Blooming Flowers di Flyer95 (/viewuser.php?uid=103616)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una visita inaspettata ***
Capitolo 2: *** Un nuovo torneo ***
Capitolo 3: *** Una ragazza di ghiaccio ***
Capitolo 4: *** Un bitpower misterioso ***
Capitolo 5: *** Inizia il torneo ***
Capitolo 6: *** Problemi di squadra ***
Capitolo 7: *** Breve pausa ***
Capitolo 8: *** L'incubo diventa realtà ***
Capitolo 9: *** La finale ***
Capitolo 10: *** Sorpresa ***
Capitolo 11: *** Battaglia finale ***
Capitolo 12: *** E fu un lieto fine ***
Capitolo 1 *** Una visita inaspettata ***
Blooming Flowers
(Ristesura dopo 7 anni)
Ho deciso di rivedere e ricorreggere questa fanfiction perché pochi giorni fa, avendola riletta causa nostalgia, ho notato la presenza di molti errori di scrittura e di forma che mi hanno fatta rabbrividire. Ero davvero piccola e questi errori possono essere “tollerati” a causa della mia inesperienza. Tuttavia si tratta del mio primo lavoro e mi dispiace davvero che sia in questo stato, quindi lo sto riscrivendo. Buona lettura!
Una visita inaspettata
A distanza di un anno dalla fine del terzo torneo mondiale di beyblade, Takao decise di invitare tutti i nostri amici bladers per una breve vacanza a casa Kinomiya un’enorme villa stile giapponese, con annesso dojo. “Benvenuti ragazzi, fate come se foste a casa vostra!” esclamò Takao, rivolto ai suoi amici.
“Non ti facevo così premuroso.” lo punzecchiò Hilary.
“Ripeti quello che hai detto, oca!” e cominciarono ad inseguirsi per tutta la casa.
I giorni passarono tranquilli, i ragazzi continuavano ad allenarsi, mentre le ragazze si prendevano cura della casa e, ovviamente, si davano regolarmente il cambio con i ragazzi affinché tutti facessero la loro parte. Una mattina, mentre erano fuori in giardino, il telefono di casa squillò, nonno J, che era nei paraggi, rispose: dall’altro capo della cornetta c’era il presidente Daitenji. Quest’ultimo chiese al suo interlocutore di comunicare a tutti i ragazzi che sarebbe passato a casa Kinomiya di lì a poco, per dare una notizia a tutti i blader. Nonno J disse che avrebbe recapitato il messaggio, ringraziò il presidente, chiuse la chiamata e si diresse in giardino. Una volta fuori, richiamò l’attenzione dei giovani: “Ragazzi, ho un annuncio urgente da farvi!”
Incuriositi, si avvicinarono: ”Di cosa si tratta?” chiese Takao.
“Ha chiamato il presidente Daitenji e ha detto che sarebbe giunto qui per darvi un notizia importante!” proseguì il nonno.
“Se Daitenji vuole vederci significa solo una cosa: i nostri piani di vacanze salteranno.” constatò Rei. A questa affermazione, i blader si misero a parlare tra di loro creando un chiacchiericcio rumoroso.
“Statemi ad ascoltare!” urlò il nonno a squarciagola. Tutti i blader si zittirono: “Voi ascolterete il presidente. Se si scomoda per venire fin qui, significa che si tratta di una cosa importante.” I ragazzi accettarono di malavoglia e si sistemarono seduti per terra nella palestra, dove stava la spada sacra, dato che era la più capiente, in attesa dell'arrivo dell’ospite. Passarono dieci minuti e il campanello trillò. Nonno J andò ad aprire la porta e fece accomodare l’ospite: “Benvenuto presidente Daitenji, la porto immediatamente dai ragazzi.” L’anziano annuì e seguì il padrone di casa.
Fine Primo Capitolo
Quale sarà la notizia importante che il presidente Daitenji dirà ai nostri amici? Lo sapremo nel prossimo capitolo. A presto =)
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Capitolo 2 *** Un nuovo torneo ***
Ed eccomi con un nuovo capitolo di Blooming Flowers, Buona lettura!
Un nuovo torneo
Il signor Daitenji entrò in palestra e, mentre tutti lo salutarono, si mise seduto per terra di fronte ai ragazzi: “Che cosa la porta da queste parti?” chiese Rei senza troppi preamboli.
“Buongiorno ragazzi, sono contento di rivedervi! Purtroppo la mia non è una visita di cortesia.” disse l’uomo con espressione seria.
“Questo lo sapevamo già!” lo interruppe Takao.
“Zitto e lascialo parlare!” disse Hilary, riprendendo il ragazzo.
Il presidente così continuò: “Si tratta di una questione molto importante, la D.A. (Duel Association) ha sfidato la B.B.A. ad un torneo di beyblade e vorrei che tutti voi presenti partecipaste.”
Dalla stanza si levarono tantissime proteste: “Volete lasciarlo finire di parlare?” intervenne nonno J.
Daitenji riprese: “Mi dispiace moltissimo: so che siete stanchi e volete riposare ma qui c'è in gioco la salvezza del nostro pianeta!”
Takao intervenne di nuovo: “Questa frase non mi suona nuova!”
Kei fulminò Takao con lo sguardo e poi si rivolse al presidente: “Si spieghi meglio.”
“Molti blader appartenenti alla D.A. sono scomparsi misteriosamente e sospettiamo che Mark Black, il presidente, sia la causa principale di queste sparizioni. Inoltre molti dei ragazzi che si sono iscritti alla sua associazione si rifiutano di ritornare dalle loro famiglie. Al momento una persona soltanto è riuscita a sfuggire dalle grinfie di Mark, tuttavia la sua testimonianza da sola non è bastata. Per questo vi chiedo di partecipare al torneo: abbiamo bisogno di più prove per poterlo incastrare. Vi chiedo di aiutarmi! Non conosco nessun altro, a parte voi, che non darebbe nell'occhio per le indagini. Prometto che, finito il torneo, avrete le vostre vacanze.” disse con espressione implorante.
Julia, che fino a quel momento non aveva parlato, interpellò il presidente: “Quanto dura il torneo?”
“Due settimane, a partire da dopodomani.”
Takao e Daichi di comune accordo si intromisero: “Ci sarà da mangiare gratis?”
“Voi sarete spesati dalla nostra società. Inoltre la D.A. ha messo a disposizione gli alloggi, quindi non dovrete fare altro che gareggiare e raccogliere informazioni.”
Detto questo i blader cominciarono a discuterne tra di loro e decisero di accettare la proposta. “Vi ringrazio immensamente, ragazzi! Domani mattina verrà a prendervi un autobus che vi porterà a destinazione. Io, invece, sarò lì ad aspettarvi.” si alzò seguito dai presenti che lo salutarono e, infine, si congedò. Dopo la sua dipartita, i bladers si misero a preparare le valige.
L'indomani partirono e, dopo circa un giorno di viaggio, arrivarono alla sede della D.A. Si trattava di un edificio enorme, ricoperto all’esterno da innumerevoli finestre mentre l’entrata era costituita da porte automatiche scorrevoli. Varcate quelle, si ritrovarono nell’immensa hall; davanti a loro vi era un bancone dietro il quale stava il ragazzo della reception. Ad entrambi i lati del bancone vi era una porta: quella a destra conduceva agli alloggi e alla piscina, quella a sinistra portava ai campi di allenamento e allo stadio, dove si sarebbe svolto il torneo. A sinistra dei ragazzi invece stava un ascensore, che porta agli uffici del presidente. Tutti si guardarono attorno estasiati: “Questo posto è uno sballo! Sicuramente vincerò anche questo torneo!” disse Takao eccitatissimo.
“Non illuderti, Takao.” disse Daitenji alle loro spalle. I ragazzi si voltarono e lo salutarono: “Ci saranno due tornei: quello maschile e quello femminile. Inoltre si giocherà a squadre, perciò i Bladebreakers saranno di nuovo insieme così come tutte le altre squadre. Siete d’accordo?”
I ragazzi accettarono, le ragazze invece rimasero un po' perplesse ed Emily si rivolse al presidente: “Noi dovremo combattere insieme?”
L’uomo annuì “Mi dispiace, ma non voglio giocare con quell'arpia dai capelli blu!” intervenne Hilary indispettita, incrociando le braccia in segno di diniego.
Ming Ming, sentendosi chiamata in causa, rispose: “Io invece accetto, anche se dovrò stare con te. Secondo me non sai giocare e stai tentando una via di fuga.” e si mise a ridere. Hilary si irritò ulteriormente e le rispose in malo modo scatenando l’ormai inevitabile litigio.
Tutti le guardavano esasperati: “State tranquille, insieme a voi giocherà un'altra ragazza, che vi aiuterà a sistemare ogni incomprensione tra di voi.” disse il presidente, richiamando l’attenzione delle ragazze.
“Ci può dire chi è?” chiese Mao incuriosita.
“Lo scoprirete a breve. Per ora vi devo lasciare… Mi raccomando, conto su di voi!”
“Stia tranquillo, non la deluderemo!” rispose Takao a nome di tutti.
FINE SECONDO CAPITOLO
Chi sarà la ragazza che giocherà insieme alle nostre amiche? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! A presto. =)
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Capitolo 3 *** Una ragazza di ghiaccio ***
Ed eccomi
tornata con un nuovo capitolo
di Blooming Flowers. Buona lettura. =)
Una ragazza di
ghiaccio
Dopo aver ricevuto le
chiavi alla
reception, i bladers si sistemarono
nelle loro stanze per poi andare al campo di
addestramento per allenarsi. Si
trattava di
un’enorme palestra con numerosi beystadium disseminati lungo il
pavimento in parquet; di fronte a loro vi
erano le panchine situate proprio sotto gli spalti.
I nostri protagonisti si guardarono intorno estasiati e si accorsero
della
presenza di altri tre individui: un uomo, un ragazzo e una ragazza.
L’uomo era
piuttosto anziano: aveva i capelli grigi e indossava una tenuta da
maggiordomo.
Se
ne stava seduto sulla panchina centrale
sorseggiando una bevanda, mentre la ragazza dava loro le spalle e stava
fronteggiando il ragazzo. Incuriositi, i bladers si avvicinarono
finché non riuscirono a capire meglio
la situazione.
La ragazza prese per
il colletto il
giovane: un ragazzo alto, dai capelli e
occhi castani, che vestiva con una felpa bianca e dei jeans
“Jack, prova di
nuovo a infastidirmi mentre mi alleno e ti riempio di botte.”
disse lei con
voce tagliente.
Jack, terrorizzato,
le rispose: “Va bene,
mi levo di torno… Ma non farmi del male,
ti supplico!”
La ragazza lo lasciò andare disgustata e
quello si allontanò all'istante. Emily, Mao e Hilary
rimasero un po'
perplesse e, mentre i nostri amici si avvicinavano ulteriormente,
rimasero un po' indietro.
“Avete
avuto la mia stessa identica idea?
Quella ragazza le somiglia e ha gli stessi modi di fare. Possibile che
sia
lei?” chiese Mao alle altre due.
Le ragazze non
seppero cosa rispondere; decisero comunque di
raggiungere gli
altri che si trovavano a meno di due metri dalla ragazza misteriosa. Lei, sentendosi osservata, si voltò e,
nel vederla,
le tre
ragazze
sgranarono gli
occhi: aveva lunghi capelli biondi che le ricadevano fino alla vita e due occhi azzurri che si
sposavano
perfettamente col suo sguardo di ghiaccio. Portava un vestitino nero
senza
spalline che gli arrivava poco sotto alle ginocchia e un paio di
ballerine dello stesso
colore. I ragazzi gelarono istantaneamente a causa del suo sguardo, tutti tranne Yuri e Kei
che non si fecero
impressionare. Lei si mise a scrutarli uno ad uno e, notando delle facce
conosciute, il suo sguardo divenne stupito: ”Mao, Hilary,
Emily! Siete voi?”
chiese infine.
Le ragazze, dopo un
breve momento di
shock, si ripresero e le corsero incontro urlando e abbracciandola.
“Non ci
posso credere! Sei proprio tu,
Mikaru!” disse Mao, piangendo.
Lei si
staccò dal loro abbraccio per
guardarle in viso: “Ragazze, mi siete mancate! Come siete cambiate!”
Le quattro
continuavano a parlare
amichevolmente sotto lo sguardo incredulo degli altri, che guardavano
la scena
basiti. Alla fine, Takao decise di
intervenire: “Hey voi! Perché non
ci presentate la vostra amica?”
“Giusto, ci
siamo lasciate trasportare.
Allora: lei si chiama
Mikaru e ci siamo conosciute giocando insieme a
beyblade.”
gli rispose Hilary.
“Molto
piacere. Voi dovete essere i
Bladebreakers… Inoltre vedo che ci
sono gli All-Starz, i White Tigers, gli European
Dream, i Neoborg, gli F-Sangre la Barthez Battalion e i Justice 5.
Allora è
vero che siete stati convocati tutti.”
“Certo che
si! Siamo venuti qui per
partecipare al torneo!”
le rispose
Daichi con tono di sfida.
“Se questo
è il vostro spirito, dovremmo metterci a lavorare
subito.” replicò
lei.
“Hai un
beyblade?” le chiese Max.
Lei fece segno di
seguirla e si diresse
verso la panchina dove stava l’uomo, il quale si
alzò e le porse una borsa.
La prese, tirò
fuori un
beyblade e un dispositivo di lancio entrambi azzurri.
“Hai anche
un bitpower?” chiese Takao
piuttosto eccitato.
La bionda si
avvicinò al beystadium più
vicino alla panchina e si rivolse a loro: “Sfidatemi e lo
saprete.”
I ragazzi della
Neoborg, eccitati dalla
sfida, si misero a discutere finché Kei, ad un certo punto, disse: “Mi
batterò io con lei.”
“Se pensi
che ti lasceremo fare, sei fuori
strada.” gli rispose Sergey.
Kei li
fulminò con il suo sguardo ma Yuri
non si lasciò spaventare: ”Fai la fila, ci sono
prima io.”
Mikaru, dato che non
riuscivano a mettersi
d’accordo, intervenne: “Tranquilli, vi
affronterò entrambi… Basta che decidiate
l’ordine.”
I due ragazzi la
guardarono per
poi avvicinarsi entrambi
“Non vi
conviene sottovalutare Mikaru.” li avvertì Emily. I due, però, erano ormai decisi a
sfidarla.
“Sei
convinta di quello che fai?” chiese
Mao alla bionda.
Lei la
rassicurò, poi si rivolse agli
altri: “Vi conviene sedervi e godervi lo
spettacolo.” disse con un ghigno. Quelli accettarono il
consiglio e si diressero verso gli spalti; Max,
assicuratosi di essere abbastanza lontano dalla nuova ragazza,
bisbigliò agli altri: “Aiuto, quella ragazza
è
inquietante.
Assomiglia molto
a qualcuno di nostra conoscenza.”
Rei
commentò con aria saccente: “Già,
qualcuno
che la sta sfidando in questo momento.”
