η αγάπη και το μίσος - Amore e Odio

di FriNet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Angolino di Fri: Buona sera a tutte quante, oh care lettrici di Saint Seiya!
Siamo tornate in questo fandom con una long che, sfortunatamente non contiene la coppia preferita di Net xD. Comunque! Inizio a spiegarvi un pò cosa troverete in questa long, prima di tutto i gold sono stati resuscitati dopo la battaglia di Asgard, l'abbiamo tenuta in conto perchè ad entrambe è piaciuta moltissimo quindi abbiamo deciso così, seconda cosa...le saintia. Esattamente, le protagoniste saranno delle saintia, se non vi piacciono mi dispiace ma sia a me che a Net non entusiasmava la storia delle maschere delle sacerdotesse. Non ci saranno spoiler per quanto riguarda il manga Saintia Sho tranne per una piccola ovvero *ATTENZIONE SPOILER* la scuola delle saintia viene distrutta *FINE SPOILER*, per il resto potete stare tranquille.
Se dopo tutto questo papiro siete ancora interessate alle nostra storia, siete le più che benvenute!
Io adesso vi lascio, augurandovi una buona lettura <3.

 

Il sole iniziò a sorgere anche quel giorno, inondando di luce ogni parete del Santuario della dea Atena.
Filtrò pure da una finestra di un capannone non lontano da altri, che, insieme, costituivano il dormitorio delle Saintia, formatosi nel Santuario dopo la distruzione dell’accademia.
I raggi andarono a colpire il viso di una giovane ragazza bionda che, avendo perso la scommessa con la propria amica, si era presa il letto accanto alla finestra.
La luce solare iniziò prima a darle fastidio, poi pian piano la svegliò, come tutte le mattine da quando aveva smesso di dormire nella casa del suo maestro da quando era bambina.
“Uhm…devo ripresentare quella scommessa, non ne posso più…Hilda, Hilda sveglia”.
Mormorò la bionda dai lunghi capelli, voltandosi verso il letto affianco al suo, precisamente verso la ragazza dai capelli rossi che ci dormiva dentro.
“Hilda”
Provò ancora la bionda, alzandosi seduta, iniziando a stiracchiarsi.
Niente. Hilda non dava segni di vita. Se era sveglia o no l’altra non lo sapeva, l’unica soluzione rimaneva quella di ogni mattina: strapparle le coperte di dosso.
Due occhi celesti, iracondi, iniziarono a fissare male la bionda.
“Oh, sei sveglia!”
“Con te che russavi, era un po’ difficile prendere sonno.”
Brontolò Hilda, mettendosi seduta sul letto anche lei.
“Io non russo, propongo pezzi di profezie di Apollo in lingua sconosciuta ai mortali!”
“Continua a ripetertelo, Agape. Magari un giorno ci crederai.”
Le sorrise la rossa.

Le due si erano conosciute da bambine, quando Agape era stata portata al Santuario.
Hildegard, soprannominata Hilda, era la prima a essere arrivata in quel posto, la sua maestra l’aveva trovata accanto ad un fiume mentre pescava, il loro incontro non era stato proprio idilliaco poiché Hilda, tirando con tutta se stessa l’amo, per non far vincere il pesce, alla fine finì per tirare quest’ultimo in faccia alla più grande…almeno la lotta con l’animale l’aveva vinta.
Dopo le scuse dovute, la donna scoprì che la bambina abitava nell’orfanotrofio vicino, abbandonata dai genitori poiché essi desideravano un erede maschio.
Sentendo un leggero cosmo provenire da quel corpicino, la Saintia propose alla bambina di seguirla e diventare forte come lei, Hilda, senza pensarci due volte, accettò.
A patto di portarsi dietro la sua fidata canna da pesca.
Agape era arrivata un paio di anni dopo.
Lei era orfana di genitori, trovata in fasce da una signora anziana che abitava in Rodorio.
La nonnina la prese con sé e, quando la bambina ebbe abbastanza anni, iniziò a lavorare nel negozio di frutta e verdura dell’anziana per ripagarla di quanto avesse fatto per lei.
Fu lì che un Saint la scoprì. L’idea di lasciare la sua nonnina un po’ l’aveva spaventata, ma quando incontrò Hilda, le cose per Agape migliorarono.

Dopo aver fatto colazione con pane tostato e marmellata, le due, si vestirono con abiti comodi, sicuramente molto diversi da quei body attillati delle sacerdotesse, per loro fortuna.
Iniziarono il loro riscaldamento mattutino, spostando il tavolo della colazione in fondo alla stanza.
“Perché devo torturare il mio corpo così? Di prima mattina per di più”
Borbottò Hilda.
Agape le stava tirando le braccia così da risvegliare i muscoli, quando fu abbastanza, iniziò Hilda a tirarle le braccia, il tutto mentre erano sedute a terra.
“Altrimenti l’acido lattico ti tormenterà per tutto il giorno, durante gli allenamenti”.
Rispose la bionda, cercando di rilassare i muscoli.
“Se Yuzu riesce a prendermi”
Hilda non era proprio un amante degli allenamenti, erano più le volte che li saltava che quelli dove s’impegnava ma, quando ci si metteva, la sua maestra non poteva che dirsi fiera di lei.
Agape, al contrario, prendeva gli allenamenti come una sorta di seduta psicologica, dove poteva scaricare tutto lo stress e la rabbia accumulata contro gli altri facendoli volare in aria. La sua preda preferita era un certo Bronze, Seiya, che si diceva fosse il preferito della Dea.
Semplicemente non riusciva a sopportarlo, e in questo, anche se in maniera più lieve, era supportata da Hilda.
Continuarono indisturbate per un’altra ventina di minuti, finché un bussare le distolse dal loro riscaldamento.
“Sono in anticipo oggi”
Mormorò Agape, fissando l’orologio appeso alla parete.
Di solito i loro maestri andavano a prenderle una quindicina di minuti dopo.
Hilda alzò le spalle, come a sottolineare che non ne sapeva nulla. Entrambe le ragazze si alzarono da terra, dirigendosi verso la porta.
Aprendola trovarono, invece dei loro maestri, la piccola peste del santuario: Kiki, fratello minore del Gold Saint Mu dell’ariete.
“Che ci fai tu da queste parti?”
Chiese Hilda, mentre Agape si abbassava sulle ginocchia, per guardare il bambino negli occhi.
Questo, stranamente, non aveva la sua solita euforia, anzi, sembrava abbastanza serio e questo portava sempre a due possibilità: A) Mu l’aveva sgridato o B) era successo qualcosa di grave.
Siccome non era abitudine del bambino andare da loro quando il fratello lo sgridava, restava solo la seconda possibilità.
Le due ricevettero una lettera dove il Gran Sacerdote le convocava al Tredicesimo Tempio.

Dopo aver costretto Kiki a teletrasportarle  fino al Tredicesimo Tempio, se avessero percorso tutte quelle scale, come minimo, sarebbero arrivate morte in cima, le due apprendiste si separarono dal bambino per entrare nella stanza principale del tempio, dove il Gran Sacerdote Shion le stava aspettando insieme ad altri due uomini.
Per rispetto Agape e Hilda s’inginocchiarono di fronte al sacerdote, abbassando la testa ma Shion le fece presto rialzare, serio in viso quasi quanto lo era stato Kiki.
Questo non prometteva nulla di buono.
Agape si chiese se non avesse scoperto la sua batosta a Seiya.
Hilda invece si chiese se non avesse scoperto di quella volta che aveva venduto pesce all’interno del santuario. Senza permesso.
Purtroppo per le due, non fu nessuna di queste.
Il gran sacerdote iniziò calmo ma allo stesso tempo con aria triste.
“Stanotte alcuni insubordinati sono scesi a Rodorio-“
“Fin dove si sono spinti?!”
Urlò Agape all’improvviso, iniziando a preoccuparsi per la sua nonnina.
Shion tentò di rassicurarla con lo sguardo, ma la bionda sentiva di conforto solo la stretta della mano da parte di Hilda.
“Come stavo dicendo, sono scesi fino a Rodorio, creando caos tra la gente per cercare di attirare l’attenzione della dea. Fra volontari e non, abbiamo mandato molti Saint. Alcuni diloro sono tornati gravemente feriti, altri ancora  non sono tornati…”
Shion abbassò piano la testa chiudendo gli occhi. Fece un lieve sospiro e tornò a guardare le due.
“I vostri maestri erano fra i volontari… e purtroppo fanno parte dei Saint che non sono tornati. I loro compagni hanno riportato soltanto le armature…se volete vederle”
Le due rimasero pietrificate, sbiancando, con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
Trattennero a stento le lacrime mentre il cuore di ognuna delle due cominciava ad accelerare.
Entrambe scossero la testa.
“Ma…li abbiamo salutati ieri sera…”
Mormorò la bionda.
“Com’è successo?! Chi è stato?!”
Shion alzò la mano per calmare la furia di Hilda, ma la ragazza, ancora furente, si limitò a mordersi il labbro inferiore mentre Agape le strinse una mano nella sua.
Shion sospirò, doveva aspettarsi quella reazione ma purtroppo il suo compito non era ancora finito.
“Hilda”
Disse guardando la rossa.
“Agape”
Spostò lo sguardo sulla bionda.
“Il vostro allenamento è quasi alla fine e, per quanto mi dispiaccia, non potete rimanere senza maestri all’improvviso, due dei migliori Gold Saints si sono proposti di prendervi come allieve, siccome erano con i vostri maestri quando essi…”
Disse indicando i due uomini, fino a quel momento rimasti in disparte.
“Una sorta di contentino…”
Mormorò Hilda.
“Non abbiamo il tempo di piangerli almeno? Erano pur sempre i nostri maestri!”
Urlò Agape.
A lei si avvicinò l’uomo dai capelli castani scuri, con una fascia rossa a ornargli la fronte. Le pose un fazzoletto per asciugarsi le lacrime.
“Credetemi, io e Saga non abbiamo intenzione di occupare il loro posto nel vostro cuore. Vogliamo solo continuare e portare a compimento quello che loro si erano proposti”
“Quello che Aiolos vuole dire, in tono meno sdolcinato…”
Disse l’altro, Saga.
“E’ che vi aiuteremo molto volentieri a conquistare l’armatura cui puntate”
Gemini guardò Hilda.
“Conoscevo bene Yuzu, dispiace molto anche a me credimi…cercherò di essere al suo livello come maestro”
Finì.
Il castano sorrise all’amico.
Quelle che non sorridevano erano le ragazze. E non era ancora finita.
“Per non togliere tempo prezioso all’allenamento,  siccome immagino che voi non vogliate fare tutte quelle scale in salita di prima mattina, vi trasferirete ognuna nei tempi di appartenenza di Saga e Aiolos, cioè Hilda nella terza e Agape nella nona.”
Disse Shion, sapendo di peggiorare la situazione già delicata di per sé.
Ma era la cosa migliore per le due apprendiste.
Peccato solo che loro non la pensassero così.

“Non abbiamo neanche la giornata per elaborare il lutto?”
Chiese Agape ad Aiolos, mentre con Saga e Hilda scendevano le scale delle dodici case.
Shion li aveva appena congedati, dicendosi ancora dispiaciuto per la perdita dei loro maestri.
Le ragazze sapevano che il sacerdote era sincero, ma ci erano rimaste comunque male per com’era stata gestita in fretta la loro situazione: i loro maestri, che erano quasi dei genitori dato che le avevano seguite fin da bambine, erano morti soltanto la sera prima e già ne avevano due nuovi. Da cui dovevano perfino trasferirsi, e questo implicava separarsi.
Questa era solo l’ultima delle cose che non accettavano. Purtroppo non potevano fare niente al riguardo.
“Certamente, però sarebbe meglio portare subito le vostre cose da noi così da potervi sistemare, se volete una ma-“
“Ce la facciamo da sole”
Interruppe Hilda il sagittario.
Agape stette silenziosamente dalla sua parte, allungando il passo con l’amica per superare i due.
Aiolos guardò le due ragazze allontanarsi velocemente, fermandosi nei pressi della settima casa insieme a Saga, che gli mise una mano sulla spalla.
“Cerchiamo di dare loro il proprio spazio per adesso”
Il castano annuì alle parole dell’amico, sospirando.
“Solo…avrei voluto fare di più”
“Già, anch’io”
Mormorò Saga, riportando alla mente il volto di Yuzu.

“Io non ci vado, non m’importa fare quelle scale di prima mattina, non m’importa degli allenamenti, non possono togliermi anche te!”
Urlò Agape, stringendosi il cuscino al petto mentre le lacrime le scorrevano sulle gote.
Hilda si sedette davanti a lei, sul suo letto e prese ad accarezzarle le guance per asciugargliele.
“Di solito sei tu quella che da importanza agli allenamenti”
Mormorò l’altra, iniziando a singhiozzare anche lei.
Agape si buttò letteralmente nelle braccia della sua più cara amica e insieme sfogarono il dolore per la perdita delle persone più importanti della loro vita.
Yuzu era semplicemente la maestra migliore che Hilda potesse trovare, gentile ma severa quando doveva, per invogliarla a essere forte per diventare una grande Saintia.
Ren, il maestro di Agape, era più severo della donna e pretendeva dalla sua allieva il meglio ma la bionda aveva imparato negli anni a carpire dei piccoli gesti di affetto da parte sua, tipo un tocco semplice sui capelli quando uscita vittoriosa dopo un litigio contro la sua avversaria per l’armatura.
E ora entrambi non c’erano più, non le avrebbero più aspettate all’arena per gli allenamenti quotidiani, non le avrebbero più accompagnate nel loro percorso, non sarebbero più stati lì.
E la loro unica ancora di salvezza, che consisteva nello stare insieme, era stata loro tolta, credendo pure di far loro un favore.

Decisero di stare insieme fino al tramonto, mettendo sul tavolo le uniche foto che avevano dei loro maestri e accendendo una candela ciascuna per le loro anime, che potessero trovare riposo tra i fiori dei Campi Elisi.
“Beh, io mi fermo qui”
Hilda si fermò davanti all’ingresso del tempio dei gemelli e Agape con lei.
“E se chiedo ospitalità per stanotte?”
Propose la bionda. Era la più piccola tra le due e ancora non se la sentiva di ‘abbandonare’ la sua migliore amica.
“Lo sai che è meglio di no, per entrambe…e poi ci vedremo domani in arena no?”
“Sarà meglio per te, guarda che ti vengo a cercare sennò”
Cercò di fare la faccia arrabbiata Agape, ma con Hilda non le riusciva così bene come con Seiya.
Si salutarono con un bacio sulla guancia dopo essere entrate entrambe nel tempio, dove Saga stava aspettando la sua nuova allieva, e poi la rossa guardò la sua migliore amica uscire dal tempio e ricominciare a salire senza di lei.
Si voltò verso Saga.
Lui le accennò un sorriso e, con un cenno della mano, si fece seguire nelle stanze private del tempio.
“Questa è la cucina, di solito io faccio colazione presto la mattina, spero che non sia un problema”
Hilda fece mezza smorfia ma non commentò, seguendo l’uomo per un corridoio.
“Questa invece sarà la tua camera, perdona il disordine ma prima di te era di mio fratello e per farlo traslocare…beh ci ho messo un po’. Spero comunque che ti troverai a tuo agio qui, il bagno purtroppo è in comune ma c’è una chiave, quando lo usi, puoi chiuderti dentro per non farti disturbare”
La rossa si guardò intorno nella sua nuova stanza, ascoltando intanto il discorso di Saga.
Notava, in effetti, che quella stanza era appartenuta a un uomo, costatò alzando con la punta del piede un paio di boxer che erano nascosti per metà sotto il letto.
Appena Saga se ne accorse, si affrettò a prenderli e a nasconderli dietro la schiena, celando l’imbarazzo e le bestemmie contro il gemello con un colpo di tosse.
Hilda fece un mezzo sorriso e si sedette sul suo nuovo letto, aspettandosi che adesso Saga l’avrebbe lasciata da sola, ma a sua sorpresa, il gold si sedette di fianco a lei.
“Io e Yuzu siamo nati nello stesso villaggio, non posso dire di averla conosciuta bene giacché per l’addestramento ci siamo divisi ma…era una gran donna, e credo fortemente che lo sia anche tu visto che sei sua allieva, farò il mio meglio per seguirti come lo faceva lei e portarti alla tua armatura”
Disse gemini, poggiando una mano su quella di Hilda.
“Grazie”
Rispose lei.
Forse non sarebbe stato così male.

Stava andando DECISAMENTE male, pensava nello stesso momento Agape, mentre quasi strisciava per arrivare alla nona. I polmoni li aveva lasciati qualche parte indietro verso la sesta, la dignità ormai l’aveva persa quando Dohko di Libra si era offerto di portarla sulle spalle fino da Aiolos, e le imprecazioni contro Seiya ormai avevano raggiunto il picco visto che lo incolpava perfino di aver costruito i tempi uno troppo distante dall’altro…anche se ovviamente non era lui l’architetto.
L’unica consolazione era che non aveva fatto una figura di cioccolato con la maggior parte dei gold, solo con Shaka e Dohko, visto che Aiolia del Leone era in missione con Milo di Scorpio.
Rimpiangeva il comodo capannone delle apprendiste, rimpiangeva Hilda e rimpiangeva Ren che, se fosse stato lì, l’avrebbe sgridata perché quello non era uno spettacolo degno di una futura Saintia.
Ma Ren non c’era più. Ad aspettarla in cima alle scale c’era invece una mano tesa verso di lei, che Agape afferrò prontamente, e che la tirò su per gli ultimi gradini.
“Non male come primo allenamento, no?”
Disse Aiolos per scherzare mentre le porgeva una bottiglietta d’acqua.
La bionda l’afferrò guardandolo male, pensando che non era il momento di scherzare quello; dall’espressione che fece, il sagittario dovette capire quello che le stava passando per la testa quindi si zittì, posandole solamente una mano sulla schiena per spingerla verso l’entrata del tempio.
“Ah, prima che mi dimentichi, stai attenta, dove appoggi i piedi, la casa del sagittario ha un sotterraneo nascos-“
Neanche il tempo di finire la frase che Los sentì dietro di sé un urlo.
Si girò e corse subito verso il foro.
“Tutto bene?”
Urlò verso la ragazza.
Quella lo guardò come se avesse voluto ucciderlo, completamente fradicia, immersa nell’acqua del sotterraneo che aveva appena citato.
Dopo averla recuperata e avvolta in un grosso asciugamano, Aiolos la condusse nella sua nuova stanza, andandosene ma ritornando subito con un altro asciugamano che le mise in testa per asciugarle i capelli.
“Posso farlo da sola…”
“Lo so ma preferisco farlo io, adesso, dobbiamo prendere confidenza”
“…”
Agape si limitò a guardare per terra e Los sospirò, inginocchiandosi davanti a lei.
“Capisco la tua tristezza, anch’io l’ho provata seppur in modo diverso siccome sono stato io a lasciare questo mondo e come ti ho già detto, non voglio occupare il posto di Ren, lui sarà sempre qui, dentro di te”
Le disse toccandole leggermente il petto.
“Voglio solo aiutarti, perché ero lì con lui, perché lui avrebbe voluto vederti diventare Saintia e perché è giusto”
Le guance di Agape si bagnarono nuovamente di lacrime mentre Aiolos le baciò la fronte.
Dopotutto, pensarono entrambe le ragazze quando si misero a letto, quei due nuovi maestri non sembravano tanto male.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Angolino di Net: Ciao a tutti! Eccoci nel secondo capitolo di questa storia, oggi vedremo gli allenamenti delle due ragazze.
Spero vi piaccia, e non mi resta che augurarvi una buona lettura.

 

La notte era trascorsa abbastanza tranquilla, Agape non era riuscita a dormire molto. Continuava a svegliarsi presa dall’ansia di non essere più nella sua camera e, soprattutto, aver subito un drastico cambiamento così improvvisamente non aiutava.
Dal canto suo, Hilda, appena aveva toccato il letto si era addormentata. Una sua dote, se così si poteva chiamare, era il riuscire a dormire ovunque quindi non le risultò per nulla difficile abituarsi ad un altro letto.
Era riuscita a svegliarsi anche presto, all’alba per lei, e si stava sistemando i lunghi orecchini davanti allo specchio, regalo della sua maestra (non tutti regalano collane ok?), quando all’improvviso la porta della stanza si aprì piano. Quasi scricchiolando.
“Oh, buongiorno maestro. Sono pronta. Devo solo mettere le scar-“
L’individuo alla porta guardava la camera allibito, era anche sbiancato leggermente. Poi passò lo sguardo alla ragazza. Questa sussultò, avrebbe giurato che quegli occhi l’avessero fucilata.
“M-maestro?”
“Cosa è successo a questa camera?!”
“Beh…prima faceva letteralmente schifo. Dal disordine all’arredamento. Quindi l’ho risistemata come ho potuto…con ciò che avevo portato.”
Aprì leggermente la bocca l’altro ‘ispezionando’ la camera. Tutto era stato cambiato dal colore delle coperte alle tende.
“Come hai potuto fare ciò alla mia camera?...ma piuttosto…chi sei?”
“Ma non era di tuo fratello? Approposito, gli hai ridato i boxer? Sono Hilda….ma già ti sei dimenticato il nome?”
“Hilda…”                                                                                                                               
Si mise due dita sulla fronte cercando di ricordare ciò che poteva. Tornare a ieri…effettivamente suo fratello gli aveva accennato qualcosa. Forse. Ma le parole di Saga gli entravano da un orecchio e gli uscivano dall’altro, quindi non ne era proprio sicuro… Poi perché quella ragazzina era in camera sua? Ah giusto. Aveva traslocato ieri. A forza.
“Io… mi sono appena svegliato. Sono venuto qui automaticamente. Il mio nome è Kanon.”
Tese la mano ancora assonnato. Hilda la guardò inorridita. Panico, terrore, spavento, timore! Come li avrebbe riconosciuti?
“E…E ora…che faccio?”
“…..Magari la stringi?”
 
Anche se era già sveglia fisicamente, Agape aveva lasciato il subconscio a dormire chissà su quale parte del cuscino.
Seduta al tavolo, fissava le lancette dell’orologio con aria assente. Le sembrava addirittura che prendessero vita e iniziassero a ballare fra loro. Sorrise ed applaudì.
Si riscosse quando davanti a lei trovò una bella fetta di pane con della marmellata sopra, ed accanto una tazza di latte fumante.
“Dormito bene?”
Chiese gentilmente il sagittario. La bionda annuì sorridendo, addentando il tovagliolo…
“Dopo…  sciacquati il volto…senti se vuoi possiamo cominciare domani.”
Agape battè le mani sul tavolo convinta alzandosi in piedi.
“No! Gli allenamenti si faranno, non li salteremo. Sono importanti, devo conquistare l’armatura e sono disposta a tutto pur di ottenere questo risultato!”
Aiolos la guardò soddisfatto. Anche se in modo un po’ plateale aveva comunicato esattamente le sue intenzioni. Gli sembrava di tornare più giovane mentre  allenava il suo fratellino.
“Poi ho promesso ad Hilda ci saremo incontrate.”
Questa ultima frase smorzò un po’ l’entusiasmo del sagittario…
Improvviso silenzio. Anche imbarazzante. Era ovvio dopotutto, non si conoscevano nemmeno da 24 ore…
“Sai Agape…oltre a voi ci sono altre due ragazze.”
“Oh… da chi sono state mandate?”
Disse finendo di bere il latte.
“Uno da Aldebaran…l’altra da Shura. “
Agape annuì, non che le importasse molto sinceramente…lei voleva soltanto allenarsi e non avere intoppi nella sua scalata verso l’armatura.
 
L’arena era immensa e molti saint con i propri allievi si allenavano. Fra loro, e stranamente, erano arrivati presto Saga ed Hilda che al momento si stavano guardando negli occhi.
“Quella laggiù mi scruta male maestro.”
“Puoi chiamarmi per nome e…è solo una tua impressione. Cominciamo ad allenarci.”
Disse Saga calmo, mentre si allontanava un po’ dalla ragazza.
“No, no…mi guarda proprio male. Ha pure una brutta  faccia!”
“Senti, è l’allieva di Shura. Smetti di guardarla ed iniziamo va bene?”
“Iniziare….con cosa?”
Gemini sorrise molto, ma molto, leggermente. Doveva tenere a memoria di essere paziente e, dopo essersi messo in posa d’attacco iniziò a spiegare cosa avrebbero fatto di li a poco.
“Ora partirò per darti un calcio laterale, all’altezza della pancia. Non ci andrò né troppo forte né troppo leggero. Tu deciderai se pararlo o schivarlo chiaro?”
“Chiarissimo!”
Disse Hilda, ma non si mise né in posa di difesa, né tantomeno guardò con attenzione Saga….Questo lasciò un po’ perplesso il maestro. Ma si fidò ugualmente.
Intanto che ciò accadeva, la bellissima Agape ed il caro Aiolos, si avviavano per l’entrata dell’arena.
“Vedrai Agape, ti piacerà tantissimo. E anche se non fosse, dovrai fartela piacere…passeremo qui la maggior parte del tempo.”
Quello di Aiolos doveva essere un incoraggiamento ma…non fu molto utile. Diciamo che lo aveva pianificato un pochino male.
“Hem…grazie?”
Entrarono nell’arena e la luce del sole investì il volto di Agape, le si illuminarono gli occhi a vedere l’immensità di quello stadio e la forza di chi si stava allenando.
Restò per qualche attimo incantata finchè qualcosa, anzi qualcuno, non le sfrecciò davanti ad una velocità incredibile e, seguendo con lo sguardo  quella traiettoria, notò che quel qualcuno era andato a creare una specie di crepa sul muro sul quale aveva sbattuto.
Analizzò l’elemento e…
“Hilda!”
La sopracitata stava svenuta con un volto…riposato(?) e felice. Poco dopo arrivò anche il suo maestro.
“Forse ci sono andato troppo pesante con lei…”
Agape si limitò a distogliere lo sguardo dai due gold e guardare in un punto lontano. Sapeva non era così. Ma era meglio tacere.
Ora  toccava a lei allenarsi! Con Aiolos andò in uno spazio dell’arena abbastanza isolato ed attese ordini.
“Inizieremo  con un corpo a corpo.  Vorrei  misurare la tua forza quin-“
Nemmeno il tempo di finire la frase che la giovane era già partita all’attacco con un calcio dritto al collo. Niente da fare, Aiolos fermò con facilità il colpo. Agape non si perse d’animo e dopo aver ritirato il piede provò con dei pugni…anche quelli furono vani.
Lo scontro andò avanti per un bel po’ dove Aiolos parò tutti  i colpi di Agape senza contrattaccare. Successivamente le fece capire che toccava a lui, la ragazza era sicura che avrebbe scagliato un attacco potente. Sicuramente avrebbe fatto qualcosa che l’avrebbe lasciata senza fiato, uno dei migliori attacchi insomma! Forse le avrebbe lanciato le frecce o forse chissà. Agape si mise in posa di difesa, Aiolos sorrise divertito poi corse verso di lei poi…e le fece lo sgambetto.
La ragazza cadde a terra sorpresa.
“Così…è questa la forza di un gold.”
Disse amareggiata per la sconfitta mentre guardava il cielo. Il sagittario non rispose.
 
Hilda si riprese, sbadigliò, si stiracchiò, si stropicciò gli occhi e dopo essersi seduta si guardò intorno. Un po’ distante da lei c’èra Saga preoccupato.
“Stai bene? Sei ferita o hai dolore da qualche parte?”
L’altra lo guardò come se le avesse appena parlato in ebraico. Dolore? Ah già. Era stata sbattuta al muro. Per allenamento. Scosse la testa sorridendo.
“Allora possiamo continuare il nostro allenamento, d’accordo?”
Fece soddisfatto Gemini. Il sorriso di Hilda si spense in un secondo….ma acconsentì.
“Bene Hilda, ora faremo allenamenti mentali. Dovrai cercare di resistermi chiaro?”
“Certo, maestro. Le resisterò stia tranquillo.”
Disse ironica, mentre Saga restava nella perplessità più assoluta.
 
Intanto che Hilda ed Agape si allenavano, altre due ragazze, insieme ai loro maestri, erano intente a fare dei buoni esercizi. La prima era la nuova allieva di Aldebaran del Toro.
“Forza Nakye! Metti più forza in quei pugni! Non scalfirai mai un avversario se continui a fargli queste carezze!”
Nakye era una ragazza dai lunghi capelli lisci e sul marrone/rosso…molto, ma molto arruffati. Gli occhi color nocciola e le lentiggini. Non era troppo alta e le nocche al momento sanguinavano, infatti aveva sporcato quasi tutta l’armatura del Toro. Poverino.
“Ma non ce la faccio più! Mi sono stufata! Fammi andare da Da-Ly!”
Si sporse leggermente accennando un sorriso amaro per vedere la sua amica d’infanzia che combatteva con Shura del Capricorno.
“Ci andrai appena mi avrai dato un pugno decente!”
“Che rabbia! Non ne posso più! Mi arrendo!”
 
Da lontano, gli occhi neri e freddi di Da-Ly scrutavano con orrore e superiorità la resa di Nakye. Il fatto che quest’ultima si definisse sua amica qualche volta le faceva venire davvero il voltastomaco. Fare la brava amichetta di tanto in tanto era conveniente, quindi…perché no? Dopotutto quella recita era anche divertente. Fece un sorriso quasi impercettibile passandosi una mano fra i capelli ricci e scuri come la notte, poi tornò all’attacco contro Shura. Che fermò il colpo con facilità guardandola male.
“Ti manca un obiettivo. Hai abbastanza forza ma niente precisione, né concentrazione. Ti perdi nei pensieri e soprattutto…”
“Brutto maleducato! Non pensare di analizzarmi facilmente!”
Si girò cercando di dare un pugno in faccia a Shura.
“Attacchi con rabbia.”
 
 
Quella sera, alla casa del Sagittario…
“Agape…sicura che non vuoi una mano? Quelle ferite sembrano bruciare.”
“Sono ferite di battaglia! Sono orgoaiaiaiai….”
Fece disinfettandone una e trattenendo una lacrimuccia.
“Guarda che sono esperto in queste cose.”
Ad Aiolos arrivò uno sguardo di compassione.
“E’ vero! Chi pensi abbia curato il mio fratellino?”
Titubante passò il disinfettante ad Aiolos insieme all’ovatta. Il sagittario le prese la mano destra e piano iniziò a tamponarla.
“Bene! Ti fa male, Agape?
“Beh no…però…”
“Visto? Ti avevo detto che ero bravo!”
“Si ma la mano ferita è la sinistra…”
Scese un silenzio di compassione. Almeno la bionda scoppiò a ridere.
 
Alla casa dei gemelli la situazione era diversa. Hilda si rotolava sul letto tenendosi la testa, mentre Kanon era appoggiato, con aria furente, allo stipite della porta.
“Ho male alla testa! Ho male alla testa! Ho male alla testa! Ho male alla testa! Ho male alla testaaaaaaaaa!”
“Se non la smetti di urlare te la stacco quella testa!”
Le urlò chiedendosi come potesse pensare alla testa con i lividi che aveva…una masochista?
La ragazza si alzò guardandolo e assottigliò lo sguardo.
“Kanon.”
“Ah, ok…dicevo che ho mal di testa! Tuo fratello mi ha tartassata con strane tecniche! Non c’è qualche strana medicina che fa passare questo mal di testa?”
“Dormi. Così smetti di urlare e dormo anche io.”
Hilda fece un’espressione leggermente triste e successivamente guardò il ragazzo.
“Ma…ho già dormito agli allenamenti….”
Kanon la guardò sorpreso. Aveva fatto dormire agli allenamenti una ragazza che conosceva da pochi giorni? In tanti anni con lui non aveva mai fatto uno strappo alla regola, quindi si fece davvero una seria domanda. Davvero Saga lo odiava così tanto?

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Angolino di Fri: Oh buona sera dolci ragazzuole!
Rieccoci con un nuovo aggiornamento, esattamente di giovedì, perchè giovedì è il giorno di Thor ricordatelo u.u. Ma tralasciando il dio nordico preferito da me e Net, in questo capitolo vediamo un primo approccio con le rivali delle nostre saintia e, soprattutto, l'apparizione di un personaggio principale, molto amato (almeno credo ?) in questo fandom :3.
Leggete per scoprire chi è! ...Anche se andando ad esclusione si capisce...ma comunque! ^^''' Scoprirete anche un lato nascosto di Agape, quale sarà? Come prima, per scoprirlo dovrete leggere u.u. 
Quindi adesso niente più misteri, vi lascio al capitolo sperando che sia di vostro gradimento.
Buona lettura <3

 

Il secondo giorno di allenamento iniziò davvero male.
Perché?
Perché i maestri avevano deciso di far incontrare le loro quattro apprendiste, che avrebbero dovuto lottare per le due armature da Saintia.
Da-Ly guardava con superiorità Hilda, mettendosi una mano davanti alla bocca per fare una risatina di scherno, e soltanto quello faceva stridere i denti all’altra che, se avesse potuto, l’avrebbe spedita nella dimensione oscura di Saga.
Nakye, invece, ringhiava contro Agape siccome ‘l’ amica’ aveva posato il suo sguardo su di lei un minuto di troppo. Agape, in risposta, aveva iniziato a contare fino a 1000. Cosa che aveva imparato a fare per non picchiare sempre Seiya, per non rispondere di qualcosa che comunque non aveva fatto.
Shura e Aldebaran erano davvero dispiaciuti per la figura che le loro allieve stavano facendo, Saga al contrario era tutto un raggio di sole, forse Hilda quel giorno avrebbe collaborato…forse.
Aiolos sembrava l’unico tranquillo, e fu lui a dividere le quattro che si separarono per andare ognuna con il proprio maestro.

