Telephone

di micchan91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sangue ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 capitolo ***



Capitolo 1
*** Sangue ***


Sono seduto a terra, me ne accorgo solo dal freddo che mi penetra nelle ossa attraverso la stoffa dei pantaloni, ma in questo momento non riesco a pensare ad altro che al corpo steso tra le mie braccia. Premo con maggiore forza la mano sulla sua gola e per la prima volta quel calore viscido e l'odore di sangue mi danno alla testa, facendomi temere di vomitare da un momento all'altro mentre punto i miei occhi in quelli di Stiles.

< Scott...> soffia lui con un lieve sorriso, usando le sue ultime forze per poggiare la mano sulla mia, rosso sul rosso. Io immediatamente scuoto la testa.

< Non parlare. Non parlare Stiles, ora arriverà mia madre, lei saprà cosa fare > gli dico subito con voce strozzata, ricacciando indietro le lacrime. Non posso permettermi di crollare adesso nonostante la consapevolezza di aver appena detto una bugia, la più terrificante bugia di tutta la mia vita.

< Scott sto morendo > ribatte lui continuando a sorridermi ed io scuoto nuovamente la testa, lui non può morire, non il mio migliore amico...

< Scott....eih, non piangere, ti prego > lo sento sussurrare e in quel momento mi accorgo di avere le guance completamente bagnate di lacrime. Tiro su con il naso mentre con la mano che mi trema continuo il mio vano tentativo di bloccare il flusso di sangue.

< Promettimi che ti prenderai cura degli altri...di mio padre soprattutto...> mi dice e per quanto vorrei urlargli che sarà lui a farlo, che sarà lui a prendersi cura di suo padre e del branco annuisco, forse è solo il lupo che è dentro di me ad agire, perchè io al momento sono completamente annientato. Lui mi fa un altro sorriso, uno di quei sorrisi che mi hanno sempre spiazzato fin da quando eravamo piccoli, uno di quei sorrisi che hanno sempre portato ciò che provavo per lui oltre la semplice amicizia, uno di quei sorrisi che in questo momento donerei un braccio per avere la possibilità di poterlo rivedere ancora e ancora...

< Grazie > mi dice con un tono così basso che è solo grazie al mio super udito da licantropo se riesco a sentirlo. Mi mordo il labbro inferiore fino a farlo sanguinare per impedire alle lacrime di uscire ancora più copiosamente, se lo facessero mi si appannerebbe la vista...e io voglio continuare ad osservarlo nonostante faccia male. Pochi istanti più tardi sento dei passi e delle voci concitate.

< Sono qui! > sento dire a Derek ed alzo lo sguardo in direzione delle voci. Vorrei gridare che mi serve aiuto, che Stiles sta male, che dobbiamo correre in ospedale, ma qualcosa dentro di me mi dice che è inutile. Quando vedo sbucare il branco da dietro dei cespugli e bloccarsi con espressioni che non credevo potessero mai fare torno ad osservare Stiles...solo che lui non mi sta più guardando, il suo sguardo è perso nel cielo stellato, spento ormai per sempre.

Sento delle grida e delle mani che me lo strappano di dosso lasciandomi un orribile sensazione di vuoto e di freddo. Abbasso lo sguardo sulle mie mani insanguinate, un mix del nostro ultimo nemico e di Stiles. Stiles che è stato l'unico a scoprire chi fosse l'assassino, Stiles che l'ha rintracciato e ci ha detto dov'era...Stiles che si è lanciato davanti a me per proteggermi e si è ritrovato con la gola squarciata...

Stringo forte i pugni, ignorando il dolore delle unghie che si conficcano nella carne. Fa troppo male, il dolore fisico non riesce a raggiungere nemmeno lontanamente il dolore interno che sto provando in questo istante. Le voci arrivano ovattate, qualcuno mi scuote e sento più volte ripetere il mio nome, ma io non reagisco, mi perdo nell'odore del sangue. Pochi istanti o poche ore dopo qualcuno mi alza di peso e mi trascina verso la macchina, riconosco poi l'odore di mia madre e di Kira, entrambe al mio fianco, e chiudo gli occhi, sprofondando nell'oblio che le ferite mi aiutano a raggiungere.

Quando riapro gli occhi ho un momento di confusione. Sono nel mio letto, nella mia stanza ed è tutto come sempre, c'è solo questo dolore forte e martellante nel petto al quale per diversi istanti non riesco a dare motivo, poi ricordo. Scatto a sedere e mi guardo intorno, sono pulito, non c'è sangue e le ferite si sono rimarginate senza problemi. Mi osservo le mani e per qualche minuto mi crogiolo nell'idea di aver sognato tutto, che sia stato tutto un orribile incubo, magari mandato da qualche nemico che vuole confondermi. Sospiro pesantemente e mi passo una mano prima sul viso e poi tra i capelli, poi afferro il cellulare poggiato sopra il mio comodino e noto che ci sono moltissimi messaggi. Li scorro tutti, ma nessuno è di Stiles così decido di non leggerli. Immediatamente compongo il suo numero a memoria, portando poi il telefono all'orecchio con il cuore che mi martella forte nel petto.

Uno squillo...

Due squilli...

Tre squilli...

Segreteria telefonica.

Prendo un lungo respiro e spingo il tasto rosso per chiudere la chiamata. Una parte di me mi dice di leggere i messaggi che mi hanno mandato, l'altra mi urla di non farlo, consapevole che nell'esatto istante in cui lo farò avrò la conferma delle mie paure. Stiles non c'è più.

Non ho comunque bisogno di leggere nulla, perchè quando mia madre bussa lievemente ed entra la sua sola espressione mi dice tutto. Immediatamente il dolore al petto mi esplode come un petardo, tanto forte da farmi gemere di dolore e piegare in avanti. Porto le mani sul viso e sento mia madre correre da me per mettermi una mano sulla schiena nel vano tentativo di consolarmi.

