parlare prima, dato il timbro
di voce ).
<< Sei nuova del corso
giusto? IO sono Tim, lui – indicando il moretto dagli abiti sportivi – è Bread
e lui – indicendo il moretto con quel fantastico tatoo – Pier.
<< Io sono Shaz, e si
sono nuova, piacere di conoscervi >>.
Mi affiancano all’improvviso
cogliendomi di sorpresa emi incoraggiano a proseguire verso la porta per uscire
dall’aula.
<< Il piacere è tutto
nostro ! >> esclama Bread dando una gomitata a Tim.
Lo guardo stranita non
capendo il significato di quel gesto (gomitata).
<< Qual è la tua
prossima lezione? Ti accompagniamo volentieri !>> replica Pier con troppo
entusiasmo.
Troppo entusiasmo?
Ma a che vado a pensare?
Quando mai a qualcuno piace
perdere tempo?
Forse è contento perché
magari ha la scusa per assentarsi un po’ prima di riprendere subito lezione?
Sto per rispondergli dopo il
soliloquio mentale quando mi sento afferrare per un braccio e tirare via in
avanti in un veloce ma non brusco movimento.
Mi ritrovo così di fianco a
qualcuno, con una sua mano stretta sul mio avambraccio.
Lo sento rispondere.
<< No! Non ha bisogno
di aiuto! C’è il sottoscritto! Siete pregati di andare a lezione! >>.
<< Sly! Ciao! >>
lo saluto tutta contenta.
Sono così contenta che una
persona che almeno conosco mi sia vicina.
Ho passato tutta l’ora
precedente a sentirmi un pesce fuor d’acqua.
<< Ciao Shaz…ci si
vede… >> fa Pier, poi anche gli altri mi salutano e se ne vanno.
<< Tu che ci fai qui?
>> .
Si volta verso di me, dopo
aver seguito con lo sguardo i miei nuovi amici di corso che si allontanano.
<< Sono venuto ad
accompagnarti a fisica, no? >> mi sorride dicendo ciòe mi incita a
seguirlo.
<< Quelli chi erano?
>> mi domanda neutro.
<< I ragazzi di prima?Dei
compagni di corso. >>
Grugnisce alzando un
sopracciglio guardandomi per poi riportare subito lo sguardo davanti a se.
Mi sa che questa mattina
sogno ad occhi aperti, non c’è altra soluzione.
Mi era sembrato di vedere uno
sguardo incredulo in Sly, quando mi ha guardata ora da ultimo.
Devo proprio essermi
sbagliata, si non c’è dubbio…
***
<< Mi hai proprio
stracciato! >> suona quasi come un’accusa, ma lo vedo ridere spensierato.
<< Ma dai, solo perché
lo conosco da molto più tempo di te questo gioco italiano >> mi difendo
accompagnando le risa di Dan con le mia.
Quando varchiamo la porta
dell’aula di trigonometria ci troviamo davanti Sly.
<< E tu che ci fai qui?
>> chiede Dan palesemente sorpreso dalla sua inattesa presenza.
<< Sono io quello che
deve essere sorpreso, non sapevo che avessi trigonometria in comune con Shaz –
sorride al mio indirizzo – Ero venuto per scortarla a mensa caso mai non
ricordasse il percorso da fare >>.
Cade un attimo di silenzio
nel quale Sly e Dan si osservano.
<< Grazie per il
pensiero. E’ tutta la mattina che mi aiuti. Posso ricambiare il favore in
qualche modo? >> interrompo così quel silenzio esprimendo un mio pensiero
e mi avvio verso mensa, dove suppongo che sia.
Subito mi affiancano.
<< Figurati, l’ho fatto
con piacere >>.
<< Comunque, ritornando
a prima, voglio la rivincita domani >> afferma risoluto Dan.
Ridacchio.
<< Non sai proprio
accettare una sconfitta , eh? A me va bene non c’è problema, ma stiamo più
attenti la prossima volta sennò il professore ci ribecca >>.
Scorgo Sly guardarci
incuriosito, così gli spiego mentre prendiamo posto a mensa e saluto gli altri.
<< Durante
trigonometria Dan non voleva seguire la lezione così gli ho insegnato un gioco
italiano molto infantile ma divertente: “Nome, persona, cosa, animali e città”.
Consiste poi nel prendere un
foglio e scriverci tutte le lettere dell’alfabeto in grande e disordinatamente.
Dopo, ogni giocatore prende un foglio e fa una griglia in cui in cima
susseguendosi in ordine orizzontale si scrive nome, persona, cose, animali,
città, ma puoi scrivere anche altre categorie aumentando così la difficoltà del
gioco. Dopo di che si creano colonne verticali per ogni categoria, poi uno
sceglie una lettera a sorte e bisogna trovare per ogni categoria in un certo
tempo, la parola che inizia con quella lettera che soddisfi dunque la
categoria. Successivamente, allo scadere del tempo si controllano le risposte
tutti assieme. Se differenti dagli altri giocatori si prende 10 punti, se
uguale 5 punti, se non si è scritto nulla in una categoria per quella categoria
o punti. Vince chi al termine del gioco ( che avviene alla resa di tutti o alla
fine delle lettere dell’alfabeto) ha più punti >>.
<< Sembra davvero
divertente! Una di queste volte lo facciamo? >> mi propone Sly.
Gli sorrido divertita da
questo suo ego fanciullesco.
Ha quasi 19 anni e ancora gli
piace giocare con questi tipi di giochi, che buffo.
Forse sono io che sono
cresciuta troppo in fretta e a volte dimentico i miei 15 anni e le esigenze
dell’adolescenza. Che sciocca che sono!
<< Certo! Adoro questo
gioco. Ma ti avverto, sono una campionessa in questo! Naturalmente possono
anche unirsi gli altri. Più siamo e più ci si diverte >>.
<< Siii, io ci sto! Sto
gioco m’intriga! >> fa Martin al quale si affiancano anche Rickey e Drew.
Li guardo divertita. Che
bambinoni, ma mi piace stare in loro compagnia anche per questo : sono così
spensierati. Mi fanno capire che oltre alle responsabilità c’è anche il
divertimento di cui devo approfittare non quando mi ritaglio a forza un poco di
tempo,...sempre ne devo avere e quando voglio io, non quando me lo dicono gli
impegni o le responsabilità da adulta.
<< Andiamo a prendere
il pranzo? >> mi richiama Dan al presente. Mi sa che sta diventando una
sua abitudine riportarmi alla realtà ogni volta che penso!
<< Certo! Vieni Sly
>> chiamo solo lui dato che gli altri si erano già serviti prima che noi
arrivassimo.
Mi alzo e vado.
Poco dopo sono già a mangiare
con gli altri e vedo Jhonatan che ha uno sguardo affranto.
<< Ehi, tutto bene Jho?
Che succede? >> chiedo preoccupata direttamente a lui.
<< Succede che i
piccioncini hanno discusso e Dayane se l’è presa a male anche se aveva torto
marcio >> mi risponde Milly, cercando la mano del suo ragazzo e
stringendoiela.
Vedo Jhonatan assentire a ciò
che ha detto Milly.
<< Capisco – ci penso
un po’ su poi proseguo di slancio – Fossi in te non mi arrenderei e questa
sera m i farei trovare sotto casa sua con un bel mazzo di fiori da lei
preferiti per fare pace e chiarire i divari – tutti mi osservano quelli del mio
tavolo – Bhè…non ne so molto di relazioni però se fossi in lei mi aspetterei
ciò dalla persona che amo. Non mi piacerebbe stare a rodermi nel mio stesso
brodo … >> finisco guardando Dayane ad un tavolo distante dal nostro a
parlare fitto fitto con una ragazza dai lunghi capelli neri e lisci tenuti
legati in una coda.
<< Ah…e non dare retta
alle idee che partorisce il tuo orgoglio maschile e non la tua testa, tipo : “
sarà lei a venire da me perché è lei che deve venirmi in contro” o “ha
sbagliato lei, non la chiamo nè ci parlo né mi scuso, se non lo fa lei per
prima”. Sono le peggio. Non le ascoltare o puoi benissimo dirle addio >>
continuo guardando Dayane per passare infine lo sguardo su Jhonatan che mi
guarda come un pesce lesso.
<< Non fare quella
faccia. E’ normale che tu abbia pensato così, ma seguendo il tuo orgoglio
maschile che ti dice di fare il prezioso, non è la mossa migliore, soprattutto
con lei. Te lo garantisco. Nè ho viste tante di storie dei miei amici finire
così.
Ascolta, te lo dico chiaro e
tondo: se l’ami davvero sforzati e metti da parte il tuo orgoglio, altrimenti
se non lo fai vuol dire che lei non ti merita…>>.
<< Certo che sei
proprio un bel pozzo del sapere! >> mi elogia Threy.
Sto per ribattere ma Dan mi
supera parlando lui.
<< Puoi ben dirlo!
Pensa che prima in classe quando il prof ci ha beccati disattenti gli ha fatto
una domanda difficilissima e ha risposto da oscar. Il professore c’è quasi
rimasto secco. Si è fermata solo 15 minuti dopo, quando ha notato che la classe
e il prof la guardavano. Aveste sentito che paroloni che ha usato…>>.
Arrossisco di botto.
Mi imbarazza essere così
elogiata per una spiegazione così semplice a mio avviso.
Drew tira una pacca sulla
schiena a Sly e prende parola.
<< Caro Sly, a quanto
pare hai trovato pane per i tuoi denti! Niente competizioni, mi raccomando!
>>.
<< A quanto pare nel
gruppo abbiamo acquisito un altro secchione >> ironizza divertito
Martin.
<< E io che pensavo di
prestarti i miei appunti dello scorso anno, dato che frequentavo i tuoi stessi
corsi l’anno passato. Pensavo che ti potessero essere utili, e invece…>>
richiama la mia attenzione Sly con la sua generosa offerta.
Lo guardo sorpresa.
Mi sorride di rimando.
<< Grazie per il
pensiero. E’ molto carino da parte tua, ma credo di riuscirne a farne a meno
>> cerco di rifiutare gentilmente. Dopotutto, tutto il materiale
scolastico di quest’anno e il prossimo l’ho già fatto quindi…
<< I tuoi appunti?
Quegli appunti? Ma se sono peggio di un reliquiario per te? Da quando in qua tu
li presti? >> chiede shoccato Threy al moro distraendomi dal filo dei
miei pensieri.
<< A tutti i bisognosi
di aiuto, certo a degli scansa fatiche come te! >> ribatte l’interessato
e mi fa l’occhiolino.
Rido alla scena assurda.
Sono proprio una bella
comitiva affiatata, e anche un po’ buffi. Sono più che contenta di aver stretto
con loro.
<< Se è per quel motivo
ci sono sempre io a cui può chiedere o a Milly >> replica
con uno strano tono Dan guardando fisso Sly .
Gli osservo.
Ma che succede?
<< Ragazzi, andiamo
sennò facciamo tardi >> ci richiama Drew rompendo quello scambio di mute
parole trai due.
Ci avviamo alle aule.
Così passano da qui in poi
velocemente tutto il resto delle ore, soprattutto con Milly, con la quale
organizzo la nostra uscita shopping da lì a poco, alla fine delle lezioni.
***
Ricevo una possente gomitata
al braccio con cui sto disegnando, che mi fa compiere uno sfregio enorme sulla
caricatura del prof di spagnolo che in questo momento ci sta ammazzando di
noia.
Mi giro verso quella testa
dura di fianco a me che mi ha deliziato del suo delicato tocco.
<< Ma sei idiota? E che
cavolo, avevo quasi finito sto capolavoro! Cafone! >> sibilo a bassa voce
in direzione di Rickey.
Tira su gli occhi al cielo
per quanto la sua posizione da fnto studente-che-segue-la-lezione-su-libro gli
permette.
Mi indica un fogliettino che
spinge verso di me facendo finta di nulla.
Lo leggo.
Hai
visto che situazione oggi, tra Sly e Dan?
Mai
visto nulla del genere!
Che
ne pensi?
Lo guardo un attimo, poi
rispondo.
Già,
sembra impossibile che stiano a competere così per una bella ragazza come
Sharon. Comunque penso che si risolverà tutto.
Non
rovinerebbero mai la loro amicizia per una ragazza.
Ripasso il biglietto al finto
studioso rendendogli la gomitata di prima e decantando in uno spagnolo
impeccabile “ Hai una calligrafia di merda”.
<< Ho imparato dal
migliore >> ribatte.
Poco dopo me lo ripassa
nuovamente.
Neanche
per una gran topa come lei? Senti Threy.
Rispondo velocemente di
nuovo.
No,
secondo me anche nel peggiore dei casi, si mettesse Shaz con uno dei due,
l’altro si metterebbe il cuore in pace e sarebbero amici come prima.
Gran
capo…dimostraci cosa produce la tua testa piena di segatura. M&R
Faccio leggere di sfuggita a
Rickey ciò che ho appena scritto, dopo di che trasformo il bigliettino in un
aereo.
Mi assicuro che il professore
sia impegnato alla lavagna e che mi dia le spalle e lancio l’aereo alle mie
spalle, verso un banco in penultima fila, ad angolo.
…
Centro! E io che pensavo che
il basket non servisse altro che per farsi i muscoli, rimorchiare e avere un
fan club di ragazze sempre alle calcagna!
Vedo Threy interrompere i
compiti delle altre lezioni che stava facendo e leggere il messaggio e
trascrivere qualcosa, per poi rilanciarmi l’aereo.
Quando arriva richiamo il mio
compare e lo guardiamo assieme.
E’
come dice Martin. Non c’è di che preoccuparsi.
Ma
non era Dan quello cotto? Come mai questo repentino ripensamento da parte di
Sly? Ieri mi sembrava volesse essere il solito cupido come al suo solito, non
la vittima del dardo amoroso.
Vi
ricordate di come si è calato bene nei panni di cupido negli anni passati?
Se
non fosse stato per lui, né io né Jhonatan avremmo trovato le nostre due anime
gemelle! Soprattutto non saremmo riuscite a conquistarle in così breve tempo!
Qui
c’è sotto qualcosa! Non l’ho mai visto comportarsi così!
E
pensare che ieri per tutto l’allenamento e negli spogliatoi non ha fatto altro
che dare noia a Dan e a suggerirgli le migliori mosse per far cadere Sharon hai
propri piedi.
Ma
vi rendete conto dell’assurdità della situazione, anzi, del “paradosso”?
Io
penso che ci nasconda qualcosa…
Non
può che essere successo qualcosa di incisivo per fargli cambiare così
repentinamente idea!
Comunque
ne riparliamo dopo agli allenamenti o dopo ancora.
Però
devo ammettere ( mettendo da parte Milly e il mio amore per lei ) che non ci
penserei due volte a fare il filo a Shaz! XD
P.S.
Ma che scrivete con i piedi?
Io e Rickey ridacchiamo in
silenzio.
Mi giro e mimo un OK a Threy
e torno alla mia caricatura.
Mi fermo un attimo.
Bhè, in effetti non hanno poi
tutti i torti quei due
, Sharon è davvero un gran
bel pezzo di ragazza…
Mi appare davanti agli occhi
l’immagine di Sharon che ride spensierata.
No! Ma che vado a pensare!
Non ti ci mettere anche te
Martin! – Mi dico, rimproverando me stesso –
Bastano quegli altri due!
Sospiro arrendevole,
appoggiando una mano sotto la testa e rimettendomi a fare una caricatura su un
foglio pulito.
Certo che però sognare non mi
è mica vietato!
Dico tra me e me, mentre
ripensandoci cambio soggetto e mi metto a fare il ritratto di un affascinante
biondina naturale dai lunghissimi capelli lisci color dell’oro che le arrivano
al di sotto dei fianchi e dai grandi occhi blu mare assai ingenui e luminosi…
***
Sono così felice!
Potrei sfiorare il cielo con
un dito!
Penso mentre Milly nella sua
frenesia del fatto che sia arrivato il momento dello shopping, mi trascina a
braccetto correndo verso l’uscita della scuola.
Rido divertita da tanto
entusiasmo.
Appena mi ritrovo di fronte
a mio fratello lo saluto calorosamente, abbracciandolo all’altezza del torace,
mentre lui ricambia e mi da un bacio sui capelli felice da tale mia reazione.
Mi stacco un attimo non
appena ci raggiungono anche gli altri, rimasti indietro nella corso pazzerella
mia e di Milly e faccio le presentazioni, dopo di che saluto tutti e con un
braccio di mio fratello sulle spalle a guidarmi verso la sua auto.
Quando mio fratello rigira la
macchina per uscire dalla piazzola di fronte a scuola e passa vicino all’auto
di Threy con lui e Milly a fianco, abbasso il finestrino e mi sporgo per dire
alla mia amica che la attendo a casa mia e li saluto di nuovo.
Dopo ciò chiudo il finestrino
e vedo mio fratello fare lo stesso.
<< Perché avevi aperto
il finestrino fratellone? >>.
Lo vedo sorridere verso di me
e lasciarmi una veloce occhiata.
Lo vedo soddisfatto.
Sarà perché gli piace sentirsi chiamare da me “fratellone”?
<< Salutavo un ragazzo che mi ha fatto conoscere Rhu la
scorsa settimana, tutto qui…>>.
<< Capisco – allargo il
sorriso che ho stampato in volto ,anche se guarda la strada e non può vederlo
- Adesso capisco perché mi sembra di essere osservata … >>.
Assentisce tranquillo e sale
di marcia, mentre ci dirigiamo verso casa.
- SPAZIO AUTRICE –
Spero che questo nuovo chappy
vi sia piaciuto…
Nel prossimo comparirà
finalmente Russell!
Già…finalmente si imbatterà
in Shaz , ma..…
E si..c’è anche un ma…che
vedrete leggendo …
*me fa la preziosa e non
anticipa più nulla*
*me si lascia andare in una
risata malefica*
Scusate…sono un po’ schizzata
ma il personaggio di Russell mi
ha contagiata e agisco come
lui!
Ecco il male dello scrittore :
può essere affetto di multi-personalità,
causata da una non perfetta
separazione dai personaggi delle proprie fic.
Devo ammettere che questa
malattia non mi dispiace…^-^
Ah..quasi dimenticavo…salvo
imprevisti, PUBBLICHERò NUOVE STORIE E AGGIORNERò LE MIE FIC TUTTI I SABATI
(mattina = ora di pranzo o pomeriggio/sera, non ho un orario fisso)!
Capitolo 5 *** La Luna viena abbagliata dal Sole ***
Scusate il ritardo e l’attesa ma mi sono dedicata per un po’ ad altre
fic, ma sul tema Twilight…
Scusate il ritardo e l’attesa
ma mi sono dedicata per un po’ ad altre fic, ma sul tema Twilight…
Inoltre me la sono presa un
po’ con calma nel pubblicare questo nuovo capitolo dando priorità alle altre
fic in quanto c’è gente che segue ( a quanto ho appurato della recensioni) e
qui non so se c’è qualcuno che segue o no. Non so nemmeno se quelli che hanno
messo la storia trai preferiti e seguiti seguano ancora oppure no!
Mi fareste sapere in quanti
siete??? Mi basta anche che scriviate un “io” o un “ciao” per farmi vedere in
quanti siete e ha chi dare priorità e aggiornare più velocemente!
GRAZIE 1000!!!!
Comunque ecco a voi il
capitolo dove entra in scena RUSSELL
In fondo trovate le
foto dei personaggi…
5. La Luna viene abbagliata dal Sole
Ti…ti…ti…ti…tiiiiiiiiiii…
Mi sveglio al suono di
quell’odiosa sveglia che mi ha regalato papà conoscendo la mia natura pigra, ma
anche per la mia vita notturna.
Sorrido a tale pensiero, poi
con fare annoiato spegno con un colpo secco quell’arma infernale , chiamata
sveglia.
Ah…la mia povera testa!
Apro un occhio a malincuore e
guardo l’ora.
8:00
<< Che palle! Devo
andare già a lavoro! >> mi lamento come al mio solito.
Detesto dovermi alzare così
presto – per i miei standar – per andare a lavoro dopo una notte brava.
Mi alzo pigramente e mi
dirigo al bagno.
Ho la testa che mi duole
incessantemente.
<< Ma quanto cavolo ho
bevuto ieri sera?! >> esclamo stanco morto per le perse ore di sonno.
Mi guardo al grande specchio
del bagno.
Lo specchio mi rimanda
l’immagine riflessa di un avvenente ventiquattrenne in boxer, dal corpo
asciutto e ben proporzionato, modellato con un po’ di palestra ma non troppo,
alto 1, 90 , spalle larghe ma non troppo e forti, un volto virile dagli zigomi
alti ma non spigolosi, mascella squadrata con un mento un po’ pronunciato,
fronte un po’ spaziosa ma non troppa, due occhi scuri, quasi neri e penetranti
da come molte definiscono “magnetici e penetranti da poterci perdersi dentro”.
Naso proporzionato e due labbra fini, con il labbro inferiore un po’ più
carnoso, circondate da un pizzetto semplice ma ricercato, che assieme allo
sguardo mi danno un aria da scapestrato. Infine, capelli neri come la notte
tagliati corti e lasciti un po’ più lunghi sulla parte superiore, che non
quella laterale.
Mentre mi lavo i denti noto
un qualcosa di anomalo sul mio corpo, in prossimità dell’addome, un qualcosa di
rossiccio.
Un succhiotto?
Me lo stropiccio.
Controllo: è scomparso.
<< Rossetto! Me no
male! Non li sopporto proprio i succhiotti, sennò poi quelle che mi porto a
letto pensano che sia occupato, quando invece non lo sono affatto >>
parlo tra me e me.
Ridacchio al pensiero di me
fidanzato e innamorato perso di una presunta compagna e soprattutto
fedelissimo…io che non bado più alle donne che mi si parano davanti.
Che idiozia! Non succederà
mai! Farò di tutto pur che non succeda mai!
E poi…mi piace troppo la mia
vita da libertino quale che sono!
Rido sguaiatamente.
Poi entro nel box doccia e mi
concedo una veloce doccia ristoratrice-svegli-morti-post sbornia, cioè una
doccia gelata.
Comunque i succhiotti
preferisco farli, che riceverli.
Mentre penso ciò, mi passano
davanti agli occhi un remix della focosa serata precedente.
…
Come mi aveva definito
Stephanie? Ah..si… “Focoso e sexy”.
Sarò anche stato sbronzo e
adesso in stato catatonico, ma se mi ricordo tutto di ieri sera e sono
tornato a casa sano e salvo dopo essere stato a casa sua e ora sono incolume,
mi sa tanto che non ero abbastanza alcolizzato come volevo!
Riprendo a ridere.
Come potrei mai fare a meno
di questa vita?
In tanto mi dirigo in camera
e mi asciugo con l’accappatoio e mi vesto in tenuta da lavoro: camicia bianca (
immacolata ) sbottonata al primo bottone, pantaloni in tessuto elegante neri,
lo stesso si può dire della giacca, in tenuta elegante e formale.
Mi specchio e faccio una
smorfia nel vedere dietro di me, una cravatta posata sull’appendi abiti dietro
di me.
E’ già tanto che mi vesta
così e non mi presenti a lavoro in jeans e maglietta sportiva.
Mio padre si deve essere
bevuto qualche bicchierino di troppo pure lui, se ieri sera pensava che mi
sarei messo quel coso.
Lascio perdere le mie
considerazioni e inizio a preparare del forte caffè nero, mentre mangiucchio
una pasta che mi ha lasciato il mio vecchio.
Mentre metto il caffè in
tazza sento il telefono di casa che squilla.
Me ne frego e continuo
tranquillamente la mia colazione.
Al terzo squillo parte la
segreteria, seguita da un messaggio di mio padre : “Accendi quel cavolo di
cellulare super accessoriato che ti ritrovi, Tyler ti ha cercato! Ha detto che
il luogo dell’appuntamento è davanti alla High Beth School, per le 16. Mi si è anche raccomandato di dirti di non ritardare. Ah…un’altra cosa. Questa te la passo per
oggi di non aver risposto a telefono – alzo un sopracciglio, ostentando
incredulità – solo perchè sono di fretta e ho un colloquio con un cliente tra
10 minuti, ma la prossima volt-”.
Non finisce la minaccia
perché ostacolato da una voce femmile.
Sento che poi lo chiamano. E’
una voce femminile che mi pare famigliare.
Che sia la sua segretaria?
“Ora devo andare. Ci si vede
questa sera” e chiude.
Struffio annoiato posando la
tazza vuota del caffè, sul fondo dell’acquaio.
Vado in camera e sostituisco
la batteria del mio cellulare con un’altra carica, e mi dirigo alla mia
macchina per andare a lavoro.
Prima però di entrare in
macchina, estraggo un pacchetto di sigarette nuovo della mia marca preferita,
e ne fumo una per cacciare lo stress accumulato in 3 giorni di lavoro e per
preparare i miei nervi saldi alla buona dose di stress giornaliero che mi
aspetta puntuale come al solito in ufficio.
Quando arrivo al filtro,
butto a terra il mozzicone e la spengo con un gesto veloce e annoiato, e mi
infilo in macchina, ora più sereno, allo scuro di quello che da lì a poche ore
sarebbe successo…
***
Davanti a me un immenso
grattacielo.
Mi appresto a entrare.
Mi avvio con passo fermo e
risoluto verso uno degli ascensori dell’edificio, ignorando tutto il resto.
Entro a tempo, prima che le
porte si chiudano.
L’abitacolo è piuttosto
spazioso, anche se al momento è pieno.
Dopo due fermate arriviamo al
mio piano.
Appena esco mi immetto nello
studio legale in cui lavoro.
Ebbene si, sono un avvocato
dipendente di uno degli studi legali più efficienti e famosi di tutta la
cittadina.
Faccio passare il tesserino
magnetico nella macchinetta per segnalare l’ora della mia entrata lavorativa,
poi prendo e mi dirigo con noncuranza verso il mio ufficio personale, ignorando
tutto il comparto di colleghe e segretarie mi osservano interessate senza
indiscrezione e pudore!
Sorrido internamente.
Già fatte tutte!
Gli piacerebbe loro avere
l’onore di ripassare una certa lezioncina lavorativa nel mio letto, peccato che
io sia un insegnate del vecchio stampo: una sola notte basta e avanza.
Non voglio storie. Punto.
Che c’è di difficile da
capire? Io la trovo semplicissima la cosa, ma loro non se ne fanno una ragione.
Donne! Chi le capisce è
bravo.
Dopo la sfilata per tutto il
piano arrivo al mio studio e mi accomodo.
Subito dopo mi si affianca
Stephanie, che con fare civettuolo mi da il caso del giorno e me lo presenta.
Appena chiude la porta mi
lascio completamente andare sulla poltrona da scrivania.
Sbuffo annoiato.
Speriamo che arrivi qualche
nuova collega degna di nota, perché le altre me le sono già fatte tutte.
Peccato che io sia una
persona pignola, che divide il lavoro ( eccezione per le colleghe ) dalla vita
privata, e che quindi non possa farmi le belle clienti.
Stupida mia epica del cavolo!
Poi riprendo la serietà
abbandonata e mi dedico allo studio del caso.
Adulterio da parte della
moglie al cornuto marito.
Vogliono entrambi il
divorzio, ma lei vuole la casa del marito e gli alimenti, nonostante abbia un
lavoro ben retribuito.
Lascio cadere il fascicolo
della questione sulla scrivania, che precedentemente avevo preso in mano e mi
lascio andare sulla poltrona.
Ecco perché io non voglio una
donna!
Tu gli dai un dito e loro di
prendono poi tutto il braccio!
Bella fregatura.
Farò vincere al marito la
sentenza, fosse l’ultima cosa che faccio!
Mi passo una mano sotto il
mento, con il gomito appoggiato sul bracciolo della poltrona in pelle.
L’amore…che cosa stupida.
Io non credo nell’amore, né
in tutto ciò che comporta esso.
E’ solo una grande cazzata a
mio avviso, creata per illudere la gente, solo per dargli un pretesto per
trovarsi qualcuno di simile a lui, pronto a tutto come lui pur di non dover
passare tutta la vita nella completa solitudine.
A me non fa di certo paura la
solitudine.
Sorrido a tale pensiero.
L’amore è una continua
menzogna, e con essa i falsi sentimenti che porta con se.
La prova che tutto ciò l’ho
avuta per la bellezza di 22 anni in casa e altri 2 in questo stupido studio legale.
Mia madre e mio padre per
anni si sono detti bugie, calugne, frasi dette e ridette, false dichiarazioni
di amore eterno…
La cosa divertente è che mia
madre tradiva periodicamente in modo fisico mio padre e lui non ne sapeva
nulla, ma anche l’avesse saputo se ne sarebbe fregato.
Come mi ha detto lui una
volta, aveva smesso da tempo di amare mia madre.
Troppo testarda, amante dei
soldi, delle serate galanti nell’alta società, insomma , troppo aliena hai suoi
occhi.
Pensate che quando mio padre
l’ha trovata a letto con un altro, tranquillamente a chiesto se gentilmente
potevano sbrigarsi perché aveva un colloquio di lavoro in casa.
Ci sarei voluto essere a
vedere la faccia stralunata dell’amante di mia madre, sai che risate!
Quindi da allora, i mia in
breve tempo si sono separati e io vivo con mio padre e ci diamo alla pazza
gioia assieme.
Unica cosa di cui papà ci ha
guadagnato è stato un ripristino dei nervi saldi, meno litigate e un perfetto
legame di amicizia con mamma.
Fantastico a mio avviso.
Per gli altri due anni beh,
facendo l’avvocato non è facile immaginare quanti casi di adulterio e roba
simile mi sia capitato.
Sospiro e guardo il fascicolo
in esame.
Farò vedere a quella
donnaccia cosa succede a mordere la mano del proprio salvatore.
Parola mia.
***
Parcheggio vicino ad una
rossa Maserati GT lucida di mia conoscenza.
La macchina di Tyler mi
suggerisce la mia mente.
Scendo e mi avvio verso due
figure a me famigliari : Tyler e Kyle.
Il primo in tenuta sportiva,
riconoscibile dalla sua zazzera mora e dal viso paffutello e dal fisico da
rugbista, l’altro alto e dal fisico più normale, come il mio, dalla
capigliatura castana chiara,corta e tirata su dal gel.
Mi affianco ha i miei due
amici e ci salutiamo con una stretta maschile agli avambracci.
<< Miracolo! Sei
arrivato in anticipo! – guarda il cielo sereno e sporge una mano, voltandone il
palmo verso l’alto – Uhm…non sta grandinando…>> mormora Tyler.
<< Ma va…>> gli
do un cazzotto alla spalla.
Sorride.
<< Ma come mai siamo
qui? >> chiedo curioso per l’inaspettato luogo di incontro.
Lo vedo aprire la bocca per
rispondermi quando un ragazzo della mia età circa, si affianca a noi e saluta
Kyle animatamente.
Si scambiano qualche frase,
poi Kyle si degna di fare le presentazioni.
Così facciamo la conoscenza
di Justin, il migliore amico del cugino di Tyler.
Dice che è qui per prendere
sua sorella minore.
Poi quando suona la
campanella di fine lezione si allontana da noi scusandosi, e raggiunge il
cancello dell’edificio.
Appena se ne va Kyle mi
spiega tutto conciato che lui fa parte di un gruppo di amici selezionati,
rinomatissimo e invidiato da tutti, di cui fa parte anche quel fortunato di suo
cugino, e che sta cercando di entrarci.
Lo definisce uno sballo
stare con certa gente.
Io e Tyler lo guardiamo tutto
il tempo come fosse un pazzo, mentre ci spiega tutto.
Mi sveglio solo alla parole :
“donne a tutto spiano e a non finire”
Ma dura poco la magia perché
la cosa non mi interessa più di tanto, dato che me le so trovare benissimo da
solo le donne, e non ho bisogno di nessun gruppo di fighetti figli di papà per
trovarne.
Così , mentre Kyle parla da
solo, mi faccio spiegare il motivo per il quale siamo qua da Tyler.
<< Semplice, sono
venuto a prendere la mia ragazza, prima di dirigerci al bar per il ritrovo
>>.
<< Tutto qui? Mi ha
fatto venire qui per sorreggerti la manina mentre aspetti la tua donna?
>> sbotto irritato.
<< Macché, è perché non
mi vuole in macchina con la sua bella, ecco a cosa gli servi! >> mi
spiega baldanzoso Kyle, appoggiandomi un braccio sulla spalla.
Alzo gli occhi al cielo
esasperato.
<< Tornando a noi –
incomincia Kyle con aria cospiratoria – lo sai che Justin ha uno schianto di
sorella? Si dice che lui ci tenga moltissimo a lei e …oh guarda! Eccola – e mi
indica una piccola figura abbracciata a quel biondino di prima.
Mi impongo di guardare, così
da potermi liberare dal rompiscatole arpionato alla mia povera spalla.
Non l’avessi mai fatto…
I miei occhi mettono a fuoco
la figura di un piccolo angelo in terra.
Sento i battiti del mio cuore
bastardo aumentare i battiti.
Alta poco più di 1, 67 a occhio e croce, magra ma formosa, dal viso fresco e assente di trucco, ma non meno bello e
attraente.
Anzi…
Sento la gola secca.
Deglutisco rumorosamente a
tale visione.
Un dolcissimo viso dal
carnato chiarissimo con due gote rosse.
Due occhi blu mare, che ti
cantano una cantilena ammaliatrice, che ti spingono a volerti tuffare,
affondare in essi.
Un dolce nasino piccolo e
proporzionato e una bocca piccola, rossa e carnosa.
Mhn…
Il tutto racchiuso da una
capigliatura color dell’oro riccioluta.
Perfetti boccoli grandi color
del’oro, in cui affondare il viso e sentire il suo profumo…
Sento il cuore pompare ad una
velocità pazzesca.
Mi sento strano.
Che mi pende?
Mi riprendo ad uno scossone
di Kyle e alle risa di scerno dell’altro farabutto che chiamo amico.
Nonostante mi sia ripreso
continuo ad osservare i gesti di quella bellissima creatura.
<< Sorvolo sulla tua
faccia da pesce lesso, ma almeno abbi la decenza di chiudere la bocca …>>
mi consiglia quello al mio fianco.
Chiudo con sforzo la bocca e
cerco di ridarmi un contegno.
<< Noto con piacere che
quella bambola abbia fatto colpo su di te! >> dice e lo sento ridere.
Mi strattono dalla sua presa,
mentre saluta il fratello maggiore del mio angelo.
Finisco di vedere l’auto
girare l’angolo e scomparire dalla mia vista e cerco di calmare la grande
confusione che ho in testa.
Ma che diavolo mi si è preso!
Mai mi era successa una cosa
del genere!
Mai ho reagito così per una
del mio sesso opposto!
Diamine! Che diavolo c’era
nel caffè che ho preso a lavoro, prima di venire qui?!
Mi passo una mano sul volto
sconvolto.
Tutto questo ha bisogno di
una lunga e ferrea meditazione!
<< Noi andiamo, ci si
vede al bar ! >> fa il modello fidanzato, a braccetto con una rossa.
Mugugno qualcosa
affermativamente e mi incammino verso la mia auto.
Appena entro il mio pensiero
vola a quel’angelo dai bellissimi occhi blu/celesti.
E io che pensavo che gli
angeli non esistessero…
Sorrido a tale pensiero.
Mi riscuoto quando il mio
amico mi fa cenno di partire.
I primi 10 minuti me ne sto
in silenzio, mentre il mio passeggero ciancia del più e del meno, ma non lo sto
ad ascoltare, ho ben altri pensieri a cui pensare.
<< Come si chiama la
sorella di Justin? >> lo interrompo bruscamente.
Mi fissa per un lungo istante
divertito, alza le spalle con fare arrendevole e mi risponde.
Sharon.
Bellissimo nome.
Il quale inizia a rimbombarmi
per tutta la mia zucca vuota, fino a che non chiedo altre informazioni su di
lei.
Così vengo a sapere a
malincuore che è minorenne.
Ma porca miseria! Ha 15
anni!
Che vive con il padre e suo
fratello maggiore alla periferia di questa cittadina, nella zona più lussuosa.
E che nonostante abbia 15 anni è molto intelligente e ha iniziato quest’anno a
frequentare fin da subito il terzo anno invece del primo.
Inoltre, che nonostante sia
agiata e non le manchi nulla, è la persona gentile e sincera, per nulla
spocchiosa, amante dello sport e della natura.
Pure amante dello
sport…dove la si va a trovare una così?
E in fine che ha un altro
fratello più grande di lei, ma che vive con la madre e il nuovo compagno, dato
che lo ha avuto con il secondo marito il fantomatico Jay.
Rimango un po’ deluso nel
sapere solo questo, ma non glielo do a vedere.
Quando arrivo davanti al
fantomatico bar prendo e lo scendo e me ne vado senza una parola, solo con un
pensiero in testa: Sharon.
Si, ho decisamente bisogno
di una lunga e seria meditazione.
E con questa decisione, pigio
sull’acceleratore e aumento le marce, avviandomi così verso casa, di tutta
fretta.
Salgo gli scalini di casa,
due a due, per raggiungere camera mia più in fretta possibile e posare cartella
per cambiarmi.
Mi metto dei jeans scoloriti
e attillati e la maglietta di arancia metallica, identica a quella di mio
fratello, ma versione più piccola.
Non ho bisogno di una xl come
lui. Non ho manco un muscolo.
Ve l’ho già detto che adoro
le magliette maschili?
Sono carinissime!
Prendo poi il portafoglio e
cellulare dallo zaino e li metto nella tasca esterna della giacchetta che mi
porto dietro. Caso mai facessimo tardi, io e Milly e si rinfrescasse…
Sto per uscire di camera
quando mi ricordo che devo cambiarmi i tacchi, perché quelli che indosso non
sono del colore giusto.
Appena appurato il cambio,
sento una macchina suonare.
Mi fiondo alla finestra
sperando che sia la mia nuova amica, che è, e mi sta salutando, e io ricambio.
Mi fiondo al piano di sotto e
dopo aver salutato il fratellone, esco chiudendomi la porta alle spalle e
salendo in macchina di Milly.
Appena dentro l’abitacolo mi
slancio verso di lei e l’abbraccio.
Sono così felice…ho un’amica…
<< Calma, calma…che
così mi consumi! Sennò cosa penserà di te il mio ragazzo? >> mi riprende
giocosa, ricambiando anche lei l’abbraccio.
Mi rimetto composta ridendo e
allaccio la cintura.
<< Solo perché so che
Threy senza di te si annoierebbe e non saprebbe come impiegare il suo tempo!
>> e le faccio l’occhiolino.
E passiamo così tutto il
viaggio , anche se breve, fino ai grandi magazzini più forniti e in, di tutta
la città.
***
<< Esci su, non farti
pregare. >> mi incita Milly.
Mi scruto nuovamente nello
specchio del camerino, che manda il riflesso della mia solita immagine , se
non fosse che indosso una minigonna in jeans scolorito che è esageratamente
mini, dato che mi arriva parecchi centimetri sopra il ginocchio. Per non
parlare poi del top azzurro, senza spalline, traforato ovunque con dei piccoli
e ricercati fori sparsi ovunque, che scoprono anche quel poco di pelle coperta,
dato che il top mi arriva poco più su dell’ombelico.
Provo a buttare giù un po’ la
gonna, per coprire un po’ le gambe.
<< Ugh >> gemo
nel constatare che ho peggiorato le cose.
Ora mi si intravede
addirittura la biancheria.
