Sincerely, Me

di hogvwartss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fan Cast ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 (FINE) ***



Capitolo 1
*** Fan Cast ***


Albus Severus Potter - Chris McCarrell



Scorpius Malfoy - Lucky Blue Smith



Rose Weasley - Jane Levy 



Julie Tompson - Chyler Leigh



Mandy Mason - Antonia Thomas



Matthew Jefferson - Jessie Williams

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


6 anni fa

 

Il ragazzo guardava fuori dal finestrino del lungo treno scarlatto che in poche ore l'avrebbe portato nella scuola che ormai da tempo bravama di vedere dal vivo e non solo attraverso le parole degli altri. Osservando il cielo, gli alberi e gli uccelli volare verso posti lontani si chiese in quale Casa sarebbe stato smistato anche se probabilmente per gli altri la risposta era già palese. Il suo cognome aveva una lunghissima tradizione nella Casata Serpeverde e anche lui era sicuro sarebbe finito lì anche se non sentiva di possedere esattamente le caratteristiche di un Serpeverde. Certo, era ambizioso e astuto – o almeno così affermava il padre – ma sentiva che molto del suo carattere appartenesse a Corvonero: era voglioso di imparare, creativo e intelligente. Nessun Malfoy però era mai stato smistato in Corvonero e lui non sarebbe stato da meno.

“E' occupato?” chiese una voce proveniente dallo sportello della carrozza. Smosso dai suoi pensieri, il ragazzo si girò verso la voce e vide un ragazzino – probabilmente anche lui del primo anno – con occhi verdi brillanti e capelli neri come la pece. Era tutto sporco di nero sulla maggior parte del viso e sulle mani.

“Siediti pure non c'è problema.” rispose l'altro osservando l'altro mentre si sedeva. Nel ragazzo c'era qualcosa di famigliare ma non riusciva a capire chi quel ragazzo gli ricordasse. Tutto fu più chiaro quando quello si presentò allungando la mano nera.

“Mi chiamo Albus e mio fratello e miei cugini mi hanno buttato della Polvere Buiopesto addosso. Per fortuna non mi ero ancora cambiato nella mia divisa.”

L'altro ragazzo si tirò indietro dei capelli argentati che continuavano a finirgli sul viso e gli sorrise di rimando. Ma certo. Quello che aveva davanti era Albus Potter, il secondo figlio del famoso Harry Potter, colui che tempo addietro aveva sconfitto il Signore Oscuro non una, ma ben due volte. Anche i figli del famoso mago con la cicatrice a saetta si erano fatti già notare, sopratutto il più grande James, già famoso a Hogwarts. Il ragazzo aveva visto spesso la famiglia Potter sui giornali ma Albus sembrava diverso dalle fotografie: era più genuino e meno pomposo, come gli era sempre sembrata quella famiglia.

“Io sono Scorpius, piacere.” disse infine il ragazzo guardando verso il basso. Scorpius non conosceva nessuno ad Hogwarts o almeno non in modo profondo da poterci parlare e Albus era la prima persona che gli aveva rivolto la parola quel giorno – senza contare i genitori –. Scorpius avrebbe voluto diventare amico del ragazzo e dimenticare il passato dei propri genitori perchè alla fine lui non era per niente come suo padre e sicuramente Albus non era come Harry Potter.

“Sei un Malfoy vero? Mio padre mi ha parlato di tuo padre,” disse Albus “non in senso negativo, ovviamente. Penso che anche tu sappia che tra loro due ci furono dei dissapori, ma papà l'ha superata. Erano ragazzini, si cresce.”

Scorpius annuì senza sapere realmente che dire. Suo padre non l'aveva totalmente superata. Se lui e Potter si incontravano al Ministero o per le strade di Diagon Alley si salutavano cordialmente però non erano diventati amici dopo la fine della scuola e della guerra. Era quel tipico rapporto di sopportazione reciproca.

Albus iniziò a cercare qualcosa per pulirsi nel suo zaino e finalmente iniziò a togliersi lo sporco dalla faccia. Il suo viso era roseo con le guance leggermente arrossate; i suoi occhi però erano ciò che illuminava di più il viso, ancora per certi versi infantile ma allo stesso tempo ben marcato. Appena finito il ragazzo sospirò e iniziò anch'egli a guardare fuori dal finestrino e fino alla fine del viaggio nessuno dei due spiccicò parola.

 

Suo padre gli aveva spiegato che appena scesi dal treno sarebbero saliti su delle barche che gli avrebbe portati al castello di Hogwarts. Albus appena sceso dal treno si riunì con gli altri membri della sua famiglia, lasciando di nuovo solo Scorpius il quale salì in una delle ultime barche con degli altri ragazzini che nemmeno si presentarono.

Tutti insieme entrarono da una grande porta dorata e mentre l'attenzione di tutti era sulla bellezza del luogo, gli occhi di Scorpius cercavano quelli di Albus.

Ad attenderli all'interno c'era il Professor Harrolds che spiego loro cosa sarebbe successo da ora in poi: sarebbero stati smistati e da allora la loro Casa sarebbe stata la loro famiglia. Scorpius si chiese come fosse stata la vita di Albus fino ad ora: costeggiata dalla fama del padre, pieno di attenzione da parte di tutti, contrariamente a quella di Scorpius, vissuta nell'ombra del padre, ex Mangiamorte, preso in giro nelle scuole babbane per il suo cognome, per i suoi capelli argentati. Aveva pensato che ad Hogwarts tutto sarebbe cambiato, che le persone avrebbero capito che lui era un semplice ragazzino come tutti gli altri. Forse se fosse stato smistato in Corvonero le persone avrebbero avuto un'opinione diversa di lui, ma allo stesso tempo c'era il padre. Prima di partire, Draco Malfoy gli aveva detto che era fiero di avere un altro Serpeverde nella famiglia ed era stata forse la prima volta che il padre aveva usato quella parola. Lui era fiero di avere un figlio Serpeverde. Fiero. Come poteva deluderlo?

Le porte della Sala Grande si aprirono e Scorpius vide quattro tavoli colmi di ragazzi che aspettavano con impazienza – probabilmente di mangiare –. Il professore li condusse fino alla fine della stanza dove c'era un lungo tavolo dove al centro era seduta la professoressa McGonagall,la Preside di Hogwarts. Sedeva con un leggero sorriso e guardava i nuovi arrivati, scrutandoli e studiandoli uno a uno, probabilmente posizionandoli personalmente in una delle quattro Case di Hogwarts.

Dopo il discorso di apertura del Cappello parlante il professor Harrods iniziò a chiamare in ordine alfabetico gli studenti. Aghar Shida finì in Tassorosso, così come Armani Sofia subito dopo di lei. I nomi nella lista venivano piano piano cancellati e ci si avvicinava sempre più velocemente alla lettere M.

“Malfoy Scorpius.”

Scorpius deglutì. Sentiva le mani che gli tremavano, le gambe che lo reggevano a malapena. Salì i due gradini che lo separavano dallo sgabello di legno e ci si sedette. Il professore appoggiò delicatamente il Cappello sopra la sua testa ma questo non disse nulla. C'era il silenzio più totale, come se stesse pensando. Probabilmente stava scavando nel più profondo dell'animo del ragazzo per decidere cosa scegliere: accontentare il padre o seguire il proprio destino?

Alla fine il Cappello parlò e Scorpius chiuse gli occhi per un secondo, trattenne le lacrime e poi si alzò per dirigersi verso il tavolo con i vestiti verdi e neri.

 

Scorpius non prestò molta attenzione agli allo smistamento degli altri ragazzi, sentiva che il Cappello aveva preso la decisione più facile e più conveniente. D'altro canto, però, sarebbe riuscito ad avere successo in Corvonero? Era davvero portato per quella Casa? O era solo l'orrore verso la Casa già designata per lui che gliela faceva tanto odiare?

All'improvviso si sentì toccare una spalla e così Scorpius alzò lo sguardo verso la sua destra dove degli occhi verde smeraldo lo stavano fissando con un sorriso forzato. Probabilmente Scorpius strabuzzò gli occhi perchè nel viso di Albus Potter si disegnò uno sguardo interrogativo.

“Che ci fai tu qui? Il tavolo di Grifondoro è quello lì.” disse Scorpius indicando il primo tavolo di fronte a loro.

“A quanto pare sono stato smistato in Serpeverde. Devo ammettere che era un'opzione che mi ero già prefissato.” Albus parlava come se tutto ciò fosse normale: la sua intera famiglia era in Grifondoro a partire dai suoi genitori e continuando per i suoi zii, Hermione Granger e l'intera famiglia Weasley. Sembrava totalmente a suo agio in quella tavolata come se appartenesse a quel mondo, diversamente da Scorpius.

Il cibo si materializzò sulla tavola e tutti incominciarono a mangiare. Albus non sembrava uno di molte parole ma Scorpius aveva tante domande. Lui era esattamente l'eccezione alla regola, la pecora nera della sua famiglia ed era felice così.

“Perchè dici che avevi messo in conto di essere Serpeverde?” chiese Scorpius mentre, osservando il cibo in tavola, si rese conto di non essere per niente affamato.

“Durante lo smistamento di mio padre il Cappello gli aveva detto che avrebbe fatto grandi cose se fosse finito in Serpeverde. Lui però ha chiesto di essere messo in Grifondoro perchè era convito che tutti i maghi cattivi venissero smistati lì.”

