Disclaimer: I
personaggi della storia non sono di mia proprietà
bensì di J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il
Personaggio principale di Anelma Laidhopeinen, i luoghi non inventati
dall’autrice della saga di Harry Potter sono di mia
proprietà e occorre il mio esplicito permesso per
pubblicare, tradurre o citare parti della mia creazione altrove. Le
citazioni dai libri di Eelis Laidhopeinen sono mie e di nessun altro
come ogni singola parola qui presente, citazioni non mie verranno
accreditate al rispettivo autore alla fine del capitolo che le
contiene. Per un altro utilizzo di queste mie citazioni serve il mio
scritto ed esplicito permesso. Opera non scritta a scopo di lucro o
altro.
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Soffocata
dall'oscurità Anelma
lentamente si risvegliò. Non era passato molto tempo da
quando era
svenuta; l'aveva capito perché era ancora tra le braccia di
Severus.
Si mise a sedere
lentamente cercando
di riprendersi dallo svenimento.
-Come usciamo di qui?-
chiese in un
sussurro la ragazza evitando di guardare Severus.
-Come stai, Anelma?-
Lei annuì
-Bene ma starei meglio se
uscissi di
qui-
-Ho riflettuto un po' su
come siamo
finiti qui e non ho trovato niente che ci possa servire per tornare
in superficie. C'è quella grotta però; riesci ad
alzarti?-
-Sì-
annuì la ragazza alzandosi.
Guardò negli
occhi il professore
che rispose con uno sguardo dispiaciuto, poi si voltò verso
la
grotta e si incamminò.
Non aveva mai visto un
luogo così
isolato; solamente un orologio dorato faceva distogliere lo sguardo
dalle pareti terrose. Si fermò qualche secondo ad
osservarlo, se era
lì serviva sicuramente a qualcosa.
Continuava
a pensare alle ultime parole della lettera lasciatale da suo padre:
“Ma
devo trattenermi ancora
nello spiegarti questo nostro segreto.
”
Se Eelis l'aveva
rimandata a casa
significava che c'era un modo per uscire di lì... ma quale?
-Anelma- disse Piton in
un sussurro
-non voglio che tu ti faccia influenzare da...-
-Non ora, Severus.
Pensiamo ad
uscire di qui e poi ne riparleremo- rispose senza guardarlo.
Lui annuì.
-Cosa
significa kehellä?-
chiese
insicuro.
-Nulla di importante-
rispose secca
Anelma.
-Piuttosto, hai una
minima idea di
come uscire di qui?- continuò
-Non saprei, forse
potrebbe centrare
qualcosa l'orologio-
Anelma iniziò
a pensare.
Certo, un orologio d'oro
in mezzo
alla terra faceva un po' pensare. E il pendolo significava qualcosa?
Certamente no poiché conteneva già il biglietto
di Eelis ma allora
potevano essere...
-Le lancette-
sussurrò Anelma
-Cosa?-
-Le lancette Severus.
Mentre ti
stavi avvicinando all'orologio ho notato che questo non aveva le
lancette. Ma la cosa che me lo ha fatto notare è stato il
pendolo
che, a quanto pare, non era collegato a nessun meccanismo che lo
facesse oscillare-
Dicendo questo entrarono
nella
caverna.
-Bisogna solo trovarle e
non sarà
tanto semplice-
-Accio lancette!-
esclamò Piton ma
non successe nulla.
-Prova tu, Anelma. Magari
c'è
qualche altro incantesimo “anti marchio”-
-Accio Lancette!-
Aspettò qualche
secondo ma nulla si mosse verso di lei.
-Niente. O non sono la
via di fuga
oppure ...-
Ma le sue parole furono
interrotte
da un stridio proveniente dal fondo della grotta.
-Ha funzionato-
Un'orda di pipistrelli
uscì
dall'ombra investendo i due. Ma Severus fu scaraventato via da
qualcosa di più grosso, un Troll.
Sulla sua enorme mazza
erano
incastonate le due lancette.
-Severus!-
urlò Anelma vedendolo a
terra ad una decina di metri di distanza da lei.