< No > mi limito a piagnucolare dondolandomi lievemente, cercando di concentrarmi sulle lievi carezze che mia madre mi sta facendo sulla schiena e sulle sue parole per non cadere in pezzi, fa troppo male...fa davvero troppo male. Restiamo così per quella che a me sembra un'infinità e lentamente riesco a riprendere un minimo controllo su me stesso. Tiro violentemente su con il naso e mi asciugo le guance, voltando poi il viso verso mia madre che mi sorride triste, una tristrezza che non pensavo di vederle più stampata sul volto, non dopo che mio padre ci ha lasciato.

< Scott mi dispiace così tanto > mi dice lei ed io la abbraccio forte, chiedendomi come faremo ad andare avanti da oggi in poi. Dopo diverse volte che lei me lo ha chiesto mi convinco ad alzarmi, a scendere di sotto e a mangiare qualcosa solo per non farla stare male, non voglio darle un ulteriore peso oltre quello che ha già. Mi costringo a far arrivare il cibo nello stomaco e soprattutto a farlo restare lì una volta ingoiato mentre la nausea minaccia di farmi tornare su tutto il pranzo. La ascolto attentamente mentre parla del funerale, di cosa farà lo sceriffo e del fatto che dobbiamo tutti fare del nostro meglio per non farlo crollare, per non farlo tornare a bere e ridursi ad uno straccio ed io annuisco. Io l'ho promesso a Stiles...

I giorni successivi passano avvolti in una nuvola di fumo, il corpo del mio migliore amico non può essere subito restituito per i funerali perchè devono fare l'autopsia e mentire dicendo che è stata una bestia feroce ad ucciderlo, forse un orso...l'ennesimo caso di morte causata da un animale, ma noi sappiamo che non è così, io so che non è così e vorrei urlarlo a tutti, vorrei dire a chiunque che Stiles è morto da eroe, salvandomi, salvando la città e non per la prima volta. Ma non posso...non posso e quindi mi limito a continuare la mia vita come tutti si aspettano che faccia, continuando a fingere di essere Scott Mccall, il capitano della squadra di lacross, studente mediocre e sconvolto dalla morte del suo migliore amico. Ancora non riesco ad accettare del tutto la sua assenza e nonostante il branco fa di tutto per consolarmi, per distrarmi e non farmi fissare il suo banco vuoto o il suo armadietto io sento un vuoto immenso dentro di me.

< C'è troppo silenzio > mi ritrovo a dire un giorno all'improvviso mentre stiamo facendo una delle tante riunioni del branco. Immediatamente tutti mi guardano preoccupati, soprattutto la povera Kira che ultimamente sta venendo ignorata da me, ma se prima riuscivo a fingere di voler stare con lei ora non ci riesco più. Mi mordo nervosamente il labbro inferiore e ricambio i loro sguardi.

< C'è troppo silenzio > ripeto come se questo cambiasse qualcosa, come se qualcuno di loro improvvisamente potesse per magia ereditare la parlantina e i modi di fare di Stiles e animare le riunioni che ultimamente non stanno più portando a niente.

< Lo so Scott, manca a tutti > dice Lydia cercando di sorridermi incoraggiante ed io sospiro pesantemente con dentro solo la voglia di urlare e di distruggere tutto. Domani ci sarà il suo funerale, la prova tangibile che lui è morto ed io sono qui a parlare come se niente fosse...ci sarei dovuto essere io in quella bara.

< Non voglio che ci sia questo silenzio domani > dico poi guardandoli negli occhi ad uno ad uno.

< Niente lacrime, niente silenzi orribili > aggiungo e in molti mi guardano come se fossi pazzo, ma Stiles vorrebbe così, vorrebbe che ci tirassimo su di morale a vicenda, che ridessimo e che facessimo ridere suo padre, non vorrebbe lacrime. Evidentemente devono tutti pensare che sto andando fuori di testa perchè cinque minuti dopo la mia stanza è vuota ed io mi ritrovo da solo, seduto sul letto dopo che ognuno ha trovato una scusa per andarsene. Passo ore a pensare, a ricordare, a progettare inutili futuri, poi mi alzo e stacco dalla bacheca la foto che ritrae me e lui sorridenti e sorrido lievemente.

< Non sai quanto mi manchi > sussurro osservandolo e sobbalzo quando sento il cellulare squillare. Inizialmente prendo in considerazione l'idea di non rispondere, probabilmente sarà Lydia che mi chiama per assicurarsi che sto bene, che non sto per commettere qualche pazzia, poi però mi dico che sarebbe una cattiveria non farlo così poggio la foto sulla scrivania e torno sul letto dove il mio cellulare, poggiato sul materasso, continua a squillare insistemente. Scosto un po' la coperta che lo copre e mi gelo sul posto, la mano ferma a mezz'aria e la bocca spalancata. Sullo schermo c'è il solo nome che non mi sarei mai più aspettato di leggere...

Stiles...

 

 

Angolino dell'autrice

Ciao a tutti! Sono nuova del fandom (praticamente mi sono vista sei stagioni in meno di due settimane XD ) e ieri mentre rimettevo in ordine vecchie fict ne ho riletta una che avevo pubblicato parecchio tempo fa su inazuma eleven...e mi è venuta l'idea di ricrearla anche sul fandom di teen wolf (finendo comunque per stravolgerla, quindi anche se l'avete letta o vi viene la curiosità di leggerla non vi spoilerate nulla XD la fict si chiama come questa, "telephone") . Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, in tutto saranno tre capitoli più un piccolo extra! E niente, aggiornerò presto. Baci <3

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Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


Stiles...

