I love you Dangerously... || Charlie Puth ||

di noirlotusfloweer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. In quel dannato giorno. ***
Capitolo 2: *** 2. L'inizio ***



Capitolo 1
*** 1. In quel dannato giorno. ***


Ero al parco vicino a casa mia, stavo accompagnando Estel, il mio cane, per la sua solita passeggiata mattutina.
Ero decisamente stanca, dato che c'era caldo di sicuro Estel avrebbe combattuto con la sua faccia da cucciolo abbandonato per tornare a casa al fresco.
Quella mattina però la presi in braccio e infilate le cuffiette fui decisa a portarla nella parte più fresca e soprattutto più all'ombra, dove sicuramente avrebbe fatto qualcosa;
Arrivate, mi piegai per farla scendere, però mi rialzai goffamente, premo play e appena lasciai fare alla riproduzione casuale sentìì la sua voce, la sua bellissima voce, che ogni notte cantava per me.
 
Scossi la testa velocemente e skippai la canzone, togliendomi le cuffiette. Faceva troppo male.
 
Guardai lo schermo, per sapere quale fosse la canzone scelta dalla riproduzione casuale.
 
Attention - Charlie Puth
 
Scossi la testa e continuai a skippare, ma continuava a impostare le sue canzoni.
 
Asciugandomi le lacrime, skippai e mi misi le cuffiette.
 
We Don't talk anymore - Charlie Puth
 

Pazienza, ascolterò la sua voce, durante la mia passeggiata.
 
 Notai ad un certo punto  che un sacco di ragazzi mi camminavano attorno con un sorriso stampato in faccia e che sollevavano il pollice, guardai davanti a me e un sacco di cartelli con scritto "Perdonalo" o "Chiamalo, sta aspettando te." ricoprivano ogni palo, ogni cartello, ogni muro, ogni finestra che si presentavano dove di solito passeggiavo insieme a Estel.
 
 
Come faceva a sapere il mio giro?
 
Ah, ora mi ricordo..il nostro terzo appuntamento.
 
Continuai a percorrere il mio solito giro, slegando dal guinzaio Estel, essendo che eravamo vicine a casa, di solito iniziava a correre per arrivarci, ma questa volta no, rimase vicino.
Ad un certo punto partì a correre e io la inseguì divertita, finchè non vidi la sua figura, le rose e il su
o sopracciglio destro, dovuto ad un incidente risalente all'infanzia di Charlie.
Subito sorrisi nel vederlo accarezzare il mio cane, di solito lo rifiutava.
 
Però per un certo momento lo guardai confusa e lui ricambiò lo sguardo.
 
Perchè devo farmi così male? Per una sciocchezza?
 
In lacrime corsi da lui e lo abbracciai,  continuando ad ascoltare la canzone, lui mi tolse le cuffiette e entrammo in casa.


 

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Capitolo 2
*** 2. L'inizio ***


014, giugno, mese della disperazione.
Io, Cloe, ho la maturità e ansia addosso.
Ho diciannove anni, i capelli biondi e lisci e ho gli occhi azzurri.
Vivo a Firenze, tappa di molti turisti, e artisti.
Mio padre è il proprietario  di un'azienda che organizza concerti con artisti nazionali e internazionali, mentre mia madre gestisce un'albergo a cinque stelle che ospita turisti e ovviamente gli artisti che devono esibirsi.
Difatti abbiamo ospitato artisti come Max Pezzali, Giorgia, Dear Jack, One Direction, Justin Bieber e ovviamente altri.
Per quest'anno ho occupato una delle stanze che usualmente si assegnano agli artisti, nel piano speciale con la spa separata e una sala per provare, per studiare dato che rispetto agli altri piani era ancora vuoto.
Mi portai i libri di filosofia, quella giornata sarebbe stata dedicata a quella materia, insieme a storia dell'arte.
E parto a studiare; Cuffiette su con playlist decisa da Youtube e via a studiare i vari filosofi, rimpiangendo il Panta Rei di cui avevo sentito parlare in Terza superiore.
Dopo quattro ore di studio chiusi il libro e per svegliarmi decisi di farmi una doccia veloce.

P.O. Marco ( Il fratello maggiore di Cloe)

Ero alla Reception dell'albergo e solitamente alle 14 accoglievamo clienti.
Vidi un ragazzino coperto con il cappuccio e occhiali da sole, ma quello che sembrava suo padre si avvicinò a me.

Man:" Charlie Puth, abbiamo chiamato mezz'ora fa per avvertire che arrivavamo a quest'ora."

M:" Certo, mi lasci controllare. Con gli occhi controllai la stanza "727", il piano per gli artisti." 
Mostrai un sorriso e presi il pass per la camera e spiegai al Manager la strada per la camera.

P.O. Charlie

Che razza di caldo, quaranta gradi all'ombra è una temperatura pazzesca.
Cercai di capire che cosa si stavano dicendo Luca, il mio manager Italiano e il ragazzo, ma aimè capìì solo il mio nome uscito dalle labbra di Luca.

Presi il Pass e entrai in ascensore, cliccando sul piano con il lucchetto, dopo averlo sbloccato.
Entrai da solo in camera e rimasi pietrificato, vedendo una ragazza coperta solo da un'asciugamano completamente bagnata.

Ch: Hello? 
Tentai di non sembrare pazzo ma effettivamente era imbarazzante quella situazione.
 

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