IwaOi Lovers for Eternal Power!

di valechan91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.“You asked for protection. 'I will protect you” ***
Capitolo 2: *** 2.”'I miss you more than myself . Don't forgive me, but forgive him” ***
Capitolo 3: *** 3. “Ogni volta che soffro, sento il calore della tua mano a ridarmi forza” ***
Capitolo 4: *** 4.” Abbastanza alto, eccitante, perfettamente scolpito” ***
Capitolo 5: *** 5. “Come avete osato alzare le mani su di lui?” ***
Capitolo 6: *** 6. “Ti amo. C’è qualcosa di peggiore?” ***
Capitolo 7: *** 7.” Nei suoi sogni lo vedeva” ***
Capitolo 8: *** 8. “ La prima cosa che catturò la sua attenzione sullo schermo fu il volto di Tooru” ***
Capitolo 9: *** 9.” Siete sempre stati una coppia perfetta, più di noi” ***
Capitolo 10: *** 10.” Non osare” ***
Capitolo 11: *** 11. “Ti voglio” ***
Capitolo 12: *** 12. “ Non ho mai pensato che la mia scelta fosse sbagliata” ***
Capitolo 13: *** 13. “ Tra loro, quel limite era già stato superato” ***
Capitolo 14: *** 14. “Tutto di te” ***
Capitolo 15: *** 15. “Non posso perderti” ***
Capitolo 16: *** 16. “Forse…” ***
Capitolo 17: *** 17. “Esprimere un desiderio alle stelle” ***
Capitolo 18: *** 18. “Let me reach you again” ***
Capitolo 19: *** 19. “My knight” ***
Capitolo 20: *** 20: “Lo so.. lo so che fa male” ***
Capitolo 21: *** 21: “Quando ami qualcuno, quando qualcuno ti ama” ***
Capitolo 22: *** 22. “TI amo in mille modi” ***
Capitolo 23: *** 23. “ Dimmi come amarti nel mondo in cui vuoi tu” ***
Capitolo 24: *** 24. “My perfect trust with you, too.” ***
Capitolo 25: *** 25: “Volevo solo fare qualcosa che almeno rendesse felice Oikawa” ***



Capitolo 1
*** 1.“You asked for protection. 'I will protect you” ***


IwaOi Lovers for Eternal Power!

 

Ciao ragazzi!
Eccomi di nuovo con una nuova IwaOi.
Ce ne sono così poche in giro su internet, aumentiamole. Parliamo di vero amore ufficiale.
Questa storia sarà speciale, e voi lettori siete liberi di scegliere come preferite.
Sarà una serie di drabble, basata su una serie di frasi. Scegliete voi se legarle o meno.
Viva il vero amore. Perché l’amore, quello puro, quello che sa superare le difficoltà, non muore mai. È eterno e cristallino.
Contro chi vuole dividere il vero amore.
Questa storia la dedico a tutti coloro che nell’amore, nonostante la sofferenza, credono ancora. Ma non nell’hate sex. In quell’amore che ti rende completo.



 

1. “You asked for protection. 'I will protect you”


 

Era un normale giorno all’Aoba Johsai. Iwaizumi Hajime, vice capitano e Asso della squadra di pallavolo, passeggiava svogliato per i corridoi durante la ricreazione. In mano, aveva un panino.
Sogghignò al pensiero che il suo migliore amico, Oikawa Tooru, idolo delle ragazze e capitano della squadra, avrebbe fatto una faccia disgustata a guardarlo.
Entrambi avevano un ottimo metabolismo, mangiavano senza ingrassare, ma Tooru, per quanto non eccessivamente, era fissato con il cibo sano, tutto per quelle sue stupide fan.
Finì il panino e accartocciò con rabbia la carta in cui era avvolto, gettandolo in un cestino.
Quel tipo era capace di farlo incazzare anche solo pensandolo.
Lui lo conosceva come le sue tasche, o meglio, la cosa valeva per entrambi. 
Erano complementari e nella squadra oltre all’ammirazione, cresceva il rispetto per quel legame che li univa.
Tornando con stizza nella sua classe, concentrato a non pensare che dopo avrebbe picchiato Oikawa (era sempre colpa sua, dopotutto) e pensare ai compiti di inglese della lezione successiva, si ricordò di un episodio della loro infanzia.
Hajime era sempre stato appassionato di coleotteri e si trascinava il povero Tooru, che non voleva rimanere solo ma giocare con il suo amico.
Tooru aveva preso l’abitudine di gironzolare da solo se Hajime si lasciava prendere la mano, e finivano, infatti, sempre nei boschi lì intorno.
Un giorno,  Tooru vide un gattino che non riusciva a scendere dal ramo di un albero e decise di salire per aiutarlo, sebbene non fosse esperto come il suo amico, che si arrampicava ovunque pur di prendere quelle bestiacce che per lui erano splendide. Non riusciva a capirlo, Hajime-chan.
Nel salire, si sbucciò il ginocchio, ma stringendo i denti, con le lacrime agli occhi, il piccolo Oikawa arrivò sul ramo.
“Vieni qui, gattino” disse gattonando lentamente. Il gatto, però, spaventato, arruffò il pelo e tirò fuori gli artigli.
“Tooru! Che stai facendo?” gridò il piccolo Hajime, sopraggiunto in quel momento. Guardò il gatto e capì.
“Sei uno stupido! Non muoverti o lo farai spaventare di più!”
“Hajime-chan, aiutami! Proteggimi!”
Iwaizumi salì sull’albero, facendo molta attenzione. Erano bambini, ma si trattava pur sempre di un ramo.
Il gatto si mosse eccessivamente, facendo muovere il ramo, e caddero.
Tooru non avvertì la botta dovuta alla caduta. Hajime si era spinto in avanti, prendendolo tra le braccia, e adesso si ritrovava sul petto dell’amico, che aveva sbattuto di schiena.
“Ahi ahi” si lamentò il piccolo Iwaizumi.
Il gatto, caduto diritto, li fissò per poi allontanarsi”
“Mi dispiace, Hajime-chan”
“Stupido Tooru.  Mi hai chiesto di proteggerti. Io ti proteggerò”
Il bambino lo fissò con gli occhi luminosi.
“Ma non fare quella faccia!”

 


Iwaizumi Hajime tornò alla realtà e scosse la testa. Quell’Oikawa era un piantagrane sin da bambino, e lui se lo tirava dietro. Che la loro amicizia fosse…scosse la testa al pensiero. Impossibile.
Erano uomini entrambi…. Pensò senza accorgersi dell’accenno di sorriso che aveva incurvato le sue labbra e quel poco di rossore sul viso, quasi impercettibile.
Passò davanti la classe di Oikawa, che lo salutò sorridente come sempre. Lo  guardò storto e girò i tacchi andando nella propria classe.
Il pomeriggio, prima degli allenamenti, i ragazzi del terzo anno decisero insieme cosa presentare al festival del terzo anno. Matsukawa propose una storia di mafia, con protagonisti Iwaizumi e Oikawa.
“Fufufufufu, non potevo che essere io il protagonista, Oikawa-san!”
“Taci, Shittykawa. Perché devo farti io da guardia del corpo?”
“ Il copione prevede che il protagonista venga protetto come testimone di un omicidio” disse Hanamaki “io e Matsukawa saremo i mafiosi”
“Volevo fare il mafioso”
“Iwa-chan non vuoi proteggermi?”
“Giusto, Iwa-chan, non vuoi proteggere la tua mogliettina?” sghignazzarono gli altri due
Il titolo della commedia era “You asked for protection. 'I will protect you”
Chi meglio della coppia sposata dell’Aoba Johsai a rappresentarla?
“SHITTYKAWA, SEMPRE COLPA TUA!” sbraitò Iwaizumi leggendo il titolo e il copione



 

 

 

 


Eccoci qui con la prima, breve storia!
Gli aggiornamenti saranno giornalieri.
A domani. Parola chiave:  I miss you

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Capitolo 2
*** 2.”'I miss you more than myself . Don't forgive me, but forgive him” ***


Eccoci con la seconda storia!
Buona lettura!



2.”'I miss you more than myself . Don't forgive me, but forgive him”


 

Pochi lo sanno, ma alla Kitagawa Daiichi, le cose tra Iwaizumi e Oikawa cambiarono.
Già dall’arrivo di Kageyama Tobio, il piccolo genietto del primo anno che da subito aveva rivolto ad Oikawa sguardi colmi di ammirazione, e ad Iwaizumi sguardi carichi di rispetto.
Si ritrovavano più di una volta a discuterne. Oikawa esagerava, soprattutto da quando aveva sentito le parole dell’allenatore.
Ad Iwaizumi non era sfuggito lo sguardo di Oikawa, quando l’allenatore parlava dei progressi di Kageyama. Lo sapeva. Sapeva che Oikawa li notava più di chiunque altro, in quanto alzatore. Ma non solo.
Kageyama era versatile, la palla era come un prolungamento del suo corpo, ma aveva scelto il suo stesso ruolo. Non riusciva a capire perché.
Ogni volta, Iwaizumi lo riprendeva più volte. Quel cretino si stava sforzando già troppo senza che iniziasse  a strafare. Lo avrebbe riempito di pugni,  questo era certo.
A volte capitava che non si parlassero per un po’, perché discutevano sull’argomento.
Le cose cambiarono un giorno, all’improvviso, e Kageyama fu colui che innescò la miccia.
Oikawa non resse più la pressione e stava per colpirlo, ma Iwaizumi era lì, ad impedirgli un errore che forse gli sarebbe stato fatale.
Dopo averlo malmenato, anche con una testata, Iwaizumi lo trascinò a casa, ma Oikawa lo invitò a restare.
Iwaizumi lo seguì, avevano bisogno di parlare quella sera.
Nella camera di Oikawa, quella sera, parlarono anche di ciò che era accaduto poco prima.
Era stata una delle rarissime volte in cui Hajime si scusava con lui. Lo aveva colpito con una testata forte in pieno naso, ma di certo non voleva che il loro alzatore titolare e capitano si infortunasse a causa sua.
Oikawa non era molto be disposto  a parlare di Kageyama, ma sapeva che era necessario.
“Ho capito, Iwa-chan, mi comporterò come sempre e batterò sia Tobio-chan che Ushiwaka-chan a modo mio”
“Siamo in sei, devo ridirtelo, cretino?” ribattè Iwaizumi, inarcando le sopracciglia per poi sospirare
“Ascoltami bene, Stupikawa” disse fissandolo “ a me, più che a chiunque altro, manca il vecchio te stesso. Più di me stesso. Non perdonare me, perdona lui” concluse, riferendosi a ciò che era accaduto prima.
Iwaizumi e Oikawa sapevano bene che, in quanto ad esperienza, Kageyama aveva ancora da lavorare.
Oikawa arrossì leggermente e annuì.
Il giorno dopo, Oikawa era tornato quello di sempre. Tutti se ne accorsero, e Iwaizumi lo osservava con la coda dell’occhio,   e gli angoli della bocca inarcati in un leggero sorriso.
Almeno fino a quando non iniziò a dare fastidio a Kageyama.
“Oikawa, non litigare con quelli del primo anno!” lo riprese, come sempre. La loro quotidianità era tornata ad essere quella di sempre.



