Il rimedio a un cuore infranto

di 6asi98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il rimedio a un cuore infranto #1 ***
Capitolo 2: *** Scelte irresponsabili ***
Capitolo 3: *** Malec forever(?) ***
Capitolo 4: *** Freely we love ***
Capitolo 5: *** May we meet again ***
Capitolo 6: *** Life after love ***
Capitolo 7: *** Una scatola a sorpresa ***



Capitolo 1
*** Il rimedio a un cuore infranto #1 ***


Ciao ;), ho dedicato questa fanfic composta da 3 capitoli (o forse di più) ad un momento critico della relazione tra Alec e Magnus nel libro. Spero vi piacciano i missing moments che ho creato. Buona lettura -->


Capitolo 1

Con le sue relazioni passate era stato diverso, pensò Magnus:
per quanto avesse sofferto per una rottura o per un cuore spezzato non si era mai sentito così.
Non capiva cosa ci fosse di diverso, in 400 anni era certo di essersi innamorato così intensamente almeno un paio di volte. Cosa c'era di tanto speciale in Alec da provocargli un dolore lancinante al petto, ora che le speranze di stare con lui erano infrante?
Era forse il suo aspetto angelico o la sua disarmante capacità di prendersi cura degli altri?

Tutto ciò che sapeva era che non poteva pensare al momento in cui si erano lasciati, né al loro ultimo bacio o al loro primo. Non poteva pensare a niente! Perché in ogni pensiero c'era il suo adorato Alexander, faceva troppo male.

Magnus era sdraiato sul divano del suo appartamento da non so neppure quanto, un drink in mano. Aveva pensato a diverse soluzioni per mettere fine alla sua sofferenza. Ubriacarsi era una di quelle ma sapeva che avrebbe finito col chiamare Alec e pregarlo di tornare da lui, dopo tutto era anche lui umano (beh, solo per metà). Quel poco di orgoglio che gli rimaneva gli aveva fatto capire che non era una buona idea.
Un'altra soluzione era curarsi con una magia per cuori infranti. Stava ancora decidendo. In fondo una parte di sé pensava che si meritasse di stare così male. Dopo tutto era stato lui a lasciare Alec. Per quanto la scoperta che si incontrasse con Camille lo avesse ferito, sapeva (ne era certo) Alec non lo avrebbe mai tradito in nessun modo possibile. Era libero di parlare con chi volesse e lui avrebbe potuto lottare per la loro relazione, invece tutto quello che era stato capace di fare era stato dirgli di amarlo ma lasciarlo comunque. Era così patetico...
Il suo telefono aveva suonato in continuazione per ore fino a che aveva assaporato la furia di uno stregone con il cuore spezzato. Non c'era nessuno con cui avrebbe voluto parlare, nemmeno Catarina, che già in passato gli era stata accanto nei momenti difficili. Comunque sapeva chi lo stava chiamando: Isabelle e tutta la famiglia Lightwood e gli amici di Alec per farlo ragionare e tornare con lo Shadowhunter. Lui però questo non poteva più farlo. Perché?
Perché aveva paura. Gli sembrava che quando Alec lo guardava potesse vedere quanto la sua anima fosse oscura e capire quanto non fosse alla sua altezza. Inoltre il Nephilim aveva iniziato a fare domande sul suo passato, sulle sue origini. Non poteva sopportare di vedere nei suoi dolci occhi azzurri la delusione o addirittura il disprezzo per lui.
Era più facile vivere una vita nella solitudine e nel rimpianto piuttosto che rivelargli chi fosse suo padre.

