Così impari a farmi arrabbiare! di Eich (/viewuser.php?uid=61108)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fradicio ***
Capitolo 2: *** "Hai avuto un incubo?" "Anche." ***
Capitolo 3: *** "DEVO PURE PULIRE!" ***
Capitolo 4: *** NON VOGLIO PERDERLO ***
Capitolo 1 *** Fradicio ***
FRADICIO
L'aria era frizzante e fresca, un ragazzo di circa 15 anni
con il volto coperto di lentiggina era appisolato sotto la grande
quercia sulla collina.
-Aceeeeee!!!- un bambino di 9 anni, moro, in lacrime e fradicio fino
alle ossa, correva a perdifiato verso il ragazzo dormiente. Questi si
svegliò e osservò il fratellino corrergli
incontro.
-Cosa hai combinato questa volta?- chiese il più grande con
tono rassegnato e ironico.
-Aceeee!!- piagnucolò il bambino saltando al collo del
fratello.
-Si può sapere cosa hai combinato per conciarti in questo
modo?- chiese Ace, notando che il bambino aveva diversi graffi.
-Prometti che non ti arrabbi?- chiese il bambino con occhi grandi e
coccolosi, si stropicciò un occhio per asciugare un po' di
lacrime.
-No, non mi arrabbio. Ma cosa hai combinato?- il bambino abbasso lo
sguardo.
-Sono andato al fiume, e lì sono caduto sulle rocce
scivolose e poi ...-
-Poi...- lo incitò Ace incrociando le braccia al petto.
-Poi è arrivato il cane della signora della drogheria e mi
ha seguito. Io sono corso via ma lui mi abbaiava dietro e mi sono
spaventato. Allora ho corso e corso e sono caduto ancora.- disse Rufy
abbassando lo sguardo pentito.
Ace gli tirò un buffetto dietro la testa, il bambino
alzò la testa di scatto con le lacrime agli occhi.
-Avevi detto che non ti arrabbiavi!- frignò il piccolo.
-Ti avevo detto di non andare al fiume. Ora togliti quei vestiti
bagnati.- disse il maggiore togliendosi la felpa.
-No!- disse il bimbo serio e si sedette di fianco al fratello,
indignato.
-Dai, Rufy, non fare il testone. Se tieni addosso quei vestiti ti viene
un accidenti!- ma il bambino era una testa calda e non demordeva.
-Rufy, guarda che se no mi arrabbio.- disse Ace, curioso della reazione
del piccolo. In risposta il bambino si spogliò e si
infilò la felpa del fratello, per poi tornare a sedersi.
Qualche minuto dopo, Ace si girò verso il piccolo e
notò che si era addormentato seduto così com'era.
"Se l'è presa davvero." pensò con un sorriso
mentre faceva sdraiare il piccolo con la testa sul suo ventre e godersi
anche lui un meritato riposo.
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Capitolo 2 *** "Hai avuto un incubo?" "Anche." ***
"Hai
avuto un incubo?" "Anche."
Quella sera i
due fratelli avevano cenato un po' più tardi del solito, Ace
era tornato tardi dal suo lavoro al porto. Rufy stava guardando i
cartoni animati alla Tv mentre mangiava la sua bistecca, un po'
arrabbiato. Infatti erano diverse sere che Ace tornava tardi dal
lavoro, spesso non lo sentiva nemmeno arrivare perchè si era
già addormentato.
-Ace, posso stare sveglio un po' di più questa sera?-
chiese il piccolo speranzoso.
-E come mai vorresti stare sveglio di più?- chiese il
maggiore guardandolo con curiosità.
-C'è un film che voglio vedere...-
-Che film?- un'altra domanda posta dal maggiore, ma stavolta Rufy
tacque.
-Non sarà mica quello horror?- si illuminò Ace.
Il piccolo abbassò lo sguardo.
-Sei troppo piccolo. Quindi no, stasera vai a letto alla stessa ora di
tutte le sere.-
Il piccolo lasciò cadere rumorosamente la forchetta nel
piatto e con gli occhi lucidi mise il broncio incrociando le braccia al
petto.
