Modern Family goes to Hogwarts

di Gra Gra 96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Casa Dunphy era ancora immersa in quel soffice tepore che precede l’avvento di un nuovo giorno, quando una bizzarra civetta dal piumaggio bruno si poggiò sulla cassetta della posta.
Con gli artigli grattava impaziente sulla superficie metallica, quasi fosse in attesa di qualcosa, o meglio, di qualcuno. Ed ecco che la porta d’ingresso si schiuse e fece la sua comparsa Phil, canticchiando allegramente un motivetto appena inventato.
« Buongiorno, signor gufo! » salutò cordialmente Phil, gettando la bestiola in un grave stato confusionale circa la sua identità. « Non capita spesso di incontrare gufi da queste parti! »
La civetta pensò fosse inutile precisare al suo strambo interlocutore la sua appartenenza ad una specie animale differente, perciò si limitò a porgli la zampetta, alla quale era legata una busta dall’aspetto solenne. L’uomo assunse un’espressione sorpresa, ma sciolse comunque il laccio e prese la lettere, permettendo all’offesa civetta di prendere il largo.
L’indirizzo sulla busta diceva così:
 
Famiglia Dunphy
Villetta familiare
Los Angeles
California (USA)

 
Phil cominciò a nutrire qualche sospetto sulla provenienza della missiva, aveva quasi paura a sperarlo, tanta sarebbe stata la delusione in caso contrario. Claire e i ragazzi stavano ancora dormendo, essendo domenica mattina, così quella pesante responsabilità cadeva tutta sulle sue spalle. Gli ci vollero qualche minuto di tempo e alcuni esercizi di rilassamento – appresi nel corso della sua brillante carriera di cheerleader – per decidersi ad aprire la lettera. Con le mani ancora tremanti, lesse quanto scritto su quella pergamena giallastra:
 
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Albus Silente (Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi)
 
Cara famiglia Dunphy (Phil, Claire, Haley, Alex e Luke)
siamo lieti di informarVi che Voi avete diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, per una settimana ed in via del tutto eccezionale.
Data la vostra residenza negli Stati Uniti, Vi riforniremo personalmente dei libri di testo e delle attrezzature necessarie, una volta giunti a destinazione.
I corsi avranno inizio il 1° settembre.
Con ossequi,
Minerva McGranitt
Vicedirettrice

 
« O mio Dio, non ci posso credere!!! Claire! » boccheggiò Phil, stringendo convulsamente tra le mani il suo lasciapassare per il tanto agognato mondo della magia. « Claire! »
Dalla finestra del secondo piano fece capolino una chioma bionda spettinata. La donna conosceva bene il marito e la sua tendenza ad eccitarsi per le cose più irrilevanti, così non fu neanche con troppa convinzione che gli chiese: « Che succede stavolta, Phil? »
« Tesoro, tieniti forte. » annunciò l’uomo, con un sorriso che gli andava da una parte all’altra del volto. « Andremo a Hogwarts!!! »
 