Che pasticciona!
<< Ma che…>> dico
quando mi sento tirare per un braccio mentre cerco di risolvere il guaio che ho
combinato, e mi ritrovo davanti alla mia nuova amica.
Lei mi scruta.
Mi mordo un labbro nervosa e
arrossisco.
La vedo sorridere.
<< Stai benissimo!
Quella gonna si sposa perfettamente con quel top! Stai d’incanto! >>.
Cosa? Ma è pazza? Ma si rende
conto che oltre a questa….questa minuscola cosa che lei chiama gonna mi ha
abbinato un top troppo hard?
La guardo strabuzzando gli
occhi.
<< Non fare quella
faccia! Stai benissimo>>.
<< Ma la gonna è troppo
mini! E il top con tutti questi buchi è troppo per me…non mi sento a mio
agio…>>.
<< Ti ci abituerai! E
poi non penserai mica che ti mandi, vestita con due straccetti o con la tuta da
ginnastica in disco questa sera? >> mi chiede scettica e con tono
riprovevole.
Mi si avvicina e mette le
mani a mo di preghiera e mi guarda con un espressione…
No! Non quella! Non le so
dire di no! Come a tutte le altre identiche che mi ha fatto, per rifarmi un
guardaroba, come dice lei : femminile, e non maschile.
Sospiro affranta.
<< E va bene…come vuoi
tu…>> dico come una condannata a morte.
Lei mi si butta al collo
facendomi sorridere, per poi allontanarsi e rimandarmi in camerino a cambiarmi.
Quando riesco lei prende i
vestiti e li sistema sul mio carrello già strapieno di tutto e di più.
Non mi entrerà mai tutta
quella roba nell’armadio! Penso truce, guardando scoraggiata e assai rassegnata
il carrello.
Milly nota il mio sguardo.
<< La spesa è troppo
per te? >> mi domanda con una nota nella voce…dispiaciuta?
<< No, affatto è solo
che ho paura non mi entrino i nuovi vestiti. Sono tantissimi! >> la
rassicuro io.
Lei ride e ribatte con un “
li butti via gli altri, tanto lo so che sono tutti da maschiaccio!”
Io le sorrido accondiscente
sul fatto che ci abbia azzeccato sul tipo di abiti che ho, ma non tutti sono
così, anzi, ho anche gonne e vestiti femminili di ogni genere, ma preferisco
portare solo in alcune occasioni, mentre i vestiti comodi,alias pantaloni e maglietta
sempre, dato che la maggior parte del mio tempo lo dedico a fare sport con gli
amici e non , ho a leggere sul prato. Si, decisamente una gonna o una camicetta
non mi sembrano molto adatte per fare Jogging o fare skate. A me piace mettere
camicette, gonne, top, ma basta che mi coprano!Ho anche i vecchi abiti da
concerto, e quelli sono assolutamente femminili.
Ma lei non può saperlo.
Ridacchio sotto i baffi.
Se lo sapesse sarebbe persino
in grado di costringermi a indossarne uno anche se inadatto per andarci a
scuola, da quanto è fissata con i vestiti.
E’ particolare, simpatica,
dolce, intelligente e un po’ pazzerella, ma la adoro!
La guardo sfilare trai
vestiti.
Si, sento che saremo ottime
amiche.
Poi con passo felpato, per
quanto mi possano permettere i tacchi, mi allontano e vado nel mio reparto
preferito: quello maschile.
E cerco ciò di cui al momento
ho davvero estremo bisogno.
Mi blocco quando, mentre mi
poggio al braccio due magliette a spalle larghe, con la scritta converse 32,
che sento alle mie spalle uno sbuffo e uno sbattere ritmicamente un piede
nervosamente.
Ohi ohi…mi sa che sono nei
pasticci.
Mi giro verso di lei e cerco
di contrattare.
Ma lei è irremovibile.
<< Su dai! Mi servono
per domani, quando vado a fare skate con gli altri al parco! >> ritento.
Mi guarda sorpresa.
Perché? Che ho detto di così
alieno?
<< Tu fai skate?
>>.
<< Si, perché tu no?
>>.
<< E’ uno sport
maschile…>>.
<< Non lo sapevo…a me
non mi hanno mai detto nulla…cioè, quando i raga mi vedevano, non mi hanno mai
detto nulla…mai scacciata. >>.
<< Comunque, no, non lo
pratico…Per caso pratichi qualche altro hobby >> mi chiede ancora con
voce starna e sorpresa.
<< Beh, a me piace
tantissimo lo sport anche se sono goffa. Pratico con il gruppo: basket
principalmente, calcio, skate e tennis solo con alcuni, non a tutti piace –
faccio una smorfia – mi piacerebbe anche il football americano, ma non ci gioco
perché loro sono tutti ben messi e se mi dovessi scontrare con loro diventerei
più sottiletta di quel che sono…>>
Le sorrido, un po’ a disagio
per questo suo comportamento, ma fortunatamente si riprende, e mi rilasso.
Si gira e prendendomi per un
braccio mi trascina di nuovo al reparto ragazze, biascicando un qualcosa simile
a un: “quanto lavoro ho da fare”.
Mentre mi cerca altri abiti,
una domanda mi sale spontanea alle labbra, e non posso più rimandare.
<< Milly, perché Dayane
mi odia? >> le chiedo sulle spine.
Lei mi guarda dispiaciuta e
mi si avvicina, prendendomi le mani e mi spiega.
<< E’ gelosa di te
>> risponde semplicemente.
<< Gelosa? Di me?
Scherzi? >> le chiedo stupita.
Ma cosa avrebbe da invidiarmi
una ragazza bella come lei, con un ragazzo fantastico e tanti amici al fianco?
<< Beh…mi sa che si è
ingelosita perché tu e Jhonatan andate troppo d’accordo per i suoi gusti, e
perché lui ha indugiato un pochino più del normale, sulla tua figura quando vi
siete conosciuti >>.
…
La guardo a bocca aperta
<< Ma tra e lui non c’è
niente! Siamo solo amici! Lo ammetto, c’è feeling per una buona e solida
amicizia ma come con gli altri! Non scherziamo! Ed è normale che mi abbia
guardato più del solito la prima volta…dopotutto ero la nuova arrivata! E’
normale. Tutti si è curiosi! Non scherziamo! Io non tocco i ragazzi di nessuna,
soprattutto occupati e a dire il vero i ragazzi proprio non mi interessano!
Manco li guardo! >> spiego conciata e agitata.
<< Calma, tranquilla.
Lo sappiamo noi altri…ma sai…è un tipo geloso. Comunque non ha scusanti. Ma
torniamo a noi – e adesso mi sorride – che ne dici di questa maglietta?
>>.
Alzo gli occhi al cielo
sconsolata.
Milly la adoro, ma sta
fissazione mi sembra un po’ esagerata, ma le voglio bene di già e non posso che
darle carta libera…
Povera me, penso mentre la seguo
verso il reparto intimi.
***
Mi dondolo un po’ impaziente
sulla poltrona in salotto, facendo sue giù con le gambe, come se stessi in
altalena.
Sposto lo sguardo su
l’orologio di casa.
23:37
Struffio.
Mi sa che mio fratello sta
tallonando Bibi, se ancora non è arrivato.
Sento papà scendere le scale
e accomodarsi nella poltrona di fronte a me, per gustarsi la partita di
football americano, registrata ieri.
Lo osservo, per cercare di
distrarmi.
Lo vedo girarsi verso di me
con l’intenzione di dirmi qualcosa ma si blocca.
…
<< Papà? >> lo
richiamo preoccupata.
<< Tesoro sei tu?
>>.
Arrossisco, sento le guance
andarmi in fiamme.
<< Ma che hai fatto?
>>
<< Una mia amica mi ha
rifatto il guardaroba e scelto abiti e trucco per questa sera…non ho saputo
dirle di no. Vado a cambiarmi e…>> mi sento rimettere giù a sedere.
<< No. Stai così! Stai
benissimo. Solo che è non mi sembrava il tuo stile, tutto qui…>>
Suona il campanello.
<< Vado io >>.
<< Ciao Bibi, andiamo,
sono pronta. >>.
Mi fissa imbambolato sulla
porta, bloccandomi il passaggio.
Caspita, pure lui.
Mi fissa la minigonna e poi
il top.
<< Hai per caso rubato
i vestiti alla Barbie del negozio dietro l’angolo? >> alza un
sopracciglio e mi guarda arrossire, mentre sento papà ridere di sottofondo.
Lo spingo e esco, mentre lui
mi affianca mentre mi dirigo verso la sua macchina, senza degnarlo di una
risposta.
Prendo la decisione di
ignorarlo.
Ma durante il viaggio mi
sciolgo e gli racconto tutto, del pomeriggi fantastico che ho passato con
Milly.
***
Mi muovo freneticamente
assieme ad altri corpi sudati e giovani, che ballano come me a suon di musica,
disco dance remixata.
Mi sento spostare una ciocca
dei miei capelli ricci al naturale ( me li sono lavati, prima di vestirmi,
facendoli asciugare al naturale). Alzo lo sguardo sulla persona davanti a me
che ha compiuto tale gesto per richiamare la mia attenzione: Bibi.
Avvicina il suo volto al mio
orecchio e nel frastuono mi urla che va a prendere da bere,e vuole sapere se
prendo il solito.
Assentisco e riprendo a
ballare.
Sento che appena lui si
allontana, la calca di gente si fa più vicina.
Normale. Si cerca un po’
tutti di guadagnare spazio per potersi scatenare.
Io continuo imperterrita.
Alzo lo sguardo davanti a me
e vedo un moretto dai capelli un po’ lunghetti sorridermi e farmi l’occhiolino.
…
Avrà fatto l’occhiolino a una
dietro di me.
Faccio finta di nulla e torno
a concentrarmi sulla musica, quando sento dietro di me una presenza e farsi
vicino al mio orecchio.
Io mi giro sicura che sia
Bibi.
Che lampo che è stato, di
solito ci sono code immense al bar.
Ma quando il mio sguardo
incrocia quello di uno sconosciuto mi blocco sul posto sorpresa.
Mi riprendo e faccio per
girarmi quando sento che mi parla all’orecchio.
<< Ciao! Permetti se ti
affianco, mentre aspetto la mia comitiva? >> mi chiede mellifluo.
Gli faccio un cenno di ok.
Ma, tipo particolare se
chiede di poter ballare in pista, quando ha pagato per quello! Però educato!
Mi guarda e mi sorride.
Ricambio la cortesia.
Mentre mi balla davanti lo
osservo.
Occhi chiari, ma non
distinguo il colore a causa del continuo cambio di colore delle luci. Fisico
snello, corporatura normale, alto. Faccia ancora un po’ infantile ma carina. Un
tipo classico. Mentre continuo a scrutarlo curiosa dalla sua comparsa, lo vedo
avvicinarsi per parlami e mi sporgo un po’, per facilitarli la cosa.
<< Io sono Kyle, tu?
>> mi porge la mano.
<< Sharon, ma chiamami
pure Shaz >> gli rispondo urlando pure io, per sovrastare il frastuono
che ci circonda, stringendogli la mano.
A sua volta me la stringe e
mi da tre baci sulle guance.
Mi si incendia il volto
dall’imbarazzo.
Ma che? Ma che razza di modo
è, di fare conoscenza?
Mentre la mia testa si
aggroviglia, per cercare di far luce su quello appena accaduto, non mi accorgo
che mi ha trascinata via dalla sala e mi ha condotto in un angolo della sala,
dove non vi arriva la luce della discoteca e mi fa sedere sui divanetti.
Levo la mia mano dalla sua e
lo guardo sulla difensiva, per quanto riesca nella penombra.
Justin e gli altri si sono
sempre raccomandati di stare attenta con le persone che non conoscevo, quando
ero da sola. Ma sono in una discoteca piena di gente, no? Che mi potrebbe
succedere?
Mentre penso ciò lo sento
parlare, ma non ho sentito neanche una parola e gli chiedo di ripetere.
<< Dicevo, se eri di
qui. >> ripete pazientemente.
<< Si, abito nella zona
verde e più alta della città. Perché? >> gli chiedo curiosa.
<< Ottimo – mi sorride
entusiasta – perché avevo giusto un biglietto in più per il concerto dei MzX, e
mi chiedevo se mi volevi accompagnare, dato che nessuno dei miei amici piace,
tale tipo di musica. Allora? Che ne pensi? >>
Mi sta chiedendo un uscita,
per conoscerci meglio e diventare amici?
Perché no? Mi piace fare
nuove amicizie!
Ma mentre apro la bocca per
rispondergli, mi sento tirare via per un braccio, facendomi alzare e sbattere
contro il fianco di qualcuno.
Rimango un attimo impalata
per la sorpresa.
Ma che è la giornata del “
Tira il braccio a Sharon e vinci un viaggio alle Hawaii”?
Sto per rispondere per le
rime, quando vedo che quel qualcuno, non è altri che Bibi che sta guardando
male il mio nuovo amico Kyle.
Non ho nemmeno il tempo di
salutarlo che, Bibi mi trascina via e mi riporta a casa, facendomi un
cazziatone sul : “Non devi mai parlare con un estraneo, ect.”.
Me lo sorbisco tutto, mentre
più va avanti e più mi rendo conto che forse ha ragione, anche se quando gli
spiego che non ero da sola e che ero circondata da tanta gente, non poteva
succedermi nulla, mi lancia un occhiataccia da paura, e da lì subisco tutti in
silenzio, estremamente dispiaciuta per aver disubbidito alle raccomandazioni e
per averlo fatto preoccupare.
QUALCHE ORA PRIMA
DALL’ALTRA PARTE DELLA CITTA’
Mi sciacquo nuovamente il
viso con acqua gelata.
Alzo il viso dal lavandino e
osservo il mio volto gocciolante allo specchio.
L’immagine che mi viene
rimandata non è assolutamente identica a quella di questa mattina. Ho uno
sguardo strano, oserei dire agitato e perplesso. Sulla fronte ho una prematura
ruga incisa, a causa dell’espressione nera e assurda che tengo ormai da ore.
Mi asciugo il volto e con
passo cadente e insicuro, mi avvio verso la poltrona della salotto/ingresso,
divenuta ormai il mio quartier generale, da quando sono tornato a casa.
Sento squillare il telefono.
E’ tutto il pomeriggio che
ignoro le telefonate che mi hanno fatto i miei amici, a causa del mio insensato
comportamento, e di essermene andato all’improvviso senza dire nulla loro.
Ascolto l’ennesimo messaggio
di invito ad andare al Re-Fhused, la discoteca da noi preferita, nella quale
andiamo molto spesso.
Struffio stanco.
Ma la smetteranno prima o poi
di infastidirmi?
Ho altro a cui pensare.
Già.
E il mio pensiero vola a
quella figura piccola e aggraziata di Sharon…
Nooooooooo! Di nuovo!
Nooooooooo!
Soffoco un’imprecazione, nel
cuscino del divano che spingo contro il volto.
Ma che diavolo mi sta
succedendo?
Perché il mio pensiero è
fisso su di lei?
Perché non riesco a non
pensare a niente che non siano i suoi capelli d’oro, il suo volto…
<< E Basta! >>
urlo fregandomene dei vicini e alzandomi di slancio dal divano!
Mi passo le mani sul viso,
come a levare delle gocce di sudore.
Ma che diavolo mi sta succedendo?!
…
No…
…
Non ci credo…
…
Ditemi che è un incubo…
…
Che qualcuno mi svegli…
No, non posso essermi preso
una cotta per lei!
No, lo rifiuto! Non ci credo
al colpo di fulmine, non credo neppure all’amore!
E’ assurdamente ridicolo.
Mi rimetto seduto.
<< Si, è assolutamente
ridicolo…>> mormoro, mentre mi passo una mano nei capelli, nervosamente.
Poi mi sdraio lungo il
divano, appoggiando i piedi scompostamente ad un bracciolo, e sull’altro la
testa.
<< Si, è assolutamente
ridicolo >> mormoro nuovamente, fissando il vuoto…
Capitolo 7 *** Un maschiaccio senza speranze o guai in vista? ***
Chany41: Felicissima che la fics ti piaccia
Chany41: Felicissima che la fics ti piaccia! Ancora più
contenta lo sono per Bibi che ti piaccia! Mi vergogno ad ammetterlo, ma Bibi è
in realtà la mia mascolina parte nascosta dentro di me – se non si fosse
capita, sono cresciuta tra ragazzi – le mie amiche cercano di soffocarla…ma
vive ancora!^_- e speriamo lo faccia ancora, dato che sarà un elemento
importantissimo per tutta la saga – Lo faranno santo – Spero che questo nuovo
capitolo non ti deluda affatto e spero continuerai a seguirmi! Alla prossima
(spero). Il bello deve ancora arrivare *ç* !!!!
7.Un maschiaccio senza speranza o guai in vista?
Parcheggio la mia amata RSV 1000 R (Aprilia)nera nuova di zecca.
Con un moto di insofferenza
la spengo.
Uffi! Dovevo allungare il
tragitto, così avrei potuto guidare un altro po’ la moto.
Scendo un po’ dispiaciuta a
tale pensiero e mi levo un casco troppo grande per me e lo lego con la catena
alla ruota posteriore e al manubrio.
Pure il casco di Justin mi
toccava prendere! Non è nemmeno in tono con la mia moto!
Con la sua si, dato che è blu
notte! Colpa sua che mi ha perso il casco! Ora vede, appena faccio ripulisci in
quel porcile che osa chiamare camera, gli faccio vedere io dove è il mio casco!
Come minimo l’avrà messo da una parte in camera sua, quella volta che gliel’ho
prestato per l’appuntamento con la rossa. Sarà sotto cumuli di roba.
Penso mentre mi avvio verso
il mio gruppo di amici.
Speriamo che non siano sotto
i suoi calzini.
Ugh! Meglio che non ci pensi
ho vomito la colazione!
Vedo guardarmi tutti
particolarmente sorpresi, tranne Milly che mi sta guardando furente e Dayane e
Jhonatan che stanno facendo i piccioncini.
<< Che ho fatto
stavolta Milly? >> le chiedo affranta.
Che avrò combinato questa
volta?!
Ha ragione mio fratello: non
ne combino mai una giusta!
<< Cos’è quella?!
>> mi domanda arrabbiata indicando dietro di me la mia moto.
<< Tesoro, presumo sia
una moto. >> le risponde Threy abbracciandola da dietro.
<< Fa rispondere a lei!
>> gli ruggisce contro.
Mi sa che è un po’ tanto
arrabbiata.
Ti prego, fa che non sia per
quello! Fa che non sia per quello!
<< La mia moto?
>> le rispondo tremante.
Da sfogo a un gemito di
insofferenze e riprende alla carica.
<< Ecco! Lo sapevo io!
Ora anche la moto! – sospira drasticamente fuori dai gangheri – Non pensavo che
avrei dovuto lavorarci così tanto con te! >> poi si rilassa e mi guarda
minacciosamente.
No! Lo sapevo!
Ok…cosa è il massimo che
posso sopportare?
Ingoio a vuoto.
No, non posso sopportare
nulla che riguardi fare del male alla mia adorata moto.
Ok, vi sembrerò pazza, ma c’è
a chi piace la sua amata ferrari da lucidare ogni due minuti con un pezzo di
velluto, a chi va pazzo per la formula uno, chi per i cani…beh io vado pazza
per le moto.
Moto è uno stile di vita:
libertà e velocità.
Un combo perfetto!
Quindi, che nessuno tocchi o
mi separi dalla mia adorata!
Mentre io rimango zitta a
spaventarmi, gli altri cercano di tranquillizzarla.
<< Dai Milly, non ti
arrabbiare! Se non avessi la moto mi toccherebbe farmi tutte le mattine almeno 5 km a piedi! Mi è indispensabile! Non puoi chiudere un occhio? >> la supplico.
Lei mi guarda ancora un po’
petulante, poi alla fine alza le spalle e acconsente, ma per il resto non devo
sgarrare: devo seguire passo per passo la sua tabella di marcia, come dice lei.
Fiuuuuuu .
Salva per un pelo!
Saluto finalmente gli altri .
Pure Dayane ricambia il mio
saluto.
Non ci posso credere! Mi a
salutato! Forse ho ancora una speranza e possiamo diventare amiche!
Mi piacerebbe tanto.
Poi ci avviamo verso le
rispettive lezioni, con io che chiudo la fila con Dan e Sly.
Mentre attraverso l’edificio
scolastico con i due che mi si complimentano per il mio buon gusto in fatto di
moto e parliamo di questa passione che abbiamo in comune, un avviso della
bacheca attira la mia attenzione per un attimo, ma continuo a camminare con
loro, appuntandomi mentalmente di ripassarci più tardi a darci un occhiata più
approfondita.
***
Appena suona la campanella
ponendo fine a trigonometria, mi fiondo in corridoio senza aspettare Dan,
mollandogli un “Mi dispiace. Vi raggiungo dopo”.
Corro per i corridoi fino a
quando non mi ritrovo davanti alla bacheca degli annunci e mi soffermo a
leggere il corso EXTRA SCOLASTICO che mi aveva colpito quella mattina. Sorrido
soddisfatta, mentre impugnando la biro, metto per iscritto il mio nome e gli
altri dati scolastici che richiedeva.
***
<< Scusate il ritardo!
Eccomi! >> mi scuso mentre prendo posto a sedere di fianco a Milly e
inizio a mangiare i miei chili, che tanto malaccio non sono, contando il fatto
che siano frutto della mensa scolastica.
Tutti mi chiedono curiosi
dove io sia scappata di fretta.
A quanto pare Dan gli deve
aver avvisati del mio anomalo comportamento.
Sorrido soddisfatta al
gruppo.
<< Mi sono iscritta al
gruppo di Basket. >> dico mentre tiro fuori dalla tasca dei pantaloni a
sigaretta color vinaccia, il cellulare e rispondo a Rhu.
<< Ehilà, Pulce! Bibi
mi ha detto che ti potevo chiamare a quest’ora se ti volevo parlare. Ho fatto
bene? >> mi chiede la foce giocosa e sempre di buon umore, del mio
carissimo amico.
<< Ciao Rhu! Certo che
puoi! Hai fatto bene! Dimmi tutto! >> rispondo mentre osservo il giardino
dell’edificio che si intravede dai finestroni, ai lati delle pareti.
A quanto pare mi sta
ricordando che oggi pomeriggio ci si incontrava direttamente al parco per fare
skate e che poi la sera si andava da lui, per una serata tra noi.
<< Per la sera mi va
benissimo, ma per il pomeriggio non posso. Ho il provino per un corso extra
scolastico e non ce la faccio. Quindi ci vediamo questa sera. Avverti tu mio
fratello, che vengo direttamente da te, senza passare da casa? >>.
Dopo il suo assenso e una
rappresentazione per telefono del dramma della fine del mondo per la mia
mancata presenza al parco, il pomeriggio stesso, mi lascia salutandomi
affettuosamente e augurandomi buona fortuna per il provino.
Mentre finalmente inforchetto
il mio pranzo e inizio a mangiare Sly mi chiede chi fosse la persona a
telefono. E tra un boccone e l’altro gli rispondo che è un amico, uno del
nostro gruppo, mio e di mio fratello di cui fa parte anche Bibi.
Intanto vedo un’euforica
Milly guardarmi soddisfatta. Mi chiedo il perché.
E giustamente le espongo la
mia curiosità.
<< Perché ti sei
iscritta alle ragazze pon pon del gruppo di basket no? E lo sono ancora di più
perché ne facciamo parte pure io e Dayane! >>.
Le rido in faccia, non
riuscendomi trattenermi.
Ho pure le lacrime agli
occhi!
Ma scherza? Io ragazza pon
pon? Un incubo!
<< Che ho detto di così
divertente da farti ridere ? >> mi chiede fintamente offesa Milly.
Smetto di ridere forzatamente
e mi asciugo le lacrime.
Osservo tutti al tavolo.
Tra tutti mi sa che l’unico
che ha capito è Sly, che mi guarda con un sorriso e uno sguardo davvero
compiaciuto e divertito.
<< Chiedetelo a Sly. Mi
sa che è l’unico che ha capito. >> rispondo divertita per il
fraintendimento.
<< Vi do un indizio:
Tim va al college. >> gli sfida divertito, incrociando le braccia al
petto.
<< Certo che lo
sappiamo e con questo? >> dice Dayane annoiata.
Mi sa che i quiz o gli
indovinelli non le piacciano e preferisca andare sempre dritta al sodo.
Il primo ad arrivarci
sembrano Martin e Drew, che si girano di scatto verso di me con una faccia
sconvolta, dicendo un “Non ci posso credere” allunisono.
Dan sembra tra tutti quello
che brancola nel buio, in quanto io ripeto la stessa frase di prima, quella in
cui dico che sport abbia scelto. Milly si è pure irrigidita sul posto.
<< Dan, possibile che
tu sia così bietolone? – inizia Threy – Si è segnata per entrare a far parte
della nostra squadra! Non ricordi che il Coach voleva un nuovo giocatore al
posto di Tim? >>.
<< Oh. – si gira verso
di me con uno strano sguardo – Fico! Non sapevo che sapessi giocare a basket!
>>.
<< Me la cavo! Cercavo
appunto uno sport o un corso da fare per occupare il tempo. >> gli
rispondo sorridendogli felice del fatto che non sia dispiaciuto per questa mia
scelta.
Mi serviva davvero qualcosa
da fare, altrimenti mio fratello ne avrebbe approfittato per trovarmi un
lavoro. Come minimo. Invece così…
<< Se credi di farmi
desistere ti sbagli. Sono un osso duro io! >> mi giro verso Milly.
<< Oh! No, non è per
quello! Te lo assicuro. E’ solo che mi serviva veramente un pretesto qualsiasi
per fare qualcosa che mi occupasse tutto il pomeriggio fino a sera. >>
mi difendo. Non voglio che pensi una cosa del genere. Non è per farle nessun
torto, anzi!
<< E allora quale
sarebbe il motivo? >> mi chiede Rickey che aveva taciuto fino ad adesso.
Finisco l’ultimo boccone del
mio pranzo, e faccio per rispondergli quando il cellulare mi vibra insistemente
nella tasca dei pantaloni.
<< Scusa un attimo
>>.
Lo tiro fuori e vedo che è
Christopher, il mio agente.
Sbuffo sonoramente e rispondo
con un moto di insofferenza mentre mi allontano dal tavolo e mi dirigo fuori,
in giardino.
Mi dispiace averlo fatto, ma
non voglio che sappiano di me.
Non voglio che mi guardino o
mi considerino diversamente.
Dunque, non devono sapere né
la mia età, né tanto meno il mio lavoro e altro.
E’ brutto a pensarla così, ma
non so come reagirebbero.
Potrebbero benissimo
comportarsi come Rhu, Bibi, Michael e gli altri, ma è meglio se aspetto almeno
un po’, prima di lasciarmi andare veramente.
E mentre rifiuto le offerte
di lavoro che mi propone Cristopher, guardo dispiaciuta i miei nuovi amici.
ORE PIU’ TARDI DALL’ALTRA
PARTE DELLA CITTA’
Ore 18:01 .
Sto facendo zapping con il
telecomando, stravaccato sul divano, in stato comatoso da ore ormai.
Per tutta la mattina non ho
fatto che gravare nello stesso stato.
Chissà cosa avranno pensato
lavoro…
Non ci posso ancora credere,
porca di quella miseria!
Bestemmio in lingua madre ad
alta voce.
<< Non mi sembra ch ci
sia il bisogno di arrabbiarsi a questo modo! Ti ho solo chiesto se preparavi tu
la cena, dato che io devo andare a fare la spesa e tornerò tardi!
Che diamine!| >> sbotta
mio padre in un russo impeccabile.
Quando siamo tra noi, io e
papà parliamo sempre nella nostra lingua di origine.
A volte anche quando siamo in
compagnia, ma solo in casi rari, quando dobbiamo parlare di cose personali.
<< Scusa, papà. Non era
riferito a quello, ero sovrappensiero. Comunque si va pure…>> gli rispondo
senza distogliere per un attimo la faccia dal plasma.
<< Uhm…se lo dici tu.
E’ successo qualcosa? >>.
Ecco che fa il padre.
E’ da anni che non usa quel
tono paterno. Mi fa impressione.
Caspita però…si deve proprio
notare la mia inquietudine interiore.
Caspita, e io che cercavo
appunto di nasconderla!
<< Nulla. Sono solo un
po’ stressato per via del lavoro. >> gli rispondo con tono calcolato,
naturalmente neutro, mentre prendo la bibita di fianco e la tracanno, cercando
di ostentare tranquillità.
<< Uhm…strano, io avrei
detto che fosse per una donna! >> .
Spuff!
Mi va di straverso la bibita
e parte ne risputo bagnandomi addosso.
Lo guardo sorpreso e senza
parole, mentre mi fa l’occhiolino e esce di casa.
…
Donna…
Bambina direi…
Ma non dovevano essere le
madri perspicaci e i padri disinteressati all’ennesima potenza dei figli,
tranne quando ti chiedono di prestargli la macchina per far figura con la
propria bella?
Aha! Non li fanno più i padri
di una volta!
Mi dirigo in camera e mi
cambio gli abiti bagnati.
Quando suona il campanello
vado ad aprire con il citofono, sicuro che sia mio padre.
Come minimo si è dimenticato
le chiavi della macchina, oltre quelle di casa.
E torno in camera e mi metto
i pantaloni, poi all’ennesima scampanellata vado ad aprire alla porta.
<< Beh, a dire il vero
preferivo mi venisse ad aprire una bella bambola solo in pantaloni e basta, che
tu in queste condizioni, a dire il vero . >> è il saluto che mi da quello
scanzonato di Kyle.
Gli accenno un sorriso e mi
scanso dall’entrata per farlo passare.
Mi accomodo e vado a finirmi
di vestire, mentre lo lascio accomodarsi.
Quando ritorno lo trovo
spaparazzato sul divano a guardarmi divertito.
<< Cos’è, hai trovato
la donna dei tuoi sogni o te ne sei appena fatta una? >> lo prendo in giro.
<< Ci sei arrivato
quasi vicino! Ti volevo mettere al corrente di una cosuccia interessante!
>>.
E io mi faccio largo sul
divano e cerco di prestargli attenzione, anche se mi è difficile.
Il perché penso ve lo
immaginiate: il mio pensiero torna continuamente al pomeriggio di ieri, alla
figura di quella ragazzina.
Mi chiedo come sia ancora
possibile! Cosa mi sia successo.
Le risposte ormai le ho già
chiare in mente ma non le voglio proprio accettarle.
Sono stato la bellezza di 24
anni senza l’amore, non né avrò di certo bisogno ora!
Ma porc…
Mentre sto per sboccare di
nuoco nel mio soliloquio mentale, vengo interrotto da una frase di Kyle, che
mi costringe ad ascoltarlo.
<< La famosa biondina,
l’ho abbordata ieri in disco! Pensa che coincidenza…E tu che non ci sei voluto
venire…>>.
Sento la rabbia montarmi,
mentre uno sgradevole verbo mi rimbomba in testa.
Abbordata.
Mi stanno per saltare i
nervi, e quando mi saltano, non portano mai nulla di buono.
Gli darei volentieri sfogo su
Kyle, ma ne voglio sapere di più su ieri sera, così, cercando di regolare il
tono da non sembrare troppo arrabbiato o ferito, gli chiedo come gli è andata.
A quanto dice
meravigliosamente, se non fosse stato per un suo amico che l’ha trascinata via
sul più bello quando l’aveva portata in un angolo buio.
<< Un angolo
buio?>> dico a voce alta, con tono spezzato e spaventato, senza
rendermene conto.
Lo guardo incazzato nero.
Mi alzo e con me lui.
Lo tengo per il colletto
della camicia.
<< Che diavolo volevi
fare? Eh?! >> mi agito, fuori di me.
Lui mi sorride soddisfatto,
per nulla preoccupato.
<< Quello che di solito
fai tu con le altre no? >> mi risponde come se nulla fosse.
Lo guardo per un lungo minuto
a bocca aperta e con il cervello staccato.
Lui in tanto si libera dalla
mia stretta e si avvia verso la porta.
Quando ritorno in me, più
furioso che mai lo guardo malignamente, con solo l’intenzione di spaccargli
qualcosa di più della mascella e costole.
<< Lo sapevo. Ti piace.
>> non è una domanda, ma un affermazione.
<< E se anche fosse?
>> parlo senza rendermene conto, incurante dei miei pensieri
contrastanti.
<< Nulla, solo per
capire il numero di quanti fregherò, portandovela via da sotto il naso la
biondina. Tutto qui. >> mi sfida malignamente, chiudendosi la porta alle
spalle.
Mi allontano della porta
chiusa con un diavolo per capello, e appena entro nella stanza dedicata alla
palestra, mollo un sinistro impeccabile e iroso verso la sacca da box.
Da lì mi sfogo, o meglio
cerco di sfogare la rabbia che ho dentro.
Dopo un’ora, mi dirigo
fradicio di sudore dalla testa ai piedi al balcone e mi concedo una rilassante
sigaretta, che spengo con stizza non appena mi ritornano in mente le parole del
dialogo di prima con Kyle, mandando all’aria i miei miseri sforzi per calmarmi.
Se crede di fottermi si
sbaglia di grosso…
---ANGOLINO AUTRICE ---
Cosa ne pensate? Che ve ne
pare?
Spero sia stato di vostro
gradimento ragazze!
E mi raccomando, COMMENTATE!
P.S. tra poco le cose si
faranno sempre più interessanti! ^_-
SweetCherry : Sono davvero contentissima che la storia ti piaccia
SweetCherry : Sono
davvero contentissima che la storia ti piaccia! Ma addirittura il mio modo di
scrivere ? O.O Grazie 1000! Spero continuerai a seguirmi per tutta la fics, fino
alla fine! Spero ti piaccia questo nuovo chappy! KISSES!!!!!!!!!
Khristh: grazie 1000
per il commy! Felicissima che anche a te piaccia! Beh, se dici che ci sono ora gli
sviluppi interessanti…dopo è ancora meglio! ^_- ! Si, lei e lui sono
differentissimi, ma in una cosa sono un po’ simili, solo un po’ …e riguarda il
passato di entrambi…vedrai! Pure io lo adoro quel circolo vizioso di amici…mi
ricorda un po’ il mio…solo che è complicato rendere perfettamente l’idea che ho
in testa, quando io vedo tutto a film e voi leggete…chiedo scusa se certe volte
sembrerò banale quando si tratta del gruppo….ma farò del mio meglio!
KISSES!!!!!!!!
chany41 :
contentissima che ti sia piaciuto molto lo scorso capitolo! Spero che almeno un
po’ ti piaccia anche questo!!!!KISSES!!!!!!!!!!!!
P.S. IN FONDO CI SONO
LE FOTO DI ALTRI PERSONAGGI…quelli che serviranno da schermo, non
tutti…capirete il perché dopo aver letto tutto il chappy!
8.Frullato
di una vita adolescenziale :
la
“Pulce” alla riscossa!
POV Shaz
Cammino spedita verso
l’uscita della scuola, tanto velocemente che Milly non riesce a starmi dietro
come Dayane, stessa cosa non si può dire di quei Baobab che compongono la
squadra di basket del liceo.
Mi giustifico con loro del
fatto che devo fare una corsa a casa, per prendere una tuta o comunque dei
vestiti comodi che non mi impediscano di compiere tutti i movimenti possibili
al provino, che si terrà da qui a mezzora in palestra.
Mi giro un attimo verso Milly
per ribattere divertita ad una sua lamentela sul mio essere davvero
maschiaccio, e sulla mia scelta inappropriata del corso extra scolastico.
Quella frazione di secondo è
sufficiente per permettermi di andare a sbattere contro qualcosa. E non è di
certo morbida, ve lo assicuro! Che male!
Sto per cadere rovinosamente
a terra all’indietro, ma due forti mani mi riprendono appena in tempo, una
presa ferrea è sul mio fianco destro, l’altra è sulla spalla opposta al fianco.
<< Sempre la solita
goffa! >> mi deride salutandomi così, una voce che riconoscerei tra mille
: Bibi.
Mi rialza su tra le risa
contenute dei miei amici, e lo guardo tranquilla.
Ormai mi ci sono abituata in
15 anni alla mia goffezza cronica e alla mia immensa sfiga, che non ci faccio
più caso.
Faccio per scansarlo per la
fretta scusandomi, ma si sposta prontamente e mi blocca il passaggio.
<< Te l’ho portata io
la roba che ti serve! – mi comunica facendomi l’occhiolino e aggiungendo – e
non dire che il tuo Bibi non pensa mai a te! >>.
Non faccio a tempo a
rispondergli che Sly lo scansa con una spinta non troppo gentile e si dirige a
passo irato verso la palestra.
<< Ma che gli è preso?
>> mormoro verso gli altri.
Guardo fiduciosa Dan più di
tutti ma sta fissando in uno strano modo Bibi.
Ma cos’è, il cibo della mensa
era avariato?
Guardo a mia volta Bibi di
fronte a me, il quale sta fissando Sly nel suo percorso, pure lui con uno
sguardo anomalo, a mio avviso, e con una smorfia sinceramente divertita che
pian piano gli si allarga in volto, fino a quando non rivolge a me uno dei suoi
soliti sorrisi e mi passa in mano un fagottino.
Lo apro, contiene
l’occorrente per il basket.
Lo guardo un attimo curiosa
per il fatto che sapesse che avevo bisogno di tale abbigliamento, fino a quando
non collego che deve averglielo detto per forza Rhu.
<< Rhu è peggio di una
comare pettegola! >> sbotto con ilarità, ma anche con affetto che mi
posso assolutamente permettere, volendogli un gran bene a quell’armadio.
Dopo di che ringrazio il mio
pel di carota preferito, non che mio migliore amico e assieme a Rickey, Martin,
Drew, Dan e lo stesso Bibi, mi dirigo verso la palestra lasciando gli altri con
i rispettivi compagne, che avrebbero poi accompagnato a casa.
Appena entro, corro nello
spogliatoio femminile e mi cambio gli abiti, così da indossare dei calzoncini (
alias pantaloncini corti) blu sintetici, che mi arrivano di un paio centimetri
sopra il ginocchio e poi una rispettiva maglia dello stesso colore e materiale
a maniche corte, che mi aderisce forse un po’ troppo addosso, come del resto i
pantaloncini appena messi. Cambio pure i tacchi – direi, altrimenti sciupo il
parquet! – sostituendoli con delle semplici scarpe da ginnastica raso terra, e
mi dirigo camminando cautamente – non si sa mai! Potrei inciampare no?! – verso
l’entrata della palestra, dove a poca distanza ci sono Bibi e tutti gli altri a
chiacchierare allegramente e mi avvicino.
Fisso un attimo la porta ad
ante del loro spogliatoio e mi viene un ideuzza niente male.
Il compiacimento del pensiero
mi si deve riflettere in volto perché Rickey me lo fa notare e tutti si girano
verso di me.
Drew fa una battutaccia che
mi fa sinceramente arrossire, tanto da dovermi coprire il volto con le mani per
la vergogna, mentre gli altri ci ridono su.
Non appena cessano le risa
corali Bibi prende la parola.
<< Conoscendoti avrai
associato lo spogliatoio a tuo fratello, vero? >> mi chiede con tono
sbarazzino.
Ci scambiamo una lunga
occhiata, che dice tutto.
Dan interrompe ciò chiedendo
spiegazioni, che il mio migliore amico da.
