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di effy_14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non mi stancherò ***
Capitolo 2: *** Non stancarti mai ***



Capitolo 1
*** Non mi stancherò ***


Ciao a tutti!! =)
Eccomi con una cosina da nulla che mi è venuta in mente guardando le repliche serali dei vecchi episodi. Siamo poco prima dello scontro finale del Devil Back Fight tra Foxi e Luffy. Ci sono due o tre scene dove Zoro e Nami sono soli e la mia mente contorta ha creato questo.
Ma, non contenta, ho deciso che i sarà un altro capitolo che è una specie di “continuo”.
Beh, buona lettura e grazie a tutti anche solo per aver dato una sbirciata!
Buona settimana
 
Effy
 
 
 
 
Stanca, ecco come si sentiva: eccessivamente stanca. Non sicuramente per i giochi ai quali aveva dovuto partecipare in quello che si era rivelato un pomeriggio anche troppo movimentato.
Avevano perso anche Chopper e ora era tutto nelle mani del loro pazzo capitano. Sbuffò sconsolata vedendo Rufy andare via con Usupp, potevano solo aspettare.
Intravide da lontano la zazzera verde di Zoro e si avviò nella sua direzione. Voleva chiedergli come si sentiva e se aveva bisogno di qualcosa per le ferite riportate nei vari giochi, anche se al vederlo sembrava sprizzare di salute.
Stava per aprire bocca e farsi notare dal compagno quando, spostandosi di lato, si accorse che non era solo come pensava. Quella ragazza dal naso a punta e gli stani capelli color verde petrolio, Polluce doveva essere il suo nome, gli stava parlando con un super sorriso sulle labbra.
Assottigliò lo sguardo stranamente nervosa, cosa voleva quella?! Si sporse ulteriormente verso di loro senza però farsi notare, allungando il più possibile l’udito.
-Non sarebbe male stare nella stessa ciurma sai?!?Non sei così male. –
Cosa aveva appena sentito?! E ancora non aveva finito. La vide alzare un braccio per andare ad accarezzarle il petto con fare lascivo mentre sussurrava quello che voleva essere un saluto sensuale. Rimase impietrita, esternamente, mentre dentro di lei la rabbia montava. Ma come si permetteva quella, quella quella..spostò lo sguardo sul verde e il flusso dei suoi pensieri si bloccò di colpo. Lui la stava guardando andare via. Per la precisione le stava guardando il corpo.
Si sentì sprofondare. Non lo aveva mai visto guardare nessuna così o almeno non aveva mai sentito quello sguardo su di lei. Stava per cadere in uno stato di tristezza quando lui la vide. Si riprese il più velocemente possibile e tornò ad essere arrabbiata. Non appena fu abbastanza vicina lui le chiese perché fosse così nervosa ma lei spostò la conversazione su ciò che stava accadendo per colpa del gioco.
Stava per provare a chiedergli, cercando di essere il più vaga possibile, informazioni riguardo alla ragazza quando il cuoco li raggiunse.
-Mia crostatinaaaaaaa…cosa ne dici di avviarci agli spalti. Io e te, seduti vicini vicini.-
Stava per avvicinarsi lascivo alla ragazza con la chiara intenzione di abbracciarla, quando l’impugnatura di una Katana bianca gli si spiaccicò in faccia.
–Ops! Non ti ho visto!-
-Ma se lo hai fatto apposta!!!Razza di alga ammuffit…och!- la rossa aveva bloccato la parlantina del biondo con una mano sulla faccia. –Non provate a cominciare voi due!!-
Guardò male entrambi, soprattutto il cuoco. Doveva trovare il modo di cacciarlo per poter riprendere il discorso con Zoro.
-Sanji-kun caro, mi è venuta fame. – Oh mio bel bocciolo di rosaaa non dire altro ci penserà il tuo Mr. Prince!!!!- Lo guardarono allibiti volteggiare in un turbinio di cuori verso le bancarelle istallate appositamente per il combattimento. Una volta ripresi si avviarono verso gli spalti senza più dire nulla.
 
