La ragazza dagli occhi di perla

di federicacassella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: La rinascita ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Il primo giorno ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: La Scuola ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3: La Scuola ***
Capitolo 6: *** Capitolo 3: La Scuola ***
Capitolo 7: *** Capitolo 4: In presidenza ***
Capitolo 8: *** Capitolo 5: La guida ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


‘’Poco tempo ancora è passato
e nella mia mente nulla ho dimenticato
si dice che il tempo cancelli i ricordi
o almeno li renda velati.’’
ANONIMO
 
 
 
Londra 1799
 Cataclismi naturali cominciarono a spargersi per l’intera città: naufragi, tempeste, temporali, terremoti. Londra non era più la stessa, non solo Londra ma anche il resto del mondo, una grande battaglia si abbatteva sul nostro pianeta, ma l’unica persona che se ne stava seduta su una montagna a guardare dall’alto il disastro che si spargeva era una donna, una donna dai capelli color cielo e dagli occhi di perla.
Lei vigeva come guardiano ma all’epoca era l’artefice di quei cataclismi che di naturale non avevano neanche l’ombra, il perché di tutto questo? Il dolore, dolore di una anima che era stata rifiutata poiché considerata una minaccia per l’intero pianeta, quando in realtà poteva essere la salvezza.
Noi abbiamo avuto la possibilità di scegliere da che parte stare ma quando per entrambi le parti sei considerata un’arma la scelta non aveva nessun significato.
La ragazza osservava dall’alto con un sorriso triste sul volto, non voleva arrivare a questo punto, era la purezza fatta in persona ma l’astio, l’odio e la bramosità che avevano verso di lei l’hanno costretta a far qualcosa che lei non avrebbe mai voluto fare.
Ad un certo punto giunse un angelo con ali violastre e si fermò vicino a lei. La ragazza lo guardò ma abbassò subito lo sguardo come se non avesse avuto un'altra scelta.
-Larise ora puoi finirla, credo che hanno tutti capito. Non generare altro dolore più di quello che già possiedi. –
- Ermas io non ho avuto scelta, l’Artlas mi ha considerato come un abominio ma io non sono questo, ho voluto mandare un messaggio. –
 Ermas la guardò, accarezzandogli la nuca sorridendogli con estrema dolcezza come si fa con i bambini
-Larise, l’Artlas ti ha fatto cose orribili non posso negarlo ma tutti noi abbiamo una seconda possibilità, io sono qui per dartela. Vuoi rinascere in un'altra epoca? Vuoi ricominciare una nuova vita? –Larise gli sorrise, aveva sempre desiderato rinascere per non fare gli stessi sbagli e sapeva che questa volta sarebbe andata diversamente. Lei guardò Ermas negli occhi, la perla contro lo smeraldo uno spettacolo immenso, una battaglia di colori senza fine.
-Si Ermas, voglio rinascere fai di me una nuova vita. –
Con queste parole Ermas la pugnalò con il pugnale ancestrale, le perle di Larisse cominciarono a perdere quella vitalità e con ultime parole la ragazza si dissolse in polvere.
-Non commetterò più lo stesso errore, Ermas te lo prometto-
Ermas riprese il volo mentre la ragazza dagli occhi di perla si ritrovò ad aspettare la sua prossima vita, sperando che sia meglio di quella che aveva vissuto fino ad ora.      
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: La rinascita ***


Manhattan 2016
Una pioggia prepotente si abbatteva sulla piovigginata Manhattan, Ermas volava in alto alla ricerca della sua preziosa perla Larise sapeva che era rinata in quest’epoca e in questa città ma sapeva anche che fino al compimento dei 18 anni Larise non aveva pienamente conoscenza di ciò che era accaduto, e sicuramente non era stata chiamata in quel modo, intanto dall’ altra parte della città in una modesta viletta si trovava la nostra ragazza, Ermas aveva ragione non aveva più il nome Larise ma ella si chiamò Larissa molto simile ma anche molto diversa dalla Larise che conoscevamo.
Ella si trovava sulla pensilina della sua finestra ad osservare la pioggia che cadeva insieme alla sua amata Larunge la sua gattina siamese regalata dai suoi genitori prima che essi lasciarono questa terra a causa di una rapina, Larissa pianse molto quel giorno ma credeva in un'altra vita dopo la morte, aveva sempre creduto in una seconda occasione e diceva che le era stata concessa anche a lei ma non ricordava quasi nulla.
  • Laru credo che la pioggia non vuole smettere, che ne dici se scendiamo dalla zia Morise e ci facciamo preparare una bella cioccolata calda? Con sopra i mashmallow? Beh per te c’è sempre la cioccolata per gatti –
disse accarezzando il pelo bianco della sua amica, la avvolse in un abbraccio ed insieme scesero nella grande cucina, trovò sua zia intenta a preparare della cioccolata calda, come se la avesse letta nel pensiero. Larissa si avvicinò a Morise posando Laru sul pavimento.
  • Io mi chiedo come fai a leggermi nel pensiero, sai avevo proprio voglia di una cioccolata calda, ma se ci sono i mashmallow sono ancora più felice. -
Morise le sorrise sventolandole la confezione di mashmallow davanti alle sue perle.
  • No, non leggo nel pensiero ma ti conosco molto bene, e so che quando c’è questo tempo tu hai sempre voglia di cioccolata, allora Lary domani è il grande giorno non è vero? -
La ragazza prese un mashmallow dalla busta e lo masticò con bramosia, le sue papille gustative si gustarono quel cibo così dolciastro ma piacevole al palato.
  • Si zia, domani inizio l’ultimo anno di liceo, ma sai meglio di me che potrei farne a meno, non mi sono ancora ripresa..  –
La giovane donna le arruffò i capelli e sospirando versò la cioccolata in due grandi tazze per poi dare la cioccolata per gatti a Larunge.
  • Ancora? È passato un anno tesoro, dovresti cercare di superarlo, forse ti farebbe bene un colloquio con uno specialista. Con me non parli più di tanto e mi sto preoccupando, non hai amici. Non esci mai, Larissa devi riprenderti. Jenna e Lucas non avrebbero voluto questo. –
la piccola donna prese la sua cioccolata e si andò a sedere sullo sgabello della penisola che separava il piano da lavoro, con un sospiro poggiò le sue carnose labbra sopra di essa e la gustò con delicatezza.
  • Lo so, ma come hai detto tu loro non sono più qui no? Va bene andrò da uno specialista ma non ti assicuro niente, è ancora troppo presta zia, e tu dovresti capirmi ci sei passata anche tu-
Con questo Morise non rispose, non disse nulla, purtroppo Larissa aveva ragione su tutto ma non voleva che la ragazza commetteva i suoi stessi errori. La fanciulla in questione finì di bere la sua cioccolata e con permesso se ne ritornò nella sua piccola dimora ove si trovava al piano superiore, la zia aveva le sue ragioni ma anche ella aveva ragione, ma si sa la ragione non conta, conta solamente il fatto che i suoi genitori non c’erano più e che doveva darsi da fare per ricominciare una nuova vita. D’altro canto Ermes aveva finalmente trovato la sua perla, ella si trovava in una villetta abbastanza modesta nella zona residenziale di Manhattan, l’aveva vista davanti a quella finestra con ancora le labbra unte di cioccolata, anche all’epoca andava matta per la cioccolata. Lui pensava che non ci fosse creatura più pura di lei, era così bella, con quei capelli color cielo e gli occhi perla. Non era cambiata affatto solamente aveva una piccola voglia sulla mano, una voglia a forma di stella segno che aveva vissuto altre vite speciali come quella, era il simbolo della rinascita ma su quella stella c’era un altro simbolo, una piccola x. Ella simbolava la fine, nel senso che questa era la sua ultima occasione di rinascere dopo di che si sarebbe dissolta per sempre.
Ermas entrò piano dalla finestra che era leggermente aperta, ormai ella dormiva già da un pezzo, le si avvicinò e con cautela si sedette vicino a lei accarezzandogli la nuca come aveva fatto allora.
  • Larise finalmente ti ho trovata, gioca bene le tue carte perché mi spiace ammetterlo ma questa sarà la tua ultima possibilità, io sarò qui e ti sosterrò, ti proteggerò e se sarà necessario combatterò per te, dormi bene mia piccola perla –
Con ciò Ermas sparì come era apparso così se ne andò in alto nel cielo, aveva da fare con l’Artlas, Marine e Argolas volevano un rapporto, loro dicevano di essere il bene ma in realtà erano la distruzione e solo la ragazza con gli occhi di perla era la salvezza del nostro tortuoso pianeta.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Il primo giorno ***


