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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Ritorno alla normalità ***
Capitolo 2: *** 2. Chiamate ***
Capitolo 3: *** 3. Verità ***
Capitolo 4: *** 4. Spiegazioni ***
Capitolo 5: *** 5. Novità ***
Capitolo 6: *** 6. Cambio di programma ***
Capitolo 7: *** 7. Fuga ***
Capitolo 8: *** 8. Muri ***
Capitolo 9: *** 9. Stanze ***
Capitolo 10: *** 10. Passato ***
Capitolo 11: *** 11. Perdono ***
Capitolo 12: *** 12. Promesse ***
Capitolo 13: *** 13. Gelosia ***
Capitolo 1 *** 1. Ritorno alla normalità ***
FMP 1
Tokyo, scuola superiore Jindai
"Sousuuuuuuukeeeeeeeeee!!!!!"
Come al solito Sousuke ne aveva combinata una delle sue, finalmente,
dopo parecchi mesi, Kaname poteva risfoderare il suo mitico ventaglio
di carta.
"Perchè non la pianti una volta per tutte di comportarti come
uno stupido?? cosa ti è saltato il mente di installare delle
pistole laser sopra la porta dello spogliatoio femminile???sai che
Kyoko stava per rimanerci secca?!"Kaname era infuriata...le cose
iniziavano a mettersi male..
"MMM...Ma Chidori....II-Io.."C'erano poche cose nella vita di Sousuke
che gli facevano davvero paura..una di quelle era Kaname quando si
arrabbiava..
"Smettila di balbettare!mi irriti!"
"Si...ma Chidori...ho dovuto installare delle protezioni per il vostro
spogliatoio..se un terrorista decidesse di irrompere mentre vi state
cambiando per rapirti io non ci sarei e..."
"oh smettila di dire stupidaggini!tutti quelli che mi volevano rapire
sono morti in Cina no?!non capisco perchè hai ancora questa
fissa del rapimento..."
"Ti sbagli Chidori! non sono tutti morti!due di loro sono morti in Cina
ma ce ne sono altri in giro. Non so quanti ma è ovvio che ci
sono. Quello che nascondi nel tuo cervello interessa a molta più
gente di quanto credi. Quindi ti prego, non prendere alla leggera il
lavoro che faccio!"
Kaname lo guardava con una faccia un pò scettica...
Sapeva benissimo che tutto ciò che aveva detto Sousuke era vero.
Non poteva mai essere tranquilla. Lo sentiva. Si sentiva addosso gli
occhi di qualcuno, continuamente, costantemente, come se lei fosse la
preda sulla quale il leone aveva puntato gli occhi. Forse anche Sousuke
se n'era accorto...o forse no. Se era così lei aveva deciso di
non dirglielo. Non voleva turbare inutilmente Sousuke con una sua
sensazione che poteva essere infondata. Preferiva continuare a vivere
la sua vita come al solito, con Sousuke che, anche se a volte si
comportava come uno stupido, la faceva sentire protetta e la faceva
stare bene.
" Si lo so..non sto prendendo alla leggera il lavoro che fai
Sousuke...vorrei solo che iniziassi a comportarti in maniera
più......normale!"
Queste parole avevano colpito Sousuke nel profondo. Non era la prima
volta che Kaname glielo diceva solo che lui, per quanto ci provasse,
non ci riuciva. Dopotutto lui non era una ragazzo normale. Lui era un
professionista, un militare della Mithril. Anche se ora si era fatto
dimezzare lo stipendio e veniva chiamato solo per delle missioni
speciali restava comunque un soldato e la missione per la quale aveva
rinunciato a tutto questo, la sua missione, valeva più della sua
stessa vita.
Kaname lo guardò per un'ultima volta, si girò e se ne andò.
Sousuke, pensando ancora alle parole di Chidori, si diresse verso lo spogliatoio femminile.
Tolse le pistole laser dalla porta e tornò in classe.
"Storia del Giappone...che palle!" pensò Sousuke prima di chiudere la porta dell'aula.
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Capitolo 2 *** 2. Chiamate ***
FMP 2
Suonò la campana. La scuola era finita anche quel giorno.
"Sousuke..." era
Kaname. Si sentiva in colpa per quello che gli aveva detto 2 ore prima. Alla
fine sapeva che Sousuke si comportava da stupido solo per proteggerla...doveva
essere un pò più indulgente con lui.
"Oh Chidori...Scusa per prima. Hai
ragione...dovrei iniziare a comportarmi un pò più da ragazzo
normale..."
"No...scusami tu! So benissimo che lo fai per il mio bene ed io,
invece di ringraziarti per tutto quello che fai per me, cosa faccio?! Ti
picchio! Oddio.. Ora capisco perchè mi chiamano l'idol numero uno che nessuno
vorrebbe mai come propria ragazza! Tutto ciò è imbarazzante...."
Sousuke
sorrise. " No, sono gli altri che non capiscono niente di te! Dai andiamo a
casa!"
Kaname era un pò confusa da questa affermazione ma seguì
Sousuke.
Come le era mancata quella strada fatta insieme, accanto a lui.
Come le era mancata l'ombra di lui sull'asfalto che, grazie all'effetto della
luce, si sovrapponeva alla sua, come se volesse proteggerla anche dal sole. Come
le era mancato il ticchettio delle sue scarpe che non la faceva sentire sola.
Come le era mancato lui.
Arrivati davanti alla porta di casa di Chidori,
Sousuke si congedò.
"C'è ancora la cimice che avevo messo quando sono
arrivato qui per la prima volta vero?"
"Si..." per Kaname era imbarazzante
ammetterlo, ma l'aveva lasciata perchè ogni tanto, quando lui se n'era andato,
la guardava e ci parlava, come se, effettivamente, ci fosse Sousuke nel palazzo
di fronte ad ascoltare tutto. Questo la faceva sentire meno sola."...si c'è
ancora"
"Ottimo. Allora io vado." Sousuke si girò e stava per
andarsene...
"Aspetta....." disse Kaname "...mi proteggerai sempre vero
Sousuke?"
"Nessun problema" e se ne andò.
Sousuke aprì la porta del
suo appartamento.
C'erano 3 dita di povere sul pavimento, l'unico arredamento
pulito era lo scatolone con tutte le sue cose e il futon che aveva riportato la
sera prima.
Appoggiò la borsa, si tolse la giacca e accese il
trasmettitore...subito i singhiozzi di Chidori invasero la cucina/salotto.
"Merda! La stavano aspettando in casa!" pensò subito Sousuke.
Corse a
prendere il cellulare e digitò il numero di
Chidori.
"Pronto?"
"Chidori...stai bene? C'è qualcuno lì con te? Cos'è
successo??"
"Niente...sono qui da sola...ma perchè...?"
"Non ci sono
terroristi o qualcuno che ti sta per uccidere?"
"NO!" "Meno male!
Avevo sentito dei singhiozzi....pensavo..."
"No, sto bene...sei uno stupido
Sousuke!!" inizò ad urlare Kaname
"...Ma Chidori....che ti succede
adesso?"
" Perchè pensi sempre al peggio?? Non riesci proprio a pensare a
qualcos'altro che non siamo attentati, rapimenti o uccisioni?"
" Ma Chidori
io stavo solo controllando e ti ho sentito piangere e ho pensato che qualcuno
potesse essere entrato in casa tua per tenderti un agguato e..."
"Sousuke
lasciami in pace!" e riattaccò.
Sousuke era stupito...non capiva il
comporatmento di Chidori...
Lei nel frattempo si era dimenticata per un
attimo della cimice e si stava sfogando..
"Quello scemo! Perchè ha i
sentimenti misurati in un cucchiaino?? Perchè non pensa che ci possa essere
qualche altro motivo per piangere?? Per lui esistono solo guerre e sgozzamenti.
Non capisce che le mie erano lacrime di felicità?! No chiaramente...quel fissato
di roba militare che si crede sempre in guerra....."
Sousuke sentendo queste
parole si mise a ridere... Se la immaginava che scorrazzava avanti e indietro
per il salotto a insultarlo...
Sentì lo croscio dell'acqua in casa di Chidori
e, rilassato per aver ricevuto una lieta spiegazione per le sue lascrime, si
preparò anche lui per una doccia.
Appena uscita dalla doccia Chidori era
più rilassata. Stava ripensando alla conversazione di pochi minuti
prima.
Sousuke era tornato. Finalmente c'era qualcuno che sentendola piangere
si precipitava ad assicurasi come stava. Anche se pensava sempre al peggio, lui
si preoccupava per lei e per quello che le accadeva.
Si stava sciogliendo in
questi pensieri quando la suoneria del suo cellulare la riportò alla
realtà.
Chi poteva essere? Era ancora lui? Magari voleva sapere se si era
calmata dal momento che gli aveva riattaccato in maniera brusca.
"Sousuke io..."
"Ciao bellezza...mi dispiace, non sono il tuo Sousuke...delusa?" rispose una voce maschile.
"Chi sei?" Kaname non ricordava di avere mai sentito quella voce...anke se le ricordava qualcuno..
"Ma come?! Ti sei già dimenticata di me? Eppure, nonostante la
tua reazione poco carina, mi era sembrato che il mio bacio ti fosse
piaciuto.."
"Leonardo...." sussurrò lei..
"Finalmente mi hai riconosciuto bellezza...come stai?" chiese Leonardo Testarossa, il fratello di Tessa.
"Cosa vuoi? Come hai fatto ad avere il mio numero?" Kaname era
shoccata...non capiva come lui potesse avere il suo numero di cellulare.
"Te lo avevo detto che ci saremmo risentiti...e rivisti. Sai dovresti
prendere un pò più sul serio le parole di un
innamorato..."
"Innamorato???Cosa diavolo stai dicendo??" Kaname era furibonda,
soprattutto perchè sentiva che Leonardo si stava facendo beffe
di lei e questo non lo sopportava.
"Ma come? Mi sembrava di averti detto, quella notte, che ti amavo.
Speravo che tu mi avresti creduto...peccato." dal tono della voce si
sentiva che stava ridendo. Chidori non sopportava le persone che la
prendevano in giro e quel tipo stava andando troppo oltre.
Adottò un'altra strategia. Aveva capito che Leonardo voleva
farla arrabbiare ancora di più e lei non voleva darle questa
soddisfazione.
"Bene..." rispose con tono calmo e profondo "...quindi suppongo che il
tuo amore per me ti abbia spinto a...fare cosa esattamente?...per avere
il mio nuomero di cellulare..."
"Esatto...ma mi sopravvaluti temo. Non ho fatto nulla di speciale per
avere ciò che volevo...sai internet al giorno d'oggi è
molto utile...ma anche molto pericoloso. Sapendo tutto di te e avendo
pieno accesso al sito della Mithril non è stato molto difficile
rintracciarti."
"Pieno accesso al sito della Mithril? Ma tu.."
"No, io non sono con la Mithril. Ma ti ricordo che il capitano è
mia sorella...avendo creato lei la password per me non è stato
difficile scoprirla...lei è come un libro aperto per me..."
"E allora? Cosa vuoi da me?" Kaname stava riperdendo la pazienza...lui aveva detto di sapere tutto di lei...come diavolo faceva?
"Mi sembra ovvio no?! Voglio vederti.."
"Io no, mi dispace! Anzi fai una cosa...cancella il mio numero e non
cercarmi mai più! Se lo farai te la farò pagare te lo
giuro..."
"Oh oh....e cosa farai bellezza mia? Sguinzaglierai il tuo fidanzato
contro di me? Sarebbe un'ottima idea in realtà..mi
risparmierebbe un sacco di seccature!" rispose beffardo Leonardo
"Lui non è il mio fidanzato! E poi lui non c'entra con questa storia! So benissimo cavarmela da sola..."
"Oh si lo so.."
"Basta! Adesso basta! Non chiamarmi mai più hai capito?? Addio!" e riattaccò.
Kaname era visibilmente scossa...ora più che mai si sentiva
addosso gli occhi di qualcuno. Non era possibile che Leonardo si fosse
fatto sentire. Aveva cercato di dimenticare quel bacio, quel viscido e
inaspettato bacio, ed ora le era tornato alla mente come se fosse
successo la sera prima. Non voleva stare sola...per nessun motivo
voleva che quell'essere le rimettesse addosso le mani.Doveva andare da
Sousuke. Subito. Aveva bisogno di lui.
Sousuke non sentì nulla della conversazione di Kaname
perchè nel frattempo anche lui aveva ricevuto una chiamata
inaspettata.
"Pronto?" rispose Sousuke dopo qualche squillo del telefono.
"Sei un idiota! Come ti è saltato in mente di disobbedire agli
ordini diretti del capitano e di abbandonare la missione?? Sei
diventato pazzo??" era Mao. Naturale..apparte Kaname, lei era l'unica
ad insultarlo perennemente...o forse no...
"Dai sorellina...non fare così! Finalmente l'uomo fissato
che si crede sempre in guerra ha dimostrato di avere un cuore e non un
pezzo di granito e tu lo insulti?" disse Kurz, che era con Mao in
quel momento "Si ok è vero, è un grandissimo pezzo
di merda perchè ci ha abbandonati tutti nel momento del bisogno
disobbidendo agli ordini, ma alla fine si è riscattato no??"
"Riscattato??si ci ha salvato la vita ma poi cosa ha fatto?! Si
è fatto diminuire missioni, stipendio e grado e per cosa??!"
"Bè sorellina...Francamente per la piccola Kaname io avrei fatto
anche di più...per far breccia nel suo cuore, per diventare il
suo eroe con la corazza d'oro, per..."
" Kurz smettila di dire stronzate! E tu Sousuke perchè non dici niente??!" sbottò Mao.
"Stavate parlando tra di voi, mi sembrava poco carino interrompervi"
"Ah fai anch lo spititoso??!" Mao si stava arrabbiando sul serio..
"No, dico la verità. Comunque mi dispiace per non averne parlato
prima con voi, ho agito come la mia testa mi diceva. Credo di avere
fatto la cosa giusta. Chidori non sarebbe mai stata ben protetta
senza di me, lo so io e lo sanno tutti." rispose sicuro Sousuke.
"Si si...ma dimmi la verità Sousuke! Ti sei innamorato di lei?" chiese Kurz ghignando.
"Cos...No! Lei è la mia missione. Mi è stata affidata 9
mesi fa e ho intenzione di proteggerla fino a quando non sarà al
sicuro da tutti i terroristi.."
"Sai bene che questo non accadrà mai! Non sappiamo quanti
terroristi siano interessati alla Blacktecnology e sicuramente quando
ci sarà la divulgazione della notizia che qualcuno contiene
dentro di sè queste informazioni, e ci sarà ne sono
certa, non saranno solo i terroristi a volerla, ma anche ricercatori e
normali militari! Non puoi non averlo pensato Sousuke! Non tu!" Lo
accusò Mao.
In effetti lui ci aveva pensato molte volte. Sapeva che lei aveva
ragione ma ogni volta che si avvicinava questo pensiero lui lo cacciava
via. La verità era che non sopportava l'idea che qualcuno
volesse Chidori solo per usarla. Lei era speciale, ma non per le
informazioni che conteneva.
"Si, ci ho pensato..." ammise alla fine.
"Quindi caro il mio Sousuke, è come ho detto io...ti se innamorato di lei..." disse Kurz.
Sousuke stava per aprire bocca quando suonò il campanello del suo appartamento.
"Scusate devo andare. C'è qualcuno alla porta."
"Si si cavatela così per oggi...Ma non riuscirai ad evitarci per sempre..." disse Kurz.
"Inoltre ricordati che sei comunque un soldato della Mithril. Ti
chiameremo se ci sarà bisogno di te in qualche missione"
Precisò Mao, delusa.
"Ricevuto." e riattaccò.
Kaname continuava a suonare insistentemente alla porta di Sousuke.
"Perchè non mi apre?? Cosa starà facendo??
Oddio....no...Non dirmi che sei andato ancora via da me Sousuke! Ti
prego aprimi..." Pensò lei disperata.
Aveva smesso di suonare, depressa, e stava per andarsene quando lui aprì la porta..