Erano seduti li già da un po’ senza parlare, ma qualcosa non gli tornava. Ok, lui forze non era un esperto di donne. Senza forse: non lo era. Ma al terzo sbuffo che usciva dalla bocca della navigatrice lo capiva anche lui che qualcosa non andava.
-Che hai?- Diretto, quasi scocciato, sicuramente senza tanti fronzoli.
-Niente- Oh si certo! E lui non aveva i capelli verdi.
Fortunatamente bastò un suo sguardo per farla continuare.
-Beh sono preoccupata! Se Luffy perde saremo costretti ad unirci a tutta questa gente e se permetti a me l’idea non mi alletta per niente.- La vide girarsi verso di lui ed assottigliare gli facendogli quasi venire i brividi.
-Per te invece?- Aveva sbuffato per mezz’ora prima che si decidesse di degnarla di uno sguardo, non avrebbe perso l’occasione per indagare.
Lo vide guardarla confuso e si ricordò con chi aveva a che fare. –Intendevo: a te piace l’idea di unirci alla ciurma di Foxi?- Il ragazzo tornò alla sua espressione tipica e senza nemmeno guardarla rispose un semplice –Se sarà lo accetteremo.-
Rimase a fissarlo come un ebete per qualche minuto, allora lui era felice di andare con quella?!? Un moto di rabbia la colse dall’interno facendola girare stizzita dalla parte opposta a quella del compagno. Non avrebbe voluto più parlare, ma la sua lingua fu più veloce di lei.
-Oh ma certo! Tanto per te è meglio no?!? Hai molta più scelta che stando solo con noi!-
Si pentì un secondo dopo che ebbe finito di parlare, pensando di essersi esposta troppo. Ma, come al solito, non ricordava le scarse abilità intuitive dello spadaccino, che ovviamente del suo discorso non aveva capito nulla e la risposta che le arrivò ne fu la prova.
-Ma che vai blaterando?!?Nessuna di queste mezze calzette sarebbe un degno compagno di allenamento per me!- Lo sentì affermare spavaldo –E poi io ho fiducia nel nostro capitano!-
-Grrr…ma che hai capito testa di cavolo ammuffito!!Io intendevo per le donne! Cos’è ti sei stancato guardare sempre le solite due?-
Si morse la lingua immediatamente. Ma come gli era uscita? Abbassò immediatamente gli occhi ai suoi sandali, ma sentiva chiaramente lo sguardo del verde su di lei. Passarono alcuno secondi che a lei sembrarono un eternità prima che lui facesse qualcosa.
Una risatina divertita ma leggera le arrivò alle orecchie facendole inchiodare gli occhi sul volto del compagno. Rideva di lei? Ma come si permett…
-Sei una stupida!- Si girò verso di lei facendole perdere un battito per il sorrisetto che gli si era formato sul volto – Punto uno: io non guardo Robin, non mi interessa. – Lo vide allungare una gamba e voltarsi in avanti – Punto due: non credo che mi stancherò del mio “solito” tanto facilmente. –
Non ebbe il tempo di metabolizzare la frase appena detta dallo spadaccino che, davanti ai suoi occhi, vide spiaccicarsi a terra il povero cuoco. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma si ritrovò in uno stato confusionale.
Lo aveva appena sentito dire che la compagna non gli interessava, cosa che già sapeva, ma sentirselo dire era tutto un’altra cosa. Ma, cosa più importante, le aveva confessato di guardarla e che non si sarebbe stancato di farlo.
Divenne rossa all’istante alla realizzazione di quel pensiero, sentendosi anche un po’ stupida per non essersi mai accorta di nulla. Giro il viso verso i compagni che litigavano e subito il suo sguardo perso fu catturato da due pozzi neri.
Sorriso spavaldo e occhi fissi su di lei gli scappò un occhiolino. Nemmeno lui seppe mai il perché, ma era felice di essersi esposto per una volta e a giudicare dal meraviglioso sorriso che lei gli stava donando la felicità era reciproca.
Di li a poco avrebbero avuto un’altra conversazione del genere, ma stavolta sarebbe toccato a lui ricredersi.

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Capitolo 2
*** Non stancarti mai ***


Ciao a tutti!!!
Eccomi con il secondo capitolo che sarà anche l'ultimo.
 
In questo caso siamo dopo il secondo incontro, avvenuto solo nell'anime e non nel manga, con la ciurma di Foxie.
 
Spero vi possa piacere e ringrazio tutti quelli che hanno letto anche il primo!
 
