Monster - caccia al chiaro di luna

di Rabbit_183
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ricordate quelle storie che la notte vi impediscono di prendere sonno? Quelle che nel buio  , della vostra stanza sembrano così reali e terribili , ma che alla luce del giorno svaniscono come un incubo spiacevole. Provate ad immaginare di non svegliarvi , di continuare a sognare, a rivivere l’incubo , ancora e ancora nonostante il sole splenda alto su di voi.

 

La città dormiva nella silenziosa notte, la luna  alta nel cielo era coperta da  nuvole scure. Un vento leggero muoveva le foglie degli alberi. E i bambini nascosti sotto le coperte  ascoltavano le vecchie storie di principi azzurri, principesse da salvare e mostri cattivi, ma a Doylestown il confine tra quelle storie e la realtà è quanto di  più sottile…. Era un tacito accordo fra coloro che sapevano e coloro che non volevano sapere, tra chi  voleva mantenere tutti allo scuro e chi invece voleva a tutti i costi smascherare i “mostri”.
Ma chi è il vero mostro e chi l’ eroe?

Le uniche luci accese erano quelle della caserma di polizia, i poliziotti di turno trafficavano ormai da ore intorno ad un tavolo ingombrato da coltelli, pistole e proiettili. Tra il frastuono generale una voce più potente superò le altre: “ Walt come facciamo a catturarli tutti?”  
“ma noi non dobbiamo catturarli … il nostro scopo è ucciderli tutti!, dopo quello che hanno fatto non possiamo fare altrimenti ”
Silenzio. Tutti i presenti si voltarono verso l’uomo che aveva appena parlato trattenendo il respiro.
“Ma non possiamo ucciderli tutti!, tra di loro ci sono donne e bambini innocenti” questa volta era stata Martha a prendere la parola e un coro di assensi si levò in suo favore, “Sono loro figli, figli di quegli esseri, bastardi nati da unioni sbagliate loro devono morire tanto quanto gli altri!”. E così la discussione fu messa a tacere “Andiamo adesso, prendete i cani e le vostre armi, si va a caccia!”. Mano a mano che la caserma si svuotava partivano macchine piene di uomini  e cani addestrati, tutti diretti verso Peace Valley Park , mai nome fu meno appropriato.

 

Brandendo nella mano destra un pugnale argentato e con la sinistra scostando i rami che le impedivano il passaggio ; Martha si addentrava sempre di più nel fitto bosco, era sola , cosa insolita per una missione di questo genere , ma Walt era stato irremovibile, e si sà quando Walt impartisce un ordine tutti lo devono rispettare.
Tutto era silenzioso , sembrava fosse l’unica persona sveglia nell’intera Doylestown,  Martha sentiva soltanto il suo respiro e il suo cuore impazzito, era terrorizzata e fu ancora più terrorizzata quando questo surreale silenzio fu spezzato da un urlo agghiacciante, seguito subito da  un altro, poi un altro ancora, provenivano da tutte le direzioni , la circondavano . Riconobbe le voci dei suoi compagni. Li sentiva urlare, sparare e morire  ma prima che potesse fare qualcosa  le urla cessarono improvvisamente così come erano iniziate; e tornò il silenzio...


Martha terrorizzata cominciò a correre ,con il cuore in gola scostando violentemente ogni ramo o arbusto che le intralciava la strada. Era quasi riuscita a raggiungere la sua macchina quando un ringhio le gelò il sangue, si immobilizzò all'istante, davanti a lei c'era un enorme lupo con le zanne e la gorgiera sporche di sangue,che si avvicinava lentamente.

Fece un passo  indietro , pronta alla fuga ,ma il lupo fu più veloce e con un balzo le fu addosso.

Martha con il suo pugnale cercava di difendersi menando colpi alla cieca ,ma fu tutto inutile il lupo con un morso le squarciò la gola , non prima però che la ragazza incrociasse lo sguardo freddo e impassibile di Walt che osservava la scena da un angolo poco lontano.
Non era mai stato una persona altruista o generosa, era convinto che il mondo fosse abitato da i deboli e i forti, e ovviamente lui voleva appartenere alla seconda categoria ma siccome Madre Natura non gli aveva concesso questo privilegio, perché non prenderselo alleandosi con i più forti?

La bestia continuò ad accanirsi sul corpo senza vita della ragazza , ormai ridotto ad una ammasso informe di carne e sangue.  Quando non restò più niente da divorare il lupo cominciò a contorcersi ripiegandosi su se stesso fino ad assumere fattezze umane.

“Sono tutti morti?” chiese Walt con voce grave “Si sono tutti morti, lei era l'ultima”, rispose il lupo diventato umano “Bene, farò passare tutto per un incidente, ci risentiamo.” rispose Walt “Certo che chiami “esseri abominevoli” quelli come me, quando tu  non hai esitato a far uccidere tutti i tuoi amici per raggiungere i tuoi scopi, quindi io mi chiedo: alla fine chi è il vero mostro?”.

Ascoltate queste ultime parole Walt raggiunse la sua jeep, mise in moto e si diresse verso casa, consapevole di dover iniziare a pensare ad una scusa più che convincente per far apparire questa strage come un semplice incidente.

 

 

 

Angolo Autrice:

Eilà cari lettori, questa è la nostra prima storia, Monster, è un progetto a quattro mani. fateci sapere le vostre opinioni. Grazie in anticipo

C&F

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Doylestown ,Pennsylvania

Ducke odiava svegliarsi presto, ma soprattutto odiava le urla di sua madre che da più di dieci minuti tentavano di buttarlo giù dal letto. Ecco quello che succede ad avere un migliore amico che ti trascina in giro per tutti i pub della città fino a notte fonda , alla disperata ricerca di una donna con cui concludere la serata.

“Ducke, Santo cielo sono ore che ti chiamo, muoviti tuo padre ti vuole parlare di una questione urgente, è in cucina e ci sono anche gli O’Connor “.

Così sua madre era piombata come un uragano in camera aprendo le imposte della finestra.

“ Sto arrivando ”rispose Ducke, con voce impastata dal sonno.

Dopo una velocissima doccia si diresse in cucina preoccupato, di solito quando gli O’Connor si presentavano a casa  la mattina presto non era mai un buon segno.

