Compromesso.

di Voglioungufo
(/viewuser.php?uid=371823)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Odio ***
Capitolo 2: *** Calamite ***
Capitolo 3: *** Vero o falso? ***
Capitolo 4: *** Predatore ***
Capitolo 5: *** coprifronte ***
Capitolo 6: *** Cariche a contatto ***
Capitolo 7: *** Attrazione ***
Capitolo 8: *** Repulsione ***
Capitolo 9: *** Sempre ***
Capitolo 10: *** Vero ***



Capitolo 1
*** Odio ***


Piccola spiegazione dei perché, per quando e per come:
In realtà, essendo nel mondo canonico non c’è molto da dire, ma ci tenevo ugualmente a fare qualche precisazione visto che parte in media res e magari certe cose potrebbero lasciarci confuse.
Allora, c’è un Clan che odia profondamente gli Uchiha, i Chinoike (spudoratamente copiati dalla serie animata del romanzo Sasuke Shiden) che pretendono Sasuke morto. Konoha si oppone e quindi ci sta una mezza guerra, dove Naruto si lascia catturare al posto di Sasuke. Da lì lui e Sakura e gli altri cercano di recuperarlo e la storia parte da qui. (tranne il flashback iniziale)
Dopo, punto fondamentale: la storia mi è stata ispirata da Hunger Games. Stavo studiando e mi è tornato in mente il depistaggio di Peeta ed ero tipo: wow, perché non fare una cosa del genere versione Sasunaru? Ed eccola qui xD
 
La storia voglio dedicarla in modo particolare ad Ahyrin che è stata così entusiasta di questa idea da “costringermi” a scriverla subito xD
Non durerà a lungo, penso tre capitoli ma nel caso dovessi diventare logorroica saranno quattro. Ma non di più. Devo studiare. Ho altre storie da scrivere lol.
 
Spero l’idea vi piaccia!
Hatta
 
 
 
 
La palla infuocata del sole incendiava il cielo mentre spariva oltre la cinta di mura che circondava Konoha. Poche nuvole sfumate puntellavano il cielo, come se un pittore dopo averle dipinte si fosse pentito cercando di cancellarle malamente. Le strada dorate riflettevano la luce e i pochi passanti sembravano risplendere di una patina dorata. Non c’era un filo d’aria.
“Neh, Sas’ke” lo chiamò Naruto fermandosi in mezzo alla strada. Aveva il naso rivolto verso l’alto. Si fermò e il biondo lo interpretò come un invito a continuare.
“Mi piace questo colore. È il mio preferito!” blaterò indicando con l’indice la volta del cielo completamente arancione.
Sasuke fissò con bonaria esasperazione l’amico. “Non si era capito, guarda” aggiunse alludendo agli sgargianti abiti che indossava.
 Quello al commento derisorio si grattò una guancia imbarazzato.
“Ma no, io dico proprio l’arancione del tramonto. Credo sia tutto un insieme, ecco, però è proprio vivido e brillante e come può essere una cosa così vivida e brillante se il sole sta morendo? Cioè, sembra un miracolo!”
Spesso Naruto era davvero sconclusionato nel parlare.
“Il cielo diventa di questo colore per via dell’angolazione con cui i raggi solari si riflettono nell’atmosfera” iniziò a spiegare meccanicamente, ma Uzumaki lo bloccò ancor prima che potesse continuare in maniera più specifica, mettendogli una mano davanti alla bocca.
“Perché devi rovinare sempre tutto con la razionalità?” sbottò. “Non è bello e basta il cielo di questo colore?”
Sasuke alzò gli occhi. Sì, era molto bello.
 
 
 
È STATO
C O M P R O M E S S O
 
 
 
ODIO
 
Apre gli occhi di scatto, lo sharingan attivo negli occhi spalancati.
“Sono solo io” risponde la voce calma di Sakura, leggermente spenta e distaccata. Sasuke fa tornare l’iride color pece, mentre si alza dal sacco a pelo e scaccia gli ultimi rimasugli di sonno. Indossa già la divisa ANBU dal giorno prima.
Sakura è seduta per terra con una gamba raccolta al petto e l’altra piegata, ha gli occhi verdi cerchiati da profonde occhiaie, la pelle chiara come carta trasparente e le mani sono percorse da tanti piccoli taglietti a causa del continuo uso del chakra.
Non le risponde, si alza del tutto e prende il proprio sacco a pelo, lo piega e lo mette via ordinatamente insieme agli altri.
“Novità?” domanda alla fine dandole le spalle. Non si aspetta una vera risposta, in realtà.
Dopo la Quarta Guerra Ninja, ristabilire l’equilibrio era stato difficile, soprattutto nei paesi minori dove, una dietro l’altra, erano scoppiate tante piccole rivolte per rovesciare il potere governativo. I paesi del Fuoco, della Terra, del’Acqua, del Vento e del Fulmine si erano proposti come ambasciatori neutrali per sopire le rivoluzioni senza l’uso delle armi.
Il vero problema lo aveva causato lui, Sasuke Uchiha. Nel Paese delle Terme avevano preso il potere i Chinoike, un antico clan da un’abilità innata oculare molto potente, originario del Paese del Fulmine. Per i loro occhi color del sangue erano sempre stati temuti e considerati pericolosi, così in passato era stato richiesto l’intervento di Konohagakure affinché sistemasse la faccenda senza rischiare lotte interne. Konoha aveva affidato il compito di eliminare il Clan Chinoike agli Uchiha.
(Sasuke vorrebbe ridere al discutibile senso dell’umorismo del Destino, ironico che quella strage fosse stata compiuta proprio da quel clan che, anni più avanti, per lo stesso motivo sarebbe stato sterminato.)
Gli Uchiha non riuscirono a completare la missione per la grande abilità del clan, alcuni sopravvissuti riuscirono a scappare nel Paese delle Terme dove avevano fatto perdere le loro tracce.
Fino a quel momento.  
Al termine della Grande Guerra Ninja, i Chinoike avevano preso il controllo del Paese che li ospitava e, successivamente, avevano mandato un ambasciatore a Konoha per pretendere la testa dell’Ultimo Uchiha. Dopo tutti i suoi crimini da ex-nukenin avevano pensato che la Foglia avrebbe assecondato la loro vendetta, ma non avevano fatto i conti con Uzumaki Naruto. L’Eroe della Guerra si era fermamente opposto e così gli ambasciatori avevano riportato una risposta negativa.
Da allora è guerra.
È iniziata senza che se ne rendessero conto, con delle bombe di chakra lanciate su Konoha, e ora continua con l’avanguardia direttamente ai confini con il Paese delle Terme. A tutti è stato fin da subito ovvio che l’obiettivo era lui, l’Uchiha. Aveva proposto di sbrigare la faccenda da solo, ormai era abbastanza potente da permetterselo, ma ovviamente l’idea non era stata presa minimamente in considerazione.
“Sei un ninja di Konoha!”
Per quello Naruto è stato catturato, finendo in una trappola destinata a lui, ed ora è in mano nemica. Nessuno riesce a localizzare la base dove lui, insieme agli altri ninja di Konoha, tra cui anche Ino e Choji, è imprigionato. Sasuke lo sa che i Chinoike non lo hanno ancora ucciso, lo sa che lo stanno trattenendo per ferire lui, per colpirlo nel suo unico punto debole. Se lo avessero ucciso  si sarebbe messo il cuore in pace, relativamente in pace, e non sarebbe impazzito nel tentativo di ritrovarlo come sta succedendo adesso. Gli sembra di star cercando di afferrare una lucciola che vola troppo in alto.
Naruto.
Per questo non crede che ci siano novità.
“Sì” risponde Sakura.
Sasuke si volta di scatto verso di lei, attirato da quel monosillabo affermativo, ha gli occhi sbarrati e i muscoli pronti a scattare.
“Li abbiamo trovati” trema Sakura. “Lo abbiamo trovato. L’Hokage ci aspetta”.
Basta questo a Sasuke, fa un cenno imperioso con il mento. “Andiamo” ordina secco.
 
L’accampamento di Konoha è distribuito in una radura su un altopiano, dal quale è possibile abbracciare l’intera pianura sottostante del Paese delle Terme. È un punto strategico, poiché il paese nemico, a differenza del verde Paese del Fuoco, è composto da enormi scivolate di campi di grano ed esistono pochissimi punti dove potersi nascondere. I Chinoike sono stati bravi a non farsi trovare per tutto questo tempo, ma che Konoha venisse a conoscenza del loro nascondiglio alla fine era inevitabile.
Il quartiere generale è l’unica struttura in legno dell’accampamento, da fuori sembrerebbe una spartana baracca di un qualche cacciatore, ma sotto il pavimento si sviluppa in una tecnologica base militare, dove i Ninja Sensitivi di Konoha regolano le avanzate e controllano il chakra nella zona.
Kakashi è lì con il mantello da Hokage sulle spalle, ma senza copricapo cosicché i capelli argentei gli coprono il volto proteso sulla mappa del campo di battaglia. Accanto a lui ci sono Tsunade, il Capitan Yamato e Shikamaru. È quest’ultimo a notare la loro entrata e con un sorrisetto spazientito dice: “Alla buon ora”.
“Dov’è lui?” taglia corto Sasuke bruscamente. È già pronto all’azione, gli servono solo le coordinate e poi attiverà il rinnegan. Quei bastardi non si accorgeranno nemmeno di che cosa li ha colpiti.
Tsunade aggrotta le sopracciglia chiare, infastidita da quel modo brusco e maleducato, sta già per richiamarlo, ma è Kakashi a prendere la parola per primo.
“Non ho intenzione di dirtelo” ribatte senza alzare lo sguardo. “Non finché la missione di salvataggio non sarà completata”.
“Se non me lo dice lei lo scoprirò da solo, lo sa” mette in chiaro senza cedere terreno. Sakura al suo fianco agisce in maniera più diplomatica.
“Se non possiamo conoscere le coordinate che senso ha chiamarci qui?” domanda dura.
Shikamaru fa loro cenno di avvicinarsi al tavolo, mentre Kakashi spiega: “Voi ci servite come diversivo”.
“I Chinoike non sanno che abbiamo individuato la loro base” inizia ad illustrare Nara “Per questo potremo agire di sorpresa. Tu, Sasuke, sei il loro bersaglio, perciò controlleranno ogni tua mossa; se anche solo sospettassero che conosciamo la loro posizione, si sposterebbero da un’altra parte prima ancora che si possa fare qualcosa. Capisci?” Non gli lascia il tempo di ribattere e prosegue: “Per questo tu, Sakura e un altro gruppo verrete mandati qui”. Indica un punto nella cartina. “È un posto dove ci sono alcuni mercenari e potrete fare abbastanza casino da catturare la loro attenzione. Con la tua presenza lì, inevitabilmente si focalizzeranno in quel punto, tralasciando le difese interne. A quel punto un team composto da Sai, Rock Lee e il Capitan Yamato si infiltrerà prendendo possesso della base nemica”
“Solo loro tre? Non è un po’ azzardato?” domanda Sakura crucciata.
“No” risponde la sua maestra. “Oltre a dover mantenere un livello di chakra molto basso, loro non si aspetteranno mai un offensiva con così pochi shinobi nella propria base  – quando credono di essere ancora intracciabili, tra l’altro – e perciò si concentreranno per forza su di voi. Saranno distratti”.
“Ho un piano migliore” ribatte Sasuke. “Faccio un kage bushin, lo mandiamo a distrarli e intanto il vero me irrompe nella base”.
Kakashi fa una faccia scocciata. “Non puoi occupartene da solo”.
“Forse no” ammette con lo sguardo affilato. “Ma io lo tirerò fuori da quel buco, è un mio dovere”.
“No, il tuo dovere è seguire le istruzioni dell’Hokage” lo contraddice con durezza Shikamaru. Certo, anche lui vorrebbe mollare tutto e correre a salvare Ino e Choji, ma sa che non può fare di testa propria. Sasuke è proprio come Naruto, quando si tratta dell’altro non ragionano più e diventano una totale seccatura.
“Saremo in collegamento grazie a un membro del Clan Yamanaka” spiega pazientemente Kakashi. “Appena la situazione sarà risolta ti daremo le coordinate e tu potrai raggiungere la squadra Yamato, va bene?”
Certo che no! Vorrebbe rispondere, ma Sakura gli mette una mano sulla spalla come monito e annuisce per entrambi.
Osu” afferma determinata.
“Perfetto” un lungo sospiro lascia le labbra dell’Hokage mentre incrocia le braccia. “E quando questa storia sarà finita, noi due ci sposeremo”.
Le parole galleggiano nell’aria prima che la diretta interessata possa comprenderle fino in fondo, a quel punto Sakura molla la presa sulla spalla dell’Uchiha e per qualche minuto abbandona lo sguardo determinato tornando ad essere la ragazzina di un tempo.
“Cosa? Di già?” blatera arrossendo di botto e indicandosi la faccia con un dito “Ma... ma! Non puoi dire certe cose così... ci vuole la preparazione e... insomma, è ingiusto... Ti sembra il momento?!”
“Muoviti, Haruno” la richiama malamente voltando le spalle ai presenti e dirigendosi fuori dalla base per prepararsi alla missione.
Sakura chiude la bocca di scatto, smettendo di borbottare, e si affretta a seguirlo ancora rossa in volto, mentre l’Hokage scoppia in una breve risata.
 
Sasuke si chiede come sia possibile che per un mese i Chinoike abbiano tenuto in scacco gli shinobi di Konoha. È vero che in quel lasso di tempo non lo hanno mai mandato nelle operazioni perché dannoso per la sua incolumità (leggesi con molto sarcasmo), eppure è bastato mostrasse il rinnegan e un chidori a quei mercenari perché abbandonassero le posizioni. Il pugno di Sakura che ha quasi distrutto l’intera zona li ha definitivamente spinti ad arrendersi.
“Questa poi” dice Kiba in groppa ad Akamaru, fa un sorriso ferino. “Ad averlo saputo subito vi avremmo sguinzagliati immediatamente”.
“Non era possibile” risponde lugubre Shino accanto a lui. “Questo perché è Uchiha il bersaglio di questa guerra, mandarlo al fronte sarebbe stato assolutamente pericoloso...”
“Sì, pericoloso per loro. Di certo non per lui” lo interrompe imbronciandosi Inuzuka.
Sasuke li ignora platealmente, mentre Sakura grida ordini per raccogliere i nemici catturati, chiude gli occhi per comunicare con lo Yamanaka alla quartier generale.
“Qui è tutto apposto. Lì?”
--Sai ha appena preso controllo della base e Yamato con Rock Lee stanno catturando i Chinoike. Raggiungili con il team 8 per aiutarli.
Sasuke annuisce internamente, deciso a scontrarsi faccia a faccia con En Oyashiro e poter esprimere con lui tutto il potenziale del suo Rinnegan. Subito le coordinate si imprimono nella sua mente, fa un cenno con la mano agli altri shinobi, poi si materializza con il Rinnegan. Che lo raggiungano pure più tardi.
Appena arriva infilza con Kusanagi un Chinoike intento a dare del filo da torcere a un ANBU, evidentemente nel frattempo Kakashi ha mandato la squadra segreta per dar man forte.
Estrae la spada dal corpo morto del nemico e poi fa crepitare l’elettricità sulla lama,  il grido di mille falchi distorce l’aria e lo shinobi che ha aiutato è costretto a tapparsi le orecchie. Senza perdere altro tempo scatta verso l’interno di quel fortino, abbattendo la debole difesa dei suoi occupanti, si nota che il momento duro del combattimento è già passato e i pochi che si oppongono ancora all’inevitabile caduta sono disperati o poco convinti.
Sasuke sa che i Chinoike sono abilissimi quanto gli Uchiha nei genjutsu per questo non si sofferma mai a guardarli negli occhi, sguscia ai loro attacchi con elegante velocità e li uccide senza batter ciglio. Hanno voluto giocare con il fuoco, che si lascino ustionare allora.
Non si ferma nemmeno quando i nemici alzano le mani in segno di resa, li trafigge con il chidori senza pietà, con uno sguardo glaciale nel volto.
Li massacrerà tutti.
Ad arrestare la sua avanzata è il Capitan Yamato poco prima che trapassi con la lama l’ennesima vittima; Il legno si avvolge sul suo busto costringendolo a fermarsi mentre lo shinobi urla.
“Basta, Uchiha-kun, si sono arresi” la sua voce imperiosa risuona oltre la maschera “Non continuare oltre”.
Suo malgrado Sasuke blocca l’afflusso di chakra sulla spada e l’aria torna silenziosa, guarda la sua vittima mancata con disprezzo, mentre con un paio di sigilli della mani Yamato la immobilizza circondando la sua faccia con un casco di legno per rendere gli occhi inoffensivi.
“Dov’è En Oyashiro?” pretende di sapere.
“Lo abbiamo già catturato. Rock Lee-kun lo sta portando dall’Hokage”
Fa una leggere smorfia con le labbra, è arrivato tardi. Non importa, avrà altre occasioni per vendicarsi di quel bastardo.
Il muro al loro fianco trema brevemente prima di crollare in macerie, come esploso in un urlo –  Shannaro!” – e  tra i detriti compare una Sakura accaldata e scompigliata per la lunga corsa e il pugno teso ancora davanti a sé.
 Sasuke l’osserva, un piccolo sorriso stronzo.
“Sei in ritardo, qui abbiamo già finito”.
Sakura lo guarda sbigottita, poi un’espressione offesa fa capolino negli occhi e rabbiosa gli punta un dito contro.
 “Potevi evitare di piantarci lì, se è per questo! Sas’ke-baka!”
Da quando ha smesso di balbettargli dietro Sas’ke-kun quello è diventato l’epiteto più gentile, stare troppo a contatto con l’idiozia di Naruto deve averla contagiata, ma deve ammettere che apprezza molto di più questa versione di Sakura alla controparte infantile. È sempre un colpo in mezzo al petto notare come in quegli anni siano cambiati così tanto tutti, solo lui a volte ha la sensazione di essere lo stesso ragazzino in cerca di vendetta.
Capitan Yamato si porta due dita alla fronte, poi annuisce fra sé e sé. “Andiamo, ci stanno aspettando giù”.
A quelle parole gli occhi di Sakura brillano e anche Sasuke fatica a frenare l’impazienza di andare immediatamente da Naruto. Finalmente lo hanno ritrovato, finalmente potrà tornare a casa.
E questa volta sarebbe andato tutto bene sul serio, nient’altro si sarebbe messo in mezzo a loro.
A passi concitati seguono Capitan Yamato all’interno di quel fortino, fino ad arrivare all’interno di una grande stanza bianca con un muro crollato. C’è già l’unità medica al lavoro per curare i feriti e altri ANBU gridano ordini per stabilizzare la situazione.
“L’Hokage sta arrivando” sente vociare, non sa bene da chi.
Con l’angolo dell’occhio riesce anche vedere Sai correre incontro ad abbracciare una ragazza senza capelli, magra e dagli occhi chiari –Ino— ma non si sofferma su nessuno. Tutta la sua attenzione dal momento esatto in cui ha messo piede in quella stanza è stata catturata da un’unica persona, l’unico perno intorno al quale ruotano sfuocati e privi di importanza tutti gli altri colori.
Sakura trattiene il fiato. Sasuke si sente stordito  da una sensazione di vertigine, come se si stesse buttando da una rupe senza nessuna cintura di sicurezza. Sente una sensazione di inadeguatezza, quando Naruto cercava di riportarlo indietro aveva sempre la parola giusta, il sorriso azzeccato, sapeva sempre come prenderlo. Lui non sa cosa dire.
Oh, ma cosa importa. Sono Naruto e Sasuke, loro non hanno davvero bisogno di parole per capirsi; qualsiasi cosa farà sarà abbastanza, sarà anche troppo e Naruto l’adorerà. Sicuramente lo bacerà e anche se c’è tutta quella gente in giro va bene lo stesso, perché gli è mancato davvero.  Si sente come se si fosse focalizzato sul punto calmo del tornado da dove puoi vedere il cielo blu, mentre attorno a te il vento divampa distruttivo e furioso.
 Naruto si gira cacciando malamente una kunoichi che sta cercando di fasciargli una ferita. Naruto si volta verso di lui come se fosse stato richiamato dalla stessa inspiegabile attrazione magnetica;  Naruto ha il volto tumefatto, pieno di lividi e graffi, è magro da far paura con gli zigomi sporgenti e la pelle sporca di sudore e sangue, dove spiccano dolorosamente vividi quegli occhi blu – il cielo in mezzo al tornado — e passa un lampo di incredulità alla vista di Sasuke. Ma c’è anche una sfumatura violenta che non ha mai visto in quelle iridi. Desiderio? Disperazione? Forse tutti e due perché spinge immediatamente di lato i ninja attorno a lui e corre verso di loro.
Verso Sasuke.
Sasuke è così sollevato di vederlo vivo dopo quel mese orribile che tende anche lui l’unico braccio verso l’amico, anche Naruto ha le mani protese verso il suo viso. Accidenti, gli toccherà sopportare uno di quegli abbracci soffocanti da dobe.
Le labbra di Sasuke si sono appena schiuse per pronunciare il suo nome, ma non arriva fiato alla bocca.
Le mani di Naruto si sono strette attorno alla sua gola e finalmente riconosce quello sguardo.
Odio.
 
**
 
Il soffitto bianco e l’odore di anestetizzante sono le uniche cose che vuole percepire, ma non riesce a ignorare il fastidioso ticchettio dei macchinari accanto a lui, così come non può evitare di sentire il prurito causato dal collarino cervicale attorno al collo. È sempre meglio di prima, quando aveva un’intere équipe medica attorno a controllare le sue funzioni vitali come se fosse sul punto di morire. Alla fine è venuta la stessa Tsunade a visitarlo e dare il verdetto: l’Ultimo Uchiha, Eroe della Guerra, non rischia la morte, resterà solo per un breve periodo senza voce.
Quante premure per un traditore.
Naruto ha stretto così forte le dita sul suo collo da rovinargli le corde vocali, dice, ma si sistemerà tutto, aggiunge.
Sasuke non si è mai sentito così fragile, è stato come se quelle mani potessero davvero spezzarlo in due. Nemmeno allo scontro nella Valle dell’Epilogo, lì almeno era preparato allo scontro che aveva iniziato lui stesso. Qui no, era totalmente indifeso e impreparato.
È stato il Capitan Yamato a stendere Naruto con un pugno prima che potesse causargli danni irreversibili; Sakura sarebbe intervenuta subito se non fosse stata shoccata quanto lui. È davvero raro prenderli entrambi impreparati, ma erano così divorati dall’idea di salvare Naruto – per una volta erano loro a farlo— che non avevano nemmeno preso in causa l’ipotesi che potesse essere impazzito.
No, non impazzito, si ricorda. Compromesso.
Non sa cosa voglia dire, ma quella parola è l’unica spiegazione che Tsunade gli ha dato.
“È stato compromesso”
Qualsiasi cosa significhi, non suona affatto bene.
Sakura ha assistito la maestra nel controllo e ora gli è ancora accanto, non ha detto nessuna parola se non: “Credo che il collarino te lo toglieranno presto”.
Sta tremando senza rendersene conto. Quando è turbata Sakura diventa silenziosa.
Come da istruzione Sasuke resta disteso sul letto dell’infermeria e non può parlare, anche se vorrebbe fare irruzione nel quartier generale per pretendere spiegazioni. Invece è il quartier generale a fare irruzione in infermeria. Kakashi ordina ai medici di uscire e lasciarli soli.
“Dunque, Sasuke,” inizia massaggiandosi la radice del naso, “Naruto è stato uno shock per tutti noi. Immaginavamo già che fosse stato sottoposto a torture da parte dei Chinoike ed eravamo pronti al peggio. Ora crediamo che invece non si siano limitati a quello, che lo abbiano sottoposto a un genjutsu piuttosto forte”.  
“Purtroppo non conosciamo tutti i particolari” si inserisce Tsunade. “Gli occhi dei Chinoike non sono mai stati studiati e hanno molti segreti, ma sappiamo che sono abili nel condizionare le menti con i propri genjutsu. Si tratta di un condizionamento basato sulla paura, sulla disperazione e sull’odio. Tu e Kakashi siete stati vittima del genjutsu del Mangekyo di Itachi e conoscete bene quella sensazione, la loro tecnica agisce più o meno allo stesso modo”.
Terrore. Allucinazioni. Visioni da incubo dove credi di perdere le persone che ami. Lo stesso incubo ripetuto alla follia. Sasuke se li ricorda bene, il genjutsu mira alla parte del cervello che controlla la paura.
“Ricorderai anche tu la sensazione di non riuscire a distinguere cosa fosse vero e falso, immagino” riprende a parlare Kakashi con voce stanca.
“Ecco. Ora immaginate un’esperienza del genere più potente e mirata, ripetuta per un mese, il cui scopo è proprio quello di farti dubitare della realtà” continua con fare tecnico Tsunade. “Immaginate di essere sottoposti a questa tortura più volte in un giorno. Dopo un’esperienza del genere, ricordare in modo lucido diventa impossibile. In questo modo i nostri ricordi possono essere compromessi. Vengono sottratti, alterati e salvati un’altra volta nella loro nuova versione distorta. Immagina che tu venga costretto a ricordare un determinato momento e nel mentre ti venga somministrato una dose di dolore tale da scatenare paura; ora quando ricorderai quel momento il tuo cervello lo assocerà al dolore, come se quelle sensazioni tu le abbia provate davvero in quel momento passato”.
A Sasuke comincia a salire la nausea, restano in silenzio finché non è Sakura a trovare il coraggio a porre quella domanda.
“È questo quello che è successo? Hanno preso i ricordi di Naruto su Sasuke e li hanno resi terrificanti?”
Non hanno dovuto lavorare tanto, pensa.
Shikamaru annuisce. “Sì, li hanno resi così terrificanti che lui lo vede come una minaccia alla sua incolumità e lo odia, potrebbe esserne così spaventato da tentare di ucciderlo. Questa è la nostra teoria”.
Si tira la coperta fin sopra la testa perché tutto quello non può star succedendo per davvero, deve essere finito lui stesso dentro un genjutsu terribile. Non è possibile che qualcuno abbia fatto dimenticare a Naruto il loro legame... nessuno riuscirebbe mai a dividerli. Non ci è riuscito nemmeno lui, figurarsi degli sconosciuti psicopatici.
Naruto lo odia.
I Chinoike hanno trovato il modo migliore per distruggerlo, complimenti.
“Ma voi proverete a invertire il processo, giusto?” chiede Sakura con ansia nella voce.
“Ehm... i dati in nostro possesso sono davvero pochi” replica Tsunade. “Inesistenti, in realtà. Queste sono solo supposizioni”.
“Ma ci proverete, vero?” incalza. “Non avrete mica intenzione di chiuderlo in una stanza e lasciarlo lì, no?”
“Certo che ci proveremo, mocciosa” vocia Tsunade. “Solo, non sappiamo se possiamo avere successo. Il cervello umano è una cosa molto complessa, sono i propri ricordi a stabilire il nostro carattere, giocarci con essi è pericoloso. Non sappiamo se Naruto riuscirà a uscire integro da questa esperienza”.
“Per non parlare che potrebbero essere stati compromessi altri ricordi oltre quelli di Sasuke” continua Shikamaru. “Magari hanno attuato una vendetta contro Konoha e Naruto odia il villaggio. Dobbiamo preparare un piano prima di agire. Nessun ninja è in grado di contrastare Naruto, se ci attaccasse si scatenerebbe il disastro”.
“Ma davvero?” commenta sarcastica. “E tu cosa ne pensi, Kakashi?”
Sasuke scosta un pochino la coperta per vedere il volto del suo ex-sensei, l’unica persona in quella stanza oltre Sakura per la quale nutre rispetto e una sorta di bizzarro affetto.
Kakashi è esausto e scoraggiato mentre confessa. “Io penso che Naruto potrebbe anche migliorare un po’, ma non tornerà mai più lo stesso”.
Torna a coprirsi con la coperta di scatto chiudendoli fuori, non meritano di entrare nel suo inferno personale, quelle parole hanno il tono di una condanna a morte.
La sua.
“Almeno è vivo” prova a dire Tsunade con tono consolatorio. “Sono sopravvissuti solo lui e Ino, gli altri shinobi sono stati tutti giustiziati. Naruto ha subito dei danni, certo, ma è qui con noi e finché avrà respiro le cose potranno migliorare. Non dimentichiamocelo, okay?”
La notizia di quegli shinobi morti, compreso Choji, non lo rassicura affatto, anzi lo fa sentire solo più vuoto. Non perché li conoscesse, questo no, nemmeno Choji gli era tanto familiare, ma sono morti per colpa sua. È come se li avesse uccisi lui.
Ha lo sguardo pieno d’odio di Naruto impresso a fuoco nella mente, un solo pensiero coerente.
En Oyashiro, ti ucciderò.
 
**
 
Sakura viene a intervalli regolari a sistemargli il collarino o a costringerlo a mangiare. Gli infermieri non riescono a convincerlo.  Lo aggiornano assiduamente su Naruto e i suoi miglioramenti, ha cominciato a espellere il veleno al quale hanno sottoposto al suo organismo e sembra stabile, ma questo perché è tenuto sotto osservazione da shinobi medici di altri paesi, dei perfetti sconosciuti che non possono far scattare nessun ricordo pericoloso in lui. Un èquipe di ninja esperti sta cercando di creare un sigillo che possa aiutarlo.
Viene dimesso dopo giorni, quando ormai anche tutte le questioni burocratiche e diplomatiche sono state risolte. Con la cattura di En Oyashiro e gli altri Chinoike la guerra ha potuto dirsi conclusa e ora non resta che assicurare al Paese delle Terme un governo stabile. I prigionieri resteranno lì, il processo avverrà più avanti quando tutto sarà risolto.
Quando torna a casa gli viene permesso di togliersi il collarino cervicale. Ha il collo arrossato e pieno di lividi. Come carta macchiata di viola. Appena riesce a parlare con una voce sussurrate e gracchiante dice:
“Voglio vederlo”.
“No” è la risposta impassibile di Tsunade. “È ancora instabile e la tua vista potrebbe comprometterlo ancora di più. Sii paziente”.
“Allora voglio uccidere En Oyashiro” replica con la voce già più ferma.
Sakura accanto a lui sospira. “Immagino che per te non esista ancora un regolamento che stabilisca ciò che è inammissibile fare o non fare a un altro essere umano”.
“Certo che esiste. È lo stesso che hanno seguito loro per compromettere Naruto”.
Crudele, ma colpisce il segno e Sakura serra le labbra non potendo più ribattere.
“Benissimo, allora” dice dura. “Corri ancora una volta a vendicarti”.
 Gira i tacchi ed esce dalla sala d’ospedale, proprio mentre ci entra Kakashi. Non risparmia nemmeno lui da un’occhiataccia. Quando la porta sbatte l’Hokage sospira stanco.
“Smettila di farla arrabbiare. È qui che si preoccupa per te”.
Sasuke lo ignora. “Voglio vedere Naruto” riprova.
Con sorpresa sia sua che di Tsunade, Hatake annuisce. “Sì, penso sia un bene.  Fra qualche minuto effettueranno un test su Naruto”.
“Non credo sia il caso...” inizia nervosamente Tsunade.
“Che test?” la interrompe Sasuke con sempre più controllo nella propria voce.  
“Lo faremo entrare in contatto con un ninja di Konoha. Qualcuno che conosce e di cui si fida, ma che non abbia nessun collegamento con te. Stanno valutando adesso le varie persone”.
Non pensa sia difficile visto che anche dopo la Quarta Guerra Sasuke non ha avuto modo né volontà di stare molto a contatto con gli altri shinobi.
“Noi osserveremo la sua reazione nascosti da un vetro-specchio. Sarà il primo tentativo di metterlo a contatto con qualcuno di Konoha”.
Annuisce. “Vengo”. Si chiede chi sia stato scelto.
Quando raggiungono la zona di ospedale dove è stato isolato Naruto e dove lavora l’équipe specializzato, la vede in piedi con le mani raccolte in grembo e i lunghi capelli corvini dritti sulla schiena: Hinata Hyuuga.
“Sas’ke-kun” gli sorride timidamente, ma con trasporto quasi faccia pensare che siano amici di vecchia data.
Fa un cenno di saluto con il capo. Fin da piccolo non ha mai avuto molti contatti con gli Hyuuga perché contrapposti al suo clan, in più a scuola la ragazza era così silenziosa da risultare invisibile ai suoi occhi e l’aveva ignorata anche per il resto del tempo che aveva passato da genin. Sa che aveva una cotta per Naruto e che lo ha anche difeso in momento critici. Lei è perfetta, sicuramente Naruto si fida e non può collegarla a lui.
“Hanno scelto te per far visita al dobe?” chiede comunque.
“Immagino di sì” afferma con voce dolce. “Povero Naruto-kun. Povero te. Non capirò mai il rancore”.
“Meglio non capirlo” ribatte con una strana sensazione nelle viscere.
“Cosa ne pensi?” gli domanda Kakashi. “Naruto la conosce da molto tempo, ma non ha niente che possa scatenare qualche ricordo su di te”.
“Eravamo nella stessa classe all’Accademia, ma non ci siamo mai parlati”.
Hinata arrossisce. “Eri sempre così bravo in tutto e così composto e serioso da mettermi in soggezione” rivela oltre l’imbarazzo. “Ti ammiravamo tutti”.
Quella confessione ha il poter di far sentire ancora peggio Sasuke, ma l’impaccio di rispondere gli viene tolto da Tsunade che, dopo aver parlato con i medici, fa loro un cenno.
“Facciamo un tentativo”.
Va con loro nella stanza di osservazione attaccata a quella in cui è rinchiuso Naruto, ci sono anche dieci membri dell’équipe armati di fogli e penna pronti ad annotare ogni cosa; il vetro a specchio e il sistema audio permette di partecipare senza essere visti.
È sdraiato su un lettino, ha le braccia bloccate con cinghie su cui sono impressi sigilli per contenere il chakra; non lotta per liberarsi, ma le sue mani si muovono in continuazione. Indossa un camice azzurro chiaro ed è stato pulito dal sangue, le ferite sono tutte state disinfettate e grazie al chakra del Kyuubi sono già in via di guarigione, però è ancora troppo magro e ha uno sguardo che non gli appartiene.
Appena la porta si apre per far entrare Hinata, fa uno scatto e i suoi occhi si ingrandiscono, allarmati, poi torna vago.
“Naruto-kun?” domanda la Hyuuga con voce incerta.
Qualche nube dagli occhi blu sembra dissolversi. “Hinata-chan?” domanda “Hinata. Sei tu!”
“Sì” conferma lei con evidente sollievo nella voce. “Come ti senti?”
“Malissimo” la sincerità con cui lo dice fa quasi sperare Sasuke che Naruto sia davvero sepolto lì, da qualche parte. “Dove siamo? Cos’è successo?”
“Ci siamo” dice Kakashi fra i denti accanto a  lui. “Ha avuto ordine di non fare nessun riferimento su di te o della guerra contro i Chinoike”.
“Siamo al sicuro” lo sta intanto rassicurando Hinata. “A  Konoha”.
“Lo dice anche quella gente” forse intende i medici. “Ma perché sono qui e non a casa?”
Hinata si morde un labbro. “Non stai molte bene” ammette. “Sono tutti preoccupati. Sakura-chan dice che è colpa del ramen, che mangi troppo. E Iruka-sensei ha detto che ti porterà da Ichiraku quando starai meglio, ma questa fa arrabbiare ancor di più Sakura-chan”.
“Il ramen non c’entra niente” sentirglielo dire accende davvero una speranza in Sasuke. “Che cos’ho? La febbre? No mi ricordo niente!”
Hinata lo guarda titubante, poi continua piano. “Non lo sappiamo” ammette. “Ma troveremo una soluzione presto. Qui sono tutti gentili e poi tu sei fortissimo, niente può abbatterti”.
“Perché Sakura e Iruka-sensei non sono venuti a trovarmi?” domanda sperduto.
“Non possono”.
“Sono pericoloso?” domanda sconfortato.
“No!” si affretta a dire, sembra sul punto di mettersi a piangere. “Tu sei troppo buono per esserlo”.
“Ma non sto molto bene” ripete come intrappolato da quelle parole.
“Sì” bisbiglia Hinata quasi inudibile.
“Mi hanno torturato”dice improvvisamente, i suoi occhi sembrano sfuocarsi lontani. “È stato lui... è stato Sasuke”.
Comincia ad agitarsi e tirare le cinghia.
“No, non è stata colpa sua. Lui è gentile” lo contraddice.
Hinata è davvero una stupida, Sasuke avrebbe usato qualsiasi epiteto tranne gentile per descriversi.
“Non mi sembrava gentile mentre cercava di uccidermi” sibila Naruto.
Non gli ha mai visto quello sguardo, è terribile. Cerca di liberarsi, richiama il chakra, ma i sigilli sulle manette si illuminano.
“Fatela uscire!” ordina Kakashi e una porta di apre subito alle spalle di Hinata.
“Sasuke ti vuole bene” cerca di difenderlo la ragazza mentre indietreggia.
“Non è vero! È un bugiardo!” urla. “Non fidarti di lui, niente di quello che dice è vero! Lui ci distruggerà tutti, è una minaccia e va ucciso. È pericoloso!”
Un medico afferra Hinata che sembra intenzionata a restare lì per calmarlo, ma non può, e la trascina fuori mentre delle lacrime le rotolano dagli occhi. La porta si chiude bruscamente, ma Naruto continua a gridare come se lo stessero torturando.
“È un bugiardo, è un bugiardo!” grida fino a consumarsi le corde vocali, lotta per ribellarsi e inizia a piangere perché resta bloccato lì, trema vistosamente.
Per Sasuke questo è peggio che essere strangolato, non riesce a fare nulla se non fissare Naruto che si dimena e singhiozza quelle parole disperate. È come se gli bloccassero davvero l’aria. Naruto lo odia.
Kakashi lo afferra per la spalla trascinandolo via, non si muove e non ci riesce, è paralizzato e gli sembra che il mondo sia improvvisamente impazzito. Naruto lo odia.
Il corridoio è silenzioso ma continua a sentire le grida di Naruto nella propria testa. Vuole vomitare. Sakura si sbagliava, ormai è irrecuperabile.
Naruto lo odia.
 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Calamite ***