Nel frattempo, Hilary si
offrì di fare da arbitro mentre Yuri si
preparava a scendere in
campo come primo sfidante. La mora diede, quindi, il via
alla prima sfida.
FINE TERZO CAPITOLO
Come
andrà a finire lo scontro con Yuri?
E Quello con Kei? Lo scopriremo nei prossimi capitoli. =)
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Capitolo 4 *** Un bitpower misterioso ***
Eccomi con
un nuovo capitolo di Blooming
Flowers. Buona lettura. =)
Un bitpower misterioso
I due sfidanti
lanciarono i loro bey che
iniziarono a scontrarsi tra
loro;
Yuri iniziò ad attaccare senza sosta mentre Mikaru si
limitò a schivare i colpi. Tutti rimasero stupiti
vedendo che la ragazza era molto abile.
“Davvero
niente male… Però, ora, si fa sul serio.
Coraggio Wolborg,
attacca!” ordinò Yuri al suo beyblade. Quello si illuminò e comparve il lupo
di ghiaccio che si fiondò contro
il bey avversario.
“È
tutto qui? Allora chiuderò in fretta lo
scontro! Vai, Auranix!”
Il bey della ragazza
sprigionò una luce accecante e, tutti i presenti
tranne lei, si coprirono gli occhi.
Quando la luce scomparve, gli spettatori rimasero senza
parole dinanzi
alla scena che si presentò ai loro occhi: il bey di Mikaru
continuava a girare
mentre quello di Yuri si era fermato.
“No, non
è possibile!” farfugliò Boris,
sconvolto.
“Invece
si.” disse Mao; tutti si girarono
a guardarla attendendo la sua spiegazione: “Da quando abbiamo
conosciuto
Mikaru, non siamo mai riuscite a vedere il suo bitpower
perché lei batteva
tutti i suoi avversari senza richiamarlo.”
Il prof K, che aveva
acceso il computer e
filmato l’intero scontro, intervenne: “Non ne sono
tanto sicuro. Analizzando i
dati che ho raccolto, ho notato che la
luce proveniente da quel bey aveva la stessa potenza di quella di un
bitpower!”
Rei, molto stupito, commentò:
“Quindi
lei lo ha evocato ma il suo attacco è stato talmente veloce
che noi non lo
abbiamo visto!”
Il professor K
annuì e Takao, entusiasta, esclamò:
“Voglio sfidarla anche io!”
Max lo
ammonì: “Dovrai rinunciare: se tu la affrontassi
e perdessi, lei
diventerebbe automaticamente campionessa e la poverina dovrà
affrontarci
tutti.” Takao rinunciò malvolentieri al suo
proposito. Nel frattempo Mikaru,
che era scesa nel beystadium, raccolse Wolborg che poi restituì a Yuri:
“È stato molto divertente,
dovremo sfidarci qualche altra volta.” gli porse la mano
destra. Yuri,
inizialmente indeciso, esitò per poi accettare, stringendola: ”Sei
stata in gamba: finora nessuna
ragazza mi aveva mai battuto. Ma, la prossima volta, vincerò
io!”
Si voltò e
si allontanò, con uno strano
ghigno che non passò inosservato a Kei.
“Sei ancora
in tempo per ritirarti.” disse
Mikaru
a quest’ultimo, una volta uscita dal
beystadium. Lui si
avvicinò al bordo e si mise in
posizione di lancio “Molto bene. Preparati!” disse lei, imitandolo. Hilary diede il via al secondo scontro.
I beyblade
cominciarono una lotta molto
avvincente, continuando ad
attaccarsi
reciprocamente. I due avversari si stavano studiando attentamente,
quando ad un
certo punto i due bey si misero a girare in cerchio, illuminandosi, mentre i due bitpower fecero la loro
comparsa. Kei era stupito: non riusciva a
credere che l’Aquila rossa fosse
uscita senza il suo permesso.
Si consolò solo perché riuscì, in
questo modo,
a vedere il bit
dell’avversaria. Anche Mikaru era sorpresa dalla situazione: non era mai capitato
che la sua Fenice
Blu facesse di testa sua. Anche tutti i presenti si stupirono, vedendo il bit della
ragazza. Invece le
due creature, ignorando i loro padroni,
si limitavano a volare in cerchio come se stessero
danzando mentre i due si misero ad osservarli ancora
più perplessi.
All'improvviso, il professor K
richiamò l'attenzione di tutti: “Ragazzi, ho
scoperto una cosa importante!”
Tutti smisero di
guardare lo spettacolo e
ascoltarono il professore: “Non avevo mai assistito a una
cosa del genere da
quando Rei e Mao si sono scontrati. Questo significa una sola cosa: tra
quei
due bit c'è dell'affinità!”
Takao rivolse
nuovamente lo sguardo verso
lo scontro: “Bravo il nostro Kei! Hai trovato una
compagna al tuo bit e magari anche per te!” disse sfottendo
l’amico.
“Se ti
sentisse Kei, non so se saresti
ancora vivo.” lo rimproverò Max.
I due bladers, avendo ascoltato la
spiegazione del professore,
continuavano a guardare le due creature. Istintivamente abbassarono lo
sguardo
e i loro occhi si incontrarono; i due si persero nei loro pensieri.
“Il mio bit
non può avere affinità con
quel pollo spennacchiato! Vuol forse dire che anche loro hanno dei
sentimenti?” pensò
Mikaru
riportando l’attenzione sulla sua fenice.
“Che
assurdità! L’Aquila
Rossa non ha bisogno di
nessuno: sono soltanto stupidaggini senza senso. Eppure…
Perché mi sento strano? Non importa, almeno
ho scoperto il
suo bit.” pensò Kei
Le due creature
continuarono la danza
finché Mikaru, ridestatasi dai sui pensieri, decise di
rompere l’idillio:
“Auranix, ti sei riposato abbastanza! Vai con il Fendente
di ghiaccio!”
“Lo stesso
vale per te, Dranzer: attacca con Tempesta Di Fuoco!”
Lo scontro fra i due
beyblade fu talmente forte da scatenare una violenta onda
d’urto. Gli sfidanti furono
scagliati lontano. Si rialzarono quasi
subito e si avvicinarono al beystadium: aveva vinto
Kei. Mikaru rimase a
guardare il suo beyblade
sconfitto, incredula.
Nel frattempo, gli altri si
erano avvicinati ai due per congratularsi dell’ottimo scontro.
Mikaru, dopo aver
recuperato il suo
Auranix, si rivolse a Kei: “Complimenti! Sei stato
l’unico
ad avermi battuto. Mi piacerebbe prendermi la rivincita.” Gli porse, dunque, la mano destra.
“Mpf, ammesso che tu riesca a
sconfiggermi.” Strinse la mano alla
ragazza.
Mao, stranita, si rivolse a Mikaru:
“L’unico? Ma non era-” venne subito
interrotta dallo sguardo glaciale della
bionda: “Per me lui è l'unico. L'altra vita non
conta.”
Rei, incuriosito, le chiese:
“L'altra vita? Ma che vuol dire?”
“Non ha
alcuna importanza. Ho già
stressato Mao, Emily e Hilary con questa storia e non voglio che altri
la
sappiano.”
Takao, con un sorriso, mise la mano
destra sopra la spalla sinistra della ragazza: “Mi dispiace: tu ci racconterai
questa storia perché
ormai siamo coinvolti. Inoltre gli amici servono a questo, vero
ragazzi?”
Tutti annuirono e
Mikaru li guardò basita
per poi
dire
ghignando: “Mi era
stato detto che tu fossi un
ficcanaso ma non sapevo che lo fossi fino a questo punto.”
“Non
è vero! Chi te lo ha detto? È stata
Hilary?”
E tutti scoppiarono a
ridere, mentre Kei
scuoteva la testa.
FINE QUARTO CAPITOLO
Fine di
quest’altro capitolo. Quale
sarà la storia di Mikaru? Lo
scopriremo nei prossimi capitoli! A
presto =)
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Capitolo 5 *** Inizia il torneo ***
Salve, sono tornata
con un nuovo capitolo di Blooming Flowers.
Buona lettura.
Inizia il torneo
Mikaru si mise a
sedere sugli spalti imitata da tutti, prese un
bel respiro e iniziò a parlare: “Tutto ebbe inizio
quando avevo cinque anni:
trascorrevo il mio tempo insieme ai miei genitori nella villa di
famiglia.”
“Wow,
è anche ricca! Kei ha trovato la sua anima
gemella!”
bisbigliò Takao agli altri.
Il ragazzo, che aveva
sentito, gli rivolse uno sguardo assassino;
Emily si innervosì e li rimproverò: “La
volete piantare? Dai, continua.”
“Un giorno,
mentre tornavo a casa in auto con i miei genitori,
vidi dei bambini che si divertivano sfidandosi a Beyblade; mi innamorai
di quello
sport, desiderando di poterci giocare. Sapevo che a causa del mio ceto
sociale
non avrei potuto mai praticarlo: non è buona etichetta fare
una cosa simile.
Tuttavia, al mio successivo compleanno, i miei genitori mi regalarono
Auranix e
il bit della Fenice Blu: si erano accorti della mia passione segreta.
Mi resero
felice, dimostrando di tenere di più alla mia
felicità piuttosto che
all’etichetta.
Una sera, giunse un
uomo con una terribile notizia: i miei
genitori erano morti in un incidente aereo, mentre tornavano a casa con
il
nostro jet privato. Rimasi sconvolta, cominciai a chiudermi in me
stessa e a
pensare solo al beyblade. Un giorno, ritornando a casa dopo la scuola,
mi
fermai a battermi con un gruppo di duellanti in un parco. Lì
incontrai un
componente della D.A. che mi propose di unirmi alla società:
mi promise che
sarei diventata una grande blader. Senza pensarci, accettai e scappai
di casa.
Dopo cinque anni di
duro allenamento, diventai la numero uno tra
le ragazze e strinsi amicizia con qualcuna di loro. Da quel momento
cominciarono i problemi: la maggior parte delle ragazze che avevo
conosciuto
scomparvero all’improvviso. In più, il numero uno
tra i blader maschi – Larry
Holme – mi aveva scelta come vittima preferita delle sue
spacconerie. In preda
allo sconforto e al nervosismo, lo sfidai per dargli una lezione. In
meno di dieci
minuti mi mise al tappeto, senza nemmeno darmi il tempo di capire che
cosa mi
fosse successo e persi conoscenza. Al mio risveglio, mi ritrovai in una
stanza
completamente bianca, sdraiata sopra un lettino; mi sedetti –
guardandomi
intorno – e rimasi terrorizzata da quello che vidi: migliaia
di capsule
contenevano ragazzi privi di conoscenza. Tra di loro, vi erano anche le
mie
amiche. Fuggii da quel posto e riuscii a ritornare a casa e raccontai
ai miei
servitori ciò che mi era accaduto. Mi consigliarono di
rivolgermi al presidente
Daitenji, ovvero l’unico che stava già svolgendo
delle indagini sulla D.A. Purtroppo,
nonostante il mio racconto, non avevamo abbastanza prove per incastrare
Mark e
la sua organizzazione. Così, ripresi ad allenarmi nella mia
villa, aspettando
il momento più adatto per muovermi, e ora sono qui in cerca
di giustizia.”
Mikaru
guardò tutti i bladers che si erano messi a riflettere,
quando Takao si rivolse a lei: “A quanto pare, la tua non
è stata una buona
infanzia. Mi dispiace... Posso sapere come vi allenavate?”
“Ci
allenavamo incessantemente tutto il giorno, e tutti i giorni,
in vista della sfida mensile: in questa occasione, dovevamo batterci
tra di noi
e conquistare le prime 1000 posizioni. Chi falliva
nell’intento, non era considerato
degno di far parte della società e non lo si vedeva
più in giro. Inoltre agli
occupanti delle posizioni non era concesso perdere, altrimenti
sarebbero stati
puniti.” Disse, con rabbia.
Tutti iniziarono a
confabulare sottovoce per decidere il da farsi
e finalmente Takao parlò a nome di tutti:
“D'accordo, ti daremo una mano noi!”
Mikaru li fisso
basita e Rei intervenne: “Vedi, ci è stata
affidata la missione di trovare prove per incastrare Mark, quindi
aiuteremo
anche te.
Mikaru li
guardò stupita, poi sorrise: “Vi
ringrazio.” il suo
sorriso mutò in un ghigno sadico “Visto che volete
aiutarmi, ci alleneremo a
modo mio, perché è l'unico modo per sconfiggere
gli avversari di questo posto;
quindi ci divideremo in quattro gruppi.”
I bladers si
allenarono dalla mattina fino a sera inoltrata,
fermandosi solo per mangiare e, verso sera inoltrata, arrivò
Daitenji: “Salve
ragazzi, vedo che avete già conosciuto la nuova
arrivata.”
Tutti, essendo
sfiniti, annuirono debolmente e l’uomo, notando la
loro stanchezza, si rivolse alla bionda: “Vedo che non perdi
tempo, vero
Mikaru?”
La ragazza, per
niente esausta, gli rispose: “Il tempo è prezioso,
quando si tratta di questioni importanti come queste.”
Daitenji
annuì pensieroso e, infine, aggiunse: “Adesso
andate a
riposarvi: domani c'è l'inaugurazione del torneo e dovrete
essere puntuali.
Buona serata.” Il presidente se ne andò e i
bladers andarono in camera a
riposare.
Nel frattempo, una
figura nera se ne stava rintanata nel suo
ufficio, completamente al buio, guardando lo schermo, che ritraeva
Mikaru,
ripresa da una telecamera di sicurezza: “Vedo che non sei
cambiata per niente
in questi anni. Sarà un vero piacere divertirmi ancora un
po' con te.”
Il giorno dopo, tutti
i ragazzi che partecipavano al torneo si
presentarono nello stadio, dove si sarebbero svolti gli incontri. La
struttura
era enorme e di forma ovale, gli spalti erano gremiti di persone e un
mega
schermo permetteva di vedere il palco di fronte, completamente in
parquet e con
il sipario rosso calato; i nostri amici si trovavano, invece, ai piedi
del
palco insieme agli altri partecipanti. Le luci illuminarono la scena e
fece la
sua comparsa Dj Man che iniziò a presentare
l’evento: “Signore e signori,
benvenuti ad un nuovo entusiasmante torneo di beyblade! In questa
occasione, la
D.A. ha voluto sfidare l’ormai rinomata B.B.A!
Sarà un duello davvero epico,
per questo voglio presentarvi i nostri protagonisti! Un applauso per
loro!”
nello schermo comparvero tutti i bladers e gli spettatori andarono in
visibilio.
Takao, ormai stufo,
commentò: “Non gli viene mai mal di gola a
furia di parlare?”
Dj Man
continuò imperterrito: “Ed ora, lasciate che vi
presenti i
due pezzi grossi del torneo: fate un bell’applauso al
presidente Mark Black e
al nostro caro signor Daitenji!”
