Only fools fall for you

di jessthesohodoll
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 // only fools do what i do ***
Capitolo 2: *** II // Crawlin' back to you ***



Capitolo 1
*** 1 // only fools do what i do ***


i

Only fools do what i do

 


I am tired of this place, I hope people change
I need time to replace what I gave away
And my hopes, they are high, I must keep them small
Though I try to resist I still want it all

Era da tanto che non sentiva il cuore battergli così totale forte nel petto. Aveva vissuto quei mesi in uno stato di apatia. Gli sembrava di morire, un giorno per volta.

Non letteralmente, il suo cuore batteva ancora, ma batteva senza un motivo.

Sopratutto perché una persona in particolare non era li a farglielo battere nel modo giusto.

Andava tutto pressoché bene, almeno finché Ian non passava davanti a casa Milkovich.

Non alzava più nemmeno gli occhi dalle scarpe , troppe volte aveva visto una sagoma famigliare seduta sui gradini a fumare una sigaretta, per poi scoprire essere uno a caso dei fratelli Milkovich.

Ma quello che cercava lui non c'era mai.

L'ultima volta che aveva visto Mickey era alla dogana con il Messico.

"Vaffanculo Gallagher" erano state le ultime parole che gli aveva sentito dire, mentre si allontanava da lui in quel orrendo vestito a fiori.

Ma almeno era libero.

Così accelerava, e passava da quella strada solo se strettamente necessario.

Perchè anche solo l'idea che Mickey potesse essere tornato a Cicago, per anche solo quella frazione di secondo, gli sembrava di essere tornato a vivere dopo anni di coma.

Senza di lui quella non gli sembrava vita. Era solo una serie infinita di momenti che non avevano senso, slegati tra loro.

Così cercò di affrettare il passo, come tutte le volte in cui era costretto a passare davanti a quella casa, prima che la vista dell'unica donna di casa Milkovich catturasse la sua attenzione.

Mandy non metteva piede nel South side da ormai due anni, eppure eccola li.

I capelli biondi le ricadevano lunghi sulle spalle, mentre fumava una sigaretta con aria assorta.

Sembrava ancora più magra del solito, in quella sua vecchia maglietta che sembrava appartenere a un'altra vita, un'altra Mandy.

"Gallagher non scappare" disse all'improvviso "Non si saluta una vecchia amica?"

Ian non attraversava quel cancello da quello che sembrava un secolo.

"Che diavolo ci fai qui?" chiese "Non che non sia contento"

"Mio fratello è scappato di prigione" disse Mandy "Qualcuno doveva mandare avanti la baracca"

"Si lo so" disse Ian, con lo sguardo cupo.

"In realtà mi sto nascondendo da gente poco raccomandabile" disse Mandy "Ma ho risolto tutto"

"Che intendi?" chiese Ian "Che tipo di persone?"

"Niente, nessuno di importante ok?" disse Mandy sulla difensiva "Ti ho detto che ho risolto tutto. Prima di tutto saluta questi capelli, torno mora" aggiunse con una risatina.

"Oh, mi mancano i tuoi vecchi capelli"

"Già, anche a me" disse la ragazza "E poi ho trovato Mickey. Sto solo aspettando quel dannato visto"

"Vai in Messico?" disse Ian sorpreso "Sai dov'è Mickey?"

Mandy lo guardò con un sorrisino prima di parlare.

"Mio fratello mi ha detto di non parlare con te, ma non ha voluto dirmi il motivo" disse Mandy "Qualche spiegazione?"

Ian sbiancò all'improvviso, prima di sedersi sugli scalini di casa Milkovich.

"è arrabbiato con me?"

"Ti ha chiamato "stupida faccia da alieno" ma non credi ti odi. Mio fratello continuerà sempre ad amarti, qualsiasi cazzata tu faccia"

"Si ma stavolta ho scazzato di brutto" disse Ian.

Le raccontò tutto. Di come Mickey fosse venuto a cercarlo, della fuga insieme, del suo ripensamento una volta arrivato alla dogana e del loro addio.

Nonostante anche solo ricordare il visto di Mickey in quel momento, fosse peggio di una pugnalata al cuore.

"Si, sono una cazzo di femminuccia" disse Ian concludendo.

"Cazzo Ian" disse Mandy "Hai avuto l'occasione di andare via da questo buco infernale e non l'hai presa?"

"Sono un codardo, cosa vuoi che ti dica?" disse Ian.