"Chidori!" esclamò appena la vide "Cosa ci fai qui?"
"Sousuke!" e lo abbracciò. Un abbraccio forte. Un abbraccio
caldo. Un abbraccio disperato. Un abbraccio sollevato. "Non sei andato
via da me ancora una volta...per un moento io..."
"No...te l'ho giurato...ti proteggerò sempre" rispose lui
abbracciandola a sua volta."Ma cos'è successo? Cosa ci fai qui?"
" Sousuke...devo parlarti di ciò che mi è successo mentre ero a Hong Kong."
Il viso di Sousuke si fece preoccupato e si irrigidì.
"Vieni, entra."
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Capitolo 3 *** 3. Verità ***
FMP 3
Entrarono in casa di Sousuke.
Kaname non fece neppure caso al disordine che c'era. Si sedette sul
futon in silenzio, mentre lui si mise a preparare il tè.
"Chissà cosa penserà Sousuke...chissà some reagirà!" pensò Kaname.
"Allora Chidori...mh...cosa...cosa dovevi dirmi?" chiese Sousuke, un
pò a disagio. La verità era che lui preferiva dimenticare
il periodo del suo abbandono. Non voleva neppure pensare al dolore che
aveva provocato in Kaname. E inoltre aveva paura di sentire ciò
che lei aveva passato, tutto per colpa sua.
"Mh, si. Quando ero a Hong Kong, decisi che era arrivato il momento di
conoscere colui che mi stava seguendo da Tokyo. Scoprii che era Wraith
e, come tu sai, mi stava sorvegliando al posto tuo. Quella sera, mentre
stavo dialogando con lui, fui attaccata da una delle sorelle cinesi.
Cercò di uccidermi ma la scampai per un pelo."
Sousuke ascoltava in silenzio, ma non guardò mai in faccia
Chidori. Si sentiva in colpa. Lei aveva rischiato la vita per trovare
lui, per riportarlo indietro.
"Ero riuscita a stordirla con la pistola elettrica. Pensavo che sarei
riuscita a tornare nella mia stanza insieme a Wraith, nonostante fosse
ferito, ma arrivò un'altra persona. Leonardo Testarossa..."
Sentendo quel nome Sousuke trasalì. Non era possibile..tra tutte
le persone non poteva aver incontrato proprio lui! Si girò di
scatto con la faccia preoccupata..
"Che ti ha fatto? Cosa ti ha detto??"
"Ah..allora lo conosci! Veramente...bè..." Kaname
vacillò. Non riusciva a dirglielo. Aveva reagito male al solo
pronunciare il suo nome, figuriamoci se gli avesse detto che l'aveva
baciata e che l'aveva anche rintracciata!"...bè..niente..voleva
semplicemente portare via Wraith, ma io gliel'ho impedito"
"Tutto qui? Non voleva niente da te?"
Cosa poteva fare? Cosa doveva dire? Se gli avesse detto la
verità Sousuke avrebbe di sicuro girato il mondo pur di trovarlo
o, ancora peggiore, lo avrebbe detto a Tessa, la quale lo avrebbe
rintracciato subito. Se, invece, decideva di non dire nulla, come
poteva giustificare quella sua improvvisa voglia di raccontargli tutto?
" No...non voleva niente da me." disse infine "Ma tu come fai a conoscerlo?" ora Kaname si era incuriosita.
Anche Sousuke non voleva rivelare tutto a Kaname, probabilmente
se avesse saputo tutta la verità non si sarebbe mai
più fidata di lui.
"E' il fratello del mio capitano, ricordatelo. Non si è mai
fatto vedere molto sul De Danaa, ma quando Mao mi presentò al
sottomarino come suo subordinato c'era anche lui." disse Sousuke.
Questa era una parte della verità, anzi questo era solo
l'inizio, ma era sufficiente che Kaname conoscesse questo.
" Ah, giusto"
Seguì un momento silenzioso. Nella mente di Chidori si stavano
accavallando bugie su bugie, cercandone una valida per la sua presenza
in quella casa. Sousuke, invece, stava pensando a Leonardo. Non era
possibile che avesse visto Chidori e non le avesse detto nulla. Lui
sapeva qual era il suo obiettivo, Kaname stava mentendo.
"Chidori" Sousuke alzò il viso e fissò Kaname dritto
negli occhi. Era spaventata e poteva vedere gli ingranaggi del suo
cervello che macchinavano una storia credibile per celare cosa era
veramente successo quella notte.
"Chidori non mentirmi." Queste semplici parole fecero ghiacciare
Kaname. Che lui sapesse già tutto?? No, era impossibile,
altrimenti non avrebbe mai reagito in quel modo. Qualcosa comunque
non quadrava. Se non sapeva nulla allora doveva conoscere molto bene
Leonardo, non poteva sapere tutto di lui avendolo visto solo alla sua
presentazione come subordinato.
"E va bene. Io ti racconterò tutta la verità. Tu
però in cambio dovrai spiegarmi come fai a conoscere Leonardo
così bene."
"Non conosco bene Leonardo. Conosco bene te. I tuoi occhi contraddicono le tue parole." mentì Sousuke.
Kaname era sbalordita. Non era da lui parlarle così, come un ragazzo normale, con dei sentimenti.
"Oh....ok...bene." iniziò Kaname "Lui arrivò subito dopo
che ebbi sparato a Yu Lan. Iniziò a dire strane cose, a parlare
per metafore. Poi, appena Yu Lan si svegliò, la fece uccidere da
uno dei suoi Arm Slave."
Sousuke si immaginava la scena e, dal tono della sua voce, capì quanto lei aveva avuto paura.
"Subito dopo...." non ci riusciva...non poteva dirglielo!
"Subito dopo cosa Chidori??" insistè Sousuke
"...dopo...mi...mi baciò. Ma io lo respinsi e lui mi disse che
ci saremmo risentiti e rincontrati" confessò infine.
Sousuke aveva lo sguardo perso. Sapeva che cosa lui voleva, ma non si
immaginava che sarebbe arrivato a tanto. Lui aveva osato toccarla.
Strinse i pugni, era nervoso. Ma non poteva comportarsi da stupido
proprio adesso, doveva sentire la fine del racconto, altrimenti Kaname
non sarebbe mai andata da lui.
"Cos'è successo dopo? Non mi hai ancora spiegato il motivo per cui sei qui" rispose freddo Sousuke.
Kaname, sentendo il tono freddo e distaccato di Sousuke si
rattristò. Pensava, o meglio sperava, che questo lo avrebbe
fatto ingelosire.
"Niente, se ne andò. Ma prima, quando sono uscita dalla doccia,
lui mi ha chiamata." Sousuke strinse i pugni ancora più forte.
"Gli ho chiesto cosa voleva...Vuole vedermi." Questo era troppo..
"E tu cosa gli hai risposto?? Come cazzo fa quello ad avere il tuo
numero di cellulare?? Sei una whispered, i tuoi dati personali sono top
secret!" sbottò Sousuke.
"Lo ha preso nel sito della Mithril. Tessa è sua sorella...a
quanto dice è stata una passeggiata capire la password." rispose
Kaname atterrita. "Comunque non ho alcuna intenzione di vederlo. Ma lui
mi preoccupa Sousuke. Non penso che sia una persona che accetta un NO
come risposta." ammise lei.
Questo lui lo sapeva bene già da tempo. Il fatto però che
si fosse esposto così tanto, sapendo che Kaname era
constantemente protetta da Sousuke, non era da Leonardo. Lui agiva
nell'ombra, e mandava avanti i suoi uomini prima di uscire lui stesso
allo scoperto. Non era possibile che ci tenesse così tanto ad
avere Chidori da commettere un'azione così incauta. Qualcosa non
quadrava. Lui voleva farsi vedere. Ma perchè?
Kaname interruppe questi pensieri di Sousuke.
"Cosa devo fare? Io gliel'ho detto che non ho intenzione di vederlo, ma lui pare non mi abbia ascoltata."
"Adesso vai a casa e riposati. Io ascolterò tutto. Nel frattempo
parlerò con la Mithril. Lascia fare a me." rispose sicuro
Sousuke.
"Va bene..." si alzò e aprì la porta "...ah..c'era una cosa strana, che non avevo mai visto negli AS.."
"Cosa?" " Erano grandi come un uomo e si
muovevano autonomamente...non li pilotava nessuno dall'interno"
Sousuke sgranò gli occhi. A quanto pareva Leonardo era andato avanti con i suoi progetti.
"Ok grazie per avermelo detto. Riferirò tutto al capitano."
"Bene...allora io vado...." rispose triste Chidori.
"Riposati. E...Chidori?"
"SI?" chise Kaname girandosi.
"Fai attenzione" rispose Sousuke.
Kaname sorrise. "Sissignore!" E se ne andò.
Sousuke chiuse la porta di casa. Si diresse in bagno e si guardò allo specchio.
Quello che vide era un ragazzo con una faccia cattiva ma allo stesso
tempo patetica. Non si sopportava più. La sua unica missione
stava diventando un fallimento. E tutto per colpa sua e di
quell'essere...Leonardo.
Si sentì il rumore di vetro infrangersi.
A terra si vide sangue e pezzi di specchio.
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Capitolo 4 *** 4. Spiegazioni ***
FMP 4
Si sentì la porta dell'appartamento di Kaname aprirsi e chiudersi all'istante.
Era a casa sana e salva.
"Maledizione!" disse Sousuke. Preso dall'ira aveva rotto lo specchio
del bagno. Ora stava davanti al tavolo del trasmettitore con uno
straccio sulla mano insanguinata. Sapendo che Kaname era a casa lo fece
tranquillizzare. Disinfettò la mano e la fasciò. Poi
prese il cellulare e compose il numero di Kurz.
"Ehi, ex-compagno! Cosa vuoi?! Non lo sai che qui si lavora? Non stiamo
mica a spassarcela con le nostre ragazze tutto il giorno NOI!" rispose
Kurz.
"Kurz sono felice anche io di sentirti. Potresti passarmi il capitano?"
Kurz rizzò le orecchie "Come come?? Non ti basta la piccola Kaname adesso vuoi anche Tessa! Sei proprio isaziabile.."
"Smettila di dire stronzate. Devo riferigli qualcosa riguardo a suo fratello.."
"Oh.." Kurz divenne serio "..hai qualche notizia?"
"Si putroppo..e sono notizie ben poco piacevoli.."
"Ok aspetta in linea". Kurz passò la telefonata a Tessa, la
quale, non sapendo il motivo della telefonata si innervosì.
"Pr-pronto signor Sagara?" rispose timida.
"Signor capitano. Mi dispiace disturbarla ma ho delle cose importanti da riferirle." disse Sousuke serio
"Mi dica"
"Chidori mi ha riferito quello che successe a Hong Kong. Per farla breve incontrò vostro fratello."
Tessa era shoccata. Non sentiva parlare di suo fratello da molti anni,
da quando lui aveva lasciato la Mithril. Se si era fatto vedere voleva
dire che stava escogitando qualcosa. Qualcosa di losco.
"Si, vada avanti"
"Si. Lui vuole Chidori. Ha cercato di sedurla a Hong Kong ma lei
rifiutò e adesso è riuscito ad accedere al sito della
Mithril e ad avere tutte le informazioni top-secret su di lei, compreso
il suo numero di cellulare. L'ha contattata e le ha chiesto un
incontro."
Tessa rimase di sasso. "Co-come ha fatto?? Come può essere entrato nel sito della Mithril??"
"Stando a quanto ha detto, scoprire la password è stato un gioco da ragazzi dal momento che l'avete creata voi."
Tessa si sentì umiliata. Ancora una volta Leonardo aveva inconsciamente dimostrato la sua superiorità.
"Oh..E la signorina Chidori come ha reagito?" dopo avere detto queste
parole Tessa capì che era stato inutile chiederlo. Conosceva fin
troppo bene il carattere di Kaname da sapere che lei non avrebbe mai
accettato. Probabilmente lo aveva detto a suo fratello in maniera
brusca, come al suo solito.
"Naturalmente ha rifiutato in maniera non propriamente gentile e l'ha
minacciato di non farsi più sentire" rispose Sousuke. "Ecco
infatti!" pensò Tessa tra sè.
Questo poteva essere un problema. Leonardo più veniva rifiutato
più si ostinava. Era sempre stato così, fin da piccolo.
In più lei lo sapeva che prima o poi sarebbe andato a cercare
Kaname. Le sue informazioni sulla Blacktecnology lo interessavano come
nient'altro al mondo. Lui possedeva una parte di quelle informazioni. Con
quelle di Kaname avrebbe potuto realizzare ogni suo desiderio.
"Bene. La situazione si sta facendo complicata. Desidero che lei
aumenti le protezioni intorno alla signorina Chidori. Deve mettere
sotto stretta sorveglianza non solo la casa ma anche il suo cellulare.
Ha la cimice adatta?" ordinò Tessa a malincuore. Sapeva
benissimo che Sousuke sarebbe stato ben felice di poter sorvgliare
maggiormente Kaname.
"Affermativo"
"Ottimo. Deve spiegare la situazione a Kaname, sono sicura che lei capirà."
"Devo raccontarle tutto?" Sousuke si preoccupò all'idea di
doverlo fare. Era una storia lunga e lui era coinvolto in prima
persona. Solo a pensare di dover essere lui a dirle tutto lo fece
sbiancare.
"No. Deve solo spiegarle il motivo per il quale mio fratello la cerca e
la vuole. Quando lo avrà fatto si rimetta in contatto con me per
favore. Vorrei parlare direttamente con la signorina Kaname di alcune
cose." disse vaga Tessa.
In realtà lei voleva far incontrare Kaname e Leonardo sotto lo
stretto e attento controllo di Sousuke naturalmente! Voleva scoprire
qualcosa di più su suo fratello ed era sicura che con Kaname si
sarebbe aperto. In ogni caso doveva chiederlo lei sessa a Chidori.
"Ricevuto. Ho un'altra informazione da darle capitano. Chidori ha detto
che Leonardo non era solo quella sera. Era accompagnato da due AS.
Più precisamente due AS grandezza uomo e competamente autonomi."
"O mio Dio!" Tessa era più sconvolta che mai. Non avrebbe mai e
poi mai immaginato che suo fratello sarebbe arrivato a tanto!
"Signor Sagara deve subito spiegare tutto a Kaname e farla parlare con me.
Avendomi riferito queste cose devo confessarle che la faccenda mi
preoccupa molto. E' peggiore di quanto pensassi. Si sbrighi per
favore."
"Sissignora!" e chiuse la conversazione.
Suonò al citofono di Chidori e lei aprì sorridente.
"Ciao Sousuke! Che ci fai qui?!" disse lei.
"Ti devo parlare...è una cosa importante"
"Vieni entra"
Si sedettero al tavolo e Sousuke si sentì un pò a
disagio. L'ultima volta che era stato a casa sua erano stati benissimo,
lei gli aveva tagliato i capelli e poi gli aveva preparato la cena.
Quella sera era stato tutto perfetto. Poi lui se n'era andato senza
neppure una spiegazione. Chissà se lei stava pensando alle
stesse cose...
Kaname era nervosa. Non sapeva come comportarsi. Era sempre stata una
cosa normale per lei vedere Sousuke in casa sua, ma ora, dopo parecchi
mesi, le pareva strano..
"Chidori" Sousuke risvegliò Kaname dai suoi pensieri.."MH?"
"Ho parlato con il capitano di ciò che è successo. E'
preoccupata ma vuole che ti spieghi il motivo per cui suo fratello ti
sta dietro" disse serio Sousuke
"Un'idea credo di essremela fatta.."
"Ah si?"
"Sousuke penso di non essere così stupida! Ovviamente
sarà lo stesso motivo per cui mi vogliono tutti gli altri no?
Per la Blacktecnology!" rispose Chidori spazientita.
"Si Chidori. Ma c'è una cosa che non sai. Anche Leonardo possiede la Blacktecnology"
"Lo so. Me l'ha detto."
Sousuke sgranò gli occhi. Quante cose le aveva già detto?
