Andròs Aut Gyne

di Alexiochan
(/viewuser.php?uid=946707)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Problem? ***
Capitolo 3: *** Stammi vicino ***
Capitolo 4: *** Scusa, sono nato imbranato! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PREMESSA PREMESSINA PREMESSETTA

Non sono solita trattare temi delicati, anzi, mi piace scherzare e scrivere fanfiction demenziali e/o comiche perchè il messaggio che voglio lasciare è l'essere positivi e scegliere di ridere e vivere la propria vita al meglio invece di piangere o struggersi per qualcosa o qualcuno. Ma oggi mi sono imbattuta in una condizione molto particolare ed importante. Perciò ho deciso di impegnarmi in qualcosa di piú complesso e reale. 
Per spiegare meglio a tutti coloro non sappiano di cosa si parli, ecco la definizione di Wikipedia:
"L'androginia è la combinazione di elementi o caratteristiche maschili e femminili in una stessa persona. Tale "ambiguità" può fondare la propria identità di genere o anche solo lo stile di vita esteriore (ad esempio nel mondo dello spettacolo o della moda).
La parola non è utilizzata in ambito scientifico e non fa in alcun modo riferimento alle modalità di riproduzione o all'orientamento sessuale (pertanto non è neanche sinonimo di bisessualità); viene invece usata per indicare in un individuo la coesistenza di aspetti esteriori, sembianze o comportamenti propri di entrambi i sessi."
E, ovviamente, chi altri poteva essere la mia vittima sacrificale se non il povero Tenma? XD 
Ringrazio la mia sensei di genetica per avermi fatto conoscere questa aberrazione così speciale. 
Buona lettura a chiunque sceglierà di continuare a leggere! 


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


Tenma Matsukaze era un ragazzino assai particolare. Poteva essere definito anche "strano" o addirittura "fuori di testa" a causa della sua indole allegra che gli impediva categoricamente di considerare i lati brutti di una qualsiasi faccenda. Perchè è molto piú facile arrendersi allo sconforto anziché cercare una via d'uscita. Per questo motivo i suoi amici e le persone che lo conoscono bene lo definiscono "coraggioso" o addirittura "intrepido". Ma come ogni persona, anche la piú solare e semplice conserva in cuor suo un segreto oscuro. E quello di Tenma Matsukaze è davvero uno fra i piú terribili. 

Tutto cominciò il giorno della sua nascita. L'ospedale di Okinawa non era tra i piú affollati e la camera di Delila Al'Fadi-Matsukaze dava proprio sul mare. Sorrise dolcemente al pensiero di lei e la sua bambina a caccia di granchi sugli scogli rocciosi o delle loro future escursioni nella barriera corallina. Si voltò verso la culla e il suo sorriso si ampliò nel vedere quella piccola cosina rosa che si agitava, allegra, senza piangere. Anzi, si guardava attorno con curiosità e quando incrociò gli occhi della mamma, sorrise e si infilò una manina in bocca. 
< Okay, Tenma. La tua pucciosità ha vinto un'altra volta > ridacchiò Delila, sporgendosi per sollevare in braccio la figlia. Quella in tutta risposta lanciò un gridolino felice e mosse i piedini come a calciare un pallone immaginario. 