I due entrarono dalla
quinta di sinistra e gli spettatori
applaudirono; Mark aveva capelli neri, cortissimi, occhi dello stesso
colore e
indossava uno smoking nero con camicia bianca. Mikaru, alla sua
comparsa,
rabbrividì e strinse i pugni in silenzio.
“Benvenuti
a questo torneo di beyblade! Le regole sono semplici:
ci sono due tornei, uno maschile e uno femminile. Alla fine del torneo,
resteranno solo una squadra maschile e una femminile che dovranno
scegliere un
loro rappresentante affinché giochi la finalissima. Tutte le
squadre che
perderanno dovranno recarsi nel mio ufficio, affinché io
prenda nota della loro
sconfitta. Raccomando i bladers di giocare in modo leale.”
disse il presidente
della D.A.
“Sei tu il
primo a barare.” bisbigliò Mikaru indispettita.
“Lo odi
così tanto?” le chiese Yuri.
“Più
di qualsiasi altra cosa.” commentò lei.
“Lo
sconfiggeremo di sicuro.” la rassicurò Kei.
Dj man riprese la
parola: “Bene, ora che sapete tutte le regole,
diamo inizio al torneo!”
FINE QUINTO CAPITOLO
Come
andrà a finire? Cosa succederà ai nostri amici?
Continuate
a leggere e lo scoprirete!
Al
prossimo capitolo! =)
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Capitolo 6 *** Problemi di squadra ***
Salve, sono tornata
con un nuovo capitolo
di Blooming Flowers! Buona lettura! =)
Problemi di squadra
I nostri amici combatterono al
torneo e si
classificarono al turno successivo. Anche le ragazze vinsero,
nonostante i
continui litigi tra Ming Ming e Hilary. Le loro schermaglie avevano
causato un
effetto domino: anche le altre avevano cominciato a discutere tra chi sosteneva che fosse colpa di Ming
Ming e chi, invece, che fosse colpa di Hilary;
Mikaru osservava il tutto restando
silente. Passando di fronte alla reception, incontrarono i ragazzi ma
questi, notando che le fanciulle fossero di pessimo umore, decisero di
lasciarle in pace e si diressero in piscina per sedersi al chiosco.
Mikaru, una volta arrivate nella
loro stanza, chiuse
la porta e si volto dalla loro parte con sguardo glaciale:
”Nessuna di noi
uscirà da questa stanza finché non avremo risolto
il problema.”
Le altre, indispettite, si
misero a brontolare, mettendo a dura prova la pazienza
della bionda che, alla fine, sbottò:“Non
volete capire che
ci siamo qualificate per un pelo? Se non riusciamo a collaborare tra di
noi,
come possiamo sperare di poter battere gli avversari? Il gioco di
squadra è
importante! Io so di cosa è capace Mark e ho già
fatto tornei di questo tipo.
Domani abbiamo due partite da giocare, se vogliamo sperare di
arrivare ai quarti; inoltre, in questi ultimi e nelle
semifinali, dovremo giocare in due alla volta!
Se perdiamo
per colpa di stupidi litigi, perderemo ogni
possibilità
di incastrare Mark! Ve lo ripeto un' ultima volta: fatevi un piccolo
esame di
coscienza e finché non avrete risolto i vostri problemi, non uscirete di qui!”
Detto questo, uscì dalla
stanza e le rinchiuse dentro;
le ragazze rimasero qualche istante interdette per la sfuriata subita, poi si ripresero e ognuna
raggiunse il proprio letto
sovrappensiero.
Mikaru camminava per sbollire la
rabbia, finché non si
rese conto di essere arrivata in piscina, dove notò i ragazzi, presso il chiosco, che ridevano e scherzavano tra loro. La struttura era enorme e aveva
un’enorme cupola costituita
da ampie vetrate; la piscina era immensa ed era
costeggiata da innumerevoli ombrelloni e lettini. Oltre la vasca, sulla sinistra, si trovava il chiosco in legno, contenente solo un bancone, dove stava il
barman, mentre i tavoli, protetti da ombrelloni,
stavano sulla destra.
“Certo che non sei
cambiata affatto: quando sei arrabbiata hai sempre
quello sguardo vitreo.” disse una voce
femminile alle sue spalle. La bionda si voltò e vide una
ragazza che stava in
piedi a bordo piscina: aveva i capelli castani, legati in una coda laterale a
sinistra, che le arrivavano poco sotto la spalla e gli occhi
verde oceano. Indossava una T-shirt
elegante nera, un paio di pantaloncini bianchi, dei collant neri e
stivali
bassi dello stesso colore.
“Yuriko, sei proprio
tu?” disse, stupita, la ragazza.
“Non fare quella faccia
sconvolta.” disse la mora, avvicinandosi
“È dura sopravvivere qui dentro ma come vedi sono
ancora
integra. Anche se, ora, sei una mia rivale – sorrise – quindi trattami come
tale.”
Mikaru ghignò
“Effettivamente ho sempre desiderato
battermi con te, sono contenta di poterlo fare,
finalmente.”
Si
guardarono
con aria di sfida, finché Yuriko assunse un’aria
triste “Anche se avrei
preferito non farlo qui.”
“Che intendi
dire?”
“Stai attenta.”
Prima che la bionda potesse
replicare, soggiunse alle
sue spalle Yuri, che l’aveva notata in lontananza
“Mikaru, che ci fai qui tutta
sola?” solo
dopo vide la
mora e sgranò gli
occhi: “Yuriko?”
“Yuri?” chiese
quella, ancora
più sconvolta.
“Voi due vi
conoscete?” chiese la bionda.
“Potrei farti la stessa
domanda.” rispose lui.
“Beh, allora io vado
dagli altri. Ci vediamo dopo.”
disse Mikaru e si allontanò.
I due si scrutarono per un po',
finché Yuriko spezzò
il silenzio: “Nonostante tutti questi anni, sono riuscita a riconoscerti.
Anche se, devo ammetterlo: sei sempre lo stesso.”
“Cosa ci fai
qui?”
“Faccio parte della D.A.
e sto partecipando al
torneo.”
Il viso di lui, che era sempre
imperturbabile, fu
solcato da un’ombra di stupore mista a terrore. Lei
continuò “Mi sono unita a loro perché,
se fossi diventata più forte, avrei
avuto l’occasione di incontrarti di nuovo. Direi che ci sono
riuscita, anche se
ora devo andare.” si voltò di spalle e fece
qualche passo per poi fermarsi: “Ti
prego di non perdere.” e si rimise a camminare,
scomparendo oltre l’uscita.
“Non lo
farò.” disse lui per poi raggiungere gli altri.
Nel frattempo, Mikaru si era seduta vicino a
Kei e di fronte a Takao, Max e Rei. Sorseggiando la sua bevanda in
silenzio, si
chiese come
stessero le altre; inoltre l’apparizione
improvvisa di Yuriko, l’aveva turbata, mentre gli
altri, invece, continuavano a parlare
allegramente. Yuri li raggiunse e si unì a loro; Takao,
notando che la ragazza
era presente solo con il corpo, richiamò
la sua attenzione e disse:
“Deduco dalla tua espressione e dal fatto che tu sia sola,
che hai
litigato con le ragazze. Se non ne vuoi parlare, fai pure. Però vogliamo
sapere una cosa: come vi siete conosciute tu, Hilary, Mao ed Emily? Inoltre, chi era quella
ragazza?”
Mikaru si riscosse dai sui pensieri
e lo fissò confusa; posò la bibita e gli
rispose ghignando: “Ficcanaso come al solito!” lui si
inalberò e gli altri risero “Comunque non sono segreti di stato… Hai indovinato: ho litigato con loro. Stai tranquillo,
risolveremo.” prese un respiro profondo e iniziò a
raccontare: “Io e le ragazze ci siamo conosciute durante un
torneo femminile a
squadre, organizzato dal mio maggiordomo
come regalo di
compleanno, circa due anni fa; per la mia
squadra aveva
ingaggiato le migliori giocatrici di beyblade del primo torneo mondiale, ovvero Mao ed Emily,
più un’altra ragazza
talentuosa, cioè Hilary.”
“Hilary non sa
giocare!”
“Questo lo dici tu! Comunque, appena conosciute, non abbiamo
parlato granché. Abbiamo iniziato a socializzare
quando ci accorgemmo dell’enorme problema di Hilary: aveva un
gran talento ma
non lo sapeva sfruttare. Così, le abbiamo impartito delle
lezioni e, in poco tempo, è
diventata una mini campionessa: riuscimmo perfino a vincere il torneo.
Quell’esperienza ci ha legate tantissimo e, da allora, siamo diventate amiche.”
“Cavoli, non avevo la
minima idea che Hilary sapesse
giocare.” disse Takao
“Questo perché
non hai mai provato a capirla. Takao, sei senza
speranze.” replicò il professor K; gli altri si misero a ridere, mentre Takao diventava
paonazzo dalla rabbia.
“Comunque non ci hai
ancora detto chi era quella
ragazza.” si intromise Max, e gli altri riportarono
l’attenzione sulla bionda. Soprattutto Yuri, che
parve molto interessato
all’argomento.
“Si chiama Yuriko: è l’unica
vera amica che sono
riuscita a farmi, dentro questo posto. Diciamo
che mi ha salvato la vita.”
I ragazzi annuirono e Rei si
rivolse a lei: “Cambiando
argomento: è normale che questo
posto sia pieno di
videocamere?” disse guardando una telecamera, posta
all’estremo lato destro
della piscina.
“Normalissimo: a Mark piace tenere tutto
sotto controllo. Fortunatamente, non ha piazzato i suoi schifosissimi aggeggi nelle stanze da letto e nei bagni,
altrimenti
qualcuno potrebbe lamentarsi.”
Nel frattempo, le ragazze avevano discusso:
tutte ammisero di aver sbagliato e fecero pace. Quindi, decisero di aspettare Mikaru.
La blader si trattenne a discorrere con
i nuovi amici per un’altra ora, poi li
salutò e si avviò in camera: quando aprì la porta,
trovò
le ragazze sedute in cerchio e le dissero che la stavano aspettando per
parlarle. Lei, un po' stupita, si accomodò in mezzo a
Mao e Emily, aspettando il verdetto.
Mao parlò a nome di
tutte: “Ci dispiace moltissimo: ci siamo comportate da
sciocche, senza pensare alle conseguenze
delle nostre
azioni. Quindi ne abbiamo discusso tra di noi e abbiamo deciso di
collaborare
per il bene della squadra. Puoi perdonarci?” la guardarono in
attesa di
risposta.
Mikaru le guardò negli
occhi, una per una: “Posso
fidarmi di voi?”
Le ragazze annuirono e lei,
vedendole determinate,
sentenziò: “D’accordo: vi siete meritate
un’altra
chance. Ma vi avverto: se vi comporterete nuovamente in questa maniera,
non ci
penserò due volte prima di richiudervi dentro.”
Le sorrisero e si gettarono su di
lei abbracciandola,
cogliendola alla sprovvista; perse l’equilibrio e cadde
all’indietro insieme a
loro. Dopo un iniziale attimo di smarrimento, tutte si misero a ridere.
“Direi che ora ci serve
un nome per la squadra. Che ne
dite di Blooming Flowers?” Chiese la bionda.
“È bellissimo!” disse Mao e anche le
altre
concordarono.
Si rialzarono e Mikaru, assumendo i
modi di fare di un
sergente, tuonò: “Allora è deciso.
Soldatesse, ai vostri letti! Domani ci
aspetta una giornata di guerra!”
Le altre risposero facendo il
saluto militare:
“Sissignora!” e si misero a ridere mentre
raggiungevano il loro letto, per andare a dormire.
FINE SESTO CAPITOLO
Cosa
capiterà ai nostri ragazzi? Lo
scopriremo nel prossimo capitolo! A presto =)
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Capitolo 7 *** Breve pausa ***
Eccomi
tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona
lettura! =)
Breve pausa
Erano le 23:45,
Mikaru si svegliò di soprassalto e non riusciva
più a prendere sonno a causa di un incubo che la tormentava.
Decise di alzarsi
per prendere una boccata d’aria. Camminò
sovrappensiero, giungendo davanti al
campo d’addestramento e, vedendo che le luci erano accese,
decise di
verificarne il motivo. Una volta dentro, vide Yuri e Kei che si stavano
allenando e assistette al loro dialogo.
“Sei un
imbroglione, non hai usato tutta la tua forza contro
Mikaru e ora pretendo di sapere il motivo.”
Yuri
ghignò “In realtà la stavo studiando,
dato che non l’ho mai
vista giocare. Per questo non ho usato tutta la mia forza. Ora che
conosco i
suoi punti deboli e le sue tattiche di gioco, la prossima volta
potrò
sconfiggerla.”
“Le tue
tattiche non funzioneranno con lei, sa essere molto
istintiva.”
Yuri sorrise:
“Non ha importanza: alla fine il cervello vince
sempre, proprio come è accaduto contro di te.”
ghignò.
“Sono molto
migliorato da allora. Fatti sotto, codardo!” disse Kei
irritato.
“Non volevo
sentire altro.” e si misero in posizione.
Ma un beyblade
piombò nel beystadium e i due si voltarono,
scoprendo la presenza di Mikaru: “Sai, mi sento molto offesa,
Yuri. Mi infastidisce
molto il fatto che tu non abbia sfoderato tutta la tua potenza! Mi hai
fatta
arrabbiare, facendomi dimenticare il motivo per cui ero uscita a fare
una
passeggiata. Ho voglia di sfogarmi, ti sfido!” disse
avvicinandosi al
beystadium, vicino a Kei, richiamando Auranix.
“Credo di
aver parlato troppo. Comunque, accetto a una
condizione.”
“Quale
sarebbe?”
“Se vinco
io, dovrai raccontarmi del tempo che hai speso insieme a
Yuriko.”
“Ci sto. Ma
se vinco io, tu dovrai dirmi come l’hai conosciuta.”
“Affare
fatto.” e i due bladers si misero in posizione, mentre Kei
si preparò a fare da arbitro.
I due lanciarono e lo
scontro ebbe inizio; stavolta, entrambi
evocarono il loro bit quasi subito e le due trottole cominciarono ad
attaccarsi
incessantemente. Tuttavia, la rabbia di Mikaru spingeva la fenice ad
essere più
aggressiva nei confronti dell’avversario, che si
trovò in difficoltà. Yuri si
rese conto che aveva fatto male i conti: non aveva considerato le
emozioni
dell’avversaria. Non avendola mai vista all’opera
quando era infuriata, non
aveva una tattica adatta alla situazione, quindi incassava i colpi
senza
riuscire a contrattaccare.
“È
giunto il momento di farla finita! Auranix, vai con Fendente di
ghiaccio!” la fenice eseguì un colpo perfetto che
scagliò fuori il beyblade di
Yuri, decretando la vittoria della bionda.
Il rosso raccolse il
suo bey e andò a sedersi su una panchina.
“Spero che
tu abbia imparato la lezione.” disse lei sedendosi
vicino a lui.
“Ho
afferrato il messaggio. Ora, come promesso, ti racconterò
quello che vuoi sapere.”
