Nient'altro che noi

di Kia85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritrovarsi alla stazione ***
Capitolo 2: *** Una nuova compagna ***
Capitolo 3: *** Strani comportamenti ***
Capitolo 4: *** Nuovo portiere e nuovo capitano per Grifondoro ***
Capitolo 5: *** Un'emozionante gita ad Hogsmeade ***
Capitolo 6: *** Il ritorno di Sirius ***
Capitolo 7: *** Grifondoro contro Tassorosso ***
Capitolo 8: *** Una nuova coppia a Hogwarts ***
Capitolo 9: *** Una giornata speciale ***
Capitolo 10: *** A casa con Sirius e Rachel ***
Capitolo 11: *** Il pensiero assillante ***
Capitolo 12: *** Un grande litigio ***
Capitolo 13: *** Prepararsi a San Valentino ***
Capitolo 14: *** Grifondoro contro Corvonero ***
Capitolo 15: *** Chiarimenti ***
Capitolo 16: *** Amici come prima?! ***
Capitolo 17: *** Grifondoro contro Serpeverde ***
Capitolo 18: *** Esami e partenze ***
Capitolo 19: *** Buon compleanno, Harry! ***
Capitolo 20: *** Il matrimonio ***
Capitolo 21: *** Bugie! ***
Capitolo 22: *** La nuova squadra di Grifondoro! ***
Capitolo 23: *** Grifondoro contro Corvonero ***
Capitolo 24: *** Cambiamenti all'orizzonte ***
Capitolo 25: *** La magia di Natale ***
Capitolo 26: *** Stare con te ***
Capitolo 27: *** Solo coincidenze? ***
Capitolo 28: *** Grifondoro contro Serpeverde ***
Capitolo 29: *** Novità sconvolgenti! ***
Capitolo 30: *** Una dichiarazione inversa! ***
Capitolo 31: *** Grifondoro contro Tassorosso ***
Capitolo 32: *** Una separazione difficile! ***
Capitolo 33: *** Tutti in vacanza! ***
Capitolo 34: *** La scomparsa! ***
Capitolo 35: *** Un'altra Hermione ***
Capitolo 36: *** Niente come prima ***
Capitolo 37: *** Grifondoro contro Serpeverde ***
Capitolo 38: *** Odio e amore ***
Capitolo 39: *** Fiocco azzurro in casa Black ***
Capitolo 40: *** Mamma e papà ***
Capitolo 41: *** Un piccolo problema per Ron ***
Capitolo 42: *** Grifondoro contro Tassorosso ***
Capitolo 43: *** San Valentino ***
Capitolo 44: *** Grifondoro contro Corvonero ***
Capitolo 45: *** L'attacco di Lord Voldemort ***



Capitolo 1
*** Ritrovarsi alla stazione ***


Salve a tutti! Io sono Kia85 e questa è la mia prima fanfiction su Harry Potter. La storia è nata nel marzo 2003, mentre aspettavo con ansia l’uscita dell’Ordine della Fenice. Ho deciso di pubblicarla, però, solo adesso perché non ero sicura potesse piacere. Per il momento ho avuto come lettori solo mia sorella che ha 18 anni e la mia amica di penna Raffaela: la storia è piaciuta a entrambe. Spero possa piacere anche a un pubblico più vasto come quello che naviga su questo sito molto carino. Prima di lasciarvi al primo capitolo di questa storia, vi voglio dire ancora qualche cosa: è una trilogia, nel senso che comprende il 5°, il 6° e il 7° anno di Harry a Hogwarts. In principio ogni anno aveva un titolo diverso perché in ognuno c’era un filo conduttore leggermente diverso dagli altri (per esempio, in questo 5°anno l’argomento principale è l’amicizia!). Poi però, quando ho deciso di pubblicarla ho riunito i tre anni sotto un unico titolo. Dato che i capitoli sono già pronti (tranne gli ultimissimi capitoli del 7°anno), vi assicurò che aggiornerò regolarmente, a meno che i miei impegni universitari non mi tengano troppo occupata. Per il resto posso dirvi solo che i protagonisti sono Harry e Hermione e i personaggi nuovi con una certa rilevanza sono tre o quattro. Inoltre, durante la scrittura della storia, ogni tanto, è intervenuto il mio alter ego: i suoi commenti sono quelli in corsivo tra parentesi. Alcuni commenti sono un po’ vecchi proprio perché sono stati scritti da qualche anno.

Beh, credo di avervi annoiato abbastanza. Vi auguro buona lettura. Grazie tante!

Kia85

  Nient’altro che noi!”

5° ANNO

Capitolo 1: “Ritrovarsi alla stazione”

4 Privet Drive, Little Winghing, Surrey: come ogni primo settembre Harry stava salendo sulla macchina di zio Vernon per recarsi alla stazione di King’s Cross di Londra, dove avrebbe preso l’Espresso del binario 9 e ¾ quarti, diretto alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. A differenza degli altri anni quest’anno Harry non si sentiva particolarmente felice di tornare a scuola: anche se erano passati quasi tre mesi non poteva dimenticare quello che era successo durante la terza e ultima prova del Torneo Tremaghi, svoltosi durante il suo quarto anno di scuola. La morte di Cedric Diggory lo faceva ancora star male, provocandogli infiniti e insopportabili sensi di colpa. I suoi amici Ron Weasley e Hermione Granger gli avevano detto che non era colpa sua, che non avrebbe potuto fare niente per salvarlo; e dopotutto cosa poteva fare Harry di fronte al terribile Voldemort? Era vero, Harry aveva sconfitto il Signore Oscuro altre volte, ma in quei momenti Voldemort non aveva ancora riacquistato un corpo tutto suo. Se poi Harry pensava a quando aveva risparmiato la vita di Codaliscia, il responsabile del ritorno di Voldemort, si sentiva ancora più male. Ma nessuna immagine, per quanto terrificante e orribile, poteva eguagliare la sensazione spiacevolissima che Harry aveva provato, notando la dolce Cho piangere il suo adorato Cedric. E Harry sapeva che, rivedendola a scuola, avrebbe continuato a provare la stessa sensazione.

Tuttavia fra tutte quelle emozioni negative di dolore e rimpianto, ne spuntava fuori una piccola ma allo stesso tempo intensa, dolce ma nostalgica. Era un ricordo dell'ultima volta che Harry aveva visto Hermione alla stazione di King's cross: un bacio sulla guancia che l'amica gli aveva dato forse per dirgli che lei era e sarebbe sempre stata vicino a lui. Quel pensiero lo fece stare un po’ meglio e, soffermandosi su quel pensiero felice come se da un momento all’altro dovesse spuntare fuori un Dissennatore, Harry si rese conto di quello che aveva effettivamente fatto la sua amica.

Un bacio sulla guancia…

Hermione non aveva mai dato a nessuno un bacio, forse neanche a Viktor Krum, il campione di Durmstrang che si era preso una bella cotta per lei.

Tutti quei pensieri avevano provocato in lui un grande mal di testa e vennero interrotti dal vocione di zio Vernon: “Sveglia, siamo arrivati!”.

Oh sì, grazie per il passaggio!” disse Harry prima di scendere dalla macchina.

Stranamente zio Vernon lo aiutò a scaricare i bagagli dal cofano posteriore, compresa la gabbia di Edwige. Harry prese un carrello dove posizionò i suoi bagagli, poi ringraziò zio Vernon. Lo zio grugnì, distogliendo lo sguardo e Harry prese quel gesto come una specie di prego. Ora che ci pensava, i Dursley, a parte l’odioso Dudley, erano diventati meno pesanti da sopportare durante l'estate: era come se qualcuno li avesse avvisati di quello che era successo, descrivendo soprattutto il suo stato d’animo.

Potete anche andare adesso. Ho appuntamento con i miei amici e sarebbe meglio che non li incontraste.”

In effetti Harry doveva incontrarsi con i Weasley ed Hermione all’interno della stazione verso le 10.30. Sapeva che i Dursley non li sopportavano, soprattutto i Weasley, e non aveva certo voglia di assistere a una lotta tra famiglie. Ma zio Vernon disse che avrebbero aspettato anche loro fino a quando non fossero giunti i suoi ‘amici strampalati’. Questa fu la conferma di ciò che Harry pensava: qualcuno gli aveva veramente chiesto di non causargli alcun fastidio e soprattutto di tenerlo sotto controllo, ora che Voldemort era tornato in circolazione.

L’arrivo di due macchine del Ministero della Magia fece intuire a Harry che la famiglia Weasley era arrivata. Infatti dalla prima macchina scesero Arthur e Molly Weasley, Ginny e Percy; dalla seconda, tutti intenti a ridere, scesero i gemelli Fred e George, Bill e Ron. Immediatamente Harry notò che Ron era diventato molto più alto: anche il suo corpo si era irrobustito. Poi il suo sguardo cadde involontariamente su Ginny: Harry si accorse di come il suo fisico stava acquisendo sempre di più le forme tipicamente femminili, il che la rendeva molto più carina. Ginny colse lo sguardo di Harry e, dopo essere arrossita leggermente, gli sorrise dolcemente. Harry ricambiò il sorriso, sicuro che la cotta che la piccola Ginny si era presa per lui si fosse affievolita.

Proprio in quel momento Molly Weasley si avvicinò ai Dursley e Harry ebbe un fremito. Zio Vernon si era fatto un’idea certamente non buona della famiglia Weasley e Harry volle essere certo che non si mettessero a litigare. Quel che vide, però, non confermò le sue previsioni: Molly strinse serenamente la mano allo zio e poi alla zia.

Vi ringrazio per aver accettato di fare ciò che il professor Silente vi ha chiesto: sapete Harry è in una situazione difficile e meno sta da solo, meglio è.”

I Dursley dissero qualcosa che Harry non fu sicuro di aver compreso perfettamente: “Non c’è problema.”.

Bene, allora da qui ce ne occupiamo noi!”.

I Dursley annuirono e, dopo aver volto uno sguardo a Harry, salirono in macchina e partirono.

Mi scusi, signora Weasley, ma che cosa è successo esattamente ai miei zii?! Non si erano mai comportati così!” esclamò Harry, molto sconvolto da quello che aveva appena visto.

Molly Weasley si avvicinò a lui, gli mise un braccio intorno alle spalle e disse: “Vedi caro, Silente ha mandato un gufo ai tuoi zii, subito dopo…dopo…-singhiozzò- …la morte del povero Cedric. Li ha informati su quello che era successo a scuola, qualcosa di veramente terribile per tutto il mondo magico, e anche su Tu-Sai-Chi che è ritornato, pronto per uccidere…- singhiozzò ancora-…l’ultimo Potter. Perciò gli ha chiesto di essere un po’ più delicati con te, più disponibili e, soprattutto, di tenerti costantemente sotto controllo. Capisci, lo ha fatto esclusivamente per tutelare la tua incolumità!”

La signora Weasley prese dalla borsa un fazzoletto ricamato per asciugarsi le lacrime che stavano per scendere. Harry non sapeva se essere riconoscente o arrabbiato con Silente: sì, il preside aveva agito nel suo interesse, però lui non aveva bisogno della balia. Ormai era grande, sapeva cavarsela da solo già da tanto tempo. Comunque, tutti si preoccupavano per lui e non voleva certo sembrare un irriconoscente, perciò annuì.

Bene, allora che ne dite di avviarci verso il binario?!” chiese il signor Weasley.

La combriccola entrò nella stazione: i signori Weasley attraversarono la barriera con i gemelli, Percy e Ginny. Harry, Ron e Bill rimasero seduti su una panchina ad aspettare Hermione, che era leggermente in ritardo. Ron raccontò dei nuovissimi scherzi di Fred e George per rallegrare il morale di Harry.

Sai cos’hanno intenzione di fare quest’anno?”.

Cosa?” chiese Harry curioso.

Gli scherzi dei gemelli lo facevano sempre divertire un mondo.

Siccome è l’ultimo anno per loro, vogliono fare una specie di megascherzo d’addio.”

In che senso?”

Beh, hanno detto che faranno come i laureandi Babbani che preparano uno scherzo la sera prima della consegna della laurea.”

Ho come l’impressione che ci sarà da preoccuparsi!” scherzò Bill.

Ehi, stiamo parlando di Fred e George! Non farebbero mai del male a noi poveri studenti che rimaniamo a scuola, giusto Harry?”

Ma Ron notò che Harry era rimasto imbambolato a guardare qualcosa…o qualcuno. Infatti era appena arrivata Cho.

Insieme alle sue amiche passò davanti al trio e salutò Harry, sorridendogli: “Ciao Harry!”

Harry balzò in piedi e, rosso come un peperone, balbettò: “Ci-ciao …Cho!”

Improvvisamente si ricordò di un film in cui dicevano che bisognava cogliere l’attimo fuggente, il famoso carpe diem. E quello era uno di quei rari attimi.

Così prese un po’ di coraggio e disse: “Ehm…Cho?”.

La ragazza si voltò: “Sì, Harry?!”.

Harry avrebbe voluto farle un sacco di domande: come ti senti? Stai un po’ meglio? Hai passato delle buone vacanze?

Ma quel malinconico sorriso di Cho, che lasciava trasparire un velo di profonda tristezza, le fece rivolgere solamente poche parole: “Sono contento di rivederti!!”

Le amiche di Cho si girarono per soffocare le risate.

Cho non le stette a sentire, ma disse soltanto grazie e se ne andò.

Solo quando Cho attraversò la barriera, Harry si rese conto di quanto risultasse banale e stupido ciò che aveva appena detto.

Sono contento di rivederti?! Ma come mi è venuto?!” disse.

Beh, è comprensibile. Eri molto emozionato, Harry!” gli confermò Bill.

Sì. Inoltre non è che tu sia sempre stato bravo con le ragazze. Anzi, mi risulta che l'ultima volta con Cho sia stato un vero disastro!” disse Ron.

Harry si sedette sconsolato. Tutto il suo coraggio veniva meno ogni volta che guardava Cho. Ma adesso non voleva pensarci più: se pensava a lei provava una grande tristezza.

Decise di cambiare argomento: “Piuttosto, qualcuno sa chi sarà il nuovo Prefetto di Grifondoro?!”.

Ehm…non ne ho idea!” disse Ron.

Io lo so, ma non ve lo posso dire!” esclamò Bill, con un sorrisetto.

Ah sì? E chi te l’ha detto?” chiese Harry.

Charlie! E’ stato ad Hogwarts per parlare con Silente, il quale si è lasciato scappare il nome del nuovo Prefetto di Grifondoro!”

E perché avrebbe dovuto dirti chi è?” chiese Ron.

Me l’ha detto perché è un Prefetto curioso e grazioso!”.

A meno che tu non abbia strane preferenze sessuali, immagino che grazioso si riferisca ad una ragazza!” commentò Ron.

Bill annuì

Hai sentito, Harry? Una ragazza come Prefetto!”.

Già, ma chi è?”.

Non ve lo posso dire. Vi dico solo che la conoscete!”.

La conosciamo, eh? Mmm…chi può essere? Vediamo, forse Calì. No, no, forse…Lavanda….naahh…”

Ron iniziò a elencare tutte le ragazze carine di Grifondoro, ma nessuna di quelle che aveva nominato, almeno secondo Harry, aveva le qualità necessarie per diventare Prefetto. Lui, dal canto suo, aveva una mezza idea di chi potesse essere, ma non era sicuro. Infine Ron decise che avrebbe scoperto quella sera l’identità del nuovo Prefetto e con Harry e Bill prese a parlare di Quidditch. Bill e Harry cominciarono a elencare le sconfitte dei Cannoni di Chudley, infierendo crudelmente sull'animo appassionato da tifoso di Ron.

Ma, non appena Ron aprì la bocca per ribattere, uscì solo un debole: “Oh…”.

Ron rimase a fissare qualcosa al di sopra della spalla di Harry, che, insieme a Bill, si voltò per vedere chi aveva colpito l’attenzione di Ron. Era una ragazza con un viso grazioso, capelli lunghi, lisci e castani, snella, ma non molto alta. Indossava uno scamiciato nero che le arrivava alle ginocchia, sotto una magliettina a maniche corte bianca, un paio di collant bianchi e stivaletti neri. La ragazza stava entrando di corsa in stazione, dopo essere scesa da un taxi. Nel carrello aveva un baule come quello di Harry e Ron e una cesta di vimini chiusa, dove dentro era rinchiuso molto probabilmente un gatto molto irrequieto.

Chi è? Non l’ho mai vista prima!” esclamò Ron.

Non lo so! Ma credo proprio sia diretta ad Hogwarts!“ disse Harry.

Involontariamente, non appena la ragazza passò vicino a loro senza notarli, Ron fece un fischio di apprezzamento. Di colpo, la ragazza si fermò e si voltò. Quell’espressione, un misto tra stupore e curiosità, Harry e Ron l’avrebbero riconosciuta tra mille.

Entrambi deglutirono e balbettarono: “He-Hermione?”.

Bill scoppiò a ridere.

Ma guarda un po’ chi si vede?! Harry Potter e Ronald Weasley. Ragazzi, è da un po’ che non ci si vede, no?” esclamò Hermione con un sorriso compiaciuto.

Hermione, sei tu, sei veramente tu?!” chiese Harry.

Chi pensavate che fossi? Una nuova studentessa di Hogwarts?!”

Hai indovinato Hermione!” rispose Bill.

Hermione rise e Harry non potè fare a meno di notare che c'era qualcosa di diverso in lei, qualcosa che andava al di là di un semplice miglioramento fisico; perché dopotutto, anche se Hermione stava sempre con loro e aveva perso un po’ di femminilità, era una ragazza carina, dotata di un particolare fascino che non stravolge l’intera esistenza, come la bellezza asiatica di Cho, ma penetra lentamente nella vita e cresce con essa, fino a quando non si rimane completamente catturati dalla sua favolosa personalità. Questo, almeno, era quello che Harry pensava di Hermione e forse anche Ron.

Sapete forse è meglio andare, mancano dieci minuti alle 11!” disse Bill, alzandosi in piedi.

Harry, Ron e Hermione smisero di ridere, si guardarono un attimo e corsero con i loro carrelli verso il binario 9 e ¾ quarti, attraversando la barriera seguiti a ruota da Bill. Dopo aver posato i bagagli nel vagone portabagagli e salutato la famiglia Weasley ( “Fred e George, mi raccomando, non voglio vedere nessun gufo che mi porti ancora notizie di vostre marachelle, soprattutto adesso che è il vostro ultimo anno!” aveva raccomandato Molly ai gemelli. “Sì, mammina, non ti preoccupare. Faremo i bravi!” avevano risposto in coro i due, assumendo l’aria di due angioletti.), Harry, Ron e Hermione salirono sul treno e occuparono una cabina con Ginny, Fred e George.

La prima parte del viaggio verso Hogwarts fu molto piacevole, non si fecero vedere neanche Draco Malfoy e i suoi scagnozzi. Ma, a un certo punto, Hermione chiese a Harry se poteva raggiungerla per un istante fuori dalla cabina perché aveva urgente bisogno di chiedergli una cosa. Harry, un po’ sconcertato, acconsentì e tra i vari commenti maliziosi di Fred e George i due uscirono dalla cabina. Harry guardò Hermione e notò che aveva assunto un’aria triste.

Hermione, cos' hai?” chiese Harry.

Harry, non sai quanto sia stata in pena per te quest’estate.”

Gli scuri e profondi occhi della ragazza stavano diventando sempre più lucidi.

Preoccupato Harry le domandò: “Perché? Per Voldemort?”

A quel nome Hermione trasalì e guardò spaventata Harry, che subito si corresse: “Ehm,Tu-Sai-Chi volevo dire!”.

Anche, ma in verità io mi riferivo a…”.

A Cedric, vero?!” la interruppe Harry.

Hermione annuì debolmente, come se avesse avuto paura che Harry se la sarebbe presa per quella domanda.

Poi, riprendendo un po’ del coraggio che l’aveva sempre contraddistinta, continuò: “Io so quanto tu sia rimasto turbato e quanto ti senta in colpa per non aver potuto fare niente per salvarlo. Sei un ragazzo eccezionale. Hai un’incredibile sensibilità verso tutto e tutti: ti preoccupi sempre per me, per Ron e per tutti i tuoi amici. Sappi che ti ammiro molto per questo e mi dispiace un sacco per non esserti stata vicina come amica durante quest’estate terribile per te.”

Come fai a essere sicura che è stata terribile? Hai detto bene, non mi sei stata vicina!” esclamò Harry, il quale non riusciva a capire bene cosa stesse accadendo all’amica.

Ho chiesto a Ron se poteva tenermi informata su quello che ti accadeva, perché non avrei avuto tempo da dedicare a voi due!” spiegò Hermione, assumendo un’espressione malinconica e insieme preoccupata- Sei arrabbiato?”

Questa domanda lo prese un po’ alla sprovvista: solo durante quelle ultime battute aveva realizzato effettivamente che durante l’estate Hermione non gli aveva scritto neanche una lettera, ma lui non ci aveva fatto caso. Il suo unico pensiero, quell'estate, era rivolto a Cedric, a Cho e a Voldemort: erano i suoi problemi principali. Aveva scritto solo 2 o 3 lettere a Ron. Perciò non sapeva ora se essere arrabbiato con lei.

Il suo sguardo tornò a posarsi su Hermione: lo guardava timorosamente e Harry capì che non aveva alcun motivo di arrabbiarsi con lei. Per tutto ciò che lei aveva fatto per lui non meritava il suo rancore.

No, Hermione. Anzi, sono io che ti chiedo di perdonarmi: solo adesso mi sono accorto che non mi hai scritto durante l’estate!” disse Harry.

Oh, Harry, non ti devi preoccupare per questo. Io capisco perfettamente: con tutto quello che avevi in mente questo era l'ultimo dei tuoi pensieri.”

Tu non sarai mai l'ultimo dei miei pensieri!” rispose Harry, sorridendole.

Grazie.- disse Hermione, arrossendo – Comunque volevo solo chiederti se adesso stai bene?”

Per adesso sto bene, non ti preoccupare. Sia la signora Weasley sia tu mi avete confortato oggi. Ma prima ho visto Cho e…”

L’hai vista? E come ti è sembrata?” chiese Hermione preoccupata.

Harry iniziò a balbettare come gli accadeva ogni volta che parlava di Cho: “B-beh…vedi…le-lei…lei non mi…non mi è sembrata in…in gran forma. Io-io le avrei voluto…chiedere come…come stava, ma-ma aveva un’espressione così…triste…che mi ha fatto c-cambiare idea…”

Capisco. Beh, vedrai che starà meglio. Forse avrà bisogno di qualcuno che le stia vicino e che capisca il suo dolore!” disse Hermione, rivolgendo un malizioso sguardo a Harry, che deglutì nervosamente.

Tu…tu credi…che lei…mi permetterà…di-di starle accanto?” chiese Harry, accortosi di essere diventato rosso come un peperone.

Sei l’ultimo che ha visto e ha parlato con Cedric. Forse lei vuole sapere qualcosa, ma non ha il coraggio o la forza di chiedertelo.”

Sì, può darsi che tu abbia ragione.”

Un silenzio piuttosto imbarazzante calò in tutto il corridoio. Ripensando al discorso di pochi istanti prima, Harry si chiese come mai Hermione fosse venuta da sola in taxi alla stazione e, inoltre, come mai non aveva scritto né a lui né a Ron? Avrebbe tanto voluto chiederle cosa la turbasse: non poteva essere preoccupata solo per lui. Ci doveva essere qualcos’altro.

Hermione?!” disse Harry, rompendo l’imbarazzante silenzio.

Hermione si voltò per guardarlo.

Ecco, volevo farti una domanda.”

Prego!”

Posso chiederti come mai non hai scritto né a me, né a Ron?”

La ragazza sembrò quasi rabbuiata da quella domanda.

Accortosene, Harry subito aggiunse: “Se non hai voglia di parlarne ti capisco, non ti preoccupare!”

Lui le mise una mano sulla spalla ed Hermione sorrise quasi forzatamente.

In effetti è così. Non ho molta voglia di parlarne.”

Oh, capisco. Tuttavia, se qualche volta dovessi aver voglia di confidarti con qualcuno, sai dove trovarmi!” disse Harry e poi le fece l’occhiolino.

Hermione annuì, sorridendo.

In quel preciso istante Ron spalancò la porta ed esclamò: “Hermione, sei tu! Tu sei…”

Cosa sono Ron?” chiese Hermione pacatamente.

Tu sei il nuovo Prefetto di Grifondoro!!” continuò Ron.

Harry si accorse che Hermione era arrossita e, quando si rese conto di ciò che Ron aveva appena detto, aggiunse: “Sei tu? Ma allora avevo ragione io!”

Tu pensavi veramente che lei fosse il nuovo Prefetto?!” domandò Ron sorpreso.

Beh, Ron, ma è naturale! Chi è l’unica con tutte le qualità di un buon Prefetto?! Hermione Granger! E’ bravissima a scuola, è intelligente, responsabile, capace e coraggiosa! Non è così, Hermione?!”

Harry notò che Hermione aveva dovuto nascondere il viso tra le mani per l’imbarazzo.

Oh, dai Hermione. E’ la pura e semplice verità!” disse Ron, dopo aver riflettuto un po’ su ciò che aveva detto Harry.

Sì, ma come hai fatto a saperlo?” chiese Hermione nascondendo, con aria innocente e per niente incuriosita, le mani dietro la schiena.

Beh, Fred e George hanno origliato quando Charlie lo ha detto a Bill e adesso lo hanno detto a me e a Ginny!” spiegò Ron.

Hermione si affacciò dentro la cabina e disse ironicamente ai gemelli: “Grazie tante!”

I gemelli risposero con un gesto di vittoria.

Comunque, perché non ci hai detto niente?” chiese Harry.

Prima di tutto io stessa non me lo aspettavo. E poi volevo farvi una specie di sorpresa, ma ormai…”

Non ti preoccupare, ci sei riuscita lo stesso.” esclamò Ron.

In quel momento la porta della cabina a fianco si aprì e uscirono le tre persone che Harry, Ron e Hermione non avrebbero mai voluto incontrare.

Ma non mi dite! La signorina So-Tutto-Io è diventata Prefetto. Non sapevano più a chi dare la carica forse?!” esclamò Draco Malfoy, affiancato come al solito da Vincent Tiger e Gregory Goyle.

Harry e Ron si trattennero dal lanciar loro qualche maledizione senza perdono perché Hermione esclamò: “Per prima cosa sappi, Draco, che il preside stava pensando di assegnarmi quella carica già dall’anno scorso. E secondo, non ti conviene metterti contro un Prefetto. Sai, da quest’anno i Prefetti possono assegnare delle punizioni a tutti, oltre che togliere punti. Quindi, a meno che non vogliate subire delle pesanti punizioni o che Serpeverde perda la Coppa delle Case per l’ennesima volta, vi conviene stare alla larga da noi, ok? Sappiate che non tollererò alcuna infrazione di regole!”

Detto questo, la ragazza, tutta compiaciuta di come aveva reagito alla provocazione di Draco, rientrò nella cabina, lasciando tutti a bocca aperta, compresi Harry e Ron.

I due si ripresero subito, guardarono i tre Serpeverde e scoppiarono a ridere; poi rientrarono anche loro nella cabina.

Hermione, sei stata fantastica!” esclamò Harry tra le risate.

Già, Fred, George avreste dovuto vedere le facce di Draco e dei suoi. È stato fortissimo!”.

Oh, non esageriamo!” disse Hermione lievemente arrossita.

Il resto del viaggio passò velocemente. Harry e Ron erano sempre più stupiti di come Hermione aveva risposto a Draco. In effetti, da quasi due anni la ragazza aveva preso più coraggio e riusciva a tener testa alle offese di Draco: forse da quando quest’ultimo aveva cominciato a insultarla chiamandola ‘mezzosangue’ e lei era poi rimasta pietrificata a causa del Basilisco, aveva capito che non bisognava subire le offese, ma rispondere a testa alta.

Improvvisamente Hermione guardò il suo orologio e balzò in piedi: “Ragazzi, stiamo per arrivare e ancora non abbiamo indossato le nostre uniformi!”

Oh, è vero!” esclamò Fred.

Già, chi si cambia per primo?” chiese George.

Ginny si alzò e disse lentamente: “Scusate, essendo voi 4 maschietti fate i cavalieri: lasciateci cambiare per prime!”.

Uffa!” esclamò Ron.

E va bene! Dai ragazzi, usciamo!” disse Harry, alzandosi in piedi.

Ginny e Hermione si guardarono e sorrisero.

Sì, ma non fateci l’abitudine, signorine!” le avvertì Fred.

I quattro ragazzi uscirono dalla cabina, lasciando le due ragazze libere di cambiarsi.

Fuori dalla cabina Harry chiese ai suoi amici: “Sbaglio o quest'anno è cambiata l’uniforme?”.

Sì, però potremmo vedere com’è solo quando la dovremo indossare. La confezione, naturalmente, è incantata!” rispose George.

Già, Silente non voleva che la vedessimo prima di oggi.” continuò Fred.

Caspita! Deve essere una bella uniforme!” esclamò Harry.

Certo ed è stata disegnata da Madama McClan!” spiegò Ron.

Dopo dieci minuti circa la porta della cabina si spalancò e apparvero le due ragazze con indosso le nuove divise.

TA-DAH!”

La nuova uniforme delle ragazze era carina: avevano la solita camicia e cravatta, ma il maglioncino era tutto rosso (uno dei colori di Grifondoro) con il cappuccio; la gonna era gialla con una striscia rossa e, in più, avevano gli stivaletti marroni.

Allora vi piace la nostra nuova uniforme?!” esclamò Ginny.

Sì!”disse Harry.

Veramente?” chiese Hermione.

Harry pensò istintivamente a Cho con quella stupenda uniforme e ripetè: “Oh, sì…tantissimo!”

Hermione guardò Harry e capì subito a chi stesse pensando l'amico. Era facilmente intuibile dal suo sguardo: quando Harry pensava a Cho aveva sempre l’aria di chi è tra le nuvole.

Ok, ragazze siete stupende, ma adesso tocca a noi uomini!” esclamò Fred.

Hermione distolse lo sguardo da Harry e, avendo sentito quello che aveva detto Fred, cominciò a guardarsi intorno dicendo: “Quali uomini?! Io non vedo nessun uomo qui in giro!”.

Ginny rise.I tre Weasley invece, offesi, la guardarono minacciosi e, senza dire una parola, entrarono nello scompartimento per cambiarsi. Harry venne distolto dai suoi pensieri su Cho: guardò Hermione e le sorrise divertito per ciò che la ragazza aveva detto; poi andò anche lui a cambiarsi.

Nello scompartimento i ragazzi aprirono la confezione contenente le loro uniformi: oltre alla camicia, alla cravatta e al camice nero di Griffondoro, c’erano il maglione rosso con il cappuccio, come quello delle ragazze, pantaloni e scarpe nere.

Ma è cambiato solo il maglione! Non è giusto, le ragazze hanno un’uniforme tutta diversa da quella precedente!” si lamentò Ron.

Beh, Ron, quando saremo a Hogwarts potrai chiedere a Silente di darti un’uniforme come quella delle ragazze!” scherzò George, ridendo insieme a Fred.

Finiscila, George!” lo ammonì Ron, ma i gemelli continuarono a ridere.

Quando i ragazzi finirono di cambiarsi, sentirono bussare alla porta. Tuttavia, non appena Harry fece per andare ad aprire la porta, il treno frenò bruscamente e Harry andò a sbattere contro il sedile alla sua destra.

Caspita, ma cosa si sono fumati stamattina?!” esclamò Fred.

Harry, stai bene?” chiese Ron all’amico, aiutandolo ad alzarsi.

Sì, sì. Non ti preoccupare. Piuttosto Hermione e Ginny, saranno cadute anche loro?!” si domandò Harry, massaggiandosi un po’ la spalla.

Ron andò ad aprire la porta e uscì, seguito da Harry.

Hermione e Ginny erano cadute anche loro, una sopra l’altra.

State bene?” chiese Ron, aiutando Ginny.

Io sì!” rispose la piccola Weasley.

Harry si chinò par dare la mano a Hermione, che accettò il suo aiuto: “Tu, come stai?”

Tutto ok, non ti preoccupare. Grazie.”

Ragazze, state bene?” chiesero in coro i gemelli, raggiungendoli di corsa.

Hermione e Ginny annuirono.

Bene, dai andiamo. Siamo arrivati!” esclamò Fred, cominciando ad incamminarsi verso l’uscita del vagone.

Sì, ecco che gli intrepidi gemelli Weasley si avviano verso il loro ultimo anno alla prestigiosa scuola di Hogwarts!” proclamò orgoglioso George.

Chi sarebbero gli intrepidi?” chiese una voce che spuntò proprio di fronte ai gemelli.

Era Angelina Johnson, una delle Cacciatrici di Griffondoro.

Angelina, cara, come stai?” chiese Fred.

Bene e, a quanto pare, anche tu, vero Fred?” rispose lei.

Ah, hai ragione! D’altronde è il nostro ultimo anno, non sei felice?”

Sì, così non ti dovrò più sopportare!”.

Harry, Ron, Hermione e Ginny scoppiarono a ridere, mentre i gemelli scendevano dal treno con Angelina.

Dai, andiamo. Dobbiamo prendere le carrozze!” esclamò Ron.

Sì, ma prima dobbiamo prendere le nostre borse!” disse Harry.

Ha ragione Harry, fratellone.”

I quattro entrarono in cabina per prendere le loro cose, ma quando Ginny uscì si scontrò con…Draco Malfoy.

Oh, Malfoy!- Ginny chinò la testa tutta imbarazzata – Scusa, io non ti avevo visto.”

Hermione le si parò davanti perché aveva paura della reazione di Draco.

Non ti preoccupare, Granger. Non ho intenzione di sbranarla!”

Tiger e Goyle ridacchiarono. Hermione rimase immobile a fissare Draco con sguardo minaccioso. A vederla Draco sorrise malignamente.

Avvicinò il suo viso a quello della ragazza, alzandolo con due dita e disse: “Non ti montare la testa solo perché sei un Prefetto, adesso. E’ pericoloso mettersi contro di me.- poi la lasciò e la squadrò da capo a piedi- Però, sei carina Granger con questa uniforme!”.

Finiscila, Malfoy!” lo minacciò Harry, ma Hermione gli fece un gesto con la mano di lasciar stare.

Se è davvero pericoloso mettersi contro di te, Draco, immagina quanto possa essere mettersi contro di me, anzi di noi. Te lo ripeto per l’ultima volta: stai-alla-larga-da-noi!” esclamò Hermione, puntandogli la bacchetta contro.

Malfoy, che solitamente era sempre pallido, adesso sembrava aver assunto un colorito vagamente roseo che Harry e Ron interpretarono come un lieve arrossimento.

Dopodiché, insieme ai suoi fidati Tiger e Goyle, Draco se ne andò.

Hermione…” sussurrò Harry.

La ragazza si giro con un’aria compiaciuta ed esclamò: “Vi sono piaciuta?”.

Sei stata grande Hermione!” le disse Ron.

No, io direi favolosa. Che sangue freddo!” aggiunse Harry.

Hermione rise.

Non sei stata un po’ troppo dura?” chiese con voce flebile Ginny.

Dura?! Ma Ginny, è quello che Draco si meritava dopo tutto quello che ci ha fatto passare!” esclamò Ron, come se gli avessero appena detto che il Quidditch era stato eliminato.

Harry, invece, con un tono meno duro, le disse: “Ginny, non ricordi? È anche un po' colpa sua se Tom Riddle ti ha usata per aprire la Camera dei Segreti. Stava anche per…ucciderti! ”

Sì, ma non è giusto essere così cattivi con le persone. Proprio quell’esperienza mi ha fatto capire che bisogna rispettare tutti, anche chi non si comporta bene!”.

Sei sicura che è per questo? Non è che ci nascondi qualcosa?!” le chiese Hermione dubbiosa.

Ginny si girò verso di lei e divenne rossa in viso. Nei suoi occhi c’era un’espressione tra la paura e lo stupore. Ma Hermione cosa intendeva dire? Cosa doveva nascondere Ginny?

Ho capito, Ginny.”

Come, da cosa?”.

Da come ti sei comportata con lui, era chiaro, vero ragazzi?”

Ma Harry e Ron non sembravano neanche aver capito granché da quello che si stavano dicendo le due ragazze. Perciò Hermione sospirò.

Vieni con me, Ginny!” disse Hermione, prendendola per un braccio.

Noi andiamo avanti!” comunciò a Harry e Ron e poi trascinò Ginny fuori.

I due ragazzi si guardarono con aria interrogativa.

Ron disse: “Le donne…chi le capisce è bravo!”

Harry pensò che Ron avesse proprio ragione. Dopodiché scesero anch’ essi dal treno, ma non videro Hagrid perché era già andato via con i ragazzi del primo anno. Così recuperarono i bagagli, si avviarono verso le carrozze e ne occuparono una con Hermione e Ginny, che nel frattempo dovevano aver parlato e Ginny forse aveva anche pianto. Ron era preoccupato, ma non chiese niente per non turbare ancora la sorellina. Ginny infatti aveva gli occhi rossi ed era molto triste. Hermione la guardava con un velo di tristezza. Harry si chiese cos’ era successo di così importante da turbare a quel modo sia Ginny che Hermione.

Nel frattempo, le carrozze portarono gli studenti davanti al portone di Hogwarts.

 

 

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Capitolo 2
*** Una nuova compagna ***


Ciao, ancora a tutti! Come và?Sono davvero contenta che qualcuno abbia recensito. Ringrazio moltissimo Hermione91, marco, Lady Liberty91 e maripotter! Ecco a voi il secondo capitolo! Ah, ho notato che le immagini non si vedono, quindi è inutile metterle!

 

 

Nient’altro che noi

 

 

5°ANNO

Capitolo 2: “Una nuova compagna!”

 

Gli studenti scesero dalle carrozze e aspettarono davanti al portone. Quando Ginny scese dalla carrozza, non volendo più stare con Harry, Ron e Hermione, raggiunse le sue compagne.

Ron, perciò, chiese a Hermione: “Ehi, Hermione, cos’è successo a mia sorella?”

“Non te lo posso dire, me lo ha fatto promettere e io mantengo sempre le mie promesse!”

“Ma, Hermione…è mia sorella. Sono preoccupato per lei!”

“Ron, non preoccuparti. Non è una cosa grave!”

“Ma se riguarda Draco Malfoy, può essere in pericolo. Lo hai sentito prima…quello che ti ha detto, vero?”

“Sì, ma Draco non potrà mai farle del male. Prima di tutto perché io l’ho avvertito e, come dice un famoso proverbio babbano, uomo avvisato…”

“…mezzo salvato!” intervenne Harry.

“Appunto! E secondo…Draco è sì cattivo con tutti, ma, anche se venisse a sapere di Ginny, non potrebbe mai farle del male solo per questo!”

“Ron, arrenditi: credo che Hermione non ti dirà di più!”

“Credi bene, Harry. Comunque, Ron, stai tranquillo: Ginny è forte, passerà anche questo momento. Abbi fiducia in lei!” gli disse Hermione con un sorriso.

Ron si tranquillizzò grazie alle parole dei suoi amici. Poi, improvvisamente, come accadde alla stazione, il giovane dai capelli rossi rimase immobile con gli occhi fissi a guardare un punto oltre le spalle di Harry e Hermione.

“Che ti prende adesso?” chiese Hermione.

Ron alzò la mano per indicare con un dito cosa aveva colpito la sua attenzione. Harry e Hermione si voltarono e videro la McGranitt con una ragazza mai vista prima, che si stavano dirigendo vero di loro.

“Non trovate che sia uno schianto di ragazza?” esclamò Ron.

“Si è ripreso subito!” commentò Hermione.

La ragazza era poco più alta di Hermione ed era molto snella: aveva capelli ramati, lisci e scalati e, quando fu un po’ più vicina, i tre amici notarono che aveva splendidi occhi verde acqua.

“Wow!” esclamò Ron che era diventato completamente rosso in volto.

La McGranitt si avvicinò al trio e disse: “Signor Potter, signorina Granger, seguitemi, per favore. Il preside vuole parlarvi.”

“Va bene!” dissero all’unisono i due.

“Mi scusi, professoressa, potrei venire anch’io? Non vorrei che i miei due amici possano sentirsi soli senza di me!” esclamò Ron, che, in realtà, voleva solo seguire la misteriosa ragazza.

La McGranitt lo guardò con aria severa e disse: “No, Weasley. Penso che il signor Potter e la signorina Granger possano farsi compagnia a vicenda! Lei li potrà aspettare in Sala Grande!”

Harry vide la ragazza misteriosa sorridere divertita e guardare Ron, deluso. Dopodiché Harry e Hermione seguirono la professoressa e la ragazza. Mentre il gruppo degli studenti si stava dirigendo verso la Sala Grande, la McGranitt conduceva i tre ragazzi dal professor Silente. Durante il tragitto, Harry e Hermione, che camminavano dietro la professoressa e la ragazza, stavano cercando di capire chi mai potesse essere quella ragazza.

“Secondo te, chi è?” chiese Harry a Hermione sussurrando.

Hermione fece spallucce: “Non ne ho idea!”

“Potter, Granger! Potete chiedere direttamente a me!” esclamò la professoressa che, a quanto pare, aveva ascoltato la domanda di Harry.

Harry e Hermione, colti un po’ di sorpresa, dissero imbarazzati: “Ci scusi, professoressa!”

“Sì, sì!- disse lei, fermandosi davanti al gargoyle- Siamo arrivati! Ad ogni modo, lei è una nuova studentessa di Hogwarts e si chiama Christine McGregor. Ora devo andare dal preside. Voi aspettate qui!”

“Ok!”

Il gargoyle si mosse non appena la professoressa disse “Piuma di zucchero”, lasciando libero il passaggio e, dopo che la McGranitt entrò, tornò come prima.

“Voi siete Harry Potter e Hermione Granger?” chiese improvvisamente la ragazza interessata.

“Sì, ma…posso capire Harry, ma come fai a conoscere il mio nome?” chiese Hermione.

“Nella vecchia scuola, circolavano voci su Harry Potter e i suoi amici a Hogwarts!”

“Aaahhh…Harry, siamo famosi!”

“Già! Che bellezza!” disse lui scettico.

“A proposito, di dove sei?” chiese Hermione.

“Io abito attualmente a Oxford, ma per 14 anni ho vissuto in Irlanda, a Dublino. Ci siamo trasferiti da poco in Inghilterra perché a mio padre è stato affidato un importante incarico dal ministero!”

“Quindi, andavi in una scuola di magia irlandese?!” esclamò Harry.

“Esattamente!”

“Ma che tipo di incarico ha avuto tuo padre?” continuò Hermione.

“Gli hanno affidato la divisione più noiosa che si è liberata da poco.”

“Fammi indovinare. E’ per caso l’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani?” disse Hermione.

“Come fai a saperlo?” chiese Christine.

“Il direttore di quell’ufficio prima era il padre del nostro amico Ron Weasley!”

“Aspetta! Vuoi dire che quel simpatico pel di carota era il figlio di Arthur Weasley?!”

“Sì!”

“Mmm…che tipo è?”

“Molto simpatico! Il campione in simpatia, il numero 1!” disse Harry, mentre Hermione annuiva.

In quel momento spuntò la McGranitt dal gargoyle e disse: “Signorina McGregor, entri pure!”

“Ci vediamo dopo!” li salutò Christine che seguì la professoressa.

“Simpatica, vero?” chiese Hermione.

Harry la guardò, curioso di sapere cosa era successo al sig.Weasley: “Sì, ma…cos’è successo al lavoro del sig. Weasley?”

“Non lo sai, Harry?! Ron ti ha mandato una lettera con Leo. Non ricordi?”

“No, mi spiace.”

“Ti capisco, Harry. Comunque, il padre di Ron è stato promosso a Viceministro della Magia. Tutta la commissione ha ritenuto il sig. Weasley il più adatto nell’affiancare Caramell ora che Voldemort è tornato in circolazione!”

“E’ stupendo! Devo congratularmi con Ron. Chissà come l’avrà presa Lucius Malfoy!”

“Ha protestato. Ma non c’è stato modo per lui di influenzare la commissione!”

“Ben gli sta! Il sig. Weasley se lo meritava!”

“Già!”

Durante quei minuti di silenzio che seguirono quel breve dialogo, Harry pensò di chiedere una cosa a Hermione, una cosa che gli era venuta in mente quando lui e Ron l’avevano incontrata in stazione. Ma non ne aveva il coraggio, perché aveva paura che Hermione potesse arrabbiarsi. Il desiderio di avere una risposta, a insaputa di Harry, era talmente forte che…

“Hermione, posso chiederti una cosa?”

“Sì, cosa?”

“Non ti ha dato fastidio il comportamento di Ron con Christine?”

“Perché mai avrebbe dovuto darmi fastidio?”

“Beh, io pensavo…dall’anno scorso…che tu…sì, insomma, che tu…”

“Che io fossi innamorata di lui?”

Harry annuì e Hermione rise.

“Ti stai sbagliando, Harry!”

“Ma…allora perché ti arrabbiavi con lui al ballo e quando era con Fleur?”

“Non era questo il motivo: io mi arrabbiavo perché sembrava che né tu né lui mi riconosceste come ragazza. Solo dopo che siete state rifiutati dalle ragazze che vi piacevano, vi siete accorti che anche io potevo accompagnare uno di voi, in quanto ragazza!”

“Hermione, mi dispiace. Chiaramente, sapevamo che eri una ragazza, ma Ron era infatuato di Fleur, io di…”

“…tu di Cho, sì, lo so!” disse lei un po’ seccata.

“Proprio così. Ma, adesso, non sarà più così. Te lo prometto. Vedrai che sapremo tenere conto dei tuoi bisogni da…ragazza!”

Hermione rise nuovamente: “Ma come parli? Da quando tu e Ron vi interessate dei miei bisogni da ragazza?! Voi due che non fate altro che parlare di Quidditch e di scherzi magici!”

Harry, leggermente offeso, disse: “Anche noi siamo cresciuti, Hermione. Siamo più maturi e abbiamo anche altri interessi! Non siamo più bambini!”

“Dai, Harry…non mi far ridere!”

Harry, allora, quasi d’istinto, la spinse contro il muro e la bloccò con le braccia.

Poi avvicinò il suo viso a quello di Hermione per sussurrarle nell’orecchio, con tono quasi minaccioso: “Vuoi vedere cosa posso fare?”

Harry non capiva perché le stava facendo ciò e se Hermione fosse imbarazzata o meno. Anzi, sembrava quasi divertita e molto tranquilla.

“Oh, avanti…cosa vorresti farmi?!”

“Qualcosa che non fanno i bambini!”

“Certo, come no?! Harry, tu non potresti mai fare niente di male!” disse lei.

“Ah sì? Perché no?” chiese Harry allontanandosi da lei.

Hermione si sistemò un ciuffo di capelli fuori posto con la mano, che stranamente le tremava leggermente: “Per un semplice motivo: tu sei innamorato di Cho e gli innamorati pensano solo a cose belle. Non fanno pensieri di questo genere!”

Sì, Hermione aveva ragione. Ma lui non avrebbe mai potuto farle del male anche per un altro motivo: insomma, lei era uno dei suoi migliori amici e le voleva molto bene.

Harry la guardò un attimo e sorrise: “Hermione…hai ragione un’altra volta. C’è qualcosa che non sai o non sai fare?”

Hermione assunse un’espressione malinconica, suscitando curiosità nell’amico.

Dopodiché, scosse il capo e, con un sorriso raggiante, disse: “Niente…o forse…ah, sì: io non sono molto brava a giocare a Quidditch. Invece tu e Ron siete bravissimi!”

“Sì, è vero…però, Hermione…”

Hermione lo interruppe perché un rumore li avvisò che stavano tornando Christine e la McGranitt. Infatti, poco dopo comparvero le due e la professoressa disse a Harry e Hermione di seguirla.

I due ragazzi, attraverso il gargoyle, arrivarono nello studio di Silente. Non appena entrarono, il preside si alzò dalla sua sedia e andò loro incontro.

“Harry, Hermione…che piacere rivedervi!”

“Buonasera, professor Silente!” salutarono i due.

“Prego, prego, sedetevi!”

Harry e Hermione si sedettero su due sedie di fronte alla scrivania di Silente. Accanto ad essa c’era sempre Fanny, la fenice del preside, che stava sonnecchiando. Silente andò a sedersi sulla propria sedia.

“Allora, cominciamo con te, Harry! Per prima cosa, ho saputo che i tuoi zii si sono comportati meglio quest’anno, vero?”

“Sì, grazie a lei, però!”

“Ho pensato che con tutto quello che avevi per la testa, avresti gradito un po’ di tranquillità durante le vacanze. A proposito, come stai?”

“Adesso che sono in compagnia dei miei amici, molto meglio, grazie!”

“A loro non c’era bisogno di dire niente! Giusto, Hermione?”

Hermione sorrise.

“Poi, ho una grande notizia per te che ti risolleverà sicuramente il morale!”

“Che notizia?” chiese Harry ansioso.

Silente prese dal cassetto una lettera: “Prima dell’inizio della scuola, mi è arrivata questa lettera dal Ministero della Magia! Dopo i recenti avvenimenti, il tribunale che aveva condannato Sirius ha riconosciuto la sua innocenza nel caso di Peter Minus di 14 anni fa!”

Harry rimase sorpreso: non riusciva a credere alle sue orecchie. Sirius era libero, non doveva più nascondersi. Harry era talmente sorpreso che non riusciva a mostrare gioia.

“Oh, ma è semplicemente meraviglioso…vero, Harry?” esclamò Hermione.

Harry annuì. Poteva lasciare i Dursley, poteva andare a vivere con qualcuno che lo rispettava, che gli voleva bene, qualcuno con cui parlare dei suoi genitori. Fu questo pensiero che fece sorridere, finalmente, Harry. Anche Hermione sembrava raggiante come lui.

Subito dopo, però, il ragazzo cambiò espressione: assunse un’aria preoccupata. E se non fosse stato vero? Se all’ultimo momento il tribunale avesse cambiato nuovamente la sentenza?

“Che cos’hai, Harry?” chiese Silente.

“Professore, lei è sicuro che Sirius sia libero? Voglio dire…posso ancora andare a vivere con lui?” domandò Harry con un leggero tremore nella voce.

Silente rise: “Certo, Harry! Non ti preoccupare!- poi, mostrando la lettera del Ministero a Harry, continuò- Vedi, non è uno scherzo!”

Harry sospirò, tranquillizzato.

“Mi scusi, professore! Allora quello che c’era scritto sulla Gazzetta è vero!” intervenne Hermione.

“Sì, Hermione!”

Harry, che non capiva a cosa si stesse riferendo Hermione, chiese: “Scusate, cosa è vero?”

“Ah, tu non lo sai. Beh…dopo quello che è successo al povero Cedric, il Ministero ha iniziato le indagini con gli auror: scovare Voldemort e i suoi seguaci non è facile. Sono stati anche richiamati alcuni colleghi di Alastor, fuori dalla scena da molti anni, ma ancora in gamba. Una notte, durante una spedizione nella zona intorno a Little Hangleton, due intraprendenti auror hanno catturato un Mangiamorte in fin di vita, abbandonato dai compagni e dal padrone, che probabilmente lo credevano già morto. I due auror lo hanno subito portato ad Azkaban dove i medici della prigione gli hanno fornito le prime cure. Il giorno dopo, una Commissione formata da auror e agenti del Ministero lo hanno interrogato, dopo avergli somministrato la pozione Veritaserum. La sua versione di quello che è successo la notte in cui Cedric è stato ucciso coincideva perfettamente con la tua, Harry. Il Mangiamorte ha parlato anche di Minus e di tutto quello che ha fatto per riunirsi al suo padrone.”

“Cioè quello che è successo qui due anni fa!” esclamò Harry.

“Proprio così. In seguito a ciò, il caso di Peter è stato riesaminato e Sirius è stato giudicato innocente. Minus, invece, è colpevole di favoreggiamento e tentato omicidio!” concluse Silente, indicando Harry.

“Capisco…ma, adesso che i Dissennatori si sono riuniti a Voldemort, chi farà la guardia ad Azkaban?” chiese Harry curioso e preoccupato allo stesso tempo.

“Beh, il Ministero ha a disposizione tanti tipi di forze armate, segrete, che verranno utilizzate proprio per questo motivo. Conosco alcuni di loro che sono veramente eccezionali. Forse Azkaban, adesso, sarà più sicura. Comunque, tornando a Sirius, Harry, gli ho già inviato un gufo dicendogli di tornare immediatamente qui, sei d’accordo?”

“Certo!” esclamò felice Harry.

Poi Silente si rivolse a Hermione: “Venendo a te, signorina Granger…”

Hermione si voltò immediatamente verso Silente: “Sì, professore?”

Silente prese da un cassetto una scatolina ricoperta di velluto rosso con i bordi gialli e la aprì: dentro c’era il distintivo da Prefetto di Grifondoro. Era tutto d’argento, sullo sfondo era riportato lo stemma della casa con il grifone e in primo piano c’era una bella ‘P’ che indicava, appunto, Prefetto.

“Questo è il tuo distintivo, Hermione: devi indossarlo sempre, mi raccomando. E’ importante. Nel tuo dormitorio troverai il calendario delle riunioni, che si svolgeranno nella Sala Grande generalmente alle nove di sera con il sottoscritto e i professori. Tu sei la più giovane dei Prefetti: ce ne sono due del settimo anno e uno del sesto. Ma so che tu te la caverai benissimo, vero?” le chiese facendole l’occhiolino.

“Beh, cercherò di fare del mio meglio!” rispose lei, non riuscendo a nascondere un lieve rossore sulle guance.

“Hermione, dai, non preoccuparti. Sei in gamba. Scommetto che diventerai il migliore Prefetto che Hogwarts abbia mai visto!” esclamò Harry entusiasta.

Hermione sorrise.

“Bene, adesso potete andare. Tra poco inizierà il banchetto e non voglio affatto perderlo!” disse il preside, alzandosi.

“Professore, un’ultima cosa: quella nuova ragazza, Christine…a quale casa è stata affidata?” chiese Hermione.

“Grifondoro, sarà una vostra compagna. Spero la aiuterete ad ambientarsi ad Hogwarts!”

“Certo, non si preoccupi!” esclamò Hermione.

I due ragazzi uscirono dall’ufficio di Silente e si avviarono verso la Sala Grande: Hermione si stava sistemando il distintivo sul camice nero dell’uniforme.

“Chissà come sarà felice Ron!” esclamò Hermione.

“Già, è davvero una bella notizia. Sirius è libero!”

Hermione rise: “Veramente, io mi riferivo a Christine!”

“Oh, non ci avevo pensato!”

“Non vorrei essere al posto di Christine!”

“Le starà attaccato come una cozza!”

E entrambi cominciarono a ridere. Harry pensò che non aveva mai riso così tanto con Hermione e, proprio in quel momento, stava provando una piacevole sensazione di serenità, che ormai non sentiva più da tanto tempo. Per questo fu molto grato alla ragazza: lei era una delle poche persone che, ultimamente, lo facevano stare veramente bene.

Quando arrivarono nella Sala Grande, la cerimonia di Smistamento era già finita. Così i due si diressero verso il tavolo di Grifondoro, dove Ron aveva riservato due posti per loro. Harry, mentre si stava sedendo, vide che, dal tavolo di Corvonero, Cho lo stava guardando. Lei gli sorrise e Harry si sentì mancare. Finì per terra, dopo essere inciampato nella panca. Tutti si voltarono a guardarlo e scoppiarono a ridere.

“Harry, ma che ti prende?” chiese Hermione, aiutandolo ad alzarsi.

“Niente, niente!”

Harry, imbarazzatissimo, si sedette al proprio posto e guardò Cho che rideva. Era veramente bella, ma, cosa che lo fece star meglio, era stato lui a farla ridere. Chissà da quanto tempo anche a lei non capitava più di ridere.

Hermione e Ron sembravano aver capito tutto e Ron esclamò: “Secondo me, hai già fatto colpo su di lei!”

“Non dire cavolate, Ron! Sono passati appena tre mesi dalla morte di Cedric, come può averlo già dimenticato. Erano molto innamorati. E poi…Cho non mi sembra una ragazza facile!” disse Hermione, sedendosi accanto a Harry.

“Quindi?!” chiese Harry.

Hermione lo guardò con aria interrogativa: “Quindi cosa?!”

“Come dovrei comportarmi?”

“Perché lo chiedi a me? Chiedilo al qui presente signor Casanova!”

“Dai, Hermione. Tu sei una ragazza, hai più sensibilità di Ron!” la implorò Harry, ignorando i versi che gli faceva Ron, offeso dalle sue parole.

Hermione sembrò analizzare a lungo Harry e alla fine cedette: “E va bene!- sospirò rassegnata- Ma guarda cosa mi tocca fare!”

“E vai!”

“Uh uh, sono curioso di sentire cosa ti consiglierà la nostra Hermione!” esclamò Ron.

“La vuoi smettere, Ron, di fare lo scemo?! Si tratta di una cosa seria!” lo rimproverò Hermione.

Ron le fece una smorfia e Harry rise.

“Harry, vuoi che ti aiuti, sì o no?”

“Oh, sì, certo. Scusaci!” disse Harry dando una leggera gomitata a Ron.

“Allora, penso che prima di tutto tu debba avvicinarti a lei in modo spontaneo, magari…la prima volta che vi incontrate, la saluti e ci parli un po’; insomma, cose di questo tipo, giusto per mettere delle solide basi, chiaro?”

Harry e Ron annuirono.

“Scusa, Ron, tu che c’entri?” chiese Hermione.

“Oh, beh…ne approfitto per cogliere qualche suggerimento per rimorchiare…sai com’è, può capitare di tutto!” rispose Ron.

Hermione continuò, ignorando completamente Ron: “La fase successiva, Harry, sarà più propriamente di attacco: devi cercare di entrare nella sua vita a poco a poco. Fino ad adesso vi salutavate e scambiavate qualche parola come semplici compagni di scuola. Ma ora devi diventare amico suo. Un amico che la consoli quando è triste, e, dato che sei anche l’ultimo che ha visto Cedric, uno che le potrà parlare di lui con molta delicatezza se lei lo vorrà.”

“Sì, ma quando lo potranno fare?” chiese Ron.

Harry e Hermione fraintesero tutto perché arrossirono.

“Ron, a quello ci si arriva dopo…e poi, Harry ha solo 15 anni!” spiegò Hermione completamente imbarazzata.

“Ma che avete capito? Io intendevo quando potranno parlare tranquillamente!” esclamò Ron.

“Ah…beh, cerca di essere più chiaro la prossima volta!” ribatté Hermione.

“Va bene, ma rispondi alla mia domanda, Hermione!”

“Harry, deve cercare di creare delle occasioni: per esempio, vi potete trovare un pomeriggio in biblioteca per studiare insieme, oppure…no, assistere agli allenamenti non è giusto…però, potete, per esempio, passare insieme la pausa, eccetera eccetera…Fino a quando lei si innamorerà di te: a quel punto entra in gioco il tuo coraggio, perché le dovrai confessare i tuoi sentimenti. Cosa che per te sarà difficilissima, dato che mi risulta che ci hai messo una vita per invitarla al Ballo del Ceppo e che, quando lo hai fatto, continuavi a mangiarti le parole!”

“Ehi, anch’io sono un essere umano!” disse lui.

“Ma dai? Non lo sapevo!” esclamò Hermione.

“Beh…mi sembra una tattica fattibile!” commentò Ron.

“Sì, grazie Hermione! Sei stata di grande aiuto!”

“E quando non lo sono?” scherzò lei ridendo.

“E la modestia continua ad essere il tuo forte!” disse Ron, sarcastico.

“Stavo solo scherzando!”

Poi, Harry si ricordò delle due notizie bomba che doveva dire a Ron.

“Ehi, Ron, due grandi notizie!”

“Spara!”

“La prima riguarda Sirius! E’ stato giudicato innocente e ora è libero!” disse Harry.

“Davvero? Ma come è successo?” chiese Ron estremamente felice per la notizia.

Harry e Hermione spiegarono a Ron tutto quello che aveva detto loro Silente. La sua reazione fu esattamente come quella di Harry e Hermione.

“Oh, wow! Harry, è fantastico! Immagino la tua felicità!”

“Non sai cosa darei per vedere la faccia dei miei zii quando verranno a sapere che andrò a vivere con una persona che per 14 anni è stata considerata un assassino!”

Tutti e tre risero. Quando poi si calmarono, Harry e Hermione comunicarono a Ron la seconda notizia.

“Allora, qual è la seconda notizia?” chiese Ron.

Harry e Hermione si scambiarono un’occhiata sorridendo.

“Ehm…ti ricordi quella ragazza che tu hai definito ‘uno schianto’?” cominciò Hermione.

Ron sobbalzò sulla panca, tanto che stava quasi per cadere come Harry.

“Quella stupenda ragazza dai capelli e dagli occhi fantastici?” chiese Ron ricomponendosi un attimo.

I due amici annuirono.

“Beh…ecco, vedi…si chiama Christine McGregor, ha la nostra età, abita a Oxford, ma fin’ora ha vissuto in Irlanda, a Dublino. Suo padre è quello che ha preso il posto di tuo padre nel Ministero della Magia!” spiegò Harry.

“Povero, non vorrei essere al suo posto. Ma questo indica che io e lei siamo legati dal destini…ah, cara Christine!” disse Ron con aria sognante.

“A proposito, congratulazione per tuo padre. Mi dispiace di non averti risposto quando me lo hai comunicato!” cercò di scusarsi Harry.

“Oh, non preoccuparti. Comunque, grazie. Meglio tardi che mai!” lo rassicurò Ron.

“Tornando a Christine, sai come ti ha chiamato? Pel di carota! Ma…sembra interessata a te!” riprese Hermione.

“Davvero? …Oh, Hermione, non puoi dirmi certe cose in questo modo. E’ come un fulmine a ciel sereno. Non ero preparato, mi sta venendo un infarto!” esclamò Ron.

“E c’è di più: è stata assegnata a Grifondoro!” terminò Harry.

“Sono un ragazzo fortunato! A questo punto la ragazza sarà mia!”

“Vedremo!” disse Hermione.

Improvvisamente si sentì il suono familiare del cucchiaio sul bicchiere per attirare l’attenzione degli studenti: Il preside cominciò a parlare.

“Un altro anno sta per cominciare a Hogwarts. Voglio solo fare pochi annunci, prima di gustare il prelibato banchetto. Come prima cosa, ai Prefetti quest’anno verranno assegnati compiti un po’ più importanti: oltre che togliere punti o assegnarli, potranno anche punire voi studenti. Quest’anno sarà piuttosto difficile e loro dovranno aiutare i professori, in quanto, come potete ben immaginare, sono impegnati con me in una attività di stretta collaborazione con il Ministero della Magia, per il problema che ben conoscete, sorto alla fine dell’anno scorso. Vi chiedo di collaborare anche voi, facilitando il compito dei Prefetti. Per quanto riguarda la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, questa è stata affidata a Fleur Delacour, che si è diplomata a pieni voti proprio l’anno scorso nel collegio di Beauxbatons. Molti di voi la ricorderanno come la campionessa del suo collegio nel triste Torneo Tremaghi dell’anno scorso. Infine, un’ultima cosa: vi presento una nuova compagna. Vieni pure…”

Dalla porta accanto al tavolo uscì Christine con l’uniforme di Grifondoro. Alla sua entrata molti furono i fischi di apprezzamento.

Quando Silente riuscì a calmarli, riprese a parlare: “Si chiama Christine McGregor ed è una nuova studentessa, assegnata a Grifondoro. Spero che voi tutti la aiuterete ad ambientarsi. Grazie!”

Mentre Christine si avvicinava all’unico posto libero nel tavolo di Grifondoro vicino a Hermione, Ron esclamò: “Harry, carissimo. Questo sarà il mio anno fortunato. La bella Fleur come insegnante e Christine come ragazza!”

“Non correre troppo con la fantasia, Ron!- gli consigliò Hermione- Christine sembra una che mette alla prova!”

Proprio in quel momento arrivò Christine: “Scusa, Hermione…vero? Posso sedermi qui?”

“Certo!”

“Grazie!”

“Ah, Christine…già conosci Harry!”

“Sì!”

“Questo, invece, è Ron Weasley!” disse Hermione indicando Ron.

“Oh, pel di carota! Sai che mio padre ha preso il posto di lavoro di tuo padre. Che coincidenza, vero?”

Ron sembrava aver sorvolato sul ‘Pel di carota’ e si alzò, avvicinandosi a lei: “Coincidenza? Non trovi che sia un segno del destino?! Forse…il fato ha voluto che noi due ci incontrassimo!”

Christine lo guardò un attimo prima di scoppiare a ridere: “Ah…destino…forte questa!”

Harry e Hermione stavano cercando invano di soffocare le risate per la figura di Ron.

“Non credi nel destino?” chiese Ron.

“Non quanto te!” rispose lei.

Ron sembrava, però, non essersi scoraggiato. Si andò a sedere, convinto sempre di potercela fare.

Durante il banchetto, Christine parlò molto con i tre amici, ma soprattutto con Hermione. Forse Christine sarebbe potuta diventare una grande amica per Hermione e Harry lo sperava veramente: perché c’erano comunque degli argomenti di cui Hermione non parlava mai con loro due e viceversa.

Il banchetto finì e tutti gli studenti si recarono nei rispettivi dormitori. Harry e Ron diedero la buonanotte a Hermione e Christine e salirono nella loro stanza. Erano entrambi molto stanchi: avevano riso, parlato e scherzato a lungo durante il banchetto e decisero di andare a dormire subito. Harry si mise a letto pensando che quello sarebbe stato un magnifico anno scolastico, pieno di emozioni e avventure. E forse le avrebbe condivise proprio con Cho… 

 

 

Bene, questo è il capitolo che meno mi piace. Non è uscito molto bene. Comunque, spero vi piaccia lo stesso. Il prossimo sarà “Strani comportamenti!”.

Per maripotter: anche se non recensisco sto leggendo alcune tue storie come Star in love e Amore o attrazione? Aggiorna presto e ti prometto che questa volta recensirò. Abbiamo tante cose in comune!!

Ci sentiamo presto e mi raccomando continuate a recensire. Ho intenzione di collezionare i vostri meravigliosi commenti!! Kia85

                  

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Strani comportamenti ***


Beh, ecco il terzo capitolo. Sono molto contenta dei vostri commenti tanto che mi viene da piangere…:,-)….sob sob…Grazie a tutti. Spero continuerete a seguirmi. Purtroppo dovrò assentarmi per una settimana per motivi familiari, ma appena torno aggiornerò. Per il momento vi auguro buona lettura!

 

Nient’altro che noi!

5° ANNO

Capitolo 3: “Strani comportamenti!”

 

Il giorno dopo, a colazione, Harry e Ron stavano analizzando l’orario di tutta la settimana.

“Oh, perfetto. Cominciamo bene!” sbuffò Ron.

“Già, è davvero una tragedia!” commentò Harry.

“Che cosa è una tragedia?” chiese una voce femminile alle loro spalle.

I due si girarono e videro Christine e Hermione.

Ron balzò subito in piedi e si avvicinò a Christine: “Christine! Ciao, come và? Dormito bene?”

“Oh sì, grazie. Ora che ti ho incontrato, però, vorrei tanto tornare nel dormitorio!” disse lei, sedendosi in un posto vicino a Ron.

Harry e Hermione si guardarono e iniziarono a ridere. Ron non sembrava essersela presa, così si sfregò le mani e tornò a sedersi tra Harry e Christine. Hermione invece si sedette vicino a Harry.

Harry si avvicinò a Hermione e le sussurrò nell’orecchio: “Ma…non ti sembra che Christine stia esagerando un po’?”

Hermione scosse la testa: “Harry, ieri sera ho parlato con lei: Ron le interessa molto, ma lo vuole mettere alla prova.”

“In che senso?”

“Ha sofferto molto a causa di ragazzi che non erano veramente innamorati di lei e che la volevano solo usare. Per questo vuole capire quanto Ron tenga a lei, capito?”

Harry annuì.

“Bene, però ti prego di non dirlo a Ron!”

“Conta su di me!” esclamò Harry facendole l’occhiolino.

Hermione sorrise, poi vide che Ron stava ancora tartassando la povera Christine: “Christine, ce l’hai un soprannome?”

La ragazza scosse la testa mentre stava addentando una fetta biscottata guarnita con marmellata di prugne.

“Allora ti posso chiamare semplicemente Chrissie? E’ un bel diminutivo, no?” esclamò Ron.

“Scusa, a che ti serve un diminutivo del mio nome?”

“Beh, Christine è un bellissimo nome, ma è un po’ lungo. Anche il mio nome Ronald è un po’ lunghino, così tutti mi chiamano semplicemente Ron!” spiegò lui.

“E allora Hermione?”

Ron guardò Hermione disperato, come se le volesse chiederle aiuto.

Hermione fece spallucce e, rassegnata, disse: “Ecco, vedi Christine. Per Hermione non c’è un diminutivo.”

“Già, non possiamo chiamarla…Hermi!”

Christine stava cercando di non ridere per questi assurdi discorsi.

Quando riuscì a riprendere il controllo di se stessa, disse: “Ron, perché non mi dici il vero motivo di tutto questo discorso?”

“Beh, stavo solo cercando di conoscerti un po’ meglio, per entrare più in intimità, mi capisci vero?” le disse Ron con sguardo languido.

Christine aggrottò le sopracciglia: “Ron, cosa ti fa pensare che io sia interessata a te?”

“Infatti non lo so. Ci sto solo provando.”

“Perché per adesso non diventiamo amici? Io ho davvero bisogno di amici e mi piacerebbe tanto entrare a far parte del vostro piccolo gruppetto: mi piacete tantissimo. Si vede che tra voi c’è una grande amicizia.”

Harry, Ron e Hermione si guardarono e poi esclamarono: “Una grande amicizia?”

“Forse non ve ne accorgete perché siete coinvolti emotivamente, ma da fuori si vede benissimo che vi volete un mondo di bene, vero Hermione?” disse lanciando uno sguardo intuitivo a Hermione.

Hermione arrossì e Harry se ne accorse, ma non ne capì il motivo.

“Guardate che ho chiesto in giro informazioni su voi tre. Tutti quelli che ho interpellato mi hanno detto che vi siete sempre aiutati a vicenda e che avete una particolare tendenza a infrangere le regole.”

I tre in questione abbassarono lo sguardo imbarazzati.

“Ops, ci hai scoperto!” esclamò Ron.

“Non pensavo che tutti sapessero di queste nostre piccole devianze!” disse Harry.

Hermione gli diede una pacca sul petto: “Ma figurati se non se ne accorgevano! Ci hanno scoperto tante di quelle volte!”

“E’ vero! Ma il ‘grande Harry Potter’ e i suoi due amici non potevano passare inosservati per Hogwarts!” commentò Ron.

Christine scoppiò a ridere. Harry, Ron e Hermione si voltarono per guardarla.

“Ragazzi, lo sapevo! Siete troppo divertenti!!!”

“Allora, credo di parlare a nome di tutti e tre nel dire che sei diventata ufficialmente un membro de ‘Gli amici di Harry Potter’!” esclamò Ron.

“Ron, ma sei scemo? Non è mai esistito un gruppo del genere. Sono esistiti soltanto Harry, Ron e Hermione!” disse Harry.

Hermione sorrise e con lei Christine.

Poi entrambe guardarono l’orologio e Hermione disse: “Dobbiamo andare, tra dieci minuti abbiamo la lezione di Pozioni con Piton!”

Christine si alzò e chiese: “Aspettate un attimo, mi è venuto adesso in mente: qual’era la tragedia di cui stavano parlando prima Harry e Ron?”

 “Questa!” risposero i tre in coro.

I quattro si alzarono dal tavolo e si diressero verso il sotterraneo di Piton, continuando a parlare tra di loro.

“In compenso, ragazzi…dopo due noiosissime ore di Pozioni, avremo Difesa Contro le Arti Oscure con Fleur!” esclamò Ron con aria sognante.

“Guarda che, adesso, non ti puoi prendere tutta quella confidenza con lei. E’ la nostra professoressa!” gli fece notare Harry.

“Oh, lo so benissimo! Però…non si sa mai…dopo l’anno scorso, magari, potrebbe essersi innamorata di me e potremmo condurre una relazione proibita tra professoressa e allievo!”

Harry gli diede una spintarella, ridendo: “Ma figurati! Una relazione proibita!”

“Ma…allora Fleur Delacour è quella che l’anno scorso al Torneo Tremaghi rappresentava il collegio di BeauxBatons?” chiese Christine.

“Sì, Harry aveva salvato sua sorella durante la seconda prova e da lì Fleur, che prima non li sopportava, ha iniziato a essere molto gentile con lui e con Ron.” spiegò Hermione.

“Ah…capisco. Quindi, devo dedurre che Ron ha la cotta facile?!”

“Da un po’ di tempo direi facilissima!” aggiunse Harry.

“Ma, se non ricordo male, Fleur era molto più interessata al fratello maggiore di Ron, Bill!” commentò Hermione.

“Vi divertite così tanto a prendermi in giro voi tre?” chiese Ron.

“Puoi scommetterci. E, comunque, in confronto a quello che tu hai detto a me, questo non è niente!” puntualizzò Hermione saggiamente.

Ron aprì la bocca per ribattere, ma la chiuse subito perché si accorse che, in un certo senso, Hermione, come al solito, aveva pienamente ragione. Nel frattempo erano arrivati al sotterraneo di Piton, costantemente umido, freddo, buio con un terribile odore di muffa.

“Quasi quasi per Natale gli regalo un deodorante per ambienti…alla vaniglia!” disse Ron provocando un sorriso sulle labbra di Harry.

I quattro si sistemarono intorno a due calderoni e la lezione cominciò. Harry si sentiva più che mai pronto ad affrontare Piton: dopo essersi imbattuto in Voldemort in carne e ossa, due ore di Pozioni con Piton sarebbero state una sciocchezza ( ma non hai provato quattro ore di filosofia/pedagogia con DeCarolis!). Ma, stranamente, durante la lezione, Piton sembrò completamente ignorare Harry, il che era insolito da parte sua: infatti il passatempo preferito dell’odiato professore era quello di stuzzicare il più possibile Harry e tutti gli altri Grifondoro. Inoltre, per Piton, ogni scusa era buona per togliere punti alla loro casa. Probabilmente anche in questo senso era intervenuto Silente. Ma l’attenzione di Harry fu attirata dal suo più acerrimo nemico dopo Voldemort, ovvero Draco Malfoy.

Harry e Ron notarono che i tre perfidi Serpeverde, alias Malfoy, Tiger e Goyle, dall’altra parte dell’aula continuavano a lanciare strani sguardi a Hermione e Christine. Le due però erano troppo intente a parlare tra di loro per accorgersene.

“Harry, non mi piacciono affatto. Dico sul serio, ma li hai visti?!” esclamò Ron.

“Certo, non piacciono neanche a me. Dalle loro risatine sembra che stiano tramando qualcosa!” commentò Harry.

Ron lo guardò con aria interrogativa e chiese:” Cosa pensi stiano tramando?”

“Ma è chiaro! Una vendetta nei confronti di Hermione. Solo ieri lei lo ha umiliato ben due volte!”

“Hai ragione!- esclamò Ron preoccupato- Che possiamo fare? Hermione sembra non essersene accorta!”

“Beh. Ron, noi non siamo sicuri che la nostra ipotesi sia giusta. Io direi di controllare per prima cosa quei tre, per vedere se continuano con quelle risatine imbecilli. Poi, vedremo…”

Ron annuì: “D’ accordo!”

La lezione finì e Harry commentò con i suoi amici lo strano comportamento del professore con i suoi amici.

“Ci ha proprio ignorato!” disse Ron.

“Già, non mi ha neanche visto quando ho alzato la mano per rispondere alla sua domanda!” esclamò imbronciata Hermione, che odiava essere ignorata quando sapeva perfettamente la risposta.

“Hermione, non l’hai ancora capito? Se Piton ignora la tua mano alzata, non è affatto un comportamento anormale, anzi è il suo passatempo preferito. Piuttosto è strano che non abbia criticato o tolto punti a Harry per un banale motivo!” commentò Ron.

“Credo che sia opera di Silente!” esclamò Harry.

“Può darsi! Non vuole che tu venga turbato ulteriormente dopo l’anno scorso!” disse Hermione.

“Beh, comunque…meglio così! Adesso, però, dobbiamo andare da Fleur!” disse Ron eccitato.

“Dalla professoressa Delacour!” lo corresse Christine con uno strano tono di voce che sembrava molto…gelosia!

Ron le si avvicinò: “Che c’è, Christine? Sei forse gelosa?!”

“Ma figuriamoci! Gelosa di uno come te! Pfui!!” disse lei con aria da superiore.

Poi si allontanò dirigendosi verso l’aula di Fleur.

“E’ pazza di me!” commentò Ron, passandosi una mano tra i capelli.

“Non ci conterei molto se fossi in te! Cerca di essere un pochino meno pressante nei suoi confronti: Christine forse non lo da’ a vedere, ma è una ragazza molto sensibile. Il tuo atteggiamento nei suoi confronti potrebbe ferirla più di quanto credi!” intervenne Hermione serissima.

“Cosa vuoi dire? Sai qualcosa di particolare su di lei?” chiese Ron.

“Anche se fosse così, Ron, non ti direi proprio niente. Quindi, se davvero vuoi fare colpo su di lei…sii più gentile!” gli suggerì infine Hermione.

Detto questo, Hermione, seguita da Harry e Ron, si diresse verso l’aula di Fleur. Raggiunta l’aula, vi entrarono tutti e tre. Videro che Christine aveva già trovato un posto in un banco per due e, quando lei si accorse di loro, scoccò un’occhiata infuriata a Ron e si voltò dall’altra parte. Ron deglutì: forse aveva un po’ esagerato nei suoi tentativi di approccio e l’aveva offesa, parlando di Fleur. 

Hermione andò a sedersi accanto a Christine, mentre Harry e Ron si misero proprio dietro di loro. Dopo poco tempo, arrivò Fleur: i suoi capelli erano biondissimi e lunghissimi esattamente come l’anno scorso, gli occhi azzurri e il suo fisico era ancora molto alto e snello. Indossava un lungo abito verde smeraldo abbinato a una mantellina leggera. Era molto bella, ma Ron, stranamente, non si scompose alla sua vista come gli altri ragazzi della classe.

“Salve a voi, miei cari studenti. Io sono Fleur Delacour e forse vi ricorderete di me dall’anno scorso.” disse con molta enfasi.

Il suo inglese, però, era molto migliorato e questo era un bene perché l’anno scorso era stato davvero difficile capire cosa dicesse.

Seamus si alzò in piedi ed esclamò: “Certo che ci ricordiamo di lei, professoressa. E’ stata la campionessa del collegio di BeauxBatons. Non potevamo scordarci di te…ehm…di lei.”

Fleur rise, vedendo che tutti i ragazzi annuivano.

“E lei si ricorda di qualcuno di noi?” chiese Dean.

La giovane professoressa si guardò intorno, analizzando ogni singolo studente.

“Ma certo!” Mi ricordo benissimo di voi tre.- disse indicando Harry, Ron e Hermione- Harry Potter è stato il secondo campione di Hogwarts e colui che ha vinto il Torneo. Se non sbaglio, hai anche salvato mia sorella durante la seconda prova.”

Harry annuì, arrossendo lievemente.

Poi Fleur continuò: “Hermione Granger, naturalmente, la migliore studentessa di Hogwarts!”

Hermione sorrise compiaciuta.

“E Ron Weasley, l’ inseparabile amico di Harry e Hermione!”

Ron notò la presenza di Fleur non appena lei pronunciò il suo nome e arrossì fino alla punta delle orecchie. Era tornato come prima!

La lezione cominciò: lessero insieme il primo capitolo del nuovo libro “Guida alle più elevate Arti Oscure-vol.1”. Di tanto in tanto, Fleur si fermava per spiegare quello che avevano letto: spiegava molto bene, anche se una lezione come quella di Difesa Contro le Arti Oscure era abbastanza noiosa. L’ora, fortunatamente, finì in fretta.

Harry, Ron, Hermione e Christine stavano uscendo dietro a tutti gli altri studenti, quando Fleur chiamò Ron: “ Ron, ti prego, puoi venire un attimo?”

Ron, sempre rosso come un pomodoro, si avvicinò alla cattedra. Parlarono giusto per qualche secondo e poi il ragazzo tornò dai suoi amici. Non appena furono usciti, Hermione gli chiese: “Allora, che ti ha detto?”

“Mi ha chiesto come sta mio fratello Bill!” disse lui deluso.

Harry, a differenza di Hermione e Christine che scoppiarono a ridere, cercò di trattenersi…ma non ci riuscì e iniziò anche lui a ridere.

“Scusa…Ron…ma non eri tu…quello che…era sicuro di…instaurare con lei…una relazione proibita?!” cercò di dire Christine tra le risate.

Ron la fulminò: “E tu non eri quella che era arrabbiata con me?”

Christine si asciugò le lacrime agli occhi, provocate dalle risate e smise di ridere, ricambiando lo sguardo di Ron: “Ma si può sapere cosa vuoi da me?”

Harry e Hermione, dopo essersi scambiati uno sguardo stupito, indietreggiarono di qualche passo.

“Pensavo l’avessi capito!” ribatté Ron.

“Cosa? Che io ti piaccio, forse?” domandò lei un po’ infastidita.

Evidentemente Ron era stato preso in contropiede perché ci mise un po’ a rispondere: “Appunto! Mi piaci moltissimo, ma non capisco perché ne sei così infastidita!”

“Perché? Vuoi davvero sapere perché?- Ron annuì- Bene. Allora, per prima cosa, se io ti piacessi, come dici tu, moltissimo, allora non diventeresti rosso come un pomodoro ogni volta che Fleur pronuncia il tuo nome, no?”

Ron fece per aprire bocca, ma Hermione lo zittì con uno sguardo da dietro Christine.

“E secondo…come puoi dire che io ti piaccio, se ci conosciamo solo da un giorno? La verità, Ron, è che tu non sei affatto diverso dagli altri ragazzi. Non sai quanti di loro mi dicevano: ‘Christine, mi sono innamorato di te, mi piaci da morire…’. Ma non era vero. Volevano stare insieme a me solo perché mi ritenevano…cos’è che dicevano? Ah,sì…’la ragazza più bella di Dublino’, con un corpo magnifico, ecc…Ti sembra vero amore questo? Ragazzi che erano attratti da me solo fisicamente. Nessuno si è mai interessato ai miei sentimenti, a quello che provavo io. Nessuno ha mai pensato che c’è qualcos’altro in me, oltre all’aspetto fisico.”

Allo sfogo di Christine, seguì un silenzio che non si era mai venuto a creare tra i quattro. Ron e Harry erano alquanto sorpresi, al contrario di Hermione che, molto probabilmente, sapeva già tutto di questa storia.

“Beh, adesso, andiamo. Sta iniziando la pausa pranzo.” disse Hermione, rompendo quel silenzio.

“Io non ho fame! Ci vediamo dopo nell’aula di Aritmanzia, Hermione!” comunicò Christine.

“O-ok!”

Christine se ne andò.

“Te l’avevo detto di essere più gentile con lei. Invece non c’è mai una volta in cui mi dai ascolto!” esclamò Hermione arrabbiata.

Sembrava che Ron stesse davvero male per quello che era successo. Così Harry decise di ‘salvare’ l’amico dalla ramanzina di Hermione.

“Forse, è meglio andare nella Sala Grande. Rischiamo di non trovare più niente da mangiare.” disse Harry, facendo segno a Hermione di non infierire oltre.

La ragazza recepì il messaggio.

Infatti, quando parlò, Harry notò che la sua voce era ritornata dolce, come sempre: “Dai, Ron, stai su. Ci parlo io con Christine: vedrò di convincerla a fare pace con te.”

Ron alzò la testa per guardarla pieno di gratitudine: “Lo faresti davvero?”

“Certo! Adesso che ho trovato un’amica con i miei stessi gusti, non voglio perdere uno dei miei migliori amici!” disse lei sorridendo.

“Grazie Hermione!”

Dopodiché i tre amici andarono nella Sala Grande per la pausa pranzo. Non parlarono molto perché tutti e tre ripensavano a quello che era successo, con una certa preoccupazione per Christine. Finita la pausa, Hermione andò a lezione di Aritmanzia, Harry e Ron, invece, raggiunsero la soffocante stanzetta della professoressa di Divinazione, Sibilla Cooman. La lezione iniziò: la professoressa stava spiegando qualcosa su come interpretare i fulmini attraverso la loro forma, grandezza, intensità e vicinanza.

“Purtroppo non potremmo studiarli perché dovremmo andare all’aperto durante un temporale e potrebbe essere pericoloso. Quindi, limitatevi a studiare sul libro.” disse pacatamente e come compito, infatti, diede loro da leggere il primo capitolo di Svelare il futuro- vol. 3.

Quando la lezione finì, Ron, in fretta e furia, ritirò i libri e scese dalla scaletta, seguito da Harry.

“Ron, Ron, che hai?” gli chiese Harry mentre scendevano giù dalla torre.

Ron si fermò di colpo e si voltò verso di lui.

“Harry, io ho capito di aver sbagliato con Christine e non voglio perdere la sua amicizia. La devo trovare al più presto per chiederle scusa.” spiegò Ron.

“Capisco. Allora sbrighia…”

Harry si bloccò. Da dietro Ron stava salendo su per le scale Cho Chang. Era insieme a due ragazze e due ragazzi di Corvonero e rideva.

Anche lei si accorse di Harry e lo salutò: “Ciao Harry!”

Harry si sentì paralizzato in quel preciso istante: non riusciva più a muovere alcun muscolo del corpo.

Solo grazie a uno scossone di Ron, poté ricambiare il saluto: “C…ciao Cho!”

Harry seguì con lo sguardo la ragazza fino a quando non la vide più.

“Oh, Ron…mi ha salutato…lei mi ha salutato…capisci?” disse lui in un soffio.

“Ma certo che capisco, amico! E capisco anche che Christine e Hermione hanno già finito la lezione di Aritmanzia e io devo parlare con Christine!”

“Oh…già! Andiamo!”

Raggiunsero così il corridoio del primo piano, correndo a gran velocità. Improvvisamente due figure femminili comparvero da un corridoio che sbucava dalla loro sinistra.

Harry e Ron si fermarono di colpo e caddero per terra. Le due ragazze scoppiarono a ridere. I due si alzarono da terra, massaggiandosi le parti indolenzite, e guardarono le due ragazze: Christine e Hermione si stavano divertendo moltissimo a quella scena.

“Beh, siete le uniche a divertirsi in questo momento!” commentò Harry.

“Siete troppo buffi!” esclamò Hermione.

Poi Ron, sistemandosi un po’, disse: “Christine, io…ti devo dire una cosa!”

La diretta interessata guardò Ron un po’ sorpresa. Harry e Hermione, invece, lentamente, si spostarono indietro, lasciando isolati i due, ma rimanendo vicini quel tanto che bastava per ascoltare la conversazione.

“Cosa?” chiese Christine, portandosi le mani sui fianchi.

Ron abbassò la testa, un po’ intimidito dalla ragazza: “Io…volevo solo chiederti scusa per come mi sono comportato con te.”

Scusa?!”

“Sì, scusa. Io non sapevo quello che hai passato e mi sono reso conto di averti ferita come quegli altri stupidi ragazzi, anche se io non avevo nessuna intenzione di farti soffrire. E, comunque, hai ragione tu: mi hai colpito perché sei una ragazza bellissima, ma è vero che ci conosciamo solo da un giorno. Quindi, se a te non dispiace, potremmo rimanere amici per conoscerci meglio.”

Christine non rispose immediatamente. Sembrò riflettere un attimino su quello che aveva appena detto Ron. Poi…

“E come la mettiamo con Fleur?”

“Oh, beh…quello che provo per lei è un po’ come quello che Hermione provava per Gilderoy Allock: è solo un’infatuazione passeggera, tra un po’ mi passerà. Anche perché credo che lei sia più interessata a mio fratello Bill. Adesso, io ai suoi occhi sono solo un mocciosetto di quasi 15 anni.”

Christine rise: Ron c’era riuscito, allora. L’aveva convinta a fare pace.

“Ok, Ron! Io e te rimarremo buoni amici per adesso. Poi si vedrà!” esclamò Christine, porgendogli la mano.

Ron gliela strinse, sorridendo: “Bene, allora…niente più rancori?”

Christine annuì.

“I due che stanno origliando là dietro, adesso, possono anche avvicinarsi!” esclamò Ron alzando un po’ la voce.

Harry e Hermione sobbalzarono e si avvicinarono ai due.

“Noi non stavamo affatto origliando!!” disse Harry, scuotendo la testa.

“Già, anche se siamo felici che voi abbiate fatto pace!” commentò Hermione, rendendosi conto troppo tardi di essersi tradita a parole.

Harry la guardò come per dirle: “Complimenti, ci hai fatto scoprire!”

“Ah-ah…come fate a sapere che abbiamo fatto pace?!” domandò maliziosamente Christine.

Harry cercò di giustificarsi, riparando l’errore di Hermione: “Beh…ecco…noi…”

Ma fu proprio lei ad aggiustare le cose, come al solito: “Noi non sentivamo niente, ma riuscivamo a vedervi…e non credo che due persone che ridono insieme e si stringono amichevolmente la mano siano l’una arrabbiata con l’altra! No?”

Ron e Christine sorrisero.

“Beh, hai ragione un’altra volta, Hermione!” esclamò Ron.

“Sì, diciamo che vi siete salvati in corner!!”

Harry guardò Hermione, che gli fece l’occhiolino.

Improvvisamente arrivò Ginny: era diversa dal giorno precedente. Non sembrava più arrabbiata o triste. Era la Ginny di sempre.

“Ciao, ragazzi!”

“Oh, ciao Ginny!” la salutò il fratello.

“Come stai?” le chiese Hermione.

“Bene, grazie, non ti preoccupare!” la rassicurò Ginny.

Poi Ron presentò sua sorella a Christine. Ma, come accadeva ogni volta che c’era un momento di serenità in quel gruppetto di amici, arrivò Draco Malfoy, accompagnato da Tiger e Goyle.

Ginny Weasley, non appena lo vide, diventò completamente rossa e scappò via, lasciando i quattro un po’ sorpresi. Anzi, forse solo tre di loro sorpresi, perché Hermione scosse il capo sospirando.

Harry riflettè un attimo sul comportamento di Ginny: ultimamente arrossiva ogni qual volta vedesse Draco e, se lo incontrava per strada, cambiava direzione. Un po’ come quando lei aveva una cotta per lui, Harry.

“Oh, guardate chi si vede! Lo scalognato trio con una nuova amichetta…che non è niente male!!” disse Draco, squadrando da capo a piedi Christine.

“Ah, tu devi essere Draco Malfoy e queste le tue guardie del corpo, Tiger e Goyle!” esclamò Christine decisa.

Draco fece una smorfia: “Senti bellezza, non ti conviene metterti contro di me!- poi strofinandosi il mento con due dita- Potresti unirti a noi e lasciare questo penoso trio: chi vorrebbe stare con uno sfregiato, un poveraccio e…una mezzosangue?!” le consigliò Draco, scoccando un singolare sguardo a Hermione.

“Ma naturalmente, chi ama l’amicizia, la lealtà, il coraggio e disprezza la slealtà e la codardia!” ribatté Christine.

Draco assunse un’espressione strana…di chi promette vendetta.

“Che ti prende, Draco? Non hai più pretesti per attaccar briga con noi?” esclamò Hermione.

Draco provò a intimorirla con lo sguardo: “Stai attenta, mezzosangue. Non pensare che io continui a subire passivamente i vostri insulti…se così si possono chiamare!” 

Harry si mosse, ma Hermione lo trattenne per un braccio.

“Non credere di farmi paura, Malfoy!”

“Vedremo…” disse lui, prima di allontanarsi con Tiger e Goyle.

Harry capì che i suoi sospetti non erano infondati: Draco stava preparando veramente una vendetta nei confronti di Hermione. Guardò Ron che aveva compreso tutto e aveva un’espressione molto preoccupata.

“Hermione, forse, è meglio se stai attenta a quello lì. Ho paura che stia tramando vendetta nei tuoi confronti.- le confidò Harry preoccupato- Se vuoi, io e Ron potremmo…”

“Cosa? Scortarmi, forse?! Ma per favore! Non sono una bambina e non ho bisogno della balia, Harry. So cavarmela benissimo da sola!” esclamò lei, infastidita.

“Ma…Hermione, conosci Draco. Sai che è pronto a fare qualunque cosa per…” intervenne Ron, subito interrotto da Hermione: “Oh, insomma! Almeno tu dovresti capirmi, Harry! Non voglio che nessuno mi faccia da scorta per un problema così…sciocco. Ci sono cose più importanti a cui pensare. Ok?”

Harry e Ron sospirarono rassegnati e annuirono.

“Bene, andiamo. Devo fare i compiti e stasera ho anche la prima riunione dei Prefetti alle sette!”

“Ma non erano alle nove le riunioni?” chiese Harry.

“Sì, ma Silente ha voluto fare la prima alle sette. Non so perché. Forse aveva un impegno dopo mangiato!”

Detto questo, i quattro tornarono nella sala comune di Grifondoro e iniziarono a studiare. Mentre Harry e Ron stavano leggendo “Guida alle più elevate Arti Oscure-vol.1”, Hermione e Christine stavano facendo un tema di Aritmanzia.

“Mm…Christine, come mai hai scelto Aritmanzia?” le chiese all’improvviso Ron.

“Beh…perché mi attirava molto. Divinazione non mi interessava…è una materia così imprecisa, senza basi sicure!” spiegò lei.

“Ah…ho sempre saputo che io e te saremmo andate d’accordo!” esclamò Hermione.

Ron rifletté, grattandosi il mento con un dito: “Sai, Harry…forse dovremmo anche noi abbandonare Divinazione e passare ad Aritmanzia!”

“Ormai, dobbiamo tenercela. Non si può più cambiare al quinto anno, Ron!” gli fece notare Harry.

Ron sbuffò e tornò a leggere il libro. Dopo circa mezz’ora Hermione aveva già finito tutti i compiti.

“Finito!”

“Di già?” esclamò Ron sorpreso.

“Certo! E’ il primo giorno, Ron! Non ci sono tante cose da fare.- spiegò lei e, dopo aver dato un’occhiata all’orologio, continuò- Sono anche in perfetto orario per la riunione dei Prefetti, bene!”

La ragazza iniziò a portare tutte le sue cose nella sua stanza. I

n questo modo Harry poté parlare con Ron del problema ‘Malfoy’: “Senti, Ron. Forse uno di noi dovrebbe accompagnarla: Draco potrebbe seguire il Prefetto della sua casa e, dopo la riunione, compiere la sua vendetta!”

“Ho capito, ma l’hai sentita Hermione: quando dice no, è no!” gli fece notare Ron.

“Sì, ma io sono preoccupato!” ribatté Harry.

Harry, quando Hermione dice no, è no! Punto e basta. Non voglio più ripeterlo!”

Hermione era apparsa all’improvviso, scendendo giù dalle scale che portavano ai dormitori.

“Hermione, io…”

“Harry, avanti! Non per vantarmi, ma ci sarà un motivo se sono stata giudicata da molti ‘la migliore studentessa di Hogwarts’! Quindi, vai tra’!” esclamò lei.

Vai tra’?!” domandarono gli altri tre all’unisono.

Hermione scosse il capo: “Ma, insomma, ragazzi! E’ un linguaggio che si usa tra giovani. Vai tra’=Stai tranquillo! Non ti preoccupare!”

Harry si insospettì: Hermione non era tipo da, come diceva lei, linguaggio giovanile. Questo perché Hermione aveva sempre mostrato una certa diffidenza dall’essere alla moda con gli altri; e invece…

“Ma da quando ti interessi alla moda in circolazione?!” le chiese Harry.

Hermione sembrò essere infastidita dalla domanda perché si agitò: forse non aveva voglia di rispondere alla domanda di Harry.

“Non è questo, ma…comunque…io…- guardò nervosamente l’orologio- Io…sono proprio in ritardo! Devo andare. Ci vediamo dopo, a cena! Ciao!”

E prima che qualcuno potesse dire o fare qualcosa per fermarla, Hermione sparì dal buco del ritratto.

“Hermione…sei proprio una testarda!” commentò Harry.

“Senti, Harry. Hermione non è più una bambina. Sa cavarsela benissimo da sola. Non ti preoccupare!” gli disse Christine.

Harry annuì e riprese a studiare: ma era molto difficile concentrarsi, sapendo che la sua migliore amica poteva essere in pericolo. Infatti diede solo una semplice lettura a tutto quello che gli avevano dato come compito. Poi verso le 20.00 Harry, Ron e Christine misero via libri, carta e penna e scesero giù per la cena. Harry e Ron cominciarono a guardarsi in giro per vedere se c’era Hermione, ma la sala era quasi vuota. Allora i tre si sedettero al tavolo dei Grifondoro, ma Harry e Ron non cessarono con la loro attività di ricerca.

“Sentite, se non c’è neanche un professore, vuol dire che la riunione non è ancora finita! Non c’è motivo di agitarsi!” cercò di calmarli Christine.

Poi, dal portone, entrò Malfoy con altri ragazzi di Serpeverde. Harry e Ron, alla sua vista, sembrarono rilassarsi e tirarono un sospiro di sollievo.

“Beh, è chiaro che se Draco è qui, Hermione non corre nessun rischio, adesso!” esclamò Ron.

“Sì…per adesso…” appuntò Harry.

Quando iniziarono ad arrivare dei professori, i tre capirono che la riunione doveva essere finita e a momenti sarebbe arrivata anche Hermione. Infatti, la ragazza si presentò sulla soglia del portone in compagnia di quello che Ron definì ‘il solito belloccio’: era un ragazzo di Corvonero, anzi il Prefetto di Corvonero, alto, capelli corti castano chiaro e occhi verdi, proprio come quelli di Harry. Stava parlando con Hermione e, molto probabilmente, le stava raccontando qualcosa di divertente, poiché Hermione stava ridendo.

Dopodiché i due si salutarono e Hermione raggiunse i suoi amici, prendendo posto vicino a Harry: “Ciao! Avete visto che sono ancora intera?”

“Sì, abbiamo visto. Però poteva anche non essere così!” disse Harry, un po’ imbronciato.

“Comunque, vi ringrazio per esservi preoccupati per me!” esclamò lei sorridendo.

Dall’altra parte del tavolo c’erano Ron e Christine e questa subito le chiese: “Senti, Hermione…ma chi era quel tipo?”

“Oh…quello! E’ il Prefetto di Corvonero e si chiama David Bradley…per gli amici Davey!” spiegò Hermione con aria sognante fissando, al tavolo dei Corvonero, Davey!

“E hai già fatto amicizia con lui?” continuò Christine curiosa.

“Amicizia…che parola grossa! Diciamo che è stato l’unico degli altri Prefetti a farmi sentire a mio agio, stasera.”

“In che senso?!” esclamarono Harry e Ron improvvisamente, fraintendendo tutto.

“Beh…mi ha spiegato un po’ come funzionavano le cosa, mi ha chiesto se ero agitata…in pratica mi ha tranquillizzata molto! E’ stato molto gentile con me!”

“Aahh…in quel senso!”

“Sì, perché? Cosa avevate capito, Ron?” chiese Hermione.

“Niente…proprio niente!”

Hermione e Christine scoppiarono a ridere.

“Comunque, Hermione, oltre a essere gentile, questo Davey è anche mooltoo carino!” le fece notare Christine.

“Sì…beh…è chiaro, cioè… si vede che è un gran bel ragazzo!”

Harry guardò Hermione con aria stupita: non le aveva mai sentito fare un apprezzamento di quel genere su un ragazzo. Era come se, all’improvviso, Hermione, per qualche strano motivo, avesse iniziato a interessarsi di più del mondo che la circondava: non le bastavano più solo lo studio, la magia, i suoi amici…forse anche lei, come Harry e Ron, voleva avere un amore tutto suo. E questo fece sentire strano Harry: non voleva che questo accadesse perché, se Hermione si fosse trovata un ragazzo, non avrebbe più dedicato tanto tempo a lui, Ron e Christine. Però, poi, riflettendo, capì che anche Hermione aveva una sua vita da vivere nel migliore dei modi…e Hermione meritava assolutamente il meglio del meglio, anche se questo voleva dire lasciarla allontanare un po’ da loro.

“Sapete cosa penso?” domandò Hermione.

“No, che cosa?”

“Davey è molto carino, gentile, premuroso…ma non è il mio tipo!”

“Ma che dici, Hermione? Io ti ho sempre immaginato insieme a uno di quel genere!” esclamò Ron.

Hermione scosse il capo: “No, non è lui che voglio!”

“E allora chi?” insistette Ron.

Hermione non rispose, rimase un attimino, così, a pensare con aria triste.

Poi, però, esclamò sorridendo: “Non lo so! Non appena arriverà quello giusto per me, sarete i primi a saperlo!”

Harry studiò il comportamento dell’amica: sembrava felice…ma lui pensava che non lo fosse affatto. Era una falsa felicità che nascondeva chiaramente qualcosa che la faceva soffrire. Ma cosa?

“Harry, che cos’hai?” gli chiese Hermione.

Harry si accorse che non stava più semplicemente guardando Hermione…la stava fissando.

Così scosse il capo e rispose: “Niente, niente. Mi sono solo incantato!”

Il banchettò iniziò: c’erano un sacco di cose buone e i quattro amici, dopo una giornata come quella, piena di emozioni, per recuperare energie, mangiarono un po’ di tutto. Durante la cena, Ron chiese a Hermione: “Senti, Hermione. Tu sai perché oggi Ginny e scappata via quando stava per arrivare Draco?”

“Detto fra noi, Ron…ti credevo più sveglio!” disse lei.

“Perché? Neanche Harry e Christine l’hanno capito!”

“Beh…veramente, io penso di aver capito il perché!” gli confessò Christine.

Ron allora si voltò verso Harry per cercare sostegno.

“Ehm…io avrei una mezza idea!”

“Anche tu? Non avrete il coraggio di lasciarmi da solo, disperso nel mare dell’oblio più totale??!!”

“Ma, Ron, era talmente palese!” gli fece notare Hermione.

“Ti prego, Hermione…ti prego!”

“Mi spiace, Ron. Se non l’hai capito, non posso tradire la promessa che ho fatto a Ginny di non dirlo a nessuno!!”

“Uffa!!”

Quando finirono la cena Harry, Ron, Hermione e Christine tornarono nella sala comune di Grifondoro. Harry giocò con Ron agli scacchi, magici naturalmente, mentre Hermione e Christine parlavano di come quest’ultima aveva trovato il primo giorno di scuola. Poi, verso le dieci, le due ragazze andarono a dormire, dando la buonanotte a Harry e Ron. Harry, dopo che l’amico lo aveva battuto per tre partite consecutive, decise di seguire l’esempio di Hermione e Christine, andandosene a dormire dopo una prima giornata molto emozionante.

 

 

Ok, anche il terzo capitolo è andato. Forse questo è venuto meglio rispetto al secondo, che ne dite? Comunque, non so se qualcuno se ne sia accorto, ma il Prefetto di Corvonero, David Bradley ha lo stesso nome e cognome dell’attore che interpreta Gazza. Mi credete se vi dico che non l’ho fatto apposta. Me ne sono accorta quando sono arrivata alla fine del 5° anno e, quindi, non l’ho cambiato! Comunque, il prossimo capitolo sarà “Nuovo portiere e nuovo capitano per Grifondoro!”.

Per Merewen: non ti preoccupare, sto leggendo la tua storia e prometto che la prossima volta lascerò un mio modestissimo commento! Per adesso devo dire che mi piace molto. Spero aggiornerai presto.

Per maripotter: abbiamo molte cose in comune perché le nostre coppie preferite e odiate in Harry Potter combaciano, ci piace un genere musicale che è in assoluto il migliore, abbiamo anche gli stessi manga e telefilm preferiti (concordo con te sulla fine di Dawson’s Creek sicuramente deludente e sul povero spike!)…insomma, hai capito, no?

Per tutti gli altri, a presto e continuate a recensire.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Nuovo portiere e nuovo capitano per Grifondoro ***


Beh, ragazzi, sono tornata! Contenti? Ho notato che molti di voi hanno aggiornato le loro storie. Ora ho un sacco di documenti word da leggere! Nel frattempo, voi leggetevi il prossimo capitolo!

 

 

Nient’altro che noi!

 

5° ANNO

Capitolo 4: “Nuovo portiere e nuovo capitano per Grifondoro!”

 

La scuola ad Hogwarts cominciò a farsi sentire pesantemente: i professori caricarono gli studenti più di qualsiasi altro anno. Harry pensò che facessero ciò per distogliere le loro menti dal pensiero di Voldemort. Infatti, Harry, tra i compiti, l’avvicinarsi della stagione di Quidditch e il continuo pensare a Cho, non riusciva a concentrarsi su altro. Proprio per quanto riguardava il Quidditch, Harry stava cominciando a riflettere sulla squadra di Grifondoro, cercando di capire chi sarebbe stato il nuovo Portiere e, soprattutto, il nuovo capitano; ora che non c’era più Oliver Baston a guidare l’intera squadra, a incoraggiarli, chi mai sarebbe stato in grado di prendere il suo posto? Harry moriva dalla curiosità, ma non dovette aspettare ancora per molto. Infatti, un giorno, a colazione, il professor Silente si alzò per dare un annuncio molto importante: “Desidero informare tutti gli appartenenti alla casa di Grifondoro che Madama Bump e la professoressa McGranitt stanno cercando il nuovo Portiere di Grifondoro. Chiunque voglia partecipare al provino, che si terrà il 30 settembre, dovrà prenotarsi sul foglio delle iscrizioni che troverete nella vostra sala comune. Ricordo che non è permessa la partecipazione ai provini ai ragazzi del primo anno e che, nella stessa data, le professoresse sceglieranno anche il nuovo capitano di Grifondoro. Grazie.”

Ron guardò Harry: nei suoi occhi c’era una strana luce…brillavano come non mai.

Anche Hermione se ne accorse: “Ehi, Ron…non vorrai…?”

“Oh…certo che sì! Voglio partecipare anch’io ai provini per il nuovo Portiere!”

“Ma, Ron, sei sicuro che poi riuscirai a conciliare lo studio e gli allenamenti? Solo gli allenamenti sono molto duri. Se poi consideri il fatto che quest’anno ci stanno caricando di brutto a scuola…sarà molto difficile per te che non sei abituato. Vero, Harry?”

“Sì, ma io sono sicuro che ce la farà!!” esclamò Harry.

“E poi non è ancora detto che mi prendano!”

“Avanti, Ron! Sii fiducioso! Charlie, Fred e George sono riusciti a entrare nella squadra e tutti sono molto bravi a giocare a Quidditch. Penso che questo talento tu ce l’abbia nel sangue, Ron. Devi solo applicarlo al ruolo di Portiere!” disse Harry.

“Già, forse hai ragione, Harry!”.

“Allora…fai come vuoi, Ron! Io ti ho avvertito. Poi, però, non venire a lamentarti!” esclamò Hermione, un po’ rabbuiata.

“Oh, insomma, Hermione! Io faccio quello che voglio! E, comunque, non ti preoccupare per me. Non verrò a chiedere il tuo aiuto, nel caso in cui trovassi difficoltà!”

“Non è questo il punto! Il fatto è che…” Hermione non riuscì a terminare quello che voleva dire perché cominciarono ad arrivare i gufi con la posta degli studenti.

Hedwige fece cadere una busta davanti a Harry, che le diede da mangiare un biscottino: “Grazie, Hedwige!”

Harry aprì la lettera: era da parte di Sirius.

“E’ di Sir…ehm…di Tartufo!” disse Harry, abbassando la voce.

“Leggi!” lo esortò Ron.

“Caro Harry,

come stai? Penso che tu abbia già saputo la bella notizia. Adesso, se vuoi ancora, potrai venire a vivere con me e con…beh, poi te lo dirò! Anche se non sono più un latitante, molte persone che incontro nel mondo magico sono ancora diffidenti nei miei confronti. Altre, invece, si dimostrano molto carine e comprensive. Tra qualche giorno penso di passare ad Hogwarts per farti una visitina, prima di andare a Londra e sistemare casa mia. Così per Natale potrai già trasferirti da me. Ad avvisare i tuoi zii ci ha già pensato Silente, quindi stai tranquillo. Ci vediamo tra qualche giorno.

Sirius”

 “Wow!” esclamò Harry.

“E’ fantastico, Harry! Quello che hai sempre desiderato si sta per avverare!” disse Hermione.

“Già!”

Harry notò poi un gufo, evidentemente in ritardo, che si avvicinò a loro e fece cadere una lettera tra le mani di Hermione. La ragazza, come se aspettasse quella lettera, la aprì e la lesse. Harry vide che Hermione aveva assunto una strana espressione: le sue mani tremavano lievemente e si capiva chiaramente che cercava di trattenere le lacrime.

Harry cominciò a preoccuparsi e così le chiese: “Hermione…tutto bene?!”

Hermione chiuse un attimo gli occhi, fece un profondo respiro e, quando li riaprì, disse con voce flebile: “Sì…sono solo i miei genitori. Adesso, scusate, ma devo andare a fare una cosa. Ci vediamo dopo!”

E così dicendo, si alzò e uscì dalla Sala Grande. Christine aveva un’aria molto più preoccupata, rispetto a Harry e Ron.

“Vado con lei, ciao!” e seguì l’amica.

Harry guardò Ron che fece spallucce.

“Ma, Ron, hai visto Hermione? Stava per scoppiare a piangere!”

“Sì, chissà cos’è successo!”

“Comunque…non ti sembra strana?” gli chiese Harry.

Ron rifletté: “Mm…in che senso?”

“Non so…rispetto all’anno scorso è diversa…misteriosamente diversa. Primo perché durante l’estate non abbiamo mai ricevuto una sua lettera, quando, invece, ce ne inviava tante gli anni scorsi. E secondo perché…l’ho osservata bene in questi giorni e sembra nascondere qualcosa che la fa soffrire parecchio. Se hai notato, anche quando ride, c’è sempre questo segreto che incombe su di lei.”

“Wow, Harry. Ottima diagnosi! Perché non vai a fare lo psicanalista?” commentò Ron.

“Mm…non capisco, però, perché non ne vuole parlare con noi!!” aggiunse Harry pensieroso.

“Forse non ha molta fiducia in noi e pensa che, se si confidasse con noi, potremmo anche non capirla!” disse Ron.

“Noo…lo escludo. Ragioniamo: lei ha sempre dimostrato una gran fiducia in noi. Non credo che possa pensare qualcosa del genere. Quindi…”

“Quindi?” chiese Ron, ansioso di sapere cosa pensasse l’amico.

“Quindi il problema che la affligge deve per forza centrare, in qualche modo, con uno di noi!”

“Brillante ipotesi, Harry! Ma che possiamo fare noi per aiutarla?”

”Prima di tutto, parlare con Christine. Sono sicuro che con lei Hermione riuscirà a confidarsi. Di conseguenza noi potremmo domandarle se possiamo aiutare Hermione in qualunque modo!”

“Giusto, ma adesso, andiamo! C’è Divinazione!!”

I due ragazzi si alzarono dal tavolo di Grifondoro e si diressero verso l’uscita della Sala Grande. Qui, per caso, si incrociarono con Cho e i suoi amici di Corvonero. Quando Harry la vide da lontano, si ricordò che Hermione gli aveva fornito un piano di conquista ed era giunto il momento di metterlo in pratica: d’altronde se veramente la voleva conquistare, doveva pur fare qualcosa. Non poteva semplicemente salutarla e stare fermo come un imbecille. Si sforzò perciò di ricordare quello che gli aveva detto Hermione.

“Qual’era la prima fase?” pensò Harry.

…Avvicinarsi a lei in modo spontaneo…la prima volta che la incontri, la saluti e ci parli un po’…per mettere delle solide basi….

“Ok! Ho capito!” esclamò Harry battendo un pugno sull’altra mano.

Ron fece un balzo per l’improvvisa esclamazione: “Scusa? Cos’hai capito?”

Harry si voltò verso di lui, fermandosi: “Stai a vedere!” disse con un sorrisetto alquanto malizioso.

Si passò una mano tra i capelli, stile playboy, per aggiustarli e si sistemò gli occhiali e la cravatta.

Poi chiese a Ron: “Come sto?”

Ron si portò un mano sulla guancia, assumendo un’aria un po’ effeminata e, con relativa voce, rispose: “Oh, caro. Non sei davvero il mio tipo, ma ti trovo straordinario!”

Harry sorrise e si diresse verso Cho, seguito da Ron, cercando di darsi un andamento che fosse il più spontaneo possibile. Quando si incrociò con Cho…

“Ciao Cho!”

“Ciao Harry!” disse lei e fece per andarsene.

Ma Harry la fermò chiedendole: “Come stai?”

Cho si voltò verso di lui e lo guardò come se stesse cercando di capire perché, così d’improvviso, le avesse chiesto ‘come stai?’.

“Bene, sto abbastanza bene, grazie. Tu?”

“Oh,così, tiriamo avanti!”

Poi rimasero in silenzio per un po’ fino a quando Harry disse: “Ahem…io, sai, volevo solo sapere se stavi bene dopo quello che è successo …l’anno scorso a Ce…”

“Non ti preoccupare! Non sono cose che passano in fretta queste, ma bisogna pur andare avanti, non credi?” chiese lei con un sorriso che a Harry ricordò molto Hermione in quei giorni, un sorriso pieno di malinconia.

“Sì, hai ragione. Ti capisco.”

Poi una ragazza con lunghi, lisci, perfetti capelli di un biondo lucente e freddi occhi azzurri, le disse: “Scusa Cho, ma dobbiamo andare a lezione di Pozioni!”

“Sì, arrivo subito, Debbie!!”

“Oh, anch’io devo andare. Ho Divinazione la prima ora.” esclamò Harry, guardando l’orologio.

“Beh, allora ciao!”

Cho si voltò e se ne andò con i suoi amici.

“Ciao!” sussurrò Harry con aria sognante.

Finalmente era riuscito a parlare con Cho dopo tanto tempo, in cui entrambi avevano sofferto, sì per varie ragioni e in modi diversi, ma insieme. Avevano qualcosa in comune, dunque, anche se era una cosa abbastanza triste.

“Beh…sei andato abbastanza bene!!” esclamò Ron, distogliendolo dai suoi bei pensieri.

“Trovi?”

“Sì, trovo. Almeno è un inizio. Scommetto che hai seguito i consigli di Hermione!”

Harry annuì.

A Divinazione, Harry non fece altro che pensare a Cho: era così felice che avrebbe potuto evocare il più potente dei Patronus in presenza di un Dissennatore.

L’ora dopo avrebbero dovuto avere Storia della Magia; così, finita Divinazione, Harry e Ron salirono nella sala comune di Grifondoro per fare il cambio dei libri. E qui incontrarono Hermione e Christine.

“Ehilà, ragazzi!”

“Ciao! Come è andata ad Aritmanzia?” chiese Ron lasciandosi cadere su una poltrona.

“Bene, grazie. Voi?”

“Pure, ma non sapete cosa è successo prima, nella Sala Grande!!” esclamò lui, ammiccando verso Harry.

Harry però non colse subito il riferimento di Ron: stava osservando Hermione che era scossa esattamente come prima e guardava fuori dalla finestra.

“Harry?!” lo richiamò Ron.

Hermione si girò a guardare Harry e lui si accorse che tutti e tre lo stavano guardando, Hermione e Christine con grande curiosità.

Harry scosse la testa: “Ma…non è successo niente di particolare. Ho solo parlato con Cho, come mi avevi consigliato tu, Hermione!”

Hermione non disse niente: si limitò ad abbassare lo sguardo. Poi, Harry si ricordò che doveva parlare con Christine. Così, mentre stavano andando verso l’aula del professor Ruf, Harry fece segno a Christine di volerle parlare. Rimasero così un po’ arretrati rispetto a Ron e Hermione.

“Allora, di che vuoi parlare?” gli chiese lei.

“Shhh…abbassa la voce. Voglio chiederti una cosa su…” e indicò con il capo Hermione.

Hermione?

Harry annuì.

“Ebbene, cosa vuoi sapere su di lei che ancora non sai?”

“Immagino ti abbia confidato perché la lettera che ha ricevuto stamattina l’ha turbata così tanto!”

“Sì, e allora?”

“Io e Ron siamo preoccupati per lei. E’ molto strana da un po’ di tempo. Non è più quella di prima. Ormai, ho capito che ha un grosso problema e vorrei…”

“…sapere qual è?”

“Beh…da una parte sì, ma capisco che non è giusto, perché se Hermione non si è confidata con me o con Ron ci sarà stato un motivo. E io rispetto questa sua scelta. Però vorrei sapere se, in qualche modo, possiamo aiutarla, senza fare qualcosa che la possa ferire.”

“Mm…sai, sembri sincero!”

“Certo che lo sono! Ci tengo molto a Hermione e non voglio che soffra!”

“Wow! Hai anche risposto alla domanda che stavo per farti! Comunque, posso solo consigliare a te e a Ron di farla ridere e di essere carini con lei.”

“In che senso carini?”

“Diciamo…farla sentire speciale. E’ un periodaccio per lei e si sente un po’ messa da parte…da tutti!” concluse lei rivolgendo a Harry uno sguardo particolarmente eloquente.

Harry recepì il messaggio: “Ehm…si è…sentita trascurata…anche da…noi?”

“Più o meno…”

“Mi dispiace tanto.”

“Su su con la vita. Sono sicura che saprete farvi perdonare!”

Nel frattempo erano arrivati a destinazione e, approfittando del fatto che nessuno, a parte Hermione, stava attento a quello che diceva il prof. Ruf, Harry raccontò a Ron quello che Christine gli aveva detto.

“Beh…se basta farla da ridere, è un gioco da ragazzi!” esclamò Ron.

“Già…”

Nei giorni seguenti Harry e Ron provarono ad applicare questa soluzione per tirare su di morale Hermione. Ma non era così facile come avevano pensato: non bastavano più le semplici battutine di Ron. Cercarono anche di essere premurosi con lei, ma forse esagerarono un po’ troppo perché un giorno lei si innervosì e li definì ‘appiccicosi come delle zecche’.

Ma Harry e Ron dovevano anche pensare ad allenarsi a Quidditch per far passare a Ron il ‘provino’ per il nuovo Portiere, dato che si era prenotato. Infatti, il 30 settembre era vicino, mancavano solo due giorni, ormai. Ron, comunque, era davvero bravo: aveva lasciato a bocca aperta tutta la squadra di Grifondoro con le sue belle parate ai tiri delle tre Cacciatrici. Come Portiere era un degno sostituto di Oliver Baston e dovettero ammetterlo anche i gemelli Weasley che, di solito, prendevano in giro il loro fratellino.

La sera prima del provino Ron era alquanto nervoso: si era lasciato sconfiggere a scacchi da Harry e da Christine.

“Sai, Ron, dovresti stare più tranquillo!” gli consigliò caldamente Christine.

“Sì, Christine ha ragione. Non hai motivo di preoccuparti…sei bravissimo Ron. Ti prenderanno, vedrai!” aggiunse Harry.

“No…non lo so…ce ne sono…di migliori…io…non so se…sarò all’altezza…” disse balbettando Ron. 

“Oh, insomma, Ron! Finiscila!!” esclamò all’improvviso Hermione che, fino ad allora, non aveva ancora aperto bocca ed era rimasta a leggere come se non ci fosse per nessuno.

Harry, Ron e Christine si voltarono a guardarla un po’ sorpresi.

“He…Hermione?!”

“Stai facendo un sacco di storie per niente! Caspita, ti ho visto giocare e, sicuramente, sei in assoluto il migliore Portiere tra tutti gli altri. Non sono l’unica a dirlo: i tuoi fratelli, tutta la squadra di Grifondoro, Christine, Harry…tutti sono entusiasti di te. Quindi, vedi di finirla! Non ne posso più delle tue inutili lamentele. Io sto cercando di leggere!!” e tornò alla sua lettura.

Harry, Ron e Christine scoppiarono a ridere.

Hermione li guardò incuriosita: “Beh…che vi prende adesso?”

“Sei stata troppo forte. Grazie, Hermione! Devo dire che adesso sono veramente più tranquillo!” comunicò Ron, che riuscì a provocare a Hermione un sorriso.

Harry se ne accorse e ne fu molto felice: era dall’arrivo di quella misteriosa lettera che Hermione non aveva più sorriso a nessuno.

Andarono tutti e quattro a letto presto perché erano molto stanchi e, anche se non lo avrebbero mai ammesso, un po’ nervosi per Ron.

La mattina dopo, a colazione, Ron non toccò cibo, nonostante i suoi amici gli consigliassero di mangiare qualcosa.

“Dai, Ron, mangia qualcosina!” gli disse Harry.

“Non ho fame, va bene?”

“Come vuoi. Adesso, io devo andare. Ci vediamo dopo!”

Tutta la squadra di Grifondoro doveva andare a cambiarsi. Prima di andare, però, Harry, Fred e George augurarono ‘in bocca al lupo’ a Ron. La squadra di Grifondoro si recò negli spogliatoi e tutti indossarono le loro uniformi scarlatte.

“Chissà chi sarà il nostro nuovo capitano…” disse Angelina.

“Oh…mia cara Angelina, noi lo sappiamo!” esclamò Fred.

“Ma dai! Come potete saperlo?” chiese Katie.

“Forse non ne siamo sicuri, ma più o meno, abbiamo capito chi sarà il nuovo capitano di Grifondoro!” disse George.

“E chi sarebbe?” chiesero le tre Cacciatrici incuriosite.

“Non so se avete presente un ragazzo del 5° anno…” cominciò Fred e George continuò: “…con i capelli neri, gli occhi verdi, gli occhiali…”

“…con una cicatrice sulla fronte a forma di saetta…”

“…sì, che a solo un anno ha sconfitto Voi-Sapete-Chi!”

Le tre ragazze risero.

“Non ne sarei così sicuro. In fondo voi tutti siete in squadra da più tempo di me!” intervenne Harry.

“Ma tu…sei Harry Potter!” esclamò Fred.(Bravo, hai scoperto l’America!)

“Io non voglio essere il capitano solo perché sono Harry Potter!”(Senti, ciccio, devi ammettere che solo perché sei Harry Potter hai ricevuto un sacco di favoritismi.) 

“Non ti preoccupare, Harry. Se tu sarai il nostro capitano, lo sarai perché sei un abile Cercatore che riesce a incitare la squadra e ha fiducia in ognuno di noi!” gli disse Angelina.

Harry sorrise.

“Angelina, tesoro, quando parli così, riesci sempre a farci commuovere!” esclamò Fred, mentre George annuiva e faceva finta di asciugarsi le lacrime.

Angelina sospirò e scosse la testa: “Non cambieranno mai quei due!”

I sei Grifondoro si recarono nello stadio dove c’erano già la professoressa McGranitt e Madama Bump con i candidati al ruolo di Portiere. Harry intravide Ron e notò che era particolarmente nervoso. Poi diede un’occhiata in giro: sugli spalti c’erano studenti di Grifondoro, Corvonero e Tassorosso e in mezzo alla folla scorse Hermione, Christine e Ginny.

La presenza della squadra di Grifondoro era solo un rito, dato che non doveva fare proprio niente, se non consegnare al nuovo Portiere la divisa. Così i sei si sedettero sugli spalti con le due professoresse, davanti a Hermione, Christine e Ginny. La McGranitt si puntò la bacchetta alla gola e pronunciò ‘Sonorus’ . Quando parlò la sua voce rimbombò per tutto lo stadio: era come se avesse ingoiato intero un megafono.

“Bene, ragazzi. Sapete benissimo tutti quanti il motivo per cui siamo qui oggi, quindi non c’è bisogno che stia a spiegarlo. Quando chiamerò il vostro nome, raggiungete con la scopa i tre pali e posizionatevi. A quel punto cominceranno a sbucare, da ogni parte e ad ogni velocità, varie Pluffe che dovrete parare. Madama Bump e io decideremo chi di voi sarà il nuovo Portiere: la nostra scelta si baserà sulla tecnica, sulla prontezza di riflessi, sulla agilità che ognuno di voi mostrerà. Bene, cominciamo. Seamus Finnigan.”

Seamus si portò vicino ai tre pali e subito le Pluffe cominciarono a sbucare dal nulla. Non se la stava cavando male: sicuramente aveva prontezza di riflessi, quello che però lasciava un po’ a desiderare era l’agilità che a sua volta comprometteva la tecnica. Questo forse dipendeva dalla corporatura di Seamus, che non era certo grassoccio, ma era molto robusto.

Toccò poi a Dean Thomas: a differenza di Seamus, Dean era molto agile e aveva un tecnica molto buona, ma scarseggiava un po’ la sua prontezza di riflessi.

Harry cercò con lo sguardo Ron e vide che era parecchio agitato, molto più di prima.

“Non trovi che Ron sia…troppo agitato?” gli chiese una voce all’orecchio.

Harry si voltò: anche Hermione si era accorta dell’eccessiva agitazione di Ron.

“Sì, Hermione. Ma non possiamo farci niente. Se la deve cavare da solo!”

Hermione sospirò molto dispiaciuta.

“Dai, Hermione, ricordati quello che gli hai detto ieri: è in gamba Ron. Ce la farà. Noi possiamo solo credere in lui. Ron ha molta fiducia di noi. Non ti preoccupare!”

E, finalmente, dopo una decina di ragazzi, arrivò il turno di…

Ronald Weasley.”

Ron si fece rosso come un peperone fino alle orecchie, ma quando sentì il tifo dei suoi amici dagli spalti, si calmò. Raggiunse i tre pali e si posizionò: non appena cominciarono a sbucare le Pluffe, Ron scattò per cercare di pararle.

“Mm…decisamente grande prontezza di riflessi!” esclamò Madama Bump.

“Sì, sono assolutamente d’accordo!” disse la McGranitt.

Sentendo i commenti delle professoresse, Harry sorrise e lo stesso fecero tutti gli altri. Tutta la squadra di Grifondoro faceva il tifo per Ron, ma non poteva darlo a vedere perché non sarebbe stato giusto nei confronti degli altri partecipanti.

Ron dimostrò di essere veramente in gamba: possedeva tutte le qualità per essere scelto. Furono davvero pochissime le Pluffe che passarono attraverso gli anelli: questo perché Ron, grazie alla sua tecnica quasi perfetta e alla sua agilità, riusciva a pararle facilmente. Quando la McGranitt fischiò con il fischietto (eh beh, con cosa se no?), Ron tornò per terra.

“Bene, ragazzi. Prima di comunicare chi di voi sarà il fortunato, vorrei dirvi, e Madama Bump si unisce a me, che tutti siete stati molto bravi, avete dimostrato delle grandi capacità che molti di voi potrebbero continuare a coltivare, fuori dalla scuola, magari. L’importante, d’altronde, non è vincere, ma partecipare. Se poi c’è anche la passione per il Quidditch, allora state pur certi che la vittoria è sicura. Ma, ora, veniamo a noi. Squadra di Grifondoro vi prego di consegnare la divisa di Portiere a…”

Tutti erano in trepidazione, con i battiti del cuore a 100 all’ora e un’unica domanda in testa: ‘Perché non si decide a dire quel benedettissimo nome?’ (‘Prof.McGranitt=Amadeus’?)

Alla fine la professoressa disse quel nome: un nome che fece esultare tutta la squadra di Grifondoro, soprattutto Harry, ma anche Hermione, Christine e Ginny esultarono.

Il nuovo Portiere di Grifondoro era…’Ronald Weasley’.

Ron non si mosse, rimase imbambolato con la bocca aperta. Capì quello che era successo solo quando un’onda scarlatta e oro si riversò completamente su di lui e molte braccia cominciarono a sollevarlo da terra. La squadra di Grifondoro aveva issato sulle spalle il loro nuovo Portiere che stringeva tra le mani la divisa. Dagli spalti Hermione, Christine e Ginny stavano applaudendo fortemente la squadra, finalmente al completo.

E chissà quanto sarebbe durata quella festa, se la McGranitt non l’avesse interrotta per dare un annuncio importante: “Scusate…scusate…potrei avere la vostra attenzione?…Grazie. Non abbiamo ancora finito. Dobbiamo comunicarvi il nome del nuovo capitano. Oggi ci è arrivata una lettera da parte di Oliver Baston che fino a due anni fa è stato il capitano di Grifondoro. Come è giusto che sia, ci ha consigliato il nuovo capitano. Una persona che lui stima e apprezza molto come giocatore, compagno di squadra e come amico. Ma con questo non vuole dire che gli altri sono da meno. Anzi, Oliver si è sentito onorato di poter giocare con quella che secondo lui è stata la migliore squadra di Grifondoro. Comunque, il capitano di Grifondoro, colui che secondo Baston guiderà la squadra a molte vittorie e tutti noi lo speriamo vivamente, è…” (Quanto mi piacciono i momenti di suspance!)

…proprio quello che tutti immaginavano…”Harry Potter!(Ma-non-mi-dire!!)

Così, anche Harry, il capitano di Grifondoro, venne issato sulle spalle dagli altri membri della squadra e si ritrovò a fianco di Ron (ma qualcuno è rimasto sotto?). Ron si complimentò con Harry con un bel ‘give me five’ .Poi entrambi si voltarono verso gli spalti dove Hermione, Christine e Ginny, sorridenti, li salutavano allegramente.

Quando tutti tornarono nella sala comune, molti ragazzi e ragazze fecero ancora i complimenti a Ron e a Harry. Gli esclusi fecero anche loro i complimenti ai due e se ne andarono tutti a letto.

“Ragazzi, festeggiamo!!” esclamò Fred.

“Sì, dai, andiamo a rubare qualcosa da mangiare in cucina!” propose George.

“Eh no, mi dispiace. La McGranitt ha severamente vietato qualsiasi tipo di festeggiamento solo per questo avvenimento.” intervenne Hermione.

“Dai, Hermione, che male c’è?!” chiese Ron.

“Non abbiamo vinto la Coppa di Quidditch. Sono stati scelti soltanto il nuovo Portiere e il nuovo capitano della nostra squadra!”

“Beh, ma anche tu eri contenta prima!” le fece notare Harry.

Hermione sospirò e si innervosì: “Ma, insomma, non volete capire che non è giusto nei confronti di quelli che non sono stati scelti?! Voi come vi sareste sentiti se qualcuno festeggiava un vostro fallimento?! Non penso bene.”

I pochi presenti rimasero ammutoliti e qualcuno chinò anche il capo dalla vergogna.

“Siete davvero degli insensibili!” esclamò Hermione, prima di uscire dal buco del ritratto.

Christine e Ginny scossero il capo in segno di disapprovazione, naturalmente nei confronti di chi voleva fare festa.

“Ho come l’impressione che Hermione avesse ragione!” disse Ron.

“L’impressione?! Ron, Hermione aveva assolutamente ragione. Davvero, ti riesce così difficile ammettere che Hermione ha quasi sempre ragione?” esclamò Ginny.

 Ron evitò lo sguardo quasi intimidatorio della sorella.

“E vuoi sapere perché questo accade? Perché lei, a differenza di uno come te, pensa sempre prima al bene degli altri che a quello suo.”

“Già, pur di non far soffrire i suoi migliori amici, si tiene dentro tutti i suoi problemi!” intervenne Christine. 

(Wow, che arringa in difesa di Hermione!! Beh, ma dopo tutto quello che ha sofferto nei primi quattro libri, se lo merita la nostra piccola amica! Ron che continua a prenderla in giro, poi nel terzo libro litiga con Harry e Ron solo perché lei si era preoccupata per il primo! Insomma ….W HERMIONE!!)  

Harry si sentiva da schifo dopo le parole di Christine e Ginny e forse anche Ron stava provando la stessa cosa. Quando andarono entrambi a dormire, Hermione ancora non era tornata: molto probabilmente doveva andare a una riunione di Prefetti.

Ma Harry non riuscì a prendere sonno: rigirarsi continuamente nel letto non lo aiutava per niente. Decise così di alzarsi e scendere nella sala comune per sgranchirsi un po’ le gambe. Ma, quando arrivò sulla soglia della porta che divideva la scalinata dalla sala comune, sentì la voce di Hermione e si fermò ad ascoltare.

“Io non ce la faccio a continuare così!”

Le rispose una voce maschile: “Ma, Hermione, perché non ti fai aiutare dai tuoi amici? Avresti davvero bisogno del loro sostegno.”

Il discorso si faceva interessante: Harry socchiuse un po’ la porta per vedere con chi stava parlando Hermione, ma non c’era nessun altro nella sala comune.

“No…non posso confidarmi con loro!”

“Perché? Dici sempre che Harry e Ron sono fantastici!”

“Sì, lo sono. Ma non posso dirgli quello che è successo…soprattutto a Harry. Penso che soffrirebbe tanto.”

“La nostra piccola Hermione pensa sempre al bene degli altri prima che al suo, vero?”

“Ma è bello pensare prima al prossimo che a te stesso!”

“Lo so, ma tu esageri un po’ troppo. Sei troppo buona!”

“Beh, comunque, non ti preoccupare per me. Non ci sono solo Harry e Ron con me: ci sono anche Christine e Ginny. Mi stanno aiutando molto, sai?”

“Ma non mi dire che Hermione Granger ha finalmente trovato delle amiche!”

“Sì, certo!”

“Non ci posso credere!!!”

“Dai, finiscila, Josh!”

“Ok!!…Accipicchia, mi stanno chiamando. Mi dispiace Hermione, ma devo andare a dare il cambio al barista. Stasera ci sono parecchie persone al locale!”

“Forse, perché è sabato?!”

“Ah, già. Hai ragione. Senti piccoletta, stai su. Capito? Non voglio sentire mai più dai tuoi genitori che stai soffrendo.”

“Vai tra’.”

“Vedo che hai imparato in fretta stando con noi! Complimenti!”

“Grazie!”

“Ciao Hermione. E’ stato bello rivederti e risentirti!”

“Anche per me, Josh. Ciao!”

Dopodiché si sentì un click e Hermione rimase seduta sul divano. Harry decise di uscire allo scoperto e aprì completamente la porta.

“Hermione?!” la chiamò Harry, cercando di darsi un’aria il più possibile sorpresa.

Hermione sobbalzò e si voltò verso di lui: “Harry?!….Mi hai fatto spaventare!”

“Scusa, non volevo!”

“Non fa niente. Come mai sei qui?”

“Non riuscivo a dormire…” disse lui, sedendosi accanto a lei.

“Sai, mi dispiace per oggi. Avevi pienamente ragione. Ci siamo comportati da veri idioti!”

“No, idioti, no. Comunque, io ho solo pensato cosa avrebbero provato Seamus, Dean e gli altri se vi avessero sentiti fare festa…alle loro spalle.”

Di colpo, poi, apparve sul viso di Hermione un’espressione quasi di terrore: “Harry…da quanto eri lì?”

“Qualche secondo.” mentì Harry.

“Hai…ehm… per caso…sentito…qualcosa?” chiese lei con voce tremante.

“No, cosa avrei dovuto sentire?”

Hermione tirò un sospiro di sollievo: “Niente!”

Non glielo voleva proprio dire: ma cos’aveva di terribile quel suo segreto che lo avrebbe fatto soffrire? E, soprattutto, chi era quel Josh? Vecchio amico d’infanzia? Forse. D’altronde sembravano andare molto d’accordo i due.

Poi Harry notò, accanto a Hermione, una sfera d’argento e le chiese: “Cos’è quella?”

La ragazza la prese subito e la infilò sotto il maglione: “Una cosa che mi hanno regalato. Adesso, Harry, io andrei a dormire…sono un po’ stanca.”

“Oh, certo. Buonanotte!”

“Buonanotte!”

“Ah…Hermione?!”

“Sì?”

“Se tu dovessi avere un problema…qualsiasi problema, non esitare a parlarne con me o con Ron. Siamo tuoi amici e vorremmo poterti aiutare ogni qualvolta tu stessi soffrendo. Per qualsiasi cosa, ci saremo sempre, ok?”

Hermione sorrise all’amico e annuì.

“Grazie, Harry.” gli disse prima di sparire su per la scalinata che portava al dormitorio femminile.

Harry rimase ancora un po’ lì, sul divano a pensare. Aveva detto quelle cose perché le pensava veramente e voleva che Hermione ne venisse a conoscenza. Forse si sarebbe confidata con lui e con Ron, adesso… 

 

Mmm…chi sarà mai questo Josh? Per scoprirlo dovrete aspettare ancora un po’..un bel po’. E cos’è che ha sconvolto la nostra Hermione? Lo scoprirete solo vivendo e continuando a seguirmi, mi raccomando...ci conto. E un’altra cosa: recensite che fa sempre piacere leggere dei bei commenti! Al prossimo capitolo, cioè “Un’emozionante gita ad Hogsmeade!”

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Un'emozionante gita ad Hogsmeade ***


Ciao a tutti! Come va? State bene? Speriamo! Ehi, avete visto che su internet c’è un filmato sul backstage del Calice di Fuoco. L’altro giorno sono riuscita a vederlo anche se a pezzi. Comunque fanno vedere il salto di Harry e il pubblico durante la prima prova del torneo, Harry sott’acqua per la seconda prova, l’entrata strabiliante degli studenti di Durmstrang (ci sono alcuni tipi che fanno un sacco di acrobazie!), Harry, Hermione e i Weasley durante l’attacco dei Mangiamorte alla coppa di Quidditch, la discussione dei tre durante il Ballo (Ma Hermione non aveva il vestito azzurro? Perché ce l’ha rosa?), Harry che pesta un piede a Calì Patil durante il Ballo e una scena in aula. Ma…tralasciando il quarto film, veniamo a questo nuovo capitolo della mia fanfic. Tenetevi pronti perché è veramente un capitolo emozionante. Buona lettura.

 

 

Nient’altro che noi!

 

5° ANNO

Capitolo 5: “ Un’ emozionante gita ad Hogsmeade!”

 

Era una nebbiosa (nebbbbioooosa!) giornata di ottobre e, nella sala comune di Grifondoro, Harry, Hermione e Christine stavano studiando. Ron era andato dal professor Silente perché quest’ultimo aveva una cosa da dargli da parte dei signori Weasley: una specie di regalo per essere diventato il Portiere di Grifondoro.

Harry studiava Divinazione: la professoressa Cooman aveva assegnato loro un tema sulla Dattilomanzia, ovvero lo studio delle oscillazioni di un anello sospeso e, come sempre, non ci stava capendo un bel niente. Sinceramente non riusciva a capire la differenza tra un’oscillazione e l’altra. E si sentiva anche un po’ idiota a stare lì a fissare un anello che oscillava davanti ai suoi occhi verde smeraldo. Infatti, Hermione e Christine, la prima volta che lo videro alle prese con quell’ anello, scoppiarono a ridere. Harry non se la prese perché pensava che avessero ragione le due ragazze a ridere di lui. E poi, dalla sera in cui aveva incontrato Hermione nella sala comune e le aveva detto quelle cose, Harry aveva avuto l’impressione che la ragazza si fosse ripresa un po’. Quindi anche se rideva di lui, non era importante: quello che contava veramente era che Hermione si sentisse ancora a suo agio con i suoi amici, anche se non era riuscita a confidarsi con Harry e Ron. Per Harry era solo questione di tempo, però.

“Hai capito qualcosa, Harry, da quell’anello?” chiese Hermione a un certo punto, non senza nascondere un sorrisetto alquanto compiaciuto.

“Forse una cosa sì.”

“Cioè?”

“Fissare un anello oscillante per tanto tempo ti fa solo venire il mal di mare!”

“Beh…è pur sempre qualcosa!!” esclamò Hermione, trattenendosi dal ridere.

Improvvisamente, dal buco del ritratto, entrò Ron. Teneva in spalla una…scopa. Ma non era una scopa qualunque: era una Firebolt, proprio come quella di Harry.

Harry, Hermione e Christine rimasero a bocca aperta.

“Beh, che ne dite?” chiese lui soddisfatto.

“Oh, ma è una Firebolt come quella di Harry! E’ fantastica, Ron!” disse Hermione.

“Già, un regalo dei miei. D’altronde con quello che guadagna ora papà possiamo permetterci questo e altro. Anche più dei Malfoy!!”

“Tuo padre meritava più di chiunque altro quel posto!!” esclamò Harry.

“E Fred e George?!” chiese Hermione.

“Loro non le hanno volute.”

“Perché?” domandò esterrefatto Harry.

“Perché questo sarà l’ultimo anno che giocheranno a Quidditch. Poi, con i Tiri Vispi Weasley, un nuovo manico di scopa servirebbe poco!”

“Oh…beh, anche questo è giusto!” esclamò Harry.

“Adesso porto di sopra questa bellezza! Poi vengo a studiare Divinazione.”

Quando Ron tornò, portò il libro di Divinazione e si sedette vicino a Harry.

“A proposito di bellezze, Harry. Mentre aspettavo di essere ricevuto da Silente, sono passate la professoressa Cooman…”

“E sarebbe questa la bellezza?!” chiese Hermione.

“Certo che no! Se mi fai finire…allora, la prof. stava parlando con Cho Chang!”

Subito Harry diventò molto più interessato a quello che stava dicendo Ron.

“Stavano parlando della lezione di oggi. Sembra che Cho sia la più brava nella sua materia tra quelli del sesto anno.”

“E c’è da vantarsi?!” esclamò Hermione leggermente irritata.

Ma Harry e Ron la ignorarono.

“Quindi, Harry, visto che non capiamo un fico secco di Divinazione, potremmo…eh…?!”

“Eh cosa?”

“Svegliati, bello addormentato! Chiedere ripetizioni a Cho: potremmo sistemarci in biblioteca.”

“Sarebbe un’idea!”

“Scusate se mi intrometto…ma Harry come pensi di provarci con lei, se c’è Ron insieme a voi?!” fece notare Hermione.

“Beh…penso che Hermione abbia ragione, ragazzi!” esclamò Christine.

Ron rifletté per qualche secondo, poi…

“Al massimo, io potrei trovare una scusa per non venire. L’importante è che lei accetti di fare a tutti e due ripetizioni!”

Hermione e Christine scossero il capo: “Illusi!”

“Comunque, ultima notizia: gita ad Hogsmeade questo sabato!”

“Meno male. Una giornata di vacanza ci farà sicuramente bene!” esclamò Harry.

Così sabato gli studenti, dal terzo anno in poi, si recarono a Hogsmeade. Era una giornata tiepida, ma Harry, Ron, Hermione e Christine non rinunciarono ad andare ai Tre Manici di Scopa per bere un boccale di riscaldante Burrobirra. Mentre chiacchieravano Christine chiese ai tre amici di raccontarle qualche loro avventura. Così i tre raccontarono di quando affrontarono le prove per impedire a Raptor di rubare la Pietra Filosofale; l’avventura della Camera dei Segreti; come scoprirono che Sirius Black, il padrino di Harry, era stato accusato ingiustamente di aver aiutato Voldemort per l’assassinio di Lily e James Potter, quando il vero colpevole era Peter Minus; e raccontarono anche della triste avventura dell’anno precedente.

Christine rimase sbalordita quando si rese conto di quante regole avevano infranto i tre durante quei quattro anni e, quando glielo fece notare, Ron rispose: “Ma le abbiamo infrante per scoprire la verità e per fermare Tu-Sai-Chi!”

“Beh, sì, questo bisogna riconoscervelo!” 

“Grazie!”

“Adesso dove andiamo?” chiese poi Christine.

“Perché non andiamo a sdraiarci vicino alla Stamberga Strillante? E’ una così bella giornata!” propose Hermione.

“D’accordo!”

Mentre si stavano alzando, al tavolo di fianco arrivò Cho: “Ciao, Harry!”

Harry fu colto un po’ di sorpresa e, quando la vide, arrossì visibilmente: “Ci…ciao Cho!”

“Come va?” chiese lei sorridendo.

“Bene…ma sei da sola?”

“No, ora arrivano anche gli altri.”

Harry notò che Cho si era portata il libro di Divinazione: “Ma…come mai hai portato il libro di Divinazione?”

“Oh…vedi, adoro Divinazione. Sai, mi piacerebbe diventare una importante chiromante. Così non perdo un attimo di tempo per leggere qualcosa su questa materia affascinante! Forse la tua amica Hermione mi capisce.”

Harry si voltò verso Hermione.

“Ehm…sì, peccato che io non sopporto Divinazione!”

“Beh, tu che sei Babbana sai come si dice in questi casi, no? De…

De gustibus! Certo che lo so !”

Harry notò che Hermione stava rivolgendo a Cho uno sguardo piuttosto irritato.

Così intervenne, per evitare che Hermione si arrabbiasse completamente: “Io e Ron invece non ci capiamo niente!”

“Davvero? Se volete, vi posso aiutare io!”

Non poteva essere vero: gli aveva proposto esattamente quello che aveva intenzione di chiederle!

“Dici sul serio? Sarebbe fantastico!”

“Allora, che ne dite di trovarci in biblioteca verso le sei…il martedì e il giovedì?”

“Ok!!” esclamò Harry.

Arrivarono, poi, gli amici di Cho, due ragazze e due ragazzi, che si sedettero accanto a lei. Ma tutti e quattro stavano guardando male Hermione e Christine.

“Allora, ci vediamo!” disse Cho.

“Sì, ciao!”

Harry fu quasi trascinato fuori dal locale da Ron.

“Oddio…non ci posso credere. Non sto sognando? Datemi un pizzicotto, per favore!”

“Volentieri!” esclamò Hermione compiaciuta e gli diede un pizzicotto sul braccio talmente forte che Harry urlò: “AHIA!”

Sul suo braccio c’era una piccola zona che si era arrossata.

“Hermione, sei impazzita?!” chiese Harry, massaggiandosi il braccio.

“Beh, l’hai detto tu di darti un pizzicotto! Preferivi forse un calcio nelle parti basse?!”

“Già, Harry. Almeno adesso sai che non è un sogno!” disse Christine.

“Vogliamo andare?” chiese Ron.

“Sì, però Hermione…vieni con me. Ti devo dire una cosa!” esclamò Christine, trascinando via Hermione.

Harry guardò Ron che fece spallucce. Poi si diressero verso la Stamberga Strillante. Ora che non c’erano le ragazze potevano parlare di cose da uomini (ma quali uomini?! Hanno solo 15 anni!) .

Dopo una ventina di minuti…

Improvvisamente i due ragazzi videro Christine correre affannosamente verso di loro; quando fu vicina a loro, ansimando cercò di dire: “Ragazzi…Hermione…è…è…”

Harry si alzò immediatamente ed esclamò preoccupato: “ Hermione è cosa?”

“Draco e…i suoi scagnozzi…l’hanno costretta…ad allontanarsi con loro!”

“Hermione con Draco…da sola?” chiese Ron ansioso.

Christine annuì: “Sì, loro mi avevano preso come una specie di ostaggio per costringerla a seguirli…e lei è andata!” disse sull’orlo di una profonda crisi.

Harry si voltò verso Ron con sguardo preoccupato e furioso nello stesso tempo: “Dannazione, ci siamo dimenticati di quello che voleva farle Draco!- poi, rivolgendosi a Christine- Dove l’hanno portata?”

“Verso la Foresta Proibita!”

“Bene, vado.”

“Ehi Harry, voglio venire anch’io, non puoi andare da solo, sarete tre contro due!” si affrettò a dire Ron.

“Non ti preoccupare, tu stai con Christine. Ok?”

Ron rassegnato annuì e Harry corse subito in direzione della Foresta. Cercò di correre più veloce possibile per raggiungere in fretta Hermione ed evitare che Draco e i suoi le facessero qualcosa di brutto. In lontananza apparve prima la Foresta Proibita e poi quattro sagome che dovevano appartenere sicuramente a Draco, Tiger, Goyle e Hermione. Riuscì a intravedere Hermione che non poteva muoversi perché il grande e grosso Goyle la bloccava con le sue possenti braccia.

Non appena fu a qualche metro da loro, urlò: “Malfoy, lasciala andare!” e poi si fermò davanti a loro.

“Harry!” disse Hermione guardandolo un po’ impaurita dalla situazione.

“Oh oh, è arrivato il grande Potter a salvare la sua amica mezzosangue!” esclamò Draco.

Harry strinse i pugni e lo guardò furioso: “ Lasciala andare!”

“Mi spiace, non posso proprio farlo. Lei non è stata molto gentile con me e ora…deve pagare! Non sarai certo tu a mettermi i bastoni fra le ruote!” e così dicendo fece un cenno a Tiger.

Il bestione subito comparve accanto a Harry e lo afferrò con le enormi braccia. Harry non poteva muoversi, Tiger era davvero troppo grosso per lui che era poco più di un mingherlino.

“Ti prego Draco, lascia stare Harry, è con me che devi prendertela! Perché non facciamo un duello di magia, tanto qui nessuno ci vede!” propose un po’ nervosa Hermione.

Draco ridacchiò malignamente: “No, un duello è troppo semplice. E poi come dici tu, qui non ci vede nessuno, quindi posso fare quello che voglio!”

Harry aprì la bocca per ribattere, ma Tiger gliela tappò con un incantesimo.

Draco si avvicinò a Hermione con sguardo languido: “Non so se hai capito cosa voglio dire…però, vedi, devo riconoscere, anche se io non frequento mezzosangue come te, che come semplice ragazza, non sei niente male…forse un po’ limitata in certe zone, ma…mi sembra tutto a posto!” disse maliziosamente squadrando la ragazza da capo a piedi.

Harry riuscì a vedere lo sguardo, misto tra disgusto e terrore, che si era stampato sul viso di Hermione e cercò inutilmente di liberarsi.

“No, senti Draco…io non…” cercò di dire lei.

Draco ormai le era di fronte: “Oh, non mi dire che hai paura?”

Hermione con un po’ più di coraggio lo guardò dritto negli occhi: “Io non ho paura di te!”

“Ok, ok. Ma…comunque, dovresti essere onorata. Insomma, sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto?! Non mi dire che non ti piaccio neanche un po’??”

Una lacrima scese giù per la guancia di Hermione, che guardava Draco con disgusto.

“Mmm…va bene. E’ evidente che non ti piaccio neanche un po’. Non fa niente, non è importante. Ma ci sarà qualcuno che ti interessa, no? Ti sei già dichiarata?”

Hermione abbassò lo sguardo e Draco la guardò attentamente.

“Aspetta…forse, ho capito. Ti sei innamorata di un ragazzo che però non ti considera per niente o è innamorato di un’altra, vero?” esclamò Draco.

Hermione chiuse gli occhi stringendoli, ma non riuscì a trattenere le lacrime.

Quando Draco riprese a parlare, il suo tono di voce sembrava più…serio, non maligno: “Devi essere davvero tanto innamorata di quel ragazzo…Chissà se lui merita tutto questo!”

Hermione riaprì gli occhi lacrimanti e lo guardò sorpresa quanto Harry. Draco si voltò verso quest’ ultimo, fece uno strano sorrisetto e poi tornò a guardare la ragazza. Harry vide che si avvicinò a lei per dirle qualcosa nell’orecchio e Hermione rimase sconvolta, tanto che le si fermarono le lacrime negli occhi.

“Ah, ho indovinato! Che intuito!- esclamò Draco- Sai, Granger, potrei andare a dirglielo. Ti immagini la faccia?” e poi rise.

“Ti prego, no!” lo implorò Hermione.

“Hai ragione! Lui ha già un’altra a cui pensare, vero? Io con quel semplice gesto potrei rovinare tutto quanto! Wow, sai che soddisfazione?!”

“Draco…per favore. Se tieni questa cosa per te, io sono disposta a fare qualsiasi cosa!!” lo pregò Hermione disperata.

Draco la guardò per un attimo, poi fece un cenno a Goyle che la lasciò cadere per terra.

Il biondo Serpeverde si inginocchiò davanti a lei e le sollevò il mento con un dito: “Sei sicura di quello che hai detto? Potrei anche chiederti di fare qualcosa di…ehm…hai capito, no?!”

Hermione lo guardò decisa e rispose alla provocazione di Draco: “Ti ho detto che farò qualsiasi cosa, ma tu non devi dirglielo.- poi, distogliendo lo sguardo dal ragazzo, continuò- I miei sentimenti lo confonderebbero e lui soffrirebbe tanto.”

“Bene!- esclamò Draco alzandosi in piedi- Allora, ti farò sapere io! Andiamo Tiger!”

A queste parole Tiger gettò per terra Harry ancora imbavagliato e si allontanò con Draco e Goyle.

Subito Harry si alzò in piedi, togliendosi le bende che lo imbavagliavano, e fece per seguirli, ma Hermione lo fermò: “No, Harry. Lascia stare.”

Harry si voltò a guardarla: nel tono della sua voce c’erano tristezza e rassegnazione.

“Ma, Hermione…perché hai fatto quel patto con lui. Lo sai com’è fatto Malfoy! Non lo rispetterà, vedrai!”

“No, io penso che lo farà, invece!”

Harry fu molto sorpreso dalle parole di Hermione.

Così si sedette di fronte a lei: “Hermione, stiamo parlando di Draco Malfoy, il campione di perfidia, il peggiore della sua specie!”

“Lo so anch’ io di chi stiamo parlando, Harry! Ma io mi sono fidata di lui, punto e basta!”

“Sì, ma perché?” chiese Harry.

“Beh, prima di tutto, Draco mi è sembrato diverso!”

“In che senso?”

“Non so, era come se riuscisse a capire cosa sto provando in questo momento.”

“Chi? Draco? Impossibile!”

“Non è impossibile, tutti possono cambiare e…comunque non avevo scelta! Ha capito tutto e devo evitare in tutti i modi che vada a dirglielo…” disse Hermione sconsolata.

Harry si ricordò improvvisamente che Hermione si era innamorata di un ragazzo. Già, ma di chi? Non sapendo perché, Harry si sentiva estremamente curioso, voleva sapere chi fosse quel ragazzo.

“Posso sapere di chi ti sei innamorata?” chiese con una leggera nota di imbarazzo.

Hermione lo guardò e gli sorrise: “Posso solo dirti che lo conosci!”

“Lo conosco? Quindi è di Hogwarts?”

“Uffa, Harry, non ti posso dire altro!” ribatté lei.

Harry non si perse d’animo: “Chi è? Ron?”

“Ron?! Ma se ti ho detto che non sono innamorata di lui!”

“Allora Dean? Seamus? …Neville?!”

“Noo, non ti dico niente!” disse lei alzandosi.

“Ehi, non sarà Draco?” insistette Harry seguendo Hermione.

La ragazza improvvisamente si girò ed esclamò: “Ti prego, Harry! Non insistere, tanto anche se indovini, il che è improbabile, non te lo dico lo stesso!” e fece per voltarsi, ma Harry la fermò con un braccio.

“Allora, dimmi almeno se merita questo. Voglio dire: è così speciale lui per te? Tanto speciale da fare addirittura un patto con Draco.”

Hermione rimase ferma un attimo, guardando per terra.

Poi riportò lo sguardo su Harry e disse: “Sì, è davvero speciale per me. Sapendo che lui ora non corrisponde i miei sentimenti, non vorrei farlo soffrire inutilmente. Capisci, vero?”

Harry pensò a Cho: in fondo anche lui era innamorato di lei dall’ anno scorso, ma Cho non lo ricambiava. E per questo Harry soffriva tanto.

“Sì, capisco benissimo.” e lasciò il suo braccio.

Dopo un attimo di silenzio, Harry riprese: “Forse è meglio andare. Sai, ho lasciato Ron con Christine. Non vorrei che la infastidisse troppo. Poverina, era così preoccupata per te!”

“Già, mi sono resa conto che lei è la mia prima vera amica. Non ho mai avuto amiche vere.”

“Dai, non mi dire! Vuol dire che da piccola eri circondata da maschietti?”

“Beh, no…avevo solo un grande amico!” esclamò lei.

A Harry venne in mente una cosa tutto d’un tratto: Josh…quel Josh con cui Hermione stava parlando quella sera…era lui il suo unico grande amico?

 “Comunque…grazie Harry!” disse lei.

“Per cosa?”

“Per essere venuto ad aiutarmi.” rispose lei sorridendo.

“Ehm…veramente non ho fatto molto. Ti sei salvata da sola!” disse Harry, arrossendo un pochino.

“Sì, ma è il pensiero che conta!”

“HERMIONE!!” esclamò improvvisamente una voce femminile che proveniva da dove prima era arrivato Harry.

I due ragazzi si girarono e videro Christine che correva verso di loro. La ragazza abbracciò Hermione.

“Oh, Hermione, stai bene?”

“Sì, certo!”

Harry fu contento di vedere che Hermione e Christine erano diventate amiche, soprattutto per Hermione: aveva tanto bisogno di un’amica in questo momento, un’ amica a cui confidare cose di cui non avrebbe potuto parlare con lui o con Ron, come il problema dei suoi genitori oppure il ragazzo di cui si era innamorata Hermione. E d’altra parte, c’ erano cose che lui e Ron non potevano confidare alla loro amica.

Harry, poi, guardandosi in giro, si rese conto che non c’era il suo amico; così chiese a Christine dove l’ aveva lasciato.

“Quel maiale? Quel pervertito? Non voglio più stare sola con lui!” esclamò Christine.

“Che ha combinato stavolta?” chiese Harry sospirando, ma…

“EHI, HAAARRY… HEERMIOONEE…CHRISIEEE!!”

Ed ecco che, all’improvviso, arrivò anche Ron che aveva il fiatone.

“Uff…che corsa! Oh…Hermione,…ciao….come stai?”

“Io bene, grazie. Ma tu che hai fatto a Christine?”

IO?! Ma niente! Vedete: siccome le stavo curando quel piccolo taglio sulla fronte, ero così vicino al suo dolce visino che…beh, sì…insomma…ho provato a baciarla! Tutto qui!”

“Ah, e fammi indovinare: quella mano stampata sulla tua guancia non è un grazie, vero?” chiese Harry sarcastico, notando i segni di un recente schiaffo sulla guancia di Ron.

Ron si limitò a massaggiarsi la guancia in questione. Harry e Hermione scoppiarono a ridere, mentre Christine continuava a guardare Ron in cagnesco.

Mentre ritornavano vicino alla Stamberga Strillante, Ron continuò a scusarsi con Christine: “Ti, prego, scusami!! Non ho resistito. Ma vedrai che non accadrà più. Te lo prometto!”

“Hermione, tu che dici? Lo devo perdonare?”

“Ehm…diciamo di sì. In fondo Ron è gentile, non farebbe del male a una mosca. E poi ci tiene tanto a te, quindi, manterrà la sua promessa.”

“Se lo dici tu che lo conosci da cinque anni, va bene.”

“Perdonato?” chiese Ron ansioso.

“Ma sì, certo!”

Ron sospirò tirò un sospiro di sollievo.

I quattro tornarono a sedersi vicino alla Stamberga Strillante. Harry, però, si sentiva in colpa per quello che era successo alla sua migliore amica: lui e Ron avrebbero dovuto controllare che Draco non facesse del male a Hermione. Invece si erano lasciati distrarre facilmente.

“Ehi, Harry” lo chiamò Ron.

“Mm…che c’è?” chiese lui, destandosi dai suoi pensieri.

“Vieni con me?”

“Dove?”

“A Mielandia. Devo fare la scorta di Cioccorane, Gelatine Tuttigusti + 1, ecc…”

“Posso venire io con te? Non ci sono mai stata!” esclamò Christine.

“Oh…ehm…va bene.”

“Sei sicura di voler stare da sola con lui?” chiese Harry.

“Non ti preoccupare. Se dovesse riprovarci, mi saprei difendere!”

“Sì…beh…andiamo!” disse Ron e poi si allontanò con Christine.

Harry vide che Hermione era distesa per terra e decise di sdraiarsi accanto alla ragazza.

“Così…Cho vorrebbe diventare una chiromante!” esclamò Hermione.

“Già!”

“Devo dire che ha grandi ambizioni per il futuro!”

“In che senso?” chiese Harry non capendo il motivo di quella conversazione.

“Se è davvero così brava a scuola, perché non punta a qualcosa di più soddisfacente?! Chi vorrebbe passare il resto della propria vita a leggere le mani delle persone, inventandosi fatti che la gente vuole sentire?”

“Beh, ma hai sentito che lei adora Divinazione. Se le piace perché non seguire questa sua passione?”

Hermione si mise seduta e si voltò verso Harry un po’ irritata.

“Oh, Harry! Posso capire la passione per cose più concrete come il Quidditch o qualsiasi altra materia di Hogwarts. Ma…Divinazione! Anche tu hai detto che non ci capisci niente!”

“Sì, ma mi interessa!” esclamò Harry, mettendosi anche lui seduto.

“Ma per favore! Ti interessa da quando hai scoperto che piace tantissimo a Cho!”

“Cosa c’è di male?”

“Ti stai adattando a quello che piace a lei. Se continui così, finirai per perdere tutte le tue passioni!”

“Suvvia, non essere così drastica!”

Hermione sospirò: “Fa come vuoi! – tornò distesa, con le mani dietro la testa- Io ti ho avvertito!”

Fortunatamente in quel momento arrivarono Ron e Christine con una borsa stracolma di dolciumi provenienti da Mielandia.

”Ron, hai fatto la scorta per un anno?” chiese Harry.

L’amico rovesciò tutto il contenuto della borsa davanti a Harry e Hermione.

“Ma no! Vi voglio solo offrire uno spuntino dolcissimo!”

“Davvero?”

“Ma sì. Favorite pure: però per favore datemi le figurine delle Cioccorane!”

I quattro cominciarono a riempirsi la pancia di tutte quelle golosissime cose. Christine provò una Cioccorana. L a figurina era quella di…

“Agrippa. Ho trovato Agrippa.” disse Christine.

“Hai trovato…Agrippa?” chiese Ron eccitato.

“Sì, ma perché ti scaldi tanto?”

“Oh, non capisci. E’ da quattro anni che la cerco. E la più rara figurina. Me la puoi dare?”

“Va bene. Tieni…bambino!” e Christine consegnò a un impazientissimo Ron la figurina di Agrippa.

“Forse sono state proprio le tue magiche manine a far sì che io ottenessi una delle due figurine mancanti.” esclamò Ron, prendendo tra le sue mani quelle di Christine.

Ma lei subito si ritrasse e disse: “Vuoi un altro schiaffo, Ron?”

Il ragazzo tornò, come se niente fosse, a rimirare la sua nuova figurina.

“Quant’è vero che le ragazze maturano più velocemente dei ragazzi!- disse Christine sospirando- Comunque, come mai Agrippa è una delle figurine più rare?”

“Beh, credo che sia rara perché Agrippa è diventato una specie di modello per i maghi e le streghe di tutto il mondo!” spiegò Hermione.

“Ah sì? Perché?”

“Allora, Agrippa ebbe una carriera molto varia: lavorò come dottore, filosofo, astrologo, avvocato e guaritore mistico. Soprattutto quest’ultima attività non era ben vista nel Rinascimento. Così Agrippa si fece più nemici che amici e fu bollato come stregone. Pubblicò un libro ‘Della filosofia occulta’ dove, per dimostrare che il migliore modo di conoscere Dio era attraverso la magia, combinava antichi testi ebraici e greci. Venne per questo accusato di eresia dalla Chiese. Inoltre, Agrippa ispirò il ‘Faust’ di Goethe, in cui uno studioso fa un patto con il Diavolo!”  (Lezione di filosofia!! Speriamo che Hermione non abbia avuto il prof. DeCarolis!!)

“Wow, Hermione! Sono davvero sbalordita!! Come fai a sapere tutte queste cose?”

“Beh…ogni volta che studio, se trovo un nome che non conosco, vado a cercare qualcosa su di esso che mi aiuti anche a comprendere l’intero argomento!”

“E’ davvero ammirevole la passione che hai per lo studio, Hermione!” esclamò Christine.

“Non è poi così eccezionale! E’ solo che sono molto curiosa!”

“Avanti, non fare la modesta!” esclamò Christine.

“Ah beh! Christine, devi sapere che la modestia di Hermione uguaglia la sua passione per lo studio!” le fece notare Ron.

“Sì, è vero!” Anche se qualche volta le piace essere al centro dell’attenzione.” aggiunse Harry.

Harry non si era arrabbiato con Hermione. Però non capiva perché Hermione avesse criticato Cho. Forse semplicemente perché l’amica non aveva mai sopportato Divinazione, la professoressa Cooman e tutti coloro che prendessero troppo sul serio questa materia.

“Ma a chi non piace essere al centro dell’attenzione almeno una volta ogni tanto?!” esclamò Christine.

“Hai ragione! – disse Harry – Quando ho scoperto di essere un mago, devo ammettere che era bello stare al centro dell’attenzione. Ma dopo un po’, tutto è diventato stressante, soprattutto quando tutte le persone che incontravano, non appena sentivano il mio nome, cercavano con gli occhi la mia cicatrice!”

“Però, per noi che siamo semplici esseri umani, è allettante avere per una volta tutti gli occhi puntati addosso!” ribatté Christine.

“Ehi, ragazzi! Tutti questi dolci non posso mangiarli da solo. Io li ho presi anche per voi! Aiutatemi!” esclamò Ron che per tutta la conversazione era rimasto ad ascoltare mangiando Gelatine Tuttigusti + 1.

Harry, Hermione e Christine risero mentre Ron scopriva che la gelatina che aveva in bocca sapeva di cavoletti di Bruxelles.

Quando tornarono ad Hogwarts, non scesero nella Sala Grande per la cena perché erano davvero pieni. Rimasero così in sala comune e con loro c’era anche Ginny.

“Ehi Ginny! Come mai non sei con le tue compagne?” le chiese Ron.

“Abbiamo litigato!”

“Perché?” domandò Hermione.

Ginny arrossì e abbassò lo sguardo: “Ehm…noi abbiamo saputo che oggi Draco ti ha aggredita.”

“Girano in fretta le voci!! Comunque…aggredita è un a parola troppo grossa. Diciamo che mi stava dando fastidio!”

“Dando fastidio? Hermione, ti ha quasi rapita e ti voleva…” esclamò Harry, ma Hermione lo zittì con uno sguardo.

“Cosa ti voleva fare?” chiese Ginny incuriosita.

“Oh niente, niente. Non ti preoccupare! Vai avanti a raccontare!”

“Mm…le altre hanno iniziato a insultare Draco. Gliene dicevano di cotte e di crude!”

“E avevano ragione!!” esclamò Ron.

“NO! Stavano esagerando. Non si meritava tutte quelle cose cattive!”

Ginny aveva quasi le lacrime agli occhi.

“E avete discusso per questo?” chiese Christine.

“Sì. Mi hanno domandato perché da un po’ di tempo continuo a difendere Draco e poi…sigh…hanno capito tutto!” disse Ginny prima di coprirsi il viso con le mani.

“Che cosa hanno capito?” domandò Ron.

Ma Ginny non rispose. Si alzò e guardò con gli occhi pieni di lacrime Hermione.

“Glielo puoi dire tu? Io non ne ho il coraggio!”

Detto questo, si andò a rifugiare nel suo dormitorio.

“Allora?”

Era davvero impaziente Ron!

“Ecco…vedi…il fatto è…che Ginny si è innamorata di Draco!” disse Hermione lentamente per non far venire a Ron un infarto prematuro.

Ron guardò Hermione con uno strano sorriso: “Puoi ripetere? Non ho capito!”

“Ginny si è innamorata di Draco Malfoy.”

“E’ forse uno scherzo?” chiese Ron.

“Secondo te, io potrei scherzare sui sentimenti di Ginny?”

“Già, giusto…ehm…allora…credo che…andrò ad…AMMAZZARE DRACO!!” esclamò Ron furioso diventando rosso fuoco.

E si alzò, dirigendosi verso l’uscita.

Ma Harry lo fermò e lo ributtò sulla poltrona: “Stai calmo, Ron! Non c’è motivo di agitarsi!”  

“Infatti, Ginny è libera di innamorarsi di chi vuole!” disse Hermione.

“NO! Lei può innamorarsi di tutti tranne che di Malfoy!”       

“Ma non capisci che Ginny sta soffrendo moltissimo?!” gli chiese Hermione.

“E perché mai?”

“Perché? Mi chiedi anche perché? Per prima cosa, lei sapeva benissimo che tutta la tua famiglia è in contrasto con i Malfoy, ma si è innamorata lo stesso di Draco. Forse ha trovato in lui qualcosa di buono.”

“Qualcosa di buono…in Draco? Non ci credo!”

“E invece, io credo che sia possibile e l’ho notato proprio oggi. Se avessi osservato un po’ più attentamente la sua espressione, avresti capito che Draco è cambiato!”

“Ho di meglio da fare che osservare Malfoy!”

“Come al solito, non capisci. E, inoltre, sappi che Ginny non è ricambiata. Tu non sai cosa si prova quando la persona che ami sinceramente, con tutta la tua anima, non ti ricambia! Vero?”

Harry avrebbe giurato di aver visto una lacrima scendere dagli occhi di Hermione. Mentre diceva quelle cose, molto probabilmente la ragazza stava pensando al suo amore non corrisposto.

Ron rimase in silenzio.

“Ti prego, Ron. Ginny ha bisogno del nostro aiuto. E soprattutto dell’affetto di suo fratello.” gli disse Hermione implorante.

“Ma se Draco viene a scoprire di quello che lei prova per lui, non pensi che le farà del male?”

“Io non credo. Abbi un po’ di fiducia in me e in tua sorella!”

“Va bene! Mmm…forse è meglio se vado da Ginny…”

“Bravo!”

Quando Ron salì da sua sorella, Harry disse a Hermione: “Sei stata brava anche tu!”

“Per cosa?”

“Per aver fatto ragionare Ron!”

“Oh beh…ormai, ho capito come fare! Comunque, Harry, scusa per prima! Tu sai che non sopporto chi prende sul serio quella materia. E poi non dovrei sparlare con te della ragazza di cui sei innamorato!”

“Oh non fa niente! Non ti preoccupare. Non sono arrabbiato!”

“Meno male! Allora…vado a dormire. E’ stata una giornata particolarmente emozionante!”

“Vengo anch’io!” disse Christine.

“Buonanotte, Harry!”

“Buonanotte anche a voi!”

Harry si sdraiò sul divano. Provò a ricordare l’espressione di Hermione mentre parlava con Ron: mostrava grande tristezza che fece intristire anche Harry. Voleva fare qualcosa per lei, ma se non sapeva di chi si era innamorata Hermione, come poteva aiutarla?

 

 

Ok, che ve ne pare? Mi sento un po’ depressa. Forse non è così emozionante! Abbiamo capito cose che in realtà avevamo già intuito! E Draco? Sì, dai, anche lui si capisce cos’ha. Uffa! Però non potrete mai intuire che cosa chiederà di fare a Hermione! Vi dico solo una cosa: non pensate male, ok? Per il resto è una storia davvero poco originale, ma spero vi piaccia lo stesso. Ci sentiamo al prossimo capitolo che farà molto piacere a quelli come me che adorano il personaggio di Sirius, infatti si chiama “Il ritorno di Sirius”.

Per tutti quelli che hanno recensito il capitolo 4: per il personaggio di Josh dovrete aspettare ancora qualche capitolo! Ma, dato che è liberamente ispirato al personaggio di Kevin di Settimo cielo, non potrà mai essere…vabbè avete capito. E la stessa cosa vale per ciò che è successo nel capitolo precedente a Hermione, bisognerà aspettare. Avrete un po’ di pazienza nei miei confronti? Fatemelo sapere. Grazie, ciao!

p.s: un piccolo post scriptum aggiunto prima di pubblicare la storia. Ho visto il trailer di HP4 su un programma di Coming Soon Television, cioè Trailers & co. Ragazzi, mi credete se vi dico che mi sono emozionata? E’ stupendo! Non vedo l’ora che esca il film! A proposito qualcuno di voi segue il programma che ho citato prima?

 

 

 

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Capitolo 6
*** Il ritorno di Sirius ***


Ciao! Come va?’utto bene, ‘utto bene, ‘utto bene? A quanto pare il quinto capitolo vi ha molto incuriosito. Bene, bene, bene! Comunque, il prossimo capitolo e Il ritorno di Sirius, un personaggio che mi ha molto colpito: è secondo solo a Hermione. Peccato che nel terzo film, come personaggio, Sirius non sia stato particolarmente approfondito: insomma avrebbero dovuto sottolineare di più il rapporto tra lui, James e Remus. Non trovate? Tuttavia, devo ammettere che è stato interpretato benissimo da un bravissimo Gary Oldman. Basta divulgare, adesso. Vi lascio al capitolo.

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

5°ANNO

Capitolo 6: “ Il ritorno di Sirius!”

 

Così Ginny si era presa una cotta per il mortale nemico di Harry e Ron; Harry era perdutamente innamorato di Cho; Ron doveva trattenere l’attrazione che provava per Christine; e Hermione si era innamorata di qualcuno…già…ma di chi? Ormai ognuno di loro aveva qualcuno a cui pensare, anche se non corrisposto. Erano diventati davvero un bel gruppetto: al semplice trio formato da Harry, Ron e Hermione, in neanche due mesi, si aggiunsero Christine e Ginny che aveva litigato con le amiche. Tre ragazze e due ragazzi…la situazione iniziale di svantaggio per la componente femminile si era ribaltata: adesso era la componente maschile a dover subire l’altro sesso.

Poco importava: era anche giusto, dopo cinque anni, fare il contrario. E, nonostante tutto, le tre ragazze non approfittavano della situazione.

Intanto Harry, come capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, aveva stabilito gli orari per gli allenamenti: il lunedì, il mercoledì e il venerdì pomeriggio, perché lui aveva da fare il martedì e il giovedì…con qualcuno…in biblioteca (No, non è Hermione!! Purtroppo! L ). Comunque gli allenamenti di Harry sorpresero un po’ tutti perché erano davvero tosti. Altro che Oliver Baston!

Un giorno George, mentre Harry li stava sottoponendo a un durissimo allenamento per i Battitori, esclamò: “Rivogliamo Oliver Baston!!”

E Fred aggiunse: “DOVE SEI OLIVEEER??? Torna…le colline sono in fiore!!” (nota canzone italiana…ma non ricordo di chi!!)

“Ma che dici, Fred? Siamo in pieno autunno!!” disse Ron.

“Fratellino…era una battuta!”

L’intera squadra scoppiò a ridere. Harry pensò che ogni tanto facessero bene momenti come quelli. Servivano a mantenere compatta la squadra e quindi avrebbero anche favorito lo stile di gioco. Poi, riflettendo sulla sua tecnica di allenamento, capì che Oliver gli aveva insegnato molto: i suoi consigli furono molto preziosi in varie situazioni.

(Oliver sei un grande…giocatore e…anche un gran bel pezzo di figo!)

Quando finì l’allenamento, la squadra si avviò verso gli spogliatoi.

“Non penso di aver mai sostenuto un allenamento duro come questo. Guardate la mia divisa: è sporchissima e non vi dico di cosa perché siamo in presenza di tre signorine raffinate!” esclamò Fred.

Angelina, Katie e Alicia risero.

“Beh, comunque, il nostro capitano è in gamba e penso che quest’anno vinceremo ancora noi la Coppa di Quidditch! Vero, Harry?” chiese George.

Ma Harry non rispose perché la sua squadra si stava incrociando con la squadra di Corvonero.

Cho Chang era diventata il capitano di Corvonero e lo salutò: “Ciao Harry!”

“Ciao Cho!”

La ragazza si fermò davanti a lui: “Avete finito l’allenamento?”

“Ehm…sì. Tocca a voi?”

“Proprio così. Allora ci vediamo domani, alle sei!”

“Oh..certo! Buon allenamento!” esclamò Harry, mentre lei gli fece l’occhiolino prima di andarsene.

“Capitano?” lo chiamò Fred.

Nessuna risposta. Harry rimase imbambolato a guardare la ragazza dei suoi sogni allontanarsi, desiderando ardentemente di rifare l’allenamento.

“Harry? …Harryruccio?…Enrico?” (non fatemelo scrivere in spagnolo perché io non sopporto un certo Enrico, figlio di Julio Iglesias. E, comunque, il tono che usa Fred per questa battuta è quello di Little John in Robin Hood (nel film della Disney), quando lo chiama mentre lui pensa a lady Marian!)

Ron spinse Harry che scosse la testa e tornò alla realtà: “Uh..che c’è?”

“Ah…niente. Capitano, continua pure a fare il bello innamorato!” disse George.

Dopo che si furono cambiati, Harry e Ron andarono in sala comune dove c’erano anche Hermione, Christine e Ginny.

“Che bravi che siete!” esclamò Ginny.

“Sì, era un allenamento durissimo, ma ve la siete cavata egregiamente!” commentò Christine.

Ron arrossì: “Oh…grazie.Ma…non esageriamo!”

“Però è la verità!” ribatté Christine.

A quel punto intervenne Hermione: “Senti un po’, Ron…perché Harry ha la faccia da pesce lesso?”

“Oh…ehm, lui ha incontrato…”

“Fammi indovinare! Una persona a caso…Cho Chang!!”

“Sì…brava!” disse Ron, dando uno scossone a Harry per farlo rinvenire.

“Scusatemi, stava pensando a…”

“Lo sappiamo, Harry, a chi stavi pensando!” esclamò Hermione leggermente irritata.

“Oh…ma perché sei arrabbiata?”

Christine e Ginny scossero il capo, rassegnate.

Hermione rispose alla domanda di Harry: “Io non sono arrabbiata, Harry! Sono solo preoccupata per la nostra squadra!”

“Per cosa?”

“Se vogliamo vincere il campionato, dobbiamo, in teoria, vincere le partite contro Serpeverde, Tassorosso e…Corvonero! Correggimi se sbaglio, ma per vincere le partite bisogna prendere il Boccino d’Oro. E chi ha questo importante compito? Il Cercatore. Vuoi che ti rammenti chi è il Cercatore di Grifondoro?”

“Lo so benissimo, sono io il Cercatore, Hermione! Mi stai prendendo in giro?” chiese Harry che si stava arrabbiando.

“No, Harry! Fammi arrivare al punto: allora tu sei il Cercatore di Grifondoro e, se non ricordo male, il Cercatore di Corvonero è…Cho Chang! Quando ci sarà la partita Grifondoro-Corvonero, cos’hai intenzione di fare, Harry? Passerai tutto il tempo a rimirarla, pensando: ‘Oh mio Dio, quanto è bella! La voglio!’ e le lascerai catturare il Boccino, oppure cercherai di contrastare ogni suo attacco, per farci vincere?”

Silenzio…Harry si accorse che Hermione un po’ di ragione l’aveva. Sinceramente non sapeva cosa rispondere: prima o poi avrebbe giocato contro di lei e se già rimaneva imbambolato quando la incontrava, cosa sarebbe successo se avesse dovuto giocarci contro?

Aprì la bocca per rispondere ma la richiuse subito.

“Non rispondi, eh? Beh…ti voglio dire solo una cosa, Harry. Tutti gli appartenenti alla casa di Grifondoro contano soprattutto su di te per vincere la Coppa. Ma non pensi che rimarrebbero delusi se il loro capitano gliela facesse perdere per un banale motivo? Cho ha già dimostrato di non fare differenze di trattamenti quando gioca: se ti deve buttare giù dalla scopa per vincere…lo fa! E comunque, non conquisterai Cho guardandola soltanto.”

Harry rimase a guardare Hermione negli occhi: ma la sua espressione arrabbiata ben presto si addolcì. Non riusciva a rimanere arrabbiato con Hermione per tanto tempo.

“Hai ragione, Hermione! Farò del mio meglio per vincere, non ti preoccupare!”

“Sì, beh…penso che dovrai allenarti molto anche su questo.”

“Già!” 

“Sì, ma come farai? Non possiamo andare da Cho e chiederle: ‘Scusa, Cho…ti dispiacerebbe venire ad allenarti con noi per aiutare Harry?’.” esclamò Ron.

“Potremmo usare una pozione. Tanto…non è illegale!” propose Hermione.

“Quale, scusa?” chiese Ron.

“Per esempio, si potrebbe fare una specie di miscuglio tra due pozioni. La pozione Aguzzaingegno unita alla pozione Pepata potrebbe andare.”

“E…che succederà? Non è pericolosa, vero?” domandò Harry un po’ spaventato.

Quando si univano due pozioni, bisognava sempre fare attenzione agli effetti collaterali.

“Suvvia, Harry! Non avrai paura di una pozione?!” esclamò Christine.

“No…certo, che no!”

“Comunque, cosa farebbe questa pozione?” chiese Ron.

“Se si unisce la pozione Pepata, che da la carica, alla pozione Aguzzaingegno si otterrà una pozione che aiuterà Harry a mantenere la concentrazione sulla partita, senza distrazioni di alcun tipo!”

“Oh…bene! Allora, come si fanno queste pozioni?”

“Non ti preoccupare, Harry. Ci pensiamo noi tre. Non ci vorrà molto. Voi dovete solo dirci quando ci sarà la partita.”

“Se non sbaglio è il 14 febbraio!” disse Ron.

“A San Valentino?!” chiese Ginny.

“Wow…che combinazione! Non potevano scegliere un giorno migliore!” esclamò Hermione.

“Ah…non vi preoccupate. Non proverò a dichiararmi durante la partita!”

“Sarà meglio…anche perché credo che non ne avresti il coraggio!” disse Hermione.

“Vedo che hai molta fiducia nelle mie capacità!”

“Non è questione di fiducia. E’ una semplice constatazione. Io ho visto cosa ti succede quando lei si avvicina. Se non ti scomponi è già tanto. Quando poi ti parla o ti saluta semplicemente…non so… è come se qualcuno ti avesse fatto l’incantesimo Tartagliante! Quindi, figurati se un giorno riuscirai ad andare da lei, guardarla fissa negli occhi e dirle deciso: ‘Cho…sono-innamorato-di-te!’. No?”

“Beh…Harry. Sono d’accordo con lei!” esclamò Ron.

Harry si voltò a guardare sorpreso l’amico: “Ah…Grazie!”

“Harry, dovresti solo recuperare un po’ di quel coraggio che ti ha sempre contraddistinto!” gli consigliò Ron.