“E lo pensa ancora?”

“Sicuramente ora non lo penserà più visto che ha un figlio Serpeverde.” affermò Albus regalandogli un leggero sorriso. “Quando ce lo ha raccontato, ci è sembrato ovvio che forse uno di noi sarebbe finito in questa Casa. E eccoci qui.”

Albus tornò tranquillamente a mangiare mentre Scorpius si guardava in torno, immaginando come sarebbe stata la sua vita se solo avesse chiesto al Cappello di essere in Corvonero.

 

Settimo anno

 

Scorpius si svegliò di soprassalto quando sentì un rumore provenire dal letto accanto al suo. Appena aperti gli occhi quasi non si ricordava di essere a Hogwarts per il suo ultimo anno di scuola, che tra qualche mese sarebbe stato libero da quelle catene e che probabilmente sarebbe finito a lavorare nello stesso reparto del padre. C'erano lati positivi e negativi nel finire la scuola e uno di quelli negativi era abbandonare Albus.

Nei sei anni passati insieme, i due avevano stretto un rapporto fraterno molto forte. Durante il loro primo anno erano stati dei nemici – amici per motivi strani, probabilmente per il fatto che Scorpius si sentiva triste e depresso a causa della Casa in cui era stato smistato e allo stesso tempo perchè Albus non riusciva a capire perchè Scorpius non fosse felice. Alla fine del primo anno, però, i due avevano avuto una lunga chiacchierata nella Sala Comune di Serpeverde e, senza rendersene conto, avevano fatto uscire pensieri e segreti che non avevano mai rivelato a nessuno. Da allora in poi avevano iniziato a essere amici, a vedersi durante le vacanze estive, a scambiarsi regali ai compleanni e a fare tutto ciò che si fa tra migliori amici.
Nel loro settimo anno ad Hogwarts erano anche riusciti ad avere il dormitorio tutto per loro: al primo anno c'erano cinque Serpeverde di cui uno si era ritirato per andare a una scuola babbana, uno era morto durante un incidente in auto con i suoi genitori e l'ultimo rimasto era stato bocciato l'anno precedente e doveva ripetere il sesto anno. Così, per la prima volta, la stanza era solo ed esclusivamente dei due ragazzi.

Appena Scorpus si girò verso il letto di Albus lo trovò vuoto: il suo amico era per terra con la bacchetta in mano e stava provando a fare un incantesimo. La materia più odiata da Albus era proprio Incantesimi nella quale Scorpius invece eccelleva. Per qualche secondo, prima che l'altro se ne rendesse conto, Scorpius si fermò a guardare Albus. Ormai lo aveva capito, anzi probabilmente l'aveva sempre saputo: Scorpius Malfoy era innamorato di Albus Potter. Da quando i due erano diventati amici stretti, qualcosa nel loro rapporto era cambiato, sopratutto da parte di Scorpius: sensazioni strane e nuove si mostravano quando i due stavano insieme, quando Albus, anche per sbaglio, lo sfiorava, l'altro sentiva un tremore e spesso Scorpius aveva sognato di baciarlo. D'altro canto però era consapevole che il suo amore per l'amico non era ricambiato: ormai dall'inizio del sesto anno Albus si frequentava con un'altra ragazza Serpeverde, Mandy Mason, e le cose tra loro sembravano andare alla grande.

Ovviamente Scorpius si era sempre mostrato felice della loro relazione ma, sotto sotto, ogni volta che vedeva Albus toccare la mano di lei o darle un bacio, sentiva una forte fitta nel petto.

Gelosia.

“Buongiorno bella addormentata” disse improvvisamente Albus avendo notato che l'altro era sveglio. “Dormito bene?”

“Cosa stai facendo a quest'ora del mattino?” chiese Scorpius guardando fuori dalla finestra e vedendo che il sole stava sorgendo in quel momento. “Perchè non torni a dormire finchè la sveglia non suona ossia tra più di un'ora?”

“Non posso.” ribattè l'altro tornando a provare l'incantesimo imperterrito. “E' tutta l'estate che mi alleno per fare divinamente questo incantesimo ma non ci riesco.”

Scorpius scostò le coperte e scese dal letto avvicinandosi all'amico. Gli chiese di fargli vedere come faceva e dopo pochi secondi ci fu di nuovo lo stesso rumore che lo aveva svegliato. Il ragazzo, allora, si sedette vicino ad Albus e gli prese il polso.

“Sbagli totalmente il movimento.”

“No che non lo sbaglio, l'ho visto fare mille volte da James, so come si fa.”

La testardaggine di Albus, come sempre presente, lo portava a sembrare un so-tutto-io, così Scorpius prese la sua bacchetta e gli mostrò come andava realmente fatto l'incantesimo. Albus borbottò qualcosa di rimando e ci riprovò, questa volta con successo. Dopo di che, Scorpius si alzò da terra e posò la propria bacchetta sul letto mentre apriva il baule per cercare la divisa di Serpeverde. Negli anni l'aveva osservata e spesso e volentieri odiata ma dopo sette anni aveva imparato ad amare la sua Casa, ad amare cosa voleva dire essere Serpeverde. Se potesse tornare indietro nel tempo probabilmente però non sceglierebbe di finire lì. La sua vita sarebbe stata completamente diversa in Corvonero: innanzitutto non avrebbe conosciuto Albus, forse avrebbe continuato a reprimere il suo essere omosessuale e più di tutto però, sarebbe una persona diversa mentalmente. In tutti quegli anni, la sua mentalità era stata ristretta alle materie scelte e spesso il “volerne sapere di più” non era ben visto dai Capo Casata.

Probabilmente sarebbe stata una vita totalmente diversa e molto più sola.

 

I giorni ad Hogwarts proseguivano lenti e monotoni, una lezione dopo l'altra finchè una sera Albus tornò in dormitorio sbattendo la porta e buttandosi sul letto. Non era raro che una scena del genere succedesse fino all'anno prima, quando James, fratello maggiore di Albus, continuava a prenderlo in giro e a fargli scherzi ridicoli. James, però, si era laureato l'anno prima e gli altri membri della famiglia di Albus erano piuttosto tranquilli e lo lasciavano abbastanza stare.

“Cosa è successo?” chiese in modo calmo Scorpius alzando il naso dal libro babbano che stava leggendo. “Chi ti ha fatto arrabbiare talmente tanto da farti sbattere la porta?”

Albus si mise a sedere sul letto e guardò l'amico tristemente. Con una mano si sfregò gli occhi e sospirò buttandosi di nuovo sul letto.

“Io e Mandy ci siamo lasciati. Anzi, oserei dire che lei ha lasciato me. E per una ragazza! Ti rendi conto?” il tono nella voce di Albus era rabbiosa e di disgusto. Tra di loro non si era mai parlato di questo argomento, dell'argomento omosessualità. Albus nemmeno sapeva che Scorpius era omosessuale per il semplice fatto che per lui era difficile da dire a voce alta. Aveva anche sempre creduto che ammettendolo al suo migliore amico sarebbe anche stato palese che Scorpius provava qualcosa per Albus.

“Mi dispiace, Al.” Scorpius non sapeva cos'altro dire. Le parole non gli uscivano dalla bocca.

“Mi ha detto che ha capito che gli piacciono anche le ragazze e che l'ha capito quando Julie Tompson l'ha baciata due settimane fa. Due settimane fa!” sbottò Albus. Era arrabbiato, molto. “Sono stato con una lesbica per un anno e mezzo! Cavolo mi sembrava che le piacesse quando lo facevamo! E poi mi viene a dire che le piace Julie Tompson! Assurdo.”

Scorpius rimase zitto a fissare la pagina del libro mentre dentro di sé tutto si spezzava. Tutte le sue convinzioni che forse, un giorno, Albus avrebbe ricambiato i suoi sentimenti, o che perlomeno lo avrebbe accettato per ciò che era. In fondo, era sempre lo stesso Scorpius che aveva conosciuto quel giorno nel treno di Hogwarts, non importava chi volesse nel proprio letto. Le parole dell'amico però erano troppo dure, troppo sbagliate e lui non poteva resistere.

“E se ti dicessi che io sono gay? Cosa faresti? Non mi parleresti più?” sbottò Scorpius senza alzare lo sguardo dal libro. Le parole gli erano uscite da sole, con rabbia e delusione, con paura e tristezza. Era consapevole che da quel momento in poi tutto sarebbe cambiato.

Albus, però, si mise di nuovo a sedere e cominciò solamente a ridere. “Ah, certo! Tu? Gay? Ma se sbavi dietro a quella ragazza di Tassorosso da almeno due anni!”

Sarah Mulligan, Tassorosso. Bionda e con dei bellissimi occhi grigi. La ragazza più ammirata e desiderata della scuola era stata la sua copertura per anni. Un giorno, per coprire le sue tracce di omosessuale nascosto e anche represso, aveva confidato ad Albus di avere una cotta per Sarah e ogni volta che la incrociavano nei corridoi Scorpius faceva qualche complimento su di lei. Ma era tutta una menzogna, una bugia.

Scorpius non rise a sua volta, anzi si incupì. Alzò lo sguardo dal libro per cercare gli occhi smeraldo di Albus. Il suo sorriso svanì.

