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Kara atterrò sul balcone ed entrò
nell’appartamento, Lena stava cucinando e le lanciò un sorriso.
“Dove sono?” Le chiese la kryptoniana avvicinandosi per darle un bacio.
“Lianne è
nella sua stanza, Lily sul tetto…”
“Oh…” Saperle separate era un
evidente indice di malessere.
“Già.” Lena fece una piccola smorfia.
“Credo sia bene che tu e Lily parliate un poco.”
“Sapevamo che poteva succedere.”
Mormorò Kara alzando gli occhi verso il soffitto e osservando la figlia con i
raggi-X.
“Noi lo sapevamo, ma loro non ci
hanno mai davvero pensato. Sono ancora piccole… speravo che, se li avessero
avuti, si sarebbero mostrati più avanti e in tutte e due.” Confessò Lena con un
tono leggermente preoccupato.
“Loro sono diverse da Kal o da me, non possiamo basarci su ciò che sappiamo…” Le
ricordò Kara, poi strinse la moglie in un dolce abbraccio e le sorrise. “Vado a
parlarle.”
Raggiunse la scala e salì fin sul
tetto. Lì una piccola figura seduta sul dondolo faceva oscillare i piedi.
“Ciao, ma’.” Salutò nel vederla.
“Ciao Lily.” Le rispose Kara, poi si
sedette accanto a lei, spostando appena il mantello in un gesto spontaneo e
osservando per qualche istante il panorama: National City brillava nel tramonto
ricordandole Krypton. Il ricordo le fece un po’ male, come ogni volta, ma quel
dolore era ormai lontano, non avrebbe mai dimenticato la sua patria, ma ora non
provava più quella sorda nostalgia, quello che aveva trovato sulla Terra aveva
riempito completamente il suo cuore.
“Mamma mi ha detto che è successa una
cosa, oggi, mentre eravate da Alex…” Iniziò, voltandosi verso la bambina che
annuì piano. Aveva tre anni, i boccoli castani incorniciavano un viso delicato
nel quale brillavano due occhi verdi, molto simili a quelli di Astra e di Alura.
La bambina si strinse un po’ contro
di lei che la accolse contro il fianco avvolgendola con un braccio.
“Sai, non devi avere paura…”
“Non voglio avere i poteri se non li
ha anche Lianne!” Scoppiò lei, mentre dei grossi
lacrimoni iniziavano a scendere lungo il suo viso. Kara la strinse un poco di
più contro di sé, baciandola tra i capelli.
“Lo so, pulcino.” La cullò qualche
istante, poi la scostò un poco e cercò i suoi occhi. “Ricordi quella volta in
cui siete andate allo zoo e vi siete perse, perché Mon-El
si era distratto.” Kara fece una smorfia, ricordando l’evento. “Tu ti sei
ricordata dov’era la guardia e Lianne si è ricordata
il cognome di mamma.” Rabbrividì ricordando il panico che le aveva attraversate
quando Mon-El le aveva chiamate mezzo sconvolto per
dire loro che non trovava più Lily e Lianne. Perché
mai avevano lasciato le loro bambine a quell’inaffidabile daxamite?
Anche se doveva ammettere che vedere la faccia della guardia in attesa di una Luthor che venisse a riprendersi le figlie era stata impareggiabile.
Quasi quanto l’orgoglio che aveva visto brillare negli occhi delle sue due
bambine per essere riuscite a tirarsi fuori da una situazione problematica.
“Sì, ma’, mi ricordo.” Kara ritornò
alla loro conversazione segnandosi mentalmente di colpire Mon-El
più forte la prossima volta che si sarebbero allenati assieme.
Lily la guardava con attenzione,
mentre con la mano giocava inconsapevolmente con il suo bracciale matrimoniale
ora nascosto sotto il costume da Supergirl. Acciaio kryptoniano con venature di oro rosso, bianco e giallo:
lei, rafforzata e impreziosita da amore, famiglia e amicizia, ciò che aveva
trovato sulla Terra. Un dono di Lena che lo aveva disegnato e forgiato con le
sue stesse mani.
“Tu e Lianne
siete diverse. Se vi foste entrambe ricordate dov’era la guardia, ma non aveste
saputo dare nessun nome, sarebbe stato un guaio, e se aveste entrambe ricordato
il nome, ma senza sapere a chi dirlo di nuovo un guaio. Capisci Lily?” La
piccola annuì, gli occhi verdi fissi su di lei. Quando la guardava così le
ricordava Lena, vi era profonda intelligenza nei suoi brillanti occhi, come in
quelli di sua madre. Sorrise e le sfiorò il naso con un dito. “Forse tu avrai i
poteri e lei no, ma non ti devi preoccupare per questo, perché sarete sempre lì
una per l’altra, siete sorelle.” La piccola sembrava concentrata e Kara lasciò
che digerisse le sue parole.
“Come tu e zia Alex?” Chiese poi e
Kara sorrise, avrebbe dovuto pensare lei all’ovvio riferimento.
“Sì, pulcino.” Lily annuì. Rimase di
nuovo in silenzio e Kara capì che aveva un altro pensiero in testa, forse la
vera ragione delle sue preoccupazioni. Pensò di chiedere, poi, consapevole che
Lily non era Lianne e aveva bisogno di prendersi i
suoi tempi attese.
“Però…” Iniziò la bambina fissandola
con occhi grandi. “Mamma ha detto che non devo per forza dare la caccia ai
cattivi…” Kara sorrise, eccolo qua il problema, Lily era esuberante e dolce,
fragile e gentile, era comprensibile che, a tre anni, pesare di affrontare un
mondo pieno di cattivi senza Lianne al fianco la
spaventasse.