Ma il problema si presentò due anni piú tardi. Tenma dondolava i piedini nel vuoto dal suo passeggino. Non le piaceva il passeggino, la bloccava troppo e le impediva di camminare. Anche se quasi sempre cadeva, camminare le dava un senso di libertà e voleva provarlo il piú possibile. Mugolò contrariata per attirare l'attenzione della mamma. Quando capì che non l'avrebbe ottenuta tanto presto, borbottò qualcosa di incomprensibile infilandosi in bocca un lembo del suo vestitino verde chiaro. 
< Mi scusi, dottore. Sono così confusa, non riesco a capire... > balbettò Delila, sconvolta da ciò che il dottore le stava dicendo. Si passò una mano sul viso e la fermò sulla testa, scoprendosi la fronte dalla frangia castana. 
< Signora... Gliel'ho già spiegato... È una rarissima forma di androginia. Si tratta di un difetto genetico sviluppatosi dopo le radiazioni nucleari ad Hiroshima, ma che era presente sin dall'antichità. Fortunatamente è un caso ogni cento milioni e non si vede spesso, anzi, io stesso non ne ho mai visto uno in quarant'anni di impiego >
< V-Va bene, ma che effetti avrà su Tenma? > la donna fece una breve pausa mentre gli occhi le si riempirono di lacrime < Morirà? >
< No, no! Non morirà, signora! Di questo non deve preoccuparsi > il dottore si interruppe per porgere alla giovane madre un fazzoletto < Il problema è che Tenma è un maschio dalla vita in su ed una femmina dalla vita in giú. Le consiglio di portarlo da qualcuno che sia piú esperto di me in materia psicologica. Potrebbe avere una grave crisi d'identità a causa di questo problema >
Il dottore fece una piccola pausa, aspettando che Delila assorbisse il concetto prima di proseguire.
< So che non è facile, ma Tenma è stato fortunato. Pensi se l'avesse scoperto alle medie, quando a tutte le sue amiche fosse cresciuto il seno e a lui no. O se mentre giocava con i suoi amici avesse avuto le prime mestruazioni. Avendolo scoperto così presto, per noi sará facile fargli accettare ciò che è >
< Ma io non capisco... Non si può fare un'operazione, o... > Delila si interruppe per sfilare dalla bocca di Tenma la stoffa del vestitino, ottenendo un brontolio indispettito tipico dei bambini piccoli. 
< Questo dovrà deciderlo Tenma. Se da grande vorrà diventare donna basterà un intervento al seno. In caso contrario, dovrà farsi rimuovere l'utero, ma non c'è possibilità per lui di essere maschio o femmina al cento percento >
La giovane madre annuì a testa china, in solo mezz'ora tutte le sue certezze erano state spazzate via da una verità difficile e complessa. 
Durante il viaggio di ritorno Tenma si sentiva confusa. La mamma non parlava e non cantava come al solito, non giocavano nemmeno a fare le gare di corsa con il passeggino. Si voltò con la testolina verso di lei e la guardò curiosamente.
< Wah? > la chiamò, tendendo una manina verso di lei. Delila rivolse solamente un piccolo e debole sorriso alla figlia prima di proseguire guardando dritto davanti a sè. E Tenma, seppur ancora così piccola, capì che qualcosa stava cambiando. 

Tenma si sentiva assai confuso. 
< Perchè non posso mettere piú la gonna, mamma? > 
< Perchè devi scegliere cosa metterti: o le gonne e le magliette o le felpe e i pantaloncini >
Delila di struggeva davanti all'ingenua confusione del figlio. Sapeva benissimo che Tenma non poteva andare all'asilo un giorno come femmina e un giorno come maschio, doveva scegliere adesso. 
< Peró ti avviso che dovrai vestirti come sceglierai ora anche da grande > 
Il bambino di tre anni ci pensò su qualche secondo, poi optò per i vestiti più comodi e colorati e da quel giorno in poi fu considerato un maschietto a tutti gli effetti. 

Il problema poteva essere terminato in quel momento ed in effetti era così per Tenma. Si sentiva un maschio a tutti gli effetti, anche se la sua parte femminile gli suggeriva il contrario. Specie quando si trovava vicino a Tsurugi Kyousuke. Ma ora, in prima liceo alla Raimon High School, capì di essersi totalmente sbagliato e che il suo corpo la pensava diversamente. Guardò ancora una volta i propri boxer azzurri sporchi di rosso e quasi si sentì mancare alla vista del sangue. Cercò di mantenere la calma ed estrasse dalla tasca della divisa il cellulare. Una volta trovato il numero che cercava, lo premette ed attese che la persona chiamata rispondesse.
< Pronto? Tenma? Va tutto bene, tesoro? > La voce di Aki fu la goccia che fece traboccare il vaso e il quattordicenne si ritrovò le guance bagnate di lacrime ancor prima di rispondere alle domande della zia.
< Aki-nee... P-Potresti venire a prendermi? >





Tana del disagio

Qualcuno è sopravvissuto alla lettura fino a qui? *la pagliuzza rinsecchita rotola al vento* D: 
Bene... Questo è solo il primo capitolo (l'avvocato è sempre pronto per le vostre denunce) e non è molto lungo perchè si tratta di un prologo, per l'appunto. La storia vera e propria comincerà dal prossimo capitolo, dove vedremo un Tenma selvatico già sviluppato che tenta di relazionarsi da maschio con i suoi amici. Riuscirà a tenere nascosta a Tsurugi la sua vera natura? ALLARME SPOILER: certo che no ;3 
Riuscirà a non fare figuracce? ALLARME SPO- non serve, tanto lo sapete già che ne farà eccome, anche di eclatanti. 
Deheheheh, la demenza deve esserci sempre nelle mie storie, mi spiace ma è piú forte di me :/
Credo di aver causato abbastanza traumi, meglio che mi ritiri. Per ora~ 