Possibile che fosse stato così stupido da rivelarle il motivo
per qui la voleva? No. Leonardo doveva aver avuto un valido motivo per
esporsi così tanto davanti a Chidori. Quale fosse quel motivo
Sousuke non lo sapeva.
"Bene. Suppongo però che non ti abbia detto che la sua Blacktecnology è diversa dalla tua."
"No...in effetti l'unica cosa che mi ha detto è che anche lui è un Whispered."
"Bene. Vedi lui, come tutti i Whispered, è incompleto. Possiede
solo una parte della Blacktecnology, come tu hai un'altra parte,
diversa dalla sua a quanto pare. Questo è il motivo..."
"....per cui mi vuole." concluse Kaname. Ora capiva tutto, finalmente.
Non la voleva per una semplice infatuazione, la voleva perchè
gli serviva.
"Affermativo. Probabilmente se lui riuscisse ad avere le tue
informazioni o quelle del capitano diventerebbe invincibile. Non
sappiamo ancora cosa ha in mente di fare, ma stando a quello che hai
detto circa gli AS, sicuramente le userebbe per progettare armi molto
più pericolose di quegli AS." disse Sousuke senza preamboli.
"Cioè mi stai dicendo che io e Tessa abbiamo le stesse
informazioni sulla Blacktecnology mentre Leonardo no e lui vorrebbe una
di noi per completare le sue informazioni?"
"Si esatto ma lui non vuole Tessa perchè sa che non riuscirebbe
mai a prenderla, è troppo ben protetta e in più è
sempre in un sottomarino in chissà quale continente. Lui mira a
te perchè ritiene più semplice poterti prendere, ma si
sbaglia di grosso se crede di poterlo fare. Non con me nei paraggi per
lo meno!" disse Sousuke, arrossendo. A Kaname sfuggì un sorriso.
"Bene! Allora non ce niente di cui mi debba preoccupare"
"C'è un'altra cosa. Aspetta.." e tirò fuori il cellulare. Compose il numero del De Danaa e attese.
"Pronto, signor Sagara." rispose immediatamente Tessa.
"Signor capitano, ho comunicato la situazione a Chidori."
"Ottimo. Me la può passare per favore?"
"Chidori, il cpaitano vorrebbe parlarti." disse Sousuke.
Kaname era allibita.
"Pronto Tessa??"
"Kaname! E' un piacere sentirti. Dovrei parlarti di una questione
importante.." disse Tessa senza preamboli."Oddio no...speriamo non sia
niente riguardo alla sua gelosia verso Sousuke!" pensò
Kaname
"...riguarda Leonardo. Desidererei che lo incontrassi."
"Coooosaaaaaaaaaaaa????"
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Capitolo 5 *** 5. Novità ***
FMP 5
Kaname era seduta sul divano di casa sua, il cellulare di Sousuke in mano.
Fissava il vuoto mentre una voce femminile la chiamava dall'altro capo del telefono.
"Kaname??Pronto Kaname ci sei??" disse Tessa. Sapeva che ciò che le avrebbe comunicato l'avrebbe spaventata.
"S-Si ci sono" rispose finalmente Chidori.
"So che probabilmente non te la senti di incontrarlo. A quanto ho
capito non si è comportato da gentiluomo a Hong Kong vero?"
"In effetti no. Ma non è quello il problema. Non saprei come
comportarmi trovandomi da sola davanti a lui sapendo che il suo unico
scopo è prendermi per utilizzare il mio cervello..." Kaname
rabbrividì al solo pensiero di cosa le poteva fare.
"Si lo capisco" rispose Tessa "ma comunque Sousuke sarà sempre nascosto e pronto ad agire in caso di pericolo"
Kaname si girò verso
Sousuke che stava davanti alla finestra, tirando indietro la tenda per
controllare fuori. Il suo sguardo serio e preoccupato le fece capire
che lui aveva intenzione di fare tutto ciò che era in suo potere
per farsi perdonare per essersene andato senza neppure dirglielo.
Sapeva che lui ci teneva a lei. Questo lo aveva capito, la cosa che non
capiva era in che modo ci tenesse a lei.
"Va bene. Spiegami cosa dovrei fare" disse infine Chidori.
"Molto bene. Incontrerai
Leonardo in un posto appartato, che sicuramente sceglierà lui,
se in questi anni non è cambiato. In caso contrario scegli
insieme al sergente un luogo adatto, in cui nessuno vi possa facilmente
interrompere e in cui Sousuke ti possa sorvegliare senza essere
scoperto." iniziò Tessa. "Non dovrai comportanti in maniera
troppo sgarbata, anche se so che ti sarà difficile!"
"Ehi!!Cosa intendi dire?! Che sono tipo uno scaricatore di porto?!" si offese Kaname.
"Si più o meno!" disse
Tessa " Comunque..sii te stessa ma nn far in modo che lui se ne vada
prima di aver scoperto cosa ha in mente di fare. Voglio sapere cosa sta
combinando da tutti questi anni e a cosa gli servi."
"Va bene."
"Inoltre vorrei che ti vestissi in modo...come dire..sexy"
"Cooosaa?! E perchè? Non devo mica andare lì come per dire " Kaname era infuriata.
Sentendo la risposta di Kaname,
Sousuke si girò di scatto e guardò Chidori a bocca
aperta. Cosa cavolo le stava dicendo Tessa?! Stava iniziando a pensare
che quella storia non gli piaceva molto.
"E' semplice. Leonardo ama le
belle donne. Se tu andrai lì conciata come una pezzente potrebbe
cambiare idea no?! O meglio dovrebbe comunque prenderti perchè
ha bisogno di te ma probabilmente non ti direbbe nulla, perchè
capirebbe che in realtà non sei niente di speciale" disse Tessa
innocente. In realtà stava dicendo apposta quelle cose per far
arrabbaire Kaname. Si stava prendendo una piccola soddisfazione
offendendola.
Kaname sapeva che Tessa era
gelosa di lei e poteva capire che offenderla la faceva sentire meglio.
Ma ora stava superando ogni limite!
"Va bene Tessa. Farò come
vuoi. Dopotutto io posso mettermi degli abiti sexy per andare in giro
visto che non sono sempre segregata in un sottomarino!" rispose Kaname.
Tessa non trovò niente da ribattere. La aveva messa a tacere.
"Bene. Ora potrebbe passarmi il sergente Sagara per favore?"
Kaname passò il telefono a Sousuke.
"Si?"
"Signor Sagara si faccia dare
tutte le indicazioni da Chidori. Gradirei che non la lasciasse mai sola
e che impiantasse il chip nel cellulare della signorina al più
presto." disse Tessa riluttante. Non sapeva come Sousuke avrebbe
gestito le parole: "non lasciarla mai sola", ma un pensiero ce lo aveva.
"Si signora."
"Bene. Per ora è tutto. Se ci sono dei problemi non esiti a chiamare. Arrivederci"
"Arrivederci" Sousuke spense il cellulare.
"Chidori..potresti darmi il tuo cellulare? Dovrei impiantare il chip."
Kaname gli passò il
cellulare. Questa storia era un pò strana. Si doveva esporre per
Tessa. Non le piaceva l'idea ma d'altro canto non poteva neppure
rifiutarsi. Era grazie a lei se Sousuke la proteggeva constantemente e
se i mercenari non l'avevano ancora presa e torturata.
"Chidori, spiegami la situazione." chiese Sousuke
" Dobbiamo aspettare che
Leonardo mi chiami. Dovrò incontrarlo come ben sai, e tu dovrai
stare nascosto e pronto ad intervenire nel caso l'incontro degenerasse.
Se sarà lui a fissare il luogo dell'incontro sicuramente
possiamo stare tranquilli che sarà un posto appartato. Se il
compito della scelta del luogo sarà mio, dobbiamo pensare a
un posto in cui tu ti possa nascondere bene e in cui nessuno ci
possa interrompere facilmente."
"Molto bene. Cosa ne dici del
garage abbandonato dietro i mercati generali?" propose subito Sousuke
mentre stava operando il cellulare di Kaname.
"No. E' un posto chiuso, se
succedesse qualcosa sarebbe difficile scappare. Inoltre è sempre
frequentato dai teppisti. Ci vorrebbe un posto di campagna, poco
frequentato e aperto." pensò Kaname.
Improvvisamente le venne in
mente lei seduta sul portapacchi di una bicicletta con Sousuke davanti
a lei che pedalava come un matto per arrivare in tempo a scuola.
Avevano preso la stradina di campagna per fare più in fretta e
lei si era incantata a guardare un meraviglioso campo di girasoli.
"Aspetta..ho un'idea! Ti ricordi
il campo di girasoli della strada di campagna che affianca la ferrovia?
Ci siamo passati quella volta in bicicletta quando tu avevi la febbre!"
"Si! E' vero...sarebbe un posto
perfetto! I girasoli in questo periodo sono abbastanza alti da farci da
nascondiglio, io mi potrei nascondere ovunque e nessuno verrebbe a
disturbarci a meno che non voglia tagliare un fiore!" il viso di
Sousuke si illuminò.
"Bene. Allora è deciso. Ora devo solo aspettare la chiamata di Leonardo. Sono sicura che chiamerà entro domani."
"Ecco fatto." Sousuke riconsegnò il cellulare a Kaname.
"Chidori, vado a casa a prendere la mia roba e torno."
"Che roba? E come sarebbe a dire torni?!"
"Tessa mi ha dato l'ordine di
non lasciarti mai sola. Questo vuol dire che dormirò qui. E'
molto più sicuro. Se qualcuno cercasse di entrare in casa tua
non perderei tempo nel venire qui." rispose Sousuke ingenuo.
In realtà era felice di poterle stare così vicino. Si sentiva più sicuro.
Kaname invece non aveva parole.
Come doveva comportarsi? Doveva dormire con Sousuke in giro per casa.
Non era la prima volta, certo, ma era la prima volta che erano a casa
sua e da soli. Era molto nervosa.
Sousuke tornò dopo un quarto d'ora, con una montagna di scatole e dei vestiti.
"Cos'è tutta questa roba??!" esclamò Kaname non appena entrò Sousuke.
"Dispositivi di sicurezza.."disse lui affannato "..devo piazzare qualche trappola.."
"Scordatelo!! Non trasformerai casa mia in una trincea!" sbraitò Kaname
"..Ma Chidori..è per la tua sicurezza..."
"Non me ne frega! Ci sei tu e io ho la mia mazza da softball..è più che sufficiente!" ribadì lei.
Era inutile discutere con Chidori. Se si impuntava su una cosa nessuno la smuoveva.
La serata passò
tranquilla. Kaname invitò Kyoko, Shinji e le sue amiche per
passare la serata. Giocarono e raccontarono storie di paura e, come al
solito, Sousuke non riuscì a capire in cosa consisteva il
terrore nelle storie raccontate. Evitarono di dire che Sousuke avrebbe
dormito in casa di Kaname, per non creare sfraintendimenti.
Quando tutti se ne andarono
Kaname preparò il divano per Sousuke, mentre lui si fece la
doccia. Lei continuava a pensare che la situazione era strana, ma era
felice.
Lui, anche se non lo dava a
vedere, era nervoso. Non aveva mai dormito nella stessa casa con una
donna. In più quella donna era Kaname.
"Ecco fatto. Anche se è solo un divano è comodo." disse Kaname arrossendo.
"Grazie." disse Sousuke sedendosi sul divano.
"Bè...allora buona notte!"
"Notte. Ci vediamo domani mattina."
Kaname andò nella sua
stanza ma non riuscì ad addormentarsi. Continuava a pensare alla
serata. Si era sentita normale, senza problemi e anche Sousuke le era
sembrato tranquillo e felice. Inoltre continuava a pensare che lui era
di là sul suo divano.
Non riusciva a resistere.
Scivolò giù dal letto, camminò in punta di piedi,
aprì silenziosamente la porta e sbirciò in salotto.
Lui era lì sdraiato, la
mano sulla fronte, che fissava il soffitto. Chissà a cosa stava
pensando. La maglietta era leggermente sollevata e faceva intravedere i
suoi addominali perfetti. Era davvero bello. Con quell'immagine nella
testa Chidori andò a letto e si addormentò.
Anche Sousuke, sdraiato sul
divano, stava rivivendo mentalmente la serata. Vederla ridere, vederla
cucinare, vederla arrabbiarsi per aver perso al gioco, verderla
spaventarsi. Quanto gli era mancata vederla. Aveva paura di perderla di
nuovo, ma non aveva intenzione di lasciarlo accadere. Se quel tipo,
Leonardo, si credeva in grado di portargliela via, si sbagliava di
grosso. Scese dal divano e si fermò davanti alla porta della
camera di Chidori. La aprì silenziosamente e la vide. I suoi
capelli ricoprivano tutto il cuscino, in una distesa azzura. La coperta
era tirata su fino all'addome e una spallina della canottiera era
caduta, lasciando intravedere un seno. A quella vista Sousuke
arrossì e spostò il suo sguardo sul suo viso. Il suo
bellissimo viso, che sorrideva anche mentre dormiva.
Sousuke sorrise e si chiuse la porta alle spalle.
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Capitolo 6 *** 6. Cambio di programma ***
FMP6
Il sole filtrava tra le tende del salotto, illuminando il viso segnato di un bel ragazzo, con l'aria seria anche nel sonno.
Sousuke si svegliò con il sole in faccia. Era domenica quindi
non c'era scuola e probabilmente Kaname stava ancora dormendo.
"Meglio così" pensò lui "magari posso rendermi utile preparando la colazione"
Si alzò e si mise ai fornelli. Non era mai stato un grande
cuoco, ma qualcosa di semplice lo sapeva fare, come un toast per
esempio, e il tè non ci voleva un genio per farlo.
Kaname dormiva beatamente nella sua stanza quando sentì il rumore di una porcellana infrangersi.
Si alzò di botto. Era ancora in trans e non riusciva a pensare
con mente lucida. Sapeva solo che nel suo salotto c'era qualcuno. Si
avvicinò alla porta, prese la sua mazza da softball e
aprì lentamente verso il salotto. Qualcuno stava chino sul
pavimento a raccogliere i cocci di una tazza infranta. Si
avvicinò in punta di piedi, alzò la mazza e colpì
l'individuo sulla testa.
"Aiha!!!"urlò Sousuke "ma...Chidori sei impazzita??!!"
Kaname si era completamente dimenticata che Sousuke aveva dormito a
casa sua quella notte. Come aveva fatto a dimenticarsi?! Va bè
che era ancora un pò rimbambita dal sonno ma proprio non capiva
come era potuto accadere.
"Oh Sousuke! Cavolo mi hai fatto spaventare!" disse lei con aria innocente.
"Io ti ho fatta spaventare?! E c'era bisogno di sfracassarmi la testa??!"
"Come sei esagerato...per una piccola botta...hai subito di peggio" si girò e andò verso il bagno.
"Chidori..." la chiamò Sousuke. Lei si girò verso di lui.
"..ho preparato la colazione...giusto per rendermi utile. Scusa se ti
ho svegliata..mi è caduta una tazza." si scusò lui.
Lei era senza parole. Aveva preparato la colazione?! L'uomo imbronciato
che si crede sempre in guerra aveva preparato la colazione a lei?!
Doveva essere un sogno. Eppure era sicura che non lo fosse, era
perfettamente sveglia.
"Oh....bè...grazie Sousuke..va-vado a lavarmi e arrivo" balbettò Kaname senza parole.
Chiusa in bagno, mentre si spogliava per farsi la doccia, Chidori stava
pensando ai strani giorni che stava vivendo. Da quando era tornato
Sousuke erano accadute cose che non si sarebbe mai potuta immaginare.
Era in un certo senso convinta che il suo rapporto con Sousuke aveva
subito un cambiamento. Era molto sottile, ma era convinta che ci fosse
stato. Lui era diventato un pò più normale, anche se era
sempre il solito impulsivo che trasforma ogni scherzo in un attentato
terroristico. Crogiolandosi in questi suoi pensieri si
infilò sotto la doccia.
Sousuke in cucina stava preparando la colazione. Gli pulsava la testa
dove Kaname lo aveva colpito. Quella ragazza a volte aveva molta
più forza di un M9!