CALAMITE

Il cielo è intervallato da grossi nuvoli bianchi che i raggi del sole cercano di trafiggere colpendo lo spiazzo di terra secca e l’erba tagliata corta. Guarda l’unica figura che si allena in quello spazio vuoto del campo sette distrattamente, Sakura volteggia in figure letali posizionando e lanciando shuriken, trafigge l’aria con i kunai e ha distrutto parecchi sassi con i suoi pugni.
“Pensavo non ci venisse più nessuno, qui” dice la ragazza alla fine, quando si ferma dandogli le spalle ritta come un fuso. Volta solo di poco la testa mostrando il profilo delicato.
Sasuke non risponde, sbuffa solo leggermente facendo un passo avanti. Solitamente non usa i campi di addestramento pubblici, usa quelli del quartiere Uchiha, solo che quella mattina si è svegliato con una strana nostalgia e senza rendersene conto i suoi passi lo hanno guidato in quel campo di addestramento.
Sono passati cinque giorni da quando Naruto ha avuto l’incontro con Hinata, sa che ce ne sono stati altri e che è entrato in contatto anche Iruka-sensei. Tutti dicono che può migliorare, che possono farcela, ma per Sasuke sono stati quattro giorni orribili. È come se un’apatia dolorosa lo divorasse da dentro.
Sakura si stiracchia i muscoli indolenziti e fa un sorrisetto pigro mentre socchiude gli occhi. “Neh, Sas’ke-kun, ci alleniamo insieme? Che ne dici?”
Sasuke si è sempre allenato solo con Naruto, ma la maggior parte delle volte usa un proprio kage bushin. Sono gli unici avversari con i quali può mettere in atto tutto il suo potenziale senza temere, con gli altri deve sempre frenarsi.
Annuisce comunque, avaro di parole, perché la kunoichi è nel suo stesso team e nelle missioni c’è sempre bisogno di affinità combattiva. Si limiterà a sfruttare solo lo sharingan e pochi jutsu del rinnegan. Sakura è forte, lo è moltissimo, ma non al suo livello.
“No, Sas’ke-baka” lo richiama notando l’abbassarsi del chakra “Non trattenerti, colpiscimi con tutta la tua forza” e mentre lo dice allarga le gambe e posiziona le mani davanti in difesa, stringe un kunai.
La guarda male. “Non sopravvalutarti”
“E tu non sottovalutarmi” lo rimbecca mostrandogli la lingua “Se lo farò anch’io non potrò mai migliorare. Credi che in missione saranno gentili come te? No, quindi non farti scrupoli”
Sasuke vorrebbe dirgli che in missione non troverà nessuno forte come lui o più forte di lei visto che è la miglior kunoichi di Konoha, ma si limita a un sorrisetto beffardo mentre richiama il chakra ad attivare il rinnegan. Da quando è tornato si è scoperto ad ammirare molto l’Haruno: la sua costanza e la sua determinazione sono incredibili. Non aveva nessuna base su cui partire, né un demone codato o un’arte oculare o qualche altra tecnica di un clan ninja –i suoi genitori sono civili --, ma aveva abbastanza forza di volontà da farla diventare un’erede dei Sannin.
Fa mezzo sorriso divertito pensandoci. “Dopo non metterti a piangere però, Haruno” la deride con un soffio di affetto.
Sakura ghigna apertamente. “Ho smesso di piangere per te, baka” poi attacca. Gli lancia con precisione il kunai contro centrandolo al petto, Sasuke lo devia estraendo fulmineo kusanagi, non si sofferma minimamente su quell’arma e alza la testa verso il cielo conscio che si tratta solo di un diversivo. Infatti vede subito la figura di Sakura precipitare verso di lui mentre carica un pugno. Si sposta appena in tempo e la kunoichi libera il chakra sul terreno distruggendolo come se si fosse scontrata una piccola meteora. Sasuke corruccia le sopracciglia mentre nello sbalzo di ritirata attiva chidori lungo la lama della katana. Sul volto della ragazza compare una smorfia di fastidio per gli acuti strilli di quei fulmini. Si accuccia evitando l’affondo dell’avversario e approfitta di quella spinta per lanciare un calcio laterale. L’Uchiha lo evita senza scomporsi e balza via per evitare un secondo pugno. Stare troppo vicini alla ragazza può essere pericoloso, deve concentrarsi su tecniche a medie o lungo raggio. Disattiva chidori sulla katana e velocemente la rinfila nel fodero. Si porta le dita dell’unica mano al petto iniziando a comporre i sigilli di cavallo-tigre-pecora-scimmia-cinghiale-cavallo-tigre e poi le porta alla bocca unendo l’indice con il pollice.
Sakura schiva facilmente l’offensiva scartando di lato con un balzo, si porta di nuovo vicino al ragazzo cercando di colpirlo alla faccia. Para con l’avambraccio e cerca di destabilizzare il suo equilibrio. La kunoichi ruota su sé stessa e gli sfila la katana gettandola lontana. Sasuke sbarra gli occhi preso alla sprovvista ma poi li assottiglia furioso. Senza pensarci una seconda volta attiva nuovamente il chidori facendolo crepitare nella propria mano, Sakura cerca di evitare il colpo attivando un ninjutsu di vento, ma intercetta con lo sharingan i sigilli e repentino cambia strategia. Tira fuori una kunai e mira al fianco, la kunoichi inarca la schiena e rotola a terra rialzandosi immediatamente in posizione difensiva. Non è abbastanza veloce, l’Uchiha le arriva alle spalle e la colpisce con precisione alle gambe facendola franare nuovamente a terra. Prima che possa anche solo pensare di contrattaccare si trova con le spalle a terra e la lama del kunai sotto il mento.
Tutto il combattimento è durato nemmeno una manciata di minuti, sono stati cosi veloci che agli occhi di uno spettatore esterno sarebbero apparsi come figure sfuocate.
Sakura imbroncia l’espressione. “Non hai usato il rinnegan, però” gli rinfaccia.
“Sì, invece” la contraddice “Ho usato la tecnica spazio-temporale per apparirti alle spalle”
A quelle parole Haruno arriccia le labbra verso l’alto. “Sleale” lo rimprovera ironica e appoggia la nuca a terra scoprendo la gola.
Sasuke la odia. Non capisce come possa essere così rilassata con lui che le punta un kunai alla gola, volendo potrebbe ucciderla e lei non avrebbe nemmeno il tempo di reagire. Come può fidarsi così ciecamente di lui dopo tutto quello che le ha fatto? La odia. Lo fa sentire sporco, in colpa e debole. Dove lo mette tutto quel coraggio, Sakura?
“Sai, avrei voluto che tu e Naruto foste i testimoni al mio matrimonio” dice improvvisamente, ha gli occhi verdi che riflettono il cielo e qualche ricordo amaro. Sasuke ha uno spasimo alla mano al nome del biondo e la lama graffia leggermente la pelle morbida del collo. Dovrebbe toglierla prima di fare danni, ma non ci riesce.
Sakura continua a parlare non curante della goccia di sangue che ha preso a scivolare sulla pelle rosea. “Invece non mi permettono neppure di vedere Naruto. Me lo hanno proibito, non posso nemmeno controllare le sue condizioni. Non posso incontrarlo” una lacrima rotola all’angolo dell’occhio destro.
Meglio così, pensa Sasuke. Non vuole nemmeno lui che veda quel pallido fantasma di Naruto, ne uscirebbe distrutta, si renderebbe conto che è irrecuperabile.
“Hai detto che non avresti pianto” dice invece con voce cupa.
“Infatti non sto piangendo per te, baka” il suo petto trema per una risata. Alza una mano sfiorandogli la guancia con le dita. “Siete entrambi dei tali baka. Mi farete diventare pazza, prima o poi”
Quella carezza infastidisce Sasuke, è inadeguato a sopportarla, ma non si muove e la lascia fare. Ha ancora il kunai premuto sulla sua gola, cosa aspetta a toglierlo?
“Neh, alla fine la storia si ripete sempre. A parti inverse, però. Solo io resto sempre... lasciata indietro” termina, sembra sul punto di scoppiare davvero in lacrime.
“Sakura—”
“Cosa ci fai sopra mia moglie, Sas’ke-kun?”
Entrambi sussultano mentre, davanti a loro, si è materializzato l’Hokage con la faccia scura e un sorriso tirato con una grande voglia di strozzare l’ultimo degli Uchiha. “Se hai cambiato idea potevi pensarci prima, ora è off limits” continua minaccioso mentre Sasuke si alza velocemente e Sakura arrossisce.
“Kakashi!” strepita furiosa “Smettila di sparare cretinate. Ci stavamo allenando. E tu non dovresti essere in ufficio, scusa?”
Sasuke si sistema il mantello e va a recuperare kusanagi preferendo lasciare i due ai loro problemi di gelosia e coppia. La infila nel fodero ancora sorpreso che la ragazza sia riuscito a prendergliela, Sakura ha fatto davvero molti progressi.
“Comunque stavo cercando te, Sasuke” la voce di Kakashi gli arriva nuovamente seria e si volta trovandolo mentre fa dei buffetti sulla testa a una Sakura completamente rossa in volto.
No, non vuole sapere cosa si sia perso, grazie.
“Ascolto” concede incolore tornando a sistemare kusanagi.
Kakashi non commenta il suo tono informale, prende solo un grosso respiro. “Ho parlato con Naruto”
Quelle parole catturano tutta l’attenzione dell’Uchiha, anche la rosa volta la testa verso l’Hokage e lo guarda con gli occhi verdi spalancati.
“Faccia a faccia?” Sasuke è il primo a riprendersi “E non ha dato di matto?”
“No. Era solo molto arrabbiato con me e per ragioni abbastanza giuste” sospira “Non sappiamo cosa stia succedendo, nessuno di noi lo sa. A volte è quasi razionale, lucido, poi, senza nessun motivo,torna ad esplodere e dobbiamo sedarlo. Nemmeno il Kyuubi può esserci di aiuto” Kakashi esita, come se avesse paura a continuare “Dice che vorrebbe vederti”
Il mondo è una barchetta a vela, sballottata da onde scure, con il ponte che ondeggia sotto i suoi piedi e fatica a mantenere l’equilibrio. Si sente come un ubriaco e lo stomaco è serrato in una morsa. Gli sudano le mani. Sasuke aveva rinunciato a vederlo, aveva capito di aver perso nel momento esatto in cui aveva riconosciuto lo sguardo d’odio in quegli occhi blu, ma ora che ha sentito quelle parole non può sottrarsi al desiderio di rivederlo.
Dice che vorrebbe vederti.
Vorrebbe andare subito, ma Kakashi lo costringe ad aspettare qualche ora per poter sistemare la sala in caso Naruto esplodesse. A mezzogiorno è davanti alla stanza d’ospedale, sembra più una cella. Vorrebbe poter incontrarlo in privato, ovviamente, ma deve sopportare la presenza del solito équipe medico e un auricolare dove Kakashi gli comunica in caso di necessità. Aspetta il via dell’Hokage prima di aprire la porta e scivolare dentro la stanza bianca.
Subito quegli occhi azzurri si fissano su di lui.
È disteso sul lettino dallo schienale rialzato con cinque cinghia per braccia a bloccargli i movimenti e sigilli dipinti attorno a lui nel caso perdesse il controllo. Ma non sta lottando per liberarsi, lo osserva solamente con lo sguardo diffidente di chi si aspetta una trappola da un momento all’altro. Si avvicina fino ad arrivare ad un metro da lui, si sente nervoso e dopo tutto quel tempo percepisce chiaramente l’assenza del braccio.  Non sa cosa dire, si chiede se anche Naruto abbia provato quel senso di nausea alla bocca dello stomaco quando lo aveva rivisto dopo tre anni. Ora capisce perché era rimasto immobile a fissarlo, ora capisce come si debba essere sentito destabilizzato.
“Ciao”
“Ciao” risponde lui, è la voce di Naruto, sembra la sua voce, ma sembra quella di un estraneo.
“Kakashi mi ha detto che volevi parlarmi” dice. Vorrebbe non sentirsi così a disagio sotto quello sguardo vivido.
“Vederti, in realtà” lo corregge, sembra si aspetti che lo attacchi da un momento all’altro. Lo fissa così a lungo che getta uno sguardo alle specchio-finestra come a cercare aiuto, ma riceve solo il riflesso della sua immagine. Ha occhiaie profonde, il viso pallido come un malato con gli zigomi sporgenti ed è tutto scompigliato per il breve ma intenso allenamento con Sakura. D’altronde sono cinque giorni che non dorme.
Quasi a leggergli nella mente Naruto riprende a parlare. “Ti ricordavo più carino”
Per qualche motivo quella frase fa scattare qualcosa in Sasuke, come se una rabbia sopita si risvegliasse lentamente. “Anche tu hai avuto tempi migliori” risponde brusco. Che cosa sta facendo? Non ha nessun diritto di rispondere con quel tono antipatico, è stato torturato, Kami! Non riesce proprio a capire cosa sia quel peso in fondo allo stomaco, sembra rabbia. Non deve prendersela con Naruto per quella situazione, ha appena passato l’inferno e non deve infierire. Deve aiutarlo. Improvvisamente sente che potrebbe mettersi ad urlargli dietro, non sa nemmeno per cosa, semplicemente vedere quel Naruto che non è Naruto lo fa star male.
“Non sei simpatico a dirmi queste cose dopo quello che ho passato” gli ricorda infatti con una risata amara, come se non gli importasse davvero del mancato tatto.
“Tutti abbiamo passato cose brutte. Ed eri tu quello simpatico, non io” inspira bruscamente. Sa che Kakashi gli sta ordinando qualcosa dall’auricolare ma non riesce a sentirlo. Si sente troppo in balia delle sue emozioni e non gli piace, odia non avere la situazione sotto controllo. Si sta comportando malissimo, ma d’altronde è vero: è sempre stato Naruto quello con la parola giusta. Era sempre Naruto quello a dover salvare gli altri da sé stessi, era lui quello buono, gentile, simpatico, altruista. Non Sasuke. Sasuke è il contrario di tutte quelle cose. Quello che Naruto aggiusta Sasuke lo distrugge.
 Deve andarsene da lì.
“Senti, mi dispiace, sono molto stanco. Magari passo più tardi”
Ha quasi raggiunto la porta quando la sua voce si ferma.
“Sas’ke, io mi ricordo del bento”
Un rapido flash di Kakashi che vieta di far pranzare Naruto si imprime nella memoria di Sasuke. Quello è stato il primo gesto che li ha uniti come compagni di team, come amici.
“Che cosa ricordi?” domanda girandosi, gli fa male il petto come se il cuore stesse cercando di frantumare la prigione delle costole.
“Kakashi-sensei che mi lega al palo per non farmi mangiare” dice “E te che mi passi il tuo bento e convinci Sakura-chan a fare lo stesso”
“Esatto” conferma  “Serviva che anche tu fossi in forze per fare gioco di squadra”
“Kakashi avrebbe potuto squalificarti dall’esame e tu non saresti potuto diventare un ninja”
“Esatto” ha in bocca un gusto amaro. Kakashi continua a dargli suggerimenti ma non riesce a sentirlo, è troppo stordito. Tutto ruota attorno a Naruto.
“Perché lo hai fatto? Era la prima volta che qualcuno, oltre a Iruka-sensei, rischiava tanto per me. Tu... mi hai fatto sentire parte di qualcosa” alza gli occhi chiari su di lui, sono smarriti, sinceri, ma anche molto arrabbiati. Chiedono risposte.
Sasuke scrolla le spalle, lui non ha quelle risposte che tanto cerca. Vorrebbe solo mettersi ad urlare o prendere a pugni qualcosa ma controlla le sue emozioni dietro una maschera di indifferenza, non lascia trasparire nulla dagli occhi neri.
“Non so cosa pensare. Loro dicono che siamo... compagni, ma io ricordo che tu hai cercato di uccidermi, che hai cercato di distruggere il villaggio, che hai quasi ucciso Sakura-chan, che sei entrato nell’Akatsuki...” stringe le labbra “Io ricordo anche queste cose”
“Sono vere” Quella conversazione è peggio di ricevere cento pugni allo stomaco.
“Perché ho rischiato così tanto per te? Perché sono andato così lontano per te?”
 “Perché sei mio amico” sussurra piano quasi non volesse dirlo.
Naruto abbassa lo sguardo mentre mastica fra le labbra quella parola. “Amico” ha un tono sprezzante, quasi se la cosa lo nauseasse. “E’ quello che dicono tutti qui. Che siamo amici, che non mi sei nemico. Però...” lo guarda fisso con gli blu vividi che esprimono solo odio “Io non ci credo. Io non mi fido di te. Io ti odio”
Kakashi non protesta quando Sasuke lascia quella stanza bianca. Cammina lungo il corridoi dell’ospedale senza riuscire a vedere le cose attorno a sé, gli sembra di essersi perso nella nebbia e questa nebbia somiglia molto ai freddi e opachi labirinti dell’Ade. Quando un raggio di sole lo colpisce alla faccia scacciando tutte le ombre del suo viso si rende conto di essere uscito dall’edificio e capisce perché si senta così male.
Il tempo in cui aveva dato per scontato l’affetto di Naruto è scaduto, la sabbia ha smesso di scivolare nella clessidra e ora lo vede finalmente per quello che è realmente.
Pericoloso.
Bugiardo.
Traditore.
Solo.
 
**
Nei giorni successivi per le strade di Konoha c’è solo aria di festa mente si pianifica il matrimonio dell’Hokage. Quando viene annunciato che servono dei bambini per cantare si presentano tutti quelli del villaggio, nel palazzo dell’Hokage ci sono solo consegne di fiori, ogni negozio cerca di regalare la composizione più bella in una gara mai annunciata. Sakura non può uscire di casa senza che qualcuno la fermi ogni due passi per farle le congratulazioni e per questo ha messo tende a Villa Uchiha, unico posto dove i coraggiosi abitanti di Konohagakure non osano mettere piede. Anche durante gli allenamenti gli shinobi chiacchierano allegramente sull’evento in vista. Tutti i paesi alleati mandando ambasciatori per le proprie congratulazioni. Ormai è un affare internazionale.
“E dire che io volevo fare una cosa molto intima” borbotta Sakura distesa sul divano di Villa Uchiha. Sasuke non le risponde nemmeno. Sarà un matrimonio tradizionale visto che si tratta dell’Hokage ed è incredibile la quantità di dettagli che devono essere curati. Al Yui-no1 partecipa praticamente tutta Konoha e il Mokuroku è così immenso che i novelli fidanzati non sanno dove mettere tutti quei regali. Si presenta anche il Kazekage alla cena con i fratelli, chiacchiera allegramente con Sakura e Kakashi anche se continua a guardare di sbieco Sasuke. Domanda anche le condizioni di Naruto, ma solo un poco per non guastare il clima di festa.
Però non c’è modo di non capire il perché di tutta quella aspettativa. Dopo tutto quello che è successo tutti vogliono che accada qualcosa di bello, qualsiasi motivo è buono per festeggiare e cercare di ritrovare la speranza. Sakura e Kakashi ci sono disgraziatamente finiti in mezzo. Questo spiegherebbe perché un giorno Ino si presenta alla porta dell’Uchiha con una parrucca bionda in testa –la terrà finché non le ricresceranno i capelli – per sequestrare Sakura e portarla a provare abiti da sposa. Però non spiega perché abbiano trascinato anche lui in mezzo a quel negozio pieno di merletti e stoffa svolazzante.
Mi sto rammollendo, pensa scappando da quella agghiacciante situazione.
Sasuke lo sa, però, che tutto quello è anche per tenerlo distratto da Naruto. Non ci stanno riuscendo particolarmente bene, l’Uzumaki è un chiodo fisso nella sua mente; però il pomeriggio del matrimonio si sente sinceramente felice per la sua compagna di team.
Haruno ha preteso che almeno lui le facesse da testimone, il secondo è Gai-sensei sulla carrozzina e fortunatamente per l’occasione ha evitato di indossare la ridicola tuta verde. Ino è accanto alla sposa per aiutarla nel cambio dei quattro abiti e sembra una figura anacronistica accanto a una Sakura in kimono bianco visto che la Yamanaka indossa un capo dalla foggia moderna.
Il matrimonio viene celebrato con le teste degli Hokage come sfondo nel tardo pomeriggio quando il sole sta per tramontare. Kakashi fa le promesse di fedeltà con il cielo completamente arancione alle spalle e il sacerdote dona una fronda di camelia giapponese a Sakura. Le sue dita stringono il bastoncino come se tenesse una cosa troppo belle e delicata per essere vera. Allo scambio degli anelli ha un sorriso enorme sul volto e gli occhi lucidi dalle lacrime di gioia.
Sasuke è sinceramente felice per lei, è felice che si sia lasciata alle spalle l’infatuazione per lui trovando un uomo che merita pienamente e che la rispetta.
Appena termina la cerimonia l’orchestra che in origine doveva essere piccolo ma che si è rivelato degno di un teatro inizia a suonare allegri motivetti; la prima a muoversi è proprio Sakura che tira Kakashi per un mano al centro dello spiazzo iniziando ad ondeggiare in maniera scomposta e per nulla coordinata, tipico di Sakura.
Sasuke resta nel limite sorseggiando del saké e segue il ritmo battendo un piede a terra.
“Uchiha, non vorrai fare il palo per tutta la sera!” vocia fastidioso l’Inuzuka mentre stringe le mani di un’impacciata Hinata. Alza gli occhi al cielo e non si muove, continua a guardare gli abitanti di Konoha intrecciare passi e mani in un ballo che diventa sempre più scoordinato per via del tanto saké che è stato consumato. Potrebbero andare avanti tutta la notte.
Sasuke è rimasto sempre nell'angolo ed è uno dei pochi ad essere ancora lucido, non regge bene l'alcool e non ama la sensazione di perdere il controllo che suscita, come se non fosse padrone della situazione; quindi evita sempre di esagerare. Ha preferito accendersi una sigaretta.
Sakura è la prima raggiungerlo, ha  scambiato il kimoni bianco tradizionale per un abito più moderno stretto in vita ma dall'ampia gonna a ballerina. Si getta su una sedia accanto a lui a peso morto con un soddisfatto "Ah!" e subito dopo sfila i piedi dai tacchi alti e sottili.
"Come fa Ino a fare le missioni con questi aggeggi?" piagnucola confusa. Ha l'elegante acconciatura leggermente sfatta con dei fili rosa che le scivolano davanti al volto arrossato e gli occhi che luccicano.  Lo guarda con aria furbetta prima di sfilargli con gesto repentino la sigaretta dalle labbra.
"Baka, non lo sai che fumare fa male?" lo riprende bonariamente. Sasuke la guarda spazientito per quel gesto invadente. Vuole ribattere con qualcosa di pungente ma la sua attenzione viene catturata da un gruppo di bambini che scoppia a trillare felice e dal verso stupito di qualche adulto.
 Lui è lì che guarda dritto verso di loro, verso Sasuke.
Sakura soffoca un urlo sorpreso. "Naruto!" grida euforica saltando in piedi e correndogli incontro senza potersi trattenere dall'abbracciarlo e stringerlo il più stretto possibile. "Naruto! Sei qui!" la sente gridare ancora piena di gioia aggrappata a collo del ragazzo.
"Ciao, Sakura-chan!" risponde il biondo con gioia "Piano, 'tebayo" esala strozzato dall'abbraccio. Ha sorriso come Naruto, ha usato lo stesso tono scherzoso di Naruto, ha ricambiato l'abbraccio come Naruto. Ma gli occhi con i quali continua a fissare Sasuke non sono di Naruto. L'Uchiha si avvicina ai due guardingo con i sensi tesi e immediatamente il biondo stringe la presa più forte su Sakura, come se avesse paura che Sasuke possa attaccarla e ferirla. Che buffo, è lo stesso motivo per cui il moro si è avvicinato.
Ma Naruto non potrebbe mai ferire Sakura,  giusto?
Sasuke nota immediatamente che accanto al Jinchuurike c'è Tsunade accompagnata da due ANBU, stanno poco distanti giusto per lasciare ai due amici la privacy necessaria ma comunque abbastanza vicini da poter intervenire.
"Sono così felice che tu sia potuto venire!" Sakura si stacca dall'abbraccio, ha i lacrimoni lungo le guance e un sorriso che parte da un'orecchia e finisce sull’altra l'altra "Ma come... quando...?" balbetta troppo felice per essere logica.
Kakashi la interrompe posandole una mano sulla spalla, è arrivato senza che Sakura se ne accorgesse e adesso che c'è anche lui Sasuke si sente abbastanza sicuro da far qualche altro passo. Ha come l'urgenza di cancellare quanto più spazio tra lui e Naruto.
Pessima mossa, però, il biondo si immobilizza subito, la mascella contratta. Finge di non notarlo mentre l'Hokage spiega soddisfatto:
"Ultimamente le cose stavano andando bene ed era giusto che venisse al nostro matrimonio. Per lui e per te"
Sasuke capisce che Sakura si sta trattenendo a forza da saltare ad abbracciare ancora il biondo. Nel frattempo si sono avvicinati anche altri loro amici, fra cui Hinata.
Sorride dolcemente. "Quindi sei potuto venire alla fine, Naruto-kun" poi si volta verso di lui "Ciao, Sas'ke-kun"
Sasuke fa un cenno. Secondo Kakashi lei è il suo miglior difensore quando Naruto perde il controllo e inizia a insultarlo, segretamente le è riconoscente. Non riesce a capire come una persona possa essere così altruista per uno sconosciuto.
"E quei braccialetti particolari?" domanda Ino indicando le braccia dell'Uzumaki. Sasuke aveva già notato i polsini ricoperti di sigilli.
Naruto fa un sorriso di circostanza. "Non sono ancora molto affidabile" e indica con un cenno Tsunade con i due ANBU poco lontani.
La cosa più dolorosa è che Naruto finge che Sasuke non ci sia, non gli ha rivolto più uno sguardo o altro da quando ha sciolto l'abbraccio con Sakura. Parla con gli altri gesticolando ma stando ben attento a non posare gli occhi sul moro, trema leggermente come se avesse i muscoli contratti. Anche la kunoichi sembra essersene accorta e fa saettare lo sguardo fra i due amici mentre domanda vivacemente:
"Quindi adesso ti potrò vedere più spesso?"
Naruto annuisce. "Certo, hanno detto che posso tornare a casa per ora. Anche se avrò sempre qualcuno a sorvegliarmi"
Sakura unisce i palmi delle mani portandole al petto e inclina la testa sorridendo morbida. "Ti prometto che andremo subito a mangiare ramen insieme come ai vecchi tempi!"
Naruto spalanca gli occhi ma poi il suo sguardo si adombra come colto da un brutto pensiero. "Verrà anche lui?" domanda brusco, l'atteggiamento completamente cambiato. Tutti si congelano assumendo una posa guardinga e Sasuke si sente improvvisamente al centro dell’attenzione.
Sakura spalanca brevemente gli occhi prima di fare un altro sorriso. “Sarebbe bello” dice dolcemente come se fosse rimasta ferita da quelle domanda brusca.
“Era bello anche quando ha cercato di ucciderti?” la provoca, poi sembra rendersi conto di quello che dice e chiude gli occhi scuotendo la testa, quando parla ha il tono di voce più controllato “Non capisco come tu possa stargli così tranquillamente vicino dopo tutto il male che ti, ci ha fatto”
 “Quello è il passato” replica pacata, lo sguardo più maturo e la voce leggermente più dura “E’ tornato e si è pentito. Questo dovrebbe contare qualcosa, no?”
 “Già, ci sono tante cose che dovrebbero contare qualcosa ma invece non contano affatto. Ci sono dei ricordi che non riesco a capire e non credo che siano stati modificati dai Chinoike” gli occhi blu saettano sul volto pallido di Sasuke pieni di diffidenza. Sasuke non sa cosa dire ma non abbassa lo sguardo, lo ricambia cercando di rimare apatico davanti a quelle insinuazioni che, sì, lo stanno ferendo.
Ha sempre pensato di non meritare il perdono di Naruto o Sakura, ma non si era mai reso conto di quanto dipendesse da quell’affetto incondizionato. Ora che l’Uzumaki glielo ha negato si sente... vuoto.
Sakura stringe le labbra in una linea sottile e si scosta dalla presa di Kakashi fronteggiando direttamente Naruto. Ha gli occhi verdi pieni di amarezza. “Io non ci credevo”
“A cosa?” chiede Naruto.
“A te” risponde “Se non l’avessi visto non ci avrei mai creduto” e volta lo sguardo verso Sasuke. Da quando Sakura ha iniziato a guardarlo con compassione? Non vuole più stare lì.
“Sono stanco” dice incolore, con il tono di voce basso e fermo, poi si volta per allontanarsi senza attendere una risposta.
 
**
Il sole filtra attraverso le fessure delle serrande chiuse creando dei fasci di luce che illuminano la penombra della stanza. Deve essere ancora mattina molto presto e tutto pare immobilizzato nel tempo. Sakura è appoggiata al ripiano della cucina mentre beve un bicchiere di latte e guarda il suo vestito da sposa abbandonato a terra. Non è sopravvissuto alle mani di Kakashi mentre la baciava e la trasportava in camera da letto.
È nuda, si copre solo con la camicia troppo larga che Kakashi ha indossato la sera prima e sorride come se si trovasse imprigionata dentro un sogno. Però il sorriso è mitigato dalla mestizia dello sguardo mentre pensa a Naruto. Sospira rimettendo il cartone del latte dentro il frigo nuovo e chiudendo l’anta. Ci hanno già attaccato delle foto con le calamite, quelle che spiccano sono le foto del Team Minato e del Team 7. Prende la loro foto di quando erano piccoli staccandola dai magneti e la studia con attenzione, erano adorabili, ogni volta che guarda quella foto sente una felice dolcezza e una genuina nostalgia per la sua infanzia finita troppo presto.
Naruto e Sasuke nella foto si stanno guardando in cagnesco, o meglio: il biondo sta guardando male il moro mentre questo fa di tutto per restare indifferente ma una smorfia contrariata fa comunque capolino sulle labbra. Sakura ama i suoi compagni di team, non sa come si possa tradurre quell’affetto a parole ma sa che nonostante tutti i suoi sforzi non potrà mai essere nel loro stesso piano. Non in senso di forza o volontà, è una questione proprio legata al loro essere. Naruto ha bisogno di Sasuke e Sasuke ha bisogno di Naruto, un’equazione molto elementare che ci ha messo anni a capire.
Sposta l’attenzione sulle due calamite che ha appoggiato accanto alla foto. Si sono unite come se non potessero stare lontane, sono attaccate da un’attrazione inevitabile.
Come Sasuke e Naruto, pensa afferrandole e facendo forza per dividerle. Se le avvicina anche solo di poco sente i due poli opposti tentare di raggiungersi come a voler scappare dalle sue dita. Negativo e positivo, Ying e Yang. Capovolge una delle due calamite così che entrambe le parti negative si stiano fronteggiando, ora si è creata una forza contraria. Si stanno respingendo con tutte le loro forze. A volte essere troppo uguali non va bene.
Delle mani le cingono i fianchi e sente Kakashi appoggiare un bacio sul suo collo. Le sorride contro la pelle. “’Giorno” le sussurra appoggiando il mento sulla spalla.
“Buongiorno” ricambia con un sorriso spontaneo e rilassa la schiena contro il petto di quello che, ora, è suo marito. Ha le vertigini nello stomaco a pensarci.
“Penso che dovrò parlare con Sasuke” gli rivela soprapensiero.
Sente le mani dell’Hokage stringere possessivamente i suoi fianchi superando la stoffa della camicia. “Potrà sopravvivere per un giorno” dice cercando di dissimulare il fastidio.
Sakura ride. “Geloso?” lo stuzzica portando una mano dietro di sé nel tentativo di accarezzargli una guancia ma tasta solo l’aria.
Kakashi stacca il mento dal suo collo per andare incontro alla carezza. “Io non sono un tipo geloso” nega.
“Come no” lo prende in giro “Infatti tu non hai minacciato nessun infermiere maschio di starmi lontano e non mi fai lavorare in team di sole donne”
“Non volevo ti infastidissero” si difende mentre il petto vibra in una risata mal contenuta. Sakura scioglie quell’abbraccio girandosi a fronteggiarlo.
“Bambini” dice “Mi sembra di essere circondata da dei bambini dell’asilo” e si alza sulle punte per baciargli brevemente il labbro inferiore.
“Prendilo come un allenamento per il futuro” le consiglia Kakashi “Signora Hatake
 A quell’appellativo Sakura non può impedirsi di arrossire e nasconde il viso sul petto dell’uomo per non far vedere l’espressione emozionata. Sente il cuore di Kakashi battere regolare vicino al suo orecchio ed è uno dei suoni più belli del mondo. Staccarsi da lui le sembra inconcepibile. Lo sguardo cade sui magneti abbandonati sulla cucina: si sono uniti nuovamente. Uno dei due poli negativa ha ruotato per far combaciare nuovamente quello positivo.
Come Sasuke e Naruto, pensa.   
**
 
 
Sasuke è al tavolo del soggiorno a controllare vecchi rapporti. In quei giorni si è buttato nel lavoro nel tentativo di non pensare troppo a lungo a Naruto. Non è stato difficile, con il matrimonio alle porte nessuno aveva voglia di compilare scartoffie e lui si è accollato il dovere degli altri senza protestare, anzi ne è stato soddisfatto. Quella notte ha dormito poco, ovviamente. Non è più abituato a dormire da solo, è questo il punto; quando era tornato al villaggio Naruto si era messo a tallonarlo –vuoi per diffidenza che potesse scappare di nuovo o perché i kage pretendevano che fosse sorvegliato – e avevano preso addirittura il vizio di dormire assieme. Naruto lo stringeva sempre come se temesse che una volta risvegliato lui non potesse più esserci.
Non me ne vado da nessuna parte, protestava, però alla fine si è abituato, anzi meglio: si è assuefatto di quella costante presenza ingombrante e ora fatica a chiudere gli occhi.
Chi lo avrebbe mai detto, ad andare via sei stato proprio tu. E in un posto che non può raggiungere per di più.
Il campanello di Villa Uchiha suona e Sasuke sbava leggermente con la china, fa una smorfia infastidita alzandosi. Deve essere Shikamaru con nuovi fascicoli da riordinare, dovrebbe farlo al palazzo dell’Hokage ma preferisce lavorare nel silenzio di casa sua.
Invece quando apre la porta si ritrova davanti il caschetto rosa di Sakura.
“Yo, Sas’ke-baka” lo saluta sventolando una mano. Le sbatte la porta in faccia senza replicare, non ha nessuna voglia di parlare con Sakura. Sicuramente è lì per quello che è successo al matrimonio e no, non c’è niente da discutere e sinceramente della comprensione della rosa non se ne fa assolutamente nulla. Non le parlerà.
La stessa cosa non sembra pensarlo la kunoichi perché la porta viene sfondata da un poderoso pugno lasciandogli appena il tempo di scansarsi. Sakura entra nella casa come se non avesse appena scardinato una pesante tavola di quercia.
“Quella me la paghi” storce il naso infastidito dall’intrusione nei suoi spazi vitali.
Sakura sorride. “Avaro” e poi come se fosse a casa sua si dirige verso il soggiorno. Sasuke sospira e guarda l’uscio costretto a restare aperto. Un pochino gli mancano i tempi in cui bastava una sua occhiataccia a far desistere l’Haruno –perdon, l’Hatake. Adesso è Sakura Hatake – dall’infastidirlo.  
La kunoichi si siede tranquillamente su una delle sedie di legno e afferra il rapporto che stava compilando poco prima fissando distrattamente la scrittura ordinata dell’Uchiha. Ha i capelli rosa tirati dietro da una molletta e un maglioncino grigio chiaro palesemente trafugato dall’armadio di Kakashi.
“Lavori anche in riposo, neh?” inarca una sopracciglia esasperata.
Sasuke sospira rassegnato e si siede anche lui su una delle sedie. “Che cosa vuoi, Sakura?” le domanda insofferente tirando fuori un pacchetto di sigarette. Non potrà affrontare quella conversazione senza la nicotina in circolo.
“Non posso fare visita al mio migliore amico?” dissimula abilmente.
“Uno, non sono il tuo migliore amico. Due, togliti quel sorriso da finta tonta che non ci casca nessuno. E, tre, se mi stai disturbando senza una ragione precisa ti sbatto fuori immediatamente”
Sakura fa un sorriso stupito che copre con una manina. “Wow, non ti ho mai sentito dire una frase così lunga. Stai migliorando!”
Odia quando Sakura lo prende in giro, lo indispettisce e non sa mai come risponderle dietro.   
“E tu sei stata troppo a contatto con il dobe” ribatte piccato, ma appena lo dice si sente il respiro mozzato come se lo avessero colpito allo stomaco con un pugno fortissimo.
Sakura coglie subito l’impercettibile cambio di espressione dell’Uchiha e abbandona il sorriso canzonatorio assumendo una posa più seria.
“Non me lo aspettavo” ammette e non deve nemmeno specificare cosa, la sua presenza è palpabile nell’aria.
“Te lo avevo detto che mi odiava” risponde apatico soffiando il fumo dalle labbra.
“Ma è il modo in cui ti odia” specifica “Mi è così... familiare. Una volta mi sentivo così, quando ho capito che non avresti mai potuto ricambiare i miei sentimenti. Ma sapevo di essere ingiusta, che non era colpa tua”
Scrolla le spalle. “Semplicemente ora mi vede per come sono in realtà” si scansa appena in tempo prima che un cazzotto lo colpisca alla testa.
“Aah, baka” bercia esasperata  “E’ questo quello che pensi? Di meritare l’odio? Lasciami dire che non capisci proprio niente” appoggia la guancia al palmo della mano guardandolo con esasperazione e tenerezza.
Sasuke non se n’è reso conto ma per quel piccolo rimprovero ha fatto un broncio infantile sulle labbra, incrocia le braccia e distoglie lo sguardo dalla ragazza punto sul viso.
 “Cosa hai intenzione di fare?”chiede quindi,finalmente, Sakura. La domanda che attendeva da quando gli ha scardinato la porta.
“Io? Niente” replica secco.
La ragazza aggrotta l’ampia fronte e il suo sguardo lo invita a spiegarsi meglio.
“Che cosa ha fatto Naruto dopo che sono andato via?” le domanda.
Le labbra color pesca prendono una piega amara. “E’ stato strano. È come se si fosse messo a litigare con sé stesso. Hanno dovuto portarlo via”
“Vedi” alza il mento “La mia presenza gli fa perdere il controllo, devo stargli lontano finché non sarà abbastanza sicuro. In più, ora mi odia e non credo ci sia altro da aggiungere in merito” per lui la conversazione può anche finire lì, perciò riprende i fogli che stava riordinando prima deciso a ignorare la kunoichi fino alla fine dei suoi giorni, amen.
Sakura non sembra dello stesso avviso. “Ti odia perché gli hanno fatto il lavaggio del cervello”
Sasuke stringe le palpebre infastidito. “No, gli hanno solo aperto gli occhi. Gli hanno mostrato le cose da un’altra prospettiva e ha capito che ha tutti i diritti di odiarmi. Io, invece, non ho nessun diritto di pretendere il suo affetto”
L’Hatake alza gli occhi al cielo. “Invece sì che è tuo diritto. Avete un legame”
Quello è ancora più doloroso. “Lo hanno spezzato, Saku-ra” trema leggermente nel dire il nome della ragazza.
Se ne accorge allora addolcisce lo sguardo. “No, non lo hanno fatto, lo contraddice. Anche tu avevi pensato di esserci riuscito, poi Naruto ti ha fatto capire il contrario”
“Non ho comunque nessun diritto di impormi nella sua vita se non mi vuole”
“Perché? Pensi che Naruto avesse qualche diritto di farlo con te?” ride cristallina.
Sasuke è seriamente perplesso. “Non è così?”
Le labbra della ragazza si distendono in un sorriso materno e si alza dalla sedia raggiungendolo dall’altra parte del tavolo. Istintivamente Sasuke si irrigidisce.
“Sas’ke-kun” lo chiama con dolcezza e accarezzandogli la frangia “Sai, Naruto mi aveva promesso che ti avrebbe riportato da me e io, per tantissimo tempo, mi sono sentita malissimo all’idea di avergli messo sulle spalle un peso del genere, una promessa così dolorosa. Allora mi convinsi che se gli avesse detto che non volevo più che mantenesse quella promessa lui avrebbe smesso di soffrire e di rincorrerti. In realtà, lui mi rispose che avrebbe cercato comunque di riportarti a casa. Perché? Mi chiedevo. Non ha più motivo di farlo, ma allora perché? Non capivo. Allo stesso tempo era venuto a conoscenza della verità su tuo fratello e anche lui si domandava se davvero avesse il diritto di imporsi su di te dopo tutto...quello...” non terminò la frase “Però lui aveva deciso di volerti aiutare. Anche a costo di essere egoista. Lui voleva te, voleva salvarti e questo gli bastava, lo faceva solo per te. Io ci ho messo un po’ a capirlo” ammette accarezzandogli la guancia. Se chiude gli occhi può fingere che quella sia la mano di Mikoto, a volte è così facile illudersi e crogiolarsi nell’affetto materno di Sakura.
Ma sua madre è morta.
Scosta la guancia dalla carezza amareggiato. “Io non sono Naruto” ribatte.
Sakura si siede sul bordo del tavolo ciondolando le gambe. “Grazie tante, questo si era capito. E grazie al cielo, aggiungo”
L’Uchiha punta lo sguardo d’ossidiana su quello color prato, ha i lineamenti contratti. “Io non sono Naruto” ribadisce “Naruto è luce e affetto, per questo poteva contrastarmi. Il buio non si combatte con altro buio, Sakura. Lui sapeva sempre cosa dire, come comportarsi. Dei due è lui la speranza, io sono la vendetta. Ma ora che anche lui è odio come possiamo trovare l’equilibrio che ci faccia funzionare? È inutile, io non ne sono in grado. Non posso farcela”
Lo schiaffo lo colpisce senza che se ne renda conto, lo capisce solo quando sente la guancia bruciare e la mano di Sakura sollevata. Ha un espressione furiosa e determinata, la guarda stupito. Si sente come un bambino appena rimproverato dalla mamma perché è stato maleducato, si sente umiliato.
Non-dirlo-mai-più” sillaba lentamente la kunoichi “Non dire che è inutile, che non ne sei in grado. Non è vero e lo sai. Naruto non ha mai dubitato di se stesso e ora io ho bisogno che tu creda in te” gli prende la mano “Sas’ke-kun, mi serve che tu mi faccia una promessa. Non ti chiederò altro, ma ti prego: riporta Naruto indietro. Sono io quella che non può farlo, io non potrò mai essere nel vostro stesso piano per quanto io vi ami. Non sono mai stata in grado di salvarvi da voi stessi, non sarò mai in grado di capirvi fino in fondo” ha abbassato lo sguardo e ha gli occhi lucidi, ti prego non metterti a piangere “Potranno creare tutti i sigilli del mondo, ma solo tu potrai farlo tornare com’era. Solo tu. Quindi, per favore, Sas’ke-kun, non abbandonarlo solo perché hai paura” una solo lacrima rotola dalle ciglia chiare.
“Sakura” sfila la mano da quella presa gentile e ripete: “Il buio non si scaccia con il buio”
A quella affermazione la kunoichi fa una smorfia, come se si stesse sforzando di ridere, altre piccole lacrime si sono aggiunte alle prime. Tira fuori dalla tasca due magneti e Sasuke li fissa corrucciato mentre l’appoggia sulla tavola.
“Vedi?” chiede la ragazza mentre le due calamite si uniscono “Voi siete proprio così”
Sasuke annuisce. “Appunto. Polo positivo e polo negativo. Adesso però siamo poli negativi a contatto e quindi ci respingiamo”
“Hai ragione” ammette con sorpresa la rosa “Ma guarda cosa succede” e stacca le due calamite facendo combaciare i due poli negativi, ovviamente i due oggetti si allontano immediatamente senza nemmeno sfiorarsi. Poi, però, una delle due calamite ruota su se stessa mostrando di nuovo il polo positivo e l’altra magicamente attratta scivola verso di lei attaccandosi nuovamente.
“Hai visto?” chiede conferma “Spontaneamente una delle due calamite ha fatto in modo che tornassero ad essere positivo-negativo per potersi attrarre nuovamente. Quello che sto cercando di dirti, Sas’ke-baka, è che né tu o Naruto siete solo tenebra o sola luce. Siete formati da entrambi perché siete uguali, ma allo stesso tempo sono le vostre diversità ad attrarvi” si sistema un ciuffo rosa fuggito dalla forcina “Non è vero che tu sei solo buio e vendetta. Dentro di te c’è anche amore. Tu sei stato profondamente amato dalla tua famiglia, da Itachi, da Naruto e... sì, anche da me che ti piaccia o meno” fa una linguaccia per alleggerire la situazione “Dentro di te hai una grande riserva d’amore, devi solo imparare ad usarla e indirizzarla verso Naruto in modo che, come le calamite, possiate attrarvi nuovamente” termina.
Sasuke abbassa lo sguardo a terra e pensa a quelle parole. Pensa a tanto e anche troppo e inevitabilmente gli tornano davanti gli occhi blu pieni d’odio. Non può farcela, Sakura nutre troppa fiducia in lui come al solito. Non saprebbe nemmeno da dove iniziare, qualsiasi colpa di cui Naruto lo accuserà sarà giustissima e non avrà niente contro cui ribattere.
“Non ti prometto niente” dice comunque. Non è né un sì né un no, ma non se la sente di distruggere quella incondizionata quanto immotivata fiducia.
 