Stiles mi sta chiamando...il suo nome è sullo schermo del mio cellulare mentre mi avvisa di una chiamata in arrivo e non smette, sono già tre minuti che squilla e non accenna a smettere. Come in trance allungo finalmente la mano sul letto e lo afferro. Sento la vibrazione scuotermi la mano, quindi sta squillando veramente...o forse sto solo impazzendo come pensano gli altri. Prendo un lunghissimo respiro e chiudo gli occhi dopo aver premuto il tasto verde per rispondere, portandomi poi il telefono all'orecchio. Mi aspetto che da un momento all' altro una risata mi rimbombi nell'orecchio, ma non la risata di Stiles, la risata di qualche ragazzino idiota che si sta divertendo a fare uno scherzo dopo aver rubato il cellulare di Stiles dagli oggetti trovati all'obitorio. Stringo gli occhi quando sento il silenzio dall'altro lato e faccio per allontanare il cellulare dall'orecchio e chiudere la chiamata, ma poco prima che io possa farlo sento un lieve sospiro che alle mie orecchie risulta fin troppo familiare.

< Stiles? > sussurro non riuscendo ad impedirmelo, dandomi dell'idiota un attimo dopo. Ciò che sento subito dopo però mi sconvolge.

< Eih Scott > la sua voce...è la sua voce! Sento immediatamente gli occhi farsi lucidi e l'idea che sono impazzito torna a ripresentarsi nella mia testa.

< Stiles > mi ritrovo a piagnucolare in bilico tra pazzia e sanità mentale.

< Si Scott, sono io. Mi manchi anche tu sai? > mi dice ed io mi guardo intorno come se potessi vederlo in camera, ha sentito mentre gli dicevo che mi mancava?

< Stiles, dove sei? Dove ti trovi? > gli chiedo, ma lui non mi degna di una risposta, si mette invece a parlare del tempo, come se domani dovessimo uscire e lui fosse preoccupato dal fatto che sta piovendo. Io non so che dire e mi limito ad ascoltare il suo monologo sul tempo e sull'affidabilità delle previsioni meteo, è sempre stato da lui non darmi la possibilità di infilarmi nelle sue conversazioni a senso unico, ma io l'ho sempre adorato. Il mio cuore e la mia testa sono in subbuglio mentre la sua parlantina mi stordisce per solo un minuto buono.

< Ora devo andare > dice poi all'improvviso ed io stringo forte il cellulare con la mano.

< No...ti...ti prego > dico ricordandomi immediatamente che lui non potrebbe avermi chiamato, che non sentirò mai più la sua voce.

< Devo andare Scott, ci risentiamo presto ok? > mi dice dolcemente ed io stringo nuovamente gli occhi, stavolta per non piangere.

< Mi manchi troppo Stiles > dico e lui sospira piano, per quanto tutto questo sia assurdo o semplicemente frutto della mia immaginazione sentirlo parlare mi rende felicissimo e triste nello stesso momento.

< Io sono sempre vicino a te fratello > mi dice ed io torno a guardarmi attorno.

< Dove? Dove Stiles, dove?! > esclamo.

< Sono in un bel posto, non preoccuparti. E...sono sempre con te > mi risponde.

< Ora devo davvero andare, non piangere domani > aggiunge ed io faccio giusto in tempo a soffiare un "no" che l'orecchio mi si riempie con il suono ritmico della linea interrotta. Tengo il telefono sull'orecchio per diversi minuti nonostante la chiamata sia finita, poi lo stacco e lentamente vado a guardare lo schermo, della chiamata nessuna traccia. Sospiro pesantemente e lo riposo sul letto, pazzia o no ho potuto risentire la sua voce...e dire che stavo già iniziando a scordarla. Mi butto sul letto e poggio una mano sullo schermo caldo, chiudendo gli occhi e addormentandomi di botto per la prima volta dopo giorni.

Il giorno seguente tengo fede alla parola data, non verso nemmeno una lacrima e non permetto che ci sia silenzio. Chiacchero con tutti, sto vicino a suo padre e lo tengo su di morale con battute che gli ricordano il figlio, parlando di tutto ciò che ha fatto di bello e di divertente e mi si riempie il cuore di gioia nel vederlo sorridere nonostante la tristezza che gli vela gli occhi.

< Grazie Scott > mi sussurra alla fine della cerimonia, mettendomi una mano sulla spalla e stringendomela delicatamente.

< Grazie di tutto > mi sorride dolcemente ed io mi ritrovo a pensare che dovrebbe odiarmi, che è colpa mia se Stiles è morto. Ricaccio indietro il pensiero e mi concentro sul mio obiettivo, niente lacrime e su il morale. Gli faccio un largo sorriso e gli do una pacca sulla spalla.

< Per qualsiasi cosa io ci sono > gli dico guardandolo negli occhi e lui annuisce stanco, i suoi occhi rivelano tutta la distruzione che ha dentro. Sento il cellulare vibrarmi per pochi istanti nella tasca e scusandomi con lo sceriffo mi allontano di qualche passo per vedere chi è. C 'è un solo messaggio da parte di Stiles ed io mi irrigidisco immediatamente. Lo apro con la mano tremante e leggo il semplice "grazie" sullo schermo illuminato. Forse dovrei chiedere ai miei amici se lo leggono anche loro, se c'è veramente questo messaggio o se sono solo io a vederlo, ma c'è qualcosa dentro di me che me lo impedisce come se fossi geloso di questa semplice parola scritta, non voglio che nessun'altro sappia o la veda così mi rimetto il telefono in tasca con un sorriso e torno dagli altri, ignorando come sempre i loro sguardi preoccupati.