 

Entrato in cucina trovò ad aspettarlo il viso scuro di suo padre, Peter, e accanto a lui il viso ancora più scuro del suo vecchio amico, John accompagnato dal figlio, Erick.

Suo padre era un uomo molto solare, soprattutto la mattina (a differenza del figlio che rimaneva in uno stato comatoso fino alle dieci), certo, non era particolarmente loquace, ma all'occorrenza sapeva divertire ed intrattenere amabilmente tutti i suoi ospiti.

Quella mattina però sembrava diverso , come se tutto il suo tipico buon umore si fosse dissolto.

Erano tutti e tre riuniti intorno al tavolo coperto da una graziosa tovaglia a fiorellini , sicuramente scelta da sua madre : a capotavola sedeva suo padre con indosso una delle sue immancabili vestaglie color pastello che sfoggiava abitualmente ogni mattina , indipendentemente dalla stagione ; subito alla sua sinistra  si trovava John , migliore amico di suo padre e a sua volta padre del suo migliore amico.

Quest’ultimo stava  mollemente appoggiato al frigorifero  scontando gli effetti della loro notte brava.

 

“Buon giorno Pa’, Erick, signor O’Connor ”  disse Ducke,

I due adulti risposero al saluto con un cenno frettoloso , Erick invece produsse una specie di mugolio incomprensibile.

 

“Perché una riunione di prima mattina? È successo qualcosa?”

Suo padre lo guardò dritto negli occhi , prese un respiro profondo e gli rispose

“ Stanotte è stato ucciso un gruppo di cacciatori a Peace Valley Park.”

 

Ducke sgranò gli occhi per la sorpresa

“Quale gruppo? Non starai parlando di. . .” non ebbe neanche il coraggio di terminare la frase, ma Erick lo fece per lui.

“Sì , si tratta di Martha e gli altri poliziotti"

 

Si mise a sedere sullo sgabello più vicino, cercando di fare chiarezza nella sua mente.

Martha era una cacciatrice della città, di qualche anno più grande di lui , era nata nel quartiere vicino e da un anno era entrata in polizia , come molti altri cacciatori prima di lei.

Forse Ducke non poteva chiamarla una vera e propria amica , ma ,nonostante i loro  avi fossero  stati in lotta da secoli, la rispettava e lei rispettava lui, Martha non l’aveva mai considerato un mostro.

 

“Figliolo, mi dispiace”

Le parole del padre lo riscossero dai suoi pensieri e così riuscì a formulare una domanda di senso compiuto

“Chi può essere stato?Perché?”

 

“Non lo sappiamo, l’unica cosa certa è che sono stati attaccati da uno o più animali selvatici , e tutti noi sappiamo cosa questo comporti." Rispose il Signor O’Connor

 

Lupi.

Per la precisione metà lupi e metà uomini, licantropi.

 

“Questa sicuramente è opera del branco dell’Est, animali incivili che mangiano ancora carne cruda. Dovremmo reagire, stanno superando il limite.”

Esclamò Ducke arrabbiato. Trovando subito ‘ appoggio dei due adulti.

Ma per la prima volta Erick prese la parola, riprendendosi dal suo stato comatoso:

“ Non possiamo né accusarli né tanto meno attaccarli, non abbiamo prove certe su chi sia stato. Per ora teniamoli d’occhio anche a scuola e quando noteremo qualcosa di sbagliato attaccheremo, fino ad allora manteniamo la calma.”
Le parole del ragazzo calmarono subito gli animi riuscendo ad evitare una possibile guerra.

“ Daccordo Erick, mi fido di te. Però adesso dobbiamo sbrigarci, non voglio entrare tardi!” Esclamò Ducke di nuovo calmo.

“ Certo, non sia mai che il Neo eletto rappresentante d'istituto ritardi”, ironzzò Erick.

E così uscirono di casa, i due uomini , una volta rimasti soli in cucina ,si scambiarono uno sguardo complice : i loro ragazzi erano cresciuti , un giorno sarebbero diventati ottimi leader superando anche loro stessi.

 

Katrina e Joshua erano impegnati in una delle loro solite corse mattutine, o meglio Katrina correva, Joshua arrancava dietro di lei e cercava di tenere il passo senza sembrare asmatico.

“Ehi, Kat fermati! non ce la faccio più”, supplicò Joshua ormai senza fiato.

Katrina sbuffando rispose “Josh sei la vergogna della nostra specie”

“Ehi, non è colpa mia, siamo licantropi non maratoneti!” a quel punto Katrina scoppio a ridere scostandosi delle ciocche blu dal viso.

Continuarono a scherzare dirigendosi verso Peace Valley Park come tutte le mattine. Quel giorno però non trovarono la solita pace e calma ad aspettarli .Erano quasi arrivati al parco quando Katrina si bloccò e Joshua per poco per non le cadde addosso:

“Ehi Kat,ma che ti prende?” Katrina però non lo stava ascoltando, osservava la scena davanti a lei, così Joshua incuriosito seguì il suo sguardo e rimase esterrefatto: l’intero ingresso del parco era stato transennato e degli agenti perlustravano il territorio tenendo al guinzaglio un paio di cani, altri invece fotografavano macchie di sangue a terra ed altri ancora tentavano di allontanare i curiosi dalla scena.

“ Ma cos’è successo?” chiese di nuovo Joshua,

“Non lo so, forse un omicidio?” rispose Katrina dubbiosa, senza staccare gli occhi dalla scena

“Un omicidio? -  si interruppe un momento per fiutare l’aria - Direi più una carneficina a giudicare da tutto questo odore di sangue.” rispose Joshua.

 

I due incuriositi si avvicinarono, tentando di non attirare l’attenzione, ad  un uomo in giacca e cravatta che stava parlando animatamente al telefono seduto su una panchina non lontana da loro.

 

“. . .è incredibile, non ho mai visto tanto sangue tutto insieme come oggi. Nessuno merita una morte del genere , non pensavo che un branco di lupi potesse essere tanto feroce…. si li stanno cercando...”  

Ascoltate queste parole Katrina sbiancò e si voltò alla ricerca dello sguardo dell’amico

“Stai pensando quello che sto pensando io ?”