Kei si sedette di
fianco a Mikaru e Yuri cominciò a parlare “Ho
conosciuto Yuriko al monastero di Vorkof. Era l’unica persona
di cui potessi
fidarmi là dentro.”
“Come mai
io non l’ho mai incontrata?” si intromise Kei
“Perché
quando tu arrivasti, lei era già stata
allontanata.”
“Che
significa?” chiese la bionda sconcertata.
“Devi
sapere che lei, essendo orfana, è stata accolta nel
monastero affinché diventasse una blader cacciatrice di
bitpower, come noi. Lì
dentro, vigeva una sola regola: vincere. Non c’era spazio per
inutili
sentimentalismi. Tuttavia, essendo una ragazza, per lei era quasi
impossibile
reprimere il suo lato umano: si era messa ad aiutare i bladers, esausti
dai
pesanti allenamenti, e io fui uno di quelli che ricevette le sue
attenzioni. Per
questo, la sua presenza divenne mal tollerata e decisero di spedire
Yuriko in
un orfanotrofio. Più avanti, ho scoperto che era stata
mandata addirittura in
un altro continente, pur di allontanarla dal monastero, e da allora non
l’ho più
rivista. Fino ad oggi.”
“È
proprio nella sua natura, aiutare gli altri.” disse Mikaru
sorridendo “Inoltre, ora ho capito perché voi due
siete dei surgelati.” e si
mise a ridere mentre quelli tacevano.
“Se credi
di essere spiritosa, sappi che non lo sei affatto.”
replicò Kei
“Io,
invece, credo che ve la siate presa perché è la
verità.”
disse ghignando e lui la guardò male “Avevo
ragione.” ribatté soddisfatta. Yuri
in quel momento si alzò “Io vado a dormire. Ci si
vede.” e si incamminò verso
l’uscita, scomparendo nel buio.
“Sai, tra
te e lui non so proprio chi sia più surgelato.”
“Tu invece
sei noiosa.”
“Allora
dimostrami che non ho ragione, con una sfida.”
“Ci
sto.” si alzarono in piedi e si misero in posizione di lancio.
Quando i beyblade
furono sul campo, invece che attaccarsi, si
misero a girare in tondo e, da essi, uscirono i bitpower, che si misero
nuovamente a volare in cerchio.
“Ci
risiamo!” disse la bionda, sedendosi sulla panca.
“Quindi
è per questo che mi hai sfidato.” disse lui,
guardandola.
“In
realtà, volevo davvero battermi ma non ero sicura che anche
la
fenice lo volesse. Per questo, non mi sono recata alla mia postazione.
Inoltre
avevo proprio bisogno di uno spettacolo simile.”
“Uno
spettacolo?” chiese lui, inarcando il sopracciglio sinistro.
“Si:
è bello vederli andare d’accordo, non
trovi?” lui non rispose
e si limitò a sedersi nuovamente di fianco a lei.
“Sai, fino
a ieri pensavo che queste creature servissero solo a
combattere, invece scopro che anche loro hanno una loro
volontà. Che cosa buffa!”
continuò lei.
“Per me,
sono solo stupidaggini.”
“Non sei
felice che la tua Aquila abbia trovato una compagna?”
“Non mi
interessa. Mi consolo con il fatto che la padrona non è
una gallina insopportabile.”
“Che
lusinga! Lo prendo come complimento.”
“Non
illuderti.”
E continuarono a
stuzzicarsi finché Mikaru cominciò a sbadigliare
“Credo di aver finalmente ritrovato il mio sonno. Mi dispiace
Auranix: saluta
il tuo compagno, ce ne stiamo andando” tese la mano destra e
il bey ritornò da
lei. “Buonanotte Kei, ci vediamo domani.” e
cominciò a camminare verso l’uscita.
Lui richiamò Dranzer e fissò la ragazza
“Buonanotte, Mikaru.” lei si voltò e
fece un cenno di saluto, per poi continuare a camminare
finché svanì oltre la
porta. Kei stette un attimo immobile a fissare l’uscio e poi
il suo bey, lo
mise in tasca e si avvio verso il suo alloggio.
Mikaru fu assalita di
nuovo dagli incubi e si svegliò verso le
7:17; decise che ormai era inutile continuare a dormire, quindi si
vestì e andò
a fare colazione al chiosco. Verso le 8, arrivò anche Kei e
quindi si misero a
chiacchierare, indisturbati, fino all’arrivo degli altri.
Dopo colazione,
arrivò il signor Daitenji con una comunicazione:
“Il torneo sarà sospeso per un giorno, a causa dei
danni che hanno riportato i
campi, dopo i duelli dei ragazzi; perciò, oggi, siete
liberi.”
Tutti esultarono e
decisero che avrebbero trascorso la loro
giornata in piscina; così ritornarono alle loro stanze, si
cambiarono in fretta
e furia, per ritornare ad occupare i lettini. Le ragazze arrivarono per
prime
e, mentre aspettavano i ragazzi, si presero da bere, per poi sedersi a
bordo
piscina. Hilary si rivolse a Mikaru: “Dove sei stata ieri
notte?” le ragazze,
sentendo odore di gossip, aguzzarono le orecchie.
“Non
riuscivo a dormire e quindi sono andata ad allenarmi.” Disse,
prendendo un altro sorso di limonata.
“Sei per
caso andata ad un allenamento romantico con Kei?” chiese
la mora, sospettosa.
Mikaru, sentendo
queste parole, rischiò di soffocare e le ragazze
si misero a ridere, notando che era diventata paonazza. Recuperato
fiato,
rispose: “Ma che vi salta in mente? Ci stavamo solo
allenando!”
“Quindi eri
davvero con Kei!” sentenziò Mao, indagatrice.
La bionda si morse la
lingua poiché aveva abbassato la guardia:
“Cosa vi fa credere una cosa del genere?”
“Stamattina
eravate soli soletti e inoltre, ieri sera, sei
ritornata piuttosto tardi.”
A quel punto, Mikaru
doveva giocarsi il tutto per tutto: fece un
respiro profondo e, recuperato l’autocontrollo, si rivolse a
tre di loro: “Se
la mettete in questi termini, allora voglio chiedere a Hilary come va
con
Takao, a Emily con Max e a Mao con Rei.”
Le tre, sentendo quei
nomi, divennero rosse come pomodori: “Non
gliel’avete ancora detto? Ma cosa aspettate?”
Mao, rossa in volto,
replicò: “Io ci ho provato ma non è
andata
esattamente come speravo...”
“Non
dovresti arrenderti così facilmente, lo dico per il tuo
bene!
E voi che mi dite?”
Le due distolsero lo
sguardo: “Siete senza speranza!” e le altre
si misero a ridere.
Ming Ming decise di
cambiare discorso: “Mikaru, come mai non indossi
un costume?” infatti la bionda indossava un paio di short in
jeans e un top
bianco.
“Non mi
piace molto nuotare, preferisco stare a bordo piscina, con
le gambe a mollo.” Lei annuì e si tuffò
in acqua, seguita dalle altre.
Dopo un
po’, arrivarono i ragazzi, che le raggiunsero tuffandosi,
mentre Yuri si sdraiò su un lettino e Kei si
affiancò a Mikaru. Portava una
T-shirt nera e un costume a pantaloncino blu, lungo fino alle ginocchia.
“Sua
maestà non è in vena di farsi una
nuotata?” chiese lei.
“Io detesto
l’acqua e odio la calca. Tu, piuttosto, come mai non
sei a sguazzare con le altre?”
“Neanche a
me fa impazzire nuotare, quindi passo. Comunque perché
lo chiedi? Volevi vedermi in costume?” ghignò lei.
“E se ti
dicessi di si?” la guardò con aria maliziosa e lei
sgranò
gli occhi: l’aveva presa in contropiede e non sapeva come
controbattere;
inoltre l’insinuazione di lui, le aveva causato un groviglio
di farfalle nello
stomaco. Fortunatamente, fu salvata dal ragazzo della reception, che
era giunto
a cercarla per comunicarle di una chiamata. Così, lei si
alzò in piedi, si
asciugò le gambe e fuggì più in fretta
possibile. Arrivata davanti al telefono,
si ricordò che non aveva detto a nessun parente di essere
lì in quel momento,
quindi sollevò la cornetta sospettosa:
“Pronto?”
“Buongiorno,
miss Mikaru.”
“Mark, che
cosa vuoi?”
“È
questo il modo di rivolgersi a una persona più grande di te?
Qualcuno potrebbe mettere in discussione la tua educazione.”
“Risparmiami
la predica e dimmi che cosa vuoi!”
“Ti ho
fatta chiamare per proporti un patto.”
“Non ho
alcuna intenzione di negoziare con te!”
“Se non mi
ascolti, i tuoi amici saranno in pericolo. Non vuoi che
succeda un’altra volta, vero?” lei si
zittì “Brava bambina. Ora, ascolta: tu e
la tua squadra dovrete perdere.”
“Cosa
vorresti dire?”
“Parliamoci
chiaro: è te che voglio. Sei stata una grande perdita
per la mia associazione e, tutt’ora, non ho trovato
nessun’altra per
rimpiazzarti. Quindi se perdessi, e ti consegnassi a me, la vita dei
tuoi amici
sarebbe salva.”
“Te lo puoi
scordare! Noi ti sconfiggeremo e dimostreremo al mondo
i tuoi crimini!”
“Peccato,
sapevo che avresti risposto in questa maniera. Allora
non mi lasci altra scelta ma, se decidessi di ripensarci, sai dove
trovarmi. A
presto, mia cara.” e riattaccò. Lei era nera di
rabbia, poggiò la cornetta e
ritornò in piscina. Ma, prima che potesse varcare la soglia,
una tizia le si
parò davanti: si trattava di Melody Holme, sorella di Larry.
La ragazza aveva
capelli castani che gli arrivavano fino al mento e occhi dello stesso
colore;
portava una maglietta bianca, con una sola spallina, una minigonna in
jeans e
ballerine bianche.
“Ciao,
perdente! Così sei tornata, a quanto vedo! Comunque,
preparati ad essere sconfitta in finale. Sempre che tu ci
arrivi!”
E scoppiò
a ridere. Mikaru le rispose: “Sparisci di qui! Non tempo
da perdere con te.” Melody si infuriò e se ne
andò.
“Non vorrei
essere nei panni di quella gallina.”
La bionda si accorse
della presenza di Kei alle sue spalle e il
suo sguardo divenne disperato: non voleva che lui la vedesse in quelle
condizioni, quindi provò a scappar via. Lui fu
più veloce di lei e, riuscendo a
prenderle il braccio sinistro, la costrinse a voltarsi. Rimase di sasso
vedendo
le lacrime di lei, che avevano cominciato a solcarle il viso. Decise di
trascinarla in un luogo tranquillo e senza telecamere: ovvero la sua
stanza. Lì,
la fece sedere sul letto e la lasciò sfogare, facendosi poi
raccontare
l’accaduto. Vedendo che era esausta a causa del troppo
piangere, la coprì e se
ne andò, dopo essersi assicurato che lei dormisse.
Ritornato dagli
altri, comunicò che Mikaru si era sentita male e
quindi l’aveva accompagnata nella sua stanza.
Il giorno successivo,
le ragazze riuscirono a classificarsi ai
quarti, mentre dei ragazzi riuscirono a passare il turno solo i
Bladebreakers e
i Neoborg. Tutti gli altri si recarono all’ufficio di Mark.
I vincitori si erano
messi di fronte all’ascensore della hall per
aspettare i loro amici. Ma la scena che si presento davanti ai loro
occhi fu
scioccante: Brooklyn, Moses, Mystel, Raul, che si era unito ai Justice
5,
Garland, Michael, Eddy, Steve, Rick, Ralf, Olivier, Andrew, Gianni,
Lai, Gao e
Kikki oltrepassarono i loro amici, senza rivolgergli una parola, e si
diressero
verso le loro stanze, lasciando i loro compagni increduli nella hall.
FINE SETTIMO CAPITOLO
Cosa
sarà successo ai ragazzi che
hanno perso? Lo scopriremo nei prossimi capitoli =)
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Capitolo 8 *** L'incubo diventa realtà ***
Eccomi
tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona
lettura!!!! =)
L’incubo
diventa realtà
Mentre Mikaru e gli
altri ragazzi continuavano a fissare increduli
i loro amici, Takao corse verso di loro: “Ragazzi,
perché ve ne siete
andati? Avete perso
ma non è una
tragedia!”
I ragazzi si
voltarono e lo guardarono come se fossero stati
appena disturbati, poi tornarono sui loro passi. In quel momento, la
bionda si
accorse che avevano indosso una sorta di collare meccanico e strinse i
pugni,
furente: “Maledetto Mark, me la pagherà
cara!”
Rei, ancora
incredulo, le chiese: “Secondo te, che cosa gli
sarà
successo?”
“Non ne ho
idea ma, se osservate bene, tutti loro indossano un
collare metallico: deve essere quello il motivo del loro
comportamento.”
I ragazzi restarono
ancora lì a discutere un altro po’, poi si
diressero verso le loro camere per riposarsi.
Il giorno dopo, le
tre squadre si diressero allo stadio per
continuare il torneo e, alla fine della giornata, le squadre vincitrici
furono
quella dei Bladebreakers e le Blooming Flowers. Purtroppo, i Neoborg
erano
stati sconfitti, mentre i rimanenti in gara si precipitarono di fronte
all’ascensore della hall. La scena del giorno precedente si
verificò
nuovamente, solo che questa volta c’erano anche i Neoborg:
anche loro portavano
i collari. Non potendo fare nulla, i sopravvissuti ritornarono in
silenzio
nelle loro stanze.
Mikaru cominciava a
preoccuparsi, anche se non voleva darlo a
vedere. Tutte le sue paure si stavano concretizzando, così
decise di fare una
piccola riunione con la sua squadra.
Appena chiusa la
porta della loro stanza, disse alle ragazze che
doveva parlare loro. Tutte si sedettero in cerchio per ascoltarla:
“La
situazione sta degenerando: avremo bisogno di un ulteriore aiuto.
Voglio essere
sicura della nostra vittoria.”
Estrasse dunque dalla
tasca un oggetto: si trattava di un
bitpower, più precisamente di un drago argentato, e lo porse
a Hilary: “L’ho trovato
in uno scavo archeologico. Non te l’ho dato prima
perché pensavo non ne avessimo
bisogno ma, per come si stanno mettendo le cose, è meglio
non correre rischi.”
Hilary la
guardò indecisa e insicura ma qualcosa nello sguardo di
Mikaru la convinse; allungò la mano, prese il bitpower e le
disse: “Non credo
di essere pronta ma, se questo servirà per la missione, sono
disposta a farlo.”
Le ragazze
chiacchierarono per un po’ e poi decisero di andare a
dormire.
