Transformers Armada Attraverso Altri Occhi

di AnimeChan97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo Contatto: La Scoperta ***
Capitolo 3: *** Primo Contatto: Il Tiranno e l'Eroe ***
Capitolo 4: *** La Rivelazione: Compagni ***
Capitolo 5: *** La Rivelazione: Disguise ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Miliardi di anni orsono, nelle profondità del cosmo, prese corpo una straordinaria e unica entità digitale. In cerca di nuove forme di vita inviò delle creature ad esplorare i meandri più remoti della galassia. Questi esseri meccanici presero il nome di Transformers.

Uno dei primi pianeti che abitarono, destinato presto a diventare noto nel tempo e nello spazio, si chiamava Cybertron. Un giorno su Cybertron scoppiò una guerra civile; tra gli oggetti della contesa vi era una razza di piccoli robot, i Minicon. Pur essendo considerati solo degli strumenti per incrementare il potere, i Minicon erano dotati di intelligenza propria; e così riuscirono a resistere al dominio degli Autorobot e dei Decepticons.

Seguirono innumerevoli e cruente battaglie, fino a che entrambe le fazioni non si trovarono in un vicolo cieco. La consapevolezza che la vittoria sarebbe costata un prezzo troppo alto, le costrinse ad una tregua. Durante la tregua venne raggiunto un accordo: un'enorme astronave sarebbe stata costruita per inviare lontano, nello spazio, i Minicon, affinchè non potessero più essere utilizzati come supporto in alcuna altra guerra galattica. 

Dopo aver viaggiato per milioni di anni, l'astronave dei Minicon entrò in collisione con un satellite che orbitava intorno ad un pianeta allo stadio primitivo, chiamato Terra. L'astronave si spezzò e il suo carico di Minicon piovve dappertutto. 

La Terra attraversò grandi mutamenti, per milioni di anni i Minicon rimasero lì inerti---"

"E ancora non li avete trovati... " disse una ragazza al telefono.

"Se la ricordi a memoria perchè mi chiedi sempre di ripeterla?" Chiese la voce dall'altro capo del telefono, una voce baritona, potente ma allo stesso tempo gentile.

"A dire la verità non lo so... forse mi affascina la storia del tuo pianeta, papà..." ammise la giovane, insicura.

"Va bene, adesso però vai a dormire... domani inizia il tuo primo giorno di scuola, è tardi..." disse la voce maschile, severamente per poi chiudere la telefonata dopo che la figlia l'ebbe salutato.

"Domani rivedrò Rad, Carlos e Alexis!" Pensò la giovane, eccitata, prima di sdraiarsi e chiudere gli occhi.

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Capitolo 2
*** Primo Contatto: La Scoperta ***


A/N: prima di cominciare volevo solo fare una piccola legenda dei segni che ho usato... davvero molto piccola.... 
-- = time skip
-- ... P.O.V.-- = P.O.V. sta per Point Of View, quindi punto di vista che qui sarà Jade il narratore oppure 3rd Person, ovvero narratore esterno, che parlerà in terza persona...... 
Vi lascio alla lettura va!




--JADE'S P.O.V.--

Ciao mi chiamo Jade Aaron e ho 13 anni. Sono una ragazza dal temperamento difficile… e forse un po' permalosa ma estremamente amichevole e leale con chi ritengo degno di nota, sono bionda con capelli che mi arrivano a metà schiena, ho gli occhi dello stesso colore degli smeraldi e mi ritengo dalla corporatura agile. Immagino che possiate considerarmi una ragazza in gamba come tanti e anche a scuola… beh diciamo che me la cavo bene. La mia scuola è cominciata qualche giorno fa e visto che non abito molto lontano da essa ci vado ogni giorno sfrecciando sui miei rollerblades.

"Hey, Jade!" mi salutò Rad affiancandomi, un mio compagno di classe: un ragazzo alto, capelli corti di color beige, occhi azzurri rasenti l'oceano. Lui è sempre gioviale e cerca sempre il lato positivo in ogni situazione. Ci incontriamo ogni giorno quando mancano poche decine di metri alla scuola, il suo attuale mezzo di trasporto è la sua bici da città azzurra, compagna di molte avventure, dice lui.

"Ciao!!" guardai verso il nuovo arrivato che ci mostrò il segno della vittoria col dito indice e medio alzati e subito ci supera mostrandoci dei trick col suo skateboard: il mio amico Carlos… un mio compagno di classe di origine sudamericana, un po' più basso di Rad ma simpatico uguale, dai capelli e occhi castano scuro, quasi neri. È davvero forte e stiamo sempre insieme a Rad anche se loro si conoscono fin dall'asilo… Carlos è un asso dello skateboard; io dico che con un po' d'impegno potrebbe diventare un professionista.

"Carlos, scommettiamo che io e Rad arriviamo prima di te?" dissi ridendo accelerando il passo insieme a Rad

La scuola in cui vado si chiama Lincoln Middle High, eccola che è in vista! Contrariamente a quello che tutti potrebbero pensare a me piace molto andare a scuola… è bello imparare! Ma nessun ragazzo della mia età è d'accordo con me… pace.
 

--Nel corridoio della scuola…

"Accidenti -si lamentò Carlos posando la sua attrezzatura da skateboard nell'armadietto per poi chiuderlo- mi avete battuto di nuovo" poi si volse verso di me e Rad a fianco a lui, col classico sguardo di sfida che andava dicendo "tranquilli perché non mi arrendo" e ci batté il pugno ridacchiando. "E così sono tre giorni di fila…"

"Eh già!" rispose prontamente Rad mentre io me la ridacchiavo sotto i baffi.

Girandomi verso il corridoio, notai un'altra nostra compagna arrivare con un libro sotto braccio: Alexis, un po' troppo seria per i miei gusti ma quando vuole è comunque molto simpatica dai capelli castani corti, e gli occhi verde-acqua; carnagione chiara e molto magra ma atletica.

"Guardate ragazzi, arriva Alexis! Che dici, Rad… la invitiamo?" chiesi e Rad annuì capendo di cosa stessi parlando

"Alexis! Come vanno le cose?" chiese Rad, salutandola amichevolmente col suo solito sorriso

"Eh? Hmm… eh… scusate, buongiorno ragazzi…" sorrise nervosamente, come se fosse caduta dalle nuvole.

"Io, Jade e Carlos volevamo chiederti se avevi voglia di venire con noi dopo scuola. Andremo sulla montagna a dare un'occhiata a quella caverna…che abbiamo…. Scoperto…" disse Rad rallentando l'ultima parte della frase, confuso, poiché sembrava che Alexis nemmeno lo stesse ascoltando.

"Qualcosa mi dice che non vorrà venire…" pensai.

Alexis si voltò verso di noi sospirando per poi portarsi una mano dietro alla testa quasi imbarazzata: "Mi dispiace ragazzi ma domani ho un compito di matematica, e poi ho detto a mia madre che sarei tornata subito a casa…. -sembrò fermarsi ma poi si avvicinò con sguardo arcigno alzando notevolmente il tono di voce (e secondo il mio parere, anche il suo grado di antipatia… ma questa e solo una mia opinione)- SE NON AVETE ANCORA CAPITO, LA RISPOSTA E' NO!!" strepitò, per poi ritornare la solita Alexis di sempre, sorridente voltandosi poi e incamminandosi verso la sua classe.

Io, Rad e Carlos rimanemmo basiti da quello scatto: "Non c'era bisogno di risponderci così non siamo stupidi…"

"E' solamente una mia impressione, o la signorina Mille Arie oggi è particolarmente antipatica…?" Chiese Rad grattandosi una guancia, più parlando per se stesso che con altri. Io sgranai appena gli occhi

"Shh! Rad!! Ti potrebbe s--" cominciai ad avvertirlo ma Alexis mi interruppe: "Fa molta attenzione a ciò che dici perché ti sento, Rad!" esclamò quasi con tono minatorio senza girarsi prima di entrare in classe.

Sospirai scuotendo la testa: "Stavo cercando di dirtelo…"

"Lascia perdere, è inutile. Tanto con le ragazze non ci si capisce mai niente.." affermò Carlos cercando di tirare su di morale l'amico

"Ehi!!" esclamai, essendo una ragazza anch'io, me la sono giustamente un po' presa.

"Senza offesa, Jade.." si affrettò ad aggiungere sorridendo imbarazzato

"Non ci capiscono niente i babbei…"-intervenne a sproposito una voce di uno dei due bulletti della scuola, Billy, con fare da saccente: ragazzo alto, esile con i capelli castano chiaro e occhi neri. Si decisamente lo odio quello lì…- "E' davvero incredibile come vi vada tutto storto…"

"Ma chiudi un po' il becco Billy…" esclamai scocciata

"Come mai non invitate mai me e Billy hm?" intervenne un'altra voce, Fred, che trafficava con qualcosa nel suo armadietto togliendosi poi un lecca lecca dalla bocca. Infine lui è il secondo dei bulletti, a mio parere più stup-- volevo dire, più ingenuo di Billy. Ragazzo basso, dalla corporatura decisamente robusta, capelli neri e con delle creste appuntite davanti sulla cute, poco sopra la fronte, con una passione per il cibo.

"Secondo voi qual è il motivo?" chiese Rad scocciato.

Intanto suonò la campanella e tutti gli studenti si affrettarono verso le proprie classi, ma attualmente nessuno di noi se ne accorse essendo abbastanza presi dalla discussione alla mano.

"Ma che te ne importa Fred? Davvero vorresti farti vedere in giro con questi tre…… -si interruppe non trovando la parola giusta ma poi gli venne e continuò- questi tre tonti?" chiese rivolto all'amico trafficando anche lui con l'armadietto, ridendo insieme a Fred

Notai Carlos stringere la mano in un pugno per poi avvicinarsi aggressivamente a Fred gridando: "Ehi allora perché non ci lasciate in pace, idioti!"

Stavo per cercare di calmare Carlos quando qualcuno dietro di noi battè le mani un paio di volte per attirare la nostra attenzione: oh no… la professoressa… tutti ci girammo verso di lei mentre questa ci rimproverava del fatto di non essere in classe.

Beh, avete assistito al tipico inizio di una mia giornata… fantastico vero? Ma una volta fuori da scuola è tutta un'altra storia: in cima alle colline che circondano la nostra città, c'è il centro di ricerca CosmoScope, i genitori di Rad lavorano lì come astronomi.

Una volta in classe, dopo appena quaranta minuti di spiegazione Rad e Carlos erano già annoiati, così Rad decise di provare a fare un altro tentativo con Alexis

"Pss!! Ehi Alexis!" mormorò Rad cercando di non farsi beccare dal prof, ancora tentando (in vano) di convincere Alexis a venire con noi alla caverna…

Lei si girò dal lato opposto commentando innervosita: "Ma volete lasciarmi in pace!"

Oh, Rad è convinto di piacerle molto ma, a detta sua, vuole solo farsi desiderare… mah… sarà…

 

--A lezioni finite…

Carlos riprese dal "parcheggio sotterraneo" della scuola il suo skateboard, insieme a Rad che tolse la catena dalla bici e stava cominciando a mettersi il casco, io li raggiunsi poco dopo, dopo aver svuotato il mio armadietto e preso i rollers

"Allora… siete sempre dell'idea di andare sulla montagna?" chiese Carlos… dal tono sembrava insicuro della risposta che avrebbe ricevuto da me o da Rad

Rad si voltò dalla sella della sua bici sorridendogli e dandogli l'ok col pollice in su: "Certo! Ma dobbiamo darci una mossa, o quando arriveremo alla caverna sarà già buio" affermò serio.