<< Vuole fare uno
scherzo a suo fratello, per la ripicca dell’altro ieri, non è giusto? – dice
con fare da sapientone – Come minimo gli rifilerà una qualche situazione
inesistente per fargli perdere le staffe. Sinceramente se lo meriterebbe, a mio
parere. Quindi no Drew, non ci hai colto! >> e mi fa l’occhiolino, non
appena assentisco.
<< Caspita, che intesa!
Manco vi leggeste nel pensiero! >> sbotta sbalordito Martin.
<< Direi, sennò che
migliori amici saremmo! E poi ci conosciamo da anni, giusto Pulce? >>
riprende il rosso.
<< Giusto pel di carota
>> lo prendo in giro per la ripicca di quel “Pulce”.
Sorrido soddisfatta quando fa
una lieve smorfia di disappunto a quel nomignolo.
Lui odia essere chiamato
così, se non l’aveste capito.
Vedo gli altri stare a
fissarci un po’ curiosi e divertiti.
Saranno rimasti sorpresi dal
passaggio della fase “ Ci vogliamo un mondo di bene, non litigheremo mai” a “
frecciatine spinose”.
Mentre Bibi si diverte a
spiegare il perché di ciò, – alias io odio essere chiamata “Pulce ” perché
vengo paragonata ad una cosina minuscola, quindi è come una metafora per dire
che sono una bambina e non una ragazza adolescenziale, per non contare il
paragone tra l’altezza mia e quella della pulce – mi passano davanti gli altri
due giocatori di basket che si dirigono come fulmini in spogliatoio a
cambiarsi, mentre io mi dedico al malefico piano sul quale riuscire a far
abboccare mio fratello.
Poco dopo il coach ci chiama,
dove oltre a me e alla squadra in carica si sono uniti altri nove ragazzi nel
frattempo.
Mentre io aspetto il mio
turno in panchina, di giocare in campo in una squadra fatta dividendo la
squadra in due gruppi di quattro giocatori di cui l’ottavo è il cadetto, il
coach non fa altro che osservarmi divertito e sfottendomi con lo sguardo.
Alzo gli occhi al cielo per
l’ennesima volta.
Mi sa che è un maschilista
convinto quello lì. Buono a sapersi.
Potesse mi scaccerebbe,
peccato che il regolamento scolastico dica che la squadra di basket possa
essere mista. Sorrido internamente.
Stessa cosa non la si po’
dire dell’aiuto coach / allenatore in seconda che sembra sinceramente contento
della mia presenza. Me no male, almeno lui.
Sento il mio nome e mi faccio
avanti.
Bibi mi grida dietro un “ In
bocca al lupo” da paura che rimbomba in tutta la palestra anche se non troppo
forte come può sembrare, ma con solo tanto affetto e vigoroso incoraggiamento.
Stessa cosa mi dice l’aiuto coach ma a bassa voce rispetto a Bibi.
Visto? Ci avevo visto giusto!
Per una volta…
Così mi ritrovo a centro
campo, con davanti quella giraffa di Threy alto 1, 90 m buoni, per l’inizio partita, contro la squadra di quest’ultimo, composta da Jhonatan, Sly e
Drew, mentre io sono – come avrete già capito – con Dan, Rickey e Martin.
Appena suona il fischio di
inizio partita – della durata di 15 minuti, come pattuito – accaparro il famoso
pallone di contesa di inizio partita non appena l’arbitro – il coach – fischia
e lancia in aria il pallone, con un salto leggero, veloce e calcolato. Prendo e
mi dirigo verso il canestro avversario,seguita un attimo dopo da avversari e
compagni.
…
15 minuti dopo …
31 a 2 per la mia squadra.
A dire il vero non ci sarebbe
stato nemmeno quei due punti segnati dalla parte avversaria, ma il coach gliela
ha abbonata.
Fisso soddisfatta
l’allenatore : ben gli sta! Così impara a sfottere!
Mentre mi dirigo verso Bibi
per battere un cinque con dietro i complimenti dei miei amici per essere
riuscita non solo a bloccare e togliere palla agli avversari ogni volta che ne
avevo la possibilità – praticamente quasi sempre! – e per i miei impeccabili 6
canestri che mi è stato concesso di fare nonostante il gioco di squadra, l’allenatore
mi richiama e mi chiede di fare uno contro uno con Dan.
Accetto tranquillamente,
mentre tutti protestano.
Dan è il capitano della
squadra di basket della scuola per un motivo : è il migliore.
Mi metto in posizione al
centro campo, con di fronte Dan, mentre il coach ci spiega le regole.
Prima che l’arbitro possa
dare inizio alla sfida Bibi prende parola.
<< Vedi di non umiliare
troppo, mi raccomando! >>.
<< Ma si, certo. Non ci
andrò pesante >>.
Detto ciò io, Bibi e Sly – ve
l’ho detto che quest’ultimo mi sembra molto perspicace più del lecito? –
scoppiamo a ridere. Cerco di non farlo, ma non ci riesco e l’unica cosa che
posso fare è voltarmi nella direzione opposta e coprirmi la bocca.
<< Dan, possibile che
tu non capisca mai?! – dice tra le risa Sly che cerca di parlare con le lacrime
agli occhi quasi – Si stava riferendo a Sharon…non a te! >> e riprende a
ridere. Dan li fissa a bocca aperta in silenzio e con lui tutti gli altri, solo
con la bocca chiusa, fatta eccezione dell’allenatore.
Poi sotto incitamento
dell’allenatore iniziamo.
Dopo cinque minuti a Dan gli
viene affiancato Threy e poi Martin, ma è tutto inutile : non gli faccio
toccare palla.
Hanno sbagliato a
sottovalutarmi : sarò pure goffa, minuta e alta il giusto – guai se dite di no!
Io vado fierissima del mio 1, 67 m ! – .
Peccato che non abbiano
valutato una cosa: riesco a sfruttare bene i miei – chiamiamoli rozzamente – “
punti deboli” .
Devo ammettere che pur io sia
goffa senza un paio di tacchi ai piedi, nello sport vado alla grande. Cosa che
non me l’ha saputo spiegare nessuno. Di certo non me ne lamento! Comunque, come
stavo dicendo, posso sfruttare la mia altezza assai diversa dalla loro
mettendogli in difficoltà. Sono costretti ad abbassarsi di molto – sono troppo
alti ! Eh! Non che io sia bassa, intesi?! – il mio essere esile mi consente di
essere leggera e scattante, so saltare anche molto in alto in alto – faccio
moltissimo stretching e ginnastica, per non parlar dello skate, dove è lì che
si vede quanto vali – per non parlare che io sono cresciuta giocando a
bascket.
Fatto sta, che all’ennesimo
mio canestro il maschilista convinto si è arreso e ha dichiarato finita la
sessione di provino.
Non glielo lascio ripetere
due volte e mi fiondo a farmi la doccia e a cambiarmi, dopo aver ringraziato i
ragazzi per il provino.
Appena fatto mi avvio verso
l’uscita ma vengo bloccata da Cohen, l’aiuto allenatore, è così che mi si
presenta e mi riempe di complimenti che mi fanno arrossire.
Fortunatamente, prima che
iniziassi a scavare una fossa in cui sotterrarmi dall’imbarazzo, vengo salvata
da Sly e mi trascina all’esterno dell’edifico, dove ci sono gli altri.
Dopo varie risa, commenti,
scherzi e ragazzate ci salutiamo tutti e ci avviamo verso i rispettivi impegni.
***
Dlin Dlon …
La porta viene aperta da un
Rhu versione casalinga arrabbiata.
Ci fa entrare spostandosi di
lato alla porta e allo stesso tempo urla agli altri, per sovrastare il
frastuono delle chiacchiere e della tv o roba del genere, un “ i ritardatari
sono arrivati” di tutto dire.
Ci dirigiamo con passo
sicuro, fianco a fianco io e il rosso con dietro Rhu che mugugna qualcosa di
indecifrabile, verso il salone da dove viene tutto il fracasso.
La sala è un enorme spazio
completa di tutto e di più, sufficiente a contenere una trentina di persone,
non a caso sono state buttate giù i muri di tre stanze di questa meravigliosa
villa fuori città. Tutti sono occupati in qualcosa : chi a chiacchierare in
gruppo, chi alla play, chi ha fare la lotta – e hanno tutti più di 23 anni vi
ricordo! – chi a fare braccio di ferro ecc.
La sala è davvero piena ma
ancora ne avanza di posto, nonostante il grande gruppo che ospita.
Eh già! Il gruppo è composto
da ventuno individui compresi me, Justin e Bibi.
Gli altri sono : Vergil,
Tristan, Richard, Adrian, Ivan, Josh – il fratello maggiore di Frençis –,
Frençis – stesso – , Trew, Rhu – che ci ha aperto la porta – Michael – il
gemello di Bibi – Rut, Nash, Blaster, Jader, Jillian, Riley, Phobos e per
finire Kellan.
E si, siamo tantissimi e ci
sconosciamo da sempe.
Siamo inseparabili.
Loro sono la mia famiglia,
oltre ai miei fratelli e papà.
Li considero tutti al pari
di Justin, con un eccezione : Josh.
Beh…lui è il mio idolo. E’ un
medico eccezionale nonostante la sua giovane età e lo ammiro tantissimo. Un
giorno spero anche io di poter diventare un bravo medico come lui. Eh si, da
grande voglio diventare un medico e magari anche un chirurgo, mi sembrerebbe
uno spreco non utilizzare in futuro il mio alto Q.I. se non per realizzare un
mio sogno. E poi la cosa mi sembra anche più che giustificata, perché è un
lavoro dove si salvano vite umane. E anche per questo che ammiro Josh come le
fan dei Tokyo Hotel venerano i componenti di tale gruppo. Lui salva la vita
alle persone, le cura, si prende cura di loro. Non esiste a parere mio lavoro
più soddisfacente, gratificante e bello di quello. Ha 27 anni ma l’età non l’ha
certo fermato e si ritrova oltre che avere una laurea in medicina generale
anche una in cardiochirurgia.
E’ il mio mito!
Tempo due minuti e ci siamo
già immessi nella mischia.
Tempo un ora e mi ritrovo ad
assistere ad uno strampalato discorso in cui Bibi chiede cortesemente a tutti,
che semmai un giorno si trovasse a Las Vegas in un Casinò ubriaco fradicio –
alias senza la capacità di intendere e volere - a sposarsi con Rhu con un prete
vestito alla Elvis Presley, di bloccarlo immediatamente perché Rhu è troppo
palloso con il suo fare da mogliettina in costante crisi premestruale, e quindi
troppo per i suoi nervi.
Quando me ne sono uscita con
un “ma non eravate etero voi due?” mi ha guardato con fare malizioso e mi ha
risposto con un “appunto per questo!” che diceva tutto!
Il resto della serata ve lo
potete immaginare : tutti ubriachi tranne io e Josh.
In queste rare occasioni mi
sembra che il mio fare coscienzioso sia addirittura vergognoso…fortuna che mi
fa compagnia lui…
Si sono tutti addormentati in
stanza dopo tanto trambusto.
Chi per terra, chi l’uno
sopra l’altro, chi in poltrona e così via.
Ah, quasi dimenticavo! Volete
sapere come è andata a finire la storia dello scherzetto per mio fratello? Beh
spero di si!
***
<< E così mi hanno
accettato subito nella squadra di basket >> mento cercando di non darlo a
vedere a mio fratello, già partito per il mondo dei balocchi, con tutto
l’alcool che ha trangugiato.
Non che nel gruppo tutti
siano alcolizzati, ma almeno una volta al mese fanno baldoria, per ricordare,
come dicono loro, i bei tempi di quando non avevano responsabilità.
<< Fantastico! Brava la
mia cucciola! >> mi abbraccia da dietro mio fratello, sporgendosi nella
mia direzione. Dopo un lungo momento si stacca e ribatte con un << Ma lo
sai che sei proprio un maschiaccio inguaribile? >> dice facendo ridere
tutti quelli che ascoltano vicino a noi, anche loro già smarriti nel bel mondo
dei balocchi.
<< Fortuna che sono
tutti tuoi amici e già vi conoscete, così non avrai nessun problema >>
butta così con fare innocente e non curante Bibi, preparandomi il campo per la
mia gaffe. Ve l’ho già detto che lui, il fratello reggono benissimo l’alcool
assiem agli altri tre russi del gruppo?
<< Quali problemi ?
>> mi chiede apprensivo Jazz, con fare assolutamente eccessivo e
melodrammatico.
E il pesce ha abboccato
all’amo, come sempre!
Ma se l’è meritato no? Dopo
tutto non può rinchiudermi tutte le sere in casa a non fare niente invece di
andarmi a divertire come ogni ragazza della mia età. E poi mi incoraggia sempre
anche Josh oltre a Bibi, nel progettare vendette contro il fratellone, quando
si tratta di ciò.
Quindi continuo quello che ho
iniziato!
<< Oh nulla di che … –
vedo che pende dalle mie labbra – è solo che …>>.
<< Che? >> mi
incita.
<< Che la palestra è
munita di un solo spogliatoio maschile e basta. Quindi mi cambio con i ragazzi,
tutto qui…>> faccio incurante, come avessi detto una cosa assolutamente
normale, insignificante. Purtroppo mi esce con tono troppo falso, ma fortuna
vuole che quel credulone di Justin dove ovunque ci sia il mio nome, crede a
tutto.
Lo vedo boccheggiare in cerca
di respiro e ripetere a se stesso la frase appena detta.
Speriamo che non gli si
prenda un aneurisma. Ha una faccia.
***
Quello che è successo dopo ve
lo potete immaginare, ancora di più la sclerata immane che fa fatto per 20
minuti . Dopo lo abbiamo calmato io e Bibi mettendolo al corrente del piccolo
scherzo. Il resto lo tralascio perché è stato ancora più divertente.
Sorrido divertita a tale
ricordo, poi mi accorgo che Josh ha smesso di legge – eh si! Sa leggere
benissimo, con un tono e sentimento sempre impeccabile,e prima non ho saputo
non proporgli di leggermi come da piccola un libro preso in prestito dalla
camera di Rhu. Unica differenza tra ora e anni fa è che le letture sono
profondamente cambiate : niente più streghe cattive gelose delle proprie
figliastre nè draghi cattivi che proteggono il castello in cui la principessa è
tenuta prigioniera. Ora mi legge sempre qualcosa che piace ad entrambi :
trattati filosofici, libri di medicina contemporanea o antica, ecc.
<< Ora a letto! Sono le
4:57 e tra poco ti devi pure svegliare per andare a scuola su! >> mi
incita prendendomi in braccio, non appena mi vede barcollante in piedi.
Nonostante le mie proteste mi porta nella stanza degli ospiti e mi deposita in
uno dei due letti singoli e mi copre e mi da la buona notte.
Prima che se ne vada lo
incito a rimanere a dormire in stanza, tanto gli altri dormono di là come
bestie e qui c’è un letto inutilizzato, perché non usarlo?
Così rimane e si infila a
letto vestito, proprio come me.
Poi lo chiamo nel buio della
notte.
Lo sento girarsi tra le
coperte e voltarsi verso di me.
Gli sorrido nell’oscurità
anche se non può vedermi.
<< Se avessi un figlio,
saresti il papà più bravo e affettuoso del mondo, lo sai? >> parlo
nell’oscurità della stanza.
Lo sento ridacchiare un
momento e mentre mi risponde mi addormento di botto.
---Angolino autrice---
Spero che anche questo
capitolo vi sia piaciuto!
Corro ad iniziare il
successivo…sono puntata da un onda di ispirazione, dopo aver letto e risposto
ai vostri commenti! ^_-
E mi raccomando, commentate!!!!
Un SUPER-KISS!!!!!!!!!!!!
Ecco a voi le immagini di
altri personaggi:
Bibi (ne ho due, il primo è quello procuratomi da Alice –
sei un tesoro! – l’altro è quello iniziale da cui sono partita. Ce ne sono due
perché in questi ultimi capitoli non mi convinceva più, quindi: lascio
scegliere a voi su chi ricamarci sopra! A me piacciono entrambi, soprattutto
quello di Alice! ^_-) :
Capitolo 9 *** Ma perchè la volpe deve sempre essere più furba del gatto? ***
Un grazie speciale a Lavi, Lene91,Heidi96,Naby che mi sono state vicino
e tanto carine in un piccolo momento buio della mia vita in queste ultime 2
brutte settimane
Un grazie speciale a Lavi, Lene91,Heidi96,Naby
che mi sono state vicino e tanto carine in un piccolo momento buio della mia
vita in queste ultime 2 brutte settimane. Grazie alle vostre parole, ho pensato
tanto a quello che mi avete detto ragazze – in particolar modo a quelle di Lavi
-, e mi sto riprendendo. Vi adoro. Un grazie di cuore. Vi voglio pure io un
mondo di bene. Besos raga. ^-^
SweetCherry:
contentissima che il chappy precedente ti sia piaciuto! *O* gongolo di
felicità! Quando mi dite questo mi vien voglia di scrivere paginate su paginate
solo per voi! Deciso…appena posto mi metto subito sotto a scrivere il prossimo
chappy per voi raga! ^_- Si, lo scherzo è stato carino…volevo descriverlo per
bene … ma avevo già scritto troppo e ho dovuto tagliare molto ç__ç m’è
dispiaciuto tantissimo…odio tagliare…ma ho dovuto! U.U Spero che anche questo
capitolo ti piaccia…ma sarà certamente il prossimo quello che ti entusiasmerà
di puù…visto le cosette che ho in mente di far capitare *me ride teatralmente*….credo
ceh converrai con me appena avrai finito di leggere il chappy! XD. Grazie 1000
di aver commentato, e continua a seguirmi!!!!!!! BESOS!!!!!!!!!!
9.Ma
perchè la volpe deve sempre essere più furba del gatto?!
POV SHARON
<< Scricciolo, alzati o
farai tardi, su. >> fa una voce.
Ho sonno, voglio dormire per
una settimana.
Non mi muovo e mi rimetto nel
dormiveglia, dal quale mi ha destato la voce.
Sento la voce struffiare e
tirarmi via le coperte.
Possibile che non si possa
mai dormire?
La voce riprende a parlare ma
non le do retta e mi metto a pancia in giù con sopra la testa il cuscino
premuto.
Tutto pur di poter dormire…
Tutto inutile, mi toglie quel
qualcuno il cuscino e vengo messa alla mercé di quella voce.
<< Voglio dormire! Non
voglio andare a lavoro! Detesto andare a lavoro…>> inizio parlando a voce
alta per poi finire in un mormorio.
Che sonno…
<< Se fosse per quello
ti lascerei beatamente dormire , ma devi andare a scuola. Ma se vuoi dormi
pure…>>.
No lavoro…
Scuola…
Scuola!
Mi alzo di scatto dal letto
completamente sveglia ruzzolando giù, ma qualcuno mi riprende.
Non ci faccio caso a chi sia
per via della semi oscurità che c’è in stanza, e corro in salotto dove mio
fratello aveva lasciato il cambio per me.
<< Caspita! Farò tardi!
Mi devo sbrigare! >> dico a me stessa mentre acciuffo la roba e corro in
bagno a cambiarmi, solo dopo due cadute da oscar per il corridoio per la
fretta, sotto lo sguardo divertito e la risata sonante e forte di Josh.
30 MINUTI DOPO…
Gioco agitata con un filo
dello zaino di scuola che ho posato sulle gambe, guardando sempre meno rigida
la strada che mi scorre davanti.
Sospiro rilassata vedendo che
manca pochissimo prima che mi si stagli davanti il piazzale della scuola.
Guardo male il guidatore di
questa costosissima Ferrari Enzo ( anno 2002 ) color rosso fuoco, che ha
iniziato a ridacchiare, non appena ho sospirato di sollievo.
<< Non prendertela, è
stata troppo divertente la reazione di prima. Paradossale. >> mi
beffeggia Josh.
<< Neanche ti rispondo.
Ma perché non mi hai svegliato prima ? >> chiedo fintamente risentita.
Non riesco proprio a non perdonarlo. Gli voglio troppo bene.
<< Dormivi così bene,
non ho avuto il coraggio di svegliarti . – tocca il cambio e abbassa i giri il
motore, entrando nel famoso piazzale – Eccoci arrivati. Per oggi pomeriggio ti
faccio venire a prendere da qualcuno o prendi il pulman per andare da Rhu a
riprendere la moto? >> mi chiede fermandosi davanti al cancello di
scuola.
Ma dico io, sono io ceca
oppure c’è un cartello qui davanti con su scritto “posteggio privato” ? Oppure
c’ho scritto in fronte “voglio apparire”?
Lasciamo perdere va’...tanto
è una causa persa.
<< Pulman. Grazie per
avermi accompagnata. Sei stato davvero gentile ad accompagnarmi, quando potevi
benissimo dormire ancora un paio di ore, prima di andare a lavoro. >> gli
sorrido dispiaciuta.
<< Figurati, per te
questo e altro. Poi ci sono abituato a dormire il minimo >> mi dice
facendomi l’occhiolino.
Gli sorrido riconoscente e lo
saluto abbracciandolo e mollandogli un veloce bacino sulla guancia, per poi
scendere e avviarmi verso il mio gruppo di amici.
Appena mi avvicino abbastanza
ci salutiamo, tra i vari commenti compiaciuti dei ragazzi sull’auto con cui
sono venuta a scuola.
<< E’ di un mio amico,
mi ha accompagnata lui a scuola. Non voleva che corressi in moto per arrivare
in tempo >> mi giustifico.
<< E ti è venuto
apposta a prendere a casa? >> chiede sorpreso Dan.
<< Certo che no. Ieri
sera sono rimasta a dormire con gli altri da un amico che sta fuori città, e
c’era rimasto pure lui. Sarei potuta anche venire da sola in moto, ma non me lo
ha permesso. Ieri sera abbiamo fatto le ore piccole. Praticamente siamo andati
a letto qualche oretta fa, e avendo visto che crollavo dal sonno prima, e mi ha
voluto accompagnare lui a tutti i costi >> finisco guardandomi attorno
nel cortile della scuola.
E’ una mia sensazione oppure
tutti mi stanno fissando?
No, no mi sbaglio.
Tutto il corpo studentesco in
cortile mi stanno fissando.
Bisbigliano pure.
Faccio una smorfia.
<< Fantastico. Ci
mancava pure la Rossa di Josh . Chissà che bei pettegolezzi…>> sbotto con
arrendevolezza.
<< La Rossa? >> fa Drew.
<< Oh si. E’ il nome
burlesco che gli ha affibbiato Bibi alla Ferrari di Josh. Lunga storia. A
pranzo poi te la racconto, se ti va. >> gli rispondo, cercando di
sorridere normalmente.
Dopo di che ci avviamo tutti
in classe, sotto il consiglio di Jhonatan.
***
Al suono della campanella mi
fiondo con un agitato Dan al fianco, verso l’uscita dell’aula.
E’ da quando mi sono seduta
accanto a lui che mi sembra agitato.
Che sarà successo?
Non riusciva a stare un
momento fermo, nemmeno seduto composto sulla sedia.
Mi immagino già quanto abbia
seguito della lezione.
Mhn…magari è meglio se gli
propongo un pomeriggio di studio assieme prima della prossima verifica, o mi fa
cilecca al test. Ha già qualche problema a trigonometria di suo, ma nulla di
irrisolvibile. Non voglio che rimanga indietro.
<< Ciao Sly! >>
saluto il ragazzone che come al solito ricambia il mio saluto e mi si posizione
di fianco, dal lato opposto di Dan.
Penso di iniziare a capire
come ci si potesse sentire, a stare nel mezzo tra le due torri gemelle.
Ma dico io, perché i ragazzi
se fanno basket crescono come baobab e io che ci gioco da una vita sono…sono
così…si insomma…avete capito no?
Stupide legge fisiche
scecherate con i geni.
<< Io direi che
potremmo anche deviare alla bacheca, per vedere i risultati, no? >> mi
chiede Sly.
Io assentisco, mentre Dan
continua a camminare imperterrito immerso nel suo mondo.
Sly mi chiede cos’abbia.
<< Non so. Quando sono entrata
in classe era già così. L’ho trovato già chiuso in un silenzio ermetico, in
piena crisi nervosa. Non è riuscito nemmeno a stare fermo un secondo. Ho
provato ad attaccare bottone , ma nulla. C’è da preoccuparsi? >> gli
sussurro velocemente, anche se non ce ne è bisogno visto lo stato catatonico
dell’interessato.
<< No. >> è la
sua strana risposta.
Poi mi prende per un braccio,
scuro in volto e mi trascina per corridoi sconosciuti e ci ritroviamo
magicamente dopo pochissimo, nel corridoio dove sta la bacheca.
Strabiliante! E io che
pensavo di dover attraversare tutto l’edificio.
<< Questa strada me la
devi insegnare! Abbiamo fatto prestissimo. Tu che dici Dan? >> dico
cercando il catatonico.
Mi guardo apprensiva attorno
non vedendolo.
<< Dov’è Dan? Sarà
rimasto in dietro. Andiamo a riscontrarlo! >> faccio per mettere in
pratica quello appena detto ma Sly mi blocca e mi dice perentorio che non serve
e che ci raggiungerà in mensa. Provo a fargli cambiare idea ma è irremovibile.
Così mi arrendo, consapevole
che anche volendo mi sarei persa se avessi fatto di testa mia.
Poi guardiamo i risultati del
provino di ieri.
Sharon Throusteen ammessa.
Mi hanno preso! Fantastico!
<< Dai andiamo a mensa,
voglio dirlo a Dan e agli altri! >> e lo prendo per un braccio questa
volta io e lo trascino nella presunta direzione di dove sta la mensa.
Lui ridacchia e sciogliendo
la mia presa mi prende per mano e mi trascina da tutt’altra parte.
<< Questa scuola è un
labirinto. Mi ci vuole proprio una cartina. >> .
<< No, che non ti
serve! Ci sono io a farti da navigatore satellitare, che vuoi di più dalla
vita? >> mi risponde entusiasta Sly.
<< Si, non hai poi
tutti i torti…poi non ci capisco nulla di cartine. Non ho un buon senso
dell’orientamento. Attento, perché sono capace pure di mandarti in tilt e poi
ci perdiamo! >> ribatto divertita e di buono umore, al sapere che farò il
corso con i miei amici. Li adoro di già!
Lo sento ridere e in
risposta bofonchia qualcosa che non capisco.
Sto per chiedergli di
ripetere quando mi accorgo che siamo arrivati al nostro tavolo, che cade
addirittura in silenzio appena arriviamo davanti a loro.
Ma cos’è che hanno tutti,
oggi?
Lascio correre e mi precipito
a sedere vicino a Milly e Dan, sciogliendo la presa tra le mani del mio Ton-Ton
personale e la mia.
Sly invece si siede di fronte
a me e guarda male Dan che sembra un po’ più calmo.
Sly guarda male Dan? Ma che
sta succedendo?
Non ci capisco più nulla. Mi
arrendo. Lasciamo correre, che è meglio...
Sto per chiederli scusa per
il fatto di averlo perso, quando mi precede, chiedendomi di andare assieme a
prendere il pranzo. Io accetto, mentre Sly annuncia agli altri la mia entrata
in squadra, e lo seguo in silenzio.
Appena ci avviciniamo alla
distribuzione del pranzo mi obbliga a deviare e usciamo dall’edificio, e ci
ritroviamo nel retro del cortile interno.
Sto per chiedergli
spiegazioni, ma prende ancora una volta la parola.
<< Ti va di andare al
cinema questa sera assieme? >> mi chiede tutto d’un fiato.
Lo guardo.
Ora è il ritratto della
serietà e della calma.
Era in tensione perché non
sapeva come chiedermi di uscire con loro?
Che tenero.
E’ davvero timido.
Gli sorrido incoraggiante.
<< Certo che si! Non ci
dovrebbero essere problemi. Ti faccio risapere quando torno a casa. Devo
chiederlo a mio padre e a mio fratello >>.
Lo vedo guardarmi con una
faccia sognante e assolutamente sorpresa.
Caspita, basta così poco per
farlo contento.
Se non me lo proponeva lui,
lo avrei fatto certamente io.
<< Perfetto. Ti passo a
prendere io? >> mi chiede mentre ritorniamo in mensa ci muniamo di
viveri, per poi avviarci dagli altri.
<< Meglio di no, non si
sa mai, con mio fratello – e faccio una faccia molto allusiva, alla quale
ridacchia – Vengo in moto o mi faccio scarrozzare da papà o Justin, tranquillo!
>>.
Continuiamo così finche non
torniamo al tavolo e ci sediamo.
<< Come mai ci avete
messo così tanto? >> chiede Martin, mentre vedo Sly e Dan lanciarsi
sguardo – oserei dire – di fuoco. Sono l’opposto: Sly lo guarda con una faccia
pesta, invece Dan con uno sguardo pienamente soddisfatto.
Che abbiano fatto una
scommessa sul mio sì nell’uscire con loro al cinema?
Uomini, chi li capisce è
bravo. E poi dicono di noi donne.
<< Ci sono novità
>> afferma entusiasta Dan, inforcando allo stesso tempo un risotto di
verdure.
<< Dan mi ha proposto
se mi andava di andare al cinema tutti assieme. E io gli ho risposto
affermativamente. Quindi, che film volete andare a vedere raga? >>
finisco tutta felice della novità.
Mentre mangio, ad un certo
punto tra le chiacchiere generali vedo Dan che ha cambiato per la milionesima
volta umore.
Sembra depresso adesso – di
riflesso guardo Sly – che pare tutto soddisfatto.
Basta, inutile che mi
scervelli tanto non arriverò alla conclusione!
Così finisco di mangiare e
riprendo a chiacchierare con gli altri, sulla serata imminente.
***
DOPO GLI ALLENAMENTI DI
BASKET…
POV DAN
Ma porca di quella miseria…
Possibile che sia il solito
idiota impacciato?!
Sono uno stupido!
Possibile che sia stato così
scemo?!
Si! Eccome!
Ma non potevo essere più
chiaro?
Tiro un calcio alla ruota
della mia macchina.
Mai stato violento, ma mi
girano in un modo…
Che diamine!
Proprio quando ero riuscito a
prendere il coraggio e farmi avanti per chiederle di uscire insieme io che faccio?
Le chiedo “Ti va di andare al cinema questa sera assieme?”, ma dico io, più
chiaro no, mai, ma ambiguo si, eh?!
Ma porca di quella miseria!
E ritiro un altro violento
calcio a quella povera gomma, per poi appoggiarmi alla fiancata della mia auto
con le mani in tasca.
…
Un momento…
E se avesse fatto finta di
fraintendere e l’avesse fatto apposta?
Se fosse stato solo un modo
carino per rifiutare e mandarmi il chiaro messaggio di starle alla larga? O se
invece l’avesse fatto per non rimanere completamente sola con me?
<< Ahaaaaaaaa, non ci
capisco più niente! >> mi prendo la testa tra le mani.
Non mi sembra il tipo di
ragazza da fare certe cose.
Non è né una persona falsa,
né tanto meno una bugiarda, piuttosto direi ingenua.
Ah, ma è anche intelligente,
dolce, gentilissima e tanto ma tanto bella…
Ha degli occhi bellissimi…
E’ carismatica e pure una
sportiva. E adora le moto e il basket!
Dove mai se ne trova un’altra
così?!
Sarei un idiota se me la
facessi soffiare da quel mangiapane a tradimento di Sly!
Prima fa tutto l’amicone e mi
da delle dritte su come comportarmi con lei, e poi che fa? Il giorno dopo è
belle a farle il filo! Me ne sbatto altamente se ha cambiato idea! Ci doveva
pensare prima a fare lo stronzo. Se pensa che gliela lasci su un piatto d’argento
e che mi arrenda alla prima si sbaglia di grosso!
Ormai ho deciso, domani le
chiedo nel modo più cristallino che esista un appuntamento! Si , eccome.
Abolisco la mia timidezza e mi butto a capo fitto in ciò che più desidero! Non
me la lascerò sfuggire!
<< Parola mia! >>
dico ad alta voce.
Sento ridere qualcuno alle
mie spalle e mi volto a vedere chi è.
Sly.
Lo guardo nel peggiore dei
modi possibili.
<< Calma sono venuto in
pace >> alzo un sopracciglio.
<< Non buttiamo al
vento la nostra amicizia per una ragazza >> inizia portandosi davanti a
me.
<< Potresti anche
saltare la fase da diplomatico e arrivare al dunque. Sono di fretta. >>
gli rispondo pacatamente.
Con me non attacca.
<< Risolviamo la
faccenda: gareggiamo per lei, e qualunque scelta faccia tra noi due o terzi –
anche se ne dubito fortemente – il perdente si metterà il cuore in pace e amici
come sempre >> mi porge la mano.
La guardo titubante,
soppesando il patto.
Non male. Mi sembra
ragionevole, dopotutto nemmeno io voglio perdere la sua amicizia.
Gliela stringo soddisfatto.
<< Ma sia chiaro, non
mi risparmierò. >> lo avverto.
<< Mai pensato il
contrario. – mi sorride sinistramente – Comunque fattelo dire, hai già perso
in partenza >> e si incammina verso la sua auto, mentre lo guardo con un
groppo in gola e con il sudore freddo.
<< Se ti riferisci a te
mano nella mano con Shaz oggi, beh mi dispiace deluderti ma non è stato nulla
per lei >> ribatto pienamente sicuro di me.
<< Oh quella non la conto
affatto, anzi…>> inizia col darsi delle arie.
<< Che vorresti dire?
>> chiedo cercando di essere il più neutro possibile.
Si gira di lato divertito.
<< Lo scoprirai lunedì
mattina. Ora scusa ma devo andare a farmi bello per Shaz >> e mi saluta
con un cenno da dietro.
Cosa diavolo voleva dire con
questo?
Che sia riuscito a procurarsi
un appuntamento con lei?
Oppure che lei gli abbia
fatto capire che è interessata a lui?
Dopo tutto, sono entrambi
intelligenti, hanno parecchi punti in comune e…
No no no e no! Impossibile!
Ci deve essere sotto qualcos’altro!
Ne sono certo!
Deve essere riuscito a
concludere un qualche cosa che lo rende estremamente convinto di una sua
riuscita.
Qualcosa di piccolo ma
significativo, quindi un favoritismo espresso da lei nei suoi confronti è
escluso, pure un bacio…
Fweeeeeeeeee.
Mi immagino la scena: lui
come una piovra a baciare quella fatina dai grandi occhi blu/celesti…
Stop!
Non ci voglio nemmeno pensare
a una cosa del genere!
Mi fa una rabbia!
Diamine, vorrei almeno sapere
cosa a combinato quel tonno!
Maledizione!
Mollo un altro calcio alla
solita gomma e mi infilo in macchina con stizza.
E con un punto interrogativo
enorme con la testa me ne corsi a casa per prepararmi e cenare, prima dell’uscita
al cinema.
---ANGOLINO AUTRICE---
Spero che anche questo chappy
vi sia piaciuto!
Ci ho messo tanto impegno – e
pure il mio papi ad interrompermi di continuo: quando il pranzo, e quando la
cena… – e tanto impegno – il giusto! XP – solo per voi!
Khristh: contentissima che il precedente capitolo ti sia piaciuto
Khristh: contentissima che il precedente
capitolo ti sia piaciuto! Russell comparirà sempre dal prossimo capitolo in
poi, tranquilla!
Ti
piacerà tanto, parola mia. Già scritto e solo da rivedere di errori
ortografici! Alla prossima! KISS!!!
Nel prossimo capitolo SHARON e RUSSELL si INCONTRERANNO, quindi continuate a seguirmi!
10. Bacio rubato
USCITA DA SCUOLA
POV SLY
Ma si può essere più
dormiglioni di me?
No, impossibile. Nemmeno un
orso in piena stagione di letargo.
Ma come ho fatto a lasciare
il quaderno degli appunti in aula e ora mi sono pure reso conto che ho lasciato
la tuta con l’occorrente a casa?
Mai successo in quattro anni
di liceo.
Eh, l’amore…
Pazienza, sono cose che
succedono.
Mi passa davanti agli occhi
l’immagine ridente di una biondina di mia conoscenza…
E che biondina!
Salgo in macchina di slancio
e parto a raffica.
Mi devo muovere altrimenti
arrivo in ritardo agli allenamenti. Devo correre a casa!
Mentre penso ciò passo
davanti alla fermata degli autobus e …freno di botto.
Fortuna che non c’era nessuno
dietro…
<< Shaz, che ci fai
qui? >> le chiedo stupito di vederla lì, affacciandomi al finestrino del
passeggero vuoto di fianco a me.
<< Aspetto il bus, devo
andare a riprendermi la moto, ricordi? >> mi risponde con fare ironico.
E bravo Sly, ti sei
guadagnato il mongolino d’oro per questa tua ultima uscita.
Ma dico…cosa dovrebbe fare se
non prendere un bus ad una stazione per bus?
Che coglione che sono…
Apro istintivamente la
portiera da parte del passeggero e la convinco a salire.
<< Grazie, ma potevo
prendere il bus, altrimenti farai ritardo agli allenamenti – si sofferma un
attimo poi riprende stupita – Ma perché stai andando via con la macchina?
>>.
Le sorrido sornione,
spostando un attimo lo sguardo dalla strada.
<< Ho lasciato l’occorrente
a casa. Prima o poi ci lascerò pure la zucca, ma penso che non me ne accorgerò
tanto è vuota, che una mancanza di peso inesistente non noterei mai
accorgermene …>>.
Sento un suono davvero
leggero e squillate ma non troppo, provenire di fianco a me.
Sta ridendo.
Durante tutto il viaggio
parliamo e parliamo.
E’ davvero brillante,
simpatica, sa fare ironia e l’apprezza e abbiamo più di una cosa in comune. Che
volere di più dalla vita?
<< Perché domani non
vieni con me e mio padre a pescare al lago Thresh? >> ecco questo non
sarebbe male. Questa è la provvidenza divina non c’è dubbio.
<< Senz’altro! Adoro
pescare lì, pensavo che avrei smesso con la morte di mio padre invece…sono
contento di aver trovato qualcuno con il mio stesso hobby>> butto lì
pensieroso, in uno sfogo di sincerità.
Sento uno strano silenzio
impregnare l’abitacolo.
La guardo incuriosito.
Mi sta guardando tristemente
e sinceramente dispiaciuta.
<< Non sapevi che vivo
con i miei zii, dalla morte dei miei in un incidente aereo da un paio di anni?
Pensavo che Milly o qualcun altro te lo avesse detto…scusa non volevo
intristirti >> mormoro nella sua direzione.
Cavolo come ho fatto a dirlo
veramente, come.
Non parlo mai di loro, né
tanto meno me ne esco con cose così confidenziali.
Nota 2) Quando si è
innamorati si sparla sempre. Da evitare.
All’improvviso sento qualcosa
di caldo e piccolo posarsi sulla mano che impugna il volante. Seguo la linea
dell’avambraccio piccolo e definito lungo poi il braccio, la spalla e al volto
dell’angelo seduto accanto a me che mi guarda con uno sguardo…
…
Mi riprendo al suono
insistente dei clacson dietro di me.
E’ rispuntato il verde al
semaforo e ero ancora fermo.
Appoggio per un breve momento
l’altra mano sulla sua e la ringrazio.
Qualcosa mi dice che mi capisce.
<< Scusa me per la
reazione di prima. Se non te la senti ti capirei…>>.
<< No, tranquilla. Non
hai idea di quanto desideri una giornata di pesca con te >> ed è vero.