Larissa si svegliò con una strana sensazione in corpo, come se qualcuno fosse venuto a trovarla mentre dormiva, in effetti era stato così, Ermas quella notte era andato a fargli visita ma si era assicurato di farle credere che stava sognando. Ma purtroppo la compulsione di Ermas non poteva avere l’effetto desiderato, considerando che fra quattro giorni la sua perla avrebbe compiuto 18 anni. Controvoglia Larissa posò i suoi piedi candidi sul pavimento, al contatto con la mattonella biancastra ella fu percossa da un piccolo brivido sulla schiena, con forza e armata di molto coraggio decise di alzarsi del tutto e di iniziare una nuova giornata, sapendo che quel giorno non sarebbe stato uguale a tutti. Da quando era nata aveva una sorta di dono, riusciva a percepire delle cose, prima che accadessero, delle percezioni, avvertimenti che la avrebbero cambiato completamente la giornata ma anche la propria vita, ma ella non sapeva che al compimento dei 18 anni la sua vita sarà completamente stravolta e dovrà imparare a controllare i suoi doni e non commettere lo stesso errore di molti anni fa. Dall’altra parte del pianeta, L’Artlas cercò un modo per porre fine alla razza dei Ribelli, coloro che erano ritenuti degli abomini, come la nostra Larise o meglio Larissa, l’Artlas non era più come un tempo, l’odio e la bramosità regnava sul pianeta dei Amartisis, e i loro capi Marine e Argolas avevano ucciso per arrivare al capo del’ Artlas, una volta era gestita da Abromimus il padre del Artlas ma soprattutto il padre di Larise, insieme a lui governava Larine l’angelo più temuto ma anche il più puro di tutti i tempi, furono assassinati brutalmente, le ali furono tagliate da Marine e Argolas e non solo le ali, furono uccisi senza nessun senso di colpa, ed Ermas non potette fare nulla per fermare tutto questo, poteva solo ridare nuova vita al re e alla regina dell’Artlas. Ritornando a Marine e Argolas loro erano gemelli ma non appartenevano alle due fazioni come doveva essere ma bensì ad una sola quella del male. In quel momento stavano cercando una pergamena che poteva mettere fine alla fazione dei Ribelli, ovvero della salvezza del intero cosmo, L’Artlas era stato rivoluzionato, distrutto, era nato per donare l’ordine ma invece portava terrore e distruzione. Marine batté un pugno sul prezioso tavolo di cristallo e con espressione furente si rivolse ad Argolas che impallidito dalla reazione della megera non riuscì a profanare parola. Come è potuto accadere eh? Dove abbiamo sbagliato? Lo sapevo che dovevamo staccargli il cuore e gli occhi, invece no quel dannato angelo l’ha fatta rinascere … non possiamo permettere che ci venga rubato il trono ma per di più non possiamo permettere che sia proclamata la salvezza! – Argolas sembrò quasi scosso da quelle parole, si alzò e andò vicino alla sorella, gli mise una mano sulla spalla con molto timore e parlò. Marine, tu hai estremamente ragione ma dobbiamo muoverci con cautela Larise è rinata più forte di prima, e non credo che Ermas ci lascerà campo facile. Dobbiamo far vedere che siamo dalla loro parte, e poi li distruggeremo tutti, tutti quei puri verranno ridotti in cenere, vinceremo di nuovo Marine sta tranquilla . – Marine a quelle parole si calmò sapeva che sarebbe andata a finire così o almeno voleva crederci, tecnicamente dovevano giocare d’astuzia ma proprio in quel preciso momento Ermas era nascosto dietro la porta, origliando ogni cosa, anche se un angelo doveva sempre esercitare l’onesta, in quel caso non voleva farlo, così volò via dall’ Artlas e andò dalla sua preziosa e amata perla. In quel preciso momento la nostra Larissa si trovava nel cortile della scuola immensa nei suoi pensieri, e leggendo uno dei suoi libri preferiti, shadowhunters anche se non si ritrovava nella protagonista, mentre in altri libri riusciva a immedesimarsi facilmente. Fu proprio in quel momento, che le sue iridi perla incontrarono quelle smeraldo di Ermas, voleva proteggerla e quale modo migliore se non fingersi uno studente di 17 anni? I due si guardarono per un lasso di tempo non quantificabile, Larissa pensava che non aveva mai visto creatura più maestosa ma terribilmente bella in tutti i suoi diciassette anni, mentre Ermas pensava che non era cambiata affatto, solamente le sue perle erano più luminose, ma fu proprio in quel momento che la campanella della scuola suonò, interrompendo così la loro battaglia silenziosa fatta di sguardi profondi. I due cominciarono ad entrare nella scuola, sapendo entrambi che niente sarebbe stato più come prima.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: La Scuola ***