-E' inutile che metti il broncio tanto la mia decisione non cambia.-
Ace dormiva profondamente il lavoro l'aveva distrutto. Rufy aveva
aspettato che il fratello dormisse per sgattaiolare in cucina a
guardare il film. Se lo guardò tutto, ma quella stessa notte
il piccolo ebbe un sonno agitato.
Nel bel mezzo della notte il piccolo si alzò dal suo letto
ormai scomodo. E si piazzò davanti al quello del fratello.
-Fratellone?- chiamò con una vocina da bambino che stava per
mettersi a piangere.
-Mmh?- rispose il maggiore con la testa affogata nel cuscino.
-Posso dormire con te?- ad Ace non venne immediatamente in mente il
motivo di quella domanda.
-Perchè? C'è il temporale e hai paura?-
-No.-
-Hai paura del buio?-
-No.-
-Hai avuto un incubo?-
-Anche.- quell "anche" detto in modo colpevole fece alzare di scatto la
testa al maggiore.
-Non avrai mica visto il film?- chiese allarmato, accendendo la lampada
che aveva sul comodino, illuminando così il bambino che
annuiva con gli occhi lucidi, molto vicini a scaricare una cascata di
lacrime.
-Ho fatto la pipì a letto.- disse il piccolo scoppiando a
piangere.
-Su su non è successo niente, adesso sistemiamo tutto.- lo
rassicurò Ace alzandosi di malavoglia dal letto.
-Sei arrabbiato?- chiese Rufy mentre Ace gli infilava il pigiama pulito
dopo averlo lavato per bene.
-Un po'.- ammise il ragazzo.
-Scusa.- disse il bambino pentito saltando al collo del fratello,
scoppiando nuovamente a piangere.
-Ora basta piangere. Vai nel mio letto.- disse Ace staccandoselo
delicatamente di dosso. Il piccolo annuì, ma appena
voltò le spalle al maggiore questo gli diede una leggera
sculacciata. Il piccolo si voltò di scatto con le lacrime
agli occhi.
-Vai.- gli disse Ace indicando la loro camera.
Dopo che ebbe pulito tutto per bene, Ace si infilò nel suo
letto, per metà già occupato.
-Sei ancora arrabbiato?- una vocina soffocata dal piumone.
-No, ma credevo di potermi fidare di te. Ti avevo detto che non potevi
guardare quel film, perchè sapevo che ti avrebbe spaventato.
Ma tu non mi hai dato retta.-
Ace sentì dei singhiozzi trattenuti e percepì un
live tremito del bambino. Si voltò verso il bambino, lo
abbracciò e lo cullò fino a quando non si
addormentò profondamente, concedendosi, così,
anche lui un meritato riposo.
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Capitolo 3 *** "DEVO PURE PULIRE!" ***
"DEVO
PURE PULIRE!"
Rufy era
coperto di fango da capo a piedi. Era sicuro che se fosse entrato
così in casa Ace gli avrebbe urlato dietro come un matto,
non era la prima volta che capitava. Inoltre gli avrebbe ordinato di
andarsi a fare un bagno, ma lui odiava fare il bagno. Daltronde era un
bambino di 8 anni, totalmente incurante delle norme igieniche!
Alla fine si rassegnò, si sarebbe preso una bella sgridata,
questo non poteva evitarlo, però forse risciva ad evitare il
bagno.
Bussò alla porta di casa, dall'interno si udì un
"Arrivo." un po' affrettato, evidentemente Ace strava preparando da
mangiare. Quando il ragazzo aprì la porta aveva un bel
sorriso stampato sul viso, ma appena vide il fratellino, si
spaventò. "Ma come fa questo a portarsi a casa quintali di
fango ogni volta che piove!?!" si domandò mentalmente il
ragazzo.
-Stai lì! Vado a prepararti la vasca!-
O.o Rufy rimase impalato davanti alla porta, aveva fatto male i suoi
calcoli. Il bagno non l'avrebbe fatto, NO! Sgattaiolò in
casa alla ricerca di un nascondiglio sicuro, noncurante del fatto di
lasciarsi dietro impronte di fango grandi come un comodino! Si
rifugiò nel mobile sotto il lavello e attese.