Cosa potrei mai desiderare di
più di una giornata completamente lanciata al mio hobby preferito con la
persona che più vorrei sempre al mio fianco?
Si certo, ci sarà pure suo
padre, ma mi so accontentare.
<< Fissiamo questa sera
l’orario ok? >> le propongo.
<< Certo >> e mi
regala uno dei suoi bellissime e più genuini sorrisi.
Tempo di rispondermi che
siamo arrivati già.
Che peccato, stavamo andando
così bene…
Non mi accorgo che è scesa di
macchina e montata in moto e mi affianca, mentre penso.
<< A stasera ! >>
mi saluta mentre sfreccia via con la sua moto.
…
Diamine…che bella visuale del
fondoschiena!
QUALCHE ORA DOPO
POV SHAZ
Liscio combattuta il
vestitino rosso fuoco con mille pieghe e grinze che mi fascia fino a poco
sopra le ginocchia. E’ senza spalline, quindi indosso un intonato copri spalle.
Sotto indosso dei graziosi fousaux neri che mi arrivano a metà polpacci.
Sistemo velocemente la passatina nera con la rosa rossa di lato, identica a
quella appuntata al seno. Prendo una piccola borsetta in velluto nero, in tono
con i fousaux e mi incammino vero l’uscita della mia camera.
Scendo il primo scalino e
istintivamente mi fisso i piedi…
<< Ma che? >>
mormoro tra me a voce alta.
Poi scoppio a ridere.
Mi sono dimenticata di
mettermi i tacchi…sono con le mie mucchine-pantofole.
Però rosse come sono si
intonano, penso divertita.
Mi do un ultima guardata allo
specchio dell’armadio sistemando una ciocca ribelle di capelli sapientemente
piastrati – e ci credo, ci ho messo una vita da quanto sono lunghi e ribelli i
capelli! – e mi dirigo con passo assolutamente molto più sicuro al piano inferiore
dove mi aspetta un irrequieto Justin.
Alzo gli occhi al cielo a
tale scena ma mi scappa un involontario risolino ai cenni di papà.
Si, ha proprio ragione. E’
sempre il solito iperprotettivo.
Ma lo adoro anche per questo.
Dopotutto è un buon segno: mi vuole un mucchio di bene, no?
<< Andiamo? >> lo
richiamo, palesando la mia presenza.
Poi mi fissa lungamente con
uno sguardo bieco che conosco bene.
<< Non ci provare
nemmeno, altrimenti Milly mi stacca la testa a morsi! >> lo blocco
proprio mentre mi si avvicinava con un suo maglione di un impossibile verde
evidenziatore.
Mi sono sempre chiesta come
facesse a comprare – ma soprattutto a portare – certa roba. Uomini. Stessa cosa
vale per i boxer. Non potete immaginare tutti i tipi che mi capitano quando faccio
la lavatrice. Una volta ne ho beccato uno in tinta unita color giallo
evidenziatore. Ci ho fatto gli incubi per giorni…
<< Si invece! >>
ribatte testardo, avvicinandosi a me e piegandosi verso il mio volto.
Il signorino qui presente
ogni volta che mi vede vestita in modo femminile che fa? Prende un suo capo e
me lo fa indossare a forza,e badate bene, non posso uscire di casa senza
quello. Cose da matti!
<< Justin…>> lo
richiama papà.
<< Justin un corno.
Così non ci esci punto e basta! >> mi ringhia contro.
Mi metto in punta di piedi e
gli sfioro il naso.
Celeste contro celeste.
Stesi occhi ma significamente
diversi: un paio che fulminano minacciosi e un altro rimproverante.
<< Sei sempre il solito
mastino. Suvvia, un eccezione per una volta…dai >> cerco di convincerlo.
<< Non se ne parla.
Chiuso il discorso! >> ribatte nero, non cedendo.
Ok, l’ha voluto lui.
A mali estremi e estremi
rimedi no?
Faccio un segno a papà,
dietro di Jazz.
Papà avendo recepito il
messaggio mi fa l’occhiolino.
Sto per aprire bocca dando
inizio alla recita da film quando Jazz si raddrizza tutto d’un pezzo e cambia
radicalmente espressione.
Pare sereno, con appena un
accenno di nervosismo.
Sembra si sia arreso…
Un momento…arreso…
Cosa????????
Guardo stralunata papà che
ricambia lo stupore.
<< Justin, ma stai
bene? Hai la febbre? Ti senti male? Vuoi che ti chiamiamo un dottore? >>
inizio sinceramente preoccupata.
Ma che scherziamo?
Mio fratello è un osso duro
in piena regola, come può aver ceduto così? Deve stare malissimo.
<< Sto benissimo e pure
tu, andiamo? >> mi incoraggia aprendomi la porta di ingresso. La guardo
dubbiosa poi assentisco e procedo verso di essa mentre mi scambio uno sguardo
allarmato con papà.
Ma che cosa sta succedendo a
tutti oggi?!
MEZZ’ORA DOPO…
Tac! Tac!Tac!
Corro più veloce che posso
incurante dei tacchi che sbattono prepontemente sul
cotto del pavimento, fino a
raggiungere gli altri all’interno della sala biglietti.
<< Scusate il ritardo …
>>.
<< Figurati, ci
mancherebbe >> mi risponde a nome di tutti Threy.
Sorrido a tutti contenta e
felice nel trovarmi con loro.
All’improvviso mi sento
abbracciare da qualcuno.
Sento dei capelli sbarazzini
solleticarmi il mento.
Milly.
Ricambio il suo abbraccio
chiedendole cosa succede.
In risposta si stacca da me e
mi indica.
<< Succede che stai
benissimo e sei vestita così femminilmente. Allora le mie ramanzine sono
servite a qualcosa – fa finta di levarsi una lacrimuccia – Mi sto commuovendo.
>>.
<< Amore, penso che tu
centri veramente poco…>> si intromette Threy tranquillamente.
<< Cosa vorresti
insinuare? >> si gira verso di lui indignata.
Tutto il resto del gruppo e
pure la sottoscritta guarda la scena sinceramente divertiti.
<< Beh…– si passa una
mano nei capelli velocemente, come se si sentisse un po’ a disagio – quel capo
e la borsa non fanno assolutamente parte dell’arsenale che le hai fatto
compare…>>.
Scende tra noi un silenzio
strano.
No, un momento…ma come fa a
sapere cosa mi ha comprato Milly l’altro giorno?
A meno che…
Lo guardo sbigottita senza
parole.
<< Milly ti ha messo al
corrente di cosa a comprato a Sharon?! >> chiede sbigottito Martin,
precedendomi.
Milly arrossisce e si mette
le mani sui fianchi.
<< Ehmbè? E che c’è di
male, se parlo con lui di cosa faccio, compro e della moda? >>.
<< Nulla…>> mormora
Martin guardando di continuo Threy, poi Milly, Threy e ancora Milly.
<< Ti faranno santo
amico…>> consola Drew il fidanzato modello assieme a Rickey, anche se
quest’ultimo sembra più che lo prenda in giro che altro.
Poi in reazione io e gli
altri scoppiamo a ridere, tutti tranne Milly che sbuffa come una locomotiva.
E’ una vera forza Milly, e
Threy un santo! Stanno benissimo assieme! Sisi!
<< Su, non
prendertela…ci stava! A te l’onore di scegliere il film! >>.
E così tra spensierate risa
ci incamminiamo verso la biglietteria.
Dopo la scelta del film I
love shopping ci dirigiamo verso la sala di proiezione.
Mentre sto per entrare in
colonna per stare accanto a Milly, Dan mi supera e si mette lui davanti a me a
trovare posto, così quando ci sediamo ho al lato destro Dan e dall’altro Sly.
Mi chiedo come mai io
finisca sempre tra Dan e Sly …
Mi giro un attimo verso Dan
non appena si spengono le luci.
Mi sorride e mi si avvicina
all’orecchio.
<< Scusa se mi sono
messo accanto a Milly, ma per lo meno eviti di vedere scene scabrose. Sti due
come Dayane e Jhonatan sembrano di giorno degli angioletti, ma in realtà sono
dei conigli in calore! >> mi sussurra e mi fa un occhiolino, che
percepisco da l’unica luce – quella di proiezione – che gli illuminava il volto.
<< Conigli? In calore?
>> mormoro contrita e spaesata.
Sta per parlare nuovamente ma
viene bloccato da un occhino da parte di Threy e una manciata di pop corn in
capo, lanciati da Dayane.
Cominciano a battibeccare
entrambe le coppie offese con Dan ma con ironia e tanto affetto.
Si vede che sono tutti
legati.
Nel mentre io e Sly parliamo
e scherziamo assieme con le pubblicità di inizio spettacolo. Lo adoro.
Non appena inizia il film la
sala da rumorosa diventa silenziosa e naturalmente inizio a sgranocchiare i
miei pop corn con burro.
Con l’andare delle sequenze
del film io e Sly riprendiamo a parlare, ma più che altro a commentare
allegramente sul film. Così passiamo entrambi tutta la durata del primo tempo,
quasi, piegati l’uno verso l’altro a bisbigliare di continuo. Poco prima della
pausa del primo tempo Dan subentra nei sussurri divertiti e scherzosi miei e di
Sly, catturando forzatamente la mia attenzione e parlandomi di tutto e di più.
Quando poi arriva il primo tempo esco di sala con Sly per andare a prendere da
bere.
POV SLY
Ma vaffanculo!
L’ho visto sai il suo
tentativo di allungare il braccio sopra la poltroncina di lei, con la scusa “
Così ti sento meglio! ”.
Ma vaffanculo di nuovo!
Se solo ci riprova gli stacco
il braccio.
Ha pure interrotto la
complicità che si era creata tra me e Shaz!
Questa me la paga, parola
mia!
Mentre cammino con al fianco
la biondina dei miei sogni, le prendo la mano con la scusa della “calca di
gente, per non perdersi”. Prendiamo le nostre bibite e quelle per gli altri
quando, sempre mano nella mano, vedo avvicinarsi un biondino dall’aria
assolutamente poco raccomandabile, venire a salutare Shaz.
Gli ha dato due baci sulle
guance per saluto!
Ma come sé permesso tutta
questa confidenza, come?!
Vedo in tanto Shaz arrossire
di botto come un peperone e mormorargli un flebile “ciao”.
Calma, magari è un amico…
No, impossibile, la sta
mangiando con gli occhi.
Quindi pure l’ipotesi del
fratello è impossibile…magari l’altro fratello?
No, escluso…allora chi è?!
<< Sei venuta al cinema
con tuo fratello? >> questa domanda mi riporta al presente.
<< Ma quale fratello!
>> sbotto con troppa energia.
<< E’ un amico…scusa
per l’altra sera ma …>> spiega e mentre parla viene interrotta da sto
biondino dei miei stivali.
<< Capisco, allora era
il rosso dell’altra sera il tuo fidanzato…>> butta così come se niente
fosse.
Rosso?
Un certo nome suggerito dalla
mia mente, mi si collega alla faccia di un rosso che conosco abbastanza.
Bibi.
<< No! Affatto! Era il
mio migliore amico, scusalo, ma lo avevo fatto arrabbiare. Mi dispiace di
essere andata via senza salutarti! >>.
Fiuuuuuuuuuuu!
Non stanno assieme. Ma cos’è
sta cosa di Bibi arrabbiato?
<< Piuttosto…questo qui
– e indica me – è Sly, un mio amico di scuola. Sly, questo è Kyle. Ci siamo conosciuti
l’altra sera in disco >>.
Questa storia non mi piace.
Chiederò dopo qualche cosa in
più a lei, con fare assolutamente casuale.
Dopo altri inconvenevoli
riesco a trascinarla via.
Di una cosa sono certo,
quando staremo assieme dovrò avere cento occhi e tenerla d’occhio, è troppo
carina e speciale per non piacere a molti. E’ molto ingenua, questo l’ho notato
subito in lei, come la dolcezza e la gentilezza. Ci sarà da faticare, ma ne
varrà la pena. E con questo ultimo pensiero ci avviamo verso la sala.
QUALCHE ORA DOPO IN UN PUB
DELLA ZONA
POV SHAZ
<< E poi per finire
beh…diciamolo – e tira una guancia di Milly, a mo di pizzicotto affettuoso –
che dopo questo ne siamo assolutamente cosa vuole dire stare con te ! >>
continua spinto Rickey mentre sorseggia una bionda.
<< Rickey, ma
vaffanculo! >> sbotta arrabbiata.
In tanto Threy cerca di
calmarla.
Rickey la sta prendendo in
giro dopo aver visto il film in quanto la protagonista è identica a Milly, ha
una passione immane verso gli abiti proprio come lei!
<< Allora come ci
mettiamo daccordo per domani? >> mi chiede Sly seduto al mio fianco a
sorseggiare un Mojito ( provatelo è la cosa più buona del mondo ! - NDA).
<< Vieni a casa mia
verso le 7 così poi prendiamo l’auto di papà e andiamo al lago. Porta l’attrezzatura
e te stesso! Non serve altro, al pranzo ci penso io! >>.
<< Ottimo, dammi pure
l’indirizzo >>.
Prendo un lo scontrino del
conto e con una penna chiesta cortesemente al cameriere gli scrivo l’indirizzo,
e glielo ripasso.
Sorride soddisfatto e se lo
mette nel portafoglio di cuoio che poi ripone nella tasca posteriore dei jeans.
Dopo di che riprendiamo a
parlare e a fare progetti per l’indomani.
Quando sento squillare il
telefono.
Rispondo, è Justin che mi sta
aspettando fuori dal pub.
Chiudo la conversazione e
finisco in un sorso il rimanete del mio frappé alla nutella e saluto tutti.
<< Ti accompagno
>> mi propone Sly e ci dirigiamo verso il retro del locale, tagliando
dalla porta di servizio che rimane vicino hai bagni.
Ci soffermiamo all’uscita e
lo saluto con un gesto e ringraziandolo.
Gli volto le spalle pronta ad
entrare in macchina di mio fratello poco più in là – fortunatamente non ci vede
per la macchina parcheggiata davanti, sennò sai che storie! – ma mi afferra
delicatamente per un braccio e mi gira verso di lui.
Lo guardo negli occhi.
Mi sorride avvicinandosi al
mio volto e mi da un bacino sulla guancia destra.
Mi saluta così e non appena
mi molla il braccio corro verso la macchina di mio fratello, rossa come un
peperone e con una mano a tenermi la guancia.
Non ci sono abituata ad avere
certe rimostranze di affetto con persone che non conosco approfonditamente e da
poco tempo…
Che imbarazzo.
Quando sono scappata ho pure
visto che dietro di Sly c’era pure Dan!
Da quella posizione sicuramente
ci ha visti!
Spero non pensi male…
Sarebbe una tragedia!
Non vorrei che fraintendesse
il rapporto di amicizia che ho con Sly.
Mi faccio due calcoli…
…
Oh mio oddio!
Dalla sua posizione potrebbe
aver frainteso.
Potrebbe pensare che ci siamo
baciati, non vedendo perfettamente.
…
Cavolo!
Lunedì sarà meglio che ci
parli.
Non voglio che girino certe
voci false! Assolutamente no.
<< C’è qualcosa che non
va? >> chiede preoccupato mio fratello.
Mi volto verso di lui tesa
come una corda di violino.
<< No, assolutamente.
Sono solo stanca >> bercio quasi nell’abitacolo.
<< Sharon…sai che puoi
parlarmi di tutto no? >> mi chiede apprensivo.
<< Nulla, solo che ho
appena saputo una cosa…nulla di che ….>> rimango sul vago, cercando di
controllare la voce.
<< Saputo cosa?!
>> mi chiede con voce sconvolta Justin.
Lo guardo allarmata.
<< Ho saputo di un
compito a sorpresa, solo che dovrei ripassare prima di andare a letto.
<< Ah, meno
male…>> risponde più calmo, sistemandosi meglio nel seggiolino.
Lo guardo truce.
Non me la racconta giusta.
Prima il comportamento
anomalo e remissivo e accondiscendente, ora anche questo…
Mi sta nascondendo
qualcosa…ma cosa?
Sospiro accasciandomi sul
sedile.
Possibile che ce ne sia
sempre una?
IL GIORNO DOPO A FINE SERA
Sono quasi le sette di sera,
come passa il tempo, è stata una giornata bellissima con papà e Sly.
Che pescatore quest’ultimo, è
un grande!
Ha una conoscenza infinita su
tecniche, pesci, attrezzatura, insomma sa tutto di tutto.
Non è facile trovare uno
così!
Adesso ci siamo spostati
nella zona boschiva io e Sly mentre papà assieme ad un amico incontrato per
caso, hanno voluto prendere una barca e andare un po’ a largo, per cambiare un
po’.
Così ci ritroviamo qui da
soli io e il campione a pescare su questa bellissima sponda.
Il tramonto sta scomparendo.
Bellissimo il paesaggio verde
e rigoglioso da natura incontaminata e rigogliosa.
Con questo lago blu scuro,
poi…bellissimo.
Vengo richiamata al presente
da Sly che dopo una piccola pausa di chiacchiera ininterrotta – è un vero
chiacchierone il signorino, mai incontrato ragazzo più propenso alla
chiacchiera di lui! – per via del pesce che ha appena abboccato.
<< Caspita, questo è un
duro! >> sbotto dopo cinque minuti di lotta ininterrotta, mentre il mio
compagno di pesca abbandona la sua canna per venirmi in soccorso.
<< Puoi ben dirlo!
Prova ora a tirare in là, così si…vai che così non si spezza il filo. Deve
essere veramente pesante! >> mi consiglia.
Mi distraggo per rispondergli
con un “abbastanza” che mi ritrovo con un piede nell’acqua del lago e l’altro
in procinto di seguire il compagno. Mi ha fregato il pesce!
Mi ha fatto perdere
l’equilibrio!
Fortuna che prima dello
strapiombo dove stavo pescando a fondo ci sono 3 metri di dislivello regolare.
Sly con un balzo salta la riva
e mi raggiunge a fianco con un retino, pronto a darmi un aiuto, quando vede che
per non perdere l’equilibrio entro in acqua pure con l’altro piede.
Unica differenza è che a me
l’acqua mi arriva quasi all’anca, mentre a lui appena sotto il ginocchio.
Roba da pazzi!
Dopo una lotta estenuante
riusciamo a prendere il signorino.
Un Siluro.
Diamine, questo è veramente
un bestione anche per la sua specie!
Sly prende e lo porta a riva
con appena un po’ di difficoltà, vista la grandezza e lunghezza, ma soprattutto
il peso.
Sto per raggiungerlo quando
metto un piede in fallo e cado completamente in acqua.
Mi guardo atterrita attorno.
Non ci posso credere! Ora
sono tutta bagnata dalla testa hai piedi!
Mi riprendo dalla sorpresa
non appena sento Sly ridere.
Mi indigno e divertita gli
gioco un bel tiro mancino. Mi alzo i piedi, prendo un secchio non utilizzato e
lo riempo con acqua e gliela lancio addosso .
Ora sono io quella che ridere
e lui quello sbigottito.
Mentre rido non vedo che mi
viene incontro e che mi si lancia addosso e entrambi finiamo in acqua e ridiamo
assieme.
Così ci ritroviamo a ridere,
con io a sedere dentro l’acqua e con lui sopra di me, che mi impedisce di
spostarmi da questa posizione.
Poi tutto d’un tratto smetto
di ridere quando vedo che Sly ha già smesso e ci fissiamo negli occhi.
Azzurro chiaro contro
celeste.
Pochissimi centimetri a
dividere i nostri volti.
L’aria sembra ferma e così il
tempo.
Poi così all’improvviso
avvicina ancora di più il suo volto al mio viso e lo sento.
Un tocco leggero e fresco, ma
anche umido e dolce.
Le sue morbide labbra sopra
le mie…
SPOILER!
<< Lasciami!
>> sento urlare in una qualche parte del vicolo che sto percorrendo.
E’ una voce di una
ragazza.
Preso da un raptus che
nemmeno io so, corro in quella direzione e mi ritrovo davanti una scena
raccapricciante.
Una ragazza bloccata al
muro, con le spalle hai propri assalitori.
…ANGOLINO AUTRICE…
Spero che il capitolo non vi abbia fatto sonnecchiare
troppo…
Nel prossimo capitolo, avremo molto , ma molto più movimento!
SHARON e RUSSELL finalmente si incontreranno, ma come?
Moon
Hunter: tesora! Anche qui!!! Non ci posso credere!
Tranquilla, seguimi dove vuoi, basta che tu ci sia, sennò con chi
chiacchiero??? Con chi sparlo??? Poi cm è andato il compito di mate????spero ti
piaccia sto chappy e spero di non deludere troppo la nostra heidi, per le scene
poco cruente XD!!!!BESOS!!!!!!!!!!!!
11.
When the Moon meets the Sun…
POV SHARON
Mi siedo in sala mensa accanto
a Milly e Dayane.
Ho bisogno di uno scudo verso
il mondo, peggio, uno scudo per lui.
Milly e gli altri mi parlano,
ma non ci faccio assolutamente attenzione.
Sono in allerta: è tutta la
mattina che evito Sly.
Non ho neanche il coraggio di
guardarlo in faccia, figuriamoci parlarci…
Quando mi accorgo che
l’intruso dei mie pensieri è proprio Sly lo fisso involontariamente in volto.
Arrossisco di botto e con uno
scatto repentino e veloce mi allontano nella direzione opposta alla sua.
Corro via, scappando dalla
mensa e immettendomi nel corridoio vicino al cortile, dirigendomi a passo
veloce e svelto verso i bagni delle ragazze.
Sento dei rumori provenire
dietro di me.
Mi sta inseguendo!
Entro nel luogo che più mi
pare sicuro, il bagno delle ragazze, e mi chiudo in un bagno a chiave.
Sento i suo passi fermarsi
all’entrata suppongo, poi esitare ed entrare.
<< E’ il bagno delle
ragazze, non ti è permesso di entrare >> dico con fare imbarazzato
ripensando a ieri sera.
Mi ha baciata! Caspita!
Mi ha colto alla sprovvista!
Il mio primo bacio rubato,
no, non volevo fosse così!
Non che tutto non fosse romantico,
ma non è lui la persona a cui avrei voluto darglielo. Avrei voluto che fosse
una persona di cui sarei stata innamorata persa, non legata da un’amicizia!
<< Me ne frego >>
ribatte sicuro.
Un lungo silenzio scende tra
noi.
<< Capisco, o almeno
credo il perché mi eviti. Ma non è una cosa tanto carina. Dobbiamo parlare,
quindi esci da lì che lo facciamo faccia a faccia e risolviamo >>.
Silenzio ancora.
<< Hai paura di me?
>> chiede con tono preoccupato, e sinceramente colpito da questa idea.
<< No, …è che non
riesco a guardarti in faccia…>> mi fermo dopo poco di nuovo, parlandogli
con le spalle rivolte alla porta e osservando il soffitto del bagno.
Mi chiede spiegazioni.
<< Mi sento in
imbarazzo, ok? >> dico cincischiando più volte ma alla fine riuscendoci
in un modo vagamente decente.
Lo sento ridacchiare.
Una risata tuonante e forte,
vagamente liberatoria.
Ride del mio imbarazzo?
Un po’ innervosita da ciò e
imbarazzata dalla situazione apro di scatto la porta del bagno e lo rimprovero.
Mentre faccio ciò, senza che
me ne accorga mi prende svelto per un braccio e mi trascina lungo un corridoio
e poi dentro un aula vuota.
Non mi lascia il braccio
nemmeno quando siamo dentro, solo mi prende per mano con entrambe le sue, in
modo da non lasciarmi scappare.
Fisso ostinatamente il
pavimento.
Mi sono fregata da sola!
Ma come ho fatto a non
calcolare una simile eventualità?
E meno male che ho un Q.I di
quasi 190…
Un bimbo sarebbe stato più
furbo…
<< Guardami, prima lo
hai fatto quando mi hai rimproverato >> sussurra.
Non so come controbattere,
dentro ho emozioni contrastanti che non mi fanno decidere quale prendere di
decisione.
Mi faccio coraggio e lo
guardo, e lo vedo sorridermi contento.
Poi mi trascina verso una
fila di banchi e ci sediamo sopra, sempre tenendoci per mano.
Ora siamo l’uno di fronte
all’altra.
<< Qual è il problema ?
>> mi chiede conciliante.
Mi faccio coraggio e parlo.
<< Tu >>.
<< Vai avanti…>>
mi incoraggia, affannoso di sapere.
<< Io ti piaccio?
>> butto così, tutto d’un fiato.
<< Si, più di quanto
credi >> mi risponde guardandomi negli occhi.
Lo guardo sorpresa.
Gli piaccio.
Io piaccio a qualcuno…sono
molto sorpresa.
E’ la prima volta che
qualcuno mi dice che gli piaccio, e non come amica o sorella.
<< Ma io non piaccio a
te nello stesso modo giusto? >>.
Colpito e affondato.
Sposto lo sguardo e mi
impongo di guardare fuori dalla finestra, alle sue spalle.
<< Sharon >> mi
richiama con fare ammonitore.
Sospiro e torno a guardarlo
in volto.
<< Ti voglio bene come
amico, nulla di più >> dico cercando di non pensare al dispiacere che
possa provare.
Stranamente mi sorride e mi
stringe un po’ più forte le mani.
<< Lo avevo immaginato
vista la tua reazione ! >> dice quasi con fare…mi sta prendendo in giro!
Gli faccio la linguaccia, ma
gli sorrido più rilassata.
< Questo però non cambia
le cose: che tu mi piaccia. Mi dispiace che ti abbia messo in imbarazzo, ma è
questa la realtà >> parla ritornando un po’ più serio.
Lo fisso dispiaciuta.
<< Dammi una
possibilità. Dammi l’opportunità di provare a conquistarti. – fa una breve pausa
– Non puoi negare che tra noi ci sia feiling e molto altro in comune. >>
mi propone con fare suadente.
Ci penso un attimo su.
<< Hai il mio permesso
di farmi la corte, ma con discrezione. Però c’è un ma. E se mi innamorassi di
un altro ragazzo, che faresti? >> gli chiedo già conoscendo la sua
risposta.
Ci conosciamo da poco, ma ho già
capito da molto come ragiona.
E’ una persona razionale e
combattiva, che ama la vita e non arrendersi mai fino all’ultimo, per
realizzare i suoi desideri.
<< Mi metterò da parte,
e sarò il migliore amico che si possa avere! >> mi risponde un po’ rigido
nella posizione ma con fare normale.
<< Spera che non ti
abbia sentito Bibi, altrimenti ti spezza in due! >> rido pensando cosa
sarebbe successo se ci fosse stato pure lui a sentire quest’ultima frase.
Lo vedo guardarmi interdetto.
Quando mi riprendo gli
spiego.
<< Bibi è altamente
geloso della sua posizione di migliore amico. >> detto ciò ride pure lui.
Dopo poco, più sereni ce ne
torniamo in mensa, dove ci aspettano mille domande da parte di tutti gli altri,
che Sly liquida per entrambi con poche parole.
Uhm…devo ricordarmi di
aggiungere che è anche un ottimo diplomatico.
E per esserlo, la strategia è
il suo pane quotidiano…
POV MILLY
<< Guarda questo!
Assolutamente stupendo, Daya! – le mostro l’abito da sera più bello, scovato in
questo reparto – E’ perfetto per domani sera. Jhonatan ne rimarrà assolutamente
soddisfatto! >> e glielo porgo.
La vedo guardarlo con occhio
critico, ma dopo accenna ad un largo sorriso compiaciuto.
<< Corro a provarmelo
>> e si imbuca nel primo camerino libero, con me che la aspetto fuori.
Ad un certo punto la sento
parlare , ma non la sento e le chiedo di ripetere.
<< Cosa ne pensi di
Sharon che evita Sly tutto il giorno e che scappa inseguita da lui da mensa,
oggi? >>.
Ci penso su.
<< Penso che anche tu
abbia notato che a Sly piaccia Shaz. Mi sa che ha fatto qualcosa che non doveva
fare…però non so proprio cosa. Però tutto sembra essersi risolto quindi…non c’è
nulla di cui preoccuparsi. >> mentre finisco la vedo uscire e osservarsi
allo specchio a muro del camerino.
<< Non mi preoccupo,
solo che non mi va che ci sia astio tra Dan e Sly. Hai visto no come ha reagito
sabato sera, quando è tornato dal bagno? >> mi chiede con freddezza.
Lo conosco quel tono.
<< Si, deve aver
sentito qualche discorso tra loro due, o roba simile, boh…può anche d’arsi che
fosse per tutt’altro. Non puoi saperlo. >> concludo.
Stiamo in silenzio un attimo
e nello specchio i nostri occhi si incontrano.
Sbuffo contrariata e la lascio
da sola, immergendomi di nuovo nel mio mondo: i vestiti.
Dopo poco la vedo
sopraggiungere e affincarmi e chiedermi scusa.
<< Mi dispiace, ma è
più forte di me. Non riesco proprio a farmela piacere. Da quando è arrivata lei
è successo il mondo, e in soli cinque giorni! >> .
<< Non riesco nemmeno a
fartela piacere dicendoti che è per merito suo che tu e Jhonatan avete fatto
pace? >> sbotto esausta.
E’ un osso uro, ma riuscirò a
fargliela piacere.
Dayane ha la scorza dura e il
suo fare da “io sono la migliore” esternamente non aiuta per fare amicizia con
il prossimo, ma in realtà sotto sotto è una delle persone più simpatiche e
affidabili che esistano.
Solo che preferisce fare
vedere agli altri la sua corazza, invece che il meglio di se.
Si blocca sorpresa e le
spiego tutto, dal consiglio di lei a Jhonatan il giorno dopo il litigio al
resto. Nel mentre paghiamo i nostri acquisti e ci dirigiamo sul retro del
centro commerciale, perché secondo lei arriviamo prima alla stazione degli autobus.
E’ già sera e ci doppiamo sbrigare. Fuori è già molto buio nonostante siano
appena le otto passate.
Giriamo tutto il perimetro
dell’edificio, per poi svincolare in una stradina poco raccomandabile ma la più
veloce per prendere l’ultimo autobus per tornare a casa.
Il destino crudele ha voluto
che proprio all’ultima curva per raggiungere la stazione ci imbattessimo in tre
brutti ceffi, che ci costringono a retrocedere dentro l’interno del vicolo.
Ci mettono con le spalle al
muro. Sono tre uomini da l’aria assolutamente poco raccomandabile, di una
trentina d’anni.
Io e Dayane ci teniamo per
mano.
Le sto stringendo le mani
tanto forte che mi stupisco di non averle ancora rotto nulla.
Ho paura!
Ma perché non ce ne siamo
state a casa?
Perché abbiamo preso questa
stupida scorciatoia?
Perché?
Sento che ho quasi le lacrime
agli occhi, conoscendo già ciò che ci accadrà.
Non è giusto!
<< Lasciateci passare!
>> urla Dayane nella loro direzione, anche lei ormai preda della
consapevolezza della nostra sorte.
In riposta ci ridono in
faccia.
Quando il primo dei tre fa un
passo avanti, in quei 3 metri di distanza che ci separano, chiudo gli occhi
abbracciando Dayane con forza, pensando solo che finisca presto, con le lacrime
agli occhi.
Threy dove sei!
POV SHARON
Guardo Nash al mio fianco con
uno sguardo esasperato che ricambia in pieno.
<< Rut, dannazione vuoi
deciderti a prendere il televisore si o no? >> sbotta Blaster, esprimendo
l’esasperazione corale del gruppo.
<< Blaster ha ragione,
siamo qui da più di un’ora e sei ancora a decidere se preferisci quello a 42 o
a 60 pollici al plasma. Non se ne può più! >> sbotta Bibi, passandosi le
mani trai boccoli rossi, con disperazione.
<< Suvvia raga, è
importantissimo scegliere il proprio televisore che sta meglio nel soggiorno.
Soprattutto se si è flippati come me per giochi della play! Siate comprensivi!
>> si giustifica il moro.
Mio fratello Justin si da una
manata in volto.
<< Io vado un attimo
nella sezione degli mp3, a trovarmi il nuovo cavo per le cuffie. Torno subito
>>gli avverto di una mia scomparsa.
<< Vai vai, così per lo
meno tu non stai ad aspettare che l’eterno indeciso si decida >> mi da il
permesso mio fratello, con fare sbrigativo.
L’unico tranquillo e calmo
sembra sia il commesso.
Beh, ci credo, con la cifra
che spenderà per comprare uno qualsiasi di uno dei due televisori, non è da
tutti!
Nel mentre, arrivo alla mia
sezione del reparto elettronica di uno dei negozzi del centro commerciale della
città e inizio a cercare il tipo di cuffia giusto.
Poi mi ricordo di un a cosa:
non ricordo l’ultima cifra del modello di cuffie compatibile per il mio mp3.
Che tonno che sono!
Così, più veloce che posso e
senza che gli altri se ne accorgano esco dall’edificio e mi dirigo, dove
assieme a loro ho lascito la mia moto: nel parcheggio di fronte alla stazione
degli autobus.
Corro passando dalla strada
normale.
Mio fratello e gli altri non
vogliono che passi mai nei vicoli bui, quindi passo dalla statale, dove è pieno
di gente e quando arrivo e leggo il numerino mancante, corro di nuovo verso la
statale, ma mi blocco quando sento un urlo.
Quell’urlo mi ricorda una
voce…Dayane.
Sento di seguito altri gridi,
riconoscendone uno appartenere a Milly.
Si, il tono è il suo!
Corro in direzione opposta,
verso il vicolo buio e stretto, e vedo Dayane e Milly abbracciate con le spalle
al muro e tre uomini , che definirei dei brutti ceffi davanti a loro.
Corro nella loro direzione e
le raggiungo ponendomi davanti a loro, dando la schiena agli uomini.
<< State bene? >>
chiedo apprensiva, incorante degli schiamazzi dietro di me.
Le due ragazze mi guardano
sorprese e ancora spaventate.
<< Si, ma che ci fai
qui? Adesso faranno del male pure a te! >> mormora Dayane con la voce
strozzata e fioca per la paura.
Do le spalle alle ragazze e
guardo quegli uomini.
Non so cosa hanno intenzione
di farci, ma troverò una scappatoia.
Scruto l’ambiente attorno e
mi faccio due calcoli.
<< Dayane, ascolta.
Prendi Milly e correte il più in fretta che potete e andate dentro il centro
commerciale, nel negozio di elettronica. Lì troverete mio fratello e Bibi con
altri miei amici. Lì starete al sicuro. E chiedi a mio fratello, Bibi e Blaster
di venire qui a darmi una mano…>> sussurro in modo che mi possano sentire
solo loro.
<< Ma sei impazzita?
>> chiede isterica Dayane.
<< Affato, lo chiedo a
te perché sei più lucida di Milly in questo momento. Quindi, al momento
opportuno andate, e mi raccomando correte senza guardarvi in dietro, chiaro?
>> le rispondo seria e calma.
La sento indugiare poi
assentire di mala voglia.
<< Stai pronta >>
la avverto.
Dopo poco finiscono le risa e
uno dei tre si avvicina nella nostra direzione.
<< Io non lo farei
fossi in te …>> lo avverto .
<< E’ una minaccia,
piccolina? >> mi ride in faccia, seguito da quelli dietro.
Questi si cannano…e sono pure
ubriachi fradici, ci scommetto.
<< Si, dato che dietro
di voi tre ci sono i miei due fratelli con tre loro amici. Ciao Matt,
ragazzi…>> bleffo.
Li vedo sorpresi e girarsi.
Ci sono cascati, quindi sono
assolutamente fatti!
<< Ora Dayane! >>
le urlo e do uno spintone a quello davanti cadendo addietro assieme a lui e
facendo cadere pure quello sulla destra. L’altro sembra essere più reattivo e
prova a inseguire le mie amiche che scappano, ma mi rialzo a tempo e gli do
una spinta con tutta la forza che ho in corpo e cade e mi porta con se,
aggrappandosi.
Nel mentre gli altri due si
sono rialzati, anche se pur lentamente e vengono nella nostra direzione,
arrabbiati per il brutto tiro tirato loro.
Cerco di rialzarmi, mentre mi
accerto che la loro attenzione è su di me e non più sulle mie amiche, che non
sono più in vista. Brutalmente quello che mi ha fatta cadere con se, mi ributta
giù ma gli mollo una ginocchiata al ventre – come mi hanno istruita Justin e
Jay – con tutta la forza che ho e mi lascia rotolandosi a terra dal dolore.
Mi rialzo e faccio per
scappare pure io, ma dimentica degli altri due mi acchiappano per le spalle e
mi fanno sbattere contro il muro del vicolo.
<< Brutta stronzetta.
Ora non ci scappi. >> e detto ciò si mettono a ridere.
<< Lasciami! >>
urlo cercando di divincolarmi.
No! Sto perdendo la calma!
Devo rimanere calma,
altrimenti non ragiono.
Devo trovare un modo di
svincolarmi da questa situazione.
<< Tenetela ferma voi
due mentre io mi diverto >> e lo sento ridere.
Tenermi ferma?
Per che cosa?
Che mi vuole fare?
…
Sento gli altri due
stringermi forte i polsi e le caviglie.
Subito dopo sento una mano
tirarmi i capelli, e un l’altra stringermi brutalmente per un momento il collo
da dietro, tanto da togliermi il respiro per un lungo attimo, che poi inizia a
scendere piano giù per la schiena.
All’improvviso, sento
afferrarmi con due mani i fianchi e stringermeli prepontemente.
Mugolo dal dolore.
Poi d’un tratto sento che
d’improvviso non sono più trattenuta né sento qualcuno provocarmi un qualsiasi
dolore fisico.
Mi volto e vedo una scena che
mi lascia un misto di perplessità e euforia.
Guardo sempre più sorpresa e
contrita tutta la scena, e alla fine posso dirlo: sono salva…
POV RUSELL
Sospiro.
Non posso continuare così.
Ormai ho deciso.
Domani vado alla sua scuola e
casualmente all’uscita se non c’è il fratello l’abbordo e attacco bottone con
lei.
Non c’è altra soluzione.
Ma come cavolo ho fatto a
in…a innam….no, non ce la faccio proprio a pensare a quella parola.
Diamine, pure il colpo di
fulmine ci voleva?!
E non ci siamo nemmeno
guardati negli occhi…
Chissà come sono belli da
vicino…
Ecco ci risiamo, un altro
pensiero del genere!
Sono sfiancanti.
Possibile che pensi e ripensi
sempre e solo a lei in continuazione?
Diamine!
Cammino affranto in direzione
del parcheggio in cui ho lasciato l’auto, mentre gioco contrito con i guantoni
appena comprati.
Quelli vecchi in questi
giorni li ho completamente finiti.
E per colpa di chi se non di
Kyle!
Ahhh, se ci ripenso mi viene
una rabbia…
Mi riprendo duramente dai miei
pensieri quando due ragazze che corrono all’impazzata non mi urtano.
<< Che modi! E fate un
po’ più di attenzione! >> gli urlo di rimando.
E che cavolo. Non si può
nemmeno camminare tranquilli persi nei propri pensieri che c’è qualcuno a
rompere! E che cavolo!
Pian piano mentre cammino mi
calmo, quasi completamente.
<< Lasciami! >>
sento urlare in una qualche parte del vicolo che sto percorrendo.
E’ una voce di una ragazza.
Preso da un raptus che nemmeno
io so, corro in quella direzione e mi ritrovo davanti una scena
raccapricciante.