Larissa perse il contatto visivo che la teneva legata con Ermas, non riusciva a capire perché in quello scambio di sguardi gli aveva trasmesso protezione, fiducia, e speranza; non riusciva proprio a capire, ma più di ogni altra cosa non riusciva a capire se stessa, era stata attratta da quei smeraldi e non riusciva più a pensare ad altro nemmeno ai suoi genitori, nemmeno a quella odiosa di Elisabeth Mcgrath, fatto sta che fu proprio in quel preciso instante che Elisabeth si mise davanti alla sua strada. La povera orfanella, sei di nuovo in questa scuola per portare guai? Sappi che non avrai vita facile mia cara Larissa – Larissa la guardò dal alto in basso storcendo la bocca e togliendosi le cuffie che si era messa poco prima di aver avuto quello scontro con la Mcgrath. Dicevi? Avevo le cuffie non ti ho sentito. Ma sicuramente avrai detto una delle tue solite cazzate – Elisabeth la guardò stupita da quel linguaggio poco consono per la ragazza dagli occhi di perla, fino a quel istante non si era mai permessa di dire una cosa del genere, ma la nostra ragazza aveva sì le cuffie, ma da esse non uscivano nessun suono ergo aveva sentito ogni singola parola, e aveva deciso di darle una lezione, non sarebbe più stata al comodo di nessuno. Mentre le ragazze discutevano Ermas osservò in silenzio la scena, divertito da quel cambio repentino, infondo sapeva che non sarebbe stata la solita Larise ma bensì una persona più determinata, più forte, non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Lui lo sapeva e andava fiero di quel gesto, ma sapeva anche che Elisabeth era una dei ribelli e se trattava Larissa in quel modo lo faceva per spronarla, anche perché la battaglia con l’Artlas era imminente. Ritornando alla discussione tra le due ragazze, Ermas si avvicinò a loro e mise una mano sopra la spalla di Elisabeth, lei si girò e annuì al ragazzo. Non mi conviene cimentare una discussione che non avrebbe fine, ora me ne vado ma non finisce qui Larissa – Larissa la osservò andare via insieme al ragazzo dagli occhi smeraldo, i due si osservarono a lungo poi con un sorriso lo smeraldo proseguì per la sua strada, ella non riusciva a capire come una creatura così splendida potesse stare con una altrettanto odiosa e insipida, si perché secondo lei, Elisabeth era insipida come una di quelle verdure che se le mangi non hanno sapore; la fanciulla entrò nella sua classe e con gran stupore incontrò lo sguardo di due persone, una di queste era Evyn la sua compagna di banco che un tempo era la sua migliore amica, ma per un motivo o per un altro avevano finito con l’allontanarsi. L’altra persona invece era la sua ancora di salvezza, lo smeraldo in mezzo a quella marmaglia di persone che avevano altro per la testa, fu come sempre una battaglia di colori tra il verde smeraldo e l’avorio perla, una battaglia che non avrebbe avuto nessun vincitore. Con passo lento e un po’ impacciato Larissa arrivò al suo banco che fatalità della sorte era proprio a fianco ad Ermas che lei ancora non sapeva il suo nome, con delicatezza si sedette sulla sedia e appoggiò i gomiti sul banco guardando di tanto in tanto il ragazzo dai capelli corvini che le era affianco per poi abbassare subito lo sguardo con la paura di essere scoperta a far qualcosa di sbagliato. In quel momento Ermas intercettò i suoi sguardi e ammirò la sua bellezza, non poteva credere che il destino aveva fatto in modo che potevano essere così vicini ma anche così lontani poiché ella non aveva nessun ricordo di lui ma d’altronde era stato lui a decidere così, in caso contrario l’avrebbe messa in grave pericolo, l’Artlas non si sarebbe risparmiata questa volta ma confidava in Larissa nelle sue capacità, questa volta potevano contare non solo su di lei ma bensì su gli altri tre prescelti. Mestos e Armos non trovate interessante la mia lezione? Volete che vi porti un cappuccino? – I due ragazzi si guardarono con sguardo complici e Larissa Mestos prese parola. Beh io vorrei una cioccolata con i mashmallow non so Armos che cosa vuole – Larissa guardò Ermes aspettando una risposta mentre il professor Harkins si colorò di un rosso furente. Per me anche una cioccolata calda va benissimo, può portarci anche dei pasticcini con le scaglie di cioccolato bianco? In fretta grazie- Harkins batté una mano sulla cattedra in modo da spaventare anche l’intera organizzazione dell’Artlas, per quanto tratteneva l’aria nei polmoni i due ragazzi pensarono che poteva scoppiare da un momento all’altro. Larissa Mestos, Ermas Armos in presidenza subito!! – Tuonò quelle parole, l’avrebbero sentito anche gli studenti del primo piano, per quanto aveva gridato. I due ragazzi si alzarono controvoglia e ridendo sotto i baffi per poi scomparire fuori dalla porta, fu proprio in quel momento quando giunsero nel corridoio che scoppiarono in una fragorosa risata. Non posso crederci che gli hai veramente risposto così, sei fenomenale. Comunque io sono Ermas piacere di fare la sua conoscenza miss? – Larissa continuò a ridere senza sosta e quando si riprese gli porse la mano sorridente. Mi chiamo Larissa, Larissa Mestos, il piacere è tutto mio, beh lui me la servita s’un piatto d’argento, non posso farci nulla. – Ermas le sorrise scuotendo la chioma corvina, per poi scoppiare a ridere udendo le parole della ragazza, riusciva ancora a sorprenderlo dopo tutto quel tempo, una parte del carattere che conosceva all’epoca le era rimasta, e lui fu più che felice di rivedere quella parte che tanto lo divertiva, anche all’epoca aveva un forte umorismo, ma quello di oggi batteva tutti i suoi caratteri similari precedenti. Non ti ho mai visto da queste parti,sei nuovo in città? – Gli chiese Larissa, Ermas avrebbe tanto voluto dirgli di no, che la conosceva da sempre ma purtroppo non poteva scombinare l’arco ancestrale altrimenti anche il futuro poteva essere a rischio, e questo non poteva accadere. Il ragazzo alzò le spalle, fissando un punto ben preciso verso di sé, le rispose: Si sono arrivato ieri in città, non conosco ancora nessuno qui, avrei bisogno di una guida – Larissa a quelle parole lo guardò in modo circospetto e fermandosi, incrociò le braccia al petto guardandolo seriamente in quelle iridi color smeraldo Beh potresti sempre chiedere alla tua RAGAZZA – Marchiò per bene le ultime parole, con una nota di gelosia in sottofondo anche se non ne aveva nessun motivo, non lo conosceva affatto perché doveva esserne gelosa? Però non poteva negare quel sentimento contrastante ai suoi pensieri. Il ragazzo la guardò sorpreso e scoppiò in una fragorosa risata, lei pensò che non aveva mai sentito suono più bello, con quel timbro roco e seducente capace di ammaliare anche la persona più fredda al mondo. Cosa hai da ridere? – Gli chiese emettendo un sonoro sbuffo, rimanendo in quella posizione. Davvero credi che Elisabeth è la mia ragazza? Sai ti facevo più intelligente. – Le aveva dato della stupida? Si la aveva fatto, in quel momento Larissa sentiva una strana energia crescere in lei, il vento cominciava ad alzarsi furioso, i rami cominciarono a sbattere alle finestre della scuola, poi dopo un secondo tutto cessò e Ermas la guardò sorpreso, non si sarebbe mai immaginato un risveglio prima del previsto. Beh ho visto come vi eravate guardati, e chiunque vi avrebbe scambiato per fidanzati anche il più secchione della scuola, sappi che questa è l’ultima volta che mi dai della stupida, non mi faccio mettere i piedi in testa da Elisabeth figurati se me li faccio mettere da te. – Disse furiosa, o almeno voleva essere furiosa ma c’era qualcosa che la frenava come un blocco delle emozioni, ma non sapeva come era possibile, invece Ermas lo sapeva bene perché era lui che aveva messo quel blocco. Non volevo darti della stupida, non era mia intenzione scusami, ora sarà meglio che andiamo dal preside. Comunque Elisabeth non è la mia ragazza. – Larissa non disse niente, rilassò i muscoli delle braccia ed insieme a Ermas ripresero a camminare verso il male peggiori di tutti, il preside Horwath, e fu così e che con un silenzio abissale dopo quella intensa discussione si diressero in quel luogo temuto da tutti gli studenti.