“Non credo si tratti di semplice lupi “, Katrina lanciò un ultimo sguardo agli alti alberi che circondavano il parco , poi si voltò verso il sentiero da cui erano appena venuti e disse:

“Meglio tornare subito a casa, dobbiamo avvertire mio padre”

 

Appena arrivati davanti alla staccionata della piccola casa bianca videro Daniel che impugnando un martello stava tentando di riparare il comodino di camera sua .

Si asciugò il sudore che gli imperlava la fronte e bagnava i capelli corti , ormai brizzolati.

Negli ultimi tempi si dedicava sempre più spesso ai piccoli lavoretti domestici , per la gioia della figlia , infatti questi gesti quotidiani lo rendevano più sereno e rilassato.

Erano anni che non lo vedeva sorridere così spontaneamente , dopo la morte della madre di Katrina , sua moglie, il suo viso era diventato sempre più magro e le occhiaie sempre più profonde , come se fosse invecchiato di dieci anni in una sola notte.

Ma vedere i suoi occhi gentili risplendere di nuovo , nonostante le sottili rughe che li circondavano , faceva sentire Katrina sollevata e infinitamente grata. Il peggio era passato.

 

Vedendoli si fermò e sorridendo disse

“Ragazzi siete già tornati?Joshua sei resistito ancora meno dell’ultima volta” 

 

“Papà dobbiamo parlare” esordì Katrina

“ E’ successo qualcosa di grave?” chiese Daniel preoccupato,

“Purtroppo sì” rispose Joshua, e dopo di lui Katrina iniziò a raccontare l’accaduto, Daniel si faceva sempre più scuro in volto,  

“ La situazione è critica, per ora dobbiamo aspettare, non fate mosse avventate o rischiamo di scatenare una guerra. Adesso andate a cambiarvi, tra poco dovete andare a scuola.”

E così dicendo Daniel congedò i due ragazzi, che si ritirarono nelle loro camere per prepararsi, consapevoli che quella sarebbe stata una lunga giornata.

 

Logan era in ritardo,come tutte le mattine , ma questa volta non era colpa sua, infatti cosa poteva farci lui se la corrente era saltata proprio quando era sotto la doccia?
Inoltre nessuno lo aveva avvertito che la macchina era stata portata a riparare, quindi era dovuto correre a perdifiato fino alla fermata dell’autobus, ignorando  la madre che sosteneva di dovergli dire qualcosa di assolutamente importante.

Fortunatamente era riuscito a salire in volata sull’ultimo autobus diretto a scuola,

ma ovviamente non aveva trovato un sedile libero.

Stava maledicendo silenziosamente ogni mezzo pubblico che conoscesse quando il suo sguardo si posò su un ragazzo con un paio di occhiali squadrati che sfoggiava con orgoglio una T-shirt verde dove campeggiava in bella vista la seguente frase “Trust me ,I’m a Jedi”.

A Logan sfuggì un sorriso involontario, William si sarebbe sempre distinto dalla massa,lo osservava  tenere in equilibrio con una mano , mentre con l’altra reggeva il libro di elettronica.

Sul sedile vicino invece  sedeva sua sorella , Emily. Indossava gli auricolari e aveva lo sguardo assorto , qualcosa la turbava , si toccò nervosamente la piccola margherita che aveva intrecciato nei capelli . William le strappò un auricolare ,per accostarsi al suo orecchio bisbigliando qualcosa che la fece scoppiare a ridere .

Logan ebbe l’irrefrenabile impulso di avvicinarsi ai due fratelli che fino a pochi anni prima erano  stati suoi migliori amici, adesso invece  si parlavano a malapena, tutto per colpa di Logan o meglio di ciò che comportava essere lui: aveva dei segreti che restando al  loro fianco non avrebbe potuto mantenere.

Infatti, quando Will incontrò lo sguardo del suo vecchio amico il sorriso gli morì sulle labbra, sostituito da una smorfia di disprezzo misto a tristezza

Logan rimase molto deluso e controllò il cellulare nella speranza che il suo “nuovo” migliore amico, Brian, lo avesese contattato, ma niente, sembrava scomparso.

Quindi passò il resto del viaggio ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino,cercando di non pensare ai due fratelli che ormai avevano notato la sua presenza.

Potrebbe salutarli, infondo erano stati amici, anche solo un breve cenno sarebbe bastato, ma ogni volta che tentava di avvicinarsi Will si voltava, dandogli deliberatamente le spalle.

Continuò ad angosciarsi con questi pensieri fino ad arrivare alla fermata dell’ università, dove scese.

Aveva abbandonato ogni speranza quando si sentì trattenere per  la manica del giubbotto , Emily lo stava fissando con i suoi grandi occhi nocciola.

“Ormai neanche ci saluti più?” sbuffò rumorosamente,

Non ebbe neanche il tempo di rispondere che la ragazza se ne era già andata, correndo verso l’ingresso della scuola.

Logan non sapeva se essere felice perchè finalmente gli aveva rivolto la parola o triste per la non-conversazione che avevano appena avuto. Ormai era  certo che quella sarebbe stata una pessima giornata, ma per lui le sorprese non erano ancora finite.

 

 

 

 

 

Angolo Autrici:

Eilaaaa… cari lettori/lettrici questo è il primo capitolo di Monster con, ovviamente, i primi personaggi tutti lupi… quindi fateci sapere che  ne pensate con un commento e ci vediamo al prossimo capitolo ;)

C&F

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Inghilterra, Londra

 

.... Whoa tonight , tonight we could be more than friends

We’re in the corner of the crowded room

I want your lips, your body, boy...”

Nicky aprì gli occhi, svegliata dalle note di More than friends provenienti dal suo cellulare.

Chi diavolo la stava chiamando a quell’ora?

Richiuse gli occhi ignorando il telefono, che imperterrito continuava a squillare , chiunque fosse il pazzo che la stava cercando era molto tenace.

Si alzò ,sbuffando per raggiungere  il cellulare, stava per riattaccare quando lesse il nome sullo schermo: “Tia Val”, così rispose infastidita.

“Spero sia qualcosa di vitale importanza perchè in questo momento sono molto impegnata.”  iniziò Nicky, alludendo al ragazzo che dormiva beato nel letto a fianco a lei.

