WHEN THE MOON MEETS THE SUN

di Ransie88219
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The beginning ***
Capitolo 2: *** You, me and our friendship ***
Capitolo 3: *** Anche quando arrivano le nuvole, il piccolo Sole splende ***
Capitolo 4: *** Cupido da le dimissioni ***
Capitolo 5: *** La Luna viena abbagliata dal Sole ***
Capitolo 6: *** La Luce che attira le falene ***
Capitolo 7: *** Un maschiaccio senza speranze o guai in vista? ***
Capitolo 8: *** La Pulce alla riscossa ***
Capitolo 9: *** Ma perchè la volpe deve sempre essere più furba del gatto? ***
Capitolo 10: *** Bacio rubato ***
Capitolo 11: *** When the Moon meets the Sun ***
Capitolo 12: *** Rospo e Mostriciattolo: che nemesi! ***
Capitolo 13: *** Dubbi e confessioni ***
Capitolo 14: *** La Luna ha fottuto tutte le stelle! ***
Capitolo 15: *** Pijama Party! ***
Capitolo 16: *** Si salvi chi può! ***
Capitolo 17: *** Cosa succede al mio cuore? ***
Capitolo 18: *** Trai due litiganti...le due amiche complottano! ***



Capitolo 1
*** The beginning ***


Questo primo capitolo lo dedico a Chiara, che mi ha tanto incoraggiata e sostenuta per la stesura di questo chappy

Questo primo capitolo lo dedico a Chiara, che mi ha tanto incoraggiata e sostenuta per la stesura di questo chappy.           

Ecco a voi l’inizio della storia…

 

WHEN THE MOON MEETS THE SUN

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(“Sole di mezzanotte”)

 

  1. The beginning

 

Ore 6.59 a.m.

Guardo fissa la sveglia posata sul mio comodino, sulla mia destra.

La luce che proviene dalla sveglia illumina la mia stanza immersa nell’oscurità.

Sono girata di lato, verso la sveglia, così la luce dei numeri mi batte in volto, ma non mi dà noia, è da circa 1 ora che la sto fissando, ormai i miei occhi hanno avuto tutto il tempo per abituarsi ad essa.

Sbuffo spazientita e agitata.

Sto aspettando le 7 per andare a svegliare papà e il fratellone.

Oh! Sono così nervosa e eccitata!

Oggi sarà il mio primo giorno di scuola!

Non vedo l’ora!

In 15 anni ho sempre studiato a casa, con Justin ( mio fratello ) e con un precettore privato, in quanto i miei impegni lavorativi mi richiedevano molto tempo e non abbastanza e regolarmente tempo libero per poter frequentare una scuola.

In passato avevo provato ma non è andata come speravo, ma da allora è passato tanto di quel tempo.

Mi rattristo un po’ pensando a quel periodo.

“Brutto” e “Doloroso” sono le parole giuste con cui descriverlo.

Ma adesso basta pensare al passato, devo vivere del presente e non del passato!

Sorrido rincuorata da questo auto-incoraggiamento e mi ritorna il buono umore, immaginando come sarà questo mio primo giorno a scuola.

Fantastico! Già lo so!

7.00 a.m.

<< Oh! Era ora .>> sbotto ad alta voce alzandomi dal letto in uno scatto felino.

Esco di camera in camicia da notte e mi fiondo in camera di papà, ma silenziosamente, non voglio che gli si prenda un colpo!

Mi muovo sicura nell’oscurità, raggiungo il grande letto matrimoniale su cui dorme, salgo dalla parte vuota e mi avvicino a lui.

Gli mollo un grande e dolce bacio sulla guancia e gli do il buon giorno, e lo avverto che è ora di alzarsi.

In risposta mi fa una carezzina leggera sulla testa, alza il volto dal cusciono e mi da un bacio sulla fronte e si alza per vestirsi.

Dopo ciò mi alzo e corro in direzione della camera del fratellone, quando vengo richiamata da papà e  mi fermo sulla porta di camera di papà.

Mi giro verso di lui e aspetto che continui.

<< Tesoro, lo sai che giorno è oggi? >>

Lo guardo un po’ stranita a questa domanda.

<< Mercoledì 27 settembre…>> è questa la mia semplice risposta.

Lo guardo in volto, cercando di comunicarli con lo sguardo di continuare, sono davvero curiosa (come sempre) di sapere cosa ci celi veramente dietro a quella domanda.

Mi sorride come di uno che la sa lunga e prosegue << E per tuo fratello sai cosa significa? >>.

Ci penso su un attimo e gli sorrido complice << Sarà una faticaccia tirarlo giù dal letto quel dormiglione >> sbuffo pensando alla fatica caccia che mi aspetta.

<< Se con i soliti trucchetti non riesci a buttarlo giù dal letto, ti do il permesso di trascinarlo giù per le scale e portarlo al piano inferiore >> mi propone papà mentre cerca di mettersi la cravatta.

Mi avvicino e gli lego la cravatta come dovrebbe stare e gli sistemo meglio il colletto della camicia che aveva appena indossato.

Gli sorrido di buon umore.

<< Grazie del permesso, ma…spero non ce ne sia bisogno >> detto ciò corro verso la camera di mio fratello, ma con passo felpatto e …stump!

<< Fantastico >> mormoro frustata per la caduta.

Ti pareva che non cascassi inciampando nei miei stessi piedi.

Mi alzo un po’ indolenzita e apro piano la porta. Quando papà mi passa  accanto mi ricorda che quando trascinerò Justin per le scale, di fargli sbattere bene la testa.

Gli rispondo frettolosamente e senza pensarci, presa troppo dal mio compito.

Mi avvicino lentamente al letto a due piazze.

Quando gli sono di fronte prendo e salto addosso a mio fratello che sta dormendo della grossa, beatamente a pancia in su.

Silenzio. Sento solo il rumore del suo respiro regolare. Nessun suo muscolo si sposta in modo diverso da quello che gli serve per respirare.

Niente, ho ottenuto!

No, aspettate, si sta muovendo!

Come non detto…si è girato e mi ha fatta cadere nella parte vuota del letto e continua a dormire tranquillamente.

Ma dico, gli sono saltata addosso e non ha sentito nulla? Pazzesco!

Sbuffo sconsolata nella sua direzione, per il fallimento del piano A.

Lo guardo mentre dorme, sdraiata su un lato, sorreggendomi la testa con una mano.

Sto decisamente valutando di trascinarlo davvero giù per le scale per svegliarlo, quando mi vengono in mente 11 ideone su come svegliarlo.

Sorrido malefica nell’oscurità.

<< Bene, se il piano A è fallito, passiamo al B >> mormoro a me stessa.

Prendo e inizio a saltare sul letto, dopo soli pochi secondi lo vedo muoversi nel letto, palesemente infastidito.

Ottimo! E riprendo a saltare più pesantemente sulla materassa cercando di saltare più in alto.

<< La vuoi smettere? Sono solo le 7.09 e se non te ne fossi accorta te lo dico io, oggi è mercoledì, il mio unico giorno libero di tutta la settimana e se non ti dispiace vorrei dormire fino a tardi, dato che il sottoscritto si è rotto la schiena tutta la settimana, grazie! >> risponde infastidito mio fratello con una voce calda e roca da appena svegliato, in risposta ai miei tentativi di buttarlo giù da letto.

Detto ciò afferra un mio piede e mi butta a sedere pesantemente sulla parte di letto vuota affianco a se, per poi riprendere a dormire.

<< Ok fratellone, l’hai voluta tu! Piano C! >> avverto il Bello addormentato nel giorno di divieto di pigrizia.

Poi entro subito in azione togliendoli le coperte di dosso e gli salgo a cavalcioni sulla schiena, ( in quanto si era girato a pancia in giù, girando la testa di lato al suo secondo tentativo di dormire…).

Noto con piacere che indossa solo i pantaloni del pigiama e attua così facilitata dagli eventi il mio piano: inizio a fargli il solletico dappertutto!

Inizialmente non reagisce,poi inizia a muoversi e a ridere.

Tra le risa cerca di comunicarmi qualcosa che non capisco, allora smetto, e…mi ritrovo sotto di lui! Intrappolata tra la materassa e il suo corpo, che mi rinchiude anche in un abbraccio di ferro.

<< Ma che …no! Mi hai ingannata…Cattivo! >> grido arrabbiata nella sua direzione.

Sono in trappola!

Lui sghignazza e mi risponde << Scricciolo, sbaglio o già più di una volta ti avevo detto di non fidarti mai di noi uomini? Soprattutto di quel che ti dicono!

Bhè, in questo caso per oggi rientro in questa categoria!

Sento l’Imbroglione sghignazzare ancora e poi continua << bene, e ora vediamo di dormire! >>, detto ciò si sistema meglio sopra di me e riprende sonno.

Ok, a mali estremi e estremi rimedi…

Piano D.

<< Jazz…- piagnucolo io, ( wow, mi è proprio venuta bene la voce strozzata e fievole, aveva ragione Bibi quando mi diceva che recitare in quel film mi sarebbe tornato  utile in futuro! Bibi ha sempre ragione! ) – Ti sei scordato che oggi è il mio primo giorno di scuola?...sight…non mi vuoi accompagnare tu a scuola? – lo guardo con la cosa dell’occhio, da quanto l’oscurità mi conceda di vedere, credo che stia cercando di non cedere – ok, non importa, mi farò accompagnare da quel Jack, il ragazzo che abita nella casa di fronte…non importa  - faccio per alzarmi, cercando di toglimelo  di dosso, ma aumenta la presa su di me e mi guarda iroso.

<< Col cavolo che ti faccio andare a scuola con lui! Ti porto io, chiaro? >> risponde arrabbiato alla mia provocazione.

Mi lascia andare e io corro fuori dalla stanza e giù per le scale e mi dirigo in cucina per preparare la colazione.

Lì trovo papà intento a leggere il giornale e bere il suo adorato caffè nero.

<< Denoto dal fatto di non aver sentito nessun rumore riconducibile ad una testa vuota che viene sbattuta ripetutamente che, sei riuscita a svegliarlo lo scansa fatiche e  senza usare il mio piano…peccato…così potevamo alla fine fare la stima di quanti neuroni erano funzionanti dopo questo…davvero un peccato >> afferma da dietro il suo giornale con tono gongolante.

<< Ho dovuto evitare…pesava troppo…magari la prossima volta, quando peserà 100 chili in meno! >> sto al gioco di papà sapendo che Jazz può tranquillamente sentirci.

<< Guardate che vi sento…e non datemi del ciccione che non lo sono! Sono i muscoli che pesano, chiaro?! >>grida furioso mio fratello dal piano superiore.

<< Certo figliolo…come avevamo fatto a non pensarci…i muscoli…giusto cara? >> papà abbassa il giornale e mi fa l’occhiolino.

Rido e sto ancora al gioco di papà per un po’.

Papà ed io ci divertiamo moltissimo a dare noia un po’ a mio fratello.

Crede sempre a tutto quello che gli dico io…che credulone! Ma è proprio anche per questo che  gli voglio un gran bene…è sempre dalla mia parte, pronto sempre a difendermi da tutto e da tutti, pensa costantemente a me e mi riempe oltre sempre alle attenzioni, di tantissime coccole…ha sempre una carezza o un buffetto di incoraggiamento per me…che dolce…un fratello così non lo cambierei mai, nemmeno per tutto l’oro del mondo né per tutta la felicità del mondo, perché lui fa parte di essa.

Comunque, non riesco ancora a capacitarmi come faccia a dare retta a noi…insomma, un ragazzo di 21 anni, dalle sembianze da angelo dal bellissimo aspetto, biondo con riccioli, occhi azzurro cielo, alto 1,95, spalle larghe e braccia forti, frutto di molto sport, fisico da modello insomma,e lui cosa fa? Si fa venire i tarli in testa credendo di non essere bello e informa alle prese in giro giocose mie e di papà…come è buffo!

<< A parte gli scherzi, papà vuoi qualcosa da mangiare o resti digiuno al tuo solito? >> domando ponendo fine alla pausa “comic’ s family in the morning”.

<< Digiuno >> è la sua laconica risposta, ormai da qualche mese.

<< Sei sicuro? Nemmeno qualche biscotto fatto da me? Non mi va che non mangi per andare a lavoro…ti fa male…capisco che non te la senti, sforzati papà, meglio sentirsi male a stomaco pieno che vuoto,…per favore… >> lo prego sinceramente preoccupata, guardandolo negli occhi.

<< Mhnn…e va bene…ma com’è che ottieni sempre ciò che vuoi? >> mi domanda papà mentre si accinge a mangiucchiare qualche biscotto.

<< Perché sono nel giusto, comunque stasera ti preparo qualcosa di più leggero dato che anche ieri sera non hai digerito e..>>

<< tesoro non ti preoccupare…è normale…ho 69 anni quasi, non sono più un giovincello! >> ribatte papà interrompendomi e dandomi un buffetto al naso

<< Grazie Tesoro,…ma ora mangia e va a vestirti, sennò farai tardi a scuola su…>> mi incoraggia….e io eseguo, tanto lo continuiamo il discorso…cosa crede.

Dopo mangiato corro su a preparami e neanche 5 minuti dopo sto già scendendo le scale, già pronta per uscire con lo zaino sulle spalle.

Saluto papà e gli auguro buon lavoro, per poi richiamare l’attenzione di mio fratello per andare a scuola.

Quando si gira verso di me mi fa un cack up completo partendo dall’alto: dalla mia spessa passata bianca che porto dietro la frangia accuratamente piastrata come il resto dei miei capelli, alla camicetta nera a manica lunga, per poi continuare sui miei jeans neri a sigaretta, fino alle comode scarpette a ballerina piane a bambola di un bianco lucido in tono con lo zaino e la passata, con appuntato un piccolo ficco in procinto della fine del dècolte della scarpa di colore nero, e lì rimane a fissarle pensieroso.

<< Scricciolo, fossi in te mi metterei dei tacchi, se non vuoi romperti qualche osso inciampando con quelle scarpette, giusto pà? >> mi ammonisce Justin.

Quando il testimone è chiamato in causa accenna con la testa affermativamente e mi guarda poi con sguardo eloquente.

Gli fulmino entrambi con lo sguardo e corro in camera per indossare un paio di tacchi in tono con il mio abbigliamento.

Ok, riconosco che io e le superfici qualsiasi esse siano : piane, inclinate, deformate; insomma, non andiamo d’accordo e che vivo costantemente in un continuo precario equilibrio, ma non è certo colpa mia!

E’ che mi sono sciupata i piedi a portare i tacchi.

 

Mi vergogno ad ammetterlo, ma riesco a camminare tranquillamente senza rischiare di ammazzarmi, solo portando i tacchi.

Non stupitevi, perché a logica il discorso tornerebbe, eccome!

Ora vi spiego…

Io non sono proprio una ragazza comune, perché ( purtroppo ) sono dotata di un Q.I. molto al di sopra della media ( addirittura più alto di Eistain ), è proprio come state pensando, sono una ragazza prodigio, o meglio, quando ero un infante ero una bambina prodigio; avete presente quei bambini che compaiono in televisione perché  a soli 8 anni si sono laureati in qualcosa in brevissimo tempo?

Bene, io sono una di quelle, solo che invece di laurearmi da bambina ho iniziato a suonare il piano facendo concerti, spinta da mio fratello Justin, e da lì sono arrivate tante e tante proposte di lavoro…

E’ stato Jazz a insegnarmi a suonare il piano, in quanto era un grande pianista allora.

Parlo al passato perché a causa di un incidente imprevisto, non può più suonare il piano come un tempo.

L’incidente gli ha procurato una lesione ad alcuni tendini della mano sinistra, che si sono danneggiati irreparabilmente; con questo non dico che non può più suonare, anzi, solo che ha dei limiti che lo fanno classificare come un qualsiasi altro ottimo pianista.

Così da allora, lui ripone in me tutti i suoi sogni.

Ho debuttato all’età di soli 6 anni, e da lì mi si sono aperte moltissime strade: teatro, musica, arte, cinema e tanto altro.

Io ho sempre desiderato una vita tranquilla, se ho accettato tutto ciò è solo per non deluderlo e basta, ma anche…a-anche per lei…ma questa è un’altra storia.

Tornando al discorso dei tacchi, bhè, vi dico solo una cosa: provate voi a portare tacchi vertiginosi per circa 10-12 ore al giorno per anni, poi mi sapete ridire se vi riesce camminare alla perfezione senza inciampare con delle semplici e piane scarpe da ginnastica!

Comunque, tanto per chiarire anche un altro punto, spero che vi sia chiaro adesso anche il perché io voglia andare a scuola: voglio frequentare almeno qualche anno di scuola, voglio una vita normale come qualsiasi altra persona della mia età, è solo per questo che dopo tanti anni ho staccato dal lavoro.

Altra nota da sapere di me è che io adoro la mia privacy, ed è per questo che non ho casa circondata da paparazzi, infatti per evitare ciò uso nel mondo dello spettacolo, per esempio, un nome d’arte “Lilyth”, inoltre nessuno sa dove abito né altro…in poche parole mi lascio dietro un alone di mistero.

Ad esempio, le proposte di lavoro  che ottengo,  vengono prima date al mio agente e solo dopo arrivano a me.

E’ un sistema un po’ contorto questo qua, ma  non posso fare a meno della mia privacy e su questo non si discute!

 

Scendo le scale stizzita con dei tacchi  a spillo bianchi vertiginosi e mi dirigo nel garage, alla porsche Carrera Gt di un orrendo colore blu notte metallizzato, di mio fratello.

Nulla che abbia in contrario con la macchina, ma sto colore stona decisamente con il design della macchina, meglio un grigio metallizzato!

Molto meglio! Bhà, è già tanto che Justin abbia la macchina, ( la usa solo quando esce con una ragazza ), dato che come me preferisce le moto.

Meglio non criticarlo, o le poverette di turno si dovranno abituare a rovinarsi l messa in piega con il casco!

Rido sotto i baffi al sol pensiero! Io fortunatamente non sono come loro, sono di tutt’altra pasta, e meno male!

Mi siedo e mi allaccio la cintura, intanto Jazz sale e parte con aria decisamente scocciata.

<< Mi dispiace per la macchina, per me potevamo andare a scuola anche in moto…>> è ciò che mugolo nella sua direzione, decisamente dispiaciuta che la sua insofferenza sia causata per colpa mia.

Abbasso la testa, e osservo le mie mani che giocherellano tra di loro sul mio grembo.

Vedo con la coda dell’occhio che Jazz si gira un attimo verso di me , poi riporta lo sguardo sulla strada e prende parola.

<< Non ti preoccupare, non fa niente…tu non centri tranquilla, quindi non sentirti in colpa capito? – distoglie nuovamente lo sguardo dalla strada e mi regala un dolce sorriso, accompagnando il tutto con una veloce carezzina sulla testa – comunque papà è esagerato, stanotte saranno cadute due gocciole di pioggia si e no, e lui ha paura che si scivoli in moto! Ma dico io, non sono mica un principiante!

Mhn… che palle! >>

<< Non dire parolacce – incomincio riprendendolo e lui in tanto si gira per due secondi verso di me  con un sopracciglio alzato – stona con la tua faccetta da angelo, poi dopo le ragazze scappano da te! >> lo prendo in giro.

Un attimo di silenzio ed entrambi incominciamo a ridere a crepapelle.

Così proseguiamo fino a scuola: io  a prenderlo affettuosamente in giro e lui commentandomi.

 

 

***

 

Sbuffo per la settima volta, no forse ottava.

<< Hai capito?... ma mi stai ascoltando? >> mi richiama alla sua attenzione mio fratello.

<< Si Justin, si…credo che il concetto mi sia entrato bene in testa, sai, non l’avessi notato, sei da più di 15 minuti a ripetermi la stessa cosa,…ora posso andare?

Non voglio fare tardi e voglio scendere il prima possibile! >> dico tutta d’un fiato un po’ risentita, alzando la voce di qualche ottava senza volerlo, nel piccolo e lussuoso abitacolo della Gt.

<< Bene…comunque te lo dico di nuovo, male non ti fa :

1.     Tieniti fuori dai guai

2.     Stai lontana dai ragazzi più grandi e piccoli di te, fa lo stesso se coetanei

3.     Attenta alle ragazze, magari evita di parlarci (questa affermazione la capirete meglio tra qualche capitolo- nda)

4.     Sii cordiale con i professori

5.     Socializza

6.     Divertiti

7.     Sti-

<< Basta! Ok, ok…>> sbotto alzando un po’ il tono della voce e guardando fuori dal finestrino oscurato.

<< D’accordo, penso ormai che tu lo sappia già a memoria l’elenco – gli sorrido accondiscendente nella sua direzione – a proposito… perché hai tanta smania di scendere dall’auto? >>.

Smetto di tamburellare le dite sulla maniglia della portiera  dell’auto e gli rispondo tutto d’un fiato.

<< Semplice, tutti stanno osservando la tua costosissima e appariscentissima macchina, queste occhiate mi mettono in soggezione, non l’avessi notato! Posso andare adesso? >>.

Lui mugugna qualcosa di impossibile comprendimento in qualsiasi lingua presente sul globo e mi fa un cenno con la mano.

Sorrido soddisfatta e mi sbraccio nella sua direzione per salutarlo con un bacio sulla guancia – che accetta molto volentieri, facendo una faccetta che di tutto dire – dopo di che scendo soddisfatta.

Appena chiudo la portiera lo richiamo; si sporge  sul sedile accanto al suo per guardarmi in volto abbassando il finestrino di fianco, per sentirmi meglio.

<< Ti sei reso conto che il punto “5. Socializzare” è irrealizzabile in quanto è in contrasto con i punti “2” e “3”, vero? >>.

Sorride strafottente e mi risponde in tono canzonatorio.

<< Non vedo l’impedimento, in quanto nel “Socializza” ci sono implicati gli insegnanti, i componenti della segreteria, il preside, insomma tutto il personale delle’edificio scolastico, naturalmente anche  le cavie animali da laboratorio…-, finisce allungando il braccio oltre il finestrino aperto, facendomi un buffetto sul naso, poi si guarda attorno come se volesse controllare che qualcuno non fosse in ascolto, poi riprende, in tono cospiratorio…- ti confesso un segreto, le rane da vivisezione sono le più socievoli…>>.

Finisce così, salutandomi poi, prima di andarsene via con la sua costosissima auto e lasciandomi qui impalata a fissare il vuoto e cercando di fare ordine in testa.

Ma dico! Avete sentito cosa a detto quel gran simpatico e iperprotettivo di mio fratello?

Sospiro sconsolata.

Mi dispiace per te fratellone, ma non seguirò nessuno dei tuoi punti!

Voglio socializzare e avere amici normali e “miei”, non tuoi che sono diventati poi anche miei.

Per una volta voglio essere io a condividere con te qualcosa di nuovo, che ho testato io in prima persona, come un esploratore con una terra sconosciuta.

E con questa risoluta decisione mi avvio all’entrata dell’enorme scuola pubblica di questa mia città natale, che conosco assai poco, con passo deciso, sotto il pungente sguardo di centinaia di studenti assai curiosi.

Si prospetta una giornata da tutto dire già di prima mattina, speriamo solo di sopravvivere!

 

***

Basta!

Non ne posso più!

Se sento ancora uno, piccolo e inesistente bisbiglio do  di matto!

Ok, ok…non do di matto…ce ne vuole ancora prima che arrivi a quel punto ma…basta, sul serio non ne posso più..veramente…

Sono 5 ore che sento gli studenti di questa scuola, sia in corridoio che in classe, soprattutto in corridoio, non ne posso più.

Capisco e comprendo che parlino di me perché sono la novità ma basta, in tutto questo tempo i commenti su di me dovevano essere belle e finiti da un pezzo.

<< Allora Shaz, ti va? >>

Mi giro verso l’interruttore del filo dei miei pensieri.

<< Ehm,…scusa, mi ero un attimo distratta, potresti ripetere per favore ? >> gli chiedo veramente dispiaciuta per questa mia distrazione.

<< Certo non c’è problema. Ti avevo chiesto se stavi con me e i miei amici a pranzo ora >> mi chiede Dan, il mio compagno di banco a trigonometria.

Tipetto assai simpatico, solare e con due occhi davvero vivaci, di un indistinto marrone scuro, il  tutto accompagnato da una capigliatura sparata a riccio con gel; e per finire in bellezza, molto alto più della media, causata da anni e anni di basket.

E’ molto bravo in questo sport, infatti è il capitano della squadra di basket di questa scuola, a quanto mi ha detto!

<< Certo, fammi strada! >> gli confermo la partecipazione, incoraggiandolo con un semplice sorriso.

Rimane un attimo a fissarmi dalla sua vetta, per poi riprendersi e mi fa strada verso il tavolo tanto decantato, quasi pieno.

Qui mi presenta alla squadra di basket al completo : Jhonatan, Martin, Drew, Threy, Rickey, Sly e la ragazza di Jhonatan, Dayane e quella di Threy, Milly.

Non mi soffermo molto a scrutare i ragazzi in quanto sembra che una legge universale sul basket, costringa tutti i suoi giocatori ad assomigliarsi fra di loro.

Invece mi soffermo molto sulle ragazze cercando di capire il più possibile su di loro, dal loro modo di vestirsi ed altro.

Dayane è la classica americana bionda platinata ( tinta ) dal corpo da modella, dal trucco pesante ma dei colori vivaci e ben equilibrati tra di loro e indossa capi firmati,…è davvero bellissima.

Jhonatan ha davvero buon gusto!

Comunque da ciò posso ben capire già alcune cose su di lei, ad esempio posso dichiarare con sicurezza che segue molto la moda e ne è ( sicuramente ) un assidua predicatrice di essa, visto che veste con capi color turchese e simili.

Quest’anno va di moda il turchese e tutte le sue varianti!

Dal trucco e accessori mi danno da pensare che sia una persona altezzosa e orgogliosa, dalla grande voglia di mettersi in mostra.

Di questo ultimo pensiero sono sicuramente certa, visto la corta e assai aderente minigonna. Speriamo che mi sbagli o non andremo molto d’accordo. E’ comunque inutile che mi preoccupi, perché non ci si costruisce nulla con i pregiudizi, inoltre è una cosa assai poco carina…mi dico a me stessa rimproverandomi, ricordandomi che non si può certo giudicare una persona senza prima conoscerla.

Milly è l’opposto di Dayane. Ha un viso un po’ ancora infantile per la sua età ma molto carino, con un dolce sorriso che le incornicia gli occhi, di un rarissimo color bosco, dai bassi toni. Porta i capelli color castano chiaro legati a due treccine corte, che le arrivano a mala pena a sfiorarle il collo. Ha appena un accenno di trucco ed indossa semplici vestiti in lino, data la giornata umida e un po’ calda, anche se la notte era piovuto un po’. Ciò mi fa pensare che sia una persona semplice e simpatica, dal carattere  tranquillo e gioviale, ciò mi viene subito confermato al momento in cui ci presentano e lei mi chiede gentilmente, come è andato il mio primo giorno nella sua scuola, accompagnando il tutto da un dolce sorriso.

Sono sicura che diventeremo buone amiche, voglio crederci.

Tutt’altro  posso dire di Dayane che mi sta guarda ( e mi sta ancora fissando ) con aria decisamente ostile, accompagnato il tutto da un mancato saluto.

Ecco…lo sapevo, già non le vado a genio…che ho di tanto sbagliato? Cosa ho fatto? Perché si deve sempre ripetere questa cosa?

Milly per rimediare al brutto comportamento dell’amica mi invita a sedermi a canto a lei. Subito dopo che mi accomodo accanto a lei, Dan mi si avvicina e posa la sua roba nella sedia libera di fianco alla mia.

<< Raga, io vado a  prendere il pranzo, torno subito. Tu, Shaz, vuoi qualcosa? >> mi propone Dan.

Mi giro di scatto verso il mio interlocutore.

Sono in imbarazzo.

Ci conosciamo da pochissimo e già mi si offre in gesti gentili che si hanno solo tra amici di vecchia data.

Sono sorpresa, ci siamo appena conosciuti e già pensa a me.

Che gentile…

<< Ecco io…no, non ti preoccupare, vengo con te >> e ciò che balbetto nella sua direzione alzandomi contemporaneamente.

Lui in risposta mi sorride accondiscendente e si incammina di fianco a me per farmi da cicerone nell’immensa mensa.

Dopo una fila che non finiva più, torniamo hai nostri posti e iniziamo a  mangiare, chiacchierando con tutti del più e del meno.

Finito il pranzo posso dire solo due cose: i giocatori sono un vero spasso ed è un vero piacere stare a chiacchierare con loro, lo stesso vale per Milly, con la quale vado accordissimo e già abbiamo fissato per vederci fuori da scuola per un’uscita di shopping.

Bhè… io detesto fare shopping per me, ma adoro farlo per gli altri; comunque non potevo rifiutare, era così piena di aspettative e contenta che non ho saputo declinare l’offerta.

Sono sicura che ci divertiremo tantissimo! Non vedo l’ora!

Per quanto riguarda Dayane, bhè…non mi ha praticamente rivolto mai la parola…non capisco perché…chiederò spiegazione di ciò a Milly, in un momento  più opportuno.

Ci spostiamo in branco nel corridoio tutti assieme per raggiungere le nostre aule, i ragazzi ci accompagnano baldanzosi di essersi autonominati nostre guardie del corpo, e per il noi intendo : Milly, Dayane e me.

Milly intanto mi sta spiegando accuratamente dove sono arrivati con il programma al corso di francese, ( abbiamo l’ottava ora insieme appunto ), intanto mentre l’ascolto, tiro fuori dalla cartella una barra di cioccolato al latte, ( ne vado matta, adoro strafogarmi di dolci, se non mangio al giorno almeno un esigua dose di dolci, sto male… ).

Chiedo agli altri se ne vogliono un pezzo, diniegono.

Dopo aver banchettato con essa, noto che Dayane mi sta osservando stralunata assieme a Milly.

Le guardo.

<< Che c’è? Mi sono impiastricciata il viso con il cioccolato? >> chiedo curiosa per il loro strano comportamento.

<< Ma lo sai quante calorie ti sei trangugiata? E quanto peso metterai su con tutto quel cioccolato? Ti sciuperai la linea>> mi si rivolge a me  Dayane con voce allarmata e disgustata.

<< Ma possibile che voi donne siate così fissate su certe cose? >> la riprende amorevolmente il suo ragazzo.

Dayane sbuffa stizzita e gira la testa dall’altra parte. Jhonatan si avvicina e la stringe a se amorevolmente per farsi perdonare, per poi finire in bellezza, la bacia sulla fronte. Lei sbuffa nuovamente ma gli sorride indulgente, concedendoli il calumè della pace.

Che carini, lei fa tanto la dura ma si vede lontano un miglio che è pazzamente innamorata di lui.

Sorrido nella loro direzione e allo stesso tempo esprimo il mio pensiero sui due piccioncini a Milly.

<< Già – mi risponde accondiscende – ma lo siamo anche io e Threy, no? >> conclude avvicinandosi ancora di più al suo grande amore che già la tiene già stretta in un tenero abbraccio, dandogli poi un dolce  e casto bacio sulle labbra, sorridendo poi al ladro del suo cuore, come una che ha appena vinto alla lotteria.

Li guardo entrambi al settimo cielo, felice per loro.

Mi è capitato rarissimamente di vedere persone così innamorate, con sguardi del genere, e vi garantisco che ho girato per mezzo mondo io!

Pensandoci bene, ho visto fino ad ora ciò , solo negli occhi degli zii e di papà.

Mi intristisco un po’ a questo ultimo pensiero, e mi metto a osservare ciò che mi scorre nella visuale percorrendo il corridoio della scuola.

Lui, il mio papà è ancora innamorato della donna che mi a messo al mondo, alias la madre di Justin e Jay, nonostante non stiano più insieme da molti anni.

Mi riprendo da queste tristi considerazioni quando sento Dan che avvicinatosi a me mi porge una domanda.

Mi chiede se ce l’ho il ragazzo?

Ridacchio a tale domanda e gli stampo un bel “no” in faccia.

Sly  e Rickey lo arpionano per il collo abbracciandolo pesantemente per le spalle, il fautore di una semplice domanda indiscreta, con i loro possenti bracci e iniziano a prenderlo in giro con frasi del tipo – Cos’è, hai già fatto un pensierino sulla nuova arrivata? O ti sei già preso una sbandata per lei? Non ti vergogni? Già a pensare certe cose?Già a quello? Mascalzone! – e così via dicendo.

Mi ravvio i capelli con fare sconsolato.

E adesso chi li ferma più…

Meno male che di giullari ce ne sono solo due e gli altri sono ragazzi seriosi…

Nemmeno il tempo di finire tale pensiero che, ecco arrivare al raduno delle scanzonate prese di giro anche uno scanzonato e assai divertito Threy e un pesante Jhonatan.

Come non detto!

In soccorso del poveretto viene in soccorso Milly, che mi domanda con un tono di voce che la possano sentire anche gli altri al di sopra del loro chiasso, il motivo del così detto “no”.

Vedo che i ragazzi si sono fermati, Dan sta anche ringraziando il cielo…

<< Ottimo lavoro Milly! Tu si che ci sai fare quando si tratta di attrarre l’attenzione di qualcuno! >> sussurro in modo che mi possa sentire solo lei.

Mi fa l’occhiolino e sorride con fare furbetto.

<< Bhè…- inizio un po’ indecisa nel come spiegare loro nel più breve tempo possibile e semplicemente, il perché, guardando i miei piedi che si spostano lungo l’infinito corridoio – non ne ho uno e mai ne ho avuti perché non mi sono mai innamorata, poi mi sarebbe comunque impossibile frequentare qualcuno con quei due  mastini sempre alle calcagna dei miei super iperprotettivi dei miei fratelli maggiori…

Il solo pensiero che sarebbero capacissimi di staccare la testa al poveretto in questione o di pestarlo a sangue, e non c’è molta differenza tra le due alternative, mi fa desistere dal sol pensiero >> finisco facendo una smorfietta disperata verso gli altri, per far capire loro che non scherzo affatto e quanto ciò mi turbi.

<< Hai capito Dan? Fossi in te inizierei a tirare di box prima di presentarmi sotto la casa della tua bella, sai? >> recita Sly con finta drammaticità.

Purtroppo, anche gli altri si uniscono a Sly e riprendono ciò che io e Milly avevamo interrotto.

Ma che strani i ragazzi…e io che pensavo di capirci qualcosa.

Milly alza gli occhi al soffitto, staccandosi dal gruppo e invitandomi ad entrare in quell’agognata aula di letteratura, dove vi ci era poco prima fiondata Dayane a passo di carica.

Sono davanti all’aula, indecisa se entrare o meno, mi vergogno! Ciò perché fino ad ora in tutte le aule i professori mi hanno costretta a sostare vicino alla loro cattedra e presentarmi alla classe.

Guardo male la porta.

Poi un pensiero di tutt’altro genere fascia la mia mente: sarebbe il colmo se mi assegnassero come compagna di banco in questo corso  Dayane…sarebbe davvero il colmo. Ridacchio sotto i baffi.

Milly mi guarda stranita con un grosso interrogativo disegnato in viso…mi sa che non sono riuscita a non farmi sentire a ridacchiare!

Mentre penso ciò, lei mi da una spinta di incoraggiamento e entro.

Presento i moduli al professore, quelli che mi deve firmare, fatto ciò mi invita a presentarmi alla classe.

Sospiro rassegnata e mi giro verso di loro, solo con la convinzione di quanto siano sadici i professori…

<< Ciao…- inizio banalmente –mi chiamo Sharon Throusteen, sono di origine americana ma ho vissuto per molti anni all’estero,…- mi mordo il labbro esitante, poi continuo – spero di trovarmi bene  e di instaurare un buon rapporto di amicizia con voi – finisco soffermandomi con lo sguardo su Dayane, che appena la guardo gira la testa dall’altra parte.

Mi giro poi verso il professore e gli chiedo il permesso di andare a prendere posto, il quale mi accenna il posto accanto a Dayane.

Mi dirigo un po’ riluttante verso il posto assegnatomi, col passo di un condannato a morte, per giunta accompagnata da una trentina di paia di occhi assolutamente curiosi…

Poverina…mi dispiace molto per Dayane che debba stare accanto a me per tutto il resto dell’anno scolastico…mh…sono mortificata per  il fatto che debba stare accanto a me, ad una persona che le resta antipatica…ma al professore girava così…

Mi siedo composta al mio banco e guardo davanti a me.

Certo che mi si prospetta davvero una lezione assai lunga…

 

***

 

Triiiiiiiiiin!

Raccolgo velocemente gli appunti presi, ( anche se inutilmente, ma questa roba l’ho già fatta  e studiata da tempo…, ma dovevo distrarmi dalle occhiate perforanti e assai curiose dei miei compagni ci corso ), e mi fiondo fuori dalla classe, dove trovo già ad aspettarmi Milly.

Che carina, si è preoccupata per me, aveva paura che non trovassi l’aula di francese.

Mentre ci incamminiamo velocemente verso la nostra meta, parliamo del più e del meno e così lo è anche durante l’ora di lezione.

Andiamo daccordissimo! Siamo già amiche per la pelle!

Non ci posso credere, mi sono fatta un’amica! La mia prima amica! Wow!

Al termine poi delle altre lezioni, ci incamminiamo verso l’uscita affiancate anche dagli altri.

Ridiamo e scherziamo tra di noi tutti assieme, come se ci conoscessimo da sempre, sono così contenta che potrei toccare il cielo con un dito! E badate bene che non sono una cima, arrivo a mala pena ad 1, 67!

Siamo in procinto del grande cancello di uscita da scuola quando mi blocco all’improvviso sul posto, lasciando che gli altri mi superino e che lasci in sospeso il discorso che stavo facendo con Drew, Martin e Sly, su chi sarà la squadra vincente del campionato di baseball di quest’anno, quando lo vedo

 

 

 

 

 

---NOTA AUDTRICE---

Grazie 1000 per aver letto il capitolo!

Se avete due minuti lasciatemi un commento per dirmi cosa ne pensate, ho bisogno della vostra critica per migliorare!

Un SUPER-KISS e alla prossima!

 

Ransie88219 ( ScarlettRose92 )

 

 

 

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Capitolo 2
*** You, me and our friendship ***


Buona lettura e grazie per i commy, sono commossa

Buona lettura e grazie per i commy, sono commossa! Grazie 1000 per aver commentato lillay e gingi__devishina!

Ho ancora i lucciconi agli occhi! *O*

In basso trovate le traduzioni delle due frasi tra **.

SULLA MIA PAGINA SONO RIUSCITA A FAR VISUALIZZARE LE IMMAGINI DEI MIEI PERSONAGGI!

Fatemi sapere cosa ne pensate!

 

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2.    You, me and our friendship

 

Lui è lì, davanti a me.

Ci separano solo pochi metri.

Lui è qui, è tornato…non ci posso credere.

<< E’ qui …- mormoro – è tornato…>>.

Sly  mi chiede << Chi? >> e in tanto si guarda attorno, lo stesso fa Drew.

Appena mi riprendo dalla sorpresa gli corro in contro, correndo a più non posso e gli salto addosso urlando << Bibi! >>.

Lui mi prende al volo e sollevandomi, mi fa girare con lui, poi mi rimette a terra, mi da un bacio in fronte e mi abbraccia.

Io ricambio <<  Mi sei mancato un casino! >> dico commossa all’inverosimile.

<< Anche tu Scricciolo, anche tu>> ricambia facendomi una carezzina leggera sulla testa e scompigliandomi affettuosamente i capelli.

<< Come stai? >> mi chiede, mentre mi toglie le lacrime che mi scorrono  sul volto << non piangere…>>.

<< Bene ora che ci sei! Come è andata? >> cerco di bloccare in tanto i condotti lacrimali e di ridarmi un contegno, asciugando le lacrime con la manica della camicetta.

In tanto gli altri ragazzi ci hanno raggiunto e ci guardano straniti.

Sly si fa avanti e mi guarda.

<< Tutto bene Sharon? >>.

Gli sorrido sincera.

<< Mai stata meglio >> dico e mi appoggio a Bibi, il quale mi circonda le spalle con un abbraccio da dietro.

<< Ragazzi vi presento Bibi, il mio migliore amico. Bibi, ti presento i miei nuovi amici, partendo da destra: Milly e Threy, Sly, Drew, Dayane e Jhonatan, Dan, Martin, Rickey >>.

Tempo di fare le presentazioni che si scioglie subito il ghiaccio e ci ritroviamo tutti preda di una chiacchiera collettiva.

Mentre succede ciò, sento una frase in finlandese.

<< *Oh yeah varma, no ... kuin paras ystävä!
Ei vain on suuri valehtelija, vaan myös slutty! Haluamme panostaa!*>>

Mi si gela il sangue nelle vene.

Una lacrima solitari mi scende dal volto.

Perché mi odia così tanto? Perché pensa che io sia una bugiarda?

Io non mento mai, massimo per una sorpresa per una persona come per una festa di compleanno o a sorpresa o simile.

Perché pensa questo?

Perché mi ha dato anche l’altro appellativo?

Mentre penso ciò chiedo a Bibi dove ha la macchina e mi dirigo lì, mormorando prima di andarmene, un veloce e strozzato << Ciao >> a tutti

Apro la portiera della sua costosissima auto e poi la richiudo, e allo stesso tempo mi chiudo in me stessa.

 

***

 

Mi sento tirare per la manica all’improvviso e mi volto.

Vedo Sharon con un volto da paura.

Quello sguardo.

No, non di nuovo, non voglio vedere un’ altra volta quel maledetto sguardo.

Tempo fa mi ero ripromesso che non le avrei più rivisto quello sguardo perché avrei impedito ciò.

Me lo ero giurato a me stesso.

Mai più quello guardo tormentato e vuoto, dal quale traspare solo dolore.

Uno guardo che attraversa cose e persone senza vederle veramente.

Mai…mai più!

Le do le chiavi della macchina e le indico  e dico dove ho parcheggiato la macchina.

<< Vicino alla fermata dell’autobus, 300 metri più in là >>.

Faccio finta di nulla finché non sparisce all’interno dell’auto.

Subito dopo irrigidisco il volto e mi giro verso l’unica persona che poteva aver provocato  ciò, dato che a conti non aveva partecipato alle chiacchiere collettive.

La guardo incazzato nero.

<< Che diavolo le hai detto per farla reagire a quel modo? >> sibilo con una voce dura nella sua direzione, facendo ammutolire tutti gli altri del gruppo.

<< Non ho detto niente. Ho solo fatto un commento ad alta voce, nella lingua d’origine di mio padre, in finlandese, tutto qui…>> mi risponde con tono strafottente, dandosi arie di sapere tale lingua.

<< Penso invece che tu abbia detto qualcosa di pesante e offensivo nei suoi confronti.

Sharon non  è una che alle semplici critiche si butta giù, anzi, ci passa proprio sopra.

Inoltre, per il futuro, meglio che tu sappia che lei lo conosce alla perfezione il finlandese. Ti ho avvertita >>.

Poi, senza guardare la sua faccia a tale dichiarazione, mi giro verso Jhonatan.

<< E tu, vedi di incominciare a tenere sotto controllo la lingua della tua donna, perché il mondo non è fatto di soli imbecilli pronti a sottostare come cani ai suoi ordini >>.

Detto ciò, alzo i tacchi e fo per incamminarmi verso la mia auto quando mi fermo e mi giro verso quella testa platinata.

<< Ah… quasi dimenticavo…Sharon conosce alla perfezione molte lingue, tanto che le dita di due mani non basterebbero per contarle tutte >>.

Poi saluto gli altri facendoli un segno con la mano da dietro, mentre mi incammino alla macchina.

 

***

 

Arrossisco di vergogna appena sento ciò che dice quel pallone gonfiato pel di carota.

Appena se ne va con la sua boriosa e supercostosissima macchina, mi giro verso Jhonatan e gli altri.

<< Perché non mi hai difeso Jhonatan? E’? Perché? E voi altri? >> grido guardandoli in cagneso.

Sto per riprendere la sfuriata per ribattere al loro mutismo quando vedo in tutti lo stesso sguardo duro.

<< Perché Bibi ha ragione. E’ da quando te l’abbiamo presentata che non fai altro che  ignorarla e trattarla con indifferenza, mentre lei si è sempre dimostrata gentile e carina nei tuoi confronti, nonostante tutto, e assai disponibile sempre a iniziare una conversazione con te, cosa che tu non hai fatto! Quindi è assai probabile ciò che ha detto Bibi. Inoltre a tuo sfavore c’è il fatto che tu di solito parli in finlandese solo quando vuoi dire ad alta voce qualche commento assai cattivo su qualcosa o qualcuno. Ecco perché non ti abbiamo difesa. Ora vorremmo sapere noi perché ti sei comportata così male con lei e il resto, avanti >> mi risponde con tono decisamente troppo neutro il mio ragazzo.

Già Jhonatan!

Li guardo rossa in viso, uno per uno, poi indignata alzo i tacchi e me ne vado, raggiungendo la macchina di Caroline.

<< Mi dai uno strappo a casa? >> sbotto furiosa come non mai.

Sto per mordere qualcuno, me lo sento!

<< Certo sali, ma che è successo? Hai litigato con Jhonatan? >>

<< Ora ti racconto…ma prima dammi 2 minuti per calmarmi ho do di matto! >> dico mentre mi accomodo nel sedile e metto la cintura di sicurezza.

<< Ok…>> mormora preoccupata Caroline, tornando a fissare la strada davanti a se e mettendo in moto la sua vecchia auto.

 

***

 

<< Capocciona… ecco un termine che le si addice…>> mormoro sconsolato per la sua stupida reazione alla mia semi - ramanzina.

Mhn…mica tanto ramanzina…mi sa che ho un po’ esagerato.

Ah!!!Smettila Jhonatan – dico a me stesso rimproverandomi – la devi smettere di viziarla! Quando le cose ci stanno, ci stanno! Punto e basta!

Mi metto le mani in testa spettinando i capelli per l’agitazione interna.

Diamine che situazione!

<< Tranquillo, lasciala calmare, poi sarà lei a tornare, tranquillo…>> cerca di consolarmi Martin.

<< Già, Martin ha ragione, su col morale! >> mi dice Rickey, affiancando Martin e dandomi una calorosa pacca alla schiena.

<< Lo so, solo spero che si sbrighi, non mi piace litigare con lei…già mi manca…>>.

A questa ultima affermazione butto fuori un gran sospiro, chinando il capo per guardare il marciapiede, diventato assai interessante.

Un solo istante di silenzio, poi gli altri scoppiano fragorosamente a ridere.

Fantastico, ridono perché sono pazzamente innamorato di Dayane.

Meglio di così non potrebbe andare…

 

***

 

<< Cosa ordinate? >> ci chiede una voce assai annoiata.

<< Due frappè alla nutella e due bocche di lupo >> dice Bibi ordinando per entrambi con voce insolitamente atona.

Come se ne va la cameriera, che cambia espressione, indurendola e lanciandomi una lunga occhiata.

Ricambio lo sguardo.

Distolgo gli occhi dai suoi solo quando torna la cameriera di questo grazioso bar all’italiana, con le nostre ordinazioni e col conto.

Faccio per alzarmi e prendere il portafoglio nella tasca dei pantaloni, ma Bibi mi supera e molla in man alla cameriera una banconota da 50 dollari.

<< Tenga pure il resto come mancia >> dice all’indirizzo della cameriera.

A queste parole, la donna gli sorride largamente, contenta di essersi messa in tasca decisamente un bel malloppo di mancia, per poi andarsene lasciandoci soli.

Accenno un sorriso, ricordandomi quanto al mio migliore amico piaccia fare il cavaliere, offrendomi questo break prima di cena.

<< Avanti racconta…sono o non sono il tuo migliore amico? >>.

<< Certo che lo sei…>> mormoro nella sua direzione, per poi tacere e iniziare a consumare le mie prelibatezze.

Si accinge anche lui ad iniziare quando, prima di addentare la sua pasta fatta all’italiana si ferma.

<< Lo sai vero che non ti riporto  a casa finchè  non mi dirai tutto? - mi sorride accattivante, riconoscendo in quel sorriso il Bibi che conosco – Non voglio che tu ti tenga tutto dentro e soffra – mi guarda con affetto e continua – facciamo così : tu mi dici come è andato il tuo primo giorno a scuola e la cosa che ti ha fatto cadere in tale stato catatonico, e io ti dico come è andata a me, d’accordo? >> finisce speranzoso.

Io rimango immobile a guardarlo, facendomi coraggio per iniziare, ma non  ne sono molto convinta, non voglio preoccuparlo per nulla, ha già abbastanza problemi di suo e non mi sembra tanto il caso di aggiungergli anche io altri pensieri.

Lo guardo negli occhi.

Il suo sguardo sembra disperato, poi parla.

<< Cosa è successo in mia assenza? – avvicina la sua mano alla mia, voltandone il palmo verso l’alto, aspettando che io la stringa – Dimmi la verità, anche se può far male: non mi vuoi più come tuo migliore amico? Hai concesso ad un’altra persona questo mio ruolo?  - finisce guardandomi con sguardo dolente.

Io lo guardo spiazzata.

<< Accidenti…lo sapevo! Non sarei dovuto tornare a casa! E’ logico! In mia assenza avrai avuto bisogno di un confidente e io non essendoci, ti sarai affidata a qualcun altro. Certo, ci sentivamo per telefono ma non è la stessa cosa che parlarci di persona!

*Chrapoun pes! Darn! L -* >>

<< Hai frainteso tutto! Non è come pensi! Calmati! >> lo interrompo quando inizia a imprecare in ceco, e allo stesso tempo prendo la sua mano ancora accanto a me e la stringo  vigorosamente, cercando di calmarlo e rassicurarlo allo stesso tempo.

Tira un sospiro di sollievo.

Sembra essersi calmato, constato.

<< Mi hai fatto prendere un colpo…vieni qua >> mi dice con tono dolce, accennando alla sua persona.

Io mi alzo e mi siedo in collo a lui, sulle sue gambe e mi appoggio a lui, poggiando la mia testa sulla sua forte spalla, mentre lui mi rinchiude in un dolce abbraccio.

Posa poi il suo mento sulla mia testa e sospira.

<< Mi hai fatto prendere un colpo…la prossima volta per cortesia interrompimi prima, così evito la scenata isterica di prima…>>.

Sorrido sotto i baffi.

<< Ora sputa il rospo, lo sai che puoi dirmi tutto, no? Sono o non sono il tuo confidente? >>.

Mentre mi incoraggia a parlare, mi  massaggia il braccio sinistro come anti-stress.

<< Non mi va di aggiungerti altri sassi oltre hai massi enormi che già porti sulla schiena >>.

<< Sono robusto e forte abbastanza , e poi è la mia specialità risolvere problemi, avanti dimmi! >>.

Alzo la testa e lo guardo indecisa.

Mi perdo nel suo limpido sguardo rassicurante e poi inizio.

<< Ok… allora…>> così inizio ha raccontargli tutto, parola per parola, senza tralasciare nulla.

 

 

UN ORA DOPO

 

<< E questo è tutto >> finisco di raccontare finendo l’ultimo gocciolo di frappé rimastomi.

Lui invece ingoia  l’ultimo boccone della sua pasta e sbotta un << C’avrei scommesso che quella testa platinata t’aveva offesa! Lo sapevo io! Uhm… tu però lasciala stare e non perderci tempo, è solo invidiosa di te, pensa piuttosto a coltivare la tua amicizia con Milly, mi sembra proprio una brava ragazza, per la quale ne valga veramente la pena di tenersela stretta >> conclude annuendo soddisfatto al suo stesso discorso.

<< Già…>> sorrido pensando a lei.

<< L’ho appena conosciuta, ma è come se la conoscessi da sempre…un po’ come è successo tra di noi due quando ci siamo conosciuti, a suo tempo. Ti ricordi? >>.

<< Eccome se ricordo! Come potrei mai dimenticare quel giorno  - fa una pausa, volgendo lo sguardo verso la strada, guardandola con sguardo perso nel passato, cercando certamente di rievocare ogni particolare di quel giorno, conoscendolo! Infatti… - Era il primo pomeriggio, eravamo appena tornati da scuola, tuo fratello mi aveva invitato a pranzo da voi assieme a mio fratello gemello Michael.

Ricordo che appoggiammo la roba sulle poltrone del salotto e poi tuo fratello ti chiamò e sbucasti tu, un piccolo pulcino vestito con un delizioso vestitino rosso primaverile, tutto fronzoli alla gonna, con indosso  delle simpatiche pantofole a testa di cane, di quelle in stoffa. Mi ricordo anche che sbucasti con una faccetta curiosissima dalla porta del salotto e che avanzasti verso di noi, un po’ intimorita da me e Michael. Mi ricordo anche che ti sciogliesti subito e che stesti tutto il pomeriggio in nostra compagnia e a giocare a calcio con noi…>> conclude sorridendomi nostalgico.

Quando torna al presente mi guarda malizioso.

<< Eri un vero maschiaccio fin in tenera età. Ammettilo su! >> dice minacciandomi allo stesso tempo di farmi il solletico se non  acconsentivo.

<< Si lo ammetto! – gli faccio l’occhiolino – Ammetto pure che mi ero  innamorata a prima vista di tuo fratello Michael ! >> ribatto, dichiarando naturalmente il falso come lui ben sa.

<< Come di mio fratello? – recita fintamente sconvolto, alzando entrambi i sopraccigli e facendo comparire sul suo volto una maschera che ostenta incredulità da tutti i pori, mostrando un’espressione davvero buffissima – E io che pensavo che tu fossi pazza di me! >>.