Alla risposta data a Carlos tornò il sorriso sulle labbra: "Hai ragione" -disse. Ma presto quel sorriso genuino si trasformò in un sorriso di sfida- allora preparatevi a mangiare la polvere!!!" esclamo partendo per primo, seguito a ruota da me sui rollers e Rad sulla sua amata bici, ridendo Rad ribattè alla provocazione dell'amico: "Tu dici?"

Carlos rispose prontamente: "Certo!! Sbrigatevi schiappe!!" peccato che Rad lo aveva già superato e di molto anche, io ero a fianco a lui invece. Beh diciamo che Rad in questo caso era una persona della serie: "come vincere: lo stai facendo ben-- barando". Dai! Era in bici! Superare noi "comuni mortali" era una passeggiata con la metà della fatica!

"Questa volta non mi batterete!!" continuò Carlos quando finalmente riuscii a staccarlo anch'io, al che gridai senza distrarmi dalla strada: "A me non sembra, Carlos!!"

"Non ti illudere Jade! Tanto ti riprendo!!" minacciò lui, ormai parecchi metri indietro

 

--3RD P.O.V.--

Quello che i tre ragazzi non sapevano però era che Fred aveva attaccato una microspia alla bicicletta di Rad e stava tenendo d'occhio insieme a Billy la loro posizione tramite un localizzatore. Così decisero di seguirli, in segreto.

 Arrivati alla caverna Billy scese dalla sua bici e cominciò a rimproverare l'amico: "Insomma vuoi darti una mossa? A quest'ora saranno già tornati a casa!"

Fred era a terra, stremato; data la sua corporatura non poteva fare uno sforzo eccessivo, e salire una collina abbastanza ripida non rientrava nella categoria: "attività semplice"

"Non alzare la voce con me! -Rispose Fred- Sono un tipo sensibile io, cosa credi? Ti assicuro che sto facendo del mio meglio ma a te tanto; no, non va mai bene niente!"

Billy sospirò innervosito: "Forza! Muovi quella ciccia!" ribattè con tono di sufficienza

Fred se la prese poiché rispose lamentandosi: "Il mio terapista dice che non puoi darmi ordini, perché non sei migliore di me!....ecco…. Mi è rivenuta fame…" quest'ultimo commento suscitò un brontolio da parte dell'amico quando Fred si accorse di qualcosa appoggiato alla parete rocciosa: "Guarda lì! -disse puntando verso l'oggetto- il mio localizzatore ha funzionato! Quella è la bici di Rad!"

"Quindi i nostri amichetti stanno combinando qualcosa tra questi vecchi cunicoli, eh?" constatò Billy una volta raggiunta l'entrata della caverna misteriosa, apertura che suscitò in Fred un lamento di insicurezza. "Dobbiamo scoprire cosa" Continuò il ragazzo magro tirando fuori dallo zainetto una torcia.

"Ehmm… questa non mi sembra affatto una buona idea…" constatò insicuro l'altro, guardando verso l'entrata buia dell'anfratto

"Vuoi smetterla una volta per tutte di fare il fifone?" ribattè Billy scocciato, sempre più incuriosito però, di scoprire i segreti che celava la grotta celava

"E questa cos'è?" chiese una volta accesa la torcia puntando verso una corda che serpeggiava a terra.

 

--Da Rad, Carlos e Jade: Jade's P.O.V.--

"Bene, Carlos, Jade, eccoci qui." affermò Rad davanti all'entrata della caverna.

"Che fico…" esclamammo io e Carlos all'unisono guardando all'interno della grotta, cercando di scorgerne la fine

"Allora -Riprese Rad con la torcia in mano- vi sentite pronti?" noi annuimmo e lui accese la torcia, guardandosi intorno per poi entrare e cominciare la nostra avventura, guidandoci lui che aveva la torcia in mano. Io stavo tra i due ragazzi, per sicurezza dicevano loro, e Carlos per ultimo che srotolava una lunga corda che aveva precedentemente legato a un piccolo spuntone roccioso appena fuori dalla caverna

Dopo qualche minuto di escursione, Rad commentò: "Accidenti… questo posto è più inquietante di quanto pensavo…" il che mi fece invece chiedere insicura: "Carlos, sei sicuro che riusciremo a tornare indietro?"

"Non mettermi l'ansia addosso, Jade! È tutto sotto controllo! -mi rassicurò indicando la corda per terra che segnava il percorso già fatto- basterà seguire questa corda e saremo fuori di qui." Riprese Carlos

--

"E adesso? Da che parte andiamo?" Chiesi una volta arrivati a un bivio in fondo allo stretto cunicolo in cui eravamo passati, guardando Rad e Carlos a turni.

"Dobbiamo tornare indietro, ragazzi, non abbiamo più corda!" ci informò Carlos che reggeva la parte finale della suddetta corda.

Rad rimase in silenzio pensieroso, non voleva abbandonare subito l'avventura e al momento si stava scervellando per trovare una soluzione al loro problema, finchè non gli venne il lampo di genio: "Ho trovato! -esclamò, avvicinandosi alla parete rocciosa per raccogliere qualcosa che si rivelò essere una manciata di sassi- possiamo tracciare la strada con dei sassi… -spiegò disponendoli a forma di freccia a indicare la via destra del bivio- bell'idea eh?" ci sorrise come per avere una nostra conferma

"Sei geniale come sempre, Einstein…" confermò Carlos sollevato… e anch'io dovevo ammettere che ero sollevata all'idea di continuare. Io sono una ragazza avventurosa, mi sarebbe dispiaciuto abbandonare tutto per colpa di un bivio o di una corda troppo corta.

"Sai, certe volte mi chiedo perché ti porto con me…" rispose Rad a cui evidentemente non era andato a genio l'appellativo con cui Carlos lo aveva appena chiamato

"Ahh sei solo invidioso perché io sono più bello di te!" rispose Carlos ridacchiando al che io intervenni ridacchiando: "Si certo, contaci Carlos…"

Pochi minuti dopo a Carlos parve di sentire un rumore, infatti chiese agitato: "Avete sentito anche voi?"

"Forse è solo acqua che scroscia" ipotizzò Rad cercando di rassicurare l'amico, ma l'altro non sembrava affatto rassicurato: "Dici?"

"Oppure è la tua immaginazione che galoppa…" ipotizzai invece io, anche per sdrammatizzare… la verità era che anch'io avevo sentito qualcosa, come una voce e, lasciatemelo dire, stavo diventando quasi paranoica.

"Potrei giurare di aver sentito delle voci…" continuò il ragazzo di origine spagnola, sicuro di ciò che aveva sentito sebbene quella sicurezza vacillasse appena.

"Non è possibile…" constatò Rad a metà tra lo scocciato e l'incredulo

 

--Billy e Fred: 3rd P.O.V.--

 Seguendo lo scorrere della corda, intanto, anche Billy e Fred arrivarono al bivio, con qualche difficoltà da parte di quest'ultimo

"Forse avrei dovuto dirtelo prima -cominciò Fred con voce tremante di paura- ma fin dai tempi dell'infanzia ho sempre avuto paura dei posti chiusi e bui…" disse informando l'amico del suo voler tornare indietro, appoggiandosi ansimante, nuovamente stremato, a una stalagmite rocciosa

"Se usassi per camminare l'energia che sprechi per frignare li avremmo già trovati!" ribattè con un lieve tono di insulto contro il compagno prima di voltarsi e far sparire il sorriso canzonatorio che aveva sul viso ricoperto di lentiggini, alla vista del bivio: "Adesso siamo a posto. -si lamentò puntando la torcia verso la fine della corda lasciata da Carlos, Jade e Rad- Da che parte saranno andati? È tutta colpa tua!"

All'accusa dell'amico Fred si difese controbattendo innocentemente: "Ma perché te la prendi con me? Hai avuto tu la bella idea di seguirli!"  esclamò accusando Billy a sua volta (il classico gioco dello "scarica-barile" sapete?).

"Sta a sentire- si girò bruscamente il ragazzo magro- ti ho sopportato anche troppo: se sei così stupido da voler mollare, allora gira i tacchi e portateli a casa! -gridò sbattendo il piede a terra e accidentalmente distruggendo la freccia con i sassi lasciata da Rad- io ne ho abbastanza delle tue lamentele… mi sarei divertito di più se avessi portato mia sorella…" concluse prendendo la via di sinistra al bivio, senza aspettare il compagno che, seppur indeciso gli corse dietro.

"eh?? ASPETTAMI BILLY, DOVE VAI!?! NON PUOI LASCIARMI QUI DA SOLO!! HAI LA MIA MERENDINA AL CIOCCOLATO IN TASCA! ASPETTA!!" gridò di rimando Fred, producendo una eco che raggiunse, seppur estremamente leggera, persino le orecchie di Carlos.

--

Dopo altri minuti di camminata raggiunsero un'ampia grotta e curiosi ma comunque impauriti guardarono verso l'alto.

"A-alza il fascio di l-luce…" intimò Fred con voce tremante, aspettandosi di trovare qualcosa di brutto

Billy, ubbidendo alla richiesta dell'amico, puntò la torcia verso quelli che si rivelarono essere poi uno stormo di pipistrelli, i quali, disturbati dall'improvvisa luce, si misero in volo dirigendosi verso i due ragazzi che finiscono per gridare di terrore. Si misero a correre come forsennati verso l'uscita, pervasi dal panico e dalla suggestione.

"Scappiamo via di qui! Sono allergico ai vampiri!" gridò Billy in preda al terrore, seguito da Fred

--

Dopo essere scampati ai pipistrelli, corsero alla cieca per parecchi minuti, oramai la via per l'uscita era più che persa nel trambusto generale e nel panico causato da quei roditori alati, Fred stremato per la terza volta, ridotto a doversi prendere una pausa e Billy che cercava freneticamente un minimo segno della via d'uscita, spostando la torcia a destra e a manca nel vano tentativo di ritrovare la corda che per loro significava salvezza.

"Non possiamo tornare indietro, Billy? -si lamentò Fred, ancora chiaramente scosso dall'esperienza- Ho le gambe molli, sento che sto per avere un tremendo calo di zuccheri…"

"Te lo dico per l'ultima volta: -sbottò l'amico- non ce ne andremo finchè non avremo scoperto cosa stanno cercando …" disse serio continuando a cercare tramite la torcia una via che potesse indicare loro la strada giusta da prendere

Il viso di Fred si rabbuiò per la preoccupazione "E… -cominciò titubante- se si fossero perduti come noi? Potremmo rimanere intrappolati qui per l'eternità!"

Per Billy non era una bella prospettiva visto che dalla paura e dalla preoccupazione gli stava quasi venendo da piangere, infatti singhiozzò girandosi verso l'amico: "Per favore, finiscila: mi stai facendo venire i brividi!" pregò con la voce rotta dal pianto.