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Capitolo 5
*** Capitolo 3: La Scuola ***


Larissa perse il contatto visivo che la teneva legata con Ermas, non riusciva a capire perché in quello scambio di sguardi gli aveva trasmesso protezione, fiducia, e speranza; non riusciva proprio a capire, ma più di ogni altra cosa non riusciva a capire se stessa, era stata attratta da quei smeraldi e non riusciva più a pensare ad altro nemmeno ai suoi genitori, nemmeno a quella odiosa di Elisabeth Mcgrath, fatto sta che fu proprio in quel preciso instante che Elisabeth si mise davanti alla sua strada. La povera orfanella, sei di nuovo in questa scuola per portare guai? Sappi che non avrai vita facile mia cara Larissa – Larissa la guardò dal alto in basso storcendo la bocca e togliendosi le cuffie che si era messa poco prima di aver avuto quello scontro con la Mcgrath. Dicevi? Avevo le cuffie non ti ho sentito. Ma sicuramente avrai detto una delle tue solite cazzate – Elisabeth la guardò stupita da quel linguaggio poco consono per la ragazza dagli occhi di perla, fino a quel istante non si era mai permessa di dire una cosa del genere, ma la nostra ragazza aveva sì le cuffie, ma da esse non uscivano nessun suono ergo aveva sentito ogni singola parola, e aveva deciso di darle una lezione, non sarebbe più stata al comodo di nessuno. Mentre le ragazze discutevano Ermas osservò in silenzio la scena, divertito da quel cambio repentino, infondo sapeva che non sarebbe stata la solita Larise ma bensì una persona più determinata, più forte, non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Lui lo sapeva e andava fiero di quel gesto, ma sapeva anche che Elisabeth era una dei ribelli e se trattava Larissa in quel modo lo faceva per spronarla, anche perché la battaglia con l’Artlas era imminente. Ritornando alla discussione tra le due ragazze, Ermas si avvicinò a loro e mise una mano sopra la spalla di Elisabeth, lei si girò e annuì al ragazzo. Non mi conviene cimentare una discussione che non avrebbe fine, ora me ne vado ma non finisce qui Larissa – Larissa la osservò andare via insieme al ragazzo dagli occhi smeraldo, i due si osservarono a lungo poi con un sorriso lo smeraldo proseguì per la sua strada, ella non riusciva a capire come una creatura così splendida potesse stare con una altrettanto odiosa e insipida, si perché secondo lei, Elisabeth era insipida come una di quelle verdure che se le mangi non hanno sapore; la fanciulla entrò nella sua classe e con gran stupore incontrò lo sguardo di due persone, una di queste era Evyn la sua compagna di banco che un tempo era la sua migliore amica, ma per un motivo o per un altro avevano finito con l’allontanarsi. L’altra persona invece era la sua ancora di salvezza, lo smeraldo in mezzo a quella marmaglia di persone che avevano altro per la testa, fu come sempre una battaglia di colori tra il verde smeraldo e l’avorio perla, una battaglia che non avrebbe avuto nessun vincitore. Con passo lento e un po’ impacciato Larissa arrivò al suo banco che fatalità della sorte era proprio a fianco ad Ermas che lei ancora non sapeva il suo nome, con delicatezza si sedette sulla sedia e appoggiò i gomiti sul banco guardando di tanto in tanto il ragazzo dai capelli corvini che le era affianco per poi abbassare subito lo sguardo con la paura di essere scoperta a far qualcosa di sbagliato. In quel momento Ermas intercettò i suoi sguardi e ammirò la sua bellezza, non poteva credere che il destino aveva fatto in modo che potevano essere così vicini ma anche così lontani poiché ella non aveva nessun ricordo di lui ma d’altronde era stato lui a decidere così, in caso contrario l’avrebbe messa in grave pericolo, l’Artlas non si sarebbe risparmiata questa volta ma confidava in Larissa nelle sue capacità, questa volta potevano contare non solo su di lei ma bensì su gli altri tre prescelti. Mestos e Armos non trovate interessante la mia lezione? Volete che vi porti un cappuccino? – I due ragazzi si guardarono con sguardo complici e Larissa Mestos prese parola. Beh io vorrei una cioccolata con i mashmallow non so Armos che cosa vuole – Larissa guardò Ermes aspettando una risposta mentre il professor Harkins si colorò di un rosso furente. Per me anche una cioccolata calda va benissimo, può portarci anche dei pasticcini con le scaglie di cioccolato bianco? In fretta grazie- Harkins batté una mano sulla cattedra in modo da spaventare anche l’intera organizzazione dell’Artlas, per quanto tratteneva l’aria nei polmoni i due ragazzi pensarono che poteva scoppiare da un momento all’altro. Larissa Mestos, Ermas Armos in presidenza subito!! – Tuonò quelle parole, l’avrebbero sentito anche gli studenti del primo piano, per quanto aveva gridato. I due ragazzi si alzarono controvoglia e ridendo sotto i baffi per poi scomparire fuori dalla porta, fu proprio in quel momento quando giunsero nel corridoio che scoppiarono in una fragorosa risata. Non posso crederci che gli hai veramente risposto così, sei fenomenale. Comunque io sono Ermas piacere di fare la sua conoscenza miss? – Larissa continuò a ridere senza sosta e quando si riprese gli porse la mano sorridente. Mi chiamo Larissa, Larissa Mestos, il piacere è tutto mio, beh lui me la servita s’un piatto d’argento, non posso farci nulla. – Ermas le sorrise scuotendo la chioma corvina, per poi scoppiare a ridere udendo le parole della ragazza, riusciva ancora a sorprenderlo dopo tutto quel tempo, una parte del carattere che conosceva all’epoca le era rimasta, e lui fu più che felice di rivedere quella parte che tanto lo divertiva, anche all’epoca aveva un forte umorismo, ma quello di oggi batteva tutti i suoi caratteri similari precedenti. Non ti ho mai visto da queste parti,sei nuovo in città? – Gli chiese Larissa, Ermas avrebbe tanto voluto dirgli di no, che la conosceva da sempre ma purtroppo non poteva scombinare l’arco ancestrale altrimenti anche il futuro poteva essere a rischio, e questo non poteva accadere. Il ragazzo alzò le spalle, fissando un punto ben preciso verso di sé, le rispose: Si sono arrivato ieri in città, non conosco ancora nessuno qui, avrei bisogno di una guida – Larissa a quelle parole lo guardò in modo circospetto e fermandosi, incrociò le braccia al petto guardandolo seriamente in quelle iridi color smeraldo Beh potresti sempre chiedere alla tua RAGAZZA – Marchiò per bene le ultime parole, con una nota di gelosia in sottofondo anche se non ne aveva nessun motivo, non lo conosceva affatto perché doveva esserne gelosa? Però non poteva negare quel sentimento contrastante ai suoi pensieri. Il ragazzo la guardò sorpreso e scoppiò in una fragorosa risata, lei pensò che non aveva mai sentito suono più bello, con quel timbro roco e seducente capace di ammaliare anche la persona più fredda al mondo. Cosa hai da ridere? – Gli chiese emettendo un sonoro sbuffo, rimanendo in quella posizione. Davvero credi che Elisabeth è la mia ragazza? Sai ti facevo più intelligente. – Le aveva dato della stupida? Si la aveva fatto, in quel momento Larissa sentiva una strana energia crescere in lei, il vento cominciava ad alzarsi furioso, i rami cominciarono a sbattere alle finestre della scuola, poi dopo un secondo tutto cessò e Ermas la guardò sorpreso, non si sarebbe mai immaginato un risveglio prima del previsto. Beh ho visto come vi eravate guardati, e chiunque vi avrebbe scambiato per fidanzati anche il più secchione della scuola, sappi che questa è l’ultima volta che mi dai della stupida, non mi faccio mettere i piedi in testa da Elisabeth figurati se me li faccio mettere da te. – Disse furiosa, o almeno voleva essere furiosa ma c’era qualcosa che la frenava come un blocco delle emozioni, ma non sapeva come era possibile, invece Ermas lo sapeva bene perché era lui che aveva messo quel blocco. Non volevo darti della stupida, non era mia intenzione scusami, ora sarà meglio che andiamo dal preside. Comunque Elisabeth non è la mia ragazza. – Larissa non disse niente, rilassò i muscoli delle braccia ed insieme a Ermas ripresero a camminare verso il male peggiori di tutti, il preside Horwath, e fu così e che con un silenzio abissale dopo quella intensa discussione si diressero in quel luogo temuto da tutti gli studenti.