 


Ormai al secondo anno dell’Aoba Johsai e pronti a diventare prossimo capitano, e vicecapitano ed asso, Iwaizumi ed Oikawa andarono a vedere una delle ultime partite del piccolo prodigio, Kageyama Tobio, alla Kitagawa daiichi.
Oikawa era irritato dal soprannome che gli avevano dato: Re del Campo.
Ma lì, con un  mefistofelico sorriso, capì che non c’era nulla da vantarsi per quel soprannome.
“Tobio-chan ha ancora molta strada da fare” pensò guardando la partita.
Istintivamente, l’alzatore cercò la mano dell’altro, che la scacciò in un moto di stizza.
Poi, Iwaizumi la avvicinò alla sua, senza prendergliela. Solo per fargli capire.
Sei ancora tu il miglior alzatore della prefettura di Miyagi.






A domani con una nuova storia.. Parola chiave: sai come colpirmi al cuore

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Capitolo 3
*** 3. “Ogni volta che soffro, sento il calore della tua mano a ridarmi forza” ***


Eccoci con la terza  storia!
Buona lettura!

 

 


3. “Ogni volta che soffro, sento il calore della tua mano a ridarmi forza”

 


Avevano perso. Era sfumata l’ultima possibilità di andare ai nazionali, e di battere Ushijima.
I ragazzi del terzo anno erano i più provati, ma cercavano di farsi forza in qualche modo per il bene di chi restava.
Iwaizumi e Oikawa, però, erano quelli che erano più scossi.
Iwaizumi si colpevolizzava. Era andata così, non poteva fare nulla, ma… se fosse riuscito a schiantarla a terra…
Oikawa, invece, si chiedeva come sarebbe finita se fosse riuscito a tenere la palla in gioco.
Quando il capitano dell’Aoba Johsai si allontanò per andare a cercare gli altri, Iwaizumi mormorò qualcosa a denti stretti.
“Quell’imbecille… adesso la faccia da duro, ma a casa… verserà sicuramente qualche lacrima. Cristo, che rottura”
Una volta tornati a casa, Iwaizumi mandò una mail a Oikawa, dicendogli di ascoltare una canzone e che l’avrebbe ascoltata anche lui.
“ Non mi va che poi ti lamenti che hai gli occhi rossi domattina” concluse
“Cattivo Iwa-chan” commentò Tooru.
Prese il suo ipod e lo fece partire. Era una canzone che conoscevano entrambi



 


Chiudi I miei occhi con le tue care mani
Ogni volta che soffro vengo a riposare sotto il tocco delle tue mani
Ogni volta che soffro, sento il calore della tua mano a ridarmi forza
E come il dolore, onda dopo onda, sfuma verso il sonno, leggermente
Come un ultimo battito, tu riempi completamente il mio cuore





Iwaizumi, steso sul proprio letto, ascoltava la canzone. Non era finita, non per loro almeno.
L’Aoba Johsai, anche senza di loro, ce l’avrebbe fatta a vincere. Non per nulla erano ancora tra i migliori della prefettura.
Continuava a darsi la colpa, soprattutto perché voleva affrontare Ushiwaka ancora una volta, con Oikawa.
Oikawa, intanto, mandò una mail a Iwaizumi.
“Non hai fallito in nulla, Iwa-chan. Qualunque cosa succeda, sei e resterai sempre il mio Asso”


 

Il loro tempo alla Seijo era finito, ma non voleva dire che fosse finita la loro carriera nella pallavolo.
Altre mete, sempre più alte, sempre insieme. Perché sempre, avevano avuto lo stesso obiettivo.
Era solo un nuovo inizio.




 

 

 

Piccola nota. In Giappone non esistono gli sms, ma esistono solo Line e un programma compatto di mail, simile ai nostri sms.
A domani con la prossima. Parola chiave: Hot

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Capitolo 4
*** 4.” Abbastanza alto, eccitante, perfettamente scolpito” ***


Eccoci alla quarta storia!
Stavolta si va sul piccante. Non è amore senza la passione, non credete?
E loro di passione ne hanno, e tanta. E soprattutto sincera.
Buona lettura!
 


4.” Abbastanza alto, eccitante, perfettamente scolpito”

 


Era iniziato tutto per caso, ma ripensandoci, Oikawa doveva complimentarsi con sé stesso. Forse non era altro che la naturale evoluzione di ciò che già erano. Si, il suo Iwa-chan.
Ormai quel possessivo poteva usarlo.
Era iniziato tutto una qualche sera, per caso. Una bevuta tra amici, loro due ubriachi.
Si erano ritrovati nel letto, il mattino dopo, completamente nudi.
Iwaizumi recava dei graffi sulla schiena, Oikawa aveva il sedere dolorante. Nonostante l’alcool ancora in circolo, non ci misero molto a capire cosa fosse successo.
Il loro rapporto era molto stretto,  e forse le cose stavano già cambiando… ma quello fu in fulmine a ciel sereno.
Oikawa era stato  il primo a capirlo, quell’amicizia stava per finire. Ma aveva paura. Molta.
Un conto era diventare più che amici, o essere più che amici ma meno che fidanzati.
Perdere una persona cara al punto tale da essere l’altra metà di te è tutt’altra faccenda.
Perché lo aveva percepito. Non era stato soltanto del sesso occasionale.
Da parte sua, Iwaizumi era decisamente perplesso. Non sapeva cosa fare.
Oikawa, circondato da ragazze… era venuto a letto con lui.  Ma lo aveva percepito, quel sentimento che c’era tra loro. Ma… sperava non fosse un gioco.



Da quella volta, fecero finta di nulla, ignorando più che potevano l’accaduto e restando quelli di sempre. Anche se ogni tocco, ogni parola, provocava loro dei brividi lungo la schiena.
Oikawa, proprio quella sera, non perdeva occasione di ammirare il fisico asciutto dell’altro. Senza farsi vedere, o Iwaizumi lo avrebbe picchiato.
Nonostante i cinque centimetri  che li dividevano , perché lui era più alto, Oikawa lo trovava abbastanza alto, e decisamente eccitante.  Fisico scolpito, muscoli tonici, gambe sode, bicipiti perfetti ( che ahimè provava sulla propria testa). Non era affatto bello come lui, ma trovava Iwaizumi… molto più che eccitante.
A volte, nella doccia, di sbieco, senza farsi notare, anche Iwaizumi perdeva qualche secondo ad ammirare Oikawa. Salvo poi voltarsi stizzito, ricordandosi di quella notte.
Entrambi avevano ancora vivide in mente le emozioni di quella notte.
I corpi allacciati, ansimi, gemiti, tocchi, morsi delicati.
Oikawa sentiva ancora la sensazione di completezza nel sentirlo, e il calore di sentirlo sopra di sé.
Iwaizumi, o almeno il suo corpo, ricordava perfettamente i gemiti di Oikawa sotto di sé,  le spinte, il calore.
Quel giorno, dopo gli allenamenti, dopo alcuni sospiri, decisero di superare  i loro timori.
Si fissarono,  e poi Oikawa ruppe il silenzio che regnava tra di loro in quel momento. Una delle poche volte, almeno.
“Iwa-chan, vieni da me stasera. Giochiamo a videogiochi e poi… dobbiamo parlare” disse serio
Iwaizumi annuì. Era il momento di scoprirsi.




 


Alla prossima storia!
Parola chiave: non osate guardarlo

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Capitolo 5
*** 5. “Come avete osato alzare le mani su di lui?” ***



Eccoci alla quinta storia!
Buona lettura!

 

5. “Come avete osato alzare le mani su di lui?”


 


Successe tutto una sera, in un locale.
Iwaizumi e Oikawa si erano messi insieme da poco, e a volte uscivano, andando per locali dopo una passeggiata. A volte, Oikawa trascinava il suo ragazzo per negozi, soprattutto a comprare cose a tema alieni.
Quella sera fu orribile per Oikawa, ma rafforzò la consapevolezza di ciò che li univa.
Dei ragazzi, fregandosene che Oikawa fosse fidanzato, avevano iniziato a provarci.  Iwaizumi si irritò, scacciandoli in malo modo, mentre Tooru gli fissava in modo glaciale, sfoggiando il suo sorrisetto quasi demoniaco.
“La mercanzia di seconda scelta non mi interessa” sogghignò il capitano dell’Aoba Johsai “ ho già il mio Iwa-chan, meglio per il vostro bene che vi allontaniate”
I ragazzi, infuriati, si allontanarono.
Quando, però, Oikawa si allontanò per andare nei bagni, lo trascinarono nel retro.
Tooru resisteva e li guardava sprezzante, nonostante gli apprezzamenti lascivi, che iniziava a detestare profondamente.
Scostò bruscamente uno dei ragazzi che aveva tentato di toccarlo, rimediando un sonoro ceffone.
Purtroppo, erano dei tizi alti almeno quanto Ushijima, poteva tenere loro testa ma non batterli.
Tooru li guardò furioso, con una rabbia che solo poche volte aveva provato.




Iwaizumi lo andò a cercare. Per quanto nei bagni il suo fidanzato ci mettesse sempre un’eternità, nemmeno fosse una donna, il ritardo era preoccupante.
Ma nei bagni non c’era.
Li aprì uno ad uno, ma niente.
Sentì dei rumori dal retro ed un sonoro schiocco, così andò a controllare.
A quella scena, Hajime si infuriò. Le iridi verdi si riempirono di pura rabbia.