“Scorpius, stai scherzando vero?” era ragionevolmente incredulo e lo fissava con uno sguardo senza emozioni. “Da quando?”

“Da sempre, Al. Non c'è stato un momento da quando ti conosco che non ho desiderato dirtelo, anche solo per togliermi un peso dal petto. Di certo non mi sarei mai immaginato di dirtelo ora. Ora che ho anche scoperto che odi una parte di me.” quella confusione di parole uscirono dalla bocca di Scorpus con rabbia e cattiveria. Con chi era arrabbiato? Con sé stesso per non aver capito prima cosa ne pensava Albus? Per essere ciò che era?

Albus osservò attentamente Scorpius prima di alzarsi, dirigersi alla porta e dire: “Non so cosa dire.”

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Scorpius osservò la porta sbattere e il suo cuore rimbalzò. Si rese conto solo in quel momento di tutta la rabbia che aveva messo in quelle parole. Avrebbe dovuto – decisamente – reagire in modo diverso, parlare in modo diverso e non confessare il suo più grande segreto al suo migliore amico nonchè attuale cotta nell'esatto momento in cui lui aveva scoperto che la sua – ora ex – ragazza era probabilmente bisessuale.

Quella sera Albus non tornò in dormitorio e quando Scorpius si svegliò la mattina dopo il suo letto era ancora vuoto. Con fatica, il ragazzo si vestì e scese nella Sala Comune di Serpeverde sperando di trovare là Albus ma non c'era traccia di lui. Mandy Mason però era seduta sul sofà scarlatto insieme a Julie Tompson. Scorpius si avvicinò alle due ragazze sorridendo e sedendosi nella poltrona vicino. Mandy, appena si accorse della sua presenza, lasciò le mani di Julie.

"Ciao Scorpius, come va?" chiese lei con fin troppa dolcezza nella voce.

"So quello che è successo e sono venuto a dirti che sono felice che tu abbia trovato una persona che ti fa stare bene. Non dico che ciò che è successo tra te e Al sia stato giusto e non è neanche affar mio, ma sono felice che in tutto questo mondo pieno di odio tu sia riuscita a trovare la felicità." le parole gli uscirono tutte d'un fiato e, dopo aver sorriso alle due ragazze, le quali avevano uno sguardo interrogativo e confuso in volto, si alzò e si diresse verso la Sala Grande. Scendeva ogni gradino piano, senza fretta. Dentro di sè c'era più calma, percepiva che la sua anima era più leggera, meno costernata dal segreto che da anni si portava dietro. Al tempo stesso, sentiva l'ansia e la preoccupazione nel petto: cosa avrebbe fatto Albus quando l'avrebbe visto di nuovo? Si sarebbero parlati e avrebbero chiarito? Oppure la loro amicizia era finita per sempre? Avrebbero ricominciato a essere dei nemici – amici come durante il primo anno? Tutta la situazione era spaventosa e sapeva che doveva trovare Albus e chiarire: non avrebbe mai potuto sopravvivere a quell'ultimo anno senza il suo migliore amico.

Entrato nella Sala Grande c'erano ancora pochi studenti e nel tavolo più a sinistra, quello dei Serpeverde, c'era Albus, seduto immobile a fissare il piatto vuoto di fronte a lui. Qualcosa gli diceva che se l'amico l'avesse visto si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato, ma non fu così. Scorpius si avvicinò piano alla tavolata e poi verso Albus, il quale, quando notò la presenza dell'altro non si mosse, alzò lo sguardo per osservarlo qualche secondo e poi i suoi occhi tornarono sul piatto argentato.

"Posso sedermi?" chiese Scorpius senza però ricevere alcuna risposta. Così, si sedette comunque. Albus sembrava desolato e arrabbiato contemporaneamente. Sicuramente non voleva parlare dell'accaduto ma Scorpius ne sentiva un bisogno fisico: doveva spiegare all'amico perchè aveva tenuto nascosto questo segreto, perchè non glielo aveva mai rivelato e che niente sarebbe mai cambiato. Avrebbe voluto spiegargli che questa era ciò che era, non era una malattia che poteva essere curata con un moviemento di bacchetta. Queste parole, così ordinate e concrete nella sua mente non volevano uscire dalla sua bocca. Tutto ciò che riuscì a dire furono delle mere scuse.

"Non posso accettare le tue scuse." disse dopo qualche secondo di silenzio Albus.
Una fitta al cuore aveva colpito Scorpius. Era certo adesso che la loro amicizia era finita, niente sarebbe mai stato come prima: avrebbe dovuto passare le sue giornate da solo, con sè stesso, con la sua mente che spesso faceva dei ragionamenti contorti e sbagliati.

Albus si alzò dalla tavola senza proferire altre parole e Scorpius rimase lì a guardare il suo piatto finchè la tavolata si riempì, il chiacchiericcio iniziò a farsi più forte e lui non potè far altro che alzarsi perchè il dolore era diventato troppo reale.

 

Le lezioni di quella giornata sembravano inutili come la scuola in generale. La scuola dovrebbe insegnarti come sopravvivere alla vita reale, come superare situazioni come queste. Non poteva parlare con nessuno della sua situazione per paura di essere ancora più giudicato. Aveva pensato di parlare con Mandy, a non sarebbe stato totalmente strano? Parlare con la ex del proprio migliore amico?

Entrando nella Sala Comune di Serpeverde si sentì ancora più vuoto: tutti i presenti erano in gruppi e chiaccheravano tra di loro e sentì dentro di sè la mancanza della sua amicizia con Albus. Gli mancava Albus. Non importava che fosse anche innamorato di lui, gli mancava il suo essere migliori amici, di parlare insieme di cose stupide, di studiare insieme nel loro dormitorio e semplicemente ridere con lui, sentire la sua risata.
Scorpius salì velocemente le scale, aprì lentamente la porta del dormitorio, ma dentro non c'era nessuno. Solo Scorpius, il suo segreto e i suoi ricordi.

"Tutto okay?" disse una voce dall'uscio della porta. Appena il ragazzo si girò vide che Mandy Mason teneva in mano un libro e si stava sedendo sul letto di Albus. Scorpius avrebbe voluto dirle di non sedersi, quasi come se quel letto fosse sacro, perchè conteneva tutti i ricordi di Albus che ora sarebbero diventati ricordi passati. "Ti ho visto correre qui velocemente e.." Mandy si fermò e cercò gli occhi del ragazzo, tristi e malinconici. "quello che mi – beh ci – hai detto stamattina è stato stupendo. Dopo che io e Julie abbiamo iniziato a frequentarci, lei mi ha regalato questo libro e vorrei dartelo."

Mandy appoggiò il libro sul letto, ma Scorpius non lo guardò neanche. Era troppo impegnato a giocare con un filo della sua divisa e a pensare a quanto insensate fosse quelle parole adesso.

"Non so cosa sia successo tra te e Albus, ma so che qualcosa è successo. Suppongo tu glielo abbia finalmente detto."

Solo in quel momento Scorpius alzò lo sguardo e incrociò gli occhi della ragazza, blu come il mare, e nel suo viso c'era un sorriso dolce.

"Detto cosa?" chiese il ragazzo, sapendo però che era una domanda retorica.

"Non fare il finto tonto. Lo so benissimo che sei innamorato di Albus, l'ho notato." Mandy si alzò dal letto e si diresse verso Scorpius e gli prese la mano continuando a guardarlo. "E penso che anche lui provi lo stesso, solo che non lo sa."

Scorpius scoppiò in una risata. Avrebbe voluto che lei ci fosse stata la sera precedente, quando tutto era stato rivelato, quando tutto il suo mondo era crollato.

"Lui ama te, Mandy e questo è sempre stato abbastanza palese."

"Anche io l'ho amato e credevo che non mi sarebbe mai piaciuta una ragazza, eppure eccomi qui. Finalmente sono felice con me stessa." Mandy lasciò le mani di Scorpius e prese in mano il libro che aveva appoggiato sul letto di Albus. "Questo libro ha davvero poche copie e quando Julie ha rivelato ai suoi genitori di essere lesbica, loro glielo hanno regalato. Penso che farebbe bene anche a te leggerlo. Capirai che non sei solo."

Mandy consegnò il libro nelle mani di Scorpius e se ne uscì dalla stanza salutandolo. Il ragazzo osservò la copertina blu del libro che aveva come titolo "Famosi omosessuali nel mondo magico" scritto da Theodore McLagen. Scorpius lo sfogliò e vide alcuni nomi famigliari come Albus Silente. C'erano due pagine intere dedicate a lui: secondo il fratello Aberforth, Albus e Gellert Grindelwald avevano avuto una relazione amorosa. La cosa lo sorprese: l'ex preside di Hogwarts, lo stesso preside di quando il padre frequentava la scuola, era omosessuale? Era come lui? La stessa persona da cui il suo Albus prendeva nome?
Un leggero sorriso si formò sul volto di Scorpius, ma subito si ruppe quando dalla porta entrò Albus, lo sguardo portato verso il basso. Buttò il suo zaino sul letto e si tolse la divisa e si iniziò a cambiare in vestiti più comodi senza dire alcuna parola. C'erano, però, tante parole che aleggiavano nella mente di Scorpius, troppe parole ed emozioni.