“Mamma ha sempre ragione, lo sai. Non
devi decidere ora cosa vorrai fare da grande, hai tanti anni davanti per
pensare e se non ti andrà di combattere i cattivi non importa, saprai fare dei
tuoi doni lo stesso un ottimo uso.” Erano parole difficili, ma Lily la ascoltò
attentamente. Kara sapeva che se Lena le aveva già parlato allora era probabile
che la bambina avesse solo bisogno di sentire che lei non era arrabbiata e che
l’avrebbe supportata qualsiasi fosse stata la sua scelta.
Lily sorrise poi saltò giù dal
dondolo.
“Devo dirlo a Lianne.”
Affermò e scappò scendendo in fretta le scale, urlando il nome della sorella.
Kara rimase ferma ad osservare la città, fino a quando non sentì la mani di
Lena appoggiarsi alla sua spalla, allora alzò lo sguardo e sorrise.
“Non deve dare la caccia ai cattivi?”
Chiese, inarcando un sopracciglio.
“Ci penserà Lianne
a trovare mille modi per usare i poteri della sorella, non c’è bisogno che
pensi anche a dover imitare te. C’è tempo perché decida la sua strada.” Il tono
di Lena era tra l’esasperato e il divertito, ma l’ultima frase la disse con
serietà e un briciolo di preoccupazione. Kara la attirò a sé facendo sì che si
sedesse sulle sue gambe. “Non vorrai che la cena bruci, vero?” Le chiese Lena
gli occhi che brillavano di nuovo di quella divertita ironia che non l’aveva
abbandonata negli anni.
“Non sia mai!” Le rispose con falso
tono allarmato, mentre le sue labbra sorridevano avvicinandosi a quelle della
moglie. Si baciarono dolcemente, godendo di quel piccolo momento di pace.
“Mamma!” Urlò una voce dal basso.
“Ma’, venite a vedere cosa riesce a fare Lily!”
“Lo sapevo… Lianne,
tre anni, un futuro come motivatrice. Sono sicura che
Lily imparerà a volare meglio di te prima ancora che a scrivere in corsivo se
le lasciamo sole troppo a lungo.”
“Mi hai detto che da Alex ha levitato
senza volerlo per poter guardare nella culla del piccolo, giusto?” Lena annuì,
mentre si appoggiava a lei, pensierosa.
“Mi ha chiamato Maggie, sai com’è
lei, non ha fatto tanti giri di parole: ‘Lily sa volare. A quanto pare ha preso
da Kara qualcosa di più che i boccoli e un’innata passione per i sorrisoni e il buon umore.’” Kara scosse la testa
divertita, riusciva a immaginare Maggie che scodellava l’informazione come se
nulla fosse.
“Dopo cena dovremmo fare il discorso
sui segreti…” Aggiunse Lena.
“Sanno mantenere un segreto, non
hanno ancora detto ai loro amichetti a scuola che la loro mamma è bellissima,
fortissima, intelligentissima e…”
“Kara, lo sanno tutti che sono una Luthor, non è un segreto.” La interruppe ironica Lena e
Kara si morse il labbro ridendo.
“Volevo dire: bellissima, fortissima,
intelligentissima e Super.”
“Oh… volevi dire questo?” Lena rise e
Kara ne ammirò la bellezza, sembrava che fosse più bella ogni anno che passava.
La baciò chiedendosi se succedesse a tutti di innamorarsi ancora e ancora e
ancora della stessa donna, come succedeva a lei.
“Ma’? Mamma?” La vocina questa volta
era più vicina. Kara si separò dalle labbra di Lena e si voltò a guardare Lianne che le fissava dalla scale. Assomigliava alla
sorella, ma aveva i capelli più chiari e i suoi occhi azzurri. “Si stanno
baciando! Ancora.” Riferì con tono infastidito alla sorella che aspettava in
basso.
“Non riuscirò a rimanere così ancora
tanto!” Urlò Lily.
“Ancora a lungo.” La corresse Lena,
alzando un po’ la voce affinché la piccola la sentisse.
“Resisti!” La incitò, invece Lianne, poi si voltò verso di loro. “Venite a vedere.”
Ordinò con tono eccitato e Lena si alzò dalla comoda posizione sulle sue gambe
per seguire Lianne, scomparsa di nuovo in casa. Kara
la imitò e raggiunse la sua famiglia, un sorriso sulle labbra.
Note: Tutti questi spoiler, queste foto promozionali,
queste indiscrezioni sull’episodio 2x18 e i seguenti mi stanno stressando sul
futuro di Lena e sugli sviluppi del suo rapporto con Kara, quindi ho deciso di
scrivere un po’ di piccolissimi flash sulla vita da mamme di Kara e Lena seguendo
la mia personale linea temporale seguito di “Essere il suo punto debole”.
Questa è la prima, se vi piacerà ne pubblicherò altre (per
ora ne ho altre tre oltre a questa), altrimenti le terrò come mio personale “scaccia
stress” e nessun rancore! So che sono davvero delle piccole slice
of life senza veri contenuti. ;-)
Fatemi sapere se Lily e Lianne
vi hanno conquistato il cuore.
Winn si mise le mani tra i capelli al limite della
disperazione.
“Cosa facciamo?” Chiese a James che guardava
l’ennesimo infruttuoso tentativo di Mon-El.
“Non lo so!” Ammise l’uomo, preoccupato.
Mon-El si alzò e raggiunse i due uomini.
“Non so cosa fare… se non funziona neppure la
mia faccia buffa…”
“Era andato tutti così bene!” Esclamò
esasperato, Winn. “Se Kara sintonizza il suo
super-udito sulle figlie arriva qua in un baleno e poi chi la sente?” Affermò
sempre più teso.
Kara e Lena gli avevano chiesto se poteva
occuparsi di Lily e Lianne quel giorno:
l’anniversario del loro matrimonio; e lui aveva accettato. Amava le due piccole
e adorava portarle in giro.