“Sì, forse avete ragione.”

In quel momento, fuori dalla finestra, si sentì qualcuno bussare. Siccome era buio, non riuscivano a vedere molto bene.

“Ma…chi è?” chiese Harry, avvicinandosi alla finestra.

Fuori c’era una specie di grosso uccello con un enorme becco e artigli ben affilati. Il cavaliere di questo enorme uccello era avvolto in un mantello color notte. Ma come non riconoscerli? Fierobecco e Sirius…

“Sirius?!” esclamarono Harry, Ron e Hermione.

Christine e Ginny, sentendo il nome di Sirius Black, indietreggiarono di parecchio, un po’ impaurite.

Harry si avvicinò di più alla finestra per poterla aprire e insieme a Ron aiutò Sirius ad entrare.

Hermione si voltò verso le due e chiese loro: “Beh…che avete?”

Christine rispose balbettando: “Si…Sirius…Black…lo state facendo…en…entrare qui…”

“Non è pericoloso, te lo assicuro. Sapete che è stato riconosciuto innocente!”

“Sì…ma…”

Ma cosa? Avete capito che è stata tutta colpa di Peter Minus, lui non c’entrava niente. Era disperato per la morte dei suoi migliori amici!”

Christine e Ginny, che prima era tesissime, si rilassarono quasi forzatamente.

Harry guardò Hermione e sorrise come per ringraziarla di aver difeso Sirius.

Quando Sirius entrò, Fierobecco fece retro front e volò verso la tana di Hagrid che si sarebbe preso cura di lui.

“Beh…ciao ragazzi!”

“Siamo così contenti di vederti, Sirius!” esclamò Harry.

“Anch’io.”

“Perché non ti siedi?! Sarai stanco…” gli disse Hermione.

“Oh, sì…grazie.”

Sirius si sedette e, quando vide Christine e Ginny impaurite accanto al camino, fece loro un bel sorriso che le lasciò spaesate. Harry, Ron e Hermione presero posto accanto a lui.

“Allora, Silente sa che sei qui?” chiese Hermione.

“Certo! Sono passato prima da lui per chiedergli se potevo venire qui a farvi una sorpresa. Ha detto che gli andava bene, quindi…non ci sono problemi!”

“Ma cosa hai fatto in questi mesi?”

“Beh, come sapete sono andato ad avvisare il vecchio gruppo: Remus, Arabella, Mundungus, ecc… Naturalmente tutti si sono messi subito all’opera per tutelare la comunità magica. Poi mi sono rifugiato da Remus fino a quando non mi hanno avvertito della mia liberazione!”

“E adesso…cosa farai?” domandò Hermione.

“Adesso…andrò a Londra per mettere a posto casa mia. Così per Natale sarà pronta e Harry potrà venire ad abitare con noi! Vero?” esclamò Sirius raggiante, scompigliando i capelli di Harry.

“Sì, non vedo l’ora. Però, come mai hai detto ‘con noi’?”

“Oh…ehm…a questo punto…ritengo giusto dirtelo…Ecco, il fatto è che…cioè…io…”

Sirius era in evidente imbarazzo. Così, intervenne Hermione che, come al solito, aveva capito tutto!

“Fammi indovinare, sei fidanzato?”

Sirius rivolse alla ragazza uno sguardo sorpreso con una leggera nota di gratitudine: “Sì…brava!”

“Sei fidanzato? Con chi?” chiese Harry.

“Beh…è una ragazza di Londra, completamente Babbana, che però conosce tutto del nostro mondo. L’avevo conosciuta al matrimonio dei tuoi genitori, Harry. Lei faceva la cameriera ed è stato amore a prima vista per tutti e due, credo. Ma né io né lei avevamo il coraggio di fare la prima mossa. James aveva capito quello che stava succedendo e alla fine era riuscito a convincermi a farmi avanti. Così abbiamo chiacchierato un po’ e poi le ho chiesto il numero di telefono. Una sera siamo usciti e…voilà…ci siamo messi insieme! Quando è successo quello che tutti sappiamo benissimo, lei mi scriveva e mi è rimasta fedele.”

“Che storia romantica!!” disse Hermione.

“Come si chiama?” chiese Harry.

“Rachel…naturalmente l’ho già avvisata che sono stato riconosciuto innocente. E le ho detto anche di te, Harry: non vede l’ora di conoscerti! A te…non da fastidio, vero?”

“Ma sei matto? Finalmente avrò una famiglia vera! Non vedo l’ora che arrivi Natale!”

Sirius sospirò: “Bene…anche questa questione è stata risolta. Mmm…aspettate un attimo! Ancora non mi avete presentato queste due signorine!” disse dopo essersi accorto nuovamente di Christine e Ginny.

“Oh…lei è mia sorella Ginny. E’ più piccola di me di un anno ed è anche la più piccola della famiglia! –Ginny gli fece la linguaccia- E lei è Christine, una nostra nuova compagna!”

“Piacervi di conoscervi!”

“Ehm…piacere nostro…signor Sirius…” disse con la voce un po’ tremante Ginny.

“Oh, non chiamatemi signore. Mi fate sentire vecchio. Chiamatemi semplicemente Sirius, ok?” esclamò lui, rivolgendo alle due ragazze un sorriso.

Sembrò che il sorriso di Sirius avesse quasi convinto Christine e Ginny della sua non-pericolosità.

“Ah…era da tanto che non tornavo qui…la sala comune di Grifondoro…quanti ricordi…” disse Sirius malinconicamente, poi però rise.

“Perché ridi?” chiese Harry.

“Oh…mi è venuta in mente una cosa su tuo padre che ha fatto ridere me, Remus e Peter per tanto tempo!”

“Cioè?”

“Beh…non so se ti conviene saperlo…vedi, riguarda, in modo particolarmente imbarazzante, i tuoi genitori.”

“E che sarà mai?”

“Mmm…non è che li avete trovati qui in sala comune in atteggiamento…amoroso?” chiese Ron.

“Wow, Ron. Sei perspicace!” esclamò Sirius.

“Sono un genio in questo campo…molto più di Harry e Hermione!”

Hermione sbuffò: “Sì, come no…un genio!!”

Harry, comunque, arrossì violentemente e si pentì di aver voluto sapere cosa avesse fatto ridacchiare Sirius.

“Che hai, Harry?” domandò Hermione, che si era accorta del suo turbamento.

Harry scosse la testa: “Niente! Piuttosto, fino a quando rimani qui, Sirius?”

“Non so. Penso di partire domani.”

“Domani? Ma sabato c’è la prima partita della stagione di Quidditch: Grifondoro-Tassorosso!” esclamò Ron.

“Veramente?! Allora rimango. Voglio proprio vederti all’opera, Harry. Questa volta senza nascondermi!”

“Sai, anche Ron gioca nella squadra. E’ il nostro Portiere!”

“Sì e Harry è il nostro capitano!”

“Ragazzi, ma perché non me lo avete detto prima? E’ una magnifica notizia. Anche James era diventato capitano, ma al sesto anno, se non ricordo male!”

“Wow…Harry ha il talento per il Quidditch nel sangue!” esclamò Hermione.

“Sì…ma, secondo me, al contrario di James, lui continuerà per questa strada e diventerò un grande campione di Quidditch!” disse Sirius.

“Oh…potrebbe andare a giocare nei Cannoni di Chudley!”

“Ron, ti prego…trova una squadra migliore! Sono secoli che i Cannoni non vincono un campionato e se questo succede, ci sarà un motivo!” disse Harry.

“Beh…ma il vero tifoso si riconosce proprio nei momenti di crisi! E poi, tutto questo tempo di sofferenza renderà la prima vittoria ancora più bella!” (e chi, come me, è e sarà per sempre un fedelissimo tifoso dell’ Inter ne sa qualcosina! L)

“Ben detto, Ron!!- esclamò Sirius alzandosi in piedi- Ok, ragazzi, credo che andrò da Silente per chiedergli dove posso dormire.”

“Va bene.”

Sirius si avviò verso il buco del ritratto: “Ci vediamo domani.”

“Ciao!”

Dopo che Sirius attraversò il passaggio, i cinque sentirono la signora grassa strillare: “Aaaahhh! SIRIUS BLACK! AIUTO!”

Poi la voce pacata di Sirius: “Salve, signora. Come va?”

“AIUTOOO!”

“Non dovremmo aiutarlo?” chiese Hermione.

“Naa! Riuscirà a gestirsela da solo!” disse Harry tranquillissimo.

Difatti…

”Si calmi, la prego! Neanche lei crede ancora a quello che il Ministero ha detto a proposito della mia innocenza?!”

“Beh…sì…però lei, signor Black, non è stato molto gentile con me!”

“Ha ragione! Le chiedo infinitamente scusa per averla aggredita. Ma, vede, Harry era in pericolo. I suoi genitori l’hanno affidato a me e io dovevo proteggerlo. Mi capisce, vero?”

“Sì, certo.”

“Bene, allora arrivederci.”

“Arrivederci!”

Le parole di Sirius fecero sorridere Harry: finalmente qualcuno, oltre ai suoi amici, che ci teneva davvero a lui.

Il giorno dopo, Harry era molto eccitato e nervoso: il pomeriggio avrebbe avuto ripetizioni di Divinazione con Cho, ma Ron sfortunatamente non sarebbe venuto poiché si sarebbe sentito improvvisamente male.

Mentre si trovavano tutti e cinque in sala comune a fare i compiti, Ron esclamò: “Ahia…aahh…che mal di pancia improvviso!! Ooohhh… Harry, mi dispiace…credo che non potrò venire in biblioteca…fa troppo male…ah, dovrò lasciarti da solo con Cho…che peccato!”

“Non è necessario che tu faccia la sceneggiata, Ron. Glielo dirò io a Cho che purtroppo ti sei sentito male!” disse Harry con un sorriso alquanto compiaciuto.

.“Sì, va bene, però se non combini niente in questi giorni, Harry, renderai i miei sacrifici vani!! E questo non lo posso accettare!”

“Ho capito! Cercherò di farmi coraggio!”

“Speriamo!!” esclamò Ron.

“Harry, guarda che sono le 17.45! Non era alle 18 il tuo appuntamento?” chiese Hermione senza distogliere gli occhi dal suo libro ‘Discorso sulle più antiche trasfigurazioni di tutti i tempi’.

“Già! Vado a prepararmi!” disse Harry e andò nel suo dormitorio.

Prese un po’ di Magigel, comprato a Hogsmeade, e lo passò tra i capelli…cosa che non aveva mai fatto.

Afferrò la borsa con il libro di Divinazione, il materiale necessario, pergamene, penne d’oca e inchiostro e tornò giù: “Che ne dite? Sto bene?”

“Io credo di sì!”

“Oh, ma certo, Ron! Con quel tocco di gel, Harry sta benissimo!” disse Christine.

“Sì e non se l’era mai messo! E’ un’occasione veramente speciale, eh Harry?” esclamò Ginny.

“In effetti…è come se fosse un vero appuntamento…”

“Peccato che lei in questo momento stia pensando di dover incontrare due persone!!” commentò Hermione.

“Ah, Hermione…non mi hai ancora detto come sto!”

Hermione inarcò le sopracciglia e guardò Harry.

Poi distolse lo sguardo e sospirò: “Stai molto bene, non preoccuparti!”

Harry sorrise: “Grazie ragazzi! Ci vediamo dopo!”

“Ciao!”

Harry si incamminò verso la biblioteca: era molto emozionato e aveva una gran paura di fare brutta figura. Quando arrivò a destinazione, notò che Cho non era ancora arrivata. Ma non dovette aspettare molto…

“Ciao Harry!!”

“Ciao, come va?”

“Oh…bene! Ma dov’è Ron?”

Ecco il punto in cui Harry non doveva per nessun motivo impacciarsi.

Così senza perdere tempo, scelse accuratamente le parole da dire: “Deve aver mangiato qualcosa a pranzo che gli ha fatto male perché poco fa gli è venuto un terribile mal di pancia…e, quindi non è potuto venire!”

“Poverino, mi dispiace tantissimo! Speriamo si rimetta presto!”

“Ma certo! Ron è un tipo duro. No si lascerà abbattere da un banale mal di pancia!”

“Bene, allora entriamo?”

Harry annuì. Così i due entrarono in biblioteca e si sistemarono in un tavolo più o meno sul fondo della sala. A Harry tutto ciò non sembrava vero: lui da solo con Cho in biblioteca…wow!!

“Allora, Harry, cos’è che non hai ben capito?” gli chiese Cho.

‘Harry non ti impacciare!!’ si ordinò Harry che poi disse: “Mah…potrei dire che il mio problema è generale, cioè non riesco ad interpretare tutto quello che la prof. ci da interpretare!”

Così Cho cominciò a spiegargli come, per esempio, nella Dattilomanzia ogni oscillazione era diversa dall’altra: poteva magari essere più breve, con un fremito del filo, con un piccolo sbandamento, ecc…e ogni cosa indicava un evento diverso. Diedero poi un veloce ripasso alla lettura delle sfere e dei fondi delle tazze di the.Finirono dopo circa un’ora e mezza e, mentre stavano ritirando le loro cose, Harry notò che Cho aveva un sacco di pergamene sulle quali erano riportate diverse tabelle.

“Ehm…cosa sono quelle tabelle, Cho?”

“Queste?! Sono delle tabelle sugli amuleti. Guarda: questa l’ho chiamata ‘A ciascuno il suo amuleto, efficace e assai discreto’! Per esempio a te consiglierei l’amuleto del leone perché tu sei molto forte. Come amuleto sarebbero ideali denti o peli di leone.”

Harry sorrise, cercando di nascondere il suo disgusto che gli era venuto al solo pensiero di appendersi al collo denti o peli di un animale morto.

“Ti renderanno ancora più coraggioso, sai? Anche se, forse, non ne hai bisogno!- chinò la testa, prese un’altra pergamena e continuò- Invece questa riguarda i talismani secondo il segno zodiacale. Tu quando sei nato?”

“Il 31 luglio.”

“Allora sei del Leone! Vediamo un po’: i tuoi numeri fortunati sono 5 e 7…l’oro è il tuo metallo e colore fortunato. Beh, non per niente sei nel Grifondoro. Poi…lo scoiattolo è il tuo animale fortunato, mentre per quanto riguarda il fiore…mmm…sì, il girasole. I profumi più adatti a te possono essere l’angelica, l’incenso o il ciclamino. Infine le tue pietre portafortuna sono il topazio e il diamante. Guarda, ti ho scritto tutto su questo foglietto così avrai sempre chiaro il tuo quadro.!”

Harry non riusciva a capire l’utilità di tutto ciò; comunque, non voleva certo deludere o offendere Cho. Così sorrise e la ringraziò.

“Bene, allora ci vediamo…sabato no perché c’è la partita, quindi…martedì, ok?”

“Va bene! Allora ciao!” disse Harry e poi uscì dalla biblioteca, lasciando Cho ancora al tavolo, dato che doveva fare ancora una cosa.

Harry si incamminò verso la sala comune di Grifondoro dove aveva appuntamento con i suoi amici prima di andare a cena. E, mentre camminava, pensava a quello che era appena successo: lui e Cho, per la prima volta, da soli in biblioteca…una specie di appuntamento. Quanto era bella con quel viso così dolce che nascondeva una terribile voglia di affetto. E poi…SBAM!

Era talmente con la testa fra le nuvole che non si era nemmeno accorto della persona che proveniva da un corridoio perpendicolare a quello che stava percorrendo lui. Così era andato a sbattere contro quella persona, provocando la caduta dei libri portati da entrambi.

“Ma guarda dove vai…Harry?!”

“Hermione?! Che ci fai da queste parti?”

“Oh…niente! Sono andata dalla McGranitt per chiedere una spiegazione e lei mi ha anche avvertita che stasera la riunione con i Prefetti non ci sarà perché i professori e Silente hanno un importante incontro con alcuni agenti del Ministero.”

“Riguardo cosa?”

“Beh, immagino che quelli del Ministero li vogliono tenere informati su come vanno le indagini per…Voldemort!”

“Ah già!- Harry si chinò per terra per raccogliere quello che aveva fatto cadere- Scusami, Hermione, non ti avevo vista. Ero un po’ soprappensiero!”

La ragazza si chinò per prendere il suo libro di Trasfigurazione che Harry le porse gentilmente: “Immagino per cosa…anzi, per chi. A proposito, come è andata?”

“Penso bene. Sì, insomma, mi ha spiegato meglio la Dattilomanzia e una parte del programma di terza: ti ricordi le tazze di tè e la sfera?”

“Più o meno, ma…Harry, cos’è questo foglietto?” chiese Hermione, notando il foglietto di Cho.

Harry, però, non riuscì a rispondere in tempo, perché Hermione lo lesse in fretta e scoppiò a ridere.

“Lo sapevo!” sussurrò Harry, sospirando rassegnato.

“Harry…riesci a immaginare te stesso con una bella collana di denti e peli di leone, un girasole nella tasca delle divisa o, perché no, tra i capelli e con ogni giorno un profumo diverso: il lunedì ciclamino, il martedì incenso e il mercoledì angelica e si ricomincia. Mi raccomando, poi me li devi prestare!” e tornò a ridere.

“Sì, sì, va bene. Ti sei divertita abbastanza?”

“Credo di sì!”

“Senti, Hermione, io non andrò in giro con tutte quelle cose solo perché me lo ha consigliato Cho. Lei mi ha dato queste informazioni e io, per non deluderla, ho preso il foglietto che mi stava porgendo!”

“Ok, ok, capisco perfettamente!”

“Oh, meno male…allora, andiamo nella sala comune?”

Hermione annuì. Entrambi si diressero verso la sala di Grifondoro: arrivati a destinazione, non appena Ron li vide, balzò in piedi ed esclamò: “Allora?”

“Allora cosa?” chiese Harry.

“Appuntamento sì o no?”

“No…Ron era solo una lezione di Divinazione, non potevo chiederle subito: ‘Ehi, Cho, usciamo insieme qualche volta?’”

“Harry ha ragione, Ron. Sarebbe stato un insensibile!” esclamò Hermione.

“Comunque, è andata bene?”

“Sì, abbastanza. Ho capito molto di più su tante cose!”

“Beh…non intendevo proprio questo!”

“Ron…piano, una cosa alla volta. Perché rovinare tutto per l’impazienza?” disse Hermione.

“Beh, come volete!”

Poi tutti e cinque si recarono nella Sala Grande per la cena. Tra i professori, vicino a Hagrid, era seduto Sirius. Alcuni studenti, per tutta la durata della cena, non fecero altro che fissarlo impauriti. Questo dava un po’ fastidio a Harry.

“Harry, devi capirli. Per 15 anni hanno pensato che fosse un pericoloso criminale. E tutto d’un tratto viene scagionato e l’equivoco chiarito. Anch’io due anni fa ero un po’ scettica dopo aver sentito la versione di Sirius e di Lupin…così come Ron e te!!” disse Hermione.

“Sì, lo so. Ma lui ha già sofferto tanto…”

“Passerà, non ti preoccupare!”

Harry annuì. Quando finirono di mangiare, tutti e cinque decisero di tornare nella sala comune. Mentre stavano uscendo dalla Sala Grande, Harry si fermò di colpo: sulla soglia del portone c’era Draco Malfoy, stranamente, da solo, che fissò Hermione e le fece segno di volerle parlare. Hermione sospirò.

“Vuoi che venga con te?” le chiese Harry.

“Non ti preoccupare! Vado da sola! Voi aspettatemi qua fuori.”

Così Hermione si avvicinò e Draco, mentre gli altri quattro si allontanarono un po’, aspettando l’amica. Harry era un po’ in ansia, ma non ne aveva motivo: Draco non le avrebbe fatto del male davanti a loro. Poi Hermione tornò, un po’ sorpresa.

“Allora, che voleva?” chiese Harry.

“Oh…sai quella cosa che è successa ad Hogsmeade? Beh, in cambio del suo silenzio, lui vuole che io gli dia ripetizioni di Trasfigurazione ogni martedì in biblioteca!”

“Solo questo?” domandò Harry.

“Sì…sapete, forse è vero che è cambiato…”

“Mah…comunque, credo che ci vedremo più spesso, Hermione, d’ora in poi!” disse Harry.

“Già!” esclamò lei sorridendogli.

Dopodiché, i cinque andarono nella sala comune e, dopo una bella chiacchierata, andarono a letto.

 

 

Ecco che abbiamo scoperto il ricatto di Draco: Sorpresi? Delusi? Vi piace l’idea? Beh, fatemelo sapere. E cosa mi dite di quella specie di primo appuntamento fra Harry e Cho? Comunque, il prossimo capitolo sarà “Grifondoro contro Tassorosso!”.

Volevo chiedere una cosa a tutti quelli che recensiscono: quanti anni avete? Mi piacerebbe tanto saperlo! E poi dovevo dirvi un’altra cosa…mmm…ah, sì. Mi pare di avere intravisto su Internet un’immagine di Hermione che balla con Krum e va bene. Ma poi ne ho vista una dove Harry e Hermione stanno ballando. Secondo voi è un retroscena oppure fa parte del film? Boh, staremo a vedere.

Per FraFra: i tuoi dubbi su Draco sono stati chiariti. Fammi sapere cosa ne pensi, anche se Draco sarà un personaggio che verrà approfondito nei prossimi capitoli e più precisamente a partire dal cap.8.

Per maripotter: allora, prima di tutto, credo che il vestito nero per Harry vada molto meglio. Probabilmente hanno deciso di fargli indossare qualcosa di sobrio per mettere più in risalto il vestito imbarazzante di Ron. Invece, per le frequenti scene tra Harry e Hermione…se va bene alla Rowling, allora va bene anche a me. D’altronde può essere un segno positivo per noi: tutta la sceneggiatura di Steve Kloves deve essere approvata dalla scrittrice e più volte lei ha ripetuto che nei film c’è molto di quello che succederà nei prossimi libri, quindi…chi lo sa se anche queste scene non siano alcuni di quegli indizi tanto amati dalla Rowling.Giusto?

Per marco: scommetto che non ti aspettavi questo tipo di richiesta da parte di Draco. Comunque, per quanto riguarda Harry e Cho…beh, dovrai sopportare per un po’ quello che accadrà tra loro. Ti giuro che non è stato facile scrivere, ma era necessario.

Per tutti gli altri, se volete recensire…beh, ve ne sarò grata. Altrimenti, continuate a seguirmi. Arrivederci al prossimo capitolo.

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Grifondoro contro Tassorosso ***


Di nuovo eccomi qua. Come state? Io sono un po’ in ansia perché devo dare nei mesi di giugno e luglio 3 esami: fisica, chimica e istologia. Scommetto che tra di voi c’è chi deve fare la maturità…beh, non è poi così difficile. E’ chiaro che molto dipende dai prof. E molto dipende dal carattere: se non si è troppo emotivi, come la sottoscritta ( che nonostante avesse portato una fantastica e praticamente perfetta tesina sui francobolli ha rovinato tutto perché troppo emozionata!) allora tutto andrà bene. Ma non bisogna parlare di scuola su questo sito. Leggete il settimo capitolo…particolarmente avvincente…credo…

 

 

Nient’altro che noi!

 

5 ANNO

Capitolo 7: “Grifondoro contro Tassorosso!”

 

Il sabato mattina, quello della partita Grifondoro-Tassorosso, la prima della stagione di Quidditch, Harry si svegliò, consapevole di ciò che stava provando: una grande paura che era molto simile alla paura per la primissima partita durante il suo primo anno ad Hogwarts. Ma quello veramente agitato era Ron: lui non aveva mai giocato una partita di Quidditch davanti tutta la scuola. Entrambi erano talmente nervosi che a colazione non mangiarono assolutamente niente.

“Se non mangiate niente, non avrete le forze necessarie per la partita.” disse Hermione.

“Beh, quando Harry doveva giocare la sua prima partita non ha toccato cibo, eppure ha vinto alla grande, con una meravigliosa prestazione!” esclamò Ron.

In quel momento arrivò Sirius: “Ehilà, ragazzi!”

“Ciao, Sirius!”

Sirius notò le facce un po’ abbattute di Harry e Ron.

Così chiese a Hermione: “Ma, cos’hanno? Sono troppo silenziosi e vedo che non hanno mangiato niente.”

“Paura!”

“Paura per la partita?”

“Sì.Uno perché è la sua prima partita davanti tutta la scuola e teme di fare brutta figura. L’altro perché è la sua prima partita da capitano e sente su di sé tutta la responsabilità della squadra!”

“Ah, beh, Hermione…devi sapere che anche James era così ogni volta che doveva giocare una partita. Quindi, non ti preoccupare per loro. Sono due ragazzi robusti e forti: hanno energie a sufficienza anche se non fanno colazione!”

Hermione sospirò: “D’accordo…mi arrendo!”

Sirius diede una pacca sulla spalla a Harry e a Ron e poi andò a sedersi al tavolo degli insegnanti.

“Oh…non sono finite le visite!” esclamò Ginny.

Infatti arrivò Cho: “Harry! Ron!”

Harry e Ron si voltarono verso Cho: “Ciao!”

“Ron, stai bene?”

“Sì, perché?”

Harry lo fulminò con lo sguardo: stava per rovinare tutto!

“Non avevi mal di pancia l’altro giorno?”

“Ah…già! - esclamò Ron, ridendo imbarazzato - Vedi, mi è passato completamente e quasi me ne stavo dimenticando!”.

Il cuore di Harry , che per un momento aveva cessato di battere, riprese con un ritmo piuttosto irregolare a causa di Ron.

“Comunque Harry, volevo solo augurarti buona fortuna per oggi!”

“Grazie!”

“Sono sicura che vincerete con te come capitano e Cercatore!” disse Cho sorridendo.

Harry si sentì il viso in fiamme.

“Beh, adesso devo proprio andare. Ciao ragazzi!”

Quando Cho se ne andò, Harry disse: “Non pensavo che tifasse per me!”

“Perché?” chiese Hermione.

“Perché Cedric era il capitano di Tassorosso…”

“E allora? Adesso…ci sei tu, o sbaglio?” esclamò Ron.

“Ma, Ron, ancora non penso che lei si sia ripresa del tutto da quello che è successo l’anno scorso.”

“In ogni caso, hai fatto progressi, Harry!”

“Beh…forse…hai ragione, Ron!”

“Certo che ho ragione!”

Hermione sbuffò e Ron si voltò verso di lei con aria emblematica: “Qualche problema?”

“Per niente!- esclamò lei e, rivolgendosi a Harry, chiese- Harry, non dovresti richiamare la tua squadra e andare negli spogliatoi a cambiarvi?”

“Già! Ehm…allora…Squadra, agli spogliatoi!”

“In bocca al lupo!” augurarono Hermione, Christine e Ginny a Harry e Ron, che sorrisero nervosamente.

Harry notò che tutta la squadra era nervosa: forse erano tutti preoccupati per il loro nuovo Portiere e anche per Harry, il capitano di Grifondoro. Dopo essersi cambiati, c’era il consueto discorso pre-partita del capitano e quindi Harry doveva incoraggiare la squadra con le sue parole. Tutti lo stavano guardando con aria speranzosa e lui non voleva certo deluderli, era in assoluto l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Un po’ di emozione, comunque, venne fuori.

“Ok! Ragazzi, questa è la prima partita da quando Baston se n’è andato. Con lui avremmo dovuto vincere la Coppa di Quidditch ogni anno, ma la fortuna non ci ha assistito. Tutti sapevamo perfettamente che il più grande sogno di Oliver era quello di vincere quella Coppa. Così abbiamo affrontato allenamenti durissimi dal mattino presto alla tarda sera. Ma le nostre fatiche sono state premiate e il sogno di Oliver, di stringere tra le mani la Coppa di Quidditch, si è avverato. Ebbene, la squadra da allora è cambiata. Per Oliver, quella che ha vinto due anni fa era la migliore squadra che Grifondoro abbia mai avuto. Ma io penso che anche questa non sia da meno: con tre magnifiche Cacciatrici, due Battitori straordinari e un Portiere infallibile, sono sicuro che ci rifaremo di tutte quelle volte in cui la sfortuna ci ha perseguitato. So che farete del vostro meglio per vincere e anch’io mi impegnerò a fondo.Tra di noi siamo molto affiatati e questo è sicuramente un altro fattore importante. Perciò, concludo con l’augurare ‘in bocca al lupo’ a tutti e…Forza Grifondoro!”

“FORZA GRIFONDORO!” ripeterono tutti gli altri.

Tutti e sette sembrarono aver riacquistato coraggio e fiducia e un po’ di nervosismo se n’era andato.

Quando la squadra di Grifondoro, con la divisa scarlatta e dorata, e la squadra di Tassorosso, con la divisa giallo canarino(ma se si chiama Tassorosso, perché la divisa è giallo canarino?), entrarono in campo, un boato si elevò dagli spalti. Fortunatamente il cielo era sereno e il sole brillava alto nel cielo. La scuola sembrava divisa a metà dato che una parte tifava per Tassorosso e un’altra per Grifondoro. La tensione in Harry cominciò a farsi risentire: non aveva mai immaginato che il suo essere nervoso per una partita di Quidditch potesse arrivare a tali livelli. Harry ebbe addirittura l’impressione di tremare: ma questo non se lo poteva permettere, altrimenti che figura ci avrebbe fatto davanti tutta la scuola, davanti ai suoi amici, ma, soprattutto, davanti a Cho! Chissà se lei era tra il pubblico e se se ne era accorta! Il fischio di Madama Bump lo allontanarono da quei pensieri che gli stavano facendo venir voglia di scappare via per la vergogna. Tutti i giocatori delle due squadre si alzarono in volo con le scope e la Pluffa, i Bolidi e il Boccino d’Oro vennero liberati. Come saette, i Cacciatori di Tassorosso iniziarono a passarsi la Pluffa, mentre Fred e George scagliavano i pericolosi Bolidi verso gli avversari. Ron seguiva attentamente ogni movimento della Pluffa e Harry scrutava dall’alto il campo in cerca del prezioso Boccino d’Oro.

Chi commentava la partita era Lee Jordan, l’amico dei gemelli Weasley:” Le magnifiche Cacciatrici di Grifondoro sono riuscite a impossessarsi della Pluffa e si dirigono verso la porta di Tassorosso. Ma…attenzione Alicia….un Bolide…fiuuu…fortunatamente il nostro Fred Weasley, uno dei Battitori di Grifondoro, respinge prontamente il Bolide e lo indirizza verso i Cacciatori di Tassorosso. Intanto Alicia Spinnett ha passato la palla a Katie Bell che evita l’attacco di un Tassorosso e…segna! SI! Grande! Dieci a zero per Grifondoro!”

Un grido di gioia si levò dagli spalti dove c’erano i tifosi di Grifondoro.

“La partita riprende con Tassorosso che attacca: passaggi molto precisi e rapidi tra i Cacciatori che si stanno avvicinando alla porta di Grifondoro…si preparano a tirare…mi raccomando Ron…ecco il potente tiro e …PARATA! Stupendo salvataggio da parte del nostro nuovo portiere, Ronald Weasley!”

Ron aveva fatto davvero una bella parata e stava rilanciando la Pluffa ad Angelina Johnson che si trovava più o meno a centrocampo. Ancora una volta Grifondoro andava all’attacco con Alicia, Katie e Angelina, mentre Fred e George allontanavano dai loro compagni i Bolidi. E ancora una volta le tre Cacciatrici segnarono altri dieci punti per Grifondoro.

“Magnifico! Venti a zero per Grifondoro! E…guardate, Harry Potter ha individuato il Boccino d’Oro e si è lanciato al suo inseguimento così come il Cercatore di Tassorosso.”

Harry aveva intravisto il luccichio del Boccino, più o meno, verso il centrocampo, molto vicino a terra. Si era tuffato in picchiata, seguendo lo scintillio. Il Cercatore di Tassorosso gli stava alle calcagna molto abilmente. Il Boccino d’Oro si levò in aria volando verso gli anelli di Grifondoro, seguito dai due Cercatori e Harry riuscì anche a evitare un Bolide che si trovava proprio sulla sua traiettoria. Ma questo non influì sulla sua opera di inseguimento. Harry era ormai vicinissimo: allungò la mano e sfiorò le ali del Boccino.

“Harry Potter sta per acchiappare il Boccino d’Oro, mentre l’altro Cercatore viene fermato da un Bolide…avanti, vai Harry…vai!”

“Dai, più veloce…più veloce…” si ordinò Harry.

Il Boccino d’Oro fece un’improvvisa giravolta e Harry lo seguì, facendo anch’egli una specie di giro della morte molto pericoloso che lasciò tutti senza fiato, fino a quando non riuscì finalmente ad acchiappare il Boccino d’Oro.

“SII!! Harry Potter ha afferrato il Boccino d’Oro dopo uno spettacolare giro della morte! Grifondoro vince contro Tassorosso!” esclamò Lee Jordan.

I giocatori di Grifondoro si avvicinarono a Harry e lo abbracciarono.

“Sei stato straordinario, Harry!” gli disse Ron, quando entrambi toccarono terra.

“Anche tu, Ron! Nella tua prima partita sei stato grande!”

Entrambi sorrisero, estremamente felici di come era andata la prima partita della stagione. Molti studenti di Grifondoro entrarono in campo, posizionandosi intorno alla loro squadra.Tra loro c’erano anche Hermione, Christine e Ginny. Tutte e tre sembravano felici ma preoccupate.

“Ehilà, ragazze!” le salutò Ron.

“Harry…stai bene?” gli chiese Hermione ansiosa.

“Certo che sì! Perché?”

“E mi chiedi perché?! Dopo quel…pericoloso…giro della morte! Oh, è stato terribile!”

“Terribile?! Ma, Hermione…è stato semplicemente straordinario!!” ribatté Ron. 

“Ron, insomma, un giro della morte è pur sempre un giro della morte!” disse Christine.

“Già, e Harry è Harry! Lui riesce a fare tutto!”

“Se si tratta di Quidditch!!” precisò Harry.

Hermione era, comunque, ancora molto turbata e Harry lo capì dalla sua espressione.

“Scusatemi, non volevo farvi preoccupare!” disse Harry.

Hermione annuì e sorrise quasi a forza.

“Bene, bene, dopo le varie scuse, che ne dite della mia performance?” chiese Ron.

Le tre ragazze si guardarono come se preferissero non parlarne. Ron inarcò le sopracciglia con aria spaventata.

“Non vi sono piaciuto? Ho…forse…fatto schifo?”

Hermione e Christine chinarono il capo, imbarazzate, mentre Ginny, come se facesse finta di niente, girò la testa altrove. Ron guardò Harry cercando, almeno da lui, conforto. Poi Hermione, Christine e Ginny scoppiarono improvvisamente a ridere. Harry e Ron le guardarono stupiti.

“M-ma…ma…che significa?” balbettò Ron.

“Ron…era solo uno scherzo…” esclamò Christine tra le risate.

“U-uno scherzo?”

“Sì, non è vero che hai fatto schifo, anzi sei stato straordinario!!”

La bocca di Ron si aprì involontariamente e lui guardò Christine con aria adorante: “Dici sul serio…Christine?”

“Certo, Ron!”

Ron le prese le mani, stringendole al petto, e, con occhi brillanti, le disse: “Grazie…se non ti fosse piaciuta la mia performance oggi, non so cosa avrei fatto!”

Christine sorrise imbarazzata e poi, delicatamente, si liberò dalla presa di Ron.

Hermione e Ginny continuavano a ridere e Ron si voltò verso di loro, fulminandole con lo sguardo: “Beh, si può sapere perché state continuando a ridere?”

Hermione cercò di calmarsi un po’: “Avresti dovuto vedere che faccia hai fatto prima!! Era troppo divertente!”

“Divertente, eh?!- poi rivolto a Harry- Anche tu lo trovi divertente?…Harry?”

Ma Harry aveva visto Cho con i suoi quattro amici che si stavano dirigendo verso di lui.

Ron capì dove lo sguardo e i pensieri dell’amico erano diretti: “Ok…ho recepito il messaggio!!Ehm…andiamo ragazze!”

E, andandosene, trascinò con sé anche Hermione, Christine e Ginny.

“Harry!” esclamò Cho correndo verso di lui.

Harry sorrise raggiante: “Ciao Cho!”

“Complimenti! E’ stata una partita straordinaria!”

“Grazie! Sono contento che tu sia venuta a vedere la partita!”

“Non potevo mancare alla tua prima partita da capitano!”

Harry arrossì, ma Cho non se ne accorse perché arrivarono i suoi amici.

“Ragazzi, vi presento il capitano di Grifondoro, Harry Potter!”

La ragazza bionda dell’altra volta gli strinse la mano: “Ciao, Harry! Io sono Deborah, per gli amici Debbie!” (non pensate che questo nome mi piace, ma ho dovuto usarlo perché era troppo adatto a lei! Lo stesso vale per gli altri tre che state per conoscere! Leggete, leggete!)

Harry, così, conobbe tutti e quattro gli amici di Cho: la seconda ragazza, dai capelli lunghi, rossi e ondulati, alta quanta Deborah e molto snella, si chiamava, invece, Jessica; Stephan era un ragazzo alto e robusto, con capelli biondo scuro a spazzola e, a quanto aveva capito Harry, era il ragazzo di Deborah; infine c’era Jordan, il ragazzo di Jessica, alto quanto Harry, con capelli corti castani. Da come si erano presentati, sembravano tutti quanti molto simpatici. Harry però aveva una strana sensazione e non sapeva di cosa si trattasse: l’unica cosa di cui era sicuro era che quella sensazione era comparsa quando li aveva intravisti a Hogsmeade, con Cho ai Tre Manici di Scopa.

“Gran bella partita, Harry!” esclamò Jordan.

“Sì, e che straordinario giro della morte!” commentò Stephan.

“E’ vero, il tuo giro della morte è stato stupefacente!” aggiunse Cho.

“Ah già! Quel giro della morte ha fatto spaventare alcune mie amiche, soprattutto Hermione!” esclamò Harry sorridendo.

I cinque Corvonero si guardarono come se fossero stati infastiditi da quel nome.

“Per caso…Hermione Granger, la secchiona?” azzardò Jessica.

“Sì, perché?” chiese Harry con uno sguardo perplesso.

“Sei amico di una mezzosangue?!” esclamò Deborah, con un leggero tono di indignazione.

Harry inarcò le sopracciglia: “Sì, Hermione è una delle mie più care amiche e proprio per questo ti pregherei di non chiamarla in quel modo!”

“Ehm…sì, certo! Ragazzi perché non andate? Vi raggiungo tra poco!” disse Cho imbarazzata.

“OK! Ci vediamo dopo, Cho! E’ stato un piacere conoscerti, Harry!” esclamò Stephan.

“Ciao!” disse Harry un po’ rabbuiato.

Ecco cos’era quella sensazione strana di prima: a quei quattro non piacevano i figli di Babbani. Eppure questa era una cosa più da Serpeverde che da Corvonero.

Non appena rimasero soli, Cho gli chiese timidamente: “Ti sei arrabbiato per quello che hanno detto?”

“Senti, tre anni fa, quando Malfoy la chiamò così per la prima volta, lei ci rimase molto male. Adesso questo la lascia completamente indifferente. Tuttavia non mi piace che qualcuno la chiami così. Lo trovo da ignoranti.”

“Ok,ok!! Ti chiedo scusa da parte loro!”

Harry annuì: questa volta, nel sentire Hermione chiamata ‘mezzosangue’, Harry si sentì diverso rispetto a tre anni prima. Gli aveva dato più fastidio: infatti, avrebbe voluto rispondere più duramente a Deborah, ma c’era Cho e lui non voleva litigare con una delle migliore amiche della ragazza di cui si era invaghito. Seguì un alquanto imbarazzante silenzio tra Harry e Cho. Poi fu Harry a parlare, seppur balbettando leggermente: “Co-così…ehm…hai tifato per me…no, volevo dire per noi…”

“Hai detto bene, Harry. Ho tifato per te!” disse lei sorridendo dolcemente.

“Davvero?”

“Certo, per chi avrei dovuto tifare?”

“Beh…spero che non ti arrabbierai se te lo dico, ma, vedi, io pensavo che tu avresti tifato per…”

“Tassorosso?” intervenne lei.

Harry annuì debolmente: “Ce-cedric era il capitano di Tassorosso!”

Cho sospirò: “Ascolta, Harry. Cedric è stato il mio primo grande amore, ma è morto. Io lo ricorderò per sempre, farò tesoro di quel sentimento che provavo per lui. La vita, però, continua e io sono ancora molto giovane. Penso che anche Cedric lo vorrebbe: intendo…non rimanere troppo legata al passato!!”

“Hai ragione!”

“Quindi la prima cosa da fare è cercare nuovi amici. Tu…vuoi essere mio amico?”

“Oh, ma certo! Io voglio essere amico tuo! Esserti vicino nei momenti difficili e in ogni altro momento della giornata per me sarebbe un grande onore!”

Gli occhi di Cho erano diventati lucidi…Harry con le sue parole l’aveva fatta commuovere.

“Mi dispiace di non avere un fazzoletto da offrirti!”

“Non ti preoccupare, Harry!” esclamò Cho asciugandosi gli occhi.

“Credo di dover andare, adesso.” disse Harry.

“Sì, anch’io!”

“Allora, ci vediamo martedì!”

“Ciao, Harry!”

“Ciao!” disse Harry prima di voltarsi e allontanarsi.

Ma Cho lo chiamò nuovamente: “Harry?”

“Sì?”

“Volevo solo dirti grazie!”

“Per cosa?”

“Per quello che hai detto!”

Harry le sorrise e poi se ne andò. Posò la sua Firebolt al sicuro, ma, dopo quello che era successo, anzi, dopo quello che Cho gli aveva detto, non aveva voglia di tornare subito nella sala comune di Grifondoro. Aveva bisogno di riflettere…Così si cambiò e andò a fare una passeggiata: si avvicinò al laghetto vicino al castello. Era una bella giornata e il sole si rifletteva sull’acqua. Si sedette sulla riva del lago, pensando a Cho. Improvvisamente sentì qualcuno ridere: proveniva da dietro l’albero. Andò a sbirciare e vide Hermione appoggiata al tronco dell’albero che giocava con Grattastinchi.

“Hermione?!” esclamò Harry uscendo allo scoperto.

“Oh…ciao, Harry!”

“Che fai di bello?” le chiese Harry, sedendosi accanto a lei.

“Stavo giocando con Grattastinchi. E’ stupendo quando ti fa le fusa: ti si strofina contro e ti fa il solletico.- disse lei sorridendo e accarezzando dolcemente sul collo il gatto rosso- Tu, invece, che ci fai qui?”

“Ehm…non avevo voglia di andare in sala comune, così ho deciso di fare una passeggiata.”

“Scusa se insisto, ma c’è qualche motivo più valido per cui tu te ne stai da solo, evitando i festeggiamenti per la vostra vittoria?”

Harry aprì la bocca per rispondere, ma non riuscì a dire niente.

“Lo so che è successo qualcosa! Si capisce dal tuo sguardo: sei così…imbambolato!!”

“E va bene, hai ragione, Hermione. Allora…Cho è venuta a complimentarsi con me e con lei c’erano anche i suoi amici, che mi ha presentato.- esitò un attimo perché non sapeva se dirle come quei quattro l’avevano chiamata oppure no…forse era meglio evitare- Comunque, lei mi ha detto che oggi ha tifato per me e, quando io le ho detto che pensavo tifasse per Tassorosso, lei ha risposto dicendomi che non voleva rimanere legata al passato.”

“In che senso?” chiese Hermione perplessa.

“Cedric era il capitano di Tassorosso. Ma lei, pur volendo conservare il sentimento d’amore che provava per lui, vuole continuare a vivere, anche perché ha solo 16 anni. E per prima cosa vuole farsi dei nuovi amici, primo fra tutti, il sottoscritto!”

“Aahh…capisco…”disse Hermione acquisendo un’espressione malinconica.

“Io le ho detto che sarebbe stato un onore per me essere suo amico e lei si è commossa! Capisci, il tuo piano sta funzionando! Grazie, Hermione.”

Hermione annuì senza dire niente. Però, osservandola attentamente, Harry capì che qualcosa non andava.

Così le chiese, con voce pacata: “C’è qualcosa che non va?”

Hermione scosse la testa.

“Non ci credo. Guarda che anch’io ti conosco bene…esattamente come tu conosci bene me e sono sicuro che c’è qualche problema.”

“Lo vuoi proprio sapere?”

“Ma certo!”

Hermione prese tra le braccia Grattastinchi e si alzò in piedi, voltandosi verso Harry.

“Ebbene, vuoi sapere come finirà questa storia?”

“Quale storia?”

“Quella tra te e Cho!”

Anche Harry si alzò in piedi perché l’argomento si stava facendo interessante e voleva essere sicuro di capire tutto alla perfezione: “Vai avanti.”

“Adesso tu sei il suo nuovo ‘amico’, no? Ma è chiaro che, sia tu sia Cho, vogliate qualcosa che va ben oltre la semplice amicizia.”

“Cho non sta cercando un ragazzo, ma solo un semplice amico.”

“Questo è quello che vedrebbe un ragazzo. Fidati di quello che è comunemente conosciuto come ‘intuito femminile’! Tu sei innamorato di lei; Cho sta cercando qualcuno che sia carino, dolce e gentile con lei…e io penso che tu possieda tutte queste qualità. Credimi, voi due finirete col mettervi insieme molto presto.”

“E sarebbe questo il problema?” chiese Harry che non capiva dove Hermione volesse andare a parare.

“Certo che no. Tu puoi benissimo diventare il suo nuovo boyfriend, ma il problema è che rimarrete così travolti l’uno dall’altra…che tu ti allontanerai dai tuoi amici: alla fine sarai talmente preso da lei che ti dimenticherai di Ginny, di Christine e anche di Ron e di me!”

“Ma che cosa dici? Non potrei mai dimenticarmi dei miei migliori amici, soprattutto di te e di Ron.”

“Harry, sono sicura che andrà a finire così. Non avrai più tempo da dedicarci!”

“Come fai ad esserne sicura?”

“Oh, ma si capisce già adesso: da come ti comporti ogni volta che ti passa accanto, da come rimani con la testa fra le nuvole se solo senti il nome ‘Cho’… Se eri così fino ad adesso che eri un semplice compagno di scuola, cosa credi che accadrà adesso che sei il suo nuovo amico o quando lei capirà che le piaci moltissimo e che non può fare a meno di te?!”

A Harry era sembrato che Hermione avesse gli occhi lucidi mentre diceva quelle cose…ma perché? Forse aveva davvero paura di perdere il suo migliore amico. Solo in quel momento Harry si rese conto di quanto lui e Ron fossero importanti per Hermione. Da una parte questo gli fece molto piacere; ma dall’altra parte Harry si chiedeva perché lei avesse così poca fiducia nella sua amicizia.

“A-adesso devo proprio andare…” disse Hermione e corse via.

Harry si sedette per terra e si passò una mano tra i capelli. Pensò che, molto probabilmente, Hermione avesse ragione e lui non aveva mai pensato a questa possibilità. Forse se lui e Cho si fossero messi insieme, Harry si sarebbe allontanato veramente da Christine, Ginny, da Ron e da Hermione.

“Un penny per i tuoi pensieri, Harry!” esclamò una voce all’improvviso.

Harry alzò lo sguardo alla ricerca di chi aveva parlato e vide Sirius.

“Ciao, Sirius!”

Sirius si sedette per terra accanto a lui: “Ti ho cercato dappertutto. Volevo farti i complimenti! Una gran bella partita! Sei stato davvero in gamba!!”

“Grazie.” disse Harry non molto entusiasta.

“Te l’avevo detto che sarebbe andato tutto bene!!”

“Già!!”

Harry sentiva che Sirius lo stava osservando, infatti quest’ultimo gli chiese: “Allora, qual’ è il problema?”

Il ragazzo si voltò verso di lui, un po’ sorpreso: “Ehm…”

“Se ti stai chiedendo come ho fatto a capire che hai un problema, la risposta è semplice: sei uguale a tuo padre e lui aveva sempre questa espressione quando c’era qualcosa che non andava con Lily. Allora, dimmi, hai qualche problema con una ragazza?”

“Sì, ma non in quel senso.”

“E chi è? Hermione?”

Harry annuì: “Vedi, è qualcosa che riguarda me, ma è stata lei a tirar fuori la questione.”

“Che sarebbe…”

“Cho Chang…ehm…la ragazza che mi…ehm…”

“Che ti piace e che, se non sbaglio, era anche la ragazza di Cedric.”

“Appunto! Lei è la mia nuova amica. Ma quando Hermione lo ha saputo, mi ha detto una cosa: secondo lei, se io mi mettessi insieme a Cho, mi allontanerei dai miei migliori amici.”

Sirius annuì: “Beh, tu ci tieni molto ai tuoi amici, non è così, Harry?”

“Ma è chiaro! Hermione e Ron sono stati i miei primi veri amici. Sono importantissimi per me!”

“Io credo che Hermione tenga a te almeno quanto tu tieni a lei e a Ron.”

“Beh, questo lo avevo capito.”

“E avevi capito che ha paura di perderti come amico?”

“Ma certo e mi fa molto piacere.”

“Ora che lo sai, dovresti rassicurare i tuoi amici. Insomma devi far capire loro che, anche se avrai una relazione con Cho, questa non influirà con la vostra amicizia!”

Harry sorrise: “Grazie, Sirius!”

“Bene, adesso devo andare!”

“Parti?”

“Sì, devo raggiungere…ehm…”

“Rachel?”

“Eh…già! Poi, ci rivedremo a Natale!”

“Ok!”

Harry era felice al pensiero che avrebbe passato un Natale lontano da Hogwarts: non che i Natali passati al castello con Ron e Hermione fossero stati noiosi o quant’altro. Ma quello sarebbe stato diverso perché Harry considerava già Sirius e Rachel una vera famiglia…il suo primo Natale in famiglia.

“Ma te ne andrai ancora con Fierobecco?” chiese Harry.

“Oh, no. Silente mi ha dato un permesso speciale per smaterializzarmi da Hogwarts!”

“Capisco!”

“Non saprei dove mettere Fierobecco…sai, devo anche andare dai tuoi zii!”

Harry sgranò gli occhi: “Che…che cosa?”

“Sì e…in effetti, tu pensi che i tuoi zii mi lasceranno prendere le tue cose a casa loro?”

“Ehm…forse…Ma devi proprio? In fondo non ci sono tante cose!” esclamò Harry convinto che quella non fosse una bella idea.

“Sì, Harry. Tanto loro sanno già che verrai a vivere con noi e, poi, a casa mia Rachel ha già preparato una stanza per te!”

“Davvero? Una vera stanza tutta per me?”

Il pensiero che avrebbe avuto una stanza tutta per lui fece dimenticare a Harry il problema degli zii.

“Certo! Una camera molto spaziosa con una bella vetrata e un bagno tutto per te!”

“Wow! Ma quanto è grande casa tua?”

“Diciamo che è molto grande, ma anche accogliente. E, comunque, la vedrai tra due mesi, no?”

“Non vedo l’ora! Ah…se i miei zii non ti lasciano entrare…costringili con la forza!”

“Oh no, Harry! Basterà dire loro che sono il tuo padrino, quello che è stato in prigione per 12 anni, ma che è stato riconosciuto innocente fino a prova contraria!”

“Come vuoi!”  

 Beh, Harry…-Sirius si alzò in piedi- Devo proprio andare adesso! Chissà se mi ricordo come ci si smaterializza!”

“Ma…non ci si può…”

“Silente mi ha dato il permesso di farlo. Ha fatto una specie di incantesimo per permettermi di smaterializzarmi!” disse Sirius.

Harry si alzò in piedi: “Allora…ci vediamo per Natale.”

“Mi raccomando, studia, fai il bravo, non ti cacciare nei guai e non fare stragi di cuori!” gli disse Sirius scompigliandogli i capelli con la mano.

“Non ti preoccupare!”

“Salutami Ron, Hermione e le altre due ragazze…come si chiamano…Christine e Ginny?”

Harry annuì e poi strinse la mano che Sirius gli stava porgendo.

“Ciao, Harry!”

“Ciao, Sirius!”

Così Sirius scomparve nel nulla e Harry rimase da solo. Decise di andare nella sala comune. Gli studenti di Grifondoro stavano festeggiando la prima vittoria della loro squadra. Come al solito, Fred e George avevano, come dicevano loro, ‘preso in prestito’ un po’ di viveri dalla cucina. Harry cercò i suoi amici e li vide seduti sul divanetto vicino al camino, ma Hermione non c‘era.

“Ehi, Harry!” lo chiamò Ron.

Harry si avvicinò a loro, cercando con lo sguardo Hermione.

“Mangia qualcosa, Harry!” esclamò Fred.

“No, grazie. Non ho fame!”

“Dai, sei il nostro capitano. Te lo meriti!” disse George.

“Dico sul serio, non ho fame! Piuttosto…sapete dov’è Hermione?”

“Perché non provi a girarti?” gli consigliò Christine.

Harry si voltò: Hermione era seduta accanto alla finestra, con Grattastinchi sul grembo. Stava osservando Harry, ma quando i loro sguardi si incrociarono, arrossì e si girò dall’altra parte. Harry si avvicinò e si sedette accanto a lei. Grattastinchi stava dormendo beatamente, mentre Hermione lo accarezzava.

“A-ehm…Hermione, posso dirti una cosa?”

La ragazza annuì, evitando accuratamente di guardare Harry negli occhi.

“Ok, senti. Tu sei mia amica da tanto tempo, ormai. Io, te e Ron ne abbiamo passate tante insieme. Abbiamo vissuto insieme momenti che non dimenticherò mai…come non dimenticherò mai né Ron né te. Te lo assicuro, Hermione, non accadrà mai!”

Hermione si voltò verso Harry con uno sguardo che a lui parve leggermente addolcito.

“Forse hai ragione a dire che, se io e Cho ci mettessimo insieme, la nostra relazione toglierà un po’ di quel tempo che di solito dedico a voi. Ma, sicuramente, non interferirà con la nostra amicizia. Non mi farà scordare dei miei migliori amici. Mai!”

Hermione gli rivolse uno sguardo emblematico, dando l’impressione di non credere ancora alle parole di Harry.

“Oh, suvvia, Hermione. La tua amicizia è importantissima per me e non voglio perderla. E poi…un’amicizia si basa sulla fiducia…tu ti fidi di me, vero?”

Hermione aprì leggermente la bocca per dire qualcosa e Harry, in attesa di una risposta, alzò le sopracciglia. Hermione annuì debolmente.

“Ok, ok, Harry! Ti credo, mi fido di te e guai a te se non mantieni la tua parola!” esclamò lei, decidendosi a sfoggiare uno dei suoi più bei sorrisi.

“Cercherò di fare del mio meglio!- disse Harry, ricambiando il sorriso- Allora, amici come prima?”

“Oh, ma certo! Io e te saremo sempre amici! E’ solo che tu, Ron, Christine e Ginny siete così importanti per me, soprattutto adesso, e io non voglio che niente cambi tra noi. E, invece, Cho…io…ho paura che lei possa cambiare il nostro rapporto.”

Harry le prese la mano cercando di essere il più rassicurante possibile: “Non temere. Qualunque cosa accada, la nostra amicizia non finirà mai! L’importante è che entrambi ci crediamo profondamente, ok?”

“Mais oui, mon ami!”

Francese ?“

, bravo !“

“Harry ! Hermione- li chiamò Ron- Dai, venite qui !“

“Ci conviene andare.” disse Hermione.

“Già!”

Harry fece per alzarsi, ma Hermione lo trattenne per dargli un leggero, quasi sfiorato, bacio sulla guancia: “Grazie Harry!”

Hermione raggiunse gli altri, ma Harry rimase ancora seduto e un po’ scosso da quello che era appena successo: Hermione l’aveva fatto di nuovo e lui, neanche questa volta, era riuscito a fare qualcosa. Ma, a pensarci bene, cosa voleva fare? In fondo era solo un bacio sulla guancia. Che male gli poteva fare il bacio di un’amica?

“Ehi, Harry! Ti vuoi muovere?” esclamò Ron, facendo tornare Harry alla realtà.

Harry sospirò e raggiunse i suoi amici. La festa continuò fino alle dieci di sera quando Hermione, in veste di Prefetto, disse che era ora di andare a dormire. Così tutti gli studenti di Grifondoro, seppur controvoglia, salirono nei loro dormitori. Harry aveva notato che, sotto il controllo del nuovo Prefetto, tutti erano diventati molto più ubbidienti, perfino Fred e George: anche con quell’aspetto dolce e rassicurante, Hermione riusciva a mantenere una certa autorità.

Dopo aver dato la buonanotte a Hermione, Christine e Ginny, Harry e Ron andarono a letto. Dopo una ventina di minuti, in cui Harry fece di tutto per addormentarsi…

“Ehm…Ron…dormi? “ chiese Harry mettendosi seduto.

Aveva un dubbio in testa e voleva a tutti i costi che qualcuno glielo chiarisse, perché non lo stava facendo dormire.

Ron si voltò verso Harry e, un po’ assonnato, disse : “ Secondo te?“

“Oh…allora ti posso fare una domanda?“

Spara !“

“Tu pensi che gli amici si possono…ehm…scambiare dei baci?“

“Oh, Harry. Se volevi un bacio da me, bastava chiederlo. Ti avrei accontentato perché sei mio amico, altrimenti…avresti dovuto farne a meno. Quante volte te lo devo ripetere che non sei il mio tipo?!” esclamò Ron che, pur essendo assonnato, era tuttavia abbastanza sveglio per una delle sue battute umoristiche.

Harry lo guardò rassegnato e si sdraiò sul letto: “Lascia stare!”

“No, no, Harry! Dai…che tipo di baci?”

“Sulla guancia!”

“Direi proprio di sì! Un innocente, puro, casto bacio sulla guancia non necessariamente richiede implicazioni d’amore. Può benissimo essere un semplice gesto d’affetto, per esempio, tra due amici.”

Harry sospirò, sollevato da ciò che Ron aveva appena detto.

“Grazie, Ron!”

“Pensa che in America, anche tra amici dello stesso sesso, si danno baci sulle labbra!!”

“Di-dici sul serio?” chiese Harry turbato.

“Sì, sì! E, sinceramente, li invidio. Pensa…se fossimo in America e se Christine mi desse un bacio come amica al giorno…aahh…”

“Torna a dormire!”

“Ehi no, aspetta! Chi è che ti ha dato un bacio?”

Harry arrossì: non sapeva se dirgli o no che era stata Hermione.

“Allora? Chi è? Se è Christine, io ti ammazzo!!” esclamò Ron un po’ agitato.

“Ok, calmati, Ron! Non è stata lei! E’ stata…Hermione.”

“Hermione?! Ti ha dato un bacio come quello che ti ha dato in stazione alla fine della scuola?!”

Harry annuì.

“E non immagini perché l’abbia fatto?” gli chiese Ron.

“Beh, avevamo discusso riguardo un problema sulla nostra amicizia e ci eravamo appena riconciliati…quindi, immagino che lo abbia fatto per dimostrarmi concretamente quanto ci tiene alla mia amicizia.”

Ron assunse un’aria un po’ scettica e disse: “Ehm…sì, certo…continua a dormire, Harry! Buonanotte!”

Harry non capì perché Ron fosse rimasto così scettico dalle sue parole. Tuttavia non riusciva a pensare più a niente. Era stata una giornata faticosa e quello che voleva fare adesso, più di ogni altra cosa, era dormire!

“Buonanotte, Ron!” e si addormentò.

 

Che ne pensate? Vi è piaciuta la partita? Beh…comunque, nel prossimo capitolo ci saranno grandissime novità…novità in parte inattese, completamente inattese…ma non vi voglio svelare quali. Vi dico solo che il titolo è “Una nuova coppia ad Hogwarts!”…ed è tutto! Piuttosto voi cosa ne pensate delle fanfic sulle coppie come Draco/Hermione, Draco/Harry o Remus/Sirius. Personalmente non le gradisco molto, comunque ognuno ha il diritto di scrivere quello che vuole.

Ringrazio come al solito tutti quelli che leggono e che quelli che recensiscono.

Per maripotter: hai fatto sorgere un dubbio a me e a mia sorella con quella rivelazione. Come fa Dan a sapere che Emma ha sempre l’alito fresco? Quanto le sta vicino? EH?? Comunque, non vedo l’ora di leggere una tua fanfic su Sirius!

Per marco: su chi ha puntato gli occhi Draco? Io lo so, ma non lo dico adesso. Forse hai ragione per Ginny: quando l’ho scritta non mi ricordavo se anche lei era stata informata riguardo a Sirius alla fine del quarto libro. Comunque…non puoi pretendere che mi ricordi certe cose, ho già una certa età!

Per Hermione4ever: grazie per essere passata a leggere la mia storia. Non appena ho tempo vengo a leggere le tue storie!!

Per Elizabeth Potter: grazie mille anche a te. È bello vedere che ad ogni capitolo si aggiungono nuovi lettori. Continua a seguirmi!

Per Stellinax: non ho capito se ti è piaciuta l’idea di un Sirius fidanzato con una ragazza…per il resto, in quella biblioteca ne succederanno di tutti i colori. Aspetta e vedrai!

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Una nuova coppia a Hogwarts ***


Ma ciao. Sono molto felice che vi sia piaciuto il capitolo precedente. Beh…non sono sicura che questo vi piacerà allo stesso modo…vi prego non mi insultate dopo, ok??

Avete letto che molto probabilmente nel sesto libro morirà Silente. Peccato…era troppo forte!

Vabbè…leggete leggete.

 

 

Nient’altro che noi

 

5°ANNO

Capitolo 8: “Una nuova coppia ad Hogwarts!”

 

Corvonero aveva perso contro Serpeverde. A Harry, Cho non era sembrata molto in forma durante la partita. Egli pensò che fosse colpa delle ripetizioni che lei gli stava dando, ma quando glielo chiese, lei rispose che non doveva neanche pensare una cosa del genere. E così le lezioni di Cho continuavano agli stessi giorni, orario e luogo. Anche Hermione doveva trovarsi in biblioteca con Draco per dargli ripetizioni di Trasfigurazione, ma lui non li aveva mai incrociati. Comunque, Hermione sembrava essersi ripresa completamente da quella notizia che tempo prima l’aveva sconvolta; ma, non era ancora riuscita a confidarsi con Harry e Ron.

Un giorno, mentre si stava dirigendo in biblioteca, Harry venne superato da una ragazza che stava correndo e che lui riconobbe essere Hermione Granger.

“Hermione?!”

Sentendosi chiamare, la ragazza si voltò verso di lui e si fermò.

“Oh, ciao Harry!”

“Stavi andando, anzi correndo in biblioteca?”

“Sì, vedi…Draco sa che anche tu e Cho andate in biblioteca e ha deciso di ritrovarci un po’ prima di voi per non incontrarvi. E, naturalmente, finiamo dieci minuti dopo. Ma, adesso, io sono in ritardo! Quindi, se vuoi venire con me, muoviti!”

“Ma…Draco…non vuole incontrarmi!”

“Stammi a sentire: Draco ha bisogno del mio aiuto almeno quanto io ho bisogno del suo silenzio, anche se devo ammettere che ho un certo potere su tutta la situazione. Io posso fare quello che voglio e lui si deve accontentare!”

“Incredibile! Non ci posso credere! Draco Malfoy che sottostà a Hermione Granger, una dei suoi peggiori nemici.”

“Non è vero, stiamo imparando ad andare d’accordo.”

“Sarà…”

“Comunque, andiamo adesso!”

“Ok!”

Così entrambi affrettarono il passo e arrivarono in poco tempo in biblioteca. Draco Malfoy era fuori dalla porta e, alla vista di Harry, assunse un’espressione accigliata.

“Hermione, ti avevo detto…”

“Senti, Draco. Non l’ho fatto apposta! Ero un po’ ritardo e l’ho incontrato per strada!”

Proprio in quel momento, arrivò anche Cho.

“Salve a tutti!”

“Ciao!”

“Anche voi avete bisogno di ripetizioni di Divinazione?” chiese Cho con aria compiaciuta a Hermione e Draco.

Hermione inarcò le sopracciglia: “Io non faccio Divinazione! E, anche se fosse, non avrei certo bisogno del tuo aiuto!”

Hermione si era arrabbiata con Cho e Harry aveva capito perché: a Hermione non piaceva Divinazione, la riteneva una materia astratta e sentire che qualcuno pensava che proprio lei avesse bisogno di aiuto, l’aveva mandata su tutte le furie.

“Ok, calmati signorina!”

“No, io penso che tu ti debba calmare…con tutte quelle arie da saputella, come se tutti avessero bisogno del tuo aiuto. Ma chi ti credi di essere?”

“Chi credi di essere tu?! Ora che sei Prefetto, credi di potere aggredire chiunque ti offenda?”

Aggredire? Stiamo solo discutendo!”

La situazione stava peggiorando: Harry era rimasto così scioccato dalle due, che solo dopo un po’ riuscì a riprendersi e capì che doveva fermarle. Stavano quasi per prendersi a botte!!

“Ragazze, basta adesso!-esclamò Harry, facendole allontanare di più- Allora, Cho…Hermione non sta assolutamente abusando della sua carica di Prefetto e non ha aggredito nessuno. Hermione…Cho non aveva intenzione di offenderti e non si da arie da saputella!”

“Harry, tu stai zitto! Non sei obiettivo! ” esclamò Hermione.

“Ma, Hermione…”

“Andiamo, Draco!”

Hermione e Draco entrarono in biblioteca e andarono a sedersi in un tavolo in fondo a destra.

Cho, invece, condusse Harry dalla parte opposta della biblioteca. “A-ehm…mi dispiace per quello che è successo, ma, vedi, Hermione si sta riprendendo da qualcosa che l’ha molto sconvolta. E’ nervosa un po’ con tutti!!”

“Cosa le è successo?” chiese Cho, con una nota di arroganza.

“Io…non lo so…”

“Come?! Sei il suo migliore amico e lei non ti confida un problema?”

“C’è un motivo se lei non si è confidata con me…me lo ha detto Christine!”

“Che sarebbe?”

“C’è qualcosa che riguarda un po’ me e che mi turberebbe. Hermione non vuole che questo accada!”

“Oh, com’è gentile!”

“Certo che è gentile!”

Cho sfiorò con la sua mano quella di Harry, che ebbe un fremito, e assunse un’aria più dolce: “Senti…che ne diresti di cambiare argomento?!”

“Oh…sì!”

“Bene, riprendiamo con la Litomanzia, ovvero la divinazione delle gemme…”

Ogni volta Harry scopriva nuovi tipi di Divinazione e ogni volta si stupiva di quanto potevano sembrare…inutili! A che serviva, per esempio, la Belomanzia, cioè il volo delle frecce? Oppure la Geloscopia, dove si esaminava la risata? A volte Harry doveva ammettere che Hermione aveva ragione a pensare che la Divinazione fosse una materia piuttosto confusa e astratta.

Quando la lezione finì, Harry ancora non aveva visto passare Hermione e Draco: era curioso di vedere cosa stessero facendo. Così salutò Cho ad alta voce per far capire che se ne stavano andando, ma poi rimase nascosto dietro uno scaffale vicino al tavolo dei due. Non riusciva, tuttavia, a capire bene quello che si dicevano: sentì solamente le loro risate e rimase un po’ turbato. Hermione che rideva con Draco?! Non poteva essere vero! Il profondo disprezzo che provava Hermione per Draco era ricambiato da sempre.

All’improvviso sentì un rumore di sedie e capì che i due avevano finito e se ne stavano andando. Harry si nascose dietro un tavolo, aspettò che Hermione e Draco passassero davanti a lui e, poi, piano piano, li seguì. Fuori della biblioteca Hermione salutò Draco con la mano, sorridendogli, e poi andò via. Dopo che anche Draco si allontanò, Harry uscì dalla biblioteca e prese la stessa strada di Hermione e quando la raggiunse…

“Ehi, Hermione!”

La ragazza notò Harry al suo fianco e voltò la testa dalla parte opposta, sbuffando.

“Avanti…non sarai arrabbiata con me?!”

“Con te no, ma con la tua nuova amica sì!”

“Beh, anche per lei è un periodaccio!”

“Questo non le da il permesso di insinuare che io stia abusando della mia carica di Prefetto!”

“Dai, Hermione. Tu perdoni tutti…perdona anche lei!” la implorò Harry.

Hermione lo guardò per qualche secondo, poi sospirò: “Uff…e va bene!”

“Oh, grazie, grazie, grazie!!! Farò in modo che non accada più!”

“L’unico modo sarebbe quello di non farci incontrare mai più, il che è piuttosto arduo come compito.”

“O magari…comportarsi come persone mature!”

“Tu pensi che io non sia una persona matura?!” esclamò lei innervosendosi.

Harry si affrettò a rispondere: “No, no, no, anzi…io penso che tu sia più matura di quanto ci si possa aspettare da una ragazza della tua età. E’ solo che devi essere così anche con le persone che, magari, non ti vanno a genio!”

“Mmm…non so come faccia Cho a piacerti!”

“Perché mi piace? Beh…innanzitutto lei è bellissima e bravissima a Quidditch…”

“Già, infatti hanno perso!”

Harry cercò di ignorare quest’ ultimo commento:” …è interessante…”

“Interessante?!”

“Certo! Ci sono ancora tante cose su di lei che non so, ma che mi piacerebbe scoprire.”

“Va bene, basta così, altrimenti mi fai venire la nausea! Comunque, ti ho detto che la perdono, no?”

“Ehm…sì, ok. E, poiché siamo in tema…vedo che hai perdonato anche Draco e tutto quello che ci ha fatto passare, soprattutto a te!”

“Chi ti dice che io abbia deciso di perdonare Draco?”

“Ecco, io…vi ho sentito ridere molto divertiti!”

“Ah…beh…diciamo che…Draco, proprio come pensavo, è molto cambiato.”

“Malfoy cambiato?!”

“Sì, e in meglio. Non è più quell’essere spregevole che faceva di tutto per cacciarci nei guai!”

“Ma sei sicura?”

“Harry, non sei tenuto a credermi. Anche perché né tu né Draco avete voglia di riappacificarvi, quindi…così come Cho è la tua nuova amica, Draco è il mio nuovo amico! Ok?”

Harry annuì completamente scettico, ma fece in modo che Hermione non se ne accorgesse. In effetti non era del tutto sicuro che adesso Draco fosse innocuo per l’amica e si meravigliò di come Hermione si potesse fidare così ciecamente di lui.

Quando arrivarono nella sala comune, Harry e Hermione trovarono Christine sul divano che stava parlando con Seamus Finnigan e, da come ridevano, sembrava che si stessero divertendo parecchio. Harry si scambiò uno sguardo eloquente con Hermione e, poi, entrambi cercarono Ron. L’amico era seduto vicino alla finestra e aveva lo sguardo fisso su Christine e Seamus…quello sguardo tipico di chi è geloso. Vicino a lui c’era sua sorella Ginny, che non sapeva cosa fare o dire. Harry e Hermione si avvicinarono ai due fratelli, sedendosi vicino a loro. Anzi, involontariamente, Harry si era seduto di fronte a Ron, coprendogli la visuale.

L’amico subito cercò con lo sguardo Christine e Seamus e disse: “Harry, spostati per favore. Mi sei proprio davanti!”

“Oh, scusa.” e si scostò.

“Avete visto?” chiese poi Ron, indicando quella strana coppia.

“Avete visto…cosa?” domandò a sua volta Hermione.

Cosa?! Come ci sta provando quello lì!!” esclamò Ron furioso, diventando color peperone.

“Beh, non è detto che ci stia provando con lei. In fondo stanno solo…parlando!” disse Harry, cercando di tranquillizzare l’amico.

 Ma neanche lui credeva a quello che aveva appena detto: da come Seamus guardava Christine, sembrava proprio che stesse cercando di conquistarla.

“Suvvia, Ron. Solo perché stanno…ridendo…insieme…- cominciò a dire Hermione titubante-…non vuol dire che a Seamus interessi Christine. Anche Draco mi fa ridere molto, ma lui non è interessato a me!”

Ginny sobbalzò: “N-non è interessato a te?!”

“Certo che no! Mi ci vedi insieme a uno come Draco, un perfetto purosangue?!!”

“Ma se hai detto che è cambiato, perché non potrebbe essere interessato alle figlie di Babbani?”

“Semplicemente perché lui ha chiarito tutto al primo incontro. Mi ha detto: ‘Guarda che io ti ho chiesto di darmi queste ripetizioni, non perché sia interessato a te e voglia cercare di conquistarti, stando noi due soli; ma perché ho veramente bisogno di aiuto in Trasfigurazione. Chiaro?’ E io gli ho risposto: ‘Certamente. Anche perché sai benissimo che non mi interessi particolarmente! Quindi…patti chiari, amicizia lunga!’.”

“E lui?” chiese Ginny.

“Si è messo a ridere dicendo che, in fondo, anch’io potevo essere simpatica.”

Ginny, poi, diventò leggermente rossa in viso e, timidamente, chiese a Hermione: “Ehm…n-non ti ha detto…chi…gli piace?”

“No, ma ora che me lo hai ricordato, proverò a tirarglielo fuori di bocca, ok?” esclamò Hermione, facendole l’occhiolino.

Ginny sorrise.

“Comunque, qui si stava parlando di me!” disse Ron indignato.

“Oh, già! Perdonaci, Ron!” esclamò Hermione con un sorriso.

“Perché stai sorridendo?” le chiese Ron leggermente irritato.

“Perché non hai preso in considerazione l’ipotesi che Seamus possa non interessare per niente a Christine!”

“Veramente, da come si sta comportando, penso proprio l’esatto contrario!”

“Come vuoi… soffri pure in santa pace, tormentati finché vuoi. Ma ricorda che io so più cose di te riguardo quello che le piace e se ti dico che Seamus non le interessa, ci sarà un motivo!” esclamò lei alzandosi.

Sembrò che negli occhi di Ron stesse brillando una nuova luce: una luce di fiducia, di speranza e con un tocco di sicurezza. E, infatti, momenti come quelli, capitarono raramente in seguito, erano proprio episodi sporadici che non diedero più molto fastidio a Ron: sembrava che fosse sicuro che, prima o poi, Christine sarebbe diventata sua. Fortunatamente c’era Hermione che lo riportava con i piedi per terra dicendogli che per conquistarla doveva fare ancora tanto, nonostante fosse sulla buona strada.

Il tempo, comunque, al contrario di quello che si aspettava Harry, stava passando velocemente. Lui e Cho stavano diventando sempre più amici così come Hermione e Draco: infatti Hermione si fermava a parlare con Draco anche quando si incontravano casualmente e Harry cominciò a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi che Draco fosse cambiato solo con Hermione. Già, perché a lui e Ron rivolgeva sempre gli stessi sguardi odiosi. E Ron, dal canto suo, non ci credeva per niente: per lui persone come Draco erano cattive dentro e non potevano cambiare, Ma anche qualcun altro la pensava così…

Un giorno, le ripetizioni di Cho, Harry le passò in compagnia dei quattro amici di lei: Deborah, Jordan, Jessica e Stephan. Il perché non gli fu ben chiaro, ma di una cosa era sicuro: non ne era felice perché in quel modo non poteva più stare solo con Cho. Dopo che Ron era riuscito a convincere Cho che lui non aveva bisogno delle ripetizioni perché d’improvviso aveva cominciato a capire Divinazione (e lei c’era cascata!), arrivarono quei quattro a rallentare la sua opera di conquista. Comunque Cho si dedicava sempre a lui, mentre gli altri studiavano un po’ Cura delle Creature Magiche, un po’ Trasfigurazione, un po’ Incantesimi,…

All’improvviso, mentre Cho stava spiegando a Harry la Lampadomanzia (interpretazione della fiamma di una lanterna), di fianco al loro tavolo e diretti verso l’uscita della biblioteca, passarono Hermione e Draco. Hermione diede un rapido sguardo al tavolo dove c’era Harry e subito si voltò verso Draco, facendo finta di niente.

Quando uscirono, Stephan sbuffò e Harry si voltò verso di lui con aria interrogativa: “Che c’è?”

“Mah…mi stavo domandando come mai Malfoy frequenta la tua amica Babbana.”

“Hermione gli sta dando ripetizioni di Trasfigurazione.”

“E…sono diventati amici?” chiese Deborah.

“Più o meno.”

“Si deve sempre mettere in mostra la saputella!!” esclamò Deborah, rivolta agli altri quattro che presero a ridere.

“Hermione non si mette in mostra e non è una saputella!”

“E cos’è allora?” chiese Stephan.

“E’ una studentessa che ama studiare e impegnarsi a scuola.”

“Comunque, non capisco come mai Malfoy si sia rivolto a lei!” commentò Jessica.

“Beh, è una storia lunga che non vi riguarda!”

“Ah no?”

“Certo che no! Ci sono in ballo i sentimenti di Hermione e non voglio parlarne con nessuno!” esclamò Harry irritato.

“Va bene, calmati! Ma non sei preoccupato per la tua amica?” chiese Jordan.

“Perché?”

“Beh, dopo quello che Draco le ha fatto negli anni scorsi…”

“Già! Ha ragione Jordan, Harry!” intervenne Cho.

“Hermione dice che è cambiato.”

“Uno come Draco Malfoy non può cambiare! Lui è infido e bastardo geneticamente! Potrebbe farle del male in qualunque momento, ora che lei si fida di lui. E tutti sappiamo quale grande dispiacere sarebbe per tutti!” esclamò Jordan.

Harry non potè fare a meno di notare una nota di sarcasmo nelle parole di Jordan, anche perché gli altri quattro risero.

Da quel momento, Harry non riuscì più a concentrarsi, aveva un sacco di cose per la testa: si chiedeva perché quei quattro ce l’avessero con Hermione; se davvero uno come Draco potesse cambiare oppure no e quindi non sapeva se credere a Hermione o a Ron e ai quattro amici di Cho. Doveva tenere in considerazione che Hermione sicuramente conosceva meglio Draco, visto che trascorreva molto tempo con lui. Ma, d’altra parte, se tanti pensavano che Draco non fosse cambiato per niente…perché non doveva crederci anche lui?!

‘Perché Hermione è amica mia e devo avere fiducia in lei!’ pensò Harry.

Quando la lezione finì, Harry salutò, senza nascondere un po’ di malumore, Cho, Deborah, Jordan, Jessica e Stephan e poi si incamminò verso la sala comune di Grifondoro, un po’ soprappensiero. Dopo pochi passi, incrociò un ragazzo che lui riconobbe subito: era il Prefetto di Corvonero, David Bradley.(Eccolo di nuovo quello che si chiama come l’attore che interpreta Gazza! Aiuto, come ho fatto a non ricordarmene?!)

“Oh…Harry Potter, vero?” chiese lui entusiasta.

“Sì e tu devi essere…David Bradley.”

“Come fai a conoscermi?”

“Beh, Hermione mi ha parlato di te!”

“Hermione ti ha davvero parlato di me?” domandò lui imbarazzato.

“Certo, mi ha detto che sei stato l’unico tra i Prefetti a essere stato gentile con lei.”

David arrossì: “Ehm…sempre a proposito di Hermione…voi siete molto amici, vero?”

“Direi proprio di sì, considerando che è la mia migliore amica e io il suo!”

“Magnifico! Quindi…tu sai se…se è insieme a qualcuno, attualmente?”

Harry fu preso un po’ alla sprovvista da quella domanda.

Tuttavia, David era così speranzoso, che Harry decise di rispondergli sinceramente: “Non che io sappia!”

“Oh, bene. E, per caso, sai se ha un interesse per qualcuno in particolare, tipo…”

“…tipo te?”

“Beh…sì!” rispose lui sempre più imbarazzato.

“Lei ti trova carino, gentile, premuroso…”

“Dici sul serio?!” esclamò David che era già al settimo cielo.

“Sì, ma…”

“Ma cosa?”

Harry sapeva che Hermione era innamorata di un ragazzo, ma quello che non sapeva era se fosse David quel ragazzo: “Ehm…non spetta a me dirtelo.”

“E non potresti, per esempio, chiedere a Hermione se ci possiamo incontrare io e lei così mi darà una risposta?”

“Quando?”

“Adesso, in biblioteca.”

Harry rifletté un attimo: non gli piaceva fare da intermediario in questo tipo di affari.

Comunque, rispose lo stesso: “Certo, non c’è problema!”

“Allora posso contare sul tuo aiuto?”

“Sì, non preoccuparti. Hermione ti raggiungerà in biblioteca.”

David annuì, ringraziò Harry e si avviò verso la biblioteca, mentre Harry riprese il suo cammino.

Stranamente, David gli dava fastidio, ma non lui in sé, piuttosto quello che rappresentava: un ragazzo a cui piaceva Hermione, un ragazzo che per lei sarebbe diventato più importante di Harry e Ron, se avesse accettato di mettersi insieme a lui. Ma, ormai, aveva detto a David che avrebbe avvisato Hermione di quella specie di appuntamento. Quando arrivò in sala comune, Hermione e Christine stavano studiando Aritmanzia, Ron e Ginny Divinazione.

“Ciao, Harry!” lo salutò Ron non appena si accorse di lui.

“Ciao!”

Hermione si voltò verso di lui, un po’ imbarazzata.

“Ahem…Hermione, senti: ho appena incontrato David Bradley.”

“E allora?”

“Vuole che tu lo raggiunga in biblioteca perché ti deve parlare.”

“David mi deve parlare? E di cosa?”

“Non lo so.” mentì Harry.

“Va bene. Lo raggiungo subito!” e si alzò in piedi.

Hermione passò di fianco a Harry, diretta verso il buco del ritratto.

Ma Harry la fermò con un braccio: “Aspetta un attimo!”

“Che c’è?”

“Perché tu e Draco siete usciti prima?”

“Draco aveva un impegno urgente.”

“E perché non mi hai salutato, anche se mi avevi visto benissimo?”

“Beh, ci vediamo 24 ore su 24. Anche se per una volta non ti saluto, non casca il mondo.”

“Ma non è da te. Mi dici che ti è preso?”

Hermione sospirò: “E va bene. Io non ti ho salutato perché eri con quei quattro.”

“Gli amici di Cho? Che ti hanno fatto?”

“Senti, gli amici della tua amata Cho mi danno fastidio. Ogni volta che li incontro o ridono di me, o mi sparlano dietro le spalle. Non li sopporto.”

“Sì, però sei amica di Draco!”

“E che c’entra?”

“Anche Draco rideva di te e ti insultava.” disse Harry.

“Ma lui è cambiato.”

“Persone come Draco non cambiano. Sono cattive dentro e ora chi ti fidi di lui, potrebbe farti del male in qualsiasi momento.”

“Scommetto che tutte queste belle cose te le hanno messe in testa quei quattro, vero?”

“Beh, loro la pensano così.”

“Harry, basta! Draco è gentile con me e sono sicura che non mi può fare del male! Piuttosto, tu mi sembri cambiato: mi stai letteralmente rompendo-le-scatole!” esclamò lei e, liberatasi dalla presa di Harry, uscì dalla sala comune.

Christine, Ron e Ginny lo stavano guardando con gli occhi sbarrati. Così, lui le stava rompendo le scatole: uno si preoccupa per gli amici e viene preso a pesci in faccia. Era davvero arrabbiato questa volta con Hermione: andò a sedersi al tavolo degli altri tre, appoggiando con un po’ di forza i libri su una sedia.

“Ehm…che voleva David da Hermione?” chiese Ron con un po’ di coraggio.

“Le vuole chiedere di mettersi insieme a lui!” disse Harry controvoglia.

“Davvero? Te lo ha detto lui?” esclamò Christine.

“Beh, a me ha detto che gli piace molto Hermione.”

“Oh, speriamo!” disse Christine speranzosa.

“Speriamo?!” ripeté Harry sorpreso.

 “Sì, speriamo che Hermione accetti la proposta di David. In fondo lui le piace!”

“Ma…se ha detto che non era il suo tipo ideale!”

“Sai com’è…tentare non nuoce!”

“E come la mettiamo con quello di cui è innamorata?”

“Se lui non si è ancora accorto di ciò che lei prova, Hermione non può certo passare la sua vita a pensare solo a lui, non ti pare?”

In effetti, Christine aveva ragione: Hermione non poteva continuare a pensare a uno che neanche si accorgeva dei suoi sentimenti.

“Sì…forse hai ragione.”

“Certo che ho ragione. Anche lei merita di essere felice!”

Ripresero a studiare tutti e quattro, ma tra loro era calato un silenzio piuttosto imbarazzante.

Harry era alquanto nervoso: chissà cosa stava facendo Hermione, cosa aveva risposto alla proposta di David. Moriva così tanto di curiosità, che non riuscì a concentrarsi sui libri. Si mise ad aspettare Hermione sul divano, picchiettando il piede per terra. Dopo circa una ventina di minuti così…

“Harry, la vuoi finire?- esclamò Ron sbattendo le mani sul tavolo e alzandosi in piedi- C’è qualcuno che sta seriamente cercando di studiare qui!”

“Oh, sì. Scusa.”

“Si può sapere che hai, amico?”

“Niente, sono solo curioso di sapere cosa risponderà Hermione a David.”

“Seh, come no. Curioso!” esclamò Christine.

“Cosa stai insinuando?”

“Ah…se non lo sai tu, non te lo posso certo dire io!”

Harry guardò Christine con aria quasi minacciosa, ma smise subito non appena colse lo sguardo di profonda disapprovazione di Ron verso di lui.

Finalmente, poco prima dell’ora di cena, arrivò Hermione: quando entrò nella sala comune aveva un’aria assente, quasi sognante.

“Hermione?!” la chiamò Christine.

Niente. L’amica non rispose e continuò a dirigersi verso le scale che portavano ai dormitori.

Allora Christine le si parò davanti, le sventolò una mano davanti agli occhi ed esclamò: “Hermione?! Yuuh…c’è qualcuno in casa?”

Hermione scosse la testa e, poi, disse: “Christine…ciao!”

Era raggiante e stava sfoggiando uno dei suoi più bei sorrisi…il che, almeno per Harry, era un brutto presentimento.

“Allora? Che voleva il bel David?” chiese Christine.

“Ah-a…da oggi dovete fare attenzione a come parlate di lui, dato che sarete in presenza della sua nuova ragazza!!” esclamò Hermione.

“Ti ha chiesto di metterti con lui?” chiese Ginny cercando di sembrare il più sorpresa possibile.

Hermione annuì.

“E tu gli hai risposto di sì?” continuò Christine.

“Proprio così. In fondo anche David mi piace molto. Perché rifiutare?!”

“Oh, Hermione! Sono così felice per te!- esclamò Christine gettandole le braccia al collo- David è sicuramente un bravo ragazzo, oltre che…”

“…uno dei più bei ragazzi di tutta la scuola?!” intervenne Ginny avvicinandosi alle due.

“Era quello che stavo per dire!” disse Christine sorridendo a Ginny.

“Ehi, voi due signorinelle, attente a come parlate. Adesso, Davey è impegnato!”

“Beh, sai benissimo che a me interessa qualcun altro!- esclamò Ginny- E tu, Christine?”

Ron drizzò le orecchie e intervenne, estremamente curioso: “Già, a te chi interessa?”

Christine si voltò verso Ron: “Sicuramente non David. E, comunque, Ron, non ti darò la soddisfazione di sapere chi mi piace!”

Ron le fece una smorfia antipatica, a cui Christine rispose con la linguaccia.

Poi, Ron si rivolse a Hermione: “Ti faccio le mie congratulazioni, Hermione. Bel colpo! La prima in tutto, anche a trovarsi il ragazzo!”

Hermione rise: “Grazie, Ron!”

La ragazza si voltò verso Harry e andò a sedersi accanto a lui: “Tu? Non mi dici niente?”

Harry la guardò: cosa doveva dirle? Non sapeva neanche se essere felice per lei oppure no. Ma lei era così raggiante, per la prima volta da tanto tempo, che Harry non voleva darle preoccupazioni.

“Sono…sono molto felice per te.”

“Sul serio?”

“Sì, certo!” disse Harry, convincendosi che, stare insieme a David, avrebbe fatto bene a Hermione.

“Mi fa piacere. Sai che il tuo parere è molto importante!! E… prima non volevo dirti quelle brutte cose.”

Bene, Harry era ancora molto importante per Hermione. E questo tirò su di morale il ragazzo.

“Non ti preoccupare. E’ tutto a posto.”

“Chiaramente, quello che vale per te e Cho, vale anche per me.”

“Cioè?”

“Il rapporto che ho adesso con David, non interferirà con la nostra amicizia.”

“Magnifico!”

“E per dimostrartelo…prendi questo.”

Hermione tirò fuori dalla tasca della sua uniforme un fiore con pochi petali celesti e glielo porse: “L’ho preso nella serra numero cinque della professoressa Sprite! E’ un fiore che non appassisce mai ed è il simbolo dell’amicizia.”

“Davvero?!” chiese Harry prendendo il fiorellino.

“Una volta qualcuno mi ha detto che l’amicizia è come un fiore con pochi, ma splendidi petali. Ed ognuno di questi petali indica le caratteristiche dell’amicizia: amore, fiducia, complicità, lealtà e calore…”

“Wow, che belle parole, Hermione! Dove le hai trovate? Nei cioccolatini?” esclamò Ron.

“No, Ron! Come puoi pensare una cosa del genere? Queste parole vengono dal cuore!- disse Hermione portandosi una mano sul petto- Comunque, Harry, vuoi sapere perché quei quattro ce l’hanno con me?”

“Sì, perché?”

“Le due ragazze…come si chiamano…”

“Jessica e Deborah.”

“Ecco, queste due l’anno scorso avevano chiesto a Viktor Krum di uscire con loro, ma lui ha rifiutato perché…”

“…perché era interessato a una certa Hermione Granger?” la anticipò Ron.

“Già! E se la sono presa perché, io, una sporca Mezzosangue, come mi chiamano loro, sono stata preferita a loro.”

“Hermione, ti prego. Sai che non ci piace quel termine.” disse Ron.

“Beh, ad altri piace ancora molto, invece. Fattene una ragione!”

“Sicuramente tu lo disprezzi così come lo disprezziamo noi.” esclamò Harry.

“Grazie, ragazzi!”

Harry, improvvisamente, si trovò a pensare che in quest’ultimo periodo stava litigando molto più spesso con Hermione per i più svariati motivi. Fortunatamente, alla fine, facevano sempre pace: ogni volta che discutevano, Harry si sentiva sempre a disagio perché quando lui aveva un problema, lei era sempre lì per lui, pronta ad aiutarlo.

Più tardi, i cinque amici andarono a cena nella Sala Grande. Per tutta la serata Hermione e David non fecero altro che scambiarsi teneri sguardi e dolci sorrisi.

A Ron tutto ciò provocò un lieve disgusto: “Mi fanno venire la carie solo a guardarli!”

Quando, finito di mangiare, uscirono dalla Sala, trovarono, pronto ad aspettarli, anzi, aspettarla, David. A Hermione brillarono gli occhi: andò da lui e gli prese le mani, dandogli un bacio sulla guancia.

“Ciao Davey!”

“Ciao!!”

“Allora, come va?”

“Benissimo, tu?”

“Mai stata meglio!”

“Cosa fai adesso?” le chiese David.

“Devo andare a dormire perché domani ho un compito importante di Aritmanzia!”

“Capisco…allora, ti lascio andare.”

“Grazie.”

“Buonanotte!” le disse lui dandole un bacio sulla fronte.

“Buonanotte!”

Hermione, così, si riunì al suo gruppetto di amici, dedicando a David un ultimo sorriso.

Arrivati nella sala comune di Grifondoro, Christine esclamò rivolta a Hermione: “Quant’è dolce David!! Voleva augurarti buonanotte!- Hermione sorrise- Ma…come siete messi a…”

“A cosa?” chiese Hermione.

“A baci!”

Hermione rimase per qualche secondo a guardare l’amica, un po’ sbigottita. E poi…

“Buonanotte!!” esclamò imbarazzata.

“Avanti, Hermione. Non c’è nulla di cui vergognarsi!”

Stranamente, Harry era curioso: chissà se David l’aveva già baciata.

Hermione osservò tutti e quattro i suoi amici e, notando i visi curiosi, sospirò rassegnata: “Senti, Christine…non è neanche un giorno che stiamo insieme…perché avere fretta? Con calma, una cosa alla volta!”

“Quindi non vi siete ancora baciati…decentemente?”

“Certo che no!- Hermione arrossì violentemente e, per cambiare discorso, esclamò- Però, per quanto riguarda la curiosità, Christine…sei uguale a Ron.”

“Vedi? Te l’ho detto, Christine! Siamo fatti per stare insieme!”

“Finiscila, Ron! Hermione…non avevi detto che dovevi andare a dormire?! Credo che farò lo stesso!” esclamò Christine, trascinando con sé Hermione.

Ginny rise e le seguì.

“Buonanotte, ragazzi!”

“B-buonanotte!”

Anche Harry e Ron andarono a dormire. Harry era molto felice per Hermione; tuttavia non poteva, non riusciva a sopprimere quel leggero sentimento di gelosia per Hermione. Ma doveva riuscirci…era sicuro che, prima o poi, ci sarebbe riuscito…

“Devo assolutamente farcela!” si ordinò.

Poi si rigirò nel letto e si addormentò.

 

Non sapevo se fare un commento postlettura. Che ne dite? Immagino che qualcuno si stia chiedendo perché è successo. Beh, la mia storia deve andare così: non posso far mettere insieme Harry e Hermione subito. Prima devono entrambi accorgersi di quello che provano l’uno per l’altra, più lui che lei in effetti. Il prossimo capitolo vi preannuncio che non sarà migliore di questo: si intitola “Una giornata speciale!”. Scrivetemi tutto quello che volete e cosa ne pensate di Dracuccio!! A prestissimo.

Per maripotter: ehi, non ti preoccupare. Gli esami di terza media sono una passeggiata. Certo io ci sono passata molto tempo fa, ormai sono passati sei anni e non mi ricordo molto bene, tranne che gli scritti erano facili e nell’orale non mi è andato molto bene francese. Comunque  vai tranquilla, ok? Poi voglio sapere come ti è andata!

Io e mia sorella vogliamo sapere tutto quello che sai su dan e emma!!!

Per marco: sì, harry si sta incominciando a svegliare…in modo sbagliato, però. E cosa ne pensi di hermione in questo capitolo?

Per emma: una nuova lettrice, che bello!!! Cosa ne pensi di questa storiella? Per harry e hermione come ho già detto ci sarà da aspettare ancora un po’. Questa è una storia tormentata, molto tormentata per i lettori e soprattutto per l’autrice che sta scrivendo gli ultimissimi capitoli e non sa come farli!!

Per Merewen: meno male che c’è qualcuno che la pensa come me su quelle coppie. Che ne dici di questo capitolo? Ti è piaciuto?

Per StellinaX: che megarecensione. Sì, Sirius è un grande in tutto! Io lo adoro!! Tra l’altro io e una mia amica pensiamo che non sia morto veramente. Conoscendo la passione per i colpi di scena della Rowling…chissà, magari comparirà di nuovo nel settimo libro. Per le altre due coppie…beh, che dire: Ron e Christine devono conoscersi meglio e Draco e Ginny…sono ancora un po’ lontani. Ma se avrai pazienza….basta sto dicendo troppo!

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Una giornata speciale ***


Ciao! Siete pronti per un capitolo un po’ più lungo degli altri? Non vi dico niente su questo capitolo se non che in parte mi piace e in parte non mi piace (no, non vi preoccupate, non soffro di doppia personalità!). Qualcuno di voi ha visto Sin city e Star wars- Episodio III? Cosa ne pensate? A me Sin city non è dispiaciuto, ma mi aspettavo di meglio: comunque ottimi gli attori e la regia. Star wars invece l’ho trovato straordinario: è fatto proprio bene. E’ divertente, emozionante, avvincente e commovente. Non so voi, ma io mi stavo mettendo a piangere quando Obi-Wan (interpretato da quel gran figo di Ewan McGregor!) e Anakin (alias Hayden Christensen, ovvero un altro gran figo!) combattono e il primo dice al secondo:”Eri mio fratello!”…sigh…sigh… Vabbè, buona lettura…

 

 

“Nient’altro che noi!”

 

 

5°ANNO

Capitolo 9: “Una giornata speciale!”

 

Natale si stava avvicinando: la scuola aveva organizzato una gita ad Hogsmeade l’ultimo finesettimana prima delle vacanze. Harry aveva intenzione di chiedere a Cho un appuntamento: gli andava bene anche solo ritrovarsi ai Tre Manici di Scopa per bere insieme una Burrobirra. Ron gli aveva confidato che lui avrebbe provato a chiedere un appuntamento a Christine; Hermione, invece, ce lo aveva già con David a…

“I Tre Manici di Scopa. Ma prima devo fare una cosa.” disse Hermione, una cupa sera di dicembre, mentre tutti erano riuniti nella sala comune.

“Che cosa?” chiese Christine.

“I regali di Natale! Dobbiamo comprare i regali di Natale!”

“Già, ma non contare su di me. Credo che sarò impegnato quel pomeriggio!” esclamò Ron lanciando, di nascosto, uno sguardo eloquente a Christine.

“Non fa niente. Io avevo intenzione di chiedere a Harry di accompagnarmi!”

“A me?”

“Beh, ho pensato che avresti potuto aiutarmi a scegliere un regalo per David, sempre se per te va bene.”

Harry si strofinò il mento con due dita e gli venne in mente una cosa: “Mm…va bene, ma tu dovrai aiutarmi per il regalo di Cho!”

Non avendo mai fatto un regalo a Cho, un aiuto ‘femminile’ gli sarebbe tornato utile.

“D’accordo.”

“Ma…hai un appuntamento con lei?” gli chiese Christine.

“Oh…no, certo che no…” disse Harry un po’ malinconico.

“Hai intenzione di chiederglielo?”

“Credo di sì, ma non so se accetterà.”

“Accetterà sicuramente, Harry. L’importante è che ti dimostri sicuro, tenace e, soprattutto…non balbettare e/o non mangiarti le parole quando glielo chiederai.” gli consigliò Hermione.

“E’ più facile a dirsi che a farsi!” mormorò Harry.

Rimasero ancora un po’ seduti fino a quando la sala si svuotò. Poi, Ron diede una gomitata a Harry che era seduto al suo fianco.

“Se ti porti via Hermione, io posso chiedere a Christine tu-sai-cosa!” gli sussurrò nell’orecchio.

“Ok! Buona fortuna!- gli augurò Harry- Ehm…Hermione?!”

“Sì?!”

“Potresti venire un attimo con me?” Devo farti vedere una cosa!”

“Compiti?!”

“Eh…già, proprio così!”

“Va bene!”

Harry e Hermione si alzarono e andarono verso le scale.

“Buonanotte, ragazzi. Tra un po’ ti raggiungo, Harry!”

“Fai con comodo!”

Quando i due furono sulle scale, alle porte dei dormitori, Hermione esclamò: “Avanti, sputa il rospo! Cosa vuole fare Ron?”

“Niente!- mentì Harry- Dico sul serio!”

“Ah, già! Perché la gomitata che ti ha dato Ron non era niente? E tutti quegli sguardi strani non significavano niente, vero?”

Harry aprì la bocca, ma non riuscì a dire niente.

“Come volevasi dimostrare…colpito e affondato!”

“Uffa…ti odio quando capisci tutto al primo colpo!” esclamò Harry.

Hermione rise.

“Vedi, Ron vuole chiedere a Christine un appuntamento.”

“Capisco…”

“Secondo te, ha qualche possibilità?”

“Ma certo! A Christine piace Ron, anche se, come sai, per ora vuole mantenere con lui semplici rapporti di amicizia. Tuttavia, un innocuo appuntamento lo accetterà sicuramente…sempre se il nostro Ron glielo chiederà gentilmente!!”

“Penso che lo farà!”

“Benissimo! Adesso, se non c’è nient’altro di cui mi devi parlare, vado a dormire!”

“Oh, no…certo, vai pure!”

“Buonanotte, Harry!” disse Hermione, aprendo la porta del dormitorio.

“Buonanotte anche a te, Hermione!”

Non appena Hermione chiuse la porta dietro di sé, Harry entrò nel suo dormitorio e, dopo essersi cambiato, andò a letto, chiedendosi se Ron era riuscito a ottenere l‘appuntamento da lui tanto desiderato. Dopo un po’, Ron arrivò e si mise a letto, senza dire niente. E se Ron si mostrava così silenzioso, non era affatto un buon segno.

“Ron? Allora?”

Ron si voltò verso Harry e sorrise.

“Mm…fammi indovinare. Ti ha, per caso, detto di sì?”

“Certo, fratello!” esclamò Ron.

“Ehi, complimenti! Il tuo primo appuntamento con Christine!”

“A-ah…in assoluto, il mio primo appuntamento con una ragazza!”

“Già…e, presto, spero di averne uno anch’io!”

“Beh, intanto ne hai uno con Hermione, o sbaglio?”

Harry inarcò le sopracciglia: in effetti, anche quello con Hermione era un  appuntamento.

“Sì, è vero! Non ci avevo fatto caso.”

“Comunque…dato che è stato faticoso chiedere a Christine un appuntamento, ora vorrei dormire un po’, quindi…’notte Harry!” disse Ron, infilandosi bene sotto le lenzuola.

“Buonanotte.”

Ebbene, la ragazza con cui Harry aveva il suo primo appuntamento era Hermione, anche se non lo aveva ottenuto intenzionalmente. Era capitato tutto all’improvviso. Tuttavia, non poteva dire che gli dispiacesse.

Il giorno dopo, a colazione, quando arrivarono i gufi con la posta, Harry ricevette una lettera da Sirius. A consegnargliela, però, non fu Hedwige, ma un’altra specie di gufo, un po’ più piccolo di Hedwige.

“Oh, quant’è carino!” esclamò Hermione.

Il piccolo gufo lasciò cadere la lettera e si posò sul tavolo di fronte a Harry. Hermione lo accarezzò; dopodiché il gufetto fece un inchino.

“Ma…che razza di gufo è?” esclamò Ron.

“E’ un assiolo: il nome scientifico è Otus scops ed è il più elegante tra le specie di gufi. Viene anche chiamato ‘chiù’ dal suo grido caratteristico.” spiegò Hermione.

Ron rimase a guardarla, sorprendendosi per l’incredibile zelo di Hermione: “E perché fa gli inchini?”

Il suo tono appariva come se volesse mettere alla prova l’amica.

“E’ semplice. L’inchino è tipico del suo modo di muoversi.”

“Perché te l’ho chiesto? Ci sono! Forse sono masochista!!”

“Ma non lo avete letto il libro di Cura delle Creature Magiche e, precisamente, il capitolo nove sulle varie specie di gufi?!”

“Credo che tu sia stata l’unica!” disse Harry, prima di aprire la lettera.

“Cosa dice Sirius?”

Harry lesse la lettera in modo che anche Hermione, Ron e Christine potessero sentire:

“Caro Harry,

come va? Ti starai chiedendo di chi sia questo adorabile assiolo (“Vedi, anche Sirius lo sa!” esclamò Hermione). E’ di Rachel e si chiama Jolly. Sai, lo ha comprato tempo fa a Diagon Alley per mandarmi le lettere tu-sai-dove. Comunque, la nostra casa è pronta ormai, non manca davvero più niente. Anzi, manchi solo tu.

 I tuoi zii mi hanno fatto entrare non appena hanno saputo chi ero. Rachel non li ha trovati molto simpatici, ma io l’avevo avvertita. Lei è così ansiosa di conoscerti. Penso che verrà con me a prenderti in stazione.

Allora… ci vediamo tra pochi giorni,

Sirius.

P.S: Salutami tanto tutti i tuoi amici!”

Il piccolo Jolly si voltò, saltellando, e si trovò faccia a faccia con Leo, che nel frattempo aveva consegnato una lettera a Ron. Leo si agitò e cominciò a sbattere le ali, come se fosse una grande aquila, mentre Jolly si gonfiò tutto quanto e aprì le ali.

“Ops, non si trovano molto simpatici!” esclamò Ron.

“Appunto! Penso che dovremmo separarli!” propose Hermione.

“Dai, Leo, finiscila. Così farai la figura dell’allocco!”

Leo si gonfiò e si girò verso Ron: gli rubò le lettera, si alzò in volo e andò via, lasciando tutti a bocca aperta.

Fred e George, che erano accanto a lui, non poterono fare a meno di scoppiare a ridere.

Ron li fulminò con lo sguardo: “Non è divertente!”

“Oh, invece lo è e tanto!” commentò George.

“Sì e, comunque, Ron, ti devi ritenere unico al mondo. Già…l’unico da cui il proprio gufo ha ripreso la lettera che doveva consegnare!”

“Finitela!- esclamò Ron e, mettendosi le mani tra i capelli, continuò- Chissà cosa c’era scritto!”

“Non ti preoccupare, quando si calmerà, tornerà da te!- gli disse Harry e poi, rivolgendosi al gufetto- Puoi andare adesso!”

Il piccolo Jolly gli fece un inchino e volo via.

“Oh…avete visto?” esclamò Christine.

“Cosa?” chiese Harry.

“La professoressa Delacour…è già il quarto giorno che è assente!”

Harry, Ron e Hermione si voltarono a guardare il tavolo dei professori e notarono che Fleur mancava.

“Chissà che cos’ha!”

“Tu non sai niente, Hermione?” le chiese Ron.

“Certo che no! Silente non ci comunica gli affari personali dei professori!”

“Ma, allora, a che serve essere Prefetto?!” esclamò Ron.

Harry, Fred e George risero, mentre Hermione assunse un’espressione di profondo disappunto.

“Ehi, ma dov’è Ginny?” chiese poi Ron, accorgendosi dell’assenza di sua sorella.

“Non sta molto bene!” disse Hermione.

“Cos’ha?” domandò  Fred preoccupandosi come Ron e George.

“Non è niente di grave!”

“Già, è una cosa naturale.” disse Christine.

“E’ nostra sorella! Potremmo sapere che cos’ha precisamente?” ripeté Fred.

“E’ un problema che non vi riguarda!” esclamò Hermione.

“Per la serie ‘Cose di donne’?” domandò Ron.

“Proprio così!” disse Hermione, annuendo.

“Però, verrà sabato a Hogsmeade?!”

“Sabato…domani?- rifletté Hermione e, rivolgendosi a Christine, continuò- Tu che dici?”

“Veramente, non saprei proprio. Ma, tenendo conto che il dolore le capita sempre così forte, forse non se la sentirà di venire!”

“Aspettate un attimo, è per caso quella cosa che le viene da un po’ di tempo mensilmente?”

“Esatto, Ron!”

“Ma è così doloroso?” chiese Ron sempre più curioso.

Hermione e Christine si scambiarono uno sguardo e poi tornarono a guardare i ragazzi dall’altra parte del tavolo, imbarazzate.

“Beh, se lo vuoi proprio sapere, Ron. Sì, soprattutto il primo giorno è un dolore atroce, fastidiosissimo. Ed è per giunta ingiusto: perché dobbiamo essere sempre noi a soffrire e voi no?!” esclamò Hermione.

“E ci sono anche uomini che, se sentono le nostre lamentele, dicono: ‘Ma come? E’ una cosa così poetica!’… Voglio proprio vedere se continuerebbe a pensarla così, se sentissero un po’ di quel dolore!”

“Ma, esattamente, in che cosa consiste ‘questa cosa’?”

“Ron, se vuoi fare il ginecologo, mi faccio spedire da mamma e papà i moduli per l’iscrizione al test di Medicina!!” esclamò Hermione. (test che, non so come, sono riuscita a passare. Evvai!!)

“Il ginecosa?”

“Gi-ne-co-lo-go, Ron. E’ il dottore delle donne, se così possiamo dire!!” disse Harry. (Seh…vabbè, Harry potevi dargli una spiegazione più forbita!!)

“Sì, è specializzato nei problemi di salute delle donne!” aggiunse Hermione.

“Quindi un ginecologo cura sempre e solo donne!” disse Fred.

“In prevalenza sono donne i suoi pazienti.”

“Wow! Vedere donne dalla mattina alla sera…magnifico!” esclamò George, sghignazzando con Fred.

Hermione e Christine li guardarono scuotendo la testa: “Pervertiti!”

Harry sorrise e Hermione gli rivolse uno sguardo rimproverante.

La mattinata, comunque, fu abbastanza piacevole. Durante l’ora di Divinazione, la professoressa Cooman, per la prima volta nella vita di Harry, si era complimentata con lui per i miglioramenti che aveva ottenuto nella sua materia.

“Forse, Harry, adesso che vai bene anche in Divinazione, sei pronto per morire!” scherzò Ron.

L’ora dopo avevano Trasfigurazione, così Harry e Ron si avviarono verso l’aula della professoressa McGranitt. Quando arrivarono, videro Hermione e Christine che stavano parlando con David e quest’ultimo le stava facendo divertire molto.

Ron stava cominciando ad arrabbiarsi: “Che cosa c’entra lei con Hermione e quello lì?!”

“Beh, forse lo hanno incontrato fuori dall’aula di Aritmanzia e lui si è offerto di accompagnarle fin qui.” disse Harry.

“E meno male che Hermione non ha bisogno della balia.”

“Ma, Ron, lui è il suo ragazzo! E’ naturale che accetti di essere accompagnata da lui.”

“Mah…”

Hermione si accorse della presenza di Harry e Ron e li salutò con la mano. Anche Christine si accorse di loro; così salutò David e raggiunse Harry e Ron, lasciando da soli gli altri due.

“Fammi indovinare, mia cara Christine…David si è avvicinato a voi con noncuranza, ha fatto finta di trovarsi là per caso e vi ha chiesto se poteva accompagnarvi a lezione, vero?” domandò Ron.

”Già, è andata proprio così. Ma perché la tua domanda aveva un’espressione così ambigua?-  gli chiese a sua volta Christine- Per caso non ti piace David?”

“Oh, no no no! E’ solo che…- rivolse uno sguardo preoccupato a Hermione- …niente!”

Christine inarcò le sopracciglia, non capendo, esattamente come Harry, cosa volesse dire Ron.

David salutò Hermione dandole un bacio sulla guancia e se ne andò.

Quando la ragazza li raggiunse, esclamò: “Ehilà ragazzi! Com’è andata la lezione di Divinazione?”

“Oh, bene, grazie!” disse Harry.

“Già, è stata la prima lezione in cui la Cooman non ha predetto la morte di Harry!”

“Davvero?!” esclamò Hermione.

“Sì, gli ha anche fatto i complimenti per essere migliorato nella sua ‘affascinante materia’!!”

“Bravo, Harry!” gli disse Hermione.

“Sì, ma se non ci fosse stata Cho…non so quanti progressi avrei fatto!”

“E io che ho rinunciato alle ripetizioni solo per farti stare con lei!” piagnucolò Ron.

“Che ne dite di entrare, adesso?” chiese Hermione come se avesse fretta di terminare al più presto quella conversazione.

“Oh…certo!”

Così entrarono nell’aula e presero posto. La McGranitt iniziò la lezione facendo un discorsetto riguardo al famoso G.U.F.O. Era quello, infatti, per Harry, Ron, Hermione e Christine, l’anno in cui sarebbero stati esaminati per ottenere il Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari. Hermione ascoltava attentamente, senza perdere una parola di quello che diceva la McGranitt. Harry era sicuro che Hermione avrebbe ottenuto il massimo punteggio del G.U.F.O a fine anno.

A pranzo, poi, mentre stavano mangiando tranquillamente, ritornò il gufo di Ron, Leo. Il piccoletto si posò sul tavolo, vicino al suo padroncino e lasciò cadere la lettera tra le sue mani.

“Oh, Leo…finalmente!!” disse Ron, cominciando ad aprire la busta.

“Ehm…Ron, forse dovresti fargli una carezzina come premio.” gli consigliò Hermione.

“Ah…certo!- e gli grattò affettuosamente la testolina- Bravo Leo, bravo!”

“La lettera!! Dai, Ron, aprila!” esclamò Fred.

Ron aprì la lettera e disse: “E’ della mamma!”

“Leggila!”

“Caro Ron,

scriviamo a te, ma ciò che sto per dirti riguarda anche Ginny, Fred e George. Sinceramente non so da dove cominciare…è piuttosto delicata come notizia. Non dovete preoccuparvi, non vi sto per comunicare cattive notizie, anzi spero che siate felici per ciò.”

Fred interruppe Ron: “Ma quanti giri di parole!! Cosa vuole dirci?”

“Se mi fai continuare, lo sapremo. Allora…

  Comincio col dirvi che riguarda vostro fratello Bill. Gli è successa una cosa bellissima: si è fidanzato! E, naturalmente, vi starete chiedendo con chi. Ebbene, vostro fratello si è fidanzato con la professoressa Fleur Delacour. Credo che vi siate accorti che Fleur è assente già da qualche giorno…Beh, dovete sapere che lei è tornata nella sua nuova casa a Londra perché la sorellina non stava bene. Un giorno, a Diagon Alley, ha incontrato Bill. E, dato che si erano già conosciuti l’anno scorso, Bill ha pensato che sarebbe stato carino invitarla a cena fuori. Fleur ha accettato e quella sera stessa si sono fidanzati! Non è una magnifica notizia?

Non pensate che sia una storia passeggera. Fanno entrambi sul serio!! Si piacciono molto. A Natale faremo una festa qui a casa nostra e ci saranno anche i genitori di Fleur. Se volete invitare anche i vostri amici, noi saremo ben lieti di accoraglieli.

Ora vi saluto, miei cari. Fate i bravi e studiate.

Con amore,

mamma.

P.S: vi salutano papà, Charlie, Bill e Percy.”

Ron, Fred e George rimasero in silenzio, guardando, anzi fissando la lettera. Poi, all’improvviso, scoppiarono a ridere, con grande sorpresa di Harry, Hermione e Christine che rimasero, appunto, sbigottiti.

“Fleur…la nostra professoressa…diventerà…nostra cognata?!” esclamò George sbellicandosi dalle risate.

“Non ci posso credere!! Billfidanzato!!! Il nostro fratellone incastrato da una semi-Veela!!” disse Fred ancora sconvolto dalla notizia.

Quando poi i tre fratelli si calmarono, Ron chiese a Hermione: “Senti, Hermione, soddisfa questa mia curiosità…esattamente, cosa costituisce Fleur per i nostri genitori?”

“Che domande! Nuora!”

“Bene, la prima nuora di mamma!”

“Ma, secondo voi, ci sposeremo tutti e sette?” chiese Fred.

“Io avrei qualche dubbio su Charlie!” disse George.

“Perché?” domandarono Harry, Hermione e Christine.

“Semplice: non ha tempo! Secondo me, si potrebbe sposare solo se per caso si trovasse davanti a un altare in compagnia di una bella ragazza vestita di bianco!” esclamò George.

Harry, Hermione, Christine e Ron risero. Tuttavia…Harry si sentiva un po’ nervoso: tra qualche ora avrebbe provato a chiedere a Cho un appuntamento per sabato. Così, dopo un’ora di Storia della Magia e una di Incantesimi, Harry andò in biblioteca, dove trovò Cho. Fortunatamente, i suoi quattro amici non c’erano.

“Ciao, Harry!” lo salutò Cho.

“Ciao! Come mai non ci sono gli altri?”

“Oggi preferivano stare in sala comune a fare i compiti! Bene…cominciamo?” chiese Cho, mentre si sedeva su una sedia.

Quando avrebbe dovuto chiederglielo? Prima o dopo l’ora di ripetizioni? Forse doveva togliersi questa spina dal fianco immediatamente. Ci voleva solo un po’ di coraggio…Harry ne aveva tanto, essendo un Grifondoro: doveva solo utilizzarne un po’ per chiedere un appuntamento…a Cho.

Così, prese un bel respiro e le chiese: “Prima di iniziare, posso chiederti una cosa?”

“Certo!”

”Ce la posso fare. Adesso, un altro bel respiro e poi vai, capito Harry?” pensò Harry.

“Va tutto bene?” gli chiese Cho.

“Ehm…più o meno. Io volevo solo chiederti…se…vuoi uscire con me…domani, a Hogsmeade…”

Cho socchiuse leggermente la bocca con un’espressione che, a Harry, parve incerta.

Così si affrettò a dire: “Se non te la senti, non fa niente!!”

Cho si alzò e andò vicino a lui con quegli occhi dolci che piacevano tanto a Harry (uffa odio queste parto così mielose!!).

“Perché dici così?” gli chiese Cho.

“Oh…io non ho mai pensato che tu potessi accettare un mio invito.”

“Però se hai trovato il coraggio di chiedermelo, vuol dire che una piccola parte di te ci credeva sul serio.”

“Sì, beh…la speranza è sempre l’ultima a morire.”

“Appunto! E’ per questo che mi piacerebbe tanto uscire con te, fuori dall’ambito scolastico, naturalmente.”

Harry non ci poteva credere: se le sue orecchie avevano sentito bene, Cho voleva uscire con lui. Si sentiva al settimo cielo, in quel momento.

“Quindi, a te andrebbe bene di trovarci, per esempio, ai Tre Manici di Scopa durante la gita ad Hogsmeade?!” chiese Harry.

“Verso che ora?”

“Io devo fare una cosa, prima, quindi facciamo verso le quattro?”

“D’accordo. Però, adesso, al lavoro!”

“Già, prima il dovere, poi il piacere!” esclamò Harry sorridendo.

Così, iniziarono a studiare, ma Harry non si stava concentrando per niente. Con la mente andò avanti nel tempo fino a sabato, fino alla gita ad Hogsmeade e all’appuntamento con Cho e cercò di immaginare come sarebbe andato, se sarebbe riuscito a concludere qualcosa, senza rovinare tutto.

Alla fine della lezione, Cho salutò Harry con un bacio sulla guancia, lasciandolo quasi pietrificato: infatti, rimase un bel po’ fermo davanti la porta della biblioteca, fino a quando non passò di lì Ron.

“Ehi, Harry!”

Harry scosse la testa, riprendendosi da quella specie di trance.

“Che ti è successo, amico?” gli chiese Ron.

“Niente…”

“Ah, sì? Quindi, mi vuoi dire che ogni tanto ti capita di rimanere imbambolato e con una faccia da pesce lesso, per giunta, senza nessun motivo?!”

“Oh, ecco…io…”

“Forse soffri di narcolessia?” chiese Ron con una falsa aria preoccupata.

“No!” esclamò Harry cercando di interrompere il, a volte irritante, sarcasmo di Ron.

“Hai chiesto a Cho quello che dovevi chiederle?”

“Sì!”

“Bene, e lei cos’ha risposto?” chiese Ron ansioso.

“Ha detto di sì!” rispose Harry.

“Wow! E’ magnifico!”

“Già!”

“Così, adesso, siamo tutti ‘accoppiati’! Io con Christine, tu con Cho e Hermione con David!!”

“Non vedo l’ora che arrivi domani!” esclamò Harry emozionato.

“Lo credo bene, fratello!”

E, con grande gioia di Harry e Ron, il sabato della gita arrivò molto presto. Ginny non se la sentiva di andare a Hogsmeade, così rimase a letto. Invece, Hermione sembrava la più eccitata per questa gita pre-natalizia.

Non appena arrivarono a destinazione, Ron convinse Christine ad andare subito in giro da soli, mentre Harry e Hermione non sapevano ancora che fare e Harry, dal canto suo, si sentiva alquanto in imbarazzo.

“Ehm…allora, che facciamo?” chiese Harry.

“Prima di tutto…a che ora hai l’appuntamento con Cho?”

“Alle quattro ai Tre Manici di Scopa.Tu?”

“Alle quattro vicino la Stamberga Strillante!”

“Oh, che combinazione!” esclamò Harry sorridendo.

“Beh…meglio così!”

“E’ vero, così nessuno dovrà aspettare il proprio partner da solo!”

“Esatto! E poi, abbiamo un bel po’ di tempo per andare in giro!”

“Giusto! Dove andiamo, allora?”

“Ehm…tu hai qualche proposta?”

“No, perché non ho nessuna idea su cosa regalare a Cho!”

“Idem per David! Credo che dovremmo riflettere con più tranquillità!” esclamò Hermione, prendendo per mano Harry e trascinandolo con sé.

Non appena la mano di Hermione sfiorò quella di Harry, quest’ultimo sentì come un brivido percorrergli tutto il corpo. Si sentì strano tutto ad un tratto. Tuttavia, si lasciò trascinare dall’amica senza sapere dove lo stesse portando.

“Hermione…toglimi una curiosità, dove stiamo andando con precisione?”

Hermione non rispose, ma si diresse verso una panchina vicino Mielandia e si sedette: “Qui!”

Harry si sedette accanto a lei: “Qui?!”

“Sì, così possiamo decidere con calma dove andare?”

“Aahh…capisco! Comunque, Hermione, basta capire cosa piace a Cho e a David e regolarci in base a questo!”

“Hai ragione! Non ci avevo pensato!”

“Scusa, ma te lo devo dire, Hermione: sei così brava a scuola e così informata sui più svariati argomenti, che a volte ti perdi in un bicchier d’acqua!”

Hermione sorrise: “E’ vero, ma non ci posso far niente!”

“Vuol dire che per queste cose banali ti aiuterò io!”

“D’accordo! Allora…cominciamo a riflettere!”

“Prima tu! Cosa piace a David?”

“Ehm…veramente, non saprei. Stiamo insieme solo da poco più di un mese…”

“Ok…vediamo un po’…gli piace il Quidditch?”

“Forse…”

“Come forse? Non ti ha mai detto qualcosa riguardo ciò?”

”Mm…ah, sì. Una volta mi ha detto che doveva andare ad aiutare un suo amico ad allenarsi dopo la sconfitta contro di noi!”

“Bene, quindi sa giocare a Quidditch!”

“Certo! A casa gioca sempre con il suo fratellino di sette anni!”

“Ah…meno male che non sapevi se gli piaceva il Quidditch!”

“Mi è venuto in mente solo adesso!”

“Va bene, va bene.”

“Comunque, tu cosa mi consigli, Harry?”

“Qualcosa riguardante il…Quidditch?”

Hermione tirò fuori un dado a sei facce e glielo mise in mano.

”Cos’è?” chiese Harry, guardando il dado.

C’erano riportate delle lettere su ogni facciata: L, A e I. Due lati per una lettera, quindi, in totale, c’erano due L, due A e due I.

“E’ un modo per fare i regali. L significa libri; A accessori; e I indumenti!”

“Originale, davvero originale!”

“Dai, lancialo per terra!”

Harry lo fece girare un po’ nella mano, ci soffiò dentro e lo lanciò per terra. Il dado roteò, roteò fino a quando non si fermò.

“L!” esclamò Hermione.

“Credo che sia la cosa migliore, dato che non gioca ufficialmente a Quidditch!”

“Allora, hai fatto bene a soffiarci dentro.”

“Visto?”

“Non credevo che mi saresti stato di così grande aiuto!”

Harry scosse la testa: “Donna di poca fede!”

Hermione rise.

“Comunque, adesso, tocca a te, Harry! Cosa piace a Cho?”

“L’unica cosa che so è che va pazza per Divinazione.”

“E’ già qualcosa.”

“E non stiamo insieme!”

“Già, ma la frequenti lo stesso due volte a settimana!” esclamò Hermione facendogli la linguaccia.

“Ok, hai ragione!- disse Harry, riconsegnandole il dado- Adesso, lancia tu!”

Hermione chiuse la mano con dentro il dado, lo fece girare e, prima di lanciarlo, ci soffiò dentro, esattamente come aveva fatto Harry.

“A!” esclamò Harry.

“Beh, io avrei preferito un libro, ma Cho è diversa da me, quindi credo che sia giusto ‘accessori’!”

“Quindi, prima cerchiamo una libreria e poi un negozio di accessori, inclusi quelli di Divinazione!”

“No!” esclamò Hermione.

“No?! Perché no?” chiese Harry.

“Perché c’è un nuovo negozio che comprende tanti reparti diversi.”

“Una specie di centro commerciale magico?!”

“Esattamente!”

“Allora, andiamo!” esclamò Harry alzandosi.

“Ok!”

Anche Hermione si alzò e, insieme a Harry, si incamminò verso questo negozio nuovissimo e assortitissimo.

“Ron e Christine ancora non si sono fatti vedere.” commentò Hermione.

“Già, chissà dove si sono andati a imboscare!” esclamò Harry.

“Da nessuna parte. In fondo il loro appuntamento è un semplicissimo appuntamento tra due amici…come il nostro.” disse lei rivolgendogli un veloce sguardo.

C’era solo una piccola differenza: “Beh…a Ron, però, piace Christine!”

Aveva fatto bene a dirlo? Chissà…Hermione aveva assunto una strana espressione, tra il malinconico e il rassegnato.

Poi,però, gli sorrise ed esclamò: “Ma, anche tu mi piaci, Harry!!”

“Ti…ti piaccio?!” ripeté Harry, che era rimasto spiazzato da quella rivelazione.

“Certo, come amico mi piaci molto!”

Per un attimo, il cuore di Harry si era fermato per la notizia apparentemente sconvolgente. Fortunatamente, Hermione aveva precisato il significato di quella affermazione che valeva anche per Harry: Hermione, infatti, era diventata molto più divertente da un po’ di tempo e, di conseguenza, stare con lei era molto piacevole.

“Se la metti su questo piano, anche tu mi piaci molto come amica!”

“Davvero?!” esclamò Hermione sorpresa.

“Davvero davvero!” ripeté lui.

Hermione sorrise e arrossì: sembrava che quello che Harry le aveva appena detto, l’avesse messa in imbarazzo per chissà quale strano motivo. Non c’era nulla di male nel confessare a un amico cosa si prova per lui.

“Oh, guarda Harry, siamo arrivati!” esclamò all’improvviso Hermione indicando il negozio.

Era un edificio molto grande con un’ enorme insegna, molto colorata dove c’era scritto…

“Il Boccino d’ Oro.- lesse Hermione e poi aggiunse- Dove puoi trovare di tutto e di più! Qualità ottima e prezzi ragionevoli!”

“Bello slogan!” commentò Harry.

“Già! Hanno fatto tanta di quella pubblicità sulla Gazzetta del Profeta quest’estate che ormai so praticamente tutto su questo nuovo centro commerciale!”

“Evidentemente, deve essere davvero un ottimo negozio!”

“Se non entriamo, non lo sapremo mai!”

“Anche questo è vero!”

Così Harry e Hermione entrarono ne ‘Il Boccino d’ Oro’. Dentro tutto era decorato a festa: striscioni luccicanti che auguravano Buon Natale e Felice Anno Nuovo in tutte le lingue. C’erano luci colorate che formavano campane natalizie, Babbi Natale, pacchetti regalo, stelle comete, alberi di Natale, ecc… E in sottofondo si sentivano canti natalizi come Jingle Bells e White Christmas. Il negozio era pieno di persone tanto che sembrava un formicaio: tutti si affrettavano a comprare le cose più belle per i regali di Natale.

“Wow! Non credo di aver mai visto così tante persone in una volta sola!” esclamò Harry.

“Appunto! Dobbiamo affrettarci a fare i nostri regali, altrimenti non troveremo più niente.”

“Lo penso anch’io!” disse Harry, cominciando ad addentrarsi in quella marmaglia di gente.

Passarono prima attraverso il reparto abbigliamento: era molto faticoso farsi strada tra tutte quelle persone, in prevalenza donne, che si strappavano i vestiti dalle mani. Una ragazza di circa vent’ anni venne spinta all’indietro e fece cadere per terra Harry e Hermione, ma tornò subito all’assalto dei capi d’abbigliamento senza chiedere scusa o aiutarli ad alzarsi. Harry si alzò da terra e aiutò Hermione a fare lo stesso.

“Stai bene?” le chiese.

“Sì, grazie Harry!”

“Certo che poteva almeno chiedere scusa! Che maniere!”

“Ah beh, a volte le donne sono pericolose quando vanno a fare shopping!”

“L’ho notato!”

“In questo le streghe non sono poi tanto diverse dalle donne babbane!”

Ma, ormai, erano intrappolati: non potevano più andare avanti né indietro. Erano circondati da vere e proprie arpie!

“Siamo rimasti fermi per un solo secondo e siamo stati circondati!” commentò Harry.

“Lascia fare a me. Tu dammi la mano e tieniti pronto a correre!”

“O-ok!” disse Harry titubante e le diede la mano.

Hermione prese la sua bacchetta e se la puntò alla gola:”Sonorus!”

Quando parlò, la sua voce sembrava quella di un altoparlante: “Si avvisano le gentili clienti che la prima che si presenterà alla cassa numero 1, riceverà in omaggio un capo d’abbigliamento a scelta!- Poi, puntandosi nuovamente la bacchetta alla gola, velocemente disse- Quietus!”

La voce le tornò normale ed esclamò a Harry: “Vieni!”

Non appena il mucchio di persone che li circondava si diradò, Hermione cominciò a correre, trascinando Harry lontano da quella confusione.

Quando furono al sicuro, Hermione lasciò la mano di Harry ed entrambi scoppiarono a ridere.

“Ehi, Hermione, è stata davvero un’idea geniale!”

“Sì, geniale e divertente!”

“Già. Comunque, abbiamo scampato il pericolo, ma adesso dove siamo?”

I due si guardarono un po’ in giro…Enormi scaffali, pieni zeppi di libri, li circondavano.

“Reparto libri!- disse Hermione- Non c’è mai nessuno in questo reparto! La gente vuole proprio essere ignorante!”

“Beh, siamo arrivati nel reparto che cercavamo. Adesso, diamo un’occhiata a che tipo di libro è più adatto a David!”

Hermione annuì: così i due cominciarono a scorrere con lo sguardo i libri degli scaffali. C’erano libri di tutti i tipi e di tutti i generi: grandi, piccoli, di scuola, di cucina. Libri di autori babbani, libri su materie babbane, libri sul…

“Quidditch!” esclamò Harry.

“Bene, cosa c’è di interessante?”

Per Harry, tutti i libri riguardanti il Quidditch erano interessanti. C’era l’imbarazzo della scelta.

“Mm…senti un po’ questo: ‘Squadre di Quidditch di tutto il mondo’!”

“No, non credo che gli interessi più di quel tanto!”

“Allora…’Sport magici e babbani: confronto tra Quidditch e calcio’!”

“Non sa neanche cosa sia il calcio. E’ un purosangue! Serve qualcosa che non parli solo ed esclusivamente di Quidditch, ma che lo colleghi anche a eventi storici, per esempio!”

“Forse questo…”Quidditch: personaggi ed eventi che lo hanno reso lo sport preferito dall’intera comunità magica’!”

“Oh, sì, è perfetto!” esclamò Hermione.

Harry diede il libro a Hermione, che lo guardò soddisfatta: “Sono sicura che gli piacerà! Ma, adesso, cerchiamo qualcosa per Cho!”

“D’accordo. Però, dove possiamo trovare ‘qualcosa’?”

Proprio in quel momento passò un ragazzo che sembrava essere un commesso.

“Mi scusi?!” lo chiamo Hermione.

Il commesso si voltò verso Hermione:”Sì?!”

“Lei sa dirci dove possiamo trovare strumenti per la Divinazione?”

“Certo. Al piano di sopra!”

“Grazie!”

Così i due andarono al piano di sopra: c’era oggettistica di tutti i tipi e per tutte le occasioni.

“Oh, quante cose!” esclamò Hermione.

Nel reparto giocattoli babbani, c’erano molti peluches morbidissimi e tenerissimi.

“Che carini! Guarda che tesorino questo micetto!!- esclamò Hermione, prendendo in mano un peluche a forma di gattino- Non trovi che sia adorabile?”

Harry sorrise: “Sì, è molto carino!”

Poi, Hermione lo posò e disse: “Non siamo qui per farci distrarre! Vediamo un po’ se riusciamo a trovare gli strumenti della Divinazione…oh, eccolo là!”

In realtà non era un vero e proprio reparto: era semplicemente un tavolo ben decorato e sopra c’erano sfere di cristallo, tazze, ciondoli, amuleti portafortuna, fiori, candele, anelli…insomma, tutto l’indispensabile per essere un vero appassionato di Divinazione.

“Sì, però queste cose le avrà già per scuola!” disse Harry.

“Mm…allora dovremmo trovare qualcosa che non utilizzerà per scuola!” esclamò Hermione.

Harry non riusciva a vedere niente di bello per Cho: “Non c’è niente di niente!”

“Ti scoraggi in fretta, eh Harry?”

“Non mi sono scoraggiato. Sono solo realista!”

“Realista?!- esclamò Hermione molto scettica- E…che ne dici di queste?”

Hermione sollevò quello che sembrava molto…

“Un mazzo di carte?!”

“Non sei molto sveglio oggi! Non è un mazzo di carte qualunque! Ascolta: ‘Carte per la Divinazione: profezie e oracoli per cercare voi stessi e per scoprire il futuro.’ Allora, che ne dici?”

“Credo…che vadano proprio bene!”

Sì, era proprio il regalo perfetto per Cho.

Andarono, così, alla cassa e, dopo aver pagato, la commessa chiese loro: “Volete dei pacchetti-regalo?”

Harry e Hermione all’unisono risposero di sì e, dopo aver preso i pacchetti-regalo dai magici colori, i due amici uscirono da ‘Il Boccino d’Oro’.

Hermione guardò l’orologio: “Ah…è quasi ora!”

Come passa in fretta il tempo quando si è in compagnia e ci si diverte, troppo in fretta. Harry si sentiva un po’ triste all’idea di doversi dividere da Hermione, dopo quella bella giornata, ma dovevano farlo.

“Quindi, dobbiamo dividerci, adesso..”

“Già!”

“Ehm…è stata una magnifica giornata! Mi sono divertito tantissimo!”

“Sì, anch’io!” esclamò Hermione sorridendo.

“Grazie per avermi aiutato a scegliere un regalo per Cho!”

Hermione si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia: “Grazie a te! Ci vediamo dopo! Ciao e in bocca al lupo!”

“Crepi!” disse Harry rimanendo un po’ turbato.

Il giovane Harry guardò Hermione andar via, sfiorandosi la guancia con la mano: ma perché ogni volta che riceveva un bacio sulla guancia da Hermione provava una sensazione piacevole e molto differente da quella che gli provocava Cho, che era, invece, più travolgente?

Non poteva soffermarsi su questo in quel momento. Erano quasi le quattro e doveva andare ai Tre Manici di Scopa. L’ultima cosa che voleva fare al suo primo appuntamento con Cho era farla aspettare. Si diresse verso il luogo dell’appuntamento ed entrò: Cho non era ancora arrivata, così si sedette a un tavolo all’angolo. Il regalo non glielo avrebbe dato in quel momento, ma glielo avrebbe fatto recapitare a Hedwige il giorno di Natale, così come tutti gli altri regali che avrebbe comprato quel pomeriggio con Cho per Hermione, Ron, Ginny e Christine.

A un tratto la porta del pub si aprì e entrò Cho, un po’ infreddolita, avvolta nel suo mantello. Non appena scorse Harry, sorrise e si avvicinò al tavolo: “Ciao Harry!”

“Ciao!”

Cho si sedette di fronte a lui: “Allora, come va?”

“Bene, tu?”

“Benissimo, grazie!”

“Cosa prendi?” le chiese Harry, mentre madama Rosmerta si stava avvicinando a loro.

“Un’acquavite!”

“Perfetto!”

“Salve, ragazzi!” li salutò gentilmente madama Rosmerta.

“Salve, madama Rosmerta.”

“Cosa prendete?”

“Un’acquavite e una Burrobirra!”

“Arrivano subito!” esclamò madama Rosmerta che poi se ne andò.

Harry si sentiva leggermente in imbarazzo: non sapeva cosa dire e tutto quello che gli veniva in mente, gli sembrava troppo stupido.

“Prima ho incontrato Ron e quella nuova ragazza…come si chiama…” disse Cho per interrompere quell’imbarazzante silenzio.

“Christine!”

“Ah, già! Tu…come mai non eri con loro?”

“Io? Beh, vedi…Hermione mi aveva chiesto di aiutarla a comprare un regalo per David e io…ehm…l’ho aiutata!”

“Capisco…così, il nostro Prefetto si è innamorato del vostro…”

“Eh…già!”

“Tu credi che durerà?”

“Oh, non saprei!”

“Sei il migliore amico di Hermione, lei non si confida con te riguardo David?”

“Sì, ma…”

“Ma cosa?”

Harry sospirò: “David le piace molto!”

“Bene, credevo che lei fosse innamorata di un altro e si fosse messa con David solo per attirare l’attenzione dell’altro!” disse Cho lanciandogli uno sguardo sospettoso.

“Ti assicuro che David le piace!” esclamò Harry sorridendo imbarazzato.

In verità, Harry non sapeva bene cosa provasse Hermione: era ancora innamorata di quel misterioso ragazzo oppure aveva ceduto e si era veramente innamorata di David?

L’unica cosa di cui era sicuro al 100% era che voleva assolutamente interrompere quella conversazione: perché Cho era così interessata a Hermione e David? Forse le piaceva David…Cosa avrebbe fatto Harry se quella fosse stata la realtà dei fatti?

“Perché mi fai tutte queste domande?- chiese poi Harry- Ti piace forse David?”

“No, assolutamente. E’ solo che…non voglio che David soffra a causa di una…”

Cho si era interrotta. Come mai? Cosa voleva dire?

“Finisci la frase. Di una cosa?” disse Harry.

“Di…una ragazza che non sia veramente innamorata di lui!”

Cho, però, aveva rivolto lo sguardo altrove, particolarmente imbarazzata. Harry inarcò le sopracciglia, molto scettico: non credeva a quello che Cho gli aveva detto. Infatti, pensava che lei volesse dire una cosa tipo “…di una mezzosangue…”. Ma come poteva una ragazza dolce e carina come Cho utilizzare un termine orribile come quello?!

“Ehm…forse è meglio se interrompiamo questa conversazione. E’ il nostro primo appuntamento e non lo vogliamo rovinare, vero?” disse Cho sorridendogli e prendendogli dolcemente la mano.

Harry arrossì violentemente. A parte questa piccola divergenza di opinioni, il resto del pomeriggio fu piacevole: bevvero insieme i loro drink e poi uscirono dal pub, con l’intento di andare a comprare i regali.

“Allora…dimmi che non sei mai stato al ‘Boccino d’Oro’!!” esclamò Cho speranzosa.

Invece sì, c’era stato eccome. E si era divertito moltissimo. Ma Cho sembrava così ansiosa di sapere che lui non c’era mai andato…

“Ah, ‘Il Boccino d’Oro’!”

“Lo conosci già?”

“Beh, sulla Gazzetta del Profeta hanno fatto tanta di quella pubblicità…Come si fa a non conoscerlo!!” esclamò lui per giustificarsi.

“Quindi non ci sei mai stato!”

“Già!” mentì Harry.

“Allora, ti va di andarci?”

“Se tu vuoi…”

”Magnifico ! ” esclamò Cho radiosa.

La ragazza lo prese per mano e si diresse verso ‘Il Boccino d’Oro’, ripercorrendo involontariamente la strada che avevano fatto prima Harry e Hermione. Molti ragazzi li stavano guardando e ridacchiavano. Harry non faceva altro che guardare prima le loro mani intrecciate, poi Cho che camminava e sembrava non dare troppo conto agli sguardi curiosi che si posavano su di loro. Era piuttosto nervoso, ma tenere per mano Cho gli piaceva molto. Finalmente arrivarono al centro commerciale e Cho esclamò: “Wow! Che bello!!”

Harry non disse niente, ma cercò di sembrare il più sorpreso e affascinato possibile.

“Entriamo?!” propose Cho.

“Certo!”

Entrarono e la scena che aveva visto prima Harry non era cambiata per niente: donne di tutte le età che facevano a gara per accaparrarsi il vestito più bello e conveniente. Gli venne in mente cosa era accaduto poco tempo prima, cioè come Hermione era riuscita a ‘salvarlo’ da una marea di donne in lotta tra loro, e sorrise. Girarono quasi tutto il centro commerciale e Harry, grazie ai consigli di Cho, riuscì a comprare tutti i regali per i suoi amici. Solo per Hermione non indugiò: le prese quel peluche che le piaceva tanto. Una volta ogni tanto, fece un regalo tipicamente babbano a una figlia di Babbani. Anche Cho fece tutti i regali che aveva in programma. Dopodiché tornarono fuori al freddo.

“Ti va di andare da qualche altra parte?” chiese Cho.

“Tipo?”

“La Stamberga Strillante!”

Ma lì c’era Hermione! Però, se anche lei doveva andare a comprare gli altri regali di Natale, forse non si sarebbero incrociati lì. In fondo quello era solo il luogo di ritrovo dell’appuntamento di Hermione e David.

“Va bene!”

Così andarono alla Stamberga Strillante: Hermione e David non c’erano. Si sedettero per terra e iniziarono a parlare di cosa avrebbero fatto durante le vacanze di Natale: a quanto pareva Cho sarebbe rimasta a scuola quest’anno (Tié) e sembrava molto interessata a quello che avrebbe dovuto fare Harry, un Natale con il suo padrino e relativa fidanzata, in una nuova, magnifica casa a Londra.

“Sono felice per te, Harry!” gli disse Cho sorridendo.

“Grazie!”

Per Harry quello era il momento e il luogo ideale per confessare a Cho i suoi sentimenti.

“E’ stata una bella giornata! Mi sono divertita tantissimo e vorrei poter passare più tempo con te!”

Harry sgranò gli occhi: “Dici sul serio?!”

“Certo! Mi piaci davvero tanto: sei simpatico, dolce, carino, gentile…”disse lei scostandogli con la mano una ciocca di capelli dalla fronte e scoprendogli la cicatrice.

Harry rimase come pietrificato: non poteva credere a quello che lei gli aveva appena detto. Harry Potter, proprio lui, piaceva alla bella ( aggiungerei gatta morta!) Cho Chang. Ma doveva sapere se tutto ciò era vero o solo un banale scherzo.

“Io ti piaccio veramente?”

“Sì, perché?”

“Devo saperlo! E’ importante!”

“Certo, Harry! Mi piaci sul serio!!”

Harry sospirò, sollevato da ciò che aveva sentito.

“Era importante sapere ciò che provi per me perché…ehm…vedi…beh, non so come dirlo…in fondo non è poi così difficile…”.

Stava straparlando e Harry se ne era accorto, ma anche Cho se ne era accorta e gli prese le mani come per tranquillizzarlo.

Harry sentì tornare un po’ di coraggio:”Io…io credo di provare per te gli stessi tuoi sentimenti e per questo vorrei che tu fossi la mia ragazza!!” esclamò tutto d’un fiato.

Incredibile! Era riuscito veramente a dirlo: in quel momento si sentiva molto più leggero. Cercò di capire la reazione di Cho: sorrideva…forse era un buon segno.

Cho avvicinò il suo viso a quello di Harry e gli sussurrò: “Sarebbe un grande onore per me!”

I loro visi erano vicinissimi…Harry stava per ricevere il suo primo bacio…(che sarebbe anche il primo bacio presente in questa cavolo di storia!)

“Andiamo di qua!” esclamò all’improvviso una voce femminile che si stava avvicinando e che assomigliava tanto a…

“Hermione…e David!!” pensò Harry.

Istintivamente, senza un motivo ben preciso, prese per mano Cho e la condusse dentro la Stamberga Strillante. Ma lei sembrava terrorizzata.

“Hai paura?” le chiese Harry sedendosi per terra sotto una finestra insieme a lei.

“Beh…ci sono voci inquietanti su questa casa abbandonata!”

“Ti posso assicurare al 100% che sono tutte false.”

“False?”

“Certo. Ti fidi di me?”

Cho lo analizzò per qualche secondo e poi disse: “Sì, mi fido di te! Comunque…non ho capito chi stava arrivando.”

Così dicendo Cho si sollevò di qualche centimetro per sbirciare dalla finestra: “Ooh…”

Incuriosito dall’espressione stupita di Cho, anche Harry volle vedere che stava succedendo fuori e restò letteralmente di sasso: David stava baciando Hermione, ma non come la altre volte…un vero bacio.

Non ci poteva credere…in quel momento, Harry sentì Hermione molto diversa, ma anche molto lontana, pur essendo lì, a due passi da lui. E stava baciando un ragazzo per la prima volta in vita sua. Ma lui non voleva essere da meno: si voltò verso Cho che sorrise. Harry chiuse gli occhi: l’ultima cosa che vide fu il volto di Cho straordinariamente vicino al suo e quello che successe dopo, lo fece sentire al settimo cielo. (seventh haeven, when I see there happy faces smiling back at me… e lo lasciamo alla vostra fantasia!)   

 

 

Allora, che ne dite? Vi è piaciuto? Dico solo una cosa: povera Ginny, afflitta da quei dolori atroci!!

Lo sapete che per il quinto film le riprese inizieranno a GENNAIO 2006!!! AAAAHHHH, NOOOOO!!! E forse andranno a girare anche all’estero! E se venissero in Italia..wow….dovremmo andare a trovarli a qualunque costo!!

Per pesciolina04: felicissima che tu sia passata a leggere la mia storia. Mi chiedi perché Draco è cambiato…beh, aspetta ancora un po’…però, si può intuire. E’ il solito motivo…

Per Merewen: d’accordo con te. Infatti anche tu ci hai fatto patire con la tua bellissima storia…ma alla fine ne è valsa la pena, no?

Per marco: harry ron e draco amici…proprio impossibile no! Però…succederanno dei bei casini! E Harry ragionerà molto male per un po’…

Per maripotter: sì, hai ragione. Sono teneri quei due…anche nelle interviste del dvd del terzo film (anche se lui mi sembra un po’ troppo agitato!! E poi gli inglesi ridono per niente. Ma lo sanno cos’è il vero umorismo? Dovrebbero leggere la tua storia con le interviste! J  )

Per FraFra: anch’io avevo sentito del bacio di Herm a Vik, ma poi hanno smentito, cmq…staremo a vedere il 18 novembre che si avvicina sempre di più. Ron continuerà a fare il galletto per un po’ e Draco…beh, devo confessarti che le ripetizioni non le avevo viste in quel modo, per arrivare alla rossa. Mi servivano per il patto tra lui e Herm. Ma ognuno interpreta come vuole! Mia sorella si è messa a ridere perché ha detto che quelli che leggono la mia storia sono più svegli di me! Sigh! L

Per Elizabeth Potter: caspita…istinti omicidi…ma lo faccio veramente così idiota il povero Harry! Anche se, in effetti, tutti i ragazzi a quell’età sono un po’ idioti. Le eccezioni sono poche!

Grazie a tutti quelli che hanno recensito e a quelli che continuano a seguire questa pazza! Al prossimo capitolo, cioè “A casa con Sirius e Rachel!”, dove conosceremo finalmente la famosa Rachel!

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** A casa con Sirius e Rachel ***


Ciao ragazzi, come state? Credo che siate tutti un po’ scossi per il nono capitolo. Beh…non è ancora niente, ma se avrete un po’ di pazienza con la sottoscritta…allora tutto si sistemerà! Leggete questo decimo capitolo!

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

 

5°ANNO

Capitolo 10: “A casa con Sirius e Rachel!”

 

L’espresso di Hogwarts stava portando a casa gli studenti che avrebbero passato le vacanze natalizie con le loro famiglie. Tra questi, per la prima volta, tranne Hermione, c’erano anche Harry, Ron, Christine e Ginny. Harry doveva tornare per passare il Natale con Sirius e Rachel; Ron e Ginny, così come Fred e George, avrebbero dovuto trascorrere il Natale con la loro famiglia e con il neo-fidanzato Bill; Hermione, per quanto ne sapeva Harry, aveva un impegno importante con i suoi genitori; e Christine non voleva rimanere da sola a scuola. Quello che era successo tra Harry e Cho ormai lo sapevano anche gli amici di Harry e tutti ne erano felici. Anche Hermione aveva confidato loro cosa era successo con David. Solo Ron si sentiva un po’ giù: forse vedere i suoi due migliori amici già insieme a qualcuno lo aveva reso un po’ geloso. Ma era molto contento di come era andato l’appuntamento con Christine: si erano divertiti molto insieme. Christine aveva riso tanto per le battute di Ron. Ma questo era tipico dell’amico: alle ragazze che amavano ridere Ron sarebbe piaciuto sicuramente.

Durante il viaggio, i cinque amici giocarono a carte, parlarono, risero, ecc…A un tratto, però, qualcuno bussò alla porta del loro scompartimento. Hermione andò ad aprire.

“Draco! Ciao!” esclamò la ragazza.

Harry e Ron assunsero subito un’aria preoccupata e un po’ minacciosa.

“E’ inutile che voi due vi preoccupiate. Se ancora non lo avete capito, non le farò del male!” disse Draco guardando prima Ron e soffermandosi poi su Harry.

Ron si alzò in piedi, stando di fronte a lui e esclamò, portandosi le mani sui fianchi: “Sai in questi quattro anni non sei stato molto carino con noi, quindi non ti aspettare che noi crediamo a questa tua…cos’è…una specie di redenzione?!”

“Weasley, io non voglio che tu e Potter pensiate che io voglia anche lontanamente riconciliarmi con voi!”

“Noi non lo stiamo pensando affatto! Cerca di non sopravvalutarti!” esclamò Harry, alzandosi in piedi.

Draco rimase in silenzio per un attimo, poi disse: “Era meglio se non passavo!”

E fece per andarsene.

“No, aspetta Draco…-disse Hermione e rivolgendosi, poi, a Harry e Ron- Possibile che voi due dovete sempre rovinare tutto?! Anche se non lo vuole ammettere, sta solo cercando di cambiare e di farsi accettare da chi prima lo disprezzava!” e se ne andò, chiudendo dietro di sé la porta.

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo perplesso e tornarono a sedersi. Si accorsero che Ginny era tutta rossa e aveva ancora lo sguardo fisso sulla porta.

“Ehi, Ginny?!” la chiamò Ron.

Ginny si voltò lentamente verso di loro: “Perché lo avete fatto andare via?…Oh, era così bello! Senza i capelli tutti impomatati, senza quell’aria da perfido…” e sospirò.

Ron si voltò verso Christine, stufo di tutto ciò che riguardava, anche solo minimamente, Draco: “Dai, anche tu sei arrabbiata con noi perché Malfoy se n’è andato?”

“Beh…non che mi interessi più di tanto, però…lui non aveva fatto niente di male e voi lo avete assalito, a parole, si intende. Non mi è sembrato molto giusto.”

“Basta! Mi arrendo! Tre contro due…e per giunta donne!” esclamò Ron.

“Sai, Ron, ho notato che le donne sanno essere molto pericolose se qualcuno tocca ciò a cui tengono molto!” commentò Harry.

“Molto saggio da parte tua, Harry!” disse Ginny.

“Devo farti i complimenti, Harry! Hai capito la prima cosa importante su noi donne!” esclamò Christine.

“Ehm…grazie.”

“Scusate?! Anche lui ha ‘assalito’ Draco…e voi vi complimentate con lui?!” esclamò Ron.

“Di certo, non gli abbiamo fatto i complimenti per aver trattato male Draco, Ron!” spiegò Christine.

Ron sbuffò, imbronciato, e incrociò le braccia.

Rimasero in silenzio per tanto tempo. Nessuno sapeva cosa dire o fare. Poi, finalmente, la porta si aprì e entrò Hermione: non sembrava arrabbiata, anzi, era felice e tra le mani teneva un pacchetto lungo avvolto da una luccicante carta da regalo blu oltremare con un fiocchetto dorato.

Si sedette vicino a Harry, che le chiese: “Te l’ha regalato lui?”

“Sì, è stato molto carino da parte sua.”

“E tu cosa gli hai regalato?” chiese Ron.

“Gli ho comprato una collanina celtica con un ciondolino che indica benessere.”

“Una collanina celtica?” esclamò Ron.

“Sì. Benessere per i Celti rappresentava il potere benefico di trasformare le energie negative in positive. Mi sembrava il più adatto a Draco!”

“Ma tu non credi a questo genere di cose!” le fece notare Harry.

“No! Io non credo a quegli stupidi amuleti tipici della Divinazione, come quelli che ti ha consigliato la tua ragazza, te li ricordi?” esclamò Hermione che stava quasi per ridere.

“Quali amuleti?” domandò Ron.

“Niente di importante! Comunque, Hermione, mi spieghi che differenza c’è con questi?”

“Beh, questi sono simboli antichi, che portavano i Druidi, i grandi stregoni di Celti, ovvero i nostri antenati!”

“Giusto, sono d’accordo con Hermione!” disse Christine.

“Ma…ehm…Draco, non…ti ha detto qualcosa…di particolare?” chiese Ginny cercando di nascondere l’atroce desiderio che aveva di sapere tutto ciò che si poteva conoscere su Draco Malfoy.

“No, mi ha solo dato il regalo facendomi gli auguri di Buon Natale.”

Ginny sembrò un po’ delusa da quello che Hermione aveva appena detto. Quest’ultima, però, sorrise come se avesse una sorpresa in serbo per Ginny.

“Ora che ricordo, in effetti, mi ha detto di fare gli auguri a Christine e a Ginny.”

Christine inarcò le sopracciglia sorpresa; Ginny, invece, sorrise e i suoi occhi brillarono di felicità.

“Come mai?” chiese Christine.

“Beh, perché lui pensa, giustamente, che tu e Ginny siate le uniche persone, oltre me, a credere in un suo possibile cambiamento.”

“E’ stato molto gentile da parte sua, non trovate?” chiese Ginny al settimo cielo.

“No, è tutta una finta!” esclamò Ron.

Ginny lo guardò minacciosa.

“Ma, Ginny, ragiona: lui vuole solo assicurarsi la vostra fiducia per poi tradirvi e farvi del male.”

“Ma perché devi sempre pensare male?” esclamò Ginny furiosa.

“Io sono solo realista!”

Ron e Ginny si fissarono intensamente con rabbia.

Poi, Ron si voltò verso Harry e gli chiese: “Tu la pensi come me, vero?”

Harry sentiva su di lui tutti gli sguardi dei suoi amici: Ginny lo guardava con aria di sfida; Ron era fiducioso; Christine curiosa; Hermione, invece, non lasciava trasparire nessuna emozione…lo guardava e basta. Forse, dentro di sé, Hermione sperava che lui le avesse dato ragione; o forse era sicura che, visto il suo atteggiamento nei confronti di Draco, Harry fosse dalla parte di Ron.

“Ehm…io penso che uno come Draco difficilmente possa cambiare…”

“Ah-a…visto, ho ragione io!” esultò Ron.

“Non ho ancora finito.”

Immediatamente Ron lo fulminò con lo sguardo.

“Credo anche che sia stato molto gentile da parte sua augurare Buon Natale a Christine e a Ginny e, forse, questo può essere considerato un valido segno di cambiamento.”

Varie furono le reazioni dei suoi amici: Ron rimase sconvolto; Ginny fece una smorfia al fratello; Christine approvava la sua affermazione; Hermione fece un tenero sorriso e lo guardò soddisfatta.

Poi calò di nuovo il silenzio. Un lungo, esasperante e imbarazzante silenzio. Nessuno diceva niente, nessuno faceva niente: c’era solo chi guardava fuori dal finestrino, chi giocherellava con una ciocca di capelli, chi osservava quello che facevano gli altri…

Ben presto, però, arrivarono alla stazione di King’s Cross e scesero dal treno. Ron, Ginny, Fred e George trovarono subito i loro genitori: la signora Weasley abbracciò e baciò tutti e quattro i figli e poi fece lo stesso con Harry e Hermione.

Quando vide Christine, le chiese: “E tu chi sei?”

“Oh…sono Christine McGregor, una nuova compagna di classe di suo figlio. E’ un piacere conoscerla, signora Weasley.” disse Christine sorridendo e porgendo la mano destra a Molly.

“Ma che ragazza ben educata! – esclamò la mamma di Ron, stringendole la mano- McGregor…non è il nome dell’uomo che ha preso il tuo posto, caro?” chiese poi al marito.

“Mi sembra di sì! Se non sbaglio si chiama John McGregor.”

“Già, è mio padre.”

“Davvero?! Mi piacerebbe conoscerlo!” disse Arthur.

“Potremo organizzare una bella cenetta a casa nostra, che ne dici, Christine?” chiese Molly.

“Dico che potete chiederlo direttamente ai miei genitori. Stanno arrivando!” disse Christine, indicando due persone che stavano entrando nella stazione.

Erano entrambi molto eleganti e sembravano due brave persone: l’uomo era alto, ma non molto robusto, mentre la donna era più bassa e magrolina. Christine corse ad abbracciarli e poi presentò loro i signori Weasley. Parlarono per un po’ e, dopo aver accettato l’invito a cena, i McGregor se ne andarono salutando tutti. Molly Weasley invitò anche Harry e Hermione, ma entrambi rifiutarono perché avevano degli impegni con le loro rispettive famiglie.

Prima di andarsene, Ron disse a Hermione e a Harry: “Credo che questa sia la volta buona! Quando ci rivedremo, amici, Christine e io staremo insieme!”

“Lo spero per te!” esclamò Harry.

“Bene, allora…auguri, ragazzi! Ci vediamo a gennaio!”

“Auguri!” esclamarono insieme Harry e Hermione.

Dopo che i Weasley se ne erano andati, Hermione si sedette su una panchina e Harry fece lo stesso.

“Secondo te, Ron ci riuscirà?” le chiese Harry.

“A mettersi insieme a Christine? Non so…credo che lei ancora non sia pronta!- disse Hermione facendo dondolare le gambe- E’ anche vero che passeranno insieme il Natale e si sa che a Natale tutto può succedere: forse per l’atmosfera magica…”

“Spero per lui che accada!”

Harry si voltò verso l’entrata: proprio in quel momento arrivò Sirius con una ragazza poco più bassa di lui.

“Oh, è arrivato Sirius! E quella deve essere Rachel!” esclamò Hermione.

“Già!”

“E’ carina…e sembra anche simpatica!”

“Lo spero!” disse Harry alzandosi.

Quando arrivarono di fronte a Harry e Hermione, Sirius esclamò: “Ciao, ragazzi, tutto bene?”

“Sì, grazie!” disse Harry.

“Mi fa piacere!”

“Ehi, Sirius, perché non fai le presentazioni?” esclamò Rachel.

“Oh, hai ragione. Rachel, lui è Harry Potter…Harry, ti presento Rachel Milton!”

Rachel gli porse la mano che Harry strinse con la sua: “E’ un piacere conoscerti, Harry! Sirius mi ha parlato tanto di te…anzi, per la verità, non fa altro che parlare di te!”

Rachel era molto carina: aveva lunghi capelli mossi di colore nero con riflessi rosso scuro, occhi castani e aveva una carnagione un po’ più scura rispetto a quella di Sirius.

Ed era anche molto simpatica.

“Il piacere è mio, Rachel.”

“Lei, invece, è Hermione Granger, un’amica di Harry!” disse Sirius indicando Hermione.

Rachel strinse la mano anche a lei: “Naturalmente, Sirius mi ha parlato anche di te: la più brava di Hogwarts!!”

Hermione arrossì: “Oh…non esageriamo. Diciamo che me la cavo!”

“E sei anche modesta, vedo!”

Hermione sorrise.

“Avete fatto buon viaggio?” chiese Sirius.

“Certo, come al solito!” rispose Harry.

“Quindi, possiamo andare?”

“Credo di sì.”

Harry, però, si accorse che Hermione sarebbe rimasta sola, se loro se ne fossero andati.

“Hermione, ma i tuoi genitori non vengono a prenderti?” chiese Sirius, anticipando la domanda di Harry.

“Oh…sì, però…ehm…sono un po’ in ritardo!” disse lei un po’ nervosa.

Proprio da questo suo nervosismo, Harry capì che non era la verità. Si ricordò che all’inizio dell’anno Hermione non era stata accompagnata dai genitori, ma era venuta in taxi. Molto probabilmente, anche quella volta avrebbe dovuto andare via in taxi…e non voleva che qualcuno lo sapesse.

“Ci scusate un attimo?” esclamò Harry rivolto a Sirius e Rachel.

Prese poi Hermione per un braccio e la trascinò un po’ più in là.

“Senti, Hermione, ho capito che i tuoi genitori non verranno a prenderti!”

“Ah, sì? E cosa te lo fa credere?”

“E’ semplice: Non sei capace di mentire: ti guardi intorno e diventi nervosa quando lo fai…e ti assicuro che prima eri molto nervosa!”

Hermione rimase lì a guardarlo e poi sorrise: “E va bene. Hai ragione, Harry! Però, non ti devi preoccupare per me. Vai pure con Sirius e Rachel.”

“Ma sei matta? Tu pensi che io possa lasciarti da sola qui, in stazione, adesso che si sta facendo buio?! Non se ne parla neanche! Tu vieni con noi.”

“Ma…”

“Ah-a…non si accettano ‘ma’!”

Poi, Sirius lo chiamò: “Harry?!”

“Sì?” rispose Harry voltandosi verso lui.

“Stavo pensando che possiamo dare un passaggio a Hermione, visto che casa sua è sulla strada!”

“Credo che mi abbia letto nel pensiero, Sirius. Stavo parlando proprio di questo con lei.”

“E i suoi genitori?” chiese Rachel.

“I miei genitori non verranno!” disse Hermione guardando per terra.

“Come non verranno?”

“Beh…hanno troppe cose da fare. Io avrei dovuto prendere un taxi!”

“Ah no! Una graziosa signorina come te non può andare in giro da sola, nel cuore di Londra adesso che è buio…anche se sei una strega molto in gamba!” esclamò Rachel.

Hermione annuì, un po’ in imbarazzo.

“Non ti preoccupare, Hermione. Guiderà Rachel. Io devo ancora prendere la patente qui nel mondo babbano!” disse Sirius.

Così i quattro si avviarono verso l’auto di Rachel, che si rivelò essere una magnifica Mitsubishi Space Star (è anche la nostra macchina ed è bellissima!), e partirono.

“Allora, ragazzi, che ci raccontate di bello?- chiese Rachel- E’ successo qualcosa di emozionante?”

“Ehm…veramente…noi…- iniziò Harry, scambiandosi uno sguardo nervoso con Hermione- Noi…”

“Vi siete messi insieme?! Oh, che carini!” esclamò Rachel.

Sirius si voltò verso di loro proprio nel momento in cui entrambi diventarono rossi come due peperoni.

“No, no, no, quello che Harry voleva dire…era che entrambi abbiamo trovato un partner!” disse Hermione sempre rossa in viso.

“Ah, che peccato!” commentò Rachel delusa.

“P-peccato?!” balbettò Harry che si sentiva ancora il viso in fiamme.

“Già, peccato! Siete così carini insieme!”

“Carini?!” esclamarono Harry e Hermione imbarazzati.

“La finite di ripetere tutto quello che dico?!- disse Rachel divertita- Comunque, io penso che stareste bene insieme…prima vi ho osservato mentre parlottavate tra di voi e sembravate due fidanzatini da come vi stavate comportando! Perché non ci fate un pensierino?”

“Ehm, Rachel, cara, credo che adesso siano abbastanza in imbarazzo!”

“Oh, scusatemi! Non volevo. Sono troppo impicciona!!”

“No, non si preoccupi! In fondo non è successo niente di male!” disse Hermione.

“Ok, però, vorrei tanto che mi deste del tu. Se vi rivolgete a me con il ‘lei’, mi sento vecchia!”

“D’accordo!” esclamarono Harry e Hermione.

“Non ci avete ancora detto chi sono le vostre dolci metà!” disse Sirius curioso.

“Già, chi sono?” ripeté Rachel.

“Oh, ehm…parla tu, Hermione!”

“Ok! Allora, Harry è insieme a Cho Chang, una ragazza più grande di noi di un anno, capitano della squadra di Corvonero.”

“Ah…ce l’hai fatta alla fine!” esclamò Sirius.

“E com’è? Carina?” domandò Rachel.

“Ah, beh. Non credo di essere la più adatta a rispondere!”

“Altroché! E’ bella da morire!” esclamò Harry. (Cerca di non esagerare, Harry, caro! E’ solo una gatta morta!)

“Invece tu, Hermione?!” domandò poi Sirius.

“Lui è il Prefetto di Corvonero, si chiama David Bradley ed è al settimo anno.”

“Stessa domanda: com’è?”

“Ah, lui…lui è…semplicemente irresistibile!” esclamò Hermione con occhi sognanti.

“La gioventù è proprio bella: i primi amori, i primi palpiti, i primi sogni proibiti…aahh…bei tempi!!” disse Rachel sospirando.

“Credo che dovremmo farvi le nostre più sentite congratulazioni, ragazzi!”

“Grazie!” esclamarono all’unisono Harry e Hermione.

“E Ron? Non ha trovato nessuno?” chiese Sirius.

“Ancora no. Ma si è invaghito della nostra nuova compagna di classe, Christine, e, forse, quando ci ritroveremo a gennaio, li ritroveremo insieme!” disse Harry, scambiandosi un’occhiata con Hermione.

“Speriamo! Così sarete tutti accoppiati!” esclamò Rachel.

“Beh, non proprio tutti!” disse Hermione.

“Come mai?”

“La sorella di Ron, Ginny…si è innamorata di Malfoy!” disse Harry.

“Malfoy?! Draco Malfoy?!” esclamò Sirius sorpreso.

“Già, ma lui è cambiato! Ve lo posso assicurare io, che gli do ripetizioni di Trasfigurazione.”

“Davvero?”

“Sì, certo! E ci sono buone probabilità che, presto, ricambi i sentimenti di Ginny!”

“Ma, sarebbe comunque strano! Una Weasley con un Malfoy- commentò Sirius- Chissà come la prenderebbero Lucius e Arthur! Sarebbe una specie di Romeo e Giulietta in versione moderna!”

“Oh, com’è romantico!” esclamò Rachel.

“Sì, beh…credo di essere arrivata!” disse Hermione.

Rachel fermò la macchina.

“Grazie mille per il passaggio!” esclamò Hermione.

“Di niente, cara!” disse Rachel.

Sia lei che Sirius si voltarono verso Hermione.

“Allora, arrivederci!”

“A presto, Hermione!” la salutarono Sirius e Rachel.

“Ti aiuto a prendere i bagagli!”

“Oh, grazie!”

Scesero dalla macchina, Hermione con il cestino di vimini contenente Grattastinchi. Aprirono il cofano posteriore dell’auto e tirarono fuori il baule di Hermione, appoggiandolo sul marciapiede. Solo in quel momento, Harry si accorse di quanto fosse grande e anche molto bella la casa di Hermione. Una villa molto moderna con un giardino abbastanza spazioso e, di fianco, un garage.

“Wow! E’ magnifica. Manca solo la piscina!” esclamò Harry.

“C’è anche quella: è dietro la casa!” disse Hermione distrattamente.

“Ma…non ti piace?- chiese Harry- Non sembri molto entusiasta!”

“Oh, no. Mi piace molto, però…”

“Però?”

“Niente, niente! Adesso, vai. Sirius e Rachel ti stanno aspettando!”

“Ok, allora…auguri!”

“Grazie, anche a te!” disse lei.

Harry aprì la portiera della macchina: “Ci vediamo!”

“Ciao, Harry!” esclamò lei sorridendo e salutandolo con la mano.

E partirono. Dallo specchietto retrovisore, Harry vide la figura di Hermione allontanarsi sempre di più, fino a quando non svoltarono ed essa scomparve.

“Mi sembra molto simpatica, Hermione!” disse Rachel.

“Infatti lo è ed è anche bravissima a scuola, in tutte le materie!” esclamò Harry.

“Aahh…allora, tu e il tuo amico Ron ve ne approfittate!”

“No, ti sbagli! Hermione è molto gentile con noi, ma non lascia copiare nessuno, neanche noi che siamo i suoi due migliori amici.”

“Credo che faccia proprio bene a comportarsi così! Comunque…se avete delle difficoltà, vi aiuta, no?”

“Ma certo! Se non capiamo qualcosa, lei ce la rispiega più chiaramente!”

“Così si aiutano gli amici! Altrimenti, tutti son bravi a copiare!”

“Hai assolutamente ragione, cara!” esclamò Sirius.

Dopo qualche secondo di silenzio, Harry disse: “Allora, ho saputo che la casa è molto grande!”

“Già, infatti è perfino troppo grande per me e Sirius.”

“Ma…io aveva intenzione di farmi piccolo piccolo!”

“Beh, mi spiace, ma dovrai cambiare intenzione! Più spazio occupi, meglio è!”

“Io non sono abituato a occupare tanto spazio!”

“Dovrai abituarti!”

“Farò questo sacrificio!”

“E bravo il nostro Harry!”

“A proposito, Harry, non mi hai ancora detto come va la scuola…” disse Sirius.

“Abbastanza bene.”

“Che cosa studiate di bello?” chiese Rachel.

“Oh…beh, studiamo Trasfigurazione, cioè i vari metodi per trasformare determinati oggetti in altre cose. Oppure Storia della Magia, le Antiche Rune…” iniziò Harry.

“Rune?! Sono per caso le scritture degli antichi?”

“Proprio così. Poi…cos’altro studiamo…l’Astronomia, la Divinazione, Cura delle Creature Magiche, Erbologia, Difesa Contro le Arti Oscure…”

“Che sarebbe?”

“Credo che sia la materia più importante di Hogwarts!”

“Ed è la tua materia preferita!” intervenne Sirius.

“Già. Comunque, ci insegna le tecniche di difesa da adoperare contro i nemici.”

“Anche con Voldemort?” domandò Rachel.

Harry rimase sorpreso, quasi scioccato: Rachel era una di quelle poche persone che chiamavano il Signore Oscuro con il suo nome.

“Non hai paura a nominarlo?”

“No, in fondo sono una Babbana!”

“Sì, ma non sei come gli altri Babbani. Conosci il nostro mondo!” esclamò Sirius.

Rachel ignorò l’intervento di Sirius e si rivolse a Harry: “A proposito di Babbani, non ci studiate nella vostra scuola?”

“Certo, ma io non ne ho bisogno!”

“Ah, già. Hai ragione!”

“Però, Hermione due anni fa ha frequentato il corso di Babbanologia!”

“Davvero?! Ma lei non ha entrambi i genitori Babbani?!”

“Appunto! Lei, però, voleva studiarli dal punto di vista del mondo magico!”

“Accipicchia! Deve avere una grande voglia di studiare!”

“Puoi dirlo forte! Hermione sa tutto: credo anche che abbia letto tutti i libri della nostra biblioteca!”

“Posso farti una domanda piuttosto imbarazzante, Harry?” chiese Rachel.

Harry inarcò le sopracciglia, preso un po’ in contropiede da quella domanda: “Ehm…credo di sì!”

L’unica domanda che Harry si aspettava e alla quale non voleva rispondere, Rachel gliela fece: “Tu e Hermione vi conoscete da più di cinque anni, ormai. Come mai nessuno dei due si è ancora innamorato l’uno dell’altra?”

Davvero una bella domanda.

Tuttavia, seppur controvoglia, Harry cercò di rispondere, almeno per quanto riguardava la sua opinione: “Beh, non è detto che due amici di sesso opposto debbano per forza innamorarsi l’uno dell’altra. Tra me e Hermione c’è e ci sarà sempre e solo una grande amicizia, perché non abbiamo bisogno di nient’altro. Siamo entrambi innamorati di qualcun altro!”

“Capisco…”

“Mmm…non mi sembri molto convinta.” disse Sirius.

“In effetti…no, non mi convince e vi spiego perché: quello che ha detto Harry può essere vero per altri, forse, ma non per quanto riguarda Hermione e lui. C’è qualcosa tra loro che entrambi continuano a nascondere per chissà quale strano motivo. Forse Harry ha paura di amare qualcuno veramente…”

“Paura di amare?!”

“Già! Nel tuo passato, due persone molto importanti e fondamentali nella vita di un bambino sono scomparse e questo può aver lasciato nel tuo inconscio un trauma gravissimo.”(Lo dico io, che la psicologia serve. Per chi non riuscisse a capire, ripeto, vada a guardarsi Freud!)

“Ma aveva solo un anno!” esclamò Sirius.

“Sei davvero insensibile!! Non puoi capire quanto possa essere facilmente influenzata, anche dalla più piccola cosa, la mente di un bambino. E, soprattutto, quanto la sua vita possa esserne condizionata!”

“Come fai a esserne così sicura?” domandò Harry.

“Non per niente mi sono laureata in psicologia!”

“Wow!”

“Già! E, comunque, qualsiasi Babbano si sarebbe accorto di ciò che ho detto poco fa!”

Harry non rispose: forse Rachel aveva ragione, ma solo un pochino. Hermione era stata l’unica ragazza che era diventata amica di Harry e Ron. Per più di quattro anni, erano stati sempre insieme: solo loro tre. Qualche volta litigavano, è vero, ma alla fine tornavano sempre a essere amici, forse più di prima. La loro amicizia, grazie a tutti quegli ostacoli, si era rinforzata ed era diventata più salda. Ma, l’ipotesi che il sentimento d’amore potesse essere coinvolto nella loro amicizia, Harry non l’aveva presa in considerazione. O meglio, non l’aveva presa in considerazione per quanto riguardava se stesso: perché, in effetti, se ci pensava bene, gli era capitato di pensare qualcosa a riguardo. Ron e Hermione…insieme…aveva creduto possibile, per un po’, che Ron e Hermione si potessero innamorare l’uno dell’altra. Ma come poteva funzionare tra loro? Due caratteri così diversi! E’ giusto che in una coppia ci siano delle differenze, ma è anche giusto che ci sia qualcosa in comune come…lui e Hermione…

Harry scosse la testa per allontanare quei pensieri più che poteva: lui e Hermione insieme…che assurdità! Come aveva potuto pensare a una cosa del genere? Ma, allora…perché non riusciva a togliersi dalla mente tutto ciò? E perché non gli dispiaceva pensare a lui e Hermione insieme?

“Si dice…- continuò Rachel- …che quando incontri l’anima gemella, non ti innamori immediatamente di lei. Poco alla volta scopri quant’è bello stare insieme a lei, quanto questo ti renda sereno e ti spinga a dare il meglio di te stesso solo per lei. Fino a quando non ti rendi conto che la tua vita, senza quella persona, può sembrare vuota, insipida e capisci di non poter fare a meno di lei.”

Silenzio…Harry e Sirius erano rimasti ammutoliti dalle parole di Rachel.

“Io credo che sia molto più bello questo tipo di innamoramento, rispetto al cosiddetto ‘amore a prima vista’. L’amore a prima vista avviene troppo in fretta e non ti da il tempo di renderti speciale e di rendere speciale la persona di cui ti credi innamorato.”

Harry rifletté sulla prima volta che aveva visto Cho: gli era piaciuta subito e aveva sentito una tensione dalle parti dello stomaco. Con Hermione, invece, era successa un’altra cosa: Hermione non era piaciuta subito né a lui né a Ron. Per i loro gusti, era troppo sapientona. In seguito era diventata molto più simpatica e Harry, come Ron, trovò abbastanza piacevole stare con lei. Ma quello che provava per lei era un semplice sentimento d’affetto, molto diverso da quello che provava per Cho: lui era innamorato di Cho e di nessun’altra. Ne era convinto al 100% e, l’ultima cosa che voleva fare, era rovinare quella relazione, che lui aveva ottenuto con molta fatica, solo per qualcosa di infondato, come il dubbio che aveva insinuato in lui Rachel.

L’unica cosa da fare era dimenticare tutti quegli strani pensieri. Già, che ci voleva? Doveva solo dimenticare…

“Ehi, Harry! Siamo arrivati!” esclamò Sirius.

Tutti e tre scesero dalla macchina e, l’edificio che Harry si trovò davanti, lo lasciò a bocca aperta. Una casa enorme, almeno in larghezza, a due piani, con vasto giardino che circondava tutta la casa. Era in stile antico e doveva avere già parecchi anni. Molto probabilmente apparteneva alla famiglia Black da molti decenni. Nel giardino, sparsi qua e là, c’erano aiuole con fiori di vari tipi: orchidee, camelie, rose bianche, gigli e fiordalisi. Erano bellissimi tutti quei colori vivaci e mettevano una tale allegria che fecero dimenticare a Harry cosa lo stesse turbando.

“Ti piacciono, Harry?” chiese Rachel.

“Altroché, sono bellissimi, ma chi…”

“Li cura Sirius. –lo anticipò Rachel- E utilizza un incantesimo che li fa resistere al freddo. Tutto il vicinato ce li invidia.”

“Davvero?” esclamò Harry voltandosi verso Sirius.

“Beh, non ho niente di meglio da fare durante il giorno!”  

“Comunque, ti piace il giardinaggio. Non lo vuoi ammettere, ma hai il pollice verde!” disse Rachel.

Sirius si guardò i pollici: “No, ti sbagli! I miei pollici sono normalissimi!”

Rachel e Harry risero, poi gli spiegarono che ‘avere il pollice verde’ significava essere particolarmente portati per il giardinaggio.

Dopodiché entrarono in casa; anche all’interno la casa era bellissima: l’arredamento era in stile antico e le stanze erano larghissime. Al piano di sotto c’era un salotto con due divani, un caminetto, la televisione (con videoregistratore e lettore DVD) e uno scaffale con libri, videocassette, DVD e servizi di bicchieri e di piatti esposti in una specie di vetrina. Sia dall’ingresso che dal salotto, si poteva accedere alla cucina dove, oltre al cucinino, il frigorifero e i mobili per i piatti, bicchieri, ecc…c’era un tavolo con sei sedie e una televisione piccolina. Dalla cucina si poteva uscire sul giardino di dietro dove, con grande sorpresa di Harry, c’era una piscina che, però, era vuota in quel momento ( e grazie, è inverno!).

“Anche Hermione ha la piscina dietro casa!” disse Harry.

“Beh, Harry…in questo quartiere le case hanno tutte la stessa struttura: villetta, casa, giardino. Poi, ognuno può adottare lo stile che vuole e può far aggiungere, per esempio, un garage o un campo da basket, ecc...”

Dopodiché, visitarono il piano superiore a cui si poteva accedere attraverso le scale dell’ingresso: Harry preferì non visitare la camera di Sirius e Rachel, e relativo bagno. C’era qualcosa che lo metteva a disagio…

Invece, andarono nelle due camere degli ospiti che erano molto spaziose, ma semplici e avevano un bagno in comune. Infine, arrivarono alla camera di Harry che si trovava accanto a quelle degli ospiti. Rispetto a quest’ultime, era molto più grande. Il letto era a una piazza e mezza e vicino c’era un comodino a due cassetti e, sopra questo, un’abat-jour. Sulla parete di fronte al letto c’era un enorme armadio a due ante con due cassettoni in basso. Vicino alla porta c’era, invece, la scrivania con una cassettiera di fianco. Infine, la quarta parete era,in realtà, composta interamente da finestre con relative tende.

Insomma, per Harry era veramente magnifica: non aveva mai avuto una camera così grande tutta per lui!

“E’ stupenda!!” esclamò Harry.

“Naturalmente la puoi finire di arredare come vuoi tu!” disse Rachel.

Ma per Harry era perfetta così com’era. Forse avrebbe potuto attaccare qualche poster di Grifondoro e, magari, una foto di lui, Ron e Hermione.

“Da quella porta si accede al bagno!” disse Sirius indicando una porta vicino al letto. Harry corse a vederlo: era molto ampio e il colore delle piastrelle sulle pareti era una sfumatura che dal blu oltremare andava al celeste.

Quando tornò nella sua camera, Sirius gli chiese: “Allora, ti piace?”

“Se mi piace? E’ semplicemente straordinaria!”

“Mi fa piacere!”

“Bene, adesso puoi darti una rinfrescata, Harry, mentre io preparo la cena!” disse Rachel.

“Ok!”

“Sirius, i bagagli di Harry!”

“Ah, sì!”

Sirius andò sul bordo delle scale e disse: “Mobiliarbus!”

I bagagli di Harry, compresa la gabbia con Hedwige, che si trovavano all’ingresso, levitarono e, con la bacchetta, Sirius riuscì a condurli fino in camera di Harry.

“Ecco fatto!”

“Bravo! Harry, quando hai finito, scendi, ok?”

Harry annuì. Sirius e Rachel uscirono dalla camera, chiudendo la porta. Harry si lasciò cadere sul letto. Ancora non ci credeva: quello che sognava da quasi due anni si era avverato…viveva con Sirius e Rachel. Inoltre aveva una camera tutta sua. In quel momento si sentiva al settimo cielo: aveva tutto quello che aveva da sempre desiderato, compresa la relazione con Cho. (che solo lui sperava! Perché noi tutti vogliamo Harry + Hermione, giusto? GIUSTO!)

Ma, poi, pensò al discorso di Rachel in macchina, che lo aveva un po’ sconcertato. Caspita, ma non doveva cercare di dimenticarlo?! Sì e se restava fermo, non poteva fare a meno di pensarci. Così decise di andar a lavarsi un po’, soprattutto il viso. Doveva rinfrescarsi: magari quel pensiero strano su Hermione sarebbe andato via. E funzionò: si sentì molto meglio dopo. Dopodiché cominciò a disfare qualche bagaglio. Ma era troppo stanco per quel lavoretto. Gli venne in mente di scrivere a Ron e così fece. Gli raccontò tutto quello che era successo dopo che lui e Christine se ne erano andati: gli scrisse di come Hermione aveva cercato invano di nascondergli che i suoi genitori non sarebbero venuti a prenderla, gli riportò parola per parola il discorso di Rachel e gli chiese cosa ne pensasse lui. Infine gli descrisse Rachel, la sua nuova casa e la sua magnifica camera.

Ma perché gli era venuto in mente di scrivere a Ron quel discorso su Hermione? Forse perché raccontare i propri dubbi, esternarli, poteva essere un valido rimedio per superarli.(nella psicanalisi funziona così)

Harry andò ad aprire la gabbia di Hedwige e le legò la lettera alla zampa: “Questa è per Ron, hai capito?”

Hedwige si posò sul braccio di Harry, sbattendo le ali.

“Brava! Mi raccomando fai attenzione!”

Non appena Harry aprì la finestra, Hedwige volò via. Harry la seguì con lo sguardo fino a quando la candida civetta non sparì dalla sua vista.  

 

  Allora, che mi dite? Vi è piaciuto? Rachel è la voce della verità, sì, lo so! Vi piace come personaggio? Spero proprio di sì! Ma passiamo ai ringraziamenti!