I pipistrelli erano
usciti tutti
dalla grotta lasciando Anelma e il Troll da soli ad osservarsi.
Era diverso dai soliti
troll; anche
se di corporatura era uguale qualcosa in quell'essere lo rendeva
diverso, sembrava più un guardiano.
Questo alzò
l'enorme mazza di legno
ma Anelma gli puntò velocemente la bacchetta contro.
Passarono alcuni momenti
di
tensione; il mostro però ad un certo punto alzò
l'altra mano verso
la mazza e tolse le lancette.
La ragazza lo
guardò sospettosa.
Il troll si
avvicinò a lei
goffamente e pericolosamente, allungò l'enorme mano verso
Anelma e
le porse le lancette.
Si fissarono nuovamente
ed infine
questo se ne ritornò nell'oscurità della grotta.
Lei lo seguì
con lo sguardo fino a
quando non riuscì più a scorgerlo poi corse verso
l'uomo che era a
terra.
-Severus-
sussurrò.
-Q-questa è
una delle punizioni per
essersi fatti tatuare il marchio oscuro- disse stringendosi lo
stomaco.
-Riesci ad alzarti?-
Anelma lo
aiutò a sedersi.
Era in preda a forti
fitte di dolore
ma riuscì a mettersi a sedere.
Lo aiutò ad
alzarsi ma non riuscì
a tenersi in equilibrio. Era fortunato ad avere ancora una cassa
toracica. Anelma lo portò vicino all'orologio.
-Severus, aspettami qui-
lui annuì.
La ragazza si
avvicinò al pendolo
aprendo la finestrella del quadrante e inserì le lancette al
loro
posto. Queste ripresero a muoversi scandendo il tempo.
Si avvicinò
nuovamente al mago e
aspettò.
-Speriamo vada tutto bene-
Furono circondati da
delle lunghe
radici del salice che li aveva scaraventati nel buco. Queste li
avvolsero con dolcezza e li portarono da dove erano arrivati.
Furono
di nuovo circondati dai piccoli punti colorati.
-Severus... forse ho
esagerato
prima, capisco che tu non me l'abbia voluto dire ma non posso fidarmi
di te in questo momento- disse in tono duro poi il suo tono si
ammorbidì.
-Forza, siediti un po' e
riprendi le
forze poi torneremo al castello-
Si sedettero sulle radici
del salice
e calò il silenzio.
-Anelma, non sono
più un
mangiamorte-
-Non posso rischiare,
scusami-
Passarono lunghissimi
minuti di
silenzio mentre entrambi osservavano le luci fluttuare nell'aria.
-Chiederò al
preside qualche giorno
di pausa in cui me ne andrò dal castello-
Lui la osservò.
-E' pericoloso,
potrebbero trovarti-
Lei non rispose.
-Andiamo?-
-Sì-
Severus si
alzò lentamente dalle
radici dell'albero e uscirono dalle fronde del salice.
Camminarono
tranquillamente verso il
castello quando una voce li bloccò.
-Ma che bella coppietta
abbiamo qui-
Dall'oscurità uscì
un uomo dall'aspetto trasandato dai tratti più animali che
umani.
-Greyback...-
Anelma fece per estrarre
la
bacchetta ma prontamente l'uomo la disarmò.
-No, no, non si fa
così bellezza-
Poi si rivolse a Severus.
-Ci aspettavamo l'avessi
uccisa-
Piton gli rivolse una
smorfia
disgustata.
-Come mai è
ancora viva?-
Il viso di Greyback era
così vicino
a quello di Severus che poteva sentire il suo alito pesante.
-Non mi rispondi?
Proviamo a
chiederlo alla tua “nuova amica”allora-
L'uomo si
avvicinò ad Anelma
girandole attorno.
-Dove sono gli altri,
Greyback?-
-Oh
dovresti saperlo, Severus-
Greyback
avvicinò il suo viso
all'orecchio della ragazza ed iniziò ad annusarle il collo.
Lei rimase immobile.
Le prese i capelli della
nuca e
glieli tirò all'indietro.
-E' un peccato rovinare
questo bel
faccino non trovi, Severus?-
Anelma guardò
Severus delusa e
amareggiata.