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Capitolo 2
*** Scelte irresponsabili ***


Spero di non avervi fatto aspettare troppo per il secondo capitolo. Questa è la parte che preferisco della mia fanfiction, spero che vi piaccia quanto piace a me ;)

2. Scelte irresponsabili

Finalmente la stanchezza lo pervase dopo due giorni passati senza muoversi dal divano. Le palpebre gli chiusero gli occhi e si addormentò abbracciando un cuscino del divano, nei pensieri ancora Alexander e una lacrima che scendeva calda sulla guancia. 
Si svegliò nel cuore della notte di sobbalzo, aveva sognato che suo padre aveva relegato Alec e i suoi amici in una dimensione cupa e inabitabile e aveva rubato tutti i loro ricordi: quelli di Clary, di Simon e Jace, di Izzy ma soprattutto del suo magnifico fratello. Non poteva sopportare un'idea simile.
E se non fosse stato un semplice incubo? Aveva già sognato eventi che poi erano accaduti nella realtà, ma questo... 
Prese una bottiglia di vino e iniziò a bere direttamente dalla bottiglia nonostante tutte le raccomandazioni che aveva fatto a se stesso. Prese il cellulare che aveva risparmiato dalla sua furia semplicemente attivando la modalità "silenzioso" (a volte la tecnologia era quasi meglio della magia, quasi). Aveva molti messaggi e chiamate. Fece scorrere lo schermo fino a leggere il nome di Alec, lo cliccò e ascoltò il messaggio. La voce calda del ragazzo gli provocò una strana sensazione: da una parte si sentì sollevato allo scoprire che fosse ancora sano e salvo nella loro dimensione, ma dall'altra era come se una freccia lo avesse trafitto dritto al cuore. 
Forse se l'avesse chiamato sarebbe stato più tranquillo, solo per sentire un'ultima volta la voce del "suo" Alexander pronunciare il suo nome.
In meno di un secondo il cellulare stava squillando, lo stregone aveva dimenticato come si respirasse.
-Magnus?- Era Alec, Magnus finalmente tirò un sospiro di sollievo. 
-Senti, dobbiamo parlare.- Si affrettò a dire lo Shadowhunter che aveva riconosciuto lo stregone dal suo respiro, bastava quello. 
-Non mi hai lasciato il tempo di spiegare- continuò a dire -ovviamente non mi voglio giustificare, solo non credo che tu abbia capito la situazione. Non volevo certo ferirti incontrando Camille. Volevo solo...- Alec che aveva parlato in un sol respiro fino ad allora si interruppe di colpo, certo non voleva incominciare a litigare durante la sua, probabilmente unica, occasione di parlare con Magnus. 
Lo stregone d'altra parte non riusciva a ragionare lucidamente un po' per l'alcol un po' per il desiderio di riabbracciare quel ragazzo e dimenticare ogni problema. Quasi non ricordava più perché lo avesse lasciato, se non fosse che Alec glielo aveva appena ricordato provocandogli un'ondata di emozioni contrastanti. Dopo qualche momento di silenzio Alec riprese la parola: 
-Mi dispiace, ok? Se potessi tornare indietro lo farei. Lo capisco se non sei ancora pronto per aprirti con me.- Tornò il silenzio ad avvolgere i due. 
Finalmente Magnus cercando di non far notare che la sua mente era annebbiata dal vino disse: 
-Credo che dovremmo parlarne di persona- 
-Si, lo penso anch'io- 
-Perché non vieni qui, nel mio appartamento- Lo stregone non poteva credere a quello che aveva appena detto, le parole gli erano uscite senza che lui potesse controllarle.
-O..ora?- Magnus guardò l'orologio erano le 3 del mattino, prima che potesse dire qualcosa Alec si affrettò a dire: 
-Ok, arrivo tra mezz'ora-

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Capitolo 3
*** Malec forever(?) ***


Ciao lettori e lettrici, ho deciso di allungare un po' la mia ff perché non voglio che finisca troppo presto questa "dolce agonia" ;)