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Capitolo 6
*** Capitolo 3: La Scuola ***


Larissa perse il contatto visivo che la teneva legata con Ermas, non riusciva a capire perché in quello scambio di sguardi gli aveva trasmesso protezione, fiducia, e speranza; non riusciva proprio a capire, ma più di ogni altra cosa non riusciva a capire se stessa, era stata attratta da quei smeraldi e non riusciva più a pensare ad altro nemmeno ai suoi genitori, nemmeno a quella odiosa di Elisabeth Mcgrath, fatto sta che fu proprio in quel preciso instante che Elisabeth si mise davanti alla sua strada. La povera orfanella, sei di nuovo in questa scuola per portare guai? Sappi che non avrai vita facile mia cara Larissa – Larissa la guardò dal alto in basso storcendo la bocca e togliendosi le cuffie che si era messa poco prima di aver avuto quello scontro con la Mcgrath. Dicevi? Avevo le cuffie non ti ho sentito. Ma sicuramente avrai detto una delle tue solite cazzate – Elisabeth la guardò stupita da quel linguaggio poco consono per la ragazza dagli occhi di perla, fino a quel istante non si era mai permessa di dire una cosa del genere, ma la nostra ragazza aveva sì le cuffie, ma da esse non uscivano nessun suono ergo aveva sentito ogni singola parola, e aveva deciso di darle una lezione, non sarebbe più stata al comodo di nessuno. Mentre le ragazze discutevano Ermas osservò in silenzio la scena, divertito da quel cambio repentino, infondo sapeva che non sarebbe stata la solita Larise ma bensì una persona più determinata, più forte, non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Lui lo sapeva e andava fiero di quel gesto, ma sapeva anche che Elisabeth era una dei ribelli e se trattava Larissa in quel modo lo faceva per spronarla, anche perché la battaglia con l’Artlas era imminente. Ritornando alla discussione tra le due ragazze, Ermas si avvicinò a loro e mise una mano sopra la spalla di Elisabeth, lei si girò e annuì al ragazzo. Non mi conviene cimentare una discussione che non avrebbe fine, ora me ne vado ma non finisce qui Larissa – Larissa la osservò andare via insieme al ragazzo dagli occhi smeraldo, i due si osservarono a lungo poi con un sorriso lo smeraldo proseguì per la sua strada, ella non riusciva a capire come una creatura così splendida potesse stare con una altrettanto odiosa e insipida, si perché secondo lei, Elisabeth era insipida come una di quelle verdure che se le mangi non hanno sapore; la fanciulla entrò nella sua classe e con gran stupore incontrò lo sguardo di due persone, una di queste era Evyn la sua compagna di banco che un tempo era la sua migliore amica, ma per un motivo o per un altro avevano finito con l’allontanarsi. L’altra persona invece era la sua ancora di salvezza, lo smeraldo in mezzo a quella marmaglia di persone che avevano altro per la testa, fu come sempre una battaglia di colori tra il verde smeraldo e l’avorio perla, una battaglia che non avrebbe avuto nessun vincitore. Con passo lento e un po’ impacciato Larissa arrivò al suo banco che fatalità della sorte era proprio a fianco ad Ermas che lei ancora non sapeva il suo nome, con delicatezza si sedette sulla sedia e appoggiò i gomiti sul banco guardando di tanto in tanto il ragazzo dai capelli corvini che le era affianco per poi abbassare subito lo sguardo con la paura di essere scoperta a far qualcosa di sbagliato. In quel momento Ermas intercettò i suoi sguardi e ammirò la sua bellezza, non poteva credere che il destino aveva fatto in modo che potevano essere così vicini ma anche così lontani poiché ella non aveva nessun ricordo di lui ma d’altronde era stato lui a decidere così, in caso contrario l’avrebbe messa in grave pericolo, l’Artlas non si sarebbe risparmiata questa volta ma confidava in Larissa nelle sue capacità, questa volta potevano contare non solo su di lei ma bensì su gli altri tre prescelti. Mestos e Armos non trovate interessante la mia lezione? Volete che vi porti un cappuccino? – I due ragazzi si guardarono con sguardo complici e Larissa Mestos prese parola. Beh io vorrei una cioccolata con i mashmallow non so Armos che cosa vuole – Larissa guardò Ermes aspettando una risposta mentre il professor Harkins si colorò di un rosso furente. Per me anche una cioccolata calda va benissimo, può portarci anche dei pasticcini con le scaglie di cioccolato bianco? In fretta grazie- Harkins batté una mano sulla cattedra in modo da spaventare anche l’intera organizzazione dell’Artlas, per quanto tratteneva l’aria nei polmoni i due ragazzi pensarono che poteva scoppiare da un momento all’altro. Larissa Mestos, Ermas Armos in presidenza subito!! – Tuonò quelle parole, l’avrebbero sentito anche gli studenti del primo piano, per quanto aveva gridato. I due ragazzi si alzarono controvoglia e ridendo sotto i baffi per poi scomparire fuori dalla porta, fu proprio in quel momento quando giunsero nel corridoio che scoppiarono in una fragorosa risata. Non posso crederci che gli hai veramente risposto così, sei fenomenale. Comunque io sono Ermas piacere di fare la sua conoscenza miss? – Larissa continuò a ridere senza sosta e quando si riprese gli porse la mano sorridente. Mi chiamo Larissa, Larissa Mestos, il piacere è tutto mio, beh lui me la servita s’un piatto d’argento, non posso farci nulla. – Ermas le sorrise scuotendo la chioma corvina, per poi scoppiare a ridere udendo le parole della ragazza, riusciva ancora a sorprenderlo dopo tutto quel tempo, una parte del carattere che conosceva all’epoca le era rimasta, e lui fu più che felice di rivedere quella parte che tanto lo divertiva, anche all’epoca aveva un forte umorismo, ma quello di oggi batteva tutti i suoi caratteri similari precedenti. Non ti ho mai visto da queste parti,sei nuovo in città? – Gli chiese Larissa, Ermas avrebbe tanto voluto dirgli di no, che la conosceva da sempre ma purtroppo non poteva scombinare l’arco ancestrale altrimenti anche il futuro poteva essere a rischio, e questo non poteva accadere. Il ragazzo alzò le spalle, fissando un punto ben preciso verso di sé, le rispose: Si sono arrivato ieri in città, non conosco ancora nessuno qui, avrei bisogno di una guida – Larissa a quelle parole lo guardò in modo circospetto e fermandosi, incrociò le braccia al petto guardandolo seriamente in quelle iridi color smeraldo Beh potresti sempre chiedere alla tua RAGAZZA – Marchiò per bene le ultime parole, con una nota di gelosia in sottofondo anche se non ne aveva nessun motivo, non lo conosceva affatto perché doveva esserne gelosa? Però non poteva negare quel sentimento contrastante ai suoi pensieri. Il ragazzo la guardò sorpreso e scoppiò in una fragorosa risata, lei pensò che non aveva mai sentito suono più bello, con quel timbro roco e seducente capace di ammaliare anche la persona più fredda al mondo. Cosa hai da ridere? – Gli chiese emettendo un sonoro sbuffo, rimanendo in quella posizione. Davvero credi che Elisabeth è la mia ragazza? Sai ti facevo più intelligente. – Le aveva dato della stupida? Si la aveva fatto, in quel momento Larissa sentiva una strana energia crescere in lei, il vento cominciava ad alzarsi furioso, i rami cominciarono a sbattere alle finestre della scuola, poi dopo un secondo tutto cessò e Ermas la guardò sorpreso, non si sarebbe mai immaginato un risveglio prima del previsto. Beh ho visto come vi eravate guardati, e chiunque vi avrebbe scambiato per fidanzati anche il più secchione della scuola, sappi che questa è l’ultima volta che mi dai della stupida, non mi faccio mettere i piedi in testa da Elisabeth figurati se me li faccio mettere da te. – Disse furiosa, o almeno voleva essere furiosa ma c’era qualcosa che la frenava come un blocco delle emozioni, ma non sapeva come era possibile, invece Ermas lo sapeva bene perché era lui che aveva messo quel blocco. Non volevo darti della stupida, non era mia intenzione scusami, ora sarà meglio che andiamo dal preside. Comunque Elisabeth non è la mia ragazza. – Larissa non disse niente, rilassò i muscoli delle braccia ed insieme a Ermas ripresero a camminare verso il male peggiori di tutti, il preside Horwath, e fu così e che con un silenzio abissale dopo quella intensa discussione si diressero in quel luogo temuto da tutti gli studenti.

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Capitolo 7
*** Capitolo 4: In presidenza ***