Ace stava riempendo la vasca da bagno, si chiedeva ancora come
riuscisse quel bambino a portarsi dietro tutto quel fango, doveva avere
una forza incredibile. Controllò che la temperatura
dell'acqua fosse giusta e scese. Quando arrivò in cucina,
però, la scena che gli si presentò gli fece
drizzare tutti i capelli in testa. Enormi chiazze di fango costellavano
il pavimento segnando un percorso che partiva dalla porta d'ingresso
fino al mobile sotto il lavello.
-Rufy vieni fuori! Lo so che sei sotto il lavello. Se non vieni fuori
adesso giuro che mi arrabbio!- disse il fratello in tono calmo.
Il bambino uscì fuori, intimorito dalle minacce del
fratello. Uscendo si accorse di tutto lo sporso che aveva lasciato in
giro.
-Guarda cosa hai combinato, razza di peste. Se ti dico di stare fermo
c'è un motivo non credi?- lo rimproverò, il
piccolo quasi scoppiò a piangere. Ma non fece in tempo
perchè Ace se lo prese sotto braccio e si diresse verso il
bagno.
-Non volgio fare il bagno!- urlò Rufy mentre il fratello lo
spogliava.
-Ma se sei ricoperto di fango, non puoi mica stare così!
Accidenti non c'è lo shampoo. Stai qui.- disse il maggiore
infilando il bambino scalciante nella vasca e uscendo dal bagno.
A Rufy non piaceva stare immerso nell'acqua. Sbattà le mani
sulla superficie dell'acqua provocando un sonoro SCIAF e schizzando
acqua da tutte le parti. In quel momento gli venne in mente un'idea. Si
alzò in piedi e si ributtò pesantemente
nell'acqua provocando onde d'acqua che fuoriuscirono dai bordi della
vasca, riversando sul pavimento litri d'acqua. Dopo aver ripetuto la
cosa diverse volte, e vedendo che Ace non tornava, uscì
dalla vasca e silenziosamente andò verso la sua camera,
completamente nudo.
Ace stava cercando quello stramaledetto shampoo che non voleva saperne
di venir fuori, sentì dei rumori provenire dal bagno, ma non
ci fece molto caso. Però, quando richiuse l'ultimo mobile,
dopo aver trovato il tanto agoniato shampoo, notò delle
pozzette d'acqua lungo il corridoio.
-Rufy, vieni fuori! Hai già fatto abbastanza danni per
oggi.- disse avvicinandosi alla loro camera.
Il piccolo sbucò di corsa dalla stanza e gli
passò in mezzo alle gambe, iniziò così
a correre per tutta la casa, così come mamma l'aveva fatto!
Ace non si demoralizzò, lo rincorse per tutta la casa.
-Fermati Rufy! Mi sto arrabbiando sul serio!- lo informò il
più grande dopo esser passati per la quinta volta attraverso
il corridoio, quel moccioso era dannatamente sfuggente.
Riuscì ad acciuffarlo soltanto quando inciampò
nel primo gradino delle scale.
Il più grande lo tirò su per una gamba
lasciandolo penzoloni.
-Preso, ora vedrai cosa ti faccio!- lo minacciò. Rufy
cominciò ad agitarsi crcando di liberarsi, ma Ace se lo mise
in spalla come un sacco di patate e salì le scale.
-Scusa Ace, non lo faccio più, te lo prometto!-
cercò di implorarlo, mentre continuava a dimenarsi, stava
per mettersi a piangere. Il più grande stava per infilarlo
nuovamente nella vasca, ma il piccolo si aggrappò ai suoi
capelli, deciso a non mollare.
-Rufy, laciami i capelli!- disse Ace, ma il piccolo non mollava. Il
ragazzo ormai del tutto spazientito, tirò una sculacciata,
un po' forte sul sederino nudo del bambino, il quale
sobbalzò e lasciò la presa sui capelli del
maggiore. Il labbro inferiore di Rufy iniziò a tremare e non
ci volle molto che il piccolo scoppiò a piangere. Il
maggiore non ci fece caso e andò a recuperare quel maledetto
shampoo e anche una paperella di gomma che Makino gli aveva regalato
quando era più piccolo.