 
HELLO, IT’S ME!
Ammetto che non mi aspettavo tutto questo entusiasmo, sono felicissima!
 
Avevo una vaga idea di intitolare questa seconda parte “Sakura all’asilo nido” perché sì, le tocca sempre fare da ambasciatrice tra il dobe e il teme. Ho appunto questa headcanon di Sakura che si comporta come una mamma per i due baka aiutandoli a comprendere i loro sentimenti xD Soprattutto in questa storia volevo parlare dell’amicizia Sakura/Sasuke, è una friendship che mi sarebbe tanto piaciuto vedere. Loro due alleati contro Naruto che mangia solo ramen, mi sarei divertita troppo. Invece, anche se sono stati canonizzati, non è cambiato un cavolo c_c 
Ti odio, Kishimoto.
 
E, ah, avevo detto che durava tre capitoli massimo quattro? Scherzavo^^ durerà un tantino di più ma non esageratamente ehehehe. Però dai, già dal prossimo capitolo ci sarà qualche gioia per il narusasu. Prima Sasuke deve fare pace con il cervello, grazie al cielo Sakura lo prende a pedate sul sedere, bah.
 
Mhh, non mi sembra ci sia altro da dire. Come vi è sembrato i loro primo incontro? E il secondo? Fatemi sapere! E soprattutto, se avete qualche critica non fatevi remore, se sono costruttive le apprezzo molto!
 
A presto!
Hatta

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Vero o falso? ***


VERO O FALSO?
Sasuke non vede più Naruto, anche se sa che lo hanno dimesso dall’ospedale e ora può girare per Konoha sotto la stretta sorveglianza di un ANBU. Kakashi gli ha detto che porta anche un sigillo di contenimento molto simile a quello che avevano applicato su di lui per il sigillo maledetto. “Andrà bene”ha aggiunto. Sasuke non è molto convinto, nonostante la promessa fatta a Sakura ormai ci ha rinunciato. Forse l’Uzumaki potrà tornare  davvero come un tempo, ma non con lui, non il loro rapporto. Potrà arrivare a tollerarlo al massimo, ma non ci sarà più nulla. Niente può essere come prima.
Kakashi e Sakura hanno fatto una brevissima vacanza dopo il matrimonio, nulla di troppo impegnativo perché l’Hokage non poteva lasciare per troppo tempo incustodita Konoha e Sakura non poteva abbandonare il suo lavoro da baka-sitter. La guerra è finita, è vero, ma la pace che si è creata è così sottile che i cinque grandi paesi devono investire molte forze per rafforzarla.
Le missioni ultimamente sono veri e proprio mandati di spionaggio in quei piccoli paesi –come per il Paese delle Terme – dove piccoli focolai di malcontento rendono le cose instabili. Curare è meglio di prevenire, sembra essere il nuovo motto dei kage.
In quel mese Sasuke ha partecipato solo ad una missione dove hanno ucciso un nuniken instabile che progettava attentati contro i Daymoni; per il resto del tempo si è allenato con Sakura o da solo, soprattutto nei campi Uchiha. È andato solo una volta in quelli pubblici ma appena ha messo piede ha avvertito il chakra di Naruto e quindi ha fatto dietrofront nel suo lugubre quartiere per allenarsi da solo.
Sì, Naruto Uzumaki è ancora uno shinobi di Konoha. L’Hokage ha spiegato che non poteva dimetterlo visto la situazione diplomaticamente delicata fra i vari paesi, Konohagakure deve mostrare di avere il pieno controllo della situazione. Ovviamente, Naruto non verrà mandato in missioni pericolose o all’esterno del paese, sarà sempre sotto controllo.
“Non preoccuparti”
Ma Sasuke si preoccupa lo stesso.
Un mese dopo il Paese delle Terme manda ambasciatori a Konoha: si tratta dei rotoli con le tecniche Chinoike, sono riusciti a trovarlo ma purtroppo sono illeggibili per chi non possiede la stessa arte oculare del clan. I Chinoike prigionieri si sono rifiutati di collaborare ma non è un vero problema, i servizi segreti di Konoha sono i migliori dei cinque paesi e non avranno difficoltà a decifrarli comunque. Per questo il capo del Paese delle Terme chiede che dei ninja della foglia vengano a prenderli; non solo per analizzarli ma anche perché li reputa pericolosi e pieni di chakra oscuro.
È il consiglio degli anziani a scegliere chi mandare, Kakashi cerca di mediare ma non viene ascoltato. I ninja scelti sono lui –Sasuke Uchiha--, Sakura Haruno, Yamato-taicho, Sai, Hinata Hyuuga e lui.
Naruto Uzumaki.
Appena lo viene a sapere come un tornado si dirige all’ufficio dell’Hokage.
“Mi rifiuto!” ribatte con fredda pacatezza interrompendo una piccola riunione con la Godaime.
Tsunade alza gli occhi al cielo. “Moccioso, nessuno ha chiesto il tuo parere” vocia, ovviamente ha capito subito a cosa si riferisce. È la stessa cosa che preoccupa anche lei e l’Hatake.
“Io non posso andare in missione con Naruto, è una follia” la ignora rivolgendosi solo al vecchio maestro.
Kakashi appoggia la schiena alla sedia e sospira. “Sas’ke-kun, Tsunade ha ragione: non sei tu a decidere”
Sasuke non capisce come possano essere così calmi. “Perché fare una cosa del genere? Lui perderà il controllo, lo sapete!”
“A sentire loro è per una questione di immagine. Tutti si chiedono che fine abbia fatto l’eroe di Konoha, perché appaia così poco e mai al tuo fianco nonostante la vostra amicizia” sottolinea l’ultima parola “Questa missione farà capire ai paesi instabili che la Foglia è ancora unita e che i Chinoike non hanno assolutamente danneggiato i due shinobi più forti del mondo”
Sasuke vorrebbe chiedere da quando le missioni ninja sono diventate una questione di immagine, chiede invece: “Secondo te, invece?”
Tsunade corruccia una sopracciglia per il poco rispetto dell’Uchiha ma non dice niente, si scambia una lunga occhiata con l’Hatake prima che questo dica: “Tu non sei simpatico al consiglio, Sas’ke-kun. L’unico motivo per cui non ti abbiamo consegnato ai Chinoike è Naruto” –ma certo, continuate a ricordargli quanto gli deve – “E me, naturalmente, ma il consiglio ha sempre voluto sbarazzarsi dell’ultimo Uchiha. Ti reputano pericoloso”
Sasuke realizza. “Sperano che lui mi uccida” si sente come se lo avessero svuotato di tutti gli organi interni. Se Naruto lo uccidesse avranno un potenziale nemico in meno senza essersi sporcati le mani di persona.
Kakashi annuisce grave. “Ovviamente è solo una supposizione, sia Yamato che Hinata-chan sanno come comportarsi nel caso dovesse perdere il controllo. In più avrai Sakura e Sai a guardarti le spalle”
“Non mi serve la scorta” replica brusco “Posso difendermi da solo”
“E saresti anche disposto” domanda lentamente “ad ucciderlo?”
Spalanca brevemente gli occhi prima di far tornare l’espressione glaciale e neutra. “Posso fermarlo anche senza arrivare a tanto” replica “Ma questa missione è un errore” precisa comunque.
**
  Partono dopo qualche giorno all’alba, dopo che Yamato-taicho ha fornito loro tutte le indicazioni per quella missione. Non è difficile ed è ovvio che l’utilizzo di ninja così potenti è causato dalla presenza di Naruto, devono tenerlo sotto controllo in qualche modo. Sasuke non riesce davvero a capire tutto quello per quanto si sforzi.
Da quando sono partiti non gli ha mai rivolto lo sguardo e nemmeno lui ha dato cenno di averlo visto, fingono come se non esistessero l’uno per l’altro. Naruto ha scherzato con gli altri ma a volte si irrigidisce come se il suo sguardo venisse catturato lontano e inevitabilmente Sasuke scatta in posizione di difesa appoggiando una mano sulla katana, però non succede mai niente. Hanno dato a Naruto delle corde corte da intrecciare e disfare in continuazione, come a tenerlo occupato, è il suo nuovo metodo per non serrargli le dita attorno alla gola?
La sera quando decidono di accamparci Sasuke si offre di controllare in giro che non ci siano trappole o altri ANBU nemici, sta via abbastanza a lungo poco intenzionato a tornare al piccolo accampamento. Stare così vicino ma allo stesso tempo così lontano da Naruto è un’agonia.
Dopo la guerra il loro rapporto era diventato ancora più strano e intricato di quanto non fosse già prima. L’Uzumaki continuava a berciare ovunque la loro amicizia, non faceva altro che interpellarlo in quel modo –amico – ma il loro modo di rapportarsi non era sicuro si potesse circoscrivere all’interno dell’amicizia. Dubitava che anche gli altri amici facessero certe cose come dormire insieme, come baciarsi, come toccarsi.
La verità è che Naruto e Sasuke sono sempre stati tante cose (rivali, compagni, amici, alleati, amanti, nemici, obiettivi) e non hanno mai cercato veramente di definirsi perché, qualsiasi fosse la risposta giusta, loro restano sempre e comunque Naruto e Sas’ke. Non hanno bisogno di una parola che li definisca. Sakura una volta aveva parlato di soulmates, anime legate indipendentemente dalla loro volontà.
Anche ora? Pensa quando torna all’accampamento e il biondo, avvertendo la sua presenza, sobbalza trattenendo bruscamente il fiato e serra le mani a pugno smettendo di parlare con Sai. Sasuke lo nota immediatamente e questo gli provoca una sensazione amara e bruciante alla gola. Lo ha avvertito ma finge come se non ci fosse ancora.
“Tutto tranquillo” dice incolore a Yamato prima di sedersi in disparte con il proprio sacco a pelo e chiudersi in un lugubre silenzio. Mangiano i loro pasto in un’atmosfera satura di tensione, inizialmente crede che il motivo di quella situazione pesante sia la presenza di Naruto ma poi si rende conto che è verso di lui che lanciano sguardi preoccupati. Eppure tutti all’inizio della missione erano in pensiero per la sua incolumità.
La spiegazione gli arriva da Sakura la mattina dopo quando sono appena partiti.
“Che stai cercando di fare? Vuoi che ti aggredisca?” chiede con enfasi, sembra sia lei ad aggredirlo al momento.
Sasuke è perplesso. “Certo che no. Voglio solo che mi lasci in pace” specifica infastidito.
“Be’, è quello che sta cercando di fare, ma tu non lo stai aiutando” replica con altrettanta bruschezza “il Consiglio lo avrà anche mandato qui per farti ammazzare, ma Naruto questo non lo sa. Per lui è difficile metabolizzare tutto questo, non puoi prendertela con lui”
“Ma non lo sto facendo” esclama leggermente offeso.
“Sì, invece” lo colpisce alla faccia “Lo punisci di continuo per una cosa che non può controllare. Credi che Kakashi non mi abbia parlato del vostro primo incontro e di come ti sei comportato?” lo guarda con rimprovero. Sasuke doveva immaginarlo che l’ex-sensei non avrebbe tenuto la boccaccia chiusa e questo lo indispettisce. Era una cosa privata e sì, lo sa di non essersi comportato benissimo e di aver reagito nel modo sbagliato ma in quel momento nel suo cervello era scattato un meccanismo di difesa, non poteva farci niente. Aveva tentato di ucciderlo, maledizione, era ovvio che si sentisse minacciato dalla sua presenza.
Sakura sembra percepire il turbamento di quelle parole e addolcisce lo sguardo mantenendo però il tono della voce inflessibile come quello di un generale: “Io non ti sto dicendo che non dovresti dormire con kusanagi accanto, ma credo sia arrivato il momento di provare a venirgli incontro. Se tu fossi stato compromesso, torturato e avessi tentato di ucciderlo lui si sarebbe comportato così con te?”
Si zittisce. No, non lo avrebbe mai fatto. Lo ha già dimostrato una volta: avrebbe fatto di tutto per riportarlo indietro a qualsiasi costo, anche con il rischio di farsi male. Non lo avrebbe respinto o abbandonato e non lo avrebbe guardato con astio come fa Sasuke adesso.
“Mi hai fatto una promessa, ricordi?” termina Sakura; non ricevendo risposta scatta in testa al gruppo lasciandolo a rimuginare sulle parole della kunoichi.
La paura di essere respinto gli ha fatto ignorare il vero problema che deve affrontare: cercare di strappare il vero Naruto dal mondo pieno di ombre in cui è stato gettato, sicuramente è lì da qualche parte che cerca di uscire. Ma non sa nemmeno come trovarlo, figuriamoci come condurlo fuori da lì; non sa nemmeno quale strategia usare. In confronto a questo combattere contro Madara o Kaguya sembra una bazzecola.
Corrono tutto il giorno tra gli alberi senza complicazioni, come il giorno precedente si fermano al tramonto in una piccola radura frequentata solo da dei cervi che scappano non appena avvertono l’arrivo dei ninja.  Ormai manca poco al Paese delle Terme.
Il buio cala velocemente, la zona secondo Sai è abbastanza sicura e si arrischiano ad accendere un piccolo falò per riscaldarsi dal freddo. Non dovrebbero comunque incontrare nemici all’andata, sarà durante il ritorno –quando avranno i rotoli segreti – che dovranno stare più attenti.
Sono tutti attorno al fuoco che mangiano la carne secca in silenzio, solo Sakura sta chiacchierando quietamente con la Hyuuga, Sai le guarda annuendo mentre Yamato studia la cartina. Naruto è dall’altra parte del focolare, la schiena appoggiata a un tronco e gli occhi blu che riflettono le fiamme danzanti. Sta intrecciando la corda che ha dall’inizio del viaggio, i suoi gesti sono secchi e bruschi, come se faticasse a trattenere qualche emozione. Quello potrebbe essere il momento giusto per iniziare a parlargli, se solo sapesse cosa dire. Non riesce a pensare, perciò non dice niente e lo fissa e basta in maniera insistente. Il biondo sembra mal tollerare lo sguardo fisso ma non fa nulla per palesare il fastidio.
Dopo circa mezz’ora la voce di Naruto rompe il silenzio.
“Quei tre anni per te devono essere stati davvero estenuanti. Cercare di uccidermi e non riuscirci”
Le sue parole gli sembrano estremamente ingiuste e il suo primo impulso è quello di ribattere in maniera tagliente, ma si morde la lingua rammentando la conversazione con Sakura. Per questo prova ad essere diplomatico.
“Non ci riuscivo perché in realtà non volevo ucciderti” inizia con le migliori intenzioni ma Naruto lo interrompe subito con una risata soffocata, cattiva e fredda.
“Certo, anche quando mi hai trapassato il petto con il chidori” ricorda sarcastico. Sembra quasi che stia cercando le parole giuste per ferirlo di proposito. Quella realizzazione fa passare tutta la voglia di essere diplomatico a Sasuke e prima che se ne renda conto ribatte tagliente:
“Ti ricordo che tu mi hai strangolato neanche un mese fa”  
Naruto lo guarda con l’espressione di chi cerca di capire se tu stia scherzando o meno e, nel caso, è stata una battuta di pessimo gusto, grazie. Gli altri si irrigidiscono scambiandosi sguardi di intesa. Ovviamente hanno seguito tutta la breve conversazione.
Alla fine Naruto sembra capire che no, non sta scherzando, e acciglia lo sguardo offeso. “Mi stavi correndo incontro con rinnegan e sharingan attivi” spiega “Volevi attaccarmi, no?”
“No!” sbotta senza rendersene conto troppo sorpreso da quella affermazione ridicola “Io non cercavo di attaccarti. Io—io volevo...” prende un grosso respiro, ammetterlo gli costerà una grossa fetta di orgoglio “abbracciarti” ok, ora dovrà uccidere i presenti. Soprattutto Sakura che non può evitare di ghignare perfida e divertita. Ecco, Sasuke è anche arrossito. Stupido dobe. Stupide questioni umane.
Naruto sembra profondamente scettico a quella spiegazione ma, almeno, anche lui è arrossito leggermente per l’imbarazzo. “Ah” bofonchia “Perché avresti dovuto farlo?”
Domanda legittima. “Eri stato catturato ed eravamo venuti a salvarti. Perché siamo... alleati?” bella parola di sicurezza, del tutto priva di impegno emotivo e facilmente interpretabile.
“Alleato” pronuncia lentamente come se stesse assaporando il suono della parola “Amico. Compagno. Nuniken. Obbiettivo. Uchiha. Fidanzato. Nemico. Shinobi. Lo aggiungerò alla lista di parole che uso per cercare di capirti. Alleato” fa cadere la corda dalle mani.
Gli zigomi di Sasuke si sono arrossati ancor di più a sentire la parola fidanzato. Quella deve essere opera di Sakura o Kakashi, ne è sicuro.
“Sono solo Sas’ke” dice secco “Evita di fare una lista di parole”   
Improvvisamente alla rabbia nello sguardo di Naruto si è infiltrata anche una sorta di tristezza, uno strano sconforto. “E’ che non riesco più a capire cosa sia vero e cosa sia falso” rivela fissandosi le mani. Per la prima volta sembra davvero confuso e distrutto da quella situazione.
Sasuke non sa come rispondere, in suo aiuto interviene Sakura palesando il fatto che nessuno di loro si sia perso una battuta. “Allora chiedilo” dice materna.
“E a chi?” obietta diffidente.
“A noi, per cominciare” risponde Yamato “Siamo la tua squadra”
“E a Konoha hai molti amici sui quali fare affidamento” assicura Hinata gentile.
Nel silenzio che segue Sasuke cerca di immaginarsi di non riuscire a distinguere il vero dal falso e per un attimo gli sembra di precipitare nuovamente nella claustrofobica sensazione che lo aveva stretto quando aveva scoperto la verità su Itachi; non deve affatto sforzarsi per capire come si senta Naruto —come al solito del resto.
Improvvisamente sente il desiderio di spiegargli tutto nel dettaglio: chi è Naruto, chi è Sasuke, cosa sono loro, quali sono i suoi sogni, perché è così importante. Sono così tante cose che non sa da dove iniziare, è come avere qualcosa a serrargli la gola o a cucirgli le labbra. Niente, non riesce a dire niente.
Naruto alza lo sguardo verso di lui diffidente e incerto. “Il tuo colore preferito è il blu?” chiede nervosamente.
È una domanda facile e gli è grato che abbia cominciato con qualcosa del genere. “Sì” conferma, poi gli sembra di dover aggiungere qualcosa di più “Il tuo è l’arancione”
L’Uzumaki prova a fare un sorriso un po’ storto, un’imitazione di quelli che gli rivolgeva un tempo. “Questo me lo ricordo ancora”
“Sì, ma è un arancione particolare. Ti piace l’arancione del tramonto per via dell’insieme, perché è vivido e brillante anche se il sole sta morendo, ti sembra una sorta di miracolo. Me lo hai detto quando abbiamo visto quel tramonto”
Naruto sembra a disagio. “Non me lo ricordo” mormora.
“Stavamo tornando da una piccola missione. Tu ti sei fermato in mezzo alla strada a guardare il cielo arancione, c’erano poche nuvole e i tetti di Konoha riflettevano la luce” spiega sentendo qualcosa stringergli così forte il cuore da fargli male.
“Oh” il biondo chiude appena gli occhi come se si sforzasse di ricordare “Grazie”
Quel ringraziamento sussurrato a mezza voce fa scattare qualcosa nel cervello di Sasuke e un fiume di parole inizia a sgorgare dalla sua bocca senza un ordine preciso. “Ti piace il ramen. Odi aspettare i tre minuti prima della cottura. Non controlli mai la scadenza del latte. Vuoi diventare Hokage. Suoni sempre il campanello tre volte. Non ti allacci mai le scarpe. Sei disordinato. Usi lo shampoo alla cannella perché è scontato. Metti sempre due cucchiaini di zucchero nel tè. Sei il mio migliore amico. Ti piace dormire con la finestra aperta. Urli sempre. Il tuo hobby è fare scherzi. Mi hai salvato la vita” prende un grosso respiro, ha parlato in apnea. Gli tremano le mani e vuole fare qualcosa di stupido come scoppiare a piangere come un bambino. Si alza improvvisamente sotto lo sguardo ammutolito di tutti. “Ti sbagli, Sakura, non posso farlo” dice senza rendersene conto, gli trema anche la voce “Faccio il primo turno di guardia” aggiunge prima di saltare verso il primo ramo disponibile e allontanarsi. Non può sopportare quello sguardo ancora a lungo.
  **
Il giorno dopo scopre che Sakura ha ideato una sorta di gioco per aiutare Naruto a selezionare i suoi ricordi, lo chiamano “vero o falso?”. Lui dice un proprio ricordo e loro rispondono se è reale o immaginario, solitamente accompagnando una breve spiegazione.
“Tobi era Obito, vero o falso?”
“Vero. Però alla fine ha collaborato con l’alleanza degli shinobi fermando Madara e Kaguya”
“Io ho distrutto Konoha posseduto dal Kyuubi.”
“Falso. Pain ha distrutto Konoha e il Quarto Hokage, tuo padre, è riuscito a fermarti prima che perdessi il controllo. Non hai ferito nessuno”
È una buona idea finché non si rendono conto che la maggior parte dei dubbi riguardando proprio Sasuke e che non sono facili da spiegare.
“Sasuke ha attaccato i Kage”
“Vero. Ero arrabbiato per via di mio fratello e volevo vendicarmi di Danzo” è sempre lui a rispondere a quelle domande. Trova un masochistico piacere nel farlo, i sensi di colpa sono ancora ferite aperte ma ammetterli ad alta voce hanno una sorta di catarsi. Però nessuna giustificazione sembra convincere il biondo, è questo che lo fa abbandonare quel gioco lasciando l’onere delle delucidazioni a Sakura o Hinata.
Arrivano al Paese delle Terme nel tardo pomeriggio e il capo, un certo Tamoura, li invita a passare la notte lì. A Sasuke quell’idea non va per niente a genio, lo stesso non sembra pensarlo Yamato dal momento che accetta la gentile offerta con un inchino.
Agli shinobi di Konoha è stata offerta un’intera ala del palazzo e a tutti sono state date stanze singole. Li trattano con un garbo quasi irreale che irrita non poco l’Uchiha. Le stanze, però, in contrasto con la decorata e pomposa facciata dell’edificio sono spartane, molto simili a quelle di Villa Uchiha. La sua stanza è composta solo da un armadio, un comodino in legno scuro e un letto tradizione. In compenso il pavimento è quasi interamente coperto da un pregiato tappeto raffigurante stilizzati avvenimenti mitici dai sgargianti colori. Avverte la presenza di Naruto un secondo prima che metta piede nella sua stanza. Si volta a fronteggiarlo pronto a difendersi.
L’Uzumaki si blocca sull’uscio, non indossa più l’uniforma ninja ma dei comodi abiti larghi dai colori sobri, ha i piedi nudi sul pavimento in legno. Alza le mani in segno di resa non appena Sasuke si volta. “Sono disarmato” dice cercando di essere affabile, ma ha le pupille piccole come spilli e muscoli che tremano come se si trattenesse dallo scattare, ha la mascella serrata e respira bruscamente.
“Questo non ti rende meno pericoloso” dice appunto l’Uchiha sforzandosi di calmarsi mentre il suo cervello lavora incessantemente. Non può trattenersi dal trasalire lievemente quando il biondo azzarda qualche passo verso di lui. Si impone di darsi una regolata.
Naruto deglutisce e stringe le mani a pugno, non lo guarda più in faccia.
“Nello scontro alla Valle dell’Epilogo” esordisce “Volevi che sparissi dalla tua vita. Vero o falso?”
Sasuke si sorprende brevemente per quella domanda, ma poi annuisce, suo malgrado. “Vero”
Trattiene bruscamente il respiro. “Abbiamo perso un braccio” sibila. Stringe gli occhi, sembra faccia davvero fatica a controllarsi.
“Naruto, forse dovresti—”
“Rispondimi!”
Sospira. “Vero”
Annuisce. “Hai tentato di uccidermi”
“Vero”
“Ma io ti ho sconfitto”
“Falso”
Alza gli occhi color cielo su di lui tornando a guardarlo in faccia confuso e sofferente, del sudore gli imperla la fronte. Sasuke non capisce perché sia così testardo nel voler rimanere lì anche se è palese che la cosa lo stia logorando.
“Mi sono arreso” spiega piano, scandendo ogni parola.
Naruto acciglia lo sguardo. “Non è la stessa cosa? È perché ti ho sconfitto, no?”
Una sensazione analoga a quella della sera prima lo prende, sente ancora l’urgenza di spiegare tutto anche se non sa che parole usare, e senza rendersene conto fa qualche passo verso la figura dell’Uzumaki. Quello sbianca e trema leggermente, ma resta fermo al suo posto.
“Non è la stessa cosa” discorde “Perché io mi sono arreso a te. Forse avrei potuto lottare ancora ma ho deciso di non farlo, ho deciso di fidarmi. Ho scelto il nostro legame. Alla fine, mi hai convinto a tornare” senza rendersene conto si è avvicinato tantissimo, non gli stava così vicino da quando ha tentato di strangolarlo. Se solo alzasse il braccio potrebbe toccargli la guancia graffiata dalle cicatrici. Non lo fa, anche se sente l’urgente bisogno di toccarlo, di sentirlo davvero. Lo guarda solo in viso, deciso a fargli capire quello che intende.
Naruto non si è mosso di un centimetro anche se sta visibilmente tremando, ha la mascella serrata e gli occhi spalancati come quelli di una preda davanti al predatore, sembra paralizzato dalla paura. Sente distintamente il suo cuore battere fortissimo contro la gabbia toracica come se fosse il proprio. È quello che ferma Sasuke dal continuare a parlare.
Naruto ha paura di lui.
Entrambi sussultano quando il futsuma si apre lentamente rivelando la figura di Tamoura-sama, velocemente Naruto fa qualche passo indietro e lascia bruscamente il fiato. Non si era nemmeno accorto che lo stava trattenendo.
I piccoli occhi scuri del capo del Paese delle Terre scintillano e un sorriso sibillino dipinge le labbra secche quando si accorge della presenza di entrambi nella stanza. “Sono felice di costatare di persona che certe voci che circolano sull’Eroe di Konoha sono false” dice umilmente anche se il suo sguardo sembra dire il contrario.
Sasuke non riesce a fidarsi di quel tipo, gli ricorda una versione ancora più infima di Kabuto in formato tascabile.
A quelle parole Naruto tira le labbra in sorriso nervoso. “Mi stavate cercando?” domanda.
Il piccolo vecchietto scuote la testa. La sua pelle sembra carta stropicciata e sembra sparire dentro i preziosi abiti tradizionali dai bordi dorati. “Ero venuto per Uchiha-san”
A sentire il proprio nome rizza il capo e le spalle concentrando la propria attenzione su di lui.
Fa un cenno con il capo per farlo continuare e Tamoura sembra divertito dal silenzio telegrafico del moro. “C’è una persona che vorrebbe incontrarla.” I piccoli occhi neri brillano “En Oyashiro” termina.
Sasuke freme al pronunciare di quel nome e una scintilla pericolosa si accende nel suo sguardo d’ossidiana. “Cosa vuole?” sputa sprezzante.
Il sorriso sibillino si allarga, è inquietante. “Penso che lo scoprirai solo incontrandolo”
 
 
  
POPOLO, HO UNA NOTIZIA SCONVOLGENTE
--che non c’entra nulla con il capitolo.
Sono arrivata prima a un concorso di scrittura e, se tutto va bene, pubblicheranno la mia storia. Non potete capire la felicità, se ci penso ricomincio a piangere di gioia.
È il primo passo verso la realizzazione di un sogno, dattebayo! Mi sento tanto Naruto in questo momento xD
 
Appunto di Naruto, passiamo al capitolo. Mh, Sasuke sta cominciando a fare un po’ di giudizio anche se, be’, resta sempre Sasuke xD vedremo se migliorerà. Probabilmente cambierò il rating in rosso perché dopo tutto questo angst/tensione sessuale una bella bombata finale ce la meritiamo e.e
Eee, ditemi voi le vostre impressioni^^
 
A presto!
Hatta

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Predatore ***


PREDATORE
 
Le scale che portano alle prigioni del Paese delle Terre sono in pietra dura e umide, scivolose; l’ambiente è mal illuminato e puzza di muffa e chiuso, dell’acqua gocciola ritmicamente dal soffitto formando delle piccole pozze. Le fiaccole sono per la maggior parte spente e le poche accese hanno una fiamma esigua, morente. Là sotto il caldo è asfissiante, appena ci ha messo piede Sasuke, che è molto sensibile ai cambi di temperatura, ha sentito quel calore umido prendergli la gola. Risulta quasi difficile respirare e ha già iniziato a sudare.
Ad accompagnarlo c’è solo una guardia, uno shinobi mercenario, che tiene una fiaccola e cammina senza proferir parola come un automa. Non che non gli dispiaccia quel silenzio, comunque.
Sente tante piccole emozioni contrastanti esplodere nel suo petto come fuochi d’artificio ma una la fa da padrona soffocando del tutto le altro. La rabbia. Da quando Naruto era stata catturato, Sasuke aveva bramato il giorno in cui si sarebbe finalmente trovato a faccia a faccia con En Oyashiro per tagliargli la testa. Non l’ha mai biasimato per il suo odio nei suoi confronti, lo capisce perfettamente, ma non può tollerare il fatto che abbia tirato in mezzo Naruto.
Non sopporta che sia riuscito a ferirlo nel suo unico punto debole.
“Lo teniamo nella cella di isolamento” dice ad un certo punto lo shinobi che lo sta accompagnando; ha una voce meccanica, vagamente annoiata, come se non fosse realmente lì. “Ma per il colloquio lo abbiamo trasferito qui. Abbiamo fatto in modo che sia il più sicuro possibile”
Sasuke annuisce anche se dubita fortemente che quel vecchietto possa nuocergli.
La cella del colloquio si trova alla fine del corridoio, ed è illuminata da ben due fiaccole, lo shinobi apre la pesante porta in legno con un sigillo. Attiva lo sharingan e lo memorizza nel caso volesse uscire da solo.
“Vi lascio soli” termina il suo accompagnatore, dopodiché ci sono solo i pesanti passi sul pavimento di pietra e il gocciolio dell’acqua.
Con le dita si allenta il colletto della maglia, gli sembra di soffocare da quanto è pesante l’aria, e fa un passo nella cella.
En Oyashiro è addossato alla parete con i polsi legati dietro la schiena, le catene serrate sulle caviglie e una visiera sul viso per nascondere gli occhi. Sta sorridendo, l’ha sentito entrare.
Uchiha-Sa’ske” scandisce, la sua voce sembra un disco rotto mentre rimbalza tra le pareti di pietra. Cade una goccia.
En Oyashiro è un vecchio dalla pelle che sembra una ragnatela di rughe, le labbra sono secche e leggermente tagliuzzate, pallide e tirate in un ghigno; i capelli bianchi sono fili sottili sciolti in maniera disordinata sulle sue spalle magre e ossute, indossa una veste bianca e sporca dalle lunghe maniche. Sta in ginocchio con la schiena ritta, nonostante lo sguardo coperto e il misero aspetto gracile rilascia comunque un’aura di potere e orgoglio.
Sasuke vorrebbe dire tante cose –insultarlo, tanto per cominciare – ma come al solito risolve di starsene zitto e attende che il vecchio capo dei Chinoike dica qualcos’altro. Tiene kusanagi al fianco e non riesce a non pensare a quanto sarebbe facile calare quella lama sul quel capo fragile, sarebbe come tagliare burro, non incontrerebbe nessuna resistenza. Come tagliare un ramo secco e malato.
“Alla fine la cocciutaggine dei tuoi amici ha avuto la meglio” dice infine Oyashiro. Ha quel modo di parlare lento di chi non si cura dello scorrere del tempo, lo stesso del terzo Hokage.
Sasuke vorrebbe ribattere che quelli non sono i suoi amici ma visto come si è evoluta la situazione non gli sembra il caso di tirare fuori la sua indole polemica e questionare sulla sua presunta socialità.
“Sai” continua, non sembra disturbato dal fatto che l’Uchiha non abbia ancora parlato, anzi il suo ghigno ha aggiunto una sfumatura divertita “E’ stato divertente torturare quei due vostri shinobi davanti a Uzumaki facendogli credere di essere te... fargli vedere il suo prezioso Uchiha uccidere i suoi altrettanto preziosi compagni” le sue parole si spensero in una bassa e misurata risata “Dimmi, ha già cercato di ucciderti?”
Istintivamente Sasuke porta la mano alla gola, appoggia le dita dove quelle di Naruto hanno stretto nemmeno una mese prima. I lividi non ci sono più ormai ma li percepisce ancora chiaramente ogni volta che incrocia lo sguardo blu. Ci sono cicatrici che non andranno mai via, come quelle che gli aveva lasciato lo scontro con suo fratello.
Socchiude gli occhi raccogliendo il fiato per parlare. “Devi dirmi altro oltre che vantarti del tuo geniale piano malvagio?” chiede laconico “Ho di meglio da fare”
En Oyashiro allarga il sorriso scoprendo una fila di denti bianchi. “Non ne dubito. Volevo solo sapere chi dei due... aveva vinto”
“Dei due quello in ginocchio e in catene sei tu, credo che la risposta sia più che chiara” ribatte duro.
“Chiara” ripete lentamente “Il tempo è mutabile come il mare e le possibilità sono infinte come le sue correnti. Finché l’acqua è agitata non si potrà mai vedere che cosa c’è nel fondale, così è il futuro”
Si passa una mano sulla fronte scostandosi la frangia dalla pelle completamente sudata, l’afa è insopportabile e lo fa sentire pesante come sul punto di addormentarsi.
“Grazie per questa perla di saggezza” replica aspro “Ma a me la situazione appare davvero chiara, così come la tua sconfitta”
En Oyashiro fa passare la punta della lingua sulle labbra secche in un gesto che gli ricorda Orochimaru –che schifo, perché tutti a lui i pervertiti?.  “Ormai Naruto Uzumaki è diventato una mia creatura, penso che anche questo debba apparirti chiaramente”
Sasuke si sente ribollire dalla rabbia a quelle parole e deve stringere gli occhi e il pugno per non lasciarla trapelare, per trattenersi dall’ucciderlo immediatamente.
“Naruto non è tuo” precisa con la voce che trema leggermente dalla rabbia “Appartiene solo a se stesso, e qualsiasi cosa tu gli abbia fatto lui tornerà come prima, stanne certo”
“Quanta arroganza nelle tue parole” commenta con la prima espressione stizzita “Cosa ti rende così sicuro di te?”
Arriccia un angolo della bocca in una parvenza di sorriso. “È Naruto e mi fido di lui”
Vorrebbe farlo a pezzi lentamente e guardarlo mentre muore dissanguato, le sue dita fremano per strappargli la pelle dalle ossa e lacerare i muscoli.
“E lui si fida di te?”
Un verso stizzito scappa delle labbra del moro. “Se devi solo...”
“No, ho una richiesta, in realtà” lo interrompe bruscamente, ma nemmeno tanto, non ha alzato la voce per imporsi su di lui.
“Ch’” commenta “Non vedo perché dovrei ascoltarla”
“E’ molto semplice, vorrei che fossi tu ad uccidermi”
Il tempo sembra congelarsi, anche le gocce d’acqua smettono di precipitare cristallizzate in quel momento, Sasuke trattiene il respiro fra le labbra. Quando lo lascia andare sembra che il tempo riprenda a scorrere.
“Non sta a lei decidere” dice tranquillamente anche se dentro sente forte il desiderio di accettare quella richiesta e ucciderlo lì, in quel momento, senza che se ne renda conto, e mettere in atto la sua vendetta. Ma è diventato migliore di così, vuole essere migliore di così. Lo deve fare per Naruto.
“Il mio intero clan è stato ucciso da voi maledetti Uchiha, di puro sono sopravvissuto solo io. L’ultimo Uchiha contro l’ultimo Chinoike, se deve finire nel sangue che sia così”
Sasuke sospira seccato e gli dà le spalle dirigendosi verso l’uscita. “E’ stato proprio il sangue a causare tutto questo e per questo non finirà con il sangue. Ho intenzione di fermare questo circolo vizioso.  La sua sentenza verrà scelta dai kage e non avrà voce in capitolo” alza la mano pronto a riprodurre i simboli che lo shinobi aveva usato per aprire la porta, non ha voglia di chiamarlo per farsi venire a prendere; può anche uscire da solo.
La risata lugubre gli giunge chiara.
“Così come è iniziata questa storia finirà. Ma questa volta, a parti inverse” è l’ultima cosa che sente prima di chiudersi la porta alle spalle pesantemente. Si sente spossato, come se avesse combattuto contro mille nemici.
Sulle dita della mano sfavillano alcuni piccoli lampi di elettricità del chidori.
 
