The Red door

di Robigna88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


THE RED DOOR

1.

 

 

Freya sistemò tutti gli ingredienti sul tavolo, dopo aver disegnato in terra un cerchio mistico sul cui bordo avrebbe, in seguito, poggiato delle candele. Pensò che quella era decisamente l'ultima spiaggia; se avessero fallito Elijah sarebbe stato, con molta probabilità, spinto ancora più lontano nella sua mente fino al punto... fino al punto di non ritorno. Non poteva permetterlo, non avrebbe assistito alla morte di suo fratello, avrebbe fatto qualunque cosa necessaria per riportarlo indietro. Persino sacrificare se stessa. Pensò a Keelin, dubitava che sarebbe stata d'accordo con quest’ultimo pensiero e per quanto la considerasse sveglia e leale, dubitava che potesse capire.

Sempre e per sempre era la cosa più importante nella famiglia Mikaelson e anche se la giovane strega ci era arrivata un po' tardi, aveva abbracciato completamente la causa.

“Sei pronta?” domandò ad Hayley alzando lo sguardo su di lei.

L'Ibrida annuì. “Lo sono.”

Freya lanciò un'occhiata a Klaus, poi guardò di novo lei. “Sicura di sapere cosa stai facendo? Se anche tu sbagli la porta, come è successo a me e Klaus, verrai spinta fuori dalla sua mente ed Elijah si allontanerà ancora di più. Potrebbe persino...”

“Non sbaglierò” la interruppe Hayley. “Conosco Elijah meglio di chiunque altro. Sono la più vicina a lui. Non sbaglierò” ripeté, sembrò quasi per convincere se stessa.

L'altra fece un grosso respiro. “Sdraiati all'interno del cerchio” le disse accendendo tre candele che posizionò in tre differenti angoli. “Buona fortuna.”

“Se non sei sicura, non aprire nessuna porta” aggiunse Klaus guardando la madre di sua figlia. “Capito?”

Hayley annuì, chiuse gli occhi mentre Freya pronunciava l'incantesimo. Passarono pochi secondi e il suo respiro si fece calmo e regolare, i due Mikaelson rimasti in piedi a guardarla sperarono che fosse un buon segno.

Le loro speranze vennero tradite quando dopo cinque minuti Hayley aprì gli occhi con un urlo strozzato e gli occhi pieni di lacrime. “Cos'è successo?” domandò.

Freya si passò una mano sul viso. “Hai sbagliato porta” farfugliò raggiungendo il suo ciondolo sul tavolo, imponendo le mani sulla pietra azzurra e crepata. “Nostro fratello è ancora qui, da qualche parte. Ma è più lontano di quanto fosse prima.”

“Mi dispiace” pianse sommessamente Hayley. “Ero certa che la porta fosse quella.”

La strega scosse il capo sconsolata. “Forse non conosci mio fratello bene come credevi.”

“Da ora in poi facciamo a modo mio” intervenne Klaus tirando fuori il suo cellulare e componendo un numero.

“A chi stai telefonando?”

“All'unica persona che, sono certo, non sbaglierà porta.”

 

 

****

 

 

La donna si strofinò gli occhi prima di allungare la mano per raggiungere il telefono. Quel dannato aggeggio suonava ad un volume troppo alto o forse era lei a sentirlo così. Il fatto che fosse notte fonda e che avesse appena preso sonno quando aveva iniziato a squillare, di certo non aiutava. “Pronto.” bofonchiò portandoselo all'orecchio con un gesto stanco. 

“Ti ho per caso svegliata, guerriera?”

Allison sgranò gli occhi, sorpresa di sentire quella voce. Si alzò piano fino ad essere seduta. “Klaus?”

“In persona. Beh, in voce a dire il vero...”

La cacciatrice guardò l'orologio sul comodino lì accanto; segnava le due del mattino. Un brutto segno, si disse. “Klaus, sono le due del mattino. Che succede, Elijah sta bene?”

Klaus respirò a fondo ma non parlò subito. C'era tensione in quel silenzio, Allison riuscì a percepirla e non le piacque.

“Klaus” lo incalzò. “Di' qualcosa.”

L'Ibrido le raccontò ogni cosa. “Ho bisogno del tuo aiuto.” le disse infine.

“Sarò lì fra mezz'ora al massimo.” Venti minuti dopo comparve nel bel mezzo della stanza alla tenuta e si prese un istante per orientarsi.

“Ciao guerriera” la salutò Klaus raggiungendola e stringendola in un abbraccio. “Grazie di essere venuta.”

Lei ricambiò la stretta. “Nessun problema.”

“Tu devi essere Allison” Freya ed Hayley si avvicinarono. “Io sono Freya.”