Il fratellino era in piedi nella vasca da bagno che piangeva come una
fontana. Ace si spogliò e si infilò nella vasca
con le gambe incrociate, dietro il fratellino, notò che il
sederino di quest'ultimo era leggermente arrossato per il colpo subito
poco prima. Ace non fece caso al fatto che il piccolo stesse ancora
piangendo, lo tirò verso di sè per una spalla, lo
fece sedere nell'incavo delle sue gambe, in modo che il suo
fondoschiena non toccasse il fondo duro della vasca e gli diede la
paperella gialla.
Appena vide il curioso animaletto di gomma, Rufy smise di piangere e
cominciò a giocare con l'aggeggio, mentre Ace lo lavava per
bene.
Intanto il maggiore pensava: "Devo pure pulire!"
(-.-)'
Bene ragazzi, questa
mi è venuta oggi mentre pulivo la vasca da bagno, quindi
vedete un po' voi XD
Elanor92: Cara Elanor, eccoti il nuovo
aggiornamento, mi fa piacere che ti piacciano le storie su questa
coppia di fratelli, io li adoro XD, spero ti piaccia anche questo capitolo...
Baciuzzi babypunk90
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Capitolo 4 *** NON VOGLIO PERDERLO ***
NON
VOGLIO PERDERLO
Ace era
seduto su una panca fuori dal locale di Makino, si stava decisamente
addormentando, era estate e non sapeva cosa diavolo fare. Suo
fratello era in giro a giocare, non sapeva dove... Sbadigliò
vistosamente e una vecchietta che passava di lì lo
guardò storto. Stava per addormentarsi quando un paio di
ragazzini gli passarono davanti discutendo di una rissa poco
fuori il paese, vicino alla spiaggia.
Incuriosito Ace li seguì di soppiatto.
Quando arrivarono sul luogo della rissa Ace vide una massa di ragazzini
intorno a una figura. Al ragazzo venne l'istinto di saltare addosso a
quei mocciosi, odiava le persone vigliacche che attaccavano briga con
quelli più piccoli e spesso da soli. Aspettò
ancora qualche istante, il tempo di vedere chi fosse il poveretto che
le stava prendendo. Appena vide un cappello di paglia volare
verso di lui, qualcosa bruciò dentro di lui. E non ci vide
più dalla rabbia.
Corse verso il gruppo e noncurante del fatto che i ragazzini fossero
molto più piccoli di lui, li strattonò e
spintonò violentemente scansandoli dalla figurina indebolita
a terra.
-Rufy? Stai bene?- chiese prendendo il piccolo per le spalle. Il
piccolo era spaventato a morte, piangeva e tremava.
In quel momento sentì tre ragazzini saltargli addosso, lui
li spintonò via ma ne arrivarono altri.
-Possiamo batterlo, noi siamo di più!- urlò uno
di questi.
I mocciosi continuarono ad attaccarlo fino a quando non persero le
forze e piangendo come fontane tornarono al villaggio.
-Avrò un po' di grane...- disse Ace più a se
stesso che ad altri.
Controllò che il fratello non avesse niente di grave, alla
fine aveva più ferite e lividi lui che quel moccioso.
Se lo caricò sulle spalle e si diresse anche lui verso il
villaggio, andò dritto a casa.
-Fratellone, ho fame!- disse il piccolo ancora prima di
aprire gli occhi. Ace gli aveva disinfettato i graffi e messo il
ghiaccio sui lividi, fino a quando il bambino non si era addormentato.
Lui però non si era disinfettato e pulito, era ricoperto dei
graffi e dei lividi della rissa ma non li sentiva.
-Andiamo da Makino.- disse il maggiore. Lo vestì e se lo
prese in braccio.
-Fratelloni, non ti curi le ferite? Poi fanno più male...-
disse il piccolo mentre andavano alla locanda, il sole era tramontato
da un po'.
-Non serve, non mi bruciano.-
-Fratellone ti esce sangue dal labbro.- Il maggiore si
succhiò il labbro fino a quando il sangue non smise di
uscire.
-Ora non esce più!- lo rassicurò Ace. Nel
villaggio la maggior parte lo guardava male.
Makino stava lavando dei piatti, lo sguardo perso, preoccupato.