Però in fondo la capiva. Probabilmente lui avrebbe fatto lo
stesso, anzi avrebbe usato la pistola invece che una mazza da
softball.Questo gli piaceva di lei. Erano simili. Avevano passato la
vita a difendersi da soli, senza nessuno a guardargli le spalle.
Nonostante questo, però, ultimamente Sousuke sentiva di essere
cambiato. Prendeva le cose più tranquillamente, si fidava un
pò di più della gente e sapeva che tutto ciò era
grazie a lei e solo a lei.
Preparò la tavola con le tovagliette di bambù, mise
bacchette e piatti e colorì del pane americano nel tostapane.
Adorava il pane tostato con la marmellata e a quanto pareva anche a
Kaname piaceva dal momento che la dispensa ne era piena!
Dopo un quarto d'ora Chidori uscì dal bagno con una semplice
gonna di jeans e una magliettina bianca ma Sousuke la guardava
imbambolato. L'acqua calda le aveva colorito le guance e i capelli
umidi emanavano una luce azzurra risaltando la sua figura.
"Ehi! Ma che bella tavola! Non ho mai visto questa tavola così
ben apparecchiata per una colazione!" disse Kaname entusiasta.
"Ohm...grazie" rispose Sousuke riprendendosi. Lei si sedette al tavolo e iniziò a mangiare. Lui fece altrettanto.
"Mi passeresti il tè per favore?"
"Tieni....sai...è strano avere compagni a colazione...sono abituata a una colazione veloce e poi spesa..." disse Chidori
"Si...in effetti anche per me è un pò strano essere
qui...però sai...mi piace" confessò Sousuke arrossendo.
Anche Kaname arrossì e andò avanti a mangiare a testa
bassa. Aveva proprio ragione...Sousuke era cambiato. Non pensava che
avesse mai avuto il coraggio di dire i suoi veri sentimenti a qualcuno,
meno che mai a lei. E invece eccolo lì, seduto di fronte a lei,
bacchette in mano e viso coperto dalla ciotola.
"Sousuke...se vuoi....." in quel momento le squillò il cellulare.Numero sconosciuto.
Guardò Sousuke come se senza parlare si fossero già capiti.
"Pronto?" rispose Kaname
"Buongiorno bellezza..." disse Leonardo.
In quel momento annuì con la testa verso Sousuke. Avevano già capito che era lui in mittente della chiamata.
"Leonardo...ancora tu.."
"Già tesoro...te l'avevo detto che non ti saresti facilmente liberata di me."
"Lo avevo capito che le mie minaccie ti erano entrate in un orecchio e ti erano uscite dall'altro."
"Ah ah.." rise Leonardo "...forse inizi a capirmi...interessante. Questo mi piace in una donna."
Kaname si sentiva a disagio, in un certo senso scoperta. Doveva
recitare una parte e ormai era quasi ora di salire sul palcoscenico.
L'ansia si stava facendo strada dentro di lei...ma doveva resistere per
forza.
"Peccato che tu non mi piaccia per niente."rispose lei con finta freddezza.
"Già...un vero peccato. Non vorrei essere costretto ad
insistere...solitamente le cose che chiedo vengono esaudite subito...ma
vorrei vederti"
"Questo perchè sei un viziato di merda...non ho intenzione di
accettare il tuo invito...mi pare di avertelo già detto."
Ecco...la recita era iniziata...lui non avrebbe mollato così
facilmente quindi poteva permettersi di rifiutarlo come meglio credeva.
"Mi dispiace...ma temo che questa volta non potrò essere
così clemente con te come l'ultima volta. Nonostante abbia un
debole per te non posso andare contro la mia natura e i miei principi
per troppo tempo. Quindi ti prego. Non indurmi ad usare la forza
anche contro di te."
"Perchè no?! Alla fine non ti sei fatto scrupoli ad Hong Kong
con quella povera ragazza. Non vedo perchè te ne debba fare con
me!" si scaldò Kaname
"Lei non era te." rispose semplicemente Leonardo. Questa risposta
conteneva il vero motivo di tutto. Yu Lan non era una whispered...lei
poteva essere facilmente sacrificata.
"E se rifiutassi ancora?"
"Ti dico solo questo...so dove abita Sousuke Sagara. Sarà un
immenso piacere per me prenderlo e torturarlo per sapere dove ti trovi.
Purtroppo mia sorella è stata previdente non inserendo il tuo
indirizzo nel sito della Mithrill. Ma ha commesso l'errore di mettere
quello del sergente. Dopotutto dovresti abitare nelle vicinanze visto
che lui ha l'ordine di sorvegliarti no?!"
Kaname sgranò gli occhi e le si seccò la gola. Lui sapeva
dove abitava Sousuke...però probabilmente non aveva mai avuto
l'occasione di pedinarlo o semplicemente non ne aveva avuto la voglia,
altrimenti a quest'ora avrebbe già saputo dove lei abitava.
"Va bene." disse lei con riluttanza
"Oh...vedo che usando la leva giusta diventi molto meno testarda.
Ottimo. Sapevo che minacciando il tuo fidanzato ti saresti
addolcita...anche se ad essere sincero mi addolora un pò sapere
che per te lui è così importante."
"Ti ho già detto che lui non è il mio fidanzato!" disse
lei abbassando lo sguardo per non incrociare quello di Sousuke. "Dimmi
quando e dove."
"Oh...adesso non ti fai attendere...bene. Facciamo oggi...verso sera
però...non voglio essere interrotto nel nostro incontro.
Anzi...ti vorrei portare fuori a cena in un posto un pò
particolare."disse Leonardo ripensandoci.
La situazione stava prendendo una piega inaspettata. Kaname non sapeva cosa fare...
"Dove? Che tipo di posto?" chiese per prendere tempo
"Ah ah...ti sto prendendo in giro...in realtà non so dove..ti
dò libera scelta se proprio vuoi andare fuori a cena.
L'importante è che sia un posto tranquillo in cui nessuno di tua
conoscenza ci possa interrompere...im particolare Sagara"
La mente di Kaname lavorava febbrilmente. Leonardo voleva un incontro
galante...Tessa su qualcosa ci aveva azzeccato. A lui piacevano le
belle donne e ormai era troppo evidente che a lui lei piaceva davvero.
"Un ristorante elegante ma nascosto, con un buon nascondiglio per
Sousuke..." pensava continuamente Kaname.
"Ci sono....è un ristorante italiano...non è molto
frequentato perchè non lo conoscono in molti...è nella
zona Sengawa."
"Perfetto..è elegante?" si informò Leonardo
"Certo...è un ristorante italiano!"
"Va bene...dimmi dove ti devo venire a prendere."
"Ci incontriamo là...se prendi un taxi sapranno di sicuro dove si trova. E' l'unico ristorante italiano della zona."
"Non ti fidi ancora di me?!" Leonardo come al solito stava sogghignando
"No per niente..." rispose lei senza il minimo tatto.
"Vedrò di farti cambiare idea allora...e mi raccomando...non
portarti dietro la tua guardia del corpo altrimenti sarò
costretto a farti del male...e, fidati, è l'ultima cosa che
voglio fare."
"Si...ci vediamo alle 7 davanti al ristorante..."
"Va bene...a dopo allora.."
"A dopo..." Kaname stava per riattaccare quando Leonardo la chiamò..
"Kaname...."
"Si?"
"Mi raccomando...ti voglio sexy stasera...anche se secondo me anche in
un semplice accappatoio stracciato sei tremendamente sexy..."
"Ma vai a fan...." e riattaccò.
Era incredibile...ogni volta lui aveva il potere di farla innervosire.
Leonardo aveva un non so che di viscido nel suo modo di parlare che la
innervosiva da morire.
Vedendola un pò scossa Sousuke si informò subito sulla conversazione.
"Chidori...allora?!Cosa ti ha detto?"
"Il piano è leggermente cambiato. Ha deciso di non incontrarmi
semplicemente in un posto nascosto, al contrario...mi porterà
fuori a cena."
Sousuke era sbalordito. Non si sarebbe mai aspettato un comportamento
del genere da parte di Leonardo. Era decisamente cambiato in questi
anni. Non si sarebbe mai esposto così tanto in una missione
così importante prima, neppure se c'era di mezzo una bellissima
ragazza. Non capiva dove voleva arrivare. Se aveva deciso di farsi
vedere in un luogo pubblico e per di più chiuso allora
evidentemente non aveva intenzione di rapirla. Era praticamente
impossibile riuscire a scappare con lei da un ristorante e per di
più in una via di piena città.
"A cosa stai pensando?" Kaname interruppe i suoi pensieri
"Mi sembra strano. Non è da lui scegliere un ristorante per un
incontro d'affari, se così si può chiamare. Per di
più se il suo vero obiettivo è quello di rapirti. Sarebbe
praticamente impossibile che lui riuscisse a farla franca in mezzo a
tanta gente e per di più in un luogo chiuso."rispose lui serio
"Si ci ho pensato anche io. L'unica cosa che possiamo fare è
aspettare no?! Non possiamo fare nient'altro" rispose lei con voce tesa.
Sousuke capiva i suoi sentimenti..era in pensiero anche lui.
"Dove andrete?"
"Dove andiamo vorrai dire. Sengawa il ristorante italiano in una strada
laterale. Il terrazzo all'aperto è coperto da siepi in cui ti
puoi nascondere tranquillamente...ecco perchè ho scelto quello."
Kaname non smetteva mai di stupirlo. In due minuti, mentre era sotto
shock per l'improvviso cambiamento del piano era riuscita a trovare un
luogo adatto anche per lui.
"Chidori sei fantastica..." disse Sousuke con tutto il cuore.
Lei arrossì e rispose "Grazie...senti andiamo a fare due passi?
Mi sento un pò stanca e ho bisogno di rilassarmi un pochino.
Potremmo andare a prendere qualcosa per pranzo cosa ne dici?" In
realtà l'idea di poter andare in giro da sola con lui di
domenica come una coppietta la esaltava.
"Va bene. Mi cambio e possiamo andare."
"Io inizio a lavare i piatti allora."
Stettero fuori tutto il giorno fino a tardo pomeriggio. Mangiarono
Okonomiyaki per pranzo e nel pomeriggio incontrarono anche Kyoko e
Shinji e andarono al lunapark. Kaname si divertì come una matta!
Il pensiero della cena imminente non le passò neppure per un
attimo per la testa. Ma quando Sousuke le disse che era ora di andare
la paura e l'ansia si impossessarono di lei.
Arrivati a casa Kaname andò a lavarsi e a cambiarsi. Aveva
nell'armadio un vestito che faceva proprio a caso della serata. Si fece
la doccia, si raccolse i capelli in uno chignon, si truccò
leggermente e si vestì.
Sousuke la stava aspettando in salotto e stava sceliendo le armi adatte
da portare. Pistola, scariatore elettrico, fumogeni e una bomba a mano,
nel caso la situazione si sarebbe complicata. Era vestito tutto di
nero, per mimetizzarsi meglio con l'oscurità.
Quando vide Kaname uscire dal bagno restò senza fiato. Era stupenda.
Il vestito era nero, scollato davanti, senza maniche, di raso. La sua
schiena era quasi completamente nuda perchè la scollatura
arrivava fino all'altezza dell'osso sacro. Ai piedi portava delle
decoltè nere, molto semplici ma elegantissime. Attorno
alle spalle portava uno scialle di shiffon nero. Era bellissima.
"Come sto?!" disse lei arrossendo
"Sei sei ....stupenda" rispose lui
"Grazie.."
In quel momento Sousuke odiava Leonardo più che mai. Voleva
poter essere lui ad andare a cena con lei, tranquillamente, senza avere
la paura di un possibile rapimento. Non sopportava l'idea di poterla
vedere insieme a lui...lo faceva imbestialire.
"Andiamo è ora di andare" disse lui freddamente.
"Oh ok..." Kaname era tesissima.
Uscirono di casa e fermarono un taxi. Anche il tassista era folgorato
dalla bellezza di Kaname tanto che Sousuke gli dovette ricordare che la
strada era davanti a lui e non dietro. Arrivati a Sengawa scesero in
una strada adiacente al ristorante, per non far vedere Sousuke. Kaname
percorse la via e si ritrovò davanti al ristorante,
apparentemente sola.
"Sei bellissima come sempre" disse una voce alle sue spalle, facendola trasalire.
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Capitolo 7 *** 7. Fuga ***
FMP 7
Kaname si girò di scatto.
Leonardo era davanti a lei, elegante nel suo completo giacca e cravatta.
"Sei bellissima come mi ricordavo.."disse lui con occhi luminosi.
"Grazie" rispose Kaname freddamente "Entriamo?" e senza aspettare una risposta si precipitò all'interno del ristorante.
Era un ambiente molto intimo ed elegante. Sulle pareti erano dipinti
porticati e ringhiere di balconi antichi, con al di là paesaggi
marini. Guardando quelle pareti sembrava di essere in Sicilia, in un
ristorante sul mare, nella piena ebrezza dell'estate italiana.
"Ottima scelta." commentò Leonardo guardandosi intorno "Inoltre
noto con piacere che non è molto frequentato...sarà colpa
della posizione...meglio così"
"Un tavolo per due per favore" disse Kaname al cameriere senza neppure ascoltare quello che diceva in suo accompagnatore.
"Da questa parte prego..." e li accompagnò ad un tavolo che
faceva angolo con una parete dipinta con un balcone pieno di piante di
limoni e la finestra che dava sulla strada. Kaname notò subito
la posizione perfetta del tavolo. Sapeva che Sousuke da fuori stava
seguendo ogni loro passo, appostato in mezzo alle siepi. La fortuna per
il momento era stata dalla loro parte.
Si sedettero al tavolo e, galantemente, Leonardo spostò la sedia
a Kaname e la fece sedere per prima. Lei si tolse lo scialle, rivelando
la scollatura sulla schiena, e lui la guardò sogghignando.
"Hai proprio fatto del tuo meglio...devo ammettere che questo vestito
ti rende molta più giustizia che quel accappatoio di Hong Kong."
commentò lui.
"Grazie." Sotto questa apparente freddezza e tranquillità,
Chidori nascondeva tutta la sua angoscia. Non le risultava difficile
essere di poche parole con Leonardo, ma aveva sempre paura che lui
potesse scoprire il suo piano.
Dopo aver ordinato lui iniziò la conversazione.
"Sei arrabbiata con me, me ne rendo conto. Vorrei scusarmi per il mio
comportamento di Hong Kong, anche se, ad essere completamente sincero,
trovandomi di nuovo in quella situazione rifarei esattamente le stesse
cose."
"Allora non capisco la necessità di scusarti. Se sono delle scuse non sincere e non sentite sono completamente inutili."
"Ahah..." rise Leonardo, buttandosi indietro sullo schienale e facendo
oscillare la sua chioma argentea " sei sempre la solita...Sei troppo
onesta e giusta per accettare anche delle semplici scuse"
"Appunto perchè sono semplici non le accetto. Dovrebbero essere sentite per essere accettate" rispose lei seriamente.
Era arrabbiata e Leonardo lo sapeva. Però non era infuriata, non
ancora almeno. Quando si arrabbiava assumeva quella strana smorfia del
viso che la rendeva ancora più bella.
Fuori Sousuke stava nascosto sdraiato sotto le siepi e stava ascoltando
tutta la conversazione. Infatti Tessa quello stesso pomeriggio,
probabilmente quando loro erano fuori, aveva recapitato a casa di
Sousuke una collana per Kaname. Era una collana particolare, con
inserito all'interno di un falso zaffiro un microfono, in modo che lui
avrebbe potuto ascoltare tutto senza problemi ed evitare di essere
scoperto. Era infastidito dal modo in cui Leonardo si rivolgeva a
Kaname. Era sicuro di sè, come al solito, ma era come se la
stesse corteggiando più che cercando di parlarle di cose serie.
Non lo sopportava.
"Allora...vedo che mi hai dato ascolto...non hai portato con te il tuo
fidanzato..strano...non è che per caso avete litigato?" chiese
Leonardo con un sorriso sormione stampato in faccia.