                          
                         Alexiochan

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Problem? ***


Le lezioni di matematica sanno essere davvero irritanti. Specialmente se la sensei spiega l'argomento "due piú due fa quattro" e come compito per casa ti chiede "trova la massa del Sole utilizzando un cacciavite", pensò il giovane Matsukaze, alzandosi dal banco per riordinare la cartella e finalmente avere le sue due ore di libertà in campo con i suoi amici. 
< Forza, Tenma, sembri paralitico > lo canzonò Kariya, il suo vicino di banco.
< Ci sono! > urlò il castano in risposta, afferrando l'amico per un braccio e trascinandoselo dietro per tutta la scuola fino agli spogliatoi. 
< Buongiorno a tutti! > 
< Buongiorno, Tenma > fu il coro degli altri membri del club, già impegnati a cambiarsi. 
Tenma sorrise a tutti e si posizionò al suo armadietto, cominciando a spogliarsi per indossare la divisa. Si soffermò sui pantaloni qualche istante. Il cuore cominciò a battergli forte per l'agitazione e percepì il suo stomaco accartocciarsi su se stesso. No... Non poteva giocare quel giorno. Aveva il ciclo. Sbatté la testa contro il muro e chiuse gli occhi dopo aver sospirato pesantemente. Perchè la sua vita doveva essere così complicata? Che cosa costava ai suoi cromosomi mettersi d'accordo? Sospirò nuovamente e quando aprì gli occhi poté leggervisi determinazione. Amava il calcio, era il suo modo per riscattarsi, per dimostrare a tutti che era un uomo. Delle semplici mestruazioni non lo avrebbero fermato. Ignorò il dolore alla schiena e al ventre ed andò in bagno per cambiarsi la parte inferiore e l'assorbente. Per fortuna non destò sospetti, gli altri erano tutti troppo impegnati a parlare della nuova e terrificante preside per curarsi della sua breve assenza. Guardò infastidito la propria intimità, quasi con odio. Gli veniva da piangere ogni volta che la guardava, ogni volta che doveva sedersi alla tazza per poter fare i propri bisogni, ogni volta che si sentiva donna. Era anche uno dei motivi per cui negli ultimi tempi si era allontanato da Tsurugi, il suo migliore amico. Proprio quest'ultimo bussò alla porta del bagno. 
< Ohi, Tenma. Va tutto bene? > 
< Sì, tutto bene. Sto arrivando! >
< Se ti senti male dillo senza problemi, guai a te se ti sforzi come ieri > borbottò l'attaccante riferendosi a quando il giorno prima Tenma aveva chiamato casa in seguito ad un suo malore. Quest'ultimo sorrise divertito e intenerito a quelle parole. 
< Ne, Tsu, ti sei preoccupato per me? > lo stuzzicò mentre si alzava e si tirava su i pantaloncini della divisa calcistica. 
< Ma sentilo... > Tsurugi alzò gli occhi al cielo con finta esasperazione, tutto pur di non ammettere la verità. Tenma tirò lo sciacquone ed aprì la porta, sogghignando maliziosamente.
< Era un "sì"? > 
< Sta zitto e muovi il culo, capitano > calcò sull'ultima parola, tanto per ricordare a quella sottospecie di Alice nel Paese delle Meraviglie che doveva ancora scegliere le modalità di allenamento quel giorno. 
< Vaaaaaa bene, andiamo > 
E mentre camminava verso il campo, Tenma pensò con rammarico a quanto si fosse sentito donna durante quella piccola conversazione. Era un maschio, non poteva provare un piacere così grande nel parlare con il suo amico, anche solo di scemenze. Sfiorò con le nocche la mano di Tsurugi ed arrossì lievemente senza poter fare nulla per impedirlo. Il cuore batteva forte e si morse il labbro inferiore quasi a sangue. Perchè? Perchè faceva così? Chiuse gli occhi e prese un bel respiro per calmarsi. Tsurugi lo stava studiando attentamente. 
< Tenma. Sicuro di stare bene? > 
Da quando si era sviluppato, aveva dovuto fare i conti con la sua metà femminile e sapeva che d'ora in avanti non avrebbe piú potuto ignorarla come una volta. Proprio ora che aveva riscoperto questa sua natura assopita, si era reso conto che ciò che lo univa a Tsurugi non era solo pura amicizia, bensì una specie di attrazione. 
< Tenma? > insisté Tsurugi, guardandolo con piú preoccupazione.
< Ah... Eh? Oh, scusa Tsurugi, non stavo ascoltando >
< L'ho notato. Che ti prende? Sei preoccupato per qualcosa? > 
Tenma alzò di scatto la testa verso il compagno e lo guardò con evidente stupore. Era incredibile come riuscisse a comprenderlo nel profondo con solo una semplice occhiata, a volte capitava persino che capisse prima di lui stesso ciò che pensava. 
< Io... Non è nulla di importante > Tenma distolse lo sguardo e lo puntò al campo davanti a sè < E siamo in ritardo, come al solito. Questa volta Shindou-san ci uccide > avrebbe voluto ridacchiare per sdrammatizzare ma tutto ciò che gli riuscì fu un debole sorriso, rassomigliante piú ad una smorfia di dolore. Non concesse a Tsurugi il tempo di ribattere e cominciò a correre verso gli altri. 

