la figlia proibita

di multifandomiana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una nuova avventura ***
Capitolo 2: *** una prima giornata ***
Capitolo 3: *** Conoscenze ***
Capitolo 4: *** Crescere ***
Capitolo 5: *** Chiacchiere ***
Capitolo 6: *** Un'uscita un po' diversa ***
Capitolo 7: *** Capire ***
Capitolo 8: *** Sentire ***
Capitolo 9: *** Dolore ***
Capitolo 10: *** Mancare ***
Capitolo 11: *** Amare ***



Capitolo 1
*** una nuova avventura ***


NdA ebbene si sono tornata. Il sequel di “Come tutto cambiò” è arrivato. Vi lascio al primo capitolo che è un po’ corto ma perché è indroduttivo... Spero vi piaccia… un bacio a tutti
 
Ormai le due settimane erano passate e i due fidanzati dovevano partire per l’Italia. Sapevano solo quello. Destinazione Italia settentrionale. Gli dei avevano detto semplicemente che dovevano trovare una ragazza di 15 anni, di nome Electra, molto bella ed inconfondibile. Insomma non potevano sbagliare… la ragazza sprigionava un’aura potentissima.
Stavano per partire, con il permesso del sommo Zeus, con l’aereo. Erano pronti.
“Percy sei sicuro di quello che stiamo per fare io odio volare e… un po’ come odio l’acqua.” Chiese poco sicuro Nico
“Significa che mi odi…? No magari odi l’acqua e odi me…” fece Percy con un sorriso sinistro in viso
“Ooooooh sei ancora dietro! Odio andare in acqua non odio te. Ti amo lo stesso.” E detto questo Nico gli si fiondò addosso e lo baciò. Ormai aveva superato l’imbarazzo in pubblico. Quando si staccarono si avviarono mano nella mano.
“Allora amore, tu tradurrai tutto ciò che dicono e io combatto. Non voglio ti succeda niente.” Disse Percy autoritario
“Okay… io tradurrò tutto e combatterò, perché so badare a me stesso! Lo sai anche tu” lo rimbeccò Nico
“Si lo so ma siamo nelle antiche terre hai presente di quello che potrebbe succederti!?” disse Percy facendosi preoccupato
“Si lo so e so anche cosa ti potrebbe accadere e è mio dovere proteggere al meglio la persona che amo. Quindi ora sta zitto e goditi le coccole della prima classe.” Rispose Nico con sguardo a metà tra il dolce e il severo. Era incredibilmente cresciuto, era maturato. Era più responsabile, attento ed era estremamente innamorato del ragazzo seduto accanto a lui. Nico era passato dalla fase bambino spensierato a ragazzino che è cresciuto troppo in fretta e che deve portare sulle spalle un peso enorme. Poi c’erano state le guerre e lui era stato fondamentale. Infatti Percy si era reso conto solo in questi tre anni di relazione dell’importanza di Nico nella sua vita. Dove sarebbe lui ora se Nico non fosse stato sempre accanto a lui per proteggerlo? Chi se no avrebbe salvato la situazione nel laboratorio di Dedalo? Chi avrebbe fermato Crono mentre lo inseguiva? Chi si sarebbe buttato nel Tartaro per scoprire la causa dei problemi? Chi avrebbe guidato tutti nell’Epiro quando lui era con Annabeth nel Profondo Abisso? Chi gli avrebbe insegnato che qualsiasi cosa le Parche ti mettano sul tuo cammino non ti devi mai arrendere? Chi gli avrebbe insegnato che una promessa a più importanza di tante altre cose? Chi? Nessuno perché per Percy Nico era stato la sua salvezza. Nico c’era sempre stato, lo aveva sempre aiutato e invece Percy lo aveva lasciato da solo, lo aveva lasciato ad affrontare le sue peggiori paure, ad affrontare dei e tante altre cose DA SOLO. Nico era sempre lui, più maturo, infatti non era più il bambino spensierato che giocava a mitomagia, che faceva domande a raffica e che non stava mai zitto, non era più nemmeno quel ragazzo introverso silenzioso e asociale che era stato durante l’adolescenza… era N-I-C-O. Quattro lettere piccole lettere che per lui significavano tanto. Nico per lui era AMORE. Per il figlio di Ade taltronde era lo stesso non aveva mai rinfacciato a Percy il fatto che lui non ci fosse mai stato, gli basta ci fosse ora e negli anni futuri. Il maggiore si girò di più verso di lui:
“Nico, ti amo, davvero non lasciarmi mai, non so dove sarei ora senza di te, forse sarei già morto e ti prego non sparire mai.” Disse Percy piangendo
“Ehy che succede io ho intenzione di restare qui. Accanto a te, non ti lascerei mai e poi mai per qualsiasi altra cosa al mondo. Ti amo e questo mi basta. Avremo un famiglia e saremo felici. Non ho mai chiesto tutta questa felicità ma tu me l’hai donata. Quindi ora calmati perché io ho intenzione di restarti appiccicato per tutto il resto della nostra vita.” Disse il minore con un sorriso dolce e finito di dire questo lo baciò. Quel bacio doveva farlo tranquillizzare e fu cosi. Si addormentarono spalla spalla con le teste vicine.
Undici ore più tardi erano arrivati all’aereoporto di Milano. Fecero come gli aveva detto Atena. Presero il treno e si diressero a Bergamo. La dea si era lasciata sfuggire che la ragazza fosse proprio di Bergamo e che avesse una vita poco facile. Ovviamente nelle antiche terre i mostri non arrivavano e quindi non aveva problemi di questo genere, ma problemi con coetani e famiglia. Un’ora dopo erano alla stazione di Bergamo e si diressero verso il loro hotel. Nico era davvero bravo e la maggior parte del tempo parlava in un italiano molto bello. Percy non capiva nulla, ma il suo ragazzo di certo si!
“Ehm… Nico io ho una certa fame, perché non andiamo a mangiare?” chiese Percy con un sorriso
“Si è un’ottima idea, ho anche io fame. Andiamo al McDonals?” disse Nico
“Certo, cosi poi invochi qualche spettro- e qui Percy scoppiò in una risata fragorosa- no dai scherzo. Andiamo, dai!” e diede un piccolo bacio sulla guancia al ragazzo.
Lo trovarono a pochi minuti dal loro albergo. Vennero serviti e iniziarono a mangiare.
“Allora io direi di iniziare dalle scuole… è la cosa più sensata cerchiamo di percepire l’aura e poi la convinciamo a seguirci.” Disse Percy
“Uhm… ma come facciamo a convincerla?” chiese Nico pensieroso
“Sinceramente non so ci penseremo dopo…” replicò Percy
“Le ricerche inizieranno domani… oggi dobbiamo riprenderci dal nostro viaggio!” fece il minore e il maggiore annui con sicurezza.
Finirono il pranzo e tornarono in albergo. Il piccolo figlio di Ade era una persona molto organizzata, quindi prima di accoccolarsi nelle braccia del più grande organizzò il resto della giornata.
“Allora, ora ci riposiamo poi andiamo a farci un giro e ne approfittiamo per perlustrare la città e capire che fare. Finito il giro ceniamo e poi torniamo qui e domani mattina iniziamo.” Disse il figlio degli Inferi facendo un resoconto al figlio del mare.
“Okay mio Re degli Spettri! Ma ora vieni qui che ti coccolo un po’” disse con la sua dannata faccia da cucciolo. Il minore si accoccolò e si addormentarono dopo qualche bacio. 
Si svegliarono due ore dopo e si vestirono per uscire. Quando uscirono c’era un bel sole e quindi iniziarono a perlustrare il luogo. Trovarono parecchie bancarelle una (per la felicità di Percy) completamente fornita di cibo blu. Scoprirono che la città aveva anche una città arroccata chiamata “città alta” (ma che fantasia) e fecero un giro. La sera andarono a mangiare una pizza e quando tornarono a casa erano completamente sfiniti.
 

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Capitolo 2
*** una prima giornata ***


NdA ed eccoci al secondo capitolo!! Non ho molto da dire è stato un parto!  beh leggete e commentate se no niente biscotti blu!
 
Il giorno dopo si svegliarono presto ed uscirono. Fecero il giro dei bar e si fermarono vicino ad una scuola. Mangiarono e si diressero alla prima scuola che trovarono. Una scuola, a detta di Nico, dove si insegna psicologia. Che scuola! Se avessero avuto fortuna quella sarebbe stata la scuola giusta. Entrarono e si spacciarono: Nico come un tecnico e Percy come madrelingua appena arrivato da NY. Venne dato ad entrambi l’orario delle classi prime e il maggiore venne mandato in 1C. Quella classe aveva l’ora di inglese, ma il computer non andava e quindi Nico dovette raggiungere il suo amato.
Appena entrato trovò Percy mentre conversava con una ragazza, seduta da sola accanto alla porta. Era molto bella e sprigionava un’aura molto potente. Aspettate aura potente, bella… Non era possibile, le Parche per una volta erano dalla loro parte. La professoressa era bassa e con dei capelli a spaghetto lunghi fino al seno e biondi.
“Non riesce a leggere il cd, è già la quarta volta in un mese!” disse la profe
“Non c’è problema risolvo tutto in un attimo.” Replicò Nico convinto
((NdA questa parte è in inglese perché se no non rendeva l’idea della perfetta lezione inglese…))
“Hello, I am Percy and then today we will talk about mythology, someone knows somethings?” chiese Percy alla classe. Tutti sospirarono guardando in direzione della ragazza di prima. Fantastico conosceva già tutto.
“I know all about the Greek and Roman mythology, their beliefs and more myths” gli rispose lei
“It’s fantastic!”
“Oh, yes she is the best in epic!” disse infine la professoressa.
Nico sistemò il computer e purtroppo la lezione finì.
Finita l’intera giornata i due piccioncini parlarono della ragazza: non sapevano ancora il suo nome, ma il maggiore aveva stretto un buon rapporto con lei. E l’indomani avevano deciso di parlarle.
 
