Lo specchio della mente. di Layshaly (/viewuser.php?uid=3525)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Cap1
Lo specchio della mente
Cap1
Una
mattina iniziata come tante altre.
Era
questo il pensiero di Watanuki mentre, sbadigliando, si apprestava a
varcare l'ingresso dell'edificio scolastico.
Poche
ore dopo, più precisamente durante la pausa pranzo, i suoi
pensieri erano notevolmente mutati. Non dipendeva dalla dolce Himawari
che, proprio quel giorno, si era data malata privandolo della sua
compagnia, nè tanto meno da quello stupido arciere che, se
possibile, si era mostrato più silenzioso del solito. No,
lui non c'entrava niente, figurarsi.
Watanuki
non avrebbe mai sprecato del tempo prezioso dietro un tale idiota.
°*°
«Dannato
Doumeki!» Sbraitò mentre con aria furiosa, si
avviava verso il negozio di Yuuko. «Ci fosse una volta che si
capisse a cosa sta pensando. Ammesso che pensi, ovvio!»
Era
così concentrato sull'oggetto della propria rabbia che quasi
non si rese conto di essere ormai giunto a destinazione.
Così, quando la strega gli pose quella fatidica domanda,
Watanuki si lasciò sfuggire un sussulto, immediatamente
seguito da un brivido lungo la schiena.
Aveva
capito bene?
«Che...
che ha detto?» Balbettò.
«Ti
ho chiesto se vuoi saperlo.» Rispose la donna, osservandolo
distrattamente dalla comoda amaca, sulla quale stava godendosi la
fresca brezza primaverile.
«Sapere...
cosa...?» Domandò l'altro.
«Quello
che pensa, ovvio.» Il ragazzo si limitò
a fissarla con espressione inebetita. «Sto parlando di
Doumeki-kun.» Concluse lei, con fare annoiato.
Watanuki
sembrò rifletterci per un istante.
«Quanto...
mi costerebbe?» Domandò infine, guardandosi
intorno con aria circospetta per poi tornare a fissare la strega.
«Nulla...»
«Ah,
non ci casco!» Ribattè già
più nervoso.
«Dico
sul serio ma... se proprio insisti... Diciamo che una doppia razione di
sakè a pasto potrebbe bastare.»
«Accetto!»
«Ah,
quindi se ti fa comodo la mia salute passa in secondo piano.»
Ribattè la donna, fingendosi piccata.
«Lei
beve sempre una doppia razione. O crede che non abbia visto le vostre
scorte di alcolici?»
«Ahahah
Che ragazzo simpatico.» Esclamò l'altra,
fissandolo e tornando ad assumere un'espressione seria. «E
dimmi, Watanuki... sei pronto a pagarne le conseguenze?»
Il
ragazzo, deglutì, faticosamente.
«Ma...
aveva detto che bastava...»
«Infatti.
Ma non credere che un simile viaggetto, nella mente di un altro, non
comporti delle conseguenze. Ciò non ha nulla a che vedere
con il pagamento. Si tratta solo di come saranno le cose, dal preciso
istante in cui saprai...»
«Oh,
sono certo che quell'idiota non nasconde che pensieri sul
cibo...» Dichiarò il ragazzo con fare sicuro.
«Piuttosto, cosa intende con viaggio nella mente?»
Yuuko
lo guardò per un secondo. «Questo lo scoprirai a
tempo debito...»
°*°
Mezz'ora
dopo, seduto su un fouton posto al centro della stanza dove era solito
fermarsi a dormire, Watanuki stava rimproverandosi per la sua dannata
curiosità.
Dopo
averlo guidato nel magazzino che già conosceva, Yuuko gli
aveva infatti consegnato uno strano specchio. Poi lo aveva invitato a
chiudersi in camera per osservarne la superficie, ordinandogli di non
muoversi fin quando questa non gli avrebbe inviato delle immagini.
Per
aiutarlo aveva posto un incantesimo sui suoi occhi, obbligandolo a
chiuderli e ponendovi sopra le dita, accompagnando il tutto con una
cantilena tanto buffa da non sembrare neppure reale.
«Ricorda
che quanto vedrai cambierà per sempre ogni cosa.»
Gli aveva sussurrato prima di lasciarlo solo. «È
per quello che i pensieri non sono udibili, sai?»
Già,
le persone normali però potevano vantare una vasta gamma di
espressioni facciali: Doni di cui Doumeki sembrava sprovvisto,
pensò il ragazzo fissando lo specchio e cercando di
concentrarsi.
Guardare
quella superficie opaca, in una stanza dove l'unica luce era data da
quattro grandi candele, era piuttosto stancante per i suoi occhi.
Ciò nonostante, era deciso a scoprire lo strano
comportamento di Doumeki. Non che di solito fosse normale, intendiamoci.
Negli
ultimi giorni però i suoi silenzi si erano fatti
più pesanti del solito e, pur non avendo alcun motivo per
interessarsene, Watanuki si era detto abbastanza curioso da voler
indagare.
Ed
ora si trovava a farne le spese, perdendo il suo tempo dietro uno
strano specchio che non si decideva ad inviargli alcun tipo di immagine.
Nonostante
quei pensieri, tutt'altro che allegri, si obbligò a
concentrarsi fin quando gli occhi non presero a lacrimare. Ci mancava
solo questa, pensò.
Poi,
d'un tratto, ogni cosa sembrò mutare aspetto, i suoi occhi
gli lanciarono un lampo di luce nera e, quando riuscì a
chiedersi cosa fosse successo, scoprì di trovarsi da
tutt'altra parte.
Davanti
a lui c'era una luna splendente, per metà celata dai lunghi
rami degli alberi di ciliegio.
Dove
era finito?
Si
guardò intorno nel tentativo di riconoscere quel luogo
stranamente familiare dove, alla fine del lungo viale alberato, si
intravedeva un tempio.
Ma
certo, in fondo era per lui che si trovava lì.
Deciso
a capirci qualcosa tentò di alzarsi, scoprendo di non averne
il potere.
Quel
corpo che si muoveva, trasmettendogli immagini, evidentemente non era
il suo.
Cercò
di mantenersi calmo valutando ogni possibilità sul da farsi,
quando un suono improvviso gli attraversò la mente.
«Chissà
se è lì che si incontrano...»
Si
mosse d'istinto, senza ovviamente riuscirci. Quella voce... Era stato
Doumeki a parlare?
Rimase
in ascolto fin quando un nuovo pensiero non giunse, rapido come il
precedente.
«Nonostante
sia uguale a me...»
Nonostante
sia uguale a me... cosa?
Si
ridestò di colpo, scoprendosi ancora sul fouton nella stanza
improvvisamente piena di luce.
«Visto
qualcosa di interessante?» Domandò la strega,
sorridendogli.
A
quella domanda un'ondata di frustrazione lo assalì
violentemente.
«No!
Quell'idiota sembra silenzioso anche quando pensa.»
Borbottò.
«Probabilmente
devi farci l'abitudine. Sostare nella mente altrui non è una
cosa da niente.»
Sostare...
«Yuuko-san,
quando ero in quel posto non riuscivo a muovermi...»
La
donna si limitò ad annuire, come fosse la cosa
più ovvia del mondo.
Sostare...
«Ah!»
Urlò il ragazzo, alzandosi in piedi «Non
vorrà dirmi che ero dentro la sua testa?!»
Yuuko
lo fissò con aria rassegnata. «Eppure mi sembrava
di avertelo detto.» sbottò.
«Si
ma...» Watanuki sembrò rifletterci per qualche
istante «Credevo fosse solo un modo di dire...»
«Ancora
non hai imparato l'importanza delle parole, eh, Watanuki?»
Il
ragazzo strinse lo specchio ancora tra le sue mani.
«Già...
Eppure non mi ha rivelato nulla di nuovo» mormorò.
«Ne
sei sicuro?»
Watanuki
la fissava evidentemente in attesa e, consapevole che da solo non
sarebbe mai giunto ad alcuna conclusione, la strega decise di provare a
spiegarsi.
«Doumeki-kun
è un ragazzo di poche parole ed anche i suoi pensieri
possono sembrare pochi.» Dichiarò.
«Prova a concentrarti su quelli in sottofondo, probabilmente
scoprirai molto di più.» Lo fissò con
attenzione «La stessa cosa, ovviamente, vale anche per
te.»
«Per
me? Non capisco.» Domandò il ragazzo sempre
più confuso.
La
strega lo guardò con aria rassegnata. «Lo capirai
quando sarà il momento» Esclamò
allontanandosi.
«Yuuko-san...
Questo...» Sollevò lo specchio per mostrarglielo.
«Posso... tenerlo?»
La
donna annuì. «Stai attento
però» Aggiunse, fermandosi sulla porta e
lasciandola scorrere per uscire nel corridoio «Più
andrai a fondo e più difficile sarà ignorare
quanto sceglierai di mostrare ai tuoi occhi.»
Watanuki
crollò stancamente sul fouton.
«Figurarsi...»
Borbottò.
Nonostante
tutto, non aveva ancora imparato ad ascoltare gli avvertimenti della
strega con l'attenzione che meritavano.
Nyaaa. Un caloroso grazie a
chi è arrivato a leggere fin qui ed uno ancor più
caloroso a chi di voi lascerà un commentino.
Inoltre, ci tengo a ringraziare Harianne per avermi fatto da beta
reader. Thanks! Thanks! Anche da Doumeki... :P
Un saluto va anche agli splendidi personaggi che si sono gentilmente
prestati. Seeeee come no.
Che altri dire? Ah si... Per chi lo desidera il prossimo capitolo
sarà online, a breve, su questi schermi.
Ps. Per coloro che hanno recensito le precedenti storie. Giuro che
risponderò al più presto. By
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Lo specchio della mente
Cap2
«Allora..»
Domandò
la strega osservando il suo lavoratore part time con
sguardo divertito. «Come sta procedendo il lavoro con lo
specchio?»
Erano passati tre
giorni da quando Watanuki aveva accettato l'inatteso
favore da parte della donna, una simile domanda era quindi
più che
ovvia. Ciò nonostante, nel sentirla arrivare il ragazzo non
riuscì a
non indispettirsi.
«Quello
specchio non mi sta aiutanto per niente.»
Borbottò, terminando di disporre la cena sul basso tavolino
di mogano.
Yuuko si
accomodò sul suo cuscino, osservando gli antipasti
con aria assorta.
«Cosa hai
fatto esattamente?» Si informò
con aria indifferente.
«Quello che
ha detto lei.» Commentò
l'altro in tono sfiduciato. «Mi
sono rilassato, ho preso lo specchio e ho iniziato a
fissarlo.»
La donna lo
ascoltò portando alla bocca il primo antipasto.
«Tutto
qui?» Domandò, visibilmente soddisfatta dal sapore
della sua cena.
«Che? Ma
allora mi prende in giro!»
Sbottò il ragazzo. «che altro dovevo
fare?»
Ignorando la
gravità della situazione anche Mokona si
unì alla cena,
saltellando silenziosamente fino al piatto contenente gli anpan.
«Per
cominciare, potevi chiedergli cosa farti
vedere.» Proseguì la strega, continuando a gustare
la cena.
Watanuki la
fissò per qualche secondo, sul volto
l'espressione di chi
stava cercando di afferrare il senso di quelle arcane parole.
«Ma... lei
questo non me l'aveva detto.»
Mormorò.
Yuuko
accennò un lieve sorriso. «Sinceramente,
Watanuki... Come pensi
di interrogare uno specchio se neanche tu sai ammettere ciò
che
desideri sapere?»
«Eh?»
«Lascia
perdere...» Sospirò la donna
vuotando il bicchiere di sakè,
«chiedigli di mostrarti qualche momento del passato di
Doumeki-kun,
piuttosto.»
Quell'osservazione
sembrò spiazzare il ragazzo.
«Ma come faccio se non so niente di lui?»
Yuuko
ricambiò lo sguardo scettico di Mokona.
«Conosci i momenti che
avete condiviso, no?» Replicò, tornando a fissare
il suo assistente con
aria spazientita. «Prova ad interrogarlo su quelli.»
«Tsè»
Watanuki strinse con forza il
vassoio che aveva in mano, voltando
la testa dall'altra parte. «Come se pensasse a qualcosa che
non sia il
cibo, quando siamo insieme!» Commentò con sarcasmo.
«Watanuki!»
Lo incalzò la donna, il tono
perentorio obbligò il ragazzo
a voltarsi e a prestarle attenzione. «Se sai già a
cosa pensa, mi dici
a cosa ti serve lo specchio?»
Incapace
di rispondere, Watanuki le lanciò uno sguardo di sfida.
«E va bene. Farò come ha detto!»
Borbottò contrariato.
A
quello, Mokona si
avvicinò al suo bersaglio preferito. «Watanuki non
sa usare lo specchio!» Esclamò divertito.
«Zitto
tu!»
Replicò l'altro in tono offeso.
«Non che
Mokona abbia
torto...» Commentò la strega senza smettere di
fissarlo. «Fa come ho detto e... ricordati delle
conseguenze...»
°*°
Una volta a casa,
nonostante il desiderio di lasciar perdere, Watanuki decise di fare un
ultimo tentativo. Così, preso con se lo specchio, abbassate
le luci e sistemate le candele, si posizionò sul fouton
obbligandosi alla calma.
Quando dopo diversi
tentativi riuscì a liberare la mente,
iniziò a
fissare lo specchio osservandone la superficie opaca e concentrandosi
sul gioco di luci che le candele proiettavano su di essa.
Cosa posso chiedergli?
Nonostante
i tanti momenti passati insieme all'arciere, sceglierne uno
apparentemente più significativo degli altri era decisamente
difficile.
«Ci
sono!» Esclamò di colpo, osservando
con aria soddisfatta l'oggetto
tra le sue mani. «Mostrami cosa pensava Doumeki quando ha
deciso di
andare da Yuuko ad offrirle metà del suo occhio.»
A quella domanda lo
specchio prese a scaldarsi. Di colpo emise un forte
bagliore che, in pochi attimi, sembrò risucchiarlo in un
tunnel di luce
abbagliante seguita da un'oscurità paralizzante. Un momento
dopo scene
a lui sconosciute presero ad inseguirsi davanti ai suoi occhi. Quando
quel treno di ricordi sembrò fermarsi, Watanuki, quasi
costretto da una
forza esterna, si ritrovò improvvisamente ad aprire gli
occhi.
«Il
posto è questo.»
Davanti a se
poteva vedere il luogo dove sapeva esserci il negozio di
Yuuko: Uno spazio erboso delimitato da uno steccato piuttosto malandato
e, apparentemente, privo della particolare abitazione della strega.
"Che strano.
Forse non lo vedo perché lui non può
vederlo..." Pensò.
"Quindi è così che funziona. Riesco a vedere solo
quanto vede Doumeki,
nulla di più..."
Leggermente
incoraggiato da quel primo risultato, Watanuki decise di
andare avanti osservando la storia dal punto di vista dell'arciere.
Passarono
diversi minuti in cui nulla sembrò cambiare, un
lasso di
tempo che Doumeki lasciò scorrere senza la minima traccia di
un
pensiero.
"Provare a
sentire quelli in sottofondo, eh?" Pensò il
ragazzo con ironia.
In quel
preciso istante qualcosa sembrò mutare.
"Attenderò
anche fino a domani se necessario. Io... devo
aiutarlo."
Quel
pensiero improvviso e del tutto inatteso scosse Watanuki,
portandogli un po' di confusione.