 

“Come avete osato alzare le mani su di lui?” disse con voce impastata dalla rabbia “Non dovete nemmeno guardarlo. Non ne siete nemmeno degni., patetici bastardi!”
Hajime fece scrocchiare le dita e si avvicinò, tirando un pugno ad uno dei ragazzi.
Erano in tre.
Oikawa, complice la distrazione dei ragazzi, riuscì a tirare un pugno nello stomaco ad un altro e stenderlo, guardandolo gelidamente dall’altro.
Non sia mai che lui fosse una damigella in pericolo. Se c’era una cosa che amava della sua relazione con Iwaizumi Hajime, oltre a divertirsi a spese del fidanzato, era che il loro modo di proteggersi a vicenda era anche aiutarsi a vicenda, appoggiandosi l’uno all’altro.
Iwaizumi stese l’ultimo, per poi raggiungere il fidanzato.
Tooru era leggermente scosso, più per sorpresa che per paura.
Sapeva come fronteggiare certi tipacci, ma lo avevano colto di sorpresa.
Hajime gli cinse le spalle con un braccio, avvicinandolo a sé. Lo fece calmare, percependo la sua ansia, e lo tirò verso casa.
Quella notte dormirono abbracciati più delle altre volte.

 



 

 

Alla prossima!
Parola chiave: ti amo

 

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Capitolo 6
*** 6. “Ti amo. C’è qualcosa di peggiore?” ***


Eccoci con la sesta storia!
Buona lettura!


6. “Ti amo. C’è qualcosa  di peggiore?”

 

 

La finale. La Shiratorizawa aveva vinto ancora.
Poi ancora, la Karasuno. Sembrava un eterno circolo.
Iwaizumi continuava a darsi la colpa, mentre Oikawa si chiedeva se avrebbe potuto tenere quella palla.
Dopo l’ultima loro estrema alzata, ci aveva sperato davvero fino in fondo.
Quelli del terzo anno si presero un momento, e vennero lasciati soli.
Alla fine, negli spogliatoi, restarono solo il capitano ed il suo vice.
Iwaizumi, mentre si cambiava, tirò un pugno all’armadietto.
Era colpa sua. Avrebbe dovuto farlo quel punto.
E per di più… c’era Oikawa.
Sapeva quanto ci tenesse a sconfiggere Ushijima. Non che lui ci tenesse meno, ma conosceva l’ego dell’amico.
Che forse…
Non voleva più vederlo ridotto ad uno straccio, o peggio, farsi male di nuovo.
Hajime chiude l’armadietto, sbattendolo con forza.  Dopo qualche giorno… si sarebbero ritirati.
Si voltò a guardare per una delle ultime volte gli spogliatoi.
Lì aveva condiviso risate e lacrime insieme agli altri. Quel palazzetto…
Come per Oikawa, anche per lui era diverso che con la Kitagawa Daiichi.



Durante il tragitto verso casa, Iwaizumi e Oikawa si ripromisero di continuare la loro strada, che sapevano essere la stessa.
Promessa che ribadirono dopo essersi ritirati dal club, pochi giorni dopo.
Yahaba e Kyotani erano i loro successori, e Oikawa non avrebbe potuto scegliere meglio.
Quella sera, una volta sulla soglia di casa, Iwaizumi fissò Oikawa di sottecchi.
Tutto ciò che era successo era servito per fare chiarezza.
“Ti amo. C’è qualcosa  di peggiore?” pensò Hajime, guardando l’altro
Come percependolo, Tooru, prima di andarsene, si voltò, lo tirò per il colletto e lo baciò.
Fu un mero sfiorarsi di labbra, ma bastò a far tremare i loro cuori almeno un po’.
Oikawa si staccò e lo fissò. “Buonanotte, Iwa-chan. Domani parliamo”  e andò via nella strada buia.




 

 

Alla prossima!
Parola chiave: sogno

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Capitolo 7
*** 7.” Nei suoi sogni lo vedeva” ***


Eccoci alla settima.
Buona lettura!


 

7.” Nei suoi sogni lo vedeva”

 


I problemi per Iwaizumi Hajime iniziarono un giorno qualsiasi all’Aoba Johsai, quando, quasi per scherzo, Hanamaki propose di sfruttare Oikawa per incrementare le entrate al club.
Così iniziarono a vendere alle fan di Tooru delle foto.
Erano scattate durante gli allenamenti.
Iwaizumi non era molto d’accordo. Gli piaceva rompere le scatole a quell’idiota, ma non a spese della squadra e della concentrazione dello stesso idiota.
Ma il piano ebbe successo.
Da  quel giorno, però, lo vedeva nei suoi sogni.
Oikawa iniziava a monopolizzarli, e lo irritava. Scompariva pure Godzilla.
Il suo inconscio doveva avere dei problemi.

 


Ci volle un po’ perché capisse che quello sciocco aveva monopolizzato anche il suo cuore.



 

 


Alla prossima!
Parola chiave: la prima volta che lo vide

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Capitolo 8
*** 8. “ La prima cosa che catturò la sua attenzione sullo schermo fu il volto di Tooru” ***



Eccoci all’ottava!
Buona lettura!



 

8. “ La prima cosa che catturò la sua attenzione sullo schermo  fu il volto di Tooru”

 

Erano passati pochi anni dai tempi dell’Aoba Johsai.
Iwaizumi e Oikawa ormai avevano una stabile relazione da anni. Se il Giappone in cui vivevano si fosse aperto di più, avrebbero potuto anche sposarsi, dopo ancora qualche anno.
Ne avevano discusso, ma era ancora tutto da decidere. In caso, sarebbero andati all’estero, per poi tornare come… marito e marito, e farsi riconoscere.
Per loro, era solo un pezzo di carta, che non avrebbe certo impedito il loro amore.
Erano entrambi giocatori professionisti, ancora Coppia d’Oro di alzatore e schiacciatore.
Ma erano anche in Nazionale, e ripensandoci, Iwaizumi se la rideva.
Ushijima, ovviamente, era stato convocato, e se loro due erano nella stessa squadra di professionisti, il destino aveva riproposto loro il vecchio duello con il loro nemico di sempre. Stavolta sentivano davvero di potercela fare.
Il primo incontro in Nazionale, Iwaizumi lo ricordava bene, così come era sicuro che se lo ricordasse Tooru.
Ushijima, seppur non cambiando in apparenza,  aveva come imparato qualcosa dopo la sconfitta contro la Karasuno. Si congratulò con entrambi per essere arrivati fin lì, e aggiunse che Shirabu, come alzatore di riserva, li avrebbe raggiunti poco dopo.
Oikawa sgranò gli occhi e quasi schiumò per l’irritazione. Dopo Tobio, anche Shirabu.
Ma poi seppero il perché. Da non molto, il grande e grosso Ushijima Wakatoshi aveva scoperto l’amore, per il proprio alzatore.
Tooru era sollevato, almeno non gli sarebbe stato con il fiato sul collo.
Era proprio che a certa gente l’amore rincitrulliva. Tooru, però, sogghignò. Gli sarebbe tornato molto ultile, e per lo meno non avrebbe disturbato il suo amore con il suo Iwa-chan.
Hajime ricordò bene le partite giocate. Era divertente vedere Oikawa irritarsi  quando Ushijima esultava ad ogni alzata che gli faceva, anche se gliela faceva pagare. Non aveva mai battuto il cinque a quel tipo.
Lui e Ushiwaka erano diventati gli schiacciatori di punta della Nazionale. A dire il vero, si sentiva ancora qualche millimetro sotto l’altro, ma sapeva di poter ormai competere a pieno.
Le cose erano cambiate, e in meglio.

 


Mentre aspettava Tooru per uscire, accese la televisione.
Ormai convivevano da quasi più di un anno. Era stato difficile trovare dei compromessi nella quotidianità, ma conoscendosi sin da piccoli ce l’avevano fatta.
Accesa la tv, si ritrovò a guardare una loro vecchia intervista.
La prima cosa che catturò la sua attenzione sullo schermo fu il volto di Tooru.
Come sempre, Iwaizumi Hajime era accanto a lui. Stavano per essere intervistati riguardo i Nazionali, subito dopo una partita. Era una delle loro prime interviste come nuovi convocati, e sul volto gli si disegnò l’ombra di un sorriso.
Poi sbiancò ricordando un particolare di quell’intervista.
Con  Tooru era stato fermo, voleva rendere pubblica la loro relazione solo una volta sposati.  Fino ad allora sarebbe stato difficile, ma entrambi credevano nel sentimento che li univa.

 

Le risposte che Hajime e Tooru diedero furono da manuale ed educate, lui serio e Oikawa con il solito sorriso accattivante che faceva sempre nelle interviste. Adesso come allora, Hajime ricordava quando lo picchiava ai tempi della Seijo per quello stesso sorriso.
Iwaizumi si riprese dai suoi pensieri, sullo schermo Tooru ora parlava dei compagni e degli allenatori, raccontando piccoli aneddoti divertenti sugli allenamenti, e mostrando la felicità di essere lì.
Di aver realizzato il suo sogno. Il loro sogno.
“ C’è qualcosa di cui ti penti o che vorresti rifare?”
“No, non credo affatto”
“E… per la vita privata? Si parla di varie uscite, ma…”
Tooru sogghignò. “ Sono in una relazione stabile e davvero felice. Non potrei essere più felice di così, vero Iwa-chan?” e gli rivolse un sorriso smagliante
Haime vide se stesso nello schermo sbiancare per qualche secondo per poi riprendersi e trascinare Tooru lontano dalla telecamera.
“Vedi di non dire cazzate ai giornalisti, Oikawa!” disse, salutando la giornalista e sperando che non avesse mangiato la foglia.
Quel pezzo di deficiente… cosa credeva di fare?
Proprio come allora, Hajime aveva la voglia di tirargli un pugno dritto in faccia. Cosa che aveva appena fatto nel video, con la giornalista che ancora riprendeva e rideva divertita dal loro battibecco.

 


Erano maturati, ma erano sempre loro due. Come erano sempre quei sentimenti forti nati da molto tempo.

