Ti proverò che ti amo

di bad93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1:

 
Quella sera Seto come al solito era al lavoro. Non staccava mai, era continuamente stanco e distrutto, lei non osava più dirgli niente, le era stato insegnato che lei doveva stare sempre al suo posto e che la priorità era l'uomo e avrebbe dovuto stare agli ordini del futuro marito. Abitava da qualche giorno a villa Kaiba, Seto aveva insistito pur di strapparla a suo nonno.
Stava guardando una trasmissione televisiva, quando si accorse che Mokuba era ancora sveglio.
-É ora di andare a nanna, sono le undici. -
-D'accordo, vado. - disse il ragazzino salendo le scale controvoglia.
-Bene, ora continuiamo a vedere. La situazione è identica alla mia, anche lui pianta a casa la compagna per lavorare. E non ci credo l'ha tradita con la nuova segretaria! Il tutto perché l'amante lo soddisfava? Inoltre non si lamentava dei ritardi e non gli chiedeva di stare assieme o di ridurre il lavoro? Oddio! Questo é il decimo tradimento che ha la situazione come la mia, cambia solo che io non sono sposata. Quindi se non cambio anche Seto...potrebbe succedere, magari si è già stufato di me ed é per questo che non mi ha mai che mi ama! Sono un fallimento come donna! Però forse posso rimediare, come torna gli faccio una sorpresa. É da tanto che non facciamo l'amore.-
Seto rientrò alle due quella notte, non trovò Helena ad aspettarlo in sala, così pensò che fosse andata a dormire. Finalmente aveva mollato i precetti della sua famiglia, di perfetta mogliettina senza diritti. Soddisfatto di questa sua convinzione, entrò in camera dove trovò un'amara, quanto piccante sorpresa. Deglutì con forza, era basito, non capiva cosa succedeva, lei non si era mai comportata così.
Lo stava provocando, indossava un intimo di pelle nera, con la coda e le orecchie da gatta. Scese dal letto e si avvicinò a lui con passo sensuale. Quando fu abbastanza vicina, iniziò a baciarlo con passione, lui rispose con altrettanta foga, non si aspettava un'accoglienza del genere, ma ne fu felice. Lentamente le fece schiudere le labbra  per poter iniziare una delicata danza con la sua lingua., spingendola delicatamente verso il letto, la fece sdraiare e si posizionò sopra di lei. Tolse la giacca, pronto per iniziare, sapeva che era da tanto che non si concedevano e ne aveva la mancanza, voleva farlo, voleva farla andare in estasi ad ogni spinta. Continuò a baciarla, passandole una mano sulla schiena per slacciare il reggiseno, ma quei dannati gancetti non volevano farsi trovare. Lei sorrise contro le sue labbra e si staccò dolcemente.
-Amore, si apre da davanti. Guarda.- gli mostrò come slacciarlo.
-Ne fanno di ogni tipo.-
-Già. Senti.- disse seducente.
-Dimmi.- imitando il tono di lei.
-Dove vuoi farlo?-
-Cosa?! Perché questa domanda?-
-Avrai qualche fantasia nascosta. Mettimi al corrente.-
-Mi stai preoccupando. Che  diavolo ti prende?!-
-Nulla, ho pensato di cambiare.-
-Ora basta! Ne ho pieni i coglioni! Dimmi perché sei cambiata! Esigo una spiegazione!- disse adirato sdraiandosi sulla sua parte del letto.
-Ti sei arrabbiato? Io pensavo di farti piacere.- disse triste.
-Sinceramente mi ha fatto piacere, ero un po' sconcertato, ma di certo non ti respingo. Solo che questa non sei tu, a me va bene che tu prenda l'iniziativa a volte. Solo resta te stessa, quella di prima non era la donna di cui sono innamorato, era una puttana che puoi raccattare su una strada. Quindi spiegami il motivo di questo...questo...questo orrore!- le mostrandole il suo corpo.
-Quindi non ti piaccio più? Ho sbagliato? Non vado bene?- disse sull'orlo del pianto.
-Non è questo il punto, ok ti dico sempre di smetterla di essere così accondiscendente e rinunciataria nei miei confronti. Ma lo faccio per te, voglio che tu abbia una vita vera. Preferisco litigare con te all'infinito perché sono stacanovista, piuttosto che essere perdonato. Persino Mokuba si lamenta e chiede ciò che vuole, tu invece no! Dammi una spiegazione!-
-Io..-iniziò a giocare con gli indici.-Io avevo paura che tu...che tu mi lasciassi. Tutte le coppie come la nostra si lasciano e l'uomo inavvertitamente tradisce la compagna con la segretaria nuovo e sexy. E tu ne hai appena assunta una.-
-Aspetta, hai di nuovo guardato quelle puttanate?! Quante volte ti ho detto di non farlo?! In pratica tu non ti fidi di me!-
-Non gridare, sveglierai Mokuba.-
-Al diavolo! É casa mia e faccio quello che voglio!- urlò prendendo il suo cuscino.
-Dove vai?-
-Non sono affari tuoi. Ragiona, pensa dove va un uomo dopo un litigio!- gridò uscendo e sbattendo la porta. Poi andò in sala, gettò con rabbia il cuscino sul divano e si sdraiò sopra.
-Seto che succede?- chiese il piccolo Mokuba stropicciandosi un occhio per il sonno.
-Niente. Va a dormire!.-
-Ma fratellone, ti ho sentito gridare.-
-Ti ho detto che non è niente!-
-Ho visto anche io quel programma, mi sono nascosto sotto la scala mentre lei lo guardava e ho ascoltato. Chiunque avrebbe dei dubbi, lo sai come é fatta. Guardati la puntata di stasera l'ho registrata.-
-Tu a quell'ora dovevi dormire! -
-Lo so, ma tu non c'eri e Helena non è nulla. Mi sta simpatica, ma non è nessuno, se non la tua fidanzata. E io rispondo a te e nessun altro.-
-Cosa hai detto?! Non vale niente?! Lei ha potere di dirti cosa fare e cosa no. In mia assenza comanda lei è chiaro?! Fila a dormire! E sappi che ti  aspetta una sonora punizione, non ti permettere mai più di dire certe cose!-
Mokuba obbedì, l'aveva fatta grossa. Non si era accorto di quello che stava dicendo. Seto invece guardò quel programma che lui riteneva solo spazzatura, ma doveva andare a fondo della questione o non ne sarebbe più uscito.
 