La
risolutezza, il desiderio fortissimo di essergli d'aiuto. Erano
tutte emozioni che non aveva mai visto sul volto di Doumeki. Eppure, in
un modo che non riusciva a spiegarsi, gli erano giunte nel momento
stesso in cui aveva udito quelle parole.
Poi,
finalmente, vide Yuuko uscire dal punto in cui sapeva esserci il
negozio.
La
donna salutò l'arciere con un sorriso, puntando lo
sguardo nei suoi
occhi dorati, in modo tale da poter fissare anche quelli di Watanuki.
Spaventato da
quello sguardo, il ragazzo si domandò per un
attimo se la
strega non fosse consapevole anche della sua di presenza.
Eppure lui si
trovava nel passato. Non poteva esser visto, no?
«Watanuki
non riavrà più il suo occhio,
vero?» La voce di Doumeki lo
spinse ad interrompere il via vai di pensieri. «Quando si
è specchiato
nella vetrata della scuola.» Lo sentì continuare.
«Ha detto qualcosa
come... non lo riavrò mai più.»
La donna
scrutò il ragazzo che aveva davanti per un istante.
«Perché
me lo chiedi, pensi di poter fare qualcosa
a riguardo?»
«Vorrei
esprimere un desiderio.»
Yuuko gli
sorrise tristemente. «Ti ho già detto
che non posso esaudire due desideri in contrasto tra loro.»
Doumeki
strinse i pugni e, nello stesso istante, Watanuki
sentì una fitta allo stomaco.
«Eppure
deve esserci un modo.»
Yuuko
annuì. «Si...» Ammise.
«Ci sarebbe. Dovrai darmi qualcosa in cambio però,
forse più d'una.»
Il ragazzo la
guardò con aria decisa. «Mi dica
cosa.» *
Tensione,
dolore non espresso a parole, paura per la sorte
dell'amico... Quell'insieme di emozioni sembrò espandersi
rapidamente
all'interno dell'arciere, giungendo fino a Watanuki. Travolto
dall'inattesa forza di quei sentimenti, il ragazzo si scoprì
incapace
di reagire. Così rimase immobile a subire quel peso
schiacciante, fino
a quando il dolore non fu tale da sbatterlo fuori dal ricordo.
«Yuuko-san
poteva dirmelo che era così difficile.»
Borbottò, quando si scoprì ancora una volta sul
suo fouton.
Indeciso sul da farsi,
ripose ogni cosa al suo posto osservando il
cielo volgere all'imbrunire. Rimase così per qualche minuto,
guardando
dalla finestra, le prime luci della sera.
D'un
tratto fu come se un velo di tristezza fosse calato su quanto
appena avvenuto, obbligandolo a ricacciare indietro un'amarezza priva
di nome e di significato.
Non si attendeva tanta
preoccupazione da quell'essere solitamente
incapace di comunicare qualcosa che non fosse indifferenza.
Che si fosse sbagliato
nel giudicarlo?
No, impossibile. Lui
conosceva bene Doumeki. Quel ragazzo era
sicuramente capace di azioni incredibili ma, da qui ad ipotizzare che
avesse delle emozioni degne di un essere umano, ce ne passava.
Eppure...
"Sembrava
così preoccupato per me. E tutto quel
dolore... Possibile che fosse... il suo?" Pensò.
Stanco per quanto
appena avvenuto, decise di sdraiarsi continuando a
tormentarsi senza tregua su quell'interrogativo. Qualche momento
più
tardi la stanchezza sembrò avere la meglio su di lui che,
stremato
dalle troppe emozioni, finì per crollare in un sonno privo
di sogni.
Ed
eccoci alla fine di questo secondo capitolo, per il quale ri-ringrazio
Harianne per aver fatto da beta reader! ^.^
*Nei
ricordi di Doumeki, il dialogo tra lui e Yuuko è preso dal
manga.
Quindi quella parte (prettamente dialogosa) appartiene alla Star Comics
ed ovviamente alle Clamp cui appartiene tutto eccetto Doumeki. :P Sisi,
anche lui lo so. ;_;
Ma andiamo alle vostre recensioni sempre
graditissime! *-*
Yusaki:
Mi fa piacerissimo che anche questa nuova fanfic ti stia piacendo. Tra
l'altro cel'ho tutta in mente con diversi capitoli già
scritti. E devo
dire che guardare nella mente di Dou ha un che di affascinante. Quanto
al tuo dubbio.... Ihihih lo scoprirai presto. :P Ma sai che
anche io lo
chiamo Haruka_sama? XD
Doremichan: Sono felice di saperti
interessata. Spero
che anche questo capitolo abbia avuto lo stesso effetto. :P
Nako-chan:
Come darti torto. Credo che anche le Clamp provino rabbia nel vederlo
tanto testardo ed imbranato. Il fatto non sarebbe
Wata senza questa
sua indole che, chissà perchè, piace tanto a
Doumeki :P
Riguardo
l'inizio si, l'effetto era voluto e mi scuso se ha provocato giramenti
di testa ma aveva lo scopo di far comprendere al lettore la
rapidità
degli eventi che hanno reso Wata pià frastornato del solito.
Ahahah
anche se Wata è frastornato di suo :P
Roy4ever: La storia continua eccome.
:) Spero di
leggerti ancora e che l'evolversi della trama ti piaccia.
Mi
raccomando fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo. Il prossimo
arriverà a breve! :)
Un abbraccio collettivo.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Lo specchio della mente
Cap3
Il giorno seguente, durante la pausa pranzo, Watanuki tentò
in ogni modo di sondare le emozioni di Doumeki.
Dopo aver consegnato i bento box a lui e ad Himawari cercò
quindi di cogliere ogni minima variazione dell'altro, stando ben
attento a non farsi scoprire intento a fissarlo.
Alla fine dell'ora il risultato fu più che sconfortante.
A parte qualche parola, per lo più strappatagli da Himawari,
Doumeki non sembrava avere alcun desiderio di comunicare con lui. Anzi,
se possibile sembrava averne meno del solito.
Certo, aveva consumato il suo pranzo dimostrando di gradirlo, come
sempre senza alcun cenno a riguardo. Tuttavia, era sempre rimasto sulle
sue evitando di intromettersi tra il compagno ed Himawari. E, cosa
più strana, era persino arrivato a non rubare nulla dal
bento box del più giovane che, da sempre, era anche il
più lento dei tre.
Queste piccole, sostanziali variazioni, sommate agli sguardi
preoccupati di Himawari e a quanto visto il giorno precedente grazie
allo specchio, lo convinsero a ritentare nel pomeriggio.
Inutile dire che il ritorno verso casa fu anche peggio.
«Qualcosa non va?» Domandò Watanuki d'un
tratto.
Doumeki camminava al suo fianco come sempre, solo più
taciturno del solito. Questo, nonostante le continue chiacchiere del
più giovane che da sempre erano fonte di battibecchi
infiniti tra i due.
«No.» Ful la secca risposta.
A quella, Watanuki si fermò. Lo sguardo cupo. «Sai
dire solo questo?» Domandò con un accenno di
rabbia.
Doumeki gli rivolse un'occhiataccia, fermandosi anche lui.
«Devo forse inventarmi qualcosa?»
Domandò col suo tono di sempre.
Quella risposta, così lontana dalle sensazioni avvertite il
giorno prima, provocò un'improvvisa fitta di dolore nel
più giovane.
«No.» Si limitò a rispondere, dandosi
mentalmente dello stupido. «Non importa.»
Replicò riprendendo a camminare.
" Cosa diavolo stavo pensando ieri? Doumeki è sempre
il
solito dannato idiota. Altro che dolore o preoccupazione.
Chissà cosa ho sentito. Quello specchio deve essere
difettato!"
°*°
Diverse ore dopo, ovviamente, ci stava ancora pensando.
Così, una volta a casa, nonostante la stanchezza Watanuki
prese con sé lo specchio e, posizionatosi sul solito fouton,
chiese di andare a vedere il momento in cui Doumeki aveva scelto di
donargli il suo sangue. In fondo, almeno allora, doveva pur aver
pensato qualcosa.
Si ritrovò quasi subito nel cortile della scuola,
davanti a
sé, o per meglio dire a Doumeki, c'era il suo corpo disteso
sul pavimento. Attorno ad esso una pozza di sangue e svariati cocci di
vetro.
Vedersi in quelle condizioni, che ai tempi aveva vissuto in totale
stato di incoscienza, faceva davvero uno strano effetto.
Ancor più strano era il cumulo di emozioni contrastanti che
sentiva provenire dall'arciere.
"Dannazione..." Lo sentì pensare. "Perché non mi
ha aspettato. Perché deve odiarmi fino a questo punto..."
Watanuki avvertì, in un modo che non riuscì a
spiegarsi, i pugni stretti dell'arciere e la tensione riversata in ogni
suo muscolo. Poi lo osservò mentre con decisione prelevava
il suo corpo dal pavimento, tenendoselo stretto e muovendosi con
sicurezza tra i tanti curiosi.
Sentì la voce di Himawari che, tra le lacrime, continuava ad
invocare il suo nome, Doumeki che diceva di voler chiamare
un'ambulanza, ed infine la voce di Yuuko che ordinava di portarle
subito il ragazzo.
In quel caos era davvero difficile riuscire a distinguere le proprie
emozioni da quelle dell'altro, così, ancora sconvolto dallo
scenario che lo vedeva protagonista, decise di restare ad occhi chiusi
fin quando lo sfondo non mutò in quello del negozio.
«Come mai riesco a vederlo, ora.»
Fu la voce di Doumeki a riportarlo nel vivo del ricordo. Al suo fianco
Himawari stava guardandosi intorno con sguardo stupito.
«Perchè ciò era necessario.»
Rispose la strega con sguardo serio. «Inoltre, hai un
desiderio da esprimere, non è così?»
«Io... voglio che lui viva.» Dichiarò il
ragazzo con tono deciso.
«È in pessime condizioni....»
Commentò la donna.
Doumeki osservò il corpo di Watanuki, ancora ben stretto tra
le sue braccia.
«Posso dare qualsiasi cosa.» Ribattè
tornando a fissarla.
«Né sei convinto?» Ribattè
lei prontamente «Sconsiglio sempre di fare simili
affermazioni.»
«Qualunque cosa, purché si salvi.»
La strega lo guardò con l'espressione di chi ha sempre
saputo. «E sia.» Dichiarò.«Mi
servirà gran parte del tuo sangue. In cambio del suo. Questo
ti priverà di molta energia e... aumenterà il
vostro legame. Nonostante questo, sei ancora sicuro?»
«Si.»
Qualche minuto dopo Doumeki era seduto sul pavimento, la schiena contro
il muro che lo separava dalla stanza in cui si trovava Watanuki.
«È meglio che stia qui. Si arrabbierebbe se mi
trovasse al risveglio e... sarà meglio che non mi veda. Tu
vai però. Gli farà piacere vederti.»
Watanuki avvertì una stretta al cuore quando, con gli occhi
di Doumeki, vide Himawari che annuendo, si accingeva ad entrare.
"Così è questo che ha pensato... Ed io che giorni
dopo non volevo neppure sentirlo nominare."
Di colpo una profonda tristezza sembrò stringergli il cuore,
mozzandogli il respiro. Era suo quel dolore? O apparteneva a Doumeki?
Chiuse gli occhi nel tentativo di concentrarsi sui pensieri in
sottofondo ma quanto iniziò a fluire attorno e dentro di lui
lo travolse facendolo annegare in un mare di frustrazione, solitudine e
molto altro che non riuscì a cogliere.
Come poteva essere vero? Come poteva tutto quel dolore appartenere allo
stesso Doumeki che conosceva?
Certo, gli aveva salvato la vita più volte e si era
imbarcato in situazioni piuttosto strane, che avrebbero spinto alla
fuga chiunque. Eppure... Non aveva mai attribuito quelle attenzioni a
dei sentimenti particolari.
Lo considerava da sempre un grande egoista, presuntuoso, saccente. Col
tempo, anche se avrebbe preferito morire pur di ammetterlo ad anima
viva, aveva finito col considerarlo un amico. Ma questo non aveva
cambiato la sua visione delle cose. Doumeki era e restava il solito
insensibile di sempre.
Mentre ora...
Quanto si mostrava ai suoi occhi era decisamente diverso da quanto
pensava di aver compreso fino a quel momento.
Certo, Yuuko-san gli aveva espresso da subito i suoi pensieri in
proposito.
Fatti amico di Doumeki. Doumeki può allontanare gli
spiriti
per te. Tu e Doumeki siete compatibili.
Una serie di frecciatine che era stanco di ascoltare e che, col tempo,
si era rassegnato a subire passivamente nella speranza che la strega si
stancasse di tormentarlo passando magari a qualche nuovo svago.
Eppure...
Forse quelle parole celavano una qualche verità che lui non
era stato in grado di cogliere. Forse aveva sbagliato tutto,
ostinandosi a non voler vedere quanto era invece più che
ovvio agli occhi degli altri.
Forse...
Watanuki strinse con forza lo specchio, ancora tra le sue mani.
"Devo assolutamente parlarne con Yuuko."
Pensò.
Ihihih
Angolino della posta -Mode on-
Come sempre grazie ad Hari che ha fatto da beta reader
E grazie a voi che avete recensito e a chi ha messo questa storia tra
quelle seguite e tra le preferite. ^.^
Ma andiamo alle recensioni.
Doremichan: Sono come
sempre felice di leggerti e di sapere che anche questo capitolo
è stato di tuo gradimento. :)
Yusaki: Me felice che ti
piaccia. (me aspetta anche i tuoi nuovi capitoli, lo sai, si? :P) Ahaha
una cotta per Doumeki? Chi non cel'ha? E vogliamo parlare di quella
meraviglia di Haruka-sama? *_* Watanuki dovrebbe tormentarsi per il
solo fatto di non essergli ancora saltato al collo! :P Ok... Devo
empatizzare o finisce che gli infliggo davvero le peggiori pene. :P
Spero che la storia continui a piacerti!
Nako-chan: Grazie per la fiducia. ^_^ In effetti
come avrai letto, quella scena c'era. Insomma... come farla mancare?
Anche se tante cose, ahimè non si son viste, ho provato ad
immaginare lo svolgimento dei fatti e i sentimenti di Doumeki. Che a
mio avviso sono struggenti e lo rendono fascinoso come non mai. :P
Spero che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative!
Witch of the Dimensions: Per la serie, un nome una garanzia.
:P Benvenuta tra le mie fic e grazie per i commenti che hai lasciato
qua e la. :)
Spero continuerai a leggermi.
Harianne: Ihih grazie del "complimento" :P Shi-kun
eh?
Riguardo alla presunta gelosia di Doumeki... mmm quella credo sia
un'altra fanfic, possibile? :P Comunque, chissà... Ammetto
di non sapere nemmeno io cosa gli passi per la mente. In pratica uso lo
specchio per sbirciare. Insomma, diciamocelo. Lo uso sicuramente meglio
di Watanuki. :D
Thanks!
Ikarikun: Benvenuta in questa fic. Spero che anche
questo capitolo ti sia piaciuto. Fammi sapere, eh? :)
Roy4ever: Grazie di cuore. Spero di leggerti ancora
e che anche questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative.
Beneeee e per questo episodio è
tutto. :P
A
presto con il quarto capitolo...
E tenete le dita incrociate che oggi dovrebbe uscire Holic Shunmuki :P
Me lo sta attendendo con mooooolta ansia. :P
Alla prossima allora!
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Cap4
Lo specchio della mente.
Cap
4
Quella notte Watanuki non riuscì a
prendere sonno.