Il pomeriggio era stato dei migliori, Lily e Lianne si erano divertite come pazze al parco acquatico,
avevano mangiato una quantità enorme di gelato, non avevano fatto capricci o
disobbedito, un pomeriggio perfetto che avrebbe dovuto essere seguito da una
serata tranquilla a casa di Winn, con James e Mon-El come ospiti, tutti assieme avrebbero guardato un
classico Disney e poi le piccole sarebbero andate a nanna.
Lena, nel consegnarle le bambine era stata
molto chiara con lui: niente zuccheri dopo le cinque, assolutamente niente TV
se non un cartone dopo cena e a letto alle nove. Aveva baciato Lianne e Lily, poi si era alzata e lo aveva guardato per un
lungo istante prima di chiedergli se era sicuro di farcela.
“E se arriva Lena invece che Kara?” Chiese Mon-El, improvvisamente pallido. Aveva sempre conservato
una certa paura della potente Luthor.
James scosse la testa e si voltò verso le
bambine che, sedute sul divano, piangevano disperate.
“Dobbiamo decidere: abbiamo più paura di
interrompere la serata di Kara e Lena o di farci scoprire incapaci di calmare
le loro bambine?” I tre uomini rifletterono un istante, in silenzio.
“E se chiamassimo Alex?” Propose Mon-El. “Lei sa come prenderle.”
“Stai scherzando? Ci divora vivi se il
telefono sveglia Mark!” Proruppe Winn e James annuì
decisamente concorde con il giovane.
“Va bene, allora non ci rimane che cedere.” Si
voltò verso le due piccole che alzarono gli occhi in contemporanea fissando i
tre baby sitter.
“Volete tornare a casa?” Chiese Winn ed ebbe in cambio due decisi cenni di assenso. “Su,
allora, mettete le scarpe, andiamo dalle mamme.” Le lacrime smisero di scendere
dagli occhioni delle due piccole, che obbedirono immediatamente.
Venti minuti dopo erano sotto il grande
edificio della L-Corp. Winn fece una smorfia
preoccupata.
Kara e Lena non avevano molto tempo libero e
ricavare un intero pomeriggio e una serata solo per loro due non doveva essere
stato facile…
Il portiere fece loro un gran sorriso nel
vederli arrivare e chiamò l’ascensore.
“Bentornate a casa, missesLuthor.” Disse, accorciando il cognome.
“Danvers!” Lo
redarguì Lianne con un sorriso e l’uomo fece una
faccia divertita prima di piegarsi in un inchino e riprovare.
“Bentornate a casa, missesLuthor-Danvers!” Le due bambine risero e l’uomo fece
loro l’occhiolino.
“Ciao, Ben!” Dissero in coro agitando la mano.
“Si dimentica sempre.” Spiegò poi Lily. Winn annuì, aveva assistito a quella scena quello stesso
pomeriggio, quando era andato a prendere le bambine, il portiere quella volta
aveva, sbadatamente, dimenticato la parte Luthor del
loro cognome per la somma ilarità delle due bambine.
Salirono i piani fino ad arrivare al penultimo
lì cambiarono ascensore. Winn guardò i due amici e
prese un profondo respiro, pronto a suonare all’interfono e a disturbare la
serata di Kara e Lena.
Mentre era distratto, però, Lily si alzò in
volo e premette la mano sullo schermo che si illuminò di verde identificando la
sua impronta e approvandola.
“No, no, no…” Iniziò Winn,
ma era troppo tardi, le porte si chiusero dietro di loro e l’ascensore li portò
in alto, aprendosi sull’enorme appartamento in cui viveva la famiglia Luthor-Danvers.
“Oh… ti prego fa che non stiano festeggiando
in quel modo!” Mugugnò mentre le due bambine si precipitavano avanti. Mon-El lo guardò interrogativo, come sempre un po’ più lento
nel cogliere le cose.
“Pensavano di poter passare la serata da sole…
è il loro anniversario… hanno due bambine piccole che, probabilmente, irrompono
nella loro stanza ad ogni ora del giorno e della notte…” Cercò di fargli capire
James il tono basso e sul viso di Mon-El si disegnò
la comprensione.
Passate davanti al divano, però, le due
bambine si fermarono di netto. Winn, bloccato
nell’ascensore dal timore allungò il collo, ma poteva vedere solo le bambine e
non quello che guardavano.
“Vedete qualcosa?” Mormorò Winn,
James, decisamente più alto di lui si allungò e sul volto gli apparve un ampio
sorriso.
“Direi che Kara e Lena avevano piani diversi
da quelli che pensavamo noi…” Bisbigliò. Poi si fece avanti, con passo felpato.
Winn e Mon-El lo seguirono
e si ritrovarono ad osservare le due donne accoccolate sul divano. Per terra vi
era un gioco di società, due bicchieri vuoti che avevano contenuto del vino
rosso, un cartone per una pizza gigante, vuoto, e delle confezioni di cibo
cinese, altrettanto vuote.
Lianne e Lily fissavano il disordine con occhi
sgranati.
“Mamma non ci lascia mai ordinare il cibo al
telefono, dice che fa male.” Puntualizzò Lianne,
incrociando le braccia in un modo estremamente simile a Lena. “E poi, non si
mangia sul divano, perché poi ci sono le briciole e Mary non è la nostra
schiava.” Questa volta le braccia si spostarono sui fianchi e Lianne fu buffamente simile a Supergirl,
solo che questa volta si trattava di difendere la donna delle pulizie.
Kara aprì gli occhi e lì sbatté, sorpresa nel
vedersi osservata da una folla di persone. Guardò interrogativa Winn che si strinse nelle spalle, poi, Kara, abbassò gli
occhi su Lena che dormiva ancora profondamente.