"Hai abbastanza palle adesso o mollerai anche me alla dogana?"

Ian la guardò interdetto prima di parlare.

"Si, come se Mickey voglia anche solo parlarmi" disse Ian.

"Si, ma sono convinta che se ti presenti alla sua porta sarà quasi costretto a starti sentire, no?"

"Non lo so Meds" disse Ian "Come faccio con il lavoro? E le medicine? Non sono andato con tuo fratello proprio per questo"

"Sono piuttosto sicura che le farmacie ci siano anche li" disse Mandy "E poi qualcosa ci inventeremo, alla maniera del South side, giusto? Senti, pensaci su ok? Io devo rimanere qui ancora fino a Sabato"

Ian la salutò qualche minuto dopo, con una strana inquietudine nel cuore.

I see swimming pools and living rooms and aeroplanes
I see a little house on the hill and children's names
I see quiet nights poured over ice and Tanqueray
But everything is shattering and it's my mistake

Erano ore che era nella stessa posizione ormai. A pancia in su, fissava il soffito della sua camera in maniera truce.

Lip entrò nella camera fissandolo per due minuti buoni, prima di parlare.

"Tutto bene Ian?" chiese

"Non credo"

"Oh, problemi con le medicine?" chiese Lip immediatamente "Possiamo prendere un appuntamento per la prossima settimana , forse non lavorano come dovrebbero..."

"Mandy è di nuovo in città" disse invece Ian.

Lip lo fissò stranito per un paio di minuti.

"Oh" disse poi, quasi senza fiato.

"Sta aspettando il visto per andare in Messico da Mickey" disse Ian.

Non stava realmente pensando mentre parlava. Si sentì immediatamente gli occhi del fratello su di se.

"Aspetta. Tu sai dov'è Mickey?" chiese infatti Lip "Cazzo, e non hai detto niente? Alla polizia per esempio?"

"Non potrei mai fargli questo" disse Ian.

"Ma è sbagliato"

"Oh, quindi tu venderesti così l'amore della tua vita?"

Lip se ne stette un attimo in silenzio prima di sedersi ai suoi piedi.

"Quando è successo?"

"Quando è morta Monica"

"Cazzo, quindi quasi sei mesi fa" disse Lip "è stato quando ti sei mollato con Trevor?"

"Si, non ero al lavoro in quei giorni" disse Ian "Ero al dannato confine con il Messico"

"E poi che è successo?"

"Mi sono cacato sotto" disse Ian "Credevo di perdere tutto quello che avevo qui, ma non mi sono reso conto di cosa perdevo andandomene"

"Mickey" disse Lip annuendo.

Lip era diverso da Fiona. Là dove sua sorella avrebbe cercato di persuaderlo in tutti i modi, Lip lo stava a sentire. Almeno cercava di capirlo.

"Non ho mai smesso di pensare a lui da quando l'ho mollato li" disse Ian "Mandy dice che non è vero , che conosce suo fratello meglio di chiunque altro e che pensa a me, ma non le credo. Sono sicuro che c'è l'ha con me"

"Cazzo, pure io lo sarei" disse Lip "Che ti dice il cuore in questo momento?"

"Di partire con Mandy. Non mi importa neanche se c'è l'ha con me o meno, voglio solo vederlo"

"E il cervello?"

"Un momento mi dice di stare qui e di non fare lo stupido. Il momento dopo non faccio altro che pensare a Mickey"

"Beh, sappiamo entrambe che il tuo cervello non funziona proprio come dovrebbe"

"Dici che dovrei partire?" chiese sorpreso Ian.

"è la tua cazzo di anima gemella, Ian. Senti, mi si spezza il cuore dirlo perché significherebbe vederti andar via, ma non sei più tu da quando è successo. Subito credevo fosse per la morte di Monica, ma questa spiegazione ha molto più senso"

"Non credevo fossi così sentimentale"

"Hey, la vita qui fa schifo. Se anche solo uno di noi ha la possibilità di muovere il culo da qui, penso che dovrebbe prenderla. E poi tu sei un uomo libero a differenza sua, puoi tornare a congelarti il culo qui quando vuoi. Quello che voglio dire è che può essere per sempre, o anche solo per due mesi, ma se rivederlo ti renderà felice, allora fai quella cazzo di valigia"

Ian lo guardò stranito prima di parlare.