Quel profondo silenzio, quell’imbarazzante silenzio non poteva durare a lungo così fu proprio Ermas a spezzarlo, anche perché aveva riconosciuto di aver sbagliato e di aver innescato un procedimento di risveglio che avrebbe messo in pericolo Larissa, non bisognava forzare il risveglio di una Pura ma doveva accadere tutto molto lentamente e soprattutto al compimento dei diciotto anni, così era scritto nelle sacre pergamene del destino e così doveva essere, con le mani in tasca lui la fissò e sospirò. Sai mi piacerebbe che mi facessi tu da guida, ti chiedo di nuovo scusa, non avrei dovuto darti della stupida anche se non era mia intenzione. – Larissa lo guardò sospirando, la rabbia che la aveva sopraffatta qualche minuto prima si era dissolta come era apparsa, si fermò quando vide che erano arrivati davanti alla presidenza. Infatti non avresti dovuto … - Ella fece una piccola pausa per poi continuare subito dopo Ma ognuno di noi può commettere degli errori, quindi ti perdono e non potevi scegliere persona migliore per farti da guida, ma sai sono una persona molto impegnata ergo devo controllare nella mia agenda. – Disse ridendo, purtroppo Larissa era sempre stata da sola, quindi non aveva tutti questi impegni come aveva voluto far credere ad Ermas, ma voleva tenerlo sulle spine fargliela un po’ pagare per come l’aveva trattata, il ragazzo sapeva benissimo che lei non aveva nessun impegno ma stette al suo gioco. Ah si? Allora di pure addio a quella agenda perché dopo scuola ti rapisco e ti obbligherò a farmi da guida, non sto scherzando . – Il suo tono non ammetteva repliche ed era molto serio, ma non era solo per quello lui percepiva che non erano soli in quel momento qualcuno li stava spiando e sicuramente era qualche spia dell’Artlas, ne era più convinto, egli nascose le mani dietro la schiena facendo uscire dalle mani dell’energia violastra che andò a colpire proprio quella cosa che li stava tenendo d’occhio, un poentas, un ragno con sembianze demoniache, Ermas lo distrusse, ma la distruzione del poentas fu un vero è proprio boato. Larissa si sporse verso quel suono ma non vide assolutamente nulla poi guardò il ragazzo, lui alzò le spalle come per dire che non ne sapeva nulla. Ella d’altro canto non aveva dimenticato ciò che lui gli aveva detto così con un sorriso un po' scocciato gli rispose. Eh va bene, va bene ti farò da guida... ma hai sentito anche tu quel boato? Forse sarà stato qualche finestra aperta... – Non aveva aspettato nemmeno che egli le rispose che si era risposta da sola, a quel punto il ragazzo scoppiò in una risata e si accodò anche Larissa, poi non dissero più nulla e ricominciarono a camminare, entrando in presidenza in assoluto in silenzio, fu proprio il preside Horwath che li accolse con braccia conserte facendo segno ai due ragazzi di accomodarsi sulle due poltroncine messe a disposizione di fronte alla maestosa scrivania di legno d’acero nero. Bene Armos e Mestos mi chiedo cosa avete fatto di tanto grave per essere stati spediti qui, soprattutto il primo giorno di scuola, se continuate di questo passo passerete più tempo qui che in classe - I due ragazzi si guardarono e con un sorriso sul volto risposero in coro con complicità di chi non aveva commesso nessun reato, in effetti loro avevano solo risposto ad una domanda che gli era stata posta, non avevano fatto nulla di che era stato il professore Harkins a dare in escandescenza per una cosa da nulla infondo. Ma signor preside noi non abbiamo fatto nulla, il professore Harkins ci ha detto se volevamo qualcosa e noi gli abbiamo risposto! – Risposero con un’armonia, un’intesa che alla ragazza non pareva possibile, di solito le succedeva con la zia ma non con un perfetto sconosciuto, o forse tanto sconosciuto non era, pensò. Dal altro canto il preside Horwath li liquidò con un gesto della mano sapendo che se li avrebbe lasciati ancora parlare non sarebbero giunti da nessuna parte. Potete andare ma mi raccomando non voglio più vedervi in presidenza. – Con queste parole li lasciò andare, i due ragazzi uscirono dalla presidenza e in assoluto silenzio ritornarono in quella classe pronti per una nuova straziante lezione del professor Harkins. Intanto mentre i giovani erano in quell’edificio infernale in un'altra parte del mondo Marine e Argolas avevano