3. Malec forever(?)

Erano passati 15 minuti da quando Alec aveva chiuso la telefonata, ora stava correndo per le strade buie di New York verso il loft di Magnus pieno di speranza. 
Si fermò davanti al portone del palazzo, era in anticipo e si stava chiedendo se fosse meglio fermarsi un attimo a riflettere su quello che voleva dire. Mentre riprendeva fiato vide Magnus in pigiama aprire la porta -Allora pensi di entrare?- 
Alec dopo un istante di stupore entrò e seguì lo stregone su per le scale. C'era qualcosa di diverso in lui, non aveva mai avuto un aspetto così trasandato: il trucco degli occhi era sbavato, i capelli gli ricadevano sugli occhi e la maglietta era sgualcita e non si coordinava con i pantaloni!
Nonostante tutto il cuore di Alec aveva mancato un colpo vedendolo all'ingresso, era anche più stupendo di come lo ricordava. Appena entrati nell'appartamento Magnus chiuse la porta con un fiotto di scintille blu che uscirono dalla sua mano sinistra accompagnato da un gesto noncurante della stessa mano dietro la testa.
Il loft non era illuminato da nessuna luce, Alec si diresse verso l'interruttore senza problemi, conosceva ogni stanza a memoria. Ma un braccio avvolto al suo bacino gli impedì di muoversi oltre, in un attimo Magnus lo spinse conto il muro e lo baciò come se avesse atteso secoli quel momento. Alec sentì il sapore di vino dalle sue labbra e sulla sua lingua, si chiese se lo stregone non avesse esagerato perché non si sarebbe mai comportato in quel modo in un'altra situazione. Poi fu sopraffatto dall'intensità del bacio e dal calore che il corpo di Magnus emanava contro il suo e si abbandonò ad un bacio passionale e senza fine. Dopo qualche minuto in cui si baciavano senza quasi staccarsi l'uno dall'altro Magnus fece scivolare una mano sotto la sua maglietta sfiorando delicatamente con i polpastrelli la pelle liscia del ragazzo, scendendo verso la base della schiena, poi nei suoi pantaloni, tirandolo più vicino a se, passando le sue unghie sopra il sottile tessuto delle mutande di Alec. Questo aveva provocato nello Shadowhunter brividi lungo tutta la schiena e un gemito basso e rauco. Il loro bacio si era interrotto e Magnus lo fissava con i suoi occhi da gatto color caramello pieni di desiderio.
Cosa stavano facendo? Alec con una lieve spinta allontanò lo stregone prima che potesse raggiungere il bordo della sua maglietta per toglierla.
-Questo non risolve niente- Alec stava disegnando con la mano aperta dei cerchi muovendola nello spazio tra loro per indicare la loro situazione che non era in grado di descrivere a parole. -Dovremmo..-
-Non mi importa cosa dovremmo o non dovremmo fare, io voglio stare con te e tu provi lo stesso, torna da me.- Le ultime parole dello stregone erano state accompagnate da un sospiro di dolore.
Alec era un po' sorpreso e lo stesso poteva vedere dall'espressione dello stregone. 
-Anche prima che io incontrassi Camille la nostra relazione non andava molto bene, continuavamo a litigare e io non voglio..-
-Cosa vuoi Alexander?!- La sua voce era quasi impercettibilmente alterata. Alec rimase di nuovo interdetto, non sapeva cosa rispondere. Era ovvio che voleva Magnus di nuovo fra le sue braccia ma non era quello il modo e uno stregone di 400 anni doveva saperlo meglio di chiunque altro.

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Capitolo 4
*** Freely we love ***