Un attimo di pausa e puro serioso silenzio cala tra di noi.

<< Ma poi come puoi essere sicura di sapere che ti piaceva davvero mio fratello, se siamo gemelli identici in tutto e per tutto? Magari ero io…>> riprende Bibi nel suo migliore slancio di conversazioni fatte su castelli di sabbia, allo stesso tempo mentre dice ciò, si passa una sua grande mano trai capelli come farebbe un modello pubblicitario per ravviarseli.

Ridacchio apertamente, mentre lui al sentire della mia reazione mi sorride sguaiatamente, con sguardo furbo.

E’ proprio bravo  a distrarmi, penso guardandolo.

Riesce sempre a sbucare fuori con discorsi ovvi e semplici e nonostante ciò è sempre in grado  di farmi riprendere e distrarmi da qualche brutto pensiero.

Dovrebbe essere il contrario, dovrei essere io nei suoi confronti a fare ciò, non lui nei miei.

<< A parte gli scherzi, lo sai benissimo che sono sempre stata in grado di riconoscervi…>> riprendo il discorso interrotto precedentemente dalle mie risa.

<< Già, quella volta me la ricordo benissimo. E’ stato il giorno dopo che ci eravamo conosciuti. Io e Michael quella volta avevamo deciso di tirare un bello scherzo a tutti, vestendoci uguali e comportandoci in modo identico…quella volta eri stata grande! Eri riuscita a smascherarci! Ripensandoci, mi sembra di ricordare anche una parte della spiegazione che desti a tutti come giustificazione per riconoscerci. Tu te la ricordi tutta? >>.

<< Certo, sennò come credi che  vi riconoscerei tutt’oggi, no? >> dico in tono derisorio, tornando ad appoggiarmi a lui, alla sua spalla, poi continuo imperterrita con voce normale, intrisa solo del buono umore che mi aveva fatto ritrovare il mio Bibi .

<< Vi dissi semplicemente che “tuo fratello Michael e te sarete anche gemelli identici fisicamente ma non caratterialmente, ma anche nei modi di fare. Michael ha un passo spedito e pesante, tu uno leggero e cadente allo spaccone. Inoltre basta guardarvi negli occhi e vi si riconosce subito. Tu hai due occhi limpidi e profondi, ma velati da una punta di ironia mischiata a pura giocosità, al contrario Michael ha due occhi sempre limpidi ma seriosi ”. Contento ora? >>.

<< Si, decisamente…mhn…comunque io resto sempre della solita idea .

Cambiando discorso…ti va di andare a fare una passeggiata al parco?

Naturalmente continuiamo lì! >>.

<< D’accordo…perché no? >> gli sorrido accondiscende, alzandomi contemporaneamente da quella comoda e rassicurante posizione, nella quale mi aveva avvolto Bibi, standogli in collo.

 

***

 

Guardo distrattamente fuori dal finestrino dell’auto di Bibi il paesaggio che scorre velocemente.

E’ sera, e ci stiamo dirigendo verso casa mia per cena, dopo una lunga camminata al parco, dove abbiamo conversato, come ci confaccia solitamente quando dobbiamo confidarci tra di noi.

L’ho invitato da noi: ha veramente bisogno di stare in famiglia e non da solo.

Continuo a fissare il paesaggio.

Ad un estraneo vedendomi  fare ciò sembrerebbe che sia molto concentrata nel guardare fuori dal finestrino, ma in realtà sono concentrata in tutt’altro.

Sto pensando alla lunga conversazione che ho avuto con Bibi al parco.

Mi giro nella sua direzione, mi soffermo ad osservare il suo assai sviluppato muscolo dell’avambraccio destro, che esce vistosamente dalla sua maglietta arrotondata fino al gomito,

Cerco di mettere ordine tra i miei pensieri.

Di scatto mi rigiro verso il finestrino e continuo ciò che avevo interrotto.

Sospiro sconsolata.

Sembra proprio che io e lui facciamo a gara a chi ha una situazione famigliare peggiore!

Ora vi spiego…

Bibi o meglio Leoš Bibi Kratochuil nato nel 1984 a Plzeň, di origini ceche,

ma ( come dice lui ) essendo nato prima della scissione della Cecoslovacchia

( avvenuta nel 1992, l’anno della mia nascita) in Repubblica Ceca e Slovacchia, si definisce ostinatamente di origine cecoslovacca.

Fa parte di una ricchissima famiglia cecoslovacca da generazioni.

Il padre, Kaden Kratochuil, era un ricco industriale plurimiliardario, purtroppo 6 anni fa venne a mancare, lasciando moglie e i 2 figli diciassettenni ( Bibi e Michael).

Bibi allora prese le redini dell’attività paterna e la mandò avanti ( e lo fa tutt’oggi ), ritrovandosi così a soli 17 anni una grande responsabilità sulle spalle: portare avanti l’impero industriale del padre, dal quale dipendeva la sua famiglia ( madre e fratello, anche se quest’ultimo non più da quando è maggiorenne ), ma anche centinaia e centinaia di lavoratori; inoltre essendo l’unico erede universale, così deciso dal padre in testamento, ( allora essendo minorenne poteva contare “ufficialmente” della madre come tutore a cui potersi appoggiare per mandare avanti l’attività, anche se “ufficiosamente” faceva tutto lui, e la madre serviva solo come presenza per atti ufficiali).

Così, a causa di questa precaria situazione di “tutoraggio”, in molti hanno cercato di farselo vicino, per sfruttarlo a proprio piacimento.

Ed è qui che entra in gioco la figura del  trentottenne Matěj Ivoš  Glěb, un uomo dalla doppia faccia: quella di dominio pubblico è quella di uomo colto e intelligente dal carattere gioviale, sposato con la madre di Bibi.

L’altra è quella di uno dei maggiori trai più importanti rappresentanti della criminalità in occidente per traffico d’armi illecito.

Un uomo corrotto fino al midollo, spietato e senza scrupoli, che non guarda in faccia a nessuno, e amante della bella vita.

Ora vi chiederete cosa centra Bibi in ciò…

Bhè vedete, il suo caro patrigno, il signor Glěb si è sposato con sua madre per accaparrarsi tutte le ricchezze della vedovanza, approfittando del fatto che la signora cercasse marito, perché convinta che i suoi due figli avessero bisogno di una figura paterna. Purtroppo per lui non aveva fatto i conti con Bibi e il suo titolo di erede universale.

Così da ormai 5 anni il patrigno sta cercando un modo per impossessarsi dell’impero industriale di Bibi, anche se fortunatamente senza risultati!

Unica pecca è che cerca  in tutti i modi di metterlo in cattiva luce agli occhi della madre, se non fosse per Michael la madre sarebbe ormai del tutto sottomessa al giogo del suo nuovo marito.

La cosa peggiore è che Bibi, come del resto Michael, sanno tutto del patrigno, ma purtroppo hanno le mani legate, e non possono informare in alcun modo la madre, data la precaria situazione familiare.

Ed è sempre per colpa del patrigno che Bibi è dovuto stare via un mese negli ultimi tempi, per tornare a casa, per risolvere tutti i problemi creati dal signor Glěb, per mettergli i bastoni tra le ruote.

C’è anche da dire che a causa della presenza del patrigno a casa, quando la madre si è risposata, ha dovuto fare le valige e andarsene, in quanto non sopportava la sua presenza allora ( ne la sopporta tutt’oggi ), ne le false dimostrazioni di affetto verso la propria madre.

Ed è così che prese il primo aereo che c’era con destinazione U.S.A., ritrovandosi da solo alla sola età di 18 anni in un continente straniero, arrivando nella mia città.

Ha conosciuto mio fratello a scuola, poco dopo il suo arrivo qua.

Poco dopo è arrivato anche Michael, sulle orme del fratello.

Tra poche settimane festeggerà il suo ventitreesimo compleanno, festeggiando anche 5 anni da quando se ne andato da casa.

Con tutto ciò che vi ho detto non voglio dire che non abbia avuto rapporti con essa, affatto, si sente 2 volte  a settimana con la madre, ma non vuole sapere giustamente nulla di quella malerba impiantata in casa sua.

Dopo questo ultimo inganno mi pare che ne sia uscito molto più provato del solito…

Lo guardo attentamente, dalla testa hai piedi.

Di fianco a me ho un avvenente ventitreenne dall’ossatura robusta e forte, con una corporature molto muscolosa, frutto di molto sport, ( un corpo lavorato soprattutto da sano football americano ), molto alto.

Dal volto ben squadrato, zigomi ben definiti, niente barba perché accuratamente tagliata, capigliatura di un rosso fuoco ricciola, dal taglio corto, ma non troppo, che permette di vedere la natura dei capelli.

Naso aquilino, bocca grande con labbra fini caratterizzate da un perenne sorriso sbarazzino, raramente sostituito da altro, tocco finale, due occhi azzurrissimi che sembrano parlarti da soli e avere vita propria.

Un normale ragazzo come tanti, ma costretto a portarsi un grande fardello sulle larghe spalle.

Sposto lo guardo da lui alla strada davanti a me, che intravedo dal parabrezza.

Mi ha raccontato tempo fa che per lui il padre era il suo idolo.

Non riesco proprio ad immaginare  cosa possa aver provato quando tutto il suo mondo è crollato con la sua morte, ne quando è comparso il signor Glěb.

No, non posso, ma posso fare ben altro.

Posso starli vicino prendendomi cura di lui. Come ho fatto con papà e Justin per anni e anni, continuando a farlo tutt’ora.

Per me Bibi è come un fratello, al pari di Jay e Justin, ma allo stesso tempo è molto di più – stiracchio le labbra a mo di sorriso -  è il mio migliore amico per l’appunto!

E io per lui sono lo stesso.

<< Sai, stavo pensando una cosa…>> inizia lasciando in sospeso il discorso interrompendo il filo dei miei pensieri.

<< Cosa? >>  domando incuriosita.

<< Stavo pensando a mia madre e al suo comportamento nei confronti del mio patrigno ed a ciò che mi disse quando me ne andai >>.

Mi astengo dal parlare e aspetto che continui.

Distoglie un attimo lo sguardo dalla strada e mi guarda in quel breve istante negli occhi, poi riporta gli occhi alla strada, lasciandosi dietro uno sguardo malinconico e stanco.

<< Mi chiedo fino a che punto possa essere forte l’amore. Come possa renderti così cieco. Non riesco a non pensare se sia veramente un bene o no innamorarsi di una persona. Tu cosa ne pensi? >>parla facendo delle strane smorfiette che gli dipingono il volto.

<< Non so cosa dirti. Non so cosa sia l’amore che intendi tu perché sono ancora una bambina – ridacchia al sentirmi dare della “bambina”, quando sa che io detesto essere chiamata con quell’appellativo – Non so se mi capiterà mai, ma se capitasse lo accetterei sia che porti gioia, sia che porti sofferenza nella mia vita, che sia giusto o sbagliato, perché la vita non varrebbe di essere vissuta senza l’amore. Personalmente parlo di ciò basandomi sull’affetto che provo per te, Jay, Justin, papà e tutti gli altri. 

Se io non avessi voi, non vorrei vivere nemmeno un singolo secondo in questo mondo. Te lo giuro! Voi tutti siete la mia forza, quella per cui vado avanti – porto la mia mano sopra la su destra che si trova posata sul cambio e gliela stringo da sopra –

Comunque, anche se non mi innamorassi non mi dispererei, io sto bene così  >> gli faccio l’occhiolino.

Mi sorride girandosi un attimo nella mia direzione.

<< Anche io non mi sono mai innamorato. Spero di non innamorarmi mai, non voglio diventare come mia madre : un burattino nelle mani della persona a cui tengo di più al mondo >>.

<< Adesso che mi ci fai pensare… devo ammettere che per me è assai improbabile che mi succeda ciò! >>.

<< Perché? >> alza entrambe le sopracciglia vivamente colpito.

<< Semplice, perché mi sembra impensabile che un giorno il mio mondo ruoti solo attorno a una sola persona, quando esso ne è formato da molte! >>.

<< Mha… - mugugna lui palesemente contrariato – vedremo…vedremo…>> continua lui.

<< Piuttosto…non ti farebbe male se lo ammettesti sai? Ti sentiresti meglio e un po’ più rilassato e meno in ipertensione >>inizio incoraggiante accarezzandogli la mano ancora sovrastata dalla mia.

<< Ammettere cosa? >> mi chiede stralunato.

<< Che hai paura >>.

<< Mhn…non hai poi tutti i torti – cambia marcia diminuendo i giri in prossimità del cancello elettronico di casa mia – Promettimi che se mai mi innamorerò e inizierò a fare stupidaggini mi darai un occhino e cercherai di farmi rinsavire >> dice serio.

Mi volto verso di lui che mi sta fissando negli occhi, mentre aspettiamo che il cancello elettronico si apra completamente.

<< Rilancio l’offerta : ognuno di noi due farà lo stesso per l’altro! >>.

<< Ma io non le picchio le donne ! >> sbotta con finta ilarità, anche se dice il vero, mentre riprosegue entrando nella mia proprietà.

<< Facciamo allora che mi metti in punizione? >>.

<< Già meglio… - un attimo di silenzio scende tra di noi, poi riprende sempre più di buono umore e divertito via via che parla – Ma quello non è lo svago preferito di tuo fratello Justin? >>.

<< Fa lo stesso… >>.

<< ok allora,  affare fatto ! >> dice spegnendo l’auto e tirando il freno a mano, mentre allo stesso tempo si sporge verso di me e mi da un leggero bacio sulla guancia.

Scendendo dall’auto chiudo lo sportello e mentre faccio ciò una domanda mi sale alle labbra spontanea.

<< Pensi mai che Jazz perderà mai il vizio di mettermi in punizione o di inventare scuse su scuse, pur di proteggermi dal mondo dei divertimenti adolescenziali, alias disco, pub…o roba simile ? >> gli chiedo con ironia.

Ride sguaiatamente.

<< Scherzi? E perdere il titolo di miglior “ Guastafeste di un fratello maggiore per sorelle minori ”  e il primo premio per primo classificato “ Cane da guardia?” >>.

Sbuffo facendolo ridere ancora di più e più forte, e facendo addirittura affacciare mio padre alla finestra del salotto.

<< Mai deduco…>> mormoro sconsolata, mentre mi avvio a braccetto con Bibi in casa.

 

***

 

Toc. Toc.

Mi alzo dal letto mettendomi in posizione seduta issandomi sui gomiti, al leggero bussare.

<< Avanti >> mormoro.

Accendo la piccola abatjour del comodino al mio fianco del letto.

Mi giro verso l’ospite, già sapendo chi sia.

La accolgo con un sorriso che è di tutto dire.

<< Stavi dormendo? Ti ho svegliato? >> mi chiede con una vocina dolce dolce e dispiaciuta.

Che tenera…

<< No tranquilla, mi ero appena sdraiato >> è la mia cauta risposta.

<< Mhn…senti – inizia timida come al solito, tenendo le sue esili e ben proporzionate braccine dietro la schiena e muovendo un pò i piedini piccoli e delicati racchiusi in dei fantasmini in tono con il pigiama, so già cosa sta per chiedermi, è un classico, ma che ci posso fare se è così timida? Rido sotto i baffi pensando che è da quando ci conosciamo che molte volte dorme con me , ma ogni volta fa la timida, che carina! – Posso dormire con te? >> dice alla fine, riuscendo a farsi uscire il fiato, quel piccolo e grazioso angelo di Sharon.

Sollevo le coperte e le faccio segno di sdraiarsi accanto a me, nel posto vuoto del letto.

Già immagino quale sia il problema, lo noto dall’aria crucciata che le si è formata in volto.

Quando entra nel letto ci rimbocco le coperte e mi sdraio, lo stesso fa lei, appoggiando la testa sulla mia spalla sinistra, mentre spengo la luce con la destra.

Le accarezzo i capelli, attorcigliando le mie grandi dita trai suoi boccolosi capelli color dell’oro.

<< Mi sa che è destino che non ti dia nemmeno un attimo di tregua, è Bibi? >>.

<< Figurati…per te questo e d altro – faccio una breve pausa, per rimettere in ordine i pensieri e progetti che avevo ideato a cena, poi riprendo – per il discorso di domani sera facciamo così: ti passo a prendere alle 23:30 per andare in disco.

Entreremo dal dietro del locale per non farci vedere da Jazz fin da subito, poi facciamo come di solito per il resto >>.

<< Sappi che non mi va comunque, il fatto che ti abbia costretta a stare a casa… non ne vedo il motivo >> dico pensando allo stesso tempo che Jazz esageri, sopprimendo i suoi divertimenti solo perché ha paura che un pischello qualsiasi ci provi con la sua ingenua sorellina. Diamine, ci siamo tutti! Vuoi che nessuno ci butti un occhio su di lei per controllarla? Eh! Che pazienza a Sharon con te Jazz! Soprattutto quando ti chiede perché come stasera e le rifili una stupidaggine qualsiasi pur di impedirle di farle sapere il vero motivo e a maggior ragione come funziona il mondo!

Un cogline, ecco cosa è Justin, perché arriverà il momento prima o poi che qualcuno le vorrà fare la festa e lì poi mi dirai cosa farai quando la frittata sarà fatta! Ma possibile che uno così si perda in un bicchier d’acqua?! Mha…sarà anche uno dei miei migliori amici, ma quando ci stanno, ci stanno, eccome le cose da dirsi!

<< Grazie …cosa farei senza di te? >> mi richiama al mondo reale il mio unico angelo preferito.

<< Saresti a disperarti in una cella di un convento! Stanne pur certa! >>  dico per farla ridere.

Sento un dolce e debole rumore che mi ricorda dei campanellini.

Sta ridacchiando.

A quanto pare ci sono riuscito.

Eh…vorrei sempre vederla sorridere e ridere.

<< Bibi…>> mi richiama nuovamente con la sua dolce musica che si ritrova per voce, al presente.

Sposto il mio volto nella sua direzione.

<< Mi sei mancato davvero tanto . Mi sono davvero mancate tanto anche le serate in cui cenavamo tutti e 4  assieme e che tu rimanevi a  dormire da noi >> finisce sospirando e appoggiando una piccola mano sul mio petto.

Gliela stringo con affetto ma delicatamente, è così fragile lei…

Le voglio davvero un gran bene.

Struscio il mio volto sulla sua fronte per darle noia giocosamente.

<< Anche a me! Soprattutto il tuo pigiamino con le mucchine volanti! Manca poco che la scorsa settimana non mi mettevo ad urlare come una checca isterica >> la metto sul ridere.

Ridacchia ancora e allo stesso tempo cerca di colpirmi nel tirarmi qualche colpo sul torace con le sue piccole manine strette a pugno, per punirmi di aver preso in giro il suo pigiamino preferito.

Che scricciolo! Mi fa il solletico!

E’ così indifesa. Che tenera…

<< Sai, pensandoci bene sono davvero fortunata che una parte di te mi voglia bene e mi consideri oltre a come una sorella anche come la tua migliore amica! Così posso divertirmi anche io assieme a voi! Non mi piace stare a casa senza di voi! Inoltre adoro fare sempre quello che fate voi, mi diverto sempre! >> dice mormorando con la voce sempre più in dissolvenza per il sonno e smettendo di “ picchiarmi ”.

Sghignazzo sotto i baffi.

E si Jazz, 1 a 0 per la tua sorellina, la usa indole vivace e la sua voglia di divertirsi, unite alla cocciutaggine ti hanno battuto stavolta!

Addolcisco il tono e le faccio una carezzina leggera sulla testa e le mormoro un << Ti voglio bene >> veramente sincero.

<< Anche io…come ne voglio a Jazz o papà…>>

<< Ne sono lieto…ma ora dormi, che sennò domani mattina non riesci a stare sveglia e devi anche andare a scuola, su >> le dico conciliante.

La sento sbadigliare e darmi della buona notte.

Silenzio.

<< Non è che questa conversazione fuori orario diurno mi costi domani col prepararti una colazione del tuo paese d’origine vero?  >> mi chiede già sonnecchiando, ormai quasi preda di Morfeo.

Ridacchio.

<< No tranquilla, anche se non sarebbe malaccio come idea >> concludo speranzoso.

<< Sfruttatore! >>.

<< Come no >> rispondo alla provocazione della Bella Addormentata.

Mi sistemo meglio il cuscino sotto la testa, cercando di muovermi il meno possibile, per non dar noia alla mia piccolina che sta dormendo tranquilla, appoggiata al mio petto.

La guardo dormire ancora un attimo.

La osservo pensando a come la sua semplicità e bellezza possa dare a chi la osserva, un così forte messaggio di tenerezza e affetto, tradotto in desiderio di protezione nei suoi confronti da tutto e tutti.

Può forse una persona comunicare involontariamente ciò?

Io penso proprio di si.

Saranno le sue piccole mani, o la sua piccola e assai delicata figura o la sua bellezza e vivacità o la spontaneità e il suo meraviglio, enigmatico carattere, o forse i suoi grandi e azzurri occhi del col del mare? Chissà?

E proprio mentre penso alla mia piccola stellina, che caddi anche io tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

 

 

 

TRADUZIONI FRASI

Frase di Dayane ( Finlandese)

*Oh si certo, come no...il migliore amico!

Non solo è una gran bugiarda, ma anche troia! Ci avrei scommesso!*

 

 

 

Frase di Bibi ( Ceco )

*Porco cane ! Maledizione ! L-*

 

 

 

-         NOTA AUTRICE -

Oh! Ecco finalmente il secondo chappy!

Spero che vi sia piaciuto! Ci ho messo tutta me stessa!

Spero che vi sia chiarito la figura di Bibi, assai  importante per la storia!

Bibi è un personaggio criptico, il quale prova un grande affetto per Shaz, e un grande istinto di protezione nei suoi confronti, ma non solo lui, ma anche le persone che gli stanno accanto, come gli altri amici ( solo quelli che ha in comune col fratello), il perché verrà chiarito in futuro, quando verrà chiarita una parte del doloroso passato della piccola Sharon…lo stesso vale per il fatto ( come noterete in seguito) che la protagonista ha bisogno costantemente di affetto  e di dimostrazioni di esso e il perchè consideri gli amici la sua famiglia….è tutto collegato al passato…idem per il fatto di avere bisogno di sicurezza che cerca senza accorgersene ( basti vedere poche righe più in su – il pezzo in cui dorme con Bibi)…

Inoltre spero che la vostra immagine di Sharon vi si sia arricchita con  questo nuovo chappy. Bellissima, intelligente, divertente, giocosa, sportava, dolce e sempre pronta ad aiutare chi ne ha bisogno, e si..anche maschiaccio! Cmq, il fatto non si vergogni affatto con l’altro sesso di scambiarsi semplici e inoque effusioni di affetto ( dal suo punto di vista ), non sono sintomi di malizia o altro..anzi…è solo che è molto ingenua e il perché lo vedrete più avanti… Per chi non avesse letto la one – shot chiedo scusa se non ha capito il perché del comportamento del fratello nei suoi confronti per proteggerla dai divertimenti adolescenziali…verrà credo chiarito in seguito…o sarà lasciato trasparire…non so…vedremo…io comunque consiglio di leggere la mia one-shot : When the moon wants to protect his sun, solo chi vuole chiarimenti…però avverto: SPOILER su SPOILER  in quanto sarebbe un break sequel di questa prima parte di storia, per distaccarla dal seguito di molti chappy come questaIO HO AVVERTITO! 

 

P:S: Scusate il ritardo…ma mi si era rotto lo schermo del mio PC portatile ç___ç

Un disastro,..ieri appena ho avuto occasione di prendere il Pc in mano ho copiato tutte le pagine scritte a mano…15 a word…non vi dico il numero in fogli scritti a mano con correzioni, che sennò mi mandate in vacanza T___T… e io scrivo anche piccolo…

 

Alla prossima!

Un SUPER-KISS, vostra ScarlettRose92 (Ransie88219)

 

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Capitolo 3
*** Anche quando arrivano le nuvole, il piccolo Sole splende ***


Questo nuovo capitolo, lo dedico a tutti quelle/i che mi seguono anche solo leggendo in questa storia e a chi commenta

Questo nuovo capitolo, lo dedico a tutti quelle/i che mi seguono anche solo leggendo in questa storia e a chi commenta.

Un grazie di cuore a tutti voi…senza di voi penso che non ritroverei mai l’ispirazione per trascrivere la storia che ho trovato quando ho immaginato la trama…

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3. Anche quando arrivano le nuvole, il piccolo Sole splende

 

 

Frush…

Mi rigiro di lato ancora dormendo e  muovo le braccia in cerca di qualcosa.

Perché cerco qualcosa?

Cosa sto cercando?

Cosa mi causa questa forte sensazione di disagio…forte inquietudine ?

Frush…

Mi rigiro dall’altra parte e rifaccio le stesse azioni.

Sobbalzo nel letto svegliandomi completamente.

Cerco disperato nell’oscurità della stanza un fagottino dai lunghi boccoli d’oro!

<< Sharon!...>> mormoro agitato nel buio, con la voce arrochita più del solito causata dall’inattività notturna.

Mi alzo terrorizzato a morte e mi dirigo verso la porta della camera da letto e la apro con uno scatto secco.

Sniff…sniff…

<< Ma questo odore …- deglutisco incredulo - questo è odore di  muffin al cioccolato,  zmrzlinový pohár , cukroví  e perníčky…>> mormoro tra me e me, con voce sempre più sollevata per la situazione…

Cavolo!

Non sono a casa! Non lo sono!

E lui n-non ha…lui non ha…

Sospiro sollevato al constatare che non sono né a casa di mia madre né quel lurido verme di Glěb  è presente nel raggio di centinaia e centinaia di miglia.

Lo sono ancora di più constatando che le orrende e agonizzanti immagini che mi stanno vorticando in testa, sono solo frutto di un incubo.

Meno male!

Ritorno a letto sdraiandomi a pancia in su, anche se ormai a causa dello spavento sono più che sveglio.

Decisamente, penso mentre passo una mano a frizionarmi i capelli.

Deglutisco sonoramente al passaggio davanti agli occhi, delle immagini dell’incubo, montandomi dentro allo stesso momento una rabbia e una violenza inaudita.

Il solo pensiero di  Glěb che…che, che fa del male a Sharon e le immagini strazianti di lei che subisce…non,…lui che ride sguaiatamente  e che si impone su di lei,…

Mi vengono i brividi lungo la schiena.

Mi rigiro a pancia in giù con rabbia, affondando il volto nel cuscino e mordendolo e prendendolo  metaforicamente a pugni ( controllandomi ) pensando che al suo posto ci sia la faccia di quel figlio di cane di Glěb .

Basta!

Calma e razionalità, mi impongo.

Era solo un incubo.

Non succederà mai perché non si conoscono e non ci sarà mai la possibilità che tutto ciò si realizzi.

Mentre il respiro mi si sta normalizzando, un pensiero sgradito me lo mozza.

- I sogni spesso diventano realtà -

Riprendo in mano le  mie facoltà mentali 3 minuti dopo, non prima di essermi sfogato nuovamente con il cuscino e di avergli inveito contro in ceco.

Mi copro il viso con l’avambraccio e prendo in giro me stesso per come non ho saputo riconoscere nella frenesia della paura il luogo dove mi trovavo, il non averlo riconosciuto solo dal tipico odore della cucina americana mischiata  a quella del mio paese.

Che sciocco sono stato a non averci pensato prima, sapendo che nella mia ex-casa alleggi sempre e solo ai pasti, l’odore di cibo americano, il preferito di Glěb, da 5 anni.

Sospiro pesantemente nell’attesa di nuovi brutti pensieri – conoscendomi – che la mia mente bacata produrrà e che non riesco mai ad ignorare.

Ormai ci ho fatto il callo.

Perché resistere agli sbocchi della mia impossibile testa?

Meglio essere accondiscenti!

Ecco che arrivano … rullo di tamburi; tema: la cattiveria della gente.

<< C’ avrei scommesso >> esclamo ad alta voce a me stesso, mentre rilasso i muscoli dando sfogo ad un fiume liberatorio di pensieri, frasi e immagini, che porteranno -  come immagino, visto il tema – al passato.

Prima di iniziare a sollevare le dighe per far scorrere le acque tempestose dei miei pensieri filosofici, prodotti dalla mia testa malata, volevo solo avvertirvi -  come se non lo si fosse già capito – che sono un po’ pazzo ma molto riflessivo, amo mettere ogni tanto i pensieri a posto in modo da metterli poi da parte quelli giusti che mi servirebbero per evitare errori futuri…praticamente mi creo una biblioteca piena di sapere!

La prima cosa che mi passa per la testa a come risposta a tale argomento è Dayane.

Una ragazza bella e apprezzata da tutti ( o almeno credo ), orgogliosa e sicura di se, che vede minare il suo mondo solo per invidia … me lo immagino che sia per questo il motivo, anche in passato è già successo quando si trattava di Sharon.

Sospiro amaramente, mentre un doloroso ricordo mi passa davanti agli occhi.

 

 INIZIO FLASH BACK

 

Solito pomeriggio grigio e freddo di inizio dicembre.

Già, solito noioso tardo pomeriggio.

Sto di nuovo apportando modifiche interne alla carrozzeria della mitica Ferrari Dino 246 GTS gialla del 1972 che era di papà.

Mi asciugo il volto madido di sudore con l’avambraccio coperto da una sola maglietta a maniche lunghe in cotone, per quanto mi è possibile muoverlo nel poco spazio sotto della macchina.

Sto veramente sudando.

Se fossi nella mia ex-casa sarei con ben altri vestiti conoscendo bene le basse temperature che in questo periodo si divertono a scalare numeri sotto lo zero.

Ancora non mi sono abituato a questo clima.

E’ già passato un anno da quando me ne sono andato.

Come passa veloce il tempo…

Due forti ricordi mi passano veloci come  treni in corsa davanti agli occhi : il primo ( a mio parere il più doloroso ) il funerale di papà, il momento in cui i miei parenti coprivano di terra la bara di papà con sopra il fiore che ci aveva posato mamma poco prima.

Mi si stringe il cuore a tale pensiero.

Saranno passati pure 2 anni dalla morte di papà, ma il dolore che sento al cuore c’è sempre, ogni tanto si assopisce altre invece…esplode con violenza…

L’altro ricordo è di tutt’altro genere, personalmente lo definirei disgustoso.

Lui ( Glěb ) che convoglia a nozze con mia madre e giura davanti a tutti il suo eterno ( come no) amore ( falsissimo ) nei confronti di mia madre.

Rivoltante.

Mi sono sempre chiesto se oltre a me  ci sia stato qualcuno che si fosse accorto di come suonassero false tali parole….

Una goccia di olio che mi cade in volto mi riporta alla realtà e continuo ciò che avevo interrotto.

Dopo poco inizio a saggiare con una chiave le condizioni di altri pezzi da revisionare e …

Sfush!

Mi cadono addosso e sulla faccia olio e altro di cui faccio finta di non sapere cosa sia, altrimenti sclero in pura lingua madre.

Unica cosa di cui sono certo è che un bagno non mi basterà per lavare via tutta sta robaccia liquida, vischiosa e …

<< Miseriaccia, nera e puzzolente! Non andrà mai via! Ma porca…>>

Mentre rimugino ad alta voce un – Me lo sarei dovuto aspettare che fossero mal ridotti quei tubi di scappamento – o un – che coglione che sono stato – aggiusto alla ben meglio il danno poi prendo ed esco da sotto la macchina e guardo l’ora.

17:41

<< Meglio che vada subito a farmi una doccia, o arriverò in ritardo da Jazz e Sharon! >>.

Detto ciò esco dal garage e salgo le scale fiondandomi nel primo bagno con doccia che trovo sul mio cammino ( quello del piano terra ) e mi concedo una veloce ma rilassante doccia tiepida per raffreddare i bollenti spiriti.

 

Riiing…Riiing…Riiing…

<< Un attimo…ma che diavolo, nemmeno una doccia in pace mi posso fare >> struffio scocciato, rispondendo annoiato, nel dover rispondere a telefono con solo un asciugamano in vita e gocciolando acqua ovunque sul parkè  che dovrà asciugare il sottoscritto.

<< Bibi? … La serata è saltata…c’è stato un problema – mi si mozza il respiro  e allo stesso tempo la mia testa urla assiduamente : “ Fa che non sia successo nulla a Sharon! Fa che non sia successo nulla alla mia piccola!...” – Raggiungimi al Saint Stefan Hospital , si tratta di mia sorella…>> finisce con voce rotta e disperata Justin.

Il mio cuore perde un battito.

<< Arrivo immediatamente >> dico con il tono gelido e calcolatore che uso per situazioni del genere o sul lavoro quando nascono problemi insormontabili per dare sicurezza al personale;  e con faccia seria, come se qualcuno mi potesse vedere, mentre dentro sono tutt’altro.

Negli anni mi sono dovuto abituare a fare “Buon viso a cattivo gioco”.

Questa è una delle rare occasioni in cui devo rassicurare qualcuno.

Chiudo la  comunicazione e corro subito dopo in camera ad indossare i primi vestiti che mi capitano a tiro, per poi salire sulla mia fiammante Bugatti Veyon per dirigermi poi come un disperato verso l’ospedale privato di questa città.

 

***

Quando arrivo davanti a Jazz sono una macchina di tranquillità e pacatezza.

E’ in uno stato pietoso.

E’ seduto a gambe larghe in una sedia da aspetto, piegato molto in avanti, ingobbendosi in modo da potersi sorreggersi la testa con le mani e i gomiti appoggiati sui ginocchi.

I capelli sono disordinati in modo assurdo.

Deve essersi passato ripetutamente le mani trai capelli…un gesto che ha in comune con sua sorella, che compiono solo quando sono in tensione o c’è qualcosa che li preoccupa.

Continuo ad osservarlo aspettando ancora un po’ prima di rivelare la mia presenza.

Osservo il suo viso.

La fronte è crucciata e da mostra di qualche piega assai troppo giovane per essere ben definita già, in un ragazzo di 20 anni appena.

Lo sguardo è perso nel vuoto  e da un chiaro messaggio : paura e preoccupazione; le labbra sono chiuse in una smorfia altrettanto schietta.

Mi avvicino e gli appoggio una mano sulla spalla destra.

Sobbalza a tale contato.

Sposta lo sguardo dalla parete spoglia – come si confaccia ad una struttura ospedaliera – e lo porta fino a incontrare il mio.

Ci scambiamo un muto messaggio di rassicurazione reciproca.

Sa che per sua sorella provo un affetto fraterno come il suo, è solo per questo che cerca nel suo piccolo di consolare addirittura me.

Sto per domandargli cosa è successo alla nostra piccola, quando il mio tentativo viene troncato dall’entrata in scena di un ragazzo atletico e ben proporzionato, dai grandi occhi verdi pieni di tristezza e altro a cui non so dare il nome, dalla capigliatura castana scura e sbarazzina, dal grosso fiatone.

 Mi sa che ne ha fatta di strada a corsa, di solito regge molto bene a lunge marce.

<< Ciao Françis …anche tu sai? >> gli domando.

<< Già,..ho notizie Justin – al che il ragazzo chiamato si alza in piedi e gli si avvicina con uno scatto ed inizai a scuoterlo con forza – Calma! Ora ti spigo…Bibi sa già tutto? >>

Justin si ferma e si mette a camminare in su e giù davanti a noi.

<< No, sono appena arrivato, fatemi un riassunto della situazione >> rispondo al posto di Jazz.

Appoggio di nuovo una mano sulla spalla di Jazz e lui si calma e ritorna a sedere e inizia a spettinarsi i capelli, passandoci le dita tra di essi.

<< Ero andato a prenderla a scuola come al solito. Era in ritardo … di solito non lo è mai …>>

<< Ma nelle ultime 3 settimane lo era >> lo interrompe Françis.

Justin lo guarda con uno sguardo di fuoco, consapevole che lui ha veramente scoperto quello che c’era da sapere. Poi riprende.

<< Si, hai ragione…23 minuti di ritardo. L’ho chiamata al cell preoccupato ma mi ha risposto che stava arrivando. Dopo poco l’ho vista venirmi incontro.

Camminava con lo sguardo basso e perso, era pallida più del solito. E’ entrata in macchina senza salutarmi. Ci sono rimasto male ma non le ho detto nulla, pensando che fosse solo un po’ stanca per la scuola. In macchina siamo stati in silenzio.

Non ho provato nemmeno a chiedere perché, sicuro che non  mi avrebbe risposto – sospira  e prende aria hai polmoni e riprende a rifissare la parete con sguardo vuoto, poi continua – Siamo tornati a casa, tutto normale a parte il silenzio tra di noi…poi è andata in cucina per bere, si è alzata sulle punte per prendere un bicchiere..ha  allungato il braccio, io mi stavo avvicinando per aiutarla quando le si è mozzato il respiro e mi è svenuta davanti. – Si copre con una mano gli occhi – L’ho presa al volo e portata qui. Sono qui da più di un’ora e che lei è là dentro con i medici e gli infermieri – indica la porta di fronte a se – ancora non so nulla.

Cala il silenzio per un lungo attimo.

<< Tu, Françis cosa centri in tutto? >> mi rivolgo al moro.

Fa un passo avanti e si fa scuro in volto.

<< Justin mi aveva chiesto di vedere un po’ a scuola cosa era successo poco prima, pensando che centrasse con il malore di Sharon. Ebbene ci aveva visto giusto >>.

Sia io che Jazz ora pendiamo dalle labbra di Françis.

Lui guarda fisso Jazz indeciso, poi riprende.

<< Prima di continuare voglio che tu Jazz mi faccia una promessa >>.

<< Che promessa? >>

<< Che tu stia calmo e che aspetti che io ti abbia raccontato tutto. Solo dopo potrai fare ciò che vuoi, naturalmente “ no idiozie ” >>.

<< E’ così grave ? >> chiedo.

Françis assentisce.

<< Lo stesso vale per te Bibi >>.

Alzo un sopracciglio ostentando incredulità.

Deve essere parecchio grave la cosa se obbliga pure me.

Io di solito mantengo bene il sangue freddo.

<< Prometto >> esclamo sempre più preoccupato.

Stessa cosa fa Jazz, ma solo dopo un eloquente sguardo lanciato a Françis.

Mentre  quest’ultimo riprende a parlare sento la rabbia crescermi nel petto sempre più e pure i miei battiti cardiaci.

Così, io e Jazz veniamo a sapere che dalla bellezza di 3 settimane, Sharon è presa di mira dalle compagne di classe.

La prendevano e la trascinavano nel retro dell’edificio scolastico finite le lezioni e la picchiavano.

E volete sapere il motivo?

Bene, perché sono invidiose di lei.

Invidiose di una ragazzina di soli 11 anni, bellissima e molto intelligente dato il suo Q.I al di sopra della media, dal carattere perfetto e impeccabile, dall’impersonificazione della bontà e generosità, sportiva e apprezzata da tutti.

Vista sempre di malocchio dalle compagne  di classe invidiose di lei, oltre il fatto che frequenti con loro la 8th grade invece che la 6th grade, si aggiunge il fatto che conosca molte lingue e sia una vip ( o star, decidete voi il termine ) a peggiorare ancor di più la situazione.

Così hanno pensato ( molto probabilmente ) che picchiandola, riempiendola così di lividi e contusioni dappertutto e minacciandola, l’avrebbero fatta scappare a gambe levate ed avrebbe poi così dovuto  buttare giù la maschera di “ miss perfezione ” che secondo loro portava…

Quanto si sono sbagliate…

Illuse!

La piccola non è una finta brava ragazza e non è nemmeno una che scappa alle difficoltà ma le affronta.

Sono sempre stato fiero di questo suo modo di fare e di essere..ma per la prima volta mi trovo a pensare che non avrebbe fatto male ad essere un po’ vigliacca e darsela a gambe, visto cosa le è successo.

Mi vergogno di tale pensiero, ma la preferisco in salute che in attesa di sapere come sta dietro una porta di ospedale.

Così ora pensiamo che Sharon si sia sentita male a causa della botta ricevuta prima.

Si da il caso che questa volta una ragazzina le abbia dato uno spintone a tradimento e abbia sbattuto la nuca al palo esterno della luce.

<< Brutte battoni quattordicenni! >> sbotta stizzito e incavolato nero Jazz, mentre si rialza con stizza alla rivelazione del moro e iniziando a fare su e giù per il reparto vagamente incavolato nero.

Lo stesso che prova Jazz lo proviamo anche io e Françis, ma cerchiamo  di stare calmi.

Meglio non peggiorare la situazione : basta uno di noi che faccia “cazzate”, casomai ne facesse Justin di sciocchezze.

Mentre penso a ciò esce dalla “porta” un’infermiera che richiama Justin.

Così scompare anche lui dietro a quella “porta”.

 

FINE FLASH BACK

 

<< Quella volta andò veramente bene >> mormoro a me stesso.

<< La piccola se la cavò con un trauma cranico medio, contusioni vecchie e nuove su tutto il corpo e addirittura 4 punti per un taglio sul  braccio destro >>.

Quella volta io e Justin ci giurammo l’un l’altro che ciò non sarebbe più successo e niente e nessuno le avrebbe più fatto del male né soffrire.

Ricordo benissimo anche il monologo auto-accusatorio di Justin che si era inferto.

Si sentiva in colpa per l’increscente situazione.

Fu da allora che Justin divenne sempre più pressante e iperprotettivo nei confronti della sorella minore.

Non ha poi tutti i torti, anche se  a volte esagera.

Sorrido pensando che abbia un po’ troppo esagerato.

Sospiro e con un unico gesto mi alzo da letto con l’intenzione di vestirmi.

 

***

 

<< Suvvia papà, non fare i capricci, su >> lo imploro.

Lo sento sbuffare esasperato.

<< E va bene! Va bene! >> mi risponde papà servendosi di qualche dolcetto da me appena sfornati.

Esulto dentro di me e sorrido soddisfatta al suo indirizzo.

Guardo poi mio fratello che sghignazza nell’avermi visto contrattare con papà per farlo mangiare.

Sposto dopo lo sguardo quasi subito su di una montagna dai capelli rossi, che sniffa senza ritegno e assai entusiasta la colazione in tavola.

<<  Ah..che profumino >>.

<< Contento? Ho cucinato quei dolcetti Cechi che tanto adori >>.

<< Grazie, ma non dovevi…ma apprezzo il gesto! >> replica mentre mi si avvicina e mi molla un bacio sulla testa.

<< Buongiorno a tutti comunque >> sorride contento.

Ricambiamo il gesto noi altri per poi continuare a mangiare.

<< Allora Karl? Come mai si fa rimproverare di prima mattina dalla nostra piccoletta? >> chiede Bibi con nolaschance.

Io gli lancio un occhiataccia a quel “piccoletta”.

<< E’ che sono vecchio e lei non vuole farsene una ragione, ragazzo mio! >>

Sento Bibi ridacchiare mentre sciacquo la mia tazza.

<< Ma quale vecchio! E’ ancora un giovanotto! Dia retta a me , lei è ancora in pista Karl! >>

<< Si, a 69 anni? >> sorride divertito papà in direzione di Bibi.

<< Certo che si! Si guardi Karl, ne dimostra si e no una quarantina! Li porta benissimo! >>.

Fa una pausa e poi riprende.

<< Se lo faccia dire da Mary, la sua segretaria o da una delle sue sottoposte! >> afferma con fare sbarazzino il rosso.

Papà alza un sopracciglio ostentando incredulità dopo essersi quasi strozzato con un boccone a tali rivelazioni.

<< E’ verissimo papà, giuro ! >> appoggio Bibi.

Tutti e 3 gli uomini in stanza si girano di scatto verso me e mi guardano allo stesso modo.

<< Che c’è? >> domando colpita nel vivo a quella reazione.

<< Nulla figliola…>>.

<< Papà..certo che sé se ne è accorta pure lei deve essere pur vero non trovi? >> dice mio fratello con tono divertito e assai canzonatorio!

Poi il trio scoppia a ridere fragorosamente.

<< Ma è vero…poi Mary e Clarissa ti fissano sempre il fondoschiena…cosa che non capisco poi…>> finisco alzando gli occhi al cielo/soffitto pensierosa e portando un dito sotto al mento.

Mentre faccio ciò gli altri si fermano un secondo e poi riprendono a ridere ancora più forte di prima se possibile.

Sbuffo delusa perché non mi prendono proprio sul serio.

<< Sei troppo piccola per certe cose, lascia perdere e corri a vestirti sennò farai tardi >> così conclude mio fratello ancora ridendo.

 

***

 

Appena sento il rumore della porta di camera di  mia sorella chiudersi cerco di riprendere un contegno e riprendo a mangiare.

<< Sul serio Karl, qual è il problema? >> sento chiedere  Bibi.

Sorrido dentro di me.

E’ normale che si preoccupi per mio padre, in fondo è uno di famiglia e gli si è affezionato.

Torno alla realtà quando sento la risposta di papà.

<< Come ti ho detto prima c’è che non sono più un giovincello e come tale inizio ad avere degli acciacchi…ah…la vecchiaia…>>.

Mi volto verso Bibi già sapendo cosa dirà.

Vedo Bibi fare l’occhiolino a papà con fare confidenziale e ribattere come al suo solito con il suo personale modo di fare.

<< Non sapevo che avessi iniziato a fare cilecca con le donne! Che esempio mi dai maestro? Eh? >>.

Ecco, l’avevo detto, se non se ne usciva così sarei stato sicuro che quello seduto a tavola fosse un alieno.

<< Ragazzaccio >> lo rimprovera papà per aver volutamente inteso i discorsi  a doppio senso , il quale è addirittura inesistente << In verità è che ho problemi di digestione e la piccola oltre che ostinarsi tutte le sere  prepararmi ogni volta qualcosa di diverso che mi faccia bene, pretende la mattina di sforzarmi a mangiare perché secondo lei è “meglio star male a stomaco pieno che vuoto” >> fa mimando l’ultima parte di discorso con le dita.

Bibi ridacchia.

<< Non si lamenti, che oltre ad avere una brava e affettuosa figlia si ritrova la copia della mogliettina perfetta. Due in uno, che vuole di più? >>.

Papà ed io sorridiamo in direzione del rosso, poi il primo prende e se ne va a lavoro dopo averci salutati tutti.

Come chiude la porta che io cambio espressione, irrigidendola.

<< Dimmi >> mi incita il rosso precedendomi.

Alzo un sopracciglio << E’così evidente che volevo parlarti? >>.

<< Direi di si, dato che tuo padre è scappato a lavoro con 45 minuti di anticipo >> mi sorride rilassato.

Ricambio

O meglio, tento di sembrarlo.

Ingoio il magone dato dalle ansie e inizio.

<< Come le è andato il suo primo giorno di scuola? Tutto bene? Problemi? Qualcuna o qualcuno gli ha dato noia? …>>

<< Frena amico, calmo – sorride rassicurante – Allora, prima o seconda risponderei benissimo, poi direi di nuovo nessuno per quanto riguardano i problemi.

Poi, vediamo…cosa avevi chiesto ? – ci pensa su un attimo – ah si…nessuno le ha dato fastidi e ha stretto un’amicizia con un a “brava ragazza” e con dei ragazzi,..>>.

<< Ragazzi?! >> sibilo in tono minaccioso.

Ragazzi? Ma scherziamo?

La mia innocente sorellina che si intrattiene in rapporti di amicizia con gente che non sia io o del nostro gruppo?

La mia piccola ed ingenua sorellina con dei cazzoni o peggio ancora con ragazzini in piena crisi ormonale attorno?

Ma scherziamo?

Prima di andare a lavoro prendo e la vado a cancellare da scuola!

Lei? Ragazzi?

NO NO NO NO e NO!

<< Oh suvvia, non è nulla, solo amici, tranquillo >> mi richiama dai pensieri Bibi, battendomi poi una pacca sulla spalla sinistra cercando di calmarmi.

Sospiro.

Ha 15 anni, deve fare le sue esperienze di amicizia SUPERFICIALE  con gli estranei.

Ma mi preoccupa quel ESTRANEI legato a RAGAZZO!

Ok, diamogli fiducia.

Controllo massimo!

Non la perderò di vista un attimo!

Non voglio che me la rovinino!

Se solo un pischello qualsiasi prova a varcare l’amicizia superficiale lo scuoio vivo!

Parola mia!

Mh…mi devo organizzare pure su come controllarla da dentro scuola…

Potrei chiamare Ben…mh…vedremo…

Comunque la sostanza non cambia…mi girano ancora!

Ritorno al presente e sibilo un << Lo spero per loro! – ringhio quasi – Altro? >>

<< Oh si, una ragazza, pare che non le piaccia proprio Sharon >>.

<< Cosa? >>

Bhè questo cambia le cose…

Tutto risolto, non servirà Ben.

<< Bhè non importa…non sarà più un problema, smetterà di andare a scuola mia sorella >> affermo risoluto.

Non voglio assolutamente che si ripeta ancora una scena del passato.

O peggio!

Mai!

<< Sta calmo, non c’è pericolo >>.

<< E come lo sapresti, eh? >> lo interrompo.

<< Lo so perché gli altri suoi amici mi sembrano tipi svegli e sono sicuro che ci penseranno loro ad evitare qualche brutto episodio >>.

Ci guardiamo negli occhi.

Verità. Risolutezza. Buon umore.

Ecco ciò che vedo nello sguardo del rosso e che  mi fa convincere in parte che posso stare tranquillo.

<< D’accordo, non smetterà di andare a scuola, ma se vedo che le cose precipitano o accennano a farlo, lo farò. >> lo avverto.

<< Certo, che discorsi! >> mi sostiene accondiscente.

Subito dopo cambio argomento, quando come un fulmine a ciel sereno, non mi trapassa la mente.

Lo lascio fuoriuscire.

<< E’ venuta da te a dormire non è vero? >> la butto lì con fare casuale, cercando di reprimere quell’ombra-mano che mi stringe il cuore e mi rende sempre più intrattabile quando si parla di ciò.

<< Si, posso dichiarare con certezza che dopo ieri sera possiamo concludere il nostro secondo libro di oltre 1000 pagine intitolato “ Il mastino e la Bella rinchiusa in villa 2.” >> risponde con tono secco.

Gelosia.

Ecco cos’è la cosa che stringe e preme il mio cuore.

Geloso perché mia sorella avendo avuto bisogno di una spalla a cui appoggiarsi si sia rifugiata in Bibi, il suo migliore amico e non me, suo fratello maggiore.

In cosa ho sbagliato fin’ora? 

Sbuffo geloso e verde d’invidia.

<< Lo faccio per il suo bene. Se le proibisco certe cose è solo per proteggerla tutto qui >> mi difendo.

Lo sento ridere.

<< Che c’è? Sono un pagliaccio? >> chiedo sempre più risentito.

<< Affatto, sei solo un fratello verde d’invidia…tutto qui…ahahahah >>.

Mi alzo e sbatto nel lavello le mie stoviglie sporche.

<< Sono contento che almeno tu ti diverta a sfottermi >> struffio sconfitto.

Possibile che sappia capire così tanto le persone?

Lo sento alzarsi e fare lo stesso.

<< Suvvia, non te la prendere è solo che dovevi vedere la tua faccia! Un vero spasso! Comunque sei proprio ridicolo a sentirti così! Non ce n’è motivo! Non ho alcuna intenzione di soffiarti il ruolo di fratello maggiore! Ci mancherebbe! >>.

Sorrido.

Devo proprio essere un libro aperto per lui se ha notato tutto ciò.

<< Grazie >>.

<< Figurati >>.

Lo guardo in viso e noto che mi fissa.

Ora che c’è? – penso tra me –

<< Ma mi ci vedevi veramente nel ruolo di fratello maggiore-iper-protettivo versione mastino? – lo vedo pensarci su seriamente – Naaah, non fa per me la parte del duro, poi scuoiare persone…naaah troppo noioso, mi sporcherei i vestiti e non mi riesce ancora di capire come funzione quella scatola che chiamano lavatrice…>> conclude divertito.

E’ proprio un bravo ragazzo, cerca pure di consolarmi dopo che gli ho parlato continuamente astioso nei suoi confronti.

Adoro l’amicizia anche per questo.

Comprensione e comprensione.

<< Ma va! Manco ti rispondo! >> lo liquido di buon umore.

<< Ora vado sennò faccio tardi a lavoro. La porti tu a scuola? >>.

Mi fa un gesto affermativo con la testa.

Sto per aprire la porta per uscire quando se ne esce con un'altra affermazione.

<< Ma da quando sai fare la lavatrice? >>.

Alzo gli occhi al cielo ed esco fiondandomi in garage, senza la briga di rispondere a quel cieco schizzato già di prima mattina.

Metto in moto pensando che come dura giornata di lavoro, questa mattina l’ho iniziata meglio del solito.

Sorrido e mentre scorro per le vie di questa città mi fa compagnia l’eco della risata di Bibi che ho causato alla mia uscita in grande stile.

 

 

ANGOLINO AUTRICE

ScusateScusateScusateScusateScusateScusate

Mi dispiace tantissimo per l’enorme ritardo ma il mio vecchio pc portatile ha esalato il suo ultimo respiro e me ne sono dovuta comprare uno nuovo.

Purtroppo il vecchio pc prima di tirare le cuoia si è divertito a fare le FINTE= si blocca all’improvviso= devo riavviare= fa il morto con 4 fastidiosi bip con schermate nere= dopo 20 riavvii funge= tempo di scrivere 5 frasi a pc…puff ribloccato tutto.