“ Buongiorno anche a te Nicky, mi dispiace per l’interruzione, ma si tratta di una faccenda molto importante, torna subito a casa e passa a prendere anche Corinne.”

rispose la voce al telefono.

“Uffa Val, ma non possiamo incontrarci tra un’ora?”

“No Nicky, sbrigati; sono sicura che tu ti sia divertita a sufficienza ieri notte, anche per oggi”. E così dicendo Valery chiuse la chiamata. Nicky con un altro sbuffo iniziò a rivestirsi, ignorando i mugolii che provenivano dal letto, era quasi  completamente vestita quando il ragazzo con voce impastata dal sonno  le disse: “Te ne vai già? non resti per il secondo round?”.

Nicky osservò il ragazzo che si era appena svegliato e si complimentò con se stessa per l’ottima scelta fatta,gli lanciò un ultimo sguardo e disse : “Mmm… Mi dispiace, vorrei, ma devo andare, comunque grazie per la bella serata.” e con un ultimo occhiolino  lo salutò, uscendo di casa.

Si mise i suoi occhiali da sole griffati, salì sulla sua bellissima BMW decappottabile e sfrecciò lungo le strade londinesi incuriosita da tanta urgenza.

 

 

 

Annabeth sferrò un pugno, e ne schivò un altro, si abbassò e con un calcio riuscì a mettere in ginocchio il suo avversario, per poi puntargli un pugnale alla gola.

“Accidenti Beth, dovresti farmi vincere qualche volta, stai distruggendo il mio orgoglio maschile!” Annabeth rise:

“Ma non dire scemenze, sei un ottimo combattente Matt, dai facciamo una pausa.”

E così dicendo la ragazza gli porse una mano per aiutarlo a rialzarsi, ma Matt fu più veloce

e con una mossa la atterrò, la ragazza sorpresa non riuscì a difendersi e si trovò schiena a terra con un pugnale puntato alla gola.

“Si!, ce l’ho fatta! ti ho steso!!,segnerò questa data sul calendario!”

Annabeth scoppiò di nuovo a ridere, divertita dal comportamento dell’amico.

La sua risata fu interrotta dal telefono di Matthew, che rispose subito:

“Ehi Val, buongiorno.”

“Ciao Matt, dove sei?”, chiese la voce allegra di Valery,

“Sono in palestra ad allenarmi con Annabeth perché?”

“Oh, perfetto dovreste venire tutti e due subito a casa per una riunione d’urgenza.”

“Va bene arriviamo”. Disse Matt chiudendo la chiamata, per poi voltarsi verso Annabeth che avendo sentito la conversazione aveva iniziato a radunare le sue cose.

“Mi sa che per oggi abbiamo finito, Val ci ha chiamato a rapporto.”

 

Come ogni vero Inglese che si rispetti Corinne amava il giardinaggio.

Adorava trascorrere le ore passeggiando per i Giardini Botanici Reali ed ammirare le infinite varietà di alberi e fiori che vi si trovavano.

Ma la sua passione non si limitava a qualche lunga camminata per i parchi Londinesi,

infatti in quel momento si trovava nella sua serra personale che aveva allestito qualche anno prima.

Quì coltivava una gran varietà di erbe medicinali: dalla melissa ,per calmare i nervi alla  borragine , contro la dermatite; preparava infusi depurativi seguendo le ricette che le donne della sua famiglia si erano trasmesse da generazioni.

Oh, se quelle donne si fossero limitate a tramandarle solo qualche rimedio naturale contro l’emicrania!

Probabilmente le cose sarebbero andate in modo molto diverso...

Ma come non si può sfuggire dal proprio passato, non si può neanche scappare dalla  proprie origini , soprattutto se quella che chiami  famiglia è in realtà l’ultima stirpe di streghe che un tempo proveniva da Salem. E tu sei, come se non bastasse, l’unico membro ancora in vita.

Corinne scosse la testa come a voler scacciare quei pensieri inutili e cominciò a ricoprire di terriccio i bulbi che aveva appena comprato.

Aveva quasi finito quando un paio di gambe lunghe rigorosamente su un tacco dodici comparvero alla porta.

“Dovresti uscire ogni tanto da questo buco” esordì Nicky indicando la piccola costruzione in ferro battuto che le circondava.

“Certo, potrei accompagnarti durante una delle tue battute di caccia” propose Corinne speranzosa

“Perchè no? Con un paio di tacchi e una mini-gonna  potresti essere una degna sostituta di Annabeth, ma ti avverto, tentare di tenermi lontano dal cubo è inutile”

Corinne alzò gli occhi al cielo.

“Stavo parlando della caccia ai lupi mannari, non a uomini ubriachi”

“Ne abbiamo già discusso , non sei ancora pronta , solo i cacciatori ben allenati possono partecipare ad una missione. Per ora limitati a procurarci dell’ottima strozzalupo“

“Ma io sono una strega , sapete bene che potrei esservi utile anche in battaglia e. . .”

Nicky la interruppe

“Poche storie,dobbiamo andare, Valery ci sta aspettando a casa, ha qualcosa di urgente da dirci”.

Corinne sbuffò sonoramente, si levò i guanti da giardinaggio e seguì Nicky. Non se l'era presa per le parole dure della sua amica, sapeva che le voleva molto bene e che si preoccupava per lei. La consideravano come la cucciola del gruppo da proteggere e questo le faceva piacere  ma non voleva essere di peso alle sue amiche, che oltre ad essere bellissime ragazze erano anche ottime cacciatrici, mentre lei sapeva solo fare qualche piccolo incantesimo e coltivare la strozzalupo.

 

 

 

Groombridge Place era da secoli la tenuta estiva degli Smith,da  quando il primo cacciatore, il Duca di Beaufort, vi  si trasferì nel 1798 per fondarvi un centro di comando.

Ben presto quella residenza non divenne solo un centro di comando ,ma anche un punto di ritrovo per tutti i cacciatori inglesi, che provenivano da famiglie nobili.

Infatti a Groombridge Place si dava inizio all’annuale caccia alla volpe.

Anche se le loro prede erano ben altre.

Dall’inizio dei tempi esseri metà lupi metà umani abitavano ogni continente della Terra; sembravano uomini e donne normali , ma potevano assumere le sembianze di bestie ogni plenilunio e con queste spoglie uccidevano , distruggievano il raccolto e spaventavano il bestiame.