**
“Le terme sono davvero fantastiche qui”
“Eh, non per altro si chiama Paese delle Terme
“Lo so, lo so. Ma sto dicendo che non sarebbe male fare una vacanza qui”
“Sei appena tornata dalla luna di miele, non ti sembra un po’ presto parlare di vacanze?”
“Oh, stai zitto, baka-Sai”
 
Seduto sul tavolino tradizionale a gambe incrociate Naruto guarda in silenzio i suoi compagni di squadra battibeccare amorevolmente e si ingozza con il miso nel frattempo. Certo, è strano che stia in silenzio ma ha scoperto che gli piace osservare quella quotidianità che sembra non appartenergli.
Non stanno cenando con il resto dei nobili, Tamoura-sama ha riservato loro una stanza accogliente piena di luce dove ristorarsi e dei ragazzi che li servono con dedizione. In particolare Naruto è particolarmente affascinato da una ragazzina di bassa statura con dei corti capelli bianchi, sembrano fatti di neve o panna. Ha un sorriso vivace ma non ha mai parlato, come gli altri, limitandosi a inchini cortesi ed educati; è molto buffa. Ogni qual volta che ha un bicchiere o un piatto vuoto si affretta a riempirglielo e questo lo mette un po’ a disagio.
“Grazie” dice quando appunto la ragazzina si avvicina per versare l’acqua nel bicchiere, indossa una lunga veste smanicata e ha le guance arrossate, i lineamenti rotondi. Al ringraziamento fa un cenno con il capo abbassando appena il mento poi alza i propri occhi a incontrare quelli del biondo.
Sono violetti, con una strana sfumatura vermiglia...
“O-i” il berciare di Sakura lo scuote dalla contemplazione di quegli occhi particolari e distoglie lo sguardo imbarazzato iniziando a mangiare a ritmo forsennato.
“Qualcuno sa che fine ha fatto Sasuke?” continua la rosa mordendo un pezzo di pane e prendendo poi un sorso d’acqua.
“E’ andato da En Oyashiro” risponde sovrappensiero il biondo.
A quelle parole la kunoichi sputa l’acqua in un getto che colpisce Naruto dritto in faccia e poi urla scandalizzata: “Da chi?” con la stessa grazia di un bufalo inferocito “Oddio, lo vuole uccidere per davvero”
Sai cortesemente gli passa un fazzoletto per pulirsi la faccia mentre dice alla ragazza: “Ho letto recentemente in un libro che se una femmina sta per troppo tempo a contatto con dei maschi assume dei comportamenti tipicamente maschili”
“E questo cosa c’entra?” domanda tossendo.
 “Ti è cresciuto anche il pene, Sakura?”
L’interpellata rischia di soffocare una seconda volta con la propria saliva e si volta inferocita verso l’amico con un’espressione omicida sul volto. “SAI!” sbotta al limite dell’ultrasono “Come ti salta in mente di dire certe cose davanti a una signora!”
“Oh, hai ragione” sembra rendersi conto il moro anche se non cambia granché espressione, poi si volta verso la Hyuuga con un sorrisetto di scuse “Scusa per aver detto quelle cose volgari davanti a te”
Hinata immancabilmente arrossisce mentre Sakura serra le mani attorno al collo dell’amico iniziando ad agitarlo. “Stavo parlando di me, baka!” lo aggredisce con una vena che sembra sul punto di esplodere sulla fronte.
“Ma avevi parlato di una signora” inferisce Sai con il sorrisetto impassibile nonostante le dita strette su di lui che lo stanno sballottando come una bambola di pezza.
Naruto e Hinata si lanciano uno sguardo prima di scoppiare entrambi a ridere, il primo rischiando di soffocare, la seconda portandosi una mano alla bocca; Yamato alza gli occhi al cielo, è comprensibile il motivo per cui Tamoura non abbia voluto farli cenare con gli altri nobili.
Il momento di ilarità collettivo viene interrotto dallo scivolare del futsuma e da Sasuke che, nelle sue immancabili vesti neri, fa la sua entrata nella stanza. Immediatamente la risata si spegne nella gola di Naruto sentendo solo un gelo impossessarsi dei suoi arti. L’istinto di attaccarlo è fortissimo.
Sakura scatta in piedi rischiando di rovesciare la tavola mollando la presa sul collo di Sai e gli punta l’indice con fare accusatorio.
“Spero per te che non ci sia stato nessun omicidio!” bercia minacciosa.
Sasuke non sembra granché spaventato e con tranquillità va a sedersi, con suo sollievo, dalla parte opposta del tavolo, il più lontano possibile da lui.
“Rilassati, Haruno” dice incolore “E’ ancora lì a marcire, quel verme” dice con odio.
Hatake, Hatake” lo corregge bonariamente la rosa sventolando la mano con l’anello sotto il suo naso sollevata da quella risposta e torna a sedere al suo posto lasciandosi alle spalle la breve lite con Sai. “Che cosa voleva?” domanda curiosa. Per Naruto è inconcepibile che la kunoichi riesca a parlare così tranquillamente con lui nonostante quello che è successo, cerca di capire ma non ci riesce.
“Oltre vantarsi dei suoi piani malvagi? Nulla”
“Un classico” commenta Sakura.
Sai annuisce. “In un libro ho letto che tutti i cattivi arrivati ad un certo punto rivelano i propri piani malvagi. È il motivo per cui vengono sempre catturati”
“Anche Sasuke?”
La domanda sgorga dalle sue labbra senza che se ne renda conto ma quando succede il silenzio cala completo su di loro. Tutti sembrano bloccarsi. Naruto vorrebbe prendersi a schiaffi, non può stare zitto e ignorarlo e basta? Perché non ci riesce?
Soprattutto vorrebbe capire perché quegli occhi neri sgranati su di lui gli facciano così male, è una sofferenza completamente diversa da quella causata dalla rabbia o dalla paura.
Hinata è la prima a riscuotersi da quella domanda. “Cosa intendi, Naruto-kun?”
Gli sta davvero simpatica Hinata, soprattutto la sua voce gentile. “Tutti i cattivi rivelano il proprio piano malvagio” ripete quello che ha detto Sai “Quindi anche Sasuke lo ha fatto, no?”
“Falso” risponde Sakura riprendendo a mangiare come se nulla fosse “Sasuke non è un cattivo, gli sono solo successe brutte cose”
Cerca in tutti i modi di non far cadere il proprio sguardo su quello del moro e stringe le mani a pugno. “Tutti hanno passato brutte cose, eppure non mi sembra...che abbiano tentato di...” serra gli occhi e si interrompe prendendo un grosso respiro. Improvvisamente gli fa malissimo la testa, perché deve diventare sempre così complicato quando lui è nei paraggi? È come se due parti di se stesso si mettessero a litigare e a tirare in direzioni diverse, non riesce a capire quale delle due parti seguire. È doloroso, fa male e lo spaventa. Gli lacera la carne.
“Sono stanco, penso che andrò a dormire” la voce dell’Uchiha gli arriva ferma e dura alle orecchie. Socchiude gli occhi spiandolo fra le ciglia. Non può nascondere che lo trovi bello, ci ha già provato al loro primo incontro ma arrivati a quel punto continuare a negare gli sembra ridicolo. Sasuke è bello, bello davvero, in maniera semplice e disarmante, e questo deve essere un errore perché le persone cattive non sono belle. Pensa alle parole della kunochi e decide che sono sbagliate, forse non è più cattivo ma sicuramente lo è stato.
Sakura si volta completamente verso il moro alterandosi leggermente. “Ma non hai toccato cibo” gli fa notare, sul suo piatto infatti ci sono solo dei pomodori “Già con questa storia che non mangi la carne non puoi metterti anche a saltare i pasti” continua.
Naruto sente qualcosa di vagamente simile al senso di colpa quando nota che Sasuke lo sta spiando da dietro i ciuffi lunghi della frangia. Abbassa la testa sfuggendo a quel piccolo e innocente sguardo indagatore –qualsiasi cosa stia cercando è abbastanza sicuro non sia mai  esistita – e stringe con più forza la forchetta fino a far sbiancare le nocche.
“Tu sei vegetariano. Vero o falso?” dice alla fine cercando di mantenere la propria voce salda. Vuole rimediare, vuole far tornare l’atmosfera serena e rilassata come prima quando tutti stavano ridendo e poi, anche se non può ammetterlo, vedere quello sguardo rassegnato negli occhi neri gli fa male.
“Vero” conferma Sasuke rilassando impercettibilmente la posa delle spalle, è ancora in piedi ma non sembra più tanto intenzionato ad andare via.
Naruto annuisce come se considerasse l’informazione fondamentale anche se è impegnato con ogni sua cellula a non scattare in piedi e sprigionare un rasengan. È un desiderio primitivo.
“E il tuo cibo preferito sono i pomodori” continua, non si fida ancora ad alzare lo sguardo.
“Vero” conferma nuovamente. Yamato e Sai hanno ripreso a mangiare meno vigili e anche Hinata ha spostato una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio in maniera rilassata accennando un sorriso di incoraggiamento ad entrambi.
“Invece a te piace il ramen. Ma ti piace soprattutto quando è il maestro Iruka ad offrirtelo” continua Sasuke, la sua voce è dura ma anche liscia come la pietra levigata dal mare. O almeno gli ricorda una cosa del genere.
Cerca di fare un sorriso sincero per quanto nella sua gola senta racchiusi solo dei ringhi. “Eh, ma questo lo so già, tebayo” si arrischia a lanciargli una breve e veloce occhiata, l’Uchiha è ancora in piedi ma il suo corpo è teso verso di lui, come se ne fosse magneticamente attratto e senza rendersene conto cercasse di raggiungerlo.
 Un flash passa davanti agli occhi di Naruto.
 
“Non ci sarà nessuno a fermarci come l’ultima volta. Te lo ripeto: io ti ucciderò!”
 
Molla la presa sulla forchetta e si alza di scatto, il cuore che batte impazzito contro il suo sterno e l’ossigeno che non arriva mai abbastanza ai polmoni; tiene gli occhi spalancati incapace di distogliere l’attenzione da quel ricordo che lo ha paralizzato. Sente delle scariche di paura, rabbia e umiliazione lungo tutta la spina dorsale.
“Non mi sento bene” dice con un po’ di affanno, sente il sudore freddo colare sulla sua pelle. Sa di avere lo sguardo preoccupato di tutti puntato su di sé ma non riesce a focalizzarsi su quello che lo circonda, gli sembra di essere sbalzato lontano in maniera tanto brusca che il corpo è rimasto indietro.
Non è reale, non è reale. Si ripete. Quel ricordo non è reale.
O forse sì.
Come può capirlo? Vero o falso? Sasuke gli ha davvero detto quelle parole?
Gli tremano le mani.
Sente Yamato alzarsi anche lui mentre si pulisce le dita con un tovagliolo. “Vengo anche io”
Annuisce, gli sembra di avere la febbre. Reale o non reale? Non ha il coraggio di chiedere.
Yamato-taicho gli appoggia una mano sulla schiena facendo una breve pressione, annuisce ancora prendendo un lungo e lento respiro, poi si lascia portare fuori. Cerca di ignorare in ogni modo lo sguardo inchiostro che sente fisso sulla sua nuca.
 
Sakura si volta verso di lui con un sorriso tirato, forzatamente allegro. “Però stiamo facendo dei progressi, no?” lo incoraggia riempiendogli il piatto di verdure come monito. Mangia.
Sasuke guarda i pomodori e le foglie di lattuga senza rispondere, pensa alle parole che gli ha detto En Oyashiro.
“Quanta arroganza nelle tue parole. Cosa ti rende così sicuro di te?”
“E’ Naruto e mi fido di lui”
Si chiede se sia abbastanza.
 
**
Partono all’alba di due giorno dopo, prima sono stati costretti a fare un breve giro turistico del Paese e poi controllare di persona i famosi rotoli. Non sono molto grandi, la loro lunghezza è di un palmo e per questo hanno deciso di riporli in bisacce di cuoio più facilmente controllabili.
Sasuke non ha partecipato a nulla di tutto questo, è rimasto chiuso nella stanza a lui assegnatagli a elucubrare sul discutibile sarcasmo della vita. Quando è ora di andarsene ha due occhiaie peggiori di quando è arrivato lì.
Tamoura li saluta calorosamente con tutta la famiglia ripetendo più volte di quanto siano lieti della loro venuta, che saranno sempre riconoscenti a Konoha, che se necessiterà un’aiuto faranno del loro meglio e blablabla...
Ipocriti.
Una bambinetta dai capelli bianchi si stacca dal gruppo di servi e con passo timido trotterella verso Uzumaki porgendogli un fiore, scappa via ancor prima che possa ringraziarla.
Sasuke la fulmina con lo sguardo prima di sbuffare e rivolgere gli occhi altrove, si rifiuta di essere gelosa di una servetta qualsiasi. Non ha intenzione di cadere così in basso.
Il viaggio prosegue tranquillo nonostante tutte le pessimistiche predizioni di Sai e la sera riescono a camparsi senza aver incontrato nessuno se non qualche scoiattolo e un paio di cervi. Comunque non possono accendere nessun fuoco e come riparo dal freddo usano i mantelli e i sacco a pelo. Prima di coricarsi chiacchierano pacificamente –lui naturalmente chiacchiera in silenzio—e continuano quello stupido gioco sul vero e falso. Naruto fa domanda innocenti, di vita quotidiana e un po’ evasive come se non volesse toccare l’argomento Sasuke di proposito.
Sono qui davanti a te, stupidissimo dobe, vorrebbe dirgli. Invece lo ignora anche lui, se vuole giocare a chi è più testardo avrà pane per i suoi denti. La cosa che davvero lo infastidisce è il fatto che Naruto tenga quel maledetto fiore. (Ok, è geloso, problemi? È il suo migliore amico, non quello di una serva capitata per caso)
La notte prosegue tranquilla e il giorno dopo possono ripartire senza nessuna incongruenza, tutto sta filando fin troppo liscio. Ha una sensazione, una brutta sensazione, il suo istinto gli urla di controllarsi le spalle perché qualcosa sta per succedere ma non c’è nessuno a seguirli. È davvero tutto tranquillo. Davvero?
I suoi sospetti si mostrano fondati quando manca ormai poco al villaggio. Naruto, che è qualche metro più avanti a litigare con Sai, si immobilizza di colpo rischiando di scivolare dal ramo. Preoccupati anche gli altri shinobi fermano la corsa raccogliendosi attorno all’Uzumaki. Ha preso a tremare e si porta le mani alla testa tirandosi forte i capelli, ha la bocca aperta come se volesse urlare ma non esce nessun suono.
“Naruto” lo chiama Sakura cercando di afferrarlo preoccupata ma quello rizza le spalle di colpo, ha un’espressione concentrata sul volto e gli occhi rossi, i tagli più spessi sulle guance.
“Kurama, che sta succedendo?” domanda prontamente Yamato.
Il moccioso sta perdendo il controllo” dice il demone in un ringhio mentre lotta internamente per mantenere la supremazia sul corpo. Gli occhi tornano blu a intermittenza.
“Ma Sasuke non ha fatto niente” considera Sai beccandosi un’occhiataccia dal diretto interessato. Perché diamine devono subito pensare che sia colpa sua?
Un ringhio gutturale esce dalle labbra del Jinchuurike mentre cade in ginocchio e artiglia la corteccia dell’albero lasciando lunghi strisci. “E’ diverso. È come se una voce lo chiamasse, come se stesse cercando di controllarlo” gli occhi tornano blu e un urlo sovrasta il resto delle parole. Hinata si accuccia accanto a lui afferrandolo per le spalle e non farlo cadere. “Naruto-kun, siamo quasi arrivati. Cerca di resistere” lo sprona costringendolo a guardarla in volto.
 Una mia creatura, ha detto En Oyashiro. Immediatamente Sasuke si volta indietro e cerca in giro con il rinnegan attivo. È impossibile che il Chinoike sia lì, il suo corpo si trova imprigionato nell’umida e afosa terra del Paese delle Terre. Infatti lì non c’è nessuno. Ma allora perché...?
Un altro urlo lo fa voltare nella direzione del biondo, il suo corpo trema tutto e scuote la testa in continuazione. Gli ricorda quando cercava di non lasciarsi sopraffare dal Kyuubi, solo che qui è altro che sta cercando di prendere il controllo.  È terribile, non sa come aiutarlo.
Poi, improvvisamente, si immobilizza, sembra abbia pure smesso di respirare. Ha lo sguardo perso nel vuoto, le pupille affilate come spille e l’iride di un blu così vivido da risultare elettrico. Non trema più, sembra aver guadagnato il controllo e Hinata quasi tira un sospiro di sollievo.
Quasi.
Naruto alza lo sguardo su Sasuke, è lo stesso di un predatore pronto a divorare la propria vittima.
 


 
TANTAN
Buongiornissimo popolo(?), ho la febbre, capitemi: deliro. Le persone normali fanno gli incubi, io mi sogno loro e le altre otp che fanno cosacce *cuori*
Ma parliamo di Sasuke. Sì, Sasuke è vegetariano e questa headcanon non me la toglierà mai nessuno, così come Sakura versione nonna che ti riempie il piatto di cibo. Andiamo, Sas’ke-kun veggy è troppo cute per non pensarci –e questo non c’entra con il fatto che io sia vegetariana, lo giuro xD
 
Spero che il capitolo sia piaciuto, ovviamente doveva raccogliere altre parti ma ancor più ovviamente io sono logorroica. Scommetto che succederà la stessa cosa come con Kyubiko no ko.
“Durerà solo due capitoli!”
Nove capitoli di “Questo è l’ultimo, lo giuro!”
Dai, sono adorabile :3
 
A presto!
Hatta

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** coprifronte ***


COPRIFRONTE


Naruto alza lo sguardo su Sasuke, è lo stesso di un predatore pronto a divorare la propria vittima.
Anche Hinata lo nota e irrigidisce la posa delle spalle, il sorriso gentile e rassicurante è ancora dipinto sulle labbra sebbene lo sguardo si sia impercettibilmente affilato.
“Sasuke-kun” dice piano, quasi in un sospiro come se non volesse allertare un animale selvatico. Naruto trema violentemente, lo sguardo sconvolto.
 Scappa” termina.
Non ha nemmeno il tempo di chiedere cosa?! Che l’Uzumaki scatta improvvisamente in un ringhio ferino. Hinata attiva immediatamente il byakugan, simultaneamente Sai tira fuori un rotolo iniziando a schizzarci sopra e Yamato ha impresso le proprie impronte sul terreno richiamando l’arte del legno.
SAS’KE!” è un grido lacerante, non c’è nulla di familiare, solo un grande e impetuoso odio.
Si prepara all’attacco, alla difesa, a qualsiasi cosa ma Hinata intervenie prima di lui attivando il chakra nei propri palmi. “Vattene da qui!” ripete mentre si scaglia contro Naruto per bloccarlo e lui vorrebbe dirgli che no, proprio no, non ha nessuna intenzione di scappare via. Sakura la deve pensare diversamente perché con mala grazia lo afferra per la collottola del mantello iniziando a tirarselo dietro senza fatica fra i rami cercando di mettere più distanza possibile dal gruppo.
“Smettila, stupida!” grida facendo attrito, riesce a vedere i compagni combattere contro l’Uzumaki, i bagliori di chakra sono indicativi su quello che sta succedendo.
Sakura non risponde continuando a correre e trascinandoselo dietro; Sasuke si divincola fino a scappare dalla sua presa e frana elegantemente su un ramo più basso. Sakura lo raggiunge immediatamente cadendo accovacciata.
“Dobbiamo andare a Konoha il prima possibile” sbotta la kunoichi con gli occhi verdi carichi di fredda determinazione.
“No, cazzo” impreca “Io non scappo da lui e soprattutto non lo lascio così!”
“Sasuke, non capisci...”
“No, no” la interrompe respirando affannosamente “Sei tu che non capisci! Io non scappo, a differenza tua non sono un codardo! Scappare non è la soluzione, ma cosa te lo dico a fare? Tu hai sempre saputo solo scappare e rannicchiarti dietro a Naruto piagnucolando il suo aiuto come l’incapace quale sei!” la insulta velenoso riversandole addosso tutta la rabbia che prova per la propria impotenza, tutta la frustrazione che gli causa quella situazione; vuole ferirla, vuole farla sentire inutile come si sente esattamente lui in quel momento. Fragile e inutile.
Sakura indurisce lo sguardo, aggrotta l’ampia fronte e scatta contro di lui.
“Shannaro!” grida. Sasuke abbassa il capo pronto allo scontro immediato, in un certo senso lo desidera, ma la ragazza lo supera senza badarlo minimamente concentrata in un punto alle sue spalle. Solo allora Sasuke percepisce l’altro chakra. Volta la testa di scatto sguainando kusanagi appena in tempo per vedere Naruto parare senza fatica il pugno di Sakura. La kunoichi non batte ciglio e approfitta di fare leva nella parata per sferrargli un calcio mentre è ancora in volo.
Stupida, cosa crede di fare?! Sbotta fra sé davanti ai tentativi della ragazza di batterlo. Quello non è un allenamento e Naruto non è in sé, la investirebbe senza battere ciglio con tutta la sua forza pur di togliersela di mezzo.  Lo deve pensare anche la ragazza perché il Byakugou brilla sulla sua fronte attivando il suo potere di guarigione.
Sasuke interviene immediatamente in sua difesa. “Che cazzo combini, stupida!” la insulta bloccando con il piatto della spada un colpo di Naruto verso la ragazza “Disattivalo subito, adesso!” ordina riferendosi al jutsu che le accorcia la vita. Sakura fa una smorfia mentre si allontana di un salto.
Gli occhi blu di Naruto brillano pericolosi non appena vede la figura del moro, ha i lineamenti distorti dalla rabbia e dalla furia omicida.
“Sas’ke” sibila piano, minaccioso attivando la biju mode. Le fiamme dorate brillano a intermittenza attorno a lui, Kurama evidentemente sta cercando di bloccarlo da dentro per limitare i danni e prendere il controllo sul corpo. Sasuke non sa come comportarsi, non ha mai colpito un nemico con l’intenzione di non ucciderlo. Come può fermare Naruto forte quanto lui senza fargli inevitabilmente del male?
Sulla mano dell’Uzumaki sta già brillando un rasengan, Sasuke lo imita facendo crepitare chidori lungo la lama di kusanagi; non ha tempo per pensare. Combattono furiosamente, Naruto è totalmente privo di controllo, mira  ad uccidere e ogni suo colpo è tremendamente pericoloso, Sasuke non sa come muoversi, si trova incapace di colpirlo. Una voce dentro la sua testa non fa altro che ripetergli che non è colpa del biondo tutto quello. È terribile; una sensazione così contrastante non l’ha provata nemmeno combattendo contro Itachi. I cloni sembrano non finire mai, li fa sparire uno dopo l’altro in nuvole di fumo, ma di positivo c’è che non riesce più ad usare il chakra della volpe. Si appresta per attivare Susanoo, ma con la coda nell’occhio nota l’ennesimo kage bushin e per evitare il rasengan diretto alla sua faccia perde l’attenzione sul Naruto originale. Sente il fiato caldo dello shinobi sul proprio collo mentre lo inchioda a terra con il proprio corpo, un kunai puntato alla sua gola, un rivolo di sangue ha già iniziato a colora dalla pelle candida. Basta aumentare di poco la pressione per ucciderlo.
“Sasuke!” grida spaventata Sakura cercando di eliminare tutti i cloni attorno a lei, ha il viso graffiato e sporco, le nocche sanguinanti.
Ma Sasuke non riesce ad avere paura, irrazionalmente pensa che quella è la prima volta che Naruto lo tocca da quando ha cercato di strozzarlo; non dovrebbe esserne così rassicurato, ha un kunai alla gola per tutti i kami!
“HYA!”un urlo sottile, acuto, e non sente più il peso sulla propria schiena. Istintivamente rotola mettendosi a carponi sul terriccio pronto a scattare in difesa ma nota tra lui e l’Uzumaki la morbida figura di Hinata. La kunoichi è malconcia, sembra reggersi a fatica sulle gambe eppure scatta senza esitazione verso Naruto prima che possa riprendersi dall’attacco a sorpresa. Tenta di colpirlo al petto ma la mano ambrata del ragazzo le afferra il polso impedendoglielo, le storce la spalla e Hinata asseconda il movimento salvo all’ultimo accucciarsi e colpirlo ai fianchi con il piatto dell’altra mano. Il biondo molla presa sul braccio della ragazza e quella ruota senza cadere, i capelli attorno a lei come un fiume, torna nella posizione iniziale e simultanea schiva un colpo senza arretrare, para un pugno con l’avambraccio mentre concentra del chakra nel palmo dell’altra mano.
“Sakura!” chiama mente i segni del byakugan si fanno più spessi sulla pelle bianca. L’altra ragazza all’udire del proprio nome interviene immediatamente e, come due marionette in sincronia, sferrano in proprio attacco contemporaneamente perfettamente coordinate. Sakura gli afferra entrambe le braccia bloccandole dietro la schiena e Hinata lo colpisce al petto con il palmo pieno di chakra con una potenza tale che Sasuke percepisce l’aria spostarsi.
Dei kanji percorrono rapidi l’intero corpo di Naruto dal punto in cui la Hyuuga ha sferrato l’attacco. Il ragazzo lancia un gridio gutturale divincolandosi fra le braccia dell’Hatake, l’inchiostro sembra imprimersi a fuoco sulla sua pelle e spalanca gli occhi blu come colto da un dolore atroce. Dura un secondo, le palpebra cadono sull’azzurro e il corpo scivola inerte sulle ginocchia, Sakura lo tiene prontamente su perché nella caduta non si faccia male adagiandolo piano a terra. Sta respirando affannosamente.
Hinata abbassa le mani e prende un respiro tremante prima di crollare lei stessa a terra incapace di reggersi dalla fatica.
“Hinata!” la chiama Sakura e prontamente è al suo fianco, attiva i jutsu di guarigione sulle proprie mani per lenire le innumerevoli ferite sul corpo della ragazza.
Hinata scuote la testa debolmente. “Sai” dice solo, prende un grosso respiro “Sai è messo male. Va’ da lui”
“Lasciami un attimo...”
“Me ne occupo io” la interrompe sbrigativo Sasuke, l’adrenalina che ancora scorre nelle vene. Gli occhi verdi si fissano su di lui e sulla sua gola sporca di sangue.
“Sasuke, anche tu...” inizia allungando una mano verso la sua pelle lesa come se volesse guarirlo seduta stante ma il ragazzo scuote la testa deciso.
“Come sta lui?”  domanda guardando il corpo inanime di Naruto.
“Va tutto bene, Sas’ke-kun” lo tranquillizza Hinata “Ho solo attivato il sigillo di blocco” volta la testa verso Sakura “Sai è ferito gravemente” dice seria “E’ più urgente di noi”
La kunoichi sembra tentennare ma poi si lascia convincere dalle parole dell’amica. Lancia uno sguardo freddo a Sasuke. “Non fare idiozie mentre non ci sono”
L’Uchiha la guarda con un smorfia infastidita a quel tacito rimprovero ma decide di ignorarla, tutta la sua attenzione è su Naruto disteso a terra, il suo volto è pallido e sudato ma respirare in maniera regolare dalle labbra socchiuse. Fisicamente non sembra stare male, ha solo delle ferite superficiali che Kurama si sta già apprestando a curare. Segue con lo sguardo i lineamenti morbidi ma quando arriva alle labbra serra gli occhi con violenza, nella sua testa sente ancora riecheggiare il sibilo pieno di odio con cui l’ha chiamato.
“Sasuke”
È una voce dolce e femminile, completamente diversa da quella di Naruto; apre gli occhi voltandosi verso Hinata con espressione apatica, è la prima volta che lo chiama senza onorifico, e la sprona a parlare socchiudendo appena le palpebre.
La kunoichi si è seduta sull’erba appoggiando la schiena a un albero, il petto si alza e abbassa velocemente e si tiene una mano appoggiata su una ferita al costato. È completamente imbrattata di sangue.
“Cosa stavi cercando di fare, prima?” il tono con cui lo dice è sempre tenue e delicato, ma c’è un inclinazione che lo rende anche duro, come se stesse facendo un rimprovero.
“Quando Naruto ti ha bloccato lui stava esitando, potevi fuggire dalla sua presa semplicemente usando il rinnegan” spiega, appoggia la nuca all’albero e guarda in alto. “Invece sei rimasto lì. Perché? Vuoi che ti uccida?”
Sasuke stringe impercettibilmente le labbra, da quando la Hyuuga è così ficcanaso? Non può continuare a fingersi una bambolina di porcellana e starsene zitta? La guarda affilando gli occhi valutandola per la prima volta come una potenziale minaccia, ormai ha imparato che i nemici peggiori sono quelli che sanno usare la mente rispetto alla forza. Non è un bene che lei noti le sue debolezze, in futuro potrebbe usare queste conoscenze a suo danno.
Hinata mantiene lo sguardo con fermezza, è più pallida del solito e le ferite rosse risaltano in contrasto violento mentre gli occhi lattei sembrano scavare dentro di lui in cerca di una risposta. 
“Non è così semplice” si decide a dire infine, la sua testa pulsa dolorosamente e si massaggia la radice del naso “E non sono affari che ti riguardano” chiuso e spinoso come al solito.
Hinata non si scompone. “Invece sì” lo contraddice “Sei un mio compagno, è mio dovere prendermi cura di te come degli altri, fai parte della famiglia. Ed essere ninja significa in primo luogo proteggere ciò che è importante per noi”
Fa un sorriso amaro prima di sputare cattivo: “Non credevo fossi così loquace. Nemmeno che avessi così una alta considerazione di me”.
Hinata fa una smorfia, non capisce se per il dolore o se per le sue parole velenose. “Naruto ti ama” dice senza mezzi termini, diretta quanto una pugnalata al cuore. “Per lui sei importante e tu non hai idea di quanto Naruto lo sia per me. Perciò ciò che è importante per lui lo è anche per me e lo aiuterò a proteggerlo”
Sasuke sente una strana sensazione alla bocca dello stomaco davanti a quelle parole e si pente del tono scortese che ha usato prima, quasi si vergogna dell’atteggiamento di naturale difesa che ha assunto all’inizio della conversazione. Hinata non vuole capire la sua debolezza per sfruttarle, ma per aiutarlo ad eliminarle.
Distoglie lo sguardo puntando nuovamente gli occhi sul volto addormentato di Naruto, sta riprendendo un po’ di colore anche ha se ha un’espressione corrucciata.
“Una parte di me ha la sensazione di poter raggiungere l’espiazione dei miei peccati solo lasciandomi uccidere da lui” ammette ad alta voce e appena lo dice se ne pente, non concepisce di aver appena rivelato una simile confessione a una ragazza della quale non conosce altro se il nome.
Un sorriso materno stendo le labbra della Hyuuga. “Lui non ti permetterebbe mai di pensare una cosa del genere”
“Poco fa ha tentato di uccidermi” le ricorda funebre.
“Ma ha esitato” replica ponendo l’accento su quella parola “Perché non è quello che vuole veramente, lo hanno solo compromesso” prende un grosso respiro e trema leggermente, ha la mano premuta sulla ferita completamente sporca di sangue. Sta cercando di curarsi da sola, ma lei non è un ninja medico come Sakura e conosce solo le basi. Sasuke sa a malapena come si attiva un jutsu medico, con la kunoichi dai capelli rosa non ha mai dovuto preoccuparsi di impararli davvero.
“Lo sai” riprende a parlare la ragazza con gli occhi socchiusi “Quando ti condannarono a morte solo lui si oppose fermamente. Ci radunò tutti cercando di convincerci che avrebbe risolto tutto lui, che dovevamo lasciarti a lui. Io non sapevo cosa pensare, ammetto che una parte di me ti odiava” riapre gli occhi puntandoli su di lui, per la prima volta si sente in soggezione davanti a quella timida ragazza “Ti odiavo perché facevi soffrire Sakura e Naruto-kun, ti odiavo perché anche se non c’eri era sempre te che nominava, eri il suo migliore amico anche quando lo odiavi. Nonostante tutto, lui ti ha sempre cercato e per me non aveva senso. Però credo di averlo capito, perché Naruto-kun ti guarda nello stesso modo in cui io guardavo lui. Perciò posso dire con certezza che lui non vorrebbe mai ucciderti, lui ti ha già perdonato tutto ed è proprio per questo che tornerà da te. Tutto quello che io posso fare è non smettere di crederci, perché è il nindo che mi ha insegnato proprio lui” accenna un sorriso scoprendo i denti.
Sasuke abbassa lo sguardo imbarazzato. Non è mai stato bravo a parlare di sentimenti, con Naruto non è mai servito davvero, e improvvisamente gli sembra di essere messo a nudo davanti a tutte quelle persone che lo psicoanalizzano così bene. Gli sembra di essere dentro una grande stanza vuota con specchi-finestre dietro le quali dei medici lo studiano affascinati.
“Non sei solo, Sasuke-kun. Ci siamo noi ad aiutarti a riportarlo indietro” termina intuendo i suoi pensieri. Per la prima volta ci crede.
Forse dovrebbe ringraziarla, anzi sicuramente deve farle capire che apprezza la sua comprensione, ma si sente inadatto a dirle. Grazie non è mai una parola semplice da pronunciare per lui e le persone che l’hanno sentita si contano sulle dita di una mano.  L’onere di pronunciarla gli viene impedito dal capitan Yamato che salta sullo spiazzo d’erba  in piedi, immediatamente congiunge le mani intrecciando simboli e dal terreno dei robusti rami in legno chiaro avvolgono il corpo inerme dello shinobi biondo racchiudendolo in una bara. È una similitudine che fa rabbrividire Sasuke.
Yamato si volta verso di loro, ha una preoccupante ferita al sopracciglio che gli sporca metà faccia, la divisa è strappata e sudicia e una gamba è stretta in una benda completamente pregna di sangue.
Hinata alza lo sguardo verso il capitano troppo velocemente e una fitta di dolore le fa socchiudere le palpebre.
Yamato annuisce all’implicita domanda della ragazza. “Sakura è arrivata in tempo. Adesso sta portando Sai a Konoha, a breve dovrebbero arrivare dei rinforzi” mentre parla tiene tutto il proprio peso sulla gamba sana, l’altra trema per la fatica. Dell’intera squadra, lui e Sakura sembrano quelli messi meglio. Perché sono riusciti a scappare. Gli tornano in mente le parole che ha detto all’Hatake e subito si sente investire dal rimorso, è stato ingiusto e come al solito si è lasciato trasportare dalla rabbia.
“Quanto è grave?” gli si rivolge Yamato con un cenno del mento. Sasuke capisce subito che si riferisce alla ferita e in un gesto involontario porta i polpastrelli a studiare la striscia di sangue.
“Non lo è” dice, ma l’altro uomo sembra comunque preoccupato, lo fissa con espressione corrucciata. Deve star pensando a quanto Naruto deve esserci andato vicino per procurargli un taglio in un posto simile. In realtà la ferità deve sembrare più brutta di ciò che è in realtà: sente solo un bruciore che può tranquillamente ignorare e il dolore sopraggiunge solo quando ruota il collo in pose scomode. Non è affatto profonda, è molto superficiale. Chiude gli occhi. Hinata ha ragione: Naruto ha esitato.
 