Correre con il ciclo non è affatto così semplice. I suoi movimenti erano più lenti e fiacchi, per non parlare dei suoi tiri in porta. La sola idea di dover correre in quello stato per un'altra ora lo faceva sentire debole ed appiccicaticcio. Ancora una volta maledisse i suoi cromosomi e la loro indecisione sul suo sesso.  Dopo altri dieci minuti non riuscì piú a correre e dovette sedersi sull'erba sintetica per riprendere fiato. Premette una mano sul suo ventre e vi sentí il cuore martellarci sopra a grande velocità. Faceva davvero malissimo, un dolore che non aveva mai sperimentato. Si premette un braccio sugli occhi e cercò di pensare ad altro in attesa che passasse, del tutto invano. Shindou gli si sedette accanto, anche lui con il fiatone. 
< Piccola pausa? > ansimò il maggiore.
< Andata > rispose Tenma, sdraiandosi a pancia in su per riossigenarsi i polmoni come si deve. Shindou lo seguì a ruota ma si accigliò vedendo il castano voltarsi anzi pancia in giú e poi tornare seduto, il tutto in cinque secondi scarsi. 
< Tenma, stai bene? > 
Matsukaze fece una smorfia ed annuì con la testa. "Apprezzo la preoccupazione, ma oggi sapete solo chiedermi questo?" pensò lasciandosi sfuggire un lieve gemito di dolore. No, decisamente non poteva resistere. 
< No, tu non stai bene... > mormorò Shindou mettendosi seduto e poggiandogli una mano sulla spalla < Sei pallido. Dovevi restare a casa oggi, te l'avevo detto >
< È solo una cosa passeggera... Passerà presto... > rispose Tenma, osservando con improvviso interesse i propri piedi. Non era una bugia, in tre giorni sarebbe passato tutto. Ma in quel momento stava davvero male. Tsurugi li raggiunse, le mani posate sui fianchi ed un'espressione adirata in viso. Tenma fece per dire qualcosa, una qualunque cosa che avrebbe potuto levarlo d'impiccio, ma l'occhiataccia che gli scoccò l'attaccante fu sufficiente a zittirlo. 
< Lo accompagno in infermeria, avvisi tu gli altri? > 
< Cosa? No! Non mi serve andare in infermeria! >
< Va bene, ci penso io. Tu portalo a riposarsi > 
< Ma cos'è, non riuscite a sentirmi? > 
Tenma spostò lo sguardo da Tsurugi a Shindou, i quali si stavano organizzando da soli per quel pomeriggio. Shindou avrebbe fatto terminare gli allenamenti agli altri in qualità di vice capitano, mentre Tsurugi l'avrebbe accompagnato in infermeria. Scosse la testa, incredulo, quando Tsurugi lo sollevò in braccio e si avviò dentro la scuola. Le guance di Tenma si colorarono di un rosa vivace e il cuore accelerò i battiti. "Ah, così non va, Tenma... Non puoi reagire così" si rimproverò mentalmente. Uno dei professori uscì dalla sua aula e lanciò loro un'occhiata perplessa, imbarazzando ancora di piú il castano. 
< Tsu, guarda che riesco a camminare >
< Ho visto come ti muovevi durante gli allenamenti, sono sicuro tu sappia restare in piedi anche su una gamba sola > ribatté l'altro con sarcasmo forzato, si vedeva che era assai innervosito dalla situazione. Tenma gonfiò una guancia, imbronciandosi. 
< Oh, ma insomma! Non serve tenermi in braccio così! > 
< Ci siamo già passati, caro Tenma. Tu eri la principessa ed io il tuo principe > disse Tsurugi con evidente sadismo, lanciando una breve occhiata al viso imporporato e senza parole di Matsukaze. Giunto in infermeria, lo mise seduto sul lettino e si guardò attorno spaesato, notando che l'infermiera era assente. 
< Mettiti giú > disse all'amico, cercando l'infermiera dietro le tendine degli altri letto, tutti vuoti e senza traccia di vita. 
< No > disse Tenma con un brontolio, sentendosi terribilmente un bambino che fa i capricci. Tsurugi si voltò lentamente verso di lui ed assottigliò le palpebre, facendo rabbrividire il castano dalla paura. Ma aveva una dignità anche lui e non si sarebbe piegato così facilmente al volere di Tsurugi, non era mica il suo padrone. 
< È inutile che mi guardi male, non mi sdraierò su questo lettino > 
Ancora non riusciva a comprendere il perchè dovesse "disobbedire" al suo amico in quel modo, saranno forse stati gli ormoni del ciclo, ma quando si trovò premuto sul lettino dalle mani di Tsurugi sulle sue spalle, non poté fare a meno di divincolarsi. 
< Lasciami! Smettila! > 
Tsurugi era solitamente una persona calma e giudiziosa, ma quando aveva a che fare con Tenma e la sua testardaggine usciva di senno. Solo lui poteva mandarlo in bestia nel giro di pochi secondi.
< Stai giú, per la miseria! > 
< No! > 
< Ma che ti prende oggi?! Sembri mestruato! > 
Tenma si paralizzò a quelle parole e guardò l'amico dal basso con aria ferita. Come poteva scherzare su una cosa del genere? Poco importava che non lo sapesse, non era divertente. Nel suo sguardo si poteva percepire sofferenza, le ultime settimane li avevano allontanati, qualcosa di importante si era spezzato in quel preciso momento e nessuno dei due capiva il perché. Tsurugi lasciò lentamente la presa dalle sue spalle ossute e si allontanò da lui di un passo. Tenma si girò su un fianco e guardò con aria persa le piastrelle bianche delle pareti, il dolore al ventre che sembrava solo aumentare. Una lacrima scivolò sul lenzuolo che ricopriva il lettino su cui era adagiato quando sentì i passi di Tsurugi allontanarsi in corridoio. 