Buona giornata e buona settimana a tutti 
 


 
Effy

 
 
 
 
 
Non importava quanto si concentrasse a contare, dopo poco la sua mente lo abbandonava per tornare a quei pensieri che il suo orgoglio reputava invece inutili e dannosi. La voce del cuoco non voleva saperne di uscire dalla sua testa. Non che gli fosse mai importato veramente ciò che uscisse da quella bocca fumosa, ma se si trattava di lei allora le sue orecchie saltavano subito sull’attenti. Punto primo perché lui non si doveva permettere di dire nulla di sconveniente su di lei, punto secondo perché spesso gli palesavano cose che i suoi occhi non notavano. Come in quel momento.
Durante il loro secondo scontro con la ciurma di Foxie erano stati ben due gli episodi che lo avevano visto richiamare dal biondo.
“Brutto buzzurro, ti sembra il modo di trattare una fanciulla? Sbatterla per terra!”
Certo in sua difesa lui poteva affermare che lo aveva fatto per salvarla, ma, pensandoci bene, non era stato proprio delicato.
Fece cadere i pesi a terra con un tonfo nello stesso momento in cui dalle sue labbra uscì uno sbuffo nervoso. Lui non era un “damerino”, un gentil’uomo o un “Mr. Price”, lui le salva la pelle, punto! Non stava a guardare il come.
Un altro sospiro, ma questa volta quasi sconsolato, si sparse per la stiva della nave. Certo forse avrebbe potuto cercare di dosare la forza in base a chi stava salvando.
Una serie di immagini gli tornarono alla mente come un lampo: i mostri nell’Isola del Cielo, Mister One ad Alabasta.
Tornò eretto con la schiena e un sorrisino si fece largo sulle sue labbra. Quella volta nel deserto era stato gentile, l’aveva portata a spalle per tutto il paese.
Certo, aveva brontolato parecchio prima di assecondare la sua richiesta e aveva continuato anche dopo, ma era comprensibile visto come lei si era presa gioco di lui.
Un moto di rabbia lo pervase, il suo orgogli gi stava comunicando di smetterla di pensare a certe sciocchezze e concentrarsi sugli allenamenti. Lo avrebbe anche fatto se, dopo pochi secondi sa quel pensiero, la fonte dei suoi “problemi” non fosse entrata come se nulla fosse nella stiva.
-Ah finalmente ti ho trovato buzzurro!-
-Cosa vuoi ora?- Era stato brusco e nemmeno lui se ne spiegava il motivo. Cercò di ricomporsi e guardando la rossa negli occhi, che già erano mezzi assottigliati e pronti a fulminarlo, cercò di rimediare –Mi sto allenando, sai che non voglio essere disturbato. –
La ragazza sbatté gli occhi stupita, stava cercando, in modo contorto e solo suo, di scusarsi? Lo guardò con attenzione e vide che sul suo viso qualcosa non andava, sembrava pensieroso, e soprattutto frettoloso di “continuare i suoi allenamenti”.
-Volevo solo avvisarti che siamo arrivati su una piccola isola e gli altri stanno per scendere– si girò per uscire – tutto qui! Torna pure ai tuoi allenamenti. –
Stava per andarsene, capendo il fastidio che provocava al compagno, quando la sua voce la fermò. –E tu?- Si girò di scatto con una faccia confusa.
-Hai detto, gli altri stanno scendendo, tu non scendi?- La vide sorridere quasi impercettibilmente mentre, aprendo la porta e andandosene gli diceva un semplice –No, io se mi vuoi sono nel mio ufficio –
Restò immobile a fissare la porta per quasi un minuto buono, cosa era quel tono? E quel sorrisino? E, per la miseria, lo aveva visto solo lui il movimento lascivo dei suoi fianchi nel salire le scale?
Si sentì avvampare in un attimo. Cercò di calmarsi, ma inutilmente. L’aveva guardata spesso, ma quei movimenti non li aveva mai notati, in un secondo il suo cervello fece tutti i collegamenti del caso.
Lo aveva fatto apposta! Quella mocciosa! Ma certo, durante il primo incontro con Foxie lui le aveva confessato di guardarla e ora lei, giustamente, si faceva guardare.
Beh, la cosa non gli dispiaceva per nulla, se voleva dire poter godere in esclusiva delle sue movenze femminili.