**
  
Passa un dito sul bordo delle bende attorno al collo; come aveva già pensato nella foresta il taglio è molto superficiale, basterà tenere quelle per una settimana e poi non si vedrà più nemmeno la cicatrice. È ironico, ultimamente in ospedale ci va solo per lesioni al collo. A curarlo non è stata Sakura, non la vede da quel giorno e sospetta che lo stia evitando di proposito, non può biasimarla visto come le ha urlato contro nella foresta facendo appiglio su quella debolezza che conosce così bene nella kunoichi: il timore di non essere di utile.
In più una volta a Konohagakure ha scoperto che Sai è più grave di quanto avesse pensato prima, l’Uzumaki lo aveva trafitto procurandogli un’emorragia mortale. Sakura l’ha fermata in tempo ma lo shinobi è ancora in ospedale molto provato. Se pensa che a portarlo così vicino alla morte è stato proprio Naruto il suo cervello va in cortocircuito. Hinata e Yamato si sono ripresi abbastanza velocemente, sono ancora un po’ ammaccati ma rispetto al compagno moro non è nulla di male.
E poi c’è Naruto. Del quale non sa assolutamente nulla. Nessuno ha voluto parlargliene, non sa nemmeno se stia bene. Per questo quando quattro giorni dopo viene convocato dall’Hokage per discutere su quella missione non si aspetta di trovare Naruto lì, in quella stessa stanza, e la sua figura è un colpo al cuore. Cerca di non fissarlo troppo a lungo e appena gli è possibile sposta lo sguardo sul Rokudaime. Ha una posa un po’ ingobbita con il mento appoggiato sulle mani intrecciate, i gomiti sopra la scrivania. Sembra fissarlo con attenzione. Sasuke non si scompone, restando impassibile. Al suo fianco c’è Sakura appoggiata al muro che guarda fuori dalla finestra, non dà segno di averlo sentito entrare. Cosa che non ha fatto Naruto, appena ha percepito la sua presenza è sobbalzato sul posto, poi ha spostato il peso da un piede all’altro fissando il pavimento con espressione nervosa.
“Yamato Taicho”dice alla fine Kakashi quando smette di osservarlo, sta usando un tono formale e duro “Mi dica cos’è successo nel corso della missione, dall’inizio”.
Haì!” conferma, prende un grosso respiro e comincia a parlare. È selettivo e conciso, non si perde in particolari inutili ponendo l’accento solo su momenti più interessanti. Kakashi ascolta con attenzione inarcando una sopracciglia quando scopre dell’incontro tra Sasuke ed En Oyashiro. A quel punto è l’Uchiha, sotto sollecitazione dell’Hokage a parlare e spiegare la loro conversazione. Gli risulta difficile essere esauriente. Dentro di sé sente ancora la rabbia bruciare al ricordo delle sue parole e di come sembrasse così sicuro di sé nonostante la prigionia, la furia è difficile da contenere se pensa a come avesse considerato Naruto una sua proprietà.
Al termine della sua spiegazione si aspetta quasi che Kakashi faccia immediatamente nelle supposizioni ma cede nuovamente la parola al ninja più anziano. Ovvio, è nello stile del Copy Ninja avere un quadro completo della situazione prima di lanciarsi in ipotesi.     
Quando Yamato termina di parlare un silenzio pesante segue le sue parole, ogni ninja presente nella stanza è perso nelle proprie elucubrazioni. Naruto tamburella le mani contro la coscia nervosamente. Hinata passa una mano lungo i capelli mordicchiandosi un labbro. Sakura ha dimenticato il suo voto di ignorarlo e lo fissa apertamente corrucciata.
“Quella di En Oyashiro è stata una richiesta molto particolare” considera alla fine Kakashi.
“La richiesta di un pazzo non ha valore” ribatte prontamente Sasuke.
“Hai detto che i suoi occhi erano coperti” continua l’Hokage “perciò non ha potuto colpirti con un genjutsu” sembra pensarci su ma poi scuote la testa “No, visto gli sviluppi successivi non avrebbe senso che tu sia stato vittima dell’arte oculare. In più sei abbastanza abile da liberartene subito”
“Il rotolo?” domanda Hinata piano.
Sakura risponde: “Lo stanno decifrando, la cosa sembra risultare più complicata del previsto; non riescono a trovare una chiave per risolverlo” ammette cupamente.
“Abbiamo già mandato degli ambasciatori da Tamoura-sama per informarlo quanto accaduto. In questo avremo bisogno della sua collaborazione” sospira pesantemente “En Oyashiro non può essere fuggito dalla prigione e dubito che il suo genjutsu possa essere attivato a così ampio raggio, soprattutto se si trovava in una cella di isolamento. L’unica soluzione è che abbia un complice” risolve alla fine, si volta verso Sakura “Per favore, va’ a chiamare Shikamaru e digli che lo voglio nel mio ufficio fra trenta minuti. Poi vai da Ino per attivare l’emergenza cinque
Sakura rizza la schiena e annuisce seria prima si uscire con passo deciso dalla porta. Emergenza cinque, credono ci sia una spia fra gli shinobi di Konoha. Sasuke stringe le labbra.
“Cosa intende per attivato, Kakashi-sensei?” parla Naruto. La voce è chiara e forte ma tiene lo sguardo puntato sul pavimento.
L’Hatake esita un secondo prima di spiegare distaccato: “Crediamo che il genjutso possa essere controllato da chi l’ha imposto. Normalmente è spento e grazie al sigillo che ti abbiamo imposto può essere controllato, ma l’esecutore se abbastanza vicino, può attivarlo rendendolo più forte e facendoti diventare un burattino nelle sue mani”
La brutalità di quelle parole è una mazzata per il cuore di entrambi, sia di Sasuke che di Naruto. Nella mente dell’Uchiha riecheggiano chiare le parole di En Oyashiro.
Naruto è una mia creatura.
Non gli sono mai apparse più chiare come in questo momento.
Uzumaki stringe le mani a pugno e serra la mascella. “Quindi è questo che sono diventato? Un arma?”
Il silenzio che segue è più indicativo di un suono affermativo. Sasuke ha come l’impressione di essere su una barchetta in balia delle onde, gli sta venendo il mal di mare.
I secondi di silenzio che seguono paiono immensi e stordiscono il moro come un rumore violento e disturbante. È tutto sbagliato, tutto tremendamente sbagliato.
Il primo a muoversi è proprio Naruto, si porta le mani dietro la nuca mentre si avvicina alla scrivania piena di fogli. Sasuke studia i suoi movimenti con attenzione. Si allenta il nodo del coprifronte tra i capelli biondi abbassando lo sguardo.
“Se le cose stanno così, allora la cosa migliore è che io dia le dimissioni” lo dice con voce piatta seguita dal toc del metallo che tocca la superficie.
Kakashi si alza dalla sedia sbattendo le mani sulla scrivania. “Che stai dicendo?!” sbotta “Gli shinobi non danno dimissioni”
Naruto non lo guarda negli occhi. “Ho quasi ucciso Sai” dice lentamente e quelle parole sono pregne di dolore, è tangibile come la lama di kusanagi “Se non fosse stato per Sakura sarebbe morto, per colpa mia.”
“E al tuo sogno di diventare Hokage?” domanda Hinata, le spalle dell’Uzumaki tremano ma non si volta verso la ragazza.
“Se chi non riesce a salvare un amico non è degno di diventare Hokage, allora chi lo ferisce a morte non ne ha nessun diritto” la sua voce è dura come se stesse rimproverando se stesso. “Come posso proteggere Konoha se al momento sono io la minaccia?”
“Tu non sei una minaccia” cerca di rassicurarlo Yamato mentre Kakashi annuisce e aggiunge:
“Non essere così fatalista, troveremo una soluzione e tutto questo passerà”
“E nel frattempo quante persone a cui voglio bene farò del male? Ho ferito Sakura-chan, sensei. Sakura. Hinata e Yamato. Ho quasi ucciso Sai. E nemmeno me ne sono reso conto. Io non voglio succeda ancora, io non voglio far del male...” si interrompe, chiude gli occhi e prende un lungo respiro tremolante aprendo le mani che fino quel momento aveva tenute serrate a pugno.
Hinata si avvicina a lui posando rassicurante una mano sulla sua spalla, la guarda di profilo con gli occhi dolorosamente chiari.
“Naruto-kun, non sarà così per sempre” gli assicura angelica “Se vuoi un po’ di tempo per metabolizzare questa situazione sono sicura che andrà bene, ma non devi rinunciare al tuo sogno. Se ti impegni potrai ottenere qualsiasi cosa”
“Grazie, Hinata-chan” sussurra per quella comprensione.
Kakashi torna a sedersi appoggiando stancamente la testa all’indietro. “Una pausa non potrà farti che bene. Del resto sono stato contrario a questa missione fin da subito. Sei in congedo, ma non accetterò le tue dimissioni”
Naruto accenna un sorriso a labbra strette, accetterà quelle condizioni. “D’accordo, Hokage” dice improvvisamente formale. Fa un inchino rigido con il capo per congedarsi e si volta, lasciando il copri fronte sulla scrivania. I suoi occhi incrociano brevemente quelli onice e lo guarda quasi si aspettasse qualcosa, una parola. Sasuke lo guarda e basta sentendo un gusto amaro in bocca. Naruto è nato per essere ninja, Naruto ha sempre sognato essere Hokage, come può buttare tutto all’aria così?
Uzumaki lo supera senza aggiungere una parola ed esce dalla stanza chiudendo piano la porta. Sasuke ha lo sguardo calamitato sulla scrivania.
È assurdo!
È come se lo avessero gettato in un mondo distorto dove tutto va esattamente come non dovrebbe andare, è come se lui stesso sia bloccato dentro un genjutsu e non riesce a trovare la strada per uscirne. Eppure il dolore è così reale.
Tutto questo è ridicolo, è bloccato dentro una prigione di specchi e non ha idea di come uscirne. Ogni volta sbatte contro la propria immagine. Cosa può fare? Rassegnarsi e restare dentro quella prigione che lo riflette all’infinito? Rinunciare a Naruto?
Sbatte le palpebre. No, ovvio che no. La sola idea è più ridicola di quella realtà in cui è finito. Sasuke non può rinunciare a Naruto esattamente come Naruto non aveva saputo rinunciare a Sasuke.
Naruto ha esitato.
È questa l’ancora a cui aggrapparsi, la certezza che da qualche parte Naruto –sicuramente in maniera inconscia – deve ricordare. Non solo perché ha esitato, ma perché da quando è tornato non ha fatto altro che cercare risposte.  Naruto vuole davvero capire cosa è vero e cosa falso come se cercasse la strada per tornare da lui. Nonostante l’odio e la paura ha iniziato a cercare, ha sempre tentato di instaurare un dialogo che lo aiutasse a capire.
Ma Sasuke? Sasuke no. Da subito Sasuke ha rinunciato dando per certa la sconfitta. Non ha mai mosso un passo verso l’Uzumaki, è rimasto inerme al proprio posto per paura di essere respinto. È sempre stato Naruto a venire da lui, anche ora che le parti sono invertite è stato il jinchuurike a cercare sempre un contatto.
Che ridicolo, ha dato della codarda a Sakura quando l’unico vero codardo di questa storia è solo lui. Lui che non ha mosso un passo come se pretendesse che gli specchi sparissero da soli. Non ha mai cercato davvero la strada per uscirne. Terrorizzato com’è che non ci sia un’uscita ha preferito non cercarla e restare con il dubbio.
Ma ora non può più stare con il dubbio.
Cammina verso la scrivania, sopra c’è ancora il coprifronte e lo prende in mano. Lo stringe portandolo al petto. “Questo lo prendo io” dice con determinazione, i suoi occhi sembrano sfidare l’Hokage dal contraddirlo. Ma Kakashi fa solo un sorriso pigro dietro la mascherina.
“Ci speravo” ammette.
Sasuke esce dalla stanza senza dire altro sbattendo distrattamente la porta, percorre velocemente i corridoio dell’edificio e socchiude gli occhi quando arriva all’esterno, cerca Naruto e lo trova alla fine della via. Fa qualche rapida falcata prima di chiamarlo.
“Dobe!” ha urlato così forte che alcuni passanti si sono fermati curiosi.
Naruto irrigidisce la linea della spalle ma si ferma, non si volta a guardarlo. “Cosa vuoi?”
Sasuke alza la mano con il coprifronte stretto fra le dita. “Questo lo conserverò io fino al giorno in cui lo indosserai di nuovo”
A quelle parole Uzumaki si volta, un raggio di sole gli colpisce parzialmente il viso illuminando un occhio ceruleo, lo studia con una piega sofferente delle sopracciglia.
Sasuke non si fa scoraggiare, prende fiato. “In più voglio dirti che non rinuncerò a te” si sente in imbarazzo a rivelarlo in mezzo alla strada con tutte quelle persone che lo guardando ma non si lascerà sopraffare, Naruto gli ha sempre detto in faccia quello che provava indipendentemente il numero degli ascoltatori. Se ci è riuscito lui non vede perché essere da meno.
Naruto socchiude gli occhi. “Sasuke...”
“Non rinuncerò a te” ripete interrompendolo “Mettitelo dentro quella zucca quadra. Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, dovessi anche rincorrerti all’inferno o dall’altra parte del mondo”
Un sorriso amaro piega le labbra del biondo. “Perché andare così lontano per me?”
“Perché siamo amici” e tante altre cose, sono qualcosa che Sasuke rivuole indietro assolutamente, ma la cosa migliore è andare per gradi. E poi, prima di qualsiasi altra cosa, Naruto è il suo migliore amico.
“Per favore...”
Lo interrompe di nuovo. “Non ti sto chiedendo il permesso, dobe” precisa “Ti sto solo informando della cosa. Se la cosa ti crea qualche problema non è affar mio. Se voglio posso essere anche più testardo di te”
“Suona tanto come una minaccia” commenta funebre.
“Forse lo è” accenna un sorriso ironico “Questa volta sarai tu a doverti dichiarare sconfitto perché ho intenzione di vincere. Tu tornerai da me”
“E come fai ad esserne certo?!” quasi sbotta passandosi una mano fra i capelli.
“Perché voglio credere in te” risponde serio.
Naruto sente qualcosa stringerli lo stomaco e abbassa la testa rilassando la posa delle spalle, accenna un sorriso malinconico. “Tu devi essere un’idiota, Sasuke” mormora.
Sasuke ricambia il sorriso. “Ho imparato da te, Us’ratonkachi”
No, non rinuncerò a te, mai.
 
 
CHIEDO PERDONO!
Ma ho avuto la terza prova e dopo sono stata afflitta da un blocco dello scrittore che mi ha letteralmente uccisa c_c Ogni volta che provavo a scrivere questa storia fissavo per ore la pagina bianca di word. Oggi mi è andato via e mi sono fiondata come una matta nella scrittura.
Infatti, non mi piace minimamente come sia venuto il capitolo sebbene questa sia una delle mie parti preferite. Me misera t.t
 
Ci si vede prossimamente!
Hatta

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cariche a contatto ***


Cariche a contatto

Sasuke ha mantenuto fede alla propria promessa. O almeno ci ha provato. A differenza del mese successivo non si è lasciato trascinare passivamente dagli eventi, non ha permesso che il mondo scorresse attorno a lui mentre se ne stava immobile nello stesso punto.

Naruto non è più un ninja, ha una nuovo sigillo di localizzazione sulla pelle in modo che possa essere trovato sempre e comunque e una coppia di ANBU lo seguono portando continui messaggi all’Hokage. Spesso sono anche costretti a intervenire quando l’Uchiha diventa troppo insistente. Le prime volte che Sasuke si è avvicinato per parlargli o instaurare un qualche contatto umano sono balzati giù dai tetti intromettendosi tra i due. Ovviamente a niente sono servite le loro minacce camuffate da richieste di allontanarsi, Sasuke è  deciso più che mai a riprendersi quello che sente appartenergli. L’Uzumaki ai suoi primi attacchi a sorpresa ha reagito come un animale in gabbia cercando di cambiare strada ed evitarlo,ora sembra essersi abituato ma davvero raramente riescono a intrattenere una conversazione senza che il biondo perda il controllo. In quel caso Sasuke fa dietrofront ancor prima che intervengano gli ANBU: non vuole forzare troppo la mano. Per quanto sia impaziente sa di dover procedere un passo alla volta.

In più c’è una nuova novità, o meglio: una nuova coinquilina.

Sakura si è presenta a casa sua appena due settimane dopo con tanto di valige asserendo che condivideranno il tetto per un po’. Quella sua uscita ha confuso non poco l’Uchiha dal momento che la ragazza, dopo il loro ultimo scontro verbale si era rifiutata di rivolgergli la parola. Dopo la missione Sasuke aveva cercato di scusarsi con l’Hatake per la cattiveria ingiustificata nei suoi confronti.

Sakura aveva fatto una smorfia. “Sei sempre così, tu”

“Cosa intendi dire?”

“Prima colpisci e poi chiedi scusa. Non pensi che sarebbe meglio pensarci prima? Il perdono non arriva sempre e necessariamente, sappilo” e dopo quella sua uscita non gli aveva più parlato. Per questo trovarsela alla porta con un’espressione fintamente amichevole sul volto è stata una sorpresa.

Il mistero era stato subito svelato: questa decisione era stata presa al seguito di un violento litigio con Kakashi. Il marito, nelle vesti di Hokage, aveva fatto presente alla giovane donna che le era proibito allenarsi nei campi pubblici. Causa: un solo pugno della kunoichi ha il potere di distruggere un’intera area rendendola inagibile; la cosa stava diventando troppo dispendiosa per i portafogli di Konoha. Sakura, ovviamente, l’aveva presa come una sfida personale e dopo aver distrutto qualche porta aveva ben deciso di lasciare quella casa sostenendo che ci sarebbe tornata solo quando a quel nullafacente di suo marito sarebbe tornato un po’ di sale in zucca.

Ora, Sasuke non aveva nessuna intenzione di trovarsi in mezzo al litigio di due neosposi e per questo aveva immediatamente ordinato a Sakura di trovare un’altra sistemazione, un albergo ad esempio. Non ha però tenuto conto della faccia da bronzo che ha imparato a indossare Sakura nei suoi confronti.

“Ma come, Sas’ke-kun” gli aveva detto davanti al suo rifiuto in una malriuscita imitazione della se stessa tredicenne “Pensavo volessi scusarti”.

E quello aveva perso tutte le possibilità di buttarla fuori di casa.

Il problema non sarebbe tanto grava di per se se non fosse che la ragazza sembra non possedere un minimo di pudore, al contrario Sakura è avvezza di una disinibizione tale che le permette di scorrazzare praticamente nuda per le stanze con una disinvoltura invidiabile.

“Tanto ti piace solo il pene di Naruto, no?” è stata l’unica replica disinteressata mentre in mutande e reggiseno si metteva lo smalto ai piedi in soggiorno. Una replica alla quale non è riuscito a contestare nulla giungendo alla sola conclusione che la kunoichi aveva passato davvero troppo tempo non solo in compagnia di Naruto ma anche di quel Sai.

Per quanto Sakura abbia ragione, Sasuke è comunque un innocente fanciullo afflitto da un profondo disagio verso la sessualità e tutti quei contatti umani che non riguardino Naruto e avere una giovane donna che  gironzola ignuda per casa non lo aiuta affatto, anzi gli fa solo venire voglia di fuggire da Orochimaru come da bambino. Ma questa volta non abbandonerà Naruto.

Semplicissimo motivo per cui trova come sola soluzione andare dal marito nullafacente per convincerlo in qualsiasi modo di riprendersi in casa quella schizzata della moglie e magari annullare quello stupido divieto imposto a Sakura. Soprattutto perché la nuova mira dei pugni della kunoichi sembrano essere i campi di allenamento Uchiha.

Sono lì da secoli e vorrebbe che ci restassero per altri, di secoli, grazie e arrivederci.

Ogni suo piano di improvvisarsi ambasciatore o avvocato divorzista sfuma quando, percorrendo i verdi corridoio del palazzo dell’Hokage, il suo sguardo viene catturato da una sfavillante tuta arancione.

“Dobe!” sbotta sorpreso interrompendo la sua avanzata e dimenticando completamente la presenza di un essere femmineo e potenzialmente pericoloso nella sua dimora.

Naruto, che gli dà le spalle, sobbalza riconoscendo immediatamente quel tono duro e alza gli occhi al cielo chiedendosi perché debba sempre trovarselo fra i piedi in un modo o nell’altro.

“Ma non ti stanchi mai, tu?” domanda esasperato girandosi verso l’Uchiha.

Questi, ben lontano dall’ammettere di averlo incontrato per un fortuito caso, socchiude gli occhi in un’espressione sprezzante. “Non sottovalutarmi” lo avverte “Ti ho già detto che non mi fermerò”

“E io ti ho già detto che è fatica sprecata!” sbotta. Fa per andarsene nella direzione opposta in una celere fuga ma Sasuke, prontamente, scatta in avanti serrando le dita sul suo braccio.

Si ritrova scaraventato a terra improvvisamente con il volto che pulsa dolorosamente dove è stato colpito. Si porta la mano fredda alla guancia mentre guarda l’Uzumaki ansimare davanti a lui, il pugno chiuso ancora proteso verso di lui e uno sguardo leggermente sorpreso.

“Non toccarmi” borbotta comunque portando le dita serrate al petto, lo spia pentito della sua azione istintiva. Si volta andandosene ancor prima che Sasuke possa dire qualsiasi cosa.

“Ch’” sbatte la lingua al palato e si rialza dal pavimento, il viso gli fa davvero male – accidenti, con quanta forza lo ha colpito? – ma nonostante questo si affretta a seguirlo facendo la strada a ritroso fino a tornare all’entrata.

“Naruto!” lo chiama spazientito e ancora prova ad afferrarlo dal momento che lo ignora spudoratamente. Il ragazzo biondo agisce ancora istintivamente ma questa volta Sasuke è preparato al colpo e lo para afferrandogli il polso e ruotandogli il braccio in una torsione per bloccarglielo dietro la schiena, ma l’Uzumaki ruota la spalla e cerca di colpirlo con l’altra mano, scansa il pugno e lo colpisce allo stomaco con il ginocchio. Ci prova perché riesce a sgusciare da quelle presa e lo colpisce al petto con precisione.

Lasciami in pace.

Sognatelo.

Naruto si immobilizza di colpo e il contrattacco di Sasuke va a segno facendogli perdere la presa sul terreno e cade a terra.

Gli ANBU che lo seguono si materializzano immediatamente al loro fianco. Sasuke fa una smorfia, forse ha esagerato. Il fatto è che il suo corpo ha riconosciuto immediatamente lo stile di combattimento dell’altro memore di tutti gli allenamenti insieme e subito l’adrenalina si è mischiata al sangue lungo le vene facendolo agire come a voler soddisfare un bisogno fondamentale. Toccare Naruto, sentire il calore della pelle e i muscoli guizzare sotto la sua presa...

“Uzumaki-sama” lo chiamano ossequiosi i due ninja inseguitori. Naruto è ancora a terra, immobile nella stessa posizione di prima e con lo stesso identico sguardo stupito e leggermente sconvolto di quando lo ha steso.

“Che cosa è stato?” sussurra piano ignorando i due ANBU. Una scintilla di speranza si accende negli occhi di Sasuke, è bastato quel poco contatto a...?

“Uchiha-san” uno dei due ANBU fa un passo verso di lui, il palmo della mano verso il suo petto “Le chiediamo di allontanarsi” chiede cortese ma incalzante.

Sasuke sposta lo sguardo dall’amico a terra all’uomo mascherato e fa una smorfia, si sposta con la mano alcuni ciuffi neri da davanti l’occhio nero lasciando che coprano solo il rinnegan e poi chiude le palpebre pensieroso. Non è il caso di insistere.

“Tze” commenta, poi torna a dare attenzione a Naruto “Ci vediamo, dobe” dice e sul volto del biondo compaiono molte espressioni contrastanti. Soddisfatto di quella reazione volta le spalle agli altri tre uomini nella direzione di Villa Uchiha ormai del tutto dimentico delle motivazioni che lo avevano portato al centro del villaggio.

Ci pensa Sakura a ricordargliele quando, aprendo la porta, la trova appollaiata sul divano insieme a Ino, Hinata e Ten Ten impegnate a riempire la stanza di un chiacchiericcio insopportabile.

Maledetto Kakashi!

 

**

Quando le ragazze se vanno, ovviamente dopo essere restate per pranzo per gentile richiesta di Sakura e sommo orrore dell’Uchiha che ha subito meditato di bruciarle tutte vive con l’amaterasu, la villa riceve un altro ospite.

Qualcuno che non si aspetta minimamente di incontrare.

Avverte immediatamente e riconosce il chakra familiare, ma è così poco che capisce subito che appartiene a un Kage Bushin. Appena termina questa costatazione sente la finestra della propria camera picchiettare e trova Naruto in equilibrio sul davanzale.

Cerca di trattenere un sorriso compiaciuto mentre alza il vetro permettendo al clone di entrare.

“Come mai qui?” domanda strafottente. Dentro di sé prega che tutto quell’incubo sia improvvisamente finito, ma si chiede perché venire con una copia che con il se stesso reale.

Naruto sembra capire la sua perplessità e spiega immediatamente: “Non volevo che venissero anche gli ANBU. Al momento mi stanno spiando mentre gioco ai videogiochi con Kiba, sono qui di nascosto. Dobbiamo parlare”

Sente l’elettricità dell’aspettativa percorrerlo fino alla punta delle dita. “E di cosa?” domanda piano, seducente. Si domanda se quella scena non sia altro che un sogno.

Naruto sembra a disagio lì dentro, sta trattenendo il fiato e si guarda attorno come se ogni oggetto lì dentro possa essere una potenziale minaccia.

“Oggi” inizia sicuro, la mascella leggermente serrata “Quando ci siamo colpiti è successa una cosa strana” si interrompe notando il sorriso compiaciuto di Uchiha allargarsi ulteriormente.

“Una cosa strana?” domanda. Sta gongolando internamente, se è successo quello che pensa sia successo forse ha una speranza in più. In fondo, quello è il modo con cui ha sempre comunicato con Naruto, no?

A quella domanda provocatoria Uzumaki aggrotta la fronte e poi gli punta contro l’indice accusandolo. “Ho sentito la tua voce nella mia testa. Che mi hai fatto bastardo?”

A quel punto un ghigno si impadronisce delle labbra di Sasuke e con nonchalance si appoggi al muro dietro di sé guardandolo con sfida negli occhi. “Io proprio nulla” mette in chiaro con voce bassa “Quando due ninja esperti si scambiano i pugni riescono a leggere quello che c’è nella mente dell’altro” spiega mentre uno strano déjà-vu lo coglie. Anche Naruto sembra rendersene conto e porta una mano alla testa, un’espressione sofferente sul volto, e si siede sul letto. Respira e inspira lentamente massaggiandosi le tempie.

“E’ già successa una cosa del genere, vero o falso?” domanda.

“Vero” risponde prontamente “Ogni volta che combattiamo le nostre menti entrano in contatto. Ma non credevo bastasse così poco. Forse è capitato così spesso che i nostri chakra si riconoscono in automatico” medita ad alta voce.

Naruto assimila con attenzione le sue parole, poi chiede incerto. “Non capita solo quando combattiamo, vero o falso? Intendo, ci sono altri casi...” tentenna diventando paonazzo. Quella reazione fa sorgere un dubbio in Sasuke e aspetta prima di rispondere, lo guarda con attenzione cercando di non compiacersi troppo. Naruto si ricorda che loro facevano sesso? È strano, gli verrebbe più naturale pensare che En Oyashiro abbia cancellato o distorto ricordi del genere, soprattutto ricordi del genere. Forse lo ha appena ricordato? Per questo è così sconvolto?

 “Tu ti ricordi...?” pone il dubbio ad alta voce ma il biondo lo interrompe ancor prima che possa terminare la domanda.

“No!” strepita “Io non mi ricordo proprio niente”

Quella reazione fin troppo esagerata fa intendere a Sasuke tutto il contrario e sente la speranza crescere talmente tanto da mischiarsi all’eccitazione.

“No?” domanda staccandosi dal muro e avvicinandosi al letto dove siede l’amico “Perché sì, è successo anche in altri casi anche se non stavamo combattendo”

 

Naruto sbianca. “Ah” biascica fissando intimorito il moro accorciare sempre di più la distanza tra loro eppure non ha la forza di muoversi, si sente paralizzato.

“E... e cosa stavamo facendo?”

Domanda sbagliata. Naruto vorrebbe prendersi a schiaffi solo per averla posta, cosa diavolo gli è saltato in mente? È tutta una cattiva idea, andare lì è stata una cattiva idea e ora dovrebbe come minimo tornare indietro e prendere a calci l’originale, come si è permesso di cacciarlo in quella situazione? Sarà solo un kage bushin ma, diamine, i sentimenti li ha anche lui.

Sasuke si è seduto sul letto accanto a lui e non distoglie lo sguardo dal suo viso, è doppiamente imbarazzante e tutte le sensazione contrastanti che sente non lo aiutano. Vorrebbe tanto che il suo cervello facesse pace con se stesso, giusto per sapere come comportarsi con l’Uchiha. Maledizione! Era tutto più facile quando lo ignorava e basta!

“Sicuro di non ricordartelo?” domanda a voce bassa come risposta alla sua domanda. Non capisce perché improvvisamente la voce si sia fatta così seducente.

Sbatte le palpebre imponendosi di riprendere il controllo.

Mal che vada sparisco, decide e si allontana di poco dall’altro. Un’espressione delusa compare sul volto di Sasuke per appena un secondo prima di tornare imperscrutabile. Sasuke è difficile da leggere, non riesce a capirlo. O meglio: si sente come se avesse la soluzione a tutte le sue domande da qualche parte ma non riesce a trovarla e questo è dannatamente frustrante.

Si passa una mano fra i capelli. “Se mi fidassi dei miei ricordi adesso non sarei qui e tutta questa situazione nemmeno esisterebbe” c’è palese rammarico nella sua voce. Deve ancora perdonarsi molte cose. In più comincia a pentirsi di aver tentato di uccidere l’Uchiha, anche se lo odia ancora. In un certo senso. Dio, è tutto così complicato. Perché qualcuno non ha messo le istruzioni da qualche parte?

“Allora fidati di me” propone Sasuke incalzante.

Lo guarda scettico. “Seriamente, come posso fidarmi di uno come te?”

Quella insinuazione sembra infastidirlo e ferirlo allo stesso tempo. “Perché sei mio amico, stupido decerebrato”

Fa una smorfia. “Da quel che ho capito, questa è una mia vecchia battuta. Quindi smettila di usarla, non ti ho mica ceduto il copyright eh”

“Ecco, hai appena dimostrato che sei portato naturalmente all’idiozia”

“Cosa insinui?!” bercia offeso e aggiunge istintivamente: “Teme!”

Vede il corpo dell’altro irrigidirsi e trattenere il respiro, lo guarda confuso senza capire. Perché adesso fa quel sorriso? È strano vedere l’Uchiha, che è sempre così serioso, quasi ostile, distendere le labbra in un sorriso morbido e nostalgico, lo confonde.

Distoglie lo sguardo puntandolo sul cielo azzurro fuori dalla finestra.  Sente che sta per fare una sciocchezza e la sola idea gli fa battere furiosamente il cuore nel petto.

“Vorrei riprovarci”

“A fare cosa?” domanda Uchiha confuso.

“Quello che è successo oggi. Le menti a contatto” spiega “Forse così posso capirti meglio” e magari soddisfa sia la voglia di picchiarlo che di toccarlo. Sta impazzendo, davvero.

“Sì” annuisce “Quando vuoi. Anche adesso”

 

“Sarà difficile convincere gli ANBU a lasciarci combattere” ragiona ad alta voce.

Sasuke stringe le labbra in una linea sottile pensando a quella scocciatura. “Posso spedirle in un genjutsu”

A quelle parole Uzumaki spalanca gli occhi cerulei. “Ma sei pazzo?” protesta “Come può venirti in mente una soluzione simile?”

“È  la più semplice e meno problematica”

“Meno… meno problematica?” scuote la testa incredulo “Vuoi spedire dei ninja di Konoha dentro un’illusione, giocheresti con il loro cervello come se fossero dei nemici qualunque. Li feriresti a livello cerebrale! Sono nostri compagni!”

“Sarebbe un genjutsu semplice” argomenta cercando di non scaldarsi “Niente di troppo pericoloso o complicato. Mi limiterei ad addormentarli e nel sogno continueranno a credere di sorvegliarti. Andrà bene”

“Tutti i genjutsu hanno una debolezza” ribatte oscurandosi in volto.

“Non i miei” garantisce, poi prende un grosso respiro “Non farò niente che tu non voglia. Se tu ritieni questo troppo pericoloso lascerò perdere, ma se invece credi che valga la pena rischiare sappi che questa potrebbe essere l’unica soluzione sicura” è difficile dire queste cose. Fosse per lui lo rapirebbe e se lo porterebbe via senza troppe cerimonie. Ma c’è in gioco qualcosa di ben più importante dei suoi sentimenti, deve controllarsi.

 Naruto si morde le labbra, sembra indeciso e questo fa gioire internamente l’Uchiha che sa che basterà insistere solo un altro poco per farlo capitolare. Nonostante tutto sa su quali tasti premere.

“L’unica soluzione sicura?” ripete il biondo dopo una manciata di secondi, abbandona la testa fra le mani nascondendo il volto e lancia un lungo respiro stanco. “Che cosa sto facendo? Sono nella tana del mio peggior nemico a chiedergli il permesso di pestarmi”

“Io non sono tuo nemico” replica offeso e ferito. Ogni vota che sembra che abbia fatto un passo avanti verso di lui ecco che l’Uzumaki gli mette davanti un nuovo muro, come se volesse ricordargli come stanno le cose, e lo allontana.

Naruto si distende di schiena sul letto guardando il soffitto e lancia un piccolo lamento. “È quello che dicono tutti. Perfino Iruka! Però non è così semplice come credono; insomma: come posso non fidarmi del mio istinto, del mi cuore? Ho sempre seguito solo lui”

“Ed è questo quello che dice il tuo istinto?” domanda amareggiato, gli sembra che un peso enorme gli gravi sulle spalle “Che sono tuo nemico?”

Non sa se vuole sentire una risposta. Cioè, ormai è una cosa che sa fin troppo bene visto l’atteggiamento ostile che continua a mostrare verso di lui, ma ogni volta che quelle labbra ripetono una frase del genere si sente morire.

Gli occhi blu si puntano sul viso pallido e lo guardano deciso, non dice niente e forse questa è una risposta più che eloquente. Distoglie lo sguardo da quel viso abbronzato soffermandolo sulla parete di un grigio anonimo ma sobbalza quando sente le dita calde sfiorargli la pelle e poi stringersi con  delicatezza sul polso pallido. Il cuore accelera immediatamente i battiti, sono mesi che non sente quelle dita sulla propria pelle in quel modo.  È come se una valanga di ricordi lo sommergesse.

“Non è solo odio quello che sento” mormora piano, gli occhi blu si sono oscurati  a raggiungere una sfumatura oltremare quasi nera, la presa sul suo polso si intensifica lentamente diventando quasi possessiva “C’è anche dell’altro, io lo sento ma non lo capisco. Ed è questo che mi confonde, altrimenti odiarti risulterebbe più semplice”

Sasuke abbassa lo sguardo sulla mano che gli stringe il polso; lo ruota piano, lentamente, quasi temesse di fare gesti troppo bruschi. Scivola lentamente in quella presa e afferra a sua volta il polso dell’Uzumaki. Attraverso i polpastrelli riesce a percepire i battiti del cuore, sono veloci e forti. Restano fermi in quella presa a lungo, a Sasuke sembrano ore.

“…forse è per questo che sono disposto a rischiare” termina con il tono sospeso, come se avesse trattenuto il respiro per tutto il tempo.

Gli occhi d’ossidiana si accendono di speranza. “Sei sicuro?”

Naruto tenta un sorriso strafottente. “Sicurissimo. Tu, piuttosto, sei pronto a farti fare il culo?”

A quelle parole l’Uchiha riconosce la sensazione di sfida che ha sempre preceduto un loro allenamento, la sensazione di ansia nel sapere che il proprio avversario può batterti, può bloccarti al suolo e fare di te quello che vuole. Hai solo la soluzione di batterlo per primo e stringere per primo la sua vita tra le proprie mani.

“Non prendermi sottogamba, dobe” lo ammonisce con un sorriso carico di eccitazione “Sei sempre stato un imbranato, devo ricordartelo?”

Naruto ricambia il sorriso. “Forse sei tu che non devi sopravvalutarti” fa una pausa sfidandolo con lo sguardo, poi si rialza dalla posizione distesa “Fra dieci minuti, allora. A casa mia” la sua espressione si è fatta seria “E vedi di non fare loro del male. Limitati ad addormentarli e basta”

Lo guarda stizzito. “Certo” assicura “Fidati”

“E’ proprio questo il problema” replica prima di sparire in nuvolette di fumo e ricongiungersi all’originale.

In contemporanea Sasuke si alza e prende un grosso respiro. Sente ancora sulla pelle del polso la stretta dell’altro ragazzo.

Che cosa gli è saltato in mente? Accettare di combattere con lui! E se fosse tutto un imbroglio? Se quella non fosse altro che una scusa per farlo fuori? Oppure è sincero, ma cosa cambierebbe se dovesse perdere il controllo? Se succedesse di nuovo quello che era accaduto nella foresta?

No, non è a questo a cui deve pensare. Si risiede nel letto massaggiandosi la radice del naso. Combatterà contro Naruto, ma c’è la possibilità che perde il controllo e cerchi di ucciderlo.

Non è un problema, pensa, posso gestirlo. Siamo forti uguali. E poi è Naruto. L’idea di Naruto che tenta di ucciderlo è una cosa assolutamente impensabile e malsana, è terribilmente sbagliata.

Andrà bene, si convince alzandosi e cercando nel proprio armadio degli abiti più comodi per un allenamento. Prende kusangi,dei kunai e alcuni shuriken; stringe delle bene attorno ai polsi fino al gomito e alle caviglie.

Quando scende trova Sakura seduta sul divano con cartelle cliniche attorno a lei, mordicchia distrattamente una penna con le labbra mentre legge i rapporti. Indossa solo una maglietta larga lasciando scoperte le lunghe gambe magre.

“Quella maglia è mia?” domanda oltraggiato. Sakura nemmeno alza lo sguardo su di lui.

“Ah-ah” dice solo segnando un appunto.

“Esattamente quando hai intenzione di tornartene a casa?”

Solo a quel punto la ragazza alza lo sguardo su di lui. “Non lo so” si finge pensierosa “Ad alcune persone servono tre anni a volte”

Ringhiando per quella frecciatina inopportuna sbatta la porta della casa con violenza dirigendosi verso l’appartamento di Naruto.

 

**

“Ce ne hai messo del tempo” è la prima cosa che gli dice Naruto aprendo la porta davanti a lui. Sasuke ha già messo k.o. i due ANBU, è stato più semplice del previsto e ora i due sono addormentati dentro una casa vuota. Però non hanno molto tempo, Kakashi prima o poi si accorgerà che qualcosa non va. Da quel che le ha detto Hinata, Naruto è molto sorvegliato.

In ogni caso Uzumaki non gli dà nemmeno il tempo di rispondere perché lo afferra alla spalla e immediatamente sente la scomoda sensazione della traslocazione rovesciargli lo stomaco. Atterra in piedi sul campo di addestramento più lontano dal centro di Konoha con la sensazione di star per vomitare. Non si abituerà mai a quella tecnica, preferisce di gran lunga il teletrasporto del rinnegan.

Naruto scatta immediatamente dalla parte opposta del campo.

“Allora? Com’è che funziona? Dobbiamo attivare qualche sigillo?” vocia e Sasuke alza gli occhi al cielo.

“Smettila di dire idiozie” sbotta “Non è una formula magica, è una cosa che succede naturalmente se i due ninja sono esperti”

“Ah” annuisce fra sé se sé, poi la sua faccia diventa improvvisamente bordeaux “Senti… quando hai detto che è successo in altri casi…. Ecco in quel caso specifico…”

Anche Sasuke arrossisce capendo dove vuole andare a parare “Dobbiamo proprio parlare di questo?”

“Il fatto è che….” Completamente paonazzo lo vede gesticolare forsennatamente come se potesse spiegarsi con i gesti.

“In guardia!” lo avverte stridulo, perché va bene tutto ma nel pacchetto Riportiamo indietro Naruto non era compresa anche questa conversazione.

“Insomma, chi dei due faceva la donna?”

“CHIDORI!”  grida diventando bordeaux e assolutamente intenzionato a non rispondere, ma poi come gli salta in mente di fare delle domanda del genere in quel frangente? Naruto resta un dobe anche con il cervello compromesso!

Spaventato dai fulmini che crepitano sulla mano dell’Uchiha, Naruto sobbalza entrando istintivamente in una fase di difesa.

“Basta parlare di questo e concentriamoci” sbotta Sasuke restando fermo al suo posto. Non ha intenzione di attaccare per primo, vuole prima capire fin quanto in là è pronto a spingersi Naruto.

Uzumaki ghigna. “Hai ragione, basta parlare” e poi scatta contro di lui tirando fuori un kunai. Il chidori abbandona la mano di Sasuke e fulmineo estrae kusanagi facendo scontrare le due lame. L’espressione di Naruto è seria, concentrata, come se lo stesse studiando e scatena una serie di spiacevoli ricordi in lui. Aumenta la pressione sulla spada e il biondo salta all’indietro accucciandosi, un ginocchio e una mano a terra. È strano vederlo combattere senza coprifronte, lo ha ancora Sasuke, a casa dentro un cassetto.