Mi sono ripetuto più volte che è stato semplicemente lo stress del funerale, che non ci stavo con la testa e che avevo bisogno di un conforto in quel momento anche se inesistente, ma non faccio che guardare il telefono scatenando spesso e volentieri l'ira dei professori a lezione o del coach che continua a minacciarmi di togliermi il ruolo di capitano...che lo facesse pure, ormai non mi interessa più niente. Passo gran parte della mia giornata dividendomi tra l'osservare il telefono, fingere di essere il solito Scott, fare l'alpha e fissare i punti dove era solito mettersi Stiles per obbligare la mia mente a non scordare il suo viso, la sua voce, la sua risata...

Passano settimane dopo il funerale, è strano quanto fino ad oggi non riuscissi a capire il concetto de "il mondo va avanti anche se noi stiamo soffrendo tantissimo". Ognuno ha il suo dolore, ma va avanti con la sua vita, cercano cose alternative a cui pensare, si fanno nuove amicizie e cercano di essere felici...io semplicemente non ci riesco.

In questo momento sono seduto sul tetto della scuola a fissare il tramonto dopo l'ennesima litigata con Derek e con il branco. Ho il cellulare stretto nella mano e dondolo mollemente le gambe sospirando di tanto in tanto, vorrei così tanto potergli parlare ancora, avere un modo per chiamarlo o contattarlo. Sono così assorto nei miei pensieri che non mi accorgo subito della suoneria che inizia a diffondersi nell'aria e anche quando lo faccio lascio passare pochi altri secondi prima di alzare il telefono e vedere chi è. Quando leggo il nome sullo schermo però quasi perdo l'equilibrio e premo immediatamente sul tasto verde.

< Stiles! > esclamo con il cuore in gola, stringendo forte la mano sul cornicione.

< Eih, problemi con il branco? > mi chiede lui dolcemente ed io mi lascio sfuggire un sospiro pesante.

< Senza di te non è la stessa cosa > gli dico e lo sento ridacchiare piano.

< Non farlo > dice poi serio nello stesso istante in cui ho tirato fuori gli artigli e sto per conficcarmeli nel palmo della mano per assicurarmi di non stare sognando o di non stare immaginando tutto. Nuovamente mi ritrovo a guardarmi intorno per vedere se lui è lì che mi guarda, vedendo però soltanto il tetto deserto.

< Dai, racconta > riprende Stiles distraendomi dai miei pensieri, usando lo stesso tono che usava a volte per farmi capire che quella volta avrei parlato io e non lui. Stiles è sempre stato bravo a capire quando sono io ad aver bisogno di far uscire le parole come un fiume in piena. Ed è quello che accade, come se avesse aperto la diga inizio a raccontargli di tutte le mie preoccupazioni, del fatto che io non riesco ad adeguarmi a questa nuova condizione della vita, del fatto che essendo l'alpha tutti si aspettano che io riprenda il controllo...insomma, mi sfogo per tutto. Lui mi ascolta in un religioso silenzio, tanto che tra una pausa e l'altra temo di stare parlando al vento, ma mi fa così bene dire ciò che mi premeva sul cuore a voce alta che continuo...e continuo...e continuo. Quando finalmente chiudo la bocca la sento secca, segno che ho parlato davvero tanto e davvero a lungo. Mi umetto piano le labbra cercando di darmi un po' di sollievo mentre nuovamente la paura che Stiles non sia più all'altro capo del telefono torna a farsi sentire, ma poco dopo lui sospira. Mi sarei aspettato un suo lungo discorso in risposta, qualche battuta, qualche insulto verso gli altri e soprattutto verso Derek, invece lui si limita a dirmi "tu sei forte", quasi lo sussurra.

< Io non sono forte Stiles > ribatto sconsolato e lo sento ridacchiare.

< Tu sei la persona più forte che io conosca > mi dice e il suo tono è così carico di emozione che quasi riesco a vedere la sua espressione dolce mentre lo dice.

< Perchè non puoi farti vedere? > gli chiedo.

< Perchè queste sono le regole > risponde pacato, lui ha sempre odiato le regole e l'ha sempre infrante e sto per dirglielo quando lui mi avverte di dover andare.

< Ok, ci sentiamo presto Stiles > rispondo io, stupendomi con la naturalezza con la quale mi è uscito, come se fossi convinto che mi richiamerà quando più avrò bisogno di parlare. Lo sento sospirare divertito e ridere tra se.

< Certo Scott, ci sentiamo presto > mi dice prima di interrompere la chiamata. Stavolta la interrompo anche io e sorrido al telefono, anche da non so quale posto stia Stiles riesce sempre a sorprendermi.

La telefonata mi ha fatto bene, molto più bene di quanto credessi. Torno dal mio branco e mi scuso con loro, promettendogli che mi impegnerò di più per quanto possibile e li abbraccio. Con la mia ancora nuovamente accanto a me sono sicuro di poter andare ancora avanti.

 

 

 

Angolino dell'autrice

Ecco qui, veloce veloce un nuovo aggiornamento! Alla fine non è trasformato, ma lo sta semplicemente chiamando dall'aldilà...o forse è solo Scott che sta impazzendo? Chi lo sa U_U

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per eventuali errori, ma non ho trovato tempo di rileggerlo. Intanto grazie a chi ha recensito e a chi ha messo la storia tra le seguite!

A presto <3

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Capitolo 3
*** 3 capitolo ***


Con il tempo inizio a capire il meccanismo della chiamata, ma forse sarebbe stato meglio che non lo avessi mai scoperto. Stiles mi chiama sempre nel momento in cui sto per scoppiare, quando ho così bisogno di parlare e di sentirlo che non farlo mi farebbe crollare e fare pazzie, così semplicemente ho smesso di lottare per non cadere in pezzi. Le telefonate sono raddoppiate, tanto che oramai capita anche mentre sono a lezione, agli allenamenti o alle riunioni del branco. Quando mi chiama parliamo di cose stupide, del tempo, degli allenamenti di lacross, della nuova e antipatica professoressa di matematica e di quello che mi passa per la testa proprio come ai vecchi tempi. Gli altri però iniziano a sospettare, mi vedono sparire sempre più spesso, nascondermi in qualche stanza vuota o allontanarmi così tanto da non permettergli di sentire ciò che dico nemmeno usando il loro super udito. Queste sono conversazioni private, sono solo io che posso parlare con lui, lui ha scelto me...non Lydia, non Malia...me.