 

--Rad, Carlos e Jade, Jade P.O.V.--

"Ancora quel rumore… ma ora sembra più vicino…" Commentò nuovamente Carlos avvicinandosi, intimorito a me e a Rad

"Ti sei fissato eh?" chiese di rimando Rad, ancora incredulo guardando l'amico

"Andiamo a vedere di che si tratta." disse seriamente, voltandosi indietro per andare a controllare. Carlos mi preoccupava ogni momento di più, in realtà non era Carlos in sé, ma il fatto che anche lei sentiva quei rumori che la stavano mandando in paranoia.

"Ehi! Dove stai andando!" chiesi al ragazzo bruno che si stava allontanando, allarmata

"Questa faccenda inizia ad innervosirmi" spiegò secco facendo ancora un altro passo. Il terreno sotto il suo piede però si abbassò come se fosse una pedana a pressione che si vedono nei film d'azione di Indiana Jones, e subito dopo un tremore che andava a farsi sempre più forte fino a diventare un terremoto vero e proprio si fece sentire, facendo scricchiolare le pareti del cunicolo. Io mi guardai attorno, impaurita; il cuore mi andava a mille. Guardavo costantemente verso Rad o Carlos per cercare una sorta di sicurezza ma anche loro erano nella mia stessa situazione finchè non ci fu per un attimo del silenzio…

"La calma prima della tempesta…" pensai. "Carlos! Attento!!" gridai poi, preoccupata per lui che era il più instabile al momento

Pochi secondi dopo, come a darmi ragione, il pavimento sotto di noi venne meno… un intera lastra di roccia si spezzò dal suolo portando con sé anche noi.

Gridammo tutti terrorizzati mentre cercavamo di reggerci a questo lastrone che sfrecciò in discesa lungo una serie infinita di cunicoli di una ripidità spaventosa, se non avessi temuto per la mia vita, avrei potuto pensare che ero su qualche sorta di montagna russa.

La discesa sembrava interminabile, non smettemmo un momento di gridare (come se la cosa potesse comunque esserci d'aiuto… beh è un istinto, che possiamo farci?) finchè finalmente non ci parve di scorgere la fine del tunnel. Atterrammo letteralmente in una conca sotterranea, molto larga… stranamente molto larga…

"Carlos? Jade? Siete ancora tutti interi?" chiese Rad, una volta ripreso dal volo incredibile e allo stesso tempo terrorizzante che abbiamo fatto

Io annuii in risposta mentre Carlos trovò opportuno fare una battuta: "Non lo so… dovrei contarmi le ossa" rispose toccandosi il collo con una mano. "Probabilmente -continuò- con il nostro passaggio abbiamo causato una frana e ora siamo finiti in questa vecchia grotta…" constatò guardandosi in giro, cercando di scorgere qualcosa

"Diamo un'occhiata" rispose subito Rad tirando fuori dal suo zaino un fornelletto elettrico, accendendone la fiamma, voltandosi poi verso di noi sorridente, facendoci il segno di vittoria, per poi puntare la luce più in alto: "Ma che… che accidenti è!"

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Capitolo 3
*** Primo Contatto: Il Tiranno e l'Eroe ***


A/N: ok, mi dispiace tanto per il ritardo... la scuola sta cominciando a rubarmi minuti su minuti..... ma finalmente è fuori un altro capitolo... non so perchè sono particolarmente entusiasta di questo capitolo quiiiindi spero vi piacerà. :) Buona letura



"Ma che… che accidenti è!"

 

Jade P.O.V.

--

La grotta che ci si presentava era molto particolare: parti metalliche enormi sembravano come incastonate nella roccia e questo anfratto ne era pieno, pendevano cavi, pezzi di metallo… sembrava il luogo di schianto di…. Un'astronave! Che sia proprio quella dei…

"Sembra che non siamo stati i primi ad entrar qui…" commentò Rad puntando la luce della fiamma contro i resti metallici nella pietra.

"Guarda questi oggetti… -Seguitò Carlos- non hanno un aspetto terrestre…" concluse guardandosi attorno

"Ma la cosa davvero incredibile è che probabilmente si trovano qui da chissà quanto tempo!" esclamai con finto stupore, si, finto. Rad e Carlos non sapevano nulla della mia vita all'infuori della Terra e sicuramente non dovevano sospettare che io potessi sapere qualcosa di quei rottami incastonati, quindi dovevo stare al gioco e sperare che non mi cogliessero in fallo.

"Già… " rispose Rad assente, mentre continuava a spostare il fascio di luce per vedere ogni minimo particolare

Io sapevo, il mio istinto mi suggeriva che quella era proprio la mitica astronave dei Minicon di cui mio padre mi raccontava fin dalla nascita e che stava cercando da tempo ignoto. Mi avvicinai alla parete, sfiorando appena il metallo. Chiusi gli occhi come se potessi figurarmi l'intero viaggio compiuto da questa astronave, dall'inizio della sua costruzione fino a qui, sulla terra….

"Forse dovrei mandare delle foto a papà… lui saprebbe sicuramente se si tratta o meno di quello che penso" mormorai prendendo il cellulare.

"Jade, che fai?" chiese Carlos avvicinandomisi cautamente (sapete, nel caso succeda un'altra volta il piccolo trambusto che abbiamo avuto qualche minuto fa)

"Hm? Volevo solo fare delle foto, questa faccenda è troppo forte!" esclamai, cercando ancora di nascondere la mia conoscenza a riguardo

"Credete che ci viva qualcuno?" interruppe Rad rivolgendosi a noi

"Beh c'è solo un modo per saperlo: ehi!! Se c'è qualcuno qui si faccia sentire adesso o taccia per sempre!" -gridò Carlos. Io mi portai una mano alla fronte, scuotendo lievemente la testa mentre il ragazzo sudamericano mi fece spallucce.

--

Continuammo a esplorare quella conca, scoprendo sempre di più quello che a quest'ora era lo "scheletro" dell'astronave. Si riuscivano a vedere tutte le strutture portanti, e alcuni interni erano ancora visibili, seppur molto danneggiati.

"Accidenti… qui deve essere accaduto qualcosa di veramente strano!" commentò ancora Rad continuando a guardarsi intorno, camminando a filo della nave che diventa via, via sempre più ingombrante e che quindi ci costringeva a passare rasenti il muro.

"Già! Guardate queste rocce; sembrano liquefatte…" disse Carlos continuando a camminare dietro di me

"Rad, Carlos! Guardate c'è una scala!" feci notare indicando verso la suddetta a pochi metri di distanza da noi

"La questione si fa sempre più interessante… Forza, ragazzi: andiamo a vedere!" Incoraggiò Rad

Mentre Rad ispeziona la roccia per cercare di capirci di più Carlos chiese: "Hai una pallida idea di cosa possa essere successo qui?"

Rad scosse la testa "Magari ce l'avessi… Jade tu ne sai qualcosa?" mi domandò Rad, domanda alla quale feci spallucce scuotendo la testa "Ne so quanto voi ragazzi…" come ho già detto non posso rivelare quello che so.

"Io invece si!" esclamò Carlos dopo qualche minuto di riflessione.

 Al che sgranai gli occhi "cosa? Sa? Come è possibile? Ma no, starà facendo una supposizione…"

"Sembra il luogo di impatto di un astronave!" continuò Carlos.

"Non scherzare!" rispose incredulo Rad "Rad, Carlos… non immaginate quanto siete vicino alla realtà… sono convintissima che questa sia l'astronave dei Minicon… " pensai.

"Ehi ragazzi; saranno sicuri questi gradini?" chiesi cominciando a scendere dalla scala

"Non ci giurerei, fa' attenzione!" rispose Rad, con un tono di voce a metà tra il preoccupato e il diffidente ma comunque non si fece pregare e dopo alcuni secondi scese le scale insieme a Carlos. Davanti a noi si aprì una parte della grotta precedentemente celata ai nostri occhi. Era una piccola conca complessivamente spoglia dal metallo fuso nella roccia come tutto il resto della grotta ma al centro di questa apertura c'era per terra una sorta di "scudo" pentagonale che emanava una luminescenza verde. Io sgranai gli occhi "Quella piastra… -riflettei- l'ho già vista da qualche parte…. Ma si! È un Minicon! Abbiamo trovato un Minicon!".

I miei compagni d'avventura erano stupiti quanto me, ovviamente per una ragione differente, quale: era la prima volta che vedevano una cosa del genere sulla Terra: "Carlos, Jade! Guardate lì!" disse Rad indicando la piastra verde con la luce prodotta dal cannello

Subito incuriosito spense il fornelletto e si avvicinò correndo verso l'oggetto misterioso (misterioso per lui, s'intende) mettendosi poi in ginocchio per osservarlo meglio

"Non toccarlo! -avvertì Carlos- può essere pericoloso!" io mi guardai in giro e mi accorsi di un'altra luminescenza: "Ce n'è un altro! Incastonato nella roccia!" mi avvicinai anch'io per osservarlo meglio, anche se sapevo cosa fosse, grazie a mio padre che mi ha inviato delle fotografie, non ne avevo mai visto uno di persona. "Ragazzi ne ho trovato un altro!!" chiamai

"Accidenti -esclamò Rad- ma che cos'è?" si chiese ad alta voce con gli occhi sbarrati per lo stupore

"Non lo so… ma dall'aspetto sembra radioattivo…" rispose insicuro l'amico

Io e Rad toccammo insieme le due piastre le quali emisero una nota il cui suono assomigliava al "la" emesso dal diapason quando viene fatto vibrare, forse di una tonalità più bassa; il centro del pentagono emise luce a onde continue finchè non si illuminò di una luce abbagliante. Io e Rad gridammo, momentaneamente accecati dal quel bagliore potentissimo che durò relativamente poco

"RAD! JADE! NOO!!" gridò preoccupato Carlos.

Dopo che la luce pervase tutto l'anfratto si sentì una scossa di terremoto che non dava cenno di attenuarsi. Quando poi la luce cominciò a diminuire io e Rad ci guardammo ritrovandoci entrambi con una piastra verde in mano che adesso emetteva la luminescenza verde di prima.

Carlos più che preoccupato esclamò: "Forza! Dobbiamo scappare immediatamente da qui!!" non facemmo neanche in tempo a muoverci che ogni centimetro della grotta si mise ad "accendere" luci variopinte come se fossero tanti pixel di un computer. Confusi ci guardammo attorno non sapendo bene come comportarci ma una cosa era certa: dovevamo andarcene

"Ehi! E adesso che sta succedendo??" Chiese Carlos avendo notato i milioni di piccoli bagliori che andavano accendendosi uno a uno. "Avanti Rad, Jade, dobbiamo andarcene, sta per crollare tutto!!" gridò ancora cominciando a strattonarci per farci muovere dal nostro stato attonito. Finalmente ci "risvegliammo" e cominciammo a correre avendo io e Rad in mano le due piastre.

Corremmo il più veloce possibile ma di nuovo le  piccole luci aumentarono il loro bagliore finchè non diventò tutto bianco. Quella luce ci inglobò, non vedemmo più niente.

 

--All'esterno, 3rd P.O.V.

Il terremoto era causato dall'astronave stessa che si stava riattivando. La luce abbagliante in realtà era solo il risultato del caricamento di una sorta di cannone che, non appena carico, inviò un segnale sotto forma di 3 raggi colorati: uno viola, uno verde e uno rosso; tutto questo processo però, causò un black-out totale in tutte le aree circostanti.