“Un…arco?”
Agape era abbastanza perplessa.
Lei si era sempre allenata usando il suo corpo come strumento, sfoderando pugni e calci usando il suo cosmo per riuscire a battere l’avversario.
Almeno così le aveva sempre insegnato Ren.
Quindi…cosa ci faceva con un arco in mano? In risposta Aiolos le diede anche le frecce.
“Mi è giunta voce che negli allenamenti perdi facilmente la pazienza, strano giacché normalmente sei tranquilla.”
La bionda arrossì alle parole del suo maestro, in effetti, quando aveva dato il primo ceffone, a Seiya, era rimasta la sagoma per tutto il giorno.
“Non capisco come questo possa centrare con l’arco…”
In risposta, Aiolos indicò dietro di sé.
Parecchi metri dietro vi era un bersaglio.
Agape sgranò gli occhi, non intendeva mica…
“Si, dovrai beccare esattamente il centro del bersaglio, per farlo devi avere moltissima pazienza altrimenti finirai le frecce e, se finirai le frecce, verrai punita.”
“E in cosa consiste la punizione?”
“Dovrai salire tutte e dodici le case, cinque volte la mattina appena sveglia…per un mese”
La ragazza era a bocca aperta…ma il sagittario non doveva essere il gold più gentile?

“E’ questione di orgoglio!”
“Questo posso capirlo ma-“
“Finiscila di blaterare e lasciami andare, è uno scontro tra donne!”
“Non puoi batterla ora!”
“E chi lo dice?!”
“In futuro contro chi combatteresti per l’armatura?!”
“Possiamo sempre prendere un’ ancella, almeno non devo sforzarmi troppo!”
Kanon si ritrovò davanti una scena abbastanza ambigua: Saga che teneva Hilda per la vita mentre questa agitava in aria una canna da pesca.
Bevve un altro sorso del suo thè freddo, aveva da poco finito il suo allenamento mattutino e si era detto di andare a trovare il suo ‘adorato’ fratello e la sua allieva.
“Vi volete già un gran bene, da quel che vedo.”
“Kanon!”
Urlò Saga rimettendo giù la rossa.
La quale iniziò a camminare verso Aldebaran e la sua allieva, Da-ly, pronta per far calare in testa alla nemica la sua fidata canna.
“Hilda!”
Urlò stavolta il gold, riprendendo l’allieva. Kanon scoppiò a ridere.
“Kanon!”
Pure alla ragazza uscì una risata per l’evolversi della situazione.
“Hilda!”

“Mi sembra…gracilina, non trovi?”
Nakye si stava fasciando una ferita importante ma smise subito, annuendo presto alle parole di Da-ly.
Quest’ultima si stava arricciando una ciocca di capelli guardando Hilda che si ‘allenava’ con Saga.
“Già, vincerai sicuramente tu l’armatura!”
“Questo mi sembrava già ovvio.”
Da-ly le scoccò un’occhiata fredda e l’altra abbassò la testa dispiaciuta.
“Avrei voluto combattere contro l’altra comunque, la bionda intendo, sembra molto più interessante, ci avrei giocato volentieri…anche se avrei vinto lo stesso, naturalmente”
Nakye si morse il labbro con forza.
Che cos’aveva la sua sfidante più di lei da far interessare così l’amica?

La mattinata passò relativamente veloce.
Hilda continuava a minacciar guerra contro Da-ly, il che era un bene osservò Saga, da una parte, dall’altra doveva allenarsi per batterla! Insomma non poteva davvero usare la canna da pesca da darle in testa!
Eppure Hilda sembrava intenzionata del contrario.
Agape non se la stava passando molto meglio, era arrivata già a metà feretra e non aveva ancora colpito il bersaglio, in compenso aveva colpito un cinghiale, con cui almeno poteva fare il ragù da portarne un po’ alla nonna, una farfalla e non sapeva neanche lei come, un serpente, cinque alberi ed il resto delle frecce erano tutte a terra.
Iniziava seriamente a temere la punizione di Aiolos. Sperava, pregava, che il castano scherzasse.
In quel momento comunque, cioè la pausa pranzo, la bionda si ritrovò con l’amica.
“E tu che ci fai qui?”
Chiese appunto la rossa, mentre Saga, con il grembiule, precisiamo, stava servendo il pranzo a lei ed il fratello.
“Il mio maestro è andato con il fratello, e non mi va di fare la terza in comodo”
Chiarì la bionda.
I due gemelli si guardarono. Poi guardarono Hilda. Pure Hilda guardò i gemelli.
Intendeva dire che qualcuno di loro era di troppo? Agape guardò i gemelli.
Si, lo intendeva eccome.

Alla fine le due pranzarono sedute sulle scale del retro della casa.
“Così pure il tuo maestro ha un fratello?”
Chiese Hilda, dando un bel morso al pezzo di cinghiale che Saga si era visto costretto a cucinare per le due, promettendo anche di farci un bel ragù per la nonna di Agape, con in cambio la collaborazione della rossa negli allenamenti, ovviamente (come no).
“Esatto, si chiama Aiolia ed è il gold del leone.”
“Aaaaaarrrrhhhh…”
Imitò la rossa, facendo scoppiare a ridere Agape.
“Comunque Aiolos e Aiolia, la madre non doveva avere molta ispirazione.”
Continuò Hilda.
“Forse…comunque Aiolos sembra un buon maestro, severo quanto basta insomma…la punizione che mi darà se non compio l’esercizio mi sembra pure peggio di quelle che mi infliggeva Ren.”
Rabbrividì la bionda, che chiese poi all’amica come fosse il suo nuovo maestro.
“Simpatico, anche lui, non si arrende come Yuzu.”
“Abbiamo trovato dei buoni maestri insomma.”
“Già…”
Le due si guardarono. Provavano ancora molta sofferenza per aver perso i loro precedenti maestri ma poteva capitargli peggio. Aiolos e Saga sapevano quello che facevano quando le allenavano.
“Come faccio a tenere la calma in allenamento quando mi sfogo proprio in quello?”
“Come faccio a tenere testa al gold saint più forte di tutto il santuario?”
Chiesero una all’altra, cambiando argomento, Hilda appoggiando la testa sulla spalla di Agape mentre la bionda poggiò la guancia sui suoi capelli.
Erano finite in un bel guaio.
Ma c’era un esperto che si sapeva togliere dai guai fin troppo bene e poggiò una mano sulle loro spalle.
“Tu.”
Disse Kanon calcando la mano sulla spalla libera di Agape.
“Vai a fare una visitina da Shaka, il santone per farti una bella lezioncina sulla calma spirituale, facendo il giro lungo alla quinta perché altrimenti Los ti scopre. Mentre tu…”
E stavolta calcò su Hilda.
“…Implora pietà e chiedi di risparmiarti. A Saga. All’altra dagli la canna sulla testa, io ti appoggio.”
Le ragazze guardarono Kanon. Kanon guardò le ragazze.
Agape partì alla volta della sesta casa, Hilda tornò dentro la terza andando a supplicare Saga…d’insegnargli un colpo decente per far fuori direttamente Da-ly. Aveva dell’orgoglio lei!
Kanon si dispiacque che non seguì il suo consiglio, sarebbe stato divertente vederla mentre mandava k.o. la pazza con la canna da pesca.

“Mi chiedo come mai tu, giovane apprendista saintia, sia qui nella mia casa a chiedere consiglio quando il tuo maestro è in questo momento nella casa addietro.”
“Padre Shaka, sono qui perché mi serve un suo prezioso consiglio”
Il biondo alzò un delicato sopracciglio…padre? La ragazza era pure inginocchiata per terra, con le mani intrecciate davanti al viso, come se stesse davvero pregando.
“Mi stai forse prendendo in giro?”
Evitò di aggiungere ‘ragazza’, sarebbe stato come mettere altra legna sul fuoco.
“Al contrario, sono qui solo per elemosinare un vostro onorevole consiglio, mi creda, sono disperata padre!”
“…”
Shaka sospirò leggermente, ma decise lo stesso di ascoltare Agape,  così la bionda ebbe la sua tanto desiderata risposta: meditazione, semplice meditazione!
Ma se per Agape la risposta che cercava si era dimostrata semplice, per Hilda le cose stavano andando leggermente a picco…assieme alla sua voglia di allenarsi, anche se stavolta si stava davvero impegnando!
Si era messa in posizione di difesa quando Saga aveva iniziato ad attaccare, aveva provato per lo meno ad attaccare anche lei. Ed il gold non si era procurato nemmeno un graffio, infine avevano riprovato l’attacco mentale e lì Hilda aveva provato a dare il meglio di se stessa…addormentandosi…ma questo vuol dire che aveva resistito, no?
Saga se lo augurava.
Kanon intanto che aveva fatto? Aveva riso, che doveva fare di altro? L’allieva era di Saga, mica sua.
Questo comunque non era piaciuto al fratello, perciò toccò a Kanon svegliare la rossa.
Come?
Con una secchiata d’acqua gelida, che l’aveva sia svegliata che offerto una bella visuale del suo reggiseno, sotto la sua maglietta bagnata.
“Hilda!”
Esclamò Saga commosso.
“Ho fatto un buon lavoro vero?”
Disse la rossa tutta contenta.
“Buonissimo! Ti sei meritata una sana pausa”
“Evvai!”
Maestro e allieva si diedero il cinque. Per cosa?
Sotto di loro, Kanon, mezzo svenuto. Con la faccia completamente rossa, per gli schiaffi che si era beccato dopo lo scherzo della secchiata d’acqua.

Inspira. Espira. Inspira. Espira. Inspira. Espira.
Questo è quello che Agape stava tentando di fare da almeno una bella mezzoretta.
Perché tentando? Perché c’era una ‘mosca’ che continuava a ronzarle intorno.
Tale mosca aveva il nome di Nakye.
Shura le aveva lasciato il pomeriggio libero, siccome la ferita che si era procurata quella mattina era ancora fresca e non doveva farla peggiorare per non rompersi la spalla.
Ma la ragazza, invece di tornare alla decima come le aveva suggerito il suo maestro, era andata dalla sua ‘nemica’, e Agape era mezz’ora che si chiedeva il perché visto che lei doveva finire il suo allenamento.
Eppure non ci riusciva, per il semplice motivo che appena tendeva l’arco, Nakye iniziava a darle fastidio, solo per il semplice gusto di vederla mancare di nuovo il bersaglio.
Agape allora era tornata alla soluzione di Shaka.
Meditazione.
Aveva appoggiato arco e freccia per terra, si era seduta cercando d’imitare la posizione del loto del biondo, aveva chiuso gli occhi e aveva iniziato il suo esercizio di respirazione per poter mantenere la calma necessaria per non uccidere l’avversaria prima del previsto.
Ma quella non sembrava aver intenzione di mollare.
“Sei così scarsa che hai già bisogno di riposarti? Ho già la vittoria in tasca allora.”
Disse Nakye dando un calcio all’arco.
Agape non rispose, ma iniziò a palesarsi il suo famoso tick all’occhio.
“Beh?! Ignori pure? Certo che educazione zero, chi ti ha cresciuta non ha fatto un buon lavoro.”
Rise Nakye inginocchiandosi davanti a lei.
Quello era davvero troppo.
In un minuto Nakye era stesa a terra con Agape sopra di lei, freccia in mano e puntata alla gola dell’avversaria.
“Non osare offendere mia nonna. Mai.”
Le sibilò furente.
L’altra deglutì sonoramente, non si era certa aspettata quella reazione da quella biondina.
Però non poteva lasciar perdere il suo ‘motivo’ di azione.
“Stai lontana da Da-ly!”
Agape alzò un sopracciglio.
“E perché diamine dovrei avvicinarmi?!”
Prima che l’altra potesse risponderle, Agape venne presa per la vita e spostata da sopra Nakye.
Due braccia talmente calde, che la bionda sentì il calore salirle direttamente alle guance, che si colorirono di un rosso chiaro.
Entrambe le ragazze alzarono lo sguardo verso lo sconosciuto.
“Aiolos ti sei schiarito i capelli?”
Azzardò Agape.
Quel ragazzo era in sostanza Aiolos, aveva i suoi stessi occhi, la stessa altezza, solo i capelli erano appunto sul castano più chiaro.
“Mi dispiace ma…no. Sono suo fratello minore, Aiolia.”
“Complimenti alla madre.”
Bisbigliò la bionda sperando di non essere sentita.
Fortunatamente per lei, il leone dorato era troppo occupato a guardare Nakye.
“Il tuo maestro ti sta cercando, non dovresti farlo aspettare.”
L’avvertì Aiolia.
“Subito.”
La ragazza si mosse immediatamente per andare incontro a Shura, non prima di fare un gestaccio ad Agape che tentò di lanciarle la freccia contro per risposta.
“Non devi dar retta alle provocazioni.”
Le consigliò il castano abbassandole il polso.
La bionda sentì lo stesso calore di prima. Che il suo cosmo bruciasse così tanto da percepirlo a pelle? Eppure con Saga, il gold saint più potente, non lo percepiva quel calore.
“Cosa ci fai qui?”
Chiese per cambiare argomento.
“Aiolos doveva fare una commissione a Rodorio, ha mandato me a vedere come te la stessi cavando con l’allenamento.”
I due guardarono le frecce per terra.
“…Mi manca poco giuro! Ci sono quasi!”
“Sicura di non volere una mano?”
Agape si ritrasse quasi scottata dalla mano che Aiolia le stava offrendo.
“No, no grazie.”
E si mise in posizione.
Sarà stato per lo stress, sarà stato il consiglio di Shaka, sarà stata la rabbia scaricata contro Nakye, sarà stato il caldo di sentirsi gli occhi del leone su di sé, ma per fortuna Agape, ringraziando Atena, centrò il bersaglio al primo colpo.

“Perché devo venire io su da te?!”
Borbottò Hilda venendo trascinata da Agape sulle scale per la settima.
“Perché io nel caso dovrei fare una salita, tu dalla nona scendi e quindi non ti stanchi troppo”
Rispose la bionda, continuando a trascinarla per un certo punto ma poi si fermò.
Non ce la faceva più neanche lei.
Si sedettero sugli scalini.
“Allora, cosa dovevi dirmi di così importante?...Soprattutto perché siamo dovute venire fino a qui?”
“Perché padre Shaka e il maestro Dohko sono gli unici un po’…discreti, è una cosa molto più che importante.”
Iniziò Agape mettendosi di lato, per guardare Hilda in volto, l’altra fece lo stesso.
“Dimmi.”
“Noi non siamo apprendiste sacerdotesse giusto?”
“Giusto.”
“Quindi…non siamo obbligate a morire vergini…giusto?”
“Gius-COSA?! Non sei più vergine?!”
Urlò Hilda prendendo la minore per le spalle.
“In verità no…però mi piacerebbe.”
“…Ti ricordi cosa significa il tuo nome si?”
Agape agitò una mano come per dire ‘quisquilie’.
“D’accordo…diciamo che va bene, chi sarebbe il prescelto?”
“Aiolia, il fratello minore di Aiolos.”
“Ti rendi conto che l’hai incontrato solo oggi e già vuoi donargli la verginità?!”
Urlò Hilda scandalizzata, ma si compose quando l’altra le fece segno di abbassare la voce.
“Lo so, lo so, sembra una cosa brutta-“
“Lo è!”
“Ma…quando mi sfiora sento questo calore avvolgermi tutta, anche quando è solo una mano, è come…se mi eccitassi si, credo che questo sia un segno no?”
“Un segno che mi lascia parecchio allibita.”
“E’ un uomo, non credo che dirà di no ad una notte di passione, e credo che sarà gentile se gli dico che sarebbe la prima volta.”
“Ma sei veramente convinta?”
Agape la guardò seriamente…e quello lasciava Hilda parecchio scossa.
“Come Saintia abbiamo deciso di ‘offrire’ la nostra esistenza per proteggere la Dea Atena, però…hai sentito anche tu il bisogno di essere una ragazza normale qualche volta, ne abbiamo parlato…io credo che questo mi farebbe sentire una ragazza, una donna normale e…amata, forse. Non lo so siccome sarà solo una notte ma…credo di volerla sperimentare prima che me ne penta ecco, non voglio arrivare alla fine della mia vita con dei rimpianti Hilda.”
La rossa annuì e le accarezzò la guancia, prima di spingerla verso di sé e lasciarle un bacio sulla fronte.
“Sei abbastanza grande da decidere da sola, io sono con te qualunque cosa farai, e lo sai. Ti do solo un avvertimento…attenta agli artigli del gattaccio.”

Alla quinta…
“Ectiù!”


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Angolino di Net:Ciao a tutti bella gente!
E dopo una settimana rieccoci ancora con un nuovo emozionante capitolo! Ed anche qui verrà introdotto un nuovo personaggio! Ma chi sarà? Ma chi non sarà? Vi basterà soltanto leggere per scoprirlo!
Spero vi piaccia e che, come sempre, riesca a strapparvi qualche risata!
Buona lettura


 

“Ancora!”
Gridò Saga con aria severa. E Hilda, con aria stanca, ma soprattutto mezza addormentata cercò di scagliare l’ennesimo colpo…. Che puntualmente andò a vuoto.
“A cosa sta mirando Hildegard? Alle farfalle? Non colpirai nemmeno quelle se continui in questo modo lo sai?”
“Le farfalle…me le mangerei volentieri a questo punto…. Maestro, sono le sette passate, non possiamo continuare domani?”
Saga assottigliò lo sguardo, ok era permissivo, ma fino ad un certo punto. Quel giorno la ragazza doveva arrivare alle due del pomeriggio per allenarsi all’arena… E a che ora gli era arrivata? Alle quattro! Alle quattro! L’avrebbe fatta smettere alle sei se fosse stata buona. Ed invece no, era arrivata con due ore di ritardo. Cosa doveva fare? L’allieva di Aiolos era così diligente… Quasi ne era geloso. Ma la cosa che gli dava più fastidio in tutta quella situazione era un’altra.
“Kanon, lassù! Smettila di ridere!”
Si. Suo fratello aveva iniziato a seguire, qualche volta, gli allenamenti. E ciò che ne derivava erano soltanto grandissime risate…in pratica, prima il danno poi la beffa.
“Vieni giù ed aiutami! O niente cena, per nessuno dei due!”
A queste parole sia Hilda che Kanon si irrigidirono, la prima sbiancò anche, mentre il secondo scese velocemente dalla scalinata andando di fianco al fratello.
“Oh…ho trovato un modo per farvi scattare, lo ricorderò.”
Saga guardò le sue…pesti…fiero e sospirò.
“Se mi assento un attimo per andare in bagno, promettete di restare fermi, immobili, fissi, stabili, statici…qui?”
Hilda e Kanon annuirono.
“Altrimenti niente cena, ricordatelo.”
Hilda e Kanon annuirono. Ancora.
E Saga, senza preoccupazioni, si allontanò (strano ma vero, anche i gold vanno in bagno). Lasciando Kanon solo con Hilda. Ma ora cosa poteva dire uno come lui, ad una come lei? La considerava una bambina. Lui un 27enne e lei solo venti di anni, di cosa mai potevano parlare?
“Dunque, Hildegard, qual è il tuo  colore pre-“
Girandosi, Kanon, vide Hilda che stava correndo fuori dall’arena.
“Fermati immediatamente! O niente cena!”
E così Gemini si lanciò all’inseguimento.
 
Alla casa del sagittario, Agape era ancora con la testa fra le nuvole, e, guardando fuori dalla finestra, stava pensando al tocco caldo del leone sul proprio polso. Un sorriso (ebete) si dipinse sul suo volto pensando al giorno dell’allenamento e l’ennesimo  sospiro uscì dalle sue labbra.
Aiolos si accorse di ciò e, rattristato si avvicinò a lei, si  sedette sul divano prendendole una mano. La guardò con aria dolce e rassicurante.
“Agape…capisco che qui  alla casa del sagittario può essere noioso per una ragazza come te, dopotutto non sono la tua amica con cui puoi parlare di gattini, giocare con i cuscini, truccarvi, pettinarvi i capelli…”
Il sagittario andò avanti a fare una lista di cose che non stava né in cielo né in terra, e per questo si beccò l’ennesima occhiata di compassione da Agape, ma lui la interpretò in altro modo.
“Se vuoi, però, la sera, che è l’unico momento libero…possiamo giocare a carte.”
“A carte…?”
“Si, oppure una passeggiata intorno al tempio.”
“Intorno…?”
E dopo queste parole Aiolos si beccò l’ennesima occhiata di compassione.
 
Correva, Hilda, correva… Nemmeno lei sapeva dove sinceramente, ma sapeva che ormai da una buona mezz’oretta Kanon le stava urlando dietro di fermarsi.
Col cavolo che lo avrebbe fatto. Davvero col cavolo. Per prima cosa perché temeva la reazione di Saga, per seconda cosa perché le urla di Kanon sembravano urla omicida e… Non voleva neanche pensare a cosa le avesse fatto quest’ultimo se l’avesse presa.
Corse per quella foresta buia ancora un po’ e sentì un ramo ferirle la guancia. Le uscì anche un po’ di sangue. Pazienza pensò. Si guardò un attimo indietro per confermare o meno se Kanon ci fosse ancora.
Pessima idea. Andò a sbattere su qualcosa, o meglio…qualcuno. Si girò tirando giù tantissime divinità a bassa voce. Armatura d’oro, capelli lunghi… Doveva dire le sue preghiere? Saga era andato li per ucciderla?
La luna illuminò finalmente  i due ed Hilda tirò una specie di sospiro di sollievo…ma per poco. Quando alzò lo sguardo gli occhi azzurri del cavaliere d’oro davanti a lei erano furenti. La guardavano con odio, profondo odio. E lei si allontanò di scatto.
“Cosa fai in una foresta a quest’ora, ragazzina? E soprattutto, chi ti ha detto di venirmi addosso?”
Beh in effetti era strano trovarsi in una foresta di notte ma…non si trovava anche lui li? Cos’èra? Discriminazione ai ranghi inferiori? Lo guardò in volto cercando di parlare mentre l’altro fece comparire in mano una rosa bianca.
“Hai qualcosa da dire?”
“Un…”
“Eh?!”
Quella mocciosa gli stava dando i nervi. E dire che aveva pensato di essere clemente e non ucciderla –no non è vero- affilò gli occhi alzando il braccio.
“Sei un…un…”
“Cosa vai farneticando ragazzina?! Di le tue ultime parole!”
Hilda si mise la mano davanti la bocca commossa.
“SEI BELLO COME UN PRINCIPE!”
E proprio mentre urlò quelle parole arrivò Kanon. Che restò, si allibito, ma non solo per le parole dette da Hilda…ma anche perché ora vedeva una sottospecie di sfondo rosa fra i due, il suo ’amico’ Aphrodite vestito a modo di principe, con tanto di spada, ed Hilda con un lungo vestito rosa.
Kanon si mise una mano sulla testa e la scosse piano…probabilmente il profumo delle rose di fish stava dando qualche effetto strano.
“Ah.”
Disse rimanendo piacevolmente perplesso (?), Aphrodite. Sorrise facendo sparire la rosa bianca sostituendola immediatamente con una bellissima rosa rossa, priva di spine, che porse ad Hilda.
“Io mi chiamo Aphrodite, sono il gold dei pesci, onorato di fare la tua conoscenza”
La ragazza si avvicinò piano e prese la rosa.
“Io sono Hildegard, Hilda per gli amici…”
Bene. Kanon cercò di realizzare in minor tempo possibile ciò che realmente era accaduto. Quella sprovveduta d’un idiota dell’allieva di suo fratello…aveva dato del principe ad Aphrodite…lo stesso Aphrodite che lui considerava una donna e che se la batteva con Athena in quanto a morbidezza per capelli? Magari il giorno dopo suo fratello gli avrebbe detto ‘ti voglio bene’.
 
Niente da fare. Los era ancora disperato ed anzi, la situazione sembrava esser peggiorata….
Agape lo fissava in modo strano da due minuti. Lei era comodamente seduta sul divano mentre lui era alla sua poltrona preferita a leggere un libro, se solo avesse saputo che per l’agitazione stava tenendo il libro al contrario…
La bionda si alzò spolverandosi i vestiti ed Aiolos ebbe seriamente l’impulso di nascondersi dietro il libro, ma non lo fece, no. Girò soltanto pagina…all’indietro.
Agape si avvicinò al sagittario leggermente rossa in volto guardando a terra.
“Senti…Aiolos. Potrei….farti una domanda?”
Se parlava in quel modo doveva essere una cosa seria. Si sentiva un fratello maggiore, anche perché in Agape, quell’0innocente fanciulla, rivedeva il suo bellissimo e puccissimo Aiolia. Quindi….come poteva dirle di no?
“Parla! Sono il tuo maestro, ti aiuterò in tut-”
Prima che potesse finire la frase, Agape si sedette sul bracciolo della poltrona e, con occhi luccicanti, iniziò.
“Ma…tuo fratello, Aiolia, non ha una ragazza…?”
Ad Aiolos cadde il libro. Era tutto chiaro doveva capirlo da subito. Agape voleva cambiare maestro.
“No…al tempio….con lui, non ha nessuna… non sta allenando nessuna… tranquilla..”
“Davvero?! Che bello!”
E se Aiolos, le frecce era sempre stato abituato a scoccarle, queste ultime parole le sentì come una freccia infuocata, dritta al cuore. Aveva fallito nella sua missione di maestro…persino Saga era stato meglio di lui con, non voleva offendere l’alleva di Saga ma era così, quella scansafatiche. Doveva trovare non modo. Anche se si trattava di Aiolia.



Aphrodite prese una ciocca dei capelli di Hilda e sorrise malapena.
“Sono del colore delle Bloody Rose, appena hanno compiuto il loro dovere…”
“Oh, è un complimento? Beh si sono rossi.”
Disse perplessa la ragazza, per lo strano complimento. Fish la guardò poi negli occhi.
“I tuoi occhi sono del colore del mare, davvero bellissimi.”
“Si blu…grazie Aphrodite.”
Le stava facendo i complimenti, si, ma non sembravano proprio…mirati a lei. In qualche modo Hilda sentiva strane quelle parole.
Kanon era rimasto allibito per tutta la scena, con la bocca leggermente aperta. Lui vedeva soltanto due donne. Una delle quali stava adulando l’altra. Ma basta. Doveva riportare Hildegard all’arena. Prima del ritorno di Saga…o meglio, prima che un’esplosione galattica li raggiungesse. Saga…sicuramente era già tornato da un bel pezzo, e li stava aspettando furibondo.
“Mi dispiace interrompere il vostro teatrino romantico, ma le feste son finite, i giochi anche e… Hilda muoviti e andiamo a casa!”
“Mai! Il maestro mi ucciderà! Non voglio allenarmi ancora! Voglio dormire! Il riposo è importante!”
Aphrodite guardò Kanon, poi Hilda. Quindi quella ragazza era l’allieva di Saga. Che brutto periodo di vita stava attraversando…Vide poi il viso di Hilda ferito. Qualcuno l’aveva ferita. Le levò il sangue che era rimasto con l’indice.
“Chi è stato a farti questo?”
La rossa guardò Aphrodite. Il volto sembrava un po’ arrabbiato. Elaborò mentalmente qualcosa. Poi una magnifica idea le balenò in testa.
“E’ STATO LUI!”
Urlò indicando Kanon.
“Cosa?! Ma quando scusa?! Nemmeno sapevo che-“
“Come osi sfregiare una pelle così nivea? Non lo sai che potrebbe restare la cicatrice?”
Una rosa nera apparve in mano ad Aphrodite e Kanon alzò un sopracciglio…seriamente? Faceva sul serio quel cretino? Era solo un graffietto e addirittura ‘sfregiare’?
Realizzò pochi secondi dopo che la rosa era stata lanciata da un Fish convinto e coinvolto. E dietro di lui Hilda, con aria vittoriosa e maligna.
“Calmati! Parliamone, ok? Devo soltanto riportarla da Saga per allenarsi ancora un po’…poi te la riporto va bene?”
“….me la riporti?”
Rispose perplesso Aphrodite, stavolta con una rosa bianca come arma.
“Non credergli Aph! Vuole farmi faticare e basta! Stanotte sicuramente mi punirà e non mi farà dormire!”
“…..ma ti senti quando parli?”
“Zitto! Non voglio tornare! Ti prego, aiutami Aph!”
Il cavaliere dei pesci guardò la ragazza…Aph? Da quando erano così in confidenza? Si conoscevano da nemmeno mezz’ora.
Ma quella sera aveva trovato qualcuno che poteva definire, non bella, ma carina. Doveva proteggerla. Soprattutto dai gemelli. Si, se ne sentiva in dovere!
 
E se nella foresta c’èra un’animata scenetta, dal sagittario ora regnava il silenzio.
Aiolos era sempre più depresso, perché Agape doveva scegliere proprio Aiolia come maestro? Perché proprio suo fratello? Perché non un altro tipo…Death Mask? Beh in realtà no, non gli sarebbe andato bene nemmeno Death Mask. No in realtà non gli sarebbe andato bene nessuno.
Doveva capire il motivo sul perché Agape volesse cambiare insegnante. Era ora di parlare con franchezza. Anche se era una ragazza, doveva scoprire tutto. Andò a sedersi sul divano. Dove la bionda aveva fatto ritorno.
“Sarò chiaro. E vorrei che mi rispondessi con la verità Agape. D’accordo?”
L’allieva lo guardò confusa ma annuì.
“Perché proprio Lia? Cosa ci trovi in lui?...E’ perché avete età simili e potete capirvi meglio?”
Agape arrossì.
“Oh beh…l’altro giorno all’arena…quando è arrivato…ho sentito come un fuoco riscaldarmi…e non so, da quel momento…Aiolos. Ti prego, di questo fatto lo sa soltanto Hilda. Non parlarne con nessuno.”
“Cosa?! Ne hai parlato prima con lei che con me?!”
“E’ la mia migliore amica, mi pare ovvio…”
Aiolos aprì la bocca. Ma del cambiar maestro si dovrebbe discutere col maestro, non con l’amica del cuore. Doveva cercare di capirla. Doveva cercare di capirla. Ma non la capiva. Davvero.
“Inoltre…è carino…sarò egoista ma, l’occhio vuole la sua parte…non credi?”
La bionda guardò Los sorridendo. Ed al sagittario sembrò di sentire sopra di lui un macigno di cinquanta chili piombare all’improvviso. Gli stava dicendo in modo indiretto che era brutto? Cioè non che davvero avesse mai pensato di essere chissà chi…ma sentirselo dire così, sbattuto in faccia…faceva male.
Si morse il labbro inferiore sopportando tutto. Lui era Aiolos del sagittario. Aveva sopportato anche la morte, figuriamoci se non riusciva a gestire e sopportare una così ridicola situazione! Tsk!
“…sto per piangere…”
Mormorò piano… probabilmente la stava gestendo nel modo sbagliato.
“Come? Non ho capito Los, puoi ripetere?”
“Dicevo… Perché io non vado bene?”
Agape si pietrificò. Sembrava così serio, ma anche un po’ rattristato. Oddio…che fosse…no, non poteva. Sperava…pregava…
“Hem…perché…abbiamo troppi anni di differenza?”
“Allora è davvero per l’età!”
Si sedette sulla poltrona.
 
Non si sa come, né per quale assurdo motivo, dopo un battibecco fra Aphrodite e Kanon, dove Hilda aveva anche infiammato la discussione, i due avevano iniziato a combattere. E la ragazza se la rideva. Oh come se la rideva! Aveva ottenuto il suo scopo di non tornare da Saga e di saltare l’allenamento grazie a quello strano tipo che le faceva complimenti ambigui… magari da quel giorno avrebbe avuto un alleato.
Ma se continuavano così sarebbero andati avanti per non si sa quanto… Doveva andarsene al più presto. Tuttavia non voleva lasciare il suo nuovo amichetto li con Kanon e…non aveva nemmeno dove dormire.
“Aphrodite!”
Il gold si girò verso la ragazza. Aveva intuito i pensieri e…si, era ora di andarsene da quella maledetta foresta. Fece comparire due rose col suo cosmo, e le lanciò a Kanon, una a destra del volto ed una a sinistra.
Nello schivarle, Kanon, non si accorse che Aphrodite prese in braccio Hilda ed in pochi secondi se ne andò di li.
Quando tornò a guardare l’avversario, oramai assente, Gemini lanciò un urlo. Che sentì persino Saga nell’arena.
“Maledettiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!”
 
“Aiolos ti prego, non ti offendere…”
Agape si avvicinò svelta al sagittario, ormai depresso e triste. Era rassegnato. Si era abbandonato all’idea che Agape se ne fosse andata da Aiolia.
La bionda gli prese le mani.
“Ti chiedo scusa ma…. Io ti vedo solo come un maestro!”
(Maestrozoned… Scusate era pessima, ma non ho resistito), Aiolos la guardò sorpreso. Di cosa parlava?
Agape si inginocchiò davanti a Los prendendogli una mano, e il sagittario voltò leggermente la testa con sguardo stranito….cosa diavolo stava facendo?
“Io…dal primo momento che l’ho visto, ho provato subito qualcosa per lui. Ho sentito avvolgermi tutta e ho ancora dentro quella sensazione. Anche se non lo conosco molto bene, anzi quasi per niente, spero che tra noi possa davvero esserci qualcosa…vorrei diventare una persona più vicina a lui e scoprire tutte le sfumature del suo carattere! Ti prego, Aiolos! Permettimelo!”
Aiolos stette zitto, battendo piano gli occhi.
“Si ma… perché sei così appassionata in questo discorso con me, dovresti dirlo a lui…”
Calò il silenzio ed….effettivamente aveva ragione. Ma Aiolos doveva salvarsi dalla figura di cioccolato!
“Comunque….hai superato la prova! Complimenti. I tuoi sentimenti sono puri. Sapevo che ce l’avresti fatta.”
“Cos- oh! Ma quindi non sei innamorato di me! Ed io che ci avevo creduto!”
Salvato all’ultimo.
 
