I Pirati dei Caraibi e la Grotta dei Sogni.

di hosempresonno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** D- ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** D- ***


Tortuga, osteria “La Sirena”

Erano le 23 e tutto procedeva come di consueto: Selene serviva ai tavoli gli stessi alcolici che stava bevendo poco prima nella stanza del personale, suo fratello Matthew era in piedi dietro al bancone, impegnato in un’accesa conversazione con un uomo dall’aspetto losco che aveva tutta l’aria di essere appena tornato da un lungo viaggio in mare.
I due ereditarono l’osteria dai loro genitori, morti tanti anni prima in mare, da quel che si diceva erano stati uccisi dal pirata Barbossa, e, ironia della sorte, il destino dei due fratelli era quello di servire i suoi “colleghi” durante le loro soste nella famosa isola di Tortuga, dove i furti, gli omicidi, e i malviventi erano di casa.
-Hey bellezza, portatene un altro!- Selene si girò verso il cliente pronta a sorridergli falsamente, ma si bloccò vedendo quel famoso pirata di cui tanto aveva sentito parlare, noto anche come l’acerrimo nemico di chi l’aveva privata dei suoi genitori. Il sorriso che gli riservò non fu affatto falso, e l’accompagnò con una domanda retorica:
-Mi sbaglio, o voi siete il capitan Jack Sparrow?- L’uomo sorrise fiero, mostrando i suoi denti d’oro che brillavano sotto la luce delle lanterne
-La mia fama mi precede! E voi siete…?-
-Io sono la ragazza che vi offrirà da bere.- Gli sorride ammiccante e si dirige verso il bancone, richiamando il fratello con lo sguardo.
-Matt, Sparrow è qua.-
-Ah sì? E quindi?-
-Ti rendi conto che lui può aiutarci a trovare ed uccidere Barbossa?-
-Sel, lui è un pirata, non ci aiuterà per semplice spirito di solidarietà, vorrà qualcosa in cambio, e comunque non mi fido di lui.-
-In cambio, per ora, avrà da bere gratis, e voglio contrattare con lui, dobbiamo trovare quel bastardo che ha ucciso i nostri genitori!-
-Selene, non fare stronzate, ci farai uccidere, e non possiamo lasciare l’osteria per andare in mare alla ricerca di un pirata che non sappiamo neanche se sia ancora vivo, o se abbia veramente ucciso mamma e papà.- Selene alzò gli occhi al cielo, prese la bottiglia di Rum, si sistemò capelli e gonna davanti al grande specchio dietro al bancone per poi tornare al tavolo dove aveva trovato seduto Jack Sparrow. Lui la vide avvicinarsi e si illuminò alla vista della bottiglia che portava in mano, così lei l’appoggio sul tavolo e si sedette da parte a lui.
-Capitano, sono sicura che voi conosciate Barbossa.-
-Verissimo, ma non conosco voi, come vi chiamate?-
-Selene Buckater, molto piacere. Mi potete dire qualcosa riguardo a questo pirata?-
-Buckater, eh… potrei parlarvi di Barbossa tutta la notte, ma sono sicuro che ci siano centinaia di altre cose molto interessanti da fare mentre fuori c’è buio.- Sparrow si esibì in una sonora risata, subito dopo aver bevuto tre grandi sorsi di Rum. Selene sorrise amareggiata, cercando di trattenersi dal dire ciò che pensava, tornando velocemente al discorso di prima:
-Oppure potreste bere gratis tutta la notte, mentre mi parlate di ciò che vi ho chiesto.-
-Proposta allettante, ma purtroppo per voi, l’ultima volta che ho avuto sue notizie è stato un mese fa, quando cercava dei compagni per andare alla ricerca della Grotta dei Sogni.-
-Come si raggiunge?-
-Tesoro, se lo sapessi ci sarei già stato. Da quel che so, ci sono due mappe: una in mano a Barbossa, e l’altra penso di averla appena trovata-
-Come? E dove?-
-Oh, voi siete la figlia di Matthew Buckater, giusto?-
-Conoscevate mio padre?-