 Marco:sai, in questo capitolo Harry dice un sacco di fesserie anche riguardo certe persone che conosce bene…non so se mi spiego

Maripotter: anch’io non vedo l’ora di vedere cosa combineranno quei due alla premiere del quarto film, ma tu devi assolutamente aggiornare Star in love perché mi piace troppissimo, capito???

 Atena89: ehm…ormai penso che avrai capito che ci vorrà ancora un pochetto prima che quei due, e in particolare Harry, si accorgano che sono fatti per stare insieme, comunque…continua a seguirmi!!

Merewen: brava brava, hai già capito tutto della mia storia! A parte che forse io svelo un po’ troppo sul futuro della storia, però…vabbè, non fa niente! Che mi dici di questo capitolo?

StellinaX: ehi, ti prego, calmati. Non voglio finire nei guai solo per una storia! Però…sta tranqui, tutto si risolverà per il meglio!!

Ringrazio tutti quelli che hanno letto il capitolo e vorrei fare un augurio a tutti quelli che stanno per cominciare gli esami di licenza media o di diploma o di università (come la sottoscritta!). Arrivederci al prox capitolo, ovvero “Il pensiero assillante”. Ciao!

 

Prossimo capitolo: “Il pensiero assillante!”

 

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Capitolo 11
*** Il pensiero assillante ***


Bene, eccomi di nuovo qua. Allora questo capitolo sarà incentrato molto su Harry e Hermione. Spero vi piaccia! Ehi, avete visto la copertina del 6° libro americana? Ci sono due mani, a tipo braccio di ferro, una sicuramente appartiene a Harry e l’altra molto probabilmente è di Silente. Quindi sembra più una stretta da compagni che da sfidanti. A questo punto mi sembra molto chiaro che il principe mezzosangue sia proprio Silente e che, se c’è un personaggio che deve morire, beh sarà lui…sigh!

Leggete il capitolo che segue e ditemi se vi piace.

 

 

Nient’altro che noi

 

 

 

5°ANNO

Capitolo 11: “Il pensiero assillante!”

 

Quella mattina Harry si svegliò a causa di un pallido raggio di sole che faceva capolino dalla tenda. Era quasi una settimana che era arrivato da Hogwarts per le vacanze di Natale. Vivere con Sirius e Rachel era bellissimo. Ogni sera uscivano tutti e tre e andavano al cinema o in qualche pub a bere qualcosa e sentire un po’ di musica babbana. Qualche altra sera, invece, andavano a Diagon Alley a far compere. Nel periodo natalizio Harry non aveva mai visto Diagon Alley: era davvero uno spettacolo addobbata a festa. Era proprio come i quartieri babbani di Londra, con la sola differenza che gli addobbi erano magici e, alcuni, anche divertenti. Una sera aveva incontrato Seamus e Dean, che erano andati a fare un giro a Diagon Alley, e Sirius lo lasciò libero di andare con loro per un po’.

Anche la casa di Sirius era stata addobbata, ma senza effetti magici, perché si trovavano nel quartiere babbano di Londra. Avevano un grande albero decorato con striscioni scintillanti e palline colorate; e sotto l’albero di Natale c’erano già pacchi-regalo, molti dei quali erano per Harry. Era la prima volta che sotto l’albero di Natale di una casa qualunque c’erano regali anche per lui. Incredibile, ma vero! E non vedeva l’ora di aprirli!

Quella mattina, dopo aver fatto colazione ed essersi vestito, Harry decise di uscire per fare due passi. Non appena attraversò il giardino e aprì il cancello, un cocker spaniel si infilò tra le sue gambe.

“Ehi, ehi, ehi…e tu chi sei?” esclamò Harry prendendo in braccio il cagnolino.

“Scusi, mi dispiace, mi è scappato…” disse qualcuno avvicinandosi a lui.

Con grande sorpresa di Harry, la ragazza che si avvicinò a lui era…

“Hermione?!”

“Harry?!” (ihihihih…che caso!!!)

L’amica aveva un cappellino di lana sulla testa e i capelli erano pettinati in due lunghe trecce; indossava una sciarpa che le copriva il collo, un cappottino color panna che le arrivava fin sopra le ginocchia, un paio di guanti abbinati al cappellino e alla sciarpa, pantaloni neri e un paio di stivaletti scamosciati. Era un po’ pallida in viso, ma Harry pensò che fosse dovuto al freddo. Quello che, però, colpì maggiormente Harry fu che Hermione era circondata da cagnolini di varie razze: infatti, con la mano sinistra teneva per guinzaglio un cucciolo di pastore tedesco, un beagle e un piccolo Yorkshire terrier; con la mano destra, invece, ne teneva solo due, un terranova e un cucciolo di dalmata, perché il terzo le era scappato.

“Come mai sei circondata da tutti questi cagnolini?”

“Oh…beh, sto facendo un lavoretto: porto a spasso i cani di alcuni vicini!” disse Hermione, cercando di trattenere l’agitatissimo Yorkshire.

“Quindi sei una specie di dog-sitter…”

“Esattamente!”

“Ma perché lo stai facendo?”

“Ehm…siccome mi annoiavo di mattina, ho cercato qualcosa da fare. Ed eccomi qua!” esclamò Hermione leggermente a disagio.

Evidentemente non le andava di parlare riguardo questo suo lavoretto part-time; infatti aveva rivolto lo sguardo altrove.

Harry posò per terra il cocker, tenendolo per il guinzaglio.

“Così…questa è la casa di Sirius…” disse Hermione, guardando con interesse la casa alle spalle di Harry.

“Già!”

“E’ molto bella!”

“Ed è anche molto spaziosa. Finalmente ho una camera e un bagno solo per me!”

“Sono felice per te!” esclamò Hermione sorridendo.

“Ti va di entrare?” le chiese Harry.

“Oh no, grazie. Tu…tu stavi uscendo, no? Non voglio interferire con i tuoi piani!”

“Sì, ma non fa nie…”

“Perché non andiamo a fare una passeggiata, invece?”

“O-ok!”

“Magnifi…ehi, piano!” esclamò Hermione al beagle e allo Yorkshire che avevano cominciato a litigare.

“Vuoi che ti dia una mano?”

“Grazie!”

Harry, così, prese oltre al cocker, il terranova e il dalmata.

“Hermione, credo che dovrai farmi da guida tu. Io non conosco ancora bene questa zona!” disse Harry seguendo l’amica.

“Quindi stavi uscendo per esplorare il quartiere!”

“Sì, infatti.”

“E se ti perdevi? Saresti stato in grado di fare l’incantesimo dei quattro punti per tornare a casa?!”(Incantesimo dei quattro punti, la cui formula è guidami, trasforma la bacchetta in una specie di bussola per ritrovare la strada di casa!)

“Ecco, non saprei…”

“Harry, Harry, Harry! Cosa avresti dovuto fare prima di uscire di casa?”

“Portarmi una cartina di Londra?”

“Esatto! Ma per tua fortuna, hai incontrato me! Oggi io sarò la luce che ti guida (come diceva un film della Disney di un po’ di anni fa!) per le strade di Londra!”

“Allora, mia guida, dove mi porti?”

“Osserva attentamente la strada che percorriamo, perché ti sto portando al parco, ovvero il luogo in cui porterai Cho quando verrà a trovarti quest’estate!”

“Cosa te lo fa pensare?”

“Non so…ma credo che, dopo tutta la fatica che hai fatto per metterti insieme a lei, nulla potrà dividervi!”

Era strana l’espressione che aveva usato Hermione in quell’affermazione…sembrava malinconia…

“Nulla?!” esclamò Harry.

“Nulla, a meno che tu non ti accorga che lei non è la tua anima gemella e ti scopra innamorato di qualcun altro. Ma credo che sia praticamente impossibile!”

“Tu credi nell’anima gemella?” le chiese Harry.

“Non esattamente. Credo che esista qualcuno al mondo con cui poter condividere dei particolari interessi, ma che nello stesso tempo abbia qualche differenza che renda compatibili l’uno con l’altro. In tal modo ogni individuo, uomo o donna che sia, può completare le proprie mancanze,arricchire la propria personalità e migliorare i propri difetti. In pratica il concetto platonico dell’uomo visto come una mela!”

“L’uomo visto come una mela?” (insomma Harry, non sai niente?! Platone e il mito della mela è una delle poche cose che ricordo dopo tre estenuanti anni di filosofia con Decarolis!)

“Allora, Platone sosteneva che nell’antichità l’uomo fosse come una mela, perfetto sotto tutti i punti di vista. Non aveva bisogno di nulla perché si sentiva completo e felice. Ma gli dei, gelosi della perfezione degli uomini, li divisero a metà. E da allora l’uomo continua a cercare disperatamente la sua metà, perché senza di lei ha perso la perfezione e non si sente più felice né, tanto meno, completo.”

“Wow! Interessante!”

“Già, tanto interessante quanto vera. E’ difficile trovare la propria metà. E anche se uno la individua, non sempre questa si accorge di lui.”

“Credo che, adesso, tu sia un po’ pessimista!”

“Oh, assolutamente no, Harry! Sono solo realista!!”

Silenzio, tra i due amici calò un profondo silenzio di riflessione. Stavano solo parlando, eppure Hermione era apparsa troppo coinvolta nella questione, come se fosse stata toccata la sua sfera di emozioni e sentimenti. Forse le era venuto in mente il suo amore non corrisposto. Sembrava che David fosse riuscito a farglielo dimenticare, invece…

Harry non sapeva che dire e fare. Si limitò a stare in silenzio e a continuare a passeggiare accanto a lei. Era la cosa migliore da fare. Sicuramente, se Harry avesse detto qualcosa, l’avrebbe sicuramente turbata ancora di più…l’ultima cosa che voleva fare.

Restarono in quel silenzio ancora per un bel po’, fino a quando non arrivarono al parco.

“Siamo arrivati!” esclamò Hermione.

Era un piuttosto vuoto, c’erano giusto poche persone: un bambino che giocava a palla con il papà; una coppia di fidanzati semi-nascosti da un cespuglio intenti a riscaldarsi a vicenda, cosa che fece sorridere Harry e Hermione; e, infine, tre anziane signore che parlottavano su una panchina. Gli alberi erano completamente spogli e l’erba non era nel suo stato migliore.

“Beh…dovresti vederlo in primavera!- disse Hermione- E’ magnifico! Gli alberi producono fiori profumati di un delicato color rosa pesca e per terra sbocciano violette, margherite e non-ti-scordar-di-me, formando una specie di tappeto colorato!”

“Me ne ricorderò!”

“Che ne dici di sederci?” propose Hermione.

“Sì, ma come facciamo con queste ‘adorabili’ creaturine?” esclamò Harry indicando in particolare il terranova e il dalmata che lo stavano tirando in due diverse direzioni.

Hermione rise perché Harry aveva davvero un’espressione buffa; poi, si inginocchiò per togliere il guinzaglio a tutti i cagnolini.

“Li liberi?!” esclamò Harry rimanendo con solo tre guinzagli vuoti in mano.

“Sì, tanto qui non posso scappare!”

“Ah…ok!”

Tutti e sei i cani corsero in mezzo al parco, giocando tra di loro. Harry e Hermione, invece, si sedettero su una panchina. Per qualche secondo rimasero zitti. Poi a Harry venne in mente una cosa: se Hermione aveva detto che la mattina si annoiava, questo voleva dire che aveva già finito tutti i compiti delle vacanze.

“Hermione, posso farti una domanda?”

“Certo!”

“Hai già fatto tutti i compiti?”

“Beh, più o meno. Mi manca il tema di Cura delle Creature Magiche sulla Ramora (se non sapete cosa sia, leggete “Gli animali fantastici:dove trovarli” di Newt Scamandro, alias J.K.Rowling!), il compito di Aritmanzia e il tema sulla Pozione Polisucco per Piton.”

“Beh, questo non dovrebbe essere particolarmente difficile per noi che l’abbiamo provata!”

“Per favore, non farmici pensare. E’ stato traumatico. Ogni tanto, quando mi ritorna in mente, mi sento ancora i peli in bocca! Bleah!”

Harry rise.

“Non c’è assolutamente niente da ridere, mister sensibilità!”

“Beh, pensa alla McGranitt e a Sirius: sono Animaghi, no? E si trasformano tutti in animali molto pelosi. Immagina quanti peli si troveranno addosso quando tornano a essere umani!”

“Hai ragione!” esclamò Hermione ridendo.

“Meno male…ti ho fatta ridere!”

Hermione guardò Harry molto incuriosita: “Perché dici così?”

“Mi sei sembrata un po’ giù di morale oggi!”

“Giù di morale?”  ripetè Hermione.

“Sì, beh…in realtà, ho notato che è dall’inizio dell’anno che sei così.”

“Così come?”

“Così diversa…”

Hermione non disse niente e guardò per terra.

“Mi sembra che a volte ti perda nei tuoi pensieri e non voglia più tornare alla realtà per qualche motivo particolare! Ormai…sai benissimo che, se hai qualche problema e ne vuoi parlare con qualcuno, puoi contare su di me e Ron. Siamo i tuoi amici e come tali dobbiamo aiutarci a vicenda. Certo, adesso ci sono anche Christine e Ginny ed è scontato che tu ti trova meglio con loro, in quanto sono due ragazze. Ma, insomma, io, te e Ron siamo insieme da più di quattro anni. C’eravamo solo noi tre all’inizio e…”

“Harry, calmati!” lo interruppe Hermione.

Perché ‘calmati’? Forse quel discorso lo stava coinvolgendo molto, anzi troppo. Ma, in fondo, che male c’era? Stava parlando delle sue amicizie, dei suoi primi veri amici. Erano alcune delle poche cose cui teneva maggiormente.

“Senti, Harry, io non ho mai detto che mi trovo meglio con Christine e Ginny. E’ vero che con loro posso parlare di cose che tu e Ron, magari, non capireste. Ma non potrei mai cambiare i miei due migliori amici…E comunque, credo che la tua impressione su di me sia più che giusta. Se non ne parlo con te o con Ron ci sarà un motivo, no?”

“Ehm…siamo troppo insensibili nei tuoi confronti?”

“No, assolutamente, no, Harry! Non avete niente che non va. Il problema riguarda solo me e il motivo per cui non ve ne parlo, forse, non esiste neanche. Ma è meglio non correre rischi!”

“Rischi?! Quali rischi?”

“Il rischio di far soffrire qualcuno che ha già sofferto abbastanza!”

“Ma a chi ti stai rif…” iniziò a dire Harry, ma venne interrotto dalla stessa Hermione.

“Ehi, Lucky, vieni qui!” esclamò la ragazza al beagle che si stava allontanando un po’ troppo.

“Hermione, ma…”

L’ amica si era già alzata per andare a prendere Lucky ed era, così, riuscita ad evitare la domanda di Harry.

A questo punto, Harry si chiedeva a chi si stesse riferendo Hermione (e meno male che alcuni dicono che lui è più intelligente di quanto credevano!). A lui o a Ron? Ma Harry non riusciva proprio a pensare a niente che potesse far soffrire lui o Ron. In fondo, Ron aveva avuto, tutto sommato, un’infanzia felice, per quanto ne sapeva lui; e Harry, a parte il fatto che non aveva avuto nel periodo della fanciullezza una famiglia accogliente e amorevole, in quel periodo era felice: aveva una bella casa, una vera famiglia, Cho e amici sinceri. Cos’altro poteva chiedere? E, soprattutto, cos’altro avrebbe potuto in qualche modo ferirlo?

“Harry!” esclamò Hermione.

 Harry vide che l’amica aveva già attaccato al guinzaglio i tre cani che spettavano a lei e ora stava invitando Harry a fare lo stesso..

“Oh…scusa!” disse Harry avvicinandosi a lei e cominciando ad attaccare al guinzaglio il cucciolo di dalmata e poi il terranova.

“A quanto pare, non sono l’unica a essere soprappensiero!”

“Non ero soprappensiero! Stavo solo…”

“…meditando. Sì, come no!!” concluse Hermione, scoppiando a ridere.

“Ehi!!” esclamò Harry.

Ma proprio in quel momento, il cocker spaniel gli balzò in grembo e lo fece cadere per terra. Il cagnolino cominciò a lavargli per benino il viso, leccandolo.

Hermione continuava a ridere, divertita.

“Sei sicuro…di esserti lavato…la faccia…stamattina?!” esclamò Hermione tra le risate.

“Certo! Ne sono sicuro al 100%!” disse Harry provando inutilmente ad allontanare il cocker.

“Allora devi stare proprio simpatico ad Ambrogio!”

“Mi aiuti per favore?” la implorò Harry.

Hermione riuscì a calmare le risate e si inginocchiò per terra. Con estrema facilità prese tra le sue braccia Ambrogio, accarezzandolo dolcemente.

“Su, su, Ambrogio. Non si fa così! Se Cho viene a sapere quello che gli hai fatto, si ingelosisce e lo lascia.”

“Ah ah…molto simpatica!” commentò amaramente Harry che, prima di alzarsi, si asciugò il viso con un fazzolettino.

Lo stesso fece Hermione, lasciando per terra il cagnolino che si era calmato. Poi, avendolo legato al guinzaglio, lo riconsegnò a Harry che, riluttante, lo afferrò con decisione.

“Vuoi che lo tenga io?” gli propose Hermione con una punta di sarcasmo.

“Senti, ho tenuto testa a un Basilisco, a un esercito di ragni carnivori inferociti, a Voldemort…vuoi che mi lasci mettere i piedi, anzi, le zampe in testa da una creaturina così piccola?!”

“Come vuoi!- esclamò Hermione che, guardando l’orologio, continuò- E’ ora di andare!”

“Ok!”

“Ti accompagno a casa!” gli disse Hermione.

“Beh, questo non proprio gratificante per un ragazzo!”

“Harry, se io ti affidassi al tuo senso d’orientamento, l’anno prossimo saresti ancora qui a girovagare!”

“Gran bella fiducia che hai nel mio senso d’orientamento!”

“Dai, sto scherzando! Ma, vedi, la strada che devo fare coincide più o meno con quella per casa tua, quindi…”

“E va bene!”

E si avviarono all’uscita del parco.

“Ambrogio? Non è un nome italiano?” chiese Harry a Hermione.

“Sì, infatti la sua padroncina è italiana e tifosa di una squadra di calcio italiana che ha per mascotte un coccodrillo con questo nome!” (pensavate fosse quello dei Ferrero Rocher?! Invece no! In teoria questa italiana sarei io che mi sono trasferita a Londra…naturalmente è solo immaginazione. Infatti il mio sogno è quello di andar un giorno a visitare Londra!! Comunque penso abbiate capito che la squadra di calcio in questione sia l’Inter! Ecco…beh, si accettano tutti i tipi di commenti per questa rivelazione!))

“Mm…la conosci bene!”

“Beh, ha qualche anno in più di noi. E’ molto simpatica e ogni tanto vado da lei a prendere il té!”  (Grazie cara, troppo buona! Peccato che il tè non mi piace neanche!)

“Aaahhh…capisco!”

“Per caso hai sentito Ron, Harry?”

“No, tu?”

“No, ma secondo me si sta già preparando per quando Christine andrà a cena da loro con i suoi genitori!”

Harry rise: “Sì, lo credo anch’io!”

“E con Cho?” chiese Hermione tornando seria seria.

“Con Cho…cosa?”

“Non ti sei sentito con lei?”

“Oh, sì, certo. Mi ha detto che si sta annoiando a morte…senza di me!”

Hermione alzò gli occhi al cielo.

“Beh, che ti prende?”

“Niente!” mentì Hermione guardando Harry.

“Guarda che ti ho vista!”

Pausa di silenzio in cui Hermione sembrò riflettere prima di arrabbiarsi.

“Oh, insomma! Ora non si può neanche dare un giudizio sull’esagerata sdolcinatezza della tua compagna.”

“Esagerata sdolcinatezza?! Guarda che potrei dire la stessa cosa del tuo compagno!”

“David non è assolutamente mieloso!”

“Ah no? E’ tutte quelle carezzine, quelle paroline dolci che ti ha detto dopo averti baciata?!”

Hermione assunse un’espressione indignata: “Tu…tu ci hai spiati?”

“No, io ero lì per caso…con Cho.”

“Con…Cho?” esclamò lei ancora più inorridita.

“Ci eravamo nascosti dentro la Stamberga Strillante dopo aver sentito delle voci. Non l’abbiamo fatto apposta!”

“Quindi anche Cho ci ha visti!”

Harry annuì un po’ titubante: forse era meglio non dire ad Hermione che Cho l’aveva vista mentre veniva baciata da David.

“Oh mio Dio, oh mio Dio…” continuò a ripetere Hermione sconvolta.

“Calmati, Hermione. Non è successo niente!” provò a fermarla Harry.

Ma Hermione reagì agitatissima: “Calmati?! Non è successo niente?! Adesso, tutta la scuola saprà nei minimi dettagli il mio primo bacio! Non poteva andare meglio di così!”

“Perché dici così?”

“Non so se hai inquadrato bene che tipo di ragazza è Cho:lei è una delle cosiddette ‘pettegole’, capito? Così come quelle galline che stanno sempre con lei, naturalmente!”

“Io non credo che Cho possa andare in giro a raccontare di quando David ti ha…baciata!”

Hermione fare una faccia scettica. E, in effetti, Harry dovette ammettere che anche lui, sotto sotto, pensava la stessa cosa su Cho.

“Facciamo così: le farò promettere di non dirlo ad anima viva!- poi, pensando ai fantasmi di Hogwarts, si corresse- Pardon, ad anima viva o morta! Credo che mi ascolterà!”

“Sempre che non l’abbia già fatto!”

“Appena arrivo a casa, le scrivo subito!”

“Davvero?!” esclamò Hermione molto più sollevata.

“Certo, se tu non vuoi far sapere quello che è successo tra te e David, bisogna zittire gli eventuali testimoni, senza doverli eliminare fisicamente!”

Hermione rise. Sembrava che tra loro fosse tornata l’armonia.

“Ehi, Hermione, non mi ricordo più il motivo per cui abbiamo iniziato a discutere!”

“Neanch’io!” esclamò lei sorridendo.

In quella giornata piuttosto pallida, quel sorriso sembrò illuminare tutto più del sole. E in quel momento cominciarono a cadere dal cielo candidi e soffici fiocchi di neve.

“Wow! Nevica!”

Entrambi volsero lo sguardo al cielo: era come se i fiocchi di neve, mentre cadevano silenziosamente, stessero danzando sulle note di un misterioso valzer ( °o° ). C’era una strana atmosfera, quasi magica, che faceva stare in pace con se stessi e con il mondo intero ( °o°. Che frasi poetiche! Mi sorprendo di me stessa! ).

Ma Harry non sapeva cosa caratterizzasse questa atmosfera…se era la neve, o il clima natalizio che aveva avvolto l’intera città di Londra, o ancora se era semplicemente lo stare lì, fermo, a guardare la neve con Hermione. Pensando a quest’ultima opzione, Harry scosse la testa per tornare in sé.

“Che hai, Harry?” gli chiese Hermione.

“Eh?!!” esclamò Harry guardando Hermione.

“Ehi, ma stai bene? Sei tutto rosso in viso! Non è che hai la febbre?”

Hermione si avvicinò a lui e gli mise una mano in fronte per controllargli la temperatura.

“No, sto bene! Non ti preoccupare. E’ solo che…credo che Sirius e Rachel mi stiano aspettando!”

“Beh, non manca tanto. Ormai siamo arrivati!”

Infatti, dopo aver svoltato a sinistra, Harry riconobbe la casa di Sirius…accidenti, doveva cominciare a chiamarla ‘casa sua’!

Improvvisamente Harry aveva un’incredibile voglia di tornare a casa il più presto possibile: non che stare con Hermione gli desse fastidio, tutt’altro. Ma si sentiva a disagio, in quel momento: non sapeva più come comportarsi, cosa dire e aveva paura che lei si avvicinasse a lui e lo toccasse. Perché, quando questo accadeva, c’era qualcosa di strano che si smuoveva in lui. Ma Harry stava facendo di tutto affinché questo ‘qualcosa’ non prendesse il sopravvento e cercava di sopprimerlo. Fortunatamente ci riusciva sempre, perché Harry sapeva essere molto convincente, soprattutto con se stesso.

Vedendo…casa sua, Harry sospirò. Hermione non se ne accorse.

“Beh, grazie per avermi fatto compagnia!” disse Harry.

“Figurati, per così poco! Comunque è stata una mattinata piacevole!”

“Sì, e anche molto istruttiva! Almeno adesso so arrivare al parco e tornare indietro!”

“Hai raggiunto uno degli obiettivi fondamentali nella vita di un uomo! Complimenti!” scherzò Hermione.

“Spiritosa! Non è colpa mia se non sono di questa zona!” replicò Harry.

“Lo so, Harry! Non sono così stupida, sai?!”

“No, infatti…sei l’esatto contrario!”

Hermione assunse un’espressione di soddisfazione che fece sorridere Harry.

“Allora, ci vediamo a scuola!” disse poi Harry.

Hermione annuì:”Buon Natale!”

“Grazie, anche a te!” disse Harry e, salutandola, si avviò verso casa.

Ma Hermione lo fermò: “Harry?!”

Harry si voltò: “Sì?!”

“Mi ridaresti i cagnolini?”

Se ne era completamente dimenticato: aveva ancora i guinzagli dei tre cani!

“Oh, scusa…che sbadato!” disse Harry ridandole i cagnolini.

“Appunto! E’ da quando ti sei messo con Cho che sei così sbadato!”

“Sarà l’effetto dell’amore!”

“Sì, certo…effetto dell’amore! Vai a casa, sbadato!”

“Ciao Hermione!”

“Ciao!”

Non appena Harry arrivò davanti casa sua, si voltò indietro e notò che Hermione era già andata via. Quando, poi, entrò a casa, trovò Sirius e Rachel in salotto: entrambi stavano leggendo, il primo “La Gazzetta del Profeta”, la seconda il libro di Storia della Magia di Harry.

I due, accortisi della presenza di Harry, lo salutarono: “Ciao, Harry!”

“Bella passeggiata?” chiese Sirius.

Harry andò a sedersi vicino a Rachel: “Sì, ho incontrato Hermione.”

“Immagino ti abbia fatto da guida!”

“Più o meno.”

Rachel lo fissò per qualche istante e, poi, disse: “Non mi sembri molto entusiasta di averla incontrata…”

“No, è solo che mi sentivo strano mentre ero con lei.”

“In che senso?” chiese Rachel.

“Mah…era come se non sapessi più come comportarmi.”

“Mmm…credo di aver capito!” disse Rachel annuendo.

“Cosa hai capito?” le chiese Sirius.

“Beh, se non lo avete capito, non ve lo posso dire io, soprattutto a te, Harry!”

Perché tutti capivano cosa aveva Harry, tranne lui? E perchè nessuno voleva dirglielo? (perché è una delle regole delle storie di questo genere!)

Harry sospirò: “Bene, credo che andrò in camera mia a scrivere a Ron e a Cho!”

“Se vuoi, puoi usare Jolly!” disse Rachel.

“Grazie!”

“Ah, Harry, non ti dispiace se ho preso in prestito il tuo libro?!”

“Oh…non preoccuparti!”

Così Harry salì in camera sua. Quando entrò, vide Hedwige fuori dalla finestra e la fece entrare. La candida civetta andò a posarsi sopra la scrivania, ma non aveva nessuna risposta di Ron. Forse l’amico non aveva avuto tempo di scrivere una lettera. Magari gliene avrebbe mandata una più tardi con Leo.

“Era ora, Hedwige! Cominciavo a preoccuparmi!” disse Harry chiudendo la finestra.

Sedutosi alla scrivania, Harry prese un foglio di pergamena, la piuma d’oca e l’inchiostro e scrisse a Cho. Nella lettera Harry descrisse cosa faceva in quei giorni, le chiese come stava e se era successo qualcosa di interessante a scuola. Alla fine, prima di salutarla, scrisse:

“…

Un’ultima cosa: mi è venuto in mente solo adesso, ma ti chiedo comunque di esaudire questo mio desiderio. Quel giorno, a Hogsmeade, prima di Natale, abbiamo visto David che stava baciando Hermione. Il favore che ti chiedo è questo: ti prego di non dire a nessuno quello a cui abbiamo assistito. Sono sicuro che tu abbia già capito che lo faccio per rispetto nei confronti di David e di Hermione e dei loro sentimenti…”

Dopodiché la ringraziò e la salutò: Harry piegò la lettera e la legò alla zampa destra di Hedwige.

“Questa deve essere portata a Hogwarts e devi consegnarla solo a Cho, ok?” disse Harry a Hedwige.

La civetta, che si era posata sul braccio del suo padroncino, schioccò il becco e, non appena Harry aprì la finestra, volò via.

“Adesso a Ron!” esclamò Harry e tornò alla sua scrivania.

L’amico non gli aveva risposto e Harry pensò che Hermione avesse ragione. Sicuramente Ron aveva già ordinato e pulito a fondo camera sua. E Harry non poteva biasimarlo: anche lui avrebbe fatto di tutto per fare colpo su Cho, se non l’avesse già fatto.

Prese un altro foglio di pergamena, ma si bloccò dopo aver scritto “Caro Ron, come stai?” .

Infatti si dimenticò il motivo per cui stava scrivendo a Ron con così tanta urgenza, visto che lui non gli aveva neanche risposto. Cosa voleva dirgli? Voleva solo dirgli che aveva incontrato Hermione e come gli era parsa. Ma no, non era solo questo. C’era qualcos’altro che voleva raccontargli, ma cosa?

Dopo aver riflettuto a lungo, ecco che ad Harry arrivò l’illuminazione (o insight per gli psicologi!): quello che si sentiva di raccontare a Ron era come si era sentito mentre stava con la loro amica. Forse non era neanche una cosa così rilevante; forse, Harry stava dando troppa importanza a qualcosa che, molto probabilmente, non esisteva per niente. Infatti, chissà quante persone si saranno sentite come lui con il proprio migliore amico appartenente all’altro sesso (Ma certo, ti faccio un po’ di esempi:Dawson & Joey, Miki & Ginta, anche se lei finisce con Yu fortunatamente…caro Harry, hai visto cos’è successo poi a tutti loro?). Alla fine decise di non scrivere quello che voleva scrivere a Ron, perché sapeva perfettamente quale assurda teoria avrebbe elaborato l’amico.

Del tipo:” Harry, possibile che non ti sia accorto di cosa sta succedendo?! Te lo dico io…ti stai innamorando della nostra migliore amica!!”

Praticamente una teoria che non stava né in cielo né in terra! Harryinnamorato…di Hermione?! Assurdo, semplicemente assurdo, per non dire ridicolo. Ma perché tutti all’improvviso si erano messi a pensare cose del genere? Lui era innamorato solo ed esclusivamente di Cho Chang…e basta!

Tuttavia, Harry faceva molta fatica a zittire quella vocina dentro di lui che lo accusava di essere un ingenuo.

Così, evitando di parlare di tutto ciò, scrisse lo stesso la lettera e, dopo aver preso Jolly, gliela legò alla zampa, dicendogli di consegnarla a Ron Weasley. Quando anche Jolly fu andato via, Harry si sdraiò sul letto a rilassarsi: il suo unico obiettivo era quello di non pensare a quelle stupide supposizioni riguardo i suoi presunti sentimenti d’amore per Hermione. Ma se stava fermo e non si teneva occupato, quei pensieri gli affollavano la mente, provocandogli un gran mal di testa. Cosa poteva fare di bello?

“I compiti!” disse la sua parte razionale e giudiziosa (cioè l’io freudiano!).

Ma Harry rispose a se stesso: “Ho detto di bello!” (N.d.A.: qui non dovete immaginare che Harry stia parlando da solo. In realtà è un processo psicologico, vale a dire un dialogo tra le tre componenti freudiane della psiche umana: io, es, super-io. Per ulteriori informazioni, leggere qualcosa su Freud!).

Perciò Harry si alzò dal letto e prese a vagabondare (“Io, vagabondo che son io, vagabondo che non sono altro”….sempre e solo Nomadi!) per la sua stanza. Forse avrebbe potuto fare una doccia…no, c’era troppo tempo per pensare! Poteva lavare la macchina…ma con quel freddo, chi osava bagnarsi le mani di fuori?! (Ehi, ciccio, perché non provi ad addestrare un gruppetto di pulci come acrobate per un circo?! Oppure puoi imparare il giapponese visto che – pubblicità- nella prossima fanfiction andrai a fare una capatina in Giappone!)

In quel momento bussarono alla porta.

“Avanti!”

Entrò Rachel e gli chiese: “Ehi, Harry, che ne dici di venire ad aiutarmi in cucina?”

Era quasi ora di pranzo: Harry, in un primo momento, pensò che fosse una grande assurdità (Questa è proprio una ca…una vera cazza…una grande, gigantesca, strepitosa cazzata!). In fondo, erano rari gli uomini che si mettevano in cucina e ancora più rari quelli che riuscivano in cucina! Ma Harry dovette ammettere che se la cavava ai fornelli, dato che quando era con i Dursley cucinava spesso. Era piuttosto bravo e, quindi, perché non accettare? Inoltre era pur sempre qualcosa da fare.

“Arrivo!” esclamò Harry e seguì Rachel in cucina.

Harry non pensò più a ciò che lo tormentava, fino a sera. Infatti in cucina si era divertito a cucinare tante buone cose insieme a Rachel. Dopo un po’ si era unito a loro anche Sirius. Quando tutto era pronto, pranzarono e poi lavarono i piatti: Rachel li lavava, Sirius li sciacquava, Harry li asciugava.

Nel primo pomeriggio giocarono prima a carte e dopo fecero un mini torneo di scacchi magici: Sirius perse contro Rachel e contro Harry. Alla fine, nel match conclusivo, vinse Rachel, che riuscì a battere Harry dopo una partita particolarmente avvincente.

Invece, nel pomeriggio inoltrato tutti e tre andarono a fare un giro in centro per comprare le pietanze tipicamente inglesi del Natale. Passarono, inoltre, vicino a una specie di pub, che era ancora in allestimento. Ma una cosa di questo locale incuriosì Harry, il nome: “Two owls and a cat!”. Infatti gli fece venire in mente Hedwige, Leo e Grattastinchi. Ma, sicuramente, era solo un caso! (Ciccio, guarda che in questa storia niente avviene per caso!)

Quando tornarono a casa cenarono e poi Harry decise di andare in camera sua dove vide Hedwige fuori dalla finestra.

“La risposta di Cho!” pensò e corse ad aprire la finestra. Hedwige entrò e si appoggiò sul braccio di Harry che le diede uno zuccherino come ricompensa e dopo prese la lettera. Harry iniziò a leggere la lettera non appena la sua civetta andò a posarsi sopra la scrivania:

“Carissimo Harry,

sono contenta che tu stia bene e che ti stia divertendo a Londra, al contrario di noi, qui, ad Hogwarts. Il Natale non è mai stato così noioso. E’ per questo che ti ho risposto subito: non avevo niente da fare.

Comunque, non ti preoccupare per quella cosa. Non ne ho parlato con nessuno. Capisco benissimo che lo hai fatto per rispetto nei confronti di David e Hermione. A proposito, mi sembra che David sia un po’ giù: forse gli manca Hermione…proprio come mi manchi tu!

Spero che le vacanze di Natale finiscano in fretta, così torni presto da me!(Oh, per favore, basta! Mi è venuta la carie solo a scrivere queste cose tanto sono sdolcinate!)

Adesso vado a cenare. Credo che l’unica cosa buona siano proprio i pranzi e le cene quest’anno. (Mi raccomando, vedi di diventare come una mongolfiera, che poi ti viene anche l’acne!)

Tanti auguri,

con amore,

Cho.”         (Ma va a ca……!)

Harry era molto felice per quella lettera: un po’ perché Cho non aveva detto a nessuno di Hermione e David e un po’ perché le parole di Cho lo fecero sentire una specie di eroe, un eroe che torna dalla sua amata. (Ecco, ci mancava proprio questa ciliegina sulla torta venuta fuori da ‘sta storia. Ti prego Harry, evita questi pensieri!)

Quando andò a dormire, dopo essersi lavato, riemerse quel pensiero che lo aveva assillato per tutta la mattina. Ma non voleva pensarci: così fissò la sua attenzione sulla propria immagine di eroe per Cho. (Del genere principe azzurro sul cavallo bianco che va a salvare la principessa sul pis…pardon, nella torre?!)

“Sono il suo eroe! L’unico suo eroe!” continuava a ripetersi.

E a furia di sforzarsi a non pensare a Hermione, ma a Cho, si stancò e si addormentò. (che effetto che provoca Cho!)

 

 

Allora, che ne dite? Non trovate che il rapporto tra Harry e Hermione è molto instabile, sembra molto fragile, come se da un momento all’altro dovesse scoppiare? Beh, se volete sapere come continuerà la storia, seguitemi perché il prossimo capitolo è “Un grande litigio!”. Già, chi litigherà? Cosa succederà? Comunque…avete sentito di Daniel Radcliffe? A novembre girerà un film tratto da un libro “December boys” dove interpreterà il più grande di quattro orfani (tanto per cambiare) che cercheranno di accattivarsi l’affetto di una coppia che vuole adottare uno di loro. Sarà ambientato alla fine degli anni 60 e, tenetevi forte, in questo film Daniel avrà anche la sua prima storia d’amore! Staremo a vedere! Io intanto proverò a cercare il libro da cui è tratto il film.

Merewen: tu vai ancora al liceo o sei già all’università? Beh…siamo d’accordo su Freud, quando l’ho studiato al liceo l’ho trovato molto interessante e facile da comprendere.

Marco: perché chiami Harry brodo? In fondo non è poi così male!! Poverino!!

Atena89: tu sì che hai capito tutto! Carissima Atena89, continua a seguirmi! Mi farai molto felice!! Perché ho come l’impressione che qualcuno potrebbe anche non seguirmi più.

Hermione4ever: beh, io cercherò di aggiornare almeno ogni settimana, ma a fine luglio vado in vacanza e prima dell’inizio di settembre non potrò più avere a portata di mano un computer!! Sigh!

StellinaX: ah sapevo che Rachel avrebbe riscosso molto successo. Comunque ho come l’impressione che il Natale non faccia molto effetto in questo 5° anno. Ehi…no, non dovevo dirlo. Mannaggia!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Un grande litigio ***


Bene, sono contenta. Finalmente qualcuno mi ha detto che la mia storia fa vomitare! Apprezzo la sincerità, anche se magari “fa vomitare” poteva essere espresso in un modo leggermente più delicato. Comunque, se quel qualcuno sta leggendo mi piacerebbe sapere come mai la mia storia ha causato quel conato di vomito! Grazie!!

Bando alle ciance! Ehm, chiedo perdono in anticipo per questo capitolo. Abbiate pietà: ero fuori di me quando l’ho scritto, tanto tempo fa.

 

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

5°ANNO

Capitolo 12: “Un grande litigio!”

 

Le vacanze natalizie di Harry furono molto più belle di quanto lui si aspettasse. Per Natale ricevette molti regali: Sirius e Rachel, praticamente, gli rifecero il guardaroba, eliminando quei vestiti larghi, usati e fuori moda di suo cugino Dudley; Hagrid gli regalò qualcosa per la sua nuova camera da letto nella casa di Sirius, ovvero una specie di lampada glitter con migliaia di brillantini dentro, il cui colore cambiava a seconda dell’umore di Harry. E non fu l’unico a regalargli qualcosa per la sua nuova camera; infatti Ron, Ginny e Christine gli regalarono un quadro molto grande che ogni giorno cambiava foto: un giorno c’era, per esempio, una foto di tutti e cinque, oppure solo lui, Ron e Hermione, o, ancora, foto di ognuno dei suoi amici presi singolarmente.

Da Cho ricevette, invece, un libro che lo lasciò un po’ turbato o, almeno, sconcertato, dato che non ne capiva il senso. Il titolo era “Insegnamenti sull’amore”, l’autore un monaco vietnamita. (Curiosità: esiste davvero. C’era la recensione sul Top Girl di mia sorella!) Harry lesse la recensione sulla copertina retrostante del libro: “Il buddismo è una filosofia di vita fondata sull’amore universale. L’autore ci aiuta a capirlo. Non è necessario convertirsi: i quattro elementi dell’amore possono portare chiunque alla felicità.”

Sorsero spontanee due domande:

1_Perché un libro buddista sull’amore?

 Harry rifletté a lungo e, poi, arrivò a una conclusione plausibile: molto probabilmente la famiglia di Cho era dedita alla religione buddista e lei voleva aiutare Harry a capire questa religione.

2_Perché un libro buddista sull’amore …a Harry?

Forse Cho pensava che lui fosse proprio negato in questioni amorose. Harry dovette ammettere che un fondo di verità c’era: si era sempre fatto consigliare da Hermione. Se non fosse stato per i suoi preziosi consigli, in quel momento, magari, lui non sarebbe stato insieme a Cho e non avrebbe ricevuto “Insegnamenti sull’amore” come regalo natalizio. (Vantaggio o svantaggio? Che gran dilemma!)

Conclusione: Cho voleva aiutarlo a capire meglio il sentimento profondo dell’amore dal punto di vista della sua religione. In questo modo la loro relazione sarebbe durata a lungo e tra di loro ci sarebbe stata sempre una perfetta armonia.

Sicuramente Hermione e Ron avrebbero riso sapendo che Cho gli aveva regalato un libro del genere e Harry, dal canto suo, non poteva che dare ragione ad entrambi. Comunque, era pur sempre un pensierino ed era questo che contava di più per Harry.

Infine il regalo di Hermione: era una scatolina nera, molto elegante, con scritto a caratteri d’argento “Lui”. Dentro vi era una boccetta di profumo( esiste davvero anche questo!), di media grandezza, che aveva una fragranza molto buona. C’era anche un biglietto di Hermione che diceva:

“Caro Harry,

               BUON NATALE! Spero che tu, Sirius e Rachel stiate passando un sereno Natale. Ti è piaciuto il mio regalo? Sai, dopo tanti libri e accessori per il Quidditch, ho scelto di regalarti un profumo: ha un fragranza molto robusta e anche molto sensuale. Diciamo che potremmo definirlo…un profumo da uomo!  Anche il flacone, con la sua forma squadrata e solida, conferma la vocazione prettamente virile di questo profumo. Chissà…magari piacerà anche alla tua Cho, no?

Adesso, ti lascio, augurandoti ancora una volta dolcissime feste.

          Tua,

                             Hermione.”

Tutto sommato, aveva ricevuto regali utili: i vestiti, infatti, li indossò già il giorno di Natale; il soprammobile di Hagrid lo mise in camera sua, vicino all’abat-jour; il quadro con le foto dei suoi amici lo appese su una parete libera della camera; iniziò a leggere il libro per non fare brutta figura nel caso in cui Cho gli avesse chiesto qualcosa a riguardo; infine, il profumo decise di conservarlo per i giorni in cui era ad Hogwarts. Infatti, lo utilizzò nel giorno del ritorno dalle vacanze, che arrivò ben presto. Alla stazione, anche Rachel attraversò la barriera perché voleva vedere da dove partiva l’Espresso per Hogwarts. Rimase stupita da tutti quei maghi e quelle streghe che indossavano strane vesti.

“Ehi, Sirius, anche tu ti vestivi con quelle tuniche di velluto scintillanti?” gli chiese Rachel ridendo.

“Solo in cerimonie particolari!” rispose lui infastidito e Rachel rise ancora più divertita.

Harry, intanto, cercava a destra e a sinistra Ron e Hermione, ma non li vide: evidentemente non erano ancora arrivati. Si accorse, invece, della presenza di Draco Malfoy che stava sistemando i suoi bagagli…E poi accadde qualcosa che lo fece rimanere sconcertato. Da un vagone del treno scese Ginny Weasley con un piccolo cestino in mano e si diresse verso Draco, il quale si offrì di metterlo nel vagone portabagagli al posto della ragazza. Ginny sorrise e lo ringraziò. Dopodiché Draco salì sul vagone e aiutò Ginny a fare lo stesso. Cosa stava succedendo? Perché Draco aveva aiutato Ginny? Perché era stato così gentile con lei? Decise di andare a cercare Ron sul treno per chiedergli spiegazioni: se c’era Ginny, allora ci sarebbero dovuti essere anche gli altri fratelli Weasley.

Si rivolse così a Sirius e Rachel: “Voi potete andare adesso.”

“Sei sicuro?” chiese Sirius.

“Sì, vado a cercare Ron.”

“Come vuoi. – disse Sirius stringendogli la mano- Mi raccomando, non ti cacciare nei guai e studia!”

“Va bene!”

Rachel gli diede un bacio sul capo e disse: “Abbi cura di te!”

“Ok, ciao!”

Dopo aver salutato Sirius e Rachel, Harry sistemò i suoi bagagli, salì sul vagone su cui erano saliti Draco e Ginny e cercò Ron. Dopo un po’, lo trovò, con sua grande sorpresa, nella stessa cabina di Draco e Ginny.

“Ciao, Harry!” esclamò Ginny.

“Ehilà, amico!” disse Ron.

“Ci…ciao!” balbettò lui, spostando lo sguardo da Ron, seduto vicino al finestrino, a Ginny, seduta dalla parte opposta di suo fratello, e, infine, a Draco, seduto accanto a Ginny.

Harry lo guardò e Draco fece lo stesso.

“Dai, entra, Harry!” gli disse Ginny che sprizzava gioia da tutti i pori.

Harry entrò e si sedette vicino a Ron, con un’espressione alquanto spaesata. Infatti Ron se ne accorse e fece segno a Ginny e a Draco di uscire. Non appena i due se ne andarono, Ron gli disse: “Dai, spara tutto quello che vuoi sapere!”

Harry non rispose subito: in quel momento provava un sentimento strano, come se si sentisse tradito.

“Per prima cosa, perché non mi hai mai risposto durante queste vacanze? E secondo: cosa sta succedendo con Draco?”

Ron prese un profondo respiro: “Adesso, ti racconto tutto. Sai che Christine doveva venire a cena da noi?”

Harry annuì.

“Bene, nei giorni che precedevano questo evento molto importante per me, ho aiutato mia madre a sistemare la casa perché volevo fare bella figura su Christine. ( Bravo il nostro Ron!) Tutto ciò mi ha molto sorpreso: voglio dire, non avevo mai fatto una cosa del genere per qualcuno. Quindi, non ho avuto molto tempo per risponderti, mi dispiace. Ma leggevo le lettere e io sono d’accordo con quello che ti ha detto Rachel. Tu puoi accettare o no questa situazione; però, resta il fatto che secondo me è così. E sai benissimo che non sono l’unico a pensarlo.”

“Infatti non sono d’accordo! E, comunque, non ci voglio pensare adesso. Tra un po’ rivedrò Cho.”

“Come vuoi.” disse Ron un po’ rassegnato.

“Magnifico! Adesso, continua a raccontare.”

“Ok! Quando Christine è venuta da noi, naturalmente, non sono riuscito a combinare alcunché perché Fred e George continuavano a interrompermi. Ma ho notato che Christine non era molto interessata a sfruttare la situazione per far evolvere il nostro rapporto di amicizia in qualcosa di più importante e profondo. Infatti, quando le ho fatto visitare la mia stanza, cioè l’unico momento in cui potevamo stare da soli, lei mi ha detto che Draco l’aveva contattata.”

“Perché?” lo interruppe Harry.

“Draco ha chiesto a Christine di convincermi a incontrarlo perché doveva parlarmi di una cosa molto importante. E così, seppur riluttante, ho accettato di incontrarlo, convinto da Christine. Io e Christine abbiamo fissato un appuntamento con Draco a Diagon Alley. Il giorno dell’appuntamento, ci siamo recati nel luogo prescelto dove Draco ci stava aspettando.”

“Ma perché ti sei portato dietro Christine?”

“Perché, nel caso in cui Draco mi avesse fatto arrabbiare e io non fossi riuscito a trattenermi, lei mi avrebbe fatto calmare.”

“Capisco. E cosa doveva dirti Draco di così importante?”

“Mi ha detto che in quei giorni si vedeva di nascosto con mia sorella nei quartieri babbani dove nessuno li poteva riconoscere. Lui l’aveva contattata perché gli era sembrata la più disponibile tra di noi, oltre a Hermione.”

“Ma va’?! Forse lei è innamorata di lui!!” commentò Harry.

“Comunque, io non mi ero mai accorto delle assenze mattutine quotidiane di Ginny, perché ero troppo preso da quello che stavo facendo. Fatto sta che lui mi ha detto qualcosa di veramente sconvolgente e sconcertante. A furia di stare con mia sorella, lui se ne è innamorato, non sapendo di essere corrisposto.”

“E perché te lo voleva dire?” chiese Harry che non poteva credere a quello che aveva sentito.

“Beh, da oggi in poi, lui vorrebbe passare più tempo con Ginny e, siccome lei sta sempre con noi e lui ha litigato con Tiger e Goyle proprio per questo motivo, voleva farsi accettare da noi. Hermione, già da tempo, si era convinta del suo cambiamento. Io e Christine ce ne siamo accorti quando ci ha chiesto scusa per quello che ci ha fatto passare!”

Harry sbuffò.

“Harry, credimi, si capiva perfettamente dalla sua espressione che era sincero. E, poi, tra noi due, quello che credeva di più a un suo possibile cambiamento, eri tu!”

“Sì, ma, adesso, ho cambiato idea! Forse quello che vuole è proprio questo: intrufolarsi nel nostro gruppo per poi tradirci all’improvviso;magari è in combutta con Voldemort!”

“Possibile che tu debba essere sempre così cinico e sospettoso, Harry?!” esclamò una voce dall’ingresso.

Harry e Ron si voltarono e videro Hermione con la cesta di Grattastinchi in mano. Ma qualcosa in particolare del suo aspetto colpì l’attenzione di Harry: Hermione era molto pallida e aveva un’aria molto affaticata. Anche quando si incontrarono prima di Natale, l’amica era così, ma Harry pensò che fosse colpa del freddo. Cominciò, così, a insospettirsi.

“Ciao, Hermione!” la salutò Ron.

“Ciao!” disse lei entrando e sedendosi di fronte a Harry e Ron.

“Io non sono affatto cinico. E essere sospettosi è utile a volte!” esclamò Harry leggermente infastidito.

“Ciao anche a te, Harry!” fece Hermione con una punta di sarcasmo.

“Certo, ciao!!” disse lui sempre più infastidito.

“Oh, Harry…cos’hai?” gli chiese Hermione.

“Assolutamente niente! Piuttosto, voi mi sembrate diversi: vi state fidando di Draco Malfoy che per quattro anni non ha fatto altro che tormentarci!”

“Ma quante volte te lo dobbiamo dire?! E’ cambiato! Adesso, è dalla nostra parte, sta con noi. Non ci farà più soffrire!” disse Hermione.

“Lui sta solo fingendo e voi ci siete cascati in pieno: questo potevo aspettarmelo da Hermione, ma non da te, Ron.”

Hermione lo guardò accigliata: “Cosa intendi dire con ciò?”

“Io ti credevo diversa dalle altre ragazze. Invece, da quando ti sei messa con David, stai cominciando a credere a ogni scemata che ti si dice! Quello che intendo dire è che stai diventando credulona e rammollita come le altre sciocche ragazzine!”

“Harry…” disse in un soffio Ron, non credendo a quello che aveva sentito.

Hermione si alzò in piedi: aveva un’espressione furiosa e, allo stesso tempo, incredula. Si avvicinò a Harry e gli mollò un gran bel ceffone, tanto che gli lasciò una guancia rossissima che Harry si massaggiò stupito. (Applause for Hermione! Thank you!)

“Così è questo che pensi di me…dopo tutto quello che ho fatto per mantenere in piedi la nostra amicizia. Sai, da quando è iniziata la scuola abbiamo litigato molte volte, più del normale, ma abbiamo fatto sempre pace perché evidentemente lo volevamo entrambi. Non abbiamo mai litigato così pesantemente come adesso. E per quello che hai appena detto, non mi importa più niente di fare pace. Non posso far finta che non sia successo niente, perché oggi le tue parole mi hanno fatto molto male. Mi hai deluso molto, Harry!” disse Hermione con voce tremante, cercando di trattenere le lacrime.

In quel momento arrivarono anche Ginny, Draco e Christine, che sembravano tutti un po’ preoccupati. Ma chiunque fosse entrato in quella cabina si sarebbe preoccupato perché avrebbe sicuramente percepito la tensione che si era venuta a creare tra i tre amici. Non era mai accaduta una cosa del genere.

Harry, la cui guancia era ancora piuttosto arrossata, guardò Draco come se lo volesse incolpare di quello che stava succedendo. Così, si alzò in piedi e disse, posando lo sguardo su Ron e Hermione: “No, siete stati voi a deludermi!”

Detto questo, Harry uscì dalla cabina, scontrandosi con la spalla di Draco. Si allontanò da loro, cercando una cabina vuota, tutta per lui. E quando la trovò, vi entrò e si sedette accanto al finestrino. L’unica cosa che voleva fare in quel momento era stare il più lontano possibile da Ron e Hermione. Lo avevano tradito e questo bastava a spezzare la loro amicizia. La cosa strana era che non si sentiva per niente in colpa per quello che aveva fatto. Ma dovette ammettere che era comparso un vuoto dentro di lui da qualche minuto. In fondo, però, che cosa gliene importava? Tra un paio d’ore avrebbe rivisto Cho e questo, secondo lui, bastava a sollevargli il morale.

**********

L’espresso era già partito da un po’ e Harry non poté fare a meno di tornare con la mente a quello che era successo poco tempo prima. Come un registratore, risentì ogni parola di quella discussione. Oh, quanto avrebbe voluto odiare Ron, odiare Hermione, ma non ci riusciva. Provava rabbia nei loro confronti, una grande rabbia, ma proprio non poteva provare puro odio.

“Ah, eccoti finalmente!” esclamò Christine comparsa improvvisamente sulla soglia della porta.

“Cosa vuoi?” chiese Harry bruscamente.

“Oh oh oh…siamo ancora un po’ arrabbiatucci, eh?!”

Harry le scoccò uno sguardo alquanto furioso.

“Ok…non è il momento di scherzare, va bene. Ho recepito il messaggio.”

“Che sei venuta a fare?”

“Vediamo…Ron dice di non aver mai visto Hermione così furiosa!”

“Tanto peggio per lei!”

“Suvvia, so che non pensavi veramente quello che hai detto, altrimenti anche Cho sarebbe una ragazzina sciocca e credulona!”  (Beh, lei lo è veramente!)

In effetti, Christine aveva ragione: lui non pensava che Cho fosse quel tipo di ragazza. Per Harry, lei era…perfetta!  (Illuso!)

“Anche Hermione e Ron lo sanno. Tuttavia, non riescono a perdonarti. E, ti assicuro, ci stanno davvero male!”

“Fatti loro!” disse con arroganza Harry, mentre la solita vocina dentro di lui gridava “Anch’io!”

“Bene! Visto che per un po’, credo, non vi parlerete più di tanto, ti voglio dire una cosa su Draco. Lucius e Narcissa Malfoy volevano costringere Draco a diventare un Mangiamorte come il padre, ma lui non se la sentiva di diventare un seguace di Tu-Sai-Chi. Così, si è ribellato ai genitori, i quali lo hanno rinnegato, ed è andato a vivere da un suo vecchio zio, l’unico della famiglia Malfoy a non essere stato un Serpeverde, bensì un Grifondoro. I signori Malfoy non credo che abbiano mai voluto bene a Draco, però, così come fecero per il vecchio zio, non gli faranno del male. E’ pur sempre loro figlio. Quello che ha convinto me e Ron del suo cambiamento è stata l’espressione del suo viso mentre raccontava tutto ciò. Sembrava un cagnolino bastonato. Sta soffrendo tanto e ha bisogno di amici veri che lo aiutino a superare questo momento. Ma più di ogni altra cosa, ha bisogno di Ginny!”

“Perché me lo hai detto?”

“Nei prossimi giorni pensaci almeno per un po’. E la prima volta che incontri Draco, guardalo bene negli occhi. Scoprirai che dietro quello sguardo da duro, che lui continua ad avere, si nasconde un ragazzo che si è ribellato ai suoi genitori e che adesso sta soffrendo parecchio. Quindi, non pensare di essere l’unico ad aver sofferto nella tua vita!”

“E…ehm…Ginny e Hermione lo sanno?”

“Certo. Draco lo ha confessato prima a Hermione, durante le ripetizioni di Trasfigurazione. Ginny lo ha saputo nei loro incontri segreti. Io e Ron lo abbiamo saputo durante l’incontro con Draco a Diagon Alley. E adesso lo sai anche tu! Ron non te l’ha detto prima perché voleva essere sicuro che Draco fosse d’accordo. Non è certo una cosa che si può dire a chiunque, soprattutto in questo periodo.”

Harry rimase in silenzio, riflettendo.

“Per caso ti sei pentito di quello che hai fatto?!” chiese Christine.

“No, assolutamente no! E puoi anche andare a riferirlo a quei due!”

Quei due sono ancora i tuoi migliori amici, anche se avete litigato! Beh, devo andare. Tu, però, pensa a quello che ti ho detto. Ciao!”

Christine se ne andò, lasciandolo di nuovo solo.

Ma Harry, in quel momento, non aveva nessuna intenzione di riflettere sulla situazione di Draco. Piuttosto, pensò a quello che sosteneva Rachel su di lui e Hermione. Chissà se avesse cambiato idea vedendo ciò che era appena successo: Harry non riteneva che questo fosse vero amore e rise compiaciuto perché, finalmente, non se ne doveva più preoccupare. Lui e Hermione non si sarebbero più parlati per chissà quanto tempo e, così, le basi della teoria di Rachel sarebbero cadute completamente.

Decise, poi, di continuare a leggere il libro che gli aveva regalato Cho, cioè ”Insegnamenti sull’amore”. In fondo, non era poi così male: era interessante. Il problema, come diceva Sirius, era che era ‘strano per Harry’ : chi mai si sarebbe immaginato il famoso Harry Potter intento a leggere “Insegnamenti sull’amore” di un monaco buddista?

Se lo avessero saputo, in quel momento, Ron e Hermione, chissà come lo avrebbero preso in giro! Ma a Harry non doveva importargliene niente dell’opinione di quei due traditori su una cosa che riguardava lui e Cho. Addirittura, Harry si scoprì a considerare Ron e Hermione indegni e impuri di parlare o pensare qualcosa su Cho e su di lui. Naturalmente, tutto ciò glielo aveva messo in testa quel libro.

Comunque, lesse per parecchio tempo, cercando di resistere al sonno, provocato dalla lettura, che incombeva pericolosamente su di lui.

Finalmente, quando il paesaggio cominciò a diventargli familiare, indossò l’uniforme scolastica e si preparò a scendere. Pochi minuti dopo, infatti, arrivarono alla stazione di Hogsmeade. Era un po’ emozionato perché avrebbe rivisto Cho, l’unico pensiero allegro che lo aveva accompagnato durante il viaggio.

Scendendo dal treno, non incontrò nessuno della sua vecchia compagnia…fortunatamente! Prese una carrozza con due ragazzi: uno di Tassorosso del secondo anno e l’altro di Corvonero del terzo anno. Il portone d’ingresso di Hogwarts era spalancato: così, non appena Harry scese dalla carrozza, corse immediatamente dentro il castello, ma non vide nessuno a parte Gazza e la sua Mrs. Purr.

“Ti sei perso, Potter?”  scherzò Gazza.

Harry lo ignorò, cercando di far scomparire quell’ aria da sperduto comparsa a causa della mancata presenza di Cho, e si avviò verso le scale, circondato dagli altri studenti tornati dalle vacanze natalizie. Strano…era sicuro che Cho gli sarebbe venuta incontro, e invece…

E invece, prima di salire il primo gradino della scala, Harry si sentì afferrare per il braccio sinistro e trascinare sul medesimo fianco della rampa di scale. Prima che potesse realizzare che colei che lo aveva trascinato fin lì era proprio Cho, labbra familiari si posarono sulle sue. Tutto ciò lo inebriò a tal punto che si dimenticò quello che era successo sull’espresso. Si sentiva al settimo cielo.

Cho si allontanò da lui e si appoggiò con la schiena alla parete, mantenendo le braccia intorno al collo di Harry.

“Bentornato, Harry!” gli sussurrò Cho maliziosamente.

Harry sorrise: “Grazie…”

E ricominciò a baciarla…

*********

Harry e Cho aspettarono che tutti gli studenti e Gazza se ne fossero andati e poi cominciarono a salire le scale, mano nella mano.

“Allora, ti sei divertito nella tua nuova casa?” gli chiese Cho.

“Sì, è straordinaria!”

“Sono contenta per te, Harry! Te lo meriti!”

“Grazie!” disse lui, stampandole un bacio sulla guancia.

Cho rise e Harry le chiese il motivo.

“Mi hai fatto il solletico!” rispose lei ridendo ancora. (Oh santo Cielo!)

Harry la osservò mentre rideva e sentì il cuore riempirsi di felicità. (Addirittura!) Cho lo rendeva felice e sereno e questo gli bastava. Non desiderava nulla di più.

“Harry, come mai non eri insieme ai tuoi amici?” chiese Cho dopo un paio di minuti.

Beh, se la doveva aspettare questa domanda da Cho prima o poi. Certo, sarebbe stato meglio poi che prima, ma doveva risponderle.

“Ecco, noi…abbiamo litigato…”

“Litigato?! Per quale ragione?”

Harry sospirò e le spiegò l’intera storia: come Hermione, Ron, Christine e Ginny, a suo parere, si erano lasciati trarre in inganno dalla storia di Draco, che Harry non considerava reale; cosa lui aveva detto a Hermione e come aveva reagito lei, ecc…

“Così, ti sei sentito tradito, in particolare da Ron e Hermione, giusto?” chiese Cho alla fine del racconto.

Harry annuì: “Secondo te non dovrei?”

“Sarò sincera con te, Harry: in questo periodo, qui ad Hogwarts, circolano parecchie voci sulla presunta redenzione del nostro Draco. Naturalmente, tutte sono partite dai Serpeverde!”

“E cosa dicono queste ‘voci’ ?”

“Tutte coincidono sul fatto che i signori Malfoy vogliano costringere il figlio a diventare un Mangiamorte e che Draco si sia ribellato alla loro decisione. I dettagli che hai raccontato tu, naturalmente, nessuno li conosce, in particolare quello sui sentimenti di Draco per Ginny.”

“Quindi anche tu ci credi…”

“Adesso che me lo hai confermato anche tu, sì, credo di sì!”

Allora qualcosa di vero c’era nel racconto di Draco! A questo punto, Harry cominciò a pensare che lui fosse nel torto: aveva fatto veramente male a comportarsi in quel modo con Ron e Hermione? In fondo, lui all’inizio era solo preoccupato per loro ed essi non erano riusciti a cogliere la sua buona intenzione.

“So cosa ti stai chiedendo…” disse Cho interrompendo i pensieri di Harry.

“Davvero?!”

“Certo! Ti senti in colpa per esserti comportato male con Ron e Hermione, nonostante loro avessero ragione!”

“Beh, in parte sì!”

“Senti, Harry…quando avete cominciato la discussione, tu non sapevi delle situazione di Draco, ma loro sì e non te l’hanno detta subito. E’ comprensibile che tu ti sia preoccupato per loro, hai fatto benissimo, credimi. Erano amici tuoi e ci tenevi a loro, no? Purtroppo, però, né Ron né Hermione hanno saputo comprenderti. E’ colpa loro, non tua, Harry! Non c’entri niente. Hai solo agito da buon amico, ma non sei stato contraccambiato.” (Cho sei una grandissima –censurato-!!)

Harry rifletté bene su questo punto: in effetti Ron, e soprattutto, Hermione parlavano tanto della loro amicizia, di fidarsi l’uno dell’altro, di comprendersi a vicenda, ma, non appena si era presentata l’occasione, non erano stati fedeli e coerenti a quello che dicevano. E ciò fece venire in mente a Harry un giustissimo proverbio babbano: “Predicare bene e razzolare male!” era proprio quello che stava accadendo a Ron e Hermione.

“Sai una cosa, Cho? Hai perfettamente ragione! Io mi sono sempre comportato bene con loro (Oooohhhh!Come no!), li ho rispettati e aiutati, se ne avevano bisogno. Adesso, basta! Non voglio più avere niente a che fare con loro!”

“Bravo, Harry! Vedrai che stare un po’ lontano da loro ti farà bene. E non dimenticare che non rimarrai da solo. Ci siamo io, Jordan, Jessica, Stephan e Deborah!” (Wow, che consolazione!)

“Sì, avrò dei nuovi amici!” esclamò Harry.

I due si accorsero che erano arrivati all’inizio del corridoio che portava al ritratto della Signora Grassa.

“Devo andare…ci vediamo a cena!” disse Harry.

“Ok!”

“Aspetta…cosa faccio se incontro Ron o Hermione?” le chiese preoccupato Harry.

“Beh, loro si aspetteranno che tu ti senta in colpa ora che hai saputo il problema di Draco. Ma non devi dar loro questa soddisfazione: dimostrati forte, passa davanti a loro a testa alta, ok?”

Harry annuì deciso.

“Bene, allora…a dopo!” lo salutò Cho.

“A dopo!”

Harry si voltò e andò verso il ritratto all’ingresso della sala comune. Ma si rese conto di non conoscere la parola d’ordine. Così prese a discutere con la Signora Grassa.

“Insomma, Signora, mi conosce da quattro anni e mezzo, ormai. Sono Harry Potter!”

“Sì, ma chi mi dice che tu non sia uno di quei terribili Mangiamorte o addirittura Tu-Sai-Chi travestito da te?!”

“Che cosa?! Non è possibile…” esclamò rassegnato Harry.

In cauda venenum!” disse una voce alle sue spalle.

Harry si voltò, mentre il ritratto si apriva: Hermione era lì, davanti a lui e non sembrava molto felice di vederlo. D’altronde neanche lui lo era.

Il ritratto si era aperto, ma Harry e Hermione rimasero fermi dov’erano e si stavano guardando con rabbia e quasi con aria di sfida. In effetti era come se stessero gareggiando: chi sostiene lo sguardo dell’altro per più tempo, vince!

Poi, però, Hermione, con decisione, lo superò e entrò nella sala comune. Harry rimase ancora un po’ lì, chiedendosi come mai Hermione fosse fuori dalla sala comune. Probabilmente a causa di qualche impegno da Prefetto…

“Sto per chiudere il passaggio!!” lo avvisò canticchiando la Signora Grassa.

Harry si voltò immediatamente e corse dentro. Seduti sul divanetto di fronte al camino c’erano Ron, Hermione, Christine e Ginny. Ron lo fulminò con lo sguardo, Hermione evitò accuratamente di incrociare i suoi occhi, Christine e Ginny lo guardarono senza lasciar trasparire alcuna emozione.

Harry si ricordò delle parole di Cho: “Cammina a testa alta!”

Così con atteggiamento orgoglioso, deciso e fiero, Harry proseguì, raggiungendo le scale per il suo dormitorio, ma non salì. Si nascose semplicemente dalla vista dei quattro e rimase ad ascoltare.

“Allora, come sta David?” chiese Ginny.

David? Che poteva mai avere David?

“E’ ancora un po’ influenzato, ma tra un paio di giorni dovrebbe uscire dall’infermeria!” rispose Hermione.

“Beh, fortuna che si è preso la bronchite nel periodo delle vacanze di Natale!” esclamò Ron.

“Già!” sospirò Hermione.

Niente di grave! David aveva solo preso un po’ di bronchite ed era in via di guarigione.

“Hermione…ti ha detto qualcosa Harry?” le chiese poi Ron abbassando la voce.

Harry drizzò le orecchie per sentire bene tutto ciò che dicevano.

“No, mi ha solo guardata con molta rabbia…come non aveva mai fatto prima…” rispose lei.

Dalla voce lei sembrava leggermente abbattuta.

“E tu?”

“Ho fatto lo stesso…”

“Bene!”

Harry ne aveva abbastanza. Salì le scale e entrò nel dormitorio: aveva voglia di sbattere la porta, ma se l’avesse fatto, gli altri avrebbero capito che lui si era attardato ad origliare i loro discorsi.

Si guardò intorno: il dormitorio era completamente vuoto. Sembrava tutto così strano…Di solito quando tornava a scuola dalle vacanze era felice, anche perché stava con Ron e Hermione, che lo facevano divertire con uno dei loro soliti litigi. Anche quello che i tre stavano passando in quel momento era un litigio, ma era diverso, non solo perché aveva messo Harry contro Ron e Hermione, ma anche perché non era per niente divertente, tutt’altro. Nonostante ciò che gli diceva Cho, era piuttosto deprimente. Ma non doveva pensarci, anzi, doveva dimostrarsi forte. Sistemò, così, le sue cose e poi si avviò verso la Sala Grande per la cena. Ron, Hermione, Christine e Ginny erano già andati via.

Per strada non incontrò nessuno: solo all’ingresso della Sala vide Cho che lo stava aspettando.

“Ciao, Harry!” lo salutò correndogli incontro.

E poi lo abbracciò come se non lo vedesse da chissà quanto tempo. Ad Harry, comunque, non diede il minimo fastidio, anche se quelli che stavano entrando nella Sala Grande in quel momento avevano cominciato a ridacchiare.

“Mm…ignorali, sono solo invidiosi!” disse Cho allontanandosi e prendendogli la mano.

“Già!”

Insieme si avvicinarono alla porta dell’ingresso, ma Harry si fermò e chiese a Cho: “Ho sentito che David ha preso la bronchite…”

“Sì, ma adesso sta guarendo!”

“Ah…”

“E da chi l’hai sentito?” chiese Cho.

“Ehm…da Hermione e gli altri. Credo che lei fosse appena tornata dall’infermeria.”

“Non ti sarai fermato a parlare con loro, vero?!”

“No, no, no! Non lo farei mai. Mi è capitato solo di sentirli…senza che loro lo sapessero.”

“Harry…si dice ‘spiare’!”  esclamò Cho prima di ridere.

“Va bene. Però, adesso, andiamo. Sto morendo di fame!”

A sorpresa, Harry si accorse di aver utilizzato un’esclamazione tipica di Ron :’Sto morendo di fame!’

In un altro contesto, si sarebbe messo a ridere insieme agli altri suoi amici. Ma, in quel momento, c’era solo Cho con lui e lei non sapeva le caratteristiche tipiche di Ron e Hermione.

“Ok!”

Quando i due entrarono nella Sala Grande, Harry vide Ron, Hermione, Christine e Ginny scherzare tra di loro. Quello sprazzo di nostalgia che era comparsa pochi istanti prima, scomparve immediatamente. Sembrava che ai suoi ex-amici non importasse più nulla di lui e che si fossero dimenticati di essere stati, una volta, amici di un certo Harry Potter.

Tuttavia Harry non pensava che essi avessero la capacità di dimenticare così in fretta qualcuno che era stato, almeno così credeva Harry, molto importante per loro, qualcuno che aveva salvato le loro vite molte volte.

Come avrebbero potuto fare una cosa del genere? Dimenticare l’amicizia che c’era stata fra loro, qualcosa che per Harry era di importanza vitale. Insomma, quando era con i Dursley, riusciva a sopportare qualunque cosa solo perché pensava che presto sarebbe tornato ad Hogwarts insieme a loro.

“Harry, che hai?” gli chiese Cho.

Harry scosse la testa e rispose: “Niente, niente!”

Entrambi passarono fra il tavolo di Grifondoro e quello di Corvonero. Quando Harry superò Ron e Hermione, senza sedersi accanto a loro, ci fu una specie di inquietante silenzio: tutti erano stupiti per quello che avevano appena visto. D’altronde non si erano guardati né salutati. E, non appena Harry si sedette all’estremità del tavolo vicina ai professori, riprese il brusio.

Sicuramente tutti si stavano chiedendo cosa fosse successo tra i tre ragazzi che una volta erano inseparabili amici. Harry, però, non diede molta importanza alle chiacchiere e si voltò verso il tavolo degli insegnanti: Hagrid lo stava guardando in modo molto curioso. Probabilmente anche lui si stava facendo la stessa domanda.

Harry cenò e si saziò, ignorando sguardi fugaci che si posavano su di lui. Quando finì, si voltò verso il tavolo di Corvonero e fece segno a Cho di uscire dalla Sala un attimo.

Nascosti dagli sguardi curiosi di molti studenti, Cho chiese a Harry: Allora, che devi dirmi?”

“Ti dispiace se vado a dormire?! Non ero preparato ad affrontare una giornata così pesante!”

Cho gli accarezzò la guancia amorevolmente e gli diede un bacio sfiorato sulle labbra.

“Ma no, certo! Ti capisco. Vai pure, Harry!”

“Grazie, così almeno non mi incrocio con Ron!”

“Anche questo è giusto!”

“Buonanotte Cho!”

“Buonanotte!”

Harry si avviò verso la sala comune di Grifondoro e quando arrivò, andò subito nel suo dormitorio. Forse avrebbe dovuto scrivere a Sirius per quello che era successo, ma si sentiva veramente stanco. Così indossò il pigiama e si infilò a letto.

Dopo un po’ sentì delle voci e si girò su un fianco dando le spalle al letto vuoto di Ron. Entrarono Seamus, Dean e Neville: i tre ragazzi, pensando che Harry dormisse, andarono a dormire senza far rumore.

Harry non riusciva ad addormentarsi, al contrario dei tre appena arrivati. Tutto quello che era successo in quel giorno, gli ricomparve nella mente. Come i fotogrammi di un film, rivisse ogni discorso, ogni scena, ogni emozione.

E quando meno se lo aspettava, entrò Ron. Harry rimase immobile nel letto, con gli occhi chiusi e le spalle rivolte verso Ron. Anche lui andò a dormire e si addormentò in fretta.

“Dai, Harry! Hai bisogno di riposare, dormi!” pensò Harry.

Così, liberò la mente da ogni pensiero e finalmente si addormentò.

 

 

Allora, delusi per il litigio? Soddisfatti per Draco? Bene, d’ora in poi la storia si farà più interessante! Ci sarà anche più spazio per gli amici di Cho, sempre che a qualcuno interessi! Spero di riuscire a pubblicare tutti e 18 i capitoli del 5° anno prima di partire a fine luglio! Il prossimo sarà: “Prepararsi a San Valentino!”, dove Harry si confronterà con le conseguenze del litigio con Hermione e Ron. Passiamo ai ringraziamenti.

Maripotter: brava, hai indovinato! Nell’altro capitolo non ti sei fatta sentire, mi sono preoccupata! Come va lo studio? Tutto a posto? Io non credo che Dan si monterà la testa, sembra uno di quelli che rimane con i piedi per terra.

Emma: da quanto tempo! Grazie per essere ripassata. Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo precedente! Continua a seguirmi.

Marco: la vocina di Harry è troppo forte. Io l’adoro! Comunque, stai tranqui, i genitori di Hermione non sono morti come pensi. In realtà questa parte non credo mi sia venuta molto bene, ma boh…staremo a vedere.

MartyBlack: ehi, che bello, una nuova lettrice! Bene, bene, a quanto pare sembra che anche tu sia una fan di Sirius o sbaglio?

Merewen: non dirmi che fai il liceo sociopsicopedagogico! E’ una mia deduzione in quanto mi hai detto che studi psicologia. Naturalmente correggimi se sbaglio! Comunque, stai tranquilla, Cho e David non mettono le corna a Hermione e a Harry.

FedeHermy: un’altra lettrice nuova. Wow, sei messa in un bel casino, eh? Spero che risolverai questo problemino…

Atena89: ciao, siete tutti curiosi di sapere che è successo a Hermione, ma io ho come l’impressione che non verrà apprezzato molto.

Per tutti gli altri grazie per aver letto e a prestissimo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Prepararsi a San Valentino ***


- 5 capitoli alla fine della prima parte, wow! Non pensavo che sarei arrivata così presto a questo punto. Ehi, avete sentito che per girare l’Ordine della Fenice dovevano andare a Praga (io ci sono stata l’anno scorso,in quinta superiore, bellissima città)?! Però a quanto pare i signori Radcliffe non vogliono perché hanno paura che il loro bambino possa essere influenzato negativamente da quella città per quanto riguarda la droga, il sesso, eccetera eccetera…. Immaginatevi i fan…disperati, poverini! Mah, io non sono stata per niente influenzata negativamente anche perché in giro c’erano praticamente tutte scolaresche italiane. Avremmo parlato in inglese una sola volta. Lasciamo stare. Pensiamo alla storia.

 

 

Nient’altro che noi!

 

5°ANNO

Capitolo 13: “Prepararsi a San Valentino!”

 

Nei giorni seguenti la situazione non cambiò molto: Ron, Hermione e gli altri continuavano a non degnare di uno sguardo Harry; e dal canto suo, Harry non poteva che fare lo stesso. Ma quello che gli dava più fastidio era che Draco Malfoy si fosse aggregato al suo ex-gruppo. Nonostante il loro litigio, Ron e Hermione avevano permesso a Draco di unirsi a loro. Ma cosa importava a Harry di tutto ciò? In fondo, non erano fatti suoi se poi accadeva loro qualcosa. Lui, adesso, stava con Cho, passava i pomeriggi con lei a studiare. E quasi sempre con loro c’erano anche Jordan, Jessica, Deborah e Stephan. A furia di stare con loro, Harry aveva scoperto che sapevano essere molto simpatici quando volevano.

Quello che, però, preoccupava maggiormente Harry erano gli allenamenti di Quidditch. Nella squadra c’era anche Ron, di conseguenza, come si sarebbe dovuto comportare Harry?

“Secondo me, Harry, -disse Cho un pomeriggio- non dovresti cambiare più di tanto il tuo atteggiamento nei suoi confronti durante gli allenamenti e le partite.”

“Perché?” chiese Harry.

“Beh, tu sei il capitano di Grifondoro e, in quanto tale, devi continuare a incoraggiare i tuoi giocatori, qualunque cosa accada tra voi. Certo, magari non ti capiterà più di ridere insieme a lui per qualche stupido errore, ma entrambi dovete capire che siete fondamentali per la squadra e dovete almeno cercare di sopportarvi.” (la prima cosa intelligente che esce dalla bocca di Cho!)

“Sì, credo che tu abbia ragione! Però…c’è un altro problema!” disse Harry.

“Cioè?”

“La prossima partita è Grifondoro-Corvonero e non so se riuscirò a gareggiare contro di te!” esclamò Harry.

Cho rise compiaciuta.

“In effetti, questo è un bel problema!” commentò Jessica.

Harry si ricordò di quello che gli avevano proposto Hermione e Christine.

“Ricordo che Hermione e Christine mi avevano consigliato una pozione formata dalla pozione Aguzzaingegno e dalla pozione Pepata.”

“Che cosa?! Ma sono impazzite?!- esclamò Deborah- Unire due pozioni?!”

“E non hanno pensato agli effetti collaterali?” chiese Cho.

“Beh, sì. Hanno detto che non c’era alcun pericolo perché sono due pozioni abbastanza facili!”

“Lascia stare questo stupido consiglio!” gli suggerì Jessica.

“Già, ti farebbe solo star male!” commentò Stephan.

“Sinceramente, Harry, da una come Hermione non mi aspettavo un errore del genere!” disse Cho.

Harry annuì flebilmente: eppure lui credeva che Hermione e Christine non sbagliassero a consigliargli quella pozione. Anche Piton aveva detto che erano due pozioni facili e senza particolari effetti collaterali. E poi Hermione non gli avrebbe mai dato qualcosa che lo facesse star male. Decise, comunque, che avrebbe usato solo la pozione Aguzzaingegno.

Il pomeriggio del giorno dopo, Harry aveva l’allenamento di Quidditch alle quattro del pomeriggio, ma ci volle andare un po’ prima per cambiarsi in santa pace. Andò poi a sedersi sugli spalti del campo di Quidditch a riflettere. Ma qualcuno lo interruppe prima ancora che avesse incominciato.

“Harry?!”

Harry si voltò verso colui che lo aveva chiamato e vide Hagrid.

“Ciao Hagrid!”

L’enorme gigante andò a sedersi accanto a lui.

“Allora, come va?” gli chiese Hagrid.

Harry fece spallucce, non sapendo cosa rispondere.

“Sono un po’ preoccupato per te, Ron e Hermione…si può sapere che è successo?”

Harry balzò in piedi, leggermente agitato, ed esclamò: “Niente, non è successo niente!”

“Mm…nervosetto, eh?”

“Non sono nervoso!”

“Vabbè… allora, mi dici perché non vi frequentate più?”

“Senti, è solo un banale litigio!”

“Un litigio che dura da quasi due settimane è banale?! Strano!” commentò Hagrid.

“Hagrid, se io, Ron e Hermione litighiamo, non è una catastrofe. Non accadrà la fine del mondo!”

“Lo so, ma dopo due settimane non senti la loro mancanza?”

“No, adesso ci sono Cho e gli altri!” replicò Harry.

“Ah, begli amici! Li conosco bene quei quattro e so che non potranno mai essere amici tuoi!”

“Ah sì? E cosa te lo fa pensare?” chiese con un leggero tono di sfida Harry.

“Beh, dopo che Tu-Sai-Chi è tornato, hanno cominciato a prendere in giro tutti i figli di Babbani. E, da quando tu, Ron e Hermione avete litigato, non fanno altro che scherzare anche lei.”

“Lei chi?” chiese curioso Harry.

“Ma come chi? Hermione, la nostra Hermione! Una volta li ho visti, sai…la prendono in giro molto pesantemente!”

Harry sapeva che a Jordan, Stephan, Jessica e Deborah non piaceva Hermione. L’amica gli aveva anche spiegato il perché. Tuttavia Harry non pensava che i quattro ragazzi la stessero prendendo in giro pesantemente. O almeno, non ci avrebbe creduto se prima non lo avesse sentito e visto con i suoi occhi. (cioè tu sei proprio sadico, lo sai, Harry??)

“Harry, lo so che non diventeresti mai amico di persone che prendono in giro Ron e Hermione.”

“Hagrid, tutti possono cambiare, anche Draco, a quanto pare. Quindi, sappi che non sono più quello di una volta. Sono diverso, così come diversi sono i miei gusti nello scegliersi gli amici. Se voglio frequentare Cho e gli altri, nessuno potrà impedirmelo.”

Harry aveva detto quelle cose con un po’ di nervosismo e aggressività, tanto che Hagrid rimase ammutolito. Ma lo aveva fatto perché non ne poteva più di tutti quelli che lo guardavano in continuazione, che bisbigliavano quando passava o che gli chiedevano:” Cos’è successo tra te, Ron e Hermione?”

Più lui si sforzava per non pensarci, più gli altri glielo ricordavano.

Harry si accorse che stavano arrivando Angelina, Alicia, Katie, Fred, George e Ron. L’amico, anzi, l’ex-amico aveva salutato con la mano Hagrid, che ricambiò e poi era andato al centro del campo insieme agli altri, senza degnare di uno sguardo Harry. In quel momento Harry provò un po’ di nostalgia: fino a poco tempo fa adorava gli allenamenti e le partite di Quidditch; non solo, amava perfino creare nuove tattiche e schemi di gioco insieme a Ron e Hermione, che ogni tanto suggeriva loro qualche trucchetto geniale. Ma anche questo era cambiato: in quel preciso istante avrebbe voluto scappare via solo per non affrontare Ron. Avrebbe potuto fingere di star male e correre da Cho e gli altri. Ma ormai era lì e Hagrid sapeva benissimo che non stava per niente male, anzi, sembrava in gran forma per avergli risposto a quel modo.

Harry chinò la testa per un momento e poi guardò Hagrid.

“Credo che adesso debba andare…” disse Harry.

Hagrid annuì senza lasciar trasparire alcuna emozione. Harry lo salutò e lui ricambiò con un gesto della mano e un accenno del capo. Mentre Harry si incamminava verso il centro del campo, cercando di andare il più piano possibile, si accorse di essere talmente agitato che non sapeva più cosa dire o fare.

Ma, prima che se ne rendesse conto, Ron era lì, di fronte a lui. Gli altri componenti della squadra erano un po’ distanti da loro e Ron aveva un’aria decisa e fiera.

“Cosa c’è?” chiese Harry, come se non gliene importasse niente di cosa voleva dirgli Ron.

“Senti, neanch’io faccio i salti di gioia, ma devo dirti una cosa che riguarda la nostra squadra.”

“E sarebbe?”

“Credo che per il bene dell’intera squadra, noi due dovremmo mettere da parte il rancore che proviamo l’uno per l’altro e collaborare, almeno durante gli allenamenti e le partite. Non possiamo coinvolgere nel nostro litigio anche tutto Grifondoro!”

Harry rifletté: odiava ammetterlo, ma Ron aveva ragione. D’altronde era ciò che gli aveva suggerito di fare anche Cho.

“Sì, l’ho pensato anch’io(Bugiardo!). Credo che sia la cosa più giusta da fare!”

“Bene, allora… cominciamo, capitano?!” esclamò Ron con quello che sembrava essere un accenno di un sorriso.

“Sì!”

E così l’allenamento iniziò. Harry si sentiva diverso rispetto agli altri allenamenti: un po’ più distante da Ron. Tuttavia, confrontando le interazioni che aveva avuto con Ron nell’allenamento con quelle avute nell’ambito scolastico, Harry notò una specie di riavvicinamento tra loro. Chiaramente, dopo questo allenamento, i due sarebbero tornati ai rapporti di prima di traditore-tradito, nella mentalità di Harry. Ma, nonostante tutto, non era dispiaciuto a Harry questo riavvicinamento: già, perché, anche se lui cercava di non ammetterlo, Harry aveva cominciato a sentire la mancanza dei suoi vecchi amici. Il fatto era che non voleva e non doveva farlo vedere né ai vecchi amici né a quelli nuovi. Ma più di tutti non voleva farlo vedere a Hermione, perché altrimenti le avrebbe dato l’ennesima prova di aver ragione lei e di aver torto lui.

*********

San Valentino stava per arrivare e con lui anche la partita di Quidditch Grifondoro-Corvonero. Per quanto riguardava la partita, Harry aveva tutto sotto controllo, o almeno così pensava: Jessica e Deborah stavano preparando la pozione Aguzzaingegno per lui e per Cho; mentre gli allenamenti con la squadra erano molto buoni. Tutti e sette erano in gran forma. Quindi, per questo non doveva preoccuparsi. Quello che lo tormentava maggiormente era, invece, il regalo da fare a Cho per San Valentino. Era la prima volta che faceva un regalo per questa ‘festa degli innamorati’. Non aveva la più pallida idea di cosa farle. E non poteva nemmeno chiedere l’aiuto di Ron o di Hermione, che lo aveva aiutato per il regalo di Natale. Ma, in suo soccorso, arrivarono Jordan e Stephan. Infatti, il week-end prima del giorno di San Valentino la scuola aveva organizzato una gita ad Hogsmeade. Così il piano dei due ragazzi era di questo tipo: andare prima di tutto ai Tre Manici di Scopa per bere qualcosa insieme alle loro tre ragazze e poi separarsi, ragazzi e ragazze. Stephan, Jordan e Harry (che trio penoso! Scusa Harry!) sarebbero, dunque, andati per conto loro a cercare i regali di San Valentino rispettivamente per Deborah, Jessica e Cho. Le ragazze furono d’accordo.

Arrivato, così, il giorno della gita, tutti e sei i ragazzi si recarono alle carrozze. Prima di salire su una di esse, Harry scorse da lontano i suoi vecchi amici. C’erano proprio tutti: Ron, Christine, Ginny, Hermione e il nuovo entrato, Draco. Harry si accorse che Hermione era un po’ strana.

“Credo sia un po’ giù!” disse Cho, facendo capolino dalla carrozza.

“Cosa te lo fa pensare?” chiese Harry.

“Beh, David ha avuto una ricaduta!”

“Oh…”

Harry guardò Hermione con aria sinceramente dispiaciuta. Improvvisamente, però, Hermione si voltò dalla sua parte. Harry, preso alla sprovvista, si sentì arrossire leggermente ed entrò di corsa nella carrozza, sperando che nessuno se ne fosse accorto. E per nessuno lui intendeva Hermione e Cho. Gli andò bene, almeno con Cho, che aveva iniziato a parlare con Jessica e Deborah.

Quando arrivarono a Hogsmeade, i sei ragazzi andarono ai Tre Manici di Scopa e si sedettero attorno a un tavolo. Harry ordinò una Burrobirra (ehi, ma non cambi mai?!) come Deborah; Cho prese la sua solita acquavite; Jessica uno sciroppo di ciliegia con seltz e ghiaccio; Jordan una pinta di idromele e Stephan il rum di ribes rosso. Parlarono del più e del meno con molta serenità.

Ma, a un certo punto, la porta del pub si aprì ed entrarono Ron, Christine, Ginny, Draco e Hermione, i quali si andarono a sedere dall’altra parte del locale rispetto al tavolo di Harry. Madama Rosmerta andò da loro per le ordinazioni e, pochi minuti dopo, tornò con 5 pinte di Burrobirra.

Improvvisamente Stephan esclamò: “Guarda un po’ chi è arrivato, Harry!”

“I tuoi vecchi amici…i traditori!” continuò Jordan.

Non stavano parlando a bassa voce, anzi. Era come se volessero farsi sentire da Ron, Hermione e gli altri.

“E c’è anche la fidanzatina di David!” intervenne Jessica.

“Sì, la mezzosangue!” concluse Deborah.

Harry non ebbe nessuna reazione. Di solito, quando Malfoy o chiunque altro chiamava Hermione ‘mezzosangue’, lui e Ron reagivano, pronti a difendere la loro amica. Ma, in quel momento, Harry non provò alcun desiderio di reagire solo per lei. Al suo posto c’era, invece, colui che per tanto tempo l’aveva chiamata in quel modo, Draco. Già, Ron e Draco erano pronti a reagire, ma Hermione li fermò. Harry non vedeva il suo volto: lei era di spalle. Ma poteva immaginare la sua espressione, quella che aveva quando per la prima volta Draco l’aveva chiamata ‘mezzosangue’. Quello che Hermione stava provando, però, secondo Harry, non era dovuto al fatto di essere chiamata così. Era successo molte volte, anche all’inizio dell’anno, sempre con Draco, e Hermione aveva reagito benissimo, con molta determinazione. Quello che la faceva star male, e di questo Harry era sicuro, era che il suo miglior amico si trovava insieme a quelli che la stavano offendendo e non aveva detto niente. Il problema era che Harry non voleva intervenire. Voleva solo far provare a Ron e a Hermione come ci si sentiva a essere traditi dal proprio migliore amico. Harry non era mai stato così vendicativo nei confronti di Ron e Hermione.

E poi disse: “Andiamo?!”

Voleva andarsene per non peggiorare la situazione. Per quel giorno era abbastanza.

Tutti avevano l’aria divertita, ma quando Harry chiese di andare via, divennero tutti più seri.

“Vuoi andare via?” domandò Cho.

“Sì, sono molto imbranato a fare regali e ho bisogno di molto tempo per decidere cosa regalare!”

Naturalmente era una bugia. Con Hermione aveva trovato subito il regalo per Cho. Ma, forse, qualcosa di vero c’era. Per il regalo di Hermione ci aveva impiegato un po’ a decidere: non era sicuro del peluche a forma di gattino. Era sempre un po’ indeciso sui regali per lei.

“Ok, allora andiamo!” esclamò Jordan.

Pagarono la loro consumazione e uscirono dal pub. Quando Harry passò di fianco al tavolo di Ron e Hermione, nessuno dei suoi vecchi amici lo guardò. Avevano tutti e cinque il capo chinato.

Usciti dal pub, Jordan, Stephan e Harry andarono per i fatti loro, separandosi dalle tre ragazze. Si diressero subito verso il centro commerciale “Il Boccino d’Oro” , dove sicuramente non le avrebbero incontrate, poiché esse dovevano recarsi prima a Mielandia.

All’interno del centro commerciale tutto era decorato di rosso: c’erano cuoricini appesi al soffitto, frasi come “Ti voglio bene” o “Ti amo” scritte in tante lingue diverse e in sottofondo si potevano ascoltare le più famose canzoni d’amore.

“Beh, ragazzi…- disse Stephan-…cerchiamo di fare in fretta, altrimenti rischio di diventare omosessuale se rimango qui dentro per troppo tempo con voi due!”

Jordan e Harry risero.

Rispetto a Natale, Harry notò che c’era meno gente. Infatti non furono circondati nel reparto abbigliamento come accadde la volta precedente con Hermione.

Mentre si recavano nel reparto di San Valentino, Harry chiese agli altri due: “Sapete già cosa regalare a Jessica e Deborah?”

“Mah…visto che è il primo San Valentino insieme, io avevo pensato di andare sul tradizionale!” rispose Stephan.

“Cioè?” chiese Harry.

“Beh, tradizionali sono tutte quelle cianfrusaglie come cuoricini, orsacchiotti, scatole di cioccolatini a forma di cuore. Qualcosa di questo genere, insomma!”

“Già, anch’io ho fatto lo stesso ragionamento.- disse Jordan- A ragazze come Jessica, Deborah e Cho piace molto questo genere di cose!”

“E tu, Harry?”

Forse anche Harry avrebbe dovuto puntare su un regalo tradizionale, così andava sul sicuro.

“Sai, l’anno scorso il povero Cedric le aveva regalato un orsacchiotto bianco che teneva tra le zampe due rose.”

Alla fine era successo. Il momento in cui i due ragazzi di Cho, Cedric e Harry, sarebbero stati paragonati era arrivato. E Harry non la prese molto bene.

“Come mai due rose?” chiese poi cercando di nascondere il suo malumore.

“Stavano per fare due anni insieme. Per questo Cedric ha preso due rose: una per ogni anno. L’orsacchiotto, invece, lo aveva preso perché Cho va matta per i peluches!” rispose Jordan.

Bene, allora Harry poteva escludere dall’elenco dei possibili regali rose e orsacchiotti. Avrebbe potuto ricordarle il suo vecchio amore facendole lo stesso regalo di Cedric e, di conseguenza, farla soffrire. Nonostante tutto, però, Harry non ebbe dei grossi problemi a trovare un regalo per Cho. Effettivamente c’erano parecchi peluches a forma di orsacchiotti, di cuori, di topolini che si baciavano, ecc…Ma c’erano tante altre cose: portafoto a forma di cuore, tazze decorate con cuoricini in rilievo, scatoline con sopra due orsetti, portapenne a forma di cuore, orologi con due angioletti e tante altre cose. Tra queste Harry trovò il suo regalo per Cho, ovvero un memo su un piano a forma di cuore, con matita incorporata e due orsacchiotti abbracciati in cima, che si poteva appendere alla parete. Anche Stephan e Jordan trovarono i regali adatti a Deborah e Jessica. Prima di andare via, i tre ragazzi notarono un paio di pantofole rosse e bianche con scritto sulla sinistra”Noi due” e sulla destra “Sempre insieme”. Tutti e tre provarono grande compassione per chiunque avesse ricevuto un regalo come quello.

Un altro problema, quindi, era stato risolto per Harry: il regalo di San Valentino per Cho. Ormai mancavano veramente pochissimi giorni al primo San Valentino che Harry avrebbe passato non più da single. La mattina Harry e Cho si sarebbero scambiati i regali e subito dopo avrebbero dovuto giocare una partita di Quidditch come avversari. Era un po’ un controsenso, che faceva sorridere i due ragazzi. Si volevano bene, eppure dovevano giocare l’uno contro l’altra. E proprio per questo Jessica e Deborah stavano preparando la pozione Aguzzaingegno sia per Harry sia per Cho. Harry aveva accettato il consiglio datogli dalle ragazze, anche se, in fondo, era convinto che da sola la pozione Aguzzaingegno avrebbe fatto ben poco. Aveva un presentimento: il consiglio di Hermione e Christine avrebbe funzionato sicuramente meglio. Ma, ormai, doveva solo sperare che la pozione funzionasse e che lui riuscisse a non farsi distrarre da Cho, in modo da potersi concentrare meglio sul Boccino d’Oro. C’era, però, qualcos’altro che gli dava preoccupazione. Hagrid aveva ragione: gli amici di Cho prendevano in giro Ron e gli altri. E, in particolare, si accanivano contro Hermione per il solo fatto di essere figlia di Babbani. Quando era successo ai Tre Manici di Scopa, non gli aveva dato molto fastidio perché l’aveva considerata una specie di vendetta, indiretta sì, ma pur sempre vendetta. Tuttavia, da quel giorno, le prese in giro dei suoi vecchi amici da parte dei nuovi amici di Harry diventavano sempre più pesanti. E Harry notò che Hermione stava anche diventando sempre più affaticata e pallida, ma non era del tutto sicuro che ciò dipendesse esclusivamente dall’essere presa in giro. Ci doveva essere qualcos’altro sotto.

Eppure Harry, ogni volta che il suo gruppo scherzava Ron, Hermione e gli altri, non riusciva a intervenire. Dava l’impressione di essere indifferente a quella situazione. In realtà, lui avrebbe tanto voluto difendere i suoi vecchi amici, che cercavano di ignorare chi li stava prendendo in giro, ma non ci riusciva. Forse perché non voleva mettersi contro gli amici di Cho, forse perché non voleva apparire incoerente rispetto a quello che diceva del suo vecchio gruppo.

Quello che lo colpiva maggiormente in Ron e gli altri, però, era la completa mancanza della volontà di difendersi. Draco e Ron non reagivano più alle provocazioni di Stephan e Jordan. Era come se entrassero in una specie di apatia totale. Ma Harry sapeva che, dentro di loro, avrebbero voluto reagire, addirittura esplodere di rabbia. Non è che non tentavano di difendersi solo perché c’era lui, Harry, con quelli che li stavano offendendo? Forse lo avevano già perdonato per come si era comportato con loro.

Il giorno prima di San Valentino, Harry si trovava in biblioteca con Cho, Stephan, Deborah, Jordan e Jessica a studiare. Tutto era tranquillo, fino a quando non entrarono Ron, Hermione, Christine, Ginny e Draco. I cinque ragazzi, vedendo Harry e gli altri, si diressero dall’altra parte della biblioteca. Nessuno disse niente a nessuno. Ma Stephan e Jordan cominciarono a confabulare qualcosa insieme a Jessica e Deborah. Poi, tutto venne riferito a Cho che sorrise divertita. Per quello che aveva capito Harry, il piano consisteva nell’aspettare che finissero di studiare anche loro e poi intervenire. Ma Harry non sapeva cosa volessero fare veramente.

Ripresero a studiare, ma vennero interrotti nuovamente dopo un paio di minuti da David che, entrato in biblioteca, si guardò un po’ in giro e si diresse al loro tavolo.

“Salve ragazzi!” li salutò calorosamente.

Da come sorrideva ai suoi compagni, appartenenti alla sua stessa casa, Harry pensò che il Prefetto di Corvonero non era per nulla a conoscenza di come quegli stessi ragazzi continuassero a prendere in giro la sua ragazza, cioè Hermione.

“Ciao, David!” lo salutarono insieme.

“Come stai?” chiese Cho.

“Oh, bene, grazie. Madama Chips ha detto che sono guarito completamente!”

“Magnifico, così sabato potrai venire a vedere Grifondoro-Corvonero!”

“Sì, e se non sbaglio ci saranno due coppie che si divideranno per la tifoseria!” esclamò David scoccando uno sguardo eloquente a Harry e Cho, che sorrisero.

“Hermione continua a dirmi che Grifondoro vincerà ed è talmente entusiasta che mi fa passare la voglia di ribattere!” disse David.

Solo Harry fu felice di sentire che Hermione aveva ancora fiducia nella squadra di Grifondoro e, di conseguenza, anche in lui, il capitano. Tutti gli altri rimasero impassibili.

“Comunque, l’avete vista per caso?” 

“Chi? La tua colombella?!” esclamò sarcasticamente Stephan.

“Colombella! Forte questa!” commentò David, non capendo che Stephan lo stava prendendo in giro.

Harry decise di intervenire, prima che la situazione peggiorasse: “Sì, è andata di là con gli altri!”

E gli indicò la parte, a loro opposta, della biblioteca.

“Grazie, Harry!” disse David e si avviò verso Hermione e gli altri.

Finalmente, riuscirono a studiare per un’oretta e mezza circa, senza che nessuno li interrompesse. Harry percepiva una strana pace nel locale: sembrava la quiete prima della tempesta (Chiedo scusa per aver storpiato il titolo della poesia di Leopardi!).

E, infatti, non appena da lontano spuntarono le figure di Ron, Christine, Ginny e Draco, al suo tavolo Harry vide Stephan fare un cenno con il capo a Jordan, Jessica e Deborah. I quattro si alzarono e sbarrarono la strada a Ron e gli altri.

Con molta calma, Ron chiese: “Potreste farvi da parte, per favore? Dobbiamo passare!”

“Come?! Volete già andare via? Fateci compagnia!” esclamò Jordan.

“Non credo che a qualcuno di voi interessi avere la nostra compagnia!” disse Ginny.

“Oh, vedo che sei molto perspicace, piccoletta!” la scherzò Deborah.

Harry vide Draco stringere il pugno destro.

“Sentite, non abbiamo voglia di discutere. Non è giornata!” esclamò Ron.

“Ma chi ha detto che vogliamo solo discutere?” commentò Jordan, battendosi un pugno sulla mano.

Ginny indietreggiò, Christine impallidì, mentre Jessica e Deborah ridacchiarono.

“Non potete fare a botte in biblioteca!” disse Draco.

“Guardate, ha parlato Mister Bontà! Draco, proprio tu ci dici di non fare a botte in biblioteca?! Tu che eri pronto ad attaccar briga dappertutto?!” esclamò Stephan.

“Sono cambiato. Non esiste più quel Draco!”

“Per questo ci hai deluso! Eri un modello da seguire, per noi purosangue, nella lotta contro i mezzosangue!” disse Jessica.

“Mi sono reso conto che sbagliavo!”

“Eppure, secondo me, qualcosa del vecchio furfante è rimasto in te!” commentò Jordan.

“No!”

“Invece sì e scommetto che riesco a tirarlo fuori!” continuò Jordan scoccando uno sguardo eloquente a Ginny.

Harry notò che Draco divenne più pallido del solito. Allora…ci teneva veramente a Ginny. Se Jordan le avesse fatto qualcosa di male, lui l’avrebbe difesa anche a costo di tirar fuori il vecchio Draco.

In quel momento, però, arrivarono i due Prefetti, Hermione e David.

“Che succede?” chiese David.

“Oh, niente, David. Stavamo solo parlando!” spiegò Deborah.

Hermione, però, aveva capito cosa stava succedendo. Aveva assunto un’espressione cupa e piena di rancore.

Poi, improvvisamente, Ron esplose in uno sfogo di rabbia nei confronti di Harry, che sobbalzò.

“Volevi che finisse così la nostra amicizia, eh Harry? Oppure era tutto calcolato?! Hai pensato di stare con noi solo fino a quando non avresti trovato altri amici, amici del tuo stesso rango, degni di stare accanto al famoso e importante Harry Potter, vero? Tutti quei discorsi sul fatto che la fama per te non era importante erano solo balle. E noi stupidi che ti abbiamo creduto!”

 “Ron…” cercò di calmarlo Christine.

“No, lasciami Christine. Pensavo che anche dopo aver litigato, qualcosa della nostra amicizia fosse rimasto in lui. E invece…no. Ci ha completamente dimenticati, non gliene importa più nulla di noi. Harry, permetti addirittura che questi qua ci prendano in giro. Non dici una parola, non intervieni, chini il capo e…fai finta di niente!”

Harry non ne poteva più: doveva ribattere.

 Così si alzò in piedi e, guardandolo negli occhi, pieni di odio per la prima volta, disse: “Sai, è strano. Anche voi vi siete dimenticati di me, o sbaglio?”

“Che cosa?” esclamò Ron.

“Come puoi dire una cosa del genere, Harry?” intervenne Hermione, che fino ad allora non aveva detto niente.

“Beh, fin dal giorno del litigio, mi siete sembrati sereni e allegri, non è forse così? Draco deve avermi rimpiazzato benissimo!”

“Piantala di dire cavolate! Sai benissimo che non è così, Harry! Non potrei mai prendere il tuo posto. Tu, Ron e Hermione siete speciali e nessuno potrà mai rimpiazzarvi!” disse Draco.

“Già, ma loro sono cambiati, adesso!” esclamò Harry.

“Perché, a te non è successa la stessa cosa? Da quando ti sei messo con Cho, sei peggiorato! Non te l’ho mai detto perché eri ancora mio amico. Ma, adesso, posso finalmente dirti che tu e Cho state malissimo insieme. Siete veramente incompatibili!” disse Ron.

“Adesso, basta!” esclamò Cho, alzandosi in piedi e sbattendo le mani sul tavolo.

La ragazza si diresse verso Harry, lo prese sotto braccio ed esclamò:” Andiamocene, tesoro! Non ho voglia di ascoltare degli stupidi parlare!”

Cho lo aveva chiamato ‘tesoro’. Non lo aveva mai fatto prima e questo incuriosì Harry.

“Oh, andiamocene tesoro!- ripeté Hermione con una vocina fastidiosa come se volesse prenderla in giro- Ma come siamo sdolcinate!”

Cho la fulminò con lo sguardo: “Senti, carina, tu pensi che io sia la sdolcinata. Ma anche tu lo saresti con David…se solo fossi veramente innamorata di lui!”

Colpo basso! Troppo basso e anche da vigliacchi. Sì, doveva ammetterlo Harry. Stephan e compagnia risero; Ron e gli altri rimasero ammutoliti; David era piuttosto confuso e Hermione sembrava furiosa, ma cercava di nasconderlo.

Cho, sicura di aver colpito il bersaglio giusto, aveva un sorriso perfido, che sorprese Harry.

“Allora, non dici niente? Dobbiamo dar retta a quel famoso proverbio che dice: ‘Chi tace, acconsente’ ? Oppure vuoi difendere il tuo grande amore per David?!” continuò Cho.

A Harry sembrò che Cho godesse nel rigirare il coltello nella piaga (tanto per rimanere in tema di proverbi e luoghi comuni!).

Hermione si morse il labbro inferiore per scaricare la rabbia; poi se ne andò. Cho si voltò verso i suoi amici e insieme scoppiarono a ridere. Christine e Ginny seguirono Hermione, mentre David rimase come paralizzato.

“Suvvia, David, non darti tanta pena per una che magari non è nemmeno innamorata di te! Ci sono tante altre ragazze che ti meritano più di lei!” disse Jessica.

David andò a sedersi, un po’ abbattuto, su una sedia lì vicino.

“Non avresti dovuto dirle quelle cose!” esclamò poi Harry a sorpresa.

Quella volta aveva deciso di intervenire.

“Oh, Harry, stiamo solo scherzando!” si giustificò Cho.

“No, avete esagerato questa volta. Non si scherza sui sentimenti delle persone. E, soprattutto, su quelli di Hermione. E’ molto sensibile.”

Harry guardò Ron che non distolse lo sguardo: sembrava quasi soddisfatto di come aveva agito Harry…suo vecchio amico.

“Non dirmi che sei arrabbiato, Harry?!” esclamò Stephan.

“Sono solo infastidito! Avete esagerato!” disse Harry.

Dopodiché Harry uscì dalla biblioteca per recarsi alla sala comune, ma qualcuno lo fermò.

“Harry?!”

Harry si voltò e vide Ron e Draco.

“Grazie!” disse Ron.

“Perché ‘grazie’?”

“Grazie per aver difeso Hermione!”

Harry assunse un’espressione curiosa.

“Sta passando veramente un periodo molto brutto e ci mancavano solo quei quattro che la tormentano!”

Ron sapeva del problema di Hermione?! Lei alla fine si era confidata solo con lui. Ma perché? Perché per tanto tempo non aveva detto niente né a lui né a Ron e, solo dopo aver litigato con Harry, si era confidata con Ron? Allora era lui, Harry, che involontariamente le impediva di confidarsi.

“Harry, sai, credo che la nostra amicizia non sia andata completamente in rovina!” disse Ron sorridendo leggermente.

Sì, aveva ragione. Qualcosa era rimasto, qualcosa che aveva permesso a Harry di ribellarsi al sorprendente comportamento di Cho nei confronti di Hermione. E non poteva dirsi dispiaciuto. In fondo lui non aveva mai voluto cancellare completamente la loro amicizia.

“Già, credo che si sia solo congelata un po’ con l’inverno!”

“No, la vera amicizia non gela mai d’inverno!- intervenne Draco- Sta solo passando un periodo di crisi. Ma tutte le amicizie più belle, più genuine e sincere passano prima o poi un momento critico. La vostra è tra queste!”

Per la prima volta Harry provò un moto di simpatia nei confronti di Draco. E per la prima volta, da quando glielo aveva consigliato Christine, lo guardò profondamente in quegli occhi azzurri e gelidi. No, non sembravano più tanto gelidi: erano tristi e abbattuti. Harry si accorse che Draco stava soffrendo veramente per qualcosa. Quel qualcosa era essere abbandonato e rifiutato dai suoi genitori. Stranamente Harry si ritrovò ad ammirare Draco per il coraggio che aveva dimostrato nel ribellarsi alla decisione dei genitori.

“Adesso, dobbiamo andare a vedere come sta Hermione…” disse Ron.

Harry annuì. Draco e Ron lo salutarono e Harry fece un cenno con la mano, dopodiché i due se ne andarono. Invece, Harry andò in camera sua e si distese sul letto. Erano le 18.45 ed era stata una giornata particolare. Sentiva il bisogno di riposare un po’. Chiuse gli occhi e si addormentò.

*******

Un verde prato con macchie colorate: erano fiori, fiori di tutti i tipi. Un cielo azzurro e sereno che faceva sentire chiunque in pace con il mondo intero. Uccellini che cinguettavano e farfalle colorate che andavano in cerca di fiori su cui posarsi. Ma cos’era? Il paradiso? No, impossibile. C’erano tre ragazzi sdraiati uno accanto all’altro, circondati dall’erba tenera (non da fumare, mi raccomando!) e da alcuni fiorellini. Anzi, c’ erano due ragazzi e tra loro una ragazza. Il ragazzo alla sinistra, quello con i capelli neri e ribelli, con occhi verdi, un paio di occhiali e una strana cicatrice sulla fronte si stava riposando e sembrava molto felice. La ragazza al centro con un fisico snello e lunghi capelli biondo scuro stava leggendo un libro di Shakespeare. Mentre, il ragazzo a destra, con capelli rosso fuoco, stava sonnecchiando. Avevano riso tanto ed era chiaro che tra di loro c’era qualcosa di speciale. Ma…improvvisamente ci fu uno scossone.

“…ry…”

Un altro scossone.

“…ry…Harry…”

“Mm…lasciatemi stare!” mormorò Harry.

“Harry?!”

Harry aprì gli occhi: davanti a lui c’erano Seamus e Dean.

“Harry, sei sveglio?” chiese Dean.

Harry cercò gli occhiali e se li infilò: “Credo di…sì!”

“Sono le 20.00. E’ ora di cena. Non vieni?” domandò Seamus.

“Oh, sì, sì. Vengo. Andate pure!”

“Come vuoi!” disse Dean.

“Comunque, grazie per avermi svegliato.”

“Di niente, amico!” esclamò Seamus uscendo dalla camera con Dean.

Si era addormentato e aveva sognato: era uno strano sogno. Aveva capito che quei tre ragazzi erano lui, Ron e Hermione, ma non aveva capito perché li aveva sognati. Non era mai successo da quando li conosceva. Perché proprio adesso? Forse c’entrava il loro litigio, anzi sicuramente. Sì, ma cosa indicava?

Indicava la sua voglia di fare pace con Ron e Hermione? O quanto gli mancava la loro amicizia? Oppure tutte e due?

Fatto sta che tutto ciò gli provocò una gran fame. Così si alzò e andò verso la Sala Grande. Mentre camminava, pensò a come avrebbe dovuto comportarsi con Cho e gli altri dopo quello che era accaduto. Avrebbe dovuto essere arrabbiato oppure avrebbe dovuto ignorare tutto? Non lo sapeva. (tanto per cambiare!)

Ma fu come se avesse chiamato telepaticamente la soluzione: infatti arrivò Cho.

“Oh, Harry! Ti ho cercato dappertutto. Ma dov’eri finito?” chiese la ragazza.

Sembrava seriamente preoccupata.

“Ho dormito in camera mia!” rispose lui.

“Eri in camera tua?! Mi sono preoccupata molto, sai?”

“Non avresti dovuto!”

“Perché? Sei o non sei il mio ragazzo?” esclamò lei rossa in viso.

“Sì, ma…”

“Io devo preoccuparmi per te! Ho già perso Cedric, non voglio perdere anche te!”

La ragazza scoppiò a piangere e Harry fu preso alla sprovvista. Era la prima volta che tra loro saltava fuori la questione di Cedric, da quando erano insieme e lui non era in grado di affrontarla. Cosa doveva dire? Cosa doveva fare?

La sua mano si alzò come se volesse posizionarsi sulla spalla di Cho, ma Harry la ritrasse subito non avendo il coraggio di farlo. Cho si asciugò le lacrime, ma ne aveva ancora gli occhi colmi.

“Harry…non capisci che ho bisogno di te? Sei tutto ciò che ho. L’anno scorso…non avevo capito quanto fosse importante Cedric per me fino a quando non è morto. Non mi sono preoccupata abbastanza per lui, altrimenti lo avrei convinto a non partecipare al Torneo. Adesso, non voglio fare lo stesso errore con te!” e riprese a piangere, nascondendo il viso tra le mani.

Basta! Non poteva star lì a guardare la sua ragazza piangere. Che razza di uomo era? (Perché… sei un uomo? Dai, scherzo!) L’istinto gli suggerì di abbracciarla e così fece. Cho rimase un po’ sorpresa, perché smise improvvisamente di singhiozzare.

“Oh, Cho, mi dispiace di averti fatta preoccupare e di averti fatta piangere. Ti prego, scusami. Sono stato uno stupido e un insensibile a pensare che avessi già superato completamente la morte di Cedric!” esclamò Harry tutto d’un fiato.

“No, Harry, non sei stupido. Però, adesso, vorrei che tu perdonassi me per aver preso in giro Hermione!” disse lei con due occhi che gli fecero sciogliere il cuore.

“Certo, non preoccuparti. E’ tutto a posto!”

In realtà, non era tutto a posto, ma Harry non voleva dare ulteriori preoccupazioni a Cho. Avrebbe dimenticato caso era accaduto tra lei e Hermione solo per amor suo, sperando che ciò non avesse fatto arrabbiare ancora di più Hermione e gli altri.

 

 

Oh, bello. Rileggendolo devo dire che mi è piaciuto molto! Basta, che razza di scrittrice sei? Ti recensisci da sola??  Ma secondo voi Cho non è un po’ troppo cattiva? Fatemelo sapere, ok? Il prossimo capitolo è Grifondoro contro Corvonero: vedremo cosa riceverà Harry da Cho per San Valentino (qualcuno, forse, ci può già arrivare…ihihihih!), se la pozione Aguzzaingegno farà effetto, chi vincerà e cosa succederà tra Hermione e David!! Un bel capitolo succulento, insomma! Ringrazio tutti quelli che hanno letto e quelli che recensiscono.

MartyBlack: ti è piaciuto questo capitolo? In fondo…la mente di Harry comincia a ragionare nelle retta via!

Marco: beh, non ci vorranno decenni. Harry è messo bene già in questo capitolo!

FedeHermy: don’t worry! Sulla retta via tu sei (come direbbe il saggio maestro Yoda!). Fra due capitoli tutto chiarito sarà! Pazienza abbi (anche con me!!)

Maripotter: spero che sia andato tutto bene con gli esami.almeno tu hai già finito. Io fino al 19 luglio sono impegnata con due maledetti esami all’università! Uffa. Lascia che ti faccia un piccolo rimprovero, monella: sei ore prima dell’esame orale ti metti a leggere la fanfiction di una povera pazza??? Vai a leggere almeno quelle più belle! (Ebbene sì, lo ammetto, quella recensione così fortemente negativa mi ha un po’ depresso e mi ha subito fatto venire dei complessi su ogni capitolo. Adesso, prima di pubblicarne uno nuovo credo che lo rileggerò mille volte!) Mi fa piacere che i commentini del mio alter-ego vengano apprezzati (…almeno quelli…NdAlter-ego: basta Kia, non ti demoralizzare! Abbiamo già tante palle al piede, ci manchi solo tu!) A presto!

Merewen: non sapevo che nel liceo classico ci fosse un indirizzo del genere. Hai fatto bene a scrivere “molto simile a quello che hai detto”: ogni volta che bisognava compilare dei moduli, come per l’iscrizione all’università, era un po’ noioso star lì a scrivere liceo socio-psico-pedagogico progetto Brocca…spero di non dover più scriverlo da nessuna parte, anche se è stata una scuola straordinaria. Grazie per la tua recensione e non preoccuparti: tutto si risolverà molto presto!!

Atena89: è stato un caso che io sia stata così rapida ad aggiornare. Avevo a disposizione Internet e quindi…Cmq, sì, Cho è un po’ il lato Oscuro della Forza che attrae Harry Skywal…ehm, Potter!   (Mannaggia a me, ho visto troppi Star wars!)

Miki84: oh, da quanto tempo! Mi fa piacere che tu sia ripassata. Come và? Hai ragione, io avevo pensato di far fare una brutta fine a Cho (del tipo…precipita da un burrone, cade dalla scopa, strozzata da Hermione)…ma poi mi ha fatto un po’ pena, allora penso che le concederò la grazia, su cui oggi tutti hanno da parlare tanto, e la farò vivere. Il cap. 15 si chiama “Chiarimenti” e lì tutto sarà…beh, chiarito: il ragazzo misterioso di quella sera, cosa è successo ai genitori di Hermione e perché lei non ne ha parlato con Harry, ecc…Ciao ciao

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Grifondoro contro Corvonero ***


Et voilà! Il quattordicesimo ( e vi giuro che non l’ho fatto apposta! E’ stato un caso!) parla di San Valentino (la festa più odiata da tutti i single perenni come la sottoscritta!). Complimenti a quelli di voi che hanno indovinato il regalo di Harry (ndAlterego: vabbè, ma era facile!!ndKia: ssshhh, se no poi si offendono!!). Tra l’altro quegli obbrobri esistono veramente! Bleah!! Ma leggiamo la reazione di Harry, vi va??

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

5°ANNO

Capitolo 14: “Grifondoro contro Corvonero!” (Capitolo dedicato a una mia carissima amica, anche lei fan di Harry Potter, ma milanista, che sta affrontando la maturità e i suoi professori all’ultimo momento le hanno detto che la sua tesina non andava bene! Coraggio, Laurina! Adesso farò in modo che i tuoi prof.riceveranno le pantofole di Harry!)

 

Quella mattina Harry si svegliò male: aveva dormito poco poiché cominciava ad avere paura della partita di Quidditch Grifondoro- Corvonero. Non aveva più il coraggio di affrontare la sua Cho in gara, soprattutto dopo quello che era successo la sera precedente. Tuttavia, si alzò e notò che Ron non era nel suo letto. Chissà dov’era…forse anche lui aveva paura che Harry non riuscisse a concentrarsi adeguatamente durante il match. Harry si lavò e si vestì. Dopodiché andò direttamente a fare colazione. Tutti i Grifondoro e i Corvonero che incontrava erano vestiti da veri tifosi: sciarpe, bandierine, ecc…dei colori della loro squadra.

Naturalmente c’erano anche molti ragazzi e ragazze che si scambiavano bigliettini e regali di San Valentino. Harry si era ricordato di prendere il regalo di Cho perché, dopo aver fatto colazione e prima di andare a cambiarsi, si sarebbero scambiati i regali.

Arrivato nella Sala Grande, si sistemò al tavolo dei Grifondoro. Non era molto lontano da Ron, Hermione, Christine e Ginny. I quattro non si accorsero subito della presenza di Harry. Lo notarono quando arrivarono Cho, Stephan, Deborah, Jordan e Jessica. I ragazzi di Corvonero si avvicinarono a Harry e Jessica gli consegnò una bottiglietta con dentro un liquido azzurro.

“Ecco la pozione Aguzzaingegno, Harry!” esclamò la ragazza.

“Grazie!” (Doppato!)

“Così non avrai effetti collaterali!” disse Stephan.

Hermione e gli altri si voltarono verso Harry.

“Fortunatamente abbiamo capito che unire questa pozione a quella Pepata è pericoloso!” esclamò Deborah.

Christine e Hermione si guardarono preoccupate.

“Beh, ci vediamo dopo, Harry!” lo salutò Cho, sorridendo.

Harry annuì e, quando i Corvonero se ne andarono, osservò la bottiglietta.

Hermione disse qualcosa a Ron, ma Harry non capì. Tuttavia mangiò qualcosa e poi bevve la pozione, sperando che avesse effetto.

Non appena vide Cho che si alzava e si dirigeva fuori dalla Sala Grande, Harry fece lo stesso. Si incontrarono, riparati da occhi indiscreti.

“Buon San Valentino, Harry!” disse Cho.

“Grazie, anche a te!” esclamò lui.

Si sedettero sui gradini di una scala lì vicino. Cho fu la prima a consegnare il regalo.

“Questo è per te.”

Era molto morbido e aveva la forma più o meno rettangolare con angoli non molto spigolosi, anzi sembravano piuttosto smussati. Il regalo era avvolto da una carta rossa con migliaia di cuoricini rosa e bianchi. (ihihihihihih!)

Poi Harry consegnò a Cho il suo regalo che era ricoperto da una carta celestina con tanti angioletti che ricordavano molto Cupido. (Per la dolcezza, mi è venuta la carie solo a scrivere tutto ciò!)

“Bene, li apriamo?” chiese Cho felice.

“Direi di sì!”

Harry lentamente aprì il suo regalo e, quando questo fu completamente spoglio, ebbe il desiderio di sprofondare sotto terra.

Un paio di pantofole…Bianche e rosse…su quella sinistra c’era scritto ‘Noi due’…su quella destra ‘Sempre insieme’! Erano proprio quelle del negozio! Erano quelle che non avrebbe mai voluto ricevere! (Kiara Bastarda è il mio soprannome, anche se in realtà mi definiscono Acida!)

“Ti piacciono?”

Harry sorrise, costrinse se stesso a sorridere per non darle dispiacere: “Sì…tantissimo!”

Deglutì: aveva raccolto tutto il suo coraggio per dire due paroline che erano, in realtà, una gran bugia!

“Sai, appena le ho viste, ho pensato a noi due!”

Ma davvero?! Harry non sapeva se piangere o ridere. Almeno a lei era piaciuto il memo a forma di cuore…le era sinceramente piaciuto. Si scambiarono un grazie e un leggero bacio: entrambi ritenevano che fosse meglio non esagerare quel giorno.

“Adesso, devo andare!” disse Harry.

“Sì, anch’io!”

“Allora. Che vinca il migliore!”

Cho annuì e andò via. Non appena fu scomparsa dalla sua vista, Harry cominciò a correre. Direzione: camera da letto. Il regalo lo nascose sotto il maglione. Arrivato in camera sua, lasciò la porta spalancata e cominciò a ragionare su dove avrebbe potuto nascondere il regalo. Guardò sotto il letto, esaminando la rete del materasso. Le pantofole le aveva lasciate sopra il letto. Improvvisamente sentì una voce.

“Chi c’è?”

Sembrava proprio la voce di Hermione. Harry alzò la testa, ma sbatté contro il materasso e uscì da sotto il letto, massaggiandosi la testa.

“Che male!”

Sicuramente gli sarebbe cresciuto un bel bernoccolo.

“Harry?! Che facevi sotto il letto?!”

Harry era seduto per terra e ci rimase perché gli girava la testa.

“Niente, niente. Piuttosto, come mai sei qui?”

“Ron ha dimenticato il suo braccialetto portafortuna. Così mi sono offerta di venirlo a prendere, lasciandolo solo soletto con Christine.”

“Quale braccialetto portafortuna?”

Hermione si avvicinò al comodino di Ron e afferrò un braccialetto di pezza giallo e rosso: “Quello che gli ha regalato sua madre quando è diventato Portiere.”

Poi la ragazza focalizzò il suo sguardo incuriosito sul letto di Harry e sorrise divertita. Era da tanto che Harry non la vedeva sorridere.

“E’…il regalo di Cho?”

Harry annuì sconsolato e poi disse: “Dai, ridi pure!”

Hermione scoppiò a ridere.

“Dimmi che le indosserai tutti i santi giorni!!”

“Certo, come no!”

Per la prima volta dopo tanto tempo, i due risero di nuovo insieme, scordandosi del loro litigio.

Dopo essersi calmati, Harry chiese a Hermione: “E tu cos’hai ricevuto?”

Hermione si scoprì il polso sinistro e Harry vide un finissimo braccialetto d’oro.

“Questo! A David non piacciono tutte quelle cianfrusaglie di San Valentino.”

“Nemmeno a te, vero?”

Hermione annuì.

“Comunque, in bocca al lupo per oggi! Confidiamo ancora in te. Sei sempre il nostro Cercatore!”

“Grazie!”

Hermione se ne andò, lasciandolo di nuovo da solo.

Nonostante il regalo di Cho (lo vogliamo definire ridicolo, penoso o assurdo? Io direi tutti e tre!), Harry si sentiva molto più sollevato per la partita. Era sicuro che Ron, Hermione e gli altri Grifondoro tifavano per lui.

Harry nascose le pantofole sotto il letto e, poi, andò verso gli spogliatoi. Gli altri membri della squadra si erano già cambiati. Ron aveva una strana espressione: sembrava con la testa fra le nuvole.

“Ma che gli è successo?” chiese Harry a Fred.

“Sapessi! Ha ricevuto un bacio sulla guancia da Christine!”

“Davvero?”

Fred annuì.

“Mi fa piacere!”

Dopo essersi cambiato, fece un piccolo discorso alla squadra. Harry notò che i loro visi erano alquanto preoccupati.

“Capisco benissimo la vostra preoccupazione. – cominciò Harry- ‘Riuscirà il nostro Capitano a giocare bene, nonostante il suo avversario sia anche la sua ragazza?’ Non posso assicurarvi niente. Io farò del mio meglio per concentrarmi esclusivamente sulla cattura del Boccino d’Oro. Per questo ho preso la pozione Aguzzaingegno. Spero che funzioni. Voi, invece, sono sicuro che giocherete magnificamente, come avete sempre fatto. Perciò, in bocca al lupo a tutti!”

“In bocca al lupo anche a te, Harry!” disse Ron.

“Crepi!”

La squadra di Grifondoro si recò sul campo, dove venne accolta da uno scroscio di applausi dalla parte dei tifosi di Grifondoro. Anche la squadra di Corvonero fu applaudita dai loro tifosi.

Harry non poté fare a meno di cercare con lo sguardo Cho. Nella sua divisa di Corvonero era molto più carina. La ragazza si accorse dello sguardo di Harry e gli sorrise.

In quel momento Madama Bump disse ai giocatori di salire sulle scope. Con la sua Firebolt, Harry volò verso la sua postazione. Essendo anche Cho una Cercatrice, si trovava proprio di fronte a lui.

“Harry, resisti, non alzare lo sguardo, altrimenti ti sorride ancora!” si disse Harry.

Madama Bump fischiò e la partita cominciò. Lee Jordan commentava, come al solito, la partita con la sua ben nota imparzialità.

“Molto bene! Alicia ha afferrato la Pluffa e si dirige verso la porta di Corvonero. Attenzione a quello…Bravissima, Spinnet lancia con grinta la Pluffa a Johnson, ma…la Pluffa viene intercettata da un Cacciatore di Corvonero. Mannaggia! I Cacciatori di Corvonero si dirigono verso la porta di Grifondoro e stanno utilizzando la formazione d’attacco Testa di Ferro. Sono compatti e molto veloci. Katie Bell prova a fermarli, ma deve scansarsi per non essere investita. Tutto è nelle mani di Ronald Weasley. Roger Davies, Cacciatore di Corvonero, lancia e…incredibile! Weasley para il tiro di Davies. Dunque, ancora 0 a 0 in questa partita che si promette avvincente. Intanto, Potter e Chang cercano il Boccino d’Oro che sembra proprio non voler farsi trovare. Attenzione, un Battitore lancia un Bolide verso Potter. Fred Weasley è troppo lontano, ma…magnifico! Potter all’ultimo momento ha evitato il Bolide con la Sloth Grip Roll. Davvero una mossa molto complicata e pericolosa. Harry Potter si è cappottato e ha evitato il Bolide!”

Cho guardò Harry con occhi spaventati. Quello che aveva fatto, ribaltarsi per non essere colpito, era veramente pericoloso. Avrebbe potuto perdere l’equilibrio. Ma l’aveva fatto d’istinto e non sapeva nemmeno che quella mossa avesse un nome.

Intanto Grifondoro era passato in vantaggio di 10 punti grazie a Katie. Quello che preoccupava Harry era che ancora non fosse riuscito a vedere il Boccino. E anche Cho sembrava in difficoltà.

“Ah-a. Davies ha commesso un fallo, il Blagging. Ha afferrato la coda della scopa di Angelina per fermarla. Benissimo, punizione per Grifondoro. La nostra stupenda Angelina si prepara a lanciare la Pluffa. Madama Bump fischia e…ehi, ma che fa? Il Portiere di Corvonero ha incominciato a volare a una velocità impressionante attorno agli anelli. Oh…mi informano che questa mossa si chiama Double Eight Loop. Non lo sapevamo, grazie. Comunque, Angelina sembra sconcertata, lo credo bene. Prova a tirare…niente. Parata.  Riparte Corvonero con Davies.”

Improvvisamente Harry vide Cho buttarsi in picchiata. Istintivamente la seguì; ma poi si accorse che non c’era nessun luccichio e, fortunatamente, riuscì a fermarsi prima di schiantarsi per terra. Non avrebbe mai pensato che Cho potesse usare la finta Wronsky contro di lui. Lei era veramente in gran forma, molto più di Harry. Era come se qualcosa le desse la carica (Doppata anche lei!).

“Ahi, Weasley non è riuscito a parare il tiro di Davies. Corvonero ha pareggiato. Siamo 10 a 10 in questa emozionante partita.”

“Insomma, Harry, datti da fare!” pensò Harry.

Cho stava sorvolando il campo in cerca del Boccino. Anche Harry avrebbe dovuto fare la stessa cosa, ma nel guardare Cho, si sentì come paralizzato, non riusciva a staccare gli occhi da quella ragazza. Era così bella, con i capelli mossi dal vento, con quella sua figura esile…

Poi, il Boccino gli passò davanti agli occhi: entrambi i Cercatori se ne accorsero e si tuffarono all’inseguimento.

“Finalmente, i due piccioncini hanno avvistato il Boccino d’Oro!”

Harry stava battendo Cho in velocità; il Boccino si trovava a pochi millimetri dalla sua mano. Sfortuna volle che nel momento in cui stava per chiudere le dita attorno al Boccino, un Bolide lanciato intenzionalmente con incredibile potenza da un Battitore di Corvonero lo colpì in pieno al fianco sinistro e Harry cadde per terra, perdendo i sensi.

           ***********

Che sogno! Cho lo aveva sconfitto a Quidditch: lui era per terra e in suo soccorso vennero Hermione, Christine, Ginny e perfino Draco. Ma non si ricordava bene come continuava quel sogno. Sentì però delle voci.

“Meno male che è caduto da pochi metri!” disse una voce femminile, molto familiare.

“Già, però…fortuna che Charles ha tirato quel Bolide!” disse invece una voce maschile, anch’essa molto conosciuta.

Forse…Harry non aveva sognato.

“E fortuna che ti abbiamo messo nella pozione Aguzzaingegno la pozione Pepata.”

“Stai zitta, Deborah!” disse la voce femminile di prima.

No, non stava sognando affatto.

Harry aprì gli occhi e, attorno a sé, vide Cho, Stephan, Deborah, Jordan e Jessica.

“Harry, come stai?” chiese Cho, accarezzandogli la nuca.

Harry si sottrasse alle carezze di Cho, girandosi su un fianco. Cho lo aveva tradito. Ma Harry si pentì immediatamente: il fianco su cui si era appoggiato, quello sinistro, gli fece un gran male e strinse gli occhi e i denti per il dolore.

“Ti fa male?” chiese ancora Cho. (Ma va?)

“Mi avete fatto più male voi!”

“Che vuoi dire?”

Con fatica Harry si mise seduto sul letto e disse: “Non sono sordo! Ho sentito che a te hanno dato anche la pozione Pepata!”

Colpiti in pieno: tutti e cinque, colti di sorpresa, chinarono il colpo.

“Avete solo approfittato del consiglio che mi avevano dato Hermione e Christine, ma avete convinto me a non seguirlo. Siete dei bugiardi! E da te non me lo aspettavo!” disse infine a Cho.

“Harry…” cominciò Cho.

“Stai zitta, per favore!- la interruppe subito Harry- Adesso, lasciatemi da solo!”

I cinque se ne andarono, scoprendo la visuale a Harry. Nel letto di fronte al suo c’era Ron e attorno a lui c’erano Hermione, Christine, Ginny e Draco. Ron aveva una bella bistecca rossa sull’occhio destro e, così come gli altri, lo stava guardando. Harry subito pensò che fossero arrabbiati con lui.

“Siete arrabbiati, delusi o tutte e due le cose?”

Si scambiarono uno sguardo; poi, Hermione si avvicinò a lui e mise una mano sopra quella di Harry.

“Harry, nessuno di noi è arrabbiato o deluso. E’ vero, Corvonero ha vinto, ma tu hai fatto del tuo meglio e stavi per farci vincere. Tutta la casa di Grifondoro è con te.”

Harry la guardò non ancora convinto.

“Senti, quando quel Charles Gray ti ha colpito con quel Bolide, Madama Bump ha fermato il gioco: hai fatto un bel volo. Purtroppo, però, Cho aveva già preso il Boccino. Noi siamo subito venuti da te, mentre Ron si è diretto verso Gray e hanno cominciato a prendersi a botte. Sai, è difficile accettare per chi ti è amico quello che ti ha fatto Gray, nonostante fosse tutto in regola!”

Hermione gli sorrise per confortarlo e Harry si sentì molto sollevato. Ron si alzò dal letto, tenendosi la bistecca sull’occhio e si avvicinò anche lui a Harry.

“Harry, vogliamo dirti una cosa. Adesso, credo che tu abbia capito che ci si può fidare di Draco. Perciò se vuoi tornare a essere di nuovo nostro amico, noi siamo ben lieti di accoglierti.”

Questo voleva dire che lo avevano perdonato.

“Mi hai perdonato per quelle brutte cose che ti ho detto?” chiese Harry a Hermione.

“Sì. Comunque credo che dovessimo stare un po’ lontano. Era destino: c’era troppa tensione tra di noi. Non facevamo altro che litigare.”

“Dopo quello che è successo oggi, e intendo l’aver scoperto di essere stato, sì, tradito da Cho e gli altri, mi sento malissimo nei vostri confronti e credo di aver bisogno di un po’ di tempo per perdonare me stesso di non avervi ascoltato subito.”

“Come vuoi, Harry. Prendi pure tutto il tempo che ti serve, ma sappi che ci manchi moltissimo!” disse Hermione.

Anche voi, avrebbe voluto dire Harry.

************

Harry rimase in infermeria per quasi una settimana, Ron solo un giorno. Cho andava a trovare Harry tutti i giorni, ma Harry non aveva molta voglia di parlarle. Non gli andava giù quello che aveva fatto insieme con gli altri. Anche se aveva notato che lei era veramente dispiaciuta. Un giorno…

“Harry?!” lo chiamò Cho, durante una sua visita.

“Che c’è?”

“Senti, mi dispiace davvero tanto. Non lo sapevo che avevano aggiunto la pozione Pepata, quando l’ho bevuta. Me l’hanno detto dopo, altrimenti ti giuro che non l’avrei presa!”

Harry la guardò con leggera indifferenza.

“Oh, Harry. Non sopporto che tu sia arrabbiato con me! Ti prego, dimmi che mi perdoni!!”

Stava per scoppiare a piangere, come al solito. E aveva certi occhi, talmente dolci e imploranti che Harry sentì il proprio cuore sciogliersi come gelato al sole. Infatti la sua espressione accigliata si addolcì.

“Non sono arrabbiato, però mi ha dato fastidio il doppio gioco degli altri.”

“Beh, sai come sono tutti e quattro. Sono strani, ma non sono cattivi!”

Harry preferì non ribattere: aveva appena fatto pace con lei e non voleva ricominciare a litigare per i suoi amici.

Prima di andarsene, Cho gli diede un bacio appassionato che non dispiacque a Harry.

Quando Harry uscì dall’infermeria, Cho era a lezione. Ormai, per quel giorno, Harry non sarebbe andato a scuola. Così prese a vagare per la scuola. Anche se fosse andato in sala comune, non avrebbe trovato nessuno. Però, gli accadde di sentire qualcosa di interessante. Arrivato alla fine di un corridoio, sentì delle voci, una femminile e una maschile e rimase lì ad ascoltare. Quelle voci appartenevano a Hermione e David.

“Come mai hai voluto vedermi?” chiese David.

“Devo dirti una cosa…”

La voce di Hermione era leggermente tremante.

“Devo preoccuparmi?”

“David…è…è meglio se ci lasciamo.”

La risposta di David arrivò dopo qualche secondo: “Pe-perché?”

“Non ti merito. Tu hai bisogno di qualcuno che ti ami veramente!”

“Vuoi dire che Cho aveva ragione a dire quelle cose?”

“Senti, quando ti ho conosciuto ero innamorata di qualcun altro. Per farlo ingelosire, o almeno per attirare la sua attenzione ho accettato di stare insieme a te. Devo dire che per un po’ ho pensato che, stando con te, avrei potuto dimenticare quello che provavo per lui.”

“Ma…non ci sei riuscita!”

“Mi dispiace. Io ho provato, ma non riesco a non pensare a lui. E’ il mio pensiero assillante!”

Il pensiero assillante…Hermione lo era stata per Harry a Natale. Poi fortunatamente gli era passata.

“Non voglio che pensi sia colpa tua. Tu sei fantastico: sei dolce, disponibile, bello e hai una straordinaria capacità di capire le persone che ti stanno accanto!”

“Beh, non so cosa dire. Mi piacevi veramente…”

“Ma non riesco a sopportare che ti abbia preso in giro! Anzi, se vuoi posso ridarti anche i regali che mi hai fatto!”

“Oh, no. Tienili come ricordo dei bei momenti passati insieme, per cui ti ringrazio, Hermione!”

“Così non rendi le cose più facili!” esclamò Hermione sorridendo.

“Sì, ma è la verità!”

Non dissero più niente per un po’. Evidentemente c’era molta tensione tra loro.

“Adesso, è meglio che vada!” disse David.

“Tu credi che…potremmo rimanere amici?” chiese Hermione titubante.

“Ma certo. Come amici, forse, funzioneremo meglio!”

“Sì.”

“Allora, ci vediamo.”

“Ciao!”

Harry sentì David che si allontanava. Così diede una sbirciatina dietro l’angolo, per vedere che faceva Hermione: la ragazza era appoggiata con la schiena al muro e guardava il soffitto. Il suo sguardo era molto triste e abbattuto.

Improvvisamente una voce tetra esclamò: “Buuuhhh!”

Per lo spavento, Harry sobbalzò e cadde per terra. Era stato Pix il Poltergeist a farlo spaventare e ora stava ridendo.

“Harry?!” esclamò Hermione spaventata.

“Ehm…ciao!” disse Harry, prima di alzarsi.

Pix se ne andò, piegandosi in due dalle risate.

“Da quanto sei lì?” chiese Hermione.

“Abbastanza da sentire tutto. Mi spiace, non volevo.”

“Non fa niente. Tanto tra qualche ora lo saprà tutta la scuola.”

“Beh, anche questo è vero!”

Harry si avvicinò un po’ di più a lei: “ Come ti senti?”

“Così così. Diciamo che si può stare meglio!”

Rimasero poi in silenzio. Harry non sapeva proprio cosa dire. Era piuttosto in imbarazzo. Hermione si accovacciò giù per terra e nascose il viso tra le braccia che avvolgevano le gambe. Stava piangendo? Sì, aveva incominciato a singhiozzare. Così anche Harry si accovacciò per terra di fronte a lei e le mise una mano sulla spalla.

“Dai, Hermione. Vedrai che passerà.”

“Non puoi capire, Harry. –disse Hermione alzando la testa- Non è solo per David. E’ tutta questa situazione che mi sta tormentando. Non ce la faccio più a sopportare tutto ciò!”

Hermione si alzò di scatto, si asciugò le lacrime e disse: “Adesso, devo andare. Ho lezione di Aritmanzia!”

Anche Harry si alzò.

“Per oggi non vai a scuola?”

“Non credo!” rispose Harry.

“Allora…ci vediamo a cena!”

“Sì.”

“Ciao, Harry.”

“Ciao!”

Hermione se ne andò, lasciandolo da solo.

Durante quell’incontro, Harry provò una grande tenerezza per Hermione. Aveva desiderato per un momento abbracciarla, stringerla a sé e farle capire che non era sola, che c’era lui con lei. Harry si stupì di questo pensiero, un pensiero che non aveva mai fatto e che lo fece arrossire.

“Oh, insomma Harry. Finiscila di pensare queste cose!” si ordinò Harry.

Pensieri del genere avrebbe dovuto farli su Cho, la sua ragazza, non su Hermione che sarebbe presto tornata a essere la sua migliore amica. Un’amica che per Harry era come una sorella.

“Sei sicuro?” gli chiedeva la solita vocina ( che sarebbe la sua coscienza!) dentro di lui.

Perché ci stava ancora pensando? Stava impiegando troppo tempo per essere sicuro della risposta. Ma sì, certo. Harry le voleva bene come una sorella.

Eppure qualcosa continuava a dirgli che quella non era la verità. E Harry si era accorto che, ultimamente, troppe volte fissava i suoi pensieri su Hermione e ciò non era normale. Nessuno doveva saperlo…soprattutto Cho. Altrimenti, chissà che scenata di gelosia gli avrebbe fatto.

Harry decise di andare da Hagrid, un po’ per chiedergli scusa, un po’ per distrarre i suoi pensieri.

Fortunatamente Hagrid era a casa e, quando Harry bussò, lo fece entrare.

“Ehilà, Harry!”

“Ciao Hagrid!”

Si sedettero attorno al tavolo.

“Allora, come stai?” gli chiese Hagrid.

“Bene, grazie. Adesso, avverto solo un leggero fastidio al fianco.”

“Meno male. Ci hai fatto prendere un bello spavento con quel volo!”

“Già! Ehm…senti, io volevo chiederti scusa!”

“Scusa? Per cosa?”

“Beh, avevi ragione sugli amici di Cho.”

“Hai visto?!”

“Mi dispiace anche perché mi sono comportato male con te!”

“Ma dai, non fa niente!” esclamò Hagrid mettendogli una mano sulla spalla.

“Comunque, hai fatto pace con Ron e Hermione?” gli chiese poi.

“Più o meno. Diciamo che loro mi hanno perdonato e sono pronti a tornare miei amici.”

“E tu vuoi?”

“Oh, sì. Mi sono mancati molto in questi due mesi. Però, prima ho bisogno di perdonare me stesso per quello che ho fatto a tutti voi!”

“Capisco. Quindi, sei anche pronto a diventare amico di Draco?”

“Credo di sì. Ho capito che è veramente cambiato.”

“Ma certo che lo è. Mi ha addirittura chiesto scusa per avermi offeso in questi quattro anni.”

“Non lo sapevo.”

“Senti, Harry appena tornerai con Ron e Hermione, voglio che tu stia vicino a lei!”

Harry lo guardò perplesso: anche Hagrid sapeva cosa stava passando Hermione.

“E’ davvero un brutto periodo e ha bisogno del sostegno dei suoi amici, anche di te, Harry!”

“Beh, l’avevo capito. Ma non so perché!”

“Questo non te lo posso dire. Dovrà essere lei a dirtelo!”

“Sì…ora devo proprio andare.”

Si alzarono ed Hagrid aprì la porta per farlo uscire.

“Ciao Hagrid!”

“Ciao!”

Harry andò ad aspettare l’orario di cena nella sala comune. Cercò di studiare un po’ di Trasfigurazione, seduto sul divano di fronte al camino. Ma ci capì poco. Così si sdraiò sul divano, incrociò le gambe, mise le mani sotto la testa e cominciò a fischiettare una canzone sentita a Natale che si intitolava “You’ve got a friend in me” (quella di Toy story, per intenderci!).

Dopo un’oretta circa, cominciarono ad arrivare gli studenti di ritorno dalle lezioni.

“Ehi, Harry!” lo salutò Colin Canon.

“Ciao Colin!” disse Harry mettendosi seduto.

“Oggi non sei venuto a scuola, vero?”

“Proprio così. Sono uscito dall’infermeria da poco.”

“Quindi non sai che hanno anticipato la cena alla sette?!”

“No, perché?”

“Silente ha una riunione con i Prefetti dopo mangiato e, dato che domattina deve alzarsi prestissimo per un impegno urgente, ha detto che vuole andare a dormire presto!”

“Oh, capisco!” disse Harry divertito.

“Comunque, stai bene?”

“Sì, grazie.”

“Bene!”

“Ehi, Colin, vieni un attimo?” esclamò qualcuno dietro il divano.

“Arrivo! Ci vediamo, Harry!”

“Ciao!”

Dopo un po’ arrivarono Ron, Hermione, Christine e Ginny. Hermione era ancora un po’ giù e si andò a sedere sul divano, leggermente distante da Harry.

“Ciao, Harry!” lo salutò Ron.

“Ciao!”

Ron andò a sedersi tra lui e Hermione e gli disse a bassa voce: “Se non sbaglio sai meglio di me che Hermione ha lasciato David!”

Harry annuì: “Sì, ed è per quello che è così abbattuta?”

“Anche, ma adesso si sta maledicendo perché si era scordata che stasera c’era la riunione dei Prefetti.”

 “Ah, e quindi incontrerà David.”

“Esatto!”

Entrambi si voltarono e guardarono la ragazza.

“Non me la sento, non me la sento…” continuava a ripetere Hermione.

“Se vuoi, Hermione…- disse Ron-…posso andare io al tuo posto.”

Gli occhi di Hermione tornarono a brillare di gioia: “Davvero?! Lo faresti veramente?!”

“Certo. Siamo o non siamo amici?!”

“Grazie, grazie, grazie!”

“Ehm…prego, prego, prego!”

“Adesso, devi far finta di stare male, Hermione!” disse Christine.

“Che ci vuole? A cena mangerò poco, tanto non ho molta fame, e farò la faccia stanca e depressa.”

“Allora è tutto a posto!”

“Però, mi raccomando, Ron, non ti addormentare. Cerca di capire cosa dicono e poi riferiscimelo!”

“Agli ordini!”

Hermione, poi, si accorse che accanto a Ron c’era Harry.

“Harry?!”

“Sì?!”

“Mi dispiace per oggi!”

“Perché?”

“Perché sono stata scontrosa con te, anche se tu volevi solo aiutarmi.”

“Oh, non ti preoccupare. Rispetto a come mi sono comportato io con voi, quello non era niente!”

Harry chinò la testa, assalito da un enorme senso di colpa. Hermione lo guardò con dolcezza. Ah, quanto gli piaceva quello sguardo, quegli occhi che si posavano su di lui. No, no, no! Che cosa stava pensando? Doveva smetterla! Così, scosse la testa per mandare via quel pensiero.

“Harry, ti prego, smettila di tormentarti per quello!” gli disse Hermione.

“Non so se ci riuscirò!”

“Sì, Harry. Ce la devi fare, per noi, per la nostra amicizia!”

Lo stavano guardando tutti e quattro con aria confortevole e solidale. Dopo tanto tempo sentì di nuovo il calore dei suoi amici, il loro affetto, la loro fiducia. E si sentì bene, soprattutto, con se stesso: sapeva che si sarebbe perdonato presto, ora, e che sarebbe tornato a essere amico di Ron, Hermione, Christine, Ginny e Draco. Sarebbe stato vicino a Hermione; avrebbe aiutato Ron a conquistare Christine; avrebbe conosciuto il nuovo Draco; e gli allenamenti di Quidditch sarebbero stati più divertenti. Una serie di prospettive allettanti, insomma. Ma il problema era dirlo a Cho. Come l’avrebbe presa? Chissà…ma quello di cui Harry era sicuro era il voler tornare a condividere fantastiche avventure con Ron e Hermione e ci sarebbe riuscito. A tutti i costi!

 

 

Che ve ne pare? Ci siamo quasi al riconciliamento. Il prossimo capitolo infatti è “Chiarimenti!”, dove tutto si, beh, chiarirà. Spero vi sia piaciuto il capitolo! Ecco, preparatevi però a una brutta azione da parte mia prima o poi: non riguarda la storia, ma la sua pubblicazione. Purtroppo non posso fare a meno del mio lato maligno, acido, bastardo…chiamatelo come volete voi! Certo, questo mi farà perdere moltissimi lettori, ma che ci posso fare??? Perdonatemi in anticipo!

Marco: ma come fai a essere quasi sempre il primo a recensire? Sei sempre su internet?? Hai visto che Harry sta aprendo piano piano gli occhi!

MartyBlack: bella recensione. Chiara, concisa, esplicita! Ciao

Merewen: piaciuto questo capitolo? Anch’io odio Cho, però prossimamente (molto prossimamente!) si addolcirà!

Mary: Che bello! Un’altra lettrice nuova di zecca! Non ti preoccupare, ho calcolato che prima della mia partenza dovrò pubblicare quasi due capitoli a settimana!

Maripotter ( la monella, tanto per intenderci!): grazie carissima per i tuoi commenti sempre straordinari che mi fanno ricordare che la vita va avanti nonostante tutto (ehi, manicomio, fermatela, abbiamo un’altra che è impazzita per il troppo caldo!). Bando alle ciance, spero ti sia piaciuto il capitolo e, in particolare, le pantofole di Harry. Ciao ciao! Ah, dimenticavo, complimenti per gli esami! Brava brava brava brava…..

Atena89: mi dispiace per le pantofole!! Comunque, credo che Harry le butterà via il prima possibile. E prima di metterti nei guai non ti preoccupare quei tre si riappacificheranno prestissimo! Capito? Ciao

FedeHermy: un’altra cattiva! Bello! Ti è piaciuta la reazione di Harry? Uh, sei sarda, che bello. Io ho dei parenti in sardegna! Ma non ci sono mai andata, peccato! Ciao

Miki84: grazie di essere ripassata. Eh, sì non potevo continuare a mostrare Harry come se fosse uno scemo. Un po’ di intelligenza gliela avrà pur data Madre Natura, non trovi? Io la sto solo facendo venire fuori poco alla volta…

Emma: beh, l’importante è che hai recensito, non importa quale capitolo. Comunque sto aggiornando così in fretta perché prima delle vacanze voglio finire di pubblicare il quinto anno. Mancano senza quest’ultimo quattro capitoli. Ciao

 

Un saluto a tutti quanti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Chiarimenti ***


Ciao ciao ciao! Come state, miei cari lettori? L’altro giorno ho trovato sul giornale un articolo sulla Rowling e sul sesto libro. Tra le varie ipotesi (come quella molto comune che Harry si innamorerà di Hermione e quella più triste della morte di Silente) ce n’è una strana: Harry potrebbe morire e tornare poi nell’ultimo libro. Spero proprio di no. Gli inglesi hanno già cominciato a fare scommesse: a quanto pare la sua morte viene data 16 a 1, quindi sembra piuttosto improbabile come evento. E poi si dice che la Rowling dopo Harry Potter comincerà a scrivere romanzi gialli o thriller. Sono proprio curiosa di vedere cosa salterà fuori. Nel frattempo torniamo al suo best seller e alla nostra sconfinata fantasia. Mi raccomando, tutti quelli che volessero gentilmente recensire, vi prego…siate sincerissimi, ok? Ci tengo molto a sapere la vostra opinione su questo capitolo. Buona lettura.

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

5°ANNO

Capitolo 15: “Chiarimenti!”

 

Il tempo passava, ma la situazione non era cambiata. Ormai, Harry si sentiva pronto a tornare dai suoi veri amici, senza lasciare Cho. Purtroppo non aveva il coraggio di dire tutto proprio a lei. Come poteva dirle che non gli piaceva stare con Stephan, Deborah, Jessica e Jordan? Che voleva tornare con Ron, Hermione, Christine, Ginny e Draco? L’occasione giusta arrivò verso metà marzo.

Una mattina Harry si trovava con Cho e gli altri. Avevano in programma di passare il pomeriggio in biblioteca perché dovevano fare una ricerca per Pozioni e avevano chiesto a Harry di far loro compagnia. Naturalmente Harry non era riuscito a dire di no di fronte agli occhi imploranti di Cho. (O_O)

Mentre si stavano recando in biblioteca, passarono dal cortile interno e videro Ron, Hermione, Christine, Ginny e Draco seduti per terra a studiare. Era una bella giornata: il sole caldo splendeva in alto, nel cielo sereno. La primavera era arrivata in anticipo.

Stephan e Jordan si fermarono e, dopo essersi consultati con Deborah e Jessica, si diressero verso i cinque ragazzi al centro del cortile.

Quella volta Harry si mosse, ma Cho lo fermò: “Stai qui, non ti immischiare!”

Che doveva fare?

Stava facendo da spettatore: vide Ron e gli altri alzarsi in piedi alla vista dei quattro Corvonero. Hermione fu l’unica a rimanere seduta. Sembrava molto stanca.

“Allora,- cominciò Stephan- come sta il nostro penoso gruppetto?!”

“Finitela! Ci avete stancati!” esclamò Ron.

“Ma davvero?! Sai quanto ce ne importa!” disse Jordan.

“E’ proprio questo il divertimento!” commentò Jessica.

“Adesso basta!” esclamò Draco minaccioso.

“Oh, che paura che ci fai, Malfoyuccio!” disse Stephan.

“In realtà, noi siamo qui per parlare con Hermione Granger!”

Hermione sollevò il suo sguardo, che non lasciava trasparire alcuna emozione, e guardò chi aveva parlato, cioè Deborah.

“Allora, hai mollato David…”

Hermione si alzò in piedi e chiese: “A voi cosa importa?”

“Ci importa eccome!” esclamò Jessica.

“Vi importa perché siete state respinte l’anno scorso da Viktor Krum per me? Vi importa perché siete state respinte anche da David l’anno scorso?”

Deborah e Jessica furono prese alla sprovvista e si morsero il labbro inferiore. Furono talmente coordinate nei movimenti che fecero ridere Harry. Ma Cho lo fulminò con lo sguardo.

“No, carina!- disse Deborah- Per tua informazione David è un purosangue e non sopportavamo il fatto che frequentasse una sporca mezzosangue come te!”

Draco e Ron si mossero, ma Hermione li fermò. Anche Harry voleva intervenire, ma la presa di Cho era talmente forte che per liberarsi avrebbe dovuto strattonarla e farle male.

“Lasciate stare. Ormai sono talmente a corto di insulti che non sanno più cosa utilizzare contro di noi!” disse Hermione.

“Piccola sciocca, noi sappiamo benissimo che ti da molto fastidio essere chiamata ‘mezzosangue’, anche se non lo dai a vedere. Dentro stai rodendo di rabbia!” esclamò Jessica.

“Già! Voi mezzosangue siete la rovina del mondo magico, l’unica cosa che riuscite a fare è infangare i nomi di mago e di strega. Siete inutili per la comunità magica…”

E mentre Deborah parlava, Hermione chiuse gli occhi e si portò una mano sulla fronte. Era come se stesse cercando di mantenere l’equilibrio.

Ma quello che stava dicendo Deborah era davvero orribile e Harry non poteva sopportarlo. Così, con forza si liberò dalla presa di Cho, che per la spinta indietreggiò; Harry scavalcò il muretto che circondava il cortile e corse a mettersi in mezzo alla discussione. Si collocò proprio tra i Corvonero e i Grifondoro (lo so, c’è anche Draco dalla parte di Grifondoro. Ma potevo mettere: “Si collocò tra i Corvonero e i Grifondoro e il Serpeverde”?).

“Harry, vuoi dire qualcosa anche tu?” chiese Stephan.

Erano convinti che fosse intervenuto a loro favore.

“Sì, ma voglio dirlo a voi!” esclamò Harry arrabbiato.

“Cosa?!”

Nel frattempo anche Cho li aveva raggiunti.

“Smettetela di prenderli in giro. Non posso sopportarlo, sono i miei migliori amici.”

“Ma, Harry, ti hanno tradito!” disse Stephan.

“No. E’ successo tutto per colpa mia. Non sono riuscito a cogliere quello che loro avevano capito perfettamente e cioè che Draco era cambiato. Per questo ho detto delle cose orribili, che in realtà non ho mai pensato, perché loro sono le persone più in gamba che abbia mai conosciuto!”

“Ma, Harry, tu sei un purosangue! Non puoi stare con Babbanofili e Mezzosangue!” esclamò Jessica.

“Posso e, soprattutto, voglio! Perché i Babbani sono persone meravigliose!” (Grazie, grazie…modestamente!)

“Tu odiavi i Babbani!” disse Cho.

“No, io odiavo quelli con cui stavo, i Dursley. Ma ammiro tutta la comunità babbana: è riuscita a sopravvivere senza la magia e, poi, i Babbani hanno una straordinaria capacità di essere solidali con il prossimo!” (Adesso piango…buuuuuu, buaaaaa!!)

Improvvisamente Draco esclamò: “Hermione!”

Harry si voltò e vide Hermione che, persi i sensi, veniva sostenuta da Draco.

“Presto, portiamola in infermeria!” disse Christine. (E.R.: donna, 15 anni, ha perso i sensi….ehi, non respira…intubiamola, prestook, diamole 10 cc di non so cosa…

Tranquillizzatevi fans di Hermione, non è niente di grave…è solo incinta. Ci siete cascati, ahahah…scopritelo continuando a leggere. Grazie per la cortese attenzione. Arrivederci! Dott ssa Chiara Martorana, senza puntino perché come dice la mia prof. di Istologia noi studenti di medicina siamo già dott senza puntino.)

Draco la prese tra le braccia e cominciò a correre seguito da Christine e Ginny.

“Harry?!” lo chiamò Ron.

“Harry, non puoi andartene. Abbiamo un conto in sospeso!” esclamò Stephan.

Harry guardò Ron e gli disse: “Vai!”

“Sei sicuro?”

“Sì, vai. Hermione ha bisogno di almeno uno di noi!”

Ron annuì e corse via.

“Harry, credo che dovremmo parlare!” esclamò Cho, portandosi le mani sui fianchi.

“Sì, lo credo anch’io. Ma se è possibile, non qui, davanti a tutti!”

“Ok!”

Harry seguì Cho e gli altri. Mentre cercavano un’aula vuota dove poter liberamente parlare, Harry si sceglieva per benino le parole del suo discorso.

Finalmente, dopo tanto vagar (Che frase raffinata!), entrarono in un’aula completamente vuota.

“Allora, c’è qualcosa che devi dirci, Harry?” esclamò Cho.

“Mi da fastidio il vostro comportamento con i miei amici!”

“Ah, e da quando sono tornati a essere i tuoi amici?” chiese Cho.

“Da quando mi hanno perdonato per quello che è successo tra noi.”

“Però, fino a poco tempo fa ti piaceva stare con noi!” disse Jessica.

“Fino a quando non ho scoperto di che pasta siete fatti veramente.”

“E come siamo?” domandò Stephan.

“Siete falsi e presuntuosi. Credete di essere i migliori, quando, invece, siete tutto l’opposto!”

I volti di Stephan, Deborah, Jessica e Jordan erano arrabbiati

“Ah sì? Credo che non ci sia più niente da dire!” commentò Jordan.

“Già, le posizioni sono molto chiare adesso!” esclamò Jessica.

Cho guardò i suoi amici.

“Ci è passata la voglia di fare la ricerca!” disse Deborah.

“Ti va se ci vediamo domani, Cho?” le chiese Stephan.

Cho annuì. I quattro ragazzi uscirono dall’aula senza dire niente, lasciando Harry e Cho da soli.

Dopo essere stati per qualche minuto in silenzio, Harry disse: ”Cho, mi dispiace. Non potevo sopportare quello che stavano facendo a Ron, a Hermione e agli altri.”

“Dimmi una cosa: quello che hai detto prima, vale anche per me?”

“No, come puoi pensare una cosa del genere?!”

Cho sospirò.

“Senti, Cho, io ho provato a stare lontano da loro, ma non ci riesco. Sono i miei migliori amici, sono stati i miei primi amici. Non ho mai avuto nessuno fino a quando non ho conosciuto Ron e Hermione. Puoi capirmi?”

“Ma sì, certo. Quindi, non vuoi lasciarmi?!”

“Oh, non essere così drastica! Certo che non voglio lasciarti. Quello che voglio è stare con te, ma tornare ad avere i miei amici!”

“Credo si possa fare!” disse Cho sorridendo.

“Magnifico! Grazie!” esclamò Harry dandole un bacio sulla guancia.

Harry voleva chiederle se lui poteva andare a trovare Hermione. Era piuttosto preoccupato perché non aveva sue notizie.

“Ehm…senti, Cho…io…”

“Harry, allora, andiamo in biblioteca? Studieremo insieme, io e te!” lo pregò Cho.

E, come al solito, Harry non riuscì a resistere ai suoi dolci occhi imploranti. Cho aveva questo strano potere, di riuscire a controllarlo con un solo sguardo, e doveva essersene accorta, perché si comportava in questo modo molto spesso.

Harry sospirò, rassegnato: “E va bene!”

Così, andarono in biblioteca e cominciarono a studiare. Cho, il giorno dopo, avrebbe avuto un compito importantissimo di Trasfigurazione. Rimasero, perciò, fino a sera in biblioteca, lei per studiare, lui per farle compagnia. Per tutto il pomeriggio Harry pensò a come stesse Hermione. Doveva andare a trovarla, ma sembrava che Cho non volesse allentare con lo studio.

Infatti, verso le 20.00, Cho chiese a Harry se poteva andare a prendere qualcosa da mangiare. Proprio non voleva smettere!

Harry per accontentarla andò nelle cucine e si fece dare cibo e bevande dagli elfi domestici. Quando tornò in biblioteca, i due cenarono e poi Cho riprese a studiare. Dopo un po’ arrivò Madama Pince che li esortò a uscire.

“Dai, Cho, è tardi. Dobbiamo andare.”disse Harry.

“Ok, però, ti va di venire con me in un posto?” chiese Cho.

“Ma sono già le nove passate!”

“Ti prego!!! “ lo implorò lei.

 “E va bene!”

Cho lo prese per mano e lo condusse su per una torre che sembrava dimenticata da tutti. Non c’erano quadri sulle pareti interne, le scale erano un po’ traballanti e non erano incantate come le altre. Non c’era anima viva né tanto meno fantasmi! Harry non era mai stato in quel posto. Quando arrivarono in cima, il panorama era stupendo e la serata tiepida lo rendeva ancora più bello: non si vedeva la cupa Foresta Proibita, ma il luccicante lago che si trovava dietro Hogwarts. Nel cielo brillava la luna che si rispecchiava nel lago: sembrava una grossa falce d’argento. Le stelle, come tante piccole lucciole, facevano da cornice a quella magica serata.

“Wow!” esclamò Harry.

“Ti piace? Cedric mi portava sempre qui, quando avevamo un po’ di tempo libero!” disse lei un po’ malinconicamente.

Harry notò la sua tristezza e la abbracciò fortemente.

“Ti manca ancora?” le chiese lui.

“Beh, mentirei se dicessi di no. Però ora ci sei tu, Harry. La mia vita deve continuare e questo anche Cedric lo avrebbe voluto. Spero che la possa continuare con te!”

Harry avrebbe voluto dire: “Lo spero anch’io!” , ma non ci riuscì e non ne capì il motivo. Così si limitò a guardarla intensamente, prima di baciarla. Era tutto perfetto, ma la situazione sembrò sfuggire di mano a Harry: prima che se ne rendesse conto, si ritrovò per terra. Sotto di lui, Cho si dava un gran da fare: lo stava baciando appassionatamente, mentre con le mani gli scompigliava i capelli. Harry non sapeva cosa fare:  gli piaceva, ma non era sicuro di volerlo fare in quel preciso istante. Ma il bacio di Cho, sentire il corpo di lei sotto il suo, lo eccitarono non poco. Nella testa di Harry c’era una voce che lo esortava ad andare avanti (l’Es freudiano, la parte più irrazionale del nostro inconscio!). Ma c’era anche qualcos’altro che si contrapponeva a questo: qualcosa che gli impediva di agire liberamente. Che cosa? Non riusciva più a pensare, aveva troppe cose in testa: i suoi dubbi, quello che stava facendo Cho…

”Ehi, ma cosa sta facendo?” pensò Harry.

Vide che Cho gli stava sbottonando la camicia ed era già arrivata al quarto bottone. Harry chiuse gli occhi, li strinse fortemente nel disperato tentativo di capire cosa doveva fare…Improvvisamente gli apparve nella mente quello che era successo il pomeriggio: Hermione che sveniva e Draco che la sorreggeva…Hermione!

Harry si staccò dal bacio di Cho: “No!”

La ragazza lo guardò con aria interrogativa: “Che significa no?”

“Significa che non voglio, non voglio farlo.”

“Non mi trovi attraente?”

“Ti assicuro che non è affatto così. Solo che non sono pronto, ti prego. Io non posso fare sempre tutto quello che vuoi. Il nostro rapporto per me sta diventando opprimente!” esclamò Harry alzandosi in piedi.

Cho sembrava essere imbronciata: “Opprimente?!”

“Sì, è come se fossi il tuo schiavo!”

“Non è così!- disse Cho alzandosi anche lei in piedi- Non voglio che tu sia il mio schiavo!”

“Forse ho interpretato male il tuo atteggiamento. Mi dispiace!”

“Non fa niente! Comunque, proverò a cambiare per non darti più questa impressione!”

Harry sorrise.

“Sì, ma adesso andiamo. E’ veramente tardi.”

“Ti posso accompagnare per sicurezza fino alla torre di Corvonero?”

“Ok!”

Così,  arrivati davanti al quadro di Corvonero, Harry disse a Cho: “Buonanotte!”

Cho fece lo stesso e, prima di entrare nella sua sala comune, diede un veloce bacio a Harry.

***********

Mentre Harry stava tornando alla torre di Grifondoro, si ricordò di Hermione e, pensando si trovasse in infermeria, decise di andare a trovarla. Raggiunse la porta dell’infermeria rapidamente e la aprì con cura, cercando di non fare rumore. Madama Chips non c’era, evidentemente era in camera sua. Harry, piano piano, attraversò la stanza e cercò Hermione. Il suo letto era in fondo alla stanza. Harry la trovò addormentata: indossava una camicia da notte bianca e il volto era leggermente illuminato dalla luna che faceva capolino dalla finestra sopra il letto opposto. Si avvicinò a lei, si sedette sul letto e con una mano le scostò una ciocca di capelli dagli occhi. Cominciò ad accarezzarle la mano delicatamente per poi prenderla tra le sue.

“Avrei dovuto starti vicino in questo periodo, darti il mio sostegno, come hai fatto tu quando ne avevo bisogno io.”

Harry portò la mano di Hermione sul suo viso e, improvvisamente, la sentì muoversi. Forse Hermione stava per svegliarsi perché con la mano prese ad accarezzare Harry sulla guancia, la passò poi sulle sue labbra e infine sul mento. (No, non è la mano di Hermione, ma quella della famiglia Addams!!)

Hermione…”

Harry le riprese la mano e fissò la ragazza, aspettando da un momento all’altro il suo risveglio.

 In cuor suo sperava che lo facesse veramente: “Ti prego svegliati…svegliati…”

Hermione, come se avesse letto nei pensieri di Harry, aprì lentamente gli occhi…

La prima cosa che vide fu il volto di Harry che le sorrideva: “Ciao, Hermione! Dormito bene?”

Hermione cercò di alzarsi aiutandosi con i gomiti, ma non ci riuscì. Ma Harry la sospinse indietro.

 “No,no, stai giù. Adesso devi riposare, capito?”

“Cos’è successo?” chiese debolmente Hermione.

“Sei svenuta oggi pomeriggio, non ti ricordi?”

“Ah sì, quando c’erano gli amici di Cho.”

“Già!”

Hermione strinse la mano di Harry: “Grazie per oggi!”

“Perché?”

“Perché sei tornato a essere il nostro Harry, quello che abbiamo sempre conosciuto!”

“Come hai fatto a capirlo?”

“Ti sei ribellato agli amici della tua Cho per causa nostra! Ci voleva il coraggio del vecchio Harry Potter!” esclamò lei dandogli un pugnetto sul braccio.

Harry sorrise: “Di nuovo amici, allora?”

“Amici come prima!” esclamò Hermione.

“Posso…abbracciarti?” le chiese stranamente Harry.

Non sapeva perché voleva farlo: voleva e basta. Gli era venuto in mente tutto d’un colpo, istintivamente.

Hermione aprì le braccia nella sua direzione e Harry si chinò per abbracciarla delicatamente: che sensazione piacevole…Harry si sentiva veramente bene in quel momento.

Ma, sentendo il delicato profumo dei capelli di Hermione, profumo di vaniglia, Harry percepì qualcosa dentro di lui che si stava lentamente smuovendo. Qualcosa di familiare, qualcosa che Harry aveva cercato di reprimere tempo prima, qualcosa che quella notte gli aveva impedito di passare la notte con Cho…

Si allontanò immediatamente, chiaramente imbarazzato.

Hermione lo osservò attentamente, come se lo stesse studiando: ”Harry, ma che hai combinato? Sei tutto spettinato e…hai la camicia sbottonata a metà.”

Harry si era dimenticato di sistemarsi capelli e camicia…e in quel momento arrossì.

“Ehm…ecco…io…”

“Fammi indovinare: ti trovavi in atteggiamento amoroso con Cho?”

“Eh eh…beh, più o meno…”

Hermione spalancò gli occhi: “Harry, ma…a 15 anni? Non avrai veramente…?!”

“Oh no no no…lei mi ha portato su una torre da dove si vedeva uno stupendo panorama e quando io l’ho baciata, non so come, ma mi sono ritrovato per terra, sopra di lei. Io non sapevo cosa fare: una parte di me voleva continuare,  l’altra no e non so neanche perché. Poi lei ha iniziato a sbottonarmi la camicia e io ho chiuso gli occhi nel disperato tentativo di capire cosa fare, ma…- e qui guardò intensamente Hermione-…mi sei venuta in mente tu, oggi pomeriggio…così senza un motivo ben preciso, mi sono allontanato da lei dicendole che non mi sentivo pronto e lei…l’ha presa abbastanza bene!”

Hermione chinò lo sguardo timidamente.

“Senti, ma come mai sei svenuta oggi pomeriggio?” le chiese Harry.

“Ehm…credo sia colpa di questo periodo. E’ un po’ stressante, sai…”

“Come mai?”

Hermione guardò alla sua sinistra. Era diventata un po’ triste.

“Se non vuoi parlarne non fa niente!” esclamò immediatamente Harry.

“No, ora è giusto che anche tu lo sappia. – disse Hermione e, prima di continuare, respirò profondamente- Quando sono tornata a casa per le vacanze estive, l’anno scorso, ho scoperto che i miei genitori avevano incominciato a litigare. Per tutta l’estate non hanno fatto altro che litigare: erano in disaccordo su tutto, perfino su quanti fili d’erba ci sono nel nostro prato.”

“Ma perché?”

“Mio padre è stato licenziato a causa di una discussione avuta con il dirigente dello studio dentistico. Mia madre sostiene che è tutta colpa di mio padre, anche se ha provato, inutilmente, a farlo riassumere. All’inizio di quest’anno papà ha trovato un posto in un altro studio dentistico. E’ un po’ lontano da casa, però, è pur sempre un lavoro. Solo che, per tutta l’estate e anche durante le vacanze natalizie, ho fatto qualche lavoretto per portare qualcosa a casa: per esempio, la dog-sitter di mattina, la gelataia il pomeriggio e altri lavoretti temporanei. Credo che tra la situazione che avevo a casa e quella a scuola, sono andata un po’ in tilt!”

“Capisco…Posso fare qualcosa per te?”

“Puoi continuare a essere amico mio!”

“Certo!- esclamò Harry sorridendole- Quindi, è per questo che non hai scritto né a me né a Ron durante l’estate!”

Hermione annuì.

“Posso farti una domanda?” le chiese dopo.

Non voleva sembrarle impertinente, però, visto che c’erano…

“Sì!”

“Ecco, spero che non ti arrabbierai, però…quella notte in cui non riuscivamo a dormire entrambi, io, in realtà, ho sentito che stavi parlando con qualcuno!”

“Davvero?!”

“Sì, ma non te l’ho voluto dire perché quando mi hai visto eri nervosetta!”

“E immagino tu voglia sapere con chi stessi parlando…”

“Sempre se ti va…”

“Josh, parlavo con Josh, l’unico amico che abbia mai avuto fino a quando non ho conosciuto te e Ron.”

“Josh?!”

“Sì, andavamo a scuola insieme: gli altri mi evitavano perché ero troppo ‘secchiona’! Ma lui era con me, mi era amico esattamente come voi!”

“E sa che sei una strega…”

“E’ l’unico a saperlo. Ci teniamo in contatto attraverso una specie di comunicatore audiovisivo. Quella sera mi aveva chiamata perché i miei genitori gli avevano detto che ero un po’ giù e hanno pensato che lui avesse potuto rallegrami un po’.”

“Era a causa della lettera, vero?”

“Sì, i miei genitori mi avevano scritto per dirmi che volevano separarsi. Ma stranamente non l’hanno fatto. Anzi, durante le vacanze di Natale hanno iniziato una terapia di coppia e, adesso, spero che funzioni.”

“Funzionerà, vedrai!”

“Sì.”

“Piuttosto, ho sentito che Josh ha un locale, o sbaglio?”

“Diciamo che prima lavorava in un locale come barista. Adesso, però, suo fratello Matt ha aperto una specie di pub dove si può mangiare, bere e ascoltare musica dal vivo.”

“Musica dal vivo?”

“Sì, Josh ha una specie di gruppo che si fa conoscere proprio nel locale di Matt e attira i clienti: suonano musica rap, pop, musica leggera. Il loro repertorio è molto vario e sono molto bravi. Ogni tanto, io vado ad aiutarli nel locale.”

“Aiutarli come?”

“Come cameriera!”

“E’ difficile immaginarti nei panni di una cameriera!”

Hermione rise e poi gli disse: “Sai come si chiama il locale?”

“No, come?”

“ ‘Two owls and a cat’. Lo ha proposto Josh, ma non ha detto che si è ispirato a noi tre!”

Ma, allora, Harry l’aveva già visto quel locale: a Natale, quando era uscito con Sirius e Rachel. Solo che allora non era ancora aperto.

“Wow! Siamo importanti!”

“Ma piantala!- esclamò Hermione- Semmai Edwige, Grattastinchi e Leo sono importanti!”

“Sì, beh…hai ragione. D’altronde, anche i nostri amici animali hanno il diritto di essere conosciuti nel mondo!”

“Harry, hai bevuto? Stai facendo discorsi assurdi!”

Harry rise e, poi, sentì all’improvviso un rumore di passi.

“E’ Madama Chips! Nasconditi sotto al letto, Harry!”

Harry non se lo fece ripetere due volte: si buttò per terra, nascondendosi sotto il letto di Hermione.

Arrivò Madama Chips: “Tutto bene, signorina Granger?”

“Oh sì!”

“Mi era sembrato di sentire delle voci…”

“Forse stava sognando!” azzardò Hermione.

Madama Chips guardò sospettosa attorno a sé e poi disse: “Mmm…può darsi. Torni a dormire, adesso!”

“Certo, come vuole lei!”

Harry aspettò che la Chips chiudesse la porta della sua camera e uscì allo scoperto.

“Per un pelo!” esclamò Harry.

“Adesso, dobbiamo parlare a bassa voce, però!” disse Hermione quasi sussurrando.

“Ok. Allora, dimmi perché non ti sei confidata subito con me e Ron riguardo i tuoi genitori.”

“Non l’ho fatto perché avevo paura che tu ci saresti rimasto male. Non volevo deluderti!”

“Per quale motivo avresti dovuto deludermi??”

“Beh, potevi pensare che io fossi solo una bambina viziata che non si accontenta delle cose che ha, considerato che mi stavo lamentando dei miei genitori, quando tu, invece, non hai mai conosciuto i tuoi!”

“Solo per questo?! Ma, Hermione…ascolta: prima di tutto non sei né una bambina né tanto meno viziata. E poi, io non ho nessun problema a sentire i discorsi tuoi e di Ron sui vostri genitori. Davvero! Non mi da alcun fastidio, anzi, mi fa piacere che ne parliate con me. Ognuno ha i suoi problemi, le proprie difficoltà, che sono di vari tipi. Perciò, non voglio che pensi ancora una cosa del genere, capito? E…soprattutto non pensare che tu possa deludermi, non potrà mai accadere, te lo assicuro.”

“Va bene!- esclamò Hermione- E’ proprio vero che l’amicizia sorregge tutto, crede a tutto, spera tutto e sopporta tutto!”

“Bello! Chi l’ha detto?”

“San Paolo!”

“Ah, parole sante, allora!”

“Già! Da non mettere in discussione!”

“Scusa, ma perché non l’hai detto subito a Ron?”

“Semplice! Ron non sa mantenere un segreto e te lo sarebbe venuto a spifferare subito. Non mi andava che lo venissi a sapere così…brutalmente, da lui.”

“Beh, ma Ron lo sapeva, adesso, e non è venuto a dirmelo!”

“Forse perché non vi parlavate tanto.”

“Sì, me n’ero dimenticato!”

Hermione si mise seduta: “Cambiamo argomento. Ancora non mi hai raccontato come è stata la tua vacanza con Sirius e Rachel!”

Harry le raccontò tutto quello che era successo con Sirius e Rachel, dopo avere incontrato Hermione la mattina in cui lei era in giro come dog-sitter. Quando le raccontò poi cosa aveva ricevuto a Natale da Cho, l’amica dovette contenersi nelle risate per non svegliare Madama Chips.

“Non era poi così male. Era interessante!”

“Era? Vuol dire che hai finito di leggerlo o lo hai piantato lì?!”

Imbarazzato, Harry rispose: “E va bene! Mi stava annoiando! Non ce l’ho fatta a finirlo!”

Hermione rise ancora.

“Tra il libro e le pantofole, non so cos’è peggio!” disse Harry.

“Credo che Cho non abbia buon gusto nel fare i regali!”

“Non voglio pensare cosa mi regalerà per il mio compleanno!”

“Beh, almeno lei riceve bei regali da te! Ci sai fare!” gli disse Hermione.

“Davvero?!”

“Sì, per esempio, riesci sempre a fare dei bei regali a me e a Ron. Il peluche che mi hai fatto a Natale era tenerissimo!”

“Sono contento che ti sia piaciuto. E, comunque, anche tu sei bravissima a scegliere i regali giusti!”

“Beh…diciamo che me la cavo!”

“Il profumo che mi ha regalato lo uso tutti giorni!”

“Wow!”

“Sai, non ho mai ricevuto un profumo! Anzi, non ne ho mai avuto uno tutto per me!”

“Sentiamo come ti sta!” esclamò Hermione, che poi fece una cosa strana.

Si avvicinò a lui, anzi, al suo collo. Harry era paralizzato: non riusciva a muoversi per l’imbarazzo. Sentiva sul suo collo il respiro regolare e intenso di Hermione.

“E’ veramente molto buono!” disse Hermione, allontanandosi da lui.

Harry credeva di aver perso parti del suo corpo: si accorse, per esempio, di avere ancora le gambe quando saltò giù dal letto. Ma essendo molli come due budini, non lo ressero bene e lui cadde per terra.

“Harry, ti sei fatto male?” chiese Hermione, sporgendosi dal letto.

“Oh, no. Sto magnificamente!” esclamò lui alzandosi in fretta.

Sembrava disorientato: quello che era successo lo aveva frastornato.

“E’ meglio che tu vada a dormire, Harry! Mi sembri un po’ affaticato!”

“Già, già, allora…buonanotte!”

“Buonanotte!”

Harry, con molta fretta, uscì dall’infermeria e andò verso la torre di Grifondoro. Perché si sentiva così? Perché Hermione gli aveva provocato quella strana sensazione? Mah…sicuramente, era tutto dovuto alla stanchezza. Sì, doveva dormire. Così, arrivato al suo dormitorio, vide Ron che dormiva e decise di imitarlo. Si cambiò e si infilò a letto. Ripensò involontariamente a ciò che era successo, rabbrividì e poi si addormentò, ordinandosi di farlo.

 

Ok, tutto è risolto. Che mi dite? Vi è piaciuto? Beh, il prossimo “Amici come prima?!” sarà forse un po’ lento, ma Harry comincerà ad avere dei dubbi sui suoi sentimenti. E mentre aspettate il prossimo capitolo ditemi se vi è piaciuto questo! Ho notato che altre fanfiction sono state vagliate dalla famosa Alita. Come mai non c’è nessuna storia che le piace?

Ma passiamo ai ringraziamenti…

 

Maripotter: dato che siamo in tema di chiarimenti, chiariscimi due cose. La prima: ti riferivi allo scherzo del sacco a pelo? La seconda: nonostante abbia visto più volte le interviste del 3° dvd non ho capito in cosa cosa consistesse lo scherzo del sacco a pelo. Chiariscimi i dubbi, ti prego, oh onnipotente Maripotter!!! Giuro che non ti chiamerò più monella!! Ehi, lo sai che c’è un sito dove ci sono le figure dei personaggi famosi (tra cui dan e emma) e tu puoi farli vestire come vuoi? E’ divertentissimo!!

Marco: avanti, sei contento adesso?Soddisfatto? Spero proprio di sì, perché questo capitolo ricordo che mi aveva fatto molto patire!!

Emma: beh, nel prossimo capitolo si capirà bene o male cosa ha intenzione di fare Harry, però…sai, dopo aver letto e riletto i libri delle Rowling, i colpi di scena sono entrati a far parte del mio dna. Quindi aspettati di tutto dalla sottoscritta.