Una ragazza bloccata al muro,
con le spalle hai propri assalitori.
Brutti figli di puttana!
Li detesto quelli così!
Mi lancio in soccorso di
quella ragazza e stendo con un destro il suo assalitore primario. Poi mentre
quello appena colpito cade a terra e boccheggia per il dolore al volto mando a
terra pure gli altri due.
Sono talmente fatti che per
una sola steccata manco riescono ad alzarsi.
Che pappemolli!
Ma non mi fermo e ad ognuno
gli rifilo un paio di calci all’addome, fino a farli svenire tutti e tre.
Così se le fanno passare
certe voglie.
Poi mi giro soddisfatto verso
la ragazza, pronto a rassicurarla e magari accompagnarla a casa io stesso, ma
ammutolisco.
E’ lei.
Il mio angelo.
Una rabbia immane mi monta
dentro pensando che cosa sarebbe potuto succederle se non m i fossi sbrigato.
Schifosi…
Mi giro furioso verso quei
tre ma mi blocca.
<< Grazie per avermi
salvata >>.
Che voce melodiosa.
La guardo cauto e immergo il
mio sguardo nel suo.
Celeste contro nero.
Bellissimi.
Lo sapevo.
<< Stai bene? Ti hanno
fatto qualcosa? >> le domando apprensivo facendo una smorfia pensando ad
una simile possibilità.
<< No, grazie a te
>> mi sorride riconoscente.
Le sorrido di rimando e la
vedo arrossire.
Che carina…
Un momento…è arrossita per il
mio sorriso?
Che mi trovi attraente? Forse
le piaccio!
<< Mi chiamo Sharon
>> mi si presenta, sistemandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli
color oro e riccioluta, sempre rossa in viso.
<< Russell, piacere
>> mormoro nella sua direzione sempre più convinto di piacerle.
Ci scambiamo qualche altro
sguardo criptico e speciale, poi mi impongo di accompagnarla a casa, ma quando
sto per tradurre in parole quel pensiero, qualcuno arriva e la chiama.
E’ suo fratello assieme ad
altri tre ragazzi della sua età.
Scrutano attentamente la
scena.
Nel mentre Sharon spiega cosa
è successo, e via via che racconta la disavventura finita bene suo fratello –
in particolar modo – e gli altri tre sbiancano visibilmente.
Poi mi ringraziano – in
particolare il fratello che mi ha riconosciuto – e se ne vanno.
Io resto ancora un po’ lì a
vagliare tutto quello appena accaduto.
Coincidenze, è questo il mio
verdetto.
Può darsi che qualcuno lassù
volesse che io e Sharon ci si incontrasse.
Sorrido a questo pensiero e
mi incammino pure io verso la mia macchina, fregandomene di quegli schifosi
svenuti in quel lurido vicolo, andando tranquillo in quella direzione presa
anche da Sharon, ma purtroppo di lei nessuna traccia.
SPOILER!
<< Kaelan, piacere
>> si presenta, non distogliendo un attimo i suoi occhi dai miei.
Una sfida?
Sto per dargli corda
quando mentre tutti gli altri si presentano, alzo un po’ più del normale la
voce rivolgendomi a lui.
<< Dimmi che non sei
venuto qua in aereo! >> sbotto allarmata.
<< Si, perché, non
volevi che i giornalisti mi facessero qualche primo piano? >> mi sfotte
lui, conoscendo già il perché di quella domanda e tutto quello che c’è dietro.
<< Se solo porti uno
e un solo paparazzo sulla mia pista di faccio diventare rosso con gli occhi
castani! Chiaro? >> gli ringhio disperata.
Lo guardo furente.
<< Metti in conto
che ti faccio pure diventare donna, se solo hai attirato l’attenzione. Chiaro?
>> gli ringhio nuovamente contro, mentre lui mi guarda sempre più
divertito.
---ANGOLINO AUTRICE---
Spero che questo assaggino di movimento vi sia
piaciuto, perché ne ho ancora in mente tante di quelle cosucce da far
succedere!
Quindi continuate a seguirmi, e mi raccomando
commentate!
Capitolo 12 *** Rospo e Mostriciattolo: che nemesi! ***
12
12. Rospo e Mostriciattolo : che nemesi!
POV SHARON
Sospiro stanca, aumentando la
stretta su un qualcosa di compatto e caldo.
Provo ad alzarmi in posizione
seduta sul letto ma non ci riesco.
Provo a guardare nell’oscurità,
ma nulla.
Vedo solo la luce di una
sveglia.
7:00
E’ ora di alzarsi.
Mi rigiro in quella gabbia
calda che mi circonda, finché non la sento cedere un po’.
<< Come ti senti ?
>> mi chiede una voce assonnata che riconoscerei tra mille.
<< Bene…un po’ stanca
ma bene >> rispondo a mio fratello ancora un po’ assonnata e stordita,
tra le sue braccia.
Non capisco il perché di
questa sua domanda.
Provo a ricordare.
Nulla.
Lo sento muoversi di fianco a
me e alzarsi.
Freddo.
Il caldo è sparito.
Lo seguo con lo sguardo nel
buio e lo vedo aprire la finestra, facendo entrare il debole sole di questa
prima e presta mattina.
Ci guardiamo negli occhi.
Perché mi sta guardando con
quell’aria guardigna e indagatrice?
Sto per aprire bocca quando
mi precede sorridendo e mi si avvicina velocemente, prendendomi sulle spalle a
mo di sacco di patate, lasciandomi sconcertata, tra le sua risa.
Quando mi riprendo dalla
sorpresa cerco di ribellarmi ma non ottengo nulla, solo che rida di più.
Vedo scorrere davanti agli
occhi il parquet.
Mi sta portando in bagno.
Altri pochi passi e mi
deposita esattamente dentro la vasca, prendendomi alla fine per i polsi.
Mugolo di dolore.
Lo vedo bloccarsi, mentre mi
massaggio contrariata i polsi.
Mi fanno male, come se
avessi…
Mentre penso ciò Justin mi
tira su le maniche del pigiama.
Lividi.
Ho dei lividi bluastri
davvero strani e …
…
Sobbalzo sul posto non appena
mi ricordo di quello successo ieri sera.
Istintivamente controllo pure
le caviglie.
Lividi identici, pure lì.
Sento ingoiare rumorosamente
mio fratello e poi cercare di carpirmi altre informazione di ciò che mi è
successo ieri sera, senza però ottenere nulla.
Lo allontano dal bagno per
potermi preparare, mentre tenta di nuovo di sapere.
Appena lo metto alla porta,
la chiudo a chiave e mi appoggio ad essa, scivolandomi a terra e sospirando
stanca e con un unico pensiero : devo nascondere i lividi.
***
Mi incammino verso l’entrata
della scuola, per raggiungere il mio solito gruppo di amici, affiancata da
Justin che serra la mascella adirato.
Abbiamo litigato.
Provate ad indovinare il
perché.
Noi non litighiamo mai, al
massimo discutiamo, ma mai litigare, e tutto per colpa di quello che poteva
succedermi ieri sera nel vicolo.
Appunto! Quello che poteva
succedermi…e io non lo so, e lui sapendolo non me lo vuole assolutamente dire!
E’ una cosa assurda.
Capoccione! Ecco cosa è!
Mentre penso ciò sento
qualcosa venirmi addosso, ma troppo distratta non mi accorgo di cosa sia,
finchè non ne riconosco il profumo :Milly.
Istintivamente l’abbraccio a
mia volta stranita, ma felice di questo suo slancio affettivo.
Mi stringe fortissimo, tanto
da farmi quasi mancare il fiato, mentre all’orecchio non fa che chiedermi come
stia e se mi sia successo nulla. La rassicuro e solo dopo molto riesco a
calmarla.
A quasi le lacrime agli
occhi.
Osservo gli altri, per
appurare se sappiano o no.
No, non sanno nulla. Per
l’appunto ci stanno riempiendo di domande a me e Milly.
Ma non ci faccio molto caso,
troppo sorpresa da Dayane.
Non me lo sono sognata: stava
venendo pure lei incontro, se Milly non l’avesse preceduta. Non ho avuto
nemmeno un allucinazione quando ha sospirato sollevata e mi ha accennato un
sorriso cordiale, quando ho risposto alle domande dell’altra.
Ogni giorno è sempre più
imprevedibile, non riesco proprio ad immaginarmi cosa aspettarmi domani.
Forse la fine del mondo,
visto il comportamento di Dayane,
Intanto gli interrogativi
degli altri si fanno sempre più pressanti, ma fortunatamente la campanella ci
salva e andiamo a lezione, così saluto mio fratello velocemente e vado.
C’è un ma, in tutto ciò.
A mensa sapranno già tutto i
ragazzi, ne sono certa.
***
Non posso ancora crederci.
Che qualcuno non si azzardi a
svegliarmi da questo alquanto strano sogno irreale.
Vi dico solo tre parole:
Dayane, bagni, touchè.
Mi passano continuamente
davanti agli occhi le scene di poche ore prima.
…
Dayane alla prima ora,
durante lezione mi ha fatto uscire di classe con una scusa e mi ha portato nei
bagni del secondo piano.
Abbiamo parlato, anzi lei ha
parlato. Io ho solo risposto a monosillabi, troppo sorpresa per rispondere con
decoro.
E’ stato…non so come
definirlo se non spettacolare e inaspettato.
Dayane mi ha detto chiaro e
tondo che depone l’ascia da guerra e che vuole stringere amicizia con la
sottoscritta – certo, non l’ha detto in modo così limpido ma il senso era
questo – scusandosi addirittura per il suo brutto carattere – è arrossita
quando l’ha ammesso – e ringraziandomi per ieri sera, per la mia mossa
“screanzata ” – come l’ha definita lei – .
Insomma, ora capite perché
penso male?
Cioè, comincio a credere che
la fine del mondo sia arrivata oppure che io sia una malata terminale, e che
ancora non lo sappia. Non c’è altra soluzione per il cambiamento quasi del
tutto repentino di una che fino a cinque giorni fa ogni volta che mi guardava
sembrava che avesse voglia di staccarmi la testa a morsi!
Da parte mia sono
contentissima di questa nuova situazione, ma fa senso vedere lei che appena
dieci minuti fa sono arrivata qui a mensa mi abbia salutata calorosamente e
che abbia iniziato a discorrere con me. Mi fa paura se mi riguarda con
quell’aria amichevole. Cercherò di resistere altri cinque minuti, poi prendo e
me la do a gambe senza guardarmi alle spalle, per paura che mi insegua.
Fortuna che corro piuttosto
velocemente anche con i tacchi…
Approposito, ci avevo visto
giusto: ora tutto il gruppo è a conoscenza di ieri sera, il quale si è
profondamente agitato.
Ho intenzione di sfruttare
questa situazione a mio vantaggio : chiedere delucidazioni su ciò che Justin mi
vuole nascondere.
Sto per aprire bocca quando
una domanda mi distoglie dal mio intento di domandare a Sly.
<< Perché non lasci
loro e ti unisci a noi cheerleader? >> mi chiede Dayane, fiduciosa.
La guardo divertita pronta a
risponderle, quando una voce che conosco molto bene e che non risento da almeno
un anno, non risponde al posto mio.
<< Perché il
Mostriciattolo è un maschiaccio incallito. E poi farebbe scappare tutti dal
ribrezzo, mi sembra ovvio! >> e mi fa l’occhiolino il morettino dallo
sguardo vivo e irreale, tanto è profondo e bello,che si siede davanti a me e si
stravacca sulla sedia, con fare decisamente troppo divertito.
Ci guardiamo negli occhi con
una scintilla di sfida assai famigliare e scontata.
E’ sempre il solito
guastafeste di un pallone gonfiato.
Giusto per questo è la mia
nemesi.
<< E tu chi saresti ?
>> domanda Dan colpito dalla sua presenza.
<< Uno stupido Rospo,
lontano dal suo acquitrino >> rispondo con tono fintamente maligno e
derisorio.
Fa una smorfia davvero
adorabile il protagonista della situazione.
<< Senti chi parla, il
mostro che è uscito dalla sua palude >> ribatte divertito, dalla
combattività che si aspetta da me, al solito.
Nemesi.
Mai parola fu più giusta per
descriverci.
Non che non si possa avere un
rapporto civile con lui, ma con me, se non si diverte a perseguitarmi e a darmi
fastidio, non si sente realizzato e perde il suo posto nel mondo, come mi ha
fatto gentilmente notare.
In riposta gli faccio la
linguaccia, non volendo dare spettacolo della nostra infantilità.
<< Kaelan, piacere
>> si presenta, non distogliendo un attimo i suoi occhi dai miei.
Una sfida?
Sto per dargli corda quando
mentre tutti gli altri si presentano, alzo un po’ più del normale la voce
rivolgendomi a lui.
<< Dimmi che non sei
venuto qua in aereo! >> sbotto allarmata.
<< Si, perché, non
volevi che i giornalisti mi facessero qualche primo piano? >> mi sfotte
lui, conoscendo già il perché di quella domanda e tutto quello che c’è dietro.
<< Se solo porti uno e
un solo paparazzo sulla mia pista di faccio diventare rosso con gli occhi
castani! Chiaro? >> gli ringhio disperata.
Diamine! Lo avranno notato di
sicuro! E’ un tipo che risalta tra le persone normali, sarà perché è un
modello, sarà perché adora fare di tutto per mettersi in mostra. Fatto sta che
ovunque vada si fa riconoscere.
Lo guardo furente.
<< Metti in conto che
ti faccio pure diventare donna, se solo hai attirato l’attenzione. Chiaro?
>> gli ringhio nuovamente contro, mentre lui mi guarda sempre più
divertito.
Non l’ho scalfito nemmeno e
tanto meno a detto nulla.
C’è qualcosa che non va.
Di solito mi risponde
forbidamente,e non fa lo gnorri, e nemmeno subisce.
Non me la racconta giusta.
Perché ho paura che del mio
grande mosaico che mi sono fatta in testa, mi manchi solo una piastrella, per
arrivare alla verità che mi sfugge?
Mi riprendo dai pensieri e
rinvengo dallo sguardo del Rospo, quando mi vedo una mano passare davanti agli
occhi.
<< Che c’è ? >>
chiedo in direzione di tutti, che guardano il nuovo arrivato vivamente
perplessi.
<< Cos’è sta storia dei
paparazzi? >> mi chiede ingenuamente Milly.
Ammutolisco tutta assieme.
No! E ora che gli dico?! Non
mi sento ancora pronta per dire loro tutto, volevo aspettare ancora un po’.
Sto per risponderle, dopo un
lungo silenzio ma il Rospo prende di nuovo parola al posto mio.
<< Non gli hai detto
nulla di te? >> mi chiede estremamente sorpreso, e assai divertito da
questa eventualità. << Ma non dovrebbero essere i tuoi amici? >>.
Gli mollo una pedata sotto il
tavolo.
Stump.
Un bel calcio allo stinco se
lo meritava tutto, peccato che abbia fatto finta di nulla.
Si fosse lamentato sarei
stata più contenta.
Sto prototipo di uomo riesce
a tirare fuori il peggio di me!
Incredibile!
<< Che dovresti dirci?
>> chiede Rickey.
<< Che cosa ci
nascondi? >> chiede con voce innaturale Milly.
Mi faccio scura in volto.
Succede sempre quando mi irrigidisco e lo stesso tocca al volto.
<< Niente di
rilevante…>> butto con fare neutrale.
Nel mentre il Rospo si gusta
la scena soddisfatto.
Poi all’improvviso si guarda
l’orologio e fa noto a tutti che deve andare via.
<< Liberazione! Grazie!
>> dico, guardando verso il soffitto, come a ringraziare qualcuno.
Lo sento ridere fortissimo
mentre tira fuori dal portafoglio un foglietto che spiega e mi mette davanti al
naso.
…
Lo guardo contrita.
Deve essere uno scherzo, non
c’è altra soluzione.
Quello è un contratto per un
film, firmato da mio fratello.
<< Che razza di scherzo
è questo? >> gli chiedo stupita, non trovando soluzione alla sua faccia
di bronzo, malignamente divertita.
<< Non lo si capisce? –
mi chiede alzando sempre un sopracciglio – certo che per avere 197 di Q.I. sei
davvero tarda…>> .
Vedo tutti gli occhi del
tavolo puntati su di me.
Tutti in assoluto silenzio.
Io in reazione mi do una
manata in viso disperata.
<< Come? Non gli avevi
detto neanche questo? >> dice guardando i miei ex – amici molto
probabilmente .
<< Ma la vuoi
smettere?! >> tento di arginare la cosa.
Lo vedo alzare gli occhi al
cielo e lasciare il contratto sul tavolo.
<< Ora basta
ricreazione – e si fa serio – dobbiamo andare. Quindi salutali e andiamo, o
arriveremo in ritardo. Muoviti! >> finisce usando l’imperativo.
Lo guardo male.
<< Col cavolo che ti
seguo! Solo la firma di mio padre ha valore, non quella di Justin! Quindi ciao!
>> e torno a mangiare.
<< Tu credi? >> a
questa domanda arriva una consapevolezza che mi fa scendere lungo la schiena un
immaginario cubetto di ghiaccio.
Mi irrigidisco tutta assieme.
<< No, non può essere!
>> alzo lo sguardo, cercando conferma della mia ipotesi nello sguardo
grigio-azzurro del moro che mi sta di fronte.
Cosa che trovo conferma.
<< Finalmente era ora!
>> sbotta sfottendomi.
…
No…non ci posso credere…papà
mi ha affidata come tutore mio fratello maggiore, in caso venisse lui a
mancare…
Perché lo ha fatto?
Sa qualcosa che io non so?
Penso alla salute di papà
negli ultimi giorni…nulla di preoccupate, solo acciacchi della sua età.
Appena torno a casa voglio un
chiarimento.
Purtroppo se è come penso
devo rispettare il contratto, anche se mio fratello diventerebbe mio tutore
solo alla scomparsa di papà. Perché in realtà lo sarebbe anche ora, solo in
seconda quindi…
<< Non fare quella
faccetta…dovresti essere contenta, ti starò addosso per tutto il lavoro, dato che
sarò tuo coprotagonista >> mi sussurra con falsa voce dolce, da cucciolo
bisognoso d’affetto.
<< Fammi capire. Ti ha
mandato qui Justin perché aveva fifa di venire lui? >> gli chiedo con il
pensiero da tutt’altra parte.
Mi fa un segno di assenso.
Io gli do conferma che ci
sarò ma solo dopo gli allenamenti di basket.
Non accetta affatto, dato che
tra meno di mezz’ora inizieremo già a girare.
Mi lancia un occhiataccia che
è di tutto dire .
Sembra che dica : “Alza il
culo e seguimi, altrimenti passo alle maniere forti. P.s. spero di poterle
usare”.
Voi che dite?
Sbuffo contrariata sul piede
di guerra e mi impunto sulla mia decisione.
Giro il volto di lato e vedo
gli altri del tavolo fissarci con attenzione, seguendo ogni minima mossa, mia
e del moro.
Gli guardo dispiaciuta.
Poi mi sento sollevare di
peso e mi ritrovo a testa in giù.
Ma che …
<< A mali estremi e
estremi rimedi Mostriciattolo – poi si zittisce un attimo, come vagliando
qualcosa – Pesi un botto! Sicura di essere una modella? – E inizia a muoversi verso
l’uscita della mensa,mentre io lotto per scendere dalle sue spalle.
Oggi deve essere il giorno
del “ prendimi a mo di sacco di patate”
In reazione Dan e Sly fermano
il mio rapitore, ma purtroppo sono costretti a cedere, ha pure la giustifica
per farmi uscire con la firma di mio fratello.
Che sfiga.
Mi arrendo hai fatti e prima
che Kaelan mi porti via,con tutti gli occhi della mensa su di noi – vi avevo
detto che gli piaceva attirare l’attenzione, vero? – prometto hai miei amici
che quando gli avrei rivisti, gli avrei detto tutto.
Poi riprende imperterrito la
sua camminata.
<< Ma devi ancora
seguire la dieta per aumentare il tuo peso? No, perché se vuoi glielo faccio
sentire io al tuo medico che balenottera sei! >> e prosegue imperterrito
lamentandosi fintamente, pur di attirare l’attenzione e rompermi le scatole.
Ma possibile che ce ne sia
sempre una?
***
<< Delizioso! >>.
<< Ehi! Quello era il
mio biscotto! >> replica il mio antagonista.
<< Hai detto bene…era!
>> e gli sorrido sorniona.
Lo sento ringhiare e
guardarmi male, prima di alzarsi dalla zona cena e corrermi dietro, e mi salvo
nascondendomi dietro la schiena di Christopher.
<< Suvvia, l’ho fatto
solo per te. Un modello del tuo calibro non può permettersi certe cose…>>
lo prendo in giro.
Shaz alla riscossa! Vai!!!!
Ora mi vendico per la scena
madre da film che mi ha fatto fare in mensa oggi, quello sciroccato
esibizionista!
<< Col cavolo. Posso
permettermelo eccome! Faccio boxe e qualcosa posso permettermelo! E ora – si
scricchiola con fare sinistro le nocche delle mani e mi sorride sadicamente –
veniamo alla punizione >>.
Lo guardo fintamente
spaventata e chiedo aiuto a Chris.
<< Lasciala stare, non
fare il bambino, su! >> lo ammonisce.
<< Bambino un corno! E
lei che fa? Lo stesso! Mi ha rubato il mio ultimo biscotto al cioccolato!
>> risponde il bel modello, urlandomi contro, e cercando di incenerirmi.
In risposta gli faccio la
linguaccia soddisfatta da dietro Chris.
Quando fa così sembra proprio
un cane, altro che rospo!
<< Ti ricordo che lei
se lo può ancora permettere e tu no! Hai 19 anni, cresci un po’! >>
continua il mio paladino.
<< Hai segnato il tuo
destino. Scordati il numero di telefono dell’aiuto effetti sonori! >> lo
minaccia.
E si, avete capito bene.
Il mio manager è gay.
Mica pensavate che mio
fratello me ne prendesse uno etero vero?
Comunque non ho alcun
problema per questo, anzi!Lo adoro anche per questo.
E’ diverso dagli altri uomini
– e non solo in fatti di gusto – Per me è come un secondo padre. E’ un grande.
E’ sempre dalla mia, e poi è divertentissimo parlare con lui di ragazzi!
<< Pazienza, glielo
chiederò direttamente io. Non ti dispiace aspettare cinque minuti in più per
tornare a casa, vero cucciola? >> mi chiede come se nulla fosse.
Assentisco felice per lui.
Spero che questa sia la volta
buona!
L’ultima sua storia è durata
un anno, ma è andata a finire male!
Speriamo che questa volta gli
vada meglio e…
<< Ma la vuoi smettere
di ringhiare e di lamentarti? Caspita, se continui così dovrò iniziare a
chiamarti Cagnaccio o Botolo ringhioso! Fai tu! >> lo rimbecco, distraendomi
dai miei stessi pensieri.
Lo vedo fulminarmi con gli
occhi, e in compenso gli rido in faccia, mentre arriva pure il manager della
mia nemesi, Vick , che lo rimprovera pure lui.
Poi quando se ne va
incavolato nero Kaelan, Vick mi informa che il regista e il produttore hanno
accettato la mia proposta : due settimane e basta di riprese di mattina e il
resto tutte dopo i miei allenamenti di basket e la scuola.
Beh, non ho potuto evitare di
saltare meno giorni di scuola, ma è pur sempre qualcosa.
<< Ehi Mostriciattolo!
Le riprese cominciano! >> mi chiama da lui, il mio adorato Rospo.
Come no…
Struffio annoiata e gli vado
in contro, per la scena del bacio – di cui non ho più problemi, dopotutto il
primo è già andato ç_ç e gli altri non contano più molto ormai… – mormorando
tra me un “ almeno l’alito gli saprà di cioccolato, e non di cipolla” facendo
ridere i nostri agenti, prima di raggiungerlo.
Mi si prospettano davvero
delle settimane da paura…speriamo bene…
DALL’ALTRA PARTE DELLA
CITTA’ QUALCHE ORA PRIMA
POV RUSSELL
Mastico nervosamente un
chewngum alla menta.
Guardo nevroticamente le
lancette del mio costoso e grande orologio, che porto al polso.
Ancora cinque maledettissimi
minuti al suono della campanella.
Ma possibile che il tempo
scorra così lentamente?
Se questa campanella non
suona entro l’ora stabilità, entro in questo stupido istituto scolastico
superiore e la vado a cercare, aula per aula!
Parola mia!
Guardo nero l’entrata, ancora
incredulo di essere lì davanti appoggiato alla mia macchina, in attesa che la
mio angelo esca da quell’edificio infernale, mix di carcere minorile e un campo
di concentramento – mi appariva così pure quando lo frequentavo io – .
Non posso ancora crederci di
essere qui, con l’intenzione di andarle in contro e con la scusa “ di sapere
come stava dopo ieri sera” e di offrirle qualcosa nel miglior bar di questa
cittadina.
Sbuffo annoiato, poi sento il
suono che pone fine al mio supplizio.
Mi alzo rigido, dal cofano
della mia macchina a cui ero appoggiato.
Mi sento un fascio di nervi.
Mi guardo l’abbigliamento.
Camicia bordeaux sbottonata i
primi 2 bottoni e arrotolata alle maniche fino a l’avambraccio, pantaloni di
jeans nero scuro con varie pieghe elaborate e leggermente larghi, scarpe
sportive nere.
Sono perfetto.
Mi passo nervosamente una
mano a frizionare i capelli e osservo attentamente la massa informe che esce
velocemente da scuola, in cerca di lei.
Vedo la ragazza dell’altra
volta che era con lei, ma del mio angelo neanche la traccia.
Che non l’abbia vista?
No, è una che non passa
inosservata.
Potrebbe magari essere
rimasta a casa.
Può essere, dopotutto
potrebbe essere rimasta in stato di shock dopo ieri sera.
…
Però non mi sembrava affatto…
Magari, a semplicemente
preferito prendersi un giorno di vacanza…
Si, deve essere così…
Domani ritornerò…non mi
arrendo, è una promessa.
Così, ignaro degli impegni
lavorativi del mio angelo mi avviai sconsolato, verso casa, con solo la voglia
di progettare al meglio un nostro possibile primo appuntamento e di sfogarmi sul
mio amato sacco di sabbia da boxe…
SPOILER!
Io la fisso sbigottita per
il comportamento di quell’australiano impossibile e mi avvio verso il bagno.
Che beva di prima mattina?
Nah, impossibile è
astemio…
E’ più probabile che abbia
sbattuto la testa…
Tempo di entrare in doccia
che sento che la porta della mia stanza che si riapre e poi un bercio da parte
sua.
<< Carinissime le
mutandine di Betty Boo! >> e richiude la porta ridendo.
<<
Kaelannnnnnnnnnnn! >> urlo finalmente il suo nome spazientita, svegliando
così gli altri attori del piano, preannunciandogli anche a loro un duro periodo
di convivenza tra me e lui.
ANGOLINO AUTRICE
Scusate l’attesa ma ho dovuto aggiornare anche l’altra
fic.
kiarina95:Davvero mi seguivi da
tempo?! Grazie 1000!!! Non ti preoccupare ti capisco…io per leggere un capitolo
di una storia mi ci metto a più riprese perché non ho mai tempo!!!! Davvero anche
tu ami scrivere!!!!wow!! Allora darò un occhiata anche hai tuoi romanzi!!!! Appena
ho due minuti promesso!!!!^.^ Fiuuuuuuu, ma allora non sono l’unica ragazzaccia
con un lato maschile!!! *me rincuorata* Non dovrei fare preferenze trai miei
personaggi, ma il mio preferito è Bibi XD e in seconda Vilen *ç* è il mio uomo
ideale all’incirca…– che poi consocerai – . Sorry per il ritardo ma il tempo è
sempre contro di me…ç_ç Spero che anche questo cap ti sarà di tuo gradimento!!!
Mi fa piacere che il mio stile ti piaccia…ho sempre paura di scrivere arabo
ç_ç!!! Tesora, non preoccuparti anche se non commenti sempre….a me basta che
leggi e già mi fai felice ^.^ quindi vai tranquilla!!!! Ciaoooooo!!
BESOS!!!!!!!! P.S. l’incontro ci sarà nel prossimo capitolo….tra Shaz e Russell!!!
Dark_lady88:Tutta d’un fiato O.O
??? hai letto tutto d’un fiato??? O.O!!!! Oh my God grazie!!! Ma caspita!!! Ti sei
letta 115 pagine scritte a word di fila….poverina, spero che per colpa mia non
ti abbia fatto perdere la vista ç_ç !!!! davvero la storia non annoia??? Fiuuuuuuu!!!
E interessante?? *ç* grazie!!! Me no male.!!!! Scusa il ritardo ma il tempo non
c’è mai..pero se riesci con una prologa a far si che il giorno duri 36 ore solo
per me invece che 24….Beh…credo che un capitolo ogni 3 giorni ci sarebbe se non
di più!!!! Spero che anche questo nuovo cap ti piaccia!!!!! Il prossimo sarà
meglio in quanto è di passaggio questo, ma FONDAMENTALE per capire meglio la protagonista….^.^
buona lettura tesora!!! BESOSSSSSSSSS ^.^
13.
Dubbi e confessioni
POV KAELAN
Sono seduto su uan panchina
di questo verdissimo parco, nella zone riprese, mentre osservo da lontano le
azioni del Mostriciattolo.
La vedo parlare con Frèderik.
Lui interviene gesticolando
in modo goffo e esagerato.
Lei ride e lui l’affianca.
Assottiglio gli occhi
involontariamente a questa scena.
Io sono molto più divertente
di lui. Anche lei riderebbe alle mie battute se le dessi meno noia.
Sta proprio qui il mio problema.
Le vado vicino per proporle,
non so, di ripassare assieme una scena ma quando le sono davanti tutte le buone
intenzioni tra cui anche quelle civili, scompaiono e mi comporto come un
perfetto idiota.
Detesto ammetterlo, ma ho un
comportamento davvero infantile nei suoi confronti.
Possibile che crei sempre una
situazione in cui io sia il cane e lei il gatto?
Cane e gatto…
Io e Sharon…
Continuo ad osservarla
curioso.
Non ci vedevamo da almeno un
anno.
Lei è cambiata moltissimo, e
non solo fisicamente, ma anche mentalmente anche se cerca di camuffarlo per non
sembrare aliena anche tra gli adulti.
Chissà come deve essere
difficile per lei soffocare le sue curiosità e passioni, per adattarsi alle
possibilità di chi le sta attorno.
Che frustrazione…
Ora l’idiota in carica le si
affianca e le mette una mano sulle spalle e con l’altra la invita a seguirlo.
Pare indecisa ma poi rifiuta
cortesemente sorridendogli, e raggiunge Christopher, con il quale inizia una
conversazione seria, da quanto deduco dalla sua faccia dove ci lego pacatezza e
dalla rigidità della sua postura.
<< Continua così e la
consumerai del tutto! >> mi compare alle spalle Vick, il fautore di
questa affermazione, che mi si siede a fianco.
<< Ci mancherebbe!
>> replico offeso della sua affermazione, distogliendo lo sguardo da
Sharon e fissandolo nella direzione opposta.
Tra noi cala un lungo
silenzio pieno però di lunghi discorsi taciti.
Tra noi è sempre così, non
c’è bisogno di parlare più del dovuto, lui mi capisce; forse è anche perché lo
considero alla stregua di mio padre.
<< Ammettilo >>
tenta di farmi confessare di cose di cui non sono assolutamente convinto.
<< Mai, neanche sotto
tortura >> replico testardo, continuando ad osservare interessato il
boschetto di fianco a noi.
<< Sei uno stupido
>>.
<< Sicuramente
>>.
<< Ma perché non lo
ammetti? E’ assolutamente evidente >> riprova testardo quanto me.
<< Stai farneticando
>> provo a depistarlo.
<< E tu stai divagando
>>.
Sbuffo irritato per la piega
che sta prendendo questo discorso.
<< Non vedo che cosa ci
sia da ammettere >> incrocio le braccia al petto lo guardo
innocentemente.
<< Lo sia che non
funziona con me – fa una pausa e riprende – Ok, stiamo al gioco: Sharon ti è
mancata in questo anno e ti ci sei affezionato >>.
Lo guardo con due palline da
tennis al posto degli occhi, nella mia migliore performance da recitazione.
<< Sei fuori strada.
Non ho il minimo interesse per lei. E’ la mia nemesi e nonché collega, nulla di
più >> finisco con fare eloquente, sentendo quanto una parte di ciò detta,
non sia che pura falsità. Ma nonostante ciò non faccio cadere la mai maschera.
<< Io non insinuo
nulla, sei tu che dai a vedere ciò da come ti comporti – poi mi sorride
soddisfatto – Ti piace >>.
Lo guardo con il cervello
staccato mentre quelle due parole mi rimbombano nella testa in un lunghissimo
eco, mentre lo guardo stralunato e on la bocca leggermente aperta per lo
stupore.
<< Manco morto >>
è la risposta che riesco a dare dopo essermi ripreso dalla frase bomba. Dopo di
che mi alzo silenziosamente dalla panchina e senza salutare Vick me ne torno
all’hotel, percorrendo a ritroso lo stesso sentiero fatto da Sharon
precedentemente, quando se ne era andata via, lasciando dietro di se quella
panchina vuota, metri e metri più avanti a me.
POV SHARON
Anf…anf…anf…
Salgo in corsa gli scalini
dell’hotel in cui alloggio.
Anf…anf…anf…
Dopo cinque rampe di scale
finalmente arrivo nel pianerottolo del mio piano e più silenziosamente
possibile mi avvio alla porta della mia stanza.
Ho fatto un oretta di jojjing
per schiarirmi un pò le idee.
Troppe cose mi sono successe
negli ultimi giorni.
Subito alla mente mi compare
il volto del bellissimo ragazzo del vicolo, dagli occhi color pece, dalla
profondità dell’oblio…
Arrossisco di botto a tal
pensiero e cambio immediatamente pensieri, mentre apro con la carta magnetica
la mia stanza.
Appena faccio qualche passo
mi butto sul letto e abbraccio il cuscino un po’ stanca, mentre riprendo fiato
e lo regolarizzo.
Fisso lateralmente la
sveglia.
7:12 a.m.
Mi alzo con uno scatto
repentino in piedi e inizio a togliermi le scarpe da ginnastica.
Devo sbrigarmi! Altrimenti
farò ritardo sul set!
E mentre penso ciò inizio a
levarmi la maglietta a maniche corte, poi i pantaloncini sintetici.
Con solo biancheria e
fantasmini ai piedi mi avvio verso il bagno quando un’ombra alla porta a vetri
della terrazza non mi fa sussultare sul posto, richiamando la mia attenzione.
<< Potevi anche
continuare, mica mi scandalizzavo >> parla il farabutto che mi osserva
dalla sua cima, dalla testa ai piedi.
In risposta ancora stupita
prendo il guanciale dal letto e glielo tiro addosso,e mentre si difende dal
mio attacco prendo il copriletto e mi ci avvolgo, comprendomi ai suoi occhi.
Lo guardo imbarazzata e con una
gran voglia di dirgliene quattro!
Lui intanto preso al volo il
cuscino lo posa sul mio letto disfatto e mi guarda divertito.
<< Da quando in qua hai
tanto pudore? >> mi sfotte quel farabutto.
<< Da quando ho smesso
di fare la modella! >> ribatto arrabbiata per la sua intrusione nella mia
stanza.
Gli lancio fulmini con lo
sguardo.
Lo sento ridere.
<< Ero venuto per
chiederti una cosa, ma pare che non sia il momento >> mi sorride sempre
divertito adocchiando la mia coperta.
<< E c’era bisogno di
introdurti in camera mia come un ladro? Non potevi aspettare più tardi o
bussare come si confaccia tra persone civili? >> lo rimbecchetto.
<< Quante storie per una
visitina…>> poi mi si avvicina e si sporge verso di me, mi da un bacio
sulla guancia e si avvia verso la porta.
<< Te la dico più tardi
allora…vai a farti la doccia >> e detto ciò si chiude dietro di se la
porta.
Io la fisso sbigottita per il
comportamento di quell’australiano impossibile e mi avvio verso il bagno.
Che beva di prima mattina?
Nah, impossibile è astemio…
E’ più probabile che abbia sbattuto
la testa…
Tempo di entrare in doccia
che sento che la porta della mia stanza che si riapre e poi un bercio da parte
sua.
<< Carinissime le
mutandine di Betty Boop! >> e richiude la porta ridendo.
<< Kaelannnnnnnnnnnn!
>> urlo finalmente il suo nome spazientita, svegliando così gli altri
attori del piano, preannunciandogli anche a loro un duro periodo di convivenza
tra me e lui.
Questa me la lego al dito!
Penso arrabbiata, per avermi offeso il mio completino preferito, mentre lascio
trasportare via dall’acqua calda tutti i brutti pensieri di prima e anche
minacce di morte insegnatomi da Vergil, da utilizzare con un becero del genere…
UNA SETTIMANA DOPO…
POV RUSSELL
Cammino a passo di marcia su
e giù per il piazzale scolastico in attesa della campanella di uscita.
Che diavolo le sarà successo?
Possibile che Sharon si possa
essere spaventata a tal punto da non uscire di casa?
Basta! Devo sapere qualcosa!
Nel mentre la campanella
suona e la solita onda di gente esce dall’edificio.
Adocchio il mio obbiettivo e
vado contro corrente per raggiungerla.
Mi pongo davanti a lei,
bloccando il suo passo e quello del ragazzo che la tiene per meno e mi guarda
sospettoso.
<< Sei un’amica di
Sharon vero? >> le chiedo con il tono più calmo possibile, soffocando
invece quella rimescolanza interna di preoccupazione.
<< Si…perché? >>
mi risponde quasi sussurrandomi.
Forse è intimidita dal
sottoscritto.
Come dalle torto.
Meglio rincarare la dose…
Mi piego verso di lei e cerco
pure di farle un mezzo sorriso rassicurante, cosa che assolutamente non va a
genio al ragazzo con lei, cosa che noto dalle occhiate puntigliose che sento.
<< Perché volevo sapere
il motivo della sua assenza a scuola. Sai dirmelo? >> cerco di regalarle
uno dei miei sorrisi migliori.
I suoi occhi si allargano
sorpresi, per poi intristirsi per un momento e rispondermi mogia.
<< Non so dove sia, nè
quando torni. So solo che è da una settimana assente. Nient’altro >>
detto ciò mi sorpassa senza una parola trascinando il suo ragazzo verso il
parcheggio.
Ma che ho chiesto di male?
Ma possibile che se tu ti
dimostri gentile e cordiale con qualcuno, si ricevi sempre “pesciate in faccia”
come dice sempre Tayler?
Ma tu bada che caratterino!
Soffio con un diavolo per
capello e ritorno verso la macchina per andare a farmi un giro e sbollire la
rabbia.
Anche se non ho ottenuto
nulla non mi arrendo.
Domani pomeriggio sarò di
nuovo qua, con la speranza di vederla, come oggi, e ieri, e il giorno prima…
Non mi arrenderò alla prima
difficoltà!
DOPO UN’ALTRA SETTIMANA…
POV MILLY
Cammino mano nella mano a
Threy in questo interminabile corridoio scolastico.
Non posso fare a meno di non
pensarci.