"No non abbiamo litigato...e poi avevo capito che questo era un
incontro privato in cui lui non poteva e non doveva esserci no?! Non
voglio tirarlo in mezzo in cose che non lo riguardano. Ecco tutto."
"Saggia decisione. Non ti credevo così legata a lui
dopotutto...so che per lui provi dei sentimenti...ma forse non avevo
capito bene che tipo di sentimenti..."rispose Leonardo pensieroso.
"Questi non sono affari che ti riguardano. Parliamo piuttosto del
perchè di questo incontro. Hai insistito tanto..almeno una
spiegazione me la devi"
"Ah...è vero" disse lui risvegliandosi dai suoi pensieri "..il
motivo. Penso che sia arrivato il momento per te di schierarti dalla
mia parte." disse senza troppi giri di parole.
"Come scusa?!?!" Kaname era sconvolta. Non per quello che le aveva detto ma per la tranquillità con cui lo aveva fatto.
"Voglio essere completamente sincero con te. Non è una cosa che faccio normalmente ma con te voglio farlo."
"Come faccio ad essere sicura che ciò che mi dirai sarà tutto vero?!"
"Ti dovrai fidare di me. Ti do la mia parola che sarò
completamente sincero. Non ci sarebbe alcun motivo di mentirti. Tu mi
piaci. Se ti mentissi ci rimetterei soltanto io!"
"Va bene." I battitti del cuore di Kaname iniziarono ad accellerare.
Stava arrivando alla parte più importante della serata, quella
per cui lei era lì.
Sousuke, da fuori, si conficcò l'auricolare ancora più in
profondità nell'orecchio, per poter ascoltare meglio.
"Vedi " iniziò Leonardo " io so cosa sei. Te l'ho già
detto. Siamo diversi dagli altri. Però, se pur leggermente,
anche tra di noi siamo diversi, nonostante siamo entrambi Whispered."
Anche se questo lo sapeva già Kaname era tutta orecchi e stette al gioco.
"Anche tra di noi? In che senso?"
"Nel senso che possediamo informazioni diverse sulla Blacktecnology.
Per quanto mi riguarda posseggo informazioni sulla costruzione degli AS
e sulla sintonia che si può avere con loro. Tu invece, per
quanto ne so, sai come utilizzare il Lambda Driver. Esatto?"
"Si esatto."
"Sai...per quanto la gente mi ritenga un genio, in realtà non
sono niente di speciale...messo a confronto con te ovviamente. Le
informazioni che possiedi tu sono probabilmente le più
importanti di tutta la Blacktecnology."
"Questo me lo avevano già spiegato."
"Molto bene...allora vedo che mia sorella ha deciso di non tenerti
all'oscuro di tutto, come invece mi sarei aspettato da lei. Strano
però...è proprio vero che le persone col tempo
cambiano..."
"Non me l'ha detto per sua iniziativa...sono accaduti diversi fatti che
l'hanno praticamente obbligata a spiegarmi tutta la mia situazione."
"Bè...meglio così...almeno non avrò io il compito
di spiegarti tutto." Leonardo guardò Kaname fissa negli occhi..
"Unisciti a me...insieme potremo controllare gli apparati militari di
tutto il mondo...potremo costruire gli AS più potenti mai
esistiti, cose che potrebbero esistere solo nei film di fantascienza.."
"Quindi è a questo che miri...il controllo militare del mondo..." disse Kaname seriamente
"Si esatto...ma senza una partner tutto questo piano sarebbe alquanto
triste da realizzare". Improvvisamente Leonardo prese le mani di
Kaname.
"Pensaci bene...io e te, insieme, sul tetto del mondo con i nostri AS.."
"Scordatelo!" Kaname ritrasse le sue mani da quelle di Leonardo, ma lui
si limitò a stendersi meglio sullo schienale della sua sedia e
si limitò a sorridere.
"Sapevo già che sarebbe stata dura convincerti...non mi aspettavo una risposta positiva...Che bella collana...posso?"
'Merda...ci ha scoperti!' pensò Sousuke da fuori.
"Veramente...è un regalo...solitamente non lo faccio toccare mai
a nessuno...è troppo prezioso..." Kaname sapeva benissimo che
non ci sarebbe mai cascato..la sua scusa non era abbastanza
convincente..
"Smettila di recitare...so bene che non è una collana normale...c'è nascosto un microfono vero?!"
Sulla faccia di Kaname era dipinta la sorpresa
"Mia sorella è davvero un'ingenua...questo metodo lo abbiamo
utilizzato un centinaio di volte insieme...come pretende che non ci
caschi?!In ogni caso adesso sa quello che desiderava sapere..quindi ti
dispiacerebbe darmelo?" e porse la sua mano.
Kaname non poteva far altro che dargliela. Lui la prese e spezzò il falso zaffiro con il microfono con 2 dita.
Sousuke rimase stordito per qualche secondo dallo stridio emesso dalla
rottura del microfono e iniziò a pensare febbrilmente. Li poteva
ancora vedere perchè per fortuna la sua copertura nella siepe
non era saltata. Però adesso era tutto più
complicato...non riusciva a capire cosa stava succedendo, poteva solo
stare a guardare e per lui era straziante. Ora Leonardo stava ridendo
di gusto e diceva qualcosa a Kaname, la quale aveva una faccia sempre
più stupita. Ad un certo punto lui si sporse verso di lei, le
prese il mento e la baciò. In quel momento Sousuke si
alzò tremando dalla siepe ed era pronto per scagliarsi nel
ristorante atraverso il vetro. Kaname schiaffeggiò Leonardo e si
alzò, pronta per scappare. Sousuke ribolliva di rabbia e
gelosia, ma si rinascose nella siepe, per osservare la scena. Leonardo
bloccò Kaname per un braccio e le sussurrò qualcosa
all'orecchio. Lei spalancò gli occhi e smise di opporre
resistenza a lui. La prese per le spalle e la guidò fuori.
Sousuke li seguì da fuori. Usciti dal ristorante Leonardo
fermò un taxi e Kaname entrò con lui.
Sousuke giaceva lì, seminascosto nel fogliame, lo sguardo vuoto
fisso sul punto in cui il taxi era scomparso. Lei era andata con
Leonardo...se n'era andata...ma perchè?
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Capitolo 8 *** 8. Muri ***
FMP 8
Il taxi correva a tutta velocità per le strade di Tokyo. Kaname
guardava fuori dal finestrino, cercando di capire dove erano diretti.
"E' stato davvero un peccato non poter finire la nostra cena in un modo
un pò più tranquillo.." sussurrò Leonardo al suo
orecchio "...sono sicuro che la serata sarebbe finita in tutt'altro
modo.."
"Allontanati!" disse sbrusca Kaname, spingendolo sull'altro lato del sedile.
"Ahah..." rise lui "..non essere così arrabbiata...alla fine non
ti ho costretto a venire con me...la scelta è stata tua"
Kaname non rispose a questa provocazione. Certo la scelta era stata
sua, ma era stata una scelta forzata. Leonardo aveva giocato sporco,
come al suo solito.
"Dove mi stai portando?" chiese lei brusca.
"Aspetta e vedrai.." rispose lui guardando fuori dal finestrino.
Kaname iniziò a pensare a Sousuke. Sicuramente lui li aveva
visti andare via e si immaginava il suo volto nel momento in cui aveva
visto lei entrare nel taxi.
Le veniva da piangere. Voleva averlo accanto, voleva sentirsi stringere
le spalle da lui, voleva sentirsi dire "Nessun problema". Ma questo non
poteva accadere. Lei se n'era andata proprio per non metterlo in
pericolo. La verità era che Leonardo non era andato solo al
ristorante. Si era portato dietro i suoi AS in miniatura che
grazie all'ecs per l'invisibilità erano rimasti nascosti per
tutto il tempo nella siepe esattamente dietro a Sousuke. Leonardo aveva
minacciato di uccidere Sousuke se lei non fosse andata con lui. Non le
aveva lasciato scelta.
Sousuke si incamminò. Non sapeva neppure lui dove stava andando.
Non stava pensando a nulla tranne che alla scena appena vista. Lei se
n'era andata.
In quel momento squillò il cellulare.
"Pronto..."
"Signor Sagara!" era Tessa.
"Oh comandante.." rispose lui sentendo appena la voce della ragazza.
"Com'è andata? La signorina Kaname sta bene? Mi scusi ma mi sono
presa la librtà di inserirle un piccolo satellitare
nell'equipaggiamento che le ho lasciato questo pomeriggio. Ho notato
che si stava muovendo e ho ritenuto opportuno informarmi sull'esito
della missione.."
"Se n'è andata...." furono le uniche parole che riusci a pronunciare Sousuke.
"Come? Se n'è andata? Intende dire la signorina Chidori?"
"Lei ha deciso di andare con lui.."
"Questo è assolutamente impossibile. Rifletta solo un secondo.
Lei ha deciso di aiutarmi senza desiderio di farlo veramente. Lei odia
mio fratello e non se ne andrebbe mai andata di sua spontanea
volontà di questo sono praticamente certa." disse Tessa
agitandosi
Sousuke iniziò a comprendere le sue parole. Era vero. Kaname
odiava Leonardo, era sempre stata contraria a questa missione, non se
ne sarebbe mai andata di sua spontanea volontà. Cosa gli stava
succedendo? Era ovvio che se n'era andata perchè vittima di una
minaccia. Come aveva fatto a non pensarlo subito? Questo non era da
lui. I sentimenti avevano preso il sopravvento e non lo avevano fatto
ragionare con mente lucida.
"E' vero, ha ragione."
"Per favore ora deve trovare un modo per rintracciarla. Io potrò
darle tutto l'aiuto possibile ma sta a lei trovarla. Crede di poterlo
fare?"
"Affermativo. Mi metto subito al lavoro. Colonnello..mi dispiace per
poco fa...mi sono lasciato sopraffare dallo stupore. Non accadrà
più." si scusò Sousuke
"Nessun problema. Solo ora riesco a capire quanto... Non importa. Attendo aggiornamenti. Arrivederci" e chiuse la telefonata.
Sousuke iniziò a correre verso casa.
Cavolo aveva perso un sacco di tempo per colpa della sua stupida
reazione.Ancora non capiva come era potuto succedere che le emozioni
avessero preso il sopravvento. Evidentemente da Hong Kong, dal momento
che era stato molto vicino da non poterla vedere mai più, la sua
paura di poterla perdere si era intensificata.Sapeva benissimo il
sentimento che stava nascendo in lui, quel sentimento del quale aveva
solo sentito parlare o che aveva sentito nelle canzoni, quel sentimetno
mai provato sulla sua pelle. Forse era giunto anche per lui il momento
di conoscerlo. Solo che non voleva ammetterlo.
Entrò correndo in casa, aprì tutti i cassetti, cercando febbrilmente qualcosa.
"Dove l'ho messo??!" continuava a sussurrare.
"Dove cavolo.....trovato!". Tirò fuori un piccolo aggeggino, una
specie di computer in miniatura, lo aprì e lo accese. Subito
apparve sullo schermo la piantina di Tokyo e un puntino rosso
lampeggiante in movimento. Si trattava del gps impiantato nel bracciale
di Kaname, quello che lui le aveva regalato mesi prima e che già
una volta gli era stato utile per ritrovarla. Pr fortuna lei non lo
toglieva mai. Un pò perchè ci era affezionata (era
comunque un regalo di Sousuke) un pò perchè sapeva che le
sarebbe sempre servito.
"Dai scendi.." disse Leonardo aprendo la portiera del taxi a Kaname.
Lei scese senza dire una parola. Si trovavano in una squallida vietta
di Tokyo, circondata da vecchi edifici in mattone a vista. Leonardo si
fermò e alzò la testa.
"Alastor 1211" e con un tonfo assordante atterrò uno degli AS di Leonardo.
"Alastor 1212" e atterrò anche l'altro.
"Molto bene... ora credo che possiamo andare mia cara" e si
incamminò verso uno dei muri in mattone. Kaname era cinrcondata.
Davanti c'era Leonardo e dietro i 2 AS. Anche volendo non sarebbe
riuscita a scappare.
Sousuke prese una calibro 30, una bomba a mano, un lacrimogeno e un
coltello in titanio e sotto la guida del gps uscì di casa
correndo. Vide che il puntino che rappresentava Kaname si stava
dirigendo verso la periferia sud di Tokyo. Non poteva andare a piedi,
ci avrebbe messo troppo tempo a raggiungerli. Senza troppi problemi
prese il manico della sua pistola e spaccò il finestrino della
macchina che aveva davanti a sè. Mise in moto e partì a
tutta velocità verso il punto segnalato dal pc. Probabilmente
ora avrebbe scoperto il nascondiglio di Leonardo, quello che lui aveva
cercato per anni, sperando di ottenere qualche informazione sul nuovo
lui. Il puntino smise di lampeggiare e si fermò in una stradina
della periferia, a soli 5 minuti da dove si trovava Sousuke in
quel momento.
Lasciò la macchina nella via traversa a quella dove si trovavano
Leonardo e Chidori, impugnò la sua pistola e si avvicinò
facendo il minor rumore possibile. La scena che vide fu Leonardo che
stava trafficando con il muro, Kaname dietro, lo sguardo impegnato a
controllare ciò che faceva lui, e di spalle a lei i 2 AS in
miniatura.
Non poteva agire adesso. Avrebbe perso l'occasione che stava
aspettando, quella di scoprire il nascondiglio di Leonardo, e in
più non voleva che Kaname rimanesse ferita in qualche modo e se
lui avesse attaccato anche i 2 AS avrebbero agito. In quel momento
Chidori si girò verso di lui. Lo vide, i suoi occhi si
riempirono di gioia, ma non di stupore. Lei non si aspettava niente di
meno da lui. Si lasciò sfuggire un sorriso e gli strizzò
l'occhio. Lui la guardò con aria interrogativa per pochi
istanti, giusto fino a quando non la vide scomparire nel muro insieme
ai suoi rapitori.
Sousuke si avvicinò al muro e la notò.
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Capitolo 9 *** 9. Stanze ***
FMP 9
Eccola. Proprio davanti a lui. La soluzione a tutti i suoi problemi.
Una piccola serie di numeri e una freccina che indicava il mattone
sulla destra. Kaname era riuscita a inciderla grazie alla chiave di
casa sua senza che nessuno se ne accorgesse.
Sousuke toccò il mattone al lato della freccina e subito
comparve una piccola tastiera numerata. Digitò il numero e si
aprì una fessura tra la parete, larga abbastanza per far passare
una persona. Estrasse la pistola dalla tasca e scivolò
all'interno dell'edificio, stando ben attaccato alla parete oscura del
piccolo passaggio in modo che nessuno lo potesse vedere.
La fessura scomparve appena lui entrò e fu investito dal buio
più totale. Gli sembrava di essere finito nel nulla; non un
rumore, non una luce.
Avanzò tenendo in una mano la pistola e con l'altra tastando il
muro, l'unica soluzione per uscire da quel buio profondo.
Continuò così per parecchi metri quando alla fine
intravide una piccola lucina blu in lontananza, segno che finalmente
quel passaggio stava per finire.
Si avvicinò con cautela alla porta e, facendo molta attenzione,
sbirciò al di là di essa. Ciò che vide lo
lasciò senza fiato. Abbassò la guardia ed
entrò nella stanza, lasciandosi sopraffare dallo stupore.
Enormi cilindri erano disposti lungo le pareti della stanza e dentro di
essi giacevano delle persone, in apparenza addormentate. Erano
completamente immerse in un liquido rossastro e si vedeva chiaramente
che stavano subendo un processo di trasformazione in quei cilindri. Un
uomo era effettivamente fatto di carne ed ossa fino al mezzo busto,
l'altra metà, invece, era completamente di titanio. Era
diventato a tutti gli effetti un mezzo AS, come tutte le altre persone
del resto. Sousuke iniziò a capire a cosa mirava la mente di
Leonardo. E questo lo faceva rabbrividire.Ma non era tempo per pensare
a quelle persone o ai piani di Leonardo in quel momento. Ora lui aveva
una missione da portare a termine. Doveva salvare Kaname. Riprese la
sua pistola e proseguì attraverso la seconda porta che
trovò.