“Lieta di conoscerti Freya” la donna volse poi lo sguardo all’altra donna. “Hayley” la salutò ricevendo in cambio solo un cenno del capo.

“Come sei arrivata così in fretta?” la maggiore dei Mikaelson fece loro segno di seguirla. “Eri qui vicino?”

“Ero a Los Angeles, a casa mia. Ho... chiesto un passaggio, per così dire.”

“Mi piacerebbe sapere cosa significa ma me lo spiegherai dopo. Ora abbiamo cose più urgenti.”

Hayley guardò Allison e allargò le braccia. “Perchè sei tutta in tiro?”

“Questo è il vestito che indossavo quando... diciamo che ho pensato che, visto che Elijah si è perso nella sua mente senza alcuna memoria, questo vestito potrebbe suscitargli qualche ricordo positivo.”

Freya abbozzò un mezzo sorriso. “È una buona idea. Ma sarà un po' più complicato di così.”

“Non ho mai pensato che sarebbe stato semplice. Cosa devo aspettarmi una volta dentro la sua testa?”

Klaus si avvicinò a Freya e si voltò a guardare la sua amica. “Ti ritroverai in un lungo corridoio pieno di porte rosse” la vide respirare a fondo ricordando, probabilmente, cosa simboleggiasse la porta rossa. “Lui si trova dietro una di quelle porte. Il punto è che non sappiamo quale e ogni volta che sbagliamo lui viene spinto ancora più lontano.”

“Abbiamo già sbagliato tre volte” aggiunse Freya. “Se sbaglieremo anche questa volta lo perderemo per sempre.”

Allison annuì. “Non sbagliare la porta. Capito” mormorò guardando il cerchio bianco a terra. “Immagino di dovermi sdraiare dentro il cerchio.”

“Esatto” la strega annuì invitandola a farlo. Lei lo fece. “È un sigillo e...”

“So che cos’è” Allison le sorrise.

“Devo avvertirti: con molta probabilità troverai ben poco dell'Elijah che conosci.” Continuò l’altra.

“Li conosco tutti” sussurrò Allison. “Sono pronta, riportiamolo a casa.”

Freya pronunciò l'incantesimo e come era successo ad Hayley il respiro di Allison si fece calmo e regolare dopo pochi secondi.

 

 

Allison si guardò intorno; davanti a lei si estendeva un lunghissimo corridoio, pareti bianche e a distanza di pochi metri l'una dall'altra diverse porte rosse su entrambi i lati. Con un grosso respiro iniziò a camminare lentamente, osservando tutto. Percorse metà corridoio e infine si fermò davanti ad una porta alla sua sinistra. Non avrebbe saputo dire cosa, ma qualcosa le suggeriva che fosse quella giusta. “Non sbagliare la porta” disse a se stessa. Chiuse gli occhi e poggiò la mano sul legno colorato e consumato. Segui l'istinto, si disse. Aprì spingendo lentamente e si ritrovò in un bosco. Di fronte a lei una figura scura che però lei riconobbe subito. “El... Sono io, Allison.”

 

 

Il corpo di Allison si inarcò, poi tremò prima di tornare supino sul pavimento. “Che succede?” domandò Klaus piegandosi sulle ginocchia.

Freya rise di sollievo. “Ha trovato la porta giusta!”

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** 2. ***


another

THE RED DOOR

2.

 

 

 

 

 

Allison avanzò di qualche passo in direzione di Elijah, lentamente, senza dire neppure una parola. L’Originale se ne stava immobile davanti a lei, i capelli lunghi e il viso impiastricciati di sangue, le braccia forti altrettanto. La guardò come se non avesse idea di chi fosse, e le parole di Freya le ritornarono in mente. Con un grosso respiro si fermò e si schiarì la voce piegando poco il capo; quello era l’Elijah che aveva ucciso Tatia dietro quella porta rossa, l’Elijah che ancora non aveva il pieno controllo del suo essere vampiro. Era spaventoso ma lei sapeva che la paura non avrebbe aiutato nessuno.

“El” sussurrò piano. “Sono io... mi riconosci?” gli disse abbozzando un sorriso. “Sono qui per aiutarti.”

Lui non disse nulla, ma qualcosa nel suo sguardo cambiò, Allison ebbe la sensazione che non fosse un cambiamento positivo. Il vampiro fece qualche passo in avanti costringendo lei a farne altrettanti indietro. “Niente panico” mormorò a se stessa quando la corteccia di un albero la bloccò.

“Io non ho bisogno di aiuto” disse Elijah. “Tu, invece, straniera... non avresti dovuto avventurarti in questo posto.” Con una mano la afferrò per il collo e la sollevò in alto. “Addio!” esclamò lasciando uscire i denti affilati.