L'ultimo
"viaggio", compiuto attraverso lo specchio, lo aveva obbligato a
riflettere su quanto aveva visto e, sopratutto, sentito. Quelle
emozioni, a tratti così forti da fare male, appartenevano di
certo all'arciere. Eppure... Proprio in quei giorni, Doumeki sembrava
essersi improvvisamente allontanato. Come se di punto in bianco avesse
eretto un muro tra loro, evitando di comunicarglierlo, al fine di
rendere il tutto ancora più vero.
Probabilmente
lo aveva fatto per fargli un favore. In fondo era lui quello che ormai
da anni continuava a chiedergli di stargli alla larga. Quindi
perché preoccuparsene proprio ora?
Continuò
a rigirarsi nel fouton, cercando una posizione ma non trovandone mai
una abbastanza comoda. Alla fine, stanco di continuare a pensare senza
giungere a nulla, decise di alzarsi e di trovarsi qualcosa da fare.
Mezz'ora
dopo stava trafficando in cucina.
Gli
ingredienti erano quelli dell'inarisushi. Che strana combinazione,
Pensò. Proprio quando l'arciere aveva smesso di chiederlo,
lui si decideva a cucinarlo. Ironia di un destino beffardo? Chi poteva
dirlo. In fin dei conti, ormai, erano ben poche le cose in grado di
sorprenderlo. Di certo non sarebbe stato un banalissimo pranzo a
scalfire la sua barriera di stupore, pensò, mentre con cura
estrema si accingeva a preparare il contorno.
°*°
Quando le prime luci del giorno fecero
capolino nel suo piccolo appartamento, Watanuki era ancora in cucina,
il viso segnato dalla stanchezza.
Alla fine
il sonno non si era più fatto vivo e, bisognoso di scaricare
l'ansia crescente, aveva finito col preparare anche il dolce.
Infine,
quando l'orologio gli indicò che era ora di andare, si
vestì alla svelta e, sbadigliando, prese cartella e bento
box, dirigendosi poi verso la scuola.
Fortunatamente
le ore di lezione si susseguirono senza particolari intoppi,
permettendogli di schiacciare persino un sonnellino. Proprio l'ideale,
vista l'ansia che era subentrata nelle ultime ore.
«Watanuki...»
Lo chiamò Himawari.
Quando aprì gli occhi
sull'espressione preoccupata della ragazza, rimase qualche istante in
silenzio fissandola e domandandosi il perché,
all'improvviso, il suo cuore aveva smesso di accelerare in sua presenza.
Si disse
che probabilmente era solo colpa della tensione accumulata negli ultimi
giorni e, dopo averle assicurato che stava bene, si alzò e
presa la busta del pranzo si avviò con lei verso il solito
albero.
Quando giunsero, trovarono Doumeki seduto
contro il grande ciliegio, intento a leggere un libro che si
affrettò a chiudere nel momento stesso in cui
notò la loro presenza.
Nel
vederlo Watanuki si arrestò di colpo. Per qualche strano
motivo, incrociarne lo sguardo gli solleticò il cuore.
Fu solo la
sensazione legata ad un istante, nulla di importante, si disse. E, dopo
un profondo respiro, prese posto sull'erba consegnando il pranzo agli
amici.
Lo sguardo
dell'arciere si posò sul pacchetto posto di fianco agli
altri, ancora chiuso.
«È
il dolce.» Sbuffò il cuoco con aria scocciata.
«Lo apriremo quando sarà ora.»
Himawari
si limitò a ridacchiare, apprestandosi ad aprire il suo
bento-box.
Anche
Doumeki fece lo stesso, fermandosi subito dopo. «E
questo?» Domandò, alzando uno sguardo quasi
stupito sul più giovane.
«Non
lo riconosci più?» Replicò Watanuki
evitando lo sguardo del compagno.«E' inarisushi.»
«Questo
lo avevo intuito.» Rispose l'altro, iniziando a mangiare.
Watanuki
rimase ad osservarlo per un po', in attesa di cogliere un segno di
gradimento.
Quando
capì che non sarebbe mai giunto, ormai rassegnato
all'inevitabile, aprì anche lui la sua scatola e prese a
mangiare.
«Oggi il pranzo è stato
veramente delizioso.» Si complimentò Himawari
quando anche il dolce fu terminato.
«Oh
Himawari-chan! Meno male che ci se tu!» Commentò
Watanuki, felice di ricevere la giusta gratificazione.
Del tutto
indifferente a quanto dicevano i due, Doumeki stava mangiando l'ultimo
bignè, gli occhi nuovamente immersi nella lettura del suo
libro.
«Hei!
Ti sembra educato leggere quando si mangia?» Urlò
Watanuki.
«Mhh»
Si limitò a rispondere il più grande, girando
pagina.
«Abbi
almeno la decenza di risponde con frasi di senso compiuto!»
Continuò l'altro.
Davanti
alla scenetta, tanto simile a quelle che negli ultimi tempi le erano
quasi mancate, Himawari rise divertita.
«Andate
proprio d'accordo voi due!» Esclamò sorridente.
«Sono sollevata... temevo aveste litigato.»
Commentò, guardando l'orologio che portava al polso.
«Io devo andare. Ci vediamo domani. E... Grazie per l'ottimo
pranzo, Watanuki-kun»
Il ragazzo
si alzò in piedi, muovendo una mano in segno di saluto.
Le parole
di Himawari avevano centrato il punto della questione e, nonostante si
fosse detta felice di vederli andare d'accordo, Watanuki sapeva bene
che qualcosa era profondamente cambiato.
Doumeki
non aveva risposto per le rime, come suo solito. Non si era tappato le
orecchie, né gli aveva dato dell'idiota. Si era limitato a
mugugnare qualcosa, ignorando del tutto le sue urla. Quella
consapevolezza, senza un apparente motivo, gli crollò
addosso come un peso insostenibile e fu così che,
improvvisamente stanco, si lasciò cadere nuovamente
sull'erba, lo sguardo ancora fisso sulla ragazza ormai lontana.
«Che ti prende...»
Domandò l'arciere, notando la reazione esagerata dell'altro.
«Guarda che non ti ha detto addio. Vi rivedrete
domani.» Commentò.
«Non
è quello...» Mormorò Watanuki. Avrebbe
davvero voluto parlargli. Fargli domande su domande e sincerarsi di non
essere proprio lui la causa di quell'astio improvviso. Tuttavia, sapeva
anche di dover prima parlare con Yuuko.
«Che
hai allora.» Replicò il ragazzo, girando
nuovamente pagina.
«Niente...»
Ribattè Watanuki, spostandosi e rifugiandosi all'ombra del
ciliegio, lo stesso sotto il quale si trovava Doumeki.
«E
tu?» Tentò, incrociando le gambe.
All'inattesa
domanda, Doumeki sollevò lo sguardo dal libro posandolo sul
ragazzo. «Io, cosa...» Domandò.
Watanuki
lo guardò a sua volta, cercando qualcosa di valido da dire.
I ricordi di quanto visto attraverso lo specchio, però,
cancellarono ogni precedente proposito di attacco. «I...io
ecco... È che sei... strano.»
Farfugliò, distogliendo prontamente lo sguardo.
«Strano
come...» Domandò l'altro, tornando ad immergersi
nella lettura.
«Così per esempio.» Replicò,
additandolo. «Ti sto parlando. Per quale motivo mi ignori per
leggere quell'assurdo...» Gli occhi, improvvisamente fermi
sul libro, si allargarono per lo stupore. «Che... cosa stai
cercando...?» Domandò.
A quella domanda Doumeki sembrò ricordarsi del titolo posto
sul dorso del testo. «Nulla che ti riguardi.» Si
affrettò a rispondere, chiudendo il libro ed alzandosi.
«Sarà meglio che vada ora.»
«Già...» Commentò il
più piccolo.
L'arciere sembrò non notare l'improvviso irrigidirsi del
compagno, né i suoi occhi che d'un tratto si erano fatti
lucidi. Così senza perdersi in chiacchiere si
affrettò a salutarlo, aggiungendo che aveva da fare.
Quando fu lontano, Watanuki si alzò e, recuperate le sue
cose, si soffermò ad osservare l'edificio scolastico. Le
mani strette a pugno e gli occhi ormai prossimi alle lacrime.
"Vuoi allontanarti da me? Per questo ti sei messo a leggere quel
libro?" Pensò, strofinandosi gli occhi con un un braccio.
Un pensiero che improvvisamente sembrò scavargli un buco nel
cuore.
Rieccoci!
Lo
ammetto, quella del libro è stata una cosa improvvisa. Mi
è comparsa di colpo e scovato il titolo non potevo certo
ignorarlo. Prometto di postare al più presto, il prossimo
capitolo in modo da spiegarvi il piccolo mistero. :P
Ed ora... andiamo alle recensioni! ^-^
Doremichan: Visto poi Shunmuki? Che meraviglia! *_*
Andando a noi. Grazie per le belle parole, come sempre. Sono felice che
l'evolversi della trama ti sia piaciuto. Ammetto che sbirciare nella
mente di Doumeki è qualcosa di estremamente affascinante.
Potrebbe dare dipendenza. :P
Yusaki:
Non so che dire. La tua recensione mi ha commossa! ^.^ Sono davvero
felice di riuscire a dare delle emozioni, anche se il merito in
realtà va tutto a questi due personaggi a dir poco splendidi
(Shizuka in particolare. :P)
La parte in cui Watanuki vola dalla finestra credo sia una delle
più esplicative sul rapporto che lega i due ragazzi. Doumeki
che rimane fuori, appoggiato alla parete con quell'espressione stanca
ma serena mi scioglie il cuore ogni volta che lo riguardo. Proprio non
potevo non inserirla e sono lieta che sia piaciuta.
Spero che questo nuovo capitolo, un pò diverso dagli altri
ti piaccia ugualmente.
Naco chan:
Ihih in effetti credo che questa sia la prima scena che ho pensato di
inserire quando la fanfic iniziava a delinearsi nella mia testolina.
Come non descrivere i pensieri di Shizuka in momento così
delicato?
Sono felice che ti sia piaciuto. Quanto a Watanuki... mmm non so che
dire. Questo ragazzo mi lascia sempre stranita! :D
Ikarikun: Grazie
del complimento. Ed anche per la recensione. Spero continuerai a
leggere e a dirmi cosa ne pensi dei vari capitoli. Questo compreso che,
mi rendo conto, è un pò diverso dai precedenti. :P
The Witch of the dimensions: Me
è lieta di aver reso la cosa in modo che fosse di tuo
gradimento. Spero continuerai anche a recensire. :)
E con questo è tutto. Al prossimo
aggiornamento! ^.^
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
cap5
Lo
specchio della mente
Capitolo 5
«Un libro che parla di legami da sciogliere, hai
detto?» Domandò la strega con aria assorta.
Era comodamente seduta su un ampio cuscino, intenta a confezionare
strani origami.
«Qualcosa... del genere...» Mormorò
Watanuki, con voce incerta.
«Si, credo che esista. Perchè vuoi
saperlo?»
Il ragazzo si avvicinò al tavolino sul quale aveva
precedentemente riposto due tazze da thè ed un piatto colmo
di pasticcini. «Curiosità...»
Mentì, recuperando il vassoio.
«E' Doumeki-kun che lo sta leggendo?» Si
informò la donna, senza distogliere lo sguardo dal suo
origami.
«Co... Perchè...»
Yuuko sorrise a se stessa. «Perchè solo lui
può avere un simile libro. E solo lui potrebbe avere un tale
legame da sciogliere...»
Quell'affermazione colpì il ragazzo come un pugno allo
stomaco. «Che... che intende...»
La donna, depose con cura il nuovo origami a forma di Mokona nella
cesta di paglia intrecciata. Senza
fretta si voltò per guardarlo negli occhi.
«Credi siano in molti ad avere un legame forte come quello
che ti lega a Doumeki?» Chiese senza smettere di fissarlo.
«Quel ragazzo ti ha donato metà del suo occhio. Ha
dato gran parte del suo sangue per salvarti. Davvero pensi che sia una
cosa
"normale"?»
Watanuki la guardò senza rispondere. Deglutì a
vuoto un paio di volte, stringendosi il vassoio al petto.
«I...io...» Le
parole morirono sul nascere e lui riuscì solo ad abbassare
lo sguardo.
Yuuko tornò a dargli le spalle, iniziando un
nuovo origami. «Watanuki... Non ti ho dato quello specchio
per spiare Doumeki-kun ma perchè speravo ti aiutasse ad
ampliare la vista...»
«La vista...» Ripetè il ragazzo, sempre
più confuso. «Per... cosa?»
«Oh questo non sarò io a dirtelo. Non servirebbe
e...
se hai appreso anche solo la metà di quanto hai visto da
quando sei qui, converrai
con me che ho ragione.»
Watanuki annuì in silenzio e, nonostante fosse ancora di
spalle, la donna sembrò cogliere quel tacito assenso.
«Vai a casa ora... Rifletti su quanto ti ho detto.»
Continuò sorridendo ad una nuova creazione.
Il ragazzo la ascoltò, alzandosi in silenzio e dirigendosi
verso la porta.
«Watanuki...» Lo richiamò la strega.
Lui si fermò soltanto, la mano sulla porta, in silenzio,
senza neppure voltarsi.
«Ricorda che un legame deve essere tagliato da entrambe le
parti per svanire
davvero. Ciò nonostante, esso non scomparirà mai
del tutto...» Sentenziò lei.
Non certo di aver ben afferrato il senso di quelle parole, Watanuki
aprì bocca per una nuova domanda, ripensandoci subito
dopo. Conosceva fin troppo bene i metodi di Yuuko-san e sapeva che in
nessun caso gli avrebbe rivelato altri particolari.
Così, dopo aver annuito, certo di essere visto nonostante
fossero entrambi di spalle, uscì da quella stanza,
avviandosi
verso l'uscita.
°*°
Due
ore dopo era nuovamente in negozio, più stanco ed avvilito
di prima.
Tornato a casa, infatti, ogni tentativo di mettere in pratica quanto
suggeritogli dalla strega, era stato inutile.
Nonostante si fosse concentrato, domandando più volte di
vedere
questo o quel momento, lo specchio si era infine limitato a mostrargli
unicamente la sua immagine riflessa.
«Questo specchio non funziona!» Si
lamentò quando,
dopo essere entrato come una furia nella solita stanza, la donna si
decise ad alzare lo sguardo su di lui.
«Funziona, invece.» Asserì lei, senza
scomporsi.
«Le dico di no!» Ribattè il ragazzo,
agitando quanto aveva in mano.
Per tutta risposta, Yuuko si limitò ad allungare un braccio,
prendendo l'oggetto e specchiandovisi per un istante.
Poi, sotto lo sguardo attento di Watanuki, girò lo specchio
più volte, guardandolo da varie angolazioni, quasi come lo
stesse studiando in base a parametri che solo lei sembrava conoscere.
«Allora?» Si informò il ragazzo, con
tono impaziente.
«Funziona benissimo.» Fu la risposta della donna.
«Che?»
Yuuko sorrise divertita. «Come sempre, il problema non
è
nello strumento ma in chi lo adopera.» Dichiarò
alzando
uno sguardo sul ragazzo.
«Che... che significa questo?» Domandò
lui, sempre più teso.
«Significa che puoi mentire a te stesso ma non ad un oggetto
magico. E questo specchio è più potente di quanto
tu
creda. Quindi...» Continuò riconsengnandogli
l'oggetto.
«Il problema sei tu.»