Senza nessuno sforzo la sollevò tra le braccia
e veleggiò delicatamente fino alla camera da letto.
Un minuto dopo ne uscì da sola e chiuse la
porta alle sue spalle, i piedi a terra adesso che non stringeva più il prezioso
carico.
“Cosa succede?” Chiese, ma prima che potesse
ottenere una risposta si ritrovò le due bambine addosso, per un grande
abbraccio.
Winn scosse la testa, era folle che così piccole
avessero saputo che non dovevano svegliare Lena, lui sapeva quanto poco tempo
la donna avesse per dormire e lei non era come Kara che si ricaricava al Sole,
ma anche Lily e Lianne dovevano averlo imparato.
“Si sono messe a piangere e non riuscivamo a
farle smettere… volevano le loro mamme così… eccoci qui…” Spiegò, stringendosi
nelle spalle.
“Cos’è successo? Avete già dormito lontane da
casa.” Kara guardò le figlie con aria dolce e Winn
sorrise, era sempre straordinario vedere quanto Kara fosse cambiata da quando
era diventata mamma, prima Lena e poi le bambine avevano saputo darle quella
sicurezza e quella forza che prima non aveva saputo di avere, neppure quando
era Supergirl.
Lily tirò su con il naso, di nuovo sul bordo
delle lacrime, mentre Lianne le parlava piano, in un
orecchio. Alla fine Kara alzò gli occhi su di loro.
“Bamby?”
“Sì… perché?” Rispose James e Mon-El annuì soddisfatto.
“L’ho scelto io!”
“Avrei dovuto immaginarlo.” Kara sbuffò tra il
divertito e l’esasperato. “Aspettatemi qua, è tardi e devono dormire.” Indicò
la cucina. “Prendetevi una birra, ce ne sono nel frigo, le teniamo per quando
vengono Alex e Maggie.”
La donna si allontanò tenendo per mano le
piccole e guidandole nella loro stanza.
“Cosa c’è che non va in Bamby?”
Chiese Mon-El con aria afflitta, mentre James gli
passava una birra. Winn si strinse nelle spalle.
“Immagino che il fatto che il cacciatore
uccida la mamma di Bamby… non sia il massimo…”
Riflettendoci era ovvio che non fosse il massimo, Lily e Lianne
avevano solo tre anni e la loro mamma sfidava proiettili un paio di volte al
giorno.
“La prossima volta Dumbo.”
Affermò Mon-El sicuro e James scosse la testa
divertito, mentre beveva la sua birra.
“Se ci sarà una prossima volta… se Lena scopre
che sappiamo qual è la sua idea di serata speciale…” Iniziò Winn.
“Che non include strepitosa attività sotto le
lenzuola, lingerie, champagne, fragole… e tutto ciò che ci si aspetta da una
multimiliardaria sexy come lei… ma una serata di coccole, giochi da tavola e
cibo da asporto…” Continuò Mon-El.
“Ci uccide tutti e tre.” Concluse James.
“Non avevo mai visto Lena in tuta e con i
capelli un po’ scomposti…” Affermò Mon-El dopo un
momento di silenzio.
“Siamo morti.” Decretò Winn.
“Morti stecchiti.” Confermò James.
Note: Dopo l’episodio di ieri
ho pensato che un po’ di fluff ci volesse, insomma, povera Lena, dobbiamo
coccolarla anche noi.
Cosa ne pensate dei superfriends che badano alle bambine? Vi piacciono Winn, James e Mon-El alle prese
con Lily e Lianne?
Questo capitolo ha un rating arancio, lettrici avvisate.
Il mostro
Il cuore di Lily batteva veloce, i
suoi super sensi rendevano ogni suono attorno a lei più intenso, ma la
confondevano invece che aiutarla, sentiva la città rumoreggiare nelle sue
orecchie e, nel buio, i suoi occhi attraversavano i muri, dandole la falsa
impressione che non ci fossero.
Con un balzo si alzò nell’aria e poi
si rituffò a terra, trovandosi invece sul morbido. Emise un piccolo gridolino
di sorpresa e udì un sibilo vicinissimo a lei, due braccia la afferrarono
tirandola giù dal letto fino al pavimento.
“Shhh!”
Sibilò ancora Lianne.
“Dov’è?” Chiese invece lei, incapace
di calmare il suo cuore.
“Shhhh!!”
Le comandò la sorella e lei si premette le mani sulle labbra. Sentì Lianne allontanarsi ed ebbe di nuovo paura. Usò la sua
vista a raggi-X per seguire con lo sguardo la sorella che strisciava lungo il
pavimento. Pochi istanti e chiuse gli occhi perché aveva di nuovo confuso
tutto. Tese le orecchie, ma il suo cuore batteva troppo veloce e sovrastava
ogni altro rumore.
Per un istante pensò di infilarsi
sotto il letto, ma non poteva abbandonare Lianne. Si
allungò lentamente sul pavimento e due mani calarono su di lei.
Urlò mentre veniva tirata verso
l’alto.
“Aiuto!!!” Riuscì a formulare, ormai
fermamente rinchiusa tra delle braccia.
“Ti ho presa!” Disse vittoriosa la
sua assalitrice.
“Lianne!”
Urlò ancora, agitandosi inutilmente.
Con un urlo di guerra Lianne piombò a sua volta sul letto saltando sulla schiena
di colei che la teneva stretta.
La lotta ebbe inizio, Lily cercò di
liberarsi, ma si ritrovò in un groviglio di gambe e braccia, incapace di
uscirne.
La porta si aprì e la luce fu accesa.
Tutte e tre si immobilizzarono voltandosi verso la figura appena sopraggiunta.
“Cosa succede qua?” Chiese, la loro
salvatrice.
“Ma’!!!” Urlarono sia lei che Lianne. “Aiuto!”