 

 

Oikawa finalmente arrivò e si beccò un pugno in testa.
“Sempre lento, Shittykawa!”
“Sei cattivo, Iwa-chan!” si lamentò Oikawa
“Andiamo. Abbiamo delle cose da fare e siamo quasi in ritardo per colpa tua”
Durante il tragitto, Hajime gli raccontò che avevano ritrasmesso l’intervista alla televisione.
Oikawa sorrise, se la ricordava bene, e lo pensava ancora.
Nella vita, non poteva più essere felice di così. Certo, non era ancora soddisfatto, e voleva ancora migliorare.
Ma chi era adesso, ciò che aveva ottenuto fino ad allora, lo aveva grazie alle proprie forze e al sostegno delle persone che in fondo credevano in lui.
Per il momento, andava bene così. Ma insieme al suo Iwa-chan puntava a vette sempre più alte.
E sapeva che lui sarebbe stato al suo fianco per sempre.



 

 

 

Alla prossima!
Parola chiave: asso e alzatore
 

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Capitolo 9
*** 9.” Siete sempre stati una coppia perfetta, più di noi” ***


Eccoci alla nona storia!
Buona lettura!


 

9.” Siete sempre stati una coppia perfetta, più di noi”

 


Le cose per Oikawa Tooru erano stressanti con il ritiro della nazionale.
Iwaizumi lo riprendeva, quando prendeva in giro Ushiima e Shirabu, ormai famosi anche più di loro nella squadra come coppietta. Trovava stucchevole vederli, odiava le coppiette. A meno che non fossero lui e Iwa-chan, ovviamente.
Non erano così melensi, in realtà, perchè Ushijima era sempre molto riservato. Chiunque, però, poteva notare le accortezze che riservava al suo alzatore.
Per non parlare di Tobio, che andava in brodo di giuggiole ai complimenti di Hinata. Quel piccoletto era davvero più stupido del suo già stupido kouhai.
Un giorno, Kageyama e Shirabu gli si avvicinarono durante gli allenamenti
“Oikawa-san, volevamo dirti una cosa” gli dissero, mentre lui li osservava con un pallone in mano
“Tu e Iwaizumi-san siete sempre stati una coppia perfetta, anche migliore di me e Hinata” iniziò Tobio
“ La vostra relazione, il vostro supportarvi a vicenda…” continuò Kenjiro “ tu guidi Iwaizumi-san come lui guida te, siete il faro l’uno dell’altro. E voi due… non ho mai visto un tale legame tra alzatore ed asso” Shirabu strinse i pugni.
“Non so se sia la vostra amicizia che vi ha resi ciò che siete adesso” disse ancora Kageyama
“Ma lo desideravo, era ciò che desideravo. Con Ushijima-san.” Sentenziò alla fine Shirabu

 


Tooru li guardò sorpreso. Aveva sempre saputo che il loro legame era speciale, ma non credeva ci fosse nulla da invidiare. Non sapeva quando avevano passato il sottile confine che separava amicizia ed amore, ma… era solo stata la naturale evoluzione delle cose tra loro.
“Certo che ne dite di sciocchezze” disse Oikawa con una smorfia “ Tobio-chan, hai anche tu qualcuno adesso, non è per questo che mi chiedesti, tempo fa, dei consigli?” lo sbeffeggiò, facendo aggrottare le sopracciglia a ragazzo
“Shirabu-kun, sono certo che Ushijima pensa lo stesso. Può irritarmi ancora, ma” lo fissò “ e potete darmi il voltastomaco per quanto siate assolutamente sdolcinati, ma… non credo che quel tipo potesse trovare di meglio”
“Pffff” qualcuno dietro di loro proruppe in una risata cristallina “Bakageyama-kun, ancora dei complessi verso il Grande Re? Che sfigato!”
Era Hinata, che era venuto a trovarlo
“Ah? Ripetirlo, idiota!” fece Kageyama, iniziando a discutere
“Shirabu” intervenne Ushijima, facendoli sobbalzare “tu non hai nulla da invidiare a Oikawa, visto che ho scelto te”
Per la prima volta, Shirabu sentì di comprendere quel piccolo stupido di Goshiki Tsutomu, quanto all’emozione di quelle parole. Come anni addietro, come sempre aveva fatto, Ushijima non diceva quelle parole addolcendole o dicendo più del necessario. Diceva solo le cose come stanno.
E quelle parole fecero scoppiare il cuore del ragazzo dai capelli miele, dalla gioia.
“Qualche volta parti a dovere, Ushijima” sogghignò Oikawa, allontanandosi verso Iwaizumi
“Ah?Che vuoi?” chiese il moro
“Nulla Iwa-chan. Solo ti va di allenarci insieme?” fece Oikawa con un sorriso a trentadue denti.
“Sei sempre una rottura. Va bene, fammi qualche alzata. Non ci farà male” Hajime inarcò le sopracciglia
“Cattivo Iwa-chan! “ commentò piccato Oikawa, sciogliendosi poi in un ghigno.
Sapeva di essere invidiato, almeno in parte. E lui invidiava Kageyama e il suo genio, e ancor di più Shirabu, che si era impegnato come un matto solo votandosi completamente  a qualcuno  e a quel modo di giocare, solo consacrando anima e corpo a chi rappresentava il suo ideale, arrivando a giocare alla pari.
Ciò che più apprezzava, però, era che avevano capito cosa per lui fosse davvero importante.
Non avrebbe rinunciato al suo Iwa-chan e a quell’amore per nulla al mondo, ma come una piantina lo avrebbe fatto crescere fino a diventare un grosso e forte albero.
Ne era sicuro.


 

 


Alla prossima!
Parola chiave: Non osare

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Capitolo 10
*** 10.” Non osare” ***


Eccoci alla decima storia!
Buona lettura!




10.” Non osare”



 

Dopo la sconfitta contro la Karasuno, sconfitto per mano del proprio piccolo, talentuoso, geniale kouhai, Oikawa Tooru non pensava potesse esserci cosa  peggiore.
Salvo incontrare il nemico di sempre, Ushijima Wakatoshi.
Lo ignorò, allontanandosi, quando lui lo bloccò, con voce ferma. “Un avviso”.
Figuriamoci se quel tipo potesse essere lì per vedere come stava. Ricordava bene le parole dette davanti ai bagni, giorni prima.
Osava mettere in dubbio le sue scelte, i suoi sacrifici di tre anni, il suo… ginocchio.
Quanti pianti solitari, per la paura di non poter giocare mai più.
Cosa voleva saperne Ushijma, impegnato solo a buttare i giocatori per primi, e poi la palla, a terra?
Cosa gli importava?
“Ascoltami bene, Ushijima. Lo dirò per l’ultima volta. Non ho pensato neanche una volta di aver fatto la scelta sbagliata. La mia carriera è solo all’inizio. Perciò, ricordati bene di non sottovalutare quel che TU definisci stupido orgoglio”.
Furono queste le parole di Oikawa, prima di commentare su Kageyama, che ormai era ben lontano, o quasi, dall’essere il Re del Campo della Kitagawa Daiichi.
Tooru fece per andarsene, ma Ushijima lo richiamò.
“ Lo sai che non avrai futuro se continuì così? Hai scelto una squadra che non ti porterà a nulla. È per Iwaizumi? Nemmeno lui”
Oikawa si bloccò, la mascella serrata, gli occhi sgranati, i pugni serrati. Si voltò, gli occhi fiammeggiavano di rabbia.
Poteva chiamarlo debole, stupido, inutile o come voleva, ma sminuire il suo migliore amico, la persona che meglio di tutti conosceva i suoi sacrifici e che forse era molto più di un semplice amico… sminuirne il duro lavoro… Tooru non lo avrebbe mai permesso.
“Non è stato inutile. L’Aoba Johsai è la mia squadra. Te lo dimostrerò, Ushijima. “
Tooru andò via, ripromettendosi che avrebbe battuto entrambi, sia Ushijima che Tobio.
Li avrebbero battuti, lui e Iwa-chan. Sicuramente.

 


 

L’occasione si presentò dopo poco, al torneo universitario. Erano ancora al primo anno, ma per la prima volta, si, bloccarono Ushijima. La seconda partita, poi, la vinsero.
Oikawa era più che felice.
Il suo cammino era quello giusto.

 





 

 

 

 

Parola chiave: ti voglio

 

 

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Capitolo 11
*** 11. “Ti voglio” ***


Undicesima storia!
Buona lettura!



 

11. “Ti voglio”

 

Sospiri, ansimi, gemiti soffocati. Quel pomeriggio di studio a casa Oikawa era diventato qualcosa di decisamente rovente.
Nonostante il caldo torrido dell’estate, nonostante gli esami imminenti, Iwaizumi e Oikawa ogni tanto si lasciavano andare, se  erano soli in casa.
Un gelato, un thè freddo, un ghiacciolo. L’aria si era riscaldata nonostante i condizionatori accesi al massimo.
Oikawa si divertiva a provocare il suo ragazzo e a volte Iwaizumi lasciava da parte pugni e testate per assecondarlo.
Erano sempre tra i migliori.
Dalla piccola scrivania si mossero lentamente verso il letto, tra le lenzuola su cui Tooru si lasciò cadere, subito sovrastato dal suo Hajime.
Il moro aveva ormai disconnesso il cervello, e se c’era Oikawa Tooru in mezzo non era mai qualcosa di positivo.
“Ti voglio. Ti voglio con me. Voglio tutto di te. Ti voglio tutto per me” Iwaizumi mormorò queste parole, facendo avvampare Tooru. Il ragazzo nascose il volto nelle spalle possenti del compagno, che iniziò a mordicchiargli piano il collo.

Fu solo passione, gioco di lingue, un toccarsi continuamente e ovunque. Per sentirsi più vicini. Più legati. Più uniti.

 

Le stesse parole, nell’amplesso, le pronunciò Oikawa.
“Iwa-chan… Ti voglio. Ti voglio con me… Voglio tutto di te. Ti voglio tutto per me. Solo… per me” mormorò preda della passione, fissando i suoi occhi castani negli occhi verde smeraldo del compagno.

 

Il loro amore non si sarebbe fermato davanti a qualche linea in più sul termometro… salvo una bella doccia rinfrescante dopo.



 

 


Parola chiave: scelte

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Capitolo 12
*** 12. “ Non ho mai pensato che la mia scelta fosse sbagliata” ***


Ed eccoci con la dodicesima storia!
Buona lettura!