Durante la notte,
Mikaru si sveglio nuovamente di soprassalto, per
via dello stesso incubo che l’aveva tormentata tutte le altre
notti. Dato che
non riusciva a riaddormentarsi, decise di recarsi al campo
addestramento per
calmarsi un po'. Non scelse la destinazione a caso, in
realtà sperava di poter
incontrare Kei. Le sue speranze non furono deluse quando, giunta a
destinazione, sentì il suono familiare di un beyblade;
varcò la soglia e vide
Kei. Lui si accorse della sua presenza, richiamò il bey e si
voltò dalla sua
parte: “Per caso soffri di insonnia? Se vuoi, conosco molti
metodi per prendere
sonno.” Disse il ragazzo, sarcasticamente.
Lei sorrise ma non
rispose: non era dell’umore adatto. Si avvicinò
a lui e si sedette su una panchina, fissando il vuoto “In
realtà, sono venuta
qui per rilassarmi.”
“Al campo
di addestramento?” chiese lui, nuovamente sarcastico.
“In
realtà, sono venuta qui nella speranza di
incontrarti.” disse
lei, stringendosi nelle spalle.
Lui mutò
espressione e si sedette di fianco a lei, assumendo uno
sguardo preoccupato: “Questa è la seconda volta
che ti alzi di notte fonda, sei
diventata poco presente e silenziosa. Che ti prende?”
La ragazza
diventò rossa, per via delle parole di lui: “Ho
paura
che anche tu faccia la stessa fine degli altri.” poi si rese
conto di quello
che aveva appena detto e fece per fuggire ma lui la
abbracciò, impedendole di
muoversi “Non puoi sempre fuggire di fronte alle tue
emozioni.”
La ragazza
sgranò gli occhi e tentò di ribattere:
“Io non sto
fuggendo.”
“Questa
è già la seconda volta che tenti di farlo.
Inoltre, non
posso permetterti di fuggire, dopo avermi detto una cosa
simile.” Ghignò.
Lei si
irritò e si allontanò un po' da lui per guardarlo
in viso
“Mi prendi in giro?”
“Forse ma
almeno sono riuscito a farti tornare in te.”
“Tsk, sei
solo un pallone gonfiato.”
“Comunque
stai tranquilla, domani non perderò contro quel
Larry.” Disse,
con sguardo serio.
“Mi hai
fatto una promessa: vedi di mantenerla, altrimenti saranno
guai per te.”
Il ragazzo
ghignò e lei si tuffò nel suo abbraccio per poi
addormentarsi. Kei la riportò nella sua stanza.
Il giorno dopo, nella
semifinale, le Blooming Flowers trionfarono
e si qualificarono in finale, insieme alla squadra di Melody. I
ragazzi, invece,
vennero sconfitti. Le loro amiche si precipitarono nella hall, appena
in tempo
per vedere la scena ripetersi una terza volta. Mikaru, presa da un
impeto di disperazione,
si mise a gridare contro di loro: “Mi avevi promesso che non
ti saresti fatto
battere! Kei, perché mi hai mentito?”
Il ragazzo si
fermò un attimo ma poi riprese a camminare:
“È
inutile che ti sgoli, la tua voce non riuscirà a
raggiungerlo.” le ragazze si
voltarono e videro Mark che usciva dall’ascensore
“Ormai è una mia marionetta,
così come tutti i tuoi amici. Ti ho dato una
possibilità e tu non l’hai
afferrata, ora goditi le conseguenze, bambina mia. Non ti preoccupare:
presto
smetterai di soffrire e, con te, tutte le tue amiche.” E
rise. La bionda scattò
verso di lui, in preda a istinti omicidi, ma le sue compagne la
bloccarono. Così,
lui risalì sull’ascensore e scomparve dietro le
porte che si chiudevano. Una
volta andato, le ragazze la lasciarono andare e lei, ormai priva di
forze,
cadde in ginocchio, mettendosi a piangere, seguita dalle altre.
FINE
OTTAVO CAPITOLO
Riusciranno le
nostre amiche a salvare i ragazzi e se stesse? Lo
scopriremo nei prossimi capitoli!
A presto =)
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Capitolo 9 *** La finale ***
Eccomi
tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona
lettura! =)
La finale
Le nostre ragazze,
superato lo sconforto iniziale, decisero che
avrebbero salvato i loro amici. Mancavano solo due giorni alla finale:
durante
il primo si allenarono duramente mentre alla vigilia della sfida, si
concessero
una pausa e si recarono in piscina. Lì, videro che i loro
amici stavano seduti
al chiosco e, silenziosamente, si avvicinarono ai lettini per
occuparli, mentre
quelli non le degnavano di uno sguardo; occuparono tre sdraio ma non
entrarono
in acqua. Mikaru invece, avendo visto Yuriko, si alzò e si
diresse da lei.
Fu bloccata
però da Melody e le sue amiche: “Certo che hai
proprio
una brutta cera! È successo per caso qualcosa? Oh! Ma certo!
I tuoi compagni
hanno perso e si sono uniti a noi. Sai, il tuo amico dallo sguardo di
ghiaccio
sembra un tipo interessante, credo che andrò a farci una
chiacchierata.”
“Fai quello
che ti pare ma levati dalla mia strada, razza di
gallina.” disse la bionda, ostentando calma.
Melody si
indispettì: “Mi sono stufata della tua arroganza,
plebea. É giunto il momento di darti una lezione, ora che ho
finalmente
l’occasione per farlo!” le arpie si avvicinarono a
Mikaru, facendola
indietreggiare, finché non si trovò a bordo
piscina: “Addio, plebea.” disse la
mora e la spinse in acqua, approfittando della distrazione del bagnino.
Dopo alcuni secondi,
la bionda non riemergeva e Yuriko, che aveva
assistito alla scena, si tuffò in acqua per ripescarla,
mentre le altre erano
andate a chiamare i soccorsi. Le arpie, invece, si erano allontanate
recandosi
dai ragazzi, notando che la loro attenzione si era stranamente spostata
sul
misfatto.
Dopo pochi istanti,
la mora riemerse con Mikaru, rimasta
fortunatamente cosciente, dirigendosi verso bordo piscina. A causa
dello
sforzo, le venne un crampo alla gamba destra e, non riuscendo a
rimanere a
galla, sprofondò nuovamente in acqua. Lottò con
tutte le sue forze per risalire
e, finalmente, riuscì a portare la sua amica in salvo dalle
altre, che le aiutarono
insieme al bagnino, finalmente arrivato; le due iniziarono a tossire e
sputare
acqua, mentre si sdraiavano a terra ansimanti.
“Questa
è la seconda volta che mi porti fuori
dall’acqua... Ti
ringrazio.” disse la bionda.
“Non
ringraziarmi: gli amici servono a questo, no? Comunque, è
mai
possibile che, in tutto questo tempo, tu non abbia imparato a
nuotare?”
“Avevo cose
più importanti da fare.”
“Del
tipo?”
“Trovare un
modo per ritornare qui e salvarti.”
Yuriko si mise a
sedere e la guardò “Prima devi mantenere la
promessa e batterti con me.” disse sorridendo.
“Non so se
sarà possibile farlo: non sono io che decido la mia
avversaria. In ogni caso, potremo sempre rimandare a dopo il
torneo.”
“D’accordo,
ci sto. – disse alzandosi - Ci vediamo domani. Buona
fortuna!” concluse, per poi allontanarsi.
“Anche a
te.” a quel punto, Mikaru si accorse che le ragazze la
stavano fissando con aria preoccupata: “State tranquille, ora
sto bene, quindi
non fate quelle facce.” e la abbracciarono.
In quello stesso
momento, Melody si avvicinò a Kei: “Ciao, tu devi
essere Kei. Molto piacere, il mio nom-” ma venne interrotta
dallo sguardo
glaciale del blader, seguito da quello di tutti gli altri: le si
gelò il
sangue. I ragazzi si alzarono e si diressero verso l’uscita,
lasciandola
cuocere nel suo brodo.
Il giorno della
finale, lo stadio era gremito di persone; le
nostre protagoniste scesero in campo e videro che, tra gli spalti,
c’erano
anche i loro amici che, come al solito, non le degnavano di uno
sguardo. Sul
palco, invece, stavano i due presidenti, insieme a DJ Man.
Arrivò anche la
squadra di Melody e, insieme a loro, c’era anche Yuriko; le
seguaci dell’arpia
erano vestite tali e quali a lei e Mao non seppe resistere dal
commentare:
“Guardate: quelle galline sono vestite tutte uguali!
Ridicole!”
Mikaru, non
badandoci, rispose: “Tranquilla: a parte poche
eccezioni, le ragazze di questo posto sono sempre state
così. Cercano sempre di
stare dalla parte dei più importanti. Ci avevano tentato
anche con me ma, dato
che io le ho snobbate, hanno rinunciato alla loro impresa. In questo
momento,
dobbiamo concentrarci sul nostro obbiettivo: sconfiggere tutti i nostri
avversari per arrivare a Mark. Siete d’accordo?”
Le ragazze annuirono
e si prepararono alla battaglia; gli incontri
prevedevano che si combattesse uno contro uno e il risultato fu questo:
Mao,
Emily e Hilary vinsero, mentre Ming Ming, Julia e Mathilda persero.
Così le due
squadre si ritrovarono in parità e toccò alle
leader porre fine alla sfida. Le
ragazze augurarono a Mikaru buona fortuna; lei sorrise magnanima e
scese in
campo dove l’attendeva Melody. Quest’ultima, non
appena vide l’avversaria
avvicinarsi, le disse, ghignando: “A quanto pare sei
sopravvissuta. Avresti
fatto meglio ad annegare, così ti saresti evitata
un’ulteriore umiliazione.” e
rise sguaiatamente.
L’avversaria,
concentrata, le rispose: “Non ti conviene
sottovalutarmi, potresti rimanerne scottata.”
Detto questo, le
ragazze aspettarono il segnale di Dj Man e poi
scagliarono con tutta la loro potenza, i loro beyblade. Le due bladers
continuavano ad attaccarsi a vicenda ma nessuna delle due volle cedere.
Ad un
certo punto, Melody ghignò e disse: “Mi sono
stufata di vedere la tua faccia!
Ora concluderò la sfida! Vai Fanter, attacca!”
Il suo beyblade si
illuminò e, da esso, uscì un cavaliere
medievale che si accinse ad attaccare Auranix. Mikaru, stupita ma non
spaventata, subì l’attaccò che parve
essere quello decisivo: l’impatto sollevò
un gran polverone e gli spettatori pensavano che l’incontro
si fosse concluso.
Melody si mise a
ridere, stuzzicandola, ma la bionda ghignò e,
quando il polverone si dissolse, tutti videro che Auranix era ancora in
gioco.
“Come hai
fatto a sopravvivere al mio attacco? Io ho evocato il
bitpower che ti ha attaccato!” disse l’arpia,
incredula.
“Sai,
quando ci siamo scontrate, ti ho battuta perché volevo darti
una lezione.”
Melody si
irrigidì: “E quale sarebbe?”
“Volevo
insegnarti la vera passione per il beyblade! Un vero
blader non deve giocare solo per vincere, per cercare di farsi notare
dagli
altri e allearsi con un pazzo, pur di assicurarsi la vittoria! Lo fa
per
divertirsi e, soprattutto, gioca senza imbrogliare! A quanto pare non
hai
imparato niente, quindi cercherò di fartelo capire in questo
modo! Coraggio
Auranix, vai con tempesta di ghiaccio!”
La Fenice di ghiaccio
fece la sua comparsa, sconfiggendo in un
lampo il cavaliere e scaraventando Fanter fuori dal beystadium. I
ragazzi si
alzarono per poi andarsene, mentre il pubblico acclamò
Mikaru, che alzò la mano
destra in segno di vittoria. Le compagne la raggiunsero e si
congratularono con
lei; Melody, invece, si era inginocchiata in terra, ripensando alle
parole
dell’avversaria.
“Brutta la
sconfitta, vero?”
La ragazza si
voltò e vide Yuriko che stava in piedi dietro di
lei: “Non sono affari tuoi.”
“Come vuoi,
sappi però che, con il tuo comportamento, ci hai fatto
perdere. Ti consiglio di riflettere attentamente su quello che farai da
ora in
poi.” e si allontanò, ritornando a sedersi in
panchina.
Mikaru si
congedò dalle amiche, dirigendosi verso la perdente:
“Sei venuta fin qui per deridermi?” chiese
quest’ultima.
“In
realtà sono venuta qui per due motivi: il primo è
la speranza
che tu abbia finalmente compreso il significato del
beyblade.” E le porse una
mano, Melody l’accettò e la bionda
l’aiutò ad alzarsi: “Devo ancora
rifletterci
sopra. Il secondo motivo qual è?”
“Da dove
proveniva quel bitpower? Non ne hai mai posseduto uno,
prima.”
“Sei una
molto attenta. Dato che ora ho perso, immagino che possa
vuotare il sacco, dicendoti ciò che so. In vista del torneo,
il presidente ha
dato a me e mio fratello questi bit: pare che siano stati prodotti
artificialmente ed è per questo che sono così
devastanti.” Disse, guardando il
beystadium distrutto.
“Artificialmente?
E come?”
“Purtroppo,
non so altro. Se vuoi approfondire la faccenda, dovrai
vincere domani e chiederlo direttamente al direttore di questo
posto.” lasciò
la mano di Mikaru e raggiunse le altre, per recarsi insieme a loro
nell’ufficio
di Mark.
Mikaru rimase
perplessa per via delle informazioni ricevute,
finché la sua attenzione venne reclamata da DJ Man:
“Bene, ora che abbiamo
anche le vincitrici del torneo femminile, i rappresentanti delle due
squadre si
affronteranno nella finalissima! Per la squadra maschile abbiamo Larry
Holme!
Allora ragazze, avete già deciso la vostra
rappresentante?”
Mikaru avrebbe voluto
proporsi volontaria, vista la situazione:
aveva sempre desiderato di scontrarsi nuovamente con Larry ma non
sapeva se le
ragazze sarebbero state d’accordo. Così rimase in
silenzio. Le sue compagne,
invece, presero subito una decisione e Mao, a nome di tutte, dette il
responso
a Dj Man: “Abbiamo deciso che, domani, la nostra
rappresentante sarà Mikaru.”
Lei si stupì e le guardò mentre loro le fecero
l’occhiolino.
“Allora
è deciso! Domani si scontreranno i capitani delle due
squadre:
Larry e Mikaru! Per oggi, il torneo finisce qui ma vi aspettiamo
domani! Mi
raccomando, non mancate!”
Uscite dallo stadio,
la bionda si rivolse alle ragazze: “Non so
come ringraziarvi, vi devo un favore.”
Le ragazze le
sorrisero, Emily disse: “Tu hai un motivo per combattere
contro Larry, inoltre lo hai già visto giocare,
perciò metticela tutta!”
Mikaru
annuì e tutte insieme andarono a mangiare. Subito dopo si
allenarono un po' e, infine, andarono
a
dormire.