Il raggio verde, viaggiando alla velocità della luce raggiunse la Luna in pochi secondi, più precisamente la parte di astronave che era rimasta sul suo suolo, la quale rispose illuminandosi dello stesso verde, inviando dei raggi luminosi alla sorgente del primo; il fascio di luce viola e rosso invece, raggiunsero Cybertron. Nel percorrere gli anni luce che distavano tra la Terra e il pianeta natale dei Transformers, sembravano fare a gara per chi sarebbe arrivato primo alla base designata, come se lo stesso astio di una fazione nei confronti dell'altra fosse vivo in quei raggi. Nella base Autobot, così come in quella Decepticon suonò una sirena, l'allarme Minicon: era stato confermato che i Minicon erano effettivamente atterrati sulla Terra e si stavano risvegliando.

Perché dico confermato? Semplice, eoni fa era arrivata la soffiata, in entrambe le fazioni, che i Minicon si trovavano su questo pianeta formatosi da poco più di 2 miliardi di anni (terrestri). Quando però Optimus Prime e Megatron, saputò ciò, hanno riportato la notizia ai propri superiori, questi ultimi non credendoci hanno proibito ai loro sottoposti di intraprendere quel viaggio verso un pianeta lontano anni luce solo per verificare l'arrivo dei Minicon su quel pianeta; lo ritenevano un inutile spreco di tempo, anche perché nessun tipo di allarme era suonato.

Ma adesso la situazione era ben diversa: l'allarme è suonato e in più ha fornito a entrambe le basi delle coordinate geografiche estremamente precise mediante quei raggi arrivati a esse.

Finalmente i superiori di Optimus e quelli di Megatron diedero il via alle operazioni di recupero e inviarono i due capi con i loro più valenti soldati (scelti da Optimus e Megatron stessi) sulla Terra, ognuno con lo scopo di battere sul tempo la fazione avversaria e recuperare tutti i piccoli robot.

Dopo che i raggi erano stati recapitati al destinatario, la sorgente si spense, permettendo all'elettricità di tornare nelle zone colpite dal black-out

Intanto Alexis, avendo avvertito il terremoto, preoccupata per gli amici che erano andati proprio dove poi era stato individuato l'epicentro del suddetto, decise di raggiungere Carlos, Jade e Rad per accertarsi che stessero tutti bene.

 

--Da Rad, Carlos e Jade. JADE P.O.V.

Corremmo a perdifiato per numerosi minuti, nel remoto tentativo di trovare la via d'uscita, io e Rad con in braccio gli "scudi" che avevamo trovato quando Carlos, che correva davanti a noi, imprecò: "Accidenti… ho perso l'orientamento!"

"Non importa, continua a correre!" Ammonì Rad, cominciando a sentire la fatica della corsa.

Io che per tutto il tempo avevo guardato per terra per cercare di non inciampare su nessun "sasso nascosto" finalmente alzai la testa e cominciai a riconoscere dove mi trovavo "Ehi aspettate un momento, questo punto mi sembra di riconoscerlo!" esclamai, ed effettivamente avevo ragione visto che uscimmo dal bivio nel quale ci eravamo addentrati all'inizio di questa rocambolesca avventura. Infatti: "Guardate ragazzi! Abbiamo ritrovato la corda!" dissi ansimante ma con un tono decisamente più sollevato adesso che eravamo vicini alla via d'uscita.

Con un sorriso di sollievo stampato sul suo viso Rad disse, anche lui sollevato: "Sei unica!"

--

Finalmente fuori, ansimanti, mi misi a baciare la terra mentre Carlos era carponi, cercando di riprendere fiato dopo quell'estenuante corsa alla ricerca dell'uscita: "Aria fresca…" ansimò ma Rad ci incoraggiò a rimetterci in piedi

"Avanti non fermatevi, questo posto potrebbe ancora saltare in aria!" disse riprendendo a correre

Anch'io mi alzai e scesi verso la bici di Rad, posto dove avevo i miei rollers: "Coraggio!" spronai rivolgendomi a Carlos ma lui rispose, forze ridotte al minimo: "Si… vai avanti tu però…"

Stavamo per riprendere i nostri mezzi di trasporto quando per un decimo di secondo ci fu una luce strana che rese i dintorni in negativo, finita la quale dei puntini di luce viola si "alzarono" per andarsi a raggruppare in un punto specifico a mezz'aria: "Qualcosa mi dice che ricominciano i guai!" constatai guardando quella fonte di luce.

Le piccole luci formarono un cerchio che si abbassò notevolmente: l'interno di questo cerchio purpureo pareva liquido, aveva le stesse increspature che il sole forma sul fondo di una piscina o del mare stesso quando i suoi raggi incontrano la superficie d'acqua.

Sgranammo gli occhi e Rad era stato l'unico ad avere il coraggio di chiedersi cosa diamine fosse quel coso

Il cerchio iniziò a dissolversi, lasciando dietro di se una figura enorme, immobile, completamente nera, sospesa a mezz'aria. Atterrò dolcemente ma quando la forma ebbe contatto col suolo, un tonfo che faceva rendere conto della stazza della figura davanti a noi si fece sentire, e nello stesso istante la figura prese colore. I colori predominanti erano il viola e il verde, ma ancora facevamo fatica a capire di cosa si trattava. Si mosse, alzò quella che mi pareva una testa e ci fissò con i suoi sensori ottici rossi come il sangue prima di mettersi in piedi, facendo scendere le braccia, prima conserte, lungo i fianchi. Era un robot, un robot terribilmente enorme che soltanto a guardarlo faceva gelare il sangue nelle vene a chiunque avesse la fortuna… o nel nostro caso la sfortuna di trovarvisi davanti.

Questo robot antropomorfo mi pareva estremamente familiare, eppure non sapevo dove e come collocarlo nei miei ricordi, ma mi è comunque familiare visto che il mio corpo, quasi in automatico, mi trasmise una scossa che avvertiva di scappare il più lontano possibile. La mia mente invece mi fece vedere un immagine sfocata tramite gli "occhi della memoria": il luogo era diverso ma la figura, la sagoma era identica. Si… decisamente io avevo già visto questo titano.

Nonostante fosse lontano (secondo il mio punto di vista) una quindicina di metri o poco più da noi, la sua ombra bastava per inglobarci completamente.

Stavamo per scappare quando una voce femminile richiamò la nostra attenzione: "Ascoltatemi ragazzi!! -"Alexis? Che diamine ci faceva qui??"- Qualsiasi cosa succeda, mantenete la calma!" ci girammo verso di lei e cominciammo a intimarle di scappare il più lontano possibile e di mettersi in salvo; Rad corse verso di lei. "Non muoverti Rad!" ammonì in vano la ragazza.

Appena Rad si mosse anche il gigante lo fece, uno sguardo sprezzante rivolto verso di noi: ancora una volta il sangue mi si gelò nelle vene, volevo correre ma il mio corpo si rifiutava di muoversi.

"…Potrebbe attaccarti se lo fai!!" continuò Alexis, ma Rad la ignorò, raggiungendola "Ti ho detto di restare fermo!" lo rimproverò

"Ma che cosa ci fai tu qui!!" "grazie per aver dato voce alla mia domanda Rad…" domandò il ragazzo, ma all'ultimo mise il piede su un sasso smosso e perdendo l'equilibrio fece cadere la piastra verde che aveva tra le braccia

Vidi il titano digrignare i denti, fissando lo scudo che cadeva: "Brutto segno… graaaan brutto segno…" pensai, sempre più terrorizzata

Appena Rad si riprese dalla perdita di equilibrio, corse a riprendere ciò che aveva fatto cadere, e fissando il volto del robot davanti a noi farsi sempre più innervosito e sentendolo ringhiare,  gridai: "Lascia perdere Rad! Andiamo via di qui!!"

Dopo aver ripreso in mano quello che sapevo che sarebbe stato un Minicon finalmente ci mettemmo a correre, guardai dietro di me in tempo per vedere il tiranno allungare una mano verso la bicicletta di Rad lanciandola in aria, nella nostra direzione: "ATTENZIONE!!" gridai, appena in tempo per vedere Rad inchiodare nella sua corsa, la bicicletta che per pochi millimetri non gli era caduta in testa. Ci voltammo tutti, spaventati, verso il robot il quale emise nuovamente un ringhio, con il volume più alto, i nostri poveri timpani che in quei secondi interminabili gridavano "pietà".

Mosse un passo…. Poi un altro… poi un terzo… non riuscivamo a muoverci, lo fissavamo impauriti, terrorizzati, senza riuscire a fare niente. Seguì un quarto passo che fece tremare il terreno… un quinto… e la distanza tra noi e lui che andava scemando di diversi metri ad ogni suo passo; poi un sesto…. Un settimo…. Finalmente si fermò; le piastre che io e Rad avevamo in mano si illuminarono di una luce bluastra e ri-emisero quella nota, quel "la" che era risuonato la pima volta che le toccammo : si vedeva chiaramente un simbolo a forma di M, al centro e un segno romboidale attorno a esso che erano le uniche parti rimaste illuminate. Davanti a quella "accensione" improvvisa il gigante fu costretto a fare un passo indietro, perplesso. Io e Rad lasciammo andare le due piastre, ugualmente perplessi e ci allontanammo di qualche passo da esse.

Un raggio di luce dei colori dell'arcobaleno venne emesso dal centro della piastra che poi andò estendendosi lentamente su tutta la sua superficie. Il titano non doveva essere molto contento di questo visto che emise un altro ringhio.

Dopo pochi secondi le due piastre sparirono, e al loro posto comparvero due robot, alti come noi (grazie al cielo) uno grigio-blu e l'altro bianco; tutti noi li fissammo attoniti, non sapendo che reazione avere davanti a tutto ciò.

Nelle orbite "spente" che presumemmo dovevano essere per gli occhi si accesero delle luci che prima erano rotonde, poi diventarono delle linee e infine ellissoidali, fermandosi: era il segno che adesso i loro occhi funzionavano perfettamente e non appena i due robottini ci notarono subito si misero a emettere una serie di suoni simili a quelli di un cicalino, guardando prima me, poi Rad e infine il titano il quale smise di digrignare i denti e guardò i due esserini meccanici interessato. I due robot fecero spallucce e poi cominciarono a far girare la propria testa vorticosamente, per un motivo a me ignoto ma l'essere enorme doveva saperlo visto che un angolo della sua bocca si rivolse all'in su in un sorriso beffardo che subito sparì.

Improvvisamente la bici di Rad e il mio zaino si illuminarono dal niente; le teste di entrambi finalmente rallentarono e dove prima c'erano gli occhi adesso c'era uno schema degli oggetti che si erano illuminati. Poi tornarono le luci dei sensori ottici e in un lampo avevano cambiato aspetto. Quello che prima era grigio blu diventò ceruleo mentre quello bianco, rimase tale con alcune parti del suo corpo di un blu elettrico acceso. Si presero un secondo per poi trasformarsi: il primo diventò una bicicletta elettrica, e il secondo si posò sulle mie spalle a forma di zaino, ai lati del quale spuntavano due parti metalliche che assomigliavano a delle ali "Che cos'è, uno zaino Jet o qualcosa del genere?" pensai incredula

La bicicletta prima si impennò poi si avvicinò ai ragazzi, indicandoli col manubrio. "Sta cercando di dirci qualcosa…" constatò Carlos

"Vuole che saliate a bordo!" dissi e fu lì che mi accorsi del mio errore, si io lo avevo capito perfettamente ma non dovevo far si che gli altri se ne accorgessero; stavo già cercando un modo per salvarmi in corner quando Alexis mi guardò scettica: "Certo, come se tu potessi capirlo…" internamente tirai un sospiro di sollievo poi le risposi: "So che può sembrare strano, ma io credo che abbia detto proprio quello…" mi guardò con sufficienza ma poi Carlos tagliò corto: "Su in sella ragazzi, potrebbe essere l'unico modo per andarcene da qui!"