Rassegnato e deciso a ricevere un aiuto, Watanuki si sforzò
di
mostrarsi più tranquillo di quanto non fosse. «E
sentiamo... dove... sbaglierei?» Tentò.
«Chissà...» Rispose la strega.
«Chissà?! Sa dirmi solo questo?»
Urlò il
ragazzo, la cui pazienza era ormai evaporata. «Come
sarebbe?»
Yuuko si limitò a fare spallucce, prendendo un origami a
forma di farfalla e soffiando leggermente sulle sue ali.
Sotto lo sguardo incredulo di Watanuki, l'origami iniziò a
volare per la stanza, leggiadro come l'insetto del quale
aveva assunto le sembianze.
«Vedi Watanuki, spesso il vero scopo della magia è
quello
di mostrarci le cose sotto altri aspetti.»
Dectretò la
donna con aria estremamente professionale. «Chiunque
penserebbe
che questa sia solo una farfalla.» Continuò,
l'asciando
che l'insetto si posasse sulla sua mano. «Eppure... basta un
battito d'ali per distruggere...» Disse osservando la
farfalla
che tornava origami. «Ed un pò di speranza per
creare da
capo ogni cosa.» Concluse, soffiando nuovamente sulla
nascente
creatura che, carica di vita propria, si sollevò dalla mano
della strega per allontanarsi verso un nuovo destino.
Per un attimo nella stanza regnò il totale silenzio,
spezzato
poco dopo dalla voce esisitante di Watanuki. «Io...
non
capisco.» Mormorò.
Yuuko, sorrise di nuovo. Di quei sorrisi che sottolineano una certezza
lontana nel tempo. «Sentiamo... cosa non capisci?»
Domandò con sguardo interessato.
«Cosa... cosa c'entra tutto questo... con me?»
Tentò l'altro, sempre più confuso.
«Prova ad arrivarci da solo. Cosa stai guardando con occhi
privi della magia indispensabile a dar vita ai sogni?»
Watanuki aprì la bocca un paio di volte, richiudendola
subito dopo. L'espressione grave.
«Cosa vuole che ne sappia io.» Dichiarò,
stringendo i pugni. «Qui è lei la strega. Io non
so niente di tutto questo.»
«Sai quanto basta.» Ribattè la donna
tornando ad osservare lo specchio. «Ed hai quanto
ti serve per vedere
ciò che ancora non sai. Devi solo porre la giusta domanda,
lasciando che essa parta dal cuore.»
°*°
"Porre
la giusta
domanda..." Si ripetè Watanuki quando, da una
delle stanze del
negozio, si decise a ritentare l'esperimento, più volte
andato a
vuoto. Dopo la conversazione avuta con la strega, era stato costretto a
ripagare con una cena succulenta le informazioni ricevute.
Così,
nonostante la stanchezza ed il bisogno di chiudere gli occhi su
quell'assurda
giornata, dopo cena aveva chiesto il permesso di ritirarsi subito in
camera, deciso come non mai ad approfondire ciò che
più
gli premeva sapere.
«Specchio...» Formulò, stringendo
l'oggetto
incantato tra le mani. «Mostrami cosa ha spinto Doumeki a
decidere di leggere quel libro.» Domandò con tono
deciso.
Un attimo dopo fu risucchiato ancora una volta da una luce abbagliante.
Si ritrovò all'esterno dell'edificio scolastico. Lo sguardo
su
un se stesso impegnato a camminare e a lamentarsi del lavoro che lo
attendeva al negozio di Yuuko-san.
Dalla mente dell'arciere non captava particolari emozioni, solo una
serenità interiore.
Quasi come ci fosse da stare allegri con la sua voce in sottofondo.
Non
si era mai reso conto di come potese suonare stancante la serie di
lamentele che era solito snocciolare al ritorno da scuola.
«Come se non bastasse ho sempre te, tra i piedi! Dannato di
un
Doumeki.» Si sentì dire mentre, nel ragazzo del
quale stava
vivendo azioni ed emozioni, continuava ad esserci una
serenità
all'apparenza intaccabile.
«Perchè... perchè non potevo
condividere con
Himawari ciò che mi lega a te! Dannata strega! E dannato tu
e
la tua fissa per le azioni eroiche! Oh come vorrei poter cambiare le
cose.»
Continuò ad ascoltare solo perchè costretto.
Così
come fu obbligato a sopportare il dolore di quella serenità
improvvisamente incrinata da un senso crescente di paura.
Gli sembrava quasi impossiibile un simile sentimento in Doumeki. Lui
che sembrava così dannatamente impavido e sicuro di se.
Eppure
ne era certo, quella che ora stava provando era sicuramente paura.
Sentì l'arciere sospirare tristemente, mentre con sguardo
neutro
entrava con l'altro se stesso dentro il negozio, prendendo posto in
sala dove, una volta solo, lasciò andare la maschera di
inespressione che era solito portare in presenza dell'altro.
«Doumeki è triste?!» Domandò
Mokona avvicinandosi.
«Un pò...» Si confidò lui,
accettando un
bicchiere di sakè dall'animaletto. "Un pò..."
continuò dentro di se.
In fondo come poteva essere felice al pensiero dell'insofferenza che
provocava nell'altro...
Watanuki ascoltò quel pensiero restando immobile, gli occhi
chiusi
per non cogliere quanto i suoi modi riuscissero a causare del male in
chi gli voleva bene. La mente concentrata sui sentimenti sprigionati
dall'arciere. Un insieme di sensazioni forti e spesso in contrasto tra
loro. Emozioni che il ragazzo non aveva mai lasciato intravedere,
neppure lontanamente, serbando per se soltanto ogni forma di dolore o
solitudine.
"Fammi vedere qualcosa di diverso..." pensò d'un tratto
Watanuki. La speranza era quella di trovare un momento di quiete tra se
e l'amico.
E se pur esaudito sulla questione del cambio, la sua richiesta non
trovò riscontri per quanto riguardava la quiete.
«Aspettami dopo le lezioni.»
Di nuovo un momento tra loro.
Un ricordo che per Watanuki era appena sfumato e sovrascritto da attimi
ben più tragici, avvenuti pochi minuti dopo.
«Che hai detto?» Si sentì esclamare.
«Ammettilo che è perchè speri che ti
prepari da
mangiare!»
La sua voce in lontananza per un attimo lo distrasse da quanto stava
pensando l'arciere.
"E' solo il cibo che voglio... come no..."
Una fitta di dolore colpì Watanuki, facendogli
odiare se
stesso per il male che con poche stupide parole era stato in grado di
infliggere all'altro.
Poi una nuova immagine giunse a colpirlo con più forza di
altre.
Per un attimo, il dolore fu sostituito da una forma di commozione
così forte da provocargli le lacrime.
Si guardò intorno e quanto vide fu se stesso che, con fare
imbarazzato, lo stava ringraziando. Il volto nascosto da un braccio, le
guance arrossate.
Per un istante gli sembrò di avvertire il battito del cuore
che
accelerava. Fu solo un attimo però e non se ne diede pena.
Il ragazzo che stava spiando si era avvicinato, cercando di osservare
l'espressione che si celava dietro la maschera della vergogna.
Poteva quasi coglierne l'aspettativa e l'incredulità, nata
dal
poter assistere ad un qualcosa che ormai aveva imparato a considerare
impossibile.
Poi, lui era fuggito, urlando offese che terminarono solo quando Mokona
gli arrivò
dritto in faccia.
Ricordava bene quei momenti, aveva faticato non poco a trovare il
coraggio per dire quella sola parola. Ciò nonostante mai e
poi mai avrebbe immaginato di
aver reso l'arciere così felice.
Un semplice grazie, una sua parola era così potente da
creare
quell'emozione tanto forte da togliere il fiato...
Come poteva essere.
Neppure Himawari aveva un tale effetto su di lui.
Cosa doveva pensare...
«Perchè...» Domandò alla
stanza vuota. Gli occhi ormai prossimi alle lacrime.
Per quale motivo Doumeki si ostinava a mostrarsi così
diverso da
come appariva attraverso lo specchio.
In quale dei due doveva credere. Quale dei due era il vero Doumeki?
Sempre più confuso, Watanuki decise di darsi tempo,
accantonando lo specchio ed abbandonandosi ad un sonno ristoratore.
Domani sarebbe giunto presto, e di certo Yuuko-san avrebbe trovato una
soluzione a quanto stava avvenendo.
Rieccoci qui! Questa volta
con un pò di ritardo. Sorry...
Mettere su il primo capitolo di Destino
Inevitabile ha portato via diverso tempo. Ma superato il
primo ostacolo prometto di tornare a postare con la frequenza di
sempre. Magari anche più rapidamente. Chissà. :P
Ma andiamo ai vostri commentucci che sono sempre super graditi!
Ikarikun:
Lieta che anche questo
capitolo ti sia piaciuto. Sono riuscita a farti apprezzare anche il
quondo? Speriamo. ^_^
Se fai un bel filmino sui due, ricordati di me! :D
Naco chan:
Ahah le tue recensioni le adoro. A volte sembra che tu abbia una
qualche visione futura su quanto scrivo. :P
Detto questo, credo che il contenuto del libro di Doumeki sia ormai
chiaro. Quello che non lo è, come sempre, è cosa
passa per la testa di Watanuki. ^^;
Witch Of The Dimensions: Hem... un pò
mi sono fatta attendere. :P Chiedo venia.
Mmh un libro di Haruka, dici. Chissà... (me ha preso questo
modo di dire da Yuuko-san ;_; )
Doremichan:
Ahahah quei due fanno scintille anche nella mia di testa. La speranza
è che queste scintille raggiungano anche le Clamp. Magari la
capiscono e ci danno un bel finale degno di loro. E per loro intendo
Dou e Wata, che se fosse degno delle Clamp finiremmo in tragedia. ;_;
Spero continuerai a leggermi e a recensire. E che il titolo del libro
ti abbia soddisfatta. :P
Harianne:
Ahahah Watanuki che si fa furbo al terzo capitolo? Mmh la vedo
difficile anche io, salvo qualche strano incantesimo, ovvio. :P
Cos'è che vuoi vedere di Yuuko-san? ¬.¬
Yusaki:
Ahahaha quanto ho riso! XD Ma sai che potrebbero scriverlo davvero quel
libro?
Spero che il titolo del libro ti abbia raggiunta prima della fine della
tua scrivania, che saluto! :D
Al prossimo aggiornamento allora. E per chi è già
in vacanza... divertitevi!
Io intanto, continuerò a scrivere sperando di allietare
almeno un pò i giorni di chi le vacanze le ha già
terminate. :P
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Lo
specchio della mente
Capitolo sei
Quella
mattina il risveglio di Watanuki fu piuttosto traumatico.
Era appena riemerso
dallo stato di veglia quando Mokona gli
saltò addosso urlando una serie di parole confuse che,
qualche minuto dopo, tornarono alla mente del ragazzo come nomi di
pietanze piuttosto difficili da preparare.
«Mokona,
insomma. Stavo dormendo!»
Sbottò, togliendosi l'animaletto di dosso.
«Pigrone!
Pigrone!» Fu la festosa replica del manju
nero. «Yuuko ci ha portato un nuovo libro di
ricette!» Continuò, tirando fuori un testo che
Watanuki non aveva notato. «Waaatanuki, preparami
questo!» Urlò infine, mostrandogli una pagina
contenente la ricetta di un dolce a base di ricotta, crema, cioccolato
e ingredienti difficilissimi da reperire.
«Mo-ko-na!»
Strillò il ragazzo quando,
messi gli occhiali, lesse per bene la ricetta. «Ci vogliono
almeno due giorni per preparare il tutto. Come pensi possa fartelo
questa mattina!»
«A Mokona
non interessa!» Urlò il manju
nero con tono divertito.
«Su Mokona,
lascia in pace il nostro cuoco.» Si
inserì Yuuko che, sulla porta, stava osservandoli con aria
di scherno. «Vedrai che preparerà presto ogni
singola ricetta contenuta su quel libro.»
A Watanuki non
sembrò vero di udire simili parole.
«E quando pensa dovrei farlo. Di notte?!»
Sbottò, alzandosi e prendendo le sue cose.
«Questo non
mi riguarda...» Lo schernì
la strega. «Piuttosto... Visto qualcosa di
interessante?» Continuò con espressione
più seria.
A quella domanda,
Watanuki posò un rapido sguardo
sull'oggetto ancora di fianco al fouton. «Io... non ne sono
sicuro... ma...» I suoi occhi si persero a contemplare per un
lungo attimo quelli carminei della donna che aveva di fronte.
«Doumeki... mi appare molto diverso da come si mostra di
solito e... mi chiedevo come sia possibile.»
«Strano...»
Sentenziò Yuuko.
«Eppure sembrate essere in confidenza...»
Dichiarò senza smettere di guardarlo.
«Chissà, forse sei tu che non gli permetti di
mostrarti certi lati del suo carattere...» Terminò
con fare allusivo.
Watanuki
arrossì di colpo, imbronciandosi ed avviandosi
verso l'uscita. «Lasci perdere! Dovevo aspettarmelo da
lei!» Borbottò dirigendosi verso il bagno.
Yuuko si
lasciò andare ad una risatina divertita, poi
fissò il punto dove il ragazzo era sparito ed il suo sguardo
si fece improvvisamente distante. «Sta solo a te saper
cogliere il vero aspetto di quanto gli altri ti mostrano... Watanuki
Kimihiro.» Mormorò.
«Yuuko-san
è sempre la solita!» Si
lamentò Watanuki qualche minuto più tardi mentre,
rabbioso, si avviava verso scuola.
Come gli capitava da
quando aveva preso l'abitudine di rimanere al
negozio, si trovò a passare davanti al tempio dei Doumeki.
Lì si
bloccò, colto dall'improvviso bisogno di
dare uno sguardo all'interno.
Si addentrò
in silenzio, fermandosi solo davanti al grande
albero dal quale, ne era quasi certo, aveva assistito al primo pensiero
di Doumeki. Senza pensarci si mise a sedere, poggiandosi al grosso
tronco del secolare ciliegio, gli occhi puntati sulla parte di tempio
visibile da quella particolare angolazione.
Lievi ondate di vento
soffiarono sulla sua pelle, rilassandolo. Quel
luogo era colmo di un'energia in grado di far dimenticare ogni dolore.
Eppure, ricordò, proprio in quel punto Doumeki aveva fatto
dei pensieri carichi di tristezza. Pensieri che adesso non riusciva a
ricordare. "Forse dovrei chiedere allo specchio" pensò,
pentendosi di averlo lasciato al negozio. «Tanto vale
approfittarne per godersi questo attimo di pace.»
Mormorò, sbadigliando.
«Oi...»
«...Mmh...»
Si lamentò Watanuki, aprendo
gli occhi sul volto dell'arciere. «Do...Doumeki!»
Esclamò tirandosi su a sedere. «Che... che ci fai
qui!»
Doumeki lo
fissò con un leggero disappunto. «Sono
a casa mia. Tu piuttosto, cosa ci fai addormentato nel mio
giardino.» Ribatté senza smettere di guardarlo.
Quella risposta
ricordò al più piccolo di come si
era intrufolato al tempio, per di più addormentandosi senza
neppure un saluto al padrone di casa. «I...io... scusa. Mi
ero messo qui ad aspettarti!» Mentì.
«E... devo essermi addormentato.»
Doumeki prese posto al
suo fianco, poggiando le mani sull'erba fresca.
«Questo punto non è visibile dal
cancello.» Dichiarò voltandosi a guardarlo.
