You should have killed me before

di Moon_Wolf
(/viewuser.php?uid=829998)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


You should have killed me before



Osservò per qualche istante, sgomento, diventare Uther di pietra e sprofondare nelle acque torbide, trascinando con sé Excalibur. L’adrenalina che ancora gli scorreva nelle vene, insieme alla magia, e le labbra serrate in una linea dura sul viso sudato, la stanchezza che avvertiva nelle ossa, nonostante non lo lasciasse vedere. Infine la realizzazione.

Il trono era suo. Era il re.

E rise, rise follemente. Aveva aspettato tanto- troppo tempo- per questo momento, trascorrendo tutta la vita all’ombra di suo fratello, non degno del potere che aveva ereditato, di ciò che sarebbe dovuto essere suo e ora lo era finalmente.

Poi lo notò, il figlio di Uther, che in una pelliccia d’orso si allontanava cullato dalla corrente. Invertì il moto delle acque con un gesto secco della mano, un trucchetto elementare che insegnavano ai novizi della magia ma poteva essere molto utile, modificando il corso della risacca e facendo sì, che si avvicinasse di nuovo. Suo fratello, stolto e codardo idiota, aveva creduto di poter salvare la sua famiglia preferendo non combattere per il popolo "che amava" e per il regno, sempre al secondo posto. Aveva scelto di fuggire allo scontro diretto, ed è per questo che lui aveva trionfato, non esitava a sacrificare ogni cosa per ciò che bramava, a pagare il prezzo, nonostante il dolore che avesse provato nel pugnalare sua moglie. Non aveva potuto fare altrimenti, se Uther fosse sopravvissuto allo scontro, quel gregge di pecore che era il popolo non si sarebbe arreso, chinato sotto al suo comando, ma avrebbe continuato a lottare per un re che li aveva abbandonati.   

E Vortigern sapeva sempre cosa fare per raggiungere i suoi obbiettivi, anche ora. Doveva uccidere quel bambino, là sulla sponda, e lasciare che il fiume ne accogliesse il cadavere per far compagnia al padre e alla madre sul fondale.

Avrebbe dovuto, ma così non fu.

Non negava la natura meschina che lo contraddistingueva nemmeno a sé stesso, anzi amava vantarsene, e pertanto dire che non avrebbe ucciso il bambino a sangue freddo, sarebbe stato da ipocrita. Così facile sarebbe stato affondare il pugnale nel collo niveo, lacerare la tenera pelle di quel marmocchio e veder la vita scivolare via fra le sue mani.

E la sua intenzione era proprio quella, quando lo prese in braccio dalla barca, di dargli una morte veloce, indolore. Dal compiere tale azione non seppe mai cosa lo fermò. Forse i suoi occhi della medesima sfumatura del cielo, che privi della malizia e del lerciume che infestavano il mondo, sembravano voler scrutare il vuoto che c’era al posto della sua anima. Poi il nipote si aggrappò alla sua veste, il capo sul petto, lasciando che le lacrime solcassero le sue guance.

Sfiorò i capelli dorati, quasi in maniera distratta e assente, mentre la mente lavorava sulle varie possibilità. Non c’era scelta. Lo doveva uccidere o sarebbe stato la sua fine, gridava la logica. Cresciuto sarebbe diventato come lui, come Uther, aggiungeva poi motivandolo.

Ma ciò che proferì fu- Ci sono io, Arthur… non piangere, non è degno di un Pendragon-

Quella notte aveva compiuto delitti, e molti di più ne erano stati compiuti in suo nome. Ma non riusciva a prendere la vita di quella creatura indifesa, che ora stringeva tra le braccia, non sapeva bene nemmeno lui perché la ragione, nonostante sapesse di star commettendo un errore.

Domani, si disse, domani all’alba avrebbe compiuto ciò che va fatto.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice
Salve cari lettori.
​Non so a voi, infatti ho sentito che hanno criticato questo film per non essere abbastanza storico, ma a me piaciuto un botto l'ambientazione fantasy, in special modo proprio Arthur e Vortigern e come hanno sviluppato i loro personaggi nel corso della storia. Pertanto uscita dal cinema ho deciso di andare a cercare qualcosa sul web e siti vari, ma vedendo che non c'è quasi niente a parte poche fanart, probabilmente perchè è estremamente recente ho deciso di iniziare io per una volta. E così eccomi qui, a rovinare un fandom che ancora non esiste. xD 
Spero che la lettura di questo breve pezzo vi sia piaciuto, anche perché non l'ho revisionato abbastanza essendo scritto di getto. Ho intenzione come avrete capito se avete letto la descrizione, di farne una serie di capitoli di lunga o breve ampiezza della vita di Arthur, e non sempre dal suo punto di vista, come in questo caso.
​Non ho molto altro da aggiungere, così alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 
-Perché non ci sono ritratti dei miei genitori?- chiese in un flebile mormorio Arthur, fissando pensieroso il soffitto. La camera era nella penombra, di cui unica fonte d’illuminazione erano le torce, ed era notte inoltrata, una delle tante in cui il fanciullo rimaneva sveglio a causa dei suoi incubi.