So metà capitolo a memoria da quante volte l’ho riscritto ç___ç.

Quindi sono partita alla ricerca di un pc nuovo adatto anche per i miei studi e mi ci è voluto una vita = 3 settimane, anche di portafoglio…€ 729…

Poi c’è stato il problema che ho dovuto reinstallare tutti i programmi (msn 35 minuti mi ci sono voluti..vista non me lo voleva installare), poi quando mi sono messa a ritrascrivere il pezzo tra ieri e oggi, indovinate cosa mi succede…word non mi estraeva il pezzo da chiavina su medesimo programma.

Ieri sera stavo per buttare il pc nuovo di sotto alla finestra..da come mi giravano…pure mio padre è uscito dai gangheri per colpa mia…NO COMMENT…

Purtroppo non ho nemmeno potuto battere a computer con il pc di mio padre..perchè in sala da pranzo è costantemente pieno di persone…che non mi lasciano da solo nemmeno un minuto con il pc, poi c’è mio fratello che pretendeva quel pc 24 su 24, e mio padre che da lavoro voleva rilassarsi a chattare con amici, e alle 1 di mattina quando penso che non ci trovavo nessuno ecco mia madre per lavoro e amministratrice condominio di mia nonna che lo occupava…ma dico io..dormire no?

E’ stato un periodo piuttosto lugubre e duro!

Chiedo venia….

Per chi mi conosce e legge ciò capisce benissimo perché ha visto con i suoi occhi casa…

Spero possiate comprendermi…

Chiedo ancora scusa..

UNICA COSA POSITIVA  è che sono andata avanti nella trama…presumo che nel prossimo e quello dopo ancora entrerà in scena Russell..ma guardo lì per lì…perché penso che sia dura legger per voi troppe pagine assieme…cercherò di ridurre il più possibile! Promesso!!! Ci provo!!!

 

Se avete domande chiedete e risponderò!

Ciao e alla prossima ! ^__^

Un  SUPER-KISS Ransie88219 ( ScarlettRose92 )

 

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Capitolo 4
*** Cupido da le dimissioni ***


Questo capitolo lo dedico a : Devilcat , Merry NIcEssus, pirilla88, winter che hanno messo la mia storia tra le loro seguite

 

Questo capitolo lo dedico a :  Devilcat , Merry NIcEssus, pirilla88winter che hanno messo la mia storia tra le loro seguite! Grazie 1000!!!

Un grazie enorme a tutti quelli che leggono, non posso credere che siate così tante!

*me commossa*

Ora vi lascio al cap!

BUONA LETTURA!

 

 

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4.    Cupido da le dimissioni

 

Appena la Bugatti Veyron nera di Bibi si ferma inchiodando davanti a scuola con uno stridore da film, penso solo che voglio morire…

Mi giro verso Bibi con un sopracciglio alzato.

<< Bhè…che c’è?..Mica sei l’unica a cui piace eccedere in velocità ! >> finisce con il toccarmi fugacemente il naso con un suo dito con fare sbarazzino.

Sostengo lo sguardo.

Non posso cedere!

Non posso sempre dargliela vinta!

<< Su…non fare la dura…lo so che stai fingendo >>.

Mi sorride sornione.

Sbuffo ma non mi arrendo.

<< Cosa c’è che non va? >>.

Mi sfida? O mi provoca? Quale delle due?

<< Ordine delle cose che hai combinato in soli 13 minuti: guida oltre i 200 Km/h in città, entrata nel piazzale della scuola aumentando i giri del motore, hai suonato anche a uno studente per farlo sbrigare a parcheggiare perché volevi passare, hai  fermato  e bada bene , non parcheggiato sta vistosa macchina davanti al cancello di scuola, e per finire in bellezza hai fatto un’inchiodatura da paura. Come minimo ti avranno sentito pure in Norvegia >> butto fuori tutto d’un fiato.

Lui non si scompone minimamente.

<< Conclusione dell’analisi? >> fa con nolaschance.

<< Hai catturato tutta l’attenzione della scuola e la cosa mi imbarazza da morire! Sai benissimo quanto io detesti stare al centro dell’attenzione! >>.

Struffio ancora e incrocio le braccia, guardando avanti con fare indispettito.

<< Mi hai fatta arrabbiare >>.

Mi guarda sempre più divertito, lo posso notare con la coda dell’occhio.

<< Suvvia, solo perché ti volevo dare un aiutino a socializzare facendo nuove amicizie. Riguardo alla mia guida, di dovresti già essere abituata da anni … Mi perdoni? – mi chiede conciliante da ultimo – >>.

<< Essere tuoi amici vuol dire avere anche tanta pazienza!

E poi…ti voglio bene proprio anche per questo! E non sono arrabbiata…con te mai! >> dico perdonandolo e uscendo dalla macchina rigida come uno stendino da bucato.

Mi guardo attorno con attenzione, cercando i miei nuovi amici con lo sguardo.

Arrossisco.

Mi stanno fissando tutti! Anzi no, peggio: ci stanno fissando tutti!

Bibi si guarda attorno tranquillissimo, come fosse normale per lui essere al centro dell’attenzione.

Si gira verso di me e da sfoggio di un particolare sorrisino che mi dice che sta per dirne una delle sue, e che non m i piacerà.

<< Ricordami domani mattina di mettere Eminem a palla domani mattina, me ne sono scordato. Diamine! Per fare l’entrata in scena da veri fighi c’era tutto tranne la musica assordante delle casse! Mi chiedo come abbia fatto a dimenticarmene! >> e si da anche una manata in faccia come a punirsi della dimenticanza.

Lo guardo a bocca aperta.

In testa ho solo poche parole che rimbombano assiduamente.

Musica.

a.

palla.

Eminem.

Ma stiamo scherzando?

Appena mi riprendo lancio un lungo sguardo a Bibi pieno di significato.

Lui  scoppia a ridere senza ritegno mentre continuo a guardarlo male.

Mi si avvicina  e mi spettina i capelli piastrati con tanta fatica.

<< Dai, stavo scherzando, su andiamo…>>.

Questi sono i momenti in cui mi chiedo come fa quello schizzato ad essere il mio migliore amico.

Scuota la testa sconsolata.

Lo adoro anche per questo.

Lui fa finta di niente e appoggiandomi le mani sulle spalla mi guida verso due ragazzi ben noti, oltre l’entrata del cancello scolastico.

<< Buon giorno >> mugolo.

Lo stesso fa il rosso al mio fianco ma con molta più convinzione.

<< ‘Giorno >> rispondono in coro Sly che sorride largamente e uno assai assonnato Rickey.

<< Bella macchina e bella performance amico! >>.

Bibi riprende a ridere a crepapelle.

Lo guardo male il rosso di fianco a me, e arrossisco di botto ancora una volta, lo sento dal viso che  mi sta andando a fuoco.

Sposto lo sguardo da Bibi e mi guardo attorno, dietro le spalle.

Tutti ci stanno ancora fissando!

Nooooo!

<< Su, non fare quel faccino! Ti ricordi cosa mi hai detto in macchina? -  prende fiato e continua – Il “Pacchetto Bibi” prevedeva anche questo ! >> e mi fa l’occhiolino.

<< Se sapevo che comprendeva anche manie di protagonismo rifiutavo allora! >> mi fingo scocciata.

Caspita! Non mi riesce proprio di arrabbiarmi con lui!

E’ impossibile!

Ma che dico? Sono io che sono impossibile e non so mai arrabbiarmi per davvero!

Uffi!

 

- Non dargliele tutte vinte! Non lo devi viziare – mi riprende una voce bassa maschile ma dal timbro fermo e calmo.

- Lo vizzi troppo! Non va affatto bene! Continua la stessa persona.

 

Mi riprendo subito da quel ricordo ammonitore da parte di un Jhosh esasperato per la “Brutta ascendenza”, come la definisce lui, che Bibi ha su di me.

Sorrido sotto i baffi.

Mi sa che Jhosh ha proprio ragione sul fatto che io lo vizzi, ma è anche vero che vizzio anche tutti gli altri del gruppo! Non lui e basta!

<< io invece sono convinto che lo hai sempre saputo >> ribatte come al suo solito il rosso.

Scuoto la testa fintamente affranta.

Vedo gli altri due fissarci incuriositi.

<< Shaz è molto timida e non le piace stare al centro dell’attenzione. Quindi: Shaz  + macchina vistosa + guidatore da ferrari + frenata da film = tutti la guardano mettendola in imbarazzo >> spiega tranquillo Bibi, facendo addirittura divertire i due giocatori di basket.

Alzo gli occhi al cielo esasperata.

<< Via, ora vado. Devo andare a vedere cosa a combinato a casa mio fratello – fa una faccia terrorizzata – Mi sa che questa volta l’agenzia delle pulizie si rifiuterà di metterci piede dentro >> dice Bibi.

Lo vedo sorridere divertito a tale pensiero.

Mi si avvicina e mi da un bacio sui capelli.

<< Ci si vede stasera a cena Scricciolo, se sopravvivo alle lamentele delle donne delle pulizie, ovvio >>.

<< Ok! Porta un film ! >> e lo saluto con la mano alzata mentre si dirige alla macchina, fino a quando non scompare dietro alla prima curva con la sua vistosissima auto, e porto l’attenzione su Sly e Rickey.

<< Gli altri? >> chiedo.

<< Adorano mantenere il loro titolo di ritardatari >> dice Sly che viene giustamente appoggiato dal compare al suo fianco.

<< Vieni andiamo…Qual è la tu prima lezione? >> mi propone Sly.

Gli porgo l’orario.

<< Biologia >> pronuncia Rickey con fare disgustato.

<< Non ti piace ? >> chiedo colpita.

E’ una delle materie che più adoro assieme a fisica.

Lui si gira verso Sly che fa una faccia da innocente.

<< Chiedilo al palo della luce che sta di fianco a me il motivo ! >>.

<< Io ? – fa indicandosi Sly – Mi annoiavo ! Non è colpa mia se il professor Grey era così noioso e mi sono trovato un passatempo! Rifattela con lui! >> si giustifica.

<< Si…certo, giocare ad aprire i barattoli con dentro rettili imbalsamati, immersi in un liquido vischioso e tirandoli fuori giocando all’era dei dinosauri? >> alza un sopracciglio Rickey in direzione del moro.

Ridacchio.

<< Immaginavo che fossi un gran ragazzaccio, ma che fossi un  bambinone lo supponevo e basta !>> riprendo a ridere.

<< T’ha già inquadrato la ragazza, Sly >> e ridendo da una pacca sulla schiena di Sly, il quale si riprende dopo essere stato a fissarmi impalato mentre ridevo con ilarità.

Smetto e  gli sorrido.

Ricambia, si porta in avanti di lato a me e fa un inchino d’altri tempi, dicendomi un “ prego, da questa parte mia principessa”.

<< Mi correggo…pagliaccio è il termine giusto >> ridacchio ancora e vado aavnti.

Poi vengo affiancata da Rickey e Sly, solo dopo che il primo abbai dato una gomitata divertita a Sly.

Così guardo l’uno e poi l’altro di continuo, mentre mi accompagnano in classe, per seguire al meglio l’interessante scambio di annedotti – assai divertenti – tra due.

 

***

 

Lezione interessante questa di biologia, unica pecca è che questa roba la so già.

Ho tentato di stare attenta il più possibile, ma non ce l’ho fatta, è stato più forte di me.

Così per passare il tempo mi sono messa a fare il ritratto di un piccolo uccellino, che si era poggiato di sfuggita al davanzale della famosa aula. Mi affretto verso la porta per uscire dall’aula quando mi sento chiamare per nome.

Mi volto seppur continuando a camminare.

Sono tre ragazzi.

Tutti alti più o meno uguali ma assai diversi l’un dall’altro.

Quello sulla destra ha una capigliatura biondo cenere con un ciuffo al lato destro che gli copre gli occhi e gli arriva fino alla fine del volto e porta un piersing al sopracciglio sinistro. Alto almeno 1,80 e magro, vestito a dark.

Mi hanno sempre affascinato il loro modo di vestire.

E’ un qualcosa di unico e fuori dal coro, ma pieno di carattere.

L’altro scuro di capelli quanto quello al centro portati cortissimi, veste con abiti sportivo l’altro porta una capigliatura mossa che gli arriva alle spalle quasi e  vestiti di jeans lacero e strappato come vanno di moda da alcuni anni. Quello in jeans ha pure un tatuaggio tribale sul polpaccio destro.

Wow, è davvero fantastico quel tatuaggio!

Entrambi i mori fanno occhi azzurro chiaro mentre il biondino verdi.

Mi sorridono.

Mi fermo in mezzo all’aula.

Quello vestito dark prende parola nuovamente ( presumo che sia stato lui a parlare prima, dato il timbro di voce ).

<< Sei nuova del corso giusto? IO sono Tim, lui – indicando il moretto dagli abiti sportivi – è Bread e lui – indicendo il moretto con quel fantastico tatoo – Pier.

<< Io sono Shaz, e si sono nuova, piacere di conoscervi >>.

Mi affiancano all’improvviso cogliendomi di sorpresa emi incoraggiano a proseguire verso la porta per uscire dall’aula.

<< Il piacere è tutto nostro ! >> esclama Bread dando una gomitata a Tim.

Lo guardo stranita non capendo il significato di quel gesto (gomitata).

<< Qual è la tua prossima lezione? Ti accompagniamo volentieri !>> replica Pier con troppo entusiasmo.

Troppo entusiasmo?

Ma a che vado a pensare?

Quando mai a qualcuno piace perdere tempo?

Forse è contento perché magari ha la scusa per assentarsi un po’ prima di riprendere subito lezione?

Guardo l’ora.

No impossibile, non alle 9:00 di mattina.

Qualcosa non quadra…

Lasciamo perdere, devo essermelo immaginata. Si, sicuramente.

Sto per rispondergli dopo il soliloquio mentale quando mi sento afferrare per un braccio e tirare via in avanti in un veloce ma non brusco movimento.

Mi ritrovo così di fianco a qualcuno, con una sua mano stretta sul mio avambraccio.

Lo sento rispondere.

<< No! Non ha bisogno di aiuto! C’è il sottoscritto! Siete pregati di andare a lezione! >>.

<< Sly! Ciao! >> lo saluto tutta contenta.

Sono così contenta che una persona che almeno conosco mi sia vicina.

Ho passato tutta l’ora precedente  a sentirmi un pesce fuor d’acqua.

<< Ciao Shaz…ci si vede… >> fa Pier, poi anche gli altri mi salutano e se ne vanno.

<< Tu che ci fai qui? >> .

Si volta verso di me, dopo aver seguito con lo sguardo i miei nuovi amici di corso che si allontanano.

<< Sono venuto ad accompagnarti a fisica, no? >> mi sorride dicendo ciòe  mi incita a seguirlo.

<< Quelli chi erano? >> mi domanda neutro.

<< I ragazzi di prima?Dei compagni di corso. >>

Grugnisce alzando un sopracciglio guardandomi per poi riportare subito lo sguardo davanti a se.

Mi sa che questa mattina sogno ad occhi aperti, non c’è altra soluzione.

Mi era sembrato di vedere uno sguardo incredulo in Sly, quando mi ha guardata ora da ultimo.

Devo proprio essermi sbagliata, si non c’è dubbio…

 

***

 

<< Mi hai proprio stracciato! >> suona quasi come un’accusa, ma lo vedo ridere spensierato.

<< Ma dai, solo perché lo conosco da molto più tempo di te questo gioco italiano >> mi difendo accompagnando le risa di Dan con le mia.

Quando varchiamo la porta dell’aula di trigonometria ci troviamo davanti Sly.

<< E tu che ci fai qui? >> chiede Dan palesemente sorpreso dalla sua inattesa presenza.

<< Sono io quello che deve essere sorpreso, non sapevo che avessi trigonometria in comune con Shaz – sorride al mio indirizzo – Ero venuto per scortarla a mensa caso mai non ricordasse il percorso da fare >>.

Cade un attimo di silenzio nel quale Sly e Dan si osservano.

<< Grazie per il pensiero. E’ tutta la mattina che mi aiuti. Posso ricambiare il favore in qualche modo? >> interrompo così quel silenzio esprimendo un mio pensiero e mi avvio verso mensa, dove suppongo che sia.

Subito mi affiancano.

<< Figurati, l’ho fatto con piacere >>.

<< Comunque, ritornando a prima, voglio la rivincita domani >> afferma risoluto Dan.

Ridacchio.

<< Non sai proprio accettare una sconfitta , eh? A me va bene non c’è problema, ma stiamo più attenti la prossima volta sennò il professore ci ribecca >>.

Scorgo Sly guardarci incuriosito, così gli spiego mentre prendiamo posto a mensa e saluto gli altri.

<< Durante trigonometria Dan non voleva seguire la lezione così gli ho insegnato un gioco italiano molto infantile ma divertente: “Nome, persona, cosa, animali e città”.

Consiste poi nel prendere un foglio e scriverci tutte le lettere dell’alfabeto in grande e disordinatamente. Dopo, ogni giocatore prende un foglio e fa una griglia in cui in cima susseguendosi in ordine orizzontale si scrive nome, persona, cose, animali, città, ma puoi scrivere anche altre categorie aumentando così la difficoltà del gioco. Dopo di che si creano colonne verticali per ogni categoria, poi uno sceglie una lettera a sorte e bisogna trovare per ogni categoria in un certo tempo, la parola che inizia con quella lettera che soddisfi dunque la categoria. Successivamente, allo scadere del tempo si controllano le risposte tutti assieme. Se differenti dagli altri giocatori si prende 10 punti, se uguale 5 punti, se non si è scritto nulla in una categoria per quella categoria o punti. Vince chi al termine del gioco ( che avviene alla resa di tutti o alla fine delle lettere dell’alfabeto) ha più punti >>.

<< Sembra davvero divertente! Una di queste volte lo facciamo? >> mi propone Sly.

Gli sorrido divertita da questo suo ego fanciullesco.

Ha quasi 19 anni e ancora gli piace giocare con questi tipi di giochi, che buffo.

Forse sono io che sono cresciuta troppo in fretta e a volte dimentico i miei 15 anni e le esigenze dell’adolescenza. Che sciocca che sono!

<< Certo! Adoro questo gioco. Ma ti avverto, sono una campionessa in questo! Naturalmente possono anche unirsi gli altri. Più siamo e più ci si diverte >>.

<< Siii, io ci sto! Sto gioco m’intriga! >> fa Martin al quale si affiancano anche Rickey e Drew.

Li guardo divertita. Che bambinoni, ma mi piace stare in loro compagnia anche per questo : sono così spensierati. Mi fanno capire che oltre alle responsabilità c’è anche il divertimento di cui devo approfittare non quando mi ritaglio a forza un poco di tempo,...sempre ne devo avere e quando voglio io, non quando me lo dicono gli impegni o le responsabilità da adulta.

<< Andiamo a prendere il pranzo? >> mi richiama Dan al presente. Mi sa che sta diventando una sua abitudine riportarmi alla realtà ogni volta che penso!

<< Certo! Vieni Sly >> chiamo solo lui dato che gli altri si erano già serviti prima che noi arrivassimo.

Mi alzo e vado.

Poco dopo sono già a mangiare con gli altri e vedo Jhonatan che ha uno sguardo affranto.

<< Ehi, tutto bene Jho? Che succede? >> chiedo preoccupata direttamente  a lui.

<< Succede che i piccioncini hanno discusso e Dayane se l’è presa a male anche se aveva torto marcio >> mi risponde Milly, cercando la mano del suo  ragazzo e stringendoiela.

Vedo Jhonatan assentire a ciò che ha detto Milly.

<< Capisco – ci penso un po’ su poi proseguo di slancio – Fossi in te non mi arrenderei  e questa sera m i farei trovare sotto casa sua con un bel mazzo di fiori da lei preferiti per fare pace e chiarire i divari – tutti mi osservano quelli del mio tavolo – Bhè…non ne so molto di relazioni però se fossi in lei mi aspetterei ciò dalla persona che amo. Non mi piacerebbe stare a rodermi nel mio stesso brodo … >> finisco guardando Dayane ad un tavolo distante dal nostro a parlare fitto fitto con una ragazza dai lunghi capelli neri e lisci tenuti legati in una coda.

<< Ah…e non dare retta alle idee che partorisce il tuo orgoglio maschile e non  la tua testa, tipo : “ sarà lei a venire da me perché è lei che deve venirmi in contro” o “ha sbagliato lei, non la chiamo nè ci parlo né mi scuso, se non lo fa lei per prima”. Sono le peggio. Non le ascoltare o puoi benissimo dirle addio >> continuo guardando Dayane per passare infine lo sguardo su Jhonatan che mi guarda come un pesce lesso.

<< Non fare quella faccia. E’ normale che tu abbia pensato così, ma seguendo il tuo orgoglio maschile che ti dice di fare il prezioso, non  è la mossa migliore, soprattutto con lei. Te lo garantisco. Nè ho viste tante di storie dei miei amici finire così.

Ascolta, te lo dico chiaro e tondo: se l’ami davvero sforzati e metti da parte il tuo orgoglio, altrimenti se non lo fai vuol dire che lei non ti merita…>>.

<< Certo che sei proprio un bel pozzo del sapere! >> mi elogia Threy.

Sto per ribattere ma Dan mi supera parlando lui.

<< Puoi ben dirlo! Pensa che prima in classe quando il prof ci ha beccati disattenti gli ha fatto una domanda difficilissima e ha risposto da oscar. Il professore c’è quasi rimasto secco. Si è fermata solo 15 minuti dopo, quando ha notato che la classe e il prof la guardavano. Aveste sentito che paroloni che ha usato…>>.

Arrossisco di botto.

Mi imbarazza essere così elogiata per una spiegazione così semplice  a mio avviso.

 Drew tira una pacca sulla schiena a Sly e prende parola.

<< Caro Sly,  a quanto pare hai trovato pane per i tuoi denti! Niente competizioni, mi raccomando! >>.

<< A quanto pare nel gruppo abbiamo acquisito  un altro secchione >> ironizza divertito Martin.

<< E io che pensavo di prestarti i miei appunti dello scorso anno, dato che frequentavo i tuoi stessi corsi l’anno passato. Pensavo che ti potessero essere utili, e invece…>> richiama la mia attenzione Sly con la sua generosa  offerta.

Lo guardo sorpresa.

Mi sorride di rimando.

<< Grazie per il pensiero. E’ molto carino da parte tua, ma credo di riuscirne a farne a meno >> cerco di rifiutare gentilmente. Dopotutto, tutto il materiale scolastico di quest’anno e il prossimo l’ho già fatto quindi…

<< I tuoi appunti? Quegli appunti? Ma se sono peggio di un reliquiario per te? Da quando in qua tu li presti? >> chiede shoccato Threy al moro distraendomi dal filo dei miei pensieri.

<< A tutti i bisognosi di aiuto, certo  a degli scansa fatiche come te! >> ribatte l’interessato e mi fa l’occhiolino.

Rido alla scena assurda.

Sono proprio una bella comitiva affiatata, e anche un po’ buffi. Sono più che contenta di aver stretto con loro.

<< Se è per quel motivo ci sono sempre io  a cui può chiedere o a Milly >> replica con uno strano tono Dan guardando fisso Sly .

Gli osservo.

Ma che succede?

<< Ragazzi, andiamo sennò facciamo tardi >> ci richiama Drew rompendo quello scambio di mute parole trai due.

Ci avviamo alle aule.

Così passano da qui in poi velocemente tutto il resto delle ore, soprattutto con Milly, con la quale organizzo la nostra uscita shopping da lì a poco, alla fine delle lezioni.

 

***

 

Ricevo una possente gomitata al braccio con cui sto disegnando, che mi fa compiere uno sfregio enorme sulla  caricatura del prof di spagnolo che in questo momento ci sta ammazzando di noia.

Mi giro verso quella testa dura di fianco a me che mi ha deliziato del suo delicato tocco.

<< Ma sei idiota? E che cavolo, avevo quasi finito sto capolavoro! Cafone! >> sibilo a bassa voce in direzione di Rickey.

Tira su gli occhi al cielo per quanto la sua posizione da fnto studente-che-segue-la-lezione-su-libro gli permette.

Mi indica un fogliettino che spinge verso di me facendo finta di nulla.

Lo leggo.

 

Hai visto che situazione oggi, tra Sly e Dan?

Mai visto nulla del genere!

Che ne pensi?

Lo guardo un attimo, poi rispondo.

 

Già, sembra impossibile che stiano a competere così per una bella ragazza come Sharon. Comunque penso che si risolverà tutto.

Non rovinerebbero mai la loro amicizia per una ragazza.

 

Ripasso il biglietto al finto studioso rendendogli la gomitata di prima e decantando in uno spagnolo impeccabile “ Hai una calligrafia di merda”.

<< Ho imparato dal migliore >> ribatte.

Poco dopo me lo ripassa nuovamente.

 

Neanche per una gran topa come lei? Senti Threy.

 

Rispondo velocemente di nuovo.

 

No, secondo me anche nel peggiore dei casi, si mettesse Shaz con uno dei due, l’altro si metterebbe il cuore in pace e sarebbero amici come prima.

Gran capo…dimostraci cosa produce la tua testa piena di segatura. M&R

 

Faccio leggere di sfuggita a Rickey ciò che ho appena scritto, dopo di che trasformo il bigliettino in un aereo.

 

Mi assicuro che il professore sia impegnato alla lavagna e che mi dia le spalle e lancio  l’aereo alle mie spalle, verso un banco in penultima fila, ad angolo.

Centro! E io che pensavo che il basket non servisse altro che per farsi i muscoli, rimorchiare e avere un fan club di ragazze sempre alle calcagna!

Vedo Threy interrompere i compiti delle altre lezioni che stava facendo e leggere il messaggio e trascrivere qualcosa, per poi rilanciarmi l’aereo.

Quando arriva richiamo il mio compare e lo guardiamo assieme.

 

E’ come dice Martin. Non c’è di che preoccuparsi.

Ma non era Dan quello cotto? Come mai questo repentino ripensamento da parte di Sly? Ieri mi sembrava volesse essere il solito cupido come al suo solito, non la vittima del dardo amoroso.

Vi ricordate di come si è calato bene nei panni di cupido negli anni passati?

Se non fosse stato per lui, né io né Jhonatan avremmo trovato le nostre due anime gemelle! Soprattutto non saremmo riuscite a conquistarle in così breve tempo!

Qui c’è sotto qualcosa! Non l’ho mai visto comportarsi così!

E pensare che ieri per tutto l’allenamento e negli spogliatoi non ha fatto altro che dare noia a Dan e a suggerirgli le migliori mosse per far cadere Sharon hai propri piedi.

Ma vi rendete conto dell’assurdità della situazione, anzi, del “paradosso”?

Io penso che ci nasconda qualcosa…

Non può che essere successo qualcosa di incisivo per fargli cambiare così repentinamente idea!

Comunque ne riparliamo dopo agli allenamenti o dopo ancora.

Però devo ammettere ( mettendo da parte Milly e il mio amore per lei ) che non ci penserei due volte a fare il filo a Shaz! XD

 

P.S. Ma che scrivete con i piedi?

 

Io e Rickey ridacchiamo in silenzio.

Mi giro e mimo un OK a Threy e torno alla mia caricatura.

Mi fermo un attimo.

Bhè, in effetti non hanno poi tutti i torti quei due

, Sharon è davvero un gran bel pezzo di ragazza…

Mi appare davanti agli occhi l’immagine di Sharon che ride spensierata.

No! Ma che vado a pensare!

Non ti ci mettere anche te Martin! – Mi dico, rimproverando me stesso –

Bastano quegli altri due!

Sospiro arrendevole, appoggiando una mano sotto la testa e rimettendomi a fare una caricatura su un foglio pulito.

Certo che però sognare non mi è mica vietato!

Dico tra me e me, mentre ripensandoci cambio soggetto e mi metto a fare il ritratto di un affascinante biondina naturale dai lunghissimi capelli lisci color dell’oro che le arrivano al di sotto dei fianchi e dai grandi occhi blu mare assai ingenui e luminosi…

 

***

 

Sono così felice!

Potrei sfiorare il cielo con un dito!

Penso mentre Milly nella sua frenesia del fatto che sia arrivato il momento dello shopping, mi trascina a braccetto correndo verso l’uscita della scuola.

Rido divertita da tanto entusiasmo.

Appena mi ritrovo di fronte  a mio fratello lo saluto calorosamente,  abbracciandolo all’altezza del torace, mentre lui ricambia e mi  da un bacio sui capelli felice da tale mia reazione.

Mi stacco un attimo non appena ci raggiungono  anche gli altri, rimasti indietro nella corso pazzerella mia e di Milly e faccio le presentazioni, dopo di che saluto tutti e con un braccio di mio fratello sulle spalle a guidarmi verso la sua auto.

Quando mio fratello rigira la macchina per uscire dalla piazzola di fronte a scuola e passa vicino all’auto di Threy con lui e Milly a fianco, abbasso il finestrino e mi sporgo per dire alla mia amica che la attendo a casa mia e li saluto di nuovo.

Dopo ciò chiudo il finestrino e vedo mio fratello fare lo stesso.

<< Perché avevi aperto il finestrino fratellone? >>.

Lo vedo sorridere verso di me e lasciarmi una veloce occhiata.

Lo vedo soddisfatto.

Sarà perché gli piace sentirsi chiamare da me “fratellone”?

<< Salutavo un ragazzo che mi ha fatto conoscere Rhu la scorsa settimana,  tutto  qui…>>.

<< Capisco – allargo il sorriso che ho stampato in volto ,anche se guarda la strada e non può vederlo -  Adesso capisco perché mi sembra di essere osservata … >>.

Assentisce tranquillo e sale di marcia, mentre ci dirigiamo verso casa.

 

 

- SPAZIO AUTRICE –

Spero che questo nuovo chappy vi sia piaciuto…

Nel prossimo comparirà finalmente Russell!

Già…finalmente si imbatterà in Shaz , ma..…

E si..c’è anche un ma…che vedrete leggendo …

*me fa la preziosa e non anticipa più nulla*

*me si lascia andare in una risata  malefica*

Scusate…sono un po’ schizzata ma il personaggio di Russell mi

ha contagiata e agisco come lui!

Ecco il male dello scrittore : può essere affetto di multi-personalità,

causata da una non perfetta separazione dai personaggi delle proprie fic.

Devo ammettere che questa malattia non mi dispiace…^-^

Ah..quasi dimenticavo…salvo imprevisti, PUBBLICHERò NUOVE STORIE E AGGIORNERò LE MIE FIC TUTTI I SABATI  (mattina = ora di pranzo o pomeriggio/sera, non ho un  orario fisso)!

Bene…ora vi lascio alla prossima!!!!!!!

Un SUPER-KISS!!!

Vostra Ransie88219

 

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Capitolo 5
*** La Luna viena abbagliata dal Sole ***


Scusate il ritardo e l’attesa ma mi sono dedicata per un po’ ad altre fic, ma sul tema Twilight…

Scusate il ritardo e l’attesa ma mi sono dedicata per un po’ ad altre fic, ma sul tema Twilight…

Inoltre me la sono presa un po’ con calma nel pubblicare questo nuovo capitolo dando priorità alle altre fic in quanto c’è gente che segue ( a quanto ho appurato della recensioni) e qui non so se c’è qualcuno che segue o no. Non so nemmeno se quelli che hanno messo la storia trai preferiti e seguiti seguano ancora oppure no!

Mi fareste sapere in quanti siete???  Mi basta anche che scriviate un “io” o un “ciao” per farmi vedere in quanti siete e ha chi dare priorità e aggiornare più velocemente!

GRAZIE 1000!!!!

Comunque ecco a voi il capitolo dove entra in scena RUSSELL

In fondo trovate le foto dei personaggi…

 

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5. La Luna viene abbagliata dal Sole

 

Ti…ti…ti…ti…tiiiiiiiiiii…

Mi sveglio al suono di quell’odiosa sveglia che mi ha regalato papà conoscendo la mia natura pigra, ma anche per la mia vita notturna.

Sorrido a tale pensiero, poi con fare annoiato spegno con un colpo secco quell’arma infernale , chiamata sveglia.

Ah…la mia povera testa!

Apro un occhio a malincuore e guardo l’ora.

8:00

<< Che palle! Devo andare già a lavoro! >> mi lamento come al mio solito.

Detesto dovermi alzare così presto – per i miei standar – per andare a lavoro dopo una notte brava.

Mi alzo pigramente e  mi dirigo al bagno.

Ho la testa che mi duole incessantemente.

<< Ma quanto cavolo ho bevuto ieri sera?! >> esclamo stanco morto per le perse ore di sonno.

Mi guardo al grande specchio del bagno.

Lo specchio mi rimanda l’immagine riflessa di un avvenente ventiquattrenne in boxer, dal corpo asciutto e ben proporzionato, modellato con un  po’ di palestra ma non troppo, alto 1, 90 , spalle larghe ma non troppo e forti, un volto virile dagli zigomi alti ma non spigolosi, mascella squadrata con un mento un po’ pronunciato, fronte un po’ spaziosa ma non troppa, due occhi scuri, quasi neri e penetranti  da come molte definiscono “magnetici e penetranti da poterci perdersi dentro”. Naso proporzionato e due labbra fini, con il labbro inferiore un po’ più carnoso, circondate da un pizzetto semplice ma ricercato, che assieme allo sguardo mi danno un aria da scapestrato. Infine, capelli neri come la notte tagliati corti e lasciti un po’ più lunghi sulla parte superiore, che non quella laterale.

Mentre mi lavo i denti noto un qualcosa di anomalo sul mio corpo, in prossimità dell’addome, un qualcosa di rossiccio.

Un succhiotto?

Me lo stropiccio.

Controllo: è scomparso.

<< Rossetto! Me no male! Non li sopporto proprio i succhiotti, sennò poi quelle che mi porto a letto pensano che sia occupato, quando invece non lo sono affatto >> parlo tra me e me.

Ridacchio al pensiero di me fidanzato e innamorato perso di una presunta compagna e soprattutto fedelissimo…io che non bado più alle donne che mi si parano davanti.

Che idiozia! Non succederà mai! Farò di tutto pur che non succeda mai!

E poi…mi piace troppo la mia vita da libertino quale che sono!

Rido sguaiatamente.

Poi entro nel box doccia e mi concedo una veloce doccia ristoratrice-svegli-morti-post sbornia, cioè una doccia gelata.

Comunque i succhiotti preferisco farli, che riceverli.

Mentre penso ciò, mi passano davanti agli occhi un remix della focosa serata precedente.

Come mi aveva definito Stephanie? Ah..si… “Focoso e sexy”.

Sarò anche stato sbronzo e adesso in stato catatonico, ma se mi  ricordo tutto di ieri sera  e sono tornato a casa sano e salvo dopo essere stato a casa sua e ora sono incolume, mi sa tanto che non ero abbastanza alcolizzato come volevo!

Riprendo a ridere.

Come potrei mai fare a meno di questa vita?

In tanto mi dirigo in camera e mi asciugo con l’accappatoio e mi vesto in tenuta da lavoro: camicia bianca ( immacolata ) sbottonata al primo bottone, pantaloni in tessuto elegante neri, lo stesso si può dire della giacca, in tenuta elegante e formale.

Mi specchio e faccio una smorfia nel vedere dietro di me, una cravatta posata sull’appendi abiti dietro di me.

E’ già tanto che mi vesta così e non  mi presenti a lavoro in jeans e maglietta sportiva.

Mio padre si deve essere bevuto qualche bicchierino di troppo pure lui, se ieri sera pensava che mi sarei messo quel coso.

Lascio perdere le mie considerazioni e inizio a preparare del forte caffè nero, mentre mangiucchio una pasta che mi ha lasciato il mio vecchio.

Mentre metto il caffè in tazza sento il telefono di casa che squilla.

Me ne frego e continuo tranquillamente la mia colazione.

Al terzo squillo parte la segreteria, seguita da un messaggio di mio padre : “Accendi quel cavolo di cellulare super accessoriato che ti ritrovi, Tyler ti ha cercato! Ha detto che il luogo dell’appuntamento è davanti alla High Beth School, per le 16. Mi si è anche raccomandato di dirti di non ritardare. Ah…un’altra cosa. Questa te la passo per oggi di non aver risposto a telefono – alzo un sopracciglio, ostentando incredulità – solo perchè sono di fretta e ho un colloquio con un cliente tra 10 minuti, ma la prossima volt-”.

Non finisce la minaccia perché ostacolato da una voce femmile.

Sento che poi lo chiamano. E’ una voce femminile che mi pare famigliare.

Che sia la sua segretaria?

“Ora devo andare. Ci si vede questa sera” e chiude.

Struffio annoiato posando la tazza vuota del caffè, sul fondo dell’acquaio.

Vado in camera e sostituisco la batteria del mio cellulare con un’altra carica, e mi dirigo alla mia macchina per andare a lavoro.

Prima però di entrare in macchina, estraggo un pacchetto di sigarette nuovo  della mia marca preferita, e ne fumo una per cacciare lo stress accumulato in 3 giorni di lavoro  e per preparare i miei nervi saldi alla buona dose di stress giornaliero che mi aspetta puntuale come al solito in ufficio.

Quando arrivo al filtro, butto a terra il mozzicone e la spengo con un gesto veloce e annoiato, e mi infilo in macchina, ora più sereno, allo scuro di quello che da lì a poche ore sarebbe successo…

 

***

 

Davanti a me un immenso grattacielo.

Mi appresto a entrare.

Mi avvio con passo fermo e risoluto verso uno degli ascensori dell’edificio, ignorando tutto il resto.

Entro a tempo, prima che le porte si chiudano.

L’abitacolo è piuttosto spazioso, anche se al momento è pieno.

Dopo due fermate arriviamo al mio piano.

Appena esco mi immetto nello studio legale in cui lavoro.

Ebbene si, sono un avvocato dipendente di uno degli studi legali più efficienti e   famosi di tutta la cittadina.

Faccio passare il tesserino magnetico nella macchinetta per segnalare l’ora della mia entrata lavorativa, poi prendo e mi dirigo con noncuranza verso il mio ufficio personale, ignorando tutto il comparto di colleghe e segretarie mi osservano interessate senza indiscrezione e pudore!

Sorrido internamente.

Già fatte tutte!

Gli piacerebbe loro avere l’onore di ripassare una certa lezioncina lavorativa nel mio letto, peccato che io sia un insegnate del vecchio stampo: una sola notte basta e avanza.

Non voglio storie. Punto.

Che c’è di difficile da capire? Io la trovo semplicissima la cosa, ma loro non se ne fanno una ragione.

Donne! Chi le capisce è bravo.

Dopo la sfilata per tutto il piano arrivo al mio studio e mi accomodo.

Subito dopo mi si affianca Stephanie, che con fare civettuolo mi da il caso del giorno e me lo presenta.

Appena chiude la porta mi lascio completamente andare sulla poltrona da scrivania.

Sbuffo annoiato.

Speriamo che arrivi qualche nuova collega degna di nota, perché le altre me le sono già fatte tutte.

Peccato che io sia una persona pignola, che divide il lavoro ( eccezione per le colleghe ) dalla vita privata, e che quindi non possa farmi le belle clienti.

Stupida mia epica del cavolo!

Poi riprendo la serietà abbandonata e mi dedico allo studio del caso.

Adulterio da parte della moglie al cornuto marito.

Vogliono entrambi il divorzio, ma lei vuole la casa del marito e gli alimenti, nonostante abbia un lavoro ben retribuito.

Lascio cadere il fascicolo della questione sulla scrivania, che precedentemente avevo preso in mano e mi lascio andare sulla poltrona.

Ecco perché io non voglio una donna!

Tu gli dai un dito e loro di prendono poi tutto il braccio!

Bella fregatura.

Farò vincere al marito la sentenza, fosse l’ultima cosa che faccio!

Mi passo una mano sotto il mento, con il gomito appoggiato sul bracciolo della poltrona in pelle.

L’amore…che cosa stupida.

Io non credo nell’amore, né in tutto ciò che comporta esso.

E’ solo una grande cazzata a mio avviso, creata per illudere la gente, solo per dargli un pretesto per trovarsi qualcuno di simile  a lui, pronto a tutto come lui pur di  non dover passare tutta la vita nella completa solitudine.

A me non fa di certo paura la solitudine.

Sorrido a tale pensiero.

L’amore è una continua menzogna, e con essa i falsi sentimenti che porta con se.

La prova che tutto ciò l’ho avuta per la bellezza di 22 anni in casa e altri 2 in questo stupido studio legale.

Mia madre e mio padre per anni si sono detti bugie, calugne, frasi dette e ridette, false dichiarazioni di amore eterno…

La cosa divertente è che mia madre tradiva periodicamente in modo fisico mio padre e lui non ne sapeva nulla, ma anche l’avesse saputo se ne sarebbe fregato.

Come mi ha detto lui una volta, aveva smesso da tempo di amare mia madre.

Troppo testarda, amante dei soldi, delle serate galanti nell’alta società, insomma , troppo aliena hai suoi occhi.

Pensate che quando mio padre l’ha trovata a letto con un altro, tranquillamente a chiesto se gentilmente potevano sbrigarsi perché aveva un colloquio di lavoro in casa.

Ci sarei voluto essere a vedere la faccia stralunata dell’amante di mia madre, sai che risate!

Quindi da allora, i mia in breve tempo si sono separati e io vivo con mio padre e ci diamo alla pazza gioia assieme.

Unica cosa di cui papà ci ha guadagnato è stato un ripristino dei nervi saldi, meno litigate e un perfetto legame di amicizia con mamma.

Fantastico a mio avviso.

Per gli altri due anni beh, facendo l’avvocato non è facile immaginare quanti casi di adulterio e roba simile mi sia capitato.

Sospiro e guardo il fascicolo in esame.

Farò vedere a quella donnaccia cosa succede a mordere la mano del proprio salvatore.

Parola mia.

 

***

 

Parcheggio vicino ad una rossa Maserati GT lucida di mia conoscenza.

La macchina di Tyler mi suggerisce la mia mente.

Scendo e mi avvio verso due figure  a me famigliari : Tyler e Kyle.

Il primo in tenuta sportiva, riconoscibile dalla sua zazzera mora e dal viso paffutello e dal fisico da rugbista, l’altro  alto  e dal fisico più normale, come il mio, dalla capigliatura castana chiara,corta e tirata su dal gel.

Mi affianco ha i miei due amici e ci salutiamo con una stretta maschile agli avambracci.

<< Miracolo! Sei arrivato in anticipo! – guarda il cielo sereno e sporge una mano, voltandone il palmo verso l’alto – Uhm…non sta grandinando…>> mormora Tyler.

<< Ma va…>> gli do un cazzotto alla spalla.

Sorride.

<< Ma come mai siamo qui? >> chiedo curioso per l’inaspettato luogo di incontro.

Lo vedo aprire la bocca per rispondermi quando un ragazzo della mia età circa, si affianca a noi e saluta Kyle animatamente.

Si scambiano qualche frase, poi Kyle si degna di fare le presentazioni.

Così facciamo la conoscenza di Justin, il migliore amico del cugino di Tyler.

Dice che è qui per prendere sua sorella minore.

Poi quando suona la campanella di fine lezione si allontana da noi scusandosi, e raggiunge il cancello dell’edificio.

Appena se ne va Kyle mi spiega tutto conciato che lui fa parte di un gruppo di amici selezionati, rinomatissimo e invidiato da tutti, di cui fa parte anche quel fortunato di suo cugino, e che sta cercando di entrarci.

Lo definisce  uno sballo stare con certa gente.

Io e Tyler lo guardiamo tutto il tempo come fosse un pazzo, mentre ci spiega tutto.

Mi sveglio solo alla parole : “donne a tutto spiano e a non finire”

Ma dura poco la magia perché la cosa non mi interessa più di tanto, dato che me le so trovare benissimo da solo le donne, e non ho bisogno di nessun gruppo di fighetti figli di papà per trovarne.

Così , mentre Kyle parla da solo, mi faccio spiegare il motivo per il quale siamo qua da Tyler.

<< Semplice, sono venuto a prendere la mia ragazza, prima di dirigerci al bar per il ritrovo >>.

<< Tutto qui? Mi ha fatto venire qui per sorreggerti la manina mentre aspetti la tua donna? >> sbotto irritato.

<< Macché, è perché non mi vuole in macchina con la sua bella, ecco a cosa gli servi! >> mi spiega baldanzoso Kyle, appoggiandomi un braccio sulla spalla.

Alzo gli occhi al cielo esasperato.

<< Tornando a noi – incomincia Kyle con aria cospiratoria – lo sai che Justin ha uno schianto di sorella? Si dice che lui ci tenga moltissimo a lei e …oh guarda! Eccola – e mi indica una piccola figura abbracciata a quel biondino di prima.

Mi impongo di guardare, così da potermi liberare dal rompiscatole arpionato alla mia povera spalla.

Non l’avessi mai fatto…

I miei occhi mettono a fuoco la figura di un piccolo angelo in terra.

Sento i battiti del mio cuore bastardo aumentare i battiti.

Alta poco più di 1, 67 a occhio e croce, magra ma formosa, dal viso fresco e assente di trucco, ma non meno bello e attraente.

Anzi…

Sento la gola secca.

Deglutisco rumorosamente  a tale visione.

Un dolcissimo viso dal carnato chiarissimo con due gote rosse.

Due occhi blu mare, che ti cantano una cantilena ammaliatrice, che ti spingono a volerti tuffare, affondare in essi.

Un dolce nasino piccolo e proporzionato e  una bocca piccola, rossa e carnosa.

Mhn…

Il tutto  racchiuso da una capigliatura color dell’oro riccioluta.

Perfetti boccoli grandi color del’oro, in cui affondare il viso e sentire il suo profumo…

Sento il cuore pompare ad una velocità pazzesca.

Mi sento strano.

Che mi pende?

Mi riprendo ad uno scossone di Kyle e alle risa di scerno dell’altro farabutto che chiamo amico.

Nonostante mi sia ripreso continuo ad osservare i gesti di quella bellissima creatura.

<< Sorvolo sulla tua faccia da pesce lesso, ma almeno abbi la decenza di chiudere la bocca …>> mi consiglia quello al mio fianco.

Chiudo con sforzo la bocca e cerco di ridarmi un contegno.

<< Noto con piacere che quella bambola abbia fatto colpo su di te! >> dice e lo sento ridere.

Mi strattono dalla sua presa, mentre saluta il fratello maggiore del mio angelo.

Finisco di vedere l’auto girare l’angolo e scomparire dalla mia vista e cerco di calmare la grande confusione che ho in testa.

Ma che diavolo mi si è preso!

Mai mi era successa una cosa del genere!

Mai ho reagito così per una del mio sesso opposto!

Diamine! Che diavolo c’era nel caffè che ho preso a lavoro, prima di venire qui?!

Mi passo una mano sul volto sconvolto.

Tutto questo ha bisogno di una lunga e ferrea meditazione!

<< Noi andiamo, ci si vede al bar ! >> fa il modello fidanzato, a braccetto con una rossa.

Mugugno qualcosa affermativamente e mi incammino verso la mia auto.

Appena entro il mio pensiero vola a quel’angelo dai bellissimi occhi blu/celesti.

E io che pensavo che gli angeli non esistessero…

Sorrido a tale pensiero.

Mi riscuoto quando il mio amico mi fa cenno di partire.

I primi 10 minuti me ne sto in silenzio, mentre il mio passeggero ciancia del più e del meno, ma non lo sto ad ascoltare, ho ben altri pensieri a cui pensare.

<< Come si chiama la sorella di Justin? >> lo interrompo bruscamente.

Mi fissa per un lungo istante divertito, alza le spalle con fare arrendevole e mi risponde.

Sharon.

Bellissimo nome.

Il quale inizia a rimbombarmi per tutta la mia zucca vuota, fino a che non chiedo altre informazioni su di lei.

Così vengo a sapere a malincuore che è minorenne.

Ma porca miseria! Ha 15 anni!

Che vive con il padre e suo fratello maggiore alla periferia di questa cittadina, nella zona più lussuosa. E che nonostante abbia 15 anni è molto intelligente e ha iniziato quest’anno a frequentare fin da subito il terzo anno invece del primo.

Inoltre, che nonostante sia agiata e non le manchi nulla, è la persona gentile e sincera, per nulla spocchiosa, amante dello sport e della natura.

Pure amante dello sport…dove la si va a trovare una così?

E in fine che ha un altro fratello più grande di lei, ma che vive con la madre e il nuovo compagno, dato che lo ha avuto con il secondo marito il fantomatico Jay.

Rimango un po’ deluso nel sapere solo questo, ma non glielo do a vedere.

Quando arrivo davanti al fantomatico bar prendo e lo scendo e  me ne vado senza una parola, solo con un pensiero in testa: Sharon.

Si, ho decisamente bisogno di una lunga e seria meditazione.

E con questa decisione, pigio sull’acceleratore e aumento le marce, avviandomi così verso casa, di tutta fretta.

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---ANGOLINO AUTRICE---

Ditemi cosa ne pensate! Mi farebbe piacere. ^.^

 

 

Ransie88219

 

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Capitolo 6
*** La Luce che attira le falene ***


6

 

 

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6.La Luce che attira le falene

 

Salgo gli scalini di casa, due a due, per raggiungere camera mia più in fretta possibile e posare cartella per cambiarmi.

Mi metto dei jeans scoloriti e attillati e la maglietta di arancia metallica, identica a quella di mio fratello, ma versione più piccola.

Non ho bisogno di una xl come lui. Non ho manco un muscolo.

Ve l’ho già detto che adoro le magliette maschili?

Sono carinissime!

Prendo poi il portafoglio e cellulare dallo zaino e li metto nella tasca esterna della giacchetta che mi porto dietro. Caso mai facessimo tardi, io e Milly e si rinfrescasse…

Sto per uscire  di camera quando mi ricordo che devo cambiarmi i tacchi, perché quelli che indosso non sono del colore giusto.

Appena appurato il cambio, sento una macchina suonare.

Mi fiondo alla finestra sperando che sia la mia nuova amica, che è, e mi sta salutando, e io ricambio.

Mi fiondo al piano di sotto e dopo aver salutato il fratellone, esco chiudendomi la porta alle spalle e salendo in macchina di  Milly.

Appena dentro l’abitacolo mi slancio verso di lei e l’abbraccio.

Sono così felice…ho un’amica…

<< Calma, calma…che così mi consumi! Sennò cosa penserà di te il mio ragazzo? >> mi riprende giocosa, ricambiando anche lei l’abbraccio.

Mi rimetto composta ridendo e allaccio la cintura.

<< Solo perché so che Threy senza di te si annoierebbe e non saprebbe come impiegare il suo tempo! >> e le faccio l’occhiolino.

E passiamo così tutto il viaggio , anche se breve, fino ai grandi magazzini più forniti e in, di tutta la città.

 

***

<< Esci su, non farti pregare. >> mi incita Milly.

Mi scruto nuovamente nello specchio del camerino, che manda il riflesso della mia solita immagine , se non  fosse che indosso una minigonna in jeans scolorito che è esageratamente mini, dato che mi arriva parecchi centimetri sopra il ginocchio. Per non parlare poi del top azzurro, senza spalline, traforato ovunque con dei piccoli e ricercati fori sparsi ovunque, che scoprono anche quel poco di pelle coperta, dato che il top mi arriva poco più su dell’ombelico.

Provo a buttare giù un po’ la gonna, per coprire un po’ le gambe.

<< Ugh >> gemo nel constatare che ho peggiorato le cose.

Ora mi si intravede addirittura la biancheria.

Che pasticciona!

<< Ma che…>> dico quando mi sento tirare per un braccio mentre cerco di risolvere il guaio che ho combinato, e mi ritrovo davanti alla mia nuova amica.

Lei mi scruta.

Mi mordo un labbro nervosa e arrossisco.

La vedo sorridere.

<< Stai benissimo! Quella gonna si sposa perfettamente con quel top! Stai d’incanto! >>.

Cosa? Ma è pazza? Ma si rende conto che oltre a questa….questa minuscola cosa che lei chiama gonna mi ha abbinato un top troppo hard?

La guardo strabuzzando gli occhi.

<< Non fare quella faccia! Stai benissimo>>.

<< Ma la gonna è troppo mini! E il top con tutti questi buchi è troppo per me…non mi sento a mio agio…>>.

<< Ti ci abituerai! E poi non penserai mica che ti mandi, vestita con due straccetti o con la tuta da ginnastica in disco questa sera? >> mi chiede scettica e con tono riprovevole.

Mi si avvicina e mette le mani a mo di preghiera e mi guarda con un espressione…

No! Non quella! Non le so dire di no! Come a tutte le altre identiche che mi ha fatto, per rifarmi un guardaroba, come dice lei : femminile, e non maschile.

Sospiro affranta.

<< E va bene…come vuoi tu…>> dico come una condannata a morte.

Lei mi si butta al collo facendomi sorridere, per poi allontanarsi e rimandarmi in camerino a cambiarmi.

Quando riesco lei prende i vestiti e li sistema sul mio carrello già strapieno di tutto e di più.

Non mi entrerà mai tutta quella roba nell’armadio! Penso truce, guardando scoraggiata e assai rassegnata il carrello.

Milly nota il mio sguardo.

<< La spesa è troppo per te? >> mi domanda con una nota nella voce…dispiaciuta?

<< No, affatto è solo che ho paura non mi entrino i nuovi vestiti. Sono tantissimi! >> la rassicuro io.