"Grazie Lip"

"Pensaci su" disse il fratello, salendo sul suo letto a castello "E poi fammi sapere che decidi. Ci penso io a Fiona"

Ian si addormentò qualche minuto dopo, ancora nella stessa posizione.

Sognò di una spiaggia bianca, Mickey accanto a lui che si accendeva una sigaretta.

"Ce ne hai messo di tempo Gallagher" disse, con uno dei suoi soliti sorrisi sghembi.

Era abbronzato, un po' più muscoloso, e sorrideva. Era bellissimo.

Forse quella decisione non era difficile come credeva.

 

 

Soho Corner :

SCUSATE PER QUESTO MIO HIATUS INASPETTATO!

Il mio pc ha pensato bene di abbandonarmi, dopo un anno di servizio.

Ma le manine sante del mio zio haker me l'hanno riportato a nuova luce e quindi eccomi qui

E niente, questa fic è stata ispirata da quella della mia "collega" Gallavich Stefy89M che dovrebbe ASSOLUTAMENTE AGGIORNARE "Shameless.....and other shit"

https://www.wattpad.com/351720140-shameless-and-other-shit-capitolo-1

andatela a leggere che è molto più bella di questa

in parole spicce, è come vorrei andasse l'ottava stagione.

IAN RIPIGLIATI, VAI IN MESSICO E COMPRATI UN CAZZO DI SOMBRERO DIO BONO

Song : Fools- Troye Sivan

un bacio

jess

 

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Capitolo 2
*** II // Crawlin' back to you ***


ii

Crawlin' back to you

 



Have you got color in your cheeks?

Do you ever get that feelin' that you can't shift the tide

That sticks around like summat's in your teeth

Ah, there's some aces up your sleeve

Have you no idea that you're in deep

I dreamt about you nearly every night this week

How many secrets can you keep?

'Cause there's this tune I found that makes me think of you somehow

When I play it on repeat

Until I fall asleep

Spilling drinks on my settee

 

 

 

Ian Gallagher si poteva definire come una persona risoluta. Certo, i momenti in cui era spaventato in maniera inverosimile erano molteplici, come sul lavoro.

Ma di solito deglutiva e passava tutto. Scacciava i cattivi pensieri quando la persona in questione tornava a stare meglio, quando aveva la consapevolezza di aver contribuito a salvare una vita.

Insomma, niente di che. Ma, almeno stavolta, non c'erano vite da salvare.

Solo la sua.

Quel dannato sabato stava arrivando a una velocità impressionante. Si sentiva come se gli stesse arrivando un treno addosso e non potesse spostarsi.

In parole più semplici, era combattuto.

Da una parte c'era tutto quello che aveva a Chicago, la famiglia, il lavoro. Quell'apparente stabilità che rischiava di sgretolarsi ad ogni sferzata di vento.

Quel vento aveva le sembianze di Mickey, ed erano raffiche intense. Era un vento che sapeva di sigarette e whisky scadente e che, se anche solo chiudeva gli occhi, lo riportava indietro.

Lo riportava a vedere un Ian diverso. Un Ian che, nonostante ci fossero stati prima Caleb e poi Trevor a "occupare il suo tempo" , finiva sempre per informarsi su visite alla prigione che non avrebbe mai fatto.

Un Ian che passava davanti a quella casa in particolare a testa bassa. Un po' per non vedere e non essere visto, un po' per non illudersi da solo.

Un Ian che , ogni volta che vedeva Svetlana di sfuggita, nonostante tutto, non poteva fare a meno di chiedergli di Yev.

Lo aveva visto al parco con lei, qualche giorno prima. Era più alto, più grande.

Il broncio aveva i tratti distintivi dei Milkovich e assomigliava talmente tanto a suo padre da spezzargli il cuore.

Nella sua mente si stava già incamminando verso di lui, per il violetto di ghiaia. L'avrebbe preso in braccio e se lo sarebbe coccolato, come faceva un tempo.

"Non ti preoccupare, piccolo mio" gli avrebbe detto "Vado a riprendermi papà"

Ma i suoi piedi rimasero saldi là dov'erano. Si strinse nella sua felpa grigia e continuò la sua corsa fino a casa.

Sotto la doccia, però, non poté fare a meno di piangere. Fu quello a farlo decidere una volta per tutte.

Quel bambino era stato come un figlio per lui, gli era anche piaciuto fare il papà.

Ma ora stava crescendo senza di lui, senza nemmeno Mickey al suo fianco.