4. Freely we love

-Ti prego non lasciarmi di nuovo- la voce dello stregone era sembrata anche più smielata e supplichevole di quanto si potesse immaginare.
-Magnus, sei stato tu a lasciarmi!-
-Lo so, ho sbagliato, mi darai un'altra occasione?-
-Non se continuerai a nascondermi il tuo passato, in questi giorni mi sono reso conto di non conoscerti nemmeno un po', lo so che odi ricordare alcuni momenti della tua vita ma non puoi nemmeno nominare dei tuoi vecchi amici o fidanzati senza darmi spiegazioni!- Alec inspirò profondamente cercando di calmarsi. -E non sono le uniche cose che mi nascondi! Eviti di parlare di cose che mi preoccuperebbero o potrebbero ferirmi. Una relazione si basa sulla sincerità e tu devi smetterla di proteggermi!- Forse Alec non aveva mai avuto una relazione prima di Magnus ma alcune cose le aveva imparate vedendo il matrimonio dei suoi genitori andare in pezzi.
Magnus si coprì il viso con le mani -Non penso che dovremmo parlarne a quest'ora della notte-
-Ormai è mattina, Magnus- disse Alec con un tono alquanto esasperato.
Erano appena le 6, l'alba aveva illuminato l'appartamento. Solo ora Alec si rese conto che era trascurato quanto l'aspetto del suo proprietario. Confezioni di cibo d'asporto erano impilate sul tavolo del salotto, ai piedi del divano giaceva arrotolata una coperta, alcune bottiglie erano sparse vuote in un angolo e il telefono sembrava essere stato incenerito da una fiamma ossidrica. Magnus seguì lo sguardo del ragazzo: -Non sapevo che avrei avuto ospiti stanotte altrimenti avrei sistemato meglio l'appartamento, anche il mio aspetto deve essere terribile.-
-Sei bellissimo- Magnus quasi si commosse, allora lo Shadowhunter provava ancora qualcosa per lui, nonostante sembrasse così freddo e distante.
-Se io ti aprissi completamente il mio cuore temo che non mi guarderesti più allo stesso modo- disse lo stregone, tornato serio, riportando la discussione al loro problema principale. Il suo viso esprimeva tutta la preoccupazione. -Io ti amo davvero ma sono comunque uno stregone, scorre sangue demoniaco nelle mie vene. Niente potrà cambiare la mia natura-
-Sì, invece. Ogni giorno dimostri di essere più altruista e generoso della maggior parte degli Shadowhunters che conosco, per questo ti amo.-
A quelle parole Magnus capì che non poteva avere la relazione che desiderava con Alec senza un po' di fatica. Non era come ottenere qualsiasi altra cosa usando la magia e ciò gli diede l'incoraggiamento necessario per iniziare ad aprirsi. -Io...- non era mai stato più consapevole di quello a cui stava andando incontro: non poteva più tornare indietro e ciò lo spaventava più dell'incubo di quella notte. Non era sicuro di poter sopravvivere alla perdita di quel ragazzo.
Improvvisamente il cellulare di Alec iniziò a suonare e il cacciatore dopo essersi fatto scappare un'imprecazione, rispose. Sembrava qualcosa di importante e urgente dalla sua espressione.

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Capitolo 5
*** May we meet again ***