Atena89:beh, lasciamo perdere i maschi. Alcuni sono proprio ciechi, non so se mi spiego. Harry almeno prima o poi…capirà, ma altri sono proprio zucconi! Lasciamo perdere. Spero ti sia piaciuto questo capitolo. Ciao!!

FedeHermy:no, questo è Chiarimenti. La tua recensione mi è piaciuta perché è stata la prima in cui c’è stato un commento positivo per Harry. Come ti è sembrato in questo capitolo??

Miky84: non hanno proprio fatto pace. In questo capitolo più o meno Harry ha fatto pace con Hermione, nel prossimo anche con gli altri. Tu per caso seguivi un programma su Coming Soon Television? Ho visto una che aveva il tuo stesso nickname.

 

 

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Capitolo 16
*** Amici come prima?! ***


Ciao! Tutto bene? Eccovi il capitolo 16: ne mancano due alla fine della prima parte della mia storia. Sembra ieri che l’ho pubblicata, invece..siamo già qui! Wow!

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

5°ANNO

Capitolo 16: “Amici come prima?!”

 

Quella mattina Harry si svegliò molto presto. Dopo essersi lavato e vestito, andò nella Sala Grande e, al di fuori di questa, incontrò Draco Malfoy. Harry era indeciso se fermarsi a parlare con lui oppure no. Ma fu Draco a fare la prima mossa.

“Buongiorno, Harry!”

“Buongiorno!”

“Sai, sono stato da Hermione stamattina…”

“Ah, e come sta?” chiese Harry, che era arrossito ripensando alla sera precedente.

“Bene, Madama Chips la dimetterà tra poche ore. Aveva solo bisogno di riposare!”

“Meno male!”

“Mi ha raccontato cos’è successo ieri sera!”

Harry sobbalzò, pensando che si riferisse a ciò che lo aveva turbato tanto. E invece…

“Sono contento che siate tornati amici!”

Fortunatamente Draco si stava riferendo al fatto che avevano fatto pace.

“Sì, anch’io!”

“Spero che anche noi potremmo diventarlo!” esclamò Draco porgendogli la mano.

Harry fissò la mano di Draco: ma sì, perché no? In fondo, se aveva fatto pace con Hermione, avrebbe fatto pace anche con gli altri e, quindi, avrebbe avuto comunque a che fare con Draco. Ormai doveva fidarsi anche di lui.

“Ma certo!” esclamò Harry, stringendogli la mano.

“Ehilà, chi si vede!” disse una voce all’improvviso.

Harry e Draco si voltarono e videro Ron, Christine e Ginny.

“Buongiorno, ragazzi!” li salutò Harry.

Era veramente felice di vederli.

“Possiamo sapere che succede?! “ chiese Ron curioso.

Harry si avvicinò a loro: “Ragazzi, vi chiedo scusa per come mi sono comportato con voi, dico davvero! Spero possiate perdonarmi.”

Ron lo fissò perplesso: “Ma certo! Harry, lo sai che è tutto a posto!”

“Quindi, credete che potrei tornare a stare con voi?”

“Io direi proprio di sì, anche perché ci sei mancato, Harry!” esclamò Ron prima di abbracciarlo.

“Oh, è magnifico!” commentò Christine.

Harry si staccò dall’abbraccio di Ron e si rivolse a Christine: “Grazie per il tuo consiglio. Mi è stato molto utile!”

“Ne ero sicura!” disse Christine sorridendogli.

Infine Harry si rivolse a Ginny e le sussurrò in un orecchio: “Mi dispiace per non aver creduto subito al tuo Draco!”

Ginny rise: “Non fa niente, Harry!”

“Ehi, che le hai detto?” esclamò Ron.

“Non è affar tuo!” commentò Ginny.

“Però, Harry, come la metti con gli amici di Cho?” chiese Christine.

“Gli ho detto che non mi piaceva stare con loro e, soprattutto, come si comportavano con voi. L’ho spiegato anche a Cho: lei è stata l’unica ad avermi capito e abbiamo deciso di continuare a stare insieme, pur frequentando amici diversi!”

“Credo che meglio di così non potesse andare!” esclamò Draco.

“Bene, adesso, andiamo a fare colazione! Sto morendo di fame!” disse Ron.

“Non sei cambiato affatto, eh, Ron?!” commentò Harry.

“Per quanto riguarda l’appetito, ti assicuro che è rimasto uguale!” esclamò Christine.

“La finite di prendermi in giro?!”

“Sì, dai, andiamo!” disse Harry.

Entrarono nella Sala Grande e andarono a sedersi al tavolo di Grifondoro, tranne Draco che andò al tavolo di Serpeverde. Mentre facevano colazione, Ron informò Harry sulla situazione di Bill e Fleur. A quanto pareva, l’incontro di Natale era andato a buon fine. I due facevano proprio sul serio.

“E’ fantastico!”

“Sì, come no! Ti immagini avere una semi-Veela per cognata?!” esclamò Ron.

“Io mi preoccuperei più per Bill!” disse Christine.

Tutti la guardarono con espressioni curiose.

“Perché?”

“Beh, le Veele possono diventare gelosissime e se le fai arrabbiare possono invocare i turbini e le tempeste! Come accadde alla Coppa del Mondo di Quidditch!”

“C’eri anche tu?” chiese Ron.

“No, l’ho letto sulla Gazzetta del Profeta.”

“Comunque, Christine, dovresti cominciare a frequentare di meno Hermione. Stai diventando come lei!”

“Ma finiscila, Ron!”

Dopo aver fatto colazione, Ginny andò a lezione di Incantesimi, mentre Ron, Harry, Christine e Draco andarono nella serra n° 4 poiché avevano Erbologia con la prof. Sprite.

Con loro grande sorpresa, vi trovarono anche Hermione.

“Ciao, ragazzi!…Oh…è bello rivedervi insieme!” esclamò Hermione soffermando il suo sguardo su Harry e Ron.

“E’ bello rivedere voi tre insieme!” disse Draco.

Hermione sorrise e, insieme a lei, Harry e Ron.

“Ma non dovevi uscire tra qualche ora?” domandò poi Draco.

“Ho insistito per uscire prima, così non mi perdevo nessuna lezione!”

Harry e Ron sospirarono rassegnati.

“Che c’è?” esclamò Hermione.

“Hai buttato all’aria l’opportunità di startene bella tranquilla a letto e perdere ore di scuola!” le fece notare Ron, sottolineando la gravità della situazione.

“Eh, Hermione, sei sempre la solita!” disse Harry.

“Anche voi!”

Mentre chiacchieravano tranquillamente, arrivò la professoressa Sprite.

“Bene, bene, buongiorno a voi!”

“Buongiorno, professoressa!” salutarono all’unisono gli studenti.

“Oggi impareremo gli ingredienti essenziali per fare una pozione Sette Fiori, chiamata anche Dormiglina. Sarà poi il professor Piton a insegnarvi come preparare tale pozione. Per prima cosa dividetevi in coppie, una per ogni tavolino.”

Harry era convinto di stare con Ron, ma quest’ultimo gli chiese a bassa voce: “Ti dispiace se sto con Christine?”

“No, certo che no!”

Ron e Christine occuparono un tavolino sulla destra, mentre Draco e una ragazza di Tassorosso quello alla sinistra. Harry guardò Hermione.

“Credo che siamo rimasti solo noi…” commentò Harry.

“Già!”

“Ti va di stare con me?”

“Ho altre possibilità?”

“No, sono l’unico libero!”

“Allora farò questo sacrificio!” esclamò lei sorridendo.

Si avvicinarono al tavolino centrale, tra quello di Ron e quello di Draco. Davanti a loro c’erano sette ciotole con dentro foglie e petali molto diversi.

“Bene, tale pozione è molto semplice da preparare. Gli ingredienti sono altrettanto semplici da trovare. Infatti, se non sbaglio, perfino i Babbani possono comprarli nelle…ehm…come si chiamano…erbisterie!”

Hermione alzò la mano.

“Sì, miss Granger?”

“Se mi permette, non si chiamano erbisterie, bensì erboristerie!”

“Oh, grazie per l’appunto, miss Granger!- esclamò la prof. Sprite- Bene, vediamo ora i vari ingredienti. Nella prima ciotola abbiamo fiori d’arancio: chi mi dice le proprietà di tali fiori?”

Non fu Hermione ad alzare la mano per prima, bensì, con grande sorpresa di tutti, Ron.

“Signor…Weasley?!”

“I fiori d’arancio hanno il potere di evocare il dono della Divinazione, della fortuna e del denaro.”

“Molto bene, signor Weasley. 5 punti a Grifondoro!”

“Ehi, Hermione…-mormorò Harry- …che è successo a Ron?”

Hermione rise: “Tutto merito di Christine!”

“Aaaahh…”

A volte l’amore fa veramente dei miracoli!

“Nella seconda ciotola, invece, abbiamo del tiglio. Il tiglio ha il potere di proteggere chi ne fa uso. Qualcuno sa dirmi qualche altra proprietà?”

Christine alzò la mano, ma Hermione non intervenne per nulla. Quando Harry le chiese il motivo, lei rispose che era giusto dare spazio anche agli altri.

Nel frattempo Christine aveva detto che il tiglio veniva utilizzato dai maghi nei riti di immortalità e, insieme alla lavanda, poteva essere una buona cura per l’insonnia. Quindi, altri 5 punti per Grifondoro!

In effetti, senza Hermione che continuava ad alzare la mano per rispondere alle domande dei prof., gli altri si sentivano più liberi di rispondere.

Alla domanda sulla camomilla romana rispose Draco: “E’ uno dei più antichi rimedi per i problemi del sonno e, se spruzzato intorno alla casa, elimina le forze negative.”

“Benissimo, 5 punti per Serpeverde!”

Invece, alla domanda sul papavero rispose Ernie McMillan: “Il papavero è ideale per curare l’insonnia, per le pozioni di invisibilità e, inoltre, è un ottimo catalizzatore di denaro e fortuna.”

La prof. Sprite assegnò 5 punti a Tassorosso e, poi, esclamò: “Complimenti! Siete in forma oggi, eh? Adesso, analizziamo la quinta ciotola. C’è della lavanda: la lavanda è una delle piante più potenti, protegge dall’occhio del male ed è soggetta a due credenze babbane e magiche. Quali?”

Padma Patil alzò la mano: “La prima sostiene che se si guarda intensamente tale pianta e si sta attraversando un periodo particolarmente negativo, i pensieri cattivi lasciano il posto a un’ondata di gioia. La seconda, invece, sostiene che se si mette della lavanda sotto il cuscino, esprimendo nel contempo un desiderio, la lavanda farà avverare il desiderio, se questo viene sognato durante la notte!”

“Magnifico! 5 punti per Corvonero! Davvero sorprendente! Vediamo come ve la cavate con le ultime due. Badate, sono le più complicate! Cominciamo con la verbena. Chi mi parla di tale pianta?”

Nessuno alzò la mano. Poi, sorprendendo tutti, Neville si fece avanti.

“Signor Paciock?! Prego…”

“La verbena veniva utilizzata dalle figlie degli antichi druidi per adornarsi il capo alla fine dei riti iniziatici. I poteri della verbena sono massimi se questa viene raccolta nei giorni di mezza estate o al sorgere di Sirio, solo se non sono presenti in cielo la Luna e il Sole. Inoltre, le corone di verbena vengono utilizzate dai maghi per proteggersi durante l’evocazione degli spiriti.”

“Beh, direi 10 punti a Grifondoro per questa chiara spiegazione di Paciock!”

Infine, quando la prof. Sprite chiese le proprietà dell’ultima pianta, il biancospino, ci fu la stessa scena: nessuno alzò la mano. Ma Harry sentì Hermione sospirare e poi lei si fece avanti.

“Oh, miss Granger…mi stavo preoccupando!”

Hermione le sorrise gentilmente.

“Prego, prego!”

“Il biancospino è conosciuto dai Babbani come ‘pianta delle streghe’ poiché ritengono che esse si trasformino in questo fiore. Il biancospino protegge dai fulmini, dagli spiriti malvagi e dagli incantesimi. Uno degli usi più consueti del biancospino è propiziatorio per la pesca; infatti, i pescatori sono soliti portarne un sacchetto al collo. Si dice anche che nei luoghi in cui cresce il biancospino siano state avvistate delle fate.”

“10 punti a Grifondoro. Spiegazione completa e molto chiara come al solito, miss Granger!”

Hermione sorrise compiaciuta e soddisfatta.

“Vedo che sei tornata in gran forma, Hermione!” le disse Harry in un orecchio.

“Già!”

La prof. Sprite si congratulò con tutti loro ancora una volta, sentendosi molto orgogliosa del proprio lavoro.

Dopo la lezione di Erbologia, i cinque amici ebbero due ore di Trasfigurazione e un’ ora di Difesa Contro le Arti Oscure. Fleur sembrava molto felice mentre spiegava e Harry pensò di averne individuato il motivo: Bill Weasley.

**********

Mentre erano tutti a tavola per la pausa pranzo, Harry ricevette una lettera da parte di Sirius. La lesse e rimase di stucco.

“Ehi, Harry, che ti prende?” chiese Ron prima di mangiare un pezzo di carne arrostita.

“Sirius…e Rachel…”

“Fi fono lassiati?” esclamò Ron.

“Ron, non si parla con la bocca piena!” lo ammonì Christine.

Ron inghiottì e ripeté: “Si sono lasciati?”

“No…si sposano!”

“Davvero?!” esclamò Ginny.

“E’ magnifico!” commentò Hermione.

“Già!”

“Quando?” chiese Ron.

“L’11 agosto ( guarda un po’, è santa Chiara!!) e Sirius dice anche che posso invitare chi voglio. Mmm…vi va di venire?”

“Sì!” risposero i suoi amici all’unisono.

“Un matrimonio! Io adoro i matrimonio! Cibo gratis per tutti!” esclamò Ron con l’acquolina in bocca.

“Pensi sempre e solo a quello, eh, Ron?” disse Christine.

Ma Ron sicuramente stava pensando a quante cose buone avrebbe potuto mangiare e non la sentì.

“Lo chiederò anche a Draco e Cho!” disse Harry.

“Cos’è che devi chiedermi?” chiese una voce alle sue spalle.

Era proprio Cho. Harry notò che Hermione fece roteare gli occhi: non le piaceva proprio Cho! Ma anche quest’ultima aveva notato l’espressione di Hermione e, stranamente, prese il viso di Harry tra le mani e lo baciò come la notte precedente. Le reazioni furono varie: Hermione guardò altrove; Ron fece una risatina; Ginny fece una smorfia di disgusto e Christine rimase a bocca aperta. Quando Cho si staccò da lui, Harry si sentiva leggermente frastornato.

“Allora? Cosa devi chiedermi?”

Harry scosse la testa e poi disse: “Eh? Ah…Sirius e Rachel si sposano l’11 agosto. Ti va di venire?”

“Mmm…l’11 agosto? Oh, cavolo! Sono in vacanza con i miei genitori: andiamo a Jakarta, in Indonesia. Mi dispiace!”

“Anche a me!” ( stranamente io sono felice come una Pasqua!)

“Sarebbe stato bello! Io adoro i matrimoni!”

Ron rise: “Che coincidenza! Anch’io!”

Cho lo fulminò con lo sguardo, non trovando divertente la situazione. Forse era ancora arrabbiata con lui per quello che aveva detto tempo prima. E, proprio su quelle affermazioni, Harry voleva chiedere a Ron un chiarimento.

Così, quando Cho se ne andò, salutando solo Harry, gli chiese: “Ron, posso chiederti una cosa?”

“Mpf…ferto!” disse lui con un pezzo di pane in bocca.

“Pensavi davvero quello che hai detto su Cho e me?”

A Ron andò di traverso ciò che stava mangiando e tossì.

Quando si riprese, Ron si schiarì la voce e poi rispose alla domanda di Harry: “Diciamo che molto era dovuto alla rabbia del momento, ma ammetto che Cho non mi piace un granché, soprattutto dopo quello che ha fatto insieme ai suoi amici.”

Harry guardò poi le tre ragazze: “Anche voi la pensate così?”

“Beh, Harry, devi capire che è molto difficile apprezzare qualcuno che non ti rispetta!” disse Hermione.

D’altronde, Harry doveva aspettarselo. Neanche a Cho piacevano i suoi amici. Il sentimento era reciproco.

“Spero che tu non te la prenda!” continuò Hermione.

“No, non me la sono presa. In fondo non è colpa vostra.”

“Bene, allora è tutto a posto!” esclamò Ron.

Dopo pranzo, ebbero la lezione di Piton sulla Pozione Sette Fiori, o come a Piton non piaceva chiamarla, Dormiglina.

Si divisero ancora in coppie, una per ogni calderone. Come nell’ora di Erbologia, Ron chiese a Harry di poter stare con Christine. Harry acconsentì. Così lui si mise in coppia con Hermione. A loro si aggiunse poi Draco, poiché era rimasto da solo. Evidentemente qualcuno non era venuto a lezione. 

“Suppongo che stamattina la professoressa Sprite vi abbia spiegato i 7 ingredienti fondamentali per questa pozione!” disse Piton.

Qualcuno annuì timidamente.

“Bene! Vi ho scritto sulla lavagna il procedimento. E’ molto semplice, quindi potete cavarvela da soli, a parte qualcuno particolarmente imbranato.”

Era chiaro che si stesse riferendo a Neville, dato che gli scoccò uno sguardo piuttosto allusivo.

“Cominciate pure!”

“Non è difficile!” commentò Hermione dopo aver letto ciò che era scritto sulla lavagna.

“Allora, fai tutto tu?” chiese Draco sedendosi su uno sgabello.

Harry rise.

“Neanche per sogno! Voi due dovete lavorare insieme a me! Prima di tutto controlliamo gli ingredienti. Allora, i fiori d’arancio ci sono, il tiglio e la camomilla pure.”

“E queste sono lavanda, biancospino, verbena…” disse Harry.

“…e papavero!” concluse Draco.

“Perfetto! Harry, accendi il fuoco sotto il calderone con l’acqua, per favore.”

Harry prese la sua bacchetta, la puntò sotto il calderone e disse: “Incendio!”

Si accese un bel fuoco che dopo pochi minuti fece bollire l’acqua.

“Buttiamo la pasta?” esclamò Draco.

“No, butta 10 grammi di fiori d’arancio e poi gira con il mestolo in senso antiorario per tre volte!” disse Hermione.

Mentre Draco eseguiva gli ordini, Hermione pesava 10 grammi per ogni pianta che Harry le passava.

Poi Hermione diede a Harry una ciotola con 10 grammi di tiglio: “Harry, stessa cosa! Ma questa volta devi girare per tre volte…”

“…in senso orario!” la anticipò Harry.

Erano ben sincronizzati: Hermione preparava gli ingredienti e Harry e Draco li versavano nel calderone alternandosi.

Infatti, Draco versò 10 grammi di camomilla che doveva essere lasciata riposare per 20 secondi; Harry, invece, fece la stessa cosa con 10 grammi di lavanda. La verbena e il biancospino, 10 grammi ciascuno, vennero versati insieme da Harry e Draco. Harry, poi, girò una volta in senso orario e una volta in senso antiorario. L’ultimo ingrediente, 10 grammi di papavero, fu versato da Draco, dopo aver lasciato riposare il composto per 10 secondi. Infine a Hermione toccò il compito di filtrare il tutto dopo circa 10 minuti.

Quando tutti finirono, Piton disse di dividersi questa pozione: “Chi ne avesse bisogno sappia che tale pozione deve essere bevuta prima di andare a dormire, con l’aggiunta di miele.”

Finita l’ora, li raggiunse Ginny. Aveva fatto una bella corsa, dato il fiatone.

“Ginny, che ci fai qui?” esclamò Ron.

“Volevo solo salutare Draco, prima di andare in sala comune!”

Draco le sorrise dolcemente e Ginny arrossì.

“Ho capito. Ginny, ci vediamo in sala comune.- disse Ron- Draco, te la affido.”

Draco annuì.

Ron, Harry, Hermione e Christine andarono nella sala di ritrovo di Grifondoro.

Iniziarono a fare i compiti, ma dopo un po’ Christine esclamò: “Hermione, vieni un attimo con me? Ti devo parlare!”

“Certo!”

Le due ragazze salirono nel loro dormitorio e Harry le seguì con lo sguardo.

“Harry?! Che hai?” gli chiese Ron.

“Mi stavo domandando una cosa.”

“E sarebbe?”

“Come vanno le cose con Christine?”

Ron fu un po’ sorpreso da quella domanda, ma rispose lo stesso: “Abbastanza bene. Credo che avrai notato come ci siamo avvicinati!”

“Già e mi fa molto piacere. So anche che prima di quella orrenda partita contro Corvonero hai ricevuto un bacio di incoraggiamento!”

Ron arrossì violentemente: “Chi…chi te l’ha detto?”

“Fred!”

“Lo sapevo! Comunque…è successo tutto così in fretta che non ho capito subito cosa era successo. Mi ha preso di sorpresa! Ma è stato bello perché mi sono sentito frastornato, disorientato, immobilizzato dall’emozione!”

Harry aveva una vaga sensazione di come si fosse sentito Ron, perché anche lui aveva provato tutte quelle cose quella notte in infermeria con Hermione. Era strano, ma Hermione con piccoli gesti, che all’apparenza erano banali, gli faceva provare emozioni così complicate e anche piuttosto piacevoli. Emozioni che Cho gli faceva provare raramente.

“Sai, è strano! E’ la stessa cosa che ho provato io quando…”

Si interruppe e Ron lo guardò interessato: “Quando…”

Non era convinto che confidare a Ron una cosa come quella fosse sicuro. Però, era suo amico. Ron non lo aveva mai tradito e non lo avrebbe mai fatto.

“Ecco, l’altra sera sono andato a trovare Hermione in infermeria. Dopo esserci riconciliati, ci siamo messi a parlare ed è venuto fuori l’argomento regali ricevuti. Sai che Hermione mi ha regalato un profumo per Natale, no?”

Ron annuì sempre più interessato al racconto.

“Lei voleva sentire come mi stava quel tipo di fragranza, visto che lo uso tutti i giorni; così si è avvicinata a me, anzi, al mio collo per sentire il profumo.”

“Davvero?!- esclamò Ron trattenendosi dal ridere- E ti sei emozionato esattamente come me con Christine?!”

Harry annuì e Ron rise.

“Che c’è di così divertente?”

“Harry! E’ strano e divertente perché hai provato qualcosa per un semplice gesto di Hermione!”

“E allora? Non è così importante!”

“Dipende…”

“Dipende da cosa?”

“Lo capirai, lo capirai! Molto presto!” esclamò Ron sorridendo maliziosamente all’amico.

“Ma, Ron…”

Si dovette fermare perché tornarono Hermione e Christine.

Harry non capì cosa intendesse dire Ron con quelle affermazioni misteriose. Ma si accorse che dopo quella sera era cambiato:ogni volta che Hermione era vicino a lui si sentiva strano. Quel giorno Harry aveva passato tanto tempo con Hermione e, quando lei gli parlava, gli sorrideva, quando lei rideva, scherzava, Harry provava una sensazione piacevole mista a un brivido che percorreva tutto il corpo.

E nei giorni seguenti la situazione non cambiò. Era sempre così: quello che cambiava, invece, era il suo rapporto con la bella Cho. Harry non sapeva da cosa dipendesse, però sentiva che si stava allontanando da lei. (Yuppieeee!) Il loro rapporto stava entrando in crisi. E, cosa ancora più strana, Harry non stava soffrendo per niente.

Una sera ne parlò con Ron.

Erano nei loro letti, ma Harry non riusciva a dormire. Non faceva altro che pensare a come si sentiva in quei giorni.

“Che hai, Harry?” gli chiese Ron assonnato.

L’amico si era accorto che Harry era sveglio da un po’.

“Niente!”

Ron sbadigliò vistosamente: “Sì…e io non ho sonno!”

“E va bene! Credo di avere qualche problema con Cho!”

“Avete litigato?”

“No, ma…penso che il nostro rapporto si stia sgretolando.”

“Sgretolando?!”

“Lei non se n’è accorta, però, io non mi sento bene come prima quando sto con lei. Cioè, soffro nello stare con lei, ma per questo non soffro!”

“Eh?!” esclamò Ron con lo sguardo tipico di chi non aveva capito un bel niente.

“Non mi sento bene stando con lei, ma questo non mi dispiace!”

“Aspetta! Mi stai dicendo che non ti importa niente della crisi con Cho?!”

Harry annuì e Ron si batté una mano sulla fronte.

“Non è possibile! Tu ci hai tormentato per più di un anno con Cho. ‘Quant’è bella!’, ‘Oh mio Dio! Mi ha parlato’…e adesso che sei insieme a lei, sei contento della vostra crisi?!”

“Senti, Ron. Prima di tutto non ho detto di essere contento per quello che sta accadendo. E secondo, Cho non si è accorta di nulla. E’ una cosa che riguarda me e, magari, tra qualche giorno mi passerà completamente.”

Ron rifletté e poi chiese interessato: “Ma, da quando stai provando tutto ciò?”

Harry non rispose, non voleva dirgli che tutto era iniziato da quella sera in infermeria…con Hermione. Chissà cosa avrebbe pensato Ron! Sicuramente avrebbe tratto conclusioni affrettate e, soprattutto, sbagliate.

Ma Ron su queste cose aveva un intuito speciale.

“Ehi, non è che tutto è successo a causa di Hermione?” chiese Ron ammiccando maliziosamente.

Harry spalancò gli occhi: “Che cosa?! Ma sei impazzito?!”

“Harry, sei diventato tutto rosso…come un peperone.”

“Cosa ti viene in mente?!”

In effetti Harry si sentiva il viso in fiamme, ma cercò di ignorare tutto ciò.

“Mi viene in mente che ti stai innamorando della tua migliore amica!”

“Piantala! Non è vero! Io sono innamorato solo di Cho!”

“Sì, sì, sì, come no!”

“E’ solo un periodo di crisi quello che sto passando e stai sicuro che finirà!”

“Pensala come vuoi. Ma far finta di niente non ti aiuterà molto!”

“Ron…buonanotte!” esclamò Harry seccato.

Ron sospirò e disse: “Buonanotte!”

Era vero che tutto era cominciato quella notte, ma questo non voleva dire che lui era innamorato di Hermione. In fondo quella sera era accaduta un’altra cosa, con Cho. Poteva anche essere stata quella esperienza con la sua ragazza che lo aveva messo in crisi. Forse era stata colpa della fretta di Cho. Ma poteva anche essere stata colpa del vero carattere degli amici di Cho. Insomma, c’erano molte cause del suo periodo di crisi. Ron si sbagliava a dire quelle cose. Come poteva Harry essere innamorato di Hermione?! No, era praticamente impossibile. Tra loro ci sarebbe stata sempre una grande amicizia…solo amicizia!

Tuttavia, Harry non si tranquillizzò e non riusciva proprio ad addormentarsi. Così, approfittò della pozione Dormiglina. Ne bevve un sorso, dopo aver aggiunto del miele, e funzionò: Harry si addormentò, nonostante tutti i suoi dubbi e tormenti.

 

Piaciuto? Non è successo molto in questo capitolo, però quello che è successo ci è piaciuto, no?? Chissà che Harry non sia sulla buona strada…boh…Sapete, “la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”! Avanti, è facile, ditemi di chi è questa citazione! Comunque il prossimo capitolo è Grifondoro contro Serpeverde. Chi vincerà la Coppa di Quidditch? Draco o Harry? E, soprattutto, riuscirà Harry a risolvere i suoi problemi? Come farà con gli esami del G.U.F.O? Per avere una risposta quello che dovete fare è semplice: continuate a leggere!!! 

Maripotter: brava, brava…adesso cerca di non fare incidenti con il motorino. Io per prudenza mi rinchiuderò a casa per tutta la vita, ma prima di farlo è meglio se ti chiedo di dove sei. Adesso che mi hai fatto venire il dubbio credo che andrò subito a rivedere le interviste del dvd. Sei davvero cattiva, ma sappi che in questo modo tu fai uscire quella parte di me che pochi conoscono, la parte più cattiva che ben presto si mostrerà anche a voi!! Per adesso mi trattengo e visto che ho aggiornato spiegami la storia dell’editore altrimenti non continuo ad aggiornare! E…tessoro lo devo immaginare detto da Gollum??

Emma: eh, già…meno male che Harry si è controllato con Cho! Altrimenti povera Hermione. Certo non potevo farla più sfigata. Ma io adoro far soffrire i miei personaggi!! ( e anche un po’ i lettori! ahahahah)

Marco: sì, l’ingranaggio si è sbloccato, ma i due zucconi sapranno approfittarne?? Boh…chi lo sa!

Merewen: meno male che quel capitolo vi è piaciuto perché non sai quante volte l’ho controllato. Chissà perché non mi convinceva per niente. Cmq d’ora in poi Cho tornerà sulla retta via se non ricordo male!

Atena89: Brava, ti sei risposta da sola per la fine della storia tra Harry e Cho. Secondo te come andrà? Chi lascerà chi?? Grazie per le tue parole molto belle…sigh…sulle mie…sigh..idee…buahhhh! Mi stavi facendo commuovere! Grazie mille!

 

 

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Capitolo 17
*** Grifondoro contro Serpeverde ***


E’ arrivato anche il penultimo capitolo del quinto anno! Che bello!!!! Credo che anche questo capitolo vi piacerà…perché…aspetta, non ricordo …ah sì, perché lui farà una cosa e poi un’altra cosa!! Leggete leggete!!!

 

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

5°ANNO

 

Capitolo 17: “Grifondoro contro Serpeverde!”

 

Il dubbio che gli aveva insinuato Ron continuò a tormentare Harry. Stava cominciando a diventare un problema serio, ma doveva evitare di tirarlo fuori. Aveva appena risolto una serie di problemi importanti e non voleva affrontarne altri.

E poi Harry doveva concentrarsi sulla partitissima di Quidditch Grifondoro- Serpeverde. Per conquistare la coppa di Quidditch Grifondoro avrebbe dovuto vincere contro Serpeverde. La squadra di Draco aveva vinto sia contro Corvonero sia contro Tassorosso. In quest’ultima partita, però, Serpeverde stava perdendo 50 a 0 ed era riuscito a vincere solo grazie a Draco che aveva preso il Boccino d’Oro prima che Tassorosso segnasse un altro goal. Quindi, se Grifondoro vinceva, in qualsiasi situazione, conquistava la coppa di Quidditch.

Ma sembrava proprio che i problemi non volessero lasciar stare Harry.

Una mattina, a colazione, Hermione gli chiese: “Harry, stai bene?”

“Mm…sì, perché?”

“Mi sembri soprappensiero. Hai qualche problema?”

“No, no, non ho alcun problema!”

Ron lo guardò come se lo volesse ammonire: l’amico sapeva perfettamente che non era vero e sapeva anche cosa lo tormentava.

Ma Harry cercò di ignorarlo e provò a cambiare discorso: “Allora, cos’abbiamo alla prima ora?”

“Astronomia e…- disse Hermione controllando l’orologio- …caspita! Siamo in ritardo!”

“Ma se sono solo le 7 e 40!” esclamò Ron.

“Vi siete dimenticati che dovevamo essere sulla torre 10 minuti fa?!” esclamò Hermione agitatissima.

“Perché?!” chiesero in coro Harry e Ron.

“Perché dovevamo osservare Venere all’alba!”

Fu come se nelle menti dei due ragazzi balenò un fulmine.

“E’ vero!”

“Andiamo!”

Harry, Ron, Hermione e Christine corsero fuori dalla Sala Grande. Lì c’era Cho che chiamò Harry.

Harry si voltò e le disse velocemente: “Scusa, Cho, sono in ritardo. Non posso fermarmi! Ci vediamo dopo!”

Cho rimase a bocca aperta, mentre Harry ricominciò a correre, dietro ai suoi amici.

Arrivati alla torre, scoprirono che non furono gli unici a essersi dimenticati di raggiungere prima la prof. Sinistra. Fortunatamente la professoressa non si arrabbiò, perché aveva previsto tutto.

Osservarono il pianeta Venere alle prime luci del giorno a coppie. A Harry sembrò che tutti i professori si fossero messi d’accordo per aumentargli il tormento: perché tutti avevano ricominciato a far fare lavori a coppie? (Perché questa è la mia volontà! Ricorda che tutto quello che accade in questa storia dipende solo ed esclusivamente da me! Quindi, subisci e stai zitto per favore!Tièèè!!) Ora che Ron voleva stare sempre con Christine, a Harry toccava stare con Hermione. Non che gli dispiacesse stare con lei, però tutto ciò lo metteva ancora di più in imbarazzo e aumentava i suoi dubbi.

Mentre Hermione osservava con il telescopio il cielo, gli disse: “Harry, non ci credo a quello che mi hai detto prima!”

Harry, preso alla sprovvista, chiese:”Cosa?”

“Secondo me c’è qualcosa che ti tormenta, ma non riesco a capire cosa!”

“Cosa te lo fa pensare?”

“Harry, ti conosco bene, ormai. E so che se hai quello sguardo così perso nel vuoto, hai un problema!” disse lei allontanandosi dal telescopio e lasciando il posto a Harry.

Harry si avvicinò al telescopio: Hermione era di fronte a lui e lo stava fissando con sguardo d’ammonizione.

Harry non poteva dirle che il dubbio riguardava i suoi sentimenti per lei. Ma poteva confessarle di avere problemi con Cho. Nel momento in cui Harry stava per dirglielo, però, arrivò la prof. Sinistra.

“Allora, ragazzi, come va?”

Hermione le sorrise: “Molto bene, professoressa. Harry stava per osservare con il telescopio il pianeta Venere.”

“Bene, bene. Continua pure, Potter. Granger, intanto, mostrami cosa avete osservato per adesso.”

Mentre Hermione mostrava alla professoressa il loro lavoro, Harry osservò Venere: era ancora molta luminosa, nonostante il sole fosse già sorto da un po’.

Alla fine dell’ora, la professoressa Sinistra assegnò loro un compito: “Per la prossima settimana, vorrei che, sempre a coppie, osserviate Venere la sera, quando sorge. Segnate se ci sono differenze di posizione, di intensità, ecc…Ok? Lascerò la torre aperta tutte le sere, così quando vorrete venire i telescopi saranno disponibili.”

Mentre tornavano, Harry chiese a Hermione: “Quando ci andiamo?”

“Ti va di andare stasera? Così ci togliamo subito il pensiero.”

“Mm…stasera, eh?”

“Considera che in questo finesettimana hai gli allenamenti di Quidditch e la sera sarai stanco!”

Questa preoccupazione di Hermione per lui fece sorridere Harry.

“Beh, che c’è?” gli chiese Hermione.

“Parli come se fossi mia madre. Ti preoccupi per me!” (non credo che lei voglia essere come tua madre! NdHarry: no? Perché? NdAutrice: perché…uffa Harry mangiati le fette di salame che hai sugli occhi come dice Maripotter! NdHarry: e chi è questa che ha il mio cognome???ndAutrice:……………………..)

Hermione, sbigottita, arrossì.

Ma, poi, scosse la testa ed esclamò: “No, non è per questo. Se ti metti a lavorare già stanco è come se non facessi niente!”

Sembrava indispettita e questo divertì ancora di più Harry.

“Allora…facciamo per stasera!” esclamò Harry.

“Bene! Però, dopo mangiato, così ci rifocilliamo per bene!”

“Ok!”

Si stavano dirigendo verso l’aula del professor Vitious di Incantesimi, quando si incrociarono con Cho e i suoi amici. Stephan, Deborah, Jordan e Jessica appena si accorsero della presenza di Harry tirarono dritto, dicendo a Cho che si sarebbero ritrovati nell’aula di Pozioni.

“Ciao Harry!” lo salutò Cho.

“Ciao!” disse Harry ricevendo un bacio sulla guancia.

“Come mai prima eri in ritardo?”

“La professoressa Sinistra aveva anticipato la nostra lezione di Astronomia perché dovevamo osservare Venere di mattina.”

“Anche a noi l’ha fatto fare l’anno scorso! Se non sbaglio era un lavoro a coppie! – disse Cho assumendo un’espressione molto incuriosita- Ehi, con chi sei in coppia?”

Ahia, le cose si stavano mettendo male. Come avrebbe reagito Cho alla notizia del lavoro in coppia di Harry e Hermione?

Hermione aveva rivolto lo sguardo altrove.

“Con…Hermione!”

Cho se lo aspettava perché non si arrabbiò:” Ah…e quando andate a fare l’osservazione di sera?”

“Stasera…” disse Harry leggermente impaurito.

“Ho capito!”

A quel punto intervenne Hermione e, con molta sorpresa di Harry e Ron, le chiese: “Se vuoi puoi venire con noi, così ci aiuti!”

“Da quando in qua chiedi aiuto a qualcuno?! E poi se venissi farei distrarre Harry. Preferisco di no, grazie! -esclamò Cho con aria di superiorità- Ci vediamo dopo, Harry!”

“Ciao!”

Quando Cho se ne andò, Hermione, arrabbiata, esclamò: “Senti, Harry, mi dispiace dirtelo, ma non la sopporto! E’ stato già difficile per me chiederle di venire anche per aiutarci, se poi lei mi risponde con quell’aria da saputella…oh, quanto mi da fastidio!!”

Harry, Ron e Christine assisterono sbigottiti allo sfogo di Hermione.

Quando finalmente si calmò, Hermione disse: “Harry, scusami. Ma non ce la facevo più!”

“Non ti preoccupare! Anzi, apprezzo il tuo tentativo di non farla ingelosire!”

Hermione sorrise soddisfatta e ciò fece molto piacere a Harry.

***********

Per tutta la giornata Harry fu nervoso e sapeva anche che tutto dipendeva da quella sera. Una sera che avrebbe passato con Hermione a osservare Venere e il firmamento. Durante le lezioni Harry non riusciva a concentrarsi: pensava a come avrebbe dovuto comportarsi. Sicuramente Hermione avrebbe riprovato a chiedergli che problema aveva e lui glielo avrebbe detto. Ma doveva individuare il modo migliore per dirglielo e per non farle capire che rientrava anche lei nel suo problema.

Così, dopo cena Harry e Hermione si alzarono dal tavolo, salutarono i loro amici (Ron aveva anche ammiccato a Harry) e uscirono dalla Sala Grande.

“Harry?!” lo chiamò una voce alle sue spalle.

Era Cho.

“Oh, ciao Cho.”

La ragazza stava fissando Hermione con molta gelosia. Hermione, dal canto suo, accortasi dello sguardo insistente di Cho, disse a Harry che lo avrebbe aspettato alla torre.

Quando l’amica se ne andò, Harry chiese a Cho: “Allora…come mai mi volevi vedere?”

“Volevo solo darti la buonanotte!”

“Ah…”

Cho si avvicinò a lui, appoggiando il capo sul petto di Harry che cominciò a sentirsi in imbarazzo.

“Mi raccomando, Harry, non fare tardi. Ok? Non sopporto che tu stia con Hermione sotto un romantico cielo stellato!”

“Dobbiamo solo lavor…”

Ma Cho lo zittì con un bacio appassionato, che fece mancare il fiato a Harry. Ultimamente, erano molto frequenti baci come quello. A Harry certo non dispiacevano, ma lo mettevano comunque a disagio.

Poi Cho gli sussurrò ‘Buonanotte’ in un orecchio e se ne andò.

Harry, dopo essersi ripreso dal travolgente bacio di Cho, andò alla torre. Quando arrivò in cima, sentì Hermione canticchiare e, incuriosito, rimase nascosto ad ascoltare. Era una canzone con un bel ritmo e Hermione aveva veramente una bella voce: Harry non se ne era mai accorto.

“…

The Dj said on the radio

Life should be stereo each day

In the past you cast the unsuitable

Instead of some kind of beautiful, you just couldn’t wait

All your friends think you’re satisfied

But they can’t see your soul, no, no, no

Forget the time feeling petrified when they lived alone.

 

If you can’t wake up in the morning

‘Cause your bed lies vacant at night

If you’re lost, hurt, tired or lonely

Can’t control it, try as you might.

May you find that love that won’t leave you

May you find it by the end of the day

You won’t be lost, hurt, tired or lonely

Something beautiful will come your way.

…”

Hermione continuava a canticchiare, mentre osservava dal telescopio.

Harry decise di uscire lentamente allo scoperto: “Perché ce l’hai tenuto nascosto?”

La ragazza si girò di colpo, leggermente spaventata, e, portandosi una mano sul cuore, esclamò: “Harry?!”

“Non ce l’hai mai detto!”

“Che cosa?”

“Che sai cantare!”

Hermione rise: “Cantare è una parola grossa. Diciamo che so canticchiare!”

“Ma hai veramente una bella voce!”

Hermione arrossì e tornò al suo lavoro.

Harry si sedette per terra e le chiese: “Dove hai imparato?”

“Sai quando ti ho detto che aiutavo Josh e gli altri al locale?”

“Sì, come cameriera!”

“Non solo. Ogni tanto mi fanno cantare con loro, così metto un po’ alla prova la mia voce!”

“Hermione, sei una sorpresa continua!- esclamò Harry, sdraiandosi per terra con le mani sotto la testa, e poi chiese- Come va l’osservazione di Venere?”

Hermione cominciò a spiegargli cosa aveva scoperto fino ad allora: e lo sguardo di Harry si posò su di lei.

L’attenzione di Harry a quello che gli stava dicendo Hermione cominciò a calare e a concentrarsi su quello che lui stava guardando. Infatti, con lo sguardo Harry percorse

tutta la figura di Hermione, che gli rivolgeva le spalle: dai lunghi capelli biondo scuro che le cadevano sulle spalle, alla vita sottile, ai fianchi, fino ad arrivare alle gambe, che

non erano molto affusolate, ma erano belle allo stesso modo.

Ma cosa stava facendo? E, soprattutto, cosa stava pensando? Harry si era messo a guardare e analizzare il fisico di Hermione! Era stata una cosa spontanea, istintiva. Era successo perché ne aveva voglia. Ma lui non doveva averne voglia!

“Harry!” esclamò Hermione.

Harry scosse la testa: “Mmm…che c’è?”

“Guarda anche tu!!” disse Hermione indicandogli con il capo il telescopio.

“Oh, certo!”

Harry si alzò e cominciò a fare la sua parte, anche se, ormai, Hermione aveva fatto praticamente tutto. Lui confermò solo quello che lei aveva osservato prima.

Quando finirono, Hermione disse che potevano anche andarsene. Ma Harry le prese un braccio.

“Non vuoi più sapere cosa mi sta succedendo?”

“Ma certo! E’ solo che io non posso insistere per saperlo. Devi essere tu a volermelo dire!”

Harry si sedette per terra e Hermione fece lo stesso.

“Credo di avere un problema con Cho.”

“Credi?!”

“No, ho un problema con lei.”

“E quale sarebbe?”

“Non sto più bene con lei. Quando siamo insieme, mi sento a disagio. Però lei non si è accorta di niente!”

“Quindi, questo disagio riguarda solo te!”

“Sì, sembra che lei stia benissimo con me…forse troppo bene!”

“Ma, secondo te, da cosa è dovuto?”

Hermione gli chiese esattamente quello che non doveva chiedergli. Come poteva Harry dirle che forse c’entrava proprio lei in quella situazione?

“Ehm…non so. Ma è già da un po’ di tempo che dura questa situazione!“

Hermione sospirò e si sdraiò per terra, con una mano sotto la testa.

“Harry, sai che si fa in queste situazioni?” gli chiese.

“No!- rispose Harry, sdraiandosi anche lui per terra sul fianco sinistro, con la testa appoggiata sulla mano per guardare meglio Hermione in viso- Che si fa?”

“Si prende tempo!” disse lei guardandolo.

“Cioè?”

“Una pausa di riflessione! Non la devi lasciare, però, prendi solo un po’ di tempo per riflettere sui tuoi sentimenti per Cho.”

“E poi?”

“E poi sarai in grado di capire se vuoi continuare a stare con lei oppure no!”

“Ah!”

Hermione guardò il cielo pieno di stelle e sorrise.

“Che bella serata!”

Anche Harry guardò il cielo e disse: ”Già!”

Riportò poi il suo sguardo su Hermione: seguendo con gli occhi il profilo del fisico della ragazza, Harry si sentì invadere da una vampata di calore e la sua mano destra ebbe un fremito. Inoltre credette che il suo viso fosse in fiamme. E per la prima volta si accorse di provare attrazione per quella ragazza che stava lì vicino a lui. Aveva desiderato toccarla, ma non come le altre volte: era qualcosa di molto diverso, qualcosa di più piacevole.

Improvvisamente, Hermione si voltò verso di lui: “Harry, che c’è?”

Harry si mise seduto e si portò il viso tra le mani per nasconderle il rossore.

“Stai bene?” chiese Hermione.

Lei stava per mettergli una mano sulla fronte, ma Harry non si volle far toccare e si alzò di scatto.

“Sto bene, non ti preoccupare, Hermione!”

Hermione si alzò e lo guardò perplessa: “Sei strano, sai?”

“Credo dipenda dal periodo che sto passando…”

“Mm…”

Era come se Hermione non volesse credergli!

Così, per liberarsi di quella situazione imbarazzante, Harry disse: “Andiamo?”

Hermione annuì, poco convinta.

Arrivati ai loro rispettivi dormitori, si augurarono la buonanotte ed entrarono nelle loro camere.

Harry si sentì più tranquillo quando fu in camera sua. Ma fino ad allora aveva avuto il cuore che batteva a una velocità impressionante.

“Ehilà, Harry!” lo salutò Ron, che stava leggendo sul suo letto.

“Ciao!” disse lui abbattuto.

Harry si fece cadere sul proprio letto.

“Che c’è, amico?” gli chiese Ron.

“Giura di non ridere!”

Ron si portò la mano destra sul cuore e disse: “Giuro!”

Harry gli raccontò cos’era successo, quello che aveva provato stando con Hermione…E quando finì Ron, a bocca aperta, stava per scoppiare a ridere.

“Hai giurato di non ridere!” gli ricordò Harry.

“Non sto ridendo, infatti!”

“Già, ma stai per farlo!”

“Invece, credo che non lo farò. E sai perché? Perché la situazione è seria; curiosa, ma seria!”

Harry lo guardò scettico: “Ah sì? E allora cosa mi proponi di fare?”

“Senti, si sta avvicinando la partita contro Serpeverde e il mio consiglio è di pensare solo a quella per il momento. Dopodiché, credo che potresti seguire il consiglio di Hermione. Mi sembra più che giusto. Sì! Hai proprio bisogno di fare chiarezza con i tuoi sentimenti e con Cho addosso non sarà più facile. Senza contare che potresti fare la scelta sbagliata.”

“Hai ragione!”

E, così, Harry in quei giorni dedicò anima e corpo ad allenamenti extra con la squadra per poter sconfiggere Serpeverde e vincere la Coppa di Quidditch. Tutti si sorpresero della sua improvvisa voglia di vincere: non si erano mai visti allenamenti così frequenti e durissimi, neanche quando era capitano Oliver Baston.

Inoltre, Harry accettava conforti e incoraggiamenti da tutti, tranne Hermione perché se si avvicinava a lui lo faceva distrarre. Harry aveva, perciò, cominciato a evitarla.

Naturalmente Hermione se ne accorse e ogni volta che gli chiedeva il motivo di quel suo comportamento, Harry le rispondeva che era tutto dovuto al nervosismo per la partita. Almeno non la faceva arrabbiare. E, comunque, non era del tutto falso.

Harry era veramente nervoso per la partita. Se avessero vinto, Harry avrebbe conquistato la sua seconda Coppa di Quidditch, la prima da capitano di Grifondoro.

********

Il giorno della partita arrivò. Harry aveva uno strano presentimento, come se dovesse accadere qualcosa durante la partita. A colazione, proprio per questo motivo, non mangiò niente.

“Dai, Harry, vedrai che non accadrà niente!” esclamò Hermione con l’intento di tranquillizzarlo.

“Hermione ha ragione, Harry! E’ solo un presentimento causato dall’emozione.”

“Non lo so. Credo che sia vero, invece!”

Ron e Hermione si guardarono rassegnati. Harry era veramente abbattuto. Aveva uno sguardo triste, sconcertato.

In quel momento arrivò Draco: “Ehi, ragazzi!”

“Ciao!”

Draco fissò Harry e poi chiese a Ron e Hermione: “Ma che cos’ha Simpatia Zeman??!”

“Ha il presentimento che debba accadere qualcosa di brutto durante la partita!” rispose Ron.

“E’ chiaro, vinceremo noi!” esclamò Draco ridendo.

Harry e Ron lo linciarono con lo sguardo.

Draco smise di ridere: “Ehm…ok, ho recepito il messaggio. Non è il momento di scherzare!”

“Bravo!” si complimentò Ron.

“Comunque, come amico sono passato a dirvi: ‘In bocca al lupo’! Come avversario…lasciamo perdere!”

“Già, lasciamo perdere!” esclamò Ron.

“Beh, ci vediamo in campo, allora!” disse Draco.

“Ciao!”

Harry, quindi, non mangiò niente, lasciando preoccupati tutti i suoi amici.

Dopo aver visto la squadra di Serpeverde avviarsi a loro spogliatoi, Ron chiese a Harry: “Ehm…Harry?! Non credi che dovremmo andare?”

“Eh? Ah, sì, certo!” esclamò lui un po’ spaesato.

Si alzarono da tavolo tutti i componenti della squadra di Grifondoro.

“Harry?!” lo chiamò Hermione.

Il ragazzo si voltò verso l’amica.

“In bocca al lupo! Vedrai, andrà tutto bene!” disse lei sorridendogli.

Harry annuì flebilmente, con un minimo accenno di sorriso.

Dopodiché, insieme agli altri, Harry si recò negli spogliatoi. Tutti indossarono la divisa giallorosa di Grifondoro (Commento di non so quanto tempo fa: a me sembra più della Roma, che dopo il 4 a 1 con l’Inter mi sta un po’ antipatica!) e poi aspettarono il discorso del loro capitano.

“Sinceramente, oggi non so cosa dire! Sì, abbiamo perso contro Corvonero, ma non siamo ancora fuori gara. Ci basta vincere con un qualsiasi risultato contro Serpeverde.”

“Ma, Harry, cosa ti preoccupa?” chiese Angelina.

“Ho un brutto presentimento.”

“Quale?” domandò Fred.

“Che accada qualcosa durante la partita, qualcosa che ci farà perdere!”

“Oh, è solo un presentimento, Harry! I presentimenti possono anche non avverarsi!” esclamò George.

“Già, non ti preoccupare. Andrà tutto bene!” disse Alicia.

Harry annuì ancora poco convinto.

Quando uscirono dagli spogliatoi, Harry vide Cho.

“Ciao!”

“Ciao. Che ci fai qui?”

“Hermione è venuta a dirmi che eri un po’ scoraggiato. Ha pensato che io potessi tirarti su di morale!”

Harry sorrise.

“Chissà quanto le deve essere costato!” esclamò Cho.

Harry inarcò le sopracciglia: “Perché?”

Cho lo fissò per qualche secondo e, poi, scosse leggermente la testa: “Niente, niente, lascia stare! Comunque, Harry, stai tranquillo per la partita. Vedrai che non succederà niente. Scommetto anche che vincerete voi! Ormai noi non abbiamo nessuna possibilità di vincere. Abbiamo vinto solo una volta, contro di voi.”

“Quindi, fai il tifo per noi?”

“Ma certo!”

“Harry, muoviti. Dobbiamo andare!” lo chiamò Ron.

“Devo andare!”

Cho si avvicinò a lui e gli diede un leggerissimo, quasi sfiorato, bacio sulle labbra. Forse per non sconvolgerlo.

“Sei più tranquillo?” gli chiese poi.

“Sì, grazie!”

“Magnifico! Adesso, vai e fatti onore!” esclamò lei dandogli una pacca sulla spalla.

“Ok! Ciao!”

“Ciao!”

Harry raggiunse gli altri componenti della squadra. Stavano per fare il loro ingresso in campo. In effetti, Harry era un po’ più tranquillo grazie a Cho. E a Hermione, naturalmente: lei aveva chiesto a Cho di andare a calmarlo.

Tutti sembravano credere che non sarebbe accaduto niente, che tutto sarebbe andato bene. Allora…perché non era ancora del tutto convinto?

**********

La partita sembrava stesse andando bene, fino ad allora, per Grifondoro. Infatti, stavano vincendo 30 a 10: avevano segnato prima Alicia, poi Angelina e infine ancora Alicia. Harry aveva evitato per ben due volte un Bolide e aveva avvistato, ma subito perso d’occhio, il Boccino d’Oro. Ed era già da un bel po’ di tempo che non lo vedeva più. Anche Draco era nella stessa situazione. Sorvolavano entrambi il campo in cerca dell’agognato Boccino d’Oro. Poi, ad un tratto, Draco lo vide e scattò in avanti. Harry se ne accorse e lo seguì. Ancora non aveva raggiunto né Draco né il Boccino quando Draco evitò un Bolide, perdendo tempo. Questo favorì Harry, che era ad un passo dal Boccino d’Oro. Ma improvvisamente qualcosa lo fermò: non era niente di concreto, forse era un incantesimo che gli impediva di andare avanti, all’inseguimento del Boccino.

Draco lo sorpassò velocemente, riguadagnando terreno, mentre tutti gli studenti sugli spalti, soprattutto i Grifondoro, erano in ansia.

Il Cercatore di Serpeverde era sempre più vicino al Boccino, lo stava raggiungendo e lui, Harry, non poteva muoversi e contrastarlo. Così, rivolse lo sguardo verso gli spalti per cercare chi gli stesse facendo ciò. Ma era lontano, non riusciva a distinguere i volti delle persone. E poi l’inevitabile accadde…

“Serpeverde vince la partita e la Coppa delle Case!” disse Lee Jordan abbattuto.

Draco aveva preso il Boccino d’Oro.

Tutti i Serpeverde si riversarono sul campo, innalzando al cielo la Coppa. Harry, a quel punto, poté ancora muoversi.

Gli si avvicinarono i suoi compagni di squadra che gli chiesero: “Ma che ti è preso?”

“Non lo so! All’improvviso non riuscivo più a muovermi!”

Il suo presentimento, purtroppo, si era avverato.

Quando i Serpeverde cominciarono ad andarsene, Harry e gli altri scesero sul campo. Lì c’erano Hermione, Ginny e Christine.

“Harry!” esclamò Hermione.

“Che c’è?” chiese lui con aria sconfitta.

“Era un incantesimo frenante quello che ti ha impedito di prendere il Boccino.”

“L’avevo capito!” esclamò lui scocciato.

“E hai capito anche chi l’ha fatto?” chiese lei infastidita dal comportamento di Harry.

“No, perché?”

“Noi l’abbiamo visto!” disse Christine.

Harry spalancò gli occhi: “Chi è stato?”

Hermione guardò le due ragazze e sospirò: “L’amico di Cho, Stephan.”

“Cosa?!”

Non poteva vendicarsi in quel modo: era da vigliacchi.

“Però adesso stai calmo!” gli consigliò Hermione.

“E per quale motivo?” esclamò Harry che era furioso per quello che Stephan gli aveva fatto.

“Perché stanno passando da questa parte!” rispose timorosa Hermione.

Harry si voltò: Stephan e gli altri tre stavano passando, ridacchiando.

Harry andò verso di loro.

“Harry, no!” esclamò Hermione seguendolo insieme agli altri.

Arrivato davanti a Stephan e Jordan, Harry li fulminò con lo sguardo e loro scoppiarono a ridere.

“Siete stati voi! Maledetti!”

“Bello scherzo, non trovi, Potter?” commentò Stephan.

“E’ stata una mia idea!” disse Jordan.

“Mi avete rotto le scatole! Finitela di tormentarmi!”

“Oh, invece credo che continueremo!” esclamò Stephan.

“Sì, non ti daremo pace!”

Questo era davvero troppo! Harry, furioso, fece per gettarsi sui due e riempirli di botte, ma Ron arrivò giusto in tempo per fermarlo.

“Calmati, amico!”

“Ehi, Harry, per caso volevi picchiarci? Hai veramente il coraggio di farlo?”

Harry si calmò e Ron lo lasciò andare: ”Lo farei, ma non voglio rovinarmi facendo a botte con voi due…miserabili!”

“Allora, non ti dispiace se lo facciamo noi!” esclamò Jordan, prima di colpirlo in faccia con un pugno.

Harry cadde per terra all’indietro.

“Harry!” esclamò Ron e Hermione, che furono subito accanto a lui in ginocchio.

“Harry, stai bene?” chiese Hermione preoccupata.

Harry si mise seduto con l’aiuto dei suoi amici.

“Sì, sì, sto bene!” disse poi guardando Stephan e gli altri che se ne andarono ridendo.

“Maledetti!” esclamò Ron.

“Su dai, andiamo a mettere un po’ di ghiaccio sulla guancia, altrimenti si gonfia e rovina il tuo bel visino!” esclamò Hermione alzandosi in piedi.

Bel visino? Aveva detto bel visino? Harry si sentì arrossire sempre di più. Ron, accortosi di ciò, cercò di farglielo passare smuovendolo un po’: lo aiutò ad alzarsi.

“Andiamo negli spogliatoi!” disse Hermione.

“Ehm…noi…non veniamo…” comunicò Ron, riferendosi a se stesso, Ginny e Christine.

Harry spalancò gli occhi spaventato: “Perché?”

I tre si scambiarono un’occhiata e poi Ginny disse: “Andiamo a fare i complimenti a Draco!”

“Ma…” cominciò Harry.

“Suvvia, Harry, sei in buone mani!” esclamò Ron ammiccando.

Harry sapeva perché si stavano comportando così: volevano lasciarlo con Hermione…da solo!

“Ci vediamo dopo!” esclamarono i tre, andando via.

Harry e Hermione si avviarono verso gli spogliatoi e, quando arrivarono, Hermione lo fece sedere su una panchina.

Poi, estrasse la sua bacchetta ed esclamò: “ Accio ghiaccio!”

Subito una borsa del ghiaccio le comparve in mano. Hermione si avvicinò a Harry e gliela appoggiò sulla guancia sinistra.

“Ahia!” esclamò Harry.

“Scusa, non l’ho fatto apposta!”

“Ci mancherebbe altro!”

Harry si accorse che Hermione era veramente a pochi centimetri di distanza. Il corpo dell’amica non era mai stato così vicino ai suoi occhi.

Harry sorrise compiaciuto: non gli dispiaceva affatto, anche se un minimo di nervosismo lo colpì. Notò, inoltre, che la nuova uniforme le stava veramente bene addosso.

“Hermione, sai una cosa?”

“Che cosa?”

“Ti sta molto bene questa uniforme!”

Hermione rimase per un attimo a riflettere e poi disse: “L’avevi detto anche all’inizio dell’anno. Non ti ricordi?”

“Ma quella volta la stavo immaginando addosso a Cho. Ora ho notato che anche a te sta bene!” (Complimenti, te ne sei accorto dopo un anno!)

Hermione arrossì e indietreggiò di un passo.

“Harry, tieniti la borsa del ghiaccio così ne regoli meglio la pressione.”

La mano di Harry prese il posto di quella di Hermione. Non appena ne ebbe l’occasione, Hermione si allontanò ancora da Harry e si sedette dalla parte opposta: sembrava leggermente sconvolta.

Harry stava per chiederle se lui avesse detto qualcosa di sbagliato, quando sulla soglia della porta, accanto a Hermione, comparve Cho, che sembrava arrabbiata.

“Ciao, Cho!” esclamò Harry sorpreso.

Hermione girò la testa e disse: “Oh…ciao!”

“Harry, posso parlarti?” chiese Cho un po’ scontrosa.

“Sì, certo!”

Hermione si alzò: “Allora, io vado. Ci vediamo dopo, Harry!”

Harry annuì, mentre Hermione uscì dalla stanza.

“Allora, di cosa vuoi parlarmi?”

“Sono venuta perché volevo vedere come stavi fisicamente e psicologicamente. Ma, quando sono arrivata dietro la porta, ho sentito la tua voce e quella di Hermione.”

“E allora?”

“Allora?! Harry, ci stavi provando…con Hermione!!” esclamò Cho furiosa.

Harry ci mise un po’ a capire l’assurdità della sua affermazione: “Ma che stai dicendo?”

“Harry…le hai detto: ‘Ti sta molto bene questa uniforme!’.“

“Era solo un’affermazione. Non ci stavo provando!”

“Sì, certo!….Ti stai innamorando di lei?”

“La finisci di dire assurdità?! Non mi sto innamorando di lei, però…”

“Però cosa?” chiese Cho incuriosita.

“Però devo dirti una cosa.”

“E sarebbe?”

Harry ripensò al consiglio datogli da Hermione e confermatogli da Ron.

“Sono un po’ confuso in questo periodo, ma non dipende da te. Riguarda solo me!”

“C’entra Hermione?”

“No!”

Non poteva dirle che riguardava anche Hermione, altrimenti lei si sarebbe arrabbiata e lo avrebbe lasciato. Lui, invece, voleva solo una pausa per riflettere perché non era sicuro dei suoi sentimenti. Ultimamente aveva un certo interesse nei confronti di Hermione, ma questo non significava necessariamente che fosse innamorato di lei. Poteva anche essere solo attrazione.

“Allora, cosa vuoi fare?” chiese Cho.

“Vorrei una pausa di riflessione, un po’ di tempo per capire cosa mi sta accadendo.”

Cho non disse niente e guardò per terra.

“Sei d’accordo?” chiese Harry.

“Non lo so…Tu sei sicuro che Hermione non c’entri niente?”

“Sì, riguarda solo me! Devo mettere un po’ di ordine nella mia vita!”

Cho sospirò: “Ok, prendi pure tutto il tempo che vuoi. Se questo servirà a migliorare la nostra relazione, va bene!”

“Grazie!”

“Allora…ci vediamo!” disse Cho un po’ abbattuta.

“Ok! Ciao!” la salutò Harry.

Cho sparì dalla porta, lasciando Harry da solo.

Era libero, anzi semi-libero. Poteva riflettere sui suoi sentimenti, poteva capire di chi era veramente innamorato: Hermione o Cho?

Avrebbe fatto di tutto per capirlo, di tutto. Non sopportava più quella sensazione di confusione. Però, avrebbe fatto tutto ciò dopo la fine della scuola, perché doveva prepararsi per gli esami. Quell’anno avevano gli esami del G.U.F.O. e Harry doveva superarli con un buon punteggio. Quello era un problema in più, che si aggiungeva agli altri. Ma Harry si sarebbe impegnato a superarli tutti. Così avrebbe avuto finalmente un momento di serenità nella sua vita.

 

 

Ahahahahahahahahah…evviva le pause di riflessioni. Anche se quando nella puntata di Friends Rachel lascia Ross ero un po’ triste. Ma in questo caso, bravissimo Harry! La prima cosa intelligente che fai!!! Va bene, il prossimo sarà l’ultimo capitolo del 5° anno. Si intitola “Esami e partenze”. Vedremo come andranno gli esami a Harry & co. Passiamo ai ringraziamenti.

Maripotter: sì, beh…forse hai ragione, ma io cerco di stare ancora con i piedi a terra. Non si sa mai che alla Rowling venga in testa un ennesimo colpo di scena! Secondo te cosa succederà? Io penso che lei si metta con Ron prima e che questo faccia ingelosire Harry. Poi nel settimo la situazione si ribalterà. Speriamo. L’altro giorno ho rivisto le interviste del terzo dvd. Primo: Alfonso dice una ragazza in particolare, quindi non è detto che fosse Emma. Secondo: credo di aver capito che razza di scherzo hanno fatto a Dan. Sono davvero dei bastardi! Gli hanno messo nel sacco a pelo un meccanismo che produce rumori molesti, non so se mi spiego! Immagina la scena: parte questo rumore ben conosciuto, Dan rimane molto concentrato, tutti attorno che si chiedono chi mai sia stato…povero! Comunque per finire io sono di un paesino in provincia di Varese quindi non siamo neanche tanto lontane!

Elanor: grazie per il tuo commento! E’ stato bellissimo, grazie mille! Continua a seguirmi!

Miki84: mi dispiace contraddirti, Harry non si metterà con Hermione nel prossimo capitolo, il matrimonio fa parte della seconda parte della storia e non accadrà niente di bello fra loro due. Comunque…forse…nel capitolo che inizia la seconda parte della storia…basta basta!!!

Emma: come sei sarcastica! Scommetto che mentre scrivevi avevi un sorriso sardonico sul volto! Brava!

Marco: io non ho mai detto che l’ultimo capitolo che pubblicherò prima delle vacanze sia quello dove i due testoni si mettono insieme! E comunque anche se fosse così io partirei subito per la Luna o, meglio, per Plutone! Ahahah

StellinaX: anche tu avevi gli esami di terza media? Come sono andati? Spero bene! Io sto impazzendo perché devo dare l’esame di chimica, purtroppo anche questa serve ai futuri medici!! Cmq i cap esasperanti non sono terminati, anzi…

MartyBlack: grazie per la tua recensione concisa ma comunque bella!

FedeHermy: eh sì, harry è un po’ imbranato per quanto riguarda le questioni di cuore. Meno male che c’è ron che è più sveglio!

Silvia: grazie per la tua recensione e per i complimenti. Sono felice che ti sia piaciuta la mia storia!

Hermione4ever: allora, prima di tutto, tutte le informazioni su film e libri o le leggo sui giornali o le apprendo da quel meraviglioso mondo che è Coming Soon television e, in particolare, dal fantastico programma Trailers & co. con il simpaticissimo e bellissimo Pierpa! Il 6° libro (Harry Potter and the Half Blood Prince, da qui l’abbreviazione hbp!) non so di preciso quando lo faranno uscire: io ho sentito più o meno inizi di ottobre, ma bisogna contare che c’è anche il film che uscirà a novembre e non mi sorprenderebbe se film e libro uscissero in contemporanea! Ah…grazie per la recensione!! J

H+Hr=truelove: beh, che dire. Un nick meraviglioso! Bellissima idea! Grazie per i complimenti, davvero, non me li merito! Comunque, sì, mi piacciono tanto Lily e James e non mi dispiacerebbe se la Rowling facesse qualche scena in più con loro o addirittura un libro sulla loro storia. Sarebbe straordinario. Io ho qualche idea per una fanfic su di loro, ma prima voglio terminare questa! Ormai non mi manca ancora tanto da scrivere, da pubblicare invece sìì!!!

Merewen: ma dove eri finita? Era da un po’ che non ti si sentiva. Comunque, grazie per essere passata di nuovo. E’ sempre un piacere! (scusa la banalità! Ma è vero)

 

Grazie anche a tutti quelli che sono passati a leggere questa storia. A presto!

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Esami e partenze ***


L’ultimo capitolo della prima parte! Buaaaaaa!!!!!Come sono triste! No…non è vero, sono molto felice, anzi non vedo l’ora che finisca, così mi dedicherò alla mia seconda storia! A proposito…forse è un po’ presto per chiedervelo, ma che dite di un sequel di questa mia primissima storia? Fatemelo sapere! Sapete che Hermione in realtà è più grande di Harry e Ron. E’ nata l’anno prima. La Rowling ha detto, infatti, che a Hogwarts si può entrare solo a undici anni compiuti! Comunque, credo che io non ne terrò conto! E ora leggete!

 

Nient’altro che noi!

 

 

5° Anno

 

Capitolo 18: “Esami e partenze!”

(State per leggere l’ultimo capitolo…non l’ultimissimo, l’ultimo del 5°anno. Con il prossimo incomincia la seconda parte di questa storia, dedicata appunto al sesto anno!)

 

Harry, dopo quello che era successo il giorno della partita contro Serpeverde, si stava completamente dedicando agli esami del G.U.F.O. Erano i primi esami importanti della sua carriera scolastica a Hogwarts, quelli che avrebbero influito sulle possibilità degli studenti di frequentare i corsi del sesto anno. Infatti, molti insegnanti ammettevano ai loro corsi solo gli studenti che avevano ottenuto ottimi punteggi agli esami. C’erano vari punteggi, indicati con le lettere:

J ‘T’ stava per Troll;

J ‘D’ per Deludente;

J ’S’ per Scadente;

J ‘A’ rappresentava la sufficienza e stava per Accettabile;

J ‘O’ indicava Oltre ogni previsione;

J ‘E’, infine, era il voto più alto, cioè Eccellente.  (e va bene, ho preso i voti dal quinto libro, ma non sapevo che fare!!)

La professoressa McGranitt aveva detto loro: “Ragazzi, quest’anno avete i G.U.F.O. e, come sapete, dovete impegnarvi molto. Anche perché noi professori saremo più esigenti con voi. Per esempio, io accetterò nelle mia classe di Trasfigurazione dell’anno prossimo solo chi di voi raggiungerà o supererà Oltre ogni previsione.”

Anche Piton aveva messo le cose in chiaro con quelli del quinto anno.

Ma lui, come al solito, era molto peggio della McGranitt: “Sappiate che il sottoscritto ammetterà nella propria classe di Pozioni del sesto anno solo coloro che raggiungeranno Eccellente. Mettetevi il cuore in pace e, se volete continuare a studiare la mia materia, impegnatevi come si deve almeno una volta nella vostra vita!” (Prof. Piton le vorrei far notare quanto il suo atteggiamento nei confronti dei suoi alunni sia pedagogicamente scorretto!)

Hermione, naturalmente, non aveva preso bene quell’ultima affermazione. Comunque, erano tutti molto agitati per gli esami, in particolare Hermione e Christine. La prima stava prendendo molto male quella situazione: era troppo nervosa. Saltava su tutte le furie e aggrediva a parole chiunque le stesse accanto, se per caso non trovava un foglio di pergamena con i suoi appunti. Meno male che Madama Chips le aveva detto di calmarsi e di non studiare troppo! Se Hermione continuava ad agitarsi per motivi banali, altro che stress!! Le sarebbe venuto un esaurimento nervoso!!

Christine, invece, ci teneva a fare bella figura agli esami, non solo per superarli, ma anche perché erano i suoi primi esami a Hogwarts. Tuttavia, non era nervosa come Hermione. Christine aveva perfino confessato a Harry e Ron che, di nascosto, dava a Hermione un po’ di pozione Dormiglina per farla dormire o un po’ di pozione Rigenerante contro la stanchezza.

Una mattina, a colazione, quando arrivarono i gufi con la posta, Hermione ricevette una lettera, che esitò ad aprire: “E’ dei miei genitori!”

“Che fai? Non la apri?” chiese Ron.

La ragazza non disse niente e guardò la lettera. Harry notò che le sue mani stavano tremando e intuì il problema.

“Vedrai che saranno sicuramente buone notizie!” esclamò Harry con aria fiduciosa.

Hermione lo guardò e sorrise, annuendo. Così, aprì la lettera e la lesse rimanendo alla fine senza alcuna espressione sul volto.

“Allora?” chiese Ron.

“I miei genitori …sono ancora insieme!”

“Davvero?!” esclamarono in contemporanea Harry e Ron.

“Che bello!” commentò Christine.

“Dicono che la terapia di coppia ha funzionato e sono andati a fare una seconda luna di miele, come se fosse un secondo inizio di matrimonio!”

“Magari ti arriva anche un fratellino o una sorellina!” esclamò Ron, ridendo.

“RON!…Perché…devi farmi pensare a…a cose…bleah…del genere?!” disse Hermione disgustata.

“Non è una cosa ‘bleah’ fare l’amore! E’ un atto che dona vita!” puntualizzò Ron.

Le sue parole lasciarono a bocca aperta tutti e quattro.

“Io…io mi riferivo a…immaginare i miei…mentre…” iniziò Hermione, ma si interruppe con estremo disgusto. (Mi scuso se ho provocato con ciò pensieri simili ai signori lettori!)

“E’ così che sei nata, lo sai?” esclamò Ron.

“Certo che lo so! Per chi mi hai preso?! Ma, adesso, finiscila con questi discorsi…per cui siamo ancora precoci!”

“Noi non siamo precoci per questi discorsi. Il problema è che non possiamo farli in quanto siamo tutti single, compreso Harry!”

Quando Harry aveva detto ai suoi amici della pausa di riflessione con Cho, tutti gli dissero che aveva fatto la cosa più giusta. Ed erano anche piuttosto felici: evidentemente non riuscivano per nulla a sopportare Cho!

“Va bene, va bene! Però, finiscila lo stesso!” disse Hermione.

“Dì un po’: ti hanno concepita in luna di miele?” insistette Ron.

“Cosa ne so io! Non sono certo andata a chiederglielo: è piuttosto imbarazzante!”

“Ma non ti interessa saperlo?”

“Beh…un po’…”

“Allora, proviamo a capirlo da soli. Quando si sono sposati i tuoi?”

“A fine novembre!”

“E tu sei nata il 19 settembre…sono nove mesi esatti! Credo che tu sia stata concepita in luna di miele. Hanno fatto centro al primo colpo, eh?” esclamò Ron.

Christine gli diede una gomitata sul fianco.

“Grazie, Christine!- disse Hermione- Comunque, ora che ci penso, la nonna mi aveva detto che a Natale avevano scoperto che mia madre aspettava un bambino!”

“E le avranno regalato il libro dei nomi…” intervenne Harry.

“Sì, ma mia madre sapeva già che nome dare alla sua bambina!”

“Hermione!” disse Christine.

“Già!”

“Ma come mai proprio Hermione?” chiese Harry. (già, perché la Rowling l’ha chiamata Hermione? Quelle che seguono sono solo un paio di ipotesi!)

“A mia madre è piaciuto molto il ‘Racconto d’inverno’ di Shakespeare, in cui la regina di Sicilia si chiama proprio Hermione. Curiosamente…anche lei è diventata una statua di pietra.”

“Davvero?!- esclamò Ron- Non credi che il nome Hermione porti un po’ di sfortuna?”

“Per tua informazione il personaggio di Hermione è molto bello: si tratta di una madre che ama moltissimo i propri figli e di una moglie che subisce l’insensata gelosia del marito!”

“Comunque, è un nome che ti si adatta perfettamente, anche perché è il femminile di Hermes, il dio dell’eloquenza!” esclamò Christine.

“Sì, però…-cominciò Hermione guardando l’orologio-…dobbiamo andare, adesso. Abbiamo Storia della Magia alla prima ora!”

“Andiamo!”

Così, Harry, Ron, Hermione e Draco, che si aggiunse all’uscita della Sala Grande, si recarono nell’aula del prof.Ruf. Ginny, invece, andò a lezione di Storia delle Antiche Rune.

Quando arrivarono, i cinque ragazzi si infilarono in uno dei lunghi banchi dell’aula e aspettarono il professore, che arrivò poco dopo, attraversando un muro.

“Buongiorno, ragazzi!”

“Buongiorno, professore!”

“Bene, oggi volevo parlare di creature che hanno avuto grande importanza nella nostra storia: gli Elfi.”

“Ma, professore, abbiamo già parlato degli Elfi domestici!” fece notare Pansy Parkinson.

Il prof. Ruf sospirò: “Qualcuno sa rispondere alla signorina Parkinson?”

Hermione alzò la mano.

“Signorina Granger?”

“Tra tutte le creature magiche e fantastiche gli Elfi si distinguono per il gran numero di razze che appartengono alla loro specie. Quindi, gli Elfi domestici sono solo una delle tante razze elfiche!”

“Esattamente. Gli Elfi a cui ci riferiamo, ora, hanno un passato più antico e glorioso rispetto agli esseri umani. Questi elfi sono creature dall’aspetto molto simile a quello degli uomini, nonostante le orecchie appuntite e la statura, che è leggermente superiore a quella degli esseri umani. Gli elfi sono più saggi, più intelligenti e più coraggiosi; inoltre, sono dotati di grande bellezza e di un corpo agile e slanciato, come potete vedere nella figura a pag. 45 del vostro libro!”

Tutti gli studenti cercarono la pagina indicata dal professore e, quando la trovarono, da parte di molte ragazze ci fu un ‘Oh’ sussurrato. L’immagine ritraeva un elfo dai biondi e lunghi capelli, con occhi azzurri, un corpo snello e un arco in mano.(alla Legolas, in pratica!)

“Wow! E’ veramente bello!” esclamò Hermione.

“Ma se sembra gay!” commentò Ron.(Ron, ritira quello che hai detto se non vuoi che ti faccia fulminare!)

“Non è vero! E’ molto attraente!!” disse Christine.

“Io non ci trovo niente di particolarmente attraente!” esclamò Draco.

“Beh, siete ragazzi!- puntualizzò Christine- Guardatelo, sembra quasi un dio!”

“Giusta osservazione, miss McGregor! Infatti, quello che li rende particolari è la loro essenza perché sono molto vicini agli dei e in loro c’è sicuramente qualcosa di divino. Pensate, sono state le prime creature a essere in grado di parlare, abilità che hanno poi trasmesso agli uomini. Gli elfi sono immortali come gli dei, non invecchiano e con il passare degli anni diventano più saggi e più intelligenti. Sono praticamente perfetti e per questo motivo il tempo non ha effetti su di loro. Oltre agli elfi domestici esistono  diverse specie di Elfi: alcuni, per esempio, sono chiari, luminosi e animati da sentimenti nobili; altri, invece, hanno abbandonato la via del Bene e si sono trasformati in creature malvagie. Altri ancora si considerano superiori alla altre creature e, per questo motivo, evitano il contatto con le altre creature e, soprattutto, con gli esseri umani.”

“Che permalosi!” commentò Ron.

“Professore, potrei farle una domanda?” chiese Lavanda.

“Certo, miss Brown!”

“Ha l’indirizzo di uno di loro, per caso?”

Il prof. Ruf rimase indignato da quella domanda, mentre gli studenti avevano incominciato a ridere. Dopo aver visto l’immagine del bell’elfo, le ragazze erano distratte e continuavano a ridacchiare tra loro. Le meno eccitate erano Christine e Hermione. Con quella confusione il prof. Ruf si era stufato di spiegare e decise di dar loro gli ultimi minuti di pausa.

Finita l’ora, Hermione e Christine andarono a lezione di Aritmanzia, mentre Harry e Ron avevano Divinazione. Draco, invece, andò a Babbanologia: infatti, aveva lasciato Divinazione perché voleva conoscere meglio il mondo dei Babbani.

Harry e Ron stavano andando nell’aula di Divinazione quando una ragazza del quarto anno di Tassorosso si avvicinò a loro. Era carina, non molto alta, forse poco più di Hermione, e aveva capelli biondi con dei lunghi boccoli che cadevano morbidamente sulle spalle.

“Ciao!” li salutò.

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo e poi la salutarono.

“Tu sei Ron Weasley, vero?” chiese in un chiaro accento francese.

“Ehm…sì!” rispose Ron.

“Mi chiamo Michelle LeBlanc. Potrei parlarti, per favore?”

“Mmm…ok!”

Ron rimase in attesa, mentre Michelle sembrava piuttosto nervosa.

“Ehm…in privato…” aggiunse la ragazza dopo aver guardato Harry.

Harry si accorse di essere di troppo ed esclamò: “Oh, scusate! Allora…vado via!”

Così si allontanò di qualche metro, per aspettare Ron.

Michelle iniziò a parlare e Ron sembrò sorpreso per quello che diceva. Quando la ragazza finì, Ron aveva assunto un’aria seria e iniziò a dire qualcosa solo dopo aver riflettuto per qualche secondo. Mentre Ron parlava, la ragazza cominciava a diventare sempre più triste e abbattuta. Infine si congedarono e Ron tornò da Harry, sospirando.

“Ho appena spezzato il cuore di una bella ragazza!”

“Che cosa?!” esclamò Harry ridendo.

“Non c’è niente di divertente!”

“Fammi capire: Michelle si è dichiarata?!”

“Sì ed era così bella mentre mi stava parlando…”

“Ma non ti interessa!” aggiunse Harry.

“Beh, Michelle è una ragazza molto interessante, ma io sono innamorato di Christine!”

Harry spalancò gli occhi, non riuscendo a credere a quello che aveva sentito: “Tu-innamorato-di-Christine?!”

“Sì, prima mi piaceva solo fisicamente; ma, dopo aver passato un anno circa con lei, ho scoperto tante cose: è simpatica, allegra, molto gentile e comprensiva con tutti. In una parola, Christine è straordinaria!” esclamò Ron con aria sognante.

“Cupido ha fatto centro!! –esclamò Harry dandogli una pacca sulle spalle- Dai, andiamo, siamo in ritardo!”

Così Ron si era innamorato di Christine e sembrava sincero. Harry aveva l’impressione, osservando il comportamento della ragazza, che l’amico fosse ricambiato. E, molto probabilmente, questi due si sarebbero messi insieme molto presto.

**********

Gli esami del G.U.F.O. arrivarono molto presto. Ciò rese gli studenti del quinto anno ancora più nervosi (come li capisco!). In particolare, la situazione psicologica di Hermione peggiorò. Ci mancava poco che la colpisse una vera e propria nevrosi. Meno male che Christine la aiutava con un po’ di pozione Dormiglina.

La sera che precedeva il primo esame, che era Trasfigurazione, erano tutti in sala comune. Harry, Ron e Christine stavano seduti sul divano e avevano adottato la politica del ‘quel che è fatto è fatto’!

Hermione, invece, era al tavolo che stava ripassando Trasfigurazione ed era agitata. Poteva essere paragonata a una bomba: se veniva anche solo sfiorata, scoppiava. Per questo motivo Ron e Christine non le dissero niente. Harry, però, ci provò lo stesso. Si alzò e lentamente si avvicinò (a lisca di pesce, come dice Aldo!) a Hermione, sedendosi accanto a lei.

“Come va?” chiese quasi in un sussurro.

Hermione non rispose: era troppo intenta a cercare un preciso argomento sul libro di Trasfigurazione. Perciò Harry la fermò afferrandole le mani.

“Lasciami stare!” esclamò Hermione furiosa.

“Ti lascio stare se prima mi ascolti!” disse Harry.

L’espressione furiosa di Hermione si rilassò un po’ e Harry le lasciò le mani.

“Senti, ormai quel che fatto è fatto! Non occorre arrivare all’esame, stravolti da un nottata di studio. Forse due ore in più possono aiutarti a farti sentire più sicura, ma, di certo, non cambiano la tua preparazione, che sono sicuro sia già ottima. Arrivare stanchi all’esame comporta una minore lucidità mentale e anche una maggiore emotività, con la conseguenza che si finisce per rendere molto meno rispetto alle proprie reali capacità. (commento del 2004: Ne farò tesoro, grazie Harry, visto che devo fare la maturità. Anche se queste parole te le ho messe in bocca io!) E tu non vuoi che accada ciò, vero?”

Hermione annuì, senza parole e con aria allibita.

“Sei più tranquilla, adesso?” chiese Harry.

“Sì…”

“Bene!”

“Ma, allora, cosa bisogna fare la sera prima?” chiese Hermione guardando i libri.

“Riposare, riposare, riposare e stare tranquilli!”

“Parole sacrosante!!” intervenne Ron, sdraiandosi sul divano.

Harry si alzò e invitò Hermione a fare lo stesso. Entrambi andarono a sedersi sul divano, accanto a Christine. Hermione sembrava titubante, ma si rilassò quando cominciarono a parlare, evitando l’argomento scuola/esami.

Prima di andare a dormire, Hermione ringraziò i suoi amici per averla convinta ad allentare con lo studio. Dopo qualche minuto, anche Harry e Ron andarono a dormire. Contrariamente alle sue previsioni, Harry riuscì a dormire tranquillamente e, forse, tutto era dovuto alla stanchezza e allo stress accumulati in quei giorni.

Questo favorì la sua lucidità mentale il giorno dopo. Infatti, Harry si sentiva calmo, sereno e, soprattutto, pronto per affrontare il primo esame. Alle 9.00 gli studenti entrarono nell’aula di Trasfigurazione e si sistemarono nei banchi che erano stati disposti in file da uno. Al primo banco c’era Christine, che sembrava tranquillissima; al secondo c’era Hermione che era un po’ nervosa, ma mai quanto il giorno prima; Harry si trovava al terzo banco; dietro di lui, infine, c’erano Ron e Draco.

“In bocca al lupo, Hermione!” le sussurrò Harry.

Hermione si voltò leggermente e disse: “In bocca al lupo anche a te!”

L’amica gli rivolse un sorriso, prima di girarsi nuovamente.

C’era un commissario esterno appoggiato alla cattedra della McGranitt. Si chiamava Ewan McKnight ed era abbastanza giovane: aveva capelli castano scuro, un po’ più lunghi e mossi rispetto a Harry, occhi castani ed era anche piuttosto alto. Ma, soprattutto, Harry dedusse, dal particolare interesse che avevano molte ragazze nei confronti di questo McKnight, che fosse anche un bell’ uomo con un bel fisico.

McKnight iniziò a fare l’appello. Si fermò due volte. Una per Hermione…

“Hermione Granger?! Ah…sei tu la studentessa di cui molti professori vanno fieri. Beh, allora sarà una passeggiata l’esame che la professoressa McGranitt ha preparato per voi, sei d’accordo, bella signorina?”

Ma come si permetteva quel tipo a chiamare una studentessa ‘bella signorina’? Chi gliela dava tutta quella confidenza?(Dai, Harry vai a denunciarlo per molestie sessuali!)

“Lo…spero…” disse Hermione con voce tremante per l’emozione.

“Che Don Giovanni!” sussurrò Ron a Harry, che annuì.

Poi, McKnight si fermò al nome di Harry Potter.

“Harry Potter?! Allora esisti veramente! E’ un piacere conoscerti!” esclamò con un sorriso solare.

Harry annuì controvoglia.

Dopo l’appello, McKnight fece un discorso sull’esame: “Allora, io sarò il vostro commissario per tutti gli esami del G.U.F.O. Anch’io ho provato questa esperienza e so benissimo come vi sentite in questo momento. Perciò ho chiesto ai vostri professori di essere clementi nel preparare gli esami. Ricordate che, se volete, potete uscire uno alla volta.”

Distribuì le pergamene capovolte (a Hermione rivolse anche un sorriso d’incoraggiamento) e poi disse: “Avete due ore…da questo momento!”

Capovolse la clessidra e tutti gli studenti girarono le pergamene. In effetti, non era difficile, gli studenti erano anche molto rilassati per questo.

Hermione finì con venti minuti di anticipo e consegnò la sua pergamena a McKnight che le chiese a bassa voce: “Come è andata?”

“Spero, anzi, credo bene, molto bene!”

“Mi fa piacere!”

“Potrei uscire?”

“Certo!”

Hermione uscì e, quando passò accanto a Harry, gli fece l’occhiolino, sorridendo. Era andata bene per lei e Harry ne era felice.

Quando anche Harry finì, rilesse per due volte e consegnò. McKnight si limitò a sorridergli. Dopodiché Harry uscì e vide Hermione seduta suoi gradini di una rampa di scale. La raggiunse e si sedette accanto a lei.

“E’ andata bene, allora?” esclamò Harry.

“Sì, benissimo!”

“Che cosa ti avevo detto io?”

“Hai ragione. Grazie, se non fosse stato per te non so se sarei riuscita a fare così bene oggi!” disse Hermione dandogli un bacio sulla guancia.

Harry arrossì e chinò subito la testa per nascondere il viso arrossato. Fortunatamente arrivarono Christine, Draco e, dopo qualche minuto, anche Ron. Anche a loro era andato tutto bene.

“Hermione, l’hai visto?” esclamò Christine.

“Chi?”

“Come chi? McKnight! Non è carino?!”

“Sì, certo. E’ molto carino!”

“Secondo me, tu gli piaci molto.”

“Ma che dici?! Avrà come minimo dieci anni più di me!”

“Non hai visto come ti guardava? Ci mancava poco che ti chiedesse di uscire con lui!”

Hermione era in imbarazzo: “Dai, non dire assurdità!”

“Se mi permetti, piccola Hermione (oh oh piccola Hermione, oh oh piccola Hermione!), quel McKnight potrebbe avere anche cattive intenzioni! Potrebbe essere un maniaco o un pedofilo!” intervenne Ron.

“Ron, non c’è niente di vero in quello che ha detto Christine. E, comunque, non mi interessa!”

Harry si sentì sollevato da quella affermazione di Hermione. Non voleva che lei uscisse con un bellone come quello: non era adatto a lei!

“Come vuoi! Ma, secondo me, dovresti farci un pensierino!” esclamò Christine.

Hermione rivolse a Harry un sorriso rassegnato.

In effetti, McKnight sembrava fare veramente delle avances a Hermione, ma lei manteneva sempre un certo distacco e non dava molta importanza a quel che faceva.

Per quanto riguardava gli esami, erano stati tutti abbastanza facili. I professori furono molto comprensivi con loro. Tranne Piton, che aveva reso il loro esame un inferno. Ma loro si impegnarono così tanto che non mostrarono difficoltà, facendo stupire Piton.

L’ultimo esame fu Divinazione per Harry e Ron, Aritmanzia per Hermione e Christine e Babbanologia per Draco.

Quando Harry e Ron finirono anche Divinazione, si sentirono al settimo cielo (ho appena finito di vedere il telefilm omonimo!!). Era come se fossero più leggeri, come se si fossero tolti una palla al piede. Così ridendo e scherzando sugli esami appena conclusi, i due si avviarono verso la sala comune di Grifondoro. All’improvviso un ragazzo si avvicinò a loro: era un Tassorosso del sesto anno.

“Voi siete Harry Potter e Ron Weasley?” domandò loro.

Harry e Ron annuirono.

“Quindi…siete gli amici di Hermione Granger, giusto?”

“Non dirmi che stai per farci il terzo grado solo per sapere se Hermione è interessata o insieme a qualcuno?!” esclamò Ron.

Il ragazzo fu preso un po’ alla sprovvista, ma rispose: “Sì…”

“Senti, non voglio ridurre in mille pezzi il tuo cuore. Sappi che Hermione non è insieme a nessuno, ma non è neanche interessata a nessuno per il momento, ok?”

“Oh…certo, grazie lo stesso!!” esclamò il ragazzo un po’ abbattuto e se ne andò.

“Ma che cos’è? La stagione degli amori?? E poi perché vengono a chiedere queste cose sempre a noi?? Perché non vanno dalla diretta interessata?!” disse Ron.

“Scusa, Ron, perché gli hai detto che Hermione non è interessata a nessuno? Se fosse stato proprio lui quello di cui si è innamorata?”

“Harry, insomma, Hermione ha detto che lo conosciamo, no? E tu per caso conoscevi quel tipo?”

“Mai visto prima!”

“E allora! Non era lui, punto e basta!”

Ron sembrava nervoso, stranamente nervoso.

“Ron, ma perché sei così agitato?” gli chiese Harry.

L’amico sospirò: “L’altro giorno un ragazzo del settimo anno ha chiesto a Christine di uscire con lui…”

“E lei ha accettato?”

“No! Ma mi ha dato fastidio! Non voglio che qualcuno si avvicini a lei!!”

“Chi non deve avvicinarsi a chi?” chiese una voce che si rivelò essere quella di Christine.

Con lei c’era anche Hermione.

“Oh…ciao! Io…no, non stavo parlando di nessuno in particolare. Non era importante!” esclamò Ron imbarazzato.

“Com’è andato l’esame?” domandò Hermione.

“Mah…speriamo bene. Non era molto difficile!- rispose Harry- A voi, com’è andata?”

 “Era più facile di quel che ci aspettavamo!”

“Magnifico! Allora…che ne dite di andare in riva al lago? Draco e Ginny ci stanno aspettando lì!” esclamò Ron.

“Sì!”

Si avviarono tutti e quattro verso il lago, ma, prima di uscire dal castello, videro Cho che stava salendo le scale da sola.

Harry, insieme ai suoi amici, stava scendendo le scale e, quando si accorse della ragazza, si fermò. Anche lei si fermò, qualche gradino più in basso.

Ron, Hermione e Christine capirono la situazione e se ne andarono, salutando Harry con un cenno del capo.

“Ciao!” la salutò Harry.

“Ciao!” rispose lei.

“Ehm…come va?”

“Bene, tu?”

“Beh, ho appena finito l’ultimo esame del G.U.F.O.”

“Sì, lo so. Come sono andati?”

“Credo bene. Non erano particolarmente complicati, a parte quello di Piton.”

“Sì, l’esame di Pozioni è sempre il più difficile!”

“Già!”

Strano! Harry si rese conto, in quel momento, di non avere sentito la mancanza di Cho, almeno non totalmente. Forse perché negli ultimi giorni aveva dedicato anima e corpo agli esami.

“Comunque, quando ti arrivano i risultati, fammi sapere come sono andati!”

“Ok!”

“Se non ci incontriamo prima della partenza, buone vacanze!”

“Grazie, anche a te!”

“Adesso, ti conviene andare. I tuoi amici ti staranno aspettando!”

“Sì. Allora…ciao!”

“Ciao!”

Harry la guardò andare via e poi corse fuori dal castello, raggiungendo i suoi amici. Erano tutti sdraiati per terra: Draco, Ginny, Ron, Christine e Hermione. Harry andò a sdraiarsi tra Hermione e Draco. Nessuno gli chiese niente riguardo Cho, intuendo, molto probabilmente, che lui non avesse molta voglia di parlarne. In fondo, quello che volevano fare in quel momento era stare insieme, all’aperto, godendosi quella bella giornata di inizio estate e, soprattutto, riposarsi dalle fatiche causate dallo studio. Alla fine, stando in silenzio, si addormentarono.

**********

La sera, a cena, accadde qualcosa di particolare.

Tutti gli studenti stavano mangiando ed erano sereni e rilassati. All’improvviso le luci si spensero e molti urlarono di paura. Cominciarono a sentirsi anche dei botti che provenivano da fuori. Tutti si chiedevano cosa stesse succedendo.

Sull’uscio della Sala Grande, arrivò Gazza con Mrs. Purr in braccio.

“Signor Preside, venga, presto. I gemelli Weasley…”

Sembrava piuttosto affaticato, infatti aveva il fiatone: forse aveva corso. Silente uscì dalla Sala Grande, seguito dai professori e dagli studenti.

“Credo che sia il loro saluto a Hogwarts!” esclamò Ron.

Quando tutti uscirono dal castello, lo spettacolo che si presentò ai loro occhi fu spettacolare: il castello di Hogwarts era completamente circondato da fuochi d’artificio brillanti e coloratissimi.

I gemelli Weasley si accorsero del loro pubblico ed esclamarono: “Salve!”

Silente, gli studenti e alcuni professori risero.

“Con questo spettacolo…” iniziò Fred.

“…volevamo solo dire…” continuò George.

“…GRAZIE HOGWARTS…” esclamarono insieme.

“…per tutto quello che ci hai insegnato…”

“…e per tutto quello che ci hai dato!”

“Grazie Gazza, per tutte le volte che ci hai punito…”

“Grazie prof. Piton, per la sua simpatia…”

“Grazie prof. McGranitt, per non averci mai rimproverato…”

“E grazie al signor Preside, per la sua comprensione…”

“Ricordate: non sembra, ma vi vogliamo bene!”

“Non dimenticateci e noi non vi dimenticheremo!”

“Ma, soprattutto, venite a trovarci a…”

“…i Tiri Vispi dei fratelli Weasley!!”

“Buonanotte a tutti!” conclusero insieme.

I fuochi d’artificio erano terminati. Molti si aspettavano che i gemelli venissero rimproverati; invece, Silente era talmente divertito dallo spettacolo che se ne andò ridendo e non disse niente ai due Weasley, se non “bravi”.

Era stato veramente un bello spettacolo e molti ragazzi si complimentarono con Fred e George.

Così, anche l’ultimo giorno del quinto anno di Harry, Ron e Hermione era terminato. Il giorno successivo sarebbero tornati a casa con l’Espresso di Hogwarts. Sirius e Rachel sarebbero andati a prendere Harry come a Natale.

La mattina della partenza, sul treno, Harry, Ron e Hermione presero una cabina insieme a Draco, Christine e Ginny. Hermione disse loro che i suoi genitori, appena riappacificatisi e tornati dal breve viaggio, sarebbero andati a prenderla alla stazione. Sembrava molto felice e Harry era contento per lei.

Parlarono, poi, dell’anno appena passato, facendo una specie di resoconto.

“Beh, a parte il litigio di qualche mese fa, non è stato un anno bruttissimo. Anzi, potrei anche azzardare che quello appena trascorso sia stato il migliore finora!” disse Ron.

“Sì, è vero. Abbiamo anche nuovi amici!” commentò Hermione.

“E, per di più, non si è fatto vedere nemmeno Voldemort!” esclamò Harry.

Le sue parole lasciarono tutti molto sorpresi: nessuno aveva ancora fatto caso all’assenza di Lord Voldemort.

“Beh, mi dispiace dirlo, ma credo che si stia riorganizzando!” disse Hermione.

“Già, e ho paura che sia anche qualcosa di terribile!” esclamò Harry.

“Cerchiamo, però, di stare su di morale, altrimenti non ci possiamo godere le vacanze!” puntualizzò Ron.

“Hai ragione, Ron!” disse Harry.

“Allora, giochiamo a scacchi!”

Iniziarono, così, una specie di torneo di scacchi e il match conclusivo venne disputato da Ron e Christine. Erano, ormai, alle mosse decisive.

“Dai, Christine! Non puoi far vincere Ron!” esclamò Hermione.

“Non capisco perché tifiate per lei!” disse Ron.

“E’ semplice: perché sono cinque anni che vinci sempre tu a scacchi. Non ne possiamo più!” rispose Harry, mentre Hermione e Ginny annuivano.

Christine, dopo aver riflettuto, posizionò la sua torre davanti al re di Ron. (non so bene come si giochi a scacchi, quindi, se trovate errori di mosse, ignorateli, per favore!)

“Pfui! Troppo semplice!- esclamò Ron, prima di mangiarsi la torre di Christine con una semplice mossa della sua regina- Praticamente ho vinto!”

“Ah-a, non cantare vittoria così in fretta, caro Ron. Ho sacrificato la mia torre per permettere al cavallo di fare…-disse Christine facendo avanzare il cavallo fino al re di Ron-…Scacco matto!”

Ron rimase a bocca aperta, non credendo a quello che aveva fatto Christine. Tutti gli altri scoppiarono a ridere.

“Sono disponibile per una rivincita, ma non adesso! Stiamo per arrivare!”

“Bene, all’anno prossimo, allora!”

Passarono gli ultimi minuti a parlare del più e del meno. E, poi, finalmente arrivarono alla stazione di King’s Cross. Scesero tutti dai vagoni, presero i loro bagagli e attraversarono la barriera. Harry e gli altri vennero subito raggiunti dai signori Weasley: Molly, la madre di Ron e Ginny, li abbracciò tutti.

Nel frattempo arrivarono anche i genitori di Christine, che abbracciarono la figlia e salutarono tutti.

I Weasley e i McGregor cominciarono a parlare, così Ron disse a Harry:” Allora, ci vediamo al matrimonio di Sirius e Rachel.”

“Già, poi vi faccio sapere a che ora e dove!”

“Perfetto!”

Harry si guardò in giro per cercare Sirius e Rachel, ma non erano ancora arrivati. Dopodiché Ron, Christine e Ginny salutarono i loro amici e andarono via con i loro genitori.

“Chi ti viene a prendere, Draco?” chiese Hermione.

“Mio zio, oh…eccolo lì!”

Un uomo sulla cinquantina, con capelli brizzolati e occhi azzurri, salutava Draco con un sorriso solare, che non era tipico dei Malfoy.

“Beh, io vado. Ci vediamo, ragazzi!”

“Ciao!”

Draco li salutò e raggiunse lo zio. Harry e Hermione si sedettero, poi, su una panchina, guardando, in silenzio, la gente che passava davanti i loro occhi. Tra la folla, una ragazza colpì la loro attenzione: se non fosse stato per i capelli un po’ più corti, Harry avrebbe giurato di aver visto un doppione di Hermione, ma lei era accanto a lui.

“Hai visto come ti assomiglia quella ragazza, Hermione?”

Hermione la fissava incuriosita: “Già…che strano!”

“Strano?! E’ incredibile! A parte i gemelli Weasley, non ho mai visto due persone assomigliarsi in questo modo!”

La ragazza in questione notò Harry e Hermione e focalizzò il suo sguardo su quest’ultima, poi se ne andò. Chissà chi era…

Qualche secondo dopo, arrivarono, quasi contemporaneamente, i genitori di Hermione e Sirius e Rachel.

Mentre Hermione andò a salutare i suoi genitori, Harry salutò Sirius e Rachel.

“Ciao!”

“Ciao, Harry!” lo salutò Rachel.

“Come stai?” chiese Sirius.

“Bene, grazie!”

“Magnifico. Allora, come sono andati gli esami?” domandò Sirius.

“Credo bene!”

“Perfetto! Oh…ciao Hermione!” esclamò Sirius, dopo aver notato che Hermione si era avvicinata a loro.

“Ciao! Volevo salutarvi: devo andare via!”

Così, Sirius e Rachel salutarono Hermione e poi toccò a Harry.

“Allora, ci vediamo presto!” disse Hermione.

“Già! Ehm…buone vacanze e…non affaticarti come l’anno scorso!”

Hermione rise: “Non ti preoccupare! Non c’è più pericolo. Passerò le vacanze a rilassarmi e a fare i compiti!”

“Brava!”

Hermione lo abbracciò e disse: ”A presto, Harry!”

“Ciao!” esclamò Harry.

L’amica se ne andò, raggiungendo i genitori. Harry la guardò mentre si allontanava e si sentì triste: gli altri anni non era successo. Gli dispiaceva allontanarsi dalla sua migliore amica e desiderava rivederla il più presto possibile.

“Andiamo anche noi?!” chiese Sirius.

“Sì, andiamo!”

Raggiunsero la macchina, caricarono i bagagli e partirono. Harry stava, così, cominciando la sua prima estate lontano dai Dursley, la prima estate con Sirius e Rachel, la prima estate che avrebbe veramente goduto.

 

 

Fine 5°Anno :qualcuno di voi penserà: “finalmente!” e non gli do torto! Allora che mi dite? Vi è piaciuto? Spero proprio di sì, il prossimo capitolo, il primo del sesto anno si intitola “Buon compleanno, Harry!”. Chissà cosa accadrà! Lo saprete solo a settembre, ebbene sì. Devo rivedere il sesto anno. E anche pubblicare il primo capitolo sarebbe da crudeli, quindi preferisco finire così, ok? Non mi odiate! Vi assicuro che appena torno, ovvero il 29 agosto, continuerò a pubblicare la storia. E’ un promessa: i capitoli, infatti, sono già belli pronti sul cd! Quindi non vi preoccupate. C’è solo una modifica da fare!

 

FedeHermy: wow, non avrei mai pensato di poter essere snervante, anche se mio papà dice che a volte non sa come le mie amiche facciano a sopportarmi! Cmq, in vacanza non ho a portata di mano il computer, quindi…non posso aggiornare! I’m so sorry!!!

H+Hr=truelove: grazie per il consiglio provvederò immediatamente. Stai tranquilla per l’aggiornamento, tanto anch’io torno a fine agosto, quindi siamo bene o male sulla stessa barca!

Marco: va bene tutto, però Dracuccio è ancora sotto gli influssi del suo Lato Oscuro, sebbene questo si stia attenuando sempre di più. Non puoi pretendere tanto dal suo cervellino!! Il consiglio della roulette russa mi fa rabbrividire al solo pensiero, povero Harryruccio. E per l’azione hai perfettamente ragione, infatti è il solo aspetto che mi spingeva a non pubblicarla! Comunque, gli amici di Cho prima o poi spariranno, ma non sono pericolosi come i Mangiamorte! Sono solo dei fanatici! Adesso credo che dovrò rivedere il sesto anno, perché già nel settimo ci sarà molto. Grazie per il consiglio!

MartyBlack: Stephan non morirà, anche perché avrà ancora qualche incontro/scontro con Harry. Mi serve, purtroppo! Ti prego, sopportali/mi!

Merewen: beata te che ti stai già godendo le vacanze. Io sono ancora impegnata con quella dannata chimica,  il professore è l’unico lato positivo di questo esame, ti aiuta, è di manica larga con i voti ed è anche un bell’uomo!

Hermione4ever: ah, forse dovrai arrabbiarti. Io avevo in programma di pubblicare i primi due capitolo del sesto anno prima di partire, invece…credo che dovrò rivederli e, dato che adesso non lo posso assolutamente fare perché devo studiare, lo farò in estate. Potrei pubblicare il primo, ma poi vi lascerei troppo in ansia, ti giuro (ndAntonella, sorella di Kia: è vero perché loro…ndKia: stai zitta, scema!). Mi dispiace!

Emma: hai due volte ragione! Uno:  Harry non può sempre vincere, va bene che è un eroe, ma insomma…siamo realisti. In fondo anche la Rowling gli ha fatto vincere la prima coppa al terzo anno! E due: vi lascerò con questo ultimo capitolo! Così io me ne vado in vacanza a studiare e a rivedere la mia storia, se ne vanno in vacanza  i personaggi delle storie e anche i lettori! Ciao!

Maripotter: ma l’essay a cui ti riferisci è quello lunghissimo, dove si prendono in considerazione alcuni brani dei libri e si analizza il comportamento di Harry e Hermione? Perché io ne ho visto uno su Mugglenet.com, ed era in inglese! Tu quale dici?

Marikotter: grazie per avermi definito irritante, me lo dicono in molti. Comunque…non posso essere paragonata alla Rowling, lei scrive molto meglio, io invece…lo faccio per hobby!

StellinaX: credo di aver già risposto a una domanda, quella sulla continuazione della storia. Mentre per l’altra…beh, aspetta ancora qualche capitolo prima di tirare il collo agli amici della nostra benvoluta Cho! Ok?

 

Ringrazio tutti quelli che hanno letto almeno una volta la storia. Ci sentiamo a settembre.

Kia85

 

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Capitolo 19
*** Buon compleanno, Harry! ***


Ciaooooooo! Come va? Vi sono mancata un pochino in questa estate strana? Comunque, ho una bella notizia: la mia storia è definitivamente terminata! Durante questa estate mi sono impegnata e ho completato questa trilogia che ora riposa nel mio fidato quaderno in attesa di essere trascritto al computer. Per il momento l’unica che l’ha letta è mia sorella e le è piaciuta. Inoltre ho già fatto il primo capitolo del sequel (che si intitolerà “Gli anni”! Sì, mi piacciono gli 883, e quella è la mia canzone preferita!) e ho iniziato anche la seconda fanfiction che sarà sul più banale dei triangoli, cioè H/Hr/R. Vedremo come andrà! E, a proposito del film, ho letto che la premiere di Londra sarà il 6 novembre, mentre quella di New York il 12. Mancano ancora più di due mesi. Nel frattempo, su internet circola la voce che Joss Whedon (il regista di Buffy!) probabilmente dirigerà il settimo HP. Ma basta, ora leggete e, come sempre, recensite! Ciao

 

Nient’altro che noi!

 

6°ANNO

Capitolo 1: “Buon compleanno, Harry!”

 

Era una brutta giornata di metà luglio e Harry era in camera sua, sdraiato sul letto. Non aveva niente da fare e si stava annoiando. Inoltre, era troppo in ansia per i risultati del G.U.F.O, che non erano ancora arrivati. Chissà come stavano affrontando questa situazione i suoi amici…

Ma proprio mentre stava pensando ai risultati degli esami, un gufo, bagnato a causa della pioggia, picchiettò sulla finestra. Harry saltò giù dal letto e corse ad aprire la finestra, lasciando entrare il gufo, che gli consegnò una lettera con lo stemma di Hogwarts. Harry prese la lettera e, rigirandola tra la mani, si sedette sul letto. Il gufo di Hogwarts se ne era andato.

Quella lettera conteneva i risultati del suo esame, ma Harry esitava d aprirla e l’appoggiò sul letto, davanti a sé.

In quel momento, qualcuno bussò alla porta.

“Avanti!” disse Harry, fissando la lettera.

Entrarono Sirius e Rachel.

“Harry, che fai?” chiese Sirius.

Harry indicò la lettera. Sirius e Rachel si avvicinarono al suo letto incuriositi.

“Oh, i risultati degli esami! Era ora!” esclamò Sirius.

“Non l’hai ancora aperta, Harry?” chiese Rachel.

Harry scosse la testa: “Apritela voi! Io non ci riesco!”

Sirius sospirò e prese la lettera: la aprì e cominciò a leggere i risultati in silenzio insieme a Rachel. Harry cercò di analizzare le loro espressioni, ma non riuscì a capire niente. Sirius sospirò nuovamente e guardò Harry.

“Allora? E’ andata male?” chiese Harry preoccupato.

Sirius scoppiò a ridere e gli diede una pacca sulla spalla: “Al contrario, Harry! Sono tutti molto buoni!”

Harry afferrò la lettera e la lesse: aveva preso in tutte le materie ‘O’, tranne in Pozioni e in Difesa Contro le Arti Oscure, dove ottenne delle ‘E’.

“Complimenti, Harry!” si congratulò Rachel.

“Hai fatto veramente un ottimo lavoro!”

“Grazie!”

“Che ne dite se, per festeggiare, andiamo fuori a cena?” domandò Sirius.

“Sì!” risposero in coro Rachel e Harry.

“Bene, allora, cominciamo a prepararci!”

Sirius e Rachel lasciarono Harry in camera e andarono a cambiarsi.

Harry rimase molto tempo a guardare i suoi risultati. Probabilmente anche Ron, Hermione e gli altri li avevano ricevuti.

Harry scosse la testa perché, pensando ai suoi amici, aveva cominciato a sentire la loro mancanza, anche se stava bene con Sirius e Rachel.

Decise, perciò, di cambiarsi per uscire quella sera: indossò un paio di pantaloni neri, una maglietta color blu oltremare chiaro e una giacca di pelle nera. (Wow!!)

Utilizzò un po’ di gel per mantenere leggermente alzata la frangetta, anche se lasciava intravedere ancora di più la cicatrice. Ma lui non doveva andare nel mondo dei maghi quella sera: nessun Babbano lo avrebbe riconosciuto!

Quando furono tutti e tre pronti, uscirono e andarono in un ristorante non molto lontano da casa loro. Passarono una bella serata e si divertirono tantissimo.

E quella notte Harry dormì tranquillamente.

*********

Arrivò il 31 luglio, ovvero il giorno del sedicesimo compleanno di Harry. Sirius gli aveva proposto di portare i suoi amici a mangiare fuori la sera. Tutti avevano accettato. Ma Harry non voleva passare il giorno del suo compleanno a casa: voleva stare con i suoi amici. Il problema era che erano quasi tutti impegnati il giorno: la famiglia di Ron e Ginny aveva in programma un pranzo con dei parenti che non vedeva da molto tempo; Christine stava tornando da una gita a Canterbury con i suoi genitori; Draco, invece, interessatosi a uno sport babbano, il basket, quella mattina aveva i primi allenamenti. Rimaneva Hermione: era l’unica che, a quanto pareva, non aveva impegni.(Ih ih che caso!)

Così, Harry decise di andare a trovarla di sorpresa, senza avvertirla. La sera, poi, si sarebbero trovati con gli altri a un locale vicino al quartiere di Harry.

Mentre Harry si stava preparando, Hedwige arrivò e gli consegnò una lettera da parte di Cho. In realtà era un semplice biglietto di auguri. Forse Cho, oltre che fargli gli auguri, non sapeva cosa scrivere ora che stavano attraversando un periodo di riflessione.

“Meglio così!” pensò Harry.

Quando finì di prepararsi, Harry uscì e si avviò verso la casa di Hermione. Con sé portò anche i vestiti per la sera.

Raggiunse in fretta la casa di Hermione e suonò il campanello vicino al cancelletto.

Rispose la madre di Hermione: “Sì, chi è?”

“Ehm…salve, signora Granger. Sono Harry Potter!” (Sono Potter, Harry Potter!)

“Oh, Harry, vieni pure!”

Il cancelletto si aprì e Harry entrò, giungendo fino alla porta.

La signora Granger uscì e salutò Harry: “Ciao, Harry! Sono contenta di rivederti!”

Harry le strinse la mano: “Anche a me fa piacere rivederla!”

“Entra pure!”

La signora Granger fece accomodare Harry nel salotto. Era una bella casa anche all’interno: tutto era in stile classico e Harry notò numerose foto, principalmente di Hermione a tutte le età, appese alle pareti o semplicemente incorniciate e appoggiate sui mobili. Si soffermò su una foto, in particolare, in cui Hermione da piccola si trovava sull’altalena insieme a un bambino.

“Aveva cinque anni in quella foto!” disse la signora Granger.

“Se mi permette…chi è questo bambino?” chiese Harry.

“E’ Josh, il suo migliore amico ai tempi dell’infanzia!”

“Ah…”

“Allora…sei venuto a trovare Hermione?”

“Sì!”

“Purtroppo non è in casa!”

“Oh…e non sa dove posso trovarla?”

“Mi pare che dovesse andare al locale del fratello di Josh.”

“Capisco…”

“Puoi raggiungerla lì, se vuoi!”

“Certo, grazie mille per l’informazione, signora Granger!”

“Di niente!”

Così Harry salutò la madre di Hermione e uscì di casa. La strada per arrivare al locale di Matt se la ricordava. Infatti ci era già passato durante le vacanze di Natale e, in pochi minuti, lo raggiunse. Si sentì particolarmente ansioso all’idea di rivedere Hermione.

Tuttavia, entrò nel locale: alla sua destra c’era il bancone del bar, al centro i tavolini con le sedie e alla sua sinistra un piccolo palco con pianoforte e vari microfoni. C’erano alcuni ragazzi e ragazze in giro che stavano sistemando il locale, ma Harry non vide Hermione.

A un certo punto si avvicinò a lui una ragazza, forse più grande di Harry, con capelli rossi ondulati e occhi castani.

“Stai cercando qualcuno?” gli chiese.

“Ehm…sì, sto cercando Hermione Granger. Mi hanno detto che potevo trovarla qui!”

La ragazza masticò il chewing-gum che aveva in bocca, lo fissò per un secondo e poi disse: “Aspetta qui!”

Harry pensò che fosse veramente una tipa un po’ strana. Lei, nel frattempo, era scomparsa in una porta accanto al bancone del bar.

Mentre Harry aspettava, si accorse che il suo cuore stava battendo sempre più velocemente e cercò di calmarsi.

Dopo un po’, Harry vide Hermione spuntare all’improvviso dalla porta da cui la ragazza di prima era scomparsa. Hermione, riconosciutolo, sorrise, gli corse incontro e lo abbracciò.

“Harry! Che bello rivederti!”

“Già…mi sei mancata, sai?”

Hermione sorrise: “Anch’io ho sentito la tua mancanza, quella di Ron, di Christine, di tutti quanti!”

Hermione indossava una maglietta azzurra, dei pantaloni bianchi larghi e delle scarpe da ginnastica. Sul capo, invece, aveva una bandana che le copriva i capelli.

“Chi ti ha detto che ero qua?”

“Tua madre. Sono passato da casa tua!”

Si sedettero su due sedie e Hermione gli chiese: “E come mai sei passato da casa mia?”

Harry era in procinto di rispondere, quando Hermione spalancò gli occhi e, come se le fosse appena venuto in mente, esclamò: “Ehi, è il tuo compleanno oggi!! Auguri!!”

Lo abbracciò nuovamente e gli diede un bacio sulla guancia, che provocò in Harry molto imbarazzo.

“Ero venuto per questo!”

“Ma non dovevamo vederci tutti insieme stasera?” chiese Hermione.

“Sì, ma non mi andava di trascorrere tutta la giornata a casa senza fare niente! Ho pensato che, forse, uno dei miei amici potesse essere disponibile per passare una giornata con me!”

“Oh, è fantastico!”

“Allora…ti andrebbe di farmi compagnia oggi?”

“Ma certo!”

“E…non ti dispiace se siamo solo noi due?”

Hermione non disse niente. Così Harry le spiegò come mai gli altri non potevano venire.

“E va bene. Sarà un piacere passare il giorno del tuo compleanno insieme a te!”

“Magnifico!”

“Ehi, Hermione!” la chiamò qualcuno.

Hermione si voltò per vedere chi l’avesse chiamata: “Josh!! Vieni un attimo, per favore?”

Si avvicinò a loro un ragazzo alto, con capelli biondo scuro, piuttosto corti, occhi azzurri e fisico ben scolpito.

“Josh, questo è Harry Potter! Harry, lui è Josh Ryan!”

Harry si alzò e strinse la mano a Josh.

“Oh, finalmente conosco il famoso Harry Potter!- esclamò Josh- Sai, Hermione mi ha parlato tanto di te!”

“Parla tanto anche di te!”

“Wow, mi fa piacere che mi si conosca in quel di Hogwarts!”

Josh sembrava un ragazzo simpatico, almeno questa fu la prima impressione di Harry.

“Senti, potrei chiederti un favore?” gli chiese Josh.

Harry annuì.

“E’ da quando ho conosciuto la tua storia che voglio farlo. Mi faresti vedere la…”

“…cicatrice?!” completò Harry.

Josh annuì e Harry si sollevò la frangia, mostrando la sua famosa cicatrice.

“E’ incredibile!”

“Sì, sì, sì. Senti Josh, ti dispiace se vado via con Harry?” chiese Hermione.

“Certo che no! Vai pure, Hermy!”

Hermione gli diede una pacca sul torace e, un po’ seccata, esclamò: “Quante volte ti devo dire che non mi piace essere chiamata così?!”

“Ok, ok, scusa!”

Hermione, compiaciuta, guardò Harry e disse: “Arrivo subito!”

L’amica se ne andò da dove era arrivata, lasciando da soli Harry e Josh.

Improvvisamente Josh divenne più serio e gli disse: “Ora che lei non c’è, te lo posso dire: ci tengo molto a Hermione. E’ una ragazza straordinaria, ce ne sono poche in giro come lei.”

“Lo so, certo!”

“E sicuramente saprai che io e Hermione siamo amici da tanti anni.”

“Sì, ma non capisco dove vuoi arrivare!” disse Harry un po’ confuso.

“Te lo dico subito: non permetterò che qualcuno la faccia soffrire. E, in questo qualcuno, includo anche te! Ok? Ci siamo capiti?”

Harry annuì perché era rimasto senza parole. Perché Josh aveva detto quelle cose proprio a lui? Harry non avrebbe mai fatto qualcosa che potesse in qualche modo far soffrire Hermione o gli altri suoi amici. Mai! L’aveva già fatto una volta e se ne era pentito molto presto.

“Bene!”

In quel momento, fortunatamente per Harry, arrivò Hermione.

“Andiamo?”

“Sì…” disse Harry ancora sconcertato.

“Ciao, Josh! Ci vediamo!” esclamò Hermione.

“Ciao! Harry, è stato un piacere conoscerti!” lo salutò Josh, con un sorriso solare.

“A-anche per me!”

“A presto!”

“Ciao!”

Harry e Hermione uscirono dal locale e lui si sentì piuttosto sollevato. Le parole di Josh lo avevano turbato molto.

“Senti, Harry, passiamo un attimo da casa mia? Dovrei cambiarmi!” disse Hermione.

“Ok!”

Così, andarono a casa di Hermione. Mentre Harry la aspettava nell’ingresso, Hermione salì in camera sua a cambiarsi. Tornò dopo pochi minuti: aveva indossato un paio di jeans scuri, una maglietta a maniche lunghe e scarpe da ginnastica. Inoltre, aveva legato i capelli in un codino.

“Allora, dove vuoi andare, Harry?”

“Non saprei. A me va bene qualsiasi cosa. Tu non hai nessuna idea?”

“Ne ho tantissime, però devi decidere tu! E’ il tuo compleanno!!”

“Comincia a proporre qualcosa.”

“Che ne dici di fare, per esempio…un po’ di sport?”

“Che tipo di sport?”

“Beh, qui vicino c’è una pista di pattinaggio sul ghiaccio…”

“Mmm…pattinaggio sul ghiaccio?! Non l’ho mai provato!”

“Ti posso aiutare io!”

“Sai pattinare?”

“Mi ha insegnato Josh!”

“Allora, va bene!”

Harry e Hermione uscirono e si diressero verso il luogo prescelto.

“Harry, come vanno le cose con Cho?” chiese Hermione mentre camminavano.

“Veramente…non saprei…”

“Come ‘non saprei’?”

“Beh, stamattina lei mi ha mandato un biglietto di auguri. Sostanzialmente, da quando abbiamo preso un pausa, non è cambiato niente!”

“Quindi, è una situazione stazionaria!”

“Già!”

“Non senti la sua mancanza?”

“Non del tutto. Per adesso è meglio stare un po’ lontani!”

“E’ quello che credo anch’io!”

“Infatti, ho seguito il tuo consiglio!”

“E’ vero! Mi fa piacere che ti sia stata d’aiuto!”

Harry sorrise.

Qualche passo dopo, i due arrivarono alla pista di pattinaggio sul ghiaccio.

“Arrivati!” esclamò Hermione.

Era un palazzetto dello sport molto grande. Al suo interno c’erano, oltre la pista di ghiaccio, campi di squash, sale da ballo, da fitness e aerobica, e molte altre cose…

Harry e Hermione presero due paia di pattini, li indossarono ed entrarono nella pista. Oltre a loro, c’erano molti altri ragazzi, ma anche qualche adulto. Harry cominciò ad avere un po’ di paura. Tutti i presenti sembravano bravissimi; lui, invece, non aveva mai pattinato. Che figura avrebbe fatto?

Hermione si accorse della sua espressione titubante.

“Suvvia, Harry, non avrai paura?”

“Oh…certo che no!” mentì lui.

Ma la voce tremante lo tradì.

“Non aver paura, ci sono io!”

Harry annuì ritrovando un po’ di coraggio.

“Facciamo così: prima proviamo a fare il giro della pista. Tu, però, devi appoggiarti al bordo della pista, ok?”

“Ok!”

Harry cominciò a camminare tenendosi con la mano sinistra alla recinzione. Si sentiva come un bambino che stava imparando a camminare. Con la mano destra, invece, veniva sorretto da Hermione. Fecero un po’ di giri così fino a quando Harry, sentendosi un po’ più sicuro, si staccò dal bordo e da Hermione.

“Ce la fai, Harry?”

”Certo ! Guarda !” esclamò Harry e cominciò a fare alcuni passi.

Ma, forse, fu troppo avventato: infatti, scivolò e cadde sul ghiaccio. Hermione scoppiò a ridere, ma lui si era fatto un po’ male alle natiche.

L’amica, continuando a ridere, lo raggiunse: “Stai bene?”

“Credo di sì. Comunque, tu non dovresti ridere!”

Niente da fare: Hermione continuava a ridere.

“Almeno, mi potresti aiutare ad alzare?” esclamò Harry.

Hermione cercò di calmarsi e poi porse le mani ad Harry. Ma nel momento in cui Harry si diede la spinta per alzarsi, scivolarono entrambi uno di fronte all’altro, sbattendo contro la pista con le natiche, e scoppiarono a ridere tutti e due. Chi passava accanto a loro li guardava in modo strano.

“Pensano che siamo pazzi, credo!” disse Hermione.

“Secondo me hanno ragione!”

Hermione rise, massaggiandosi la schiena.

“Ti sei fatta male?” chiese Harry avvicinandosi all’amica.

“Ma no, non ti preoccupare! Comunque, per alzarti, adesso, fai come me, Harry!” disse Hermione.

Hermione si mise prima in ginocchio, poi portò una gamba in avanti, più o meno come la posizione di partenza dei corridori, puntò le mani per terra e si diede la spinta per alzarsi.

Harry la imitò e, finalmente, riuscì ad alzarsi.

“Ricorda, Harry…quando si cade, bisogna alzarsi sempre così!” (E’ vero!)

“Ok, ho capito!”

“Adesso, facciamo qualche giro allontanandoci dal bordo della pista!” disse Hermione porgendo la mano destra a Harry.

Harry gliela prese con la mano sinistra e cominciarono a pattinare. Era divertente, anche se faceva un po’ freddo.

“Allora, come ti sembra il pattinaggio sul ghiaccio, Harry?” chiese Hermione.

“E’ divertente, ma complicato!”

“Beh, a parte la caduta di prima, non te la stai cavando male!”

“Già, perché ci sei tu!”

Hermione guardò per terra, continuando a pattinare e Harry sentì che l’amica aveva allentato la presa con la mano.

Rimasero in silenzio per un po’, fino a quando Harry non trovò un argomento di discussione.

“Ti sono arrivati i risultati del G.U.F.O.?” le chiese.

Hermione sembrava contenta della domanda e Harry ne intuì il motivo.

“Certo!”

“E come sono andati?”

“Benissimo!”

“Fammi indovinare: hai preso tutte ‘E’?!”

Hermione annuì soddisfatta.

“Complimenti! E’ fantastico!”

“Già! E a te come sono andati?”

“Meglio di quanto mi aspettassi! Tutte ‘O’, tranne due ‘E’ in Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure!”

“Bravissimo!”

Harry era riuscito a trovare un argomento che rallegrò ancora di più la giornata.

*********

Dopo aver pattinato, Harry e Hermione fecero una specie di picnic al parco e, poi, tornarono a casa di Hermione. Erano le 16.00 e i due dovevano cominciare a prepararsi per la serata. Entrambi avevano bisogno di farsi una doccia e, dato che Hermione impiegava più tempo per asciugarsi i capelli, la fece prima lei. Intanto Harry aspettava in camera di Hermione.

Era una camera molto semplice: un letto, un comodino, un armadio e una scrivania. Sul comodino accanto al letto, Harry notò una cornice con una foto che ritraeva proprio loro tre, Harry, Ron e Hermione.

Dopo circa una ventina di minuti, Hermione entrò in camera sua: aveva indosso una tuta. I suoi capelli erano bagnati e in mano teneva, oltre all’asciugacapelli, un grande asciugamano, che consegnò a Harry.

“Puoi andare a fare la doccia, adesso!”

Harry prese l’asciugamano e disse: “Ok, grazie!”

“Io vado ad asciugarmi i capelli di là, così dopo potrai cambiarti qui!”

“Va bene!”

Harry andò nel bagno e si fece una doccia. Quando finì, si legò un asciugamano attorno alla vita e andò in camera di Hermione. Mentre preparava i vestiti da indossare quella sera, la porta si aprì ed entrò Hermione. Non appena si accorsa di Harry, Hermione fece cadere l’asciugamano che aveva in mano e, arrossendo, si girò immediatamente dall’altra parte, coprendosi il viso con le mani.

“Oh, mio Dio! Scusami, Harry! Pensavo fossi ancora sotto la doccia!”

Sembrava, anzi, era agitatissima.

“Calmati, Hermione! Non è successo niente!” disse Harry raccogliendo l’asciugamano da terra.

“Io…io ero venuta a portarti un’altra asciugamano…nel caso ne avessi avuto bisogno!” 

“Grazie!”

Hermione si voltò verso Harry, tenendosi una mano sugli occhi: “Bene, adesso…me ne vado! Scu-scusami ancora!!”

L’amica indietreggiò, cercando la porta, che chiuse, dopo essere uscita.

Harry sorrise, divertito: Hermione era buffissima agitata in quel modo.

Decise di vestirsi in fretta e, poi, cercò di sistemarsi i capelli con l’aiuto di un po’ di gel.

Non appena fu pronto, sistemato e profumato, Hermione bussò alla porta.

“Avanti!”

Hermione entrò e, dal tenue rossore delle guance, Harry intuì che era ancora un po’ imbarazzata per ciò che era accaduto.

“Ho finito!” disse Harry.

“Bene, allora…ti dispiace aspettare giù, mentre mi cambio?!”

“Certamente!”

Prima di uscire, però, Harry disse: “Ehi, Hermione…stai tranquilla per prima. Non è successo niente di tragico, ok?”

Hermione annuì flebilmente e, poi, Harry uscì, scendendo le scale.

Dato che doveva aspettare Hermione, Harry si sedette in salotto sul divano. Aveva già notato tutte le foto di Hermione sparse per la casa, ma quella mattina Harry non aveva pensato che i genitori di Hermione dovessero volerle veramente bene. Forse avevano provato anche a viziarla, ma non si notava.

Harry si alzò incuriosito da una foto, vicino al televisore. In quella foto c’erano due giovani signori Granger con in braccio una bambina di pochi mesi che doveva essere Hermione. Ma, accanto a loro, c’era una giovane donna con capelli lunghi, biondi e ricci e anche lei teneva in braccio una bambina di pochi mesi.

“Che fai, Harry?” chiese una voce alle sue spalle.

Harry si voltò e vide Hermione. Rimase un po’ con la bocca semiaperta e l’aria da pesce lesso. L’amica indossava dei lunghi pantaloni neri molto eleganti, una maglietta senza maniche nera che lasciava intravedere un filo di pancia e, sopra la maglietta, una camicia blu oltremare semitrasparente. I capelli erano lisci e lunghi e, attorno al collo, c’era una finissima collanina d’oro. Harry doveva proprio ammetterlo: Hermione quella sera era veramente bella.

“Harry?! Sei sveglio?!”

Sentendosi chiamare, Harry scosse la testa e disse: “Sì, sì, stavo solo pensando che…stai veramente bene questa sera!”

Hermione sorrise leggermente imbarazzata, ma compiaciuta.

“Ehm…allora, cosa stavi guardando?” chiese Hermione.

“Oh…questa foto!- rispose Harry, indicando la foto in questione- Mi ha molto incuriosito!”

Hermione la osservò e poi disse: “Come mai ti ha incuriosito?”

“Beh, queste due bambine si assomigliano moltissimo! Una sei tu, giusto?”

“Sì, l’altra è la figlia di una nostra ex vicina di casa. I miei genitori mi hanno raccontato che avevano instaurato un bel rapporto con lei, ma purtroppo è stata accanto a noi solo per cinque anni!”

“Quindi, questa bambina ha la nostra stessa età?”

“In teoria, sì! Comunque, non sei stato l’unico ad aver notato questa somiglianza: anche Josh e tutti i nostri parenti se ne sono accorti. Ma io non ci trovo niente di speciale!”

“Come mai?”

“Beh, tutti i bambini da piccoli si assomigliano!”

“No, ma la vostra somiglianza è particolare! Come quella ragazza della stazione. Ti ricordi?”

“Sai, Harry, dicono che nel mondo ci sono almeno sette persone che ci assomigliano. Evidentemente io ne ho già incontrate due! Comunque, adesso…dobbiamo andare. Sono le 19 e 15!”

“Ok, andiamo!”

Harry e Hermione si diressero verso il luogo dell’appuntamento che non era molto lontano. Il locale si chiamava “Blue star” ed era dall’altra parte del quartiere rispetto al locale di Josh.

I loro amici erano già tutti là.

“Era ora!” esclamò Ron.

Harry controllò l’orologio: “Guarda che noi siamo in perfetto orario. Sono le 19 e 28 minuti. Voi siete in anticipo!”

“Lascialo stare, Harry! Siamo qui solo da un paio di minuti!” disse Christine.

“Ehm…vogliamo entrare?!” esclamò Ron.

Harry annuì.

Così, entrarono e si sedettero a un tavolo prenotato apposta per i sei amici.

“A proposito, Harry…auguri!” disse Ron.

“Auguri!” esclamarono gli altri.

“Grazie!”

Era un locale grazioso: i tavoli erano disposti su due piani laterali, mentre al centro c’era una specie di pista da ballo con un palco dove dei musicisti stavano suonando.

Quando arrivò la cameriera, ordinarono delle pizze e delle bibite. Parlarono del più e del meno, ma, soprattutto, degli esami del G.U.F.O. Ron aveva preso quasi tutte ‘O’ e una ‘E’ in Pozioni; Christine aveva preso tutte ‘E’, tranne una ‘O’ in Incantesimi per un errore banale; Draco, invece, aveva preso tutte ‘O’, tranne due ‘E’, una in Pozioni e una in Babbanologia.

“Allora, ti piace veramente Babbanologia!” esclamò Ron.

“Sì, è una materia interessante da studiare per un mago.”

“E’ bello che tu ti sia appassionato a una materia che riguarda noi Babbani!” disse Hermione.

“Ma tu non sei più una Babbana! – commentò Draco- Sei una strega, adesso!”

“Oh…anche se sono una strega, sarò sempre una Babbana: non posso rinnegare le mie origini. Sei d’accordo?”

“Certo, hai ragione!” disse Draco.

Poco dopo arrivarono le loro ordinazioni: tutti mangiarono e scherzarono.

Harry si stava divertendo da morire.

Dopodiché fu il momento dei regali. Draco gli regalò una maglietta nera a maniche corte che raffigurava un segno tribale; Hermione e Christine gli avevano regalato un orologio multifunzionale da tavolo, con sveglia, proiettore, calendario, timer e termometro; Ron e Ginny gli regalarono, invece, una collanina con un ciondolo celtico.

“Cosa rappresenta esattamente?” chiese Harry.

“Oh, è un simbolo che per i Celti indicava amore!” disse Ron.

“Già, serve ad attirare l’attenzione della persona desiderata!” spiegò Ginny.

Ron, di nascosto, ma facendosi vedere solo da Harry, tutto sorridente gli indicò con il capo Hermione.

Harry, muovendo solamente le labbra, gli disse: “Smettila!”

Poi, Harry ringraziò i loro amici per i regali che gli avevano fatto.

“Ma scherzi? E’ il tuo compleanno!!” esclamò Christine.

In sottofondo iniziò una musica molto ritmata e sulla pista si riversarono molte persone che cominciarono a ballare. Christine e Ginny guardarono in direzione della pista, poi si alzarono e presero per mano Hermione.

“Andiamo?!” chiese Christine.

“Dove?”

“A ballare!” esclamò Ginny.

“Cosa?!…No, grazie!”

“Perché?” piagnucolò Christine.

“Non sono brava!”

“Ma che dici?! L’anno scorso al Ballo del Ceppo ti sei scatenata con Viktor Krum!” esclamò Ginny.

“No, io…”

Christine e Ginny, però, non vollero sentire ragioni e la tirarono verso di loro, trascinandola poi sulla pista da ballo. Harry, Ron e Draco dal loro tavolo le seguirono con lo sguardo. Hermione all’inizio era un po’ titubante: ma, poi, un po’ per il coinvolgente ritmo musicale, un po’ per tutta la gente che le ballava e saltava attorno, anche lei si lasciò andare.

A Harry sembrò di tornare al Ballo del Ceppo: in quell’occasione Hermione aveva ballato tantissimo con Viktor Krum. Harry l’aveva notata, ma i suoi occhi e la sua attenzione erano rivolti solo ed esclusivamente a Cho, che ballava con Cedric.

Non voleva perdersi, ancora una volta, Hermione che ballava. All’apparenza sembrava una ragazza seria, rigorosa, tutta casa e scuola. Invece, con grande sorpresa di tutti, aveva tante altre qualità: sapeva scherzare, sapeva cantare, ballare, ecc…

Insomma, era una sorpresa continua…I pensieri di Harry, però, si persero completamente nel momento in cui i suoi occhi cominciarono a seguire ogni movimento che Hermione compiva.

“E’ un’emozione il tuo corpo che si muove,

è un’esplosione che non mi da ragione,

il tuo sorriso riflette sul mio viso,

accendi un fuoco che mi rimette in gioco…”

Hermione si voltò verso di lui e, accortasi del suo sguardo, gli sorrise. Harry d’istinto ricambiò il sorriso.

“Ah…così bella…così sensuale…” disse sospirando Ron, che stava osservando Christine.

“Già…” esclamò Harry con aria sognante.

Ron si voltò verso di lui e gli chiese: “Cosa hai detto?”

Harry scosse la testa, riprendendosi da quella specie di trance: “Niente!”

“Senti un po’, a chi ti riferivi con quel ‘già’?”

“A nessuno!” rispose Harry, a disagio.

“Ah-a…lo so a chi stavi pensando: alla nostra piccola Hermione!”

Harry arrossì violentemente: “Ma che stai dicendo? Sei impazzito?”

“Harry, ti ho visto come la guardavi: sembravi in una specie di trance. Eri così intento a seguire ogni suo movimento.”

“Già, e il tuo sguardo era così voglioso, così desideroso di lei che stavamo per asciugarti la bava alla bocca!” commentò Draco. (ho sempre ammirato la tua finezza, Draco!)

“Basta! Non è vero!” esclamò Harry.

“Ma non c’è niente di male se ti stai innamorando di Hermione!” disse Draco.

“Anzi, noi ne saremmo più che felici!” aggiunse Ron.

Il loro discorso, però, fu interrotto da Hermione, Christine e Ginny che tornarono ai loro posti.

“Ehi, complimenti, ragazze! Siete state grandiose!” commentò Ron.

“Grazie, Ron!” disse Christine.

Finita la musica dance, cominciò subito un lento. Ron riuscì a farsi concedere un ballo da Christine e Draco da Ginny. Harry e Hermione rimasero, così, al tavolo.

Harry sentiva di volerle chiedere di ballare, ma non ci riusciva. Non ne aveva il coraggio.

Aprì la bocca per parlare, ma la richiuse subito.

Arrivò, poi, un ragazzo al loro tavolo: doveva avere circa 20 anni ed era molto alto.

Si rivolse a Hermione: “Ciao!”

“Ciao!”

“Mi chiamo Kevin!”

Hermione sorrise: “Il mio nome è Hermione e lui è Harry!”

Harry alzò una mano come saluto, un po’ controvoglia.

“E’…il tuo ragazzo?” chiese Kevin.

Hermione rise: “Oh, no, no, no. Lui è…il mio migliore amico!”

“Allora…ti va di ballare?”

Una strana ondata di gelosia invase Harry: come si permetteva quello sconosciuto di chiedere a Hermione di ballare con lui? La conosceva da trenta secondi.

Hermione guardò Harry e, poi, disse a Kevin: “Mi dispiace, ma mi gira un po’ la testa. Non credo che riuscirei a ballare!”

“Oh, non fa niente! Non ti preoccupare…allora, ciao!”

”Ciao!”

Kevin se ne andò e Harry disse a Hermione: “Se non stai bene, posso accompagnarti a casa!”

Hermione rise: “Ma dai! Era solo una scusa. Se ballavo con lui, tu saresti rimasto solo. E non voglio che tu rimanga solo la sera del tuo compleanno!”

Harry sorrise come se volesse ringraziarla.

“Però…non era niente male!!” esclamò Hermione.

Harry scosse la testa, sorridendo.

Dopo un po’, tornarono anche gli altri. Ricominciarono a parlare e a scherzare fino a mezzanotte passata, quando arrivarono Sirius e Rachel.

“Ciao, ragazzi!”

“Ciao!” esclamarono tutti e sei.

“Vi siete divertiti?” chiese Rachel.

“Tantissimo!”

“Magnifico! Allora possiamo andare, Harry?”

“Certo!” disse Harry alzandosi.

“Noi vorremmo rimanere ancora un po’!” esclamò Ron.

“Oh…ok! Se volete restare, credo che non ci siamo problemi!” disse Sirius.

”Hermione, se tu non vuoi rimanere possiamo darti un passaggio a casa!” disse Rachel.

“Oh, grazie!”

“Allora…noi andiamo di fuori! Voi preparatevi e raggiungeteci!” esclamò Sirius.

Sirius e Rachel si allontanarono, dopo aver salutato gli amici di Harry.

Harry e Hermione si prepararono per andarsene e salutarono i loro amici.

“Ci vediamo l’11 agosto!” disse Harry.

“Ok!”

“A presto!”

“Ciao!”

Harry e Hermione uscirono dal locale e salirono sulla macchina di Rachel. Partirono in direzione della casa di Hermione.

Durante il breve tragitto, Harry osservò Hermione per qualche secondo: stava guardando fuori dal finestrino, tutta assorta nei suoi pensieri. Aveva, però, l’aria preoccupata, tesa, come se fosse in ansia per qualcosa.

Dopo un po’ arrivarono davanti la casa di Hermione.

“Grazie di tutto! A presto!” esclamò Hermione scendendo dalla macchina.

“Ciao!” la salutarono Sirius e Rachel.

“Aspetta, ti accompagno alla porta!” disse Harry.

“Ma non c’è bisogno!” esclamò Hermione.

Ormai Harry era sceso dall’auto ed era già accanto a lei.

I due si incamminarono verso la porta di casa e, quando arrivarono, Hermione gli disse: “E’ stata una bella giornata!”

“Già!”

“Grazie mille!”

“Grazie a te!”

Hermione prese le chiavi di casa, ma non aprì la porta.

“Se non ti dispiace, vorrei darti una cosa!” disse Hermione.

“Ah sì? E che cos’è? Un altro regalo?!” esclamò Harry.

Hermione sembrava molto seria. “Questo sta a te deciderlo.”

“Allora è una sorpresa! Capisco!”

“Però devi chiudere gli occhi!”

“Perché?” chiese Harry incrociando le braccia.

“Chiudili adesso, altrimenti non avrò più il coraggio di farlo.”

Harry notò che Hermione era molto nervosa e tremava tutta. Decise di non indugiare oltre, quindi chiuse gli occhi.

“E va bene, anche se non ne vedo il bis…”

Venne interrotto da Hermione che sembrava essersi avvicinata di più a lui: “Buon compleanno, Harry!”

Improvvisamente Harry sentì calde e morbide labbra posarsi sulle sue: Hermione lo stava baciando. Nella sua testa apparvero di colpo mille e mille domande: lo stava facendo sul serio? Perché lo stava baciando? Provava forse qualcosa per lui?

Ma Harry si accorse che non gliene importava nulla di avere delle risposte perché gli piaceva: gli piaceva il profumo della pelle di Hermione, così vicina al suo viso; gli piaceva sentire le mani della ragazza appoggiate al suo petto; gli piacevano quelle labbra dal sapore così dolce. Era un bacio così piacevole e delicato che per Harry era addirittura meglio di quelli di Cho.

All’improvviso, però, si rese conto che Hermione si era allontanata.

“No!” sussurrò Harry che, con gli occhi ancora chiusi, istintivamente, la prese tra le sue braccia e la baciò nuovamente.

Non capiva bene perché lo stesse facendo: in fondo lui era ancora insieme a Cho, anche se si erano presi una pausa di riflessione. Ma in quel momento non gli importava più di niente: voleva solo che quel bacio non finisse mai più. Una sensazione che Harry non aveva mai provato prima d’ora.

Infine, Harry la lasciò andare e poté guardare ancora nei suoi occhi. Ma Hermione era diversa da prima: sembrava sconvolta e sconcertata. Perché?

Però, prima che Harry potesse dire qualcosa, Hermione sparì dentro casa sua. Harry non capiva più cosa stesse succedendo: era molto confuso.

Rimase lì per un po’, fissando la porta che lo divideva da Hermione. La confusione nella sua testa gli procurò un gran mal di testa.

Così, si voltò e andò verso la macchina.

“Sicuramente Sirius e Rachel avranno visto tutto quanto…- pensò Harry -…Oh che imbarazzo!”

Non appena entrò in macchina, Sirius aprì la bocca per dirgli qualcosa, ma Rachel lo fermò prima che potesse farlo. Harry le fu molto grato per questo. Così, il resto del viaggio verso casa passò in un totale e alquanto imbarazzante, per Harry, silenzio. E per tutto questo tempo Harry non fece altro che pensare a Hermione…Gli ricomparvero in testa tutte quelle domande che erano apparse non appena le sue labbra furono sfiorate da quelle di Hermione. Doveva sfogarsi con qualcuno: già, ma con chi?

Tutti i suoi amici erano ancora in giro a divertirsi. Non poteva parlarne con Cho, altrimenti chissà che scenata…Hermione, era proprio lei il problema… Gli rimanevano a questo punto Sirius e Rachel, ma si sentiva leggermente imbarazzato nel parlare con loro dei suoi affari di cuore, perché in fondo lui li considerava un po’ come i suoi genitori.

Prima che Harry se ne rendesse conto, però, erano già giunti a casa. Decise, allora, che avrebbe aspettato il giorno successivo per parlarne tranquillamente con Ron e Draco. Così, non appena entrò a casa…

“Vi dispiace se vado a letto?” borbottò Harry, con il morale a terra.

”No, ma…Harry, non stai bene?” chiese Rachel passandogli una mano tra i capelli.

“Veramente sono un po’ scosso!”

“Oh oh…la dolce Hermione ti ha fatto girare la testa prima?!” scherzò Sirius.

“Dai Sirius, non si scherza su queste cose!- lo rimproverò Rachel – Harry, ti va di parlarne?”

“Ehm…forse…”

Sirius si avvicinò a lui, gli mise le mani sulle spalle e lo condusse sul divano in salotto: “Sì, vieni Harry. Confidati con noi!”

Harry si sedette, anzi si lasciò cadere sul divano; di fianco a lui c’era Rachel e, seduto sul tavolino di fronte al divano, Sirius.

“Allora, vediamo un po’ cosa è successo.- iniziò Sirius – Hermione ti ha baciato, giusto?”

Harry annuì depresso.

“Mm…sì, e poi tu hai fatto lo stesso, vero?” chiese Sirius che sembrava molto interessato alla storia.

“Sì…esatto…” rispose Harry sospirando.

“Dopodiché, lei, leggermente sconcertata, è, diciamo, scappata dentro casa…”

“Lo so anch’io quello che è successo!- esclamò Harry alzandosi e avvicinandosi al camino spento- Quello che mi preme sapere è perché lo ha fatto e perché io l’ho fatto! Io non avevo mai pensato a lei come…come…”

“Come a una possibile ragazza per te?” intervenne Rachel.

Harry si girò per guardarla.

“Sì…nello stesso modo in cui penso a Cho…”

Rachel chiese, poi, a Sirius: “Allora dott. Stranamore, hai qualche consiglio da dare al nostro Harry?!”

“Non poteva essere un semplicissimo scherzo?!” azzardò Sirius.

Rachel gli diede una forte pacca sulla spalla, come per dire: “Finiscila!”

“No, è impossibile! Non poteva essere solo uno scherzo! Hermione non avrebbe mai giocato con quello che c’è tra noi!” disse Harry agitandosi sempre di più.

“Cioè?”

“La nostra amicizia. Cos’altro?”

“I tuoi sentimenti per lei…io credo che non siano semplici sentimenti di affetto. E’ qualcosa di più intenso!” esclamò Sirius.

Harry stava diventando sempre più rosso in viso.

A quel punto intervenne Rachel per sapere bene cosa stesse insinuando Sirius: “Insomma, Sirius, si può sapere dove vuoi arrivare?”

“Ok, sentite. Io penso che le cose siano andate così: Hermione era convinta che Harry fosse completamente innamorato di Cho, ma, siccome adesso si sono presi una ‘pausa di riflessione’, voleva verificare se lui fosse ancora così preso da Cho.”

“Perché avrebbe dovuto farlo?” chiese Harry.

“Perché le interessi, perché le stai particolarmente a cuore…come te lo devo dire?…Perché è innamorata di te, Harry!” esclamò Sirius.

Chi? Hermione innamorata di lui? Ma non poteva essere vero! Hermione poteva puntare su qualcuno meglio di lui: era carina, intelligente, coraggiosa e, nonostante fosse la cosiddetta ‘secchiona’, aveva un certo successo tra i ragazzi. Infatti, proprio durante l’anno appena passato, alcuni ragazzi, anche più grandi di Harry, si erano avvicinati a lui e a Ron per chiedere informazioni sulla situazione amorosa di Hermione. Hermione, però, non aveva avuto nessuna intenzione di accettare le loro proposte. L’unico ad avere avuto una possibilità fu David, il ragazzo più ammirato dalle studentesse di Hogwarts: lui aveva avuto occhi solo per Hermione, ma, alla fine, lei lo lasciò in nome del suo amore segreto…

E…se fosse stato proprio Harry quel ragazzo di cui Hermione era segretamente innamorata?! (Alleluia! Apritevi cieli! Sia lode all’eroe trionfatore! Peperepe…) Sì, poteva essere proprio lui e, pensandoci bene, questo non dispiaceva affatto a Harry. Anzi gli provocò un sorriso, di cui si accorsero anche Sirius e Rachel.

“Comincia a piacerti la mia ipotesi, vedo!” esclamò Sirius.

“Vai avanti, grazie!” disse Harry, ignorando la battuta di Sirius.

“Va bene…Hermione prova a baciarti, ma la tua reazione la coglie completamente alla sprovvista: non aveva calcolato i tuoi sentimenti nei suoi confronti e questo la lascia totalmente spaesata. Lei, infatti, era convinta che, non appena le sue labbra avessero sfiorato le tue, tu ti saresti subito tirato indietro…solo se fossi stato pazzamente innamorato di Cho! Ma, siccome non lo sei, la tua reazione è stata l’opposto di ciò che si aspettava Hermione!”

Detto questo, Sirius si alzò e si sedette sulla poltrona, soddisfatto del suo ingegnoso ragionamento.

Harry, stravolto da ciò che Sirius gli aveva appena detto, chiese: “E…allora…cosa devo fare…adesso?”

“Beh…sei in una pausa di riflessione…devi riflettere sui tuoi sentimenti e fare un po’ di ordine. Cioè, devi capire qual è la ragazza di cui sei sinceramente innamorato e quale invece ti provoca solo attrazione fisica!”

“In pratica, quello che sto cercando di fare dalla fine della scuola.”

“Proprio così!”

Sirius gli diede una pacca sulla spalla per fargli coraggio, ma non fece star meglio il povero Harry.

“E’ meglio se adesso vai a dormire. E’ stata una giornata piena di emozioni!” esclamò Rachel.

Harry annuì e diede loro la buonanotte. Non appena fu nel suo letto, ripensò al bacio di Hermione e si sfiorò le labbra.

Ma non poteva riflettere in quel momento sulla sua situazione. Si sentiva stanchissimo e completamente stravolto. Ci avrebbe pensato il giorno successivo.

 

Allora? Che ne dite di questo capitolo succoso? Però, cari miei lettori, non cantate già vittoria: chi mi conosce bene, sa che sono sotto sotto sadica e, quindi mi piace far soffrire i personaggi. Ma abbiate pazienza, vi prego! Tutto si risolverà. Il prossimo capitolo è “Il matrimonio!”: di chi si sa già, ma ci saranno anche tante altre cose emozionanti.

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, quelli che recensiranno e quelli che si limiteranno a leggere. Bye bye!!

Kia85

 

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Capitolo 20
*** Il matrimonio ***


Wow! Che sorpresa trovare tutte queste recensioni subito! E io che pensavo foste ancora tutti in vacanza! A proposito, tutto bene le vacanze? Io le ho passate naturalmente giù in Sicilia come tutti gli anni, al paese di mio padre, circondata da ragazzi che erano tutti interessati all’amica mia e di mia sorella. Pensate che divertimento. Cioè lei usciva con noi, poi incontravamo quei…ehm…sette o otto deficienti tutti che le sbavavano dietro. E io e mia sorella ad aspettare che se ne andassero.

Vabbè, vediamo…cosa accade adesso? Mmm…leggete leggete!

 

Nient’altro che noi!

 

 

6°ANNO

 

Capitolo 2: “Il matrimonio!”

 

Un ragazzo e una ragazza sotto un lampione…stavano parlando; lui le accarezza il viso e lei sorride.

La ragazza prende un fazzolettino e gli pulisce il labbro che sembrava stesse sanguinando. Nel momento in cui lei abbassò il braccio, lui la fermò.

“Hermione…”

I loro visi erano sempre più vicini, le loro labbra stavano per sfiorarsi…

“Harry!” esclamò una voce.

Harry si svegliò di soprassalto, interrompendo quel sogno, e vide, seduti sul suo letto, Ron e Draco. Allora, si alzò con i gomiti, stropicciandosi l’occhio destro.

“Che ci fate qui?” borbottò Harry ancora assonnato.

“Certo…buongiorno anche a te, Harry!” esclamò Ron.

“Non hai risposto alla mia domanda!”

“Prima svegliati, lavati e vestiti. Poi, risponderemo alla tua domanda!” disse Draco.

Harry li guardò con aria sospettosa e continuò a farlo anche quando si alzò dal letto ed entrò nel bagno. Mentre si lavava e vestiva, Harry continuò a chiedersi per quale motivo Ron e Draco si trovassero a casa sua.

Quando Harry fu pronto, tornò nella sua camera ed esclamò: “Allora?!”

Ron e Draco si alzarono, lo presero per le braccia e lo trascinarono al piano di sotto.

“Sirius, noi andiamo! Ti portiamo via Harry per un po’!” esclamò Ron.

Sirius comparve dalla porta della cucina: stava mangiando una fetta biscottata con burro e marmellata.

“Ok! Fate una bella passeggiata!”

“Ciao!”

I tre ragazzi uscirono e si incamminarono verso una destinazione a Harry sconosciuta. Davvero non riusciva a capire né cosa stesse succedendo né dove stessero andando.

“Scusate, si può sapere cosa sta succedendo?” esclamò Harry all’improvviso e si fermò.

Ron e Draco si scambiarono uno sguardo.

“Vedi, ieri sera Sirius ci ha scritto, dicendoci che avevi bisogni di noi!” disse Ron.

“Così, siamo venuti a casa tua!”

“Cosa?!”

“E’ vero! Adesso sei tu che devi dirci cosa succede o è già successo!” esclamò Ron.

Beh…Sirius lo aveva fatto per il suo bene e poi non aveva detto loro cosa era successo.

“Prima troviamo un posto dove stare tranquilli!” disse Harry.

Si sedettero, perciò, al tavolo di un bar lì vicino, ordinando dei freschi succhi di frutta.

“Ieri sera, quando l’ho accompagnata a casa, Hermione mi ha baciato!”

Draco rimase a bocca aperta, mentre Ron assunse un’aria soddisfatta, come se se lo aspettasse.

“E poi io ho fatto lo stesso!”

“Lo sapevo che, prima o poi, sarebbe successo!” esclamò Ron che sembrava molto contento.

“Ma non ci siamo messi insieme!”

“No?! E perché?” chiese Draco.

“Perché no!”

“Che risposta è ‘Perché no’?” esclamò Ron.

“Prima di tutto io sono ancora insieme a Cho, anche se siamo in pausa. E secondo…Hermione, dopo che l’ho lasciata andare, sembrava sconvolta ed è corsa dentro casa!”

“E ci credo! Per più di un anno ci hai assillato con Cho. Sembrava che nessun’altra ragazza potesse avere un posticino nel tuo cuore!” disse Ron.

“Giusto, e l’aver ricambiato il suo bacio, l’avrà spaesata non poco!” aggiunse Draco.

“Io, però, non capisco perché l’ha fatto. Sirius sostiene che, essendo lei innamorata di me, molto probabilmente, e io in pausa di riflessione con Cho, Hermione abbia voluto capire se io fossi ancora completamente innamorato di Cho!”

“Io non so con sicurezza se sei tu il ragazzo di cui Hermione si è innamorata, però credo che Sirius abbia ragione!” disse Ron.

Improvvisamente a Harry venne in mente una cosa: “Aspetta…tu lo sai, Draco!”

Infatti, Draco lo aveva intuito quel giorno ad Hogsmeade, quando ancora non era diventato loro amico.

“Non posso dire niente. Ho fatto una promessa a Hermione: non avrei svelato il nome del ragazzo in questione per nessun motivo!”

Ma guarda un po’ se Draco Malfoy doveva diventare un uomo di parola proprio quando Harry ne aveva più bisogno.

“Comunque…secondo voi, come si comporterà adesso Hermione?” chiese Harry.

“Mah, è una ragazza! Sai come sono strane le ragazze! Io potrei dire che adesso lei si sente felice perché, se sei tu il ragazzo di cui è innamorata, i suoi sentimenti molto probabilmente sono ricambiati. Ma, ripeto, Hermione è una ragazza e le ragazze fanno sempre il contrario di quello che pensiamo noi!”(però voi siete quelli che non capite un fico secco. Non vi accorgete di niente!)

“Quindi?”

“Quindi non saprei proprio che dire!”

Harry sospirò: “E io cosa dovrei fare?”

“Quello che stai già facendo da un po’: riflettere su quello che provi per Cho e per Hermione e capire chi è la ragazza di cui sei veramente innamorato!” esclamò Draco.

Harry annuì rassegnato. Doveva scegliere tra Cho e Hermione. Ron e Draco gli avevano consigliato di trovare i pregi e i difetti sia di Cho sia di Hermione. Era una cosa un po’ squallida, però avrebbe aiutato Harry a capire con chi si trovava meglio.

“Vediamo un po’…” pensò Harry un giorno, mente tornava a casa dopo essere andato a prendere il giornale babbano per Sirius.

I pregi di Cho: bella, con un buon senso dell’umorismo, sensibile, molto dolce con Harry e, sicuramente, molto sensuale.

I difetti di Cho: troppo gelosa, non amante dei mezzosangue, non le piacevano gli amici di Harry, un po’ permalosa e anche un po’ dispettosa.

Era chiaramente una strana personalità. Nei primi momenti della loro relazione, Harry si sentiva veramente bene. Ultimamente, invece, era sempre a disagio con lei, anche durante le loro effusioni amorose.

“Hermione, invece…”

I pregi di Hermione: simpatica, una bella ragazza dotata di una sua particolare e velata sensualità, molto coraggiosa, amica fedele, disponibile con tutti e molto dolce.

I difetti di Hermione: un po’ testarda, a volte troppo riservata, qualche volta si lasciava influenzare facilmente ed era anche un tantino nervosa.

Sostanzialmente era una bella personalità, molto originale. Lei e Harry erano simili, ma nello stesso tempo leggermente diversi. Si completavano a vicenda. Per esempio: a volte, Harry era troppo impulsivo e, quando gli venivano i suoi scatti nervosi, Hermione cercava sempre di farlo calmare.

E, inoltre, era piacevole stare con lei. Per questo motivo, Harry desiderava, molto più spesso degli altri anni, stare con lei. Era come se le qualità di entrambi si unissero, quando si trovavano l’uno con l’altra e rendessero così armonioso e speciale il loro rapporto. Questo, forse, valeva anche per i primi tempi della sua relazione con Cho. Però, quello che Harry provava maggiormente per Cho, in quei giorni, era attrazione fisica. Semplice attrazione fisica che non si sarebbe mai concretizzata, perché Harry non amava Cho.

“Ehi, un momento!” pensò Harry.

Cos’aveva detto? Non amava Cho?! Beh…non era una bugia: era la pura realtà. Ma, allora, poteva essere veramente innamorato di Hermione?

Non riusciva a rispondere: doveva assolutamente parlare prima con Hermione e chiederle perché lo aveva baciato. Ma quando?

“Il matrimonio!”

Mancavano, infatti, meno di 10 giorni all’11 agosto, giorno in cui Sirius e Rachel si sarebbero sposati, giorno in cui Harry avrebbe avuto una risposta da Hermione.

Proprio in quel momento, la cicatrice gli bruciò. Fu come se all’improvviso una fiammata gli avesse colpito la fronte. Harry non resistette al dolore e cadde per terra: una mano per terra e una sulla fronte.

Ma perché così all’improvviso era comparso quel dolore? Voldemort non poteva essere in quel quartiere completamente babbano.

Poi…quella risata fredda, acuta…

Harry guardò di fronte a sé: una figura alta, nera, incappucciata lo sovrastava. Non si riusciva a vedere il viso.

“Sei un…Mangiamorte?” provò a chiedere Harry.

L’uomo rise nuovamente e Harry si alzò in piedi, bacchetta alla mano.

“Tu che dici, Harry?”

“Ti ha mandato lui, vero?”

“Forse sì, forse no!”

“Cosa vuoi?” chiese Harry.

Ogni tanto si guardava intorno: fortunatamente non c’era nessuno, ma casa sua non era lontana. Se solo Sirius si fosse affacciato a una finestra, sicuramente li avrebbe notati.

“Cosa voglio?! Semmai cosa vuole Lui!”

“Allora…cosa vuole quell’essere viscido e lurido?”

Il Mangiamorte rise per poi smettere di colpo, puntando la bacchetta contro Harry.

“Niente! Solo metterti un po’ di paura! Mobili corpus!”

L’incantesimo del Mangiamorte fece levitare di qualche metro Harry, che veniva comandato come se fosse una marionetta. Infatti, il Mangiamorte, muovendo la bacchetta, lo fece roteare vorticosamente per poi farlo schiantare a terra. L’impatto era stato particolarmente violento e Harry si stava chiedendo come le sue ossa potessero essere ancora intatte. Ma, prima che l’avversario gli scagliasse contro un altro incantesimo, Harry si alzò in piedi e puntò la bacchetta contro il Mangiamorte.

“Relascio!”

Il Mangiamorte volò di qualche metro all’indietro. Harry riflettè sul da farsi: con uno scatto veloce avrebbe potuto raggiungere casa sua e avvisare Sirius. Così, il giovane Potter cominciò a correre velocemente verso la casa. Ma il Mangiamorte si trovava abbastanza vicino per poter scagliare un altro incantesimo a Harry. Infatti…

“Immobilus!”

E, improvvisamente, Harry fu bloccato a pochi metri da casa sua. Il Mangiamorte gli si avvicinò.

“Harry Potter…possibile che tu sia stato così ingenuo?! Non ti sei chiesto come mai il potente Signore Oscuro non ti abbia attaccato quest’anno? Non ti è un po’ mancato?”

L’incantesimo gli bloccava il corpo ma gli permetteva ancora di parlare.

“In effetti, sì. Ho sentito molto la sua mancanza!”

Il Mangiamorte rise: “Stai tranquillo! Sta preparando una bella festa per voi due e …credo che a voi si unirà un’altra persona!”

“Chi? Cosa vuoi dire?”

“Eheh…Harry Potter, il Signore Oscuro è furbo, non stupido.! Che sorpresa sarebbe se te lo dicessi?- esclamò il Mangiamorte puntandogli la bacchetta sul torace e, con un sorriso, continuò- Stupeficium!”

Un fascio di luce rossa colpì in pieno Harry, che perse i sensi e cadde per terra.

********

“Innerva!”

Quella era la voce di Sirius che stava effettuando l’incantesimo del recupero delle energie. Dopo qualche attimo di stordimento, Harry aprì gli occhi e provò ad alzarsi.

“Ah…ben svegliato, Harry!” disse Sirius.

“Mm…cosa è successo?”

“Beh…un Mangiamorte ti ha schiantato!” rispose Sirius.

“Ah, sì…il Mangiamorte, ma…che fine ha fatto?” chiese preoccupato Harry.

“L’ ho catturato! Avevo sentito delle grida e sono uscito per vedere cosa stava succedendo. Quando ho visto che il Mangiamorte ti stava schiantando, mi sono buttato su di lui, facendolo cadere a terra e l’ho preso!”

“Wow!”

“Già, wow! Non pensavo di essere ancora capace di fare queste cose!- esclamò Sirius facendo ridere Harry- Comunque, dopo vi ho portati entrambi a casa e ho avvisato Silente e il quartiere generale degli Auror che si sono subito materializzati in casa e hanno portato via il Mangiamorte. Altri Auror, invece, sono fuori a ispezionare il luogo dello scontro.”

“Capisco! Che ne sarà di quel Mangiamorte?”

“Per il momento Thomas Lewis, l’ispettore Auror di Londra, lo sta interrogando con la pozione Veritaserum. Poi il Mangiamorte finirà ad Azkaban e l’ispettore verrà qui per interrogarti.”

“Interrogarmi?”

“Sì, Harry Potter, interrogarti!” esclamò una voce dietro di loro.

Quattro persone con l’uniforme degli Auror erano apparse nel loro salotto. Harry si mise subito seduto, mentre Sirius andava a salutarli.

“Thomas, che piacere rivederti!”

“Lo è anche per me, Sirius!” esclamò Thomas Lewis, stringendo la mano a Sirius.

L’ispettore Lewis era un uomo dell’età di Sirius, non particolarmente alto, occhi marroni molto intensi e capelli scuri ben curati. Sembrava uno di quei trentenni perennemente scapoli che, per non pensare e rattristarsi del loro status, si dedicano a curare minuziosamente la casa e il loro aspetto fisico.

“Prego, sedetevi!” disse Sirius.

Thomas fece un cenno con il capo a due dei suoi uomini, i quali andarono a posizionarsi ai due lati dell’entrata del soggiorno, mentre lui e il quarto uomo, un certo tenente Jeremy Lawrence, si sedettero sul divano.

“Sai, Harry…-disse Sirius-…Thomas è stato uno dei pochi Auror ad aver sempre creduto alla mia innocenza per quanto riguardava il caso di Peter e dei tuoi genitori!”

“Bene!” esclamò Harry guardando Thomas, che gli rivolse un sorriso.

“Adesso, però…sarà meglio iniziare! Cosa vi ha detto il Mangiamorte?” chiese Sirius.

“Ah…proprio niente! Gli abbiamo somministrato il Veritaserum e abbiamo cominciato a fargli delle domande, ma lui rideva. Così abbiamo aumentato la dose di Veritaserum e quando stava per dirci qualcosa…è morto!”

“Morto?” ripetè Harry.

“Ma…com’è possibile? Non sarà stato il Veritaserum?” chiese Sirius turbato almeno quanto Harry.

“Sembra proprio di sì! Abbiamo fatto fare degli esami e nel sangue del Mangiamorte sono state trovate tracce di Veritaserum e di un’altra pozione.”

“Quale?”

“Il distillato della morte vivente!”

“Oh, cavolo!” esclamò Sirius.

“Che vuol dire?” chiese Harry ansioso.

“Vuol dire che il Signore Oscuro somministra a tutti i Mangiamorte il distillato. E’ un rituale molto antico che facevano i più grandi maghi e stregoni della magia nera sui loro seguaci. In pratica, il distillato non li uccide, a meno che non entri a contatto con un ingrediente che si trova solo nel Veritaserum!”

“Caspita!” commentò Harry.

“Però…l’anno scorso, quel Mangiamorte trovato a Little Hangleton non è morto, eppure anche a lui era stato somministrato il Veritaserum!” fece notare Sirius.

“Probabilmente…è una cosa che Voi-Sapete-Chi fa da poco tempo!” disse Thomas.

“Già, ma perché?” intervenne Jeremy.

“Perché sta tornando!” rispose Harry.

“Come scusa?”

“Il Signore Oscuro sta tornando. Me lo ha detto il Mangiamorte!”

“Va bene, Harry! Allora…il Mangiamorte ti ha parlato?” chiese Thomas.

“Beh…mi ha detto che il Signore Oscuro lo aveva mandato da me per farmi paura, dopo più di un anno che non si è fatto vivo!”

“Ha fatto riferimento al piano che stava organizzando?”

“Sì, ha detto che coinvolgerà me, lui e un’altra persona!”

“Quale persona?”

“Non me l’ha detto!”

“E…ha parlato di altro?”

“No, abbiamo combattuto!”

“Ok! Puoi descriverci nei minimi particolari il combattimento?”

“Credo di sì!”

“Magnifico! Jeremy, scrivi!”

Jeremy prese un piccolo taccuino e una penna, pronto per scrivere tutto ciò che usciva dalla bocca di Harry.

“Allora…l’ho incontrato quando ho cominciato a sentire un bruciore forte alla cicatrice!”

“Se non sbaglio…-lo interruppe Thomas-…ti accade ogni volta che nei paraggi c’è Tu-Sai-Chi!”

“Ogni volta che in modo diretto o indiretto entro in contatto con lui!”

“Ok. Continua pure, Harry!” disse Thomas.

“Il Mangiamorte mi ha fatto levitare con l’incantesimo Mobili corpus e poi mi ha lasciato cadere a terra con particolare violenza. Io mi sono subito alzato in piedi e gli ho scagliato l’incantesimo Rilascio. Ho cominciato a correre per raggiungere casa mia, ma il Mangiamorte mi ha bloccato con l’incantesimo Immobilus e poi mi ha schiantato!” raccontò Harry.

“E non c’era nessuno in giro? Nessuno che vi abbia visti o sentiti?” chiese Thomas.

“No, e mi è sembrato molto strano!”

“Già…”

In quel momento entrò in soggiorno un Auror.

“Ispettore Lewis?!”

“Oh…agente Connelly! Avete trovato qualcosa in giardino?”

“Niente di particolare! Abbiamo provato anche con un incantesimo rivelante per cercare tracce di terreno con diversa composizione da questo, ma è stato tutto vano!”

“Che mi dici dei vicini di casa?”

“Era proprio come pensavamo! Sono stati fatti incantesimi occultatori alle case! I vicini di casa hanno detto di non aver sentito nulla!”

“Quindi hanno insonorizzato le case e occultato tutte le finestre!”

“Esatto e abbiamo rilevato anche un incantesimo deviante su questa strada!”

“Quindi…solo Harry poteva imboccare questa via, mentre tutti gli altri cambiano direzione. Beh, grazie. Puoi andare!”

L’agente Connelly uscì dalla casa, mentre Harry riflettè su un dubbio.

“Scusate, ma…allora, come mai Sirius ci ha sentiti? La sua casa non è stata insonorizzata?”

“Ah-a…pochi sanno che ho reso questa casa immune a tutti gli incantesimi di magia nera!” spiego Sirius.

“Capisco!”

“Bene, per il momento è tutto. Jeremy, vai a dire agli agenti che abbiamo finito!”

“Subito, ispettore!”

Il tenente Lawrence uscì dal soggiorno, mentre Thomas diceva a Harry e Sirius: “Ho fatto mettere dei sistemi indistruttibili di rilevazione per Mangiamorte nella vostra casa. Per questo motivo vi prego di non preoccuparvi più di tanto. Appena riveleremo strane presenze, ci catapulteremo qui. Soprattutto adesso che ti devi sposare, Sirius!”

“Già, non diremo niente neanche a Rachel per il momento!”

“Allora…ci vediamo al matrimonio!” disse Thomas avviandosi verso la porta.

Sirius e Harry lo accompagnarono e Thomas strinse loro la mano.

“E’ stato un piacere conoscerti, Harry!”

“Anche per me!”

“A presto, Sirius!”

“Arrivederci!”

Dopo che tutti gli Auror sparirono dal cortile di casa Black, Sirius chiuse la porta e si rivolse a Harry.

“Stai bene?”

“Sì, certo!”

“Penso che non dovresti dire nulla di questo ai tuoi amici, sei d’accordo?”

“Assolutamente! Si preoccuperebbero inutilmente!”

“No, non inutilmente! E’ stata pur sempre una minaccia da parte di Voldemort. Ma loro non devono essere coinvolti!”

“Hai perfettamente ragione!”

“Questa volta Lord Voldemort si sta organizzando meglio!” commentò Sirius.

Sì, era vero. Ma Harry pensava ancora a quello che gli aveva detto il Mangiamorte: chi mai poteva essere coinvolto nel piano di Voldemort? Una persona che Harry conosceva? Un estraneo? Uno dei suoi cari?

Il pensiero che qualcuno poteva essere coinvolto e messo in pericolo a causa di Voldemort lo faceva star male. Che bisogno c’era di coinvolgere qualcun altro? Voldemort voleva solo Harry. Perché non lo affrontava faccia a faccia una volta per tutte?

Comunque, Thomas gli aveva consigliato di non pensarci e così Harry avrebbe provato a fare. Almeno fino a quando era possibile ignorare l’incombente pericolo. Ora, infatti, Harry doveva concentrarsi sui suoi sentimenti per Hermione e per Cho. L’ora della verità si avvicinava.

**********

La mattina dell’11 agosto (Santa Chiara! Auguri! Grazie!) Harry si svegliò molto presto come Sirius. Rachel non era lì: quella sera aveva dormito a casa dei suoi genitori.

Sirius era molto nervoso: mentre Harry lo aiutava a prepararsi, notò che stava tremando.

“Suvvia, calmati, Sirius. Andrà tutto bene!”

“Sì, lo so. Ma è normale fare così. Anche James era emozionantissimo il giorno in cui si sposò!”

“Davvero?!”

“Certo! Non lo avevo mai visto in quel modo!”

Harry sorrise al ricordo del padre.

Nel frattempo arrivarono, a casa di Sirius, Remus Lupin, Draco, i Weasley, Silente, Hagrid e la prof. McGranitt. Tutti fecero le congratulazioni a Sirius. Poi, Ron e Draco presero da parte Harry.

“Allora, hai riflettuto?”

“Tra un po’ incontrerai Hermione!”

“Sì, lo so. Sono giunto alla conclusione che non amo Cho; per lei provo solo attrazione fisica!”

“Wow!” esclamò Ron.

“E per Hermione?

“Non lo so. Prima devo parlare con lei…oggi stesso! A proposito, dov’è?“

“E’ con Christine e Ginny a tenere i posti in chiesa!” disse Ron.

“Scusa, Harry, ma…non dovresti cambiarti?” chiese Draco.

Harry si guardò e notò che era ancora in tuta: “E’ vero! Arrivo subito!”

Salì di fretta e furia in camera sua e indossò il suo nuovissimo smoking nero con camicia bianca e cravatta bordeaux. Si sistemò i capelli con un po’ di gel e tornò giù, appena in tempo per uscire di casa e avviarsi verso la chiesa.

Nella macchina del signor Weasley, Harry si sentì molto emozionato. Certo, non quanto Sirius, però stava arrivando al suo stesso livello. Non tanto perché quello era il primo matrimonio a cui assisteva, quanto perché stava per rivedere Hermione dopo la sera del suo compleanno, dopo il suo bacio.

Arrivati in chiesa, Harry scese dalla macchina ed entrò. I suoi occhi cercavano la figura di Hermione, come un falco cerca la sua preda (Che paragone, eh?). C’erano poche persone sia dalla parte di Rachel, sia da quella di Sirius…

E poi la vide. Era seduta in seconda fila e si guardava in giro con aria incuriosita. D’istinto Harry si incamminò velocemente, con il cuore che batteva più rapidamente del solito.

“Ciao!” esclamò Harry non appena le fu accanto.

“Ciao!” rispose lei sorridendo.

Solo in quel momento Harry notò quanto fosse bella l’amica quel giorno: indossava un completo formato da una maglietta senza maniche con dei laccetti sul fianco e da una gonna lunga fin sotto le ginocchia. Era un completino di seta, colore del cielo e il tutto era abbinato a un paio di stivaletti bianchi. Ai polsi aveva due finissimi braccialetti d’oro, mentre al collo una collanina d’oro con una pietra azzurra nel mezzo. I capelli, invece, erano lisci, con dei boccoli verso la fine.

“Harry?!” lo chiamò Hermione, riportandolo alla realtà.

“Mm…sì?”

“Tieni!” disse lei porgendogli un fiore bianco.

Harry lo guardò: “Cosa dovrei farci?”

“E’ un fiore. Di solito lo porta chi è molto vicino agli sposi!- esclamò Hermione e glielo infilò nella tasca pettorale della giacca- Ecco fatto! Così sei perfetto!”

“Grazie!”

Harry osservò Hermione: lui si sentiva un po’ in imbarazzo dopo quello che era successo tra loro. Infatti, non ebbe nemmeno il coraggio di farle un complimento.

Lei, al contrario, si comportava come se non fosse accaduto niente. Era tranquilla e serena come sempre.

“Hermione…” iniziò Harry, ma venne interrotto proprio dall’amica.

“Ssshhh…sta entrando la sposa!”

Harry e Hermione, così come tutti i presenti, si alzarono e si voltarono verso l’ingresso, mentre in sottofondo iniziò il “Canone” di Pachelbel.

Rachel indossava un vestito color avorio, molto semplice che le stava veramente bene.

“E’…bellissima! Non trovi, Harry?” gli sussurrò Hermione.

“Già!”

Sirius sorrideva: era il più affascinato di tutti! La celebrazione iniziò e tutti si sedettero.

*********

Il ricevimento fu tenuto nello stesso ristorante che scelsero James e Lily Potter per il loro matrimonio (tanto per gettarsi addosso un po’ di sfortuna!). Tutti i tavoli erano all’aperto sotto un grande gazebo, le cui aste erano ricoperte con gigli profumati. C’era anche una orchestrina che suonava e una pista da ballo. Sirius aveva fatto preparare un tavolo per Harry, Hermione, Ron, Christine, Draco e Ginny.

Il pranzo era delizioso e, tra una portata e l’altra, alcuni si buttavano nelle danze. Come Ron e Draco che invitarono Christine e Ginny.

Harry non sapeva se invitare Hermione: non voleva fare come l’altra sera, quando non ne ebbe il coraggio. E, poi, voleva che Hermione si divertisse. In quel momento, però, lo raggiunse l’ispettore Lewis, con un bicchiere di champagne in mano.

“Buongiorno, Harry!”

“Oh…salve ispettore!”

“Bella cerimonia, vero?”

Hermione li guardava incuriosita.

“Sì, certo. Ehm…le posso presentare la mia amica Hermione Granger?”

Thomas guardò Hermione e, prendendole una mano, disse: “Enchanté, mademoiselle!”

Hermione sorrise, divenendo particolarmente rossa in viso quando lui le fece il baciamano. Harry rimase piuttosto turbato.

“Ah…Hermione, ti presento l’ispettore Thomas Lewis!”

“Piacere. Ma…mi tolga una curiosità, ispettore…da quando conosce il nostro caro Harry?”

“Oh, beh…ci siamo conosciuti in occasione…del…addio al celibato di Sirius. Sai, siamo vecchi amici!”

Harry sospirò: gran bella bugia.

“Ma…la prego, miss Granger…vuole ballare?” chiese Thomas.

Che cosa? Non era proprio il caso! Aveva il doppio della sua età. Harry non poteva proprio permetterlo.

“Mi spiace, ispettore. Hermione ha già preso un impegno con me!”

“Allora…vi lascio. Au revoir, mademoiselle Granger!” salutò Thomas andando via.

“Arrivederci, ispettore!- disse Hermione rivolgendosi poi a Harry- Non mi sembra proprio che tu mi abbia chiesto di ballare!”

“Hai ragione, provvedo subito!” disse Harry sorridendo.

Così, si mise in piedi, davanti a Hermione che lo guardò incuriosita.

“Hermione…ehm…vuoi ballare?” le chiese Harry porgendole la mano.

Hermione sorrise, mise la sua mano in quella di Harry e disse: “Certo! Con piacere!”

Era la prima volta che Harry ballava con Hermione ed era piuttosto imbarazzato, soprattutto quando le mise la mano sulla schiena: si sentiva paralizzato e leggermente imbranato. Hermione, invece, era molto tranquilla, o almeno così sembrava a Harry. Perché lei non si sentiva a disagio?

“Questa è la prima volta che balliamo insieme, vero?” gli chiese Hermione.

“Sì…” disse Harry.

Non dissero più niente e l’attenzione di Harry si focalizzò su cosa percepivano i suoi cinque sensi: gusto, non sentiva niente, aveva solo la bocca completamente asciutta; vista, i suoi occhi erano fissi davanti a lui; udito, pensò che stessero ballando senza alcuna musica; tatto, le sue mani cominciarono a sudare; infine, olfatto, Harry cominciò a percepire un profumo di vaniglia, molto dolce e, nello stesso tempo, molto sensuale, che proveniva dai capelli di Hermione.

La mente di Harry andò in tilt: così si fermò. Non poteva continuare in quel modo.

“Che hai, Harry? Non stai bene?” chiese Hermione preoccupata.

“Sto bene!”

Doveva assolutamente parlare con lei…in quel momento, ma non davanti a tutti.

“Vieni con me!” esclamò afferrandola per un braccio.

“Perché?”

“Devo parlarti!”

Harry la condusse lontano da tutta quella gente, dove nessuno poteva disturbarli.

“Allora, si può sapere che ti prende?”

“Hermione…dobbiamo parlare!”

“Riguardo cosa esattamente?”

“La sera del mio compleanno…perché mi hai baciato?”

Hermione inarcò le sopracciglia e ribatté: “Sai che potrei farti la stessa domanda?! Vediamo, sapresti rispondermi?!”

Harry fu preso in contropiede e non disse niente.

“Hai visto?! Non sai dare una risposta! Te lo dico io perché: quella sera eravamo un po’ su di giri. Non avevamo certo bevuto, però, eravamo comunque piuttosto euforici!”

“Cosa?!”

“Hai capito bene, Harry! E’ andata così. Cosa credevi? Che tra di noi ci fosse qualcosa? Quel bacio è stato un incidente di percorso!”

Harry non sapeva veramente che dire.

“Harry, noi siamo e saremo per sempre amici, buoni amici. Io sono innamorata di un altro e tu di Cho, no?”

Improvvisamente, Harry si sentì svuotato. Una parte di lui aveva sperato profondamente che Hermione fosse innamorata di lui. In quel momento, invece, fu come se a Harry fosse stata tolta una parte del suo corpo e il ragazzo si sentì molto male.

“Adesso, andiamo…altrimenti ci perdiamo il dolce, ok?” esclamò Hermione.

Harry annuì e, insieme a Hermione, tornò al loro tavolo. I loro amici avevano smesso di ballare e si erano seduti ai loro posti. Harry provava una strana sensazione: non ricordava di essersi sentito così male in quei suoi primi 16 anni.

Ma doveva apparire normale agli occhi di tutti, doveva far vedere che stava bene come le altre volte. Altrimenti cosa avrebbe pensato Hermione? Che lui ci fosse rimasto male per quello che lei aveva detto? Avrebbe capito che lui si stava innamorando di lei? Come si sarebbe comportata? Lo avrebbe evitato?

No, meglio stare accanto a lei come amico, se Hermione voleva veramente questo, e fingere che non fosse accaduto niente tra di loro. Ma era sufficiente per Harry?

*********

Il sole tramontò e il ricevimento terminò. Gli invitati salutarono gli sposi e se ne andarono. Rimasero ancora un po’ i Weasley e gli amici di Harry.

Quella sera Harry si sarebbe trasferito alla Tana, dato che il giorno successivo Sirius e Rachel sarebbero partiti per la luna di miele.

Dopo qualche minuto anche gli amici di Harry cominciarono ad andarsene: prima Draco, poi Christine e, infine, Hermione. Lei e Harry si salutarono con un semplice gesto della mano e un ‘Ci vediamo a scuola!’. Questo fece deprimere un po’ Harry, che, però, non lo fece notare in quanto non voleva disturbare Sirius con i suoi problemi.

Anche per lui venne il momento di andarsene con i Weasley. Salutò Sirius e Rachel con un abbraccio, augurando loro di divertirsi durante il viaggio di nozze, che avrebbero trascorso nel Mediterraneo con una crociera che avrebbe toccato le città più belle.

Dopodiché, insieme ai Weasley, Harry andò alla Tana. Gli altri fratelli Weasley, arrivati a casa, rimasero ancora un po’ alzati anche perché erano solo le nove passate. Harry, invece, si sentiva distrutto più che mai e andò a letto, naturalmente nella camera di Ron.