Tana del disagio 

Ehm... *si guarda attorno con nervosismo* Ehm... Shiao a tutti! 
VIPREGONONMIUCCIDETESONOANCORAGIOVANEEDEVOPRIMAFARRIAPPACIFICARETENMAEKYOUSUKE
Bene, adesso zparizco nuovamente, shiao a tutti! 

                            Alexiochan 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Stammi vicino ***


Era trascorsa una settimana da quell'ultimo litigio in infermeria e Tenma aveva deciso di rimanere a riposo finché non gli fossero passate le mestruazioni. Certo non si aspettava di tornare a scuola e trovarsi Tsurugi davanti all'atrio ad aspettarlo. Non appena lo vide, distolse lo sguardo e tentò di oltrepassarlo senza incrociare il suo sguardo, non voleva essere "letto" da lui. Tsurugi fu piú svelto e gli si parò davanti, guardandolo freddamente. 
< Dimmi cos'hai > 
< Non sei capace di chiederlo gentilmente invece di dare ordini? > 
< No. Adesso dimmi cos'hai > 
Tenma lo guardò arrabbiato e fece per scansarlo, ma Tsurugi lo bloccò di nuovo. 
< Smettila! >
< Di fare che? >
< Di guardarmi in quel modo! Se ti irrito così tanto lasciami stare! >
Tsurugi serrò la mandibola e afferrò il compagno per il polso, trascinandolo fino alla biblioteca. Lo spinse dentro e richiuse la porta alle sue spalle con due giri nella serratura. Poi si voltò verso Tenma e puntò gli occhi in quelli del ragazzino. 
< Mi hai stancato. Voglio sapere perchè >
< Perchè cosa? >
Sembrava si fossero improvvisamente scambiati i ruoli.
< Perchè mi eviti! > Tsurugi cominciò a camminare avanti e indietro per il corridoio principale della sala, passandosi una mano sul viso con nervosismo < Sono settimane che mi eviti o che ti comporti in modo strano. Specie da quel giorno in infermeria, martedì scorso. E non dici niente! > tornò davanti a Tenma e lo prese per le braccia.
< Perchè ti comporti così? Se c'è qualcosa che ti preoccupa puoi dirlo, io non ti giudicherò. E se il problema sono io dillo lo stesso >
Lo sguardo di Tsurugi era così preoccupato e sinceramente dispiaciuto da tutta quella situazione che Tenma era sul punto di dirgli tutta la verità. Infondo erano migliori amici ed aveva un disperato bisogno di confidarsi con qualcuno al di fuori di sua madre e sua zia. Ma come avrebbe fatto a dirgli una cosa simile? Che cosa avrebbe pensato di lui? Non poteva, non conoscendo Tsurugi. 
< Non... Non posso dirtelo > disse in un soffio, guardando a terra. Tsurugi lo scosse, agitandosi di piú. 
< Perchè no? > 
Vedendo che non accennava a rispondergli o anche solo ad alzare lo sguardo su di lui, lo scosse di nuovo.
< Guardami e dimmelo. Smettila di tenerti tutto dentro. Tenma! >
< Basta! > urlò il castano, spingendo via l'altro con un'improvvisa ondata di violenza < Non te lo posso dire! >
< Perchè no?! > alzò la voce di rimando l'altro. 
< Perchè tu andresti via! > 
Tenma non lottò nemmeno per trattenere le lacrime di sconforto. Dopotutto, per quanto lo detestasse, era per metà donna, poteva permetterselo un pianto liberatorio ogni tanto. Indietreggiò fino a trovarsi con la schiena contro uno scaffale pieno di libri ma non ci fece caso. Ansimò per riprendere fiato, si sentiva ribollire, non riusciva più a trattenere le parole. 
< Tu andresti via! Lo hai sempre fatto... Perchè sei un codardo e scappi dai problemi o da ciò che non ti piace... > non lo guardò in viso < Anche durante il Gran Celesta Galaxy... Mi hai trattato come un nemico usando la scusa di averlo fatto per il mio bene e quello di tutti gli altri... Non voglio che succeda di nuovo, preferisco odiarti piuttosto che essere abbandonato da te ancora una volta! > 
Tsurugi lo guardava ad occhi sgranati, troppo sconvolto da quella reazione. Si aspettava che incalzando così tanto l'amico prima o poi sarebbe esploso e gli avrebbe urlato contro. Ma non poteva prevedere cosa gli avrebbe urlato. Si sentiva ferito, ma non da Tenma, bensì da se stesso. Non ebbe tempo di ribattere, peró.
< Tu... Forse non lo ritieni così importante, ma io ci sto davvero male quando ti allontani da me, quando mi guardi con quello sguardo deluso o infastidito... > Tenma si lasciò scivolare a terra, le spalle si alzavano e si abbassavano ritmicamente per i singhiozzi che lo percorrevano. 
< Come se non contassi niente per te, mentre tu, razza di insensibile, per me conti molto... >
Tsurugi si prese qualche secondo per riordinare le idee, poi si sedette accanto al castano guardando dritto davanti a sè. 
< Che cosa stai vivendo di così terribile da temere che io ti abbandoni? > scandì bene le parole e le pronunciò lentamente. Sentì Tenma trasalire ma non ricevette risposta. 
< Tenma... Ti fidi ancora di me? > 
Si voltò verso il ragazzo e lo scrutò con i suoi profondi occhi ambrati. Tenma annuì dopo un attimo di esitazione, aveva smesso di singhiozzare. 
< Allora parlane con me. Sai che non ti lascerò > 
Tenma alzò il viso verso Tsurugi e lo guardò con aria smarrita. "I suoi occhi sono letteralmente una tempesta in questo momento" pensò l'attaccante, circondandogli le spalle con un braccio.
< È una cosa che vorrei dimenticare, Tsu... Vorrei solo averti piú vicino, non voltarmi piú le spalle... > mormorò il castano, appoggiandosi con la testa sul petto del compagno. 
< Va bene, allora non ne parleremo. Ma ti avverto che se è una cosa con cui dovrai convivere per lungo tempo, faresti meglio ad accettarla il prima possibile. Lo dico per esperienza >
< Lo so e ci sto lavorando > rispose Tenma, intuendo il senso del discorso di Tsurugi riguardo il motivo del suo lavoro nel Fifth Sector: suo fratello Yuuichi.
< Io sono qui se hai bisogno. Non ti volterò piú le spalle > 
< Mai piú? >
< Mai piú >
< Promettilo >
< Lo prometto >
E mentre i due restavano seduti a terra in quell'angolo della biblioteca, fuori aveva cominciato a diluviare. Ma non piú dentro Tenma. La dolce sinfonia del cuore di Tsurugi lentamente placava la sua tempesta interiore. 