Non ci pensa più di tanto perché l’Uzumaki torna all’attacco puntando ai suoi punti ciechi, è determinato ma non sembra intenzionato ad ucciderlo. Ha ancora il controllo della situazione. I suoi attacchi sono comunque mirati e letali, Sasuke deve stargli dietro con attenzione e ricambiare con la stessa intensità. Quella sensazione di fatica nei muscoli è esaltante, da quanto non combatteva così.

Incrocia gli occhi di Naruto ed è come se il tempo si fermasse, sente quella sensazione familiare di poter capire tutto quello che gli passa per la testa e può percepire la confusione, il dolore e la rabbia come se fossero suoi. Vorrebbe mitigarli.

Anche Naruto? Anche Naruto aveva avuto la stessa sensazione combattendo insieme lui in passato? Si era sentito ugualmente incapace di contenere tutta quella rabbia?

Sasuke comincia a sentirsi a corto di fiato, Naruto non gli sta dando tregua ma anche lui ha rallentato il ritmo, sembra essersi stancato. Decide di terminarla lì, non sono entrati in contatto nello stesso identico modo del passato, ma è meglio così: all’epoca si erano avvicinati alla morte e non vuole ripetere quell’errore.

In un brevissimo momento di distrazione del biondo dopo una parata gli afferra il polso e facendo leva ruota il braccio dietro la sua schiena, schiva un pugno e lo a inciampare a terra sovrastandolo con il suo corpo. La posizione di dominanza gli dona una scarica di eccitazione lungo la spina dorsale e blocca anche l’altro polso per impedirgli i movimenti.

Hanno entrambi il fiatone e Nruto si è irrigidito sotto la sua presa, lo guarda con gli occhi spalancati di un animale in trappola.

Sasuke si rende conto che in quel momento potrebbe fargli di tutto, completamente alla sua mercé e indifeso. Stringe gli occhi. Ovviamente non potrebbe mai fargli niente, pensare a quello cose è solo controproducente. Deve dimostrargli che di lui si può fidare, non il contrario.

Rallenta di poco la presa sui polsi. “Possiamo terminarla qui” dice e appena molla la presa l’altro si alza di scatto colpendolo con forza alla fronte con la propria. Il colpo lo fa scivolare all’indietro e, nonostante lo smarrimento,  riesce a rotolare di lato impedendo così che un pugno gli spacchi la faccia.

“Dobe” sbotta cercando di rialzarsi. Naruto sembra essersi trasformato improvvisamente in una furia, lo guarda con le labbra arricciate e un’espressione furiosa nel volto. Sasuke lo guarda confuso, stava andando bene fino a quel momento, che è successo?

Non ha tempo per darsi una risposta perché Uzumaki scatta contro di lui; si acquatta in posizione di difesa ma improvvisamente un muro di legno sorge dal terreno intromettendosi fra lui e il biondo. Altre pareti di legno sorgono attorno a Naruto velocemente chiudendolo come in una specie di sarcofago.

Cos…

Sposta lo sguardo a destra e vede Yamato accucciato a terra con le mani ancora premute fra i ciuffi d’erba, lo sguardo serio e preoccupato. Immediatamente altro ninja atterrano nella zona circondandoli.

“SASUKE!”

L’Hokage incede furioso verso l’Uchiha, il mantello bianco che si gonfia dietro di lui minaccioso. “Cosa diavolo credevi di fare?” gli urla conto, non l’ha mai visto così arrabbiato in vita sua. Sembra fuori di sé.

Sasuke stringe le labbra in un’espressione neutra. “Ci stavamo allenando, Hokake-sama”

L’Hatake strabuzza gli occhi sorpreso da tanta sfacciataggine e delle rughe di rabbia si formano fra le sopracciglia. “Voi… voi… derebrati…” strepita incapace di trovare le parole giuste per insultare lui, l’altro idiota, i Kami e l’intero universo “Non avete idea… folli che non siete altro… cosa…” l’onere di insultarli viene interrotto dai preoccupanti rumori dietro il sarcofago in legno creato da Yamato.

Tutti i ninja concentrano l’attenzione lì preparandosi ad eventuali attacchi ma il legno esplode in una miriade si schegge ancor prima che si possa comprendere chiaramente la situazione.

Naruto ne esce fuori con un balzo, la mano tesa davanti a lui dove brilla un rasengan e gli occhi arancini fra le ciglia bionde.

SAASK’EH!” grida andandogli incontro. Sasuke fa appena in tempo ad attivare il chidori.

Il mondo esplode nel bianco.

  

Indovinate chi ha 19 anni?

Sì, sono io! *coriandoli* mammina, mi sento vecchissima c_c in più vi sto scrivendo dal mio nuovissimo computer di nome Pascal. Salutate Pascal.

(Sì, sono sicurissima di aver compiuto 19 anni invece di 9)

 

Ma passiamo al capitolo!

È stato difficile xD Prima avevo Sasuke che tentava di saltare addosso a Naruto, poi ci ha provato Naruto e io ero tipo “No, no, non dovete ancora copulare! Tenete a freno i bollenti spiriti!”

Che bambini dispettosi, ma alla fine li ho messi a guinzaglio xD Alla fine si sono saltati addosso in altri modi. E Kakashi è furioso, ma prima di sentire la sua ramanzina abbiamo altre cosucce da fare  ;)

 

A presto!

Hatta

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Attrazione ***


Attrazione

Sasuke sbatte le palpebre mentre il bianco attorno a lui si delinea riuscendo a riconoscere lo spazio davanti a lui. È l’inizio del boschetto davanti all’accademia, uno dei parchi dove si allenavano da piccoli.
Un’altalena sta oscillando a pochi passi da lui e lì seduto un piccolo Naruto tiene lo sguardo abbassato con i ciuffi biondi che gli coprono il volto. Sasuke lo guarda, era da un po’ che non vedeva quella scena; era da tanto che Naruto non mostrava quella parte buia di sé. Guarda quel bambino solo dondolarsi su quella vecchia altalena senza pensare, non può vederlo quindi è inutile che provi a parlare. In quel ricordo il fantasma è lui e il passato non si può cambiare.
Sas’ke.
La voce di Naruto risuona nella sua testa e si volta abbandonando con lo sguardo il bambino, davanti a lui il paesaggio si sfalda e poi si ricompone in un nuovo luogo: è la stradina in terra battuta che porta al posto dove stava sempre da piccolo. Da lì riesce a vedersi seduto sul pontile con qualche taglia di meno. Sulla passerella in legno c’è però un’altra figura alle sue spalle, è Naruto che lo chiama insistentemente.
“Dobe” dice pacato ma raggiunge lo stesso le orecchie dell’Uzumaki che si volta e lo guarda mentre scende la stradina fra l’erba fino al pontile. Quando è al suo fianco riporta le iridi azzurre sul bambino imbronciato in una muta domanda.
“E’ un ricordo. Da piccoli eravamo entrambi soli, condividevamo lo stesso destino” spiega “Ma tu a differenza mia continuavi a fare un sacco di stupidaggini in giro per farti notare. Pensavo fossi uno sciocco ma non riuscivo a distogliere lo sguardo da te. Ero incuriosito e attratto da te.”
Naruto sobbalza quando il fiume davanti a loro si sfuma e il paesaggio si ricompone nella casa di Sasuke. Vuota, triste, abitata da fantasmi.
“La mia famiglia è stata sterminata e sono sopravvissuto solo io” spiega.
Annuisce. “Sì, mi ricordo questo”
“Tu hai cominciato a ricordarmi la mia famiglia e questo sentimento è aumentato quando siamo finiti nella stessa squadra” cammina per la stanza vuota e raccoglie una fotografia da una mensola, la tende a Naruto. La guarda: è la foto del team 7. Sensazioni contrastanti stringono lo stomaco del biondo.
“Il nostro cooperare ci rese reciprocamente più forte e così mi venne voglia di misurarmi con te. La squadra sette cominciò a sembrarmi un sostituto alla mia famiglia, per questo ogni volta che ti vedevo soffrire anche io… stavo male. Quando cominciai a comprendere il tuo dolore, iniziai a considerarti come un compagno e quando mi resi conto che insieme potevamo superare qualsiasi cosa…”
Tac.
Naruto non gli permette di terminare la frase, molla la cornice dalle mani facendola infrangere a terra, il vetro si spezza e il rumore risuona nel vuoto attorno a loro. Ora sono in mezzo al buio, la luce è stata spenta nel momento esatto in cui la foto si è infranta a terra.
Naruto tiene lo sguardo bassa sulle proprie mani, sta tremando. “Insieme?” ripete, ha la voce spenta “Se te n’eri accorto allora perché mi hai abbandonato?” alza gli occhi su di lui.
Dentro quelle iridi chiare c’è solo vivido dolore. Da quando Sasuke è tornato Naruto non gli ha mai fatto pesare la sua prima fuga, non gli ha mia rivolto quella domanda o quello sguardo, ha risolto sempre con un sbrigativo “L’importante è che tu sia qui, ‘tebayo!”. Solo ora può vedere concretamente quanto male gli abbia fatto.
C’è davvero un modo per rimediare?
Accenna un passo in quel buio mentre l’Uzumaki continua. “E perché volevi distruggere Konoha? Perché hai tentato di uccidermi ancora e ancora? Perché hai combattuto al fianco di Madara?”
Lo guarda confuso. “Io non ho combattuto con Madara, ero nei vostri schieramenti”
Una smorfia amara distorce i lineamenti dell’altro. “Hai ragione. Questo è solo uno dei miei ricordi compromessi”
Gli prende una mano, Naruto sussulta brevemente ma poi lo lascia fare permettendogli di intrecciare le dita.
“Mostrami tutti i tuoi ricordi” lo sprona Sasuke “Posso provare a correggerli”
Naruto ricambia la stretta congiungendo le dita nel segno della riconciliazione e subito i ricordi affluiscono attraverso le menti di entrambi; non ha mai visto così tanto odio e dolore dentro l’Uzumaki, almeno verso di lui. Il chakra di Naruto era sempre caldo e rassicurante, aveva il potere di calmarlo. Ora invece lo sente freddo e inquieto.
Capisce ancora meglio quello che intendeva Sakura quando aveva parlato delle cariche delle calamite, ora è il suo turno di essere il polo positivo e attirare il polo negativo. Aumenta la stretta con le due dita intenzionato a fargli capire quanto abbia bisogno di lui, di come non abbia mai potuto odiarlo davvero e che è sempre stata la sua unica luce nell’oscurità, l’unico solo che poteva far risplendere la luna.
Se tu ti spegni, mi spengo anche io.
È imbarazzante e stomachevole, ma deve mettere da parte l’orgoglio, almeno per una volta, quante volte Naruto ha calpestato la propria dignità per lui? Ora è il suo turno e non si tirerà indietro.
Quando finiscono di condividere i ricordi sente la presa sulle dita di Naruto scivolare via e resta da solo, nel buio. Nonostante sappia di trovarsi nel punto di contatto fra la sua mente e quella di Naruto non può non sentire un piccolo moto di panico salirgli al petto. È al buio e solo. Dov’è Naruto? Si volta cercando con lo sguardo l’altro ragazzo ma solo l’oscurità riflette i suoi occhi, poi capisce dove potrebbe essere andato.
Torna  indietro con la mente raggiungendo la prima scena che ha visto quando si è ritrovato in quel posto.
L’altalena sta ancora dondolando ma sopra non c’è più seduto un bambino, ma Naruto da adulto con le mani ben strette sulle corde in legno.
“E quindi?” domanda con voce mogia.
“Quindi cosa?”
Naruto prende un lungo respiro. “E’ tutto così frustrante. Dentro di me c’è, tipo, una vocina che non fa altro che ripetermi che tu sei il nemico, che se pericoloso… ma dopo tutto questo io…” annaspa con le parole “Io non sono più sicuro di odiarti” trema.
“Allora non odiarmi” lo guarda con speranza “Questa cosa possiamo affrontarla insieme, troveremo una soluzione a questo genjutsu. Insieme. Farò in modo di far tornare tutto come prima”
Naruto smette di dondolarsi e lo guarda dritto negli occhi. “Tutto questo perché siamo amici, giusto?” poi il primo vero sorriso timido e sincero fa capolino sulle sue labbra in sua direzione “E amanti. E rivali. E compagni. E tante altre cose che spero di riuscire a capire. Ma forse ci sto già riuscendo”
Distoglie lo sguardo e ricambia il sorriso, anche se è più piccolo e imbarazzato, quasi non volesse farlo sul serio. Vede i contorni delle cose attorno a loro cancellarsi lentamente spazzati via da una forte luce, alza lo sguardo contrariato che il contatto con le loro menti stia già svanendo, una parte di lui è terrorizzato che una volta usciti da lì quella armonia ritrovata sparisca. Ma Naruto lo sta ancora guardando con quel bellissimo sorriso, anche se sta svanendo, e capisce che non c’è nulla che può fermarlo.
 
**

“Sinceramente, una cosa del genere da te non me la sarei mai aspettata!”
È passata circa un’ora dal piccolo scontro al campo di allenamento e poco meno da quando Kakashi lo ha prelevato direttamente nel proprio ufficio per fargli una ramanzina che sembra intenzionato a portare avanti per i prossimi secoli dei secoli.
Amen.
Da parte sua Sasuke lo ascolta distrattamente, sta ancora pensando a quello che si è detto con Naruto e dentro di sé si sente fiducioso più che mai. Ha funzionato. In parte ha funzionato. Cosa potrebbe mai importargli di quello spaventapasseri che non fa altro che dare aria alla bocca?
“Avrebbe potuto perdere il controllo ben prima del nostro arrivo. Se non ci fosse stato Yamato cosa avresti fatto? Come minimo avreste raso al suolo Konoha! Ma mi stai ascoltando? Sasuke?!”
Gli rivolge un’occhiata seccata sbuffando un poco dalle labbra.
Davanti alla sua indisponenza Kakashi diventa ancor più livido e sbarra gli occhi oltraggiati. “Forse non ti è chiara la situazione. Questa è una cosa seria, non un vostro semplice litigio di coppia!”
Quella frase scatena una reazione nell’Uchiha, o meglio: si ricorda della terribile situazione che sta vivendo nella sua dimora.
“Litigio di coppia?” ripete “Be’, su questo lei è un esperto, non c’è dubbio”
“Cosa intendi dire?”
“Dico che questa situazione di Sakura che gira nuda per casa mia deve assolutamente finire! Fate pace, per amor del cielo!” sbotta
“Sakura cosa?” strepita con gli occhi fuori dalle orbite completamente dimentico della discussione originale.
Sasuke alza gli occhi al cielo infastidito.”Buona giornata” saluta andandosene dalla stanza intenzionato a mettere fine a quella patetica discussione.
È ormai quasi arrivato all’uscita quando sente la voce dell’Hokage rimbombare per tutto il palazzo.
“COSA SIGNIFICA CHE SAKURA GIRA A CASA TUA MEZZA NUDA?! SASUKE!!”
 
**
 
La buona notizia: ripresosi dallo shock Kakashi ha fatto irruzione a Villa Uchiha spalleggiato da una trentina di ANBU per riprendersi Sakura in una versione molto riuscita di “io Tarzan, lei Jane. Jane di Tarzan”. Ora Sakura vive ancora a casa Hatake e può allenarsi nei campi pubblici.
La cattiva notizia: Kakashi non si fida più di lui e gli ha ordinato di non avvicinarsi mai più a Naruto (e Sakura) finché le cose non si saranno risolte.
Seriamente, non riesce a capire se sia davvero preoccupato per la sua incolumità o se sia una vendetta per quanto successo con Sakura.
Comunque.
Il piano di riportare indietro Naruto prosegue a gonfie vele, mentre quello dell’Hokage di tenerli lontani fa acqua da tutte le parti. Innanzitutto, Sasuke può vantarsi di possedere un team di collaboratori molto motivati (Rock Lee forse è anche troppo motivato, capisce perfettamente perché sia amico del dobe) senza contare di una formidabile spia: Sakura.
Adesso che ha fatto pace con Kakashi può muoversi liberamente all’interno del palazzo dell’Hokage e frugare innocentemente fra le sue carte. Ovviamente, Kakashi tutto questo non lo so. È abbastanza intelligente da non lasciare i documenti a portata della kunoichi, peccato non poter dire lo stesso dei collaboratori, soprattutto dal momento che lo stesso Shikamaru fa parte del team.
Insomma, grazie a Sakura e Ino riesce ad avere sempre tutti gli aggiornamenti della traduzione del rotolo praticamente in diretta. Il lavoro si è rivelato più complicato del previsto, una volta risolta la decriptazione per chi non possiede l’arte oculare dei Chinoike hanno scoperto che è stato usato un ulteriore linguaggio cifrato.
Per ora la decifrazione è solo arrivata alla spiegazione su cosa consiste la tecnica.
La Rirato no jutsu1 viene usata molto raramente perché bisogna possedere un’enorme padronanza delle gekkai, solitamente veniva imposta sui capi dei clan avversari per svariate ragioni che variavano dal costringerli in una alleanza alla sterminio per mano dello stesso capo impazzito.
Se c’è un rimedio, la squadra di decriptazione non l’ha ancora trovato.
Ma Sasuke è fiducioso.
Kakashi avrà anche disposto l’ordine che lui e Naruto non si incontrino e avrà anche nascosto quest’ultimo in un luogo esterno al villaggio ma nemmeno una di queste restrizioni hanno funzionato.
Sasuke ci ha messo 38 ore a trovare il luogo dove era stato nascosto Naruto, 46 a delineare un piano per poterlo incontrare senza allarmare gli ANBU all’entrata, 47 per riuscirci.
Da un certo punto di vista, che Konoha al momento sia la potenza guida dei ninja preoccupa un tantino Sasuke, soprattutto se tutti gli shinobi sono come quelli messi a guardia dell’Uzumaki. Depistarli con un genjutsu è così semplice che una parte di lui è convinta che Kakashi sappia tutto e che gli lasci fare ormai nel colmo dell’esasperazione.
Deve dire, però,che  se è riuscito a trovare il nascondiglio lo deve anche a Naruto che voleva essere trovato e ha fatto in modo di sprigionare chakra  così tanto e intensamente che lo avrebbe percepito anche senza sforzarsi troppo.
“Finalmente” è stato tutto quello che gli ha detto quando è riuscito a entrare nella baita dove è segregato.
Da allora, lo va a trovare con cadenze regolari. Per lo più parlano e si scambiano ricordi, oppure si studiano semplicemente in silenzio. All’inizio, Naruto era inevitabilmente diffidente ma ormai sa che Sasuke non può essere un nemico ed è più rilassato in sua compagnia, ogni tanto riesce anche a vedere il Naruto a cui era abituato.
L’unica a sapere di queste scampagnate è Sakura, ovviamente; non si fida di dire al resto della squadra che riesce a vedere Naruto anche se l’Hokage glielo ha esplicitamente proibito, meno sanno meglio è.
“Fate attenzione, per favore” è stata l’unica cosa che ha detto Sakura.

**

Sasuke scivola dentro come un’ombra. La baita di montagna dove Naruto è tenuto nascosto non è molto grande, ma è pulita e ordinata; si trova al delimitare di un boschetto su una zona leggermente scoscesa circondata da alte e appuntite montagne a mo’ di corona. Un fiumiciattolo scivola fra le l’erba e i sassi brillando di acqua cristallina sotto i raggi del sole, qualche ranocchia si appoggia sempre su un masso a prendere il sole. L’aria è fresca, da montagna, ma piacevole e solitamente non c’è vento quasi che tutto sia fermo e immobile. La notte invece la luna sfiora sempre con i propri raggi la punta dei pini e le punte delle montagne sembrano bucare la volta celeste, le stelle sembrano così vicine che basterebbe una mano per raccoglierle come mazzi di fiori. Una qualche volta precipita e si nasconde in un fiore di stella alpina.
Sasuke vivrebbe volentieri lì per sempre.
Dentro la baita ci sono poche stanze. È suddivisa in due piani: al pianterreno c’è la stanza principale composta da una cucina e un rudimentale soggiorno, una porticina porta al bagno; al primo piano c’è una mansarda enorme piena di letti e paglia, solitamente stanno sempre lì, la si raggiunge salendo una piccola scala in legno molto ripida e poco stabile. Ad ogni passo in teoria i gradini dovrebbero scricchiolare ma Sasuke è un ninja così esperto e silenzioso che non sembra nemmeno che poggi i piedi a terra.
Naruto è disteso su uno di quei materassi appoggiati a terra; è sveglio e guarda verso l’oblò con le mani appoggiate dietro la testa. Ruota lentamente il capo verso di lui ponendogli una muta domanda con gli occhi cerulei e Sasuke annuisce una volta sola.
Naruto lascia il respiro bruscamente e sorride. “Ciao”
“Ciao” ricambia e si siede su un altro materasso. Lo spia cercando di capire di che umore sia ma Uzumaki fa una cosa che lo sorprende.
Si alza dal materasso e va a sedersi accanto a lui, sembra tranquillo e sciolto, come se non ci sia nessun problema a compiere una simile azione. Come se fosse familiare. Le parti si sono nuovamente invertite, adesso è Sasuke a sentirsi a disagio. Una parte di lui si era rassegnata ad essere respinta da Naruto e ora che tutto sembra scivolare al posto giusto come le tessere di un puzzle trattiene dolorosamente il respiro temendo che si tratti solo di un sogno.
Naruto afferra la manica svolazzante e fa scivolare la stoffa vuota fra le dite, la studia con attenzione. “Spiegami ancora perché non ti sei sottoposto all’operazione” domanda con una piccola ruga fra le sopracciglia.
Glielo ha già detto così tante volte che gli sembra di aver imparato la risposta a memoria. “Come promemoria. Se cancellassi questa cicatrice sarebbe come cancellare tutto ciò che ho fatto. Io non voglio rinnegare il mio passato, voglio solo imparare da esso”
Sasuke in quei giorni ha imparato ad essere sincero, non è mai stato così trasparente su sé stesso in tutta la sua vita.
“Un braccio mi basta e avanza per combattere” termina mentre le dita abbronzate scivolano lungo la manica vuota fino a raggiungere il moncherino della spalla. Lo sfiora un pochino ma poi ritrae le dita come se fosse stato scottato. Abbassa lo sguardo sistemandosi a gambe incrociate sul letto.
“Sai cosa hanno deciso di farsene con En Oyashiro?”
“Tecnicamente per decreto dell’Hokage io non posso sapere nulla”
Naruto lo guarda scettico sapendo bene che l’Uchiha ha messo insieme uno strampalato team di suoi amici per aiutarlo e sa che è aggiornato quanto l’Hokage sulla faccenda.
Infatti Sasuke sbuffa. “Hanno deciso di mandarlo nel Paese dell’Acqua affinché si possa rendere utile”
“Quindi non lo uccideranno”
Scuote la testa. “L’obiettivo dei Paesi Ninja ora è quello di fermare questa catena di odio e distruzione”
“E a te sta bene così?”
Lo guarda negli occhi. “E a te? A te sta bene?” gli gira la domanda.
Naruto abbassa lo sguardo. “Non mi ricordo nemmeno la sua faccia” dice piano “E non vedo il senso di portare rancore per sempre, preferisco cercare di capire”
Sasuke annuisce. “È per questo ho continuato a credere in te. Io e tutti gli altri”
“Mi dispiace aver combinato tutto questo casino”
È una cosa che Naruto ultimamente fa spesso, si scusa per quella situazione come se sentisse che fosse davvero una sua responsabilità.
“Smettila, non è colpa tua” sbotta “E poi possiamo considerare questa esperienza istruttiva. Per una volta sono stato io quello coraggioso e pieno di fiducia e tu quello apatico senza cuore”
Scoppia a ridere. “Apatico? Non è la parola che userei io per descriverti”
Inarca una sopracciglia. “Non mi consideri un pezzo di ghiaccio socialmente incapace?” Naruto ride di nuovo allora insiste sbuffando“E sentiamo, quale parola useresti?”
 
Naruto alza lo sguardo sulle stelle fuori dall’oblò, prima il cielo era nuvoloso; adesso no, adesso è limpido. Sasuke lo sta guardando sospettoso e ha ragione ad esserlo, anche lui al suo posto lo sarebbe. Non odia più Sasuke, è vero, ma continua a percepire il desiderio assopito di strangolarlo. Finirà mai quella situazione?
Naruto non è bravo con le parole, non perlomeno nel senso astratto e descrittivo. Si è sempre trovato meglio ad andare a braccio, a lasciare che corressero fuori dalla sua bocca. Oppure, ancora meglio, Naruto preferisce la gestualità alle parole; è sempre stato un tipo pratico che si perdeva nella teoria in fondo.
“Stoico” prova.
Fa una smorfia. “Insensibile” traduce.
“Riflessivo”
“Pericolosamente depresso”
“Attento”
“Sospettoso o maniaco del controllo”
Gli tira un pugno scherzoso al costato. “E smettila! Hai un’opinione su di te molto negativa”
Istintivamente Sasuke gli blocca il polso fra le dita fredde e lo spinge verso di sé, sbilanciato Naruto appoggia l’altra mano sulla sua spalla per non franargli completamente addosso. Strabuzza gli occhi: sono così vicini da sentire il respiro dell’altro infrangersi sulle proprie labbra. Si sente i muscoli paralizzati e non riesce a muoversi.
È Sasuke a reagire per primo dopo un breve momento di stasi, molla la presa sul polso dell’Uzumaki e si sposta sul materasso allontanandosi di un poco. Stringe la mano a pugno sulle cosce e abbassa lo sguardo, è arrossito un poco sugli zigomi.
Naruto si sente deluso, si aspettava qualcosa. Non sa bene cosa, ma è come se gli avessero privato un altro ricordo.
Si siede meglio cercando di conciliare tutte quelle emozioni confusi.
È strano, Naruto pensa seriamente che se Sasuke fosse un oggetto sarebbe per forza uno di quei nuovi orologi digitali con i numeri spigolosi, colori asettici e sintonizzato al secondo. Lui invece si trova più simile a una di quelle sfere di vetro che vendono nei negozi di souvenir con i fiocchi di neve sintetica. Ecco, qualcuno lo ha agitato forte e adesso si ritrova in un’esplosione di ricordi sintetici e non riesce a uscirne. È bloccato in una palla di vetro.
 
 “Sei bello e triste. Assomigli a una canzone che da piccolo ti piaceva tantissimo ma finché non la riascolti per caso credi di averla dimenticata” dice.
Silenzio. Si gratta una guancia a disagio.
Anche Sasuke è a disagio ma si sforza di sdrammatizzare la situazione: “Bello? Eppure avevi detto… com’era? Ah, sì: ti ricordavo più carino” lo prende in giro.
Naruto arrossisce. “Posso spiegarti” protesta, poi si spiaccica una mano sulla faccia nascondendo gli occhi. “Nei miei ricordi tu… tu eri una persona orribile, insensibile, crudele, che mi voleva uccidere. Eri davvero orribile, una sorta di mostro” lo spia attraverso le fessure tra le dita. Sasuke trattiene a fatica l’espressione ferita, vorrebbe restare impassibile e non mostrargli quanto tutto quello gli faccia male “Tutti mi dicevano che non era vero, che quello che ricordavo era sbagliato ma… come posso non fidarmi dei miei ricordi? Capisci, è impossibile”
Sasuke capisce fin troppo bene.
Naruto riprende a parlare. “Così ho chiesto di vederti, per confermare i miei ricordi”
Ricorda il modo terribile in cui ha reagito. “Sicuramente è andata così” borbotta sconfortato. Se solo fosse stato preparato a quella situazione…
Uzumaki ride nervoso. “In realtà no. Quando ti sei presentato sembravi stanco e distrutto, come se non dormissi da giorni, ed eri sicuramente preoccupatissimo. Riuscivo a leggerti in faccia tutta l’ansia e il nervosismo. Mi sono detto che una persona non si preoccupa così tanto per il proprio nemico, per la propria vittima” si morde le labbra “Non corrispondevi affatto ai miei ricordi e questo mi faceva arrabbiare. Mi sembrava tutto un grande complotto alle mie spalle. Per questo ho cercato di provocarti, per smascherarti. Ma tu sembravi solo ferito, anche quando mi rispondevi male. Era tutto… sbagliato”
Pausa.
“Tutto questo per dirti che in realtà ti trovavo carino”
 Sasuke si sente meravigliosamente scaldato da quelle parole. Sente forte il desiderio di toccarlo, ma non osa, già prima gli è sembrato di superare una linea invalicabile. La verità è che non sa ancora fin dove spingersi.
“Dovresti dire qualcosa, adesso” gli suggerisce imbronciato Naruto. Alza lo sguardo sul suo viso titubante “A cosa stai pensando?”
“Che mi manchi” risponde sincero. Non ne può più di quella sensazione, vuole abbattere anche gli ultimi muri rimasti.
“Ma io sono qui” dice piano l’Uzumaki confuso.
Sasuke sospira e distoglie lo sguardo, si rimprovera mentalmente. Sta correndo troppo.
Sussulta quando Naruto appoggia una mano sul suo ginocchio, fissa la pelle brunita avvertendo il respiro caldo dell’altro avvicinarsi alla sua orecchia. Ruota la testa e prima che possa anche solo pensare di dire qualcosa sente premere le labbra dell’altro sulle proprie. Sono bollenti ed è come se una scarica di elettricità lo percorresse per tutto il corpo. Socchiude le labbra e avverte la lingua dell’Uzumaki sbattere contro i due denti, spinge il volto verso il suo approfondendo il bacio e si ritrova le mani di Naruto incastrate fra i capelli a tenergli ferma la testa. Gli tira i ciuffi corvini quasi dolorosamente ma Sasuke non ci fa caso, gli sembra di essere scivolato via dalla realtà e di essersi perso dentro quel bacio affamato. Le lingue si scontrano fra loro intrecciandosi e colpendosi come in una lotta, Sasuke non è sicuro di cosa stia facendo, il cervello è andato in black-out ed è solo l’istinto a guidarlo in maniera molto approssimativa. Non sa cosa sta facendo, sa solo che non vuole smettere di baciare Naruto. Appoggia la mano sulla sua nuca premendoselo contro possessivo. Sono finiti distesi sul materasso, Naruto lo sovrasta, e loro gambe si sono intrecciate in maniera scomposta mentre si strusciano fra loro.  Il peso del biondo che lo preme è confortante, è come se stesse riempiendo un vuoto scomodo.
Le mani tra i capelli neri scivolano sul suo viso  e i pollici accarezzano la linea delicata della mascella mentre gli morde le labbra sempre più umide di saliva. Respirare non sembra affatto necessario. Sasuke gioca con i ciuffi biondi sulla nuca, li tira leggermente costringendolo a staccarsi e a scoprire la gola. Lecca il profilo soffermandosi in particolare sul pomo d’Adamo sporgente.
Naruto si rituffa nella labbra dell’Uchiha attaccandole in un bacio violento, bisognoso, gli morde il labbro inferiore per sbaglio. Sono scoordinati nel tentativo di prendere la supremazia in quel bacio e forse è per questo che è così dannatamente eccitante.
Per Sasuke è meraviglioso, credeva di aver dimenticato la sensazione di scoppiare sotto quei baci roventi.  Rotolano sul materasso incapaci a stare fermi, sono completamente in balìa della situazione, incapaci di contenersi e trattenere i ringhi e i gemiti fra un bacio e l’altro. Sasuke allarga le gambe permettendo a Naruto di incastrarsi meglio e solleva leggermente il bacino sfregandosi contro quello del biondo. Un gemito più alto degli altri lascia le labbra dell’Uzumaki. È il suono più bello del mondo.
“Sas’ke”
Gli occhi di Naruto sono diventati così scuri da essere quasi neri, la pupilla è dilatata a mangiare quasi completamente l’iride blu. Sono famelici in quel viso completamente stravolto e rosso. Gli ricordano gli occhi di un pazzo.
“Sas’ke” ripete facendo scivolare l mani lungo il suo viso e stringendo le dita attorno al collo sottile e pallido.
Stringe.
Sasuke trattiene bruscamente il respiro  mentre la pressione aumenta, ma non si divincola da quella presa. Continua a guardarlo negli occhi.
Mi fido di te, gli direbbe se avesse voce. Si fida di lui nonostante il panico che monta nel notare che la presa sul suo collo non diminuisce, anzi aumenta. Comincia ad essere dolorosa e sente la mancanza d’aria. Allunga la mano ad accarezzargli la guancia.
A quel gesto gli occhi Naruto riprendono consapevolezza, li spalanca sconvolto e molla la presa sul collo gettandosi all’indietro lasciandolo libero di respirare. Prende un lungo respiro tossendo, l’aria brucia nei polmoni. Espira, inspira.
Naruto si nasconde il viso fra le mani e trema come se non riuscisse a respirare.
“Mi dispiace, mi dispiace” sussurra affrettato.
Sasuke si alza appoggiandosi sul gomito e lo spia anche lui con il respiro accelerato. “Non… non è colpa tua” lo rassicura.
“Invece sì” sputa Naruto, si guarda le mani come se le vedesse sporche di sangue “Non riesco a controllarmi. Non…”
Sasuke si sente il cuore farsi pesante. “Vuoi che me ne vada?”
Lo guarda terrorizzato da quella aspettativa, improvvisamente sente una paura folla. “No” lo supplica. “Resta, per favore. Non… non voglio restare solo” sembra in conflitto con sé stesso “ma non voglio farti del male”
“Non me ne farai” gli garantisce.
“E se perdessi il controllo?” sembra sul punto di entrare in un attacco di panico.
“Naruto” lo chiama deciso “Mi fido di te. Sul serio. Ma avermi qui per te è troppo doloroso me ne vado. Non è un problema”
Naruto prende un lungo respiro tremante. “…sarebbe più doloroso non averti qui” ammette.
A quella confessione il cuore di Sasuke balla la samba nella sua cassa toracica. Annuisce cercando di non mostrarsi troppo felice, lo guarda titubante non sapendo cosa fare. È ancora Naruto a fare la prima mossa e ritorna vicino a lui distendendosi accanto sul materasso, gli si appiccica contro come se cercasse una sorta di calore. Sta tremando e lui passa la mano lungo la schiena per rassicurarlo prima di accorgersi che anche lui sta tremando. Per un attimo ha avuto davvero paura, quegli occhi dissennati lo avevano paralizzato; sembrava fosse tornato la macchina assassina che aveva tentato di ucciderlo nel bosco.
Va tutto bene, si dice turbato. Va tutto bene. Andrà tutto bene. Deve andare tutto bene.
Fuori c’è solo il ronzio delle cicale e una nuvola è passata sopra le stelle visibili dall’oblò.
“Grazie” dice improvvisamente Sasuke.
“Per cosa?” domanda Naruto a un passo dal sonno.
“Per non avermi chiuso fuori”
Sente contro il proprio petto il formarsi di un sorriso. “Come se potesse essere possibile, teme…”
 
 
Ohayo!
Giuro che questa volta il ritardo non è colpa mia xD chi mi segue su facebook sa che ho avuto problemi di connessione e che poi sono partita da lunedì fino a ieri sera per Napoli.
La mia ultima gita scolastica <3
È stata una bellissima esperienza, soprattutto perché sono riuscita a incontrare un’amica!
Però non dovete preoccuparvi: sono tornata e adesso il Wifi va, quindi tutto torna regolare!
 
Parlando del capitolo: questo è il mio preferito. Insomma, finalmente hanno trovato il punto di contatto e provano (senza riuscirci T_T) a fare cose. Poi, insommina, sono patatoni <3 Spero che a voi sia piaciuto quanto a me!
Anyway, mancano solo due capitoli alla fine della storia. Incredibile, vero? Soprattutto perché sono sincera xD
 
Fatemi sapere quello che ne pensate \^o^/
A presto
Hatta

 

               

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Repulsione ***


REPULSIONE

Il disinfettante brucia sui tagli ma è un fastidio abbastanza sopportabile e per questo Sasuke subisce senza emettere un sibilo. Guarda davanti a sé con aria distaccata, come se fosse assente, mentre Sakura passa il cotone sulle ferite aperte della pelle. Sembra tornare in sé solo quando la ragazza fa un breve pressione su un livido particolarmente marcato. Incontra gli occhi verdi che lo guardano attenti e preoccupati.
Sono entrambi nel soggiorno di casa Hatake, il sole prossimo al tramonto entra dalle ampie finestre accarezzando le loro figure e facendole risplendere di una vivida luce immobile, come se una patina dorata li circondasse. Sasuke è seduto sul tavolo e tiene la gola scoperta per permettere alle dita della donna di curarlo. Non ha nessuna ferita grave, niente che non avrebbe potuto risolvere da solo, e sinceramente non lo preoccupano nemmeno, ha passato di peggio. Però lo stesso non sembra pensarlo Sakura che appena ha visto i lividi sulla pelle bianca del collo si è oscurata e lo ha costretto a farsi dare una controllata. Ha provato ad opporsi ma alla fine ha deciso di accontentare l’amica e di sopportare quell’inutile controllo.
Un lungo sospiro lascia le lebbra della kunoichi. “Non potete andare avanti così”
È fin troppo chiaro chi sia la causa di quei tagli e di quei lividi violetti: Naruto. Gli incontri clandestini stanno proseguendo e ogni volta fanno un passo avanti, ma ogni volta che prova a tendere un po’ di più la corda si ritrova imprigionato tra quelle mani. Non sempre riesce a tornare subito in sé, a volte è necessario che lotti un poco per non permettergli di soffocarlo. Ma sta andando bene, sul serio.
“Non devi preoccuparti” si schernisce monocorde “Guarirò”
Schiocca la lingua contrariata. “Baka, è ovvio che mi preoccupo lo stesso! Siete dei tali… per voi due non ci sono proprio mezze misure, neh?” abbassa lo sguardo mentre ripone il disinfettante nella scatolina del pronto-soccorso.
Sasuke non risponde nemmeno. Quando mai fra loro due c’è stata la sana mezza via? Mai, fin troppo ovvio.
“Vuoi qualche cerotto?”
“No”
“Lo sospettavo” e con un clik secco chiude la scatolina. Prende un altro respiro. “Almeno sta migliorando? Secondo Kakashi la situazione è stabile, Ino ha detto che il rotolo sembra incompleto. Cosa significa incompleto? È stato cancellatp o cosa? O non c’è una soluzione?” le stanno tremando le mani “Sei rimasta la nostro unica possibilità, Sasuke”
“Ci stiamo lavorando” scende dal tavolo e si chiede se sia il caso di toccarla in qualche modo per tranquillizzarla ma non ha proprio idea di come e nemmeno se la cosa avrebbe senso quindi lascia stare.
“Ci state lavorando” ripete, evita il suo sguardo “E magari nel mentre cercate di non uccidervi”
“E’ migliorato”
“Anche se continua stringerti le mani attorno al collo?” replica freddamente. Incrocia le braccia sotto il petto e si strofina le braccia con i palmi come se avesse freddo.
“Naruto non potrebbe mai uccidermi” risponde chiaro, con un tono di voce basso.
“Era la stessa cosa che diceva lui di te. Sas’ke non potrebbe mai uccidermi…”
“E aveva ragione, no?” le afferra un braccio stringendo forte “Quindi fidati di me”
“E’ quello che cerco di fare” sospira alzando finalmente lo sguardo.
Sasuke piega le labbra in un’espressione amara. “Non eri tu quella che mi diceva di tentare comunque?”
Sakura fa per rispondere ma la porta d’entrata sbatte ed entrambi sussultano presi in contro piede, Sasuke fa qualche passo indietro proprio mentre fa la sua entrata in scena Kakashi.
“Ciao Sakura. Ciao Sasuke” saluta pigramente, ma il suo sguardo si fa attento e diffidente non appena incrocia quello dell’Uchiha “Che ti sei fatto al collo?”
La kunoichi si irrigidisce un attimo ma Sasuke risponde senza battere ciglio:
“Tua moglie picchia duro”
L’espressione di Kakashi sembra una via di mezzo tra una compiaciuta e una non del tutto convinta, ma alla fine sembra decidere di crederci e si volta verso gli stipetti della cucina. “Ti fermi a cena da noi, Sasuke-kun?”
“No” risponde simultaneo.
“Ovviamente. Sia mai che tu passi troppo tempo a contatto con altri umani” commenta ironico “Sakura, tesoro, c’è qualcosa che possa sfamare queste vecchio Hokage?”
Sakura ridacchia abbandonando il fianco dell’amico per raggiungere il marito. “Potremo ordinare qualcosa d’asporto”
“Traduzione: nemmeno oggi ho fatto la spesa” borbotta facendo scoppiare apertamente a ridere la rosa.
Sasuke li guarda per un breve secondo sentendosi orribilmente estraneo a quella scena di intima familiarità, il disagio di essere nel posto sbagliato lo infastidisce. “Tch. Allora io vado” saluta giusto per non essere tacciato di maleducazione.
Sakura gira la testa facendo ruotare il caschetto rosa attorno al suo viso. “Va bene. Ci vediamo domani”
“Sei proprio sicuro di non voler restare?” chiede invece l’Hatake senza voltarsi.
Sasuke inarca una sopracciglia. “Buonanotte” chiude il discorso.
“Buonanotte” sospira Kakashi, poi tira fuori vittorioso un pacco di biscotti.
 