Ripensò alle parole di Hermione: perché aveva detto che tra di loro non c’era niente? Eppure Harry sentiva che la loro non era una semplice amicizia…era qualcosa di più profondo…

“Harry, sei sveglio?” chiese Ron entrando in camera.

“Sì, sì, certo!”

Ron si sedette sul letto accanto a quello di Harry: “Ho visto che tu e Hermione avete parlato, oggi!”

“Mmm…”

“Cosa ti ha detto?”

“Ha detto che tra di noi c’è solo una bella amicizia.”

“Perché?”

“Perché io sono innamorato di Cho e lei di un altro che, a quanto pare, non sono io!”

“Ma, allora, come mai ti ha baciato?”

“E’ stato un incidente di percorso: lei dice che eravamo un po’ euforici quella sera.”

“Non è possibile!”

Anche Ron sembrava sorpreso quanto Harry.

“Da quando io e Cho ci siamo allontanati, ho creduto veramente che potessi essere innamorato di Hermione.”

“Hai creduto o lo sei sul serio?”

Harry rifletté, soffermandosi sui momenti passati con Hermione: lui voleva stare con lei in ogni attimo della giornata, perché lo faceva stare bene, perché lo faceva divertire…voleva che Hermione volgesse il suo sguardo solo a lui e a nessun altro, voleva…la voleva semplicemente.

“Lo sono!” rispose Harry.

Era riuscito a fare chiarezza con i suoi sentimenti, aveva capito di essere innamorato di Hermione e non di Cho, ma aveva anche perso ogni possibilità con Hermione. Tutto in mezza giornata (Che razza di sfiga!).

“Eppure ero convinto che fosse innamorata di me!” pensò Harry.

“Cos’hai intenzione di fare, adesso?” chiese Ron.

“Niente! Cosa posso fare?”

“Non puoi lasciarla andare. Devi capire perché ti ha risposto così!”

“Perché?”

“Perché io credo ancora che sei tu il ragazzo di cui Hermione è innamorata!”

“Ma se ha detto…”

“Può aver detto quelle cose per motivi strani, molto diversi dal non essere innamorata di te!”

“Cioè?”

“Non lo so! Forse è convinta di non essere adatta a te!”

“Non è vero!”

“Lo so! E’ solo un esempio. Comunque…devi fare qualcosa!”

“Cosa?” (Harry, sei capace di costruire un periodo con più di tre parole?)

“Facciamo così: non lasciare Cho, rimani insieme a lei e vediamo che reazione ha Hermione!”

“Mi stai chiedendo di imbrogliare Cho?”

“Senti: primo, è a fin di bene; secondo, lei cos’ha fatto per la partita Grifondoro-Corvonero? Ti ha preso in giro con i suoi amici!”

“Hai ragione!”

“Perfetto! Tu cerca di sembrare sincero e convinto di quello che fai con Cho, ok?”

“Sì!”

Ron si sdraiò sul letto, infilandosi sotto le coperte.

“Posso fare una previsione?” chiese Ron.

“Spara!”

“Secondo me, prima della fine dell’anno tu e Hermione finirete insieme!”

Harry sorrise, sperando che la previsione di Ron si avverasse presto.

“Buonanotte, Ron!”

“’Notte, Harry!”

Harry si addormentò con la speranza che gli aveva ridato Ron. Ogni atteggiamento di Hermione nei confronti di Harry sembrava talmente chiaro, adesso. Non era stato l’unico a interpretarli in quel modo.

Sì, c’era ancora speranza per lui e Hermione.

 

Ok, non mi linciate per favore, però…dai su, ormai conoscete il mio lato sadico che esplode in questa storia. Sapete non si possono reprimere i propri istinti e a me piace vedere soffrire i miei personaggi. Ahahahahahaha!

Ringrazio come sempre i fedeli lettori di questa storia: Miki84, marco, h+hr=truelove(ihihihih…ragioni molto bene, tranne che per josh, ti assicuro che è innocuo!), emma, FedeHermy, Atena89( non sai quanto mi ha fatto ridere la tua battuta “La rinascita del cervello di Harry”. Proprio forte. Comunque avevo già in programma di leggere la tua storia, appena avrò tempo la leggerò, promesso), maripotter (grazie, tu sei troppo buona con me, non me lo merito davvero), Alessia, mary, Merewen, Gillian’90 (evvai un’altra lettrice, che bello!).

Il prossimo capitolo si intitola “Bugie!”. Spero di aggiornare presto, ma ho degli esami da dare a metà settembre. Farò il possibile! Ciaooo!

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Bugie! ***


Per la miseria! Come siete arrabbiati! E, immagino che, dopo questo strano capitolo, vi arrabbierete ancora di più! Vuol dire che vi dirò una cosa che vi calmerà, forse…ma alla fine del capitolo! Ehi, avete visto quelle immagini su internet dove Krum, mentre balla con Hermione, la solleva in alto? Io mi stavo mettendo a ridere anche perché lei ha una faccia troppo buffa!

 

Nient’altro che noi!

 

6°ANNO

Capitolo 3: “Bugie!”

 

Esattamente come un anno prima, Harry si trovava alla stazione di King’s Cross. Era il primo settembre e gli studenti di Hogwarts dovevano tornare a scuola.

Dal giorno del matrimonio di Sirius e Rachel, Harry era rimasto con i Weasley per lasciare gli sposini da soli, anche dopo il viaggio di nozze.

Così, Harry arrivò alla stazione con i Weasley. Ora che Fred e George avevano passato il M.A.G.O., con un inaspettato buon punteggio, tra l’altro, gli unici studenti Weasley erano Ron e Ginny.

I tre ragazzi attraversarono la barriera e si sedettero su una panchina per aspettare i loro amici. Avevano già sistemato i loro bagagli ed erano anche in largo anticipo.

Dopo pochi minuti, qualcuno li chiamò: “Harry, Ron, Ginny!”

I tre cercarono con gli occhi chi li stesse chiamando.

“Draco!” esclamò Ginny.

Draco era affacciato a un finestrino dell’Espresso di Hogwarts.

“Che ci fai lì?” chiese Ron.

“Ho occupato una cabina per noi!”

“Ma quando sei arrivato?” domandò Ginny.

“Da una decina di minuti!”

“Noi stavamo aspettando te, Christine e Hermione!” disse Ron.

“Che faccio? Scendo?”

“No, no, no. Stai lì. Salgo a farti compagnia!” esclamò Ginny, che sprizzava gioia da tutti i pori.

Draco sorrise, mentre Ginny saliva sul treno.

Ron e Harry, invece, rimasero seduti sulla panchina ad aspettare le due ragazze.

“Harry…oggi parlerai con Cho?”

“Sì, ma ho paura di sbagliare, di non sembrare sincero!”

“Tu pensa che da ciò dipende il tuo futuro e il tuo possibilissimo rapporto con Hermione!”

Harry annuì.

Proprio in quel momento, dalla barriera che separava il binario 9 e ¾ dal resto della stazione, comparve Cho.

Esattamente un anno prima, alla vista di Cho, Harry aveva subito un mix di emozioni che gli avevano impedito di salutarla in modo appropriato. Quell’anno, invece, non provò alcuna emozione.

Cho notò la presenza di Harry, ma fece finta di niente e andò a sistemare i bagagli. Harry guardò Ron che gli fece cenno con il capo di andare da lei. Così, Harry si alzò e raggiunse Cho.

“Ciao!” la salutò.

“Ciao!”

“Senti, devo dirti una cosa.”

“Cosa?” chiese lei fredda.

“Qualcosa che riguarda noi due!”

“Mmm…devo preoccuparmi?”

“Se i tuoi sentimenti nei miei confronti non sono cambiati, no!”

Cho sorrise.

“Ecco…ho riflettuto molto in questo periodo e credo di aver fatto chiarezza con i miei sentimenti.”

“Davvero?” (Sì, carina, ma non nel modo che pensi tu, in realtà! :-P)

“Sì, e ho capito che voglio stare con te perché…ti voglio bene!”

Beh, in fondo, non era totalmente falso: nonostante tutto, Harry era affezionato a Cho, dato che era stata la sua prima ragazza.

“Anch’io ti voglio bene, Harry…” disse Cho come se dovesse aggiungere un ‘ma’.

“Ma?” la anticipò.

Cho chinò il capo, rimanendo in silenzio per qualche secondo. Dopodiché, tornò a guardare Harry e scosse la testa, sorridendo.

“’Ma’ cosa?”

“Non c’è un ‘ma’?”

“No, non c’è nessun ‘ma’!” esclamò Cho ridendo.

E, mentre Cho rideva, Harry notò che erano appena arrivate Christine e Hermione. Fortunatamente, o sfortunatamente, Hermione non aveva ancora visto Harry insieme a Cho. Si accorse di loro solo quando Cho baciò all’improvviso Harry.

Ron sorrise alla reazione di Hermione: l’amica, infatti, era rimasta alquanto sorpresa e si morse il labbro. Ma, soprattutto, nei suoi occhi si poteva intravedere un acceso barlume di gelosia.

Dopo essersi allontanata da lui, Cho disse: “Senti, Harry…adesso io devo andare dai miei amici. Però…stasera possiamo passare un po’ di tempo insieme, così parliamo…ok?”

“Oh…certo!”

“Benissimo! A dopo, allora!”

“A dopo!”

Dopodiché Cho salì sul treno, mentre Harry raggiunse i suoi amici.

“Ciao!” lo salutò Christine.

“Ciao! Come va, ragazze?”

“Va tutto maledettamente bene, grazie!” esclamò Hermione con un atteggiamento tra l’infastidito e lo snob.

Harry sorrise: questo atteggiamento di Hermione poteva solo essere un segno positivo per lui.

“Ehm…che ne dite di salire sul treno?! Draco è da solo con mia sorella in cabina e voglio vedere che combinano!” disse Ron.

“Ok. Però, Ron, dovresti fare meno il fratello maggiore. Ginny sa badare a se stessa!” commentò Christine.

“Certo. Però, quest’anno sono io che devo preoccuparmi per lei. Fred e George non ci sono più. Siamo rimasti solo io e lei!”

“Ha 15 anni! Ormai, è grande!”

“Ma se è ancora una bambina!”

“Ron, forse non lo sai, però, per i papà e i fratelli maggiori, le ragazze saranno sempre delle bambine! Quindi, non starle troppo attaccato se non vuoi che si arrabbi con te!”

Ron guardò Harry e Hermione, mentre Christine saliva sul treno.

Hermione fece spallucce e disse: “Christine ha completamente ragione, Ron!”

“Lo credo anch’io!” commentò Harry.

Ron rimase letteralmente a bocca aperta: “N-non è possibile! Anche voi le date ragione!”

“Beh, Ron, vedila da questo punto.- disse Hermione- Almeno stavolta non sono io ad aver ragione!”

Harry rise.

“Giusto…però mi ricorderò del fatto che mi avete voltato le spalle!” disse Ron in tono melodrammatico.

“Dai, andiamo!” esclamò Harry.

In realtà, Ron dimenticò tutto dopo pochi minuti.

Sul treno, infatti, mentre erano in viaggio per Hogwarts, Ron chiese a Harry: “Allora, Harry, ti sei rimesso con Cho?!”

“Ah…già. Spiegaci cosa ti ha spinto a prendere questa grande e, a quanto pare, poco sofferta decisione!” esclamò Hermione in tono di sfida.

“Beh, ci sono diverse cause: prima di tutto quest’estate ho sentito molto la sua mancanza. D’altronde, ero abituato a vederla e parlarle tutti i giorni. E, poi, un’altra cosa che mi ha chiarito le idee è stato quello che è successo la sera del mio compleanno tra di noi!” esclamò Harry guardando Hermione.

“Cosa?!!”

Hermione sembrava piuttosto sorpresa.

“Non ti ricordi del…” cominciò a dire Harry.

“Lo ricordo perfettamente!- lo interruppe Hermione- Quello che intendevo era in che modo quel…quel fatto ti ha chiarito le idee?”

Gli costava molto dirglielo, però…doveva farlo, anche se non era assolutamente vero.

“Beh, il tuo bacio mi ha fatto capire che, in realtà, io voglio stare con Cho, capisci? Mi hai fatto ricordare lei e i suoi baci e mi sono reso conto che la mia storia con lei mi mancava tantissimo. Per questo motivo ti devo ringraziare.”

Mentre parlava, Harry pregava affinché Hermione non credesse a una parola di quel discorso assurdo. Avrebbe voluto dirle che quel bacio era stato il regalo più bello in sedici anni di vita, che in realtà voleva stare solo con lei…ma prima doveva essere sicuro al 100% che lei fosse innamorata di lui, nonostante avesse negato tutto il giorno del matrimonio.

Hermione sorrise: ma non era un sorriso sincero…era triste, malinconico. Aveva perfino gli occhi lucidi.

“Mi fa molto piacere…Harry!”

Perché faceva così? Perché continuava a nascondere quello che provava, se provava veramente qualcosa di più di una semplice amicizia per Harry? Era forse vero che tra di loro c’era una bella amicizia e basta?

Eppure c’erano tanti indizi che sostenevano la prima ipotesi, e cioè che Harry fosse proprio il ragazzo di cui si era innamorata Hermione: quegli atteggiamenti tipici di chi è geloso, quegli occhi lucidi, quel sorriso malinconico…

Qualcosa, infatti, gli diceva di non perdere la speranza e di non scoraggiarsi perché, prima o poi, questi dubbi sarebbero stati chiariti.

*********

Dalla notizia della riconciliazione tra Harry e Cho, Hermione non disse più niente e continuò a guardare fuori dal finestrino, con lo sguardo perso chissà dove. Anche se stava parlando con Ron e Draco, Harry si era accorto del comportamento dell’amica. Da una parte ciò lo rendeva felice, perché voleva dire che lei era gelosa; ma, dall’altra parte, Harry si sentiva un po’ in colpa: se Hermione soffriva veramente per il fatto che Harry fosse tornato insieme a Cho, era solo colpa sua, di Harry. Era tutto una grossa bugia che riguardava i suoi veri sentimenti. Ma la coscienza di Harry doveva stare zitta per un po’: lui aveva bisogno di sapere quali erano i sentimenti di Hermione. E, se lei non voleva affrontarli, chissà poi per quale motivo, l’unica soluzione era scoprire la verità attraverso un…plagio.

“Ehi, credo che sia ora di cambiarci!” esclamò Ginny.

“Usciamo prima noi, ok?” disse Ron alzandosi.

Le tre ragazze rimasero sbigottite per l’iniziativa di Ron.

“Beh, che vi prende?” chiese Ron.

“Ecco…è strano che tu prenda questa iniziativa!” commentò Hermione.

“Sappiate che il sottoscritto sa essere anche un vero gentiluomo quando vuole e se voi non apprezzate la mia gentilezza e la mia cavalleria, non è affar mio!” esclamò Ron, che, indignato, uscì dalla cabina.

Hermione, Christine e Ginny si scambiarono uno sguardo e, poi, ridendo, esclamarono: “Grazie, Ron!”

Dopodiché Christine si alzò in piedi e disse, guardando Harry e Draco: “Voi che fate? Non uscite?!”

“Mah…veramente stavamo pensando di assistere allo spettacolo!” esclamò Draco.

Christine inspirò profondamente e disse: “Credete sia saggio farmi arrabbiare?”

Hermione e Ginny, invece, tirarono fuori le bacchette e le puntarono contro Harry e Draco, sorridendo in modo minaccioso.

Harry e Draco uscirono, anzi, si catapultarono immediatamente fuori dalla cabina e chiesero scusa non appena Christine chiuse la porta dello scompartimento.

“Certo che sembrano dolci e carine, però quando si arrabbiano, eh?” esclamò Draco.

Harry rise. Ron, invece, aveva un’aria molto seria.

“Che c’è, Ron?” chiese Harry.

“Senti, Harry…-disse Ron abbassando la voce-…hai visto la reazione di Hermione, vero?”

“Sì, e ne sono molto felice!”

“Anch’io, però…in ogni caso, non esagerare nel parlare di Cho davanti a lei. Sarebbe da sadici!” (Beh, non conosci l’autrice??!)

“Hai ragione. Forse, dovrò parlarne molto di meno davanti a lei!”

“Togli pure il forse!” esclamò Draco.

“Non vorrei che come reazione a quello che sta provando, Hermione accettasse la proposta di uno dei suoi spasimanti!” disse Ron.

“Ok. Farò tutto con più attenzione!”

“Certo che…se Draco ci dicesse quel nome, sarebbe tutto meno complicato!” esclamò Ron.

“Mi dispiace, no! Non posso dirvi niente. Consideratemi semplicemente come un amico che spera in una possibile relazione tra i due interessati, in quanto li vede splendidamente insieme!”

Harry e Ron sbuffarono.

“Comunque, Ron…posso chiederti una cosa senza che ti arrabbi?” chiese Draco.

“Certo, per chi mi hai preso?”

“Per uno che si scalda un po’ troppo, anche per poco!”

Harry rise, essendo pienamente d’accordo con Draco.

“Ma oggi siete tutti contro di me?! Cos’è? Una congiura?”

“No, Ron. E’ la verità!” esclamò Harry continuando a ridere.

“Cercherò di ignorare le vostre ultime affermazioni. Allora…cosa devi chiedermi, Draco?”

“Ecco…io…io vorrei…” cominciò Draco, le cui gote stavano diventando di un rosa sempre più acceso.

“Tu vorresti cosa?”

“Io vorrei…chiedere a tua sorella di uscire con me. Sei d’accordo?”

Ron rimase di stucco, mentre Harry sorrise compiaciuto.

“E’ fantastico, non trovi, Ron?”

“Ron?!” lo chiamò Draco.

Ron chiuse gli occhi, prese un profondo respiro e poi disse: “Scappa!”

“Cosa?!” esclamarono Harry e Draco allibiti.

“Non sei d’accordo?” continuò Draco spaventato.

Ron scoppiò a ridere: “Stavo…ahahah…scherzando…avete visto le…ahahah…vostre facce…ahahah…”

“Divertente!” commentò Draco sospirando profondamente, con una mano sul torace.

Quando Ron smise di ridere, disse: “Volevo solo vendicarmi un po’. In realtà sono molto contento dei tuoi sentimenti per la mia sorellina. Anche se non lo voglio ammettere, la piccola Virginia (non ho mai capito se il vero nome di Ginny è Virginia o Ginevra! Nelle fanfictions si trovano tutti e due!) è cresciuta e credo che abbia bisogno di uno come te!”

“Davvero?” esclamò Draco raggiante.

“Sì, siete diversi, eppure, nello stesso tempo, avete molte cose in comune…”

“Sai, Draco, se tu e Ginny finirete col mettervi insieme, potreste fare un remake di Romeo e Giulietta!” esclamò Harry.

“Harry, sai che fine fanno Romeo e Giulietta?” gli chiese Draco.

“Oh, naturalmente, escludendo la fine o, perlomeno, cambiandola!”

All’improvviso la porta della cabina si aprì e comparve Ginny con la sua uniforme del Grifondoro.

“Allora…chi è che non sa la fine di Romeo e Giulietta?” chiese Ginny.

“Oh…no, nessuno…Credevo che Harry non la sapesse, invece la sa perfettamente!” esclamò Draco linciandolo.

Harry sorrise tranquillamente.

Dallo scompartimento uscirono, poi, Hermione e Christine.

“Potete cambiarvi, adesso!”

“Ehi, Ginny…sai una cosa?” chiese Draco.

“Che cosa?” domandò lei.

“Ti sta molto bene questa uniforme!”

Harry si sorprese nel sentire come quel dialogo assomigliasse in maniera straordinaria a quello tra lui e Hermione dopo la partita Grifondoro-Serpeverde, quando lei si stava prendendo cura del suo occhio nero. Istintivamente, Harry guardò Hermione, che lo guardò a sua volta e arrossì, nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono. Hermione, poi, ancora con il viso rosso, si voltò dall’altra parte. Harry sorrise ed entrò nella cabina insieme a Draco e a Ron. Si cambiarono tutti e tre molto velocemente anche perché il paesaggio stava diventando familiare. Infatti, dopo pochi minuti, il treno rallentò e alla fine si fermò. Harry, Ron e Draco uscirono dallo scompartimento.

“Scendiamo?” chiese Draco guardando le tre ragazze.

“Certo!”

Una volta scesi dal treno, Harry e i suoi amici si avviarono alle carrozze. Prima di salire su una di queste, Harry vide Cho salutarlo con la mano e le sorrise.

Le carrozze si fermarono davanti al portone del castello: tutti quanti scesero ed entrarono nel castello. Harry, Ron, Hermione, Ginny e Christine raggiunsero la sala comune di Grifondoro, mentre Draco si avviò verso la torre di Serpeverde. 

“Ragazzi, ma ci pensate che questo è il nostro penultimo anno ad Hogwarts?!” esclamò Ron.

“Parla per te!” disse Ginny.

“Beh, Ginny, starai solo un anno in più!”

“Sì, ma sarò sola. Non ci sarà più nessuno di voi!”

“Magari, Draco ti verrà a trovare!” disse Hermione sorridendole.

Ginny arrossì visibilmente.

“Comunque, sembra ieri che siamo arrivati per la prima volta qui, ad Hogwarts!” esclamò Ron.

“Sembra ieri che Hermione è entrata nella nostra cabina dicendo:’Qualcuno di voi ha visto un rospo?’ !” disse Harry.

Ron rise: “Già, e con quell’aria da saputella ti aveva riparato gli occhiali!”

“Dato che siamo in tema di ‘bei’ ricordi, vogliamo riprendere anche il fallimento dell’incantesimo di Ron per far diventare giallo Crosta?!” esclamò Hermione con aria vendicativa.

Christine e Ginny risero, mentre Ron arrossì molto imbarazzato.

“Ehm…andiamo a mangiare?!- chiese Ron per cambiare argomento- Sta per iniziare la cerimonia di Smistamento!”

“Ok, andiamo!”

I cinque Grifondoro si recarono nella Sala Grande e si sedettero al loro tavolo.

Dopo un po’, come ogni anno, arrivò la McGranitt seguita dagli studenti del primo anno. Harry vide le espressioni dei volti di quei ragazzi: alcuni erano impauriti, altri sembravano sorpresi, altri ancora eccitati.

Harry sorrise al ricordo della sua prima sera ad Hogwarts, quando tutti lo fissarono increduli dopo aver sentito il suo nome, quando il Cappello Parlante aveva esitato nel collocarlo nella casa di Grifondoro con Ron e Hermione.

Dopo la filastrocca del Cappello e dopo la cerimonia di Smistamento, il preside prese parola: “Benvenuti a un nuovo anno ad Hogwarts. Prima di gustare la nostra appetitosa cenetta, vorrei dare un annuncio riguardante il Quidditch. Come sapete, in tutte e quattro le squadre ci sono stati dei cambiamenti, a causa di elementi delle squadre che proprio l’anno scorso hanno concluso il loro ciclo di studi. I nuovi componenti sono stati scelti in base a un provino, effettuato pochi giorni fa, a tutti quelli che hanno desiderato partecipare. Ora annunceremo i nuovi componenti delle squadre.”

Silente cominciò con la squadra di Corvonero, che ebbe un nuovo Battitore e un nuovo Cacciatore; Tassorosso, invece, cambiò il Portiere; nella squadra di Serpeverde ci furono due nuovi Cacciatori, un nuovo Battitore e un nuovo Capitano, ovvero Draco Malfoy. Infine toccò a Grifondoro.

“Bene, la squadra di Grifondoro ha subito più cambiamenti. Innanzi tutto i due Battitori: per questi ruoli sono stati scelti Neville Paciock e Seamus Finnigan!”

I due interessati si scambiarono uno sguardo, stupiti e felici allo stesso tempo. Erano adatti per il ruolo di Battitori: avevano due fisici robusti ed erano anche molto alti.

“Veniamo ora ai Cacciatori: la prof. McGranitt e Madama Bump hanno scelto Dennis Canon, Dean Thomas e Aileen Wilckins.”

“Aileen Wilckins?!” sussurrò Ron.

“Già, è quella ragazza laggiù. Frequenta il quinto anno con me!” disse Ginny.

Harry, Ron, Hermione e Christine si voltarono seguendo l’indicazione di Ginny e videro una ragazza con un fisico slanciato, piuttosto alta, pochi centimetri in meno rispetto a Harry e Ron, con capelli lisci, scalati fino alle spalle, di colore castano chiaro con meches bionde.

“Carina!” esclamò Ron.

Christine si voltò verso di lui con uno sguardo piuttosto geloso.

“Bene. In bocca al lupo a tutti quanti i nuovi componenti delle squadre. E adesso…buon appetito!” disse Silente.

Subito nei piatti comparvero tutte le delizie tipiche della cucina di Hogwarts e gli studenti cominciarono a mangiare.

“Così, d’ora in poi, quella Aileen sarà l’unica ragazza in squadra!!” disse Christine, quasi con indifferenza.

“Già, ma…senti un po’, Ginny: com’è questa Aileen?” chiese Ron interessato.

“E’ una ragazza piuttosto introversa e non parla quasi con nessuno!”

“Capisco…” disse Ron, che riprese a mangiare.

Dopo qualche minuto Aileen si avvicinò a Ron e Harry.

“Ciao!”

“Ehm…ciao!” disse Ron.

”Io…volevo solo… salutare i miei nuovi compagni di squadra, visto che d’ora in poi ci vedremo più spesso. ”

“Già, così potremmo conoscerci meglio!” esclamò Ron.

Aileen sorrise.

“Davvero magnifico!” commentò Christine scocciata, appoggiando il viso su una mano.

“Allora…ci vediamo presto!” disse Aileen.

“Ok, ciao!” la salutò Ron.

La ragazza se ne andò e Ron la seguì con lo sguardo fino a quando lei non scomparve, uscendo dalla Sala Grande.

“Ah…è veramente carina!” esclamò sospirando Ron, che non si accorse che i suoi amici si erano alzati per andarsene.

“Ehi, Casanova! Vieni, sì o no?” domandò Hermione.

“Oh…arrivo!”

Fuori dalla Sala Grande, Harry si fermò e disse: “Ehm…ragazzi, io dovrei parlare un attimo con Cho!”

“Ok, ci vediamo in sala comune!” disse Ron.

“Io, invece, credo che andrò a dormire, perciò…buonanotte, Harry!” esclamò Hermione, andandosene via.

“Buo…nanotte…” disse Harry sorridendo.

“Ciao!” lo salutarono Ron, Christine e Ginny.

“Ciao, ragazzi!”

Quando i tre se ne andarono, Harry si sedette su un gradino delle scale, aspettando Cho, che non tardò ad arrivare.

“Harry!! Ciao!”

“Ciao!” disse Harry ricevendo un bacio sulla guancia.

La ragazza si sedette accanto a lui.

“Allora, che mi racconti di bello, Harry?”

“Beh, non saprei…”

“Come è andato il matrimonio di Sirius e Rachel?”

“Il matrimonio?! E’…è andato benissimo!”

“Fantastico!”

“Già, fantastico!” ripeté Harry non pienamente d’accordo.

Ricordare il giorno del matrimonio di Sirius e Rachel gli aveva anche fatto tornare in mente quello che aveva provato quando Hermione aveva affermato che tra di loro non c’era altro che una bella amicizia. Vedendo Harry rattristato, Cho gli mise una mano sulla spalla.

“Ehi, Harry…c’è qualcosa che non va?”

“Oh…no, è tutto ok! Non ti preoccupare!”

“Sei sicuro che è tutto ok? Mi sembri strano.”

“Strano?”

“Sì, diverso dall’anno scorso!”

Chiaramente Harry non stava mentendo bene: Cho si era accorta che qualcosa era cambiato in lui. E se continuava così, quanto tempo sarebbe passato prima che Cho avesse capito che Harry non era più innamorato di lei, ma di un’altra?

Harry e Cho, comunque, continuarono a parlare delle loro vacanze: lei gli raccontò del su soggiorno a Jakarta e Harry si inventò cose del tipo: “Mi sei mancata molto” oppure “Non sai quanto mi sia annoiato”!

Dopo una ventina di minuti, Harry e Cho si augurarono la buonanotte e raggiunsero le rispettive sale comuni.

Harry trovò Ron seduto sul divano.

“Oh, Harry…com’è andata con Cho?”

Harry si lasciò cadere su una poltrona: “Si è accorta che c’è qualcosa di diverso in me!”

“Cerca di fare più attenzione, Harry!”

“Lo so, lo so! Il fatto è che lei mi ha chiesto del matrimonio e, inevitabilmente, ho rivissuto tutte le emozioni di quella giornata!”

“Capisco!”

“Comincio a credere che non riuscirò a sopportare questa situazione a lungo!”

“Harry, resisti! Hai visto oggi Hermione? Se quella non è gelosia pura…”

“Già e…a proposito di gelosia, hai visto come Christine poco fa ha fulminato con lo sguardo Aileen?”

“Sì, amico! E non trovi che sia semplicemente fantastico?”

“Per te, sicuramente sì. Per lei…non saprei proprio…”

“Ti faccio notare che è la tua stessa, identica situazione. L’unica differenza è che a me viene naturale comportarmi così con Aileen!”

“Va bene. Che ne dici di andare a dormire, adesso?!”

Ron sbadigliò: “Gran bella idea…fratello!”

Così, Harry e Ron si cambiarono e andarono a dormire.

Nel suo letto, Harry rifletté: ciò che lo preoccupava non era solo la possibilità che Cho scoprisse i suoi veri sentimenti. Lui si preoccupava di se stesso, delle sue emozioni. Fino a quando sarebbe riuscito a mentire a Cho, ma, soprattutto, a Hermione, che lo conosceva così bene da poter leggere nei suoi occhi? (Oooohhhh…

Wow! O_o)

Harry sentiva che non avrebbe resistito a lungo, che prima o poi sarebbe scoppiato (in senso metaforico, chiaramente!). Sperando che ciò accadesse più poi che prima, alla fine Harry si addormentò.

 

Ok, ecco l’aiutino…anzi, gli aiutini per tutti quelli che hanno una gran voglia di farmi molto male: il primo è quello di scaricare la vostra rabbia  attraverso qualcosa di utile per la comunità; il secondo, invece è questo: avete presente di quanti anni è composto un lustro? Beh, parlando in termini di capitoli, invece che di anni, posso dire che tra un lustro accadrà qualcosa di molto importante! Se non lo sapete andate a cercarlo sul dizionario! Anche se già nel prossimo capitolo, ovvero “La nuova squadra di Grifondoro”, ci saranno cambiamenti notevoli!Passiamo ai ringraziamenti.

Emma: sì, hermione è anche il mio personaggio preferito però, nonostante questo, la sto facendo soffrire non poco. Non so quanto in fretta potrò ancora aggiornare, staremo a vedere, comunque grazie per gli auguri!

FedeHermy: è strano il modo in cui si parla del cervello di Harry…non so, come se fosse un personaggio a parte! Bisognerebbe farci una fanfiction: “La vera storia del cervello di Harry!”

Mary: grazie per l’in bocca al lupo e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Merewen: vabbè, dai…Hermione è sconvolta! E quando uno è sconvolto può solo fare degli errori. Vedrai che tutto si aggiusterà e anche i nostri due eroi saranno felici!

Maripotter: scusa, maripotter…ma da un’interista sfegatata come me cosa ti aspettavi? Voglio dire la sofferenza che stanno provando Harry e Hermione è come quella degli interisti: lunga e dolorosa, ma prima o poi, quando loro si metteranno insieme e l’inter vincerà lo scudetto, la gioia sarà incontenibile e si godrà di più proprio perchè è arrivata dopo un lungo e sofferto cammino, non trovi?? L’esempio credo che calzi a pennello e tra l’altro mi sono commossa a scrivere che l’inter vincerà lo scudetto prima o poi, spero di essere ancora viva, quando accadrà!

H+Hr=truelove: non ti preoccupare, josh è assolutamente innocuo! Te lo prometto! Comunque se vuoi il numero di una psicologa buona, fammi sapere!

Alessia: vedi il problema non è solo di trovare il tempo, ma anche il momento. Non posso andare tutti i giorni su internet, altrimenti sai che bolletta…

Marco: l’incidente di percorso…l’ho chiamato così per un motivo. Quando ero in quarta liceo, una mia amica aveva preso 4 in chimica e il nostro bellissimo professore aveva detto che era stato solo un incidente di percorso. Comunque, che mi dici di questo capitolo? Piaciuto?

Sonia: evvai, un’altra nuova lettrice. Come sono contenta! Mi fa piacere che ti stia piacendo la mia storia, e poi la saputella non è che fa finta di niente, sta solo riflettendo.

 

Grazie ancora a tutti quanti, a presto

Kia85

 

 

 

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Capitolo 22
*** La nuova squadra di Grifondoro! ***


Bene, bene, bene…ecco il nuovo capitolo! Dai, questo credo che vi piacerà più del precedente! Ihihihih! Comunque, qualcuno di voi ha già letto il sesto libro in inglese? Se sì…c’è da preoccuparsi oppure ci sono segnali postivi? Io ho un po’ paura di leggerlo!

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

 

6°ANNO

 

Capitolo 4: “La nuova squadra di Grifondoro!”

 

Nonostante Harry avesse paura di tradirsi in presenza di Cho o di Hermione, quella situazione andò avanti. Arrivò, così, ottobre che portò con sé il freddo autunno.

Una sera, Harry si trovava con i suoi amici in sala comune a fare i compiti. Hermione non c’era: aveva la riunione dei Prefetti con Silente.

“Ma che fine ha fatto Hermione? Non trovate che sia un po’ tardi!” esclamò Ron.

“Ron, è la prima riunione dell’anno. Ci saranno molte cose di cui parlare!” disse Christine.

E proprio mentre parlavano di lei, Hermione entrò in sala comune.

“Ma guarda un po’! Si parla del diavolo e spuntano le corna!” disse Ron.

Hermione si lasciò andare su una poltrona: “Uff! Che stanchezza!”

“Avete fatto tardi!” commentò Harry.

“Lasciamo stare. C’erano tante cose di cui discutere e, inoltre, c’era anche il nuovo Prefetto di Corvonero!”

“Di cosa avete parlato?” chiese Ginny.

“Soprattutto della stagione di Quidditch!”

“Ah sì? E quando inizia?” chiese Ron.

“Il primo sabato di novembre c’è Grifondoro-Corvonero e Serpeverde-Tassorosso!”

“Davvero?” esclamò Ron.

“Già e mi stavo chiedendo se, per caso, Harry avesse bisogno della pozione che l’anno scorso non ha preso per i motivi che tutti noi ben conosciamo!”

“E perché?” chiese Harry.

“Per Cho. Riuscirai a concentrarti sul Boccino d’Oro nonostante lei giochi nella squadra avversaria?”

“Certo!”

“Ah sì?! Potrei sapere come mai senti di non averne bisogno?”

Perché in realtà lui non era innamorato di Cho, ma ancora non poteva dirlo a Hermione.

“Beh…perché credo di saper gestire le mie emozioni!” rispose Harry.

Hermione lo fissò scettica e Harry faceva fatica a sostenere il suo sguardo. Ma, alla fine, Hermione sospirò rassegnata.

“Se ne sei davvero convinto, allora…niente pozione!”

“Non preoccuparti! Andrà tutto bene!” esclamò Harry sorridendo.

“Speriamo…”

“Ehi, Hermione! Non avete parlato di una gita a Hogsmeade?” chiese Ron.

“Sì, certo. Sarà il finesettimana prima di Halloween!”

“Magnifico! Così potrò fare rifornimento di dolci!”

“Pensi sempre a mangiare!” commentò Christine.

Ma Ron non fece caso all’affermazione di Christine, perché, con quell’aria sognante, probabilmente credeva di essere già a Mielandia.

“Beh…io vado a letto!” disse Hermione alzandosi.

“Di già? Ma è ancora presto per andare a dormire!” esclamò Ron riportato alla realtà.

“Non ho detto che vado a dormire. Io vado a letto!”

“E che fai?”

“Leggo. Sai, Ron, è da tanti anni che esistono dei volumi di pagine su cui sono scritte tante storie di tanti generi!”

Ron le fece una smorfia e poi disse: “Immagino che sia il solito libricino di 1000 pagine su un argomento mooolto antico e mooolto sconosciuto!”

“Mi spiace contraddirti, ma questa volta ho portato un libro da casa mia, ovvero ‘Gente di Dublino’ di Joyce. 222 pagine!”

“Che strano! Non è da te!”

“Ancora non mi conosci bene, Ron. Beh…buonanotte!” esclamò Hermione salendo le scale per raggiungere il dormitorio.

“Buonanotte!”

Dopo che ebbero finito tutti i compiti, anche Christine e Ginny se ne andarono a letto, mentre Ron e Harry rimasero per una partita a scacchi. A sorpresa, vinse Harry, che si insospettì.

“Ehi, amico. Non è da te perdere una partita di scacchi! Che ti prende?”

“Io…sto pensando che…forse dovrei dire a Christine cosa provo per lei!”

Harry spalancò gli occhi: “Cosa?!! Adesso?!”

“No, no, non adesso! Per il momento devo concentrarmi per la partita!”

“Ah! Dunque…sei veramente innamorato di lei…”

“Sì!”

“Bene, sono felice per te!”

Chissà come avrebbe reagito Christine! Harry pensava e sperava che ci fossero buone probabilità per Ron: Christine sembrava gelosa ogni qualvolta Aileen si avvicinava a Ron.

Infine, anche Harry e Ron andarono a dormire. Il giorno dopo avrebbero avuto, nel pomeriggio, il primo allenamento con la nuova squadra di Grifondoro.

********

La mattina seguente Harry e i suoi amici ebbero un’interessante lezione di Storia della Magia: l’argomento trattato da Ruf fu “Gli angeli”.

“Vi confesso…-cominciò il prof. Ruf-…che mi ha sempre affascinato lo studio degli angeli. E’ tutta la vita che spero di incontrarne uno. Ma gli angeli sono esseri misteriosi, perfetti e intoccabili. Oggi cercheremo di svelare alcuni segreti. Cominciamo col chiarire da dove deriva il termine ‘angelo’: come certo sapete, molti termini adottati nel linguaggio magico sono in lingua latina o, perlomeno, derivano da essa. ‘Angelo’, invece, è di origine greca: angeloi significa messaggero. Le prime apparizioni di questi esseri si ritrovano nei testi religiosi come la Bibbia, i testi islamici, egiziani, greci e babilonesi.”

“Mi scusi, professore, ma…esattamente, come sono fatti gli angeli?” chiese Lavanda Brown.

“Ci sono diverse teorie a riguardo: alcuni studiosi sostengono che gli angeli siano creature di luce, fatte di una sostanza misteriosa; per altri essi sono semidei provvisti di ali; o, per altri ancora, sono creature che possono cambiare aspetto ogni volta che lo desiderano. Per quanto riguarda il sesso, la teoria più comune è che gli angeli ne siano sprovvisti: non sono né maschi né femmine, sono creature di luce. Per questo motivo gli angeli non avrebbero bisogno di indossare abiti. Ma, in molti dipinti, li vediamo raffigurati con lunghe tuniche bianche o celesti. Questo, però, è il prodotto della fantasia umana: infatti, il bianco, essendo il simbolo della purezza, poteva facilmente costituire il colore degli abiti degli angeli.”

“Professore, so che un famoso scrittore italiano del Medioevo, Dante Alighieri, nella sua ‘Divina Commedia’, ha descritto nove categorie di angeli!” disse una studentessa di Tassorosso.

“E’ vero: ci sono gli Arcangeli, ovvero i messaggeri divini, i capi degli angeli, che difendono il Bene dal Male; ci sono, poi, i Principati, i responsabili della diplomazia celeste; le Virtù, coloro che ci infondono il coraggio necessario per affrontare le prove della vita; le Potestà ci difendono dalle tentazioni; le Dominazioni vengono associate alle visioni e ci aiutano a interpretare i messaggi che provengono dall’alto; i Cherubini hanno quattro ali e sono i servitori di Dio; i Serafini sono gli angeli dell’amore, i più vicini a Dio; mentre non sappiamo molto sui Troni. Fanno parte delle nove categorie anche gli angeli custodi, creati per proteggerci: sono al nostro fianco dal giorno della nostra nascita e ci assistono giorno e notte. Non vivono sulla terra, ma in Paradiso. I nove gruppi di angeli convivono in armonia e tutti loro hanno come missione quella di fare del bene.”

“Professor Ruf, lei crede che sia possibile incontrare un angelo?” chiese Hermione.

“E’ difficile rispondere. I testi antichi ci dicono che molte persone sono riuscite a entrare in contatto con loro. Diciamo che è più facile comunicare con un angelo piuttosto che incontrarlo e, per comunicare con il nostro angelo, dobbiamo trovarci in un luogo tranquillo, stare rilassati, ma mantenere la concentrazione. Dopodiché i nostri sentimenti più segreti ci guideranno verso gli angeli.”

La lezione continuò con molte domande da parte degli studenti che sembravano interessati all’argomento. Alla fine dell’ora, Harry e i suoi amici si avviarono verso l’aula di Trasfigurazione della prof. McGranitt.

“Oh, non credete che questa sia stata la più bella lezione del prof. Ruf?!” esclamò Hermione.

“Sì, sono d’accordo con te. Ultimamente le sue lezioni stanno diventando sempre più interessanti!” disse Ron. (ma guarda un po’! scelgo io gli argomenti!)

“Gli angeli sono creature affascinanti! Sapete, ho letto che gli esseri umani che in vita hanno compiuto opere di bene, quando muoiono diventano angeli!” disse Hermione.

“Opere di bene? Di che tipo?” chiese Ron.

“Beh…salvare le persone, sacrificarsi per qualcuno che si ama…” rispose Hermione, guardando Harry.

“Come i genitori di Harry!” disse Ron.

“Credi che i miei genitori siano diventati angeli?”

“Sì, certo. Per quello che hanno fatto, io penso che siano diventati angeli, i tuoi angeli custodi. Forse perché gli hanno dato la possibilità di vegliare su di te, anche se non ti sono accanto fisicamente- disse Hermione- Sono loro che ti proteggono!”

Harry sorrise al pensiero dei suoi genitori diventati angeli custodi. Chissà…se Ruf aveva ragione, Harry potuto cercare di comunicare con loro, percepire le loro anime, la loro presenza…chissà..

**********

Nel pomeriggio, Harry e Ron si avviarono verso il campo di Quidditch per il primo allenamento con la nuova squadra. Mentre i due amici camminavano, si avvicinò a loro Aileen con l’uniforme di Quidditch di Grifondoro.

“Ciao!” li salutò la ragazza.

“Ciao!”

“Come va?” chiese Ron.

“A dire il vero, sono un po’ emozionata…”

“Più che emozionata, dovresti essere spaventata. Gli allenamenti del capitano Potter sono veramente terribili!” esclamò Ron.

“Non è vero!” disse Harry.

“Altroché se è vero! Ci sarà un motivo se hai fatto rimpiangere a George e Fred gli allenamenti di Baston!”

Aileen rise: “Divertente!”

“Guarda che è tutto vero!”

“Sì, sì. Come può uno con quell’espressione tenera essere terribile negli allenamenti?!”

“Appunto. Harry sembra innocuo, ma, in realtà, è veramente spaventoso!”

“Ron, finiscila!- esclamò Harry- Dobbiamo cominciare!”

Infatti i tre erano arrivati al campo dove c’era già gli altri componenti del gruppo: Neville, Seamus, Dean e Dennis.

“Beh, era ora!” esclamò Seamus.

Ron guardò l’orologio: “Ehi, amico. Noi siamo perfettamente in orario. Non è colpa nostra se siete in anticipo!”

“Ron, lascialo stare.- disse Dean- E’ solo un tantino emozionato!”

“E’ solo un allenamento!”

“Che dobbiamo cominciare al più presto!” disse Harry.

“Ok!”

“Io direi di cominciare con i Cacciatori: partiranno da fondo campo e, passandosi la Pluffa, dovranno cercare di segnare a Ron. E’ chiaro a tutti?”

Dean, Aileen e Dennis annuirono convinti.

“Bene, ai vostri posti!”

I tre Cacciatori salirono sulle loro scope e si alzarono in volo, raggiungendo un’estremità del campo. Anche Ron stava per raggiungere la sua postazione, ma Harry lo fermò.

“Che c’è?”

“Ron, quando scoprirai chi c’è sugli spalti ad assistere, ricordati che questo è solo un allenamento!”

Immediatamente Ron rivolse lo sguardo agli spalti e vide Hermione, Ginny e…

“Christine!” esclamò Ron con voce tremante.

“Ron, Ron…torna con i piedi per terra! E…datti la spinta per alzarti in volo!!”

Ron scosse il capo: “Oh…certo!”

Così, il ragazzo si alzò in volo e si posizionò tra gli anelli. Harry fece lo stesso, ma andò vicino ai tre Cacciatori, portando con sé la Pluffa, che poi lanciò a Dennis.

“Siete pronti?”

I tre annuirono e, quando Harry fischiò con il fischietto, scattarono in avanti con le loro scope. Dennis lanciò la Pluffa a Dean, che, a sua volta, la passò ad Aileen poco prima di arrivare davanti agli anelli. Ron seguiva l’azione, ma, quando Aileen lanciò la Pluffa con notevole potenza, non riuscì a pararla. Il Portiere di Grifondoro seguì con lo sguardo la Pluffa dietro gli anelli e poi guardò con stupore Aileen. Lei gli rispose con un sorriso compiaciuto. Era un buon inizio.

Provarono questo tipo di azione ancora per qualche minuto, dopodiché la complicarono: Seamus e Neville, infatti, dovevano cercare di ostacolare l’avanzata dei tre Cacciatori. Nonostante qualche leggera difficoltà iniziale, Aileen, Dennis e Dean se la cavarono molto bene. Erano tutti e tre agili nello schivare gli avversari e molto veloci. I due Battitori non erano da meno. Seamus e Neville erano diventati alti e robusti: nelle braccia avevano la potenza necessaria per respingere con forza i Bolidi, lontano dai loro compagni di squadra.

Come primo allenamento, dunque, non era andato male, anzi, era andato molto meglio di quanto si aspettasse Harry.

********

La sera, prima di andare a cena, Harry si ritrovò nella sala comune con Hermione, aspettando Ron, Christine e Ginny.

“Avete assistito all’allenamento, vero?” disse Harry.

“Già!”

“E…come ti è sembrato?”

“Molto buono sia dal punto di vista tecnico, sia per quanto riguarda il vostro affiatamento!”

“Sì, è vero! D’altronde, io e Ron condividiamo la camera con Seamus, Dean e Neville. Mentre Dennis e Aileen sono riusciti a inserirsi benissimo in squadra.”

“Soprattutto Aileen non ha avuto alcun problema!”

“Infatti! Pensavo che sarebbe stato più difficile per lei, dato che non aveva mai parlato con noi!”

“Sempre a proposito di Aileen…avrei una cosa da dirti.”

“Cioè?”

“Christine è gelosissima: oggi Ron ha fatto un po’ troppo lo scemo con Aileen.”

“Lo sapevo.”

“Lo sapevi?”

“Certo. L’ho capito dalla prima volta che Aileen si è avvicinata a Ron!” (Ma che bravo! Prima però non avevi questo grande intuito!)

“Sì, beh…Christine non è molto brava a nascondere le sue emozioni. Ma, ti prego, non dirlo a Ron!”

Harry andò a sedersi accanto a Hermione e le sussurrò: “Stai tranquilla. Tu, però, non devi dire niente a Christine di quello che sto per dirti!”

Hermione lo guardò curiosa: “Cosa devi dirmi?”

“Ron…è innamorato di Christine!”

“Davvero?!” esclamò lei gioiosa.

“Sì, tanto innamorato che, dopo la partita, vuole confessarle tutto!”

“Oh…è straordinario!”

“Cos’è straordinario?” chiese Christine raggiungendo i due in sala comune.

“Niente, niente di particolare!” esclamò Hermione.

“Mmm…” mormorò lei guardandoli in modo scettico.

Harry e Hermione erano piuttosto in imbarazzo a causa dello sguardo con cui Christine li stava studiando. Fortunatamente arrivarono Ron e Ginny. (In questa fanfiction si arriva sempre al momento giusto o al momento sbagliato! J )

“Allora…andiamo?” domandò Ron.

Harry e Hermione scattarono in piedi ed esclamarono all’unisono: “Sì!”

Tutti e cinque si diressero nella Sala Grande per la cena e si sedettero accanto ai nuovi compagni di squadra.

“Harry, Ron, potrei farvi una domanda?” chiese a un certo punto della cena Aileen.

Harry e Ron si guardarono e poi annuirono.

“Ancora non ne avete parlato, però…vorrei sapere come pensate sia andato l’allenamento di oggi pomeriggio.”

“Oh, già. Io credo che sia andato oltre le mie previsioni. Siete davvero in gamba!” disse Harry.

“Dici sul serio, Harry?” esclamò Aileen.

“Certo che dice sul serio, carissima Aileen.- intervenne Ron- Non ho mai visto una Cacciatrice in gamba come te!”

Aileen sorrise, arrossendo notevolmente. Christine, invece, fece una smorfia di disgusto.

“Beh, grazie. Adesso…io andrei a dormire!” disse Aileen.

“Di già?”

“Sì, io…sono molto stanca. E’ stata una giornata faticosa.”

“Capisco. Allora…buonanotte!”

“Buonanotte!”

Aileen se ne andò e, non appena scomparve dietro la porta della Sala Grande, Christine esclamò: “Non perdi mai tempo quando si tratta di fare il Don Giovanni, vero, Ron?”

“Guarda che ho detto quelle cose semplicemente perché sono vere: Aileen è una bravissima Cacciatrice!”

“Già, ma non fai tutti questi complimenti a Dean o a Dennis. Eppure…anche loro hanno dimostrato di essere bravissimi Cacciatori!”

“Christine…sei forse gelosa?” esclamò Ron con un sorriso malizioso.

“Io?! Gelosa?! Sei impazzito?!”

“Beh, ma ti stai comportando come se lo fossi!”

“Ti sbagli! Sei completamente fuoristrada!”

“Sarà…”

“Credo che andrò a dormire. Mi hai fatto venire sonno, Ron. Buonanotte a tutti!”

“Buonanotte!” risposero Harry e Hermione, entrambi molto divertiti dal litigio tra Ron e Christine.

Quando anche Christine se ne andò, Ron, che era rimasto a bocca aperta talmente era sorpreso, notò i loro sguardi divertiti e le loro risatine.

“Si può sapere cosa vi diverte così tanto?”

“Eravate molto buffi mentre litigavate!” esclamò Hermione.

“Già, siete proprio fatti per stare insieme!” commentò Harry.

“Lo credete sul serio?”

“Sì, non ti diremo mai cose che non pensiamo veramente, amico!”

“Grazie!”

“Harry?!” lo chiamò una voce alle sue spalle.

Harry si voltò e vide Cho: sembrava infastidita.

“Ciao Cho!”

“Potrei parlarti un attimo?”

“Oh…certo.”

“Bene, andiamo!”

“Arrivo!- esclamò Harry e, prima di andarsene, disse a Ron, Hermione e Ginny- Non mi aspettate. Andate pure in sala comune!”

I tre annuirono; dopodiché Harry seguì Cho che lo condusse in un’aula vuota.

“Allora…di cosa volevi parlarmi?”  chiese Harry.

“Diciamo che è stata più che altro una scusa per allontanarti da Hermione…”

Harry spalancò gli occhi: “Perché?”

“Perché eravate troppo…troppo…in armonia!”

“Che cosa?”

“Sì. Vi scambiavate quegli sguardi divertiti e tutte quelle risatine mi davano fastidio.”

“Ma che c’è di male se ho un bel rapporto con la mia migliore amica?”

“Tutto, se è Hermione!”

“Si può sapere perché ce l’hai così tanto con lei?”

“Perché sento che ti porterà via da me!”

“No…non capisco…” disse Harry, anche se in realtà aveva capito perfettamente cosa voleva dire Cho.

“Dai, lo sai che è innamorata di te!”

Il cuore di Harry prese a battere più velocemente e lui rimase ammutolito, anche perché non sapeva proprio cosa dire.

“Non fare l’ingenuo. Anche tu te ne sei accorto. Il suo atteggiamento nei tuoi confronti è talmente chiaro. E, correggimi se sbaglio, ma credo che…anche tu ti sia innamorato di lei, vero?”

Harry arrossì violentemente e balbettò qualcosa: “I-io…no-non…non…”

“Ti prego, basta mentire. Sono stufa di tutte queste bugie!!”

A quanto pareva, era giunto il momento di dirle la verità. La situazione era diventata pesante non solo per lui, ma anche per Cho. Doveva dirle che era innamorato di Hermione.

“Hai ragione, Cho. Perfettamente ragione!”

Cho si portò una mano sul cuore e si sedette su una sedia.

“Quando ti ho chiesto una pausa di riflessione, avevo dei dubbi sui miei reali sentimenti per te e cominciavo a provare attrazione per Hermione. Così, durante le vacanze, ci ho pensato molto. Ed è successo qualcosa che mi ha chiarito le idee. La sera del mio compleanno Hermione mi ha…baciato.”

“Ti ha…ti ha baciato?”

“Sì e io poi ho fatto lo stesso. Da quel momento mi sono reso conto che ero innamorato di Hermione, mentre per te provavo solo attrazione fisica.”

“Solo attrazione fisica?” (ehi Cho, la finisci di ripetere tutto quello che dice Harry!)

“Senti, Cho, sei una ragazza bellissima, ma io e te non abbiamo molte cose in comune. Con Hermione, invece, è diverso. Quando sto con lei mi sento completo e provo una piacevole sensazione di pace che…non so..è come se non potessi più farne a meno…”

“E non le hai detto tutte queste cose quella sera?”

“No, perché lei è rimasta sorpresa del mio bacio ed è corsa dentro casa sua. Ci siamo rivisti il giorno del matrimonio e le ho chiesto perché mi aveva baciato. Lei ha risposto che quella sera eravamo un po’ troppo euforici e che tra di noi c’era solo una bella amicizia. Non capisco, però, perché me l’abbia detto se è vero che è innamorata di me!”

“Avrà avuto le sue ragioni. Però…perché ti sei rimesso insieme a me?” esclamò Cho, che cominciava ad arrabbiarsi.

“Io non avrei voluto ricorrere a questo tipo di soluzione, però…insomma, volevo sapere cosa provava veramente Hermione e, perciò, dovevo…”

“…farla ingelosire!” terminò Cho.

“Mi dispiace, Cho. Non volevo mentirti!”

“Ma l’hai fatto! Harry, sei spregevole!” urlò Cho.

“Ti ho già detto che mi dispiace!”

“Non voglio più vederti! Mi fai schifo!” esclamò Cho mollandogli un bel ceffone.

Dopodiché, Cho uscì dall’aula sbattendo la porta. Harry si sentiva un verme: aveva fatto arrabbiare Cho, che molto probabilmente non lo avrebbe mai perdonato. Ma doveva anche ammettere che si sentiva un po’ sollevato: si era tolto un peso veramente insopportabile.

Harry tornò in sala comune, dove trovò Ron.

“Oh, ciao, Harry!”

“Ciao!” lo salutò cercando Hermione con gli occhi.

“Ehm…Hermione e Ginny sono andate a letto e ti augurano la buonanotte!”

Harry annuì e, un po’ abbattuto, si sedette accanto a Ron.

“Ehi, Harry…cos’è questo?- chiese Ron toccandogli la guancia colpita da Cho- E’ tutto rosso!”

“E’ opera di Cho!”

“Wow! Ehm…avete litigato?”

“Di più. Ci siamo lasciati!”

Ron spalancò gli occhi: “Che cosa?”

“Sì, ha capito che non sono innamorato di lei, ma di…- abbassò la voce- …Hermione! Così le ho spiegato tutto. Lei chiaramente si è arrabbiata e mi ha dato uno schiaffo!”

“Beh, almeno adesso sei libero e, comunque, sappiamo che al 99% Hermione è innamorata di te!”

“Già. Tu…tu credi che si arrabbierà molto quando verrà a sapere cosa ho fatto?”

“Non credo. Hermione non tiene a lungo il muso. E poi…dipende dalla situazione.”

“Cioè?”

“Se glielo dici quando, per esempio, ha già un sacco di problemi ed è nervosa, allora credo che reagirà come Cho. Se, invece, glielo dici quando è serena, allora andrà molto meglio!”

“Sei davvero incoraggiante, Ron!” commentò Harry sarcastico.

A letto, Harry pensò che poteva sentirsi più a suo agio quando stava con Hermione. Almeno il rimorso nei confronti di Cho non c’era più. Quello, però, nei confronti di Hermione rimaneva.

Chissà come si sarebbe veramente comportata Hermione se avesse scoperto quello che aveva fatto Harry. Lei era molto comprensiva e sicuramente avrebbe capito il motivo per cui lui aveva agito in quel modo.

Harry sentiva che le cose sarebbero migliorate. E, forse, molto presto il suo desiderio si sarebbe avverato.

 

 

Beh…sembra che le cose si stiano aggiustando. Chissà…

Non ho niente da dire se non che il prossimo capitolo si intitolerà “Grifondoro contro Corvonero!” e sarà molto ma molto emozionante!E ora i ringraziamenti!

Mary: beh, dopo aver dormito un anno il cervello di Harry deve recuperare il tempo perduto, non credi? E meno male che sta recuperando nel migliore dei modi!

Emma: avevi detto no cho? Accontentata. Contenta? E poi stai tranquilla, Hermione non accetterà la proposta di nessuno, a parte…beh, dai lo scoprirai…

H+Hr=truelove: mi dispiace per la tua salute mentale, spero che tu guarisca in fretta! Spero che questo capitolo ti abbia aiutata. Dici che la foto potrebbe rivelare qualcosa…mmm, non lo so…cioè in realtà lo so perché la storia è già bella che finita, però non dico niente! Comunque, sì guardavo Beverly hills, è stato uno dei primi telefilm che ho visto. Tra l’altro quando ero alle elementari le mie compagne dicevano che i personaggi sarebbero morti tutti drogati! Invece…non è andata così, per fortuna. Io adoravo David, era troppo forte! La conzone degli 883 è molto bella, però non è proprio la mia preferita, cioè Gli Anni! E’ veramente stupenda! Mi emoziona ogni volta, come quando ascolto Io vagabondo dei Nomadi!

FedeHermy: carissima, se io dico che è importante…vuol dire che è qualcosa di veramente importante, più di una scenata di gelosia! Ho reso l’idea? La cosa di leggere negli occhi, carina sì, fa molto Dawson’s creek!

Marco: ma sai che a harry piace rischiare, e poi se non ci fosse tutta questa suspance…la storia finirebbe subito! Ah…e sono miss, non mrs sadica! Mrs sa troppo di vecchio!

Sonia: beh, spero che questo capitolo non ti abbia fatto esplodere. Non posso perdere una delle mie lettrici più buone con me!

Merewen: altro che Casanova, Ron è più un cascamorto! Ma presto…molto presto si risolverà la situazione anche per lui!

Maripotter: come vedi cho si è accorta dell’inganno. Forse proprio stupida non è! E ron…ha rischiato molto! Però lei non gli lancerà contro una maledizione senza perdono. Ma…ho letto su internet che forse harry nel sesto libro si mette con ginny! Ah…non è possibile, non mi piacciono! Lei non è proprio adatta a lui!

Haras: certo certo 5 capitoli, ma prima di tutto benvenuta in questa fanfiction, che mi da un po’ di speranza per la fine della saga. Ma tu hai letto il sesto libro?

Atena89: allora ti spiego, in questa storia il cervello addormentato è una malattia contagiosa, quindi se due stanno troppo in contatto…zac, si ammalano! E’ chiaro che la malattia da Harry sia passata a Hermione! Ma credo di aver trovato una cura per farli riprendere!

Rosariopotter: un benvenuto anche a te! Sono molto contenta che la storia ti piaccia! Fammi sapere anche cosa ne pensi di questo capitolo!

 

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** Grifondoro contro Corvonero ***


Bene, ecco il capitolo numero 23. Qualcosa comincia a smuoversi! Chissà…forse manca veramente poco…

 

Nient’altro che noi!

 

 

6°ANNO

 

Capitolo 23: “Grifondoro contro Corvonero!”

 

Harry aveva pregato Ron di non dire niente a nessuno di quello che era successo con Cho. Non sapeva bene perché. Forse aveva paura che Hermione gli chiedesse come mai Cho lo avesse lasciato. Una domanda a cui lui non si sentiva ancora pronto per rispondere.

Arrivò ben presto il giorno della gita ad Hogsmeade. Ron aveva fatto pace con Christine e avevano deciso di andarci insieme; Ginny, invece, andava con Draco(Vi siete preoccupati che non c’era più Draco, eh?); Hermione aveva deciso di rimanere al castello perché non aveva nessuno con cui andare. E Harry?

Harry si era raffreddato e, per evitare che il raffreddore degenerasse, in vista della partita, rimase al castello.

La mattina Harry e Hermione salutarono i loro amici e, poi, dato che Harry non si sentiva troppo male, andarono in biblioteca a fare un po’ di compiti.

“Hai detto a Cho che non andavi?” chiese Hermione a un certo punto.

“Oh…sì. E’ ovvio!”

“Immagino che abbia capito il motivo per cui non sei andato a Hogsmeade!”

“Certamente!” esclamò Harry in imbarazzo.

Stranamente quella mattina parlarono pochissimo.

A pranzo mangiarono insieme ai ragazzi del primo e del secondo anno. Tutti gli altri erano andati ad Hogsmeade.

Harry e Hermione, dopo mangiato, andarono in sala comune. Lui si sedette sul divano, lei sulla poltrona a leggere. A Harry cominciarono a bruciare gli occhi e si sentì rabbrividire. Hermione se ne accorse e, preoccupata, abbandonò il libro sulla poltrona e fu subito accanto a lui.

“Harry…non stai bene?”

“Io…sento un po’ freddo…”

Hermione gli prese il viso tra le mani e appoggiò una guancia sulla fronte di Harry.

“Credo che la tua temperatura si stia alzando.”

“Ho la febbre?”

Hermione annuì: “E’ probabile! Senti, che ne dici se andiamo da Madama Chips? Magari ti darà qualcosa.”

Hermione gli sorrise dolcemente e Harry fu pienamente d’accordo con lei. Non sopportava la febbre, il bruciore degli occhi, i brividi e, soprattutto, il raffreddore.

“Bene, arrivo subito!” disse Hermione salendo le scale.

Tornò, infatti, dopo pochi secondi con un plaid, che mise sulle spalle di Harry.

“Così, non prendi freddo!”

Detto questo, i due uscirono dalla sala comune e raggiunsero l’infermeria.

“Madama Chips?” chiamò Hermione.

 Madama Chips arrivò subito e chiese: “Cosa c’è?”

“Harry è raffreddato e credo che gli stia salendo anche la febbre. Non può dargli qualcosa?”

“Ora vediamo. Siediti su questo lettino, Potter!”

Harry obbedì e Madama Chips gli infilò un termometro in bocca. Mentre Harry si misurava la temperatura, Madama Chips andò a cercare qualcosa in un mobiletto che conteneva medicinali babbani. Dopo 10 minuti circa, tornò da Harry e prese il termometro.

“Mm…38 e due…- disse Madama Chips e poi gli mise una mano sulla fronte-…Credo che per stasera la temperatura salirà ancora di qualche linea. Va bene, allora…ti darò un po’ di sciroppo.”

Madama Chips andò a preparare un cucchiaio con un po’ di sciroppo.

“Odio lo sciroppo. Mia zia mi dava sempre quello più amaro quando ero influenzato. A Dudley, invece, dava quello che sapeva di fragola o di banana!” esclamò Harry.

Hermione rise.

Invece, lo sciroppo che gli diede Madama Chips era dolce.

“Così, la febbre dovrebbe calmarsi! Adesso, però, devi stare al caldo, ok”

“Ok!”

“Non si preoccupi: mi occuperò io di lui!” esclamò Hermione.

Harry sorrise: gli piaceva l’idea di essere curato da Hermione. Poteva, in un certo senso, farsi coccolare.

Così, Harry e Hermione tornarono in sala comune e si sedettero sul divano. Hermione coprì bene Harry con la coperta e poi riprese a leggere. Harry la guardava mentre era immersa nella lettura. Rabbrividì. Non riusciva a scaldarsi, aveva le mani congelate e odiava la sua condizione.

Hermione appoggiò una mano sul divano. Harry la notò e si avvicinò di più a lei, dopodiché le prese la mano. Hermione alzò lo sguardo dal libro e lo rivolse a Harry, un po’ sorpresa. Intanto Harry cercava di riscaldarsi le mani stringendo con entrambe quella calda di Hermione.

“Harry, che c’è?” chiese Hermione posando il libro da parte.

“Ho freddo!”

“E’ naturale! La temperatura si sta alzando!” disse Hermione posandogli l’altra mano sulla fronte.

“Hermione…riscaldami…”

Harry si sporse verso di lei, appoggiò la testa sul suo petto e le circondò la vita con le braccia. In un primo momento, Hermione rimase immobile, come se fosse paralizzata, mentre Harry si stringeva al suo corpo caldo. Poi, Hermione si rilassò e gli mise le braccia attorno alle spalle.

Come si stava bene! Il calore di Hermione cominciava ad avvolgerlo e a penetrare nelle sue ossa ( questo per il principio della fisica secondo cui il calore passa da un corpo con temperatura più alta ad uno con temperatura più bassa e non avviene mai il contrario!). Harry sarebbe rimasto in quella posizione per sempre. Era come se niente potesse più disturbarli, era tutto talmente rilassante…che si addormentarono entrambi.

********

Harry aprì gli occhi: Hermione era ancora lì, che dormiva beatamente tra le sue braccia. Harry si sollevò e avvicinò il viso a quello di Hermione per guardarla meglio. Era veramente bella. Quanto desiderava baciarla, ma era ingiusto: lei stava dormendo. Così, si limitò a sfiorarle con le labbra la guancia. Ma, dopo ciò, Hermione cominciò a svegliarsi; così, Harry si allontanò immediatamente.

Dopo aver aperto gli occhi e guardato Harry, Hermione sorrise e disse: “ Ciao!”

“Ciao!”

“Ci siamo addormentati!”

“Già!”

“Come ti senti, Harry?”

“Meglio, almeno ora non sento più freddo.”

Hermione arrossì lievemente: “Sì…ehm…che ore sono?”

L’amica era leggermente imbarazzata: Harry l’aveva capito dal fatto che aveva cambiato subito discorso. Ma, in fondo, non avevano fatto niente di male: Harry voleva solo stare un po’ al calduccio.

“Sono le 19.30. Tra un po’ dovrebbero arrivare Ron, Christine e Ginny!” disse Harry.

“Sì, lo credo anch’io! Harry, è meglio se stasera rimani qui, al caldo. Io farò una cosa veloce, così, poi, ti porto da mangiare!”

“Fai pure con calma, Hermione. Non voglio certo che ti affochi per me!” disse Harry sorridendole.

Dopo pochi minuti, cominciarono ad arrivare gli studenti di Grifondoro, tra cui Ron, Christine e Ginny.

“Ehi, ragazzi. Come va?” esclamò Ron.

“Bene, più o meno…” disse Hermione guardando Harry.

“Ah, già. Come stai, Harry?”

 “Ehm…raffreddato!”

“Sì, beh…questo l’avevo capito!”

“Allora, diciamo che dopo una bella dormita mi sento un po’ meglio.”

“Fantastico!”

“Però, è meglio se rimane qui, stasera. Adesso, andiamo a mangiare e poi gli porto qualcosa di caldo!” disse Hermione.

“Ok.”

“Harry, stai giù e copriti bene, capito?” disse Hermione.

“Sì, andate.”

“Ci vediamo dopo!”

Ron, Hermione, Christine e Ginny uscirono dalla sala comune e Harry rimase sul divano, coperto dal plaid.

Molti ragazzi e ragazze, uscendo dalla sala comune, gli chiedevano che cosa avesse. E, alla fine, Harry rimase completamente solo in sala comune. Notando il libro di Hermione, istintivamente, ripensò a qualche ora prima, quando si era addormentato tra le braccia di lei. Il solo pensiero di aver appoggiato la testa sul suo petto lo fece arrossire violentemente. Non solo: per qualche ora aveva avuto tra le mani il suo corpo. Solo Hermione con gesti semplici riusciva a fargli provare un mix di emozioni complicate. E lui adorava tutto ciò.

A quel punto c’era solo una cosa da fare: doveva dirle cosa provava per lei. Il problema era che non credeva di avere il coraggio necessario.

“Harry?!” lo chiamò Hermione.

“Hermione…ciao!”

“A cosa stavi pensando?” chiese lei che aveva in mano un piatto con qualcosa di fumante.

“Pensando?”

“Eri così soprappensiero!”

“Oh…a niente di particolare!”

“Mm…comunque, ti ho portato un po’ di minestrina!”

“Mi-minestrina?!” 

“Proprio così. E non lamentarti. E’ bella calda e ti farà bene!” esclamò Hermione sedendosi accanto a lui.

Harry, però, notò che mancava il cucchiaio: “E con cosa dovrei mangiarla?”

Hermione guardò il piatto: “Oh, caspita! Il cucchiaio!”

La ragazza prese subito la bacchetta ed esclamò: “Accio cucchiaio!”

E un cucchiaio comparve tra le mani di Harry. Dopodiché Hermione gli porse il piatto, ma a Harry venne in mente una cosa.

“Ehm…Hermione, potresti…imboccarmi tu?”

“Cosa?” esclamò lei stupita.

“Ti prego, io mi sento male…” disse lui con una faccia da bambino supplicante.

Hermione lo guardò e poi sospirò rassegnata: “E va bene!”

Così Hermione prese il cucchiaio dalle mani di Harry e cominciò a imboccarlo.

“Senti un po’, vuoi anche che ti faccia quei giochetti per far mangiare i bambini?!”

“Quali giochetti?” chiese Harry prima di ricevere in bocca un altro cucchiaio di minestrina.

“Quelli come…arriva un carico carico di…minestra!”

Harry inghiottì e poi rise: “Non me li hanno mai fatti!”

“Che cosa?! E’ ignobile! Sei stato l’unico bambino a cui non li hanno fatti!” esclamò Hermione, che cominciò a ridere.

Entrambi risero ancora un po’; dopodiché Harry divenne più serio.

“Hermione, sai…hai un profondo istinto materno!”

Hermione smise di ridere e guardò Harry: “Cosa te lo fa pensare?”

“Beh, ti sei presa cura di me molto amorevolmente, come non aveva mai fatto nessun altro!” disse Harry provocandole un sorriso.

“A parte tua madre. Sono sicura che tua madre, anche se solo per un anno, si è curata di te con tutta la dolcezza e l’amore che hanno solo le mamme!”

“Credo che tu abbia ragione. Comunque…io volevo semplicemente ringraziarti!”

Hermione gli sorrise e riprese a imboccarlo. Nonostante il suo stato di salute, Harry pensò che quella era stata veramente una giornata piacevole.

*******

Harry si rimise in sesto molto presto. Era più che pronto per affrontare la partita.

La mattina della partita Harry si alzò molto presto ed era tranquillissimo. In camera c’erano solo lui e Ron: entrambi si stavano vestendo.

“Ma…dove sono Dean, Seamus e Neville?” chiese Harry.

“Credo che si siano già alzati per l’emozione!” rispose Ron con lo sguardo un po’ assente.

“Ehi, Ron…che hai?”

“Oh, niente…solo un po’ di…paura…”

“Paura? Ma non è la tua prima partita!”

“Infatti non dipende dalla partita, ma…da stasera!”

Harry si rese conto solo in quel momento di ciò che turbava Ron e sgranò gli occhi.

“Ah…stasera con Christine…”

“Sì, ho paura di come reagirà!”

“Non ti preoccupare. Andrà tutto bene!”

“E’ facile da dire!”

Harry sospirò: “Ron, non puoi stare così per la prima partita della stagione!”

Ma, evidentemente, Ron non lo ascoltava: continuava a mormorare qualcosa che Harry non riusciva a capire.

Così, a Harry venne in mente un’idea: corse di fuori e bussò alla porta del dormitorio femminile. Hermione aprì la porta.

“Oh, buongiorno, Harry!”

“Buongiorno! Stavo cercando proprio te!”

“C’è qualche problema?”

“Sì, ho bisogno che tu parli a Ron.”

“Riguardo cosa?”

“Ecco…- Harry abbassò la voce-…ti ricordi che stasera Ron vuole confessare i suoi sentimenti a Christine!”

“Ah, già!”

“Il problema è che è troppo agitato! Il suo stato d’animo potrebbe compromettere la partita di oggi. Devi aiutarmi!”

“Ok, ok. Tenterò!” disse Hermione, prima di entrare nella camera di Harry e Ron.

Harry la seguì. Ron era ancora dove lui lo aveva lasciato e Hermione si sedette accanto a lui.

“Allora, Ron…stasera dirai tutto a Christine…”

Ron la guardò sorpreso: “Ma come fai a sap…”

“Non importa. Stammi a sentire: è naturale che tu sia agitato. Però, io ti posso assicurare al 100% che andrà tutto più che bene!”

“Cosa te lo fa pensare?”

“Primo: io sono la migliore amica di Christine, la sua confidente, comprendi?” esclamò Hermione facendogli l’occhiolino.

“La sua…confidente…” ripetè Ron prima di sorridere, segno evidente che aveva capito l’allusione di Hermione.

“E secondo, mi sono mai sbagliata?” chiese Hermione.

“No, certo…” risposero Harry e Ron.

“Vi ho mai mentito?”

“A dire il vero, sì!” disse Ron guardando Harry.

“Ah, già, certo!”

Hermione infastidita chiese: “E, di grazia, potrei sapere quando, miei cari signori?”

“Quando: terzo anno. Riguardo cosa: la Giratempo!” disse Ron.

“Solo per questo? Insomma, quante volte vi devo dire che Silente e la McGranitt mi avevano ordinato di non farne parola con nessuno?!”

“Ancora una volta, carissima Hermione!” esclamò Ron.

Hermione gli fece una linguaccia e poi disse: “Vedo che ti sei calmato, Ron!”

“Già, grazie!”

“Non c’è di che…amico!” disse Hermione altezzosa, uscendo dalla loro camera.

Non solo Ron, ma anche Harry si era calmato. Più sereni e tranquilli, i due scesero in sala comune dove trovarono le tre ragazze.

“Oh…Christine!” esclamò Ron.

“Buongiorno, Ron. “

“Bu-buongiorno ! –rispose Ron- Senti...oggi, dopo la partita...potrei avere un minuto per parlarti?”

“Parlarmi di cosa?”

“Oh…di una cosa!”

“Va bene. Allora, stasera dopo la partita!”

I cinque ragazzi, così, andarono a fare colazione e, mentre camminavano, Ron sussurrò a Harry: “Poi mi devi spiegare perché Hermione sapeva cosa volevo fare stasera!”

“Forse glielo ha detto un’uccellino.”

“Un’uccellino di nome Harry Potter!”

“Naa…che dici?! Può anche essere che lo abbia capito da sola. Sai che Hermione è molto perspicace!”

“Sì, ma non fino al punto di saper leggere la mente delle persone.”

Harry rise imbarazzato.

All’entrata della Sala Grande Harry incontrò Cho, che si accorse di lui, ma fece finta di niente.

“Ehi, Harry…c’è qualche problema con Cho?” chiese Hermione.

“Ehm…in effetti, noi…noi…abbiamo litigato, sì!” mentì Harry.

“Capisco…”

Harry doveva dire a Hermione che non era più insieme a Cho: prima o poi lo avrebbe capito da sola e gli avrebbe chiesto come mai lui non le avesse detto niente. Ma come avrebbe spiegato la loro rottura? Come avrebbe risposto Harry alla domanda:”Perché è successo” ?

**********

Nello spogliatoio, Harry si accorse che i nuovi componenti della squadra erano piuttosto nervosi. Doveva tranquillizzarli.

“Sentite, ragazzi, io capisco perfettamente il vostro stato d’animo. Ma sappiate che se affronterete questa vostra prima partita con serenità, andrà tutto bene. Non c’è niente di cui preoccuparsi, è solo una partita di Quidditch, è un gioco. A tutti interessa vincere, ma non è questo l’importante. Ciò che è veramente importante è divertirsi e far vedere quanto vale la squadra di Grifondoro, formata da giocatori formidabili. Quindi, in bocca al lupo a tutti quanti!”

I giocatori di Grifondoro si erano tranquillizzati grazie al discorso del loro capitano e affrontarono meglio la partita.

Prima che Madama Bump fischiasse l’inizio della partita Harry e Cho si scambiarono uno sguardo di sfida. In particolare Cho sembrava molto…arrabbiata. (Grrr…)

La partita iniziò e Corvonero passò subito all’attacco. La difesa adottata da Grifondoro era una difesa a uomo, cioè ogni giocatore doveva sorvegliare un avversario. E, infatti Dean, Dennis e Aileen non lasciarono che i tre Cacciatori di Corvonero arrivassero agli anelli di Grifondoro. Aileen riuscì a intercettare la Pluffa durante un passaggio di Corvonero e partì al contrattacco. Velocissimi, i Cacciatori di Grifondoro raggiunsero in un batter d’occhio la porta avversaria. Aileen, però, volò verso l’alto: i Cacciatori di Corvonero, spaesati, la seguirono, lasciando smarcati Dean e Dennis. A quel punto, Aileen si fermò e, con un retro-passaggio, lanciò la Pluffa a Dennis, che, con potenza, tirò in porta e segnò.

Tutti Grifondoro esultarono, compreso Harry. Questo fece arrabbiare ancora di più Cho, che fece una cosa strana: finse di vedere il Boccino d’Oro, accanto alla testa di Harry; così, si diresse rapidamente verso lui, che stava ancora esultando per i 10 punti appena ottenuti, e…gli diede un pugno sull’occhio destro!

Ci fu un “Ooohhh” di stupore che giunse dagli spalti. Harry si portò una mano sull’occhio colpito e con l’altro vide l’espressione soddisfatta di Cho. Era arrabbiata con lui a tal punto?

Madama Bump fischiò un fallo a favore di Grifondoro. Venne effettuato da Aileen, che, con facilità, segnò altri 10 punti per la sua squadra. E Harry ricambiò lo sguardo soddisfatto a Cho.

La partita riprese e ci furono altri 10 punti per Grifondoro e 10 per Corvonero. Finalmente, a un certo punto, Harry e Cho avvistarono il Boccino d’Oro. Entrambi si lanciarono all’inseguimento. Harry la stava battendo in velocità. Il Boccino era a pochi centimetri da terra. Cho scattò in avanti e tagliò la strada a Harry, convinta che lui si sarebbe fermato. Ma Harry la superò dall’alto e lei perse l’equilibrio, cadendo per terra. Harry, però, era vicinissimo al Boccino e, dopo pochi attimi, lo stringeva nella mano destra. Harry si voltò verso Cho: non si era fatta male, dato che era caduta da pochi centimetri.

Madama Bump fischiò la fine della partita e tutti i Grifondoro esultarono per la vittoria, la prima della stagione.

**********

“AHI!” esclamò Harry, mentre Madama Chips gli metteva una borsa con il ghiaccio sull’occhio.

“Su, su, poche storie, Potter! Hai sopportato di peggio, o sbaglio?”

“Madama Chips ha ragione, Harry!” commentò Hermione.

“Beh, comunque…stai ancora così per una decina di minuti. Poi, te ne puoi andare, Potter!” disse Madama Chips.

“Ok!”

Madama Chips se ne andò, lasciando Harry con Hermione e Ron.

“Certo che Cho deve essere veramente arrabbiata con te, Harry!” esclamò Hermione.

“Già, e ha anche una gran potenza nelle braccia se ti ha conciato così!” disse Ron.

“Lei non mi ha conciato in nessun modo!”

“Harry…hai un occhio nero!” gli fece notare Hermione.

“Sentite, non mi va di parlare di cosa mi ha fatto Cho né del perché lei lo abbia fatto!”

“Hai ragione. Abbiamo vinto ed è questo che conta!”

“Sì! A proposito, com’è andata la partita di Draco?”

“Non lo sappiamo. Christine e Ginny la stavano seguendo. Ci avrebbero raggiunti non appena la partita fosse finita!” disse Ron.

“La partita è finita!” esclamò una voce che si rivelò essere quella di Christine.

Insieme a lei, c’era Ginny.

“E’ finita? E chi ha vinto?” chiese Ron.

“Serpeverde, naturalmente!” rispose Ginny.

“Sì, però…Tassorosso ha dato del filo da torcere a Serpeverde. Soprattutto quel nuovo Portiere, Mark Stevenson, è davvero bravo. Serpeverde ha vinto solo grazie a Draco. I Cacciatori non hanno segnato neanche un punto!” esclamò Christine.

“Mark Stevenson? E chi è?” chiese Ron.

“E’ uno del sesto anno, come noi!” rispose Hermione.

“Ah…sembra uno veramente in gamba…” disse Ron.

“Già! – esclamò Christine- Harry, tutto ok con l’occhio?”

“Più o meno!”

“Bene, allora se non vi dispiace, io andrei in sala comune. Ho delle cose da fare!”

“Che cosa?” chiese Ron.

“I compiti! E…a proposito, Hermione mi aiuteresti con il saggio di Storia della Magia?”

“Certo!”

“Bene, ci vediamo dopo!”

Così, le due ragazze, insieme a Ginny, uscirono dall’infermeria.

“Mannaggia! Dovevo chiederle subito di andare a fare una passeggiata, così le parlavo di cosa provo per lei!” esclamò Ron.

“Credo di sì. Chissà quando si staccherà dallo studio!”

“Già! E’ tale e quale a Hermione, sotto questo punto di vista!”

Harry si sdraiò sul letto.

“Ehi, Harry. Qualcosa non va?” chiese Ron.

“Oh, no…solo un po’ di mal di testa!”

“Allora, ti lascio riposare! Io, intanto, vado a fare i complimenti al resto della nostra squadra!”

“Bravo, falli anche da parte mia!”

“Ok, ciao!”

“Ciao!”

Quando Harry rimase da solo, pensò a Cho: doveva veramente odiarlo per arrivare a tanto! Eppure lui le aveva chiesto scusa molte volte. Ciò che desiderava maggiormente era rimanere suo amico. Aveva fatto una cosa orribile, ma si era pentito sul serio.

Chissà se Hermione sarebbe stata più comprensiva…

E, con questo dubbio che gli occupava la mente, Harry si addormentò.

**********

Harry venne svegliato da Madama Chips.

“Potter, Potter! Svegliati!”

Non fu certo un dolce risveglio per lui.

“Mm…che ore sono?” chiese Harry sbadigliando.

“Le 18.30!”

“Ho fatto una bella dormita!”

“Infatti! Come va l’occhio?”

Harry si toccò l’occhio destro e non sentì alcun dolore.

“Bene, molto bene!”

“Perfetto! Adesso, se vuoi, puoi andare!”

“Certo! Grazie di tutto, Madama Chips!”

Così dicendo, Harry uscì dall’infermeria e andò in sala comune, dove trovò solo Ginny.

“Ciao, Harry!”

“Ciao, ma…dove sono gli altri?”

“Vediamo…Ron e Christine stanno passeggiando insieme e Hermione li sta spiando!”

“Cosa?! E’ andata senza di me?!” esclamò Harry, correndo poi in camera sua a prendere il mantello dell’invisibilità.

“Ma, Harry…”

“Ginny, non dire niente di tutto questo a Ron e Christine, ok?”

“Ok!” rispose lei.

“Grazie infinite!”

Detto questo, Harry corse fuori dal castello, nel giardino vicino al laghetto. Il sole era già tramontato da un po’.

Per prima cosa indossò il mantello e poi si avvicinò al lago. Harry notò Hermione dietro un albero che stava guardando molto probabilmente Ron e Christine e, senza far rumore, giunse dietro di lei, alzò un lembo del mantello e lo gettò sopra di lei.

“Ah-a…Hermione, è pericoloso venire ad assistere a una scena del genere senza precauzioni!” disse Harry.

Hermione si voltò verso di lui, le mani sul cuore per lo spavento.

“Harry, mi hai spaventata!”

“Scusa, non volevo!”

“Già, fai silenzio! Sono qui dietro!” disse Hermione.

“Da quanto sei qui?” chiese Harry a bassa voce.

“Pochi minuti. Ron non le ha ancora detto niente. Hanno parlato della partita!”

“Beh…sentiamo che dicono, allora!”

Hermione annuì e poi si voltò nuovamente: appoggiò le mani sul tronco dell’albero e sporse la testa a sinistra. Harry, invece, appoggiò la mano destra sul tronco dell’albero e la mano sinistra sul fianco sinistro di Hermione e notò che lei si era irrigidita, molto probabilmente, per l’imbarazzo.

Finalmente Ron si decise a parlare: “Christine, senti, devo dirti una cosa!”

“Siamo qui per questo, no?”

“S-sì, certo!”

“Allora?”

“Allora…senti…ormai ci conosciamo da più di un anno, giusto?”

“Giusto!”

“Ecco…e in questo anno abbiamo avuto la possibilità di conoscerci meglio l’un l’altra.”

“Sì…”

“E abbiamo scoperto che abbiamo molte cose in comune, però…”

“Ron, dove vuoi arrivare?”

“Io…io voglio dire che…se già l’anno scorso mi piacevi solo per l’aspetto fisico, adesso che ti ho conosciuta meglio mi piaci ancora di più!” esclamò Ron tutto d’un fiato.

“Davvero?” chiese lei sorridendo.

“Sì. Sai, in questi anni, vedendo Harry che si era innamorato di Cho e Hermione che, prima di David, si era infatuata di Viktor Krum…”

“Non mi ero inf…!” esclamò Hermione a bassa voce.

“Ssshhh!” fece Harry.

“…pensavo che l’amore per me non arrivasse mai. Poi ho conosciuto te!”

Christine rise: “Da quando sei così…”

“Così come?”

“Dolce!”

“Io sono sempre stato così. Solo che, prima d’ora, non ho mai avuto la possibilità di mostrare questo lato del mio carattere!”

Christine rise ancora.

“Adesso, non dovresti dirmi qualcosa?” chiese Ron.

Christine si avvicinò a lui e gli accarezzò il viso. Dopodiché gli diede un bacio sfiorato sulle labbra.

Ron rimase di pietra, mentre Christine si allontanò da lui.

“Ti basta come risposta?” chiese lei.

“Credo…credo di sì!” esclamò Ron prima di ricevere un altro bacio, un po’ meno sfiorato.

Hermione emise un leggero “Oh” e si voltò immediatamente, appoggiandosi con la schiena all’albero. Ma il suo orologio si impigliò nel maglione di Harry, attirandolo a sé. Fortunatamente, o sfortunatamente, lui si fermò a qualche centimetro di distanza da lei, che divenne subito tutta rossa in viso. (Ohohohoh…ihihihi…che caso… :-) !!)

“Scu…scusa. Non volevo! Mi dispiace, Harry!” disse Hermione.

“Non è successo niente. Non preoccuparti!”

Hermione tentò di slegarsi da Harry, ma la mano le tremava troppo. Così la aiutò Harry e, alla fine, l’orologio si staccò dal maglione di Harry.

“Cosa…cosa stanno facendo?” chiese Hermione.

“Secondo te?”

“Ehm…quello di prima?”

“Sì, e sono molto carini insieme!”

“Già, beati loro!”

Harry la guardò in viso: prima gli occhi, così dolci; poi il naso, le guance ancora un po’ rosse e, infine, le labbra. Provò un immenso desiderio di baciarla. Ma non lì e non quella sera: era la sera di Ron e Christine, erano loro i protagonisti, non Harry e Hermione.

“Hermione, ti ricordi la sera del mio compleanno…quando ci siamo baciati…”

”S-sì!”

“Quel bacio…aveva un buon sapore. Usi qualcosa per le labbra?” chiese Harry mettendole un dito sulle labbra.

“Ehm…burrocacao alla vaniglia…” disse lei tremando.

“Vaniglia, eh? Mi piace la vaniglia…moltissimo!”

Harry sentì sul suo viso il respiro di Hermione che diventava sempre più rapido: quanto desiderava risentire quel sapore di vaniglia sulle sue labbra…al più presto.

“Harry…senti, mi dici che succede con Cho?” chiese Hermione chiaramente in imbarazzo.

“Con…Cho?”

“Credo che il vostro sia più di un litigio!”

“Brava, hai indovinato. Io e Cho ci siamo lasciati!”

“Davvero?” esclamò Hermione, trattenendo a fatica un sorriso.

Tutto ciò divertì Harry: “Sì, davvero!”

“Come mai non sei dispiaciuto?”

“Perché, in realtà, ho capito di essere innamorato di un’altra ragazza!”

“Ah…e la conosco?”

“Credo di sì. Vedi, tu e lei siete…”

“La stessa persona, dai dillo, Harry!” si ordinava lui stesso. Ma non poteva, non era ancora il momento giusto.

“…siete simili!”

Hermione annuì, il sorriso scomparso dal suo viso.

“E Cho non l’ha presa bene…” disse Hermione.

“Già!”

Rimasero in silenzio per un po’; un leggero imbarazzo aleggiava intorno a loro per la loro vicinanza, per quello che si erano detti, per tante altre cose…

“Cosa stanno facendo i due piccioncini?” chiese a un certo punto Hermione.

Harry si sporse per guardare Ron e Christine e…non vide nessuno.

“Se…se ne sono andati!”

“Non li ho sentiti!”

“Perché stavamo parlando.”

“Già. Beh, allora…andiamo anche noi. E’ inutile che restiamo ancora qui!”

“Ok!”

Quella sera Harry si sentì ancora più attratto da Hermione. Voleva baciarla, toccarla, voleva che fosse solo sua. Ma quando avrebbe potuto essere così, quando lui e Hermione avrebbero potuto stare insieme?

Si stava avvicinando il Natale e chissà che l’aria magica del Natale non avrebbe aiutato lui e Hermione a essere sinceri l’uno con l’altra.

 

 

 

 

 

 

Allora? Vi è piaciuto? Sì? Beh fatemelo sapere! Il prossimo è “Cambiamenti all’orizzonte!”, dove conosceremo un nuovo personaggio già nominato in questo capitolo!

E ora…ringraziamenti….

Mary: stai tranqui, la suspance sta per terminare! Contenta per Ronnino? Uno in meno da accoppiare!

Sonia: sì, sto scrivendo il seguito di questa, che si intitolerà “Gli Anni!” e una, che si chiama “Peccati d’amore”, dove Harry e Ron dovranno contendersi la nostra povera Hermione! Però non le ho ancora pubblicate! Prima devo essere sicura di riuscire a finirle, perché non mi va di lasciare storie in sospeso per chissà quanto tempo!

Marco: addirittura paragonare la mia storia a beautiful!!!!!! Vabbè che io non seguo queste soap opera, però da quanto sento in giro, sono delle storie veramente assurde! Comunque spero che questo ti sia piaciuto!! E ora credo che farò l’offesa…no, dai…non fa niente!

Atena89: beh, ma…ok che Cho ci sta molto sulle scatole, però una piccola vendetta gliela possiamo concedere no? E…meno male che tu riesci sempre a ricordarti tutto di questa storia. Ebbene sì, gli amici di Cho compariranno un’ultima volta nel prossimo capitolo! Hai visto che tenero Ron??

Emma: come vedi nessun problema per Ron. Ora tocca solo a quei due tontoloni! Ma ci sono anche Draco e Ginny da sistemare! Chissà come finirà!

Maripotter: Beh, un monumento in mio onore lo gradirei molto volentieri, però aspetta almeno che vinca il nobel per la medicina (seh, ahahahahah, che ridere!), così potrò citarti nel mio discorso di ringraziamento! Sul sesto libro voglio solo chiederti una cosa: è vero che Ron si dichiara a Hermione? Spero di sì, così sia Herm che Harry hanno ancora tutto un libro per lasciarsi con i rispettivi partner, non trovi? …boh, staremo a vedere!

FedeHermy: è stato difficile leggere il sesto in inglese? Io avevo fatto questa impresa per il quinto: è stato traumatico, ci ho messo un paio di mesi. Ora ho deciso di aspettarlo in italiano. Però…nel frattempo io e una mia amica lo abbiamo toccato e sfogliato…ebbene sì, siamo due pazze! Peccato che lei sia una di quelle che sostengono ron e Hermione!

Haras: anche a te chiedo com’è stato leggerlo in inglese. Tu avevi letto il quinto?

Rosariopotter: bene, ora che cho si è tolta dai piedi, tutto andrà per il meglio…si spera…sì, perché come avrai capito a me piace far stare sulle spine le persone, ihihihih! Che mi dici di questo capitolo?

Marikotter: beh…sei stata mooooltoooo esplicita! Comunque…ti giuro che non manca molto!

 

 

Bene, alla prossima!

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** Cambiamenti all'orizzonte ***


Nuovo capitolo, nuova sensazione, ovvero sono depressa! Da quanto ho saputo sul sesto libro (che in italia uscirà il 6 gennaio!!)…beh, rimarremo molto delusi. Anche se ora che ci penso, potrebbe esserci un’ultima via di salvezza…ma nel caso in cui questa idea si rivelasse falsa, beh…dovremmo creare una specie di sito sos per tutti quelli che come noi rimarranno delusi! Per il momento rifugiamoci nella nostra fantasia sconfinata! (ç_ç  Kia piange molto triste!)

 

Nient’altro che noi!

 

6°ANNO

 

Capitolo 24: “Cambiamenti all’orizzonte!”

 

Harry, Hermione, Draco e Ginny cominciarono ben presto a essere infastiditi dalla situazione: Ron e Christine stavano diventando sempre più dipendenti l’uno dall’altra. Si separavano solo per andare a dormire e per quell’ora in cui Ron aveva Divinazione e Christine Aritmanzia. Per il resto, i due non facevano altro che stare insieme e coccolarsi, facendo sentire in imbarazzo i loro amici.

Ma, comunque, Harry accettava quella situazione, anche perché li capiva: i primi tempi di una relazione sono quelli più belli perché tutto è meravigliosamente nuovo.

Fortunatamente, i due neo-piccioncini non si comportavano così durante le lezioni.

Un giorno si trovavano tutti a lezione di Erbologia. La prof.Sprite li aveva divisi a gruppi di tre per analizzare gli ingredienti della pozione Rigenerante, ovvero timo, rosmarino, menta, rosa canina e ortica. Draco aveva avuto la “sfortuna” di essere in gruppo con Ron e Christine. Harry e Hermione, invece, erano insieme a Mark Stevenson, il Portiere di Tassorosso.

“Allora…- cominciò Harry per rompere il ghiaccio- …ho saputo che sei stato il migliore in campo nella partita contro Serpeverde…”

“Grazie, ma…purtroppo non è servito a niente.”  (è vero, anche l’inter molte volte è stata nettamente superiore ad altre squadre e non faccio nomi…ju…ntu…ahem, eppure ha fatto sempre una brutta fine!!! Chi di voi può negarlo?! Ricordate per esempio il famoso, triste e nefasto 5 maggio 2002!)

“Beh, vi rifarete nella prossima partita!” esclamò Hermione. (sì, speriamo! Come si dice…non mollare mai, non mollare mai…)

“Speriamo!”

“Comunque, mi sarebbe piaciuto assistere alla partita!” disse Harry.

“Avevi ben altro di cui occuparti!” fece notare Mark indicando l’occhio destro di Harry.

“Eh, eh, già! Fortunatamente adesso sta passando.”

“Cho doveva essere veramente arrabbiata con te per averla lasciata!” commentò Mark.

Harry rise nuovamente imbarazzato: “Girano in fretta le voci, eh?”

Hermione, intuendo lo stato d’animo dell’amico, cercò di cambiare discorso.

“Ehm…senti, Mark, ho notato che il tuo accento è un po’ strano.”

“Sì, io sono irlandese, figlio di un mago irlandese e di una strega inglese. Sono cresciuto a Kilkenny (cittadina irlandese), poi i miei hanno deciso di mandarmi a scuola qui, a Hogwarts. Così ci siamo trasferiti a Londra!”

“E’ incredibile quanti studenti irlandesi si trasferiscano qui!” disse Hermione.

 “Beh, Hogwarts è la scuola di Magia e di Stregoneria più prestigiosa del mondo!” esclamò Mark.

“E’ vero!”

I tre continuarono, poi, a esaminare gli ingredienti della pozione.

A un certo punto, Mark chiese a Hermione: “Senti, Hermione, posso farti una domanda?”

“Certo!”

Mark sembrava intimorito, come se avesse paura di fare una domanda a Hermione.

“Ehm…non vorrei sembrarti invadente, però…per caso, hai parenti in Irlanda?”

“Parenti in Irlanda?! No, non mi risulta. Perché?”

“Sai, quando abitavo a Kilkenny, giocavo con una bambina: era la figlia della nostra vicina di casa e si chiamava Helen Granger.”

“He…Helen Granger?”

“Sì, viveva solo con la madre. Non ho mai visto il padre perché era sempre in viaggio per lavoro.”

“Non conosco nessuna Helen Granger, ergo lei non è mia parente. Ci sono tante famiglie Granger in Inghilterra e in Irlanda. E’ un cognome molto diffuso!” disse Hermione.

“Io ti ho fatto quella domanda anche perché…Helen ti somiglia in modo straordinario!”

A Harry comparve subito davanti agli occhi l’immagine della ragazza che lui e Hermione avevano visto alla stazione alla fine dell’anno precedente. E, subito dopo, rivide anche la foto a casa di Hermione, quella che ritraeva la famiglia Granger assieme alla loro vicina di casa. Ma non disse niente: sembrava che Hermione non gradisse particolarmente quel discorso.

“Senti, Mark, è solo un caso. Mio padre non ha fratelli e non ne aveva neanche mio nonno. Non abbiamo parenti in Irlanda, ok?”

“Certo, certo, scusa!”

Per tutta l’ora Hermione non parlò più: sembrava riflettere su quel discorso. Quando finì la lezione, tutti gli studenti uscirono dalla serra e si avviarono verso l’aula della lezione successiva. Harry e Ron avevano Divinazione, Hermione e Christine Aritmanzia, mentre Draco aveva Babbanologia. Mentre camminavano Hermione sembrava ancora intenta a riflettere su ciò che aveva detto Mark.

“Hermione, sei sicura di non conoscere quella Helen Granger?” le chiese Harry.

“Oh…certo, certo. Mai sentita nominare!”

Quando stavano per separarsi, Hermione afferrò Harry per un braccio.

“Harry, se questa Helen fosse in qualche modo imparentata con me, i miei me lo avrebbero detto, giusto?”

Hermione sembrava molto coinvolta in quella storia e anche un po’ preoccupata: evidentemente aveva paura che qualcos’altro disturbasse il delicato equilibrio che era appena stato ripristinato all’interno della sua famiglia.

“Giusto. Hai ragione!”

Harry non credeva a quello che lui aveva detto, ma non voleva sconvolgere Hermione.

Chissà se quella ragazza c’entrava qualcosa con Hermione…

********

Quando la lezione di Divinazione finì, Ron andò in sala comune. Si era offerto di andare a posare i libri, dato che era ora di pranzo. Ma Harry aveva intuito che l’amico si sarebbe incontrato con Christine prima di andare a pranzo.

Harry, invece, si diresse verso la Sala Grande. Sulla strada si imbatté in vecchie conoscenze, che stavano aspettando proprio lui.

“Guarda chi si vede!”

“Jordan, Stephan! Che ci fate qui?” domandò Harry. (che domande! Vanno a scuola no?)

“Non essere scontroso, Harry. Non sei felice di rivederci?” chiese Jordan sarcastico.

“Oh, ma certo. E’ la cosa migliore che potesse capitarmi oggi. Non speravo altro!” rispose Harry a tono.

Jordan e Stephan risero.

“Cosa volete?”

“Beh, abbiamo pensato che un solo occhio nero stia male. Che ne dici se facciamo un bell’abbinamento?” esclamò Stephan.

“Volete fare a pugni? Mi spiace. Non ne ho voglia!”

“Oh, poverino. Non ne ha voglia!”

“Chi se ne frega! Tu hai lasciato Cho per quella mezzosangue!” esclamò Jordan.

“Non chiamarla così!”

“Già, non chiamarla così! Ricordati che lui adesso è innamorato di quella sporca mezzosangue!” disse Stephan.

Era troppo! Harry prese per il colletto Stephan e lo sbatté contro il muro.

“Ti ho già detto che non devi chiamarla così!”

“Bene, abbiamo capito cosa ti fa scaldare, Harry!” esclamò Stephan, spingendo Harry lontano da sé.

“Andatevene subito!”

“Allora non hai capito. Hai umiliato Cho, ci hai sconfitti a Quidditch, la devi pagare!” gli disse Jordan.

“Non è colpa mia se non sapete perdere!”

“La pensi così? Sbagli, caro Harry. Noi dobbiamo vendicare Cho per tutto quello che le hai fatto!” continuò Stephan.

“Le ho già chiesto scusa per come mi sono comportato. Ma non posso fare altrettanto per aver vinto lealmente a Quidditch!”

“Se non ce la prendiamo con te, ce la prenderemo con qualcun altro…” disse Stephan.

“Hai capito con chi, Harry?” chiese Jordan.

Con chi volevano prendersela? Con Hermione?

“Non vorrete prendervela con Hermione, con una ragazza?!”

“Qualcosa di diverso ogni tanto non fa male!” disse Stephan.

“E poi sarà divertente!”

La rabbia in Harry crebbe ancora di più e lui prese la bacchetta, la puntò contro i due e…

“Harry!” esclamò Hermione giungendo accanto a lui.

“Hermione!”

“Che stai facendo?”

“Io…io…”

“Non puoi duellare a scuola! Se passasse qualche professore, saresti nei guai!”

“La tua amichetta ha ragione, Harry!” esclamò Jordan.

Harry lo fulminò con lo sguardo.

Hermione si voltò verso i due Corvonero e disse: “Immagino che siate stati voi a provocarlo!”

“Oh, hai ragione un’altra volta! Non vuoi sapere perché?” chiese Stephan.

“Non mi interessa! Comunque, lasciatelo stare!”

“Non osare mai più dirci cosa fare, sciocca mezzosangue!” esclamò Jordan.

“Adesso, basta!” disse Harry e provò a dare un pugno a Jordan.

Ma il ragazzo di Corvonero gli afferrò appena in tempo entrambi i polsi e, subito dopo, Stephan gli diede un pugno micidiale sull’occhio sinistro. Jordan lo spinse indietro e Harry cadde per terra.

“Harry!” esclamò Hermione spaventata, inginocchiandosi accanto a lui.

“Bene, almeno adesso hai un bel paio di occhi neri!” esclamò Jordan.

“Ciao ciao, panda!”

Così, Jordan e Stephan se ne andarono ridendo.

“Harry…” ripeté Hermione.

“E’ già il secondo che mi danno! Li odio, sono persone orribili!”

“Dai, Harry. Calmati! Piuttosto…cosa volevano?”

“Volevano vendicare Cho!”

“Perché l’hai lasciata?”

”E perché abbiamo vinto a Quidditch!”

“Non è possibile. Solo per questo?”

“Già!”

“Ti fa male?” chiese Hermione sfiorandogli l’occhio sinistro con un dito.

Harry fece una smorfia di dolore.

“Scusa!”

“Oh…non fa niente!”

Hermione prese la bacchetta ed esclamò: “Accio ghiaccio!”

Una borsa di ghiaccio comparve tra le mani di Hermione, che la pose sull’occhio di Harry.

Rimasero per un po’ così, poi Hermione disse: “Grazie!”

“Per cosa?”

“Beh, sei intervenuto quando Jordan mi ha chiamata in quel modo!”

“Lo sai che non mi piace quel termine e, soprattutto, chiunque ti chiami così!” esclamò Harry.

Hermione sorrise, gli accarezzò la guancia e poi gli diede un bacio sulla fronte. Decisamente, Harry si sentì molto meglio. Subito dopo arrivarono Ron, Christine, Ginny e Draco.

“Cos’è successo?” chiese Ron, raggiungendo subito Harry.

“Niente, niente!” disse Harry.

“Certo e il tuo occhio nero non è niente!” esclamò Ron.

“Gli amici di Cho lo hanno conciato così per vendicarla!” spiegò Hermione.

“Solo perché l’hai lasciata?!” domandò Christine.

“E perché li abbiamo sconfitti a Quidditch!- rispose Harry- Comunque…andiamo a mangiare! Ho fame!”

Harry si alzò aiutato da Hermione e Ron. Dopodiché giunsero nella Sala Grande e cominciarono a pranzare. Harry si accorse che Jessica e Deborah lo guardarono e scoppiarono a ridere.

“Ah…devo sembrare veramente orribile!” esclamò Harry.

“Io non vedo alcuna differenza!” disse Ron.

“Ah ah, molto divertente!” commentò Harry.

“Suvvia, Harry. Non sei poi così…insomma…non sei…orribile!” disse Hermione.

“Già, e quell’esitazione non era dovuta al mio aspetto!” esclamò Harry.

“Dai, Harry. Vedrai…tra qualche giorno tornerai come nuovo e le ragazze cominceranno a correrti dietro, ora che sei di nuovo libero!” disse Ron.

“Ron!” esclamarono in contemporanea Harry e Hermione.

“Ok, ok, scusa!”

In quel momento passò accanto a loro Hagrid.

“Ehilà, ragazzi! Come state?”

“Ciao!” lo salutarono.

“Harry, cosa ti è successo?”

“Oh…un piccolo disguido con alcuni ragazzi!”

“Tutto ok?”

“Sì, non ti preoccupare!”

“Bene, ci vediamo ragazzi!”

“Ciao, Hagrid!”

Hagrid andò a sedersi al tavolo dei professori, mentre Harry e i suoi amici continuarono a mangiare.

“Secondo voi…-disse a un certo punto Hermione-…cosa faremo da grandi?”

“Come mai ti è venuta in mente questa cosa?” chiese Ron.

“Beh, siamo al sesto anno. E’ ora che cominciamo a pensare a cosa fare dopo la scuola!”

“Mmm…io so già cosa fare!” disse Harry.

“Stai pensando alla scuola per diventare Auror?” chiese Hermione.

“Sì, hai indovinato!”

“Ci stavo pensando anch’io!” esclamò Hermione.

“Io ti vedrei meglio come insegnante qui a Hogwarts!” disse Ron.

“Sei matto?! Fare l’insegnante è troppo noioso! Io voglio una vita movimentata, non sedentaria!!”

“E’ giusto!” disse Harry, estremamente felice all’idea che Hermione avesse i suoi stessi progetti.

“Comunque…anch’io avevo avuto la stessa identica idea!” esclamò Ron.

“Davvero?”

“Sì!”

“Ma com’è possibile?” si chiese Harry.

“Beh, a furia di stare insieme, evidentemente avete acquisito lo stesso modo di pensare, gli stessi interessi e le stesse passioni!” disse Christine.

I tre si guardarono e poi Hermione disse: “E’ possibile!”

“E tu, Christine?

“Io ancora non lo so. Ma spero tanto che nel mio futuro ci sia anche tu!” esclamò Christine guardando dolcemente Ron.

“Oh…Christine…” disse Ron e, poi, fece per baciarla.

“Ah, non qui!” esclamò Hermione.

“Soprattutto non davanti a noi!” disse Harry.

“E a tua sorella!” intervenne Ginny quasi disgustata.

“Ok, ok, abbiamo capito!”

Dopo aver mangiato, Harry e gli altri si diressero verso il sotterraneo di Piton. Harry e Hermione camminavano un po’ più indietro rispetto agli altri.

“Ti da fastidio il comportamento di Ron e Christine?” chiese Harry a Hermione.

“No, non mi da fastidio, però…diciamo che mi sento a disagio durante le loro effusioni, nonostante li invidi molto! Capito?”

“Sì, ho capito!”

“Sei d’accordo con me?”

“Da una parte sì, perché è una situazione particolarmente imbarazzante. Ma, d’altra parte, è anche giusto che si sentano liberi di comportarsi come vogliono…sempre nei limiti. Sono innamorati e stanno insieme da poco: non possiamo vietare loro di scambiarsi qualche gesto d’affetto ogni tanto!”

“Anche questo è vero!”

Nella discussione si intromise Draco: “Ma è comunque imbarazzante!”

“Draco, cosa penseresti se tu fossi al posto di Ron e Ginny al posto di Christine?”

Draco, preso in contropiede, arrossì, mentre Hermione rise.

“Credo che Draco abbia cambiato idea!” esclamò lei.

“Sì, lo penso anch’io!”

I cinque arrivarono nel freddo sotterraneo del professor Piton, che quel giorno fece preparare loro la pozione Rigenerante, quella di cui la prof. Sprite aveva illustrato gli ingredienti la mattina.

Questa volta Draco si unì a Harry e Hermione. La loro pozione riuscì perfettamente. Neanche Piton trovò qualcosa da criticare nel loro lavoro. Harry, Hermione e Draco ne furono molto soddisfatti.

*******

La sera, dopo aver cenato, Hermione andò alla riunione dei Prefetti. Harry, invece, era in sala comune con Ron, Christine e Ginny.

A un tratto, entrò Aileen.

“Ciao, Aileen!”

“Ciao!”

“Come va?” chiese Christine.

Aileen aveva preso bene il fatto che Ron si fosse messo insieme a Christine. Evidentemente non si era costruita inutili castelli in aria. E, probabilmente, lei era interessata a qualche altro ragazzo.

“Bene. Io…io porto un messaggio per Harry!”

“Da parte di chi?” chiese Harry.

“Non posso dirtelo. Comunque…questa persona ti aspetta davanti la biblioteca.”

“Adesso?”

“Adesso!”

Così, Harry uscì dalla sala comune e arrivò davanti alla biblioteca. Era molto curioso di sapere chi voleva incontrarlo a quell’ora e, quando lo scoprì, ne fu molto sorpreso.

Appoggiata al muro, c’era Cho.

“Cho?”

“Ciao, Harry!”

Sembrava che il rancore nei suoi confronti era passato.

“Come mai volevi vedermi?”

“Ho saputo che Jordan e Stephan ti hanno fatto un occhio nero!”

“Quello che era rimasto buono, naturalmente. E tutto ciò per vendicarti. Ma, insomma…io ti ho chiesto molte volte scusa per come mi sono comportato. Ho capito di aver sbagliato: cos’altro devo fare? Mi dispiace di averti fatto soffrire!”

“Lo so!”

“Lo sai?”

“Sì. Non ho detto io a Jordan e Stephan di fare a pugni con te. E’ stata una loro idea. Volevo vedere come stavi!”

“Potrei stare meglio!”

“Mi spiace.”

“Sì, grazie. Comunque…tu come stai?”

“Bene. I primi giorni, dopo che ci siamo lasciati, ti odiavo perché mi avevi mentito. Ma, adesso…mi sono resa conto che non eravamo fatti per stare insieme. Però, ancora…mi ci vuole un po’ di tempo per perdonarti!”

“Oh…certo!”

“Ehm…invece, tra te e Hermione…come va?”

“Bene, ci stiamo avvicinando sempre di più!”

“Spero che possiate essere felici insieme!”

“Lo spero anch’io!”

“Allora…io vado. Buonanotte!”

“Buonanotte!”

“Ah…mi dispiace per quello!” esclamò lei indicando l’occhio sinistro di Harry, la sua opera.

“Oh…non fa niente. Capisco…”

Cho sorrise e se ne andò e Harry rimase a riflettere: Cho aveva capito che dovevano lasciarsi ed era già un buon punto. Magari, tra un po’, lei lo avrebbe perdonato e sarebbero diventati amici.

Dato che non poteva starsene fermo, Harry decise di passare a prendere Hermione. La riunione era in Sala Grande. Fortunatamente, ancora non avevano finito; ma non ci volle molto. Infatti, dopo qualche minuto, dalla Sala Grande, uscirono i quattro Prefetti e i due Capiscuola.

“Harry!” esclamò Hermione raggiungendolo.

“Ciao!”

“Che ci fai qui?”

“Sono venuto a prenderti! Non è saggio che una ragazza come te vada in giro da sola di notte!”

“Mmm…” disse lei cominciando a camminare.

Harry fece una corsetta e la raggiunse: “Non mi credi?”

“Non del tutto!”

“Ma tu mi hai chiesto perché ero lì, non perché ero fuori dalla sala comune!”

Hermione rifletté e poi disse: “Beh…devo ammettere che questa volta hai ragione tu, Harry!”

“Incredibile!”

“Allora…perché eri fuori dalla sala comune?”

“Cho voleva vedermi!”

“Ah sì?” chiese Hermione come se la questione non la toccasse per niente.

Harry sorrise: “Sì, mi ha detto che non è stata lei a mandare Stephan e Jordan.”

“Quindi, è stata una loro iniziativa!”

“Proprio così. E poi…mi ha detto che ha capito e accettato il motivo per cui ci siamo lasciati!”

“Capisco…”

“Penso che sia una buona cosa, no?”

“Sì, certo. Molto probabilmente, tra un po’ riuscirai a tornare amico suo, come prima!”

“Con la sola differenza che prima avevo intenzione di conquistarla. Adesso, invece…è tutto diverso!”

Harry fissò Hermione, che, accortasi del suo sguardo, gli sorrise imbarazzata.

“A-appunto…”

Harry sorrise e riprese a guardare davanti.

Dopo pochi attimi le chiese: “Allora…di cosa avete parlato?”

“Le solite cose: la gita a Hogsmeade…”

“Che sarà?”

“Il finesettimana prima di Natale.”

“Andiamo insieme a fare i regali?” chiese Harry.

“Come l’anno scorso?”

“Sì, ma questa volta io non avrò nessun appuntamento con Cho e tu…”

“…non avrò alcun appuntamento con David!”

“Già, già!”

“Bene. Ah…Silente ha deciso anche la data della prossima partita di Quidditch.”

“Quando sarà?”

“Grifondoro giocherà contro Serpeverde a fine febbraio, e più precisamente il 20 febbraio!”

“Contro Draco…magnifico! L’occasione adatta per una bella rivincita!”

“E’ vero!- esclamò Hermione sorridendo- Senti, Harry…”

“Che c’è?”

Hermione si fermò, lo prese per un braccio e gli disse in un orecchio: “Sai mantenere un segreto?”

“Certo!”

“Bene. Vedi…Silente ci ha raccomandato di non dirlo a nessuno. Però…io volevo dirlo almeno a te!”

“Che cosa?”

“A gennaio arriva una nuova studentessa!”

“Davvero?”

“Sì, viene dall’Irlanda!”

I due ripresero a camminare.

“E come si chiama?”

“Non ce lo ha detto!”

“Come mai?”

“Non ne ho idea! Però, Silente ci ha detto che partirà dal sesto anno. Ha fatto il trasferimento da una scuola irlandese, come Christine!”

“Una nostra coetanea!”

“Proprio così. Credo che si sia sparsa la voce che il famoso Harry Potter è a Hogwarts e adesso tutti vengono qui per conoscerlo!” esclamò Hermione.

“Dai, Hermione. Non scherzare!”

“Io, però…lo farei veramente, intendo…trasferirmi qui per conoscerti!”

“Dici sul serio?”

“Sì! Quando ho ricevuto la lettera di Hogwarts ho cominciato a informarmi sul mondo dei maghi e delle streghe: leggendo la tua storia, è nato in me un profondo desiderio di conoscerti, di diventare tua amica e…”

“E ci sei riuscita, o sbaglio?”

“Ci sono riuscita e non immagini quanto mi abbia reso felice!”

Mentre Hermione parlava, i suoi occhi brillavano e il suo viso emanava una strana luminosità.

“Anch’io sono contento di averti conosciuta. Non avrei mai pensato di incontrare una persona incredibile come te. La mia vita senza di te sarebbe stata molto diversa!”

Hermione aveva gli occhi lucidi: una lacrima le scese sulla guancia e lei se la asciugò con la mano.

“Per forza…senza di me, tu e Ron stareste ancora cercando informazioni su Nicolas Flamel!”

Harry rise: “Può darsi!”

Ridendo e scherzando i due arrivarono alla sala comune. Harry andò subito a dormire, esattamente come Hermione.

Mentre era a letto, Harry si rese conto che lui e Hermione erano sempre più vicini, stavano diventando molto…molto “intimi”!

Tutto ciò fece molto piacere a Harry, che si sentiva strano. Aveva un presentimento, molto buono e per niente negativo: molto presto sarebbe successo qualcosa che avrebbe portato un netto cambiamento nel rapporto tra Harry e Hermione, una svolta decisiva, sperata e attesa da tanto tempo.  ( e da tante persone!)

 

 

 

 

Un capitolo un po’ lento, ma il prossimo sarà completamente e piacevolmente diverso: qualcuno sistemerà le cose. Chi sarà? Draco e Ginny? Harry e Hermione? Oppure tutti e due? Vi dico solo che il prossimo capitolo si intitola “La magia del Natale!”. E, prima che a qualcuno venga il dubbio, gli amici di Cho hanno definitivamente chiuso, ok? Non li rivedremo più! Ehi, avete visto il nuovo trailer del film. È magnifico e dura anche di più: si vede quando harry chiede a cho di andare al ballo, hermione che gli dice di essere spaventata per lui, poi hermione che balla con Viktor (quando lui le fa fare quella giravolta, per intenderci!) e quando Ron(ihihihihi) prova a ballare con la McGranitt!

 

Emma: bene, sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente. Di questo che ne pensi? Io non ne sono molto soddisfatta. Comunque, fammi sapere!

Marco: hai fatto male i calcoli, avevo detto tra cinque capitoli, non quattro! Comunque cosa combineranno cho e voldemort? Insieme niente per fortuna, immagina che tragedia! Lei ritornerà un paio di volte, se non ricordo male e lui darà sue notizie prossimamente!

FedeHermy: allora, ti espongo le mie opinioni. Io non ho letto il sesto però da quanto ho capito sembra che tra Harry e Ginny ci sia qualcosa (purtroppo, sigh!). ma io mi chiedo: com’è possibile se fino alla fine del quinto anno lui non la considerava più di tanto? Così mi è venuta in mente una cosa: avevo letto prima dell’uscita del quinto da qualche parte che Harry beveva una pozione d’amore e si innamorava di una ragazza (Hermione? Ginny? Cho?). Cho non è. Ora, se ricordi bene, nel terzo libro, mi pare, la signora Weasley raccontava a Ginny e Hermione di una pozione d’amore. E se Ginny lo avesse fatto innamorare con quella pozione d’amore? Che te ne pare? Certo questo non risolve però la questione tra Ron e Hermione. Anche loro poi, che razza di accoppiata! Completamente diversi l’uno dall’altra. Cioè, alla Rowling era stato chiesto se luna e Neville si mettevano insieme, ma lei ha risposto di no, perché sono molto diversi e quindi non può scoccare l’amore. Allora Ron e Hermione? Capisci…mi sembra incoerente. Per non parlare di Draco: non credo proprio che un vigliacco come lui possa diventare Mangiamorte. E se tante persone in tutto il mondo hanno visto qualcosa tra lui e Ginny ci sarà un motivo ( va bene ci sono anche quelli che vedono qualcosa tra Draco e Harry, ma quelli sono malati!)? Non saranno mica tutti sfasati! Beh, fammi sapere! Io ci ho pensato tutta la notte su questa cosa!

Alessia: oh, non ti preoccupare! Non me la prendo se qualcuno dice di aggiornare presto! Vedi, io sono partita dal quinto anno e Harry pensava ancora a Cho. E’ chiaro che non potevo farlo mettere subito con Hermione! Doveva prima far passare la cotta per Cho e cominciare a interessarsi a Hermione. Comunque…ci stiamo arrivando, spero che quando pubblicherò quel capitolo nessuno rimarrà deluso per come è stato scritto e, soprattutto, speriamo non nevichi. Non è ancora il periodo!

Merewen:grazie per la bellissima recensione! In effetti ammetto che quello precedente è uno dei capitoli più riusciti, anche se un po’ banalotto! Ma, insomma, ci vuole anche un po’ di banalità nelle storie, altrimenti…vabbè, che mi dici di questo capitolo?

Rosariopotter e marikotter: wow, due fratelli, che bello! Grazie per la pubblicità gratuita, marikotter! State tranquilli,la tortura sta per terminare! Promesso! ^__^

Atena89: hai ragione, Harry non era più in lui. Sarà stato il delirio da febbre! Probabilmente questo capitolo non bellissimo ti farà passare gli atti di carineria! Il capitolo precedente è anche il mio preferito. Chissà a cosa pensavo quando l’ho scritto, non mi ricordo neanche quanto tempo fa! Cooomunque (come dice quel bellissimo bambino di Tutto in famiglia!) se ti riferisci alla vendetta dei grandi amiconi di Cho, non ci sarà. Si sono accontentati di Harry! Ciao

Haras: sì, hai ragione. Io l’avevo fatto con il quinto, avevo capito abbastanza, poi però alcune cose che non mi erano chiare le ho comprese leggendo in italiano. Comunque, oramai so abbastanza sul sesto. Non muoio dalla voglia di leggerlo, però non posso farne a meno. Ciao

 

A presto.

Kia85

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Capitolo 25
*** La magia di Natale ***


Ho come l’impressione che questo capitolo piacerà molto! Non so, ho questo presentimento e chiaramente io non so perché! J

 

 

Nient’altro che noi

 

 

6°ANNO

Capitolo 25: “La magia di Natale!”

 

Ben presto arrivò il giorno della gita a Hogsmeade. Il tempo per Harry, negli ultimi mesi, era passato velocemente, anzi era letteralmente volato.

Harry, Hermione, Ron e Christine andarono ai Tre Manici di Scopa per una calda Burrobirra. Draco e Ginny, invece, avevano un appuntamento per conto loro.

“Allora, quali sono i vostri programmi per il Natale?” chiese Ron prima di bere un sorso di Burrobirra.

“Sirius mi ha chiesto se voglio tornare a casa. Ma io ho pensato di lasciarlo solo con Rachel dato che è il loro primo Natale da marito e moglie!”

“E’ giusto. Quindi rimani a scuola…”

“Sì, voi…”

“Io non tornerò a casa. I miei genitori vanno in vacanza: fanno una specie di tour per l’Inghilterra, toccando le città più belle. Glielo ha consigliato il terapista!” disse Hermione.

“Anch’io rimarrò a Hogwarts!” esclamò Christine.

“Allora…resterò anch’io!” disse Ron.

“E Ginny?” chiese Hermione.

“Non ha ancora deciso!”

“Non credo che voglia rimanere. Draco vuole tornare a casa per Natale!” disse Hermione.

“Comunque, mio padre vuole offrirci una deliziosa cenetta per la vigilia di Natale al ristorante di Hogsmeade!” esclamò Ron.

“Davvero?”

“Sì!”

“E’ meraviglioso!” esclamò Hermione.

“In realtà…volevamo andare solo noi due…” disse Ron indicando se stesso e Christine.

“Cosa?!” esclamarono Harry e Hermione.

“Sì, capite…è il nostro primo Natale…” continuò Christine.

“Mmm…e cosa vi ha fatto cambiare idea?” domandò Harry.

“Beh, non potevamo lasciare i nostri migliori amici per la vigilia di Natale!” rispose Christine.

“Già, per Natale siamo tutti più buoni!- esclamò Ron- Allora…ci state ancora?”

Harry e Hermione si guardarono e poi annuirono.

“Meno male!” disse Ron.

Quando uscirono dal pub, i quattro si divisero: Ron e Christine andarono a fare una passeggiata mano nella mano, mentre Harry e Hermione dovevano ancora comprare i regali di Natale per i loro amici. Ma, ricordando l’esperienza al Boccino d’Oro dell’anno precedente, i due decisero di girare per i negozietti di Hogsmeade.

Passarono una bella giornata insieme e riuscirono a trovare tutti i regali per Ron, Christine, Draco e Ginny. Harry comprò anche un regalo per Hermione, naturalmente, senza farsi vedere da lei: le comprò una sveglia, ma non era una semplice sveglia. Era molto particolare: aveva la forma piramidale ed era di colore verde acqua. Non emetteva un semplice “biip”: cinque minuti prima dell’orario stabilito, questa sveglia cominciava a emettere una fioca luce che diventava sempre più luminosa, cominciava anche a emanare fragranze dolci che riempivano la stanza e a riprodurre suoni naturali come il cinguettio degli uccelli o lo scroscio di un ruscello di montagna. Sicuramente le sarebbe piaciuta. (Esiste davvero, l’ho letto su un giornale. E’ la sveglia dei miei sogni!)

Mentre i due tornavano alle carrozze per il ritorno a Hogwarts, Harry disse a Hermione: “E’ stata una bella giornata, non trovi?”

“Sì, molto divertente!”

“Chissà dove sono finiti Draco e Ginny. Non li abbiamo incrociati neanche una volta!”

“Volete sapere veramente che fine hanno fatto quei due?” esclamò Ron.

Lui e Christine li avevano appena raggiunti.

“Ron, Christine, che sorpresa!” esclamò Hermione.

“Allora, cosa sapete su Draco e Ginny?” chiese Harry.

“Non sarebbe giusto dirlo, però…” cominciò Ron.

“Si sono messi insieme!” concluse Christine.

“Sul serio?”

“Già! Li abbiamo visti per caso insieme e, sempre per caso, abbiamo ascoltato quello che le stava dicendo Draco!” disse Ron.

“Oh, Draco è stato tenerissimo!” esclamò Christine.

“Grazie!” disse proprio Draco, raggiungendo gli amici insieme a Ginny

Harry, Hermione, Ron e Christine rimasero ammutoliti per la sorpresa, mentre Draco e Ginny risero.

“Scu-scusate…no-noi…” balbettò Ron.

“Oh, non ti preoccupare, Ron!”

“E’ tutto a posto, fratellino!”

“Bene! Comunque, sono molto felice per te, Ginny!” esclamò Ron dandole un bacio sulla fronte.

Ginny sorrise e lo ringraziò.

“E tu, Draco, se farai soffrire la mia sorellina, dovrai vedertela con me, chiaro?”

“Non ti preoccupare, non accadrà!”

Nel gruppetto si erano così formate due coppie. Rimaneva ancora “spaiati” Harry e Hermione e questo li metteva a disagio nei momenti in cui il gruppetto si riuniva. Ma quella situazione non era destinata a durare a lungo. Anzi, avrebbe subito una svolta proprio quando i due meno se lo aspettavano.

 *********

Arrivarono le vacanze di Natale e arrivò anche il 24 dicembre, la vigilia di Natale. Draco e Ginny erano tornati a casa.

Harry e Ron, invece, si stavano preparando per uscire quella sera: una carrozza li avrebbe portati a Hogsmeade. Fortunatamente avevano ottenuto un permesso speciale da Silente.

Dato che il ristorante era particolarmente di lusso, Harry e Ron avevano indossato lo smoking nero.

“Speriamo che Hermione e Christine non ci impieghino tanto tempo!” esclamò Ron, quando arrivarono in sala comune.

“Era ora!”

Con grande sorpresa di Harry e Ron, Hermione e Christine erano già lì, sedute sul divano.

“Siete già qui? Che velocità!”

“Bene, vogliamo andare, caro Ron?” domandò Christine, alzandosi in piedi.

“Sì, sì, andiamo!”

Usciti dalla sala comune, Harry osservò meglio Hermione: indossava una gonna marrone che le arrivava sotto al ginocchio, un dolce-vita bianco panna e un maglioncino senza maniche con varie sfumature marroncine. Aveva un paio di stivali marroni e i capelli erano stati curati con molta delicatezza e precisione: erano lisci e Hermione li aveva tenuti sciolti, a parte qualche ciocca che era stata tirata su con delle mollette.

“Ehi, Harry, che cos’hai?” chiese Hermione.

“Stavo solo…pensando che…”

“Che cosa?”

“Che…sei incredibilmente bella stasera!” disse Harry non potendo nascondere un po’ di tremore nella sua voce.

Hermione arrossì e, sorridendo, lo ringraziò.

Prima di uscire, i quattro ragazzi indossarono i loro cappotti e poi salirono sulla carrozza.

Ron, Christine e Hermione cominciarono a parlare e lui aveva già iniziato a farle ridere. Guardando Hermione che rideva, Harry provò una fitta allo stomaco, eppure non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.

Quando arrivarono e scesero dalla carrozza, Ron trattenne Harry un po’ più indietro rispetto a Hermione e Christine.

“Che c’è?”

“Harry, perché non le dici tutto?”

“Ma che stai dicendo?”

“Senti, ho visto come la guardavi in carrozza. Dille tutto, no? Perché continuare così? E’ uno strazio per te, per lei e anche per noi!” (per non parlare di noi!)

“Io…ho paura…”

“Paura?!”

“Vedi…non mi sono mai sentito così. Ho paura di Hermione perché…ora come ora, non potrei pensare di passare un solo giorno senza vederla almeno per un minuto. Se mi mettessi insieme a lei e poi ci dovessimo lasciare? Non sopporterei di non starle più accanto. A quel punto io diverrei anche meno di un amico…”

“Harry! Preferisci rimanere suo amico per sempre? Preferisci essere il suo confidente quando si innamorerà di un altro ragazzo?!”

“No!”

“E allora? Harry, usa il tuo coraggio per affrontare questa situazione e superare la tua paura!”

Ron aveva ragione: Harry e Hermione erano in una situazione di stallo perché erano meno di una coppia, ma erano più di amici. E, ormai, quella situazione durava da tanto tempo. Era giunto il momento di sbloccarla!

“Sì, ci proverò!”

Harry e Ron raggiunsero le due ragazze dentro il ristorante: era veramente tutto di gran lusso. Una sala enorme, tavole imbandite in maniera regale, lampadari luccicanti, gente vestita in modo molto lussuoso…

“Wow!” esclamò Harry.

“Ti piace?” chiese Ron.

“Altroché!”

“Siamo venuti qui a festeggiare quando papà è diventato viceministro della Magia.”

“Capisco…”

Subito vennero raggiunti dal maitre che chiese: “I signori hanno prenotato?”

“Sì, Weasley, per favore!” disse Ron.

Il maitre controllò sul libro delle ordinazioni: “Ah…sì, tavolo 14, per quattro persone. Ernest, accompagna i signori, grazie!”

Un cameriere si avvicinò ai quattro amici e li invitò a seguirlo.

Il loro tavolo era ricoperto da una tovaglia di base color rosso fuoco e, sopra questa, ce n’era una più piccola, bianca e ricamata. Al centro della tavola c’era un cestino di stelle di Natale con una candela bianca che il cameriere accese.

“Vi auguro una buona cena!” disse il cameriere prima di andarsene.

Quando si sedettero, Harry esclamò: “Doppio wow!”

“Guardate che bei piatti!” disse Hermione.

I piatti erano decorati a mano e ritraevano del vischio.

“E’ tutto meraviglioso!” disse Christine.

“Sono contento che vi piaccia!”

Il cameriere portò loro i menù e i quattro ragazzi ordinarono la tipica cena di Natale. (che non ricordo quale sia in Inghilterra!)

Guardandosi intorno, Harry si accorse che il ristorante era pieno zeppo di persone, tutte molto eleganti: non aveva mai visto una cosa del genere e, sentendosi fuori luogo, Harry si aggiustò il nodo della cravatta, quasi senza accorgersene. Hermione rise e Harry la guardò curioso.

“Che hai, Harry? Ti senti a disagio?”

“Sono…sono tutti così eleganti!”

“Ma anche tu sei molto elegante!” esclamò Hermione aggiustandogli il colletto della camicia.

Harry sorrise.

“Oh, che bello! Si può anche ballare!” disse Christine indicando qualcosa alle spalle di Harry e Hermione.

Infatti, dietro di loro, un gruppo musicale suonava musica leggera su un palco e molta gente si era già buttata nelle danze.

Dopo pochi minuti arrivarono le loro ordinazioni e i quattro ragazzi cominciarono a mangiare.

“E’ squisito!” commentò Hermione.

“Ron, devi veramente ringraziare tuo padre per tutto questo!” disse Harry.

“Già, Draco e Ginny non sanno cosa si perdono!” esclamò Christine.

“Credo che Draco e Ginny abbiano un programma migliore del nostro!” disse Hermione.

“Cosa intendi dire?” chiese Ron spaventato.

“Beh…è da poco che stanno insieme. Sicuramente passeranno una romantica serata, solo loro due e una cenetta a lume di candela!”

“Solo questo…giusto?”

“Ma certo, Ron, cos’altro?”

“Niente…niente!”

Continuarono a mangiare e, quando ebbero finito, Ron esclamò: “Ah…che bella mangiata. Sono proprio pieno!”

“Spero ti sia rimasto un po’ di spazio per il dolce!” disse Christine.

“Già, la parte più buona deve ancora arrivare!”esclamò Hermione.

“Voi ragazze volete il dolce?!”

“Sì, non rinunceremo mai al dolce!” disse Hermione.

“Per chi ci hai prese. Per delle stupide ragazzine che pensano solo alla linea anche durante i periodi in cui si mangia bene?!” esclamò Christine.

Ron si strofinò il mento, con aria riflessiva, e poi rispose: “Io?! No, non avrei mai pensato una cosa del genere!”

“Bene!”

“Allora andiamo a scegliere il dolce!” propose Christine.

“Ah-a…prima vorrei che mi concedesse un ballo, signorina McGregor!” disse Ron alzandosi in piedi.

“E va bene!”

Ron e Christine, così, cominciarono a danzare un lento in mezzo a tutte quelle coppie.

Chissà se ballando con Hermione, Harry avrebbe potuto trovare il coraggio di dirle cosa provava veramente per lei.

“Hermione, ti…ti va di ballare?” chiese Harry timidamente.

Hermione sorrise e annuì.

Quella era la seconda volta che ballavano insieme, ma Harry provò la stessa sensazione di goffaggine che provò durante il loro primo ballo al matrimonio.

“Stai rilassato, Harry, rilassato…” si diceva Harry.

Quando, poi, Hermione appoggiò la testa sulla sua spalla, Harry sentì un brivido percorrergli il corpo e alzò il capo. Così facendo, notò tanti rametti di vischio, appesi al soffitto.

Oddio, se fossero finiti sotto uno di quei rametti…avrebbe dovuto baciarla per rispettare la tradizione. Questo pensiero lo fece traballare un po’ e Hermione lo guardò preoccupata.

“Harry…stai bene?”

“Sì, sì…non è niente!”

Hermione sorrise e quel sorriso gli ridiede forza e coraggio. Ron aveva assolutamente ragione: non potevano continuare così, Harry non poteva continuare a sentirsi in imbarazzo se ballavano insieme o se semplicemente stava solo con lei.

Perché non potevano anche loro stare insieme in armonia e vivere intensamente la loro storia? Harry doveva cambiare la situazione e sembrava che l’atmosfera di quella sera lo stesse aiutando: era Natale, stavano ballando su una canzone che più smielata non si poteva, inoltre, si stavano avvicinando a un rametto di vischio. Quale occasione migliore? Come si diceva…carpe diem.

“Hermione, io…”

“Sì?”

“Io…io…”

Sfortuna (o meglio io, moi, me, jo, ego..)  vuole che la musica in quel momento terminò e la gente cominciò a tornare ai propri posti. Arrivò anche Christine che gli portò via Hermione: insieme andarono a scegliere il dolce per se stesse e anche per Ron e Harry. Nel frattempo i due ragazzi tornarono al loro tavolo.

“Harry, devo dirti una cosa!” disse Ron un po’ agitato.

“Cosa?”

“Mentre ballavo, mi è sembrato di vedere…”

Ma Ron non fece in tempo a finire, perché qualcuno chiamò Harry e, quando quest’ultimo si voltò per vedere chi lo avesse chiamato, esclamò: “Cho?!”  (ma che caso!)

“No, non mi era sembrato. L’avevo vista!” si disse Ron sconsolato.

“Ciao!” la salutò Harry, un po’ a disagio.

Come mai si sentiva a disagio? Forse…aveva paura della reazione di Hermione se lei lo avesse visto con Cho.

“Come stai?”

“Bene, sei qui con i tuoi amici?” chiese Harry peroccupato.

“No, con i miei genitori. Non pensavo di trovarti qui!”

“Già…neanche io!”

“Senti…che ne dici di ballare?” propose lei.

Per poco Harry non cadeva dalla sedia talmente era sorpreso per la proposta.

“Ba-ballare?!”

“Sì. Per inaugurare la nostra amicizia!”

“Nostra…amicizia?!”

Cho annuì.

“Vuoi dire che…”

“Voglio dire che ti ho perdonato e che mi basta essere una tua amica!”

“Davvero?!”

“Sì!”

“Allora…ok!”

Così, Harry e Cho cominciarono a ballare. (avanti, harry ammetti che hai venduto il cervello per due soldi, dai, se lo ammetti da solo, non ti faccio fare una brutta fine!)

“Harry, come va con Hermione?”

“Insomma…siamo in una situazione stazionaria.”

“Non mi dire che hai paura di dichiararti?”

“Io…no, non proprio! Sono solo un po’ titubante!”

“Se vuoi, posso provare a fare un quadro astrologico per vedere se siete fatti per stare insieme.”  (certo, è proprio quello che ci vuole!)

“Ehm…”

Harry non credeva molto a queste cose, però, lei sembrava così entusiasta!

“Benissimo. Allora, tu sei un Leone, un segno di fuoco, quindi…non ami parlare, ma urlare e, inoltre, non ti piace essere imitato. Se ogni tanto riuscissi a far tacere il tuo orgoglio, potresti avere un’intelligenza quasi sempre straordinaria!”

“Ah, però…”

“Invece, di che segno è Hermione?”

“E’ nata il 19 settembre!”

“Una Vergine, interessante. E’ un segno di terra e, come tale, la Vergine è tendente alla timidezza e al bisogno di nascondersi. L’intelligenza è il rifugio della donna Vergine, perché diffida dal proprio istinto. E’ un’amica fedele, ma critica.”

“Quant’è vero!”

“3/4 degli uomini hanno nostalgia delle qualità della Vergine!”

“Quindi?”

“In base a queste qualità, io credo che tu e Hermione stareste benissimo insieme! Vi completate a vicenda!”

“Lo credi veramente?”

“Sì…e ti auguro di essere felice con lei!”

“Grazie, ma…”

“Ehi, giovanotto!- lo chiamò un anziano signore- Non vedi che sei sotto il vischio?! Rispetta la tradizione!” (ndKia che urla:ma perché non si fa gli affari suoi, signore?!)

Harry e Cho guardarono in alto e videro il rametto di vischio.

“Muoviti, giovanotto!” (ndKia un po’ più calma: guardi che ora le faccio venire in men che non si dica un colpo della strega, visto che siamo in tema, altrimenti le storpio il cane, eh?)

L’anziano signore continuò a ballare con quella che doveva essere sua moglie, allontanandosi da Harry e Cho. Quest’ultima rise.

“Credo che non abbiamo altra scelta!” disse lei. ( Cho, vuoi che storpi il cane anche a te?)

“Già!”

Così, Harry dovette baciarla, ma fu un bacio che non gli provocò alcuna emozione. E lui fu molto felice di tutto ciò.

*******

Harry e Cho tornarono al tavolo dove c’erano Ron e Christine. I due avevano l’espressione un po’ imbronciata.

Harry li guardò e chiese: “Ehi, che è successo? Avete litigato?”

“Non siamo noi il problema…sei tu!”  disse Ron.

Harry aggrottò le sopracciglia: “Che intendi dire?”

“Harry, stai giocando con i sentimenti di Hermione?” chiese Christine.

“Ma che vuoi dire?- esclamò Harry e, poi, guardandosi intorno, chiese - Dov’è Hermione?”

“Senti, Harry, prima dici che tu e Cho vi siete lasciati, poi ti avvicini un po’ di più a Hermione e le fai credere di essere interessato a lei. Oh…era così emozionata per questa sera…e tu cosa fai? Le spezzi il cuore!” spiegò Christine.

“Potete dirmi per favore cos’avrei fatto?” esclamò lui che si stava agitando.

“Harry…l’hai baciata!” disse Ron indicando Cho.

Harry guardò Cho, che fece spallucce: “Per forza, eravamo sotto il vischio!”

Ron e Christine assunsero un’espressione stupita.

“E-eravate…sotto…il…il… vischio?!” balbettò Ron, che stava cominciando ad assumere il suo solito colorito rosso peperone.

“Già, abbiamo solo rispettato la tradizione!” intervenne Cho.

“Oddio, abbiamo equivocato tutto!” esclamò Christine portandosi una mano sulla bocca.

Non vedendo Hermione, Harry si preoccupò e ripeté: “Dov’è Hermione?”

“Ecco…lei vi ha visti ed è uscita perché voleva stare un po’ da sola!” spiegò Christine.

 “E’ andata via? Dove?” chiese Harry sempre più in ansia.

“Non lo so, è successo tutto così in fretta…vi ha visti e si è incamminata verso l’uscita!” rispose Christine.

 “Vado a cercarla, ha equivocato tutto!- disse Harry- Voi state qui, nel caso in cui torni prima che io la trovi!”

“Ok!” esclamò Ron. 

“Harry, scusaci!” disse Christine, prima che il ragazzo uscisse.

Harry si voltò e chiese: “Per cosa?”

“Per aver dubitato dei tuoi sentimenti nei confronti di Hermione! Abbiamo creduto all’apparenza, ma io e Ron sapevamo benissimo che tu e Hermione vi eravate innamorati l’uno dell’altra!”

“Che significa?”

Ron e Christine diventarono di un rosso acceso su tutto il viso.

“Beh…noi…noi ci raccontiamo tutto…proprio tutto…e abbiamo…capito, dalle vostre confidenze, che…che voi due vi eravate innamorati e …fino ad adesso, non avevate nessun intenzione di confessare i vostri sentimenti!” cercò di spiegare Ron, imbarazzato.

“Non puoi sapere che ansia abbiamo provato nel vedervi soffrire così tanto, dato che non potevamo dirvi niente!”

Harry sorrise: “Mi dispiace ragazzi! Cercheremo di farci perdonare questa sera, ok?”

“Vai Harry, corri!” lo incitò Ron, felice come una pasqua.

Harry uscì correndo dal ristorante, pensando che quella sera avrebbe finalmente trovato il coraggio di confessare i suoi sentimenti a Hermione. Era l’ultima persona a cui avrebbe voluto fare del male. Arrivato sul ciglio della strada, Harry vide che non c’era anima viva, anche perché c’era pochissima luce. Pensò immediatamente che Hermione era sola e al freddo.

“Hermione…dove sei…?” sussurrò Harry guardando prima a destra, poi a sinistra.

Decise di andare a sinistra, ma cambiò subito idea: un grido d’aiuto provenne da destra, una voce femminile, che Harry riconobbe come appartenente a Hermione.

Hermione!”

Prima che se ne rendesse conto, iniziò a correre più veloce che poteva nella direzione da cui proveniva il grido. Mentre si avvicinava, Harry scorse in lontananza, vicino a un palo della luce, tre figure: due ragazzi di circa vent’anni e…Hermione! La stavano molestando!

“Grida, grida pure quanto vuoi, tanto nessuno verrà ad aiutarti!” le diceva uno dei ragazzi.

“Ci scommetti?” esclamò Harry, sopraggiungendo proprio dietro di lui.

Il ragazzo si voltò verso Harry con lo sguardo seccato di chi è stato interrotto proprio sul più bello: “E tu che vuoi?!”

“Voglio che le togli immediatamente le mani di dosso! Non osare toccarla ancora, neanche con un dito!”

Harry poté intravedere dietro di lui Hermione che aveva le lacrime agli occhi, prima di essere scaraventato a terra da un micidiale destro.

“Harry!” esclamò Hermione terrorizzata.

“Ma si può sapere tu chi sei?!” chiese quel ragazzaccio, mentre quello che teneva ferma Hermione con le braccia se la rideva di brutto.

Harry, per terra, si massaggiò la guancia e notò che il sangue stava cominciando a fuoriuscire dal labbro inferiore. Si alzò immediatamente, incoraggiato dallo sguardo terrorizzato di Hermione. Doveva sottrarla dalle grinfie di quei maniaci.

Harry guardò furioso il ragazzo che gli aveva mollato quel pugno: “Sono Harry Potter!”

I due ragazzi spalancarono gli occhi: ” Harry Potter?! Quell’ Harry Potter?!”

“Sì, proprio quello!”

I due si guardarono e poi, impauriti, scapparono via. Hermione, liberata dalle grinfie dei due, rimase in piedi di fronte a Harry. Poi, forse perché le gambe non la ressero più per lo spavento, Hermione si lasciò cadere, ma Harry riuscì a sorreggerla per un braccio.

“Hermione, coraggio, è tutto finito. Ci sono io adesso.” cercò di tranquillizzarla Harry, aiutandola a sedersi su una panchina lì vicino.

Era distrutta: i vestiti erano completamente sgualciti, i suoi bei capelli ora non erano più in ordine come prima e il viso era solcato da lacrime di paura. Harry si inginocchiò di fronte a lei e, quando la vide rabbrividire, si tolse il cappotto e glielo mise sulle spalle. Poi le accarezzò le guance con le mani, asciugandole le lacrime. Lo sguardo di Hermione era lontano, lontano da lui e questo Harry non poteva sopportarlo.

“Hermione, ti prego guardami, nessuno ti farà più del male, ci sono io!”

Hermione sembrò tornare in se stessa e rivolse lo sguardo a Harry, prima di gettargli le braccia al collo e scoppiare in un pianto disperato. Harry con un braccio la strinse a sé e con l’altro le accarezzò la nuca.

“Harry…è stato…orribile…loro…loro si sono avvicinati…e mi hanno chiesto…se volevo… andare con…loro…Io ho detto…di no…e allora…” cercò di dire lei tra i singhiozzi.

“Shhh! E’ tutto finito! Quei due erano solo dei poveri codardi, ubriachi fradici. Sono andati via solo sentendo il mio nome!”

Hermione si strinse di più a Harry e lui, accorgendosene, continuò: “Calmati, dai. Sei al sicuro, adesso. Ci sono io con te!”

A quelle parole, però, Hermione smise di piangere, si allontanò lentamente da lui e si alzò in piedi.

“Ma tu…che ci fai qui?- chiese con qualche singhiozzo- Non eri impegnato in qualcos’altro?”

Evidentemente si era ricordata di lui e Cho.

“Hermione, io e te dobbiamo parlare di quello che hai visto prima!” disse lui, prendendola per un braccio.

Lei, però, si staccò subito dalla presa ed esclamò: “Oh, non dobbiamo parlare proprio di niente, quello che ho visto mi sembra chiarissimo. Cho è venuta qui per riconquistarti e, siccome tu non riesci a resistere al suo fascino orientale, sei cascato come una pera cotta al primo tentativo, vero?”

Harry scosse la testa: “Hermione, hai equivocato tutto! Non hai visto dove eravamo, mentre lei mi baciava?”

Lei sembrò essere presa in contropiede: “Che vuoi dire?”

Harry si avvicinò a lei, emozionantissimo: “ Eravamo sotto il vischio. Un signore ce lo ha fatto notare e abbiamo dovuto rispettare la tradizione!”

Hermione rimase sconvolta dalla rivelazione: “Quindi oggi non avresti mai baciato Cho…vero?”

Harry sorrise e rispose: “Lei era solo venuta per dirmi che voleva restare amica mia e abbiamo ‘inaugurato’ la nostra amicizia con un ballo!”

 “Scusami, Harry…io…non…“

“Anche Christine e Ron avevano equivocato, ma ho chiarito tutto. E a pensarci bene…sotto quel vischio avrei voluto baciare un’altra ragazza!”

Harry guardò intensamente Hermione, che sembrava aver capito cosa voleva dire il ragazzo.

“Ti riferisci per caso alla ragazza di cui sei innamorato?” chiese Hermione facendo finta di non essersi accorta dello sguardo di Harry su di lei.

Era giunto il momento tanto atteso da Harry ( e da tutti noi!).

“Sì, ma…forse non sai che quella ragazza sta proprio di fronte a me in questo momento!”

Hermione si portò una mano sulla bocca.

“Non saprei dirti da quando precisamente, però…Hermione, mi sono innamorato di te. Forse è qualcosa che si è insinuato in me da tanto tempo, ma che sono riuscito a capire solo adesso!”

“Allora…Cho?”

“Per lei io provavo solo attrazione fisica e nient’altro!”

Hermione abbassò lo sguardo, evitando quello di Harry che, pensò lui, forse in quel momento non riusciva a sostenere.

“Lo so che anche tu provi lo stesso per me. Perché hai paura di mostrare i tuoi sentimenti?” ( da che pulpito viene la predica)

“Come mai ne sei così sicuro?”

“Me lo hanno detto Ron e Christine poco fa. Non ti arrabbiare con loro, ti prego!”

Hermione diventò rossa in viso e cercò di dire qualcosa: “Io…ecco, vedi…non…”

Harry le accarezzò la guancia per cercare di calmarla e Hermione chiuse gli occhi. Quando li riaprì sembrava decisamente più convinta, sembrava aver riacquistato quel coraggio che la contraddistingueva: una delle caratteristiche in lei più amate da Harry.

“Harry, non sai da quanto tempo sogno di sentirti dire questo…ma non ti ho mai confessato quello che sentivo per te perché avevo paura di non essere corrisposta…”

“Ehi, la mia stessa paura!”

Hermione sorrise.

“Quindi Ron e Christine sapevano tutto però non potevano dirci nulla!” disse Hermione.

“Già, poverini! Siamo stati degli sciocchi e per loro dev’essere stato difficile starci accanto in questo periodo!”

“Dovremmo farci perdonare!” suggerì lei.

“Io ho promesso che lo avremmo fatto stasera stessa!” disse Harry, guardando seriamente Hermione.

Lei stavolta non distolse lo sguardo e, notando solo in quel momento il labbro insanguinato di Harry, prese un fazzolettino pulito e glielo asciugò. Harry si ricordò di quel sogno che aveva fatto la sera del suo compleanno: era la stessa identica scena. Era stato un sogno premonitore e Harry sapeva cosa fare.

“A volte sei un po’ troppo impulsivo, lo sai? Guarda che ti hanno fatto!” disse Hermione.

Poi fece per abbassare il braccio, ma Harry la fermò.

“Hermione…”

Harry avvicinò il suo viso a quello di Hermione e le sfiorò la guancia, prima di catturarle le labbra in un tenero bacio, molto delicato. Hermione sembrò rilassarsi, mentre Harry le faceva scivolare le braccia intorno alla vita. Lei si aggrappò alle spalle di Harry, stringendosi così tanto a lui, che Harry riuscì a sentirle i battiti del cuore. Era stupendo baciare Hermione e questo lo aveva già scoperto la sera del suo compleanno; ma la situazione era diversa in quel momento: Harry era riuscito a confessarle i suoi sentimenti e lei aveva fatto lo stesso: questo dava al bacio un sapore completamente differente e, soprattutto, migliore.

C’erano ancora tante cose da chiarire tra loro. Ma ci avrebbero pensato il giorno successivo. L’importante era che finalmente erano stati sinceri l’uno con l’altra. Insomma, la parte più difficile era stata superata.

 

 

 

Vi prego non piangete…sigh…ok..sish sigh…buuuuuuuaaaaahhhh….dai kia, riprenditi. Ok, allora, che ne dite, vi è piaciuto? Spero che adesso siate un po’ più tranquilli! Spero anche che non siate rimasti delusi dal modo in cui è stato scritto questo capitolo. Il prossimo comunque sarà una cosa decisamente smielata: si intitola “Stare con te!” e già dal titolo si capisce che piega prenderà questa storia. Quindi, spero che non vi dia fastidio se dopo tanto soffrire, li faccio un po’ esagerare nella dolcezza e nel romanticismo…ok?

Ringraziamenti!!

Elisa: sono felice di avere una nuova lettrice! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi! Ciao!

marco : non so se pensi bene su Helen, io ho deciso che non dirò niente, anche se tutti avete detto la stessa cosa, non è detto che sia così. Comunque per vedere questa nuova studentessa bisogna aspettare ancora un pochino! Che ne dici di questo capitolo? Ti è piaciuto? Sei contento?

Emma: come vedi qui è scatto qualcosa che li ha fatti super avvicinare! Io però ho visto un trailer diverso, che dura un po’ di meno e non fanno vedere che Hermione abbraccia Harry, ma che lui chiede a Cho di andare al ballo. Ho saputo che quel trailer lo hanno abbinato al film La sposa cadavere di Tim Burton che uscirà a fino ottobre! Tu dove l’hai visto? Io ho solo visto le immagini su internet.

Maripotter: scusami, ma il fatto è che in questi giorni sono un po’ presa dagli esami, in quattro giorni ne ho dati due! Quindi vado sempre un po’ di fretta quando sono al computer! Comunque, mandami pure tutto quello che vuoi, se riesce a sollevarmi il morale, che si trova già più in basso della terra, dall’altro capo del mondo! Poi, ho sentito su quel bellissimo programma di coming soon che una tipa ha letto su internet che dan e emma stanno insieme! Sai qualcosa o saggia Maripotter?? Tu l’hai visto il nuovo trailer del film? Su internet ci sono già le immagini, anche di quando hermione tutta timida e vestita per il ballo scende le scale e Harry la guarda diciamo…molto sorpreso!! Ihihih, che carini!!!

Mary: già, due occhi neri, credo che il wwf mi denuncerà per i diritti d’autore. Anche a te non rivelerò nulla su helen, niente, proprio niente! Dovrete aspettare! Ahahahah…vabbè ti dico che hermione non sa nulla.

H+hr=truelove: devo dire che leggendo la tua recensione e la tua teoria…sono rimasta sbalordita! Ma non ti dirò perché: se perché è tutta giusta, o perché è giusta in parte, o perché è completamente sbagliata! Ahahahahah!! Comunque per i sostenitori della coppia più sbagliata che ci possa essere, io non canterei ancora vittoria. C’è ancora un libro e conoscendo la rowling uno ci si deve aspettare di tutto dato che ama i colpi di scena.

Haras:bene, sono contenta che ti senta più sollevata. E dopo aver letto questo capitolo? Come ti senti? Immagino, immagino…

Atena89: anche a te non dirò nulla su questo nuovo personaggio. Lo stiamo per scoprire. Sei contenta per Harry e Hermione? Io sì, che bello! Mi faccio i complimenti da sola!

Merewen:niente paura, nessuno scherzetto…per il momento. Lasciamo in pace i due neopiccioncini. Se lo meritano! Per Helen…che dire, mi sta simpatica e la vedremo fra qualche capitolo!

FedeHermy: beh, tu dici che la rowling si è incasinata un po’, però…mentre scriveva i libri, lei sapeva come andava a finire tutto. E comunque il fatto che Draco non abbia ucciso, può essere un buon segnale, per non parlare del fatto che ginny e draco starebbero benissimo insieme. Harry e Hermione sono più che perfetti e Ron…beh, lui potrebbe mettersi con Luna. Mi sembra molto adatta a lui, almeno restando al quinto libro. Lei lo guardava in modo particolare, no?

Rosaripotter: spero che tu abbia smesso di soffrire, ti è piaciuto questo capitolo? Scommetto proprio di sì!

Marco: tu sei un altro marco, non quello di sempre, vero? Comunque, grazie per i complimenti e cerca di non farti passare la voglia di leggere la mia storia!

Diego: cavolo, nessuno mi ha mai detto che i personaggi si fanno troppe seghe mentali. Beh, forse è vero, però a me piace farli scervellare in quel modo.

FraFra: ciao, era da un po’ che non ti sentivo. Bene, sono contenta che sia tornata. Che mi dici di questo capitolo, ti è piaciuto? Spero proprio di sì, l’avrò riscritto tre volte almeno.

 

Un grazie anche a Scarlet (prometto che appena ho un po’ di tempo vengo sul sito!) e a matteo (l’email  è stata davvero emozionante!).

Ciao a tutti

Kia85

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Capitolo 26
*** Stare con te ***


Come sarà il primo giorno insieme a Hermione? Vedremo…

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

6°ANNO

 

Capitolo 26: “Stare con te!”

 

La mattina di Natale, Harry si svegliò con il sorriso sulle labbra. Non era stato un bel sogno: era successo veramente. Lui e Hermione stavano insieme! Harry faceva ancora fatica a crederci, però…era vero. Quando Ron e Christine lo avevano scoperto, furono estremamente felici.

Harry, comunque, era talmente eccitato che quella mattina si alzò presto. Si infilò la vestaglia e scese nella sala comune. Guardò dalla finestra e notò, con piacere, che stava nevicando. Tutto il paesaggio era imbiancato. Harry andò a sedersi sul divano. Sotto l’albero di Natale c’erano tanti regali per lui, per Hermione, per Ron e Christine. Non era poi tanto presto, ma ancora non c’era nessuno in giro. Quando si sarebbe svegliata Hermione? Aveva una gran voglia di vederla.

Neanche a dirlo, Hermione sopraggiunse dietro di lui, preceduta da Grattastinchi.

“Buon Natale!” disse lei.

Hermione era molto carina quella mattina: aveva l’aria ancora assonnata, i capelli leggermente arruffati e la vestaglia pesante addosso.

“Buon Natale anche a te!”

Hermione si sedette accanto a Harry e tra di loro si accomodò Grattastinchi. Hermione cominciò a grattargli le orecchie.

“Hai dormito bene?” chiese Harry.

Hermione si strofinò l’occhio destro e rispose: “Sì, molto bene. Tu?”

“Stupendamente!”

Hermione sorrise.

“Senti, io…credo che dovremmo parlare riguardo ieri sera. Ci sono ancora alcune cose da chiarire!” disse Harry.

“Sono perfettamente d’accordo. Ho un paio di domandine da farti!”

“Davvero?” chiese lui avvicinandosi un po’ di più a Hermione.

Hermione annuì.

“E sono domandine…’piccanti’?” chiese Harry a pochi centimetri dal viso di lei.

Hermione rise e rispose: “No! Cosa ti viene in mente?”

Harry le accarezzò la guancia e fece per baciarla, ma…

“Buon Natale!” esclamò Ron giungendo in sala comune.

Hermione si voltò verso di lui e disse: “Buon Natale anche a voi!”

Insieme a Ron, infatti, c’era Christine.

“Già…buon Natale!” esclamò Harry infastidito.

“Come va?” chiese Ron.

“Bene, grazie!” rispose Hermione.

“Allora, che ne dite di cominciare ad aprire i regali?” propose Ron.

“Sì, sono d’accordo!” esclamò Christine.

“Anch’io!” disse Hermione.

Così, Ron e Christine si scambiarono i regali e Harry e Hermione fecero lo stesso. Hermione prese il regalo per Harry e si sedette per terra, di fronte al camino, con le gambe incrociate. Harry la imitò.

“Questo è per te!” esclamò Hermione sorridendo e porgendogli un pacchetto di forma rettangolare ricoperto da una carta color blu argentato che ritraeva paesaggi imbiancati e fiocchi di neve. In più c’era anche un fiocchettino formato da nastri di colore blu e argento.

“E questo è per te!” disse Harry porgendole un pacchettino di forma quadrata ricoperto da una carta rossa con alberi di Natale e rametti di vischio e con un fiocco color oro.

“Chi apre per primo?” chiese Hermione.

“Dato che sono un gentiluomo, apri tu!”

“Ok!”

Hermione cominciò ad aprire il suo regalo e, quando questo fu scoperto, chiese: “Cos’è?”

“Oh…praticamente…è…”

“Aspetta!” disse Hermione, cominciando a leggere ciò che era scritto sulla scatola.

Infine, lei esclamò: “Ah, è una sveglia originale! Bella, mi piace!”

“Davvero?” chiese Harry ansioso.

Hermione gli sorrise: “Certo! E’ molto simpatica! Mi farà molto comodo. Grazie!”

“In questo modo potrai avere risvegli un po’ più sereni!”

Hermione annuì e poi gli diede un bacio sulla guancia.

“Ora tocca a te!”

Harry annuì e scartò il suo regalo: dentro la scatola c’era un completo cappellino-sciarpa-guanti di lana. Erano di colore verde smeraldo e su ogni elemento era stata ricamata una H di colore giallo.

“Li ho fatti a mano io e ho scelto di usare lana verde, così si abbinavano con i tuoi occhi!” esclamò Hermione senza nascondere un po’ di rossore sulle guance.

“E la H sta per Harry o per Hermione?” chiese lui.

“Per Harry. Non potevo certo sapere che noi…”

“Ci saremmo messi insieme?” concluse Harry.

Hermione annuì.

“Grazie mille, Hermione!” disse lui dandole un bacio sulla guancia.

Quando finirono di scambiarsi i regali, andarono tutti a vestirsi e poi trascorsero una piacevole mattinata in sala comune parlando e giocando a scacchi, fino a quando non fu ora di pranzo.

Harry, però, non era ancora riuscito a parlare con Hermione, il che lo rendeva ansioso. Ma neanche durante il pranzo riuscì a parlarle: Hermione era tutta intenta a chiacchierare con Christine. Dopo un po’ si avvicinò a loro Hagrid.

“Buon Natale, Hagrid!”

“Buon Natale, ragazzi! Tutto bene?”

“Si, grazie. Tu?”

“Oh…sì. Tutto a posto. Sentite, vi va di venire a prendere il tè oggi pomeriggio da me?”

“Certo, verremo sicuramente!” esclamò Ron.

“Bene, a dopo, allora!”

“A dopo!”

Così, dopo mangiato, Harry, Hermione, Ron e Christine indossarono i loro cappotti e uscirono di fuori, in giardino. Harry si coprì con la sciarpa, i guanti e il cappellino che gli aveva regalato Hermione, facendole molto piacere. Passeggiarono sulla neve soffice per un po’. Dopodiché, Ron cominciò a lanciare palle di neve. Automaticamente si formarono due squadre, Ron e Harry contro Christine e Hermione. Iniziò una battaglia di palle di neve senza limiti.

Harry puntava principalmente a Hermione e viceversa. La ragazza riusciva a schivare molti attacchi di Harry.

“Tutto qui, Harry? Non sai fare di meglio?!” esclamò Hermione.

Questo aumentò il sentimento di sfida che stava provando Harry: non poteva perdere in una battaglia di neve. Perciò Harry si concentrò sulle sue forze e cominciò a lanciare contro Hermione una raffica di palle di neve. Hermione, per schivarle, scivolò sulla neve e cadde per terra, cominciando a ridere. Harry la raggiunse e la bloccò, posizionandosi sopra di lei.

“Allora…dicevi?” esclamò Harry.

Hermione continuava a ridere: aveva sul viso e tra i capelli un po’ di neve.

“Bravo, bravo!”

“Mi avevi sfidato, cara Hermione!”

Hermione, per tutta risposta, gli lanciò un po’ di neve sul viso.

“Ah…Hermione!”

Hermione rise e Harry si tolse la neve da viso; poi fece la stessa cosa con Hermione, ma con più dolcezza. Avvicinò il viso a quello di Hermione, con la chiara intenzione di baciarla. Ma una palla di neve colpì in pieno viso, Harry. Era stata opera di Ron.

“Ehi, voi…dobbiamo andare da Hagrid!” esclamò Ron.

Harry stava cominciando a progettare l’assassinio di Ron. Forse non lo faceva apposta, però, li interrompeva sempre nel momento sbagliato. Hermione sorrise rassegnata, mentre Harry la aiutava ad alzarsi.

Un po’ afflitto, Harry raggiunse la capanna di Hagrid insieme agli altri e bussò alla porta.

“Hagrid, siamo noi!”

La porta si aprì e comparve il gigante.

“Oh, benvenuti, ragazzi! Entrate, entrate!”

Harry, Hermione, Ron e Christine entrarono in casa e si accomodarono attorno al tavolo. Hagrid servì loro delle tazze di tè e dei biscotti e poi si sedette su una sedia.

“Allora…che mi raccontate di bello?” chiese Hagrid.

I quattro si guardarono per qualche secondo.

Dopodiché Ron rispose: “Beh…in effetti, ci sono delle novità piuttosto importanti…”

“Ma davvero?!”

“Sì, ehm…hai presente da chi è formato il nostro gruppetto, vero?”

“Da voi quattro più Draco e Ginny!” rispose Hagrid.

“Perfetto! Praticamente è successo che la sera della partita…io…io e…”

Ron si impappinò per l’imbarazzo. Così venne in suo aiuto Harry.

“Lui e Christine si sono messi insieme!”

“Wow! Congratulazioni!”

Ron e Christine arrossirono.

Poi Ron scosse la testa e disse: “Comunque, non è l’unica novità. Anche Draco e Ginny sono diventati una coppia, qualche giorno prima di Natale!”

“Draco e Ginny?! Però! Sono proprio carini insieme!” commentò Hagrid.

“Già e freschi freschi di ieri sera, Harry e Hermione!” concluse Ron.

Hagrid guardò Harry e Hermione: “Oh…non ci posso credere!”

I due in questione arrossirono.

“Era ora, vero?” chiese Ron.

“Meglio tardi che mai! Sono felice per voi due!”

“G-grazie!” balbettarono Harry e Hermione.

Rimasero ancora un po’ con Hagrid: parlarono di scuola, di Quidditch e di…

“Come va con Madame Maxime?” chiese Hermione.

“Madame Maxime?!”

“Sì…ti ricordi la preside del collegio di Beauxbatons che hai conosciuto 2 anni fa?” domandò Ron sarcastico.

“Beh…diciamo che sto cercando di convincerla a venire ad abitare qui!”

“E’ fantastico!” esclamò Christine.

“Ma lei è d’accordo?” chiese Hermione.

“Sapete come sono le francesi: si fanno pregare, desiderare…”

“Allora, tu devi essere tenace e non mollare mai!” esclamò Ron dandogli una pacca sulla spalla.(non mollare mai, non mollare mai, non mollare mai…)

“Speriamo!”
Dopodichè Harry, Hermione, Ron e Christine salutarono Hagrid e tornarono al castello. Si stavano dirigendo in sala comune: mancava più di un’ora per la cena. Ma Harry non aveva voglia di andare in sala comune. Guardò prima Hermione che era di fianco a lui e poi Ron e Christine, che camminavano davanti a loro e stavano parlando. Harry ebbe subito un’idea: non appena raggiunsero la porta di un’aula, Harry afferrò per un braccio Hermione, aprì la porta ed entrò insieme a lei.

“Harry, ma che ti è preso?”

“Ti ho rapita!!” scherzò lui.

“Rapita? Sei pazzo?!”

“Senti, è arrivato il momento di chiarire alcune cose!”

Hermione lo guardò e poi si sedette su un banco: “Hai ragione!”

“Io voglio che il nostro rapporto sia basato sulla fiducia e sulla sincerità fin dall’inizio!”

“Quindi?”

“Devo confessarti una cosa!”

“Ok, ascolto!”

“Bene…allora…comincio col dirti che la pausa di riflessione a Cho l’avevo chiesta per te!”

“Per me?! Che significa?”

“L’anno scorso sono successe delle cose tra di noi che hanno messo in dubbio i miei sentimenti per Cho…io mi sentivo attratto da te!”

Hermione non disse niente, ma arrossì lievemente.

“Perciò, come mi avevi consigliato tu, ho preso un po’ di tempo per riflettere e capire di chi ero innamorato veramente. E, dopo il bacio del mio compleanno e il giorno del matrimonio, ho capito di essermi innamorato di te. Pensavo anche che tu ricambiassi i miei sentimenti e non riuscivo a capire perché avevi detto che tra di noi c’era solo una bella amicizia!”

“Perché? Io…io non mi sentivo adatta a te!” esclamò Hermione guardando per terra.

“Adatta…a me?”

“Sì, insomma, come potevo competere io con la magnifica e perfetta Cho?!”

“Solo per questo?”

Hermione annuì flebilmente.

“Non è possibile! Cho non è perfetta: ci sono molte cose di lei che non mi sono mai piaciute. Tu…tu, invece…mi piaci così come sei, con tutti i tuoi pregi e difetti. Io voglio solo te e l’ho capito dopo che mi avevi detto quelle cose!”

Hermione sembrava compiaciuta, ma poi disse: “Allora…perché ti sei rimesso con Cho?”

“Ecco, era soprattutto di questo che volevo parlarti. Premetto che mi è stato consigliato da Ron. Allora…la tua reazione al mio bacio mi aveva sorpreso.”

“Come mai?”

“Non pensavo che l’averti baciata ti avesse sconvolta in quel modo: credevo che ti avrebbe fatto piacere!”

“Certo che mi ha fatto piacere! Ma come potevo pensare che avresti ricambiato il bacio, considerato il fatto che ti credevo ancora innamorato di Cho?!”

“Quindi tu lo hai fatto perché volevi verificare se ero ancora innamorato di Cho?”

“In un certo senso…sì!”

Dunque, Sirius e Ron avevano ragione.

“Comunque…la sera del matrimonio, Ron mi aveva consigliato di tornare con Cho. In questo modo, se tu fossi stata innamorata di me, saresti stata gelosa. E così è stato. Lo so che è stato un gesto orribile, ma dovevo capire se eri innamorata di me, così avrei potuto confessarti i miei sentimenti. Se, invece, tu avessi provato veramente un semplice sentimento di amicizia nei miei confronti e io ti avessi detto che mi ero innamorato di te, avrei rovinato la nostra amicizia ed era l’ultima cosa che avrei voluto fare. Avrei preferito starti accanto solo come amico, piuttosto che perderti!” 

Hermione non disse niente.

“Sei arrabbiata con me?”

Lei sospirò e poi lo guardò dolcemente: “No, non sono arrabbiata!”

“Lo sapevo che avresti capito!” esclamò Harry avvicinandosi a Hermione.

“Però è stato un gesto brutto, anche se lo hai fatto a fin di bene. Più che altro mi dispiace per Cho.”

Harry si avvicinò ancora di più a Hermione e le mise una mano sul ginocchio e una sulla mano destra.

“Dici davvero?”

“Certo! Mi dispiace per Cho perché è stata una degna rivale!”

Harry rise, ma poi si calmò e divenne serio: “Mi dispiace, però, che tu abbia sofferto tanto a causa mia!”

Hermione sorrise, gli tolse gli occhiali e disse: “Ne è valsa la pena, no?”

“Già!” rispose Harry prima di riuscire a baciarla dopo quasi un’intera giornata che ci provava.

Entrambi avevano sofferto per costruire le basi di quella relazione che stava sorgendo (Ooohhh…wow! °O°!!). Ma come diceva Hermione…ne era valsa la pena e Harry era perfettamente d’accordo. 

*********

Harry e Hermione stavano tornando in sala comune, quando lui le chiese: “Posso farti due domande?”

“Due?!”

“Sì, due!”

“Ok!”

“Quando…quando hai capito di essere innamorata di me?”

Hermione sorrise: “Nei primi quattro anni qui a Hogwarts ti sei trovato in pericolo molte volte e ogni volta io provavo uno strano sentimento. Credevo fosse solo semplice preoccupazione, invece…era vera e propria ansia, paura di non rivederti…avevo una gran paura che non saresti tornato da me.”

“Davvero?”

“Sì! Ma…ho capito che mi ero innamorata di te solo durante il nostro quarto anno e, in particolare, quando guardavi Cho come se fosse l’unica ragazza al mondo. Così ho cominciato a pensare: perché non guarda anche me così? Che cosa ha lei che io non ho? Capelli perfetti? Corpo da modella? Affascinanti tratti orientali?- disse Hermione, rivolgendosi poi a Harry- Capito?”

“Sì e mi dispiace da morire. Tu, però, sappi che anche se guardavo Cho in quel modo, io ci tenevo molto a te, ti volevo molto bene!”

“E…adesso?”

“Adesso…è più di bene, è quasi amore!”

“Mmm… giusto. Se è destino che io e te dobbiamo stare insieme, allora questo sentimento si trasformerà in vero e proprio amore. Altrimenti…”

“Altrimenti niente! Pensiamo al presente!”

“Ok! Qual’era l’altra domanda?”

“Ti sei messa con David per farmi ingelosire?”

“Non direi ingelosire, ma attirare l’attenzione, la tua attenzione!”

“E ci sei riuscita! Devo dirti che sono stato anche un po’ geloso!”

“Sul serio?”

“Certo! Avevo paura che ti saresti allontanata da me, che avresti passato sempre più tempo con David. E ora che stiamo insieme mi chiedo…se riuscirò mai a renderti felice…”

Hermione si fermò e guardò Harry; poi prese il suo viso tra le mani e lo attirò a sé, facendolo appoggiare al suo torace. Harry si sentì inebriato dal profumo di Hermione.

“Oh, Harry, io sono già felice adesso. E non vedo l’ora di trascorrere i prossimi giorni insieme a te!” esclamò Hermione prima di baciargli la fronte.

Harry aveva fatto scivolare le mani attorno alla vita di Hermione. Era una piacevole sensazione: sarebbe potuto rimanere in quella posizione per sempre.

“Harry?!”

“Mmm…”

“Harry, che hai?”

“Possiamo stare così per sempre?”

Hermione rise: “Ma, Harry, siamo in mezzo al corridoio!”

Controvoglia, Harry si allontanò da lei e insieme ripresero a camminare. Prima di arrivare in sala comune, i due incontrarono sulla strada Cho. E Harry si accorse che Hermione era diventata nervosa. Cho, invece, sorrise.

“Ciao!” li salutò.

“Ciao!” la salutò Harry.

“Ci…ciao!” disse infine Hermione.

“Allora…vedo che tra di voi è tutto a posto!”

“Già, finalmente!” esclamò Harry.

“Stavo cominciando a pregare per voi due!”

“Eheh…”

Harry si sentiva un po’ a disagio con le due ragazze, la sua ex e la sua attuale ragazza, anche perché le due si guardavano in modo strano. Non erano sguardi di rabbia o rancore. Erano semplicemente strani.

“Hermione, posso chiederti scusa?” chiese Cho all’improvviso.

Harry e Hermione furono molto sorpresi dalla domanda di Cho.

“Scusa?! Per cosa?” domandò Hermione.

“Mi sono comportata male con te l’anno scorso e l’ho fatto solo perché ho sempre avuto l’impressione, che in realtà era certezza, che tu fossi sempre migliore di me agli occhi di Harry. Non riuscivo a sopportare il confronto con te. Ho sempre saputo che Harry provava per te qualcosa di speciale, ma io speravo di riuscire a prendere il tuo posto. Purtroppo ho fallito.”

“Oh, Cho!- esclamò Hermione abbracciandola- Vedrai che prima o poi anche tu troverai un bravo ragazzo che saprà renderti felice. Te lo meriti!”

Cho era sorpresa almeno quanto Harry: non si aspettava una reazione del genere da parte di Hermione.

Quando Hermione si allontanò da lei, Cho disse: “Allora…ci vediamo!”

“Sì…ciao!”

“Ciao!”

Non appena Cho si fu allontanata, Harry e Hermione ripresero a camminare.

“Non trovi che sia stata gentile?” chiese Hermione.

“Gentile?”

“Sì, è stata molto carina a chiedermi scusa!”

“E’ incredibile!”

“Cosa?”

“Beh, solo pochi mesi fa provavi una grande rabbia ogni volta che la vedevi!”

“Per forza: stava con il ragazzo che mi piaceva e poi…mi chiamava in quel modo!”

“Credi che non lo farà più?”

“Sono sicura che non lo farà più. Ho fiducia in lei!”

“Se lo dici tu…”

Harry e Hermione raggiunsero Ron e Christine in sala comune. I due sembravano preoccupati.

“Ma dove eravate finiti?” chiese Ron.

“Vi abbiamo cercato dappertutto!” disse Christine.

Hermione guardò Harry e, poi, disse sorridendo: “Mi aveva rapita!”

“Ti aveva rapita?!” ripeterono Ron e Christine.

Harry e Hermione risero.

“Scusate…potete risponderci, per favore?” chiese Ron.

Ma Harry e Hermione non lo stettero ad ascoltare.

“Hai fame, Hermione?” chiese Harry.

“Sì, tu?”

E, nel frattempo, i due si avviarono verso la porta della sala comune.

Ron e Christine sospirarono e, rassegnati, seguirono Harry e Hermione verso la Sala Grande.

***********

La sera, prima di andare a dormire, Hermione diede un bacio sulla guancia a Harry.

“Buonanotte, Harry!”

“Sogni d’oro, Hermione!”

E, subito dopo che Hermione andò a dormire, Harry entrò in camera sua dove c’era già Ron, tutto intento a leggere un libro.

“Ron…sei strano. Ultimamente leggi tanto e non è da te!” esclamò Harry sedendosi sul proprio letto.

“Credo sia l’influenza di Christine. Ha iniziato a darmi dei libri da leggere e adesso mi sono appassionato!”

“Bravo!”

“Ma…si può sapere dove hai portato Hermione, oggi?”

“Segreto!”

“Dai, Harry, dimmelo, ti prego!”

“Era tutta la giornata che cercavo di stare con lei, ma ‘qualcuno’ continuava a interromperci!”

Ron rise: “Non l’ho fatto apposta!”

“Seh…allora dovevi avere un tempismo più che perfetto!”

“Va bene, lo facevo apposta!”

“E potrei sapere perché?”

“Una piccola vendetta!”

“Vendetta? Per cosa?”

“Diciamo che quella sera, dopo la partita, mi sono accorto che tu e Hermione avete spiato me e Christine!”

“Volevamo solo darti un…invisibile sostegno morale!”

“Ritenta, Harry. Puoi fare di meglio!”

“E va bene. Eravamo entrambi curiosi di sapere come ti saresti dichiarato alla tua Christine. Sai, dopo 6 anni, che ti conosciamo…”

“Ok, ok. Vuol dire che adesso siamo pari!”

Harry si cambiò e si infilò sotto le coperte. Ron lo fissò attentamente.

“Sei felice, vero, Harry?”

Harry sorrise e disse: “Si vede tanto?”

“Da lontano un miglio! Caspita, Harry, è tutto il giorno che ti brillano gli occhi! Io…non ti ho mai visto così!”

”Già, è straordinario stare con Hermione. Mi sento bene con me stesso e in pace con il resto del mondo!”

“Sono felice per voi!”

“Grazie, Ron. Però…questa non è l’ora dei sentimentalismi. E’ ora di dormire. Buonanotte!”

“Buonanotte!”

Harry si coprì bene con le coperte e si addormentò serenamente dopo quello che era stato il più bel Natale della sua vita.

 

 

 

Che ne dite? Sono tremendamente carini quei due insieme! Ah, se solo la Rowling la pensasse come noi! (kia piange: buaaaaaahhhh!) Vabbè, il prossimo sarà   ” Solo coincidenze?!” e praticamente succede che…e poi….ma……chiaro, no?

L’altro giorno sono andata a vedere la fabbrica di cioccolato (bellissimo, anche johnny!) e hanno fatto il trailer del calice di fuoco, quello corto, però. Uffa!

Ringraziamenti. 

Diego: va bene, allora cercherò di fargli fare un po’ meno seghe mentali!

Merewen: sono felice che il capitolo precedente ti abbia rallegrato la giornata!  Però, ora anche tu devi far succedere qualcosa ai due nella tua bellissima storia, capito??

Mary: purtroppo sto rallentando con gli aggiornamenti, ma cerco di fare del mio meglio. Ti è piaciuto questo capitolo?    

Elisa: sì, non sei l’unica a essere stata in ansia, anch’io non vedevo l’ora di arrivare a questo punto. Praticamente le scene dei prossimi capitoli le avevo scritte da quando ho iniziato la storia, cioè nel lontano marzo 2003.

Emma: purtroppo quel trailer non l’ho ancora visto, se non sbaglio c’è anche l’unica scena in cui si vede sirius nel camino, vero? È strano vedere come i film tendono a far credere in un rapporto tra Harry e Hermione, al contrario dei libri. Chissà se questi non siano i famosi indizi che la rowling fa inserire nella sceneggiatura! Boh!

marco:  spero che tu non sia rimasto deluso da questo capitolo, dato che non succede niente, né su helen, né sui mangiamorte!

H+hr=truelove: immagino che questo capitolo ti sia piaciuto molto, o almeno lo spero. Poi…io avevo intenzione di scrivere una storia su james e lily, in effetti ho già in mente qualcosa che riguarderà anche remus. Penso che sarà o una lunga one shot, oppure una cosa di due, massimo tre capitoli. Per ora non so se iniziarla: ho ancora in ballo il sequel di questa e la seconda storia. Vedremo…

Rosariopotter: stai tranquillo, Cho è definitivamente out, anche se tornerà per una volta in un capitolo. Ma non costituirà più un pericolo!

Haras: per il momento non c’è più niente per cui stare sulle spine. Questi due avranno un po’ di pace, dopo tutti ‘sti tormenti! Se lo meritano i miei adoratissimi  e dolcissimi piccioncini! Tra l’altro sembra che stiano veramente insieme dan e emma!

Hermione4ever: miii, da quanto tempo! Sono felice di risentirti! Come va? Allora, io ho visto un trailer diverso da quello che dici tu e l’ho visto su coming soon television. Però quel trailer credo si possa scaricare da qualsiasi sito su harry potter fatto bene: io ti consiglio di andare a visitare www.veritaserum.com, www.the-leaky-cauldron.org oppure www.diagonalley.it. I primi due sono in inglese, il terzo in italiano.

Ma, scusate, maripotter che fine ha fatto? Dove sei? Fatti sentire e dimmi se questi due capitoli ti sono piaciuti!

A presto,

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 27
*** Solo coincidenze? ***


Eccomi di nuovo, mancano meno di due mesi all’uscita del film e io sto letteralmente morendo dalla voglia di vederlo. Nel frattempo accontentiamoci con le fanfiction!

 

Nient’altro che noi!

 

 

6°ANNO

 

Capitolo 27: “Solo coincidenze?”

 

Le vacanze erano finite e le lezioni erano riprese. Harry, però, seguiva poco, in quanto era più interessato a osservare ogni minimo movimento di Hermione che sedeva sempre accanto a lui. Hermione lo rimproverava, ma lui non poteva fare a meno di comportarsi in quel modo: era più forte di lui. Fino a quando Hermione non lo minacciò di andare a sedersi sempre lontano da lui durante le lezioni. Così, Harry fu costretto a stare più attento alle lezioni.

Una sera Harry e Hermione stavano tornando in sala comune, quando incontrarono la prof. McGranitt.