“Che buon profumo! Dove siamo?”
“Sono le mie rose. Sei alla dodicesima casa, quella dei pesci.”
Hilda si guardò intorno e…vide una cosa che alla terza proprio non c’èra. Ordine.
“E’ davvero bellissima!”
“Anche io in passato ho avuto allievi quindi ho camere in più. Per stanotte ti concedo di dormire in una di quelle. Ma domani torni alla terza.”
“Va bene….Ma Aphrodite?”
Aphrodite si girò verso di lei con un lieve sorriso.
“Ma…ora noi usciamo insieme?”
Il volto del gold assunse un’espressione indescrivibile…non si poteva definire confusa, forse…la guardava con superiorità.
“Mi hai salvato, mi hai detto che sono bella e mi porti a casa tua…”
Aphrodite rise divertito, avvicinandosi ad Hilda.
“Hildegard, sai cos’è che venero di più?”
“….le rose?”
Questa risposta fece calare per qualche secondo il silenzio e mise in dubbio i valori di Aphrodite, ma poi il ragazzo rispose.
“La bellezza. Ti trovo davvero carina, il colore rosso dei tuoi capelli e il blu dei tuoi occhi. Anche la tua pelle chiara mi piace. Volevo soltanto non accadesse niente a questo bel corpicino…per oggi. Poi forse cambierò idea…adesso facciamo qualcosa per quella ferita, seguimi.”
Hilda rimase a guardare Aphrodite che camminava. Sbiancando parecchio. Dopo quelle parole si stava chiedendo se avesse fatto davvero bene a fidarsi di lui. Ripensò ad un possibile Saga arrabbiato.
“Arrivo Aph!”
 
Alla casa dei gemelli…
“Dov’è. Hilda.?.”
Chiese Saga, a Kanon, seduto sulla sedia della cucina.
 “Con Aphrodite. A casa sua. Credo.”
“Una scusa più reale no?!”
Il gold dei gemelli iniziò a fare la predica a Kanon. Tuttavia quest’ultimo, per risposta incrociò le braccia e sbuffando si sedette sul divano. Pensando ancora dov’è che Aphrodite somigliasse ad un principe.
“Mah…”


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Angolino di Fri: Eccoci qua con il quinto capitolo.
Ci sarà una bella (?) sorpresa che attenderà sia voi che le nostre saintia! Mi raccomando leggete leggete u.u
Ma ora un piccolo avviso, gli aggiornamenti saranno sospesi per due settimane, causa belle e meritate vacanze...più della sottoscritta che della povera Net...ma comunque! Appena tornata gli aggiornamenti riprenderanno, quindi non lasciateci!
Le nostre saintia hanno bisogno delle loro fan!
Soprattutto Agape, dopo questo capitolo...soprattutto lei, si.




Passarono un paio di settimane, dove le due riuscirono ad adattarsi ai vari allenamenti a cui i loro maestri le avevano sottoposte.
Aiolos e Agape avevano trovato una loro lunghezza d’onda, il sagittario ormai aveva fatto una piccola breccia nel cuoricino della bionda, prendendo questo come nuovo motivo per picchiare Seiya, accusandolo di aver rubato l’armatura di Los quando era morto. Anche se lo spirito di Aiolos stesso gliela aveva mandata…ma Agape non si era soffermata troppo su questa sottigliezza. L’unica cosa di cui si rammaricava era di non aver abbastanza tempo per andare ‘dietro’ al leone dorato.
Persino Saga e Hilda avevano trovato un loro equilibrio, dalla sveglia della mattina che consisteva nel gold che tirava la ragazza per i piedi, alla sera quando sempre lui la portava sulle spalle in camera da letto, visto che Hilda non riusciva a tenersi in piedi. Insomma si stava allenando, volente o nolente, con il gold saint più forte di tutto il santuario, era già un miracolo se resisteva!
Forse l’unica pecca (?), se così si poteva definirla era la presenza di Kanon, essa irritava molto Saga che di conseguenza si sfogava sulla povera allieva. D’altro canto era anche l’unico che riusciva a tirare su la ragazza quando era sfinita…ovviamente quando non c’era Aphrodite.
Eh si, il pesciolino aveva preso a cuore sul serio la rossa e fu proprio lui a dare il via alla protesta contro Saga.
Perché forse stava organizzando una nuova rivolta contro Atena?
No, perché stava rovinando la pelle della povera Hilda. La quale pensò bene di unire alla protesta l’amica bionda. Che ovviamente non disse di no.
Il risultato?
Un bel giorno di vacanza per entrambe.
“Mi raccomando non parlate con sconosciuti, state attente a quello che mangiate, a quello che bevete, a quello che indossate-“
“Non siamo sacerdotesse”
“Dettagli!”
Urlò Aiolos guardando le due ragazze davanti a lui.
Saga sospirò, massaggiandosi una tempia.
“Siete abbastanza grandi, fate quello che volete ma non uscite dal Grande Tempio, quindi no, mi dispiace Agape niente visitine a Rodorio”
Disse alla fine il blu.
La bionda sbuffò.
Voleva approfittarne per andare dalla nonna…ma aveva comunque un asso nella manica dalla sua.
E non era una cosa da poco.
“Senti, spiegami davvero perché stiamo facendo tutta questa fatica in un giorno di pausa, di pausa!”
Urlò Hilda.
Hillda veniva trascinata da Agape, e quet’ultima sembrava tutta orgogliosa. Nonostante stesse perdendo un polmone –avevano iniziato a salire dalla terza casa-, la stava trascinando per le prime cinque case.
“Ho bisogno di avere informazione e ne ho bisogno adesso!”
Urlò Agape.
“Informazioni su cosa?”
“Per il mio piano, lo sai quale”
“Oh il micino”
La bionda si fermò di botto e Hilda andò a sbattere contro di lei.
La più grande, quando vide l’amica girarsi verso di sé con un cipiglio da battaglia, pensò di averla fatta arrabbiare, insomma Aiolia era l’uomo con cui aveva deciso di perdere la vergi-
“Micione”
“…Cosa?”
“Chiamalo micione, sarà il mio micione”
Detto questo Agape si rigirò e riprese a camminare, trascinandosi dietro una Hilda scandalizzata.
“Bene, siamo qui, cosa vuoi fare adesso mia piccola impavida stalker?”
Chiese Hilda, che si era ripresa dal tragitto della quarta verso la quinta, a un’Agape che era tutta intenta a fissare l’entrata del tempio del leone. O, come avrebbe detto la bionda stessa, del micione.
“Per prima cosa c’infiltriamo dentro”
Decise Agape.
“Questo mi sembrava ovvio…”
“Poi cerchiamo la sua stanza”
“Anche questo era inutile dirlo”
“E gli ruberemo un paio di mutande”
“Dimmi qualcosa che no-COSA?!”
“E’ il primo passo per dire definitivamente addio alla mia verginità, devo inspirare il profumo dell’uomo, è una cosa…per fare pratica ecco”
Mormorò Agape, annuendo alle sue parole, convinta.
Hilda le prese il volto tra le mani, nuovamente scandalizzata.
“Da quando la mia piccolina è diventata una feticista di mutande?!”
Urlò disperata la rossa.
Com’era arrivata Agape dai suoi adorabili disegni di sua nonna…a quello?!
“Non è un fetish!”
Protestò la bionda.
“Vuoi rubargli le mutande!”
“Un paio solo!”
“E’ roba da maniaci!”
Protestò ancora Hilda.
“…Questo può essere…”
Bisbigliò Agape arrossendo.
La rossa sospirò contenta, forse c’era ancora speranza.
“Bene, fermiamoci su questo punto Agape, piccolina mia, tu non vuoi essere una maniaca ve-perché mi spingi via?!”
“Sssssshhhhh!”
Agape tappò la bocca all’amica, spingendola di più verso un punto appartato.
Alla fine rotolarono per terra dietro un cespuglio.
Perché Agape agì in quel modo?
Non era innamorata di Hilda, anche se da piccola per un certo periodo aveva promesso che l’avrebbe sposata, ma perché aveva sentito due voci che arrivavano proprio dall’entrata del tempio. Poco dopo, infatti, videro uscire Aiolia insieme a Milo dello Scorpione, probabilmente diretti verso l’arena visti i vestiti.
Aspettarono che si fossero allontanati abbastanza poi fecero sbucare le teste, con i capelli pieni zeppi di foglie.
“…Sei ancora convinta di entrare?”
Chiese Hilda.
Agape annuì.
“Sei ancora convinta di voler rubare quelle dannate mutande?”
Agape annuì.
“Sei ancora convinta di volerci fare non voglio sapere cosa?”
Agape annuì.
“…Sbrighiamoci prima che tornino…o prima che cambi idea”
Agape diede un bacino sulla guancia alla sua migliore amica.
“Sento lo stesso profumo che sento in casa di Los”
Mormorò la biondina, ‘sniffando’ l’aria degli appartamenti privati del mici-leone.
“Sono fratelli dopotutto…però sembra più pulito di Kanon”
Bisbigliò a sua volta Hilda, ricordando quando aveva incontrato il suo paio di mutande da uomo.
Perché le due stessero parlando a bassa voce, non lo sapevano di concreto neanche loro…però sentirsi osservate dall’armatura d’oro del leone, ben esposta al centro del salotto, di certo non aiutava.
“E’ inquietante”
Ammise Agape.
“E’ brutta! Quella dei gemelli è più bella”
Annuì convinta Hilda.
“…Tu sei di parte”
“… …Può essere, comunque potrebbe tenerla in un’altra stanza, o anche nel corridoio principale”
“Li sarebbe a prova di furto, guarda come Seiya l’ha rubata a Los”
“Ma veramente-“
“L’ha rubata!”
S’impuntò la bionda.
Hilda decise di darle corda per quel discordo, doveva risparmiare fiato per l’altro più importante.
Le mutande.
Purtroppo mentre lei ragionava su quello, Agape era già partita in esplorazione per la stanza privata del micione.
“Ehi non lasciarmi da sola con l’armatura!”
La stanza la trovarono subito, per fortuna, e la più piccola si affrettò a fare un tuffo olimpico che la fece finire sul letto matrimoniale del gold.
“Che buon profumoooooooo!”
Urlò rotolandosi tra le coperte.
“Sembri sempre più una stalker”
Borbottò Hilda, nascondendo un sorriso dietro la mano.
Erano state portate al santuario non tanto per scelta loro, ma più per il loro cosmo che i loro amati maestri avevano sentito provenire da quelle bambine che aveva incrociato per strada. Negli anni poche volte gli era stato concesso di potersi comportare da ragazze normali della loro età, giusto quando compivano gli anni o in certi periodi dove il povero Ren non poteva fare niente per aiutare Agape.
Proprio questa aveva diciassette anni e in quel momento si stava, forse, comportando come una diciassettenne normale, innamorata di un ragazzo.
Che poi mica tutte irrompevano nella stanza del ragazzo per rubargli le mutande, erano solo dettagli.
Neanche troppo trascurabili.
“Capisco che sei nel tuo mondo di favole, ma sbrighiamoci prima che il micione torni al suo letto caldo”
“E’ proprio caldo sai?”
Bofonchiò Agape, immersa nelle coperte come un piccolo involtino.
“Sisi, poi dovremo pure rifarlo, non dobbiamo lasciare sospetti”
Le disse la più grande utilizzando uno degli insegnamenti del suo maestro.
Tirò l’amica per i piedi per toglierla dal letto.
La bionda, al contrario dell’amica quando doveva svegliarsi, si alzò subito dal letto, dandogli ragione, non doveva assolutamente perdere di vista il suo obiettivo.
Gattonando per terra, per restare in tema quasi con la casa, si mise davanti ai cassetti e iniziò ad aprirli uno per uno mentre Hilda iniziò a rifare il letto.
“Sbrigati a sceglierle, tanto un boxer vale l’altro”
Mormorò la rossa, concentrata nel suo lavoro.
“E se prendessi degli slip?”
Chiese l’altra, rovistando.
“…Non mi sembra tanto il tipo…”
“In effetti, non li trovo…ehi guarda queste!”
Agape, sventolando la sua scoperta, si girò verso l’amica e le tirò addosso le mutande appena trovate.
“Oh santissimo Olimpo, che schifo! Toglimele di dosso, toglimele di dosso!”
Iniziò a urlare la rossa, agitandosi sul posto.
Le mutande le erano finite sopra i capelli.
“Calmati! Sono pulite! Guarda piuttosto i disegni”
Seguendo il consiglio della minore, Hilda si azzardò ad aprire un occhio…trovandosi davanti un gattino…si, sulle mutande c’erano disegnati dei gattini.
La rossa li prese in mano con la punta delle dita, tenendoseli davanti agli occhi, stentando ancora a credere che fossero vere.
Insomma Aiolia era un gold! Era quasi scandoloso che avesse delle mutande del genere…poi però si ritrovò a pensare a tutti i gold che conosceva…
“Ma sei sicura che vuoi perdere la verginità proprio con lui? Cioè, possiamo sempre chiedere un prestito ad Atena e prenotare un gigolò, magari ci fanno pure lo sconto perché sei vergine!”
Ci provò Hilda.
Agape rise, ritornando al suo cassetto dove riuscì a trovare un paio di boxer normali, di un semplice color nero.
Li sventolò entusiasta.
“Missione compiuta!”
Urlò.
Hilda sospirò di sollievo, era finita finalmente.
Ne era stata convinta per una buona decina di minuti, Hilda, che fosse finita.
Ma Agape, nel ritornare indietro nel corridoio centrale, aveva notato una porta, incuriosita si era avvicinata. Il fatto di trovarla chiusa ovviamente non l’aveva scoraggiata.
Ed ora si ritrovavano lì, una forcina a testa in mano, inginocchiate per terra che tentavano di forzare quella dannata porta.
“Potresti lasciar perdere, ci sarà un’altra possibilità no?”
Borbottò Hilda, a buon ragione, Aiolia poteva tornare da un momento all’altro!
“No, devo scoprirlo ora! Non sappiamo quando avremo un altro giorno libero, devo sfruttare ogni momento!”
Pure Agape non aveva tutti i torti…così continuarono.
“Perché non riesci ad aprirla?!”
Urlò la minore d’un tratto.
“Mi hai preso per una scassinatrice?!”
“Hai vissuto in orfanotrofio, adesso vivi con due ex psicopatici che minacciavano di conquistare il mondo ingannando Atena e Poseidone, questo dovrebbe essere il minimo che dovresti saper fare!”
“In orfanotrofio me ne stavo a pescare e lo sai, per quanto riguarda Saga e Kanon-!...Hai ragione tu…”
Si arrese Hilda.
Alla fine, comunque, chi l’ha dura la vince e le due riuscirono ad aprire quella dannatissima porta e scoprirono così il mondo segreto del gold saint della quinta casa, Aiolia del leone.
“…”
“… …”
“… … …”
“… … … …”
“… … … … …”
Hilda si azzardò ad aprire la bocca.
“Non. Dire. Una. Parola. Ti prego…”
Mormorò Agape.
La rossa richiuse la bocca, annuendo solenne, abbracciandola per le spalle tentando di consolarla.
“Credevo di…insomma, sembrava così serio! Così uomo!”
Urlò la bionda, scoppiando in lacrime, che asciugò con le mutande.
La maggiore annuì ancora.
“Dove ho sbagliato Hilda?!”
“E’ un gold Agape, è un gold”
Detto questo, lasciarono quella casa, ognuna diretta verso la sua prossima destinazione.
“Saga!”
Urlò Hilda, appena entrata nella terza casa.
“Si?”
Il gold si sporse dalla cucina dove stava preparando la merenda: dei panzerottini al pomodoro.
Sapeva distruggere le galassie, perché non doveva saper cucinare dei panzerottini?
“Voglio allenarmi, oggi, ora, in questo stesso istante!”
A Saga scappò vassoio di mano.
Kanon addirittura corse fuori dalla stanza, non credendo che quella ragazza potesse saper dire quelle parole.
“Piove per caso?”
Chiese infatti.
Ma il gemello non lo ascoltava, no, era andato a abbracciare la sua allieva.
“Oh Hilda! Finalmente ti vedo dalla mia parte, ormai non ci speravo più! Dimmi, dimmi mia adorata allieva, in cosa vuoi allenarti oggi?”
“Voglio imparare a scassinare una porta!”
Saga rimase congelato.
“Cos-?”
“Vado a prendere gli attrezzi del mestiere”
Commentò solamente Kanon, tornando indietro.
“Grazie!”
Urlò Hilda, contenta.
Saga?
Saga tornò ai suoi panzerottini per disperazione.
 
“Padre, sono tornata al tuo cospetto per chiederti nuovamente aiuto, sono davanti ad una prova durissima padre e non so davvero come andare avanti, aiutami oh tu altissimo, aiutami a ritrovare la via perduta ti prego”
Shaka, seduto sul suo loto, sospirò fortemente.
“Ti vorrei ricordare, aspirante saintia che io sono buddhista e che il tuo maestro è Aiolos”
“Ma padre!”
“Ma-…cos’hai in mano?”
Chiese il biondo, dopo aver aperto gli occhi per contestare la ragazza.
Agape si affrettò a nascondere le mutande dietro la schiena.
 
Il giorno dopo, al nono tempio, fece visita un’ Aiolia parecchio stranito.
“Los per caso l’ancella ti ha dato un paio di mutande in più? A me ne manca un paio”
“No, strano, Stella è sempre stata efficiente a dividere la nostra biancheria”
Si grattò la guancia, il maggiore.
Agape cercò di ignorare la conversazione finendo la sua colazione, guardando altrove.
 
Se qualcuno si sta chiedendo cosa c’era in quella famosa stanza, che ha sconvolto così tanto la povera biondina, adesso potrà trovare la risposta.
Gomitoli.
Una stanza intera piena solamente di gomitoli.
Per il gold del leone, si.
Viva i gomitoli.
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Angolino di Net: Buona serata a tutte e buona domenica a tutte.
Aggiormento straordinario stasera, tutto per colpa/merito di Fri, si perchè la signorina mi abbandona nuovamente per andarsene in Austria alcuni giorni, quindi ha proposto di aggiornare stasera perchè per giovedì non riuscivamo. -lancia rancore all'angolino dove ha relegato Fri, mettendole al collo il cartellone con la scritta 'vergogna'-.
Spero che possiate comunque godervi la sorpresa e il capitolo, e unitemi a me nel lanciare rancore contro Fri, si se lo merita u.u.
Buona lettura a tutte!


 

“Sei bellissima, adesso.”
Disse orgoglioso il ‘principe’.
“Grazie…”
 Rispose la ragazza, lievemente rossa in viso.
“Siete due poveri imbecilli.”
Aggiunse Kanon, con aria schifata.
 Aphrodite si voltò con aria indignata. Quel rompiscatole era li, appoggiato allo stipite della porta, a braccia incrociate, da quando lui aveva fatto il suo ingresso nella camera di Hilda per incominciare a truccarla. Ma per la miseria! Ci voleva concentrazione per azioni del genere!
“Non accetto che la mia camera venga trasformata in un salone di bellezza, ti pregherei di andartene, Fish.”
Disse calmo Kanon. Hilda lo guardò male. C’èra da dire che Aphrodite aveva fatto un buon lavoro! Le aveva truccato leggermente gli occhi e alle labbra aveva messo un leggero rossetto rosa.
“Adesso questa sarebbe la mia camera….E ci porto chi mi pare! E tu ci entri già troppo! Senza essere invitato!”
“Dai lascialo perdere Hildegard.”
Aphrodite la fece voltare nella sua direzione. Poi, compiaciuto del suo operato, si mise due dita sotto al mento.
“Da bambino ho sempre avuto molti giocattoli, macchinine, soldatini, peluches…però, nonostante la desiderassi molto non ho mai chiesto una cosa. Sapete cosa?”
“Cosa?”
Chiesero incuriositi Kanon ed Hilda, il primo  alzando un sopracciglio e la seconda allargando le labbra in un sorriso.
Aphrodite fece comparire una bellissima rosa bianca per poi metterla fra i capelli di Hilda.
“Una bella bambola di porcellana. Penso mi sarei divertito a pettinarla o truccarla.”
Hilda continuò a sorridere, un po’ meno, ma il suo colorito arrivò a confondersi quasi con quello della rosa. Mentre Kanon….Kanon stava trattenendo le risate.
Aphrodite salutò entrambi e, riprendendo le sue cose, se ne andò.
 
 
Alla casa del sagittario, Saga e Aiolos stavano confrontando i programmi di allenamento delle loro allieve.
“Capisco…e quindi hai fatto usare ad Agape l’arco. Interessante, come se l’è cavata?”
“Bene! Non ha sprecato nemmeno venti frecce, sono fiero di lei… Poi hai fatto un magnifico ragù no?”
“Ah…venti…”
Saga ticchettò una mano sul tavolo passandosi l’altra fra i capelli.
“Hilda invece?”
“Quando si allena…è brava. Ma credo che dovrei essere più severo…”
“Forse sono stressate perché non passaano molto tempo insieme?”
Saga lo guardò male.
“Sei troppo sentimentale.”
“E’ perché ho un fratello più piccolo…”
“…sfotti?”
“Ma voi vi odiate!”
Saga strinse un pugno chiudendo gli occhi, per calmarsi.
“Non sono venuto qui per parlare di questioni di famiglia…”
Intanto Agape era nascosta dietro ad una colonna, in lontananza, a guardare i due. Ai suoi occhi erano demoni che progettavano la distruzione di qualche impero. Nella sua mente vedeva Saga tenere in mano la bandiera dell’impero appena distrutto ed Aiolos alzare l’arco in segno di vittoria…che poi si chiedeva anche il perché visto che il sagittario era sempre così gentile. Ma vederlo li, con il gold dei gemelli, la spaventava.
Sentì una mano sulla spalla.
“Aaaaaaaah! Non partecipo io!”
Si girò mettendo le mani avanti constatando che davanti a lei vi era soltanto un perplesso Aiolia.
“A…cosa?”
“Al-…alle….alla…agli…la spesa. Si la spesa. Non partecipo mai quando Stella fa spesa.”
Annuì Agape, teatralmente, dispiaciuta.
“Oh…mi dispiace…dev’essere dura per una ragazza non andare mai per negozi. Credo.”
Agape sorrise piano guardando in basso. Si stava preoccupando per lei, beh forse si sarebbe preoccupato per ogni altra ragazza…ma ne era comunque felice.
“Cosa fai qui, Aiolia?”
“Ero qui per…”
Il gold del Leone non poteva dire che era andato alla casa del fratello maggiore per chiedere un po’ di soldi al fratello, per poi andare al negozio e comprarsi il suo solito oggetto da collezione. No. Dopotutto, hey! E’ compito di tutti i maggiori sganciare ai minori no? Beh lui ragionava così…
Comunque il suo orgoglio sarebbe andato in frantumi, quindi inventò una scusa abbastanza credibile al momento. Più o meno.
“Vedi…sto andando in città e volevo chiedere ad Aiolos se gli serviva qualcosa, ma sembra impegnato. Sarà per la prossima.”
“Oh davvero? Cosa vai a fare di bello? Combattimento? Scontro? Missione verso un guerriero che semina il panico?”
“Semplici compere. Anche noi gold ci diamo alle spese sai.”
Agape rimase un po’ delusa, già si immaginava il suo micione a combattere contro nemici, e vincere, con lei a fare il tifo.
“Posso…venire?”
Chiese timidamente, più a se stessa che a lui. Aiolia perse un battito. Di solito quando comprava ‘quello’ andava sempre da solo. Insomma. Era una cosa privata, il suo unico svago! Era sicuro di essere un gold fortissimo e si allenava ogni giorno! Stava per dirle un secco no quando la guardò.
Le brillavano gli occhi con le guance leggermente rosse. Doveva tenerci davvero tanto…
“Va bene…”
 
Intanto in città altri due baldi giovani stavano girando per negozi.
“Spiegami  perché sei venuto anche tu, Kanon. Potevo venirci da sola.”
“Beh per parecchi motivi…”
Sorrise maligno il più alto, dietro di lei con le mani dietro la nuca.
“Il primo è che non avevo nulla da fare, il secondo è che se ti perdi Saga mi ammazza e il terzo, e più importante…”
Allungò velocemente una mano verso la testa di Hilda. Questa si abbassò e, facendo un giro su se stessa, cercò di farlo cadere con una specie di calcio. Risultato vano. Lui restò immobile a guardarla mentre lei sentì un leggero dolore alla gamba.
“Finchè non ti avrò levato quella stramaledetta rosa bianca dalla testa non sarò soddisfatto!”
Hilda si rialzò, chiedendosi se Kanon fosse fatto di pietra, e si toccò felice la rosa bianca che ancora aveva in testa.
“E’ bellissima vero? Sei solo geloso e ne vuoi una anche tu. Ma Aph non te la darà mai! Ohohohoh!”
“……”
“Cosa?”
“Non capisco perché ti è tanto simpatico, ti tratta come un oggetto. Credo te ne sei accorta no?”
“E’ gentile. Mi fa i complimenti. Di solito soltanto Agape me li faceva.”
“Chiamali complimenti…”
La ragazza sospirò guardando Kanon, poi si avvicinò puntandogli un dito al petto.
“Scommetto non vivrai proprio cent’anni…”
“Eh? Perché?
“Perché non riesci a farti gli affari tuoi!”
 
“Oh che bella, e così questo è il lato commerciale della città. Mamma mia, proprio non ci ero mai venuta! Che meraviglia!”
Mentì la bionda.
“Sono felice tu sia così contenta. E’ davvero raro per qualcuno non essere mai stato qui.”
Aiolia sorrise guardando Agape. Ma ora aveva un problema. Come avrebbe fatto?
“Dove dovevi andare, Aiolia?”
“Eh? Ma no, non preoccuparti Agape. Visto che è la tua prima uscita penseremo dopo a me…tranquilla. C’è tempo. Ti accompagnerò nel negozio dove mi trascina Stella nel suo giorno libero.”
“Ah…”
Fece Agape guardando indignata un punto imprecisato a destra.
“Io resto sempre ad aspettarla fuori, e lei se ne sta dentro con le sue amiche. Sai Los mi manda per paura che la aggrediscano.”
“Ah!”
Disse ora più felice la bionda.
“Manca poco. Tranquilla quando sei dentro non ti disturberò.”
“Eh? Ma no, se vuoi entra pure. Io non ho amiche, oggi, con cui parlare e mi sentirei sola a girare in un negozio quindi sarei anche a disagio e…”
“Meglio che ti aspetti fuori.”
“Entra pure.”
In quelle parole Aiolia sentì una specie d’ordine, ma forse…fu soltanto la sua impressione. Tuttavia decise di ascoltare il ‘consiglio’ di Agape ed accompagnarla all’interno del negozio appena furono arrivati.
“Non…credevo che sulla faccia della terra esistessero così tanti vestiti…”
“Disse Agape guardandosi intorno, mentre le brillavano gli occhi.
“Già, purtroppo nemmeno io, dato che non vi ero mai entrato.”
Aggiunse Aiolia disperato. Il danno era fatto. Agape si sarebbe girata tutta il negozio e lui gli sarebbe andato dietro a fare da appendiabiti per maglie, calze, gonne e così via…che alla fine sarebbero state riposte esattamente dove erano. In pratica si sarebbero girati il negozio due volte. La prima dare un’occhiata e prendere in mano gli abiti….la seconda per rimetterli in ordine.
Inspirò ed espirò chiudendo gli occhi. Era un gold. Era il gold del leone. Poteva farcela. Si, doveva farcela! Niente lo spaventava! Figuriamoci se qualche vestito gli metteva soggezione o gli faceva paura!
Aprì gli occhi guardando Agape con in mano una maglia.
“Bella eh?”
Il ruggito del forte leone, era retrocesso ad un miagolio di un cucciolo di gattino.
 
“Wohoooo! Orecchini! Lunghi! Corti, lunghissimi! Ma quasi mi faccio un secondo buco! Che ne dici?”
Disse Hilda guardando, da lontano, la vetrina di un negozio per poi girarsi verso Kanon. Quest’ultimo stava allungando una mano per prenderle la rosa. Appena la ragazza capì le intenzioni gli prese il polso. Kanon non demorse e provò con l’altra mano. Anche quella fu afferrata da Hilda.
“Scusa ragazzina, credi veramente che io non riesca a liberarmi?”
“Ci sto sperando sinceramente…”
Lui sorrise avanzando a passi veloci verso di lei, ancora con i polsi tenuti da Hilda. Lei si accigliò indietreggiando fino a sbattere contro la vetrina.
“Ah! Sei in trappola!”
“Mai!”
 “Ah no? Sono curios-”
Hilda andò leggermente avanti e si slanciò all’indietro, tuffandosi letteralmente addosso alla vetrina. I due finirono dentro al negozio. L’uno sopra l’altra. Fra mille pezzi di vetro e sotto lo sguardo di un negoziante molto adirato.
“….Mi ha assalita!”
“Hey!”
Inutile dire che la fattura per i danni venne spedita all’indirizzo del tempio di Capricorn, si. Figuratevi se Kanon dava il suo di indirizzo. Ah, anche stavolta la rosa bianca fu salva.
 
Aiolia guardava a braccia incrociate Agape. La sua espressione era confusa, perplessa….anche incuriosita.
I suoi pensieri sul fare da appendiabiti, si erano dimostrati sbagliati e lo spettacolo che si trovava davanti era un Agape che correva a destra e sinistra per il negozio, che ogni tanto spariva nel camerino, piena fin sopra la testa di vestiti.
“Sicura che…non vuoi che li tenga io?”
“Eh? Oh no, tu sei un uomo.”
“…”
A quelle parole Aiolia si sentì un po’ ferito nell’orgoglio, cosa centrava che era un uomo? Erano dei semplici vestiti! Li aveva tenuti in mano così tante volte con le sue ex (sperate davvero che uno come Aiolia sia single dalla nascite? Povere illuse!), perché Agape gli aveva detto quelle parole.
“Guarda che…posso farlo anche io”
Disse leggermente piccato avvicinandosi alla ragazza, e tendendo la mano per farsi dare i vestiti.
Agape guardò Aiolia, poi un punto del negozio, poi di nuovo Aiolia.
“Va bene, se ci tieni andremo a visitare anche la sezione da uomo!”
“Cosa?”
“Si, volevi provare dei vestiti anche tu no?”
“Cosa?!”
“Dai non preoccuparti, non dirò niente sui tuoi gusti. Sono abituata a tutto. Compra pure ciò che vuoi.”
Aiolia sgranò gli occhi. Comprare? Si era portato quel poco che bastava per comprare il suo amato gomitolo che usciva settimanalmente, ma no! Ora per nascondere la sua passione doveva anche spendere quei soldi in qualcosa che non gli serviva…
Agape gli afferrò la mano e lo trascinò letteralmente nel reparto da uomo. Dopo una mezzor’etta, Aiolia optò per dei bellissimi slip arancioni  e no, non perché li volesse o li avrebbe indossati. Ma perché era l’unico articolo che rientrasse nei spicci che aveva.
Agape non lo sapeva. E la voglia di piangere era tanta.
Si diressero per pagare. Appoggiarono per bene il tutto sopra per pagare.
Aiolia prese quelle poche monetine che aveva nel portafoglio. Agape aprì il suo e…uscì una farfallina che andò in faccia al commesso.
Piombò il silenzio.
 
Kanon correva, correva! Si guardava intorno ma ormai era fatta. L’aveva persa. Si era girato soltanto un istante per cercare di rub-rimediare qualche mela gratis, et voila! Hilda se ne era sparita. Nel nulla. Volatilizzata.
“Ragazzina! Se ti trovo ti ammazzo! Vieni qui!”
Chiamava con aria furente per la città, mentre tutte le madri con accanto una figlia femmina lo guardavano male e stringevano a loro la propria.
All’improvviso si fermò di scattò. Aveva visto la chioma rossa di Hilda, con ancora quella maledetta rosa, ferma davanti ad una pasticceria. La fanciulla aveva anche un po’ di bava nel guardare tutte quelle leccornie. Hilda provò anche ad entrare. Si provò, perchè Kanon la prese per il polso e la tirò a se.
“Hilda. Non devi più andartene…”
Kanon, con un ghigno, e tutto soddisfatto, iniziò ad accarezzarle piano la testa.
“Oh, Kanon tu…”
“Se ti perdi, Saga mi ammazza.”
E mentre Hilda lo mandava mentalmente a quel paese, l’obiettivo di Gemini era stato raggiunto.
La ragazza lo allontanò e, con la coda dell’occhio, vide all’interno del negozio accanto Agape ed Aiolia…leggermente in difficoltà.
Stavano discutendo animatamente con un signore dalla barba nera.
“C’è il micione ed Agape. Sembrano un po’ in difficoltà…andiamo!”
“Certo Hildegard, come vuoi.”
Sorrise angelico, seguendo la rossa.
Dopo aver sentito tutte le ingiurie e gli accidenti che Aiolia e Agape si stavano beccando, da chissà quanto tempo, Kanon ed Hilda intuirono il problema. Ed entrambi mancavano i soldi per pagare.
Il gold del leone guardò il compagno più grande.
“Non è che ci faresti un prestito?”
“Perché dovrei pagare per voi? Soprattutto perché dovrei pagare io!?”
Agape guardò impaurita, ed imbarazzata per la situazione, Kanon
“Perché sei l’unico che ha i soldi…”
“Ma-“
Hilda strinse il pugno solidale, e disse convinta.
“Perché sei il più forte!”
Le due ragazze guardarono Aiolia.
“Perché…siamo nei guai e…la Dea Athena…non deve scoprirlo…”
“PERCHE’ DOVETE SALDARE I CONTI!”
Strepitò il negoziante.
Kanon sospirò e, dopo aver guardato male il trio, pagò a malincuore. Guardò, naturalmente, anche la merce acquistata dai due, e ci scappò un’occhiata di curiosità ad Aiolia.
Quest’ultimo abbassò lo sguardo colpevole.
 