♦♦♦
 
Più o meno alla stessa ora, Mitch e Cam stavano facendo colazione insieme a Lily davanti a una tavola riccamente imbandita. Dopo due settimane di pura agonia a causa dell’ennesima dieta intrapresa da Cameron, la famiglia si stava finalmente godendo un po’ di tranquillità.
Il rosso avvocato stava per portare alla bocca una fetta di bacon, quando un allocco si appollaiò sul davanzale della loro finestra. A sua memoria, Mitchell non ricordava di avere mai visto un gufo in città, tuttavia nulla ormai poteva apparirgli strano dopo essere stato costretto ad assistere allo spettacolo del marito che strappava a morsi l’imbottitura del divano per la fame. Gettò comunque un’occhiata sul rapace e si accorse con terrore che quel pennuto lo stava fissando.
« Cam, è una mia impressione o quell’uccello mi sta guardando dritto negli occhi? »
L’altro, intento com’era a consumare la prima colazione completa dopo settimane, lo rassicurò blandamente: « Non essere paranoico come al solito, Mitch. »
« No, Cam, quell’essere mi sta proprio fissando. Tutto questo è inquietante. » insistette.
Infastidito per l’ennesima interruzione del suo pasto, Cameron fece per cominciare con la sua solita solfa: « Se fossi cresciuto in campagna come me, avresti dovuto fare l’abitudine ai comportamenti animali più strambi. Figurati che quando avevo cinque anni una mucca… »
Stavolta fu Lily a troncare bruscamente la rievocazione del suo passato in Missouri.
« Basta voi due! State facendo arrabbiare il gufo! »
E difatti l’animale aveva iniziato a sbattere con insistenza gli artigli contro il vetro della finestra. Mitchell si ritrasse con un’espressione di puro disgusto e abbandonò la stanza, lasciando che fosse il marito, cresciuto nelle campagne del Missouri, ad affrontare la bestia.
« Ha una lettera legata alla zampetta! » intervenne acutamente Lily ancora una volta.
Solo a quel punto un pensiero sembrò guizzare nella mente di Cam, mandandolo in preda all’agitazione. Ruppe il vetro nel tentativo maldestro di aprire la finestra, ma non se ne curò e sfilò veloce la busta dalla zampa dell’allocco.
« Mitchell! » gridò con la vocetta acuta che riservava solo alle grandi occasioni. « È lei! »
 
Famiglia Tucker-Pritchett
Villetta familiare, primo piano
Los Angeles
California (USA)

 
« Lei chi? » chiese l’uomo, ancora rifugiato nella stanza accanto. « E quel dannato pennuto?! Se n’è andato o è ancora lì ad aspettarmi? »
Non ricevette alcuna risposta, essendo Cam ormai assorto nella lettura della missiva; Lily che cercava ancora di capirci qualcosa dello strambo comportamento dei suoi due papà.
 
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Albus Silente (Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi)
 
Cara famiglia Tucker-Pritchett (Cameron, Mitchell, Lily)
siamo lieti di informarVi che Voi avete diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, per una settimana ed in via del tutto eccezionale.
Data la vostra residenza negli Stati Uniti, Vi riforniremo personalmente dei libri di testo e delle attrezzature necessarie, una volta giunti a destinazione.
I corsi avranno inizio il 1° settembre.
Con ossequi,
Minerva McGranitt
Vicedirettrice

 
Ancora in iperventilazione, le mani sudate e il volto paonazzo, Cameron si limitò a passare la pergamena al compagno, aspettando con trepidazione di vedere la sua reazione. Tuttavia, da bravo avvocato qual era, Mitchell non si lasciò incantare da quattro scarabocchi disegnati su quello che, a suo parere, era un foglio sapientemente ingiallito.
« Non so, Cam, questa storia non mi convince granché… » cominciò cauto.
« E sentiamo, perché? » chiese l’altro spazientito.
Mitchell si alzò in piedi, assumendo la stessa posizione di quando si preparava a fare un’arringa davanti ai membri della giuria popolare.
« Innanzitutto, perché mai avrebbero dovuto invitarci ad andare a Hogwarts, scuola di magia inglese, quando noi siamo di evidente nazionalità americana? E poi, perché non abbiamo ricevuto la lettera al compimento dei nostri undici anni, ma adesso? » chiese, con fare inquisitorio. « Non so, Cam, questa storia mi puzza di truffa. »
La reazione dell’allenatore di football fu pari in intensità all’uragano che si era recentemente abbattuto sulla fattoria di famiglia in Missouri, facendo strage di pecore.
« Sei sempre il solito Pritchett, cinico e scettico fino alla nausea! Sai che ti dico, tu fa’ un po’ come vuoi, ma il 1° settembre io e Lily ci faremo trovare al binario 9 e ¾. »
E uscì di scena in maniera teatrale come al solito, afferrando un manico di scopa e fingendo di cavalcarlo alla ricerca del boccino.
 