“Buonasera, ragazzi!”

“Buonasera, professoressa!”

“Signorina Granger, il preside vorrebbe parlarti.”

“Oh…va bene!”

“Mi segua!”

Harry e Hermione seguirono la professoressa fino al gargoyle.

“Gelato al peperoncino!” (che esiste veramente! Bleah!) esclamò la professoressa e la statua del gargoyle si mosse, lasciando libero il passaggio.

Dopo aver salito le scale, la professoressa McGranitt bussò alla porta.

“Avanti!”

I tre entrarono nell’ufficio di Silente.

“Benvenuti!”

“Professore, le ho portato la signorina Granger.”

“Grazie mille, professoressa.”

La McGranitt se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.

“Professor Silente, non le dispiace se è venuto anche Harry?!” esclamò Hermione.

“No, figurati. In fondo quello che devo dirti non è un segreto di Stato. Ma…accomodatevi, prego!”

Harry e Hermione si sedettero su due sedie di fronte alla scrivania di Silente.

“Allora…considerati i nuovi arrivi qui a Hogwarts, ho deciso di istituire un comitato di benvenuto per gli studenti che, d’ora in poi, si trasferiranno nella nostra scuola.”

“E’ una bella idea!” osservò Harry.

“Già. Il comitato sarà formato dal sottoscritto, dai quattro professori capocasa, dai Prefetti e dai Capiscuola. Come sai, signorina Granger, staserà arriverà la nuova studentessa. E’ stata affidata a Grifondoro e vorrei che tu, in qualità di Prefetto della casa, le mostrassi la scuola e la seguissi per i primi tre giorni. Sei d’accordo?”

“Certo. Sarà un grande piacere aiutare la nostra nuova compagna!”

“Se avesse dei problemi per qualsiasi motivo, dovrai riferirlo al comitato che prenderà i provvedimenti adeguati.” (ebbene sì, ho fatto fare a Silente un corso di pedagogia! Si nota, eh?)

“Va bene!”

“Perfetto! Adesso, potete andare!”

“Grazie. Arrivederci, professore!”

“A stasera!”

Harry e Hermione uscirono dall’ufficio di Silente e si avviarono verso la sala comune.

“Wow! Che incarico!” commentò Harry.

“E’ una bella responsabilità! Anche se mi domando come mai Silente ha istituito questo comitato proprio adesso. In fondo ci sono tanti studenti che si sono trasferiti qui. Perché adesso?”

“Non saprei. Forse ci ha pensato solo ora!”

“Mmm…” mormorò Hermione non del tutto convinta.

“Comunque, so che te la caverai egregiamente, Hermione!”

“Ah, sì? E come mai ne sei così sicuro?”

“Perché ti conosco da tanto tempo e so per certo che tu riesci in tutto!”

Hermione sorrise.

“Chissà come sarà questa ragazza!” esclamò poi Harry.

“Perché?” si affrettò a chiedere Hermione con una nota di gelosia.

“Oh-o…non posso fare a meno di notare un po’ di gelosia nella tua domanda!”

“Gelosa? Io? Sei pazzo!” disse lei facendo un gesto vago con la mano.

“Invece, credo che tu sia gelosa!”

“Secondo te dovrei essere gelosa a causa di una ragazza che né io né tu conosciamo?!”

“Beh, anch’io sarei stato geloso se avessi saputo che sarebbe arrivato un ragazzo, al posto di una ragazza, e tu avresti dovuto seguirlo per tre giorni!”

“Davvero?” chiese Hermione soddisfatta.

“Sì! Sai, un po’ di gelosia non fa mai male!”

“Hai ragione! Il problema nasce quando si esagera!”

”Ma non sarà il nostro caso!”

Hermione sorrise e poi gli diede un bacio sfiorato sulle labbra.

“Dai, andiamo. Gli altri ci aspettano!” disse Harry.

I due ripresero a camminare verso la sala comune.

**********

La sera, a cena, come aveva preannunciato Silente, venne presentata la nuova studentessa.

Quando la ragazza entrò nella Sala Grande, Harry e Hermione rimasero a bocca aperta: avevano già visto quella ragazza l’anno prima, in stazione, quella che aveva attirato la loro attenzione per la straordinaria somiglianza con Hermione. Ma le sorprese non erano finite.

“Lei si chiama Helen Granger, è stata affidata a Grifondoro e sarà una vostra nuova compagna. Frequenterà il sesto anno, perciò, vorrei che la aiutaste ad ambientarsi, facilitando, così, Hermione Granger che le farà da guida per i primi tre giorni!” disse Silente.

Tutti gli studenti guardarono prima Helen, poi Hermione, sorpresi anch’essi per l’incredibile somiglianza.

Ma Hermione non ci fece caso: come Harry, molto probabilmente stava pensando al nome della ragazza. Helen Granger era la ragazza di cui aveva parlato Mark Stevenson, il Portiere di Tassorosso.

Silente invitò Helen a sedersi accanto a Hermione.

“Ciao!” esclamò Helen con un sorriso.

Hermione era rimasta senza parole: tutte quelle novità evidentemente l’aveva scossa.

“Ehi, Hermione?” la chiamò Helen.

Harry le diede una spintarella e lei scosse la testa, sorridendo a forza.

“Ah…ciao, Helen!”

“Così, devo affidarmi a te, per adesso!”

“Sì, sarò la tua guida e dovrai rivolgerti a me per qualsiasi problema!”

“Ok. Ma…non ti sembra che ci siamo già viste noi due?” chiese Helen, appoggiando il viso sulla mano sinistra.

“Ehm…credo di sì. L’anno scorso, giusto?”

“In stazione. Eri insieme a lui!” esclamò Helen indicando Harry.

“Ah…già!”

“Sei Harry Potter?”

“Sì!”

“Ho sempre desiderato conoscerti!”

“Ma davvero?!” esclamò Harry.

Perché quella frase e quel tono gli ricordavano tanto Hermione.

“Sì. Ma toglimi una curiosità: voi due state insieme?”

“Cosa te lo fa pensare?” chiese Hermione, imbarazzata.

“Non lo so, però…da quando vi ho visti in stazione ho subito pensato che eravate molto carini insieme!”

“Grazie!” disse Harry.

“Quindi state insieme?!”

“Sì, comunque…ho saputo che vieni da una scuola di magia irlandese…” disse Hermione.

“Proprio così.”

“Uh…anch’io vengo dall’Irlanda!” esclamò Christine.

Helen guardò Christine con aria curiosa.

“Scusa, sono Christine McGregor!” si presentò Christine.

“Piacere di conoscerti!” disse Helen, stringendole la mano.

“Non vi siete mai incontrate?” chiese Hermione.

“In effetti, hai un’aria familiare!” esclamò Helen.

“Anche tu, ma credo che non ci siamo mai parlate a scuola!”

“Potremmo fare amicizia adesso!”

“Perché no?”

Le due ragazze sorrisero.

“Ehm…scusate…-intervenne Ron-…ci siamo anche noi!”

“Ah…scusatemi. Helen, questi sono Ron e Ginny Weasley!” disse Hermione.

“Due dei sette fratelli Weasley, i famosi figli del Viceministro della Magia! Quale onore!”

“Oh…non esagerare! Non siamo poi così famosi!” esclamò Ron arrossendo.

“Sai, Helen, Ron è anche il mio ragazzo!” esclamò Christine.

“Ma davvero? Che bello!- commentò Helen- Quindi, nel vostro gruppetto siete tutti appaiati?!”

“In effetti, sì. Anche Ginny: lei è insieme a Draco Malfoy!” disse Ron.

“Draco Malfoy?! Figlio di Lucius Malfoy?!”

“Sì, ma non ti preoccupare. Draco è innocuo. Non è come il padre…almeno da un anno!” fece notare Ginny, facendole segno con la mano di stare tranquilla.

“Capisco…”

“Sai, Helen. Poco tempo fa ci aveva parlato di te Mark Stevenson!” disse Harry.

Helen sorrise: “Ah…Mark Stevenson qui?! Non ci posso credere!”

“Sì, appartiene alla casa di Tassorosso!” disse Hermione, indicando il tavolo dei Tassorosso.

Helen si girò e vide Mark, che la stava osservando. Si salutarono con la mano, sorridendo.

“Non mi ha mai detto che era entrato a Hogwarts, quando si è trasferito qui 6 anni fa!”

“Lui pensava che noi due fossimo parenti…sai, per il cognome, l’aspetto fisico!” disse Hermione.

Helen non disse niente, mentre Hermione sembrava quasi divertita da quel fatto.

“Naturalmente, io gli ho detto che non ho mai avuto parenti in Irlanda, altrimenti l’avrei saputo. E poi ci sono tanti Granger sia in Inghilterra che in Irlanda!”

“Giusto. E’ colpa della nostra somiglianza!”

“Lo credo anch’io!”

“E poi dicono che ognuno di noi ha sette gemelli nel mondo. Forse tu sei una di quelle!”

“E’ quello che ho detto anch’io!”

Sia Hermione che Helen risero e Harry rimase stupito di quanto le due ragazze si somigliassero anche nella risata.

********

Dopo cena Helen chiese a Hermione se poteva parlare un po’ con Mark. Non si vedevano da sei anni.

“Ma sì! In fondo è la tua prima sera qui a Hogwarts!”

“Grazie!”

Lasciata Helen con Mark, Harry, Hermione e gli altri andarono in sala comune.

Ginny, Christine e Ron andarono subito a letto.

“Tu non vai a dormire?” chiese Harry sedendosi accanto a Hermione sul divano.

“No, aspetto Helen. Devo dirle una cosa per domani!”

Harry le mise un braccio attorno alle spalle: “Allora, aspetto con te!”

Hermione sorrise: “Grazie!”

“Senti un po’, Hermione, cosa ne pensi di Helen?”

“All’inizio ero un po’ turbata. E’ incredibile quante cose abbiamo in comune: il cognome, l’aspetto fisico…perfino le prime due lettere del nome!”

“Già, non ci avevo fatto caso!”

“Ma, poi, quando lei ha detto che era d’accordo con me sul fatto di non essere parenti, mi sono tranquillizzata. In fondo, è una ragazza simpatica. Credo anche di non avere niente di cui essere gelosa. Sembra interessata a qualcun altro!”

“Mark!”

“Starebbero bene insieme. Si conoscono da quando erano piccoli!”

Harry rifletté su ciò che Hermione aveva detto poco prima. Helen era d’accordo sul fatto che ci fossero molte famiglie Granger e sulla sua somiglianza con Hermione. Ma, a voler mettere i puntini sulle i, non aveva mai detto di essere d’accordo sul fatto di non essere parenti.

Harry, però, decise di evitare quell’osservazione. Non voleva turbare ulteriormente Hermione.

Dopo un po’ arrivò Helen.

“Ah, Helen, sei arrivata!” disse Hermione alzandosi in piedi.

“Dovevi dirmi qualcosa?”

“Sì, domani, dopo la colazione, aspettami perché andremo insieme a lezione. Così, in mattinata cominci a memorizzare le aule dei vari professori; invece, nel tardo pomeriggio ti mostrerò il resto della scuola.”

“Ok!”

“Bene, allora io andrei a dormire! Sono un po’ stanca!” disse Hermione.

“Il nostro dormitorio è da quella parte?” chiese Helen, indicando le scale.

“Sì, devi salire fino a quando non trovi la porta con la scritta ‘6°anno’!”

“Capito. Io comincio ad andare. Buonanotte!”

“Buonanotte!” risposero Harry e Hermione.

Quando Helen se ne andò, Harry si alzò e guardò Hermione: sembrava veramente stanca.

“Hermione, stai bene?” le chiese mettendole una mano sul braccio.

“Sì, perché?”

“Mi sembri stanca e anche un po’ pallida!” esclamò Harry accarezzandole una guancia.

“Beh, in effetti, stanno succedendo tante cose molto in fretta. E sembra che il mio organismo faccia fatica a starci dietro. Senza contare lo studio che diventa più pesante!”

“Se vuoi, possiamo andare in infermeria!”

“No, non preoccuparti. Mi basta dormire un po’ per recuperare le energie e anche stare un po’…così!” esclamò Hermione appoggiandosi a Harry.

Harry sorrise e poi la circondò con le sue braccia.

“Comunque, per qualunque cosa, non esitare a dirmelo, Hermione, così ti porto subito in infermeria!”

Hermione rise e si staccò da lui: “Vedi, sto già meglio!”

“Bene!”

“Andiamo a dormire?”

“Sì!”

Entrambi salirono le scale e, prima di entrare nei rispettivi dormitori, si augurarono la buonanotte con un bacio.

*******

Il giorno successivo Hermione stava un po’ meglio. Dopo la colazione, lei e Helen andarono insieme a lezione. Le seguirono anche Harry, Ron, Christine e Draco.

“Ehi, Harry…è sicuro che Hermione non abbia mai conosciuto Helen?” chiese Draco. (Evviva! Draco parla ancora!)

“Sì, lei ha detto che non l’ha mai vista, a parte quella volta in stazione!”

“Sentite, io posso capire una leggera somiglianza, ma…insomma, Hermione e Helen hanno troppe cose in comune: il cognome, l’aspetto fisico, il modo in cui ridono…” disse Draco.

“E stai dimenticando le prime due lettere del nome!” fece notare Christine.

“Hermione assomiglia molto a suo padre!” disse Ron che non aveva ancora parlato ed era rimasto a riflettere.

Harry si fermò: “Cosa intendi dire?”

“Anche Helen mi ricorda molto il signor Granger…”

“Intendi dire che sono gemelle?” chiese Christine.

“Potrebbero essere gemelle!” la corresse Ron.

“Hermione è figlia unica!” disse Harry.

“Sì, però…”

“Però basta! Hermione sta facendo fatica a superare tutte le emozioni di questi ultimi giorni e non voglio che subisca altri turbamenti!” esclamò Harry.

Ron, Christine e Draco annuirono.

Harry, però, trovava che il ragionamento di Ron fosse accettabile. Nonostante ciò, fece promettere a Ron, Christine e Draco di non parlare mai di questo argomento di fronte a Hermione.

Per tutta la giornata Hermione stette sempre insieme a Helen e le mostrò le aule delle lezioni di quel giorno: Pozioni, Incantesimi, Erbologia e Astronomia.

La sera, prima di cena, come aveva programmato Hermione, Helen fu portata a visitare la biblioteca e l’infermeria. E per altri due giorni Hermione passò gran parte del suo tempo con Helen, girando per Hogwarts. Harry le accompagnava ogni volta, ma Hermione doveva dedicarsi interamente a Helen, che aveva bisogno di lei.

Visitarono anche il giardino di Hogwarts, arrivando fino al limite con la Foresta Proibita. E quel giorno faceva anche particolarmente freddo.

Mentre rientravano, Harry chiese a Helen: “Allora…ti è piaciuta Hogwarts?”

“Mmm…è molto grande. Spero di non perdermi: però è molto bella!”

“Bene!”

“Comunque, sarai contento adesso, Harry! D’ora in poi Hermione sarà tutta tua!- esclamò Helen- Vero, Hermione?”

Hermione non rispose: aveva una mano sulla fronte ed era piuttosto pallida.

“Hermione!”

“Cos’hai?” le chiese Harry.

“Non…non mi sento molto bene…”

Harry le mise una mano sulla fronte: “Credo che tu abbia la febbre!”

Hermione rabbrividì e si appoggiò a Harry.

“Ti porto in infermeria!”

“No…non ce n’è bisogno…” disse Hermione, ma Harry l’aveva già presa tra le sue braccia.

Harry portò subito Hermione in infermeria, seguito da Helen, e la appoggiò su un lettino.

Dopo pochi attimi arrivò Madama Chips.

“Che succede?”

“Credo che Hermione abbia la febbre!”

Madama Chips le misurò immediatamente la temperatura.

“Mmm…39°. E’ piuttosto alta. E’ meglio che stasera la signorina Granger rimanga qui!”

“Oh…va bene!”

“Adesso andate. Mi occuperò io della signorina Granger!”

“Posso tornare dopo cena a vedere come sta?” chiese Harry.

“Sì, certo!”

“Grazie!”

Dopo aver salutato Hermione, Harry e Helen uscirono dall’infermeria e si avviarono verso la sala comune. Harry si sentiva un po’ triste e desiderava che Hermione guarisse in fretta.

“Dai, Harry. E’ solo un po’ di influenza, passerà in fretta!” disse Helen per confortarlo.

“Già, speriamo!”

“Piuttosto, non è che mi aiuteresti a fare un po’ di ordine con i libri prima di cena? Volevo chiederlo a Hermione, però…”

“Oh…certo!”

“Mille grazie. Ci sono tanti di quei libri che mi sta venendo una gran confusione in testa!”

Harry e Helen arrivarono in sala comune e lei andò subito a prendere i libri in camera sua. Quando tornò aveva tra le mani una lunga pila di libri, che stava sfidando pericolosamente la legge di gravità. Infatti, scendendo l’ultimo gradino, a Helen caddero per terra tutti i libri e Harry corse ad aiutarla.

“Ecco, vedi! Sono troppi!” esclamò Helen.

I due raccolsero i libri a poco a poco, posandoli sul tavolo. Harry, infine, raccolse da terra quella che sembrava un’agenda, ma da questa cadde una foto. Così si inginocchiò per prenderla e, quando Harry la vide, rimase sconvolto: la foto era identica a quella che aveva visto a casa di Hermione, quella che ritraeva i signori Granger con la piccola Hermione e la vicina di casa con la sua bambina. Come mai Helen aveva quella foto?

Harry rimase incantato a guardare quella foto e, quando Helen se ne accorse, diventò piuttosto nervosa. Harry le diede la fotografia.

“Era caduta da questa agendina!” disse Harry.

“Grazie…”

Harry preferì non chiederle niente riguardo la foto. I due cominciarono a mettere in ordine i libri. A Helen passò l’imbarazzo dopo pochi minuti. Invece, Harry continuò a pensare a quanto era accaduto. Forse tutte queste strane coincidenze non era solo coincidenze, ma erano collegate da qualcosa. Chi mai poteva essere Helen per Hermione? E se Ron avesse avuto ragione? Se fossero state veramente…gemelle? In questo caso come mai Hermione non ne sapeva niente, come mai non la conosceva?

La questione era troppo complicata anche per la mente di Harry (L’eccelsa mente di Harry!).

Di tutto ciò, Harry non raccontò niente a nessuno, neanche a Ron. E, soprattutto, non aveva nessuna intenzione di dirlo a Hermione.

*******

La sera, dopo aver cenato, Harry andò subito in infermeria. Hermione era già sotto le coperte e stava dormendo. Accanto a lei c’era Madama Chips.

“Ah…sei tu, Potter!”

“Come sta Hermione?”

“Beh…come prima!”

“Lei crede che guarirà in fretta?”

“Non saprei. C’è un puntino rosso sul petto che non mi convince.”

“Morbillo?”

“E’ probabile. Comunque…tu hai già avuto il morbillo?”

“Se ricordo bene, sì!”

“D’ora in poi, potrà entrare in infermeria solo chi ha già avuto il morbillo. Quindi, avverti anche i tuoi amici!”

“Lo farò. Adesso…potrei stare accanto a Hermione per un po’?”

“D’accordo, ma non farla stancare!”

Madama Chips se ne andò e Harry si sedette accanto a Hermione, prendendole una mano.

Chissà come avrebbe reagito Hermione se avesse saputo della foto. Sicuramente si sarebbe agitata. Decisamente Harry non poteva dirglielo. Avrebbe fatto finta di niente. Se veramente Hermione era legata in qualche modo a Helen, prima o poi lo avrebbe saputo.

Harry si accorse che Hermione si stava svegliando.

“Harry…ciao…” disse lei, non appena aprì gli occhi, con un flebile sorriso.

Harry le accarezzò i capelli: “Come ti senti?”

“Mi sento un po’ stanca e ho una leggera sensazione di prurito sulla pelle!” esclamò Hermione grattandosi con la mano la tempia destra.

Harry le scoprì la tempia e vide un puntino rosso.

“Hermione, preparati a passare dei giorni terribili!”

Hermione, spaventata, esclamò: “Perché?”

“Per il morbillo!”

“Morbillo?!”

“Sì!”

“Oh, no. Non voglio passare le mie giornate a grattarmi!”

“Infatti non dovrai grattarti, ma sopportare il prurito!”

“Non so se ce la farò!”

“Ce la farai!”

“Sì? E come mai sei tanto sicuro?”

“Perché ti aiuterò io.”

Hermione sorrise: “Troppo buono!”

“Peccato che non potrai venire a Hogsmeade il prossimo finesettimana!”

“Oh, non fa niente!”

“Ti…spiace se io ci vado?”

“No, certo! Vai pure!”

“Grazie!” disse Harry dandole un bacio sulla guancia.

Era importante per Harry andare a Hogsmeade: si stava avvicinando San Valentino e voleva trovare qualcosa di speciale per Hermione.

“A proposito…dato che non potrò venire a lezione, mi faresti un enorme piacere?” chiese Hermione.

“Tutto quello che vuoi!”

“Potresti prendere appunti anche per me?”

“Non ti preoccupare! Ho già pensato a tutto!”

“Grazie mille!”

Harry le sorrise e poi guardò l’orologio.

“Credo che debba andare!” disse Harry.

“Ok!”

Hermione gli diede un veloce bacio sulle labbra.

“Buonanotte, Harry!”

“Buonanotte, Hermione!”

Harry uscì dall’infermeria e andò subito a dormire.

********

Nei giorni che seguirono, il morbillo cominciò a farsi più evidente. E cominciò anche il prurito. Hermione, purtroppo, non riusciva a sopportarlo; perciò, quando nessuno la teneva d’occhio soddisfava quella voglia provocata dal prurito.

Così, per aiutarla, Madama Chips chiese a Harry di andare in una specie di erboristeria a Hogsmeade per prendere un particolare unguento adatto al problema di Hermione. Naturalmente, Harry non se lo fece ripetere due volte e corse subito a prendere la sua scopa. Volando più in fretta che poteva, Harry raggiunse in un batter d’occhio Hogsmeade e, dopo qualche informazione ottenuta dai passanti, riuscì a trovare il negozio di erboristeria ed entrò.

La signorina fu molto gentile con lui: “Buonasera, signore!”

“Ehm…buonasera.”

“Mi dica.”

“Avrei bisogno di un unguento per il morbillo. Madama Chips mi ha mandato qui!”

“Ah, sì. Ho capito a quale si riferisce! Glielo porto subito!”

E, infatti, dopo pochi attimi, la signorina tornò con una bottiglietta che lasciava intravedere un liquido denso di colore azzurrino. Tutto ciò che era destinato a Hogwarts era gratuito, quindi Harry ringraziò, prese la bottiglietta, se la infilò in modo accurato nella giacca e tornò, volando velocemente, a Hogwarts.

“Hai fatto presto!” commentò Madama Chips, non appena Harry entrò in infermeria.

“Sì, ecco l’unguento!” disse Harry porgendole la bottiglietta.

Dopodiché Harry volse lo sguardo a Hermione: stava resistendo con tutte le sue forze. Stringeva i denti e teneva gli occhi chiusi con forza. Con tutte quelle bollicine rosse sul viso e su tutto il corpo, Hermione era molto buffa. Ma Harry si trattenne dal ridere, altrimenti l’avrebbe fatta arrabbiare. (E tu sei proprio un grande insensibile! Quasi quasi, dato che io sono l’ Autrice di questa storia, ti faccio venire di nuovo il morbillo, Harry!)

“Ehm…Potter, credo che dovresti girarti, adesso!” disse Madama Chips che doveva applicare l’unguento sul corpo di Hermione.

Harry arrossì e si girò immediatamente dall’altra parte. Passarono cinque o sei minuti, prima che Harry poté nuovamente girarsi e sedersi accanto a Hermione. La ragazza sembrava più tranquilla e serena; infatti, sorrideva.

“Ah…che sollievo…”

“Sono felice che ti sia stato utile!”

“Ma quanto durerà ancora questo morbillo?” chiese Hermione.

“Hermione, sei solo all’inizio. Ci vuole ancora qualche settimana.”

“Settimana?!”

“Beh, il morbillo è contagioso: bisogna essere sicuri che ti sia passato del tutto prima di farti uscire dall’infermeria!”

“E non posso neanche vedere i nostri amici?”

“Ron, Ginny e Christine non hanno mai preso il morbillo. Draco e Helen, invece, possono venire a trovarti, se vuoi!”

“Ok!”

“Ma…non ti basto io?” chiese Harry.

Hermione rise: “Sì, ma mi piacerebbe vedere anche i nostri amici!”

“Allora, domani vengo con Draco e Helen.”

“Grazie!”

“Ah…ti ho portato gli appunti di oggi!” disse Harry prendendo dalla sua cartella un mazzo di pergamene.

Hermione cominciò a dare un’occhiata agli appunti.

“Wow! Quante cose!”

“Ci stanno torturando!”

“E questo cos’è?” chiese Hermione indicando una pergamena.

“Oh, è la ricetta dell’antiallergico messicano!”

“Messicano?!”

“Non hai saputo che la prof. Sprite ha conosciuto un professore messicano?!”

“No!”

“Beh, a quanto pare si chiama Pedro Gonzales (mi è venuto in mente guardando paso adelante!) e lei ha imparato questa pozione da lui.”

“Ma vi ha solo spiegato gli ingredienti necessari?”

“No, ci ha anche mostrato come si preparava perché Piton non aveva alcuna intenzione di insegnarcela!”

“Bene!”

In quel momento arrivò Madama Chips: “Potter, adesso devi andare. La signorina Granger ha bisogno di riposare!”

“Oh, no. La prego, lo faccia restare ancora un po’!”

“Hermione, ha ragione lei. Devi riposare!”

“Ma…”

“Niente ma!- disse Harry facendola sdraiare- Torno domani, te lo prometto!”

“Va bene!”

Harry le diede un bacio sulla fronte e, dopo averle augurato buonanotte, se ne andò.

 

 

 

Beh, che mi dite? Nel prossimo capitolo, “Grifondoro contro Serpeverde”, ci sarà il primo (strano) san valentino di Harry e Hermione e la seconda partita di Quidditch contro Draco. Chi vincerà?

Ringraziamenti…

Maripotter: dove è che hai sentito la storia del film? Certo che se fosse vero, sarebbe stupendo! Oh, naturalmente ho già preso tutte le immagini del gof, soprattutto tutte quelle di Hermione che abbraccia Harry e anche la sequenza di quando lei timidissima scende le scale e Harry la guarda…oooohhhh, che carini! Adorabili! Ho dato un’occhiata al saggio e in effetti, anche se io non ho letto il sesto, tutto sembra filare in quella direzione. Anche la storia delle cifre dispari e pari, io non mi sorprenderei che la rowling ci abbia pensato. Ormai per ogni cosa c’è una spiegazione!Nel terzo infatti ha buttato lì l’idea della pozione d’amore quando molly ne parla con herm e ginny. E anche le sue interviste, il fatto di non voler dire che siamo degli illusi: o è veramente una bastard al cubo, oppure non lo dice perché effettivamente non siamo degli illusi. Però, non facciamo troppi voli di fantasia. Considerando il fatto che sono interista, la sfortuna è sempre dietro l’angolo!

FedeHermy: certo che la tua storia mi interessa, tutto ciò che riguarda Harry e Hermione è interessantissimo!   Ma tu l’hai letto il famoso saggio sulla pozione d’amore? Mi sembri un po’ pessimista, dovresti leggerlo. Io appena l’ho letto mi è nato spontaneamente un sorriso sulle labbra, anche se non avendo letto il sesto, non ci ho capito un granchè, ma penso che appena lo leggerò dovrò tornare a dargli un’occhiata. E per il fatto di draco e ginny…boh, magari faccio una specie di spin off di un capitolo, se a qualcuno interessa.

Hhrtruelove: carissima, è chiaro che essendo a metà storia non posso non far succedere più niente, no? E comunque sono tanto felice che anche tu sia interista, siamo sempre sulla stessa barca, eh? Tutti dicono che questo è l’anno buono, e in effetti anch’io la penso così, ma sai, l’inter ti sorprende sempre e potrebbe benissimo lasciarsi scappare un’occasione come questa: la maledetta juventus quest’anno si butterà sulla champions league, il milan ha fatto una campagna acquisti deludente (ma grazie per averci liberato di un peso come vieri! Evvai!)…insomma, tutto è dalla nostra parte. Però, anche quei, preferisco non correre troppo. Staremo a vedere. E poi gli shippers di r/h non sono tutti antipatici, io ne conosco due che ancora non mi hanno detto te l’avevo detto!

Merewen: beh, dai una piccola vendetta da parte di ron poteva essere ben accetta. Secondo te li ho fatti troppo “da carie”? in fondo sono solo dei sedicenni, e lei sta con uno della sua età e tutti sanno che le ragazze maturano sempre prima dei ragazzi! Boh, non sono convinta.

Haras: beh, ho sentito su coming soon che stavano insieme. Ma non so se è sicuro. Bisognerà vedere come si comportano alle premiere di gof. Su coming soon dovrebbero fare il servizio sulla premiere londinese.

Marco: dai, non essere sempre così scettico sulle redenzioni dei personaggi. Non sono poi tutti cattivi!

Elisa: uh, la fabbrica di cioccolato è stato stupendo, è divertente, un po’ commovente, magico…in perfetto stile burtoniano. Certo, se hai visto la vecchia edizione, beh…aspettati qualcosa di completamente diverso! E johnny (bello, anche se non come negli altri film) è straordinario, bravissimo. Ci sono alcune scene in cui fa morire dalle risate, il modo in cui tratta i bambini…che dire, mi è piaciuto molto, si è capito?

Emma: ora sono un po’ meno depressa, sai ho letto il famoso saggio! Anche se tra un po’ mi ricominciano i corsi all’università, con degli orari assurdi, però ho il lunedì e il sabato liberi! Vabbè…ti è piaciuto il capitolo? Povera herm, ha il morbillo!

Rosariopotter: beh, cho tornerà ma non farà casotto, sarà molto tranquilla. Don’t worry!

 

A presto.

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 28
*** Grifondoro contro Serpeverde ***


Dopo una lunga pausa, eccoci di nuovo qua! Non vi preoccupate, non posso dimenticarmi della mia prima storia! Spero che il capitolo vi piaccia: siamo a san valentino!

 

Nient’altro che noi!

 

 

6°ANNO

 

Capitolo 28: “Grifondoro contro Serpeverde!”

 

Harry vagava per le stradine di Hogsmeade da solo: Ron e Christine, così come Draco e Ginny, stavano trascorrendo felicemente il loro primo San Valentino insieme, mentre Helen era rimasta al castello a fare i compiti.

Ormai la speranza di trovare un regalo per Hermione lo stava lentamente abbandonando. In ogni cosa, quel giorno, Harry riusciva a trovare il più insignificante difetto. Forse perché voleva qualcosa di veramente speciale per Hermione, qualcosa che allontanasse per un momento i suoi pensieri dalla malattia e la rallegrasse.

Harry si sedette su una panchina, ripensando a quella mattina.

Flashback

Quando Harry si svegliò, vide che Ron era già vestito.

“Buongiorno, Harry!” esclamò Ron a voce alta.

Harry si portò una mano sulla fronte: “Ron…-disse infastidito-…non gridare, ti prego!”

“Coraggio, amico. Svegliati e guarda che incantevole giornata: il sole brilla alto nel cielo, gli uccellini cinguettano allegramente…tutta la natura è in festa oggi!”

“Oh, per favore…si può sapere cosa ti rende così…così…”

“Così come?”

“Ehm…così! Lo sai che di prima mattina faccio fatica a connettere!” disse sbadigliando e facendo un vago gesto con la mano.

“Non lo sapevo, comunque…non ti ricordi che oggi è San Valentino?!”

Harry, che sembrava non ascoltare molto Ron, drizzò subito le orecchie e sgranò gli occhi: “San Valentino?”

“Proprio così!”

“Di già?! Non pensavo fosse oggi!” esclamò Harry che, dopo aver realizzato che quel giorno c’era anche la gita a Hogsmeade, si alzò immediatamente dal letto, si lavò e si vestì.

“Senti, Ron, voi non aspettatemi, ok?” esclamò Harry.

“Io e Christine non avevamo intenzione di farlo e, credo, nemmeno Draco e Ginny!”

“Ah…beh, è giusto. Comunque, ci vediamo dopo. Ciao!”

“Ciao!”

Harry, infastidito da un residuo di mal di testa, corse verso l’infermeria. Ma, non appena entrò, venne fermato da Madama Chips.

“Fermo dove sei!” (e mani in alto!O la borsa o la vita)

Harry rimase immobile: “Che succede?”

“Non puoi vedere la signorina Granger per adesso!”

Harry, preoccupato, chiese: “Cos’ha?”

“Questa notte le è risalita la febbre. Non ha dormito per niente: continuava ad agitarsi. Poco fa le ho dato un po’ di calmante e finalmente si è addormentata. Lei mi capisce, signor Potter, non posso permettere che la signorina Granger si agiti ancora. Deve solo riposare per il momento!”

“Sì, capisco. Potrei passare stasera?” chiese Harry apatico.

“Vedremo…”

Harry annuì e tornò indietro, uscendo dall’infermeria.

Fine Flashback

Hermione, quella notte, aveva sofferto tanto e il solo pensiero di non esserle stato vicino, fece star male il povero Harry. Lui avrebbe potuto tenerle la mano, tranquillizzarla in qualunque modo.

Con questi pensieri nella mente, Harry si accorse che qualcuno si era seduto accanto a lui. Così, alzò lo sguardo da terra e vide Cho.

“Ciao, Harry!”

“Ciao!”

“Ho visto che eri un po’ giù e sono venuta a vedere cosa ti preoccupava…”

“Oh…niente…”

“Mmm…c’entra per caso l’assenza di Hermione?” chiese Cho.

“Beh, sì…lei sta male: ha il morbillo!”

“Mi dispiace…sul serio. Sei triste perché non è potuta venire a Hogsmeade?”

“No, non è solo per quello. Stanotte, Hermione si è sentita molto male, ha avuto la febbre alta e si agitava, senza riuscire a dormire. Ma io non ero con lei.”

“Ascoltami bene! Prima di tutto, Harry non puoi stare con lei ogni attimo della giornata, altrimenti lei si sentirà soffocata da te. E secondo, come potevi sapere che si sarebbe sentita male questa notte? Insomma, va bene che tu sia speciale, però non mi risulta che tu abbia anche delle premonizioni!”

Harry sorrise.

“Senti, perché non vai a cercare un bel regalo per Hermione?” chiese Cho.

Harry si alzò in piedi, rincuorato dalle parole di Cho (che ogni tanto dice qualcosa di sensato!), e le disse: “Mi dispiace di averti disturbata con i miei problemi!”

Anche Cho si alzò in piedi, sorrise e gli diede una pacca sulla spalla.

“Disturbata? Ma che dici? Sono felice di averti aiutato. E’ stato il primo lavoretto da amica!”

Harry rise: “Già, grazie!”

“Di niente!”

“Ci vediamo!”

“Ciao!”

Harry fece di nuovo un giro per i negozi di Hogsmeade e questa volta la speranza era tornata in lui. Alla fine, in un delizioso negozietto che vendeva prodotti di vario genere, trovò il regalo adatto a Hermione. E ciò lo rese più sereno.

**********

Non appena gli studenti tornarono a Hogwarts, Harry si fece spazio tra i compagni di scuola ed entrò per primo nel castello. Salì di corsa le scale, arrivò in infermeria ed entrò.

“Signor Potter!” esclamò Madama Chips.

“Madama Chips, come sta Hermione?”

“Molto meglio.”

Harry sospirò: “Meno male! Ehm…non è che potrei…sì, insomma…vederla?”

Madama Chips esitò.

”La prego, è San Valentino!”

“E va bene, Potter. Ma non farla stancare!”

“Lo giuro!”

Harry raggiunse il letto di Hermione, la quale stava fissando il soffitto. Harry si accorse che era piuttosto pallida e che il morbillo stava lentamente passando.

“Harry! Ciao!” esclamò Hermione sorridendo.

“Ciao!- la salutò Harry sedendosi su una sedia- Hermione…come ti senti?”

“Un po’ stanca, ma sto bene. Non ti preoccupare. Il peggio è passato. Questa notte è stata veramente terribile. Non ricordo di aver passato momenti peggiori!”

“Mi dispiace di non essere stato qui con te!”

“Ma, Harry, come potevi sapere che mi sarei sentita male? Fino a prova contraria, non hai ancora dimostrato poteri di premonizione!”

”E’ strano. Anche Cho me lo ha detto!”

Hermione assunse un’espressione strana: “Cho…Cho Chang?!”

“Sì, certo…quante Cho conosciamo?”

Hermione non disse nulla: si limitò a guardarlo come se stesse provando a leggergli la mente.

Harry rise: “Dai…non dirmi che sei gelosa?”

“Gelosa? No…non tanto, solo un pochino!”

“Non ti preoccupare! Abbiamo solo parlato da amici!”

Hermione annuì sorridendo molto più tranquilla.

“Mi piace che tu sia un po’ gelosa!” esclamò Harry, dandole un bacio sulla guancia.

E, nello stesso momento, Harry le lasciò il regalo in grembo.

Quando Hermione se ne accorse, chiese sorpresa: “Cos’è questo?”

“Mmm…allora, a me sembra un pacchetto regalo, con una carta rossa lucida e un bel fiocchetto bianco!”

“Harry!” lo rimproverò Hermione.

Harry sorrise: “Buon San Valentino, Hermione!”

“Ma…non dovevi farlo!”

“E’ solo un pensierino che, spero, ti rallegri questi giorni di malattia!”

Hermione sorrise e poi aprì il regalo. Tra le mani di Hermione, comparve un orsetto di peluche completamente bianco con un fiocchetto al collo di colore rosso e tra le zampe aveva un mazzolino di fiori finti tutti colorati.

“Ti piace?”

“Certo che mi piace! E’…adorabile!”

“Davvero?”

“Sì!”

“Avevo paura che non ti piacessero tutte queste cose di San Valentino!”

“Oh…ma i peluches sono sempre adorabili!”

“Non sai quanto mi senta sollevato!”

“Però, sei stato ingiusto, Harry!”

“Per quale motivo?”

“Io non potevo uscire da qui per prenderti un regalo!”

“E allora? Io volevo e potevo fartelo. Non ti preoccupare, Hermione!”

Hermione alzò la testa, pensierosa. E, dopo un po’, guardò il suo polso destro.

“Vieni qui, Harry!” disse Hermione, prima di slacciarsi il braccialetto d’oro.

Harry obbedì e si sedette sul letto accanto a Hermione, che gli allacciò il braccialetto al polso destro.

“Che significa?- chiese Harry- Non è il braccialetto che ti ha regalato David l’anno scorso?”

Hermione arrossi: “A-ehm…veramente l’anno scorso David mi ha regalato un doppio portafoto a forma di cuore!”

“Che cosa?! E perché mi hai mentito?”

“Beh, quando ho visto quelle…ehm…’adorabili’ pantofoline che ti aveva regalato Cho, volevo fare bella figura e farti vedere che avevo ricevuto un regalo importante da David!”

“Ah…” disse Harry prima di scoppiare a ridere.

Hermione inarcò le sopracciglia cercando di capire il comportamento del ragazzo.

“Mi dispiace!” esclamò poi.

“Oh…non fa niente!- la rassicurò Harry riprendendosi- Sei veramente incorreggibile, Hermione!”

Lei sorrise compiaciuta e poi esclamò: “Beh…comunque, questo braccialetto è sempre stato mio. Voglio che adesso lo tenga tu, così, quando lo guarderai, penserai a me!”

Hermione chinò la testa per nascondere il rossore sulle guance.

“Ma…io penso sempre a te!” disse Harry, accarezzandole la guancia.

Hermione alzò lo sguardo, incrociandosi con quello di Harry. A lui piaceva quello sguardo, gli piaceva perdersi in quegli occhi profondi che lo guardavano come se fosse l’unica persona importante al mondo.

Harry avvicinò il viso a quello di Hermione.

“Ti ho già detto buon San Valentino?” chiese Harry.

“Tu sì. Io ancora non te l’ho detto!”

“Mmm…quindi?”

“Buon San Valentino, Harry!” disse Hermione, prima di ricevere un tenero bacio sulle labbra.

********

Prima che Harry se ne accorgesse, San Valentino passò e arrivò ben presto il 20 febbraio, ovvero il giorno della partita. Purtroppo, Hermione non avrebbe potuto assistere alla partita. Ormai la malattia era passata, ma, essendo il morbillo una malattia contagiosa, Madama Chips la fece restare ancora un paio di giorni in infermeria.

Così, quella mattina, Harry andò a trovarla prima di recarsi nello spogliatoio.

“Harry, che ci fai qui?-chiese Hermione- Non dovresti essere nello spogliatoio?!”

“Avevo bisogno di vederti!”

Hermione lo guardò dolcemente: “E come mai avevi bisogno di vedermi?”

“Mmm…ho pensato che, magari, avresti potuto darmi un bacio portafortuna…”disse lui sedendosi accanto a lei.

Hermione sorrise e prese il viso di Harry tra le mani.

“Allora…capitano, spero che questo bacio ti aiuti a vincere la partita di oggi!” esclamò Hermione prima di baciare il suo Harry.

Un bacio che fece perdere i sensi a Harry. Infatti, quando Hermione si allontanò da lui, Harry restò immobile, con gli occhi ancora chiusi. Hermione rise e poi spinse indietro il viso di Harry con un dito sulla fronte.

“Vai, campione, e non tornare se non hai vinto!” disse Hermione.

“Lo desideri davvero?”

“Certo che no! E’ per questo che spero tu vinca!”

“Allora, ti prometto che vincerò…per te!”

Hermione sorrise e Harry riuscì a rubarle un altro bacio.

Dopodiché si alzò in piedi ed esclamò: “Tornerò vincitore! Aspettami Hermione!”

Lei rise divertita e poi disse: “Va bene, ma adesso dovresti andare. I tuoi giocatori ti stanno aspettando!”

“Hai ragione. Ci vediamo dopo!”

“Ciao!”

Harry corse fuori dall’infermeria, arrivando negli spogliatoi. I componenti della squadra avevano già indossato l’uniforme, esattamente come lo stesso Harry.

“Ragazzi, oggi sarò breve! Dobbiamo assolutamente vincere; prima di tutto perché l’ho promesso a una persona molto importante per me!” esclamò Harry.

“E tutti noi sappiamo chi è questa persona!” aggiunse Seamus.

“Allora, se sapete chi è, saprete anche che, se perdo, non mi perdonerà mai!” esclamò Harry sorridendo.

“Già!” commentò Ron annuendo con il capo e ridacchiando. (come un ebete!!)

“E secondo, dobbiamo vincere anche perché Serpeverde ci ha sconfitto l’anno scorso, sottraendoci la Coppa di Quidditch. Ma quest’anno ci rifaremo, giusto?”

“Giusto!” rispose la squadra in coro.

“Bene, andiamo!”

La squadra di Grifondoro entrò in campo, accolta dai propri tifosi con gioia.

Madama Bump esclamò: “Ai vostri posti!”

I giocatori montarono sulle proprie scope e raggiunsero le postazioni. Harry si trovò di fronte a Draco.

“Allora, Draco…pronto per la rivincita?” esclamò Harry.

“Io sì, tu?”

“Assolutamente sì. Preparati a perdere…amico!”

“Sembri molto sicuro, Harry!”

“Beh, l’ho promesso a Hermione!”

“Quindi, dovrò impegnarmi a fondo per batterti oggi!”

“L’hai detto, amico!”

Madama Bump fischiò l’inizio della partita. La Pluffa passò subito tra le mani di un Cacciatore di Serpeverde, che volò verso la porta di Grifondoro. Il Cacciatore provò a passare la Pluffa a un compagno, ma un Bolide, tirato da Seamus, lo fece traballare e la Pluffa cadde. Fortunatamente, Aileen, con uno scatto veloce, la afferrò al volo. I tifosi di Grifondoro esultarono a gran voce, soprattutto quando Aileen, dopo aver attraversato il campo, segnò 10 punti per Grifondoro.

Il gioco riprese immediatamente: Harry cercava il Boccino, ma stava attento anche all’azione che si stava svolgendo più in basso.

Serpeverde riprovava a segnare con uno dei suoi Cacciatori. Nello stesso momento, Harry intravide il Boccino d’Oro accanto ai Battitori di Serpeverde e scattò in avanti. Sentì che Ron aveva parato il tiro di un Cacciatore di Serpeverde, ma non poteva girarsi. Dietro di lui, c’era Draco che incombeva.

Harry era quasi vicino al Boccino, ma improvvisamente Draco esclamò: “Attento, Harry!”

Harry si voltò e vide un Bolide che stava schizzando verso di lui. Non sapendo che fare, Harry si ribaltò e finì a testa in giù, evitando il Bolide. Tornò, poi, come prima e Draco si avvicinò a lui.

“Tutto bene, amico?” chiese Draco.

“Sì, per un pelo. Grazie, Draco!”

“Oh, figurati. Comunque, è stato Goyle!”

“Mmm…non fa niente!” disse Harry rivolgendo uno sguardo quasi omicida a Goyle, che, nel frattempo, aveva iniziato a ridacchiare insieme a Tiger.

Cosa voleva dire tutto ad un tratto quell’attacco decisamente inutile e rischioso? Perché Goyle gli aveva tirato quel Bolide?

Ma, intanto, avevano perso di vista il Boccino. Harry notò con piacere che la sua squadra aveva segnato altri 10 punti. Il risultato era di 20 a 10 per Grifondoro. Serpeverde doveva aver segnato mentre lui era alle prese con il Bolide. Harry, cercando il Boccino, si voltò verso il castello e il suo sguardo si posò su di esso. Chissà se Hermione stava assistendo alla partita da una di quelle finestre…

“Dai, Harry, devi vincere. Glielo hai promesso!” pensò lui.

Così, riprese a cercare il Boccino e, alla fine, lo vide vicino agli spalti. Harry scattò nuovamente in avanti e, nello stesso momento, Draco lo imitò. Fu una battaglia avvincente tra i due. Il Boccino cominciò a volare verso l’alto e Harry e Draco lo seguirono. Erano entrambi molto vicini all’agognato Boccino. Poi, quando passarono dietro Seamus, questo lanciò indietro il Bolide che passò sopra le teste dei due Cercatori. Draco si distrasse per questo; così, Harry, con un ultimo scatto veloce, raggiunse il Boccino e lo afferrò.

La folla esultò e i componenti della squadra circondarono Harry, facendogli i complimenti.

Ma, Harry, dopo pochi secondi, volò a terra: uscì dalla folla che, nel frattempo, si era riversata sul campo per festeggiare, è andò a posare la sua Firebolt. Dopodiché, corse dentro al castello fino all’infermeria, dove trovò Hermione affacciata alla finestra. La ragazza si voltò verso Harry, non appena questo entrò nel locale, e sorrise.

“Complimenti, Harry!”

“Grazie! Ci hai visti da qua?”

“Sì, non sono riuscita a vedere proprio tutto, però capivo quando qualcuno segnava.”

“E hai visto quando ho preso il Boccino d’Oro?”

“Sì. Ma non mi è piaciuto quello che ti ha fatto…chi era…Goyle?”

Harry annuì: “Draco mi ha avvisato in tempo.”

“Per fortuna!” esclamò Hermione sedendosi sul letto.

“Senti, Hermione. Madama Chips non ti ha detto quando potrai uscire dall’infermeria?”

“Domani!”

“Domani?! E’ fantastico!”

“Sì, non vedo l’ora di tornare a lezione. Ho molte cose da recuperare!”

“Non cambierai mai!” esclamò Harry sospirando.

Ma lui non voleva che lei cambiasse. Era perfetta così com’era e a lui sarebbe sempre piaciuta.

*********

Il giorno dopo Hermione poté uscire dall’infermeria e tornare alla sua vita quotidiana. Ron, Christine e Ginny, che non erano potuti andare a trovarla, furono molto contenti di rivederla e la abbracciarono. E, come tutti si aspettavano, Hermione tornò subito a lezione. Fu molto grata a Harry per aver preso appunti anche per lei: li aveva trovati molto precisi e ordinati. Harry si era impegnato a fondo per facilitare il ritorno a scuola di Hermione.

Nei giorni che passarono Helen e Mark diventarono parte integrante del gruppo di Harry e Hermione. E proprio tra Hermione e Helen nacque un profondo affetto: divennero molto amiche, tanto che riuscivano a capirsi con uno sguardo. Il che era piuttosto strano per due ragazze che si conoscevano da poco più di un mese. L’ipotesi di Ron continuava a rimbombare nella mente di Harry, ma lui cercava in tutti i modi di ignorarla e scacciarla via.

Una sera, Harry e Hermione si trovavano da soli in sala comune: Ron e Christine erano fuori a festeggiare il 17° compleanno di Ron, che era diventato maggiorenne; Ginny e Helen erano a letto.

Hermione e Harry stavano leggendo.

All’improvviso la ragazza abbassò il libro e disse: “Sai una cosa, Harry?”

“Cosa?”

“Mi piace molto Helen!”

“Sì, l’ho notato!”

“Ah, sì?”

“Beh, vi capite al volo e c’è molta armonia tra di voi. E’ chiaro che vi troviate bene insieme!”

“E’ vero ed è incredibile: non mi ero mai trovata così bene con una ragazza. Riusciamo a capirci anche senza parole!”

“Sì!”

“E’ molto strano!”

Improvvisamente Harry si ricordò di una teoria molto diffusa e affascinante, secondo cui i gemelli sono dotati di poteri telepatici.  Insomma, tutto sembrava condurre a quella deduzione che Harry voleva ignorare e che Hermione non sembrava neanche prendere in considerazione. Hermione non aveva mai pensato che tra lei e Helen ci potesse essere un legame diverso dall’amicizia, un legame di…parentela?

“Senti, Hermione…non trovi che il rapporto tra te e Helen sia molto simile a quello che c’è tra due sorelle?” chiese Harry.

“Mmm…non saprei. Non ho mai avuto una sorella né un fratello e non ho idea di come possa essere il rapporto tra fratelli e sorelle!”

“Ma abbiamo visto Ron, Ginny, Fred, George…”

“Una cosa è vederli, un’altra è sperimentare sulla propria pelle e con le proprie emozioni un rapporto fraterno!” disse Hermione.

“Devo riconoscere che hai ragione!”

“Comunque, mi sarebbe piaciuto avere una sorella!”

“Anche a me sarebbe piaciuto avere qualcuno più piccolo di me da proteggere!”

Hermione sorrise e andò a sedersi in braccio a Harry.

“In teoria, io sono più piccola di te di 50 giorni. Puoi proteggere me!” (anche se a voler essere precisi Hermione, per la Rowling,è più grande!)

“Questo è chiaro: io ti proteggerò da tutto e da tutti. Ma resta il fatto che non sei mia sorella!”

“Aggiungerei per fortuna!”

“Già…per fortuna!” disse Harry prima di baciarle le labbra.

Questo piccolo momento di intimità venne, però, interrotto da un rumore che proveniva dalle scale.

Harry e Hermione andarono a vedere cos’era successo: Helen aveva fatto cadere un libro.

“Scusate, avevo dimenticato questo libro giù in sala comune, ma non volevo disturbarvi!”

Hermione sorrise: “Non ti preoccupare!”

Harry non era dello stesso parere: ultimamente, un po’ per la malattia di Hermione, un po’ per gli impegni con la squadra di Quidditch, i due non avevano dedicato molto tempo alla loro relazione.

“Allora, io vado a dormire…di nuovo. Buonanotte!” disse Helen entrando in camera sua.

Hermione si voltò verso Harry: “Harry, ti spiace se vado anch’io a dormire?”

“No, no, anch’io stavo per andare a letto!”

Hermione lo baciò un’ultima volta.

“Buonanotte, Harry!”

“Buonanotte, Hermione!”

La ragazza gli sorrise ed entrò nel suo dormitorio. Harry fece la stessa cosa: entrò nel suo dormitorio e si sdraiò sul letto, rilassandosi e chiudendo gli occhi. Era già entrato nella fase REM, quando sentì la porta aprirsi. Harry aprì gli occhi e vide Ron.

“Ciao!- lo salutò-Ti ho svegliato?”

“No, non ti preoccupare. Come è andata?” chiese Harry.

“Benissimo! E’ stato il più bel compleanno della mia vita!”

Harry sorrise e richiuse gli occhi.

“Harry?!” lo chiamò improvvisamente Ron.

“Mmm?” mormorò Harry, affondando il viso nel cuscino.

“Ascolta… io e gli altri abbiamo parlato…” cominciò Ron.

Harry si alzò in piedi, perché si era accorto di non aver indossato il pigiama, e chiese: “Di cosa?”

Nel frattempo si era slacciato la camicia e se la tolse (ooohhhh! Wooow!).

“Hermione e Helen!”

Harry non disse niente e si infilò il pigiama.

“Sai chi mi ricordano?”

“No, chi?” chiese Harry infilandosi a letto.

“Fred e George!”

“Ron, Hermione è una ragazza bellissima! Come puoi paragonarla ai tuoi fratelli?”

“Ah ah…simpatico! Lo sai cosa intendo! Fred e George sono gemelli, ge-mel-li!”

“Sì, e allora?” chiese Harry cercando di sembrare indifferente.

“Avanti, Harry! Lo so che anche tu hai quest’atroce dubbio!”

“E va bene, Ron. Prima di tutto, non è un atroce dubbio. E secondo, a differenza di voi quattro, io riesco a ignorare la situazione, soprattutto se penso che Hermione non ha preso in considerazione quest’ipotesi!”

“Ma, Harry…”

“Ron, tu hai preso anche in considerazione l’eventualità che la tua ipotesi possa essere non vera?”

Ron aprì la bocca, ma non disse niente.

“Perché turbare Hermione con qualcosa di cui non siamo sicuri? E poi noi chi siamo per parlarle di una questione così delicata e strettamente personale? Sia chiaro: io non voglio perdere Hermione solo per soddisfare una stupida curiosità. Ok?”

Ron aveva un’espressione curiosa, stupita, mentre Harry si sentiva un po’ accaldato per quello sfogo.

“Scusa, Harry, io e gli altri non abbiamo pensato a questo!”

“Sì, non preoccuparti. E’ tutto a posto!”

“Allora…ehm…buonanotte!”

“Buonanotte, Ron!”

Dopo aver detto quelle parole “Io non voglio perdere Hermione”, Harry pensò, per la prima volta, alla su vita senza di lei: come avrebbe fatto nel caso in cui si fossero lasciati? In quel momento, Harry sentiva che da solo non ce l’avrebbe mai fatta. La sua vita dipendeva in tutto e per tutto da lei, solo da lei. E lui, come aveva detto prima, l’avrebbe protetta e avrebbe protetto anche la loro storia, a tutti i costi.

 

 

Evviva, Hermione è guarita e Grifondoro ha vinto! Il prossimo capitolo si intitola “Novità sconvolgenti!”, anche se magari per noi non sono tanto sconvolgenti! Però sarà un capitolo emozionante che, tra l’altro avevo scritto già due anni fa!

E i ringraziamenti speciali vanno a…

Marco: la verità su Helen si saprà molto presto, promesso! Nel frattempo, ti è piaciuto questo capitolo?

Merewen: perché non ti piace Helen? A me sta molto simpatica. Anche se non ho approfondito bene il suo personaggio! Comunque non credo che hermione si sia trovata carina con il morbillo. D’altronda…come biasimarla?

Hhrtruelove: a proposito di sesto senso, un conduttore di coming soon ha detto che secondo lui i fan di HP hanno dei poteri magici, chi lo sa! Poi…non capisco perché Helen ispiri così poco fiducia! L’ho detto e lo ripeto: io la trovo simpatica! E su rupert hai ragione: io e mia sorella ridiamo sempre tantissimo quando vediamo nuove immagini su di lui: ha una mimica facciale molto limitata, un sorriso sempre uguale e la faccia sempre spaventata!  E che dire dei nostri antagonisti: molti credono che gli shippers H/Hr siano veramente pochi e lo hanno anche detto alla rowling nell’intervista su www.mugglenet.com! Speriamo che lei cerchi di accontentare questi pochi ma buoni supporters!! E…per finire, come sempre, W INTER!

Emma: ebbene, ti è piaciuto il san valentino? Non è stato un granchè, ma d’altronde lei era malata! Povera Hermione!

Diego: nessun triangolo con il clone, stai tranquillo! Sono felice anche che qualcuno apprezzi il genere, come dici tu, mielemode!

FedeHermy: il saggio? Allora si trova su www.harryandhermione.net e, oltre quello sulla pozione d’amore, ce ne sono altri due che ti consiglio di leggere. E ti consiglio anche di trovarti una volta a settimana con la tua amica e di continuare la storia, ok?

Haras: come hai già visto, ho pubblicato anche qui la seconda storia! E grazie per tutti quei complimenti, davvero…non li merito.

Elisa: johnny è mitico. Corri a vedere la fabbrica di cioccolato perché fa troppo divertire. E naturalmente l’ho visto anche nella maledizione delle prima luna. Bravissimo nel ruolo di jack.

Maripotter: ehi, tu che hai letto il sesto libro…voglio chiederti una cosa. Cosa pensi che succederà nel settimo a livello sentimentale? Io ho un’idea molto vaga, ma vorrei prima sentire la tua opinione!

Mary: un’altra che diffida da Helen….eh, vabbè. Lo scopriremo molto presto chi è lei in realtà!

Rosariopotter: chissà se hai ragione oppure no! Boh, cioè io lo so, ma nel prossimo capitolo tutto sarà chiarito!

 

Bene, grazie ancora a tutti e alla prossima

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 29
*** Novità sconvolgenti! ***


Vi prego di perdonare il mio tremendo ritardo! Ma ho pochi giorni per stare al computer! Ho delle giornate da passare interamente all’università! Beh, ora vi lascio al capitolo!

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

6°ANNO

 

Capitolo 29: “Novità sconvolgenti!”

 

Passarono i giorni e Harry intuì che Ron aveva recepito le sue parole, perché né lui né gli altri parlarono ancora della questione riguardante Hermione e Helen.

Nel frattempo il loro gruppetto aveva imparato a conoscere meglio Mark Stevenson. Era un ragazzo un po’ timido, ma molto simpatico una volta che si trovava a suo agio: non aveva avuto molti amici, ma l’anno prima era stato insieme a una certa Julienne Dubois, di origini francese. Tuttavia, Mark aveva confidato a Harry, Ron e Draco di non aver mai smesso di pensare a Helen: aveva una cotta per lei da quando erano bambini e, naturalmente, non glielo aveva mai detto.

“E non trovi che sia giunto il momento di rivelarle i tuoi sentimenti?” chiese un giorno Ron.

“Già, non siete più bambini. Bisogna cogliere l’attimo!” esclamò Draco.

“Vedete, non dipende da me. Il fatto è che Helen è un po’ strana!” disse Mark.

“In che senso?” chiese Harry.

“Beh…lei si mostra allegra, ma, se la conosco bene, c’è qualcosa che la preoccupa!”

Il comportamento di Helen assomigliava molto a quello di Hermione: nascondere un problema, facendo finta che non esista.

“Mi ricorda qualcosa…” disse Ron.

Harry, per tutta risposta, lo guardò con ammonizione.

Ma, poi, Harry chiese a Mark: “E…secondo te, che problema ha?”

“Non saprei. Di solito, si comportava in questo modo quando aveva un grosso problema personale!”

“Capisco…” disse Harry pensieroso.

La sera, in sala comune, Helen chiese: “Ragazzi, cosa ne pensate di Mark?”

“E’ simpatico!”

“Già, e abbiamo anche molte cose in comune, tra cui la passione per il Quidditch!” disse Ron.

“A me piace molto! E’ un ragazzo sensibile e molto gentile!” commentò Christine.

“Ed è anche un ragazzo dotato di sportività: dopo la partita contro Draco, è andato da lui a fargli i complimenti!” disse Ginny.

“E tu, Hermione?” chiese Helen.

Hermione alzò gli occhi dal compito di Pozioni: “Oh…certo, è un bravo ragazzo. Mi piace molto!”

“Davvero?!” chiese Harry con un pizzico di gelosia.

“Ma mai quanto te, mio caro Harry!” si affrettò ad aggiungere Hermione.

“Come mai ci hai chiesto cosa pensavamo di Mark?” chiese Ron maliziosamente curioso.

Helen arrossì lievemente: “Perché…perché è un mio amico e, dato che entrambi stiamo entrando nel vostro gruppetto, ero curiosa di sapere cosa pensavate di lui!”

“Mmm…non è che ti sei innamorata di lui?” chiese nuovamente Ron.

Questa domanda fece arrossire violentemente Helen, che divenne anche nervosa: “No, assolutamente no! Sei impazzito?”

“Io no! Ma, comunque, cosa c’è di male? Magari anche tu gli piaci molto!” disse Ron facendole l’occhiolino.

Helen era tremendamente imbarazzata.

Così, intervenne Christine: “E va bene, Cupido! Il tuo lavoro per oggi è terminato!”

“Ma…io…”

“Dai, andiamo a letto!”

“Christine, mia cara! Non farmi queste proposte indecenti cui, tra l’altro, non so resistere, davanti ai nostri amici!”

“Piantala, Ron! Io intendevo…”

“Lo so cosa intendevi, cara!” esclamò Ron dandole un bacio sulla fronte.

I due diedero la buonanotte e andarono a dormire, ognuno nel proprio dormitorio!

A loro seguirono Ginny e poi Harry.

“Hermione, non vai a dormire?” le chiese Harry.

“Veramente…dovrei finire questo tema!”

“Oh…d’accordo. Allora, buonanotte!” esclamò Harry.

“Buonanotte!”

Harry salì le scale, arrivando alla porta del suo dormitorio. Ma, prima di aprirla, sentì dei rumori che provenivano dalle scale e Hermione apparve davanti a lui.

“Hermio…”

Ma non riuscì a finire, perché Hermione lo spinse contro il muro e lo baciò come non aveva mai fatto prima. Nel suo bacio c’era una tale passione, un tale ardore e così tanto calore che stupì Harry, lasciandolo addirittura col fiatone.

“Wow…” sospirò Harry, riprendendo fiato.

Sembrava che Hermione non credesse a quello che aveva fatto, ma ne era comunque soddisfatta e il suo viso era particolarmente arrossato.

“Ehm…ecco…ti eri dimenticato di darmi il bacio della buonanotte. E poi…ultimamente non abbiamo avuto molte occasioni per stare insieme..solo io e te. Chiaramente non per nostra volontà, ma io…insomma…volevo solo dimostrarti quanto tengo a te!”

“Hermione, anch’io tengo molto a te e mi dispiace se qualche volta non riesco a dimostrarti tutto il mio affetto!”

Hermione lo abbracciò fortemente: “Harry, è da poco che stiamo insieme. Tutto ciò è naturale. Non preoccuparti per questo!”

Hermione si allontanò da lui e Harry le sorrise.

“Ora, devo andare. Vedi, Helen ha detto che vuole parlarmi, quindi…”

“Quindi, vai…”

“Buonanotte, Harry!”

“Buonanotte!”

Hermione scese le scale, facendosi un po’ di aria con la mano. Harry andò a dormire, pensando che quella sera aveva provato una particolare attrazione per Hermione, diversa dal solito.

********

La mattina seguente, Harry, Hermione e gli altri andarono a lezione di Incantesimi. La lezione era appena cominciata, ma Harry non prestava la minima attenzione a quello che il piccolo prof. Vitious stava spiegando: i suoi occhi, la sua mente non riuscivano a distogliersi da Hermione che sedeva vicino a lui. Dopo la sera precedente, Harry vedeva Hermione in modo diverso: lei era più bella, più sensuale e Harry desiderava ardentemente toccarla.

 Harry notò che Hermione stava scrivendo qualcosa su un foglietto di pergamena e poi glielo passò. Harry lesse il biglietto. In una morbida calligrafia c’era scritto:

“Harry , ti prego. Non continuare a fissarmi così, altrimenti non posso concentrarmi. Perché non ascolti il prof. Vitious? Sta dicendo cose interessanti sull’incantesimo Muto Indolem!

Baci,

                                                                          Hermione “

Harry rise a bassa voce; dopodiché sussurrò all’orecchio di Hermione: “Scusa, mi interessi di più tu!”

Hermione sorrise leggermente imbarazzata e rossa in viso.

Dopo un po’ entrò nell’aula la prof. McGranitt: “Mi scusi, prof. Vitious. Potrebbero uscire le signorine Granger? Le vuole vedere il preside!” 

“Oh, sì, certo!” squittì il professore.

Hermione fu un po’ sorpresa: guardò Harry, altrettanto sorpreso. La ragazza gli scompigliò affettuosamente i capelli e si alzò per seguire la prof. Lo stesso fece Helen. Quando Harry vide Hermione scomparire dalla porta, sospirò. Poi prese la piuma d’oca di Hermione, la guardò per un attimo e cominciò a prendere appunti. Ma , nonostante gli sforzi, non riusciva a concentrarsi: pensava, anzi, si chiedeva come mai il preside avesse voluto vedere Hermione e Helen all’improvviso. Era un po’ preoccupato: avrebbe voluto uscire anche lui, ma probabilmente il prof. Vitious non glielo avrebbe permesso. Rassegnato, Harry decise di aspettare Hermione. Purtroppo però, né lei né Helen si fecero vedere per il resto della lezione. Così, quando finì l’ ora, Harry decise di raggiungere l’ufficio del prof. Silente.

“Harry, dove vai?”chiese Ron, vedendolo uscire di corsa.

Insieme a lui c’erano anche Christine, Draco e Mark.

“Vado a vedere cosa fa Hermione. Sono un po’ preoccupato, non si è fatta vedere per tutta l’ora.”

“Già, neanche Helen!” commentò Mark.

“Allora andiamo!” esclamò Draco.

Harry, un po’ sorpreso, chiese: “Venite anche voi?”

“Certo! Hermione e Helen sono anche nostre amiche!” spiegò Christine.

Così i cinque ragazzi si diressero verso l’ufficio di Silente. Ma, quando arrivarono di fronte al gargoyle, questo si mosse da solo e apparvero Silente, Helen e…

“Signori Granger?” esclamò Harry.

Erano proprio i genitori di Hermione.

“Oh, Harry. Ciao, come stai?” chiese la sig.ra Granger con occhi arrossati.

Evidentemente aveva pianto: ma perché?

 “Bene, grazie. Ma voi….”

Harry non riuscì a terminare quello che voleva dire perché venne interrotto dalla madre di Hermione.

“E tu, Ron?”

”Mai stato meglio!” esclamò lui.

La signora Granger, poi, si rivolse agli altri tre e continuò: “Voi dovete essere i nuovi amici di Hermione. Draco…Christine…e Mark, vero?”

I tre annuirono e, dopo tutte le presentazioni, Harry chiese: “Ma, scusate, signori Granger…come mai siete venuti ad Hogwarts? E …dov’è Hermione?”

I genitori di Hermione si guardarono un attimo un po’ imbarazzati, ma non risposero alla domanda.

Così prese parola il preside: “Harry, ascolta: i signori Granger sono venuti per comunicare una cosa a Hermione. Per rispetto nei confronti di Hermione e dei suoi genitori, non posso dirti di cosa si tratta. Questa notizia l’ha molto sconvolta e lei ha desiderato stare un po’ da sola!”

Harry adesso aveva una ragione in più per essere preoccupato per Hermione e intuiva anche il motivo per cui Hermione fosse tanto sconvolta. Ma doveva andare subito a cercarla. Era sola, sconvolta, … e lui non era con lei.

“Io vado a cercarla!”

“Harry, ti prego!- lo chiamò la sig.ra Granger- Quando la trovi dille che le vogliamo bene, tanto bene!”

Gli occhi della sig.ra Granger non smentivano le sue parole, anzi, Harry capì che, qualunque cosa fosse successa, i signori Granger non avrebbero mai lasciato sola la loro bambina. Poi un’altra voce…

“Harry, per favore, dille di tornare. E’ solo colpa mia!” disse Helen tristemente.

“Oh, non dire così, Helen!” esclamò la sig.ra Granger.

Harry annuì.

“Vuoi che venga con te?” chiese Ron.

“Non serve, grazie!” rispose Harry.

Detto questo, Harry si allontanò da quel gruppo di persone. Girò per i corridoi invano. Poi, si ricordò di avere con sé la Mappa del Malandrino e la prese dalla borsa. Puntò la bacchetta sulla mappa e disse: “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!”

Sulla mappa comparve la cartina di Hogwarts. C’erano molte persone in giro per la scuola, ma dov’era Hermione?

Alla fine, la trovò. All’interno della biblioteca c’era scritto Hermione Granger. Harry corse velocemente verso la biblioteca. Arrivato di fronte al portone, Harry lo aprì ed entrò lentamente nel locale: cominciò a percorrere il corridoio centrale. Improvvisamente sentì qualcuno singhiozzare. Proveniva da dietro l’ultimo scaffale, in fondo al corridoio. Si avvicinò e guardò da dietro una pila di libri posta sullo scaffale: vide Hermione, rannicchiata per terra, che piangeva, quasi silenziosamente, con il viso nascosto tra le braccia. Nel vederla piangere, Harry provò una grande tristezza. Così, senza che lei se ne accorgesse, le si avvicinò piano piano e l’abbracciò teneramente. Sentendosi circondata da tanto affetto, Hermione gli gettò le braccia al collo e si strinse fortemente a lui, nascondendo il viso nel suo petto.

“Harry…sono…sono due disgraziati…io…non li voglio più vedere…” disse lei tra le lacrime e i singhiozzi.

 Harry le accarezzò la nuca dolcemente e le sussurrò: “Shhh, adesso pensa solo a sfogarti. Ti farà bene…”

Hermione pianse tanto, un pianto disperato e liberatorio. Dal canto suo, Harry non poteva fare altro che stare con lei, stringerla forte a sé, farle capire che non era sola…che per lei, lui ci sarebbe sempre stato.

Dopo un po’ Hermione, stanca di piangere, si staccò da lui e si asciugò gli occhi con un fazzoletto.

Tra gli ultimi singhiozzi, chiese: “Come facevi a sapere che ero qui?”.

“Ehm…un piccolo aiuto da parte dei Malandrini!”

Hermione sorrise.

“Sai, mi sono preoccupato perché non sei più tornata. Così, insieme agli altri, sono andato da Silente e fuori dal suo ufficio abbiamo incontrato lui, Helen e…i tuoi genitori.”

Hermione fece una smorfia: Harry le prese la mano e iniziò ad accarezzarla.

“Senti, Hermione…I tuoi genitori mi hanno chiesto di dirti che ti vogliono bene…davvero. Tua madre era così addolorata, così in pena per te. Avresti dovuto vederla: si capiva benissimo dai suoi occhi quanto lei e tuo padre ti volessero bene…e anche Helen mi ha chiesto di dirti una cosa.”

Hermione lo guardò incuriosita: “He…Helen?”

“Sì, vuole che tu torni perché se ora stai soffrendo, ha detto che è solo per colpa sua!”

“No, povera Helen. Non è colpa sua! E’ tutta colpa dei miei genitori!”

Harry sperava che Hermione si confidasse con lui, non perché fosse curioso di sapere tutta la verità su Helen, ma perché voleva che lei si confidasse con lui spontaneamente.

“Sai, Harry…Helen è mia sorella.” disse lei con calma.

Harry, invece, fece finta di essere sorpreso, perché in realtà se lo aspettava: “Ma…come? Tu sei sempre stata figlia unica!”

“Lo credevo anch’ io fino a poco fa. I miei genitori sono venuti per dirmi questo: ‘Helen è tua sorella, Hermione’!”

“E come è successo?” chiese Harry.

“Dopo essersi sposati, i miei non riuscivano ad avere figli!”

“Ma avevi detto che tua madre era rimasta quasi subito incinta!” esclamò Harry, interrompendola.

“Invece…a quanto pare, mia madre non è mai stata incinta!”

Harry sbattè le palpebre, turbato: “ E…allora…”

“Allora…dopo un paio di anni, i miei si rivolsero a un loro amico ginecologo e scoprirono che l’organismo di mia madre non era adatto per una gravidanza!”

“Oh…”

“Già, oh!”

“Quindi, cosa è successo?”

Hermione sospirò: “Le procedure per l’adozione erano lunghissime! Così, il loro ginecologo consigliò un altro metodo per avere un bambino. Un metodo…non del tutto legale!”

“Cioè?” chiese Harry sempre più curioso.

“Cioè far entrare di nascosto in Inghilterra una giovane clandestina in salute e, sotto pagamento, usarla come incubatrice di figli altrui!”

“Parli sul serio?”

“Certo, sono serissima!”

“E come hanno fatto?”

“Una semplice fecondazione in vitro con i gameti dei miei genitori, impiantati poi nell’utero della giovane clandestina.”

“Caspita!”

“La gravidanza di quella donna era tenuta sempre sotto controllo dal ginecologo dei miei genitori e, alla prima ecografia, ecco la sorpresa: ops, abbiamo fecondato due ovuli! In una situazione già di per sé complicata cosa c’era di meglio di una gravidanza gemellare?”

“E tu e Helen…”

“Eravamo quelle bambine!”

“E poi?”

“I miei genitori erano pronti a tenere entrambe le bambine, ma la donna-incubatrice a quel punto sentì l’improvviso desiderio di avere un figlio. E colse l’occasione! I miei genitori si opposero, ma lei li minacciò di farsi del male per abortire e andare alla polizia! Così, a malincuore, furono costretti ad accettare, perché altrimenti avrebbero perso entrambe le bambine!”

“E la foto a casa tua?” chiese Harry.

“Per quattro, cinque anni la donna con Helen ha vissuto accanto ai miei genitori. Ma alla fine trovò un lavoro a Kilkenny e si mise in regola!”

“Ma perché i tuoi non ti hanno detto niente fino adesso?”

“I miei genitori me lo avrebbero detto non appena fossi stata in grado di capire la situazione. Solo che, dopo il periodo di crisi dell’ anno scorso, hanno pensato bene di non farmi soffrire ulteriormente. Hanno così deciso di rimandare di qualche anno.”

“Ma…” la anticipò Harry.

“Ma è successo qualcosa che ha stravolto i loro piani!”

“Cosa?”

“La donna ha avuto un anno fa un incidente, purtroppo, mortale.”

“Mi dispiace!”

“Già! E gli unici suoi conoscenti eravamo noi. All’anagrafe risulta che Helen era figlia di quella donna. Quindi, adesso, i miei genitori la vogliono adottare. Lei è arrivata l’anno scorso, proprio quando l’abbiamo incontrata in stazione, e, fino ad adesso è stata da dei vicini, in attesa che tutte le pratiche giuridiche di adozione fossero concluse.”

“Vuoi dire che verrà a vivere con voi?!”

“Sì! E’ per questo che sono venuti: ormai non manca molto all’udienza finale. Sono venuti per dirmelo e per vedere come reagivo! Peccato che si sono ricordati di avere anche me come figlia all’ultimo momento!”

“Ma no! Senti: è vero che magari i tuoi non sono certo genitori modello, ma sono genitori veri, che ti vogliono bene. Ti amano più di ogni altra cosa perché sei la loro bambina. Tu li hai fatti diventare genitori, li hai resi sempre felici e loro hanno avuto molte occasioni per essere orgogliosi di te…perché sei speciale: non ho mai conosciuto una persona come te, con il tuo coraggio, la tua determinazione…Hermione, quello che voglio dire è che devi essere felice di avere dei genitori così, che ti hanno cresciuta e ti hanno circondata di amore. Pensa a Helen, per esempio. Ha avuto una vita molto complicata, senza avere accanto i suoi veri genitori, vedendo morire la donna che si era presa cura di lei…e, ora, tutto ad un tratto deve andare a vivere con suo padre, con sua madre e con sua sorella, stravolgendo tutte le sue abitudini. Ha bisogno del tuo aiuto per superare questo momento difficile, mi capisci?…Ma…che cos’hai?”

Hermione aveva di nuovo gli occhi lucidi: “ Harry…scusami, scusami, ti prego!”

“Perché?”

“Perché? Io faccio i capricci per una cosa che paragonata ai tuoi problemi è stupida. Sono davvero un’insensibile!” disse lei coprendosi il viso con le mani.

“Oh, dai Hermione! Non ti preoccupare! Ora vivo con Sirius e Rachel che sono meravigliosi, mi vogliono tanto bene quanto me ne avrebbero voluto i miei genitori. Certo, se penso ai miei mi viene ancora un po’ di tristezza, ma in questo momento sono felice perché ho una vera casa, perché ho degli amici fantastici e soprattutto…perché ho te!” la confortò Harry togliendole le mani dal viso.

Hermione lo guardò e sorrise con le guance umide.

“Quindi, Hermione, sappi che non è un problema se tu ti sfoghi con me per qualche cosa che riguarda i tuoi genitori. Anzi,come ti ho già detto, vorrei che lo facessi per qualsiasi cosa ti tormenti, ok?”

Hermione annuì e poi lo abbracciò. Lei aveva fatto sempre tantissimo per lui, gli era stata vicina nei momenti difficili e adesso voleva essere lui ad aiutare lei. Voleva esserci sempre per Hermione!

Harry si mise in ginocchio, sciogliendosi dall’abbraccio, e iniziò ad accarezzarle delicatamente la guancia. I suoi occhi si posarono sulle labbra di lei. Harry le aveva assaggiate molte volte, ma ogni volta era come la prima: amava troppo baciarla, amava il gusto dei suoi baci, amava le sue dolci e morbide labbra.

All’improvviso, come la sera precedente, Hermione prese il viso di Harry tra le sue mani e lo baciò. Un tenero bacio, della stessa dolcezza, della stessa delicata passione che contraddistingueva gli altri. Harry sentì una stretta dalle parti dello stomaco: fu come se gli mancasse il fiato. Si rese nuovamente conto di quanto desiderasse ardentemente Hermione. Tutto di lei lo mandava in estasi: dal profumo delicato della sua pelle ai morbidi capelli, dai profondi occhi, a cui non poteva fare a meno di pensare, al suo corpo perfetto, con quelle curve che lo facevano impazzire. Di colpo la sua mano scese, percorrendo il corpo di Hermione, fino al suo fianco sinistro. Nel frattempo il ragazzo sospinse lentamente Hermione all’indietro, in modo da finire uno sopra l’altra. Il bacio si fece sempre più passionale, con le labbra di Harry che incalzavano pesantemente su quelle di Hermione. Harry avrebbe tanto voluto…ma non lì, non in quel modo e non in una situazione del genere. E poi, se Hermione non se la sentiva, lui non l’avrebbe forzata. Così si fermò e aprì gli occhi: anche lei lo stava guardando e, fortunatamente, non sembrava arrabbiata, anzi sorrise.

“Mi hai letto nel pensiero?” chiese lei dolcemente.

“Perché?”

“Ti sei fermato: io non me la sarei sentita…non qui, non ora almeno.”

“Allora sembra proprio di sì” esclamò lui alzandosi e poi aiutò lei.

“Ma, Hermione, se io non mi fossi fermato, tu cosa avresti fatto?”

“Ti avrei schiaffeggiato!” esclamò lei, ridendo.

Harry spalancò gli occhi: “Davvero l’avresti fatto?”

“Harry, stavo scherzando! Non potrei mai fare una cosa del genere a te! Comunque, te lo avrei detto. Sapevo che se io te lo avessi chiesto, tu mi avresti accontentata e ti saresti fermato!”

“Non è che abusi un po’ troppo dell’influenza che hai su di me?”

“Figurati! Dai, andiamo adesso! Dobbiamo tornare dai miei genitori!”

“Vuoi dire che li perdoni?” chiese Harry sorpreso.

“Sì, certo! Devo ammettere che anche tu hai una certa influenza su di me e sai essere molto convincente!”

Harry sorrise soddisfatto.

I due tornarono insieme all’ufficio di Silente. Davanti al gargoyle, c’erano Helen e gli altri loro amici.

Dalle loro facce, Harry capì che sapevano già tutto. Hermione si fermò davanti a Helen.

“Mi dispiace tanto, Hermione. Non volevo che questa storia finisse così!” esclamò Helen nervosa.

“Helen, calmati. Non è colpa tua e io avevo solo bisogno di…riflettere. Adesso, ho capito che tu hai bisogno del mio aiuto. Tutti questi cambiamenti improvvisi…potresti non riuscire a starci dietro, considerato il fatto che devi fare anche i compiti. Lo studio è molto importante!”

“Senti, Harry, Hermione riesce a dire una frase senza inserire le parole ‘studio’ o ‘compiti’?” esclamò Ron all’orecchio di Harry.

“Oh, sì!” rispose lui.

Ron lo guardò storto: “Era una domanda retorica, Harry!”

“Ron, stai zitto! E assisti a questo momento di grande affetto familiare!” disse Harry.

Ron si batté una mano sulla fronte, mentre continuava il dialogo tra Hermione e Helen.

“Grazie, Hermione!”

“Figurati! E, comunque, io sono pur sempre la più grande tra le due e le sorelle maggiori devono aiutare le sorelle minori!”

Ah, magnifico, la prima in tutto, anche a nascere! Davvero incredibile! Helen sorrise e, dopo un momento di completo silenzio, Hermione la abbracciò, cogliendola di sorpresa.

“Ho sempre desiderato avere una sorella e ora che ce l’ho, non riesco a crederci!” esclamò Hermione.

“E io, invece, che ho sempre saputo di avere te come sorella, continuavo a chiedermi che tipo eri e se saremmo state bene insieme!”

Hermione si allontanò da lei: “Tu sapevi che ero tua sorella?”

“Sì, ma non te l’ho detto perché spettava ai tuoi genitori fartelo sapere!”

“Oh…sì, è giusto! D’altronde, avevo capito che c’era qualcosa di speciale tra di noi. E tutte queste somiglianze non potevano essere solo coincidenze!”

“Anche le prime due lettere dei nostri nomi non sono una coincidenza!”

“Davvero?”

“Sì. I nostri genitori, prima di separarci, ci hanno dato due nomi con le prime due lettere uguali per mantenere in ogni caso un legame particolare tra di noi!” spiegò Helen.

“Mmm…sì, capisco!” disse Hermione un po’ scettica.

“Oh, lo so che è strano. Ma per loro deve essere stata dura separare due gemelle.”

“Hai ragione!”

In quel momento, dall’ufficio di Silente, uscirono i signori Granger, che vedendo Hermione e Helen insieme, sorrisero.

“Hermione…” disse la sig.ra Granger.

Hermione si voltò verso i suoi genitori: “Ciao, mamma!”

“Oh, bambina, ascoltami. Ci dispiace tanto di non averti informata prima riguardo Helen.”

“Era un argomento delicato e non potevamo affrontarlo con leggerezza. Per questo motivo abbiamo aspettato che fossi abbastanza grande per capire la situazione!” disse il padre.

“Non pensare che l’abbiamo fatto perché tu non sei importante per noi. Tu sei la nostra bambina e noi ti vogliamo un mondo di bene!”

“Oh…vi voglio bene anch’io!” esclamò Hermione prima di correre ad abbracciare i genitori.

Harry sorrise: era felice che la situazione tra Hermione e i suoi genitori si fosse risolta.

Hermione si staccò dall’abbraccio e guardò Helen.

“Ma, adesso, c’è qualcuno che ha bisogno del nostro affetto!”

Helen sorrise.

“Quando verrà a vivere con noi?” chiese Hermione entusiasta.

“Appena finisce la scuola?” chiese la sig.ra Granger.

Hermione e Helen annuirono.

“Ormai è tutto pronto. Quando torniamo a casa, portiamo le ultima cose di Helen a casa, così le troverà non appena tornerete per le vacanze estive!”

“Magnifico!”

E, così, anche la questione di Helen, che incuriosiva un po’ tutti, era stata chiarita. Helen e Hermione erano sorelle a tutti gli effetti e sarebbero andate a vivere sotto lo stesso tetto, completando quella che era sostanzialmente una famiglia quasi normale, ma sicuramente felice.

 

 

Fiuuuu! Questo capitolo mi ha fatto soffrire tantissimo! E ancora non ne sono convinta. Spero comunque che vi sia piaciuto! Il prossimo sarà: “Una dichiarazione inversa!”

E ora i ringraziamenti.

Hhrtruelove: bene, spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Come vedi helen non è pericolosa! E comunque, sì, in inglese andavo bene, era la mia materia preferita. E ora sono contentissima perché l’ho ricominciato all’università, anche se è inglese scientifico. Ma posso sapere perché me l’hai chiesto?

Marco: allora, che mi dici di questo capitolo? Sai che ho sempre paura delle tue recensioni…c’è qualcosa di inquietante e ambiguo…

Diego: eh, sì anche lui deve crescere. Non può restare ancora a livello direi vegetale! No, povero Harry. Quante se ne prende!

Haras: oh, no, solo una scena di questo capitolo (quella della biblioteca) l’ho scritta due anni fa, anche se ha subito qualche piccola modifica. Devi sapere che quando mi viene in mente una scena, la buttò giù, prima che mi passi l’ispirazione. Infatti ho un blocchettino con tutte le idee per le mie storie.

Carillon: anche se sei juventina, sei un h+hr shipper, quindi questo va già bene. Grazie per la recensione/poema che mi hai lasciato. È stata forte. Io firmerei volentieri la petizione anticho e entrerei a far parte del club CIR!  Che magnifica idea! Comunque, sono sicura che prima o poi harry aprirà gli occhi, prima o poi si renderà conto che stava per perdere hermione per colpa sua, in un certo senso. E quello sarà il punto fondamentale, credo! Ora come ora è troppo scontato ron con hermy e harry con ginny. E noi sappiamo che con la rowling niente è come sembra. C’è sempre un colpo di scena, no?

Emma: spero che la tua curiosità sia stata soddisfatta.  E soprattutto che non ne sia rimasta delusa. Avevo dei seri dubbi su questo capitolo! Fammi sapere!

Aletheangel: beh, sono contenta che sia passata anche di qui, fa sempre piacere avere dei nuovi lettori.

Merewen: bene, ti sono piaciuti i momenti intimi di h/hr in questo capitolo? La cosa diventa più seria…eheheheh! Comunque, hai ancora dei dubbi su helen?

Rosariopotter: devi sapere che io non sono molto esperta di regali di san valentino. Quindi non sapevo proprio cosa fare! Però la sveglietta…chissà dove sarà!

Elisa: sì, anch’io ho sempre bisogno di fanfic su harry e hermione. Peccato che stanno diminuendo. Aumentano invece quelle su tu sai quale coppia e su draco/harry, che non gradisco più di tanto. Comunque…de gustibus!

Maripotter: la mia allieva? Tu sei matta o cosa? Non stai bene? Forse è l’influenza aviaria! Comunque, grazie mille! Io non ho msn ma mi piacerebbe entrare a far parte di un forum. Questi famosi auror sono quelli di harryandhermione.net?

 

Un saluto a tutti quanti

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 30
*** Una dichiarazione inversa! ***


Oohh, ma come sono cattiva! Sto trascurando la mia storia!! Uffa! Ma vi giuro che non lo faccio apposta!  Comunque, siete andati a vedere la sposa cadavere. Che bello e bello era anche il trailer abbinato a questo film, se non sbaglio era proprio harry potter e il calice di fuoco. Uuhhh che emozione!!! Alcune scene mi hanno fatto rabbrividire di paura, non voglio spaventarmi!! Mah…speriamo bene! Ora vi lascio al capitolo.

 

 

Nient’altro che noi!

 

 

 

6°ANNO

Capitolo 30: “Una dichiarazione inversa!”

 

Le vacanze di Pasqua si stavano avvicinando, ma Harry, Hermione e i loro amici sarebbero rimasti a Hogwarts. Le sorelle Granger, nel frattempo, erano diventate molto unite: parlavano in continuazione di tutto e di più, ma, in particolare, delle proprie vite prima del loro fatidico incontro.

Una mattina, a colazione, Harry ricevette una lettera da Sirius. Il suo padrino aveva una notizia straordinaria da comunicargli.

“E quale sarebbe?” chiese Hermione.

“Vediamo…- disse Harry continuando a leggere la lettera-

Spero che anche tu accolga questa notizia con gioia. Devo dire che io ne sono rimasto molto sorpreso. Davvero non me lo aspettavo. Insomma, quello che voglio dirti è che tra nove mesi verrà a trovarci la cicogna e ci consegnerà un bel bambino!”

“Rachel è incinta!” disse Christine.

“E’ meraviglioso!” commentò Hermione.

“Già!” esclamò Harry.

“Ma, Sirius non crede che tu ormai sia abbastanza grande per credere ancora alla storia della cicogna?!” disse Ron, ma nessuno lo ascoltò.

“Quindi, avrai una specie di fratellino!” esclamò Ginny.

“Veramente, non lo so. Dovrei considerarlo tale?”

“Beh, io credo che Sirius e Rachel contino sul tuo aiuto, considerandoti loro, per primi, una sorta di fratello maggiore per il loro bambino. Ed è probabile che anche lo stesso bambino ti vedrà sotto quest’ottica!” disse Hermione. (Come siamo forbiti Hermione, eh?)

“Ma non ho mai avuto un fratellino. Non so se sarò in grado di volergli bene!”

“Scusa, Harry, tu sei vissuto con tuo cugino. Non l’hai mai considerato un fratello?” chiese ingenuamente Helen.

Harry, Hermione, Ron e Ginny si guardarono e poi scoppiarono a ridere. Helen guardò curiosamente i quattro e poi Christine, che fece spallucce.

“Ehi, proprio un gran fratello tuo cugino Dudley!” esclamò Ron.

“Già!”

Hermione, dopo essersi calmata, spiegò: “Dudley non era neanche un buon cugino. Figuriamoci se Harry poteva considerarlo un fratello!”

“Ah, non lo sapevo!” disse Helen.

“Oh, non ti preoccupare!”

“Comunque, Harry. Tornando al tuo dubbio…Io sono sicura che gli vorrai bene. Hai sempre desiderato un fratellino e scommetto che ti verrà naturale volergli bene!” esclamò Hermione.

“E’ vero. Non si può non voler bene a un bambino!” disse Christine.

“Sapete che avete proprio ragione! Anche se ero geloso, io volevo e voglio molto bene a Ginny!” commentò Ron.

“Ron, dici davvero?” chiese Ginny.

“Certo! E’ solo che c’erano tutti gli altri nostri fratelli che ti coccolavano e forse…io non riuscivo a dimostrartelo!”

“Fratellone…”

Ron era arrossito leggermente e Ginny gli diede un bacio sulla guancia.

“Ti voglio bene, Ron!” gli disse poi Ginny.

Ron sorrise.

“Oh, che carini!” commentò Christine.

“Credo che quello che voleva dire Ron sia molto chiaro!- disse Hermione- Vero, Harry?”

“Sì, ho capito!”

“E poi avrai qualcuno molto più piccolo di te da proteggere!” esclamò Hermione.

“Già!”

Harry era felice all’idea di avere presto un quasi fratellino. Chissà se era maschio o femmina! Lui non aveva preferenze, avrebbe accettato sia un bambino che una bambina. Ma sperava che assomigliasse, in qualunque caso, a Rachel, perché…insomma, anche se Sirius non aveva più un aspetto selvaggio, non era comunque un gran bell’uomo.

“Perché dici così?” chiese Hermione.

“Beh, Hermione…Sirius non rientra nei nostri gusti!” disse Ron.

“Lo so, ma Sirius è un uomo affascinante, ha un aspetto misterioso, selvaggio…” commentò Hermione.

“Già, un po’ come Indiana Jones!” disse Christine.

“E chi è Indiana Jones?” chiese Ron.

“Non conosci Henry Jones Junior, meglio conosciuto come Indiana ‘Indy’ Jones?” esclamò Christine quasi inorridita.

Ron scosse la testa.

“Ho capito, devo farti una lezione sulla grande trilogia di Indiana Jones!” (il cui compositore musicale, ovvero John Williams, è anche quello dei film di Harry Potter!)

“Scommetto che gli piacerà!” disse Hermione.

“Sì, mi sembra il suo genere!” esclamò Harry.

Harry e io suoi amici finirono la colazione e andarono a Storia della Magia, nell’aula del professor Ruf.

“Bene, oggi ci occuperemo della scrittura magica. Lo studio dell’antica arte della scrittura magica è fondamentale per qualsiasi mago o strega che si rispetti. Fin dai tempi più antici, i maghi e le streghe hanno studiato una forma di comunicazione che permettesse loro di nascondere ai Babbani formule magiche, incantesimi e luoghi segreti. Saper interpretare la scrittura magica è molto importante per conoscere anche incantesimi antichi e molto potenti.”

“Mi scusi, professore, ma la scrittura magica non la studiamo già ad Antiche Rune?” chiese Calì Patil.

“Sì, ma dato che la scrittura magica è anche una tappa fondamentale nella Storia della Magia, ho deciso di dedicare una lezione a riguardo. Non tutti hanno scelto come corso opzionale Antiche Rune!”

“Ho capito, grazie!”

“Bene, se nessun altro ha domande per il sottoscritto, continuiamo. Come sanno quelli di voi che frequentano Antiche Rune, esistono diversi tipi di scrittura magica. La scrittura con caratteri più morbidi, arrotondati ed eleganti è adatta per scrivere sulla pergamena. Al contrario, i caratteri più spigolosi sono utilizzati per le incisioni sulla pietra o su superfici particolarmente dure, attraverso martello e scalpello. Le rune sono utilizzate ancora oggi. Se andate a pag. 79 del vostro libro, trovate un elenco di Rune utilizzate da maghi e streghe molti secoli fa!”

Tutti gli studenti sfogliarono i libri alla ricerca della pagina 79. Si trovarono di fronte a un elenco di caratteri che, per molti, erano incomprensibili.

“I maghi e le streghe di molti secoli fa scrivevano interi libri su pietra con questi caratteri. Secondo loro era un metodo conveniente, in quanto i libri di pietra, rispetto a quelli di pergamena, potevano resistere ad intemperie d’ogni tipo. In realtà, era un metodo molto scomodo: infatti, i libri di pietra erano pesanti da trasportare, oltre che costosi. Perciò i libri di pietra vennero aboliti in favore di quelli di carta. Le rune, però, non vennero modificate e ancora oggi possiamo trovare libri scritti con i caratteri utilizzati nell’incisione su pietra. Adesso, voglio che vi esercitiate a scrivere con questo elenco di rune. Come compito per la prossima lezione, voglio un tema sulla scrittura magica scritto con le rune.”

Gli studenti, un po’ infastiditi dal compito del professor Ruf, cominciarono a scrivere, consultando l’elenco del libro.

Harry prese una pergamena e scrisse, con le antiche rune, “Hermione, mi piaci moltissimo”, passando poi la pergamena a Hermione. La ragazza lesse cosa aveva scritto Harry e sorrise.

“Harry, anche tu mi piaci moltissimo, ma dovresti scrivere qualcosa di più serio!”

“Ma questo è serio!”

“Per noi sicuramente, ma non certo per il prof. Ruf!”

“E’ comunque un’esercitazione!”

Hermione si rassegnò e disse: “Ok, ok, è vero. Hai ragione!”

Harry riprese ad esercitarsi con le rune. Ogni tanto alzava gli occhi e guardava cosa facevano i suoi compagni. In particolare, si soffermò su Mark e Helen, anzi, solo su di lui. Mark stava fissando Helen, ma sembrava che lei non se ne accorgesse. O forse, cercava di ignorarlo perché si sarebbe sentita in imbarazzo se avesse affrontato la situazione.

“Hermione, hai visto Mark?” chiese Harry.

Hermione alzò lo sguardo: “Cos’ha? Perché fissa in quel modo Helen?”

“Io direi per lo stesso motivo per cui io ogni tanto ti guardo, contemplando il tuo viso che mi infonde tranquillità!” esclamò lui con aria sognante.

“Mmm…intendi dire che Mark è innamorato di Helen?”

“Sì, precisamente! E credo che il sentimento sia corrisposto!”

“Questo lo so!”

“Lo sai?”

“Secondo te di cosa doveva parlarmi Helen quella sera?”

“Oh…wow!”

“Starebbero bene insieme. Sono molto carini!”

“Spero che non commettano il nostro stesso errore!” disse Harry.

“Già…”

“Signor Potter, signorina Granger! Spero che stiate parlando di qualcosa inerente alla nostra lezione!” intervenne il professor Ruf.

Hermione, non essendo abituata ai rimproveri, arrossì e non disse niente. Così, fu Harry a rispondere al professore.

“Certamente. In effetti, le stavo chiedendo un chiarimento su alcuni caratteri!”

“E questo chiarimento è stato…ehm…chiarito?”

“Sì, non si preoccupi!”

“Bene!” disse Ruf tornando a compilare il registro. (Ma ce l’avranno un registro?)

Harry fece l’occhiolino a Hermione.

“Hai mentito a un professore!” esclamò lei a bassa voce.

Harry alzò gli occhi al cielo, rassegnato.

*******

Quel pomeriggio Harry aveva gli allenamenti di Quidditch. Helen gli aveva chiesto se sapeva quando sarebbe avvenuto l’allenamento di Mark.

“Se non sbaglio, dopo di noi!” rispose Harry.

“Grazie mille, Harry!”

Helen tornò nella sua camera e Harry rivolse uno sguardo interrogativo a Hermione.

“A-ehm…credo proprio che Helen sarà la prima ragazza del nostro gruppo a dichiararsi a un ragazzo!” disse Hermione. (sì, perché siamo nell’era in cui sono le donne che devono fare il primo passo, altrimenti se aspettano gli uomini…il mondo sarebbe pieno di zitelle!)

“E’ magnifico!”

“Già!”

“Beh…adesso devo andare. Gli altri mi staranno aspettando!” disse Harry.

Hermione si avvicinò a lui e lo abbracciò.

“Harry, sai una cosa?”

“Mmm…no, cosa?”

“Io nutro per te una poligenetica bilatazione dell’io, subcoscienza che si futura nell’archetipo prototipo dell’anticonformismo universale!”(Avanti, chi di voi mi sa dire che significa senza leggere il seguito?!)

Harry spalancò gli occhi: “Mi devo preoccupare?”

Hermione rise.

“No, veramente, Hermione. Che significa?”

Hermione, guardandolo negli occhi, rispose: “Ti voglio tanto tanto bene!”

Harry sorrise divertito: “Forte! Allora, fammi provare. Io nutro per te…la stessa cosa!”

“No, non è così! Ascolta: io nutro per te una polg…”

Ma Harry la fece tacere con un bacio, che fece rilassare Hermione tra le sue braccia.

Quando si allontanò da lei, Harry disse: “Hai capito quello che volevo dire?”

“Sì…sei stato chiarissimo!”

Harry sorrise: “Allora…vieni a vedere l’allenamento?”

“Mi piacerebbe, ma vorrei restare qui per portarmi avanti con i compiti.”

“Va bene!” disse lui allontanandosi ancora.

“Ti aspetto qui, dopo!”

“Perfetto! A dopo!” esclamò Harry indietreggiando verso il buco del ritratto.

“Ciao!” lo salutò Hermione.

Harry uscì dalla sala comune e raggiunse il campo di Quidditch.

“Oh…Harry! Era ora!” esclamò Seamus.

“Ehm…scusate, sono stato trattenuto!”

“Scommettiamo che indovino da chi?” disse Dean malizioso.

“Ok, ragazzi. Un consiglio spassionato: evitate di dare aria alla bocca per i prossimi 60 minuti e impegnatevi. L’ultima partita della stagione è contro Tassorosso e Tassorosso ha un Portiere formidabile!”

I sei giocatori annuirono intimoriti dallo sguardo di Harry e iniziarono l’allenamento, guidati dal loro capitano.

Nonostante tutto, fu un buon allenamento. I Cacciatori provarono nuovi schemi per confondere il Portiere di Tassorosso, ovvero Mark Stevenson; i Battitori migliorarono i loro riflessi e le loro battute (non di umorismo!…che battuta tragica, kia, hai appena ucciso l’umorismo!); Ron aveva una presa eccezionale; e Harry batté i suoi già straordinari record.

Insomma Grifondoro era una squadra formidabile e, quell’anno, aveva molte probabilità di vincere la coppa di Quidditch.

Quando finirono l’allenamento, Harry e gli altri si avviarono verso lo spogliatoio. Per strada, la squadra di Grifondoro si incrociò con quella di Tassorosso.

“Ciao, Mark!” salutò Ron.

“Harry, Ron…stavo cercando proprio voi!” disse Mark.

“Come mai?” chiese Harry.

“Devo parlarvi!”

“Oh…ok!”

Mark disse alla propria squadra di cominciare a riscaldarsi in campo, mentre Harry disse ai suoi di andare negli spogliatoi.

“Allora, qual è il problema?” chiese Ron.

“Non è proprio un problema! Vedete, dopo il nostro allenamento, Helen vuole parlarmi!”

“Sì, e…”

“Forse…dovrei dirle quello che provo per lei, non credete?”

“Sì!” esclamò Ron.

“No!” disse Harry in contemporanea con l’amico.

Ron guardò curiosamente Harry e chiese: “Perché no?”

“Ehm…pe-perché…”

“Perché?” chiesero Ron e Mark.

“Perché…prima dovrebbe sentire quello che vuole dirgli Helen. Ci sarà un motivo se lei vuole incontrarlo più tardi, no?”

Mark e Ron lo guardarono con aria interrogativa.

“Beh…se lei volesse parlare del vostro rapporto?” chiese Harry piuttosto imbarazzato.

“Mark, devi capirlo. E’ stanco a causa dell’allenamento. E’ stato molto duro. Te lo assicuro!” esclamò Ron a Mark.

“E va bene. Allora, credo che non dovresti dirglielo perché lei ha appena passato un momento turbolento della sua vita e deve fare ancora ordina nella sua vita!”

Ron, dopo un attimo di silenzio, lo spinse via e mise le mani sulle spalle di Mark, guardandolo negli occhi con decisione.

“Mark, ascoltami. Tu-sei-un-uomo! E devi comportarti come tale. Quindi, cocco, affronta la ragazza e dille tutta la verità! Recepito il messaggio?”

Mark, un po’ scosso, disse: “Ehm…sì!”

“Magnifico! Allora, è tutto a posto!”

“Già. Grazie mille!”

“In bocca al lupo!”

“Crepi!”

Harry e Ron salutarono Mark e andarono a cambiarsi negli spogliatoi. Poi, mentre tornavano in sala comune, Ron chiese a Harry come mai aveva sconsigliato a Mark di dichiararsi a Helen.

“Perché è esattamente quello che vuole fare lei!”

“Oh…e come fai a saperlo?”

“Ron, dimentichi che sono suo cognato!”

“Harry, Helen ti conosce da appena tre mesi e non verrebbe mai da te a confidarti una cosa così personale, neanche se sei…suo cognato!”

“E va bene. Lo ha detto a Hermione e lei me lo ha spifferato!”

“Ho capito! Ricordami di non confidare più niente a Hermione!”

“Dai, Ron, io e Hermione ci raccontiamo tutto!”

“Sì, però…”

“Devo ricordarti che anche tu e Christine vi siete raccontati le confidenze mie e di Hermione?!”

Ron aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse dopo aver capito che Harry aveva ragione.

Quando arrivarono in sala comune, Harry e Ron videro Christine e Ginny sul divano, tutte intente a leggere. Ron andò a sedersi accanto a Christine, che gli chiese com’era andato l’allenamento.

Harry, invece, vide che Hermione si era addormentata sul libro di Incantesimi e le si avvicinò. Le accarezzò i capelli, scostando qualche ciocca che le andava negli occhi, e poi le baciò la fronte. Hermione aveva un’espressione serena, quasi angelica e Harry si chiedeva che cosa ci facesse una creatura come quella accanto a lui. Era così fortunato ad averla che avrebbe fatto di tutto per proteggere la loro storia. Stare con lei gli provocava emozioni forti e piacevoli che non aveva mai provato in tutta la sua vita.

Harry le accarezzò di nuovo i capelli e lei cominciò a svegliarsi. Quando Hermione si rese conto di essersi addormentata, tutto d’un tratto, spalancò gli occhi e alzò il busto.

“Mi sono addormentata?”

“Credo proprio di sì!”

“Mannaggia!- esclamò Hermione che, accorgendosi di Harry, sorrise e continuò- Harry?! Ciao!”

“Ciao!”

“E’ finito l’allenamento?”

“Sì!”

“Quindi, in questo momento si sta allenando Mark…”

“Esattamente!”

“Devo dire a Helen di prepararsi!”

Hermione si alzò in piedi e salì le scale verso il dormitorio femminile.

“Cosa deve fare Helen?” chiese Ginny.

“A-ehm…credo che voglia parlare con Mark!” disse Ron.

“Parlare di cosa?” chiese Christine.

“Di cosa abbiamo parlato noi due quando ci siamo messi insieme?” esclamò Ron.

“Ooohhh…certo, capisco!”

Poco dopo scese Hermione, seguita da Helen.

“Bene, io vado!” disse Helen.

“Aspetta un attimo, Helen!- disse Ron avvicinandosi a lei e mettendole un braccio attorno alle spalle- Ascolta, Mark è cotto a puntino. Io e Harry abbiamo solo aggiunto un po’ di spezie. Quello che ti resta da fare è sfornare, chiaro?”

Helen, con sguardo perplesso, guardò Harry e Hermione e chiese: “Ma perché parla di Mark come se fosse un coniglio al forno con le patate?”

“Lui vede cibo dappertutto!” esclamò Harry.

Hermione, Christine e Ginny, pienamente d’accordo, risero.

“Aaahhh…beh, grazie, Ron. Ragazzi, ci vediamo dopo!“ disse Helen.

“Buona fortuna!” esclamò Hermione.

Helen le sorrise, prima di uscire dalla sala comune.

Hermione tornò a sedersi al posto di prima, accanto a Harry, che avevi un’aria pensierosa.

“Harry, a cosa pensi?” chiese Hermione.

“Mmm…stavo chiedendomi…se Helen e Mark dovessero mettersi insieme, io e Mark cosa saremmo?”

Hermione inarcò le sopracciglia, curiosa: “Perché questa domanda?”

“Pura curiosità!”

“Beh, sostanzialmente…sareste cognati acquisiti!”

“Ah…”

“Ma, in realtà, non è ancora così!” esclamò Hermione.

“Perché?” chiese Harry.

“Perché noi stiamo solo insieme, non siamo fidanzati né tanto meno sposati!”

“Ho sempre odiato queste cose burocratiche!” commentò Ron.

“Hermione…hai detto sposati?”

Hermione, turbata, guardò Christine, Ron e Ginny che stavano ridacchiando.

“Beh, adesso non te lo togli più di torno, Hermione!” disse Ron.

“Ahah, simpatico, molto simpatico, Ron. Io stavo solo pensando alla vita da sposati. Deve essere interessante!- esclamò Harry rivolgendo poi lo sguardo a Hermione- Soprattutto con te!”

Detto questo, Harry la attirò a sé, abbracciandola e appoggiando il viso sul suo petto. Hermione sorrise.

“Beh…fino a quando rimane un’immaginazione…per adesso, va bene!” disse lei scompigliandogli affettuosamente i capelli.

“Per adesso?” ripetè Harry guardandola negli occhi.

“Certo, per adesso! Siamo così giovani!”

“Ma…- disse Harry lasciandola andare e alzandosi in piedi- Se noi stessimo insieme già da parecchi anni, tu non vorresti sposarmi?”

Hermione rimase allibita. Non credeva a quello che stava dicendo Harry.

“Ma che stai dicendo, Harry?”

“Non pensare ad adesso. Prova immaginare noi due tra sei, sette anni…”

“Ma come faccio a immaginare come sarà la nostra vita tra qualche anno se stiamo insieme da pochi mesi?!”

“Forse tu non vuoi immaginarci tra qualche anno!”

Hermione inarcò le sopracciglia.

“Forse ti sei già stancata di me!” continuò Harry.

Hermione scosse la testa.

“Tu sei impazzito!!” esclamò lei arrabbiata e, poi, salì le scale verso il suo dormitorio.

Ron, Christine e Ginny rimasero senza parole. Quello era il primo litigio di Harry e Hermione da quando stavano insieme. E Harry si sentiva già male.

“Ehm…Harry…se posso dire una cosa…- disse Ron- Forse ti sei scaldato troppo per nulla…”

Harry non rispose e andò nel suo dormitorio. Passò molto tempo lì dentro, pensando che Ron avesse ragione. In effetti, non poteva biasimare Hermione. Come si faceva a pensare al proprio futuro, accanto a una persona? Sicuramente è possibile sperare in qualcosa, ma non esserne del tutto sicuri. Harry, per esempio, sperava che il suo futuro gli riservasse esperienze felici, ma non poteva esserne certo.

Tutto quel pasticcio era successo per un semplice motivo: Harry era veramente felice con Hermione e sperava che la loro storia diventasse qualcosa di più serio, qualcosa su cui poter costruire una vita insieme.

A pensarci bene, Harry e Hermione avevano un paio di cose in comune con i genitori di Harry. Lily e James Potter si erano conosciuti a Hogwarts, come Harry e Hermione; si erano innamorati a Hogwarts, come Harry e Hermione. E, poi, finita la scuola si erano sposati. Ma quelli erano altri tempi: i genitori di Harry si erano sposati così velocemente perché, evidentemente, si sentivano pronti per quel passo e, forse, anche a causa dei problemi del mondo magico causati da Lord Voldemort.

Harry e Hermione, però, non erano James e Lily.

E, comunque, quando Harry parlava di sposarsi, naturalmente considerava intervalli di tempo molto, molto lunghi.

“Allora, vai a dirlo a Hermione!” disse la voce della sua coscienza.

Così, Harry uscì dal dormitorio e si avvicinò alla porta del dormitorio femminile. Chissà se anche Hermione aveva saltato la cena…

Il giovane bussò alla porta: “Hermione?!”

Nessuno rispose, ma, ascoltando attentamente, Harry sentì il rumore di una sedia e capì che Hermione era lì.

“Oh, Hermione, mi dispiace tanto!! Io non so cosa mi è preso. Quando ho pensato al nostro futuro…non so, è come se fosse scattato in me qualcosa. Io non ho detto che dobbiamo sposarci. Voglio solo essere felice negli anni a venire e posso essere felice solo se tu sei con me. Non riesco a immaginarmi senza te accanto. E poi…non volevo dire che ti sei già stancata di me. Sono stato uno stupido a dirti quelle cose! Che razza di idiota…io…”

Harry si bloccò perché sentì dei passi e poi la porta si aprì. Sulla soglia comparve Hermione, che lo guardava comprensiva.

“Hermione…”

“Beh…ti sei chiamato da solo stupido, cos’altro posso dire?”

Harry sorrise e Hermione lo abbracciò.

“Harry, neanch’io voglio perderti. Però, per adesso, viviamo con serenità questi momenti che sono speciali e che ricorderemo per tutta la vita. Quello che accadrà nel futuro…beh, lo scopriremo. Noi non lo sappiamo, ma potremmo costruirlo noi due, insieme!”

Hermione alzò lo sguardo verso Harry, che la baciò. E, mentre la baciava, le accarezzava i fianchi e la schiena.

“Hermione…” disse lui mentre lei continuava a baciarlo.

“Mmm…?”

“Forse dovremmo…andare…giù…”

“Oh, no…ancora un po’…” disse lei spingendolo contro il muro.

Nei minuti seguenti, forse, Harry sarebbe impazzito, se lei non si fosse fermata. Il che non dispiaceva per nulla a Harry. Improvvisamente, però, furono interrotti.

“Oh, scusate!” esclamò Helen, sopraggiungendo dalle scale.

Hermione si allontanò da Harry: “Ciao, Helen!”

“Mi dispiace, non pensavo foste qui!”

Helen sembrava al settimo cielo: aveva un sorriso molto solare.

“Deduco, dal tuo sorriso, che è andato tutto bene con Mark!”

“Puoi dirlo forte!”

Harry e Hermione continuarono a guardare Helen, come se stessero aspettando qualcosa.

“Allora?” esclamò Hermione.

“Allora cosa?”

“Racconta!”

“Ah, beh…non è stato niente di particolare. Lui voleva parlare esattamente della stessa cosa, ma io l’ho anticipato!”

“Quindi, adesso state insieme…” disse Harry.

“Già!”

“Beh…sono felice per te!” esclamò Hermione abbracciandola.

Stava andando tutto molto bene: Helen e Mark avevano chiarito la loro situazione; mentre Harry e Hermione avevano fatto pace. Harry si sentiva veramente felice e questo era molto importante, considerato il fatto che si stava avvicinando la partita Grifondoro-Tassorosso. Era fondamentale che Harry e tutti gli altri componenti della squadra mantenessero la concentrazione in vista della partita che concludeva la stagione di Quidditch, quella che avrebbe decretato il vincitore della Coppa di Quidditch. Dopo quell’anno straordinario, vincere quella coppa, per Harry, sarebbe stata la ciliegina sulla torta.

 

 

Un capitolo cortino, ma che ve ne pare? Spero davvero vi sia piaciuto. Nel prossimo, Grifondoro contro Tassorosso, vedremo se Harry riuscirà a vincere la coppa di Quidditch.

I ringraziamenti, come sempre vanno a…

Marco: confesso che non avevo pensato di mostrare la reazione di helen ai racconti del trio. Spero che non rimarrai deluso…

Elisa: bene, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Anche se è più corto e più lento degli altri.

Harasauror: sì, il rapporto tra harry e hermione si sta sviluppando, hanno superato anche il loro primo litigio…

Diego: sì, hai ragione sul fatto che il perdono di hermione è stato un po’ troppo veloce e anche in questo capitolo il litigio si risolve in fretta. Però…vabbè, pensa che lei non riesce a tenere per troppo tempo il muso a qualcuno, dai, passami questa teoria.

Maripotter: ehm, allora, dato che il mio papi sta mettendo l’adsl e che avrò una nuova email, probabilmente, aspetto prima di iscrivermi al forum. Tra l’altro, chiamami stupida, ma porca miseria, non riesco a capire come funziona. Uno manda un messaggio e da lì inizia una discussione? Comunque, ti stai organizzando per andare a vedere il calice di fuoco? Io e una mia amica abbiamo deciso che mercoledì 23 andremo a prenotare i biglietti per sabato 26. che bello non vedo l’ora!

Emma: ihihihih, sì, sto nascendo qualcosa di più profondo tra i due, anche se qui non l’ho molto approfondito.

Carillon: grazie per la recensione. Sono felice che continui a seguirmi. Spero ti sia piaciuto il capitolo.

Hhrtruelove: no, credo che il rating non si alzerà. Cioè, non ci sono scene esplicite in questa storia. Comunque, una volta leggevo fanfiction in inglese, quando ancora ce n’erano poche in italiano su Harry e Hermione. Però poi sono aumentate e ho scoperto questo bellissimo sito. Inoltre quelle in inglese non le aggiornavano mai. Ce n’era una, the inevitable,  che si  è fermata proprio sul più bello! Cavolo!

Merewen: beh, era ora che harry diventasse più intraprendente, no? Però anche lei non scherza!! Che monella! Che ne pensi di questo capitolo? E di helen e mark? Ti piacciono?

Rosariopotter: sempre sospettoso, eh? Anche dopo questo capitolo? No, dai, ora helen è proprio sicura, giusto?

Fedehermy: per il sito, allora tu vai sul sito, clicchi su enter e arrivi alla home page. A fianco c’è una colonna, devi ciccare dove c’è scritto essay, li appariranno tre titoli di saggi. Leggili, sono belli! Per la storia, ti è piaciuto il capitolo?

 

Per tutti gli altri, a presto.

Kia85

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Capitolo 31
*** Grifondoro contro Tassorosso ***


Bene, ecco anche il capitolo 31 (wow). Non ho niente da dire se non che questo è il penultimo capitolo del 6° anno. Spero vi piaccia.

 

Nient’altro che noi!

 

6°ANNO

 

Capitolo 31: “Grifondoro contro Tassorosso!”

 

La mattina prima della partita Grifondoro-Tassorosso, durante la colazione, arrivò una lettera per Ron e Ginny e una per Hermione e Helen.

Era stato Bill a scrivere ai fratelli Weasley. Ginny prese la lettera e cominciò a leggerla.

“Cari fratellini…”

“Quante volte gli ho detto di non chiamarmi fratellino?!” esclamò Ron.

“Oh, avanti, Ron! Lasciami continuare, per favore!” disse Ginny.

Ron sbuffò e Ginny continuò a leggere:

“…

Come state? Come va la scuola? Ron, ti stai prendendo cura della nostra piccola Ginny?”

“Ma chi crede di essere? Nostro padre?”

“Ron, è vostro fratello maggiore. Il primogenito, di solito, fa da guida agli altri e si preoccupa per loro!” disse Hermione. (E vi assicuro che anche se si è in due è un lavoraccio!)

Ron si limitò a guardare l’amica.

“Scusate, posso continuare a leggere senza essere di nuovo interrotta?” chiese Ginny.

Ron annuì.

“Bene…

Allora, vi scrivo perché devo comunicarvi un bella notizia. Ormai il fidanzamento con Fleur è più che ufficiale! E poi, io devo cominciare a pensare a metter su famiglia. Insomma, devo mettere la testa a posto!”

“Ho capito, si vuole sposare!” esclamò Ron.

Ginny lo fulminò con lo sguardo, ma riprese a leggere subito:

“Ebbene, quello che voglio dirvi è che io e Fleur abbiamo intenzione di sposarci. Non abbiamo ancora fissato la data. Però, vorremmo sposarci l’anno prossimo, in estate. Spero siate contenti come lo sono io! Se volete, potete invitare i vostri amici. Datemi una conferma prima di Natale, ok? A proposito, congratulazioni fratellini! Ho saputo che avete trovato l’anima gemella! Se non sbaglio Ginny è riuscita a conquistare il tenebroso Draco Malfoy! Bel lavoro, sorellina! Non vedo l’ora di incontrarlo e di conoscere anche la ragazza di Ron.

Ora vi lascio. Spero di incontrarvi presto!

        Saluti,

              Bill.

p.s: salutate i vostri amici e complimenti anche a Harry e Hermione!”

“Beh, è una bella notizia, no?” chiese Hermione.

“Già!” disse Ron.

“Credo che dovremmo andare a complimentarci con Fleur!” disse Ginny.

“Adesso?” esclamò Ron.

“No, domani mattina!- disse Ginny- Certo, adesso!”

Ron sbuffò: “E va bene!”

Così i due Weasley si avvicinarono al tavolo dei professori. Nel frattempo, Harry chiese a Hermione di chi era la lettera che aveva ricevuto.

“Dei miei genitori. Hanno detto che faremo una vacanza di 2 settimane in giro per le più belle città d’Italia!”

“Quando?”

“Dal 10 al 25 luglio!” disse Hermione controllando la lettera.

Improvvisamente, Harry si rese conto solo in quel momento che, finita la scuola, lui e Hermione si sarebbero dovuti separare per le vacanze. Non era proprio un bel pensiero. Però, a pensarci bene, Harry avrebbe potuto invitare Hermione a passare un po’ di giorni da lui. Sicuramente Sirius e Rachel non avrebbero avuto problemi ad accettare.

“Ma, Hermione…ce la farai a stare così tanti giorni senza di me?”

“Ah-a…Harry, se sentirò la tua mancanza, mi consolerò con qualche bel ragazzo italiano!”

“Cosa?!” esclamò Harry spaventato.

Hermione rise divertita e gli accarezzò i capelli: “Sto scherzando, Harry! Però…saranno solo due settimane. Poi, torno qui…da te!” disse lei dandogli un bacio sulla guancia.

Harry sospirò sollevato: “Hai detto bene! Torni da me!”

“Che vuoi dire?”

“Ti andrebbe di venire a passare qualche giorno da me…diciamo, nel periodo del mio compleanno…”

Hermione non rispose e si limitò a guardarlo. Perché non rispondeva?

“Hermione, non dici niente?”

“Io…non me l’aspettavo proprio!”

“Beh…puoi anche dire di no!” disse Harry sconsolato, abbassando lo sguardo.

Hermione sorrise: “Ho detto solo che non me l’aspettavo. Non ho mai detto che non voglio venire!”

Harry, con la speranza negli occhi, esclamò: “Quindi?”

“Quindi…mi farebbe piacere passare un po’ di giorni da te!”

Harry sorrise, felice come una pasqua, e la abbracciò: “Non sai quanto mi renda felice questa tua risposta!”

“Beh, dobbiamo pur festeggiare il tuo compleanno!”

Con quella felicità nel cuore, Harry, insieme ai suoi amici, uscì dalla Sala Grande, avviandosi verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure.

Durante il tragitto, il gruppetto si imbatté in tre ragazzine del quarto anno che li fermarono: erano tutte e tre di Grifondoro.

“Ciao!”

“Ciao!” le salutò Hermione.

“Stiamo raccogliendo le opinioni dei giocatori di Quidditch, ma anche degli altri studenti, sulle partite di domani. Siete disponibili per qualche domanda?”

“Volete intervistarci adesso?” chiese Harry.

“Ehm….veramente, a noi interessava l’opinione di Ron, Draco e Mark!”

Harry rimase senza parole.

“Potrei sapere come mai non vi interessa l’opinione di Harry?” chiese Hermione infastidita.

“Beh…ormai lui è famoso, lo hanno intervistato molte volte! E’ giusto dare spazio anche agli altri!”

“Non capisco…lui è il capitano di Grifondoro!”

“Noi rimaniamo di questa idea!”

Hermione fece una smorfia; poi prese la mano di Harry e lo trascinò via.

Hermione e Harry, così si allontanarono dal gruppo, dirigendosi verso l’aula di Fleur.

“E’ inammissibile! E’ pazzesco! E’ indescr…”

“Hermione! Stai calma!”

Hermione si voltò verso di lui: “Ma, Harry! Come posso stare calma? Hai visto cosa è successo? Il mondo magico si è approfittato di te quando sei tornato a farne parte. Ti hanno torturato, non ti hanno lasciato in pace un attimo. E adesso si sono stufati di te! E’ una cosa ignobile!”

Harry sorrise: “Dai, lascia perdere. A me non da fastidio!”

“Già, l’ho notato! Ma non puoi lasciarti trattare come un fazzoletto usa e getta! Tu sei di più, sei molto più prezioso!”

“E a me basta essere prezioso per te!”

Hermione sorrise, arrossendo lievemente.

Quando arrivarono nell’aula di Fleur, Harry e Hermione notarono che c’erano ancora pochi studenti. Così si sedettero in un banco a due posti e Hermione prese dalla borsa penna, inchiostro e pergamena.

“Harry?!”

“Sì?”

“Sei sicuro che Sirius e Rachel accetteranno la tua idea?” chiese Hermione riferendosi alla proposta di Harry per le vacanze.

“Certo! Ma credo che rimarranno a casa con noi!”

“Eh eh…devono rimanere a casa con noi!”

Harry inarcò le sopracciglia: “Ehm…vuoi dire che non ti andrebbe di stare in casa sola con me?!”

“Beh…veramente…non lo so, Harry. Ora come ora penso di no, perché, forse, non l’ho mai provato. Ma, magari, se mi ritrovassi in una situazione del genere…chissà, potrebbe anche piacermi!” spiegò lei.

Harry annuì: in effetti, neanche lui sapeva bene cosa fare. Desiderava poter stare solo con Hermione in una casa, voleva provare questa esperienza. Ma se lei non era convinta, forse era meglio evitare.

A un certo punto, accanto a loro passò Christine: sembrava furiosa. La ragazza andò a sedersi accanto a una studentessa di Tassorosso.

“Ma…che le prende?” chiese Harry.

“Lei e Ron hanno litigato!” esclamò Helen, giungendo accanto a loro insieme a Mark.

I due si sedettero sul banco davanti a Harry e Hermione.

“Cos’è successo esattamente?” chiese Hermione.

“Avete presente quelle ragazze di prima?” chiese Helen.

Harry e Hermione annuirono.

“In realtà, erano interessate solo a Ron!”

Harry rise, ricevendo una gomitata da Hermione che era interessata alla storia.

“Voi conoscete Ron meglio di chiunque altro, perciò non vi sorprenderete sapendo che lui si è lasciato andare un po’!”

“Quanto un po’?” chiese Hermione.

“Beh…si lasciava fare tutti quei complimenti, facendo anche lo scemo. E Christine si è arrabbiata con lui!”

Harry e Hermione scossero la testa, rassegnati.

“Dagli un minimo di notorietà e lui perde la testa!” commentò Harry.

“Uno dei suoi difetti!” disse Hermione.

Dopo qualche istante arrivarono anche Ron e Draco.

“Ciao!” salutò Draco.

Ron fissava Christine un po’ dispiaciuto.

“Ehm…non ti conviene andare a parlare con lei, adesso!” gli consigliò Hermione.

“Sì…hai ragione!”

Così, Ron e Draco si sedettero dietro Harry e Hermione. Christine, indifferente, guardò con la coda dell’occhio in direzione di Ron, ma lui non se ne accorse.

Qualche minuto dopo entrò in aula Fleur, anzi…la professoressa Delacour che, molto presto, sarebbe diventata la signora Delacour in Weasley.

Fleur aveva un viso solare, che infondeva gioia e tranquillità. Forse il sorriso di una semi-Veela aveva questo particolare dono, considerato il fatto che le Veele erano sempre piuttosto fredde. Purtroppo, però, non ebbe nessun effetto sull’abbattuto Ron e sull’arrabbiata Christine.

“Buongiorno, ragazzi!”

“Buongiorno, professoressa!”

“Non trovate che oggi sia una splendida giornata?”

Molti studenti, alla domanda di Fleur, si scambiarono sguardi stupiti.

“Allora, oggi vorrei parlarvi di come comportarsi di fronte a un mostro. Vi darò alcuni consigli pratici e veloci che dovrete conservare!”

Tutti gli alunni si procurarono subito penna, inchiostro e pergamena.

“Molto bene. Cominciamo: immaginate di trovarvi davanti a un troll gigantesco e nauseabondo.”

Harry sorrise e sussurrò a Hermione: “Beh, noi possiamo anche non immaginarcelo!”

“Eh eh…Harry, ti diverti a farmi ricordare i momenti più brutti di questi anni?”

“Scusami.”

Hermione si voltò a guardarlo e sorrise.

Nel frattempo, Fleur aveva cominciato a elencare i consigli principali: “La prima cosa da fare è mantenere la calma!”

“E’ una parola!” commentò Hermione a bassa voce.

“Ammetto che sia leggermente difficile rimanere calmi davanti a un puzzolente troll di montagna alto tre metri e mezzo. Ma la calma e la lucidità in situazioni del genere sono indispensabili per evitare di commettere azioni improvvise e sciocche che vi potrebbero costare molto caro. La seconda cosa da fare è sfoderare la bacchetta, sempre che l’abbiate a portata di mano. Ma, prima di usarla, bisogna valutare il nemico. Se siete sempre stati attenti a Cura delle Creature Magiche, non avrete problemi: sicuramente saprete qual è il punto debole del mostro che vi sta davanti e quale tattica usare per stenderlo. Se invece lo studio non è il vostro forte, potete lo stesso cercare di pensare come affrontare il mostro, valutandone le dimensioni, il modo di muoversi e lo sguardo. In base a questo cercate, in una frazione di secondo, di escogitare un modo per mettervi in salvo.”

“Cioè quello che abbiamo fatto io e Ron!” disse Harry a Hermione.

“Attenzione, però: attaccate solo se siete sicuri al 100% che l’incantesimo che volete scagliare è giusto per quel mostro e lo può mettere k.o., altrimenti lo farete solo arrabbiare di più.”

“Cioè quello che non avete fatto tu e Ron!” ribatté Hermione.

Harry sorrise imbarazzato.

“Quindi, l’incantesimo deve essere utile. D’altronde, se il mostro vi ha intrappolato, non avete altra scelta: dovete attaccare, lottare e vincere. Qualcuno sa dirmi qualche incantesimo utile?” chiese Fleur.

Hermione alzò la mano prontamente.

“Sì, Hermione?”

“Un buon incantesimo può essere l’Incantesimo Confundus che causa confusione nell’avversario. Ma potrebbe andar bene anche l’Incantesimo Conjunctivitus che colpisce la vista del nemico ed è utile soprattutto contro i draghi, in quanto è il loro punto debole.”

“Magnifico! 10 punti per Grifondoro! Qualcun altro sa dirmi incantesimi utili?”

Nessuno rispose; così, Fleur interpellò qualcuno: “Ron?!”

“Ehm…io…”

Era chiaro che Ron non era molto concentrato. Ma, stranamente, intervenne Christine.

“Mi scusi, professoressa?!”

“Sì, Christine?”

“Io userei l’Incantesimo Stupeficium per far perdere i sensi al mostro. Inoltre, si potrebbero utilizzare incantesimi meno complicati come Impedimenta, Reducio o Petrificus Totalus!”

“Perfetto! Altri 10 punti per Grifondoro!”

Ron guardò Christine, che gli rivolse un accenno di sorriso e Ron scosse la testa.

“Ah, professoressa, io avrei in mente anche l’incantesimo Wingardium Leviosa o Mobili Corpus per spostare gli oggetti e scagliargli contro il mostro!”

“Molto bene, Ron! Ma se di fronte a tutte queste tattiche il mostro sembra non cedere? Cosa potete fare?” chiese Fleur.

Gli studenti si scambiarono sguardi perplessi, non sapendo cosa rispondere.

“Beh, a mali estremi…avete ancora una risorsa e, cioè, una strategia che l’umanità utilizza da millenni di fronte al pericolo: scappare!” esclamò Fleur provocando le risate degli studenti.

“Credo che il fidanzamento con Bill abbia fatto molto bene a Fleur!” commentò Hermione.

“Già, lo credo anch’io!”

Quando gli studenti si furono calmati, Fleur continuò la lezione: “Abbiamo visto cosa fare, ma non cosa non fare. Prima cosa: non rimanere immobili. Può servire solo nel caso in cui il mostro non ci veda bene o non vi abbia ancora notato. Ma la maggior parte delle volte conviene cercare di fare qualcosa, giusto per non offrirsi così facilmente al mostro!”

Harry rise e poi chiese a Hermione: “Ahem…Hermione, fammi capire: sei anni fa, davanti a quel troll, tu non eri immobile, vero? Stavi solo riflettendo intensamente…”

Hermione gli fece una smorfia: “Ah ah…simpatico. Vedo che la vena umoristica di Fleur ha contagiato anche te, Harry!”

Harry sorrise, mentre tornava ad ascoltare Fleur.

“E’ anche importante non urlare perché attirereste l’attenzione del mostro o potreste innervosirlo. Bisogna poi cercare di controllare lo shock e non svenire: provate a reagire e non a darvi subito per vinti. La quarta cosa importante è non colpirlo fisicamente con calci e pugni: gli fareste solo il solletico. Se volete colpirlo usate solo la bacchetta. E, da ultimo, non cercate di nascondervi. Fatelo solo se strettamente necessario: il nascondiglio può essere pericoloso in quanto potreste infilarvi in posti dai quali poi non sapete più scappare! Ad ogni modo: state in guardia. Non fatevi mai cogliere di sorpresa o impreparati!”

La lezione di Fleur fu diversa dalle altre e per questo anche più interessante e coinvolgente, tanto che il tempo sembrò volare e la lezione finì. Uscendo dall’aula gli studenti erano molto soddisfatti e commentarono positivamente la lezione di appena terminata.

Harry e i suoi amici si stavano avviando verso l’aula di Trasfigurazione. Ron e Christine non si degnavano di uno sguardo, anzi, lei non lo degnava di uno sguardo. E Ron aveva veramente il morale a terra ( e forse anche un po’ più in basso!). Harry non lo aveva mai visto così depresso e questo lo preoccupò, soprattutto perché il giorno seguente ci sarebbe stata la partita di Quidditch. Ron, in veste di Portiere, era fondamentale per Harry. Come avrebbe potuto concentrarsi l’amico in quelle condizioni?

Hermione, che stava fissando da un po’ Harry, esclamò: “So a cosa stai pensando!”

Harry, distolto dai suoi pensieri, la guardò: “Davvero?”

“Certo. Sei preoccupato per domani e per Ron!”

“Esatto! Ti prego, Hermione…convinci Christine a fare pace con lui!”

“E va bene! Parlerò con lei durante la pausa pranzo!”

“Sei una angelo!” esclamò Harry dandole un bacio sulla guancia.

******

Tutto era nelle mani di Hermione: lei avrebbe cercato di riappacificare Ron e Christine. Harry, stesosi sul proprio letto dopo cena, era convinto che Hermione ci sarebbe riuscita. In fondo, lei era capace di trovare le parole giuste con tutti quanti. Era una qualità straordinaria quella di saper leggere negli occhi delle persone e Harry un po’ invidiava Hermione per questo.

Improvvisamente, Harry sentì bussare alla porta.

“Avanti!”

Entrò Hermione: “Ciao!”

“Ciao! Allora…com’è andata?”

Hermione chiuse la porta e andò a sedersi sul letto di Harry.

“Non preoccuparti! E’ tutto a posto!”

“Hanno fatto pace?”

“Sì!”

Harry sospirò, sollevato: “Ah…è magnifico! Grazie, Hermione. Sei stata straordinaria!”

“Beh, non esageriamo!” disse lei abbassando lo sguardo.

Harry si mise seduto sulle ginocchia, avvicinandosi alla ragazza e cominciando ad accarezzarle la guancia. Hermione guardò Harry e, notando lo sguardo strano con cui lui la stava fissando, si scostò sorridendo.

“Harry, è piuttosto tardi. Domani devi alzarti presto: ti aspetta una giornata piuttosto impegnativa!”

“E allora?”

“Allora devi andare a dormire!” disse lei alzandosi in piedi.

“Ma non puoi lasciarmi così!”

Hermione rise e poi esclamò: “Mm…facciamo così! Infilati sotto le coperte.”

Harry obbedì e fece quanto aveva detto Hermione, che gli rimboccò le coperte, si sedette e si chinò su di lui, iniziando a baciarlo. Harry, lasciandosi trasportare dalla situazione, le mise una mano tra i capelli e l’altra sul fianco. Ma, quando quest’ultima cominciò a infilarsi sotto la camicia di Hermione, la ragazza aprì gli occhi e si alzò subito in piedi.

“Ehm…è meglio che vada.”

Harry si mise seduto ed esclamò: “Hermione…scusa…non sono riuscito a control…”

“Non preoccuparti, Harry! E’ tutto a posto!” disse Hermione sorridendogli.

“Allora…non sei arrabbiata?”

“No, no, stai tranquillo!”

“Che sollievo!”

“Beh…buonanotte, Harry!”

“Buonanotte!”

Hermione uscì dal dormitorio maschile, mentre Harry si lasciò cadere sul letto sospirando. Sembrava che Hermione fosse sincera, quindi non c’era da preoccuparsi…per fortuna. Ma…il solo pensiero di aver toccato per pochi secondi la pelle del fianco di Hermione lo agitò non poco. Rischiava di passare la notte in bianco e non poteva permetterselo. Così, ricordandosi della pozione Dormiglina preparata durante una lezione di Piton, ne bevve qualche sorso e si addormentò. Harry doveva riposarsi perché doveva assolutamente vincere contro Tassorosso. Non poteva lasciarsi sfuggire dalle mani la Coppa di Quidditch come l’anno precedente.

******

Tutti, proprio tutti, avevano augurato caldamente “In bocca al lupo” a Harry e Ron. I due giovani Grifondoro si scambiarono sportivamente gli auguri di buona fortuna anche con Mark.

A tutte queste cose pensava Harry, mentre si trovava sulla sua Firebolt cercando con ansia il Boccino d’Oro, il quale sembrava essere sparito. Tante persone avevano riposto in lui la loro fiducia, le loro speranze di vittoria. E tra queste c’era anche Hermione, che desiderava almeno quanto Harry vincere la Coppa di Quidditch. Non poteva deluderla, non voleva deluderla, nonostante lei gli avesse ripetuto più volte che lui non avrebbe mai potuto deluderla.

“Il Boccino, Harry! Il Boccino!” gli ricordava la vocina dentro la sua testa.

Harry scosse il capo. Ma dove era finito quel maledetto Boccino d’ Oro?! Neanche il Cercatore di Tassorosso, che, rispetto a Harry, si trovava dall’altra parte del campo, riusciva a localizzarlo.

Harry controllò nuovamente il punteggio: 30 a 30. Sospirò: la sua squadra stava difendendo bene quel punteggio che andava bene sia a Grifondoro che a Tassorosso.

Harry provò ad abbassarsi cercando di non interferire con le azioni dei Cacciatori e dei Battitori. Quel giorno, poi, c’era un sole splendente che abbagliava i giocatori.

Dopo quasi una ventina di minuti, Harry, sforzandosi, riuscì finalmente a intravederlo. L’agognato Boccino d’Oro stava svolazzando sopra gli spalti dei tifosi di Grifondoro.

Anche il Cercatore di Tassorosso se ne era accorto: infatti tutti e due partirono in contemporanea verso il Boccino che cominciò a farsi inseguire per tutto il campo, zigzagando tra i giocatori delle due squadre. Tra i due Cercatori, il più veloce era Harry: lo batteva di qualche millesimo di secondo.

I tifosi di Grifondoro lo incitavano e cantavano inni:

“Che ce frega de Malfoy,

noi c’avemo Potter d’Or!

Potter d’Or!!!!

Potter d’Or!!!!”

Sorridendo per quel simpatico inno (ih ih…modestamente!), Harry aumentò la velocità. Ma lo stesso fece il suo avversario.

Il Boccino cominciò a dirigersi verso una delle torri. A pochi centimetri di distanza dalla torre, il Boccino cambiò bruscamente direzione e si impennò. I due Cercatori lo seguirono senza alcun problema. Ma il bello doveva ancora arrivare: ad un’altezza di quasi quaranta metri, il Boccino fece compiere ai due inseguitori un giro  completo della morte all’indietro.

Questo provocò un “Oohh” di ansia tra gli spettatori. Chissà come l’aveva presa Hermione!

Nel frattempo, Grifondoro aveva segnato altri 10 punti e subito dopo Mark aveva parato egregiamente un altro tiro di Aileen.

“Dai, Harry!” esclamò Hermione quando lui passò accanto alla tifoseria giallorosa (No, non siamo all’Olimpico. Siamo a Hogwarts!).

I due Cercatori notarono che il Boccino si stava dirigendo verso un Bolide. Attirati da quel Bolide, i due persero di vista il Boccino d’Oro. Per evitare di essere colpito dal Bolide, il Cercatore di Tassorosso cambiò direzione verso l’alto; Harry, invece, intravedendo un luccichio verso il basso, scese in picchiata. Non aveva sbagliato: era proprio il Boccino. Il giovane Grifondoro era veramente eccitato, stava per vincere la sua seconda Coppa di Quidditch. Il Cercatore di Tassorosso, accortosi di essere dalla parte sbagliata, aveva invertito la rotta. Ma era lontano da Harry, che, ormai, stava sfiorando le ali del Boccino con la mano destra.

Il pubblico cominciò a incitare Harry: “Harry! Harry!”

Questo riuscì a dare l’ultima spinta a Harry, quella decisiva, quella che fece conquistare a Grifondoro la Coppa di Quidditch.

Quello che successe dopo fu qualcosa di straordinario che Harry non avrebbe mai dimenticato. Dopo tre anni, finalmente, la Coppa di Quidditch era tornata a Grifondoro.

 

 

Sì, lo so non è un granchè. Comunque, il prossimo capitolo sarà “Una separazione difficile!”.

E ora passiamo ai ringraziamenti.

Hastatus: mi spiace di non aver sottolineato molto il rapporto fra helen e mark, però spero sia rimasto soddisfatto da harry e hermione.

Marco: ultimamente non ho ben chiaro il concetto di presto. Mi dispiace di aver fatto così in ritardo, però fammi sapere lo stesso cosa ne pensi di questo capitolo.

Hhrtruelove: non ti preoccupare se aggiorno un po’ in ritardo. Il problema è che ho poco tempo per stare al computer. Sono tutto il giorno all’università. E poi te l’ho già spiegato, ma voglio scrivertelo di nuovo. Io anche prima del terzo film, ho sempre pensato che sirius dovesse avere un fascino selvaggio e in effetti gary oldman lo rispecchia molto bene. In fondo…io amo sirius, è il mio personaggio preferito dopo hermione.

FedeHermy: sei riuscita a leggere i saggi su quel sito?? Spero di sì, come ti sono sembrati? E non preoccuparti per l’altra storia. Vanno un po’ a rilento tutte e due ma cerco sempre di farle andare avanti il più in fretta possibile.

Desdeus: una domanda, ma dove hai preso questo nickname? È molto carino! Comunque spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!

Harasauror: bene, sono contenta che ti sia piaciuto il precedente capitolo. Che ne pensi di questo? Non accade molto, però….beh, fammelo sapere lo stesso, ok??

Elisa: draco c’è anche se non si vede. Stai pure tranquilla, nel terza e ultima parte avrà un ruolo più importante.

Emma: mi scuso anche con te per l’imperdonabile ritardo. Non uccidermi, ti prego!! Che mi dici di questo capitolo? Ti sono piaciuti harry e hermione?

Rosariopotter: sono felice che hai smesso di essere sospettoso su helen. Comunque il sesto anno è formato da 14 capitoli, 4 in meno rispetto al quinto. Quindi il prossimo come ho già detto sarà l’ultimo del sesto anno. Poi comincerà l’ultima parte, alleluia!!

Maripotter: non so come è il tuo stato d’animo, ma io sto morendo dall’ansia. Devo assolutamente vedere il calice di fuoco. Tu quando ci vai? Io sicuramente il 26 pomeriggio sono lì. Ho appena finito di parlare con una mia amica. Giovedì andremo a prenotare i biglietti, altrimenti non troveremo posto!! Spero che ci diano qualche gadgets come l’altra volta che hanno dato l’album! Oh…e che ne pensi del capitolo??

Mena: che bello una nuova lettrice. Sono super contenta! Comunque, draco non è morto e la domanda a cui ti riferisci è quella complicatissima, vero?? Comunque, non l’ho presa da un libro, me l’ha mandata una mia amica via sms!! Grazie per i complimenti!! Carina anche l’idea di prendermi a badilate, non ci aveva ancora pensato nessuno. Beh…sono felice che adesso ti sia un po’ calmata.

 

A presto

Kia85

 

 

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Capitolo 32
*** Una separazione difficile! ***


Oh vi prego, perdonatemi! Ma davvero non ho avuto tempo! Scusatemi. Ora vi lascio a questo capitolo che conclude il sesto anno. Dal prossimo comincia la terza ed ultima parte della storia!(alleluia!!) Buona lettura!

 

Nient’altro che noi!

 

 

6°ANNO

Capitolo 32: “Una separazione difficile!”

 

La vittoria della Coppa di Quidditch era stata festeggiata dai Grifondoro per giorni. Anche la McGranitt non riusciva trattenere la propria felicità. Tutti si erano congratulati con Harry: da Draco a Mark a…

“Cho!”

Harry e Hermione, insieme ai loro amici, stavano dirigendosi verso la Sala Grande per la colazione il giorno dopo la partita, quando si imbatterono in Cho Chang, la ex di Harry.

“Ciao, Harry! Hermione!”

“Ciao!” la salutò Hermione.

“Complimenti per ieri! Siete stati veramente bravi!” disse Cho.

“Grazie!”

“Ve lo meritavate!” esclamò lei sorridendo.

“Ah…come va lo studio per gli esami del M.A.G.O.?” chiese Hermione curiosa.

“Mah…è particolarmente duro quest’anno. Spero tanto che vada tutto bene!”

“Sono sicura che andrà tutto bene!” esclamò Hermione sorridendole.

“Grazie! –disse Cho- Beh…ci vediamo!”

“Ciao!”

Quando ripresero a camminare, Hermione disse guardando Harry: “Ho sentito che, adesso, sta uscendo con uno di Corvonero del suo stesso anno…”

”Chi?” domandò Harry.

“Come chi? Cho!”

“Ah…bene, no?” disse Harry.

“Sì, certo! Speriamo che sia quello giusto!”

“Mm…non dirmi che sei dispiaciuta che non sia andata bene con il suo ex?” chiese Harry ridendo.

Hermione ribatté immediatamente: “Oh, no,no,no. Sono molto, molto felice che con il suo ex ragazzo sia andata male!”

Harry rise divertito e le diede un bacio sulla tempia.

A colazione, il preside annunciò un piccolo cambiamento per gli esami dei primi quattro anni e del sesto. Ci sarebbe stato un unico esame con domande che interessavano un po’ tutte le materie. Questo perché al Ministero gli esaminatori erano tutti impegnati. Di conseguenza, la maggior parte dei professori si sarebbe occupata degli esami del G.U.F.O. e del M.A.G.O., rispettivamente per il quinto e sesto anno.

“Magnifico!” commentò Ron.

“Avrei preferito un esame normale, ma, comunque, non possiamo certo sottrarci…” disse Hermione.

“Caspita! Io volevo provare i famosi esami di Hogwarts e invece…” esclamò Helen.

“Si vede che siete sorelle!” commentò nuovamente Ron.

Così, quell’anno l’impegno dei ragazzi per gli esami fu molto inferiore rispetto agli anni precedenti. Tranne per Ginny: infatti, lei, essendo al quinto anno, aveva gli esami del G.U.F.O.

L’esame sarebbe avvenuto la settimana seguente. Gli studenti ebbero, dunque, il tempo per ripassare bene i programmi delle materie di quell’anno.

Anche se Hermione non lo voleva ammettere, quel nuovo tipo di esame poteva andarle bene perché non le causava lo stress tipico degli anni precedenti. Ed anche Harry ne era felice.

******

Il giorno dell’esame arrivò. L’esaminatore del sesto anno era il professor Vitious.

Gli studenti presero posto: Harry si sedette dietro a Hermione e si augurarono “In bocca al lupo!”.

“Bene, ragazzi. L’esame consiste in 15 domande a scelta multipla e 5 domande aperte. Per rispondere avete due ore. Riflettete bene prima di rispondere, mi raccomando! Buon lavoro!” augurò infine il prof. Vitious.

Harry, così come gli altri studenti, voltò il foglio delle domande e cominciò a rispondere. (Provate anche voi a rispondere!!)

La prima domanda riguardava Storia della Magia e, più precisamente,storia del Quidditch.

Domanda 1: Perché vengono assegnati 150 punti per la cattura del Boccino d’Oro?

“Facile!” pensò Harry.

Risposta: in ricordo dei 150 galeoni offerti dal Capo del Consiglio dei Maghi alla squadra che avrebbe catturato per prima il Boccino d’Oro.

Domanda 2:Che cosa fa apparire l’incantesimo Aparecium?

a) delle parole scritte con un inchiostro invisibile

b) delle parole scritte con il sangue

c) delle parole scritte in verde

“Naturalmente a!” fu la risposta di Harry.

Domanda 3: Quale pozione sprigiona un fumo grigio se ci dimentichiamo di aggiungere lo sciroppo di elleboro?

a) Polisucco

b) Bevanda della Pace

c) Distillato della Morte Vivente

d) Veritaserum

“La bevanda della pace!” rispose Harry.

Domanda 4: Quale dei seguenti ingredienti serve per preparare una pozione Rigenerante?

a) camomilla

b) ortica

c) salvia

d) alloro

“Ortica!”

Domanda 5: Descrivere le proprietà di un ingrediente della pozione Sette Fiori (Dormiglina), il biancospino.

Harry provò a ricordare quello che aveva detto Hermione durante la lezione di Erbologia e cercò di rispondere alla domanda.(Per chi non se la ricorda: vedere cap. 16 del 5° anno!)

Domanda 6: Qual è la categoria di angeli più vicina a Dio?

a) Arcangeli

b) Virtù

c) Serafini

d) Cherubini

“Forse…Serafini!”

Domanda 7: Quale fra questi incantesimi è più adatto per contrastare un drago?

a) Petrificus Totalus

b) Tarantallegra

c) Densaugeo

d) Conjunctivitus

“D!”

Argomento affrontato giusto qualche giorno prima con Fleur.

Domanda 8: Descrivere le diverse specie di elfi.

Come poteva Harry dimenticarsi di quella lezione che aveva riscosso molto successo tra le ragazze?

Domanda 9: Dove vivono gli gnomi?

a) nelle zucche

b) nelle città

c) nelle cucine dei maghi

d) nei giardini dei maghi

“Se non ricordo male…d!”

Domanda 10: Che cos’è l’aconito?

a) una pozione magica

b) una pianta usata in alcune pozioni

c) una veloce scopa da corsa

“Immagino sia una pianta!”

Domanda 11: Che cosa fanno gli schiopodi?

a) Sparano fiamme e scintille dalla coda

b) Si avvicinano se gli si offre un po’ di latte

c) Proteggono la foresta proibita

“A, naturalmente!”

Domanda 12: A quale scopo vengono utilizzati gli snasi?

a) per ritrovare gli oggetti perduti

b) per giocare a palla

c) per trovare tesori nascosti

d) per ridare il buonumore a un mago depresso.

“Ah ah…che simpatici! C!”

Domanda 13: Qual è l’ingrediente principale per preparare una pozione Rigenerante?

a) radici di Mandragola

b) lumaca carnivora

c) pelo di gatto

d) scaglie di drago.

“A! Sicuramente a!”

Domanda 14: In cosa consiste l’incantesimo Muto Indolem?

a) a far tacere un logorroico

b) a far calmare il dolore fisico

c) a cambiare drasticamente la personalità di un individuo

“E’ inquietante, ma la risposta dovrebbe essere c!”

Domanda 15: Chi furono i primi ad intuire un possibile collegamento tra Astronomia e magia?

a) Maya, Egiziani, Fenici, Cinesi

b) antichi romani e greci

c) Aztechi

d) Inglesi ai tempi della prima guerra mondiale

“Oh…credo a!”

Domanda 16: Che cosa rappresentano nella Chiromanzia, rispettivamente, il pollice e il mignolo?

a) magia ed equilibrio

b) forza e fantasia

c) onore e forza

“Tasto dolente, ma se non sbaglio è la b!”

Domanda 17: Descrivere il sorgere e il tramonto di Venere.

Come poteva Harry dimenticare quello studio di Venere compiuto insieme a Hermione?!

Domanda 18: Le Veele sono Creature Mutaforma. Ma hanno bisogno della Trasfigurazione per le loro trasformazioni?

a)

b) No

c) Dipende dal tipo di trasformazione

“Domanda a trabocchetto…non ne hanno bisogno!”

Domanda 19: Cosa fecero i maghi e le streghe dell’antichità per evitare di far scoprire ai Babbani i loro incantesimi?

a) Parlare con la telepatia

b) Creare una scrittura magica

c) Evitare di parlare tra loro

“Ma chi ha fatto queste domande?! La b!”

Domanda 20: La professoressa Sprite ha comprato i semi di una nuovissima pianta magica che darà fiori d’oro zecchino. Questa pianta, le hanno assicurato, cresce moltissimo e ogni giorno raddoppia in altezza. La professoressa Sprite pianta i semi di sabato e il giovedì della settimana successiva scopre che le  piante sono arrivate al soffitto della serra. In quale giorno della settimana saranno arrivate a metà dell’altezza della serra?

“Mmm…allora, se crescono il doppio ogni giorno…saranno a metà mercoledì!”

L’esame era finito. Non era andata così male, secondo Harry. E anche agli altri era andato bene.

“Lo credo bene! Non ho mai visto un esame talmente banale!” commentò Hermione.

“Non dirmi che avresti preferito qualcosa di più complicato e stressante?!” esclamò Ron incredulo.

“No, ma mi aspettavo qualcosa di più serio. Insomma siamo al sesto anno!”

Ron sospirò e guardò Harry: “Non le dici niente?”

“Cosa dovrei dirle? Non cambierà mai, neanche se le parlassi io. Sa essere molto testarda, Hermione!” disse Harry.

“Bravo, Harry! E’ possibile che tu, Ron, dopo sei anni che ci conosciamo, non abbia ancora capito niente di me?!”

“Beh…una cosa l’ho capita: è Harry quello che ti deve sopportare!”

Hermione si imbronciò: “Ron! Ma com…”

“Ops, Christine, ho dimenticato una cosa in aula. Vieni con me? Sì? Grazie!” esclamò Ron prendendo per mano Christine e incominciando a correre lontano dagli altri.

Harry, Draco, Helen e Mark risero, ma Hermione non sembrava averla presa bene. Harry se ne accorse e, con uno sguardo, fece capire agli altri tre che era meglio se li lasciavano soli un attimo per parlare. Così, Helen, Mark e Draco se ne andarono.

“Hermione?” la chiamò Harry.

La ragazza non rispose subito: rimase qualche secondo a guardare davanti a sé, poi, rivolse lo sguardo a Harry.

“Sono veramente una che si deve sopportare?” chiese con voce tremante.

Perché Ron non contava mai fino a dieci prima di fare uscire aria dalla bocca?!

“Ma che dici? Ron non diceva sul serio. Io non ti devo sopportare, nessuno ti deve sopportare. La tua compagnia è molto piacevole per tutti. Non ho mai conosciuto qualcuno che si fosse stancato della tua presenza!”

“E gli amici di Cho?”

“Ma a te importava qualcosa di loro?!”

Hermione scosse la testa.

“Hai visto. Non erano importanti. Io, invece, trovo che starti accanto sia il momento più bello della giornata!”

“Perché?” chiese Hermione.

Era una domanda che Harry non si aspettava. Anzi, era una domanda che un dialogo come quello non prevedeva.

“Ehm…beh, perché…perché tu sei fantastica!”

“Ah sì?” chiese lei avvicinandosi a lui.

“Sì, certo. Tu sai essere divertente, ironica, ma anche seria e comprensiva quando è necessario. Riesci a farmi sentire speciale, riesci a capirmi come nessun altro…e l’unica cosa che io dovrò sopportare sarà separarmi da te per le vacanze!”

Hermione sorrise e poi lo abbracciò.

“Dai, non sarà per molto!”

“Lo so, ma sarà comunque dura!” disse Harry stringendo di più Hermione.

Eh, sì. Sarebbe stato molto difficile dividersi da Hermione, non vederla più per giorni e giorni. Harry sperava che il momento fatidico arrivasse il più tardi possibile.

*******

Purtroppo, però, quel momento arrivò fin troppo presto per Harry.

Il giorno della partenza, Harry si sentiva depresso. Sul treno il gruppetto di amici occupò uno scompartimento, anche se Harry avrebbe preferito trascorrere quelle ultime ore solo con Hermione.

“La prossima volta che vedremo Hogwarts sarà anche l’inizio dell’ultimo anno scolastico!” fece notare Ron.

“Già!”

“Nonostante tutto…credo che mi mancherà Hogwarts!- disse Ron, provocando espressioni stupite nei suoi amici- Beh…cosa sono quelle facce?”

“Ron, è strano sentirti dire cose di questo genere!” commentò Ginny.

“Sì, forse avete ragione! Però dico sul serio. Ad Hogwarts ho avuto esperienze straordinarie, ho conosciuto i miei due migliori amici, Harry e Hermione, e tutti gli altri. E, soprattutto, ho conosciuto la mia anima gemella, Christine!”

Christine arrossì visibilmente.

“Ron ha assolutamente ragione. Anche se i primi anni abbiamo avuto qualche problemino, in quest’ultimo periodo è stato bello conoscere tutti voi!” disse Draco.

Questo valeva anche per Harry. Ma era così giù di morale che non se la sentiva di parlare con i suoi amici, non voleva stare con loro.

Istintivamente e con decisione, prese per mano Hermione e uscì dalla cabina con lei.

“Harry!” esclamò lei.

Ma Harry aveva cominciato a camminare, cercando uno scompartimento vuoto sui vagoni del treno. Nel frattempo trascinava con sé Hermione.

“Harry, mi vuoi spiegare che ti prende?” chiese Hermione.

Dopo abbondanti minuti, quando oramai non ci sperava più, Harry trovò uno scompartimento vuoto ed entrò insieme a Hermione.

“Adesso, posso avere una spiegazione di questo tuo comportamento?” chiese nuovamente Hermione.

Harry le si avvicinò e le accarezzò la guancia.

“Non lo capisci? Voglio trascorrere queste ultime ore con te e con nessun altro.”

Hermione sorrise, segno che capiva lo stato d’animo del giovane, e si sedette su uno dei sedili.

“Tutto qui?! E io che pensavo che stessi male…Mi hai fatto preoccupare, sai?” disse lei come se non le importasse nulla di cosa provava Harry.

Harry aggrottò la fronte e si sedette accanto a Hermione.

“Dici tutto qui? Guarda che io sto veramente…”

Hermione, però, lo zittì mettendogli un dito sulle labbra.

“Ma non stai mai zitto tu?” esclamò lei prima di scivolare tra le sue braccia e continuare a zittirlo in ben altro modo!

*******

A metà tragitto, i due si accorsero che dovevano cambiarsi, ma nella fretta Harry non aveva preso le loro cose.

“E adesso come facciamo?” chiese Hermione.

“Ecco…non lo so. Forse…dovrei tornare di là e…”

Qualcuno bussò alla porta che si aprì senza aspettare alcuna risposta. Era Ron: Harry e Hermione furono piuttosto sorpresi di vedere che l’amico era riuscito a trovarli. (Beh, il treno non è infinito!)

“Beh, cosa significano quelle facce? Guardate che il treno non è infinito!” (è quello che ho detto anch’io!)

“Già, certo!”

“Comunque, sono venuto solo a portarvi questi. Abbiamo pensato ne aveste bisogno!” esclamò Ron porgendo ai due le borse contenenti i loro indumenti.

Harry le prese: “Grazie, Ron!”

Ron fu invitato da Harry a uscire; ma, mentre veniva sospinto fuori dallo scompartimento, Ron prese con sé Harry.

“Ehi, amico, io ti capisco, ma devi promettermi che poi mi racconterai tutti i particolari, eh?” sussurrò Ron dando una pacca sul torace dell’amico.

Harry sorrise: “Guarda che non accadrà assolutamente niente!”

“Ma…”

“Ma ciao, Ron!” esclamò Harry rientrando nello scompartimento e chiudendo la porta.

Hermione, con aria interrogativa, chiese: “Allora…cosa ti ha detto Ron?”

Harry rise imbarazzato: “Ni-niente, niente di importante. Le sue solite battute…lo conosci Ron…”

Hermione lo stava guardando molto divertita.

Harry si grattò il capo: “Ehm…adesso, io…io esco, così…ti puoi cambiare, ok?”

Hermione annuì, mentre Harry uscì, lasciandola sola.

Il giovane restò fermo, con gli occhi fissi su quella porta che lo divideva da Hermione. La sua Hermione…la sua Hermione si stava cambiando a pochi centimetri da lui. Si immaginò istintivamente la ragazza nell’atto di sbottonarsi la camicia e sfilarsi la gonna.

Si chiese se erano normali pensieri del genere. Forse sì, era un ragazzo dopotutto. Ma erano comunque piuttosto sconvolgenti. Infatti Harry si accorse di essere piuttosto sudato sulla fronte e sulle tempie e aveva il viso in fiamme.

Quando Hermione uscì, già cambiata, rimase turbata nel vederlo in quello stato.

“Harry, stai male?” chiese preoccupata.

“No…no…sto bene…sto magnificamente…”

“Sei sicuro?”

Harry guardò Hermione: quanto era bella e, soprattutto, quanto la desiderava!

“Oh…sì!” esclamò Harry, prima di spingere Hermione dentro lo scompartimento e cominciare a baciarla.

Hermione era piuttosto sorpresa e lo fu ancora di più quando Harry la sospinse sul sedile, ritrovandosi così uno sopra l’altra.

Travolto da quel miscuglio di emozioni, Harry non riusciva a staccarsi da Hermione, che sembrava completamente inerte. Era più forte di lui: voleva che lei fosse solo sua e lo voleva in quel momento. Non fece niente per trattenere la sua mano che, desiderosa di contatto fisico, si infilò, come pochi giorni prima, sotto la maglietta di Hermione e cominciò ad accarezzarle l’addome.

A un certo punto, Harry cominciò ad allentare la pressione con cui teneva impegnate le sue labbra e quelle di Hermione. Fino a quando non si staccò completamente da lei per riprendere fiato.

E fu in quel momento che si accorse dello sguardo spaventato di Hermione. Ciò gli fece molto male e, avendo paura di quello che avrebbe potuto fare a Hermione, si allontanò subito da lei, sedendosi dalla parte opposta rispetto alla ragazza.

“Oh mio Dio…che cosa ti ho fatto…che cosa ti stavo per fare!!” esclamò Harry guardandosi le mani inorridito.

Si faceva schifo da solo, si vergognava di se stesso.

Hermione si mise seduta, ma non guardava Harry: rivolgeva lo sguardo fuori dalla finestra.

Harry avrebbe voluto chiederle scusa, ma non ci riusciva. Anche stare lì con lei lo metteva a disagio. Così, si alzò e uscì velocemente dallo scompartimento.

Non appena fu fuori, Harry spalancò la finestra più vicina e fu investito da una ventata d’aria fredda. Era quello che ci voleva. In quel momento si rese conto di non essersi cambiato: perciò, si limitò a togliersi il maglione e la cravatta. Harry sistemò quest’ultima in tasca e si legò il maglione in vita.

“Harry?!” lo chiamò una voce alle spalle.

Harry si voltò e vide Hermione.

“Hermione…” mormorò lui.

“Mi sono ricordata che non ti sei cambiato, quindi…fai pure!” disse lei invitandolo a entrare per cambiarsi.

“Grazie!” esclamò lui senza guardarla negli occhi.

Harry entrò nello scompartimento e si cambiò velocemente. Dopodiché, uscì nuovamente, ma Hermione rimase fuori con lui.

“Ehm…sai, credo che non dovresti starmi più così vicino per almeno tre mesi!” disse Harry.

“Mm…non so se riuscirai a starmi lontano per così tanto tempo!” esclamò lei.

Perché non sembrava arrabbiata?

“Non dovresti odiarmi per quello che ti ho fatto?”

Hermione rise.

“Avanti, Harry. Non potrei mai odiarti e, di sicuro, non potrei odiarti per aver provato attrazione per me!”

“Dici sul serio?!”

“Sono serissima!”

“Quindi…niente rancore?!”

“Niente rancore!”

Harry sospirò: si sentiva le gambe molli e non si reggeva in piedi. Aveva avuto paura che Hermione lo odiasse per quello che le aveva fatto. Fortunatamente, era andata bene.

“Devo sedermi!”

Entrambi entrarono nello scompartimento, si sedettero uno accanto all’altra e Hermione appoggiò il capo sulla spalla di Harry.

“Capisco perfettamente il tuo stato d’animo, Harry, e non posso biasimarti per questo. Tu, probabilmente, ti senti già pronto per questo importante passo; ma io non sono come te. Non mi sento pronta per affrontare questa situazione, anche perché stiamo insieme da pochi mesi. Mi capisci, vero?”

“Certo e ti assicuro che terrò a bada i miei ormoni e non ci proverò più, a meno che…tu non voglia!”

“Grazie, Harry!” disse lei dandogli un bacio sulla guancia.

Fortunatamente i minuti che seguirono furono molto tranquilli. Harry e Hermione li trascorsero chiacchierando serenamente su quello che avrebbero fatto durante l’estate, quando si sarebbero ritrovati.

******

L’espresso di Hogwarts si fermò come sempre sul binario 9 e ¾ e gli studenti cominciarono a scendere dai vagoni con i loro bagagli. Anche Harry e Hermione scesero, incontrando i loro amici.

Il gruppetto, appena riunitosi, attraversò la barriera magica. Incontrarono subito i signori Weasley e i McGregor. Sembravano un’unica famiglia da come erano in sintonia. Ron, Christine e Ginny salutarono tutti i loro amici e seguirono le proprie famiglie. Arrivarono anche i signori Granger e, subito dopo, Sirius e Rachel. Hermione e Helen andarono a salutare i propri genitori, mentre Harry raggiunse Sirius e Rachel.

“Harry, ciao!!” lo salutarono.

“Ciao!”

Sirius lo abbracciò, mentre Rachel gli diede un bacio sul capo.

“Allora…com’è andato quest’anno?” chiese Sirius.

“Oh…bene, molto bene!” esclamò Harry rivolgendo poi uno sguardo a Hermione.

Rachel, con malizia, domandò: “Allora…avevo visto giusto tra te e Hermione, no?”

Harry sorrise imbarazzato: “Già…”

“Beh, dato che non vi vedrete per qualche settimana…non dovreste salutarvi?” domandò Sirius.

“Sì, hai ragione…”

Così, Harry raggiunse Hermione e le diede un colpetto sulla spalla.

“Oh…Harry!”

“Senti, io dovrei andare, quindi…”

“Quindi dobbiamo salutarci!”

“Proprio così!”

“Harry, credo proprio che mi mancherai quando sarò in Italia!” disse lei accarezzandogli la guancia.

Harry sorrise: “Anche tu!”

Il giovane fece per baciarle le labbra, ma trovò solo la sua guancia. Harry la guardò con aria interrogativa: perché aveva rifiutato un suo bacio?

Hermione gli mise due dita sulle labbra e disse: “Harry, non davanti ai miei genitori, ti prego!”

Harry non ci trovò niente di scandaloso, ma rispettò lo stesso la volontà di Hermione. Si salutarono con un “a presto” e un abbraccio. Dopodiché Harry andò con Sirius e Rachel verso l’uscita più a destra, mentre la famiglia Granger si dirigeva verso l’uscita più a sinistra.

Poco prima di uscire, Harry si sentì trattenere per un braccio: si voltò e vide Hermione.

“Hermi…”

Ma Hermione lo bloccò con uno di quei baci che lo facevano impazzire. Quando lei si staccò, Harry si sentiva un po’ disorientato.

Hermione cominciò a giocherellare con i lembi del giubbotto di Harry mentre gli spiegava che: “ Mi sono resa conto che non potevo lasciarti andare via così, senza averti salutato in modo appropriato!”

Harry le prese il viso tra le mani, le rubò un altro bacio e poi disse: “L’importante è che adesso non avrai rimpianti, giusto?”

“Giusto! Allora…di nuovo a presto, Harry!”

“A prestissimo!”

Hermione, dopo avergli rivolto un ultimo sguardo, raggiunse i suoi genitori. Quando la famiglia Granger uscì dalla stazione, Harry si voltò verso Sirius e Rachel.

“Fiuuu…che bacio appassionato!” commentò Sirius.

Harry sorrise: “E questo non è niente!”

Lasciando sconcertati Sirius e Rachel, Harry uscì dalla stazione.

“Ehi, Harry! Che vuol dire?!” chiese Sirius inseguendo Harry insieme a Rachel.

Ma Harry, nonostante l’insistenza di Sirius, non cedette: quel lasciarsi pregare lo divertiva molto.

Iniziò, così, un’altra estate per Harry, che si prospettava molto piacevole, soprattutto dopo l’arrivo di Hermione. Tuttavia, Harry aveva uno strano presentimento. Lo avvertiva grazie alla sua cicatrice e non era certo un buon segno. Non voleva che questo presentimento gli rovinasse l’estate, ma non poteva neanche ignorarlo. E se fosse stato un segnale del ritorno di Lord Voldemort?

Che cosa poteva fare? Doveva parlarne con Sirius. Lui poteva consigliarlo nel modo più adeguato. Sì, ne avrebbe parlato con Sirius. Ma lo avrebbe fatto tra qualche giorno: per il momento voleva solo rilassarsi.

 

 

Beh, che ne dite? Vi sta piacendo? Lo spero proprio! Il sesto anno è stato di 4 capitoli più corto rispetto al quinto. Cmq, il prossimo sarà l’ultimo anno per Harry, Hermione e Ron. Speriamo vada tutto bene, ma cosa sarà il presentimento di Harry? Continuate a leggere! Il prossimo capitolo si intitola: “Tutti in vacanza!”.

E ora i ringraziamenti.

Brynden: una nuova lettrice. Che bello! Benvenuta! Sono contenta che ti piaccia la mia storia.

Marco: bene, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Ti sembra una buona conclusione per questo sesto anno?

Hastatus: nell’altro non succedeva molto, però questo è un po’ più movimentato! Che te ne pare?

Emma: altro che chiacchierate. In questo capitolo succede molto di più!! No?

Rosariopotter: ehi, grazie per l’email di incoraggiamento. Ma non ti devi preoccupare se ritardo un po’. Io non me la dimentico la mia prima fanfiction! Cmq, il settimo anno inizierà subito, cioè aggiornerò appena posso. L’altra volta avevo aspettato prima di far iniziare il sesto perché dovevo andare in vacanza e non volevo lasciarvi solo con il primo capitolo del sesto anno. Capito?

Desdeus: grazie per la recensione! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Ah…complimenti per la tua storia, davvero bella!

Lily: benvenuta anche a te! Sono davvero felice che ti stia piacendo la mia storia! Spero continuerai a seguirla. Comunque, sì, sono andata a vedere il film e mi è piaciuto molto. Ci sono molti momenti h/hr simpaticissimi. Hanno mantenuto anche il bacio che herm alla fine da a harry, solo che in questo caso glielo da alla fine della seconda prova. Ribadisco però che hermione è troppo isterica nei movimenti!! Tu che ne pensi?

Lady86: veramente per la fine ci vorrà ancora un po’, ma sono contenta che ti stia piacendo!

Herm88: sì…ehm…a parte le ultime due parole della recensione, cioè w…j…j…tu sai cosa (non riesco proprio a dirlo), grazie per la tua recensione. È sempre bello avere nuove lettrici, anche se appartenenti a una squadra che io da buona interista non riesco a sopportare.

Fedehermy: non lo faccio mica apposta ad aggiornare quando tu non ci sei. L’importante però e che riesci a recuperare. Come ti è sembrata la fine di questo sesto anno??

Mena: io ho avuto la stessa reazione quando la mia amica mi aveva mandato quel messaggio! Vabbè, ti prometto però che dracuccio ci sarà nel settimo anno e avrà una parte abbastanza importante! Stai tranquilla e continua a chiamarlo!!

Hhrtruelove: dato che il settimo anno è composto da sedici capitoli, dovrà pure accadere qualcosa. Quindi, sicuramente di zio voldy se ne parlerà eccome. E per quanto riguarda i matrimoni, non ce ne sono più. Quello di bill e fleur è stato annunciato, ma non lo farò vedere. Ciao

 

Grazie anche a tutti quelli che leggono

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 33
*** Tutti in vacanza! ***


Perdonatemi davvero per questo terribile ritardo!! L

 

Nient’altro che noi!

 

7°ANNO

Capitolo 33: “Tutti in vacanza!”

 

Dopo quella che sembrava un’interminabile prima settimana di vacanza, Harry era già a buon punto con i compiti. Aveva deciso che avrebbe finito i compiti prima del suo compleanno, così poteva trascorrere una giornata senza il pensiero dei compiti insieme ai suoi amici e a Hermione.

Ci vollero ancora un po’ di giorni prima che Harry parlasse con Sirius di quello strano presentimento che avvertiva attraverso la cicatrice.

“Io credo che dovremmo scrivere a Silente!” propose Sirius.

“Silente?!”

“Sì, Silente. E’ stato il primo a capire che…”

“Che la cicatrice lega me e Voldemort; per questo motivo, attraverso di essa, io posso sentire la sua presenza!” recitò Harry, come se fosse stanco di sentirsi ripetere quest’ultimo concetto.

“Esattamente! Harry, non possiamo ignorarla. Noi avviseremo Silente e lui si saprà organizzare segretamente, senza lasciar trapelare informazioni al Ministero e, soprattutto, alla comunità magica, d’accordo?”

Harry annuì.

“Capisci che dobbiamo proteggerti, vero. James e Lily non desidererebbero altro!”

“Sì, certo. Hai ragione!”

Harry si alzò in piedi e andò in camera sua. Quel presentimento riguardava, sì, Voldemort, ma non era questo a preoccuparlo. Ormai al dolore causato dalla cicatrice si era abituato. Quella volta, però, il dolore gli aveva preso anche il petto: gli faceva male al cuore e non capiva perché fosse un dolore così diverso. Cosa aveva provocato questo cambiamento?

Non era in grado di rispondere a questa domanda; ma di una cosa era sicuro: aveva paura…per la prima volta aveva veramente paura di Voldemort e di quello che avrebbe potuto fargli.

In camera sua, Harry si stese sul letto e vide, sul comodino, l’ultima lettera di Hermione. Per il compleanno, Sirius e Rachel gli avrebbero lasciato la casa libera, così lui avrebbe potuto festeggiare con tutti i suoi amici. Hermione, però, sarebbe arrivata due giorni prima per passare un po’ di tempo con lui. Il problema era che il giorno del suo arrivo era il seguente, ma lei non gli scriveva da quasi cinque giorni. Era impossibile che fosse successo qualcosa alla famiglia Granger perché in qualunque modo lo avrebbe saputo.

Harry decise di rileggere quella lettera per l’ennesima volta: ormai la sapeva a memoria.

“Caro Harry,

                come stai? Spero che, oltre a studiare, tu ti stia anche riposando! Comunque, l’Italia è veramente straordinaria: è piena di arte, ma anche di magia. Se solo sapessi quante cose interessanti ci sono! Abbiamo visitato Agrigento, Napoli, Firenze, Venezia e Milano, che non mi è piaciuta più di tanto perché, a differenza delle altre, è molto più industriale. Ma quella che è in assoluto la mia preferita è Roma: dovresti vederla! Il Colosseo è stupendo, la fontana di Trevi è qualcosa di meraviglioso e i musei Vaticani sono straordinari! Ma anche gli italiani sono persone molto gradevoli ed estremamente simpatiche. A Napoli abbiamo conosciuto un tassista che non sapeva una parola di inglese. Non sai quanto abbiamo riso! Fortunatamente mio padre, che da giovane ha studiato un po’ di italiano per hobby, è riuscito a fargli capire dove volevamo andare!

Ma come al solito sto parlando, anzi, scrivendo troppo! Non vedo l’ora di tornare e passare qualche giorno con te!

Per adesso, ti saluto e ti mando un bacio. A prestissimo,

                                                      Tua,

                                                           Hermione.

p.s: ti piace la foto?”

Hermione gli aveva mandato una foto che la ritraeva insieme a Helen: avevano entrambe gli occhiali da sole e sullo sfondo si ergeva chiaramente l’imponente Colosseo. Le sorelle Granger erano anche piuttosto abbronzate.

Harry guardò il braccialetto che gli aveva regalato Hermione a San Valentino: lo indossava ogni santo giorno. Pensava che gli facesse sentire di meno la mancanza di Hermione, ma non era così. Era davvero possibile star male in quel modo per la mancanza di una persona?

“Oh…Hermione…” sospirò Harry coprendosi il viso con la lettera, come se identificasse in essa la persona di Hermione.

Perché non riceveva più sue notizie? Cosa era successo?

Quei giorni erano molto lunghi per Harry, così lunghi che a lui parvero mesi. Quella mattina aveva già fatto un mucchio di cose, eppure erano solo le 14.30. Si stava annoiando, tanto che sentì a malapena Sirius che lo stava chiamando. Harry si affacciò alla porta.

“Sì?”

“Vai ad aprire la porta, per piacere?”

“Vado!”

Almeno si muoveva da quel letto che ultimamente lo accoglieva, non solo di notte, ma anche parecchie volte al giorno. Harry scese le scale e andò ad aprire la porta. Quasi gli prese un colpo quando riconobbe la persona che stava di fronte a lui e gli sorrideva.

“Ciao, Harry!”

“He-Hermione?” chiese lui un po’ sconcertato.

“Certo…chi dovrei essere?”

“Beh…io…”

“Hermione!” esclamò Sirius sopraggiungendo dal salotto.

“Ciao, Sirius!”

“Benvenuta! Prego, entra!- disse Sirius che, guardando poi Harry, continuò- Spostati, addormentato!”

Harry scosse la testa e fece entrare Hermione, chiudendo la porta dietro di lei. Arrivò anche Rachel.

“Oh, Hermione. Ciao!”

“Ciao!”

“Come stai?”

“Bene, grazie!- rispose Hermione che, soffermando poi lo sguardo sul ventre leggermente rigonfio di Rachel, continuò- Oh…a proposito, congratulazioni per il lieto evento!”

Detto questo Hermione porse a Rachel un pacco regalo di forma rettangolare, avvolto da una carta celeste con tanti fiocchettini rosa.

“Oh…cara, non dovevi!” esclamò Rachel.

“E’ solo un pensierino!”

“Sei stata molto gentile, Hermione!” disse Sirius, mentre Rachel apriva il regalo scoprendo una deliziosa tutina per neonato bianca con tanti orsetti ricamati.

“Che carina! Grazie, Hermione!” disse Rachel, abbracciandola.

“Bene, signore! Credo che, adesso, Harry dovrebbe far vedere a Hermione la sua stanza!” disse Sirius.

“Oh, certo!”

Harry prese lo zaino di Hermione e la condusse su per le scale, entrando infine nella stanza degli ospiti: era grande quanto quella di Harry, c’era un letto con un comodino, un’abat-jour e una sveglietta. C’erano anche una poltroncina tra il letto e le finestre, un armadio e una sedia. Harry appoggiò lo zaino sulla sedia, mentre Hermione andò a guardare fuori dalla finestra. Harry non sapeva cosa dire: erano giorni che aspettava quel momento e, ora, non aveva la minima idea di cosa fare.

“E’ stato un pensiero molto gentile da parte tua!” disse Harry.

Hermione si voltò a guardarlo.

“Quello che hai fatto per…per Sirius e Rachel…intendo…”

Lo sguardo di Hermione era strano: probabilmente si era accorta che c’era qualcosa che non andava in lui. Quegli occhi così penetranti…Harry non riusciva a sostenerli. Così guardò…guardò…l’armadio.

“Cos’hai, Harry?- chiese Hermione- Sembri così freddo!”

“Ni-niente…è che…non ti aspettavo…oggi. Pensavo arrivassi…domani, sì!”

“Volevo farti una sorpresa; così mi tenevo in contatto con Sirius e Rachel!”

“Capisco…beh, è stata una bella sorpresa!”

“Davvero? Non si direbbe! Forse non dovevo venire prima!”

“Oh, no! Non pensare questo, Hermione…io sono davvero felice di vederti! Non hai idea di come ho passato questi giorni: pensavo che il giorno del tuo arrivo non arrivasse più, e invece…”

“E’ arrivato!”

Harry annuì, mentre Hermione si avvicinò a lui.

“Allora…ricominciamo da capo! -esclamò Hermione- Ciao, Harry!”

Harry sorrise e la abbracciò: “Hermione! E’ così bello averti qui!”

“Così va già meglio!”

“Mi sei mancata molto, dico sul serio!”

“Anche tu, Harry, anche tu!”

Che sensazione straordinaria poter riabbracciare nuovamente Hermione dopo tanto tempo.

“Resta con me, ti prego!” era tutto ciò che Harry desiderava.

******

Il giorno prima del suo compleanno, Harry andò con Hermione a fare un picnic nel parco dove si erano recati l’inverno di un anno e mezzo prima.

Era veramente bello: fiori di tutti i colori e di tutti i tipi ricoprivano il terreno, gli alberi avevano delle folte e verdi fronde, gli uccellini cinguettavano festosi e c’era un buon profumo che si propagava per tutto il parco.

Quel giorno c’era molta gente nel parco: Harry e Hermione fecero un po’ di fatica a trovare spazio per loro. Mangiarono degli ottimi tramezzini preparati da Rachel e delle fragole con sopra abbondante panna montata. Trascorsero veramente una bella mattinata, ridendo e provando ad indovinare in che modo stavano trascorrendo le vacanze con i loro amici. Poi, all’improvviso, Harry si accorse di qualcuno da lui non molto gradito.

“Che c’è, Harry?” gli chiese Hermione passandogli una mano tra i capelli.

“Oh…niente!” disse Harry, sperando che Dudley, suo cugino che, chissà come mai (Perché l’ho voluto io!), si trovava lì con i suoi stupidi amici, non si accorgesse di lui.

Hermione, notando che Harry era un po’ distratto, seguì il suo sguardo e vide anche lei Dudley. (Se non sbaglio, Hermione non ha mai visto Dudley, giusto?)

“Chi è?”

Harry la fece girare subito verso di lui: “Coprimi. E’ Dudley!”

“Quello è tuo cugino?”

“Sì, ma non voglio farmi vedere!”

Purtroppo, però, Dudley si era accorto di lui e si stava avvicinando a loro. Era da tanto che non si vedevano: Dudley era diventato alto almeno quanto Harry, ma era sempre molto robusto di corporatura.

“Guardate chi abbiamo qui…mio cugino Harry!” esclamò lui, affiancato dai suoi due amici.

Harry, controvoglia, si alzò in piedi e lo stesso fece Hermione.

“Come va, Dudley?”

“Bene…bene. Immagino che tu viva qui vicino con l’assassino!”

I tre risero e Harry li ignorò. Hermione, invece, no.

“Sirius non è un assassino! E’ una gran brava persona!”

Dudley guardò Hermione e sorrise: “E tu chi sei, dolcezza?”

“Lasciala stare, Dudley!”

“Non ti preoccupare, Harry. Me la cavo da sola!”

“Non dirmi che sei la ragazza del mio sfigato cugino?”

“Prima di tutto, Harry non è uno sfigato. E secondo, sì, sono la sua ragazza!”

“Abiti anche tu da queste parti?”

“Non sono affari tuoi!”

“Uh…che caratterino!!! Senti un po’, ma Harry ti ha detto che lui…è…”

“Che lui è cosa?”

Dudley si rivolse a Harry: “Non lo sa?”

“Che cosa dovrei sapere?” chiese Hermione.

Dudley sorrise malignamente e le disse a bassa voce: “Che è un tipo strano, un…mago!”

E Dudley non aveva capito che Hermione lo sapeva eccome, essendo compagni di scuola.

Hermione fece finta di essere sorpresa: “Cosa? Sei un mago, Harry? E non me lo hai mai detto?”

Harry, intuendo il gioco di Hermione, annuì colpevolmente.

“Lo sapevo!” esclamò Dudley gioioso.

Hermione, intanto, aveva preso la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e la puntò contro Dudley: “Harry non me lo ha mai detto perché non ce n’era bisogno. Forse…Dudley, non sai che siamo compagni di scuola e quindi…se Harry è un mago, io sono una strega, giusto, Harry?”