Continua…

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: ***


CAPITOLO 2:

 
L'indomani si alzarono tutti presto e fecero colazione in silenzio.
-Ascolta Mokuba, come torni a casa, fili in camera e studi, niente tecnologia. Quando hai finito di studiare farai i lavori di casa, al posto di Helena. Finché non trovo una punizione migliore. -asserì Seto.
-Va bene.- disse il più piccolo.
-Non credi di esagerare? Non serve che faccia le faccende. Posso occuparmene io. -si rivolse al fidanzato, per poi parlare con il più piccolo, -Tieni,  ora vai a scuola o farai tardi.- porgendogli l'obento. Lui lo mise in cartella
-Non ti preoccupare ci parlo io con lui. Vedrai che si calma.- gli disse facendogli l'occhiolino.
-Io vado. Ciao.- disse uscendo.
-Mokuba ti accompagno.- uscì anche il più grande.
-Seto aspetta...hai dimenticato il pranzo. Pazienza ormai è uscito, glielo porto più tardi in ufficio.-
Nel frattempo in macchina.
-Dovresti vergognarti. Ti ha difeso poco fa. Dici che non vale niente per te, però non hai replicato! La punizione te la tieni lo stesso, non si discute!-
-Lo so Seto. Mi vergogno già infatti, sono stato uno stupido. Mi dispiace.-
-Non è a me che devi chiedere scusa. Ora vai.-
Mokuba scese dalla macchina e Seto ripartì e andò al lavoro.
Andò in ufficio e si sedette alla scrivania, iniziando subito a lavorare. Era quasi ora di pranzo, quando sentì bussare alla porta.
-Avanti.- disse freddamente.
-Signor Kaiba, le ho portato i documenti che ha chiesto.-
-Lasciali sulla scrivania.-
Si avvicinò e fece come richiesto, poi iniziò a sfiorare il braccio di Seto.
-Smettila. - disse autoritario.
Il suo ordine però non fu ascoltato,perché dal braccio, ora la mano era passata al collo.
-Maria. Ti ho detto di finirla.- replicò lui.
Lei però non lo ascoltò e lo costrinse a girarsi, poi si sedette su di lui e lo baciò. Seto sgranò gli occhi per la sorpresa,stava per allontanarla, ma in quel momento entrò Helena nell'ufficio che rimase sconvolta dalla scena.
-Signorina, ha un appuntamento? Non sa che si deve attendere e bussare prima di entrare in un ufficio altrui?- disse stizzita la segretaria.
-Hai finito?!- chiese arrabbiato Seto. -Questo è per te.- disse porgendole un assegno.
-Non è necessario signore. Non posso accettare.-
-Devi. É un tuo diritto accettare.-
-Perché me lo sta dando?-
-Perché sei licenziata. E ora vattene.-
Lei uscì dalla stanza e lui continuò.
-Senti, per quanto riguarda quello che hai visto...non tenerne conto. Non vale nulla.-
-Se lo dici tu. Ti ho portato il pranzo, stamattina sei uscito e non ho avuto il tempo di dartelo.- disse dandogli il pacchetto. Fece per andare, ma lui la fermò afferrandola per un braccio e attirandola a se in un abbraccio.
-So che vuoi piangere, sfogati.-
-Io....io...- non riuscì a trattenere le lacrime e pianse contro il suo petto, finché non si sentì meglio.
-Tieni.-  le porse in fazzoletto.
-Grazie.-
Lei si asciugò gli occhi.
-Scusa, ti ho sporcato la camicia.-
-Non posso andare in riunione conciato così. Ne ho sempre una di ricambio.- disse togliendosi l'indumento e lanciandolo a Helena.
-Ehi.- protestò lei togliendosi l'oggetto da sopra la testa.