ELETTRA POV
Ormai era chiaro. Negli ultimi giorni di scuola sarebbe successo qualcosa, Electra però non aveva ancora idea di che cosa. Fino a quel giorno.
Si era alzata come tutte le mattine un quarto d’ora in ritardo e aveva maledetto le sue stupidissime malattie che la facevano sentire ogni giorno troppo diversa. Aveva fatto normalmente colazione ed aveva svegliato sua madre: Viola, così da poterla portare a scuola prima del lavoro. Si era vestita ed aveva scelto uno dei suoi soliti look estivi, cioè: pantaloni lunghi e maglietta, si era truccata ed era uscita. In macchina leggeva come ogni mattina, ma quel giorno si sentiva inquieta... Arrivata a scuola aveva affrontato la prima ora praticamente dormendo e alla seconda ora rimase spiazzata dall’arrivo di un supplente del loro vecchio madrelingua. Il ragazzo aveva si e no diciannove anni, era alto e muscoloso con i capelli neri. Era un bel ragazzo, anzi da mozzare il fiato, ma la cosa che più aveva colpito la ragazza erano stati gli occhi, si gli occhi di un verde-acqua che sembrava di perdersi nell’oceano semplicemente guardandoli. Si risvegliò dalla trance quando entrò un ragazzo sui diciotto anni, poco più basso di lei con i capelli neri scompigliati, gli occhi neri come l’ossidiana che sembravano nascondere tanto e una pelle diafana. Era bellissimo. Insomma quella era la giornata dei figaccioni! Si girò per vedere le sue compagne, visto che sedeva in posto da sola perché nessuno la voleva vicino, e si accorse che tutte stavano guardando il primo ragazzo, quello dagli occhi verde mare. Si voltò di nuovo avanti e sorrise al secondo ragazzo che la stava osservando. Doveva essere arrossita perché lo sguardo del ragazzo si addolci molto, poi guardò gli sguardi dei due ragazzi giunti nell’aula entrarono in contatto e chiunque avrebbe potuto leggere amore negli occhi di entrambi.
Il più grande parlò:
“Ciao, io sono Percy e oggi parleremo della mitologia greca, qualcuno conosce qualche mito?” chiese ovviamente in inglese. Electra alzo di scatto la mano e tutti sospirarono guardandola.
“Io so praticamente tutto sulla mitologia greca e romana, molti racconti e miti” disse fiera di se
“Oh ma è fantastico!” rispose fissandola dritta negli occhi e la ragazza ringraziò tutti gli dei che fosse seduta perché le sembrò per un momento di non sentire più la terra sotto i piedi
“Sisi lei è la migliore in epica” rispose la professoressa Calza.
La lezione continuò con spiegazioni varie e all’intervallo le sue compagne già parlavano di questo Percy. La sua migliore amica Cassandra la stava aspettando fuori dalla sua aula...
“Ciao amo’ come va?” chiese la ragazza
“Bene tu? Ho sentito le tue compagne di classe parlare di un supplente madrelingua stupefacente!!!”
“Si, si chiama Percy e oggi abbiamo chiacchierato di mitologia, ma domani mi presento sicuro! Andrò lì e dirò: “Ciao sono Electra Aria Greco piacere di conoscerti” e così scoprirò che non gli e ne frega una beata minchia delle ragazze come me” disse con un sorriso di convenzione, come i suoi soliti
“Oppure scoprirai che invece è un fanboy...” disse lei dandomi un bacio sulla guancia
“Cassie ti fai troppi libricini mentali tu!” rispose lei con uno sguardo tra il severo e il dolce.
“Ele credici!” le rispose in un nanosecondo.
La campanella suonò e lei scappò via con un saluto e un sorriso sghembo.
Le ultime due ore di lezione volarono pensando a come aveva conosciuto gli unici due suoi migliori amici... Cassie beh erano nello stesso corso di teatro avevano due anni di differenza (Ele aveva due anni in meno) e poi erano andate ad un raduno di Harry Potter insieme e quel giorno legarono molto. Una mattina uscirono insieme e la minore scoprì tantissime cose su di lei e anche che avevano molto in comune, ad esempio che erano entrambe bisex e che avevano una storia con due ragazzi che le filavano davvero poco... Lei era la “pazza” ed Ele la ”molto più pazza di lei”. Elias lo aveva conosciuto il giorno di quel raduno su HP ed era stato amore a prima vista finchè non aveva scoperto che era gay e che le andava così... Per il resto avevano instaurato un’amicizia davvero bella e lei di certo non ci avrebbe mai rinunciato!
Alla fine l’ultima campanella suonò e lei si preparò a tornare nel suo personale “Ade”, cioè dai suoi genitori... 

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Capitolo 3
*** Conoscenze ***


ELECTRA POV Electra tornando a casa ripensava ai due ragazzi che erano entrati nella sua classe quella mattina. Ma aveva un vero e proprio turbinio di pensieri in testa. Pensava al suo sogno della notte precedente in cui aveva dubitato della sua sanità mentale, che era già andata a puttane da tempo. Poi pensava a come dire alle sue amiche che lei era bisessuale. A come sconfiggere una malattia senza cura e a quanto odiasse la sua casa. Sua madre dava sempre ragione a sua sorella minore che era una che no può fare altro che venirti a rompere e poi scoppiare a piangere accusandoti di averla schiaffeggiata quando neanche l’hai degnata di uno sguardo. Suo padre troppo affezionato a Francesca ( sua sorella) anche solo per ascoltarla e quello che le rimaneva era il suo adorato Lupo. Già i suoi genitori avevano regalato a Francesca un lupo cecoslovacco per farla felice. Eh si lei era quella nata malata, poverina di qua e poverina di là, ma lei che con il tempo si stava ammalando non era la priorità su una bambina di nove anni. Ma di certo i problemi non erano finiti, suo nonno era venuto a mancare a febbraio e lei non ci pensava, perché più ci pensava più stava male. Il suo spettacolo teatrale ormai era giunto alle porte e lei era pronta a farsi valere. Comunque in quel momento le sue attenzioni erano rivolte ai due ragazzi. Si sentiva strana quando li guardava. Si sentiva piccola, vulnerabile e impotente. Ma poi riacquistava la sua poca sicurezza e riusciva a distogliere lo sguardo. Era starno quanto lei fosse una calamita per il diverso. Il suo “ragazzo” se si può definire così era più grande di lei ed era diverso dagli altri, non so spiegare come, ma lo era. E quel giorno quando tutte parlavano dell’affascinante supplente madrelingua dagli occhi verdi lei non riusciva a non pensare al misterioso ragazzo dagli occhi neri e profondi che guardava con amore l’altro... ormai era risaputo lei era strana. Comunque si era lasciata perdere così tanto nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorta di essere arrivata a casa e di star già tirando fuori le chiavi e infilarle nella toppa. PERCY AND NICO POV Quando entrambi erano tornati in albergo avevano mangiato e parlato della ragazza, non sapendo il suo nome decisero di iniziare scrivendo una sorta di “diario di bordo” ci annotarono tutto quel che sapevano e che avevano osservato. La ragazza non era molto ben accetta nella classe e quando parlava delle occhiate un po’ seccate arrivarono da tutti, sembrava una ragazza molto provata dalla sua vita un po’ come Nico. Il minore sapeva benissimo che la ragazza si rendeva conto di tutto ed era molto sveglia, le si poteva leggere negli occhi. E Percy come a leggergli nel pensiero disse: “Lei sa di essere, diciamo anormale. Lo si legge negli occhi. Sai è strano, non ho mai visto un semidio o una semidea con occhi del genere... Sono beh ti catturano sono molto belli ed il colore è ricercato sia negli dei che nelle loro progenie.” Si guardò attorno come per essere sicuro di non aver detto nulla di compromettente che potesse offendere gli dei, ma si ritrovò soltanto la faccia del suo fidanzato un po’ imbronciato e un po’ come per dire: “ma tu la mattina ti guardi allo specchio?!” così aggiunse: “Ehy che c’è!? Ho solo detto ciò che penso... Non ho mai incontrato nessuno con occhi così. I tuoi sono la cosa più bella che esistano con quella sfumatura e sono molto profondi, ma i suoi... i suoi sono diversi...” e fece una faccia molto pensosa “Ormai sono certo, tu al mattino non ti guardi allo specchio. Posso capire che col tempo tu abbia assunto un atteggiamento: ”so di essere figo e me ne vanto perché crollerai ai miei piedi solo con un sorriso” e so che è colpa mia perché ti ho viziato dicendoti quanto sei bello, ma i tuoi occhi sono meravigliosi, nemmeno Poseidone ha degli occhi così! Solo con uno sguardo puoi vederci l’oceano e racchiudono sofferenza amore e sacrificio, quelli di quella ragazza sono un po’ un misto tra dolore felicità e bellezza. Sia i tuoi occhi che quelli della ragazza fanno invidia ad Afrodite!!.” Disse alzando di poco la voce, ma il suo fidanzato lo baciò con una foga incredibile e disse: “non ci credo che appena riporteremo quella ragazza al Campo ci sposeremo, avremo un figlia e vivremmo felici” aveva gli occhi lucidi “Non posso crederci finalmente sono insieme alla persona che più amo, bella esageratamente bella e fantastica. Ah comunque per la cronaca lo so che i miei occhi sono favolosi, ma i tuoi battono i suoi.” Ed ammiccò senza ritegno “Vedi ti comporti come Jace di Shadowhunter!” fece Nico alzando gli occhi al cielo, poi aggiunse: “Nemmeno io ci credo, ho passato anni a desiderarti a bramare le tue labbra e ora ci sposiamo... sono... è indescrivibile.” E così depositò un bacio dolce sulle labbra dell’altro e si sorprese che dopo quattro anni di relazione baciare Percy era come la prima volta, i brividi sulla schiena, le farfalle nello stomaco e la sensazione di calore in tutto il corpo. Come la prima volta... Il giorno dopo Percy andò alla sua lezione e alla fine la ragazza gli si avvicinò e si presentò: “Ciao, mi chiamo Electra Aria Greco, piacere di conoscerti” aveva un sorriso leggero e aveva una delicata fossetta sulla guancia sinistra era davvero bella. Si fece come promemoria di presentarla a Valdez se al loro ritorno fosse stato ancora libero... “Piacere mio, sono Percy Jackson vengo da NY. Se ho ben capito adori la mitologia greca, mi fa davvero molto piacere, sai io e Nico il mio fidanzato ne andiamo matti!” disse sorridendo, ma poi si rese conto di star abbassando la maschera e pensandoci sembrava lo stesso potere di Piper... “Oh wow, quindi tu sei gay ti stai per sposare e il tecnico di ieri è il tuo fidanzato?! Cioè WOW!” disse entusiasta e se avesse potuto probabilmente avrebbe fatto gli occhi a cuore “Si, ma ti chiedo di non raccontarlo a nessuno... Sai mi sto lasciando prendere un po’ dall’entusiasmo e la mia bocca non è più collegata al mio cervello” rispose Percy portandosi una mano dietro alla nuca con fare imbarazzato. Annabeth avrebbe detto che non lo è mai stata, ma sono dettagli. “Ma certo, sai sono una persona molto discreta, ma vorrei raccontarlo alla mia migliore amica, Cassandra, sempre se non ti dispiace.” Electra Aria Greco lo disse con fare disinvolto, ma carico di qualcosa che non seppe descrivere. “Comunque io e Nico vorremmo fare un giro in città, sarebbe davvero bello uscire noi tre...” e Percy in quel momento si chiese perché non riusciva a tenere a freno la lingua, ma fortunatamente vide arrivare Nico e una ragazza “Ehm... Nico lei è Electra Aria Greco e lei è...??” disse Percy con faccia interrogativa “Puoi chiamarmi Ele o A, sai come in pretty little liars, ti rispondo lo stesso” disse Ele con un sorriso delizioso “E comunque lei è Cassandra, la mia migliore amica.” E si salutarono con un bacio sulla guancia “Piacere Percy, A mi ha parlato molto di te” disse Percy con un sorriso e poi Nico che era stato in silenzio parlò: “Comunque noi dobbiamo andare ora, quindi ci vediamo okay?” e salutò tutti, ma Percy ci mise qualche secondo per raggiungerlo e disse ad A che si sarebbero visti domani a lezione.