“Giustissimo!” disse Harry divertito.

Dudley aveva una faccia indescrivibile.

“Che vuoi fare, Dudley?- chiese Hermione puntandogli la bacchetta sulle orecchie- Una volta il nostro amico Hagrid ti ha fatto spuntare una coda da maialino. Se vuoi posso procurati due orecchie abbinate!”

“Voi…voi non…potete u-usare la…quella cosa….fuori dalla scuola…” provò a dire Dudley.

“Chi ti ha detto che io non sia già maggiorenne e quindi possa usare la ma-gi-a fuori dalla scuola?- chiese Hermione- O che le leggi siano cambiate, o che…”

Ma un barlume di paura prese possesso del viso di Dudley, che, in pochi secondi, sparì dalla loro vista insieme ai suoi amici.

“Ehi, non ho finito!” gridò loro dietro Hermione, mentre Harry rideva di gusto.

“Sei stata grandiosa, Hermione!”

“Grazie!” disse lei sedendosi per terra.

Harry le fu subito accanto.

“Non ho mai visto mio cugino con quella faccia. E’ stato incredibilmente divertente!”

“Sai, è esattamente come me lo immaginavo!”

“Dudley?”

“Sì, con quel faccione roseo e quegli occhietti che si scorgono a malapena!”

“Già!”

Entrambi si sdraiarono a terra. C’era un bel sole caldo che riscaldava i loro corpi. Harry non le aveva parlato del suo presentimento riguardo Voldemort: molto probabilmente l’avrebbe fatta preoccupare. No, voleva che almeno lei godesse di quei giorni insieme a lui. Dal canto suo, Harry provava a non pensarci. Era difficile, però, Hermione riusciva spesso a portare i suoi pensieri da ben altra parte.

Gli venne spontaneo cercare la mano di Hermione. E, quando la trovò, la strinse come se non volesse più farla andare via.

Hermione si voltò verso di lui: “Harry, cos’hai?”

Harry la guardò e sorrise: “Niente!”

“Mm…non credo che questo sia vero, ma se non ne vuoi parlare, va bene lo stesso!”

“Ti giuro che non era niente di importante!”

“Sarà…” disse lei tornando a sdraiarsi sull’erba verde.

Harry sorrise divertito per l’espressione imbronciata di Hermione e si avvicinò a lei.

“In effetti, pensavo che mai e poi mai, la prima volta che ci siamo visti, avrei immaginato che ci saremmo messi insieme, che saremmo finiti in questa straordinaria situazione!”

Hermione rise: “Harry, so che non è la verità, ma l’accetto comunque!”

“Non mi credi?”

“No, perché quando menti i tuoi occhi hanno un’espressione da furbetto!”

“Davvero?”

“Sì, ma devo ammettere che hai ragione, Harry! Non avrei mai pensato di finire insieme a te, insieme al mio migliore amico!”

Harry le accarezzò l’addome: “Sai una cosa?”

Hermione scosse la testa.

“Ora come ora mi sentirei triste al solo pensiero che tu possa lasciarmi o, comunque, che non stessimo più insieme!”

Hermione gli accarezzò il viso e lo attirò a sé: “E io ti dico che, ora come ora, questo non accadrà!”

“Me lo prometti?”

“Promesso!” disse Hermione, prima di baciarlo.

Harry si lasciò andare completamente e si adagiò su di lei, riparandola dagli occhi indiscreti di chi passava accanto a loro.

******

La mattina del suo compleanno, Harry si svegliò con la cicatrice che bruciava fortemente. Nei giorni precedenti, il dolore era sempre più intenso e lo svegliava tutte le mattine. Questo voleva dire che Voldemort si sarebbe fatto vivo molto presto: stava solo aspettando il momento più opportuno per colpire Harry, che, sdraiato sul suo letto, stava pensando in che modo Voldemort avrebbe potuto attaccarlo. Lo avrebbe attirato in una trappola come due anni prima? O lo avrebbe sorpreso da solo? No, non era da lui. Voldemort era perfido, diabolico e, considerato il fatto che non si faceva vivo da più di due anni, sicuramente aveva escogitato qualcosa di terribile. Harry avrebbe tanto voluto credere a quelli che gli dicevano: “Vedrai, andrà tutto bene!”. Ma nessuno di loro aveva assistito alla rinascita del malvagio Signore Oscuro attraverso lo stesso sangue di Harry, nessuno lo aveva affrontato come Harry, nessuno….

Toc-toc

Harry scosse la testa: qualcuno aveva bussato alla porta.

“Avanti!”

“Harry?! Sei sveglio?” esclamò una voce che Harry riconobbe appartenere a Hermione.

“Sì, credo di sì!” (che vuol dire credi?)

La porta si aprì lentamente ed entrò Hermione. La ragazza nascondeva qualcosa dietro la schiena.

“Buongiorno, Hermione!”

“Buongiorno! Ehm….buon compleanno, Harry!”

“Grazie!”

“Non pensavo fossi già sveglio!”

“E perché hai bussato?”

“Beh, volevo essere sicura che tu dormissi ancora, così entravo e ti lasciavo questo sul letto!” spiegò lei, mostrandogli ciò che nascondeva dietro la schiena, ovvero un pacco regalo.

“Cos’è?”

“Perché non lo apri?” chiese lei sedendosi sul suo letto e porgendogli il regalo.

Il pacco aveva una forma quadrata, molto spessa ed era anche morbido. Harry si decise a scartarlo: Hermione gli aveva regalato una tuta fabbricata dal negozio di Diagon Alley “Accessori per il Quidditch” per gli studenti di Hogwarts che giocavano nelle squadre di Quidditch della scuola. Le tute avevano i colori della quattro case di Hogwarts e quella di Harry era rossa e oro.

“Ti piace?” chiese Hermione.

“Hermione, è…è magnifica! Grazie!”

“Guarda c’è anche scritto Harry Potter sulle etichette interne dei pantaloni, della maglietta e della felpa!- esclamò Hermione controllando l’etichetta della maglietta- Ecco, vedi. Harry Potter!”

Harry si avvicinò a lei: “Grazie ancora, Hermione!”

Detto questo, le baciò le labbra, accarezzandole il viso con la mano.

Ma, mentre si stavano lasciando andare l’uno tra le braccia dell’altra, la porta si aprì ed entrò Sirius.

“Auguri, maggioren…ne!”

Harry si staccò immediatamente da Hermione e guardò Sirius che sembrava piuttosto sbigottito.

“Oh…ci sei anche tu, Hermione…”

Hermione arrossì: “Io…io…ero venuta per dare il regalo a Harry!”

“Sì, beh…ragazzi, Rachel ha preparato una grandiosa colazione per tutti, quindi…cambiatevi e scendete!”

“Arriviamo!” disse Harry.

Prima di chiudere la porta, Sirius esclamò: “Ah…bel pigiama, Hermione!”

E, dopo un ultimo sorriso, Sirius se ne andò.

Hermione, sconcertata e ancora rossa in viso, chiese a Harry: “Co-cosa c’entrava?”

Harry osservò il pigiama di Hermione: la maglietta aveva le maniche corte ed era tutto verde chiaro con tante pecorelle dalle facce simpatiche sparse sulla maglietta e sui pantaloni.

“Oh…beh, credo che lui si sia accorto di averci messo in imbarazzo e, per farci riprendere un po’, ha fatto quella battuta.”

“Ah…ok. Sarà maglio che vada a cambiarmi!” disse Hermione avviandosi verso la porta.

“Comunque…carino il pigiama!” commentò Harry.

Hermione sorrise e, dopo avergli augurato ancora tanti auguri, se ne andò.

Harry, dopo essersi lavato e vestito, scese giù in cucina dove c’erano Sirius e Rachel che gli fecero gli auguri. Si sentiva un po’ a disagio per quello che era successo.

“Quello era il regalo di Hermione?” domandò Sirius divertito.

“Oh…no, no, no…lei mi ha regalato una tuta per allenarmi con la squadra di Grifondoro!”

“Ah però!”

“Caspita! Un bel regalo!”

“Già!”

Sirius si alzò, si avvicinò a Harry e gli mise un braccio attorno alle spalle.

“Harry…- cominciò a dire con tono paterno- …anche James aveva gli ormoni in subbuglio alla tua età, come tutti del resto…beh…tranne Remus, lui era sempre molto tranquillo, ma…quello che ti voglio dire è…”

“Lo so cosa mi vuoi dire, Sirius. Non c’è alcun problema. Io non ho alcuna intenzione di fare ciò che pensi con Hermione!”

“Ah no?”

“No, perché lei non se la sente e io rispetto la sua volontà!”

Sirius sorrise e disse tra sé: “Tutto suo padre!”

“Comunque…prima o poi capiterà, no?” chiese Harry.

“L’importante è non bruciare le tappe, Harry. State insieme solo da pochi mesi!” disse Rachel.

“Era quello che volevo dire io!” esclamò Sirius.

“Certo, certo, lo so!”

“Magnifico, adesso mangiate!” disse Rachel.

Sirius e Harry cominciarono a fare colazione. Dopo pochi attimi arrivò anche Hermione.

“Buongiorno!”

“Buongiorno, Hermione! – disse Rachel- Dai, siediti e aiuta questi due a fare fuori tutto!”

Hermione obbedì, sedendosi accanto a Harry. Anche Rachel si unì a loro, dopo aver finito di preparare gli ultimi pancakes.

“Allora, Harry. Noi finiamo di fare colazione e poi ce ne andiamo. Il pranzo è già pronto: per farlo apparire devi solo dare un colpo di bacchetta alla tavola apparecchiata. Potete mangiare fuori, se volete!” disse Sirius.

“E’ un’idea!”

“E ho anche cambiato l’acqua alla piscina: ho fatto un incantesimo per evitare che moscerini e altro finiscano in acqua!”

“Ok!”

“E mi raccomando…”

“Sirius!- lo interruppe Rachel- Harry non è un bambino. Sa cavarsela da solo in casa, vero Harry?”

“Certo!”

“Sì, lo so…e poi c’è Hermione con lui!”

“Puoi stare tranquillo, Sirius. Stasera questa casa sarà ancora in piedi!”

“Oh…d’accordo!”

Dopo aver fatto colazione, Sirius e Rachel se ne andarono, lasciando Harry e Hermione soli in casa.

“Ah…che sensazione! Tutta questa casa solo per noi due!” esclamò Harry attirando Hermione a sé con un braccio.

Hermione sorrise: “Per adesso. Tra un po’ arriveranno Ron, Christine, Helen, Ginny, Draco e Mark. Saremo in otto in questa casa!”

“Lo so benissimo, ma come hai detto tu, per adesso siamo solo io e te!” disse Harry prima di baciarla, facendola appoggiare alla parete.

La sua mano sinistra era intrecciata con quella di Hermione, mentre con la destra Harry cominciò a giocherellare con i capelli di Hermione.

Quando, poi, cominciò a baciarle il collo, lei scoppiò a ridere.

“Che c’è?” chiese lui.

“Mi stavi facendo il solletico. Non lo sai che il collo è una zona molto sensibile?”

“Sì, lo so! E’ una delle zone erogene del corpo!”

“Resta il fatto che mi facevi il solletico!”

“E tu non dovevi dirmelo!” esclamò Harry sorridendo e appoggiando le mani sul muro.

Hermione, trovandosi intrappolata tra la parete e Harry, chiese: “Perché? Cos’hai intenzione di fare?”

Harry ricominciò a baciarle il collo, provocando ancora una volta le risate di Hermione.

“Smettila, Harry…ti prego…”

Harry, però, sembrava non volerle dare ascolto.

A un tratto, il campanello suonò. Così, Harry, controvoglia, dovette staccarsi da Hermione che, tutta rossa in viso, stava ringraziando il cielo.

“Non cantare vittoria così presto!” commentò Harry prima di andare ad aprire la porta.

Non appena questa fu aperta, Ron, seguito da tutti gli altri, entrò in casa.

“Allora, dov’è la festa e, soprattutto, il festeggiato?”

“Dietro di te, Ron!”

Ron si voltò e sorrise: “Harry! Tanti auguri, vecchio mio!”

Detto questo, Harry fu abbracciato da tutti i suoi amici che lo strapazzarono per benino, facendogli gli auguri di buon compleanno.

“Dove possiamo appoggiare i regali, Harry?” chiese Christine.

“Di là…in salotto…” disse lui ancora un po’ disorientato.

Non appena tutto il gruppetto di amici si fu dileguato in salotto, Hermione osservò Harry e cominciò a ridere.

“Era ciò che ti meritavi!” esclamò lei.

Harry, per tutta risposta, le fece una smorfia; poi, minacciandola di ricominciare a farle il solletico, la costrinse a raggiungere i loro amici insieme a lui.

******

La giornata prometteva bene: il sole era molto caldo. Così, Harry propose ai suoi amici, dopo aver aperto i regali, di fare un bagno in piscina. Tutti furono pienamente d’accordo: l’aria afosa stava facendo far loro una sauna e un po’ di refrigerio era ciò di cui avevano bisogno.

Ron, Draco e Mark si cambiarono in camera di Harry; le ragazze, invece, in camera di Hermione.

(La scena che segue è strana, un po’ demenziale, direi. Ma mi andava di farla lo stesso. Mia sorella ha detto che è divertente…lo spero proprio!)

“Mm…noto che nessuno di noi baldi giovani ha il coraggio di indossare gli slip al posto dei comodissimi boxer!” esclamò Ron mentre erano ancora in camera. (un chiarimento: io non so se è più comodo lo slip o il boxer, ma posso immaginare che con il boxer ci sia…più spazio.)

“Ah…non credo che sia una questione di coraggio, ma di pudore!” disse Draco.

“Che intendi dire?” chiese Mark.

“Insomma…ragazzi, gli slip non sono adatti a un uomo, i boxer sì!”

Harry, Ron e Mark rifletterono con impegno.

“Avanti, le donne possono indossare gli slip perché…beh, perché…da quelle parti…non…non…”

“…non hanno protuberanze da nascondere?!” concluse Ron.

“Era esattamente ciò che intendevo!”

“Beh, mi dispiace interrompere questa interessantissima discussione filosofica…- intervenne Harry, guardando fuori dalla finestra-…ma in piscina ci sono quattro ragazze che aspettano solo noi!”

Ron, Draco e Mark si scambiarono un’occhiata e poi si catapultarono in giardino. Harry piegò i suoi vestiti e li appoggiò sul letto. Poi tornò a guardare dalla finestra i suoi amici e, in particolare, Hermione: indossava un costume a due pezzi con le sfumature del blu e la parte di sotto era a pantaloncino. Le stava molto bene: Hermione non aveva un corpo conturbante come quello di una modella, ma era sufficiente per provocare in Harry sensazioni uniche e sconvolgenti.

Poi, all’improvviso, la sua cicatrice cominciò a bruciare di nuovo. Il dolore era molto più forte rispetto a quando si era svegliato.

Sperando che quel dolore non fosse legato all’aver pensato a Hermione, Harry scese giù in giardino.

“Oh…era ora, Harry!- esclamò Hermione che si trovava già in acqua- Dov’eri finito?”

“Ehm…stavo mettendo a posto i vestiti!” disse Harry sedendosi sul bordo della piscina.

”Entri da solo o hai bisogno di qualcuno che ti dia una spinta, festeggiato?” chiese Ron con la chiara (oui, c’est moi!) intenzione di fargli qualche scherzo.

“Oh, no, grazie! Ce la faccio da solo!” rispose Harry gettandosi in acqua.

“Bravo!”

Harry si immerse completamente e poi fece qualche bracciata a dorso. Quando si fermò, notò che Ron e gli altri avevano cominciato una battaglia a colpi d’acqua.

“Harry?” esclamò Hermione saltandogli sulle spalle.

“Oh…Hermione!”

“Cos’hai? Mi sembri un po’ moscio…”

“Moscio?”

Hermione scese dalle spalle di Harry e andò di fronte a lui.

“E’ il tuo compleanno, sei maggiorenne, dovresti essere felice!”

“Ma io sono felice!”

“Non del tutto. E’ da quando sono arrivata qui che ti vedo così. C’è qualcosa che ti preoccupa!”

Harry sorrise e, poi, le mise le braccia intorno alla vita: “Tu, però, sai come rendermi felice!”

Hermione gli gettò dell’acqua in faccia e si liberò dalla presa.

“Non sono un giocattolo, Harry!”

Harry tossì per l’acqua che gli era finita in bocca e disse: “Lo so..non volevo…Non sarai arrabbiata?”

Hermione gli mise un dito sulle labbra: “Stavo scherzando, Harry!”

Harry la abbracciò, appoggiando la testa sulla spalla di lei.

“Hermione, da un po’ di giorni mi sveglio con la cicatrice che brucia.”

Hermione non parlò subito: rimase qualche secondo a pensare.

“Ne hai parlato con Sirius?”

“Sì, e abbiamo anche scritto a Silente. Dice che se è un segnale del ritorno di Voldemort non possiamo ignorarlo!”

“Ha ragione!- esclamò Hermione - Non possiamo farci trovare impreparati!”

“Lo so, ma io…ho paura questa volta!”

Hermione gli mise le braccia intorno al collo: “E’ naturale, Harry! Dopo quello che ha fatto due anni fa a Cedric e a te…è assolutamente normale che tu abbia paura!”

“Ma più di quello che ha fatto, ho paura di quello che potrebbe farmi!”

“Ciò che è importante, Harry, è che non ti lasci sopraffare dalla paura. Altrimenti, non saresti più in grado di poterlo affrontare. E inevitabilmente quel momento arriverà, il momento in cui dovrete affrontarvi per l’ultima volta. Harry, devi farti coraggio. Io so che ce la puoi fare!”

“Come fai a esserne sicura?” chiese Harry guardandola negli occhi.

“Perché credo in te e sono sicura che sarai tu ad avere la meglio!” rispose lei con un sorriso che rincuorò Harry.

“Tu mi starai vicino?”

“Certo, sarò vicino a te, come sempre.”

“Promesso?”

“Promesso!”

“Guarda che è già la seconda promessa che mi fai!”

“Beh, vedrò di rispettarle. Piuttosto tu non mi hai ancora promesso niente!”

“Ti prometto che per niente al mondo lascerò che Voldemort si avvicini a te, dovrà passare sul mio corpo!”

“E’ una promessa troppo grande, Harry. Voldemort è potente, può ottenere tutto ciò che vuole!”

“Non mi importa! Non permetterò che ottenga te, nel caso in cui ne avesse bisogno!”

Hermione sorrise e lo abbracciò fortemente.

Poi furono travolti da una ondata d’acqua.

“Ehi, piccioncini! Se volevate stare da soli, bastava dirlo!” esclamò Ron.

Harry guardò Hermione e, insieme a lei, raggiunse gli altri.

Passarono così una bella mattinata tutti insieme: presero un po’ di sole e Ron ricevette un ceffone da Christine per aver osato troppo nello spalmarle la crema protettiva. Poi, si cambiarono e prepararono la tavola per mangiare in giardino. Per far comparire le pietanze preparate da Rachel, Harry fece come gli aveva detto Sirius: diede dei colpetti alla tavola apparecchiata.

Harry e i suoi amici mangiarono tutto quello che era comparso in tavola: antipasti, primi, secondi, frutta e torta gelato.

Tutti si stavano divertendo molto, anche Harry: Hermione era riuscita a tranquillizzarlo veramente e lui si stava godendo il giorno del suo 17° compleanno.

Quando ebbero finito di mangiare, tutti insieme sparecchiarono e portarono le stoviglie in cucina. Si era creata un bel po’ di immondizia: così, Hermione si offrì di andare a buttarla nel cassonetto sulla strada.

“Harry, Sirius e Rachel hanno avuto una bella idea per il tuo compleanno!” commentò Christine.

“Sì, è vero! – disse Harry - E’ la festa più bella che abbia mai avuto!”

“Cosa ti ha regalato Hermione?” chiese Ginny.

“Una tuta per gli allenamenti di Quidditch!”

“Quelle che si trovano a Diagon Alley?!” esclamò Ron incredulo.

Harry annuì.

“Wow!”

“E’ magnifico!” disse Draco.

“E c’è anche il mio nome!”

“Che bella idea ha avuto Hermione!” disse Mark.

“Sì, ma a proposito di Hermione…che fine ha fatto?” chiese Helen andando a controllare dalla finestra.

In effetti, Hermione sarebbe già dovuta tornare.

“Oh mio Dio!” esclamò Helen, precipitandosi fuori casa.

Harry, d’istinto, seguì Helen preoccupato. Cos’era successo a Hermione?

 

 

Allora, che ve ne pare? Mi dispiace di finire il capitolo così, ma volevo lasciare un alone di mistero, sapete sta tornando il mio lato puramente sadico!!!! Il prossimo capitolo si intitola “La scomparsa!”.

E ora passiamo ai ringraziamenti di tutte quelle persone (molto pazienti!) che hanno lasciato una recensione!

Desdeus:grazie per la recensione, spero che nonostante questo ritardo continui a seguire la storia!!

Harasauror: eh…dopo il settimo e ultimo anno…ihihih, sto preparando il sequel!!

Hastatus: harry contradditorio? Credo che sia l’effetto della tempesta ormonale!! Chissà se riuscirà a maturare prima o poi questo benedetto ragazzo!!

The_misterious: bel nick! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!

Elisa: non ti preoccupare, non succede mica il finimondo se non recensisci per una volta, io non mi arrabbio (nd alter ego di kia: ma se per poco non strappava il quaderno con la fine di questa storia??). ehm…ad ogni modo io sono andata a rivedere gof l’8 dicembre con mia sorella e l’ho apprezzato di più. Naturalmente tutte fantastiche le scene h/hr!!

Herm88: hai ragione, sai? Credo che dovrò alzare il rating già da questo capitolo! Magari PG… Ehi, la tua storia non fa schifo! Anzi, l’ho detto e lo ripeto, mi piace molto!! Mi raccomando continuala, altrimenti…non risponderò più di me stessa!!

Marco: è chiaro che non potevo non farli incontrare durante le vacanze, no? Infatti…si sono incontrati, ma ora che succederà??

Lily: oh, meno male che qualcun altro ha trovato isterica l’Hermione di gof! Grazie! Per la storia…beh, dici che c’entra voldemort…mmmm…boh…chi lo sa!!

FedeHermy: oh…vedo che la mia storia ha proprio dei brutti effetti. Credo che come avvertimento dovrò aggiungere “Nuoce gravemente alla salute psicofisica!”, un po’ come si fa per le sigarette! Mi immagino cosa ti avrà provocato questo capitolo, soprattutto la scena dei quattro ragazzi in camera di Harry! L’apice della demenzialità! Mi vergogno di me stessa, sono un pericolo pubblico!

Lady86: mi spiace di averti fatto attendere quasi un mese per questo capitolo, ma sai l’università prende tanto (e da molto poco)!!

Rosariopotter: ormai il quarto film è un ricordo lontano, anch’io l’ho visto il giorno che è uscito! Come effetti speciali è sicuramente il migliore. Ma il mio preferito rimane il terzo, perché c’è sirius!!

Mena: non ti preoccupare, il settimo anno è iniziato e io l’ho anche concluso! Naturalmente ho cominciato anche il sequel!! Per il film, anch’io avrei preferito vedere qualche scena in più con harry ed hermione nel periodo in cui lui ha litigato con ron, però…vabbè, andava bene anche così!

Emma: va bene, le cosa si stanno complicando, però come vedi li ho fatti incontrare!! Altrimenti tre mesi senza vedersi…eh, chissà che ansia e…chi lo sopportava Harry!!!

Maripotter: harry marpioncione? Aspetta di vedere…ehm, no nessuno! Scherzo! Lascia stare! Piuttosto, signorina maripotter, che mi dice di questo capitolo? L’Autrice vorrebbe gentilmente avere una sua opinione! La prego di inviarcela al più presto, distinti saluti. Firmato: la manager di kia85, che in realtà sono la stessa persona!

 

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 34
*** La scomparsa! ***


Ah, sono contenta che la scena del precedente capitolo sia piaciuta. Avevo molti dubbi se lasciarla o meno, ma meglio così!

Nuovo capitolo, nuovi avvenimenti…

Buona lettura!

Nient’altro che noi!

 

 

7°ANNO

Capitolo 34: “La scomparsa!”

 

Quando Harry e Helen, seguiti da tutti gli altri, furono fuori casa, videro Hermione stesa sul giardino.

“Hermione!”

Harry e Helen furono subito accanto a lei e cominciarono a chiamarla e a scuoterla. Non era ferita, sembrava semplicemente svenuta.

“Cos’è successo?” chiese Ron allarmato.

“Non lo so…” disse Harry.

“Probabilmente un colpo di sole!” esclamò Christine.

“Allora…portiamola dentro!” propose Draco.

Harry prese Hermione in braccio e la portò dentro casa, facendola stendere delicatamente sul divano in salotto. Lui si sedette accanto a lei, mentre Helen con un fazzolettino imbevuto d’acqua le bagnava il viso.

“Hermione, svegliati…ti prego…”

Hermione, improvvisamente, cominciò ad agitarsi e a mormorare qualcosa. Harry non capiva cosa le stesse succedendo: sapeva solo di essere molto spaventato.

Ad un tratto, Hermione aprì gli occhi, respirando affannosamente: aveva uno sguardo spaventato ed era sudata sulla fronte. Notando Harry accanto a sé, Hermione gli gettò di colpo le braccia intorno al collo.

“Harry! Sei vivo…sei vivo…”

Sollevato dal risveglio di Hermione, Harry la abbracciò per tranquillizzarla.

“Certo che sono vivo!”

“Io…io…” provò a dire Hermione, ma la voce le tremava tanto da non riuscire a parlare.

“Cos’è successo?” chiese Harry accarezzandole i capelli.

“Non ne ho idea…ho buttato la spazzatura e, mentre stavo tornando in casa…ricordo di aver visto e sentito qualcosa…poi sono svenuta…”

“Cos’hai visto?” chiese Helen.

“Non mi ricordo…ma ho sognato che Harry veniva…ucciso…da Voldemort…e io ero lì…ma stavo ridendo…oh, sembrava così …reale…ho avuto tanta paura…”

Harry la strinse a sé: “E’ finito tutto. Stai tranquilla!”

In realtà quello era probabilmente solo l’inizio…

******

Hermione si era tranquillizzata, ma Harry no. Ogni minuto si agitava sempre di più. Cosa era successo esattamente a Hermione? Che cosa aveva veramente provocato il suo svenimento e quel sogno? Ma, soprattutto, poteva tutto ciò essere collegato alla cicatrice dolorante di Harry? Poteva essere tutto collegato a Voldemort? All’attacco del Mangiamorte?

Harry non voleva farsi vedere così preoccupato da Hermione: lei si stava per addormentare e, così, Harry decise di andare in cucina. Accanto a lei c’erano Helen, Mark, Ginny e Christine. Con la bocca secca Harry si recò in cucina: prese un bicchiere d’acqua e lo bevve in un unico sorso. Dopodiché andò a posarlo nel lavandino e appoggiò le mani ai bordi di questo.

“Harry?” lo chiamò Ron, entrando in cucina.

 Insieme a lui c’era Draco.

“Tutto bene?” domandò l’amico.

“Non lo so!”

“Vedrai che non è niente di grave! E’ solo un colpo di sole…”

“No! Non è questo! – esclamò Harry voltandosi verso i suoi amici- E’ lui…  Voldemort!”

“Co-come…non è…” provò a dire Ron.

“In questi giorni la cicatrice ha ricominciato a bruciare, ogni giorno, sempre più forte. Oggi si è fatta sentire per ben due volte!”

“Pensi che…Tu-Sai-Chi…stia per tornare?” chiese Ron.

“Sì, ne sono sicuro. E poi…non vi avevo detto niente, l’anno scorso. Ma qualche giorno dopo che eravate venuti a casa mia l’estate scorsa, sono stato attaccato da un Mangiamorte!”

Ron e Draco lo guardarono sconvolti.

“Perché non ce lo hai detto?” chiese Ron.

“Io e Sirius non volevamo farvi preoccupare!”

“L’hai detto a Silente?” chiese Draco.

Harry annuì.

“Beh…allora ci penseranno loro…adesso….Silente ha molte forze a sua disposizione. Appena Voi-Sapete-Chi si farà vedere, loro lo acciufferanno!” disse Ron cercando di tranquillizzare più se stesso che Harry.

Harry scosse la testa: “Non sarà così facile!”

“Cosa intendi dire?”

“Voldemort non attaccherà semplicemente la comunità magica. Prima di tutto…lui vuole me, colpirà me!” (ndA:Poi come non dar torto a quelli che dicono che hai manie di protagonismo! NdHarry: guarda che è una cosa seria! NdA: lo so, scemo! E comunque chi ti ha dato il permesso di parlare! Torna nella storia! Fila!!)

“E come credi che attaccherà?” domandò Draco.

“E’ proprio di questo che ho paura! Adesso ho tante persone a me care…spero che non si servirà di loro…- sospirò Harry-  Quindi, è probabile che il sogno di Hermione fosse un avviso, un modo per dirmi di stare all’erta! L’attacco è imminente, ormai!”

“Vedrai che andrà tutto bene!” disse Ron.

Ancora quel maledetto “Andrà tutto bene”. Perché tutti si ostinavano a pronunciare quelle tre paroline? Perché Harry era, invece, così pessimista? Semplice! Se avesse sempre pensato al peggio, Harry sarebbe stato pronto nel caso in cui fosse capitato qualcosa di negativo, veramente negativo. Perciò Harry si sentiva diviso in due: da una parte voleva essere pessimista proprio per quel motivo, per non ricevere delusioni forti; ma, dall’altra parte, sentiva di voler essere un po’ più ottimista se solo pensava che i suoi amici e, soprattutto, Hermione credevano in lui e nelle sue capacità.

Alla fine di quel ragionamento contorto, Harry arrivò a una conclusione: ciò che desiderava maggiormente in quel preciso istante era eliminare colui che minacciava le tranquille esistenze di se stesso, di Hermione e dei loro amici.

******

Quella sera, alla fine di una giornata stravolgente, Hermione si era ripresa completamente: sembrava quasi non le fosse accaduto niente. E sembrava anche che lei facesse fatica a ricordare ciò che le era successo. Il che era strano perché, a parte Divinazione, Hermione prendeva sempre tutto molto sul serio, soprattutto quando si trattava di Harry e Voldemort.

Ron e gli altri se ne andarono prima delle 20.00, quando tornarono Sirius e Rachel.

“E’ andato tutto bene?” chiese Sirius.

“Non del tutto!” stava per dire Harry.

Ma venne anticipato da Hermione: “Oh, sì. Tutto bene e liscio come l’olio!”

Che strano! Il tono di voce di Hermione sembrava diverso, più acuto del solito.

“Harry?!” lo chiamò Sirius.

“Mm…”

”Cos’hai?”

“Te lo spiego dopo!”

“Oh…ok!” disse Sirius con aria preoccupata.

Hermione andò a letto molto presto, dando la buonanotte a tutti. Così, Harry poté spiegare a Sirius e Rachel cosa era veramente successo: la cicatrice aveva bruciato ancora una volta; Hermione era svenuta per chissà quale motivo e aveva fatto quel sogno strano su di lui.

“Mmm…” disse Sirius con aria riflessiva, strofinandosi il mento con due dita.

“Credi fosse un sogno premonitore?” domandò Harry.

“Voglio essere sincero con te, Harry, perché ormai non sei più un bambino e devi sapere esattamente cosa accade intorno a te. Credo di sì…o, se non è un sogno premonitore vero e proprio, è comunque un avviso di Voldemort. Avviso che ti ha trasmesso attraverso la persona che in qualche modo è la più vicina a te in questo momento!”

“Quindi…quel qualcosa che Hermione ha visto…era Voldemort!”

“Non lo so! Se fosse stato Voldemort in persona lo avresti sentito e percepito non solo con la tua cicatrice, ma anche con la tua anima, perché tu e Voldemort siete legati l’uno all’altro da ben altro che una semplice cicatrice. E’ un legame più profondo, un po’ come quello che ti hanno lasciato James e Lily sacrificando la loro vita per proteggerti.”

Harry annuì.

“Scriveremo di nuovo a Silente domattina! La situazione è più grave di quanto pensassimo!”

“Senti, Sirius…” disse Harry.

“Sì?”

“Ehm…Hermione sembra un po’ strana da oggi pomeriggio!”

“Come strana?”

“Beh…non si ricorda cosa le è accaduto, il suo tono di voce è più acuto del solito…”

“Ah…”

“Insomma, non è normale. Si comporta come se non le fosse successo niente. Non è da lei!”

“Potrebbe essere stato causato dal fatto che è venuta in qualche strano modo a contatto con Voldemort!”

“Non le avrà fatto del male?”

“No, non credo! Stai tranquillo!”

Harry ripensò alle parole di Sirius per tanto tempo mentre era a letto. Non riusciva a dormire. Il pensiero di Voldemort lo aveva abbandonato da più di un anno e adesso era ritornato all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno.

Toc-toc

Harry sentì qualcuno bussare alla sua porta. Ma chi poteva essere all’una e mezza?  Andò ad aprire a vide Hermione: aveva l’aria impaurita.

“Hermione, cos’è successo?”

“Non riesco a dormire. Continuo a pensare al sogno dove tu…”

Ora se lo ricordava?

“Mm…ho capito. Beh, stai tranquilla. Non è vero, non devi preoccuparti!”

“Harry…posso dormire con te?”

Il cuore di Harry si fermò all’improvviso e il suo viso assunse tutte le sfumature del rosso.

“Ah…eh…io…ehm…”

“Ti prego!”

Come poteva dirle di no? Harry, sospirando, la fece entrare ed entrambi si sdraiarono sul letto di Harry. Forse il suo cuore aveva ripreso a battere, ma a una velocità impressionante: sembrava quasi stesse per saltargli fuori dal petto. Hermione, sdraiata sul fianco destro, lo guardava e Harry cercava in tutti i modi di pensare ad altro. Ma in quel momento nessun pensiero, neanche quello di Voldemort, riusciva a occupargli la mente. Provò, allora, a dormire e chiuse gli occhi. Ma la situazione peggiorò perché Hermione cominciò ad accarezzargli il torace.

“Harry?” lo chiamò lei con una voce calda e appena percettibile.

“S-sì?” disse lui riaprendo gli occhi.

“Ti ho mai detto cosa penso di te?”

Harry deglutì: sentiva il respiro di Hermione sul suo viso.

“Ehm…in che senso?”

Hermione alzò il viso posizionandosi a pochi centimetri da quello di Harry.

“Trovo che tu sia un ragazzo veramente affascinante!”

Harry rise, provando a buttare la situazione sul comico.

“Che cosa?”

“Sì, non so se te ne sei mai accorto, ma tu riesci a provocare in me delle emozioni fortissime. Sei talmente eccitante!” disse lei avvicinandosi ancora di più a lui.

Hermione aveva uno sguardo strano: non aveva mai avuto degli occhi così…languidi.

“Oh…Harry…” mormorò lei prima di cominciare a baciarlo.

Beh…il bacio andava pure bene, ma come la metteva Harry con la mano di Hermione che aveva cominciato a slacciargli la maglietta del pigiama?

Harry si staccò da lei e si mise seduto: “Ah…Hermione, cosa vuoi fare?”

Hermione si mise di fronte a lui e, sorridendo, disse: “Credevo l’avessi capito.”

“Oh…io ho capito benissimo. Il problema è che tu un mese fa non avevi alcuna intenzione di…”

Hermione gli accarezzò i capelli sensualmente: “Tutti possono cambiare idea…”

“Sì, lo so…”

“Forse…sei tu che non mi vuoi…” disse lei offesa.

“Oh, no…ti assicuro che non è così. E’ solo che…”

Hermione lo attirò a sé.

“Harry, lasciati andare!” sussurrò lei prima di riprendere ciò che Harry aveva interrotto.

Così, Harry si lasciò andare completamente su di lei. Quello sarebbe stato uno strano modo di terminare il giorno del suo 17° compleanno. Harry non era convinto al 100%, ma la situazione lo stava coinvolgendo troppo: così si lasciò trasportare dalle emozioni, da Hermione e da tutta l’atmosfera che si era creata intorno a loro.

Hermione gli aveva già tolto la maglietta e lui…insomma, anche lui avrebbe dovuto fare qualcosa. Dunque…cosa poteva fare? Ah, sì!

Harry portò la sua mano sul fianco di Hermione. Ma nel breve tragitto, la mano aveva accidentalmente sfiorato il petto di Hermione.

E fu allora che tutto cambiò. Hermione si staccò da lui, con espressione disorientata: lo scostò da una parte e si alzò in piedi.

“Hermione?”

Era talmente strana: cosa le era preso?

“Ehm…credo che…sì, è meglio che io torni di là…”

“Aspetta un attimo!”

“Buonanotte, Harry!” disse lei lasciandolo da solo nella sua camera.

Hermione se ne andò ma a lui tornò il dolore alla cicatrice. Diamine, ma cosa stava succedendo?

Solo quella mattina, Harry aveva assicurato a Sirius e Rachel che lui e Hermione non avevano intenzione di fare assolutamente niente. Invece, la sera Hermione aveva provato a sedurlo e ci era riuscita. Che poi lei avesse cambiato idea era un’altra questione: probabilmente lei non aveva preso in considerazione il fatto che anche Harry avrebbe potuto toccarla in modo differente in una situazione del genere e si era, perciò, sentita pronta per quel passo.

No, non poteva essere andata così: Hermione era probabilmente la persona più riflessiva che Harry avesse mai incontrato. Prima di fare qualunque cosa, ci pensava sempre due, anche tre volte. Come gli aveva detto Cho, il segno della Vergine diffida sempre dal proprio istinto.

E allora, cos’era successo? Forse…poteva essere opera di…Voldemort?

“Avanti, Harry! Cosa stai pensando?” si disse Harry.

Voldemort era potente, su questo non c’era alcun dubbio, ma non poteva interferire nella sua vita privata a tal punto. E se anche fosse stato così, per quale motivo avrebbe dovuto farlo? Cosa ne avrebbe guadagnato il Signore Oscuro?

Harry si stese nuovamente sul letto e guardò la sua mano destra: ripensando a ciò che era appena successo, arrossì violentemente. Il solo pensiero di avere sfiorato con quella mano una parte così intima di Hermione gli fece avvampare non solo il viso….sentiva caldo dappertutto.

Quante cose erano successe in quella giornata: il suo cervello stava andando in fumo…Voldemort e Hermione avevano occupato i suoi pensieri per tutto il giorno. Harry aveva promesso a Hermione che Voldemort non sarebbe mai arrivato a lei. Eppure nelle ultime 24 ore troppe volte lei era stata legata alla cicatrice dolorante di Harry e, di conseguenza, anche a Voldemort. Ciò preoccupò molto il giovane Grifondoro: forse tutti gli eventi di quella giornata facevano parte del piano di Voldemort.

In tal caso, Harry avrebbe combattuto per contrastare il Signore Oscuro e lo avrebbe fatto solo per Hermione.

 

*******

 

Quella notte Harry dormì poco, pochissimo. Era troppo turbato dai recenti eventi. Di conseguenza si alzò presto, si lavò e si vestì. Poi scese giù in cucina per fare colazione.

Sirius stava leggendo la Gazzetta del Profeta e bevendo una tazza di caffè; Rachel, invece, guardava il telegiornale. (Per la cronaca: Sapete di cosa stavano parlando a quel telegiornale? Degli azzurri che agli Europei 2004 in Portogallo sono stati eliminati come dei deficienti prima dei quarti di finale!)

“Buongiorno, Harry!” disse Sirius.

“Buongiorno!” disse lui abbattuto, lasciandosi cadere su una sedia.

Rachel lo osservò attentamente: “Mm…che brutta cera. Non hai dormito bene?”

“Veramente…no!”

“Come mai?”

“Aahh…”

Harry non era proprio sicuro di dire a Sirius e Rachel quello che era successo con Hermione.

“Preoccupato per Voldemort?” azzardò Sirius.

“In effetti…sì!” disse lui annuendo con il capo.

“Non devi preoccuparti, Harry. Ciò che conta è che qualunque cosa ti sembri strana o diversa dal solito, tu me lo riferisca immediatamente.”

“O-ok!”

“Dai, mangia adesso!” disse Rachel porgendogli un piatto con dei pancakes.

Harry mangiò a forza tutto quello che c’era nel piatto.

“Mm…Hermione non scende?” chiese Rachel.

Harry, al nome di Hermione, arrossì vistosamente e chinò la testa per non farsi scoprire.

“Non lo so. Ora vado a vedere!”

Harry finì la sua colazione e, poi, salì al piano di sopra. Pensò che forse avrebbe dovuto chiedere scusa a Hermione per quello che era successo, sperando che lei non fosse troppo arrabbiata. Così, bussò alla porta della camera di Hermione, ma non rispose nessuno. Forse Hermione stava ancora dormendo. Harry provò a bussare di nuovo: stesso risultato. Decise, perciò, di entrare e aprì lentamente la porta.

“Hermione, sei…”

Ma ciò che vide lo scosse parecchio, anzi ciò che non vide. Hermione era…scomparsa! La stanza era vuota: sembrava che non fosse mai stata occupata da nessuno.

La prima cosa a cui pensò con paura fu Voldemort: ma non c’erano segni di colluttazione e, comunque, Harry lo avrebbe avvertito. Lo sconcertamento iniziale divenne preoccupazione e la preoccupazione vera e propria ansia di sapere dove era finita Hermione. Harry corse subito giù da Sirius e Rachel.

“Allora?”

“Hermione…è scomparsa!”

“Che cosa?”

Harry spiegò loro che in camera non c’era nessuno, niente che segnalasse la presenza di Hermione. Insieme a Sirius e Rachel, Harry tornò nella camera di Hermione. Sirius e Rachel rimasero di stucco. (ndA: come le pareti della camera, eh? Bella battuta, vero?….perché non ridete?…oh, cavolo…sì, avete ragione, fa schifo come battuta! NdHarry: ah, che scema, nessuno ride! NdA: scusate un attimo………………………………arrivo, eh………………………………mi dispiace la storia è finita per…perché al protagonista è venuto un attacco di tarantallegra misto a rictusempra! Irrecuperabile!)

“Cosa significa?” domandò Rachel.

“Non lo so!” disse Harry.

Chissà se, magari, se ne era andata per quello che era successo. Il problema, però, era sempre lo stesso: non erano comportamenti tipici di Hermione. Forse…avrebbe dovuto parlarne con Sirius.

“Harry?”

“Mm…sì?” esclamò Harry tornando con i piedi per terra.

“C’è qualcosa che devi dirmi?” chiese Sirius come se sapesse che Harry gli stava nascondendo qualcosa di importante.

Harry, rassegnato, annuì: “Sì!”

Così, raccontò a Sirius e Rachel quello che era successo tra lui e Hermione la notte appena trascorsa.

Dopo un primo momento di disorientamento, in cui Harry si aspettava una bella ramanzina, Sirius disse: “Ok, Harry. Stanno accadendo cose molto strane. Non possiamo ignorare niente, capisci, Harry?”

“Sì, certo!”

“Beh…io vado a scrivere a Silente, tu…prova a rintracciare Hermione!”

Harry annuì, un po’ scoraggiato. Prima di uscire dalla camera, Sirius lo guardò.

“Non è colpa tua, Harry, chiaro?”

“Sì, grazie!”

Rachel lo abbracciò, dandogli un bacio sulla nuca: “Chiariremo questa situazione, vedrai!”

“Lo spero!”

Harry rimase da solo nella camera che aveva ospitato per pochi giorni Hermione. Chissà dov’era finita…

Probabilmente era tornata a casa sua. Sì, Harry avrebbe provato a chiamarla a casa. Non importava se lei non avesse voluto parlargli; l’importante, per Harry, era sapere che stava bene. Così, scese al piano di sotto e raggiunse il telefono: ma cosa avrebbe detto ai signori Granger se Hermione non fosse stata lì? Li avrebbe spaventati!

Driin-driin

Il telefono squillava: forse era lei…

Senza indugiare oltre, Harry alzò la cornetta: “Hermione?”

“No, sono Helen!”

“Helen! Senti, Hermione è…”

“Hermione è qui!”

“E’ lì, a casa…meno male…”

“Posso sapere cosa è successo?” chiese Helen.

“Non te ne ha parlato Hermione?”

“E’ arrivata stamattina presto alle 04.30 circa. Mi sono sorpresa di vederla qui, così come papà e…mamma…e le ho chiesto cos’era successo. Ma lei si è congedata freddamente, dicendo che non era accaduto niente di particolare, ed è andata in camera sua!”

“Oh…”

Perché non ne aveva parlato neanche con Helen?

“Harry? Allora?”

Per l’ennesima volta, Harry raccontò gli eventi di quella travagliata notte anche a Helen.

“Helen?” la chiamò Harry dato che non rispondeva più.

“Ehm…sì, ho capito!”

“Credi se ne sia andata per questo?”

“Noo…non è possibile, Harry. Stai tranquillo! Dev’esserci qualcos’altro, ma non riesco a capire cosa!”

“Lei è in casa?”

“No e non ti sto dicendo una bugia. E’ uscita poco fa. Per questo motivo ti ho chiamato: volevo sapere cosa era successo. E, a quanto pare, ho fatto bene dato che tu hai scoperto adesso che lei se ne era andata!”

“Esattamente. Stamattina sono andato a chiamarla, ma lei non c’era!”

“Ho capito. Tutto ciò è molto strano!” commentò Helen.

“E non è da Hermione!”

“E non è da Hermione!” ripeté Helen pienamente d’accordo con lui.  

“Senti, se le scrivessi una lettera…”

“Buona idea!”

“Allora…grazie per aver chiamato!”

“Grazie a te per le spiegazioni! E…Harry, stai su!”

“Sì, lo farò!”

“Ci vediamo in stazione!”

“Certo, a presto!”

Harry mise giù la cornetta: almeno sapeva che Hermione stava bene ed era al sicuro. Avvisò Sirius e Rachel di ciò che aveva appena scoperto e poi corse in camera sua.

Dopo aver preso penna, inchiostro e pergamena, Harry cominciò a scrivere la lettera per Hermione:

“Non ho proprio idea di come iniziare questa lettera. Cara Hermione?…Ciao?….Hermione?….. Ma non è questo l’importante. Quello che conta è ciò che sto per dirti, o meglio, chiederti.

Perché te ne sei andata via così, senza dire niente? E’ stata colpa mia? Sei scappata per quello che è successo l’altra notte? Io non volevo turbarti, credimi, ti prego… Sai benissimo che io non farei mai niente se tu non fossi d’accordo. Quindi…ti chiedo di perdonarmi. Non posso sopportare di perderti. Ho bisogno della tua presenza accanto a me, soprattutto adesso che sta per tornare lui…io ho paura e tu sei l’unica che riesce a infondermi un po’ di coraggio perché sei sincera con me. Tutti gli altri mi dicono che andrà tutto bene, ma vedo nei loro occhi che hanno più paura di me!

Ti giuro che farò di tutto per impedirti di allontanarti da me e sai benissimo che so essere testardo almeno quanto te. Farei di tutto, potrei anche prometterti di non toccarti mai più, in nessun modo…ma tu non mi abbandonare.

Spero che risponderai a questa lettera,

                                                    ti mando un bacio.                                                                                                                                               Harry!”

Harry chiuse la pergamena e la legò alla zampa di Hedwige.

“Portala a Hermione, ok?”

Hedwige fece schioccare il becco: aveva capito.

“Fai in fretta, amica mia!”

Harry aprì la finestra e fece volare via la civetta che, ben presto, sparì dalla sua vista.

“Hermione, ti prego, rispondi!” mormorò Harry.

Harry aspettò la risposta di Hermione per tanto tempo, per tutto il mese di agosto…ma non ricevette niente e Hedwige tornò senza alcuna lettera. Harry diventava ogni giorno più depresso: la sua unica speranza di rivedere e parlare con Hermione, ormai, era il ritorno a scuola, il primo di settembre.

Hermione non avrebbe potuto evitarlo anche sul treno per Hogwarts e, tanto meno, a scuola. Sì, avrebbero chiarito tutto e sarebbero tornati felici come prima…proprio come prima.

 

 

Oh, oh, oh, cosa sta succedendo??? Boh, vedremo! Il prossimo capitolo dice troppo, non so se riportarlo qui. Vabbè, dai, voglio essere cattiva e dirvelo, così vi cresce la curiosità! “Un’altra Hermione!” Basta!

Ringraziamenti…

The_misterious: grazie per la recensione! come vedi anche la storia è sempre più misterious!!!

Harasauror: esattamente così come avevi detto! E non solo harry allunga le manine, ora ci si mette anche hermione!! ma…ma…beh, non posso dirlo!

Rosariopotter: allora, ehm…non ho aggiornato dopo un mese vero? Ormai non tengo più il conto dei giorni! Ma mi affido a te, va bene?

Herm88: sì, le ho lette le tue one-shot. Sono molto belle. Eheh, sono delle h/hr, è naturale che siano belle, no?

Hastatus: beh, zio voldy ha in mente un piano molto molto cattivo!!! Ma è proprio questo il bello!! Ahahah, sono stata contagiata da lui!! Aiuto!

Marco: sorvolando sul tuo ultimo appunto, allora…grazie per la recensione. Non è che vuoi entrare nella storia? Facciamo che sei il protettore di hermione? però poi harry la prenderebbe male…nono, lasciamo stare!

Emma: hai visto? Li ho interrotti di nuovo! Sono davvero insopportabile!! Ad ogni modo, sì ho già iniziato a scrivere il sequel di questa storia!! Si intitolerà Gli anni. Altra meravigliosa canzone degli 883!!

Desdeus: sì, lo so. Sono prevedibile! Ma non è quello che accade un po’ in tutte le storie? Non è che possiamo colpire sempre il povero harry (anche se dopo HBP, io lo colpirei molto volentieri!)!! stavolta però sono stata un po’ più celere, non sei contento??

Lady86: già, non parliamo di università!! Altrimenti mi deprimo e pianto tutto qui! Tra una settimana ho anche un terribile esame!!! Aiuto!!!

FedeHermy: grazie per i complimenti!! Sei tanto cara!!! ^__^ immagino che molti qui avrebbero voluto essere al posto di hermione (o di harry a seconda dei punti di vista!). spero che ti sia piaciuto!!

Lily: e invece i dolori sono solo cominciati!! Altrimenti cosa potevo far succedere nell’ultimo anno?? E poi, tu sei quella che si firma con harrydipendente, allora, giusto???

Mena: no, non è vero! Non mi fa schifo Harry!! (veramente dei dubbi li ho avuti dopo HBP!!) ma che ci posso fare? È uscita così la storia! Non è proprio colpa mia, forse è colpa della mia mente malata. O meglio è colpa della row perché se non avesse inventato hp, noi non saremmo qui a discuterne e io starei psicologicamente meglio!! Cmq, l’hai notata anche tu la recensione di marco, eh?? Concordo con te, il boxer è sicuramente da preferire addosso a un uomo!!

Francy92: se puoi riamarmi kia? Certo! Avrei preferito 85, ma forse è meglio kia!!! Grazie per la recensione e per l’in bocca al lupo! La storia veramente è finita. Devo solo trascriverla a computer e purtroppo ci vuole il suo tempo!!!

Harryherm: allora i rating non me li ricordo tutti, cmq dovrebbero essere G (accessibile a tutti), PG (parental guide, credo, per contenuti un pochino violenti o sessuali), PG13 (cioè sotto i 13 anni ci vuole la parental guide per la presenza di contenuti abbastanza violenti o tematiche sessuali un po’ più esplicite), R (restricted, contenuti violenti abbastanza forti o tematiche sessuali ancora più esplicite), e NC17 ( vietato ai minori di 17 anni per scene di violenza o sessuali esplicitissime, praticamente!). non so se mi sono spiegata!!(come diceva il mio prof di filo!!)

Maripotter: hai visto? Qui anche hermione è diventata un po’ troppo HOT!! E per la lezione sul romanticismo (giusto, non sbagliato) alla row, io approvo!! Soprattutto dopo HBP!!!

Really: grazie per i complimenti! Oh, sono davvero molto felice che ti sia piaciuta!!!

 

Ok, se non ho dimenticato nessuno

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 35
*** Un'altra Hermione ***


Nient’altro che noi!

 

7°ANNO

Capitolo 35: “Un’altra Hermione!”

 

Il primo di settembre arrivò molto presto: Harry era in ansia. Cosa avrebbe detto a Hermione? E cosa gli avrebbe detto lei?

Quella mattina fece tutto di fretta ed esortava anche Sirius e Rachel ad accelerare i tempi. In un batter d’occhio caricarono sulla macchina i bagagli di Harry e arrivarono in stazione. Ma a King’s Cross c’erano solo Ron, Ginny, Draco e Mark. Hermione non era ancora arrivata.

“Oh, ciao Harry!” esclamò Ron.

“Come và?” chiese Draco.

“Eh…potrebbe andare meglio!”

“Perché? E’ successo qualcosa?” domandò Ron.

Harry non aveva detto niente su Hermione, a parte Helen, naturalmente.

“Ah…vi spiego dopo. Hermione non è ancora arrivata?”

“No, non c’è neanche Helen!” disse Mark.

Harry annuì e poi disse a Sirius e Rachel che potevano anche andare.

“Sicuro, Harry?” chiese Rachel.

“Sì, non vi preoccupate!”

“Come vuoi! – disse Sirius- Ma stai attento!”

“Sirius, Voldemort non è così stupido da farsi vedere in questa stazione piena di maghi e streghe!”

“Lo so, Harry. Ma…stai attento lo stesso. A Hogwarts sarai al sicuro, sotto la protezione di Silente. Tuttavia, Voldemort potrebbe attirati in qualche trappola con strani stratagemmi. Stai sempre all’erta e, se qualcosa non quadra, vai subito da Silente, ok?”

“Sì, certo!”

“E mi raccomando, scrivimi tutto quello che succede. Devo sapere se stai bene!” esclamò Sirius abbracciandolo.

“Lo farò, te lo prometto!”

Anche Rachel lo abbracciò e lo baciò sul capo.

“Mi piacerebbe esserci quando nascerà!” esclamò Harry guardando il ventre di Rachel.

“Mmm…sai, credo che non abbia voglia di nascere senza di te!”

“Allora, tornerò per le vacanze di Natale!”

Rachel sorrise e gli scompigliò i capelli con la mano.

“Mi raccomando, Harry, studia!” disse Sirius.

Sirius non voleva proprio smetterla di fargli raccomandazioni.

“Sì, Sirius!”

“Gli esami del G.U.F.O. non sono niente in confronto a quelli del M.A.G.O. Hanno fatto impazzire anche una studentessa bravissima come tua madre!”

“Certe volte sai essere veramente incoraggiante!” commentò Harry.

“Beh…te lo dico perché so che hai le capacità per affrontarli e superarli: la voglia di riuscire di Lily e quel pizzico di arroganza, che non fa mai male, di James!”

“Grazie!”

“In bocca al lupo!”

“Crepi!”

Dopo un ultimo saluto, Sirius e Rachel lasciarono Harry in stazione con i suoi amici.

“Però…sembrano veramente i tuoi genitori!” disse Mark.

“Già, sono straordinari!”

“Dopo 15 anni con i tuoi zii, ti meritavi qualcuno come loro, che ti volesse bene veramente!” esclamò Ron.

Harry annuì.

Poco dopo arrivarono Christine e Helen. E, se c’era Helen, allora doveva esserci anche Hermione. Ma Harry non la vide.

Christine e Helen salutarono tutti.

“Ehm…Helen…che fine ha fatto Hermione?“ domandò Harry.

“Ah…è di fuori!”

“E non ha intenzione di entrare?”

“Veramente, ha detto che stava aspettando qualcuno!”

Harry sorrise, trovando la situazione alquanto paradossale.

“Chi deve aspettare? Siamo tutti qui, o sbaglio?”

“Hai ragione, Harry!- disse Christine- Ma…guarda lì…”

Harry rivolse lo sguardo nella direzione indicata da Christine.

No…non poteva essere vero: Hermione stava entrando in stazione con…Goyle, Tiger e Pansy Parkinson! Credendo di avere un’allucinazione, Harry si stropicciò gli occhi. Niente da fare! Hermione era ancora lì: sorrideva e parlava con Goyle, che la guardava come nessuno a parte Harry poteva guardarla.

“Questo non è possibile!” commentò Ron.

Gli amici di Harry stavano commentando quella bizzarra situazione. Ma Harry non li sentiva: era profondamente scosso e la rabbia cresceva pericolosamente in lui. Era una sensazione che Harry non aveva mai provato. Cosa stava combinando Hermione?

Il suo istinto lo fece incamminare velocemente verso Hermione e lui le si parò davanti.

“Si può sapere che ti prende?” esclamò Harry ad alta voce.

Hermione lo guardava in modo strano, ma non rispose.

“Perché non rispondi? Da quando in qua frequenti questo stupido scimmione?!”

“Vattene, Potter!” gli intimò Goyle.

“Stai zitto!- disse Harry, prendendo, poi, Hermione per le braccia- Hermione, mi vuoi parlare, per favore?”

“Greg, ma…chi è?” domandò Hermione.

Cosa aveva detto? Chi è? Come “chi è”? Hermione era sicuramente impazzita.

“Lascialo stare, Hermy. Non dargli ascolto. E’ un pazzo!”

Questo era troppo: Harry…pazzo? Il giovane Grifondoro cominciò a scuotere Hermione.

“Hermione, torna in te, ti prego!”

A quel punto, Goyle si posizionò tra Harry e Hermione e lo spinse lontano da lei.

“Lasciala stare. Lei sta con me!”

“Ma questo è ridicolo! Lei è la mia ragazza!” ribatté Harry.

“Greg, ma cosa sta dicendo?” domandò Hermione.

“Piantala di chiamarlo Greg. Lui per noi è solo Goyle, lo stupido scimmione di Serpeverde!” urlò Harry con tutto il fiato che aveva.

“Ma Greg non è stupido. Mi dice tante cose interessantissime!”

“Ah, sì? Per esempio?” domandò Harry con tono di sfida.

Hermione inarcò le sopracciglia e ribatté: “Tanto per cominciare, mi ha detto di stare lontana da un certo Harry Potter che, a quanto ho capito, sei tu!”

“Basta così! Potter, fatti da parte! Dobbiamo andare!” disse Goyle.

“No, tu puoi andare. Lei non se ne va fino a quando non chiariamo questa paradossale situazione!”

“Non sfidarmi, Potter!”

“Ohohoh…perché? Che mi fai?”

“Potter, ti ho detto che non sono in vena oggi!”

“Senti, tu…non so come ci sei riuscito, ma le hai fatto un bel lavaggio del cervello. Non la passerai liscia!”

“Che paura! Levati…moscerino!”

A malincuore, Harry lasciò passare Goyle e Hermione: anche solo accostare quei due nomi gli faceva letteralmente schifo. Due persone completamente diverse, che non avevano mai avuto niente in comune…come era possibile che adesso fossero insieme? E poi lei non si ricordava neanche di lui!

Harry sentì una mano posarsi sulla spalla.

“Tutto ok?” chiese Ron.

“A lei non piace neanche essere chiamata Hermy!”

La rabbia era diventata angoscia: Harry non poteva credere che stesse accadendo proprio a lui. Era entrato in una specie di trance dalla quale non voleva uscire per non affrontare la realtà. E la realtà era qualcosa di crudele e insopportabile perché Hermione non era più accanto a lui.

******

“Tutto questo non ha senso!” commentò Ron sul treno.

“E’ praticamente impossibile che lei si sia dimenticata di Harry. E’ illogico!” esclamò Draco.

“Mi era sembrata un po’ strana. In questi giorni non mi ha mai parlato di Harry!” disse Helen.

“Almeno è diventata Caposcuola come desiderava!” fece notare Ginny.

Harry sorrise: quante volte Hermione gli aveva confessato di voler diventare Caposcuola. C’era riuscita, ma non poteva condividere il suo sogno realizzato con lui.

“Harry…tu cosa ne pensi?” domandò Helen con delicatezza.

“E’ stato lui!”

“Lui chi?” chiese Mark.

“Voldemort!” rispose Harry provocando qualche sobbalzo a chi non si aspettava quella risposta.

Infatti, a parte Ron e Draco, nessun altro sapeva dell’ormai certo ritorno di Voldemort. Così Harry spiegò ai suoi amici tutta la situazione: era giusto che lo sapessero, anche se, oramai, Voldemort stava usando contro di lui Hermione.

“Beh…non so che dire…” commentò Christine.

“Non c’è niente da dire! Lui è tornato dopo due anni in cui ha progettato un piano veramente efficace!” sospirò Harry, guardando fuori dalla finestra.

Il Signore Oscuro ci stava riuscendo: Harry si sentiva veramente da schifo. Per quanto sarebbe durata quella situazione insopportabile? Per quanto tempo Voldemort lo avrebbe torturato in quel modo?

Il viaggio per Hogwarts non fu mai così lungo per Harry: rimase nello scompartimento per tutta la durata del viaggio. Non voleva vedere Hermione con Goyle, i suoi occhi che incrociavano quelli di lui. No! Quegli occhi appartenevano solo a Harry e a nessun altro…lei apparteneva a lui.

Arrivati ad Hogwarts, Harry scese dal treno insieme ai suoi amici. Le carrozze portarono gli studenti davanti al portone del castello.

Harry non aveva intenzione di andare in Sala Grande: lo stomaco era chiuso e lui non aveva fame. Tutto ciò di cui aveva bisogno era stare da solo nel suo dormitorio. Ma proprio mentre si stava avviando verso la torre di Grifondoro, sentì qualcuno parlargli.

“Come farai ad entrare, Harry? Non sai ancora la password!”

Harry si voltò: di fronte a lui c’era Albus Silente.

“Professore, io….”

“Vieni con me, Harry. Dobbiamo parlare!”

Harry obbedì e seguì il preside nel suo ufficio. Parlare era esattamente l’ultima cosa che voleva fare. Quando arrivò nell’ufficio di Silente, Harry notò che c’erano già due persone: l’ispettore Thomas Lewis e il tenente Jeremy Lawrence.

“Harry, è un piacere rivederti!” esclamò Thomas, stringendogli la mano.

“Anche per me!” disse Harry, con molta poca sincerità.

“Accomodati, ti prego!” disse Silente.

Harry si sedette su una sedia e anche Silente fece la stessa cosa.

“Immagino che ormai avrai capito il motivo per cui ti ho chiesto di venire nel mio ufficio!”

Harry annuì, sconsolato: “Hermione!”

“Esattamente!”

“E’ Voldemort, vero?”

“Probabilmente sì, Harry!- intervenne Thomas- Quando ci siamo visti l’estate scorsa, avevamo installato in casa vostra degli indistruttibili sistemi di rilevazione per Mangiamorte, ricordi?”

“Sì!”

“Bene, il giorno 31 luglio, verso le 15 e 35…”

“37!” lo corresse Jeremy, rivedendo alcuni appunti sul suo inseparabile taccuino.

“E 37, grazie Jeremy, il sistema ha rilevato una presenza oscura nella vostra zona!”

“Un Mangiamorte?”

“Se era un Mangiamorte, doveva essere molto potente!”

“Harry…- disse Silente, con delicatezza- …quello che vuole dire l’ispettore è che, quel giorno, c’era qualcuno nelle vicinanze con le sembianze di un Mangiamorte, ma i poteri simili a quelli di Voldemort!”

“E chi poteva essere?”

“Non possiamo escludere che fosse Voldemort stesso! Se non sbaglio, quel giorno la tua cicatrice ha bruciato molto, vero?” chiese Silente.

“Sì, è vero! Ma, scusate, se avete rilevato questa presenza oscura, perché non siete subito venuti a casa nostra?”

“E’ proprio questo il punto! Chiunque abbia attivato il sistema di rilevazione, lo ha scoperto e lo ha occultato.” esclamò Thomas.

“Avete detto che era indistruttibile!” ribattè Harry, alterandosi.

“Beh, sì…infatti, non è stato distrutto, solo occultato per circa un mese. Solo stamattina abbiamo ricevuto la segnalazione, che, in realtà, erano due: ne abbiamo trovata anche una, un po’ più debole, a notte fonda!”

Harry arrossì: era impossibile che si riferisse a quel momento, tra lui ed Hermione, nel suo letto…

”Ma, andando per ordine, vorrei tornare alla cicatrice: quante volte esattamente ti ha fatto male il 31 luglio?” domandò Thomas.

Harry si portò una mano sulla fronte, ritornando faticosamente a quel giorno: “Più o meno…un paio di volte…”

Jeremy aveva ripreso a scrivere.

“Chi c’era in casa?”

Harry cominciò ad elencare tutti i suoi ospiti e a rispondere alle altre domande di Thomas: cosa avevano fatto, cosa era successo, se avevano notato qualcosa di particolare…

“Mmm…quindi, l’orario della prima segnalazione corrisponde all’incirca allo svenimento della signorina Granger ed è probabile che l’uomo da lei visto sia proprio colui che stiamo cercando! Non ho, però, ben compreso cosa è avvenuto alla seconda segnalazione…” disse Thomas, guardando intensamente Harry.

Harry divenne tutto a un tratto rosso come un pomodoro e fu costretto a raccontare per filo e per segno cosa era successo in camera sua, cosa stava succedendo…

“Oh…beh…sì, capisco…credo che alcuni elementi possiamo tralasciarli, vero Jeremy?” esclamò Thomas, intuendo l’imbarazzo di Harry.

Jeremy sbuffò e cancellò qualcosa sul taccuino con la bacchetta magica, mentre Harry si sentiva estremamente riconoscente nei confronti di Thomas.

“Quindi, tu mi dici che il comportamento della signorina Granger, dopo lo svenimento, è stato insolito, giusto?” continuò l’ispettore.

Harry annuì.

“E di notte, dopo quel…ehm…momento, lei è tornata in camera sua. La mattina, invece, hai scoperto che era letteralmente scomparsa e non vi siete visti fino ad oggi. Ma lei non ti ha neanche riconosciuto!”

“Esatto, ma ora posso sapere cosa è successo?”

“Harry, ancora non lo sappiamo!” rispose dolcemente Silente.

“E come è possibile che Hermione non mi abbia neanche riconosciuto? Insomma, è talmente illogico!”

“Esistono molti incantesimi e pozioni che possono provocare cambiamenti di questo genere nelle persone. Tu non sai se le è successo qualcosa di strano prima di venire da te?” disse Thomas.

“No, da quello che lei mi ha raccontato non le è successo niente di strano. Si è molto divertita in Italia!”

“Mm…capisco…”

“Avete in mente qualcosa?”

“Te l’abbiamo già detto, Harry, ci sono tante possibili risposte alla domanda ‘come ha fatto Voldemort a provocare quel cambiamento radicale’. Ma devi aspettare le nostre  ricerche.”

“Appena scoprirete qualcosa, me lo farete sapere?”

“Certamente, Harry!- rispose Silente- Ma, ora, voglio sapere se tu stai bene.”

“Io…non posso dire di averla presa bene, però…almeno so che non mi aveva lasciato per qualcosa che le avevo fatto!”

“Harry, devi promettermi che non lascerai che ciò che è accaduto a Hermione pregiudichi la tua carriera scolastica. E’ il tuo ultimo anno!”

“Non si preoccupi. Andrà tutto bene!”

“Magnifico! Ora, puoi andare. Tra un po’ inizia il banchetto!”

“Io…non credo che mi unirò a voi…”

“Ti capisco!”

“Grazie!”

Harry si diresse verso la porta dell’ufficio di Silente.

Prima di aprirla, però, Silente gli disse: “Indolem!”

Harry si voltò verso il preside con aria interrogativa.

“La parola d’ordine della Signora Grassa!” esclamò il preside facendogli l’occhiolino.

Harry sorrise: “Grazie, professore!”

Dopo aver salutato l’ispettore e il tenente, Harry uscì dall’ufficio di Silente e raggiunse la torre del suo dormitorio.

“Parola d’ordine?” chiese la Signora Grassa.

“Indolem!”

La Signora Grassa fece aprire il passaggio e Harry raggiunse la sala comune che era vuota. Ma non gli andava di stare lì: sentiva il bisogno di stendersi, così salì nel suo dormitorio. Tutti i suoi bagagli erano già lì.

Harry si buttò sul letto, a pancia in giù, con lo sguardo rivolto fuori dalla finestra. Chissà cosa aveva utilizzato Voldemort per cambiare Hermione così drasticamente.

Lo sguardo di Harry cadde sul braccialetto regalatogli da Hermione: tutti gli eventi di quegli ultimi giorni lo stavano rendendo confuso. La mente di Hermione era stata manipolata in qualche strano modo dal Signore Oscuro: non si era allontanata da lui per qualcosa di sbagliato che aveva fatto Harry. Ma lui faceva ancora fatica a crederci. Non aveva neanche la forza di arrabbiarsi. Si sentiva debole come mai prima di allora. Doveva reagire: se non l’avesse fatto, sarebbe diventato sempre più vulnerabile e questo avrebbe favorito il Signore Oscuro. In qualsiasi momento Voldemort avrebbe potuto approfittare del suo stato d’animo e attirarlo in una trappola.

******

Harry si ritrovò in una specie di foresta, piuttosto cupa e misteriosa: si sentiva a disagio. Cosa stava succedendo? Dove si trovava?

“Harry?!” lo chiamò una voce all’improvviso.

Harry si voltò, cercò in giro, ma non c’era nessuno.

“Harry?!”

Sembrava una voce femminile e, a Harry, molto familiare.

“Chi sei?” chiese Harry.

Ma nessuno rispose; anzi, qualcuno cominciò a ridere di gusto. La risata, però, era particolarmente inquietante.

“E’ da tanto che non parliamo, vero…Harry….Potter?”

Quella voce e quel modo di pronunciare il suo nome era fin troppo familiari.

“Sei Voldemort, vero?”

“Ahahah…bravo!”

“Cosa hai fatto a Hermione?”

“Ti piacerebbe scoprirlo!”

“Come hai fatto a farla diventare così?”

“E’ stato piuttosto facile: non che le abbia opposto molta resistenza a quello che le stavo facendo. Forse non le piacevi così tanto!”

“Stai zitto! Dimmi cosa le hai fatto!”

“Harry…non mi sono messo in contatto con te per dirti cosa ho fatto alla tua preziosa Hermione, ma per dirti di stare attento: quando meno te lo aspetti…io sarò lì, alle tue spalle…pronto per finire quello che ho cominciato 16 anni fa, pronto per iniziare la nostra ultima battaglia. E stavolta niente potrà salvarti, neanche l’amore di tua madre!”

Detto questo, Voldemort non disse più niente.

“Ehi, aspetta! Devi dirmi cosa hai fatto a Hermione!”

Ma Voldemort si limitò a ridere. La risata diventava sempre più forte, più acuta e più crudele.

Harry prese ad agitarsi nel sonno fino a quando non aprì gli occhi: si ritrovò esattamente dove si era addormentato, nel suo letto.

Voldemort si era messo in contatto con lui per minacciarlo e ricordargli che, prima o poi, lo avrebbe fatto fuori. Ma non gli aveva detto cosa aveva fatto a Hermione.

Harry si sentiva la fronte bagnata di sudore, ma era un sudore freddo. Si passò un fazzoletto sul viso, asciugandolo.

Guardandosi in giro, Harry si accorse che tutti stavano dormendo: Dean, Seamus, Neville e Ron. Aveva paura di riaddormentarsi, così, il giovane Grifondoro si alzò e scese giù, nella sala comune. Sul divano ronfava beatamente il gatto di Hermione, Grattastinchi. Perché non era nel dormitorio delle ragazze del 7° anno?

Harry andò a sedersi accanto a lui e cominciò ad accarezzargli la nuca. Quante volte quello stesso morbido manto era stato accarezzato dalle mani di Hermione! Quante volte Grattastinchi si era accoccolato sul grembo di Hermione! In quel momento, però, Harry si sentì un po’ come Grattastinchi: solo e abbandonato dalla stessa persona. Certo, forse Grattastinchi, essendo un semplice gatto, non lo sentiva come Harry, però… insomma, era pur sempre qualcosa di molto simile.

“Siamo nella stessa barca, Grattastinchi! Siamo uguali: Hermione, probabilmente, non si occuperà molto di te quest’anno!”

“Ehi, quello non è il mio gatto?!” esclamò Hermione appena entrata in sala comune.

Lo stava guardando piuttosto infastidita. Ma dov’era stata fino ad allora?

Harry sorrise sarcastico e si alzò in piedi: “Beh…in effetti, anch’io sarei il tuo ragazzo, ma, a quanto pare, non ti ricordi!”

“Noi non siamo mai stati insieme!”

“Sì, certo! Ehi, lo sai chi ti sta facendo questo? Voldemort!”

“Voldemort non esiste più!”

“Già…e immagino che questa sia un’altra delle cose intelligentissime che ti ha detto il tuo Gregory!”

“Esattamente! Ormai, Voldemort è scomparso e non costituirà più un pericolo per noi!”

“Tipico di un Mangiamorte!”

“Greg non è un Mangiamorte!”

“Ah no? Perché non lo vai a chiedere a suo padre, al signor Tiger e, perché no, anche ai genitori della tua amica Parkinson. Perché non gli chiedi cos’è successo più di due anni fa qui a Hogwarts? Perché non gli chiedi della morte di Cedric e di me che non ho potuto fare niente per salvarlo?”

“Basta! Non ne posso più!” esclamò Hermione dirigendosi verso le scale.

Harry, accortosi di essere stato un po’ troppo duro con lei, le si parò davanti.

“Aspetta, ti prego!” disse più dolcemente.

“Cosa vuoi?”

“Non credi che potremmo diventare amici? In fondo…prima che ci mettessimo insieme, eravamo grandi amici!”

“Ancora con questa storia? Sono stufa di sentirti dire queste cavolate!”

Harry allora la prese per le braccia e la sbatté contro il muro.

“Quello che c’è stato tra noi era meraviglioso…era qualcosa di grande e io non credo che non ci sia rimasto niente ne tuo cuore, nonostante l’incantesimo di Voldemort!”

“Lasciami stare! Voldemort non mi ha fato niente!” esclamò Hermione agitandosi.

Harry aumentò la pressione sulle braccia per bloccarla e disse: “Ti giuro che ti farò tornare come prima! Cascasse il mondo questo corpo ritornerà alla sua legittima proprietaria!”

Detto questo, Harry non riuscì a trattenersi e la baciò. Le labbra erano sempre quelle di Hermione, ma il bacio aveva un sapore diverso…anche se Harry riconobbe qualcosa di vagamente familiare. Quando lui si allontanò da lei, Hermione riuscì a liberarsi e gli diede un ceffone, colpendogli la guancia sinistra.

“Ahia!”

“Come hai osato? Tu sei un essere spregevole! Greg aveva ragione a dirmi di stare lontano da te. Adesso, appena verrà a sapere quello che mi hai fatto, te la dovrai vedere con lui!”

“Io non ho paura di lui! E, comunque, lui non saprà mai che io ti ho baciata!” esclamò Harry massaggiandosi la guancia colpita.

“E come fai a essere così sicuro che non glielo dirò?”

“Semplice! Questo corpo, queste labbra sono sempre state di Hermione…anche mentre ti baciavo c’era qualcosa di lei e questo qualcosa ti impedirà di andare a dire a Greg quello che è appena successo!” disse lui sorridendo e mettendole un dito sulle labbra.

Hermione rimase per qualche secondo a contemplare quel sorriso, quasi arrogante, di Harry. Dopodiché scosse la testa, girò sui tacchi e se ne andò nel suo dormitorio.

Grattastinchi miagolò: si era svegliato e si stava stiracchiando. Harry si voltò a guardarlo.

“Beh…forse non tutto è perduto, sai , Grattastinchi!”

Harry si sedette di nuovo accanto al gatto dal pelo rossiccio e gli accarezzò il mento: “Tu che ne dici, bel gattone?”

Grattastinchi miagolò e cominciò a fargli le fusa, strofinandosi contro il petto di Harry.

“Credo che tu sia d’accordo con me!”

“Harry?!” lo chiamò una voce dietro di lui.

Harry si voltò e vide Ron : ” Oh…Ron, ciao !”

”Stai bene, amico?” chiese Ron avvicinandosi a lui.

” Sì, certo!”

“Sei sicuro?”

“Perché non dovrei esserne sicuro?”

“Beh…parlavi con un gatto!”

Harry rise: “Non ti preoccupare, Ron! Io e Grattastinchi stavamo parlando di Hermione. Sai…ci ha abbandonato entrambi!”

“Seh…capisco…”

Harry prese in braccio Grattastinchi: “Noi due, però, pensiamo che Hermione tornerà come prima!”

“Tutti lo speriamo, Harry!”

“Noi, invece, ne siamo convinti al 100%! Riusciremo a liberarla da Voldemort!”

“Harry, ma…non siamo ancora sicuri che sia stato lui!”

“Sì, Ron! Siamo sicuri: Silente ne è convinto e poi…Voldemort mi è appena entrato in sogno e me lo ha confermato, anche se non mi ha detto cosa le ha fatto precisamente!”

“E’ entrato nel tuo sogno?” chiese Ron spaventato.

“Sì! Tra l’altro…credo di aver sentito anche la voce di Hermione!” disse lui, perplesso.

“Hermione?”

“Proprio così! Voldemort ha sbagliato a prendersela con lei! Ora niente mi fermerà dal distruggerlo!”

“Ha-Harry…che ne dici…se andiamo a…dormire?”

“Oh…certo!”

Non sarebbe stato facile come dirlo a parole, però, Harry si sarebbe impegnato al massimo per sconfiggere una volta per tutte il Signore Oscuro. Sì, Harry lo avrebbe fatto pentire amaramente di essersela presa proprio con Hermione, nonostante lo stesso Voldemort si sentisse così sicuro di sé. Sembrava che avesse già la vittoria in mano.

Ma non era così: cos’aveva detto Voldemort?…..”Quando meno te lo aspetti”….E va bene, Harry sarebbe sempre stato pronto. In ogni istante, quell’anno, lui sarebbe stato pronto per affrontare il malvagio Signore Oscuro.

 

 

Bene, cosa ne pensate? Che può essere successo alla povera Hermione? i lettori più attenti dovrebbero capirlo, ci sono tutti gli indizi nella storia. Ad ogni modo, il prossimo capitolo si intitola “Niente come prima”.

Ringraziamenti…

Brynden: grazie per aver lasciato una recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Emma: però in hbp quella hermione, se è veramente come noi pensiamo, è sotto l’effetto di una pozione d’amore. Qui…beh…non posso dirlo, mi spiace!!

Herm88: ora siamo passati dall’hot al sad, al very very sad!!!! Povero harry!

Rosariopotter: ora ho aggiornato dopo 15 giorni, va bene? Però meno di così non posso fare, purtroppo!!! Cmq sì, ho letto hbp e mi è piaciuto molto, a parte le ship di questo sesto volume. Speriamo non siano le ship finali!

Harasauror: posseduta hermione? mmm…diciamo che…non è proprio proprio così!! Ma insomma la strada dovrebbe essere quella, almeno credo…uh, come sono misteriosa!!!!

Fedehermy: non ti preoccupare, non c’è nessuna terza gemella! È sempre lei, più o meno…come vedi ho anche aggiornato prima del solito, ma forse non accadrà più. E congratulazioni per i tre buoni voti!!! Mi manca così tanto il liceo!!! Che dici, vuoi far cambio?

Desdeus:complimenti, hai davvero un occhio di falco! Ma hai capito cosa è successo ad hermione?? questa anima nera da cosa è causata? Un indizio: anima…è un termine molto adatto!!

Marco: spero che non vorrai strozzarmi per questo, ti prego, devo ancora vivere, vorrei laurearmi prima, e soprattutto, finire le mie storie!!! Ti prego!!

Hastatus: dici che helen era strana al telefono? Non è più strana hermione? helen è sempre lei, ma hermione?? chi è veramente??

Lily: ti dispiace se ti chiamo così? È più comodo da scrivere! Cmq, io a hermione non ho fatto niente, semmai è stato…vabbè si capisce, zio Voldie!!! Ah, prima di continuare, sei ancora viva, vero? Non ti sei tolta la vita? Non potrei mai perdonarmelo, ti prego!

Mena: ahem…carina la recensione! Mi hai tolto le parole di bocca! Spero però che tu non voglia veramente venire qui a farmi fuori, altrimenti come farai a leggere la fine della storia?? Eheheh…cmq, sono veramente felice che la mia storia ti piaccia! E prego affinché non sia stata proprio questa a farti scrivere quella recensione. Altrimenti dovrei inserire tra gli avvertimenti: attenzione, non si conoscono gli effetti collaterali! Usare con cautela!

Maripotter: dai, dai, fammi sapere la tua idea, sono curiosissima!!

Really: grazie per la recensione. Scommetto che ora sarai ancora più curiosa!

 

A presto

Kia85

 

            

 

 

 

 

 

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Capitolo 36
*** Niente come prima ***


Nient’altro che noi!

 

 

 

7°ANNO

Capitolo 36: “Niente come prima!”

 

Purtroppo, per Harry non fu affatto facile riprendere il tram tram quotidiano a Hogwarts. Era molto peggio di quanto lui pensasse. Gli sembrava tutto così diverso: il fascino del castello di Hogwarts e del paesaggio circostante che ogni anno colpiva Harry era svanito all’improvviso. Probabilmente tutto era dovuto al cambiamento e all’allontanamento di Hermione.

“Non mi ero mai accorto di quanto tu tenessi a lei!” gli disse Mark, un giorno, mentre raggiungevano l’aula di Trasfigurazione.

Lui e Harry erano rimasti un po’ più indietro rispetto agli altri.

Harry sospirò: “Il mio problema è, credo, l’insicurezza. Non sono capace di mostrare i miei veri sentimenti e il motivo penso sia il fatto di aver passato un’infanzia non molto felice e di non aver avuto una sicurezza affettiva. I primi a darmi un affetto sincero sono stati proprio Ron e Hermione. E io non dimenticherò mai tutto quello che hanno fatto per me!”

“Sì, certo! Capisco quello che vuoi dire…Sai, anch’io ho paura di dimostrare a Helen quello che provo veramente per lei, ora più che mai. Se dovessi perderla…non so come reagirei. Siamo cresciuti insieme e, proprio quando era diventata un elemento fondamentale della mia vita, siamo stati separati. Averla ritrovata qui a Hogwarts è stato meraviglioso.- disse Mark- Io ho paura di dirle tutto l’amore che provo; invece, lei è straordinaria, sempre così dolce e affettuosa con me!”

“Tipico di una Granger! Hermione solo con uno sguardo mi faceva capire quanto fossi importante per lei ed è questo che mi manca di più!”

Sì, proprio quello sguardo che Hermione, adesso, rivolgeva a Gregory Goyle: anche se, con piacere, Harry aveva notato qualcosa di diverso in quegli occhi.

Durante l’ora di Trasfigurazione, Harry non distolse lo sguardo da Hermione e Goyle. Una cosa che sollevava Harry era il fatto che Hermione continuasse ad avere la sua solita passione per lo studio. Le labbra di Harry si incurvarono in un sorriso quando Goyle provò a stuzzicarla maliziosamente, ma lei lo respinse, anche piuttosto bruscamente.

“Così si fa!” pensò Harry vittorioso.

Lui aveva paura che la media dei voti di Hermione calasse: e questo non poteva accadere. Hermione aveva impegnato anima e corpo nello studio, in tutti quegli anni, e il suo lavoro non poteva essere distrutto a causa del piano diabolico di Voldemort.

Dopo la lezione di Trasfigurazione, gli studenti uscirono dall’aula. Harry, Ron e Mark avevano lezione di Divinazione, Draco Babbanologia e Helen e Christine Aritmanzia. Tutti si stavano dirigendo nelle rispettive aule. Davanti al gruppetto di Harry, c’erano Pansy, Tiger, Goyle e Hermione.

“Quante volte ti devo dire che non mi devi disturbare durante le lezioni?!” stava dicendo Hermione a Goyle.

“Oh, avanti, Hermy! Non stavo facendo niente di male!”

“E invece sì. Mi stavi distraendo!”

“Uff! Senti, mi dai un bacio così facciamo pace?” chiese lui, sporgendosi verso di lei.

Harry, divertito in un primo momento dalla discussione dei due, si irrigidì subito dopo aver sentito le parole di Goyle. Venne completamente invaso dalla gelosia: era già difficile vederla insieme a quel bestione, figuriamoci assistere a un loro bacio.

Fortunatamente, Hermione lo respinse: “Non puoi sempre sistemare tutto così facilmente!”

“E chi ti sopporta a volte?!” esclamò Goyle andandosene via.

“Ehi, dove vai? Devi andare a lezione di Divinazione!” gli urlò dietro Hermione.

Ma Goyle non rispose e si allontanò con Pansy e Vincent.

“Beh…almeno in questo senso non è cambiato nulla!” commentò Ron.

Harry aveva lo sguardo fisso su Hermione, che sembrava un po’ abbattuta: come aveva potuto trattarla così quello scimmione di Goyle? Come aveva osato dirle quelle cose? Hermione non doveva essere sopportata, ma vissuta, come aveva fatto Harry: lui ne era rimasto completamente travolto e ora impazziva nel vederla insieme a uno che non era neanche lontanamente degno di stare accanto a lei.

Hermione notò lo sguardo di Harry e se ne andò; ma lui la rincorse e le fu subito accanto.

“Aspetta, Hermione!”

“Uff! Che angoscia sei! Cosa vuoi ancora?!” chiese lei sbuffando.

“Non devi prendertela per quell’idiota! Hai fatto bene a trattarlo così!”

“Goyle non è un’idiota!”

“Beh…non vorrai definirlo dolce e romantico, vero?!” esclamò sarcastico Harry.

Forse, fu solo un’impressione di Harry, ma le labbra di Hermione si incurvarono in un sorriso. Harry l’aveva fatta sorridere: dopo tanto tempo lei aveva sorriso per lui. Quel pensiero felice rallegrò improvvisamente la giornata di Harry. Ma lei tornò subito seria.

“Gregory è diverso dagli altri!”

“E tu sei testarda come prima!” esclamò lui con un sorriso.

“Adesso, lasciami in pace!”

Lei fece per andarsene, ma Harry le tagliò la strada: era il solo modo con cui lei lo stava ad ascoltare.

“Non glielo hai detto del nostro segreto, vero?”

Hermione aprì la bocca per ribattere, ma non disse niente.

Così Harry gliela chiuse delicatamente con due dita e disse: “Hai fatto benissimo! Piano, piano anche tu, la nuova personalità di Hermione, ti stai accorgendo che Goyle non è adatto a te!”

“Perché non dovrebbe essere adatto a me?”

“Perché lui è un essere viscido, brutale, stupido e insensibile. Tu, invece, sei completamente diversa: hai una delicata bellezza, un grande coraggio, una spiccata intelligenza e sei dotata di grande sensibilità. Sei unica al mondo e puoi avere qualcuno molto meglio di Goyle!”

Hermione era rimasta incantata dalle parole di Harry: ma ciò non durò molto.

“Io…io devo andare! Arriverò in ritardo!”

“Ah, già..Tu odi arrivare in ritardo, soprattutto per Aritmanzia!”

Hermione sgranò gli occhi: probabilmente si stava chiedendo come facesse Harry a sapere quelle cose.

“E’ inutile che fai quella faccia…io ti conosco meglio di chiunque altro, anche meglio di colui che ti sta controllando!” disse Harry.

Hermione, senza dire nulla, andò via, mentre Harry tornò dai suoi amici.

“Stai a vedere che, adesso, anche la nuova personalità di Hermione si innamora di Harry!” commentò Ron.

“Non importa. Io la farò tornare come prima!”

“Mm…Ron, hai detto ‘nuova personalità’?” intervenne Helen.

“Sì, perché?”

La ragazza sembrava molto pensierosa: “Non lo so, mi ricorda qualcosa, forse…un incantesimo…”

“Un incantesimo? Quale?” chiese Harry ansioso.

“Non lo so! Non mi ricordo molto bene, ma non mi è nuovo un incantesimo che abbia a che fare con la personalità di un individuo.”

“E non potremmo fare delle ricerche?”

“Sì, sì! Ma sarà una cosa lunga. Dovrei consultare alcuni libri di incantesimi della biblioteca e sai benissimo che con tutti questi compiti abbiamo poco tempo!”

“Ti aiuterò io!” disse Harry.

“Anch’io!” aggiunse Ron.

“Penso che ti aiuteremo tutti!” esclamò Draco.

“Bene, allora cominciamo stasera dopo la scuola!”

“Ma noi abbiamo gli allenamenti!” disse Ron.

Harry si batté una mano sulla fronte: “E’ vero, me n’ero completamente dimenticato!”

“Ah, bravo! Che capitano affidabile!” commentò Ron.

“Anche noi abbiamo gli allenamenti!” aggiunse Draco.

Helen e Christine guardarono Mark che sorrise e disse: “Idem!”

“Beh, per questa sera provvederemo solo noi due e Ginny!” esclamò Christine sospirando.

“Ragazze, siete straordinarie!” commentò Harry.

“Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono fare di tutto!” disse saggiamente Helen. (Helen for president!)

“Come, per esempio, arrivare in ritardo a lezione di Aritmanzia!” aggiunse Ron. (******#####***§§§çç$$***…..ahem….la storia è finita, mi spiace, è venuto a mancare uno dei personaggi che risponde al nome di Ronald Weasley: un incidente, durante una bella giornata di sole è stato misteriosamente colpito da un fulmine!)

Helen e Christine, dopo essersi scambiate uno sguardo terrorizzato, scapparono via salutando con un “Ciao” i quattro ragazzi.

“Beh, ci conviene darci una mossa se non vogliamo arrivare anche noi in ritardo!” disse Mark.

Harry, Ron e Mark salutarono Draco e raggiunsero la stanzetta della Cooman. Di solito, ad ogni lezione trovavano sui tavolini ricoperti da tovaglie ricamate, oggetti utilizzati per la Divinazione: sfere di cristallo, tazze di tè, le gemme per la Litomanzia, il fumo dell’incenso per la Libranomanzia, ecc… Quel giorno, invece, i tavolini erano vuoti.

“Chissà cosa ha intenzione di fare oggi!” esclamò Ron, mentre prendeva posto ad un tavolino con Harry e Mark.

La professoressa Cooman cominciò a parlare con il suo solito tono di voce enfatico: “Salve a voi! Oggi ho intenzione di fare qualcosa di diverso: con il programma siamo a buon punto, di conseguenza vorrei darvi, in questa lezione, dei piccoli suggerimenti per diventare degli eccellenti praticanti della Divinazione. Questo è stato influenzato anche dal fatto che, con il mio Occhio interiore, ho letto il futuro e ho visto che tra voi ci sono molte persone che potrebbero intraprendere questa via.”

“Oddio, spero non capiti a me!” commentò Ron a bassa voce.

Calì e Lavanda, invece, erano molto elettrizzate all’idea di seguire le orme della loro professoressa preferita. Chissà cosa avrebbe detto Hermione se fosse stata presente.

Harry sorrise malinconicamente pensando alle possibili reazioni di Hermione: “Ma la senti, Harry? Il suo Occhio interiore! Ma se lei non ci vede già con i due occhi donatele gentilmente da Madre Natura! Oh…quante baggianate!”

Harry fu riportato alla realtà da Mark che gli diede una gomitata perché la professoressa aveva cominciato a spiegare.

“Tutto ok, Harry?” chiese Ron.

“Sì, sì!”

“Abbiamo visto che stavi ridacchiando da solo e ci siamo preoccupati!” disse Mark.

“Oh…io stavo solo pensando a…”

“A Hermione!” concluse Ron.

“Sì, mi hai letto nel pensiero?”

“No, ma ti ho mai detto che da un anno a questa parte sei di una monotonia assurda?!” esclamò Ron sorridendo.

Anche Harry sorrise e, poi, tutti e tre tornarono ad ascoltare la lezione della Cooman.

“Come avete appreso in questi cinque anni, la Divinazione utilizza diversi strumenti per conoscere il futuro: sfere di cristallo, foglie di tè, tarocchi, la lettura della mano, le pietre, le stelle e i sogni. Le pratiche della Divinazione sono utili per diversi motivi, non ultimo quello di imparare a prestare attenzione anche alle cose che di solito sfuggono alla vista. Come vi avevo detto al nostro primo incontro, anche per la Divinazione c’è chi è più o meno portato: ma, ricordate, anche se imparerete a divinare il vostro futuro dovete sempre tenere presente che l’avvenire è sempre in movimento ed evoluzione. Nulla è inevitabile, tutto ciò che accade dipende da come agiamo. Un piccolo gesto può cambiare le sorti e il corso degli eventi. Di conseguenza, non avrete mai la certezza che ciò che avete visto si verificherà. Per esempio, non sottovalutate le superstizioni. Queste sono molto diffuse anche tra i Babbani: rompere uno specchio porta sette anni di guai, così come passare sotto una scala porta sfortuna. Noi maghi e streghe possiamo aggiungere: scendere dalla scopa con il piede sinistro o, peggio, senza guardare cosa c’è sotto porta moltissima sfortuna. Mescolare nove volte una pozione in senso antiorario porta male, mentre indossare il cappello pendente verso destra porta fortuna. O se un gufo fa cadere una piuma su di voi, vuol dire che vi attendono gradite sorprese. E l’elenco non finisce qui: anche gli animali e il loro comportamento sono utili indicatori dell’avvenire, primi fra tutti i gatti. Se il vostro gatto si pulisce il muso o le orecchie, vorrà dire che sta per piovere; se vi segue è un buon segno, ma se abbandona la vostra casa accadrà presto una catastrofe. I Babbani credono che un gatto nero porti sfortuna. In realtà, i gatti neri sono degli elementi positivi per il vostro futuro!”

La Cooman parlò per tutta l’ora. A pochi minuti dalla fine, le palpebre di Harry cominciarono a vacillare pericolosamente.

“Harry!” lo chiamò Ron.

Harry scosse la testa: “Mm?”

“Resisti, manca poco!”

“Resisto…sì, resisto…”

Miracolosamente Harry riuscì a non cedere e a non addormentarsi. Finita la lezione, Harry, Ron e Mark uscirono dalla stanza e andarono in Sala Grande. Lì trovarono Christine, Helen, Ginny e Draco.

“Ciao!”

“Ciao!”

“Come è andata?” chiese Helen.

“Male. Mai vista una lezione così noiosa!” commentò Ron, sedendosi accanto a Christine.

“Mi dispiace! La nostra è stava interessante!” disse Helen.

“Meglio così!”

“Beh, noi andiamo a sederci di là!” disse Mark.

Lui e Draco dovevano raggiungere i tavoli delle loro rispettive case. Harry si sedette tra Helen e Ginny e notò Hermione seduta da sola poco più in là: sembrava triste.

“E’ stata così per tutta l’ora!” disse Helen.

“Vado da lei!” esclamò lui alzandosi.

“No!- disse Helen tirandolo giù- Dall’altra parte di questa stanza c’è l’attuale ragazzo di Hermione. Se ti vede ancora con lei…”

“Non ho paura di lui!”

“Lo so, ma Goyle potrebbe anche…pensare che sia lei a voler passare del tempo con te e, quindi, potrebbe prendersela con lei!”

“Se la tocca con un dito lo ammazzo!” disse Harry furioso al pensiero che Goyle potesse prendersela con Hermione.

“Stai calmo! Se tu non lo provochi, lui non le farà niente!”

“Sì, hai ragione! Ma…- disse Harry riportando lo sguardo sulla sua Hermione - …è così triste! Non so cosa darei per averla ancora tra le mie braccia e dirle che è tutto il mio mondo, che per un suo sorriso pagherei tutto l’oro del mondo!”

Helen gli mise una mano sulla spalla: “Harry, andrà tutto bene!”

Harry si voltò verso l’altra Granger: “Helen, lei mi manca così tanto!”

“Anche a me!- disse Helen prima di abbracciare Harry - Mi mancano le nostre chiacchierate prima di dormire…mi manca mia sorella…”

“Ma…evita anche te?!” chiese lui staccandosi dall’abbraccio.

“Sì, non mi parla più, non è più come prima, affettuosa, premurosa, spiritosa…è completamente cambiata!”

“Però…sai una cosa? La sera del nostro arrivo a Hogwarts, io l’ho baciata!”

“Davvero?”

“Sì! Certo, lei non era del tutto consenziente, ma qualcosa in quel bacio mi era familiare!”

“Beh…è un buon segno, no?”

“Spero proprio di sì!” disse Harry rivolgendo un ultimo sguardo a Hermione, prima di cominciare a mangiare.

******

Dopo la scuola, cominciarono gli allenamenti delle squadre di Quidditch. L’ordine era: Corvonero, Tassorosso, Grifondoro e, infine, Serpeverde.

Harry, prima dell’allenamento della sua squadra, decise di andare a trovare Hagrid: il guardiacaccia si trovava nel suo giardino.

“Harry?!”

“Ciao, Hagrid!”

Hagrid indossava grossi guanti di pelle e teneva in mano una boccetta di vetro contenente del liquido rosa.

“Che stai facendo?” chiese Harry avvicinandosi.

“Non ti avvicinare troppo, Harry. Può essere rischioso!”

Harry notò per terra una specie di fungo roseo, carnoso, coperto di rade, ispide setole nere.

“Cos’è?”

“E’ un Horklump!”

“Un Horklump?”

“Sì, è un animale che viene dalla Scandinavia. E’ sempre in cerca di giardini pieni di vermi di terra! Stamattina l’ho trovato nel mio giardino!”

“E cosa gli stai facendo?”

“Beh, sai…l’Horklump si riproduce in maniera prodigiosa e può ricoprire un giardino in pochi giorni. Perciò ho chiesto alla professoressa Sprite se aveva una pozione che gli impedisse di riprodursi!”

“Capisco!”

“Senti, Harry…ti va di entrare per una tazza di tè? Ho proprio bisogno di parlarti!”

“Certo, con piacere!”

Hagrid si tolse i guanti e, insieme a Harry entrò in casa. Il giovane Grifondoro si sedette su una sedia, mentre Hagrid preparava il tè.

“Allora, di cosa volevi parlarmi?” domandò Harry.

“Di te e Hermione!”

“Ah…già…”

Naturalmente, Harry se lo aspettava: ormai molti si erano accorti del brusco cambiamento del loro rapporto.

“Harry, cosa sta succedendo? Non state più insieme?” chiese Hagrid versandogli del tè in una tazza di colore blu.

“Ecco…non è proprio così…diciamo che è tutta colpa di Vol…ehm, Tu-Sai-Chi!”

“Tu-Sai-Chi?”

Harry bevve un sorso di tè, dopo averlo zuccherato: “Ascolta, Hagrid…Lui è tornato in azione questa estate e io l’ho sentito grazie alla mia cicatrice. Ne ho parlato con Silente e con l’ispettore Lewis: anche loro sono convinti che ormai il Signore Oscuro è pronto per affrontare quella che sarà l’ultima battaglia!”

“Ma…cosa c’entra Hermione?”

“Sembra che Tu-Sai-Chi le abbia fatto un incantesimo in estate: l’ha fatta cambiare, le ha fatto dimenticare i suoi amici e, naturalmente…anche me!”

“E perché sta con quello di Serpeverde?”

“Scommetto che fa tutto parte del piano di Tu-Sai-Chi: il suo unico scopo è quello di farmi soffrire psicologicamente e, per questo motivo, la usa contro di me!”

“E ci sta riuscendo…” disse Hagrid studiando attentamente Harry.

“Sì, aggiungerei benissimo!” commentò Harry prima di sfuggire allo sguardo di Hagrid dietro la tazza di tè.

“Non sai quale incantesimo l’ha colpita?”

Harry bevve gli ultimi sorsi di tè e scosse il capo: “Non lo so, ma Silente e gli Auror stanno facendo delle ricerche e anche noi ci stiamo organizzando per cercare qualcosa di utile sui libri in biblioteca!”

“Harry…- disse Hagrid mettendo una mano sulla spalla di Harry -…quando hai bisogno di parlare con qualcuno, sai dove trovarmi!”

Harry sorrise, si alzò in piedi e abbracciò Hagrid.

“Grazie mille, Hagrid!”

Ormai era giunto il momento di andare al campo di Quidditch per gli allenamenti. Così, Harry salutò il guardiacaccia e si diresse verso lo spogliatoio. Lì c’erano già tutti i componenti della squadra: Ron, Dean, Dennis, Neville, Seamus e Aileen.

“Harry?! Dov’eri finito?” chiese Seamus.

“Stavo parlando con Hagrid!” rispose Harry cominciando a cambiarsi.

Il giovane capitano di Grifondoro aprì la sua borsa e vide la tuta che gli aveva regalato Hermione per il suo diciassettesimo compleanno: rimase per qualche secondo a fissare la tuta, ricordando la mattina in cui Hermione era entrata in camera sua per consegnargli il regalo. Forse non avrebbe dovuto indossarla, ma qualcuno contraddisse il suo pensiero.

“Credo che dovresti indossarla, amico!” esclamò Ron.

“Come?” domandò Harry un po’ spaesato da ciò che aveva appena ricordato.

“Voglio dire, la nostra Hermione te l’ha regalata perché tu la indossassi durante gli allenamenti. Sarebbe un peccato che tu non lo facessi e lei ci rimarrebbe male, non trovi?”

Harry sorrise: “Sì, hai ragione!”

Ron annuì e poi gli diede una pacca sulla spalla; Harry si cambiò e, quando ebbe addosso la tuta per l’allenamento, si sentì come se stesse indossando un po’ di Hermione. Il dialogo con Hagrid lo aveva leggermente depresso, ma Harry cercò di tenersi su: non poteva lasciarsi andare, la squadra aveva bisogno di lui come Capitano e come Cercatore. Non era nei suoi piani deludere i suoi compagni che si impegnavano moltissimo per la squadra.

La squadra di Grifondoro, non appena fu pronta, si recò nel campo di Quidditch con le scope e le palle per giocare.

“Harry, se non te la senti, possiamo anche allenarci da soli. Vedrai che gli altri capiranno!” gli disse Ron, mentre si dirigevano verso il campo.

“No, ce la faccio!”

“Sei sicuro?”

“Sì!”

“Come vuoi!”

Non appena furono sul campo, Harry si rivolse a tutta la squadra: “Allora, vediamo se l’estate vi ha rilassato o meno! L’anno scorso abbiamo vinto, ma quest’anno non dobbiamo sottovalutare i nostri avversari: sono estremamente determinati a sottrarci il titolo di Campioni di Hogwarts! Voglio che tiriate fuori il meglio di voi stessi!”

La squadra di Grifondoro cominciò gli allenamenti. Prima di tutto Harry fece allenare i Cacciatori e, contemporaneamente, anche Ron, come Portiere. I loro riflessi non erano dei migliori, ma per il primo allenamento della stagione, potevano anche andare bene. Dopodiché, Harry incaricò Aileen di controllare i Battitori che dovevano respingere i Bolidi diretti contro Dean e Dennis. Lui, invece, insieme a Ron, che cronometrava, si allenò a cercare e acchiappare il Boccino d’Oro. Per più di una volta il

Cercatore di Grifondoro impiegò abbondanti minuti per scovare il Boccino.

“Harry, puoi fare di meglio!” disse Ron, dopo che Harry prese per l’ennesima volta la pallina volante.

“Sì, lo so. Pensavo che sarei andato meglio, invece…”

“Invece, ti riprenderai!” esclamò Ron convinto di quel che diceva.

“Lo spero proprio!”

Alla fine fecero una specie di partita: i Cacciatori dovevano affrontarsi tra di loro e riuscire a segnare; i Battitori dovevano respingere i Bolidi; Ron doveva parare e Harry cercare il Boccino. I suoi compagni non se la stavano cavando male. Lui, invece, aveva qualche problema: cercava, cercava, ma sembrava che il Boccino non volesse farsi trovare dal Cercatore. Harry vide, però, qualcos’altro: una persona seduta sulla riva del lago…una ragazza. Non era una ragazza qualunque.

“Hermione!”

Sì, era proprio lei: sola, seduta sulla riva del lago…così bella da far incantare Harry…

“Ehi, Harry! Stanno arrivando quelli di Serpeverde!” esclamò Ron.

Harry distrattamente notò la squadra di Serpeverde che stava entrando in campo.

“Ok, per oggi può bastare!”

La squadra di Grifondoro scese per terra, ritirò le proprie cose e si incamminò verso gli spogliatoi. Quando le due squadre si incrociarono, Harry e Ron si fermarono a parlare con Draco.

“Ehilà!”

“Ciao! Come è andata?” chiese Draco.

“Oh…abbastanza bene!” rispose Ron.

“Magnifico!”

“Sei stato in biblioteca?” chiese Harry.

“Sì, ma le ragazze non hanno trovato niente per il momento. Gli incantesimi che hanno analizzato fino ad adesso erano troppo evidenti, sicuramente qualcuno se ne sarebbe accorto!”

“Mm…capisco!”

In quel momento, passarono accanto a loro Tiger e Goyle e, quest’ultimo, con un sorriso maligno a 32 denti, si scontrò bruscamente con la spalla di Harry che si voltò a guardarlo. I due ragazzi si scambiarono degli sguardi fulminanti.

“Non riesco più a tenerli a bada!” sospirò Draco.

“Posso chiederti una cosa che, tra l’altro, ti aiuterà anche per questo problema?” domandò Harry.

“I consigli sono sempre ben accetti!”

“Fai far loro un allenamento durissimo, da farli rimanere senza fiato!” propose Harry.

“Ehi, non starai diventando un sadico?” esclamò Ron.

“No, è un ottimo piano!” commentò Draco.

“Grazie!” disse Harry dandogli una pacca sulla spalla.

Harry e Ron salutarono Draco e andarono a cambiarsi nello spogliatoio. Dopodiché Ron disse a Harry che avrebbe raggiunto le ragazze in biblioteca.

“Tu non vieni?”

“Ah…devo andare in un posto!”

“E dove esattamente?”

“Ehm…c’è Hermione sulla riva del lago…”

“Aaahhh…ho capito!”

“Beh, a dopo!”

“Ciao!”

Harry si incamminò velocemente verso il lago. Quando la vide, rallentò l’andatura e si mise dietro di lei, accarezzandole i capelli. Hermione si voltò immediatamente verso di lui.

“Ciao!” la salutò lui.

“Cosa ci fai qui?” chiese con arroganza Hermione.

Harry si sedette accanto a lei: “Sono venuto per farti compagnia!”

“Vattene! Non ho bisogno di compagnia, tanto meno della tua! Sto bene come sto!”

“Ma se non sbaglio a te non piaceva stare sola: non ricordi i primi mesi qui, a Hogwarts, quando non ci parlavamo? Oppure quando litigavi con me e Ron?”

“Io…io non ho bisogno di te né dei tuoi amici!” esclamò lei alzandosi in piedi.

Harry la imitò e la prese per un braccio: “Ah, sì? Non hai bisogno dell’affetto e del sostegno di tua sorella e dei tuoi amici? Non hai bisogno dell’amore del tuo ragazzo?”

“Io ho già un ragazzo e degli amici!”

“Quegli ‘amici’ non potranno mai capirti come Ron, Christine, Helen e tutti gli altri. E poi Goyle sarebbe il tuo ragazzo? Come puoi considerare tale uno che ti tratta come se fossi la sua schiava?”

“Lui non mi tratta come una schiava!” esclamò lei ribellandosi alla sua presa.

Harry, perciò, la afferrò anche per l’altro braccio.

“Hermione, non è amore quello di Goyle!- disse più dolcemente Harry – Lui è solo un servo di Voldemort: sta con te solo per realizzare il piano del suo Signore!”

“No, non è vero! Stai zitto!” esclamò lei, agitandosi.

Allora, Harry la attirò a sé e l’abbracciò, accarezzandole i capelli.

“Senti, questo è amore…il mio amore per te! Lui non ti potrà mai dare questo!”

“Harry…” sentì il giovane Grifondoro.

La voce di Hermione sembrava più calda…più vera…

“Cosa hai detto?”

Hermione si staccò dall’abbraccio bruscamente.

“Lasciamo stare, ti prego!”

“Mi hai chiamato per nome, con il tono che usava lei!”

“Non è vero! Ti prego, non mi tormentare più!”

“Non mi arrenderò così facilmente!” disse lui.

Hermione chinò gli occhi e se ne andò.

Harry l’aveva sentita, aveva sentito la voce di Hermione, la sua Hermione. Forse tutto ciò era stato causato dall’abbraccio di Harry, che in qualche modo aveva fatto risvegliare la vera Hermione. Ma niente sarebbe tornato come prima fino a quando Hermione non sarebbe tornata da lui. E per prima cosa Harry doveva capire che incantesimo aveva usato Voldemort contro Hermione. Nel contempo, il giovane Grifondoro doveva anche pensare alla scuola, che diventava ogni giorno più pesante per quelli del settimo anno. Hermione, certo, veniva prima di tutto: ma Harry non voleva deludere Sirius, Rachel e Silente. Lui, ormai, aveva deciso: si sarebbe impegnato a scuola e sarebbe presto diventato un grande Auror per contrastare chi faceva soffrire la gente…come stava facendo Voldemort con lui.

 

 

Sorry, sorry, sorry per il ritardassimo!!! Non sto avendo molto tempo in questo periodo, ho anche cominciato a lavorare! Uffa! Lasciamo perdere! Che mi dite di questo capitolo? Vi è piaciuto? Io non ne sono molto soddisfatta, ma non sapevo proprio come modificarlo. Il prossimo si intitola: “Grifondoro contro Serpeverde!”, cioè Harry versus Goyle!!! Atmosfera rovente!!

Ringraziamenti.

Emma: eh sì, proprio con quel gorilla! Perché? Beh, non volevo introdurre nuovi personaggi. Ce ne sono già troppi e volevo restare nel mondo creato dalla rowling, quindi con i suoi personaggi! Goyle l’ho scelto perché riferendomi agli attori ho scelto il più alto e quello con la faccia meno stupida!! Ti pare?

Desdeus: uh, mi stava venendo un colpo quando hai detto che il capitolo non ti era piaciuto. Poi ha precisato che era per come si stava evolvendo la storia, meno male!! Harry in questo periodo deve essere un po’ lunatico, depresso ma anche determinato. Credo che la situazione lo richieda! Comunque, tanto per essere precisi, non è successo veramente niente a Hermione mentre era in vacanza!

Marco: non oseresti torturare la sottoscritta! Altrimenti non potrei comunque continuare a scrivere! Ahahahaha!!! Però questo capitolo ti è piaciuto, no? Insomma, forse c’è uno spiraglio di salvezza.

Brynden: grazie per aver recensito!

Rosariopotter: per quello che hai detto dovrei non risponderti! Insomma, ricorda che sei un auror e noi auror non ci arrendiamo mai! MAI, chiaro?? E ricorda tutto ciò che è palese non corrisponde a realtà nella testa della rowling! Guarda sirius: era palese che voleva uccidere harry e poi, come è finita?? E Piton: era palese che nel primo libro fosse lui l’aiutante di voldemort, e poi?capito?

Harasauror: mmm, non è proprio così, non è né l’uno né l’altro…poi vedrai, vedrai, scopriremo presto cosa sta succedendo!

Fedehermy: manifestazione di protesta? Allora eri tu che hai organizzato quella cosa a bengasi? Scherzo! Per la tua ipotesi…no comment! E stai sicura che all’università per certi aspetti rimpiangerai il liceo, anche se questo può essere il peggior liceo che esista!

Lily: solo una cosa ti dico: io sono sempre per l’happy ending , non riusceri mai a scrivere una storia in cui loro due non stanno insieme o uno di loro dovesse morire! E grazie per l’informazione gratuita su herm88. salutala!

Really: sì, infatti, tra qualche capitolo (qualche non vuol dire cinque, ma un po’ di meno!) ci sarà una svolta importante!

Francys: sono contenta che tu abbia cominciato a leggere la mia storia!! E sono contenta che ti piaccia, fa sempre piacere sentirsi dire queste cose! Grazie!!

mena: grazie a te per le bellissima recensione e per le bellissime parole, sono commossa! Cmq, non ho ancora spiegato cosa è successo a hermione, lo farò prossimamente!

Hhrtruelove: no, mia piccola grande rivelazione, non è successo niente durante le vacanze! Quindi, purtroppo, non ha azzeccato! Cmq, se harry è il protagonista è normale che tutti si accaniscono su di lui, no? Ed è vero che quella scena ricorda james e lily, non ci aveva fatto caso prima che me lo dicessi tu! La partita dell’inter l’avevo vista con il digitale e me ne pento! Ogni volta che la guardo o perde o pareggia! Poi mio papà dice che non è vero! Cmq il gol annullato era giusto. Aveva alzato la mano l’arbitro e quello non l’hai visto! Se solo buffon avesse toccato la palla era regolare! Maledizione! Grazie ancora per la tua recensione. Hai sempre parole bellissime per me e te ne sono grata, perché in un periodo un po’ deprimente come questo mi fanno molto piacere!

 

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 37
*** Grifondoro contro Serpeverde ***


Nient’altro che noi!

 

 

7°ANNO

Capitolo 37: “Grifondoro contro Serpeverde!”

 

Hermione aveva cominciato a evitare Harry e lui non la disturbò più perché avrebbe finito per farsi odiare. Gli impegni di Quidditch lo aiutavano a distogliergli la mente dai pensieri su Hermione, Goyle e Voldemort. Si avvicinava, infatti, la partita Grifondoro-Serpeverde: una sfida molto importante tra le due squadre di Quidditch più forti di Hogwarts. Gli allenamenti erano iniziati per Grifondoro non nel migliore dei modi. Ma Harry era determinato a sconfiggere Serpeverde e, in particolare, l’odiato Goyle. La considerava una specie di rivincita.

La sera prima della partita, la sala comune era piena di studenti di Grifondoro: i più intraprendenti cercavano di studiare, mentre tutti gli altri parlavano della partita di Quidditch insieme ai giocatori. Harry si trovava sul divano accanto al caminetto con Ron, Christine, Helen e Ginny. Ron era convinto che avrebbero vinto loro, mentre Harry non ne era poi così sicuro. Ma la determinazione e la voglia di vincere certo non gli mancavano. A un certo punto entrarono nella sala comune Hermione e una ragazza del quinto anno, diventata da poco Prefetto, che guardava la Caposcuola con profonda ammirazione e devozione. Entrambe erano appena tornate dalla riunione con gli altri Prefetti, con i professori e con Silente.

“Potrei avere un attimo la vostra attenzione?” disse Hermione.

Tutti i presenti nella sala comune si voltarono per guardarla e tacquero immediatamente.

“Durante la riunione appena conclusasi, il Preside ha parlato della gita a Hogsmeade: si terrà nel prossimo finesettimana, dato che in questo inizia la stagione di Quidditch. C’è, però, qualche limitazione.”

“Cioè?” esclamò Seamus.

“Ecco…il preside prega tutti gli studenti di non allontanarsi dalle vie principali di Hogsmeade. Quindi, non ci si può avvicinare alla Stamberga Strillante nè passeggiare per i giardini nei dintorni!”

“Per quale motivo?” chiese Lavanda.

“Beh…questo non ce lo ha detto con precisione: ma sappiamo che è comunque per questioni di sicurezza!”

Quella notizia non fu presa molto bene dagli studenti. Harry e Ron si scambiarono uno sguardo. Sicuramente era tutto dovuto al ritorno di Voldemort.

“Ok, è tutto! Grazie per l’attenzione!” disse Hermione, che, poi, andò verso le scale del dormitorio.

Ma qualcuno la chiamò: “Ehi, Hermione!”

La ragazza si voltò, cercando con lo sguardo chi l’aveva chiamata: era stato uno del sesto anno.

“Sì?”

“Domani per chi tiferai?”

Hermione fu presa in contropiede: non se l’aspettava.

“Scusa?!”

“Non tiferai per Serpeverde, vero?”

“Sicuramente questi non sono affari tuoi!”

“Non è che Goyle ti sta usando come spia?”

“Cosa te lo fa pensare?” esclamò Hermione, mentre si era generato un rumore di sottofondo a causa di qualche studente che stava commentando la situazione.

“Beh…ultimamente, stai sempre con quelli di Serpeverde e…l’altro giorno ho visto che ti aggiravi dalle parti del campo di Quidditch proprio quando si stava allenando la nostra squadra. Dì la verità: vai a spiare per i Serpeverde!”

Hermione non rispose: non era abituata a queste accuse. Si trovava in difficoltà e Harry non poteva stare a guardare.

“Basta così!”

Il ragazzo del sesto anno e Hermione guardarono Harry.

“Ma…Harry…”

“Hermione non ci stava spiando!”

“Allora…possiamo sapere che vi sta succedendo?”

Harry doveva aspettarsi che il cambiamento nella relazione tra il capitano della squadra di Quidditch e la Caposcuola di Hogwarts non passasse inosservato e fosse, quindi, sulle bocche di tutti.

“Ecco…noi abbiamo litigato e…ci siamo lasciati!”

“Ma sembravate così felici!” commentò Lavanda.

Quanto era vero…e quanto quelle parole fecero male a Harry…

Il giovane Grifondoro sospirò: “Sentite…non vorrei essere sgarbato, però…sono cose che riguardano solo noi due, perciò…fatevi gli affari vostri.”

Hermione scoccò un ultimo sguardo a Harry e, poi, salì le scale, raggiungendo il proprio dormitorio. Harry, invece, aspettò che tutti i presenti ricominciassero a parlare e, dopo aver dato la buonanotte ai suoi amici, andò a letto. Stette un po’ prima di addormentarsi, ripensando a quanto era appena successo. Hermione non gli aveva rivolto sguardi di gratitudine: sembrava, invece, che fosse arrabbiata con lui. Ma per quale motivo?

 

*****

 

La mattina successiva Harry si alzò molto presto, ma fu l’unico: tutti i suoi compagni di stanza e di squadra erano ancora a letto.

Perciò, Harry, dopo essersi cambiato, aprì prima di tutto le tende dei loro letti a baldacchino e poi spalancò le finestre. Qualcuno cominciò a svegliarsi malamente.

“Aaaahhhh…la luce…” disse Ron.

“Sveglia! Coraggio! E’ ora di alzarsi!” esclamò Harry.

“Noo…ti pregooo…Harry…” disse Seamus.

“Vi aspetto giù tra venti minuti, lavati, vestiti e svegli!” ordinò Harry, uscendo dalla stanza.

“Capitano, mio capitano (da “L’attimo fuggente”) …non sai quanto non ti sopporti in questo momento…”commentò Ron.

Harry scese giù in sala comune: sperava che almeno Aileen e Dennis si svegliassero presto. Sicuramente loro non erano pigri come Seamus, Ron e gli altri.

“Oh…”

La sala comune non era vuota come, invece, si aspettava Harry: Hermione era in piedi, vicino alla finestra e guardava fuori con aria assente. Infatti, lo ignorò completamente, mentre lui le si avvicinava: era più forte di lui, non riusciva a starle lontano.

“Buongiorno!”

“Vattene! Non ti voglio vedere!”

“Non è vero!”

“E invece sì! Lasciami in pace!”

Hermione era più scontrosa del solito: cosa le era successo?

“Ehi, cos’hai?” chiese lui dolcemente, accarezzandole i capelli.

Hermione allontanò bruscamente la mano di Harry.

“Non ti sopporto più! Per colpa tua, Goyle è arrabbiatissimo con me!”

“Perché?”

“L’altro giorno, sul lago…lui ci ha visti dal campo di Quidditch! E…abbiamo litigato!”

“Come mai ti importa così tanto di quello scimmione?!”

Per tutta risposta, Harry ricevette uno schiaffo.

“Ahi!”

“Non osare mai più parlare così di Gregory e, soprattutto, non ti avvicinare mai più a me!”

“Ma non posso starti lontano. E’ più forte di me!”

“Questi sono solo problemi tuoi!” disse lei e uscì dalla sala comune.

Harry non sopportava che Hermione fosse talmente arrabbiata con lui. Ma non poteva pensarci in quel momento. Il suo unico obiettivo, nelle ore seguenti, era vincere la partita contro Serpeverde e, magari, acchiappare il Boccino d’Oro sotto gli occhi di Goyle. Quella sì che sarebbe stata una grande soddisfazione!

Harry raggiunse gli spogliatoi dopo che gli altri componenti della squadra si unirono a lui. Si cambiarono velocemente e poi Harry cercò le parole adatte per quella prima partita della stagione.

“Bene, ragazzi. Questo è l’inizio di un anno che, spero, sarà meraviglioso come quello appena trascorso. Desidero da voi lo stesso impegno, determinazione e voglia di vincere che l’anno scorso ci hanno fatto conquistare la Coppa di Quidditch. Vi prego di farlo per me: l’anno non è cominciato proprio nel migliore dei modi. L’unico mio svago è il Quidditch…ed è anche la mia unica speranza di riuscire in qualcosa!”

Un moto di depressione lo fece bloccare. E, dopo un momento di imbarazzante silenzio, qualcuno parlò.

“Harry, ce la faremo, vedrai!” esclamò Aileen.

“Sì, non preoccuparti.Saremo i migliori in campo!” commentò Seamus.

“Vinceremo tutte le partite, capitano!” disse Dean.

Harry sorrise: “Grazie, ragazzi!”

La fiducia e l’entusiasmo dei suoi compagni gli infusero coraggio e nuova speranza.

“Ok, andiamo!”

La squadra di Grifondoro entrò in campo insieme a quella di Serpeverde. Prima di salire sulle proprie scope, Harry e Draco si strinsero sportivamente la mano. Come al solito la folla era divisa a metà, tra la tifoseria giallorossa e quella verdeargento. Chissà se Hermione stava veramente dalla parte di Serpeverde con Pansy Parkinson oppure era fedele alla sua casa di appartenenza. D’altronde, quando Hermione era insieme a David Bradley, il Prefetto di Corvonero, tifava per Grifondoro. Ma in quella situazione non c’entrava Voldemort: a causa sua Hermione non era fedele né a Harry, né ai suoi amici e tanto meno ai colori di Grifondoro. Tutto ciò, per Harry, era uno stimolo in più per battere Serpeverde.

Nel frattempo, il Cercatore di Grifondoro aveva preso posizione proprio di fronte a Draco.

“In bocca al lupo, Harry!” esclamò Draco.

“Spero che vinca il migliore!”

Madama Bump fischiò e lanciò la Pluffa ai Cacciatori. I più veloci furono i Grifoni e, in particolare, Aileen che prese la Pluffa a cominciò a scartare rapidamente i giocatori di Serpeverde. Tiger le scagliò contro un Bolide, ma lei, accortasene in tempo, passò la Pluffa a Dean e riuscì a evitarlo. Dean, a pochi metri dagli anelli, lanciò la Pluffa e segnò 10 punti per Grifondoro.

Harry, dopo aver seguito questa azione, cominciò a cercare il Boccino d’Oro e sorvolò il campo: in aria non vide nulla, perciò scese di pochissimi metri. Intanto Serpeverde aveva pareggiato con un tiro praticamente impossibile da parare.

“Non fa niente, Ron!” esclamò Harry per sollevare il morale dell’amico che facilmente si deprimeva.

Ron lo guardò annuendo e poi, sgranando gli occhi, urlò: “Attento, Harry!”

Il Cercatore si voltò appena in tempo per vedere Goyle che gli stava venendo addosso, ma, all’ultimo momento, deviò, ridendo di gusto.

Madama Bump fischiò: “Blatching commesso dal Battitore di Serpeverde! Rigore per Grifondoro!” 

Draco raggiunse Goyle e gli disse furibondo: “Dico, sei impazzito? Stiamo giocando seriamente!”

Ma Goyle non lo stava a sentire e continuava a ridere.

“Potevi anche fargli male se non ti fossi controllato!”

“Sarebbe stata una vera disgrazia!” esclamò Goyle andando via.

Harry si avvicinò a Draco che gli disse: “Mi dispiace molto per ciò che ha fatto!”

“Non devi preoccuparti, Draco.”

Il rigore venne effettuato da Dennis che, fin troppo facilmente, segnò: quindi 20 a 10 per Grifondoro. Per Harry quel risultato andava bene come prima vittoria dell’anno: doveva solo prendere il Boccino d’Oro. Già, ma dov’era?

Harry faticava a intravederlo: riusciva a cogliere giusto qualche luccichio che poi, però, svaniva immediatamente. D’altronde il Capitano non si aspettava più di tanto dalle sue capacità: prima di tutto perché aveva passato l’intera estate senza allenarsi; e secondo, perché quello che era successo a Hermione, nonostante tutti gli sforzi di Harry per non pensarci, occupava la sua mente notte e giorno.

Tuttavia, Harry non poteva permettere che, per colpa sua, ne andasse di mezzo il rendimento di tutta la squadra.

“Coraggio, Harry!” si incitava il giovane Grifondoro.

Harry aguzzò la vista e perlustrò nuovamente tutto il campo: quando guardò verso il basso, vide che il Boccino stava passando proprio sotto di lui, ma con direzione opposta. Istintivamente, Harry chinò in avanti la scopa fino a completare un giro di 180°; dopodiché lo inseguì velocemente. Il Boccino gli fece fare un bel giro per tutto il campo, ma Harry non aveva che occhi per lui. Non gli sarebbe sfuggito!

Draco aveva cominciato a seguirlo dalla parte opposta. I due Cercatori si stavano avvicinando sempre di più e, tra di loro, c’era il Boccino. Harry, però, fu il più veloce ancora una volta e, quando il Boccino svoltò bruscamente a sinistra, lo acchiappò. La folla esultò, mentre Madama Bump decretava la fine della partita e la vittoria di Grifondoro. Solo nell’istante successivo all’aver acchiappato il Boccino d’Oro, Harry si accorse che tutto era successo sotto gli occhi di Goyle. Il cuore, per quanto poteva, gli si riempì di soddisfazione e vendetta.

“Oh, che peccato! Vero, Greg?- disse Harry fintamente dispiaciuto, rigirando tra le mani la preziosa pallina d’oro per farlo vedere meglio a Goyle- Lo vuoi un consiglio? Pensa meno a fare lo stupido…ma che dico? Se sei stupido non pensi, quindi…prova a impegnarti di più. Il tuo Capitano non merita giocatori senza cervello come te!”

Goyle ringhiò, ma sapeva di non poterlo prendere a botte davanti a tutti i professori e a tutta la scuola. Harry, soddisfatto, si allontanò e raggiunse i suoi compagni a terra. Draco andò a congratularsi con Harry e Ron.

“Mi dispiace per quel discorsetto a Goyle. E’ stato più forte di me!” disse Harry.

“Ah, non fa niente! Se lo meritava: è stato come sempre un grande idiota!”

La festa della prima vittoria di Grifondoro continuò nella sala comune. Tutti fecero i complimenti a Harry, Ron e a tutta la squadra: erano euforici, felici e, da un accenno di sorriso sulle labbra di Hermione, Harry intuì che anche lei lo era.

 

*****

 

Il weekend successivo ci fu la gita a Hogsmeade. Harry si unì ai suoi amici tanto per fare qualcosa a per distrarsi. Hermione invece era rimasta a Hogwarts perché Goyle le serbava ancora rancore. Gli studenti, durante quella gita, non potevano allontanarsi dalle strade principali di Hogsmeade. Così, Harry e i suoi amici fecero un giro per le vie “sicure” e, poi, andarono ai Tre Manici di Scopa: entrarono, si sedettero e ordinarono sette calde Burrobirre.

Parlarono del più e del meno fino a quando Draco, che era stato sempre molto pensieroso quel giorno, disse con tono serio: “Harry…devo dirti una cosa!”

Harry, preoccupato dalla serietà di Draco, chiese: “Cosa devi dirmi?”

“Si tratta di Hermione!”

Beh, aveva fatto bene a preoccuparsi!

“Le è successo qualcosa?” chiese ansioso.

“No, no! Il fatto è che…tu sai che lei e Goyle avevano litigato perché lui ti ha visto insieme a lei, vero?”

“Si…certo…” rispose lui annuendo sconsolato.

“Beh, ho sentito delle ragazze di Serpeverde parlare tra loro l’altro giorno: dicevano che Hermione ha chiesto a Pansy e a un’altra ragazza di aiutarla a fare un regalo per Goyle.”

“Un regalo?” ripeté Helen.

“Sì, un regalo perché a metà novembre è il compleanno di Goyle, ma anche perché lei, a quanto pare, vuole chiedergli scusa con qualcosa di particolare!”

“Cosa intendi per particolare?” chiese Harry sempre più preoccupato.

“Non ho sentito, non lo sa nessuno a parte quelle tre!”

“Devo scoprirlo!”disse Harry.

“Potremmo chiederlo a Pansy!” propose Draco.

“Non te lo dirà mai!” commentò Ginny.

Draco guardò Ginny: “C’è un modo per farselo dire!”

“Quale?” domandò Harry.

“Ecco…Pansy ha sempre avuto un debole per me, quindi…”

“Quindi?” esclamò Ginny inarcando le sopracciglia per un moto di gelosia.

“Potrei…provare a…sì, insomma…a sedurla…”

“Che cosa?!”

“Ma Ginny…”

“No, non se ne parla. Quella è una vipera! Chissà cosa potrebbe farti!” esclamò Ginny tutta rossa in viso.

“Ehi, Ginny, non preoccuparti, io non le farò niente, non la toccherò…e neanche lei farà niente. Non lo permetterò!”

Ginny non disse nulla. Perciò, intervenne Harry.

“Ti prego, Ginny…non chiederei a Draco di fare una cosa del genere se non per un buon motivo. E Hermione è un buon motivo per me, per sua sorella e, ne sono sicuro, anche per voi altri che siete i suoi migliori amici.”

Ginny guardò Harry e sembrava che il suo sguardo si fosse ammorbidito.

“Se vuoi potremmo anche assistere da sotto il Mantello dell’Invisibilità, così potrai controllare il tuo Draco!” propose Harry.

Ginny sorrise ed esclamò: “E va bene! Mi hai convinta!”

Harry sospirò sollevato, mentre Draco diede un bacio sulla guancia a Ginny.

“Allora, quando agirete?” chiese Helen.

“Il più presto possibile!” disse Harry.

“Al ritorno da Hogsmeade!” esclamò Draco.

Tutti lo guardarono sorpresi per la sua fretta: probabilmente, pensò Harry, voleva togliersi questa spina dal fianco il più presto possibile. Sarebbe stato molto difficile per Draco cercare di sedurre una ragazza di cui non gli importava più di tanto e Harry lo sapeva bene.

“Sono d’accordo!”

Draco guardò Harry e annuì: “Perfetto. Allora faremo così: io mi posizionerò all’entrata della Sala Grande per l’ora di cena. Harry e Ginny andranno a prendere il Mantello e mi raggiungeranno. Quando arriverà Pansy io le chiederò di fare una passeggiata con  me e voi mi seguirete! – disse Draco riferendosi a Harry e Ginny- Dopodiché entrerà in azione il mio savoir faire!”

“Piano più che geniale!” commentò Ron.

“Grazie!”

Harry era molto preoccupato: aveva sempre avuto una specie di sesto senso per tutto ciò per cui doveva preoccuparsi. E il problema appena sorto rientrava tra quelli. Ultimamente, però, tutto ciò che riguardava Hermione era ciò per cui Harry doveva preoccuparsi.

Così, una volta arrivati di nuovo a Hogwarts, cominciò la loro missione segreta. Harry e Ginny seguirono le istruzioni di Draco e lo raggiunsero con il Mantello dell’Invisibilità sulla soglia della Sala Grande.

“Siamo qui, Draco!” bisbigliò Ginny.

“Magnifico!”

“E’ già passata?” chiese Harry.

“No!”

Ci volle ancora qualche minuto prima che arrivasse Pansy e in quei minuti passarono anche Goyle e Tiger.

“Ehi, Malfoy, che stai facendo? Sostieni il muro?!” esclamò Goyle ridendo.

“Chiudi quella fogna, Goyle!” disse Draco.

Dopo che Tiger e Goyle erano entrati nella Sala, arrivò Pansy.

“Ciao, Pansy!” la salutò Draco cercando di essere convincentemente sensuale.

Pansy si irrigidì e lo guardò rossa in viso.

Draco le si avvicinò e ripeté: “Ciao!”

“C-ciao…Draco!”

“Come va?”

“B-bene!”

Draco sorrise e si passò una mano tra i capelli biondo platino.

“Ti va di venire a fare una passeggiata con me?” chiese poi.

“Oh…ma tu…non dovresti essere con la tua Weasley?”

“Beh, lei non verrà certo a saperlo, non trovi?” sghignazzò Draco.

Ginny ebbe un fremito e Harry ne intuì il motivo: Draco sembrava veramente tornato come prima.

“Mm…non dirmi che sta tornando il mio Draco?” chiese lei accarezzandogli maliziosamente i capelli.

Ginny aprì la bocca, ma Harry gliela tappò con una mano: non poteva rovinare tutto proprio all’inizio!

Draco rise: “Allora, ci stai?”

“Certo!”

Draco e Pansy si allontanarono, ma, prima di seguirli, Harry lasciò Ginny e le disse: “Ginny, stai calma! Altrimenti lei si accorgerà della nostra presenza!”

“Sì, hai ragione! Scusa!”

“Coraggio, andiamo!”

Harry e Ginny seguirono Pansy e Draco che si allontanarono dalla Sala Grande: i due Serpeverde cominciarono a parlare. A un certo punto Pansy gli chiese l’esatto motivo per cui le aveva chiesto di fare quella passeggiata. Draco sorrise e guardò per terra.

Pansy si fermò e gli disse: “Ti sei già stancato di lei o ti sei accorto che non è quello il tuo vero stile di vita?”

Ginny si morse il labbro. Draco, invece, guardò Pansy e si avvicinò a lei, sospingendola contro il muro. Pansy arrossì violentemente trovandosi bloccata dal corpo di Draco. Il giovane Serpeverde le mise una mano sul fianco e con l’altra le accarezzò il viso, facendola rabbrividire.

“Non credo ti interessi veramente!” commentò Draco avvicinando il viso a quello della ragazza.

Pansy sembrava completamente in balia di Draco.

“Piuttosto…sono curioso di sapere cosa sta facendo la Granger…perché la stai aiutando?”

“Sta…sta preparando un regalo per Gregory…”

“E sarebbe?”

“Vuole farsi perdonare per aver dato retta a quell’idiota di Potter…”

Questa volta fu Ginny a trattenere Harry per le braccia.

“Ma che tipo di regalo è?”

Pansy sembrava un burattino nelle mani di Draco che la manipolava come voleva lui.

“Ha pensato qualcosa di originale e di piccante…”

Harry drizzò bene le orecchie: cosa voleva dire piccante?

“In che senso piccante?” chiese Draco.

“Una specie di balletto provocante per sedurre Gregory!”

Che idiozia era quella? Hermione non era tipo da fare cose del genere.

“Una specie di striptease?” azzardò Draco sconcertato.

“No…solo un balletto per provocarlo.”

“Per provocarlo?”

“Sì, Hermione ha detto che se poi dovesse capitare qualcos’altro con lui…sarebbe più che consenziente!”

Draco rimase senza parole così come Ginny. Harry, invece, si sentì morire: non poteva accadere ciò, Hermione con Goyle…

“A proposito…io la accompagnerò nel balletto…se vuoi puoi venire a vedermi…” disse lei, attirandolo a sé attraverso la cravatta.

Draco scosse la testa.

“Neanche morto!” esclamò e poi si allontanò da Pansy.

Ginny e Harry lo seguirono. Quando furono ben nascosti dalla vista di Pansy, Ginny si tolse il mantello e corse ad abbracciare Draco.

“E’ stato orribile!” commentò Ginny.

“Lo è di più quello che abbiamo scoperto!” esclamò Draco accarezzandole i capelli.

Lui e Ginny guardarono Harry che stava ripiegando il mantello: aveva un’espressione apatica, ma dentro di lui c’era una tempesta di rabbia che voleva, ma non poteva, mostrarsi apertamente, perché Harry cercava sempre di reprimerla.

“Grazie, Draco, per la tua disponibilità!” disse Harry.

“Senti, Harry, vedrai che non accadrà niente tra di loro!” esclamò Draco.

“Sì, certo. Dovrebbe accadere un miracolo: come, per esempio, che Goyle diventi uno che cominci a rispettare Hermione e non si approfitti di lei!”

“Lo impediremo!” disse Draco.

“E come?- esclamò Harry  che sentiva crescere dentro di sé la rabbia ogni secondo- Non c’è niente che possiamo fare per impedirlo!”

Draco gli indicò il mantello e Harry assunse un’aria interrogativa.

“La festa di Goyle avverrà nella sala comune di Serpeverde; io potrei farti entrare con la nostra parola d’ordine. Naturalmente dovresti stare sempre sotto il mantello, però…dopo che le ragazze si saranno esibite, con un semplice Nox spegneremo tutte le luci, prenderemo Hermione e la porteremo nella torre di Grifondoro, dove Goyle non potrà entrare in alcun modo!” propose Draco.

“Ma…dovremmo fare molto in fretta! –disse Harry preoccupato- Non ce la potremmo mai fare!”

“Oh, porca miseria, Harry! Io sono quello cambiato, non tu! Dov’è finito il tuo coraggio?”

“Hermione ha bisogno di te, Harry. Devi farcela!” esclamò Ginny.

Era vero: Hermione non avrebbe mai fatto una cosa del genere e lui doveva impedire che accadesse a qualunque costo. Ce la doveva fare perché Hermione, quella vera, sicuramente contava su di lui.

“Avete ragione! Allora, faremo così!” esclamò Harry con determinazione.

“Benissimo!”

Draco e Ginny comunicarono l’orripilante notizia al resto del gruppo quando, insieme a Harry, raggiunsero la Sala Grande. Ne furono tutti piuttosto sconvolti e, in particolare, Helen, che si portò le mani sulla bocca.

“Non è possibile!” commentò Christine.

“Dobbiamo impedire che avvenga!” disse Ron.

Allora Draco spiegò loro anche il piano elaborato pochi minuti prima.

“E’ molto rischioso!” commentò Ron.

“Per Hermione questo e altro!- disse Harry- Vedrete che ci riusciremo!”

Gli amici di Harry lo guardarono molto preoccupati, chiedendosi, probabilmente, come aveva preso quella notizia; ma Harry non aveva molta voglia di parlarne. Perciò, dopo aver mangiato qualcosa, diede la buonanotte a tutti e se ne andò. Non appena fu uscito dalla Sala Grande, Harry si sentì chiamare: era Helen.

“Helen?”

“Ciao!”

“Ciao, ma…”

“Ma cosa ci faccio qui?”

“Sì, esatto!”

“Volevo sapere come stai. Te ne sei andato prima che noi potessimo chiedertelo.”

“E’ proprio per questo che me ne sono andato!”

“Sì, l’avevo immaginato! Però, noi siamo tutti preoccupati per te e, naturalmente, per Hermione!”

Harry guardò Helen negli occhi: era sincera e aveva la stessa espressione preoccupata di Hermione.

“Non è stata una bella notizia, però se c’è anche una sola possibilità di sottrarla dalle grinfie di Goyle…io la sfrutterò al massimo.”

“Bene e, per darti la carica, voglio dirti una cosa.”

“Cioè?”

“Un giorno, mentre eravamo in Italia, stavamo parlando di…insomma, di cose…uff, come posso dirtelo?” esclamò lei agitandosi.

“Helen, calmati. Cosa vuoi dirmi?”

Helen inspirò profondamente: “Lei ti ama tanto, Harry, e…ecco, a questo proposito, non so se faccio bene a dirtelo, però lei…mi ha confessato che vorrebbe trascorrere la sua…prima volta con te…”

Il cuore di Harry si fermò per poi sobbalzare e ricominciare a battere con un ritmo irregolare.

“Da-davvero?”

“Sì!”

Le parole di Helen risuonarono nella mente di Harry per tutta la serata. La sua prima volta…con Harry. Lui non riusciva ancora a crederci: era più che fantastico perché lui e Hermione volevano esattamente la stessa cosa. Harry si stese sul letto con un mano sulla fronte. Dopo quello che gli aveva detto Helen, Harry si sentiva ancora più invogliato a tirare Hermione fuori da quella insopportabile situazione. Voldemort stava esagerando: Hermione non era tipo da fare quel genere di cose e Harry non ci teneva a vederla conciata come…come una di strada.

Harry forse non poteva fare molto per evitare l’esibizione, ma sicuramente poteva evitare che Goyle le mettesse le mani addosso.

Il giovane Grifondoro sentiva dentro di sé che la sua Hermione era da qualche parte: lui l’avrebbe ritrovata e avrebbe fatto tornare tutto come prima.

 

 

 

A parte il tremendo ritardo di cui mi pento e mi dolgo, forse dovrei anche chiedere perdono per questo capitolo. È in assoluto il capitolo che mi piace meno. E se non vi è piaciuto per favore fatemelo sapere! Nel prossimo capitolo “Odio e amore” vedremo se Harry riuscirà a tirare fuori Hermione da questo macello.

Ringraziamenti…

Roby92: sono davvero colpita, io non riuscirei a fare la stessa cosa, intendo andare a leggere le r/hr. Ti ringrazio per la recensione. Per la fine mancano più o meno dieci capitoli!

Emma: tra qualche tempo harry soffrirà un po’ meno, promesso! Che mi dici di questo capitolo, come ti è sembrato?

Brynden: grazie per la recensione.

Francys: per scontro tra titani intendevi la partita? Almeno quella è andata bene per Harry, non può essere sfigato in tutto!

Desdeus: questa cosa della tortura non mi piace. Cmq, immagino che questo capitolo non abbia migliorato la situazione, vero?

Fedehermy: troppo dolce? Beh, ma come potrebbe mostrare la sua rabbia, non serve a liberare hermione, non trovi? Diciamo che si è un po’ sfogato durante la partita!

Rosaripotter: prima che hermione torni come prima ce ne vuole ancora…però tra qualche capitolo si avrà un miglioramento..

Lily: come hermione tornerà come prima? Bah, chi lo sa! Non posso dirlo, diciamo che forse si scoprirà prossimamente, molto prossimamente!

Marco: metti da parte l’idea della tortura per un po’ e sinceramente fammi sapere cosa pensi di questo capitolo!

@fanny88hp@: grazie per le recensioni. Cmq, cho dovevo mettercela perché sono partita dalla fine del quarto anno e non potevo far scomparire la cotta di Hary per cho in un batter d’occhio, non trovi?

Harasauror: e va bene mi hai scoperto, hermione è stata colpita da una tegola della casa di sirius ed è diventata così. Certo che potevi anche non dirlo, almeno tenevo la suspance negli altri lettori. Scherzo! Hermione non è proprio proprio posseduta. Ma questo lo spiegheremo nel prossimo capitolo!

Hhrtruelove: don’t worry, helen non è pericolsa per harry e hermione, anzi…sarà proprio lei nel prossimo capitolo a…ops, sto dicendo troppo! cmq, il lavoro non mi sta uccidendo, infatti ieri ho preso il primo stipendio(evvai!)! anche se è molto faticoso come lavoro! Le tue recensioni sono sempre così carine! Grazie davvero, sei troppo gentile con me! Però devo rimproverarti! Non hai ancora recensito il nuovo capitolo della storia sui malandrini!

 

 

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 38
*** Odio e amore ***


Nient’altro che noi

 

7°ANNO

Capitolo 38: “Odio e amore!”

 

Più si avvicinava il compleanno di Goyle, più Harry aveva paura, ma nello stesso tempo era impaziente: cercava di non mostrare il suo stato d’animo ai suoi amici che erano, come lui, molto ansiosi.

Il piano era: la sera Draco e Harry nascosto dal mantello dell’Invisibilità sarebbero entrati nella sala comune dei Serpeverde, avrebbero assistito all’esibizione, con l’incantesimo Nox avrebbero spento tutte le luci e, con un po’ di fortuna, avrebbero portato via Hermione, raggiungendo la sala comune di Grifondoro, dove gli amici di Harry li avrebbero aspettati facendo ricerche sui possibili incantesimi che potevano aver colpito Hermione.

La fatidica sera arrivò come un fulmine a ciel sereno: si trovavano tutti nella sala comune di Grifondoro.

“Scusate, ma…poniamo il caso che scoprano Harry…-disse Ron-…cosa farete?”

Draco e Harry si guardarono.

“Beh…non pensiamoci adesso!” commentò Draco.

“Al massimo…possiamo scappare!”

“Originale come piano!” disse Ron.

“Ma…credo che sia veramente l’unica cosa che possono fare!” intervenne Helen.

Helen, Christine e Ginny avevano recuperato più libri possibili per le loro ricerche e avevano obbligato Ron e Mark ad aiutarle.

“Beh…credo che dovremmo andare: sta per iniziare la festa di Goyle!” disse Draco, controllando l’orologio.

“Ok, andiamo!”

“Buona fortuna!” augurarono i loro amici.

Harry prese il mantello e, insieme a Draco, uscì dalla sala comune, seguendo l’amico verso la torre di Serpeverde. Harry c’era già stato cinque anni prima, ma non si ricordava la strada.

“Paura?” chiese Draco.

“Non è proprio paura di quello che potrebbe accaderci, ma di non riuscire a salvare Hermione!”

“Ce la faremo! Non ti preoccupare!”

“Non so…tutto questo ottimismo non mi convince molto!” disse Harry.

“Non dirmi che stai diventando cinico, Harry?!”

“No, almeno…non credo!”

“Beh…penso proprio che un po’ di sano ottimismo non ti faccia male!” esclamò Draco.

“Sì, probabilmente hai ragione!”

“Comunque, ti senti carico?”

“Perché?”

“Perché siamo arrivati!” esclamò Draco, indicandogli la parete squallida di fronte a loro che costituiva la porta della torre di Serpeverde.

“Oh…”

Il cuore di Harry cominciò a battere forte: sentiva di non essere pronto a vedere in quel genere di situazione; ma si fece coraggio, respirò profondamente e si infilò sotto il mantello.

“Amatorius!” disse Draco.

La porta si aprì, ma i due non entrarono.

“Amatorius?” ripeté Harry.

Draco sorrise: “Non immagini neanche cosa vuol dire!”

“Cosa vuol dire?”      (Andatevelo a cercare sul dizionario di latino!)

“Non sarò io a dirtelo! Entriamo?”

Harry guardò l’entrata e respirò di nuovo profondamente: “Sì!”

I due ragazzi entrarono nella sala comune della torre di Serpeverde. Non era cambiata da cinque anni prima: era lussuosa, ma, nello stesso tempo, cupa, fredda e umida. C’erano molti studenti: ragazze, ma soprattutto ragazzi. Stupidi bestioni già in preda agli ormoni in attesa di vedere tre ragazze esibirsi come se fossero in un night club, sbavando per ogni loro movimento.

“E’ uno spettacolo orripilante!” sussurrò Harry.

“Harry, shhh!”

“Oh…Draco…sei qui!!” esclamò una ragazza, notando il biondo Serpeverde.

Le ragazze intorno a lei cominciarono a ridacchiare, tutte eccitate per la presenza di Draco, che però non ci fece molto caso.

“Ragazze, Draco prima di tutto è un uomo, giusto?” disse uno del sesto anno.

“Seh…certo…” mormorò Draco che, seguito da Harry, andò ad appoggiarsi a una parete, molto vicino alla zona in cui si sarebbero esibite le ragazze.

All’improvviso, arrivò una ragazza accolta da applausi e fischi di apprezzamento.

“Signore e signori, benvenuti a questa serata organizzata per il compleanno del nostro caro Gregory. La sua ragazza, Hermione Granger, ha preparato un bel regalino per lui. Ma il festeggiato ancora non è a conoscenza di cosa si tratta! Dunque…carissimo Gregory, ti lasciamo scoprire il tuo regalo: ti avverto che sarà molto…dirrty!”

Partì immediatamente una musica, le luci si spensero e i ragazzi cominciarono a fischiare: Goyle sembrava eccitato e Harry aveva una gran voglia di spaccargli la faccia.

“Guarda quell’idiota! Sembra un toro in calore!” sussurrò Harry.

“Un toro?!” disse Draco.

“Sì, con tanto di corna!”

“Perché?” chiese Draco divertito.

“La sera del nostro arrivo a scuola ho baciato Hermione!”

Draco rise e anche Harry era divertito, ma quando entrarono le tre ragazze, divenne serio e non distolse mai lo sguardo da Hermione. La ragazza indossava una gonnellina a pieghe che più corta non si poteva, calze a rete, scarpe da ginnastica e una maglietta stretta, un po’ stracciata che le scopriva un filo di pancia e le spalle. L’avevano truccata in modo pesante e tra i capelli spuntavano delle ciocche nere. Harry si sentì male a vederla così conciata. Quella, decisamente, non era Hermione, non aveva niente che si potesse collegare anche solo lontanamente alla meravigliosa persona che lo aveva fatto innamorare.

Hermione si muoveva sulle note della canzone in modo volgarmente provocante. Harry si ricordò la sera del suo 16° compleanno, quando Hermione era stata costretta a buttarsi nelle danze da Ginny e Christine: in quell’occasione Hermione era stata particolarmente brava a fargli provare una forte e piacevole emozione; perché lei aveva un atteggiamento dolcemente sensuale, delicatamente provocatorio e non era volgare come quella ragazza che si stava esibendo davanti a lui con l’unico scopo di vendere se stessa per farsi perdonare da un idiota che non meritava neanche di guardarla con certi occhi.

Quella straziante esibizione durò ancora per qualche minuto e Goyle era veramente eccitato: Harry doveva riuscire a portare via Hermione da quel luogo che non era per niente adatto a lei.

“Harry, sta per finire! – disse Draco- Tieniti pronto!”

“Ok!”

Harry prese la bacchetta: lui avrebbe fatto l’incantesimo perché Draco non poteva farsi vedere. Poi cominciò ad avvicinarsi a Hermione.

Il balletto finì, Harry sussurrò “Nox” e le luci si spensero. Tutti applaudirono pensando che facesse parte della fine del balletto e, nel frattempo, Harry prese Hermione, le tappò la bocca e se la caricò sulle spalle, coprendola con il mantello. Dopodiché, insieme a Draco, uscì dalla sala comune di Serpeverde.

C’erano riusciti: era un miracolo, Harry non poteva ancora crederci. Hermione, però, cominciò ad agitarsi dando calci a Harry.

“Ce la fai, Harry?” chiese Draco, mentre si dirigevano verso la sala comune di Grifondoro.

“Credo di sì!” disse Harry, ma a un certo punto il mantello scivolò giù.

Hermione era talmente agitata che Harry non riuscì più a trattenerla; così lei ne approfittò per liberarsi.

“Si può sapere che cosa ti prende? Perché non mi lasci stare e non ti fai gli affari tuoi?”

“Ma non ti sei accorta che stavi umiliando te stessa, vendendo il tuo corpo a Goyle?” esclamò Harry.

“Prima di tutto, stavo solo mostrando il regalo di compleanno al mio Greg; e secondo io faccio quello che voglio con il mio corpo!”

Sentendo quelle parole…”il mio Greg”… Harry sentì il sangue ribollire nelle sue vene per la rabbia che a stento riuscì a controllare.

“No! Non potrai fare quello che vuoi fino a quando ci sarò io a impedirtelo! Tu stai solo occupando il suo corpo e io devo evitare che tu infanghi la sua dignità!”

Hermione sbuffò, alzando gli occhi al cielo: “Non dirmi che stai parlando ancora di quell’altra ipotetica me stessa?!”

“Esatto!”

“Senti, credo che tu ti sia sognato tutto!”

“No! Lei è esistita e continua a esistere nel mio cuore. Io dovevo proteggerla, ma non ci sono riuscito. Perciò adesso ho evitato che tu facessi quello che avevi intenzione di fare con Goyle. Hermione non avrebbe mai fatto una cosa del genere!”

Hermione scosse la testa e chiese: “Ma che stai dicendo? Io sono Hermione e ti ripeto per l’ennesima volta che non siamo mai stati insieme!”

“Non è vero! Voi eravate una coppia perfetta da fare invidia a tutti!” disse Draco.

“Sentite, Greg mi ha detto che sono sempre stata insieme a lui e a nessun altro. E dato che è il mio ragazzo, gli credo ciecamente!”

“Ascolta un secondo, Hermione: tu sei sempre stata innamorata di Harry, solo di lui. Quando vi siete messi insieme eri talmente felice. Non ho mai visto due persone innamorate come voi! Possibile che non ti sia rimasto niente nel cuore?!” chiese infine Draco.

Hermione guardò Harry come se lo stesse studiando: Harry sperava che per mezzo di qualche miracolo Hermione ricordasse tutto all’improvviso, ma la realtà fu ben diversa.

“Mi spiace, ragazzi. L’unico sentimento d’amore che provo è per Greg. Harry mi rende indifferente!”

Quelle parole sconvolsero la mente di Harry: indifferenza? Era questo che provava Hermione per lui? Non voleva crederci, desiderava ardentemente che fosse solo un orribile incubo: quando si sarebbe svegliato, ci sarebbe stata Hermione a tranquillizzarlo.

No, non poteva essere così crudele la realtà: Hermione doveva tornare da lui a tutti i costi!

Il suo istinto prevalse sulla ragione: la prese tra le sue braccia e la strinse così forte che Hermione non poté più muoversi.

“Dopo quello che abbiamo passato insieme, non puoi rimanere indifferente a me, mentre io non faccio che pensare a quanto ci sta accadendo. Ogni volta che ti vedo con lui ho sempre una gran voglia di spaccargli la faccia e portarti via. Perché non lo capisci?…Oh, Hermione, ti prego…torna da me…”

Il disperato sfogo di Harry lasciò Hermione e Draco ammutoliti. Poi, Harry notò che Hermione stava lentamente nascondendo il viso nel suo petto, mentre con le braccia ricambiava il suo abbraccio. Per un momento Harry provò nuovamente quella familiare sensazione di pace e amore che solo una persona riusciva a infondergli.

“Harry…ti prego…aiutami…” disse Hermione con un tono dolce e caldo.

Incredulo, Harry si allontanò di poco da lei: era tornata come prima?

“Cosa hai detto?”

Ma qualcosa gli confermò il contrario: Hermione si staccò da lui violentemente.

“Ehi, ma che ti è preso? Sei impazzito? Non osare toccarmi mai più!” esclamò lei arrabbiata e fece per andarsene.

“Aspetta un attimo! Cosa hai detto prima?” chiese nuovamente Harry, parandosi davanti a lei.

 “Non ho detto proprio niente!” sbuffò lei, voltandosi dall’altra parte.

Ma Harry la costrinse a guardarlo negli occhi: “Hai detto: Harry, ti prego…aiutami!”

“Per l’amor del cielo, lasciami stare, adesso! – esclamò lei, indietreggiando- Hai detto che non potevo rimanere indifferente a te, vero? Beh…sappi che sto cominciando ad odiarti!”

Cosa? Lei lo stava odiando? Era troppo da sopportare: lei non poteva odiarlo. Lui la stava solo aiutando. Harry provò un forte dolore che gli faceva bruciare il petto.

Poi, all’improvviso…

“Ehi, voi!” esclamò una voce che si rivelò appartenere a Goyle.

“Oh, meno male, Greg!” sospirò Hermione, avvicinandosi a lui.

“Si può sapere che scherzo è questo?” chiese Goyle furioso.

Ma il bestione di Serpeverde non guardava Harry: si stava rivolgendo a Hermione.

“No-non è uno scherzo…lui mi ha…portata via…” provò a dire Hermione con voce tremante.

“Ah, certo…e come ha fatto ad entrare?”

“Non lo so!”

“Ti avrei perdonata se questa sera fossi stata mia!”

“Davvero?”

Perché Hermione era felice? Perché le brillavano gli occhi di gioia? Lui la stava solo sfruttando e lei non lo capiva!

“Sì, ma adesso credo che non lo farò più!”

“Ma, Greg…”

“Quante volte ti devo dire che appartieni a me, non a lui?! Non devi dar retta a nessuno, devi sottostare solo a me…in ogni momento e devi fare quello che ti dico io!”

“Io…”

“Zitta! Razza di sgualdrinella da due soldi!” esclamò Goyle, alzando pericolosamente una mano.

Harry non poteva sopportare altro: così, si diresse verso Goyle e, prima che quest’ultimo la percuotesse, gli afferrò il polso.

“Se la tocchi con un dito ti ammazzo e giuro che non sto scherzando!- esclamò minaccioso Harry- Non osare mai più trattarla così, perché altrimenti io lo verrò a sapere, ti verrò a cercare e non la passerai liscia!”

Goyle fulminò Harry con lo sguardo, ma lui rimase impassibile e lo allontanò da Hermione.

“Ti ha aiutato Malfoy a entrare, vero?” disse Goyle, guardando l’ex-amico.

“Vattene via, Goyle! Lei non appartiene a te, non appartiene a nessuno!” esclamò Harry, minacciandolo con la bacchetta.

Stava provando un odio molto forte nei confronti di Goyle: sentiva che voleva fargli molto male.

Fortunatamente per lui, Goyle rise e se ne andò. Harry guardò Hermione: era molto scossa, tremava e le guance erano umide.

“Non avresti dovuto farlo!” disse lei con voce flebile.

“Ah, no? Quindi avresti preferito che io gli permettessi di picchiarti sotto i miei occhi!” esclamò Harry, facendo fuoriuscire un po’ di rabbia che serbava nel suo cuore.

Hermione gli sorrise: probabilmente stava solo cercando di nascondere quanto fosse felice che Harry avesse impedito a Goyle di picchiarla e lui lo sapeva benissimo.

“Non pensavo fosse capace di fare una cosa del genere!” disse lei, appoggiandosi con la schiena al muro.

Harry le si avvicinò e le asciugò le lacrime con una mano: “Non dare ascolto a quello che ti dice lui. Tu appartieni solo a te stessa: non sei un trofeo da vincere, sei un essere umano e, se mi permetti, trovo che tu sia un essere umano straordinario!”

“Perché fai tutto questo?” chiese lei con un sorriso sulle labbra.

“Cosa?”

“Perché sei sempre così carino con me e mi proteggi da lui?”

Harry guardò per terra, mettendosi le mani in tasca: “Lo vuoi proprio sapere?”

“Sì!”

Per tutta la sera e, in quel momento particolare, Harry sentiva come un peso nel petto che faticava ad uscire. Ma, forse, proprio lei lo avrebbe aiutato a liberarsi di quel peso opprimente.

“Perché…io ti amo!”

Hermione sgranò gli occhi e lo stesso accade a Draco.

“Beh…amo Hermione, la mia Hermione…” si corresse Harry.

Hermione sospirò: “Chissà…forse, c’è qualcosa di vero in quello che mi hai detto…”

“Così come c’è qualcosa di Hermione in te!” esclamò Harry, sorridendole.

“Ehm…Harry, credo che dovremmo andare, adesso! Se Gazza ci scopre, siamo nei guai!” intervenne Draco.

“Sì, hai ragione! Hermione, vieni con noi, vero?”

La ragazza annuì e, insieme a Harry e Draco, si incamminò verso la torre di Grifondoro. Harry non poteva ancora credere di essere riuscito a dire due semplici paroline come ‘Ti amo’. Si era liberato di quel peso, ma non era ancora soddisfatto: in fondo, quella non era proprio Hermione. E lui non desiderava altro che confessare i suoi sentimenti alla vera Hermione.

Il giovane Grifondoro notò che Hermione fu percorsa da un brivido di freddo; così si tolse la tunica dell’uniforme e gliela porse.

“E’ meglio se ti copri, altrimenti potresti ammalarti. Poi mi toccherà prendere gli appunti anche per te!” disse Harry.

Hermione si infilò la tunica di Harry, che conservava il calore del suo corpo, e lo guardò con aria interrogativa: “Come fai a sapere che io chiederei a qualcuno di prendere appunti anche per me?”

“Semplice, è già successo! Ed è stato faticoso, ma l’ho fatto con molto piacere, solo per aiutare te!”

Hermione gli sorrise: “Allora, grazie!”

Harry arrossì, facendo divertire Draco che camminava al suo fianco.

Dopo qualche minuto, i tre ragazzi arrivarono in sala comune. Helen appena vide Hermione fece un sospiro di sollievo, ma, subito dopo, fu shockata dall’abbigliamento che colpì anche tutti gli altri.

“Hermione, stai bene?” chiese Helen.

La ragazza annuì e poi, dando la buonanotte alla sorella, salì le scale, raggiungendo il proprio dormitorio.

Non appena Hermione fu scomparsa, Helen chiese: “Ma come l’hanno conciata? Sembra una…”

“Lo so, è stato orribile vederla così, ma l’importante è che siamo riusciti a portarla via da lì prima che Goyle le mettesse le mani addosso!” disse Harry.

“Sì!”

Harry e Draco si sedettero vicino ai loro amici.

“Avete trovato molte difficoltà?” domandò Ron.

“No!”

Harry pensò che sarebbe stato meglio non dire che Goyle aveva provato a picchiare Hermione: avrebbe fatto preoccupare ancora di più Helen e tutti gli altri.

“Allora…avete scoperto qualcosa di interessante?” chiese Draco.

“No, non c’è niente di niente. Sono tutti incantesimi troppo vistosi e difficili anche da capire!” commentò Ron.

“Ehi, Helen!” chiamò Harry, ricordandosi di una cosa.

La ragazza alzò la testa da un volumone spesso almeno 5 cm e guardò Harry: “Sì?”

“Poco fa io e Hermione abbiamo discusso e io l’ho abbracciata: mentre la stavo abbracciando lei mi ha detto ‘Harry, ti prego, aiutami’. E ti giuro che aveva lo stesso tono di voce della nostra Hermione: sembrava proprio lei! Tu credi che possa voler dire qualcosa? Non è la prima volta che accade!” esclamò Harry.

Helen divenne pensierosa e si strofinò il mento con due dita. Poi, improvvisamente, chiuse di colpo il libro, facendo sobbalzare Ron e Mark seduti accanto a lei.

“Ci sono!” esclamò Helen, correndo subito in camera sua.

“Cosa avrà scoperto?” chiese Mark.

“Non lo so. Ma, qualunque cosa sia, spero che sia valsa la pena farmi spaventare in quel modo!” commentò Ron.

Helen tornò immediatamente in sala comune con il libro di scuola di Incantesimi dell’anno precedente e lo sbatté per terra, sedendosi a sfogliarlo.

“Caspita! Ma come ho potuto dimenticarmene!” esclamò lei.

“Cosa?” chiese Christine, raggiungendola a terra.

“Credo di aver capito quale incantesimo ha colpito Hermione!”

“Davvero?” chiese Harry.

“Sì e ti dico che l’abbiamo studiato l’anno scorso ed era anche una domanda agli esami!”

“Qual è?” domandò Christine.      (anche il sistema scolastico inglese è scadente, allora)

Tutti erano ansiosi e guardavano Helen impazienti di scoprire l’incantesimo che aveva colpito Hermione. Fino a quando Helen non trovò la pagina…

“Eccolo! L’Incantesimo Muto Indolem!”

“Complimenti, signorina Granger!” esclamò Silente, entrando nella sala comune.

I sette ragazzi guardarono il Preside che a sorpresa si era appena unito a loro.

“Professore, ma…” disse Harry.

“Che ci faccio qui? Volevo solo informarti di ciò che avete appena scoperto voi molto abilmente.”

“Oh…”

Silente si sedette su una poltrona.

“Ma lei può entrare nella sala comune di Grifondoro?” chiese Ron.

“Posso entrare in tutte le sale comuni delle case di Hogwarts, ma sono l’unico, non preoccupatevi!”

“Ah, meno male…cominciavo ad avere paura di ritrovarmi anche Gazza qui in sala comune!” commentò Ron.

Silente rise e poi disse a Helen: “Signorina Granger, perché non leggi cosa dice il libro sull’Incantesimo Muto Indolem?”

“Certo! Allora…Incantesimo Muto Indolem: uno dei più potenti incantesimi di magia nera. Consiste nel tenere immobile la vittima e, fissandola sempre negli occhi, pronunciare la formula pensando intensamente alla nuova personalità da attribuire alla vittima. Il tempo impiegato dalla nuova personalità a prendere il sopravvento su quella originale dipende da chi ha fatto l’incantesimo: più è potente, meno tempo impiega l’incantesimo a fare effetto!”

“Ecco perché l’incantesimo ha funzionato in meno di 24 ore: lo ha fatto veramente Voldemort!” disse Harry.

“Esatto! Continua a leggere, signorina Granger! Non è ancora tutto!”

Helen si schiarì la voce e riprese a leggere: “…Non esiste un vero e proprio controincantesimo…”

“Cosa? Non è possibile!”

Così come sarebbe stata impossibile una vita senza Hermione.

“Aspettate!- disse Helen- …L’unica possibilità di far tornare l’individuo come prima è di riutilizzare la formula nella notte in cui il pianeta del dio degli inferi, Plutone, e il pianeta del dio della guerra, Marte, sono allineati con il Sole!”

“E quando sarà?” chiese Harry ansioso.

“Non lo dice!” rispose Helen.

“Bisognerà calcolarla!” esclamò Silente.

“Me ne occupo io, professore!” disse Helen.

“Sicura?”

“Sì!”

“Come vuoi!”

“Ma, senta, professore… questo vuol dire che Voldemort ha agito il giorno del mio compleanno, quando Hermione è uscita di casa ed è svenuta!” disse Harry.

“Esattamente! Ritengo però che Voldemort non abbia agito da solo!”

“Cosa intende dire?”

“Se lui in persona si fosse avvicinato a te, Harry, lo avresti avvertito. Di conseguenza, credo che abbia occupato il corpo di qualcun altro!”

“Di chi?”

“Probabilmente del ragazzo che adesso sta con Hermione!”

“Goyle!” disse Harry.

“Proprio così! Adesso, Harry, non commettere l’errore di essere impulsivo. Aspettiamo di sapere quando potremmo invertire l’incantesimo e far tornare Hermione come prima, poi elaboreremo un piano!” disse Silente.

“Ok!” disse Harry non molto convinto.

Silente gli mise una mano sulla spalla: “So che per tè è difficile, ma ora come ora, anche se potessi, non potresti fare niente di più!”

“Lo so, professore!”

“Bene, allora…io andrei. E’ stato piacevole chiacchierare con voi!”

“Anche per noi!” disse Helen.

“Buonanotte, ragazzi…e non fate tardi, mi raccomando!”

“Buonanotte!”

Silente se ne andò dalla sala comune.

In preda a una miriade di pensieri più o meno felici, Harry sentiva di non voler parlare con i suoi amici riguardo la nuova scoperta: perciò diede la buonanotte e andò a dormire. Nel letto, pochi minuti dopo, si concentrò maggiormente su quei pensieri: adesso sapeva che incantesimo aveva usato Voldemort per portargli via Hermione. Era meglio di niente. Ma, all’improvviso, si sentì afferrato dalla paura di non poterla più avere tra le braccia. Come avrebbe fatto? Un vita senza Hermione non aveva senso. Ora più che mai aveva bisogno del conforto che solo lei sapeva dargli e trasmettergli anche solo con uno sguardo.

“Oh, Hermione…- sospirò Harry, guardando il braccialetto donatogli dalla ragazza tempo prima- …Se solo potessi vederti ancora una volta…”

Sarebbe stato più che magnifico: Harry avrebbe probabilmente riacquistato coraggio e determinazione.

 

*****

 

“Harry…”

Qualcuno lo stava chiamando nel sonno, ma lui non voleva svegliarsi.

“Harry?!”

“Chi sei?” chiese lui a quella flebile voce.

“Svegliati, Harry…”

Harry aprì gli occhi e con grande sorpresa scoprì di non essere più nella sua camera. Dove si trovava? Era una specie di foresta, ma non era inquietante come quella dell’altra volta: era una foresta tranquilla e serena, non cupa e misteriosa. Sembrava quasi magica: sopra di lui miriadi di stelle brillavano in un cielo blu notte.

“Ma dove sono?”

“Harry?!” lo chiamò la stessa voce che lo aveva fatto svegliare.

Era molto vicina a lui, così, Harry, curioso di sapere chi mai fosse quella persona che lo stava chiamando, si alzò aiutandosi con i gomiti e per poco non gli venne un infarto. Quando vide chi stava di fronte a lui, rimase di sasso: lunghi capelli castani, occhi color cioccolato, guance rosa e labbra che molte volte avevano incontrato le sue. Il giovane Grifondoro rimase incantato, aveva il cuore a mille. E si accorse di essere rimasto a bocca aperta, quando lei rise.

“Avanti, Harry…non fare quella faccia! Sembra che hai appena visto un fantasma!”

“Sei veramente tu…Hermione?”

“Tu che dici?” chiese Hermione.

“Non…non lo so…dimmi una cosa che solo io e Hermione possiamo sapere!” disse Harry.

Hermione accettò la sfida, divertita: “Bene, allora…ok, ci sono! Il giorno del tuo 16° compleanno tu eri in camera mia: avevi appena finito di fare la doccia. Io sono entrata e ti ho visto con addosso solo un asciugamano intorno alla vita. Che ne dici?”

Harry sorrise: “Oh…sì…sei proprio tu!”

Hermione gli regalò uno dei suoi sorrisi più belli e Harry non riuscì a trattenersi: la abbracciò, stringendola come se volesse legarla a sé per non perderla più.

“Ehi…Harry, mi stai soffocando…” disse lei.

Harry la lasciò andare a malincuore: “Oh…scusa!”

“Tutto a posto!”

“Ma…siamo in un sogno?” chiese poi Harry, guardandosi intorno.

“No, non proprio. E’…un mezzo di comunicazione: non so come ci sono riuscita! So solo che era da tanto tempo che volevo parlarti e oggi finalmente ce l’ho fatta!”

“Allora, stasera…e anche quella volta al lago, eri veramente tu!”

“Esatto!” esclamò lei, soddisfatta per ciò che era riuscita a fare.

Era così bella ed era tutto esattamente come quando stavano insieme.

“Ho provato a contattarti perché ultimamente ho notato che eri un po’ giù di morale e…niente, volevo solo dirti che io sto bene e ti sono sempre accanto!- disse lei, accarezzandogli una guancia-…Anche se mi manchi molto, Harry!”

Lui la abbracciò di nuovo, ma con meno foga rispetto a prima: “Oh, anche tu mi manchi, Hermione…da morire!”

“E’ tutta colpa mia se adesso stiamo soffrendo così!”

“Perché dici questo?” chiese Harry, guardandola negli occhi.

Ma Hermione evitò accuratamente il suo sguardo: “Perché…non sono stata abbastanza forte da contrastare l’incantesimo di Voldemort. Harry, mi dispiace tantissimo!”

Hermione non riusciva proprio a guardarlo e Harry non sopportava gli occhi di lei lontano dai suoi.

“Hermione, guardami!” le ordinò ad alta voce.

Shockata dal suo tono di voce, Hermione si voltò per guardarlo negli occhi e lui le sorrise.

“Ecco, così va meglio…- disse Harry, prendendo tra le sue mani quelle di Hermione- Ascoltami, non è affatto colpa tua, ok? La colpa è solo di Voldemort. E’ stato lui a farti l’incantesimo e nessuno avrebbe potuto resistergli. Ma questa volta la pagherà cara…non doveva prendersela con te!”

“Sì, scusa se mi sono lasciata demoralizzare! Dovevo essere io a confortarti e invece…”

“Hermione, vedrai che andrà tutto bene. Adesso, dobbiamo solo aspettare che Helen calcoli la notte in cui potremo farti tornare come prima…anche se aspettare è l’ultima cosa che mi riesce bene!”

“Non ti preoccupare, Harry. Il giorno in cui abbiamo litigato pesantemente l’anno scorso io avevo cominciato a studiare l’incantesimo Muto Indolem e, per curiosità, avevo calcolato la notte in cui Marte e Plutone si sarebbero allineati con il sole!”

“Davvero? E quand’è?” chiese Harry ansioso.

“Il 10 maggio!”

“Che cosa? Ma…mancano ancora sei mesi…”

“Lo so, Harry. Ma…abbiamo superato cose peggiori. Ce la faremo anche stavolta!” disse Hermione.

“Però…eravamo insieme: è questo che ci ha aiutato. Adesso, mi sento così debole e vulnerabile…Voldemort mi ha già portato via i miei genitori, Non voglio che prenda anche te!”

Hermione appoggiò la sua fronte a quella di Harry: “In quella triste occasione tu non potevi fare niente! Ora, invece, puoi fare molto!”

“Cosa?”

“Puoi essere forte, determinato e…puoi credere in noi, in quello che siamo stati, che siamo e saremo!” disse lei, appoggiando una mano sul suo cuore.

Sì, Hermione aveva ragione, assolutamente ragione. I loro sentimenti sarebbero stati la loro forza.

“Hermione, lo sai, vero, che ti amo?” esclamò Harry.

Hermione sorrise: “Ah, sì…credo di aver sentito qualcosa del genere poco fa…”

Harry la guardò come per dirle che non era il momento di scherzare, perché lui era serissimo.

Anche Hermione, perciò, divenne più seria: “Harry, non sai quanto mi rendano felici i tuoi sentimenti. Anche io ti amo, tanto, tantissimo!”

“Davvero?”

“Sì, certo!”

“Lo sai che sei la prima persona a cui ho detto ‘ti amo’?” esclamò Harry.

“Lo so benissimo!”

“Ah…e come fai a saperlo?”

“Davvero, Harry, a volte credo che tu abbia bisogno un po’ più di calcio per la tua memoria! Non ricordi che prima di tutto noi eravamo grandi amici?!”

“Oh…certo, hai ragione!”

Harry aveva tante domande da farle: una, soprattutto, lo tormentava dalla sera del suo compleanno.

“Senti, Hermione…”

“Dimmi!”

“La sera del mio compleanno…ecco, sei stata tu a voler venire in camera mia oppure…”

Hermione sospirò come se si aspettasse una domanda del genere: “Harry, ascoltami bene. Adesso sai che Voldemort mi ha attaccato esattamente quando sono uscita di casa: da quel momento sono stata ancora me stessa per poche ore. Già nel tardo pomeriggio sentivo qualcosa di strano dentro di me che controllava le mie azioni. Poi, la notte continuavo veramente a rivedere quelle terribili scene nella mia mente e sono venuta da te in cerca di conforto, non certo per…beh…hai capito, no?”

Harry annuì: “Quindi, tu non volevi passare la notte con me?”

“Voglio essere sincera con te, Harry: non volevo, ma con questo non devi pensare che io non lo desideri. Se non sbaglio, anche Helen ti ha fatto un certo discorsetto…” disse lei, abbassando lo sguardo e diventando rossa in viso.

Harry si ricordò di quello che gli aveva detto Helen: la prima volta di Hermione con lui, solo con Harry e con nessun altro. Questo pensiero lo fece sorridere, mentre rivolgeva lo sguardo a una imbarazzatissima Hermione.

“Sì, ricordo perfettamente le parole di Helen!- esclamò Harry, accarezzandole la guancia – E non c’è bisogno di sentirsi in imbarazzo, Hermione. E’ una cosa naturale e non vedo l’ora cha accada!”

Le labbra di Hermione si incurvarono in un flebile sorriso.Dopo qualche imbarazzante secondo di silenzio, Hermione scosse la testa per farsi passare il rossore dalle guance.

“Comunque…tornando a quella sera, quando ho provato a sedurti non ero già più io…anche se, quando mi hai sfiorato sono riuscita a sentire un brivido che mi ha attraversato e che, devo ammettere, è stato…piacevole.”

Harry sorrise: l’idea che un suo gesto aveva provocato nella sua ragazza un brivido di piacere risvegliò il suo orgoglio, facendolo sentire molto soddisfatto di sé.

“Tuttavia…- aggiunse Hermione, molto probabilmente, per evitare che la fantasia di Harry facesse troppi voli-…è molto meglio che non sia successo niente quella notte; non eravamo ancora pronti per quel passo e tu lo sai bene!” disse lei, spingendogli indietro il viso con un dito sulla fronte.

“Sì, ammetto che hai ragione! Infatti, sono rimasto molto sorpreso quando hai cominciato a sedurmi, per non parlare di quando te ne sei andata in quel modo.”

“Non è stato per te, lo sai, vero?”

“Beh…all’inizio ero convinto che fosse tutta colpa mia!”

“No, in quel preciso momento è entrato in azione l’incantesimo di Voldemort che stava richiamando la nuova Hermione!”

“Che tempismo!” commentò Harry.

Hermione rise e con lei Harry. Poi, all’improvviso una voce cominciò a chiamare Harry.

“Harry…Harry…”

“E chi è adesso?”

“E’ Ron!” disse Hermione.

“Harry…svegliati…”

“No, non voglio svegliarmi!” disse lui, guardando Hermione.

“Devi, invece, non puoi stare qui! Come farai ad aiutarmi altrimenti?!”

Harry si soffermò a pensare: Hermione aveva ragione. Doveva aiutarla e non poteva farlo rimanendo lì.

“Non ti preoccupare, Harry. Sento che ci incontreremo di nuovo molto presto!”

“Per rimanere insieme?” chiese lui stringendo tra le sue mani quelle di Hermione.

Hermione sorrise: “Insieme per sempre!”

“Dai…Harry…è tardi…”

“Prima di andare, un’ultima cosa…”

Detto ciò, Harry si sporse verso di lei e la baciò. Si sentì come rinascere: era da tanto che non sentiva quella sensazione di pace e serenità che gli provocava solo Hermione. Ma proprio quando le sue mani cercarono la pelle di Hermione, trovarono il vuoto.

“Harry, insomma, che stavi sognando?” gli chiese Ron, allontanandosi da lui.

Harry aprì gli occhi e si ritrovò nel suo letto. Tutto era sparito: sparita la foresta, sparito il cielo e le stelle e soprattutto…sparita Hermione! Harry sospirò, ma sapeva che non era stato un semplice sogno: l’aveva incontrata veramente, la sua Hermione. Riusciva ancora a percepirla intorno a sé.

“Harry?! Ma cosa stavi sognando?” ripeté Ron.

Harry lo guardò, si alzò dal letto e, minaccioso, andò verso l’amico: “Sai che potrei strangolarti per il semplice fatto di avermi svegliato?!”

“Ehi, calmo…guarda che ti sei alzato con il piede sbagliato. Riprova!” disse Ron.

“Ah…io ero con lei, capisci?”

“Con lei chi?”

“Con Hermione, con chi se no?!”

“Hai sognato Hermione! Beh…non è una novità!”

“No, non era un sogno. Lei si è messa in contatto con me attraverso una specie di sogno!”

“Oh…e riuscivi a parlarle?”

“Ma certo! E lei mi rispondeva!”

“E…come è andata?”

“Bene, ora mi sento più determinato che mai a sconfiggere Voldemort!” esclamò Harry, mentre i suoi occhi emanavano una luce brillante di nuova speranza.

“E ti senti pronto ad affrontare un ritardo con Piton?” chiese Ron.

“Oh, per la miseria!”

Beh, forse non si sentiva pronto per quell’evento. Ma di una cosa Harry era sicuro: era pronto più che mai per affrontare Voldemort e far tornare Hermione come prima….per stare insieme, questa volta, per sempre.

 

 

 

Facciamo un abbonamento per i ritardi? Davvero, sono spiacente, ma l’università prende molto tempo. Siate molto sinceri su questo capitolo, è stato di una sofferenza inimmaginabile! Forse mi sto un po’ perdendo con questa storia, nonostante sia già completa! Ad ogni modo, il prossimo capitolo si intitola “Fiocco azzurro in casa Black”, il mio preferito!

Ringraziamenti…

DarthSteo: beh, harry non poteva che riuscire nel suo intento. Spero sia stato di tuo gradimento.

Desdeus: hai ragione, faceva davvero schifo!!! Ti prego di essere sempre così sincero, te ne sono molto grata!

Fedehermy: hai ragione anche tu su harry, non so davvero perché l’ho fatto così. Boh, cmq, non c’è bisogno che venga da me a farmi cambiare idea, dato che è andato tutto bene, giusto?

Francys: grazie per la recensione. Spero che il capitolo sia stato abbastanza soddisfacente.

Emma: concordo sulla critica al capitolo precedente. Ma sto avendo una specie di crisi per questa storia, per non parlare del blocco rispetto a tutte le altre, che però devo continuare a tutti i costi!

Harrydipendente: lo dico anche a te, hai ragionissima!!! Una cosa che non andava erano proprio tutti quegli eventi così ammucchiati!

Andromeda89: grazie per la recensione, spero che anche questo ti sia piaciuto!

Dark angel: addirittura assomiglia a un libro. No, non credo, infatti lo scorso capitolo era abbastanza scarso!

Rosariopotter: ora che sei più tranquillo, allora: 1- non era uno streap, 2- hermione è salva, quindi siamo tutti più felici!!!

Roby92: ora che tornano insieme definitivamente passerà ancora un bel po’! sono 48 capitoli, fai un po’ tu!

Herm88: grazie per la tua interminabile recensione. Sei stata molto carina e molto gentile. Hai ragione sul caratterizzare di più i personaggi psicologicamente. È quello che sto cercando di fare da qualche mese in tutte le mie storie!

@fanny88hp@: le altra storie stanno andando bene, anche se tra un po’ accadrà qualcosa tra ron e christine che li metterà un po’ in crisi!

Maripotter: ehi, grazie per la recensione! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo, anche se faceva un po’ pena. Che mi dici invece di questo? Non so quante volte l’ho riscritto!!

 

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 39
*** Fiocco azzurro in casa Black ***


Scusate per il terribile ritardo. Quattro mesi…sigh, non era mai successo. Beh, cercate di godervi il capitolo!

 

 

Nient’altro che noi

 

 

 

7°ANNO

Capitolo 39: “Fiocco azzurro in casa Black!”

 

L’incontro con Hermione aveva tirato su il morale di Harry e tutti i loro amici furono tranquillizzati, soprattutto Helen: almeno, adesso, sapevano che Hermione non era del tutto scomparsa. Harry aveva avvisato anche Silente e Sirius di quello che era successo e tutti e due pensarono che fosse qualcosa di molto positivo, perché significava che Hermione in qualche modo era riuscita a vincere, seppur per pochi minuti, il controllo di Voldemort.