Quella sera, alla casa dei gemelli…
Hilda si stava spazzolando i capelli davanti allo specchio, Aphrodite le aveva detto che la notte si sarebbero formati meno nodi se li avesse spazzolati anche la sera prima di dormire.
Sorrideva pensando che il giorno dopo non avrebbe dovuto litigare col pettine.
Ma poi notò una cosa. Ed il sorriso si spense trasformandosi in un’espressione d’ira.
“La…mia…rosa….quel bastardo! Me l’ha presa quando mi ha accarezzato! Ecco perché l’ha fatto!....Kanonnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn!”
E nella camera del sopracitato, lui se la rideva con una bellissama rosa bianca in mano che dopo pochi secondi divenne polvere. 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Angolino di Fri: E siamo tornate, ladies and gentlemen, con il solito, fortunato, aggiornamento del giovedi!
Perchè giovedì? Perchè è il giorno dedicato a Thor u.u. Ma passiamo al capitolo, ovvero la cosa più importante.
Oggi entrerà in scena un personaggio abbastanza amato, ma che, come solito mio e di Net, adoriamo smontare per fargli fare le cose peggiori comiche. Ovviamente anche noi abbiamo un limite, quindi fan non prendetevela mi raccomando ;) .
Per il resto...leggete e scoprite! u.u
Buona lettura! <3



Quel giorno i maestri avevano deciso…sperato, che le loro allieve fossero pronte per uno scontro corpo a corpo.
Erano andati così a chiamare degli aiutanti per Agape e Hilda.
Saga era da mezz’ora che si chiedeva cosa diavolo gli era venuto in mente. Dannato lui e dannato Aiolos.
Stava guardando, tra le fessure delle dita (si era messo le mani in faccia per disperazione), Hilda che agitava braccia, pugni e gambe contro un annoiato Death Mask, chiamato solo perché era il vicino di casa disponibile, che la teneva lontano da sé con una mano sui capelli.
Il tutto contornato da Aphrodite che urlava da lontano all’amico di non scompigliarle troppo i capelli e Kanon che ormai si stava rotolando tra la sabbia dell’arena dal ridere.
Aiolos era messo meglio? Non si sa se si può dire così visto che, ingenuo com’era, aveva chiamato il piccolo Seiya, non conoscendo l’antipatia che la sua allieva provava per il bronze.
Ora il sagittario, con l’aiuto di Aiolia, stava tentando di staccare Agape dalla gola di Seiya.
Beh…almeno stava avendo lei la meglio.
“Muoriiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!”
Urlò nuovamente la bionda contro il bronze, continuando a strozzarlo.
“No! Agape cattiva, lascia Seiya, lascialo!”
Urlò Los, tenendo la ragazza per la vita tentando di staccarla.
Aiolia, al contrario, teneva Seiya tentando di sottrarlo dalle mani strangolatrici di Agape.
“Resisti Seiya, ci siamo quasi!”
“……..”

Poco lontano c’era Hilda.
“Ti colpisco, questa è la volta buona me lo sento!”
Urlò la rossa, cercando di sferrare un nuovo pugno.
Death Mask la guardò. Poi guardò Saga. E si chiese se il pesce spada che gli aveva promesso quest’ultimo ne valesse davvero la pena.
Decise di no.
Lasciò andare la ragazza, che si mise a correre a tutta velocità verso il muro di roccia.
“Death, traditore!”
Urlò Saga.
“Credo che le servirà un po’ di fondotinta…”
Mormorò Dite.
“Come se fosse quello il problema”
Rispose Kanon.
“Scusate.”
Tutti e tre si girarono, trovando Camus con in braccio Hilda svenuta.
Era andato in arena per leggersi un libro in santa pace senza la presenza irrequieta di Milo, ma ne aveva recuperata un’altra…anzi gli era volata tra le braccia in pratica.
“Ha sbattuto contro la roccia?”
Chiese Saga preoccupato.
“No…contro il libro”
Rispose l’acquario.

Intanto finalmente i due fratelli avevano liberato il bronze, che era corso via con la coda tra le gambe.
“Agape! Ti pare il modo di comportarti con il povero Seiya?!”
Urlò Los.
La bionda era seduta su una roccia, con un broncio ben in vista e le braccia incrociate sotto il seno.
“E’ un raccomandato”
Borbottò tra le guance.
“Su questo siamo d’accordo!”
Urlò Death in lontananza mentre cercava di convincere Shura a portarlo a pranzo fuori.
“Silenzio tu!”
Urlarono in coro Aiolos e Saga.
“Fratello, forse è meglio se Agape si allena con me, siamo un po’ più in confidenza e magari riesce ad allenarsi meglio…senza l’istinto omicida s’intende”
Si propose Aiolia.
Alla bionda iniziarono a brillare gli occhi.
“Concordo!”
Aiolos guardò per bene la sua allieva.
“Va bene, ma stai attenta sennò chiamo Shaka per l’allenamento!”
“No! Il santo padre no! Altrimenti dovrei confessarmi ancora!”
Aiolos e Aiolia si guardarono perplessi.

“Allora, Hilda, ascoltami bene, devi soltanto tirare un pugno contro Camus okay?”
Incoraggiò Saga l’allieva.
“Okay”
Ripetè la rossa.
“Cinquanta dracme che non ci riesce”
Mormorò Kanon poco distante.
“Non mi abbasso a queste cose gemini!...Settanta che ci riesce.”
Rispose Fish.
Hilda, nel frattempo, si era messa in posizione. Caricò il pugno come le aveva insegnato Saga, prese la rincorsa e…e Camus si spostò di lato, facendole lo sgambetto, prendendola prima che cadesse di faccia.
“Camus!”
Urlò Saga disperato.
“Non ho mai detto che mi sarei preso il pugno”
Disse, con nonchalance, il pinguino.
“Eh, ha ragione lui”
Gli diede corda Kanon, mentre prendeva le monete da un furibondo Aphrodite, che andò ad unirsi a Death nello scroccare il pranzo a Shura.

“Niente colpi scorretti mi raccomando! Lia specialmente tu, ricordati che Agape è ancora un’apprendista”
Si raccomandò il sagittario, aveva preso a cuore la sua allieva e non voleva perderla per colpa del fratello minore!
“Tranquillo Los! E tu, fatti sotto bimba!”
Incoraggiò Aiolia.
Agape sentì un brivido d’eccitazione salirle per tutta la schiena, le guance le s’imporporarono e s’immaginò il leone dorato chiamarla in quel modo…a letto.
Presa da uno sbalzo di ormoni da diciassettenne si avventò letteralmente sopra il castano, facendolo finire per terra con lei sopra.
“Però, che carica!”
Rise Lia.
La bionda le sorrise timida (?), e, preso il coraggio, si strusciò leggermente sopra il…micino…del micione.
Aiolia la guardò perplesso. Agape aveva davvero…? Impossibile.
Con un colpo d’anca la fece finire sotto di sé.
Per la bionda sembrò di essere finita in un sogno erotico che di recente aveva iniziato a fare.
Ma non era quello il momento, doveva capire che se suscitava qualcosa nel micino!
Così fece in modo di finire nuovamente sopra lui. E di nuovo strusciatina.
Aiolia arrossì, non era stata una sua impressione allora, no…decisamente per niente.
La fece finire nuovamente sotto.
Ma Agape invertì ancora le posizioni.
Così fece Lia a sua volta.
E così fece Agape a sua volta.
Continuarono così finché non si ritrovarono sdraiati su un fianco, ai piedi di Aiolos.
“…Cosa diavolo state facendo?”
Chiese quest’ultimo.
“Acchiapparella?”
Ci provò la bionda.
Aiolia non rispose, era troppo occupato a “tenere a bada” il micino.

“Insomma non sono riuscita neanche a capire se gli faccio qualcosa nella zona sud”
Borbottò Agape, mangiando due bocconi di fila di paella.
“O se funziona”
Rise Hilda, mangiando anche lei la sua porzione.
Le due erano sedute appartate in una zona dell’arena, su una roccia, a pranzare con la paella che alla fine Death era riuscito a scroccare a Shura per tutto il santuario, a condizione che però fosse un pranzo spagnolo.
Così tutti avevano optato per una sostanziosa paella.
“Non è neanche rimasto a godersi un po’ la sfrusciatina…”
Borbottò nuovamente la bionda.
“Tesoro, eravate in piena arena, davanti a suo fratello che, guarda caso, è pure il tuo maestro”
Rise ancora la rossa.
“Quisquilie.”
Bisbigliò la bionda, giocando con il suo riso.
“La verità è che mi serve qualcuno che mi guidi in questo gioco di seduzione, non sono pratica”
Continuò Agape.
“Ovvio che non lo sei, sei vergine!”
Le ricordò Hilda, puntandole la forchetta contro.
In risposta Agape le mangiò il riso su questa.
Si beccò un’occhiataccia.
“Aiutami dai, non conosci qualcuno?”
Mise il broncio, la bionda.
“Chiedi aiuto al padre!”
Borbottò la maggiore, girandosi di schiena per proteggere il suo piatto.
Agape evidenziò il broncio e tuffò il viso nei capelli dell’altra, iniziando a pregarla ad alta voce ma Hilda faceva orecchie da mercante e continuava il suo pranzo.
“Conosco io qualcuno se volete”
“Aaaaaaahhhhhhh!”
Urlarono in coro le due, prese completamente di sorpresa, facendo saltare in aria i loro piatti.
Aphrodite, se fosse stato lì, sarebbe svenuto vedendo il riso finito nei loro capelli.
L’acquario alzò il sopracciglio.
“Non ho nascosto il mio cosmo…credevo che i vostri maestri vi avessero insegnato a riconoscerlo…”
Le ragazze si guardarono.
“Ceeeeeeeerto…”
Bisbigliò Hilda mentre Agape annuiva convinta.
Camus sospirò, menomale che non erano state assegnate a lui, comunque si sedette vicino a loro.
“Ho deciso di aiutarvi-“
“Perché?”
Chiese la bionda.
“Chi ti conosce?”
Ribadì la rossa.
“Il gran sacerdote mi ha accusato di non essere troppo socievole e di rimediare, non fatemene pentire, specialmente tu signorina”
Chiarì il francese, puntando il dito contro Agape.
Questa rimase stupita.
“Oh…sono…sorpresa…cioè sapevo che i francesi fossero passionali ma…non credevo che tu…insomma, sei sempre così rigido!”
“Ehi, perché non ci provi con lui, meglio i pinguini dei gomitoli!”
Le propose l’amica.
“Non mi sono proposto di essere il suo uom-gomitoli?”
Chiese Camus, improvvisamente più propenso a dare retta alle due ragazze.
“Un amico di mia nonna vende i gomitoli al mercato, li prendiamo sempre per fare i maglioni, non è vero Hilda?”
Sorrise angelicamente Agape.
“Magari…”
“Hilda!”
“Certamente!”
Sorrise pure Hilda.
Camus finse di crederci, insomma chi diceva gomitoli diceva Aiolia.
Eh si, il leone pensava di aver tenuto segreto il suo hobby ma tutti alle case sapevano della stanza dei gomitoli, ma nessuno diceva niente. Perché? Perché c’era chi nascondeva di peggio, tipo il karaoke di Death.
“Comunque…dicevo che posso aiutare questa signorina, non per mano mia ovviamente, ma conosco un tizio che si vanta spesso delle sue perfomance”
“Davvero? E…siete amici?”
Chiese Hilda, intanto che Agape pendeva dalle labbra del gold.
“Sfortunatamente per me, amici d’infanzia, me lo porto dietro da allora…anche se possiamo dire che a modo nostro ci vogliamo bene”
“A modo nostro?”
“Lui rompendomi i ghiacciai e io ignorandolo”
E Hilda che pensava che lei e Agape fossero troppo legate…
“Il nome, voglio sapere il nomeeeeee!”
Pregò la bionda.
“Milo dello Scorpione”
Rispose il francese senza troppo entusiasmo.
“No…”
Mormorò Hilda.
Guardò Agape.
“Oh si!”
Urlò la bionda.
“Nooooooooooooo!”
Urlò Hilda disperata.

Manco il tempo di digerire che, come aveva previsto la rossa, stavano già scalando nuovamente le dodici case.

“Ci siamo quasi, respira Hilda, respira a grandi polmoni!”
Bisbigliò Agape, strisciando su per le scale.
“Li ho persi alla quinta i polmoni!”
Le rispose Hilda, aggrappata alle caviglie della minore per farsi trascinare.
Maledetta lei, e maledetto il giorno in cui aveva promesso alla nonnina che si sarebbe presa lei cura di Agape. Doveva starsene a letto a dormire!

Tra imprecazioni varie, ansiti manco stessero facendo la maratona di New York, e dolori ai muscoli che neanche gli esercizi con Saga e Aiolos avrebbero potuto provocare, riuscirono ad arrivare all’ottava casa.
La casa dello scorpione.
La casa del latin lover!
La casa della speranza di Agape!
La casa di-
“Questo qui?”
Chiese Hilda, dopo essersi bevuta una bottiglietta d’acqua tutta d’un fiato.
Agape si stava facendo fuori la seconda.
“Questo qui?! Io sono un gold cara mia, mentre tu solo un’apprendista!”
Si gonfiò il petto, Milo.
La bionda annuì a quelle parole, prendendo un’altra bottiglietta.
“I gemelli fanno più presenza”
Borbottò la rossa.
“Pure il micione”
Bisbigliò la bionda, prima di ricominciare a bere.
“Solo perché quel maledetto di Dite gli ha suggerito che shampoo usare!”
Urlò lo scorpione, beccandosi delle occhiate perplesse dalle due.
Tossì per ridarsi un certo contegno.
“Comunque…cosa vi porta qui?”
“La mia amica ha problemi di…oddio non riesco a dirlo riferito a te”
Disse Hilda, guardando l’amica.
Agape finì la sua bottiglia.
“Voglio conquistare un uomo a letto”
Affermò decisa la bionda.
“Capisco, vuoi che ti presti il kamasutra?”
“…Cos’è?”
Chiese con aria innocente Agape.
D’altronde se la nonna le ha dato quel nome un motivo c’era, ed esso consisteva nel farla diventare suora una volta grande…cosa non avvenuta, uno dei grandi rimpianti della nonna.
“Cioè tu…tu usi un libro sul sesso per sorprendere le donne a letto? Sul serio? Io credevo che ci fosse un segreto, tipo i gom-insomma qualcosa di speciale, qualcosa di kaboom!”
Protestò Hilda.
“Eh beh?! Funziona eccome!”
Protestò Milo.
“Allora lo vog-!”
Ma Hilda non fece finire Agape.
“Per me le paghi per farle venire a letto con te!”
“…Come fai a saperlo?”
Chiese Milo.
“Ah-a! Il mio intuito non fallisce mai!”
Si vantò la rossa.
“Ma…Ma non capita con tutte! Perché devi smontare così la mia autostima?! Ci avevo messo così tanto per tirarla su! Camuuuuussssss!”
Chiamò disperato il migliore amico, il povero Milo.
Agape si voltò verso Hilda.
Ci avevano messo quasi un’eternità ad arrivare all’ottava.
Alla rossa ci erano voluti solo cinque minuti per far deprimere il custode e farlo correre via.
“…”
“… …E se ti compro io il kamasutra?”
Propose Hilda.
“Faccio prima a ricoprirmi di gomitoli…anzi…anzi…”
“Che hai in mente?”
“Andiamo dall’amico di nonna!”
Urlò Agape, prendendo per mano la maggiore.
“Ah era vero?”
Chiese quest’ultima.

Il giorno dopo Agape sfoggiava un nuovo vestito fatto completamente a maglia e fece in modo di farsi vedere dal leone.
Aiolia riconobbe subito i gomitoli super fashion per le casalinghe che la ragazza aveva usato per il vestito, e che vestito!
Senza maniche, collo alto, l’orlo arrivava a malapena alle cosce e la schiena era libera.
E Agape si prese la soddisfazione di vedere il micino svegliarsi.
Ovviamente poi andò a confessarsi.
Hilda invece mantenne la sua promessa e le andò a comprare il kamasutra per scusarsi con l’amica…sequestrato poi da Kanon.


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Angolino di Net: Buona sera a tutte ragazze.
Stasera abbiamo un capitolo movimentato, le nostre ragazze hanno un traguardo ed è giunta l'ora che lo raggiungano!
Spero possa piacervi il capitolo.
Buona lettura!



Kanon era appoggiato ad una colonna del tempio dei gemelli ad osservare Hilda ed Aphrodite che, un po’ distante da esso, parlavano fra loro di chissà cosa.
“Mah…”
Disse per l’ennesima volta alzando un sopracciglio ed incrociando le braccia al petto.
“Oh, sta ancora parlando con lui?”
Saga uscì dalla propria casa stiracchiandosi raggiungendo il gemello.
“Non capisco perché non cacci via quel pesce lesso di qui. E’ abbastanza insopportabile avercelo davanti sai?”
“A me non da fastidio, poi non viene così spesso come dici tu.”
“Mah…”
Saga guardò la sua allieva ed il cavaliere dei pesci. Erano così…carini(?) mentre ridevano fra loro.
“Ti da fastidio che Hilda  parli con Aphrodite?”
“Non mi da fastidio che parli con Aphrodite. Aphrodite è una donna in un corpo da uomo. Insomma? A chi può piacere?”
Si pavoneggiò Kanon con superiorità. Poi lo sguardo dei gemelli volo di nuovo ai due in lontananza. Il cavaliere dei pesci accarezzò i capelli di Hilda per poi far scorrere la mano sulla guancia, e la ragazza mise la sua su quella del gold guardandolo felice.
“Ma guardala, come pende da quelle sue labbra impiastricciate di rossetto!”
Saga si mise una mano dietro al collo cercando di non ridere.
“Credo... Le piacciano le persone gentili.”
“E allora? Dovrebbe importarmi?”
“Pensavo ad alta voce.”
Stavolta Saga non potè fare a meno di ridere e, appunto ridendo, se ne tornò dentro. Lasciano suo fratello dov’èra.
“Mah…”
 
Al tredicesimo tempio, qualcuno era di pessimo umore e, dietro una scrivania stava scrivendo l’ennesima pagina di chissà quale documento.
Mentre era assorto fra i suoi pensieri, un amico che ben conosceva, ebbe la disgraziata idea di comparirgli alle spalle e dargli una sonora pacca sulla schiena, facendolo sobbalzare di cinque centimetri buoni dalla sedia.
“Shion! Allora? Cosa fai di bello?”
“Dohko…”
Si limitò a dire Shion, mezzo esasperato, mentre ricominciava a scrivere velocemente il documento.
“Cosa fai di bello?”
L’occhiataccia che il saint della bilancia ricevette servì a fargli intuire che no, ciò che stava facendo Shion era tutto ma non bello.
“Oggi ci sarà un torneo per l’armatura del pavone.”
“Uh, interessante. Baldi giovani che si scontrano per ricevere la loro armatura, combattendo con tutte le loro for-“
Il cinese guardò il Gran Sacerdote. Quest’ultimo aveva assottigliato lo sguardo e si era fatto serissimo e…adesso che Dohko lo notava bene aveva anche due occhiaie gigantesche.
“No Dohko no, non è interessante. Purtroppo si svolgerà qui all’arena e sai che vuol dire?”
“….Che posso andare a veder-“
“Che IO devo andare a vederlo, ti rendi conto di quanti scontri in un anno mi tocchi vedere? Di gente che nemmeno conosco poi… Stare li, sotto il sole cocente, con questa tunica scura a prender caldo.”
Dohko annuì comprensivo.
“Sembra brutto.”
“La cosa pessima poi sai qual’è dell’armatura del pavone?”
Il Gran Sacerdote si girò verso la bilancia. Dohko scosse la testa incuriosita. L’armatura del pavone custodiva qualche segreto? Quale mai poteva essere?
“Ho dimenticato di compilare il documento di passaggio di proprietà!”
“Ah.”
Fece soltanto Dohko perplesso. Per le armature serviva il passaggio di proprietà? Da quando? Forse se ne era occupato sempre il Gran Sacerdote alle spalle di tutti! Povero Shion…
 
Aldebaran avanzò. Passo dopo passo. All’interno della casa del cancro, camminava con aria imponente e decisa. Soltanto il rumore dei suoi passi rimbombava nell’atrio…
Ma man mano che si dirigeva nel salotto, dove avrebbe sicuramente trovato Death Mask, il suono dei suoi passi veniva letteralmente sovrastato da quello che lui definiva ‘gracchiare’.
“LEZIONI DI NIRVANA, C’E’ SHAKA IN FILA INDIANA!”
Il sopracitato era in piedi davanti al televisore, tutto coinvolto a cantare la nuova canzone che era spopolata al Gran Tempio
“PER TUTTI UN’ORA D’ARIA, DI GLORIA!LA FOLLA GRIDA UN MANTRAC’E’ SHURA CHE INCIAMPA E SAGA NUDO BAL-…HEY!”
La presa della corrente era stata staccata dal custode della seconda casa che guardava divertito ed allo stesso tempo confuso quello della quarta. Death Mask fece spallucce con faccia indifferente.
“La canzone fa così… Aspetta… Cosa fai tu, in casa mia?”
“Carissimo Death, mi serve il tuo aiuto!”
 “Eh? A te? Il mio aiuto? Per cosa?”
“Tifo! Il tuo tifo! Oggi la mia allieva parteciperà al torneo per l’armatura del pavone. E pensavo di motivarla!”
“E perché non lo fai tu?”
Aldebaran sorrise incrociando le braccia. Lui? Beh, si, avrebbe potuto…ma si sarebbe sentito un po’ ridicolo a sventolare bandierine ed urlare per l’arena. Aveva una reputazione da difendere, lui!
“Death! Non sei per caso italiano!?”
“Beh si ma che cen-“
“E voi italiani siete i migliori a tifare! Sono informato sai? Trombette, striscioni, urla, bandierine!”
Il toro sorvolò che ciò avveniva anche in tutte le altre parti del mondo.
“L’Italia…quanto mi manca…”
“Non vuoi rivivere per un’oretta quest’emozione Death?!”
“Si!”
“Farai il tifo per Da-Ly!?”
“Lo farò!”
“Bene, ci vediamo fra due ore! Non mancare!”
 
“Nervosa?”
Chiese Agape ad Hilda, mentre quest’ultima stava  sdraiata comodamente su un gradino dell’arena.
“Nah.”
“Oh, guarda. Saga è commosso. Sta per piangere.”
In realtà Saga si, stava per piangere, ma soltanto perché alla sua allieva non fregava letteralmente niente di allenarsi. Sarebbe passata almeno di un turno? Ci sperava… davvero ci sperava. Oppure immaginava già tutti gli altri suoi colleghi a ridergli contro.
Iniziò finalmente il torneo ed il primo avversario di Hilda si fece avanti. Un ragazzo dalla corporatura abbastanza robusta e dall’aria spavalda, lo sguardo intimidatorio ed i capelli legati in una coda alta, lunghi biondi che gli arrivavano alle spalle.
“Bene dolcezza, io voglio l’armatura del pavone, e sai perché? Eh? Eh? Perché voglio diventare un Santo e poi un cavaliere d’oro. E poi successivamente arrivare ad Atena. Poi non perderò mai contro una ragazza, perché io sono più forte di te, mi sono informato sai? Sei quella  a cui non frega n-“
Tutte le chiacchiere di questo tipo vennero zittite da un potente calcio nel collo dato dalla ragazza, il biondo volò su una colonna.
“Ah! Ti piace? Questa l’ho chiamata ghigliottina!”
Dagli spalti Saga e Kanon guardavano lo scontro abbastanza sbigottiti, ed Agape, accanto a loro, li scrutava confusa.
“Cos’avete?”
“Non…le ho mai insegnato roba simile…”
Lo scontro andò avanti a suon di calci e pugni sotto le urla, incitamenti, e silenzio da parte dei gemelli, ed alla fine…con un pugno nello stomaco, assestato per bene al biondo, la nostra Hilda si aggiudicò la vittoria….ricevendo anche un po’ di sangue in faccia sputato dal ragazzo.
Il primo turno lo aveva passato. Saga rimase immobile non credendo ai suoi occhi, mentre il fratello ed Agape si avvicinarono ad Hilda.
“Hilda sei stata bravissima! Complimenti!”
Arrivò anche Kanon battendo svogliatamente le mani.
“Si, si hai passato il primo turno ragazzina. Non esaltarti troppo. Ne hai di strada da fare…”
“Sempre gentile tu eh…”
A quel commento ironico ricordò le parole di Saga. Forse era vero, magari doveva essere un po’ più gentile con la rossa. Allungò una mano verso la testa della ragazza per farle una carezza…poi con molta nonchalance fece un giro largo e se la portò dietro la nuca.
Agape ed Hilda si guardarono….era diventato scemo?
“Buona fortuna per il prossimo incontro.”
Gli scontri andarono avanti e, miracolosamente, si arrivò alla finale…chi vedeva protagoniste? Ovviamente Hilda e Da-Ly. Mi sembra anche giusto. A voi no?
La mora guardava accigliata l’altra ragazza, nemmeno volesse ammazzarla con lo sguardo, mentre Hilda fece uno sbadiglio, non per beffarsi dell’avversaria, ma perchè le stava venendo sonno.
Arrivò il Gran Sacerdote che, in quel torneo, se ne era completamente sbattuto di tutti gli incontri ed aveva onorato tutti della sua presenza soltanto alle finali (in realtà aveva finito da poco di compilare il lunghissimo modulo di passaggio di proprietà…capiteci, per le armature è più lungo, e solo grazie al teletrasporto era arrivato in tempo).
Sopraggiunse Death Mask e, tutto felice, con le sue bandierine e trombette, con un salto acrobatico, si sedette nel posto accanto ad Aldebaran. Era pronto. Si, avrebbe tirato fuori il suo vero spirito da italiano, era così gasato, niente avrebbe potuto deprimerlo in quel momento!
Guardò un attimo in lontananza e vide lo sguardo di Aphrodite fulminarlo. Che aveva fatto stavolta? Era sicuro di non avergli seccato nessuna rosa nell’ultimo mese!
Il gold dei pesci si alzò dalla sua postazione e raggiunse il cancro sedendosi alla sua destra.
 “ Death Mask”
Sorrise ad un tratto il ragazzo dai capelli celesti, girandosi con naturalezza verso l’amico.
“Sei qui… per tifare per Hilda, vero?”
“Cos-“
Death non riuscì ad elaborare una frase di senso compiuto che ci pensò il caro toro a rispondere a posto suo.
 “Ahahahha! Ma figurati! Assolutamente no! Lui è qui per Da-Ly. Fatti da parte, pesce lesso!”
“Tanto il risultato è scontato! La pelle della tua allieva è così secca che il terreno del deserto è nulla in confronto!”
Il cancro si fece piccolo mentre gli altri due continuavano a bisticciare, con lui al centro per giunta… ed ora?
 
Shion fece un commovente discorso riguardante l’armatura del pavone, i proprietari che l’avevano indossata e tutte le belle cose che nessuno ascoltò. Ci fu anche Agape che per un attimo si mise a sonnecchiare.
E dopo un quarto d’ora di spiegazioni, diede il via all’incontro.
Da-Ly partì immediatamente all’attacco con un rapido pugno. Per un soffio Hilda lo schivò e l’altra prese il terreno.
Si formò una buca di dimensioni notevoli, tanto che la rossa guardò dentro per scrutare se vi fosse qualche traccia d’oro. Purtroppo niente da fare.
La mora si alzò sulle mani iniziando a roteare con le gambe ed un calcio colpì il viso di Hilda.
“Hey, mi hai fatto male!”
“Oh cara, e te ne farò molto di più!”
Da-ly con una mossa veloce atterrò Hilda finendole a cavalcioni sopra e la prese per il collo iniziando a stringerlo.
“Ti farò soffocare lentamente, facendoti provare un dolore che non hai mai nemmeno immaginato”
“Cos- coff…perc-“
Hilda cercò di liberarsi, ma la furia omicida che regnava negli occhi  dell’avversaria non era intenzionata a spegnersi.
“Oh, perché? Perché nessuno! E dico nessuno deve portarmi via quello che voglio! E tu, lo stai facendo! Lurida pu-“
Da-Ly fu scaraventata, da un calcio di Hilda, all’indietro andando dritta sul muro dell’arena. Quasi subito si rialzò con un poco di sangue che le colava dalla tempia.
“Stavo per soffocare…ma che ti ho fatto?”
“Mi hai rubato l’amore!”
E l’allieva del toro si avventò di nuovo su Hilda con un pugno ma la rossa intercettò con la stessa mossa.
“Certo…che quella sta combattendo con passione eh…”
Fece Agape alzando un sopracciglio.
“Già…Aldy l’ha allenata bene.”
Aggiunse Kanon, seduto vicino alla bionda.
Poco dopo, accanto ad Agape, comparve la figura di Nakie. Dall’aria arrabbiata. Imbronciata. Inviperita.
Ma perché ce l’aveva sempre con lei?”
“Tsk… non guardarla troppo… racchia…”
“Racchia?! Come osi?!”
Kanon si trattenne dal ridere. Ultimamente se la stava ridendo alla grande. Da quando erano arrivate quelle due la sua dose di allegria effettivamente era aumentata.
Lo scontro andò avanti con le due che sembravano essere in parità. Entrambe si fermarono un momento per riprendere fiato.
Si guardarono negli occhi con odio, Da-Ly per il motivo che solo lei conosceva, Hilda perché non ne poteva più e se ne voleva andare a dormire.
Entrambe assunsero la posizione di attacco. Nell’arena scese il silenzio. Agape, Kanon, Aphrodite ed Aldebaran assottigliarono gli occhi. Saga e Nakie incrociarono le dita.
Le due ragazze corsero l’una verso l’altra e quando furono vicine Hilda fece un giro su se stessa e con un calcio in aria provò a colpire Da-Ly, ma fallì perché quest’ultima si abbassò.
“Fregata!”
La mora era pronta per sferrare l’ultimo colpo, quello decisivo che le avrebbe permesso di conquistare l’armatura del pavone e, secondo lei, non solo.
Proprio mentre il suo pugno stava per partire verso lo stomaco della rossa…il calcio che prima era andato a vuoto si scagliò con forza sulla testa di Da-ly mandandola, finalmente e definitivamente al tappeto.
“Tiè!”
I gemelli urlarono felici battendosi il cinque tuttavia, dopo essersene accorti, fecero finta di nulla, allontanandosi e spolverandosi i vestiti. Avevano una reputazione d’odio da mantenere.
Nakie ed Agape corsero accanto alle loro amiche, la prima in lacrime, la seconda con un sorriso in volto.
“Da-Ly! Da-ly…stai bene, hey…hey sono qui!”
Nakie si abbassò accanto all’amica d’infanzia preoccupata carezzandole capelli. L’altra si alzò con sangue che le usciva dal naso ed un’espressione ricolma d’odio. Ignorando la preoccupazione dell’altra si alzò andandosene.
“Complimenti Hilda! Ce l’hai fatta! Non ci avrei mai creduto! Hai frequentato gli allenamenti una volta si e cinque no! Come hai fatto?”
“Grazie Agape…queste parole sono molto di conforto da parte tua….”
L’armatura fu consegnata senza intoppi e dopo una firmetta di Hilda, Shion si sbrigò a tornare al tredicesimo tempio. Per quel giorno non voleva altre rottur- inconvenienti.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Angolino di Fri: Ed eccoci qua!...Una settimana dopo...
Chiediamo infinitamente perdono, ma entrambe ci siamo dimenticate che giovedì dovevamo aggiornare e quando Net l'ha ricordato...era tardi e quindi abbiamo deciso di aggiornare direttamente oggi, cercheremo di non farlo un'altra volta promettiamo! >.<
Ma parliamo del capitolo, per vedere Agape saintia dovrete aspettare ancora un pò ma vi divertirete a leggere di questo suo allenamento, specialmente perchè comparirà un nuovo personaggio molto conosciuto! 
Se volete scoprirlo, leggete pure :3

Buona lettura!


Quel giorno, era uno di quelli felici, almeno quello pensava Aiolos, tutto composto, con indosso perfino l’armatura d’oro (!), mentre guardava fiero la sua allieva, seduta su un masso davanti a lui.
“Se ha vinto Hilda, allora tu non hai nulla da temere!”
Continuava a ripeterle.
Insomma, Hilda che non si era quasi mai allenata aveva raggiunto il suo obiettivo, perché lei che invece sgobbava tutti i giorni non doveva?
“Non hai assolutamente niente da perderci, sarà un gioco da ragazzi! O meglio, ragazze, non ci sono ragazzi che concorro per quella del gufo…ancora meglio no?!”
“Sai che l’ultimo commento è parecchio sessista, vero?”
Fece notare Agape, alzando il sopracciglio.
Non che la cosa la stupisse troppo, al grande tempio c’erano parecchi maschilisti, basta solo pensare che facevano nascondere il volto alle sacerdotesse ma facevano finta di niente per quanto riguardava i body, che non nascondevano quasi nulla, che indossavano.
“Comunque…come mai indossi l’armatura? Vuoi allenarmi con le maniere forti?”
Molto strano fu vedere Los arrossire.
Ma non delicatamente, no.
Arrossirono perfino le ali dell’armatura.
“O-Oggi avrei un…un appuntamento”
Confessò il castano.
“Ah…”
Maestro e allieva si guardarono.
“Mi vuoi portare a cena fuori?”
Chiese poi quest’ultima.
“Quando vincerai l’armatura”
Mormorò scompigliandole dolcemente i capelli, facendole intendere che no, non era lei il suo appuntamento galante evidentemente.
Le lasciò alcune raccomandazioni, poi se ne andò, lasciandola con il suo sostituto.
O meglio, la sua sostituta.

“Che Zeus ti fulmini”
Borbottò Agape.
Davanti a lei, in piedi, c’era la sacerdotessa Marin dell’Aquila, la sua maestra per quel giorno, che aveva iniziato ad allenarla in modo tanto dolce…con cinquecento flessioni.
“Non ho sentito bene ragazzina, cos’hai detto?!”
Chiese la rossa, mascherata.
“Niente!”
“Più forte!”
“NIENTE!”
Urlò Agape di petto.
“Bene, adesso continua!”
Urlò a sua volta Marin.
“Perché non ha chiesto a me di farle da maestro, insomma, sono una saintia adesso”
Borbottò Hilda, seduta sugli scaloni.
Dietro di lei ci stava Aphrodite che le stava spazzolando i capelli, con affianco il suo astuccio per gli elastici e altre decorazioni.
“Lo sei diventata solo ieri, non darti tante arie”
Le rispose, borbottando, al suo fianco Kanon, che ogni tanto guardava male fish.
“Però lo sono diventata!”
Si gonfiò il petto la ragazza.
“Non muoverti o mi cade il fermaglio!
“Pardon!”
“…”
Kanon si calò una mano in faccia.