-Se lo conoscevo? Tesoro, è stato lui a rubarmi la mappa prima ancora che l’aprissi, e poi è sparito nel nulla. Quindi Miss Buckater, dove nascondeva le carte vostro padre?-
-Non lo so, e non potete insinuare queste cose di mio padre, lui non era un ladro, era un brav’uomo.-
-E allora come farebbe un brav’uomo a conoscere tutti questi pirati? Su dolcezza, io vi aiuterò a trovarlo, perché so che è quello che volete, e voi darete la mappa a me, perché è esattamente ciò che voglio io.-
-Bene, capitano, farò quel che posso.- Selene si alzò, pronta a dirigersi verso suo fratello per avere maggiori informazioni sui “nascondigli” del padre, quando sentì una voce alle sue spalle
-E, mi raccomando, portate altro rum!-
 

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Capitolo 2
*** 2 ***


-Non posso davvero credere che tu abbia stretto accordi con un pirata! Sei proprio stupida, ed ora dovremo anche dargli la mappa di papà, in cambio di cosa? Farci uccidere in mare? Complimenti, mossa davvero intelligente.-
-Matt, calmati; ha detto che mi aiuterà a trovarlo, quindi avrò quello che voglio, potremmo vendicarci!-
-E tu davvero ti fidi della parola di Jack Sparrow? E’ un delinquente, e sicuramente anche un bugiardo, perché ti dovresti fidare di lui?-
-Perché vogliamo la stessa cosa! Dobbiamo entrambi andare in quel posto, io per un motivo e lui per un altro, ma nessuno dei due può andarci se non collaboriamo.-
-Bene! Hai fatto abbastanza danni, continua a lavorare, vado a parlarci io ora.-
Matthew si diresse a passo spedito verso il tavolo di Jack, i capelli castani che svolazzavano a causa della velocità che stava prendendo.
-Sparrow! Voi stavate contrattando con mia sorella, ma lei è troppo emotiva per fare delle scelte sensate, quindi ora parliamo noi due.-
-Matthew Junior, siete tutto vostro padre! Qua c’è poco da contrattare: io voglio la mappa e porto voi e la sorellina con me a cercare la Grotta e Barbossa, io faccio quel che devo fare, voi pure, e poi tanti saluti.-
-Intanto, Jack- mise enfasi nel suo nome- Selene non verrà con noi, e poi voglio che mi riportiate a Tortuga una volta finito il viaggio.-
-Affare fatto. Mi serve una ciurma, prima me la procurate, prima partiamo.-
-Perché dovrei procurarvela io? Siete voi il capitano.-
-Ottima osservazione, me la procurerete voi perché io sarò impegnato a bere gratis tutta la notte, come mi ha promesso vostra sorella.-
-Bene, allora.- Matt si alzò andandosene, se fosse rimasto lì un minuto di più, avrebbe sicuramente preso a pugni il pirata.
Matthew’s P.O.V.
Esco dall’osteria, con l’aria frizzantina a solleticarmi il volto, i passi pesanti sulla strada bagnata a causa del temporale estivo avvenuto nel tardo pomeriggio. Mi dirigo verso la locanda più conosciuta tra i pirati, la preferita di chi cerca una ciurma o un capitano, così apro di scatto la porta e mi siedo, con la faccia cupa.
Dietro alle mie spalle sento parlottare due ragazzi, stavano discutendo di Jack Sparrow, che felice coincidenza! Mi giro appena sento che uno dei due vorrebbe averlo come capitano.
-Quindi se vi dicessi che Sparrow è qua e alla ricerca di qualcuno da portare sulla Perla Nera alla ricerca della Grotta dei Sogni?-
-Impossibile, ho sentito dire che Sparrow è in Italia a nascondersi dalla Compagnia delle Indie.-
-Ah sì? Come vi chiamate?-
-Io sono John, e lui è il mio amico Duncan-
-John, benvenuto nella ricerca del capitan Jack Sparrow. Duncan, vi unite a noi?- Duncan annuisce fiero, ma questi due non hanno affatto l’aria da pirati, anzi, sembrano due ragazzini. Sarà meglio muoversi a cercare qualcun altro, John e Duncan potrebbero andar bene al massimo come mozzi.