Ormai Sharon manca da due
interminabili settimane da scuola, e si presenta solo agli allenamenti. Arriva
al minuto spaccato e appena finiti scappa via entrando in una macchina costosa
nera dai finestrini oscurati. Gli altri ci hanno provato a farla parlare ma lei
si è rifiutata di dare spiegazioni ribadendo che non era il momento e che lo
avrebbe fatto al suo ritorno a scuola. Così da quanto mi ha detto il mio
ragazzo.
Guardo addolorata il
corridoio lungo e tetro cercando di riordinare i pensieri.
Se ne è andata così…senza
lasciarci alcuna spiegazione alle affermazioni di quel tizio con cui sembrava
avere intesa, che si chiamava Kaelan se non erro.
A quanto sentito ci ha
nascosto molte cose e a questo punto mi chiedo se ci abbia pure mentito o
magari preso in giro.
Ma a che pro?
Sono giorni che mi friggo il
cervello con questi pensieri.
Non so gli altri, ma io ho
piena fiducia in lei e crederò solo a ciò che mi dirà lei, quando tornerà.
Lo ha promesso e lei le
mantiene sempre le sue promesse, ne ho la certezza.
Sposto lo sguardo davanti a
me, posandolo su un mogio Dan e su uno Sly parecchio irritabile.
Ma loro?
Sospiro affranta e Threy
aumenta leggermente la presa sulla mia mano.
Gli sorrido cortese,
guardandolo negli occhi e specchiandomi nel suo sostegno.
Appena arriviamo a mensa
puntiamo il nostro solito tavolo e, troviamo Rickey e Martin fissare
insistemente un giornale poggiato sul tavolo.
Mi avvicino anche io assieme
agli altri curiosa e felice di questa novità, pur ti provare a distrarmi da
tutta la faccenda che riguarda Sharon, così da non deprimermi.
Così mi faccio spazio trai
ragazzi e mi sporgo a vedere le pagine e l’articolo.
…
Temo di avere delle
allucinazioni, perché altrimenti non saprei trovare altra soluzione a ciò che
sto vedendo.
Il giornale riporta il primo
piano di Sharon con quel tizio che si chiama Kaelan!
Non ci posso credere.
Mi faccio un pizzicotto al
braccio, ancora incredula di non stare sognando ad occhi aperti.
Lui è dietro di lei che le si
appoggia da dietro, con le braccia muscolose sulla testa di lei, la quale in
risposta gli fa un broncio colossale, anche se lui teoricamente non dovrebbe
vederla. Allo stesso modo entrambi sembrano parlare con una terza persona che
però non conosco.
Ma cosa ci fanno loro due in
prima pagina?
Istintivamente leggo il
titolo principale che domina l’articolo, per poi passare ai sottotitoli sempre
più incredula, fino a leggere l’articolo vero e proprio, scordandomi che c’è un
mondo che va avanti e che mi circonda.
Il titolo in grande riportato
è questo: “Un film e un nome da garanzia: Lilyth ”.
A quanto pare Sharon non si
chiama a quel modo ma Lilyth…
Dall’articolo riesco a capire
adesso molte cose, anche se trovo sempre un qualcosa che non mi torna nel
dialogo criptico tra lui e Sharon – o meglio Lilyth – avvenuto due settimane fa
con Kaelan. Da qui vengo a sapere che lei è una pianista eccezionale, non che
modella e adesso invece si sta dedicando alla recitazione nel ruolo da
protagonista, in un film che uscirà a primavera.
Mi siedo come un’automa, con
la testa scollegata per la sorpresa ancora in programma digestione, con un solo
pensiero che mi penetra ovunque nella testa.
Se noi siamo veramente i suoi
amici, perché non ci a detto della sua reale identità?
POV SHARON
Scendo dalla moto mettendo il
cavalletto laterale, poi la chiudo e metto le chiavi del taschino interno del
giubbotto in pelle.
Avanzo a passo di carica, con
passi sicuri anche se sui tacchi.
Sono davanti all’entrata
della scuola e tutti mi fissano.
Mi sistemo meglio lo zaino
sulle spalle con fare nervoso.
La campanella di inizio
lezioni suona e entro nell’edificio evitando accuratamente i miei – spero
ancora – amici.
Le ore passano troppo in
fretta, soprattutto quando non vorresti.
Così anche l’ultima ora prima
della mensa arriva.
Come reagirà Dan?
In queste due settimane ci
siamo sempre visti agli allenamenti, ma non ho mia rivolto la parola né a lui
né agli altri.
Sono orribile…
Mi avvicino lentamente al
nostro banco che condividiamo.
<< Occupato…>> mi
risponde il morettino senza indugio né voltarsi. Mi arriva alle orecchie la sua
voce fredda e pacata.
Una fitta a cuore.
Non posso certo dargli torno,
me lo merito.
<< Ok, scusa…>>
detto ciò faccio per girarmi ma mi blocco o meglio, mi blocca la sua faccia.
Nel mentre si gira totalmente
verso di me e mi scruta sorpreso.
<< No, scusa io…non mi
ero accorto che fossi tu – si sposta di lato con la sedia – Vieni pure
>>.
Gli sorrido cortese con una
nuova speranza nel cuore.
Mi siedo e mi rigiro
parzialmente verso di lui, come in attesa ce mi parli.
Mi scruta ancora sorpreso, ma
mi sorride entusiasta.
<< I tuoi capelli… – mi
cattura con due dita una ciocca castana perfettamente piastrata e se la rigira
tra le dita – Te li sei tinti! >>.
<< Me li hanno tinti!
>> ribatto triste incrociando le braccia al petto.
<< Come te li hanno
tinti? >>.
<< Esigenza da copione
>> sbotto pacata.
<< Oh…si certo…>>
nel mentre ritorna scuro e serio.
Mi sa che adesso è lui quello
mogio trai due.
Lo richiamo.
<< avete atteso due
settimane, ce la fai ad attendere 60 minuti, per sapere tutto? >>.
<< Certo – e mi sorride
– Stai meglio con il tuo colore naturale >> detto ciò si rigira in avanti
per seguire la lezione rosso come un peperone.
Era forse un complimento?
<< Grazie, lo credo
anche io, tempo un paio di lavaggi e tornerò bionda…>> e lo imito
seguendo la lezione.
***
Affiancata da Dan mi muovo
nei corridoi della scuola, verso la mensa.
Mi fa uno strano effetto
aggirarmi con solo lui al mio fianco, senza la presenza di Sly.
Mi sono mancati tutti così
tanto…
Pure le prese di giro di
quella fornace di Rickey.
Rido tra me, ma ritorno
immediatamente seria non appena vedo che tutto il gruppo è già seduto al solito
tavolo.
Penso di sapere adesso,
mentre avanzo, come si sentissero secoli prima i condannati al patibolo.
Uomini con il desiderio di
voler cambiare il mondo; io lo stesso, solo però con la voglia di intenti
minori, ma a mio avviso ben più importanti.
Avrei voluto dire tutto ai
ragazzi fin dall’inizio, ma non volevo ch si ripetesse tutto come anni passati.
Voglio essere come una
qualsiasi ragazza normale.
<< Ciao…>>
mormoro nella loro direzione, ammutolendo il tavolo e forzandoli a voltarsi
nella mia direzione.
Sotto lo sguardo attento del
gruppo, Dan mi prende per mano e mi guida verso un posto vuoto.
Appena mi siedo metto le
braccia sul tavolo e le unisco e parlo osservando il tavolo, interrompendo il
silenzio di tomba che era sceso al mio arrivo qui, ma non attorno a noi, dove
tutti continuavano a mangiare ridere e chiacchierare.
<< Vi chiedo scusa, per
iniziare anche se mi rendo conto che vi devo molto di più, come delle
spiegazioni. Da dove volete che inizi? >>.
<< Dall’inizio?
>> .
Alzo lo sguardo su chi ha
parlato.
Fisso Dayane per un
lunghissimo momento.
<< Ok…dall’inizio
>> accenno un sorriso che lei ricambia e faccio un respiro profondo prima
di iniziare, puntando lo sguardo verso al parete dietro di lei.
<< Sono nata a
Vancouver il 25 maggio del 1992. Mio padre si chiama Karl,e ho due fratelli:
Justin il maggiore che ha 24 anni e Jay ce ne ha 19. Come già vi aveva
accennato Kaelan ho un quoziente intellettuale al di sopra della media, tanto
che a 6 anni ho debuttato nel mondo dello spettacolo come pianista. Ero un
talento in erba. Da lì ho sempre suonato per anni e anni il piano, ma lo facevo
solo perché era Justin a volerlo, anche se all’inizio lo facevo per farmi
notare da lei… >> mi perdo un attimo nei ricordi di quei tempi.
<< Lei? >> mi
chiede Martin perplesso.
Torno a fissare il muro e
continuo.
<< Per lei, intendo
Maddison Lither, la donna che mi ha messo al mondo… - faccio una pausa e mi
preparo psicologicamente a parlare – Maddison conobbe mio padre all’età di 18
anni, alla festa di compleanno di una sua amica, mentre mio padre era lì al pub
per una bevuta con i colleghi di lavoro. Fu il colpo di fulmine e dopo qualche
incontro di sfuggita casuale iniziarono a uscire, poi due anni dopo si
sposarono – sto per continuare ma vedo Sly guardarmi a bocca aperta – Che c’è
Sly? >>
<< Fammi capire bene,
tuo padre quando si è sposato aveva…diamine…>> sbianca.
Tutti lo fissano sconcertati.
<< Sly non pensare
male, mio padre era un uomo doc…>> lo fisso sconcertata.
<< Non è per quello…ho conosciuto
tuo padre e so che tipo è ma…caspita…viva le differenze d’età! >> e mi
sorride ancora sorpreso.
<< Perché tuo padre
quanti anni aveva quando si è sposato con tua madre? >> mi chiede
Jhonatan curioso.
Vedo che tutti sono con il
fiato sospeso aspettando un mio numero.
<< 45 >>.
Tutti rimangono impietriti
per un attimo, mentre Threy si strozza con l’acqua.
<< Alla faccia… mica
poco….>> commenta Milly.
<< Mica scemo tuo
padre! >> ecco Rickey.
<< Se c’è amore, l’età
non conta >> grazie Dayane.
Beh…per lo meno il ghiaccio
sembra essersi sciolto…
<< Ok, ora possiamo
continuare…>> mormoro tra me.
<< Allora eravamo rimasti a quando papà e Madison
si sono sposati, beh si sono trasferiti qui e dopo 3 anni è nato mio fratello
Justin. Tutto andava a meraviglia, tranne il fatto che Maddison non sopportava
il lavoro di papà. Aveva la paura costante che ogni mattina quando usciva di
casa per andare a lavoro, fosse l’ultima in cui lo avesse visto vivo. Di questo
non ne avevano mai parlato apertamente, solo una volta in uno delle loro
rarissime discussioni era saltato fuori questa cosa. La settimana dopo papà
aveva già cambiato lavoro per amore suo, ma sfortuna volle che quello stesso giorno lei se
ne fosse andata via con Justin e gli avesse lascito sul tavolo da cucina le
pratiche del divorzio. In breve tempo divorziarono e il piccolo Justin di soli
4 anni veniva sbalzato su e giù da qui a Vancouver, dove lei si era trasferita.
Tempo un anno e si era già risposata con Roger, il suo attuale marito e da lì a
poco nacque anche il mio fratellastro Jay >>.
Faccio una pausa prendendo un
sorso d’acqua per calmarmi dentro, conscia della prossima fase da raccontare e
che ancora mi scombussola molto.
<< Scusa un attimo…ma
se tu e Jay avete padri diversi…come può essere che tu e Justin siate fratelli
di sangue se Maddison è ancora felicemente sposata con questo Roger? >>
mi domanda Sly perplesso con un ammiccante Drew.
<< E’ ora che arriva la
parte migliore…>> spiego.
Tutti si fanno attenti.
<< 4 anni dopo Maddison
e Roger ebbero un pesante litigio e lei tornò da papà per circa 3 mesi
portandosi dietro i miei due fratelli. Mio padre la accolse a braccia aperte,
felice che fosse tornata da lui, perché ancora innamorato di lei. Ma la cosa
durò poco e se ne tornò dal marito non appena fecero pace. Mesi dopo nacqui io,
era indubbio che fossi figlia di Karl e non di Roger. Appena nata mi prese e mi
lasciò a mio padre, senza degnarmi di cure o di affetto o premura.
Mio padre si prese cura di me
alla perfezione, lasciò il suo lavoro e si dedicò completamente a me e Justin.
Anche Justin perché papà era riuscito a portare Maddison in tribunale e a
prendere la custodia di Justin il quale non voleva stare né con la madre né con
il patrigno. Immagino che vi stiate chiedendo come avesse preso tale notizia
Roger di me, beh, la prese bene tanto che voleva tenermi con loro e crescermi
come sua figlia ma sua moglie non mi volle. Maddison non mi ha mai rivolto la
parola, né mi ha mai telefonato per gli auguri ai miei compleanni. Nulla.
Quando ero molto piccola e
entrai nel mondo dello spettacolo lo feci per lei, per far si che mi degnasse
di uno sguardo, per farle vedere che io esistevo. Per avere anche io un’occhiata
d’affetto come lanciava a Justin o Jay e non una di vuoto, che mi trapassasse
come fossi trasparente. Poi nel crescere l’ho capito e mi sono fatta bastare
l’immenso affetto di papà e dei miei fratelli. E tuttora mi bastano. Ho un papà
e due fratelli e tanti amici ce mi vogliono bene e tutti loro mi bastano,
perché sono loro la mia famiglia. Tutto ciò è anche la conseguenza del fatto
che i miei fratelli siano molto protettivi nei miei confronti…come del resto io
non riesca a chiamare Maddison come voi chiamate le vostre madri >>.
Ispiro lentamente cercando di
sopraffare quel vuoto che da anni ho rinchiuso in una parte buia e nascosta del
mio cuore, quel grande posto che dedichi all’affetto che riservi ad una madre.
Quello spazio accartocciato e compresso e sommerso sotto altro, sotto il tuo
presente.
<< Shaz, ma è Lylith il
tuo vero nome? >> mi chiede Threy curioso.
Sposto lo sguardo dal muro al
mio interlocutore, cercando di avere una faccia il più normale possibile.
<< No, quello è solo un
nome d’arte utilizzato per i mass media >> rispondo contenta che abbia
deviato un po’ l’argomento.
<< E come mai non
abbiamo la scuola piena di paparazzi? >> i chiede perplessa Dayane.
<< Perché nessuno sa né
il mio vero nome, né dove vivono e altro. Tengo molto alla mia privaci
>>.
<< e non ci avevi detto
nulla di te perché pensavi che ti avremmo tradita? >> chiede allarmata
Milly.
<< No, affatto è solo che
non volevo che mi consideraste diversa da voi. Voglio solo una vita normale,
non chiedo altro. In seconda è perché già in passato avevo provato pan
frequentare uan scuola, ma non era andata tanto bene la cosa…anzi…>>.
Li guardo uno a uno mentre
parlo.
<< Io mi fido cecamente
di ognuno di voi, solo che volevo aspettare ancora un pochino a dirvi tutto di
me, ve lo giuro. Solo quando sarei stata pronta >>.
C’è un attimo di silenzio.
<< Beh allora sei perdonata
ufficialmente…>> e Sly mi sorride mentre parla e mi fa l’occhiolino.
<< Davvero? >>
chiedo sorpresa e con le lacrime agli occhi dalla felicità.
<< Davvero davvero
>> fa Rickey sporgendosi verso di me e arruffandomi i capelli.
Altri cenni e sorrisi mi vengono
mandati dagli altri…
Una lacrima solitaria mi
scende commossa sulla guancia ma la faccio sparire velocemente.
L’amicizia è davvero bella
se condivisa con le persone giuste…
SPOILER!
Nel mentre penso ciò mi
riprendo e torno alla realtà e mi accorgo che mi stava facendo una domanda.
E come una stupida gli
chiedo di ripeterla perché ero troppo distratta.
Che figura.
<< Dicevo, ti va di
andare a prendere qualcosa da bere assieme? >> mi chiede mellifluo e con
una voce da…infarto!
Lo guardo emozionatissima.
Non so cosa dirgli.
<< Sono astemia
>>.
Lo sento ridere e assieme
a lui si aggregano anche le mie due amiche.
Argh, ma che deficiente!
Ma come ho fatto a
uscirmene con un “ sono astemia”?
---Angolino Autrice---
Perdonoooooooo!!!!
Scusate l’enorme ritardo e non fucilatemi!!!
Ç_ç
Spero che il cap vi sia piaciuto…
Se avete due minuti commentate che mi fa sempre
piacere sapere cosa ne pensate!!!
Capitolo 14 *** La Luna ha fottuto tutte le stelle! ***
kiarina95: felicissima che lo scorso chappy ti sia piaciuto *me tocca
il cielo con un dito*…beh…io so soltanto che Bibi mi rispecchia…presto
conoscerai meglio i personaggi e forse ti riscontrerai meglio in uno dei due
kiarina95:
felicissima che lo scorso chappy ti sia piaciuto *me tocca il cielo con un
dito*…beh…io so soltanto che Bibi mi rispecchia…presto conoscerai meglio i
personaggi e forse ti riscontrerai meglio in uno dei due!!! XP BESOSSSSSS!!!
Dark_lady88: *ç*
grazie 1000 tesora!!! Sorry il ritardo!! Ç_ç son sempre la solita!!!
Si…Russell è davvero cotto…Kaelan..beh..è Kaelan…ma non è tutto
oro quel ceh luccica…ma…vedremo XD. Sono contenta del fatto che tu abbia tirato
in ballo la storia della protagonista. Ebbene in origine il succo era quello,
ma non so se ho reso bene l’idea di tutto il percorso..Xp..cmq si saprà meglio
avanti…il motivo della madre..ops…volevo dire della “donna che l’ha messa al
mondo!” per comportarsi in quel modo….semrpe che si possa definire motivo e
giustificabile…
Spero ceh questo chappy con Russel e Shaz ti piaccia ^.^
BESOSSSSSS!!!
14.La Luna a fottuto tutte
le stelle!
POV SHARON
<< Ma davvero hai 15
anni? >>.
<< A quanto pare si
>>.
<< E davvero hai
studiato sempre con un precettore? >>.
<< Già! >>.
<< Davvero hai un
quoziente intellettuale così altro che venire qui a scuola è inutile perché sai
già tutto? >>.
<< Purtroppo
si>>.
<< Hai fatto molti
concerti dal vivo? >>.
<< Si molti >>.
<< Mi porti con te la
prossima volta che vai sul set a recitare? >>.
<< Volentieri>>.
<< Rickey la vuoi piantare
si saltellarle intorno e riempirla di domande? Falla respirare! >> e
dicendo ciò Sly prende Rickey per un orecchio e lo trascina lontano da me.
Rido a tale scenetta,e cerco
di difendere Rickey, dopotutto è solo curioso.
Il suo posto viene prontalmente
preso da Dayane, che mi affianca verso l’uscita della scuola.
<< Shaz volevamo avvertirti
di una cosa io e Milly>>.
Si fa seria.
<< C’è un ragazzo che
da due settimane viene tutti i santi pomeriggi qui e aspetta te davanti a
scuola…>>.
<< Me? E chi sarebbe?
>> chiedo sinceramente sorpresa.
Un ragazzo per me?
Faccio una veloce lista
mentale nel ricordarmi se ho detto a tutti i raga del gruppo che andavo giù a
San Francisco a girare il film…
Si, mi pareva di averlo detto
a tutti…
<< Lui! >> e
Milly con fare noncurante mi indica un ragazzo alto e vestito in abiti scuri
che è appoggiato ad una macchina della serie “my brother’s company” che osserva
l’uscita della marea dei ragazzi della mia scuola.
E’ un po’ lontano dal punto
in cui lo stiamo osservando noi.
Scruto quella figura
familiare attentamente.
<< Ma è Russell! >>
strabuzzo gli occhi riconoscendolo.
<< Allora lo conosci!
>> e Milly e Dayane mi guardano maliziose.
Le guardo arrossendo e dando
le spalle a quell’affascinante figura.
<< No…è il ragazzo del
vicolo che mi ha tratto d’impiccio…>> cincischio rossa come un peperone.
Ma che mi prende.
Io rossa come un peperone,
che mi vergogno…e che mi batte forte il cuore?
Cosa mi sta succedendo?
<< Sei rossa…ti piace!
>> mi accusa Dayane.
La guardo con due palline da
tennis al posto degli occhi.
<< Lui…mi …piacerebbe…?
>> mormoro tra me.
Milly e Dayane mi guardano
entusiaste.
Non so cosa dire.
No, dai…come fa a piacermi un
ragazzo se sono costantemente circondata da ragazzi...
Ma dai!
Traduco questo mio pensiero a
Milly e Dayane che prima mi ridono in faccia e poi mi guardano perplesse.
<< Shaz sul serio…non
ti sei mai presa una cotta per un ragazzo? >> mi chiede con voce stridula
e sorpresa Dayane.
Ve lo avevo già detto che la
preferivo quando mi ignorava?
Mi fa paura…
<< Ehm…no…>>
mormoro intimidita.
Le miei due amiche diventano
due statue di cera dalla sorpresa e poi si guardano complici di uno sguardo e
un sorriso poco rassicurante, per poi fissare tutte e due contente qualcosa
dietro di me.
<< Salve…>> dice
una voce che avevo sentito una sola volta.
Loro due rispondono
all’unisono al saluto, mentre io mi giro a rallentatore verso il ragazzo dallo
sguardo profondo, che mi sta alle spalle.
Non appena mi giro punto
immediatamente lo sguardo nel suo e ci affogo dentro.
Nero e azzurro.
Poi quando mi riprendo lo
saluto.
<< Finalmente ti ho
trovata, era da due settimane che ero venuto a cercarti per sapere come stavi
>>.
Era venuto per me?
Per sapere come stavo.
Tum Tum Tum.
Il mio cuore batte
velocissimamente che quasi mi assordisce.
<< Benissimo grazie a
te >> e mi sento pervadere da un calore pazzesco al viso.
Mi sorride e lo fisso
incantata.
Ha un sorriso che
risveglierebbe un morto…
TUM TUM TUM
…
Ma che vado a pensare!
Nel mentre penso ciò mi
riprendo e torno alla realtà e mi accorgo che mi sta facendo una domanda.
E come una stupida gli chiedo
di ripeterla perché ero troppo distratta.
Che figura.
<< Dicevo, ti va di
andare a prendere qualcosa da bere assieme? >> mi chiede mellifluo e con
una voce da…infarto!
Lo guardo emozionatissima.
Non so cosa dirgli.
<< Sono astemia
>>.
Lo sento ridere e assieme a
lui si aggregano anche le mie due amiche.
Argh, ma che deficiente!
Ma come ho fatto a uscirmene
con un “ sono astemia”?
<< Non intendevo
questo, riformulo la domanda. Ti va di andare a prendere un frullato, una coca-cola
o quant’altro assieme? >> e mi sorride smagliante.
E il mio cervello mi si
frigge…
<< S- cioè no…tra poco
ho gli allenamenti di basket e- >> farfuglio.
<< Si che ci viene,
tanto non muore mica il mister se salti un allenamento! >> risponde
Dayane per me.
<< Bene, allora andiamo
>> detto ciò mi prende per mano e mi guida vero la sua auto, con me che
mi lascio guidare da lui con il cervello scollegato.
E da vero cavaliere mi apre
la portiera, mi fa entrare e me la richiude.
Mentre lui si dirige
dall’altra parte dell’auto per salire anche lui, guardo terrorizzata Milly e
Dayane che hanno invece un sorriso smagliante e indicano il cell e mi mimano di
scriverle un sms.
Io ingoio terrorizzata da
questa nuova sensazione ma anche emozionata e con allo stomaco un qualcosa che
non saprei dire, oltre che un groppo alla gola.
Appena sale mi sorride e mi
sciolgo come un calippo al sole di agosto e mi calmo, cosa che non si possa
dire del mio cuore che batte a più non posso.
Mentre si dirige verso questo
famoso bar, mi rendo conto che non mi importa nulla se sono con uno sconosciuto
di cui non so niente apparte il nome,e mi sta portando dove io non so, ma solo
che sono assieme a lui e la sua vicinanza mi da calore e mi rassicura,e per il
momento tutto ciò mi basta.
POV RUSSELL
<< Spero ti piaccia
questo posto, è uno dei miei preferiti >> le riferisco mentre le apro
galantemente la porta del bar / pub, e mi metto lateralmente per farmi
precedere da lei.
Le sorrido smagliante.
La vedo arrossire al mio
gesto e spero anche al mio sorriso, esitare per un attimo,e ringraziandomi
mentre entra con passi piccoli e leggeri.
Le vado dietro di seguito,
osservandola.
I suoi capelli…
<< Hai cambiato colore.
Non ti piaceva il tuo? >> le chiedo senza accorgermi di aver formulato
una domanda a voce alta.
La vedo girarsi rossa verso
di me, interrompendo la sua ricerca di un tavolo libero.
<< Si, il mio mi piace
molto. E’ stata infatti una pazzia >> finisce per fissarsi i piedi che
me.
Non so se esserne soddisfatto
o no.
Da una parte si, perché vuol
dire che le piaccio ed è imbarazzata, dall’altro no, perché voglio che mi
guardi quando parlo.
<< Sei molto più bella
con il tuo colore >> provo con un complimento sincero anche se usato per
uno sporco motivo: catturare al sua attenzione su di me.
Rialza gli occhi e se può
diventa ancora più rossa.
Quelle guanciotte rosse
sono perfette da baciare…
Le sorrido di rimando e la
prendo per mano e la trascino verso un tavolo vuoto e appartato, vicino alla
vetrata oscurata.
La sento arrendevole di
fianco a me, tanto che la trascino senza difficoltà.
Quando mi fermo si stacca da
me e si mette a sedere proprio nell’angolino.
Mi sembra di essere in questo
momento preda e cacciatore.
Ci penso su seriamente.
Beh…una bella preda.
Sorrido sotto i baffi,
dopodiché mi siedo anche io e le porgo il menù che c’era sul tavolo.
Sorrido divertito quando la
vedo prenderlo con decisione, mormorando un dolce grazie da farti sciogliere,
per poi nascondersi dietro di esso.
Forse per riacquistare un
colore roseo e non rosso, penso stuzzicato da questa probabilità.
Mi appoggio alla sedia
incrociando le braccia e la guardo soddisfatta.
Non posso crederci di
avercela fatta.
Sono qui con lei in un locale
davvero carino, come una coppietta.
Certo non lo siamo, ma ad un
occhio estranio lo potremmo sembrare…
Sento solleticarmi
all’altezza del petto a tale prospettiva.
Vediamo di realizzarla presto…
<< Pronti per ordinare?
>> ci chiede una cameriera che non conosco.
Deve essere nuova.
Guardo Sharon riemergere dal
menù e guardare la nuova arrivata pensierosa.
<< Un frappè alla
nutella – poi si gira verso di me, e riprende con incertezza – Tu cosa prendi
Russell? >>.
Le sorrido affabile e
estasiato nell’aver sentito il mio nome pronunciato da lei.
La guardo in quegli occhietti
da cucciolo che si ritrova.
Pura ingenuità e semplicità.
Tutto il contrario del mio.
<< Un lemon soda con
vodka alla pesca e ghiaccio >> ordino fissandola ancora.
Sento la cameriera
scribacchiare sul taccuino e allontanarsi.
La scruto perplesso.
Lei se ne accorge.
<< C’è qualcosa che non
va? >> mi chiede giocando con un tovagliolino del tavolo.
<< Sono sorpreso
>> butto così, senza pensarci molto.
Ora è il suo turno di
guardarmi perplessa.
<< Sono sorpreso che tu
non abbia avuto di che ridire sulla mia ordinazione, dopotutto sono io quello
che guida, non tu >> e le risorrido di nuovo perdendomi nel guardarla
negli occhi.
La vedo sorridermi timida, e
arricciare il tovagliolino tra le piccole dita.
<< Non mi sembri il
tipo da ubriacarsi e poi guidare. Tutto qui >> e finisce nel distogliere
il suo sguardo dal mio e fermare il suo imbarazzato giochino.
<< E cosa te lo da a
pensare? >> non posso farne a meno di chiederle, pur di soddisfare la mia
curiosità o magari più il mio ego.
<< Sensazione >>
e ricambia il mio sorriso con uno dolce e imbarazzato.
Che carina…
<< Invece io ho la
sensazione che tu sia una gran golosa, sbaglio? >> cerco di ricatturare
al sua attenzione, già ripiombata su quel povero tovagliolino straziato.
Funziona, perché la vedo
arrossire e tornare rossa, ma sorridendomi largamente.
<< Ehi non vale, quella
non è una sensazione! Quella è semplice constatazione dei fatti! >> la
sento rispondermi divertita.
Ecco così la voglio,
rilassata e naturale.
Mi concedo un finto ghigno
vittorioso che la fa ridacchiare.
<< Lo ammetto, mi piace
fare il bono davanti agli altri >> e le faccio un occhiolino di tutto
dire.
Nel mentre arriva la
cameriera che ci trova assai diversamente da prima.
Pago per entrambi le nostre
ordinazioni, nonostante il suo broncio titanico per non aver fatto pagare lei.
Non appena se ne va la
cameriera, guardo sinceramente stupito il suo frappè e lei.
<< Mi devo essere perso
un passaggio: ma le ragazze non sono perennemente a dieta? >> chiedo
accusatorio, indicandole quella bomba ipercalorica che sta gustando a piccoli
sorsi quell’angelo davanti a me.
La sento ridere ampiamente.
Che bella risata.
Non è la solita risata da
gallina come hanno le altre: falsa e contenuta.
La sua è genuina e ilare.
Mi piace…
<< Mi chiedo quando chi
mi trovo davanti smetterà con la solita domanda! Guarda che si può mangiare
dolciumi anche senza mettere su peso, basta mangiarli con intelligenza
>>.
<< Sarà…ma fa strano
vedere una ragazza con una bomba ipercalorica davanti! >>.
La vedo alzare gli occhi al
cielo.
Poi la vedo riportare lo
sguardo verso di me e fissarmi semplicemente, non maliziosamente, ma solo
guardarmi come si guarderebbe un fratello o un amico.
Mi piace questa cosa.
Mi dà fermezza e
tranquillità.
Non posso farne a meno di
sorriderle e vedo le sue guance imporporarsi un'altra volta.
<< Grazie >> la
sento dire di punto in bianco.
<< Per cosa? >>
le chiedo non capendo a cosa si riferisca.
<<
Per tutto: per avermi aiutato quella sera, per essere venuto a cercarmi per
sapere come stavo, per essere qui e avermi fatto saltare gli
allenamenti…insomma per tutto >> e finisce per accompagnare il tutto da
un sorriso che abbaglierebbe anche un ceco.
<<
Dovere >> e le faccio l’occhiolino.
La
vedo incrociare le braccia e sbuffare.
<<
Ora sembra che reciti la parte del soldato, prima di partire verso la guerra.
Un po’ di contegno! >>.
<<
Touché – le sorrido come a scusarmi – Comunque, sul serio, mi sentivo in dovere
di sapere di te >>.
<<
Ma come facevi a sapere che frequentavo questa scuola? >>.
Prendo
la mia ordinazione e gliela offro, ma rifiuta.
Poi
prendo un sorso e mi schiarisco la voce.
<<
Beh, diciamo che casualmente qualche giorno prima un mio amico mi ha presentato
tuo fratello, proprio davanti a scuola da te, quando era venuto a prenderti
>>.
<<
Capisco …>> e prende un'altra sorsata del suo frappè.
Cadiamo
in un semplice silenzio, riempito dai rumori di sottofondo del locale.
Prendo
un altro sorso e mi decido ad interromperlo, un po’ perché mi sembra di palpare
nell’aria il suo imbarazzo e un po’ perché mi manca il suono della sua voce.
Che
stupido che sono, no?
<<
Spero non ti dispiaccia se ti ho fatto perdere gli allenamenti. So che per fare
una formazione ce ne vuole di lavoro per voi cheerleader…>>.
Appena
finisco la vedo guardarmi divertita per poi ridacchiarmi in faccia mettendo una
mano alla bocca.
Che
ho detto di così ridicolo?
<<
Mi chiedo il perché voi tutti siate fissati sul fato che io devo per forza
essere una cheerleader! >> e mi guarda con un’occhiata furba.
<<
Beh la prima cosa che pensa uno davanti a te che tiri fuori il discorso degli
allenamenti, non va certo a pensare che saresti il capitano della squadra di
basket. Ti pare? >> via via che parlo, mi sento attraversare da una
consapevolezza alquanto strana, accentuata dal suo sorrisino.
<<
Sei il capitano della squadra femminile di basket? >> le chiedo sorpreso.
Sento
provenire dalla sua direzione un leggero risino, poi mi sento rispondere
divertito.
<<
No, non sono il capitano della squadra di basket – mi si accende una lampadina
in testa ricordandomi che in quella scuola c’è solo uan squadra maschile – ma
faccio parte della squadra di basket mista >>.
<<
Mista? E io che ho sempre pensato che ci fosse solo maschile…>> mormoro
tra me perplesso, mentre ci penso seriamente.
<<
Avrai pensato in quel modo, perché è difficile che una ragazza giochi a basket
>> ipotizza avendomi sentito.
<<
Mi sa che hai ragione. Comunque non lo sapevo, sicura che non sia una
cambiamento avvenuto in questi ultimi anni? No, perché quando facevo parte
della squadra…>> non faccio in tempo a finire che mi interrompe.
<<
Davvero facevi parte della squadra di basket del mio istituto? Che coincidenza!
Non pensavo che fossi di qui, sai la cadenza è molto newyorkese anche se non si
percepisce molto grazie ad un rimasuglio della tua lingua …>> si tappa la
bocca imbarazzata.
La
vedo arrossire e chiedermi scusa.
Stai
a vedere che si è accorta della mia origine russa.
Sagace.
<<
Di che nazionalità sono secondo te? >> la testo curioso.
<<
Russo…>> e la vedo fissare un punto alle mie spalle imbarazzata.
La
guardo ammirato.
<<
Diamine, non è da tutti riconoscerlo. E io che pensavo di mascherarlo bene!
>> le dico conciliante.
La
vedo riportare la sua attenzione su di me e sorridermi come a scusarsi.
<<
La colpa non è tua, ma è che ho degli amici russi e sono abituata con
loro…scusami…ma sono proprio un impertinente! Anche il nome però ti
tradisce…>> mi fa notare , facendosi piccola piccola.
<<
Beh, il mio nome di certo non è americano! >> la prendo un po’ in giro.
<<
No, non per quello. Quando ti sei presentato, l’hai pronunciato con l’intonazione
russa, non all’americana >> mi corregge.
<<
C’hai ragione. Non ci avevo mai pensato >> le sorrido di rimando.
Ci
guardiamo negli occhi.
Mi
sento risucchiare come una calamita in quelle due pietre turchesi.
Sto
per parlare, ma le suona il cellulare.
La
vedo alzarsi un poco sulla sedia e prendere il telefonino in tasca dei
pantaloni.
Tira
fuori dal taschino un cellulare di ultima generazione e se lo porta subito
all’orecchio e sorride al suo possibile interlocutore.
Deve
aver visto che la chiamata è di qualche suo conoscente.
Spero
non il fidanzato.
Mi
blocco, mentre come un colpo d’ascia mi divide in due la coscienza, il pensiero.
Non
ci avevo mai pensato.
E
se avesse il ragazzo? Ho sempre dato per scontato che non lo avesse.
Merda…
Devo
giocare di astuzia.
Anche
se lo avesse cosa me ne importa? Gliela posso soffiare da sotto il naso quando
voglio e come voglio.
Nessuno
me lo impedirà.
<<
Ok fratellone! Ciao! >> e chiude al conversazione a quanto pare, e mi riporta
al presente e lontano dalle mie ubicazioni,e rassicurandomi sul fatto che
quello che l’aveva chiamata almeno non era il fidanzato .
<<
Devo tornare a casa, a quanto pare abbiamo fato molto più tardi degli
allenamenti! Ti dispiace riportarmi a scuola? >> mi chiede bevendo
l’ultimo sorso del suo frappè.
Io
faccio lo stesso della mia bevanda e mi alzo, dirigendomi con lei al mio fianco
verso l’uscita del locale per poi andare verso la macchina.
<<
Se vuoi posso riportarti direttamente a casa, così evito a tuo fratello di
farti venire a prendere >>.
<<
Oh, non mi aspetta a scuola, ma a casa. A scuola ho la moto >>.
<<
Ah ok >>.
Ha
la moto…beh…è proprio un maschiaccio allora…
No,
un momento…la moto?
<<
Ma non hai 15 anni? >> chiedo allarmato.
La
sento sbuffare di fianco a me.
<<
Mai fermata per un controllo. Poi, cosa vuoi che siano un paio di mesi prima
dei 16…>> mi spiega con fare sbarazzino.
Le
apro la portiera e la faccio entrare.
Già,
cosa vuoi che siano 15 anni…
…
Quando
arriviamo a scuola, dopo un lunga serie di chiacchiere e risa, mi faccio
coraggio e le chiedo quello a cui anelo da tempo.
<<
Se al tuo ragazzo andesse bene, potrei invitarti il 25 di novembre ad
accompagnarmi al mercato prenatalizio di Reistation? >> dico così con
fare casuale.
La
vedo girarsi verso di me.
<<
Se non ti da fastidio la mia presenza, mi piacerebbe tantissimo! Era già una
mia tappa andarci, ma non avevo trovato nessuno per accompagnarmici! >>
noto che le brillano gli occhi a parlarne.
Sorrido
interamente: a chi non piace quell’enorme mercatino che si districa per tutta
la città di Reistation, con finale di fuochi d’artificio?!.
Ma
ancora una cosa mi preme.
<<
E il tuo ragazzo? Che dice? >> le chiedo facendo il finto tonto.
<<
Nessun problema quando non ce ne è! Ritieniti prenotato per tutto il giorno, e
anche come facchino! Ti sfrutterò per portarmi tutti i regali di natale!
>> mi promette, come se fosse una tortura starle accanto.
Ma
non la ascolto molto, ormai con la testa altrove, ha progettare la mia prossima
mossa, felice che non esista la presenza di nessun fidanzato.
La
sento salutarmi e scendere.
Ricambio
senza pensarci il suo saluto , distratto.
Quando
mi riprendo lei è già a sgassare su una moto enorme che la fa sembrare ancora
più scricciolo.
Mi
fa un altro cenno di saluto e scappa via.
Fanculo!
Mi sono distratto e mi sono giocato il bacio del saluto!
Ma
quanto sarò scemo da 1 a 10?
Uhm…beh…oltre
ad avere un appuntamento in piena regola con lei, ho anche la scusa di
chiamarla.
…
Porca
troia! Il numero!
Ma
da quando sono così distratto da scordarmi certi concetti di base?!
Mi
do una manata in testa.
Sto
diventato deficiente, ecco cosa succede e mi sto pure rincitrullendo.
E
tanto per abbondare in stupidità mi interesso di un mocciosa di 15 anni…
Una
bella mocciosa di 15 anni…
Ma
io dico…perché ora, e non tra qualche annetto?
Che
so, magari per i 18?
Mi
sento quasi un mostro a provarci con lei.
Fermo
lo sguardo davanti a me e mi immagino Sharon sorridermi.
…
No,
va bene anche così.
Mi
piace anche così bambina e ingenua.
Non
la cambierei per nulla al mondo.