“Sakura, dobbiamo parlare”
È  la prima cosa che dice Kakashi quando Sasuke esce, ha appoggiato il pacco di biscotti sul tavolo e ha abbandonato ogni espressione scherzosa su volto. Ora è serio, mortalmente serio. Sakura si preoccupa, deve c’entrare sicuramente con Naruto se non ne ha fatto minimamente cenno con Sasuke, si prende le mani in grembo e annuisce.
“Ti ascolto”
Kakashi resta in silenzio qualche secondo come se stesse organizzando il discorso, poi parla con voce che non ammette repliche: “Prima di dirti qualsiasi cosa, devo sapere se sei dalla mia parte”
Sakura lo guarda confusa. “Io sono dalla tua parte, lo sono da sempre
“Quello che intendo è che ho bisogno di sapere che appena avrò finito di parlare tu non correrai a spifferare tutto a Sasuke. Sakura” le afferra le spalle notando l’espressione contrariata “E’ importante che tu non mi tradisca, va bene? Ne va della sicurezza di Sasuke stesso”
Sakura stringe le labbra indecisa, ma poi sospira chiudendo gli occhi. “Va bene. Ora parla”

**
Le strade di Konoha sono praticamente vuote, solo poche persone si attardano prima di raggiungere la propria casa. È scesa l’ora di cena e il sole sta spegnendo gli ultimi raggi dietro le mura, l’aria è fresca e Sasuke si stringe nel mantello mentre raggiunge il quartiere degli Uchiha.
Ma appena apre la porta si accorge che in quella casa non è solo, il livello di chakra dell’intruso è impercettibile così che non riesce a riconoscerlo. Potrebbe essere un ANBU ma procede comunque con circospezione poco propenso ad accettare brutte sorpresa. Felpato e silenzioso si dirige verso la cucina sguainando un kunai.
“Ciao”
Quasi si sente sciogliere dal sollievo quando apre la porta della cucina e trova lui seduto al tavolo con espressione furba sul volto. Naruto gli sorride sfacciato a trentadue denti con la felpa aperta e un gomito appoggiato alla tavola.
“Naruto” dice confuso corrucciando la fronte “Cosa ci fai qui?”
Naruto si stiracchia come un felino socchiudendo gli occhi. “Sono scappato, volevo vederti. Ma tu non c’eri. Dove sei stato?”
“Da Sakura” risponde in automatico avvicinandosi.
AH!” sospira pesantemente e poi appoggia la fronte sulla tavola “Mi manca tanto, vorrei tanto andare a trovarla” aggiunge lamentoso.
Appoggia il kunai sulla tavola e trattiene un sorriso davanti a quell’espressione da bambino capriccioso. “Non dovresti essere qui” gli ricorda comunque anche se non può fare a meno di sentirsi felicissimo della sua presenza.
Naruto lo spia con gli occhioni azzurri, ma poi distoglie lo sguardo amareggiato. “Però tu vieni sempre da me anche se non puoi. Volevo farti una sorpresa. Ho sbagliato? Ti giuro che non mi sono fatto scoprire, gli ANBU credono che io sia ancora alla baita, ho lasciato una copia. Ho fatto male?”
“No” risponde nonostante tutto “Sono felice che tu sia qui” alza la mano verso il suo volto ma poi si ferma a metà tentennando incerto. Naruto indovinando le sue intenzioni allunga il collo e inclina leggermente la testa sfiorando con la guancia le dita dell’Uchiha in una goffa carezza.
“Anch’io, mi mancavi e non ce la facevo più di restare chiuso là dentro” commenta con voce triste. Sasuke non fatica a crederlo, Naruto non è mai stato un tipo da poter restare a lungo in uno spazio chiuso, ha sempre sentito il bisogno di correre e sentirsi libero. Tutto quello per lui deve essere frustante, non può biasimarlo se alla fine è esploso in quella piccola fuga clandestina.
Naruto si alza dalla sedia strisciandola a terra, nella penombra della stanza i suoi occhi brillano come pietre opalescenti e lo guardano come se non potessero mai smettere di farlo. Sasuke non capisce se sia a causa della lontananza ma in quel momento gli sembra più bello e ammaliante del solito e sente prepotente il desiderio di toccarlo, di marcare ciò che è suo di diritto.
“Usciamo” propone Uzumaki sorridendo “Andiamo via”
“Cosa?” lo guarda contrariato “Non credo sia il caso”
“Per favore!” lo supplica imbronciandosi.
“Potrebbero scoprirti, è pericoloso” cerca di farlo ragionare. Già il fatto che sia lì a casa sua è tremendamente rischioso, ha i sensi vigili in attesa di veder comparire una squadra ANBU campeggiata da Kakashi.
“Ma andremmo fuori Konoha!” ribatte esasperandosi un poco “Mentre venivo ho visto una radura: è appartata e sufficientemente distante per poterci far stare tranquilli, saremmo completamente soli. Ti prego, non voglio restare chiuso in un’altra casa, ho bisogno di…” si interrompe abbassando lo sguardo e mordendosi le labbra.
Sasuke lo capisce, ma non può fare a meno di essere diffidente. Una parte di lui vorrebbe davvero assecondarlo e fuggire da quella situazione scomoda ma un’altra, che ha le fastidiosi voci di Sakura e Kakashi, gli consiglia di non abbassare la guardia. Oltre all’irruzione degli ANBU, Naruto potrebbe perdere il controllo ed essere in un posto isolato lontano da Konoha non lo aiuterebbe. Sarebbe tutto una grande follia.
Naruto sembra leggergli nel pensiero perché il suo volto di adombra e lo sguardo si amareggia. Alza una mano e raggiunge il collo sottile dell’Uchiha, piano, come se non volesse spaventarlo. Sfiora con dolcezza la pelle pallida soffermandosi sui lividi che hanno la forma dei suoi polpastrelli, guarda le ferite con visibile rammarico mentre le accarezza e traccia percorsi invisibili con le dita lungo l’epidermide. Sono tocchi così piccoli che a Sasuke sembra di essere sfiorato da dei petali, il calore delle dita dell’Uzumaki è confortante e gli viene naturale lasciarsi andare a quel contatto e far collidere le loro labbra.
Naruto lo bacia con impeto, violentemente, del tutto in contrasto con la presa gentile sul suo collo. Le sue labbra sembrano divorarlo mentre la lingua accarezza ogni cosa dentro la cavità orale scontrandosi contro i denti e fondendosi con la gemella. È un bacio profondo, inebriante, che lo stordisce. È come se tutta la gravità si concentrasse sulle loro labbra a contatto.
Quando si staccando Sasuke ha il fiato corto e gli zigomi arrossati per il piacere, fatica a mantenersi lucido. Naruto sorride piano, eccitato, gli occhi chiarissimi, e gli sfiora la guancia con la punta del naso fino a raggiungere l’orecchio del moro.
“Non devi preoccuparti” gli sussurra rassicurante con voce roca “Non perderò il controllo, non ti succederà nulla
E Sasuke cede.
 
**
“Devo dirlo a Sasuke!” è la prima reazione di Sakura quando Kakashi le rivela la notizia. L’Hokage le afferra repentino un braccio stringendo forte.
“No, lo hai promesso” le ricordo categorico.
“E’ vero, ma l’ho promesso prima di sapere questo” sbotta strattonando il braccio e liberandosi dalla presa“Sasuke deve saperlo, non puoi tenerlo all’oscuro”
Kakashi sospira pesantemente e si passa una mano sul viso con stanchezza. “Sa-ku-ra” dice il suo nome scandendo ogni sillaba lentamente “Se lo scopre darà di matto, temo possa fare qualcosa di sconsiderato”
“Ma così è impreparato alla situazione” pesta un piede per terra “Deve saperlo, soprattutto perché è lui che starà cercando. Lui e Naruto”
“Ed è proprio per questo che ho mandato degli ANBU sia a Villa Uchiha che da Naruto”
“Maledizione” impreca la kunoichi “Devi dirglielo, devi dirglielo che En Oyashiro è scappato. Essere lasciato all’oscuro… questo lo farà dare di matta, dubito che possa ragionare lucidamente se lo vede piombargli davanti all’improvviso”
“Ed è per questo che eviteremo che accada” le afferra le spalle magre guardandola supplicante “Devi andare da lui e non lasciarlo un secondo, se sarà anche con te quel pazzo di En Oyashiro non potrà fare nulla”
“E se prendesse nuovamente il controllo di Naruto?” domanda angosciata “Non si fermerà solo perché ci sarò io in mezzo, lo sai”
“Con te ci sarà anche Sai con i suoi ANBU. E io sarò sempre in contatto mentale grazie a uno Yamanaka. Non vi lascio soli, non ti lascio sola”
Sakura sente lo sconforto aggredirle il petto e la frustrazione farle venire gli occhi lucidi. Non è giusto, non è giusto che debbano essere sempre così in ansia. Quando se la godranno la maledetta e agognata pace? Non ne può più di quella situazione orribile, proprio adesso che sembrava che le cose potessero funzionare.
“Se è così grave perché lo hai lasciato andare via?” domanda prendendo un grosso respiro tremante.
Un’espressione amara si intravede sotto la mascherina. “Speravo restasse qui, infatti. Ma non volevo insistere e allarmarlo, lo sai quanto è sospettoso”.
Annuisce accennando un sorriso forzato, vorrebbe trovare qualcosa di intelligente da dire ma tutto ciò a cui riesce a pensare è che quel piano è una follia, lasciare Sasuke all’oscuro della situazione è la peggior cosa possano fare.  Ma non fa in tempo a dire nulla perché un ANBU si materializza accucciandosi sulla finestra lasciata aperta. Kakashi si volta immediatamente verso di esso con espressione seria.
“Che cos’è successo? Non ti avevo detto di andare da Naruto?” domanda teso.
“Non c’è, Hokage-sama” risponde lugubre lo shinobi “Naruto Uzumaki è fuggito dalla baita”
Il gelo cala nella stanza e il cuore di Sakura aumenta i battiti. Il terrore la paralizza. Naruto non c’è, potrebbe essere già troppo tardi.
Kakashi stringe le mani a pugno ma non tradisce nessuna espressione. “Va’ a chiamarmi Shikamaru e Tsunade” ordina “Ci serve un piano di emergenza”.
 
**
Raggiungono i margini della radura indicata da Naruto dopo aver saltato sui rami per molti chilometri, da una parte quella distanza da Konoha preoccupa un poco Sasuke. Naruto per tutto il tempo che hanno corso non ha fatto altro che blaterare felice ed esaltato, sembra un bambino iperattivo un parco giochi. Salta sui rami e si lancia in acrobazie idiote. Cose da dobe, insomma. Vederlo così spensierato rende di riflesso felice anche Sasuke, era da tanto che non lo vedeva così. Gli sembra che nulla possa andare male.
Naruto si appoggia al tronco di un albero incrociando le braccia e lo guarda, il sorriso da bambino è svanito sul suo volto lasciando spazio a uno più matura, più pericoloso. “Arrivati” ghigna con uno scintillio negli occhi.
“Nh” commenta fingendosi distaccato “Mi aspettavo di meglio”
Naruto ridacchia roteando gli occhi, poi gli fa segno con una mano di avvicinarsi a lui. “Vieni qui” propone abbassando il tono della voce e si morde le labbra lanciandogli una chiara occhiata sulla sua intenzione.
Sasuke sente un brivido a quello sguardo ma sorride provocatorio. “Perché dovrei? Sto così bene qui” e si appoggia a sua volta al tronco di un albero con fare strafottente.
Naruto spalanca gli occhi preso in contropiede, poi fa un’espressione stizzita. “Va bene, allora vengo io” sbotta e Sasuke non fa nemmeno in tempo a ghignare soddisfatto che se lo ritrova spiaccicato addosso con entrambe le mani a stringere i fianchi ossuti e le labbra che cercano disperatamente quelle dell’altro. Lo bacia con la stessa intensità di poco prima a Villa Uchiha ma questa volta Sasuke non subisce innocuo tutta quella sfrenatezza e ricambia con la stessa violenza lottando per dettare il ritmo e strappare qualche gemito di piacere a quel ragazzo così impudico, così suo. Incastra la mano fra i ciuffi biondi portando il volto più vicino al suo, gli morde le labbra e succhia come se da quel bacio possa ricavare l’ossigeno necessario per respirare. Naruto ha infilato una gamba in mezzo a quelle aperte dell’Uchiha e strofina con la coscia contro l’intimità facendolo annaspare nel bacio.
Non capisce come improvvisamente Naruto riesca a mantenere tutto quell’autocontrollo ma non gli interessa davvero, ne è solo felice. Finalmente può sentire ancora la sensazione di quel corpo caldo premuto contro il suo, si sente come un drogato dopo un terribile periodo di astinenza.
Le mani grandi e calde di Naruto scivolano sotto la maglia di Sasuke sfiorando la pelle del bacino, gli gremisce il collo con le labbra baciando i lividi che gli aveva lasciato in precedenza inumidendoli di saliva. Sasuke socchiude gli occhi abbandonandosi completamente contro la corteccia ruvida dell’albero e prende un lungo respiro estasiato dalle premure del biondo sulla sua pelle. Gli è mancato. Cazzo, se gli è mancato tutto questo.
Fa scivolare la mano tra i capelli di Naruto sulla nuca, poi sul collo, infila le dita sotto il colletto della felpa facendo una leggera pressione sulla pelle brunita. La gamba del biondo si strofina più lentamente tra quelle di Sasuke e Uzumaki segue la linea della mascella con la lingua tornando alle labbra, le lecca senza approfondire nessun bacio e poi strofina la guancia graffiata contro quella pallida e affilato dell’Uchiha. Raggiunge il suo padiglione auricolare e alita a bassa voce:
Sas’ke, Sas’ke-kun. Che ingenuo, Sas’ke-kun
 
È la frazione di un secondo.
 
Ha appena il tempo di comprendere le sue parole e spalancare gli occhi che Naruto lo colpisce alla spalla con un kunai. Rapido. Preciso. Letale. La ferita inferta brucia e il dolore si propaga nel resto del corpo. Agisce d’istinto, il suo corpo si muove da solo scattando in attacco e sfuggendo alla presa dell’Uzumaki che lo tiene inchiodato all’albero. Para i colpi di Naruto e balza al centro della radura con l’adrenalina che scorre veloce nel sangue, la sua spalla si sta velocemente sporcando di rosso. Si porta una mano alla ferita come per tamponarla e fissa Naruto con il cervello che lavora velocissimo per valutare l’improvviso cambio di situazione mentre questo si avvicina lentamente verso di lui. Ha un sorriso storto, crudele, sul volto e regge ancora in mano il kunai sporco di sangue. Il suo sangue.
Attiva lo sharingan deciso a mettere fine a quella follia il prima possibile ma Naruto, ancora, si muove velocissimo e se lo ritrova addosso. È costretto a muoversi in posizione di difesa; i colpi di Naruto sono letali, veloci, logici. Non l’ha mai visto combattere così.
Si ritrova bloccato a terra senza capire come con Naruto che lo sovrasta e il kunai gocciolante alla gola.
“Hai fatto un errore a fidarti di me, Sas’ke” sussurra leccandosi le labbra, il suo sguardo è gelido e carico di disprezzo ma anche di malizia “Dovresti saperlo, no? Le Kitsune sono tentatrici e ingannatrici”.
E Sasuke lo capisce con una stretta dolorosa al cuore: Naruto stava fingendo, ha mentito per tutto il tempo. L’ha ingannato di potersi controllare, di essere al sicuro, lo ha tentato per portarlo fuori da Konoha dove nessuno può correre in suo aiuto.
“Però è stato quasi fin troppo facile, direi quasi noioso” continua a commentare con quella melliflua voce che non può appartenergli, Naruto non parla così, no, no, non lui. “Pensavo di dover penare di più, invece ti fidato subito. E io che speravo di divertirmi un po’. E poi… non hai nemmeno combattuto seriamente contro di me” termina svogliatamente facendo scivolare la punta del kunai sulla pelle del collo in maniera leggera procurandogli solo un graffio.
Sasuke trattiene il respiro insultandosi mentalmente perché le parole di quel Naruto sono vere, non ha dovuto penare affatto per convincerlo, Sasuke si fidava già di lui, si sarebbe fidato in ogni caso della sua unica certezza, è più forte di lui.
Ma non riesce a crederci, non può accettare che Naruto sia riuscito a ingannarlo. Non lui. Non anche lui.
“Hai intenzione di uccidermi, quindi?” domanda pacato, cercando di dissimulare calma.
Lo sguardo dell’Uzumaki si adombra. “No, non io. C’è qualcuno che ne ha più diritto di me”
Con un’altra mossa repentina gli afferra con una mano i ciuffi corvini della frangia in una morsa tirandoli e costringendolo ad alzarsi, con l’altra gli blocca il polso dietro la schiena immobilizzandolo. Lo costringe in ginocchio con la testa all’indietro a scoprire il collo. Eppure, nonostante quella posizione scomoda, riesce comunque a vedere l’altra figura emergere dagli alberi che delimitano la radura e avanzare fino a pochi metri da loro.
En Oyashiro.
Sembra più giovane dell’ultima volta che lo ha visto incatenata nel Paese delle Terme, ha raccolto i capelli in una ordinata coda bassa e gli occhi rosso sangue, brillanti, sono liberi da qualsiasi visiera. Il suo volto è distorto da un mal trattenuto e folle ghigno di vittoria.
“Felice di rivederti, Uchiha-Sas’ke”
Un ringhio esce dalle labbra di Sasuke e Naruto gli tira con maggior forza i capelli strattonandolo. La cosa sembra divertire enormemente il vecchio Chinoike.
“Tranquillo, non sono qui per vantarmi del mio piano geniale” sogghigna ricordando la loro precedente conversazione “Voglio solo vedere chi, alla fine, ha davvero vinto. Adesso chi è quello in ginocchio, Sas’ke-kun?”
Quelle parole feriscono l’orgoglio dell’Uchiha e stringe gli occhi sentendo forte il prepotente di lasciarsi andare alla furia omicida che lo ha preso non appena è arrivato l’anziano shinobi.
“La tua arroganza ti è costata cara, Sas’ke-kun,fidarti comunque di lui… credere di poter combattere un jutsi così potente, credere di aver già decretato la fine del nostro scontro…”
“Come puoi definirlo nostro se non hai fatto altro che nasconderti dietro altri?!” sbotta non riuscendo a trattenersi e stringe i denti all’ennesimo strattone.
En Oyashiro lo guarda con disprezzo. “Non sono uno stupido, a livello fisico nessuno oltre Uzumaki Naruto ha qualche possibilità di vittoria. La mia unica arma è l’astuzia”
“E’ così che chiamano adesso la codardia?” si gusta l’espressione furiosa causata dalla sua provocazione che gli distorce i lineamenti facendogli perdere ogni compostezza.
“Insolente anche a un passo dalla morte” commenta con un sibilio “Pagherai anche per questo”
“Tsk, illuso” replica con un sorriso si superiorità. Chiude brevemente gli occhi e poi li riapre di scatto avvolgendosi in una elettrica luce viola, il rinnegan e il Mangekyo sharingan attivi. Naruto perde la presa su di lui venendo urtato da quella improvvisa scarica di energia e si allontana facendo qualche salto all’indietro abbassando la testa vigile.
Attorno a Sasuke comincia a formarsi l’armatura del Susanoo’ in una tempesta di elettricità.
“Volevi un combattimento serio, Naruto?” grida Sasuke dall’interno del cavaliera maledetto, ha un’espressione leggermente folle in volto, ormai le emozioni hanno preso il totale controllo sulla sua mente. Spalanca le braccia come se lo invitasse mentre amplia il sorriso malato. “Perfetto, allora combattiamo”
Naruto assottiglia gli occhi abbassando appena il volto con un ghigno di impazienza sulle labbra.
“Con molto piacere”
 

PLEASE DON’T KILL ME!

 
Hello everybody, in realtà avreste molti buoni motivi per uccidermi partendo dal fatto che io sia in terribile ritardo con l’aggiornamento (again) e terminando con l’aggiornamento in sé che vi avrà fatto infartare, credo. Nel senso, vi aspettavate una lemon, vero furbacchione? xD
It’s my fault, visto che fino all’ultimo non vi ho lasciato intendere le reali intenzioni di Naruto. E adesso le cose sono precipitate.
Ma, ehi, prima che mi uccidiate friendly remind che la storia avrà un happy ending –che avverrà fra un capitolo visto che il prossimo is the last.
 
(Non chiedete perché io stia parlando metà in inglese e metà in italiano, just don’t ask)
 
 Anyway, credo di aver detto tutto. Sì, lascio i commenti (e le urla assassine) a voi :33
A presto!
Hatta.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Sempre ***


SEMPRE

Nel palazzo dell’Hokage la frenesia è al limite, tutti i ninja sono stati allertati dal momento stesso in cui ci si è resi conto che sia Naruto che Sasuke sembrano spariti dal villaggio. Kakashi, insieme alla Godaime, Sakura e Shikamaru, sta cercando di preparare un piano d’azione per sbrogliare quella intricata e pericolosa situazione.
Le possibilità sono molteplici, potrebbe addirittura essere troppo tardi.
“HOKAGE-SAMA!”  
La porta dell’ufficio viene violentemente aperta e un ANBU si precipita nella sala interrompendo il piccolo gruppetto. Kakashi guarda lo shinobi trafelato in attesa che parli con impazienza.
Quello prende fiato, poi dice velocemente: “Abbiamo rivelato una quantità mostruosa di due chakra diversi a nord!”
I presenti si irrigidiscono immediatamente, il primo ad agire è Kakashi che getta malamente dal tavolo la cartina della zona. “Ci serve un nuovo piano alternativo!”
È troppo tardi.
 
**

Sasuke non avrebbe mai immaginato che quelle situazione gli sarebbero potute mancare. Quand’è stata l’ultima volta che ha combattuto in quel modo? Da quanto non si lascia assorbire completamente in una battaglia lasciandosi bruciare, consumare, dalla rabbia e dal bisogno ossessivo di uccidere?
Come un tossicodipendente, gli è bastato abbracciare un solo secondo quella emozione distruttiva per esserne nuovamente succube e perdere il controllo.
Di più, vuole di più.
Naruto è un avversario perfetto, pieno della sua stessa identica sete di sangue, i colpi non si risparmiano e ognuno di essi è pregno di una scarica di energia così potente da creare distruttivi spostamenti d’aria che sradicano alberi. Stanno distruggendo l’intera zona nella loro danza mortale.
È il combattimento fra due divinità.
Era dai Kaguya che Sasuke non combatteva utilizzando senza freno tutta la sua capacità, non credeva di essere ancora in grado di controllare una quantità di potere così elevata. E Naruto non è da meno, per ogni suo colpo risponde con la doppia intensità e quando le due massa di chakra si scontrano in mosse ravvicinate è come se fossero le loro ossa a scricchiolare.
Viola e giallo, complementari anche nel momento in cui sono più divisi.
C’è solo una cosa terribile, straziante, per entrambi: vorrebbero non riuscire a vedere nella mente dell’avversario.
Ma è inevitabile, perché loro sono i ninja d’elite e se basta anche una semplice scaramuccia a farli entrare nella testa dell’altro, quello scontro mortale li catapulta direttamente nel cuore dell’avversario come se fossero una cosa sola. Flashback, pensieri, sogni… attraversano la loro mente e sono stilettate al cuore impossibile da ignorare
Non vogliono quell’empatia, quel riconoscersi e quell’appartenenza così estrema, non la vogliano, dannazione! È solo un peso, un intralcio, qualcosa che li ucciderà ancor prima delle loro tecniche.
Entrare nella mente di Naruto fa solo peggiorare le cose. Il senso di tradimento è sempre più forte e pressante.
Avevi promesso, lo avevi promesso.
Ma a quanto pare in questo mondo le promesse non valgono più nulla.  Tutto quello che resta è polvere o sete di vendetta.
Dall’interno del Susano’o raccoglie il chakra necessario per scagliare l’ultima tecnica.
La freccia di Indra è già pronta. Se la scaglierà di quella valle non resterà più nulla, spazzerà via ogni cosa, resterà solo distruzione. Ma che importa, che importa del mondo, vuole solo distruggerlo, cancellare ogni singola goccia di quel ridicolo e malato mondo privo di senso.
Punta la freccia contro il chakra di Kurama, riesce a vedere al suo interno Naruto completamente avvolto da quella luce calda e abbagliante. Questa volta lo ucciderà, lo ucciderà davvero, ora che anche Naruto lo odia non c’è più nulla pronto a fermarlo.
Non voglio ucciderti!
Tu stai solo cercando di rimanere di nuovo solo…
Non posso permettere che accada!
  Bugiardo! Bugiardo! Alla fine a lasciarlo solo è stato proprio lui.
Traditore.
Lo guarda, impassibile, la corda dell’arco tesa, deve solo mollarla per colpirlo e resterà solo. Finalmente raggiungerà quella solitudine a cui aveva aspirato per così tanto tempo senza poterla raggiungere davvero perché c’era lui.
Un bambino paffuto con le guance rigate, con una voce fastidiosa, sempre pronto a combinare guai e sbraitare su sogni che, forse, all’epoca non comprendeva nemmeno; un bambino che lo inseguiva ovunque andasse per sfidarlo, un bambino che cercava la sua approvazione senza abbassare la testa, che voleva dimostrargli di meritare il proprio posto accanto a lui.
Era Sasuke a non meritare il posto accanto a quel bambino.
“Fattiti ammazzare una buona volta!”
“Non posso. Perché sono il tuo unico amico”
La freccia…
 
**
“Sakura!”
Non si volta al suono del proprio nome, si lega una bandana alla fonte per tenere dietro i capelli attivando il byakugo mentre avanza con passo militare, deciso.
“Sakura! Torna subito indietro” Kakashi la chiama ancora raggiungendola, le afferra un braccio.
Si ferma, non volta la testa verso l’uomo e resta tesa verso l’uscita, la maschera ANBU stretta in una mano pronta ad essere indossata.
“Mi lasci andare, Hokage-sama” dice con voce fredda.
La presa sul suo braccio si fa stretta. “Non puoi andare lì da sola, aspetta che Shikamaru termini di delineare la strategia e poi ti darò una squadra ANBU da guidare. Ma aspetta… per favore” supplica quando la kunoichi strattono il braccio e lui molla la presa “Hanno perso entrambi il controllo, se andrai lì ti uccideranno sicuramente”
Sakura si volta a fronteggiarlo. Non ha uno sguardo duro, i suoi occhi sono dolci mentre li alza verso il viso dell’Hatake fissandoli direttamente in quelli scuri.
“Non devi proteggermi, non più” dice piano, rassicurante ma ferrea “Io non sono più la bambina che piangendo sul tetto è corsa supplicando i propri amici di fermarsi. Questa volta non devi venire a impedirmi che mi facciano del male”
“Ma il piano…”
Sorride. “E’ di Naruto che stiamo parlando, il ninja imprevedibile numero uno. Qualsiasi piano creerete lui lo manderà in fumo. La prego, Hokage-sama” prende un grosso respiro “Mi lasci andare, hanno bisogno di me”
Kakashi la guarda, non vuole lasciarla andare, quella ragazza ha già patito troppo per quei due, non vuole che finisca ingiustamente coinvolta ancora una volta.
Ma ha ragione.
Abbassa il viso per darle un veloce bacio – come se sperasse che basti solo quello a fermarla – e le accarezza il viso.
“Va’ pure avanti” acconsente “La squadra di ANBU ti raggiungerà subito. Impedisci che sia troppo tardi”
 
**

Il sangue gorgoglia dalla ferita sul petto imbrattando la stoffa degli abiti, la punta della freccia gli trapassa la spalla e brucia, non pensava potesse fare così tanto male.
La forza nelle gambe gli manca, mentre il chakra evapora del tutto attorno a lui come se venisse risucchiato da una forza esterna e abbandonasse il suo corpo, cade sulle ginocchia premendo con il palmo sulla ferita. Gi sta togliendo le forze. Afferra la freccia per strapparla dalla propria carne. Stringe i denti trattenendo un grido di dolore. Sasuke si chiede chi abbia scagliato quella freccia.
Naruto è davanti a lui, impassibile, non c’è una sola espressione in quel viso e i suoi occhi sono spenti come quelli di un automa disattivato. Le braccia sono abbandonate lungo il busto, non risplende più del chakra di kurama come se fosse stato davvero spento. 
La radura non esiste più, gli alberi sono stati distrutti e ci sono solo rovine. Il paesaggio è completamente cambiato.
In quell’improvviso silenzio un battito di mani li coglie simile a un frastuono e Sasuke, reggendosi sempre la ferita alla spalla, alza lo sguardo notando En Oyashiro battere le mani come se stesse assistendo a uno show particolarmente emozionante.
Sasuke pensa che avrebbe dovuto ucciderlo per sbaglio durante la battaglia, è stanco di vedere quel sorriso supponente di chi sa di avere la vittoria in mano.
Non riesce a richiamare una singola goccia di chakra e fatica a muoversi.
“Che cosa mi hai fatto, bastardo?!” sputa con rabbia, un rigo di sangue cola dalle sua labbra. Naruto resta impassibile, immobile.
En Oyashiro si avvicina senza timore. “Conosci la leggenda di Amenowakahiko-sama, figlio del sacro Amatsukunitama, e del fagiano Nakime?”
Certo che la conosce, era una delle favole che Mikoto raccontava a lui e Itachi quando erano bambini, però Oyashiro non gli dà il tempo di ribattere e inizia a raccontare: “I Kami-sama, molti secoli fa, decisero di mandare esploratori nel mondo terreno stanchi della violenza degli esseri che lo abitavano, andò quindi Amenowakahiko-sama munito di arco e frecce dall’ottimo impennaggio. Ma giunto lì si innamorò di Shitateru-hime e, illuso di poter fare di quella terra il suo regno, non diede proprie notizie per otto lunghi anni. La sacra sovrana Amaterasu decise di mandare il fagiano Nakime a investigare sul suo indugiare. Ma una volta giunto da Amenowakahiko, questo lo uccise usando il celestiale arco. La freccia trafisse il petto del fagiano e proseguì il suo cammino nel cielo raggiungendone i sovrani. Amaterasu-kami e Takagi-kami presero la freccia riconoscendola come quella che avevano donato a Amenowakahiko-sama. Notarono che era una delle frecce da loro donate al principe e decisero di ricacciarla indietro, se Amenowakahiko-sama era stato mosso da buoni principi non sarebbe successo niente ma nel caso contrario gli si sarebbe ritorta contro” sorride “Sai come finì?”
“La freccia centrò in pieno il petto del giovane principe Amenowakahiko mentre riposava su di un giaciglio all’alba” termina ricordando le esatte parole di sua madre “Quella fu la prima volta che una freccia si ritorse contro a chi l’aveva scoccata1
Il sorriso malato di En Oyashiro si allarga. “A quanto pare a te è successa la stessa cosa. Ma in questa terra gli dei non esistono più e non sono stati loro a punire le tue colpe” alza una mano “Vieni pure avanti, Chino”
Una figura ammantata e piccola si materializza accanto al vecchio Chinoike. Tiene in mano un arco in frassino e una faretra piena di frecce sulle spalle, il cappuccio è ben calato sul viso così che risulti impossibile notare i suoi lineamenti, ma sembra che qualcosa di scuro goccioli lungo il viso (sangue?). En Oyashiro appoggia una mano sulla spalla della piccola figura.
“Ti presento Chino, mia figlia. Certo, non è una Chinoike pura e per questo è riuscita a sopravvivere, ma nonostante ciò il suo ketsuryugan è sviluppato allo stesso livello di un purosangue, anzi, direi che non vedevo un controllo del genere sul nostro gekkai da secoli. Lei… è proprio un genio” sogghigna “Non sono io a controllare Naruto, non direttamente almeno. La mente di quell’Uzumaki è così forte che riusciva a impedirmi ogni accesso ai suoi ricordi e bloccava le mie illusioni. La sua cieca fiducia in te… non so dire se sia onorevole o semplicemente stupida. Ma con Chino non aveva nessuna possibilità, ovviamente”
Sasuke alza lo sguardo su Naruto, ancora immobile e impassibile come se non stia ascoltando nulla. Cerca di raccogliere a sé il chakra sufficiente per attivare lo sharingan e riprendere a combattere, deve approfittare di quel momento, ma ogni suo tentativo è vano. Dentro di lui non è rimasto più nulla, com’è possibile?
En Oyashiro nota il suo affannarsi. “E’ tutto inutile. Noi Chinoike non siamo abili con le katane, preferiamo usare gli archi e le nostre frecce sono le più temibili: spalmiamo sulle punte veleni che impediscono agli avversari di usare il chakra. È come se ti avessi bloccato tutti i punti di fuga: non puoi più usare l’arte ninja. Ormai sei solo un inerme bambino presuntuoso” termina soddisfatto “Tutto merito di Chino” e nel dirlo le toglie il cappuccio dal volto.
Sasuke spalanca gli occhi sconvolto di trovarsi di fronte lei, la servetta dai capelli bianchi che aveva regalato un fiore a Naruto durante la loro permanenza da Tamoura. Sbatte le palpebre ma è proprio lei anche se i grandi occhi azzurri sono diventati completamente rossi e piangono sangue. Ha la stessa espressione impassibile di Naruto come se non fosse davvero lì.
En Oyashiro accarezza amorevolmente i corti capelli bianchi della figlia. “Così giovane… eppure è già una perfetta macchina assassina. Ha spezzato egregiamente la menta di Naruto Uzumaki, è riuscita a controllarlo e scagliarlo contro di te. Una ragazzina con il controllo sul ninja più potente” gli occhi dell’uomo si accendono malevolmente “Grazie a lei, ora il mio potere è immenso. Ora, la divinità sono io” torna ad appoggiare lo sguardo su Sasuke. Abbandona il fianco della figlia iniziando a camminare verso di lui, tiene un pugnale affusolato e prezioso fra le mani.
“E, come nuovo dio, ho deciso di essere caritatevole e farti un regalo prima di ucciderti” allarga il sorriso e dice a bassa voce, quasi canzonatorio, a pochi passi da lui “Naruto Uzumaki non ti stava ingannando, aveva davvero ricominciato a ricordare tutto…”
Sasuke, a un passo dalla morte, non vorrebbe essere così sollevato, ma il calore che si espande sul suo corpo è proprio quello: sollievo. Sollievo di non essere stato davvero tradito da Naruto, sollievo di non averlo ucciso. Il che è ridicolo, perché in quel guscio vuoto che lo guarda impassibile non sembra più esserci niente di Naruto, è solo un automa controllato da una bambina deviata dal padre.
Ma non importa più, En Oyashiro lo sta per uccidere.

**

Naruto è stufo di camminare. Da quando si è svegliato non ha fatto altro che camminare e adesso vorrebbe riposarsi un po’.
Guarda la bambina che lo precede di qualche passo, saltella fra i fiori e li raccoglie, a lei le energie sembrano proprio non mancare.
Ah, sto diventando vecchio, pensa alzando gli occhi al cielo. È azzurro, terso, non ci sono nuvole e il sole illumina la valla fiorita riflettendosi sul piccolo fiume trasparente. È un paesaggio da favola, sembra uscito da un libro illustrato per bambini.
“O-i!” vocia verso la bimba “Secondo te quanto manca?”
La bambina si alza, tiene fra le braccia tantissimi fiori bianchi; sembrano gigli, ma non può dirlo con certezza, non è molto esperto di fiori, dovrebbe chiederlo a Sakura.
Aspetta, chi è Sakura? Si domanda.
“Dipende” risponde la bambina  alla sua domanda precedente distraendolo. Ha le palpebre chiuse, cucite alla pelle con del filo rosso, ma non ci vede niente di strano. Nella sua vita da ninja ha visto di peggio.
“Da cosa?”
Fa spallucce. “Dipenda da dove vuoi andare”
Naruto la guarda spalancando la bocca colto di sorpresa. Cosa?! Come sarebbe a dire ‘dipende da dove vuoi andare’? Lui non lo sa dove stanno andando, ha semplicemente seguito la bambina. Effettivamente perché si è messo a seguirla? Non lo sa, gli era sembrata una cosa naturalissima. Resta il fatto che hanno camminato per una mattina intera senza una meta certa.
“Dove vuoi andare?” dice la bambina con i capelli bianchi.
Il volto di Naruto si illumina. “Da Sas’ke” ricorda sorridendo“Voglio andare da Sas’ke!” un raggio di sole gli colpisce direttamente gli occhi ma non ci fa caso.
“Chi è Sas’ke?” chiede la bambina.
“Uh… ecco” si gratta la zazzera bionda alzando lo sguardo al cielo, fatica a ricordare e non capisce perché “Sas’ke è il mio migliore amico. E penso sia il mio ragazzo. Cioè, non ne abbiamo mai parlato di preciso, dovresti chiederlo a lui” ridacchia imbarazzato, riprende a camminate con rinnovata vigore superandola “Andiamo?” la incita notando che lei resta ferma al suo posto.
La bambina abbraccia i fiori con le spalle curve. Quando alza il viso verso di lui sta piangendo sangue.
“Mi dispiace” singhiozza mentre macchia i gigli di rosso. Naruto la guarda confuso, tutti i fiori bianchi fra le sua mani stanno diventando rosso sangue o appassiscono. Anche la veste candida di lei è diventata vermiglia.
“Mi dispiace” piange ancora la bambina “Io non immaginavo…”
Naruto si preoccupa e si accuccia afferrandole le spalla, la guarda negli occhi fiducioso.
“Non fare così, qualsiasi cosa sia posso sistemarla. Sistemerò tutto, dattebayo”
La bambina scuote la testa “E’ colpa mia, mi dispiace” continua a ripetere. “Mi dispiace”
Il paesaggio da favola si sta tingendo di rosso, tutto, e cade a pezzi come se si stesse sfaldando, ma lui non ci fa caso, gli sembra normale. Vuole solo consolare quella bambina che non può aver fatto nulla di così terribile da giustificare quelle lacrime rosse.
Poi la bambina apre gli occhi e
Naruto vede Sasuke.
 