Pian piano passano i minuti, poi le ore, si sono fatte ormai le 4.30 e sono riuscito a radunare venti persone, tutte pronte ad aiutarci nell’impresa, a quanto pare basta nominare Sparrow per avere una fila di gente che non vede l’ora di averci a che fare.
Torno all’osteria fiero del mio operato, ormai tutto era chiuso, e le luci erano spente, tranne due appoggiate su un tavolo dove Jack stava parlando animatamente con mia sorella. Non so proprio come facesse a risultare sempre così interessante, intrigante e simpatico, nonostante abbia fatto dei torti a tantissima gente, sia un traditore, un doppiogiochista e un pirata; forse Selene poteva anche cascarci e trovarlo forte, ma non sarebbe riuscito a convincere me.
Entro nell’osteria, e i due si zittiscono appena mi vedono arrivare, così sono io a rompere il silenzio:
-Ho trovato venti marinai, si parte prima di mezzogiorno.-
-Ve l’ho detto che siete tutto vostro padre.- Risponde prontamente Jack, mentre Selene non mi guarda neanche in faccia, ha sempre odiato che le vietassi di fare tutte le cose pericolose e non adatte ad una fanciulla, ma preferisco che sia qui e non mi guardi, piuttosto che perderla per sempre.
-Quindi, io vado a dormire, buonanotte Selene… Jack.- e mi allontano verso le scalinate che portano alle camere da letto.
Selene’s P.O.V.
Continuo a non guardare verso mio fratello, così aspetto che sia Jack ad avvertirmi, cosa che avviene dopo pochi secondi.
-Se n’è andato, potete parlare.-
-Io domani vengo, che a voi due piaccia o no.-
-Tesoro, una donna a bordo porta sfortuna, dovreste saperlo.-
-Jack, vi fidate davvero degli uomini che ha scelto mio fratello? Probabilmente non sanno neanche maneggiare una spada.-
-Perché Miss Buckater, voi sì?-
-Esattamente.-
-Allora vi faccio i miei complimenti, ma non potrete comunque salire a bordo.-
-Neanche se questa notte la passassi con voi sulla vostra nave?- Non mi sono mai abbassata a questi livelli, ma devo farlo se voglio vendicarmi di Barbossa. Non mi importa cosa devo fare per ottenerla, ma voglio la sua testa. Jack, sorride, inclina leggermente la testa, si alza e mi fa un cenno.
-Miss Buckater, seguitemi verso la Perla Nera.- 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Selene era in piedi sul ponte della nave nelle prime ore del mattino, aveva lasciato Jack dormire abbracciato ad una bottiglia di rum, mentre lei guardava il cielo ancora roseo per via dell’alba di poco prima. Si strinse nel suo scialle e cominciò a sentirsi a casa, con i leggeri movimenti della nave dovuti al mare mosso che la cullavano. Respirò profondamente e guardò Tortuga forse per l’ultima volta, la sua aria malinconica tramutò in decisa, girò le spalle e se ne andò in cabina a dormire, doveva essere sveglia e pronta in qualsiasi momento, e passare la notte in bianco non era decisamente il migliore dei modi per cominciare quel lungo –e forse infinito- viaggio. A mezzogiorno, quando il sole era al centro del cielo e illuminava la nave, Jack andò a chiamarla per avvertirla dell’arrivo imminente di suo fratello Matt. -Sveglia tesoro, il sole è alto, il fratellino sta per arrivare, e non sarà affatto contento di vedervi dormire nel mio letto!- -Jack sta zitto!- -Io vi ho avvertita.- E con quella frase, Jack si dileguò verso il ponte, mentre Selene continuava a dormire beata, incosciente del fatto che, a breve, avrebbe avuto non pochi problemi. Jack’s P.O.V. Ormai la Perla è salpata da un’ora, questa ciurma è la peggiore che io abbia mai avuto, l’unico che sembrava essere in grado di tenere in mano una spada era Matthew, che, a proposito, si stava dirigendo verso di me a passo spedito. -Sparrow! Dov’è mia sorella?- -Tua sorella… mh… quale sorella?- -Selene, razza di idiota.- -Oh, quella sorella! Ah, non la vedo da secoli, ormai, ma l’ultima volta che l’ho vista è stata piuttosto chiara: mi ha chiesto di stare zitto, segno inconfondibile di poca tolleranza nei miei confronti, sarà sicuramente sul suo letto a rimuginare.