Un'altra scarica di sensi di colpa lo investì nell’esatto momenti in cui finì di formulare quel pensiero. Lei era una donna, all’apparenza poteva sembrare combattiva e forte, ma nel corpo era fragile. E lui non l’aveva trattato per nulla bene quel corpo.
Mollò a terra i pesi e andò convinto verso la porta, doveva scoprire se per lei era un problema. Non si era mai lamentata direttamente, ma forse con altri si, magari proprio con il cuoco. Doveva sapere e, se fosse stato un problema, trovare una soluzione.
Senza che se ne rendesse davvero conto era già nell’ufficio di Nami, con la stessa che, alzata la testa dalla cartina che stava disegnando, ora lo guardava confusa da sopra gli occhiali.
Dopo una manciata di secondi di totale silenzio la ragazza si mosse, togliendo gli occhiali e alzandosi dalla scrivania. –Ti serve qualcosa Zoro?-
A quella voce il verde quasi sobbalzò. Era partito a razzo, senza pensare a cosa dire, ma soprattutto, senza pensare al fatto che il suo orgoglio gli avrebbe proibito qualsiasi “dichiarazione aperta”. Non avrebbe sicuramente potuto esordire con: ”Beh ero preoccupato perché quando ti salvo non lo faccio in modo educato”.
La vide avvicinarsi ulteriormente chiedendo spiegazioni e l’unica cosa che gli venne da dire fu: -Come va il polso?-
La navigatrice fermò la sua camminata verso il compagno totalmente spiazzata da quell’affermazione. Il suo polso? Cosa avrebbe dovuto avere il suo polso?
-Ho visto che lo massaggiavi dopo che ti ho spostato da quell’ascia sulla nave di quello stupido volpone. –
Abbassò immediatamente lo sguardo da quegli occhi cioccolato che lo scrutavano curiosi. Forse aveva detto troppo, forse ora lo avrebbe rimproverato, forse era meglio tornare ad allenarsi e piantarla con certe cose. Non aveva ricevuto ancora nessuna risposta dalla ragazza che, anche se non poteva vedere, sapeva essere lì di fronte intenta a cercare di capire che cavolo stesse dicendo.
-Non importa, torno nella stiv..-
-Meglio un polso dolorante che un ascia in testa!-
La voce della ragazza arrivò a bloccare la sua frase. Alzò lo sguardo e se la ritrovò molto più vicina di quanto ricordasse e con un sorriso solare sul viso.
-O meglio un piccolo livido sul sedere che essere mangiata da un mostro marino- parlava lenta e avvicinandosi sempre di più – o ancora, meglio una spalla schiacciata a terra che un taglio netto sulla schiena-
Il sorriso dolce sulle labbra carnose e quella strana luce negli occhi gli fecero perdere un battito.
-Insomma preferisco mille volte essere salvata in modo magari “poco delicato”, che essere affettata o mangiata. –
Si sentì avvampare per la vicinanza dei loro visi, ma allo stesso tempo uno strano senso di sollievo s’impadronì di lui. Lei aveva capito e gli aveva appena assicurato che gli piaceva essere salvata da lui.
Il senso di sicurezza e spavalderia s’impadronì di lui facendogli gonfiare in petto e assumere nuovamente da sua posa orgogliosa.
Una piccola mano però arrivò a schiaffeggiarlo sulla nuca facendogli perdere la sua posa di vero uomo.
-Quindi piantala di farti mille paranoie e continua a salvarmi!-
Stava per urlarle dietro che lui non si faceva nessuna paranoia quando lei gli diede le spalle per tornare alla scrivania continuando a parlare – E poi se volessi essere salvata dal principe non cercherei di stare sempre vicino al buzzurro di corte!- Un sorrisetto malizioso ed un occhiolino –Ora fuori che devo lavorare!-
Si sarebbe dovuto arrabbiare per quella presa in giro, ma non ci riuscì concentrandosi solamente sul significato della frase detta.
Non ci fu bisogno di altro per lui, che senza dire una parola, uscì chiudendosi la porta alle spalle. Ora si sarebbe potuto allenare tranquillo nella stiva. Oppure no.
Si sedette con un tonfo sul ponte iniziando la fase di meditazione. Sarebbe rimasto lì fuori fino al ritorno degli altri, nel caso la sua principessa avesse avuto bisogno di lui.
 
 

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