Mentre Alexis, Carlos e Rad stavano salendo in sella al Minicon, lo zaino-razzo che avevo sulla schiena, o meglio i suoi reattori, si accesero, facendomi librare in aria: all'inizio non ero molto stabile ma il robottino mi aiutò ad assumere la posizione corretta così che potessi volare tranquillamente, senza starmi a preoccupare della sensazione di cadere.

Il Minicon mi fece volare raso-terra, per motivi di sicurezza, a fianco al compagno trasformato "a metà" che correva sulle due ruote

"Che belloooo!!!" esultò Carlos ridendo, il robottino che lo teneva forte con un braccio

"Speriamo solo che il nostro amico, qui, non si faccia raggiungere da quel mostro di metallo!" esclamò diffidente Alexis, che si reggeva alle spalle del suddetto mentre Rad era tenuto dall'altro braccio

"AHH, scommetto che "Testa di Ferro" se ne sta tornando a casa sua! Pensateci, secondo voi che motivo avrebbe di seguirci??" disse Carlos che, a quanto pare, si stava divertendo parecchio- "Il solito…" -pensai.

Ma il caro "Testa di Ferro" non se ne stava affatto andando, ci stava seguendo. "le ultime parole famose"….. Volevo picchiarlo. Alexis, quasi anticipando il mio pensiero, commentò acidamente: "Che stavi dicendo, Carlos??"

Sentii il titano ridacchiare, mentre Alexis pregava che il robottino andasse più veloce, mi voltai solo un attimo verso il mostro di metallo per vedere che sorrideva in modo sinistro e aveva qualcosa in mano. Mi accorsi troppo tardi che era un sasso e che con una semplice spinta del pollice l'aveva lanciato a quella che per noi era una velocità inaudita, verso di noi. Non feci in tempo ad avvertire gli altri che il sasso ci cadde davanti: il jetpack che avevo sulla schiena si ritrasformò dopo aver inchiodato, facendomi cadere; mentre l'altro per cercare di evitare il masso cercò di virare ma perse l'equilibrio facendo cadere i ragazzi

I due robottini una volta toccato il suolo si spensero, come se fossero svenuti.

Senza che ci potessimo riprendere dalla caduta, il titano parlò con una voce tonante: "Avete qualcosa che mi appartiene!"

"Giuro che questa voce la conosco… so di averla sentita… di chi è… ?"  la mia mente cercava freneticamente di ricordarsi chi fosse ma al momento non voleva saperne di sputare fuori un nome.

 "Abbiamo cosa?!" gridò Alexis incredula

"Consegnatemeli subito, oppure ne subirete le conseguenze!" continuò il titano…. "Me…. Meda…."

"Oh magnifico!" sbuffai per poi fissarlo

Appena parlai, anche lui mi fissò e nel scrutarmi sorrise sempre più sinistro: "Tu… mi ricordo di te, piccola peste…"

Rad, Carlos e Alexis mi guardarono a bocca spalancata: "Ti conosce??" chiese Carlos, basito

Non feci in tempo a rispondere che il titano riprese il discorso di prima, chiedendoci di nuovo di consegnargli i Minicon. A un mio "no" deciso, non chiedetemi quale scarica di adrenalina ho avuto per rispondergli così bruscamente…perchè NON. LO. SO, il suo volto si fece più cupo: "Avete avuto una possibilità, piccoli terrestri! Prenderò anche te" affermò, rivolgendosi a me con l'ultima parte della frase, cominciando ad allungare una mano per afferrarci. "Mega….to…n"

"Fermo dove sei, Megatron!" ammonì improvvisamente una voce potente ma meno "invasiva" per le nostre orecchie; potente e auoritaria. "Questo! Era Megatron il nome…. O mio dio il leader dei Dec--- chi ha parlato..? Quella voce…. Papà?"

Si! Era lui, era mio padre con uno dei suoi mitici salvataggi in extremis (e fidatevi se vi dico che sono proprio "in extremis")

"Optimus Prime!!!" ruggì Megatron con sprezzo

"Optimus-- chi??" chiesero basiti i miei compagni. Io rimasi zitta ringraziandolo in silenzio con un sorriso a 32 denti sul volto, finalmente dopo tanti anni lo rivedevo… certo... la situazione non era delle migliori ma... oh, sputaci sopra!

Megatron perse interesse per noi, per me e i Minicon soprattutto e si concentrò sul leader della fazione opposta alla sua. In mezzo secondo iniziarono a fronteggiarsi, spostandosi lateralmente ma rimanendo sempre uno di fronte all'altro, i loro passi risuonavano in tutto il suolo circostante, era una cosa terrificante se non ci eri abituato

Poi Megatron decide di optare per l'affronto diretto e subito carica contro Optimus, ma quest'ultimo avendolo previsto caricò anche lui contro l'avversario: i loro pugni si intrecciarono, una pura dimostrazione di forza inaudita contenuta in questi esseri. Era una lotta a chi buttava a terra chi, sembravano alla pari. I miei occhi erano fissati su Optimus il quale per un attimo mi è sembrato ricambiare il mio sguardo ma poi si riconcentrò sulla battaglia.

"Jade! Scappa!"

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Capitolo 4
*** La Rivelazione: Compagni ***


A/N: mi scuso enormemente per il clamoroso ritardo... la scuola e le interrogazioni, scusate davveo, le simulazioni di terza prova si avvicinano e io sono a capofitto nello studio da almeno un mese ormai. Anyway sono riuscita a completare un altro capitolo che spero che vi piaccia, siccome ho capito come va l'andazzo a scuola ho deciso che ogni giovedì pubblicherò un nuovo capitolo di questa storia non aspettatevi però che imprevisti non mi accadano ma tendenzialmente cercherò di pubblicare ogni giovedì. Buona Lettura

* Mech è il corrispettivo cybertroniano di "maschio" per chi non lo sapesse, mentre "femmina" è Femme.



"Jade! Scappa!"

 

Subito dopo aver detto quelle semplici concise parole, Optimus riprese a concentrarsi su Megatron che in pochi secondi riuscì a sbattere contro una parete rocciosa.

"Io voglio i Minicon!" Ruggì Megatron guardando verso di noi e i nostri piccoli amici. Io, Rad, Carlos e Alexis non riuscivamo a muoverci, eravamo come impietriti davanti alla scena che ci si presentava agli occhi

"Minicon?" chiese Alexis guardando verso i robottini in questione, alla quale domanda il Minicon sui toni del celeste piegò la testa di lato, a metà tra il confuso e l'incuriosito. "Piuttosto Jade… dimmi, com'è che questi tizi ti conoscono?!" riprese guardandomi

Come se mi fossi risvegliata dal mio stato di trance, decisi di ubbidire alle parole di mio padre e incoraggiare gli altri a scappare: "Non c'è tempo adesso, Alexis! Dobbiamo fuggire subito!" Detto ciò ci mettemmo a correre, con Optimus che ancora cercava di distrarre Megatron dai Minicon e darci il tempo necessario per fuggire.

La nostra fuga non durò tanto visto che fummo costretti ad inchiodare tutti davanti a un nuovo nugolo di puntini viola sospesi a mezz'aria che si stavano via via raccogliendo in un punto specifico, esattamente come era successo con Megatron. Una nuova figura uscì da quel cerchio viola nell'aria. I suoi colori predominanti erano il bianco e il rosso.

Atterrò davanti a noi un altro gigante metallico "Di bene in meglio!" pensai abbastanza scocciata della "fortuna" che stavamo avendo quest'oggi

"MA COS-- E ORA QUESTO CHI E'?!?" gridò Rad abbastanza spaventato. Non fece in tempo ad aver risposta che una seconda sfera viola si formò alle spalle di Carlos il quale spaventato cadde, togliendosi da quel punto esattamente un secondo prima che l'ennesimo robot ci mettesse il piede. Quest'altro robot era sui toni del verde militare, ovviamente compagno del primo.

Entrambi i robot ci guardavano sinistramente, nascondendo le loro intenzioni. Rad corse dall'amico ancora a terra in preda a una panica sorpresa e il gigante meccanico verde decise di abbassarsi per provare ad afferrare i due. Io corsi verso di loro per cercare di pararmi davanti ma il robot si fermò e guardò oltre a noi dove si stavano formando altri due nugoli, sta volta di puntini rossi dai quali uscirono altri due robot: uno dello stesso colore del Minicon di Rad e l'altro principalmente giallo.

Eravamo in mezzo ad una situazione complicata. Intorno a noi, circondati, avevamo quattro robot enormi. Tutti li guardammo attoniti: io e Alexis, una di spalle all'altra mentre Rad abbracciato a Carlos, paralizzato nell'atto di aiutare l'amico ad alzarsi. La tensione era addirittura tangibile, tutti noi in preda al panico ansioso di esplodere e farci urlare terrorizzati, l'adrenalina a mille ma il nostro corpo si rifiutava di muoversi, e di respirare quasi, come se sarebbe scoppiato un putiferio che ci avrebbe visto coinvolti se qualcuno di noi avesse anche solo osato emettere un sospiro.

Finita la situazione di stallo tutti e quattro portarono un piede all'indietro, pronti alla carica.

"Ragazzi, si mette male" Commentò preoccupato Carlos

Alexis prese la parola: "Forza! Seguitemi!!" Cominciò a correre e i Minicon la seguirono a ruota. "Pessima mossa…" pensai.

"Alexis!! NO!!" Gridai non appena notai che il robot bianco e rosso (che dopo avrei re-imparato a conoscere come Starscream) spostò lo sguardo su di lei, facendo un qualcosa simile ad una scansione a infrarossi di lei e i Minicon riconosciuti i quali, si abbassò con agilità per afferrare lei e i robottini.

Alexis si fermò terrorizzata guardando quella mano enorme che discendeva su di lei ad una velocità spaventosa, che l'avrebbe afferrata in questione di secondi se non fosse stato per qualcosa, o meglio qualcuno che afferrò Starscream, allontanandolo dalla ragazza.

La giovane, poverina, aveva gli occhi sbarrati a causa dell'esperienza terrorizzante, ma un incoraggiamento da parte di Rad la spronò a non fermarsi: "Torniamo verso la caverna, forza!"

Incoraggiata da Rad si mise a seguirlo con noi al seguito. L'altro robot con cattive intenzioni, quello verde (Demolisher), ci vide correre, e vedendo il compagno occupato pensò bene di essere lui quello che ci avrebbe rincorsi, se non fosse stato per il quarto robot che partì alla carica (fortunatamente) contro di lui.

 

--3rd P.O.V.

