Brodaglia amara

di nigatsu no yuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per chi lavora troppo ***
Capitolo 2: *** Per chi parla troppo ***



Capitolo 1
*** Per chi lavora troppo ***


Per chi lavora troppo


«Ehi Victor non credo sia una buona idea, inoltre non potresti semplicemente finire tutto domani?»
Yuuri stava guardando combattuto l'altro ragazzo che si apprestava a riempire la sua quarta tazza di caffè nero della giornata. L'aroma era così intenso da fare venire quasi il capogiro ad un amante come lui del tè. Aveva anche proposto al coach di fare una prova: un po' di tè verde, uno dei preferiti del più giovane, sarebbe di sicuro piaciuto a Victor e l'avrebbe inoltre rilassato, dato che aveva passato gli ultimi due giorni teso come una corda di violino. La nuova stagione stava per prendere il via: Yuuri aveva promesso al russo una medaglia d'oro e da quando il patto era stato stipulato si era impegnato con lo stesso ardore dell’anno precedente, come quando l'idolo di una vita si era presentato nella onsen dei suoi genitori promettendogli di allenarlo. 
Dall'altra parte anche Victor si stava impegnando con tutto se stesso per raggiungere il loro obiettivo – anzi al momento si stava impegnando anche troppo: aveva ideato una nuova coreografia per il programma libero, poi il compositore che gli aveva promesso la ballata migliore del secolo era sparito e loro si trovavano a una settimana da una gara senza musica. Victor aveva girato in lungo e in largo San Pietroburgo – dove i due si trovavano in quel momento – cercando e chiedendo aiuto a vecchi amici.
Qualche momento prima era davanti al pc ad aggiornare a ripetizione la casella di posta elettronica, quasi quello avesse prodotto un risultato accettabile. Era però evidentemente stravolto se era arrivato addirittura a riempire di brodaglia nera e amara la sua tazza per la quarta volta.
In quell'anno di conoscenza Yuuri si stava abituando pian piano ai ritmi e riti del russo, li aveva apprezzati tutti nella loro semplicità, tranne il caffè. Quello proprio non riusciva a capirlo: perché non una tazza di tè? Quella risolveva ogni problema.
«Non credi che il tuo amico stia già dormendo a quest'ora?» provò di nuovo Yuuri dato che Victor aveva nuovamente lanciato uno sguardo omicida al suo pc.
«Non sembri per nulla in ansia» si lamentò piano Victor fissando il suo caffè.
«Posso portare il vecchio programma per la gara amichevole Victor. Non c'è bisogno che tu ti distrugga per questo, troveremo un modo, dovessi anche ricontattare l'amica di Detroit.»
Victor si imbronciò per poi tirare giù tutto d'un fiato il caffè «Voglio vederti vincere Yuuri, voglio che tu abbia la coreografia migliore, la musica migliore e voglio vedere brillare i tuoi occhi di felicità e passione come succede alla fine di ogni gara» incominciò il ragazzo posando la tazza ormai vuota sul tavolo e avvicinandosi al più piccolo – le cui guance avevano virato pericolosamente sul rosso con il proseguire del discorso del ragazzo «è qualcosa che adoro fin troppo, vedere quei tuoi occhi felici, quindi voglio cercare di migliorare ciò che posso, perché so che tu potrai renderlo ancora più speciale una volta indossati i pattini, una volta che sarai sul ghiaccio.»
Quando Victor concluse la frase era di fronte al giapponese – il quale ormai aveva assunto una tinta più viola che semplicemente rossa – cosa che lo divertì parecchio anche quando si abbassò di quei pochi centimetri che li sparavano lasciandogli un bacio sul lato delle labbra. Yuuri, che continuava a non essere affatto abituato a tutto quello, che continuava ad imbarazzarsi per ogni azione dell’altro che prevedesse un raggio di vicinanza di meno di venti centimetri da lui, ispirò a fondo mentre tra le narici si insidiava l'odore del caffè. Sapeva che sarebbe rimasto anche lui sveglio quella notte. Di sicuro Victor non avrebbe chiuso occhio dopo tutta quella caffeina, e di sicuro il più giovane non poteva dormire sapendo che l’altro poteva far ripartire la moka. Anzi ad essere sinceri, con il cuore che gli martellava così forte nel petto e con il profumo del russo impresso così vicino alle sue labbra, dubitava che il sonno avrebbe vinto su di lui.
 