- -Chi vuoi prendere in giro? Lo so che l’hai fatta salire a bordo, ho trovato il suo scialle qua sul ponte.- -Matthew Matthew, Matthew… mio caro Matt.- -Eh…?- -Nulla, non posso dire il tuo nome invano? Chi sei? Dio?- -Jack, non cambiare argomento! Dove l’hai nascosta?- -Io non l’ho nascosta da nessuna parte, ma penso di essere stato abbastanza chiaro: è sul suo letto, non so se a rimuginare o no, ma sicuramente sta pensando a me.- ghigno contento della scorsa nottata, sentendomi travolgere da un pugno diretto al mio zigomo. -Sparrow, sei proprio un bastardo.- -Mi hanno detto di peggio.- E così vedo Matthew, quel caro ragazzo, andare dritto verso la cabina per fare una scenata a sua sorella, neanche il tempo di entrare e sento già le urla. Non sono affari miei, ma questa non posso perdermela, così mi avvicino alla porta. No, non sono fatti miei, meglio andarsene. Però aspetta, lei sembra così arrabbiata, come strilla! Questo è davvero divertente. -Ti avevo detto di restare a Tortuga!- -E io ti avevo detto che non ci sarei restata.- -Devi ascoltarmi, questo non è un luogo per le donne.- -Ah sì? Vuoi andare sul ponte e vedere come questa donna ti fa il culo con la mano destra legata dietro la schiena?- -Non dire fandonie, e smettila di dire parolacce, non sono adatte alle…- -Alle cosa? Alle donne? Quindi immagino che neanche tu debba stare qui e dire parolacce, no?- Uh, questa non doveva proprio dirla. -LO VUOI CAPIRE O NO CHE CON QUESTO SARCASMO NON RISOLVI UN CAZZO? CI FARAI UCCIDERE E BASTA.- -PIANTALA DI URLARMI CONTRO, SEI TU CHE TI FARAI UCCIDERE SE RESTERAI QUI DA SOLO.- Qua l’atmosfera è un po’ troppo movimentata, meglio se entro. Ah, e poi da dentro sentirei meglio tutto. Apro la porta pian piano, sussurrando “permesso” e mi infilo dentro, non l’avessi mai fatto. -TU.- -TU.- -TU. No aspetta, sono io.- -Jack come hai potuto dirgli che ero qua?- -Dolcezza, siamo su una nave, penso che prima o poi se ne sarebbe accorto.- così Matthew si intromette: -Piantala di chiamarla dolcezza, ha un fottuto nome.- -Ragazzo, ne ho abbastanza della tua isteria, lascia vivere tua sorella, avrebbe trovato un altro modo per raggiungerci, sicuramente.- -Certo, o magari se ne sarebbe rimasta a casa, a badare all’osteria.- -Ovviamente, Matt, perché una fanciulla è più al sicuro da sola a servire ai tavoli di un’osteria piena di pirati con cattive intenzioni, che qua con noi.- -Ma voi altri siete pirati con cattive intenzioni!- -Fandonie e maldicenze, io sono un uomo d’onore.- -Come no. Sele andiamo, devi tornare a Tortuga.- Selene risponde prontamente, con il suo insopportabile tono saccente: -E come? A nuoto?- -Porca puttana. Jack, dobbiamo tornare indietro.- -Impossibile.- -Impossibile? Io ti dico che è possibile, muovi il culo e porta subito indietro questa fottuta nave.- -Forse non ti è chiaro che qua IO sono il capitano, la nave va dove voglio io, quando voglio io e con su chi voglio io. Puoi scegliere: torniamo a Tortuga, lascio giù te e tua sorella (che sicuramente troverà un modo per tornare a bordo) e riparto senza mappa, quindi saremo tutti profondamente insoddisfatti. Oppure lasciamo le cose come stanno, cerchiamo la Grotta, facciamo quel che dobbiamo fare, facciamo fuori Barbossa, vi riporto indietro, tanti saluti e figli maschi: tutti contenti!- -Voglio che ci riporti a Tortuga.- -Oh, hai proprio ragione, ho dimenticato un punto fondamentale: io non vi riporto a casa, dovrete farvela a nuoto, se proprio ci tenete.- -Bene, quindi staremo a bordo. Non finisce qui, Sparrow.- Così Matthew se ne va, lasciando me e Selene a guardarlo allontanarsi, poi lei apre finalmente bocca: -Non puoi buttarlo giù dalla nave?-

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Capitolo 4
*** 4 ***


Il sole era tramontato da poco per la terza volta da quando erano partiti, e sulla nave si respirava un’aria tranquilla.