«Perché eri qui?»
«Oh insomma!
Cos'è, non si può
più stare un po' nel verde, in questa
città?!» Si difese Watanuki.
«Non in
quello privato.»
«Beh, scusa
tanto! Non lo farò
più!» Commentò il più
piccolo. Poi il ricordo di quanto provato la sera prima lo colse senza
preavviso, ed il suo tono si fece improvvisamente più
morbido. «Dou...meki...»
L'altro lo
scrutò per qualche istante.
«Cosa...»
«Tu... ti
siedi spesso qui?» Domandò
cercando, senza successo, di porre la domanda in tono casuale.
«Qualche
volta... Perché?»
«Così...
è un posto tanto bello
che...» Si fermò nel notare un lieve cambiamento
nello sguardo del compagno.
«Immagino
che per te lo sia...» Replicò
questi, portando lo sguardo davanti a sé.
Watanuki fece lo
stesso e, nel notare il porticato del tempio e
l'angolo dove spesso si fermava a parlare con Haruka, per un attimo si
sentì gelare. «I...io, non dicevo per
quello...» Protestò, pentendosi subito dopo.
«E comunque... non credo sia un problema no? Il fatto... che
parlo con tuo nonno, dico...»
Doumeki rimase
immobile, gli occhi fissi su quel punto dove lui non
aveva mai avuto alcun ruolo. Un angolo di mondo che, seppur nella sua
versione onirica, aveva spesso riunito due anime a loro modo affini.
Qualcosa che con lui non sarebbe mai avvenuta.
Il suo sguardo si
incupì per un istante, dopo il quale,
alzatosi, tornò a fissare il ragazzo. «Si sta
facendo tardi.» Esclamò, porgendogli una mano per
aiutarlo ad alzarsi.
Senza ribattere
Watanuki accolse l'aiuto, sollevandosi per poi
riperdere rapidamente l'equilibrio.
In un attimo si
ritrovò addosso all'altro ragazzo che,
rimasto immobile, si limitò a fissarlo.
«Scu...
scusa...» Mormorò il
più piccolo, arrossendo di colpo.
In preda
all'imbarazzo, spinse le mani contro il torace di Doumeki,
allontanandosi un minimo. «Io... sono inciampato.»
Concluse, tornando a reggersi sulle proprie gambe un po' tremolanti.
«Me ne sono
accorto.» Fu la risposta lapidaria
dell'altro. «Andiamo?» Aggiunse infine facendogli
strada.
Watanuki
annuì seguendolo in silenzio, la mente concentrata
sul battito improvvisamente accelerato del suo cuore.
°*°
Quel pomeriggio al
termine delle lezioni si trovarono a percorrere,
come spesso accadeva, la via verso casa.
Himawari era rimasta a
scuola per sbrigare alcuni oneri da capo classe
e Watanuki, che da quel mattino si sentiva decisamente strano, fu quasi
grato al destino per l'inattesa opportunità di chiarire
alcune cose con l'arciere.
Peccato che la totale
mancanza di parole a riguardo stesse mandando in
fumo ogni proposito.
«Sei
strano.» Esordì d'un tratto Doumeki.
Deciso ad approfittare
dell'opportunità appena offertagli,
Watanuki si fece forza. «Ecco... io... stavo
pensando...»
Doumeki non
sembrò interessarsi alla cosa e, senza
ribattere, continuò a camminare.
«Non mi
chiedi a cosa penso?» Tentò il
più piccolo.
«Me lo
diresti?»
Watanuki lo
osservò e, per un attimo, quella risposta gli
provocò una stretta allo stomaco. «S...si,
certo.» Dichiarò convinto.
«Ok allora.
Ti ascolto.»
«Certo che
due parole di più non ti ammazzerebbero
eh!» Protestò a quel punto il più
piccolo.
L'altro non disse
nulla e, scoraggiato, Watanuki sospirò
amaramente, riprendendo a parlare. «Mi chiedevo... se sei
sempre stato così taciturno.» Esclamò
infine.
Evidentemente sorpreso
dalle parole dell'altro, Doumeki si
fermò. «Stavi pensando... a me?»
«N...no. Mi
chiedevo... Insomma, rispondimi no?»
Protestò un Watanuki al colmo dell'imbarazzo.
L'arciere
sembrò pensarci. «Credo...»
«Credi? vuoi
dire che non lo sai?!»
«Da bambino
parlavo con mio nonno...»
Decretò l'arciere.
«E
poi...?»
«Poi lui
è morto...»
Watanuki gli rivolse
un'occhiataccia. «Questo lo so anche io,
idiota!» Commentò.
«I miei
erano sempre via e non ho mai avuto tanti amici...
»
«Dimmi
qualcosa che non so!» Commentò
Watanuki con fare sarcastico. «E comunque è solo
colpa tua se non ci riesci. Piaci praticamente a tutti e se non hai uno
straccio d'amico è solo perchè sei un
insopportabile musone. Ecco!»
Doumeki
continuò a camminare, apparentemente indifferente
alle parole del ragazzo. «Tranne che a te...»
Mormorò di colpo.
«Eh?»
A quello, Watanuki si fermò.
«Che... che hai detto?» Chiese, improvvisamente
turbato.
«A te non
piaccio...» Continuò l'altro,
senza fermarsi.
«Cosa...
cosa c'entra adesso!» Protestò
il ragazzo, improvvisamente adirato per quella risposta inattesa,
giunta proprio quando aveva deciso di trovare un punto d'incontro con
l'altro.
Doumeki lo
ignorò e, nel tentativo di obbligarlo a
rispondere, Watanuki lo afferrò per la manica.
«Rispondimi. Cosa c'entra!»
L'arciere si
fermò, senza guardarlo.
«Rispondimi
ho detto!» Ripeté l'altro.
«Niente. Ho
solo precisato che non piaccio proprio a
tutti.» Chiarì Doumeki.
Watanuki lo
fissò senza ribattere, gli occhi stretti in due
fessure blu che gli conferivano un aspetto quasi felino. «E
per questo...» Sibilò poi, senza mollare la presa
e senza staccare gli occhi da quelli dell'arciere.
«È per questo che stai leggendo quel
libro?»
«Questo non
ti riguarda!» Protestò
Doumeki, scansandosi dalla presa dell'altro per poi dargli nuovamente
le spalle.
Watanuki
restò momentaneamente paralizzato. Per un breve
istante lo sguardo dell'arciere si era fatto infuocato mostrando una
risolutezza che in qualche modo aveva finiro con lo spiazzarlo
«Non... mi riguarda, hai detto... Con chi altri hai un legame
come quello che ti unisce a me, eh? Chi vuoi prendere in
giro?!» Gli urlò raggiungendolo.
«Watanuki...»
Precisò il più
grande. «Non mi fermerai. Quindi... non metterti in
mezzo.»
«Co...»
L'arciere riprese a
camminare e, ancora immobile, Watanuki si
limitò a fissarlo. Le mani strette a pugno, il cuore che
improvvisamente, e senza un apparente motivo, sembrava essersi fermato
sotto il peso di quelle ultime parole.
"Ti fermerò
invece. Io... non ti permetterò di
allontanarti... da me."
Rieccociiiii!
Uhm... un passo avanti per Watanuki? Ahah lui è come i
gamberetti, quindi... non fate troppo affidamento su di lui. ^^;
Alloraaaa
Questo capitolo è
nato in una notte di follia, così come il prossimo. :P
Notte
che ha visto nascere anche un'altra fanfic (e bastaaaa, direte voi ^^;)
sempre sui nostri due amati ragazzi! Ma bando alle ciance e via alle
recensioni!!
Witch Of The Dimensions:
In una sola parola: Grazie! ^_^
Me è commossa e lusingata. E si... il mistero del libro si
scoprirà a breve. Per quanto riguarda Haruka invece... mmm
temo di dover mantenere il"chissà" Certi aspetti infatti non
sono molto chiari neppure a me che li scrivo. ^^;
Naco chan:
Grazie del complimento. Son felice che la mia versione di Yuuko ti
piaccia. :P
Quanto a Watanuki... che dire se non che sono troppo d'accordo con te?
Quel ragazzo è semplicemente irrecuperabile. A volte mi
viene da prenderlo a bastonate anche mentre sto scrivendo di lui. :P
Eppure Doumeki è così cotto. Mah...
Ahah in effetti anche io non disdegnerei lo specchio della mente.
Peccato che Watanuki sia in grado di combinare pasticci anche con uno
strumento nato per semplificarti i problemi. ^^;
Yuki Ishimori:
Sono davvero felice che la storia ti piaccia. E ancor di più
che ti stia piacendo anche l'altra. XD
Spero che questo nuovo capitolo sia stato ugualmente di tuo gradimento.
Doremichan:
Me è estremamente lieta ed orgogliosa di allietare almeno un
po' la tua estate.
Mi fa piacere sapere che anche il modo in cui vengono resi i personaggi
ti piaccia. ^_^
Purtroppo per Watanuki le speranze sono sempre poche. Ma confido in
Yuuko, nello specchio e nella forza dell'histuzen. :P
Ikarikun:
Nuuuu temo che il video si sia perso... Che l'abbia rubato Watanuki?
¬.¬
Se è così me la pagherà moooooolto
cara. XD
Harianne: Ah
Ah Ah e questo era per il tuo primo commento. :P (me pensa a come non
la vorrai più quando ci toccherà modificare i
capitoli di DI in cui non facevo che chiamare con un altro nome un
certo personaggio bastardo. XD)
Dai Dai che il tempo delle medicine è passato. :P
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Capitolo 7
Lo Specchio della mente
Capitolo 7
«Waaatanuki!»
La voce di Yuuko giunse improvvisa, distogliendolo dai suoi pensieri.
«Si, arrivo!» Urlò dalla cucina, dove
stava finendo di sistemare i dolcetti che avrebbe servito per la
merenda.
«Quella donna è veramente
impossibile...» borbottò, versando la cioccolata
calda nelle tazze.
Per un attimo rimase ad osservare, come ipnotizzato, il gioco creato
dal liquido scuro.
Da quando era rientrato non aveva mai smesso di interrogarsi su quanto
avvenuto poco prima.
Lui non aveva mai fatto certi pensieri, non si era mai preoccupato
della vicinanza di Doumeki. Eppure, proprio quando lo aveva sentito
improvvisamente distante, si era sorpreso a scoprire di non volerlo
perdere.
Quell'ultimo pensiero bastò da solo per riportarlo al
presente.
Sospirando, prese con se il vassoio e si avviò verso la sala.
«Allora, Watanuki...» Domandò Yuuko dopo
aver assaggiato un pasticcino. «Come procede con
Doumeki-kun?»
Quella domanda sembrò coglierlo impreparato.
«Ecco... non procede, a dire il vero...»
Tentennò il ragazzo.
La sua risposta fu accolta da uno dei coretti festosi di Maru e Moro.
«Ssh... silenzio voi.» Le richiamò la
strega, evidentemente incuriosita dalle parole del suo dipendente.
«Vuoi forse dirmi che sta ancora leggendo quel
libro?» Si informò.
«Io... credo... Si.»
La donna accostò le labbra alla tazza fumante.
«Capisco...» Mormorò un attimo prima di
assaporarne il contenuto.
Watanuki la osservò bere, in attesa di un verdetto.
«E...?» Domandò, quando comprese che
questo non sarebbe mai giunto.
Per tutta risposta Yuuko sollevò lo sguardo su di lui.
«E... niente. Ho detto che ho capito.»
«Tutto qui? Nessun consiglio da dare?»
La donna gli rivolse un sorrisetto ironico. «Oh... tanto non
mi ascolteresti. Perché perdere tempo?»
Dichiarò.
«Perdere tempo! Perdere tempo!» Canticchiarono Maru
e Moro.
Watanuki le osservò interdetto, soffermandosi per un breve
istante sull'assurdità di quella scena e, forse, della sua
intera vita.
«Ho capito.» Mormorò infine.
«Io... me la caverò da solo.» Concluse,
voltandosi ed avviandosi verso la porta.
«Watanuki.» Lo richiamò la strega.
«Ricorda... non hai molto tempo.»
Già, il tempo.
Quello era sempre stato un grosso problema per lui. Esattamente come lo
erano gli spiriti, la sua innata capacità di cacciarsi
sempre nei guai. Un po' tutto, insomma.
Sospirando, Watanuki si avviò verso quella che, all'interno
di quel negozio, era ormai la sua stanza.
Una volta dentro, lo sguardo si posò immediatamente sullo
specchio.
"Cosa dovrei fare..." Pensò, sempre
più affranto.
Doumeki sembrava più che intenzionato a procedere per la sua
strada. E lui, non era mai stato bravo a distoglierlo dai suoi intenti,
per quanto rischiosi o assurdi che fossero.
Eppure... nonostante trovasse ancora strano un simile pensiero, una
parte di lui era davvero intenzionata a non perderlo. E fu proprio in
nome di quella piccola parte di anima che, carico di una decisione mai
sperimentata prima, si mise a sedere sul fouton, prendendo lo specchio
e cercando qualcosa di sensato da chiedergli.
Rimase a fissarlo per una buona mezz'ora. Intento a scartare le domane
più futili, in attesa di quelle più adatte alla
situazione. Un tentativo che ebbe il solo risultato di fargli perdere
del tempo prezioso.
«Uff...» Sbottò di colpo, rigirandosi
l'oggetto tra le mani. «Mentre sto qui, Doumeki sta
sicuramente studiando quel dannato libro. Ci sarà qualcosa
di utile che puoi dirmi a riguardo.» Si lamentò,
fissando la superficie dello specchio.
Neanche avesse espresso una domanda precisa, una luce abbagliante si
sprigionò dal disco riflettente, catturandolo in un vortice
di calore che terminò solo quando la luce fu sostituita dal
buio.
«Ma cosa...»
Fuori stava piovendo. Un tempo cupo che ben si sposava con il
cielo carico di nuvole.
Incerto su quanto stesse avvenendo, Watanuki si guardò
intorno, alla ricerca di indizi utili a fargli comprendere cosa stesse
osservando.
Fortunatamente non gli ci volle molto.
All'improvviso il corpo, dentro il quale si trovava, si
immobilizzò fissando una figura lontana.
Watanuki sentì una stretta al cuore, un dolore profondo e
lancinante che gli fece comprendere l'identità del ragazzo
che, in riva al fiume, stava parlando da solo.
Dopo un profondo respiro, pronto al peggio, decise di osservare la
scena.
«Che strano...» Pensò. «Non ho
memoria di questo momento...»
Poi Doumeki fece un paio di passi e questo bastò a
mostrargli i dettagli mancanti.
Il Watanuki del passato stava stringendo il corpo senza vita di un
cucciolo. Le guance rigate di lacrime.
«Anche io morirò così...» Si
sentì dire. «Solo.»
Nell'udire quelle parole, l'arciere deglutì con amarezza. Lo
sguardo fisso su di lui. Il cuore che pur senza sbalzi sembrava battere
un ritmo struggente.
"Non lascerò che accada." Lo sentì pensare. "Non
resterai da solo."
Poi il paesaggio si colorò di tinte pastello e nonostante il
desiderio di cogliere ancora qualche indizio, la scena mutò,
trasportandolo al tempio.
Si trovavano nella camera di Doumeki.
Davanti a se poteva vedere il suo corpo disteso sul fouton
dell'arciere. Un avvenimento che si era presentato fin troppe volte.
Pensò.