"Vado a cena, vuoi venire?" chiese Scorpius, chiudendo il libro e posandolo sul proprio letto. Albus non alzò nemmeno lo sguardo, continuava a fare le sue cose come se l'altro fosse invisibile e non esistesse.

Scorpius uscì dalla porta con il cuore in gola. Per la prima volta in cinque anni, stava andando in Sala Grande da solo, senza il suo migliore amico.

 

Mentre i giorni passavano e c'era silenzio tra i due, Scorpius decise che l'unica cosa che poteva fare, siccome le parole non gli uscivano dalla bocca, ma voleva terribilmente spiegare tutto ad Albus. Decise di scrivergli una lettera e in essa allegare il libro che gli aveva dato Mandy, che lui aveva ormai letto più di una volta. La ragazza aveva ragione: la lettura di quel libro lo aveva fatto sentire più normale, appartenente a una comunità più grande; sapeva che c'erano grandi maghi e streghe come lui e che per la loro sessualità non erano trattati in modo diverso.

Così, un giovedì sera Scorpius si recò in biblioteca, si scelse un tavolo vuoto dove potesse stare da solo e si mise a scrivere.

"Caro Albus.."

Doveva riordinare le idee, pensare a cosa dire, alle cose più importanti. Posò un secondo la penna e tirò fuori il libro. C'era una frase che aveva trovato che lo aveva risolevvato dalla tristezza che quella situazione aveva creato.

 

"Caro Albus,

Albus Silente una volta disse che la felicità può essere trovata anche nei tempi più oscuri se solo ci si ricorda di accendere la luce ed è proprio quello che ho fatto io quella sera, quando ti ho detto la verità. Dentro di me c'è sempre stato quel segreto, che per anni ho voluto rivelarti ma avevo paura. Di un tuo giudizio negativo, del tuo allontanamento da me. E quando tutte le mie paure si sono avverate sono di nuovo ricaduto nell'oscurità. Poi però mi è stato donato questo libro e ho ritrovato la mia luce, la stessa che credevo di aver perso.

Non pretendo che tu capisca totalmente ciò che provo, ciò che sono, ma voglio che tu comprenda che è qualcosa che non si può cambiare. Non mi troverai mai a baciare una ragazza. Mi dispiace di averti mentito, Albus, ma ero spaventato e ora lo sono ancora di più. Nel mio momento più buio avrei voluto avere il mio migliore amico al mio fianco, non vederlo allontanarsi nell'ombra e non rivolgermi più la parola.

Sono lo stesso Scorpius che hai conosciuto quel primo settembre, lo stesso a cui hai chiesto di sederti e lo stesso con cui hai condiviso esperienze ed emozioni negli ultimi sei anni.

Spero che capirai che mi manchi e che il fatto che io sia gay non cambia per niente le cose tra di noi.

Ti voglio bene,

Scorpius."

 

Finite di scrivere quelle parole, Scorpius alzò lo sguardo e si accorse che stava piangendo. Si asciugò le lacrime, piegò in quattro il foglio di carta e si diresse verso il dormitorio dove poi avrebbe posato il libro sul letto di Albus e ci avrebbe appoggiato sopra la lettera.

 

Scorpius si svegliò quando qualcuno gli stava urlando in un orecchio di svegliarsi. Subito lui si resse in piedi, seduto sul letto e si accorse che chi lo aveva chiamato era stato Albus. Aveva in mano la lettera e il libro e nei suoi occhi c'era una leggera lucentezza. Aveva pianto? Stava piangendo anche in quel momento?

"Che succede?" chiese instintivamente Scorpius all'amico.

"Questo succede! Cosa credi di star facendo, Scorpius? Vuoi convertirmi?" nella sua voce c'era la stessa rabbia, delusione e tristezza della prima volta in cui ne avevano parlato. Solo che il suo viso tradiva la sua voce. Le lacrime eravano ancora evidenti sulle sue guance arrossate e gli occhi avevano le pupille arrossate.

"Convertirti? Ma di cosa stai parlando? Non ho mai voluto questo, voglio solo che tu mi capisca, Albus!"

"Non posso capire questo! Io non sono questo, non voglio essere questo. Non posso esserlo."

Qualcosa era cambiato. Le sue parole erano dure e rivolte a sè stesso e non più a Scorpius.

"E' colpa tua se sto avendo questi sogni! Solo colpa tua!" urlò Albus puntando un dito contro Scorpius.

"Non so di cosa stai parlando, Albus. Calmati e spiegami."

Albus respirava velocemente e buttò il libro a terra. Iniziò a singhiozzare e piano di sedette sul suo letto coprendosi il viso con le mani. Scorpius non riusciva a muoversi, aveva paura che se anche solo si fosse avvicinato ad Albus lui gli avrebbe fatto del male, lo avrebbe mandato via o chissà cos'altro. Sapeva che doveva lasciarlo stare, doveva far uscire tutto il suo dolore finchè esso non fosse esaurito. Dopo qualche minuto, Albus si asciugò il viso con la manica della divisa e osservò Scorpius con gli occhi ancora rossi e le ultime lacrime che scendevano sulle guance. C'era silenzio ora, nessuno dei due osava parlare ma nella mente di Scorpius ronzavano mille domande. La paura però lo fece stare in silenzio. Finchè Albus iniziò a parlare, piano, quasi in un sospiro.

"Ho fatto sogni strani su noi due." sembrava che quelle parole uscissero a fatica. "E penso che mi piacessero, più di quanto dovrebbero."

"Che tipo di sogni?" chiese Scorpius quando finalmente trovò il coraggio di parlare. Poteva immaginare che sogni fossero, probabilmente simili a quelli fatti da egli stesso in tutti quegli anni.

"Dove noi due.." si fermò. Aveva paura a dire quelle parole e Scorpius comprendeva questa insicurezza. Nemmeno lui sapeva dove aveva trovato la forza e il coraggio per digli che era gay. "in rapporti intimi. Mentre ci baciavamo o peggio."

"Non c'è niente di male, sono solo sogni."

"Non sono come te." Quell'ultima parola fu pronunciata diversamente, sottolineandone il significato. "A me piacciono le ragazze, mi piace baciare loro, fare sesso con loro."

"D'accordo."

Era stanco di quella conversazione senza fine. Scorpius si buttò di nuovo a letto, tirò su le coperte e chiuse gli occhi. Sperava che tutto questo fosse stato un sogno, ma al tempo stesso sperava che non lo fosse. Albus gli aveva confessato di aver sognato loro due in situazioni amorose, ma aveva anche fatto esplicitamente capire che lui non era così, che lui era eterosessuale, normale. Era – ovviamente – Scorpius quello sbaglio, non Albus, che reprimeva il suo essere. Avrebbe voluto dirgli di andare a parlare con Mandy, probabilmente si sarebbero capiti. Albus aveva un'attrazione per entrambi i sessi e la cosa era normale, lo dovrebbe essere anche per Albus stesso. Avrebbe dovuto accettarsi, accettare anche quella parte di sè stesso, altrimenti non sarebbe mai stato felice. Ovviamente, non è un processo facile, Scorpius stesso ci aveva messo anni per accettarsi, per capire che non era sbagliato. Probabilmente l'imput finale era stato dato dal libro datogli da Mandy, quando aveva capito di non essere solo. Anche Albus avrebbe dovuto capire che non era solo, che era normale e che se si fosse accettato sarebbe stato felice.

Scorpius aveva chiuso gli occhi da qualche minuto quando sentì che anche Albus si era messo a letto e stava piangendo in silenzio. Dopo quasi mezz'ora sentì dei moviementi dal letto dell'amico. Scorpius stesso non riusciva a dormire e sentì la presenza di Albus più vicina. Aveva paura che qualcosa di brutto sarebbe successo, ma prima che potesse aprire gli occhi sentì delle labbra calde che premevano sopra le sue.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Il ragazzo aprì gli occhi di scatto e trovò il viso di Albus sopra il suo. L'altro aveva gli occhi chiusi e teneva le labbra serrate ma ben premute su quelle di Scorpius che poteva percepirne il calore e l'umidità. Ovviamente, Scorpius, ricambiò il bacio prendendo tra le mani il viso di Albus. A quel movimento, però, Albus si staccò subito.

“Che stai facendo?” chiese Albus passandosi il dorso della mano sulle labbra, come per scacciare via il gesto appena compiuto. Nel suo volto, nei suoi occhi, vigeva il rimorso. “Perchè mi hai baciato? Io non sono come te!”

Scorpius stava iniziando a perdere totalmente la pazienza. C'era una differenza tra reprimere ciò che si è e non agire e il reprimere sé stessi e incolpare gli altri per questo. Albus, reprimendo il suo essere, dava continuamente la colpa a Scorpius per questo, senza nessun motivo apparente.

“Sei tu che hai baciato me, Albus. Smettila con questa scenata.” Scorpius aveva la mascella serrata. Avrebbe voluto urlare. Urlare che quello era stato il bacio più bello della sua vita, quello che aspettava da anni. Era anche il bacio che il suo migliore amico gli aveva dato prima e dopo averlo incolpato di averlo 'convertito'. Non poteva però urlare, doveva tenersi tutta quella rabbia dentro perchè prima di tutto non voleva far agitare ancora di più Albus e svegliare tutto il dormitorio, e poi perchè forse c'era una via d'uscita. La luce nell'oscurità. Forse, questa volta, Albus avrebbe capito.