Magnus era nella sua camera davanti all'armadio in cerca dell'abito migliore per una missione in compagnia di un gruppo di Shadowhunters. Poteva sentire ancora Alec parlare con Jace: a quanto pare c'era stato un grosso attacco di demoni nei pressi di una stazione della metro, molti mondani uccisi e altrettanti Shadowhunters da assistere, perciò era richiesto anche l'aiuto di uno stregone.
Prima di raggiungere il luogo con un portale si fermarono all'istituto: Alec doveva prendere il suo arco e frecce e organizzarsi con gli altri sul piano d'attacco. All'istituto c'era una gran trambusto e, i loro "compagni di battaglia" si muovevano freneticamente tra la folla prendendo tutte le armi che riuscivano a trovare.
Magnus non intendeva tenere in sospeso un discorso così importante con Alec, soprattutto adesso che stavano andando verso una battaglia potenzialmente mortale. Trascinò il ragazzo in una stanza tranquilla per dare una risposta alle sue domande rimaste in sospeso: -La mia paura più grande, mio caro Alexander, è perderti: forse prima o poi non proverai più niente per me, non ti biasimerei, non è facile vivere con uno stregone come me, e continuerai la tua vita senza di me, dimenticando a poco a poco tutto ciò che abbiamo affrontato insieme.-
A quelle parole Alec capì quanto era stato difficile per lo stregone rivelare le sue paure più intime e volle rassicurarlo: lo abbracciò accarezzandogli la spalla con il suo naso e sussurrandogli all'orecchio -Questo non può accadere perché sei l'uomo con cui voglio condividere ogni giorno della mia esistenza e ti prometto che insieme riusciremo a far funzionare la nostra relazione.- Era tutto così evidente allo Shadowhunter ora, riusciva a vedere il suo futuro chiaramente: un giorno, quando sarebbero stati pronti, si sarebbero sposati, avrebbero adottato dei piccoli nascosti e avrebbero insegnato loro ad amare, proprio come loro avevano imparato l'uno dall'altro. Ci fu un momento in cui i due fissarono lo sguardo l'uno negli occhi dell'altro, comunicandosi cose decifrabili solo dai due innamorati. 
Izzy entrò nella stanza e li riportò alla realtà. -Scusate ragazzi... Ma un'orda di demoni ci aspetta-
All'ingresso della metro Magnus si diresse subito dai feriti mentre gli Shadowhunters si affrettarono verso la zona più oscura della metro da dove giungevano rumori di combattimento. Prima di seguire gli altri Alec rivolse uno sguardo pieno di amore e preoccupazione verso Magnus.
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Ciao😊 Come vi è sembrato questo capitolo? Lasciate un commento se volete un piccolo spoiler sul prossimo capitolo che è anche l'ultimo!!!
P.S. Scusate, non ho potuto fare a meno di usare una citazione di "The 100" nel titolo :')

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Capitolo 6
*** Life after love ***


Ciao :)
Ecco l'ultimo capitolo tanto promesso, godetevi la lettura ;)


I cacciatori non avevano mai visto tanti demoni ammassati in uno spazio così piccolo, non si riusciva a distinguere dove uno finisse e l'altro iniziasse. In mezzo si poteva intravedere un gruppo di Shadowhunters dell'Istituto circondato e in difficoltà. 
Jace e Izzy si portarono senza esitazione sui lati della stanza e sguainarono la spada angelica e la frusta. Alec e Clary affrontarono invece i demoni che si dirigevano verso l'unica via d'uscita, per impedire loro di raggiungere i feriti che si trovavano nell'atrio al piano superiore. I ragazzi appena arrivati avevano preso alla sprovvista le creature demoniache, eliminandole una dopo l'altra e dando un po' di respiro ai compagni in pericolo. Mentre Alec era intento a lanciare una freccia verso un demone particolarmente potente che stava per colpire Izzy, un'alto giunse alle sue spalle e lo colpì alla schiena. 
Il ragazzo sotto la potenza di quel colpo cadde in ginocchio con un'espressione di sorpresa. Clary che era al suo fianco lanciò la sua spada angelica contro al demone dissolvendolo in mille brandelli di cenere. Il tempo sembrò fermarsi, un silenzio irreale avvolgere la stanza.
Jace prima di poter vedere cosa fosse successo dall'altra parte della stanza, sentì all'altezza della runa parabatai un dolore così intenso che gli tolse il respiro.
Al piano superiore Magnus, che stava ora osservando le ferite di una giovane ragazza, si girò involontariamente verso il punto dove poco prima era sparito Alec e, spinto dall'istinto, corse verso quella direzione con un brutto presentimento. 
Alla fine della scala vide, proprio davanti a una "nube" di demoni, il gruppo di giovani Shadowhunters e nel mezzo, sdraiato, Alec. 
-Non so per quanto riuscirò a trattenere questi demoni- gridò Clary agli altri, era l'unico ostacolo tra le creature e i compagni, troppo sconvolti per sentirla. Izzy era accovacciata accanto al fratello con le lacrime agli occhi e il suo parabatai si trovava al suo fianco incapace di muoversi. Magnus si mise sull'altro lato prendendo la mano di Alec e passando l'altra sul suo corpo, curandolo con la sua magia.
Alec guardò Magnus e gli disse: -Non sprecare la tua magia, ne servirà molta per sconfiggere questi demoni.-
-Sssh non sforzarti Alexander, ora ti curo io, ok?- 
Alec annuì: -Nel caso... Magnus non avere paura di continuare la tua vita senza di me, sono sicuro che un giorno riuscirai a costruire la famiglia che desideri-
-Non parlare così!- le lacrime gli solcavano le guance. Aveva ancora così tante cose da dirgli, l'intero mondo da mostrargli e tutto l'amore che aveva da dargli.
-Jace- chiamò con un sussurro Alec -Sei lo Shadowhunter più coraggioso che conosca, prenditi cura della nostra famiglia.- Il ragazzo continuò a rivolgergli uno sguardo perso e incapace di comprendere ciò che stava accadendo ma fece un cenno del capo per rassicurarlo.
Izzy stava singhiozzando sommessamente mentre Alec socchiudeva gli occhi.
-No! Alec svegliati, ascolta la mia voce, Alec!- gridò la ragazza, sormontando i rumori provenienti dal combattimento che avveniva a pochi metri da loro.
-Ti voglio bene sorellina- disse Alec accarezzando con la mano il suo braccio.
Magnus avvicinò le labbra a quelle di Alec per un ultimo bacio, il ragazzo le incurvò in un lieve sorriso e morì.