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Capitolo 4
*** Crescere ***


PERCY AND NICO POV Nico sapeva. Sapeva che quella era la ragazza che dovevano portare al Campo. Sapeva che Percy stava provando ad avvicinarla e in quel momento si sentiva tanto uno stalker. Ma sapeva, non potevano lasciarsela sfuggire. In quel momento lui non stava nemmeno seguendo il discorso su quanto fosse cosi e quanto fosse cosà la ragazza e ovviamente il suo poco sveglio fidanzato se ne era accorto e aveva tentato un agguato. Percy si era fermato e Nico era andato avanti, cosi il maggiore lo aveva rincorso e lo aveva abbracciato da dietro prendendolo per i fianchi, sollevandolo e facendolo girare. Di primo impatto Nico si era sentito stranito, poi aveva dato un bacio al suo futuro marito e ridendo aveva pronunciato un “Idiota” e si era liberato da quella presa. L’altro poco soddisfatto, ma con un sorriso sulle labbra aveva preso la sua mano ed aveva risposto: “Lo so, ma evidentemente ti piaccio cosi visto che mi vuoi sposare…” ammiccando e deposidando un dolce bacio sulla guancia del minore. “Comunque stavo dicendo che le ho chiesto di uscire, noi tre per fare un giro” continuò il maggiore con un sorriso “Non so quanto ne possa essere felice siceramente, mi sembra di essere uno stalker! Ci conosce da meno di due giorni e si mette così nelle nostre mani! Davvero è assurdo” disse con fare esasperato il minore, che dal canto suo non voleva fare mosse azzardate con il rischio di non riuscire più ad uscirne, proprio come le sabbie mobili ci finisci per una mossa non calcolata e non ne esci più… Percy dal canto suo pensava che forse sarebbero potuti partire per il Campo entro luglio così da potersi sposare come nei piani a fine Luglio. Ormai le scuole sarebbero state chiuse nel giro poche settimane ed Electra doveva partir per gli studi a NY, quindi, se avesse avuto fortuna ne sarebbero usciti presto e senza mostri. In fondo sembrava un po’ una vacanza, niente mostri, niente mondo in pericolo. Niente di niente, la normalità. Quando il figlio di Poseidone aveva parlato con la ragazza aveva capito molte cose, come se guardarla negli occhi rischiarasse tutti quei pensieri che aveva chiuso in un cassetto della sua mente. Ad esempio gli incubi post Tartaro che per i primi tempi di relazione con Nico avevano condiviso, ma che ora combattevano insieme e li vincevano tutte le notti o del perché si fosse lasciato con Annabeth. Già era stato lui ad arrivare nella sua cabina e dirgli che era innamorato di un ragazzo, ma sotto c’era altro, c’era il fatto che Annabeth fosse spaventata da quel che Percy aveva fatto con la dea della Miseria, c’era il fatto che loro due non si amavano, si salvavano. Non avevano mai provato ad amarsi nella quotidianità, ma solo nel salvare il mondo e nelle lotte continue per sopravvivere, invece con Nico era stato diverso. Era stato amore puro nella quotidianità e nel pericolo. Amore nell’esserci anche quando non ne esisteva il bisogno. Ma quella ragazza aveva anche altre doti che avrebbe di sicuro scoperto. ELECTRA POV “Continui a dire che il passato è passato, ma proprio il passato ti ha reso ciò che sei” – Shadowhunters Electra era sola, nella sua stanza rintanata sul suo letto, il suo ancolino del disadattato così lo chiamava. Lì nel suo letto i pensieri nella sua testa iniziavano sempre ad avere un suono ed in questo momento pensava al suo pazzato. Quella frase di Shadowhunters le era rimasta impressa a fuoco nella sua testa. Così per spegnere il passatto che riaffiorava si alzò, prese le cuffiette e accese la musica tramite il telefono. Avete presente quella sensazione di quando vi trovate in una stanza piena di persone, ma voi vi sentite ugualmente soli? Ecco Electra Aria Greco era sempre sola, se non fosse stato per Elias, Cassie e il suo ragazzo, Michael sarebbe stata veramente sola. La stanza era silenzioa e in penombra, ma appena la musica inondò la mente della ragazza e spense i suoi pensieri, tutto sembrò rischiararsi come il cielo dopo un temporale. Era un po’ più sollevata. Un giorno si era ritrovata a fare una conversazione tra se e se e si era detta “Ma ehy! Che è la vita senza la sofferenza e il dolore!? Un vero shifo” si era risposta con sarcasmo e una nota di ironia nella sua voce mentale. Lei non era matta, era solo provata dalla vita e di ragazze 19enni pronte per partire per NY lasciandosi alle spalle un vita provata non ne aveva conosciute. Erano alquanto rare. Ormai presa da questi pensieri si era vestita ed era pronta per uscire. Ma per andare dove? Da Cassandara? O da Elias? O da Michael? Beh una cosa era certa Michael quel giorno non stava lavorando, ma non sarebbe venuto a bergamo. Quindi decise che lei sarebbe andata da lui. Venti minuti dopo ormai era sotto casa sua e quando scese si sentì subito più sollevata. Lo salutò e gli diede un bacio. Tra un mese sarebbe partita e Mic era contento per lei, ma abbastanza triste di non poterla seguire. Beh avrebbe potuto se solo ne avesse avuto il coraggio e i soldi per seguirla. L’avrebbe seguita in capo al mondo, ma non era così semplice. Electra ricordava bene il primo mese di relazione, lui aveva detto che se avessero avuto dei figli lei li avrebbe sicuramente chiamati come Harry Potter o altri nomi di varie sage e lei prontamente aveva risposto che no, li avrebbero chiamati con nomi greci. Proprio come il suo nome. Ed ora erano costretti a dividersi per un anno e mezzo. “Amore, quando tornerò, tu… tu pensi che le cose saranno cambiate?” chiese A con un filo di preoccupazione. Aveva paura, come tre anni fa. Ma le cose erano un po’ diverse e soprattutto la paura era completamente diversa. Tre anni fa aveva paura di una relazione seria con lui, ora aveva paura di perderlo. “Non lo so, io ti amo e sono fermamente convinto che in un anno e mezzo questo amore no possa cambiare.” ripetè con voce ferma lui. Ma era proprio questo che spaventava di più Electra, che quell’amore non potesse cambiare, evolversi e trasformarsi. Lo baciò e appoggiò la testa sulla sua spalla. I suoi baci la tranquillizzavano sempre, avevano un effetto calmante sulla sua mente. La testa si svuotava, arrivavano le familiari farfalle nello stomaco e nulla più esisteva. In tre anni gli effetti che Michael aveva su Electra non erano mai cambiati, come il loro amore. Quello si era evoluto, ma non era cambiato. E allora perché preoccuparsi, vi starete chiedendo. Perché Ele era così si faceva mille film mentali che poi si rivelavano una perdita di tempo. Lei si fidava solo dei suoi sogni. Infatti sognava sempre cose che poi finivano per accadere, era un po’ come se li prevedesse tramite un sogno. E per di più spesso quando era al buio, no non al buio in penombra e nella sua testa si formava una domanda, sembrava sempre che le ombre rispondessero. Sentiva delle voci, strane, sottili, maligne o benigne dipendeva dalla domanda, ma poi si convinceva che era la sua immaginazione. Michael la prendeva spesso in giro scherzando e lei rideva, perchè sapeva che non aveva tutti i torti, lei era un po’ matta. “Comunque domani sera facciamo un uscita a quattro con due ragazzi che ho conosciuto, andiamo in città alta e alla rocca. Così visitano la città, sono entrambi di NY ma Nico ha origini italiane.” disse dopo un po’ di silenzio lei “Okay no problem, alle 20 ti passo a prendere. In macchina o a piedi?” disse ridendo “In macchia che poi la parcheggiamo a casa di mia zia” rispose lei, ma poi la sua espressione cambiò e si illuminò “Andiamo al parco a farci un giro, è un secolo che non ci andiamo. Facciamo con l’ultima volta” continò lei tutta conenta “Si, così ci cacciano perché ci comportiamo da bambini!” rispose lui e si alzò dalla panchina dove erano seduti, porse la mano alla sua ragazza e si incamminarono verso il parco del paese.