In fondo i Licantropi facevano e fanno parte della storia, dai Cristiani che vedevano nei licantropi una manifestazione del male, al mito Greco-Romano di Licaone sino alla più recente leggenda francese della Bestia di Gévaudan. L’unica connessione tra questi esseri mitici erano le rappresentazioni e le storie terrificanti che li riguardavano. Così gli uomini, non potendo nulla contro di loro, gli consideravano alla stregua di divinità, gli veneravano e  facevano offerte per placare la loro ira. Ma nella seconda metà del 700’ le cose iniziarono a cambiare.

Era il 1768 e l’Inghilterra era devastata dalle scorribande di lupi selvatici tanto feroci da divorare interi villaggi. La popolazione in ginocchio riteneva questo flagello una punizione divina, vi era però qualcuno,conoscitore dei miti classici, che cominciò a parlare di Licantropi.

E così nacque la leggenda su un possibile branco di lupi mannari guidato dal terribile Malachia.

In una calda sera estiva, il duca di Beaufort stava dando un ballo nella sua tenuta nel Norfolk, tutta la più alta aristocrazia Inglese era presente.

Proprio quando il pianista attaccò il quinto pezzo della serata uno i degli invitati cominciò a contorcersi e a dimenarsi fino a perdere ogni aspetto umano per tramutarsi in lupo: Malachia.

 

Era una creatura gigantesca che occupava il centro del salone, aveva occhi rossi fiammeggianti ,lunghe zanne coperte di bava e il pelo scuro come la pece.

Davanti ad una visione tanto terrificante tutti gli invitati cominciarono a gridare in preda al panico e a scappare in ogni direzione , ma fu tutto inutile.

Nessuno dei presenti sopravvisse alla furia omicida dell’Alpha.

Il duca di Beaufort però non assistette a quella carneficina poiché  era uscito qualche minuto per fumare un sigaro in solitudine

Al suo rientro la scena che gli si parò davanti era sconvolgente :i suoi amici a terra , squartati e trucidati nei loro vestiti eleganti , il pavimento bagnato di sangue e sul palco per il pianista l’enorme bestia che stava divorando il cadavere di sua moglie.

Tutt’ora è impossibile capire cosa attraversò la mente del duca nei pochi secondi che impiegò ad afferrare il candelabro d’argento che stava ai suoi piedi e a gettarsi contro il lupo con una violenza inaudita. Questo , colto di sorpresa, non ebbe il tempo di reagire e in un attimo si trovò conficcato in mezzo al cranio il candelabro. Barcollò pericolosamente per qualche metro e poi cadde a terra sconfitto.

Era la prima volta che un normale essere umano vinceva su un licantropo, ma non sarebbe stata l’ultima.

Il Duca lasciò il Norfolk portando con sè solo quel candelabro d’argento che fece fondere per costruire un pugnale.

Viaggiò in tutta Europa raccontando la sua storia , quindi come in Inghilterra nacque la caccia alla volpe, in Francia si diffuse la caccia al lupo, in Italia al cervo; si costruirono vere e proprie regge dove molti nobili si radunavano per aprire la stagione di caccia come la Palazzina di caccia di Stupinigi o la Reggia di Versailles. Ma ovviamente erano tutte facciate, i cacciatori non si ritrovavano per cacciare semplici animali bensì lupi mannari.

 

Londra oggi

Mat e Annabeth furono i primi ad arrivare a Groombridge Place, Valery li aspettava sulla porta con il suo solito sorriso materno,

“Ben arrivati ragazzi.”

Annabeth le saltò addosso stritolandola  in un abbraccio caloroso, mentre Matt le sorrise solare lasciandole un semplice bacio sulla guancia:

“Nicky e Corinne non sono ancora arrivate vero?” chiese Annabeth impaziente di rivedere le sue amiche.

“No, Annabeth ormai dovresti conoscerla, arriverà come minimo con dieci minuti di ritardo, era ancora a letto quando l’ho chiamata”.

Annabeth sorrise, lei e Nicky erano amiche da una vita, erano cresciute insieme sotto l’ala da mamma chioccia di Valery, a prima vista nessuno le avrebbe definite “migliori amiche”: litigavano spesso e avevano gusti completamente diversi. Ma osservandole attentamente si poteva notare che in realtà erano molto legate, quando una entrava in una stanza cercava sempre con lo sguardo l’altra, loro si capivano con un’occhiata, era come se fossero un'anima in due corpi.

L’attenzione dei tre fu attirata da una BMW che entrava nel vialetto sterrato ad alta velocità, una volta fermatasi  dall’auto uscirono una Corinne completamente rossa e una Nicky molto divertita:

“cos’hai combinato stavolta?” chiese Annabeth cercando di trattenere un sorriso,

“Niente di che, stavamo solo parlando”, rispose vaga Nicky

“solo parlando?! Ha insistito per raccontarmi ogni dettaglio della sua serata, non ha tralasciato proprio niente”intervenne Corinne a dir poco scandalizza

Al solo udire la parola “sesso” le guance della streghetta si imporporavano, per la gioia di  Nicky che adorava metterla in imbarazzo raccontandole le sue “avventure”.

 

“Ragazzi per favore, cercate di fare gli adulti i nonni di Nicky e Annabeth sono in salotto, seguitemi”,

“ Uh…Anche mio nonno? Allora deve essere una cosa seria.” Commentò Nicky

Una volta conclusi usii vari convenevoli,i membri più anziani della consiglio , si sedettero nel salotto affrescato che si affacciava sul parco privato di Groombridge.

I ragazzi ,sempre più curiosi, cercavano di capire il perchè di quella chiamata inusuale, così prestarono la massima attenzione quando il nonno di Nicky prese la parola

“Abbiamo una missione per voi” il signor. Smith era conosciuto per la sua schiettezza, tanto che a volte le sue parole erano quasi criptiche, infatti

le due amiche si scambiarono un’occhiata confusa, perchè tanto disturbo per una semplice missione?

“Ci è giunta la notizia di un branco di lupi che ha attaccato ed ucciso un’intera squadra di nostri cacciatori,- precisò il il nonno di Annabeth- E sapete bene cosa questo comporti.”