Lei ride e ribatte con un “ li butti via gli altri, tanto lo so che sono tutti da maschiaccio!”

Io le sorrido accondiscente sul fatto che ci abbia azzeccato sul tipo di abiti che ho, ma non tutti sono così, anzi, ho anche gonne e vestiti femminili di ogni genere, ma preferisco portare solo in alcune occasioni, mentre i vestiti comodi,alias pantaloni e maglietta sempre, dato che la maggior parte del mio tempo lo dedico a fare sport con gli amici e non , ho a leggere sul prato. Si, decisamente una gonna o una camicetta non mi sembrano molto adatte per fare Jogging o fare skate. A me piace mettere camicette, gonne, top, ma basta che mi coprano!Ho anche i vecchi abiti da concerto, e quelli sono assolutamente femminili.

Ma lei non può saperlo. Ridacchio sotto i baffi.

Se lo sapesse sarebbe persino in grado di costringermi a indossarne uno anche se inadatto per andarci a scuola, da quanto è fissata con i vestiti.

E’ particolare, simpatica, dolce, intelligente e un po’ pazzerella, ma la adoro!

La guardo sfilare trai vestiti.

Si, sento che saremo ottime amiche.

Poi con passo felpato, per quanto mi possano permettere i tacchi, mi allontano e vado nel mio reparto preferito: quello maschile.

E cerco ciò di cui al momento ho davvero estremo bisogno.

Mi blocco quando, mentre mi poggio al braccio due magliette a spalle larghe, con la scritta converse 32, che sento alle mie spalle uno sbuffo e uno sbattere ritmicamente un piede nervosamente.

Ohi ohi…mi sa che sono nei pasticci.

Mi giro verso di lei e cerco di contrattare.

Ma lei è irremovibile.

<< Su dai! Mi servono per domani, quando vado a fare skate con gli altri al parco! >> ritento.

Mi guarda sorpresa.

Perché? Che ho detto di così alieno?

<< Tu fai skate? >>.

<< Si, perché tu no? >>.

<< E’ uno sport maschile…>>.

<< Non lo sapevo…a me non mi hanno mai detto nulla…cioè, quando i raga mi vedevano, non mi hanno mai detto nulla…mai scacciata. >>.

<< Comunque, no, non lo pratico…Per caso pratichi qualche altro hobby >> mi chiede ancora con voce starna e sorpresa.

<< Beh, a me piace tantissimo lo sport anche se sono goffa. Pratico con il gruppo: basket principalmente, calcio, skate  e tennis solo con alcuni, non a tutti piace – faccio una smorfia – mi piacerebbe anche il football americano, ma non ci gioco perché loro sono tutti ben messi e se mi dovessi scontrare con loro diventerei più sottiletta di quel che sono…>>

Le sorrido, un  po’ a disagio per questo suo comportamento, ma fortunatamente si riprende, e mi rilasso.

Si gira e prendendomi per un braccio mi trascina di nuovo al reparto ragazze, biascicando un qualcosa simile a un: “quanto lavoro ho da fare”.

Mentre mi cerca altri abiti, una domanda mi sale spontanea alle labbra, e non posso più rimandare.

<< Milly, perché Dayane mi odia? >> le chiedo sulle spine.

Lei mi guarda dispiaciuta e mi si avvicina, prendendomi le mani e mi spiega.

<< E’ gelosa di te >> risponde semplicemente.

<< Gelosa? Di me? Scherzi? >> le chiedo stupita.

Ma cosa avrebbe da invidiarmi una ragazza bella come lei, con un ragazzo fantastico e tanti amici al fianco?

<< Beh…mi sa che si è ingelosita perché tu e Jhonatan andate troppo d’accordo per i suoi gusti, e perché lui ha indugiato un pochino più del normale, sulla tua figura quando vi siete conosciuti >>.

La guardo a bocca aperta

<< Ma tra e lui non c’è niente! Siamo solo amici! Lo ammetto, c’è  feeling per una buona e solida amicizia ma come con gli altri! Non scherziamo! Ed è normale che mi abbia guardato più del solito la prima volta…dopotutto ero la nuova arrivata! E’ normale. Tutti si è curiosi! Non scherziamo! Io non tocco i ragazzi di nessuna, soprattutto occupati e a dire il  vero i ragazzi proprio non mi interessano! Manco li guardo! >> spiego conciata  e agitata.

<< Calma, tranquilla. Lo sappiamo noi altri…ma sai…è un tipo geloso. Comunque non ha scusanti. Ma torniamo a noi – e adesso mi sorride – che ne dici di questa maglietta? >>.

Alzo gli occhi al cielo sconsolata.

Milly la adoro, ma sta fissazione mi sembra un po’ esagerata, ma le voglio bene di già e non posso che darle carta libera…

Povera me, penso mentre la seguo verso il reparto intimi.

 

***

Mi dondolo un po’ impaziente sulla poltrona in salotto, facendo sue  giù con le gambe, come se stessi in altalena.

Sposto lo sguardo su l’orologio di casa.

23:37

Struffio.

Mi sa che mio fratello sta tallonando Bibi, se ancora non è arrivato.

Sento papà scendere le scale e accomodarsi nella poltrona di fronte a me, per gustarsi la partita di football americano, registrata ieri.

Lo osservo, per cercare di distrarmi.

Lo vedo girarsi verso di me con l’intenzione di dirmi qualcosa ma si blocca.

<< Papà? >> lo richiamo preoccupata.

<< Tesoro sei tu? >>.

Arrossisco, sento le guance andarmi in fiamme.

<< Ma che hai fatto? >>

<< Una mia amica mi ha rifatto il guardaroba e scelto abiti e trucco per questa sera…non ho saputo dirle di no. Vado a cambiarmi e…>> mi sento rimettere giù a sedere.

<< No. Stai così! Stai benissimo. Solo che è non mi sembrava il tuo stile, tutto qui…>>

Suona il campanello.

<< Vado io >>.

<< Ciao Bibi, andiamo, sono pronta. >>.

Mi fissa imbambolato sulla porta, bloccandomi il passaggio.

Caspita, pure lui.

Mi fissa la minigonna e poi il top.

<< Hai per caso rubato i vestiti alla Barbie del negozio dietro l’angolo? >> alza un sopracciglio e mi guarda arrossire, mentre sento papà ridere di sottofondo.

Lo spingo e esco, mentre lui mi affianca mentre mi dirigo verso la sua macchina, senza degnarlo di una risposta.

Prendo la decisione di ignorarlo.

Ma durante il viaggio mi sciolgo e gli racconto tutto, del pomeriggi fantastico che ho passato con Milly.

 

***

Mi muovo freneticamente assieme ad altri corpi sudati e giovani, che ballano come me a suon di musica, disco dance remixata.

Mi sento spostare una ciocca dei miei capelli ricci al naturale ( me li sono lavati, prima di vestirmi, facendoli asciugare al naturale). Alzo lo sguardo sulla persona davanti a me che ha compiuto tale gesto per richiamare la mia attenzione: Bibi.

Avvicina il suo volto al mio orecchio e nel frastuono mi urla che va a prendere da bere,e  vuole sapere se prendo il solito.

Assentisco e riprendo a ballare.

Sento che appena lui si allontana, la calca di gente si fa più vicina.

Normale. Si cerca un po’ tutti di guadagnare spazio per potersi scatenare.

Io continuo imperterrita.

Alzo lo sguardo davanti  a me e vedo un moretto dai capelli un po’ lunghetti sorridermi e farmi l’occhiolino.

Avrà fatto l’occhiolino a una dietro di me.

Faccio finta di nulla e torno a concentrarmi sulla musica, quando sento dietro di me una presenza e farsi vicino al mio orecchio.

Io mi giro sicura che sia Bibi.

Che lampo che è stato, di solito ci sono code immense al bar.

Ma quando il mio sguardo incrocia quello di uno sconosciuto mi blocco sul posto sorpresa.

Mi riprendo e  faccio per girarmi quando sento che mi  parla all’orecchio.

<< Ciao! Permetti se ti affianco, mentre aspetto la mia comitiva? >> mi chiede mellifluo.

Gli faccio un cenno di ok.

Ma, tipo particolare se chiede di poter ballare in pista, quando ha pagato per quello! Però educato!

Mi guarda e mi sorride. Ricambio la cortesia.

Mentre mi balla davanti lo osservo.

Occhi chiari, ma non distinguo il colore a causa del continuo cambio di colore delle luci. Fisico snello, corporatura normale, alto. Faccia ancora un po’ infantile ma carina. Un tipo classico. Mentre continuo a scrutarlo curiosa dalla sua comparsa, lo vedo avvicinarsi per parlami e mi sporgo un po’, per facilitarli la cosa.

<< Io sono Kyle, tu? >> mi porge la mano.

<< Sharon, ma chiamami pure Shaz >> gli rispondo urlando pure io, per sovrastare il frastuono che ci circonda, stringendogli la mano.

A sua volta me la stringe e mi da tre baci sulle guance.

Mi si incendia il volto dall’imbarazzo.

Ma che? Ma che razza di modo è, di fare conoscenza?

Mentre la mia testa si aggroviglia, per cercare di far luce su quello appena accaduto, non mi accorgo che mi ha trascinata via dalla sala e mi ha condotto in un angolo della sala, dove non vi arriva la luce della discoteca e mi fa sedere sui divanetti.

Levo la mia mano dalla sua e lo guardo sulla difensiva, per quanto riesca nella penombra.

Justin e gli altri si sono sempre raccomandati di stare attenta con le persone che non conoscevo, quando ero da sola. Ma sono in una discoteca piena di gente, no? Che mi potrebbe succedere?

Mentre penso ciò lo sento parlare, ma non ho sentito neanche una parola e gli chiedo di ripetere.

<< Dicevo, se eri di qui. >> ripete pazientemente.

<< Si, abito nella zona verde e più alta della città. Perché? >> gli chiedo curiosa.

<< Ottimo – mi sorride entusiasta – perché avevo giusto un biglietto in più per il concerto dei MzX, e mi chiedevo se mi volevi accompagnare, dato che nessuno dei miei amici piace, tale tipo di musica.  Allora? Che ne pensi? >>

Mi sta chiedendo un uscita, per conoscerci meglio e diventare amici?

Perché no? Mi piace fare nuove amicizie!

Ma mentre apro la bocca per rispondergli, mi sento tirare via per un braccio, facendomi alzare e sbattere contro il fianco di qualcuno.

Rimango un attimo impalata per la sorpresa.

Ma che è la giornata del “ Tira il braccio a Sharon e vinci un viaggio alle Hawaii”?

Sto per rispondere per le rime, quando vedo che quel qualcuno, non è altri che Bibi che sta guardando male il mio nuovo amico Kyle.

Non ho nemmeno il tempo di salutarlo che, Bibi mi trascina via e mi riporta a casa, facendomi un cazziatone sul : “Non devi  mai parlare con un estraneo, ect.”.

Me lo sorbisco tutto, mentre più va avanti e più mi rendo conto  che forse ha ragione, anche se quando gli spiego che non ero da sola e che ero circondata da tanta gente, non poteva succedermi nulla, mi lancia un occhiataccia da paura, e da lì subisco tutti in silenzio, estremamente dispiaciuta per aver disubbidito alle raccomandazioni e per averlo fatto preoccupare.

 

QUALCHE ORA PRIMA DALL’ALTRA PARTE DELLA CITTA’

 

Mi sciacquo nuovamente il viso con acqua gelata.

Alzo il viso dal lavandino e osservo il mio volto gocciolante allo specchio.

L’immagine che mi viene rimandata non è assolutamente identica a quella di questa mattina. Ho uno sguardo strano, oserei dire agitato e perplesso. Sulla fronte ho una prematura ruga incisa, a causa dell’espressione nera e assurda che tengo ormai da ore.

Mi asciugo il volto e con passo cadente e insicuro, mi avvio verso la poltrona della salotto/ingresso, divenuta ormai il mio quartier generale, da quando sono tornato a casa.

Sento squillare il telefono.

E’ tutto il pomeriggio che ignoro le telefonate che mi hanno fatto i miei amici, a causa del mio insensato comportamento, e di essermene andato all’improvviso senza dire nulla loro.

Ascolto l’ennesimo messaggio di invito ad andare al Re-Fhused, la discoteca da noi preferita, nella quale andiamo molto spesso.

Struffio stanco.

Ma la smetteranno prima o poi di infastidirmi?

Ho altro a cui pensare.

Già.

E il mio pensiero vola a quella figura piccola e aggraziata di Sharon…

Nooooooooo! Di nuovo! Nooooooooo!

Soffoco un’imprecazione, nel cuscino del divano che spingo contro il volto.

Ma che diavolo mi sta succedendo?

Perché il mio pensiero è fisso su di lei?

Perché non riesco a non pensare a niente che non siano i suoi capelli d’oro, il suo volto…

<< E Basta! >> urlo fregandomene dei vicini e alzandomi di slancio dal divano!

Mi passo le mani sul viso, come a levare delle gocce di sudore.

Ma che diavolo mi sta succedendo?!

No…

Non ci credo…

 Ditemi che è un incubo…

Che qualcuno mi svegli…

No, non posso essermi preso una cotta per lei!

No, lo rifiuto! Non ci credo al colpo di fulmine, non credo neppure all’amore!

E’ assurdamente ridicolo.

Mi rimetto seduto.

<< Si, è assolutamente ridicolo…>> mormoro, mentre mi passo una mano nei capelli, nervosamente.

Poi mi sdraio lungo il divano, appoggiando i piedi scompostamente ad un bracciolo, e sull’altro la testa.

<< Si, è assolutamente ridicolo >> mormoro nuovamente, fissando il vuoto…

 

 

 

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Capitolo 7
*** Un maschiaccio senza speranze o guai in vista? ***


Chany41: Felicissima che la fics ti piaccia

Chany41: Felicissima che la fics ti piaccia! Ancora più contenta lo sono per Bibi che ti piaccia! Mi vergogno ad ammetterlo, ma Bibi è in realtà la mia mascolina parte nascosta dentro di me – se non si fosse capita, sono cresciuta tra ragazzi – le mie amiche cercano di soffocarla…ma vive ancora!^_- e speriamo lo faccia ancora, dato che sarà un elemento importantissimo per tutta la saga – Lo faranno santo – Spero che questo nuovo capitolo  non ti deluda affatto e  spero continuerai a seguirmi! Alla prossima (spero). Il bello deve ancora arrivare *ç* !!!!

 

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7.Un maschiaccio senza speranza o guai in vista?

 

 

Parcheggio la mia amata RSV 1000 R (Aprilia) nera nuova di zecca.

Con un moto di insofferenza la spengo.

Uffi! Dovevo allungare il tragitto, così avrei potuto guidare un altro po’ la moto.

Scendo un po’ dispiaciuta a tale pensiero e mi levo un casco troppo grande per me e lo lego con la catena alla ruota posteriore e al manubrio.

Pure il casco di Justin mi toccava prendere! Non è nemmeno in tono con la mia moto!

Con la sua si, dato che è blu notte! Colpa sua che mi ha perso il casco! Ora vede, appena faccio ripulisci in quel porcile che osa chiamare camera, gli faccio vedere io dove è il mio casco! Come minimo l’avrà messo da una parte in camera sua, quella volta che gliel’ho prestato per l’appuntamento con la rossa. Sarà sotto cumuli di roba.

Penso mentre mi avvio verso il mio gruppo di amici.

Speriamo che non siano sotto i suoi calzini.

Ugh! Meglio che non ci pensi ho vomito la colazione!

Vedo guardarmi tutti particolarmente sorpresi, tranne Milly che mi sta guardando furente e Dayane e Jhonatan che stanno facendo i piccioncini.

<< Che ho fatto stavolta Milly? >> le chiedo affranta.

Che avrò combinato questa volta?!

Ha ragione mio fratello: non ne combino mai una giusta!

<< Cos’è quella?! >> mi domanda arrabbiata indicando dietro di me la mia moto.

<< Tesoro, presumo sia una moto. >> le risponde Threy abbracciandola da dietro.

<< Fa rispondere a lei! >> gli ruggisce contro.

Mi sa che è un po’ tanto arrabbiata.

Ti prego, fa che non sia per quello! Fa che non sia per quello!

<< La mia moto? >> le rispondo tremante.

Da sfogo a un gemito di insofferenze e riprende alla carica.

<< Ecco! Lo sapevo io! Ora anche la moto! – sospira drasticamente fuori dai gangheri – Non pensavo che avrei dovuto lavorarci così tanto con te! >> poi si rilassa e mi guarda minacciosamente.

No! Lo sapevo!

Ok…cosa è il massimo che posso sopportare?

Ingoio a vuoto.

No, non posso sopportare nulla che riguardi fare del male alla mia adorata moto.

Ok, vi sembrerò pazza, ma c’è a chi piace la sua amata ferrari da lucidare ogni due minuti con un pezzo di velluto, a chi va pazzo per la formula uno, chi per i cani…beh io vado pazza per le moto.

Moto è uno stile di vita: libertà e velocità.

Un combo perfetto!

Quindi, che nessuno tocchi o mi separi dalla mia adorata!

Mentre io rimango zitta a spaventarmi, gli altri cercano di tranquillizzarla.

<< Dai Milly, non ti arrabbiare! Se non avessi la moto mi toccherebbe farmi tutte le mattine almeno 5 km a piedi! Mi è indispensabile! Non puoi chiudere un occhio? >> la supplico.

Lei mi guarda ancora un po’ petulante, poi alla fine alza le spalle e acconsente, ma per il resto non devo sgarrare: devo seguire passo per passo la sua tabella di marcia, come dice lei.

Fiuuuuuu .

Salva per un pelo!

Saluto finalmente gli altri .

Pure Dayane ricambia il mio saluto.

Non ci posso credere! Mi a salutato! Forse ho ancora una speranza e possiamo diventare amiche!

Mi piacerebbe tanto.

Poi ci avviamo verso le rispettive lezioni, con io che chiudo la fila con Dan e Sly.

Mentre attraverso l’edificio scolastico con i due che mi si complimentano per il mio buon gusto in fatto di moto e parliamo di questa passione che abbiamo in comune, un avviso della bacheca attira la mia attenzione per un attimo, ma continuo a camminare con loro, appuntandomi mentalmente di ripassarci più tardi a darci un occhiata più approfondita.

 

***

Appena suona la campanella ponendo fine  a trigonometria, mi fiondo in corridoio senza aspettare Dan, mollandogli un “Mi dispiace. Vi raggiungo dopo”.

Corro per i corridoi fino a quando non mi ritrovo davanti alla bacheca degli annunci e mi soffermo a leggere il corso EXTRA SCOLASTICO che mi aveva colpito quella mattina. Sorrido soddisfatta, mentre impugnando la biro, metto per iscritto il mio nome e gli altri dati scolastici che richiedeva.

 

***

<< Scusate il ritardo! Eccomi! >> mi scuso mentre prendo posto a sedere di fianco a Milly e inizio a mangiare i miei chili, che tanto malaccio non sono, contando il fatto che siano frutto della mensa scolastica.

Tutti mi chiedono curiosi dove io sia scappata di fretta.

A quanto pare Dan gli deve aver avvisati del mio anomalo comportamento.

Sorrido soddisfatta al gruppo.

<< Mi sono iscritta al gruppo di Basket. >> dico mentre tiro fuori dalla tasca dei pantaloni  a sigaretta color vinaccia, il cellulare e rispondo a Rhu.

<< Ehilà, Pulce! Bibi mi ha detto che ti potevo chiamare  a quest’ora se ti volevo parlare. Ho fatto bene? >> mi chiede la foce giocosa e sempre di buon umore, del mio carissimo amico.

<< Ciao Rhu! Certo che puoi! Hai fatto bene! Dimmi tutto! >> rispondo mentre osservo il giardino dell’edificio che si intravede dai finestroni, ai lati delle pareti.

A quanto pare mi sta ricordando che oggi pomeriggio ci si incontrava direttamente al parco per fare skate e che poi la sera si andava da lui, per una serata tra noi.

<< Per la sera mi va benissimo, ma per il pomeriggio non posso. Ho il provino per un corso extra scolastico e non ce la faccio. Quindi ci vediamo questa sera. Avverti tu mio fratello, che vengo direttamente da te, senza passare da casa? >>.

Dopo il suo assenso e una rappresentazione per telefono del dramma della fine del mondo per la mia mancata presenza al parco, il pomeriggio stesso, mi lascia salutandomi affettuosamente e augurandomi buona fortuna per il provino.

Mentre finalmente inforchetto il mio pranzo e  inizio a mangiare Sly mi chiede chi fosse la persona a telefono. E tra un boccone e l’altro gli rispondo che è un amico, uno del nostro gruppo, mio e di mio fratello di cui fa parte anche Bibi.

Intanto vedo un’euforica Milly guardarmi soddisfatta. Mi chiedo il perché.

E giustamente le espongo la mia curiosità.

<< Perché ti sei iscritta alle ragazze pon pon del gruppo di basket no? E lo sono ancora di più perché ne facciamo parte pure io e Dayane! >>.

Le rido in faccia, non riuscendomi  trattenermi.

Ho pure le lacrime agli occhi!

Ma scherza? Io ragazza pon pon? Un incubo!

<< Che ho detto di così divertente da farti ridere ? >> mi chiede fintamente offesa Milly.

Smetto di ridere forzatamente e mi asciugo le lacrime.

Osservo tutti al tavolo.

Tra tutti mi sa che l’unico che ha capito è Sly, che mi guarda con un sorriso e uno sguardo davvero compiaciuto e divertito.

<< Chiedetelo a Sly. Mi sa che è l’unico che ha capito. >> rispondo divertita per il fraintendimento.

<< Vi do un indizio: Tim va al college. >> gli sfida divertito, incrociando le braccia al petto.

<< Certo che lo sappiamo e con questo? >> dice Dayane annoiata.

Mi sa che i quiz o gli indovinelli non le piacciano e preferisca andare sempre dritta al sodo.

Il primo ad arrivarci sembrano Martin e Drew, che si girano di scatto verso di me con una faccia sconvolta, dicendo un “Non ci posso credere” allunisono.

Dan sembra tra tutti quello che brancola nel buio, in quanto io ripeto la stessa frase di prima, quella in cui dico che sport abbia scelto. Milly si è pure irrigidita sul posto.

<< Dan, possibile che tu sia così bietolone? – inizia Threy – Si è segnata per entrare a far parte della nostra squadra! Non ricordi che il Coach voleva un nuovo giocatore al posto di Tim? >>.

<< Oh. – si gira verso di me con uno strano sguardo – Fico! Non sapevo che sapessi giocare a basket! >>.

<< Me la cavo! Cercavo appunto uno sport o un corso da fare per occupare il tempo. >> gli rispondo sorridendogli felice del fatto che non sia dispiaciuto per questa mia scelta.

Mi serviva davvero qualcosa da fare, altrimenti mio fratello ne avrebbe approfittato per trovarmi un lavoro. Come minimo. Invece così…

<< Se credi di farmi desistere ti sbagli. Sono un osso duro io! >> mi giro verso Milly.

<< Oh! No, non è per quello! Te lo assicuro. E’ solo che mi serviva veramente un pretesto qualsiasi per fare qualcosa che mi occupasse tutto il pomeriggio fino a  sera. >> mi difendo. Non voglio che pensi una cosa del genere. Non è per farle nessun torto, anzi!

<< E allora quale sarebbe il motivo? >> mi chiede Rickey che aveva taciuto fino ad adesso.

Finisco l’ultimo boccone del mio pranzo, e faccio per rispondergli quando il cellulare mi vibra insistemente nella tasca dei pantaloni.

<< Scusa un attimo >>.

Lo tiro fuori e vedo che è Christopher, il mio agente.

Sbuffo sonoramente e rispondo con un moto di insofferenza mentre mi allontano dal tavolo e mi dirigo fuori, in giardino.

Mi dispiace averlo fatto, ma non voglio che sappiano di me.

Non voglio che mi guardino o mi considerino diversamente.

Dunque, non devono sapere né la mia età, né tanto meno il mio lavoro e altro.

E’ brutto a pensarla così, ma non so come reagirebbero.

Potrebbero benissimo comportarsi come Rhu, Bibi, Michael  e gli altri, ma è meglio se aspetto almeno un po’, prima di lasciarmi andare veramente.

E mentre rifiuto le offerte di lavoro che mi propone Cristopher, guardo dispiaciuta i miei nuovi amici.

 

ORE PIU’ TARDI DALL’ALTRA PARTE DELLA CITTA’

 

Ore 18:01 .

Sto facendo zapping con il telecomando, stravaccato sul divano, in stato comatoso da ore ormai.

Per tutta la mattina non ho fatto che gravare nello stesso stato.

Chissà cosa avranno pensato  lavoro…

Non ci posso ancora credere, porca di quella miseria!

Bestemmio in lingua madre ad alta voce.

<< Non mi sembra ch ci sia il bisogno di arrabbiarsi a questo modo! Ti ho solo chiesto se preparavi tu la cena, dato che io devo andare a fare la spesa e tornerò tardi!

Che diamine!| >> sbotta mio padre in un russo impeccabile.

Quando siamo tra noi, io e papà parliamo sempre nella nostra lingua di origine.

A volte anche quando siamo in compagnia, ma solo in casi rari, quando dobbiamo parlare di cose personali.

<< Scusa, papà. Non era riferito a quello, ero sovrappensiero. Comunque si va pure…>> gli rispondo senza distogliere per un attimo la faccia dal plasma.

<< Uhm…se lo dici tu. E’ successo qualcosa? >>.

Ecco che fa il padre.

E’ da anni che non usa quel tono paterno. Mi fa impressione.

Caspita però…si deve proprio notare la mia inquietudine interiore.

Caspita, e io che  cercavo appunto di nasconderla!

<< Nulla. Sono solo un po’ stressato per via del lavoro. >> gli rispondo con tono calcolato, naturalmente neutro, mentre prendo la bibita di fianco e la tracanno, cercando di ostentare tranquillità.

<< Uhm…strano, io avrei detto che fosse per una donna! >> .

Spuff!

Mi va di straverso la bibita e parte ne risputo bagnandomi addosso.

Lo guardo sorpreso e senza parole, mentre mi fa l’occhiolino e esce di casa.

Donna…

Bambina direi…

Ma non dovevano essere le madri perspicaci e i padri disinteressati all’ennesima potenza dei figli, tranne quando ti chiedono di prestargli la macchina per far figura con la propria bella?

Aha! Non li fanno più i padri di una volta!

Mi dirigo in camera e mi cambio gli abiti bagnati.

Quando suona il campanello vado ad aprire con il citofono, sicuro che sia mio padre.

Come minimo si è dimenticato le chiavi della macchina, oltre quelle di casa.

E torno in camera e mi metto i pantaloni, poi all’ennesima scampanellata vado ad aprire alla porta.

<< Beh, a dire il vero preferivo mi venisse ad aprire una bella bambola solo in pantaloni e basta, che tu in queste condizioni, a dire il vero . >> è il saluto che mi da quello scanzonato di Kyle.

Gli accenno un sorriso e mi scanso dall’entrata per farlo passare.

Mi accomodo e vado a finirmi di vestire, mentre lo lascio accomodarsi.

Quando ritorno lo trovo spaparazzato sul divano a guardarmi divertito.

<< Cos’è, hai trovato la donna dei tuoi sogni o te ne sei appena fatta una? >> lo prendo in giro.

<< Ci sei arrivato quasi vicino! Ti volevo mettere al corrente di una cosuccia interessante! >>.

E io mi faccio largo sul divano e cerco di prestargli attenzione, anche se mi è difficile.

Il perché penso ve lo immaginiate: il mio pensiero torna continuamente al pomeriggio di ieri, alla figura di quella ragazzina.

Mi chiedo come sia ancora possibile! Cosa mi sia successo.

Le risposte ormai le ho già chiare in mente ma non le voglio proprio accettarle.

Sono stato la bellezza di 24 anni senza l’amore, non né avrò di certo bisogno ora!

Ma porc…

Mentre sto per sboccare di nuoco nel mio soliloquio mentale,  vengo interrotto da una frase di Kyle, che mi costringe ad ascoltarlo.

<< La famosa biondina, l’ho abbordata ieri in disco! Pensa che coincidenza…E tu che non ci sei voluto venire…>>.

Sento la rabbia montarmi, mentre uno sgradevole verbo mi rimbomba in testa.

Abbordata.

Mi stanno per saltare i nervi, e quando mi saltano, non portano mai nulla di buono.

Gli darei volentieri sfogo su Kyle, ma ne voglio sapere di più su ieri sera, così, cercando di regolare il tono da non sembrare troppo arrabbiato o ferito, gli chiedo come gli è andata.

A quanto dice meravigliosamente, se non fosse stato per un suo amico che l’ha trascinata via  sul più bello quando l’aveva portata in un angolo buio.

<< Un angolo buio?>> dico a voce alta, con tono spezzato e spaventato, senza rendermene conto.

Lo guardo incazzato nero.

Mi alzo e con me lui.

Lo tengo per il colletto della camicia.

<< Che diavolo volevi fare? Eh?! >> mi agito, fuori di me.

Lui mi sorride soddisfatto, per nulla preoccupato.

<< Quello che di solito fai tu con le altre no? >> mi risponde come se nulla fosse.

Lo guardo per un lungo minuto a bocca aperta e con il cervello staccato.

Lui in tanto si libera dalla mia stretta e si avvia verso la porta.

Quando ritorno in me, più furioso che mai lo guardo malignamente, con solo l’intenzione di spaccargli qualcosa di più della mascella e costole.

<< Lo sapevo. Ti piace. >> non è una domanda, ma un affermazione.

<< E se anche fosse? >> parlo senza rendermene conto, incurante dei miei pensieri contrastanti.

<< Nulla, solo per capire il numero di quanti fregherò, portandovela via da sotto il naso la biondina. Tutto qui. >> mi sfida malignamente, chiudendosi la porta alle spalle.

Mi allontano della porta chiusa con un diavolo per capello, e  appena entro nella stanza dedicata alla palestra, mollo un sinistro impeccabile e iroso verso la sacca da box.

Da lì mi sfogo, o meglio cerco di sfogare la rabbia che ho dentro.

Dopo un’ora, mi dirigo fradicio di sudore dalla testa ai piedi al balcone e mi concedo una rilassante sigaretta, che spengo con stizza non appena mi ritornano in mente le parole del dialogo di prima con Kyle, mandando all’aria i miei miseri sforzi per calmarmi.

Se crede di fottermi si sbaglia di grosso…

 

 

---ANGOLINO AUTRICE ---

Cosa ne pensate? Che ve ne pare?

Spero sia stato di vostro gradimento ragazze!

E mi raccomando, COMMENTATE!

P.S.  tra poco le cose si faranno sempre più interessanti! ^_-

Alla prossima! Ransie88219

 

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Capitolo 8
*** La Pulce alla riscossa ***


SweetCherry : Sono davvero contentissima che la storia ti piaccia

SweetCherry : Sono davvero contentissima che la storia ti piaccia! Ma addirittura il mio modo di scrivere ? O.O Grazie 1000! Spero continuerai a seguirmi per tutta la fics, fino alla fine! Spero ti piaccia questo nuovo chappy! KISSES!!!!!!!!!

 

 

Khristh: grazie 1000 per il commy! Felicissima che anche a te piaccia! Beh, se dici che ci sono ora gli sviluppi interessanti…dopo è ancora meglio! ^_- ! Si, lei e lui sono differentissimi, ma in una cosa sono un po’ simili, solo un po’ …e riguarda il passato di entrambi…vedrai! Pure io lo adoro quel circolo vizioso di amici…mi ricorda un po’ il mio…solo che è complicato rendere perfettamente l’idea che ho in testa, quando io vedo tutto a film e voi leggete…chiedo scusa se certe volte sembrerò banale quando si tratta del gruppo….ma farò del mio meglio! KISSES!!!!!!!!

 

 

chany41 : contentissima che ti sia piaciuto molto lo scorso capitolo! Spero che almeno un po’ ti piaccia anche questo!!!!KISSES!!!!!!!!!!!!

 

P.S. IN FONDO CI SONO LE FOTO DI ALTRI PERSONAGGI…quelli che serviranno da schermo, non tutti…capirete il perché dopo aver letto tutto il chappy!

 

 

 

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8.Frullato di una vita adolescenziale :

la “Pulce” alla riscossa!

 

POV Shaz

 

Cammino spedita verso l’uscita della scuola, tanto velocemente che Milly non riesce a starmi dietro come Dayane, stessa cosa non si può dire di quei Baobab che compongono la squadra di basket del liceo.

Mi giustifico con loro del fatto che devo fare una corsa a casa, per prendere una tuta o comunque dei vestiti comodi che non mi impediscano di compiere tutti i movimenti possibili al provino, che si terrà da qui a mezzora in palestra.

Mi giro un attimo verso Milly per ribattere divertita ad una sua lamentela sul mio essere davvero maschiaccio, e sulla mia scelta inappropriata del corso extra scolastico.

Quella frazione di secondo è sufficiente per permettermi di andare a sbattere contro qualcosa. E non è di certo morbida, ve lo assicuro! Che male!

Sto per cadere rovinosamente a terra all’indietro, ma due forti mani mi riprendono appena in tempo, una presa ferrea è sul mio fianco destro, l’altra è sulla spalla opposta al fianco.

<< Sempre la solita goffa! >> mi deride salutandomi così, una voce che riconoscerei tra mille : Bibi.

Mi rialza su tra le risa contenute dei miei amici, e lo guardo tranquilla.

Ormai mi ci sono abituata in 15 anni alla mia goffezza cronica e alla mia immensa sfiga, che non ci faccio più caso.

Faccio per scansarlo per la fretta scusandomi, ma si sposta prontamente e mi blocca il passaggio.

<< Te l’ho portata io la roba che ti serve! – mi comunica facendomi l’occhiolino e aggiungendo – e non dire che il tuo Bibi non pensa mai a te! >>.

Non faccio a tempo a rispondergli che Sly lo scansa con una spinta non troppo gentile e si dirige a passo irato verso la palestra.

<< Ma che gli è preso? >> mormoro verso gli altri.

Guardo fiduciosa Dan più di tutti ma sta fissando in uno strano modo Bibi.

Ma cos’è, il cibo della mensa era avariato?

Guardo a mia volta Bibi di fronte a me, il quale sta fissando Sly nel suo percorso, pure lui con uno sguardo anomalo, a mio avviso, e con una smorfia sinceramente divertita che pian piano gli si allarga in volto, fino a quando non rivolge a me uno dei suoi soliti sorrisi e mi passa in mano un fagottino.

Lo apro, contiene l’occorrente per il basket.

Lo guardo un attimo curiosa per il fatto che sapesse che avevo bisogno di tale abbigliamento, fino a quando non collego che deve averglielo detto per forza Rhu.

<< Rhu è peggio di una comare pettegola! >> sbotto con ilarità, ma anche con affetto  che mi posso assolutamente permettere, volendogli un gran bene a quell’armadio.

Dopo di che ringrazio il mio pel di carota preferito, non che mio migliore amico e assieme a Rickey, Martin, Drew, Dan e lo stesso Bibi, mi dirigo verso la palestra lasciando gli altri con i rispettivi compagne, che avrebbero poi accompagnato a casa.

Appena entro, corro nello spogliatoio femminile e mi cambio gli abiti, così da indossare dei calzoncini ( alias pantaloncini corti) blu sintetici, che mi arrivano di un paio centimetri sopra il ginocchio e poi una rispettiva maglia dello stesso colore e materiale a maniche corte, che mi aderisce forse un po’ troppo addosso, come del resto i pantaloncini appena messi. Cambio pure i tacchi – direi, altrimenti sciupo il parquet! – sostituendoli con delle semplici scarpe da ginnastica raso terra, e mi dirigo camminando cautamente – non si sa mai! Potrei inciampare no?! – verso l’entrata della palestra, dove a poca distanza ci sono Bibi e tutti gli altri a chiacchierare allegramente e mi avvicino.

Fisso un attimo la porta ad ante del loro spogliatoio e mi viene un ideuzza niente male.

Il compiacimento del pensiero mi si deve riflettere in volto perché Rickey me lo fa notare e tutti si girano verso di me.

Drew fa una battutaccia che mi fa sinceramente arrossire, tanto da dovermi coprire il volto con le mani per la vergogna, mentre gli altri ci ridono su.

Non appena cessano le risa corali Bibi prende la parola.

<< Conoscendoti avrai associato lo spogliatoio a tuo fratello, vero? >> mi chiede con tono sbarazzino.

Ci scambiamo una lunga occhiata, che dice tutto.

Dan interrompe ciò chiedendo spiegazioni, che il mio migliore amico da.

<< Vuole fare uno scherzo a suo fratello, per la ripicca dell’altro ieri, non è giusto? – dice con fare da sapientone – Come minimo gli rifilerà una qualche situazione inesistente per fargli perdere le staffe. Sinceramente se lo meriterebbe, a mio parere. Quindi no Drew, non ci hai colto! >> e  mi fa  l’occhiolino, non appena assentisco.

<< Caspita, che intesa! Manco vi leggeste nel pensiero! >> sbotta sbalordito Martin.

<< Direi, sennò che migliori amici saremmo! E poi ci conosciamo da anni, giusto Pulce? >> riprende il rosso.

<< Giusto pel di carota >> lo prendo in giro per la ripicca di quel “Pulce”.

Sorrido soddisfatta quando fa una lieve smorfia di disappunto a quel nomignolo.

Lui odia essere chiamato così, se non l’aveste capito.

Vedo gli altri stare a fissarci un po’ curiosi e divertiti.

Saranno rimasti sorpresi dal passaggio della  fase “ Ci vogliamo un mondo di bene, non litigheremo mai” a “ frecciatine spinose”.

Mentre Bibi si diverte a spiegare il perché di ciò, – alias io odio essere chiamata “Pulce ” perché vengo paragonata ad una cosina minuscola, quindi è come una metafora per dire che sono una bambina e non una ragazza adolescenziale, per non contare il paragone tra l’altezza mia e quella della pulce – mi passano davanti gli altri due giocatori di basket che si dirigono come fulmini in spogliatoio a cambiarsi, mentre io mi dedico al malefico piano sul quale riuscire a far abboccare mio fratello.

Poco dopo il coach ci chiama, dove oltre a me e alla squadra in carica si sono uniti altri nove ragazzi nel frattempo.

Mentre io aspetto il mio turno in panchina, di giocare in campo in una squadra fatta dividendo la squadra in due gruppi di quattro giocatori di cui l’ottavo è il cadetto, il coach non fa altro che osservarmi divertito e sfottendomi con lo sguardo.

Alzo gli occhi al cielo per l’ennesima volta.

Mi sa che è un maschilista convinto quello lì. Buono a sapersi.

Potesse mi scaccerebbe, peccato che il regolamento scolastico dica che la squadra di basket possa essere mista. Sorrido internamente.

Stessa cosa non la si po’ dire dell’aiuto coach / allenatore in seconda che sembra sinceramente contento della mia presenza. Me no male, almeno lui.

Sento il mio nome e mi faccio avanti.

Bibi mi grida dietro un “ In bocca al lupo” da paura che rimbomba in tutta la palestra anche se non troppo forte come può sembrare, ma con solo tanto affetto e vigoroso incoraggiamento. Stessa cosa mi dice l’aiuto coach ma a bassa voce rispetto a Bibi.

Visto? Ci avevo visto giusto! Per una volta…

Così mi ritrovo a centro campo, con davanti quella giraffa di Threy alto 1, 90 m buoni, per l’inizio partita, contro la squadra di quest’ultimo, composta da Jhonatan, Sly e Drew, mentre io sono – come avrete già capito – con Dan, Rickey e Martin.

Appena suona il fischio di inizio partita – della durata di 15 minuti, come pattuito – accaparro il famoso pallone di contesa di inizio partita non appena l’arbitro – il coach – fischia e lancia in aria il pallone, con un salto leggero, veloce e calcolato. Prendo e mi dirigo verso il canestro avversario,seguita un attimo dopo da avversari e compagni.

15 minuti dopo …

31 a 2 per la mia squadra.

A dire il vero non ci sarebbe stato nemmeno quei due punti segnati dalla parte avversaria, ma il coach gliela ha abbonata.

Fisso soddisfatta l’allenatore : ben gli sta! Così impara a sfottere!

Mentre mi dirigo verso Bibi per battere un cinque con dietro i complimenti dei miei amici per essere riuscita non solo a bloccare e togliere palla agli avversari ogni volta che ne avevo la possibilità – praticamente quasi sempre! – e per i miei impeccabili 6 canestri che mi è stato concesso di fare nonostante il gioco di squadra, l’allenatore mi richiama e mi chiede di fare uno contro uno con Dan.

Accetto tranquillamente, mentre tutti protestano.

Dan è il capitano della squadra di basket della scuola per un motivo : è il migliore.

Mi metto in posizione al centro campo, con di fronte Dan, mentre il coach ci spiega le regole.

Prima che l’arbitro possa dare inizio alla sfida Bibi prende parola.

<< Vedi di non umiliare troppo, mi raccomando! >>.

<< Ma si, certo. Non ci andrò pesante >>.

Detto ciò io, Bibi e Sly – ve l’ho detto che quest’ultimo mi sembra molto perspicace più del lecito? – scoppiamo a ridere. Cerco di non farlo, ma non ci riesco e l’unica cosa che posso fare è voltarmi nella direzione opposta e coprirmi la bocca.

<< Dan, possibile che tu non capisca mai?! – dice tra le risa Sly che cerca di parlare con le lacrime agli occhi quasi – Si stava riferendo a Sharon…non a te! >> e riprende a ridere. Dan li fissa a bocca aperta in silenzio e con lui tutti gli altri, solo con la bocca chiusa, fatta eccezione dell’allenatore.

Poi sotto incitamento dell’allenatore iniziamo.

Dopo cinque minuti a Dan gli viene affiancato Threy e poi Martin, ma è tutto inutile : non gli faccio toccare palla.

Hanno sbagliato a sottovalutarmi : sarò pure goffa, minuta e alta il giusto – guai se dite di no! Io vado fierissima del mio 1, 67 m ! – .

Peccato che non abbiano valutato una cosa: riesco a sfruttare bene i miei – chiamiamoli rozzamente – “ punti deboli” .

Devo ammettere che pur io sia goffa senza un paio di tacchi ai piedi, nello sport vado alla grande. Cosa che non me l’ha saputo spiegare nessuno. Di certo non me ne lamento! Comunque, come stavo dicendo, posso sfruttare la mia altezza assai diversa dalla loro mettendogli in difficoltà. Sono costretti ad abbassarsi di molto – sono troppo alti ! Eh! Non che io sia bassa, intesi?! – il mio essere esile mi consente di essere leggera e scattante, so saltare anche molto in alto in alto – faccio moltissimo stretching e ginnastica, per non parlar dello skate, dove è lì che si vede quanto vali – per  non parlare che io sono cresciuta giocando a bascket.

Fatto sta, che all’ennesimo mio canestro il maschilista convinto si è arreso e ha dichiarato finita la sessione di provino.

Non glielo lascio ripetere due volte e mi fiondo a farmi la doccia e a cambiarmi, dopo aver ringraziato i ragazzi per il provino.

Appena fatto mi avvio verso l’uscita ma vengo bloccata da Cohen, l’aiuto allenatore, è così che mi si presenta e mi riempe di complimenti che mi fanno arrossire.

Fortunatamente, prima che iniziassi a  scavare una fossa in cui sotterrarmi dall’imbarazzo, vengo salvata da Sly e mi trascina all’esterno dell’edifico, dove ci sono gli altri.

Dopo varie risa, commenti, scherzi e ragazzate ci salutiamo tutti e ci avviamo verso i rispettivi impegni.

 

***

 

Dlin Dlon …

La porta viene aperta da un Rhu versione casalinga arrabbiata.

Ci fa entrare spostandosi di lato alla porta e allo stesso tempo urla agli altri, per sovrastare il frastuono delle chiacchiere e della tv o roba del genere, un “ i ritardatari sono arrivati” di tutto dire.

Ci dirigiamo con passo sicuro, fianco a fianco io e il rosso con dietro Rhu che mugugna qualcosa di indecifrabile, verso il salone da dove viene tutto il fracasso.

La sala è un enorme spazio completa di tutto e di più, sufficiente a contenere una trentina di persone, non a caso sono state buttate giù i muri di tre stanze di questa meravigliosa villa fuori città. Tutti sono occupati in qualcosa : chi a chiacchierare in gruppo, chi alla play, chi ha fare la lotta – e hanno tutti più di 23 anni vi ricordo! – chi a fare braccio di ferro ecc.

La sala è davvero piena ma ancora ne avanza di posto, nonostante il grande gruppo che ospita.

Eh già! Il gruppo è composto da ventuno individui compresi me, Justin e Bibi.

Gli altri sono : Vergil, Tristan, Richard, Adrian, Ivan, Josh – il fratello maggiore di Frençis –,  Frençis – stesso – , Trew, Rhu – che ci ha aperto la porta – Michael – il gemello di Bibi – Rut, Nash, Blaster, Jader, Jillian, Riley, Phobos e per finire Kellan.

E si, siamo tantissimi e ci sconosciamo da sempe.

Siamo inseparabili.

Loro sono la mia famiglia, oltre ai miei fratelli e papà.

Li  considero tutti al pari di Justin, con un eccezione : Josh.

Beh…lui è il mio idolo. E’ un medico eccezionale nonostante la sua giovane età e lo ammiro tantissimo. Un giorno spero anche io di poter diventare un bravo medico come lui. Eh si, da grande voglio diventare un medico e magari anche un chirurgo, mi sembrerebbe uno spreco non utilizzare in futuro il mio alto Q.I. se non per realizzare un mio sogno. E poi la cosa mi sembra anche più che giustificata, perché è un lavoro dove si salvano vite umane. E anche per questo che ammiro Josh come le fan dei Tokyo Hotel venerano i componenti di tale gruppo. Lui salva la vita alle persone, le cura, si prende cura di loro. Non esiste a parere mio lavoro più soddisfacente, gratificante e bello di quello. Ha 27 anni ma l’età non l’ha certo fermato e si ritrova oltre che avere una laurea in medicina generale anche una in cardiochirurgia.

E’ il mio mito!

Tempo due minuti e ci siamo già immessi nella mischia.

Tempo un ora e mi ritrovo ad assistere ad uno strampalato discorso in cui Bibi chiede cortesemente a tutti, che semmai un giorno si trovasse a Las Vegas in un Casinò ubriaco fradicio – alias senza la capacità di intendere e volere - a sposarsi con Rhu con un prete vestito alla Elvis Presley, di bloccarlo immediatamente perché Rhu è troppo palloso con il suo fare da mogliettina in costante crisi premestruale, e quindi troppo per i suoi nervi.

Quando me ne sono uscita con un “ma non eravate etero voi due?” mi ha guardato con fare malizioso e mi ha risposto con un “appunto per questo!” che diceva tutto!

Il resto della serata ve lo potete immaginare : tutti ubriachi tranne io e Josh.

In queste rare occasioni mi sembra che il mio fare coscienzioso sia addirittura vergognoso…fortuna che mi fa compagnia lui…

Si sono tutti addormentati in stanza dopo tanto trambusto.

Chi per terra, chi l’uno sopra l’altro, chi in poltrona e così via.

Ah, quasi dimenticavo! Volete sapere come è andata a finire la storia dello scherzetto per mio fratello? Beh spero di si!

 

***

<< E così mi hanno accettato subito nella squadra di basket >> mento cercando di non darlo a vedere a mio fratello, già partito per il mondo dei balocchi, con tutto l’alcool che ha trangugiato.

Non che nel gruppo tutti siano alcolizzati, ma almeno una volta al mese fanno baldoria, per ricordare, come dicono loro, i bei tempi di quando non avevano responsabilità.

<< Fantastico! Brava la mia cucciola! >> mi abbraccia da dietro mio fratello, sporgendosi nella mia direzione. Dopo un lungo momento si stacca e ribatte con un << Ma lo sai che sei proprio un maschiaccio inguaribile? >> dice facendo ridere tutti quelli che ascoltano vicino a noi, anche loro già smarriti nel bel mondo dei balocchi.

<< Fortuna che sono tutti tuoi amici e già vi conoscete, così non avrai nessun problema >> butta così con fare innocente e non curante Bibi, preparandomi il campo per la mia gaffe. Ve l’ho già detto che lui, il fratello reggono benissimo l’alcool assiem agli altri tre russi del gruppo?

<< Quali problemi ? >> mi chiede apprensivo Jazz, con fare assolutamente eccessivo e melodrammatico.

E il pesce ha abboccato all’amo, come sempre!

Ma se l’è meritato no? Dopo tutto non può rinchiudermi tutte le sere in casa a non fare niente invece di andarmi a divertire come ogni ragazza della mia età. E poi mi incoraggia sempre anche Josh oltre a Bibi, nel progettare vendette contro il fratellone, quando si tratta di ciò.

Quindi continuo quello che ho iniziato!

<< Oh nulla di che … – vedo  che pende dalle mie labbra – è solo che …>>.

<< Che? >> mi incita.

<< Che la palestra è munita di un solo spogliatoio maschile e basta. Quindi mi cambio con i ragazzi, tutto qui…>> faccio incurante, come avessi detto una cosa assolutamente normale, insignificante. Purtroppo mi esce con tono troppo falso, ma fortuna vuole che quel credulone di Justin dove ovunque ci sia il mio nome, crede a tutto.

Lo vedo boccheggiare in cerca di respiro e ripetere a se stesso la frase appena detta.

Speriamo che non gli si prenda un aneurisma. Ha una faccia.

 

***

Quello che è successo dopo ve lo potete immaginare, ancora di più la sclerata immane che fa fatto per 20 minuti . Dopo lo abbiamo calmato io e Bibi mettendolo al corrente del piccolo scherzo. Il resto lo tralascio perché è stato ancora più divertente.

Sorrido divertita a tale ricordo, poi mi accorgo che Josh ha smesso di legge – eh si! Sa leggere benissimo, con un tono e sentimento sempre impeccabile,e prima non ho saputo non proporgli di leggermi come da piccola un libro preso in prestito dalla camera di Rhu. Unica differenza tra ora e anni fa è che le letture sono profondamente cambiate : niente più streghe cattive gelose delle proprie figliastre nè draghi cattivi che proteggono il castello in cui la principessa è tenuta prigioniera. Ora mi legge sempre qualcosa che piace ad entrambi : trattati filosofici, libri di medicina contemporanea o antica, ecc.

<< Ora a letto! Sono le 4:57 e tra poco ti devi pure svegliare per andare a scuola su! >>  mi incita prendendomi in braccio, non appena mi vede barcollante in piedi. Nonostante le mie proteste mi porta nella stanza degli ospiti e mi deposita in uno dei due letti singoli e mi copre e mi da la buona notte.

Prima che se ne vada lo incito a rimanere a dormire in stanza, tanto gli altri dormono di là come bestie e qui c’è un letto inutilizzato, perché non usarlo?

Così rimane e si infila a letto vestito, proprio come me.

Poi lo chiamo nel buio della notte.

Lo sento girarsi tra le coperte e voltarsi verso di me.

Gli sorrido nell’oscurità anche se non può vedermi.

<< Se avessi un figlio, saresti il papà più bravo e affettuoso del mondo, lo sai? >> parlo nell’oscurità della stanza.

Lo sento ridacchiare un momento e mentre mi risponde mi addormento di botto.

 

---Angolino autrice---

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!

Corro ad iniziare il successivo…sono puntata da un onda di ispirazione, dopo aver letto e risposto ai vostri commenti! ^_-

E mi raccomando, commentate!!!!

Un SUPER-KISS!!!!!!!!!!!!

 

Ecco a voi le immagini di altri personaggi:

 

Bibi (ne ho due, il primo è quello procuratomi da Alice – sei un tesoro! – l’altro è quello iniziale da cui sono partita. Ce ne sono due perché in questi ultimi capitoli non mi convinceva più, quindi: lascio scegliere a voi su chi ricamarci sopra! A me piacciono entrambi, soprattutto quello di Alice! ^_-) :

Di alice: Image and video hosting by TinyPic Mio: Image and video hosting by TinyPic

 

 

Rhu:

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Josh:

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Dan:

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Sly:

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Capitolo 9
*** Ma perchè la volpe deve sempre essere più furba del gatto? ***


Un grazie speciale a Lavi, Lene91,Heidi96,Naby che mi sono state vicino e tanto carine in un piccolo momento buio della mia vita in queste ultime 2 brutte settimane

Un grazie speciale a Lavi, Lene91,Heidi96,Naby che mi sono state vicino e tanto carine in un piccolo momento buio della mia vita in queste ultime 2 brutte settimane. Grazie alle vostre parole, ho pensato tanto a quello che mi avete detto ragazze – in particolar modo a quelle di Lavi -, e mi sto riprendendo. Vi adoro. Un grazie di cuore. Vi voglio pure io un mondo di bene. Besos raga. ^-^

 

SweetCherry: contentissima che il chappy precedente ti sia piaciuto! *O* gongolo di felicità! Quando mi dite questo mi vien voglia di scrivere paginate su paginate solo per voi! Deciso…appena  posto mi metto subito sotto a scrivere il prossimo chappy per voi raga! ^_- Si, lo scherzo è stato carino…volevo descriverlo per bene … ma  avevo già scritto troppo e ho dovuto tagliare molto ç__ç m’è dispiaciuto tantissimo…odio tagliare…ma ho dovuto! U.U  Spero che anche questo capitolo ti piaccia…ma sarà certamente il prossimo quello che ti entusiasmerà di puù…visto le cosette che ho in mente di far capitare *me ride teatralmente*….credo ceh converrai con me appena avrai finito di leggere il chappy! XD. Grazie 1000 di aver commentato, e continua a seguirmi!!!!!!! BESOS!!!!!!!!!!