Il giorno della
finalissima era arrivato e la nostra protagonista
era concentrata più che mai. Quando entrò in
campo, vide che i tifosi erano
divisi a metà: una parte tifava lei mentre l’altra
Larry. Tra gli spettatori,
vide le sue compagne di squadra, sedute vicino al suo maggiordomo, che
la
incoraggiavano. Notò anche la presenza dei ragazzi che, come
al solito, non la
guardavano. Riportò il suo sguardo sul beystadium dove, ad
attenderla, c’era
Larry; dietro di lui, stavano i due presidenti e DJ Man. Il suo
avversario
aveva i capelli corti, castani e occhi verdi; indossava una giacca in
jeans a
maniche corte, una T-shirt bianca, un paio di jeans e delle scarpe da
ginnastica nere. Quando la vide posizionarsi di fronte a lui, nel suo
volto comparve
un sorriso beffardo: “Sei molto più carina di
quanto mi ricordassi. È un vero
peccato doverti battere. Avrei voluto divertirmi un po’ con
te, in onore dei
vecchi tempi.”
Mikaru lo fisso
sprezzante: “Smettila di fare il cascamorto e
pensa a combattere. Sai, sono molto migliorata dall’ultima
volta e ti sconfiggerò!”
“Non
scaldarti! Ti ho solo fatto un complimento! Inoltre, sai
anche tu che è impossibile battermi.”
“Questo lo
vedremo!”
Entrambi i bladers si
misero in posizione, così Dj Man iniziò a
fare la cronaca: “Bentornati cari spettatori! Oggi
assisteremo alla finalissima
del torneo! I due avversari, come già sapete, sono Mikaru e
Larry! Dato che
sono già in posizione di lancio, non ci resta che dare il
via allo scontro!
Fate la conta insieme a me, cari amici! 3-2-1 pronti? Lancio!”
FINE NONO CAPITOLO
Come
andrà a finire la finalissima? Mikaru e le ragazze
riusciranno a salvare i loro amici? Lo scopriremo nei prossimi
capitoli! =)
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Capitolo 10 *** Sorpresa ***
Eccomi
tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona
lettura! =)
Sorpresa
Mikaru e Larry
avevano lanciato i loro bey, dando vita ad un
incontro emozionante: i due sfidanti erano quasi alla pari e
continuavano a
fronteggiarsi senza esclusioni di colpi. Mikaru decise di fare sul
serio e
attaccò il bey di Larry con la tempesta di ghiaccio. Larry
rimase stupito: con
quella mossa, la sua trottola, Titanium, aveva rischiato di uscire dal
beystadium. Si rese conto, dunque, che la sua avversaria
l’aveva superato e non
poteva accettarlo. Con rabbia, invocò il suo bitpower, un
enorme Golem di
pietra, che andò completamente fuori controllo, scagliando
Larry contro il
palco e devastando l’intero beystadium e gli spalti vicini.
Gli spettatori,
impauriti, si diedero alla fuga insieme a DJ Man. Rimasero solo i
ragazzi, le
Blooming Flowers e il maggiordomo, che assistevano alla scena,
impotenti. La
ragazza affrontò il bit impazzito, cercando di arrestare il
bey avversario con
la Fenice. Purtroppo, quello continuava a respingere i suoi attacchi.
Mark
scese vicino al beystadium e si mise di fronte a lei: “Ti
piace la mia
creatura? Non riuscirai mai a batterla perché è
completamente diversa da tutti
gli altri bitpower! Questo torneo è stato solamente un
diversivo: in realtà
l’ho organizzato per testare il mio esperimento.”
“Hai messo
a rischio la vita di un tuo discepolo solo per questo?”
domandò, sconvolta.
“A volte,
per raggiungere uno scopo, è necessario fare dei
sacrifici. Divertiti con la mia creatura: chissà se
riuscirai a batterla.”
ghignò sadicamente, mentre il Golem, da quel momento, si
concentrò solo su di
lei ed attaccò Auranix, causando un violento impatto che
fece volare via la
povera Mikaru.
La ragazza si
rialzò, un po' ammaccata, e si riavvicinò al
beystadium:
“Non ti permetterò di vincere! Te la
farò pagare per tutto quello che hai
fatto! Auranix, attacca con tutte le tue forze! Vai con tempesta di
ghiaccio!”
La fenice obbedì alla sua padrona e si scagliò
violentemente su Titanium;
l’impattò generò una luce potentissima,
che costrinse tutti i presenti a
chiudere gli occhi.
Una volta che furono
in grado di riaprirli, videro che il bey di
Larry aveva smesso di girare: aveva vinto Mikaru. Le ragazze esultarono
e Mark,
in preda al panico, fuggì dallo stadio, seguito dai ragazzi,
rifugiandosi nel
suo ufficio.
La bionda si
fiondò da Larry per soccorrerlo e tirò un sospiro
di
sollievo, vedendo che era solo svenuto. Il presidente Daitenji si
avvicinò a
lei: “Non ti preoccupare, a lui ci penserò io. Tu
e le ragazze dovete
rincorrere Mark, prima che sia troppo tardi!” lei
annuì e raggiunse le sue
compagne, che l’aspettavano all’uscita dello stadio.
“Che
facciamo ora?” chiese Emily.
“Da qui, le
cose si complicano: per arrivare all’ufficio di Mark,
dobbiamo arrivare al terzo piano utilizzando l’ascensore.
Tuttavia, esso ci può
portare solo al primo piano: per accedere ai livelli successivi,
bisogna
ottenere una carta d’accesso che possiede solo il
caporeparto. Ogni carta
d’accesso ci farà salire di un livello, quindi per
arrivare da Mark ce ne
serviranno due, che si trovano al primo e al secondo piano. Dobbiamo
farci
strada tra i nostri nemici per ottenerle. Ora andiamo.” le
ragazze annuirono e,
una volta raggiunta la hall si fiondarono nell’ascensore.
Arrivate al primo
piano, uscirono fuori e si trovarono in un lungo
corridoio, costeggiato alla loro destra da un’infinita
distesa di porte chiuse.
Di fronte a loro, invece, vi era una porta singola.
“Era da
tanto che non venivo in questo postaccio! Il caporeparto
si trova oltre quella porta.” disse Mikaru cominciando ad
avanzare, seguita
dalle altre. Arrivate quasi a destinazione, dovettero fermarsi
perché, dalla
porta frontale, uscirono Brooklyn, Moses, Mystel, Garland, Raul,
Michael, Eddy,
Steve, Rick, Ralf, Oliveu, Andrew, Gianni, Lai, Gao, Kikki, Boris,
Sergey e
Ivan, che si misero in posizione per attaccare le ragazze.
Ming Ming, Julia e
Mathilda si misero davanti alle altre: “Noi
restiamo qui a combattere, mentre voi recuperate la carta e andate
avanti. Non
preoccupatevi, ce la caveremo.”
Le quattro esitarono
un po', per poi fare come era stato loro
suggerito: oltrepassarono i ragazzi, entrarono nella stanza e,
recuperato il
pass, schizzarono verso l’ascensore.
Arrivate al secondo
piano, cominciarono a correre verso la loro
meta ma, dalla porta di fronte a loro, uscirono Takao, Rei, Max e
Daichi.
Le ragazze si
fermarono nuovamente e Mao si rivolse a Mikaru: “Io,
Hilary ed Emily ci battiamo con loro. Tu, vai avanti.”
Lei annuì
e, presa la seconda carta, schizzò fulminea
nell’ascensore. Finalmente, raggiunse il terzo piano e vide
Mark, intento ad
entrare nella porta di fronte a lei. Furente, gli si avventò
contro e lo
scaraventò sul pavimento mentre la porta si richiuse alle
sue spalle. Lei non
se ne curò e continuò ad avanzare per prendere a
botte Mark, dato che era
riuscito a divincolarsi, finché una voce a lei familiare si
rivolse a lei: “Da
quanto tempo non ci vediamo, Mikaru. Sai, sei molto cresciuta in questi
anni.”
Lei si
fermò e si voltò di scatto verso una figura,
seduta sulla
scrivania di fronte a lei e, quando la riconobbe, sbiancò.
Si trattava di un
uomo distinto che indossava un abito nero, come quello di Mark: aveva
lunghi
capelli castani, con un ciuffo che copriva uno dei suoi occhi neri; al
suo
fianco stava seduto il professor K. Non ricevendo risposta,
continuò “Vedo dai
tuoi occhi che ti ricordi di me.”
Mikaru, terrorizzata,
cadde in ginocchio: “Ma allora è veramente
lei? Signor Bryan Dorl?”
Bryan rise,
malignamente: “Certamente! E ora la mia vendetta si
compirà del tutto.”
FINE DECIMO CAPITOLO
Cosa
succederà alla nostra amica? Riuscirà a
sconfiggere Bryan e
a salvare i suoi amici? Lo scopriremo nei prossimi capitoli! A presto!
=)
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Capitolo 11 *** Battaglia finale ***
Salve a
tutti! Eccomi con un nuovo capitolo di Bloomig Flowers!
Buona lettura!
Battaglia finale
Mikaru fissava Bryan,
in preda allo sbigottimento: “Tu dovresti
essere morto!”
“Non
esattamente: in realtà, ho simulato la mia morte. Tutti i
giornali scrissero che mi sono suicidato gettandomi in mare, dopo
essere stato
licenziato dalla B.B.A. ma il suicidio non fa per me: la vendetta mi si
addice
di più. Non hai mai trovato strano il fatto che il mio
cadavere non sia mai
stato ritrovato?” la ragazza non seppe cosa rispondere e lui
continuò: “Ora che
ci penso, c’è una cosa che devo raccontarti,
riguardo un incidente aereo che ti
riguarda: ho ucciso io i tuoi genitori.” Mikaru
sgranò gli occhi, terrorizzata
“Dopo aver simulato la mia morte, aspettai il momento
opportuno per uccidere i
tuoi e sfruttai l’occasione, quando fecero
quell’ultimo viaggio all’estero, per
affari. Assoldai un mercenario, che prese il posto del pilota durante
il
viaggio di ritorno; fece uno splendido lavoro: manomettendo gli
strumenti di volo,
l’aereo andò in tilt e si schiantò al
suolo.” Rise, maleficamente.
Lei, colta dalla
rabbia e dalla disperazione, serrò i pugni
“Perché hai fatto una cosa simile?”
Lui smise di ridere e
assunse un’espressione seria “Mi hanno fatto
un grandissimo torto.” schioccò le dita e Mark
corse a premere un pulsante
sotto la scrivania: dal soffitto scese un enorme monolite di pietra,
con sopra
incavato un Lich. La pietra arrivò a terra e Bryan si
avvicinò ad essa: “Non è
meraviglioso? Ho trovato questo splendido artefatto diversi anni fa;
riuscii a
stabilire un accordo con lui: mi avrebbe concesso i suoi enormi poteri,
a patto
che io gli avessi procurato anime da divorare; è stato lui
stesso a creare quei
bitpower.” Sorrise, in maniera sadica. Mikaru
raggelò, pensando alle persone
che aveva visto dentro le capsule: “Bingo! Sono proprio
quelle persone che hai
visto prima di fuggire! Ad ogni modo, i tuoi genitori mi scoprirono e
spifferarono tutto al presidente. Fui licenziato, il mio monolite venne
preso
in custodia dai tuoi e messo nel vostro caveau di famiglia. Dovevo
vendicarmi a
tutti i costi: così li uccisi e recuperai
l’artefatto.”
“Quindi sei
stato tu, quella volta, ad entrare nel caveau!”
“Proprio
così! Ma avevo bisogno di anime: così decisi di
usare
tutti i miei risparmi per finanziare Mark e costruire questo posto. In
questo
modo, entrambi abbiamo ottenuto ciò che desideravamo: lui un
esercito di
bladers, io le mie vittime sacrificali. Ti confesso che sono rimasto
alquanto
stupito quando ti sei unita alla D.A.; mi sono sempre chiesto se
saresti
diventata un soldatino o una vittima.” e scoppiò a
ridere.
“Sei un
mostro! Io non permetterò che tu faccia ancora del male
alle persone! Ti fermerò, con l’aiuto della mia
Fenice di ghiaccio!” si mise in
posizione di lancio.
“È
un vero peccato dover distruggere una potenziale soldatessa
come te! Ma sai, ucciderti con le mie stesse mani, sarà come
uccidere una
seconda volta i tuoi genitori.” Mark gli consegnò
un beyblade, lui lo puntò
verso il monolite e il lich si illuminò, trasferendosi nel
bit: “Sei pronta?
3-2-1 lancio!”
Il beyblade di Mikaru
partì subito alla carica, con la fenice
pronta a combattere il mostro dell’avversario. Nonostante la
furia dell’animale
sacro, il bey nemico subiva i colpi non spostandosi nemmeno di un
millimetro. La
bionda sgranò gli occhi per la sorpresa: “Ma come
è possibile?”
“I tuoi
attacchi non sono niente per il mio bit. Ora ti pentirai
di esserti messa in mezzo alla mia strada!” il lich fece la
sua comparsa e
attaccò, fulmineo, la fenice. L’impatto fu
violento: Mikaru venne sbalzata in
aria e batté la testa contro la porta alle sue spalle,
rimanendo cosciente,
mentre il suo bit era rientrato nel bey, che aveva cominciato a perdere
velocità rischiando di fermarsi. In quel momento, apparvero
tre trottole di
fianco a quella di Bryan e, dalla porta laterale sinistra, vide entrare
Yuriko,
Yuri e Kei. Bryan sorrise: “Sembra che le marionette vogliano
infliggerti il
colpo di grazia. Perché no? Sarà divertente
vederti cadere per mano dei tuoi
amici: in fondo ora sei rimasta sola” si rimise a ridere.
A quelle parole,
Mikaru perse il suo spirito combattivo: il suo
incubo si era avverato. Le sue compagne, probabilmente, erano state
sconfitte
da quelli che, una volta, avevano considerato loro amici; lei era
lì, da sola,
ad affrontare un nemico che sapeva di non poter battere: osservava,
ormai
esausta, i tre che si mettevano in posizione, senza poter muovere un
dito
“Coraggio, finitela!” vide le trottole e i loro bit
che si avvicinavano ad
Auranix con grande velocità e chiuse lentamente gli occhi,
aspettando la fine.
Sentì il
rumore dei bey avversari sfrecciare verso il campo di
battaglia poi, udendo un forte suono metallico, aprì gli
occhi sgranandoli:
Dranzer ruotava vicino ad Auranix per aumentarne la
velocità. Alzò lo sguardo e
vide Kei che le dava le spalle, alla sua destra invece stava Yuri con
Wolborg e
a sinistra Yuriko con il suo Acquarius, mentre Bryan e Mark erano
perplessi
quanto lei.
“Non avete
sentito? Vi ho ordinato di finirla!”
“K, hai
registrato tutto?” chiese Kei.
“Fino
all’ultima parola. Credo che bastino come prove.”
Disse, e,
alzandosi dalla scrivania, li raggiunse.
Bryan rimase
sconvolto e si rivolse al suo collega: “Cosa
significa tutto questo? Dovrebbero essere sotto il nostro controllo!
Che è
successo?”
“Significa
che tu e il tuo scagnozzo avete perso, Bryan.” disse
Yuriko, facendo un cenno al professore. Quest’ultimo
schiacciò un pulsante dal
suo computer e i loro collari caddero per terra. I due uomini non
sapevano più
cosa fare: “Arrenditi, non hai scampo!”