Il suddetto robot (Redalert) gli venne addosso, sbigottendo l'altro, e subito dopo si preparò a colpirlo con un pugno che da sotto sarebbe arrivato al mento. L'attacco va a segno (producendo un fracasso assordante) lasciando l'altro intontito.

Sentendo il fracasso Megatron si girò e guardando l'accaduto commentò con un secco: "Stupido pivello…" ma non si accorse di aver dato le spalle a Optimus il quale ne approfittò subito per colpirlo dandogli un pugno in faccia, atterrandolo finalmente. "Arrenditi, Megatron!" Ordinò Prime tenendo l'avversario bloccato a terra, seppur con qualche fatica. Vedendosi con le spalle al muro…. O meglio a terra? Come preferite… insomma messo alle strette Megatron chiamò la ritirata minacciando il suo ritorno e sparì insieme ai suoi compari.

"Ehi.. Dove sono finiti?" Chiese un confuso Hotshot, l'essere metallico giallo

Domanda che non ebbe risposta quando Optimus si alzò: "Autorobot! -ordinò- a raccolta!" i due, Redalert e Hotshot, corsero immediatamente, sull'attenti

"Sissignore! Tutto bene signore?" chiese Redalert al suo superiore

"Si -rispose Optimus, con il suo sempre presente tono autorevole- ma siamo in pericolo. Non possiamo permettere che Megatron si impadronisca dei Minicon!"

Hotshot intervenne: "Hanno usato un sistema di teletrasporto a corto raggio… devono aver allestito una base non molto lontano da qui…" commentò.

Redalert si voltò a guardare in cielo, la Luna visibile seppur fosse ancora giorno, la quale lo portò a dedurre: "Sono laggiù…"

 

--Dai Decepticon, sulla Luna 3rd P.O.V.

La silenziosa quiete dello spazio poco oltre l'atmosfera stava giovando a un certo Decepticon, il cui nome era Cyclonus, che dormiva profondamente  sebbene fosse stato preposto dal suo comandante a guardia del ponte terrestre. Il sonno del suddetto Decepticon però non ebbe vita lunga: Cyclonus si svegliò di soprassalto al sentire il tipico rumore simile al suono emesso da un cannone ad impulsi quando si carica prima di venir lanciato il raggio, solo amplificato. Non appena apparvero gli altri Decepticon insieme a Megatron subito si preparò sull'attenti accanto alla piastra di teletrasporto mostrandosi come se fosse stato vigile per tutto il tempo in attesa del loro ritorno

"B-Ben tornato Megatron! Spero che la missione abbia avuto successo…" esclamò Cyclonus facendo il saluto militare. Tutto quello che ebbe come risposta non fu altro che silenzio mentre Megatron scese dalla pedana e gli passò davanti, con un espressione seria che comunicava molto esplicitamente la sua rabbia repressa. "Eh…? M-Megatron…? Siete riusciti a prendere i Minicon?" ora… solo uno stupido non avrebbe capito che era meglio che Megatron fosse lasciato in pace… ma evidentemente Cyclonus è un masochista, visto che rischia che il leader dei Decepticon sfoghi la sua rabbia su di lui, senza neanche rendersi conto di star rischiando tutto ciò. Megatron nel frattempo stava cercando di allontanarsi finchè quella domanda non lo fece fermare.

"E-Ebbene?" continuò ancora lui guardando verso i propri compagni, magari sarebbe riuscito a cavare un minimo di risposta dai suoi commilitoni, tuttavia nessuno osava proferire parola: Demolisher se ne stava a sguardo chino con le braccia conserte, Starscream immobile ed estremamente serio. Finalmente Cyclonus cominciò a rendersi conto che forse avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa vista la susseguente reazione di Megatron.

"TACI, INCOMPETENTE! -sfuriò il leader, irritato poi si rivolse al suo luogotenente- Starscream, tu hai fatto una scansione del pianeta: hai trovato l'astronave dei Minicon?" chiese con ancora in bocca il gusto amaro della sconfitta.

"No, -rispose il mech* interpellato- probabilmente è andata distrutta… -ipotizzò per poi voltarsi verso Cyclonus- Ma forse Cyclonus potrebbe avere maggiore fortuna…" concluse.

Cyclonus, gonfiandosi di orgoglio rispose prontamente sempre col saluto militare: "SI! Affidami la missione! Sento che sarei capace di rintracciare l'esatta posizione dei Minicon. Sarebbe un onore se mi permettessi di farlo!"

Sentito ciò Megatron, sempre dando le spalle ai suoi soldati, rispose solenne: "Molto bene. Allora procedi"

Un sorriso di andò a dipingere sulle labbra metalliche di Cyclonus che sprizzante di orgoglio esclamò: "Oh, grazie! Non ti deluderò mio signore!" ma la sua gioia ebbe vita breve quando Megatron lo ammonì minacciosamente: "Meglio per te, perché in tal caso ti farò smontare pezzetto dopo pezzetto e lancerò i tuoi resti in un buco nero, siamo intesi??" raccomandato ciò andò nella sala del trono.

Anche Starscream passò davanti a Cyclonus: "Ti consiglio di metterti al lavoro…" disse in tono estremamente severo per poi camminare via anche lui

 

--Dai ragazzi, Jade's P.O.V.

Grazie a Primus riuscimmo a scappare. Corremmo nella grotta che io, Rad e Carlos avevamo scoperto, certi di essere finalmente al sicuro. Rad si era seduto su una roccia con la torcia accesa in mano; Alexis accucciata di fronte a lui; il Minicon dai toni del blu a fianco a Carlos, entrambi in piedi vicino a Rad, me compresa , e il Minicon bianco/viola a fianco ad Alexis seduto per terra, per riprenderci tutti dalla corsa folle che avevamo intrapreso.

"Dovremmo essere al sicuro qui dentro…" ruppe il silenzio Rad, ma Alexis fu pronta a rispondere scettica: "Non ci contare…" poi si alzò camminando verso il "fondo" della grotta. "Ehi, che cosa vuoi dire?" ribattè subito Rad, incredulo

La ragazza si fermò, con una mano sul fianco si voltò verso Rad constatando: "Rad! È talmente ovvio! Sono sicura che quei robot ci verranno a cercare."

Al che Rad chiese insicuro: "Tu credi? Cosa possono volere da noi?"

"Sono loro che gli interessano." Concluse seria la giovane dai capelli castani voltandosi verso me Carlos e il Minicon azzurro

Intervenne Carlos: "Ma che stai dicendo? Non è né me né Jade che vogliono… beh forse Jade si, ma sicuramente non me!" Guardai Carlos totalmente perplessa, provando a parlare nella sua lingua d'origine dissi: "Eres loco, amigo?" Magari così mi capiva (?). Anche Alexis lo guardò a occhi sbarrati, in primis non capendo, anche il Minicon blu faceva fatica a comprendere, poi ci arrivai e diedi uno scappellotto in testa al ragazzo sudamericano: "Certo che no, stupido! Lei parlava dei nostri piccoli amici robot!" "Grazie Jade!" mi sentii arrivare da Alexis, che si era portata una mano alla fronte e scuoteva leggermente la testa.

"Ne sei davvero convinta?" chiese Rad rivolto ad Alexis dopo che era rimasto in silenzio a riflettere

"Ne sono più che sicura…" rispose convinta lei avvicinandosi al Minicon bianco/viola che intanto si era aggiunto al compagno celeste "Quei robot stanno inseguendo voi?" i Minicon le risposero con una serie di suoni che però lei non riuscì a comprendere.

"Secondo me piaci a loro, Alexis" dissi con un risolino alla base della mia affermazione e lei guardò confusa nella mia direzione prima che Rad le chiedesse: "Allora hai capito cosa hanno detto?"

"Temo proprio di no…" ammise rassegnata

Il Minicon viola e bianco emise un'altra serie di suoni e si mise a correre in una direzione precisa, seguito a ruota dal compagno "E adesso dove stanno andando??" chiese Rad alzandosi dalla roccia e seguendoli incuriosito dal loro strano comportamento.

"E-Ehi! Tornate indietro!" chiamò Alexis prendendo anche lei a seguirli dopo me e Carlos

I due robottini ci portarono in una parte della grotta molto inusuale: era una parte a forma fin troppo squadrata per essersi sviluppata naturalmente, e poi le pareti erano di un colore grigiastro che tutto era fuorchè roccia… "Che strano…" pensai.

"Questa grotta ha un aspetto insolito…" commentò Alexis guardandosi in giro, prima che un rumore insolito quanto questa conca nella parete se fece sentire. Tutti ci voltammo presso la fonte del suono e notammo due pareti anch'esse squadrate che si stavano chiudendo

"Rimarremo intrappolati!" esclamò impaurita Alexis, il minicon bianco le rispose con i suoi suoni e beep muovendo appena le braccia, sembrava che volesse calmarla.

"Ma se noi non possiamo uscire… loro non potranno entrare…" commentò ad alta voce Rad. "Intelligente il ragazzo…" ma cambiò subito idea quando notò Alexis che gli stava rifilando una stilettata con gli occhi, e alzando le mani in segno di resa riprese: "Allora? Qual è la tua opinione Alexis?" buffo come il tono della sua voce si fosse alzato di un'ottava

"Che siamo comunque in trappola!" rispose acida lei, mamma mia che donna malfidente… "Alexis ti ricordo che se questi due robot ci avessero voluto far del male lo avrebbero già fatto!" ricordai abbastanza irritata dalla sua ansia e anche Carlos mi venne in aiuto comentando: "Jade ha ragione: i nostri amici meccanici non ci metterebbero mai nei guai, loro stanno dalla nostra parte ricordate?"

"Spero tu abbia ragione…" non fece in tempo ad aggiungere altro che la parete opposta a quella che si era chiusa cominciò a muoversi e una luce ci illuminò.

Davanti a noi si illuminò una stanza enorme, completamente fatta di pareti di metallo e vastamente illuminata, ci saranno state centinaia e centinaia di lampade circolari enormi!

Carlos e i due Minicon corsero all'interno: "Ehi! Un'astronave!" esclamò eccitato Carlos

"Carlos! Aspettaci!" chiamò Alexis mentre io, lei e Rad inseguivamo Carlos e i robottini camminando. "Allora è questo che tentavano di dirci! -esclamò Rad avendo fatto eureka- vengono davvero da un altro pianeta! Scommetto che è arrivato tanto tempo fa da qualche galassia lontana per sfuggire a quei giganti di metallo… che forse usavano robot piccoli come loro come armi supplementari! La loro navicella deve essere caduta sulla Terra e ora stanno dando loro la caccia…" nuovamente se avessi bevuto qualcosa ora lo avrei sputato completamente addosso a Rad, ero a bocca spalancata "Primus buono… questo qui ha l'intuito di Sherlock Holmes! Ha praticamente azzeccato la realtà dei fatti!" mi convinsi.

"T-teoria… affascinante" rispose Alexis sbigottita tanto quanto me 

"è l'unica spiegazione che mi viene in mente visto che quei robot li stanno inseguendo…" rispose pensieroso Rad mentre si fece avanti presso una sorta di "tavola rotonda" illuminata, un computer di bordo a ologrammi "Vediamo se riesco ad avere qualche informazione dal computer di bordo…" disse tra sé e sé mentre posò la mano su n tasto verde, l'accensione.