“Vi avrò lo stesso!” Assicurò Lena,
stringendole più forte tra le braccia un sorriso gigante sulle labbra, mentre
si voltava verso Kara. “Non riuscirai a battere questo gigantesco mostro!”
“Ora ti faccio vedere io, bellissimo
mostro.” Affermò Kara, gli occhi che brillavano per quello spettacolo. Con un
solo sciolto balzo fu sul letto e Lily si afferrò alle sue braccia facendosi
liberare dalla presa di Lena. Ma di certo mamma non si sarebbe arresa tanto
facilmente. Lily scoppiò a ridere quando vide Kara che rotolava sul letto
liberando Lianne, ma lasciandosi catturare da Lena.
“Aiuto!” Fu in turno di ma’ di
urlare. Lianne si ributtò nella mischia e lei la
seguì, ma la lotta si trasformò diventando una sessione di solletico e
gridolini.
Poi Lena si piegò su Kara baciandola.
“Oh, no!” Sbuffò Lianne,
perché il bacio non sembrava intenzionato a smettere. Lily rise poi si avvicinò
al volto delle mamme e diede un bacio sulla guancia a tutte e due. Le due donne
si separarono ridendo. Lily non vide il brillio nei loro occhi o almeno non lo comprese.
“Direi che è ora di andare a nanna,
ora.” Affermò Kara, afferrando entrambe e sollevandole senza difficoltà.
“Ma il mostro è ancora libero!” Si
lamentò lei e Lena si tese per darle un bacio.
“Il mostro è sconfitto, tesoro.” Le
assicurò, Kara, mentre Lena baciava anche Lianne.
“Ti aspetto qua…” Mormorò poi, Lena, a
Kara.
“Ci metto un attimo!” Dichiarò la
donna trasportandole velocemente fino alla loro camera.
“Ma’, ci leggi la storia?”
“Mmm…
domani, va bene?”
“Può leggerla Lianne,
lei sa leggere.” Affermò orgogliosa Lily, ma Lianne
era già nel letto gli occhi chiusi. Lily non ebbe bisogno di parlarle per
capire che aveva un piano.
“Lianne
dorme già, a nanna anche tu, Lily, su.” La incitò Kara. E lei obbedì, prima che
la lotta con il mostro iniziasse avevano già indossato il pigiama e lavato i
denti quindi le bastò infilarsi nel letto e lasciare che ma’ le sistemasse la
coperte.
“Buona notte, pulcini.” Augurò Kara,
poi spense la luce e chiuse la porta.
Pochi istanti e Lianne
saltò su dal letto, accese il lumino sul comodino e scelse un libro, poi si
infilò nel letto accanto a lei.
“E se ma’ ci sente?” Chiese Lily,
preoccupata.
“Ma’ vuole stare con mamma.” La
rassicurò lei. Poi iniziò a leggere, piano e interrompendosi, ma mostrandole
tutte le lettere e le parole, così che presto avrebbe imparato anche lei.
Quando Lily si addormentò aveva un
sorriso sulle labbra, Lianne era ancora nel suo
letto, gli occhi chiusi, il libro abbandonato, il respiro profondo.
“Dormono?” Chiese Lena quando la vide
arrivare.
“Non ancora, ma Lianne
le leggerà qualcosa e si addormenteranno nel letto assieme. Dopo vado a
spegnere il lumino.”
“Mmm.”
Mugugnò allora Lena, mentre la vedeva gattonare fino a lei, sul letto, con
occhi che brillavano di desiderio. “Lily inizia a usare i suoi super sensi,
dobbiamo fare attenzione.” Le mormorò, mentre Kara le baciava il ventre che
aveva scoperto aprendo un paio di bottoni del suo pigiama.
“Dovremmo insonorizzare la stanza…”
Concordò Kara.
“E rivestirla di piombo.” Le ricordò
Lena, il respiro che iniziava ad alterarsi, Kara aveva scoperto il suo seno e
ora i baci si avvicinavano pericolosamente. “Non potrai più sentirle a tua
volta…” Disse ancora, mordendosi il labbro quando la bocca di Kara si posò sul
suo capezzolo.
“Faremo come tutte le altre mamme, ci
alzeremo a controllare che stiano bene.” Mugugnò la kryptoniana
alzando il viso e guardandola. Lena sorrise poi la attirò a sé baciandola,
rovesciando le posizioni e schiacciandola sotto di sé.
“Chi ha detto che il mostro era
sconfitto?” Chiese con aria maliziosa, prima di bloccarle i polsi sopra la
testa. Kara osservò i cappelli scuri della moglie ricadere su di lei, mentre il
pigiama, ormai completamente aperto, non nascondeva più il corpo della donna.
“Rao,
quanto sei bella…” Mormorò guardandola per poi risalire con lo sguardo fino ai
suoi occhi e Lena sorrise, lasciò le sue braccia e le catturò il viso con le
mani baciandola con dolcezza. Poi si tirò a sedere e si liberò della parte
superiore del pigiama.
“Dovremmo fare piano.” Le ricordò, ma
Kara era già persa, Lena sorrise gli occhi che brillavano di amore e desiderio.
Si baciarono ancora, lentamente, senza fretta, accarezzandosi, ridendo,
giocando.
Fecero l’amore in silenzio, lasciando
che solo il respiro e il battito del loro cuore esprimesse il piacere che
provavano.
Lena si raggomitolò contro Kara, il
cuore che batteva ancora velocemente e fu accolta dalle braccia della donna che
tremava appena dopo aver raggiunto l’apice del piacere. Rimasero abbracciate e
in silenzio per alcuni lunghi minuti lasciandosi avvolgere dal dolce languore che
seguiva l’amore.
“Ho pranzato con Alex, Mark ha un po’
di febbre.” Raccontò Lena a Kara.