“Si certo, secondo il codice dei cacciatori dobbiamo mandare un’altra squadra, che dovrà  indagare e se necessario processare ed uccidere i lupi colpevoli con il Pugnale Sacro.” rispose efficiente  Matthew.

“Esatto, e dato che voi siete la squadra migliore, siete i più quotati per questa missione”

“mi pare giusto, quindi dove dobbiamo andare questa volta?. Winchester, Bath o ..” Nicky venne interrotta da Valery:

“Questa volta è diverso, la missione comporta un vostro trasferimento a Doylestown, in Pennsylvania, è li che sono stati uccisi i cacciatori”.

Per qualche secondo rimasero tutti in silenzio, troppo sorpresi per poter parlare , fu Corinne la prima a riprendersi

“Cosa?!, ma come faremo con la scuola, la casa e il resto? insomma, l’anno scolastico è già iniziato…e poi io. . .dovrei rimanere qui, da sola?” balbettò ancora incredula

“La missione è molto più difficile di quello che pensate, sospettiamo che questi omicidi non siano casi isolati, quella è una zona molto instabile,ci sono tre branchi in un solo territorio, serve una squadra versatile e che si possa mimetizzare facilmente fra di loro. E voi siete i più indicati.” spiegò meglio Valery.

“Ma non possiamo lasciare tutto così, e poi Corinne?, lei dove andrà?” chiese Annabeth

“ La notizia degli omicidi ci è giunta una settimana fa, a Doylestown c’è una casa che vi aspetta e abbiamo già mandato le iscrizioni alla vostra nuova scuola. E Corinne rimarrà qui.” Spiegò il nonno di Annabeth.

“Sola? e chi la proteggerà?” Matthew era sempre più allarmato.

“Verrà con noi”. La voce di Nicky sorprese tutti

“Insomma avete detto voi che noi siamo i migliori no? la proteggeremo e poi prendetela come la nostra ricompensa, senza Corinne noi non partiamo.”  continuò sicura Nicky.

“Corinne tu sei d'accordo? Vuoi partire anche tu?” domandò Valery,

“Si, voglio andare con loro.” Rispose decisa la strega, e questa sua fermezza fece scappare un sorriso a Nicky, forse la loro cucciola stava crescendo.

“Bene, allora partirete tra una settimana, fra due giorni vi arriveranno tutti i documenti necessari. Buona Fortuna”

E così dicendo gli anziani congedarono i ragazzi, che dopo essersi scambiata un’occhiata complice, si diressero verso le loro macchine, eccitati da questa nuova avventura.

 

Angolo Autrici:

Eilaaa gente!, questo è il secondo capitolo e loro sono gli ultimi personaggi. Fateci sapere chi vi sta più simpatico… per ora…

Alla prossima!

 

C&F

 

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Erick camminava per il corridoio della scuola diretto verso un distributore di merendine, nessuna preoccupazione era tanto grave da non poter esser dimenticata con del sano cibo spazzatura.

Stava cercando degli spiccioli nella tasche quando qualcuno cercò di attirare la sua attenzione tossendo nervosamente.

Un ragazzo  dalla pelle scura lo stava squadrando con disapprovazione, era poco più alto di lui:

“Sei circondato da nemici e tutto quello che riesci a fare è mangiare?!” esordì stizzito

“Buongiorno Joshua, è sempre un piacere scambiare due chiacchere con te. Lo sai che  che a volte potresti anche sorridere? ” rispose Erick sarcastico

“Risparmiami queste battute da Cabaret, non abbiamo tempo per l’ Erick’s Show” il tono di Joshua era sempre più alterato , teneva le mani strette in due pugni cercando di placare la rabbia, aveva ancora qualche difficoltà con l’autocontrollo

“Calmati novellino, mi sono trasformato molto prima di te, quindi vedi di portare il dovuto rispetto; e comunque gli Alpha stanno discutendo in questo momento, conosci Ducke e Katrina , non sono degli sprovveduti.”

“Discutere?Dobbiamo agire! Una morte come quella dei cacciatori attira l’attenzione, sicuramente manderanno un altro gruppo per sostituirli molto meno collaborativo, ce la faranno pagare, la nostra tregua è finita”

Erick alzò gli occhi al cielo esasperato, perché doveva sorbirsi gli attacchi di panico di un Betha di un altro branco? Forse esisteva un codice di comportamento tra Betha di cui non era a conoscenza? Comunque non era mai stato un tipo particolarmente attento all'etichetta.

Intanto Josuha stava continuando a delirare agitando le mani con foga

. . .questa sicuramente è opera del Branco dell’Est! Cacciamoli tutti.”

“Quante volte devo ripetere che non abbiamo prove, inoltre Logan non farebbe mai niente del genere, anche se è il peggior Alpha che abbia mai conosciuto ,ma . . .”

Erick fu interrotto da un basso ringhio: Brian gli aveva raggiunti.

“Modera i termini , quello di cui stai sparlando è il mio Alpha”  esordì il nuovo arrivato.

I due si avvicinarono lentamente  fino a fronteggiarsi, Erick tenendo le spalle aperte e la mascella contratta, pronto ad attaccare; Brian invece cercava di allungare il collo per colmare la notevole differenza d’altezza con l’altro ragazzo.

Stettero in quella posizione per qualche secondo, finché Joshua non intervenne separandoli:

“Il corridoio scolastico non è il luogo più indicato per iniziare uno scontro tra branchi” disse facendo cenno al gruppo di ragazze che aveva iniziato ad osservarli con insistenza.

Brian lanciò un ultimo sguardo ad Erick per poi andarsene raggiungendo Emily Morrison ,che aveva assistito a tutta la scena, la salutò con un leggero inchino e si allontanarono insieme ridendo.

“Non credevo che la Morrison fosse il suo tipo” commentò Erick

“Ti sembra il momento adatto per fare pettegolezzi! La situazione è. . .” ma ormai l’altro Betha se ne era andato , lasciando Joshua solo davanti al distributore.

 

Scontri di quel tipo non erano una novità alla Delaware Valley University, quì erano costretti a convivere licantropi appartenenti a ben tre branchi diverse.

Infatti la scuola si trovava esattamente al confine dei tre territori in cui era stata suddivisa la Contea di Bucks : uno appartenente al Branco del Nord , uno a quello dell’Est ed uno a quello dell’ Ovest.