 ♦♦♦
 
Lattina di birra, telecomando a portata di mano, partita di football alla tv. Jay non avrebbe sperato in niente di meglio per trascorrere in panciolle la domenica mattina. Era talmente concentrato sui nuovi schemi messi in atto dal coach della squadra, da non accorgersi di Gloria che strepitava qualcosa sull’ultima malefatta di Stella, il loro adorato bulldog. 
« Claro, Jay? » sbottò arrabbiata la donna, pigiando il pulsante di spegnimento della tv.
« Cosa?! » borbottò confuso, facendo un brusco ritorno alla realtà. « E dov’è finita la partita? Chi diavolo ha spento la televisione durante l’ultima azione? »
Gloria non si lasciò affatto intimidire dalla voce grossa del marito, anzi, aumentò il volume della sua. « Soy stata io, Jay, visto che è l’unico modo per farmi ascoltare! Quello stupido cane ha di nuovo portato a casa un topo morto. Crede forse di essere un gato? »
Jay si lasciò sprofondare nella poltrona, rassegnato all’ennesima sfuriata della moglie, sempre pronta a fare appunti sul comportamento della sua deliziosa cagnolina.
« È l’istinto del cacciatore che si risveglia in lei. Lasciala in pace, dannazione! »
Si versò un bicchiere di scotch. Ne avrebbe avuto bisogno per affrontare la giornata.
La replica di Gloria fu prontamente aggirata grazie all’arrivo del piccolo Joe, che stringeva felice tra le braccia quello che a tutti gli effetti sembrava essere un… gufo?!
« Cosa diamine ci fa un gufo in casa mia? » sbottò Jay, alzandosi di colpo. Il bicchiere cadde e andò in frantumi, mentre il prezioso nettare si disperdeva tra i meandri del parquet.
« Ti piace, papà? L’ha trovato Stella in giardino! Posso tenerlo? Ti preeego. » cinguettò il bambino, mostrando il suo nuovo animaletto ai suoi due sgomenti genitori.
« Claro que no! » rispose subito Gloria. « Questa casa non diventerà un maledetto zoo! »
Il ricco imprenditore stava per assentire, quando notò qualcosa di giallo in prossimità delle zampe della bestiola. Aveva tutta l’aria di una busta ingiallita. Subito pensò a qualche scherzo di cattivo gusto da parte del suo acerrimo nemico ed ex socio, il proprietario di Armadi Armadi Armadi Armadi. Dio solo sapeva quale disgustosa cosa celasse la busta.
« Dalla a me, Joe. No, non il gufo, quello puoi tenerlo. La busta! »
Non appena Jay entrò in possesso dell’oggetto, il rapace comprese che il suo lavoro di messaggero era giunto al termine e che quindi nient’altro lo tratteneva in quella casa di matti. Sgusciando fuori dalla presa del bambino, guadagnò l’uscita per non tornare più.
Subito Joe esplose in un pianto inconsolabile. « Il mio amico gufo non c’è più! »
Mentre Gloria cercava di consolare il bambino, Jay cominciò a rigirarsi la busta tra le mani.
 
Famiglia Pritchett
Villa con piscina
Los Angeles
California (USA)

 
« Dannazione, siamo proprio noi! » esclamò, prima di procedere alla lettura della missiva.
 
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Albus Silente (Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi)
 
Cara famiglia Pritchett (Jay, Gloria, Manny, Joe)
siamo lieti di informarVi che Voi avete diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, per una settimana ed in via del tutto eccezionale.
Data la vostra residenza negli Stati Uniti, Vi riforniremo personalmente dei libri di testo e delle attrezzature necessarie, una volta giunti a destinazione.
I corsi avranno inizio il 1° settembre.
Con ossequi,
Minerva McGranitt
Vicedirettrice

 
Scuola di magia e stregoneria? Libri di testo e attrezzature varie? Jay si pulì gli occhiali da lettura con un lembo della maglietta, sperando in qualche errore dovuto alla vista appannata.
E invece no, era tutto lì, nero su bianco – o meglio, su pergamena ingiallita.
« Che diavoleria è mai questa? » si chiese ad alta voce.
A illuminarlo fu ancora una volta Manny, che aveva raggiunto il salotto qualche minuto prima e aveva avuto tutto il tempo di leggere la lettera da dietro le spalle del suo patrigno.
« Oh, è fantastico, Jay! Hogwarts, capisci?! » esclamò, facendolo sobbalzare. « Non pensavo che sarebbe mai successo. Insomma, so bene quanto le mie doti eccezionali di ragazzo prodigio siano note anche al di là dell’oceano, ma qui si parla di tutta la famiglia al completo e, a dirla tutta, Jay, non pensavo che ci fosse qualcosa di speciale anche in te. »
« Non so bene di cosa accidenti tu stia blaterando, ma per quanto mi riguarda il 1° settembre me ne starò a casa mia, in poltrona, a guardare in santa pace un bel film western. È tutto. »