< Scott, non sento nessun telefono che squilla > mi dice un giorno Derek ed io lo guardo imbronciato.

< Ho il silenzioso > ribatto rendendomi conto di quanto sia assurdo ciò che ho appena detto, se ho il silenzioso perchè pochi istanti fa ho detto che sentivo il mio telefono squillare? Lui mi risponde con un'occhiata truce ed io mi allontano il più in fretta possibile, desideroso solo di parlare di questa figuraccia con Stiles. Quando torno dal gruppo però tutti mi stanno guardando preoccupati, leggo dalle loro espressioni che sanno che c'è qualcosa di strano, qualcosa che non va, ma non c'è niente che non va adesso che posso sentire Stiles, adesso che è la sua semplice voce ad aiutarmi a respirare e a continuare a vivere.

< Ci vediamo a casa tua tra un'ora Scott, dobbiamo parlare > mi dice Lydia con un tono che non ammette repliche e anche gli sguardi del branco mi fanno capire che sarà meglio che io mi presenti. Stringo le labbra e reggo tutti i loro sguardi, poi mi volto di schiena ed inizio ad incamminarmi per uscire dal bosco.

< A dopo > dico semplicemente iniziando poi a correre veloce per scaricare un po' di adrenalina e sfogare l'ansia. Quando arrivo a casa mia madre non c'è, probabilmente è a fare un turno all'ospedale o forse è dal padre di Stiles, ultimamente passano molto tempo insieme e temo che lui stia crollando tanto quanto sto crollando io. Salgo subito in camera mia e decido di farmi una doccia, restando sempre con le orecchie all'erta nel caso mi squilli il telefono. Sotto il getto caldo finalmente mi rilasso e quando esco mi avvolgo nell'asciugamano pulito. Mi sto asciugando distrattamente i capelli quando per la prima volta dopo mesi alzo lo sguardo verso lo specchio, osservando veramente il mio riflesso. Resto agghiacciato nel vedere il mio viso...le occhiaie profonde che spiccano sulla pelle pallida da far paura, l'espressione quasi disperata nonostante al momento io mi senta abbastanza bene, gli occhi arrossati per via delle lacrime trattenute e le costole che iniziano ad essere visibili sul torace...io faccio spavento. Mi volto di scatto per non guardarmi ancora e prendo un lungo respiro, ora comprendo il perchè di quelle espressioni di compassione che tutti mi lanciano quando mi vedono, sembro quasi un morto che cammina...

In questo momento vorrei davvero parlare con Stiles, ma non faccio in tempo a sprofondare abbastanza nella disperazione che bussano alla porta e i miei amici entrano, con loro ci sono anche mia madre e il padre di Stiles. Io li osservo con curiosità e diffidenza, perchè sono tutti qui? E perchè hanno quell'espressione contrita? Come se stessero per dire o fare qualcosa di molto brutto...

< Scott...> inizia mia madre, ma si blocca non riuscendo a dire altro.

Io la guardo con aria interrogativa e disperata, cosa c'è ora? Cos'altro vogliono da me?

< Scott siamo tutti molto preoccupati per te > continua Lydia per lei ed io sposto il mio sguardo sulla banshee dai capelli rossi spronandola a continuare.

< Sappiamo quanto la mancanza di Stiles sia un peso per te, ma... > riprende il padre di Stiles, bloccandosi anche lui dopo quelle poche parole. A me iniziano a venire i nervi, perchè non mi dicono subito quello che hanno da dire e non se ne vanno così che io possa parlare con qualcuno che voglio davvero sentire?

< Scott ti ho sentito l'altra volta...stavi parlando con Stiles al telefono > mi dice Derek nel momento in cui sto sbuffando infastidito ed il mio cuore inizia a battere all'impazzata, eppure mi sembrava di essere stato sempre attento a non farmi sentire da nessuno! Lo fisso con gli occhi spalancati e ingoio a vuoto, poi però prendo un lungo respiro e mi ordino di calmarmi.

< Ti sarai sbagliato, avrai sentito male > mento e anche chi non è un licantropo e non può sentire il mio cuore rimbombarmi nelle orecchie sa che sto mentendo.

< Tesoro non è così che supererai la sua perdità, devi reagire > mi dice mia madre ed io vado a stringere il telefono nasconsto nella tasca con la mano per darmi forza mentre la guardo indispettito, che ne sa lei come posso superare la cosa? Fino ad oggi la sua voce è stata l'unica cosa che mi ha dato la forza di andare avanti!

< Stiles non c'è più Scott, tu non....> inizia suo padre, ma stavolta sono io a non farlo finire.

< Lo so che Stiles è morto! Era tra le mie braccia quando è successo ricordi?! Sono io che ho cercato di fermare il sangue che usciva dalla sua gola, io che ho sentito la vita abbandonarlo! Io! > grido a pieni polmoni, sto dicendo cose orribili venendo meno alla promessa di non far soffrire il padre di Stiles, ma non riesco a trattenermi. Continuo ad urlare e a sputare veleno su tutti, prendendomela soprattutto per la loro capacità di andare avanti, come se questo fosse un tradimento nei suoi confronti.