assistito alla divertente scenetta fra i due, quella rabbia che si era manifestata in Larissa era stata soggettata da Marine approvata dal suo amato fratello Argolas e per di più richiesta da Agnes colei che manovrava l’Ardronas la associazione militare organizzativa dell’artlas, ebbene l’Artlas era divisa in più associazioni, vi era quella militare, la fazionare e per finire in bellezza quella organizzativa ovvero che legava tutte il tre, il cuore del intera organizzazione dell’Artlas. Agnes non solo era il capo dell’Ardronas ma era anche la futura sposa di Argolas e migliore amica di Marine, se Marine poteva avere amici, aveva una considerazione di amicizia molto differente dal normale significato, per lei era solo un usare, carpire ciò che le interessava e poi potevano anche morire assiderati di certo non avrebbe sofferto la loro mancanza. Ma tornando ad Agnes, anche lei non poteva soffrire i ribelli per questo motivo aiutava Argolas e sua sorella ad effettuare lo sterminio, ma non sapevano che i ribelli all’interno dell’Artlas avevano un informatore che non era Ermas ma bensì la nostra cara Elisabeth, li aveva raggirati per bene, gli aveva fatto credere che era fedele all’Artlas ma in verità lei odiava ciò che era divenuta quell’associazione nata per ristabilire l’ordine ma che ora generava solo scompiglio fra le intere fazioni, e avrebbe fatto ogni cosa pur di sabotare quell’ente malefica anche dare la sua anima a Longotus, un drago che si cibava di anime pure ma anche di anime impure se doveva essere necessario. Marine, Argolas e Agnes avevano scoperto come interferire nelle emozioni di Larissa, tramite un incantesimo oscuro e l’unica persona che poteva effettuare questo incantesimo era proprio Agnes essendo che apparteneva alla razza delle streghe di oltremare, le streghe di oltremare erano streghe impure che si cibavano di incantesimi molto più oscuri della stessa magia nera, infatti consistevano di sacrificare non solo la loro anima ma anche la loro energia spirituale ovvero ogni volta che dovevano utilizzare un incantesimo di oltremare, una parte della loro energia spirituale lasciava il loro corpo, più incantesimi utilizzavo più la loro energia sarebbe morta con loro fino ad annientarsi definitivamente. Dunque la nostra Agnes aveva rinunciato ad una parte di lei, questo per far capire quanto ci teneva ha vedere Larise sotto terra, ma non aveva fatto i conti con Ermas, poiché lui non avrebbe mai permesso che nessuno poteva far del male alla sua preziosa e amata perla, quindi per il momento Agnes come Marine e Argolas si dovevano accontentare di interferire sulle emozioni della ragazza soprattutto quelle basate sull’odio e la rabbia. In quello stesso momento la nostra Larissa aveva finito il suo orario scolastico e ora era appena ritornata nella sua umile dimora, intenta a prepararsi per vedersi con Ermas, Larunge le si era appena vicinata strusciandosi sulla sua gamba in attesa della sua reazione di coccole. Larunge, mi dispiace ma ora non posso darti la tua razione di coccole, poiché devo uscire con Ermas. – E’ chi sarebbe questo Ermas? – Chiese la zia Morise che era appena entrata nella stanza della nipote, portandogli la merenda e posandola sulla scrivania. Un ragazzo che ho conosciuto a scuola, è nuovo in città e mi ha chiesto di fargli da guida .- La zia fece un piccolo applauso felice, incitandola a dirle di più, sembrava una quindicenne in piena fase adolescenziale. È carino? Quanti anni ha? È fidanzato? Ma cosa più importante gli piaci? – Larissa mise una mano di fronte alla zia come per dirgli di frenare con le sue fantasie e ridendo gli rispose: Zia frena! Non è carino lui è affascinante ma non ti dirò di più perché lo appena conosciuto e poi non voglio fidanzarmi per il momento… siamo solo…. Conoscenti. – Anche se Larissa aveva qualche dubbio su questo, non avevano scambiato chissà quante parole e per di più se avevano parlato non avevano parlato di cose interessanti. Morise non disse niente aveva già capito l’antifona così con un bacio sulla guancia della nipote se ne andò come era apparsa, ora Larissa doveva solo pensare a cosa indossare e soprattutto doveva pensare a ciò che avrebbe chiesto Ermas perché di una cosa era sicura, voleva sapere di più su quel misterioso ragazzo che invadeva i suoi pensieri.