“Io non sono gay e lo sai bene.” ribattè Albus con lo sguardo che vagava per la stanza.

“D'accordo allora dimmi che non hai provato niente, dimmelo guardandomi negli occhi.” Scorpius osservò Albus che però non contraccambiava il suo sguardo. Così, si avvicinò a lui e gli prese il viso tra le mani – di nuovo –. Sentire il contatto con la sua pelle gli metteva sempre i brividi. Albus cercava ancora di non incontrare lo sguardo dell'altro.

“Guardami e dimmelo.” sussurrò ancora Scorpius. “Ti conosco e capirò se dirai la verità.”

Albus finalmente incontrò gli occhi dell'amico. Erano lucidi, leggermente bagnati e tristi.

“Non mi è piaciuto, è stato disgustoso.” disse dopo qualche minuto fatto solo di sguardi. “Non so come fa a piacerti.”

Bugiardo.

Scorpius conosceva i suoi occhi, le sue espressioni, il suo tono di voce quando mentiva. Decise però di non dire nulla. Lasciò il viso dell'altro e tornò a letto. Se Albus l'avesse di nuovo svegliato con un bacio – si ripromise – non avrebbe fatto nulla se non continuare a dormire.

 

“Cosa? Stai scherzando?” urlò Mandy mentre Scorpius le raccontava ciò che era successo la notte prima. Da quando entrambi avevano rivelato ad Albus di essere gay – o bisessuali in caso di Mandy – loro due si erano avvicinati sempre di più e allontanati ancora di più da Albus. Spesso loro due, e spesso anche Julie, pranzavano e cenavano insieme oppure studiavano in biblioteca. “Ti ha.. baciato?”

Scorpius annuì e continuò a giocherellare con il cibo che aveva nel piatto. Quella mattina si era svegliato e non aveva trovato Albus a letto, era già scomparso chissà dove. Non c'era nemmeno nella lunga tavolata a colazione.

“Chi ti ha baciato?” chiese Julie sedendosi al fianco di Mandy.

“Albus!” rispose l'altra tutta felice. “Te lo avevo detto, Scorpius!”

“Ti sei forse persa la parte in cui ti spiegavo che ha detto che gli ha fatto schifo ma io sono certo che mentisse? Ti sei forse dimenticata che sta reprimendo ciò che è e che forse lo farà per sempre?” Il tono del ragazzo era rabbioso e quando lo capì, si scusò con le ragazze. Era nervoso. Aveva paura che Albus potesse fare qualcosa di folle. Aveva bisogno di vederlo, solo per sapere che stava bene.

 

Durante la prima lezione della giornata, Difesa contro le Arti Oscure, Albus era seduto nell'ultimo banco e quando tutti entrarono nella classe, lui era già lì. Scorpius non osò sedersi vicino a lui, ma prima di sedersi su uno dei primi banchi, sentì la voce di Albus chiamarlo. “Amico! Dove ti stai sedendo? Sono qui!”

Scorpius, sorpreso, si diresse verso l'ultimo banco in fondo all'aula e si sedette vicino all'amico che gli stava sorridendo.

“Senti, frocetto.” iniziò a dire Albus. Il cuore di Scorpius si congelò all'istante. Per un secondo aveva creduto che tutto si fosse risolto tra loro due, invece tutto era peggiorato. “Quello che è successo ieri non deve uscire da quelle mura anche se suppongo tu l'abbia già detto alle tue nuove migliori amiche lesbicone.” Albus indicò con la testa Julie e Mandy che a loro volta li stavano guardando. “Se spiccichi parola con qualcun altro giuro che ti spacco quel culo da checca che hai.”

Scorpius era inorridito. Si alzò dal banco e fece per uscire dalla classe quando entrò il professor Harrolds. Il ragazzo biascicò una scusa che aveva a che fare con l'infermeria e uscì dalla classe. Lacrime copiose gli scendevano dal viso e cercò di pulirle con la manica della divisa senza successo. Non riusciva a credere che quelle parole fossero davvero uscite dalla bocca di Albus, lo stesso Albus che lo aveva accompagnato nella sua vita per sei anni.

“Stai bene?” davanti a sé si ritrovò l'ultima persona che voleva vedere. Rose Weasley, la cugina di Albus, l'unica persona con cui Albus avesse un rapporto molto stretto nella famiglia. I suoi capelli rossi erano legati in una lunga treccia, il viso coperto da lentiggini e gli occhi verdi brillanti osservavano il Serpeverde.

“Sì, tutto bene grazie.” rispose velocemente lui cercando di svignarsela. Lei però gli si parò davanti.

“Stai piangendo come un bambino del primo anno, dimmi cosa succede. E' successo qualcosa ad Albus?” chiese cambiando totalmente espressione in un nano secondo. Scorpius scosse la testa. “E allora che è successo?”

Scorpius cercò una scusa e finalmente disse: “Problemi di cuore, niente di così importante.”

Rose scoppiò in una piccola e dolce risata e dopo avergli dato una pacca sulla spalla, lo lasciò passare e ognuno continuò per la sua strada.
Lo scopo del ragazzo era quello di scendere le scale e dirigersi fino alla Sala Comune di Serpeverde ora probabilmente vuota e silenziosa e di rintanarsi lì per tutta la giornata. Fu però interrotto nuovamente. Mentre camminava, era oramai vicinissimo alle scale, si sentì toccare la spalla.

“Dove va signor Malfoy?” dietro di lui la voce femminile della Professoressa McGonagall, preside di Hogwarts. Scorpius l'aveva considerata una bravissima persona, ligia alle regole ma sempre pronta ad aiutare gli studenti che più ne avevano bisogno. “Non dovrebbe essere in classe?”

Scorpius si voltò e osservò lo sguardo serio della professoressa di fronte a lui. “Dovrei ma non sto molto bene e sto andando in Infermeria..”

“Che è esattamente dall'altra parte della scuola.”

“Davvero?” Scorpius si passò una mano tra i capelli imbarazzato e abbassò lo sguardo. “Devo aver sbagliato strada allora..”

 

La professoressa McGonagall lo mise in punizione per due settimane per essere stato beccato fuori dalla propria classe senza una motivazione valida – Scorpius non aveva avuto il coraggio di rivelarle nulla – e venti punti furono tolti a Serpeverde. Dopo una settimana di pulizia dei trofei insieme a Mr Filch, il guardiano, come se non bastasse la professoressa McGonagall lo chiamò nel suo ufficio. Dopo essere entrato dalla porta, Scorpius si sedette sulla poltroncina blu di fronte alla scrivania vuota. Quella stessa mattina gli era arrivato un gufo dove lo avvisava che avrebbe fatto leggermente tardi al loro appuntamento.
Scorpius osservò la stanza piena di quadri dei precedenti presidi di Hogwarts tra cui anche Albus Silente il quale stava sonnecchiando. Avrebbe voluto svegliarlo, per parlarci. Ma cosa gli avrebbe detto? Il ritratto si mosse e tutto d'un tratto Scorpius si ritrovo – più o meno – faccia a faccia con il famoso Albus Silente.

“Qualcosa ti preoccupa, ragazzo?” chiese l'immagine. Gli occhi azzurri del vecchio preside sembravano brillare da dietro gli occhiali a mezzaluna.

“Sto solo aspettando la professoressa McGonagall, signore.”

“E oltre questo?” il professore si sedette diritto sulla poltrona del dipinto. Sembrava interessato alla vita di Scorpius anche se in realtà non lo conosceva affatto. Sembrava anche sospettare – o addirittura sapere – che il ragazzo voleva parlare.

“Il mio migliore amico si è allontanato da me perchè gli ho rivelato un segreto su di me, un segreto su una cosa che non posso cambiare. Da quel momento tutto è cambiato, anche lui stesso è cambiato.”

Il professor Silente lo osservava attentamente e con un gesto della testa gli chiese di proseguire.

“Lui crede che io lo abbia infettato con questo mio segreto, che ora che anche lui ne è a conoscenza, anche lui diventerà come me.” Scorpius spostò il suo sguardo a terra. Tutto nella sua testa sembrava così complicato, così contorto. Si era forse immaginato tutto? Forse Albus non era davvero innamorato di lui, forse quel bacio che gli aveva dato, per Albus, era solo una conferma di ciò che non era. Ma qualcosa nel ricordo suoi occhi diceva il contrario. “Io.. non voglio perderlo.”

“Non lo perderai, Scorpius..” disse Silente e il ragazzo si chiese come facesse a sapere il suo nome. “Con il tempo capirà che non c'è nulla di sbagliato in te.. e in lui..” Silente strizzò l'occhio destro e poi scomparve, così che si vedesse solamente la poltrona sulla quale prima era seduto. Scorpius cercò di richiamarlo, di farlo tornare indietro. Voleva una spiegazione più eloquente, un consiglio su come superare quella terribile situazione, ma lui era scomparso e chissà tra quanto tempo lo avrebbe rivisto.

Dopo pochi minuti entrò la professoressa McGonagall, di fretta e con il viso contratto. Si sedette sulla sua sedia dietro la scrivania e osservò Scorpius. Il suo viso non lasciava spazio ad emozioni oltre che alla delusione. In cuor suo, il ragazzo sapeva esattamente di cosa stavano per parlare, ma sentiva comunque un sentimento ansiogeno salirgli nel petto.