“Più veloce! Devi essere più veloce!”
Urlò Marin contro la bionda.
Agape cercò di assecondarla, tentando di schivare i colpi dell’altra, ma alla fine ne prese uno in pieno stomaco che la fece cadere per terra. Viso rivolto verso il cielo.
“E’ così che credi di sconfiggere la tua nemica?!”
Le urlò di nuovo Marin, indicando Nakye poco più in là che si stava allenando contro un’altra aspirante saintia.
Da-ly, dopo la sconfitta contro Hilda, non si era più fatta vedere.
“Punti a diventare una saintia, una delle poche ragazze che proteggono la dea da vicino, devi essere veloce a schivare, devi essere forte a colpire! Vuoi meritarti quell’armatura? Dimostramelo! Dimostralo a tutti!”
Agape chiuse gli occhi, riprendendo fiato.
Stava lanciando maledizioni a più non posso contro la rossa…ma si alzò comunque, perché aveva ragione e perché le ricordava troppo Ren.
Iniziava a stimarla.
Iniziava…
“Dieci minuti di pausa”
Dichiarò poco dopo Marin.
La bionda annuì, sedendosi per terra sfinita. Era contenta di quella pausa, ma non perché così poteva parlare con Hilda che si stava avvicinando, no. Si stava avvicinando anche Aiolia.
Era dall’episodio del vestito di lana che non era più riuscita a tentare di sedurre il leone, e quella poteva essere un’occasione ghiotta…se non fosse che Lia si mise a parlare, sorridendo pure, con la sua maestra.
“Vuoi una bottiglietta d’acqua?”
Chiese Hilda, appoggiandogliene una fredda contro la guancia.
Agape non rispose.
Si stese solamente per terra, chiedendo a Hades di prenderla lì in quel momento.
La rossa guardò il micione poi l’amica.
“Ma non volevi Aiolia come primo?”

Dieci minuti dopo, le due erano alla terza, a mangiare la torta che Saga aveva fatto per la vittoria della sua adorata allieva.
Gemini sapeva che Agape sarebbe dovuta essere all’arena a combattere contro Marin, ma se ne lavò le mani questa volta, era allieva di Aiolos dopotutto, mica sua. Così le lasciò a parlare di cose da ragazze.
“Non mi è sembrato che ci fosse tanto feeling…”
Mormorò Hilda.
“Le ha sorriso! Ha sorriso capisci?! A me, all’allieva di suo fratello non ha mai fatto un sorriso del genere!”
Urlò Agape, sfogando la gelosia nei dolci.
“Forse perché si conoscono da tanto”
Ipotizzò la rossa.
Cosa che non aiutò la bionda, infatti, sempre più gelosa e depressa prese anche il piatto dell’amica e si spazzolò pure la sua porzione di torta.
“Ehy! Guarda che poi ti va sui fianchi!”
Urlò Hilda.
“Al diavolo! Tanto resterò vergine a vita, e la tipa che mi ruba il micione mi sta pure simpatica!”
Borbottò Agape, ingozzandosi.
“…Quando si dice, oltre il danno pure la beffa…”
Hilda si mise a pattare la testa all’amica, dopotutto un po’ di torta, per sanare le amarezze della vita, non le faceva troppo male.
Almeno questo pensava lei.
Marin non era dello stesso avviso.
Aveva allenato Seiya da bambino, credete davvero che non sarebbe riuscita a trovare la bionda?
“Hildaaaaaaaaaaaaaaaaa”
Urlò Agape, tendendo un braccio verso l’amica, mentre veniva trascinata via.
La rossa la salutò, sventolando un fazzoletto bianco.
Preso in prestito da Aprhodite, ovviamente.

“Per punizione dovrai fare altri cento giri di corsa intorno al perimetro dell’arena! E non voglio sentire obiezioni!”
Agape, pur volendo, non poteva comunque sbraitare quanto avrebbe voluto.
Primo perché se lo meritava.
Secondo perché c’era Lia a guardarle.
Non voleva fare figure davanti a lui, proprio non ci teneva, quindi stette zitta e iniziò a correre, facendo finta di non sentire le risate di Nakye con Shura che la rimproverava.
Cercò di sfogarsi nel correre ma con le risate della nemica, le urla di Marin e gli occhi di Lia addosso, stava per iniziare a urlare dalla frustrazione.
Dall’alto, Hilda osservava la sua migliore amica, la sua sorellina per così dire, e si morse le labbra, cercando d’inventarsi qualcosa per cercare di alleggerirle il carico.
Le serviva un piano, ma non uno qualunque, uno diabolico.
“Kanon!”
Urlò, rientrando alla terza.

A giri quasi finiti, Agape cadde a terra in ginocchio, il viso tutto sudato e il fiato corto, la milza l’aveva persa verso la metà dei giri.
“Alzati”
Ordinò Marin, avvicinandosi.
“Un…un attimo…”
Sbiascicò la bionda.
“Alzati!”
Urlò la rossa.
Agape la guardò. Era al limite, ancora una parola e l’avrebbe azzannata alla gola, giurava.
Stavano per parlare quando Agape venne improvvisamente sollevata per essere messa in piedi, poi un paio di braccia muscolose circondarono le spalle delle due.
“Gemini”
Chiamò Marin.
Ovviamente non era Saga, era Kanon che guardava le due con un sorrisino.
Perché sorrideva? Perché Hilda gli aveva promesso, a lavoro finito, che gli avrebbe fatto rompere tutti i gingilli che Dite le aveva regalato quella mattina per i capelli.
Cos’era disposta a fare Hilda per la sua amica…
Ma ritorniamo a Kanon.
“Marin cara, ti chiama il vec-Gran Sacerdote, ha una notizia importante da darti su tuo fratello”
Manco il tempo di finire che la rossa corse verso le case.
Agape stava per chiedere se sarebbe stato lui il suo nuovo sostituto, ma non riuscì neanche ad aprire la bocca. La spinse indietro, dove c’era già pronta Hilda che la prese per mano e incominciarono a correre, non si sa verso dove.
Alla rossa sarebbe bastato qualunque posto dove Agape si sarebbe potuta riposare e rilassare, e di posti lei ne conosceva bene viste le volte che era scappata dai suoi di allenamenti.
Il tutto sarebbe riuscito perfettamente e tutti sarebbero stati felici.
Se non fosse stato per il micione traditore.
Aiolia aveva visto il tutto e bloccò le due ragazze prima che riuscissero a uscire dall’arena.
Quindi fu il leone a prenderle il braccio e a trascinarla di nuovo al suo posto.
Al contatto la bionda arrossì e iniziò a sorridere, come se niente fosse.
“Smettila di sorridere e tenta di collaborare, ingrata!”
Urlò Hilda, agitando le braccia.
Kanon mise il broncio, non sarebbe stato pagato…

Il duo, comunque, non si arrese.
Tentarono nuovamente di ‘rapire’ Agape, in modi più o meno onesti.
Presero perfino in considerazione di provare a trascinarla via, una volta acchiappata con la canna da pesca, ma furono fortunatamente fermati da Saga, che era stato avvisato da Shion in persona quando si era visto arrivare Marin e Aiolia almeno una decina di volte.
Tutte quelle intrusioni fecero alterare anche la sacerdotessa.
Che se la prese con la sua allieva.
Gli allenamenti di Agape invece che diminuire, aumentarono e per di più Marin adesso non si faceva più distrarre da terzi, pressando la bionda sempre più, spronandola a impegnarsi, a non lasciarsi andare alla stanchezza, di tirare fuori il carattere necessario e di uscire fuori dall’ala protettiva di Hilda.
Tutte queste parole innervosirono Agape.
Perché lei ci stava provando a dare del suo meglio, fin da quando era arrivata in quel posto.
Poi nessuno doveva toccarle Hilda, era il suo punto debole, e per quanto rispettasse Marin per come la stava allenando, quando la rossa disse il nome dell’amica quasi le staccò un braccio con un morso.
Il fatto ultimo che Aiolia stesse sorridendo alla sacerdotessa, era solo un’aggiunta.
Continuarono fino al tramonto.
Agape era di nuovo a terra, sporca di terra e di sudore, mentre Marin la guardava dall’alto.
La sacerdotessa, per punirla dell’intrusione di Hilda, non le aveva fatto fare altre pause, neanche per pranzare.
Marin le tese la mano e la bionda l’accettò senza dire nulla, non aveva più fiato.
“Sei brava ma…mi aspettavo di più”
Disse la rossa, tirandola su, per poi voltarle le spalle e andarsene verso il suo dormitorio.
Quella fu l’ultima stoccata per Agape.
Restò in piedi, con gli occhi sgranati, in mezzo all’arena.
Hilda si stava per avvicinare a lei, con la cena al sacco che si era fatta preparare da Saga apposta per lei ma un’altra ragazza fu più veloce.
Nakye si fermò davanti alla bionda.
“Cosa c’è? Svieni solo per un allenamento un po’ più duro? Fai proprio pena”
Agape ne ebbe abbastanza.
Le saltò addosso.

“Agape!”
Urlò Hilda, lasciando cadere per terra la cena.
Corse verso l’amica ma il gold ch’era rimasto a guardare fu più veloce.
Aiolia riuscì con difficoltà a tirare via Agape da Nakye.
“Ti ammazzo! Ti ammazzo!”
Continuava a urlare la bionda, agitandosi tra le braccia di Lia, che fu costretto a portarla via dopo aver lanciato uno sguardo a Hilda, facendole capire che ci avrebbe pensato lui.
Nakye sputò per terra il sangue che l’altra le aveva fatto uscire dalla bocca.
Lei e Hilda si guardarono.
“Raggiungi un po’ la tua amica e togliti di torno”
Mormorò Hilda, irata come poche volte, andandosene anche lei.

“Cedere all’ira non aiuta, te l’ho già detto una volta”
Mormorò Aiolia, facendo sedere Agape per terra, sedendosi poi di fianco a lei.
La bionda non disse niente, umiliata per quella figuraccia e per quella ripresa.
Lia le fece un piccolo sorriso poi le prese le mani ferite durante gli allenamenti.
“Posso?”
Chiese.
Agape arrossì leggermente, non riuscì a resistere a quel sorrise e gli diede le mani.
Il leone iniziò a espandere il suo cosmo, iniziando a curargliele.
“Vedi, Marin è stata dura con te solamente per il tuo bene, è una brava insegnante e ci tiene ai suoi allievi, per questo li sprona a dare il loro meglio…anche quella sua ultima frase, non era per smontarti, quanto per darti spunto per migliorare”
La bionda ascoltò quelle parole in silenzio, senza interrompere il leone dorato, solo alla fine osò chiedere quella domanda che le frullava in testa per tutto il giorno.
“Siete innamorati?”
“Oh no, siamo solo buoni amici, abbiamo iniziato ad allenarci insieme, poi lei ha allenato Seiya e…ci siamo un po’ persi di vista, con le guerre e altro”
“Non siete stati neanche…amanti?”
Chiese Agape.
Aiolia sospirò.
“Ascoltami Agape, tu sei una ragazza straordinaria, bellissima, e sono sicuro che diventerai una splendida saintia…ma io non sono qualcuno adatto a te, insomma…sei l’allieva di mio fratello, non sarebbe neanche giusto tradire così la sua fiducia. Mi sono accorto di quello che stavi facendo l’altro giorno e ti pregherei di non farlo pi-“
“Ti dispiaceva?”
Lo interruppe Agape, guardando da un’altra parte.
“Beh…non sarebbe dispiaciuto a nessuno ma-“
“Allora lo farò ancora”
“Agape”
La richiamò Aiolia sospirando.
“Non sono il tuo tipo”
Concluse serio, lasciandole anche le mani che aveva finito di curare.
Non riuscì ad allontanarsi però, come aveva programmato, perché appena ebbe le mani libere, la bionda circordò il suo viso per portarlo vicino al suo, facendo in modo che si poterono guardare dritti negli occhi.
“Ascoltami bene, Aiolia del leone, tu finirai a letto con me, che tu sia volente o no, noi due faremo sesso e magari ti piacerà così tanto che mi chiederai di farlo ancora e io ti accontenterò. Ma allora, e solo allora, potrai dire veramente se sono il tuo tipo o no, chiaro?”
Il gold non rispose, era rimasto letteralmente senza parole.
Agape sorrise maliziosa e si avvicinò per lasciargli un casto bacio sulle labbra, allontanandosi subito dopo per alzarsi, prima di andarsene comunque gli fece un occhiolino, per fargli intendere che quel bacio sarebbe stato solo un anticipo.
Aiolia rimase dunque da solo, a sfiorarsi le labbra…e a cercare di calmare il micino che si era risvegliato a quel discorso sensuale.
Agape dal canto suo, in quel momento era tra le braccia di Hilda, che era rimasta poco lontano da loro, a sfogare tutte le lacrime per quella giornata frustrante.

Il giorno dopo Agape tenne il broncio ad Aiolos.
Non perché l’aveva piantata con Marin il giorno prima, ma perché aveva scoperto chi era il suo appuntamento galante: Seika.
La sorella maggiore di Seiya.
Agape non approvava per niente!
Il tutto mentre Hilda, i gemelli e mezzo santuario se la ridevano.
L’unico che non rideva era Aiolia, e non per fratellanza, ma perché era troppo impegnato a guardare Agape con occhi diversi.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Angolino di Net: Salve a tutte, ci scusiamo per il ritardo ma in questi giorni siamo entrambe un pò di fretta, quindi non perdo molto tempo e vi lascio subito al capitolo, diteci cosa ne pensate mi raccomando!
Buona lettura!

“Forza, ripetete dopo di me. Je suis Camus.”
“Je suis Hilda.”
“Je suis Agape.”
“Je suis Aiolos!”
“Ge suiS Milo.”
Camus storse il naso guardando Milo, faceva davvero schifo in francese. Eppure lui ci metteva tutta la buona intenzione. Sorrise di poco e guardò Hilda.
“Attenta al Je, fallo più morbido, Agape ricorda che Je e suis sono due parole cerca di farlo sentire, Aiolos. Cerca di mettere sul tuo nome, alla seconda O un accento aperto più sentito. Darà un tocco di classe. Milo…”
L’acquario guardò l’amico d’infanzia con insofferenza mentre Aiolos, Agape ed Hilda sorridevano e parlavano tra loro come ragazzine che avevano appena comprato il primo lecca lecca.
“Milo…fai schifo. Si dice Je, non Ge!”
“…Dov’è…la differenza?”
“La S di suis, anche se si scrive, si sente pochissimo e ah, con te mi arrendo. Parli francese come un topo spagnolo!”
All’entrata dell’arena, Kanon, guardava il tutto sghignazzando ormai da un’oretta, pochi secondi dopo suo fratello fece la sua comparsa.
“Oh, l’ho trovata finalmente! Ma…cosa stanno facendo li? Kanon, ne sai qualcosa?”
“Certo, sto osservando dall’inizio. È stato piuttosto divertente. Agape ed Hilda stavano chiacchierando ai lati dell’arena. Milo è arrivato per allenarsi ed Hilda ha cominciato a prenderlo in giro. La situazione si è infuocata ed hanno iniziato a litigare, Agape non sopportava gli insulti e si è messa dentro anche lei. E’ arrivato Aiolos a fermare Agape, e Milo ha proposto ad Hilda una sfida. Ma prima che la nostra piccolina potesse rispondere…Camus ha fermato i suoi bollenti spiriti con un pugno in testa. Ed alla fine tutti a far francese. Non sono carini Saga?”
Saga non rispose. Si mise soltanto una mano sulla faccia. Forse Hilda, da quando aveva conquistato l’armatura, stava facendo un po’ troppo quello che le pareva…
“La manderò in missione con qualcuno. Partirà stasera.”
“Eh-Eh? Aspe-phwuah coff  coff!”
Nel girarsi, Saga, aveva sventolato in faccia a Kanon la sua folta criniera. Ma questo non impedì al più piccolo di corrergli dietro fino al tredicesimo tempio.
Shion guardò i gemelli. Non amava quando se li ritrovava davanti entrambi. Soprattutto in abiti borghesi. Perché? Perché primo, preferiva vederli meno possibile, voleva avere poco a che fare con gente poco sana di mente. E secondo doveva stare attento a non sbagliare interlocutore.
“E così… vorresti mandare la tua allieva in missione.”
“Già.”
Rispose Saga impassibile. Bene Shion aveva capito chi era chi. Il Gran Sacerdote annuì e si alzò sparendo per un attimo dietro le tende rosse. Tornò pochi istanti dopo con in mano una trentina di fogli.
“Bene, bene, bene…  ho disponibili due missioni. Ma prima avrei una domanda…”
“Mi dica”
Shion indicò Kanon con espressione perplessa.
“Perché c’è anche lui?”
“Presenza”
Si sbrigò a rispondere l’interessato.
“….senti ragazzino, ho molti più anni di te, credi di farmela?!”
Silenzio.
“Comunque tornando alla missione…credo questa possa andare bene. Ha conquistato l’armatura da poco e come primo passo è perfetta.”
“Dove sarà inviata?”
Chiese Saga un po’ preoccupato.
“Svezia. Tranquillo. Non devi-“
“Svezia?! NO!”
Shion e Saga voltarono lo sguardo su Kasnon il primo irritato dall’urlo. Il secondo perché credeva che era impazzito del tutto.
“Come sarebbe a dire no? Kanon io sono il sommo sacerdote ed io decido.”
“Cioè…ma la Svezia è piena di pericoli e non saprà orientarsi e…”
“Oh tranquillo. Aphrodite è svedese. Li manderò insieme.”
A Kanon caddero le braccia. Proprio quello voleva evitare. Quel fioraio maledetto…eh no.
“Shion. Mi offro io di accompagnare l’allieva di Saga. E’ da tanto che non vado in viaggio e con questa ragazza la mia voglia da guerriero si è risvegliata!”
Shion prima rise, poi guardò Saga che fece annuì.
“Bene Kanon. Ti affideremo la vita di questa povera crista. Ma non andrete in Svezia. Te la sei cercata.”
“ E dove andremo?”
 
Il giorno dopo, al porto, erano andati anche Saga ed Agape per salutare i due che stavano partendo per la missione.
Hilda abbracciò l’amica.
“Ti porterò un souvenir. Magari un amuleto d’amore.”
“Non mi serve, so cavarmela da-“
“Va bene allora non te lo riporterò.”
“….portalo, portalo.”
Kanon ed Hilda salirono sulla nave dopodiché, Saga, con fare rassicurante mise una mano sulla spalla della bionda.
“Se tutto va bene ce la riporta con una gamba  rotta.”
Dopo un notevole cambio di colore da parte di Agape, era ora per entrambi di tornare al proprio tempio. Ce l’avrebbe fatta la nostra ragazza a superare con indifferenza la casa del leone?
Si avviò col gold dei gemelli alla volta del Santuario…ma quando iniziò la scalata la prima cosa che fece fu chiedere a Saga di andare lento perché lei aveva una –immaginaria- storta alla caviglia.
Fu anche divertente il viaggio fino alla terza casa. Agape si autoinvitò anche, volle vedere la camera di Hilda, si offrì di fare qualche pulizia…ma quando lo sguardo di Saga cominciò a variare capì che era ora di sloggiare.
Attraversò la casa del cancro, anzi…venne buttata fuori letteralmente. Death Mask non voleva essere interrotto dai sotto rango mentre cantava.
E purtroppo era li…davanti alla casa di Aiolia. Avrebbe dovuto affrontarlo.
 
Sulla nave, Kanon ed Hilda guardavano il mare. La prima con un colorito violaceo, intenta a guardare il mare con un’espressione vuota. Il secondo alternava lo sguardo fra Hilda, preoccupato….forse…e l’acqua.
“acqua…acqua…acqua…”
“Se guardi le onde ti farà ancora più male. Allontaniamoci prima che tu possa vom-“
Prima che potesse finire la frase…la rossa diede di stomaco in mare….mosso a compassione, Kanon la prese in braccio portandola seduta su uno scalino che conduceva alla parte superiore della nave.
“Beh? Va meglio”
Hilda lo guardò da capo a piedi. Poi gli si mise a ridere in faccia. Ora un bagno in mare non glielo levava nessuno a quella sfacciata. E Kanon ci era tanto vicino.
“Sai? Indossando l’armatura e dicendolo con quell’espressione sembra che ti preoccupi sul serio.”
“Ma…”
“Ti sta bene come se fosse la tua”
Nemmeno ebbe la voglia di ribattere il poveretto. Si limitò a sedersi accanto alla ragazza. In silenzio.
“Cosa dobbiamo fare in questa fantomatica missione? E perché sei venuto tu con me?”
“Pare per qualche strano motivo, nel posto in cui stiamo andando, la notte venga un freddo spaventoso…mentre di giorno un caldo afoso.”
“Quindi….possiamo farci un bagno?”
“NO!”
Hilda fece una smorfia mordendosi il labbro. Possibile che non le faceva fare mai nulla? Eppure dicevano che era Saga quello sulla retta via no?
Kanon vide l’espressione ‘leggermente’ indignata dell’altra. Sospirò rassegnato e le mise una mano sulla testa
“Uno solo. E corto!”
Dopo aver sorriso, ed essersi scambiata uno sguardo d’intesa con Kanon, Hilda cercò di dormire per il resto del viaggio. Per non vomitare.
Trascorse più o meno veloce e dopo un’oretta…i due sbarcarono in un’isola che sembrava più abbandonata che altro.
La prima persona che incontrarono appena scesero fu un’insolita pittrice che stava dipingendo il mare. Aveva dei lunghi capelli marroni e gli occhi color oceano. Incuriositi si avvicinarono a lei.
Ella si girò e l’abbigliamento di Kanon la colpì, ma dopo avergli fatto una smorfia passò a guardare Hilda.
“Salve ragazzi, cosa vi fa giungere a Portofine?”
Disse la donna sorridendo appena ed interrompendo di dipingere. Hilda stava per risponderle e, probabilmente rivararle tutto della missione. Ma secondo Kanon non era saggio farlo alla prima persona incontrata quindi fu il cavaliere a rispondere.
“Siamo in missione. Lei è…?”
“Il mio nome è Agata. Sono una pittrice…ogni giorno vengo qui per  dipingere la bellezza del mare. Ogni sua più pura sfumatura, ogni colore ed ogni onda che il giorno prima non ha potuto regalarmi.”
“….Agata…il mare…è acqua. A me sembra sempre uguale. L’unica cosa speciale che ha è che ci sono pesci…”
Disse Hilda alla donna.
“Lui è libero. Io no…”
Sorrise amaramente allungando una mano verso l’orizzonte, e prima che la rossa potesse ribattere venne trascinata via da Kanon.
“Hey!”
“Ci siamo imbattuti con una svitata, andiamo al paese più vicino e parliamo con qualcuno. Completiamo la missione ed andiamocene a casa”
“Ma il mio bagno?”
“Lo farai a casa. Muoviti.”
“A cas-! HEYYYYYYYYYY! ASPETTAMI!”
 
Mentalmente instabile, Agape era ancora ferma davanti la casa del leone, finché da essa non uscì qualcuno a passo lento. Che avanzava per le scale. Si fermò a pochi metri da Agape e…
“Aphrodite?! Che ci facevi a casa di Aiolia?”
“Sto andando da Death, sai. Ho amici anche io.“
“Pensavo parlassi con Hilda solamente! Insomma sei così…così…”
Proprio in quel momento, dall’occhio sinistro di fish iniziò ad uscire qualche lacrima.
“Oh, ti manca….scusa non avrei d- hey, hey che fai?”
Il sopracitato stava avvicinando l’indica all’occhio sempre di più, fino a toccarselo. A quel punto Agape rabbrividì, e solo quando il gold estrasse un vetrino, più comunemente chiamato lente a contatto, la bionda lanciò un urlo, che sentì anche Mu, svenendo sul posto.
“Dannazione…bruciava troppo… spero se ne dimentichi.”
Facendo l’indifferente, il ragazzo superò con nonchalance Agape, dirigendosi alla casa del cancro dove Death lo aspettava per sfidarlo al karaoke.
 
Hilda scansava il cibo con la forchetta. A quanto pareva non aveva intenzione di mangiarsi la sua sogliola, ordinata poco prima. Kanon la guardava irritato.
“Guarda che quel cibo l’ho pagato eh.”
Nessuna risposta. Il più grande provò ad allungare la forchetta per prenderne un pezzo, ma venne fermato da quella di Hilda. Riprovò. Stessa reazione. Iniziò così una battaglia di forchette che durò per tre minuti buoni.
“Si può sapere che c’è che non va?”
“Mi chiedo….come cavolo faremo a far tornare tutto normale…non abbiamo praticamente indizi ed abbiamo chiesto ad un sacco di gente. Sappiamo solo che il clima  cambia al tramonto, che la temperatura dell’acqua non è influenzata da ciò e che durante l’anno molte persone muoiono per questo…cosa puoi fare?”
“Posso? È la tua missione signorina. Io ti ho soltanto accompagnato e…purtroppo pago le spese. Come sempre.”
Hilda guardò fuori dalla finestra. Anche da quel posto si vedeva il mare. La signora di quella mattina aveva ragione. Era davvero bello.
“Perché prima te ne sei voluto andare con tutta quella foga? Il discorso di Agata era interessante.”
“Non mi piace parlare del mare. Ci sono legati ricordi che…preferirei non portare alla mente.”
La rossa annuì e passò qualche minuto in silenzio dove la ragazza iniziò a ticchettare le dita sul tavolo.
“Una ex.”
“E-eh?”
“Avevi una ex che lavorava nell’ambito marittimo. Ammettilo. Tipo su una barca o…non so era una nuotatrice. Avete avuto una brutta storia ed ora non vuoi ripensarci.”
Kanon battè piano gli occhi. Stava ancora focalizzando.
“Beh una ragazza c’era si. Era anche carina.”
“Lo sapevo! Ci sono sempre di mezzo le donne.”
“ E…perché ti picchi tanto?”
“Perché ti sei rabbuiato prima, significa che pensi ancora a lei.”
Kanon si mise due dita sulla fronte cercando di seguire il ragionamento della ragazza che aveva seduta davanti ma…in qualunque direzione lo guardava, non ci riusciva (capiamoci. È un uomo).
“Scusa, anche se fosse?”
“Pensavo di essere l’unica che-“
Si morse la lingua poi si alzò ed a passo di carica si diresse verso l’uscita del locale.
“Dove vai ora?”
“Non lo so!”
 
Agape aprì piano gli occhi. Dov’èra? In un comodo, caldo letto. Aiolos! Oh Aiolos caro. L’aveva trovata dopo che Aphrodite aveva provato a trafiggersi un occhio e successivamente l’aveva riportata al calduccio nl suo lettuccio. Che bravo maestro. Si tirò le coperte fin sopra i capelli ed inspirò il profumo.
No. Decisamente non era Aiolos. Non che andasse a sniffare le coperte del sagittario, intendiamoci, ma il profumo di qualche altro si. E quando le era capitato di stare a contatto con Aiolia… beh aveva impresso nella sua mente ogni piccolo particolare del suo corpo e volto ed anche il suo buonissimo profumo.
Piano ritirò giù le coperte, quel tanto che bastava per scoprire gli occhi color fragola. Nessun segno di vita se non le tende che si muovevano leggermente per colpa del vento.
Decise di alzarsi ed uscire da quella camera, a letto ci era arrivata…mancava l’interessato. Però era già un gran passo! Uscì dalla stanza di Aiolia dopo aver fatto un breve Tour…ed aver visto uno splendido peluches a leoncino.
Si diresse in quello che era il salotto e si guardò intorno. Niente. Era stata abbandonata nella casa del leone? Aiolia l’aveva scelta come successore? Il pensiero la sfiorò…ma quando sentì una mano calda sulla spalla le balenò via. Peccato, l’armatura del leone era anche carina.
“Ti sei svegliata finalmente. E’ un’ora  che te la dormivi.”
“Ah, scusa…non ricordo bene ciò che è successo.”
Aiolia sospirò. Sarà stata una bugia o la verità? Sembrava sincera…
“Ti ho sentita urlare e sono corso fuori. Ma quando sono arrivato  eri svenuta a terra…stai bene adesso?”
Agape annuì. Poi rifletté un attimo. Si trovavano soli. Nella casa del leone. Né Los per allenamenti, né Marin a comandare…era un’occasione d’oro, e lei…non l’avrebbe sprecata.
 
 
Cammina che ti cammina…Hilda si era ritrovata-o forse ci era andata di sua volontà- poco distante da Agata. La donna stava ancora dipingendo e quando si accorse della presenza della ragazza, voltandosi e sorridendole, si girò invitandola a sedersi accanto a lei. Hilda si sedette sulla sabbia. Guardando imbronciata il mare.
“Cosa ti porta di nuovo qui, giovane fanciulla?”
“Ho litigato con quel cretino di Kanon…”
“Oh, è così che si chiama quel ragazzo? Beh i litigi degli innamorati d’oggi sono alquanto banali. Per cosa avete bisticciato?”
“NON SIAMO INNAMORATI!”
La donna riprese a disegnare facendo una piccola risata ed Hilda prese un sasso, con rabbia, poi lo gettò in acqua.
“Bene, per cosa avete bisticciato tu ed il tuo amico?”
“Per la sua ex. Mi sono arrabbiata perché la pensa ancora…”
“Mi sembra un argomento sensato. Due amici litigano tutti i giorni perché l’uomo pensa alla ex.”
“Non è come sembra.”
Agata posò definitivamente il pennello in quanto il dipinto ormai era finito, si alzò dallo sgabello sul quale era seduta ed andò accanto ad Hilda.
“Perché, cosa sembra?”
Nessuna risposta.
“Sai…una volta ero sposata. Il suo nome era Diego. Eravamo veramente innamorati… ognuno aveva i suoi interessi…il mio era la pittura.… Tuttavia, di giorno in giorno ne divenni sempre più ossessionata. Volevo raggiungere la perfezione. Superare ogni pittore di questa isola. Ti dirò…la mia dote nella pittura è aumentata molto e…ci sono riuscita ma…questo mi ha portato ad allontanarmi da Diego. Man mano che il tempo passava diventava sempre più instabile. Purtroppo io non me ne sono mai resa conto…un giorno si è suicidato buttandosi in acqua.”
Hilda cercò di dire qualcosa e, soprattutto, chiedere perché le stesse raccontando quella strana storia, ma Agata le mise due dita sulle labbra.
“Mio marito scriveva racconti per bambini, ma l’ultimo lo stava scrivendo per me. Il titolo era ‘Gelo e Afa’. Lo voleva dedicare a me…”
Agata si girò con un sorriso verso Hilda e le disse il finale del libro. La ragazza si mise a piangere. Ora sapeva come completare la missione.
Tornò da Kanon, avvilita ed abbattuta,
“Hildegard. Sei pazza. È una cosa che va oltre l’immaginazione…”
“Ti dico che è così! Così tutto finirà, Kanon ti prego ascoltami!”
Il gold guardò abbastanza male la ragazza, ella cercava di sostenere lo sguardo ma, dopo qualche secondo, non ce la fece e guardò a terra triste.
Lungo silenzio.
“Adesso non mi piangere però eh.”
“Non piango… ma non volevo andasse così”
“Dovevi aspettart-“
La vocina di Saga rimbombò in testa a Kanon: GENTILEEEEEEEEEEEEEZZAAAAAA
“Torniamo da lei su. Dobbiamo completare la missione…proverò a fidarmi di te.”
 
 
Alla casa del leone, Agape guardava Aiolia con sguardo voglioso, ma il gold sembrava nemmeno accorgersene e continuava a parlare dell’argomento iniziato circa dieci minuti prima: lo shampoo per capelli.
Erano seduti entrambi sul divano ed Agape fece volare lo sguardo sulla mano del leone. Aveva deciso. Doveva accarezzarla con estrema sensualità per poi portarla sopra al proprio ginocchio.
Tese la sua verso quella del ragazzo e…si ritrovò sotto di lei il magnifico e morbido tessuto del divano. Aiolia si era messo la mano fra i capelli.
Il piano di Agape era andato in fumo…
“Dannazione…”
“Come scusa?”
“Eh? Cioè…che reazione. Non me lo sarei aspettato.”
“Già. È stata dura superare la morte di Aiolos.”
La morte di- come c’èra arrivato da uno shampoo per capelli alla morte del sagittario? Non che le importasse… aveva ancora il piano B. mettergli una mano sul ginocchio fino a farla scivolare fra le gambe. Fece un sorriso malizioso e piano mise la mano sul ginocchio di Lia. Era fatta! Ci era riuscita! Ora doveva soltanto…sentì la mano bagnarsi e guardò Aiolia.
“E’…stato tremendo. Mi sono sniff….sentito così solo.”
Ad Aiolia era caduta una lacrima per il ricordo della morte di Aiolos.
Agape guardò la sua mano poi sospirò. Cancellò il pensiero di mandarla fra le gambe di Lia e fece soltanto un ‘pat pat’ sul ginocchio.
 