Questa divisione risale a circa cinquanta anni prima, allora l’intera contea era sotto la giurisdizione di un unico branco guidato da un Alpha saggio e rispettato, purtroppo questo morì in un incidente senza aver ancora designato un successore.

I suoi tre figli , Peter, Daniel e Sarah  iniziarono quindi a lottare, tutti e tre volevano avere il controllo, ma nessuno in realtà era abbastanza forte e rispettato per subentrare al posto del padre.

Molti sostenevano Peter che avendo già una moglie poteva essere una figura più affidabile, ma essendo il più piccolo secondo il regolamento non sarebbe spettato  a lui il comando.

Così una buona parte del consiglio, composto dalle famiglie dei lupi più forti, designò come erede al branco Sarah.

Ma una donna sola come Alpha sembrava, ai più conservatori una pazzia, così anche Daniel rimaneva un’opzione possibile.

Ovviamente tutte queste idee portarono scompigli e lotte all'interno del branco,i figli decisi a rimanere fermi nelle loro posizioni, pensarono che la cosa migliore fosse dividere il territorio in tre parti: a Peter rimasero i territori del Nord, a Daniel quelli dell’Ovest e a Sarah rimasero i territori dell’Est.

Questa si pensava che fosse una sistemazione temporanea, in attesa che uno dei tre ragazzi si dimostrasse il più valoroso e riunisse il branco.

Ma gli anni passavano e nessuno dei tre figli aveva voluto rivendicare il territorio, chi per paura di una guerra, chi  per timore  dell’intervento dei cacciatori; fatto sta che adesso in pochi si ricordavano di essere stati un tempo tutti sotto lo stesso Alpha.

E, dopo tutti quegli anni, i capi-branco si erano costruiti una famiglia propria, adesso il potere doveva passare ai loro figli Ducke, Katrina e Logan così:  Ducke sarebbe subentrato come Alpha del Nord, Logan come Alpha dell’Est e Katrina come Alpha dell’Ovest.

La scuola ben presto divenne territorio neutrale, nel quale  i lupi devono coesistere pacificamente, ma non sempre questo era possibile.

 

----

Logan sperava che quella giornata non peggiorasse, dopo la non-conversazione con Emily non era proprio dell’umore, ma ovviamente quella giornata poteva andare molto peggio di così…

Stava ancora cercando il suo Betha quando, la voce di sua cugina, Katrina Worren, lo fermò in mezzo al corridoio.

Katrina non era conosciuta per la sua calma e tranquillità, tutt'altro, era una ragazza molto energica e vivace,una delle più popolari della scuola; sicuramente non era un tipo che passava inosservato: adorava tingersi i capelli dei colori più stravaganti, in quel periodo aveva optato per un blu elettrico, ma probabilmente tra qualche settimana sarebbe cambiato. Aveva un fisico asciutto, di media statura e penetranti occhi neri che in quel momento gli lanciavano  saette.

Insomma oltre ad avere un bel caratterino ed essere molto popolare era anche un’ottima capo-branco, non troppo rigida ma molto rispettata .

L’uragano Katrina lo prese per un braccio,lo scaraventò,in un’aula vuota, e chiuse la porta dietro di loro:

“Brutto idiota, cosa ti salta in mente eh?! che cos'è? la tua nuova trovata per far scoppiare una guerra fra clan?” sbottò Katrina

“Ma di cosa stai parlando? E vedi di stare calma” rispose stizzito Logan,

“Stare calma? Stare calma?! con tutto quello che è successo tu hai il coraggio di dirmi di stare calma?” , Katrina era sempre più alterata.

I due ragazzi urlavano talmente forte da non accorgersi della porta che si apriva e richiudeva alle loro spalle.

Due braccia forti circondarono la vita di Katrina, e la allontanarono da Logan poi una voce calda parlò:

“Kat smettila di urlare, non risolvi nulla”.

Katrina si calmò all'istante e le due braccia la lasciarono andare.

Ducke Worren era appena entrato nella stanza e la sua “aura” di positività e calma avevano immediatamente tranquillizzato la situazione.

Logan lo invidiava profondamente,era il classico ragazzo perfetto, era un amico perfetto, era un Alpha perfetto, era perfino un cugino migliore di lui e ,come se non bastasse, gran parte, per non dire tutte,delle lupe del suo branco tra i diciassette e i ventidue anni si erano proposte a lui come sue compagne, ma lui le aveva gentilmente rifiutate, insomma Ducke era semplicemente perfetto.

“Ducke, tu sai la gravità di quello che è successo stanotte” rispose allibita Katrina,

“Si Kat lo so, ma picchiando tuo cugino, non risolvi nulla.”

“Ma di cosa state parlando?” chiese Logan sempre più confuso, guardava i suoi cugini come se fossero impazziti.

“Seriamente Logan, non sai nulla?” chiese Ducke allibito,

“No, non so nulla.”

“Perfetto, nella notte hanno ucciso una squadra di cacciatori, o meglio un branco di licantropi ha sbranato un’intera squadra di cacciatori.”

“Co-cosa?”

Logan era scioccato, non si aspettava una notizia del genere

“Hai capito bene Logan, e questo sai cosa vuol dire no?”

“N-no che vuol dire?” chiese Logan sempre più preoccupato

“Come fai a cadere sempre dalle nuvole eh?  Vuol dire che manderanno un’altra squadra di cacciatori, che ovviamente non si limiteranno solo ad osservarci da lontano.”

“Ma come faremo? Dobbiamo attaccarli!” Esclamò Logan convinto

“Noi non faremo proprio nulla, non voglio scatenare una guerra.” Rispose tranquillamente Ducke.

“Stanno per invadere il nostro territorio e tu vuoi stare fermo?, ma non ha senso”

 

“Si che ce l’ha , e tu cosa vorresti fare eh?! Iniziare una guerra, e per cosa? il nostro  territorio è già debole, un’altra guerra lo indebolirà ancora di più, e poi a che prezzo? Nei nostri branchi ci sono bambini e donne, gli vorresti mettere tutti in pericolo? Tu sei un leader dovresti pensare a queste eventualità!”.