Vortigern strinse le labbra, pensando che avrebbe dovuto trovare il più presto possibile un rimedio per quei ricordi che riaffioravano nella confusa e giovane mente del nipote. Non solo perché erano da temere in quando avrebbero potuto risvegliare la sua memoria sopita, ma anche e soprattutto per il suo meritato riposo. Arthur tendeva infatti a bussare alla sua porta e a infilarsi nel suo letto, affermando di non riuscire a dormire da solo nelle ore vigiliae*. E come ogni dannata volta, lo aveva accolto con un sospiro e un cenno di riconoscimento, conscio del mal di testa che il giorno dopo avrebbe avuto.

-Perché il dolore era troppo da sopportare- gli carezzò la testa nel mentre- così ordinai di bruciarne i ritratti poco dopo la loro prematura dipartita-

-Oh- disse il bambino dispiaciuto, non trovando la menzogna nascosta dietro le sue parole, o meglio la mezza verità. Perché era vero che egli stesso aveva bruciato ogni cosa, ma sicuramente non per la disperazione causata dalla loro perdita. Uther aveva sposato una donna bellissima, ma appartenente a un ceto inferiore, Ygraine, e non provava rimorso alcuno nell’aver trafitto con una lancia quella sgualdrina. Il nome della loro stirpe, che l’altro aveva infangato ignorando la tradizione, doveva essere ripulito. Ma di ciò il nipote era all’oscuro, ed era meglio rimanesse così.

Vortighern sorrise, era così ingenuo Arthur che raggirarlo era straordinariamente facile. Un’inerme marionetta nelle sue abili mani- Dormi ora. Ricordati che di me puoi fidarti sempre. Non ti abbandonerò come hanno fatto i tuoi genitori.-

Il bimbo chiuse gli occhi con un sorriso in volto e non scorgendo il ghigno di vittoria sulle labbra del suo “adorato zio”.

-Ho sempre voluto avere un figlio maschio-
 
 
 
 


 
 
 
 
 
*​vigiliae è un termine di origine romana utilizzato per indicare le ore dedicate al riposo notturno.
 
 
Note dell’autrice
Benvenuti in questo nuovo capitolo della serie. So che avevo detto che i POV si sarebbero alternati, ma in questo caso ho preferito lasciare il capitolo dal punto di vista di Vortigern, perché mi piaceva di più così e poi Arthur è ancora troppo piccolo. Nella mia immaginazione avrà circa cinque anni nel momento in cui avviene questo preciso dialogo… E niente, spero di non star rendendo Vortigern troppo OOC, non vorrei snaturarne il personaggio che personalmente trovo abbastanza complesso e ricco di sfumature.
Vi saluto, alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


"Mio signore..."

No, ancora non riesci a capire la presenza di Arthur, che vivo dorme beatamente in una delle stanze del castello.

Perché diavolo si è portato dietro il figlio bastardo di Uther? Non conosce forse i rischi che comporterebbe se venisse a scoprire qualcosa su come sono morti i suoi genitori? Quel bambino è un pericolo, forse non ora ma lo sarà in futuro. 

"Silenzio, non voglio udire altro" ma il tono di Vortigern, per quanto possa apparire come casuale e disinteressato, non lascia spazio a replica alcuna, è perentorio e minaccioso allo stesso tempo.

Sembra volerti sfidare a continuare, ma sai che non finirà bene, di certo non per te. Così annuisci a capo basso, perché sai quando non puoi parlare di più, il tuo sovrano non ti ascolterà.

"Ah... Trigger?" ti ferma, mentre stai per uscire dalla sala del trono "La prossima volta che metterai in discussione una decisione del tuo re non sarò così clemente"

 

 

 

 

Note dell'autrice

E così ecco un altro breve capitolo della serie.                                                                                                        
Il personaggio che in questo caso è l'ente pensante è Trigger, braccio destro di Vortigern e cammeo di David Beckham, che nel film è comparso poche volte. Vi dico tutte queste informazioni nel caso in cui non l'abbiate riconosciuto, io stessa ho faticato un po' a trovare il suo vero nome su Google e non so neanche se è giusto
.                                                                                    
Bene, per oggi non ho molto altro da aggiungere.                                                                                                 
Alla prossima

​P.S. scusate il ritardo nel pubblicare, ma nell'ultimo mese Word ha deciso di smettere di funzionare.

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3670494