-Falla finita, Greyback-
Bellatrix
Lestrange si avvicinava a loro con un enorme ghigno stampato sul
viso.
-Hai sentito Severus?
Devo
ammazzarla io. Pensa che il Signore oscuro si fidava di te-
ghignò
puntando la bacchetta alla gola della ragazza.
-Aspetta!-
esclamò la donna.
-Perché non lo
facciamo fare a
Severus?-
-E' mio questo compito,
Bellatrix-
ringhiò il lupo mannaro.
-Si ma non credo che al
Signore
Oscuro dispiaccia. Se Piton si rifiuterà uccideremo anche
lui-
-Ricordi
cosa succede ai traditori, vero?-gli sussurrò in un orecchio
Greyback voltò
la ragazza verso
Piton strattonandola per i capelli.
-Forza Severus, vediamo
se hai il
coraggio di ucciderla- lo schernì Bellatrix.
La donna gli
sfilò la bacchetta
dalla giacca nera e gliela porse.
Anelma lo
guardò negli occhi ma non
aveva paura.
Piton prese la bacchetta
lentamente
e la puntò verso la ragazza senza guardarla negli occhi.
-Severus- lo
chiamò Bellatrix in un
sussurro -Severus devi solo dire due parole, solo due-
L'uomo la
guardò intensamente.
Ad un tratto la bacchetta
della
ragazza volò tra le mani di lei. Anelma lanciò un
confundus non
verbale a Greyback che la lasciò andare.
-Cos'hai Greyback?-
Severus
schiantò l'uomo verso un
albero.
-Anelma, VATTENE!-
La ragazza si
smaterializzò.
Anelma si
materializzò davanti
un'enorme casa. Era da quando aveva 11 anni che non la vedeva.
Il giardino era
trascurato e gli
alberi spogli tutt'attorno disegnavano sulle pareti esterne della
casa un'ombra inquietante. La osservò silenziosamente. Le
finestre
erano serrate da delle enormi travi di legno e i vetri erano stati
frantumati dai teppisti. Sui muri, di tanto in tanto, affioravano
graffiti e scritte oscene. L'edera aveva preso il controllo su tutta
la porta d'entrata dell'edificio.
Anelma era tornata a casa.
Qualcosa la bloccava, non
riusciva a
varcare il cancelletto. Inoltre i suoi pensieri erano rivolti a
Severus; l'aveva salvata un'altra volta e forse adesso era
già
morto. Perchè l'aveva fatto? Anelma aveva sbagliato nel
giudicarlo
eppure se non avesse scoperto il Marchio Oscuro gli avrebbe confidato
tutto.
Faceva freddo ad
Helsinki, forse
sarebbe scesa la neve.
Ma
ora era lì, doveva entrare, doveva cercare Kehellä.
Entrò nel
giardino scostando i rami
e l'erba che intralciavano il cammino fino a raggiungere l'enorme
porta bloccata. Con un incantesimo tolse le travi che la tenevano
chiusa, prese un enorme respiro ed entrò.
Nei
suoi ricordi di 14 anni prima nella casa c'era un'atmosfera calda e
tutto era ordinato Un lieve profumo si spandeva nell'aria grazie ad
un vaso di fiori secchi posti sopra un tavolino vicino le scale; ora
invece regnava una atmosfera fredda e pezzi di corrimano erano sparsi
qua e la. Non riusciva a proseguire; il ricordo la bloccava ma si
fece forza ed iniziò a salire le scale che scricchiolavano
ad ogni
passo. Si guardò attorno, i quadri ricoperti di polvere la
accompagnarono lungo tutta la scalinata. D'un tratto qualcosa
attirò
la sua attenzione: un quadretto era caduto dal chiodo e i vetro si
era rotto. Prese la foto e la osservò. Era una foto statica
raffigurante Kanerva, Eelis e la piccola Anelma. Suo padre l'aveva
scattata perché non voleva sentirsi diverso dai babbani e
voleva
adattarsi al loro mondo. Con il pollice accarezzò lievemente
la
superficie polverosa e mise accuratamente la foto in tasca.