Jack stava trafficando con la mappa davanti al timone, con in mano una strana bussola che non segnava il nord, toccandosi distrattamente il pizzetto ogni tanto.
Selene era seduta per terra a leggere, incurante di ciò che accadeva intorno a lei.
Matthew era seduto dall’altra parte della Perla, con un’espressione corrucciata, a lucidare la sua spada. Gli altri marinai, invece, guardavano il capitano con un’aria di ammirazione, ascoltando ogni suo borbottio che potesse o no avere senso.
Ad un certo punto il silenzio si ruppe inevitabilmente, dopo che il pirata Duncan (che in quel momento stava di vedetta) urlò:
-Ci sono gli inglesi! C’è una nave con una bandiera inglese!-
Jack saltò, facendo cadere a terra tutto ciò che aveva in mano, risvegliato dal suo stato di trance, così corse a prendere una pistola, che tenne nella mano destra, mentre con la sinistra lanciava una spada ad un marinaio di cui non ricordava il nome, pronto anch’esso a combattere.
-Ciurma! In quattro vadano ai cannoni, gli altri restino sul ponte, chi non ce l’ha vada a recuperare un’arma. Immantinente. Muoversi muoversi muoversi!-
Nel giro di pochi secondi, tutti erano pronti al loro posto, tranne Jack, che correva per il ponte con aria smarrita, e la faccia a terra per cercare ciò che gli era caduto prima.
-Selene, la mia bussola e la mappa.-
-Ti sono cadute prima.-
-Lo so, dove sono?-
-Perché dovrei saperlo io?-
-Non lo so, dimmi solo che lo sai, perché se lo sapessi, allora non sarebbe necessario che lo sappia io, comprendi?.-
-Comprendo, ma non ho idea di dove siano. Cercale, ti copro le spalle io.-
Così Sparrow continuò la ricerca, con Selene al suo fianco, la spada tesa verso potenziali nemici.
-Jack, sono quasi qui da parte, cosa dobbiamo fare?- Così il capitano alzò lo sguardo, si guardò intorno con aria confusa, e poi decisa.
-Beh, cosa aspettate? FUOCO!- Tutti seguirono il suo urlo, in modo che potesse arrivare nitido a chi era ai cannoni. Nonostante questo, non si sentì nessun rombo, come non si videro palle di cannone.
-Quei deficienti… Buckater, vai ai cannoni!- Così Selene cominciò ad allontanarsi
-Sicuro, Jack?-
-Ma non tu, quell’altro.-
-MATT, VAI AI CANNONI.- Selene sentì la risposta chiara e forte alle sue spalle:
-Non ti lascio da sola con questo a combattere.- Era la prima volta, dalla litigata dopo la partenza, che Matthew le rivolgeva la parola, così lei restò un attimo sbigottita, mentre Jack era visibilmente irritato.
-Bene, lo faccio io, è proprio bello avere una ciurma così competente e collaborativa!.- e se ne andò di corsa in soccorso dei pirati incapaci di accendere dei semplici cannoni, sbuffando e dicendo parole a caso.
-Selene, ti ricordi quando ci esercitavamo con la spada?-
-Come dimenticarselo.-
-Perfetto, stai contro le mie spalle, andrà tutto bene, ricordati le mosse che ci ha insegnato papà.-
Si guardarono intorno, tutta la ciurma era armata fino ai denti, sicuri che la metà di loro non ne avesse mai usata una prima, così si rassegnarono all’idea che avrebbero dovuto fare tutto da soli, se Jack non fosse tornato in tempo.