“Oh… Maggie stava dando di matto?”
“Maggie da sempre di matto quando
Mark non sta bene.” Confermò Lena, sorridendo.
“Forse tu non davi di matto quando i
pulcini mostravano un minimo segno di malessere?” Chiese Kara ironica e Lena le
morse la spalla facendola ridere e confermando le sue parole.
“Sei riuscita a trovare informazioni
su quel Dr. Ferdug?” Le chiese Lena dopo un altro po’
di tempo.
“Sì, presto avrò abbastanza materiale
per un articolo.”
“Bene, io ho chiuso l’affare con la Denstien.”
“Davvero? Credevo ti ci volessero
almeno altri due incontri.” Kara aveva preso ad accarezzarla la schiena e Lena
le baciò il punto che aveva morso qualche minuto prima.
“Ho usato il mio… charme.” Il
sopracciglio di Kara scattò verso l’alto mentre si voltava a guardarla.
“Il tuo charme? Credevo lo usassi
solo su di me.” Lena rise, poi si tese per raggiungere le labbra di Kara e la
baciò, adorava che anche dopo tutti quegli anni sapesse mostrare un po’ di
gelosia.
Si baciarono delicatamente godendo
del momento, indisturbate.
Dopo un poco Kara poi si ricordò cosa
le aveva detto Winn.
“Winn mi ha
detto che vorrebbe dare ai pulcini lezioni di matematica.”
“Matematica? Ma hanno tre anni!” Rispose
Lena perplessa.
“Beh, ha detto che prima si comincia
meglio è…”
“Dovremmo pensarci bene, hanno già la
scuola, equitazione e danza, non voglio riempirle di attività.”
“Lily mi ha detto che vorrebbe
diventare un’astronauta.” Ricordò Kara, sorridendo.
“Davvero?” Chiese Lena.
“Sì, stamattina, mentre le
accompagnavo a scuola. Dice che può trattenere il respiro e può volare e questo
potrebbe essere utilissimo se l’astronave si rompesse.” Lena sorrise imitata da
Kara.
“Scommetto che Lianne
le ha detto che non permetterebbe mai che la sua astronave si rompesse.” Kara
guardò Lena scoppiando a ridere.
“È esattamente quello che ha detto!”
Affermò.
“Ora capisco perché questa sera
mentre facevano il bagno Lily andava in immersione e non usciva più, mentre Lianne contava.” Lena scosse la testa, aveva dovuto
estrarre Lily dall’acqua, mentre, rossa come un pomodoro, faceva del suo meglio
per resistere. Sapeva essere testarda quando voleva.
“Io posso trattenere il respiro
trenta minuti, lo sai?” Le chiese Kara e Lena percepì che il tono della donna
era cambiato.
“Ah, sì? Non so se ci credo…” Mormorò,
mentre sulle sue labbra compariva un’aria divertita.
“Ora te lo provo.” Affermò la donna
scivolando sotto alle coperte.
Lena ridacchiò e poi il respiro le si
mozzò, quando le labbra di Kara si posarono su lei. Strinse il cuscino e si
morse il labbro, il suo corpo che lentamente si risvegliava sotto i delicati
baci della kryptoniana.
Pochi istanti e la stanza si riempì
di nuovo di sospiri e ansimi soffocati.
C’erano molte cose che erano cambiate
da quando avevano avuto le bambine, ma non quello.
Lena avrebbe sempre desiderato Kara e
Kara avrebbe sempre desiderato Lena.
Note: Ed eccovi
un altro piccolo momento della vita famigliare di Kara e Lena. Visto che
sembravate deluse di come si fosse svolto il loro anniversario vi rassicuro: il
tempo per certe piacevoli attività lo trovano sempre! ;-)
Ve la
immaginate Maggie madre super apprensiva? E Lena che pranza con Alex?
Kara si voltò nel letto e osservò le
due piccole figure davanti alla porta.
“Cosa succede?” Chiese con voce
impastata dal sonno, mentre le due bambine salivano sul grande letto
matrimoniale gattonando fino a lei.
“Dov’è mamma?” Chiese Lianne stropicciandosi gli occhi.
“In ufficio.” Spiegò Kara. Lena aveva
un progetto a cui lavorare ed era scesa al piano inferiore subito dopo aver
messo a letto le bambine.
“Possiamo stare un po’ qua?” Chiese
Lily con un grande sbadiglio.
“Avete fatto un brutto sogno?” Le
interrogò Kara mentre scostava le coperte e le faceva entrare nel letto.
Lily si infilò e fu subito imitata da
Lianne, rimasero in silenzio e se Kara non avesse
potuto sentire il loro respiro avrebbe creduto che si erano addormentate.
“Ma’…” Iniziò dopo un poco Lianne, era tipico che fosse lei ad andare avanti per
prima. “Ti hanno fatto male, oggi?” Kara inarcò un sopracciglio a quella
domanda.
“No, pulcino… perché pensi una cosa
simile?”
“Abbiamo visto una cosa...” Ammise
subito Lily ma Lianne le sfiorò la spalla e lei si
zittì, avevano un modo tutto loro di comunicare.
“Cosa avete visto?” Insistette però
Kara, conscia che se erano state turbate da qualcosa era bene che ne parlassero
subito.
“Mon-El è
andato a comprare il gelato, ha messo i cartoni in tv, ma poi lui non tornava e
il cartone è finito…” Spiegò con voce titubante Lianne.
Sapeva che Lena non voleva che guardassero la TV.
“E c’era il telegiornale e tu e mamma
eravate tanto tristi e una voce cattiva ha detto che avrebbe fatto esplodere
mamma e tu hai preso una cosa verde e l’hai messa nel collo e…” Lily scoppiò a
piangere e Kara l’attirò contro di sé, mentre Lianne
le dava dei piccoli bacini sulla testa, cercando di consolare a sua volta la
sorella.