< Vi state facendo una nuova vita? Bene! Lasciate stare la mia! > grido alla fine, non mi sono nemmeno accorto di aver tirato fuori il cellulare e di starlo stringendo al petto come se potesse proteggermi. Tutti mi stanno guardando in silenzio e ho quasi la sensazione che il prossimo che aprirà la bocca pronuncerà le seguenti parole "c'è un posto per te ad Haikenhouse", ma nessuno lo dice, continuano solo a guardarmi mentre ansimo immobile come una statua.

< Scott, dammi il cellulare > dice alla fine mia madre allungando una mano verso di me, convinta che io ubbidisca. Subito scuoto la testa e la guardo come se la pazza fosse lei, non mi toglieranno la mia unica possibilità di sentire Stiles, non possono farlo.

< Ti prego, non puoi continuare così > aggiunge iniziando a piangere silenziosamente, ma le mie mani si serrano ancora di più sul telefono e indietreggio di qualche passo, scontrandomi con la scrivania.

< Andatevene subito fuori dalla mia stanza > ringhio, ma loro sono irremovibili, non se ne andranno via finchè non mi avranno preso il telefono. Stavolta ringhio con un po più di forza, riuscendo a far fare mezzo passo indietro a tutti tranne che a Derek, pronto a lottare per potermelo strappare di mano. In pochi istanti la mia mente lavora frenetica, non posso battermi con lui adesso, sono troppo debole e sconvolto e riuscirebbe a sconfiggermi nel giro di pochi istanti. Appena lo vedo fare un passo avanti scatto di lato e prima che chiunque possa fare o dire qualcosa mi getto dalla finestra, atterrando non troppo morbidamente sull'erba, ma per fortuna senza rompermi nulla. Mi rialzo immediatamente e prima ancora di sentire il tonfo di Derek dietro di me e il richiamo di mia madre inizio a correre verso il bosco, allontanandomi da loro.

Non so per quanto ho vagato, so solo che non mi sento più le gambe e la mia mente è come in trance mentre supplico Stiles di chiamarmi, ma lui non lo fa. Poco dopo inizio a maledire i miei amici e mia madre, è per colpa loro Stiles non mi sta chiamando! Forse hanno fatto qualcosa, forse Lydia o Deaton hanno trovato un modo per bloccare la comunicazione da dove è adesso il mio migliore amico a me.

Cammino ancora con l'unico desiderio di allontanarmi quanto più possibile da tutti, di trovare un posto dove potermi sedere tranquillo e aspettare la sua telefonata. Alla fine sento il rumore di acqua che scorre, una grossa, enorme quantità d'acqua. Seguo il rumore e quando arrivo mi trovo davanti il piccolo bacino idrico di Beacon Hills. Una piccola diga fa cadere l'acqua nel bacino largo solo una decina di metri e alto una ventina. Ignorando i cartelli di pericolo scavalco la rete e mi avvicino alla ringhiera, poggiandoci sopra i gomiti e osservando l'acqua che cade con forza, trascinando sotto qualsiasi cosa abbia la sfortuna di finire nel bacino. La mia mente continua a lavorare frenetica, continuo a chiedermi perchè nonostante sto per avere un crollo Stiles non mi chiama...forse era davvero solo frutto della mia immaginazione o forse anche lui si è stancato dei miei continui problemi. Fisso il cellulare iniziando a scorrere tutte le foto salvate e perdendomi nei ricordi mentre ignoro tutti i messaggi che mi stanno mandando gli altri.

Dove sei? Elimina...

Torna ti prego. Elimina...

Siamo preoccupati per te! Elimina...

All'ennesimo messaggio che mi copre la visuale della foto sospiro pesantemente e lo blocco, rimettendolo in tasca in attesa che squilli, ma quello non squilla...Anche quando il cielo inizia a tingersi di rosso e poi di nero non squilla.

La disperazione oramai inizia a farsi sentire e quando tiro fuori il telefono e noto che sono le due di notte esplodo, non è mai passato così tanto tempo senza che lo sentissi e adesso ho davvero bisogno di lui...Lentamente scivolo a terra e nascondo il viso tra le ginocchia, iniziando a piangere. Piango per ore, versando tutte le lacrime che si erano accumulate in questi mesi, piango fino a sentire la testa che mi scoppia, piango finchè l'unica idea che mi resta nella mente è quella più terrificante di tutte. Lentamente mi rialzo, cercando stabilità nelle gambe, e torno a voltarmi verso il bacino. Tiro fuori il cellulare e lo fisso insistentemente.

< Se sei sempre accanto a me avrai intuito cosa voglio fare! Chiamami o lo faccio! > dico disperato, ma niente...nemmeno mezzo squillo. Stringo il telefono con forza finchè non sento un crack e lo schermo va in pezzi, poi lo lancio via con rabbia, facendolo sparire nell'acqua agitata. Sto tremando come una foglia, ho la vista appannata per via delle lacrime e questo non aiuta i movimenti mentre scavalco la ringhiera e mi posiziono sul piccolo spazio che mi separa tra la vita e la morte. Stringo forte il metallo freddo e prendo un lungo respiro, iniziando a dire mentalmente addio a tutto, mi dispiace essere così codardo, ma non posso continuare così, non posso davvero. Chiudo gli occhi e sto per mollare la presa quando una lieve folata di vento fa arrivare alle mie orecchie un sussurro.

< Scott > spalanco gli occhi e volto la testa di lato, restando immobile ad osservare la figura eterea accanto a me, nella mia stessa posizione.

< S-Stiles...> soffio sconvolto e lui mi sorride.

< Che ne dici se ci mettiamo più comodi? > mi chiede, ma io scuoto la testa facendolo sospirare.

< Non potevo chiamarti in questa occasione Scott > inizia rispondendo alle mie domande senza che io le abbia nemmeno formulate.