 

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9.Ma perchè la volpe deve  sempre essere più furba del gatto?!

 

 

POV SHARON

 

<< Scricciolo, alzati o farai tardi, su. >> fa una voce.

Ho sonno, voglio dormire per una settimana.

Non mi muovo e mi rimetto nel dormiveglia, dal quale mi ha destato la voce.

Sento la voce struffiare e tirarmi via le coperte.

Possibile che non si possa mai dormire?

La voce riprende a parlare ma non le do retta e mi metto a pancia in giù con sopra la testa il cuscino premuto.

Tutto pur di poter dormire…

Tutto inutile, mi toglie quel qualcuno il cuscino e vengo messa alla mercé di quella voce.

<< Voglio dormire! Non voglio andare a lavoro! Detesto andare a lavoro…>> inizio parlando a voce alta per poi finire in un mormorio.

Che sonno…

<< Se fosse per quello ti lascerei beatamente dormire , ma devi andare a scuola. Ma se vuoi dormi pure…>>.

No lavoro…

Scuola…

Scuola!

Mi alzo di scatto dal letto completamente sveglia ruzzolando giù, ma qualcuno mi riprende.

Non ci faccio caso a chi sia per via della semi oscurità che c’è in stanza, e corro in salotto dove mio fratello aveva lasciato il cambio per me.

<< Caspita! Farò tardi! Mi devo sbrigare! >> dico a me stessa mentre acciuffo la roba e corro in bagno a cambiarmi, solo dopo due cadute da oscar per il corridoio per la fretta, sotto lo sguardo divertito e la risata sonante e forte di Josh.

 

30 MINUTI DOPO…

 

Gioco agitata con un filo dello zaino di scuola che ho posato sulle gambe, guardando sempre meno rigida la strada che mi scorre davanti.

Sospiro rilassata vedendo che manca pochissimo prima che mi si stagli davanti il piazzale della scuola.

Guardo male il guidatore di questa costosissima Ferrari Enzo ( anno 2002 ) color rosso fuoco, che ha iniziato a ridacchiare, non appena ho sospirato di sollievo.

<< Non prendertela, è stata troppo divertente la reazione di prima. Paradossale. >> mi beffeggia Josh.

<< Neanche ti rispondo. Ma perché non mi hai svegliato prima ? >> chiedo fintamente risentita. Non riesco proprio a non perdonarlo. Gli voglio troppo bene.

<< Dormivi così bene, non ho avuto il coraggio di svegliarti . – tocca il cambio e abbassa i giri il motore, entrando nel famoso piazzale – Eccoci arrivati. Per oggi pomeriggio ti faccio venire a prendere da qualcuno o prendi il pulman per andare da Rhu a riprendere la moto? >> mi chiede fermandosi davanti al cancello di scuola.

Ma dico io, sono io ceca oppure c’è un cartello qui davanti con su scritto “posteggio privato” ? Oppure c’ho scritto in fronte “voglio apparire”?

Lasciamo perdere va’...tanto è una causa persa.

<< Pulman. Grazie per avermi accompagnata. Sei stato davvero gentile ad accompagnarmi, quando potevi benissimo dormire ancora un paio di ore, prima di andare a lavoro. >> gli sorrido dispiaciuta.

<< Figurati, per te questo e altro. Poi ci sono abituato a dormire il minimo >> mi dice facendomi l’occhiolino.

Gli sorrido riconoscente e lo saluto abbracciandolo e mollandogli un veloce bacino sulla guancia, per poi scendere e avviarmi verso il mio gruppo di amici.

Appena mi avvicino abbastanza ci salutiamo, tra i vari commenti compiaciuti dei ragazzi sull’auto con cui sono venuta a scuola.

<< E’ di un mio amico, mi ha accompagnata lui a scuola. Non voleva che corressi in moto per arrivare in tempo >> mi giustifico.

<< E ti è venuto apposta a prendere a casa? >> chiede sorpreso Dan.

<< Certo che no. Ieri sera sono rimasta a dormire con gli altri da un amico che sta fuori città, e c’era rimasto pure lui. Sarei potuta anche venire da sola in moto, ma non me lo ha permesso. Ieri sera abbiamo fatto le ore piccole. Praticamente siamo andati a letto qualche oretta fa, e avendo visto che crollavo dal sonno prima, e mi ha voluto accompagnare lui a tutti i costi >> finisco guardandomi attorno nel cortile della scuola.

E’ una mia sensazione oppure tutti mi stanno fissando?

No, no mi sbaglio.

Tutto il corpo studentesco in cortile mi stanno fissando.

Bisbigliano pure.

Faccio una smorfia.

<< Fantastico. Ci mancava pure la Rossa di Josh . Chissà che bei pettegolezzi…>> sbotto con arrendevolezza.

<< La Rossa? >> fa Drew.

<< Oh si. E’ il nome burlesco che gli ha affibbiato Bibi alla Ferrari di Josh. Lunga storia. A pranzo poi te la racconto, se ti va. >> gli rispondo, cercando di sorridere normalmente.

Dopo di che ci avviamo tutti in classe, sotto il consiglio di Jhonatan.

 

***

 

Al suono della campanella mi fiondo con un agitato Dan al fianco, verso l’uscita dell’aula.

E’ da quando mi sono seduta accanto a lui che mi sembra agitato.

Che sarà successo?

Non riusciva a stare un momento fermo, nemmeno seduto composto sulla sedia.

Mi immagino già quanto abbia seguito della lezione.

Mhn…magari è meglio se gli propongo un pomeriggio di studio assieme prima della prossima verifica, o mi fa cilecca al test. Ha già qualche problema a trigonometria di suo, ma nulla di irrisolvibile. Non voglio che rimanga indietro.

<< Ciao Sly! >> saluto il ragazzone che come al solito ricambia il mio saluto e mi si posizione di fianco, dal lato opposto di Dan.

Penso di iniziare a capire come ci si potesse sentire, a stare nel mezzo tra le due torri gemelle.

Ma dico io, perché i ragazzi se fanno basket crescono come baobab e io che ci gioco da una vita sono…sono così…si insomma…avete capito no?

Stupide legge fisiche scecherate con i geni.

<< Io direi che potremmo anche deviare alla bacheca, per vedere i risultati, no? >> mi chiede Sly.

Io assentisco, mentre Dan continua a camminare imperterrito immerso nel suo mondo.

Sly mi chiede cos’abbia.

<< Non so. Quando sono entrata in classe era già così. L’ho trovato già chiuso in un silenzio ermetico, in piena crisi nervosa. Non è riuscito nemmeno a stare fermo un secondo. Ho provato ad attaccare bottone , ma nulla. C’è da preoccuparsi? >> gli sussurro velocemente, anche se non ce ne è bisogno visto lo stato catatonico dell’interessato.

<< No. >> è la sua strana risposta.

Poi mi prende per un braccio, scuro in volto e mi trascina per corridoi sconosciuti e ci ritroviamo magicamente dopo pochissimo, nel corridoio dove sta la bacheca.

Strabiliante! E io che pensavo di dover attraversare tutto l’edificio.

<< Questa strada me la devi insegnare! Abbiamo fatto prestissimo. Tu che dici Dan? >> dico cercando il catatonico.

Mi guardo apprensiva attorno non vedendolo.

<< Dov’è Dan? Sarà rimasto in dietro. Andiamo a riscontrarlo! >> faccio per mettere in pratica quello appena detto ma Sly mi blocca e mi dice perentorio che non serve e che ci raggiungerà in mensa. Provo  a fargli cambiare idea ma è irremovibile.

Così mi arrendo, consapevole che anche volendo mi sarei persa se avessi fatto di testa mia.

Poi guardiamo i risultati del provino di ieri.

Sharon Throusteen ammessa.

Mi hanno preso! Fantastico!

<< Dai andiamo a mensa, voglio dirlo a Dan e agli altri! >> e lo prendo per un braccio questa volta io e lo trascino nella presunta direzione di dove sta la mensa.

Lui ridacchia e sciogliendo la mia presa mi prende per mano e mi trascina da tutt’altra parte.

<< Questa scuola è un labirinto. Mi ci vuole proprio una cartina. >> .

<< No, che non ti serve! Ci sono io a farti da navigatore satellitare, che vuoi di più dalla vita? >> mi risponde entusiasta Sly.

<< Si, non hai poi tutti i torti…poi non ci capisco nulla di cartine. Non ho un buon senso dell’orientamento. Attento, perché sono capace pure di mandarti in tilt e poi ci perdiamo! >> ribatto divertita e di buono umore, al sapere che farò il corso con i miei amici. Li adoro di già!

Lo sento ridere  e in risposta bofonchia qualcosa che non capisco.

Sto per chiedergli di ripetere quando mi accorgo che siamo arrivati al nostro tavolo, che cade addirittura in silenzio appena arriviamo davanti a loro.

Ma cos’è che hanno tutti, oggi?

Lascio correre e mi precipito a sedere vicino a Milly e Dan, sciogliendo la presa tra le mani del mio Ton-Ton personale e la mia.

Sly invece si siede di fronte a me e guarda male Dan che sembra un po’ più calmo.

Sly guarda male Dan? Ma che sta succedendo?

Non ci capisco più nulla. Mi arrendo. Lasciamo correre, che è meglio...

Sto per chiederli scusa per il fatto di averlo perso, quando mi precede, chiedendomi di andare assieme a prendere il pranzo. Io accetto, mentre Sly annuncia agli altri la mia entrata in squadra, e lo seguo in silenzio.

Appena ci avviciniamo alla distribuzione del pranzo mi obbliga a deviare e usciamo dall’edificio, e ci ritroviamo nel retro del cortile interno.

Sto per chiedergli spiegazioni, ma prende ancora una volta la parola.

<< Ti va di andare al cinema questa sera assieme? >> mi chiede tutto d’un fiato.

Lo guardo.

Ora è il ritratto della serietà e della calma.

Era in tensione perché non sapeva come chiedermi di uscire con loro?

Che tenero.

E’ davvero timido.

Gli sorrido incoraggiante.

<< Certo che si! Non ci dovrebbero essere problemi. Ti faccio risapere quando torno a casa. Devo chiederlo a mio padre e a mio fratello >>.

Lo vedo guardarmi con una faccia sognante e assolutamente sorpresa.

Caspita, basta così poco per farlo contento.

Se non me lo proponeva lui, lo avrei fatto certamente io.

<< Perfetto. Ti passo a prendere io? >> mi chiede mentre ritorniamo in mensa ci muniamo di viveri, per poi avviarci dagli altri.

<< Meglio di no, non si sa mai, con mio fratello – e faccio una faccia molto allusiva, alla quale ridacchia – Vengo in moto o mi faccio scarrozzare da papà o Justin, tranquillo! >>.

Continuiamo così finche non torniamo al tavolo e ci sediamo.

<< Come mai ci avete messo così tanto? >> chiede Martin, mentre vedo Sly e Dan lanciarsi sguardo – oserei dire – di fuoco. Sono l’opposto: Sly lo guarda con una faccia pesta, invece Dan con uno sguardo pienamente soddisfatto.

Che abbiano fatto una scommessa sul mio sì nell’uscire con loro al cinema?

Uomini, chi li capisce è bravo. E poi dicono di noi donne.

<< Ci sono novità >> afferma entusiasta Dan, inforcando allo stesso tempo un risotto di verdure.

<< Dan mi ha proposto se mi andava di andare al cinema tutti assieme. E io gli ho risposto affermativamente. Quindi, che film volete andare a vedere raga? >> finisco tutta felice della novità.

Mentre mangio, ad un certo punto tra le chiacchiere generali vedo Dan che ha cambiato per la milionesima volta umore.

Sembra depresso adesso – di riflesso guardo Sly – che pare tutto soddisfatto.

Basta, inutile che mi scervelli tanto non arriverò alla conclusione!

Così finisco di mangiare e riprendo a chiacchierare con gli altri, sulla serata imminente.

 

***

DOPO GLI ALLENAMENTI DI BASKET…

 

POV DAN

 

Ma porca di quella miseria…

Possibile che sia il solito idiota impacciato?!

Sono uno stupido!

Possibile che sia stato così scemo?!

Si! Eccome!

Ma non potevo essere più chiaro?

Tiro un calcio alla ruota della mia macchina.

Mai stato violento, ma mi girano in un modo…

Che diamine!

Proprio quando ero riuscito a prendere il coraggio e farmi avanti per chiederle di uscire insieme io che faccio? Le chiedo “Ti va di andare al cinema questa sera assieme?”, ma dico io, più chiaro no, mai, ma ambiguo si, eh?!

Ma porca di quella miseria!

E ritiro un altro violento calcio a quella povera gomma, per poi appoggiarmi alla fiancata della mia auto con le mani in tasca.

Un momento…

E se avesse fatto finta di fraintendere e l’avesse fatto apposta?

Se fosse stato solo un modo carino per rifiutare e mandarmi il chiaro messaggio di starle alla larga? O se invece l’avesse fatto per non rimanere completamente sola con me?

<< Ahaaaaaaaa, non ci capisco più niente! >> mi prendo la testa tra le mani.

Non mi sembra il tipo di ragazza da fare certe cose.

Non è né una persona falsa, né tanto meno una bugiarda, piuttosto direi ingenua.

Ah, ma è anche intelligente, dolce, gentilissima e tanto ma tanto bella…

Ha degli occhi bellissimi…

E’ carismatica e pure una sportiva. E adora le moto e il basket!

Dove mai se ne trova un’altra così?!

Sarei un idiota se me la facessi soffiare da quel mangiapane a tradimento di Sly!

Prima fa tutto l’amicone e mi da delle dritte su come comportarmi con lei, e poi che fa? Il giorno dopo è belle a farle il filo! Me ne sbatto altamente se ha cambiato idea! Ci doveva pensare prima a fare lo stronzo. Se pensa che gliela lasci su un piatto d’argento e che mi arrenda alla prima si sbaglia di grosso!

Ormai ho deciso, domani le chiedo nel modo più cristallino che esista un appuntamento! Si , eccome. Abolisco la mia timidezza e mi butto a capo fitto in ciò che più desidero! Non me la lascerò sfuggire!

<< Parola mia! >> dico ad alta voce.

Sento ridere qualcuno alle mie spalle e mi volto a vedere chi è.

Sly.

Lo guardo nel peggiore dei modi possibili.

<< Calma sono venuto in pace >> alzo un sopracciglio.

<< Non buttiamo al vento la nostra amicizia per una ragazza >> inizia portandosi davanti a me.

<< Potresti anche saltare la fase da diplomatico e arrivare al dunque. Sono di fretta. >> gli rispondo pacatamente.

Con me non attacca.

<< Risolviamo la faccenda: gareggiamo per lei, e qualunque scelta faccia tra noi due o terzi – anche se ne dubito fortemente – il perdente si metterà il cuore in pace e amici come sempre >> mi porge la mano.

La guardo titubante, soppesando il patto.

Non male. Mi sembra ragionevole, dopotutto nemmeno io voglio perdere la sua amicizia.

Gliela stringo soddisfatto.

<< Ma sia chiaro, non mi risparmierò. >> lo avverto.

<< Mai pensato il contrario. – mi sorride sinistramente –  Comunque fattelo dire, hai già perso in partenza >> e si incammina verso la sua auto, mentre lo guardo con un groppo in gola e con il sudore freddo.

<< Se ti riferisci a te mano nella mano con Shaz oggi, beh mi dispiace deluderti ma non è stato nulla per lei >> ribatto pienamente sicuro di me.

<< Oh quella non la conto affatto, anzi…>> inizia col darsi delle arie.

<< Che vorresti dire? >> chiedo cercando di essere il più neutro possibile.

Si gira di lato divertito.

<< Lo scoprirai lunedì mattina. Ora scusa ma devo andare a farmi bello per Shaz >> e mi saluta con un cenno da dietro.

Cosa diavolo voleva dire con questo?

Che sia riuscito a procurarsi un appuntamento con lei?

Oppure che lei gli abbia fatto capire che è interessata a lui?

Dopo tutto, sono entrambi intelligenti, hanno parecchi punti in comune e…

No no no e no! Impossibile!

Ci deve essere sotto qualcos’altro! Ne sono certo!

Deve essere riuscito a concludere un qualche cosa che lo rende estremamente convinto di una sua riuscita.

Qualcosa di piccolo ma significativo, quindi un favoritismo espresso da lei nei suoi confronti è escluso, pure un bacio…

Fweeeeeeeeee.

Mi immagino la scena: lui come una piovra a baciare quella fatina dai grandi occhi blu/celesti…

Stop!

Non ci voglio nemmeno pensare a una cosa del genere!

Mi fa una rabbia!

Diamine, vorrei almeno sapere cosa a combinato quel tonno!

Maledizione!

Mollo un altro calcio alla solita gomma e mi infilo in macchina con stizza.

E con un punto interrogativo enorme con la testa me ne corsi a casa per prepararmi e cenare, prima dell’uscita al cinema.

 

---ANGOLINO AUTRICE---

Spero che anche questo chappy vi sia piaciuto!

Ci ho messo tanto impegno – e pure il mio papi ad interrompermi di continuo: quando il pranzo, e quando la cena… – e tanto impegno – il giusto! XP – solo per voi!

E mi raccomando, commentate! ^.^ 

 

Un SUPER-KISS!!!!!!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 10
*** Bacio rubato ***


Khristh: contentissima che il precedente capitolo ti sia piaciuto

Khristh: contentissima che il precedente capitolo ti sia piaciuto! Russell comparirà sempre dal prossimo capitolo in poi, tranquilla!

Ti piacerà tanto, parola mia. Già scritto e solo da rivedere di errori ortografici! Alla prossima! KISS!!!

 

Nel prossimo capitolo SHARON e RUSSELL si INCONTRERANNO, quindi continuate a seguirmi!

 

 

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10. Bacio rubato

 

USCITA DA SCUOLA

 

POV SLY

 

Ma si può essere più dormiglioni di me?

No, impossibile. Nemmeno un orso in piena stagione di letargo.

Ma come ho fatto a lasciare il quaderno degli appunti in aula e ora mi sono pure reso conto che ho lasciato la tuta con l’occorrente a casa?

Mai successo in quattro anni di liceo.

Eh, l’amore…

Pazienza, sono cose che succedono.

Mi passa davanti agli occhi l’immagine ridente di una biondina di mia conoscenza…

E che biondina!

Salgo in macchina di slancio e parto a raffica.

Mi devo muovere altrimenti arrivo in ritardo agli allenamenti. Devo correre a casa!

Mentre penso ciò passo davanti alla fermata degli autobus e …freno di botto.

Fortuna che non c’era nessuno dietro…

<< Shaz, che ci fai qui? >> le chiedo stupito di vederla lì, affacciandomi al finestrino del passeggero vuoto di fianco a me.

<< Aspetto il bus, devo andare a riprendermi la moto, ricordi? >> mi risponde con fare ironico.

E bravo Sly, ti sei guadagnato il mongolino d’oro per questa tua ultima uscita.

Ma dico…cosa dovrebbe fare se non prendere un bus ad una stazione per bus?

Che coglione che sono…

Apro istintivamente la portiera da parte del passeggero e la convinco a salire.

<< Grazie, ma potevo prendere il bus, altrimenti farai ritardo agli allenamenti – si sofferma un attimo poi riprende stupita – Ma perché stai andando via con la macchina? >>.

Le sorrido sornione, spostando un attimo lo sguardo dalla strada.

<< Ho lasciato l’occorrente a casa. Prima o poi ci lascerò pure la zucca, ma penso che non me ne accorgerò tanto è vuota, che una mancanza di peso inesistente non noterei mai accorgermene …>>.

Sento un suono davvero leggero e squillate ma non troppo, provenire di fianco a me.

Sta ridendo.

Durante tutto il viaggio parliamo e parliamo.

E’ davvero brillante, simpatica, sa fare ironia e l’apprezza e abbiamo più di una cosa in comune. Che volere di più dalla vita?

<< Perché domani non vieni con me e mio padre a pescare al lago Thresh? >> ecco questo non sarebbe male. Questa è la provvidenza divina non c’è dubbio.

<< Senz’altro! Adoro pescare lì, pensavo che avrei smesso con la morte di mio padre invece…sono contento di aver trovato qualcuno con il mio stesso hobby>> butto lì pensieroso, in uno sfogo di sincerità.

Sento uno strano silenzio impregnare l’abitacolo.

La guardo incuriosito.

Mi sta guardando tristemente e sinceramente dispiaciuta.

<< Non sapevi che vivo con i miei zii, dalla morte dei miei in un incidente aereo da un paio di anni? Pensavo che Milly o qualcun altro te lo avesse detto…scusa non volevo intristirti >> mormoro nella sua direzione.

Cavolo come ho fatto a dirlo veramente, come.

Non parlo mai di loro, né tanto meno me ne esco con cose così confidenziali.

Nota 2) Quando si è innamorati si sparla sempre. Da evitare.

All’improvviso sento qualcosa di caldo e piccolo posarsi sulla mano che impugna il volante. Seguo la linea dell’avambraccio piccolo e definito lungo poi il braccio, la spalla e al volto dell’angelo seduto accanto a me che mi guarda con uno sguardo…

Mi riprendo al suono insistente dei clacson dietro di me.

E’ rispuntato il verde al semaforo e ero ancora fermo.

Appoggio per un breve momento l’altra mano sulla sua e la ringrazio.

Qualcosa mi dice che mi capisce.

<< Scusa me per la reazione di prima. Se non te la senti ti capirei…>>.

<< No, tranquilla. Non hai idea di quanto desideri una giornata di pesca con te >> ed è vero.

Cosa potrei mai desiderare di più di una giornata completamente lanciata al mio hobby preferito con la persona che più vorrei sempre al mio fianco?

Si certo, ci sarà pure suo padre, ma mi so accontentare.

<< Fissiamo questa sera l’orario ok? >> le propongo.

<< Certo >> e mi regala uno dei suoi bellissime e più genuini sorrisi.

Tempo di rispondermi che siamo arrivati già.

Che peccato, stavamo andando così bene…

Non mi accorgo che è scesa di macchina e montata in moto e mi affianca, mentre penso.

<< A stasera ! >> mi saluta mentre sfreccia via con la sua moto.

Diamine…che bella visuale del fondoschiena!

 

QUALCHE ORA DOPO

 

POV SHAZ

 

Liscio combattuta il vestitino rosso fuoco con mille pieghe e grinze che mi fascia  fino a poco sopra le ginocchia. E’ senza spalline, quindi indosso un intonato copri spalle. Sotto indosso dei graziosi fousaux neri che mi arrivano a metà polpacci. Sistemo velocemente la passatina nera con la rosa rossa di lato, identica a quella appuntata al seno. Prendo una piccola borsetta in velluto nero, in tono con i fousaux  e mi incammino vero l’uscita della mia camera.

Scendo il primo scalino e istintivamente mi fisso i piedi…

<< Ma che? >> mormoro tra me a voce alta.

Poi scoppio a ridere.

Mi sono dimenticata di mettermi i tacchi…sono con le mie mucchine-pantofole.

Però rosse come sono si intonano, penso divertita.

Mi do un ultima guardata allo specchio dell’armadio sistemando una ciocca ribelle di capelli sapientemente piastrati – e ci credo, ci ho messo una vita da quanto sono lunghi e ribelli i capelli! – e mi dirigo con passo assolutamente molto più sicuro al piano inferiore dove mi aspetta un irrequieto Justin.

Alzo gli occhi al cielo a tale scena ma mi scappa un involontario risolino ai cenni di papà.

Si, ha proprio ragione. E’ sempre il solito iperprotettivo.

Ma lo adoro anche per questo. Dopotutto è un buon segno: mi vuole un mucchio di bene, no?

<< Andiamo? >> lo richiamo, palesando la mia presenza.

Poi mi fissa lungamente con uno sguardo bieco che conosco bene.

<< Non ci provare nemmeno, altrimenti Milly mi stacca la testa a morsi! >> lo blocco proprio mentre mi si avvicinava con un suo maglione di un impossibile verde evidenziatore.

Mi sono sempre chiesta come facesse a comprare – ma soprattutto a portare – certa roba. Uomini. Stessa cosa vale per i boxer. Non potete immaginare tutti i tipi che mi capitano quando faccio la lavatrice. Una volta ne ho beccato uno in tinta unita color giallo evidenziatore. Ci ho fatto gli incubi per giorni…

<< Si invece! >> ribatte testardo, avvicinandosi a me e piegandosi verso il mio volto.

Il signorino qui presente ogni volta che mi vede vestita in modo femminile che fa? Prende un suo capo e me lo fa indossare a forza,e badate bene, non posso uscire di casa senza quello. Cose da matti!

<< Justin…>> lo richiama papà.

<< Justin un corno. Così non ci esci punto e basta! >> mi ringhia contro.

Mi metto in punta di piedi e gli sfioro il naso.

Celeste contro celeste.

Stesi occhi ma significamente diversi: un paio che fulminano minacciosi e un altro rimproverante.

<< Sei sempre il solito mastino. Suvvia, un eccezione per una volta…dai >> cerco di convincerlo.

<< Non se ne parla. Chiuso il discorso! >> ribatte nero, non cedendo.

Ok, l’ha voluto lui.

A mali estremi e estremi rimedi no?

Faccio un segno a papà, dietro di Jazz.

Papà avendo recepito il messaggio mi fa l’occhiolino.

Sto per aprire bocca dando inizio alla recita da film quando Jazz si raddrizza tutto d’un pezzo e cambia radicalmente espressione.

Pare sereno, con appena un accenno di nervosismo.

Sembra si sia arreso…

Un momento…arreso…

Cosa????????

Guardo stralunata papà che ricambia lo stupore.

<< Justin, ma stai bene? Hai la febbre? Ti senti male? Vuoi che ti chiamiamo un dottore? >> inizio sinceramente preoccupata.

Ma che scherziamo?

Mio fratello è un osso duro in piena regola, come può aver ceduto così? Deve stare malissimo.

<< Sto benissimo e pure tu, andiamo? >> mi incoraggia aprendomi la porta di ingresso. La guardo dubbiosa poi assentisco e  procedo verso di essa mentre mi scambio uno sguardo allarmato con papà.

Ma che cosa sta succedendo a tutti oggi?!

 

MEZZ’ORA DOPO…

 

Tac! Tac!Tac!

Corro più veloce che posso incurante dei tacchi che sbattono prepontemente sul

cotto del pavimento, fino a raggiungere gli altri all’interno della sala biglietti.

<< Scusate il ritardo … >>.

<< Figurati, ci mancherebbe >> mi risponde a nome di tutti Threy.

Sorrido a tutti contenta e felice nel trovarmi con loro.

All’improvviso mi sento abbracciare da qualcuno.

Sento dei capelli sbarazzini solleticarmi il mento.

Milly.

Ricambio il suo abbraccio chiedendole cosa succede.

In risposta si stacca da me e mi indica.

<< Succede che stai benissimo e sei vestita così femminilmente. Allora le mie ramanzine sono servite a qualcosa – fa finta di levarsi una lacrimuccia – Mi sto commuovendo. >>.

<< Amore, penso che tu centri veramente poco…>> si intromette Threy tranquillamente.

<< Cosa vorresti insinuare? >> si gira verso di lui indignata.

Tutto il resto del gruppo e pure la sottoscritta guarda la scena sinceramente divertiti.

<< Beh…– si  passa una mano nei capelli velocemente, come se si sentisse un po’  a disagio – quel capo e la borsa non fanno assolutamente parte dell’arsenale che le hai fatto compare…>>.

Scende tra noi un silenzio strano.

No, un momento…ma come fa a sapere cosa mi ha comprato Milly l’altro giorno?

A meno che…

Lo guardo sbigottita senza parole.

<< Milly ti ha messo al corrente di cosa a comprato a Sharon?! >> chiede sbigottito Martin, precedendomi.

Milly arrossisce e si mette le mani sui fianchi.

<< Ehmbè? E che c’è di male, se parlo con lui di cosa faccio, compro e della moda? >>.

<< Nulla…>> mormora Martin guardando di continuo Threy, poi Milly, Threy e ancora Milly.

<< Ti faranno santo amico…>> consola Drew il fidanzato modello assieme a Rickey, anche se quest’ultimo sembra più che lo prenda in giro che altro.

Poi in reazione io e gli altri scoppiamo a ridere, tutti tranne Milly che sbuffa come una locomotiva.

E’ una vera forza Milly, e Threy un santo! Stanno benissimo assieme! Sisi!

<< Su, non prendertela…ci stava! A te l’onore di scegliere il film! >>.

E così tra spensierate risa ci incamminiamo verso la biglietteria.

 

Dopo la scelta del film I love shopping ci dirigiamo verso la sala di proiezione.

Mentre sto per entrare in colonna per stare accanto a Milly, Dan mi supera e si mette lui davanti a me a trovare posto, così quando ci sediamo ho al lato destro Dan e dall’altro Sly.

Mi chiedo come  mai io finisca sempre tra Dan e Sly …

Mi giro un attimo verso Dan non appena si spengono le luci.

Mi sorride e mi si avvicina all’orecchio.

<< Scusa se mi sono messo accanto a Milly, ma per lo meno eviti di vedere scene scabrose. Sti due come Dayane e Jhonatan sembrano di giorno degli angioletti, ma in realtà sono dei conigli in calore! >> mi sussurra e mi fa un occhiolino, che percepisco da l’unica luce – quella di proiezione – che gli illuminava il volto.

<< Conigli? In calore? >> mormoro contrita e spaesata.

Sta per parlare nuovamente ma viene bloccato da un occhino da parte di Threy e una manciata di pop corn in capo, lanciati da Dayane.

Cominciano a battibeccare entrambe le coppie offese con Dan ma con ironia e tanto affetto.

Si vede che sono tutti legati.

Nel mentre io e Sly parliamo e scherziamo assieme con le pubblicità di inizio spettacolo. Lo adoro.

Non appena inizia il film la sala da rumorosa diventa silenziosa  e naturalmente inizio a sgranocchiare i miei pop corn con burro.

Con l’andare delle sequenze del film io e Sly riprendiamo a parlare, ma più che altro a commentare allegramente sul film. Così passiamo entrambi tutta la durata del primo tempo, quasi, piegati l’uno verso l’altro a bisbigliare di continuo. Poco prima della pausa del primo tempo Dan subentra nei sussurri divertiti e scherzosi miei e di Sly, catturando forzatamente la mia attenzione e parlandomi di tutto e di più. Quando poi arriva il primo tempo esco di sala con Sly per andare a prendere da bere.

 

POV SLY

 

Ma vaffanculo!

L’ho visto sai il suo tentativo di allungare il braccio sopra la poltroncina di lei, con la scusa “ Così ti sento meglio! ”.

Ma vaffanculo di nuovo!

Se solo ci riprova gli stacco il braccio.

Ha pure interrotto la complicità che si era creata tra me e Shaz!

Questa me la paga, parola mia!

Mentre cammino con al fianco la biondina dei miei sogni, le prendo la mano con la scusa della “calca di gente, per non perdersi”. Prendiamo le nostre bibite e quelle per gli altri quando, sempre mano nella mano, vedo avvicinarsi un biondino dall’aria assolutamente poco raccomandabile, venire a salutare Shaz.

Gli ha dato due baci sulle guance per saluto!

Ma come sé permesso tutta questa confidenza, come?!

Vedo in tanto Shaz arrossire di botto come un peperone e mormorargli un flebile “ciao”.

Calma, magari è un amico…

No, impossibile, la sta mangiando con gli occhi.

Quindi pure l’ipotesi del fratello è impossibile…magari l’altro fratello?

No, escluso…allora chi è?!

<< Sei venuta al cinema con tuo fratello? >> questa domanda mi riporta al presente.

<< Ma quale fratello! >> sbotto con troppa energia.

<< E’ un amico…scusa per l’altra sera ma …>> spiega  e mentre parla viene interrotta da sto biondino dei miei stivali.

<< Capisco, allora era il rosso dell’altra sera il tuo fidanzato…>> butta così come se niente fosse.

Rosso?

Un certo nome suggerito dalla mia mente, mi si collega alla faccia di un rosso che conosco abbastanza.

Bibi.

<< No! Affatto! Era il mio migliore amico, scusalo, ma lo avevo fatto arrabbiare. Mi dispiace di essere andata via senza salutarti! >>.

Fiuuuuuuuuuuu!

Non stanno assieme. Ma cos’è sta cosa di Bibi arrabbiato?

<< Piuttosto…questo qui – e indica me – è Sly, un mio amico di scuola. Sly, questo è Kyle. Ci siamo conosciuti l’altra sera in disco >>.

Questa storia non mi piace.

Chiederò dopo qualche cosa in più a lei, con fare assolutamente casuale.

Dopo altri inconvenevoli riesco a trascinarla via.

Di una cosa sono certo, quando staremo assieme dovrò avere cento occhi e tenerla d’occhio, è troppo carina e speciale per non piacere a molti. E’ molto ingenua, questo l’ho notato subito in lei, come la dolcezza e la gentilezza. Ci sarà da faticare, ma ne varrà la pena. E con questo ultimo pensiero ci avviamo verso la sala.

 

QUALCHE ORA DOPO IN UN PUB DELLA ZONA

 

POV SHAZ

 

<< E poi per finire beh…diciamolo – e tira una guancia di Milly, a mo di pizzicotto affettuoso – che dopo questo ne siamo assolutamente cosa vuole dire stare con te ! >> continua spinto Rickey mentre sorseggia una bionda.

<< Rickey, ma vaffanculo! >> sbotta arrabbiata.

In tanto Threy cerca di calmarla.

Rickey la sta prendendo in giro dopo aver visto il film in quanto la protagonista è identica a Milly, ha una passione immane verso gli abiti proprio come lei!

<< Allora come ci mettiamo daccordo per domani? >> mi chiede Sly seduto al mio fianco a sorseggiare un Mojito ( provatelo è la cosa più buona del mondo ! - NDA).

<< Vieni a casa mia verso le 7 così poi prendiamo l’auto di papà e andiamo al lago. Porta l’attrezzatura e te stesso! Non serve altro, al pranzo ci penso io! >>.

<< Ottimo, dammi pure l’indirizzo >>.

Prendo un lo scontrino del conto e con una penna chiesta cortesemente al cameriere gli scrivo l’indirizzo, e glielo ripasso.

Sorride soddisfatto e se lo mette nel portafoglio di cuoio che poi ripone nella tasca posteriore dei jeans.

Dopo di che riprendiamo a parlare e a fare progetti per l’indomani.

Quando sento squillare il telefono.

Rispondo, è Justin che mi sta aspettando fuori dal pub.

Chiudo la conversazione e finisco in un sorso il rimanete del mio frappé alla nutella e saluto tutti.

<< Ti accompagno >> mi propone Sly e ci dirigiamo verso il retro del locale, tagliando dalla porta di servizio che rimane vicino hai bagni.

Ci soffermiamo all’uscita e lo saluto con un gesto e ringraziandolo.

Gli volto le spalle pronta ad entrare in macchina di mio fratello poco più in là – fortunatamente non ci vede per la macchina parcheggiata davanti, sennò sai che storie! – ma mi afferra delicatamente per un braccio e mi gira verso di lui.

Lo guardo negli occhi.

Mi sorride avvicinandosi al mio volto e mi da un bacino sulla guancia destra.

Mi saluta  così e non appena mi molla il braccio corro verso la macchina di mio fratello, rossa come un peperone e con una mano a tenermi la guancia.

Non ci sono abituata ad avere certe rimostranze di affetto con persone che non conosco approfonditamente e da poco tempo…

Che imbarazzo.

Quando sono scappata ho pure visto che dietro di Sly c’era pure Dan!

Da quella posizione sicuramente ci ha visti!

Spero non pensi male…

Sarebbe una tragedia!

Non vorrei che fraintendesse il rapporto di amicizia che ho con Sly.

Mi faccio due calcoli…

Oh mio oddio!

Dalla sua posizione potrebbe aver frainteso.

Potrebbe pensare che ci siamo baciati, non vedendo perfettamente.

Cavolo!

Lunedì sarà meglio che ci parli.

Non voglio che girino certe voci false! Assolutamente no.

<< C’è qualcosa che non va? >> chiede preoccupato mio fratello.

Mi volto verso di lui tesa come una corda di violino.

<< No, assolutamente. Sono solo stanca >> bercio quasi nell’abitacolo.

<< Sharon…sai che puoi parlarmi di tutto no? >> mi chiede apprensivo.

<< Nulla, solo che ho appena saputo una cosa…nulla di che ….>> rimango sul vago, cercando di controllare la voce.

<< Saputo cosa?! >> mi chiede con voce sconvolta Justin.

Lo guardo allarmata.

<< Ho saputo di un compito a sorpresa, solo che dovrei ripassare prima di andare a letto.

<< Ah, meno male…>> risponde più calmo, sistemandosi meglio nel seggiolino.

Lo guardo truce.

Non me la racconta giusta.

Prima il comportamento anomalo e remissivo e accondiscendente, ora anche questo…

Mi sta nascondendo qualcosa…ma cosa?

Sospiro accasciandomi sul sedile.

Possibile che ce ne sia sempre una?

 

IL GIORNO DOPO A FINE SERA

 

Sono quasi le sette di sera, come passa il tempo, è stata una giornata bellissima con papà e Sly.

Che pescatore quest’ultimo, è un grande!

Ha una conoscenza infinita su tecniche, pesci, attrezzatura, insomma sa tutto di tutto.

Non è facile trovare uno così!

Adesso ci siamo spostati nella zona boschiva io e Sly mentre papà assieme ad un amico incontrato per caso, hanno voluto prendere una barca e andare un po’ a largo, per cambiare un po’.

Così ci ritroviamo qui da soli io e il campione a pescare su questa bellissima sponda.

Il tramonto sta scomparendo.

Bellissimo il paesaggio verde e rigoglioso da natura incontaminata e rigogliosa.

Con questo lago blu scuro, poi…bellissimo.

Vengo richiamata al presente da Sly che dopo una piccola pausa di chiacchiera ininterrotta – è un vero chiacchierone il signorino, mai incontrato ragazzo più propenso alla chiacchiera di lui! – per via del pesce che ha appena abboccato.

<< Caspita, questo è un duro! >> sbotto dopo cinque minuti di lotta ininterrotta, mentre il mio compagno di pesca abbandona la sua canna per venirmi in soccorso.

<< Puoi ben dirlo! Prova ora a tirare in là, così si…vai che così non si spezza il filo. Deve essere veramente pesante! >> mi consiglia.

Mi distraggo per rispondergli con un “abbastanza” che mi ritrovo con un piede nell’acqua del lago e l’altro in procinto di seguire il compagno. Mi ha fregato il pesce!

Mi ha fatto perdere l’equilibrio!

Fortuna che prima dello strapiombo  dove stavo pescando a fondo ci sono 3 metri di dislivello regolare.

Sly con un balzo salta la riva e mi raggiunge a fianco con un retino, pronto a darmi un aiuto, quando vede che per non perdere l’equilibrio entro in acqua pure con l’altro piede.

Unica differenza è che a me l’acqua  mi arriva  quasi all’anca, mentre a lui appena sotto il ginocchio.

Roba da pazzi!

Dopo una lotta estenuante riusciamo a  prendere il signorino.

Un Siluro.

Diamine, questo è veramente un bestione anche per la sua specie!

Sly prende e lo porta a riva con appena un po’ di difficoltà, vista la grandezza e lunghezza, ma soprattutto il peso.

Sto per raggiungerlo quando metto un piede in fallo e cado completamente in acqua.

Mi guardo atterrita attorno.

Non ci posso credere! Ora sono tutta bagnata dalla testa hai piedi!

Mi riprendo dalla sorpresa non appena sento Sly ridere.

Mi indigno  e divertita gli gioco un bel tiro mancino. Mi alzo i piedi, prendo un secchio non utilizzato e lo riempo con acqua e gliela lancio addosso .

Ora sono io quella che ridere e lui quello sbigottito.

Mentre rido non vedo che mi viene incontro e che mi si lancia addosso e entrambi finiamo in acqua e ridiamo assieme.

Così ci ritroviamo a ridere, con io a sedere dentro l’acqua e con lui sopra di me, che mi impedisce di spostarmi da questa posizione.

Poi tutto d’un tratto smetto di ridere quando vedo che Sly ha già smesso e ci fissiamo negli occhi.

Azzurro chiaro contro celeste.

Pochissimi centimetri a dividere i nostri volti.

L’aria sembra ferma e così il tempo.

Poi così all’improvviso avvicina ancora di più il suo volto al mio viso e lo sento.

Un tocco leggero e fresco, ma anche umido e dolce.

Le sue morbide labbra sopra le mie…

 

SPOILER!

<< Lasciami! >> sento urlare in una qualche parte del vicolo che sto percorrendo.

E’ una voce di una ragazza.

Preso da un raptus che nemmeno io so, corro in quella direzione e mi ritrovo davanti una scena raccapricciante.

Una ragazza bloccata al muro, con le spalle hai propri assalitori.

 

 

 

…ANGOLINO AUTRICE…

Spero che il capitolo non vi abbia fatto sonnecchiare troppo…

Nel prossimo capitolo, avremo molto , ma molto più movimento!

SHARON e RUSSELL finalmente si incontreranno, ma come?

Seguitemi e soddisferò la vostra curiosità!

Alla prossima! E mi raccomando, commentate!

 

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Capitolo 11
*** When the Moon meets the Sun ***


Moon Hunter: tesora

Moon Hunter: tesora! Anche qui!!! Non ci posso credere!

Tranquilla, seguimi dove vuoi, basta che tu ci sia, sennò con chi chiacchiero??? Con chi sparlo??? Poi cm è andato il compito di mate????spero ti piaccia sto chappy e spero di non deludere troppo la nostra heidi, per le scene poco cruente XD!!!!BESOS!!!!!!!!!!!!

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11. When the Moon meets the Sun…

 

POV SHARON

Mi siedo in sala mensa accanto a Milly e Dayane.

Ho bisogno di uno scudo verso il mondo, peggio, uno scudo per lui.

Milly e gli altri mi parlano, ma non ci faccio assolutamente attenzione.

Sono in allerta: è tutta la mattina che evito Sly.

Non ho neanche il coraggio di guardarlo in faccia, figuriamoci parlarci…

Quando mi accorgo che l’intruso dei mie pensieri è proprio Sly lo fisso involontariamente in volto.

Arrossisco di botto e con uno scatto repentino e veloce mi allontano nella direzione opposta alla sua.

Corro via, scappando dalla mensa e immettendomi nel corridoio vicino al cortile, dirigendomi a passo veloce e svelto verso i bagni delle ragazze.

Sento dei rumori provenire dietro di me.

Mi sta inseguendo!

Entro nel luogo che più mi pare sicuro, il bagno delle ragazze, e mi chiudo in un bagno a chiave.

Sento i suo passi fermarsi all’entrata suppongo, poi esitare ed entrare.

<< E’ il bagno delle ragazze, non ti è permesso di entrare >> dico con fare imbarazzato ripensando a ieri sera.

Mi ha baciata! Caspita!

Mi ha colto alla sprovvista!

Il mio primo bacio rubato, no, non volevo fosse così!

Non che tutto non fosse romantico, ma non è lui la persona a cui avrei voluto darglielo. Avrei voluto che fosse una persona di cui sarei stata innamorata persa, non legata da un’amicizia!

<< Me ne frego >> ribatte sicuro.

Un lungo silenzio scende tra noi.

<< Capisco, o almeno credo il perché mi eviti. Ma non è una cosa tanto carina. Dobbiamo parlare, quindi esci da lì che lo facciamo faccia a faccia e risolviamo >>.

Silenzio ancora.

<< Hai paura di me? >> chiede con tono preoccupato, e sinceramente colpito da questa idea.

<< No, …è che non riesco a guardarti in faccia…>> mi fermo dopo poco di nuovo, parlandogli con le spalle rivolte alla porta e osservando il soffitto del bagno.

Mi chiede spiegazioni.

<< Mi sento in imbarazzo, ok? >> dico cincischiando più volte ma alla fine riuscendoci in un modo vagamente decente.

Lo sento ridacchiare.

Una risata tuonante e forte, vagamente liberatoria.

Ride del mio imbarazzo?

Un po’ innervosita da ciò e imbarazzata dalla situazione apro di scatto la porta del bagno e lo rimprovero.

Mentre faccio ciò, senza che me ne accorga mi prende svelto per un braccio e mi trascina lungo un corridoio e poi dentro un aula vuota.

Non mi lascia il braccio nemmeno quando siamo dentro, solo mi prende per mano con entrambe le sue, in modo da non lasciarmi scappare.

Fisso ostinatamente il pavimento.

Mi sono fregata da sola!

Ma come ho fatto a non calcolare una simile eventualità?

E meno male che ho un Q.I di quasi 190…

Un bimbo sarebbe stato più furbo…

<< Guardami, prima lo hai fatto quando mi hai rimproverato >> sussurra.

Non so come controbattere, dentro ho emozioni contrastanti che non mi fanno decidere quale prendere di decisione.

Mi faccio coraggio e lo guardo, e lo vedo sorridermi contento.

Poi mi trascina verso una fila di banchi e ci sediamo sopra, sempre tenendoci per mano.

Ora siamo l’uno di fronte all’altra.

<< Qual è il problema ? >> mi chiede conciliante.

Mi faccio coraggio e parlo.

<< Tu >>.

<< Vai avanti…>> mi incoraggia, affannoso di sapere.

<< Io ti piaccio? >> butto così, tutto d’un fiato.

<< Si, più di quanto credi >> mi risponde guardandomi negli occhi.

Lo guardo sorpresa.

Gli piaccio.

Io piaccio a qualcuno…sono molto sorpresa.

E’ la prima volta che qualcuno mi dice che gli piaccio, e non come amica o sorella.

<< Ma io non piaccio a te nello stesso modo giusto? >>.

Colpito e affondato.

Sposto lo sguardo e mi impongo di guardare fuori dalla finestra, alle sue spalle.

<< Sharon >> mi richiama con fare ammonitore.

Sospiro e torno a guardarlo in volto.

<< Ti voglio bene come amico, nulla di più >> dico cercando di non pensare al dispiacere che possa provare.

Stranamente mi sorride e mi stringe un po’ più forte le mani.

<< Lo avevo immaginato vista la tua reazione ! >> dice quasi con fare…mi sta prendendo in giro!

Gli faccio la linguaccia, ma gli sorrido più rilassata.

< Questo però non cambia le cose: che tu mi piaccia. Mi dispiace che ti abbia messo in imbarazzo, ma è questa la realtà >> parla ritornando un po’ più serio.

Lo fisso dispiaciuta.

<< Dammi una possibilità. Dammi l’opportunità di provare a conquistarti. – fa una breve pausa – Non puoi negare che tra noi ci sia feiling e molto altro in comune. >> mi propone con fare suadente.

Ci penso un attimo su.

<< Hai il mio permesso di farmi la corte, ma con discrezione. Però c’è un ma. E se mi innamorassi di un altro ragazzo, che faresti? >> gli chiedo già conoscendo la sua risposta.

Ci conosciamo da poco, ma ho già capito da molto come ragiona.

E’ una persona razionale e combattiva, che ama la vita e non arrendersi mai fino all’ultimo, per realizzare i suoi desideri.

<< Mi metterò da parte, e sarò il migliore amico che si possa avere! >> mi risponde un po’ rigido nella posizione ma con fare normale.

<< Spera che non ti abbia sentito Bibi, altrimenti ti spezza in due! >> rido pensando cosa sarebbe successo se ci fosse stato pure lui a sentire quest’ultima frase.

Lo vedo guardarmi interdetto.

Quando mi riprendo gli spiego.

<< Bibi è altamente geloso della sua posizione di migliore amico. >> detto ciò ride pure lui.

Dopo poco, più sereni ce ne torniamo in mensa, dove ci aspettano mille domande da parte di tutti gli altri, che Sly liquida per entrambi con poche parole.

Uhm…devo ricordarmi di aggiungere che è anche un ottimo diplomatico.

E per esserlo, la strategia è il suo pane quotidiano…

 

 

POV MILLY

 

<< Guarda questo! Assolutamente stupendo, Daya! – le mostro l’abito da sera più bello, scovato in questo reparto – E’ perfetto per domani sera. Jhonatan ne rimarrà assolutamente soddisfatto! >> e glielo porgo.

La vedo guardarlo con occhio critico, ma dopo accenna ad un largo sorriso compiaciuto.

<< Corro a provarmelo >> e si imbuca nel primo camerino libero, con me che la aspetto fuori.

Ad un certo punto la sento parlare , ma non la sento e le chiedo di ripetere.

<< Cosa ne pensi di Sharon che evita Sly tutto il giorno e che scappa inseguita da lui da mensa, oggi? >>.

Ci penso su.

<< Penso che anche tu abbia notato che a Sly piaccia Shaz. Mi sa che ha fatto qualcosa che non doveva fare…però non so proprio cosa. Però tutto sembra essersi risolto quindi…non c’è nulla di cui preoccuparsi. >> mentre finisco la vedo uscire e osservarsi allo specchio a  muro del camerino.

<< Non mi preoccupo, solo che non mi va che ci sia astio tra Dan e Sly. Hai visto no come ha reagito sabato sera, quando è tornato dal bagno? >> mi chiede con freddezza.

Lo conosco quel tono.

<< Si, deve aver sentito qualche discorso tra loro due, o roba simile, boh…può anche d’arsi che fosse per tutt’altro. Non puoi saperlo. >> concludo.

Stiamo in silenzio un attimo e nello specchio i nostri occhi si incontrano.

Sbuffo contrariata e la lascio da sola, immergendomi di nuovo nel mio mondo: i vestiti.

Dopo poco la vedo sopraggiungere e affincarmi e chiedermi scusa.

<< Mi dispiace, ma è più forte di me. Non riesco proprio a farmela piacere. Da quando è arrivata lei è successo il mondo, e in soli cinque giorni! >> .

<< Non riesco nemmeno a fartela piacere dicendoti che è per merito suo che tu e Jhonatan avete fatto pace? >> sbotto esausta.

E’ un osso uro, ma riuscirò a fargliela piacere.

Dayane ha la scorza dura e il suo fare da “io sono la migliore” esternamente non aiuta per fare amicizia con il prossimo, ma in realtà sotto sotto è una delle persone più simpatiche e affidabili che esistano.

Solo che preferisce fare vedere agli altri la sua corazza, invece che il meglio di se.

Si blocca sorpresa e le spiego tutto, dal consiglio di lei a Jhonatan il giorno dopo il litigio al resto. Nel mentre paghiamo i nostri acquisti e ci dirigiamo sul retro del centro commerciale, perché secondo lei arriviamo prima alla stazione degli autobus. E’ già sera e ci doppiamo sbrigare. Fuori è già molto buio nonostante siano appena le otto passate.

Giriamo tutto il perimetro dell’edificio, per poi svincolare in una stradina poco raccomandabile ma la più veloce per prendere l’ultimo autobus per tornare a casa.

Il destino crudele ha voluto che proprio all’ultima curva per raggiungere la stazione ci imbattessimo in tre brutti ceffi, che ci costringono a retrocedere dentro l’interno del vicolo.

Ci mettono con le spalle al muro. Sono tre uomini da l’aria assolutamente poco raccomandabile, di una trentina d’anni.

Io e Dayane ci teniamo per mano.

Le sto stringendo le mani tanto forte che mi stupisco di non averle ancora rotto nulla.

Ho paura!

Ma perché non ce ne siamo state a casa?

Perché abbiamo preso questa stupida scorciatoia?

Perché?

Sento che ho quasi le lacrime agli occhi, conoscendo già ciò che ci accadrà.

Non è giusto!

<< Lasciateci passare! >> urla Dayane nella loro direzione, anche lei ormai preda della consapevolezza della nostra sorte.

In riposta ci ridono in faccia.

Quando il primo dei tre fa un passo avanti, in quei 3 metri di distanza che ci separano, chiudo gli occhi abbracciando Dayane con forza, pensando solo che finisca presto, con le lacrime agli occhi.

Threy dove sei!

 

POV SHARON

 

Guardo Nash al mio fianco con uno sguardo esasperato che ricambia in pieno.

<< Rut, dannazione vuoi deciderti a prendere il televisore si o no? >> sbotta Blaster, esprimendo l’esasperazione corale del gruppo.

<< Blaster ha ragione, siamo qui da più di un’ora e sei ancora a decidere se preferisci quello a 42 o a 60 pollici al plasma. Non se ne può più! >> sbotta Bibi, passandosi le mani trai boccoli rossi, con disperazione.

<< Suvvia raga, è importantissimo scegliere il proprio televisore che sta meglio nel soggiorno. Soprattutto se si è flippati come me per giochi della play! Siate comprensivi! >> si giustifica il moro.

Mio fratello Justin si da una manata in volto.

<< Io vado un attimo nella sezione degli mp3, a trovarmi il nuovo cavo per le cuffie. Torno subito >>gli avverto di una mia scomparsa.

<< Vai vai, così per lo meno tu non stai ad aspettare che l’eterno indeciso si decida >> mi da il permesso mio fratello, con fare sbrigativo.

L’unico tranquillo e calmo sembra sia il commesso.