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Capitolo 5
*** Chiacchiere ***


ELECTRA POV Quel pomeriggio Electra si era divertita davvero tanto, erano ormai tre anni che era felice. Da quando stava con Michael era tutto diverso, Cassie ed Elias avevano giurato che se le avesse spezzato il cuore lo avrebbero fatto fuori. E così Electra non si era sentita più sola. Si sentiva felice e protetta. Ma Mike le causava sempre quelle stupide farfalle nello stomaco, Elias con un sorriso le migliorava la giornata e Cassie con un pomeriggio insieme migliorava tutto. Erano loro la sua famiglia ormai, erano loro che la sostenevano e si preoccupavano di ogni cosa. Ma quel pomeriggio era stato diverso. Era come se lei e Mike fossero tornati a tre anni addietro, come se la paura del domani fosse stata cancellata. Una volta Eli le aveva detto che avere paura del domani è inutile perché hai sempre paura dell’oggi. Insomma un giro di parole per dirle che qualsiasi cosa fosse successa lui sarebbe rimasto accanto a lei. Quel pomeriggio era felice. Era stato il miglior pomeriggio della sua vita, ma doveva tornare a casa prima delle dieci, perché qualcosa doveva per forza rovinare un bel momento… Lei odiava doversi portare le medicine sempre dietro, infatti le lasciava a casa e le prendeva nei suoi orari, ma doveva sempre tornare a casa. Quindi prese l’auto di Mike si diresse verso casa. Alle dieci e mezza era a casa nel suo letto con di nuovo la musica accesa. Francesca piangeva. Così l’aveva presa in braccio e l’aveva coccolata un po’, ma tanto dopo l’avrebbe accusata di qualche altra stupidaggine da bambini. “Francesca vai a letto, è tardi. Asciugati le lacrime. “ le disse dopo un po’. La prese in braccio e la depositò nel lettino. Si rimise nel suo letto e si addommertòcon Ed Sheeran che andava nelle sue orecchie. PERCY AND NICO POV Quel mattino Nico e Percy si erano diretti a scuola e avevano salutato Cassie e Electra. Si fermarono a chiacchierare con loro e poi Percy fece una domanda alla “Testa d’Alghe”. “Ma come mai se siete così grandi siete ancora qui, cioè so che A deve fare tutte le carte per andare a NY, ma tu, Cassie?” disse un po’ imbarazzato “Allora è molto semplice, la nostra vecchia scuola, cioè questa, offre dei modi per prepararsi in nove mesi all’università dove vuoi andare. Ad esempio Ele ha deciso di andare un anno e mezzo a NY per poter affinare la lingua e cose varie, per poi ritornare qui ed andare ad Udine all’università. Io lo faccio perché voglio trasferirmi in Australia e quindi ho bisogno di tutte le carte e le preparazioni.” lo disse sorridendo, come se partire per l’Australia e mollare tutta la tua vita qui non fosse una cosa complicata. “Aaaah ora capisco, sai Ele potremmo partire insieme, sarebbe bello e poi no abbiamo posto in casa nostra. Potremmo ospitarti!” Disse il maggiore. Come se organizzare un matrimonio, ospitare una bambina/o e tenere sotto controllo una semidea molto potente fosse come un bere bicchier d’acqua. Okay che avevano affrontato di tutto, ma almenoil matrimonio e la famiglia volevano godersela. Questo era ormai il pensiero fisso di Nico, aveva paura di non potersi godere ne Percy ne la bambina/o. Aveva paura come quando era caduto nel Tartaro. E, ne era sicuro, Percy lo sapeva. Non voleva perdere la sua felicità, la sua vita conquistata con tanta fatica e non voleva perdere l’amore ela gioia che ormai lo possedevano. Voleva scappare. Avete presente quando siete così agitati che lo stomaco si restringe, che le gambe diventano prima molli e poi dure come l’acciaio?? Ecco Nico voleva scappare da quella semidea ignara del suo destino, ignara dei suoi poteri. E il figlio di Ade aveva capito che aveva un legame con Ade ed Apollo, non sapeva se era figlia di Apollo con la benedizione di Ade o viceversa, ma lo avrebbe scoperto proprio perché aveva paura. Si era lasciato così trasportare dai suoi pensieri che non aveva sentito la domanda rivolta a lui. “EH!?” disse riscuotendosi dai suoi pensieri. “Ti stavo chiedendo se sei pronto al matrimonio!” disse Ele ridendo. Aveva una risata celestiale, si sentiva piccolo piccolo e prese la mano del figlio di Poseidone. La sua tremava. Il potere di quella ragazza era arrivato anche alle ossa di Percy. “C-certo che si! Aspetto questo momento da una vita!” disse prima poco sicuro, ma poi come se qualcosa fosse scattato in lui aveva quasi urlato. “Già ci ho messo un po’ a rendermi conto di quanto lo amassi…” Disse il maggiore con fare imbarazzato e si era portato un braccio dietro la nuca. “Awwwwww! Ma che cariniiii” dissero le ragazze in coro. Ormai erano perse. Erano entrate in modalità Fangirl!! Ma furono salvati dalla campanella che segnava l’inizio delle lezioni. “Ci vediamo in classe Percy” disse A con un sorriso enorme “Contaci!” aveva risposto lui un po’ destabilizzato dal suo sorriso. Alla fine della lezione nella classe di A, Percy aveva fermato la ragazza e le aveva detto che si sarebbero incontrati alle 20 sotto il loro albergo. Ed Electra aveva semplicemente risposto che ci sarebbe stato anche il suo ragazzo. NdA buonsalve! perdonate il capitolo corto ma non sapevo più come fare senza dire molte cose! Quindi ecco a voi il quinto capitolo che è di passaggio, ma si iniziano a schiarire le idee su Electra Aria Greco... fatemi sapere che ne pensate. Ma ricordatevi che io so dove abitate e quindi se non recensite non vi posso portare tanto cibo blu! un bacione Multifandomiana <3

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Capitolo 6
*** Un'uscita un po' diversa ***