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Claire non ricordava di avere mai visto i membri della sua famiglia così agitati come il giorno della fantomatica partenza per Hogwarts – e per inciso, no, quella storia non la convinceva affatto. Sarebbe stata disposta a crederci solo quando si fosse ritrovata a sorseggiare succo di zucca in una chiassosa e maestosa Sala Grande, non prima.
Per prudenza, aveva anche imposto a Phil e ai ragazzi di non fare parola della faccenda con il resto della famiglia. Non sarebbe riuscita a tollerare le risatine di scherno di Mitchell o i rimbrotti di Jay su quanto fosse credulone suo genero. Così, per ogni evenienza, avevano annunciato a tutti di essere in partenza per un viaggio in roulotte lungo la costa orientale.
« Claire, dove ho messo la mia bacchetta?! » urlò Phil dal secondo piano.
La donna alzò gli occhi al cielo, prima di ribattere: « Non hai ancora una bacchetta, Phil! » E, in tutta sincerità, credeva proprio che non ne avrebbe mai posseduta una.
A interrompere il cinico flusso dei suoi pensieri fu Alex che scendeva le scale trascinandosi dietro un consunto trolley da viaggio. « Qualcuno si degna di spiegarmi come faremo ad arrivare alla stazione di King’s Cross a Londra in meno di due ore? »
Phil non rispose nulla, si limitò ad avvicinarsi alla moglie con aria furbetta, agitando nell’aria un fiammifero acceso. L’espressione di Claire si fece ancora più confusa.
« Useremo la Metropolvere! » annunciò baldanzoso. « Dal giorno in cui abbiamo ricevuto la prima lettera, intrattengo una corrispondenza formale con la professoressa McGranitt, così mi sono permesso di chiederle di collegare il nostro camino a quello del suo ufficio. Donna deliziosa, quella Minerva: autoritaria, dal piglio deciso ma sensuale. Proprio il mio tipo! »
Fu necessaria tutta la buona volontà di Claire per cancellare nel marito quell’aria sognante da lui assunta nel contemplare il suo tipo femminile ideale. Quando vi riuscì, l’orologio stava per scoccare le dieci, orario concordato con la vicedirettrice per la loro partenza.
Haley raggiunse trafelata la sala da pranzo, stremata dalla mole del suo set di valige color prugna. Indossava un grazioso abitino verde, colore appositamente scelto per essere coordinata con la bandiera del paese straniero. Claire scosse la testa, appuntandosi mentalmente di tenere una lezione alla figlia maggiore sulla non appartenenza dell’Irlanda al Regno Unito.
Una volta che furono tutti riuniti attorno al camino, Phil fece comparire dal nulla un vasetto contenente polvere volante. La distribuì solennemente tra i membri della sua famiglia, poi ne afferrò lui stesso una manciata e, fremendo dalla gioia, entrò nel cammino.
« Ufficio di Minerva McGranitt. » pronunciò chiaro e forte, scandendo bene le parole. Poi gettò la polvere volante ai suoi piedi e scomparve in un nugolo di fumo. Le tre donne non poterono esimersi dal lanciare un urletto di sorpresa.
« Allora è tutto vero! » esclamò Haley, strabuzzando gli occhi. « Credevo che fosse tutta una messinscena organizzata da papà per farci divertire. »
« Come sei stupida! » commentò Alex con tono saccente. « Per quanto solitamente non sia incline a credere ai fenomeni paranormali, da brava nerd quale sono ho sempre creduto nell’esistenza di Hogwarts e questa ne è la prova. »
E detto questo, imitò il padre e si dileguò tra le ceneri del caminetto. Haley fece lo stesso, pur ripetendosi in testa tutti i passaggi dell’operazione, preoccupata di dimenticare qualcosa di essenziale. Così, Claire assistette in silenzio allo spettacolo della sua famiglia che prendeva il volo verso un mondo di magia a cui la sua prepotente razionalità non le permetteva ancora di credere. Era tutta tremante, quando finalmente si decise a entrare nel camino, la polvere che le scivolava via dal pugno sudato. Nonostante l’agitazione, pronunciò correttamente: « Ufficio di Minerva McGranitt. » E via.
Fu solto a metà del viaggio che l’avrebbe condotta a sputare cenere sul tappetino della vicedirettrice che un terribile pensiero fece capolino nella sua testa. Luke. In quell’istante un ragazzo alto e dinoccolato si alzava dal letto e, ancora assonnato, si dirigeva in cucina per farsi preparare la colazione. Inutile dire che chiamò a lungo ma invano i membri della sua famiglia, che pensò subito ad un rapimento da parte di qualche gang malfamata, per imbattersi poi nel calendario. La data di quel giorno era sottolineata tante volte in rosso. 
« Ho capito! Sono partiti per Hogwarts e si sono dimenticati di me. » esclamò l’adolescente, incurvando leggermente le spalle. Gli sembrava assurdo e gli dispiaceva che anche suo padre non si fosse accorto della sua assenza, ma d’altronde, con tutta l’eccitazione che aveva in corpo, sarebbe stato strano il contrario. Recriminazioni a parte, adesso la cosa importante era trovare in fretta una soluzione, o sarebbe stato costretto a trascorrere il resto dei suoi giorni in una casa vuota e, cosa peggiore, senza nessuno che gli preparasse i pasti.
Guardò in giro alla ricerca di qualche indizio e il suo sguardo si fissò sul vasetto di polvere, ancora in bella mostra sul tavolino. Appurato che non bisognasse sniffarla, provò a lanciarla dentro il camino e quale fu la sua sorpresa quando si sollevarono delle fiamme alte e verdi.
Lasciandosi guidare dall’istinto, vi entrò e, avvolto da una sensazione di piacevole frescura che certo non si aspettava, disse ingenuamente: « Mondo della magia! »
E la Metropolvere lo trascinò chissà dove.
 