“Sono molto delusa da te, signor Malfoy. Fin da quando sei arrivato ad Hogwarts hai sempre dato il meglio di te e hai spesso e volentieri aiutato anche gli altri ad eccellere – ovviamente parlo del signor Potter –.” la professoressa si fermò per scacciare dal viso un ciuffo ribelle e posarlo delicatamente dietro l'orecchio. Scorpius non si era accorto che sulla scrivania c'era un fascicolo con su scritto il proprio nome. La professoressa lo aprì e glielo pose davanti: c'erano i voti di tutte le verifiche o test o compiti che aveva consegnato nell'ultimo anno.

“Sin dal primo anno i tuoi voti sono stati alti ma da qualche mese sono cominciati a calare drasticamente. Non voglio vederti fallire, Scorpius. So che hai la testa e l'intelligenza per qualsiasi cosa, a differenza di altri tuoi compagni. Ti ho sempre visto bene in Corvonero, avresti eccelso in quella Casa. In ogni caso dobbiamo fare qualcosa per questi voti. Prima di tutto, cos'è cambiato? Cosa è successo?”

Scorpius distolse lo sguardo dal fascicolo Tutti quei votacci lo facevano stare ancora più male. Era a conoscenza della sua situazione scolastica e del fatto che da quando lui e Albus non erano più amici, tutto era cominciato a peggiorare, compresi i suoi voti scolastici. Ma non poteva confessare la verità, quella più profonda e reale, alla professoressa. Cosa avrebbe pensato di lui?

“Ho notato che lei e il signor Potter non passate più molto tempo insieme come una volta. E' lui la causa?”

Scorpius annuì silenziosamente. Le parole non gli uscivano dalla bocca, qualsiasi cosa avrebbe detto sarebbe stata inutile in confronto alla verità. La professoressa però aveva uno sguardo preoccupato. Teneva davvero a lui e alla sua carriera scolastica.

“Potresti diventare qualcuno di importante con quella testa, Scorpius. Non buttare via tutto il tuo lavoro per un ragazzo.”

Il Serpeverde cercò gli occhi della professoressa e notò che le sue labbra si erano incurvate in un sorriso. Sapeva. Probabilmente lo sapevano tutti, forse era sempre stato palese a tutti.

“Cosa sta dicendo, professoressa?”

“La tua vita privata mi interessa fino ad un certo punto, signor Malfoy, ma ormai la conosco da sette anni e penso di conoscere abbastanza adolescenti da saper dire che lei è innamorato.”

“E con questo cosa c'entra Albus?”

La professoressa scoppiò in una leggera risata e si aggiustò gli occhiali. “Me lo dica lei, signor Malfoy.” 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


I mesi passarono lentamente, i pensieri di Scorpius sempre diretti ad Albus mentre l'altro lo ignorava completamente e ogni volta che ne aveva l'occasione lo insultava con parole sempre più pesanti e crudeli.

Fortunatamente, grazie anche al supporto di Mandy e Julie, i voti di Scorpius riuscirono ad alzarsi e a tornare alla normalità. La professoressa McGonagall, quando lo incrociava per i corridoi, gli sorrideva. Ovviamente, il ragazzo non le aveva svelato nulla del suo amore per Albus, era rimasto sul vago, ma probabilmente lei sapeva senza che lui le dicesse nient'altro.

“Ci credete che manca una settimana e poi saremmo finalmente fuori da qui?” disse Mandy durante l'ultimo lunedì della loro vita scolastica. La ragazza era riuscita a dire ai suoi genitori che stava frequentando una ragazza da qualche settimana e i suoi genitori l'avevano presa abbastanza bene, tanto da permetterle di passare due settimane alla casa al mare di Julie nel sud Italia. D'altro canto, Scorpius, non era riuscito a dire nulla ai genitori. Era convito che dopo averlo detto a Albus, sarebbe stato semplice dirlo al padre e alla madre. Invece non era facile: ogni volta che cercava di dir loro cosa provava, si frenava. Aveva paura di ricevere la stessa reazione dell'amico, non voleva che i suoi genitori lo cacciassero di casa e smettessero di parlargli solo perchè gli piace portarsi a letto degli uomini al posto delle donne.

“Hai già deciso cosa fare questa estate, Scorpius? A parte coming out con i tuoi genitori è chiaro.” lo provocò Julie posando la forchetta sulla tavola.

Scorpius le sorrise. “Penso che resterò a casa a capire cosa farne della mia vita.”

“Cosa dici? Ti devi divertire! Ti ricordo che il mio invito è ancora valido e lo sarà sempre.” Julie gli sorrise e tornò a mangiare la poca frutta rimasta sul suo piatto. “Come pensi di diglielo, comunque?”

“Dire cosa a chi?”

“Ai tuoi genitori. Che sei gay. Sai.. il grande segreto..”

Scorpius abbassò lo sguardo sul suo piatto ormai vuoto. “Devo proprio?”

“Stai scherzando spero..” intervenne Mandy. “Credimi: dirglielo ti farà solo sentire meglio.”

“Per voi è diverso. Per le donne è diverso, credo. Per noi, dire di essere gay è come dire di aver perso la virilità. E poi non conoscete mio padre.”

Mandy si scambiò un'occhiata con Julie e scoppiò a ridere. “Sai che ti voglio bene, Scorpius, ma ti devo dire una cosa.”

“Dimmi, avanti.” disse lui alzando lo sguardo.

“Sei una mezza calzetta!” urlò lei così che tutto il tavolo di Serpeverde e quello di fronte dei Grifondoro li sentisse. Scorpius notò Rose seduta sul tavolo davanti che si mise a ridere. I due non avevano più parlato da quando lei lo aveva beccato a piangere in corridoio, ma aveva continuato a salutarlo cordialmente se lo vedeva nei corridoi. Ciò gli era sembrato strano. Lei e Albus erano come gemelli siamesi, si dicevano tutto. Che lei sapesse di Scorpius?

Il ragazzo tirò una gomitata a Mandy ma si mise a ridere. Dall'enorme porta della Sala Grande il ragazzo vide entrare Albus, solo. Si sedette nel primo posto che trovò libero e non sembrò notare i tre ragazzi seduti solo qualche posto lontano da lui. Il suo viso era contratto, preoccupato.

 

Il sabato successivo era il giorno in cui si sarebbero svolti i M.A.G.O e la Sala Grande era stata totalmente cambiata: al posto delle solite quattro tavolate c'erano tantissimi banchi messi in fila su sette file. Il soffitto non aveva le solite candele ma mostrava il cielo leggermente nuvoloso. All'interno c'era già un leggero brusio di gente che parlottava, ripassava e si scambiava appunti o suggerimenti – inutili – su come copiare.

Quando Mandy, Julie e Scorpius tutti e tre andarono a cercare i loro posti e fortunatamente scoprirono di essere vicini orizzontalmente, però scoprirono anche se Albus era già seduto davanti al banco di Scorpius. In silenzio, stava ripassando alcune materie.

In pochi minuti, l'intera sala si riempì e quindici minuti dopo iniziò il test. Scorpius cercò di rimanere concentrato il più possibile ma davanti a sé la testa di Albus si continuava a muovere da una parte all'altra, così come il suo piede continuava a battere sul pavimento.

“Per favore smettila.” sussurrò Scorpius sporgendosi leggermente in avanti.

Albus inizialmente rispose solo con un grugnito ma poi, più chiaramente si scusò e Scorpius tornò a concentrarsi sul suo test. Fortunatamente, appena il tempo finiva, il foglio diventava di nuovo bianco e sopra si materializzavano i voti.

Scorpius non fu sorpreso di vedere che in tutte le materie era riuscito ad avere il massimo. Anche moltissimi altri studenti stavano sorridendo e gioendo, altri piangevano – per gioia o, pochi, perchè non erano riusciti a superare l'esame – e infine, davanti a lui, Albus era fermo immobile. Non muoveva un muscolo. Aveva in mano il suo foglio ma non traspariva nessuna emozione, nessun rumore.

“Tutto okay, Albus?” chiese piano Scorpius, cercando di non sembrare troppo invadente e avendo paura di una risposta negativa. “L'hai passato?”

“Appena.” rispose lui velocemente girandosi per poterlo vedere in faccia. “Non credevo ti interessasse di me.”

“Cosa vai blaterando?” chiese Scorpius osservando per la prima volta il viso di Albus senza alcuna rabbia. Sembrava quasi che stessero parlando come una volta, quando ancora non c'era tutto quell'odio.

“Suvvia, Malfoy. Ti sto prendendo in giro.” Il suo tono era amichevole, come una volta. Sul viso di Scorpius si era formato un sorriso che fu però subito abbattuto. “Non crederai mica che io ti abbia ricominciato a parlare? Ti ho solo risposto per gentilezza. E per prenderti in giro.”

Dopo di che, Albus si alzò e uscì dalla stanza. Scorpius rimase fermo sul suo banco, immobile. Era stato nuovamente fregato da Albus. Niente poteva tornare come prima. Tutto era finito. La scuola era finita. Gli anni passati sarebbero stati solo un ricordo. Anche Albus sarebbe diventato un ricordo. Un bel ricordo perlopiù, ma sempre e solo un ricordo.