Proseguì
verso la camera da letto dei suoi genitori. Diede una veloce occhiata
alla stanza di Eelis e Kanerva poi continuò verso destra.
Aprì la
porta successiva, lì si trovava la sua cameretta. Non era
come se la
ricordava e Kehellä
non
c'era. Scostò la scrivania distrutta dai vandali,
guardò
all'interno di tutti i cassetti ma non c'era nulla.
-Dannazione!-
esclamò irata, il suo
peluche doveva per forza essere lì. Uscì dalla
camera e si guardò
in giro ma un'idea le balzò in mente: i mobili della sua
camera
erano di legno bianco, quelli erano marroni.
Un'altra pensata di Eelis?
Guardò
dentro
la stanza che aveva lasciato poco prima e poi iniziò a
toccare la
parete che divideva la sua stanza da quella dei suoi genitori.
“Dev'essere
per forza qui” riflettè.
-Kehellä
–
disse in un sussurro.
La parete
iniziò a scorrere di lato
mostrando piano piano un'altra porta che varcò
immediatamente.
Scrivania, letto,
comodini, armadi e
sedie erano tutte in legno bianco.
Sul
letto era posato un soffice piumino rosa antico e sul cuscino era
poggiato Kehellä.
Era un orso di peluche
color
marroncino con un sorriso stampato in volto e due grandi occhi blu
che l'avevano sempre incantata. Si sedette sul letto osservando il
peluche, lo voltò e si ricordò che li dietro
c'era una una piccola
tasca chiusa da una cerniera.
La aprì.
All'interno vi era una
busta piegata
a metà e sigillata, l'unica scritta era la firma di suo
padre.
Iniziarono a tremarle le
mani.
Il segreto era celato in
quella
busta ed era pronta ad aprirla ma un rumore improvviso la
fermò.
Mise la busta all'interno dell'orsacchiotto e con un incantesimo lo
rimpicciolì in modo da farlo stare in una tasca del
cappotto.
Ricordava che dietro alle
spesse
tende c'era una porta che conduceva alla terrazza e che essa era
collegata alla stanza dei suoi genitori. Vi uscì lentamente.
Ma appena si
girò si trovò di
fronte ad un'alta figura scura che le puntava la bacchetta contro.
-S-Severus-
sussurrò Anelma
spaventata. Lo sguardo dell'uomo era vago e privo di
espressività.
-S-sei vivo- concluse con
una
lacrima che le scendeva dagli occhi.
Si avvicinò
per abbracciarlo ma lui
la scostò e la minacciò con la bacchetta.
-S-Severus, sono io-
L'uomo aveva lo
sguardo fisso e sembrava non vederla.
-Severus, ti prego
ascoltami, so che
puoi combattere questa maledizione, ti scongiuro fallo!-
Supplicò
Anelma
-Ho bisogno di te..-
Piton la
afferrò per il colletto e
la schiacciò al muro puntandole la bacchetta in viso.
Lui avvicinò
il viso a quello di
lei.
-Da Rosmerta-
sussurrò
impercettibilmente.
Forse aveva calcolato
tutto o forse
era solo un illusione.
Il mago la
scaraventò a terra, la
ragazza chiuse gli occhi e si smaterializzò da Rosmerta.
Ci fu un enorme tonfo
nella stanza
da letto malconcia e una donna si alzò di soprassalto.
-Chi va là?!-
Esclamò spaventata e
furente Madama Rosmerta.
Riuscì ad
intravedere una sagoma
rannicchiata sul parquet.
-Anelma!-
-Rosmerta-
sussurrò la ragazza
alzandosi zoppicante.
-Tesoro, che ti
è successo?-
-Non è niente,
è solo un graffio-
-Ma perché qui
a quest'ora della
notte?-
-Sono dovuta scappare
da...- non
poteva spaventarla ancora di più -da alcuni ragazzi della
scuola-
sorrise
-Perdonami l'intrusione
ho...
sbagliato le coordinate-
-Anelma, cara mia. Ti
prego siediti-
la invitò a sedersi sul letto.