12. “ Non ho mai pensato che la mia scelta fosse sbagliata”



 


Oikawa era a dir poco furioso.
Con quale diritto quel tipo, Ushijima Wakatoshi, aveva osato dirgli parole tanto sprezzanti ed arroganti?
Lo sapeva anche lui, non era cattivo.
Ma non aveva alcun diritto di dirgli che aveva sbagliato. Per cosa poi? Per asservirsi come uno schiavo alle sue mire egoistiche?
Neanche per sogno.
Chi si credeva di essere? Era forse un professionista?
Lo avrebbe battuto una volta per tutte. Lo avrebbe umiliato, ma non da solo.
Ora come ora, voleva solo rivedere i suoi compagni e Iwaizumi.
La sua scelta scelta era stata la più giusta. Era convinto delle sue parole.
Sarebbe andato insieme ad Iwaizumi ai nazionali, e lo avrebbe battuto con la squadra dell’università.
La sua squadra, l’Aoba Johsai, non era stata un errore.
Oltre al denigrarlo, oltre al sentirsi spogliato di tutti i propri sacrifici, aveva anche osato dire che aveva sbagliato.
Tooru strinse i pugni, fin quando le nocche non gli divennero bianche.
Non avrebbe rinunciato al suo orgoglio, anche perché sapeva che i suoi compagni erano dalla sua parte.
“Non rimpiango ciò che ho scelto, e mai lo farò” pensò Oikawa, dirigendosi al pullman della squadra, guardandosi intorno in cerca del suo Iwa-chan. “Io amo questa squadra”.
Erano la sua squadra e lui era il loro capitano. E lui li apprezzava, li amava, non importava se vincevano o perdevano, perché era parte del gioco.
Poteva anche avere un obiettivo da raggiungere, ma Oikawa Tooru avrebbe scelto senza alcuna esitazioni una serie di sconfitte senza fine con una squadra che sarebbe stata lì, a suo sostegno come lui per loro, una squadra che sarebbe stata lì per lui non importava cosa, invece di avere sempre la vittoria ed essere lasciato solo.


 

Voleva vincere, ma a modo suo e con le sue regole. Voleva vincere con il suo gioco, con la sua pallavolo.
L’Aoba Johsai restava sempre tra le prime 3 più forti di Miyagi, e aveva fiducia in chi restava.
Sul pullman, seduto accanto ad Hajime, Tooru osservò con attenzione i propri compagni, accennando, per una volta, un sorriso sincero. Si soffermò anche sul coach Irihata e su Mizoguchi, sempre così burbero.
Si. Non aveva dubbi.
L’Aoba Johsai era la squadra migliore che potesse capitargli. Cosa dicesse quel pallone gonfiato buono solo a distruggere tutto al suo passaggio, non aveva importanza.
Poggiò la testa sulla spalla del suo Iwa-chan, chiudendo gli occhi e stringendosi a lui.
Il suo orgoglio per quella squadra era ormai alle stelle. Le parole di qualcuno che la parola compagni non la conosceva sul serio non gli interessavano.

 




 


Parola chiave: limite

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Capitolo 13
*** 13. “ Tra loro, quel limite era già stato superato” ***


Eccoci alla tredicesima storia!
L’unica coppia esistente in Haikyuu, la più vera, l’unica più speciale e con dei sentimenti puri.
Buona lettura!



 

13. “ Tra loro, quel limite era già stato superato”



 

 

Le notti in cui Oikawa era solo in casa, Iwaizumi era solito dormire da lui. Ormai, da adolescenti, Tooru non aveva più paura, ma era sempre stato piacevole avere intorno Iwa-chan. Sempre se non lo picchiava.
Anche quando si misero insieme, complice il diploma, le cose non cambiarono.
Una volta finito il liceo, però, comprarono una casa in comune in cui vivere, a metà strada tra le loro università. Nessuno poteva batterli, e lo avrebbero mostrato al mondo intero.
Quella notte, stretto tra le braccia del suo Hajime, Tooru iniziò a pensare.
Era rimasto scioccato e profondamente disgustato, intuendo che forse quel tipo. Ushijima, potesse essere attratto da lui.
Davvero un mostro capace solo di spazzare via palla e giocatore aveva un cuore?
Ricordava l’irritazione nel non vederlo nemmeno sconvolto dalla sconfitta, e no, lui, da maestro di faccie da poker, sapeva individuarle.
Ushijima non aveva sentito nulla, e il suo disdegno era aumentato.
Glielo avrebbe riversato addosso in campo insieme ad Hajime. Come già fatto in passato.
Aveva osato mettere in dubbio la sua strada e la sua pallavolo, disprezzarla, annullarla. Ora era il suo turno.
Accarezzando leggermente il petto del suo ragazzo, Tooru pensò che fosse fortunato come pochi.
Non era una macchina da guerra senza sentimenti, e forte, come Ushijima, né un genio come Kageyama. Ma era Oikawa Tooru, era se stesso.
Come ricordava dalle medie, sarebbe andato avanti per la sua strada senza rimpianti.
Il cuore aveva perso un battito quando Iwaizumi, tempo prima, lo aveva appoggiato, pur lanciandogli come una specie di maledizione. Iwa-chan era Iwa-chan fino in fondo, dopotutto.
Ripensò a come la loro amicizia si fosse evoluta in quell’amore puro che lo faceva sentire completo e al sicuro. Non lo sentiva come uno scudo, ma come un aiuto.
Erano stati amici, migliori amici. Nonostante gli esseri umani pongano dei limiti alle relazioni e alle etichette, c’era sempre stato molto, molto di più tra loro.  Quel di più che avevano attraversato infinite volte, qualcosa che avevano tardato a capire. Un amore, ancora senza un nome, un qualcosa senza nome che faceva ricordare entrambi, Tooru soprattutto, di ogni singolo instante passato insieme sin dall’infanzia.


Lo aveva sempre saputo.
Hajime era troppo bravo per lasciare la pallavolo.
Ripensò a quando furono convocati in nazionale, e che poteva vendicarsi di Ushijima sul suo stesso terreno.
Voleva le alzate? Che si accontentasse della freddezza.
Sulle prime, nacque il disgusto, poi la rabbia, ed infine la voglia di rivincita.
Non era disposto a sacrificare se stesso per batterlo, ma poteva sfruttare la cosa a suo vantaggio.
La macchina da guerra aveva le ore contate.
Tooru aveva ghignato come poche volte nella vita, quasi maligno, quando, a causa di una telefonata di Kageyama, il kouhai chiamò Ushijima “cannone”, nome che aveva sentito dal coach Ukai.
Si, era solo un cannone senza umanità. La definizione gli calzava a pennello.
Le armi sono esseri inanimati, senza cuore, senza anima.
Hajime meritava il posto in nazionale più di lui. Si era allenato costantemente, rafforzandosi, facendo progressi nell’ultimo periodo.
Nei prossimi anni i progressi sarebbero aumentati, e Tooru non poteva che esserne felice.
Si, ne era certo.
Iwaizumi Hajime era il meglio che la vita potesse dargli, la sola cosa che per lui contasse.

 




 

 

Alla prossima!
Parola chiave: tutto di te

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Capitolo 14
*** 14. “Tutto di te” ***


Eccoci alla quattordicesima storia!
Buona lettura!



 

14. “Tutto di te”


 

Sospiri, ansimi, gemiti. La stanza di Hajime Iwaizumi era piena ormai di quei suoni.
Ogni tanto, ad Oikawa tornava la voglia di provocarlo subito dopo aver finito di studiare.  E lui ci cascava, anche se decisamente non poteva negare che gli dispiacesse.
Passare al secondo livello era stato un po’ imbarazzante per entrambi, anche se molto naturale.
In fondo, erano loro, non era sbagliato.
Iniziavano con dei baci a schiocco, fino ad arrivare a tocchi di lingua. E a Tooru che tirava Hajime su di sé, stendendosi sul letto.
Si lasciavano andare, come se al mondo ci fossero soltanto loro.
Ma in effetti, erano l’uno la persona più importante del mondo.
Tooru accettava la maniera di preoccuparsi del suo Hajime, mentre Hajime accettava il lato più stupido, pomposo e vanesio, e anche quello serio, del suo Tooru. La sua eterna spina nel fianco.



Ogni volta, come un rito, Oikawa pronunciava, al culmine della sua resistenza, delle semplici parole, che facevano perdere al suo fidanzato l’ultimo barlume di lucidità rimastogli.
“ Ti voglio dentro.  Tutto di te”
Di per sé, già Oikawa sotto di sé in quello stato, a causa sua, era qualcosa di profondamente destabilizzante.
Ma ogni volta, Hajime lo accontentava,  seguendo anche ciò che lui voleva.
Avevano sempre avuto lo stesso obiettivo, erano sempre stati attirati dalle stesse cose, fatta eccezione per alieni e Godzilla.
Ma quel vortice di puro amore trascinava solo loro.  Li univa fin nell’anima.
Tutto il resto non contava, perché c’erano solo loro due.

 


 

Alla prossima!
Parola chiave: non posso perderti

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Capitolo 15
*** 15. “Non posso perderti” ***


Eccoci con la quindicesima storia!
Buona lettura!



 

15. “Non posso perderti”



 

I primi tempi dopo il diploma furono difficili. Stavano cercando una casa in cui vivere insieme, ma non era semplice.
Adesso erano felici insieme, con una casa in comune. Ma Oikawa ogni tanto ripensava a quanto era stato difficile. A quanto fosse servito per testarli.
Oikawa Tooru, iniziò ripensare al proprio passato, in attesa che il suo Hajime tornasse.
Non poteva perdere il suo Iwa-chan, il solo ed unico in tutto l’universo di cui si potesse fidare, il solo ed unico che lo considerava davvero di talento, apprezzandolo. L’unico che aveva accanto per davvero, che si prendeva cura di lui, che lo considerava come Oikawa Tooru e non come un giocatore. Il solo che si era preso cura di lui nei suoi momenti di debolezza, il solo che glieli avesse fatti superare… anche se a modo suo.  Il solo con il quale aveva davvero goduto quegli attimi in cui erano il centro del mondo, ed avevano toccato la cima.
Nessuno, in tutto l’universo, avrebbe mai potuto prendere il suo posto. Le loro anime erano legate.
Avevano creato un legame ancora più saldo, in barba a tutte quelle malelingue che non credevano in loro.
Ad iniziare da chi credeva che il suo Hajime non potesse farcela a raggiungere i nazionali.
Era il legame più forte che avessero mai avuto, ed era felice. Felice che almeno la sua famiglia e i suoi più cari amici lo assecondassero. 
Tooru si era sentito estremamente orgoglioso quando persino Kageyama, congratulandosi,  aveva dichiarato che non aveva mai visto un legame così forte e saldo.
Non voleva dire che non discutessero, ma che con un po’ di raziocinio ed i sentimenti sinceri, ogni problema si supera.