Lo sguardo di Doumeki era fisso su di lui. Il cuore quasi agitato, il
respiro carico di apprensione. Era tutto talmente chiaro, vissuto dal
di dentro, che per un attimo Watanuki si sentì un'idiota.
Come aveva potuto dubitare a quel modo della sensibilità di
Doumeki?
Quei pensieri furono stroncati dalla sua stessa voce che, con modi non
proprio gentili, stava informandosi sull'accaduto.
In preda ad un malessere crescente, Watanuki udì la voce
dell'arciere spiegare ogni cosa con la sua solita calma. La stessa che
lui aveva sempre scambiato per indifferenza.
«Sarà meglio che vada!» Si
sentì dire. Il tono brusco a tal punto da farlo vergognare
di se stesso.
Attraverso gli occhi di Doumeki accarezzò con lo sguardo la
sua figura ormai in piedi. Dentro, una sensazione di disagio piuttosto
spiacevole.
Era così che lo faceva sentire? Per questo stava cercando di
cambiare le cose?
“Si può sapere che cos'hai in quella testa?!"
Pensò in un impeto di rabbia.
Un attimo dopo la scena era nuovamente mutata.
Watanuki si sforzò di comprendere la nuova destinazione. Gli
occhi dell'arciere però erano fissi su qualcosa di bianco.
Il soffitto, capì qualche istante più tardi.
Era sdraiato, le braccia dietro la testa e la mente assorta in pensieri
senz'altro carichi di dolore, visto lo stato emotivo in cui si trovava.
Watanuki rimase in ascolto per un po', attendendo pazientemente un
qualsiasi indizio.
Poi, finalmente, Doumeki si voltò, gli occhi fissi su un
libro. "Devo farlo. Non importa se il suo odio aumenterà"
pensò.
Quelle parole fecero scendere un velo di profonda tristezza nel cuore
del più piccolo che, solo un attimo dopo, si rese conto che
quello che l'arciere stava fissando era il libro che stava leggendo
proprio in quei giorni.
Evidentemente il passato nel quale si trovava era piuttosto recente.
Stava giusto pensando di restare ancora un po' ad osservare, quando
Doumeki si alzò in piedi, sfiorandosi la fronte.
«Che strano...» Lo sentì dire.
Watanuki cercò di sondare la presenza di pensieri
più profondi ma, ancor prima di riuscirci, qualcosa
sembrò sbatterlo fuori.
Quando riaprì gli occhi era nuovamente nel negozio di Yuuko.
«Che diavolo era quello!» Borbottò.
«Davvero non ci arrivi?» Domandò la
strega, osservandolo con sufficienza.
«Yuuko-san!» Sbottò il ragazzo, nel
vederla appoggiata contro una parete, le braccia incrociate ed uno
sguardo carico di scherno. «Cosa vuole che ne
sappia!» Si lamentò.
«Quello...» Ribatté la donna, indicando
lo specchio. «Non mostra solo il passato. E tu... hai appena
visto il presente di Doumeki-kun...»
Nella stanza calò improvvisamente il silenzio, interrotto
poco dopo dalla voce di Watanuki.
«Che?!» Sbottò, indietreggiando con
sguardo spaventato. «Si può sapere che razza di
diavoleria è mai questa?» Urlò,
indicando con mano tremante lo specchio poco distante.
La strega sospirò rassegnata. «Mi spieghi cos'hai
da urlare?» Ti stupisci tanto dopo aver passato giorni interi
a spiare nel passato?»
Quell'affermazione sembrò scuotere il ragazzo. «Io
non ho spiato un bel niente!» Puntualizzò
risentito.
«Ah no?» Fece lei.
A quello, Watanuki arrossì visibilmente. «Ecco...
io... Ok!» Stabilì prontamente. Il tono nuovamente
aggressivo. «Ma ho avuto seri motivi per farlo. E non
è affatto piacevole! Cosa crede?!»
«Hai scoperto qualcosa, almeno?» Domandò
la donna, ignorando le proteste del suo dipendente.
«Io... si, credo di si.»
«Bene...» Fece lei, sorridendogli. «Hai
ancora una speranza, allora.»
Sotto lo sguardo stranito di Watanuki la strega si voltò,
riaprendo la porta. «Hai il resto della giornata
libera.» Esclamò, prima di allontanarsi.
Watanuki restò a fissare la porta, nuovamente chiusa, per
alcuni secondi. «La giornata libera.»
Ripeté. «Bene!» Esclamò,
mettendosi in piedi.
Poco dopo, stava correndo verso il tempio.
Rieccoci qui! ^_^
Sono davvero felice che questa storia vi stia piacendo. In particolare
perchè ogni capitolo è una novità
anche per la sottoscritta. ^^;
Grazie ad Hari per aver fatto ancora una volta da beta reader!
Che altro dire... Ormai non manca molto al finale e nel prossimo
capitolo i nostri due giungeranno finalmente ad un confronto. Speriamo
solo che Watanuki non rovini tutto, come suo solito. :P
Doremichan:
Definire un capitolo "DouWata" è un complimentone. Altro che
scuse.
Sono davvero felice di sapere che la storia ti piace. Ormai non manca
poco al finale (credo...^^;).
Ikarikun: Uh magari hai visto anche i miei allora! :P
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
Naco chan: Come vedi, Watanuki non è poi
così brillante. ^^; A volte lo prenderei a schiaffi anche
mentre lo scrivo. Riesce a complicare situazioni così
semplici in cui a mio avviso basterebbe solo correre da Shizuka e
dirgli "ti amo!"
Ma lui, no. Proprio non ci arriva. ;_;
Vabè... speriamo solo che questo capitolo ti sia piaciuto. :)
Witch Of The Dimensions: *Arrossisce e si nasconde
dietro a Yuuko-san* Grazie! Me commossa. E sono davvero felice di
riuscire a mantenere l'atmosfera di Holic. Spero continuerai a leggere
anche il resto. :)
Yusaki: Oh, mi eri mancata! *_* Sono felice che il
proseguo ti stia piacendo. Il prossimo capitolo vedrà i
nostri due finalmente uno di fronte all'altro ed in modo serio. Vedremo
cosa combinano. :P
Harianne: Non risponderò a possibili
spoiler. :P Detto questo, me è felice di sapere che ti
piace. E Shizuka freddo. Oh ma tu l'hai visto e scritto molto
più freddo di così! Vuoi mettere con Di? XD
Ok si era detto niente spoiler. :P
Un saluto a tutte!
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Cap. 8
Lo specchio della mente
Capitolo 8
Il sole stava per congedarsi da
quella lunga giornata quando Watanuki giunse al tempio, il fiato corto
per via della corsa.
A quell'ora Doumeki era solito meditare.
Era stata Himawari a rivelarglielo, un pomeriggio della settimana
prima. Con i suoi modi gentili gli aveva porto un libro, spiegando di
doversi fermare oltre l'orario scolastico per le lezioni di piano che
in quei giorni finivano più tardi del solito, portandola a
passare dal tempio proprio quando Doumeki era impegnato.
Certo, c'erano state tante e tante volte in cui l'arciere aveva
impiegato in modo diverso quel momento che anticipava la cena.
A volte gli aveva salvato la vita, certe altre lo aveva accompagnato a
risolvere qualche bizzarro lavoro di Yuuko, altre ancora si era
limitato ad osservarlo dormire nel suo fouton.
Ripensandoci, era strano come certi particolari fossero sempre rimasti
chiusi nella sua mente, ben isolati l'uno dall'altro.
Assorto in quei pensieri, Watanuki quasi non sentì i passi
alle sue spalle, saltando per lo spavento quando la voce di Doumeki lo
raggiunse. «Che razza di modi sarebbero questi,
eh?» Domandò, urlando come suo solito, salvo poi
ricordarsi del perché si trovasse al tempio.
«Che ci fai qui...» Domandò l'altro,
come sempre impassibile.
Nel vederlo, Watanuki comprese di essere capitato in uno di quei giorni
in cui la meditazione veniva messa da parte per altro.
«Che... stavi facendo?» Domandò, sempre
più agitato.
«Cosa ci fai qui.» Ripeté l'altro.
A quelle parole il più piccolo sospirò
amaramente, lo sguardo perso nel tramonto. «Io... devo
parlarti.» Mormorò, senza riuscire a guardarlo
negli occhi.
L'arciere sembrò rifletterci un'istante.
«Seguimi.» Disse infine, incamminandosi verso la
biblioteca del nonno.
Watanuki obbedì, ragionando mentalmente su come iniziare il
discorso che si era ripromesso di fargli.
«Allora?» Domandò l'altro, fermandosi a
pochi passi da una delle scaffalature che fungevano da arredamento.
Nel vederlo, con quell'espressione più seria del dovuto, il
cuore di Watanuki tremò lasciandolo senza fiato.
«I...io...» Tentennò.
Doumeki si limitò a guadarlo, le iridi dorate puntate su di
lui.
«Si può sapere che cavolo ti ha preso?»
Sbottò infine il più giovane.
«Lo chiedi a me?» Ribatté l'altro.
«E a chi altri? Sono giorni che sei... distante. O credi non
me ne sia accorto?!»
«Non so di che parli.» Lo congedò
l'arciere. «Dovevi dirmi solo questo?»
Domandò infine.
Watanuki annuì, dandosi mentalmente dell'idiota per la
mancanza di coraggio che lo aveva portato a non esprimere esattamente
quanto avrebbe voluto.
«Vai a casa allora. Lo sai che la sera diventa pericoloso per
te.» Concluse l'altro ragazzo.
«Doumeki...» Ritentò il più
piccolo. «Senti... lo so che a volte sono stato...
pesante...» Lo sguardo rivolto al pavimento e agli strani
simboli che vi erano stati tracciati.«Se ho fatto qualcosa
che ti ha urtato...» Continuò alzando gli occhi
sull'espressione immutata dell'arciere. «Ti chiedo
scusa...»
A quelle parole Doumeki si avvicinò, osservandolo.
«Stai bene?»
«Che? Si! certo che sto bene!» Si scaldò
subito, Watanuki. «Che... che razza di domanda è!
Hai sentito quello che ho detto?» Domandò,
riprendendo a muoversi in modo scomposto.
«È per quello che ti ho chiesto se stai
bene.»
La risposta dell'altro bastò a placare l'agitazione del
più piccolo. «Senti...» Riprese,
distogliendo nuovamente lo sguardo. «So bene di non essere
bravo in questo genere di discorsi. Ma... sto cercando di... rimediare
per...» La difficoltà evidente nell'esprimere
ciò che sentiva lo spinse a fissare l'altro ragazzo, quasi
in cerca di aiuto. «Cambiare le cose...»
Doumeki lo fissò, appoggiandosi alla libreria posta alle sue
spalle, le braccia incrociate.
«Insomma per... riportarle a prima che tu ti allontanassi e
che... prendessi quel... libro.» Continuò, notando
il grosso volume sul tavolino poco distante.
«Ti ho già detto di non immischiarti.»
Fu la fredda replica del più grande.
«Ma io...» Tentò l'altro, sentendosi
improvvisamente perduto. «Non posso! Lo so di non averne il
diritto e di non averti mai ringraziato a sufficienza ma... non
voglio...» La gola improvvisamente secca.
«Perderti...»
Quelle parole sembrarono raggiungere l'arciere, che improvvisamente si
mosse, afferrandolo e tirandolo a sé.
Watanuki lo fissò senza comprendere, catturato dallo sguardo
intenso dell'altro. «Che... ti prende...»
Mormorò, distogliendo lo sguardo e notando che i simboli
visti poco prima formavano un cerchio che al momento li stava
letteralmente circondando.
In breve la sua espressione si corrucciò. Trovarsi dentro un
cerchio era qualcosa che stranamente gli ricordava Yuuko-san,
benché al momento non avesse la lucidità per
coglierne i motivi. «Dou...meki...»
Sussurrò quindi, alzando nuovamente lo sguardo verso
l'arciere.
In quel preciso istante il ragazzo più grande gli rivolse
uno sguardo carico di parole non dette, dopo il quale lo strinse con
forza, posando le labbra sulle sue.
Fu un contatto tiepido, stranamente piacevole, carico di qualcosa che
Watanuki non aveva mai lontanamente immaginato.
Ciò nonostante, quando giunse al termine, il ragazzo si
scostò rapidamente osservando l'arciere con sguardo
scioccato.
«Che cavolo hai fatto!» Urlò, portandosi
una mano alla bocca. «E cosa diamine è
quello?!» Continuò, indicando lo strano cerchio.
Doumeki lo fissò in silenzio, spostandosi verso il tavolino,
richiudendo il libro e facendo ordine tra le sue cose.
«Sto parlando con te!» Continuò il
più piccolo, sempre più agitato.
«Puoi andartene se vuoi.»
«Certo che lo voglio. E lo farò, dopo che
avrò avuto una spiegazione!»
Doumeki si voltò senza fretta, appoggiandosi nuovamente ad
uno dei numerosi scaffali. «Non ho nulla da dirti. Capirai
quando sarà il momento.»
«Che?» Rispose l'altro con espressione inebetita.
«Capirò?» Continuò, sempre
più irato. «Capirò cosa?!»
«Ti ho già risposto.» Concluse
l'arciere. «Ed ora scusami. Devo ancora cenare.»
Watanuki rimase immobile, osservando il più grande che con
aria assente lo superava uscendo dalla biblioteca.
«Allora, ti muovi?» Lo sentì dire.
Se pur controvoglia il più piccolo obbedì,
raggiungendolo e fermandosi a pochi passi da lui.
«Io... volevo davvero sistemare le cose tra noi... Cosa
c'entrava quello... Per...ché mi hai baciato.»
Domandò, cercando di resistere alle lacrime che pungenti
continuavano a spingere contro i suoi occhi ormai lucidi.
«Era l'unico modo...» Rispose l'altro, senza
guardarlo. «Vai a casa ora...»
Poi, come fosse la cosa più naturale da farsi, l'arciere gli
voltò le spalle e, senza dir nulla, si allontanò.
Quella freddezza sembrò spiazzare il più piccolo
che, incredulo, rimase a fissarlo dando sfogo alle prime lacrime.
«Sei solo un'idiota!» Urlò infine,
avviandosi di corsa verso l'uscita del tempio.
*°*
Aveva percorso la via del ritorno
scappando da un dolore
sordo che,
nonostante gli sforzi, non era riuscito a seminare.
Scontrarsi con la freddezza glaciale dell'arciere lo aveva
completamente svuotato, cancellando ogni proposito e rendendolo
infinitamente triste. E solo.
Il ricordo di quanto avrebbe voluto dire a Doumeki tornò
alla sua mente solo quando oltrepassò il cancello del
negozio.
Lì, appoggiata alla porta, c'era Yuuko evidentemente in
attesa del suo ritorno.
«Yuuko-san...» Esclamò nel vederla,
asciugandosi prontamente gli occhi.
«Devo dedurre che il tuo piano è andato in fumo...
eh Watanuki?» Constatò lei.
Il ragazzo le lanciò un'occhiataccia. In quel momento il
male che provava era fin troppo, per pensare anche solo lontanamente di
sommarvi la frustrazione che sarebbe conseguita dalle parole della
donna. «Non ora...» mormorò stancamente,
superandola per aprire la porta.
Ciò che voleva era potersi nascondere nel buio della camera
che lo ospitava, magari raggiungendo quel Doumeki che solo lo specchio
riusciva a mostrargli, lo stesso Doumeki che gli era divenuto tanto
importante.
Eccoci qui. Mi scuso per il
lieve ritardo ma ho riscritto questo pezzo ben tre volte. E continuava
a cancellarsi da solo. ;_;
Comunque! Sperando vi sia piaciuto... andiamo alle recensioni.