 
Ovviamente si sbagliava: il mattino dopo si svegliò sul divano, premuto tra lo schienale di quest’ultimo e il corpo di Victor, troppo vicino, troppo caldo e troppo aromatizzato al caffè.













 
Angolino
Salve a tutti!
Ho rinviato a lungo il mio ingresso in questo fandom per lunghissimi e noiosissimi motivi che non elencherò qui, sennò che brutta presentazione ma ora eccomi che approdo in questi lidi. Diciamo che ho deciso di buttarmi proprio grazie a questa carinissima iniziativa: mi ha permesso di lanciarmi su qualcosa di leggero e tranquillo, cosa che amo quando entro in un fandom con poche conoscenze. 
Spero con tutto il cuore che i miei Victor e Yuuri vi siano sembrati un pochino credibili: odio uscire dalla caratterizzazione dei personaggi, ma purtroppo imbarcandosi in nuovi fandom questo può capitare. Se qualcuno dovesse segnalarlo aggiungerò l'avvertimento comunque!
Che dire, il contest parlava chiaro: caffé o té? Io non ho questa risposta, adoro entrabi e non andrei avanti preferendo l'uno all'altro, ma in questo preciso caso ho provato, in base al carattere di ugnuno, ad attribuire una bevanda preferita!
Ho già pronta una nuova os, credo la pubblicherò tra domani e dopodomani, e ho deciso di narrare di altri due personaggi per non farci mai mancare nulla.
Grazie a chi è arrivato fino in fondo, spero che questa cosuccia vi sia almeno un po' piaciuta e mi rifaccio ai vostri pareri!
Alla prossima ^_^

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Capitolo 2
*** Per chi parla troppo ***


Per chi parla troppo


«Ci fermiamo?»
Yuri aveva il volto schiacciato contro la vetrina di quello che aveva tutta l'aria di essere un neko cafè. Ad un certo punto, una volta usciti dalla stazione di South Kensington, dopo aver visitato il museo di storia naturale, si erano lasciati trasportare dalle poche chiacchiere che riuscivano a scambiarsi, e si erano di nuovo avviati verso il centro della città. Otabek era abbastanza bravo ad orientarsi, ma doveva ammettere a se stesso che quella sera - tra i giri turistici in una Londra fin troppo calda per quel periodo dell'anno - e Yuri che con quella sua gioia mascherata da sicurezza di sé gli aveva raccontato degli allenamenti soddisfacenti degli ultimi mesi, avevano finito per perdersi.
Era ora di cena, e il più grande era del tutto sicuro che stavano tornando verso il centro, sarebbe poi stato facile trovare una metropolitana che li riportasse all'albergo. La gara, allestita lì in Inghilterra poco prima dell'inizio dei campionati europei, era stato un buon espediente per permettere ai due di rivedersi dopo più di due mesi. Otabek non l'avrebbe mai detto ad alta voce, ma il ragazzino russo che aveva davanti gli era mancato come l'aria.
«Vuoi mangiare qui?» domandò semplicemente il più grande anche se sapeva bene quanto ovvia fosse la risposta.
 