L’armatura del pavone era costituita da un corsetto rosso con rifiniture giallo ocra, la parte inferiore si divideva in due: la posteriore, dove il colore giallo faceva da sfondo a fantasiosi motivi rossi. E quella anteriore, completamente rossa, che univa le due estremità dell’altra.
Dall’orecchio destro, partiva una piuma di metallo rossa e gialla non troppo alta.
Gli stivali dell’armatura erano alti fino al ginocchio, presentavano una pietra gialla all’altezza del tallone e la raffigurazione di una piuma sul lato.
Hilda appena indossata quell’armatura l’aveva subito amata. Per il colore, la comodità, la piuma…
Ma ora il rosso della sua armatura era…sovrastato da un’altra tonalità di rosso. Quella del sangue di Agata.
La donna giaceva a terra con un sorriso e gli occhi chiusi. Non appena il suo cuore aveva smesso di battere, il clima dell’isola era tornato normale.
“E così il marito le aveva lanciato un maleficio…è proprio vero che l’amore porta all’odio.”
Disse Kanon, anche lui con l’armatura d’oro macchiata dal sangue. Guardò la ragazza che era scoppiata il lacrime e si avvicinò tentando di metterle una mano sulla testa. Stavolta non sarebbe bastato.
La strinse forte a se.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Angolino di Fri: Buonasera a tutte.
Siamo arrivate allo scontro di Agape per ottenere l'armatura del gufo! Come avete visto nei precedenti capitoli, io e Net abbiamo dei stili diversi nello scrivere, e così saranno diversi anche gli scontri delle oc, spero comunque vi piaccia questo capitolo ^^.
Buona lettura! <3



“Sicura di non volere un altro muffin? Eh? Eh? Sono con i mirtilli!”
Aiolos aveva in mano in piattino con sopra i citati muffin, e lo stava spingendo contro la schiena di Agape che, in quel momento, si stava riscaldando.
Finalmente era arrivato il grande giorno anche per lei, il giorno della conquista dell’armatura!
“Se sono troppo appesantita poi non riesco a muovermi come voglio”
Mormorò ancora una volta la bionda, allungandosi verso le gambe per smuovere ben bene i muscoli della schiena.

Dagli spalti, un certo sguardo in particolare si pose sul sedere della bionda, in quel momento messo ben in evidenza dai pantaloncini corti che Agape aveva indossato per combattere più comoda.
“Aiolia, mi stai ascoltando?”
“Eh?! Cosa?! Non le stavo guardando il sedere lo giuro!”
Urlò il leone, alzando le mani in segno di resa.
Aphrodite alzò un sopracciglio, accanto a lui, Death Mask nascose una risata.
Come se non avesse sentito il micione che giocava con il suo micino di notte, ma non aveva detto niente, perché Lia aveva minacciato di togliergli la corrente con il suo lightning bolt, e lui non poteva stare senza il suo karaoke e senza guardare le partite del Palermo in televisione.
“Stavo dicendo…sai come mai Aiolos e Shura non hanno voluto dei tifosi come ha fatto Saga?”
Chiese nuovamente lo svedese.
“Oh…Shura dice che non ne vuole sapere perché ha già fatto tanto ascoltando la sua allieva ogni sera, mentre Los…beh, non ha fatto in tempo”
Il leone indicò Hilda, seduta qualche fila in avanti, con uno striscione sul petto e bandierine in mano…bandierine che tra l’altro Los aveva costretto a sventolare pure a Saga e Kanon.
“Falle saltare i denti! Voglio vedere scorrere il sangueeee!”
Urlò la rossa, sventolando le bandierine.
Agape, dall’arena, si volse verso l’amica e le fece l’occhiolino. Di certo non l’avrebbe delusa e non avrebbe deluso neppure il suo maestro, poi aveva davvero tanto stress accumulato da sfogare.

All’improvviso tutto si fece silenzioso.
Era appena arrivato il Gran Sacerdote Shion…trascinato da Dohko perché l’amico non aveva per niente voglia di partecipare perfino a quella investitura, insomma, Kiki l’aveva invitato a giocare con lui! Tra una cosa e l’altra, preferiva decisamente andare a far contento il tenero fratellino dell’allievo.
Dohko, per fortuna, l’aveva riportato sulla retta via, bloccandolo appena era uscito dal tredicesimo tempio.
Aiolos, mentre Shion, prendeva posto, scaraventò via i muffin –che finirono sui capelli di Milo- e prese un grosso respiro.
Era giunta l’ora del suo discorso finale, doveva incoraggiare la sua Agape a dare il meglio di sé per raggiungere il suo obbiettivo, sapeva che poteva farcela, insomma l’aveva allenata lui!
Le mise le mani sulle spalle pronto per il suo discorso, se l’era addirittura scritto la sera prima!, ma prima che potesse dire niente…Agape gli pattò la testa e poi corse al centro dell’arena, dove la prima avversaria la stava aspettando.
“La mia allieva”
Mormorò commosso.

Hilda, appena vide entrare l’amica, iniziò a sventolare più forte le bandierine.
“Beh, voi non le sbandierate?”
Chiese ai due gemelli.
“Ho ancora un certo contegno da mantenere, grazie”
Rispose Saga.
Kanon guardò male il fratello, alla faccia della gentilezza.
Sbuffò, ma agitò comunque svogliatamente la sua bandierina, ripensando all’espressione della ragazza quando erano tornati dalla missione.

Agape si mise le mani sui fianchi, guardando attentamente la sua avversaria.
Aveva dei lunghi capelli neri, che le arrivavano fin sotto le natiche, gli occhi di un sorprendente verde smeraldo che gli ricordava quello di Lia, il viso delicato con un dolce sorriso che l’ornava.
“Giada, piacere”
Esclamò quando si strinsero la mano.
“Agape”
Sorrise la bionda, quasi le dispiaceva sconfiggerla.
“Tanto per fartelo sapere, ti farò fuori suorina”
Continuò Giada, sempre con il sorriso sulle labbra.
…Okay adesso non le dispiaceva più.

Shion vide la due contendenti mettersi in posizione, adesso era arrivato il turno del suo discorso quindi si alzò in piedi, si schiarì la voce e…
“Ammazzatevi”
Disse solamente, per ritornarsi a sedere imbronciato.
Dohko, accanto a lui, si massaggiò le tempie chiedendosi se non fosse il caso di prenotare una vacanza per l’amico, visto come si comportava nelle situazioni ufficiali.

Le due avversarie, intanto, avevano letteralmente preso alla lettera quello che Shion aveva detto.
Giada era scattata per assalire Agape, ma la bionda si spostò velocemente di lato, le fece uno sgambetto per farla cadere e poi le saltò sulla schiena, mettendole un braccio intorno al collo per poi iniziare a stringerlo.
La mora dopo un po’ iniziò a battere le gambe in cerca d’aria, ma la bionda non mollava la presa quindi Giada le morse in braccio.
Agape urlò di dolore tirandosi su, e l’altra ne approfittò per darle un calcio nello stomaco, facendola cadere di sedere.
Mentre Giada riprendeva un attimo aria, la biondina tornò all’attacco, scaraventandosi contro l’altra urlando, facendole sbattere la testa contro il terreno, per poi iniziare a far volare i pugni.

“Ma…sono io o è parecchio inferocita?”
Chiese Death.
“Sembra volerla sbranare”
Ammise Aphrodite.
Aiolia annuì soltanto, troppo occupato a guardare la ragazza…in quella posa, a cavalcioni sull’avversaria, mentre si agitava e gridava presa dalla furia…era davvero eccitante!
NO!
Doveva mantenere il contegno, contegno!
“Le avrà detto qualcosa”
Riuscì a dire.
Hilda, da canto suo, agitava le sue bandierine contenta, per lei non era la prima volta che assisteva a un combattimento del genere da parte di Agape e quindi non era tanto sorpresa, al contrario, era fiera di lei!
“Quella è la mia migliore amica!”
Urlò orgogliosa.
“No, è una bestia assetata di sangue”
Dissero in coro i gemelli, guardando Agape torcere un braccio di Giada per poi ricambiare il morso.
Il grido che lanciò Giada fece rabbrividire perfino loro.
Hilda, al contrario, lanciò a sua volta un urlo d’incoraggiamento.

L’incontro, come molti avevano previsto, lo vinse Agape, che tornò dal suo maestro togliendosi il sangue dalla guancia mentre sentiva le urla che le mandava Giada mentre veniva portata in infermeria.
“Beh…è andata bene!”
Sorrise tirato Aiolos, battendo le mani.
Neppure lui aveva mai visto quel lato della sua allieva, e di certo non glielo aveva insegnato!
“Ho appena iniziato”
Ringhiò la bionda, adocchiando la sua prossima avversaria.
“…Tua nonna ti ha dato il nome a caso, dimmi la verità”
Chiese Los, alla ragazza che ‘amore puro e innocente’ proprio non sembrava.

Nel frattempo anche Shura aveva assistito all’incontro della bionda.
“Come sono andata maestro”
Chiese Nakye, uscendo anche lei vincitrice dal suo incontro.
“Prega”
“Come?”
“Prega, credimi, ti aiuterà…spero”
Mormorò Shura.

Pregare però non era servito alle altre tre sfidanti di Agape, tali Valentina –che urlò la resa dopo che la bionda le fece saltare quasi tutti i denti davanti-, Camilla –che quasi perse tutti i capelli quando la bionda l’assalì- e Daniela che si vide arrivare a fine combattimento con una gamba spezzata.
Al contrario Agape sembrava quasi fresca come una rosa, se non fosse per il sudore che le velava la fronte e il corpo –rendendole quasi la maglietta bianca trasparente ma, ehi, Aiolia mica ci aveva fatto caso eh- e le fasce che Aiolos le aveva stretto alle mani dopo essersi ferita con i denti di quella povera pia di Valentina.
Adesso la bionda stava aspettando, seduta vicino ad Hilda, che anche Nakye finisse il suo ultimo combattimento.
Ci sarebbe stata poi una pausa per far riprendere fiato alle due contendenti a nel primo pomeriggio la sfida finale per l’armatura.
Batteva il piede, Agape, guardando ansiosa la ragazza, ansiosa ovviamente di spaccarle la faccia.
“Qualcuno ha del ghiaccio?”
Chiese Hilda.
Camus, seduto poco lontano con Milo che ancora cercava di togliersi le briciole dei muffin dai capelli, s’illuminò. Era il suo momento.
Ne formò in poca quantità e lo consegnò alla saintia, la quale lo chiuse in un fazzoletto rosa –regalo di Aphrodite, a cui Kanon storse il naso- e lo mise sulla testa dell’amica per farla calmare.
La cosa non funzionò.
Agape aveva ancora nella memoria tutte le parole che Nakye le aveva rivolto, e più ci pensava, più le saliva l’irritazione, più voleva fare i conti con quella dannata serpe dalla lingua lunga.
“Bene!”
Urlò addirittura, quando la vide vincere.
Adesso poteva davvero vendicarsi, pensò ringhiando.
“…Altro ghiaccio?”
Chiese Hilda.
Ormai quello che le aveva messo prima si era sciolto, con tutta l’ira che sembrava uscire fuori dal corpo di Agape in sbuffi di aria calda.
Camus si accese di nuovo e andò a sedersi vicino alle ragazze.
“Mai pensato di aprire una gelateria? Faresti affari”
Gli consigliò Kanon.

“Faresti affari pure tu, fratello, se aprissi un ristorante”
Mormorò, angelicamente, sempre Kanon a Saga.
Quello lo guardò decisamente male, con una scintilla di rosso che gli colorava l’iride di solito azzurra.
“Non provarci fratellino, non te la cederò mai l’armatura dei gemelli”
Ribatté Saga, con un tick alla mano sinistra.
Kanon sbuffò e si mise mangiucchiare svogliatamente il suo pollo.
Di fianco a loro ci stavano, ovviamente Hilda con accanto Agape e i due fratelli del sagittario e del leone, e tutti quanti si stavano gustando il pollo arrosto con patate che Saga aveva cucinato per riprendere energie alla bionda, Aiolos lo aveva praticamente pregato di farlo perché lui non era altrettanto bravo in cucina come lo era gemini.
“Questa volta le cavo gli occhi, voglio vederla piangere sangue!”
Biascicò Agape, dando un morso alla coscia del povero pennuto cucinato, mentre intorno a lei si allargava il suo cosmo.
I gemelli sobbalzarono, Aiolos tirò fuori nuovamente il suo sorriso tirato, Lia stava cercando di convincersi ancora che quella furia cieca non lo eccitasse, e Hilda…Hilda beveva tranquilla la sua acqua. Lei era abituata a quegli scatti d’ira.
Il sagittario comunque si riprese, era lui il maestro dopotutto.
Mise le mani sulle spalle della sua allieva e la guardò, per la prima volta forse (?), seriamente.
“Stai calma e concentrati Agape, prendi un respiro e non pensare alla rabbia, ricordati che Nakye è stata allenata da Shura, un gold di tutto rispetto, fedele ad Atena e al Gran Sacerdote come pochi e che le avrà insegnato a fare altrettanto, non farti accecare dall’ira proprio ad un passo dall’armatura. Alza la guardia, concentrati di più sulla difesa e guarda attentamente prima di attaccare, le altre potevano anche essere principianti-“
“Stai dicendo che ho vinto per fortuna?”
“Ma questa è l’allieva di Shura del capricorno”
Terminò Aiolos, nonostante l’interruzione di Agape.
Proprio la bionda ci pensò un attimo e poi iniziò a prendere dei grossi respiri per calmarsi, come le aveva suggerito il sagittario.
“Sono stupito Los…sembra un discorso degno di un maestro di tale nome!”
Esclamò Saga, a bocca aperta.
Kanon e Hilda annuirono di riflesso.
Mai visto Aiolos comportarsi in quel modo.
“Era il discorso che mi ero preparato ieri sera! Ho solo cambiato il nome di allieva e maestro”
Sorrise allora il castano.
“Ah…ecco il trucco”
Bisbigliò Kanon, cercando di trattenersi dal mettersi a ridere.
Hilda si girò verso Agape.
“Faccio finta di non aver sentito”
Disse la bionda.
“Stavo per suggerirtelo”
Rispose la rossa.
Entrambe avevano indossato una faccia impassibile per non commentare.
Aiolia?
Aiolia si stava chiedendo come fosse possibile che lui e Los condividessero i genitori…poi pensò alla sua passione per i gomitoli…e capì tante cose.

Il restante tempo della pausa passò velocemente, così veloce che in poco Agape si ritrovò nuovamente al centro dell’arena.
Davanti a lei Nakye.
Shion si alzò in piedi, e stavolta con un foglio preparato appositamente da Dohko per evitare altre figure, iniziò il suo discorso sulle due ragazze e sulla storia dell’armatura del Gufo.
Neanche a dirlo dopo a malapena cinque minuti si stufò e gettò via il foglio.
“Azzannatevi, fate quello che volete ma finite in fretta che devo andare da Kiki!”
Dohko, insieme a Mu che era giunto fin lì su insistenza del fratellino, si passarono una mano sul volto, troppo imbarazzati per fare altro. Kiki, al contrario, esultò.

Ritornando alle due sfidanti, entrambe si misero in posizione di difesa. Dietro di loro, ai lati opposti dell’arena ci stavano i due maestri che speravano entrambi nelle capacità della propria allieva.
Le due si guardarono negli occhi, come per predire chi avrebbe fatto la prima mossa.
Agape azzardò un passo avanti, facendo finta di preparare un colpo. Nakye ci cascò e fece un passo indietro, vedendo il sorrisino dell’altra però si fece avanti e caricò un pugno.
La bionda lo evitò facilmente scansandosi di lato, non poté contare ancora sul trucco dello sgambetto però, perché Nakye era più veloce di Giada e si riprese in fretta, dandole un calcio di lato che per poco Agape riuscì ad evitare.
Si ritrovarono così nuovamente a guardarsi negli occhi.
Stavolta Agape e non fece alcuna finta e caricò entrambi i pugni che vennero fermati dall’altra che li prese tra le sue, cercando poi di torcerle i polsi ma la bionda la fece scostare da sé, dandole una poderosa testata e poi un calcio allo stomaco.
Cercò di caricarle addosso ma Nakye si spostò di lato giusto in tempo, così Agape si beccò una gomitata alla schiena che le fece sputare un goccio di sangue.
Sentì l’ira ritornare per un momento a circolarle nel corpo ma pensò subito dopo alle parole di Los e tornò a concentrarsi, non avrebbe perso per niente al mondo!

“Fa quasi strano vederla così calma”
Mormorò Hilda.
“Almeno ci siamo risparmiati la carneficina che voleva Shion”
Mormorò Kanon.
“Quando era io il Gran Sacerdote c’era più legge!”
Come se lo avesse sentito, Shion lanciò un’occhiataccia degna delle sue a Saga.

Nel frattempo, al centro Nakye era riuscita a costringere Agape a terra, salendole sopra.
“Questo è per la mia Da-ly!”
Urlò la ragazza caricando il pugno.
Agape glielo fermò con entrambe le mani e, torcendole il braccio unendo l’azione con un colpo di bacino, riuscì ad invertire i ruoli.
Ora si trovava lei sopra a Nakye, le bloccò le gambe con le ginocchia e fece lo stesso con i polsi, tenendoli con una mano.
“Questo invece è per il mio primo allenamento con Los!”
Urlò Agape, dandole un pugno dritto in faccia, facendole perdere sangue dal naso.
“Questo è per avermi infastidita tutti i giorni!”
Un altro pugno.
“Questo è per l’allenamento con Marin!”
Ancora uno.
“E questo…è per farti capire che io non sono lesbica e che la tua Da-ly te la puoi pure tenere! Che diamine!”
Urlò dandole l’ultimo pugno, che fece sbattere più forte la testa di Nakye contro il terreno, così da farle perdere i sensi.
Allora Agape le lasciò andare i polsi e si alzò in piedi, guardando verso Shion.
Esso si alzò e allargò le braccia.
“Abbiamo la vincitrice! La nuova saintia del Gufo!”
Hilda fu la prima ad alzarsi in piedi per applaudire l’amica, insieme al piccolo gruppetto di gold lì riunito.
Agape alzò le braccia al cielo, scoppiando a ridere felice, per poi andare in contro ad Aiolos per abbracciarlo. Shura invece andò a sollevare Nakye dal suolo per portarla in infermeria, se fosse scomparsa anche lei come Da-ly, non avrebbe potuto saperlo.
In quel momento era ancora sotto la sua ala protettrice.

“Ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta! Ce l’abbiamo fatta!”
Urlò Agape piena di gioia, armatura in spalla, abbracciando Hilda.
La rossa iniziò a ridere insieme a lei e presero a saltellare.
Finalmente erano entrambe saintia!
Il momento idilliaco fu rovinato da un colpo di tosse.
Si girarono e trovarono Aiolia che, non parlò neanche, consegnò un mazzo di papaveri alla bionda prima di tornare da dov’era venuto…sembrava un micio che scappava con la coda tra le gambe mentre continuava a ripetersi che l’aveva fatto solo perché l’allieva di Los aveva vinto, non era per niente un invito e non aveva a pensato al suo letto, con lui dentro, nudo, con lei sopra di lui, nuda, a cavalcioni, facendolo come se non ci fosse un domani mentre lei combatteva, assolutamente NO!
“Qualcuno qui ha avuto una doppia vittoria oggi eh?”
Ghignò Hilda.
Agape le restituì un sorrisino malizioso.
Alla fine le due si scambiarono un cinque ben meritato.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Angolino di Net: Scusate il ritardo, purtroppo abbiamo avuto molto da fare entrambe, speriamo che ci seguiate ancora nonostante tutto.
Buona lettura.



Kanon si dannava. Letteralmente. Si stava dannando psicologicamente a guardare la porta della camera di Hilda, chiusa, dentro la quale la ragazza era col gold dei pesci e dalla quale ogni tanto proveniva qualche risata.
“Saga! Basta! Caccialo! Non ne posso più! Senti come gracchia quel dannato!”
“Eh? Perché? Ci ha anche portato delle bellissime rose. Ci volevano dei fiori, casa nostra, anzi mia, è così smorta. Un tocco di profumo e colori non farà di certo male.”
“Ma per chi tifi, per lui o per me?! Insomma siamo pur sempre fratelli!”
Saga smise di leggere il libro di cucina regalatogli da Shion. Il gran sacerdote aveva riconosciuto in lui doti culinarie superiori a tutte le ancelle e, con grande felicità del gold dei gemelli, ogni tanto lo chiamava per preparare pranzi o cena. E qualche soldino riusciva a raccimolarlo… ma Shion era di palato fine.
“State…gareggiando per qualcosa, Kanon?”
Kanon si bloccò un attimo alle parole del fratello. Effettivamente…no. Ma allora perché sentiva una sensazione di sconfitta, anche se aveva vinto nello scontro verso Aphrodite? Non volle pensarci troppo. Si alzò dal divano, si voltò verso la camera e con aria adirata….
“ESPLOSIONE GALAT-“
“KANON! NO!”
Saga si tuffò totalmente su Kanon riuscendo per miracolo ad atterrarlo  e distrarlo. Proprio in quel momento dalla camera uscirono Aphrodite ed Hilda, che si ritrovarono i gemelli ai loro piedi.
“….Poi lo dite a me che sono gay.”
Disse Aphrodite con un sorriso gelido, per poi superare i due ed uscire dalla terza casa. E tornarsene alla sua.
Hilda guardò i gemelli, i gemelli guardarono Hilda. Finalmente si rialzarono.
“Io…vado da Agape. Vorrei parlare un po’ con lei.”
la rossa se ne andò salutando entrambi, ma guardando Saga. Che bella l’uguaglianza.
 “Avete litigato?
“Beh, non proprio è che…da un po’ di tempo mi ignora e…”
“Perché non sei gentile.”
“Saga basta! Sai dove te la ficco la gentilezza?!”
“Bada bene stupido, ricordati che posso sfrattarti quando voglio. Chiaro? E dopo dove vai a dormire eh? Dillo a tuo fratello maggiore! Dove? Che non ti sopporta nessuno!”
“….scusa.”
Saga guardò Kanon chiedere scusa imbronciato e, per la prima volta, si sentì davvero un fratello maggiore. Aveva il potere di sfrattarlo e…gli stava consigliando cosa fare in amore! Ma poteva ricevere anche un premio come miglior fratello! Tsk! Aiolos poteva soltanto farsi da parte. Ora avrebbe aiutato lui suo fratello. Mise una mano sulla spalla di Kanon. Kanon guardò la mano.
“Da dove viene questa confidenza?”
“Perché non inviti Hilda ad un appuntamento? Alle donne piace.”
 
 Hilda attraversò tutte le case di corsa. Ahahah ci avevate creduto? Svenne in mezzo a quella di Cancer e, quando si fu ripresa, il gold, dato che stava andando a far visita al fioraio del santuario, si offrì di accompagnarla.
Ma se il cavaliere del cancro aveva offerto una mano, Hilda si prese un braccio. Perché? Perché dalla semplice compagnia Death Mask dovette portarsi Hilda su per le scale fino alla nona casa. E la scusa? – Eh ma io sono amica di Aphrodite e quindi anche amica tua, e gli amici si aiutano a vicenda.
Dopo qualche oretta i due giunsero alla meta. La ragazza fresca e riposata, l’altro un po’ meno…ma continuò il suo tragitto lasciando la rossa a casa del sagittario.
Quest’ultima entrò sicura di trovare Agape intenta a fare…qualche flessione oppure chiedere ad Aiolos qualcosa sul leone dorato ma sorprendentemente, la bionda aveva una mano sulla spalla del padrone di casa.
“Cos’è…successo?”
“Ah, Hilda…Aiolos voleva ricomprarsi una fascetta rossa poiché l’altra…beh lo sai. Ma rosse non erano più disponibili. Era rimasta di un solo colore….blu.”
“Oh mio Dio! Il tempio del Dio Susanoo! Il fumo blu! Aiolos non ti conviene indossarla! Potrebbe portare…”
Ma Aiolos non ascoltò. La fascia era il suo punto di differenza dagli altri gold, il suo punto d’orgoglio, e lo rendeva davvero figo! La legò alla testa velocemente ma ci mise talmente troppa forza che iniziò a non passargli il sangue…poco dopo svenne.
Le due lo guardarono un attimo poi sorpassarono la ‘carcassa’  del sagittario , andando in camera di Agape per parlare delle loro cose.
“Come mai qui, i gemelli ti hanno cacciata?”
“No. Non voglio vedere troppo la faccia di Kanon. Ha fatto delle cose che non mi piacciono ultimamente…”
“Oooooh…”
Hilda guardò Agape. Quest’ultima aveva uno sguardo malizioso ed indagatore. Si teneva due dita sotto il mento e di tanto in tanto una risatina cominciava ad uscirle.
“Cosa…cosa diavolo è quel tono Agape?”
“Mi sembrate due fidanzati. Uscite anche insieme vero?”
“NO! Assolutamente e…s io sono fidanzata con Kanon tu col gatto cosa sei? Gli sei appiccicata tutto il santo giorno!”
Agape congiunse le mani in segno di preghiera e poi chiuse gli occhi.
“Amanti. Suona più romantico e passionale. Non trovi? È una parola travolgente e con un significato profondo. Credo sia assai adatta a me ed Aiolia. Oggi ho intenzione di incontrarlo sai?”
“E quando non vuoi incontrarlo?”
“Si ma oggi sarà diverso, riuscirò sicuramente a-“
“Saltargli addosso e stuprarlo?”
“Detto così suona male…”
Le due ragazze risero insieme ancora un po’ finché, Hilda, decise di tornare alla terza. Uscendo però incrociò lo sguardo del malcapitato cancer che, sfortunatamente, anche lui stava tornando in quel momento. Nemmeno a dirlo, al granchio toccò caricarla e portarla giù per le case rimanenti sotto le risate degli altri gold mentre la rossa riuscì anche a farsi un pisolino.
Arrivati alla quarta, Death Mask la buttò a terra come un sacco di patate mandando giù tutte le divinità conosciute e sconosciute per poi sparire in chissà quale angolo della sua lugubre casa.
Hildegard si fece i restanti scalini a piedi tornando alla casa dei gemelli, non che ne avesse particolarmente voglia ma…cominciava anche ad avere fame. Appena entrata trovò Kanon seduto su una  sedia, i gomiti appoggiati al tavolino e le mani unite davanti al volto che lasciavano scoperti soltanto gli occhi. Lo sguardo raggelò la Saintia del pavone, cosa poteva mai volere? E perché Saga non era li? Una sfida? Hilda si mise in posa di difesa pronta al peggio.
“Vorresti…”
Hilda assottigliò gli occhi, era pronta. Gli avrebbe fatto vedere com’èra migliorata in quel tempo. Sfaticata si, ma debole no!
“Hildegard, vorresti…vorresti, ti andrebbe…”
“Parla! Vigliacco!”
“Ti andrebbe di uscire con me?”
“Accetto la sfida!”
“….addirittura?”
Kanon si alzò andando via chissà dove e, poco dopo da Hilda corse Saga, naturalmente aveva ascoltato tutto  nascosto da qualche parte. Il gold iniziò a parlarle ma la rossa era talmente shockata dell’accaduto che nemmeno riusciva a connettere ciò che il maestro le stava dicendo.
 
“No! Nonononono!!
Sbraitò Agape arrabbiata proprio davanti la casa del leone, con Kiki che si tappava le orecchie a pochi centimetri da lei.
“Perché devo venire io?!”
“Perché Aiolos al momento non è disponibile, mi sembra sia in uno stato comatoso, spero si riprenda…poi Milo ha indicato personalmente te ed Hilda come degne segretarie di zio Shion. Appena l’ho detto a zio lui ha chiesto esclusivamente di te.”
“Cosa?! Perché?”
“Non si fida molto dell’allieva di gemini, ed inoltre ha sentito parlare della sua temibile canna da pesca…ma dimmi, è una mossa così potente?”
Disse Kiki curioso guardando Agape. Quest’ultima, intanto che il bambino rifletteva, cercava un modo per svignarsela dalle ore di torture con Shion. Cosa avrebbe potuto fare? Le venne in mente solo una cosa. Aspettò qualche minuto finché una farfalla non si posò sul naso del piccolino e lei si diede alla fuga all’interno della casa del leone. Kiki era un bambino e non avrebbe potuto trascinarla su per tutte quelle scale, aveva vinto lei!
“Hey! Dove scappi!”
La farfalla bianca volò via e Kiki partì all’inseguimento di Agape.
Nella casa di Aiolia, Agape si guardò intorno mentre correva. Era inseguita da un dannato moccioso eppure le sembrava di correre per la vita! In lontananza vide Aiolia.
“SEI MIA AGAPE!”
 “AIOL-“
Kiki saltò arrivando a toccare la schiena della bionda e, velocemente, entrambi vennero trasportati al tredicesimo tempio. Un istante dopo la loro scomparsa, Aiolia si voltò.
“Strano, mi sembrava di aver sentito…avrò dormito poco…”
 
Kanon ed Hildegard camminavano, vicini. Senza proferire parola. Lei ancora shoccata e lui pieno d’imbarazzo perché si domandava? Perché aveva dato retta a quel maledetto di suo fratello? Perché doveva cedere a quella stupida proposta? Lui nemmeno voleva andarci a quell’appuntamento!
“Cosa…ti ha spinto ad invitarmi?”
Chiese Hilda, torturando una ciocca di capelli. Kanon la guardò di scatto. La ragazza si guardava i piedi mentre camminava, strano….dato il caratteraccio.
“Me lo ha detto S-“
Un attimo! Se avesse pronunciato quelle parole tutto si sarebbe sbriciolato in un cumulo di polvere! E stavolta sarebbe stato davvero impossibile recuperare i punti presi in precedenza! Sentiva già la risata stridula di Aphrodite salirgli su per la schiena. Non poteva, no, non doveva assolutamente! Scossa la testa e la guardò! Gentilezza! Gentilezza!
“Me l’ha detto il cuore…”
A quel punto la ragazza avvampò e ci mancò poco che il volto si confondesse coi capelli. Annuì semplicemente mentre sul volto dell’altro compariva una specie di sorriso compiaciuto.
“Voglio portarti in un posto. Dati i tuoi precedenti, credo ti piacerà molto… è oltre il boschetto.”
Porse la mano alla ragazza e quest’ultima la guardò diffidente. Mica aveva bisogno di aiuto lei! Si avviò mezza offesa prima di lui e, dopo che un pezzo di pantalone le si fu impigliato in una radice, cadde a faccia avanti.
“Sai che non rido perché sono gentile?”
“Gentile? Tu?”
“Se mi dai la mano evitiamo altri ruzzoloni ed arriviamo prima.”
Controvoglia (o forse no), Hilda diede la mano a Kanon ed entrambi si avviarono per il boschetto.
Incontrarono, senza naturalmente infastidire, anche scene bizzarre… come Milo che stava pregando Camus di passare più tempo con lui perché aveva problemi da raccontagli e, Camus per risposta gli avevs detto di andare da un bravo psichiatra, Shura intento a tagliare legna…o si stava allenando? Ed infine Mu che stava bevendo un te con Aldebaran…Ma davvero questi gold non avevano nulla da fare tutto il giorno?
Arrivarono finalmente e…cosa si trovarono davanti? Un bellissimo prato fiorito? Ovviamente no! Un bellissimo panorama? Ovviamente no! Troppo banale!
“Kanon, è…è…fantastico!”
“Lo so. È da molto tempo che lo conosco ma non ti ci ho mai portata perché mi eri ant-….non credevo fossi pronta.”
 
 
Ma vediamo Agape come se la stava cavando. Era stata scaraventata insieme a Kiki al tredicesimo tempio ed ora era al cospetto di Shion insieme al bambino. Il Gran sacerdote sedeva sul trono mentre la bionda ed il ‘rapitore’ erano inginocchiati  lontano da lui. Alla destra di Shion era  in piedi Dohko con aria molto preoccupata.
Gli occhi viola dell’ex ariete erano contornati da grandi occhiaie ed il volto severo la diceva lungo sulle sue notti, probabilmente, insonni di lavoro.
“Dunque.”
Pronunciò con tono solenne, talmente raggelante che ad Agape passò un brivido su per la schiena. Strano eppure lo ricordava diverso la prima volta che l’aveva visto, un tono di voce caldo, gentile e calmo. Cosa poteva essergli mai successo?
Shion si alzò dalla sua postazione e camminò per qualche metro.
“Come Kiki ti avrà già accennato oggi sbrigherai tu le mie pratiche. Quindi buona fortuna Agape.”
“Non dovevo fare soltanto da segretaria?!”
I lunghi capelli verdi ondeggiarono mentre il Grande sacerdote si girò lentamente. Agape sobbalzò alla vista dello sguardò raggelante che le venne lanciato.
“Come?”
“Ho chiesto…se…”
“Dohko ti aiuterà”
A quel punto il saint della bilancia, rimasto in disparte fino a quel momento, lanciò un urlo che sentì anche Saga alla terza probabilmente, ma poco importò a tutti i presenti.
“Andate pure nel mio ufficio. Kiki, vieni, andiamo a Rodorio. Ti comprerò il gelato.”
“Siiiii!”
 
 
Un fiume si stendeva davanti a Kanon ed Hilda. Limpido e dall’acqua cristallina da cui si potevano vedere i pesci. Ogni tanto quest’ultimi guizzavano fuori dalla superficie e, guardandoli, gli occhi di Hilda, brillavano dalla felicità.
“Kanon! Immagina che mangiate che faremo quando li pescherò! Fritti, al forno…”
Iniziò ad elencare tutte le possibili cucine con cui Saga avrebbe potuto cucinare un buonissimo pesce, ma la frase che aggiunse per ultimo fece imbestialire Kanon.
“Potremmo invitare anche Aiolia, Agape ed Aphrodite!”
Apparte che invitare Aphrodite ad un pranzo di pesce gli sembrava cannibalismo, ma perché doveva pensare sempre a quel maledetto deficiente? Non capiva che quel bastardo la prendeva in giro? Forse era ora di seguire il consiglio di Saga e farle capire ciò che veramente provava lui.
Non sarebbe stato facile e, sicuramente, sentiva in cuor suo che qualcosa sarebbe andato storto. Sentiva che gliela stava mandando Poseidone, che gliela stava mandando Tethis, che gliela stavano mandando tutti i generali del mare, che gliela stava mandando sotto sotto –molto sotto- anche Aiolia per averlo trascinato a salvare le due, che gliela stava mandando persino Athena e, naturalmente più di tutti, Aphrodite.
Ma doveva provarci. Ce l’aveva fatta con altre ragazze e suo fratello si era fatto un’orgia quando era Gran Sacerdote. Non poteva ‘perdere’ miseramente a quel modo.
Prese un grande sospiro e si avvicinò ad Hilda che stava ancora osservando l’acqua. L’abbracciò da dietro. Alle donne piacevano gli abbracci da dietro no? E quello era un punto a suo favore. Fin li c’èra. Il paesaggio romantico c’èra. Mancava solo la frase. Poteva farcela.
La rossa girò il viso quel tanto che bastava per vedere il volto dell’ex generale del mare. Sentiva il suo respiro sulla pelle. Il cuore aveva preso a batterle all’impazzata, credeva che un momento simile non sarebbe mai arrivato e lo9 avrebbe visto soltanto illustrato nei libri delle fiabe.
Aveva un carattere abbastanza brusco, ma le scene romantiche le erano sempre piaciute ed aveva sempre sognato di viverne una.
“Hildegard…”
Kanon pronunciò il suo nome a bassa voce stringendola di più, la ragazza sussultò.
“Tra tutte le donne che ho incontrato tu sei la migliore…Credo di essere innamorato di te.”
 