Comparve un ologramma di Megatron a grandezza naturale e già Carlos comincia a preoccuparsi: "Rad…? Che cosa succede?" uno dei minicon si mise a "parlare" "Io non… riesco a leggere… è una strana lingua" constatò preoccupato Rad

Mi schiarii la voce e cominciai a leggere a voce alta avvicinandomi al computer: "è un ologramma di Megatron qui dice che è il capo dei Decepticon…" ok, li avevo sbalorditi visto che mi guardavano ad occhi sbarrati e bocca spalancata: si signori, so leggere il cybertroniano. Dopo che si fu ripresa Alexis si avvicinò anche lei e esclamò: "è uno di quelli che abbiamo visto poco fa nel deserto!" poi Rad toccò un altro tasto e comparve l'ologramma di mio padre. "E questo è Optimus Prime -ripresi a leggere- è il capo degli Autorobot…"

"Si! Mi ricordo di lui! Ha cercato di aiutarci!" esclamò nuovamente Alexis. "Autorobot…." disse pensieroso Rad, tra sé e sé

"… il loro scopo -continuai- è portare la pace nell'universo."

Dopo pochi secondi di silenzio i due minicon che erano con noi cominciarono ad agitarsi freneticamente

Carlos chiese allarmato "Che gli sta succedendo?" 

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Capitolo 5
*** La Rivelazione: Disguise ***


A/N oddio... quanto tempo è passato più o meno dall'ultima pubblicazione? Mi dispiace profondamente... maturità in arrivo (ora ormai sono all'università) e in più hanno cancellato il sito da cui prendevo lo streaming.... oggi ho scoperto che erano tutte su Daily motion ahaha.... di nuovo scusate per la lunghissima assenza ma ecco un nuovo capitolo

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--Sulla Luna...

Sul piccolo satellite, un certo leader ne approfittava della pace data dal silenzio dello spazio per riflettere. Si ergeva in piedi sull'emisfero lunare che si affacciava sulla Terra mentre passava davanti a quest'ultima, illuminata dal Sole.

"Dannati Minicon... -commentava Megatron ad alta voce- Vi state nascondendo, ma giuro che vi troverò."

Mentre fissava il vuoto, illuminato dalla luce riflessa della Terra, una sorta di scintillio attirò la sua attenzione. Lo vide con la coda del sensore ottico: proveniva da un cumulo di rocce lunari, probabilmente causato dalla scia di distruzione che si è portata dietro l'astronave dei Minicon, quando si è scontrata col suolo del satellite.

"Hm??" Megatron si voltò verso lo scintillio, avvicinandosi al cumulo di roccia.

--Sulla Terra, Jade's P.O.V.

Tutti noi guardammo i Minicon muoversi freneticamente, ci volle qualche secondo perché a qualcuno di noi venisse una risposta. Non riuscivo a capire cosa dicevano neanch'io, le frasi troppo scoordinate, non avevano senso. Rad fu il primo a parlare, fornendo un'ipotesi basata sul loro comportamento:

"Qualcosa di preoccupante! Sembrano molto agitati! Guardate!" Disse; nella sua voce un accento di ansia era evidente.

Il Minicon ceruleo girava la testa da un lato all'altro, in preda a quello che pareva terrore; un simile comportamento aveva l'altro che "graffiava" sul muro, come se volesse andarsene. Entrambi mi ricordavano degli animali che avevano il disperato bisogno di uscire, come se avvertissero un pericolo imminente.

"Non riesco a capire..." Disse Alexis, cercando di mascherare l'ansia che stava pervenendo anche a lei.

Continuammo a guardarli, senza sapere cosa fare, nè tanto meno come aiutarli! Nessuno fiatava, si sentivano solo una serie di suoni irrequieti finché il Minicon azzurro non si girò verso Rad, indicandolo con la mano, lentamente, senza smettere di emettere quei suoni che mettevano in luce quanto fosse agitato. Aspetta! Non stava indicando Rad, stava indicando dietro di lui!

Tutti ci girammo verso la direzione segnalata; l'altro Minicon, quello bianco e viola, mi prese la mano all'improvviso e mi trascinò verso quello che apparentemente sembrava un muro. Io cercai di fare resistenza all'inizio, insicura, ma decisi di arrendermi davanti alla sua insistenza. Una volta vicina alla parete capii che quella doveva essere una porta: era una parete rettangolare, "intagliata" nel muro metallico. Era divisa in quattro lastre; dal centro si dipartiva un rombo regolare i cui vertici si fermavano poco prima della metà di entrambi i semiassi, verticale e orizzontale. Questo rombo era poi ulteriormente diviso in parti disuguali: l'asse minore del rombo era occupato da una struttura esagonale regolare posta in verticale; gli spazi rimanenti avevano la forma di un diamante stereotipato, bidimensionale, tangenti ai due lati verticali dell'esagono.

Mi fece porre la mano su un pannello alla sinistra della porta, il quale si illuminò: per prima cosa si aprì la struttura più interna, l'esagono e i due "diamanti" lasciandoci intravedere la stanza al suo interno. Successivamente si aprirono anche le lastre rimanenti che componevano il rettangolo esterno. Oltre questa porta, una volta sbloccata, c'erano due piastre Minicon, adagiate su degli incastri fatti apposta per mantenerle ancorate.

"Fortuna che dovevo far finta di non sapere nulla" pensai frustrata, tutto era partito da quando Megatron mi aveva rivolto la parola, avendomi riconosciuta. Poi mi sono inchiappettata da sola avendo letto le informazioni dal computer di bordo... sospirai... "tanto ormai... il gioco è fatto, non credo siano così stupidi da non capire che, in qualche modo, sono correlata a quei titani di "ferro" "

"C-come hai fatto, Jade!?" Chiese un Carlos alquanto sbigottito dal fatto che io, una comune terrestre, avessi aperto una porta di un'astronave.

"N-non lo so! -evidentemente speravo che fossero "stupidi", motivo per cui tentai ancora di tenere in piedi la sceneggiata- Ho solo fatto quello che il Minicon chiedeva! D'altro canto, Rad ha acceso il computer di bordo! Dovresti chiedere anche a lui come ha fatto!"

"Giusto! Rad come hai fatto??" chiese nuovamente il sudamericano, rivolgendosi all'amico questa volta.

"Carlos, smettila! Guarda..." Alexis attirò la loro attenzione avvicinandosi ai due piedistalli. Carlos era subito dopo di lei. La vide allungare una mano verso una delle due piastre, toccandola. Subito questa reagì al suo tocco, illuminandosi di un verde intenso. Lui la imitò ed ebbe la stessa reazione da parte del secondo Minicon dormiente.

Entrambi i ragazzi guardarono attoniti quello che stava succedendo, ovvero, il risveglio di altri due Minicon. Papà dovrebbe ringraziarci quando tutta questa faccenda sarebbe finita, gli abbiamo fatto guadagnare un notevole vantaggio di 4 a 0 in quanto a numero di Minicon... Anche Rad osservava come se fosse la prima volta che lo vedeva accadere.... e devo ammettere che anch'io stavo osservando con un certo interesse: era davvero uno scenario affascinante.

"Ne stanno per arrivare altri come loro..." affermò Rad, a dire la verità, non sono sicura se fosse stata un'affermazione o una domanda. Dalle piastre, di nuovo, sorse un fascio di luce variopinto che, partendo dal centro, si allargò prendendo poi tutta la superficie della piastra disponibile e dal nulla, apparvero due robottini: entrambi erano in una posizione simil-fetale, fluttuando nell'aria. Quello di sinistra era arancione principalmente ma presentava del bianco sugli arti; quello di destra invece, era blu oceano anche lui con gli arti bianchi.

Una volta che si furono posati lentamente sul suolo guardarono i due ragazzi che li avevano risvegliati e andarono da loro: quello blu andò da Carlos mentre il rimanente si diresse verso Alexis. Si muovevano in sincronia, come se fossero addestrati. Il Minicon che si era avvicinato a Carlos alzò un braccio e estese il dito indice verso di lui, in una sorta di remake del film di E.T.

Il ragazzo, sempre stupefatto, fece altrettanto e quando il suo dito e quello dell'essere meccanico entrarono in contatto si sviluppò una piccola luce rasente quella di una lucciola. Carlos sorrise sorpreso. Nel frattempo Alexis faceva amicizia con quello che si era avvicinato a lei.

"Ciao piccolino!" Disse lei dolcemente, come se stesse parlando a un bimbo; il Minicon le rispose con una serie di suoni alzando la testa verso di lei.

"Ehi! -esclamò sorpresa- Avete visto? Si è voltato verso di me! Ha capito ciò che gli ho detto!" Io e Rad continuammo a guardare lo scambio tra i quattro, in un attonito e positivo silenzio

"Ne sei sicura? -chiese Carlos, provando subito a smontare l'entusiasmo della ragazza- Questo invece -continuò- non sembra essere affatto reattivo: probabilmente ha le batterie scariche o magari un fusibile bruciato... chissà...

In effetti il Minicon non sembrava neanche essere "acceso".

"Aspettate! Ho un idea!" Riprese il sudamericano con nuovo entusiasmo, prendendo dallo zaino il suo fido skateboard

"Cosa vuoi fare?" Chiesi dubbiosa

"Non lo so... ma quello di Rad ha visto la sua bicicletta e si è trasformato in una elettrica! Magari questo farà l'upgrade del mio skateboard!"

Il Minicon blu osservò l'oggetto per poi alzare la testa, fissando il vuoto e cominciando, un attimo dopo, a farla roteare vorticosamente per qualche secondo.

"Beh? -chiese Alexis, impaziente- che succede?"

"Hey, -la ignorò Carlos- a quanto pare, gli è tornata la corrente!" Esclamò ridacchiando.

Il Minicon finalmente si fermò e sul suo visore comparvero gli schemi tratti dalla scansione del suo skateboard e subito si trasformò. Alla vista del quale, Carlos e Alexis spalancarono gli occhi, stupefatti.

"Grande!" Commentò Carlos con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto

"È diventato uno Skateboard!" Esclamò Alexis e subito si allontanò dalla scena per prendere il suo monopattino e tornare dal "suo" Minicon, il quale la seguì con lo sguardo, piegando la testa di lato, curioso. "Puoi farlo anche tu?" Chiese Alexis una volta mostratogli il suo mezzo più usato, sorridendo.

In risposta, il robot imitò il comportamento del primo, facendo vorticare anche lui la testa per alcuni secondi. Nei suoi sensori ottici comparvero gli schemi secondo cui doveva trasformarsi. Sotto lo sguardo attonito di tutti, specialmente il mio e di Rad, non si trasformò in un monopattino; bensì in un motorino! Heh, fortunata... ma di che mi lamento, ho un jetpack!

Alexis rimase a fissarlo per qualche secondo con le labbra che formavano una "O" afona per lo stupore; il Minicon arancione piegò il manubrio di lato, imitando lo stesso gesto fatto in precedenza, emettendo dei suoni che parevano interrogativi

"Questi piccoli robot sono formidabili!" Esclamò infine lei.

"Già -le rispose Carlos- e ho la netta sensazione che ci saranno molto utili.

"Facciamogli fare una prova su strada!" Propose Rad

"Bella idea! Voglio tornare a volare -dissi per poi guardare il "mio" Minicon- e godermelo questa volta!"