Kara sospirò, si era dimenticata che
quel giorno era l’anniversario di quell’evento, non era certo qualcosa che lei
e Lena festeggiassero. Il telegiornale doveva aver riproposto la vicenda in un
servizio e, malauguratamente, le bambine lo avevano visto.
“Va tutto bene, Lily, lo vedi che
stiamo bene, vero? Io sono qui e mamma lavora, come sempre.” Le accarezzò la
schiena fino a quando non sentì che si calmava.
“Io gliel’ho detto.” Assicurò Lianne, ma, per quanto fingesse, era chiaro che fosse
altrettanto toccata da quello che aveva visto. Kara si allungò e le diede un
bacio sulla fronte.
“Hai fatto bene, Lianne.
Non dovete preoccuparvi, lo sapete che io torno sempre a casa e che…”
“Nessun cattivo può farla franca!”
Mormorarono in coro le bambine. Sul viso di Lily si aprì un piccolo sorriso e
Kara le accarezzò le guance per far sparire le lacrime.
“Credo sia ora di smetterla di
lasciarvi da Mon-El…”
“Oh no! Lui è simpatico! Fa sempre le
facce buffe, dice che possiamo mangiare tutto il gelato che vogliamo e poi ha
spiegato a Lily come si fa un atterraggio figo!” Kara aprì la bocca e Lianne arrossì conscia di aver usato un linguaggio che le
sue mamme non approvavano.
“Scusa ma’.” Mormorò la piccola e
Lily ridacchiò, di nuovo felice.
“Però Lianne
ha ragione, è proprio… shifiuuu” Con le mani imitò un
atterraggio e Kara sospirò. Ora le due bambine erano in ginocchio sul letto, il
sonno dimenticato, mostrandole le posizione che aveva suggerito loro Mon-El: un ginocchio a terra, il pugno accanto, la testa
piegata che si sollevava lentamente. Di certo le due piccole erano comiche
nell’imitazione di un atterraggio a dir poco spavaldo, ma se Lena fosse tornata
e le avesse trovate sveglie si sarebbero prese tutte e tre una bella
strigliata.
“Va bene, domani, a colazione, mi
fate vedere, ma ora a nanna, su.” Cercò di farle ragionare. Ma Lily era già
sospesa sul letto, con Lianne a cavalcioni sopra che
le spiegava come mettere le braccia e come inclinare il corpo.
Il suo telefono squillò e Kara si
allungò per prenderlo e rispondere.
“Abbiamo bisogno di te.” Le disse
laconica Alex.
“Oh… è urgente?”
“Ti avrei chiamata alle undici di
sera, se non fosse urgente?” Le chiese la donna, con aria scontrosa. Da quando
era nato suo figlio dormiva poco e il suo umore altalenava tra una gioia
infinita e una pericolosa scontrosità. “Arrivo… devo solo sistemare i pulcini.”
“Non dormono ancora?” Chiese Alex e
la sua voce si addolcì immediatamente.
“Direi di no.” Kara si voltò e si
ritrovò ad osservare una Lily rossa in volto che volava in cerchio sul letto
con Lianne stretta alla sua schiena erano passate a
giocare alle aviatrici intuì Kara dal rumore emesso dalla bocca di Lily.
“Buona fortuna. Ti aspettiamo tra
cinque minuti.” Alex riattaccò e Kara fece una smorfia, Lena non sarebbe stata
troppo felice.
Lena confrontò le due colonne e storse
il naso, i dati non combaciavano il che significava che qualcuno aveva fatto un
errore da qualche parte e che scoprilo le avrebbe richiesto numerose ore.
La porta del suo ufficio si aprì e
lei corrugò la fronte sorpresa. Poi quando vide entrare Kara non riuscì ad
impedirsi di sorridere. La giovane aveva Lianne tra
le braccia e appesa al collo, come una bandiera Lily, i piedini nudi che
sventolavano nell’aria.
“Solo le undici, perché non siete
tutte e tre a letto?” Chiese incrociando le braccia e guardandole con aria
severa. Lily smise immediatamente di volare appoggiandosi alla schiena di Kara
e guardando la madre con aria mortificata, mentre Lianne
si divincolò affinché Kara la posasse a terra, poi, rapida, corse nel suo
pigiamino verde, fino a lei, le salì sulle gambe e incollò le labbra al suo
viso in un grande bacio.
Lena sorrise perdendo la severità che
aveva finto e guardando Kara con aria interrogativa.
“Mon-El le
ha lasciate davanti a un cartone, poi è arrivato il telegiornale e…”
“Oggi è quel giorno…” Comprese lei
con un sospiro, sempre rapida a intuire i nessi. Si alzò, con Lianne tra le braccia, e raggiunse Kara. Poi guardò
entrambe le sue figlie con un sorriso dolce. “Ma’ torna sempre a casa…”
“E nessun cattivo può farla franca.”
L’anticipò Lily tendendo le braccia affinché Lena prendesse anche lei, poi
affondò il viso nel suo collo ed emise un grande sbadiglio, immediatamente
imitato dalla sorella.
“Dobbiamo smetterla di lasciare le
piccole da Mon-El…” Borbottò Lena e Kara strinse le
labbra, annuendo.
“Se questa sera c’è gliene dirò
quattro.”
“Mon-El è
simpatico…” Brontolò Lianne, ormai gli occhi quasi
chiusi.
“Iniziano a diventare pesanti.” Si
rese conto Lena, nel reggerne due, sorridendo a Kara che le venne in soccorso
recuperando i due corpicini.
“Siamo scese perché Alex ha bisogno
di me e non volevo lasciarle sole dopo quello che hanno visto.” Lena annuì alle
parole di Kara, poi raggiunse l’armadio e ne estrasse una coperta e due
cuscini, mentre Kara posava le bambine sul divano. Era folle il modo in cui
passavano dal sonno alla veglia e viceversa in pochi istanti.