Ad un certo punto sentirono dei rumori sordi quasi assordanti, e sorrisero istintivamente: di sotto erano riusciti a fare fuoco. Jack tornò di corsa sul ponte, con il fiatone.
-La peggiore ciurma- sbuffò di fatica- che abbia mai a…- Non riuscì a finire la frase, perché la Perla Nera tremò dopo un colpo ricevuto dalla nave inglese.
-Mi stanno rovinando la nave! FUOCO!- Evidentemente, i veloci insegnamenti di Jack bastarono, visto che si sentirono dei boati subito dopo la frase appena pronunciata. Di colpo, videro delle corde provenire dagli inglesi, ed infilarsi direttamente sulla loro nave, segno che sarebbero saliti a breve.
-Dobbiamo tagliare le corde!- Così, armati di spade e asce, corsero sul ponte a cercare di spezzare ogni corda possibile, ma loro erano il doppio rispetto ai pirati, e per ogni corda tagliata, ne lanciavano altre due, così si arresero alla possibilità di lottare faccia a faccia.
-Jack, hai un piano?-
-Come no, Matt, loro arrivano, noi li uccidiamo, facile.-
-Ottimo piano, complimenti.- Jack sorrise fiero, non cogliendo subito il sarcasmo.
Ad un certo punto, videro delle assi di legno partire dalla nave degli inglesi e finire sulla loro, così Sparrow disse una sola parola, che fece partire l’ansia e l’adrenalina di tutta la ciurma:
-Cominciamo.-
Salirono i primi inglesi, i fucili puntati verso di loro, e il primo mirò direttamente al petto di Selene, ma fu steso dalla velocità di Matthew, che lanciò un coltello con una prontezza tale da lasciare allibiti tutti, soprattutto la sorella, che mormorò un “grazie”, non le era mai piaciuto ringraziare il fratello, è sempre stata troppo orgogliosa, ma quella volta non poteva esimersi. Di fronte a loro si presentarono quattro marinai con le spade tese, così, ancora schiena contro schiena, Matt e Selene cominciarono a combatterne due a testa. Uno dei due crollò a terra dopo un taglio netto sulla giugulare, così l’altro, distratto dal peso del compagno che gravava sui suoi piedi, venne letteralmente trapassato dalla spada di Selene, poco prima che lei si inginocchiasse sul corpo morente, estraesse la spada e rubasse, al compagno ormai morto, il fucile, che passò velocemente a suo fratello.
Così Matt ne stese diversi grazie all’arma da fuoco, e poi ne uccise altrettanti impugnando fieramente la spada che il padre gli diede anni prima per il suo diciassettesimo compleanno.
Ad un certo punto, videro Jack avvicinarsi e infilzare distrattamente chiunque capitasse sulla sua strada.
-Complimenti, ora dobbiamo uccidere il comandante, non sapranno cosa fare e se ne andranno.-
In contemporanea, i due fratelli risposero:
-Lo faccio io!-
-Oh, il vostro spirito di iniziativa vi fa onore, ma quello è compito mio.-
Così Jack si allontanò verso l’uomo che gli puntava la pistola alla testa e pronunciava parole dal suono solenne:
-Per il potere della corona, fermatevi, o sarò costretto ad uccidervi.-
Sparrow non aveva intenzione di fermarsi, continuava ad avvicinarsi a lui per poterlo eliminare con le sue abilità da spadaccino, il comandante si sentì costretto a ripetere ciò che aveva appena detto, ma non riuscì a terminare la frase, perché un proiettile gli finì direttamente nel cranio, uccidendolo sul colpo.
-Duncan! Dovevo ucciderlo io il comandante!-
-Scusate, capitano, ma io sono John.-
-E’ uguale.-
Gli inglesi, ormai ridotti in minoranza e senza qualcuno che li guidasse, corsero sulla loro nave, scappando da morte certa.
Restarono in posizione ancora per qualche minuto, fino a che la Perla non fu abbastanza distante da dichiarare la vittoria, poi si rilassarono. Jack, che non si è mai smentito, urlò:
-Dobbiamo festeggiare! Qualcuno vada a prendere da bere!-

 

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