Kaname proseguiva sempre più verso l'interno di quell'edificio
buio e inquietante, preceduta da Leonardo e seguita dai 2 AS. Aveva
appena passato una stanza con degli enormi cilindri che si
innalzavano fino al soffitto contenenti degli esseri umani che
sembravano addormentati in un liquido rossastro.
"Cosa ci faceva quella gente rinchiusa in quei cilindri?" chiese Chidori a Leonardo con una punta di panico nella voce.
Lui non rispose. Si limitò a girare leggermente la testa verso
di lei, guardandola per un secondo, si rigirò e continuò
la sua camminata sicura.
"Perchè quella gente era rinchiusa là dentro!?" Kaname
alzò la voce ma Leonardo non fece cenno di averla sentita.
"Rispondimi dannazione! Che cosa hai in mente eh?! Vuoi rinchiudere
anche me lì dentro? Cosa stai facendo a quelle povere persone?"
ora stava letteralmente urlando e si era anche fermata in mezzo al
corridoio. I 2 AS, sentendo il tono di voce si attivarono e presero
Kaname, uno per un braccio uno per l'altro, e la sollevarono da terra.
"Quanto sei impaziente...ogni cosa a suo tempo..Stai tranquilla
comunque. Tu non farai la stessa fine di quelle persone. Te l'ho
già detto. Tu sei troppo importante per me."disse Leonardo.
"Mettetemi giù!!"urlò Kaname "Di a questi cosi di mettermi giù immediatamente!"
"Mmh...forse al momento è meglio che te ne stai li tranquilla
tra le loro braccia. Più che altro perchè temo per la mia
incolumità. Ho come l'impressione che se dicessi loro di
lasciarti andare ti catapulteresti su di me come un missile."
sghignazzò Leonardo.
Sousuke sentì la voce di Kaname che urlava qualcosa contro
qualcuno. Dal volume della voce doveva essere solo a 100 metri da
lui. Si appiattì di nuovo contro una parete del passaggio buio e
iniziò a camminare velocemente, ma senza far rumore. Dopo
qualche minuto sentì chiaramente la voce di Leonardo avvicinarsi
a lui e intravide anche la piccola luce di una torcia. Si fermò
e attese che il piccolo gruppo continuasse la camminata verso una
stanza. Sarebbe stato un suicidio attaccare in quel momento. Non c'era
visibilità e non c'era spazio sufficiente per una eventuale
fuga. Li seguì. Chidori continuava a parlare, con tono
infuriato. Doveva essere stata immobilizzata dai 2 AS dal momento che
le cose che ripeteva continuamente erano frasi del tipo
"Dì a questi cosi di lasciarmi giù!" oppure "Maledizione lasciatemi andare!"
Leonardo le rispose con la sua solita voce viscida.
"E' inutile che continui ad agitarti. Fai la brava e dirò loro di lasciarti andare ok?"
Lei si ammutolì. Probabilmente aveva capito che con le urla non
avrebbe risolto la situazione, oppure i 2 AS le avevano tappato la
bocca con una mano. Molto più probabile.
Dopo qualche minuto arrivarono ad una stanza molto luminosa ed ampia.
Leonardo entrò e si sedette ad una lunga scrivania bianca, piena
di fogli e progetti. I 2 As depositarono Chidori su un divanetto
anch'esso bianco e si disposero ai lati, vigili, nel caso lei avesse
cercato di scappare da lì.Sousuke non entrò. Si nascose
al lato dell'entrata, sbirciando all'interno.
"Allora...vuoi spiegarmi il motivo per cui mi hai portata qui una volta per tutte?" chiese Kaname.
"Oh mia cara quanto sei impaziente! Sapevo avessi un caratterino...come
dire...difficile...ma non immaginavo così" rispose Leonardo;si
sistemò meglio sulla sedia imbottita e guardò Chidori
negli occhi
"Poco male...come ho già detto mi piacciono le donne forti..questo è un ulteriore punto in più per te"
"Non voglio piacerti! Neanche se tu fossi l'ultimo uomo su questa terra
potrei prenderti in considerazione! Rispondi alla mia domanda!"
"Ahia...queste parole fanno male sai? Non è mai bello essere
rifiutati..soprattutto se sai il motivo del rifiuto...e ancora peggio
se il motivo del rifiuto è qui e ti sta spiando, probabilmente
godendosi anche la scena..." Leonardo girò la sedia verso
l'entrata "...non è così sergente Sagara?"
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Capitolo 10 *** 10. Passato ***
FMP 10
Sousuke non era per nulla sorpreso del fatto che Leonardo si era
accorto della sua presenza. Lo conosceva abbastanza bene da sapere che
non gli sarebbe sfuggito neppure il minimo rumore. Probabilmente si era
pure accorto della sua presenza nella siepe. Erano stati compagni di
armi molto stretti, sicuramente Leonardo aveva già anche
programmato le azioni che Sousuke avrebbe compiuto.
Entrò lentamente nella stanza, la pistola in mano, gli occhi
fissi su quelli dell'uomo sdraiato comodamente sulla sedia dietro la
candida scrivania.
"Buonasera Leonardo" lo salutò Sousuke.
"Sagara...che piacere rivederti. Ti trovo piuttosto bene. Sai...non
è buona educazione origliare le conversazioni altrui.."
"Potevi benissimo cacciarmi dal momento che sapevi che ero qui..quanto
ci avrebbero messo le tue "guardie del corpo" a farmi fuori? 5 secondi?"
"Sempre il solito..prima analizzi i nemici più pericolosi, poi
le prospettive di attacco e infine le vie di fuga. La tua mente
è così facile da capire..." si fece beffe di lui Leonardo.
Sousuke strinse più forte la presa attorno alla pistola. Si
sentiva tremendamente esposto davanti a Leonardo e inoltre temeva che
il momento tanto temuto fosse ormai giunto.
"Allora Sousuke...suppongo tu sia qui per ordine di mia sorella.
Sicuramente lei ti avrà incaricato di scoprire qualcosa su
ciò che sto facendo facendoti aiutare dalla tua seducente
ragazza. Era un ottimo piano in effetti..lo avevo capito già
dall'inizio, ma ho voluto stare al gioco. Ti confesserò che
morivo dalla voglia di incontrarti di nuovo, sergente. Eccoti spiegato
il motivo per cui non ti ho fatto uccidere subito dai miei AS."
"A cosa devo tutto questo interessamento nei miei confronti?" rispose Sousuke, teso.
"Con calma...tutto a suo tempo...prima di iniziare cn le spiegazioni
perchè non ti accomodi?"e indicò il divano sul quale era
seduta Chidori.
Sousuke obbedì e si sedette vicino a lei. Era un bene poterle stare accanto, la sua presenza lo rilassava.
Appera lui si sedette Kaname gli prese la mano, senza farsi vedere da
Leonardo. Le serviva quel contatto, la sua mano le tolse il peso dallo
stomaco. Era come se fosse finalmente riemersa dall'acqua dopo aver
rischiato d'affogare. Sousuke era la sua aria, pura. Lui le strinse la
mano forte, felice di poterla fnalmente proteggerla come doveva.
"Perfetto...ora che siamo tutti comodi direi di procedere con le
spiegazioni. Abbastanza seccante tutto ciò, però suppongo
sia necessario" disse Leonardo.
"Cosa stai combinando qui dentro? Sapevo che le tue ricerche sarebbero
procedute...ma non immaginavo che avrebbero preso questa piega..."
incominciò Sousuke scoccando un'occhiata all'As accanto a lui.
"Ahah..." rise beffardo lui "ingegnoso vero? Pensa sono gli AS
più piccoli del mondo, comando vocale, autonomi senza un umano a
pilotarli dall'interno. Devi ammettere che la mia è
un'invenzione brillante"
"Come ci sei riuscito? A a che fare con quegli uomini dell'altra stanza
vero?" chiese di nuovo, ricordando con un brivido gli uomini nel
cilindri della stanza appena passata.
"No, loro sono un semplice esperimento. Diciamo che sono le mie cavie
da laboratorio" rispose con un ghigno sul volto. "Alastor 1211 e 1212
sono degli As a tutti gli effetti. Ho dovuto faticare molto a
rimpicciolire tutti i processori ma alla fine ce l'ho fatta. Tra poco
saranno pronti altri prototipi e finalmente potranno essere immessi sul
mercato nero."
"Come hai fatto?"
"Sarà una storia davvero interessante questa, soprattutto per
te. Sai...ho preso spunto proprio da te, sergente Sagara." disse
Leonardo fissando Sousuke con un sorriso.
Lui era pietrificato. Kaname lo stava fissando con un'espressione a
metà tra la sorpresa e la curiosità. Ecco, infine il
momento delle rivelazioni era arrivato.
"Attento a ciò che dici." gli rispose con rabbia.
"Oh oh...guarda un pò..non vorrai mica dirmi che la tua
carissima fidanzata non sa nulla del tuo passato? Eppure in una
relazione la mancanza di segreti e la fiducia non stanno al primo
posto?" rispose Leonardo gongolante.
"Lei non è la mia fidanzata. E il mio passato ormai è sepolto. Ho pagato il prezzo dei miei errori"
"Ma..Sousuke...cosa stai dicendo?" chiese Kaname confusa.
"Ah ahah! Questa si che sarà una bella scena a cui
assistere...chissà se finalmente la smetterai di scusare il tuo
caro Sousuke per tutto ciò che fa e inizierai a vedere
ciò che realmente è..." Leonardo fissò Kaname con
un ghigno sulle labbra "...un assassino." sussurrò.
"No! Cosa diavolo stai dicendo?! Sousuke??"
Non aveva il coraggio di guardarla in faccia. Ora lei lo avrebbe
giudicato come avevano fatto tutti qualche anno prima. Pensava che non
avrebbe mai più visto quegli sguardi di accusa e di dolore rivolti a
lui. Ci sperava dal momento che aveva fatto tutto ciò che poteva
per espiare le sue colpe. E invece ora avrebbe rivisto quello sguardo e
per di più sul viso della persona più importante per lui
in quel momento.
"Non le hai proprio detto nulla quindi?" disse Leonardo. Lui non rispose, si limitò a chinare il capo.
"Bene...ci penserò io allora. Credo che lei abbia il diritto di
sapere tutta la verità, no?" disse beffardo. "Devi sapere, mia
cara, che il tuo eroe non era esattamente un santo in passato."
"Se ti riferisci al fatto che lui ha combattuto in guerra fin da quando
era un bambino questo lo so già. Era costretto a farlo. Non ha
nessuna colpa per questo" rispose Chidori arrabbiata. Odiava essere
all'oscuro dei fatti e soprattutto odiava il modo in cui Leonardo
godeva nel veder soffrire Sousuke.
"Sempre a difenderlo a spada tratta, è? Potresti farmi finire di
parlare per favore? Vorrei farti avere una panoramica più ampia
degli avvenimenti in modo tale che tu possa farti un'opinione
più giusta del tuo impavido eroe. E' vero, lui è stato
costretto fin dalla tenera età a uccidere innocenti ma
non appena incontrò il buon maggiore Kalinin decise di
smetterla con le guerre insulse e si alleò alla Mithril come
pilota di AS. Devi sapere che quando venne presentato sul De Danaan dal
sergente maggiore Melissa Mao c'ero anche io. In passato, mio padre mi
disse che dovevo stare accanto a mia sorella, per aiutarla nel comando
del sottomarino, nonostante sia io che lui sapevamo che non ce ne fosse
bisogno. Lei era una Whispered e le sue conoscenze militari
riguardavano proprio la costruzione di enormi mezzi di combattimento,
quindi, dal momento che il sottomarino lo aveva costruito lei, non
c'era alcun bisogno di me, ma decisi comunque di rimanere. Il motivo
della mia scelta è molto semplice: dovevo cercare informazioni
riguardanti gli AS del De Danaan e soprattutto volevo conoscere il
progettatore dell'Arbalest. Ritornando al nostro neo sergente...appena
lo vidi capii subito che lui era l'alleato del quale avevo bisogno su
quel sottomarino. Era l'ultimo arrivato, insieme a quel biondo, un
certo Kurz Weber, ma si vide subito che il biondino era troppo
innocente e fedele alla giustizia perchè mi potesse essere
d'aiuto. Sousuke invece no. Aveva sofferto in guerra, non aveva mai
pensato che ci potesse essere un organo di giustizia, da qualche parte
nel mondo, e malgrado ora ne facesse parte nella sua mente si era
insinuata una voglia di vendetta verso coloro che lo avevano costretto
a combattere. Ogni giorno lo guardavo allenarsi sull'M9 e mi accorgevo
che era un ottimo combattente, non per la tecnica, che era
alquanto scadente, ma per la rabbia che ci metteva negli scontri.
Decisi di schierarlo sulla mia scacchiera. Lui era il pezzo che avrebbe
fatto scacco matto al posto mio, io non potevo espormi...troppo
rischioso..."
"Brutto bastardo..." ringhiò Sousuke alzandosi di colpo, la
pistola puntata contro Leonardo. Nello stesso istante però le
sue braccia furono bloccate dai 2 AS.
"Siediti. Non ho ancora finito. Non avresti il tempo di uccidermi, in ogni caso, quindi ti conviene stare calmo."
Si risedette, riluttante, ma era con le spalle al muro. Un passo falso
e sarebbe morto, lasciando Kaname direttamente nelle mani del nemico.
"Dicevo... Andai a parlargli. Lui era molto rispettoso nei miei
confronti, dal momento che ero il capitano in seconda. Iniziammo a
dialogare ogni giorno, come due vecchi amici e quando fui sicuro che mi
ritenesse tale gli esposi i miei progetti. Volevo sapere chi era il
misterioso progettatore di AS che risiedeva sul sottomarino.
Probabilmente lo conoscevo già, ma mia sorella lo aveva fatto
rimanere nell'anonimato, in modo che nessuno potesse ostacolarlo nelle
sue ricerche riguardanti il Lambda Driver. Molto previdente, devo
ammetterlo. Quella fu l'unica occasione in cui Tessa riuscì a
mettermi in difficoltà. Promisi a Sousuke che se avesse scoperto
chi era quell'uomo avrei acconsentito a mandarlo insieme al suo M9 in
Hermejistan, a uccidere coloro che odiava così tanto. Ci
riuscì. Mi disse che come copertura era uno dei magazzinieri che
gestiva gli arrivi e le partenze aeree. Andai a conoscerlo. Lui era un
pò scettico e cauto all'inizio, non mi disse subito che era
realmente lui colui che stava progettando un AS con il Lambda Driver
all'interno del sottomarino. Però bastò dirgli che ero il
capitano in seconda e che per me Tessa non aveva segreti per
convincerlo a rivelarmi ogni cosa. Mi portò a vedere l'Arbalest.
Era un AS magnifico, mai vista una macchina di quel genere. Mi
spiegò come funzionava il Lambda Driver, ma mi disse che non era
ancora riuscito a farlo funzionare, mancava un elemento fondamentale
del quale lui non era a conoscenza. Mi svelò che anche lui era
un Whispered, per quel motivo lui sapeva così tante cose sulla
Blacktecnology, ma come tutti i Whispered era incompleto. Il giorno
seguente feci attaccare una base militare in Hermejistan dai miei
collaboratori esterni, che non avevano neinte a che fare con la
Mithril. Così Tessa potè mandare la squadra As sul luogo
e Sousuke si potè prendere la sua rivincita. Nessun
sopravvissuto, neppure gli innocenti. Mia sorella era furiosa, tutti
erano furiosi con lui. I militari della Mithril non facevano piazza
pulita, stavano dalla parte dei giusti. ' Nessuno di loro era nel
giusto'. Non rispondesti così sergente Sagara?" rise Leonardo.
Sousuke non rispose, si limitò a nascondersi il viso fra le
mani. Kaname era sconvolta. Non pensava che lui fosse capace di
uccidere solo per il gusto di farlo, come invece faceva Leonardo.