-Makino una porzione super per il mostriciattolo!- disse Ace entrando
nel locale con in braccio il piccolo. Lo depositò su una
sedia davanti al bancone e gli si sedette di fianco. Makino
sembrò rilassarsi un pochino, ma appena vide il volto di Ace
ricoperto di graffi si preoccupò.
-Dovresti disinfettarti quei graffi.- disse la donna al ragazzo che
osservava il piccolo che chiacchierava con l'aiutante di Makino.
-Ci penso dopo...-
-Ecco una super porzione di arrosto per il mio piccolino!-
annunciò Makino diventando solare.
-Grazie Makino!- disse il piccolo con l'acquolina in bocca.
-Posso rubarti il tuo fratellone per un po'? Gli disinfetto queste
ferite e poi te lo riporto!- disse la donna vedendo Rufy mangiare con
gusto.
-Sì ma non gli fare male...- si assicuro il piccolo.
-No, non ti preoccupare. Hito ci pensi tu al piccolo.- disse la donna
affidando il morettino alle cure del suo aiutante e dirigendosi nel
retrobottega con il maggiore.
Tirò fuori tutto il necessario per le medicazioni e lo
poggiò sul tavolo. Ace era seduto sul mobile della
cucina e osservava la donna muoversi nel locale, aveva uno sguardo
accigliato e Ace sapeva che quando aveva quello sguardo era pronta per
una sfuriata. Chissà perchè poi se le prendeva
solo lui!
-Vieni sulla sedia.- disse lei indicandogli una sedia vicino al tavolo.
Mentre il ragazzo prendeva posizione, Makino si andò a
sciacquare le mani.
Se le asciugò e si posizionò di fronte al
ragazzo, si guardarono negli occhi...
SCIAFF!!!
Makino aveva tirato uno schiaffo ad Ace, tanto forte da fargli girare
il volto di lato e da lasciargli un bel segno rosso sulla guancia.
-Cosa diavolo ti è saltato in mente!?! Pestare in quel modo
quei ragazzini?!? Ho fatto i salti mortali per impedire agli uomini del
villaggio di venirti a prendere a casa!- iniziò Makino. Ace
non connetteva più le parole di Makino erano solo un rumore
di sottofondo, sentiva il suo cuore battere a mille, la guacia
bruciargli e lo sguardo appannarsi per le lacrime.
-Makino io mi sono spaventato a morte!- riuscì a dire il
ragazzo con la voce rotta dalle lacrime, la donna si zittì e
comincio a tirare fuori delle garze per disinfettare.
-Quando ho capito che era Rufy qualcosa in me è scoppiato!-
scoppiò a piangere, lacrime grosse e piene, lacrime
trattenute, lacrime che contenevano rabbia e tristezza, speranza e
solitudine, trattenute per apparire forte agli occhi del fratellino.
-Makino... Non posso perderlo, non voglio perderlo!... Se perdo lui,
rimango da solo, e ho paura a rimanere solo!- il ragazzo piangeva, le
guance rigate, gli occhi lucidi, poggiò i gomiti sulle gambe
e affondò il viso nelle mani. Makino si commosse, quel
ragazzo così giovane eppure così grande.
-Oh, Ace...- disse la donna avvicinandosi e abbracciando il ragazzo, lo
cullò e lo coccolò fino a quando smise di
piangere.
-Dai asciugati gli occhi.- gli disse Makino prima di mettersi a
disinfettargli le ferite.
-Grazie Makino.-
-Non è finita qui, più tardi ti vai a scusare con
tutti i genitori dei ragazzini che hai pestato.-
E così fu, Ace, accompagnato da Makino si andò a
scusare con tutti i genitori dei bambini. Intanto Rufy dormiva beato
nel suo lettino e sognava felice.
Spero vi sia piaciuta, volevo cimentarmi in qualcosa di più
sentimentale e spero di essrci riuscita XD
naruto4evere: ammetto di adorare anche io
Ace, spero davvero che questo ti sia piaciuto proprio perchè
è incentrata più su di lui XP
Elanor92: questo chappy è un
po' meno comico, ma credo, comunque, che sia d'effetto, avere un
fratellino come Rufy è difficile, ma dubito che Ace ne
farebbe a meno.
Baciuzzi babypunk90
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