Beh, ci credo, con la cifra che spenderà per comprare uno qualsiasi di uno dei due televisori, non è da tutti!

Nel mentre, arrivo alla mia sezione del reparto elettronica di uno dei negozzi del centro commerciale della città e inizio a cercare il tipo di cuffia giusto.

Poi mi ricordo di un a cosa: non ricordo l’ultima cifra del modello di cuffie compatibile per il mio mp3.

Che tonno che sono!

Così, più veloce che posso e senza che gli altri se ne accorgano esco dall’edificio e mi dirigo, dove assieme a loro ho lascito la mia moto: nel parcheggio di fronte alla stazione degli autobus.

Corro passando dalla strada normale.

Mio fratello e gli altri non vogliono che passi mai nei vicoli bui, quindi passo dalla statale, dove è pieno di gente e quando arrivo e leggo il numerino mancante, corro di nuovo verso la statale, ma mi blocco quando sento un urlo.

Quell’urlo mi ricorda una voce…Dayane.

Sento di seguito altri gridi, riconoscendone uno appartenere a Milly.

Si, il tono è il suo!

Corro in direzione opposta, verso il vicolo buio e stretto, e vedo Dayane e Milly abbracciate con le spalle al muro e  tre uomini , che definirei dei brutti ceffi davanti a loro.

Corro nella loro direzione e le raggiungo ponendomi davanti a loro, dando la schiena agli uomini.

<< State bene? >> chiedo apprensiva, incorante degli schiamazzi dietro di me.

Le due ragazze mi guardano sorprese e ancora spaventate.

<< Si, ma che ci fai qui? Adesso faranno del male pure a te! >> mormora Dayane con la voce strozzata e fioca per la paura.

Do le spalle alle ragazze e guardo quegli uomini.

Non so cosa hanno intenzione di farci, ma troverò una scappatoia.

Scruto l’ambiente attorno e  mi faccio due calcoli.

<< Dayane, ascolta. Prendi Milly e correte il più in fretta che potete e andate dentro il centro commerciale, nel negozio di elettronica. Lì troverete mio fratello e Bibi con altri miei amici. Lì starete al sicuro. E chiedi a mio fratello, Bibi e Blaster di venire qui a darmi una mano…>> sussurro in modo che mi possano sentire solo loro.

<< Ma sei impazzita? >> chiede isterica Dayane.

<< Affato, lo chiedo a te perché sei più lucida di Milly in questo momento. Quindi, al momento opportuno andate, e mi raccomando correte senza guardarvi in dietro, chiaro? >> le rispondo seria e calma.

La sento indugiare poi assentire di mala voglia.

<< Stai pronta >> la avverto.

Dopo poco finiscono le risa e uno dei tre si avvicina nella nostra direzione.

<< Io non lo farei fossi in te …>> lo avverto .

<< E’ una minaccia, piccolina? >> mi ride in faccia, seguito da quelli dietro.

Questi si cannano…e sono pure ubriachi fradici, ci scommetto.

<< Si, dato che dietro di voi tre ci sono i miei due fratelli con tre loro amici. Ciao Matt, ragazzi…>> bleffo.

Li vedo sorpresi e girarsi.

Ci sono cascati, quindi sono assolutamente fatti!

<< Ora Dayane! >> le urlo e do uno spintone a quello davanti cadendo addietro assieme a lui e facendo cadere pure quello sulla destra. L’altro sembra essere più reattivo e prova a inseguire le mie amiche che scappano, ma  mi rialzo a tempo e gli do una spinta con tutta la forza che ho in corpo e cade e mi porta con se, aggrappandosi.

Nel mentre gli altri due si sono rialzati, anche se pur lentamente e vengono nella nostra direzione, arrabbiati per il brutto tiro tirato loro.

Cerco di rialzarmi, mentre mi accerto che la loro attenzione è su di me e non più sulle mie amiche, che non sono più in vista. Brutalmente quello che mi ha fatta cadere con se, mi ributta giù ma gli mollo una ginocchiata al ventre – come mi hanno istruita Justin e Jay – con tutta la forza che ho e mi lascia rotolandosi a terra dal dolore.

Mi rialzo e faccio per scappare pure io, ma dimentica degli altri due mi acchiappano per le spalle e mi fanno sbattere contro il muro del vicolo.

<< Brutta stronzetta. Ora non ci scappi. >> e detto ciò si mettono a ridere.

<< Lasciami! >>  urlo cercando di divincolarmi.

No! Sto perdendo la calma!

Devo rimanere calma, altrimenti non  ragiono.

Devo trovare un modo di svincolarmi da questa situazione.

<< Tenetela ferma voi due mentre io mi diverto >> e lo sento ridere.

Tenermi ferma?

Per che cosa?

Che mi vuole fare?

Sento gli altri due stringermi forte i polsi e le caviglie.

Subito dopo sento una mano tirarmi i capelli, e un l’altra stringermi brutalmente per un momento il collo da dietro, tanto da togliermi il respiro per un lungo attimo, che poi inizia a scendere piano giù per la schiena.

All’improvviso, sento afferrarmi con due mani i fianchi e stringermeli prepontemente.

Mugolo dal dolore.

Poi d’un tratto sento che d’improvviso non sono più trattenuta né sento qualcuno provocarmi un qualsiasi dolore fisico.

Mi volto e vedo una scena che mi lascia un misto di perplessità e euforia.

Guardo sempre più sorpresa  e contrita tutta la scena, e alla fine posso dirlo: sono salva…

 

POV RUSELL

 

Sospiro.

Non posso continuare così.

Ormai ho deciso.

Domani vado alla sua scuola e casualmente all’uscita se non c’è il fratello l’abbordo e attacco bottone con lei.

Non c’è altra soluzione.

Ma come cavolo ho fatto a in…a innam….no, non ce la faccio proprio a pensare a quella parola.

Diamine, pure il colpo di fulmine ci voleva?!

E non ci siamo nemmeno guardati negli occhi…

Chissà come sono belli da vicino…

Ecco ci risiamo, un altro pensiero del genere!

Sono sfiancanti.

Possibile che pensi e ripensi sempre e solo a lei in continuazione?

Diamine!

Cammino affranto in direzione del parcheggio in cui ho lasciato l’auto, mentre gioco contrito con i guantoni appena comprati.

Quelli vecchi in questi giorni li ho completamente finiti.

E per colpa di chi se non di Kyle!

Ahhh, se ci ripenso mi viene una rabbia…

Mi riprendo duramente dai miei pensieri quando due ragazze che corrono all’impazzata non mi urtano.

<< Che modi! E fate un po’ più di attenzione! >> gli urlo di rimando.

E che cavolo. Non si può nemmeno camminare tranquilli persi nei propri pensieri che c’è qualcuno a rompere! E che cavolo!

Pian piano mentre cammino mi calmo, quasi completamente.

<< Lasciami! >> sento urlare in una qualche parte del vicolo che sto percorrendo.

E’ una voce di una ragazza.

Preso da un raptus che nemmeno io so, corro in quella direzione e mi ritrovo davanti una scena raccapricciante.

Una ragazza bloccata al muro, con le spalle hai propri assalitori.

Brutti figli di puttana!

Li detesto quelli così!

Mi lancio in soccorso di quella ragazza e stendo con un destro il suo assalitore primario. Poi mentre quello appena colpito cade a terra e boccheggia per il dolore al volto mando a terra pure gli altri due.

Sono talmente fatti che per una sola steccata manco riescono ad alzarsi.

Che pappemolli!

Ma non mi fermo e ad ognuno gli rifilo un paio di calci all’addome, fino a farli svenire tutti e tre.

Così se le fanno passare certe voglie.

Poi mi giro soddisfatto verso la ragazza, pronto a rassicurarla e magari accompagnarla a casa io stesso, ma ammutolisco.

E’ lei.

Il mio angelo.

Una rabbia immane mi monta dentro pensando che cosa sarebbe potuto succederle se non m i fossi sbrigato.

Schifosi…

Mi giro furioso verso quei tre ma mi blocca.

<< Grazie per avermi salvata >>.

Che voce melodiosa.

La guardo cauto e immergo il mio sguardo nel suo.

Celeste contro nero.

Bellissimi.

Lo sapevo.

<< Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa? >> le domando apprensivo facendo una smorfia pensando ad una simile possibilità.

<< No, grazie a te >> mi sorride riconoscente.

Le sorrido di rimando e la vedo arrossire.

Che carina…

Un momento…è arrossita per il mio sorriso?

Che mi trovi attraente? Forse le piaccio!

<< Mi chiamo Sharon >> mi si presenta, sistemandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli color oro e riccioluta, sempre rossa in viso.

<< Russell, piacere >> mormoro nella sua direzione sempre più convinto di piacerle.

Ci scambiamo qualche altro sguardo criptico e speciale, poi mi impongo di accompagnarla a casa, ma quando sto per tradurre in parole quel pensiero, qualcuno arriva  e la chiama.

E’ suo fratello assieme ad altri tre ragazzi della sua età.

Scrutano attentamente la scena.

Nel mentre Sharon spiega cosa è successo, e via via che racconta la disavventura finita bene suo fratello – in particolar modo – e gli altri tre sbiancano visibilmente.

Poi mi ringraziano – in particolare il fratello che mi ha riconosciuto – e se ne vanno.

Io resto ancora un po’ lì a vagliare tutto quello appena accaduto.

Coincidenze, è questo il mio verdetto.

Può darsi che qualcuno lassù volesse che io e Sharon ci si incontrasse.

Sorrido a questo pensiero e  mi incammino pure io verso la mia macchina, fregandomene di quegli schifosi svenuti in quel lurido vicolo, andando tranquillo in quella direzione presa anche da Sharon, ma purtroppo di lei nessuna traccia.

 

 

SPOILER!

<< Kaelan, piacere >>  si presenta, non distogliendo un attimo i suoi occhi dai miei.

Una sfida?

Sto per dargli corda quando mentre tutti gli altri si presentano, alzo un po’ più del normale la voce rivolgendomi a lui.

<< Dimmi che non sei venuto qua in aereo! >> sbotto allarmata.

<< Si, perché, non volevi che i giornalisti mi facessero qualche primo piano? >> mi sfotte lui, conoscendo già il perché di quella domanda e tutto quello che c’è dietro.

<< Se solo porti uno e un solo paparazzo sulla mia pista di faccio diventare rosso con gli occhi castani! Chiaro? >> gli ringhio disperata.

Lo guardo furente.

<< Metti in conto che ti faccio pure diventare donna, se solo hai attirato l’attenzione. Chiaro? >> gli ringhio nuovamente contro, mentre lui mi guarda sempre più divertito.

 

 

 

---ANGOLINO AUTRICE---

Spero che questo assaggino di movimento vi sia piaciuto, perché ne ho ancora in mente tante di quelle cosucce da far succedere!

Quindi continuate a seguirmi, e mi raccomando commentate!

Scusate il mega-spoiler, ma ci voleva tutto!

 

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Capitolo 12
*** Rospo e Mostriciattolo: che nemesi! ***


12
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12. Rospo e Mostriciattolo : che nemesi!

 

 

POV SHARON

 

Sospiro stanca, aumentando la stretta su un qualcosa di compatto e caldo.

Provo ad alzarmi in posizione seduta sul letto ma non ci riesco.

Provo a guardare nell’oscurità, ma nulla.

Vedo solo la luce di una sveglia.

7:00

E’ ora di alzarsi.

Mi rigiro in quella gabbia calda che mi circonda, finché non la sento cedere un po’.

<< Come ti senti ? >> mi chiede una voce assonnata che riconoscerei tra mille.

<< Bene…un po’ stanca ma bene >> rispondo a mio fratello ancora un po’ assonnata e stordita, tra le sue braccia.

Non capisco il perché di questa sua domanda.

Provo a ricordare.

Nulla.

Lo sento muoversi di fianco a me e alzarsi.

Freddo.

Il caldo è sparito.

Lo seguo con lo sguardo nel buio e lo vedo aprire la finestra, facendo entrare il debole sole di questa prima e presta mattina.

Ci guardiamo negli occhi.

Perché mi sta guardando con quell’aria guardigna e indagatrice?

Sto per aprire bocca quando mi precede sorridendo e mi si avvicina velocemente, prendendomi sulle spalle a mo di sacco di patate, lasciandomi sconcertata, tra le sua risa.

Quando mi riprendo dalla sorpresa cerco di ribellarmi ma non ottengo nulla, solo che rida di più.

Vedo scorrere davanti agli occhi il parquet.

Mi sta portando in bagno.

Altri pochi passi e mi deposita esattamente dentro la vasca, prendendomi alla fine per i polsi.

Mugolo di dolore.

Lo vedo bloccarsi, mentre mi massaggio contrariata i polsi.

Mi fanno male, come se avessi…

Mentre penso ciò Justin mi tira su le maniche del pigiama.

Lividi.

Ho dei lividi bluastri davvero strani e …

Sobbalzo sul posto non appena mi ricordo di quello successo ieri sera.

Istintivamente controllo pure le caviglie.

Lividi identici, pure lì.

Sento ingoiare rumorosamente mio fratello e poi cercare di carpirmi altre informazione di ciò che mi è successo ieri sera, senza però ottenere nulla.

Lo allontano dal bagno per potermi preparare, mentre tenta di nuovo di sapere.

Appena lo metto alla porta, la chiudo a chiave e mi appoggio ad essa, scivolandomi a terra e sospirando stanca e con un unico pensiero : devo nascondere i lividi.

 

***

Mi incammino verso l’entrata della scuola, per raggiungere il mio solito gruppo di amici, affiancata da Justin che serra la mascella adirato.

Abbiamo litigato.

Provate ad indovinare il perché.

Noi non litighiamo mai, al massimo discutiamo, ma mai litigare, e tutto per colpa di quello che poteva succedermi ieri sera nel vicolo.

Appunto! Quello che poteva succedermi…e io non lo so, e lui sapendolo non me lo vuole assolutamente dire!

E’ una cosa assurda.

Capoccione! Ecco cosa è!

Mentre penso ciò sento qualcosa venirmi addosso, ma troppo distratta non mi accorgo di cosa sia, finchè non ne riconosco il profumo :Milly.

Istintivamente l’abbraccio a mia volta stranita, ma felice di questo suo slancio affettivo.

Mi stringe fortissimo, tanto da farmi quasi mancare il fiato, mentre all’orecchio non fa che chiedermi come stia e se mi sia successo nulla. La rassicuro e solo dopo molto riesco a calmarla.

A quasi le lacrime agli occhi.

Osservo gli altri, per appurare se sappiano o no.

No, non sanno nulla. Per l’appunto ci stanno riempiendo di domande a me e Milly.

Ma non ci faccio molto caso, troppo sorpresa da Dayane.

Non me lo sono sognata: stava venendo pure lei incontro, se Milly non l’avesse preceduta. Non ho avuto nemmeno un allucinazione quando ha sospirato sollevata e mi ha accennato un sorriso cordiale, quando ho risposto alle domande dell’altra.

Ogni giorno è sempre più imprevedibile, non riesco proprio ad immaginarmi cosa aspettarmi domani.

Forse la fine del mondo, visto il comportamento di Dayane,

Intanto gli interrogativi degli altri si fanno sempre più pressanti, ma fortunatamente la campanella ci salva e andiamo a lezione, così saluto mio fratello velocemente e vado.

C’è un ma, in tutto ciò.

A mensa sapranno già tutto i ragazzi, ne sono certa.

 

***

Non posso ancora crederci.

Che qualcuno non si azzardi a svegliarmi da questo alquanto strano sogno irreale.

Vi dico solo tre parole: Dayane, bagni, touchè.

Mi passano continuamente davanti agli occhi le scene di poche ore prima.

Dayane alla prima ora, durante lezione mi ha fatto uscire di classe con una scusa e mi ha portato nei bagni del secondo piano.

Abbiamo parlato, anzi lei ha parlato. Io ho solo risposto a monosillabi, troppo sorpresa per rispondere con decoro.

E’ stato…non so come definirlo se non spettacolare e inaspettato.

Dayane mi ha detto chiaro e tondo che depone l’ascia da guerra e che vuole stringere amicizia con la sottoscritta – certo, non l’ha detto in modo così limpido ma il senso era questo – scusandosi addirittura per il suo brutto carattere – è arrossita quando l’ha ammesso – e  ringraziandomi per ieri sera, per la mia mossa “screanzata ” – come l’ha definita lei – .

Insomma, ora capite perché penso male?

Cioè, comincio a credere che la fine del mondo sia arrivata oppure che io sia una malata terminale, e che ancora non lo sappia. Non c’è altra soluzione per il cambiamento quasi del tutto repentino di una che fino a cinque giorni fa ogni volta che mi guardava sembrava che avesse voglia di staccarmi la testa a morsi!

Da parte mia sono contentissima di questa nuova situazione, ma fa senso vedere lei che appena dieci minuti fa sono arrivata qui a mensa mi abbia salutata calorosamente e  che abbia iniziato a discorrere con me. Mi fa paura se mi riguarda con quell’aria amichevole. Cercherò di resistere altri cinque minuti, poi prendo e me la do a gambe senza guardarmi alle spalle, per paura che mi insegua.

Fortuna che corro piuttosto velocemente anche con i tacchi…

Approposito, ci avevo visto giusto: ora tutto il gruppo è a conoscenza di ieri sera, il quale si è profondamente agitato.

Ho intenzione di sfruttare questa situazione a mio vantaggio : chiedere delucidazioni su ciò che Justin mi vuole nascondere.

Sto per aprire bocca quando una domanda mi distoglie dal mio intento di domandare a Sly.

<< Perché non lasci loro e ti unisci a noi cheerleader? >> mi chiede Dayane, fiduciosa.

La guardo divertita pronta a risponderle, quando una voce che conosco molto bene e che non risento da almeno un anno, non risponde al posto mio.

<< Perché il Mostriciattolo è un maschiaccio incallito. E poi farebbe scappare tutti dal ribrezzo, mi sembra ovvio! >> e mi fa l’occhiolino il morettino dallo sguardo vivo e irreale, tanto è profondo e bello,che si siede davanti a me e si stravacca sulla sedia, con fare decisamente troppo divertito.

Ci guardiamo negli occhi con una scintilla di sfida assai famigliare e scontata.

E’ sempre il solito guastafeste di un pallone gonfiato.

Giusto per questo è la mia nemesi.

<< E tu chi saresti ? >> domanda Dan colpito dalla sua presenza.

<< Uno stupido Rospo, lontano dal suo acquitrino >> rispondo con tono fintamente maligno e derisorio.

Fa una smorfia davvero adorabile il protagonista della situazione.

<< Senti chi parla, il mostro che è uscito dalla sua palude >> ribatte divertito, dalla combattività che si aspetta da me, al solito.

Nemesi.

Mai parola fu più giusta per descriverci.

Non che non si possa avere un rapporto civile con lui, ma con me, se non si diverte a perseguitarmi e a darmi fastidio, non si sente realizzato e perde il suo posto nel mondo, come mi ha fatto gentilmente notare.

In riposta gli faccio la linguaccia, non volendo dare spettacolo della nostra infantilità.

<< Kaelan, piacere >>  si presenta, non distogliendo un attimo i suoi occhi dai miei.

Una sfida?

Sto per dargli corda quando mentre tutti gli altri si presentano, alzo un po’ più del normale la voce rivolgendomi a lui.

<< Dimmi che non sei venuto qua in aereo! >> sbotto allarmata.

<< Si, perché, non volevi che i giornalisti mi facessero qualche primo piano? >> mi sfotte lui, conoscendo già il perché di quella domanda e tutto quello che c’è dietro.

<< Se solo porti uno e un solo paparazzo sulla mia pista di faccio diventare rosso con gli occhi castani! Chiaro? >> gli ringhio disperata.

Diamine! Lo avranno notato di sicuro! E’ un tipo che risalta tra le persone normali, sarà perché è un modello, sarà perché adora fare di tutto per mettersi in mostra. Fatto sta che ovunque vada si fa riconoscere.

Lo guardo furente.

<< Metti in conto che ti faccio pure diventare donna, se solo hai attirato l’attenzione. Chiaro? >> gli ringhio nuovamente contro, mentre lui mi guarda sempre più divertito.

Non l’ho scalfito nemmeno e  tanto meno a detto nulla.

C’è qualcosa che non va.

Di solito mi risponde forbidamente,e non fa lo gnorri, e nemmeno subisce.

Non me la racconta giusta.

Perché ho paura che del mio grande mosaico che mi sono fatta in testa, mi manchi solo una piastrella, per arrivare alla verità che mi sfugge?

Mi riprendo dai pensieri e rinvengo dallo sguardo del Rospo, quando mi vedo una mano passare davanti agli occhi.

<< Che c’è ? >> chiedo in direzione di tutti, che guardano il nuovo arrivato vivamente perplessi.

<< Cos’è sta storia dei paparazzi? >> mi chiede ingenuamente Milly.

Ammutolisco tutta assieme.

No! E ora che gli dico?! Non mi sento ancora pronta per dire loro tutto, volevo aspettare ancora un po’.

Sto per risponderle, dopo un lungo silenzio ma il Rospo prende di nuovo parola al posto mio.

<< Non gli hai detto nulla di te? >> mi chiede estremamente sorpreso, e assai divertito da questa eventualità. << Ma non dovrebbero essere i tuoi amici? >>.

Gli mollo una pedata sotto il tavolo.

Stump.

Un bel calcio allo stinco se lo meritava tutto, peccato che abbia fatto finta di nulla.

Si fosse lamentato sarei stata più contenta.

Sto prototipo di uomo riesce a tirare fuori il peggio di me!

Incredibile!

<< Che dovresti dirci? >> chiede Rickey.

<< Che cosa ci nascondi? >> chiede con voce innaturale Milly.

Mi faccio scura in volto. Succede sempre quando mi irrigidisco e lo stesso tocca al volto.

<< Niente di rilevante…>> butto con fare neutrale.

Nel mentre il Rospo si gusta la scena soddisfatto.

Poi all’improvviso si guarda l’orologio e fa noto a tutti che deve andare via.

<< Liberazione! Grazie! >> dico, guardando verso il soffitto, come a ringraziare qualcuno.

Lo sento ridere fortissimo mentre tira fuori dal portafoglio un foglietto che spiega e mi mette davanti al naso.

Lo guardo contrita.

Deve essere uno scherzo, non c’è altra soluzione.

Quello è un contratto per un film, firmato da mio fratello.

<< Che razza di scherzo è questo? >> gli chiedo stupita, non trovando soluzione alla sua faccia di bronzo, malignamente divertita.

<< Non lo si capisce? – mi chiede alzando sempre un sopracciglio – certo che per avere 197 di Q.I. sei davvero tarda…>> .

Vedo tutti gli occhi del tavolo puntati su di me.

Tutti in assoluto silenzio.

Io in reazione mi do una manata in viso disperata.

<< Come? Non gli avevi detto neanche questo? >> dice guardando i miei ex – amici molto probabilmente .

<< Ma la vuoi smettere?! >> tento di arginare la cosa.

Lo vedo alzare gli occhi al cielo e lasciare il contratto sul tavolo.

<< Ora basta ricreazione – e si fa serio – dobbiamo andare. Quindi salutali e andiamo, o arriveremo in ritardo. Muoviti! >> finisce usando l’imperativo.

Lo guardo male.

<< Col cavolo che ti seguo! Solo la firma di mio padre ha valore, non quella di Justin! Quindi ciao! >> e torno a mangiare.

<< Tu credi? >> a questa domanda arriva una consapevolezza che mi fa scendere lungo la schiena un immaginario cubetto di ghiaccio.

Mi irrigidisco tutta assieme.

<< No, non può essere! >> alzo lo sguardo, cercando conferma della mia ipotesi nello sguardo grigio-azzurro del moro che mi sta di fronte.

Cosa che trovo conferma.

<< Finalmente era ora! >> sbotta sfottendomi.

No…non ci posso credere…papà mi ha affidata come tutore mio fratello maggiore, in caso venisse lui a mancare…

Perché lo ha fatto?

Sa qualcosa che io non so?

Penso alla salute di papà negli ultimi giorni…nulla di preoccupate, solo acciacchi della sua età.

Appena torno a casa voglio un chiarimento.

Purtroppo se è come penso devo rispettare il contratto, anche se mio fratello diventerebbe mio tutore solo alla scomparsa di papà. Perché in realtà lo sarebbe anche ora, solo in seconda quindi…

<< Non fare quella faccetta…dovresti essere contenta, ti starò addosso per tutto il lavoro, dato che sarò tuo coprotagonista >> mi sussurra con falsa voce dolce, da cucciolo bisognoso d’affetto.

<< Fammi capire. Ti ha mandato qui Justin perché aveva fifa di venire lui? >> gli chiedo con il pensiero da tutt’altra parte.

Mi fa un segno di assenso.

Io gli do conferma che ci sarò ma solo dopo gli allenamenti di basket.

Non  accetta affatto, dato che tra meno di mezz’ora inizieremo già a girare.

Mi lancia un occhiataccia che è di tutto dire .

Sembra che dica : “Alza il culo e seguimi, altrimenti passo alle maniere forti. P.s. spero di poterle usare”.

Voi che dite?

Sbuffo contrariata sul piede di guerra e mi impunto sulla mia decisione.

Giro il volto di lato e vedo gli altri del tavolo fissarci con attenzione, seguendo ogni minima mossa, mia e  del moro.

Gli guardo dispiaciuta.

Poi mi sento sollevare di peso e  mi ritrovo a testa in giù.

Ma che …

<< A mali estremi e estremi rimedi Mostriciattolo – poi si zittisce un attimo, come vagliando qualcosa – Pesi un botto! Sicura di essere una modella? – E  inizia a muoversi verso l’uscita della mensa,mentre io lotto per scendere dalle sue spalle.

Oggi deve essere il giorno del “ prendimi a mo di sacco di patate”

In reazione Dan e Sly fermano il mio rapitore, ma purtroppo sono costretti a cedere, ha pure la giustifica per farmi uscire con la firma di mio fratello.

Che sfiga.

Mi arrendo hai fatti e prima che Kaelan mi porti via,con tutti gli occhi della mensa su di noi – vi avevo detto che gli piaceva attirare l’attenzione, vero? – prometto hai miei amici che quando gli avrei rivisti, gli avrei detto tutto.

Poi riprende imperterrito la sua camminata.

<< Ma devi ancora seguire la dieta per aumentare il tuo peso? No, perché se vuoi glielo faccio sentire io al tuo medico che balenottera  sei! >> e prosegue imperterrito lamentandosi fintamente, pur di attirare l’attenzione e rompermi le scatole.

Ma possibile che ce ne sia sempre una?

 

***

 

<< Delizioso! >>.

<< Ehi! Quello era il mio biscotto! >> replica il mio antagonista.

<< Hai detto bene…era! >> e gli sorrido sorniona.

Lo sento ringhiare e guardarmi male, prima di alzarsi dalla zona cena e corrermi dietro, e mi salvo nascondendomi dietro la schiena di Christopher.

<< Suvvia, l’ho fatto solo per te. Un modello del tuo calibro non può permettersi certe cose…>> lo prendo in giro.

Shaz alla riscossa! Vai!!!!

Ora mi vendico per la scena madre da film che mi ha fatto fare in mensa oggi, quello sciroccato esibizionista!

<< Col cavolo. Posso permettermelo eccome! Faccio boxe e qualcosa posso permettermelo! E ora – si scricchiola con fare sinistro le nocche delle mani e mi sorride sadicamente – veniamo alla punizione >>.

Lo guardo fintamente spaventata e chiedo aiuto a Chris.

<< Lasciala stare, non fare il bambino, su! >> lo ammonisce.

<< Bambino un corno! E lei che fa? Lo stesso! Mi ha rubato il mio ultimo biscotto al cioccolato!  >> risponde il bel modello, urlandomi contro, e cercando di incenerirmi.

In risposta gli faccio la linguaccia soddisfatta da dietro Chris.

Quando fa così sembra proprio un cane, altro che rospo!

<< Ti ricordo che lei se lo può ancora permettere e tu no! Hai 19 anni, cresci un po’! >> continua il mio paladino.

<< Hai segnato il tuo destino. Scordati il numero di telefono dell’aiuto effetti sonori! >> lo minaccia.

E si, avete capito bene.

Il mio manager è gay.

Mica pensavate che mio fratello me ne prendesse uno etero vero?

Comunque non ho alcun  problema per questo, anzi!Lo adoro anche per questo.

E’ diverso dagli altri uomini – e non solo in fatti di gusto – Per me è come un secondo padre. E’ un grande. E’ sempre dalla mia, e poi è divertentissimo parlare con lui di ragazzi!

<< Pazienza, glielo chiederò direttamente io. Non ti dispiace aspettare cinque minuti in più per tornare a casa, vero cucciola? >> mi chiede come se nulla fosse.

Assentisco felice per lui.

Spero che questa sia la volta buona!

L’ultima sua storia è durata un anno, ma è andata a finire male!

Speriamo che questa volta gli vada meglio e…

<< Ma la vuoi smettere di ringhiare e di lamentarti? Caspita, se continui così dovrò iniziare a chiamarti Cagnaccio o Botolo ringhioso! Fai tu! >> lo rimbecco, distraendomi dai miei stessi pensieri.

Lo vedo fulminarmi con gli occhi, e in compenso gli rido in faccia, mentre arriva pure il manager della mia nemesi, Vick , che lo rimprovera pure lui.

Poi quando se ne va incavolato nero Kaelan, Vick mi informa che il regista e il produttore hanno accettato la mia proposta : due settimane e basta di riprese di mattina e il resto tutte dopo i miei allenamenti di basket e la scuola.

Beh, non ho potuto evitare di saltare meno giorni di scuola, ma è pur sempre qualcosa.

<< Ehi Mostriciattolo! Le riprese cominciano! >> mi chiama da lui, il mio adorato Rospo.

Come no…

Struffio annoiata e gli vado in contro, per la scena del bacio – di cui non ho più problemi, dopotutto il primo è già andato ç_ç  e gli altri non contano più molto ormai… – mormorando tra me un “ almeno l’alito gli saprà di cioccolato, e non di cipolla” facendo ridere i nostri agenti, prima di raggiungerlo.

Mi si prospettano davvero delle settimane da paura…speriamo bene…

 

DALL’ALTRA PARTE DELLA CITTA’ QUALCHE ORA PRIMA

 

 

POV RUSSELL

 

Mastico nervosamente un chewngum  alla menta.

Guardo nevroticamente le lancette del mio costoso e grande orologio, che porto al polso.

Ancora cinque maledettissimi minuti al suono della campanella.

Ma possibile che il tempo scorra così lentamente?

Se questa campanella non suona entro l’ora stabilità, entro in questo stupido istituto scolastico superiore e la vado a cercare, aula per aula!

Parola mia!

Guardo nero l’entrata, ancora incredulo di essere lì davanti appoggiato alla mia macchina, in attesa che la mio angelo esca da quell’edificio infernale, mix di carcere minorile e un campo di concentramento – mi appariva così pure quando lo frequentavo io – .

Non posso ancora crederci di essere qui, con l’intenzione di andarle in contro e con la scusa “ di sapere come stava dopo ieri sera” e di offrirle qualcosa nel miglior bar di questa cittadina.

Sbuffo annoiato, poi sento il suono che pone  fine al mio supplizio.

Mi alzo rigido, dal cofano della mia macchina a cui ero appoggiato.

Mi sento un fascio di nervi.

Mi guardo l’abbigliamento.

Camicia bordeaux sbottonata i primi 2 bottoni e arrotolata alle maniche fino a l’avambraccio, pantaloni di jeans nero scuro con varie pieghe elaborate e  leggermente larghi, scarpe sportive nere.

Sono perfetto.

Mi passo nervosamente una mano a frizionare i capelli e osservo attentamente la massa informe che esce velocemente da scuola, in cerca di lei.

Vedo la ragazza dell’altra volta che era con lei, ma del mio angelo neanche la traccia.

Che non l’abbia vista?

No, è una che non passa inosservata.

Potrebbe magari essere rimasta a casa.

Può essere, dopotutto potrebbe essere rimasta in stato di shock dopo ieri sera.

Però non mi sembrava affatto…

Magari, a semplicemente preferito prendersi un giorno di vacanza…

Si, deve essere così…

Domani ritornerò…non mi arrendo, è una promessa.

Così, ignaro degli impegni lavorativi del mio angelo mi avviai sconsolato, verso casa, con solo la voglia di progettare al meglio un nostro possibile primo appuntamento e di sfogarmi sul mio amato sacco di sabbia da boxe…

 

SPOILER!

 

Io la fisso sbigottita per il comportamento di quell’australiano impossibile e mi avvio verso il bagno.

Che beva di prima mattina?

Nah, impossibile è astemio…

E’ più probabile che abbia sbattuto la testa…

Tempo di entrare in doccia che sento che la porta della mia stanza che si riapre e poi un bercio da parte sua.

<< Carinissime le mutandine di Betty Boo! >> e richiude la porta ridendo.

<< Kaelannnnnnnnnnnn! >> urlo finalmente il suo nome spazientita, svegliando così gli altri attori del piano, preannunciandogli anche a loro un duro periodo di convivenza tra me e lui.

 

ANGOLINO AUTRICE

Scusate l’attesa ma ho dovuto aggiornare anche l’altra fic.

Sono imperdonabile!

Spero che anche questo cap vi piaccia ^.^

E mi raccomando…recensite ^.^

BESOSSSSSSSS!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 13
*** Dubbi e confessioni ***


kiarina95: Davvero mi seguivi da tempo

kiarina95:  Davvero mi seguivi da tempo?! Grazie 1000!!! Non ti preoccupare ti capisco…io per leggere un capitolo di una storia mi ci metto a più riprese perché non ho mai tempo!!!! Davvero anche tu ami scrivere!!!!wow!! Allora darò un occhiata anche hai tuoi romanzi!!!! Appena ho due minuti promesso!!!!^.^ Fiuuuuuuu, ma allora non sono l’unica ragazzaccia con un lato maschile!!! *me rincuorata* Non dovrei fare preferenze trai miei personaggi, ma il mio preferito è Bibi XD e in seconda Vilen *ç* è il mio uomo ideale all’incirca…– che poi consocerai – . Sorry per il ritardo ma il tempo è sempre contro di me…ç_ç  Spero che anche questo cap ti sarà di tuo gradimento!!! Mi fa piacere che il mio stile ti piaccia…ho sempre paura di scrivere arabo ç_ç!!! Tesora, non preoccuparti anche se non commenti sempre….a me basta che leggi e già mi fai felice ^.^ quindi vai tranquilla!!!! Ciaoooooo!! BESOS!!!!!!!! P.S. l’incontro ci sarà nel prossimo capitolo….tra Shaz e Russell!!!

 

Dark_lady88:  Tutta d’un fiato O.O ??? hai letto tutto d’un fiato??? O.O!!!! Oh my God grazie!!! Ma caspita!!! Ti sei letta 115 pagine scritte a word di fila….poverina, spero che per colpa mia non ti abbia fatto perdere la vista ç_ç !!!! davvero la storia non annoia??? Fiuuuuuuu!!! E interessante?? *ç* grazie!!! Me no male.!!!! Scusa il ritardo ma il tempo non c’è mai..pero se riesci con una prologa a far si che il giorno duri 36 ore solo per me invece che 24….Beh…credo che un capitolo ogni 3 giorni ci sarebbe se non di più!!!! Spero che anche questo nuovo cap ti piaccia!!!!! Il prossimo sarà meglio in quanto è di passaggio questo, ma FONDAMENTALE per capire meglio la protagonista….^.^ buona lettura tesora!!! BESOSSSSSSSSS ^.^

 

 

 

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13. Dubbi e confessioni

 

POV KAELAN

Sono seduto su uan panchina di questo verdissimo parco, nella zone riprese, mentre osservo da lontano le azioni del Mostriciattolo.

La vedo parlare con Frèderik.

Lui interviene gesticolando in modo goffo e esagerato.

Lei ride e lui l’affianca.

Assottiglio gli occhi involontariamente a questa scena.

Io sono molto più divertente di lui. Anche lei riderebbe alle mie battute se le dessi meno noia.

Sta proprio qui il mio problema.

Le vado vicino per proporle, non so, di ripassare assieme una scena ma quando le sono davanti tutte le buone intenzioni tra cui anche quelle civili, scompaiono e  mi comporto come un perfetto idiota.

Detesto ammetterlo, ma ho un comportamento davvero infantile nei suoi confronti.

Possibile che crei sempre una situazione in cui io sia il cane e lei il gatto?

Cane e gatto…

Io e Sharon…

Continuo ad osservarla curioso.

Non ci vedevamo da almeno un anno.

Lei è cambiata moltissimo, e non solo fisicamente, ma anche mentalmente anche se cerca di camuffarlo per non sembrare aliena anche tra gli adulti.

Chissà come deve essere difficile per lei soffocare le sue curiosità e passioni, per adattarsi alle possibilità di chi le sta attorno.

Che frustrazione…

Ora l’idiota in carica le si affianca e le mette una mano sulle spalle e con l’altra la invita a seguirlo.

Pare indecisa ma poi rifiuta cortesemente sorridendogli, e raggiunge Christopher, con il quale inizia una conversazione seria, da quanto deduco dalla sua faccia dove ci lego pacatezza e dalla rigidità della sua postura.

<< Continua così e la consumerai del tutto! >> mi compare alle spalle Vick, il fautore di questa affermazione, che mi si siede a fianco.

<< Ci mancherebbe! >> replico offeso della sua affermazione, distogliendo lo sguardo da Sharon e fissandolo nella direzione opposta.

Tra noi cala un lungo silenzio pieno però di lunghi discorsi taciti.

Tra noi è sempre così, non c’è bisogno di parlare più del dovuto, lui mi capisce; forse è anche perché lo considero alla stregua di mio padre.

<< Ammettilo >> tenta di farmi confessare di cose di cui non sono assolutamente convinto.

<< Mai, neanche sotto tortura >> replico testardo, continuando ad osservare interessato il boschetto di fianco a noi.

<< Sei uno stupido >>.

<< Sicuramente >>.

<< Ma perché non lo ammetti? E’ assolutamente evidente >> riprova testardo quanto me.

<< Stai farneticando >> provo a depistarlo.

<< E tu stai divagando >>.

Sbuffo irritato per la piega che sta prendendo questo discorso.

<< Non vedo che cosa ci sia da ammettere >> incrocio le braccia al petto lo guardo innocentemente.

<< Lo sia che non funziona con me – fa una pausa e riprende – Ok, stiamo al gioco: Sharon ti è mancata in questo anno e ti ci sei affezionato >>.

Lo guardo con due palline da tennis al posto degli occhi, nella mia migliore performance da recitazione.

<< Sei fuori strada. Non ho il minimo interesse per lei. E’ la mia nemesi e nonché collega, nulla di più >> finisco con fare eloquente, sentendo quanto una parte di ciò detta, non sia che pura falsità. Ma nonostante ciò non faccio cadere la mai maschera.

<< Io non insinuo nulla, sei tu che dai a vedere ciò da come ti comporti – poi mi sorride soddisfatto – Ti piace >>.

Lo guardo con il cervello staccato mentre quelle due parole mi rimbombano nella testa in un lunghissimo eco, mentre lo guardo stralunato e on la bocca leggermente aperta per lo stupore.

<< Manco morto >> è la risposta che riesco a dare dopo essermi ripreso dalla frase bomba. Dopo di che mi alzo silenziosamente dalla panchina e senza salutare Vick me ne torno all’hotel, percorrendo a ritroso lo stesso sentiero fatto da Sharon precedentemente, quando se ne era andata via, lasciando dietro di se quella panchina vuota, metri e metri più avanti a me.

 

POV SHARON

 

Anf…anf…anf…

Salgo in corsa gli scalini dell’hotel in cui alloggio.

Anf…anf…anf…

Dopo cinque rampe di scale finalmente arrivo nel pianerottolo del mio piano e più silenziosamente possibile mi avvio alla porta della mia stanza.

Ho fatto un oretta di jojjing per schiarirmi un pò le idee.

Troppe cose mi sono successe negli ultimi giorni.

Subito alla mente mi compare il volto del bellissimo ragazzo del vicolo, dagli occhi color pece, dalla profondità dell’oblio…

Arrossisco di botto a tal pensiero e cambio immediatamente pensieri, mentre apro con la carta magnetica la mia stanza.

Appena faccio qualche passo mi butto sul letto e abbraccio il cuscino un po’ stanca, mentre riprendo fiato e lo regolarizzo.

Fisso lateralmente la sveglia.

7:12 a.m.

Mi alzo con uno scatto repentino in piedi e inizio a togliermi le scarpe da ginnastica.

Devo sbrigarmi! Altrimenti farò ritardo sul set!

E mentre penso ciò inizio a levarmi la maglietta a maniche corte, poi i pantaloncini sintetici.

Con solo biancheria e fantasmini ai piedi mi avvio verso il bagno quando un’ombra alla porta a vetri della terrazza non mi fa sussultare sul posto, richiamando la mia attenzione.

<< Potevi anche continuare, mica mi scandalizzavo >> parla il farabutto che mi osserva dalla sua cima, dalla testa ai piedi.

In risposta ancora stupita prendo il guanciale dal letto e glielo tiro addosso,e  mentre si difende dal mio attacco prendo il copriletto e mi ci avvolgo, comprendomi ai suoi occhi.

Lo guardo imbarazzata e con una gran voglia di dirgliene quattro!

Lui intanto preso al volo il cuscino lo posa sul mio letto disfatto e mi guarda divertito.

<< Da quando in qua hai tanto pudore? >> mi sfotte quel farabutto.

<< Da quando ho smesso di fare la modella! >> ribatto arrabbiata per la sua intrusione nella mia stanza.

Gli lancio fulmini con lo sguardo.

Lo sento ridere.

<< Ero venuto per chiederti una cosa, ma pare che non sia il momento >> mi sorride sempre divertito adocchiando la mia coperta.

<< E c’era bisogno di introdurti in camera mia come un ladro? Non potevi aspettare più tardi o bussare come si confaccia tra persone civili? >> lo rimbecchetto.

<< Quante storie per una visitina…>> poi mi si avvicina e si sporge verso di me, mi da un bacio sulla guancia e si avvia verso la porta.

<< Te la dico più tardi allora…vai a farti la doccia >> e detto ciò si chiude dietro di se la porta.

Io la fisso sbigottita per il comportamento di quell’australiano impossibile e mi avvio verso il bagno.

Che beva di prima mattina?

Nah, impossibile è astemio…

E’ più probabile che abbia sbattuto la testa…

Tempo di entrare in doccia che sento che la porta della mia stanza che si riapre e poi un bercio da parte sua.

<< Carinissime le mutandine di Betty Boop! >> e richiude la porta ridendo.

<< Kaelannnnnnnnnnnn! >> urlo finalmente il suo nome spazientita, svegliando così gli altri attori del piano, preannunciandogli anche a loro un duro periodo di convivenza tra me e lui.

Questa me la lego al dito! Penso arrabbiata, per avermi offeso il mio completino preferito, mentre lascio trasportare via dall’acqua calda tutti i brutti pensieri di prima e anche minacce di morte insegnatomi da Vergil, da utilizzare con un becero del genere…

 

UNA SETTIMANA DOPO…

 

POV RUSSELL

 

Cammino a passo di marcia su e giù per il piazzale scolastico in attesa della campanella di uscita.

Che diavolo le sarà successo?

Possibile che Sharon si possa essere spaventata a tal punto da non uscire di casa?

Basta! Devo sapere qualcosa!

Nel mentre la campanella suona e la solita onda di gente esce dall’edificio.

Adocchio il mio obbiettivo e vado contro corrente per raggiungerla.

Mi pongo davanti  a lei, bloccando il suo passo e quello del ragazzo che la tiene per meno e mi guarda sospettoso.

<< Sei un’amica di Sharon vero? >> le chiedo con il tono più calmo possibile, soffocando invece quella rimescolanza interna di preoccupazione.

<< Si…perché? >> mi risponde quasi sussurrandomi.

Forse è intimidita dal sottoscritto.

Come dalle torto.

Meglio rincarare la dose…

Mi piego verso di lei e cerco pure di farle un mezzo sorriso rassicurante, cosa che assolutamente non va a genio al ragazzo con lei, cosa che noto dalle occhiate puntigliose che sento.

<< Perché volevo sapere il motivo della sua assenza a scuola. Sai dirmelo? >> cerco di regalarle uno dei miei sorrisi migliori.

I suoi occhi si allargano sorpresi, per poi intristirsi per un momento e rispondermi mogia.

<< Non so dove sia, nè quando torni. So solo che è da una settimana assente. Nient’altro >> detto ciò mi sorpassa senza una parola trascinando il suo ragazzo verso il parcheggio.

Ma che ho chiesto di male?

Ma possibile che se tu ti dimostri gentile e cordiale con qualcuno, si ricevi sempre “pesciate in faccia” come dice sempre Tayler?

Ma tu bada che caratterino!

Soffio con un diavolo per capello e ritorno verso la macchina per andare a farmi un giro e sbollire la rabbia.

Anche se non ho ottenuto nulla non mi arrendo.

Domani pomeriggio sarò di nuovo qua, con la speranza di vederla, come oggi, e ieri, e il giorno prima…

Non mi arrenderò alla prima difficoltà!

 

DOPO UN’ALTRA SETTIMANA…

 

POV MILLY

 

Cammino mano nella mano a Threy in questo interminabile corridoio scolastico.

Non posso fare a meno di non pensarci.

Ormai Sharon manca da due interminabili settimane da scuola, e si presenta solo agli allenamenti. Arriva al minuto spaccato e appena finiti scappa via entrando in una macchina costosa nera dai finestrini oscurati. Gli altri ci hanno provato a farla parlare ma lei si è rifiutata di dare spiegazioni ribadendo che non era il momento e che lo avrebbe fatto al suo ritorno a scuola. Così da quanto mi ha detto il mio ragazzo.

Guardo addolorata il corridoio lungo e tetro cercando di riordinare i pensieri.

Se ne è andata così…senza lasciarci alcuna spiegazione alle affermazioni di quel tizio con cui sembrava avere intesa, che si chiamava Kaelan se non erro.

A quanto sentito ci ha nascosto molte cose e  a questo punto mi chiedo se ci abbia pure mentito o magari preso in giro.

Ma a che pro?

Sono giorni che mi friggo il cervello con questi pensieri.

Non so gli altri, ma io ho piena fiducia in lei e crederò solo a ciò che mi dirà lei, quando tornerà.

Lo ha promesso e lei le mantiene sempre le sue promesse, ne ho la certezza.

Sposto lo sguardo davanti a me, posandolo su un mogio Dan e su uno Sly parecchio irritabile.

Ma loro?

Sospiro affranta e Threy aumenta leggermente la presa sulla mia mano.

Gli sorrido cortese, guardandolo negli occhi e specchiandomi nel suo sostegno.

Appena arriviamo a mensa puntiamo il nostro solito tavolo e, troviamo Rickey e Martin fissare insistemente un giornale poggiato sul tavolo.

Mi avvicino anche io assieme agli altri curiosa  e felice di questa novità, pur ti provare a distrarmi da tutta la faccenda che riguarda Sharon, così da non deprimermi.

Così mi faccio spazio trai ragazzi e mi sporgo a vedere le pagine e l’articolo.

Temo di avere delle allucinazioni, perché altrimenti non saprei trovare altra soluzione a ciò che sto vedendo.

Il giornale riporta il primo piano di Sharon con quel tizio che si chiama Kaelan!

Non ci posso credere.

Mi faccio un pizzicotto al braccio, ancora incredula di non stare sognando ad occhi aperti.

Lui è dietro di lei che le si appoggia da dietro, con le braccia muscolose sulla testa di lei, la quale in risposta gli fa un broncio colossale, anche se lui teoricamente non dovrebbe vederla. Allo stesso modo entrambi sembrano parlare con una terza persona che però non conosco.

Ma cosa ci fanno loro due in  prima pagina?

Istintivamente leggo il titolo principale che domina l’articolo, per poi passare ai sottotitoli sempre più incredula, fino a leggere l’articolo vero e proprio, scordandomi che c’è un mondo che va avanti e che mi circonda.

Il titolo in grande riportato è questo: “Un film e un nome da garanzia: Lilyth ”.

A quanto pare Sharon non si chiama a quel modo ma Lilyth…

Dall’articolo riesco a capire adesso molte cose, anche se trovo sempre un qualcosa che non  mi torna nel dialogo criptico tra lui e Sharon – o meglio Lilyth – avvenuto due settimane fa con Kaelan. Da qui vengo a sapere che lei è una pianista eccezionale, non che modella e adesso invece si sta dedicando alla recitazione nel ruolo da protagonista, in un film che uscirà a primavera.

Mi siedo come un’automa, con la testa scollegata per la sorpresa ancora in programma digestione, con un solo pensiero che mi penetra ovunque nella testa.

Se noi siamo veramente i suoi amici, perché non ci a detto della sua reale identità?

 

POV SHARON

Scendo dalla moto mettendo il cavalletto laterale, poi la chiudo e metto le chiavi del taschino interno del giubbotto in pelle.

Avanzo a passo di carica, con passi sicuri anche se sui tacchi.

Sono davanti all’entrata della scuola e tutti mi fissano.

Mi sistemo meglio lo zaino sulle spalle con fare nervoso.

La campanella di inizio lezioni suona e entro nell’edificio evitando accuratamente i miei – spero ancora – amici.

Le ore passano troppo in fretta, soprattutto quando non vorresti.

Così anche l’ultima ora prima della mensa arriva.

Come reagirà Dan?

In queste due settimane ci siamo sempre visti agli allenamenti, ma non ho mia rivolto la parola né a lui né agli altri.

Sono orribile…

Mi avvicino lentamente al nostro banco che condividiamo.

<< Occupato…>> mi risponde il morettino senza indugio né voltarsi. Mi arriva alle orecchie la sua voce fredda e pacata.

Una fitta a cuore.

Non posso certo dargli torno, me lo merito.

<< Ok, scusa…>> detto ciò faccio per girarmi ma mi blocco o meglio, mi blocca la sua faccia.

Nel mentre si gira totalmente verso di me e mi scruta sorpreso.

<< No, scusa io…non  mi ero accorto che fossi tu – si sposta di lato con la sedia – Vieni pure >>.

Gli sorrido cortese con una nuova speranza nel cuore.

Mi siedo e mi rigiro parzialmente verso di lui, come in attesa ce mi parli.

Mi scruta ancora sorpreso, ma mi sorride entusiasta.

<< I tuoi capelli… – mi cattura con due dita una ciocca castana perfettamente piastrata e se la rigira tra le dita – Te li sei tinti! >>.

<< Me li hanno tinti! >> ribatto triste incrociando le braccia al petto.

<< Come te li hanno tinti? >>.

<< Esigenza da copione >> sbotto pacata.

<< Oh…si certo…>> nel mentre ritorna scuro e serio.

Mi sa che adesso è lui quello mogio trai due.

Lo richiamo.

<< avete atteso due settimane, ce la fai ad attendere 60 minuti, per sapere tutto? >>.

<< Certo – e mi sorride – Stai meglio con il tuo colore naturale >> detto ciò si rigira in avanti per seguire la lezione rosso come un peperone.

Era forse un complimento?

<< Grazie, lo credo anche io, tempo un paio di lavaggi e tornerò bionda…>> e lo imito seguendo la lezione.

 

***

Affiancata da Dan mi muovo nei corridoi della scuola, verso la mensa.

Mi fa uno strano effetto aggirarmi con solo lui al mio fianco, senza la presenza di Sly.

Mi sono mancati tutti così tanto…

Pure le prese di giro di quella fornace di Rickey.

Rido tra me, ma ritorno immediatamente seria non appena vedo che tutto il gruppo è già seduto al solito tavolo.

Penso di sapere adesso, mentre avanzo, come si sentissero secoli prima i condannati al patibolo.

Uomini con il desiderio di voler cambiare il mondo; io lo stesso, solo però con la voglia di intenti minori, ma a mio avviso ben più importanti.

Avrei voluto dire tutto ai ragazzi fin dall’inizio, ma non volevo ch si ripetesse tutto come anni passati.

Voglio essere come una qualsiasi ragazza normale.

<< Ciao…>> mormoro nella loro direzione, ammutolendo il tavolo e forzandoli a voltarsi nella mia direzione.

Sotto lo sguardo attento del gruppo, Dan mi prende per mano e mi guida verso un posto vuoto.

Appena mi siedo metto le braccia sul tavolo e le unisco e parlo osservando il tavolo, interrompendo il silenzio di tomba che era sceso al mio arrivo qui, ma non attorno a  noi, dove tutti continuavano a mangiare ridere e chiacchierare.

<< Vi chiedo scusa, per iniziare anche se mi rendo conto che vi devo molto di più, come delle spiegazioni. Da dove volete che inizi? >>.

<< Dall’inizio? >> .

Alzo lo sguardo su chi ha parlato.

Fisso Dayane per un lunghissimo momento.

<< Ok…dall’inizio >> accenno un sorriso che lei ricambia e faccio un respiro profondo prima di iniziare, puntando lo sguardo verso al parete dietro di lei.

<< Sono nata a Vancouver il 25 maggio del 1992. Mio padre si chiama Karl,e ho due fratelli: Justin il maggiore che ha 24 anni e Jay ce ne ha 19. Come già vi aveva accennato Kaelan ho un quoziente intellettuale al di sopra della media, tanto che a 6 anni ho debuttato nel mondo dello spettacolo come pianista. Ero un talento in erba. Da lì ho sempre suonato per anni e anni il piano, ma lo facevo solo perché era Justin a volerlo, anche se all’inizio lo facevo per farmi notare da lei… >> mi perdo un attimo nei ricordi di quei tempi.