Quel pomeriggio i due ragazzi si ritrovarono a casa di Shindou per una partita all'ultimo sangue a Mario Kart 8 assieme al padrone di casa, a Kirino Ranmaru e Kariya Masaki. Le loro urla euforiche di sentivano anche da fuori la villa. 
< Ma sei una merda! Proprio a due metri dal traguardo mi tiri il guscio! > 
Questo era Kirino che discuteva "amorevolmente" con Kariya, il suo pseudofidanzato. 
< Mi sono vendicato per prima! >
< Ah-ha, ho superato Tsurugi! > rise Tenma, quasi isterico alla prospettiva di arrivare primo. Ma l'amico non era della stessa opinione e si stese praticamente sopra al ragazzo per impedirgli di guidare. 
< Tsu! Stai barando! > l'arbitro, alias Shindou, l'aveva sgamato. Ma nessuno dei due lo stava ascoltando. Entrambi erano arrossiti per quel contatto improvviso e così corporale, perciò avevano cominciato ad aggrovigliarsi come una matassa di fili nel tentativo di districarsi. Le loro vetture giacevano ferme al limitare della strada, tranne quella di Tenma, che ogni tanto compiva un giro in tondo su se stessa come in preda agli spasmi della morte. 
< Tenma, mi stai distuggendo le costole! > sibilò Tsurugi, cercando di scollarselo di dosso. 
< E tu mi stai facendo perdere! > brontolò l'altro di rimando. 
< Colpa tua che ti ingarbugli >
< Sei tu che mi sei saltato addosso! >
Gli altri tre ragazzi guardavano perplessi la scena, almeno fino a quando Kirino non ebbe tagliato il traguardo per primo e allora Kariya cominciò a strangolarlo silenziosamente per non disturbare i due amici ammatassati. 
< Sei tu che mi hai superato! >
< Ma che razza di logica è? > 
< Non ti permetto di giudicare la mia logica dopo tutte le bambinate che hai fatto! > 
< Ma sentitelo! > 
E in men che non si dica si ritrovarono a fare la lotta sul tappeto della camera di Shindou, ridendo e guardandosi con espressioni di sfida. Dopotutto erano anche rivali, oltre a migliori amici.
"Spero che tutto questo non cambi mai" pensò Tenma, arrendendosi alla forza senza dubbio superiore dell'amico che lo aveva premuto sul pavimento. Quel che non sapeva era che anche Tsurugi aveva pensato la stessa cosa. E quel che non sapeva nessuno era che molto presto avrebbero desiderato un cambiamento più profondo nel loro rapporto. 