Era difficile vivere separati, ma sarebbe stato per poco.
Tooru ricordò una delle rare volte in cui Hajime gli aveva sorriso, un sorriso luminoso, il più luminoso che gli avesse mai visto fare, mentre intrecciavano le loro dita in una muta promessa di non separarsi mai.
Oikawa poteva quasi vederlo il filo rosso che li teneva stretti stretti, legati indissolubilmente.
Avrebbe protetto questo amore ad ogni costo.
Vivevano in una nazione non benevola con chi usciva fuori dagli schemi tradizionali, e non avrebbe permesso a persone lontane da lui di giudicarli.
Ripensò ai tempi dell’Aoba Johsai.
“Saremo i migliori!”  Erano in nazionale. Ce l’avevano fatta.
“Vincerò con te, e per te, Oikawa”. Il messaggio che con gli occhi gli aveva lanciato Iwaizumi, prima di quella partita. Lo stesso che gli lanciava ogni volta, ma questa volta con un diverso esito.
“Non mi hai deluso, Iwa-chan”. Le sue parole negli spogliatoi.
Infine, ripensò al loro ingresso in nazionale.
“  Sono abbastanza per portarti dove meriti di stare, ti voglio al mio fianco. Ti voglio tutto per me”
“Siamo abbastanza” lo corresse Oikawa  “meritiamo entrambi di essere qui. Anche io, Iwa-chan, voglio solo te al mio fianco. Ti voglio con me. Ti voglio tutto per me”

 


“Non lasciarmi mai andare, Iwa-chan” pensò Tooru “Io non ho alcuna intenzione di farlo, per il resto dei nostro giorni, e anche oltre”
Tooru amava tutto  di Hajime, lo pensava sempre.  Amava anche tutto ciò. Amava il modo in cui lo faceva sentire, sicuro dal mondo esterno, protetto da tutto ciò che potesse fargli del male.
E di persone che potevano fargli del male, ne conosceva. Uno, era una loro vecchia conoscenza.
Non poteva negare, Oikawa Tooru, che gli mancava sentirlo vicino. Gli mancava, gli era sempre mancato, tutto quell’amore che avvertiva, anche per poco, anche per tutto quel tempo.
E ciò che più sperava, magari in un bel locale a New York, era diventare al più presto Iwaizumi Tooru.






Alla prossima!
Parola chiave: Forse…

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Capitolo 16
*** 16. “Forse…” ***


Eccoci con la sedicesima storia!
Buona lettura!


 


16. “Forse…”



Mancava  poco, e avrebbero vissuto insieme. Iwaizumi Hajime, nonostante tutto, avvertiva la mancanza delle stupidaggini e della petulanza del compagno.
Non era facile stare lontani dopo una vita passata a stare sempre insieme, l’uno ombra dell’altro.
Forse, però, all’ombra del suo Tooru c’era rimasto.
A volte, Hajime ripensava al passato.  Cosa sarebbe successo se le cose non fossero cambiate? Cosa sarebbe successo se la loro vita fosse proseguita insieme?
Il mettersi insieme era stato un passo naturale. Lui stesso, pur inesperto, capiva quanto in realtà il confine tra amore e amicizia, forse, tra loro non era mai realmente esistito.
A volte, lo sentiva chiaro dentro di sé, quel desiderio.
Vuole tornare indietro, lì, prendere quell’idiota di Oikawa tra le braccia e dirgli tutto ciò che nascondeva e che gli aveva nascosto fino ad allora, nel profondo. Vuole esporre il centro del suo cuore, tutto, ma al momento, almeno, non è qualcosa che può permettersi.
Tooru è più importante. Tooru è sempre stato più importante.
“Forse non avrei dovuto lasciarlo andare” si domandava a volte, per poi invece frenarsi e rimproverarsi.
Potevano attendere per la loro felicità. Avrebbero lottato insieme come sempre.
Avevano sempre giocato insieme alla perfezione, fino al punto in cui più volte  lui poteva vedere chiaramente cosa stesse pensando, e Oikawa vedere cosa lui stesse pensando.
Erano in perfetta sincronia per chiunque li vedesse. Era molto di più, molto più che amici.
Avevano smesso di essere “solo amici” dal primo anno di superiori, o chissà, dall’ultimo anno di scuole medie.
Ma sapeva che sia lui che Oikawa non avrebbero permesso a nessuno di rovinare ciò che avevano costruito e ciò che erano.
Nulla al mondo. Nessuno al mondo.
Il mondo avrebbe riconosciuto il loro amore, e le malelingue che volevano separarli avrebbero taciuto per sempre.
Hajime non era uno stupido. Gli sguardi affilati e contrari, persino di chi definiva noioso il loro legame, li notava eccome.  Alle orecchie, gli era persino giunto che la loro storia sarebbe stata noiosa più di una camomilla per conciliare il sonno.
Gliel’avrebbero fatta vedere loro, e ne era sicuro. Le stesse voci erano giunte a Oikawa, e aveva notato la luce nei suoi occhi. Quella stessa luce di quando giocano a pallavolo.
Un’altra partita, che, come sempre, avrebbero vinto, insieme, come era giusto che fosse.
Iwaizumi pensava spesso, che in fondo, non era male avere quel piantagrane intorno.
Lo rivoleva nella sua vita.
Lo voleva di nuovo, voleva afferrarlo. Voleva giocare di nuovo con lui, schiacciare quelle alzate miracolose, se non divine, fino a fargli bruciare i palmi ormai rossi, fino a che le sue gambe non avrebbero chiesto pietà.
Ovviamente, mai a prezzo del ginocchio del suo Tooru.
Per questo gioì vedendo due convocazioni per i nazionali giapponesi, e non solo under 19.
Il loro sogno era ormai realtà.
E lo sguardo che Tooru gli lanciò fu eloquente più di qualsiasi parola. Era ancora il suo Asso, il suo schiacciatore. E lui era ancora il suo alzatore.

 


 

 

Alla prossima!
Parola chiave: desideri

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Capitolo 17
*** 17. “Esprimere un desiderio alle stelle” ***



Eccoci alla diciassettesima storia!
Buona lettura!

 

17. “Esprimere un desiderio alle stelle”



 

Era la notte di Tanabata, e come sempre Iwaizumi e Oikawa la passavano insieme.
Erano passati anni, ma questo non era mai cambiato.
Da bambini, appendevano i tanzaku  al grande albero del tempio più grande per poi correre a vedere gli hanabi, i fuochi d’artificio.
Il piccolo Hajime a volte, fissava di sottecchi l’espressione in estasi di Tooru, nel guardare quelle luci perdersi nel cielo scuro.
Poi, al primo anno di scuola media, trovarono un posticino isolato, immerso nel verde, lontano da tutti.
Divenne il loro posto speciale.
Oikawa era felice, da lì poteva vedere meglio le stelle ed esprimere un desiderio.

 


Anche quel giorno, i due ragazzi andarono al tempio a pregare e ad appendere i tanzaku.
Avevano indossato gli yukata
Il povero Hajime si irritò quando delle ragazze fissarono Tooru estasiate. A quel maledetto dongiovanni stava bene qualsiasi cosa.
La sera, prima della parata e dei fuochi artificiali, si diressero al loro posto segreto.
“ Vedremo le stelle cadenti ed esprimeremo i desideri!” fece Oikawa, etusiasta
“Che strazio che sei” commentò Iwaizumi
Si stesero sul prato e fissarono le migliaia di luminose stelle nel cielo.
“ Che desiderio esprimerai, Iwa-chan?” chiese Tooru, curioso
“Non lo sai che se si dicono non si avverano?” Hajime inarcò le sopracciglia “Non che io ci creda, ma non te lo vengo certo a dire, idiota”
“Cattivo Iwa-chan!”
Oikawa non disse più nulla, indicando una stella cadente.
“L’abbiamo persa! Accidenti!”
“Ce ne saranno altre, Oikawa. “
Tooru lo fissò, sorridendo. “In fondo, però, ho qui accanto a me tutto ciò che voglio”
Iwaizumi sobbalzò e assunse una tonalità appena più colorata in volto.
“Tch. Sei sempre il solito piantagrane”
“Eh?”


Molte cose erano cambiate da quando erano bambini, ed in fondo andava bene così. 
Iwaizumi aveva un modo del tutto personale di mostrare le cose, e Oikawa era la sua vittima preferita. Ma senza alcun dubbio, non avrebbe ceduto il posto al suo fianco a nessuno e per nessuna ragione al mondo.
“  Esprimerò un desiderio, ma ho già tutto ciò che potrei chiedere, qui vicino a me…”
Hajime disse piano quella frase, per poi baciarlo lentamente.
Nel mentre, una nuova stella cadente faceva capolino nel cielo, lasciando una scia luminosa come una benedizione e una protezione  per i due innamorati.



 

 


Alla prossima!
Parola chiave: lascia che ti raggiunga

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Capitolo 18
*** 18. “Let me reach you again” ***


Eccoci alla diciottesima storia!
Che giornata sarebbe senza la dose quotidiana dell’unica coppia esistente nella serie, ufficiale, e che l'intera popolazione mondiale apprezza e ama?
Buona lettura!