Prima però un grazie speciale ad Hari che ha come sempre
betato (mmh si può dire? :P) il capitolo. A tarda notte. (Se
tarda si può definire visto le le albe fatte per DI)
Ma non divaghiamo... :P
Yusaki: Spero che le novità di questo
capitalo ti siano piaciute.
La scena del gatto... l'ho adorata anche io. *_* Domeki era carinissimo
e Wata mi ha fatto una tenerezza. Davvero un'immagine bellissima.
Ahhh *sospiro da fangirl* (E seeeeeenti, ma quando posti il nuovo
capitolo? :P)
Ikarikun: Buone vacanze. Spero di rileggerti al tuo
rientro. ^_^
Naco-chan: Come sempre... temi bene. Wata le idiozie le fa
anche solo respirando ormai. Ma confido nella saggezza di Yuuko e
nell'amore di Doumeki. :P
Doremichan: Mi scuso per il colpo basso e spero di
non averne dato un altro con questo nuovo capitolo. ^^;
Le cose si sono smosse parecchio, ora sta solo da ricondurle verso la
giusta direzione.
Witch Of The Dimensions: Grazie ^_^ Sono liega di leggere che
il capitolo ti è strapiaciuto.
Bene... anche per questa
volta è tutto. Spero che la storia continui a piacervi.
Intanto (angolino pubblicitario) è nato il forum di
xxxHolic se ne avete voglia lo trovate QUI
Alla prossima
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Lo Specchio della mente
Capitolo 9
Dolore.
Era questo ciò che aveva dentro. Semplice e puro
dolore.
Dal primo istante in
cui la sua mente aveva compreso di essere sulla
via che lo avrebbe portato a perdere l'amicizia dell'arciere, la
sensazione di incompletezza provata qualche attimo prima, aveva preso
ad espandersi internamente formando un cratere che, poco dopo e proprio
sotto il peso della parole di Doumeki, si era lentamente riempito di
una sensazione capace di corrodergli l'anima.
Watanuki
sollevò un braccio per cancellare alcune lacrime.
Era seduto sul fouton
della camera che lo ospitava quando restava a
dormire da Yuuko. Gli occhi velati dal troppo piangere, le guance
arrossate, l'espressione persa e addolorata.
"Perchè
è dovuto succedere tutto questo...
Perchè non ho capito prima." Pensò amareggiato.
In fin dei conti,
Yuuko gli aveva dato non pochi spunti sui quali
riflettere, così come le stesse esperienze vissute lo
avevano più volte messo faccia a faccia con quanto provava.
Eppure la sua voglia di non vedere, aveva avuto la meglio, confinandolo
in una spirale di interminabile dolore.
«Dou...meki...»
Singhiozzò,
abbracciandosi nel buio di quella stanza.
Trascorse
così diverso tempo, dopo il quale decise di fare
qualcosa.
Messosi a sedere,
prese in mano lo specchio e, se pur provato dalla
giornata trascorsa, decise di interrogarlo ancora una volta.
«Dimmi cosa
sta pensando Doumeki.»
Ordinò.
Un
attimo dopo si trovò seduto in uno spazio scuro,
attraversato da sottilissime onde energetiche.
Diversamente
da quanto accadeva di solito, davanti a se non vedeva
nulla. "Che stia dormendo?" pensò.
Un'onda
più forte sembrò urtarlo provocando un
forte stridere che gli entrò dentro la testa, superando i
normali confini del suono.
Spaventato,
Watanuki cercò di far luce su quanto stesse
accadendo e, all'improvviso, le immagini tornarono, mostrandogli
l'interno del tempio in continuo movimento.
La calma
piatta nella quale si era trovato fino ad un attimo prima,
sostituita da una determinazione, molto prossima alla rabbia.
Poi di colpo,
sentì il cancello del tempio chiudersi, mentre
la strada scorreva velocemente sotto ai suoi occhi.
Nei minuti
successivi, osservò senza capire, i luoghi che
andavano cambiando passo dopo passo, fino a condurlo vicino al negozio
dei desideri.
Di solito lo
specchio non gli mostrava le parti prive di significato.
Lo trasportava in giro nel tempo e tra i vari luoghi, ponendolo sempre
nel momento esatto che voleva mostrargli.
Quell'improvvisa
variazione iniziò ad allarmarlo, portandolo
a chiudere e riaprire gli occhi, nella speranza di trovare uno scenario
diverso ad attenderlo.
Poi, le cose
iniziarono a mettersi male. Doumeki oltrepassò
lo steccato che dava sul negozio, bussò alla porta e, quando
Maru e Moro gli aprirono, Watanuki capì.
Aprì
gli occhi sulla realtà della sua stanza.
Scoprendosi ancora in lacrime.
In
quel preciso istante la porta si aprì rivelando la figura
dell'arciere.
«Dou...meki...»
Esclamò il ragazzo.
Il più
grande gli rivolse uno sguardo gelido. «Non
mi sbagliavo.» Esordì fissando lo specchio.
Watanuki
posò l'oggetto magico, asciugandosi le lacrime ed
alzandosi in piedi. «Doumeki... senti.»
«Perchè.»
Continuò lui,
avanzando minacciosamente. «Sei entrato nella mia testa,
vero?»
«Oh...»
Esclamò l'altro, confermandogli
ogni sospetto. «Ecco... io, non...»
Doumeki lo
bloccò con un gesto della mano. «Lascia
stare. Non ha più importanza.»
«Ma...»
«Volevo solo
accertarmene.» Concluse.
Watanuki lo
fissò tra le lacrime.
«Shizuka...»
L'arciere
però sembrò non sentirlo, e senza
aggiungere altro, si allontanò dalla stanza, lasciandolo
solo con quel dolore crescente.
°*°
Intorno
a lui c'erano solo pareti scure le cui superfici sembravano
riflettere immagini a colori, stinte dal tempo.
Enormi ombre
lo circondavano. Spettri di grossi alberi le cui fronde
venivano smosse da un vento caldo e leggero, si stagliavano sulla sua
testa.
«Questa
non è la mente di Doumeki...»
Commentò tra sé e sé.
«No,
non lo è...» Spiegò una
voce a lui conosciuta.
Watanuki si
girò evidentemente sorpreso.
«Haruka-san...» Mormorò.
Il sacerdote
si limitò a sorridergli, l'espressione gentile
come sempre.
«Do...dove
siamo?» Domandò, guardandosi
intorno con aria spaesata.
«In
una parte di te..» Replicò l'uomo
come fosse la cosa più ovvia.
«Ma...»
Watanuki lo fissò con aria
allarmata.
Haruka mosse
un paio di passi verso il ragazzo. «Siamo...
nella parte in cui hai scelto di relegarti...»
Dichiarò, guardandosi intorno.
«Relegarmi...»
Ripetè Watanuki.
«Esattamente.»
Commentò Haruka.
«Non hai forse desiderato di poterlo sentire vicino come
quando osservi attraverso lo specchio?» Domandò
l'uomo con estrema calma.
Il ragazzo
arrossì, limitandosi ad annuire.
«Così
però... finirai con
l'allontanarlo per sempre. Vivendo nel passato, intendo.»
Watanuki
sollevò due occhi lucidi sull'uomo.
«Lui... è già lontano.»
Sospirò, adombrandosi.
L'uomo lo
osservò con una certa apprensione.
«Dimmi... Riesci ad essere felice, Kimihiro-kun?»
Il ragazzo lo
osservò senza rispondere, abbassando il capo e
stringendo i pugni quando, lo sguardo dell'altro si alzò su
di lui comunicandogli che si attendeva una risposta.
«Non
molto...» Ammise infine. «Io... devo
aver sbagliato qualcosa. E lui ora... si è allontanato per
sempre...»
«Ne
sei sicuro?» Chiese l'altro, poggiandogli una
mano sulla spalla.
Watanuki
sollevò gli occhi sulla figura del sacerdote.
«Io... credo di si.»
«Non
imparerai mai, eh?» Domandò
l'altro. «Devi riuscire a vedere al di là delle
apparenze, specie con persone impenetrabili come mio nipote.»
Replicò infine.
«Ci
ho provato...» Replicò il giovane.
«Ma lui... ha preso le distanze...»
Continuò, gli occhi ormai lucidi.
Haruka
sorrise. «Sono sicuro che troverete il
modo.» Lo rassicurò. «Per cominciare...
prova a parlargli con il cuore, Kimihiro-kun. Spesso la mente usa le
parole sbagliate.»
«Che?»
Il ragazzo sollevò gli occhi
appena in tempo per vederlo sparire.
Un
attimo dopo era ancora nella sua stanza. Nella testa un nuovo
rompicapo da risolvere.
«Fantastico.»
Sbottò, carico di tensione.
«Qualcosa
non va?» Domandò in tono
ironico la strega.
«Yuuko-san...
da quanto...»
La donna gli
andò vicino, lo sguardo serio che mal si
abbinava all'espressione sorridente. «Solo qualche
minuto.» Dichiarò, curvandosi su di lui.
Watanuki rimase
immobile, osservandola mentre con i modi di sempre gli
prendeva il mento tra le dita sottili per obbligarlo ad incontrare il
suo sguardo. «Dimmi Watanuki, hai capito ora?»
Chiese infine.
Senza un apparente
motivo il ragazzo si scostò da lei
bruscamente. «No! Non... non ne sono capace.»
Urlò quasi.
«Eppure...»
Proseguì lei. «Ero
convinta che l'arrivo di Doumeki-kun ti avrebbe aperto gli
occhi...»
«E...
come.» Sospirò il ragazzo,
ricordando con rammarico la delusione dipinta sul volto dell'arciere.
Yuuko sorrise appena,
sollevandosi ed avvicinandosi alla porta.
«Quello specchio serviva a cogliere i suoi pensieri e non a
spiarne i movimenti. Così facendo hai interferito con la sua
realtà.»
«Con la sua
realtà?»
Yuuko
annuì, fissandolo dall'alto in basso. «E'
evidente che dovrai ancora cercare...» Dichiarò
infine.
«Yuuko-san!»
La chiamò lui, alzandosi in
piedi. «Cercare... dove?»
Per tutta risposta la
donna fece scorrere la porta shoji, uscendo dalla
stanza e voltandosi per richiuderla. «Sta a te comprenderlo,
Watanuki Kimihiro...» Dichiarò infine, lanciando
un'occhiata fugace, proprio dove si trovava lo specchio.
Quando
fu solo, Watanuki, tornò a sedersi sul fouton,
osservando l'oggetto magico.
Se la strega non
l'aveva ancora ripreso era perchè in
qualcosa gli sarebbe tornato utile. Dopo l'infinità di
giorni trascorsi in quel negozio, alcune cose iniziava a capirle anche
lui, dopo tutto.
I suoi occhi si
mossero sulla superfice ancora lievemente accesa dello
specchio. Alla fine non aveva fatto che procurargli guai su guai,
confondendolo e mostrandogli un'immagine dell'arciere che evidentemente
non era affatto reale, pensò.
Chiuse gli occhi,
stringendolo a se e soffermandosi sulle ultime
immagini viste attraverso quella strana forma di magia.
Aveva chiesto di
vedere qualcosa che riguardasse Doumeki ed al suo
posto aveva incontrato Haruka-san. Era stato lo specchio a condurlo da
lui? Il sacerdote aveva parlato di un incubo. Che si fosse
semplicemente addormentato?
Quel pensiero lo
portò a riaprire gli occhi.
«Voglio
sapere.» Ordinò all'oggetto,
stretto saldamente tra le sue mani. «Mostrami i pensieri di
Doumeki.»
Fu
un viaggio breve. Uno scorrere lento di immagini che, come lo
scorrere di un fiume, non sembravano aver fine.
Doumeki stava
osservandolo. Non riusciva a ricordare il momento che
attraverso la mente dell'arciere stava rivivendo.
Capitava spesso di
trovarsi insieme e a scuola e non si era mai
soffermato a fissare l'arciere nella sua mente. I suoi pensieri erano
sempre
stati per Himawari,
non certo per lui.
«Vuoi
piantarla di seccarmi?» Si era sentito urlare?
Lo sguardo di Doumeki,
per nulla mutato, continuava a fissarlo.
«Lo mangi?» Domandò indicando un
dolcetto tra le sue mani.
«Eh?»
Aveva chiesto lui con l'aria di non capire.
Eppure era tutto
così ovvio se visto da chi stava compiendo
l'azione.
Vide la sua mano, anzi
quella dell'arciere, muoversi per afferrare il
pasticcino ancora intatto. Ci fu un lieve contatto tra le loro dita.
Una sorta di lieve carezza che ai tempi non aveva neppure notato,
concentrato com'era nel capire cosa volesse l'altro per poterlo
ricoprire di insulti.
Tutt'altra cosa fu
quanto sentì dalla mente di Doumeki. Il
battito che accelerava, un senso di calore improvviso ed il gusto
morbido e fragrante del dolcetto che lui aveva preparato.
Era per questo che
continuava a prendergli il cibo da sotto al naso?
Era questo ciò che intendeva Haruka-san quando gli aveva
parlato dei gusti difficili del nipote, in fatto di cucina?
Watanuki chiuse gli
occhi, colpito da quanto aveva appena visto e
sentito.
Quando li
riaprì, nuove lacrime presero a scorrere,
incontrollate.
Era proprio stato
un'idiota.
Ok... scusate per il mega ritardo ma questi capitoli sono piuttosto
pesanti da scrivere ^^;
Un grazie ad Hari, come sempre per aver editato.
Ed ora via alle recensioni! ^_^
Doremichan:
Ciauuu. Beh ormai che sono Layshaly lo sai già. ^_^
Ahah quel libro
è la mia nemesi. Comunque il mistero suppongo
verrà svelato nel prossimo capitolo o in quello dopo. Quindi
non manca molto.
Naco chan:
Sorvolo su alcuni punti per non spoilerare. XD
Sono felice che la
storia ti stia incuriosendo. Watanuki ha fatto tenerezza anche a me
devo ammetterlo. E credo che nonostante i modi da duro, anche Doumeki
ha provato il desiderio di stringerselo forte. :P
Yusaki:
Ziiiiii anche qui Wata non si è risparmiato la sua dose di
lacrime. E' che a Doumeki piace tanto vederlo con gli occhi lucidi e le
guance arrossate. Gli fa uscire il lato protettivo del seme. XD
Spero che questo
capitolo ti sia piaciuto. :P
Ikarikun: Bentornata
^_^
Mi scuso per l'attesa
e spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.
Roy4ever:
In effetti quel libro è un pò una bomba ad
orologeria anche per la sottoscritta XD Sui tuoi ragionamenti, beh...
direi che non sono poi tanto stupidi! XD
Grazie per i tuoi
commenti.^_^
Witch Of The
Dimensions: Che dire... sono felicissima per l'entusiasmo! :)
Ciao
e alla prossima, da
Ps. Vi ricordo il forum di xxxHOLiC
con gdr
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Lo specchio della mente
Capitolo dieci
Era rimasto a fissare il vuoto davanti a sé, lo specchio
ancora ben stretto tra le mani.
Grazie ad esso, come in un film visto al contrario, si era calato in
alcuni dei momenti passati con l'arciere, provando ad immaginare le
motivazioni che si celavano dietro i tanti silenzi o le azioni, a volte
anche drastiche ma indispensabili a salvargli la vita.
Non aveva mai provato a soffermarsi sul perché ogni volta
veniva salvato da lui.