<< Lei? >> mi chiede Martin perplesso.

Torno a fissare il muro e continuo.

<< Per lei, intendo Maddison Lither, la donna che mi ha messo al mondo… - faccio una pausa e mi preparo psicologicamente a parlare – Maddison conobbe mio padre all’età di 18 anni, alla festa di compleanno di una sua amica, mentre mio padre era lì al pub per una bevuta con i colleghi di lavoro. Fu il colpo di fulmine e dopo qualche incontro di sfuggita casuale iniziarono a uscire, poi due anni dopo si sposarono – sto per continuare ma vedo Sly guardarmi a bocca aperta – Che c’è Sly? >>

<< Fammi capire bene, tuo padre quando si è sposato aveva…diamine…>> sbianca.

Tutti lo fissano sconcertati.

<< Sly non pensare male, mio padre era un uomo doc…>> lo fisso sconcertata.

<< Non è per quello…ho conosciuto tuo padre e so che tipo è ma…caspita…viva le differenze d’età! >> e mi sorride ancora sorpreso.

<< Perché tuo padre quanti anni aveva quando si è sposato con tua madre? >> mi chiede Jhonatan curioso.

Vedo che tutti sono con il fiato sospeso aspettando un mio numero.

<< 45 >>.

Tutti rimangono impietriti per un attimo, mentre Threy si strozza con l’acqua.

<< Alla faccia… mica poco….>> commenta Milly.

<< Mica scemo tuo padre! >> ecco Rickey.

<< Se c’è amore, l’età non conta >> grazie Dayane.

Beh…per lo meno il ghiaccio sembra essersi sciolto…

<< Ok, ora possiamo continuare…>> mormoro tra me.

<< Allora eravamo rimasti a quando papà e Madison si sono sposati, beh si sono trasferiti qui e dopo 3 anni è nato mio fratello Justin. Tutto andava a meraviglia, tranne il fatto che Maddison non sopportava il lavoro di papà. Aveva la paura costante che ogni mattina quando usciva di casa per andare a lavoro, fosse l’ultima in cui lo avesse visto vivo. Di questo non ne avevano mai parlato apertamente, solo una  volta in uno delle loro rarissime discussioni era saltato fuori questa cosa. La settimana dopo papà aveva già cambiato lavoro per amore suo, ma sfortuna volle che quello stesso giorno lei se ne fosse andata via con Justin e gli avesse lascito sul tavolo da cucina le pratiche del divorzio. In breve tempo divorziarono e il piccolo Justin di soli 4 anni veniva sbalzato su e giù da qui a Vancouver, dove lei si era trasferita. Tempo un anno e si era già risposata con Roger, il suo attuale marito e da lì a poco nacque anche il mio fratellastro Jay >>.

Faccio una pausa prendendo un sorso d’acqua per calmarmi dentro, conscia della prossima fase da raccontare e che ancora mi scombussola molto.

<< Scusa un attimo…ma se tu e Jay avete padri diversi…come può essere che tu e Justin siate fratelli di sangue se Maddison è ancora felicemente sposata con questo Roger? >> mi domanda Sly perplesso con un ammiccante Drew.

<< E’ ora che arriva la parte migliore…>> spiego.

Tutti si fanno attenti.

<< 4 anni dopo Maddison e  Roger ebbero un pesante litigio e lei tornò da papà per circa 3 mesi portandosi dietro i miei due fratelli. Mio padre la accolse a braccia aperte, felice che fosse tornata da lui, perché ancora innamorato di lei. Ma la cosa durò poco e se ne tornò dal marito non appena fecero pace. Mesi dopo nacqui io, era indubbio che fossi figlia di Karl e non di Roger. Appena nata mi prese e mi lasciò a mio padre, senza degnarmi di cure o di affetto o premura.

Mio padre si prese cura di me alla perfezione, lasciò il suo lavoro e si dedicò completamente a me e Justin. Anche Justin perché papà era riuscito a portare Maddison in tribunale e a prendere la custodia di Justin il quale non voleva stare né con la madre né con il patrigno. Immagino che vi stiate chiedendo come avesse preso tale notizia Roger di me, beh, la prese bene tanto che voleva tenermi con loro e crescermi come sua figlia ma sua moglie non mi volle. Maddison non mi ha mai rivolto la parola, né mi ha mai telefonato per gli auguri ai miei compleanni. Nulla.

Quando ero molto piccola e entrai nel mondo dello spettacolo lo feci per lei, per far si che mi degnasse di uno sguardo, per farle vedere che io esistevo. Per avere anche io un’occhiata d’affetto come lanciava a Justin o Jay e non una di vuoto, che mi trapassasse come fossi trasparente. Poi nel crescere l’ho capito e mi sono fatta bastare l’immenso affetto di papà e dei miei fratelli. E tuttora mi bastano. Ho un papà e due fratelli e  tanti amici ce mi vogliono bene e tutti loro mi bastano, perché sono loro la mia famiglia. Tutto ciò è anche la conseguenza del fatto che i miei fratelli siano molto protettivi nei miei confronti…come del resto io non riesca a chiamare Maddison come voi chiamate le vostre madri >>.

Ispiro lentamente cercando di sopraffare quel vuoto che da anni ho rinchiuso in una parte buia e nascosta del mio cuore, quel grande posto che dedichi all’affetto che riservi ad una madre. Quello spazio accartocciato e compresso e sommerso sotto altro, sotto il tuo presente.

<< Shaz, ma è Lylith il tuo vero nome? >> mi chiede Threy curioso.

Sposto lo sguardo dal muro al mio interlocutore, cercando di avere una faccia il più normale possibile.

<< No, quello è solo un nome d’arte utilizzato per i mass media >> rispondo contenta che abbia deviato un po’ l’argomento.

<< E come mai non abbiamo la scuola piena di paparazzi? >> i chiede perplessa Dayane.

<< Perché nessuno sa né il mio vero nome, né dove vivono e altro. Tengo molto alla mia privaci >>.

<< e non ci avevi detto nulla di te perché pensavi che ti avremmo tradita? >> chiede allarmata Milly.

<< No, affatto è solo che non volevo che mi consideraste diversa da voi. Voglio solo una vita normale, non chiedo altro. In seconda è perché già in passato avevo provato pan frequentare uan scuola, ma non era andata tanto bene la cosa…anzi…>>.

Li guardo uno a uno mentre parlo.

<< Io mi fido cecamente di ognuno di voi, solo che volevo aspettare ancora un pochino a dirvi tutto di me, ve lo giuro. Solo quando sarei stata pronta >>.

C’è un attimo di silenzio.

<< Beh allora sei perdonata ufficialmente…>> e Sly mi sorride mentre parla e mi fa l’occhiolino.

<< Davvero? >> chiedo sorpresa e con le lacrime agli occhi dalla felicità.

<< Davvero davvero >> fa Rickey sporgendosi verso di me e arruffandomi i capelli.

Altri cenni e sorrisi mi vengono mandati dagli altri…

Una lacrima solitaria mi scende commossa sulla guancia ma la faccio sparire velocemente.

L’amicizia è davvero bella se condivisa con le persone giuste…

 

 

SPOILER!

 

Nel mentre penso ciò mi riprendo e torno alla realtà e mi accorgo che mi stava facendo una domanda.

E come una stupida gli chiedo di ripeterla perché ero troppo distratta.

Che figura.

<< Dicevo, ti va di andare a prendere qualcosa da bere assieme? >> mi chiede mellifluo e con una voce da…infarto!

Lo guardo emozionatissima.

Non so cosa dirgli.

<< Sono astemia >>.

Lo sento ridere e assieme a lui si aggregano anche le mie due amiche.

Argh, ma che deficiente!

Ma come ho fatto a uscirmene con un “ sono astemia”?

 

---Angolino Autrice---

Perdonoooooooo!!!!

Scusate l’enorme ritardo e non fucilatemi!!!

Ç_ç

Spero che il cap vi sia piaciuto…

Se avete due minuti commentate che mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate!!!

Alla prossima!!!

KISSES ^.^

 

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Capitolo 14
*** La Luna ha fottuto tutte le stelle! ***


kiarina95: felicissima che lo scorso chappy ti sia piaciuto *me tocca il cielo con un dito*…beh…io so soltanto che Bibi mi rispecchia…presto conoscerai meglio i personaggi e forse ti riscontrerai meglio in uno dei due

kiarina95:  felicissima che lo scorso chappy ti sia piaciuto *me tocca il cielo con un dito*…beh…io so soltanto che Bibi mi rispecchia…presto conoscerai meglio i personaggi e forse ti riscontrerai meglio in uno dei due!!! XP BESOSSSSSS!!!

 

 Dark_lady88: *ç* grazie 1000 tesora!!! Sorry il ritardo!! Ç_ç son sempre la solita!!!

Si…Russell è davvero cotto…Kaelan..beh..è Kaelan…ma non è tutto oro quel ceh luccica…ma…vedremo XD. Sono contenta del fatto che tu abbia tirato in ballo la storia della protagonista. Ebbene in origine il succo era quello, ma non so se ho reso bene l’idea di tutto il percorso..Xp..cmq si saprà meglio avanti…il motivo della madre..ops…volevo dire della “donna che l’ha messa al mondo!” per comportarsi in quel modo….semrpe che si possa definire motivo e giustificabile…

Spero ceh questo chappy con Russel e Shaz ti piaccia ^.^ BESOSSSSSS!!!

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14.La Luna a fottuto tutte le stelle!

 

 

POV SHARON

 

<< Ma davvero hai 15 anni? >>.

<< A quanto pare si >>.

<< E davvero hai studiato sempre con un precettore? >>.

<< Già! >>.

<< Davvero hai un quoziente intellettuale così altro che venire qui a scuola è inutile perché sai già tutto? >>.

<< Purtroppo si>>.

<< Hai fatto molti concerti dal vivo? >>.

<< Si molti >>.

<< Mi porti con te la prossima volta che vai sul set a recitare? >>.

<< Volentieri>>.

<< Rickey la vuoi piantare si saltellarle intorno e riempirla di domande? Falla respirare! >> e dicendo ciò Sly prende Rickey per un orecchio e lo trascina lontano da me.

Rido a tale scenetta,e cerco di difendere Rickey, dopotutto è solo curioso.

Il suo posto viene prontalmente preso da Dayane, che mi affianca verso l’uscita della scuola.

<< Shaz volevamo avvertirti di una cosa io e Milly>>.

Si fa seria.

<< C’è un ragazzo che da due settimane viene tutti i santi pomeriggi qui e aspetta te davanti a scuola…>>.

<< Me? E chi sarebbe? >> chiedo sinceramente sorpresa.

Un ragazzo per me?

Faccio una veloce lista mentale nel ricordarmi se ho detto a tutti i raga del gruppo che andavo giù a San Francisco a girare il film…

Si, mi pareva di averlo detto a tutti…

<< Lui! >> e Milly con fare noncurante mi indica un ragazzo alto e vestito in abiti scuri che è appoggiato ad una macchina della serie “my brother’s company” che osserva l’uscita della marea dei ragazzi della mia scuola.

E’ un po’ lontano dal punto in cui lo stiamo osservando noi.

Scruto quella figura familiare attentamente.

<< Ma è Russell! >> strabuzzo gli occhi riconoscendolo.

<< Allora lo conosci! >> e Milly e Dayane mi guardano maliziose.

Le guardo arrossendo e dando le spalle a quell’affascinante figura.

<< No…è il ragazzo del vicolo che mi ha tratto d’impiccio…>> cincischio rossa come un peperone.

Ma che mi prende.

Io rossa come un peperone, che mi vergogno…e che mi batte forte il cuore?

Cosa mi sta succedendo?

<< Sei rossa…ti piace! >> mi accusa Dayane.

La guardo con due palline da tennis al posto degli occhi.

<< Lui…mi …piacerebbe…? >> mormoro tra me.

Milly e Dayane mi guardano entusiaste.

Non so cosa dire.

No, dai…come fa a piacermi un ragazzo se sono costantemente circondata da ragazzi...

Ma dai!

Traduco questo mio pensiero a Milly e Dayane che prima mi ridono in faccia e poi mi guardano perplesse.

<< Shaz sul serio…non ti sei mai presa una cotta per un ragazzo? >> mi chiede con voce stridula e sorpresa Dayane.

Ve lo avevo già detto che la preferivo quando mi ignorava?

Mi fa paura…

<< Ehm…no…>> mormoro intimidita.

Le miei due amiche diventano due statue di cera dalla sorpresa e poi si guardano complici di uno sguardo e un sorriso poco rassicurante,  per poi fissare tutte e due  contente qualcosa dietro di me.

<< Salve…>> dice una voce che avevo sentito una sola volta.

Loro due rispondono all’unisono al saluto, mentre io mi giro a rallentatore verso il ragazzo dallo sguardo profondo, che mi sta alle spalle.

Non appena mi giro punto immediatamente lo sguardo nel suo e ci affogo dentro.

Nero e azzurro.

Poi quando mi riprendo lo saluto.

<< Finalmente ti ho trovata, era da due settimane che ero venuto a cercarti per sapere come stavi >>.

Era venuto per me?

Per sapere come stavo.

Tum Tum Tum.

Il mio cuore batte velocissimamente che quasi mi assordisce.

<< Benissimo grazie a te >> e mi sento pervadere da un calore pazzesco al viso.

Mi sorride e lo fisso incantata.

Ha un sorriso che risveglierebbe un morto…

TUM TUM TUM

Ma che vado a pensare!

Nel mentre penso ciò mi riprendo e torno alla realtà e mi accorgo che mi sta facendo una domanda.

E come una stupida gli chiedo di ripeterla perché ero troppo distratta.

Che figura.

<< Dicevo, ti va di andare a prendere qualcosa da bere assieme? >> mi chiede mellifluo e con una voce da…infarto!

Lo guardo emozionatissima.

Non so cosa dirgli.

<< Sono astemia >>.

Lo sento ridere e assieme a lui si aggregano anche le mie due amiche.

Argh, ma che deficiente!

Ma come ho fatto a uscirmene con un “ sono astemia”?

<< Non intendevo questo, riformulo la domanda. Ti va di andare a prendere un frullato, una coca-cola o quant’altro assieme? >> e mi sorride smagliante.

E il mio cervello mi si frigge…

<< S- cioè no…tra poco ho gli allenamenti di basket e- >> farfuglio.

<< Si che ci viene, tanto non muore mica il mister se salti un allenamento! >> risponde Dayane per me.

<< Bene, allora andiamo >> detto ciò mi prende per mano e mi guida vero la sua auto, con me che mi lascio guidare da lui con il cervello scollegato.

E da vero cavaliere mi apre la portiera, mi fa entrare e me la richiude.

Mentre lui si dirige dall’altra parte dell’auto per salire anche lui, guardo terrorizzata Milly e Dayane che hanno invece un sorriso smagliante e indicano il cell e mi mimano di scriverle un sms.

Io ingoio terrorizzata da questa nuova sensazione ma anche emozionata e con allo stomaco un qualcosa che non saprei dire, oltre che un groppo alla gola.

Appena sale mi sorride e mi sciolgo come un calippo al sole di agosto e mi calmo, cosa che non  si possa dire del mio cuore che batte a più non posso.

Mentre si dirige verso questo famoso bar, mi rendo conto che non mi importa nulla se sono con uno sconosciuto di cui non so niente apparte il nome,e  mi sta portando dove io non so, ma solo che sono assieme a lui e la sua vicinanza mi da calore e mi rassicura,e per il momento tutto ciò mi basta.

 

POV RUSSELL

 

<< Spero ti piaccia questo posto, è uno dei miei preferiti >> le riferisco mentre le apro galantemente la porta del bar / pub, e mi metto lateralmente per farmi precedere da lei.

Le sorrido smagliante.

La vedo arrossire al mio gesto e spero anche al mio sorriso, esitare per un attimo,e  ringraziandomi mentre entra con passi piccoli e leggeri.

Le vado dietro di seguito, osservandola.

I suoi capelli…

<< Hai cambiato colore. Non ti piaceva il tuo? >> le chiedo senza accorgermi di aver formulato una domanda a voce alta.

La vedo girarsi rossa verso di me, interrompendo la sua ricerca di un tavolo libero.

<< Si, il mio mi piace molto. E’ stata infatti una pazzia >> finisce per fissarsi i piedi che me.

Non so se esserne soddisfatto o no.

Da una parte si, perché vuol dire che le piaccio ed è imbarazzata, dall’altro no, perché voglio che mi guardi quando parlo.

<< Sei molto più bella con il tuo colore >> provo con un complimento sincero anche se usato per uno sporco motivo: catturare al sua attenzione su di me.

Rialza gli occhi e se può diventa ancora più rossa.

Quelle guanciotte rosse sono perfette da baciare…

Le sorrido di rimando e la prendo per mano e  la trascino verso un tavolo vuoto e appartato, vicino alla vetrata oscurata.

La sento arrendevole di fianco a me, tanto che la trascino senza difficoltà.

Quando mi fermo si stacca da me e si mette a sedere proprio nell’angolino.

Mi sembra di essere in questo momento preda e cacciatore.

Ci penso su seriamente.

Beh…una bella preda.

Sorrido sotto i baffi, dopodiché mi siedo anche io e le porgo il menù che c’era sul tavolo.

Sorrido divertito quando la vedo prenderlo con decisione, mormorando un dolce grazie da farti sciogliere, per poi nascondersi dietro di esso.

Forse per riacquistare un colore roseo e non rosso, penso stuzzicato da questa probabilità.

Mi appoggio alla sedia incrociando le braccia e la guardo soddisfatta.

Non posso crederci di avercela fatta.

Sono qui con lei in un locale davvero carino, come una coppietta.

Certo non lo siamo, ma ad un occhio estranio lo potremmo sembrare…

Sento solleticarmi all’altezza del petto a tale prospettiva.

Vediamo di realizzarla presto…

<< Pronti per ordinare? >> ci chiede una cameriera che non conosco.

Deve essere nuova.

Guardo Sharon riemergere dal menù e guardare la nuova arrivata pensierosa.

<< Un frappè alla nutella – poi si gira verso di me, e riprende con incertezza – Tu cosa prendi Russell? >>.

Le sorrido affabile e estasiato nell’aver sentito il mio nome pronunciato da lei.

La guardo in quegli occhietti da cucciolo che si ritrova.

Pura ingenuità e semplicità.

Tutto il contrario del mio.

<< Un lemon soda con vodka alla pesca e ghiaccio >> ordino fissandola ancora.

Sento la cameriera scribacchiare sul taccuino e allontanarsi.

La scruto perplesso.

Lei se ne accorge.

<< C’è qualcosa che non va? >> mi chiede giocando con un tovagliolino del tavolo.

<< Sono sorpreso >> butto così, senza pensarci molto.

Ora è il suo turno di guardarmi perplessa.

<< Sono sorpreso che tu non abbia avuto di che ridire sulla mia ordinazione, dopotutto sono io quello che guida, non tu >> e le risorrido di nuovo perdendomi nel guardarla negli occhi.

La vedo sorridermi timida, e arricciare il tovagliolino tra le piccole dita.

<< Non mi sembri il tipo da ubriacarsi e  poi guidare. Tutto qui >> e finisce nel distogliere il suo sguardo dal mio e fermare il suo imbarazzato giochino.

<< E cosa te lo da a pensare? >> non posso farne a meno di chiederle, pur di soddisfare la mia curiosità o magari più il mio ego.

<< Sensazione >> e ricambia il mio sorriso con uno dolce e imbarazzato.

Che carina…

<< Invece  io ho la sensazione che tu sia una gran golosa, sbaglio? >> cerco di ricatturare al sua attenzione, già ripiombata su quel povero tovagliolino straziato.

Funziona, perché la vedo arrossire e tornare rossa, ma sorridendomi  largamente.

<< Ehi non vale, quella non è una sensazione! Quella è semplice constatazione dei fatti! >> la sento rispondermi divertita.

Ecco così la voglio, rilassata e naturale.

Mi concedo un finto ghigno vittorioso che la fa ridacchiare.

<< Lo ammetto, mi piace fare il bono davanti agli altri >> e le faccio un occhiolino di tutto dire.

Nel mentre arriva la cameriera che ci trova assai diversamente da prima.

Pago per entrambi le nostre ordinazioni, nonostante il suo broncio titanico per non aver fatto pagare lei.

Non appena se ne va la cameriera, guardo sinceramente stupito il suo frappè  e lei.

<< Mi devo essere perso un passaggio: ma le ragazze non sono perennemente a dieta? >> chiedo accusatorio, indicandole quella bomba ipercalorica che sta gustando a piccoli sorsi quell’angelo davanti a me.

La sento ridere ampiamente.

Che bella risata.

Non è la solita risata da gallina come hanno le altre: falsa e contenuta.

La sua è genuina e ilare.

Mi piace…

<< Mi chiedo quando chi mi trovo davanti smetterà con la solita domanda! Guarda che si può mangiare dolciumi anche senza mettere su peso, basta mangiarli con intelligenza >>.

<< Sarà…ma fa strano vedere una ragazza con una bomba ipercalorica davanti! >>.

La vedo alzare gli occhi al cielo.

Poi la vedo riportare lo sguardo verso di me e fissarmi semplicemente, non maliziosamente, ma solo guardarmi come si guarderebbe un fratello o un amico.

Mi piace questa cosa.

Mi dà fermezza e tranquillità.

Non posso farne a meno di sorriderle e vedo le sue guance imporporarsi un'altra volta.

<< Grazie >> la sento dire di punto in bianco.

<< Per cosa? >> le chiedo non capendo a cosa si riferisca.

<< Per tutto: per avermi aiutato quella sera, per essere venuto a cercarmi per sapere come stavo, per essere qui e avermi fatto saltare gli allenamenti…insomma per tutto >> e finisce per accompagnare il tutto da un sorriso che abbaglierebbe anche un ceco.

<< Dovere >> e le faccio l’occhiolino.

La vedo incrociare le braccia e sbuffare.

<< Ora sembra che reciti la parte del soldato, prima di partire verso la guerra. Un po’ di contegno! >>.

<< Touché – le sorrido come a scusarmi – Comunque, sul serio, mi sentivo in dovere di sapere di te >>.

<< Ma come facevi a sapere che frequentavo questa scuola? >>.

Prendo la mia ordinazione e gliela offro, ma rifiuta.

Poi prendo un sorso e mi schiarisco la voce.

<< Beh, diciamo che casualmente qualche giorno prima un mio amico mi ha presentato tuo fratello, proprio davanti a scuola da te, quando era venuto a prenderti >>.

<< Capisco …>> e prende un'altra sorsata del suo frappè.

Cadiamo in un semplice silenzio, riempito dai rumori di sottofondo del locale.

Prendo un altro sorso e mi decido ad interromperlo, un po’ perché mi sembra di palpare nell’aria il suo imbarazzo e un po’ perché mi manca il suono della sua voce.

Che stupido che sono, no?

<< Spero non ti dispiaccia se ti ho fatto perdere gli allenamenti. So che per fare una formazione ce ne vuole di lavoro per voi cheerleader…>>.

Appena finisco la vedo guardarmi divertita per poi ridacchiarmi in faccia mettendo una mano alla bocca.

Che ho detto di così ridicolo?

<< Mi chiedo il perché voi tutti siate fissati sul fato che io devo per forza essere una cheerleader! >> e mi guarda con un’occhiata furba.

<< Beh la prima cosa che pensa uno davanti a te che tiri fuori il discorso degli allenamenti, non va certo a pensare che saresti il capitano della squadra di basket. Ti pare? >> via via che parlo, mi sento attraversare da una consapevolezza alquanto strana, accentuata dal suo sorrisino.

<< Sei il capitano della squadra femminile di basket? >> le chiedo sorpreso.

Sento provenire dalla sua direzione un leggero risino, poi mi sento rispondere divertito.

<< No, non sono il capitano della squadra di basket – mi si accende una lampadina in testa ricordandomi che in quella scuola c’è solo uan squadra maschile – ma faccio parte della squadra di basket mista >>.

<< Mista? E io che ho sempre pensato che ci fosse solo maschile…>> mormoro tra me perplesso, mentre ci penso seriamente.

<< Avrai pensato in quel modo, perché è difficile che una ragazza giochi a basket >> ipotizza avendomi sentito.

<< Mi sa che hai ragione. Comunque non lo sapevo, sicura che non sia una cambiamento avvenuto in questi ultimi anni? No, perché quando facevo parte della squadra…>> non faccio in tempo a finire che mi interrompe.

<< Davvero facevi parte della squadra di basket del mio istituto? Che coincidenza! Non pensavo che fossi di qui, sai la cadenza è molto newyorkese anche se non si percepisce molto grazie ad un rimasuglio della tua lingua …>> si tappa la bocca imbarazzata.

La vedo arrossire e chiedermi scusa.

Stai a vedere che si è accorta della mia origine russa.

Sagace.

<< Di che nazionalità sono secondo te? >> la testo curioso.

<< Russo…>> e la vedo fissare un punto alle mie spalle imbarazzata.

La guardo ammirato.

<< Diamine, non è da tutti riconoscerlo. E io che pensavo di mascherarlo bene! >> le dico conciliante.

La vedo riportare la sua attenzione su di me e sorridermi come a scusarsi.

<< La colpa non è tua, ma è che ho degli amici russi e sono abituata con loro…scusami…ma sono proprio un impertinente! Anche il nome però ti tradisce…>> mi fa notare , facendosi piccola piccola.

<< Beh, il mio nome di certo non è americano! >> la prendo un po’ in giro.

<< No, non per quello. Quando ti sei presentato, l’hai pronunciato con l’intonazione russa, non all’americana >> mi corregge.

<< C’hai ragione. Non ci avevo mai pensato >> le sorrido di rimando.

Ci guardiamo negli occhi.

Mi sento risucchiare come una calamita in quelle due pietre turchesi.

Sto per parlare, ma le suona il cellulare.

La vedo alzarsi un poco sulla sedia e prendere il telefonino in tasca dei pantaloni.

Tira fuori dal taschino un cellulare di ultima generazione e  se lo porta subito all’orecchio e sorride al suo possibile interlocutore.

Deve aver visto che la chiamata è di qualche suo conoscente.

Spero non il fidanzato.

Mi blocco, mentre come un colpo d’ascia mi divide in due la coscienza, il pensiero.

Non ci avevo mai pensato.

E se avesse il ragazzo? Ho sempre dato per scontato che non lo avesse.

Merda…

Devo giocare di astuzia.

Anche se lo avesse cosa me ne importa? Gliela posso soffiare da sotto il naso quando voglio e come voglio.

Nessuno me lo impedirà.

<< Ok fratellone! Ciao! >> e chiude al conversazione a quanto pare, e mi riporta al presente e lontano dalle mie ubicazioni,e rassicurandomi sul fatto che quello che l’aveva chiamata almeno non era il fidanzato .

<< Devo tornare a casa, a quanto pare abbiamo fato molto più tardi degli allenamenti! Ti dispiace riportarmi a scuola? >> mi chiede  bevendo l’ultimo sorso del suo frappè.

Io faccio lo stesso della mia bevanda e mi alzo, dirigendomi con lei al mio fianco verso l’uscita del locale per poi andare verso la macchina.

<< Se vuoi posso riportarti direttamente a casa, così evito a tuo fratello di farti venire a prendere >>.

<< Oh, non mi aspetta a scuola, ma a casa. A scuola ho la moto >>.

<< Ah ok >>.

Ha la moto…beh…è proprio un maschiaccio allora…

No, un momento…la moto?

<< Ma non hai 15 anni? >>  chiedo allarmato.

La sento sbuffare di  fianco a me.

<< Mai fermata per un controllo. Poi, cosa vuoi che siano un paio di mesi prima dei 16…>> mi spiega con fare sbarazzino.

Le apro la portiera e la faccio entrare.

Già, cosa vuoi che siano 15 anni…

Quando arriviamo a scuola, dopo un lunga serie di chiacchiere e risa, mi faccio coraggio e le chiedo quello a cui anelo da tempo.

<< Se al tuo ragazzo andesse bene, potrei invitarti il 25 di novembre ad accompagnarmi al mercato prenatalizio di Reistation? >> dico così con fare casuale.

La vedo girarsi verso di me.

<< Se non ti da fastidio la mia presenza, mi piacerebbe tantissimo! Era già una mia tappa andarci, ma non avevo trovato nessuno per accompagnarmici! >> noto che le brillano gli occhi a parlarne.

Sorrido interamente: a chi non piace quell’enorme mercatino che si districa per tutta la città di Reistation, con finale di fuochi d’artificio?!.

Ma ancora una cosa mi preme.

<< E il tuo ragazzo? Che dice? >> le chiedo facendo il finto tonto.

<< Nessun problema quando non ce ne è! Ritieniti prenotato per tutto il giorno, e anche come facchino! Ti sfrutterò per portarmi tutti i regali di natale! >> mi promette, come se fosse una tortura starle accanto.

Ma non la ascolto molto, ormai con la testa altrove, ha progettare la mia prossima mossa, felice che non esista la presenza di nessun fidanzato.

La sento salutarmi e scendere.

Ricambio senza pensarci il suo saluto , distratto.

Quando mi riprendo lei è già a sgassare su una moto enorme che la fa sembrare ancora più scricciolo.

Mi fa un altro cenno di saluto e scappa via.

Fanculo! Mi sono distratto e mi sono giocato il bacio del saluto!

Ma quanto sarò scemo da 1 a 10?

Uhm…beh…oltre ad avere un appuntamento in piena regola con lei, ho anche la scusa di chiamarla.

Porca troia! Il numero!

Ma da quando sono così distratto da scordarmi certi concetti di base?!

Mi do una manata in testa.

Sto diventato deficiente, ecco cosa succede e mi sto pure rincitrullendo.

E tanto per abbondare in stupidità mi interesso di un mocciosa di 15 anni…

Una bella mocciosa di 15 anni…

Ma io dico…perché ora, e non tra qualche annetto?

Che so, magari per i 18?

Mi sento quasi un mostro a provarci con lei.

Fermo lo sguardo davanti a me e mi immagino Sharon sorridermi.

No, va bene anche così.

Mi piace anche così bambina e ingenua.

Non la cambierei per nulla al mondo.

Poi, casualmente sposto lo sguardo sul sedile di fianco al mio con già la nostalgia di lei.

Continuerei i pensieri su quella lunghezza d’onda, ma un qualcosa di bianco sul sedile beige, cattura la mia attenzione.

Un foglietto.

Lo prendo e vedo che c’è sopra un numero.

 

***/******* cell Shaz

 

 

Sorrido soddisfatto, ripiegando il foglietto e infilandolo nel taschino dei jeans.

Se Maometto non va alla montagna, è la montagna che va da Maometto!

Così, su questa lunghezza d’onda faccio ripartire la macchina e mi dirigo verso casa, con il cuore ricolmo di qualcosa che solo la presenza di una biondina un po’ maschiaccio, è riuscita a riempirmi.

 

 *** - UN ORA PRIMA - ***

 

POV MILLY

 

Fiuwwwwwwwwwww

<< Basta così ragazzi, filate a cambiarvi! >> urla il coach.

Mi alzo dagli spalti da cui ho visto tutto l’allenamento del mio ragazzo e  della squadra di basket.

Con piccoli saltelli scendo dalle grate, fino al limitare della ringhiera di inizio campo.

Mi abbasso e la supero, passando da sotto e scendendo in campo.

Faccio una corsa e raggiungo la porta degli spogliatoi.

Sento provenire dallo spogliatoio maschile schiamazzi, berci e burla.

Rickey, Jhonatan, Martin, Drew,Dan, Sly e pure il mio Threy!

Alzo gli occhi al cielo esasperata, pensando alla loro età e paragonandoli a dei bambini dell’asilo.

Uguali.

Sono identici, solo cambiano per maturità fisica.

Ridacchio a quel pensiero pensando al mio ragazzo.

Aspetto ancora 10 minuti, ma ancora nulla, solo schiamazzi provenienti dallo spogliatoio e nessun giocatore già pronto.

Sono peggio delle donne quando si ci mettono!

Alla prossima che Threy mi riprende perché ho fatto ritardo quando mi viene a prendere a casa, gli faccio una bella ramanzina…e poi me lo bacio.

<< Ehilà amore! >> mi sento salutare da l’importunatore dei miei pensieri.

Lo guardo con la testa svaporata.

Che occhi da cucciolo…

Ha pure i capelli castani ancora fradici di doccia e spettinati.

E’ davvero affascinante.

Sento un calore entrarmi addosso,e un qualcosa di pesante ma leggero allo stesso tempo all’altezza dello stomaco.

Farfalle.

Devo esserne davvero innamorata se mi fa questo effetto ogni volta che gli sto vicino.

<< Lo so amore che sono bello, ma no è che ti puoi incantare di continuo, sennò divento un pallone gonfiato, su…>> mi rende scherzosamente in giro, ma non gli do peso e mi slancio verso di lui, arrampicandomi e dandogli un lungo bacio al quale ricambia con la stessa intensità.

Appena sentiamo i fischi ci stacchiamo, lo tengo sempre stretto a me e gli ricordo che lo amo, ricambia e mi fa un buffetto sulla testa.

<< Possibile che facciate sempre la stessa cosa? Siete ripetitivi! >> si lamenta Martin.

Sento il mio amore ridere, mentre io guardo fugacemente tutti i suoi compari.

Mi infilo sotto il braccio destro del mio amore,e lo abbraccio alla vita.

<< La prossima volta vi cediamo lo spogliatoio, così non spendete per una stanza >> ci prende in giro Rickey, alludendo anche a gesti.

Il mio ragazzo gli fa un versaccio, mentre gli altri ridono assentendo.

Io arrossisco indignata.

Per certe cose ci vuole delicatezza e nient’altro.

Non sopporto quando si parla di certe cose così volgarmente!

<< Magari! Così forse invece di metterci tre quarti d’ora per cambiarvi, ci mettete meno! >> ribatto sfidando Rickey a ribattere.

Sento lo guardo di Threy su di me.

Lo vedo fissarmi perplesso.

<< Non pensavo che ti piacesse farlo in certi posti >> mi sussurra malizioso al mio orecchio.

Sento quasi uscirmi il fumo dagli orecchi.

Boccheggio in cerca d’aria e quando ci riesco, prendo e esco dalla palestra, non prima di averli tirato in una delle sue lunghe game una “ zainata”.

Appena sono fuori mi fermo e sento afferrarmi da dietro.

Vengo avvolta immediatamente da un profumo conosciuto: Gestry Boy, quello che gli ho regalato lo scoso natale.

Sospiro meno imbarazzata.

<< Lo sai che scherzo amore, dai >> cerca di farsi perdonare.

<< Lo sai anche tu, che quell’argomento è delicato per me >> mormoro, girandomi verso di lui e abbracciandolo.

<< Lo so gattina mia >> e mi da un bacio sulla guancia.

<< Questa non era un allusione vero? >> lo accuso.

<< No, figurati. Poi chi ha mai detto che sei un gattino a letto? Io mai >> e mi si stacca un attimo e mi sorride birichino.

<< E cosa sarei, sentiamo >> chiedo curiosa.

<< Sbaglio o eri te a fare la perbenista? >> mi lancia un occhiata con aria furba.

Ops, mi ha fregata.

<< Esistono le eccezioni! >> insisto, ormai senza più remore.

<< No, mi dispiace ma non posso dirtelo, fanno parte delle confessioni maschili! >> e mi volta le spalle, prendendomi per mano e andando verso gli altri che sono riuniti davanti alla macchina di Dan.

Sbuffo contrariata e curiosa.

Questa gliela perdono momentaneamente…poi mi rifaccio!

<< Ehi Milly, tu sai che fine ha fatto Shaz? L’abbiamo persa di vista dopo che Sly le ha tolto dai piedi Rickey e siamo entrati in palestra >> mi chiede Dan.

Rispondo sorridente e felice come una pasqua.

<< Shaz è uscita a un appuntamento con quel tizio che veniva tutti i giorni all’uscita di scuola! Un lavoraccio ci vorrà su da parte mia e di Dayane! >> dico senza pensarci su.

Poi mi blocco quando vedo Dan boccheggiare,e Sly smettere di ridere ad una battuta di Rickey a cui forse non stava realmente dando piena attenzione.

Ops…mi sa ce l’ho combinata grossa.

Me ne ero completamente dimenticata che a quei due Shaz piaceva,e io e  Dayane l’abbiamo data in pasto ad uno sconosciuto piuttosto che ad un nostro amico!

Che stupide che siamo state.

<< Buon per lei >> sento dire da Sly freddo come un blocco di ghiaccio, e riprendere a parlare con Rickey.

Così riprendono tutte le solite chiacchiere, anche se Dan sembra essere rimastoci parecchio male, mentre Sly si sia rinchiuso in un contenuto malcontento.

Caspita…di male in peggio!

 

---ANGOLINO AUTRICE---
Scusate il ritardo!!!
Sono imperdonabile!!
Spero che anche questo chappy sia stato di vostro gradimento!!
Fatemi sapere !!
BESOS!!!!!!! e BUON ANNO NUOVO A TUTTI!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 15
*** Pijama Party! ***


Kiarina95: Grazie 1000 tesora

Kiarina95: Grazie 1000 tesora!!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia e scusa il ritardo!!Un bacione!

 

Dark_lady88:  Grazie 1000n tesora!! Perdona anche questa volta l’enorme ritardo! Beh, non so dirti. La differenza di età è venuta da sola, non so. Non che nella realtà sia impossibili te lo garantisco – io ne sono l’esempio! Certo io sono maggiorenne, e non ho 15 anni ringraziando il cielo, altrimenti chi dico io non mi avrebbe guardata! Tu pensa che tra me e il mio lui ci non purtroppo 22 anni di differenza ç_ç *me sogna costantemente di avere dieci anni in più* - Comunque boh, mi è nata così la storia, è venuta tutta da se durante uno studio pomeridiano dell’ellettrolisi! Un bacione!!!

 

 SweetCherry: *O* grazie tesora! Immagino il colpo che ti sia venuto quando hai letto la one-shot! Si, ne succederanno delle belle, soprattutto nel seguito della one-shot! Un bacione e scusa il ritardo!

 

 

 

 

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15. Pijama party

 

POV SHARON

 

Salgo di corsa le scale interne che vanno dal garage alla lavanderia e da lì al piano terra.

Questa volta Justin mi spara, anzi meglio, mi squarta.

Certe volte mi chiedo perché sia lui  a farmi da padre che non papà per i rimproveri.

Sarà perché papà è un po’ troppo comprensibile e sempre disponibile con me?

Si, mi sa che è quello.

Corro silenziosa al piano di sopra, verso camera mia ma vengo fermata per il colletto della maglia.

Avete presente i cartoni animati? Ecco uguale!

<< Dove scappi? >> sento ringhiarmi alle spalle, più che sentirmi porre una domanda sarcastica.

<< In camera a cambiarmi e a farmi una doccia >> cerco di svincolarmi da Justin che adesso mi tiene ferma per una spalla e mi gira verso di lui.

<< Non ti sei fatta la doccia là? >> lo sento scrutarmi  attento.

<< Non avevo il cambio…>> un punto a mio favore.

Sto sudando come non ho mai sudato in vita mia.

Non pensavo che mentire fosse così faticoso!

Mentre penso ciò la cosa più stupida del mondo mi viene in mente.

I pinguini di Madagascar 1.

“Carini e coccolosi”.

Mi scappa uno sbuffo dal ridere a questo pensiero così scemo e infantile.

Non mi era mai successo!

Vedo mio fratello alzare un sopracciglio alterato.

<< Cosa trovi di così divertente? >> mi domanda acuto e cauto con una voce neutrale.

<< Scusa, è solo che me lo avevi detto tu l’altra vota di farmi il bagno a casa invece che in palestra! >> mi giustifico fingendo assoluta sincerità e calma.

Magari avessi pure la coscienza pulita…

Sembra beversela, ma non tiro un sospiro di sollievo per paura di fare gaffè.

Poi mi fa una carezza in testa e mi spinge leggermente senza forza verso la mia cameretta.

Io non perdo tempo e preso l’occorrente mi faccio una lunga doccia.

Lunghissima e ripenso allo sguardo color pece di un bellissimo russo dalla voce cavernosa e suadente.

Al sol pensiero di lui mi sento una stretta allo stomaco e…ribollire il sangue.

Mi guardo perplessa il mio corpo sotto il getto dell’acqua.

Che cosa mi sta succedendo?

Dopo essere stata a scrutarmi ancora per un tempo che non saprei definire, esco di doccia, mi pettino, asciugo e vesto, nel minor tempo possibile.

Faccio per uscire di stanza e andare giù, da papà e il fratellone, quando mi ricordo una cosa non certo di poca cosa.

Devo chiamare Dayane o Milly.

Se non lo faccio temo che mi faranno rimpiangere di non averlo fatto.

Chissà come mai ho questa impressione?

Alzo gli occhi al cielo sarcastica.

Così mi avvicino al letto, sul quale ci avevo lasciato il cellulare e telefono a Milly.

Mi da libero.

<< Casa Therny >> sento dire con stizza da una voce maschile.

<< Ehm, si ecco…c’è Milly in casa signore? Sono una sua compagna di corso…>> parlo con la voce un po’ inferma.

Deve essere il padre.

<< No, non è in casa, mi dispiace >> ribatte un po’ più calmo.

<< Sa dove posso trovarla? >> gli chiedo cauta.

<< A casa di una certa Dayane o almeno è quello che mi ha detto. Hai il numero? >>.

Giusto, non ci avevo proprio pensato prima che non avevo il numero di Dayane, ma solo quella di Milly!

Che tonno!

<< Purtroppo no…>> rispondo sovrappensiero, cercando di ricordarmi come facesse di nome il padre di Dayane, per recuperare il numero sull’elenco telefonico.

<< Aspetta che me lo procuro >> e lo sento appoggiare la cornetta del telefono e l’eco dei suoi passi che si allontanano.

Mentre aspetto che ritorni, rifletto sul comportamento del padre di Milly.

Ha un comportamento un po’ strano.

Quando ha risposto a telefono pensavo mi volesse strozzare tanto sembrava arrabbiato, poi si è calmato tutto assieme.

Boh…

Sarò io che vedo delle cose inesistenti, ma temo ce tra Milly e suo padre ci sia un po’ di discordia.

Ciò mi da conferma parzialmente se penso all’episodio in mensa, con Milly che aveva cambiato subito argomento rabbuiarsi, al nominare suo padre.

Comunque si da il caso che non siano affari miei, anche se…

<< Scusa l’attesa. Hai carta e penna? >> vengo interrotta dal ritorno del signor Therny.

Conferme corro alla scrivania, appuntandomi il numero sulla lista della spesa.

Lo ringrazio e compongo il nuovo numero.

Uno squillo,…due…tre…

Poi sento qualcuno rispondere.

Dayane.

Mi riconosce subito anche lei dalla voce, ma non faccio in tempo a dire niente che la sento chiamare Milly.

Poi, dopo vari spostamenti della cornetta del telefono, capisco che sono entrambe in ascolto.

<< E allora come è andata con il bel tenebroso? >> inizia la morettina tutto pepe.

Mi allontano dalla scrivania e prima mi metto seduta, poi mi sdraio.

<< Non so che dirti…>> parlo guardando il soffitto mentre la sensazione strana che mi aveva invaso sotto la doccia ritorna prepontemente, al sol pensiero di lui.

Mi perdo nel suo ricordo.

Di quel sorriso…gli occhi…

Lo rivedo continuamente in testa, mentre mi sorride, mentre parla.

Sospiro.

Al sentire ridere le due mi riprendo un po’ accaldata.

Qualcosa mi dice che le due si aspettavano cecamente questa mia risposta.

<< Dayan, c’è solo un modo per farla confessare: Pijama Party! >> parla la moretta, per poi cedere il passo ad un silenzio breve, come se si stessero guardando in faccia o ammiccando.

Ripeto la proposta incerta, sentendomi Dayane che mi invita a casa sua e spiegandomi tutti i pro e i contro nell’andare a dormire da lei.

Poi mi arriva un’idea fulminea.

Le chiedo di aspettare a entrambe in linea, e tenendo il telefono premuto contro la spalla corro al piano di sotto da papà.

Lo richiamo.

Quando gli sono di fronte lo vedo distogliere la vista dal suo giornale preferito di caccia e darmi la sua piena attenzione.

Io mi piego un po’ verso di lui.

<< Papà, posso venire adesso due mie amiche per la notte? >> lo supplico con la mia migliore arma.

Guardarlo con gli occhi alla Bamby.

Neanche i fratelloni sanno dirmi di no.

Lo vedo sorridermi e acconsentire.

<< Solo ad una condizione: Vedete di non fare troppo tardi, domani avete scuola >> e detto ciò lo vedo alzarsi e andare in camera mia a prendere il mio lettino a baldacchino e portarlo nella stanza degli ospiti, come gli avevo chiesto gentilmente.

Poi riprendo in mano il telefono e comunico loro la novità alla quale accettano.

Finita la conversazione mi reco in cucina e avverto Justin della novità.

Lo vedo assentire e aprire il frigorifero.

<< Noi abbiamo cenato, ma la tua cena è nel microonde. Mettiti a sedere >> e tirando della spremuta fuori dal frigorifero, mi serve anche della cena.

Osservo la cena.

Non ho affatto fame, mi sono sciupata con il frappè.

Mannaggia…e ora chi lo sente il fratellone?

Fisso truce Justin che mette le stoviglie della cena nella lavastoviglie.

<< Che c’è? >> mi chiede arcuando un sopracciglio biondo.

<< Non ho fame. Lo mangio domani >> e mi alzo con la roba ponendola in frigo.

Ho firmato la mia condanna già lo so.

Mi giro e lo trovo a pochi centimetri di distanza, tanto da andargli addosso.

Mi sta fissando minaccioso, con le braccia incrociate al petto.

Ohi ohi.

Prevedo sfuriata e punizione.

Ok, qual è la peggior punizione che potrebbe darmi?

Sequestro della moto!

No…

<< Cos’è questa storia che non hai fame? >> mi domanda con la voce da paternale in arrivo.

<< Stanchezza! >> sbotto tutto d’un fiato.

<< E hai chiamato le amiche per un pijama party? >> .

Mi sa che sta fiutando qualcosa.

Sta usando il suo sguardo indagatore.

Sto sudando sette camicie.

Che qualcuno mi aiuti!

<< Ci si diverte, mica ci si stanca >>.

Banale.

Meglio non potevo trovare.

<< Lasciala stare dai, mangerà più tardi. Non si fa così ad un pijama party? >> papà subentra difendendomi << Pop corn, cioccolata calda con mashmelo,e caramelle? >> mi passa di fianco papà e mi spettina i capelli e e senza farsi vedere da mio fratello mi fa l’occhiolino.

<< Questo non giustifica il fatto che non mangi la cena. Non può campare di schifezze! >> lo vedo incrociare stizzito le braccia e appoggiarsi al mobiletto della credenza e guardarmi male.

Ci fissiamo.

Lui in cagnesco e io con la faccia più speranzosa del mondo.

<< Che sia l’ultima volta, o Josh verrà a sapere delle tue malefatte! >> e sale su al piano di sopra.

Che ricattatore!

Vedo papà guardarmi soddisfatto, richiamandomi alla sua attenzione allo scuotere il giornale.

Poi mi passa vicino, lo lascia sul tavolo e prende del latte dal frigo e mi guarda abbassandosi e  fissandomi negli occhi.

Celeste contro celeste.

Ingoio a vuoto, più tesa di prima con mio fratello.

<< Immagino che i tuoi allenamenti oggi siano stati fare a gara di frappè alla nutella?! >> mi chiede quasi sarcasticamente.

Lo guardo sorpresa.

<< E’ il mio lavoro no? >> e mi fa un buffetto sul naso, mentre ricambio il sorriso, poi salendo al piano di sopra mi ricorda che forse è meglio che mi lavi i denti se non voglio vedere le porte dell’inferno con Justin.

Lo raggiungo e mentre lo sorpasso per andare al bagno, lo sento mugugnare un “ e poi tutti i padri hanno un fiuto…”.

Ripenso a questa frase anche mentre mi lavo i denti.

Che cosa voleva dire con la frase “e tutti i padri hanno un fiuto”?

Vuoi vedere che…

Corro in stanza di papà e con lo spazzolino in bocca e il dentifricio che mi nasconde le labbra, gli parlo allarmata.

<< Che intendi dire? >> lo guardo mentre si mette il pijama tranquillamente.

<< Assolutamente nulla >> e si avvicina al letto, accomodandosi e inizia a leggere un libro già avviato.

Continuo a guardarlo impalata sulla porta.

Per un attimo rialza lo sguardo, pungendomi dentro con lo sguardo e facendomi arrossire dall’imbarazzo a quel mezzo sorriso divertito.

<< Fossi in te mi sbrigherei…>> mi incoraggia a sbrigarmi e ritorna a immergersi nella lettura, soffocando addirittura una risata!

Come un automa mi dirigo al bagno e  mi sciacquo la bocca.

A quanto pare ha intuito che sono stata con un ragazzo questo pomeriggio, ne sono sicura.

Quelle reazioni, gli sguardi,…assolutamente!

La cosa spaventosa è che sa che non era un amico!

Beh, tecnicamente ha preso bene la cosa.

Mordendomi un’unghia mi dirigo con la testa e i pensieri in fermento, mettendomi il mio adorato pijamino con due orsacchiotti che si danno un bacio, disegnato sopra.

Faccio appena in tempo ad agganciarmi l’ultimo bottone che sento il campanello suonare.

Scalza faccio una corsa giù per le scale, e apro a due eccitate e ridenti ragazze, con al seguito una valigiata di cose.

Le faccio entrare, mentre le guido su per le scale scende mio fratello, che ignora i saluti delle mie amiche e mi fulmina con lo sguardo.

Beve con stizza un bicchiere di succo di arancia,e squadrandomi arrabbiato un’ultima volta, risale le scale e si sbatte dietro la porta di camera sua.

<< Giornataccia? >> mi chiede perplessa Dayane, mentre saliamo le scale raggiungiamo la nostra stanza.

<< No, fratello apprensivo rompiscatole e basta! >> e faccio una faccia di tutto dire.

Le sento ridere, mentre sistemano la roba.

Appena vestite ci mettiamo tutte e tre a sedere sul letto e rispondo ai loro lunghi e incessanti quesiti su Russell e sul mio pomeriggio con lui.

Inizio rossa in volto mangiandomi di tanto in tanto le parole, poi pian piano mi faccio più sicura e mi rilasso, parlando con loro come se fosse la cosa più normale di questo mondo.

Quando finisco, mi sdraio sul letto, sotto lo sguardo divertito delle due.

<< Ti piace! >> Sento assentire convinta la mora.

Un’ondata di calore mi avvolge il viso, mentre sento qualcosa di strano allo stomaco.

<< No, cioè si, beh…non so! >> rispondo esausta rialzandomi e  guardandole in faccia.

<< Evidenti sintomi da cotta: Mangiarsi le parole, confusione, testa tra le nuvole, leggerezza, attorcigliamento delle budella, e…>> si ferma nel vedermi sconcertata.

Ingoio sorpresa, fissandomi le mani con un unico interrogativo.

Come è potuto accadere?

<< Colpo di fulmine! >> mi rispondo assieme le due, come se avessi parlato a voce alta.

<< Eh? >> mormoro non avendole ascoltate quasi.

<< Visto, che avevo detto? Colpo di fulmine in piena regola! >> dice la bionda, dando una gomitata all’atra.

<< Che intenzioni hai su di lui? >> mi chiede curiosa Milly, stringendo a se il cuscino.

Le fisso con la testa vuota e il rimbombo delle sue parole.

<< In che senso, scusa? >> le chiedo n on capendo.

<< Come in che senso! Quale sarà la tua prossima mossa per farlo cadere ai tuoi piedi! >> mi spiega stizzita e ammonitrice Dayane.

La guardo con due palline da tennis al posto degli occhi.

<< Sharon, ci sei? >> mi chiede preoccupata Milly al mio lungo silenzio.

<< Io…si, cioè no. Sono confusa. Non capisco cosa mi stia succedendo e…>> non finisco, mordendomi truce un labbro.

<< Ho una gran confusione in testa! >> sbotto alla fine.

Vedo le due amiche scambiarsi uno sguardo e poi Dayane prendere parola.

<< Ti piace, e sei confusa perché non sai come comportarti visto che è la tua prima cotta. Io e Milly ci siamo già passate, fatti guidare da noi e tutto andrà alla grande e men che non si dica tu e Russell starete già insieme per Natale! >>.

Apro la bocca sconcertata per la sorpresa.

Io, stare insieme a  Russell?
L’immagine di me e lui a tenerci per mano in un parco, mi scombussola facendomi quasi uscire del fumo dalle orecchie.

Apro la bocca cercando quasi aria, con il volto certamente rosso.

Vedo le due ridersela e la bionda parlare di nuovo.

<< Pensa, tu e  lui soli soletti in un parco a scambiarvi appassionati baci…>> mi stuzzica, mentre immagino la scena ascoltandola.

Sento salirmi il sangue alla testa per le troppe emozioni,e mi agito sul posto.

 

Il suo sguardo ammaliatore sul mio.

La sua mano grande e calda nella mia.

Le sue labbra morbidi e sottili a contatto con le mie…

 

<< Ahio! >> mormoro dolente per la culata battuta cadendo da letto.