Lena sistemò i cuscini e le coprì con
la coperta, sorridendo nel vedere il modo in cui si sistemavano una contro
l’altra, come quando erano nel suo ventre.
“Non ti disturberanno?” Le chiese
Kara, lei si voltò e si lasciò avvolgere dalle sue braccia.
“No, non mi disturberanno.” Le
assicurò. “Ora vai da Alex, scommetto che ti ha concesso solo pochi minuti.”
“Cinque…” Lena annuì, poi le depose
un bacio sulle labbra e la lasciò andare, tornando alla scrivania.
“Per favore, abbassa le luci prima di
uscire.” Le chiese e la kryptoniana obbedì, mentre
lei accendeva una lampada da tavolo, ora le bambine avrebbero dormito
tranquille e indisturbate.
Kara raggiunse il balcone, ma prima
di spiccare il volo si voltò a guardare la sua famiglia: non poteva desiderare
niente di più. Sorrise e si lanciò verso il cielo notturno.
Note: Altro
momento della famiglia Luthor-Danvers! Che vogliamo
farci, posso andare avanti così all’infinito. XD No, scherzo, dopo questa, per
il momento, ne ho solo più una pronta quindi… siamo alla fine ragazze.
“Quello che vi chiedo è serietà,
costanza, dedizione e impegno. Questo progetto occuperà il vostro tempo e le
vostre energie e voglio che voi vi ci dedichiate completamente. I risultati, in
caso di riuscita, e noi riusciremo, cambieranno l’idea stessa di tecnologia e…”
Lena si bloccò, mentre voltava la testa verso la porta della sala conferenze
che era stata spalancata.
“Mamma!” Urlò Lily precipitandosi
dentro e dirigendosi dritta verso di lei, ignorando i quarantacinque uomini e
donne che l’ascoltavano seduti davanti a lei nella grande stanza.
Dietro alla bambina si precipitò
Jess, rossa in volto.
“Mi scusi, miss Luthor…
è così veloce…”
“Non importa, Jess.” Si voltò verso
il suo auditorio, mentre Lily la raggiungeva e si metteva a saltellare perché
lei la prendesse in braccio. “Un istante, signori.” Sollevò la piccola tra le
braccia guardandola interrogativa, un dolce sorriso sulle labbra.
“Guarda cosa ho fatto per te.” Lily
le tese un fiore fatto con origami di carta, su ogni petalo la bambina aveva
disegnato dei cuori e scritto: Lena.
“È molto bello, tesoro.” Le diede un
bacio sulla guancia poi guardò Lianne, che, più
composta della sorella, sbirciava dalla porta. “Lianne?”
La chiamò e la bambina entrò, con passo calmo, la schiena dritta e l’aria
seria. Quando arrivò da lei le consegnò un altro fiore di carta, sempre con il
suo nome, ma invece dei cuori vi erano degli infiniti.
“Perché ti voglio bene all’infinito.”
Spiegò, piano, lanciando uno sguardo all’uditorio. Lena si piegò e le diede un
bacio.
“È bellissimo anche il tuo.” Assicurò,
poi si appuntò mentalmente di dire a Winn che le
lezioni di matematica supplementare che stava dando alle bambine forse si
stavano spingendo un po’ troppo oltre: avevano tre anni! Com’era possibile che
erano già arrivate alla nozione di infinito?
“Possiamo metterli nel tuo ufficio?
Vicino alla rosa del folletto?” Chiese Lily tutta contenta. Lena annuì, però,
prima di posare a terra la bambina, la guardò seria.
“Mi avete fatto una bella sorpresa e
questi fiori sono bellissimi, ma, cos’avevamo detto sul non interrompere mamma
quando lavora?” Gli occhi di Lily si sgranarono, lanciò subito un’occhiata alla
sorella cercando un suggerimento su cosa rispondere che prontamente arrivò.
“Scusa, mamma…” Disse Lianne, leggermente rossa in volto.
“Sì, scusa, mamma, mi dispiace.”
Ripeté convinta Lily.
“Non dovete scusarvi con me, ma con
Jess per non averle ubbidito e con questi signori.”
“Scusa, Jess.” Dissero in coro le due
bambine. Lena posò a terra Lily e poi le guardò con aria di aspettativa, le due
Luthor-Danvers si voltarono verso il folto gruppo di
ingegneri, biologi e tecnici di laboratorio. “Scusate, signori.” Mormorarono,
gli occhi bassi.
“Molto bene, ora potete andare a
posare i vostri fiori nel mio ufficio.” Lanciò a Jess uno sguardo d’intesa e la
donna annuì decisa.
“Ne abbiamo due anche per ma’!”
Assicurò Lily con un gran sorriso, poi, prima di lasciare la stanza fece un
ciao con la mano a tutti i presenti.
Jess chiuse la porta e Lena si
ritrovò di nuovo sola davanti al suo uditorio.
“Molto bene, spero che mi porterete i
vostri risultati con lo stesso entusiasmo.” La sala rise e lei sorrise, poi
tornò seria esponendo i punti che aveva preparato.
Note: Ultimo capitolo! Almeno per ora, ma credo per
sempre… avrei voluto scriverne una con le piccole e le Sanvers
(Maggie le chiama le “Double L” grazie a matley79), ma non ho avute idee carine
e quindi niente… vi lascio con questa brevissima, brevissima, brevissima OneShot con Lena come protagonista, perché l’idea delle
bimbe che interrompono un suo meeting è stata la prima che ho avuto. Spero che
vi sia piaciuta.
A presto, incrociate le dita per me, così magari vi
finisco una delle long che ho in produzione. ;-)