 
Seduti ad uno dei tavoli si fecero portare una quantità spropositata di dolci – neanche si poteva considerare appieno una cena – mentre gatti di tutte le razze e colori sonnecchiavano intorno a loro. Yuri aveva diviso la sua attenzione tra il grosso gatto nero che gli si era acciambellato in braccio e la torta al cioccolato che aveva davanti.
Quando la cameriera chiese loro cosa desiderassero da bere ordinarono il solito tè nero per il più giovane e il caffè lungo per il più grande.
Yuri storse il naso come suo solito «Mi spieghi come fa a piacerti quella brodaglia?» borbottò rivolto all'amico «ha un sapore orribile.»
Otabek increspò appena le sopracciglia «Forse dovresti provarlo, non è male» si limitò a dire proprio mentre le loro ordinazioni arrivavano.
Yuri guardò titubante la tazza fumante dell'altro, combattuto. Ad Otabek quel suo cruccio dipinto in viso fece venire un'idea «Ma alla fine converrebbe non berlo per te, è forte ed è sconsigliato a chi è troppo giovane e non abit…» non riuscì a finire la frase che Yuri gli tolse da sotto il naso la tazza bevendone due abbondanti sorsate e insultandolo sommessamente aggiungenso che non doveva osare dargli del mocciosio. Non c'era nulla da fare: quando Yuri si arrabbiava in quel modo diventava inesorabilmente troppo carino.
Finita la cena i due si rimisero in marcia: non ci volle molto e alla fine trovarono una stazione della metropolitana riuscendo così a tornare nel loro hotel. Una cosa che però Otabek non aveva potuto prevedere era l'effetto del caffè sul più giovane: già dalla loro salita in metropolitana il biondo iniziò a parlare senza mai riuscire a fermarsi. Non che al più grande dispiacesse, ma una volta arrivati in hotel egli aveva davvero voglia di andare nella sua camera, togliersi i vestiti e farsi una doccia per poi sprofondare in un sonno nero come il caffè che non aveva potuto gustarsi pienamente qualche ora prima.
Yuri lo trascinò praticamente nella sua camera intenzionato a fargli vedere gli ultimi video delle sue prove, voleva sapere se c'era qualcosa da migliorare: la coreografia o la musica? Andavano bene tutti quei salti o avrebbe dovuto curare meglio l'interpretazione?
Il russo fissava ancora il pc con il video che stava riproducendo il suo contenuto per la decima volta quando sentì una pressione più accentuata contro la spalla: Otabek infine aveva ceduto, erano le tre e mezza ed era crollato a dormire su quel divano, appoggiandosi appena contro il fianco dell'amico. Yuri rimase imbambolato a fissarlo per diversi minuti – il video finì e ricominciò anche – poi resosi conto di quanto la sua espressione dovesse essere idiota distolse lo sguardo, senza curarsi di nascondere quel velo di imbarazzo. Non poteva muoversi o rischiava di svegliare l'amico per cui decise semplicemente di spegnere il pc e abbandonarsi sul divano, provando a prendere sonno. Il suo intento ebbe effetto solo qualche ora più tardi, una volta finita l'azione della caffeina sul suo corpo.
 
 
La mattina dopo quando Otabek si svegliò nella stanza d'albergo di Yuri, con il suddetto ragazzo profondamente addormentato addosso capì che fargli bere quel caffè forse non era stata un’idea così brutta. Anzi, quando spostò piano il braccio perché circondasse l’esile vita del ragazzo e quello di rimando gli si strinse ancora di più addosso, una piacevole sensazione di calore gli incendiò lo stomaco. Aveva davvero bisogno del suo caffè, doveva essere sicuro che quello che stava vivendo – provando – in quel momento fosse reale.












Angolino
Eccomi tornata con questa seconda os pronta per voi!
Ho voluto cambiare coppia, mi sono detta che per provare tanto valeva giostrarmela sulle mie coppie preferite del fandom :3
Spero solo che non sia uno scempio illeggibile!
Qui il prompt che avevo da seguire era "A convince B a prendere un caffè dopo cena. Il risultato è B insonne che martella di chiacchiere A" e come vedete anche qui ho scelto una bevanda per ogni personaggio!
Spero di essere rimasta in tema: mi vedevo molto meglio Yuri ad essere poco resistente per reggere un po' troppa caffeina <:
Spero che i personaggi risultino credibili e ben caratterizzati, nel caso non fosse segnalatemelo e aggiungerò l'avvertimento tra le note!
Credo che questa mini-raccolta finisca qui, magari tornerò su questo fandom più avanti (ci attende una seconda stagione dopotutto çwç) quindi per ora vi saluto qui, grazie per aver letto queste due piccole cosine, spero vi siano piaciute :3
Alla prossima!
Nigatsu no yuki

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