PERCY AND NICO POV Percy era rimasto spiazzato dall’affermazione di A. Lui aveva già capito che era una ragazza leale e fedele, quindi se voleva presentarla a Valdez doveva scordarselo. Quella sera si erano preparati e a Percy brillavano gli occhi. Il suo piccolo di Angelo si era sempre vestito di nero, ma ormai da quando stavano insieme aveva abbandonato quello stile da ragazzo arrabbiato e trascurato. Niente più magiette dei Nirvana logore, niente più jeans strappati e bucati e niente più converse all stars nere tutte rotte e consunte. Era passato ad un nero sobrio, un po’ meno da adolescente e un po’ più da persona adulta, ma sempre senza abbondonare il nero. Aveva ancora il buco, dove teneva degli orecchini a forma di teschio, ma erano sempre coperti dai capelli neri, soffici e lunghi che non stavano mai al loro posto. Quando erano al Campo, il figlio di Ade aveva l’abitudine di raccoglierli in una coda e il figlio di Poseidone passava ore a guardarlo allenarsi. Jason una volta gli aveva chiesto il perché e Percy aveva pensato molto alla risposta, ma poi aveva solamente detto con aria innocente che gli piaceva la sua tecnica e che guardarlo aiutava a scoprire il suo modo di pensare durante una battaglia. Poteva anche essere vero, in parte, ma Percy sapeva che stava a guardarlo, non solo per la sua tecnica, anche per la sua bellezza ed eleganza quando distruggeva un manichino, per i suoi occhi sempre concentrati e per il suo corpo. Ma non perché fosse bello, no. Perché era divino, sembrava un dio greco sceso sulla terra, i suoi pettorali che andavano su e giù per il fiatone, i muscoli delle braccia tesi. E ormai i suoi pensieri stavano vagando. Quella sera Nico era vestito con dei jeans neri leggermente stracciati, una maglietta ripetutamente usata dei Metallica, i capelli raccolti in una codina, gli orecchini in vista e le solite converse all stars nere consunte. Era ritornato il ragazzo di quando si erano messi assieme. Secondo Nico però il suo fidanzato era vestito un po’ troppo da adolescente. Aveva dei jeans azzurro chiaro, una maglietta bianca che lasciava poco all’immaginazione e le converse all stars alte bianche. I capelli neri ricadevano scompigliati in tutte le direzioni e gli occhi verde mare erano amaliati. “Amore, non ti sembra di essere ritornato al Liceo?? Siamo vestiti nello stesso modo di qualche anno fa!” disse Nico sorridendo “Beh più che altro tu, hai ripreso il tuo vecchio stile da ‘sono incazzato con il mondo’… Ma sei così sexy” rispose Percy con uno sguardo malizioso. Il fatto che il giovane figlio di Poseidone dicesse spesso che il piccolo figlio di Ade che fosse ‘sexy’ non dava fastidio a quest’ultimo, ma ciò che gli dava profondamente fastidio, in senso buono, era quando lo pronunciava con quel suo modo di provocarlo, modellando la parola come se fosse argilla. Così Percy approfittò della debolezza di Nico su queste cose. Avvicinò le labbra al suo orecchio e disse due semplici parole che bastarono a provocare dei brividi lungo la schiena del povero ragazzo, disse solo: “ Molto sexy” e prese a mordergli il lobo. Intanto il povero figlio di Ade non riusciva a concentrarsi, così aveva iniziato a baciare il collo di Percy pronunciando qualche volta il suo nomignolo – Perce – e… No! Con l’ultimo briciolo di ragione si staccò da lui e disse semplicemente: “Dobbiamo uscire.” lo disse fermamente convinto,perché lui ne era convinto! E così si prepararono ed uscirono. ELECTRA POV Si era vestita nel modo più normale possibile, aveva indossato dei jeans di un colore strano, li aveva acquistati ad Amsterdam. Erano un misto tra l’azzurro chiaro e il grigio. Si era poi infilata una maglietta traforata, aveva raccolto i capelli in una treccia laterale tutta scompigliata e si era truccata. Non si era mai considerata una bella ragazza, non era neanche una ragazza nella norma… Lo sapeva lei, sapeva di essere diversa. A risvegliarla dai suoi pensieri fu però il campanello segno che Mike era arrivato. Prese la borsa e scese di fretta, per quel che le gambe le permettevano, le scale. Quando arrivò giù ad aspettarla trovò un sorridente Mike vestito in modo elegante. Di solito il suo outfit era composto da pantaloni largi e maglietta, ma quella sera aveva indosso un paio di jeans aderenti grigi e una camicia bianca. Era molto bello: alto e slanciato, magro (forse un po’ troppo) con i capelli corti. Lui era il ragazzo nella norma. Si erano messi insieme più per volontà degli altri che loro. La loro compagnia diceva sempre quanto erano perfetti per stare insieme. Il ragazzo nella norma e la ragazza stramba… Che bell’accoppiata! “Ciao amore, come sei elegante” disse lei con un sorriso e gli diede un bacio veloce “Amo beh anche tu con quella magliettina non scherzi!” replicò lui facendole l’occhiolino dopo aver risposto al bacio. “Hey! io non devo fare colpo su nessuno, già mi conoscono” disse ridendo “Ma ora andiamo, se no faremo ritardo…” e lei detestava fare ritardo. PERCY AND NICO POV Erano scesi da più o meno cinque minuti quando la videro. Era bellissima. Persino Nico non riusciva a distogliere lo sguardo. Era bellissima anche vestita con un abbigliamento comodo, più o meno quello che usava a scuola… Ma quella sera era ancora più bella. Gli occhi erano truccati in modo più definito, li aveva contornati con una matita nera, aveva la pelle bianca, ma non pallida più bianco panna e aveva colorato le labbra con un lucidalabbra che in poco tempo se ne sarebbe andato se non avesse smesso di mordersi il labbro. “Oddei ragazzi, scusate il ritardo, il mio ragazzo si è lasciato un po’ trasportare… Da quanto siete qui sotto?” chiese infine vedendo che tutti guardavano lei “O-Oh ehm nulla pochi minuti… Comunque piacere di conoserti, io sono Percy” disse il ragazzo dagli occhi verde mare e distese il braccio in direzione del ragazzo alla sinistra di Electra “Piacere sono Michael, il ragazzo di Ele” disse mandando occhiate ad entrambi “Posso chiamarti Mike? Comunque lui è il mio ragazzo, Nico” disse sorridendo “Piacere mio, ma non dare retta al mio ragazzo gli piace dare dei nomignoli” disse Nico che fino a quel momento non aveva tolto lo sguardo dalla ragazza. Era bellissima, ma non la guardava per questo. No, c’era dell’altro era come se Ele fosse una calamita e i suoi occhi fossero attratti da essa. A lui le ragazze non facevano ne caldo ne freddo quindi… “Tesoro, quello bisessuale qui sono io, non dovresti continuare a fissare A” disse quel Testa d’Alghe del suo ragazzo che ntanto si era messo a ridere “Spiritoso! Lo hai visto anche tu, è come una calamita attira tutto.” rispose il figlio di Ade, ma poi come a pensarci aggiunse “Ma non in quel senso, pensa male! Intendo dire che è come se fosse Afrodite in persona, quando c’è lei non puoi fare altro che guardarla. Magari è figlia sua…” e si girò per guardare il suo compagno, come a dire ‘immi che stai pensando quello che stai pensando anche tu’ “Nah, cioè le conosci anche tu le figlie di Afrodite, lei è insicura, timida e soprattutto non ha una lingua amaliatrice…” replicò storcendo il naso, facendo capire all’altro che avrebbero dovuto sciogliere al più presto il nodo della matassa “Hey ragazzi, lo sapete che Ele fa sogni che si realizzano” disse Mike scherzando. Non si aspettava di certo che lo prendessero sul serio “Oh davvero, che cosa interessante! Anche dei nostri amici ci riescono… Sai è davvero molto strano” disse Percy cogliendo la palla al balzo e andando a mettere un braccio sulla spalla di Nico come per supportarsi “Si, ma quando mi sveglio è come se stessi comandando le ombre- e lo disse ridendo come se non ci credesse nemmeno lei- si muovono…” Ed in quel momento qualcosa era scattato nella mente dei due giovani semidei…