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Capitolo 8
*** Capitolo 5: La guida ***


L’ora era arrivata, e ben presto si sarebbero incontrati. Larissa aveva scelto un vestito giallo a fiorellini floreali, orrendo aveva pensato ma purtroppo non aveva molta scelta tra un grigio insipido e una tuta, si era ripromessa che doveva assolutamente andare a far shopping e tra l’altro nel fine settimana sarebbe arrivata Asia sua sorella maggiore, ebbene sì ella aveva una sorella ed era sua sorella fin dalle antiche scritture, Asia era la sua guardia del corpo e aveva chiesto al nostro angelo di farla rinascere per poterla proteggere anche in questa vita, dato che aveva compiuto i diciotto anni lei aveva appena riavuto tutti i suoi ricordi, insieme le due ragazze avevano dei doni inarrestabili, divise i loro doni erano dimezzati ma c’era un'altra profezia che in quell’altra esistenza si era avverata: una delle prescelte doveva trovare le ali del angelo spezzato nel luogo più remoto delle loro menti, a quel punto potevano usufruire appieno del loro potere singolarmente. La profezia citava codeste parole ‘’le ali del angelo devi trovare, se potere volere avrai, nella tua mente cercherai, luogo remoto le ali troverai, potere singolo avrai e maledizione delle sorelle spezzerai’’. Il vincolo dei poteri dimezzati singolarmente erano frutto di una maledizione lanciata dall’Artlas il giorno in cui Larise distrusse la madre di Argolas e Marine, ma ritornando al guardaroba della nostra perla, ella pensava che con l’arrivo della sua amata germana avrebbero rinnovato il guardaroba con dei vestiti almeno presentabili per delle ‘’uscite’’ così speciali come lo era quella per Larissa, era stata tutto il tempo a progettare a cosa fargli visitare e sperava che filasse tutto liscio come l’olio, con tutti questi pensieri si era già fatta l’ora dell’imminente incontro con Ermas, quindi prese tutto l’occorrente ovvero borsa, cellulare, sigarette e qualche mentina non si sa mai poteva tornare utile. Scese le scale di tutta fretta, salutò la zia al volo e uscì come un fulmine fuori di casa correndo come una pazza all’cancello davanti alla grande villa abbandonata che situava vicino alla scuola ma anche vicino al cuore di Manhattan. Qualche minuto dopo, anzi per essere precisi quindici minuti dopo arrivò al punto stabilito e lo vide in tutta la sua bellezza, emanava una quantità di testosterone che nemmeno uno dei più puri cavalli di razza potevano avere pensò Larissa. Tra un affanno al altro arrivò di fronte a lui con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. - Scusa sono in ritardo ma ho avuto… - - Un contrattempo, lo immaginavo. – Concluse Ermas per lei, d’altronde per anni ad ogni uscita o appuntamento che si erano dati le aveva rifilato sempre quella scusa quando invece era immersa nei suoi pensieri. - Come hai fatto? Cioè mi leggi nel pensiero? – Chiese la ragazza sorpresa, ella non poteva e non doveva ricordare il loro passato e le loro parole, ma a breve tutto ciò che non poteva rammentare le sarebbe riapparso per filo e per segno, era questione solo di giorni. Ermas scoppiò a ridere e scosse la testa in segno di diniego per poi prendere parola. - No immaginavo solamente, sai mia cugina Elisabeth quella che avevi scambiato per la mia ragazza, lo dice spesso per questo immaginavo. – Larissa sospirò e lo prese per un braccio trascinandolo verso il centro, lui non emise nessun segno di protesta anzi fu lieto di quel tocco, quanto le era mancata la sua vicinanza, in quel momento pensò chissà se in quella vita sarebbe riuscito a dichiarare i suoi sentimenti per la sua amata perla. - Andiamo Ermas, devo farti vedere tante cose, ho fatto un mini progetto, innanzitutto ti farò vedere i negozi più ambiti in dolciumi vari e poi per ultimi i musei e le sculture ma quelle magari un'altra volta. – Il ragazzo ridacchiò per la sua vitalità e la sua espressione a cuoricino quando gli disse dei dolciumi, per la sua espressione contrariata quando gli disse dei musei. Si ricordava bene che la storia non le era mai piaciuta su questo non era cambiata, le prese la mano e si lasciò condurre per poi risponderle: - Hey hey con calma abbiamo tutta la sera, e magari possiamo andare al cinema tanto hai detto che ci sarà un'altra volta no? Facciamo una cosa, quello che riusciamo a vedere oggi lo vediamo e domani vediamo l’altra parte del tuo progetto e non accetto un no come risposta. – Disse in tono serio che non ammetteva repliche, la ragazza non poteva far altro che annuire poiché era completamente immensa nelle iridi smeraldo del ragazzo. La giornata proseguì in totale armonia, e avevano scoperto molte cose in comune, anzi lei aveva scoperto poiché lui le sapeva già e cosa più strana non c’era nessuna traccia dell’Artlas e dei suoi componenti dunque la giornata era filata tutta liscia. I due ragazzi in questo momento si trovarono nell’multisala di Manhattan, avevano optato per una commedia romantica vecchio stampo e Larissa non faceva altro che insultare la protagonista per non essersi ricordata del protagonista maschile, fatto sta che quel suo commentare aveva fatto suscitare una clamorosa risata da parte di Ermas e fu così che furono cacciati dal cinema. - E tutta colpa tua Ermas, tu e la tua risata! – Esclamò la ragazza con un espressione imbronciata per poi riprendere la parola: - Mi stava anche piacendo quel film se non era per miss-nonmiricordodelmioragazzo Amber – Ermas dall’altro canto non smise di ridere, poi però si ricompose con molta fatica e parlò: - Colpa mia? Ma guarda che se tu non facevi quei commenti e te ne stavi buona buona a seguire il film forse io non mi sarei messo a ridere e non ci avrebbero cacciati dalla sala. – Ella incrociò le braccia e sfruttò una carta vincente, il suo famoso sguardo da cucciolo abbandonato in autostrada il giorno delle vacanze estive, il ragazzo si perse in quello sguardo ma in un momento di pura follia dimenticandosi di tutte le profezie, dei ricordi perduti e di tutte le altre facendo la baciò dolcemente come se avesse paura di affrettare i tempi della memoria perduta, in quello stesso istante Larissa ebbe una sorta di visione in cui vedeva la lei del passato e Ermas nella stessa identica situazione che stava vivendo, ad un certo punto ritornò nel presente e immediatamente si staccò come se avesse avuto una sorta di scosta, dall’altro canto il ragazzo sperava di non aver risvegliato nessunissima memoria di loro due precedentemente a quest’epoca. Furono un susseguirsi di sguardi Pieni di un sentimento che per ora non potevano permettersi di avere.

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