< Ci ho provato, ma è vietato intromettersi con decisioni così grandi e importanti. Ho cercato di dare indizi agli altri, di fargli capire dove sei dato che hanno perso le tue tracce, ma a quanto pare non ho potuto fare davvero nulla > mi spiega.

< Speravo che ti trovassero in tempo e che ti aiutassero, ma quando ti ho visto qui sopra, beh...lo sai che io non amo le regole > ridacchia piano ed io mi ritrovo a sorridergli.

< Non farlo Scott, ti prego > mi sussurra poi guardandomi disperato.

< Qui ci sono tante persone che hanno bisogno di te, che ti vogliono bene > mi dice mentre io lo guardo negli occhi.

< Non ce la faccio senza di te Stiles > gli dico semplicemente e lui mi fa un largo sorriso.

< Io sono sempre accanto a te ricordi? Ma devi andare avanti, devi vivere anche per me altrimenti ciò che ho fatto quel giorno sacrificandomi per te non varrà nulla > mi dice ed io ho un tuffo al cuore, lui è morto per salvare me ed io sto per mettere fine alla mia vita, la vita che per Stiles era così importante da sacrificare se stesso. Lo fisso con gli occhi spalancati e lui ridacchia.

< Non fare quella faccia da cucciolo Scott, sei un lupo > ride, ma io invece piango.

< Non posso toccarti, quindi non piangere per favore o mi fai venire voglia di asciugarti le lacrime > mi dice dolcemente ed io cerco di trattenermi il più possibile, riuscendoci poco e male.

< Mi prometti che vivrai anche per me? Che proteggerai Beacon Hills come avevamo sempre progettato di fare? > mi chiede ed io annuisco.

< Poi ovviamente voglio che tu viva la tua vita, voglio vederti diventare un veterinario e sposare qualcuno...oh e per favore non chiamare tuo figlio maschio come me! Povero bambino! > dice ridendo forte e stavolta mi ritrovo a ridere anche io.

< Te lo prometto > dico a mezza voce.

< Bene > sussurra lui sorridendomi dolcemente.

< Non ci sentiremo mai più vero? > chiedo pochi istanti dopo e lui scuote la testa.

< Hai appena gettato il tuo cellulare nel bacino > ridacchia.

< Tua madre ti ammazzerà > scherza subito dopo ed io ridacchio piano, credo che il cellulare sarà davvero l'ultimo dei suoi pensieri.

< Comunque non ti avrei più chiamato dopo oggi, da adesso la forza la devi trovare da solo, sappi che io sono sempre qui con te > mi dice guardandomi intensamente negli occhi ed io gli sorrido, annuendo piano.

< Ti amo > gli dico, consapevole che questo è un amore strano, particolare. L' ho sempre amato fin da quando eravamo piccoli e lui mi faceva ridere, quando lo vedevo impazzire su un caso, quando parlava troppo...sempre. Non è un amore come quello che si vede nelle coppiette al parco, è un amore più profondo, inspiegabile.

< Anche io Scott > mi risponde lui con dolcezza per poi allargare il suo sorriso.

< Sono arrivati, mi raccomando reggiti forte > mi dice per poi allungarsi verso di me, avvicinando i nostri volti. Io chiudo nuovamente gli occhi e sento solo un pizzicorio sulla pelle quando le nostre labbra entrano in un contatto inesistente.

< Scott! > sento urlare mia madre e li riapro. Davanti a me il nulla...

Sento delle mani afferrarmi da dietro e trascinarmi nuovamente oltre la ringhiera, al sicuro. Mi arrivano schiaffi, pugni, insulti urlati con amore...niente di troppo doloroso.

< Stiles mi ha salvato > dico spiazzandoli tutti con un sorriso triste. Si, Stiles mi ha salvato ancora, per l'ultima volta...Mi lascio rimettere in piedi e stavolta li seguo, lasciandomi alle spalle il cellulare che sul fondo del bacino, ancora funzionante per pochi altri minuti si illumina con una sola scritta.

"Ti amo, Stiles"

 

 

 

Angolino dell'autrice

Ammetto che nizalmente Scott sarebbe dovuto morire e andare a stare insieme a Stiles e gli altri avrebbero solo ritrovato il cellulare...però non è da Scott suicidarsi e non è da Stiles permetterglielo, quindi ecco qui, si è salvato!

La fict si è conclusa così, il prossimo sarà un piccolo capitolo extra!

Spero che vi sia piaciuto, aggiornerò presto <3

Baci

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Capitolo 4
*** 4 capitolo ***


La campanella della porta che suona mi fa distogliere lo sguardo dal piccolo cane adagiato sul lettino e dalla sua zampetta fasciata, è sempre così in questo periodo dell'anno, almeno una volta all'ora la campanella del mio studio veterinario suona, avvertendomi che è arrivato un altro cliente. Cani che si sono sentiti male per il troppo caldo o con le zampe ustionate dall'asfalto bollente, animali morenti investiti da qualche turista....licantropi mezzi sbranati per via di un combattimento...la routine insomma.

Faccio una lieve carezza sulla testolina del cucciolo per tranquillizzarlo e mi avvio alla porta per controllare chi sia, fortunatamente è solo una vecchia signora che sta portando a controllare il suo gatto spelacchiato che mi rivolge immediatamente uno sguardo di puro astio. Io sorrido e faccio diventare per un istante i miei occhi rossi, vedendo subito il micio cambiare atteggiamento nonostante mi fissi ancora con diffidenza.