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Capitolo 7
*** Capire ***


PERCY AND NICO Ormai era chiaro. Nico era sbiancato e sarebbe caduto se non fosse stato per la mano di Percy sulla sua schiena. Anche se gli dei avevano detto chiaramente di NON cercare di capire di chi fosse figlia la curiosità aveva avuto la meglio e Nico si ritrovava con una sorella. Beh sapeva parlare con le ombre quindi tirando le somme di tutto ciò era figlia di Ade. Nico stava male, stava per urlare, piangere e fare mille altre cose contro suo padre, ma grazie agli dei si stava trattenendo con una maschera di indifferenza in volto. Si girò di scatto e baciò il figlio di Poseidone che ricambiò quel bacio con trasporto, ma anche con un pizzico di sorpresa. L'ultima cosa che si aspettava dal giovane figlio di Ade era proprio un bacio in quel momento. Poi come se niente fosse disse, a voce bassa e abbastanza inquietante che Percy considerava l'apice del sexy,: "Si vede proprio che la discendenza di Ade ha effetti molto diversi su di te che sulle altre persone!" calcò la voce sulla parola "molto" e scoppiò in una risata delle sue. Un suono divino per le orecchie di Percy. Rimaneva solo di capire come mai avesse una bellezza disarmante da figlia d'Afrodite e delle capacità profetiche da figlia di Apollo. Beh magari Ade, Apollo e Afrodite avevano fatto come con Pandora, la prima donna mortale, e le aveva fatto dei regali... Tra una settimana sarebbe partita ed avrebbero capito tutto. Dovevano solo aspettare, ma l'attesa per Percy era sempre stata snervante. ELECTRA POV Era stato strano. Dopo quel che aveva detto, Nico si era girato era diventato pallido poi aveva baciato il suo ragazzo e aveva sorriso come se niente fosse accaduto. Adorava quei due, era vero, ma erano abbastanza strani. Comunque dopo quello che era successo prima di arrivare dai ragazzi e pochi minuti prima Ele non aveva ancora proferito parola con Mike e non era intenzionata a farlo. Erano freddi, lui con lei e lei con lui. Era diventata un'abitudine quella di fare i cretini come dei quattordicenni e comportarsi come se nulla fosse. Ma lei ci aveva pensato, aveva pensato molto a cosa avrebbe fatto in quell'anno e mezzo, a chi avrebbe conosciuto e cosa sarebbe accaduto. Quindi lasciò la mano del suo ragazzo divincolandosi da quella presa asfissiante che di asfissiante aveva ben poco e disse con noncuranza un: "Mi dispiace Mike, ma io non sono portata per le relazioni a distanza... sono molto mutevole e so per certo che incontrerò qualcun altro o qualcun'altra e non avendoti lì non so cosa possa succedere, quindi, se proprio devo farti soffrire voglio farlo sapendo che io non ti ho tradito e che tu sappia che ti ho amato." La verità era però che lei aveva usato molti ragazzi per cercae di dimenticare il suo amore per Cassandra e che quei sentimenti erano ormai chiusi nel suo palazzo mentale, più correttamente in uno scantinato nascosto. Sperava che partendo e stando lontana da tutto quello che più odiava (tranne la sua malattia) sarebbe stata meglio. I dottori le avevano assicurato che poteva partire senza problemi e che non ci sarebbero state complicazioni con i nuovi farmaci. Ma comunque ci teneva a questa serata e quindi decise che si, si sarebbe goduta una delle sue ultime uscite a in città. "Capisco il tuo punto di vista e sono felice che tu abbia fatto questo perché saperlo è comunque meglio di non sapere niente. Ma sappi che ti amo." Si era completamente dimenticata di aver appena spezzato il cuore al ragazzo che aveva amato pù per necessità che altro, che quelle parole assomigliavano ad uno schiaffo su un viso gelato. Quindi il ragazzo si girò e se ne andò. Electra sorrise dolcemente ai due ragazzi che avevano uno sguardo un po' triste per lei, ma capivano le sue ragioni. Lo si leggeva nei loro occhi, Ele sapeva leggere la gente davvero bene. GENERAL POV (pov dei tre personaggi, ma principalemente di Percy e Nico) "Allora, che vi va di fare?" chiese A con un sorriso "Sei sicura? Se vuoi possiamo trornar..." stava dicendo Percy prima di essere fermato da Nico... "Che cosa ci va di fare?? Portaci nel posto più bello che conosci!" disse Nico lanciando uno sguardo al suo ragazzo, che probabilmente capendo lasciò la sua mano. "Guardate che potete scambiarvi effusioni! Solo perché ora sono sigle non significa che mi faccia male vedere due persone che si tengono per mano... Ho semplicemnte fatto ciò che andava fatto da tempo e ho usato una scusa più convincente al posto di un'altra. Una sofferenza in più nella mia vita non cambia nulla, nella sua cambierebbe molto." Lo disse guardando il vuoto, come se l'oscurità potesse consolarla. E magari era così essendo molto probabilmete figlia di Ade... "Ele, io... mi dispiace... vorrei poter fare qualcosa..." Disse Percy ed andò ad abbracciala e così fece anche Nico. Quando aprirono gli occhi si trovavano in un parco ed Ele brillava. Le scendevano lacrime dorate e il suo contorno era un luccichio unico. "Ma... cosa... che cos'è successo?" chiese sempre Percy. Aveva capito che A aveva fatto un viaggio d'ombra, ma non capiva perché luccicasse... "Mi avete chiesto di portarvi nel mio posto preferito che di conseguenza per me è il più bello, quindi, eccoci qui." disse sorridendo e tutto di lei stava diventando meno brillante e splendente "Ma come... come diavolo hai fatto??" chiese Nico terrorizzato dall'idea che lei fosse... fosse figlia di Ade e di conseguenza sua... sua sorella "Oh guarda che lo so che lo fai anche tu! Percy tu controlli l'acqua e tu Nico controlli l'oscurità. Siete figli degli dei. Figlio di Poseidone e figlio di Ade... L'unica cosa è che non sono ancora riuscita a capire chi è mio padre... Mio padre è a casa e lui è il mio genitore biologico, quindi, beh non so!" disse senza levare quel sorriso dalle labbra. "Beh io lo so fare perché mio padre è Ade, dio degli Inferi e domintatore delle ombre e di conseguenza io sono il Re dei Fantasmi, posso parlare con loro, evocarli e fare molte altre cose. Ma tu, tu hai dei genitori mortali, sei un misto di magia divina... Potresti essere mia sorella, ma il fatto che splendi è strano è come se fossi un incontro tra il giorno e la notte..." disse Nico schiudendo le labbra per la sorpresa. Aveva capito, ma non sapeva come... "A meno che tu non sia un'ibrido... Una dea mortale, una fusione del giorno e la notte." continuò il Re degli Spettri e si girò per vedere il compagno capire, arrivare alla sua stessa conclusione. "Stai dicendo che lei è figlia di Ade... e di Apollo?!" chiese Percy "Stai dicendo che lei è una dea, ma mortale? Beh si spiegerebbero molte cose, la bellezza, la capacità di capire molte cose..." disse sorridendo il figlio di Poseidone "Ma la vera domanda è come..." disse Electra che fino a quel momento era rimasta in silenzio "Cioè due uomini non possono avere un bambino e poi io sono nata nella mia famiglia mortale, lo so, me lo ricordo..." disse calcando il tono di voce sulla parola "ricordo". "Beh gli dei possono fare molte cose, ma dobbiamo partire al più presto, dobbiamo sapere! Prenderemo l'aereo domani sera!" disse Percy convinto "Non c'è bisogno dell'aereo, vi posso portare io... non è una traversata lunga l'ho fatta quando avevo otto anni. Quel giorno ho capito di essere diversa..." "Ma come... io l'ho fatto e sono quasi sparito nelle ombre per di più hai due persone da portare!" disse Nico sorpreso, non erano più loro due i più potenti semidei, eono forti, ma in confronto a lei erano nulla. "Fidati, non è un problema e poi a me basta l'oscurità per diventare forte, oppure il sole... ma dev'essere quello di mezzogiorno." In quattro ore sarebbero stati a casa.

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Capitolo 8
*** Sentire ***


GENERAL POV Ele tornò a casa disse ai suoi genitori che era stata chiamata prima e che le avevano spostato il volo all’una del giorno successivo. La sua famiglia le fece i complimenti per il traguardo raggiunto e la aiutarono a fare i bagagli e iniziarono a dirle che l’avrebbero accompagnata all’aeroporto alle undici e a mezzogiorno sarebbe rimasta li con il suo ragazzo... Beh loro non sapevano della separazione e quindi a lei andava più che bene. Nico e Percy l’avrebbero aspettata li e con il sole di mezzogiorno sarebbero partiti. Si coricò nel letto felice di sapere che non era l’unica veramente diversa nel mondo, ma sapeva che il figlio di Ade era spaventato, il problema è che non riusciva a capirne il perché... Aveva sognato la sua storia, sapeva che era vera, aveva parlato con il mondo oscuro e sapeva che lui era suo fratello, ma era spaventato da lei? O semplicemente dall’idea di avere di nuovo una sorella? Magari pensava che chiunque fosse legato a lui morisse, per questo aveva fatto fatica ad accettare l’amore di Percy, perché pensava che poi l’avrebbe perso, sarebbe morto solo perché lo amava... Nico era identico a lei. Stesse emozioni, ma diverso modo di darle a vedere. Lui freddezza lei solarità. Sapeva che Percy aveva lasciato la sua ragazza per lui e che la loro storia d’amore negli ultimi anni non era stata travagliata, anzi era andata a meraviglia... Ma sapeva anche che il dolore arriva nei momenti migliori, quindi, non poteva cantar vittoria per loro così presto. Percy e Nico quella sera fecero l’amore. Se la fortuna era dalla loro parte in qualche settimana si sarebbero sposati, sarebbero stati marito e beh... marito! Quindi, quella notte si amarono, si curarono e lasciarono perdere la missione e tutto il resto e si amarono. Punto, nient’altro. Electra era la sorella di Nico!? Percy glielo fece dimenticare. E fu una delle migliori notti passate assieme dall’inizio della missione. Ma il figlio di Poseidone sapeva che le Parche sono sempre dietro l’angolo a rovinare la vita dei semidei, quindi, doveva stare molto attento. Doveva proteggerlo affinchè lui si potesse godere la sua nuova sorella, e il figlio di Ade lo sapeva, il suo amato lo avrebbe protetto a costo della morte e lo avrebbe aspettato negli inferi pur di proteggerlo... Il giorno dopo erano arrivati in un quarto d’ora all’aeroporto e non si separavano mai. Erano sempre mano nella mano scambiandosi sguardi pieni d’amore. Alle undici videro Electra con la sua famiglia e si sedettero poco distanti da loro. A mezzogiorno in punto erano pronti per partire. “Allora, noi siamo pronti, ma come facciamo con le valige?” chiese Percy ad un tratto. “Beh a questo non avevamo pensato...” disse Nico che sembrava appena caduto dal pero. “Aspettate qui dieci minuti e sono qui.” Fece A prendendo tutte le loro cose e scappando via. Dopo pochi secondi era sparita, probabilmente aveva portato il tutto su un aereo diretto a New York che era già in viaggio da molto. Poi ricomparve dal nulla e li raggiunse proprio deve li aveva lasciati. “Ehy! Le valigie sono su un treno che atterrerà tra quattro ore, se potete mandare qualcuno a prenderle sarebbe magnifico!” disse poi tutta sorridente. “Chiamo Annabeth e la mando là” disse Percy scappando via. “Certo, Annabeth di qua, Annabeth di là! Sempre ad Annabeth sta a pensare...” disse Nico imbronciato. “Ah, ma tu sei geloso!!! Era la sua ex vero?? Tranquillo, si vede da kilometri che ti ama.” Disse lei con un sorriso dolce sul viso. “Ma questo lo so... Solo che... beh lui morirebbe per proteggermi ma poi io dovrei proteggere la dea che avremo e Annabeth! E sinceramente non siamo in buoni rapporti...” disse Nico che diventò cupo in volto. “Questo vedrai che non accadrà! Cerca di pensare positivamente, devi essere un po’ più sorridente, sei davvero bellissimo quando lo fai!” gli disse lei contenta. “Me lo dice sempre anche lui.” Disse il figlio di Ade sorridendo, sapendo che comunque Percy l’amava. “Eccomi, Annie ritirerà le nostre valigie e Leo ha aggiunto i loro nomi per il ritiro... Ora possiamo andare credo...” Fece Percy una volta arrivato e aver preso la mano di Nico. Dei se lo amava. Il solo guardarlo gli faceva scoppiare il cuore... e... beh meglio non indagare sui suoi pensieri mezzi perversi... Si incamminarono verso un posto un po’ nascosto e poi si presero per mano, tutto divenne giallo, poi nero e i colori si fusero, tutto brillò. La prima volta non avevano notato questa “trasformazione” perché erano abbracciati e i visi erano nascosti, ma ora aveva visto il giorno e la notte fondersi, la l’Oscurità e il Sole unirsi in un unione che non sembrava poter essere vera, ma era possibile. Tutto quello che credeva era sparito, esistevano solo le emozioni che aveva provato negli ultimi sei anni, la paura del Tartaro, quello che era morto li dentro ma che era nato grazie a Nico e grazie a Percy, la felicità che avevano provato stando accanto, la tristezza per la vita di uno e la vita dell’altro, la gioia del potersi sposare e di avere una figlia, la voglia che avevano l’uno dell’altro, ma soprattutto sentivano le emozioni di Electra, la paura, il dolore fisico e morale, sentivano sulla loro pelle tutto ciò che lei aveva sentito in quei diciannove anni di vita e la maggior parte non era piacevole. Probabilmente sentivano tutte quelle cose solamente vedendo quello spettacolo di luci, quella fusione che era lei internamente... Sentivano la parte umana in lei e la parte più potente, quella divina, che stava vincendo su quella più debole, sentivano che lei era nata da umana, che era stata umana, ma che crescendo era diventata divina. Non ancora del tutto, ma quasi... Sentivano il potere della Morte, come quello di Nico, ma sentivano anche il potere della Vita, che scorreva splendente e viva nelle sue vene coesistendo con la Morte, cupa e spenta. Quando aprirono gli occhi erano sulla collina del Campo-mezzosangue vicino all’ingresso. NdA SCUSATEMI! No davvero sono imperdonabile! Beh credo che dopo questo capitolo mi perdonerete per il lunghissssimooooo tempo necessario per scriverlo J. Questo è un capitolo che serve per capire un po’ Electra e l’amore che c’è tra la nostra OTP Pernico. Se il capitolo vi è piaciuto e avete delle considerazioni o qualunque altra cosa lasciate un commento e una stellina. Perché io so come raggiungervi con un Pegaso. Davvero io vi voglio bene perché ho visto che sia qui che alla storia “come tutto cambiò” stanno salendo ogni giorno le visualizzazioni! Davvero vi adoro. Vi sommergo di affetto; Un bacione a tutti, Multifandomiana