-Non sei mai stata brava
a mentire-
continuò sorridendo dolcemente
Anelma abbassò
lo sguardo.
-Io...-
Ad un tratto si
sentì un forte
rumore proveniente dal bar.
-Vado io, Rosmerta- disse
correndo
verso il bar.
Un'altra figura
barcollante era
avvolta dall'ombra, probabilmente ferita.
-Anelma-
sussurrò Piton.
-Severus!-
esclamò la ragazza
correndo verso di lui schioccando le dita per accendere alcune
candele.
Severus era chino in
avanti.
-Che è
successo, Severus?- chiese
sostenendolo.
-Ce li siamo tolti di
mezzo per un
po'- disse con un sorriso forzato.
Lei osservò il
suo fianco dove la
veste strappata lasciava intravedere una ferita sanguinante.
-Non preoccuparti-
-Ho temuto di perderti-
Lui le carezzò
la testa con la mano
libera attirandola dolcemente verso il suo petto.
La ragazza
alzò lo sguardo
guardando il mago negli occhi.
Gli accarezzò
la guancia sorridendo
e piano piano il suo volto si avvicinò a quello di Severus.
Le loro labbra si
incontrarono in un
dolce e tenero abbraccio. Anelma sfiorò con le dita il viso
di lui e
lentamente si staccarono.
I
loro sguardi si incontrarono
nuovamente, l'atmosfera era colma di imbarazzo.
-Anelma, che è
successo?- Chiese
preoccupata Rosmerta scendendo le scale ma ammutolì vedendo
i due
abbracciati.
-Dobbiamo curarlo-
rispose la
ragazza spezzando il silenzio, visibilmente rossa in volto.
-Vorrei delle spiegazioni-
-Ha ragione, Anelma-
sussurrò
Piton.
-Ci scusi l'intrusione ma
è il
primo luogo che mi è venuto in mente- continuò
rivolgendosi alla
donna.
-Chi sei tu?-
-Sono il professore di
Pozioni di
Hogwarts-
-E cosa ci fate nel mio
Pub alle
quattro del mattino? Come avete fatto ad entrare con le barriere?-
Anelma e Severus si
guardarono.
Piton non aveva calcolato quel punto.
-Sono stato io, Rosmerta,
sta
tranquilla-
Disse Silente che
scendeva dalle
scale.
-Silente? Per l'amor del
cielo
ma...-
-Calma, calma. E' stata
un'emergenza
non potevo avvertirti- rispose tranquillamente Silente.
-Ma...cosa sta
succedendo?-
-I Mangiamorte ci danno
la caccia-
disse Anelma.
-I Mangiamorte?!-
esclamò stupita
Rosmerta.
Anelma annuì.
-Ti chiedo un favore,
Rosmerta-
-Un favore?! E' possibile
che mi
trovi un'orda di Mangiamorte da un momento all'altro e tu mi chiedi
un favore?!-
-Ti chiedo scusa,
Rosmerta. Ti
chiedo solo di farlo per Anelma- La donna lo guardò per un
po' ma
alla fine cedette.
-Conosci i miei punti
deboli
Silente. Va bene allora, quale sarebbe questo favore?-
-Dovresti ospitare per
qualche
giorno Anelma e Severus. Finché non trovo un posto
più sicuro per
loro-
Rosmerta guardava Silente
insospettita e pensierosa e poi annuì
-Va bene- rispose
rassegnata.
-Bene, ora vi lascio. Ho
delle
faccende importanti da sbrigare- disse sorridendo poggiando la mano
sulla spalla di Severus.
-Buonanotte... ah si
Rosmerta,
ricorda di rimettere le barriere- dicendo così si
smaterializzò.
-Che faccia tosta- disse
secca la
donna iniziando a rimettere le barriere.
-Voi due seguitemi, vi
porto in
camera- concluse scendendo una rampa di scale
***
Severus
era seduto su un letto matrimoniale in una stanza ampia ben curata.
-Come
hai fatto a salvarti dai Mangiamorte?- chiese Anelma mentre preparava
una pozione per rimarginare la ferita.