Due paia d’occhi divertiti se la ridono, per poi darmi una mano e  tirarmi su.

<< Sharon, fidati di noi, sei in buone mani…>> finisce la bionda facendomi assentire scossa ancora un pò per la botta e un po’ troppo da un affascinate moro.

 

Spoiler

Struffio sconsolata, accomodandomi meglio per l’imminente attesa.

All’improvviso mi sento chiamare e vedo davanti a me il rosso.

<< To’ hai fatto il fulmine…>> neanche il tempo di finire di dire ciò che già mi stava aiutando a uscire da quel rettangolo a rete pieno di giochi, gommoni e palline.

Quando tocco terra e vedo il suo sorriso sbarazzino, vengo colta ormai troppo tardi dall’illuminazione.

Tento sull’ultimo di darmela a gambe ma, mi prende per la camicetta e il braccio, trascinandomi verso il luogo da dove stavo scappando.

<< Traditore! >> lo accuso

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Si salvi chi può! ***


AVVISO PER TUTTI: Ho pubblicato una one-shot su Russell alle prese con il suo primo “Ti amo” a Sharon

AVVISO PER TUTTI: Ho pubblicato una one-shot su Russell alle prese con il suo primo “Ti amo” a Sharon. Lì c’è un piccolo spoiler. Spero vi piaccia. Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=494157&i=1(Finestra chiusa)

 

kiarina95: grazie 1000 tesora!! ^_^ Beh allora siamo in due in quello stato quando ci prendiamo uan sbandata per qualcuno *ç*!Spero non mi manderai alla forca per questo chappy!!!ç_ç BESOS!!!

 

 Dark_lady88: Anche tutte voi mi siete mancate, anche il postare e lo scrivere questa fic! Adesso faccio un po’ a turno anche con le altre! Mi sto organizzando per riparare a tutte!! @_@ Presto arriverà anche Russell, ma prima Sharon deve battere la testa al muro e risolvere un problemino conosciuto e sottovalutata che la manda in paranoia!!BESOS!!!

 

 

 zia_addy: Grazie tesora!! Tranquilla, a me basta che leggi!! Nello stato inn cui sei, la tua presenza vale per 1000!!!O.O Cavolo e che ti è successo alla mano?BESOS!!!

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16. Si salvi chi può!

 

GIORNO SEGUENTE

 

POV SHARON

 

Fiu, ora dovrei essere al sicuro per un po’.

Non avrei immaginato che quel “ fidati di noi, sei in buone mani” intendesse cadere nelle mani del lupo!

Guarda un po’ in che situazione scomoda mi sono cacciata!

Mannaggia!

<< Ehi! Mi blocchi l’uscita! >> prorompa la voce di un bambino di circa sette anni, alla sottoscritta urlandole negli orecchi.

Mi scosto con qualche difficoltà tra tutti quegli oggetti colorati, facendo largo al bimbo.

Neanche il tempo di sospirare di sollievo che il telefono mi squilla.

Con difficoltà raggiungo l’oggetto nel taschino dei jeans e rispondo a Bibi.

<< Dove sei? >> mi chiede senza salutarmi.

Strano, qui gatta ci cova.

<< Non ci crederesti neanche se te lo raccontassi a mo’ di barzelletta >>.

<< Provaci magari rido un po’ delle tue disavventure >> mi risponde giocoso come al solito.

<< Mi sto nascondendo da Dayane e Milly, dopo tre ore tra vestiti per shopping necessario a cui mi hanno sottoposta costringendomi >> rispondo stanca.

Povera me.

Devo trovare una via di fuga.

<< Se vuoi ti salvo io, dove sei di preciso? >>.

<< Sono al centro commerciale nel settore abbigliamento, dentro ai gommoni dell’area bambini >> dico rossa in volto.

Dall’altro capo lo sento sbellicarsi dalle risa e chiude con uno strozzato “arrivo”.

Struffio sconsolata, accomodandomi meglio per l’imminente attesa.

All’improvviso mi sento chiamare e vedo davanti a me il rosso.

<< To’ hai fatto il fulmine…>> neanche il tempo di finire di dire ciò che già mi stava aiutando a uscire da quel rettangolo a rete pieno di giochi, gommoni e palline.

Quando tocco terra e vedo il suo sorriso sbarazzino, vengo colta ormai troppo tardi dall’illuminazione.

Tento sull’ultimo di darmela a gambe ma, mi prende per la camicetta e il braccio, trascinandomi verso il luogo da dove stavo scappando.

<< Traditore! >> lo accuso.

Pure il mio migliore amico è stato corrotto dalle due, povera me!

E ciò che di peggio è che sa di già di Russell!

Una folata di calore mi prende al viso.

Lo guardo di sottecchi, imbambolandomi, poi mi riprendo.

Cerco di divincolarmi ma inutile.

Mi calmo solo quando mi ritrovo le mie amiche davanti con un carrello pieno di…

Oddio!

<< Mica devo provare tutta quella roba vero? >> chiedo indicando quella marea di abitini da sera, gonne, magliette, cannottierine…

Ho smesso di fare la modella e mi ritrova a fare da bambola di nuovo.

Ma come si fa ha essere così sfortunate?

<< Su, pensa che lo fai per Russell, per apparirgli perfetta e bellissima >> tenta di addolcire la pillola la mora.

Non controbatto buttandola giù e osservando Bibi nel peggiore dei modi.

Non ha battuto ciglio a quel nome, dunque si è venduto al nemico senza remore, al cento per cento.

Gli lancio un’occhiata di fuoco e mi arrendo, facendo da bambola.

 

MOLTE ORE DOPO

 

Dio grazie, sono a casa!

Ho quasi le lacrime agli occhi non appena varco la soglia dell’ingresso, ma lo sgusciare delle mie amiche al piano di sopra mi distrae dai miei intenti religiosi di ode e ringraziamento.

Sollevo le spalle divertita quando però vedo mio fratello osservare le due con tutta quella valangata di roba in mano.

<< Il mio sesto senso mi dice che quella è tutta roba per te sbaglio? >> mi chiede quasi schifato.

Lui odia lo shopping e se può ne fa a meno!

Poverino.

Su questo comunque siamo fatti della stessa pasta!

Torno serena ma contenta.

Nonostante tutto è stato un bellissimo pomeriggio e  mi sono divertita davvero con quelle due e il rosso.

Però non posso certo dirglielo o ci prenderanno l’abitudine e per me sarebbe finita!

Sorrido tra me e me, mentre inizio a preparare la cena lavando gli odori e tagliando poi il pesce.

Sento all’improvviso abbracciami da dietro e la carezza di un lieve bacio sfiorarmi la tempia.

<< Ti chiedo scusa, ho esagerato ma ieri l’ho fatto per il tuo bene. Pace? >> si scusa mio fratello.

Assentisco contenta.

Non mi piace discutere con lui, e poi non ero nemmeno arrabbiata!

Lo vedo osservare i miei movimenti attento, per poi sciogliere l’abbraccio per passarmi un coccio.

<< Posso aiutarti a cucinare? >> mi propone tranquillo, come se niente fosse.

Mi blocco, interrompendo quel che stavo facendo e lo osservo allarmata.

<< Cos’è le mie amiche non ti piacciono? >>.

<< No, perché? >> mi guarda stralunato.

Lo fisso eloquente.

Ma mi sta prendendo in giro?

<< Jazz, perché vuoi avvelenarle? >> gli chiedo ignorando la sua domanda.

<< Prego? >> mi chiede non capendo.

<< Justin non sai cucinare, e l’unica cosa che potresti fare nel minimo dei danni è avvelenare qualcuno escludendo la distruzione della cucina, ma scherzi? >> lo vedo guardarmi come un pesce lesso.

<< Oh giusto, apparecchierò…>> lo sento mormorare conciato.

<< Ti ringrazio del pensiero lo stesso >>  e così dicendo mi allontano dal mobilio, per abbracciarlo e arrampicarmi a dargli un bacione sulla sua guancia leggermente ispida.

<< Pungi…>> mi lamento leccandomi il labbro punto.

Lo sento ridacchiare e prendere le tovagliette.

<< Mi fa figo! Quindi non pensare nemmeno lontanamente di impormi di tagliarmela! >> mi ammonisce prevenuto.

Alzo gli occhi al cielo tornando a cucinare.

Poi fermo un braccio a mezz’aria.

Chissà come sarebbe carino Russell con un filo di barba…

Non che non mi dispiaccia il pizzetto  però…

<< Shaz? >> mi sento chiamare preoccupato da mio fratello, mentre le mie due amiche ridacchiano di fianco a lui.

Mi volto a guardarlo.

Mi indica perplesso, grattandosi pensieroso il pizzetto a fondo mento.

Seguo ciò che mi indica e vedo che…ho affogato l’insalata con l’acqua e il pesce l’ho messo in uan  pentola di vino!

<< Ma che…oh no! >> mi lamento salvando il salvabile.

<< E poi ero io che combinavo pasticci in cucina >> mi punge con la sua frecciatina dispettoso.

<< Oh lasciala stare, in certi casi la si può solo scusare >> si pronuncia Milly tra le risa, catturando l’attenzione di mio fratello.

<< Che sarebbe? >> chiede tranquillo.

Oh oh.

Conosco quel tono.

Da dietro mio fratello faccio dei gesti rapidi facendomi capire dalle due.

Prima mimo una supplica, poi una mano che mima il parlare per poi trasformarsi in una lama che mi mozza il collo e indicare il biondino di fronte.

Quando capiscono ritrattano,e tutto sembra apposto.

La cena pure.

Tutto è tranquillo e conversiamo come una famiglia completa e felice.

Dopo cena mio padre si offre di lavare le stoviglie e noi ragazze torniamo nella nostra camera.

Appena entro sento la serratura che cede al giro di una chiave.

<< Ma che…? >> mi giro curiosa del rumore e vedo le due che mi guardano in un modo non rassicurante.

<< Così non ci scappi! E adesso alla perquisizione del guardaroba! >> urla Dayane guidando Milly.

Io le guardo allucinata sedendomi sul letto e osservarle al lavoro.

<< Ma mi avete portato a  fare shopping senza aver supervisionato il mio armadio? > chiedo non capendo il contorcimento della loro linea d’azione.

<< Oh beh, immaginavo che ci fosse da piangere per via di una mare di vestiti maschili…quindi mi son detta che era meglio muoversi subito. E wow! >> mi spiega Dayane guardando un mio vecchio abito da concerto.

<< Che c’è? >> le chiedo curiosa come la mora.

<< E’ bellissimo…non pensavo che…- si blocca e posando il vestito fine e corto, ma semplice di uno stupendo e ricercato azzurro mare, dalle ricamature di un tono leggermente più scure, su di un letto; poi prende tutti i vestiti e gli sparge sui letti, svuotando pure i cassetti.

Vedo le due guardare tutto con occhi persi.

Cos’avranno che non va i miei vestiti?
Troppo formali? Troppo brutti? Troppo maschili?

<< Wow…>> sento dire questa volta dalla mora, indicando un completo di gonna e giacchetta in seta coordinato a una camicetta e calze di un grigio perla, tutto ricamato.

<< Hai davvero dei vestiti favolosi,e così femminili! >> riprende Milly.

La ringrazio rossa.

<< Comunque quel mucchietto lì di fianco a te è merito tuo Milly, non tuo >> specifico subito.

Lei diniega.

<< Si, ma non il resto escludendo quello che abbiamo comprato oggi. Che arsenale! >>.

Non sono abituata a dei complimenti così sinceri per delle cose come i miei gusti in fatti di vestiti o altro, soprattutto non dopo tutte le loro critiche.

Mi mordo agitata l’interno guancia.

Dopo che si sono riprese tirano fuori anche i nuovi acquisti  e formano delle combinazioni per i giorni successivi e  naturalmente anche per il fatidico 25 novembre.

La sola data mi mette agitazione.

Mai stata così.

Neanche alle prime dei concerti!

Poi un idea malsana e infantile mi sale alla mente, ma perché non tentare?

<< Perché non li indossate e sfilate? >> propongo a entrambe.

<< Come? >> chiedono in coro quasi.

<< Oggi ho sfilato io, ora tocca  a voi! >> e incoraggiandole gli passo i vestiti.

E ci divertiamo così, a sfilare e vestirci in tanti modi diversi, ridendo e scherzando, interpretando quello e  quell’altro attore del cinema e snobbandolo.

E tra una risata e l’altra scatto tante bellissime foto ricordo.

Poi, verso la mezzanotte abbiamo stanche rimettiamo tutto a posto ci buttiamo su di un letto e sfogliamo i miei numerosi album di foto.

Adoro farle.

E’ una mia grande passione, infatti tiro fuori nuovamente la piccola macchinetta e ci immortalo.

Poi, a un’ora imprecisata del mattino smettiamo e andiamo a letto, per qualche ora di sonno prima di andare a scuola.

“E’ stata la giornata più bella al mondo” penso, prima di addormentarmi con il sorriso sulle labbra.

 

POMERIGGIO SEGUENTE

 

Svincolo correndo a destra, poi a sinistra.

Evito miracolosamente di franare addosso ad un signore con una scatola in mano, tiro un sospiro di sollievo, per poi continuare a darmela a gambe.

Sento il telefono che mi squilla.

Controllo il mittente.

Bibi.

Una volta ci casco ma due no!

Mica sono così fessa!

Ripongo il cellulare.

<< Ahi! >> mi lamento toccandomi il sedere appena sbattuto a terra.

<< Tutto bene…Sharon?>>.

Alzo dolorante la testa per vedere contro cui mi sono scontrata.

<< Sly! >> lo chiamo per nome sorpresa.

Ricambia guardandomi perplesso, porgendomi una mano.

Non faccio in tempo a dire una sola parola che mi sento chiamare da Milly.

Mi volto e la vedo correre verso di me.

Mi rialzo in un secondo e corro via.

Mi fermo solo quando sono senza fiato, sul retro del centro commerciale.

<< Fiuuu, c’è mancato poco…>> mormoro girandomi verso il parcheggio a occhi chiusi, come a dissimulare la fatica, per poi riaprirli su uno Sly alquanto divertito.

<< Mi hai seguita? >> gli chiedo sconcertata.

No, ti prego, fa che non abbiano corrotto pure lui!

<< Affatto, mi hai trascinato per mano >> e come a dimostrare la cosa alza la sua mano nella mia.

<< E poi, io non inseguo ma mi lascio inseguire! >> e mi fa l’occhiolino.

Se posso scompaio.

Anzi, accade, sotto il rossore d’imbarazzo delle mie guance.

Alla mia reazione scoppia a ridere, mentre io cerco di ricompormi pregando di smetterla.

<< Ok, scusa ma dovevi vederti e …>> gli lancio un’occhiataccia e non finisce ciò che voleva dire e riscoppia a ridere.

Sbuffo e lasciando la sua mano faccio per andarmene, ma mi blocca girandomi verso di lui.

<< Sbaglio o stavi scappando da Milly? >> mi domanda già sapendo la risposta.

Gli piacciono le sicurezze…

Assentisco stanca.

<< Questa volta lei e Dayane mi hanno obbligato a comprarmi le scarpe >> mormoro traducendo a  voce alta un mio pensiero personale.

<< Questa volta? – mi guarda tra il dispiaciuto e il divertito – poverina…>> e allunga una mano sul mio volto imbronciato accarezzandomi una guancia.

Lo guardo sorpresa, non aspettandomi un gesto del genere.

Lo vedo avvicinarsi pericolosamente al mio viso, facendomi quasi indietreggiare.

Si piega su di me e mi sorride radioso.

<< Dato che mi hai fatto tuo complice, posso invitarti a fare merenda con me a Vlad’s Pizza, o anche in un altro posto, come preferisci tu?>>.

Ricambio il sorriso.

In effetti ho un certo languorino allo stomaco.

<< Non chiedo di meglio. Adoro la pizza >> e divertita lo spingo verso il parcheggio in una direzione a caso.

Lui tranquillo mentre lo spingo gira e ci dirigiamo verso la sua auto.

Peggio di due bambini.

Non so come faccia, ma appena lo guardo un suo sorriso mi fa tornare su l’umore.

E’ davvero particolare ma tanto simpatico.

Penso ciò mentre comportandosi da cavaliere mi apre la portiera, per poi farmi accomodare in macchina.

Poi, in breve gira l’auto e si unisce a me nell’abitacolo.

La scruto interessata, mentre fa retromarcia.

Adoro la sua auto è semplice, una  normale, non sfarzosa e lussuosa come quella di mio fratello e dei miei amici.

A me piacciono le cose semplici, vere…

<< Che gusto?>> mi chiede all’improvviso interrompendo il silenzio rotto esclusivamente dalla radio.

<< Margherita : semplice e leggera, ma gustosa come non mai >> mi perdo nei miei pensieri.

Chissà se ha Russell piace la pizza…

<< Ti facevo più complessa >> parla fermando l’auto e scendendo.

Faccio lo stesso e porgendomi il braccio lo prendo, avviandoci nel famoso locale.

Mi apre galantemente la porta, cedendomi il passo.

<< Buffone >> lo riprendo divertita.

Mi fa un esagerato inchino, togliendosi il cappellino portato a repper.

<< Cappellaiomatto al suo servizio Alice >> parla guardandomi giocoso.

Poi si rialza e ordina, come se niente fosse.

Come se tutto il locale non ci fissasse come due scemi.

Ci siamo fatti riconoscere.

Beh, meglio così!

<< Asporto >> dico al commesso che ci serve, prendendo i soldi e affiancando Sly che voleva offrire.

<< Non ti azzardare o ti mando in pasto alle due maniache di moda! >> mi minaccia sicuro di sé.

<< Ricattatore! >> lo riprendo afflitta.

<< Ricorda: un’ Alice alta come un puffo non può nulla contro di me >> e detto ciò si allunga e paga al posto mio, troppo basso il mio braccio per raggiungere perfettamente il commesso al di là della merce esposta.

Lo guardo offesa, mentre il commesso se la ride sotto i baffi e Sly esce aprendomi come prima la porta, cedendomi il passo.

Cammino pesantemente con cipiglio alterato.

<< Non fare la bambina: ti invito io e offro io >> e mi batte giocosamente il cartone dei nostri pezzi di pizza sulla mia capoccia.

In cambio gli faccio la linguaccia imbronciata.

Lui ride per andare verso la macchina, ma lo prendo per la maglia e lo trascino verso la direzione opposta.

<< Dove vuoi andare? >> mi chiede curioso.

<< Per di là se non erro c’è un parco meraviglioso >> affermo insicura, ma dopo pochi metri trovo quel che cercavo.

Questa volta sono io che lo invito a sedersi su una panchina all’ombra  di una quercia.

Così ci sediamo e ci guastiamo la nostra merenda.

Io nel mio angolo e lui stravaccato sul lato opposto con nel mezzo il cartone.

Poi quando finiamo mi alzo e lo vado a buttare, torno indietro e quando sto per rimettermi nello stesso punto di prima seduta, Sly mi prende per un braccio e mi tira verso di se, facendomi planare sulle sue toniche gambe.

Lo guardo rossa in volto e sorpresa.

La vicinanza mi rimanda l’odore del suo dopobarba.

Buonissimo…

Immergo il mio sguardo nel suo liquido e lucido.

L’ho visto solo una volta così e le conseguenze…

<< Ma non ti è venuta sete con quelle acciughe? >> chiedo stupidamente la prima cosa che mi è passata per la testa.

Tutto pur di impedire le conseguenze che non voglio.

Assolutamente.

<< Si, ne ho molta >> afferma sempre con il solito sguardo.

Non sono riuscita a distrarlo.

Il suo fiato caldo sfiora il mio volto.

Il suo profumo mi inebria i sensi.

Sento lo stomaco attorcigliarsi e i battiti del mio cuore cambiare.

Le mani mi sudano fredde e…

Sento un suo braccio posarsi sulla mia schiena e una mano sul mio mento.

Due carezze diverse ma così uguali.

Socchiudo gli occhi perplessa delle sensazioni così strane e nuove, a quei gesti così inconsueti per me.

Poi accade all’improvviso come la prima volta.

Le sue labbra toccano le mie…

Spoiler

La sua mano dietro di me sale e accarezza i miei capelli affettuosa e curata, mentre quella sul mio collo scende verso un mio fianco.

Me lo stringe leggermente e un pensiero mi fa tornare alla realtà.

Russell.

Un nome e la magia bizzarra del momento si rompe.

Il mio stomaco si scioglie e il mio cuore rallenta i battiti, e le mie mani da abbandonate in grembo prendono vita e fanno resistenza per allontanare Sly.

 

 

Angolino autrice

A breve poterò una one-shot su Sharon, che spiega meglio il rapporto con la madre, e l’affettività dei fratelli con lei, insomma, i legami, e ciò che prova da sempre.

Spero che leggerete anche quella su Russel propostavi!

^_^ Buone letture e alla prossima!!

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Capitolo 17
*** Cosa succede al mio cuore? ***


17

 

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17. Che cosa succede al mio cuore?

 

Calde, morbide dolci.

Chiudo gli occhi inconsciamente, come quando recitavo con Kaelan.

Ma ora è tutto diverso.

Nulla è forzoso, non è un obbligo.

Le sue labbra sfiorano timide le mie immobili.

Le accarezza incessantemente.

La stretta alla schiena mi obbliga ad avvicinarmi di più lateralmente contro suo busto.

La sua mano dal mento scende al collo.

Mi vengo i brividi non appena sento che me lo sfiora accarezzandolo.

Io continuo lo stesso a rimanere una statua di pietra.

Le sue labbra in risposta si fanno più audaci.

Poderose e passionali, sono gli aggettivi più giusti.

Tentano di aprire le mie labbra.

Quando lecca le mie due strisce di carne rossa, si aprono automaticamente come se avesse detto quel “apriti sesamo” di Alìbabà.

E lì senza pensare, il mio corpo risponde alla mia testa scollegata che impone “all’immobilità” un cambio di programma.

Rispondo a quel bacio, mentre la mia testa è svaporata.

La sua mano dietro di me sale e accarezza i miei capelli affettuosa e curata, mentre quella sul mio collo scende verso un mio fianco.

Me lo stringe leggermente e un pensiero mi fa tornare alla realtà.

Russell.

Un nome e la magia bizzarra del momento si rompe.

Il mio stomaco si scioglie e il mio cuore rallenta i battiti, le mie mani da abbandonate in grembo prendono vita e fanno resistenza per allontanare Sly.

Ma non ci riescono.

L’unica cosa che ottengo è un leggero morso sul labbro inferiore, che mi crea un piacevole brivido lungo la schiena, al quale rispondo con una specie di lamento, soffocato dalle sue labbra.

Alla fine si stacca, e mi guarda spiazzato, mentre io ricambio con uno che non è mio.

Uno sguardo opaco e perso in qualcosa di sconosciuto, probabilmente.

<< Perdonami…io…>> non finisce che mi accarezza il volto.

Lo guardo come se non lo vedessi, con le labbra in fiamme e un qualcosa di smanioso dentro.

<< Il 25 prossimo ti andrebbe di andare  a Reinstation? >> mi chiede di getto, serio.

A quella data e nome mi sveglio quasi dal torpore, riuscendo a squadrarlo meglio.

Penso di capire come si sentisse la povera Alice in Wonderland…

Confusa, disorientata della realtà che sembra arrivare filtrata da un velo colorato.

Alla data ricollego un volto e  quel qualcosa dentro aumenta improvvisamente.

Ingoio con la gola secca da quella sensazione vogliosa di qualcosa, che mi fa stare a disagio.

<< Sharon, tutto bene? >> mi chiede preoccupato, mentre lo guardo tra delle nebbie sconosciute di una nuova sensazione altrettanto sconosciuta.

<< Ho già un altro impegno per quel giorno – faccio una pausa non riconoscendo la mia voce, nè tanto meno il filone dei miei pensieri che ho nella testa. E’ come se fossi uno spettatore e vedessi dall’esterno tutta la scena,e  non è delle migliori – Se vuoi però domani sera si può fare. Io e i raga andiamo allo Star Bowling, mi piacerebbe che ti unissi a noi…>> lascio in sospeso la frase, mentre osservo le sue espressione.

Da deluso a sorpreso, con una luce di speranza dietro a tanta luce negli occhi.

Ingoio a vuoto mentre assentisce, e propone di riportarmi a casa.

Dice che è tardi.

Osservo vacua il cielo.

Ormai è già sera.

Mi sollevo dalle sue gambe, e mi avvio nella giusta direzione.

Lui mi affianca prendendo una mia mano nella sua, baciandone il palmo, per poi riabbassarle unite.

Mi sento così strana.

Questa non sono io.

Che mi succede?

Perché non riesco a reagire?

Perché mi sento così strana?

Prima calda e piena di energia e impulsi, ora così svuotata e debole.

Per tutto il viaggio in macchina non  faccio che imbastirmi dubbi su dubbi.

Quando arriviamo sotto casa, mi accompagna al portico.

Lo guardo ancora scombussolata.

Lui mi sorride dolce, con quella luce particolare negli occhi e si abbassa.

Mi sfiora le labbra per poi regalarmi un bacio seducente come prima, forse anche di più ma di breve durata, poi mi fa un buffetto sulla guancia e mi lascia.

Lì come una sciocca lo guardo andare via.

Come una statua priva di vita.

Entro in casa come un automa senza dare  ascolto nè a mio padre nè tanto meno a mio fratello.

E’ come se non li sentissi.

Mi dirigo in camera e mi butto sul letto stanca e priva di forze.

Il cuore che mi batte all’impazzata di nuovo mi fa da ninna nanna, mentre cerco di non pensare a quel qualcosa che mi da fastidio nello stomaco e si distribuisce come una scarica in tutto il mio corpo.

Che cosa mi sta succedendo?

Non faccio in tempo a pensare a altro che sto già dormendo, priva di forze e senso della realtà.

 

***

 

Questa mattina è ancora peggio di ieri sera.

Mi sento ancora imbambolata e strana.

Gioco come fossi una bambina con i cereali che galleggiano nel mio latte.

Due volti di due persone completamente opposte mi si stagliano davanti.

Sly, alto dalle sfumature piuttosto chiare, chiacchierone e sportivo ma anche alla mano, mentre l’altro, Russell così imponente e misterioso, ha un non so che da tenebroso e accattivante, ma soprattutto è molto più grande di me, mentre l’altro ne ha solo tre anni più di me o poco meno.

Sospiro vuota e piena allo stesso tempo, preda della confusione che mi si aggira in testa.

Mi sento scuotere e vedo che è mio fratello.

<< Ehi sorellina, tutto bene? >>  lo sento chiedermi preoccupato.

<< Alla grande >> mormoro riprendendo a mangiare.

Mi fissa probabilmente arcigno, fatto sta che mi avverte che mi porta lui a scuola.

Assentisco, per poi prendere le mie stoviglie e metterle in lavastoviglie.

Oggi non ho alcuna voglia di lavare a mano.

Da quanto sono distratta potrei combinare qualche pasticcio!

Poi prendo la cartella e filo subito verso il garage, passando di dentro, per poi salire direttamente in macchina e aspettare mio fratello.

Il viaggio è talmente breve a mio avviso, che spavento veramente Justin.

Lo vedo sporgersi verso di me e appoggiare le sue labbra sulla mia fronte.

Poco dopo si stacca e mi guarda con un espressione indecifrabile.

<< No, non hai la febbre…>> inizia, ma non lo lascio finire che lo saluto e scendo.

Raggiungo il mio gruppo di amici, e i loro saluti allegri li ricambio con un espressione vacua e uno smorto “ giorno ” da far preoccupare pure loro.
Beh si certo, tutti tranne le mie due amiche.

Noto che Sly manca.

Non so se esserne sollevata, oppure no.

Mi sento così confusa…

<< Ehi, che faccia…successo qualcosa? >> mi chiede Martin, superando Drew.

Non faccio in tempo a rispondere che mi sento sfilare la cartella dalla spalla e passarmi un braccio attorno alle spalle.

Due secondi dopo Sly è ha darmi un casto bacio sulle labbra.

Lo guardo rossa inviso, sotto il suo sguardo luminoso e di buon umore.

<< Buon giorno Sharon >> il suo saluto mi arriva alle orecchie carezzevole,e mi sento tutta sottosopra, svegliandomi finalmente almeno un po’.

Il gruppo ci osserva ammutoliti.

Poi il mio corteggiatore mi prende per mano, e con la mia cartella su di una sua spalla mi incoraggia a precedere in classe, lasciando gli altri lì impalati come statue.

Quando siamo davanti all’aula, mi da un bacio diverso da quello di prima, perché è un vero bacio.

Appena sentiamo che qualcuno alle nostre spalle si schiarisce la voce, ci stacchiamo e mi saluta, mentre io entro in classe, con il cervello pieno d’acqua e con dentro un pesciolino che si sta chiedendo solo una cosa “CHE COSA STA SUCCEDENDO?!”.

 

 

Le altre passano veloci, senza che me ne accorga  è già l’ora del pranzo e Sly è di nuovo al mio fianco. Quando stiamo per svoltare verso la mensa mi fa invece svoltare verso un altro angolo e ci ritroviamo dopo poco a varcare la porta per il cortile.

E in me che non si dica mi ritrovo addossata al muro con Sly a baciarmi, e io persa chissà dove…

Mi sento così strana, la testa svaporata.

Le sue calde e morbide labbra giocano con le mie.

Mi mordono, mi leccano le labbra.

Non posso fare a meno di lasciarlo fare, mentre lui avanza e riduce la nostra distanza a zero, addossandosi a me.

Sento il suo corpo a contatto col mio.

Anche sotto il maglione.

Sento i brividi invadermi ovunque, e tanto calore, ma anche uno strano vuoto allo stomaco.

Poi all’improvviso si stacca.

Apro gli occhi e come Sly fisso Milly e Dayane: sorpresa.

<< Sly, se continui così le finirai le labbra, e dopo come fa a lamentarsi di noi? >> Dayane rimprovera Sly, come fosse un bambino piccolo.

Io invece mi sento soffocare dall’imbarazzo.

<< Meglio, no? >> risponde divertito facendomi l’occhiolino una volta ripresosi il morettino.

Lo guardo con due occhi da pesce lesso.

Lui mi si riavvicina e mi fa una carezza trai capelli.

Lo vedo protendersi per baciarmi ancora, ma Milly si frappone tra noi due e gli da una spinta, urlandogli contro un “ e basta!”.

Lui la fissa male, non capendoci quanto me.

Poi entrambe mi prendono per un braccio e mi trascinano all’interno dell’edificio, sconvolta, sotto lo sguardo attonito dell’altro.

Mi lasciano andare solo nei bagni femminili, dopo essersi richiude la porta alle spalle.

<< Che è sta storia di tu e Sly? >> mi chiedono all’unisono sorprendendosi a vicenda.

Io in risposta scoppio a ride.

Una lunga e bassa risata che mi aiuta a sfogare, tutto ciò che mi stavo portando dal giorno precedente, per poi terminare con le lacrime agli occhi,e  le mani nei capelli.

Subito mi raggiungono  abbracciandomi.

<< Calma su, che cos’hai? >> mi chiede la bionda massaggiandomi la schiena, mentre l’altra mi passa un pezzo di carta igienica per asciugarmi gli occhi.

Mi ricompongo un minimo e inizio, e alla fine del racconto della precedente giornata non posso che concludere in un unico modo.

<< Non so che mi accada. Lo guardo e mi scombussola, mi bacia e mi fa sentire strana e…e…mi fa impazzire, non in senso positivo, cioè, mi…manda in tilt tutto il sistema del pensiero, cancella la mia razionalità, chiude il botteghino della mia testa! >> finisco alterandomi per il disagio e per molto altro.

<< Che cosa mi sta succedendo? >> le guardo smaniosa di poter tornare normale.

<< Sei confusa…molto…>> inizia Milly.

La guardo perdendomi nei suoi occhi, come a cercarvi uan risposta.

<< Ti piacciono >> .

<< Come? >> chiedo a Dayane, non avendo spero capito il senso di ciò che ha appena detto.

<< Ti piacciono entrambi  in modo diverso. Da come ne parli, sembra che Russell ti piaccia in modo particolare, come se fosse un frutto rosso e  succulento. Come il pomo di Adamo della storia biblica …>> mi spiega la bionda ipotizzando, mentre fissa il vuoto.

<< Mentre Sly è qualcosa di più in regola, simile a te, più affine in un certo senso e più abbordabile sotto tutti i sensi. Un tipo che sai prendere. E’ il frutto alternativo a quello proibito >> finisce Milly al posto dell’altra.

<< Ma chi è che sceglierai? >> mi chiede Dayane esprimendo questo suo pensiero, mentre l’altra lo pensa e basta probabilmente, vista la sua espressione.

Mi passo una mano trai capelli e inizio a fare su e giù per la stanza, scompigliandomi più volte i capelli.

<< Voi credete che mi piacciano entrambi? >> gli chiedo di sfuggita.

Non faccio caso ai loro segni di assenso con  la testa.

<< Forse è il caso che chiarisca con lui, si insomma con Sly, per dirgli che sono insicura e che non so cosa mi prenda e …>>.

<< NO! Faresti peggio! E’ quando un ragazzo ci circuisce di più, restringendo il tuo campo d’azione! Non scherziamo! >> esordisce Milly, assordendo me e l’altra nella piccola stanza.

<< Ok…e allora che fare? >> chiedo aumentando la lunghezza delle falcate.

<< Ciò che puoi fare è sbrigarti a scegliere e far sapere all’altro, magari con una dimostrazione pratica che non ti interessa..e >>.

Interrompo Dayane sorpresa, forse non avendo capito bene ciò che sta dicendo a macchinetta.

<< Tu credi che Russell sia interessato a me?! >> sbotto arrossendo.

<< Ne siamo assolutamente convinte, perché sennò venire con così tanta insistenza qua a scuola? >>.

<< Ma…>>.

<< Niente ma, è così e tu sei troppo ingenua…>> si tocca il mento, poi guarda Milly.

Le fa un cenno e prendendomi come prima andiamo a mensa.

Tranquillamente raggiungiamo il gruppo, mentre sedendomi di fianco a Sly non posso che chiudermi in ermetismo ossequioso, rotto solo ore più tardi alla lezione di francese da una vibrazione del mio cellulare, segno che un nuovo messaggio era arrivato...

 

 

Spoiler

Le fisso come se fossero formiche.

Sta nuova generazione, sveglia…e impicciona!

<< E allora? >> faccio finta di nulla.

<< Allora se hai un minimo d’interesse per la nostra amica fai del tuo meglio! Perché è piuttosto succube di Sly! >> mi illustra la morettina.

<< E da cosa lo dedurresti che mi interessa? >> replico falsamente.

Alzano allunisono un sopracciglio.

<< Ma per chi c’hai prese? >> chiede la bionda.

Queste due sono peggio delle sanguisughe.

Non si staccano finchè non ti hanno levato fino all’ultima goccia di sangue e se provi a staccarle sono anche peggio!

 

Altre opere sulla saga:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=494157&i=1 ( Finestra chiusa)

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=360293&i=1 (WHEN THE MOON WANTS TO PROTECT HIS SUN )

 

Angolino Autrice

 

 zia_addy: Grazie tesora!!! Quel tuo amico castigalo per quello che ha fatto al tuo adorato pc! Io cm minimo lo farei U.U !!!Trovati altri errori nel nuovo chappy ç_ç ??? Spero di meno, l’ho revisionato per la prima volta nel pomeriggio! Sper di essere stat più sveglia delle una di notte!!! XP, ma sempre unna pasticciona rimango!!! KISSES!!!

 

 

 kiarina95: Nuuuuu, cm te la leghi? *me fa le valige e scappa all’estero per paura di uan repicca* - No dai scherzo XP! Sono contenta che la one-shot “Finestra chiusa” ti sia piaciuta. L’avevo scritta per un challenge e mi son detta, perché non spoielare anche qui? E l’ho fatto!!! XP! A breve metterò quella di Sharon!!!KISSES!!P.s. vedrai nel prossimo capitolo cosa succederà tra Slye  Russell U.U o almeno credo…se non diventerà troppo lungo XP!!! A presto!!! BESOS!!!!!

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Capitolo 18
*** Trai due litiganti...le due amiche complottano! ***


18

 Angolino autrice: Scusate l'enorme ritardo ma il lavoro mi sta succhiando le energie e il mio stage si è allungato perchè sono un'inguaribile masochista che ama alzarsi all'alba durante le vacanze estive e sgobbare per la bellezza di 7 ore giornaliere, solo per imparare il proprio mestiere!

 Si, quindi...portate pazienza che tra una pausa pranzo e l'altra...sto scrivendo i chappy! ^_^

BUONA LETTURA!

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18. Tra i due litiganti… le due amiche complottano!

 

POV LOUREN

 

Un’altra lunga occhiata proveniente da due occhi celesti mi trafiggono la testa.

Continua a fare finta di nulla, mentre io mi rigiro nuovamente agitata sulla sedia.

Osservo l’ora.

20:30.

A momenti arriverà Sly.

Che fare?

E in che guaio mi sono cacciata?

Ingoio agitata levando di mano il bicchiere di vodka a Ruth, e ne bevo un lungo sorso ammutolendo tutta la combriccola seduta attorno a  me al tavolino.

<< Che c’è? >> chiedo con la voce alterata e di due ottave più alte in confronto alla mia normale voce.

Ruth mi fissa ancora a bocca aperta, mentre Michael, Françis e Blaster mi fissano come se fossi una cavia da laboratorio, quasi soddisfatti del loro lavoro.

Da Bibi ricevo solo l’ennesima occhiata impossibile.

Accavallo nuovamente le gambe nel verso opposto e mi stringo i bracci attorno alle spalle.

<< Toh, l’abbiamo portata sulla cattiva strada >> enuncia frivolamente  Blaster.

<< Ci puoi giurare fratello! >> ricambia Michael dando una pacca alla spalla dell’altro.

Françis pare piuttosto compiaciuto da altro.

<< Finalmente la brava bimba si diverte e sgarra! >> si aggiunge il moretto.

Come non detto.

Ruth si riprende ma fissa sconcertato il suo bicchiere.

<< Pregate che non lo venga a sapere Justin o siete morti e lei agli arresti domiciliari >> risponde il ragazzo, togliendo lo sguardo pensieroso dalla sua bevanda e finendola.

<< Come se già non lo fosse…>> si inserisce Bibi fissandomi ancora in quel modo petulante e fastidioso.

Intanto quel “ arresti domiciliari” mi rimbomba nella zucca vuota ormai da due giorni.

<< Ma si! >> dico a voce alta entusiasta alzandomi di sana pianta e guardando Ruth come la mia salvezza.

<< Sei un genio! >> gli dico andandogli incontro e abbracciandolo.

<< Piano che mi strangoli! >> replica divertito.

Poi mi sporgo verso il tavolino e prendo il telefonino corro fuori dal locale a telefonare a  mio fratello maggiore.

Uno squillo…

E’ l’unica soluzione per uscire da questo pasticcio.

Due squilli…

Devo giocare questa carta altrimenti non avrò scampo…

Tre squilli…

Se ne esco viva prometto che non guarderò più un ragazzo e mi dedicherò solo a casa, studio e lavoro! Giuro!

Quarto squillo…

<< Successo qualcosa? >> la voce di Jazz apprensiva mi risveglia da quelle considerazioni.

<< Si…cioè no…perché tu e la tua ragazza non ci raggiungete? >> gli chiedo supplicante.

Dall’altra parte sento silenzio.

<< Sicura che non sia successo nulla? >> ritenta.

Egoisticamente ritento a convincerlo ma qualcuno mi sfila il cellulare e riattacca la conversazione.

Mi volto e vedo Bibi.

<< Non guardarmi così >>.

<< In che altro modo dovrei guardarti? >> si difende l’altro.

<< In tutti i modi tranne che questo! >> gesticolo agitata sempre più.

Ha intercettato il mio unico piano di salvezza, accidenti!

Ora come me la sbrigo?

Se solo ripenso a cosa mi hanno condannato quelle due…

 

 

Una leggera vibrazione si fa sentire nella tasca del pantalone.

Aspetto che il professore si giri alla lavagna per scrivere, che lo recupero e messo nell’astuccio controllo il messaggio.

Leggo chi me lo ha mandato.

Russell.

Divento una statua per un momento per poi sentire uno starno calore al volto e una strana voglia di prendere e correre senza fermarmi, ovunque pur di non stare ferma e leggere quel messaggio.

Sono così agitata.

Ingoio il magone nell’attesa di farmi coraggio e apro il messaggio.

 

S.O.S.

Un bevitore incallito si sta chiedendo se la giocatrice di basket provetta, questa sera sarebbe disposta a salvare l’alcolizzato dalla noia e uscisse con lui. Aspetta risposta. Russell.

P.s. Promette di riportare a casa la signorina sana e sobria, e con mezzo etto in più per un frappè alla nutella di troppo.

 

 

Mi concedo altre due letture, mentre cerco di non volare sopra la classe per le ali che penso mi siano spuntate all’improvviso per salire al settimo cielo, per la felicità.

Poi un pensiero mi ferma nel rispondere e blocco il pollice, già pronto in posizione per rispondere.

 

Ho promesso a Sly di vederci assieme agli altri questa sera…

 

Che faccio?

Non riesco a dirgli di no.

E poi era stato così carino l’altro pomeriggio, per non parlare di quanto ci siamo divertiti a ridere insieme…

<< Che fai non rispondi? >> mi sussurra divertita Dayane appoggiando il volto su un mio braccio, fissandomi in volto.

<< Già, sarà perché cerca di riprendere fiato…guarda lì come è rossa…>>.

All’insinuazione di Milly mi mordo un labbro, fermando la mia voglia di risponderle difendendo i miei motivi, pur di non catturare l’attenzione di tutta la classe su di me.

Poi all’improvviso mi viene sottratto da quest’ultima il cellulare e risponde al posto mio.

Spippola sotto lo sguardo divertito di Dayane e i miei sguardi di terrore.

Io intanto cerco di riprenderlo, ma Dayane mi incastra annunciando al professore che mi offrivo come volontaria per tradurre alla lavagna il testo che stavamo esaminando.

Mi alzo rigida lanciando un’occhiata di supplica a Milly, per poi avanzare afflitta alla lavagna.

Povera me…

Quando suona la campanella penso sia solo una grazia divina, ma quando la mora mi porge il telefono sorridente lasciandomi lì imbambolata, mentre se ne esce di classe con Dayane.

Appena mi riprendo febbrile cerco il messaggio che gli ha mandato, sicuramente salvato sulla memoria e lo trovo.

 

Ciao! Mi offro volontaria a mio rischio.

Vediamoci alle 21:30 allo Star Bowling.

A presto. Un bacio, Sharon.

 

Oh mio Dio!

Che cosa a scritto?

Ma è pazza?

Questa sera ci sarà pure Sly!

Oh nonononononono! Non può essere vero!

E poi quel “Un bacio Sharon?”.

Oddio che peserà?
Che mi piaccia?

Non voglio che pensi cose sbagliate…o giuste su di me…?

Mentre cerco di non svenire esco di corsa dall’aula uscendo fuori e raggiungendo il gruppo guardando truce le due che appena mi vedono se la ridono della grossa, ignorando le domande degli altri.

 

 

Che faccio?

Ho solo altri 45 minuti!

Sono fritta.

Mi Passo una mano trai capelli agitata.

Sento una risata soffocata.

Guardo male il mio migliore amico.

<< Che ci trovi da ridere? >> gli chiedo acida come non mai.

A sentire le mie stesse parole mi sorprendo anche per il tono.

Sto cambiando, anzi, sono completamente cambiata.

Non mi riconosco più.

<< Me la rido sotto i baffi perché non ti avevo mai vista così agitata per un ragazzo, anzi due! E’ al quanto divertente! >>.

Guardo preoccupata Bibi.

<< Ehi…>> inizia avvicinandosi e abbracciandomi.

Soffoco un sospiro sulla sua camicia inverosimilmente stirata alla perfezione.

Mi stacco da lui guardandolo arcigna e indicando la sua camicia.

<< Quella camicia non l’hai stirata tu! Ammettilo! >> lo accusa divertita.

<< Affatto, da cosa lo dedurresti? >> tenta di convincermi.

Lo guardo storta, piegando leggermente la testa verso destra.

<< Ammettilo…>> ci riprovo puntellandogli il petto.

Lui incrocia le braccia divertito, alzando poi gli occhi al cielo per un breve attimo.

<< Ok, ok lo ammetto! Ho perso la scommessa con Ruth e me la sono fatta stirare dalla colf, contenta? >> ammette.

Mi metto le mani alla bocca e cerco di soffocare le risate.

<< Questa la racconto subito agli altri. Dovrai adempiere alla scommessa allora! >> me la rido prima sotto i baffi, poi non riuscendomi trattenere inizio a ridere di tutto cuore a bocca spalancata.

Era davvero da tanto che non ridevo così di gusto.

Da parte sua il rosso digrigna i denti e si sporge verso di me, ma gli sfuggo correndo all’interno dell’enorme struttura, quando inseguita dal rosso devo arrestare la mia corsa.

O meglio, l’arresto andandomi a scontrare contro Sly!

<< Cos’è la nostra unica forma di saluto? >> mi chiede divertito il tamponato, che mi saluta dandomi un bacio a fior di labbra.

Rimango ferma come una statua, mentre dietro di me all’improvviso Bibi si schiarisce la gola facendoci staccare.

Santo Bibi!

Sly alza gli occhi da me sul rosso e si scambiano un veloce saluto orale – troppo freddo per i miei gusti – per poi prendermi per mano e seguire Bibi verso i nostri tavolini.

Osservo con la testa altrove la mia mano in quella del morettino al mio fianco.

E’ così grande e calda la sua in confronto alla mia.

A questo pensiero non posso che sorridere intenerita.

Mi fa sentire strana questa cosa però mi piace.

E’ qualcosa di inconsapevolmente piacevole.

<< Oh, era ora! Pensavamo vi foste dati alla fuga assieme, tu e Peldicarota e …>> inizia Blaster ma si blocca, aggiungendosi al gruppo che sta fissando Sly in modo…impronunciabile!

Mai visti così sconvolti.

A Ruth sembra pure che la mascella gli sia caduta a terra.

<< Allora, questo è Sly un compagno di scuola si Sharon. Sly, da destra ti presento il mio gemello Michael, poi Françis, Ruth e quel deficiente lì è Blaster >> presenta con fare arcigno e dispregiativo l’ultimo da lui elencato per via di quel “Peldicarota” che non gli era mai piaciuto.

<< Piacere >> risponde educato Sly, sporgendosi a stringere la mano degli altri.

Non appena si mette a sedere mi fa sedere sulle sue gambe, facendomi sprofondare nell’imbarazzo sotto le occhiate dei miei amici.

Il silenzio viene rotto da Bibi che finge di scrutare con attenzione l’ora dal suo costoso orologio, e annunciare al gruppo che gli altri a momenti arriveranno.

<< Gli altri? >> chiede Françis.

<< Le ragazze e Russell >>.

Subito divento pietra.

Sly sembra notarlo vista l’occhiata che mi lancia.

Non posso fare nulla, solo aspettare gli eventi e resistere a quell’occhiata inquisitoria.

<< Ehilà gente! >>.

Al suono di quella voce dai toni bassi e flessuosi, alzata di qualche tono più del normale da farsi sentire da noi, mi cattura inesorabilmente.

Mi giro verso di essa e immergo lo sguardo in due pozzi d’oblio.

Russell.

 

POV RUSSELL

 

Batto ritmicamente il piede sinistro sul posto, al suono della musica ovattata che sento provenire dall’interno dell’edificio che mi staziona davanti.

Lo Star Bowling, un rinomato pub dotato si sale da bigliardo, bowling e sezione sala giochi.

Aspiro un tiro dalla mia immancabile sigaretta e mi osservo attorno.

L’esterno è composto da delle sedie  messe qua e là a gruppi nell’immenso finto giardino/parcheggio macchine.

Non c’è quasi nessuno fuori, apparte qualche sporadica coppia persa in effusioni.

Faccio un altro tiro e butto a terra il filtro, spegnendolo.

Prima ancora che possa fare un passo e entrare per rivedere quell’angelo in terra, vengo fermato da due ragazzine che mi si mettono davanti.

<< Ciao! >> mi salutano contemporaneamente.

Ricambio cercando di capire dove le ho già viste.

Mi gratto perplesso il pizzetto sperando di tutto cuore che non siano delle mie ex avventure notturne.

Non voglio che Sharon mi veda con due del genere.

Faccio per spostarmi ma due ragazzi mi si parano davanti, ma sempre dietro di loro.

<< Noi vi aspettiamo all’entrata, fate veloci >> e detto ciò i due spilungoni si avviano.

Allora mi fermo, non capendoci nulla.

Poi come un fulmine le indico.

<< Ma si, voi siete delle amiche di Sharon! >> enuncio con enfasi, facendo la figura dell’idiota.

Al solito non riesco mai a inquadrare le persone.

Accidenti!

<< Esatto! Avremmo da dirti due cosine…>> inizia la mora.

<< Riguarda Sharon >> finisce la bionda.

Mi faccio attento e incrocio le braccia nell’attesa.

<< Questa sera siamo in gruppo, non starete soli >> riprende la mora.

No! Ma come?

Beh, in effetti è piuttosto comprensibile…

Vorrà dire che ci lavorerò su.

<< E quindi? >> la incoraggio a continuare.

<< Beh, oltre al migliore amico, uno rosso che le sta sempre appiccicata di cui non devi preoccuparti e poi c’è un morettino invece che le sta appiccicato per altri ben motivi >> sottolinea.

Faccio lo gnorri.

Un minimo di orgoglio ce l’ho pure io!

E che cavolo!

Ma come fanno sapere che sono interessato alla loro amica?

E poi chi è il morettino che la punta?

Faccio schioccare la lingua in segno di diniego.

Sto perdendo tempo e  devo entrare!

Le fisso come se fossero formiche.

Sta nuova generazione, sveglia…e impicciona!

<< E allora? >> faccio finta di nulla.

<< Allora se hai un minimo d’interesse per la nostra amica fai del tuo meglio! Perché è piuttosto succube di Sly! >> mi illustra la morettina.

<< E da cosa lo dedurresti che mi interessa? >> replico falsamente.

Alzano allunisono un sopracciglio.

<< Ma per chi c’hai prese? >> chiede la mora.

Queste due sono peggio delle sanguisughe.

Non si staccano finchè non ti hanno levato fino all’ultima goccia di sangue e se provi a staccarle sono anche peggio!

Così alzo le spalle arrendevole, come a voler dire di lasciare stare, poi punto lo sguardo all’entrata.

<< Succube in che senso? >>.

Non posso farne a meno di chiedere.

<< C’è che è talmente addormentata che si lascia far fare tutto >>.

<< Prego? >> chiedo preoccupato di quel “tutto”.

Loro mi guardano male, storcendo la bocca in sincrono.

Ma che sono due orologi svizzeri o due gemelle?

<< …Ma che vai a pensare con quella faccia?! >> esordiscono scandalizzate.

Sospiro di sollievo.

Che avevo pensato!

La loro indignazione è un magnifico diniego ai miei brutti pensieri!

<< A quello che pensavate voi! >> ribatto avviandomi con loro.

Poi mi giro un attimo soffermandomi a guardarle.

<< Ma a voi cosa ne va? >>.

Nessuno aiuta mai qualcuno per niente.

Ne sono assolutamente sicuro.

<< Lo facciamo per lei, perché è la cosa migliore >>.

Guardo intensamente la morettina che ha parlato.

Qui gatta ci cova!

O ha detto una bugia o una mezza verità, non che la cosa mi interessi, però meglio sempre saperne qualcosa di più.

Beh, poco male ora ho cose più importanti da fare.

Mi sistemo il colletto della camicia sbottonata e con dietro i due orologi svizzeri mi avvio dalla mia biondina.

Non so come ma ovunque potevo guardare e andare, ma i miei piedi e gli occhi sembrano manovrati da altrui persone e seguono un azione loro, indipendente da me.

E la vedo.

Bellissima racchiusa in quel completino rosso fuoco, con quello sguardo da cucciolo smarrito.

Unica pecca è che è seduta su un ragazzone che non mi piace per niente.

Storcio per un attimo la bocca, e con il migliore dei miei sorrisi do inizio alle danze.

<< Ehilà gente! >> saluto il gruppo, incatenando già il mio sguardo in quello attento e sorpreso di lei.

Sarà divertente dare una bella lezione a quel moccioso…

 

 ANGOLINO RECENSIONI:

 

Moon Hunter: Tesora mia! Ciao! Ben tornata ! Non leggere tutto di seguito che dopo mi ci vedi doppio! XP! Spero che il capitolo con il rientro di Russell…ti abbia come dire…fatto felice in parte, perché sarà nel prossimo in cui Sly BEEEEEEEEEEEEEP e Russell BEEEEEEEEEEEEEEEP! Attenta agli aggiornamenti ^_^! UN mega abbraccio!!! BESOS!!!!

 

Kiarina95: Tesora…quando ho scritto dei ripensamenti di Shaz…che dire mi son  venuti così…sperò di non averti mandato la pressione troppo in basso!Mannaggia! Spero col prossimo chappy di risolvertela!Ci mancherebbe altro tu svenuta per un soliloquio pasticcione! ^_^ Approposito di battaglie…prepara lo striscione!!!!!! Alla prossima! Un mega abbraccio anche a te! BESOS!!!

 

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