Intanto al tredicesimo tempio, nell’ufficio di Shion, sia Dohko che  Agape alzarono in fretta lo sguardo dai documenti che stavano scrivendo. L’espressione sul volto di entrambi divenne seria.
Dohko guardò la giovane alzandosi.
“Cos’è…Questo cosmo distruttivo? Sembra adirato ed allo stesso tempo distruttivo! Che stia per scoppiare una nuova guerra sacra?”
“E’…Hilda!“
I due si guardarono perplessi.
“Forse Saga le sta insegnando qualcosa, ha fatto davvero un buon lavoro con lei vero Agape?”
“Giusto Dohko. Non preoccupiamoci troppo!”
I due, senza preoccuparsi tornarono ai documenti, avevano quasi finito e non gli andava di immischiarsi in questioni non loro. Fecero finta di niente e si diedero al lavoro.
 
Quella sera fu deprimente per tutti.
Aiolos era ancora in stato comatoso poiché nessuno pensò a levargli la fascetta, Agape tornò a casa distrutta, l’unica consolazione fu che la portò in braccio Dohka, santo ragazzo (uomo?) e quest’ultimo, che aveva lavorato seriamente per la prima volta in vita sua, si buttò sul letto e dormì per 17 ore di fila tanto che qualcuno lo considerò quasi morto.
Mentre alla terza… Hilda si barricò in camera sua con un cartello che specificava: DO NOT ENTER.
Mentre Saga guardava Kanon scuotendo la testa. La mano che aveva stampata sulla faccia il più piccolo sarebbe rimasta sicuramente per qualche giorno…

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Angolino di Fri: Scusate il ritardo dell'aggiornare, purtroppo diventeremo incostanti nell'aggiornamento, una per un motivo l'altra per l'altro, ci dispiace dirlo ma pri promettiamo entrambe che finiremo questa fiction, la storia è già finita come documento, il nostro solo problema è l'aggiornamento ma pian piano arriveremo alla fine, continuate a seguirci per favore.
Buona lettura.



“Hai più di duecento anni, è mai possibile che devo ricorrere a questi metodi per farti stare seduto a questa scrivania?”
Chiese Dohko, ormai disperato.
Anche quel giorno Shion stava facendo i capricci e libra si era visto costretto a legarlo alla sedia con la catena di Andromeda fregata a Shun, che era andato a farsi consolare da Ikki. C’era da dire che Shion non lo faceva neanche di proposito, insomma chiunque si fosse trovato una cinquantina di fogli la mattina presto si sarebbe dato alla fuga.
“Aiuto, aiuto, sempre aiuto chiedono, perché qualcuno non mi manda mai un biglietto di auguri?”
Borbottò il vecchio ariete, incominciando a lavorare di malavoglia.
Dohko si appoggiò alla scrivania.
“Perché ormai siamo troppo vecchi”
“Parla per te!”
“…Sono tutte missioni?”
Chiese il gold, prendendo un foglio a caso accanto a lui.
“Già, la maggior parte tutte stupidaggini”
Rispose il gran sacerdote, visionandone un paio.
“Abbiamo parecchie nuove reclute, puoi sempre mandarne un paio se non sono pericolose come missioni”
Propose il cinese.
“Uhm…perché no…però ci vorrebbe un accompagnatore per questa”
Mormorò Shion, perso tra i suoi pensieri.

“Ma perché proprio tu?”
Chiese Hilda, con le braccia incrociate sotto il seno.
“Perché il sommo Shion conosce il mio valore”
Si gonfiò il petto Milo dello Scorpione, fiero nella sua armatura, mentre le due lo guardavano ancora in abiti civili.
“Si ma…perché?”
Ripeté Agape.
Allo scorpioncino caddero le braccia, doveva per forza dire la verità.
“Mu è andato in gita con Kiki, Aldebaran aveva un appuntamento, Saga è andato con Aiolos a lavorare per ripagare i vecchietti, Death si è dato alla macchia, Aiolia ha detto di aver un appuntamento importante, Shaka è emigrato in India con i suoi allievi, Dohko controlla il sommo Shion, Shura si sta riprendendo da una sbornia, Camus si è rifiutato di venire con me e Aphrodite aveva appuntamento dal parrucchiere”
“E Kanon?”
Chiese Hilda.
“Mi hai preso per il banco informazioni?”
Assottigliò lo sguardo Milo, cercando di essere minaccioso.
“In che senso appuntamento importante scusa?”
Si fece avanti Agape, cercando di non pensare male, insomma l’asciugamano e il ballo dovevano pur significare qualcosa!
“…Non mi ascolterete mai vero?”
Chiese ancora Milo.
Le due gli sorrisero.
“Immaginavo…comunque! Sono io il capo di questa spedizione quindi dovrete farlo per forza! Io sono un gold, quindi di rango superiore, non potete fare altrimenti”
“Ti senti figo quando lo dici eh?”
Chiese la bionda.
“Molto, ora in marcia! Uno, due! Uno, due!”
“Ma tu ti fidi?”
Domandò Hilda all’amica.
“Vuoi davvero la risposta?”
“No, hai ragione, non serve”
Seguirono lo stesso Milo, infondo era davvero lui il capo di quella spedizione.
…A proposito.

“Ma in cosa consiste la missione?”
Chiese la rossa, allungando il passo per cercare di vedere in viso l’altro.
Il gold tirò fuori un foglio dal collo dell’armatura e lo lesse.
“Dobbiamo trovare un tempio di un certo dio del mare…”
“Poseidone?”
Domandò Agape, sistemandosi l’armatura in spalla.
“No, è della coltura giapponese, la gente del villaggio vicino si lamenta di catastrofi e vuole farlo abbattere dai valorosi saint di Atena per riportare la fortuna”
“Ci hanno preso per operai?”
Chiese, retoricamente, sempre la bionda. Era la sua prima missione, sperava in qualcosa di più…e in compagnia migliore, ma di certo non si lamentava di Hilda.
Proprio la rossa fece una domanda che diede inizio a una brutta giornata.
“Come fa un tempio a portare sfortuna?”
In quel preciso istante, subito dopo la richiesta, un fulmine cadde poco lontano da loro.
Poi iniziò a piovere.
Furiosamente.
“Qualcuno ha un porta fortuna?”
Chiese Agape.
“Gli scorpioni sono fortunatissimi!”
Urlò Milo, convinto.
Un fulmine cadde proprio vicino a loro.
Le due lo guardarono.
“…Lo diceva l’oroscopo”

Decisero, o meglio, Milo decise di seguire l’oroscopo, e continuare la loro missione senza qualche porta fortuna di qualche genere.
Shion aveva definito quella missione una stupidaggine, eppure in due ore il santuario aveva quasi perso due nuove saintia e un gold.
Pioggia a parte, i tre erano finiti in altri inghippi lungo la strada.
Prima di tutto un tenero, innocente cagnolino, tutto solo e bagnato, aveva trovato in Milo un ottimo rifugio per fare i suoi bisognini. Lo scorpione era contro la violenza sugli animali, assolutamente, per questo aveva adottato insieme a Camus dei pinguini a distanza…ma le sue imprecazioni avrebbero fatto venire giù dall’Olimpo Zeus in persona, e per di più Mu si occupava solamente di riparare le armature, non di pulirle.
La malasorte aveva poi toccato la più piccola dei tre, Agape.
Quando non era arrabbiata, o intenta a sedurre, era davvero una brava ragazza, sua nonna l’aveva educata bene…peccato che a essere gentili si rimane per lo più fregati. Infatti, quando aveva visto un ragazzino che piangeva si era offerta di prestargli la sua felpa per ripararlo dal freddo che il piccolo lamentava di avere…dopo neanche cinque secondi dall’offerta era spuntati altri quattro ragazzini che gli avevano rubato felpa, maglione, maglia e canottiera lasciandola in reggiseno.
L’armatura per loro era troppo pesante.
Agape l’aveva indossata per non rimanere mezza nuda ma il risultato non era cambiato di molto perché l’armatura le lasciava le braccia completamente scoperte e quindi al freddo, il tessuto leggero del vestito di sotto non aiutava per niente, ergo stava starnutendo da dieci minuti buoni…di fila.
Infine Hilda, povera sventurata anche lei.
Con tutta quella pioggia la frangia le si era appiccicata alla fronte e lei, cercando ogni cinque minuti di spostarla, non si era accorta del sasso che era parato davanti a lei. Il risultato fu una maschera di fango che di certo Aphrodite non avrebbe approvato, i vestiti completamente sporchi, tanto che anche lei si vide costretta a indossare l’armatura, e i fermagli che il gold dei pesci gli aveva regalato quasi tutti persi, alcuni li aveva salvati perché Agape si era tolta il velo della sua armatura per prestarglielo e lei l’aveva usato a mo’ di sacca.
Le sfortune di certo non finiscono qui.
I tre, seguendo le indicazioni che Milo ‘leggeva’ sul foglio ormai quasi melma, si erano prima ritrovati davanti ad un tempio di Apollo, che non centrava assolutamente niente con quello che cercavano loro. Poi in un bosco assolutamente sinistro dove uno strano gufo faceva un verso simile a ‘hey hey hey’ e li seguiva passo per passo, e la bionda fu quasi obbligata dagli altri due a eliminarlo o almeno a parlarci perché erano in ‘simbiosi’ grazie alla sua armatura. Poi uno strano tizio aveva cercato di convincere Milo a vendergli le due saintia per tre polli e cinque capre, lo scorpione ci aveva pensato su, era una bella offerta!, ma la minaccia di un’esplosione galattica sulla testa e una freccia nel di dietro lo avevano fatto desistere. Avevano dovuto poi attraversare un fiume in piena, rischiando di essere trascinati via, che sulla cartina, diceva Milo, non doveva esserci. Poi un altro bosco, un villaggio dove li avevano scacciati perché li avevano creduti dei barboni, un altro fiume e poi, FINALMENTE, erano arrivati al villaggio giusto.
Sporchi.
Bagnati.
Stanchi.
Depressi.
E chi ha altri aggettivi li aggiunga alla lista.
Agape e Hilda ormai non avevano più nessun dubbio.
Gli abitanti del villaggio avevano ragione, quel dannato tempio portava più sfiga che altro, e non volevano averci più niente a che fare.
Milo era di altro avviso, perché?
Perché l’oroscopo non poteva assolutamente mentire, quindi trascinò le due fino in cima alla montagna dove era situato il tempio.
“Sto progettando un ammutinamento”
Borbottò Hilda, ormai quasi allo stremo della sopportazione.
La bionda annuì solamente, mentre entrambe venivano trascinate per la collottola dell’armatura dal gold.

Intanto, a Rodorio, due cari gold di nostra conoscenza erano nuovamente al bar.
Non per lavorare, no. Saga si era assolutamente rifiutato di farlo, perché lui aveva ancora un contegno, a differenza di Aiolos che era arrivato portando con sé gli attrezzi per riparare le case dei vecchietti.
Si erano messi al tavolo e avevano iniziato a giocare di nuovo.
E ora erano nuovamente nelle stesse condizioni dell’altra sera, se non per un piccolo particolare.
Aiolos aveva perso pure la fascia.
“Era un regalo di Aiolia!”
Urlò il sagittario, quasi in lacrime, insomma era un regalo del fratellino.
“Zitto e cerca di pescare carte buone, altrimenti dobbiamo giocarci pure le armature e le case!”
Borbottò Saga, guardando male i vecchietti che li osservavano ridacchiando da almeno una mezzoretta buona.
“No! L’armatura no! L’ho recuperata da poco da Seiya ed era pure mezza distrutta!”
“Allora cerca di giocare bene!”
“E tu pesca assassino!”
“Pensavo che questa storia fosse chiusa ormai!”
“Sono furbo anch’io sai e quando mi serve la ritiro fuori!”
“AhAh! E’ per questo allora che mi fai pagare tutte le tue spese!”
“Mi sembra ovvio!
Urlò ancora Aiolos.
“Altrimenti come li faccio i regali a Seika”
Continuò il castano, tornando poi alle sue carte.
Saga sospirò.
“Dovremo cercarci un lavoro prima o poi, Shion non molla niente”
“Stavo pensando di chiedere alla nonna di Agape, sai, sono mezzo raccomandato”
Commentò il sagittario.
Gemini rispose che magari lui poteva mettere su un ristorante di pesce con Kanon e Hilda, sempre che il gran sacerdote gli avesse accordato il permesso.
In tutto questo discorso, i due vecchietti si erano addormentati perché poco interessati ai loro discorsi, e poi era l’ora del riposino per loro ormai.
Ma i due gold continuarono a pescare, lamentandosi della tircheria di Shion, ma soprattutto di quella di Saori.
Insomma erano morti più di una volta per lei, e manco un ringraziamento!
“Se tu mi avessi lasciato fare anni fa, a quest’ora non saremo qui a giocarci le case”
Commentò Saga.
Aiolos quasi rimpianse di non averlo fatto.
“Ehi! Voi due! Una telefonata passata dal santuario per voi!”
Urlò il barista, al telefono.
I due si guardarono terrorizzati. Che Shion avesse scoperto di quella giocata clandestina dove stavano scommettendo di tutto e di più?
Fecero pari e dispari.
Perse Aiolos. Saga si riconfermò come più forte del santuario ancora una volta.
“Pronto?”
-AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOO!-
Le voci di Hilda e Agape quasi lo assordarono.
Perché questa richiesta di aiuto così disperata, si chiesero i maestri.
Colpa del tempio, di Milo, del dio del mare giapponese e di Shion, giusto per metterci anche lui di nuovo.

I tre erano arrivati al tempio.
Le due saintia ancora non molto convinte, ma era ancora la loro missione, certo però l’insegna non era delle più promettenti.
-Attenzione a voi che entrate, rimarrete sfigati per il resto della vostra vita.
   A meno che non trovate una Sunny, o un Balder…è più gradita una Sunny-
“Ma Balder non è uno della mitologia nordica?”
Chiese Hilda, perplessa.
“No, mai visto ad Asgard”
Rispose sicuro lo scorpione.
Capitelo, lui era morto prima dello scontro tra il god warrior e Shaka.
“Siamo ancora sicuri di voler entrare?”
Domandò Agape.
“No”
“Si”
Risposero in coro gli altri due.
Vinse Milo solo perché era superiore di rango.
Così entrarono, pronti per buttarlo giù, anche solo per vendicarsi di tutte le cose che gli erano capitate durante il viaggio di andata.
Avevano appena iniziato con calci e pugni che uno sbuffo di fumo azzurro comparve in mezzo alla cella del tempio, si girarono e videro…un tappetto.
Un piccolo gnomo (?), che aveva le sembianze di una specie di dio.
“Guai a voi se oserete toccare il mio tempio!”
Si scoprì essere Susanoo.
“Non avete letto il cartello? Volete essere sfigati come me? Davvero? Guardate che Balder non ci viene da voi, e Sunny è sposata con me!”
“Credete che questo ci può fermare, noi siamo saint di Atena!”
Urlò Milo, preparando la sua cuspide.
“Ah si? Vi avverto! Tu!”
Urlò il dio indicando Hilda.
“Tu avrai i capelli crespi, la pelle secca, la tua canna da pesca si spezzerà, tutti i pesci che prenderai saranno maledetti, il tuo amico ti lascerà perché sarai brutta e quello che già non ti fila, non ti filerà mai, manco quando andrete negli inferi! Tu invece!”
E passò ad Agape.
“Il tuo destino come saintia avrà vita breve e sai perché? Perché te ne andrai tu stessa, quando scoprirai che il micio a cui vai dietro preferisci i gomitoli a te! Troverai lavoro in un negozio di sartoria dove ricorderai per sempre quel tradimento e sarai costretta a lavorare a maglia, ogni, giorno, e il micio verrà a comprare da te! Mentre tu!”
Finì indicando Milo.
“Tuuuu dovrai pagare donne a vita per farle venire con te! Alla fine dovrai pagare il tuo stesso migliore amico per farlo stare in tua compagnia!”
“Come se già non lo facessi”
Commentò Milo, incrociando le braccia.
“Le tue parole, comunque, non fanno effetto su di noi, siamo superiori e non crediamo a queste stupidaggini, non sono come l’oroscopo, non è vero ragazze?...Ragazze?”

Ma le due erano già corse a telefonare ai propri maestri per chiedere soccorso.
E qui sorse un altro problema, Aiolos e Saga erano impegnati nella loro partita –i due vecchietti si erano risvegliati dal pisolino-, non potevano dare fourfè, altrimenti addio casa e addio armatura.
Gemini però aveva un asso nella manica, o meglio, un gemello nella manica.
Chiamò Kanon, il quale si rifiutò, arrabbiato perché il maggiore gli aveva interrotto il pranzo pre-riscaldato che gli aveva lasciato.
“Ascoltami bene fratellino, se non muovi immediatamente le chiappe e vai a salvare Hilda e la sua amica giuro che ti sfratto di casa e ti faccio andare a dormire con Aldebaran! Nel suo letto! Con lui dentro!”
Dopo questa gentile minaccia da parte di Saga, che poi tornò a giocare la sua partita, Kanon andò a recuperare Aiolia alla quinta, giusto per non essere da solo.
E per scaramanzia si portarono dietro il gomitolo portafortuna del leone.
Le due saintia vennero salvate dalla sfiga.
Lo scorpione fu trascinato a casa dai due amici.
Aiolos e Saga riuscirono a vincere barando dopo aver chiesto aiuto a Death Mask.
E tutti vissero felici e contenti.
…Assolutamente no.

Shion, quando aveva scoperto che i tre non avevano adempiuto alla missione loro data, andò su tutte le furie. Se doveva sgobbare lui, allora dovevano sgobbare pure loro!
Quindi, per punizione Milo dovette fargli da ragioniere per almeno una settimana…e per poco il santuario non andò in fallimento, sia lodato Camus che era un genio in matematica.
Hilda e Agape invece furono costrette ad accompagnare Saori ad uno dei suoi ricevimenti.
Le due pregarono che i parenti divini della loro divina dea non si facessero vivi.
La cosa positiva, almeno per le due, era che grazie ad Aphrodite erano diventate un vero schianto e questo non sfuggì agli occhi felini di Aiolia, che fece addirittura cadere per terra il gomitolo uscito quel giorno (ecco qual era il suo appuntamento tanto importante), e nemmeno agli occhi di Kanon che, rigido come sempre, aveva commentato con un ‘sei decente’ alla rossa.
Per fortuna la sfiga del tempio non le aveva seguite.
Altrimenti non avrebbero saputo dove trovare una Sunny.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Angolino di Net: Ormai non abbiamo più scuse per i ritardi, ma non temete, oggi pubblicazione prima e presto vedrete anche il finale di questa storia! 


Aiolia, era seduto sulle scale che portavano all’entrata di casa sua. L’espressione assorta in chissà quali pensieri, il gomito appoggiato al ginocchio e la mano a sorreggere la testa…già  ormai da mezz’ora.
Si girò di scatto quando sentì dei passi andare verso di lui. Venivano da dietro. Un nuovo attentato di Agape? Assottigliò gli occhi, pronto per un eventuale balzo se la ragazza gli fosse saltata addosso… ma con sua grande sorpresa, dall’ombra, e con una confezione di detersivo liquido in mano, uscì Kanon.
Con aria funerea. Nemmeno avesse rivisto Poseidone. Aiolia guardò le scale, poi ancora Kanon.
“Ma…quando sei entrato? Hai usato uno strano potere di voi gemelli?”
“No. Eri semplicemente imbambolato con una faccia da deficiente.”
Kanon avanzò di qualche passo per poi sedersi qualche metro distante dal leone e mettere fra loro il detersivo.
“Ti sei dato al bucato?”
“Ho cercato di seccare le rose di Aphrodite. Spero funzioni.”
Un soffio di vento passò smorzando il silenzio che venne a crearsi poso dopo. Non che avessero molti argomenti in comune Aiolia e Kanon. L’unica cosa su cui potevano discutere era, appunto, Hilda ed Agape ma nessuno dei due si azzardava ad iniziare. Uno per la vergogna, l’altro per il troppo orgoglio.
Entrambi capirono che sarebbero rimasti li a fare il gioco del silenzio in eterno se uno dei due non avesse iniziato il discorso per primo e Kanon si disse che, in quanto più grande, sarebbe toccato a lui affrontare l’argomento.
“Va tutto bene con Agape?”
“Si Aiolo- hem si Kanon…scusa, l’abitudine. Di solito le domande idiote come queste me le fa mio fratello.”
“Tuo fratello è idiota?”
Il micio dorato fece un’espressione corrucciata. Nessuno poteva offendere suo fratello, nessuno! Ma se in una frase Kanon gli aveva rigirato la frittata…era meglio passare oltre.
“Credo che Agape abbia un modo tutto suo di dimostrarmi il suo affetto. È davvero molto dolce sotto alcuni aspetti…ma soltanto sotto alcuni. I restanti si potrebbero definire…..particolari.”
“Che fottuto scemo, ti è saltata dentro al letto e non le hai fatto nulla.”
“Sono un gentiluomo io!...e tu come fai a saperlo?!”   
“La gente parla, caro Aiolia.”
“Almeno io non mi sono beccato uno schiaffo da una ‘appena Saintia’ perché la confessione d’amore ha fatto schifo.”
“Come lo sai?!”
“Fish parla, caro Kanon.”
 
Anche se si preannunciava una giornata di pioggia, molti cavalieri si stavano allenando nell’arena.
Ed Hilda ed Agape avevano trovato due nuovi amici con cui allenarsi.
“Hai visto Saga? Guarda com’è brava la mia Agape!”
“Aiolos..Ne parli come ne fosse tua figlia…”
“Pff, sei solo invidioso perché la tua in qualche modo riesce sempre a fare qualcos’altro invece che dedicarsi agli allenamenti!”
Saga guardò Agape in lontananza. Stava prendendo a pugni un ragazzo dai capelli marroni e gli occhi dello stesso colore. Il volto di Agape era dipinto da un’espressione omicida e qualche schizzo di sangue colorava il tutto.
Il povero malcapitato vestiva con dei pantaloni rossi ed indossava l’armatura bianca. Sappiamo già chi era il malmenato.
“Seiya! Un giorno perirai per mano mia!”
“Non ci sperare!...coff coff…Lady Saori…io…devo combattere per lei!”
“Ma quale Lady Saori! Io penso ad ammazzarti! Cosa centra lei adesso?!”
Agape prese per il collo Seiya stringendolo forte. Quest’ultimo guardò la bionda allungando una mano.
“A-…Athena…”
“Co-Cosa?”
“Lady Saori….”
Seiya sorrise ad Agape per poi svenire in uno stato di semimorte e lasciare la fanciulla allibita. Il corpo del ragazzo fu lanciato lontano passando davanti ai maestri e questo causò una ventata che mandò i capelli di Saga in faccia ad Aiolos.
“Puah! Bleah…complimenti per la lunghezza ed il profumo però.”
“Grazie. Vado molto fiero di ciò. Anche se capitano spesso incidenti come questo”
I due volsero poi lo sguardo ad Hilda, la rossa era vicina al bronze dai capelli biondi. Uno davanti all’altra. Gambe leggermente divaricate e sguardo serio…che la ragazza si stesse allenando davvero? Il gold dei gemelli era quasi commosso. Poi vide Camus correre accanto a lui trafelato…per quanto l’espressione del cavaliere dell’acquario potesse lasciar trasparire, naturalmente.
“Ora che ti prende?”
Il francese non rispose tenne soltanto lo sguardo fisso sui due. Imbambolato.
Hyoga unì le mani a pugno e poco dopo Hilda fece lo stesso, i due alzarono le braccia sopra la testa e fu che in quel momento che Saga e Camus si misero a correre verso i due ragazzi.
“Non fatelooooooooo! Succederebbe un casino!”
Urlarono i due insieme, senza ascoltarli, il cigno e Hildegard continuarono il loro ‘allenamento”.
“E poi?”
“Poi le braccia si mettono di scatto verso destra con eleganza e il ginocchio sinistro si alza verso destra…così!”
“Bello!”
“L’ho chiamata…tecnica del ballo russo!”
I due gold frenarono la loro corsa. Saga pensando che la pigrizia di Hilda era riuscita a contagiare anche Hyoga, Camus cercando di recuperare un certo contegno…inutilmente naturalmente.
“Ed a che serve?”
“Il nemico è distratto dalla bellezza del ballo e puoi attaccare a sorpresa.”
“Mah, non mi sembra così bello.”
Dopo che ebbe iniziato a piovere, tutti i cavalieri presenti nell’arena si ritirarono. Chi più felice chi meno.
 
Tornati alla terza casa, Hilda e Saga trovarono Kanon indaffarato con…delle buste per la spesa. Visto che la ragazza sembrava ancora non volergli rivolgere la parola, ma dall’espressione più curiosa che mai, ed idem per Saga, ci pensò il più grande a cercar di svelare il mistero.
“Cosa diavolo stai facendo?”
“Son andato a ricomprare il detersivo. Era finito… e poi tu ti lamenti che non faccio nulla.”
“Finito? Ma…ricordo perfettamente che era pie-“
“No! Era vuoto! Vuoto chiaro?! Se l’è finito tutto quella sciagurata di Mary…sta sempre a lavare…e stira e stendi e lava e stira e stendi e lava…!”
Hilda e Saga si guardarono. A quanto sembrava Kanon era rimasto un poco addietro per le questioni domestiche… la Mary citata se n’èra andata da ormai un mese per maternità, ed il bucato toccava una settimana a Hilda ed una a Saga…a Kanon nemmeno lo avevano chiesto, non volevano ritrovarsi strani colori nei vestiti…
“Già, hai ragione fratello.”
 Scosse la testa andandosene nella propria stanza. Non ne poteva più di quell’imbecille… Che se la vedesse Hilda con lui. Ci aveva provato in tutti i modi ma…adesso basta, fosse stato un fratello come Aiolia magari poteva anche prenderci gusto a starlo ad ascoltare sui problemi d’amore, sulle amicizie, etcetera…ma Kanon rompeva le scatole e basta. Evaporò dalla stanza lasciando i due soli.
La tensione che si creò era  pari a quella di corde di violino. Nuove.
“Vedo… che ti è passata.”
“Intendi lo schiaffo o il bruciore alla gola?”
“Entrambi…”
“Già, mi sono passati.”
Di nuovo il silenzio divenne padrone della stanza. Hilda passò a guardare fuori, mentre Kanon il pavimento. La situazione ormai era in stallo da giorni ed il ragazzo voleva recuperare il qualche modo…ma come? Non lo sapeva nemmeno lui! Gentilezza? Puah… quella parola nel suo vocabolario non c’èra mai stata, come faceva ad arrivare all’improvviso? Così, per magia… sarebbe davvero stato impossibile allora? Cercò di chiamare a raccolta tutto il suo cosm- scusate, la sua pazienza.
“Mi dispiace per ciò che ho detto l’altro giorno…fingi non sia accaduto  nulla, che io non abbia detto nulla.”
La ragazza si girò piano verso di lui. Scandalizzata. Con aria incredula…e solo allora si accorse di aver fatto un’altra cretinata. Magari avrebbe dovuto fare un corso accelerato sulle donne…beh, insieme a tutti gli uomini del pianeta. Ovvio.
“Tu…sei solo un bugiardo, un bugiardo bastardo….lurido verme schifoso…”
“No! Non intendevo dire quello, aspetta…non mi sono spiegato!”
“Certo, l’ho capito che non intendevi dire quello tranquillo. L’ho capito chiaro e tondo, mi hai anche detto i dimenticarlo! Sei soltanto un…un bastardo senza sentimenti, un frigido!”
Nemmeno Poseidone si era mai arrabbiato tanto con lui, forse. La rabbia sul volto della giovane era tale che da un momento all’altro probabilmente sarebbe esplosa lanciandogli uno dei suoi attacchi… per fortuna furono interrotti da un urlo di: disgusto, terrore e panico.
La voce era inconfondibile.
“Oh no! La dodicesima casa è stata attaccata! Devo correre da Aphrodite!”
“Ma perché t’importa così tanto di lui?!”
 
Poco dopo alla dodicesima, con faccia sconvolta, il povero gold dei pesci era inginocchiato davanti alle sue rose. Un tempo bellissime e rigogliose ma ora secche e prive di profumo.
Pensando ad un possibile attacco da parte di qualcuno, tutti i gold erano accorsi alla dodicesima casa. Ma avevano scoperto che il problema…era ben più grave.
Come avrebbero fatto le tisane a Shion adesso? E dire che il povero Gran Sacerdote era in un periodo davvero buio. Insomma, necessitava delle tisane!
“E’ terribile… è terribilissimo. Chi può mai aver fatto una cosa del genere?”
Disse Dohko, scoraggiato, guardando il giardino.
“Ora dovremmo comprarle…mi chiedo chi pagherà.”
Fece Shaka calmo per poi sospirare. L’unico che sembrava leggermente felice era Death Mask che se ne stava in disparte a parlare da solo.
“Elena…sapevo che il tuo momento sarebbe arrivato, preparati. Sfonderai finalmente!”
Aiolia faceva l’indifferente mentre anche Saga si preoccupava…casa sua non sarebbe più stata invasa da bei colori.
Agape invece…era alquanto indifferente. Aveva sempre preferito le rose blu, ma come ne aveva parlato ad Aphrodite quello aveva storto il naso…quindi non le faceva né caldo né freddo.
Dopo qualche consolazione quasi tutti tornarono alle proprie case…soprattutto per pensare alle tisane per Shion, al momento non doveva sapere nulla.
“Ti muovi Hilda? Ce ne andiamo?”
“No, voglio restare con lui. È depresso poverino guardalo.”
Aphrodite guardò Kanon, non aveva la certezza ma qualcosa, solo qualcosa eh, gli diceva che era stato lui. Quindi perché non rendergli indietro il favore?
“Si infatti, sono depresso, guardami”
Abbracciò la rossa da dietro simulando un’espressione dispiaciuta.
“Le mie rose…le ho curate con così tanto amore. E’ così brutto vedere qualcosa che ami portato via. All’improvviso. Vero?”
“Ma tu guarda ‘sto stron- Io me ne vado!”
Il povero Kanon se ne andò più che incazzato a passi veloci. Perché Hilda non capiva che quello scemo giocava con lei? Perché il suo piano era andato male? Perché le donne erano così complicate? Perché Shion non comprava le tisane alla salvia invece che alle rose bianche? Perché Saga aveva i capelli più lunghi e morbidi dei suoi?
Non riusciva a darsi pace per queste domande… La verità non gli appariva chiara, eppure era sicuro di averla davanti gli occhi. C’èra qualcosa però che gli sfuggiva. Non sapeva cosa.
Entrò nella quinta casa, ma non si trovò davanti Aiolia…ma Agape, con orecchie da gattina, costumino sexy e coda da gatto…con tanto di guanti per simulare le zampe.
“Bentornato Aio….ah.”
“Già.”
Arrossendo irritata si sbrigò a coprirsi per poi fuggire via indignata. Kanon sospirò…perché quello scemo di Aiolia trattava in quel modo Agape? Era una ragazza così spontanea, così bella, così aperta…gli stava dando tutto e lui non lo capiva. Che gatto idiota.
“Se n’è andata?”
“Dimmi un po’ micio-miao…ma sei diventato gay?”
“-DImMi Un Po’ miCiO-mIaO-…fatti gli affari tuoi.”
Kanon sospirò facendo qualche passo avanti per continuare la sua discesa fino alla propria casa.
“Non capisci proprio niente dell’amore caro Aiolia.”
“Parla quello che rischia di farsi fregare la donna dall’effeminato del santuario. Tze!”
Il più piccolo incrociò le braccia al petto, si sentiva vittorioso…poi vide Kanon girarsi avanzare verso il tavolo. Ora sentiva la vittoria abbandonarlo…gli stava salendo un poco di timore… Cosa avrebbe mai fatto l’ex gold di gemini?
Forse voleva spaccargli una sedia in testa per la presa in giro? Distruggergli casa?
Kanon si mise seduto. Oh no! Aiolia aveva capito! Suo fratello gliene aveva parlato… Kanon voleva vendicarsi sfidandolo al gioco demoniaco: BRISCOLA!
Il più grande poggiò il gomito sul tavolo e la testa sulla mano, poi guardò nuovamente il santo del leone.
“Non sai quanto è orribile Aiolia. Ti prego, non dirlo in quel modo superficiale.”
“…beviamo insieme?”

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Angolino di Fri: Mi scuso anch'io per tutti i ritardi, perdonateci ç.ç .




Il sole quella mattina, alzandosi nel cielo, non ebbe pietà per una giovane ragazza che dormiva, pacificamente, nel proprio letto della nona casa dello zodiaco, colpendola direttamente sul viso.
Ma ella si svegliò con il sorriso sulla faccia lo stesso, non perché finalmente era riuscita nel suo intento, anzi figuriamoci se lo adempiva nel tempio del fratello maggiore della sua ‘preda’, piuttosto perché aveva trovato un gioco da regalare a Kiki, ergo Shion non l’avrebbe più incastrata a fare la segretaria visto che il nipotino ero bello che occupato.
Sospirò felice, Agape, accoccolandosi meglio tra le lenzuola ancora calde che l’avevano cullata nel sonno, quel giorno era il grande giorno, se lo sentiva. Sarebbe diventata una donna nel vero senso del termine, con un ragazzo molto bello, molto muscoloso, molto attraente e anche molto gentile, non poteva chiedere di meglio, assolutamente.
Sorrise ancora, abbracciando il cuscino.
Poi un suono interruppe il suo sogno ad occhi aperti.
Scosse la testa, magari era ancora leggermente nel mondo dei sogni, impossibile sentire un suono del genere proprio in quel tempio…peccato che lo risentì.
Ancora.
E ancora.
Scattò immediatamente seduta a sedere, il cuscino ancora abbracciato a lei.
Quello che stava sentendo…era proprio vero! Si alzò velocemente e si acquattò pure vicino al muro per averne certezza. Si mise quasi ad urlare quando ebbe un’altra certezza.
Altro che grande giorno, doveva assolutamente uscire da quella casa! Immediatamente!