-Conosco
abbastanza bene Bellatrix e so a come le piace giocare- fece una
smorfia di dolore. Il sangue si stava asciugando e i brandelli di
tessuto si stavano attaccando alla ferita.
Anelma
gli porse una piccola boccetta.
-Dovresti
toglierti la maglia-
Lui
annuì seguendo il consiglio di Anelma.
-Bellatrix
e io abbiamo duellato. Devi sapere che con lei non esistono regole in
duello. Con uno schiantesimo mi ha scaraventato addosso ad un albero
e un ramo mi ha lasciato questa ferita-
Anelma
iniziò a tamponare la ferita con la pozione.
-Te
la cavi bene con le pozioni- sorrise il mago rivolto ad Anelma.
-Sono
tua assistente-
Si
blocco qualche secondo.
-Riguardo
al...-
-Non
preoccuparti- sorrise Piton.
-P-posso
aiutarti?- cambiò discorso Anelma.
-Si-
annuì il mago.
-Stenditi-
Piton
si adagiò cautamente sul letto.
La
ferita non era profonda ma abbastanza lunga.
Anelma
disinfettò la ferita iniziando a togliere alcune schegge di
legno.
Subito dopo bagnò del cotone con la pozione fatta poco prima
tamponandogli la ferita.
-Quando
ti sveglierai sarai guarito- disse la ragazza cominciando a fasciare
la ferita.
-Grazie-
Anelma
sorrise.
-Ora
vado, devo trovare un posto dove poter dormire- disse la ragazza
alzandosi.
Piton
le prese la mano facendola sedere di nuovo.
Avvicinò
il proprio viso a quello di lei e la baciò dolcemente;
Anelma
rispose al bacio. Snape la abbracciò e la costrinse a
distendersi al
suo fianco.
-Sei
ancora sicura di non voler dormire qui?-
Anelma
sorrise e strinse l'uomo a se baciandolo.
Lui
scivolò con le mani a spogliarla e con tenerezza si
lasciarono
andare a piacevoli momenti di passione.
Prima
di allora nessuno dei due aveva mai immaginato che potesse succedere
una situazione simile. In varie situazioni si erano odiati ma ci
volle poco per capire che l'uno aveva bisogno dell'altra o che
entrambi nutrivano nel più profondo un'amore che era
sconosciuto
anche a loro stessi.
FLASHBACK
(Capitolo 8)
-Se
è una luce rossa, Severus?-
-Significa
che il tuo cuore si sta innamorando, Anelma-
Anelma
osservò il mago e vide alcune lucciole avvicinarsi a lui.
Una luce
rossa e una blu si erano posati sulla sua mano.
-La luce blu,
Anelma, significa
un dolore o una sofferenza imminente. La perdita di qualcosa a te
caro-
Dopo una grande
sofferenza, quelle
luci avevano rivelato loro che il loro cuore era segretamente
innamorato e quelle luci non mentivano.
Severus
e Anelma erano distesi l'uno di fianco all'altra coperti da un caldo
piumino ed abbracciati, cullati dalle braccia di Morfeo.
Bussarono
insistentemente alla porta.
Anelma
si svegliò di scatto così come Severus e si mise
a sedere
strofinandosi gli occhi.
-A-arrivo-
rispose assonnata.
Mise
una vestaglia ed andò ad aprire la porta.
-Anelma!
Buon giorno! Sono passata anche stamattina ma a quanto pare stavate
dormendo. Volete che vi prepari qualcosa da mangiare-
-Cosa?...oh
sì sì certo, grazie Rosmerta-
-Di
nulla cara- sorrise
La
ragazza sorrise di rimando e richiuse la porta.
Si
voltò e guardò Piton imbarazzata.
-è
successo veramente...?-
L'uomo
annuì.
-Ti
è dispiaciuto?- chiese vedendola un po' perplessa.
-N-no
no, non fraintendere. E' che … non l'avrei mai detto
… cioè …
non l'avrei mai sperato … n-no...-concluse
sospirò profondamente.
-C-come
va la ferita?-
-Tutto
bene, si è rimarginata perfettamente-
-Oddio!-
esclamò d'un tratto.