Bryan si riprese
dallo shock e ghignò: “Non importa: non siete in
grado di battermi! Il potere del mio bit è spropositato e
nemmeno voi tre
assieme potete sconfiggerlo!”
“Mi
dispiace deluderti ma noi la pensiamo diversamente.” disse
Yuriko, pigiando il bottone per aprire la porta, dietro la quale
comparvero
tutti i loro amici.
“Ragazzi...”
disse la bionda, con la voce incrinata dal pianto.
“Non
preoccuparti, Mikaru: ora ci pensiamo noi. Kei, ti occupi tu
di lei?” chiese Takao, mentre gli altri si posizionavano
davanti a lei.
Il ragazzo si
inginocchiò per terra: “Aggrappati a
me.” lei obbedì
e lui l’aiutò ad alzarsi, sollevandola dolcemente:
“Ti porto al sicuro.”
Fece per prenderla in
braccio ma lei lo fermò: “Voglio combattere
con voi.”
Lui la
guardò negli occhi e poi sorrise, vedendo la determinazione
di lei: “Ora ti riconosco! Forza, andiamo!”
raggiunsero gli altri, che si erano
messi in riga, pronti a lanciare.
“Siete
patetici, non riuscirete mai a sconfiggermi!”
tuonò Bryan.
“Questo lo
vedremo! Forza ragazzi, tutti insieme!” li
incoraggiò
Takao.
“3-2-1
pronti? Lancio!” dissero all’unisono e scagliarono
i bey
contro l’avversario.
Lo scontro era
avvincente: tutti gli animali sacri collaboravano
tra di loro per sconfiggere il nemico, finché il Lich
cominciò ad essere in
difficoltà. Allora, decisero di utilizzargli contro tutte le
loro tecniche più
potenti, riuscendo a procurargli enormi danni. Finché, ad un
certo punto, la
trottola avversaria cominciò a rallentare. Bryan
cominciò a sudare freddo.
“Mikaru,
lasciamo a te l’onore del colpo di grazia.” disse
Takao.
“Vi
ringrazio, amici... Ma rifiuto l’offerta.” tutti la
guardarono
stupiti, tranne Kei, e lei continuò: “Nonostante
questo criminale abbia ucciso
i miei genitori, io non voglio vendicarmi: finirei per diventare come
lui. Io
non voglio e neanche loro lo vorrebbero. Desidero solo una cosa:
sconfiggerlo
insieme ai miei amici.” i suoi compagni sorrisero, eccitati.
“D’accordo.
Attacchiamolo ora, ragazzi!!!” ordinò Takao e si
avventarono
contro il Lich, sconfiggendolo, riducendo il bey ad un ammasso di
rottami.
Bryan cadde a terra
in ginocchio, disperato. Mark, invece, preso
dal panico, tentò di fuggire dalla porta laterale di
sinistra ma gli si
pararono davanti gli agenti di polizia e il presidente Daitenji.
“Ottimo
lavoro, ragazzi! Siete stati davvero fenomenali!” disse
mentre le forze dell’ordine confiscarono il beyblade
incriminato e arrestarono
i due malfattori.
“Finalmente,
l’incubo è finito. D’ora in avanti
potrai dormire
sonni tranquilli.” disse l’uomo a Mikaru.
“Se non vi
dispiace, credo che dormirò proprio in questo
istante.”
disse la bionda, prima di svenire e cadere all’indietro,
stremata.
Fortunatamente, Kei riuscì a prenderla, prima che si
schiantasse a terra mentre
gli altri la attorniarono preoccupati.
“Ragazzi,
conviene portarla ad un ospedale. Ha battuto
violentemente la testa durante lo scontro!”
affermò preoccupato il professor K.
Così venne caricata su un elicottero e trasportata
velocemente alla struttura
ospedaliera più vicina.
FINE UNDICESIMO
CAPITOLO
Eccomi qua! Bene,
ragazzi, ci siamo quasi! Il prossimo capitolo
sarà quello finale! Che succederà? Per saperlo,
continuate a leggere! A presto!
=)
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Capitolo 12 *** E fu un lieto fine ***
Eccomi,
sono tornata per l’ultimo capitolo di Blooming Flowers!
Buona lettura! =)
E fu un lieto fine
Quando Mikaru
aprì gli occhi, non capì dove si trovava
né
rammentava che cosa le fosse successo. Mise solo a fuoco la sua stanza:
un’enorme camera da letto stile inglese, con tanto di letto
bianco a
baldacchino, un comodino al lato sinistro, un enorme armadio alla sua
destra
che confinava con la porta; davanti a lei, la sua scrivania e, a
sinistra, una
porta a vetri che dava sul balconcino. Improvvisamente si
rammentò tutto e si
sedette di scatto sul letto, facendosi venire un forte capogiro; lei
non si
arrese: non voleva tornare a dormire. Si alzò dal letto, si
vestì con una mini
gonna in jeans, una maglietta nera a bretelle, le ballerine dello
stesso
colore, prese il suo bey e uscì dalla stanza ignorando il
malessere. Camminò in
silenzio lungo il corridoio ampio, costeggiato al suo lato sinistro da
porte e
in quello destro da ampie finestre. A giudicare dalla posizione del
sole, si
convinse che non fossero più delle dieci;
continuò a camminare lentamente:
voleva rivedere i suoi amici.
Nel frattempo i suoi
compagni, tranne i Neoborg, Kei e Yuriko
erano accomodati nella sala da pranzo che fungeva anche da salotto; era
una
stanza ampissima disseminata da innumerevoli poltrone e un divano,
rivolti
verso l’enorme TV al plasma che stava sul lato sinistro della
stanza. Al centro
vi era l’enorme tavolo, lungo e rettangolare, circondato
dalle sedie mentre, a
destra, vi era una porta a vetri che dava sul giardino. I nostri eroi,
dunque,
se ne stavano spaparanzati sulle poltrone, chiacchierando del
più e del meno e
aspettando il risveglio della loro amica. In effetti Mikaru era stata
dimessa
dall’ospedale in giornata ma, a causa delle sue condizioni,
aveva dormito per
tre giorni di fila. Le sue amiche, molto preoccupate, assillavano
costantemente
i loro ragazzi; proprio così: finalmente le tre ragazze,
ovvero Hilary, Mao e
Emily, avevano deciso di dichiararsi, scoprendo di essere ricambiate;
sarebbe
stata una vera sorpresa per la bionda.
Mikaru
arrivò alle scale, si aggrappò alla ringhiera e
scese i
gradini uno alla volta. Arrivata in fondo, vide il suo maggiordomo, che
stava
parlando con Daitenji davanti al portone della magione, e si
avvicinò. I due,
sentendo dei passi, si voltarono e il servitore scattò verso
la sua padrona per
aiutarla a sorreggersi.
“Buongiorno
Mikaru, ero proprio passato a trovarti. Sono contento
che tu ti sia svegliata! I tuoi amici saranno felicissimi quando ti
vedranno.”
disse il presidente.
“Se ci
arrivo, dai miei amici” commentò sarcastica.
I due si misero a
ridere: “Comunque, anche io sono felice di
rivederla. A quanto ho capito, gli altri stanno bene. Che fine hanno
fatto Mark
e Bryan?”
Il presidente si fece
serio e poi riprese a parlare: “Sono stati
condannati. Ma io non sono molto sicuro che un paio di sbarre
basteranno a
fermarli, perciò dovremo stare attenti. Quei due sono capaci
di tutto!”
Mikaru
ghignò e rispose: “Stia tranquillo: se dovessero
tornare,
noi li fermeremo a qualunque costo. Gli altri ne sono al
corrente?”
Il presidente
Daitenji annuì: “Hanno proferito le tue stesse
parole, aggiungendo che lo faranno sia per il beyblade, sia per aiutare
te.
Finalmente hai trovato dei buoni amici.”
“Sono
sempre i soliti.” sorrise lei.
“Meglio che
ti sbrighi a raggiungerli. Uno di loro era molto
impaziente di rivederti, ci ha fatto dannare!” disse con tono
malizioso.
“Uffa,
è un mio amico! Maledetta Hilary, gliela farò
pagare!”
arrossì violentemente.
Il presidente e il
maggiordomo ricominciarono a ridere, mentre lei,
sempre rossa, continuò: “Va bene, andrò
da loro.”
Detto questo,
salutò l’anziano, si voltò di spalle e
percorse il
corridoio a sinistra della scala per arrivare al salotto. Dal
chiacchiericcio
proveniente dietro la porta chiusa, intuì di aver indovinato
dove fossero i
suoi compagni. Girò la maniglia e aprì la porta,
entrando nella stanza: nessuno
vi fece caso. Richiuse la porta alle sue spalle e perlustrò
la stanza con il
suo sguardo e, subito, si accorse di tre “piccoli”
particolari, o meglio tre
coppiette. Realizzò cosa fosse successo e non
riuscì più a trattenersi,
scoppiando a ridere di cuore. Tutti si voltarono e la guardarono
increduli.
“A quanto
pare, mi sono persa qualcosa.” disse tra le risate,
indicando le suddette.
I tre ragazzi
arrossirono, mentre le loro ragazze si precipitarono
ad abbracciarla, seguite da Ming Ming, Julia e Mathilda. Dopo
toccò agli altri
ragazzi e ai tre fortunati. Mikaru si complimentò con loro,
cercando di non
ridere. Dopodiché, la ragazza si mise a fare colazione e,
mentre si rilassava
sgranocchiando biscotti, il suo capogiro si trasformò in mal
di testa;
osservando ancora i presenti, si accorse che mancavano
all’appello delle
persone.
“Dove sono
gli altri?”
“Gli altri
ragazzi e Yuriko sono nella tua palestra, allenandosi a
beyblade.” disse Rei, indicando la struttura che si
intravvedeva oltre la porta
a vetri: “Come mai ti interessa saperlo?” chiese,
con espressione maliziosa.
“Volevo che
anche loro fossero qui per spiegarmi che accidenti è
successo alla D.A. Credo che andrò a recuperarli.” Detto questo, si
alzò dalla poltrona e si
avviò verso la porta a vetri, la aprì e
uscì in giardino, diretta in palestra.
La struttura era
abbastanza grande: era stata riprodotta sul
modello dei campi di addestramento della D.A., con diversi beystadium
disseminati sul pavimento, gli spalti enormi e le panchine ai piedi di
questi
ultimi.
Quattro ragazzi si
allenavano senza sosta da mattina presto,
mentre Yuriko era seduta su una panchina, intenta ad osservare gli
scontri di
Yuri. Ad un certo punto Boris, Sergey e Ivan decisero di smettere per
andare a
farsi una doccia; salutarono i compagni e se ne andarono.
Mikaru aveva varcato
la soglia dell’edificio, percorse il
corridoio che portava al campo, qui incrociò Boris, Sergey
ed Ivan che la
salutarono. Lei ricambiò e li informò che avrebbe
voluto parlargli insieme agli
altri e quelli accettarono. Poi, chiese se Yuri, Kei e Yuriko fossero
ancora in
palestra e loro annuirono; quindi lei si congedò, dicendo
che li avrebbe
raggiunti più tardi e proseguì per la sua strada.
Yuri decise di
concludere l’allenamento, richiamò Wolborg e
andò a
sedersi vicino a Yuriko che gli porse un asciugamano. Kei, invece, era
sdraiato
sugli spalti e un gatto nero, con un collarino bianco, aveva ben
pensato di
sdraiarsi a sua volta sopra di lui. Il ragazzo teneva gli occhi chiusi
e con la
mano destra accarezzava il felino per tentare di distrarsi, dato che la
bionda
non si era ancora risvegliata. Dopo essersi deterso il sudore, Yuri
comunicò alla
mora che voleva andarsene. I due, quindi, si diressero verso
l’uscita salutando
Kei, che ricambiò in maniera distratta.
Arrivati davanti
all’uscio, videro Mikaru, e Yuriko si tuffò ad
abbracciarla: “Questo è un saluto veloce, devi
prima parlare con una persona.”
ghignò lei.
“Anche tu
con questa storia? Che seccatura!” ricambiò la
stretta
“Comunque, ricordati della nostra sfida.” disse,
cambiando argomento.
“Sei ancora
convalescente, prenditi tutto il tempo che ti serve.”
“Sempre la
solita! Ho detto gli altri che, più tardi, avrei voluto
sentire tutta la faccenda della D.A. Quindi non mancate.”
“È
una minaccia?” chiese Yuri.
“Forse.”
rispose lei, e lui ghignò.
“Agli
ordini signora ma ora vai, prima che lui impazzisca.”
replicò la mora, lasciandola andare, per poi oltrepassarla e
sparire oltre
l’uscita, insieme a Yuri.
Mikaru prese un
respiro profondo e si incamminò silenziosa verso
il ragazzo; il gatto, sentendo dei passi, balzò
giù, raggiungendo la padrona,
che si inginocchiò per accarezzarlo; il ragazzo, invece, si
era messo in piedi,
fece un balzo scendendo dagli spalti e ghignò:
“Ben svegliata, dormigliona! Mi
sei mancata tanto, lo sai?” e camminò lentamente
verso di lei.
Lei
avvampò e si rialzò in piedi, mentre il gatto si
avviò verso
l’uscita in cerca di cibo: “Mi stai prendendo in
giro? E io che ero venuta fin
qui per salutarti!”
Ma lui, arrivato ad
un passo dalla meta, le prese il braccio
sinistro e la tirò verso di sé, baciandola.
Interruppe il contatto solo per
sprofondare nel suo abbraccio; lei era immobile e non sapeva cosa fare:
“Non
sfuggire alle tue emozioni.” disse lui, mentre lei
sgranò gli occhi, per poi
proseguire: “In realtà, quella era più
una frase rivolta a me stesso. Mi sei
mancata per davvero.”
Lei
arrossì e il suo cuore cominciò a battere
all’impazzata,
ricambiò l’abbraccio: “Anche tu,
molto.”
Kei si
allontanò per ammirare il volto paonazzo di lei:
“Sai, il
rosso ti si addice molto!” ghignò maliziosamente.
“Piantala
di prendermi in giro!” e lui le diede un altro bacio;
poi, mal volentieri, la lasciò andare.
“Forza,
dobbiamo raccontarti del nostro astutissimo piano. Sempre
che tu non voglia rimanere qui con me.” Continuò,
stuzzicandola.
“Andiamo,
dobbiamo parlare con gli altri.” Disse lei, tentando di
sfuggirgli. Lui la prese per mano, costringendola a camminare fianco a
fianco
con lui.
Ritornati in salotto,
lei divenne rossa per l’imbarazzo poiché
tutti li guardavano, divertiti; cercò un luogo per sedersi
ma c’era una sola
poltrona libera. Il suo ragazzo si sedette e la trascinò
sulle sue ginocchia.
Mikaru rimase un attimo interdetta, poi si ricompose e, schiarendosi la
voce,
si rivolse ai presenti: “Ora che siamo tutti qui, esigo
sapere cosa è successo.