--Sulla Luna

"Cos'hai da dire a tua discolpa?!" Tuonò Megatron

"S-sono senza parole, signore!" Balbettò miseramente Cyclonus, prostrato ai piedi del suo dittat-- ehm... leader.

--FLASHBACK--

Avvicinatosi alla fonte da cui proveniva lo scintillio, Megatron riuscì ad osservare meglio l'oggetto che lo aveva emesso: lo raccolse e lo ispezionò. Sembrava uno scudo verde, minuscolo nella sua mano, con una grossa M azzurra incisa nel centro contornata da un rombo di un verde leggermente più scuro.

"Questo cos'è?" Domandò a voce alta, guardandolo intensamente, tenendolo tra le dita indice e pollice "Hm... Ne ho trovato uno! Ho avuto un Minicon sotto il naso per tutto questo tempo!" Nonostante pronunciasse queste parole con una certa serietà, si vedeva da lontano un chilometro che voleva "festeggiare".

Dalle "antenne" ai lati della sua testa sorse un raggio di luce violacea che inondò il Minicon dormiente poi attese, in silenzio. Passarono alcuni secondi prima che questo si risvegliasse, motivo per cui, quando effettivamente accadde, Megatron si tirò indietro, preso alla sprovvista, lasciando la presa del Minicon. Fortunatamente, invece di cadere, il Minicon restò sospeso, grazie alla ridotta gravità lunare. Dalla piastra scaturì una sfera variopinta che aveva al suo interno un Minicon.

"Oh, eccellente! -esclamò soddisfatto- Si tratta del mio vecchio amico, Leader One!" Si mise a ridere di gusto, poi riprese con già in mente intenzioni malevole: "Quale immenso piacere rivederti! Sapessi quante cose ho in servo per te!" Concluse, ridendo autocompiaciuto.

--FINE DEL FLASHBACK--

"... Non sei riuscito a localizzare questo Minicon che era a un passo da te! E non hai neanche un STRACCIO DI SCUSA!!" Tuonò nuovamente il leader dei Decepticons, riferendosi al Minicon che, attualmente, era seduto sul suo ginocchio sinistro. Quest'ultimo emise una specie di trillo, allargando le braccia, come a confermare ciò che Megatron stava dicendo.

Cyclonus si inchinò, rimanendo prostrato "Saranno i miei circuiti... -provó a scusarsi- ultimamente sono sovraccarichi..."

Tuttavia, questo patetico tentativo di trovare una scusa non trovò fondo nelle simpatie di Megatron; anzi, servì solo a farlo irritare ulteriormente:

"CHIUDI LA BOCCA, INUTILE PEZZO DI LATTA!! SEI FORTUNATO, DOVREI FARTI FONDERE -E TI ASSICURO, NE HO UNA GRAN VOGLIA- MA PURTROPPO HO ANCORA BISOGNO DI TE PER RINTRACCIARE I MINICON!"

Tutto quello che accolse la sfuriata di Megatron fu silenzio, rotto dopo alcuni secondi dallo stesso Cyclonus che si inchinò di nuovo:

"P-prometto che non ti deluderò di nuovo..."

"No... -controbattè in tono minaccioso Megatron- o morirai..."

Si sentì un risolino, proveniente dal suo luogotenente che aveva sperato non si fosse sentito.

"Che c'è di divertente, Starscream?!" Richiamò Megatron, irritato nuovamente. Al che il sottoposto smise subito di ridacchiare, irrigidendo la schiena e ritornando composto.

"Ops... io..." provò a giustificarsi il comandante in seconda dei Decepticons, ma non trovando nessuna ragione intelligente, decise di inchinarsi, domandando perdono.

"Osservate il potere di questo Minicon: -riprese serio Megatron- dovrebbe ispirarvi a lavorare più seriamente. Procedi." Ordinò infine, rivolgendosi al Minicon conosciuto col nome di Leader One

Lui trillò guardando Megatron per poi tornare a guardare gli altri soldati mentre apriva una sezione posta nel centro del suo petto nel quale iniziò ad accumularsi della luce finché, una volta carico, non fece fuoco, per poco mancando Cyclonus, colpendo la parete opposta alla sala del trono, causando non pochi danni. Si sentì Cyclonus emettere un gridolino preoccupato; Starscream prese riparo dietro una rientranza della parete della nave che costituisce la loro base, mentre Leader One sparò un secondo, poi un terzo, poi un quarto raggio di luce; tutto mentre Megatron gongolava compiaciuto.

"Adesso avete compreso?" Chiese quest'ultimo dopo la dimostrazione di potere continuando a ridere malevolo.

"Megatron?!" Arrivò il grido preoccupato di Demolisher, non presente allo "show", che fissava attonito i crateri sulla parete di metallo "Ehm... signore. -si ricompose- ma cosa... cosa è successo qui?"

"Demolisher!" Lo chiamò Megatron e subito l'interpellato si mise sull'attenti "Che notizie porti?"

Come richiedeva la sua etichetta militare, nel rivolgersi al suo comandante si portò la mano destra sulla fronte in saluto militare e rispose:

"Buone, signore. Altri due Minicon si sono svegliati sulla Terra. Credo di averli localizzati."

"Hm... -rispose pensieroso Megatron- Altri due... Cyclonus! -Ordinò infine- Tu condurrai la squadra di ricerca."

"Ehm... Agli ordini!" Rispose, rialzandosi.

Megatron poi si alzò dal trono e si diresse verso il computer di bordo dove mostrò uno schema rappresentante un carro armato. Starscream immediatamente chiese:

"Signore, che cos'è quello?"

Gli rispose Demolisher: "È uno schema... però mi è del tutto nuovo..."

"Ho modificato le vostre configurazioni nella fase veicolo: -iniziò a spiegare Megatron, facendo scorrere sullo schermo altri schemi: prima di un elicottero, poi di un jet da guerra poi di un altro carro armato dotato di 4 mitragliatrici- quando disporrete dei Minicon, diventerete ancora più potenti." Concluse lui, ghignando.

--Sulla Terra, Jade's P.O.V

Non ci volle che una ventina di minuti per uscire dalla grotta nella quale pensavamo di essere rimasti intrappolati. Subito i quattro Minicon si trasformarono accanto a ognuno di noi, appena fummo colpiti dalla luce pomeridiana: Rad montò in sella alla sua "nuova" bici; io indossai il "mio" zaino jet; Carlos salì sul "suo" skateboard motorizzato e Alexis sul suo "nuovo" motorino. Fu proprio lei che partì per prima, a tutta velocità.

"Fantastico! Si!!" Gridava quest'ultima, divertendosi a saltare tra un dislivello roccioso e l'altro, come se avesse una moto da cross.

La seguivano i due ragazzi; io per ultima godendomi il fatto che stavo volando

"Non camminerò mai più ragazzi! Non dopo aver scoperto questa figata!" Gridai, sfrecciando successivamente davanti a tutti.

"Infatti! -mi rispose Alexis- non sono una vera forza questi Minicon??" Chiese retorica, superandomi a velocità folle. Rallentando il mio volo mi avvicinai ai ragazzi.

"Però... -Commentò sornione Carlos- vi giuro che non avrei mai immaginato che Alexis fosse così spericolata!" Commento che suscitò una risata da parte mia

"Già! Ma ora guardate come le faccio mangiare la polvere!" Rispose Rad, sfindandoci.

Per tutta risposta gli volai davanti "Se vuoi far mangiare la polvere a qualcuno, devi imparare a mangiarla tu stesso!" Dissi ridendo, andando poi a raggiungere Alexis

Il deserto roccioso continuava vasto davanti a noi, chi a velocità più alta (io e Alexis), chi più ragionevole (Rad e Carlos) ci stavamo divertendo tutti. Andammo avanti, non so per quanto tempo, a giocare a chi superava chi sulla strada interminabile. In lontananza si iniziava a intravedere del verde, non che la cosa ci interessasse molto.

"Avanti, lumache!!" Gridò Alexis, schernendoci mentre ci addentrammo nel verde che pochi secondi fa si intravedeva solamente (giusto per farvi capire a che velocità folle stavamo andando).

"Stai attenta Alexis, ti accorgerai che ti ho superato solo quando ormai sarò irraggiungibile!" Le gridai di rimando, accelerando. La foresta era molto fitta: grazie a Primus, non eravamo noi "a guidare", per cui la preoccupazione dell'andare a sbattere, neanche sfiorava le nostre giovani menti. Rad sembrava essere quello che si stava divertendo di più, lanciando gridi estasiati mentre i rami e le foglie ci frusciavano sul volto, senza tuttavia darci fastidio. Saltammo uno dopo l'altro oltre un tronco di un albero caduto... certo nel mio caso non era proprio "saltare": direi piuttosto un "alzarsi leggermente di quota per evitare di sfiorarlo".

Il bosco finiva direttamente sull'oceano e non ci accorgemmo di star sfrecciando a pelo dell'acqua finché effettivamente non stavamo sfrecciando a pelo dell'acqua, a dispetto di qualsiasi legge fisica, beh una legge fisica la si rispetta, riguarda la velocità con cui si-- meglio non dilungarsi, è una cosa complicata. Abbassai il braccio per immergere la mano nell'acqua cristallina che ci circondava.

L'oceano finì in un fiordo: Carlos, Rad e Alexis rischiavano di scontrarsi contro la parete rocciosa: per me non era un problema visto che bastava che volassi verso l'alto ma loro com-- oh giusto... ecco che i Minicon li fanno viaggiare ad una velocità talmente folle da farli salire su una roccia al 100% di pendenza.... leggi fisiche? Dove siete finite? Mi sento a disagio qui.

Risalimmo completamente lo strapiombo, ma una brutta sorpresa ci attendeva in cima e io fui la prima a scoprirla:

"MEGATRON!" Gridai allarmata, il mio Minicon subito mi fece cambiare traiettoria, così come fecero gli altri, tra le nostre grida terrorizzate.

I ragazzi atterrarono malamente, senza tuttavia perdere l'equilibrio; io mi voltai appena in tempo per sentire "TRASFORMAZIONE: FASE VEICOLO!" E Megatron che subito ci seguì a ruota. Appena pochi secondi dopo si sentì il grido di Alexis:

"Attenta Jade!!" Mi voltai appena in tempo per vedere gli altri 3 Decepticons: Starscream al centro, Demolisher alla sua destra e Cyclonus alla sua sinistra, che ci fissavano. Non ci volle molto perché tutti e tre annunciassero la trasformazione e partissero ognuno verso una direzione cardinale.

"SIAMO CIRCONDATI!" Constatò Rad seriamente preoccupato. La situazione non era una delle migliori: Megatron ci stava praticamente attaccato al culo (scusate il francesismo); Demolisher ci aveva appena tagliato la strada, posizionandosi davanti a noi. Provai ad alzarmi di quota se non fosse che Starscream, alla nostra destra e Cyclonus, alla nostra sinistra ci stavano tagliando ogni via di fuga, a me particolarmente, essendo circondata dall'ala sinistra del primo e le pale del secondo, per non parlare del cannone di Megatron direttamente dietro di me. Eravamo spacciati!

Ci stavano stringendo, sempre di più: per poco i nostri "veicoli" non si toccavano.

"RAGAZZI È FINITA!!" Ci annunciò Rad gridando. Pensavamo così tutti finché non udimmo un paio di colpi di clacson.

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