"E si bellezza...inizi a capire un pò meglio la mentalità
del tuo salvatore? E' vero, lui uccide solo coloro che se lo meritano,
adesso, ma solo perchè non ha un suo tornaconto personale da
adempiere. Tutto ciò è davvero triste non è vero?
Ma non è finita. Dopo questa strage il sergente fu diminuito di
grado e gli fu proibito di uscire dal sottomarino. Il suo lavoro
divenne la pulizia dell'equipaggiamento da guerra, As compresi. Non era
dispiaciuto di ciò però. Aveva fatto ciò che
doveva essere fatto e non aveva alcun rimorso per ciò che aveva
fatto. Mi ringraziò, disse che sapeva che tutto ciò era
accaduto grazie a me. Non volle sapere chi avevo mandato ad effettuare
l'attacco nè che relazione ci fosse tra me e loro, non gli
interessava. Per un anno lui rimase in quella posizione ed io continuai
le mie ricerche sul Lambda Driver. Il progettatore non ne sapeva nulla,
io facevo tutto di nascosto, e alla fine riuscii a capire i meccanismi
di quel sistema. Mi mancava ancora un elemento, ma il più era
stato fatto, potevo ritenermi soddisfatto. Dissi a mia sorella che
secondo me non aveva più alcun bisogno della mia presenza e che
tra breve me ne sarei andato. Lei acconsentì. Prima di andarmene
ritornai un'ultima volta all'Arbalest, ma quella volta ci trovai anche
il suo progettatore. Aveva capito che era stato toccato e copiato il
sistema e riteneva, a ragione, che fossi stato io a farlo. Inizialmente
negai, ma lui era molto più astuto di quanto avessi pensato,
infatti aveva piazzato delle microcamere all'interno dell'abitacolo
dell'AS, prendendomi nel sacco. Non potevo permettergli di divulgare la
notizia. Gli chiesi di parlarne civilmente e lui acconsentì. Lo
portai nella mia camera e gli offrii da bere. Non ebbe il tempo di
minacciarmi che era già morto. Avevo messo nel bicchiere un
veleno immediato, inodore e insapore. Decisi di nascondere il corpo nel
magazzino, sotto dell'artiglieria, in modo che sembrasse un incidente.
Mentre lo nascondevo però arrivò il sergente Sagara.
Aveva capito già cos'era successo, ma non avevo la
possibilità di uccidere anche lui, era addestrato, sarebbe
riuscito a scappare. Presi una decisione immediata: la fuga era l'unica
cosa che mi rimaneva da fare. Lui capì subito che volevo
scappare e mi si parò davanti. 'Me lo devi. Ricorda che sei in
debito con me' gli dissi. Lui abbasso lo sguardo e mi lasciò
fuggire. Che codardo...non trovi?" concluse Leonardo.
Kaname era senza parole. Stava ancora assimilando tutta la storia
quando Sousuke alzò la testa, la fissò e le
sussurrò "Mi dispiace.."
Lei lo stava guardando con quello sguardo addolorato e accusatorio che era stato riservato a lui tempo prima.
Improvvisamente il soffitto iniziò a tremare e dall'alto atterrarono 2 AS neri come la notte.
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Capitolo 11 *** 11. Perdono ***
FMP 11
Kurz e Mao atterrarono a pochi metri dal divano, sfondando il soffitto e riducendo lo studio in macerie.
"Ops..abbiamo messo un pò in distordine mi dispiace.." disse Kurz.
"Lo immaginavo..." rispose Leonardo allontanandosi dalla sua scrivania
"..ovviamente hai chiamato i rinforzi. Poco importa..ciò che
dovevo fare stasera l'ho fatto."
Con un gesto fulmineo si ritrovò a fianco di Kaname, le
spostò i capelli dietro l'orecchio e le sussurrò "Ora sai
tutta la verità...valuta bene le mie proposte. Prenditi tutto il
tempo che vuoi..ti aspetterò"
Detto ciò schioccò le dita e scappò insieme ai suoi AS dal cratere nel soffitto.
"Sousuke noi lo inseguiamo...aspettateci qui" disse Mao e insieme a Kurz sparirono proprio come erano entrati.
Chidori non riusciva a guardare in faccia Sousuke. Era confusa. Una
parte di lei sapeva che il Sousuke di ora non avrebbe mai più
fatto una cosa del genere. L'altra parte però non riusciva a
capire perchè l'aveva fatto. Neppure provando un odio immenso
come quello che aveva provato lui lei sarebbe riuscita a fare una cosa
del genere. La sua coscienza glielo avrebbe impedito.
Si era quindi sempre sbagliata sul suo conto? Non era la persona che lei si era figurata?
Alzò lo sguardo su di lui. La stava fissando con un'espressione
di porfondo rimorso e di paura. La paura di essere giudicato, una paura
che aveva attanagliato spesso anche lei nella sua vita. Guardandolo
così non riusciva a immaginare che potesse essere stato un uomo
capace di fare tutte quelle cose.
"Ha detto la verità quindi.." sussurrò con voce roca.
"Si."
"Perchè?"
Lui abbassò di nuovo lo sguardo. Non riusciva a risponderle. Non
sapeva cosa risponderle. Perchè proprio lei doveva fargli quella
domanda così difficile? Mai nessuno gliel'aveva chiesto con
tanta semplicità e con tanta sofferenza, nemmeno Tessa.
Probabilmente, essendo anche lei un soldato, aveva capito quanto una
vendetta possa accecare la morale di una persona che ha i mezzi per
uccidere e quindi non aveva fatto domande. Neppure Mao e Kurz, che
erano sempre stati fedeli alle sue decisioni, avevano sollevato
l'argomento con lui.
Ma poteva capire che Chidori, con la sua bontà e la sua
semplicità, non sapeva cosa si provava ad avere in corpo un
veleno potente come la vendetta. Questa era la cosa peggiore, il fatto
che lei non poteva capire perchè era troppo genuina, troppo
dolce, troppo semplice.
"Anche se te lo dicessi...non potresti capire."
"Mettimi alla prova"
"Ero giovane, avevo odiato la mia vita fino a quando il maggiore non mi
prese sotto la sua ala. Quelle persone insulse che mi avevano costretto
a combattere me le sognavo tutte le notti. Apparivano nei miei incubi
dicendo che non sarei mai potuto cambiare, che ero nato come un
assassino e che come tale dovevo morire. Le odiavo. Volevo farle
smettere, ma non ci riuscivo. Così mi alleai a Leonardo,
l'errore più grande di tutta la mia vita. Pensandoci ora ho
fatto proprio quello che loro mi dicevano. Sono diventato un assassino.
Potevo liberarmi semplicemente di loro e la mia coscienza sarebbe stata
salva, ma in quel momento nulla ha più avuto senso, solo la
voglia di uccidere. Era come se un demone si fosse impossessato del mio
corpo e non mi facesse fare altro che sparare e uccidere chiunque fosse
stato sulla mia strada. In quel momento non ero in me. Quando sono
tornato al De Danaa e ho capito quello che avevo combinato confesso che
ero molto più allegro per la morte dei miei vecchi mentori che
addolorato per quella degli innocenti."
Alzò lo sguardo e vide che Kaname fissava il pavimento, immersa in chissà quali pensieri.
"Ora sai tutta la storia. Mi dispiace che tua sia venuta a saperla da
qualcun altro e in questo modo. So che non riuscirai a perdonarmi e so
di non meritarmi alcun perdono. Se vorrai che qualcun altro prenda il
mio posto per la tua protezione ti capirò" detto questo Sousuke
si alzò dal divano e prese il cellulare.
"Qui Uruz 7. Kaname Chidori è stata recuperata sana e salva. Uruz 2 e Uruz 6 stanno inseguendo Leonardo. Attendo ordini"
"Bravo signor Sagara" rispose Tessa " manderò Uruz 1 e la
squadra ricerche li da voi per esaminare il laboratorio. Manderò
immediatamente un elicottero per venire a riprendere lei e la signorina
Kaname e successivamente verrete sul De Danaa"
"Colonnello preferirei restare qui con la squadra ricerche. Potrei essere utile..ho visto delle strane cose qui.."
"Come preferisce. Informi la signorina Kaname che la stiamo venendo a prendere allora."
"Ricevuto"
Si voltò e vide che Kaname er ancora nella stessa posizione di prima.
"Chidori il colonello Testarossa manderà un elicottero per
riportarti sul De Danaa. Fai rapporto e poi ti riporteranno a casa" Lei annuì senza parlare.
Un clangore metallico annunciò l'arrivo di Mao e Kurz.
"Merda...lo abbiamo perso..quel tipo è troppo veloce..."disse Kurz.
"Si sarà fatto trasportare dai suoi mini AS...mi chiedo come
abbia fatto a costruirli. Sarà anche un pazzo ma nn si
può negare che sia un genio."aggiuse Mao.
"Stanno arrivando Uruz 1 e la squadra ricerche. Io resterò qui
con la squadra mentre Chidori verrà portata sul De Danaa.
Rientrate anche voi insieme a lei, sicuramente il colonello
vorrà sapere le coordinate in cui si è spostato
Leonardo." disse Sousuke.
"Si è la cosa migliore" rispose Mao "Kaname..tu stai bene?"
Kaname alzò la testa e incrociò i giganteschi e metallici occhi del M9 di Mao.
"Si..tutto bene" sussurrò.
"Kaname...so che ora sei un pò shoccata..ma potresti fare uno
sforzo e dirmi se per caso Leonardo ti ha detto qualcosa sulla sua meta
o sui suoi progetti?" insistette Mao.
"No..non mi ha detto nulla..mi dispiace" sussurrò di nuovo.
"Va bene..non ti preoccupare. Sousuke.." disse mentre stava già
aprendo il suo M9, saltando giù. Si piazzò davanti a lui
e con aria di sfida continuò "..ora tu salti sul mio AS, di
corsa anche. Non mi interessa se vuoi restare qui..dimmi dove hai visto
cosa e resterò io ad aspettare che la squadra ricerche abbia
finito il lavoro. Tu vai sul De Danaa insieme a Kurz e a Chidori."
"Ma Mao..." la interruppe Sousuke.
"Uruz 2, prego. Non dimenticarti la tua posizione sergente. Questo è un ordine!"
"Si signore." rispose lui mettendosi sull'attenti.
Sbuffando Mao si avvicinò all'orecchio del sergente, posandogli la mano sulla spalla.
"Sousuke..so che l'ultima cosa che vuoi fare in questo momento è
fronteggiare Chidori. Me ne rendo conto. Ma guardala..ora più
che mai ha bisogno di te. Quindi, per favore, torna sul De Danaa" gli
sussurrò.
Lui si girò verso Kaname. Era sempre seduta sul divano, nella
stessa posizione, sembrava contemplarsi le mani. Vederla così
per colpa sua era un tormento.
"Hai ragione.." rispose Sousuke ".. sono io che ho combinato tutto questo casino. Ora sta a me risolverlo."
"Bravo." gli rispose sorridendo " Ora spiegami dove hai visto cosa..così potrò aiutare la squadra"
"Sousuke..." sussurrò debolmente Kaname. "Sousuke...."
"Si..?" la guardò lui con aria confusa.
"Non farlo mai più...non fare mai più una cosa del
genere.." alzò lo sguardo verso di lui, il volto rigato dalle
lacrime."..non farti mai più impossessare da una persona che non
sei tu..."
Spalancando gli occhi, Sousuke si avvicinò a Kaname. Lei lo
abbracciò e conficcò il suo viso singhiozzante nel petto
di lui.
"Ricevuto" disse lui, abbracciandola teneramente.
Che bella sensazione. Lei lo aveva perdonato. Lei non aveva paura di
stare tra le braccia di un assassino. Lei lo aveva capito. Lei,
così calda, così tenera come una bambina, aveva sempre
bisogno di lui.
"Hem Hem..." disse Kurz "...mi dispiace interrompervi piccioncini...ma abbiamo ospiti"
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Capitolo 12 *** 12. Promesse ***
FMP 12
Il rumore assordante di un elicottero interruppe il silenzio teso
che si era creato. Rimaneva sopeso in alto, sopra il giganetesco buco
nel soffitto.
"Sergente maggiore Mao. Siamo venuti a prendere la signorina Chidori." urlò Uruz 3 affacciandosi dall'elicottero.
"Va bene. C'è stato un cambio di programma però."
urlò in rimando lei. " Il sergente Sagara tornerà
indietro con voi con il mio M9. Resterò io qui con la squadra
ricerche."
"Ma...gli ordini del colonnello erano chiari..."
"Niente ma! Questo è un ordine mio! Ricordati che il maggiore sono io Uruz 3!"
"Sissignora!"
"Mi prenderò io le responsabilità che deriveranno da
questo cambio ordine, anche se penso che non ci sarà alcun
problema a riguardo."
Si girò verso Sagara e Chidori, ancora abbracciati.
"Sousuke, dimmi dove devo condurre la squadra."gli disse.
"Si. Procedi oltre quella porta. Ti ritroverai a percorrere un lungo
tunnel buio. Finirai in un'enorme stanza con dei cilindri che
contengono un liquido rosso e degli esseri umani, se così si
possono chiamare".
"Cilindri con esseri umani?" esclamò Mao shoccata
"Non so neppure io cosa pensare."
"Va bene. Lascia fare a me. Ora tu torna sul De Danaa insieme a Kaname."
"Ricevuto."
La lasciò andare delicatamente e la prese per mano. Lei piangeva ancora in silenzio, lo sguardo rivolto a terra.
"Chidori...adesso devi andare sull'elicottero. Io vi seguirò con l'M9." le sussurrò.
"Va bene.." rispose lei con voce roca.
Uruz 3 scese dall'elicottero aggrappato ad una corda. Cinse i fianchi
di Chidori e in un lampo vennero tirati su sull'elicottero.
"Bene..allora io vado. Lascio tutto nelle tue mani." disse Sousuke rivolto a Mao. Lei annuì con un cenno di capo.
"Ei uomo dalle mille sorprese...ti dai una mossa? Qui stiamo tutti aspettando te sai?!" disse Kurz.
Sagara si precipitò nell'M9, lo avviò e seguì l'elicottero e Kurz.
Durante il viaggio a bordo dell'elicottero, Kaname ripensò a
tutto ciò che era successo durante quella notte. Non poteva
neppure illudersi che fosse stato un sogno, era sicura che non lo fosse.
Dopotutto aveva sempre pensato che Sousuke nascondesse qualcosa del suo
passato, ma non immaginava che fosse una cosa del genere. Ma,
nonostante tutto, non poteva far altro che perdonarlo. Aveva imparato
con gli anni a non giudicare una persona in base al passato che ha alle
spalle, perchè, col tempo, tutti cambiano. Lei ne era un
esempio. Certo, non aveva mai ucciso nessuno, ma dei peccati li aveva
commessi eccome. Era sicura che il Sousuke che aveva ucciso quelle
persone ora era sepolto in qualche oscura parte dentro l'attuale
Sousuke. Sperava solo che non riuscisse mai ad emergere da
quell'oscurità di nuovo, che rimanesse per sempre nel posto in
cui si trovava ora.
In ogni caso, però, aveva capito una cosa. Anche se non avesse
avuto questa sua abitudine di non giudicare le persone in base a
ciò che erano, Sousuke lo avrebbe perdonato in ogni caso. Per un
attimo, proprio quando aveva sentito le sue motivazioni, aveva pensato
di non voler più aver niente a che fare con lui. In
quell'attimo, tutta la sua vita, dal momento in cui lui aveva fatto la
sua apparizione a scuola con un mitra sotto la giacca fino al
pomeriggio del giorno prima, le passò davanti. Il solo pensiero
di non poterlo avere più al suo fianco, di non poter mai
più passare dei giorni con lui, la faceva morire. Aveva deciso
in quell'istante che era disposta a stargli affianco in ogni caso, di
aiutarlo a sopportare il peso di questo suo peccato. Non le importava
quello che era in passato. Lei era innamorata del Sousuke del presente,
ed era disposta a tutto pur di non lasciarlo.