Tana del disagio 

Shiao a tutti! Come potete vedere, i nostri Inazumiani hanno fatto pace (e sono piú sclerati che mai XD). Spero che adesso si sia spiegato il perchè della "rottura" nel loro rapporto. E Tsurugi ancora non sa niente del segreto di Tenma, farglielo scoprire al secondo capitolo non mi sembrava divertente :3
Mentre la scena di Mario Kart 8 ho dovuto metterla, io e i miei amici giochiamo così XD 
Nel caso qualcuno di voi non lo sapesse, Shindou non partecipava perchè al massimo si può giocare in quattro e siccome lui è il piú pacato e maturo si è messo a fare l'arbitro. Bene, ringrazio tutti per aver letto fino a qui e spero che la storia continui a piacere. A presto!


                          Alexiochan 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Scusa, sono nato imbranato! ***


Il fatto che frequentassero il club di calcio della Raimon non era una scusante per saltare le ore di ginnastica e gli interessati lo sapevano bene. Per questo Tsurugi stava prendendo la rincorsa prima di saltare sul tappeto come aveva deciso l'insegnante. 
< Tsurugi Buono! Un metro e ottanta! > annunciò la professoressa, scribacchiando il risultato su un modulo di fogli con una matita mangiucchiata. Il ragazzo lanciò una breve occhiata a Tenma, in fila assieme a coloro che ancora non avevano provato il brivido del salto in alto. Era cresciuto parecchio dalla prima media: i capelli castani erano piú lunghi e sbarazzini, specie le ciocche della frangia che gli incorniciavano il viso. I due piccoli turbini si erano ridotti a semplici riccioli color caramello. "Peccato" si ritrovò a pensare con un sorriso malinconico. Era anche cresciuto un pò in altezza. O almeno così gli faceva credere lui. Il sorriso divenne divertito; Matsukaze si era proprio illuso di aver acquisito ben cinque centimetri. "Ma dove? Nei capelli, casomai" rise mentalmente Tsurugi, sedendosi su un tappetino in attesa che anche l'amico terminasse il salto. Lo osservò mettersi in posizione piegato a terra, l'espressione concentrata e determinata. Tenma aveva ragione, lui era un codardo. Invece Matsukaze no, i problemi li affrontava di faccia e a testa alta senza mai tirarsi indietro. Lo invidiava per questo. Seguì i suoi movimenti fino a quando non si staccò da terra, oltrepassando agilmente la sbarra ed atterrando sul tappeto con un tonfo.
< Matsukaze ottimo! Quasi due metri! > 
Tenma trotterellò allegramente verso l'amico, tutto sorridente. 
< E bravo Tenma, quasi due metri! > disse Tsurugi imitando la voce della professoressa, facendo ridere l'altro. < Ancora un pò di allenamento e supererai Shinsuke >
< No, lui è imbattibile! > 
Tsurugi sorrise, gli piaceva vederlo ridere, era contagioso. Infatti si ritrovò a sorridere a sua volta senza nemmeno accorgersene. Lo osservò; i tratti del viso erano rimasti quelli di un bambino a cominciare dai grandi occhi color argento fuso, non avevano nulla di mascolino o adulto. Anzi. Le labbra carnose perennemente piegate in un sorriso radioso gli conferivano un aspetto da ragazzino, altro che quindicenne. Per non parlare delle simpatiche ed infantili fossette che si formavano sulle sue guance quando rideva. E poi le ciglia. Quelle lunghe ciglia femminee che gli sfioravano gli zigomi quando teneva le palpebre basse. Non aveva un volto molto androgino, in effetti. Ma non glielo avrebbe mai detto, doveva proteggere l'autostima di Tenma. Si accorse di essersi incantato solo quando le guance leggermente abbronzate del castano si tinsero di rosso, risaltando i piccoli nei su di esse. Tsurugi arrossì a sua volta. Da quando pensava a Tenma e al suo aspetto fisico in modo così poetico? Da quando si soffermava così tanto sui suoi lineamenti? Lui non era gay, assolutamente no, preferiva le femmine ai maschi. Eppure Tenma aveva la capacità di attrarlo, oltre a mandarlo in bestia con niente. Si accorse di essersi incantato un'altra volta quando Tenma fuggì negli spogliatoi. Si diede una manata in faccia, doveva essergli sembrato davvero un maniaco. Insomma, si sentiva maniaco da solo per quello che pensava su di lui. Sospirò pesantemente e si diresse agli spogliatoi anche lui. 