 

 

“Freya che sta succedendo?” Klaus si inginocchiò e strinse la mano di Allison. Il corpo della sua amica tremava, sul suo collo si formarono dei segni rossi che somigliavano alle dita di una mano. Il tremore si fece più forte mentre lei si inarcava, addormentata e intorno ai suoi occhi si formavano due grandi chiazze scure, sangue sulla fronte, lacrime che le rigavano lentamente le guance. “Freya!” la chiamò di nuovo con più forza.

“Elijah la sta sicuramente aggredendo” sentenziò la strega piegandosi e poggiando entrambe le mani ai lati della testa di Allison, tenendola più ferma che poteva. “Hayley, tienile le gambe” disse all’Ibrida e lei lo fece. La maggiore dei Mikaelson iniziò a mormorare qualcosa con gli occhi chiusi

“Cosa stai facendo? Tirala fuori da quel ciondolo, adesso!” ordinò Klaus.

“Se la tira fuori adesso perderemo Elijah per sempre.” Replicò Hayley.

“Troveremo un altro modo, non la lascerò morire. È mia amica ed Elijah impazzirebbe di dolore se le succedesse qualcosa. Freya” tornò a guardare sua sorella. “Cosa stai facendo?”

La strega non rispose continuò a cantilenare qualcosa e infine si lasciò cadere seduta per terra. “Hayley ha ragione” disse. “Ma anche tu ne hai. Ho praticato un incantesimo di protezione, per avere una sorta di assicurazione, qualora le cose non andassero come previsto e il peggio dovesse accadere.”

L’Ibrido originale deglutì a vuoto mentre il corpo della cacciatrice si rilassava e il tremore diminuiva. Sotto la sua testa però, iniziò a formarsi una pozza di sangue.

 

 

Allison gemette portandosi una mano alla testa. Sanguinava, poteva sentire il calore del sangue calarle giù sul collo, sulle spalle, inzupparle il vestito. Tossendo provò a mettersi in piedi e barcollando si poggiò ad un altro albero. “Elijah” mormorò mentre sentiva la bocca riempirsi di sangue. “Ti prego, devi svegliarti.”

“Io sono sveglio!” lui la afferrò per il capelli tirando indietro, girandole il capo con forza per mettere in risalto il collo. “Il tuo cuore batte forte, posso vederlo pulsare attraverso le vene sul tuo bel collo. E il tuo sangue ha un odore così... piacevole! Un sapore ancora migliore.”

La donna chiuse gli occhi, un singhiozzo le esplose al centro del petto; sarebbe morta ma non era la morte a spaventarla. A farla piangere era il pensiero che Elijah sarebbe andato perduto per sempre e lei per quel vampiro in completo aveva sempre desiderato soltanto il meglio. In silenzio, in attesa...

“Ti amo” gli disse liberandosi, con l’ultimo briciolo di forza rimastole, dalla presa. “E non ho paura di morire. Ma non voglio farlo prima di averti salvato. Quindi, ho bisogno che provi a ricordare. Ti prego, El.”

Elijah allungò la mano e lei pensò che l’avrebbe afferrata di nuovo con forza e che quella sarebbe stata la fine. Invece la presa fu delicata, le dita si persero tra i suoi capelli. “Allison?”

“El” a lei venne quasi da ridere. “Sei tornato.”

“Oh mio Dio” l’Originale le prese il viso tra le mani. “Cosa ho fatto...”

“Sto bene” la cacciatrice quasi cadde, lui la prese in braccio e la portò fuori da quella maledetta porta rossa. “Freya!” urlò sperando che sua sorella potesse sentirlo.

 

 

Elijah aprì gli occhi di colpo, sdraiato all’interno della sua bara. Allison li aprì sul pavimento, all’interno di un sigillo; ammaccata ma viva.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

Freya aiutò Allison ad indossare una t-shirt e le sorrise sedendosi di fronte a lei. “Stai bene? Lividi a parte intendo.”

Allison annuì, poi serrò le mascelle mentre la giovane strega le medicava la fronte. “Sì, sto bene. Elijah sta bene?”

“Sta bene” l’altra annuì. “Quello che hai fatto è stato impressionante. Hai trovato subito la porta giusta, come ci sei riuscita?”

“Onestamente non lo so” ammise la cacciatrice. “Ho camminato lungo il corridoio e arrivata a quella specifica porta ho sentito una specie di energia. Ho solo... seguito il mio istinto.”

“Beh, fai al tuo istinto tanti complimenti da parte mia. Anche se credo che sia stato merito di altro.”

“Allison” la voce di Elijah arrivò chiara ma bassa. “Posso... posso entrare?”

Freya sorrise alla sua nuova amica. “I tuoi vestiti saranno pronti fra trenta minuti” le disse alzandosi.