Pulvis et umbra sumus
We are dust and shadow
Ave atque vale
Hail and farewell

 
Spero che non abbiate pianto troppo e che vi piaccia ancora questa ff nonostante il finale che ho voluto darle. Ho scritto i primi capitoli sull'onda dell'ispirazione ma non volevo che la conclusione fosse banale. Degli avvenimenti personali mi hanno fatto cambiare prospettiva e ho scelto un finale che forse a qualcuno sembrerà eccessivamente triste.
Forse aggiungerò anche un capitolo per approfondire la reazione di Magnus alla morte di Alec.
Fatemi sapere se volete un altro capitolo e se vi è piaciuto questo.

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Capitolo 7
*** Una scatola a sorpresa ***


Ho pensato molto al capitolo conclusivo per questa storia, spero che vi piaccia. Quando ho scritto il capitolo precedente sapevo che non era una vera e propria fine perché, nonostante tutto, la vita di Magnus continua...

-Brinderò al vostro amato Clave!- Gridò con rabbia Magnus allo Shadowhunter che lo aveva scortato fuori dall'Istituto. Era appena stato cacciato perché ai nascosti non era permesso di partecipare al Rito di Passaggio di uno Shadowhunter. Non gli sarebbe interessato se avvolto in un telo bianco non fosse stato Alexander.
Di fronte all’edificio che aveva visto tante volte e che negli ultimi anni aveva associato ad un giovane ragazzo che gli aveva rubato il cuore, si ricompose e sistemò la giacca bianca che aveva indossato in rispetto delle tradizioni degli Shadowhunters. Aprì un portale e raggiunse il suo loft in un battito di ciglia.
Presidente Miao reclamò subito la sua attenzione, come biasimarlo? Lo stregone mancava da parecchie ore. Dopo che Alec… ancora non riusciva a dire la parola morto, comunque dopo di allora aveva vagato perso per New York guardando ma senza vedere niente. I ricordi che gli scorrevano davanti agli occhi.
Anche adesso, nella tranquillità della sua casa, riviveva ogni momento passato con Alec. Più ci pensava e meno riusciva a capire come tutto fosse iniziato, come uno Shadowhunters gli avesse donato la felicità.