 

18. “Let me reach you again”


 


Sebbene Iwaizumi sapesse di avere l’incondizionata fiducia di Oikawa, non era soddisfatto. A volte, ed erano la maggior parte, non gli piaceva essere  il suo migliore amico. Quel tipo gli dava decisamente sui nervi.
Altre volte, invece, ne era orgoglioso, ma era ben lontano dal dirlo.
Tooru aveva mostrato più volte ad Hajime come fosse l’unico schiacciatore per lui. Fu quel gesto a fargli capire che, come lui spronava Tooru, Tooru spronava lui.
Quello che era letteralmente uno schiaffo sulla sua schiena, tenuto qualche minuto in più, per infondere coraggio.
Anche se fossero andati in due università diverse, Tooru glielo mostrava: era solo lui il suo alzatore. Solo lui il suo asso. Quel ruolo gli spettava di diritto.
E lo stesso Tooru glielo aveva attribuito.
“Lascia che ti raggiunga ancora una volta” pensò Iwaizumi, dopo aver salutato Oikawa.
Quelle parole, poi, le avrebbe fatte avverare.
Non passarono pochi anni che divennero la coppia d’oro della nazionale giappponese,
O almeno, una delle due.
Ushijima era sempre una spanna davanti a loro, soprattutto adesso con Shirabu Kenjiro al proprio fianco.
Quel piccolo alzatore, come quello della Nekoma, era diventato famoso per farsi notare poco, ma fare giocare decisamente particolari, fermo nella convinzione e nell’ammirazione per il suo alzatore ed asso.
Senza contare poi, che per la prima volta, Oikawa aveva messo soggezione alle sue fan.
Sembravano parlare di qualcosa come “ushijima-san innamorato di Oikawa-san, è chiaro”.
Ushijima, raro a vedersi e ancor più raro a dirsi, sorrise.  Era comune fraintenderlo per chi non lo conosceva davvero.
Tendou una volta gli aveva detto che trovava strano ciò che non capiva.
Non che fosse cambiato molto negli anni, ma almeno, lo sapeva per certo. Voleva al suo fianco chi tirasse fuori il suo potenziale, e per farlo doveva avere qualcuno che lo apprezzasse.
Solo un estraneo a tutto, solo chi vedeva in lui uno schiacciatore, poteva pensare che fosse innamorato di Oikawa, quando aveva Shirabu al suo fianco.
Ushijima fece una strana espressione, che si potrebbe definire irritata.
Oikawa, invece, le fissò gelido e quasi schifato.
Cosa avevano in mente?! Erano entrambi fidanzati!
Le sue fan erano importanti,  non le avrebbe trattate male. Ma di certo, non lo conoscevano.

 


Iwaizumi se la rideva, Lo aveva sempre saputo che alcune fan di Oikawa lo apprezzavano solo per la bellezza.
Lui, invece, poteva vantarsi di essere la persona che lo conosceva meglio al mondo.
Erano l’uno per l’altro in quell’universo,
E Oikawa per primo avrebbe messo a tacere chiunque avrebbe mai osato anche solo tentare di separarli.
Il suo Tooru poteva essere un Re pomposo, vanesio e stupido, ma quando tirava fuori il lato serio, era un bel problema per chiunque.
Hajime ce l’aveva fatta. Era al fianco di Oikawa, nella vita e nel campo.
Come era giusto che fosse. Era lì dove gli spettava.
E anche lui non avrebbe permesso a nessuno di separarli.



 

 

Alla prossima!
Parola chiave: il mio Cavaliere

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Capitolo 19
*** 19. “My knight” ***


 


Eccoci alla diciannovesima storia!
Buona lettura!


 

19. “My knight”


 

La lotta era finita. Iwaizumi Hajime, Cavaliere Reale, sarebbe passato alla storia come colui che sconfisse il malvagio demone Oikawa Tooru.
Ma non era esattamente così.
Quel legame che li aveva uniti era stato inquinato, come una rosa che perde il proprio profumo all’improvviso.
Una profezia o un maleficio. Non lo sapeva.
Ma ormai era tutto finito.
Le lacrime non smettevano di scorrere sul volto del Cavaliere, chino sul corpo del demone.
Quel demone che aveva conosciuto e che aveva imparato ad amare.
Ma purtroppo, ogni cosa è destinata a finire.
Hajime notò un particolare. Dalla tasca della veste del demone usciva qualcosa. Era un piccolo rotolo di pergamena.



 

“ It's always been you, my knight
So hold my hand, I'll walk with you my love
Please tell me I'm your one and only, or lie, say at least tonight…


Don't forget about me, even when I doubt you, I'm not good without you
Please don't be in love with someone else
What destiny made, may the man not destroy


I'm here. And you never gonna be alone again.
Smile for me.
I really love your hugs.
together forever
I’ll always take care of you”




Il Cavaliere strinse I pugni.  Le ricordava, quelle parole.
Erano le stesse che gli aveva scritto prima di partire.
In un’altra vita, si sarebbero certamente potuti amare liberamente, senza che persone ignobili e corrotte decidessero per loro o lanciassero sortilegi.



Alla prossima!
Parola chiave: fa male

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Capitolo 20
*** 20: “Lo so.. lo so che fa male” ***


Eccoci alla ventesima storia!
In occasione del compleanno di Oikawa. Cosa c’è di meglio della coppia ufficiale della seri, l’unica che va necessariamente ed obbligatoriamente amata come coppia di innamorati?
Se li conosci, li ami.
Buona lettura?



 

20: “Lo so.. lo so che fa male”


 

Avevano perso. L’ultima possibilità di affrontare la Shiratorizawa era sfumata in un soffio. Gli era sfuggita dalle mani, letteralmente,
Iwaizumi e Oikawa lo nascondevano, ma erano i più provati. Era una vita che, insieme, inseguivano quel muro per abbatterlo. E adesso, la Karasuno li aveva battuti.
Rimasti soli negli spogliatoi, Hajime percepì sempre più anche Oikawa, come lui, era davvero distrutto.
Gli si avvicinò, stringendo i pugni, ma circondandogli le spalle con un braccio.
“Lo so… lo so che fa male” gli sussurrò piano, come a non voler interrompere quello strano silenzio
Oikawa versava lacrime silenziose, sul suo volto si leggeva tutto l’orgoglio di un Re, sebbene si mordesse le labbra.
“Ci rifaremo”
“Ne sei sicuro, Iwa-chan?” mmormorò Tooru.
“Raggiungeremo i nazionali, insieme. Lo hai sempre detto anche tu” lo fissò seriamente, nonostante gli occhi rossi dalla fine della partita “L’Aoba Johsai è forte. Può solo crescere. I ragazzi sono forti, e anche senza di noi ce la faranno. Noi due, invece, batteremo Ushiwaka sul suo stesso terreno”
Tooru annuì, cercando di convincersi.
“Non è il momento di piangere adesso, abbiamo ancora da passare il testimone” Hajime prese un fazzoletto soffiando il naso al ragazzo
Quella sera, in un pianto silenzioso, i due si strinsero forte, a casa Iwaizumi. Era il loro modo di sentirsi vicini.
Quelle lacrime li avrebbero resi più forti.

 



 

 

Alla prossima!
Parola chiave: il nome dell’Amore

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Capitolo 21
*** 21: “Quando ami qualcuno, quando qualcuno ti ama” ***


Eccoci alla ventunesima storia!
La raccolta è quasi terminata, ma il loro amore non finirà, nè smetterà di amarli chi crede in loro.
Buona lettura!


 

21: “Quando ami qualcuno, quando qualcuno ti ama”


 

Oikawa aveva un’abitudine particolare che irritava particolarmente Iwaizumi.
Voleva mantenere la sua faccia da poker con le sue fan, così ogni tanto si dilettava nella lettura dei classici giornaletti per ragazze.
Nonostante stessero insieme ormai da un po’, Tooru non perdeva occasione per punzecchiare l’altro.
“Sai, Iwa-chan, dovresti leggerli anche tu. È per questo che non ti sei mai trovato un raga…”
Oikawa non terminò la frase perché ricevette un pugno in testa
“Non sono affari tuoi!” sbraitò l’altro, alquanto rosso in viso
Cosa gli interessava adesso? Quel tipo era sempre più stupido.
Nonostante tutto, alcune cose per Oikawa si ripercuotevano anche nella sua relazione.
Leggendo la rivista, Tooru notò una frase che gli era parsa sulle prime molto sdolcinata.
 “Quando qualcuno ti ama, quando ami qualcuno, il modo in cui pronuncia il tuo nome è differente. Sai che il tuo nome è al sicuro tra le sue labbra, e sulla sua bocca”.
Quella sera, per la prima volta, tra ansimi e gemiti, tra le lenzuola bianche ormai sgualcite del proprio letto, capì che forse quella frase era più vera che mai.
Lo percepiva dai brividi che gli correvano lungo il corpo, quando Hajime ansimava il suo nome. E ogni volta, non resisteva a catturarlo in un bacio appassionato, bocca contro bocca, lingua contro lingua.
Voleva percepisse come lo faceva sentire, sperando che l’altro sentisse lo stesso.
Dopotutto, anche lui ansimava spesso il suo nome.
Ma nonostante tutto, ciò che voleva era avvertire quei brividi così piacevoli, e far si che il suo Hajime li provasse.




 

Alla prossima!
Parola chiave: Ti amo

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Capitolo 22
*** 22. “TI amo in mille modi” ***


Eccoci alla ventiduesima storia!
Buona lettura!

 


22. “TI amo in mille modi”

 

Iwaizumi lo sapeva.  Innamorarsi di uno come Oikawa Tooru era problematico.
Non sapeva come fosse accaduto, né come fosse possibile che l’altro lo ricambiasse.
Avevano iniziato a vivere insieme da poco, dopo il liceo.
Era impossibile, per loro, separarsi completamente.
Stavano scoprendo poco a poco l’essere affiatati pur essendo da lati opposti del campo, e ad entrambi piaceva come cosa.
 Si conoscevano, si apprezzavano, e la tensione accumulata per le alzate e schiacciate date ad altri la sfogavano a modo loro. Discutendo, o tra le lenzuola.
Ma nonostante tutto, si poteva percepire chiaramente la soffice aria residua che lasciava quando tutto  era dettato dall’amore.
“Ti amo in mille modi” era il pensiero che, molto spesso, correva nella mente di Hajime in quei momenti.
A volte, mentre osservava il suo Tooru, rannicchiato e stretto contro di lui, con le loro gambe ad intrecciarsi…poco prima di assopirsi a sua volta.
Oikawa Tooru poteva essere sia il bene che il male più grande che gli fosse mai capitato al mondo.
Poteva avere tutti i peggiori difetti, ma Hajime lo amava così com’era.  In tutto.




Alla prossima!
Parola chiave: dimmi come tu mi vuoi

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Capitolo 23
*** 23. “ Dimmi come amarti nel mondo in cui vuoi tu” ***


Eccoci alla ventitreesima storia!
Buona lettura!