Nel frattempo, Sirius teneva informato Harry su quando sarebbe nato il bambino: ormai mancavano veramente pochi giorni allo scadere della gravidanza di Rachel. Per questo motivo Harry aveva deciso di ritornare a casa, mentre tutti gli altri rimanevano a scuola: anche Hermione all’ultimo momento decise di tornare a casa e lasciare, quindi, Goyle a Hogwarts.

Il giorno della partenza Harry salutò i suoi amici e raggiunse la stazione di Hogsmeade insieme agli altri studenti che tornavano a casa. Sul treno Harry cercò Hermione, ma non riuscì a trovarla da nessuna parte. Così prese uno scompartimento tutto per sé, per i suoi problemi e per i suoi pensieri.

Cinque mesi…ancora cinque mesi prima di poter riabbracciare Hermione. Sembrava, però, che per ogni mese ne passavano altri sei: e questo rendeva Harry impaziente.

Toc-toc

Qualcuno bussò improvvisamente alla porta dello scompartimento di Harry, che andò ad aprire.

“He-Hermione!”

Hermione era in piedi di fronte a lui, con uno sguardo leggermente imbarazzato.

“Ciao!”

“Ciao!”

Harry era piuttosto sorpresa di vederla lì, davanti a lui: tanto sorpreso da essere rimasto incantato.

“Ehm…posso entrare?” chiese lei notando che Harry non reagiva.

Harry scosse la testa per riprendersi: “Ce-certo!”

Lui si fece da parte e lasciò entrare Hermione, che si sedette a un lato della finestra. Harry, invece, si sedette dalla parte opposta.

Per un po’ i due stettero in un alquanto imbarazzante silenzio, senza dire una parola. Harry si sentiva anche piuttosto strano: dopo l’incontro con Hermione di quasi un mese prima, stare accanto all’altra Hermione lo faceva sentire come una specie di traditore…ma, in realtà, non era proprio così. In fondo non stavano facendo nulla di male.

“Harry?!”

“Mm…sì?!” esclamò lui tornando alla realtà.

“Allora…come passerai questa vacanze di Natale?”

“Ah…ecco, la moglie di Sirius aspetta un bambino che dovrebbe nascere in questi giorni!”

“Oh, un bambino! Che bello!” commentò Hermione con un sorriso.

Per un momento, a Harry era sembrato di rivedere la stessa espressione degli occhi di Hermione.

“Come lo chiameranno?” chiese Hermione.

“Io avevo sentito William!”

“William? E’ un bel nome. Un nome regale!”

“Sì, è molto bello!”

Dopodiché Hermione guardò fuori dalla finestra: aveva uno sguardo un po’ triste, come quando lei gli nascondeva un problema.

“Sai, Harry…- disse Hermione-…non avrei mai pensato di trovarmi così bene con te, nonostante Gregory mi avesse detto di starti lontana!”

“Ah…beh, mi fa piacere!”

Hermione sorrise e poi andò a sedersi accanto a lui.

“Tu riesci a capirmi molto più di Gregory: sei così dolce e carino con me…e soprattutto mi rispetti!”

Harry deglutì per la notevole vicinanza di Hermione: “Il reciproco rispetto è alla base dei rapporti interpersonali!”

Hermione gli prese una mano: “Harry, tu provi veramente quello che hai detto l’altro giorno?!”

Harry rabbrividì: Hermione era troppo dolce con lui. Così si alzò in piedi e andò a sedersi dalla parte opposta rispetto a Hermione, che lo guardò con aria interrogativa.

“Sì, ma…ascolta, Hermione: quello che io provo riguarda me e la mia Hermione. Anche se occupi il suo corpo e certe volte mi sembra di rivederla in alcuni tuoi gesti e atteggiamenti, tu non sei lei, non sei la ragazza che mi ha fatto innamorare!” disse Harry.

“Allora…perché sei gentile con me e mi hai protetta da Gregory?”

“Perché per gli altri sei sempre Hermione Granger, quella che è cresciuta con me e…perché mi sei simpatica!”

Hermione sorrise: “Quindi…tu non hai nessuna intenzione di…”

“Di fare cosa?” chiese Harry inarcando un sopracciglio.

“Diciamo…approfittarti di me!”

Harry rimase piuttosto turbato: non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere.

“No, non sono così meschino!”

“Sì…l’avevo intuito!- esclamò Hermione- E te ne sono grata!”

Harry la guardò per un secondo e poi le chiese: “Ma…come mai pensavi che io volessi approfittarmi di te?”

“Beh, Gregory mi ha detto che i ragazzi sono tutti così: vogliono solo una cosa quando sembrano interessati a una ragazza!”

Ma che razza di discorsi aveva dovuto subire Hermione?

“Cos’altro ti ha detto Goyle?” chiese Harry sospettoso.

“Beh…mi ha detto che le ragazze devono sempre sottostare ai ragazzi e fare sempre tutto ciò che vogliono perché sono esseri superiori!”

“Che cosa?” esclamò Harry sconvolto.

“Ehi, perché ti agiti tanto?” chiese Hermione ingenuamente.

“Perché? Perché…è tutto sbagliato! Tutto quello che ti ha detto Goyle è errato!”

“Sbagliato?”

“Sì! Sbagliato! Prima di tutto…non è vero che le ragazze devono sottostare ai ragazzi: al contrario, devono sempre reagire se non sono d’accordo su qualcosa, devono esprimere le proprie opinioni. Non siete dei burattini controllati da un burattinaio: siete esseri umani come noi e sicuramente non siete inferiori. Te l’ho già detto, ricordi?”

Hermione annuì.

“E secondo: non tutti i ragazzi sono come li ha descritti Goyle. C’è anche e soprattutto chi rispetta e ama la propria ragazza, chi è stato lasciato e farebbe di tutto solo per riaverla accanto a sé!” esclamò Harry abbassando il capo.

Si sentiva gli occhi umidi, ma non poteva piangere: doveva essere forte perché l’aveva assicurato a Hermione, non certo per il cosiddetto e stupido orgoglio maschile.

Improvvisamente, Harry sentì una mano accarezzargli i capelli: alzò il capo e vide che Hermione era seduta per terra in ginocchio con uno sguardo molto triste.

“Ti manca molto, vero?” chiese lei.

Harry annuì flebilmente.

“Mi piacerebbe tanto aiutarti, ma non saprei proprio cosa fare!” disse lei.

“Grazie, ma, purtroppo, non puoi fare molto per me e Hermione!- esclamò Harry, che, dopo aver riflettuto più attentamente, continuò- O forse…sì, c’è qualcosa che puoi fare!”

“Cosa?”

“E’ semplice! La sera del 10 maggio potresti venire con me e, insieme ai miei amici, faremo il controincantesimo per far tornare Hermione…sempre se sei d’accordo…” disse lui.

Hermione sorrise: “Certo, sono d’accordo!”

“Magnifico!”

Harry si sentì molto sollevato grazie a quel discorso con Hermione. Il resto del viaggio lo trascorsero insieme, chiacchierando: Hermione chiese a Harry di raccontare in quali avventure era stata coinvolta la legittima proprietaria del suo corpo. Così il giovane Grifondoro raccontò del loro primo incontro, di come non si erano subito piaciuti e di come, poi, erano diventati grandi amici; le raccontò di come lei era stata indispensabile nello scoprire chi fosse Nicholas Flamel e la sua pietra filosofale, di come era stata pietrificata dal Basilisco e, nonostante ciò, era riusciti ad aiutarli, di come aveva permesso con il Giratempo il salvataggio di Sirius e di come gli aveva insegnato l’incantesimo di Appello.

Alla fine del racconto di Harry, Hermione era rimasta a bocca aperta, il che lo divertì.

“Sono davvero successe tutte queste cose?” domandò allibita Hermione.

“Sì!”

“Ed è stata veramente lei a farle?”

“Certo!”

“Caspita…nessuno mi ha mai detto niente!”

“Beh, perché solo io, Hermione e i nostri amici siamo a conoscenza di questi avvenimenti!”

“Capisco!”

Nel frattempo, Harry si accorse che erano arrivati alla stazione di King’s Cross.

“Penso che dobbiamo scendere!” disse Harry.

“Sì, lo credo anch’io!”

Harry e Hermione scesero dal loro vagone, recuperarono i loro bagagli e attraversarono la barriera. Ad attenderli c’erano i signori Granger e Sirius e Rachel con un bel pancione da ultimo mese di gravidanza.

Harry e Hermione si salutarono con un abbraccio, ma prima di separarsi, Harry le disse un’ultima cosa.

“Hermione, devi promettermi una cosa.”

“Cosa?”

“Quando torneremo a scuola dovrai comportarti esattamente come prima!”

Hermione aggrottò le sopracciglia: “Intendi…proprio come prima, in tutti i particolari?”

Harry riflettè per un minuto: in effetti, molte cose della nuova personalità di Hermione dovevano essere cambiate.

“Beh…no, non proprio come prima!”

Hermione sorrise.

“Però, non dovrai parlare a Goyle e a nessuno di Serpeverde di questa nostra chiacchierata, ok?”

“Ok!”

“Perfetto!”

“Allora…a presto, Harry!” lo salutò lei dandogli un bacio sulla guancia.

“A presto…” disse lui un po’ intontito, guardando Hermione andare via.

Di nuovo Harry sentì quel brivido che gli percorreva la schiena tutte le volte che Hermione lo sfiorava.

“Ehi, Harry!”

Sirius e Rachel lo raggiunsero.

“Ciao!” li salutò Harry abbracciandoli.

“Ma quella era Hermione?” chiese Sirius che era stato costantemente tenuto al corrente da Harry riguardo ciò che stava accadendo alla ragazza.

“Sì! –sospirò lui- Era proprio lei!”

“E…come…insomma…”

“Beh, diciamo che piano piano le sto facendo capire come era e dovrebbe ancora essere Hermione.”

“Ah…bravo!”

“Allora, è vero che tutte le ragazze non possono resisterti!” scherzò Rachel.

“Ah ah…molto simpatica!”

“Piuttosto, Harry…- cominciò Sirius- …come va la scuola?”

“Bene!”

“Sicuro?” chiese Sirius inarcando un sopracciglio.

“Certo! L’avevo promesso a voi e a Silente. E…- continuò con una punta di tristezza-…inoltre, Hermione non vorrebbe che rovinassi la mia carriera scolastica. Penserebbe che sia tutta colpa sua!”

Rachel lo guardò dolcemente e poi lo abbracciò: Harry ricambiò l’abbraccio il più delicatamente possibile per non fare male a lei e al bambino.

“Il dolore che stai provando in questo momento…ne sono sicura, passerà. Vedrai che Hermione tornerà da te!”

“Come fai a essere così sicura?” chiese Harry notando negli occhi di Rachel una speranza mai vista prima.

“Perché speravo che Sirius tornasse a essere un uomo libero allo stesso modo con cui, adesso, spero che Hermione torni come prima!”

“Ma, Rachel…prima che io tornassi a essere un uomo libero sono passati più di 12 anni!” commentò Sirius.

Rachel lo fulminò con lo sguardo: “Sirius!”

“Non fa niente, Rachel. E’ tutto a posto!”

Rachel tornò a guardare Harry con sguardo penetrante.

“Hai ragione a sperare. Credo che anch’io farò come te, anche perché, per il momento, è l’unica cosa che possa fare!”

Rachel gli sorrise dolcemente.

“Bene, allora…che ne dite di andare?” propose Sirius.

“Ok!”

Tutti e tre uscirono dalla stazione di King’s Cross e raggiunsero la Space Star di Rachel. Sirius si mise al volante: infatti, da qualche mese aveva preso la patente di guida babbana e sognava, adesso, di potersi comprare una bella macchina. I soldi, d’altronde, non gli mancavano, essendo l’erede di una famiglia aristocratica.

Mentre viaggiavano verso casa, Harry appoggiò la fronte al finestrino del sedile posteriore. Sì, l’unica cosa che poteva fare era sperare, ma lui non poteva fare a meno di deprimersi ogni volta che la sua mente andava a Hermione. E tutto ciò peggiorava se solo Harry pensava che tra due giorni sarebbe arrivata la Vigilia di Natale, il giorno in cui, esattamente un anno prima, lui e Hermione si erano finalmente messi insieme. Di quella serata Harry si ricordava ogni minimo particolare: come Hermione gli aveva sistemato il colletto dopo che lui si era sentito a disagio in quel ristorante altolocato, come avevano ballato insieme senza riuscire ad arrivare sotto il vischio e, naturalmente, come lei gli aveva asciugato il labbro insanguinato, prima del fatidico momento. Il giorno successivo, poi, Ron si era vendicato e aveva interrotto i loro momenti di intimità; ma, alla fine della giornata, Harry era riuscito a stare di nuovo solo con lei, dopo averla “rapita”. E, probabilmente, il bacio del giorno di Natale gli era piaciuto di più rispetto a quello della vigilia, perché entrambi erano molto più consapevoli di quello che provavano l’uno per l’altra.

Harry era proprio convinto che l’anno precedente stesse d’incanto. Non avrebbe mai pensato che circa 10 mesi più tardi le cose sarebbero così peggiorate per quella fantastica coppia che tutti invidiavano. Già, era proprio vero: chiunque passasse accanto a loro, si voltava per guardarli con un’accesa invidia. Le ragazze avrebbero voluto essere al posto di Hermione perché Harry era diventato un bel ragazzo con straordinari occhi verdi e la fama di essere estremamente coraggioso. E, poi, si era anche sparsa la voce che sapeva essere molto dolce quando voleva, cioè, quando era con Hermione. I ragazzi, invece, erano particolarmente interessati a Hermione: ma questo non riguardava tutti e ciò sollevava Harry da un lato. Ma dall’altro lo preoccupava perché, infatti, Hermione, oltre a essere una ragazza con un suo particolare fascino, era anche la più intelligente che Harry avesse mai incontrato e, quindi, attirava l’attenzione di ragazzi che avessero una certa intelligenza. Questo poteva rappresentare un problema perché Hermione aveva sempre dimostrato interesse per ragazzi particolarmente intelligenti come Cedric, David e Viktor che, anche se parlando in inglese non lo dimostrava, era, comunque, un ragazzo con molte qualità tra cui l’intelligenza.

“E allora Allock?” poteva ribattere qualcuno.

Semplice: all’apparenza Allock sembrava un uomo molto intelligente. Ma con la sua astuzia era riuscito a ingannare tutti, perfino l’eccelsa mente di Silente. Di conseguenza anche Hermione era stata ammagliata dal falso fascino di Allock.

“Sirius!” esclamò improvvisamente Rachel.

La voce di Rachel aveva destato Harry dai suoi pensieri.

“Che succede?” chiese Sirius preoccupato.

Rachel sembrava particolarmente sofferente.

“Credo…credo che ci siamo!”

Sirius non disse niente, mentre Harry si sedette nel mezzo del sedile posteriore per vedere bene cosa stesse succedendo.

“Sirius?!” lo chiamarono all’unisono Rachel e Harry.

Le acque si erano già rotte e ciò voleva dire che non mancava molto.

“Dobbiamo andare in ospedale, Sirius! – disse Harry al suo padrino- E di corsa!”

“O-ok! Allora…io adesso guiderò velocemente verso l’ospedale e suonerò più volte il clacson. Harry, tu devi sventolare fuori dal finestrino un fazzoletto bianco per avvisare che è un’emergenza.

“Va bene!”

Sirius accelerò e Harry prese un fazzoletto bianco e cominciò a sventolarlo fuori dal finestrino. Le auto che li precedevano li fecero passare esattamente come se fossero in ambulanza.

“Resisti, Rachel! Andrà tutto bene!” diceva Sirius.

Rachel, nel frattempo, gemeva: doveva provare veramente un dolore fortissimo.

Nel più breve tempo possibile giunsero al Saint Bartholomew’s Hospital, il più vicino alla stazione di King’s Cross: si trovava infatti un po’ più a sud. ( Mi sono documentata bene geograficamente prima di scrivere questa scena!J )

All’entrata dell’ospedale, Sirius e Harry aiutarono Rachel a uscire dalla macchina e a sedersi su una sedia a rotelle portata da un’infermiera. Il medico di turno al pronto soccorso, una certa dottoressa McCartney, visitò Rachel privatamente.

Mentre aspettava in corridoio, Harry osservava attentamente Sirius che camminava rapidamente avanti e indietro, molto agitato, davanti ai suoi occhi. Questo fece venire un giramento di testa al giovane Harry: ma non voleva dire a Sirius di smetterla perché immaginava che un momento come quello dovesse essere molto particolare ed emozionante. Chissà che cosa provava esattamente un uomo al pensiero di diventare padre a breve e di avere un figlio, un bambino che è parte di lui e chiede solo amore e protezione.

La dottoressa McCartney e Rachel uscirono dalla stanza numero 7. La quasi-mamma indossava il camice ospedaliero ed era seduta su una sedia a rotelle, spinta dall’infermiera Lewis che consegnò a Sirius una busta contenente i vestiti di Rachel.

“Dove la portate?” chiese Sirius ansioso.

“Al quinto piano, reparto Maternità!” rispose l’infermiera.

“Posso andare con lei?”

“Certo, ma prima dovrei parlarle. Potremmo salire in un secondo momento!” spiegò la dottoressa.

“Oh…va bene!”

Sirius diede un bacio sulla fronte a Rachel che venne, poi, portata via dall’infermiera.

“Mi dica, dottoressa…”

“E’ appena cominciato il travaglio e la dilatazione è solo di 7cm. Ci vorrà tutta la notte, credo!”

“Ok, allora, manderò qualcuno a prendere la borsa di Rachel, con i suoi cambi e i vestiti per il bambino. Sa…ci ha colto all’improvviso!”

“Bene, allora…possiamo salire!”

“Sì, un attimo solo…”

Sirius si rivolse a Harry e gli porse il cellulare di Rachel: “Harry, devi farmi un favore!”

“Tutto quello che vuoi!”

“Allora, avvisa i genitori di Rachel: devi dirgli di venire subito in ospedale, ma prima devono passare a casa nostra per prendere il borsone di Rachel: è quello blu ed è già pronto nel suo armadio. Tutto chiaro?”

“Sì, chiarissimo!”

“Bene, poi ci raggiungi di sopra!”

“Ok!”

“A dopo!”

Sirius si allontanò con la dottoressa McCartney, mentre Harry uscì dall’ospedale per poter chiamare: selezionò sul cellulare la rubrica, cercò la voce Casa Bristol e schiacciò il tasto per avviare la chiamata. Harry aveva incontrato i genitori di Rachel, Evelyn e George Milton, solo durante il matrimonio: loro sapevano tutto della sua situazione ed erano piaciuti molto a Harry. Avevano i volti amichevoli e bonari di due nonni. Evelyn Milton non era molto alta e aveva un aspetto particolarmente salutare. I capelli erano più bianchi che biondi ed erano costantemente in ordine; George Milton, invece, era piuttosto alto, aveva i capelli color argento e un viso simpatico. Entrambi avevano accolto Harry come se fosse un loro nipote.

“Pronto?”

La voce apparteneva alla signora Milton.

“Ah…buonasera, signora Milton, sono Harry Potter!”

“Oh, Harry, ciao! Come stai?”

“Molto bene, grazie!- mentì Harry- Devo dirle una cosa che riguarda Rachel!”

“Cosa?”

“Beh…l’abbiamo portata in ospedale perché sta per nascere il bambino!”

La signora emise un gridolino di felicità: “E’ magnifico. Oh che gioia! Siete al Bartholomew’s, vero? Vi raggiungiamo subito!”

“Sì, ma…prima Sirius vi chiede se potete passare da casa nostra e prendere il borsone blu di Rachel che si trova nel suo armadio!”

“Va bene, certo!”

“Allora, a dopo!”

“A dopo, Harry!”

Dopo aver terminato la telefonata, Harry rientrò nell’ospedale e salì al quinto piano. Non appena arrivò, vide Rachel distesa su una barella e Sirius accanto a lei con addosso un camice verde, una mascherina che copriva la bocca e il naso e una cuffietta sulla testa. Stavano per entrare in sala parto.

“Harry, hai fatto?” chiese Sirius.

“Sì!”

“Bene, allora…puoi aspettare su quelle sedie.”

Harry annuì e aspettò che Rachel e Sirius raggiungessero la sala parto insieme agli infermieri e alla dottoressa. Dopodiché guardò le sedie indicate da Sirius: non avevano proprio l’aria di essere il massimo della comodità. Ma se l‘ospedale offriva solo quella, Harry doveva accontentarsi.

“Prepariamoci a una tormentata notte!”

*****

“Cosa senti?” chiese una giovane donna.

Sul suo ventre era appoggiata la mano di un giovane uomo.

“Mmm…che stai ingrassando!”

“Beh, in parte è vero. Ma non senti qualcosa dentro di me?”

“Qualcosa tipo?”

“Una vita!”

Il giovane uomo dai capelli corvini, smise di respirare, senza parole: “Sei…sei incinta?”

La donna, dai capelli castani, lunghi e mossi, distesa sul letto, annuì sorridendo.

“Vuol dire che qui dentro c’è un bambino mio e tuo?”

“E di chi se no?” esclamò lei ridendo.

“Ma è…è fantastico! E’ meraviglioso! Non…non riesco a crederci!”

“Beh, credici, amore mio, perché tra 9 mesi ci sarà un bambino tra di noi!”

“Mi stai facendo il regalo più bello della mi vita…”

Dopo quelle parole Harry si svegliò sobbalzando. Negli occhi di quell’uomo, che brillavano di felicità, Harry rivide i suoi ed ebbe un fremito. Non poteva essere lui. Però, se pensava che molte volte gli capitava di avere sogni premonitori, forse…era possibile che l’uomo della sua visione fosse proprio lui. Allora…chi era la giovane donna? A Harry ricordava molto…Hermione, sì…proprio lei: gli stessi capelli, lo stesso sorriso,  lo stesso tono di voce…

Al solo pensiero che quella situazione potesse un giorno avverarsi, Harry sentì una stretta dalle parti dello stomaco: un po’ perché questo voleva dire che Hermione sarebbe tornata come prima; e un po’ perché…l’idea di stare insieme a lei, fino ad avere un bambino lo fece sorridere. Sarebbe stato grandioso passare tutta la vita con lei, creare una famiglia insieme…

“Buongiorno, Harry!”

Harry si stropicciò gli occhi: era già mattina. Il tempo era passato velocemente perché si era addormentato. In fondo, quelle sedie non erano poi così scomode! Harry notò che qualcuno lo aveva coperto con la giacca di Sirius e molto probabilmente era stato proprio il suo padrino.

“Dormito bene?”

Harry si sistemò gli occhiali: accanto a lui c’era il signor Milton.

“Sì, signore. Grazie!”

“Bene!”

“Il bambino è nato?” domandò Harry curioso.

“Sì, alle 5 e 17!”

“E sta bene?”

“Certamente! Ha fatto faticare molto la mia Rachel, ma sta bene. Pesa 3 chili e 670!”

“Caspita!”

Il signor Milton rise: era felice e si vedeva, ma era anche molto stanco per la nottata trascorsa in trepida attesa.

“Comunque, congratulazioni. Adesso lei è nonno!”

“Già!”

Harry ripiegò la giacca di Sirius, appoggiandola su una sedia accanto.

“Oh, ben svegliato, Harry!” esclamò Sirius uscendo da una stanza lì vicino.

Harry si alzò in piedi e andò ad abbracciare il neo-papà.

“Congratulazioni, Sirius. Sono molto felice per te e Rachel!”

“Grazie, Harry!”

Harry si staccò da Sirius: “Allora, Rachel sta bene?”

“E’ un po’ provata, ma sta bene!”

“E il bambino…è un maschietto, vero?”

“sì, un bel maschietto che assomiglia tutto a sua madre!”

Harry sorrise: negli occhi di Sirius c’era una strana luce, che Harry non aveva mai visto. Era raggiante, felice come una pasqua.

“Posso vedere il bambino e Rachel?” chiese Harry.

“Ma certo, Harry! Vieni con me!”

Harry seguì Sirius in una stanza del reparto maternità ed entrambi entrarono: Rachel era sdraiata su un lettino e aveva l’aria piuttosto affaticata, ma, vedendo Harry, sorrise. Sul comodino accanto al letto c’erano già molti fiori e bigliettini di congratulazioni.

“Congratulazioni, Rachel!” disse Harry dandole un bacio sulla guancia.

“Grazie, Harry!- esclamò lei accarezzandogli i capelli- Vuoi vederlo?”

“Oh, sì, certo!”

“Sirius perché non gli mostri tuo figlio?!”

Sirius andò vicino a una culla che si trovava proprio accanto al letto di Rachel. Harry lo seguì: il neo-papà si chinò e prese in braccio un bambino piccolo, ma visibilmente in salute, che faceva il suo primo sonnellino. Aveva molti capelli neri, come quelli del papà.

“E’ bellissimo!” disse Harry.

“Vuoi tenerlo in braccio?” chiese Sirius.

“Ah…non credo che sia una buona idea!”

“Avanti, Harry. Non è difficile!” esclamò Rachel.

In quel momento entrarono anche i signori Milton.

“E’ vero! Devi solo sostenerlo con le braccia!” disse Sirius.

“O-ok!”

Harry era un po’ titubante, ma con molta attenzione e delicatezza prese il bambino che Sirius gli stava porgendo tra le sue braccia.

“Wow…è leggero!” commentò Harry.

Chissà cosa avrebbe detto Hermione vedendolo in quello stato. E…a proposito di Hermione…

“Ma questa…è la tutina che vi ha regalato Hermione!” disse Harry riconoscendo gli orsacchiotti sulla tutina del bambino.

Rachel annuì e Harry sorrise: Hermione ne sarebbe stata estremamente felice.

“Allora…come lo chiamerete?” chiese Harry.

“William James Black!” disse Sirius.

William…James…Black…

“James!” disse Harry riconoscendo il nome del padre.

“Già! James…come il mio migliore amico, il mio più grande amico. Il padre, il genitore che prenderò come esempio per mio figlio semplicemente perché ha compiuto il più grande gesto d’amore che si possa fare per un figlio: salvare la sua vita sacrificando la propria!”

“Grazie!” disse Harry commosso.

Harry guardò William James: sembrava stesse comodo tra le sue braccia. Era proprio bello e sicuramente sarebbero andati molto d’accordo lui e Harry.

“Harry?” lo chiamò Rachel.

“Sì?”

“Spero che tu sia d’accordo se desidero che tu per il piccolo William James sia una specie di fratello maggiore!”

“Oh, certo! Sarebbe fantastico! Ho sempre desiderato un fratellino! Vedrai che noi due andremo d’accordo: lo porterò a fare delle belle passeggiate, lo farò giocare e quando sarà più grande gli darò consigli utili per rimorchiare le ragazze!” esclamò Harry provocando le risate dei presenti.

Un fratellino…così come era successo a Hermione, sebbene in maniera meno rocambolesca, anche il desiderio di Harry si era avverato. E lui si sarebbe preso cura del suo fratellino che si era appena affacciato al mondo e aveva un’enorme dose di ingenuità e di fiducia nelle persone che dovevano prendersi cura di lui. Ancora William James non sapeva che il mondo poteva essere crudele e, nello stesso tempo, generoso con ogni persona venuta al mondo. C’era chi aveva subito più crudeltà; chi, invece, era stato molto più fortunato; e chi, come Harry, aveva assaggiato entrambi i gusti della vita, l’amara e prematura morte dei suoi genitori e la dolce scoperta dell’amicizia di Ron e dell’amore di Hermione. In ogni caso la ricchezza più grande che c’è è vivere e Harry ne era convinto. E avrebbe trasmesso questo monito anche al piccolo William James, dicendogli: “Qualunque cosa ti capiterà non dimenticare mai che il sole sorge anche per te, il fiume scorre per te, la vita va avanti anche per te. Non ti scoraggiare mai e stringi i pugni.”

Ma, nel frattempo, tutto ciò che Harry poteva dire al simbolo dell’innocenza che stava tra le sue braccia era: “Benvenuto tra noi a inseguire la vita!”

 

 

Che dite? Io mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo. Spero vi sia piaciuto. E non preoccupatevi se trascuro la storia, riuscirò a pubblicarla tutta. Promesso! Sono solo un po’ impegnata con l’università! Grazie a tutti quelli che continuano a seguire questa storia! Il prossimo capitolo “Mamma e papà” sarà molto triste.

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 40
*** Mamma e papà ***


Sarà al meno un anno che non aggiorno. Chiedo scusa pubblicamente a tutti quei lettori che stanno seguendo con pazienza questa storia. Siete fantastici! Lo so che è difficile credermi, ma sto cercando davvero di impegnarmi per finire di pubblicarla, perché vi assicuro che questa storia è finita. L’ho terminata il 25 agosto del 2005 alle ore 19.40. Tra l’altro, non manca molto, 8 capitoli. Spero davvero di riuscire a finire di pubblicarla in questi ultimi mesi del 2007.

Spero vi piaccia il capitolo. Non so se mi è venuto bene.

Buona lettura! ^_^

 

 

Nient’altro che noi

7°ANNO

Capitolo 8: “Mamma e papà!”

 

Dieci giorni dopo la nascita di William James, sia la madre che il bambino furono dimessi dal Saint Bartholomew’s. A casa ci fu una grande festa per presentare il neonato ai parenti che portarono regali di tutti i tipi: vestitini, scarpine, giocattoli, set di bavaglini… Anche Harry fece un regalo al piccolo William James: gli regalò per primo un giocattolo, ovvero un orsacchiotto dal pelo morbido di colore beige ( per l’appunto, anche il mio primo giocattolo era un orsacchiotto dal pelo beige. Infatti era l’orsacchiotto del Coccolino!). Alla festa, naturalmente, non poteva mancare Remus Lupin, che sarebbe stato il padrino di William James. Lui e Sirius parlarono molto, moltissimo durante la festa e le loro espressioni erano ambigue…sembravano perplessi. Harry non potè non incuriosirsi: di cosa stavano parlando? Cosa li rendeva così pensierosi? Probabilmente era qualcosa che riguardava Voldemort, ma se fosse stato davvero così, lo avrebbero sicuramente coinvolto. Il giovane Grifondoro, nonostante morisse di curiosità, decise di non indagare. Anche perché era troppo impegnato ad aiutare Rachel con i regali.

La vita con il bambino rallegrò, ma nello stesso tempo scombussolò l’intera famiglia. William James non faceva altro che piangere: piangeva perché si svegliava, perché aveva fame, perché doveva essere cambiato…

Harry non riusciva più a dormire e, come lui, Sirius e Rachel non chiudevano occhio da chissà quanto tempo. A volte Harry non riusciva neanche a concentrarsi per fare i compiti delle vacanze. Così Sirius fece un incantesimo alla stanza di Harry, insonorizzandola. La situazione, quindi, migliorò per lui; Sirius e Rachel, invece, continuavano a svegliarsi con le occhiaie.

Un giorno Harry fu incaricato di andare a prendere pannolini e salviettine per William in farmacia. Quando uscì si avviò verso casa, ma qualcuno lo chiamò.

“Harry? Sei veramente tu?”

Harry si voltò e riconobbe davanti a lui Josh Ryan (E vai! Un bel ritorno, no?), l’amico d’infanzia di Hermione. Insieme a lui c’era una ragazza piuttosto alta, con occhi azzurri e capelli rossi e mossi.

“Oh, ciao Josh!” lo salutò Harry, stringendogli la mano.

“Mi fa piacere rivederti!”

“Anche a me!”

Lo sguardo di Josh cadde su ciò che Harry aveva comprato in farmacia.

“Mm…sei diventato papà?!” scherzò Josh.

Harry rise: “No, il mio padrino e tutore che mi ha adottato ha avuto un bambino l’altro giorno!”

“Oh, wow! Fagli le mie congratulazioni!”

“Certamente!”

La ragazza accanto a Josh si schiarì la voce, richiamando l’attenzione di Josh.

“Ah…lei è la mia ragazza, Julie Wright!” disse Josh, presentando la ragazza a Harry.

Harry strinse la mano anche a lei: “Ciao, io sono Harry Potter!”

“Sì, l’avevo capito! Sei il ragazzo di Hermione, vero?”

“Ah…beh, in effetti…le cose sono un po’ cambiate!” disse Harry, il cui umore cambiò improvvisamente.

“Ecco, proprio di questo volevo parlarti!” esclamò Josh, preoccupato.

“Ah sì?”

“Verso la fine di agosto ho visto Hermione insieme a un ragazzo che non eri tu!”

“Era un tipo alto, robusto, con l’aria da stupido?” chiese Harry, riferendosi a Goyle.

“Esattamente!”

“E’ Goyle, il suo nuovo ragazzo!”

“Che cosa?” esclamò Josh, scandalizzato.

Harry stava per cominciare a raccontare i tristi eventi di quei mesi, ma guardò la ragazza e Josh capì la sua esitazione.

“Non ti preoccupare! Julie sa dove andate a scuola tu e Hermione!”

“Oh…ok!”

Perciò Harry raccontò a Josh tutto quello che era successo a Hermione e non tralasciò alcun particolare.

“Per la miseria, è orribile!” commentò Josh alla fine del racconto.

“Già!”

“Per questo motivo Hermione quel giorno non mi ha riconosciuto e non mi ha più scritto!”

“Sì!”

“E tu…come stai?” chiese titubante Josh.

“Beh…all’inizio è stato traumatico, ma, da quando ho scoperto che c’è una possibilità per liberare Hermione dall’incantesimo di Voldemort, sono più speranzoso e sto meglio!”

“Mi fa piacere!”

“Caspita…il vostro mondo è davvero pericoloso!” commentò Julie.

“Diciamo che non bisogna mai abbassare la guardia…come invece ho fatto io dopo tanto tempo che Voldemort non si faceva vivo, permettendogli di portarmi via Hermione!”

Beh, ma…Harry, come hai detto a Hermione, nessuno può fare niente di fronte Voldemort a parte…te!”

“Già, ma a volte mi lascio sopraffare dallo sconforto e penso che non riuscirò mai a sconfiggerlo!”

“Harry, non credo che Hermione sarebbe contenta nel vederti così depresso!”

“Hai pienamente ragione! Il problema è che è più forte di me. Nonostante Hermione mi abbia trasmesso tutta la sua speranza e fiducia in me, non posso proprio fare a meno di scoraggiarmi alla possibilità di non poterla avere più al mio fianco!;

“Coraggio, Harry! Vedrai che tutto si sistemerà! Tu e Hermione non permetterete che Voldemort vi tenga ancora separati: siete troppo importanti l’uno per l’altra!” disse Josh, mettendogli una mano sulla spalla.

“Sì, lo spero anch’io!”

Harry parlò ancora per qualche minuto con Josh e Julie, scoprendo che Hermione non andava più a trovarlo neanche al locale del fratello.

Quando, poi, si stava facendo tardi, Harry si congedò dai due e tornò a casa. Consegnò l’occorrente a Rachel e raggiunse Sirius in cucina, tutto intento a leggere la Gazzetta del Profeta.

“Novità?” chiese Harry, entrando nella stanza.

Aaahhh…sì, in effetti. Una delle sorelle Stravagarie si è sposata…miracolosamente, aggiungerei! Poi… mmm…la vecchia miliardaria Lafayette, deceduta qualche giorno fa, ha lasciato un testamento nella quale nomina suo unico erede…il suo gatto, Bradbury. rispose Sirius.

“Un gatto erede di un patrimonio di quelle dimensioni?”

“Sì, ma non sai che Br adbury è un gatto molto intelligente: sa fare le addizioni e le sottrazioni , sa cantare miagolando e sa ballare…insomma, è una vera star! L’unica cosa che non sa fare è dare la caccia ai topi: si vocifera anche che abbia una paura folle dei topi!”

Harry rise, per poi tornare subito serio non appena Sirius disse: “Ma nessuna notizia che si possa anche solo lontanamente collegare al nostro amico Voldemort!”

“Me lo immaginavo!”

“Se la sta prendendo comoda!” commentò Sirius.

Harry prese un bicchiere e lo riempì d’acqua: “Fa tutto parte del suo piano: il suo scopo è torturarmi lentamente prima di finirmi una volta per tutte!”

Sirius rivolse lo sguardo a Harry, che, nel frattempo, aveva bevuto tutta l’acqua contenuta nel bicchiere: perciò pos&ograv= e; il giornale, si alzò e obbligò Harry a sedersi, mentre lui si accovacciò di fronte a lui.

“Harry, tu non sei più un bambino e sai meglio di chiunque altro che prima o poi lo scontro finale tra te e Voldemort arriverà. Quando vi scontrerete, vincerà il più forte…e Harry, devi promettermi che sarai tu il più forte, chiaro?”

Harry guardò Sirius negli occhi, in quegli occhi che avevano visto cose terribili e che portavano ancora i segni della sofferenza da lui patita.

“Ma…non mi sento forte, non so se rius…”

“Niente ma! Tu sei forte, devi esserlo per tutti quelli che tengono a te: i tuoi amici, Rachel, William, che conta già sul suo fratellone, io, che ho una promessa fatta ai tuoi genitori da mantenere, e Hermione…non pensi a lei?”

“Certo che penso a lei! “esclamò Harry.

Pensava a lei ogni giorno, ogni momento della giornata in cui di solito lei era accanto a lui.

“Allora, Harry…non credi che in questo periodo Hermione nutra una gran fiducia in te e nelle tue capacità? Lei conta su di te per essere liberata da Voldemort!”

Sirius aveva perfettamente ragione: durante il loro breve incontro Harry e Hermione si erano confortati a vicenda per poter avere la forza necessaria a sconfiggere Voldemort. E la loro forza sarebbe stata tra= tta dai loro sentimenti, da ciò che erano e sarebbero continuati a essere l’una per l’altro.

Sirius si alzò e gli scompigliò affettuosamente i capelli con una mano: “Ormai mancano pochi giorni all’inizio della scuola e io vorrei portarti in un posto…domani!”

“Dove?”

“Non posso dirtelo! Penso che sarà una sorpresa!”

“Perché penso?” chiese Harry.

“Non so come la prenderai, ma è giusto che tu venga con me in quel luogo! Anche Remus lo pensa.”

Notando la serietà nel volto di Sirius, Harry, sconcertato, chiese: “Devo…ehm…preoccuparmi?”

Sirius rise e gli diede una pacca sulla spalla: “Ma no! Non devi preoccuparti! Stai tranquillo…loro saranno felici…”

“Chi?”

Sirius guardò l’orologio: “Ma non devi andare a dormire, tu?”

“Ma Sirius…”

Purtroppo Harry fu costretto a uscire dalla cucina. Per tutta la sera, il giovane Grifondoro, sdraiato sul suo letto, continuò a chiedersi dove mai lo avrebbe portato Sirius il giorno successivo. Dove era giusto che lui, Harry, andasse? Chi sarebbe stato felice di vederlo? E perché Sirius aveva paura della reazione di Harry? Cosa avrebbe potuto sconvolgere il giovane Harry a tal punto da far preoccupare Sirius?

Con tutte queste domande e dubbi in testa, Harry decise che avrebbe scoperto il misterioso luogo il giorno dopo. E, nel frattempo, affidò il proprio riposo alle braccia di Morfeo.

**** **

“Coraggio, svegliati Harry…”

Sirius irruppe nella stanza di Harry, facendolo sobbalzare dal letto, e scostò le tende della finestra, lasciando entrare i raggi del pallido sole d’inverno. Harry emise un gemito, molto contrariato per quella sveglia per niente dolce e serena.

“Mm…Sirius…lasciami stare…” ;

“Dai, dai…è tardi. Dobbiamo andare. Alzati e lavati in fretta!” disse Sirius, scostando la coperta che copriva Harry.

Una ventata di aria fredda percorse il corpo di Harry, che si rannicchiò per non far disperdere il calore rimasto delle lenzuola.

“Coraggio…non è la fine del mondo!” commentò Sirius, uscendo dalla camera di Harry, mentre quest’ultimo, con fatica, si stava sforzando a non maledire il suo padrino.

Tuttavia, il giovane Grifondoro fu costretto ad alzarsi e lentamente si trascinò verso il bagno dove si lavò con acqua fresca per cercare di svegliarsi. Dopodiché si vestì e scese giù in cucina dove Sirius lo stava aspettando bevendo una tazza di caffè. Rachel, intanto, teneva in braccio William che si era appena svegliato. La vista di quella scena gli provocò una strana sensazione: un papà, una mamma e il loro bambino appena nato. Sicuramente era una scena incantevole, ma fece provare a Harry anche una grande tristezza. Si rese conto che non aveva mai assistito a qualcosa del genere in 17 anni della sua vita. E, immediatamente, pensò ai suoi genitori: molto probabilmente quella stessa scena aveva visto come protagonisti Lily, James e Harry molti anni fa, prima che il crudele Voldemort rovinasse la felicità di quella famiglia appena costituita. Harry era il bambino miracolosamente sopravvissuto a quella tragedia che molti avevano, però, accolto con gioia in quanto nello stesso tempo rappresentava la rovina del Signore Oscuro.

Tutti questi pensieri fecero sentire a Harry qualcosa in gola, qualcosa che per tanti anni aveva provato ad uscire, ma la volontà del giovane mago glielo aveva sempre impedito. E, anche in quel momento, davanti a Sirius, Rachel e William, Harry si trattenne e deglutì.

“Caffè, Harry?” chiese Sirius, notando il ragazzo sulla soglia della cucina.

“Sì, grazie…anche se me ne servirebbero almeno 10 litri per restare sveglio!” disse lui, accomodandosi su una sedia.

Sirius rise e gli versò del caffè in una tazza non molto alta.

“Harry, vado ad aspettarti di là, ok?” disse Sirius, mentre il ragazzo beveva il suo caffè.

Harry annuì e, quando ebbe finito, posò la sua tazza nel lavandino.

“Rachel…tu non sai dove vuole portarmi?” chiese Harry.

“Sì, lo so, ma non te lo dico!” rispose lei, sorridendo.

“Devo preoccuparmi?”

“Certo che no, stai tranquillo. Penso che, in un certo senso, ti farà piacere!”

Harry la guardò, pensando di riuscire a convincerla a svelargli il misterioso luogo. Ma lei non cedette. Così Harry raggiunse Sirius.

“Allora…andiamo?” chiese il padrino.

“Sì, sì, andiamo!”

Harry e Sirius uscirono di casa e, con la macchina di Rachel, raggiunsero il centro di Londra. Una volta parcheggiata l’auto, entrarono nel Paiolo Magico e arrivarono a Diagon Alley.

“Scusa…per portarmi a Diagon Alley dovevi fare tanto il misterioso?” esclamò Harry, dando un’occhiata alla vetrina di Accessori per il Quidditch.

“Chi ti dice che siamo già arrivati?!

Harry sospirò e continuò a seguire Sirius: superarono il Serraglio Stregato, il negozio di Olivander e la banca Gringott. E poi si avviarono per una strada che Harry non aveva mai percorso: le case diventavano meno frequenti, mentre cominciavano a comparire sempre più alberi spogli, chiaramente, perché era inverno. Dove stavano andando? Harry non dovette aspettare ancora molto per scoprirlo. Arrivarono a un grande cancello che era aperto e dava su quello che sembrava tanto…tanto…un cimitero!

Sirius si fermò e guardò Harry: “Adesso siamo arrivati!”

“Questo…è un…cimitero…”

Sirius annuì. Harry aveva intuito qual’era lo scopo di Sirius e della loro visita: non sapeva cosa fare. Era emozionato e nello stesso tempo aveva tanta paura da fargli tremare le gambe e le mani.<= o:p>

“Entriamo?”

“Aspetta un attimo!” disse Harry, notando un venditore di fiori all’entrata.

Lo raggiunse e comprò un bel mazzo di fiori. E così, Sirius e Harry entrarono nel cimitero. Harry non era mai stato lì, perciò seguì Sirius, che, dopo aver superato numerose tombe di maghi e streghe, si fermò davanti a una lapide color avorio. Sulla lapide c’erano le foto dei giovani Lily e James Potter.

“Da quando sono uscito, sono sempre venuto a trovarli con Rachel o con Remus. Ed è giusto che ora anche tu sia qui con loro!”

Harry non riusciva a distogliere gli occhi dalle foto dei suoi genitori: erano sorridenti e inconsapevoli di quello che sarebbe successo loro.

Eroi per il loro unico figlio, Harry, genitori affettuosi che rimarranno nella memoria di tutta la comunità magica…c’era scritto sulla lapide.

Harry sentì una mano sulla sua spalla e cap&igrav= e; che Sirius lo stava lasciando lì da solo. Si inginocchiò per terra e mise i fiori nei due vasi, togliendo quelli secchi.

“Mamma…papà…”

In quel momento, con le immagini dei suoi genitori che si riflettevano nel verde smeraldo dei suoi occhi intensi, Harry non riuscì più a trattenersi: per tutte le volte che aveva desiderato chiedere di più sui suoi genitori ai Dursley, per tutte le volte che per questo era stato sgridato e messo in punizione, per tutte le volte che si era sentito frustrato e abbandonato…lui pianse. Le lacrime prima gli riempirono gli occhi e poi cominciarono a scorrere copiose sulle sue guance, cadendo infine sul giubbotto. Al pianto si unirono singhiozzi disperati e lui si appoggiò sulle tombe, coprendosi il viso con le braccia.

Alcune persone, passando di lì, lo riconobbero e mormorarono qualcosa che lui non capì perché le sue orecchie sentivano soltanto il suo pianto rotto dai singhiozzi. Probabilmente non piangeva più da tantissimi anni ed era strano…sì, semplicemente strano. Ma anche liberatorio. Infatti, subito dopo, quando si calmò, si sentì più leggero. Harry sospirò, asciugandosi gli occhi e le guance con un fazzoletto: sì, quel pianto gli aveva fatto proprio bene, soprattutto in un periodo tormentato come quello che stava passando.

Harry rimase ancora lì, sulle tombe dei suoi genitori. Durante quella riflessione, il giovane Potter si ritrovò a pensare a quell’incontro: in effetti, quello era il primo incontro con i suoi genitori perché davanti a lui c’erano i corpi di Lily e James.

Senza che se ne accorgesse, Harry si ritrovò a parlare con loro, continuando a guardare gli occhi di sua madre e il sorriso un po’ furbesco di suo padre.

“Non so se riuscite a guardarmi da lassù, ma sono certo che vegliate sempre su di me. Sapete…gli anni con i Dursley sono stati molto duri per me, ma ora non ha nessuna importanza perché ho una vera famiglia: Sirius e Rachel mi vogliono davvero bene e credo che voi sareste d’accordo se io li considerassi come dei genitori sostitutivi. Loro hanno bisogno di me, soprattutto ora che è nato il piccolo William James: sarò una specie di fratello maggiore. E…chiaramente, accanto a me ci sono anche Ron, Ginny, Draco e tutti gli altri miei amici. I Weasley sono fantastici: sono stati i primi ad avermi dimostrato un affetto sincero e ad avermi accolto come se fossi parte della loro famiglia. E, dopo di loro, molti altri si sono comportati allo stesso modo: Silente, Hagrid, Lupin…Tutti sono stati molto comprensivi con me!- sorrise e poi il suo sguardo cadde sul suo polso, riconoscendo il braccialetto regalatogli da Hermione- E poi…sì, c’è lei…c’è soprattutto lei. Hermione è straordinaria, è la mia ragazza straordinaria. Magari vi piace già in quanto è una strega eccellente ed è molto intelligente. Ma sono sicuro che vi piacerà molto di più sapendo che ha reso speciale la mia vita, facendomi sentire, per la prima volta, importante per qualcuno. Chiaramente vale anche il contrario: Hermione mi ha fatto innamorare con la sua personalità semplicemente genuina e solare. Ed è diventata così preziosa per me che in questo momento non so che darei per poterla liberare da Voldemort! Ma…state certi che in un modo o nell’altro io riuscirò a eliminarlo: vedrete che Voldemort pagherà per il male commesso nei confronti di Hermione e …per avervi portati via da me…sì , la pagherà cara!”

Negli occhi di Harry brillavano determinazione e coraggio. Quell’incontro lo aveva reso più sicuro delle sue capacità e dei suoi sentimenti verso tutti quelli che gli stavano accanto.

Harry stette ancora qualche minuto sulle tombe dei suoi genitori, dopodiché, notando che Sirius lo aveva raggiunto, si alzò in piedi. Sirius gli mise una mano sul capo, scompigliandogli affettuosamente i capelli.

“Va meglio?”

“Sì, grazie. Sono veramente felice che tu mi abbia portato qui!”

“E sai che hai un compito da portare a termine per loro, per Hermione e per tutti quelli che ti vogliono bene?”

Harry annuì: “Sì, ora lo so e sono convinto che ci riuscirò!”

Sirius lo osservò, fissandolo intensamente negli occhi; poi sorrise e lo abbracciò.

“Perfetto! E…non devi preoccuparti! Loro saranno sempre accanto a te e ti daranno la forza per sconfiggere Voldemort!” esclamò Sirius, allontanandosi da Harry e guardando le foto dei suoi due migliori amici.

Con un sorriso sulle labbra, il padrino di Harry continuò: “Non immagini neanche quanto ti amassero. James era pazzo di te: non l’avevo mai visto così. Ti faceva le smorfie per farti ridere e ti faceva volare in aria con un incantesimo: e ogni volta, Lily aveva paura che prima o poi ti facessi male…la nostra Lily…dio, quanto ti adorava. Quando ci ha comunicato che era incinta, i suoi occhi emanavano una luce che né James né io o Remus avevamo mai visto. Era raggiante e sprizzava gioia da tutti i pori!”

“E, invece…come l’ha presa mio padre?”

Sirius sorrise divertito: “Mi chiedi come l’ha presa?! Ma io non so cosa James abbia provato esattamente, perchè, in fondo, non eravamo proprio uguali. Posso dirti che in quei nove mesi, prima della tua nascita, tuo padre era diverso: mi è sembrato più pensieroso, più serio. Prima di sapere del tuo arrivo, invece, James è sempre stato un gran bambinone a cui piaceva scherzare: una delle poche caratteristiche che Lily non era riuscita a cambiare e che, forse, neanche lei voleva cambiare. Credo che James abbia riflettuto molto su se stesso prima del tuo arrivo, sul suo imminente ruolo di padre, arrivando alla conclusione che, per essere un buon padre, avrebbe dovuto crescere ancora un po’: e, in effetti, in questo senso James era cambiato. Aveva capito che suo figlio avrebbe avuto bisogno di un padre, che, oltre a farlo giocare e divertire, avrebbe dovuto accudirlo, farlo crescere e trasmettergli dei valori sani. Fatto sta che, dopo nove mesi, in cui la particolare calma che aveva colpito James aveva fatto preoccupare Lily e tutti noi, quando sei nato, James cambiò nuovamente, tornando a essere, solo in parte, quello di prima . Ce ne accorgemmo tutti di quanto James fosse maturato in quel periodo e rimanemmo sconcertati, soprattutto io. Vederlo così…così simile a Lily e Remus mi aveva fatto un po' preoccupare: pensavo che non avremmo più scherzato insieme…invece, James smentì le mie preoccupazioni. E fu così che in nove mesi tu sei riuscito a farlo crescere e a migliorare la già straordinaria persona che era. E tutto il suo amore per te, insieme a quello per Lily, naturalmente, ce lo ha dimostrato un anno più tardi…” concluse Sirius, rattristandosi.

“Sì…”

Solo un anno insieme ai suoi genitori: un tempo troppo breve per avere anche solo un vago ricordo. Tutte le foto e i racconti che aveva racimolato fino ad allora su di loro lo avevano aiutato a farsi un’idea approssimativa sul carattere dei suoi genitori. Ma niente poteva  superare quel momento speciale, quell’incontro emozionante. Finalmente aveva un luogo dove poteva stare con i suoi genitori quando e quanto voleva. E ciò valeva più di ogni parola o foto.

*****

Quando tornarono a casa, Harry andò in camera sua, prese l’album di fotografie dei suoi genitori e cominciò a sfogliarlo, sdraiato sul letto. Le fotografie sull’album erano state messe in ordine cronologico da Harry con l’aiuto di Sirius: andavano dal periodo trascorso a Hogwarts al matrimonio, dal giorno della nascita di Harry al loro ultimo viaggio insieme. Sirius gli aveva consigliato di aggiungere anche le sue foto con Ron e Hermione. E così aveva fatto Harry: l’ultima che aveva aggiunto ritraeva lui e Hermione nel giardino di casa il giorno del compleanno di Harry. Erano entrambi ignari di quello che sarebbe successo loro di lì a poco a causa di Voldemort.

Hermione era seduta accanto a Harry, schiena contro schiena, lo sguardo rivolto l’uno verso l’altra, con un sorriso che illuminava i loro volti. Con il dito Harry percorse i contorni della foto e poi il volto di Hermione, soffermandosi sul suo sorriso.

Quando sarebbero potuti tornare a essere una coppia felice? Quando sarebbero tornati quei momenti, quelle giornate trascorse insieme in armonia, dove tutto ciò di cui Harry aveva bisogno era guardare Hermione negli occhi e sentirla ridere accanto a lui?

In quel preciso istante, Harry sentì un ticchettio proveniente dalla finestra: era la sua civetta Hedwige.

Curioso di sapere chi gli avesse scritto, Harry guardò un’ultima volta la foto di lui e Hermione, chiuse l’album, mettendolo a posto, e andò ad aprire la finestra.

Hedwige entrò nella stanza e consegnò la lettera a Harry, che la aprì e cominciò a leggere.

La lettera era di Ron:

“Ciao, Harry!

                   Spero che vada tutto bene lì a Londra. Sirius e Rachel stanno bene? E il piccolo William James? Immagino che tu ti stia chiedendo il perché di questa lettera improvvisa. Ebbene…è successo qualcosa…a me e…sì, insomma è qualcosa che non si può certo scrivere in una lettera. Ti dico solo che sto morendo dalla voglia di dirtelo. Torna presto, mi raccomando. Se non lo racconto a qualcuno…impazzisco.

Ah, ti salutano tutti, anche se non sanno esattamente perché ti sto scrivendo. Tu fai lo stesso con Sirius e Rachel.

Allora , a presto.

                      Con affetto,

Ron.”

Harry, in effetti, era rimasto un po’ sorpreso da quella inattesa e strana lettera. Ron era nervoso: non riusciva mai a nasconderlo, neanche in una lettera. E il giovane Grifondoro si chiedeva cosa mai fosse successo all’amico: che cosa lo aveva reso così nervoso e agitato? E, soprattutto, chi altri era stato coinvolto insieme a Ron? Da come Ron aveva scritto la lettera, non sembrava che fosse successo qualcosa per cui Harry avrebbe dovuto preoccuparsi. Sì, il tono dell’amico era nervoso, ma non serio o preoccupato.

Harry decise di smettere di chiedersi cosa mai fosse successo di così esaltante all’amico, perché lo stava facendo diventare ansioso e curioso. Lo avrebbe scoperto al suo ritorno a Hogwarts, cioè tra meno di due giorni.

Tra meno di due giorni…avrebbe rivisto Hermione in stazione. Anche lei, ormai, sembrava dalla sua parte: si era offerta di aiutarli per far tornare la vera Hermione, a maggio, cioè tra quasi quattro mesi. Si sarebbero ancora dovuti mettere d’accordo su molte cose, ma l’importante per Harry, cioè salvaguardare la dignità e la personalità di Hermione, era un obiettivo già raggiunto.

A maggio…mancavano poco più di quattro mesi…Se tutto fosse andato bene, Hermione sarebbe tornata a essere la ragazza di Harry. Sarebbero tornati insieme, come prima o forse…meglio di prima, perché avevano capito che quello che c’era tra di loro non era un semplice sentimento che poteva provare una normale coppia della loro età. No, era qualcosa di profondo, era un amore intenso e sincero che, senza che se ne accorgessero, li aveva resi dipendenti l’uno dall’altra, l’uno indispensabile per l’altra.

Una volta ricongiunti, Harry non l’avrebbe più lasciata: una volta aveva promesso a Hermione che l’avrebbe protetta da Voldemort, ma non era stato di parola. Per questo motivo le parole di Sirius e l’incontro al cimitero furono decisivi per il suo stato d’animo: oltre a liberarlo da un grosso peso che lo opprimeva da anni, gli fecero capire quanto fossero importanti le persone accanto a lui e quanto lui contasse per loro. Tutti avevano dato e fatto molto per Harry e il minimo che lui poteva fare per ricambiare era liberarli da un incubo come Voldemort…affinché tutti potessero condurre una vita tranquilla e in pace l’uno con l’altro.

 

 

Ok, come vi è sembrato? Certo dopo un anno è anche difficile ricordarsi bene cosa è successo nei capitoli precedenti. Beh, non fa niente. Recensite pure tutto quello che volete!! Naturalmente ringrazio tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente.

Il prossimo capitolo si intitola “Un piccolo problema per Ron”. Speriamo davvero di riuscire ad aggiornare il più presto possibile!

A presto

Kia85   

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Capitolo 41
*** Un piccolo problema per Ron ***


Nient’altro che noi

Nient’altro che noi!

 

 

 

 

 

7°ANNO

Capitolo 41: “Un piccolo problema per Ron!”

 

“Coraggio, Harry! Siamo in ritardo!”

Harry poteva sentire la voce di Sirius da camera sua. Quella mattina, il giorno del ritorno a Hogwarts, la sveglia non aveva suonato: così Harry e Sirius avevano dovuto prepararsi in fretta e furia. Il giovane Grifondoro portò al piano di sotto le ultime cose; dopodiché andò in cucina a salutare Rachel e William.

“Mi raccomando, Harry! Facci sapere tutto quello che succede a Hogwarts, soprattutto a te e a Hermione!”

“Sì, Rachel, vi dirò ogni cosa!”

“Bravissimo!” disse Rachel prima di abbracciarlo.

“Dai, Harry! Sono già le 10.35!” esclamò Sirius dall’ingresso.

“Arrivo, arrivo!” disse Harry, allontanandosi da Rachel.

Prima di raggiungere Sirius, Harry diede un bacio sulla fronte a William James e salutò ancora una volta Rachel.

In fretta e furia, Harry e Sirius sistemarono i bagagli in macchina e partirono.

Tra qualche minuto, Harry avrebbe rivisto Hermione e insieme avrebbero chiarito alcuni dettagli del loro nuovo rapporto di cooperazione.

“Harry?!” lo chiamò Sirius.

“Sì?”

“Come pensi che affronterai gli esami del M.A.G.O.?” chiese Sirius, continuando a guidare.

“Perché mi fai questa domanda?”

“Beh, vista la situazione…vorrei sapere se ti senti pronto!”

“Non devo preoccuparti, Sirius! Io mi sento prontissimo ad affrontare tutto ciò che mi capiterà!”

“Sicuro?”

“Sicurissimo. Probabilmente la tua preoccupazione è stata causata dalla mia reazione alla vista delle tombe dei miei genitori. Ma proprio quell’incontro mi ha aiutato a farmi sentite meglio e rendermi conto di quelli che sono i miei doveri nei confronti delle persone che mi sono vicine, prime fra tutti Hermione, tu, Rachel, William e Ron!”

Sirius sorrise: “E quali sono i tuoi doveri?”

“Primo: passare con un ottimo punteggio il M.A.G.O. Secondo: sconfiggere Voldemort. E…basta, forse!”

“No! Terzo: restare in vita! Direi, però, che è meglio metterlo al primo posto. Non trovi?”

Harry sorrise: “Sì, altrimenti non potrei adempiere agli altri due doveri!”

Entrambi scoppiarono a ridere.

Harry era molto grato a Sirius per tutto quello che aveva fatto per lui. Era diventato una specie di padre: capiva i suoi bisogni e i suoi sentimenti, sapeva prendersi cura di lui, era sempre disponibile e riusciva a sdrammatizzare anche nei peggiori momenti.

Qualche minuto dopo arrivarono a King’s Cross: Sirius e Harry raggiunsero il binario 9 e ¾.

“Hermione…l’hai già vista?” chiese Sirius.

Harry si guardò intorno, ma non la vide: “No, non c’è! Ma non è un problema, la aspetterò sul treno!”

Ok, allora…io vado!” disse Sirius.

“Va bene!”

Prima Sirius gli strinse la mano, poi lo abbracciò.

“Mi raccomando, Harry! Stai attento!- disse Sirius, guardandolo in faccia- Molto attento!”

“Certo, stai tranquillo!”

“Dico sul serio…ho uno strano presentimento…brutto, veramente brutto!” disse Sirius estremamente teso.

Ok, ma non devi preoccuparti! Andrà tutto bene, qualunque cosa accada!” esclamò Harry, sorridendo.

Sirius studiò per qualche secondo l’espressione di Harry e poi si rilassò.

“E’ incredibile!” sospirò Sirius.

“Che cosa?”

“Ogni giorno che passa, diventi sempre più uguale a tuo padre!”

Harry sorrise.

“Ecco, vedi…avete anche lo stesso sorriso che nasconde quel poco di arroganza!”

“Sirius, devo andare!”

“Sì, sì, hai ragione!- disse Sirius, dandogli una pacca sulla spalla- Vai pure!”

“Ci vediamo a giugno!”

“In bocca al lupo per gli esami!”

“Crepi!”

Harry salutò un’ultima volta Sirius e salì sul treno. Fece, prima di tutto, un giro per tutto il treno per vedere se Hermione era già salita. Ma non la trovò: così occupò uno scompartimento tutto per sé, sperando che Hermione lo venisse a cercare.

Era bello poter parlare ancora con lei, ma non era esattamente come parlare con la vera Hermione. Sarebbe stato fantastico poterla rivedere come in quella specie di sogno: probabilmente, però, Hermione non avrebbe più provato a mettersi in contatto con lui per non attirare l’attenzione di Voldemort.

Harry sorrise: Hermione non si smentiva mai. Sempre prudente e attenta alle conseguenze.

“Ciao!”

Harry guardò verso la porta dello scompartimento: lei era riuscita a trovarlo.

“Ciao, Hermione!”

La ragazza si sedette di fronte a lui, sorridendogli.

“Allora…hai passato un buon Natale, Harry?” chiese lei.

“Oh…un Natale vero e proprio!”

“Che vuoi dire?”

“Con un vero neonato!”

“Ah…è nato il bambino di Sirius!”

Harry annuì.

“E’ stupendo! Com’è il bambino?”

“E’ bellissimo…ma grida un po’ troppo per i miei gusti!”

“Beh, è un neonato. E’ normale!”

“Lo so, ma devi vedere Sirius e Rachel. Non dormono da chissà quanto tempo!”

Hermione rise e Harry la guardò soddisfatto: era riuscito a farla ridere ancora!

“Tu, invece, cosa hai fatto?” chiese Harry.

“Oh…niente di speciale. Uscire con i miei per i regali, ignorare le lettere di Gregory, andare a trovare i parenti…”

“Scusa, hai detto ignorare le lettere di Goyle?!” chiese Harry, interrompendola.

“Sì, me ne mandava una ogni giorno!”

“E cosa ti scriveva?”

La curiosità, unita alla gelosia, stava attanagliando Harry.

“Mi chiedeva di perdonarlo per come si era comportato con me!”

“E tu cosa ne pensi?”

“Io non credo che siano scuse sincere!”

Harry sorrise: “E fai bene! Scommetto che non rientrava nei piani di Voldemort che Goyle ti trattasse così. E adesso che sta perdendo il controllo su di te, il Signore Oscuro sta obbligando il nuovo servo a chiederti scusa per farti tornare dalla sua parte!”

Hermione non disse nulla e si limitò a guardarlo negli occhi.

Accortosi d quel suo sguardo, Harry le chiese perplesso: “Che cos’hai?”

“Niente, stavo solo pensando che…conosci molto bene Voldemort!” rispose lei.

“Purtroppo sì…più di quanto io stesso vorrei! Ma è inevitabile!”

“Perché?”

“Beh…dipende tutto da questa maledetta cicatrice. Da quando è successo, Voldemort e io siamo legati più di quanto lo stesso Voldemort pensasse. Lui mi ha trasmesso alcune capacità tipiche di un Serpeverde e io riesco ad avvertire la sua presenza. Adesso lui vuole morto me e io lui. E dopo tutti i nostri scontri ormai ho capito come mi vuole fare fuori!”

“Ma tu non lo permetterai, vero?” esclamò lei preoccupata.

“Certo che non lo permetterò! Non sarò io a perdere!”

Hermione sembrava piuttosto in ansia. Così Harry le prese una mano.

“Stai calma!”

“Non dipende da me!”

“Che vuoi dire?” chiese Harry.

“Vedi…ogni volta che sento parlare dello scontro finale tra te e Voldemort, mi sento male perché…in realtà, si riflette su di me quello che prova Hermione!”

“Cioè?”

“E’ come se lei si sentisse morire al pensiero che Voldemort possa…ucciderti: mi fa provare angoscia e disperazione!”

“Oh…Hermione!”

“Ma poi il dolore sparisce, lasciando il posto alla speranza…speranza che si basa sulla fiducia a sull’amore che Hermione prova per te, Harry!”

Harry sorrise, mentre le parole della ragazza gli fecero venire in mente un’idea.

“Hai detto che tu riesci a sentire quello che lei prova, giusto?”

“Sì!”

“A maggior ragione lei dovrebbe riuscire a sentire quello che provi tu, no?”

“Credo di sì, perché?” chiese Hermione.

Harry non rispose alla domanda, ma si limitò ad abbracciarla.

“Harry…ma…cosa…”

La volta scorsa era stata Hermione a mettersi in contatto con lui. Ora, invece, era lui che stava cercando disperatamente un modo per contattarla.

“Ascolta, Hermione…- cominciò a dire Harry sottovoce-…sono sicuro che tu, in questo momento, riesca a sentire le mie parole. E’ successo anche prima di Natale, la sera in cui ci siamo incontrati nel mio sogno. Ricordi cosa ti avevo detto? Avevo detto…ti amo, Hermione, ti amo come non avrei mai pensato di poter amare qualcuno, ti amo perché sei diventata parte di me e…ti prometto che riuscirò a sconfiggere Voldemort e liberarti dal suo incantesimo. Ho bisogno di te per dare finalmente alla mia vita un significato e renderla speciale!”

Dopo quello sfogo, Harry la lasciò andare: la ragazza era abbastanza scombussolata. Probabilmente non si aspettava una reazione del genere da parte di Harry.

Ehmtutto ok?”

“Oh…wow!”

“Wow?” ripetè Harry perplesso.

“Hermione è davvero fortunata ad avere un ragazzo come te!”

“Ah…beh, lei è speciale per me!”

Hermione gli accarezzò la guancia: “Sei stato molto dolce, sono sicura che lei avrà sentito tutto quello che le hai detto e che le volevi trasmettere!”

Il tono di voce di e l’espressione di Hermione erano particolarmente sicuri e decisi.

“Come fai a esserne sicura?”

“Perché mentre parlavi e io ero tra le tue braccia, il cuore mi si è riempito di gioia e di pace. Credo che questa sia la prova che Hermione ti ha sentito!”

Harry sorrise compiaciuto. Per un momento fu come se avesse avuto ancora tra le braccia la sua ragazza.

 

********

 

“Ricapitoliamo: ora chiederai a Goyle un periodo di riflessione in cui lui non dovrà metterti pressione. Non credo possa farti del male. E questa pausa dovrà durare fino a maggio, fino alla sera in cui faremo tornare Hermione. Quando questo avverrà…lei sarà al sicuro, ci penserò io a proteggerla do Voldemort! Non si avvicinerà più a Hermione!” disse Harry, una volta arrivati alla stazione di Hogsmeade.

Ok!” rispose Hermione.

”Bene, adesso possiamo scendere!”

Harry e Hermione scesero dal treno e si divisero per non destare troppi sospetti se qualche Serpeverde li avesse visti insieme. Così, facendo finta di ignorarsi a vicenda, i due raggiunsero il castello di Hogwarts e poi la sala comune di Grifondoro.

“Sei qui!” esclamò Ron, correndo ad abbracciare l’amico.

Harry rimase sconcertato come Hermione.

“Finalmente sei qui, Harry!- esclamò Ron- Devo assolutamente parlarti!”

“Allora…ehm…vado in camera mia!” disse Hermione.

“Certo! A dopo!”

Non appena Hermione salì le scale, Harry andò a sedersi sul divano di fronte al camino.

“Allora…dove sono Helen, Ginny e Christine?” chiese Harry.

Ron cominciò a tremare: “Ginny e Helen sono in biblioteca con Draco e Mark!”

E poi il ragazzo cominciò anche a balbettare:: “E..Chri…Christine …io non…so….non so esatt..”

“Ron, calmati e siediti!”

L’amico seguì il consiglio di Harry e si sedette accanto a lui.

“Che ne dici di parlarmi di quello che è successo?” chiese Harry, mettendogli una mano sulla spalla.

“Ecco…la sera di Natale, io e Christine siamo andati a cena fuori e abbiamo anche bevuto un bicchierino di acquavite, solo uno…veramente. Comunque…quando siamo tornati qui, insomma…è successo tutto così velocemente che…beh…ecco…noi…”

La voce di Ron diventava sempre più emozionata e sempre più impercettibile. Perciò Harry gli diede una pacca sulle spalle.

“Ehi, amico…rilassati e continua a raccontare!”

Ok…noi…io e Christine…ci siamo…ci siamo ritrovai in camera mia e …beh…è successo!”

Harry rimase pietrificato da quella rivelazione: Ron e Christine avevano fatto esattamente quello che Harry aveva pensato?

“Tu e Christine…avete veramente…”

“Sì!”

“Oh mio Dio! Non so che dire!”

“Io sì, perché lei mi evita, adesso?”

“Come ti evita?”

“Subito dopo quella notte, Christine cerca sempre di non restare sola con me in una stanza. Non mi parla più e non mi si avvicina neanche!”

“Ma scusa…lei era consenziente, vero?” chiese Harry, che ancora faceva fatica a credere a quello che era successo all’amico.

“Certo, per chi mi hai preso?” esclamò Ron, alzandosi nervosamente in piedi.

“Scusa, scusa, chiedevo soltanto…”

“Beh, comunque…perché lei mi evita?”

“Io…non lo so! Forse lei non era ancora pronta, ma si è lasciata andare lo stesso!”

“Ma…insomma, me ne sarei accorto!”

“Allora…devi assolutamente parlarle! Non puoi stare così male!”

“Hai ragione! La costringerò a parlarmi!”

Ron cominciò a camminare avanti e indietro, riflettendo. Harry guardò l’amico e sorrise: era veramente buffo!

“Ehi, Ron!”

Ron si fermò e posò lo sguardo su Harry: “Sì?”

“Come…come è stato?” chiese Harry curioso.

Ron sorrise: “E’ stato meraviglioso, lei è stata meravigliosa…mi ha fatto impazzire!”

“E a lei è piaciuto?”

“Oh, non ne abbiamo parlato, ma…credo di sì…sì, le è piaciuto!”

“Beh…è già qualcosa!”

“Sì!”

Un po’ abbattuto Ron si lasciò cadere su una poltrona.

“Non vorrei veramente che sia tutta colpa mia, che io, senza rendermene conto, l’abbia costretta!” esclamò lui, mettendosi le mani tra i capelli.

Vedendo l’amico così sofferente, Harry non poteva rimanere con le mani in mano.

“Ron, sono sicuro che non è andata così. Comunque, se vuoi, parlo prima io con Christine!”

Il volto di Ron riemerse da quelle mani che lo stavano coprendo, mostrando un sorriso fiducioso.

“Davvero?”

“Sì, e la convincerò a parlarti e spiegarti perché si sta comportando in questo modo!”

Ron saltò su dalla poltrona e corse ad abbracciarlo: “Oh, grazie fratello! Te ne sarò grato in eterno!”

“Va bene, va bene!”

Dopo il dialogo con Ron, Harry salì in camera sua a sistemare i bagagli e, nel frattempo, raccontava all’amico la nascita di William James.

“E così Hogwarts si dovrà preparare a ospitare un nuovo Black!” commentò Ron, mentre uscivano dalla sala comune per recarsi in Sala Grande.

“Sì, ma se ha preso dalla mamma non credo combinerà guai come Sirius!” disse Harry.

“Speriamo!” disse Ron.

E dopo qualche minuto di silenzio, Ron titubante chiese: “Ah…allora con Hermione cosa è successo?”

Harry si passò una mano tra i capelli e sospirò: iniziò a raccontare ciò che era successo tra loro e ciò che si erano detti dalla partenza al ritorno. Gli raccontò anche dell’incontro con Josh e la sua ragazza.

“Beh…sta andando bene, no?” disse Ron alla fine del racconto.

“Sì, in effetti…meglio di quanto pensassi!”

“A questo punto comincio a pensare veramente che Hermione potrebbe tornare come prima!”

Harry spalancò gli occhi e si fermò:” Scusa…vuol dire che prima non lo credevi possibile?”

“Ah…veramente io…”

“Perché no?” chiese Harry deluso.

“Senti, Harry, sai benissimo che quando si tratta di Tu-Sai-Chi…ecco, sono sempre molto pessimista su quello che può succedere!”

“Sì, ma io ho bisogno della tua fiducia!”

“Lo so, e ce l’hai…io e tutti gli altri confidiamo in te, ora più che mai!”

Harry studiò lo sguardo dell’amico: sì, sembrava sincero…adesso!

“Ron…sei il mio migliore amico, sei come un fratello per me. Ho bisogno del tuo sostegno per liberare Hermione!”

Ron sorrise e gli mise una mano sulla spalla.

“Amico mio, sono e sarò sempre pronto ad aiutarti. Perdonami se mi sono lasciato prendere dallo sconforto!”

Harry annuì: “E’ tutto ok…”

“Ma che romantico quadretto!” commentò una gelida voce.

Ron e Harry si voltarono e videro Goyle, insieme a Tiger.

“Allora…sei stato tu a dare a Hermione l’idea della pausa di riflessione?!

Bene, Hermione glielo aveva già detto.

“Non so davvero di cosa stai parlando!” disse Harry, cercando di sembrare sincero.

“Certo, allora il suo inutile cervellino ha pensato bene di prendersi questa pausa con me!”

“Sai, dato che Hermione è la ragazza più intelligente che abbia mai conosciuto, ha capito che uno che la tratta in quel modo orribile non è degno di stare con lei. In effetti…anche lei sta cominciando a vederti per quello che sei veramente: uno stupido scimmione!” esclamò Harry, provocando le risate di Ron.

Ma Goyle reagì in modo diverso, molto diverso: fece per avventarsi su di lui. Fortunatamente, però, Tiger lo fermò.

“Fermati, se lo tocchi ti sbattono fuori, amico. E lui non sarebbe contento!” disse Tiger, provando a calmare Goyle.

Le parole di Tiger ebbero l’effetto desiderato.

“Hai ragione, andiamo!”

Harry guardò Tiger e Goyle andare via. Dopodiché guardò Ron.

“Hai sentito?”

Lui…si riferiva a Tu-Sai-Chi, giusto?”

“Sì…-sospirò Harry-…penso proprio di sì!”

“Beh…almeno per il momento, Goyle è innocuo. Ultimamente è stato particolarmente aggressivo con molti studenti e Silente ha minacciato di espellerlo, se avesse fatto un altro passo falso.”

“Così Voldemort non avrebbe più il suo infiltrato a Hogwarts…speriamo solo che non abbia fatto del male a Hermione!” disse Harry.

“Vedrai che non l’avrà toccata neanche con un dito!” esclamò Ron.

Infatti, fuori dalla Sala Grande, Hermione lo stava aspettando. Harry tirò un sospiro di sollievo: sembrava stesse bene.

“Ciao!” li salutò lei.

“Stai bene?” chiese Harry ancora non del tutto sicuro.

Quando si aveva a che fare con Voldemort o con uno dei suoi seguaci, bisognava stare sempre all’erta.

“Sì, perché?”

“Goyle…l’ho incontrato. Mi ha detto che gli hai fatto quel discorso e pensava fosse una mia idea…giustamente tra l’altro!”

Ron rise: “Ahahah…per una volta lo stupido scimmione ci ha visto giusto!!!

“Ah…sì, non l’ha presa molto bene, in effetti!” rispose Hermione.

“Ma non ti ha aggredita, vero?”

“No, è stato…insolitamente calmo!”

Ok…allora è tutto a posto!”

Hermione gli sorrise: “Sì, stai tranquillo!”

I tre ragazzi entrarono poi nella Sala Grande, raggiungendo Helen, Ginny e Christine, che non appena vide Ron, si allontanò dal gruppetto.

Harry sentì l’amico sospirare rassegnato al suo fianco.

“Ci penso io, Ron!”

Così, dopo aver salutato Helen e Ginny, Harry andò a sedersi accanto a Christine.

“Ciao, Christine!”

“Ciao!-lo salutò lei con indifferenza- Che ci fai qui?”

“Voglio aiutarti!”

Christine si voltò verso di lui sorpresa: “E perché mai tu dovresti aiutare me?”

“Una volta tu mi hai dato la chiave per capire che Ron e Hermione non mi avevano tradito. E adesso io voglio aiutarti a fare pace con Ron!”

“Ma io e Ron non abbiamo litigato!”

Harry si strofinò il mento con due dita: “Ah, no? E’ strano, però. Vi comportate come se aveste litigato!”

“Io…ehm…veramente…”

“Lui si sta struggendo dal dolore per quello è successo tra di voi: pensa che ti abbia costretta a fare tu-sai-cosa!”

“Che sciocco! Non è vero…lui è stato dolcissimo!” disse Christine, guardando di sfuggita Ron.

“Allora, perché lo eviti?”

“Prima di tutto perché ho avuto paura!”

“Paura di cosa?”

“Di rimanere incinta!”

A Harry gli si mozzò il fiato: “Vuoi dire che…cioè, lui non ha…pensato a…”

“Esattamente!”

“Ma…non lo sei, vero?”

“No, fortunatamente!”

Harry sospirò. Sì, doveva ammetterlo: Ron era stato veramente un incosciente. Per fortuna gli era andata bene. Certo, ritrovarsi padre a 18 anni non era l’ideale, anche perché né lui né Christine avevano finito la scuola.

“Posso capire che sia successo inaspettatamente, ma devi capirmi Harry. Non ho mai avuto così tanta paura!”

“Hai perfettamente ragione!”

“Invece…il secondo motivo è…diciamo, di ordine psicologico. Voglio dire…questa…cosa che è successo tra me e Ron mi ha leggermente scombussolata. Quando ho realizzato il tutto, avevo bisogno di un po’ di tempo per pensare. In fondo è un passo importante nella vita di una ragazza. Forse…ho sbagliato a non averne parlato con Ron, ma…ecco, ho bisogno dei miei tempi!”

“Certo, ti capisco perfettamente”

“Beh…-disse lei alzandosi-…Dì a Ron che lo aspetto di sopra!”

Harry sorrise: “Ok!”

Christine se ne andò e Ron la seguì con lo sguardo. Harry lo raggiunse e gli diede una sberla sul capo.

“Ahia!- esclamò Ron, massaggiandosi la testa- E questo che vuol dire?”

“Ti assicuro che te lo meriti!”

Ron lo guardò con aria interrogativa e Harry rise.

“Vai, scemo! Ti aspetta di sopra!”

Sul viso di Ron comparve un sorriso a trentadue denti.

Prima di andare, però, disse a Harry: “Immagino che ora anche tu debba esserne informato. Ora c’è una regola che ho deciso insieme a Seamus, Dean e Neville!”

“Vale a dire?”

“Se la camera è…beh…occupata, fuori dalla porta si appende la cravatta dell’uniforme, ok?”

Harry annuì con il capo, mentre Ron se ne andava.

Ma, subito dopo, dal centro della Sala, il giovane Weasley chiamò ancora una volta Harry, che si voltò verso di lui.

“Grazie, amico, grazie mille!”

Harry scosse la testa e gli fece segno con la mano di andarsene. Ma sicuramente quella sera non ci sarebbe stata nessuna cravatta appesa alla porta!

Era stato un ritorno carico di emozioni di tutti i generi: l’amore per Hermione, la tensione del confronto con Goyle, l’affetto e l’apprensione per Ron…Decisamente era uno strano modo di iniziare la seconda metà del suo ultimo anno a Hogwarts. Un periodo che avrebbe riservato a Harry ancora tantissime emozioni: come gli esami del M.A.G.O. e l’agognato ritorno della sua Hermione. Ma…c’era anche qualcos’altro, qualcosa che faceva bruciare la cicatrice di Harry, qualcosa che gli infondeva angoscia  e timore…qualcosa che, ormai Harry l’aveva capito, riguardava sicuramente Lord Voldemort.

 

 

 

Ciao! Come vedete non è passato neanche un mese dall’ultima volta. Sono stata brava, eh?? ^_^ Ho anche imparato a usare l’html!! Come mai non me ne sono accorta prima che era così facile?? Che scema!! >__< Bene, spero che vi sia piaciuto! Il prossimo capitolo si intitola “Grifondoro contro Tassorosso”. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito: marco, LadyGiuly93, granger90, Buffy86 e maripotter. Siete sempre troppo gentili nelle recensioni!! Grazie davvero.

A presto

Kia85

 

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Capitolo 42
*** Grifondoro contro Tassorosso ***


Nient’altro che noi

 

Nient’altro che noi

 

 

7 ANNO

Capitolo 42 : “Grifondoro contro Tassorosso!”

 

Ron e Christine si erano chiariti ed erano tornati a essere quelli di prima. Harry era molto soddisfatto di se stesso, perché in qualche modo era stato lui a farli riconciliare. Ed era veramente una bella sensazione…aver aiutato un amico, il suo migliore amico. Che strano! Dopo 7 anni, Harry non aveva mai detto a Ron esplicitamente che cosa rappresentasse per lui: una specie di fratello…sì, il fratello che non aveva mai potuto avere. Era felice di averglielo detto perché sentiva ormai prossimo lo scontro con Voldemort. E se…Harry…non ce l’avesse fatta, almeno sapeva di non avere conti in sospeso. Le persone più importanti della sua vita erano perfettamente a conoscenza di ciò che lui provava: amava Hermione, voleva un mondo di bene a Ron e rispettava Sirius, come si rispetta un padre. Certo, non lo aveva confessato apertamente a Sirius, ma non ce n’era bisogno. Sirius conosceva perfettamente James e Lily e, per questo motivo, sapeva leggere altrettanto perfettamente nei sorrisi e negli occhi di Harry.

La mattina dopo il ritorno dalle vacanze natalizie, a colazione, Silente diede un importante annuncio.

“Come sapete, tra due settimane ci sarà il secondo turno della stagione di Quidditch. Le partite saranno Grifondoro-Tassorosso e Serpeverde-Corvonero. Per quanto riguarda le partite finali…beh, dovremmo anticiparle. Questa decisione è stata necessaria perché molti giocatori delle quattro squadre fanno parte delle classi del G.U.F.O. e del M.A.G.O. Perciò le ultime partite verranno giocate nell’ultimo weekend di aprile. E questo è tutto. Buona colazione!”

“Non è una cattiva idea!” commentò Ron, subito dopo.

“Già. Pensate: solo nella nostra squadra abbiamo cinque giocatori su sette che hanno il M.A.G.O!” esclamò Seamus.

“Non preoccupatevi: andrà tutto bene. Oggi pomeriggio abbiamo l’allenamento, no? Studieremo nuovi schemi, soprattutto per i Cacciatori. Dobbiamo riuscire a inganna Mark!” disse il capitano Harry.

“Hai ragione! Quel Mark Stevenson è incredibile. Mai visto un portiere come lui. Incredibile almeno quanto Baston!” commentò Dean.

Sì, Mark era veramente unico. Aveva un futuro nel campo del Quidditch…come Harry. Anche lui poteva aspirare a diventare un giocatore professionista. L’idea tentava il giovane Grifondoro, lo tentava molto da un lato. Dall’altro invece, Harry veniva tentato da una carriera come Auror, come i suoi genitori e, soprattutto, come Hermione. Sì, decisamente era una prospettiva molto più allettante. Ma il futuro, per il momento, era solo l’ultimo dei pensieri di Harry. Il problema più urgente da risolvere era, infatti, liberare Hermione, anche se, ora come ora, non poteva fare altro che aspettare. Quindi era meglio dedicarsi al Quidditch: voleva vincere la Coppa per il secondo anno consecutivo. E per raggiungere questo obbiettivo, la sua squadra doveva battere Tassorosso, tra le cui linee militava, appunto, il promettente Mark Stevenson.

Così, l’allenamento dei grifoni quel pomeriggio fu particolarmente intenso. Erano appena tornati dalle vacanze natalizie, quindi erano abbastanza riposati. Il capitano Harry, infatti, non mostrò alcuna pietà per i suoi giocatori. Torturò Ron sommergendolo di Pluffe da parare; stancò Seamus e Neville, che avevano il compito di proteggere i Cacciatori che volavano per tutto il campo; tormentò Dean, Dennis e Aileen per migliorare la loro velocità e agilità sulla scopa. E lui? Non fece altro che rincorrere e acciuffare il Boccino d’Oro, dopo avergli dato qualche metro di vantaggio.

Dopo quelle che sembrarono due ore abbondanti, Ron esclamò: “Basta, ti prego!”

“Sì, Harry…per favore!” intervenne Dean.

“Siamo stanchissimi!” fece notare Seamus sdraiandosi a terra.

E a loro si aggiunse anche Neville: “Non riusciamo più a stare in piedi!”

Harry rivolse uno sguardo ai quattro ragazzi sdraiati per terra. Accanto a lui c’erano Dennis e Aileen.

“Sembrate delle pappemolli!” commentò Harry.

Dennis e Aileen risero.

Da terra Ron alzò un braccio: “Ritieniti fortunato che mi si sono indolenzite le gambe…amico!”

“Ma guardatevi…e guardate loro!- disse Harry, indicando Aileen e Dennis- Hanno solo uno e due anni meno di voi, eppure sono ancora pimpanti e scattanti!”

I quattro ragazzi a terra emisero dei suoni incomprensibili che fecero sospirare Harry.

“Che ne dite?- esclamò il capitano, rivolgendosi a Dennis e Aileen- Può bastare per oggi?”

I due Cacciatori si rivolsero uno sguardo, sorridendo.

Poi Aileen rispose: “Ma sì, capitano! Altrimenti al prossimo allenamento non si reggeranno in piedi!”

“Va bene! Potete andare, ragazzi! Siete stati bravi!”

Ron, Seamus, Dean e Neville si alzarono lentamente, mentre Dennis si stava già dirigendo agli spogliatoi; Aileen, invece, si diresse verso gli spalti. Ron e Harry la seguirono con sguardo curioso.

Infatti, Aileen corse subito da un ragazzo del sesto anno appartenente a Tassorosso. E i due sembravano molto in confidenza.

“E brava la nostra Aileen!” commentò Harry, sorridendo.

Mmm…avevo sentito che usciva con un ragazzo, ma ancora non li avevo visti insieme!” disse Ron.

Harry guardò l’amico con aria interrogativa: “Non sarai geloso, spero…”

“Già, Ron…sei geloso?” chiese improvvisamente Christine, raggiungendo i due ragazzi.

“Ma che stai dicendo, tesoro?- esclamò Ron, cingendo la vita della ragazza con un braccio- Lo sai che solo tu potresti farmi ingelosire!”

Christine rise: “Allora…dovrò metterti alla prova!”

“Christine!”

“Sto scherzando, mio carissimo Ron!” disse lei, attirandolo a sé.

“Beh…che ne dici se mi fai compagnia sotto la doccia?” domandò un sensualissimo Ron che Harry avrebbe preferito non vedere.

“Ma tu non eri quello a cui si erano indolenzite le gambe?” intervenne Harry.

“Amico mio, non puoi neanche immaginare che grande effetto hanno su di me gli ormoni!”

“Sì, adesso lo so e avrei preferito continuare a non saperlo! E’ meglio che vada! A dopo, ragazzi!”

Harry andò a cambiarsi e poi raggiunse la sala comune: era stato un allenamento veramente ottimo. Non si aspettava un tale rendimento dai suoi giocatori. Probabilmente sotto pressione lavoravano tutti meglio, compreso lui. C’erano, quindi, buone possibilità di sconfiggere Tassorosso e Corvonero nell’ultima partita e, di conseguenza, vincere la Coppa di Quidditch, la seconda consecutiva per il capitano Harry James Potter.

 

******

 

La mattina precedente la partita, gli studenti del 7° anno ebbero un’interessante lezione di Erbologia.

“Oggi, miei cari ragazzi, vorrei insegnarvi come preparare un bagno pro-patronus!” disse la prof. Sprite.

“Mm…sembra interessante!” sussurrò Ron.

“Gli ingredienti principali sono l’altea, il luppolo e la maggiorana. Qualcuno sa dirmi cosa significa il nome altea?”

Hermione alzò la mano.

“Sì, signorina Granger?”

“Il nome altea deriva dal greco e significa guarire!” rispose prontamente Hermione.

E con quella risposta Hermione fece guadagnare 5 punti a Grifondoro.

“Infatti, l’altea…-riprese la professoressa-…insieme alla liquirizia, viene spesso usata per le infiammazioni dei bronchi e contro la tosse. Il luppolo, invece, ha effetti calmanti e viene usato per alcuni riti curativi. Infine, la maggiorana ci protegge dalle malignità, oltre che essere ottima nei riti propiziatori per il denaro. Passiamo ora alla preparazione del bagno. Per prima qualcosa dobbiamo pulire bene la vasca, per togliere tutte le impurità. Quindi…mmm…non c’è nessun volontario?”

Nessuno tra gli studenti aveva anche solo lontanamente la voglia di andare a pulire la vasca di fronte a tutta la classe.

Ok, allora creiamo un volontario forzato! Weasley, vieni tu!”

Ron fece roteare gli occhi e, dopo aver ricevuto una pacca di conforto da Christine, raggiunse la vasca. La professoressa gli consegnò una pezza e un secchio d’acqua e lui cominciò a pulire la vasca.

“Dopodiché possiamo riempirla, ma dobbiamo stare attenti alla temperatura dell’acqua. Non deve essere né troppo calda né troppo fredda. Un buon trucco, usato tra l’altro anche dalle migliori mamme magiche e babbane, è quello di provare la temperatura dell’acqua con parti sensibili del corpo, come il gomito o l’interno del braccio!”

La prof. Sprite guardò Ron: anche questo toccava a lui. Perciò il giovane Weasley riempì la vasca, mischiando acqua calda e fredda e poi, esortato dalla professoressa, provò la temperatura dell’acqua con il gomito. Sfortunatamente si scottò: alcuni risero; Christine, invece, si portò una mano sulla bocca, preoccupata. Ron, perciò, aggiunse ancora acqua fredda. La temperatura divenne adeguata al bagno propatronus.

“Passiamo alle erbe, ora. Cominciamo con l’altea: dobbiamo versarne 3 abbondanti manciate. Bisogna spargere l’altea su tutta la superficie dell’acqua!- disse la professoressa mentre passava a Ron tre ciotole contenenti i tre tipi di erbe da utilizzare- Poi verseremo due belle manciate di luppolo. A questo punto mescoleremo il tutto con un cucchiaio di legno. Infine aggiungeremo altre due manciate di maggiorana. Aspettiamo due minuti affinché le erbe inizino a rilasciare i loro umori e poi ci potremo immergere in un piacevole bagno!”

Probabilmente Ron temeva che, a quel punto, avrebbe dovuto spogliarsi e immergersi nella vasca. Ma, fortunatamente, la professoressa Sprite lo mandò a posto, assegnando 10 punti a Grifondoro.

La sera stessa, nella sala comune, Harry si attardò a studiare. Ron, Christine, Ginny e Helen andarono a dormire subito dopo aver terminato i loro compiti. Harry, però, era particolarmente in ansia: Hermione aveva la riunione dei Prefetti, ma non era ancora tornata. Forse Goyle l’ aveva trattenuta con la forza. Doveva andare a cercarla. Non poteva permettere che le capitasse qualcosa.

Così si diresse verso il buco del ritratto, ma questo si aprì da solo. E comparve Hermione.

Harry sospirò sollevato: “Oh, Hermione…stai bene!”

“Certo, perché non dovrei?” chiese lei, entrando nella sala comune.

Lui la seguì: “Beh…è piuttosto tardi, io…pensavo che Goyle ti avesse trattenuta!”

“Infatti!”

Harry sbattè le palpebre: “Lui ti ha trattenuta? E che ti ha detto?”

“Niente di particolare! Mi ha chiesto come stavo e cose di questo genere!”

“Ah…non ti ha dato fastidio…”

“No, non direi!”

Hermione si diresse verso le scale che portavano ai dormitori, ma Harry la fermò.

“Hermione, devi promettermi che qualunque cosa ti dica e per quanto carino e gentile ti possa sembrare, tu non cascherai nella sua trappola!”

Hermione sorrise: “Stai tranquillo! Non mi lascerò incantare da lui!”

Ok, va bene!”

“Allora, posso andare a dormire?” domandò lei, rivolgendo un rapido sguardo verso il proprio braccio.

Harry guardò la sua mano che bloccava il braccio della ragazza e la lasciò subito andare.

“Sì, scusa!”

“Bene. Buonanotte, Harry!”

“’Notte, Hermione!”

La ragazza salì le scale e Harry la seguì con lo sguardo, fino a quando lei non scomparve dalla sua vista.

Ormai non mancava molto, solo quattro mesi. Dovevano resistere entrambi, lui e Hermione: resistere a Goyle…a Voldemort…già, perché il Signore Oscuro avrebbe potuto riportarla dalla sua parte, ripetendo l’incantesimo Muto Indolem o utilizzando qualsiasi altro stratagemma. Harry, tuttavia, in fondo al suo cuore aveva un buon presentimento. E ciò era strano, perché tutti i presentimenti che aveva avuto erano sempre stati negativi.

Sperando che quel buon presentimento si avverasse presto, Harry andò a dormire.

 

*****

 

La partita era cominciata già da venti minuti abbondanti, ma il risultato era fermo sullo 0 a 0. Entrambi i portieri erano difficili da battere e, per quanto abili potessero essere i Cacciatori, nessuna delle due squadre aveva ancora segnato.

Neanche i Cercatori riuscivano a intravedere il Boccino d’Oro. Era, insomma, una situazione di stallo.

All’improvviso un Cacciatore di Tassorosso, durante un’avvincente azione di Grifondoro, afferrò la coda della scopa di Aileen; Madama Bump fischiò un fallo, e assegnò una punizione a favore di Grifondoro.

Fu proprio Aileen a battere la punizione, ma Mark cominciò a volare velocemente attorno ai tre anelli. Stava usando una particolare tecnica chiamata Double Eight Loop, che serviva a confondere il Cacciatore che stava per battere la punizione. In effetti, Aileen sembrava piuttosto confusa ed esitò a tirare.

“Non ti preoccupare, Aileen. Tira!” la incitò Harry.

Aileen annuì: socchiudendo gli occhi, si concentrò per pochi attimi e poi tirò la Pluffa. Miracolosamente, la Pluffa entrò nell’anello più alto. Tutti i Grifondoro esultarono, mentre Mark imprecava. Harry sorrise nel vederlo: un po’ gli dispiaceva. Mark aveva avuto un’idea geniale per confondere Aileen. Così il gioco riprese con Tassorosso all’attacco.

Harry cercava il Boccino d’Oro, sorvolando il campo. Doveva assolutamente far terminare la partita. I contropiedi di Tassorosso lasciavano spiazzati gli avversari ed erano molto pericolosi. Ma Harry non doveva avere fretta, perché altrimenti…addio concentrazione!

Allora…il Boccino non era nella zona di destra e nemmeno al centro. Harry si diresse, perciò, nella parte di sinistra, cioè la metà campo di Grifondoro. Ma la sua attenzione venne catturata da un’azione di Tassorosso. Infatti, un Cacciatore avversario stava cercando di seminare gli avversari, zigzagando tra i giocatori. Harry doveva ammettere che quel Tassorosso era proprio in gamba: agile, veloce e scattante. Dennis e Dean facevano fatica a stragli dietro. Ormai erano vicinissimi agli anelli sorvegliati da Ron, che era attentissimo e seguiva con occhi spalancati l’azione per non perdere il minimo movimento.

Poi, cogliendo tutti di sorpresa, Aileen si parò tra Ron e il Cacciatore avversario: quest’ultimo, spiazzato dall’entrata della Cacciatrice, deviò immediatamente e, prima che qualche Cacciatore di Grifondoro si avvicinasse a lui, tirò in porta.

Fortunatamente, Ron riuscì a parare il tiro con un colpo di coda della scopa, facendo esultare Grifondoro e disperare Tassorosso.

Bene, Ron, Aileen e tutti gli altri componenti della squadra stavano giocando egregiamente, mentre Harry li stava a guardare, senza fare il proprio dovere di Cercatore. Lo tranquillizzava il fatto che anche il suo avversario fosse in difficoltà.

Alla fine, lo vide: il familiare luccichio del Boccino d’Oro si aggirava vicino alla porta di Grifondoro. Harry, istintivamente, si tuffò nell’inseguimento e la stessa cosa fece l’avversario. Il Boccino fece fare ai due inseguitori un giro intero del campo a rasoterra. Improvvisamente, però, il Boccino si fermò e invertì rotta bruscamente, dirigendosi completamente dalla parte opposta. Harry, colto di sorpresa, arrestò la sua corsa, ma l’altro Cercatore gli venne addosso ed entrambi caddero per terra. Per fortuna non si fecero niente, dato che si trovavano a pochi centimetri di altezza: perciò si rialzarono immediatamente.

“Mi dispiace, non l’ho fatto apposta!” si scusò il Cercatore di Tassorosso.

Harry gli diede una pacca sulla spalla e disse: “Lo so, non preoccuparti! Continuiamo a giocare!”

L’avversario sorrise ed entrambi montarono di nuovo in sella alle loro scope. Harry riuscì a ritrovare immediatamente il Boccino d’Oro e ricominciò a seguirlo. Doveva cominciare a impegnarsi seriamente e pensare solo a prendere il Boccino. Così, Harry si abbassò, avvicinandosi al proprio manico di scopa per essere più aerodinamico e la velocità aumentò. Riuscì a distaccare l’avversario di qualche centimetro e ad avvicinarsi al Boccino d’Oro. I tifosi di Grifondoro lo incitavano a gran voce.

Quando fu a pochi centimetri dalla preziosa pallina, Harry allungò la mano e sfiorò le ali del Boccino.

“Dai, ancora un po’ più avanti!” si disse Harry.

Il Cercatore di Grifondoro chiuse gli occhi e, con un altro sforzo, si diede l’ultima spinta, afferrando finalmente il Boccino d’Oro.

Risultato finale: 160 a 0 per Grifondoro.

 

*****

 

La vittoria di Grifondoro aveva esaltato tutti. Mentre festeggiavano in sala comune, arrivò la professoressa McGranitt per congratularsi con tutti i componenti della squadra, anche con Harry.

“Ehm…professoressa…- la trattenne Harry-…potrei parlare un attimo?”

“Certo!”

Harry e la McGranitt raggiunsero un angolino della sala, allontanandosi dal trambusto della festa.

“Allora, di cosa volevi parlarmi, Potter?”

“Ecco, vede…l’anno prossimo cinque componenti della squadra cambieranno, tra cui il Capitano!”

“Esatto!”

“In quanto Capitano, volevo solo dirle che, secondo me, Aileen Wilckins sarebbe perfetta come mio successore, come nuovo Capitano!”

“Wilckins, dici…” ripetè la McGranitt, guardando da lontano la ragazza in questione.

“Vede, anche Baston aveva messo una buona parola per me e adesso io faccio lo stesso con la persona che più di chiunque altro merita il titolo di Capitano!”

“Va bene, Potter, l’anno prossimo io e Madama Bump terremo conto della tua opinione!” disse la professoressa.

“Grazie mille!”

Dopo aver fatto quella piccola raccomandazione a favore di Aileen, Harry tornò a festeggiare insieme agli altri Grifondoro.

La vittoria di quella giornata aveva messo in una buona posizione la squadra giallorossa. Un altro buon risultato nell’ultima partita contro Corvonero avrebbe portato Grifondoro alla conquista della Coppa di Quidditch, la seconda con quella formazione e con Harry come Capitano. E, dato che le partite finali erano state anticipate, tutti i giocatori, avrebbero dovuto allenarsi più frequentemente per mantenersi in forma. Non c’era tempo da perdere. Quello era il miglior modo, secondo solo alla liberazione di Hermione, di terminare il suo settimo anno alla scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts.

 

 

 

 

Buon anno, anche se un po’ in ritardo!! Insomma, guardando l’ultimo aggiornamento, pensavo peggio, solo tre mesi e mezzo questa volta, eh? Purtroppo sono un po’ impegnata con l’università e il servizio civile. Avete già letto il settimo libro di harry potter? Io sono a metà e, nonostante tutto, mi sta piacendo. Le scene auror sono come sempre grandiose, uniche!!! 

Allora il prossimo capitolo si intitola “San Valentino” e, insomma, vedremo un Harry un po’ strano!! Però la bella notizia è che ormai mancano 6 capitoli alla fine di questa storia infinita!! Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto! Naturalmente ringrazio tutti quelli che hanno recensito: marco, buffy86, kikka93, kekkapotter94, J Kira.

 

A presto…spero

Kia85

 

 

 

 

 

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Capitolo 43
*** San Valentino ***


Cap11:

 

 

Nient’altro che noi

 

7°ANNO

Capitolo 43: “San Valentino!”

 

Ci mancava pure San Valentino! Il giorno dell’anno in cui tutti i single per scelta o per forza si deprimono. Anche Harry si sentiva un po’ giù: l’anno prima Hermione gli aveva regalato il suo braccialetto cosicché lui potesse sempre pensare a lei, anche se non c’era bisogno. E ora, invece, era solo.

Nei giorni che precedevano il fatidico e temuto San Valentino gli amici di Harry cercavano di mostrarsi indifferenti all’imminente festa degli innamorati. Perciò Harry disse loro che non c’era bisogno di comportarsi in quel modo perché lui stava bene e Hermione avrebbe voluto certamente che i loro amici festeggiassero, soprattutto Helen e Mark che festeggiavano il loro primo San Valentino insieme. Per quella giornata la scuola aveva organizzato una gita a Hogsmeade straordinaria. Anche in quell’occasione valeva la regola della volta precedente, cioè non addentrarsi in vicoli sconosciuti, stretti e isolati e passeggiare per le vie principali.

Harry non sapeva se partecipare oppure no: l’idea di passeggiare per Hogsmeade circondato da festoni di San Valentino e coppiette innamorate non era ciò di cui aveva bisogno. Sarebbe stato piuttosto inadeguato, considerato il fatto che Harry era temporaneamente single.

Certo, poteva chiedere a Hermione di andare con lui, ma in quel modo…credeva di tradire la sua vera Hermione. E, poi, anche se lui avesse voluto trascorrere quella giornata con quella particolare Hermione, non era sicuro che ci sarebbe riuscito: sotto tutti i punti di vista…non sarebbe mai stata come quella vera.

Ma, alla fine, dopo aver tanto riflettuto, Harry decise di andare a Hogsmeade, anche perché gli servivano un paio di cose per la scuola: qualche pergamena, polvere di ambra grezza e un po’ di pelle di rospo.

Così, Harry si unì ai suoi compagni di scuola per andare a Hogsmeade: naturalmente non avrebbe fatto compagnia ai suoi amici perché erano tutti accoppiati, ma avrebbe comunque avuto qualcosa da fare. Cominciò a camminare per le strade di Hogsmeade. La volta precedente non se n’era accorto perché era molto scosso dal cambiamento di Hermione, ma in quel momento notò che ogni minimo particolare di quel villaggio era legato al ricordo di lei: la panchina su cui avevano deciso cosa regalare a Cho e David, il pub dove decine di volte erano andati insieme a Ron a prendere una calda e gustosa Burrobirra, il negozio dove Hermione comprava le sue piume, pergamene e tutto il necessario per la scuola…

Sì, doveva entrare proprio lì: c’erano molti studenti che, come lui, dovevano fare rifornimento per l’occorrente scolastico. Dopo aver chiuso la porta dietro di sé, Harry si trovò davanti Goyle e Tiger. I due sghignazzarono, accorgendosi di Harry.

“Potter!”

“Goyle!” disse Harry, sorpassandolo.

“Tutto a posto?” chiese malignamente Goyle.

Harry si voltò verso il Serpeverde e gli rivolse un sorriso beffardo: “Certo!”

“Oh…molto bene!” commentò con sarcasmo Goyle.

Il bestione di Serpeverde aprì la porta e fece per andarsene, quando Harry lo chiamò: “Ah…Goyle?”

L’interpellato gli rivolse uno sguardo infastidito.

Con un’espressione divertita e arrogante nello stesso tempo, Harry disse: “Salutami il tuo padrone!”

“Non capisco cosa intendi dire!”

Harry rise, senza alcuna gioia: “Ma dai, non hai capito? Quello per cui ti umili a fare il servo!”

“Come osi?” ruggì Goyle e fece per saltargli addosso, ma Tiger lo trattenne.

“E…digli anche che non mi fa paura lui, con i suoi stupidi giochetti. Io farò tornare Hermione come prima e lo distruggerò! Cascasse il mondo…sarò io la sua fine!”

Goyle si calmò e, sbuffando, uscì dal negozio insieme a Tiger. Soddisfatto per come si era comportato, Harry cominciò a cercare ciò che gli serviva: pergamene, una piuma, la polvere di ambra e la pelle di rospo. Totale: 8 galeoni e 25 zellini.

Dopo aver pagato, Harry uscì dal negozio, incamminandosi verso i Tre Manici di Scopa. Chissà se aveva fatto bene a dire quelle cose a Goyle… Era sicuramente vero che Harry non aveva alcuna paura di Voldemort, ma era altrettanto sicuro che il Signore Oscuro non avrebbe gradito quella sua specie di minaccia e avrebbe potuto vendicarsi nuovamente su qualche innocente, su qualcuno come Hermione.

Improvvisamente la sua attenzione fu catturata proprio dalla voce di Goyle, che proveniva da un vicolo stretto e isolato. Teso e curioso nello stesso tempo, Harry si nascose ad ascoltare.

“Ehi, bambolina…vieni a passeggiare con noi, dai!”

“Non mi va, Gregory!” disse quella che sembrava molto la voce di Hermione.

“Oh, cavolo!” esclamò Harry.

“Avanti, piccola…una passeggiata, soli io e te…”

Harry stava per intervenire in quella conversazione, ma a volte si dimenticava che Hermione era una brillante strega ed era perfettamente in grado di difendersi da sola.

Infatti tirò fuori la bacchetta e la puntò contro Goyle: “Ti ho già detto che non mi va! E quando dico una cosa, non cambio idea così facilmente, chiaro?”

“Come vuoi, dolcezza! Ma sappi che molto presto tornerai a essere mia!”

Hermione gli puntò la bacchetta sul torace: “Non ho paura delle tue minacce! E adesso fammi passare, prima che ti lanci una maledizione senza perdono!”

Goyle sorrise con arroganza e si fece da parte, lasciando che Hermione lo sorpassasse.

Quando la ragazza uscì dal vicolo, Harry esclamò: “Complimenti, bella performance!”

Hermione si voltò e sorrise: “Harry?! Che ci fai qui?”

“Pensavo avessi bisogno di una mano con quello là, invece…te la sei cavata egregiamente da sola!”

“E già!”

Dato che si erano incontrati casualmente, forse poteva chiederle di andare a prendere una Burrobirra insieme. Non c’era niente di male.

“Ehm…allora…ti andrebbe di bere una Burrobirra con me?” chiese Harry titubante.

Hermione sorrise lievemente e poi rispose: “Non posso, mi spiace!”

“Oh…ok, non fa niente!”

“Vedi, sono venuta solo per prendere alcune cose per la scuola, ma devo tornare subito a scuola: devo assolutamente finire i compiti!” disse Hermione.

“Certo…il dovere prima di tutto!”

“Esatto! Ci vediamo stasera, Harry!”

“Sì, a dopo!”

Hermione se ne andò, lasciandolo solo, e Harry decise di andare a prendere una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa. Non aveva potuto fare a meno di notare che c’era qualcosa di strano nel modo in cui Hermione aveva pronunciato il suo nome: era stranamente dolce, quasi familiare…O forse era stato solo un brutto scherzo della sua immaginazione: d’altronde Harry sentiva moltissimo la mancanza, non solo di Hermione, ma anche del modo in cui lei lo chiamava, con amore e dolcezza… le stesse cose che aveva colto nel congedarsi da Hermione.

Nel pub, Harry  si guardò intorno, cercando facce conosciute, e vide in lontananza Seamus, Dean e Neville, che lo salutarono e gli fecero cenno di sedersi con loro.

“Ehi, ragazzi, come state?” chiese Harry.

Seamus e Dean, piuttosto abbattuti, non parlarono e continuarono a guardare i loro bicchieri vuoti. Perciò Harry rivolse uno sguardo interrogativo a Neville.

“Hanno appena litigato con Calì e Lavanda!” sussurrò Neville.

“Ah…capisco!”

“Io no!” esclamò Seamus, battendo all’improvviso una mano sul tavolo.

“Cosa non capisci?” chiese Harry.

“Dimmi che male c’è ad accettare una scatola di cioccolatini da parte di una ragazza che non è la tua!”

“Beh…loro…sono molto sensibili!” rispose Harry, facendo spallucce.

“No, sono possessive e appiccicose!” ribattè Dean.

“Non sono tutte così. Hermione…almeno, non lo era…”disse Harry, appena colto da un’ondata di depressione.

“Oh…Harry, dai!- esclamò Seamus, dandogli una pacca sulla spalla- Coraggio, bevi un po’ di questo!”

Seamus gli versò del liquido azzurrino in un bicchiere da una caraffa che ne era piena.

“Cos’è?” chiese Harry, annusando la bevanda, che conteneva sicuramente una notevole percentuale di alcool.

“Acquavite al mirtillo!- rispose Dean- E’ una mano santa in questi casi!”

Harry, un po’ scettico, bevve la sua acquavite: nonostante fosse molto forte, aveva un buon sapore!

“Oh…wow! È buonissimo!” commentò Harry, prima di bere di nuovo e svuotare il bicchiere.

Era decisamente meglio di una calda Burrobirra o di un buon succo di zucca!

“Prendine ancora un po’, allora!” esclamò Seamus, riempiendogli ancora il bicchiere.

Fecero un brindisi tutti insieme.

“A tutti noi poveri maschietti!” disse Seamus.

“A noi!” esclamarono gli altri tre e poi bevvero tutto d’un fiato.

Bere quell’acquavite faceva sentire Harry…felice, senza pensieri! Era da una vita che non si sentiva così leggero e spensierato. E, evidentemente, anche gli altri subirono quell’effetto. Ben presto, dunque, la caraffa terminò e i quattro amici ne ordinarono un’altra. Ma, a un certo punto, Neville non riempì più il suo bicchiere e rimase a guardare gli altri tre. Seamus e Dean avevano cominciato a ridere senza motivo e Harry si sentiva il viso accaldato. Inoltre cominciò a vedere un po’ sfocato: infatti nell’atto di prendere il bicchiere per bere, lo urtò accidentalmente, facendo rovesciare tutto il contenuto sul tavolo. Insieme a Seamus e Dean, Harry scoppiò a ridere.

Harryyyyyy…ma che ti prende…eh?” esclamò Seamus tra le risate.

“Ragazzi, forse è meglio andare!” fece notare Neville, l’unico sobrio rimasto a quel tavolo.

“Avanti, Neville…sigh…non fare il guastafeste…sigh…” disse Dean, dando una sonora pacca sulla spalla all’amico.

“Già…noi abbiamo un grosso problema con le nostre ragazze…sigh…quindi, dobbiamo tirarci su!” spiegò Seamus, con quel poco di lucidità che gli era rimasta.

“E’ vero…e io potrei anche morire nello scontro con Voldy…devo vivere i miei ultimi…sigh…giorni…” esclamò Harry con molta semplicità.

Morireeee…” ripeterono Seamus e Dean ridendo.

Un ragazzo, dal tavolo accanto, diede un colpetto sulla spalla di Seamus, che si voltò verso di lui, un po’ spaesato.

“Scusate, potreste abbassare la voce? Io e la mia ragazza non riusciamo a parlare!”

“Tu e la tua ragazza??” chiese Seamus, appoggiando le mani sullo schienale della sedia.

“Sì!”

“Oh…e senti, io per caso…sigh…vengo a dirti di non baciare la tua ragazza?”

“Già, te l’ha detto, forse?” intervenne Dean.

Il ragazzo sembrava spiazzato e Seamus tornò a ridere insieme a Dean e Harry.

A quel punto Neville si alzò ed esclamò: “Ok! Basta così, è ora di andare!”

“Ma che dici…sigh…?” chiese Dean.

“Io mi sto…sigh…divertendo…” commentò Harry.

Ma Neville non sentì ragioni: a uno a uno li fece alzare e li costrinse ad uscire dal locale.

“No…Neville…non puoi farci…sigh…questo…” protestò Seamus.

“Dobbiamo finire…sigh…di bere…” disse Harry, cercando di tornare dentro il pub.

Neville lo fermò, parandoglisi davanti, e lo sostenne per le braccia. Harry, un po’ affaticato, si aggrappò all’amico.

“Dai…Nevillucciosigh…- disse, guardandolo negli occhi-…sigh…oh…ti hanno mai detto che hai…sigh…degli occhi bellissimi…”

“Oh, per favore, Harry! Sei ubriaco!”

“No…non mi sento ubriaco…” disse lui, barcollando leggermente.

“Infatti, non ti senti per niente!”

Harry rise: “Non è vero…io mi sento benissimo…guarda: Harry, Harry, ci sei? Sì, ci sono…sigh…cosa vuoi?”

Seamus e Dean scoppiarono a ridere. Perciò Neville, spazientito, li trascinò a fatica fino alle carrozze. Insieme raggiunsero Hogwarts e poi la sala comune. Gli studenti che li incontravano, cambiavano subito direzione, in particolare quelli del primo e del secondo anno che Harry spaventò insieme a Seamus e Dean.

Finalmente arrivarono in sala comune, dove Hermione era tutta intenta a fare i compiti. Quando vide Harry, aggrappato a Seamus e Dean, tutti e tre ridenti, balzò in piedi.

“Cos’è successo?”

“Ah…diciamo che…hanno alzato un po’ il gomito, al pub!” rispose Neville.

“Oh mio Dio, Harry, come ti sei conciato?”

Harry socchiuse gli occhi per mettere a fuoco la persona che gli stava davanti.

Quando la riconobbe, esclamò: “Hermione…sigh…ciao!”

“Harry!”

Harry si staccò da Dean e Seamus e si avvicinò a lei, prendendole le mani e appoggiando la fronte su quella di Hermione.

“Hermione…sigh…mi sei mancata tanto…”

“Che stai dicendo?”

“Ma adesso ti ho ritrovata…” continuò Harry, abbracciandola.

“Harry! Sei ubriaco!” gli fece notare Hermione, cercando di liberarsi.

“No…è solo che…ti amo tanto…”

Detto questo, Harry la baciò, stringendola a sé. Dean e Seamus risero, mentre Neville si battè una mano sulla fronte, sconsolato.

“Vai, Harry!” lo incitò Dean.

, dacci dentro, fratello!”

Nonostante fosse ubriaco, Harry la stava baciando veramente con tutto l’amore che provava per lei. Ma Hermione era rigida, non si lasciava andare. Infatti, non appena Harry allentò la presa, Hermione ne approfittò per liberarsi e dargli un ceffone.

“Ahia!” esclamò Harry, portandosi una mano sulla guancia colpita.

Seamus e Dean continuavano a ridere sempre più forte.

“Perché mi hai dato…sigh…uno schiaffo?”

“Perché?? Sei ubriaco fradicio, Harry!- esclamò Hermione, con occhi lucidi- Tu non volevi veramente baciarmi!”

Harry fece una smorfia contrariato: “Ma tu sei la mia…sigh…ragazza!”

“No! Sono solo il frutto dell’incantesimo di Voldemort! Per te io non sono nient’altro!” disse lei, abbassando lo sguardo.

Le parole di Hermione furono seguite da un silenzio imbarazzante, rotto soltanto dai singhiozzi dei tre ubriachi. Fortunatamente in quel momento entrarono Ron, Christine, Ginny e Helen.

“Ehi, ragazzi, che succede?” chiese Ron, incuriosito dall’atmosfera della sala comune.

Hermione guardò Ron e disse: “Pensate voi a lui!”

Dopodiché la ragazza ritirò le sue cose e salì nel suo dormitorio. Ron rivolse uno sguardo attento a Harry, che sembrava avere la testa fra le nuvole.

“Harry?”

“Ehi…ciao…ehm…Robert, no…Rodolphus…no no…ehm…”

“Ron!” esclamò Ron, sconvolto.

“Ecco, Ron, certo ! “

“Harry ? Sei ubriaco ?“ chiese l’amico.

“Sì…ehm…volevo dire…sigh..no, non sono ubriaco…”

Ron era abbastanza vicino a Harry da sentire il suo alito.

“Come no! Puzzi d’alcool! Hai bevuto eccome!”

“Anche Dean e Seamus hanno bevuto, allora!” ribattè Harry.

“Ehi…perché…sigh…ci devi tirare in ballo?” chiese Seamus.

Harry si voltò verso di lui, con sguardo contrariato: “Non ti ho chiesto di ballare, Seamus!”

“Già, non te l’ha chiesto!” commentò Dean.

Ron sospirò e si rivolse a Ginny: “Vai a preparare quella cosa!”

“Subito!”

“Ti aiuto io!” disse Christine.

Ginny, insieme a Christine, uscì dalla sala comune.

“Neville, Helen, portiamoli sul divano!” propose Ron, prendendo per un braccio Harry.

Ma lui si oppose e gli puntò minacciosamente un dito sul torace: “Guarda che so arrivarci da solo sul divano, bello!” 

“Vediamo!”

Harry fece un passo verso il divano, ma inciampò nel tappeto. Così cadde per terra e perse i sensi.

 

*****

 

Ok, Harry…ti lascio decidere. Puoi essere ucciso dal sottoscritto oppure dalla tua dolce metà. Io ho atteso tanto il momento in cui, finalmente, dopo 17 anni ti avrei ucciso, ma…a pensarci bene, mi voglio godere la scena. Il nostro caro Harry che viene fatto fuori dalla persona da lui più amata. Non trovi che sia estremamente divertente, Hermione?”

La voce era quella fredda e viscida di Voldemort. Al suo fianco c’era Hermione, che rise…una risata senza un reale divertimento. Ma cosa ci faceva Hermione al fianco di Voldemort, mentre Harry era a terra, ferito e ansimante?

“Sì, vi prego, Signore Oscuro, fatelo uccidere a me!!” lo implorò Hermione, la bacchetta già in mano.

Voldemort rise: “Allora, Harry, cosa si prova a vedere la propria amata che scalpita dalla voglia di farti fuori?”

“Hermione…non puoi fare sul serio, io lo so che non sei così. Neanche il suo incantesimo aveva fatto in modo che tu mi odiassi!”

Hermione si avvicinò a Harry e gli diede un calcio nello stomaco, facendolo contorcere dal dolore.

“Stai zitto! – gli urlò lei - Io sono serissima: voglio farti fuori al più presto!”

Harry tossì: sentiva in bocca il sapore del sangue.

“Sei…ah…Voldemort, sei proprio un vigliacco! Dopo 17 anni, dopo tutti i nostri…scontri in cui io ti ho sempre tenuto testa, hai paura di affrontarmi di nuovo!!

“Come osi dare del  vigliacco al potente Signore Oscuro?! Io che ho ucciso atrocemente centinaia di persone innocenti, tra cui anche i tuoi adorati genitori…te lo sei dimenticato?” esclamò ad alta voce Voldemort.

Harry provò a ridere: “No…certo che no, ma…coraggio, ammettilo: da quando ti ho fatto perdere tutti i tuoi poteri 17 anni fa…tu hai sempre avuto paura di me!”

“Stai zitto! Basta! Vuol dire che sarò io a finirti…una volta per tutte!”

“Ma signore…” disse Hermione.

“Levati di torno, Mezzosangue!”

Voldemort si mise proprio davanti a Harry e gli puntò la bacchetta contro.

Con un sorriso sulle labbra, Voldemort disse: “Ecco che muore anche l’ultimo Potter! Avada Kedavra!”

Dalla sua bacchetta partì un fascio di luce verde e…

Aaaahhhh!”

Harry si svegliò di soprassalto, urlando.

“Calmati…Harry, stai calmo!” esclamò Ron, accanto a lui.

Ci volle qualche secondo prima che Harry realizzasse dove si trovava: sul divano della sala comune di Grifondoro. Avvertiva anche un forte dolore alla testa.

“Tutto a posto?” chiese Ron.

Co…cos’è successo?” chiese Harry, portandosi una mano sulla fronte bagnata di sudore.

“Vediamo…ti sei ubriacato, hai baciato Hermione, mi hai chiamato Rodolphus e sei svenuto!” spiegò Ron brevemente.

“Oh…cavolo!”

Harry cominciava a ricordare tutti gli avvenimenti del pomeriggio. Ma come aveva potuto ubriacarsi?

“Io e Ginny ti abbiamo somministrato una pozione post-sbornia. Tra un po’ starai meglio!”

“Grazie!” disse Harry, cominciando ad avvertire uno strano movimento dalle parti dello stomaco.

Dean e Seamus erano sulla poltrona: sembravano in coma vegetativo.

“Sì, anche a loro abbiamo dato la pozione!” lo anticipò Ron.

“Oh…ok!”

“Harry, come mai ti sei svegliato urlando?” chiese l’amico.

“Credo di aver fatto lo stesso sogno di Hermione di luglio!”

Ron sbattè le palpebre: “Quello dove ti vedeva morire e rideva?”

“Sì…una cosa del genere!”

“Per la miseria! Ma perché?”

“Forse…perché oggi pomeriggio ho incontrato Goyle e gli ho detto di salutarmi il suo padrone.

“Salutarti Tu-Sai-Chi? Sei pazzo o eri già ubriaco?” esclamò Ron.

“No, no, era una specie di messa in guardia perché ho aggiunto anche che avrei liberato Hermione e che lo avrei fatto fuori!”

“Capisco! Allora eri proprio pazzo. Come devo fare con te?” sospirò Ron, esasperato.

Oh…il movimento stava risalendo lentamente lungo l’esofago di Harry.

“Potresti farmi passare!” esclamò Harry, correndo su per le scale.

Raggiunse in fretta il bagno del suo dormitorio, in preda a un terribile conato di vomito e si liberò. Qualche secondo più tardi lo raggiunse anche Dean per lo stesso motivo. Per qualche minuto i due furono in balia di continui, improvvisi e disgustosi conati. Dopodiché, quando sembrava arrivata la tregua, i due ragazzi si accasciarono a terra sfiniti.

“Cielo…sto da schifo…” commentò Dean.

“Non dirlo a me! Ma…Seamus, che fine ha fatto?”

“Oh…lui regge bene le sbornie!”

“Ah…caspita…mi sta scoppiando la testa!” disse Harry.

“E non è ancora finita!”

Entrambi furono ancora preda del post-sbornia per qualche minuto. Quando ormai avevano rigettato anche l’anima, Harry si sentì molto meglio, se non contava il mal di testa.

“Non berrò più così, lo giuro!” disse Dean.

Neanch’io e se mi vedi farlo, fermami!”

“Solo se tu farai lo stesso con me!”

“D’accordo!”

I due si risciacquarono il viso e poi cominciarono a dirigersi verso la sala comune.

“Comunque…gran bel bacio quello a Hermione!” commentò Dean.

Harry arrossì: ma cosa diavolo gli era saltato in testa? Doveva assolutamente chiederle scusa.

“Già…”

Quando arrivarono in sala comune, Calì corse incontro a Dean.

“Dean, come stai?” chiese lei preoccupata.

“Tutto ok!”

Harry andò a sedersi sul divano. Lavanda stava coccolando il suo Seamus, che guardò Harry sorridendo.

“Dimentica quello che ho detto, adoro quando fa così!”

Harry sorrise e subito dopo ricevette una forte pacca sulla spalla da Ron.

“Tutto a posto?”

“Diciamo che sono stato meglio, ma…non mi posso lamentare adesso!”

“Per fortuna!”

“Quella pozione è stata miracolosa!”

“E’ una ricetta di nostra madre!” spiegò Ginny.

“Gran bella idea!”

Essendo quasi ora di cena, molti studenti cominciarono a scendere in Sala Grande. Tra questi c’era anche Hermione. Quando Harry la vide, le corse dietro, uscendo dalla sala comune.

“Hermione, aspetta!” esclamò Harry, raggiungendola.

“Che cosa vuoi?” chiese bruscamente Hermione.

“Volevo solo chiederti scusa per prima. Ero completamente fuori di me!”

“Sì, l’avevo notato!”

“Non mi ero mai ubriacato prima d’ora e, quindi, non sono riuscito a controllarmi poco fa. Scusami davvero!”

Ok, va bene! Accetto le tue scuse!”

Con la mente più lucida, Harry ripensò subito alle parole di Hermione e gli sorse un dubbio.

“Ma…perché hai detto quelle…cose?”

“Davvero lo vuoi sapere?” chiese lei, con serietà.

Turbato dal suo tono, Harry biascicò qualcosa come: “C-certo!”

Perciò Hermione abbassò lo sguardo, in evidente disagio.

“Tu sei stato il primo ad avermi trattata con rispetto. Da quando Voldemort mi ha creata e mi ha fatto occupare questo corpo non ho mai incontrato qualcuno così. Credo…in un certo senso…di essermi innamorata…di te!”

Questa si che era una sorpresa! Proprio non ci voleva! Quella Hermione innamorata di lui?!

“Oh…Hermione, io…” provò a dire Harry, mentre lei riportava il suo sguardo su di lui.

“Non dire niente, non ce n’è bisogno! So già quello che provi e preferirei non sentirmelo dire. Lei ti ama così tanto e sento che ha una personalità veramente splendida. È naturale che tu ricambi i suoi sentimenti.  Siete molto fortunati!”

Harry sorrise: anche lei aveva la forza di Hermione. Non stava piangendo e gli aveva detto tutto guardandolo intensamente negli occhi. Così Harry le accarezzò la guancia e le diede un bacio sulla fronte.

“Sono molto fortunato anche perché tu mi stai aiutando a liberare Hermione!” disse Harry.

“Evidentemente Voldemort non mi ha fatto così forte da resisterti!”

Sei più forte di quanto anche lui immagini, invece!” commentò Harry.

“Allora….facciamo finta che non sia successo niente, ok?”

“D’accordo!”

Quello era un vero problema: adesso probabilmente Harry si sarebbe sentito completamente a disagio accanto a lei, ma ormai non mancava molto. Ancora due mesi e poi Hermione sarebbe tornata da lui. Insieme sarebbero stati felici e, forse, anche la personalità creata da Voldemort avrebbe potuto trovare, dopo tante sofferenze, un po’ di pace.

 

 

Come al solito, scusate il ritardo. Il prossimo capitolo si intitola “Grifondoro contro Corvonero”, ovvero l’ultima partita del nostro eroe a Hogwarts. Riuscirà a vincere? Spero di aggiornare più presto, anche perché stiamo arrivando alla fine. Manca molto poco ormai. Ringrazio granger90, marco e le nuove lettrici soryu, titina e kamura86! Grazie!

 

A presto

Kia85

 

 

 

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Capitolo 44
*** Grifondoro contro Corvonero ***


Nient’altro che noi

 

Nient’altro che noi!

 

 

7°ANNO

Capitolo 44: “Grifondoro contro Corvonero!”

 

Il professor Ruf, la mattina dopo, durante la sua lezione di Storia della Magia parlò di come alcune bestie fantastiche del mondo magico potessero trovare un riscontro anche in quello babbano.

“Per esempio…i Berretti Rossi. Voi sapete bene che vivono dovunque sia stato versato sangue umano, come un vecchio campo di battaglia, e che cercano di massacrare i Babbani nelle notti oscure. Queste creature sono conosciute anche tra i Babbani dell’Inghilterra e  della Scozia, due paesi, quindi, che in passato hanno combattuto tra loro molte sanguinose guerre lungo il confine. Sono note anche come Bloody Cap o Red Comb. Qualcuno mi sa dire perché il loro copricapo è rosso?” chiese, infine, Ruf.

Hermione, prontamente, alzò la mano.

“Sì, signorina Granger?”

“Perché la creatura la usa per raccogliere il sangue delle sue vittime!”

“Esattamente! Cinque punti per Grifondoro!- esclamò Ruf- Molto più conosciuta è, invece, la Chimera: la leggendaria creatura con tre teste, una di drago, una di leone e una di capra. La Chimera è imparentata sia con la Sfinge che con Cerbero, il cane a tre teste che custodisce l’oltretomba. Anche i Babbani conoscono questa creatura grazie ai miti greci: si narra infatti che Bellerofonte, eroe greco, abbia ucciso una Chimera, in groppa al cavallo alato Pegaso. Ma in un’avventura successiva, quando nella sua eccessiva arroganza, Bellerofonte cercò di arrivare al monte Olimpo, la dimora degli dei, Zeus lo punì disarcionandolo da Pegaso. Oggi, invece, i Babbani usano il termine chimera per indicare una creatura demoniaca, un ibrido o un’utopia.

“Come mai?” chiese Lavanda.

“Sostanzialmente perché, signorina Brown, nessun Babbano ha mai visto una Chimera. Ma molto più credibile per loro è la Ramora. I Babbani la identificano con un pesce  chiamato remora, nome che deriva dal verbo latino remoror, cioè ritardare, esitare. Infatti, la remora come la Ramora, usando una ventosa situata alla sommità della sua testa, si attacca alle navi e agli squali per nutrirsi di frammenti di cibo. La sua forza era già nota nel primo secolo d.C., quando Plinio il Vecchio, autore e intellettuale latino, affermò che la nave di Marco Antonio fu rallentata da alcune remore durante la battaglia di Azio e, quindi, causarono la sua sconfitta cambiando il corso della storia romana.”

“Ma sono pericolose?” chiese Calì.

“Nessuno lo sa con precisione! Ma non hanno mai effettivamente mostrato di essere pericolose. Quindi, diciamo pure di no. Infine, abbiamo i Selkie e i Merrow. I Selkie sono esseri  in forma di foche e possono assumere una forma umana molto attraente, ma in acqua tornano a essere foche. Le donne Merrow, invece, sono sempre bellissime, al contrario degli uomini Merrow che sono decisamente orrendi. I Babbani non conoscono tutti questi particolari, però, a loro sono note come sirene, creature magiche di cui parla anche Omero, scrittore epico dell’antica Grecia. Infatti, nella sua Odissea, il protagonista Ulisse incontra le Sirene che con il loro canto attirano i marinai verso gli scogli, provocando la loro fine…”

Il professor Ruf diede come compito agli studenti un tema di circa 30 cm su tutte le bestie magiche che trovavano un riscontro nelle credenze babbane. Alla fine della lezione, Harry si recò nella Sala Grande per la pausa pranzo insieme ai suoi amici. Dal giorno in cui si era ubriacato, Harry faceva di tutto per evitare di restare da solo con Hermione e spesso la evitava proprio. Ron gli aveva detto più volte che non doveva comportarsi così: era un atteggiamento infantile. Ma d’altronde cos’altro poteva fare? Lei gli aveva detto chiaramente che si era innamorata di lui, sapendo benissimo che non poteva essere corrisposta. Però, ora che era tornata a parlare con tutti loro, Harry non voleva creare altri problemi. Infatti anche lei sembrava evitarlo e gli rivolgeva la parola solo se strettamente necessario. E se c’era un problema con un solo componente, tutto il gruppo ne risentiva.

“Ti conviene parlarle!” gli disse quel giorno Ron.

“Ah sì? E cosa dovrei dirle esattamente?”

“Beh…veramente non lo so!”

“Ecco appunto!”

“Ascolta, Harry!- disse Draco- Io penso che lei non sia veramente innamorata di te!”

“Cosa te lo fa credere?”

“Insomma, prova a metterti nei suoi panni: è come se fosse nata solo ieri ed è nata già grande. Non ha quell’esperienza affettiva che si acquisisce fin dall’infanzia. Tu-Sai-Chi l’ha creata nel corpo di Hermione, facendole credere che amore era quello che doveva provare per Goyle e viceversa. Poi arrivi tu, la tratti con gentilezza e, soprattutto, con rispetto. Sentimenti per lei ancora inediti. Naturalmente erano da preferire a quelli che Goyle le riservava. E probabilmente lei avrà confuso quello che ha cominciato a provare per te con l’amore.

“Allora cos’è veramente?” chiese Ron.

“Gratitudine, riconoscenza!”

Harry annuì: “Sì, penso proprio che tu abbia ragione!”

“A questo, poi, bisogna aggiungere che è anche possibile che su di lei si riflettano i sentimenti della vera Hermione!”

“Wow!” esclamò Ron.

Draco rivolse uno sguardo interrogativo a Ron : “Wow cosa?”

Ron rise: “Non ti credevo così sapiente, Draco!”

“Basta ragionare un po’, Ron!” esclamò Draco, picchiettandosi due volte il dito indice destro sulla tempia.

Harry sorrise, vedendo i suoi amici battibeccare. Ripensando alle parole di Draco, Harry si convinse maggiormente che la cosa giusta da fare era parlare con Hermione, chiarire ogni cosa tra di loro per poter tornare a un rapporto sereno e armonioso.

 

*******

 

Durante la lezione di Trasfigurazione la professoressa McGranitt diede loro un test attitudinale da compilare. Era ora di scegliere definitivamente il futuro, cosa fare dopo Hogwarts.

“Avete tutta l’ora per completare il test. La cosa più importante, però, è che ragioniate profondamente. Ricordate che il vostro futuro dipende anche da come risponderete alle domande del test. Mi raccomando, siate sinceri. Buon lavoro!” disse la McGranitt, dopo aver consegnato a uno a uno le pergamene con le domande.

Harry lesse una volta tutte le domande e poi cominciò a rispondere: per ogni quesito si soffermava a pensare minimo 5 minuti. Agli studenti veniva chiesto di esprimere quali erano i loro interessi, le loro attitudini…Harry seguì il consiglio della professoressa e, analizzando se stesso in profondità, cercò di essere il più sincero possibile.

Quando l’ora terminò, tutti gli studenti consegnarono le pergamene alla professoressa.

“Prima di andare, un’ultima cosa: i risultati verranno analizzati da alcuni esperti con l’aiuto di tutti i vostri insegnanti. Riceverete i risultati via gufo questa sera, a cena. Ora potete andare!” disse la McGranitt.

Gli studenti furono così liberi di raggiungere le rispettive sale comuni. Non appena Harry e i suoi amici raggiunsero la sala comune di Grifondoro,Ron si lasciò cadere sul divano, sbuffando.

“Che cos’hai, Ron?” chiese Christine, sedendosi accanto a lui.

“Non sarai in ansia per i risultati del test?” chiese Harry.

Ron sbuffò nuovamente, gettandosi un cuscino in faccia.

“Sì…credo proprio di sì!” rispose Christine, accarezzandogli i capelli e guardando Harry.

“Coraggio, perché mai dovresti essere in ansia?” domandò Helen.

“Perché…- disse Ron, sedendosi più compostamente-…se dovesse risultare che io sono un buono a nulla? Come la prenderebbero i miei genitori? Tutti i miei fratelli ormai hanno dei lavori importanti: Bill, Charlie con i suoi draghi, Percy al Ministero, Fred e George che sono quasi degli imprenditori!”

“Ron, tu non sei un buono a nulla!” disse Harry.

“Harry ha perfettamente ragione! Tu sei un ragazzo speciale con moltissime qualità!” commentò Christine, con un sorriso.

“Ah, sì? E quali sarebbero queste qualità?” sbottò Ron, incrociando le braccia e sbuffando.

“Oh, insomma!- ribattè Christine, abbastanza scocciata- Sei intelligente, simpatico e molto coraggioso!”

Ron sembrò prendere sul serio quelle parole e ci riflettè su per qualche attimo: “Mm…sì…in effetti, potresti avere ragione, cara! Credo di avere ancora qualche possibilità!”

“Evviva l’ottimismo!” mormorò Christine.

Harry sorrise, divertito, e poi, accorgendosi che Hermione si era seduta in disparte su una sedia, decise di raggiungerla: la ragazza stava riordinando gli appunti di quella giornata.

“Ciao!”

Hermione, senza distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo, ricambiò il saluto. Questo suo comportamento così freddo lasciò Harry perplesso.

“Ehm…non dirmi che anche tu sei in ansia per il test?” chiese Harry.

“No…” rispose lei vagamente.

Chissà come mai Hermione si stava comportando in quel modo con Harry…anzi, chissà come mai lei si stava comportando in quel modo solo con lui! Infatti, con tutti i loro compagni Hermione sembrava serena e totalmente a suo agio, come se non fosse sotto alcun incantesimo.

“Allora, come pensi sia andato?”

“Non lo so proprio!” disse lei, che continuava a non rivolgergli neanche uno sguardo di sottecchi.

Forse quello non era proprio il momento buono per intraprendere un certo discorsetto, ma Harry moriva di curiosità!

“Ascolta, a proposito di quello che mi hai detto ieri sera…” disse Harry, sedendosi accanto a lei.

Ma Hermione cominciò a mettere via le proprie cose e si alzò: “Scusami, Harry, ma è quasi ora di cena. Devo posare i miei libri!”

La ragazza salì le scale verso il dormitorio femminile, lasciando da solo Harry, che sospirò. Pochi minuti dopo, tutto il gruppetto di Grifondoro si recò nella Sala Grande per la cena. Harry non poteva negare di essere in ansia, ma non per lo stesso motivo di Ron: lui era solo molto curioso di sapere quale strada gli avrebbero consigliato di intraprendere. Quidditch? Auror? Ministero? Insegnamento?

“Insegnamento?” ripetè Harry a se stesso.

No, non era certo la strada giusta per lui. Tenere a bada dei ragazzini dagli 11 ai 17 anni… Ah! Sarebbe stato decisamente meglio affrontare un Mangiamorte!

Nel bel mezzo della cena Silente prese la parola: “Dunque, cari ragazzi dell’ultimo anno…i risultati dei vostri test attitudinali arriveranno fra pochi minuti. Ma prima vorrei dirvi solo un paio di cosette. La prima è questa: qualunque sia il risultato del test, nessuno è obbligato a seguirne l’indicazione. Ognuno deve scegliere di intraprendere la strada che sente più adatta a se stesso. Inoltre, sappiate che in ogni momento i nostri consulenti psicomagici sono a vostra totale disposizione per qualsiasi chiarimento o informazione. Una volta che ognuno di voi avrà scelto che studi intraprendere dopo Hogwarts, dovrà compilare il modulo allegato ai risultati del test e lo consegnerà al professore capo della propria Casa. E questo è quanto! Adesso potete anche continuare la vostra cena!”

Non appena gli studenti finirono di mangiare il dessert, arrivarono i gufi che lasciarono le buste ai ragazzi del settimo anno. Qualcuno aprì subito la busta, fremente di curiosità, qualche altro esitò per una manciata di minuti. Harry era fra quelli che morivano dalla curiosità, ma aprì la busta lentamente. Dopo aver riletto le risposte alle sue domande, Harry finalmente arrivò al foglio del risultato, anzi, risultati. Gli psicomaghi avevano indicato per lui tre risultati. Sulla scheda c’era scritto:

“Si consiglia al sig. Harry James Potter:

_ Scuola di formazione per Auror (75% di compatibilità)

_Carriera sportiva (15% di compatibilità)

_Studi burocratici/politici (5% di compatibilità)

_Altro (5%)”

“Wow!” commentò Harry, soddisfatto.

Sembrava che Harry Potter avesse qualche possibilità di diventare Ministro della Magia. Bleah… che idea orribile! Fu la stessa reazione che ebbe Ron, sbirciando sul foglio dell’amico.

“Signore e signori, vi comunico che come nuovo Ministro della Magia è stato elette niente di meno che l’illustrissimo Harry Potter!” esclamò Ron, scoppiando a ridere.

“Ma finiscila!- disse Harry, dandogli uno spintone- Piuttosto, a te cosa è uscito?”

Mmm…50% Auror, 30% studi politici, 20%...economia e commercio della magia!”

“Bene, bene, bene! Puoi farti assumere come commesso dai Fred e George!” esclamò Harry, ridacchiando.

“Quella sarà sicuramente la prima opzione a essere scartata dal sottoscritto!” disse Ron, deciso.

Mentre gli altri continuavano a commentare i risultati dei loro test, Harry guardò Hermione: stava leggendo il suo risultato con molta concentrazione e Harry si chiese quale fosse. In realtà, moriva dalla curiosità, ma, ricordando con quale gelo lei lo aveva congedato poche ore prima, preferì non chiederle niente. Anzi, non doveva pensarci, perché il giorno dopo Grifondoro avrebbe disputato l’ultima partita della stagione contro Corvonero. Dovevano assolutamente vincere!

Così quella sera Harry andò a dormire molto presto, con una soddisfazione che gli riempiva il cuore. Finalmente aveva raggiunto la prima sicurezza della sua vita: aver scelto il proprio futuro, lo stesso dei suoi genitori, un futuro da Auror.

*****

Eccolo lì, il capitano di Grifondoro, in mezzo al campo di Quidditch, cercando il Boccino d’Oro in quella che era la sua ultima partita ad Hogwarts. Era strano e anche un po’ triste pensare che Harry Potter non avrebbe più giocato per Grifondoro e, forse, non avrebbe mai più giocato a Qudditch in una partita vera e propria. Quella mattina aveva fatto un discorso del genere anche a tutta la sua squadra.

“Ragazzi, io non so cosa stiate provando in questo momento, ma sono sicuro che qualunque cosa sia non sia molto diverso da ciò che io sto provando. Per me è stata una gioia poter giocare insieme a voi. Abbiamo condiviso tanti momenti felici, ma anche momenti difficili. Abbiamo giocato sempre al meglio delle nostre capacità, ottenendo ottimi risultati. E proprio questi risultati, come la vittoria dell’ano scorso, sono stati raggiunti grazie alla nostra amicizia e al nostro affiatamento. Credo che mi mancheranno moltissimo i nostri allenamenti, le nostre partite e mi mancherete moltissimo anche voi!” disse Harry nello spogliatoio, dopo aver riunito tutta la squadra. 

“Oh, cavolo, Harry!- esclamò Ron, passandosi una mano sul viso per asciugarsi finte lacrime-…non farmi commuovere! Devo giocare una partita importante!”

Harry sorrise: “Infatti! Sarebbe un finale straordinario vincere nuovamente la Coppa di Quidditch! Che ne pensate?”

“Sì!” urlarono all’unisono.

“Allora…non mi resta che dire…per l’ultima volta…Forza Grifondoro!”

“Forza Grifondoro!”

Quel discorso aveva caricato tutti i giocatori di Grifondoro! Infatti la squadra giallorossa conduceva per 40 a 10: una doppietta di Aileen, 10 punti segnati da Dean e 10 da Dennis. Anche gli altri non se la cavavano male: Neville e Seamus respingevano più Bolidi rispetto ai loro avversari e Ron aveva effettuato delle parate strabilianti.

Ora anche Harry doveva mostrare le sue capacità,non poteva certo deludere la squadra e i suoi tifosi proprio nella sua ultima partita. Insomma, non per niente era stato il più giovane Cercatore del secolo! Anche suo padre era stato un Cercatore e gli aveva trasmesso il suo talento, talento che Harry aveva mostrato al’età di 11 anni, durante il suo primo anno a Hogwarts, quando la McGranitt aveva insistito per ammetterlo nella squadra di Quidditch di Grifondoro. E tutto ciò, in un certo senso, era stato possibile grazie a Draco Malfoy, suo ex acerrimo nemico, e alla sua sfida, quel giorno, per la Ricordella di Neville. Sembrava ieri che Harry era entrato nella squadra di Grifondoro e ora era già alla sua ultima partita dopo 7 anni in cui era successo di tutto: la sua prima Coppa di Quidditch l’aveva vinta al terzo anno; dopodiché  il Quidditch era stato sospeso al quarto anno per il Torneo Tremaghi; al quinto era arrivata la nomina a Capitano di Grifondoro e, infine, al sesto la sua seconda Coppa di Quidditch, la prima da Capitano. E ora aveva la possibilità di vincere la terza Coppa per Grifondoro, così da concludere con qualcosa di positivo un anno che per Harry era stato terribile.

Ed eccolo lì, il Boccino d’Oro, che svolazzava sopra il campo. Harry se ne accorse prima del Cercatore di Corvonero, un giovane ragazzo del quarto anno, che aveva sostituito Cho e non sembrava particolarmente sveglio. Harry si buttò in picchiata all’inseguimento del prezioso oggetto, mentre questo, avvertendo i suoi inseguitori, iniziò il suo giro per il campo ad alta velocità.

Harry avrebbe sentito molto la mancanza di quella sensazione magnifica di libertà che provava solo inseguendo il Boccino: l’adrenalina che saliva nel momento in cui sfiorava le ali del Boccino, il vento, che, come se fosse infuriato, gli scompigliava i capelli, già di per sé ribelli, le mani ancorate al manico della sua scopa, la Firebolt, compagna fedele da quattro anni…

“Harry! Harry! Harry!” lo incitava il pubblico.

Come dimenticare anche quella sensazione straordinaria ogni volta che volava sopra la folla esultante, che più volte durante la partita invocava il suo nome, il nome del suo Capitano? No, non avrebbe mai dimenticato ciò che riusciva a trasmettergli una bella e sana partita di Quidditch.

Il Boccino d’Oro, proprio davanti a lui, cercò in tutti i modi di sfuggire alla presa della mano di Harry, ma…anche quella volta il Capitano Potter ce l’aveva fatta! La preziosa pallina vibrava ancora tra le sue mani, ma piano piano si arrese, mentre il cronista della partita, un certo Hubert Longroad del terzo anno di Tassorosso, annunciava la vittoria di Grifondoro. Quello che accadde in seguito Harry non se lo sarebbe mai dimenticato. I suoi compagni di squadra lo circondarono, mentre scendeva a terra e un’ondata giallorossa li travolse. Le urla di gioia dei tifosi era tutto ciò che Harry riusciva a sentire, oltre a qualche pacca sulla schiena e sulla testa.

Poco dopo il preside Silente si fece spazio tra la folla esultante con in mano la Coppa di Quidditch decorata da laccetti gialli e rossi. Accanto a lui c’era la professoressa McGranitt, eccitata come mai prima d’allora.

“Congratulazioni, Harry!” esclamò Silente, consegnandogli la coppa.

“Grazie, signore!”

Detto questo, Harry sollevò la Coppa in alto, sopra la sua testa e la folla esultò nuovamente. La Coppa passò da Harry a tutti gli altri componenti della squadra: ognuno la baciava e l’adorava quasi fosse una divinità. Ma era anche giusto. Ognuno aveva faticato e si era impegnato molto per dare il meglio di sé e vincere la Coppa. Insomma…si prevedeva una lunga notte segnata da festeggiamenti, a cui, probabilmente, anche la McGranitt avrebbe preso parte.

*****

Mentre tutti festeggiavano, Harry si accorse che Hermione non era in sala comune. Eppure gli era sembrato di averla vista alla partita. Così andò da Helen.

“Helen?”

“Oh, Harry, ciao!” lo salutò lei, con un bicchiere di buon punch.

“Ciao! Hai…per caso, hai visto Hermione?”

“Sì, dunque…credo che sia nel nostro dormitorio!”

“Grazie!”

Harry corse immediatamente verso la porta del dormitorio femminile e, quando la raggiunse, bussò.

“Hermione?”

Nessuna risposta.

“Ehm…sono Harry. Vorrei parlarti un minuto!”

Qualche passo…lo scatto della serratura…e, finalmente, ecco Hermione, sempre adorabile con quel suo sguardo dolce, ma insicuro nello stesso tempo.

“Ciao!”

“Ciao, Harry!”

“Posso…posso entrare?” chiese lui, timoroso.

“Certo!” rispose Hermione, lasciandolo entrare.

Harry chiuse la porta dietro di sé, mentre Hermione si sedette sul letto.

“Allora…hai visto la partita?”

“Sì, è ovvio! Sei stato bravissimo!”

Lo sguardo caldo e penetrante di lei, così sfuggente negli ultimi giorni, incrociò quello smeraldino ed intenso di Harry.

“Ah…ascolta. Io voglio essere tuo amico: tu sei stata la prima a dire che dovevamo far finta di niente, ma…non fai che evitarmi. Ti prego, risolviamo questa situazione!”
Hermione riflettè per qualche minuto, poi disse: “Hai ragione! Vuoi sapere perché ti stavo evitando?”

“Beh…sì…”

“Ti ho evitato solo perché pensavo di averti spaventato dopo averti detto quelle cose!” spiegò lei, scrollando le spalle.

Harry sorrise, imbarazzato: “Non è che mi hai spaventato. Solo…non me l’aspettavo!”

A quelle parole, Hermione assunse un’espressione infastidita e si sedette sul letto, incrociando braccia e gambe nel puro stile “hermionesco”.

“Certo, una creatura di Voldemort non può provare amore!” sbottò, senza guardarlo.

Harry si affrettò a raggiungerla e si sedette accanto a lei: “Suvvia, sai che non intendevo questo! Sono molto felice per quello che stai provando perché è ciò che ti rende diversa da Voldemort! E io non me l’aspettavo perché mai e poi mai avrei pensato di far innamorare ben due Hermione!!”

Hermione sorrise, più serena.

“Comunque, se può aiutarti a stare meglio, in questi giorni, ho riflettuto parecchio e ho capito di essermi sbagliata!”

Harry la guardò perplesso: “In che senso?”

“In realtà, credo che il mio non sia amore, ma semplice riconoscenza nei confronti della prima persona che mi abbia trattato con gentilezza e che mi abbia mostrato cosa sia il rispetto! Dopo averti detto ciò, mi sento davvero più sollevata, però troverò finalmente la pace quando tutta questa storia sarà finita, quando sia io che Hermione verremo liberate. Io non dovrò più sottostare agli ordini di qualche mago pazzoide e Hermione tornerà nel suo corpo, alle sue cose e ai suoi cari!”

”Già, tornerà da me…- mormorò Harry, divenendo pensieroso solo per un istante-…allora, adesso è tutto a posto? Intendo, fra di noi…”

“Ma sì, è tutto a posto!”

Harry la abbracciò: “Grazie mille, Hermione!”

“Grazie a te!”

Quando Harry si allontanò da lei, si alzò in piedi e si mise le mani in tasca.

“Posso farti una domanda?” chiese Harry.

“Certo!”

“Com’è andato il test?”

Hermione sorrise: “Bene!”

“E quali sono i risultati?”, domandò Harry, curioso.

“Dunque, vediamo…-disse Hermione, controllando il foglio dei risultati-…50% di compatibilità per la scuola di formazione Auror, 35% per il giornalismo e il 15% per l’insegnamento!”

“Anch’io ho avuto come primo risultato la scuola per Auror!”

“Ah sì? E cos’altro?”

Quidditch e studi burocratici e/o politici!”

“E’ fantastico!”

“Ma…tu come hai fatto a rispondere? Voglio dire…ti sei basata sui tuoi interessi oppure…”

“No, ho provato a capire quali potessero essere gli interessi e le attitudini di Hermione, facendo un intenso e profondo esame dentro di me!”

“In effetti, credo che i risultati riflettano molto bene la personalità di Hermione!”

“Magnifico! Così entrambi frequenterete la scuola per Auror!”

Harry sorrise: “Lo spero! Anche se credo che a Hermione non dispiaccia la carriera giornalistica!”

“Davvero?”

“Sì, perché se ci rifletti bene le caratteristiche che accomunano un Auror e un giornalista sono il coraggio e l’intraprendenza. E Hermione le possiede entrambe!”

“Hai ragione!”

“Adesso è meglio che vada. Sono alquanto stanco!”

“Va bene!”

“Buonanotte, Hermione!”

“Buonanotte!”

Harry le rivolse un sorriso e poi uscì, dirigendosi direttamente verso il suo dormitorio. Sentiva che la stanchezza si stava impossessando lentamente di lui e il suo unico desiderio era quello di coricarsi al più presto. Ron, Seamus, Dean e Neville erano ancora nella sala comune a festeggiare. Così, dopo essersi lavato, Harry indossò il pigiama con la chiara intenzione di andare a dormire. Ma proprio sul suo letto trovò un biglietto.

Di chi poteva essere?

Con mani tremanti per la curiosità, Harry aprì il biglietto e lesse quanto vi era scritto, parole che lo turbarono.

“E’ giunto il momento. Preparati a morire!”

 

 

Oh mio Dio!! Ce l’ho fatta!!! Finalmente sono riuscita a pubblicarlo! Guardate, l’avrei fatto prima se non fossero sorti imprevisti durante l’estate!! Già ho poco tempo, poi sorgono altre preoccupazioni! Vabbè, l’importante è che il capitolo nuovo è online! Ora ne mancano 4! Il prossimo ha un titolo che non mi piace, in quanto è troppo banale! Ma tutta la storia, bene o male, ha titoli banali. Comunque, sarebbe “L’attacco di Lord Voldemort” e avrà una struttura diversa da solito. Devo trascriverlo tutto al computer! Spero di aggiornare più presto. Visto che mi sono ripromessa di finire la storia prima dell’anno prossimo!! Ahahahah!

Ringraziamenti…

Lights: grazie per la recensione. Mi piacerebbe poter usufruire del tuo aiuto, ma, anche se è un lavoro antipatico, lo devo fare io!! Ahahah!! Comunque, spero che il capitolo ti sia piaciuto.

kikka93: grazie per la recensione! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Comunque, per me harry è sempre stato un po’ pazzo! Anzi, lo è di più nella vera saga!!^__^

 

A presto

Kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 45
*** L'attacco di Lord Voldemort ***


Ahi ahi ahi, quanti secoli son passati? 4 anni...mamma mia... assurdo.
Ma che l'abbiamo fatto a trascrivere un altro capitolo. Se non erro, ne mancano solo tre dopo di questo. ^_^
Comunque...riassunto delle puntate precedenti: Jo Rowling nasce a Yate nel 1965... no, ok, è troppo lontano. Allora diciamo semplicemente che ci sono Harry e Hermione che si volevano tanto bene, ma poi è arrivato Voldemort e, brutto cattivone, ha creato loro qualche problemino. Ora siamo arrivati quasi alla fine! XD
Come riassunto fa pena, lasciamo il capitolo che è meglio! :)

Buon compleanno, Lights....anche se in ritardo!! ^_^

Nient’altro che noi

7° ANNO

Capitolo 45: “L’attacco di Lord Voldemort”


Quella mattina Harry si era svegliato verso l’alba e non era riuscito più ad addormentarsi. Si era girato e rigirato nel letto, ma niente da fare. Ogni volta che chiudeva gli occhi ritornavano le immagini di quel terribile incubo che da un paio di settimane lo tormentava e lo svegliava nel cuore della notte, ansante e sudato. L’incubo riguardava Hermione, Voldemort e quel dannato biglietto che due settimane prima aveva trovato sul suo letto.
“È giunto il momento. Preparati a morire!”
Non aveva parlato con nessuno di quella minaccia. Ovviamente sapeva chi fosse il mittente, Lord Voldemort in persona. E se ne avesse parlato con gli altri ragazzi, avrebbe solo rischiato di spaventarli perché qualcuno di molto vicino al Signore Oscuro era entrato nel loro dormitorio. Un Grifondoro magari…
Ma ciò che lo preoccupava maggiormente non era tanto la minaccia in sé, quanto piuttosto il momento in cui era giunta. Esattamente due settimane prima del giorno in cui avrebbe potuto effettuare il controincantesimo per liberare Hermione. Il solo pensiero di averla di nuovo al suo fianco lo emozionava e lo faceva rabbrividire. Ma doveva aspettare ancora poco meno di ventiquattro ore prima di riabbracciarla, perché ormai il giorno tanto atteso era giunto. Cos’erano in fondo ventiquattro ore paragonate a cinque mesi d’attesa? Poco, certo… ma forse, proprio perché ormai mancava così poco, il tempo che lo separava da quel momento sembrava un’eternità più di quanto non avesse pensato all’inizio di questa terribile avventura.
Ma poteva farcela. Dopotutto non era il solo ad aspettare quel momento. C’erano tutti i suoi amici ed Helen, anche lei tanto in ansia per la sorella.
“Harry, cos’hai?” gli domandò la ragazza quella mattina a colazione.
Era stato il primo ad alzarsi, dopo aver rinunciato per sempre all’idea di riaddormentarsi. E quando i suoi compagni lo avevano raggiunto a colazione, avevano subito notato che non aveva una bella cera.
“Niente di particolare. Ho solo dormito male.” rispose lui, non riuscendo a trattenere uno sbadiglio.
“Davvero? Non me ne sono accorto.” commentò Ron sorpreso.
“E ti pareva! – intervenne Ginny – Figurati se uno con il sonno pesante come il tuo possa accorgersi dei turbamenti del suo migliore amico!”
“Ehi, senti. Dormire è una parte fondamentale della giornata.” ribattè Ron, addentando una salsiccia.
“Non lo dicevi del mangiare?”
“Beh, vale per tutte e due!”
Mentre i due fratelli Weasley battibeccavano, Helen guardò Harry e, appoggiando una mano sopra quella di lui, gli sorrise.
“È per oggi, vero?”
Harry annuì, punzecchiando con la forchetta le uova nel piatto.
“Andrà tutto bene!”
“Helen ha ragione, Harry! – aggiunse Christine – Anzi, come ci organizziamo per stasera?”
Ron interruppe la discussione con Ginny e guardò la ragazza.
“Come come? Hai detto organizziamo?”  domandò Ron.
“Sì, esatto. Proprio quello!” rispose Christine.
“Senti,tesoro, tu non organizzi proprio niente!”
“Chiedo scusa? Cosa significa?”
“Significa che tu non devi immischiarti in questa cosa!” affermò Ron deciso.
Christine assunse un’ espressione crucciata: “E per quale motivo?”
“Perché potrebbe essere pericoloso.”
“Stiamo parlando di Hermione! – ribatté la ragazza con veemenza – È anche amica mia.”
“Sì, e noi stiamo parlando della possibilità che il Signore Oscuro in persona decida di farci una visita. Non l’hai mai affrontato di persona. Forse non ti ho raccontato di quando abbiamo salvato Ginny nella Camera dei Segreti?”
“Scusate…- intervenne Harry -…proprio per questo motivo è meglio che io vada da solo con Hermione.”
Ron guardò Harry palesemente turbato: “Come? Ma, Harry?”
“Niente ma, è meglio così, credimi!”
Ma Ron non sembrava arrendersi facilmente.
“Abbiamo sempre condiviso tutto, non puoi chiedermi di lasciarti da solo.”
“Non sono solo, ci sarà Hermione con me. Ma non posso permetterti di correre altri rischi a causa mia.” disse Harry.
“Non posso lasciarti da solo, neanche Hermione me lo perdonerebbe!”
“Sì, invece. Lei capirà. Inoltre…ricordi quello che hai detto durante la partita di scacchi, al nostro primo anno ad Hogwarts? Sono io che devo andare avanti. Non tu e neanche Hermione. Io! Purtroppo Hermione è stata coinvolta da Voldemort e spetta solo a me liberarla, chiaro? Voi non avete nulla a che fare con questa storia!” esclamò Harry.
Era talmente esasperato che si alzò in piedi e uscì dalla Sala Grande. Sospirò. Gli amici potevano costituire un grande aiuto nel bisogno quanto un ostacolo difficile da superare. Perché non capivano come si sentiva? I suoi timori, le sue paure… In fondo Harry desiderava solo proteggere i suoi cari: non ci era riuscito con Hermione, ma sicuramente poteva evitare di coinvolgere Ron e gli altri.
Sapeva bene che quella notte sarebbe stata quella decisiva. Tutto sarebbe terminato, in un modo o nell’altro. La cicatrice era sempre lì, a ricordarglielo, con fitte continue che lo avevano svegliato insieme all’incubo.
Harry avrebbe tanto voluto scrivere a Sirius, ma decise di non farlo. Perché sapeva che si sarebbe precipitato da lui non appena avesse capito che qualcosa lo turbava. E Harry si ritrovò a pensare al piccolo William. Non voleva che anche lui restasse orfano di padre. Tuttavia gli mancava confidarsi con Sirius. Erano due settimane che non gli scriveva nulla, da quando lo aveva informato della vittoria di Grifondoro a Quidditch. E neanche a lui aveva scritto nulla del biglietto che aveva ricevuto.
Solo Harry ne era a conoscenza.
Anche se… da come Silente lo guardava negli ultimi giorni, Harry pensava che il vecchio e saggio preside sospettasse qualcosa. Dopotutto non era lui a sapere tutto ciò che accadeva a Hogwarts?
Ora però Harry doveva solo pensare a un piano da attuare nel caso in cui Voldemort si fosse fatto vivo, un piano che come primo obiettivo avrebbe previsto il minor coinvolgimento di Hermione. A qualunque costo.

*****

Dopo due ore di Trasfigurazione e due di Astronomia, Harry si diresse insieme ai suoi amici verso la Sala Grande per la pausa pranzo. Per tutta la mattina il giovane era stato soprappensiero, la mente impegnata a elaborare un piano anti-Voldemort. La McGranitt lo aveva ripreso per ben due volte, mentre il commento della professoressa Sinistra al suo lavoro era ben lontano dall’apprezzamento.
Cercò di evitare di parlare con Ron e gli altri, nonostante i continui tentativi di avvicinamento da parte di Ron. Ogni volta che si avvicinava, Harry scappava più rapido dell’amico. Non si sentiva proprio di parlare con lui.
“Harry?” lo chiamò Hermione.
“Sì?”
“Possiamo parlare?”
Harry la guardò e annuì. Lei non poteva essere ignorata, soprattutto quel giorno. Così si allontanarono dal gruppo di studenti e si sedettero sulle scale. Hermione appoggiò la cartella accanto a lei.
“Dimmi tutto.”
“Cosa facciamo per stasera?”
“Giusto! Volevo proprio parlarne con te. Io direi di trovarci in sala comune quando tutti sono andati a dormire. Poi usciamo con il mantello dell’invisibilità.”
“E faremo l’incantesimo.” concluse Hermione.
“E faremo l’incantesimo.” ripetè lui.
Harry guardò Hermione: era molto riflessiva. Lui le prese una mano, stringendole fra le sue.
“Ti sono molto grato per quello che stai facendo. Davvero! Sei stata molto forte e comprensiva con me. Vorrei solo fare qualcosa per te!”
Hermione titubante lo fissò negli occhi.
“Forse c’è una cosa…”
“Tutto quello che vuoi.”
“Ecco…- iniziò a dire lei, arrossendo lievemente in viso- …vorrei provare una cosa che non ho mai provato…”
“E sarebbe?”
“Vorrei essere baciata… con amore.”
Harry arrossì e la guardò perplesso. Era decisamente l’ultima cosa che si aspettava di sentire in quel momento.
“Solo per una volta, potresti far finta di avere davanti a te la vera Hermione?” chiese lei timidamente.
In fondo non c’era niente di male e non sarebbe stato neanche difficile. La ragazza che aveva di fronte a sé assomigliava sempre di più alla vera Hermione.
Sorridendo fra sé, Harry le accarezzò la guancia. Poi chiuse gli occhi e la baciò.
Sì, era sempre più uguale a Hermione. Quelle labbra erano esattamente come le ricordava lui. Erano esattamente ciò di cui lui sentiva la mancanza. E domani… questa mancanza sarebbe stata cancellata, perché Hermione sarebbe stata accanto a lui. Niente più nostalgia, niente solitudine o tristezza. Solo lui ed Hermione felici e di nuovo insieme.
“Grazie!” esclamò Hermione, quando si allontanò da lui.
Harry si lasciò scappare una risata.
“Perché ridi?” chiese la ragazza sconcertata.
“Nessuno mi ha mai ringraziato per un bacio.” commentò Harry, facendola sorridere.
“C’è sempre una prima volta per tutto!” affermò Hermione.
Dopodiché si alzò in piedi, recuperò la cartella e tornò a guardare Harry.
“Sai, Harry, non dovresti evitare i tuoi amici. “ gli disse lei con un sorriso.
Harry corrugò la fronte, preso in contropiede. Non si aspettava che quell’argomento saltasse fuori proprio in quel momento.
“E’ solo per il loro bene.”
“E loro vogliono solo aiutarti. Non credi?”
Harry rifletté un istante. In effetti i suoi amici erano mossi dalle intenzioni migliori e certamente non meritavano quell’atteggiamento da parte sua. Perciò sospirò rassegnato.
“Sì, è quello che direbbe anche Hermione.”
“E cos’altro ti direbbe Hermione?”
“Che dovrei fidarmi maggiormente di loro perché sono in gamba e che in alcuni casi bisogna lasciarsi aiutare dai propri amici.”
Hermione annuì: “Quindi?”
“Andrò a parlare con Ron e gli altri.”

*****

Seduto accanto a Ron, nella stanzetta costantemente soffocante della professoressa Cooman, Harry ascoltava l’ennesima lezione di Divinazione. O perlomeno faceva finta di ascoltare, perché in realtà stava cercando di decidere cosa dire a Ron.
“Ron?” lo chiamò, facendosi un po’ di coraggio.
“Sì?”
“Prima avevo torto. Perdonami. Credo di aver bisogno dei miei amici e soprattutto del mio migliore amico.”
Ron sorrise, come se si aspettasse quel discorso da un momento all’altro: “Ne ero certo!”
 “Pensavo di potercela fare da solo, perché ritenevo fosse un mio dovere salvare Hermione, ma…”
“Ma non è così. Non è un tuo dovere solo perché sei il suo ragazzo. È un dovere per tutti quelli che le vogliono bene. Hermione è la mia più cara amica e le voglio bene. Per questo voglio aiutarti anche se dovesse arrivare Tu-Sai-Chi!”
“Oh, Ron, che belle parole. Questo significa che vuoi bene anche a me??” domandò Harry, ridacchiando.
Ron arrossì e gli diede una pacca sulla spalla, tanto violentemente che lo fece dondolare.
“Potter! Weasley!” li riprese la Cooman.
“Ci scusi, professoressa!” esclamarono insieme i due ragazzi e subito dopo ridacchiarono sotto lo sguardo incuriosito di tutti gli studenti.
Per il resto della lezione Harry e Ron restarono in silenzio. Ron dopo qualche minuto era caduto in una sorta di dormiveglia, mentre Harry provò a seguire il discorso della Cooman.
Guardò l’orologio. Erano le 14:30. Mancavano circa sette ore al ritrovo con Hermione in sala comune, ma Harry aveva l’impressione che il tempo non passasse mai. Anzi sembrava quasi che le lancette dei secondi andasse indietro.
32 secondi…33…34…33…32…
Harry scosse la testa e guardò meglio l’orologio: 37 secondi…38… No, era tutto a posto. Il suo orologio funzionava alla perfezione. Era stato solo frutto della sua immaginazione.
Quando finalmente la lezione terminò, Harry e Ron si avviarono verso l’aula del professor Ruf per Storia della Magia.
“Allora, quale sarebbe il piano per stasera?” domandò Ron.
“Pensavo di ritrovarci in sala comune, dopo che tutti sono andati a dormire. Usciremo con il mantello di mio padre.”
“Un’ultima volta, come i bei vecchi tempi, eh?”
“Una cosa del genere”
“E dove effettueremo il controincantesimo?”
“Sul lato del castello più nascosto agli occhi di tutti!”
“Mi sembra giusto.”
Harry si fermò e trattenne l’amico per il braccio, guardandolo poi con serietà.
“Ron, se dovesse arrivare Voldemort…”
“Gli faremo vedere di che pasta sono fatti Harry, Ron ed Hermione!” affermò Ron convinto.
Harry guardò lo sguardo deciso dell’amico e annuì più sicuro anche lui. Il pensiero di Voldemort lo faceva rabbrividire, perché il loro prossimo incontro sarebbe stato anche l’ultimo. Ma avrebbe avuto al suo fianco Hermione e Ron e niente poteva renderlo più invincibile.
“Sì. Andrà tutto bene!”

*****

Disteso nel suo letto a pancia in su, Harry fissava il soffitto, i pensieri costantemente rivolti a quella sera. Il presentimento che Voldemort potesse comparire gli provocò strani dubbi. Per esempio se lui fosse morto, che ne sarebbe stato dei suoi averi?
Il mantello dell’Invisibilità a chi sarebbe stato consegnato? Sicuramente Harry l’avrebbe lasciato a Ron, in quanto lo aveva sempre desiderato.
E la Firebolt …forse al figlio di Sirius, così avrebbe potuto usarla una volta cresciuto.
A Sirius avrebbe lasciato la sua bacchetta, qualcosa che gli avrebbe sempre ricordato che per pochi anni, in casa sua, era vissuto il figlio del suo migliore amico, un altro giovane Potter morto ad un’età sbagliata.
Hermione… lei sarebbe sopravvissuta, ne era certo. E a lei avrebbe lasciato il suo album di fotografie. Non per tenere vivo il suo ricordo, perché di sicuro Hermione non aveva bisogno di qualche foto per ricordarsi di lui. Ma perché ogni volta che avrebbe sentito la sua mancanza, ogni volta che, ricordando i momenti passati insieme, avrebbe pianto per lui,  potesse trovare un caldo rifugio in quelle foto, allontanandosi dalla realtà crudele che le aveva portato via Harry.
Ma di sicuro non ci sarebbe stato bisogno di quel testamento perché lui non aveva alcuna intenzione di morire. C’erano ancora troppe cose da fare: aiutare Sirius e Rachel con il piccolo William, far riappacificare Ron e Christine quando litigavano e soprattutto amare Hermione ogni giorno della sua vita.
No, non avrebbe scritto un testamento. Sarebbe stato come ammettere che presto sarebbe morto. E lui non voleva. Nessuno dei suoi amici lo avrebbe voluto.
Tuttavia c’era una cosa che voleva fare, una lettera a Sirius prima di quella sera. Gli aveva promesso che gli avrebbe riferito tutto e avrebbe mantenuto la sua parola a tutti i costi, perché Sirius meritava la sua sincerità per tutto ciò che aveva fatto per lui. Così gli scrisse e gli raccontò tutto: come si era ubriacato il giorno di San Valentino e cosa aveva combinato in quello stato, come era cambiato il suo rapporto con l’altra Hermione, come era andato il test attitudinale, il sogno su Voldemort e il biglietto ritrovato sul suo letto. Gli confidò le sue emozioni più intime, dalla paura che potesse accadere qualcosa ai suoi cari a quell’attesa trepidante per il ritorno della vera Hermione.
E infine lo ringraziò per come lui e Rachel lo avevano accolto nella loro casa, come se fosse un figlio.
Quando terminò la lettera, la legò alla zampa di Edwige e le disse d consegnarla a Sirius. Poi accarezzò la candida civetta e aggiunse: “Sei stata la mia prima vera amica, Edwige. Non so come avrei fatto senza di te.”
La civetta schioccò il becco  e spiccò il volo. Harry la seguì con lo sguardo fino a quando non sparì all’orizzonte.
Chissà se Harry l’avrebbe più rivista.

*****

L’ora cruciale era infine giunta. Harry raggiunse la sala comune con il mantello sotto braccio e la bacchetta in tasca. Ma oltre a Ron ed Hermion, c’erano anche Christine, Helen, Ginny, Draco e Mark.
“E voi che ci fate qui? – chiese sorpreso – Che intenzioni avete?”
“Che domande?! Venire con te!” rispose Draco.
“Non credo sia possibile. Potrebbe essere pericoloso.” disse Harry.
“Beh, ma è solo un incantesimo.” commentò Ginny.
Harry sospirò: non avevano ancora capito la gravità della situazione. Ma dopotutto loro non sapevano quello che lui ormai conosceva da qualche settimana.
“Ascoltatemi bene, ragazzi. Devo dirvi una cosa. Non è solo un incantesimo. Questa sera c’è davvero il rischio che arrivi Voldemort. Non è solo una semplice ipotesi.”
Nessuno disse una parola, ma tutti lo guardarono turbati.
“Cosa vuoi dire?” chiese Christine.
“Circa due settimane fa, dopo la vittoria di Grifondoro, ho trovato sul mio letto un biglietto anonimo su cui c’era scritto: è giunto il momento, preparati a morire. È ovvio che il mittente è Voldemort. Ma la cosa che mi preoccupa di più è che abbia usato un Grifondoro per poter giungere nella mia camera. Per cui pensate ancora che si tratti solo di un incantesimo?”
Nessuno rispose.
“Non voglio coinvolgervi quando si tratta di Voldemort. Ma non posso neanche costringervi a stare qui. Ora che sapete la verità spetta a voi decidere. Io non vi fermerò e non vi giudicherò male se decideste di tirarvi indietro.”
Dopo qualche minuto di riflessione Ron parlò: “Io vengo con te. Lo sai.”
Christine lo guardò preoccupata, ma non disse nulla.
“Non mi accadrà nulla, te lo prometto. – esclamò il ragazzo, prendendole le mani – Harry non permetterà che accada nulla di male.”
“Ma…”
“Niente ma! Torneremo presto.” disse Ron, dandole un bacio sulle labbra.
“Bene, allora…andiamo!”
A quanto pareva tutti si erano spaventati al nome di Voldemort e Harry non poteva certo biasimarli. Nessuno di loro aveva mai affrontato il Signore Oscuro. La paura era un’emozione fin troppo giusta da provare in quel momento. Perciò furono solo in tre sotto quel mantello: lui, Ron ed Hermione. Come era sempre stato, così era anche quell’ultima volta.
In silenzio e camminando lentamente per non inciampare, Harry, Ron ed Hermione attraversarono il castello, uscendo in giardino. Era una serata piacevole: le stelle e la luna brillavano nel cielo terso e l’aria era fresca, segno che la primavera stava lasciando sempre di più  il posto all’estate.
I tre ragazzi raggiunsero in fretta il lato più nascosto del giardino. Harry ripiegò il mantello e lo ripose da parte.
“Allora adesso che si fa?” chiese Ron.
“Facciamo l’incantesimo, sperando che funzioni!” rispose Harry.
“Funzionerà. La data è quella giusta. Helen e Christine l’avranno controllata un milione di volte.”
“Sì. Hermione, sei pronta?” chiese poi Harry, guardando la ragazza a pochi passi da lui.
Hermione annuì: “Pronta!”
Harry sorrise e annuì. Così chiuse gli occhi e si concentrò. Sarebbe andato tutto bene e ben presto avrebbe potuto riabbracciare la sua Hermione.
“Oh, ma che bella scenetta!” commentò una voce dietro di loro.
Tutti e tre si volsero, colti di sorpresa, e videro Gregory Goyle: aveva un sorriso beffardo sul volto e un quaderno in mano. Un quaderno dall’aspetto familiare.
“Goyle, che ci fai qui?”
Il ragazzo scoppiò a ridere: “Ma come? Non hai ricevuto il bigliettino?”
I peggiori timori di Harry si stavano avverando: la presenza di Goyle era decisamente un brutto segno.
“Dunque, era opera tua.”
“Non direi opera mia, ma piuttosto di…. Oh, ma dai, possibile che tu non ci abbia pensato?”
“Ci ho pensato eccome, ma poi mi sono ricordato che, sebbene Voldemort abbia riacquistato un corpo, non può presentarsi a Hogwarts. Silente lo saprebbe di sicuro.”
“Questo è vero. Ma sai, il Signore Oscuro agisce per vie che tu non puoi neanche immaginare. È stata Hermione a consegnarti il biglietto.”
Harry e Ron si voltarono verso di lei, ma Hermione sembrava più sconvolta di loro.
“Io? Ma… non è possibile…”
“Già, non te lo ricordi. Ma sei stata tu. Nonostante questa tua…redenzione, la presa che il Signore Oscuro ha su di te è ancora molto forte. È lui che ti ha ordinato di portare quel messaggio a Harry.”
“Oh, Harry, io… ti giuro che non me ne sono accorta.”
“Tranquilla, ti credo.” cercò di rassicurarla lui.
“Mi sembrava giusto fartelo sapere, prima di incontrare…lui.” esclamò Goyle, divertito.
Harry socchiuse gli occhi: “Cosa intendi dire?”
“Ti ricordi questo diario?”
Goyle gli mostrò il quaderno che teneva in mano: aveva la copertina nera ed era squarciato nel mezzo. Come non riconoscerlo?
“Sì, lo ricordo bene. È il diario di Tom Riddle.”
“Ottima memoria, Potter.”
“Ma non può funzionare, io l’avevo distrutto con la zanna del basilisco. Il suo potere è svanito.”
“Sì, è vero. Ma non c’è nulla che la magia nera non possa fare e ora questo diario è ancor più potente.”
“Non è possibile!” esclamò Harry sempre più preoccupato.
Il cuore di Harry batteva velocemente, troppo velocemente.
“State a guardare.”
Detto questo, Goyle aprì il diario e lo poso a terra, inginocchiandosi.
“Signore Oscuro, o potentissimo Lord Voldemort, il tuo umile servo ha compiuto il suo dovere. Mostrati a noi, appari, Signore delle tenebre.”
Dal diario per terra si sprigionò un fascio di luce verde che li accecò. Harry, così come Ron ed Hermione, chiuse gli occhi e una strana sensazione si impadronì del corpo. Una sorta di leggerezza che lo fece sentire come se fosse un’entità incorporea, come se stesse lentamente svanendo…
Cosa stava succedendo? 

*****

 Quando Harry riaprì gli occhi non riconobbe il luogo in cui si trovava. Era una grande sala, senza finestre, illuminata solo da candele. I muri erano ricoperti da carta da parati di un verde scuro che conferiva alla sala un aspetto piuttosto lugubre.
La prima cosa che fece Harry fu di cercare Ron ed Hermione: fortunatamente erano accanto a lui, in piedi. Le loro espressioni erano preoccupate quanto la sua. Goyle invece sembrava scomparso.
“Dove siamo?” chiese Ron timoroso.
“Non lo so.” Rispose Harry.
Poi all’improvviso quella fredda, lugubre e familiare risata.
“Cos’è stato?” chiese di nuovo Ron, senza nascondere un tremolio nella voce.
“È lui! Coraggio, Voldemort. Fatti vedere!” esclamò Harry a gran voce.
Qualcosa cominciò a muoversi dall’altra parte della sala: era una figura alta, nera e incappucciata. Harry socchiuse gli occhi per focalizzare la visuale e quando l’inquietante figura si voltò verso di loro, Harry lo riconobbe subito. Quegli occhi rossi erano inconfondibili. Si trattava di Lord Voldemort.
“Miseriaccia!” commentò Ron, evidentemente sconvolto.
Hermione non aveva ancora detto nulla e non sembrava particolarmente agitata. Harry non sapeva se considerarlo un buono o cattivo segno.
Voldemort si avvicinò a loro lentamente, fermandosi a pochi metri di distanza.
“Benvenuti nella mia umile dimora!” disse Voldemort con un ghigno terribile sulle labbra.
“La tua umile dimora?”
“Proprio così. In questi tre lunghi anni i miei Mangiamorte hanno costruito questo edificio a qualche miglio di distanza da Hogsmeade. La magia ha provveduto a tenere alla larga occhi indiscreti. E tutto questo è stato fatto per arrivare a questo momento.”
“Come ci siamo arrivati?”
Harry cercò di prendere tempo, nella speranza che Silente si rendesse conto della presenza di Voldemort.
“Il diario è diventato una specie di passaporta.”
“Beh, sappi che Silente si accorgerà presto della tua presenza e quando accadrà per te sarà la fine.”
“Oh, io non mi preoccuperei per questo. Quel vecchio pazzo non riuscirà a salvarti, Harry Potter. O per lo meno non riuscirà a salvare lei!- esclamò Voldemort, puntando con un movimento rapido la bacchetta verso Hermione – Mobilicorpus!”
Hermione in stato di totale apatia venne trascinata lentamente verso il Signore Oscuro. Voldemort la teneva tra lui e Harry e questo rendeva difficile lanciare un qualunque incantesimo verso Voldemort. Harry avrebbe potuto colpire Hermione.
“Lasciala andare!- esclamò Harry- È me che vuoi. Lei non ha nulla a che fare con questa storia.”
“Non credo di essere d’accordo con te, Harry. E comunque devi renderti conto che se non facessi così, che divertimento ci sarebbe per me? Dopo tre anni di duro lavoro, ho davvero voglia di godermi un bello spettacolo.”
“Quale spettacolo?”
“Quello in cui il bambino sopravvissuto viene ucciso dalla sua amata, tramutata in un feroce assassino dal potente Lord Voldemort.”
“No! Tu non…”
Ma Harry non fece in tempo ad aggiungere altro perché Voldemort, guardando Hermione intensamente, esclamò a gran voce: “Muto indolem absoluta!”
Dalla bacchetta di Voldemort partì un fascio di luce gialla che colpì Hermione in pieno petto e la fece cadere a terra.
“HERMIONE!”
La ragazza rimase immobile a terra e Harry fece per correre verso di lei, ma Ron lo trattenne. Hermione cominciò a muoversi e infine si alzò lentamente: aveva lo sguardo basso e terribilmente minaccioso.
“Cosa le hai fatto?”
“L’ho fatta semplicemente diventare la mia guerriera più forte.”
Hermione sorrise a Voldemort e poi si rivolse a Harry.
“Hermione, lui è la causa delle tue sofferenze. Vendicati, torturalo e poi uccidilo!”
“Sì, mio signore!”
Gli occhi di Hermione erano ora iniettati di sangue: non vi era più un briciolo della dolcezza del suo sguardo. Era un incubo, un terribile incubo da cui Harry voleva svegliarsi il più presto possibile.
Tutto stava procedendo proprio come nel suo incubo, ma la fine doveva essere cambiata. Non sarebbe stato lui a morire.
Ora era pronto a combattere un’ultima volta contro Voldemort.



Oh, beh...che dire? Perdonate lo stile, è stato scritto secoli fa. Un giorno la riprenderò in mano e cambierò molte cose!! :D Per il momento l'importante è finirla e basta.
Prossimo capitolo: "La resa dei conti"

A presto
kia85

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