Voglio tutti i minimi particolari. Chi comincia?”
“Comincio
io, dato che sono stata la causa di tutto ciò.”
disse
Yuriko, mentre osservava il volto della bionda assumere
un’espressione
stranita: “Tutto ha avuto inizio quando tu sei
misteriosamente scomparsa dalla
D.A. Dato che ero la persona più vicina a te, mi fu
comunicato che avevi deciso
di andartene. Ma la questione non mi convinse per niente:
così, decisi di
andare a chiedere spiegazioni a Mark. Mi convocarono e io mi recai sul
posto in
anticipo. La caporeparto del secondo piano mi disse di aspettare il
presidente
nel suo ufficio. Così, arrivata al terzo piano, camminai
lungo il corridoio e
notai che la penultima porta a destra era aperta; utilizzando
l’attacco nebbia
del mio bey, misi fuori gioco le telecamere e diedi una sbirciata.
Assistetti a
una scena agghiacciante: Mark stava mettendo i collari a dei ragazzi,
sdraiati
su dei lettini. Decisi di passare oltre, prima che lui si accorgesse di
me, ed
entrai nel suo ufficio, accomodandomi di fronte alla sua scrivania.
Dopo circa
10 minuti, ora del mio appuntamento, lui si presentò e mi
diede una lettera
scritta da te, dove spiegavi i motivi della tua improvvisa scomparsa.
Era ovvio
che non fosse una tua lettera, tuttavia lo ringraziai e uscii dal suo
ufficio,
richiudendo la porta. Mi assicurai che le telecamere fossero fuori
gioco, e,
senza pensarci, entrai nella porta di fianco a me; mi misi a cercare i
collari,
finché ne trovai a centinaia, dentro dei cassetti. Ne presi
uno, lo nascosi e
fuggii da quel posto, raggiungendo la mia stanza. Mi misi a studiare
quell’aggeggio, dato che ho qualche conoscenza di ingegneria
informatica e
riuscii a capire che si trattava di un congegno per manipolare la
mente. Una
volta attivato, mandava un segnale al computer principale di Mark,
affinché lui
potesse seguire le mosse della sua pedina. Tuttavia, il marchingegno
poteva
perdere la sua funzione principale, semplicemente apportando uno
spessore
dietro la nuca, continuando a trasmettere comunque il segnale;
purtroppo, non
sono riuscita a capire come toglierlo, una volta indossato. Inoltre,
tutto ciò non
mi aiutò a capire niente sulla tua scomparsa e, mentre gli
anni passavano, cominciai
a perdere ogni speranza. Poi, qualche giorno fa, ti vidi comparire al
torneo,
come apparsa dal nulla. Mi informai sulla tua presenza e venni a sapere
che
facevi parte della B.B.A. Il secondo giorno del torneo, alcuni tuoi
amici
furono sconfitti e gli fu messo il collare; da lì, mi venne
in mente un’idea.
Mi intrufolai dentro la stanza dei Bladebreakers e dei Neoborg,
passando per i
cornicioni, dato che era l’unico modo per non essere
inquadrata.”
“A quel
punto, lei ci spiegò il meccanismo dei collari e diede
quello che aveva al professor K, affinché lo
analizzasse.” continuò Yuri
“Così,
decidemmo di salvare gli altri e ci intrufolammo nelle loro stanze, con
il suo
aiuto, per applicargli lo spessore.” aggiunse Yuri.
“In
realtà, io e i Justice 5 abbiamo perso di proposito: ci
è
subito sembrato strano il fatto che ai perdenti venisse chiesto di
recarsi
nell’ufficio di Mark. Così, dopo la sconfitta, ci
sono stati applicati i collari.”
intervenne Brooklyn “Dato che sono l’unico ad
essere riuscito a mantenere un
briciolo di lucidità, ti racconto cosa successe quel giorno:
avevamo avuto la
fortuna di incontrare Bryan. Si avvicinò a noi con fare
soddisfatto e disse a
Mark che il suo obbiettivo eri proprio tu, Mikaru, e che avrebbe fatto
in modo
che tu fossi rimasta da sola.”
“A
quel punto, per
scoprirne di più, ci venne in mente un’altra idea:
perdere di proposito per
farci mettere il collare e, quindi, passare temporaneamente dalla parte
del
nemico per spiarlo e raccogliere informazioni. Se avesse visto che
tutto andava
secondo i suoi piani, prima o poi avrebbe vuotato il sacco. Infatti
ciò avvenne
durante il vostro scontro, che il professor K ha ingegnosamente pensato
di
riprendere, mentre gli altri, approfittando della distrazione di Mark e
Bryan,
hanno informato le ragazze e ci hanno raggiunti.” concluse
Yuri.
“Siete
stati veramente avventati.”
“Lo
sappiamo ma, affinché il piano funzionasse, voi ragazze
avreste dovuto credere che noi eravamo stati plagiati. Inoltre, non
potevamo
rischiare di mettervi in pericolo” disse Kei.
“Inganna i
tuoi amici per ingannare i tuoi nemici, eh? Comunque
sono sorpresa dalle vostre ottime qualità di attori.
Soprattutto da te, Takao,
non mi sarei mai aspettata una performance così
convincente.” disse lei.
“Cosa
vorresti insinuare?” disse quello, infuriandosi, e tutti si
misero a ridere.
“Ad ogni
modo, vi devo lasciare: ho bisogno di riposare un po'. Se
vi state annoiando, potete usare la mia piscina.”
“Hai una
piscina?”
“Certo:
proseguite oltre il corridoio, a destra della scala di
fronte all’ingresso, e ci arriverete.” i ragazzi
esultarono e corsero fuori
dalla stanza. Yuriko, invece, uscì in giardino e si mise
seduta sotto un
albero, seguita subito dopo da Yuri: rimasero solo Mikaru e Kei.
“Vuoi che
ti accompagni nella tua stanza, in braccio?”
ghignò lui.
“So
arrivarci perfettamente a piedi!” fece per alzarsi, ma il
dolore non glielo permise e cadde all’indietro, portandosi
una mano alla testa.
“Hai preso
la medicina?”
“Quale
medicina?”
“Lo prendo
per un no.” la prese in braccio, si alzò e si
diresse
verso la stanza di lei “Quando sei stata dimessa, i medici ci
hanno detto di
somministrarti la medicina, in caso di forti mal di testa. Inoltre, se
il dolore
persiste, dovremo riportarti là. Quindi fai da brava,
prendila e riposa.”
disse, arrivato davanti alla porta.
“Come
sapevi che questa è la mia stanza?”
replicò allarmata.
“Io so
sempre tutto.” la prese in giro.
“Sei uno
spione!” completamente in fiamme.
“Calmati:
ti ho portata in camera quando eri svenuta.” aprì
la
porta ed entrò dentro, si avvicinò al letto e la
posò delicatamente; poi si
avviò verso il comodino, sollevò il bicchiere e
lo riempì d’acqua, usando la
bottiglia di vetro che stava poggiata lì sopra e vi sciolse
una compressa, dopo
averla tolta dalla scatola. Infine porse il beverone alla ragazza:
“Non ti sei
nemmeno accorta che il tuo maggiordomo te l’aveva preparata.
Su, bevi.”
Lei prese il
bicchiere, bofonchiò un grazie e bevve. Per distrarsi
dal sapore orribile della medicina, si mise a pensare e
realizzò che non
riusciva ad avere una discussione con il ragazzo, senza essere colta
alla
sprovvista. Così, pensò ad un modo infallibile
per tenergli testa e,
improvvisamente, le venne un’illuminazione. Finì
di bere e porse il bicchiere
al ragazzo, che lo poggiò sul comodino: “Dimmi,
Kei, sei davvero pronto per
tutto questo?” gli chiese, stuzzicandolo con aria di
superiorità.
“Spiegati
meglio.”
“Il mondo
dove vivo io è un posto molto soffocante, pieno di
feste, impegni costanti, lavori su lavori… insomma, sei
davvero deciso a
sacrificare la tua vita da normale adolescente per stare
con me?” chiese lei, con faccia maligna, anche se, in
realtà, era molto
interessata alla risposta.
La maggior parte
delle persone avrebbe esitato a rispondere,
perché si trattava di una scelta molto importante ma Kei non
era tra quelle. La
guardò per qualche secondo, poi si mise a sorridere
maliziosamente: “A quanto
pare, non ti sei ancora accorta della mia
identità.”
“So chi
sei: Kei Hiwatari, uno spocchioso appassionato di beybla-”
poi qualcosa la fermò: qualcosa non tornava e si mise a
pensare, mentre lui la
guardava divertito “Hiwatari… Hiwatari…
aspetta! QUELLA famiglia Hiwatari?”
chiese lei, a bocca aperta.
“Ci sei
arrivata, finalmente! Sono il nipote di Soichiro Hiwatari
e, al momento, il suo unico erede. Quindi, so di cosa stai parlando.
Inoltre,
credo che tu sia una delle poche ragazze che mio nonno mi farebbe
frequentare,
per via delle tue nobili origini. Tuttavia, a me non
interessa.” si avvicinò a
lei, sedendosi affianco, e poggiò la mano destra sulla
guancia sinistra di lei:
“Starei con te indipendentemente da tutto il resto.”
Lei lo
fissò, spiazzata, poi gli sorrise: “Ci rinuncio,
è
impossibile avere la meglio su di te.”
“Pensavo lo
avessi già capito.” lei gli prese la mano tra le
sue e
si sdraio nel letto, trascinandolo con lei, poi si sistemò
sul suo petto e si
addormentò profondamente.
Yuriko era seduta
sotto un albero, in giardino, intenta a rilassarsi
tenendo gli occhi chiusi.
“Non vai a
nuotare con gli altri?” aprì gli occhi e si
ritrovò
davanti Yuri.
“Non mi va,
preferisco stare qui.”
“Strano,
eppure sei una nuotatrice provetta.” commentò lui,
che si
era seduto al suo fianco.
“Mi hai
vista solo una volta, quando ho salvato Mikaru, e dici che
sono brava? Dove vuoi arrivare, Yuri?” lo guardò,
divertita.
“Quella
volta ho seriamente rischiato di far saltare la copertura.
E non solo io. Non fare mai più una cosa del
genere.”
“Non
c’era tempo per chiamare i soccorsi.”
“Non mi
interessa! Devi pensare anche alla tua salvezza! Ho visto
che hai avuto un crampo!”
Lei si
innervosì: “Allora, vogliamo parlare di te? Ti sei
lasciato
prendere dal nemico, con il rischio di essere scoperto! In quelle
circostanze,
mi sono sentita impotente perché non potevo aiutare nessuna
delle due parti! E se
avessi anche lasciato affogare Mikaru, non me lo sarei mai
perdonata.” abbassò
la testa, cominciando a piangere: “È stato
così frustrante...”
Yuri mise la mano
sinistra dietro la testa di lei, avvicinandola
al suo petto: “Mi dispiace, non immaginavo che stessi
così male.” le accarezzò
i capelli, riuscendo a farla calmare “Ti ho detto quelle cose
perché non volevo
perderti una seconda volta.”
“Nemmeno
io.”
“Promettimi
solo che non farai più azioni sconsiderate.” lei
annuì
“È deciso, ora rilassati. Devi prepararti per lo
scontro con Mikaru.” lei
sorrise e si appoggiò nuovamente all’albero,
distendendo le gambe, mentre lui
si accomodava sulle cosce di lei.
La mattina
successiva, Mikaru si risvegliò tra le braccia di Kei e
sorrise, mentre guardava il viso rilassato di lui dormiente: sembrava
un’altra
persona e pensò fosse adorabile. Lui, probabilmente
sentendosi osservato, aprì
occhi e la fissò, ancora assonnato:
“Buongiorno.” sbadigliò.
“Buongiorno.”
“Come ti
senti?” le chiese.
“Provo a
mettermi seduta e ti dico.” prese un respiro profondo e
si sedette: nessun dolore, buon segno. Quindi, decise di fare la prova
del nove
stiracchiandosi e sorrise, sentendosi in forma. Si voltò da
lui e vide che la
stava fissando, essendosi messo di lato, rivolto dalla sua parte, con
il
braccio destro che teneva la testa.
“Vedo che
hai finito il check up.” Commentò, divertito.
“Divertente!
Dopo questa, ho finalmente capito che sei un
maniaco!” gli fece la linguaccia.
“Forse.
Comunque perché hai una piscina se non sai
nuotare?”
chiese lui.
“C’è
da prima della mia nascita.” si voltò, imbarazzata
“E poi
avevo intenzione di imparare a farlo, prima o poi.”
“Allora te
lo insegno io.” si sedette vicino a lei, prese il suo
viso con la mano destra, costringendola a guardarlo negli occhi:
“Non voglio
che tu muoia per una sciocchezza simile.”
“Eri
preoccupato?”
“Si. E
inoltre mi sono dovuto persino trattenere dall’uccidere
quell’oca, quando me la sono ritrovata davanti.” e
lei rise “Andiamo, hai un
duello importante da affrontare.” lasciò la presa
e si alzò dal letto “Vedi di
non deludermi.” ghignò.
“Non
sottovalutarmi.” e anche lei si alzò. Entrambi
uscirono dalla
stanza e si diressero in sala da pranzo.
Giunti lì,
trovarono Yuri e Yuriko seduti al suo tavolo, uno di
fianco all’altra e il maggiordomo che li stava servendo;
questo, appena vide la
padrona, andò a preparare la colazione per i due arrivati.
Mikaru si accomodò
vicino alla mora mentre Kei si sedette di fianco a lei.
“Ti sei
ripresa, finalmente.” commentò Yuriko, addentando
un
biscotto.
“Si e sono
pronta per il nostro duello.” il maggiordomo
rientrò e
servì la colazione ai due.
“Ottimo,
facciamo alle 11 in palestra?”
“Non vedo
l’ora.”
“Bene,
preparati. Non ci andrò leggera con te.” Disse la
bruna,
sorridendo.
“Nemmeno
io.” e ricambiò il sorriso. Poi entrambe posero la
loro
attenzione sul loro banchetto e sui loro rispettivi ragazzi.
Verso le 9:30
arrivarono tutti gli altri e, come appresero la
notizia dello scontro, annunciarono che avrebbero mangiato, per poi
seguire il
duello.
Finalmente si fecero
le 11 e le due avversarie si trovavano già in
palestra, insieme agli spettatori che cominciarono a fare un tifo
sfrenato per
entrambe. Yuri e Kei, invece, si erano seduti sulla panchina vicino al
beystadium, mentre il maggiordomo si era messo al lato sinistro del
campo, per
arbitrare.
“Signorine,
in posizione.” le due inforcarono i loro beyblade,
pronte al lancio.
“3-2-1
pronti? Lancio!”
E lanciarono le loro
trottole, finalmente libere di poter giocare
insieme.
FINE
Finalmente
è finita! Spero che questo lavoro sia stato di vostro
gradimento e vi ringrazio per avermi letto fino alla fine. Un saluto e
alla
prossima =)
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