Poi,
casualmente sposto lo sguardo sul sedile di fianco al mio con già la nostalgia
di lei.
Continuerei
i pensieri su quella lunghezza d’onda, ma un qualcosa di bianco sul sedile
beige, cattura la mia attenzione.
Un
foglietto.
Lo
prendo e vedo che c’è sopra un numero.
***/******* cell Shaz
Sorrido
soddisfatto, ripiegando il foglietto e infilandolo nel taschino dei jeans.
Se
Maometto non va alla montagna, è la montagna che va da Maometto!
Così,
su questa lunghezza d’onda faccio ripartire la macchina e mi dirigo verso casa,
con il cuore ricolmo di qualcosa che solo la presenza di una biondina un po’
maschiaccio, è riuscita a riempirmi.
***
- UN ORA PRIMA - ***
POV
MILLY
Fiuwwwwwwwwwww
<<
Basta così ragazzi, filate a cambiarvi! >> urla il coach.
Mi
alzo dagli spalti da cui ho visto tutto l’allenamento del mio ragazzo e della
squadra di basket.
Con
piccoli saltelli scendo dalle grate, fino al limitare della ringhiera di inizio
campo.
Mi
abbasso e la supero, passando da sotto e scendendo in campo.
Faccio
una corsa e raggiungo la porta degli spogliatoi.
Sento
provenire dallo spogliatoio maschile schiamazzi, berci e burla.
Rickey,
Jhonatan, Martin, Drew,Dan, Sly e pure il mio Threy!
Alzo
gli occhi al cielo esasperata, pensando alla loro età e paragonandoli a dei
bambini dell’asilo.
Uguali.
Sono
identici, solo cambiano per maturità fisica.
Ridacchio
a quel pensiero pensando al mio ragazzo.
Aspetto
ancora 10 minuti, ma ancora nulla, solo schiamazzi provenienti dallo spogliatoio
e nessun giocatore già pronto.
Sono
peggio delle donne quando si ci mettono!
Alla
prossima che Threy mi riprende perché ho fatto ritardo quando mi viene a
prendere a casa, gli faccio una bella ramanzina…e poi me lo bacio.
<<
Ehilà amore! >> mi sento salutare da l’importunatore dei miei pensieri.
Lo
guardo con la testa svaporata.
Che
occhi da cucciolo…
Ha
pure i capelli castani ancora fradici di doccia e spettinati.
E’
davvero affascinante.
Sento
un calore entrarmi addosso,e un qualcosa di pesante ma leggero allo stesso
tempo all’altezza dello stomaco.
Farfalle.
Devo
esserne davvero innamorata se mi fa questo effetto ogni volta che gli sto
vicino.
<<
Lo so amore che sono bello, ma no è che ti puoi incantare di continuo, sennò
divento un pallone gonfiato, su…>> mi rende scherzosamente in giro, ma
non gli do peso e mi slancio verso di lui, arrampicandomi e dandogli un lungo
bacio al quale ricambia con la stessa intensità.
Appena
sentiamo i fischi ci stacchiamo, lo tengo sempre stretto a me e gli ricordo che
lo amo, ricambia e mi fa un buffetto sulla testa.
<<
Possibile che facciate sempre la stessa cosa? Siete ripetitivi! >> si
lamenta Martin.
Sento
il mio amore ridere, mentre io guardo fugacemente tutti i suoi compari.
Mi
infilo sotto il braccio destro del mio amore,e lo abbraccio alla vita.
<<
La prossima volta vi cediamo lo spogliatoio, così non spendete per una stanza
>> ci prende in giro Rickey, alludendo anche a gesti.
Il
mio ragazzo gli fa un versaccio, mentre gli altri ridono assentendo.
Io
arrossisco indignata.
Per
certe cose ci vuole delicatezza e nient’altro.
Non
sopporto quando si parla di certe cose così volgarmente!
<<
Magari! Così forse invece di metterci tre quarti d’ora per cambiarvi, ci
mettete meno! >> ribatto sfidando Rickey a ribattere.
Sento
lo guardo di Threy su di me.
Lo
vedo fissarmi perplesso.
<<
Non pensavo che ti piacesse farlo in certi posti >> mi sussurra malizioso
al mio orecchio.
Sento
quasi uscirmi il fumo dagli orecchi.
Boccheggio
in cerca d’aria e quando ci riesco, prendo e esco dalla palestra, non prima di
averli tirato in una delle sue lunghe game una “ zainata”.
Appena
sono fuori mi fermo e sento afferrarmi da dietro.
Vengo
avvolta immediatamente da un profumo conosciuto: Gestry Boy, quello che gli ho
regalato lo scoso natale.
Sospiro
meno imbarazzata.
<<
Lo sai che scherzo amore, dai >> cerca di farsi perdonare.
<<
Lo sai anche tu, che quell’argomento è delicato per me >> mormoro,
girandomi verso di lui e abbracciandolo.
<<
Lo so gattina mia >> e mi da un bacio sulla guancia.
<<
Questa non era un allusione vero? >> lo accuso.
<<
No, figurati. Poi chi ha mai detto che sei un gattino a letto? Io mai >>
e mi si stacca un attimo e mi sorride birichino.
<<
E cosa sarei, sentiamo >> chiedo curiosa.
<<
Sbaglio o eri te a fare la perbenista? >> mi lancia un occhiata con aria
furba.
Ops,
mi ha fregata.
<<
Esistono le eccezioni! >> insisto, ormai senza più remore.
<<
No, mi dispiace ma non posso dirtelo, fanno parte delle confessioni maschili! >>
e mi volta le spalle, prendendomi per mano e andando verso gli altri che sono
riuniti davanti alla macchina di Dan.
Sbuffo
contrariata e curiosa.
Questa
gliela perdono momentaneamente…poi mi rifaccio!
<<
Ehi Milly, tu sai che fine ha fatto Shaz? L’abbiamo persa di vista dopo che Sly
le ha tolto dai piedi Rickey e siamo entrati in palestra >> mi chiede
Dan.
Rispondo
sorridente e felice come una pasqua.
<<
Shaz è uscita a un appuntamento con quel tizio che veniva tutti i giorni
all’uscita di scuola! Un lavoraccio ci vorrà su da parte mia e di Dayane!
>> dico senza pensarci su.
Poi
mi blocco quando vedo Dan boccheggiare,e Sly smettere di ridere ad una battuta
di Rickey a cui forse non stava realmente dando piena attenzione.
Ops…mi
sa ce l’ho combinata grossa.
Me
ne ero completamente dimenticata che a quei due Shaz piaceva,e io e Dayane
l’abbiamo data in pasto ad uno sconosciuto piuttosto che ad un nostro amico!
Che
stupide che siamo state.
<<
Buon per lei >> sento dire da Sly freddo come un blocco di ghiaccio, e riprendere
a parlare con Rickey.
Così
riprendono tutte le solite chiacchiere, anche se Dan sembra essere rimastoci
parecchio male, mentre Sly si sia rinchiuso in un contenuto malcontento.
Caspita…di
male in peggio!
---ANGOLINO AUTRICE---
Scusate il ritardo!!!
Sono imperdonabile!!
Spero che anche questo chappy sia stato di vostro gradimento!!
Fatemi sapere !!
BESOS!!!!!!! e BUON ANNO NUOVO A TUTTI!!!!!!!!!!
Kiarina95:Grazie 1000 tesora!!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia e scusa il
ritardo!!Un bacione!
Dark_lady88: Grazie 1000n tesora!! Perdona anche questa volta l’enorme
ritardo! Beh, non so dirti. La differenza di età è venuta da sola, non so. Non
che nella realtà sia impossibili te lo garantisco – io ne sono l’esempio! Certo
io sono maggiorenne, e non ho 15 anni ringraziando il cielo, altrimenti chi
dico io non mi avrebbe guardata! Tu pensa che tra me e il mio lui ci non
purtroppo 22 anni di differenza ç_ç *me sogna costantemente di avere dieci anni
in più* - Comunque boh, mi è nata così la storia, è venuta tutta da se durante
uno studio pomeridiano dell’ellettrolisi! Un bacione!!!
SweetCherry:
*O* grazie
tesora! Immagino il colpo che ti sia venuto quando hai letto la one-shot! Si,
ne succederanno delle belle, soprattutto nel seguito della one-shot! Un bacione
e scusa il ritardo!
15. Pijama party
POV
SHARON
Salgo
di corsa le scale interne che vanno dal garage alla lavanderia e da lì al piano
terra.
Questa
volta Justin mi spara, anzi meglio, mi squarta.
Certe
volte mi chiedo perché sia lui a farmi da padre che non papà per i rimproveri.
Sarà
perché papà è un po’ troppo comprensibile e sempre disponibile con me?
Si,
mi sa che è quello.
Corro
silenziosa al piano di sopra, verso camera mia ma vengo fermata per il colletto
della maglia.
Avete
presente i cartoni animati? Ecco uguale!
<<
Dove scappi? >> sento ringhiarmi alle spalle, più che sentirmi porre una
domanda sarcastica.
<<
In camera a cambiarmi e a farmi una doccia >> cerco di svincolarmi da
Justin che adesso mi tiene ferma per una spalla e mi gira verso di lui.
<<
Non ti sei fatta la doccia là? >> lo sento scrutarmi attento.
<<
Non avevo il cambio…>> un punto a mio favore.
Sto
sudando come non ho mai sudato in vita mia.
Non
pensavo che mentire fosse così faticoso!
Mentre
penso ciò la cosa più stupida del mondo mi viene in mente.
I
pinguini di Madagascar 1.
“Carini
e coccolosi”.
Mi
scappa uno sbuffo dal ridere a questo pensiero così scemo e infantile.
Non
mi era mai successo!
Vedo
mio fratello alzare un sopracciglio alterato.
<<
Cosa trovi di così divertente? >> mi domanda acuto e cauto con una voce neutrale.
<<
Scusa, è solo che me lo avevi detto tu l’altra vota di farmi il bagno a casa
invece che in palestra! >> mi giustifico fingendo assoluta sincerità e
calma.
Magari
avessi pure la coscienza pulita…
Sembra
beversela, ma non tiro un sospiro di sollievo per paura di fare gaffè.
Poi
mi fa una carezza in testa e mi spinge leggermente senza forza verso la mia
cameretta.
Io
non perdo tempo e preso l’occorrente mi faccio una lunga doccia.
Lunghissima
e ripenso allo sguardo color pece di un bellissimo russo dalla voce cavernosa e
suadente.
Al
sol pensiero di lui mi sento una stretta allo stomaco e…ribollire il sangue.
Mi
guardo perplessa il mio corpo sotto il getto dell’acqua.
Che
cosa mi sta succedendo?
Dopo
essere stata a scrutarmi ancora per un tempo che non saprei definire, esco di
doccia, mi pettino, asciugo e vesto, nel minor tempo possibile.
Faccio
per uscire di stanza e andare giù, da papà e il fratellone, quando mi ricordo
una cosa non certo di poca cosa.
Devo
chiamare Dayane o Milly.
Se
non lo faccio temo che mi faranno rimpiangere di non averlo fatto.
Chissà
come mai ho questa impressione?
Alzo
gli occhi al cielo sarcastica.
Così
mi avvicino al letto, sul quale ci avevo lasciato il cellulare e telefono a
Milly.
Mi
da libero.
…
<<
Casa Therny >> sento dire con stizza da una voce maschile.
<<
Ehm, si ecco…c’è Milly in casa signore? Sono una sua compagna di corso…>>
parlo con la voce un po’ inferma.
Deve
essere il padre.
<<
No, non è in casa, mi dispiace >> ribatte un po’ più calmo.
<<
Sa dove posso trovarla? >> gli chiedo cauta.
<<
A casa di una certa Dayane o almeno è quello che mi ha detto. Hai il numero?
>>.
Giusto,
non ci avevo proprio pensato prima che non avevo il numero di Dayane, ma solo
quella di Milly!
Che
tonno!
<<
Purtroppo no…>> rispondo sovrappensiero, cercando di ricordarmi come
facesse di nome il padre di Dayane, per recuperare il numero sull’elenco
telefonico.
<<
Aspetta che me lo procuro >> e lo sento appoggiare la cornetta del
telefono e l’eco dei suoi passi che si allontanano.
Mentre
aspetto che ritorni, rifletto sul comportamento del padre di Milly.
Ha
un comportamento un po’ strano.
Quando
ha risposto a telefono pensavo mi volesse strozzare tanto sembrava arrabbiato,
poi si è calmato tutto assieme.
Boh…
Sarò
io che vedo delle cose inesistenti, ma temo ce tra Milly e suo padre ci sia un
po’ di discordia.
Ciò
mi da conferma parzialmente se penso all’episodio in mensa, con Milly che aveva
cambiato subito argomento rabbuiarsi, al nominare suo padre.
Comunque
si da il caso che non siano affari miei, anche se…
<<
Scusa l’attesa. Hai carta e penna? >> vengo interrotta dal ritorno del
signor Therny.
Conferme
corro alla scrivania, appuntandomi il numero sulla lista della spesa.
Lo
ringrazio e compongo il nuovo numero.
Uno
squillo,…due…tre…
Poi
sento qualcuno rispondere.
Dayane.
Mi
riconosce subito anche lei dalla voce, ma non faccio in tempo a dire niente che
la sento chiamare Milly.
Poi,
dopo vari spostamenti della cornetta del telefono, capisco che sono entrambe in
ascolto.
<<
E allora come è andata con il bel tenebroso? >> inizia la morettina tutto
pepe.
Mi
allontano dalla scrivania e prima mi metto seduta, poi mi sdraio.
<<
Non so che dirti…>> parlo guardando il soffitto mentre la sensazione
strana che mi aveva invaso sotto la doccia ritorna prepontemente, al sol
pensiero di lui.
Mi
perdo nel suo ricordo.
Di
quel sorriso…gli occhi…
Lo
rivedo continuamente in testa, mentre mi sorride, mentre parla.
Sospiro.
Al
sentire ridere le due mi riprendo un po’ accaldata.
Qualcosa
mi dice che le due si aspettavano cecamente questa mia risposta.
<<
Dayan, c’è solo un modo per farla confessare: Pijama Party! >> parla la
moretta, per poi cedere il passo ad un silenzio breve, come se si stessero
guardando in faccia o ammiccando.
Ripeto
la proposta incerta, sentendomi Dayane che mi invita a casa sua e spiegandomi
tutti i pro e i contro nell’andare a dormire da lei.
Poi
mi arriva un’idea fulminea.
Le
chiedo di aspettare a entrambe in linea, e tenendo il telefono premuto contro
la spalla corro al piano di sotto da papà.
Lo
richiamo.
Quando
gli sono di fronte lo vedo distogliere la vista dal suo giornale preferito di
caccia e darmi la sua piena attenzione.
Io
mi piego un po’ verso di lui.
<<
Papà, posso venire adesso due mie amiche per la notte? >> lo supplico con
la mia migliore arma.
Guardarlo
con gli occhi alla Bamby.
Neanche
i fratelloni sanno dirmi di no.
Lo
vedo sorridermi e acconsentire.
<<
Solo ad una condizione: Vedete di non fare troppo tardi, domani avete scuola
>> e detto ciò lo vedo alzarsi e andare in camera mia a prendere il mio
lettino a baldacchino e portarlo nella stanza degli ospiti, come gli avevo
chiesto gentilmente.
Poi
riprendo in mano il telefono e comunico loro la novità alla quale accettano.
Finita
la conversazione mi reco in cucina e avverto Justin della novità.
Lo
vedo assentire e aprire il frigorifero.
<<
Noi abbiamo cenato, ma la tua cena è nel microonde. Mettiti a sedere >> e
tirando della spremuta fuori dal frigorifero, mi serve anche della cena.
Osservo
la cena.
Non
ho affatto fame, mi sono sciupata con il frappè.
Mannaggia…e
ora chi lo sente il fratellone?
Fisso
truce Justin che mette le stoviglie della cena nella lavastoviglie.
<<
Che c’è? >> mi chiede arcuando un sopracciglio biondo.
<<
Non ho fame. Lo mangio domani >> e mi alzo con la roba ponendola in
frigo.
Ho
firmato la mia condanna già lo so.
Mi
giro e lo trovo a pochi centimetri di distanza, tanto da andargli addosso.
Mi
sta fissando minaccioso, con le braccia incrociate al petto.
Ohi
ohi.
Prevedo
sfuriata e punizione.
Ok,
qual è la peggior punizione che potrebbe darmi?
…
Sequestro
della moto!
No…
<<
Cos’è questa storia che non hai fame? >> mi domanda con la voce da
paternale in arrivo.
<<
Stanchezza! >> sbotto tutto d’un fiato.
<<
E hai chiamato le amiche per un pijama party? >> .
Mi
sa che sta fiutando qualcosa.
Sta
usando il suo sguardo indagatore.
Sto
sudando sette camicie.
Che
qualcuno mi aiuti!
<<
Ci si diverte, mica ci si stanca >>.
Banale.
Meglio
non potevo trovare.
<<
Lasciala stare dai, mangerà più tardi. Non si fa così ad un pijama party?
>> papà subentra difendendomi << Pop corn, cioccolata calda con mashmelo,e
caramelle? >> mi passa di fianco papà e mi spettina i capelli e e senza
farsi vedere da mio fratello mi fa l’occhiolino.
<<
Questo non giustifica il fatto che non mangi la cena. Non può campare di
schifezze! >> lo vedo incrociare stizzito le braccia e appoggiarsi al
mobiletto della credenza e guardarmi male.
Ci
fissiamo.
Lui
in cagnesco e io con la faccia più speranzosa del mondo.
<<
Che sia l’ultima volta, o Josh verrà a sapere delle tue malefatte! >> e
sale su al piano di sopra.
Che
ricattatore!
Vedo
papà guardarmi soddisfatto, richiamandomi alla sua attenzione allo scuotere il
giornale.
Poi
mi passa vicino, lo lascia sul tavolo e prende del latte dal frigo e mi guarda
abbassandosi e fissandomi negli occhi.
Celeste
contro celeste.
Ingoio
a vuoto, più tesa di prima con mio fratello.
<<
Immagino che i tuoi allenamenti oggi siano stati fare a gara di frappè alla
nutella?! >> mi chiede quasi sarcasticamente.
Lo
guardo sorpresa.
<<
E’ il mio lavoro no? >> e mi fa un buffetto sul naso, mentre ricambio il
sorriso, poi salendo al piano di sopra mi ricorda che forse è meglio che mi
lavi i denti se non voglio vedere le porte dell’inferno con Justin.
Lo
raggiungo e mentre lo sorpasso per andare al bagno, lo sento mugugnare un “ e
poi tutti i padri hanno un fiuto…”.
Ripenso
a questa frase anche mentre mi lavo i denti.
…
Che
cosa voleva dire con la frase “e tutti i padri hanno un fiuto”?
…
Vuoi
vedere che…
Corro
in stanza di papà e con lo spazzolino in bocca e il dentifricio che mi nasconde
le labbra, gli parlo allarmata.
<<
Che intendi dire? >> lo guardo mentre si mette il pijama tranquillamente.
<<
Assolutamente nulla >> e si avvicina al letto, accomodandosi e inizia a
leggere un libro già avviato.
Continuo
a guardarlo impalata sulla porta.
Per
un attimo rialza lo sguardo, pungendomi dentro con lo sguardo e facendomi
arrossire dall’imbarazzo a quel mezzo sorriso divertito.
<<
Fossi in te mi sbrigherei…>> mi incoraggia a sbrigarmi e ritorna a
immergersi nella lettura, soffocando addirittura una risata!
Come
un automa mi dirigo al bagno e mi sciacquo la bocca.
A
quanto pare ha intuito che sono stata con un ragazzo questo pomeriggio, ne sono
sicura.
Quelle
reazioni, gli sguardi,…assolutamente!
La
cosa spaventosa è che sa che non era un amico!
Beh,
tecnicamente ha preso bene la cosa.
Mordendomi
un’unghia mi dirigo con la testa e i pensieri in fermento, mettendomi il mio
adorato pijamino con due orsacchiotti che si danno un bacio, disegnato sopra.
Faccio
appena in tempo ad agganciarmi l’ultimo bottone che sento il campanello
suonare.
Scalza
faccio una corsa giù per le scale, e apro a due eccitate e ridenti ragazze, con
al seguito una valigiata di cose.
Le
faccio entrare, mentre le guido su per le scale scende mio fratello, che ignora
i saluti delle mie amiche e mi fulmina con lo sguardo.
Beve
con stizza un bicchiere di succo di arancia,e squadrandomi arrabbiato un’ultima
volta, risale le scale e si sbatte dietro la porta di camera sua.
<<
Giornataccia? >> mi chiede perplessa Dayane, mentre saliamo le scale raggiungiamo
la nostra stanza.
<<
No, fratello apprensivo rompiscatole e basta! >> e faccio una faccia di
tutto dire.
Le
sento ridere, mentre sistemano la roba.
Appena
vestite ci mettiamo tutte e tre a sedere sul letto e rispondo ai loro lunghi e
incessanti quesiti su Russell e sul mio pomeriggio con lui.
Inizio
rossa in volto mangiandomi di tanto in tanto le parole, poi pian piano mi
faccio più sicura e mi rilasso, parlando con loro come se fosse la cosa più
normale di questo mondo.
Quando
finisco, mi sdraio sul letto, sotto lo sguardo divertito delle due.
<<
Ti piace! >> Sento assentire convinta la mora.
Un’ondata
di calore mi avvolge il viso, mentre sento qualcosa di strano allo stomaco.
<<
No, cioè si, beh…non so! >> rispondo esausta rialzandomi e guardandole
in faccia.
<<
Evidenti sintomi da cotta: Mangiarsi le parole, confusione, testa tra le
nuvole, leggerezza, attorcigliamento delle budella, e…>> si ferma nel
vedermi sconcertata.
Ingoio
sorpresa, fissandomi le mani con un unico interrogativo.
Come
è potuto accadere?
<<
Colpo di fulmine! >> mi rispondo assieme le due, come se avessi parlato a
voce alta.
<<
Eh? >> mormoro non avendole ascoltate quasi.
<<
Visto, che avevo detto? Colpo di fulmine in piena regola! >> dice la
bionda, dando una gomitata all’atra.
<<
Che intenzioni hai su di lui? >> mi chiede curiosa Milly, stringendo a se
il cuscino.
Le
fisso con la testa vuota e il rimbombo delle sue parole.
<<
In che senso, scusa? >> le chiedo n on capendo.
<<
Come in che senso! Quale sarà la tua prossima mossa per farlo cadere ai tuoi
piedi! >> mi spiega stizzita e ammonitrice Dayane.
La
guardo con due palline da tennis al posto degli occhi.
<<
Sharon, ci sei? >> mi chiede preoccupata Milly al mio lungo silenzio.
<<
Io…si, cioè no. Sono confusa. Non capisco cosa mi stia succedendo e…>>
non finisco, mordendomi truce un labbro.
<<
Ho una gran confusione in testa! >> sbotto alla fine.
Vedo
le due amiche scambiarsi uno sguardo e poi Dayane prendere parola.
<<
Ti piace, e sei confusa perché non sai come comportarti visto che è la tua
prima cotta. Io e Milly ci siamo già passate, fatti guidare da noi e tutto
andrà alla grande e men che non si dica tu e Russell starete già insieme per
Natale! >>.
Apro
la bocca sconcertata per la sorpresa.
Io,
stare insieme a Russell?
L’immagine di me e lui a tenerci per mano in un parco, mi scombussola facendomi
quasi uscire del fumo dalle orecchie.
Apro
la bocca cercando quasi aria, con il volto certamente rosso.
Vedo
le due ridersela e la bionda parlare di nuovo.
<< Pensa,
tu e lui soli soletti in un parco a scambiarvi appassionati baci…>> mi
stuzzica, mentre immagino la scena ascoltandola.
Sento
salirmi il sangue alla testa per le troppe emozioni,e mi agito sul posto.
Il
suo sguardo ammaliatore sul mio.
La
sua mano grande e calda nella mia.
Le
sue labbra morbidi e sottili a contatto con le mie…
<<
Ahio! >> mormoro dolente per la culata battuta cadendo da letto.
Due
paia d’occhi divertiti se la ridono, per poi darmi una mano e tirarmi su.
<<
Sharon, fidati di noi, sei in buone mani…>> finisce la bionda facendomi
assentire scossa ancora un pò per la botta e un po’ troppo da un affascinate
moro.
Spoiler
Struffio
sconsolata, accomodandomi meglio per l’imminente attesa.
All’improvviso
mi sento chiamare e vedo davanti a me il rosso.
<<
To’ hai fatto il fulmine…>> neanche il tempo di finire di dire ciò che
già mi stava aiutando a uscire da quel rettangolo a rete pieno di giochi,
gommoni e palline.
Quando
tocco terra e vedo il suo sorriso sbarazzino, vengo colta ormai troppo tardi
dall’illuminazione.
Tento
sull’ultimo di darmela a gambe ma, mi prende per la camicetta e il braccio,
trascinandomi verso il luogo da dove stavo scappando.
AVVISO PER TUTTI: Ho pubblicato una one-shot su Russell alle prese con
il suo primo “Ti amo” a Sharon
AVVISO
PER TUTTI:Ho pubblicato una one-shot su Russell alle prese con il suo primo “Ti
amo” a Sharon. Lì c’è un piccolo spoiler. Spero vi piaccia. Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=494157&i=1(Finestra
chiusa)
kiarina95: grazie
1000 tesora!! ^_^ Beh allora siamo in due in quello stato quando ci prendiamo
uan sbandata per qualcuno *ç*!Spero non mi manderai alla forca per questo
chappy!!!ç_ç BESOS!!!
Dark_lady88: Anche
tutte voi mi siete mancate, anche il postare e lo scrivere questa fic! Adesso
faccio un po’ a turno anche con le altre! Mi sto organizzando per riparare a
tutte!! @_@ Presto arriverà anche Russell, ma prima Sharon deve battere la
testa al muro e risolvere un problemino conosciuto e sottovalutata che la manda
in paranoia!!BESOS!!!
zia_addy: Grazie
tesora!! Tranquilla, a me basta che leggi!! Nello stato inn cui sei, la tua
presenza vale per 1000!!!O.O Cavolo e che ti è successo alla mano?BESOS!!!
16. Si salvi chi può!
GIORNO
SEGUENTE
POV
SHARON
Fiu,
ora dovrei essere al sicuro per un po’.
Non
avrei immaginato che quel “ fidati di noi, sei in buone mani” intendesse cadere
nelle mani del lupo!
Guarda
un po’ in che situazione scomoda mi sono cacciata!
Mannaggia!
<<
Ehi! Mi blocchi l’uscita! >> prorompa la voce di un bambino di circa sette
anni, alla sottoscritta urlandole negli orecchi.
Mi
scosto con qualche difficoltà tra tutti quegli oggetti colorati, facendo largo
al bimbo.
Neanche
il tempo di sospirare di sollievo che il telefono mi squilla.
Con
difficoltà raggiungo l’oggetto nel taschino dei jeans e rispondo a Bibi.
<<
Dove sei? >> mi chiede senza salutarmi.
Strano,
qui gatta ci cova.
<<
Non ci crederesti neanche se te lo raccontassi a mo’ di barzelletta >>.
<<
Provaci magari rido un po’ delle tue disavventure >> mi risponde giocoso
come al solito.
<<
Mi sto nascondendo da Dayane e Milly, dopo tre ore tra vestiti per shopping
necessario a cui mi hanno sottoposta costringendomi >> rispondo stanca.
Povera
me.
Devo
trovare una via di fuga.
<<
Se vuoi ti salvo io, dove sei di preciso? >>.
<<
Sono al centro commerciale nel settore abbigliamento, dentro ai gommoni
dell’area bambini >> dico rossa in volto.
Dall’altro
capo lo sento sbellicarsi dalle risa e chiude con uno strozzato “arrivo”.
Struffio
sconsolata, accomodandomi meglio per l’imminente attesa.
All’improvviso
mi sento chiamare e vedo davanti a me il rosso.
<<
To’ hai fatto il fulmine…>> neanche il tempo di finire di dire ciò che
già mi stava aiutando a uscire da quel rettangolo a rete pieno di giochi,
gommoni e palline.
Quando
tocco terra e vedo il suo sorriso sbarazzino, vengo colta ormai troppo tardi
dall’illuminazione.
Tento
sull’ultimo di darmela a gambe ma, mi prende per la camicetta e il braccio,
trascinandomi verso il luogo da dove stavo scappando.
<<
Traditore! >> lo accuso.
Pure
il mio migliore amico è stato corrotto dalle due, povera me!
E
ciò che di peggio è che sa di già di Russell!
Una
folata di calore mi prende al viso.
Lo
guardo di sottecchi, imbambolandomi, poi mi riprendo.
Cerco
di divincolarmi ma inutile.
Mi
calmo solo quando mi ritrovo le mie amiche davanti con un carrello pieno di…
Oddio!
<<
Mica devo provare tutta quella roba vero? >> chiedo indicando quella
marea di abitini da sera, gonne, magliette, cannottierine…
Ho
smesso di fare la modella e mi ritrova a fare da bambola di nuovo.
Ma
come si fa ha essere così sfortunate?
<<
Su, pensa che lo fai per Russell, per apparirgli perfetta e bellissima >>
tenta di addolcire la pillola la mora.
Non
controbatto buttandola giù e osservando Bibi nel peggiore dei modi.
Non
ha battuto ciglio a quel nome, dunque si è venduto al nemico senza remore, al
cento per cento.
Gli
lancio un’occhiata di fuoco e mi arrendo, facendo da bambola.
MOLTE
ORE DOPO
Dio
grazie, sono a casa!
Ho
quasi le lacrime agli occhi non appena varco la soglia dell’ingresso, ma lo
sgusciare delle mie amiche al piano di sopra mi distrae dai miei intenti
religiosi di ode e ringraziamento.
Sollevo
le spalle divertita quando però vedo mio fratello osservare le due con tutta
quella valangata di roba in mano.
<<
Il mio sesto senso mi dice che quella è tutta roba per te sbaglio? >> mi
chiede quasi schifato.
Lui
odia lo shopping e se può ne fa a meno!
Poverino.
Su
questo comunque siamo fatti della stessa pasta!
Torno
serena ma contenta.
Nonostante
tutto è stato un bellissimo pomeriggio e mi sono divertita davvero con quelle
due e il rosso.
Però
non posso certo dirglielo o ci prenderanno l’abitudine e per me sarebbe finita!
Sorrido
tra me e me, mentre inizio a preparare la cena lavando gli odori e tagliando
poi il pesce.
Sento
all’improvviso abbracciami da dietro e la carezza di un lieve bacio sfiorarmi
la tempia.
<<
Ti chiedo scusa, ho esagerato ma ieri l’ho fatto per il tuo bene. Pace?
>> si scusa mio fratello.
Assentisco
contenta.
Non
mi piace discutere con lui, e poi non ero nemmeno arrabbiata!
Lo
vedo osservare i miei movimenti attento, per poi sciogliere l’abbraccio per
passarmi un coccio.
<<
Posso aiutarti a cucinare? >> mi propone tranquillo, come se niente
fosse.
Mi
blocco, interrompendo quel che stavo facendo e lo osservo allarmata.
<<
Cos’è le mie amiche non ti piacciono? >>.
<<
No, perché? >> mi guarda stralunato.
Lo
fisso eloquente.
Ma
mi sta prendendo in giro?
<<
Jazz, perché vuoi avvelenarle? >> gli chiedo ignorando la sua domanda.
<<
Prego? >> mi chiede non capendo.
<<
Justin non sai cucinare, e l’unica cosa che potresti fare nel minimo dei danni
è avvelenare qualcuno escludendo la distruzione della cucina, ma scherzi?
>> lo vedo guardarmi come un pesce lesso.
<<
Oh giusto, apparecchierò…>> lo sento mormorare conciato.
<<
Ti ringrazio del pensiero lo stesso >> e così dicendo mi allontano dal
mobilio, per abbracciarlo e arrampicarmi a dargli un bacione sulla sua guancia
leggermente ispida.
<<
Pungi…>> mi lamento leccandomi il labbro punto.
Lo
sento ridacchiare e prendere le tovagliette.
<<
Mi fa figo! Quindi non pensare nemmeno lontanamente di impormi di tagliarmela!
>> mi ammonisce prevenuto.
Alzo
gli occhi al cielo tornando a cucinare.
Poi
fermo un braccio a mezz’aria.
Chissà
come sarebbe carino Russell con un filo di barba…
Non
che non mi dispiaccia il pizzetto però…
<<
Shaz? >> mi sento chiamare preoccupato da mio fratello, mentre le mie due
amiche ridacchiano di fianco a lui.
Mi
volto a guardarlo.
Mi
indica perplesso, grattandosi pensieroso il pizzetto a fondo mento.
Seguo
ciò che mi indica e vedo che…ho affogato l’insalata con l’acqua e il pesce l’ho
messo in uan pentola di vino!
<<
Ma che…oh no! >> mi lamento salvando il salvabile.
<<
E poi ero io che combinavo pasticci in cucina >> mi punge con la sua
frecciatina dispettoso.
<<
Oh lasciala stare, in certi casi la si può solo scusare >> si pronuncia
Milly tra le risa, catturando l’attenzione di mio fratello.
<<
Che sarebbe? >> chiede tranquillo.
Oh
oh.
Conosco
quel tono.
Da
dietro mio fratello faccio dei gesti rapidi facendomi capire dalle due.
Prima
mimo una supplica, poi una mano che mima il parlare per poi trasformarsi in una
lama che mi mozza il collo e indicare il biondino di fronte.
Quando
capiscono ritrattano,e tutto sembra apposto.
La
cena pure.
Tutto
è tranquillo e conversiamo come una famiglia completa e felice.
Dopo
cena mio padre si offre di lavare le stoviglie e noi ragazze torniamo nella
nostra camera.
Appena
entro sento la serratura che cede al giro di una chiave.
<<
Ma che…? >> mi giro curiosa del rumore e vedo le due che mi guardano in
un modo non rassicurante.
<<
Così non ci scappi! E adesso alla perquisizione del guardaroba! >> urla
Dayane guidando Milly.
Io
le guardo allucinata sedendomi sul letto e osservarle al lavoro.
<<
Ma mi avete portato a fare shopping senza aver supervisionato il mio armadio?
> chiedo non capendo il contorcimento della loro linea d’azione.
<<
Oh beh, immaginavo che ci fosse da piangere per via di una mare di vestiti
maschili…quindi mi son detta che era meglio muoversi subito. E wow! >> mi
spiega Dayane guardando un mio vecchio abito da concerto.
<<
Che c’è? >> le chiedo curiosa come la mora.
<<
E’ bellissimo…non pensavo che…- si blocca e posando il vestito fine e corto, ma
semplice di uno stupendo e ricercato azzurro mare, dalle ricamature di un tono
leggermente più scure, su di un letto; poi prende tutti i vestiti e gli sparge
sui letti, svuotando pure i cassetti.
Vedo
le due guardare tutto con occhi persi.
Cos’avranno
che non va i miei vestiti?
Troppo formali? Troppo brutti? Troppo maschili?
<<
Wow…>> sento dire questa volta dalla mora, indicando un completo di gonna
e giacchetta in seta coordinato a una camicetta e calze di un grigio perla,
tutto ricamato.
<<
Hai davvero dei vestiti favolosi,e così femminili! >> riprende Milly.
La
ringrazio rossa.
<<
Comunque quel mucchietto lì di fianco a te è merito tuo Milly, non tuo >>
specifico subito.
Lei
diniega.
<<
Si, ma non il resto escludendo quello che abbiamo comprato oggi. Che arsenale! >>.
Non
sono abituata a dei complimenti così sinceri per delle cose come i miei gusti
in fatti di vestiti o altro, soprattutto non dopo tutte le loro critiche.
Mi
mordo agitata l’interno guancia.
Dopo
che si sono riprese tirano fuori anche i nuovi acquisti e formano delle
combinazioni per i giorni successivi e naturalmente anche per il fatidico 25
novembre.
La
sola data mi mette agitazione.
Mai
stata così.
Neanche
alle prime dei concerti!
Poi
un idea malsana e infantile mi sale alla mente, ma perché non tentare?
<<
Perché non li indossate e sfilate? >> propongo a entrambe.
<<
Come? >> chiedono in coro quasi.
<<
Oggi ho sfilato io, ora tocca a voi! >> e incoraggiandole gli passo i
vestiti.
E
ci divertiamo così, a sfilare e vestirci in tanti modi diversi, ridendo e
scherzando, interpretando quello e quell’altro attore del cinema e
snobbandolo.
E
tra una risata e l’altra scatto tante bellissime foto ricordo.
Poi,
verso la mezzanotte abbiamo stanche rimettiamo tutto a posto ci buttiamo su di
un letto e sfogliamo i miei numerosi album di foto.
Adoro
farle.
E’
una mia grande passione, infatti tiro fuori nuovamente la piccola macchinetta e
ci immortalo.
Poi,
a un’ora imprecisata del mattino smettiamo e andiamo a letto, per qualche ora
di sonno prima di andare a scuola.
“E’
stata la giornata più bella al mondo” penso, prima di addormentarmi con il
sorriso sulle labbra.
POMERIGGIO
SEGUENTE
Svincolo
correndo a destra, poi a sinistra.
Evito
miracolosamente di franare addosso ad un signore con una scatola in mano, tiro
un sospiro di sollievo, per poi continuare a darmela a gambe.
Sento
il telefono che mi squilla.
Controllo
il mittente.
Bibi.
Una
volta ci casco ma due no!
Mica
sono così fessa!
Ripongo
il cellulare.
…
<<
Ahi! >> mi lamento toccandomi il sedere appena sbattuto a terra.
<<
Tutto bene…Sharon?>>.
Alzo
dolorante la testa per vedere contro cui mi sono scontrata.
<<
Sly! >> lo chiamo per nome sorpresa.
Ricambia
guardandomi perplesso, porgendomi una mano.
Non
faccio in tempo a dire una sola parola che mi sento chiamare da Milly.
Mi
volto e la vedo correre verso di me.
Mi
rialzo in un secondo e corro via.
Mi
fermo solo quando sono senza fiato, sul retro del centro commerciale.
<<
Fiuuu, c’è mancato poco…>> mormoro girandomi verso il parcheggio a occhi
chiusi, come a dissimulare la fatica, per poi riaprirli su uno Sly alquanto
divertito.
<<
Mi hai seguita? >> gli chiedo sconcertata.
No,
ti prego, fa che non abbiano corrotto pure lui!
<<
Affatto, mi hai trascinato per mano >> e come a dimostrare la cosa alza
la sua mano nella mia.
<<
E poi, io non inseguo ma mi lascio inseguire! >> e mi fa l’occhiolino.
Se
posso scompaio.
Anzi,
accade, sotto il rossore d’imbarazzo delle mie guance.
Alla
mia reazione scoppia a ridere, mentre io cerco di ricompormi pregando di
smetterla.
<<
Ok, scusa ma dovevi vederti e …>> gli lancio un’occhiataccia e non
finisce ciò che voleva dire e riscoppia a ridere.
Sbuffo
e lasciando la sua mano faccio per andarmene, ma mi blocca girandomi verso di
lui.
<<
Sbaglio o stavi scappando da Milly? >> mi domanda già sapendo la
risposta.
Gli
piacciono le sicurezze…
Assentisco
stanca.