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Capitolo 9
*** Dolore ***


GENERAL POV Si trovavano sulla collina del campo. Poco più in là si trovava l’entrata, ma ovviamente un gigantesco mostro sostava poco più avanti. Percy spostò Electra verso un albero, approfittando del fatto che il mostro non si fosse ancora accorto di loro. Poi Nico sfoderò la sua spada e si mise in posizione di difesa aspettando Percy. Appena si furono riuniti cercarono di attirare l’attenzione del mostro non identificato e attaccarono. Il figlio di Poseidone però era preoccupato, sapeva che il suo compagno era perfettamente in grado di difendersi, ma comunque non voleva lasciarlo solo dopo tutto quello che si erano detti in Italia... Mentre combatteva non riusciva a pensare a nulla se non a Nico che gli diceva di amarlo. L’artiglio del mostro trapassò la gamba di Percy e vide il figlio di Ade lanciare la sua spada nel petto del mostro e correre in lacrime verso di lui. Poi tutto divenne sfocato e riusciva a vedere solo il suo amato e le sue lacrime. “Amore mio, tranquillo ora starai bene... tu guarda me e ascolta la mia voce.” Disse Nico che stava morendo dalla paura, Percy DOVEVA vivere. “E come potrei non ascoltare la tua voce da angelo!?” chiese il maggiore con un sorriso “Senti tanto male? E no, non fare l’eroe proprio ora!” fece il minore cercando di trattenere le lacrime “Veramente non sento nulla, sto bene... ho te” disse Percy perdendo poi conoscenza. “Noo, no no no e no! Ora apri gli occhi! Perseus Jackson svegliati! Tu non puoi morire!” Nico era disperato, scuoteva Percy lo baciava e lo supplicava di aprire gli occhi. Poteva sentire ancora il suo battito cardiaco, ma era molto debole. “Nico, Nico! Spostati, ci penso io tu vai a chiamare aiuto.” Disse Ele che aveva visto tutto. “Noo, io non lo lascio! Amore mio resisti sono qui con te” le rispose il semidio “Ehy, tranquillo, io posso curarlo. Fidati di me.” Rispose lei cercando di rassicurarlo. Poi Nico si mise di lato, accarezzando i capelli del suo amato e continuò a rassicurarlo con parole dolci. Electra mise una mano sopra la ferita e lei iniziò a brillare e dalla sua mano fuoriuscì una sorta di nebbiolina nera mista a oro, si posò sul taglio e questo iniziò a richiudersi, tutto il sangue rimase all’interno e il polso riprese vigore... Percy riaprì gli occhi, era guarito, ma era molto debole. “Ehy, perché piangi?” chiese con un piccolo sorriso e la voce roca e debole. “Stavi morendo... cos’avrei fatto senza di te dopo!?” chiese Nico piangendo ancora più forte. “Nulla, perché io non sono morto! Ti amo e non credere che io me ne vada molto presto, resterò a romperti per una vita.” Disse Percy cercando di baciarlo, ma non aveva la forza di alzare la testa così Nico si avvicinò e poggio le sue sottili labbra su quelle carnose del figlio di Poseidone. Ormai erano accorsi tutti. Guardavano Electra con stupore e ammirazione... sulla testa di Electra, infatti, brillavano un teschio e una lira, simboli della morte e della vita. Lei era l’unione tra la morte e la vita, tra le tenebre e la luce... ma a rovinare quell’attimo furono dei lampi lanciati poco distante da lei. Zeus non era molto felice, voleva ucciderla. Leo si era inginocchiato, ma nel momento in cui scesero quei lampi si alzò e fece scudo col proprio corpo a Electra. “Levati sciocco figlio di Efesto se ci tieni al tuo dono” ululò una voce dall’alto. “Io non lascio una ragazza indifesa a morire solo per il tuo ego!” era stato Leo a parlare, ma la voce era di Apollo e poi di Ade. Il figlio di Ade difese Ele con degli scheletri, mentre Percy riacquistava le forze. Quando la furia omicida di Zeus si concluse tutti rientrarono e si riunirono per aggiornarsi. “Allora, vedo che la vostra missione si è conclusa e che avete portato la figlia proibita al campo, beh sappiamo anche di chi è figlia... ottimo lavoro ragazzi, davvero.” Disse Chirone sorridendo “Beh lei sapeva già quasi tutto, è molto perspicace!” disse Percy sorridendole e porgendole un muto ringraziamento “E soprattutto è molto potente... ora che ho una sorellastra spero che le cose vadano meglio...” disse Nico pensieroso “Si, ma come sappiamo che essendo così potente non è pericolosa, che non li ha soggiogati e ha salvato Percy solo per farsi accettare da noi??” chiese sospettosa Clarisse “Beh semplice, è figlia di due dei, ha vissuto per diciannove anni nelle antiche terre e ha salvato l’eroe del campo che sta per avere una figlia e sposarsi... credo che Percy e Nico possano testimoniare che lei non è altro che una semidea molto potente, non credete!?” la persona che parlò era dietro Chirone, era Apollo... “Divino Apollo, benvenuto al Campo” disse il centauro. “Electra Aria Greco, avvicinati a me!” disse il dio in tono dolce, ma cauto “Tu, tu sei Apollo, mio padre...?” disse Electra, ma non sembrava ne un’affermazione ne una domanda. “Si figlia mia, sei per così dire L’Esperimento” disse il dio biondo tutto raggiante. Poi al tocco del dio Electra svenne. Apollo non se lo aspettava, ma fu Leo a salvarla prima che sbattesse la testa. “Sciocco figlio di Efesto, allontanati da mia figlia!” disse Ade che comparve dietro di lui. “Portatela a letto, ha bisogno di riposo.” Affermò Chirone. E mentre la portavano via, Percy e Nico si baciarono, salutarono tutti e andarono a dormire nella cabina 3, perché nella 13 vi erano Hazel e Electra. Il mattino dopo Percy, non volendo svegliare Nico, scese dal letto, andò a nuotare e poi mangiò. Quando tornò nella stanza il figlio di Ade dormiva ancora... cercò quindi di svegliarlo, ma nulla. Il suo cuore batteva a malapena ed era più pallido del solito...