Ducke aveva finito il suo monologo con il fiatone, era raro che perdesse il controllo  in questo modo. Per Logan invece quelle parole furono una doccia fredda, rimase scioccato,non aveva affatto pensato a questa eventualità.

“Scusami Ducke, ma non tutti siamo Alpha perfetti come te”. Dette queste ultime parole prese il suo zaino e uscì dalla classe, andando alla ricerca del suo Betha.

“Dici che ho esagerato?” chiese Ducke a Katrina, erano rimasti soli nell'aula.

“No, Ducke, non hai esagerato, ma ho paura, non mi fido nè di lui né tanto meno del suo branco.”

“E di me ti fidi Kat?” chiese Ducke

“No, non mi fido neanche di te, ma so che questa non è opera tua, sei troppo buono anche solo per pensare ed un atto simile. Quindi per ora sei salvo Dukey, ma non sperare di esserlo per sempre.”

Ducke rise e osservò Katrina uscire dalla stanza, in fondo stimava molto i suoi cugini.

Appena fuori dalla porta trovò Erick che lo aspettava paziente, mentre mangiava un pacchetto di patatine:

“Allora com'è andata?” chiese il suo Erick curioso,

“Meglio del previsto, Kat non ha sbranato Logan e sono riuscito a farli ragionare, per ora non faranno nulla.”

“Mmm.. sono contento, anche se la prematura dipartita di quell'incompetente di Logan non mi sarebbe dispiaciuta”

Ducke scoppiò in una sonora risata

“No, Ducke seriamente, tua cugina è una bomba, sei proprio sicuro che non possa farci nulla?” chiese speranzoso Erick cambiando totalmente discorso, tipico di lui.

“Oh, Erick non credo, a meno che tu non voglia perdere il tuo amico dei piani bassi”

Il suo Betha lo guardò avvilito.

“Andiamo playboy, sono sicuro che troverai un giusto rimpiazzo”.

I due amici scoppiarono a ridere, consapevoli che se Katria gli avesse ascoltati, gli  avrebbe fatto passare un brutto quarto d’ora.

 

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Katrina intanto aveva raggiunto Joshua che la stava aspettando al suo armadietto:

“Allora com’è andata?” chiese curioso Joshua,

“Logan non sapeva nulla, e Ducke per ora ha proposto di non attaccare, che ne dici?”

“Dico che non sopporto quelli del Nord, ma hanno ragione una guerra non porterà a nulla, ma la mia domanda è ci possiamo fidare di loro?” chiese di nuovo Joshua,

“Non lo so, Josh, so solo che Ducke in queste situazioni ha un fiuto particolare, per ora aspettiamo, poi vedremo. Magari in questi giorni vedrò qualcosa.” rispose Katrina.

“okay Alpha, andiamo a lezione adesso.”

E con un cenno si diressero nelle loro classi.

 

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Logan prese a calci una lattina, era infuriato, come aveva osato Ducke parlargli in quel modo?

Chi si credeva di essere?Suo padre?

Si passò furiosamente una mano tra i folti capelli biondi continuando a sbuffare rumorosamente. Aveva ormai raggiunto il cortile quando vide Brian seduto su una panchina.

 

Finalmente! Brian tendeva ad essere difficile da rintracciare, probabilmente l’unico Betha sempre irraggiungibile era toccato a lui.

 

“Ehi amico, perchè quella faccia?” lo salutò l’altro

“Questa è stata una pessima mattinata, ho dovuto prendere un mezzo pubblico e sorbirmi le isterie dei miei cugini! A proposito hai sentito cosa è successo ai cacciatori?”

“Certo ne parlano tutti, ho saputo che tra qualche giorno arriveranno dei nuovi poliziotti per sostituire quelli morti, probabilmente anche loro cacciatori”

I problemi lo assalivano e pensare che le lezioni erano appena iniziate, doveva ancora giocare la prima partita del Campionato di basket !Per non parlare dei suoi genitori che premevano perchè fosse più presente all'interno del branco, più affidabile, più maturo, più come Ducke in poche parole.

Era stanco di vivere in quel modo, voleva passare un pomeriggio tranquillo.

“Bowling?” propose a Brian

“Io veramente. . .” si interruppe incerto se continuare, si alzò in piedi di scatto e poi si rimise a sedere velocemente puntando lo sguardo ai suoi piedi

“. . .stasera dovrei studiare con Emily, ci è stato assegnato un compito di gruppo sul ruolo dei pastori  in Irlanda durante il diciassettesimo secolo”

“Sembra interessante” commentò Logan in tono neutro

“Sicuro che non ti dà fastidio? Eravate amici . . .” sussurò Brian guardandolo di traverso

“Eravamo amici, ma ora non lo siamo più, perchè dovrebbe darmi fastidio? Infondo stiamo solo parlando di pastori Irlandesi” cominciò a balbettare Logan cercando di suonare convincente, ma il suo amico non sembrava credergli.

Allora, per togliersi dall'imbarazzo se ne uscì con una banale scusa, blaterando qualcosa a proposito dei doveri di un capitano e se la filò a gambe levate verso il bagno più vicino.

 

Dopo essersi sciacquato il viso Logan si guardò allo specchio attentamente, come ormai non faceva da un pò di tempo.

Era una bel ragazzo, sapeva di esserlo, occhi verdi, capelli biondo, fisico sportivo, sicuramente attirava l’attenzione, forse Dio aveva deciso di compensare il suo bell'aspetto con una serie di effetti collaterali?

Era per questo motivo che adesso si stava nascondendo in bagno, tentando di sfuggire all'occhiata inquisitoria del suo Betha.

Ma era stato sincero,  non gli importava di Emily, come non gli importava di suo fratello Will, non sentiva assolutamente la mancanza dei due umani. o meglio lui era convinto che non gli importasse più di Emily, di Will e della loro vecchia amicizia.

Anche se un tempo alle superiori erano stati migliori amici inseparabili, anche se avevano partecipato insieme alle olimpiadi della fisica, anche se era stato a casa dei Morrison un centinaio di volte, guardando sul loro divano l’intera  Prima Trilogia di Star Wars in un pomeriggio.

Ora era cresciuto, ora aveva il branco a cui pensare.

 

 

 

 

Angolo autrici:

Ecco a voi il nuovo capitolo…

baci

C&F

 

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