♦♦♦
 
Cameron non aveva intrattenuto una squisita corrispondenza con la professoressa McGranitt né tantomeno ricevuto il privilegio di viaggiare comodamente con la Metropolvere, ma aveva dato ancora una volta sfoggio della sua straordinaria abilità di organizzatore di eventi.
Aveva segretamente acquistato tre biglietti per Londra, progettando di trascorrervi una settimana intera prima della tanto agognata partenza per Hogwarts così da avere tempo a sufficienza per esplorare Diagon Alley da cima a fondo. E fu così che la famiglia Tucker-Pritchett trascorse indimenticabili pomeriggi di agosto a perdersi tra gli affascinanti scaffali del Ghirigoro, ad acquistare un improbabile manico di scopa - « E se nostra figlia avesse un innato talento per il Quidditch, Mitchell?! » - e a provare svolazzanti abiti da mago da Madama McClan - « Non trovi che il viola mi sbatta, Mitchell? Eppure va così di moda tra le streghe di oggi! ». Fu proprio durante una delle loro consuete passeggiate pomeridiane che al rosso avvocato sembrò di scorgere qualcosa di familiare nella direzione di Nocturn Alley, qualcosa che avrebbe giurato essere la fluente chioma di Gloria, la sua matrigna.
« Papà, questa situazione è già abbastanza strana così. Perché cerchi a tutti i costi di complicarla con l’aggiunta del nonno? » commentò Lily, scuotendo la testa.
« Sì, Mitch, rilassati. A quest’ora tuo padre sarà già seduto in poltrona in attesa della finale di campionato di domani. » disse Cameron, trattenendo una risatina. « Jay a Hogwarts, questa sì che sarebbe buona! » E risero tutti di gusto al pensiero del burbero capofamiglia che agitava infastidito la sua bacchetta nel tentativo di compiere la sua prima magia.
Certo non potevano neanche lontanamente immaginare che, proprio in quel comico frangente, la famiglia Pritchett al completo – Joe compreso – stava esplorando un caratteristico quanto malfamato negozio di Nocturn Alley, Magie Sinister. Jay era rimasto particolarmente affascinato da uno strabiliante aggeggio denominato “Armadio Svanitore”.
« Dannazione se questa è un’idea geniale! » stava appunto commentando ad alta voce, di fronte ad un visibilmente irritato signor Sinister. « Un armadio che fa sparire le cose e le fa riapparire dentro un altro armadio. Geniale! Sarebbe disposto a vendermi il brevetto? »
Il negoziante sembrava non avere affatto idea di cosa fosse un brevetto, ma non gliene sarebbe potuto importare di meno. Quell’insopportabile combriccola gli stava rovinando tutti gli affari della giornata. I suoi soliti acquirenti abbandonavano il negozio, insospettiti dall’eccessivo entusiasmo di quel vecchio babbano, oppure vi restavano come inebetiti ad ammirare la bellezza della moglie. Per non parlare del bambino più piccolo che non faceva altro che toccare tutto, col rischio di ammazzarsi e di farlo sottoporre ad un’inchiesta da parte del Ministero della Magia. E l’altro, il ragazzone dalla carnagione olivastra, continuava a chiedergli con insistenza di acquistare un filtro d’amore.