< Sarò subito da lei signora > ridacchio rivolgendo un sorriso alla donna e invitandola ad accomodarsi sulla sedia. Torno poi al mio cucciolo, finendo di fasciargli la zampa slogata e facendogli un'iniezione con maestria, sono ormai vent'anni che faccio questo lavoro e i miei gesti sono diventati automatici. Una volta finito lo rimetto nella gabbia e la chiudo, controllando poi il cellulare e sbuffando divertito all'ennesimo messaggio di mia moglie che mi ricorda che oggi ci sarà la riunione con gli insegnanti e che non devo assolutamente mancare. Assolutamente me lo ha scritto in maiuscolo come è solita fare quando vuole essere certa che io capisca l'importanza della cosa. Ridacchiando rimetto il telefono nella tasca del camice e prima di far entrare la signora sistemo com'è mia abitudine fare ogni tanto le tre foto appese al muro accanto alla mia laurea in veterinaria, le tre cose di cui sono più grato nella mia vita. La prima foto ritrae il mio branco, tutto il mio branco quindi compresi anche mia madre, il padre di Stiles e Deaton, praticamente tutto il mio passato che non mi ha mai abbandonato. Nella seconda foto ci sono mia moglie e mio figlio ormai adolescente, anche se nella foto è appena nato, la mia ragione di vita. Ho incontrato la mia metà all'università, una ragazza brillante e bellissima che mi ha subito affascinato e che a quanto pare si è innamorata di me appena mi ha visto, non credevo mi sarei mai potuto mettere con qualcuno, sposarmi ed essere felice, ma lei è entrata come un ciclone nella mia vita e l'ha sconvolta positivamente, donandomi poi la cosa più bella di sempre...un figlio. Le sarò per sempre grato per questo. Sorrido felice e sfioro con il dito la piccola testolina pelata ridacchiando tra me e me, desideroso solo di finire il turno per andare da lui. Passo poi a sistemare la terza foto chiusa nella cornice, ne ha passate così tante che ai bordi è sgualcita e in alcuni punti è addirittura strappata, ma è lì, il mio Stiles sorridente e abbracciato a me è lì che mi ricorda sempre di vivere appieno, di amare e di proteggere le persone a me care e la mia città. Sospiro felice e la sfioro con le dita prima di raddrizzarla e tornare ad aprire la porta, facendo entrare la signora.

Qualche minuto più tardi la sto già salutando con un sorriso stampato in faccia e una decina di nuovi graffi sulla mano che stanno già guarendo. Per fortuna aveva solo una spina nell'orecchio e ho finito prima di quanto immaginassi. Poco dopo che la signora è andata via sulla porta compare il mio apprendista che farà l'odioso turno pomeridiano e serale. Mi ricorda molto me da giovane, quando venivo in questo stesso studio con Deaton, ma per fortuna lui non immagina nemmeno lontanamente gli orrori legati ai licantropi e spero vivamente che non arriverà mai a scoprirli. Lo saluto dolcemente e gli lascio le solite raccomandazioni su cosa fare e non fare, elencandogli poi i nuovi animali presenti lì alla clinica, lascio poi il camice appeso all'appendiabiti e finalmente sono fuori. La calura estiva mi invade immediatamente appena lascio l'aria condizionata del locale, ma non mi dispiace affatto. Mando un messaggio sia a mia moglie che a mio figlio per avvertirli che sto arrivando e salgo sulla moto per partire alla volta della scuola. Abbiamo spesso parlato se fosse o no il caso di restare a Beacon Hills dopo aver avuto nostro figlio vista la sua pericolosità, ma non ce l'ho fatta ad abbandonare la mia città...la nostra città...così siamo rimasti qui e per fortuna niente di troppo pericoloso è più apparso da vent'anni a questa parte.

Arrivo in poco tempo davanti alla mia vecchia scuola e parcheggio al solito posto, scendendo poi dalla moto e sistemandomi la maglietta sgualcita per via del vento. L'edificio è pieno di ragazzi che ridono tra di loro, si spintonano scherzosamente e mi osservano quando gli passo vicino.

Noto immediatamente sia mia moglie che mio figlio, sentendo le loro voci e il loro odore prima ancora di vederli. Sorrido felice e trotterello verso di loro, facendo un cenno di saluto verso Lydia che con suo figlio sta andando a fare la mia stessa cosa, ovvero sentirsi dire dai professori che il suo ragazzo è molto intelligente, ma non si applica. Arrivati vicino a loro metto una mano sulla spalla del mio ragazzo e do un bacio a mia moglie.

< Sono arrivato in tempo, visto? > ridacchio, ricevendo in risposta un'occhiataccia divertita da parte di mia moglie.

< Allora, come sta il mio Mieczyslaw? > rido poi, beccandomi stavolta un'occhiataccia vera e propria, stavolta da parte di mio figlio.

< Papà! > mi ringhia mostrando i denti ed io rido, è nato licantropo, ma non ha ancora la capicità totale di controllare i suoi poteri, soprattutto quando lo chiamo con il suo vero nome.

< Scusa scusa > rido baciandogli la fronte e lui fa un verso esasperato da bravo adolescente quale è e si allontana di qualche passo. Nella mia testa sento l'inconfondibile risata del mio migliore amico portata dal vento e sorrido felice per la perfezione della mia vita, poi metto una mano sulla schiena di mio figlio e lo spingo verso la porta.

< Su, andiamo Stiles > dico dolcemente accompagnando il mio Stiles dentro....

L'unica promessa fatta al mio migliore amico che non sono riuscito a mantenere...

 

 

Angolino dell'autrice

Ed ecco il capitolo extra! Spero vi sia piaciuto :)

Al povero figlio di Scott è toccato quel terribile nome nonostante Styles gli aveva detto di non farlo XD

E così si conlude la mia prima fict di teen wolf, spero che vi sia piaciuta e ringrazio chi ha commentato, chi mi ha mandato messaggi privati per farmi sapere la propria opinione e chi ha messo la fict nelle preferite e nelle seguite! Grazie davvero! :D

Pubblicherò presto un'altra long, baci <3

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