Non poter nemmeno toccarlo lo distruggeva , ma non si fidava di se stesso quando era solo con lui. Non ancora, per lo meno.

Il suo peggiore attacco gli ripiombava davanti come in una serie di flash, e non poteva permetterselo un'altra volta.

Non senza la voce rassicurante di Mickey al suo fianco.

"Hey Gallagher, andiamo. Sei bravo con i bambini, più bravo di me. Non accadrà di nuovo, intesi. Avanti, prendilo in braccio"

Mentre riempiva l'ultimo borsone si sentiva quasi euforico. Lo stava facendo davvero.

Perché poteva raccontare bugie un po' a tutti, ma a se stesso era quasi impossibile. Non riusciva più a vivere senza Mickey.

Non faceva altro che sognarlo, e stava lentamente diventando pazzo.

Così chiese sei mesi di aspettativa, giocando per una volta con il suo disturbo e la inossidabile carta dell'esaurimento nervoso.

Di certo non si sarebbe mai aspettato di trovarsi Svetlana di fronte, una volta uscito dalla centrale.

"Dove vai così allegro, pel di carota?"

"Parto. Mi concedo una vacanza" disse Ian, con un enorme sorriso. Il sorriso più enorme che Svetlana li avesse mai visto.

"Oh, e dove vai?"

"Ehm, al sud. Messico, forse Argentina" rispose Ian, guardandosi le scarpe.

Ian credeva che la donna non sapesse niente. Insomma, credeva davvero di essere una delle poche persone a sapere dove fosse Mickey in quel momento.

Ma Svetlana annui piano, guardandolo con aria mesta , prima di parlare.

"Salutamelo" disse semplicemente.

"Ma, veramente..."

"Non sai nascondere cose, Ian" disse lei con una risata "Saresti spia russa pessima. Salutami Mickey"

"E tu dai un bacio a Yev" disse invece Ian "Magari tra qualche mese potremo tornare indietro. Te lo prometto"

"Io vi aspetto" disse Lana "Lo faccio sempre"

Ian, in realtà, non sapeva niente. Non sapeva nemmeno se Mickey avebbe anche solo accettato di starlo ad ascoltare, o se sarebbe stato un viaggio a vuoto.

Ma annuì comunque, promettendoglielo solennemente.

Almeno questo glielo doveva.

 

 

Ever thought of calling when you've had a few?

'Cause I always do

Maybe I'm too busy being yours to fall for somebody new

Now I've thought it through

Crawling back to you

So have you got the guts?

Been wondering if your heart's still open and

If so I wanna know what time it shuts

Simmer down and pucker up

I'm sorry to interrupt it's just I'm constantly

On the cusp of trying to kiss you

I don't know if you feel the same as I do

But we could be together, if you wanted to

 

 

Era ormai mezz'ora che era seduto in quel dannato soggiorno. Tre borsoni facevano compagnia alle cinque valigie di Mandy, mentre la donna finiva di sistemare le ultime cose in casa Milkovich.

Ian non avrebbe mai pensato di ritrovarsi immediatamente con quella sensazione addosso. Come se vivesse in quella casa da sempre, e non come se ci avesse vissuto ormai un secolo fa.

Quando scansò automaticamente il gradino sconnesso delle scale di casa Milkovich, rimase imbambolato per dieci secondi senza capire cosa fosse successo.

Lip, seduto sulla poltrona, sembrava spaesato almeno quando lui.

Lo aveva visto fissare lo stesso punto quando aveva automaticamente alzato appena la porta sul retro per aprirla , prima di andare a fumare una sigaretta.

Quella casa portava dei ricordi ad entrambe. Portava notti insonne passate a fare sesso con al persona che amavano, ed ironia della sorta era un Milkovich in entrambe i casi. Portava risate, ma anche grida.

Quella casa, quei due fratelli, gli erano entrati nelle ossa più di ogni altra persona.

"Quando un Gallagher ama, lo fa con ogni organo del corpo. Non solo con il cuore" diceva sempre Fiona.

"Sai, potresti venire con noi Lip" disse Mandy all'improvviso "Farebbe bene anche a te cambiare aria"

Mandy non sapeva ancora niente. Ne dei problemi di alcol, ne della riabilitazione.

Conoscendola, non sarebbe nemmeno partita se l'avesse saputo.

Perché c'era come una tacito accordo tra lei e Lip. Erano convinti che, insieme, non sarebbero mai potuti funzionare, ma al tempo stesso non smettevano di cercarsi, di incastrare gli sguardi.