Nel frattempo, Sousuke sull'M9 era al settimo cielo. Giudava con un
sorrisone stampato in faccia. Chidori lo aveva perdonato. Era sicuro
che fosse stata una scelta molto difficile per lei. Per un attimo,
aveva avuto l'impressione che lei non lo volesse neppure
più guardare in faccia per il resto dei suoi giorni. Ma, alla
fine, gli aveva detto le parole che più voleva sentirsi dire da
lei. Possibile che anche per lei l'idea di non poter vivere più
fianco a fianco fosse insopportabile? Non aveva mai neppure osato
sperarlo. Era sempre stato convinto che il suo fosse un amore a senso
unico. Però, ora, intravedeva uno spiraglio di luce e speranza.
Solo il tempo poteva convincerlo, e lui era deciso a starle a fianco
tutto il tempo che lei gli avrebbe concesso.
Atterrato nella stiva del De Danaa, Sousuke corse all'elicottero
atterrato un minuto prima di lui. Appena fu aperta la porta,
salì per andare a prendere Kaname. Appena lo vide sorrise e si
alzò con passo malfermo dal sedile. Lui la sorresse e la fece
scendere. Era normale sentirsi un pò scombussolati dopo essere
stati a bordo di un elicottero. Nonostante il pavimento fosse piatto
non era mai in piano, come invece accadeva a bordo di un aereo, o di
una nave.
"Grazie" gli disse appena fu sicura che non avrebbe più traballato.
"Dovere" le rispose.
Stava per lasciala andare, non essendo abituato a tanta confidenza con
il corpo di un'altra persona, quando lei gli prese la mano poggiata sul
fianco e la strinse forte.
"Per favore" gli sussurrò, puntandogli addosso quegli occhioni pieni di lacrime.
"Affermativo" le rispose teso.
Le strinse la mano a sua volta. Che bella sensazione. Era calda, come
sempre. Quel calore che riusciva sempre a tranquillizzarlo, anche se in
quel momento era lei che aveva bisogno di essere tranquillizzata da
lui, e lo sapeva.
"Non preoccuparti Chidori. Devi riferire solo ciò che Leonardo
ti ha detto da quando siete rimasti soli. Non c'è niente di cui
essere preoccupati."
"Lo so. Non è per questo che sono preoccupata." disse abbassando lo sguardo.
Sousuke la guardò con aria interrogativa. "E allora per cosa?"
"Ho paura che nel momento in cui lascerai la mia mano non ti
vedrò mai più." e lo guardò. Aveva uno sguardo
disperato, mai visto sul suo volto.
"So come sei fatto. Ti preoccupi prima di tutto delle altre persone, e
poi di te stesso. Ora mi stai confortando solo perchè siamo qui
e tu hai un ordine da portare a termine. Ma appena farò ritorno
a Tokyo tu te ne andrai vero? Proprio come hai fatto prima. Solo
perchè pensi che la tua presenza non sia più
indispensabile. O ancora peggio...che io abbia paura di te...." e
scoppiò a piangere.
Non aveva capito niente. Come faceva a dire tutte quelle
assurdità? Era da un pezzo che il Sousuke che si preoccupava di
queste cose era sparito. Da tempo, ormai, il Sousuke che aveva davanti
si preoccupava sempre e solo di lei. Per lui era come una calmita,
perennemente attratto verso di lei. Si stupì del fatto che lei
non lo avesse ancora capito.
"Ascolta Chidori." e le prese il mento per alzarle la testa. " Io non
ho più intenzione di scappare. Te l'ho promesso no? Ricordi?"
lei annuì col capo.
"Inoltre, forse tu pensi che sono ancora il solito Sousuke che fa finta
di ascotare ma poi, alla fine, fa sempre ciò che lui crede sia
meglio. Bè..ti sbagli. Ti credo. So che mi hai perdonato. E io
ti ho promesso che non mi farò mai più impossessare da
una persona che non sono io. Quindi, credimi se ti dico che tutto
tornerà come prima. Ok?"
"Ok..." disse Kaname debolmente.
Sousuke le sorrise e la guidò verso la sala comandi, la sua grande mano avvolta in quella piccola e calda di lei.
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Capitolo 13 *** 13. Gelosia ***
FMP 13
"Sousuke! Aspettami!" urlò Kurz, correndo dietro a Sousuke e a Kaname.
"Kurz...che vuoi?" disse Sousuke.
"Ma che razza di bastardo! Non guardarmi con quell'aria di
superiorità solo perchè tu hai la ragazza e io no! Ti
ricordo che se pur di poco, io sono superiore a te di
grado!Tiè!" rispose, mostrando il medio.
"Ma cosa stai dicendo? Non capisco..."
"Ufff...non c'è gusto attaccar briga con te. Non capisci mai
niente. Comunque..devo venire anche io dalla dolce Tessa a far
rapporto. Chissà...magari vedendovi così deciderà
finalmente di buttarsi tra le mie braccia..allora io la porterò
in cabina e allora...."
"Uruz 6..le consiglio di non continuare" disse il maggiore Kalinin,
apparso ad accoglierli sulla soglia della porta della sala comandi.
"Si signore!" disse Kurz mettendosi sull'attenti, goccie di sudore che scendevano dal viso.
"Sagara. Cosa ci fa lei qui?" disse Kalinin, dopo aver scoccato a Kurz un'occhiata di disgusto.
"Il sergente maggiore Mao ha preso il mio posto. Date le circostanze
abbiamo deciso che fosse meglio che tornassi io sul De Danaa.."
rispose, guardando Chidori al suo fianco. Anche Kalinin guardò
Kaname, stretta al fianco di Sousuke, la mano stretta nella sua.
"Capisco...Si forse è stata una buona idea." si girò
verso la sala "Seguitemi...e tu Weber...smettila di dire
cretinate..almeno davanti al colonnello.."
"Sissignore!"
Appena entrarono, Tessa si alzò dal suo posto di comando. Sousuke, Kurz e il maggiore si misero sull'attenti.
"Comodi" disse lei immediatamente. "Sergente Sagara..non la aspettavo.."
"Si capitano. Mi dispiace, ma il sergente maggiore Mao ed io abbiamo
pensato che la cosa migliore da fare fosse scambiarci il posto. Quindi
io sono tornato con Chidori..."
Lei guardò Kaname, lo sguardo rivolto in basso, la mano stretta
in quella di Sousuke. Subito un'ondata di gelosia la investì.
Perchè c'era Kaname al posto in cui aveva sempre voluto esserci
lei? Ma soprattutto, perchè Sousuke ci teneva così tanto
a starle accanto? Ma quello non era il momento per far trasparire la
sua gelosia cocente, lo sapeva bene.
"Bene, forse è meglio così." cercò di convincersi.
"Signorina Kaname..." le disse avvicinandosi "..le dispiace venire con
me per raccontarmi cosa è successo con mio fratello?"
"Va bene..." le rispose. Tessa le prese la mano che era libera e la
tirò verso la porta. Kaname lasciò la mano di Sousuke,
senza neppure guardarlo, e la seguì. Lui rimase con la mano tesa
verso Kaname. Quella mancanza improvvisa lo preoccupò per nessun
motivo reale. Si era abituato ad avere quella tenera mano calda nella
sua, ed ora che non c'era più si sentiva vuoto. Voleva
rincorrerla e riprendersela, ma sapeva di non poterlo fare.
Kaname non lo aveva guardato lasciandogli la mano per paura di vedere
nei suoi occhi uno sguardo deciso di addio. Aveva creduto a Sousuke
quando prima aveva detto che sarebbe tutto tornato come prima, ma
dentro di lei regnava una strana ansia. Proprio perchè era
convinta di quello che lui le aveva detto aveva preferito non
guardarlo. Le parole possono non essere sincere, ma gli occhi lo sono
sempre. Se le aveva detto quelle parole solo per consolarla allora non
voleva scoprire la verità in quel modo e in quel momento. Per
questo ora, mentre camminava verso una meta sconosciuta con una mano
totalmente diversa da quella di Sousuke nella sua, era convinta che poi
sarebbe tornata a casa con lui, come aveva promesso. Non c'era niente
che l'avesse convinta del contrario e quindi stava bene.
Tessa la portò nella mensa, ordinò del te al cuoco e si sedette di fianco a lei su un divano rosso.
"So che sei un pò scossa dopo tutto ciò che ti è
accaduto stanotte. Ti chiedo però di fare un piccolo sforzo." le
disse lei dolcemente.
"No...sto bene...davvero. Da dove devo iniziare?" rispose Kaname, tornata la vecchia sè.
"Da quando ha scoperto la collana...è stato un errore mio
effettivamente. Sono stata una sciocca a pensare di poterlo ingannare
con un vecchio trucco del genere.." disse con aria mortificata.
"Non ti preoccupare.. tu hai fatto del tuo meglio...ti ringrazio" le
disse poggiandole una mano sulla spalla e sorridendole gentilmente.
Le raccontò tutto. Della minaccia, del viaggio in taxi, dei 2
AS, della stanza coi cilindri, della proposta ad unirsi a lui, tutto
quanto. Ad ogni parola Tessa era sempre più shoccata.
"Cosa ha in mente quel pazzo?!" si domandò ad alta voce, alzandosi in piedi per l'agitazione.
"Da ciò che mi ha detto...lui vorrebbe controllare tutti gli apparati militari mondiali."
"Se va avanti di questo passo dubito che non ci riuscià! E'
terribile..." si risedette di schianto sul divano, affondando la testa
tra le mani.
"Lo fermeremo Tessa...puoi contare su di me...lo sai" rispose Chidori
inginocchiandosi davanti a lei e togliendole le mani dal viso per
guardarla negli occhi.
Doveva ammatterlo anche a se stessa che Kaname era una ragazza
straordinaria. Era stata gettata in quel mondo militare senza preavviso
e senza apparente motivo e lei era sempre disposta a rischiare anche la
sua vita per dare una mano alla Mithrill, nonostante per lei non
significasse effettivamente niente. Ma soprattutto, aiutava sempre lei,
Tessa, la ragazza che nel profondo era divorata dalla gelosia nei suoi
confronti e che più di una volta aveva desiderato che lei
sparisse per sempre. Ecco perchè Sousuke aveva preferito lei. Lo
aveva già capito, ma faceva fatica ad accettarlo e quindi negava
tutte queste sue qualità. La verità, pura e semplice, era
che Kaname era una ragazza decisamente migliore di lei.
"Lo so..ti ringrazio davvero. Di tutto. Non solo per quello che hai
fatto con Leonardo, ma per aver salvato Sousuke a Hong Kong e di
conseguenza tutta la squadra d'assalto. L'intervento dell'Arbalest
quella volta è stato davvero indispensabile."
"No..io non ho fatto proprio niente.."disse Kaname ridendo.
Ecco un'altra sua qualità...era modesta. Terribilmente modesta.
E generosa. Non aveva mai chiesto niente in cambio. Forse,
indirettamente, solo il fatto che Sousuke potesse restarle accanto. Ma
non era mai stat una richiesta. Quando lui aveva ricevuto l'ordine di
non avere più niente a che fare con Chidori e l'aveva
abbandonata controvoglia, lei non era andata a riscattarlo dal
comandante. Lei se l'era andato a riprendere da sola. Il che aggiungeva
un'ulteriore qualità: era coraggiosa.
"Ti prego, se c'è qualcosa che vuoi in cambio...basta chiedere.
Hai fatto davvero molto per la Mithrill, anzi....per me. Non voglio
essere in debito con te."
"Tu non sei in debito con me. Io ho fatto quello che ho fatto solo
perchè mi sentivo di farlo. Non di certo per avere qualcosa in
cambio. E poi...in un certo senso...ti considero un'amica..un amico non
fa mai qualcosa per un altro amico per avere una ricompensa, ma solo
perchè ha il piacere di farlo." rispose con un dolce sorriso
Chidori.
Lei la considerava un'amica? Perchè la cattiva delle due doveva essere lei?!
"Grazie.." fu l'unica cosa che Tessa riuscì a dire.
"Bene..ora...posso andare a riposare? Sono un pò stanca.."
"Certo..ti faccio accompagnare nella cabina di Mao..c'è un letto
in più, potrai dormire li. Domani, dopo colazione, ti
riporteremo a casa."
"Sousuke..potrà venire vero?"
Ecco di nuovo...la gelosia. Ecco l'unica cosa che Kaname voleva, ma che non chiedeva mai direttamente.
"Non ha alcun motivo per non tornare a scuola. Lo ha specificato..non
ha venduto l'anima alla Mithrill. Quindi domani potrà tornare
anche lui a casa." disse sconsolata.
"Bene..." disse sorridendo.
"Io non mollerò" disse Tessa d'impulso, lo sguardo determinato.
"Come?" domandò Kaname confusa.
"Il sergente Sagara è libero di fare quello che vuole, ma io non
lo lascerò mai a te. Finchè potrò
combatterò per averlo. Ricordatelo."
Ecco perchè Chidori aveva detto che la considerava "in un certo
senso" un'amica. Se non fosse stata anche lei innamorata di Sousuke
avrebbero potuto essere ottime amiche, m questa rivalità era
troppo forte.
"Va bene...me ne ricorderò..." sogghignò Kaname ed uscì.
Nel frattempo nella sala comandi Kurz stava dettando le coordinate del
posto in cui lui e Mao avevano perso le traccie di Leonardo. Il giorno
successivo sarebbe dovuto andare insieme a Mao in quel luogo per
cercare indizi.
Kalinin stava parlando con Sousuke dell'avventura notturna appena
accaduta. Divagavano ipotesi su cosa potessero essere quei mezzi umani
nei cilindri, e tutte le supposizioni erano agghiaccianti.
"Penso che quel pazzo abbia trovato un modo per fare degli AS
più agili e veloci, trasformando degli esseri umani in robot. A
mio parere quei cilindri erano sono dei recipienti di conservazione.
Gli umani all'interno devono essere lavorati di giorno fuori dai
cilindri da qualcuno e alla notte vengono 'messi a letto' li...solo a
pensarci mi viene il vomito" disse Sousuke.
"Se è come dici allora la situazione è peggiore di quanto
pensavamo. Però è inutile fasciarci la testa prima di
averla rotta. Dobbiamo aspettare il rapporto di Mao e della squadra
ricerche." rispose Kalinin.
"Affermativo"
"Quindi...ora Kaname Chidori sa tutto sul tuo passato giusto?"
"Affermativo"
"Come l'ha presa?"
"All'inizio non molto bene...ma poi mi ha perdonato. Ha avuto una reazione simile a quella che aveva avuto lei, maggiore.."
Kalinin sorrise. Se era davvero così allora voleva dire che
Chidori ci teneva davvero molto a Sousuke, esattamente come lui.
"Allora andrà tutto bene no?"
"Suppongo di si..." rispose Sousuke dubbioso.
"Sei davvero diventato un uomo, Sagara. Sono fiero di te." gli disse dandogli una pacca sulla spalla.
"G-Grazie..." rispose Sousuke, non sapendo bene a cosa si riferisse il
maggiore con quelle parole."Vado ad aspettare Chidori fuori dalla
mensa. Sicuramente saranno la a parlare."
"Bravo.." gli sorrise il maggiore.
Era diventato uomo? A cosa si riferiva il maggiore? Non aveva cambiato
molto del suo aspetto. Forse non si riferiva a quello però. Una
frase simile gliel'aveva già detta il giorno in cui aveva
affrontato il consiglio per ribadire che voleva continuare ad andare a
scuola e stare con Chidori. Che si riferisse a questo? Che lui aveva
capito che era cambiato grazie a Chidori?
Si sedette di fianco alla porta e aspettò. Ad un certo punto si
aprì ed uscì Kaname. Appena lo vide gli sorrise. Era
tornata come prima, alla normalità.
"Mi accompagni nella cabina di Mao? Tessa ha detto che posso riposarmi li, ma non so dov'è" gli disse.
"Affermativo" si alzò e senza pensarci le prese la mano. Lei
rimase sorpresa ed arrossì. Vedendola così imbarazzata
arrossì anche lui, sorpreso della sua stessa audacia, e fece per
lasciarle la mano.
"No..." disse lei e gli strinse forte la mano, in modo che lui non la potesse togliere.
Camminarono così, in silenzio, verso la cabina di Mao.
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