**

Sasuke ha sempre immaginato che al momento della sua morte avrebbe tenuto gli occhi ben aperti, deciso a non provare paura. Si sbagliava. Sasuke chiude gli occhi, ma non perché abbia paura, non vuole che l’ultima immagine che avrà sia il volto folle di En Oyashiro. Chiudendo gli occhi vuole vedere la sua famiglia.
Nii-san…
Sente il rumore della lama che attraversa la carne e spezza le ossa. Ma non sente dolore. Apre gli occhi di scatto mentre dal sangue gli sporca il viso.
La schiena di Naruto è davanti a lui, trafitta dalla lama del pugnale e completamente sporca di rosso. En Oyashiro guarda Naruto con la stessa identica espressione sorpresa di Sasuke.
Lo ha salvato, si è messo in mezzo facendogli da scudo e ferendosi al suo posto.
Oyashiro estrae la lama dall’addome dell’Uzumaki e indietreggia con gli occhi pieni di terrore. “Come… come hai fatto?” strepita fissandolo con rabbia e odio.
Naruto trema faticando a stare in piedi. “E che ne so. Il mio corpo si è mosso da solo” sorride come se la trovasse una brillante battuta di spirito.
È quell’affermazione a riscuotere Sasuke dalla sorpresa e riesce ad afferrare Naruto quando gli frana addosso senza forze.
“Sei… sei tornato tu?” domanda scandagliando il corpo con gli occhi. Il pugnale lo ha colpito al centro dell’addome e il sangue continua a sgorgare abbondante, lo ha già completamente imbrattando.
Naruto ride e poi tossisce, il sangue gli sporca il viso e i denti. “E chi dovrei essere, ‘tebayo?” scherza con un filo di voce. “Sono io”
“QUESTO NON È  POSSIBILE!” il grido di En Oyashiro blocca la risposta di Sasuke. Il Chinoike ha lo sguardo folle, l’espressione deforme e il suo urlo era stato così forte da rimbombare fra la distruzione del bosco. “IO TI CONTROLLO! TU SEI UNA MIA ARMA!” si volta verso la figlia, il pugnale ancora insanguinato stretto in mano “CHINO! Ordinagli di uccidere Uchiha! Riprenditelo!”
Ma la bambina scuote la testa indietreggiando, ha il viso completamente imbrattato dalle lacrime di sangue “Basta, papà” lo supplica singhiozzando “Andiamo a casa, è finita”
“Non è finita! Uccidili! Uccidilo!”
“Per favore, papà, basta” singhiozza “voglio andare a casa”
“NO! Ubbidisci e uccidili”  il volto di En Oyashiro è completamente stravolto dalla rabbia.
“Non voglio” piange più forte tappando le orecchie.
“TI ORDINO DI UCCIDERLI!”
“Ho detto BASTA!” un grido acuto esce dalla gola di Chino e, sotto gli occhi di Sasuke, En Oyashiro esplode in brandelli di carne, sangue e viscere. Come una bomba umana. Esplode e basta sporcando ogni cosa di sangue.
Chino trema guardando i resti di suo padre, poi cade sulle ginocchia e riprende a piangere.
Sasuke non si cura di quella scena, gli importa solo di Naruto. È diventato pallido, le labbra sono livide e le occhiaie più marcate.
Cerca di bloccare l’emorragia come meglio può, vede il chakra di Kurama avvolgerlo per guarirlo ma la ferita non si chiude, continua a sanguinare.
“Mi dispiace, Sas’ke” lo sente esalare come se faticasse a parlare “E’ tutta colpa mia”
“Non dire stronzate, dobe” sbotta “La colpa è del mio clan. Anche questo è colpa degli Uchiha”
Naruto scuote la testa. “Grazie per aver cercato di farmi ricordare. Anche se non ci sei riuscito completamente, ha funzionato lo stesso, sai? Io non ti posso più odiare”
“Ci riuscirò completamente” gli assicura “Quello era solo il riscaldamento. Ritornerà tutto come prima, posso aggiustare le cose” si sente un idiota a dire quelle cose, ma sta entrando leggermente in panico. Perché Naruto non guarisce? Perché diventa sempre più pallido e freddo?
Puoi aggiustare anche chi sta per morire?
Il respiro di Naruto si è fatto più lento ed è sudato, i capelli biondi sono lerci di sangue e appiccicati sulla fronte. Gli occhi blu sembrano fatichino a mettere a fuoco.
“Sas’ke” lo chiama “Grazie per avermi fatto innamorare di te una seconda volta”
Il panico gli aggredisce completamente il petto, si sente soffocare.
“Non chiudere gli occhi. Non t’azzardare a farlo”
 perché il chakra di Kurama non funzionare? Naruto non può morire, non può.
Gli afferra una mano stringendola fino a fargli male. “Resta con me, Naruto. Resta con me” ripete.
Naruto accenna un sorriso, il suo petto si alza e abbassa sempre più lentamente. “Sempre” garantisce.
 
Poi chiude gli occhi.
 
 
 
 
 
Note:
1.     Leggenda contenuta nel Kojiki, purtroppo in internet non si trovano molte informazioni quindi se volete qualche delucidazione chiedete pure.
2.      È l’arte oculare del clan Chinoike, non mi ricordo se l’avessi già specificata.
 
 
 
 
FINITO!
Ah, anche questa storia è andata c.c che parto questo ultimo capitolo, non vi dico, qualsiasi cosa scrivessi mi faceva schifo quindi alla fine ho fatto un collage con le parti delle varie prove che mi erano venute meglio xD spero vi sia piaciuto e che abbiate goduto insieme a me nella morte di En Oyashiro. La nostra cara piccola Chino alla fine ha fatto la cosa giusta.
E, insomma, anche questa long che da tre capitoli è passata a nove è finita. Credo che non mi abituerò mai alla sensazione di vuoto ogni volta che metto la parola fine a una long c_c  ora vado a piangere abbracciata ai miei pupazzi immaginandomi nuove storie per rimediare a questa xD
Vorrei ringraziare tutte quelle persone fantastiche che hanno recensito e chi, silenziosamente, ha solo letto. Spero vi sia piaciuta e vi abbia emozionato e non vi siate perduti nel mio logorroismo(??)  xD
In particolare ringrazio Ary, alla quale ho dedicato la storia, SuperSara e Ryanforever che non si sono perse un solo capitolo. Grazie ragazze <3
A prossime storie!
 
 
 
 
 
 
 
….scherzetto.
La storia non è finita ehehehe, questo non è l’ultimo capitolo :D ho deciso di spezzarlo in due per renderlo più scorrevole. QUINDI NON FINISCE QUI!
Naruto e Sasuke sono ancora sospesi nella radura-che-non-è-più-una-radura con Chino e ci saranno nuovi sviluppi :3
In più sono stata convinta a scrivere qualche spin-off xD
Ecco, sì, io esco prima che qualcuno di voi tenti di uccidermi.
Hatta.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Vero ***


VERO


Naruto guarda il cielo: è azzurro, interrotto solo da piccoli cirri bianchi spinti da un vento leggero. Sta bene disteso sul prato a non preoccuparsi di niente. Socchiude gli occhi e volta il capo a guardare la bambina vicino a lui che dispone ordinatamente dei fiori in un mazzetto.
“Perché li raccogli sempre?” le domanda, anche se non sa bene da quanto duri questo sempre e nemmeno quando sia iniziato.
La bimba acciglia lo sguardo, ha ancora le palpebre cucite. “I fiori sono belli. Appassiscono velocemente ma nonostante questo non smettono di essere meno belli e profumati. Proprio come te”
Naruto si alza colpito e la guarda. “Stai dicendo che sono un fiore delicato?” scherza.
Si ritrova una margherita gettata sulla faccia. “Sei un buffone!” ride la bimba, poi si alza “Forse dovremmo riprendere a camminare”
Naruto si getta sulla schiena chiudendo gli occhi. “No dai, sono stanco. Restiamo altri cinque minuti”
La bambina gli prende per mano. “Ma devi svegliarti, il tuo fidanzato ti aspetta”
Ma sono già sveglio, pensa e poi
 
 
Apre gli occhi, appena posa lo sguardo sul soffitto bianco tutti gli altri sensi si accendono simultaneamente. Avverte un gusto dolciastro e disgustoso in bocca, un materasso morbido sotto di sé, delle coperte ruvide, un ago infilato sull’avambraccio e dei tubi infilati su per il setto nasale; sente l’odore di disinfettante e il rumore ritmico e assordante di un elettrocardiogramma. Non è più nel giardino, ma in quella che ha l’aspetto di una stanza d’ospedale.
Naruto ruota con fatica la testa sbattendo le palpebre, le luce gli sembra troppo forte e fatica a distinguere i contorni delle figure, ma vede chiaramente Sasuke, una macchia nera, addormentato su una sedia. Il bip ritmico del cardiogramma accelera simultaneamente e in quel modo si rende conto che la macchina è collegata al proprio cuore.
Che cazzo è successo, ‘tebayo?!
Come se lo avesse detto ad alta voce, Uchiha sussulta sulla sedia svegliandosi e aprendo immediatamente gli occhi con lo sharingan e il rinnegan attivi e brillanti. Naruto avverte istintivamente il proprio corpo contrarsi per la paura, ma poi la stanchezza prende il soppravvento facendogli abbandonare la sensazione di difesa. Sasuke lo guarda con l’occhio rosso che diventa progressivamente onice come se non riuscisse a comprendere la situazione e quegli occhi azzurri fissi su di lui.
Quando sembra realizzare si alza di scatto dalla sedia rovesciandola. “Naruto!” sbotta e il suo volto sembra riempirsi di sollievo.
Uzumaki sbatte le palpebre confuso, il volto inespressivo. Alla fine chiede esitante:
“…chi sei?”
L’espressione di Sasuke si cristallizza davanti a quella domanda detta in un soffio, una fitta al petto gli blocca il respiro e gli sembra che il mondo abbia cominciato a sgretolarsi sotto i suoi piedi.
Chi sei? Non ha abbastanza fiato per rispondere.
Dura un secondo solo perché immediatamente il rumore dell’elettrocardiogramma viene soffocato dal fragore di una risata. Naruto ride con la bocca spalancata e gli occhi socchiusi, ride tra un colpo di tosse e ride di cuore, come se si stesse sciogliendo in quella risata.
“La tua faccia. La tua faccia!” sente fra una risata e l’altra come se stesse soffocando “Dovevi vedere la tua faccia, Sas’ke!” e riprende a ridere più forte.
Per Sasuke è come riprendere a respirare, l’ossigeno lo aggredisce non appena capisce che quel dobe gli ha fatto uno scherzo.
“Io ti ammazzo, Us’ratonkachi!” sbotta ma il sollievo è così forte che, senza potersi controllare, scoppia anche lui in una risata nervosa e liberatoria. Ride e si sente ridicolo nel farlo, ma, kami, credeva di essere vicino all’infarto.
Naruto ride ancora più forte condizionato dalla risata di Sasuke contagiandolo a sua volta e così continuano a ridere per mezz’ora, con la pancia che fa male e il respiro che non è sufficiente, ridono finché la porta della stanza bianca non si apre e Sakura, con i capelli spettinati e il camice aperto sulla divisa, fa irruzione con sguardo allarmato.
“SASUKE! NARUTO!” grida istintivamente pronta al peggio prima di vederli piegati in due dalla ridarella, con le lacrime agli occhi e completamente scossi dai singhiozzi incontrollati.
Li guarda un secondo e gli occhi le si inumidiscono dalle lacrime di sollievo che stanno per scendere, immediatamente scoppia a ridere anche lei in maniera incontrollata e quasi isterica. Continuano a ridere, incapaci di smettere, anche se i polmoni protestano per la mancanza d’aria e la pancia fa male per i crampi.
Quando si calmano hanno il respiro affannoso e le ciglia completamente umide.
“Ne è valsa la pena” ansima Naruto.
“Non sarai dello stesse parere quando ti decapiterò con kusanagi”
“Ragazzi, vi prego!” alza gli occhi al cielo Sakura “Si è appena ripreso e subito cominciate a minacciarvi”
Naruto cercò di alzarsi dal letto mettendosi in posizione semi-seduta, si sentiva ridicolo con quei tubicini infilati su per il naso. “Che cos’è successo?”
A quella domanda Sakura assume immediatamente un’espressione professionale e controlla il monitor accanto a lui. “Tu come stai? Hai… hai riacquistato i ricordi? I tuoi veri ricordi?” esita spiandolo. Sasuke lo guarda attento.
Naruto abbassa lo sguardo e scuote la testa. “No, io… io continuo a ricordare le cose sbagliate” li spia di soppiatto per controllare le loro espressioni, non sono affatto sorprese o deluse “Sbaglio o conoscevate già la risposta?”
Sakura prende un lungo respiro, poi annuisce. “Sì, noi… ecco, è un po’ complicato” accenna un sorriso sistemandosi una ciocca rosa dietro l’orecchio e lancia uno sguardo a Sasuke in cerca di aiuto “Siamo riusciti a decifrare tutto il rotolo dei Chinoike. Ci ha aiutato la figlia di En Oyashiro”
Naruto spalanca gli occhi. “Chino?” scuote la testa cercando di riacquistare le idee “Che è successo dopo che sono svenuto? Perché sono collegato a delle macchine? Quanto tempo è passato?”
“Forse dovremmo chiamare Kakashi” considera Sakura.
“Cinque giorni” risponde invece Sasuke.
“Che cosa?”
“Sei stato cinque giorni in coma” specifica lugubre “Le macchine hanno impedito al tuo cuore di fermarsi”
Naruto aspetta qualche secondo convito che Sasuke stia scherzando – una sorta di vendetta per lo scherzetto bastardo che ha fatto lui – ma Uchiha continua a guardarlo con espressione seria. Mortalmente seria.
“Questo è impossibile. Sono un jinchuurike,  c’è un biju dentro di me! Anche se la lama fosse stata avvelenata non avrebbe potuto… è ridicolo… ”
“Naruto” lo interrompe Sakura “Qual è l’ultima cosa che ricordi?”
Abbassa lo sguardo, i suoi ultimi ricordi sono il viso sporco di sangue di Sasuke e la disperata sensazione di star morendo.  “Non lo so, è tutto confuso”
Sakura si siede sul bordo del letto e gli sposta maternamente una ciocca bionda dalla fronte. “Sono arrivata che tu eri svenuto già da qualche minuto. Ho tentato di curarti lì, ma non ci riuscivo, qualcosa impediva al mio chakra di espandersi: la lama che ti aveva trafitto aveva un veleno particolare che non avevo mai visto, bloccava l’attivarsi sia del tuo chakra, che quello di Kurama, che il mio. Non potevo usare i ninjutsu per curarti”
“Era lo stesso veleno sulla freccia che mi aveva colpito” aggiunge Sasuke “Solo che quello sul pugnale era più denso e stava completamente soffocando il tuo chakra”
“Ti abbiamo portato qui il più velocemente possibile, ma non sapevamo cosa fare. Tu stavi morendo e nessuna delle nostre tecniche funzionava” gli prende la mano e stringe “Ho usato la medicina tradizionale, ma non c’era nessuna certezza che funzionasse. A volte il tuo cuore smetteva di battere per minuti interi” una lacrima rotola dagli occhi verdi “Ad un certo punto ho creduto davvero che tu fossi morto, temevo di essere arrivata troppo tardi” tira su con il naso.
“Sei arrivata sufficientemente presto da salvarlo” replica Sasuke duro “E adesso smettila di piangere, lo hai fatto anche troppo in questi giorni”
Sakura annuisce  passandosi una mano fra le ciglia umide e Naruto le stringe l’altra cercando di confortarla. “Non volevo farti preoccupare”
“Voi non smetterete mai di farmi preoccupare” risponde Sakura accennando un sorriso “Anche a novant’anni, con i capelli bianchi e il bastone, mi farai impazzire”
“E tu sarai la nonna con i cerotti” garantisce il biondo cercando di strapparle un sorriso “Sasuke invece sarà il vecchio burbero che ripete in continuazione ‘ai miei tempi…’”
“Idiota” commenta sdegnato il futuro vecchio burbero in questione e Sakura scoppia in una risata tremante.
“Cos’è successo a Chino?” domanda Naruto dopo un attimo di esitazione.
“E’ qui, a Konoha” risponde Sakura mentre il volto di Sasuke si oscura “Ha collaborato con noi, mi ha aiutato a tenerti in vita e ci ha anche tradotto tutto il rotolo. Non ha… fatto resistenza”
Uzumaki pensa un attimo al proprio sogno. “Così ora sappiamo come farmi tornare a ricordare correttamente?”
Le espressioni amare sul volto dei suoi compagni sono una risposta evidente, ma sente comunque una fitta al cuore quando Sakura scuote la testa.
“No, non è un processo che si può revocare, si rischia solo di danneggiare ulteriormente la mente. Si può solo sperare che con il tempo la tecnica si indebolisca”
“Quali sono i tuoi ricordi, esattamente?” la interrompe Sasuke.
Naruto lo guarda un attimo spaesato. “E’… difficile. Io continuo a ricordare quelle cose, ma so che sono sbagliate. Che alcune non sono vere. Riesco a distinguerle, ora riesco a capire cosa sia vero o falso ma…” ha gli occhi chiarissimi e tristi “Non avrò mai più i miei ricordi, è questo che cercate di dirmi? Nulla potrà farmi ricordare i momenti belli con Sas’ke?”
“Non necessariamente” ribatte vivacemente Sakura “Chino ha detto che la tua mente è forte, secondo lei alcuni ricordi – i più importanti – potrebbero tornare. Non dobbiamo perdere la speranza, Naruto”
“La Chinoike ha anche detto che è ancora nella tua testa” la voce gelida di Sasuke taglia l’aria, ha un’espressione corrucciata.
Naruto annuisce. “Sì, io… sì, penso di sì” continua a pensare al sogno “E’ come se ci fosse un collegamento empatico”
Sakura alza gli occhi al cielo. “Sasuke non si fida di Chino” spiega “Ed è convinto che tutto questo sia un suo piano malvagio”
“E’ la figlia di En Oyashiro”
“E lo ha ucciso, ha letteralmente fatto a pezzi il suo corpo. Ha salvato la vita di Naruto e la tua”
“E’ stata lei a comprometterlo e a manipolarlo” replica furioso “E’ la causa di tutto questo e voi non fate nulla a riguardo”
“Ma alla fine ha fatto la scelta giusta” sbotta Sakura, ha il tono di chi ha tenuto quella conversazione per ore intere “E’ una bambina di sette anni, santo cielo,  ed è anche rimasta traumatizzata da questa storia. L’unica persona da biasimare è En Oyashiro”
“Voglio parlarle”
Entrambe le teste si voltano verso di lui.
“Cosa?” chiede Sakura.
“E’ fuori discussione!” sbotta invece Sasuke.
“Voglio parlare con Chino” ripete cocciuto “Devo capire alcune cose e solo lei può spiegarmele”
Sakura si gratta nervosamente una guancia. “E’ Kakashi quello che devi convincere, non me. Adesso vado da lui, devo avvertirlo che ti sei svegliato e sicuramente vorrà sapere come sono andate le cose dal tuo punto di vista…” lascia un attimo in sospeso la frase, poi sorridere socchiudendo gli occhi e si sporge verso di lui per baciargli i capelli biondi “Che sollievo riaverti qui”
Naruto solleva gli angoli della bocca verso l’alto. “Che sollievo essere qui”
 
Dopo che Sakura se ne è andata, Sasuke raccoglie la sedia che era caduta e si risiede sopra. Lo guarda senza dire niente e questo mette in imbarazzo Naruto. Lo sguardo nero lo sta letteralmente studiando, è come se lo vivisezionasse.
“Be’, che hai da guardare?” chiede alla fine “Sono tanto ridicolo con questi?” e indica i tubicini su per il naso.
“Sei sempre ridicolo” gli assicura “Sto solo cercando di capire”
“Che hai? Paura che mi ritrasformi in una macchina assassina di nuovo?”
“Sì” replica “Anche se non la chiamerei paura”
Quella risposta affermativa ferisce un poco Naruto. “E come la chiameresti?”
“Non lo so” sospira “Ma nella radura mi hai distrutto nel mio unico punto debole. Hai giocato con la mia fiducia in maniera fin troppo facile: tu mentivi, ma io ti credevo”
Vorrebbe abbassare lo sguardo perché quello di Sasuke è ustionante, ma lo continua a guardare a negli occhi. “Non stavo sempre mentendo, alcuni momenti erano reali”
“E come posso saperlo?” Stringe le labbra “Ecco, in questo momento mi trovo nella tua stessa situazione: non so distinguere quali momenti fossero veri o falsi”
“Puoi chiedere, come facevo io” si morde le labbra “Ma prima voglio farti una domanda”
 Vede il volto di Sasuke cambiare velocemente molte espressioni, poi abbassa le spalle abbandonando la posa rigida e cede. “Sarebbe?”
“Eri sincero? Voglio dire… quello che hai detto prima che io svenissi, che mi farai ricordare tutto, hai davvero intenzione di non arrenderti?”
“Naturale, dobe” replica spazientito “So essere più cocciuto di te, l’ho già detto”
Naruto si sente genuinamente confortato da quelle parole e fatica a trattenere un sorriso perché, nonostante quello che Sasuke ha detto prima – ovvero, che non si fida del tutto –, non ha intenzione di rinunciare a lui.
“Ok. Adesso tocca a te”
Sasuke distoglie un attimo lo sguardo, sembra a disagio e i suoi zigomi si sono anche leggermente arrossati. “Hai detto che ti sei innamorato di me una seconda volta. Vero o falso?”
Naruto scoppia a ridere, cerca di trattenersi ma quella faccia imbarazzata sul volto solitamente impassibile di Uchiha è esilarante, sembra un bambino che si dichiara alla sua prima cotta. Per un pelo riesce a evitare uno shuriken lanciato da Uchiha che gli vola sopra la testa.
“Cazzo, sei impazzito!” impreca smettendo immediatamente di ridere.
“E tu non ridere!” abbaia Sasuke cercando di ricomporsi “Allora? Vero o falso?”
Naruto lo guarda furbetto, per quanto la risposta sia scontata e palese adora vederlo in quella incertezza impacciata.
“Vieni qui” gli propone facendogli cenno di infilarsi nel lettino accanto a lui.
Sasuke sbuffa “Baka” ma poi eseguisce e, rischiando di buttare per terra qualche macchinario, si infila sotto le coperte vicino a lui. Uzumaki si accoccola, stando ben attento ai tubicini, e poi sospira soddisfatto.
“Io sto aspettando, eh” borbotta Sasuke incapace di trattenersi dallo stringergli una mano calda.
“Neh, mi sono dimenticato la domanda” bercia spensierato strofinando il viso contro il suo “Potresti rifarmela? E magari anche nel modo giusto, ‘tebayo”
Sasuke lo incenerisce con lo sguardo e medita di prendere a pugni quel sorriso canzonatorio. Invece non fa niente del genere, si limita a far combaciare in maniera del tutto naturale e spontanea i loro visi per baciarlo. È strano farlo con quei tubicini ma non ci bada molto, è troppo concentrato sul fiato caldo sulle proprie labbra.
“Mi ami, vero o falso?” bisbiglia.
“Vero, dattebayo!” poi riprende a baciarlo, e il bip dell’elettrocardiogramma accelera in maniera preoccupante.
 
 
**
“Sei proprio sicuro di volerle parlare?”
È passata una settimana da quando Naruto si è svegliato, fatica ancora ad usare il chakra, ma si è ripreso completamente grazie alle conoscenze di Sakura e ormai riesce a passare intere ore fuori dal lettino. Appena le sue condizioni sono state più stabile, si è trovato Kakashi e Tsunade al suo capezzale a fargli domande su domande. Erano soprattutto interessati alla faccenda del legame empatico con Chino ed era stato difficile spiegare come funzionasse.
“No, no. Non ci leggiamo nella mente, ma riesco a percepirla. No, non come con Kurama, è più lieve. A volte sparisce completamente, altre volte semplicemente… c’è. Sì, riesco a sentire le sue emozioni, è una cosa molto visiva”
“Nel senso che la vedi? Vedi Chino?”
“Solo quando dormo. Quando ero sotto il suo controllo mi… mi suggeriva dei ricordi. Mi mostrava i ricordi falsi”
Sasuke è andato a trovarlo tutti i giorni, ovviamente. Una mattina, svegliandosi, Naruto ha trovato il proprio coprifronte sul comodino. Indossandolo gli è sembrato che tutto tornasse al posto giusto, ma gli è rimasta una sola cosa da fare.
“Sicurissimo” risponde alla domanda di Kakashi.
Chino Chinoike non è considerata una nemica dopo tutto l’aiuto che ha dato, ma non le è permesso girare liberamente per Konoha. Non è propriamente in prigione, ma la tengono in un’ala del palazzo dell’Hokage da cui non può uscire ed è tenuta sotto controllo da una coppia di ANBU.
“E’tanto importante?” domanda invece Sakura.
Sono proprio davanti alla porta della stanza di Chino, nonostante tutto l’Hokage non ha protestato alla richiesta di Naruto e, appena è stato meglio, lo hanno portato dove Chino è chiusa.
“Ci sono delle cose che voglio capire. Lo so che ha già detto tutto quello che sapeva e che non potrò riavere i miei ricordi, ma voglio vederla dal vivo”
Sasuke non è d’accordo, fosse per lui la Chinoike si sarebbe trovata a miglia di distanza da Konoha e Naruto (soprattutto da Naruto). Almeno verrà con lui, su questo è stato irremovibile.
“Prenditi pure tutto il tempo che ti serve” gli assicura Kakashi, poi lo lascia entrare.
La stanza di Chino è completamente diversa da come se la immaginava, lui aveva pensato a una stanza bianca di ospedale con pochissimi mobili e senza finestre. Invece sembra un piccolo giardino, è piena di fiori. Chino è accucciata fra i vasi e appena chiudono la porta ruota la testa verso di loro. Indossa un abito primaverile molto semplice e le sue mani sono sporche di terra scura.
Chino è proprio come nei suoi sogni, solo che le palpebre non sono cucite e mostra due bellissimi occhi azzurri.
“Certo che ti piacciono davvero tanto i fiori, ‘tebayo” è il primo commento che gli viene in mente, poi si volta verso Sasuke “Sei allergico al polline, vero o falso?”
“Falso!” lo guarda oltraggiato “Come può venirti un dubbio così stupido?” poi scuote la testa,effettivamente non poteva aspettarsi nulla di diverso da una tale testa quadra.
Chino li spia senza dire una parola, poi si alza pulendosi le mani sul vestito. “Perché sei qui?” chiede a bruciapelo.
“Sinceramente? Per nessun motivo particolare” risponde.
Sasuke spalanca gli occhi. “Hai detto che dovevi chiederle qualcosa!”
“Certo, altrimenti Kakashi-sensi non mi avrebbe lasciato venire” lo fissa con fare saputo “Sono furbo, vero?”
“Dobe è più appropriato. Anzi, nella definizione di Usuratonkachi c’è il tuo nome”
Naruto ignora l’ultima uscita e si avvicina a Chino, poi si accuccia per arrivare con il viso alla sua altezza.
“Sono felice di riuscire a vedere i tuoi occhi, finalmente. Sono molto belli, ‘tebayo”
Chino arrossisce, ma resta impassibile. “G-grazie”
Lo sguardo di Naruto si fa più serio. “Sei stata tu ad abbandonare il controllo su di me, non io a vincerlo, vero?”
“Sì” poi abbassa lo sguardo “Tu sei una persona troppo buona”
Naruto sbatte le palpebre. “Cosa?”
“Io nei tuoi ricordi ho visto tanta sofferenza, così tanta da essere insostenibile. Eppure c’era anche tanta gioia, tanta fiducia. Come puoi essere così buono dopo tutto quello che hai passato?”
“Dici così perché sei ancora piccolina, crescendo impari a perdonare e a reagire positivamente” le assicura un po’ a disagio.
Chino corruccia la fronte. “Sarò piccolina, ma io ho visto molte persone subire la metà delle cose che hai passato tu e diventare come papà” appena lo dice distoglie lo sguardo “Il mio papà non era cattivo, te lo giuro. Era solo molto triste e arrabbiato, stavo solo cercando di essere utile. Mi dispiace” gli occhi le si riempiono di lacrime “Non volevo comprometterti, non volevo succedesse tutto questo. Io non volevo uccidere papà, volevo solo che tutto tornasse come prima”
“Ehi, ehi” Naruto appoggia le mani sulle piccole spalle cercando di confortarla “Va tutto bene, non piangere”
“Tuo padre ha avuto la fine che meritava” sentenzia invece Sasuke.
Naruto gli lancia un’occhiataccia, Chino invece lo guarda apertamente ostile.
“Non mi fido di te, Uchiha” dice e sembra un gatto che arruffa il pelo “Però sei  una persona importante per Naruto-san, quindi non ti farò niente”
Sasuke la guarda sbalordito. “Mocciosa, tu non hai capito con chi hai a che fare”
“Sì, va bene, ritira gli artigli, teme” interviene Naruto, poi torna a rivolgersi a Chino “Cos’hai intenzione di fare, adesso?” le domanda.
Scuote la testa. “Non lo so, sono rimasta sola” esita brevemente “Io vorrei diventare come te”
Naruto si sente riscaldato da quella confessione. “L’importante è non arrendersi mai, dattebayo!” assicura pulendole il viso dalle lacrime. Una parte di lui sa che dovrebbe essere arrabbiatissimo con lei, è colpa sua se è in questa situazione, ma non può farlo. Non può perché riesce a capirla, così come ha scoperto di capire Sasuke. E se capisci qualcuno, se capisci il suo dolore, non puoi odiarlo.
“C’è un modo per rompere il legame empatico?” chiede Sasuke intromettendosi.
Chino annuisce guardandolo in cagnesco. “Sì, ma non lo farò”
“Cosa?!” si altera subito Sasuke “E perché?”
“Perché Naruto-san è caldo e rassicurante, mi fa sentire meno sola” nel dirlo abbraccia possessivamente il biondo come se fosse un orsacchiotto “Però sono disposta a dividerlo con te. Sei il suo fidanzato, no?”
Sasuke la guarda incredulo mentre Naruto scoppia a ridere di cuore.
“Hai ragione, Chino-chan, Sasuke è il mio fidanzato” conferma gongolando.
Restano con lei per un’altra oretta, non fanno nulla di particolare; Naruto gioca con lei e i fiori, si fa raccontare qualcosa della sua vita e nei ricordi di Chino En Oyashiro appare come un papà buono, solo leggermente burbero e impegnato.
“Papà era l’ultimo del Clan Chinoike, tutti gli altri erano discendenti misti e nessuno possedeva il gekkai di famiglia. Poi sono arrivata io, quando i miei occhi si sono sviluppati papà era molto fiero di me. Mi ha regalato lui l’arco”
Chino parla del suo addestramento, della morte della madre, della follia sempre più evidente nel padre e di tutto quello che le viene in mente. Man mano che parla, Sasuke vede sempre di più una somiglianza con al propria infanzia. Per quanto cerchi di restare distaccato non può fare a meno di accorgersi di quanto siano simili.
Quando escono Naruto parla immediatamente con Kakashi.
“Cosa ne farete di lei?”
L’Hokage si scambia uno sguardo con Sakura. “Non possiamo trattarla come un prigioniero per sempre, presto la lasceremo  andare per farla integrare a Konoha”
“Diventerà quindi una kunoichi della Foglia?”
 Annuisce. “Ne ho già parlato con gli altri Kage, sono d’accordo con noi. Il problema è che non possiamo mandarla in un orfanotrofio: ha troppo chakra e l’addestramento di un ninja adulto, non è adatta a vivere in un ambiente borghese”
“Quindi?”
“Fortunatamente è sufficientemente grande da poter vivere da sola. Le daremo una casa e ogni tanto qualche shinobi andrà a controllarla”
Naruto abbassa lo sguardo. “Come è successo con me” riflette ad alta voce “Crescerà da sola, senza una famiglia”
“Non ci sono molte alternative, purtroppo. Ma starà bene, me ne assicurerò personalmente” cerca di rassicurarlo Sakura.
“Alternative…” ripete, poi si volta verso Sasuke “Tu la odi?”
“Una parte di me, sì” ammette quello “Ma mi sono rivisto troppo in lei per volerla ancora morta”
“Quindi potresti sopportarla?”
Sasuke stringe gli occhi. “Che idea dobica ti è venuta?”
“Kakashi-sensei” lo ignora tornando a rivolgersi all’altro uomo “E se diventassi il suo tutore? Vivrebbe con me, così non sarebbe sola. Me ne prenderei cura io”
“Al momento vivi in una stanza dell’ospedale” obbietta sensatamente Sakura “E vivere vicino a quella che potrebbe trasformarti in una macchina assassina non è la migliore delle idee”
“Dovresti aspettare qualche anno per farlo, effettivamente, ma l’idea non è male” considera Kakashi.
Sia Sakura che Sasuke si voltano verso di lui. “Cosa?!” sbottano.
Naruto sorride apertamente. “Posso aspettare, per allora andrò a trovarla tutti i giorni”
“Aspetta, non state scherzando?” si premura di chiedere Sasuke “Davvero ti va bene una cosa del genere?”
“Per quali motivi non dovrebbe essere una buona idea?” domanda ironico Naruto.
“Per quelli citati da Sakura, tanto per cominciare” replica “E per il fatto che non sai nemmeno badare a te stesso senza fare danni”
“Infatti mi aiuterai anche tu”
“C-cosa?!”
“Vivremo tutti insieme a Villa Uchiha” sorride Naruto estasiato.
“Proprio un’ottima idea” fa sarcastico “Kakashi, fallo ragionare!”
“Sasuke” inizia l’Hokage “Naruto e Chino condividono già un legame empatico, penso sia del tutto inutile cercare di dividerli. L’unica cosa che possiamo fare è rendere Konoha la nuova casa di Chino”
“In ogni caso, decidere adesso è prematuro” interviene Sakura. “Naruto, tu dovrai stare ancora molto tempo sotto osservazione, lo capisci vero? Ora che abbiamo le informazioni del rotolo possiamo fare davvero tutto il possibile per aiutarti, non riusciremo a farti tornare la memoria, ma forse possiamo eliminare i ricordi falsi”
“Lo capisco” ammette Naruto.
“Andrà tutto bene” dice Sakura fra sé e sé “Tornerà tutto come prima”
 
**
 
 
 
Due anni dopo

Sasuke si sveglia di sobbalzo e avverte il raschiare di una pala. La luce entra pallida nella stanza – deve essere mattina presto –  e il rumore è talmente fastidioso che sembra stiano scavando direttamente nel suo cervello.
Esce dalla porta principale velocemente intenzionato a far smettere quel rumore, fa  il giro della casa raggiungendo il giardino, ma quando lo vede si blocca di colpo.
Ha il volto arrossato per lo sforzo e la maniche della maglia arrotolate fino all’avambraccio.
“Che ci fai sveglio a quest’ora?” domanda infastidito.
Naruto alza lo sguardo smettendo di zappare il terreno accorgendosi di lui, i suoi occhi sono calmi e sereni, non più tormentati e confusi “Colpa di Chino, non aveva più sonno e mi ha svegliato. Voleva piantare altri fiori”
Sasuke alza lo sguardo al cielo. “State trasformando la mia casa in un orto botanico”
“Almeno smette di essere triste e cupa” replica sfacciata la bambina, seduta dentro una carriola verde. In due anni è cresciuta molto e i capelli bianchi si sono fatto più lunghi, ma una cosa non è cambiata: il suo atteggiamento irriverente nei confronti di Uchiha. Anche se hanno imparato a volersi bene continuano beccarsi come cane e gatto. Chino è una peste con lui e un angelo con Naruto e da quando vive con loro si è impegnata a riempire ogni singolo angolo della vecchia Villa Uchiha con dei fiori. È strano avere qualcuno così piccolo e vivace che scorrazza per casa, però non può dire che la sua presenza sia nociva. Sembra rendere tutto più sereno.
Naruto non ha ancora recuperato la memoria, ma sta facendo progressi. È stata Sakura a suggerirgli di tenere un quaderno dove segnare tutti i ricordi che gli vengono in mente e in due anni le pagine si sono infittite di momenti di vita. Non ci scrive solo Naruto, ma anche Sasuke ha iniziato a vergare quelle pagine con la propria grafia elegante. E lo stesso ha fatto Chino non appena ha imparato a scrivere.
In due anni hanno imparato a convivere con quello che è successo e Sasuke ha smesso di chiedersi se rischierà mai di svegliarsi un giorno con le mani di Naruto strette attorno al collo. Il villaggio si è rialzato completamente dalla Quarta Grande Guerra e dallo scontro con l’ultimo dei Chinoike, finalmente sembra si respiri una pace vera e tutti hanno l’illusione che possa durare.
Sasuke non ci crede, perché dopotutto il loro è il mondo dei ninja e aspetta rassegnato che un giorno si presenti qualche altro folle cattivo. Ma per ora si gode la pace come tutti gli altri.
“Ti vedo pensieroso” lo distrae Naruto mentre Chino riprende a scavare al suo posto gettando terra dappertutto “A cosa pensi?”
Scrolla le spalle. “Niente di particolare”
Naruto molla la pala e lo raggiunge, gli passa una mano dietro il collo e lo avvicina per un bacio casto e veloce. Le cose stanno andando davvero bene, anche se ci sono momenti in cui Naruto si ferma a fissare il vuoto e stringe i pugni finché il flashback non sparisce, o volte in cui Sasuke si sveglia gridando dopo aver sognato Itachi e la guerra. Però loro sono proprio come i fiori che pianta ovunque Chino: per quanto sia breve la loro vita, continuano ad essere colorati e a profumare l’aria. Così vanno avanti, imparando a compiere gesti di una quotidianità che non hanno mai potuto avere davvero e tutti quei fiori non fanno altro che ricordare che la vita può essere davvero bella. Sono una sorta di promessa, Chino fa davvero bene a sparpagliarli per casa. Naruto sarà pure il vento che mantiene viva la fiamma, ma spesso questa deve smettere di bruciare per lasciare che la terra possa colorarsi.
Così, quando Naruto smette di baciarlo per chiedergli: “Sei felice, vero o falso?” risponde: “Vero”
 
 

The end.








 
Ditemi che state piangendo, perché io mentre scrivevo “due anni” dopo sono scoppiata a piangere. Non lo so, mi sono commossa perché era così che doveva finire il manga: con loro felici, non con uno a zonzo per i boschi e l’altro a spaccarsi al lavoro. FELICI! I miei bimbi devono essere felici T_T e Chino è una piccola margherita.
 
Questo è davvero l’ultimo capitolo e spero vi sia piaciuto, che abbia chiuso in modo degno la long (perché alla fine è diventata una long hahaha) e insomma, sì. Aw. Perché quando finisco le storie la mia capacità espressiva diventa pari a zero? T_T
In ogni caso ci saranno tre special: uno è un prequel rispetto ai fatti della long, uno è su Chino e uno è una PWP.
Approvate? Anche se non so quando potrò postarli xD
 
Ultima cosa: voglio ringraziare tutte le persone che hanno recensito (vi amo, un giorno vi abbraccerò tutte) o anche solo letto e fare gli auguri ad Ahyrin perché oggi è il suo compleanno c:
 
Ok, vi lascio –piange – ora mi prendo una piccola pausa da EFP e ci rivedremo a Luglio!
A presto,
Hatta

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3629587