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Capitolo 10
*** Mancare ***


GENERAL POV Percy cercò in vano di svegliare il suo amato, ma nulla, sembrava caduto in uno stato vegetativo. Lo prese in braccio e corse all’infermeria dove posò il suo gracile corpo su una brandina. Disse ad un figlio di Apollo di chiamare Chirone e si mise lì ad attendere l’arrivo del centauro. “Percy, che cos’è successo?!” chiese appena vide il giovane figlio di Poseidone “Io... io non lo so... mi sono svegliato ed era pallido e il suo cuore batte a malapena. Ho paura che sia una vendetta degli dei!” disse Percy, che pensava seriamente che non potesse essere una malattia normale. “Potrebbe essere, ma non ne siamo sicuri. Contatta Ade e chiedigli qualche rimedio per i figli delle Ombre.” E così dicendo il centauro si avvicinò al figlio di Ade. Percy mandò un messaggio Iride a suo padre e al padre di Nico, ma in quel preciso momento Nico parlò, ma non con la sua voce: “Questo è ciò che succede se cercate di far saltare fuori altri figli di Ade, ne ho uccisi molti! E tu figlio del dio del Mare ieri hai scampato la morte, ma non accadrà altre volte!” Era la voce di Persefone. Quella pazza gelosa moglie di Ade. Di certo non si poteva pensare che il dio della Morte fosse un angioletto! Non era come suo fratello Zeus, ma gli dei non sono mai stati molto fedeli. Però Percy non si dava per vinto, la sua vita era Nico, non avrebbe lasciato che se ne andasse anche lui. E in quel preciso istante una folata di vento dall’odor del mare si presentò davanti al ragazzo con un’espressione davvero molto preoccupata e subito dopo anche quella di Ade che aveva in mano dei semi che di certo non si sarebbero mai potuti trovare sulla terra vivente... “Okay Nico, cerca di collaborare così sarà tutto finito in un attimo” questo è ciò che disse il Dio prima di mettere i semi nella bocca del figlio. Appena gli chiuse la bocca il ragazzo iniziò a divincolarsi, gridare e scalciare, Percy stava dando di matto: “NOOO, ma che gli hai fatto?? Sta male non vedi, fallo smettere! NOOO ti prego Nico apri quei cazzo di occhi!” urlava, Percy urlava e piangeva. Sembrava distrutto. Proprio quando il padre lo lasciò andare Nico aprì gli occhi e gli sorrise, sorrise come se fosse tutto ciò di più meraviglioso esistesse su quella terra. Poi disse: “Verde, nella mia testa c’erano solo i tuoi occhi, volevo rivederli almeno una volta e sei qui, i tuoi occhi verdi mare e il tuo odore di mare e tuo ora sei qui e ti vedo...” “Amore mio, o miei dei!!! Sei sveglio, sei qui con me – e detto questo lo abbracciò e lo baciò – ti amo, ti amo, ti amo, ti amo...” Era come una cantilena, una supplica e lo diceva piangendo, come se non lo avesse mai detto, come se fosse l’unica cosa che importasse in quel momento, lo disse senza preoccuparsi di nessuno, come se fossero soli ed era una scena da film, di quelli romantici che fanno venire i brividi e non c’era nulla di più bello se non loro. “Anche io, anche io Perce, ti amo tanto, è finito tutto ora, tranquillo, tutto. Sono qui, sono qui per te, per sposarti e restare con te. Ti amo e questo basta.” No, non poteva esistere qualcosa di più bello in quel momento. “Ehm... scusate se interrompiamo, ma noi dovremmo andare e siamo felici che tu stia bene Nico... cercate di non cacciarvi in altri guai.” Questo è ciò che disse Poseidone, con un lieve sorriso. Era felice di vedere suo figlio stare bene, essere solamente felice. Anche Ade era contento e doveva vendicarsi per quello che sua moglie aveva fatto, perciò annuii e sparì in un attimo, come era venuto. “Allora, tra due settimane ci sposiamo... sei pronto?” chiese Percy guardando il fidanzato negli occhi. “Io sono pronto se ho te vicino, non vedo l’ora di essere tuo marito.” Nico rispose con un tono leggero, non aveva paura, era davvero pronto. “E poi la bambina... Annabeth ha preparato tutto a suo dire... ci vorrà ancora un po’ però.” E detto ciò si cullo in quell’abbraccio che sapeva di molte cose, ma soprattutto di amore, perché tra quei due l’amore non mancava di certo. Electra Aria Greco era stata lì, aveva visto tutto, dall’inizio alla fine ed era spettacolare come quell’amore stesse affrontando di tutto e fosse sempre più forte e sempre più abbagliante. Si girò e si diresse verso i suoi nuovi amici, tra cui Leo e Reyna e in quel preciso momento la dea Afrodite le disse di aspettare, di aspettare ad innamorarsi, perché le avrebbe reso la vita un inferno. N.d.A. In questo periodo la mia vita è un gran casino... la malattia e mille altre cose non mi consentono di avere molto tempo per scrivere e occuparmi di molte cose, ma cercherò di rimediare in questi giorni. Questo è solo un capito di passaggio, Se avete idee fatemi sapere. Come sempre una stellina è ben accetta e anche dei commentini su come migliorare, se vi piace e tante altre belle cose. Un bacio a voi miei Cupcakes Vi voglio bene, scusatemi ancora. Multifandomiana.

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Capitolo 11
*** Amare ***


GENERAL POV camp hal-blood Erano passati due mesi, due mesi in cui lei si era abituata alla vita del campo. Aveva legato molto con tutti i ragazzi, ma soprattutto lei era definita la “preferita dei sette più Nico” e questo perché, proprio grazie a loro, era riuscita a gestire i suoi nuovi poteri e loro passavano il tempo sempre assieme. Erano una famiglia, anche se dopo le due settimane successive i Pernico sarebbero diventati una famiglia a parte. Eh si! Due settimane al Grande Giorno del Grande Matrimonio del Campo. Era stato nominato GGGMC da quasi tutti e i mezzosangue erano alle prese con i preparativi, ma non Percy e Nico, gli era stato imposto di restare separati e quindi di andare dalle loro famiglie. Percy sarebbe stato una settimana da Sally e una da Poseidone e Nico una settimana da Ade e una da Sally. La donna ormai era diventata come una seconda madre e questo faceva davvero piacere a Percy. Lo si vedeva nei suoi occhi. Almeno, lei lo vedeva. Annabeth frequentava un ragazzo, ma si vedeva che aveva uno strano luccichio negli occhi al solo nominare Reyna e questo causava in lei un moto di gelosia, si sentiva come attratta da lei e le piaceva molto, anche se la cosa era, o sembrava, reciproca lei non voleva fare del male a nessuno poiché aveva paura della leggenda della maledizione di Zeus lanciata su di lei al concepimento, non sapeva se era vera o no visto che ne Apollo ne Ade o qualsiasi altro dio aveva dato segni di vita... Comunque anche Leo l’attirava, come una calamita e quando c’erano Lui, Lei e la figlia proibita lei impazziva... perciò scappava e non era divertente visto che una volta dall’imbarazzo, non sapendo ancora controllare bene i suoi poteri, era stata risucchiata dalle ombre ed era diventata completamente invisibile. Capitava anche a Nico da quando il padre risvegliandolo gli aveva donato nuovi, nuovissimi poteri che un figlio degli Inferi poteva lontanamente sognarli. Lui diceva che era stupendo, poteva contattare Percy, Electra o altre persone telepaticamente quando voleva, era come un messaggio iride e lei aveva imparato a far apparire la sua figura davanti alle persone. Era figo. Punto. Non c’era nient’altro da dire. “Electra! Ehy ciao! Volevo chiederti se ti andava di fare un giro, tipo sulla spiaggia. So che non hai nulla da fare...” era stata Reyna a parlare ed era così bella con la maglietta viola, i lunghi, lunghissimi capelli intrecciati in una coda di lato e dei fiori dorati tra i capelli. Era stupenda. “OH. Ehm, ci..ciao! Reyna! Come stai?” chiese lei diventando rossa “Io bene, ma non tergiversare, dai ti prego vieni con me!” la praetor di Nuova Roma fece una sorta di faccia da cucciolo in stile Percy ed era troppo tenera quindi disse: “Si okay, ma non vale fare quella faccia! Anche se Perseus la fa mooolto meglio!” si girò e i suoi capelli corti, ricci e castani si mossero spinti dal vento in modo etereo. Poi scoppiò a ridere. Una risata splendida, solare, realistica, come se fosse qualcosa da tutti i giorni. “Hey Ele, sembri davvero Nico quando rimprovera Percy!” e rise anche Reyna, ma al contrario di Electra lei rise in modo più dolce e melodioso, e ciò fece pensare ad Aria che pur essendo la figlia della dea della Guerra lei avrebbe fermato qualsiasi cosa con quella risata. E cosi non resistette si avvicinò improvvisamente e le strinse la mano, lei ricambiò la stretta, in modo dolce e in quel momento, che potevano essere ore, minuti, secondi, qualsiasi cosa, Electra si sentì leggera, ma poi si ricordò di Zeus, di Afrodite e della promessa che le aveva fatto, cosi si stacco la guardo negli occhi e Reyna disse: “Sei come l’aria per me Electra Aria Greco” ma appena finita la frase Aria scappò, scappò nella penombra, dove lei amava stare. GENERAL POV pernico Percy era da Poseidone e Nico da Sally, amava il fatto che lui adorasse sua madre e la cosa fosse reciproca e amava ancora di più il pensiero che entro due settimane sarebbero stati sposati, con una bambina e mille responsabilità. Ma aspettate, non con una bambina qualunque, una dea, figlia di Nico, Percy, Era e tutti gli dei. Bianca. Lei era Bianca. Bianca Sea di Angelo. Percy avrebbe preso il nome di Nico, era meglio così, voleva essere suo e basta, sapeva che lui a Nico apparteneva, quindi andava bene ad entrambi. Era come se fossero una cosa sola, sempre, quando facevano l’amore, quando si baciavano, quando si abbracciavano, quando facevano qualsiasi cosa anche da soli si sentivano insieme. Era qualcosa che andava contro loro stessi. Avevano passato di tutto, tutto ciò che le Moire gli mettevano davanti loro lo superavano. Insieme. Poseidone entrò nella stanza e appena vide il figlio sdraiato nel letto con una faccia da ebete fu il colmo. “ Che fai con quella faccia Percy?” chiese sedendosi sul letto. “Beh, pensavo. Ci credi che diverrò padre? Tu sarai nonno! È.. è... è magnifico.” Disse il figlio del Mare e il padre rispose serio: “Lo so e sono davvero felice per te e Nico, davvero” al solo nominare Nico, Percy si perse di nuovo nei suoi pensieri e vedendolo nuovamente sorridere il padre uscì, decidendo di aspettare a dire a Percy quello che lo preoccupava di più.

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