Ian arrivò anche a chiedersi se visti da fuori anche lui e Mickey erano così. Se lui, senza neanche pensarci, non staccasse gli occhi da Mickey esattamente come faceva suo fratello con Mandy, e se Mickey, dal canto suo, lo fissasse con quegli occhi penetranti che lo facevano sentire così piccolo, così come faceva sua sorella con Lip.

Era sicuro che Mickey lo facesse.

Magari era solo il momento sbagliato. Tempo sei mesi, massimo un anno, e sarebbero tutti tornati a casa, a Chicago.

Magari Lip avrebbe avuto una seconda occasione con lei, un lieto fine. Anche se, ai lieti fine ,non ci aveva mai creduto.

"Hey, qualcuno deve tenere a bada Fiona. Fidati, è meglio se avete qualcuno di amico da questo lato del confine" rispose invece suo fratello.

Con gli occhi lo pregò di non dire niente, e Ian tenne la bocca chiusa.

Non c'era bisogno che lo sapesse. Non ora che Mandy era letteralmente il suo unico biglietto di sola andata per il Messico.

"Magari potresti venire a trovarci quest'estate" disse invece Ian sorridendo.

"Si, si potrebbe fare" disse Lip "Ora voglio solo che tu muova il culo da qui, ok?"

Mandy chiuse la porta di casa Milkovich qualche minuto dopo, la piccola macchina che era riuscita a trovare già stracolma di bagagli.

"è un ferro vecchio" protestò Lip.

"In questi due anni non mi ha mai lasciato a piedi" ribattè invece stizzita Mandy.

"Allora, è un addio?" chiese Lip.

Aveva mantenuto la faccia da duro, ma sotto si vedeva che era triste.

Ian lo conosceva fin troppo bene per non capirlo.

"Spero di no. Anche se starò via per un po', spero di riportarlo a casa un giorno"

"Buona Fortuna con quello" disse Mandy "Mio fratello non lo schiodi. Beh, c'è anche da dire che non sono dotata di quello che hai tu in mezzo alle gambe" aggiunse poi con un occhiolino.

"Comunque vada, abbi cura di te. E fatti sentire ogni tanto. Io cercherò di tenere a bada Fiona, ma non ti prometto niente"

"Grazie Lip, ti devo un milione di favori" disse Ian abbracciandolo.

"Se non ti vedrò più con quel muso lungo sarà già abbastanza per me" disse Lip ridendo "E poi stavi diventando insopportabile"

"Ammettilo, non vedi l'ora di liberarti di lui" disse Mandy affacciandosi dal finestrino.

"Io e Carl volevamo una camera più grande" disse Lip ridendo "Stavamo così bene quando abitavi qui" aggiunse poi, indicando la casa.

"Ciao Lip" disse Mandy sorridendogli.

"Prenditi cura del mio fratellino" disse invece Lip.

Una volta salito, vide Lip salutarli con il braccio alzato, dallo specchietto retrovisore, prime di accendersi una sigaretta e incamminarsi verso casa Gallagher.

Lip, forse, gli sarebbe mancato un po'. Il South side, invece, non gli sarebbe mancato per niente.

 

 

 

Soho Corner:

Io non lo accetto ok? Non accetto il fatto che Ian, una volta uscito di scena Mickey , si sia completamente dimenticato anche di Yev.

Era , LETTERALMENTE, come se Svetlana fosse stata la loro surrogata, a volte

Era , LETTERALMENTE, come se Svetlana fosse stata la loro surrogata, a volte.

Quel bambino era figlio suo, o almeno così lo considerava.

All'improvviso si è dimenticato di tutto, e non mi sembra logico.

Così, ho voluto dargli una spiegazione "logica" io

Per il resto mi rendo conto che, più che altro, questo è un capitolo molto introspettivo.

Siamo entrati un po' nella testa di Ian, ma non potevate aspettarvi niente di meglio da un capitolo "transitorio" come questo

Le cose incominciano a farsi serie dal prossimo.

Vedremo, infatti, anche cosa sta facendo Mickey in questo momento prima dell'arrivo di Ian.

Si sarà trovato qualcuno? Che lavoro starà facendo? Avrà imparato lo spagnolo? Si sarà abbronzato almeno un po'? Avrà comprato un sombrero?

Queste e molte altre risposte le troverete nel prossimo capitolo

Song : Do i wanna know? - Arctic Monkeys

un bacio

jess

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