Allison attese qualche istante, poi si mise in piedi ma non si girò subito. “Non spaventarti” disse ad Elijah. “Sembra peggio di ciò che è.”

L’Originale la vide voltarsi lentamente e guardarlo con un sorriso che stonava con tutte le ferite che aveva sul viso. Le ferite che lui le aveva causato. “Perdonami, ti prego.”

“Non ho niente da perdonarti, El. Quello non eri tu e io sto bene. Beh al momento sono un po’ ammaccata” gli si avvicinò di qualche passo. “Ma tornerò come nuova nel giro di poche settimane.”

Lui le prese le mani, credeva che avrebbe indietreggiato spaventata, ma lei rimase ferma e ricambiò la stretta. “Ti prego, lascia che ti dia un po’ del mio sangue per guarire le ferite.”

La cacciatrice fece un grosso respiro, mollò la presa di una mano e gli accarezzò il viso. “Se accetto prometti di toglierti quello sguardo pieno di sensi di colpa dagli occhi.”

“Ci proverò.”

“Okay allora. Ma puoi per favore mischiare il sangue ad un po’ di bourbon o di vino? Non mi sentirei a mio agio a bere direttamente dal tuo braccio.”

Elijah annuì, le baciò piano la fronte e poi le preparò un drink.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Ah eccola qui la nostra coraggiosa cacciatrice, pulita e guarita. Hai permesso ad Elijah di darti un po’ del suo sangue, vedo.”

Allison abbozzò un sorriso guardando Klaus. “Si sentiva terribilmente in colpa, aiutarmi lo ha fatto sentire un po’ meglio.”

“Grazie di essere venuta, Allison. Non ci dovevi nulla eppure sei corsa non appena ti ho telefonato.”

“Nessun problema. Davvero.”

L’Ibrido annuì. “Stai bene, guerriera?”

Gli occhi nocciola della donna si riempirono di lacrime. “Ho attraversato la porta rossa e lo amo comunque. Ma lui ama un’altra donna e quindi devo lasciarlo andare.”

Klaus la guardò con un sorriso triste. “Vuoi andartene prima che torni a casa vero?”

“Non credo che sarei capace di dirgli addio. L’ho già fatto troppe volte.”

“Hey” Freya arrivò seguita da Hayley e sorrise alla donna. “Hai modificato tu il mio sigillo?”

“Sì, ho aggiunto un simbolo enochiano, il simbolo dell’equilibrio. I sigilli tendono a disperdere la magia, quel simbolo la terrà ben bilanciata.”

“Grazie Allison.”

La cacciatrice sorrise, poi volse lo sguardo ad Hayley e fece un grosso respiro. “Dai tuoi occhi direi che hai visto cose spaventose nella mente di Elijah. Mi sbaglio?”

L’altra abbassò per un attimo lo sguardo, ma non disse nulla e il suo silenzio rispose per lei.

“Elijah è un vampiro di oltre mille anni. Ha vissuto ogni tipo di dolore e disperazione” continuò Allison. “Perpetuamente si porta dietro il fardello di una fame che non è sempre in grado di controllare. Se lo ami davvero, devi amarne ogni parte, perché lui è entrambe le cose: il gentiluomo e la bestia dietro la porta rossa.” Un altro sorriso ai suoi amici ed Allison fu pronta ad andarsene, fuori incontrò Elijah.

“Te ne stavi andando senza salutarmi, non è vero?” le chiese.

“Sì, lo stavo facendo” replicò lei stringendo in mano le chiavi dell’auto che Klaus le aveva prestato per il suo ritorno a casa.

“Ho... sentito quello che hai detto ad Hayley e a Klaus” il vampiro abbassò lo sguardo. “Non andartene, ti prego.”

La donna si mordicchiò l’interno della guancia. “Non posso restare, Elijah. Sai che non posso. Ho bisogno che mi lasci andare. Ti prego.”

Lui la lasciò andare.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

DUE MESI DOPO

 

 

Elijah bussò due volte alla porta, poi attese. Gli tremavano le mani e si sentì ridicolo per un attimo. Allison aprì e lo guardò perplessa. “Ciao.”

“Ciao” rispose lei con un sorriso. “Cosa... cosa ci fai qui?”

“Io ho... pensato molto in questi mesi. Dopo quello che è successo molte cose nella mia vita sono cambiate. Non ero più sicuro di nulla ed era tutto così... confuso. Poi però mi sono accorto che una cosa era ben chiara in tutto quel caos; tu.”

“Elijah...”

“Mi hai chiesto di lasciarti andare ma io non posso farlo, non voglio farlo perché io...”

Lei sorrise. “Sta zitto e baciami, Mikaelson.”

Elijah non se lo fece ripetere due volte.

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