“Quindi…sei qui per cosa?”
Chiese Milo, alzando un sopracciglio.
Camus, di fianco a lui con un waffles appena scaldato nel forno in mano, osservò la ‘mise’ della ragazza: una maglietta enorme. Basta, solo quella. Ah, se non si contava il cuscino.
“Asilo politico”
Rispose la bionda.
“Vestita così? Credevo che Milo avesse pagato anche te per fargli compagnia”
Mormorò il francese, addentando la sua colazione.
Mugugnando di disapprovazione quando lo sentì ancora mezzo crudo.
“Non sono così disperato!”
Urlò lo scorpione.
“Possiamo parlarne”
Rispose l’amico.
“Non sono IO così disperata, preferisco decisamente Aio-…”
Agape si bloccò un attimo.
Lei voleva chiedere ospitalità per poi mandare Milo a chiamare Hilda alla terza, ma pensandoci ben bene…poteva approfittare un po’ della cosa.
Sorrise maliziosa.
“Ripensandoci, potreste prestarmi delle ciabatte e un mantello? Sapete non me la sento di entrare così nel tempio del santo padre Shaka”
“Shaka santo pa-“
“Non fare domande e dalle quello che ha chiesto”
Borbottò, saggiamente, Camus interrompendo l’altro, tornandosene poi in cucina per riaccendere il forno.

“Spiegami perché devo fare colazione qui!”
Urlò Kanon, legato al letto.
“Semplice, Hilda non vuole vederti, Aphrodite neanche, e io non voglio perdere il pesci e i fiori che quei due mi portano, e siccome io sono il padrone di casa si fa come dico io”
Spiegò, con estrema calma, Saga, mollando la colazione del fratello sul letto.
“Ma almeno slegami!”
“No”
“Perché?”
Chiese Kanon, ringhiando.
“Perché qualche soddisfazione me la devo prendere anch’io, non credi?”
Domandò Saga a sua volta, incrociando le braccia al petto.
Hilda, seduta comodamente in cucina, se la rideva, neanche tanto sotto i baffi, mentre mangiava un pezzo di crostata appena sfornata.
“Un punto per te, mia cara”
Rise con lei, Aphrodite, bevendo con calma il suo thè, ovviamente alle rose.

Anche per il leone dorato giunse infine il risveglio.
Sbadigliò, grattandosi leggermente la pancia scoperta.
Iniziava a sentirsi osservato, però.
Girò un attimo la testa e trovò Agape che gli sorrideva, tutta tranquilla mentre iniziava pure a toccargli la guancia con un dito.

L’urlo del micio dorato, lo sentirono tutti i proprietari delle dodici case, compreso Shion che era al tredicesimo.

“Ma che avrà da urlare di prima mattina?”
Chiese Saga, mescolando la pastella per i pasticcini da portare al gran sacerdote.
“Magari Agape gli ha fatto un attentato”
Mormorò Hilda, seduta composta mentre Dite, dietro di lei, le acconciava i capelli per la giornata e aspettava di poter assaggiare uno di quei pasticcini.
I tre si guardarono, poi scoppiarono a ridere.

Peccato che Aiolia non stesse assolutamente ridendo.
Ora seduto pure lui nella sua cucina, con Agape seduta davanti a lui sempre avvolta nella sua magliettona che lasciava poco all’immaginazione del ragazzo.
Come se quella notte non si fosse già sfogato abbastanza dannazione a lei!
“Ricapitoliamo, cosa ci fai qui? Dov’è Aiolos?”
“In questo momento nella sua stanza…”
“A fare co-“
“A fare ginnastica, molto probabilmente con Seika se il mio udito non mi ha ingannata, e credimi, ho ascoltato attentamente”
Rispose Agape, seriamente, fin troppo seriamente per i gusti de leone.
“Comunque non hai risposto al perché tu ti trovi qui, da me, piuttosto che da Hilda”
Riprese Aiolia.
Agape sorrise maliziosamente e gli accarezzò il piede con il suo.
Il castano scattò in piedi.
“Vado a chiamartela! Immediatamente, ti serve Hilda si, ti serve assolutamente Hilda!”
E andò per la sua strada, dimentico d’indossare i suoi famosi boxer con sopra i gattini.
La bionda sbuffò, grande giorno una cippola.

“Quindi stavi davvero facendo un attentato!”
Urlò Hilda, seduta con Agape sul divano della quinta, come se fosse casa loro.
“Cos’avrei dovuto fare? Era già quella la mia intenzione, Aiolos mi ha dato perfino un input per andarmene da casa!”
Rispose l’altra, con un broncio bell’in vista sul viso, mentre tendeva l’orecchio aspettando che il gold finisse di fare la doccia.
La rossa però aveva una domanda precisa in testa.
“Ma Aiolos fa davvero…sesso? Sembrava così…così…”
“Sempliciotto?”
Chiese Agape per darle una mano.
“Rimbambito”
Corresse Hilda.
“Insomma mi fa strano venire a sapere che lui lo fa mentre Saga che, senza offesa, è più…macho ecco, si sfoga facendo da mangiare”
“In effetti, fa strano”
Le diede ragione la bionda, dopo averci pensato su anche lei.
Si misero quindi a farsi domande a vicenda sul perché gemini non avesse una ragazza, un ragazzo o qualsiasi altro genere lo attragga.
Che fosse assessuato? Impossibile. Che sia innamorato senza speranza? Possibile. Che si fosse sfogato con orge mentre era gran sacerdote? Assolutamente.
Allora perché non continuare?
“Forse perché ci sono io in casa…”
Ponderò Hilda.
“A proposito non mi hai detto com’è andato l’appuntamento ieri”
Chiese Agape.
Quando sentì il cosmo dell’amica alzarsi, la bionda decise che fosse concentrarsi solamente sul quando Aiolia avrebbe finito la doccia.
E in quel momento si fece trovare assolutamente pronta.
“Ciao micione”
Mormorò la bionda, in tono suadente, dando una zampata all’aria mentre aveva assunto una posa tutta sexy per lui.
Aiolia dovette tornare a farse una seconda doccia.
Hilda intanto, nascosta dietro un mobile, se la rideva bellatamente.

Quando Aiolia decise di uscire dalla sua seconda doccia del giorno, ed era sicuro che non sarebbero finite lì, la saintia del pavone già lasciato le tende, per favorire le azioni della sua cara amica che, in quel momento era sdraiata in modo scomposto sul divano, con le braccia alzate nell’intento di stiracchiarle, lasciando intravedere così da sotto le mutandine azzurrine con pizzo.
Il leone si coprì gli occhi con una mano, sospirando.
Doveva pensare ad Athena e alla sua castità, verginità…Agape era verg-.
“Così non va!”
E se ne tornò nuovamente in bagno, facendo scappare un risolino alla gufettina.

Hilda intanto era tornata al terzo tempio, con Agape in missione micione non aveva molto da fare, quindi si mise a sedere a tavola, osservando come, abilmente, Saga stesse già preparando il sugo per il pranzo di quel giorno.
“Ci vuole tanto tempo per farlo?”
Domandò curiosa.
Non aveva mai visto le sue suore dell’orfanotrofio cucinare, e la mensa delle saintia…diciamo che lei e Agape alcuni giorni avevano preferito digiunare.
“Se vuoi farlo buono si, vuoi imparare anche questo da quel gran maestro che è il sottoscritto?”
“Uhm…no grazie, ho di meglio da fare”
Mormorò la rossa, arricciandosi una ciocca di capelli attorno al dito e guardandola attenta.
“Tipo andare a slegare il mio amato fratellino?”
Chiese Saga, voltandosi verso di lei con il mestolo sporco di sugo con in mano, con il quale indicava la stanza dove Kanon era ancora legato e imbavagliato.
Perché si, Saga aveva bisogno di concentrazione mentre cucinava e le urla di Kanon non avrebbero aiutato affatto.
Hilda si alzò immediatamente in piedi per andare ad abbracciare il braccio libero di gemini.
“Mio caro maestro! Insegnami anche questa arte culinaria come solo tu sai fare, ti prego, sono ignorante e ho bisogno del tuo aiuto!”
“Continua, mi piacciono le lodi”
Disse Saga, incitandola, tornando al suo sugo.
E Hilda continuò, tutto pur di non ritrovarsi davanti quell’altro.
Tale citato, comunque, si era ormai addormentato nella camera da letto, troppo stanco dopo tutto lo scalciare che non era servito a liberarlo.
Che poi, i due, avessero la stessa faccia, per la saintia del pavone erano solo dettagli.

“Ripetimi perché tu, nuova saintia eletta da poche settimane, ti fai portare sulle spalle da me, gold stimato, fino alla nona dove abita mio fratello maggiore, nonché tuo maestro”
Borbottò Aiolia, Agape sulle spalle che quasi faceva le fusa.
“Perché sono una ragazza e sono delicata, e poi non vuoi che Los si arrabbi con te perché la sua preziosa allieva si è fatta male no?”
Mormorò suadente la bionda, avvicinandosi all’orecchio del ragazzo per soffiarci dentro queste parole.
Lia avvampò all’istante, sentendo che anche il micino sotto i pantaloni stava rispondendo a quella chiamata, ma scosse la testa, non avrebbe fatto una quarta doccia quel giorno! Ne andava del suo onore!...Onore che tra un po’ andava a fare visita a Hades in persona negli Inferi, quando sentì la ragazza premere di più il seno contro la sua schiena.
…Non sarebbe arrivato vivo a fine giornata.
Ma continuò la sua scalata, fino a raggiungere la casa del fratello, dove aveva tutta l’intenzione di scaricare il dolce ed eccitante peso che portava sulle spalle così da potersi finalmente sfogare con il mic-COSì da poter andare all’arena ad allenarsi, si, stava pensando solo a quello.
Purtroppo non poté mantenere quel proposito e il motivo è molto semplice: appena entrarono nel tempio, le loro orecchie furono investite dai gemiti che alcune ore  prima avevano costretto Agape a emigrare alla quinta.
“Perché non prendiamo il loro esempio e andiamo a rilassarci alla quinta?”
Chiese ancora, con voce vellutata la bionda, passando le mani aperte sui muscoli del petto del leone dorato.
Aiolia, in risposta…la fece cadere, ma non per terra, no, era troppo galantuomo.
Senza farsi vedere, attivò il congegno che apriva la botola che faceva arrivare al sotterraneo della nona e ci lasciò cadere dentro la ragazza.
Insomma, era tempo che anche lei si facesse una doccia fredda per calmare i suoi bollenti spiriti!

Dopo un paio di ore, Agape si trovava alla terza, seduta a tavola, capelli bagnati fradici ed espressione imbronciata sul volto.
“Suppongo che il leone si sia dato alla ritirata”
Le pattò la testa, Hilda.
“Altro che ritirata, è scappato letteralmente con la coda tra le gambe ed io sono dovuta risalire dalla buca da sola”
Borbottò la bionda, guardandosi le povere unghie ridotte a qualcosa di osceno.
Come facevano Marin e Shaina ad averle sempre perfette e limate, davvero non riusciva a spiegarselo.
La rossa le passò una limetta, grazie ad Aphrodite ormai ne aveva fatto una scorta di prodotti del genere.
“Credo che tu abbia perso la tua occasione d’oro”
Le disse poi Hilda.
Insomma Agape era da un po’ che ci stava provando, e Aiolia ancora non aveva ceduto, vuoi perché era un bravo ragazzo o vuoi per l’onore, non era ancora andato a letto con la bionda, nonostante essa si proponesse disponibile.
“Oh, vedrai cara Hilda, ho ancora tutto il pomeriggio davanti grazie ad Aiolos e Seika, questa volta cederà!”
Urlò Agape dando un pugno sul tavolo.
“Tutto…il pomeriggio?”
Ma che razza di resistenza aveva, Aiolos, a letto? Si chiese Hilda, mentre Saga urlava ad Agape di non prendersela con il suo povero tavolo.
“Ora, Agape, ascolta bene. Sarai la prima in assoluto che mangerà qualcosa preparato da Hilda, la quale ha avuto il grande onore di essere addestrata da me pure in questo”
Esclamò Saga, entrando orgoglioso con in mano la padella con i bucatini all’amatriciana, preparati appunto dalla rossa.
“Oh! Non vedo l’ora!”
Batté le mani la bionda.
Così il gold le servì una bella porzione, Agape assaggiò…e corso a bere tutto il cartone di latte che gemini aveva nel frigorifero.
Saga guardò il piatto. Poi Hilda.
“Per curiosità…quanto peperoncino ci hai messo?”
“Lo stretto indispensabile per sentire le urla di tuo fratello”
Confessò la rossa, senza tanti giri di parole.
Saga guardò Hilda, poi di nuovo il piatto.
E lo andò a portare a Kanon.

Poco più tardi, dopo aver bevuto almeno un litro di latte per calmare il bruciore del peperoncino, Agape era di nuovo pronta alla battaglia.
Si fece consigliare da Hilda e Aphrodite e mise la sua biancheria più sexy, con sopra una camicia da notte che faceva vedere praticamente tutto da quanto era trasparente, e si coprì con una vestaglia, color rosso passione, che fish le regalò, per finire il tutto.
Con il sostegno dell’amica e del gold, che era contento di poter quasi vantare due bambole viventi che mostravano i suoi capolavori di trucco, parrucco e moda, Agape scese le scale che l’avrebbero portata dritta dritta alla quinta.
Ovviamente alla nona fece il giro lungo. Non voleva sentire di nuovo Los e Seika mentre si davano alla pazza gioia.
Ovviamente fece il giro lungo anche alla sesta. Non voleva mostrarsi in quel modo a padre Shaka, appena ritornato dall’India.
Così arrivò alla quinta, pronta, bellissima, sexy come non mai per la sua preda, il suo micione che, questa volta, non avrebbe potuto resistere a quello spettacolo mozzafiato.
Si tolse la vestaglia nel corridoio principale e poi si diresse negli appartamenti privati, arrivando alla camera si sdraiò in posa sensuale e aspettò il ritorno del suo micio.
Aspettò.
…Aspettò.
… … Aspettò.
Dopo che furono passate ben due ore si alzò furibonda dal letto e andò a perlustrare l’appartamento.
“Dove diavolo si è cacciato?!”
Si azzardò a controllare perfino nella stanza dei gomitoli ma di Aiolia nessuna traccia.
Dopo dieci minuti di perlustramento, alla fine notò il biglietto appeso al frigorifero.

-Per Agape.
Se mai venissi alla quinta, sono andato ad allenarmi con Shura per il resto della giornata-

“Dannato leone codardo!”
Urlò la bionda, portandosi le mani tra i capelli, maledicendo Shura e Aiolos.
Si pure Los, perché lui si stava dando alla pazza gioia mentre lei no.

Aiolia rientrò a notte ormai inoltrata, speranzoso che la santia fosse ormai tornata al nono tempio da un pezzo. Invece se la ritrovò nel letto addormentata. Con una camicia da notte trasparente che faceva vedere tutto.
Ma, stranamente, Lia non si fece prendere da quel dettaglio, anzi si concentrò più sul fatto che Agape fosse rimasta ad aspettarlo per tutto il giorno e il cuore gli si riscaldò per un attimo.
Le accarezzò la fronte e le diede un leggero bacio sulle labbra, sdraiandosi poi accanto a lei.
Solo dormire poteva concederselo.

Chi non dormì fu Kanon, ancora incatenato, che urlava che stava meglio quando era rinchiuso a Capo Sunion.
Saga e Hilda, al contrario, dormirono come due angioletti, grazie ai tappi che il primo era andato a comprare quel pomeriggio.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Angolino di FriNet: Finalmente siamo giunte al finale! Grazie a tutti quelli che ci hanno seguito fino a qui e che hanno continuato a seguirci nonostante i ritardi nell'aggiornare, ci avete reso molto felici!
Speriamo possiate godervi il finale, buona lettura e, per il momento, arrivederci! <3



Hilda aveva voglia di sfogarsi con Agape.
Ne aveva assolutamente bisogno quel giorno: voleva sdraiarsi a letto con lei, le due teste appoggiate su un unico cuscino, Agape che l’abbracciava con un braccio e lei che appoggiava la testa sulla sua per stare comoda, parlando a bassa voce per mantenere un tono confidenziale, proprio come una volta.
Purtroppo però non successe, almeno non subito.
Perché? Perché trovò la bionda alla sesta, inginocchiata davanti al loto di Shaka, con gli occhi chiusi e a pregare con un rosario in mano…un rosario cristiano…totalmente diverso da quello bhuddista del gold.
“E’ qui da quasi due ore…portamela via o la mando in uno degli altri mondi”
Borbottò Shaka, non aprendo neppure gli occhi e non togliendosi dalla sua posizione.
Hilda non esitò a fare come chiedeva.

“Cosa stavi facendo esattamente?”
Mormorò la rossa, stretta all’amica nel suo letto, alla nona.
“Pregavo per un miracolo”
Rispose Agape, strizzando leggermente un seno dell’amica per farle capire per cosa chiedeva quel miracolo.
“Con il rosario cristiano”
“Con il rosario”
“In un tempio bhuddista”
“Non avevo tempo di andare dal parroco”
Mormorò la bionda, arrossendo.
“Perché non avevi tempo, o perché ti avrebbe fatto confessare, scoprendo così le tue intenzioni?”
Quando vide la più piccola distogliere lo sguardo con il broncio, Hilda capì di aver fatto centro.
“Ancora non cede?”
“Macchè, sedurre padre Shaka sarebbe stato più semplice”
Borbottò la bionda…Hilda non ne rimase molto convinta ma se lo diceva lei…
“Capisco”
Mormorò quindi.
“E tu? Come va con il gemello?”
“Sarebbe più facile tentare di conquistare Aphrodite, almeno lui riesco a capirlo e mi tratta bene”
“…Perché allora io cerco di andare a letto con Aiolia e tu cerchi di metterti con Kanon?”
“Me lo chiedo anch’io”
Le due si guardarono, poi si rifugiarono sotto le coperte, creando un bozzolo protettivo solo per loro.

Passarono delle ore così, avendo in programma di stare in quel modo tutto il giorno per poter parlare con tranquillità come non facevano da quando avevano smesso di vivere insieme.
Il programma doveva essere quello.
Doveva.
Aiolos, però, non poteva lasciare che le due passassero un giorno così, a far nulla.
Erano saintie adesso, ma non per questo dovevano smetterla di allenarsi, tonificare i muscoli faceva sempre bene e poi era così una bella giornata!
Hilda, quando Los tolse loro la coperta protettiva, quasi non gli diede un calcio un certo definito posticino, ma non lo fece, primo perché non voleva lasciare Agape di nuovo orfana di maestro, secondo perché aveva conosciuto un poco Seika e non poteva darle quel dispiacere.
Così si ritrovarono in arena, tuta da allenamento addosso e un procinto di depressione che usciva da tutti i pori.
Ma ovviamente questo non fermò Aiolos.
“Forza! Stiracchiamo un po’ quei muscoli, stanno diventando un po’ flaccidi”
Sorrise il sagittario, prendendo a fare gli esercizi.
“Aiolos”
“Si Agapina?”
“Statti zitto”

“Ho il vago sospetto che l’aria nera che circonda quelle due centra con l’aria nera che circonda VOI due”
Disse Milo, sparanzato sullo scalone dell’arena.
Accanto a lui, Aiolia che si stava massaggiando le tempie, e Kanon, con in mano una bottiglia del miglior whisky fregato direttamente dalla casa estiva di Rhadamanthys.
Si, quel Rhadamanthys della viverna, lo specter al servizio del dio degli Inferi.
Gli doveva molto di più di quella bottiglia, quella specie di drago da quattro soldi per come lo aveva fatto dannare nella guerra santa.
“Non ne voglio parlare”
Borbottò il micione, aumentando il massaggio alla testa, tormentato dai sensi di colpa da quando si era svegliato nello stesso letto con la bionda, ovviamente vestiti eh. Però si sentiva in colpa di averlo fatto, le aveva dato delle false speranze e Agape non se lo meritava!
Kanon, da canto suo, si limitò ad ingollare altri due sorsi dalla bottiglia.
“Vado a chiamare Camus?”
Propose lo scorpione.
Era diffusa la voce, nel santuario, che l’acquario fosse un ottimo ascoltare e psicologo. E siccome riusciva a far ragionare Milo, nessuno la smentiva.
“Vado a chiamare Camus”
Decise Milo alzandosi, dopo aver ricevuto due occhiate deprimenti dagli amici.

“Chi ti ha dato il permesso di allenare Hilda?”
Urlò Saga al sagittario.
Quando era venuto a conoscenza della cosa, era corso giù dalla terza fino all’arena con un diavolo per capello. Avrebbe dovuto chiedere lo shampoo ad Aphrodite per far tornare i suoi amati capelli lisci e morbidosi.
Comunque, Hilda era la SUA allieva, quindi solo LUI poteva allenarla.
Aiolos, da canto suo, stava cercando di giustificarsi dicendo che le due avevano bisogno di uscire qualche volta e non stare sempre rintanate in una delle dodici case.
Intanto le due ragazze avevano approfittato della lite e si erano allontanate, prendendo la strada che portava al villaggio.
Avevano bisogno di un dolce della nonna di Agape.

“Ero sicura che la mia nipotina ce l’avrebbe fatta, ho pregato tutte le sere e il Signore mi ha ricompensata! Ma non temere cara Hilda, ovviamente ho pregato anche per te ed ecco che anche tu hai vinto, bisogna essere riconoscenti adesso, quindi dopo il pranzo andiamo tutte e tre in chiesa a dire un ‘Padre Nostro’ e a fare un’offerta”
Disse convinta la signora Antigone, alias la signora che aveva adottato Agape.
Estremamente credente, aveva scelto il nome ‘Agape’ per quel fagottino che aveva trovato appena nato perché significava ‘Amore Puro’, come quello che lei provava per il Signore da quando aveva perso suo marito in una tempesta.
La nonnina posò davanti a le due i piatti ricchi di costine e patate, andando poi a prendere il dolce dal forno.
“Ripetimi perché siamo qui”
Mormorò Hilda.
“Perché non vogliamo incontrare quei due…e poi volevo vedere nonna”
Ammise la bionda, unendo le mani in preghiera.
Perché bisognava assolutamente ringraziare per quello che avevano ricevuto quel giorno.
Anche se finora era andata male ad entrambe.

“Tu”
Disse Camus, glaciale come poche volte era stato, indicando Aiolia.
“Davvero non capisco che ancora ci stai a fare qui, con una ragazza gentile e carina disponibile a sostituire i tuoi dannati gomitoli”
“Ma-!”
“Niente ma, e tu”
E stavolta indicò Kanon.
“Hai bisogno di un libro sul romanticismo, probabilmente un harmony…molti harmony”
Milo guardò i due davanti a lui, seduto accanto al suo migliore amico.
Aiolia sembrava sul punto di dare delle testate al muro.
Kanon invece sembrava voler cercare una nuova bottiglia di alcool piuttosto che leggere quella roba.
Forse chiamare Camus non era stata una buona idea dopotutto.

“Oh, tesoro mio, sei sempre così cara a volermi aiutare”
Sorrise Antigone.
Agape le stava sistemando alcune cassette di frutta abbastanza pesanti, non era faticoso per lei, anzi meglio che lo svolgesse lei quel lavoro piuttosto che sua nonna, afflitta da mal di schiena ormai da anni.
Hilda invece stava seduta vicino all’anziana, sotto preghiera dell’amica perché voleva che qualcuno le rimanesse vicino, a tenerle i gomitoli di lana –che la bionda aveva guardato male- mentre la nonna faceva la maglia dondolandosi sulla sua sedia.
“Ora…fatte le dovute preghiere e dato le offerte…che ne dite di sfogarvi con questa anziana donna dei vostri problemi amorosi?”
Chiese la nonnina, continuando a dondolarsi tranquillamente.
Agape e Hilda quasi si strozzassero con la loro stessa saliva.
“Oh andiamo, avete lo stesso sguardo che avevo io quando guardavo il mio povero marito, su su venite qui bambine”
“Un’altra confessione no, la prego”
Mormorò Hilda.
“Hildegard”
La richiamò l’anziana.
Agape sospirò, sapendo benissimo che non avevano speranza e iniziò per prima.

“Io non ho bisogno di una donna! E poi che centrano i miei gomitoli?! Sono morbidosi, costano poco e-“
“E rimarrai zitello a vita se continui a pensarla così”
Suggerì Kanon, giocando con la bottiglia vuota.
“Da che pulpito viene la predica!”
Urlò il leone, prendendo la bottiglia e lanciandola per aria.
Il gemello fece un fischio di ammirazione quando questa colpì in testa Shura.
“Stiamo diventando degli ubriaconi…dei gold fedeli ad Atena, ridotti così…da due donne”
Borbottò ancora Aiolia, sgonfiatosi.
“Chi le capisce è bravo”
Concordò Kanon.
“Aphrodite capisce Hilda”
“Vuoi litigare micione?”
“Non ne ho la forza…”
“…Nemmeno io”
“Ci sarà un modo per uscire da questa situazione”
Riprese Lia a massaggiarsi le tempie.
“Pensa per te, io ci sto provando”
Rispose il maggiore.
“…E come?”
“Sabotando il mio rivale, mi sembra ovvio”
“Ho sempre pensato che tu avessi qualche problema…”

“Oh che situazioni complicate, certo che dovevate proprio finire al santuario per trovare due ragazzotti del genere”
Iniziò Antigone, smettendo un attimo di fare la maglia per ragionare un attimo.
“Innanzitutto Agape, nipotina mia, questa confessione ti costerà parecchi Ave Maria, ma capisco da una parte che sei in una particolare età difficile e come ti perdono io, ti perdonerà anche la Vergine però…potevi sceglierlo un po’ meno fesso”
A Hilda partì la risata convulsa.
“Ha ragione a ridere sai? Sarà pure un gentiluomo questo micione ma da che mondo e mondo quale ragazzo ha mai rifiutato una bella ragazza? Faresti meglio a parlarci un attimo, chiarire e, nel caso molto probabile, arrenderti e metterti in pace”
Finì la nonnina.
La nipote annuì mogia, appoggiando la guancia sulle gambe.
Infondo aveva ragione lei, ci aveva provato, aveva fallito, meglio ritirarsi prima che la cosa diventasse più ridicola dei costumini e dell’idea di ricoprirsi di gomitoli.
“Passando a questo Kanon…rude, frigido…spiegagli un po’ la situazione anche tu, gli uomini sono tutti ottusi, se non ci siamo noi donne a spiegare le cose allora non arrivano a niente, fidati cara, io ho vissuto con il mio caro marito per anni…e certe volte non capiva proprio una cippa”
Finì ancora Antigone, alzando gli occhi al cielo.
La rossa lasciò andare una risatina, decidendo che però ci poteva provare.
Insomma Kanon avrà pur preso qualcosa da Saga no?...Ci sperava, almeno.
“Ma voi non sentite freddo? Qui ci vuole un goccio di grappino”
Decise l’anziana, alzandosi per dedicarsi al suo piccolo vizietto che si concedeva ogni tanto.
Le due si guardarono, altro che goccetto, ci sarebbe voluta l’intera bottiglia per sistemare tutto.

Aiolia ripensò alle parole di Camus e a quelle di Kanon, dopo essersi separato da quest’ultimo per raggiungere la sua casa.
Ricapitolando la situazione aveva Agape, allieva di suo fratello, ragazza carina, gentile e molto calorosa disposta a stare con lui per una notte di fuoco…no, non poteva farlo!
Certo la trovava affascinante, eccitante ma restava sempre una ragazzina, l’allieva di Los…non poteva mica trattarla in quel modo…si grattò la testa, sdraiandosi pensieroso lungo il divano.

Intanto Kanon era andato a farsi un giro, pensieroso pure lui riguardo Hilda.
Che giorni sfortunati erano quelli per Kanon dei gemelli.
Pensò lo stesso ragazzo, guardando sbiecamente davanti a sé.
Che doveva fare per farle capire che i suoi sentimenti erano seri? Insomma era davvero così poco probabile che uno come lui s’innamorasse di una ragazza così? Bella, simpatica e spiritosa?
Che avesse davvero così sfortuna?
Che quel giorno al tempio del dio giapponese avesse assorbito la sua maledizione?
Probabile.
Che Rhadamanthys e Aphrodite gli stessero mandando maledizioni?
Assolutamente.
“Tempi duri per Kanon dei gemelli”
Borbottò.

Le due ragazze decisero di fare compagnia all’anziana almeno fino a sera, era da tanto che Agape non andava a trovarla e, anche se Antigone non lo dava a vedere, la signora ne sentiva molto e spesso la mancanza e ogni volta che l’andavano a trovare per lei era una gioia immensa.
Le rispedì a casa con un cestino ciascuna, pieno di prelibatezze, anche se Hilda dubitava che Saga l’avrebbe accettato con un sorriso, l’avrebbe forse presa come una sfida (?) culinaria.
Dopo i saluti e i tanti abbracci, le due presero la strada verso il santuario…controvoglia, molto controvoglia.
La prima ad arrivare a destinazione fu la rossa.
“Credo che dopo questa giornata me ne vado dritta a dormire, giornata pessima ragazzi”
“Fai bene, farò così anch’io, con Aiolia parlerò domani, scusandomi prima di tutto per il comportamento”
Le diede corda Agape.
Ma…le loro intenzioni furono sbandate ancora una volta, perché si sa, se la giornata inizia male finirà pure peggio. E quel peggio, per loro, per di più per Hilda, fu di trovarsi davanti casa un Kanon russante.
“Roba tua”
Borbottò solo la bionda, scavalcando il mezzo cadavere per andare avanti.
Hilda sospirò, spalmandosi una mano sulla faccia, ma poi si fece coraggio e prese l’uomo per i piedi, iniziando poi a trascinarlo verso la sua stanza.
Solo grazie alla sua forza riuscì ad issarlo sopra sul suo letto e a stenderlo per bene. Nel mentre l’uomo aveva borbottato un po’ di volte, scatenando la mezza ira di Hilda –ormai era troppo sfatta per arrabbiarsi davvero-, il signorino dormiva, se lo doveva caricare lei e si lamentava pure?
Sbuffò soddisfatta una volta finito il suo compito, gli avrebbe fatto pagare anche quello questo era certo.
Fece per andarsene quando si sentì afferrare un braccio, si girò stupita e incontrò gli occhi mezzi assonnati di Kanon.
“Io…cioè…non sono fatto per parole dolci e roba romantica. Mi dispiace che tu in qualcuno cerchi cose come la gentilezza ed il romanticismo o…se pensi al principe azzurro sul cavallo bianco che ti arriva con le rose rosse in mano…quello non sono e non sarò mai io… mi dispiace Hilda…”
La ragazza abbassò gli occhi triste.
“Però, posso garantirti che i miei sentimenti nei tuoi confronti sono veri, io…sono innamorato di te e mi dispiace se con le mie precedenti parole…ti ho fatto intendere altro…”
Finalmente Hilda sorrise.
 “Anche io….sono innamorata di te, Kanon…”
E la tirò a sé, facendo combaciare le loro labbra in quel bacio che da tempo aveva sognato.

Agape guardò davanti a sé le colonne frontali che reggevano il tempio del leone dorato.
Sospirò, se Kanon era roba di Hilda, Aiolia era roba sua anche se non se la sentiva di affrontarlo quella sera, avrebbe preferito farlo l’indomani ma non era una codarda quindi aveva tutta l’intenzione di passare per quel tempio per arrivare al nono.
…Ma avrebbe aspettato un altro paio di minuti, così, per respirare l’aria serale della Grecia.
Alla fine si fece coraggio ed entrò.
Ciò che vide, dopo averlo cercato per il corridoio principale, le fece cadere il cestino per terra.
Aiolia…dormiva…pure lui.
Alzò gli occhi al cielo sospirando, infondo se lo doveva aspettare.
Recuperò il cestino e stava quasi per andarsene quando venne bloccata per il braccio e spinta a sedere sulla poltrona. Aiolia sveglio davanti a lei, sul divano.
“Non possiamo andare avanti così”
Pronunciò serio il leone.
La bionda annuì mogia, ma convinta pure lei.
“Ti chiedo scusa per il mio comportamento, è stato inadatto in…molte situazioni ma, insomma…”
Borbottò Agape mettendosi le mani nei lunghi capelli biondi.
Lia le sorrise e le mise una mano sulla testa, accarezzandola piano per farla calmare.
“Agape tu sei una ragazza bellissima, combattiva e…calorosa…”
Iniziò ridendo, facendo ridere pure lei.
“Ma non posso prenderti per una notte e poi buttarti via, io credo fortemente che tu meriti qualcosa di meglio”
La bionda annuì.
“Hai ragione ma…”
“Ma?”
Agape arrossì, alzando un poco lo sguardo verso il viso del gold.
“Non ci sarebbe proprio nessuna speranza…per noi due? Per più di una notte? Sai…avevo scelto te perché mi piacevi davvero”
Confessò la ragazza.
Confessione che fece arrossire pure Aiolia.
“Beh…sei molto dolce e…infondo ci si potrebbe provare”
Mormorò il gold, facendo nascere un piccolo sorriso sul volto della saintia.
I due si guardarono e i loro volti iniziarono ad avvicinarsi spontaneamente, si diedero un dolce bacio, abbracciandosi teneramente mentre Agape dalla poltrona si spostava sulle gambe del leone.
Anche un bacio poteva andare bene, per iniziare una storia.


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