-Che
succede?-
-Sono
successe così tante cose che mi sono dimenticata di leggere
la
lettera di mio padre- rispose correndo verso il suo cappotto e
prendendo il piccolo peluche facendolo tornare alla grandezza
originale.
-Questo
è Kehellä-
sorrise Anelma sedendosi sul letto.
-Un pupazzo?- chiese
l'uomo
sedendosi al suo fianco.
-Lo chiamai
così quando avevo poco
meno di 6 anni. Non significa nulla in particolare, molto
probabilmente mi piaceva il suono di quelle parole- rise Anelma
estraendo la lettera dal Peluche.
La aprì
-E' scritta in
finlandese-disse
iniziando a leggerla ad alta voce.
“Cara
Anelma,
non
ho avuto modo di preparare al meglio i miei appunti ma sono sicuro
che capirai ugualmente. E' arrivata l'ora di svelarti ciò
che io e
Kanerva nascondiamo perciò ti chiedo di tenere questa
lettera al
sicuro, potrebbe essere pericoloso per te.
Per
farti capire dobbiamo fare qualche passo indietro nel tempo. Io e tua
madre ci siamo conosciuti a scuola durante il mio sesto anno ed il
suo quinto. Siamo sempre stati attratti dalla storia della magia e
sia io che lei ambivamo a diventare degli studiosi di questa materia.
Purtroppo questa nostra passione è stata anche la nostra
distruzione. L'estate successiva io e Kanerva decidemmo di iniziare
a cercare informazioni su Lord Voldemort, non tanto sulla sua persona
ma su alcuni incantesimi da lui usati. Volevamo capire se fossero
esistiti Mangiamorte che si erano ricreduti e avevano provato a
scappare. Soprattutto volevamo sapere che fine avevano fatto;
Voldemort doveva avere un modo per ritrovarli.
Le nostre ipotesi non erano fondate su qualcosa di certo. Fu
così
che andammo alla ricerca di Lord Voldemort. Volevamo il marchio
oscuro per poi scoprirne il segreto. Lo so, Anelma, siamo stati
incoscienti; abbiamo rischiato la vita per provare una teoria.
Eravamo
giovani e se avessimo aspettato prima di partire non avremmo fatto lo
sbaglio che ci ha segnato la vita.
Riuscimmo
a farci accogliere nel suo nascondiglio e durante una specie di
rituale i Mangiamorte
ci circondarono poi arrivò lui. Ci
fece qualche domanda poi ci mise alla prova ma fummo costretti a
disobbedirgli: dovevamo uccidere un babbano indifeso. Scappammo
assieme al babbano. All'inizio pensavamo di averla fatta franca poi
fui io ad accorgermi di una maledizione, sconosciuta, che ci stava
lentamente uccidendo. Quel giorno Kanerva era furibonda, non ricordo
esattamente per cosa. Ad un tratto i suoi occhi divennero rossi e un
attimo dopo le forze la abbandonarono, le sue pupille si tinsero di
giallo con venature nere. Passai più di una settimana a
prendermi
cura di lei e a chiedermi cosa le fosse successo quando, durante una
notte gelida, arrivarono i Mangiamorte per ammazzarci. Stavo cercando
di difendermi e di difendere Kanerva quando un uomo con lunghi
capelli argentei ci salvò: era Albus Silente. Ci
ospitò ad Hogwarts
dove facemmo finta di essere dei visitatori. Ci ospitò per
più di
un anno scolastico, io approfittai di quella momentanea
serenità e
scrissi il libro di Hogwarts. Poi un giorno Kanerva scoprì
di
aspettare un figlio. Felicissimo per la notizia, Silente ci
lasciò
tornare in Finlandia e protesse la casa in cui sei cresciuta con i
più potenti incantesimi.
Studiai
a fondo la Maledizione che ci era stata inflitta e riuscii a trovare
una soluzione.
Tu
eri già nata da 10 anni quando testai la pozione su di me.
Dopo
alcuni giorni dall'assunzione della pozione il mio corpo
iniziò a
riprendere la vitalità persa. Decisi
di chiedere a Silente se questa pozione poteva funzionare anche con
Kanerva. Devi sapere che da quando ti aveva partorito le sue
condizioni erano peggiorate ulteriormente.