-Credevo la prendessi al volo.- commentò lui abbottonandosi la camicia pulita.-Va un po' meglio?- le chiese sistemando la cravatta.
-Si. Tranquillo.- rispose.
-Non credo sia veramente tutto a posto. Non muoverti di qui, un'ora e torno. Cerca di non mandare in crash tutto il sistema operativo della mia azienda come l'ultima volta.- disse dandole un buffetto sul naso.
-Non l'ho fatto apposta. - replicò mettendogli il broncio.
-Non é colpa mia se non sai usare un computer.-
-Si invece! Non mi insegni mai.-
-Allora più tardi ti do lezioni private.- disse baciandola.
Poi lui uscì.
"Mi ha detto che non devo darci peso, però come posso farlo? Dopo quello che ho visto, potrebbe aver fatto apposta a licenziarla davanti ai miei occhi, per poi incontrarla di nascosto. No, Seto non fa certe cose." pensò sedendosi alla scrivania.
Dopo un'ora Seto rientrò.
-Non toccare il computer.-
-Mi hai spaventata. Ero solo seduta, non ho toccato nulla.- disse alzandosi.
-Buon per te.- rispose sedendosi alla scrivania. -Senti, ieri mi hai chiesto se avessi una qualche fantasia, ricordi?- lei annuì -Se te la dicessi, saresti disposta a farla diventare realtà, qualunque essa sia?- chiese imbarazzato.
-Se é fattibile, perché no? Racconta.- disse entusiasta.
"Come fa a essere così contenta?" -Allora vai sotto alla scrivania...- lei obbedì.
-Ora che faccio?-
-Ora...- sentì bussare alla porta.-Fai quello che vuoi.- sussurrò.-Avanti.- ordinò.
-Signor Kaiba abbiamo le relazioni che aveva chiesto. Dunque...- iniziò l'impiegato.
Intanto Helena, da sotto la scrivania, aveva iniziato a passare una mano sopra il suo membro, che iniziò a irrigidirsi a quel contatto.
Seto imprecò mentalmente, "Non ora dannazione."
Dal canto suo lei gli slacciò la cintura e poi sbottonò i pantaloni. Nel frattempo il dipendente continuava la sua relazione.
Successivamente Helena gli sfilò i pantaloni e i boxer, lasciando libera la sua erezione. Cominciò a muovere una mano per tutta la sua lunghezza, facendo ansimare Seto. Poi iniziò a lambire con le labbra la punta, ogni tanto la toccava con la punta della lingua, dandogli più piacere.
-Sta bene signore?- chiese l'impiegato preoccupato.
-No!- asserì lui, sentendo una sensazione calda attorno al membro eretto. - Cioè volevo dire...si.- si corresse, cercando di essere convincente.
Ogni movimento della ragazza gli provocava una scarica elettrica lungo la schiena, tratteneva a stento i gemiti, ma il respiro era sempre più corto e affannato.
-Se vuole torno in un altro momento.- disse l'impiegato, vedendolo rosso in volto.
-Si grazie é meglio.- rispose spezzando le parole.
L'uomo uscì.
-Che diavolo combini?!- chiese lui indietreggiando con la sedia e guardandola.
Lei smise per un attimo il suo lavoro, ma continuò a eccitarlo con una mano.
-Se vuoi smetto- disse interrompendo bruscamente.-Hai detto tu di fare quello che volevo.-
-Non ti azzardare a smettere ora.- disse spingendola verso la sua erezione.
Lei continuò a succhiare e lambire la pelle, talvolta con i denti e altre con la lingua, finché lui non arrivò al culmine e venne.
-Allora? Cosa hai da dire?-
 
Continua…

 

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