« Per la centesima volta: ti sembro forse un’insulsa fattucchiera che prepara filtri d’amore? Sparite tu e la tua lurida famiglia e lasciatemi lavorare in pace. » sbottò infine, esasperato.
Gloria non gliela fece passare liscia. « Cabron! Come osa insultare la mi familia? » esclamò furente, avvicinandoglisi minacciosa. Sinister si limitò annoiato a sfoderare la sua bacchetta.
A quel punto Jay decise che si era fatto già abbastanza tardi ed era ora di tornare all’albergo che aveva prenotato nella Londra babbana. Il giorno successivo si sarebbero dovuti svegliare presto per arrivare in tempo al Binario 11 e mezzo.
« Non ti sei neanche degnato di informarti, eh? Si chiama Binario 9 e ¾, lo sa persino Joe! »
E si voltò per chiedere conferma al fratellino, ma si accorse che non si trovava dietro di loro. « Vado a recuperarlo io. » propose, tornando sui suoi passi, ma si accorse ben presto che da Magie Sinister di Joe non c’era alcuna traccia. Il proprietario stava blandamente lucidando un calice d’argento, quando Manny gli chiese informazioni al riguardo.
« Quella piccola peste? Toccava tutto in continuazione. Non mi stupirebbe se fosse rimasto colpito da qualche maledizione, ad esempio gingillandosi con quella collana. »
A questa risposta ragazzo si fece di mille colori e lanciò al negoziante quello che presumeva essere il suo sguardo più minaccioso. In realtà gli conferiva più l’aria di un cucciolo abbandonato sul ciglio della strada in prossimità delle vacanze estive.
« Mi dica subito cosa ne è stato di mio fratello! » sbottò, battendo il pugno sul bancone, come aveva visto fare mille volte al suo patrigno. Si fece davvero male, ma trattenne le lacrime per un secondo momento. Fu in quel momento che gli occhi di Sinister andarono in direzione dell’imponente armadio che tanto aveva suscitato l’ammirazione di Jay.
« No, per favore, non mi dica che è andato a cacciarsi là dentro! » esclamò, costernato. « Per quello che ne sappiamo, l’armadio gemello potrebbe trovarsi ovunque nel mondo magico! »
« O anche nella casa di qualche babbano, per quanto ne sappiamo. Da decenni non se ne hanno più notizie. » furono le uniche confortanti parole che Sinister seppe rivolgere ad un Manny terrorizzato anche solo dal pensiero di quella che sarebbe stata la reazione di sua madre in merito. Fortuna che non aveva ancora imparato a usare la magia, o niente avrebbe potuto salvare il proprietario di Magie Sinister da una Maledizione Senza Perdono. 

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