La prima volta che aveva visto Alec era stato a quella festa nel suo loft, una delle tante, eppure così diversa da tutto il resto. La serata era iniziata con i soliti Seelie e Vampiri che ballavano e si ubriacavano ma tutto era cambiato quando aveva fatto la sua apparizione un giovane Shadowhunter dagli occhi azzurri. Era facile capire che fosse un Lightwood: capelli scuri, pelle diafana ma quegli occhi… sembravano renderlo unico nella sua bellezza.
Molte cose erano accadute quella sera e in un modo o nell’altro un gruppo di Shadowhunters aveva cambiato la sua vita. Mentre raccontava della sua famiglia e del suicidio di sua madre a dei perfetti sconosciuti il ricordo lo aveva rattristato solo un po’, 400 anni gli avevano permesso di rendere il dolore più ovattato. In ogni caso quella sera fu diverso perché quasi con un sussurro Alec era intervenuto e gli aveva detto che non era stata colpa sua ciò che gli era accaduto quando era solo un bambino. Per un attimo ci aveva creduto davvero, negli anni aveva imparato ad accettare il suo passato insieme a tutte le cose brutte che aveva compiuto, anche se fossero la sua semplice nascita.
Si ricordava bene di aver desiderato di ascoltare ancora la voce rassicurante di Alexander, sentire la sua risata melodica e rivedere i suoi occhi. Non sarebbe stato male anche poterlo riportare nella sua camera con intenzioni completamente diverse.
La sua vita noiosa e monotona era diventata un po’ meno ripetitiva perché la speranza di rivedere Alexander anche solo da lontano la rendeva più interessante. Non si era trattenuto dall’esprimere il suo apprezzamento nei confronti di Alec la sera stessa e la sua reazione imbarazzata lo aveva reso ancora più tenero agli occhi dello stregone.
Da quel giorno era tornato alla sua vita ripensando solo distrattamente agli eventi della festa e a degli occhi azzurri che inevitabilmente gli continuavano a riapparire nella mente. Fino a quando una semplice frase su un messaggio di fuoco gli chiedeva di curare Alexander Lightwood che era rimasto ferito gravemente. Non ci aveva neanche dovuto pensare, quel ragazzo non sarebbe morto quella notte. Nonostante il suo profondo odio verso gli Shadowhuters Alec gli era sembrato diverso, non aveva pregiudizi nei confronti dei nascosti o almeno così gli era sembrato. Non era sicuro dei suoi motivi ma Magnus Bane aveva passato la notte a curare il ragazzo per cui forse iniziava ad avere dei sentimenti usando tutta la sua magia fino all’ultima goccia.
Se n’era andato quando era stato sicuro che Alec sarebbe sopravvissuto e non aveva resistito dall’accarezzare leggermente la sua fronte scoprendo con piacere che la sua pelle era sorprendentemente morbida e liscia. Gli era sembrato un addio allora, perché pensava che le loro vite non si sarebbero più rincontrate.
Si sbagliava, invece, perché pochi giorni dopo Alexander si presentò davanti alla sua porta a ringraziarlo e tutto ciò che era seguito era stato inevitabile: il loro primo bacio, il loro primo appuntamento, la loro relazione segreta…
Aveva fatto tanti errori, il peggiore era stato non essere sincero fino infondo con Alec riguardo al suo passato. Sarebbe sempre rimasto il suo rimpianto più grande. Il suo dolce Alexander era stato strappato dalla vita ingiustamente, avrebbe voluto proteggerlo, salvarlo un’altra volta ma lui se n’era andato così velocemente. Lo aveva lasciato da solo come avevano fatto tutte le persone a cui teneva, i suoi genitori per primi.
 