< Ohi, Tenma? >
< S-Sì?>
< Esci dal bagno >
< Perchè? > 
< Perchè non ci devi andare >
< N-Non è vero >
< Sì che è vero. Forza, esci >
Tenma appoggiò una mano alla porta della toilette e guardò il pavimento fuorilegge alle norme igieniche. Si sentiva davvero in imbarazzo per come prima lo stava fissando l'amico, sembrava quasi volerlo assorbire con lo sguardo. Nessuno l'aveva mai guardato così, per fortuna. Conoscendosi, sarebbe potuto morire dalla vergogna. 
< Teeeeeeeeeenma? > lo chiamò Tsurugi, sbuffando esasperato. 
In tutta risposta, il castano fece scattare la serratura ed aprì la porta di scatto, centrando in pieno il naso del blu. 
< Oh Santi Kami! > Tenma si precipitò dal ferito e lo aiutò a mettersi seduto < Scusascusascusascusascusa! Non credevo che fossi proprio qua fuori! > 
< Se ho bussato vuol dire che ero qua fuori, baka! > 
Tsurugi gli tirò un pugno in testa che lo fece mugolare di dolore. Ma i lamenti di Tenma non durarono molto. 
< Tsu, ti sanguina il naso! > 
Completamente in panico, corse al suo borsone giacente sulla panchina degli spogliatoi ed estrasse un asciugamano. Tornato dall'amico, si inginocchiò davanti a lui e gli poggiò il panno sotto le narici per bloccare l'emorragia. 
< Tenma, bastava un fazzoletto, così ti sto sporcando l'asciugamano... > 
< Non importa! Mi dispiace tanto, Tsu! Io provo a migliorare, ma sono nato imbranato > disse il castano con tono amareggiato, continuando a premere piano la ferita. 
< Ed imbranato morirai > borbottò Tsurugi con voce nasale, facendo ridere l'altro per quel tono buffo. 
< Vieni, ti accompagno in infermeria >
< Non serve, sto bene >
< Sicuro che non sia rotto? > 
< Non saprei... > Tsurugi si scostò il panno dal naso ed alzò il viso in alto < Si è gonfiato? > 
Tenma lo guardò scrupolosamente da diverse angolazioni, si sentiva tremendamente in colpa per aver fatto sanguinare il suo migliore amico. 
< No, peró è rosso e continua a sanguinare... > 
< Allora passerà subito. Non ti preoccupare > 
Tsurugi si alzò barcollando e, sorretto da Tenma, si avviò verso la porta. Lì incrociarono Shindou e Kirino che stavano giusto entrando per l'ora dopo. Il primo guardava con preoccupazione i due, mentre l'altro sogghignò sadicamente. 
< Wow, sono sorpreso. Non credevo che Tenma sapesse colpire così forte >
Shindou sospirò con rassegnazione ma non poté trattenere un sorrisino divertito da quella battuta.
< Io non credevo che ti lasciassero entrare negli spogliatoi maschili > ribatté Tsurugi, spostandosi l'asciugamano dal naso per evitare di parlare con voce nasale e dare piú credibilità alle sue parole. Kirino fece schioccare la lingua sul palato e sorrise divertito.
< Touché > 
Solo Kariya poteva farlo arrabbiare.
< Ma che è successo? > si intromise Shindou, notando con apprensione che il panno era sporco di sangue, anche se dal povero naso di Tsurugi non ne usciva piú. 
< Tenma mi ha sbattuto la porta in faccia > 
< Quante volte dovrò ancora chiederti scusa? Non l'ho fatto apposta! > 
< E chi ti ha detto niente? > 
< Okay, okay > si intromise il senpai dai capelli rosa raccolti in una coda alta < Il concetto ci è chiaro. Adesso fareste meglio a tornarvene in classe, quella mandria di bisonti dei vostri compagni sta per arrivare >
Tsurugi e Tenma si guardarono per un istante. 
< Fuga tattica? > domandò Tenma. 
< Via > rispose il blu, afferrando il suo borsone contemporaneamente a Tenma e fiondandosi assieme a lui via dagli spogliatoi senza nemmeno cambiarsi. 
< Quanto li shippo >
< Kirino! > 





Tana del disagio

Shiao a tutti! 
Come penso avrete notato, non tutti i capitoli trattano della peculiarità di Tenma. Credo che se così non fosse, sarebbe alquanto pesante la lettura, no?
Il naso di Tsurugi XD, ridevo da sola mentre scrivevo quella parte. E poi c'è Kirino che shippa la Kyouten. Non ce la posso fare XD 
Va bene, mi dileguo che forse è meglio,

                           Alexiochan 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3674955