Una cosa assai stupida, se ne rendeva conto, ma impossibile da
cancellare.
Per troppo tempo non aveva fatto altro che pensare a sé
stesso, arrabbiandosi per le richieste culinarie dell'altro,
preparandogli i pranzi quasi automaticamente, sforzandosi di renderli
ogni volta il più appetitosi possibile.
Non si era mai chiesto il perché si prendesse tanto a cuore
ogni singolo piatto. Si era obbligato a dirsi che era solo per non
sfigurare e da allora era andato avanti con quella stupida bugia in
testa.
Probabilmente la risposta che avrebbe dovuto cercare era troppo
difficile da accettare. Esattamente come lo era dare un nome al dolore
fisico che lo aveva assalito dal momento in cui l'arciere si era
allontanato da lui, lasciandogli in ricordo uno sguardo carico di
biasimo.
Con quei pensieri per niente rasserenanti, Watanuki si
allontanò dalla sua stanza, raggiungendo il portico del
negozio.
La luna, già pienamente visibile, offriva pallidi raggi di
luce a quell'angolo di mondo.
Era diverso tempo che frequentava la strana abitazione di Yuuko-san.
Un periodo intenso e ricco di insegnamenti che, tuttavia, non gli aveva
risparmiato di commettere svariati errori. Ultimo tra tutti, quello che
lo avava portato a perdere... lui.
Cosa rappresentava Doumeki, un compagno, un amico, un...?
Si sollevò, irritato da sé stesso, scuotendo la
testa più volte al fine di riportare la giusta
quantità di ossigeno là dove evidentemente era
venuto a mancare.
Doumeki era il ragazzo che detestava da sempre.
L'arciere pieno di sé che trafiggeva i cuori di giovani
fanciulle, rubando loro dolci di cioccolato per San Valentino.
Si, Doumeki era colui che dispensava saluti insopportabili a chi non
faceva parte della sua cerchia di conoscenti, come lui arcieri. Il
ragazzo che ogni giorno pretendeva cibi via via più
complessi. Quello che si insinuava nel rapporto tra lui ed Himawari.
Quello che lo disturbava sempre, salvandolo dai fantasmi, salvandolo
dalla sfortuna, salvandolo da sé stesso...
Cos'era quindi per lui?
La tensione provata lo portò a piangere, facendolo sentire
un perfetto idiota.
Si trovò persino a rimpiangere di non averlo lì a
ricordarglielo, con quel suo tono impassibile che proprio non
sopportava.
«Dou...meki...» Mormorò tra le lacrime.
«Potresti andare da lui.»
«Eh?» Si limitò a chiedere. Non c'era
bisogno di voltarsi: Conosceva fin troppo bene la voce della strega.
«Ho detto che potresti andare da lui.»
Ripeté la donna, raggiungendolo per sedersi al suo fianco.
«Ma...» Watanuki abbassò il viso,
celando uno sguardo piuttosto cupo. «Lui... è
arrabbiato ormai... e ha fatto quell'incantesimo, sa... per tenermi
lontano...»
Yuuko lo squadrò con aria malinconica.
«Sai...» Iniziò, parlando con un tono di
voce stranamente dolce e morbido. «A volte, preferiamo
intestardirci su posizioni che fanno del male solo a noi.»
Watanuki sembrò ascoltarla con attenzione, salvo poi restare
fisso sulle sue idee. «Non credo sia questo il
caso...»
«Ne sei convinto?» Ribatté la donna,
rivolgendogli un lieve sorriso. «Doumeki-kun ha fatto tutto
questo per te... Non credo che ciò possa definirsi
odio...»
«Per me?» Domandò il ragazzo.
«Ma... Lui ha... spezzato il legame che c'era tra
noi...»
«Questo... te l'ha detto Doumeki-kun?»
S'informò la strega.
«N...no ma... è ovvio. Aveva un libro che parlava
di legami... come scioglierli...» Ribattè,
pensieroso.
La strega sospirò stancamente. «Watanuki... un
libro che parla di come sciogliere i legami, spiegherà anche
come crearli o... consolidarli.»
Il ragazzo la fissò senza ribattere, spiazzato da quella
rivelazione. «Ma... Doumeki... Lui... Non sembrava
intenzionato a consolidare qualcosa... con me. Né tanto meno
a crearla.» Sospirò.
Per tutta risposta la strega si alzò, rivolgendogli un
ultimo sguardo. «Hai solo un modo per conoscere la
verità.» Esclamò, allontanandosi per
poi fermarsi una volta giunta davanti alla porta. «Inoltre...
puoi sempre chiederti come mai i fantasmi non si stiano più
avvicinando...»
A quelle parole Watanuki si voltò.
Come faceva a saperlo?
I suoi occhi, increduli, si scontrarono con la porta che si chiudeva.
Ah già... si trattava pur sempre di Yuuko-san,
pensò amaramente, lei sapeva sempre tutto...
E forse... forse aveva persino ragione.
Probabilmente solo Doumeki avrebbe potuto dargli le risposte che stava
cercando.
Inoltre, se pur la cosa non lo rendesse affatto felice, aveva davvero
bisogno di vederlo. Di capire.
La sua mente si soffermò per un attimo su quell'ultimo
pensiero.
Se davvero Doumeki avesse cercato di aiutarlo, forse... tutto quello
che lo specchio magico gli aveva mostrato... era reale?
Doumeki quindi, teneva a lui?
Pensava davvero che lui lo odiasse?
Che preferisse la vicinanza di Haruka-san?
Tutti quegli interrogativi ebbero il solo risultato di confonderlo,
così, in uno stato di ansia crescente, si alzò
allontanandosi rapidamente dal negozio.
°*°
Fu solo quando si trovò davanti al tempio che
capì l'assurdità di ciò che stava per
fare.
Arrivare da lui a tarda sera, di corsa e senza preavviso. Poteva
esserci qualcosa di più insensato?
Ad ogni modo, ormai era lì. Tanto valeva tentare.
Fu questo l'ultimo pensiero che gli sfiorò la mente, un
attimo prima che la voce dell'arciere lo cogliesse di sorpresa.
«Che ci fai qui...»
Watanuki si voltò, osservandolo con espressione dubbiosa.
Già... che ci faceva li, a quell'ora?
«I...io... volevo parlarti...» Tentò,
evitandone accuratamente lo sguardo.
L'arciere lo osservò, l'espressione ancora tesa per il
precedente incontro. «Di cosa...»
«Ecco....» Seppur con enorme sforzo, Watanuki si
obbligò a sollevare gli occhi sull'altro.
«Prima... mi dispiace per... So che non dovevo.»
«E sei venuto fin qui solo per questo?»
Il più piccolo scosse la testa. Non era abituato ad un
simile confronto. Tra i due era lui quello sempre arrabbiato.
«No io... Volevo sapere se... se quanto ho visto in quello
specchio è vero!» Tentò infine. Lo
sguardo fisso sul terreno.
«Non ho idea di cosa hai visto.»
Commentò l'altro.
«Già... beh... sembravi... interessato a me... No!
Cioè... al mio benessere... volevo dire... al mio
benessere...»
Doumeki lo osservò per un po' prima di rispondere.
«La cosa ti stupisce?» Domandò infine.
«N..no... solo che... pensavo che quel libro... sai quello
sui legami... servisse a spezzare... quelli tra noi.»
Replicò il più piccolo.
«Sei un idiota...»
Watanuki lo guardò senza rispondere e all'arciere
bastò osservarne lo sguardo per capire che da solo non ci
sarebbe mai arrivato.
«Credi che dopo tutto questo tempo ti lascerei andare
così?» Domandò, andandogli vicino e
afferrandolo per le spalle.
«Io... io non...»
«Cosa?!» Proseguì il più
grande. «Io sono quello che ti protegge, da sempre! Come puoi
pensare che... Lascia perdere...» Concluse, lasciandolo
andare. «Tanto, non capiresti mai.»
Non lo aveva mai visto così.
O forse, non lo aveva mai visto alla luce di quella nuova
consapevolezza.
Doumeki aveva dei sentimenti ben più forti di quanto non
desse a vedere, e di certo in quel momento stava malissimo.
«Shizuka...» Tentò, avvicinandosi.
«Per favore...»
Sentirsi chiamare per nome sembrò convincere l'arciere a
voltarsi. «Watanuki... lascia perdere. Ormai non hai
più bisogno di me quindi... hai ragione tu. In un certo
senso, è come se avessi tagliato ogni legame.»
Quelle parole, emesse con un tono più freddo del solito, gli
giunsero come una sentenza.
«Ma... perché...» Domandò,
mentre le prime lacrime iniziavano a scendere.
Il pensiero di averlo perso per sempre era così orribile da
sconvolgerlo. «Perché...»
L'arciere intanto era tornato a voltargli le spalle. «Non sto
facendo niente che tu non voglia. Torna alla tua vita e lascia me alla
mia.» Dichiarò.
Fu solo l'improvviso singhiozzare di Watanuki che lo spinse nuovamente
a prestargli attenzione.
«Che ti prende ora...» Domandò,
voltandosi per trovarlo rannicchiato su sé stesso.
«Watanuki...» Mormorò, avvicinandoglisi,
piegandosi sulle gambe e sfiorandogli il viso. «Che ti
prende...»
Quell'improvvisa dolcezza spinse il più piccolo ad
abbracciarlo, incurante delle lacrime.
Rimasero così per diversi minuti, in un silenzio interrotto
solo dai singhiozzi di Watanuki, che andavano diminuendo con lo
scorrere del tempo.
Per Doumeki era una vera sorpresa vederlo così fragile, tra
le sue braccia.
«Oi...» Sussurrò, sfiorandogli i capelli.
Per un attimo gli sembrò di aver perso il battito del cuore
quando il ragazzo, ancora tra le sue braccia, sollevò il
viso su di lui guardandolo tra le lacrime.
«Perché piangi...» Domandò
quando lo sentì finalmente più calmo.
«Sono un'idiota...» Mormorò l'altro.
«Lo so.»
A quella risposta Watanuki sorrise amaramente, lasciando che le lacrime
riprendessero a scorrere.
«Non lasciarmi...» Sussurrò appena,
appoggiandosi a lui.
«No...» Rispose l'altro, affondando la testa sui
suoi capelli.
Profumavano di buono, proprio come Watanuki e quanto lo circondava.
Lo amava così tanto che per lui sarebbe stato disposto a
vivere una vita colma di infelicità.
«Entriamo...?» Domandò poi, temendo
improvvisamente la fine di quell'attimo così prezioso.
Watanuki si limitò ad annuire e, senza aggiungere altro,
Doumeki si sollevò lentamente aiutandolo a fare lo stesso.
Era tanto nuova la sensazione data dall'essere l'uno di fronte
all'altro. Entrambi così consapevoli da non avere quasi
nulla da dire.
Si osservarono a lungo, come si contemplerebbe il tramonto incantevole
di un luogo che ci si appresta a lasciare, ognuno perso nei propri
pensieri.
Fu Watanuki a spezzare quell'attimo intriso di magia, dando voce al
pensiero intrappolato in quel momento a lui così caro.
«Perdonami...» Sussurrò, semplicemente.
Una parola che da sola sembrava racchiudere le lacrime versate in quei
giorni, il dolore provato alla sola idea di perderlo, la gioia del
saperlo a sua volta innamorato o, almeno, interessato.
Era stato tutto così rapido da lasciare ad entrambi quasi un
senso di vertigine, sfumato lentamente in un moto di sorpresa che in
quegli attimi si tramutò in un lieve ed inafferrabile
sorriso dell'anima.
«Non ho nulla da perdonarti.» Comunicò
l'altro, senza smettere di fissarlo. «A parte l'aver
osservato i mie pensieri così a lungo.» Aggiunse
poco dopo.
Watanuki lo osservò mentre calde lacrime spingevano contro i
suoi occhi nuovamente lucidi. «Io volevo solo capirti... Non
mi aspettavo di scoprire quelle cose e... i tuoi sentimenti... mi hanno
confuso.» Ammise asciugandosi le lacrime. «Tu poi
eri così distante e quello era l'unico modo per sentirti
mio...» Ammise tornando a specchiarsi in quelle iridi dorate.
Sapevano di coraggio e amore infinito, lo stesso che in quegli anni non
gli era stato di certo negato.
«Perdonami per essere stato così cieco.»
Concluse, al colmo dell'imbarazzo.
Non era da lui dire simili cose, ancor meno considerando la persona cui
le stava dicendo.
Shizuka Doumeki, colui che da nemico era diventato un custode silente,
un amico ed infine il preludio di ciò che a tutti gli
effetti sembrava essere amore.
«Perdonami...» Sussurrò ancora.
Doumeki non disse nulla, limitandosi a fissarlo, premendo poi le labbra
sulle sue.
Quel bacio improvviso lasciò il più piccolo senza
parole.
Si mosse appena, quasi per respingerlo.
Fu la reazione di un istante, dopo il quale sembrò
arrendersi, lasciando il comando al ragazzo che aveva appena scoperto
di amare.
Nel giro di poco venne avvolto da una sensazione dolcissima, che
rapidamente si fece elettrica quando la lingua dell'arciere si
insinuò tra le sue labbra, cercando la sua, trovandola ed
accarezzandola.
Avrebbe voluto fermarlo, dargli del pervertito. Quel bacio
però era troppo languido e buono per permettergli di dar
voce ai troppi pensieri che sentì passargli distrattamente
per la mente.
Di colpo, sentì come se una nuvola di felicità
gli avesse avvolto la mente, ovattando ogni pensiero, ogni parola,
tutto.
Lasciò quindi che l'altro si sdraiasse su di lui e, quando
lo vide fissarlo con occhi carichi di desiderio, si limitò a
sorridergli, impaurito ed eccitato da quanto stava per accadere tra
loro.
Per urlargli, in fondo, avrebbe avuto tanto, tantissimo tempo.
Tutta la vita, pensò, abbandonandosi ad un nuovo bacio.
Hem... mi scuso tantissimo per il
super mega ritardo. Questa fanfic però aveva finito con
l'incasinarmi la vita in una lotta tra il mio volere e quello dei pg.
Alla fine, inutile dirlo, hanno vinto i pg ed io mi son trovata con un
finale che non c'entra nulla con quello che avevo in mente.
Vabè... mi rifarò alla prossima.
Prima delle recensioni ci tengo a ringraziare tutte voi per l'aver
seguito con tanto affetto questa storia.
E si... se non si fosse capito la storia si è ormai
conclusa. Spero sia stata all'altezza delle vostre aspettative. ^_^
Bye da
Gioielle: Visto che alla fine sono riuscita a terminarla? ^_^
In effetti la svolta sul finale è stata tale da portare
rapidamente verso l'epilogo della storia.
Nacochan: Ma nuuuu, non voglio torturarvi ;_; E poi dai...
al nono capitolo l'ha capita. XD
Ammetto di aver dovuto pagare Yuuko-san con litri e litri di
sakè per convincerlo a muoversi. Ma almeno è
valso a qualcosa. Essì...
Yusaki: Dai, direi che gattino Wata ha seguito il
tuo consiglio, no? :P
Spero ti sia piaciuto anche il finale.
Roy4ever: Concordo su tutto. Specialmente su Watanuki curo
come un masso. Per fortuna, la reazione dura di Shizuka è
riuscito ad aprirgli gli occhi appena in tempo. ^^"
Witch Of The Dimensions: Che dire se non... Grazie
^_^
I tuoi complimenti mi emozionano e spero che nonostante la lunga attesa
questo capitolo ti sia piaciuto.
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