 

Il giorno dopo, alle dieci esatte, tutti gli studenti dell'ultimo anno dovevano trovarsi di fronte alla scuola, ognuno con le proprie valigie, pronti a dire addio. Scorpius si sveglio due ore prima per preparare la sua valigia, ma Albus era già scomparso dalla vista. Quando scese in Sala Comune di lui non c'era traccia e lo vide solamente quando il ragazzo uscì dal castello per l'ultima volta nella sua vita. Non osò nemmeno avvicinarsi a lui ma si mise vicino a Mandy e Julie. Tutti gli studenti del settimo anno erano lì fuori e Scorpius ne osservò ogni viso: alcuni li conosceva personalmente, con altri non ci aveva mai parlato, ma sapeva che avrebbe sentito la mancanza di quel posto, di quelle persone. Dopotutto, Hogwarts era stata la sua casa e lo sarà sempre.

“Buongiorno ragazzi.” disse la professoressa McGonagall che tutto d'un tratto era apparsa nella folla e si faceva strada per mettersi in una posizione visibile a tutti. “Oggi è un giorno molto speciale non solo per voi ma anche per me. Come voi, anche io oggi finisco la mia avventura qui ad Hogwarts e lasciare questo castello è estremamente doloroso. Ci sono un sacco di ricordi, belli o brutti, persone che ho conosciuto qui che ora non ci sono più..” si fermò un secondo e guardò il castello, probabilmente ricordando tutte le persone che erano morte, sopratutto durante la Seconda Guerra Magica. Dopodiché tornò a guardare gli studenti. “Voi siete stata la mia ultima classe, vi ho visti crescere dal primo giorno e posso solo dire di essere fiera di tutti voi, dell'enorme percorso che avete fatto, delle sfide che avete affrontato sempre con un sorriso. Ricordo benissimo ognuno di voi mentre sostava su quello sgabello mentre venivate smistati nelle vostre Case. Ricordo tutto e forse non è una cosa positiva. Ma sono fiera di voi. Sono fiera di ricordarmi dei vostri progressi.” La donna spostò i suoi occhi verso Scorpius e sorrise. Era ancora affascinante seppur l'età. Il ragazzo non avrebbe mai dimenticato quella donna, che l'aveva aiutato e l'aveva fatto crescere. Come si può dimenticare una persona tanto speciale?

Dopo il discorso della Preside, tutti gli studenti, senza le loro valigie, furono portati esattamente nello stesso posto dove erano arrivati sette anni prima. Al loro arrivo ad Hogwarts erano stati trasportati fino al castello in delle barche ed è così che se ne sarebbero andati. A gruppi, salirono nelle barche e malinconicamente guardarono il castello. Era immenso visto da lì, magnifico e spettacolare. Scorpius lo guardò per un'ultima volta e lo ringraziò mentalmente. Lo ringraziò per essere stato la sua casa, il posto dove potesse essere sé stesso e dove aveva conosciuto le migliori persone della sua vita. Appena la barca partì, un senso di vuoto dilaniò nel corpo di Scorpius. Non avrebbe mai più rivisto i lunghi corridoi che lo portavano a lezione, la Sala Grande e la Sala Comune di Serpeverde. Il dormitorio, dove per la prima – e ultima – volta, Albus lo aveva baciato. Troppi ricordi affluivano nella sua mente e non si accorse nemmeno che aveva iniziato a piangere, come anche la maggior parte degli altri studenti. Mandy singhiozzava, stringendosi tra le braccia di Julie. L'unico impassibile, da quel che poteva vedere, era Albus, molte barche più avanti, che guardava dritto e non sembrava importargli che la parte fondamentale della sua vita si stava piano piano allontanando.

 

L'estate dopo il diploma fu intensa: Scorpius non era ancora riuscito a dire ai suoi genitori di essere omosessuale ma la madre spesso gli chiedeva perchè lui e Albus non fossero più amici. Lui rispondeva con una scrollata di spalle e cercava di cambiare argomento. Alla fine, comunque, aveva ceduto e aveva passato due settimane nella casa di Julie in sud Italia e poi, loro tre, avevano passato una settimana in Francia come regalo per essersi diplomati a buoni voti. Sicuramente, una delle migliori estati della sua vita. Anche perchè, verso la fine di agosto ricevette una lettera da Albus. Inizialmente non voleva nemmeno aprirla, aveva il terrore che fosse piena di brutte parole che lui non era proprio in volere di sentire. La curiosità, però, prese il sopravvento.
Chiuso nella sua camera, aprì piano la busta e ci ritrovò dentro un foglio di carta piegato in quattro. Quando lo aprì vide che la lettera non era estremamente lunga ma non era stata scritta da Albus – anche se il nome del mittente era il suo –. Così iniziò a leggere:

 

Caro Scorpius,

scusa se nella busta c'è scritto che questa lettera proviene da Albus ma non è così. Dopo molti – troppi – mesi, finalmente mi ha detto cosa è successo tra di voi e ne sono totalmente dispiaciuta. Albus si è comportato come un cretino e spero che presto capirà il suo sbaglio. Spero che capirà che anche se è innamorato di te – come io credo che sia, altrimenti non ne farebbe una questione così grande – non è la fine del mondo, che due uomini possono amarsi senza problemi. Sicuramente per i suoi genitori non è un problema, ne sono certa.

Volevo solo mostrarti il mio supporto e farti sapere che sono anche dalla tua parte. Passa una bella estate!

Rose Weasley

P.S.= ho saputo che inizierai un tirocinio al Ministero della Magia nel Dipartimento degli Incidenti Magici e Catastrofi. E' fantastico! Io farò tirocinio nel Dipartimento di Cooperazione Magica, magari ci possiamo beccare per un caffè. Fammi sapere!

Scorpius osservò la lettera. Certo, era deluso che non provenisse davvero dalla mano di Albus, ma era anche felice che Rose non fosse contro di lui. Forse se loro due avessero parlato più a fondo, Albus avrebbe finalmente capito che era nel torto. Si poteva solo sperare.

Il ragazzo prese un pezzo di pergamena e iniziò a scrivere una lettera di risposta per Rose:

 

Cara Rose,

sono felice di aver ricevuto la tua lettera e mi conforta che non pensi che io sia uno ''strano''.

Ovviamente mi piacerebbe incontrarmi con te. Io iniziò il tirocinio la settimana prossima e sicuramente ci incontreremo per i corridoi e ci potremmo mettere d'accordo.

Grazie ancora,

Scorpius Malfoy

 

Il ragazzo piegò la lettera e la mise in una busta. Scese le scale, la mise nel becco dell'uccello di famiglia, Valjean – chiamato così per l'amore che Scorpius aveva per il protagonista del libro babbano 'I miserabili' – e lo guardò volare via. Guardò anche volare con esso la speranza di un cambiamento. Forse qualcosa sarebbe davvero cambiato. Bisogna solo aspettare.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


La mattina del 10 settembre, la madre entrò nella sua camera molto presto, il sole si stava ancora alzando in cielo. Con un bacio sulla fronte, il ragazzo aprì gli occhi ancora impastati e sorrise alla madre. Finalmente era arrivato il grande giorno, finalmente avrebbe iniziato a lavorare – o quasi – al Ministero. Non era sempre stato il suo sogno: per i primi anni tutto ciò che avrebbe voluto fare era il giornalista per la Gazzetta del Profeta, ma tutti – suo padre compreso – gli avevano suggerito di cambiare direzione. Alla fine, anche Scorpius stesso, aveva perso interesse per quella professione e si era iniziato ad informare sui lavori disponibili al Ministero e sicuramente quello nel Dipartimento degli Incidenti Magici e Catastrofi lo intrigava di più.
Sulla scrivania, ancora la sera prima, la madre aveva piegato ciò che sarebbe stato il suo nuovo abbigliamento: niente più divisa di Serpeverde ma una camicia bianca con giacca e pantaloni blu. Da vero adulto. Da vero uomo. Scese le scale, Scorpius trovò la madre che mangiava la sua colazione da sola. Il padre era già partito per il Ministero, probabilmente.

“Ciao tesoro,” incominciò lei vedendolo avvicinarsi alla tavola. “sei nervoso?”

Scorpius annuì leggermente e si sedette a tavola con la madre, la quale gli aveva preparato la colazione. Lei continuava a sorridergli, in modo quasi strano. “Tutto okay, mamma?”

“Sono solo molto felice per te. Vederti così cresciuto e.. ora andrai al lavoro per la prima volta. E' tutto molto emozionante.” si asciugò una lacrima dalla punta degli occhi. “Forza, mangia. Avrai bisogno di energie.”

 

Come promesso, Scorpius incrociò più volte Rose Weasley per i corridoi del Ministero e entrambi si scambiavano saluti. Finchè un giorno lei lo fermò per strada – anche se lui era di fretta – per chiedergli di incontrarsi alla fine del turno. Non sembrava particolarmente spumeggiante come lo è di solito, anzi, era abbastanza preoccupata e abbattuta. Per tutta la giornata, Scorpius cercò di prestare attenzione a Matthew, il suo capo, ma senza riuscirci. Troppi dubbi si erano infiltrati nella sua mente dopo l'incontro fuggente con Rose.

“Non ti ho visto molto attento oggi..” disse Matthew alla fine del turno. “E' successo qualcosa?”

Scorpius era nell'ufficio dei tirocinanti – anche se lui era l'unico al momento – e stava riordinando le sue cose e prendendo la ventiquattrore per uscire e incontrare Rose. “Mhn.. diciamo di sì. Mi dispiace.”