 


23. “ Dimmi come amarti nel mondo in cui vuoi tu”


 

Innamorarsi del proprio migliore amico è qualcosa di molto diverso dal classico amore per qualcuno. Può essere una evoluzione ma anche un’involuzione.
E c’è sempre quel po’ di paura sottile, un velo che si può squarciare lasciando vedere l’esterno o strappare del tutto verso l’oscurità.
Iwaizumi e Oikawa erano sempre stati qualcosa di più , ma neanche loro sapevano dire quando ciò fosse avvenuto.
Dichiararsi dopo il diploma, con la paura nel cuore, era stato il loro punto di arrivo per una nuova partenza.
Ma non era stato fatale. Il velo era stato squarciato, era stata una naturale evoluzione del loro legame.
No. Loro non erano mai stati dei semplici migliori amici.
Nonostante tutto, nonostante le incertezze, si lasciavano andare a quei sentimenti.
Ma c’era sempre un ma.
“Come posso amarti nel modo in cui vuoi?” era la frase che ronzava loro in testa.
Nessuno dei due cambiava, anche se si capiva benissimo che il loro rapporto si era evoluto.
Era insieme, e bastava. Erano una coppia, e il loro amore era anche fatto di un Tooru irritante e di un Hajime che lo picchiava. Ma anche di quelle piccole accortezze in più che lasciavano trasparire un legame diverso.
Inoltre, lo sguardo era cambiato.
Ad occhi esterni e poco attenti, potevano sembrare dei semplici migliori amici, sin dall’infanzia.
Agli occhi, invece, di chi lo conosceva bene, il loro legame era indissolubile, ed inseparabile. Quei due, l’uno senza l’altro non sapevano starci.
Fu per rispondere in modo del tutto loro a quella domanda che iniziarono a lavorare, affittando insieme un appartamento a metà tra le loro università.
Oikawa fu introdotto in un’agenzia per modelli, Iwaizumi iniziò a lavorare in un bar come cameriere.
Tooru non ne ebbe piacere. Hajime era comunque un ragazzo piacente, ed infatti il locale si riempiva soprattutto di ragazze, venute sperando di attirare la sua attenzione.
Un misto di gelosia e di invidia si fece strada in Oikawa, che si presentò al locale più e più volte. Non lo avrebbe ceduto a nessuno, e a nessuna.
Poi, dopo qualche mese, la convocazione tanto agognata.
Erano in Nazionale, insieme. Alzatore e schiacciatore di nuovo insieme.
Oikawa sapeva che era lui il suo unico Asso.
La risposta alla domanda che si ponevano la trovarono con il tempo.
Bastava amarsi, essere se stessi,  capirsi. E nessuno li avrebbe fermati.
La coppia dell’Aoba Johsai avrebbe fatto vedere  al mondo intero come si arriva in cima.
E come ci si ama per davvero.

 


 

 

Alla prossima!
Parola chiave: My perfect trust with you (too).

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Capitolo 24
*** 24. “My perfect trust with you, too.” ***


Eccoci alla ventiquattresima e penultima storia!
Buona fortuna!


 

24. “My perfect trust with you, too.”


 


Iwaizumi Hajime ricordava ancora quando, durante la prima partita ufficiale contro la Karasuno, Oikawa aveva parlato della fiducia che c’era tra di loro.
Erano amici, ed era il solo a sopportare le grane che quell’idiota dava a chiunque, ma tutta quella fiducia, sulle prime, non la notava.
Certo, si preoccupava, era il suo migliore amico dopotutto. Ma era diverso.
Come diverso era qualcosa, tra loro, dopo l’incidente alle medie.
Non sopportava proprio vederlo in quello stato.
Ora che il loro tempo all’Aoba Johsai era finito, rivedeva le cose diversamente e tutto ciò che li aveva portati fino a quel momento.
Si sentiva in colpa. Come poteva chiamarsi Asso in un simile momento?
Tooru, però, non gliel’aveva fatta pesare, anzi. Lo aveva lodato.
Si era sentito ancora peggio, ma doveva riprendersi in fretta, per la squadra, e soprattutto per lui.
Forse quella “immensa fiducia tra loro” era proprio l’appoggiarsi l’uno all’altro nei momenti di difficoltà.
Per questo, parlò a cuore aperto.
Hajime era quello che più di tutti conosceva i sacrifici di Tooru e il suo orgoglio, sapeva che avrebbe puntato sempre più in alto. Ma al suo fianco. Era la strada che aveva scelto, che avevano scelto, e lui gli sarebbe stato accanto supportandolo come sempre.
Anche in due squadre universitarie diverse.
Forse, quel legame di fiducia celava qualcosa di più profondo… e sentiva che non mancava molto per svelarsi.


Con il volto stanco, e gli occhi ormai riposati ma ancora spossati dal pianto, Hajime si diresse a vedere la finale.
Quel piccolo genio di Kageyama era arrivato in finale, e Tooru aveva detto di non venire.
Andrò dritto verso il lato della Karasuno (Ushijima non gli aveva fatto nulla di personale, ma di certo preferiva che a vincere fosse il kohai) e lo vide.
Rannicchiato con le braccia al petto, con il volto imbronciato di leggera rabbia.
“Anche tu qui” esordì, notando che Tooru trasaliva.
Accennò un sorriso per poi avvicinarsi a lui e sedersi.
Sapeva che in fondo, non avrebbe resistito ad andarci, ma soprattutto a mettersi tra le tribune della Karasuno.
Kageyama, dopotutto, lo avevano precedentemente battuto.
“ L’immensa fiducia che c’è tra me e te, anche, in fondo non è male” pensò tra sé e sé Iwaizumi
Quella fiducia, probabilmente, nascondeva qualcosa di molto più profondo.



 

 

 


Alla prossima!
Parola chiave:  renderlo felice

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Capitolo 25
*** 25: “Volevo solo fare qualcosa che almeno rendesse felice Oikawa” ***



Eccoci qui con la venticinquesima ed ultima storia!
Buona lettura!


 


25: “Volevo solo fare qualcosa che almeno rendesse felice Oikawa”


 

 

Il tempo cambia, ma non sempre cambia le persone. Le persone possono maturare, ma gli animi più forti sanno imparare dalla vita senza, per questo, necessariamente cambiare. La vita ci fa scendere a patti con cose e situazioni, e anche persone a volte, ma di certo nella vita non si smette mai di imparare. E i ricordi e le esperienze che accumuliamo ci rendono ciò che siamo.
Questo Oikawa Tooru lo sapeva bene, come sapeva bene di essersi ammazzato di fatica per arrivare ad essere alzatore titolare della nazionale giapponese di pallavolo.
Era felice, perché ormai sulla soglia dei 20 anni, avevano rinnovato il contratto per l’under 21 e la vera e propria nazionale giapponese sia a lui che al suo Iwa-chan, con cui faceva coppia fissa dal terzo anno di liceo.
In squadra lo sapevano tutti che l’ormai Coppia d’Oro prescelta dei nazionali non era composta solo da semplici migliori amici.
Unica nota dolente per il nostro alzatore, la presenza di Ushijima Wakatoshi e Kageyama Tobio.
Non riusciva a farseli scendere, soprattutto Ushijima, fermo ancora ai tempi della Shiratorizawa, come se fosse rimasto l’eterno ragazzo da “ l’alzatore si consacra all’asso”, questo benchè il suo asso fosse Iwaizumi.
Si divertiva, in partita. Gli alzava la palla, ma non esultava mai con lui. Era uno stimolo a fare meglio, come il suo fidanzato. Ma proprio perché c’erano quei due non si sarebbe tirato indietro rischiando il posto. Lo aveva chiarito, all’inizio.
Kageyama, invece, non aveva smesso di volerlo superare, ma ciò che emergeva era anche la voglia di migliorare. Ma di certo, i suoi consigli se li poteva scordare.
La cosa positiva per Oikawa era che quei due si fossero completamente rincitrulliti innamorandosi, Ushijima del secondo alzatore di riserva, Shirabu, e Kageyama di quel piccolo tornado arancione, Hinata.
Come gli stavano sui nervi, davvero.
Gli altri non erano male, ma sentiva la mancanza della coesione dei tempi delle superiori.
Nonostante ne tirasse le fila, non sentiva quell’affiatamento completo che aveva con la Seijo.
A parte il suo Iwa-chan, erano conoscenti, non amici. A volte si ritrovavano per locali, ma l’amicizia era diverso.
I vecchi amici li vedeva e quel calore tornava, ma era tutto diverso.
Watari studiava come avvocato, Matsukawa e Hanamaki come medici, Kyotani era a veterinaria. Yahaba… al momento era un barista.
Iwaizumi capì cosa frullasse nella testa del suo ragazzo e , per il ventesimo compleanno di Oikawa, organizzò una sorpresa.
Chiamò tutti, Kyotani compreso, e organizzò una amichevole che sarebbe stata davvero speciale, per la mattina del 20 luglio.
“Iwaizumi, come mai questa idea? “ chiese Matsukawa
“Volevo solo fare qualcosa che almeno rendesse felice Oikawa” rispose semplicemente “è un completo stupido, e in tutti questi anni non è poi cambiato molto. Però, sapete bene chi sia davvero, il nostro Shittykawa. Scemo ma affidabile”
“aaaaah i tempi di Hanger-san” sbuffò Hanamaki, quasi in una risata “ Oikawa è sempre il solito ma ci piace così”
Il mattino del 20 luglio, l’Aoba Johsai al gran completo si ritrovò a scontrarsi contro i membri della nazionale giapponese.
Iwaizumi e Oikawa, ovviamente, erano nella loro vecchia squadra.
Tooru, a cui non era stato detto nulla, si ritrovò sorpreso.
“Che cosa fate qui?! “ disse. Hanamaki ebbe un déjà-vu, quando lasciarono la Seijo.
“E non piangere ogni volta!” esordì il ragazzo dai capelli rosa, anche lui con le lacrime agli occhi.
Tooru si buttò a peso morto su Hajime, abbracciandolo di slancio. Aveva capito subito chi avesse avuto quell’dea.
“Iwa-chan, sei sempre il migliore e il mio Asso” gli diede un leggero bacio per poi ritrovare il solito cipiglio da partita.
“e adesso, come sempre, ancora una volta… conto su di voi, ragazzi”
Tutti, Oikawa compreso, ebbero i brividi lungo la schiena a quella frase. Indossare ancora una volta le divise bianche e color verde acqua, quell’adrenalina, quei palpiti…
Era come se fosse di nuovo una prima volta.
Il loro legame non si sarebbe spezzato. Quella era la sua squadra.


 

Eccoci qui alla fine!
Questa raccolta si conclude qui. Siete riusciti a trovare il filo conduttore? Ringrazio tutti i lettori silenziosi e Momoko89 che con le sue splendide parole mi ha motivato sempre di più
Ma la IwaOi non si esaurisce qui. Alla prossima!
E li rivedremo.

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