<<
Questa volta lei e Dayane mi hanno obbligato a comprarmi le scarpe >>
mormoro traducendo a voce alta un mio pensiero personale.
<<
Questa volta? – mi guarda tra il dispiaciuto e il divertito – poverina…>>
e allunga una mano sul mio volto imbronciato accarezzandomi una guancia.
Lo
guardo sorpresa, non aspettandomi un gesto del genere.
Lo
vedo avvicinarsi pericolosamente al mio viso, facendomi quasi indietreggiare.
Si
piega su di me e mi sorride radioso.
<<
Dato che mi hai fatto tuo complice, posso invitarti a fare merenda con me a
Vlad’s Pizza, o anche in un altro posto, come preferisci tu?>>.
Ricambio
il sorriso.
In
effetti ho un certo languorino allo stomaco.
<<
Non chiedo di meglio. Adoro la pizza >> e divertita lo spingo verso il
parcheggio in una direzione a caso.
Lui
tranquillo mentre lo spingo gira e ci dirigiamo verso la sua auto.
Peggio
di due bambini.
Non
so come faccia, ma appena lo guardo un suo sorriso mi fa tornare su l’umore.
E’
davvero particolare ma tanto simpatico.
Penso
ciò mentre comportandosi da cavaliere mi apre la portiera, per poi farmi
accomodare in macchina.
Poi,
in breve gira l’auto e si unisce a me nell’abitacolo.
La
scruto interessata, mentre fa retromarcia.
Adoro
la sua auto è semplice, una normale, non sfarzosa e lussuosa come quella di
mio fratello e dei miei amici.
A
me piacciono le cose semplici, vere…
<<
Che gusto?>> mi chiede all’improvviso interrompendo il silenzio rotto
esclusivamente dalla radio.
<<
Margherita : semplice e leggera, ma gustosa come non mai >> mi perdo nei
miei pensieri.
Chissà
se ha Russell piace la pizza…
<<
Ti facevo più complessa >> parla fermando l’auto e scendendo.
Faccio
lo stesso e porgendomi il braccio lo prendo, avviandoci nel famoso locale.
Mi
apre galantemente la porta, cedendomi il passo.
<<
Buffone >> lo riprendo divertita.
Mi
fa un esagerato inchino, togliendosi il cappellino portato a repper.
<<
Cappellaiomatto al suo servizio Alice >> parla guardandomi giocoso.
Poi
si rialza e ordina, come se niente fosse.
Come
se tutto il locale non ci fissasse come due scemi.
Ci
siamo fatti riconoscere.
Beh,
meglio così!
<<
Asporto >> dico al commesso che ci serve, prendendo i soldi e affiancando
Sly che voleva offrire.
<<
Non ti azzardare o ti mando in pasto alle due maniache di moda! >> mi
minaccia sicuro di sé.
<<
Ricattatore! >> lo riprendo afflitta.
<<
Ricorda: un’ Alice alta come un puffo non può nulla contro di me >> e
detto ciò si allunga e paga al posto mio, troppo basso il mio braccio per
raggiungere perfettamente il commesso al di là della merce esposta.
Lo
guardo offesa, mentre il commesso se la ride sotto i baffi e Sly esce aprendomi
come prima la porta, cedendomi il passo.
Cammino
pesantemente con cipiglio alterato.
<<
Non fare la bambina: ti invito io e offro io >> e mi batte giocosamente
il cartone dei nostri pezzi di pizza sulla mia capoccia.
In
cambio gli faccio la linguaccia imbronciata.
Lui
ride per andare verso la macchina, ma lo prendo per la maglia e lo trascino
verso la direzione opposta.
<<
Dove vuoi andare? >> mi chiede curioso.
<<
Per di là se non erro c’è un parco meraviglioso >> affermo insicura, ma
dopo pochi metri trovo quel che cercavo.
Questa
volta sono io che lo invito a sedersi su una panchina all’ombra di una quercia.
Così
ci sediamo e ci guastiamo la nostra merenda.
Io
nel mio angolo e lui stravaccato sul lato opposto con nel mezzo il cartone.
Poi
quando finiamo mi alzo e lo vado a buttare, torno indietro e quando sto per
rimettermi nello stesso punto di prima seduta, Sly mi prende per un braccio e
mi tira verso di se, facendomi planare sulle sue toniche gambe.
Lo
guardo rossa in volto e sorpresa.
La
vicinanza mi rimanda l’odore del suo dopobarba.
Buonissimo…
Immergo
il mio sguardo nel suo liquido e lucido.
L’ho
visto solo una volta così e le conseguenze…
<<
Ma non ti è venuta sete con quelle acciughe? >> chiedo stupidamente la
prima cosa che mi è passata per la testa.
Tutto
pur di impedire le conseguenze che non voglio.
Assolutamente.
<<
Si, ne ho molta >> afferma sempre con il solito sguardo.
Non
sono riuscita a distrarlo.
Il
suo fiato caldo sfiora il mio volto.
Il
suo profumo mi inebria i sensi.
Sento
lo stomaco attorcigliarsi e i battiti del mio cuore cambiare.
Le
mani mi sudano fredde e…
Sento
un suo braccio posarsi sulla mia schiena e una mano sul mio mento.
Due
carezze diverse ma così uguali.
Socchiudo
gli occhi perplessa delle sensazioni così strane e nuove, a quei gesti così inconsueti
per me.
Poi
accade all’improvviso come la prima volta.
Le
sue labbra toccano le mie…
Spoiler
“La sua mano dietro di me sale e accarezza i miei
capelli affettuosa e curata, mentre quella sul mio collo scende verso un mio
fianco.
Me lo stringe leggermente e un pensiero mi fa tornare
alla realtà.
Russell.
Un nome e la magia bizzarra del momento si rompe.
Il mio stomaco si scioglie e il mio cuore rallenta i
battiti, e le mie mani da abbandonate in grembo prendono vita e fanno
resistenza per allontanare Sly.”
Angolino autrice
A breve poterò una one-shot su Sharon, che spiega
meglio il rapporto con la madre, e l’affettività dei fratelli con lei, insomma,
i legami, e ciò che prova da sempre.
Spero che leggerete anche quella su Russel propostavi!
Chiudo
gli occhi inconsciamente, come quando recitavo con Kaelan.
Ma
ora è tutto diverso.
Nulla
è forzoso, non è un obbligo.
Le
sue labbra sfiorano timide le mie immobili.
Le
accarezza incessantemente.
La
stretta alla schiena mi obbliga ad avvicinarmi di più lateralmente contro suo
busto.
La
sua mano dal mento scende al collo.
Mi
vengo i brividi non appena sento che me lo sfiora accarezzandolo.
Io
continuo lo stesso a rimanere una statua di pietra.
Le
sue labbra in risposta si fanno più audaci.
Poderose
e passionali, sono gli aggettivi più giusti.
Tentano
di aprire le mie labbra.
Quando
lecca le mie due strisce di carne rossa, si aprono automaticamente come se
avesse detto quel “apriti sesamo” di Alìbabà.
E
lì senza pensare, il mio corpo risponde alla mia testa scollegata che impone “all’immobilità”
un cambio di programma.
Rispondo
a quel bacio, mentre la mia testa è svaporata.
La
sua mano dietro di me sale e accarezza i miei capelli affettuosa e curata,
mentre quella sul mio collo scende verso un mio fianco.
Me
lo stringe leggermente e un pensiero mi fa tornare alla realtà.
Russell.
Un
nome e la magia bizzarra del momento si rompe.
Il
mio stomaco si scioglie e il mio cuore rallenta i battiti, le mie mani da
abbandonate in grembo prendono vita e fanno resistenza per allontanare Sly.
Ma
non ci riescono.
L’unica
cosa che ottengo è un leggero morso sul labbro inferiore, che mi crea un
piacevole brivido lungo la schiena, al quale rispondo con una specie di
lamento, soffocato dalle sue labbra.
Alla
fine si stacca, e mi guarda spiazzato, mentre io ricambio con uno che non è
mio.
Uno
sguardo opaco e perso in qualcosa di sconosciuto, probabilmente.
<<
Perdonami…io…>> non finisce che mi accarezza il volto.
Lo
guardo come se non lo vedessi, con le labbra in fiamme e un qualcosa di
smanioso dentro.
<<
Il 25 prossimo ti andrebbe di andare a Reinstation? >> mi chiede di
getto, serio.
A
quella data e nome mi sveglio quasi dal torpore, riuscendo a squadrarlo meglio.
Penso
di capire come si sentisse la povera Alice in Wonderland…
Confusa,
disorientata della realtà che sembra arrivare filtrata da un velo colorato.
Alla
data ricollego un volto e quel qualcosa dentro aumenta improvvisamente.
Ingoio
con la gola secca da quella sensazione vogliosa di qualcosa, che mi fa stare a disagio.
<<
Sharon, tutto bene? >> mi chiede preoccupato, mentre lo guardo tra delle
nebbie sconosciute di una nuova sensazione altrettanto sconosciuta.
<<
Ho già un altro impegno per quel giorno – faccio una pausa non riconoscendo la
mia voce, nè tanto meno il filone dei miei pensieri che ho nella testa. E’ come
se fossi uno spettatore e vedessi dall’esterno tutta la scena,e non è delle migliori
– Se vuoi però domani sera si può fare. Io e i raga andiamo allo Star Bowling,
mi piacerebbe che ti unissi a noi…>> lascio in sospeso la frase, mentre
osservo le sue espressione.
Da
deluso a sorpreso, con una luce di speranza dietro a tanta luce negli occhi.
Ingoio
a vuoto mentre assentisce, e propone di riportarmi a casa.
Dice
che è tardi.
Osservo
vacua il cielo.
Ormai
è già sera.
Mi
sollevo dalle sue gambe, e mi avvio nella giusta direzione.
Lui
mi affianca prendendo una mia mano nella sua, baciandone il palmo, per poi
riabbassarle unite.
Mi
sento così strana.
Questa
non sono io.
Che
mi succede?
Perché
non riesco a reagire?
Perché
mi sento così strana?
Prima
calda e piena di energia e impulsi, ora così svuotata e debole.
Per
tutto il viaggio in macchina non faccio che imbastirmi dubbi su dubbi.
Quando
arriviamo sotto casa, mi accompagna al portico.
Lo
guardo ancora scombussolata.
Lui
mi sorride dolce, con quella luce particolare negli occhi e si abbassa.
Mi
sfiora le labbra per poi regalarmi un bacio seducente come prima, forse anche
di più ma di breve durata, poi mi fa un buffetto sulla guancia e mi lascia.
Lì
come una sciocca lo guardo andare via.
Come
una statua priva di vita.
Entro
in casa come un automa senza dare ascolto nè a mio padre nè tanto meno a mio
fratello.
E’
come se non li sentissi.
Mi
dirigo in camera e mi butto sul letto stanca e priva di forze.
Il
cuore che mi batte all’impazzata di nuovo mi fa da ninna nanna, mentre cerco di
non pensare a quel qualcosa che mi da fastidio nello stomaco e si distribuisce
come una scarica in tutto il mio corpo.
Che
cosa mi sta succedendo?
Non
faccio in tempo a pensare a altro che sto già dormendo, priva di forze e senso
della realtà.
***
Questa
mattina è ancora peggio di ieri sera.
Mi
sento ancora imbambolata e strana.
Gioco
come fossi una bambina con i cereali che galleggiano nel mio latte.
Due
volti di due persone completamente opposte mi si stagliano davanti.
Sly,
alto dalle sfumature piuttosto chiare, chiacchierone e sportivo ma anche alla
mano, mentre l’altro, Russell così imponente e misterioso, ha un non so che da
tenebroso e accattivante, ma soprattutto è molto più grande di me, mentre
l’altro ne ha solo tre anni più di me o poco meno.
Sospiro
vuota e piena allo stesso tempo, preda della confusione che mi si aggira in
testa.
Mi
sento scuotere e vedo che è mio fratello.
<<
Ehi sorellina, tutto bene? >> lo sento chiedermi preoccupato.
<<
Alla grande >> mormoro riprendendo a mangiare.
Mi
fissa probabilmente arcigno, fatto sta che mi avverte che mi porta lui a
scuola.
Assentisco,
per poi prendere le mie stoviglie e metterle in lavastoviglie.
Oggi
non ho alcuna voglia di lavare a mano.
Da
quanto sono distratta potrei combinare qualche pasticcio!
Poi
prendo la cartella e filo subito verso il garage, passando di dentro, per poi
salire direttamente in macchina e aspettare mio fratello.
Il
viaggio è talmente breve a mio avviso, che spavento veramente Justin.
Lo
vedo sporgersi verso di me e appoggiare le sue labbra sulla mia fronte.
Poco
dopo si stacca e mi guarda con un espressione indecifrabile.
<<
No, non hai la febbre…>> inizia, ma non lo lascio finire che lo saluto e
scendo.
Raggiungo
il mio gruppo di amici, e i loro saluti allegri li ricambio con un espressione
vacua e uno smorto “ giorno ” da far preoccupare pure loro.
Beh si certo, tutti tranne le mie due amiche.
Noto
che Sly manca.
Non
so se esserne sollevata, oppure no.
Mi
sento così confusa…
<<
Ehi, che faccia…successo qualcosa? >> mi chiede Martin, superando Drew.
Non
faccio in tempo a rispondere che mi sento sfilare la cartella dalla spalla e
passarmi un braccio attorno alle spalle.
Due
secondi dopo Sly è ha darmi un casto bacio sulle labbra.
Lo
guardo rossa inviso, sotto il suo sguardo luminoso e di buon umore.
<<
Buon giorno Sharon >> il suo saluto mi arriva alle orecchie carezzevole,e
mi sento tutta sottosopra, svegliandomi finalmente almeno un po’.
Il
gruppo ci osserva ammutoliti.
Poi
il mio corteggiatore mi prende per mano, e con la mia cartella su di una sua
spalla mi incoraggia a precedere in classe, lasciando gli altri lì impalati
come statue.
Quando
siamo davanti all’aula, mi da un bacio diverso da quello di prima, perché è un
vero bacio.
Appena
sentiamo che qualcuno alle nostre spalle si schiarisce la voce, ci stacchiamo e
mi saluta, mentre io entro in classe, con il cervello pieno d’acqua e con
dentro un pesciolino che si sta chiedendo solo una cosa “CHE COSA STA
SUCCEDENDO?!”.
Le
altre passano veloci, senza che me ne accorga è già l’ora del pranzo e Sly è
di nuovo al mio fianco. Quando stiamo per svoltare verso la mensa mi fa invece svoltare
verso un altro angolo e ci ritroviamo dopo poco a varcare la porta per il
cortile.
E
in me che non si dica mi ritrovo addossata al muro con Sly a baciarmi, e io persa
chissà dove…
Mi
sento così strana, la testa svaporata.
Le
sue calde e morbide labbra giocano con le mie.
Mi
mordono, mi leccano le labbra.
Non
posso fare a meno di lasciarlo fare, mentre lui avanza e riduce la nostra
distanza a zero, addossandosi a me.
Sento
il suo corpo a contatto col mio.
Anche
sotto il maglione.
Sento
i brividi invadermi ovunque, e tanto calore, ma anche uno strano vuoto allo
stomaco.
Poi
all’improvviso si stacca.
Apro
gli occhi e come Sly fisso Milly e Dayane: sorpresa.
<<
Sly, se continui così le finirai le labbra, e dopo come fa a lamentarsi di noi?
>> Dayane rimprovera Sly, come fosse un bambino piccolo.
Io
invece mi sento soffocare dall’imbarazzo.
<<
Meglio, no? >> risponde divertito facendomi l’occhiolino una volta
ripresosi il morettino.
Lo
guardo con due occhi da pesce lesso.
Lui
mi si riavvicina e mi fa una carezza trai capelli.
Lo
vedo protendersi per baciarmi ancora, ma Milly si frappone tra noi due e gli da
una spinta, urlandogli contro un “ e basta!”.
Lui
la fissa male, non capendoci quanto me.
Poi
entrambe mi prendono per un braccio e mi trascinano all’interno dell’edificio,
sconvolta, sotto lo sguardo attonito dell’altro.
Mi
lasciano andare solo nei bagni femminili, dopo essersi richiude la porta alle
spalle.
<<
Che è sta storia di tu e Sly? >> mi chiedono all’unisono sorprendendosi a
vicenda.
Io
in risposta scoppio a ride.
Una
lunga e bassa risata che mi aiuta a sfogare, tutto ciò che mi stavo portando
dal giorno precedente, per poi terminare con le lacrime agli occhi,e le mani
nei capelli.
Subito
mi raggiungono abbracciandomi.
<<
Calma su, che cos’hai? >> mi chiede la bionda massaggiandomi la schiena,
mentre l’altra mi passa un pezzo di carta igienica per asciugarmi gli occhi.
Mi
ricompongo un minimo e inizio, e alla fine del racconto della precedente
giornata non posso che concludere in un unico modo.
<<
Non so che mi accada. Lo guardo e mi scombussola, mi bacia e mi fa sentire
strana e…e…mi fa impazzire, non in senso positivo, cioè, mi…manda in tilt tutto
il sistema del pensiero, cancella la mia razionalità, chiude il botteghino della
mia testa! >> finisco alterandomi per il disagio e per molto altro.
<<
Che cosa mi sta succedendo? >> le guardo smaniosa di poter tornare
normale.
<<
Sei confusa…molto…>> inizia Milly.
La
guardo perdendomi nei suoi occhi, come a cercarvi uan risposta.
<<
Ti piacciono >> .
<<
Come? >> chiedo a Dayane, non avendo spero capito il senso di ciò che ha
appena detto.
<<
Ti piacciono entrambi in modo diverso. Da come ne parli, sembra che Russell ti
piaccia in modo particolare, come se fosse un frutto rosso e succulento. Come
il pomo di Adamo della storia biblica …>> mi spiega la bionda
ipotizzando, mentre fissa il vuoto.
<<
Mentre Sly è qualcosa di più in regola, simile a te, più affine in un certo
senso e più abbordabile sotto tutti i sensi. Un tipo che sai prendere. E’ il
frutto alternativo a quello proibito >> finisce Milly al posto
dell’altra.
<<
Ma chi è che sceglierai? >> mi chiede Dayane esprimendo questo suo
pensiero, mentre l’altra lo pensa e basta probabilmente, vista la sua
espressione.
Mi
passo una mano trai capelli e inizio a fare su e giù per la stanza,
scompigliandomi più volte i capelli.
<<
Voi credete che mi piacciano entrambi? >> gli chiedo di sfuggita.
Non
faccio caso ai loro segni di assenso con la testa.
<<
Forse è il caso che chiarisca con lui, si insomma con Sly, per dirgli che sono
insicura e che non so cosa mi prenda e …>>.
<<
NO! Faresti peggio! E’ quando un ragazzo ci circuisce di più, restringendo il
tuo campo d’azione! Non scherziamo! >> esordisce Milly, assordendo me e
l’altra nella piccola stanza.
<<
Ok…e allora che fare? >> chiedo aumentando la lunghezza delle falcate.
<<
Ciò che puoi fare è sbrigarti a scegliere e far sapere all’altro, magari con una
dimostrazione pratica che non ti interessa..e >>.
Interrompo
Dayane sorpresa, forse non avendo capito bene ciò che sta dicendo a macchinetta.
<<
Tu credi che Russell sia interessato a me?! >> sbotto arrossendo.
<<
Ne siamo assolutamente convinte, perché sennò venire con così tanta insistenza
qua a scuola? >>.
<< Ma…>>.
<<
Niente ma, è così e tu sei troppo ingenua…>> si tocca il mento, poi
guarda Milly.
Le
fa un cenno e prendendomi come prima andiamo a mensa.
Tranquillamente
raggiungiamo il gruppo, mentre sedendomi di fianco a Sly non posso che
chiudermi in ermetismo ossequioso, rotto solo ore più tardi alla lezione di
francese da una vibrazione del mio cellulare, segno che un nuovo messaggio era
arrivato...
Spoiler
Le
fisso come se fossero formiche.
Sta
nuova generazione, sveglia…e impicciona!
<<
E allora? >> faccio finta di nulla.
<<
Allora se hai un minimo d’interesse per la nostra amica fai del tuo meglio!
Perché è piuttosto succube di Sly! >> mi illustra la morettina.
<<
E da cosa lo dedurresti che mi interessa? >> replico falsamente.
Alzano
allunisono un sopracciglio.
<<
Ma per chi c’hai prese? >> chiede la bionda.
Queste
due sono peggio delle sanguisughe.
Non
si staccano finchè non ti hanno levato fino all’ultima goccia di sangue e se
provi a staccarle sono anche peggio!
zia_addy: Grazie
tesora!!! Quel tuo amico castigalo per quello che ha fatto al tuo adorato pc! Io
cm minimo lo farei U.U !!!Trovati altri errori nel nuovo chappy ç_ç ??? Spero
di meno, l’ho revisionato per la prima volta nel pomeriggio! Sper di essere
stat più sveglia delle una di notte!!! XP, ma sempre unna pasticciona rimango!!!
KISSES!!!
kiarina95: Nuuuuu,
cm te la leghi? *me fa le valige e scappa all’estero per paura di uan repicca*
- No dai scherzo XP! Sono contenta che la one-shot “Finestra chiusa” ti sia
piaciuta. L’avevo scritta per un challenge e mi son detta, perché non spoielare
anche qui? E l’ho fatto!!! XP! A breve metterò quella di Sharon!!!KISSES!!P.s.
vedrai nel prossimo capitolo cosa succederà tra Slye Russell U.U o almeno
credo…se non diventerà troppo lungo XP!!! A presto!!! BESOS!!!!!
Capitolo 18 *** Trai due litiganti...le due amiche complottano! ***
18
Angolino autrice:Scusate
l'enorme ritardo ma il lavoro mi sta succhiando le energie e il mio stage si è
allungato perchè sono un'inguaribile masochista che
ama alzarsi all'alba durante le vacanze estive e sgobbare per la bellezza di 7 ore giornaliere, solo per imparare il proprio mestiere!
Si, quindi...portate pazienza che tra una pausa pranzo e
l'altra...sto scrivendo i chappy!
BUONA LETTURA!
18. Tra i due litiganti… le due amiche complottano!
POV
LOUREN
Un’altra lunga occhiata proveniente da due occhi celesti mi trafiggono la testa.
Continua
a fare finta di nulla, mentre io mi rigiro nuovamente agitata sulla sedia.
Osservo
l’ora.
20:30.
A
momenti arriverà Sly.
Che
fare?
E
in che guaio mi sono cacciata?
Ingoio
agitata levando di mano il bicchiere di vodka a Ruth, e ne bevo un lungo sorso
ammutolendo tutta la combriccola seduta attorno ame
al tavolino.
<<
Che c’è? >> chiedo con la voce alterata e di due ottave più alte in
confronto alla mia normale voce.
Ruth
mi fissa ancora a bocca aperta, mentre Michael, Françis
e Blaster mi fissano come se fossi una cavia da
laboratorio, quasi soddisfatti del loro lavoro.
Da
Bibi ricevo solo l’ennesima occhiata impossibile.
Accavallo
nuovamente le gambe nel verso opposto e mi stringo i bracci attorno alle
spalle.
<<
Toh, l’abbiamo portata sulla cattiva strada >> enuncia frivolamenteBlaster.
<<
Ci puoi giurare fratello! >> ricambia Michael dando una pacca alla spalla
dell’altro.
Françis
pare piuttosto compiaciuto da altro.
<<
Finalmente la brava bimba si diverte e sgarra!
>> si aggiunge il moretto.
Come
non detto.
Ruth
si riprende ma fissa sconcertato il suo bicchiere.
<<
Pregate che non lo venga a sapere Justin o siete morti e lei agli arresti
domiciliari >> risponde il ragazzo, togliendo lo sguardo pensieroso dalla
sua bevanda e finendola.
<<
Come se già non lo fosse…>> si inserisce Bibi
fissandomi ancora in quel modo petulante e fastidioso.
Intanto
quel “ arresti domiciliari” mi rimbomba nella zucca
vuota ormai da due giorni.
<<
Ma si! >> dico a voce alta entusiasta alzandomi
di sana pianta e guardando Ruth come la mia salvezza.
<<
Sei un genio! >> gli dico andandogli incontro e abbracciandolo.
<<
Piano che mi strangoli! >> replica divertito.
Poi
mi sporgo verso il tavolino e prendo il telefonino corro fuori dal locale a
telefonare amio fratello maggiore.
Uno
squillo…
E’
l’unica soluzione per uscire da questo pasticcio.
Due
squilli…
Devo
giocare questa carta altrimenti non avrò scampo…
Tre
squilli…
Se
ne esco viva prometto che non guarderò più un ragazzo e mi dedicherò solo a
casa, studio e lavoro! Giuro!
Quarto
squillo…
<<
Successo qualcosa? >> la voce di Jazz apprensiva mi risveglia da quelle
considerazioni.
<<
Si…cioè no…perché tu e la tua ragazza non ci raggiungete? >> gli chiedo
supplicante.
Dall’altra
parte sento silenzio.
<<
Sicura che non sia successo nulla? >> ritenta.
Egoisticamente
ritento a convincerlo ma qualcuno mi sfila il cellulare e riattacca la
conversazione.
Mi
volto e vedo Bibi.
<<
Non guardarmi così >>.
<<
In che altro modo dovrei guardarti? >> si difende l’altro.
<<
In tutti i modi tranne che questo! >> gesticolo agitata sempre più.
Ha
intercettato il mio unico piano di salvezza, accidenti!
Ora
come me la sbrigo?
Se
solo ripenso a cosa mi hanno condannato quelle due…
Una
leggera vibrazione si fa sentire nella tasca del pantalone.
Aspetto
che il professore si giri alla lavagna per scrivere, che lo recupero e messo
nell’astuccio controllo il messaggio.
Leggo
chi me lo ha mandato.
Russell.
Divento
una statua per un momento per poi sentire uno starno calore al volto e una strana
voglia di prendere e correre senza fermarmi, ovunque pur di non stare ferma e
leggere quel messaggio.
Sono
così agitata.
Ingoio
il magone nell’attesa di farmi coraggio e apro il
messaggio.
S.O.S.
Un bevitore incallito si sta chiedendo se la giocatrice
di basket provetta, questa sera sarebbe disposta a salvare l’alcolizzato dalla
noia e uscisse con lui. Aspetta risposta. Russell.
P.s. Promette di riportare a casa la
signorina sana e sobria, e con mezzo etto in più per un frappè
alla nutella di troppo.
Mi
concedo altre due letture, mentre cerco di non volare sopra la classe per le
ali che penso mi siano spuntate all’improvviso per salire al settimo cielo, per
la felicità.
Poi
un pensiero mi ferma nel rispondere e blocco il pollice, già pronto in posizione
per rispondere.
Ho
promesso a Sly di vederci assieme agli altri questa sera…
Che
faccio?
Non
riesco a dirgli di no.
E
poi era stato così carino l’altro pomeriggio, per non parlare di quanto ci
siamo divertiti a ridere insieme…
<<
Che fai non rispondi? >> mi sussurra divertita Dayane appoggiando il
volto su un mio braccio, fissandomi in volto.
<<
Già, sarà perché cerca di riprendere fiato…guarda lì come è
rossa…>>.
All’insinuazione
di Milly mi mordo un labbro, fermando la mia voglia di risponderle difendendo i
miei motivi, pur di non catturare l’attenzione di tutta la classe su di me.
Poi
all’improvviso mi viene sottratto da quest’ultima il
cellulare e risponde al posto mio.
Spippola sotto lo sguardo divertito di
Dayane e i miei sguardi di terrore.
Io
intanto cerco di riprenderlo, ma Dayane mi incastra
annunciando al professore che mi offrivo come volontaria per tradurre alla
lavagna il testo che stavamo esaminando.
Mi
alzo rigida lanciando un’occhiata di supplica a Milly, per poi avanzare
afflitta alla lavagna.
Povera
me…
Quando
suona la campanella penso sia solo una grazia divina,
ma quando la mora mi porge il telefono sorridente lasciandomi lì imbambolata,
mentre se ne esce di classe con Dayane.
Appena
mi riprendo febbrile cerco il messaggio che gli ha mandato, sicuramente salvato
sulla memoria e lo trovo.
Ciao! Mi offro volontaria a mio rischio.
Vediamoci alle 21:30 allo Star Bowling.
A presto. Un bacio, Sharon.
…
Oh
mio Dio!
Che
cosa a scritto?
Ma
è pazza?
Questa
sera ci sarà pure Sly!
Oh
nonononononono! Non può essere vero!
E
poi quel “Un bacio Sharon?”.
Oddio
che peserà?
Che mi piaccia?
Non
voglio che pensi cose sbagliate…o giuste su di me…?
Mentre
cerco di non svenire esco di corsa dall’aula uscendo
fuori e raggiungendo il gruppo guardando truce le due che appena mi vedono se
la ridono della grossa, ignorando le domande degli altri.
Che
faccio?
Ho
solo altri 45 minuti!
Sono
fritta.
Mi Passo
una mano trai capelli agitata.
Sento
una risata soffocata.
Guardo
male il mio migliore amico.
<<
Che ci trovi da ridere? >> gli chiedo acida come non mai.
A
sentire le mie stesse parole mi sorprendo anche per il tono.
Sto
cambiando, anzi, sono completamente cambiata.
Non
mi riconosco più.
<<
Me la rido sotto i baffi perché non ti avevo mai vista
così agitata per un ragazzo, anzi due! E’ al quanto divertente! >>.
Guardo
preoccupata Bibi.
<<
Ehi…>> inizia avvicinandosi e abbracciandomi.
Soffoco
un sospiro sulla sua camicia inverosimilmente stirata alla perfezione.
Mi
stacco da lui guardandolo arcigna e indicando la sua camicia.
<<
Quella camicia non l’hai stirata tu! Ammettilo! >> lo accusa divertita.
<<
Affatto, da cosa lo dedurresti? >> tenta di convincermi.
Lo
guardo storta, piegando leggermente la testa verso destra.
<<
Ammettilo…>> ci riprovo puntellandogli il petto.
Lui
incrocia le braccia divertito, alzando poi gli occhi al cielo per un breve attimo.
<<
Ok, ok lo ammetto! Ho perso la scommessa con Ruth e me
la sono fatta stirare dalla colf, contenta? >> ammette.
Mi
metto le mani alla bocca e cerco di soffocare le risate.
<<
Questa la racconto subito agli altri. Dovrai adempiere alla
scommessa allora! >> me la rido prima sotto i baffi, poi non riuscendomi
trattenere inizio a ridere di tutto cuore a bocca spalancata.
Era
davvero da tanto che non ridevo così di gusto.
Da
parte sua il rosso digrigna i denti e si sporge verso di me, ma gli sfuggo
correndo all’interno dell’enorme struttura, quando inseguita dal rosso devo arrestare la mia corsa.
O
meglio, l’arresto andandomi a scontrare contro Sly!
<<
Cos’è la nostra unica forma di saluto? >> mi chiede divertito il
tamponato, che mi saluta dandomi un bacio a fior di labbra.
Rimango
ferma come una statua, mentre dietro di me all’improvviso Bibi si schiarisce la
gola facendoci staccare.
Santo
Bibi!
Sly
alza gli occhi da me sul rosso e si scambiano un
veloce saluto orale – troppo freddo per i miei gusti – per poi prendermi per
mano e seguire Bibi verso i nostri tavolini.
Osservo
con la testa altrove la mia mano in quella del morettino al mio fianco.
E’
così grande e calda la sua in confronto alla mia.
A
questo pensiero non posso che sorridere intenerita.
Mi
fa sentire strana questa cosa però mi piace.
E’
qualcosa di inconsapevolmente piacevole.
<<
Oh, era ora! Pensavamo vi foste dati alla fuga assieme, tu e Peldicarota e …>> inizia Blaster
ma si blocca, aggiungendosi al gruppo che sta fissando Sly in
modo…impronunciabile!
Mai
visti così sconvolti.
A
Ruth sembra pure che la mascella gli sia caduta a terra.
<<
Allora, questo è Sly un compagno di scuola si Sharon. Sly, da destra ti
presento il mio gemello Michael, poi Françis, Ruth e
quel deficiente lì èBlaster
>> presenta con fare arcigno e dispregiativo l’ultimo da lui elencato per
via di quel “Peldicarota” che non gli era mai
piaciuto.
<<
Piacere >> risponde educato Sly, sporgendosi a stringere la mano degli
altri.
Non
appena si mette a sedere mi fa sedere sulle sue gambe,
facendomi sprofondare nell’imbarazzo sotto le occhiate dei miei amici.
Il
silenzio viene rotto da Bibi che finge di scrutare con
attenzione l’ora dal suo costoso orologio, e annunciare al gruppo che gli altri
a momenti arriveranno.
<<
Gli altri? >> chiede Françis.
<<
Le ragazze e Russell >>.
Subito
divento pietra.
Sly
sembra notarlo vista l’occhiata che mi lancia.
Non
posso fare nulla, solo aspettare gli eventi e resistere a quell’occhiata
inquisitoria.
<<
Ehilà gente! >>.
Al
suono di quella voce dai toni bassi e flessuosi, alzata di qualche tono più del
normale da farsi sentire da noi, mi cattura inesorabilmente.
Mi
giro verso di essa e immergo lo sguardo in due pozzi d’oblio.
Russell.
POV
RUSSELL
Batto
ritmicamente il piede sinistro sul posto, al suono della musica ovattata che
sento provenire dall’interno dell’edificio che mi staziona
davanti.
Lo
Star Bowling, un rinomato pub dotato si sale da bigliardo, bowling e sezione
sala giochi.
Aspiro
un tiro dalla mia immancabile sigaretta e mi osservo attorno.
L’esterno
è composto da delle sedie messe qua e là a
gruppi nell’immenso finto giardino/parcheggio macchine.
Non
c’è quasi nessuno fuori, apparte qualche sporadica coppia persa in effusioni.
Faccio
un altro tiro e butto a terra il filtro, spegnendolo.
Prima
ancora che possa fare un passo e entrare per rivedere
quell’angelo in terra, vengo fermato da due ragazzine che mi si mettono
davanti.
<<
Ciao! >> mi salutano contemporaneamente.
Ricambio
cercando di capire dove le ho già viste.
Mi
gratto perplesso il pizzetto sperando di tutto cuore che non siano delle mie ex
avventure notturne.
Non
voglio che Sharon mi veda con due del genere.
Faccio
per spostarmi ma due ragazzi mi si parano davanti, ma sempre dietro di loro.
<<
Noi vi aspettiamo all’entrata, fate veloci >> e detto ciò i due
spilungoni si avviano.
Allora
mi fermo, non capendoci nulla.
Poi
come un fulmine le indico.
<<
Ma si, voi siete delle amiche di Sharon! >>
enuncio con enfasi, facendo la figura dell’idiota.
Al
solito non riesco mai a inquadrare le persone.
Accidenti!
<<
Esatto! Avremmo da dirti due cosine…>> inizia la mora.
<<
Riguarda Sharon >> finisce la bionda.
Mi
faccio attento e incrocio le braccia nell’attesa.
<<
Questa sera siamo in gruppo, non starete soli >> riprende la mora.
No!
Ma come?
Beh,
in effetti è piuttosto comprensibile…
Vorrà
dire che ci lavorerò su.
<<
E quindi? >> la incoraggio a continuare.
<<
Beh, oltre al migliore amico, uno rosso che le sta sempre appiccicata di cui
non devi preoccuparti e poi c’è un morettino invece che le sta appiccicato per
altri ben motivi >> sottolinea.
Faccio
lo gnorri.
Un
minimo di orgoglio ce l’ho pure io!
E
che cavolo!
Ma come
fanno sapere che sono interessato alla loro amica?
E
poi chi è il morettino che la punta?
…
Faccio
schioccare la lingua in segno di diniego.
Sto
perdendo tempo edevo entrare!
Le
fisso come se fossero formiche.
Sta
nuova generazione, sveglia…e impicciona!
<<
E allora? >> faccio finta di nulla.
<<
Allora se hai un minimo d’interesse per la nostra amica
fai del tuo meglio! Perché è piuttosto succube di Sly! >> mi illustra la morettina.
<<
E da cosa lo dedurresti che mi interessa? >>
replico falsamente.
Alzano
allunisono un sopracciglio.
<<
Ma per chi c’hai prese? >> chiede la mora.
Queste
due sono peggio delle sanguisughe.
Non
si staccano finchè non ti hanno levato fino all’ultima goccia di sangue e se
provi a staccarle sono anche peggio!
Così
alzo le spalle arrendevole, come a voler dire di lasciare stare, poi punto lo
sguardo all’entrata.
<<
Succube in che senso? >>.
Non
posso farne a meno di chiedere.
<<
C’è che è talmente addormentata che si lascia far fare
tutto >>.
<<
Prego? >> chiedo preoccupato di quel “tutto”.
Loro
mi guardano male, storcendo la bocca in sincrono.
Ma che
sono due orologi svizzeri o due gemelle?
<<
…Ma che vai a pensare con quella faccia?! >>
esordiscono scandalizzate.
Sospiro
di sollievo.
Che
avevo pensato!
La
loro indignazione è un magnifico diniego ai miei brutti pensieri!
<<
A quello che pensavate voi! >> ribatto avviandomi con loro.
Poi
mi giro un attimo soffermandomi a guardarle.
<<
Ma a voi cosa ne va? >>.
Nessuno
aiuta mai qualcuno per niente.
Ne
sono assolutamente sicuro.
<<
Lo facciamo per lei, perché è la cosa migliore >>.
Guardo
intensamente la morettina che ha parlato.
Qui
gatta ci cova!
O
ha detto una bugia o una mezza verità, non che la cosa
mi interessi, però meglio sempre saperne qualcosa di più.
Beh,
poco male ora ho cose più importanti da fare.
Mi
sistemo il colletto della camicia sbottonata e con dietro i due orologi
svizzeri mi avvio dalla mia biondina.
Non
so come ma ovunque potevo guardare e andare, ma i miei piedi e gli occhi
sembrano manovrati da altrui persone e seguono un azione
loro, indipendente da me.
E
la vedo.
Bellissima
racchiusa in quel completino rosso fuoco, con quello sguardo da cucciolo
smarrito.
Unica
pecca è che è seduta su un ragazzone che non mi piace per niente.
Storcio
per un attimo la bocca, e con il migliore dei miei sorrisi do inizio alle
danze.
<<
Ehilà gente! >> saluto il gruppo, incatenando già il mio sguardo in
quello attento e sorpreso di lei.
Sarà
divertente dare una bella lezione a quel moccioso…
ANGOLINO
RECENSIONI:
Moon Hunter: Tesora mia! Ciao! Ben tornata ! Non
leggere tutto di seguito che dopo mi ci vedi doppio! XP! Spero che il capitolo
con il rientro di Russell…ti abbia come dire…fatto felice in parte, perché sarà
nel prossimo in cui Sly BEEEEEEEEEEEEEP e Russell BEEEEEEEEEEEEEEEP! Attenta
agli aggiornamenti ^_^! UN mega abbraccio!!! BESOS!!!!
Kiarina95:Tesora…quando ho scritto dei ripensamenti di Shaz…che dire mi sonvenuti così…sperò di non averti
mandato la pressione troppo in basso!Mannaggia! Spero col prossimo chappy di risolvertela!Ci mancherebbe altro tu svenuta per
un soliloquio pasticcione! ^_^ Approposito di battaglie…prepara lo striscione!!!!!! Alla prossima! Un mega abbraccio anche a te! BESOS!!!