Il tempo sembrava non avere più senso, Magnus andava avanti nella sua vita, se rimanere rinchiuso nel suo loft con un maglione sgualcito di Alec addosso si poteva definire tale. Un mese passò senza che Magnus se ne accorgesse, la sua vita era di nuovo noiosa con l’unica aggiunta di un dolore quasi insostenibile che lo accompagnava in ogni momento.
Si rinchiuse nella sua camera per dormire ma il mondo sembrava non volergli dare pace perché il pianto di un neonato lo svegliò nel cuore della notte. Il suono gli martellava nella testa senza dargli tregua. Da dove arrivasse non riusciva proprio a capirlo, nel suo palazzo non abitavano bambini e nessuno si era trasferito di recente. Stava per fare un incantesimo e insonorizzare la camera quando si fermò di colpo al pensiero che qualcuno poteva aver bisogno del suo aiuto. Si alzò pigramente e seguì il suono assordante fino all’ingresso dove Presidente graffiava la porta infastidito anche lui dal rumore che aveva disturbato il suo sonno. L’aprì ma non vide nulla, l’atrio era vuoto nonostante il pianto fosse diventato più acuto. Fu proprio il suo gatto ad attirare la sua attenzione su una scatola di cartone poggiata vicino alla sua porta. Scostò il coperchio e con sua grande sorpresa vide un bambino con la pelle blu scuro che piangeva e si agitava tra le coperte in cui era avvolto. Di fianco a lui un biglietto diceva: “Chi mai può amarlo?”. Un ricordo amaro riportò Magnus alla sua infanzia e alla solitudine che aveva dovuto sopportare.
Si decise a portare il bambino nel loft cercando di fare attenzione mentre lo prendeva in braccio e lo deponeva sul divano. Lo stregone di soli pochi mesi guardava tutto intorno a lui e aveva smesso di piangere, anche se si lamentava ancora leggermente.
- Ora chiamiamo Catarina, ok, piccolo Mirtillo? Lei ci sa fare più di me con i bambini.- Magnus accompagnò l’ultima parola con una smorfia, gli piacevano i bambini se si trovavano lontani dai suoi vestiti e non piangevano. Era notte fonda e come si aspettava la sua amica non rispose al telefono. Tornò verso la sala un momento prima di vedere un fagotto blu rotolare e cadere dal divano. Per fortuna riuscì a sollevarlo con la magia prima che colpisse il pavimento. Lo fece fluttuare e lo depose di nuovo sul divano, in risposta il bambino si mise a ridere per la magia.
- Mi vuoi far avere un infarto? Per Lilith! Non fare mai più una cosa del genere.- Sistemò una barriera di cuscini in modo che non potesse più cadere e si fermò a guardarlo, era molto dolce quando non piangeva. Gli dispiaceva davvero che qualcuno l’avesse abbandonato perché quel bambino meritava tutto l’amore del mondo.
- Cosa devo fare con te, Mirtillino?- Il bambino lo guardò incuriosito e forse era solo un semplice versetto che fanno i bambini ma a Magnus sembrò che avesse detto “Papà”.
Ripensò alle parole che Alec aveva pronunciato prima di morire, Cosa gli aveva detto? “Non aver paura di continuare la tua vita senza di me, un giorno riuscirai a costruire la famiglia che desideri.” Per Magnus la parola famiglia aveva avuto il significato di costruire una vita con Alec ma adesso forse poteva essere altro. Poteva evitare la sofferenza che aveva provato lui ad un innocente piccolo stregone e forse avrebbe ritrovato un po’ di felicità.
- Come hai fatto ad arrivare davanti alla mia porta, Piccolino? E’ stato Alexander a dirti di tormentarmi?- Quelle parole rivolte al neonato non avevano senso perché Alec non c’era più e lo stregone ne era consapevole ma in quel momento Presidente si sdraiò su un cuscino accanto al piccolo bambino e Magnus vide come sarebbe potuto essere il suo futuro.
 
Fine

Ho voluto raccontare il primo incontro tra Alec e Magnus dal punto di vista di quest’ultimo per spiegare ciò che ha provato, nei libri di CC non è molto approfondito. Spero vi piaccia il finale, secondo me Magnus si merita di essere felice per questo ho voluto che non rimanesse solo nel suo dolore.
Lasciate un commento se volete, ringrazio coloro che hanno aggiunto questa storia tra le preferite, seguite e in particolare Pretty_Queen che con i suoi commenti mi ha reso più facile scrivere questa storia.

P.S. Mi scuso per la lunga attesa ;)

Asia

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