Ero
in partenza; lei rimase a casa e io le promisi di tornare il prima
possibile da Londra. Non varcai nemmeno la soglia del cancello di
Hogwarts quando un gufo planò sopra di me lasciando cadere
una
lettera. Era da parte di Vincent,
tuo
zio, che diceva che Kanerva era peggiorata.
Dopo
quella lettera decisi di lasciare a te questo segreto, forse non
sopravviverò.
Ti
chiedo scusa per la caccia al tesoro ma non potevo fare altrimenti.
Tuo,
Eelis”
Anelma
guardò velocemente gli altri fogli
“DATA:
15/08
ORA:
13.53
SOGGETTO:
Maschio
DIAGNOSI:
il soggetto presenta una lieve aumento della temperatura corporea
oltre che a dolori continui alle ossa , in special modo alla cassa
toracica.... ”
-Sembra
una cartella clinica- osservò Piton
Lei
annuì. Voltò le pagine fino ad arrivare alla
penultima diagnosi di
Eelis
“DATA:
8/04
ORA:
17.31
SOGGETTO:
Femmina
DIAGNOSI:
Morte del soggetto alle ore 17.25 per arresto cardiaco. ”
-Mia
madre è morta per l'Avemors?- sussurrò Anelma
allibita ma allo
stesso tempo dispiaciuta.
Andò
all'ultima pagina lasciata da
Eelis.
Nella mente di Snape si
presentò la
conversazione avuta con Lucius ormai molto tempo prima.
FLASHBACK
(capitolo 7, Lucius a Severus)
Non
credevo ci fossero stati altri casi di Avemors-
-Ci
sono stati solo due casi in passato e i mangiamorte non sono riusciti
a trovarli subito e quindi ora come ora vuole che l’omicidio
sia …
come dire… perfetto-
Dunque erano i suoi
genitori quelle
due persone.
Arrivò
all'ultima pagina dove erano
riportati ingredienti e metodo di preparazione di una pozione.
-S-Severus, questa
è la pozione per
curare l'Avemors- continuò sconcertata
-Ha un tempo di
fermentazione molto
lungo. Deve rimanere al riposo per 11 mesi-
-Severus,
guarirò! -
-E se la pozione non
funzionasse?-
-Me ne farò
una ragione- sorrise.
Piton la baciò
in fronte.
Avevano
davvero trovato una cura?
_________________________________________________________________________
NDA:
Salve lettori! Anche questo capitolo non è stato semplice.
Mi son
chiesta moltissime volte “come
faccio a farli uscire da lì?”
(riferito all'inizio del capitolo) e poi mi sono data da fare e ci
sono riuscita. Non volevo soffermarmi oltre su quel luogo. La mia
idea originale era di aggiungere altre cose a questo capitolo ma alla
fine ho deciso di far finire qui questa parte, altrimenti avrei
riempito le vostre menti (ù.ù). (ci terrei a
precisare che la
scena d'amore l'ho scritta in questo modo perché, come
ovviamente
saprete, il raitng in questa storia non è rosso).
Ah,
ho deciso di darvi qui il significato di kehellä
(per allontanare i curiosi che magari non leggono gli NDA ;) ) .
Ebbene, questa parola è composta da due parole nukke,
che
significa pupazzo e hellä
che
significa affettuoso.
Ho
unito
assieme
la fine della prima con tutta la seconda (vi
ricordo che io non so il finlandese, mi aiuto col traduttore e cerco
di farlo il più semplice possibile, sia per me che per voi).
Che
dire ancora? Grazie, grazie, grazie a tutti voi che leggete questa
storia. Grazie, grazie, grazie a chi la commenta (amo sentire i
vostri punti di vista, anche critici ;) ) (ringrazio anche chi ha
letto l'nda che di solito viene bellamente ignorato). Per finire
aspetto una vostra recensione, un vostro dubbio, una vostra
perplessità e un vostro parere, sappiate che è
questo che ancora mi
fa continuare a scrivere, con passione, questa Longfic.
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