“Non devi dispiacerti, a tutti capitano delle giornate no. Una volta mi ero talmente invaghito di un ragazzo che lavorava nel Dipartimento Misteri che lo seguivo ovunque..” Scorpius smise di ascoltarlo. Aveva detto ragazzo? Era stato innamorato di un ragazzo? Quando finì di parlare Scorpius annuì e se ne uscì dalla stanza senza spiccicare parola. Uscì velocemente dal Ministero e fuori incontrò Rose, appoggiata al muro dell'edificio di fronte, un qualcosa in bocca e lo sguardo nel vuoto. Appena lo vide, però, buttò a terra l'oggetto che aveva tenuto in bocca e lo schiacciò con il piede.

“Non dire a nessuno che stavo fumando, per favore.” disse lei mentre si avvicinava a Scorpius il quale annuì, non sapendo a chi mai avrebbe potuto dirlo. “Sono felice che tu sia venuto, dobbiamo parlare. Sono successe molte cose e devi esserne al corrente.”

“Mi stai spaventando, Rose.”

“Albus lo ha detto ai suoi” disse velocemente lei. “Ha detto a loro di te, che vuoi trasformarlo e quelle cavolate che si sta inventando per non ammettere che gli piacciono anche gli uomini.”

Scorpius deglutì e si guardò intorno. Inizialmente sperava che Albus avesse detto ai suoi genitori la verità, ossia che lui è bisessuale, invece no. Albus Potter continuava a rovinagli la vita anche se non si parlavano e vedevano più.

“Lo diranno ai miei genitori?”

Rose si mise a ridere. “Non penso proprio. Harry e tuo padre non si parlano neanche e ce lo vedo Harry a fare la spia.” lo rassicurò lei con una pacca sulla spalla. “E in ogni caso loro l'hanno presa bene e si sono un po' arrabbiati.”

“Per quale motivo?”

“Credono che Albus abbia sbagliato a tagliarti fuori dalla sua vita per un sciocchezza del genere.” Scorpius tornò a guardare Rose che gli stava sorridendo e anche lui sorrise. Magari i suoi genitori avessero reagito in quel modo.

“Grazie per avermelo detto, Rose. Sei stata molto gentile.”

“Non è finita.”

“In che senso?”

“Harry vuole obbligare Albus a scusarsi con te. Di persona.” Rose si voltò e solo in quel momento Scorpius vide due persone avvicinarsi lentamente. Non aveva mai notato quando padre e figlio si somigliassero: stessi capelli neri e scuri, stessi occhi verdi. Harry Potter differiva – ovviamente – per la cicatrice e gli stessi occhiali rotondi che portava da sempre. Inoltre sorrideva, mentre Albus era imbronciato. In sette anni, Scorpius non aveva mai incontrato Harry Potter a causa del suo lavoro come Auror che gli portava via moltissimo tempo.

Appena furono abbastanza vicini, Harry allungò la mano verso Scorpius con un sorriso. Ovviamente il ragazzo la strinse a sua volta. Tutto era strano però. Harry Potter e Draco Malfoy erano nemici giurati. Scorpius si era immaginato che Harry avrebbe odiato lui tanto quanto odiava il padre.

“E' un piacere conoscerti finalmente.” disse Harry dopo aver lasciato la mano di Scorpius. “Sono qui con Albus perchè lui deve dirti qualcosa.”

Il padre di Albus sembrava in procinto di prendere il figlio a schiaffi. Sembrava anche molto deluso dal comportamento del figlio e probabilmente stava solo cercando di fare il buon padre, facendo capire al figlio cosa era giusto e cosa era sbagliato. Harry spostò lo sguardo verso Albus che teneva gli occhi fissi al pavimento.

“Mi dispiace per come ti ho trattato durante l'ultimo anno.” disse Albus. Era palese che quella frase l'aveva ripetuta mille volte e non veniva dal cuore. “Spero tu possa accettare le mie scuse e che possiamo tornare a essere amici.”

Harry osservò la reazione di Scorpius che era rimasto impassibile. Cosa avrebbe dovuto rispondere? Doveva accettare? Sia Rose che Harry stavano aspettando con impazienza una sua risposta, ma come poteva essere sincero quando le stesse scuse di Albus non lo erano?

“Accetto le tue scuse.” disse con riluttanza. Sul viso di Harry si formò un piccolo sorriso, anche se probabilmente anche lui sapeva che nelle scuse di Albus c'era poco di vero.

“Grazie, Scorpius.” disse ancora Albus avvicinandosi e allungando la mano. Scorpius gliela strinse, cercando di sorridere anche se Albus non lo stava nemmeno guardando. Quando stava per lasciare la mano di Albus, Scorpius sentì qualcosa tra le loro mani – un pezzo di pergamena? – e così quando lasciò la mano, Scorpius chiuse la sua a pugno.

 

Non aveva osato aprire il piccolo pezzo di pergamena che gli aveva dato Albus finchè non fosse stato a casa sua nella sua camera. Si sedette sul letto, ancora con il cappotto addosso, e aprì il piccolo frammento in cui c'era scritto:

 

Vediamoci ad Green Park, Londra alle 11.30

 

Scorpius scoppiò a ridere. Perchè adesso Albus voleva che si vedessero? E oltrettutto a Londra e così di tarda serata? Era sicuro che fosse uno scherzo, ma in cuor suo, sentiva il bisogno di andarci.
Così, alle 11.20 Scorpius si smaterializzò fino a Green Park. Era esattamente come se lo ricordava dalla gita che aveva fatto con i suoi genitori anni prima. Lui aveva preferito questo parco, rispetto al famoso Hyde Park e Albus lo sapeva benissimo. Più volte gli aveva proposto di andarci ma Albus aveva sempre rifiutato per motivi non ben chiari. Il parco ora, a differenza dell'ultima volta in cui c'era stato, era vuoto. L'erba e i rami degli alberi si muovevano a causa della leggera aria di fine ottobre.

“Sei in anticipo.” disse una voce alle sue spalle che lui riconobbe come quella di Albus.

“Sono sempre in anticipo.” ribattè Scorpius prima di girarsi e scoprire che Albus non era solo: con lui c'erano altri quattro persone, tutti uomini e di una stazza decisamente superiore alla sua, con grandi braccia e alti quasi due metri. Lo stavano fissando con un sorriso malvagio in volto. Albus si avvicinò leggermente, facendo segno agli altri di rimanere indietro.

“Tutto okay, Malfoy? Ti sei già pisciato addosso come una vera e propria checca?” chiese Albus mentre si faceva sempre più vicino. Scorpius, previdente, aveva una mano nella tasca della giacca dove teneva la sua bacchetta. In un secondo, la bacchetta di Scorpius era fuori.

Immobilus!” urlò mentre Albus si immobilizzava, rigido come se fosse ghiacciato. Uno dei suoi amici si mosse più vicino e con un incantesimo lo liberò. Albus ora era furibondo e lo guardava con occhi pieni di rabbia. Tirò fuori anche lui la sua bacchetta.

Expelliarmus!” urlò Albus, ma ancora prima che lanciasse il suo incantesimo, Scorpius aveva detto “Protego Maxima!” e così l'incantesimo dell'altro era stato inutile. Albus era ancora più arrabbiato e si avvicinò velocemente verso Scorpius che aveva abbassato la bacchetta.

“Credi di saperne più di me, Malfoy? Credi di essere migliore di me? Non sei niente, sei solo merda sull'erba.” urlò Albus tenendo la propria bacchetta sotto il mento di Scorpius. I loro visi erano vicinissimi, poteva anche sentire l'odore dell'altro.

“Non mi credo migliore di te, Albus. Adesso, però, stai sbagliando. Lo vedono tutti tranne te.” sussurrò Scorpius.

“Vedere cosa?”

“Che stai solo reprimendo ciò che sei e quando finalmente capirai che non sei malato o che io ti ho convertito, forse riuscirai a essere felice.”

“Io sono felice!” urlò di nuovo Albus mentre premeva ancora di più la bacchetta su Scorpius. Quest'ultimo però era certo che Albus non gli avrebbe fatto nulla – o almeno lo sperava –. Non era però così certo dei suoi nuovi amici i quali sembravano tanto bravi con le mani, quanto con la bacchetta.

“Ti sembra felicità questa?”

Albus allentò la pressione e guardò dritto negli occhi azzurri di Scorpius. Qualcosa stava cambiando? Forse finalmente l'avrebbe lasciato stare? Albus gli sorrise. Successivamente si girò e si smaterializzò, mentre i suoi scagnozzi correvano verso di lui.

 

Scorpius si svegliò il giorno seguente al San Mungo, l'ospedale magico. Vicino al suo letto c'era la madre, piangente, e il padre, che lo osservava con disapprovazione. Quando entrambi si accorsero che era sveglio, si avvicinarono e la madre iniziò a baciarlo più che potesse.

“Cosa è successo? Perchè sono qui?” chiese il ragazzo guardandosi attorno.

“Tesoro, ti hanno trovato dei Babbani stamattina presto. Per fortuna tra di loro c'era un Magonò che ti ha riconosciuto come il figlio di Draco Malfoy e ti ha portato fino a qui..” spiegò la madre tra un singhiozzo di lacrime e un'altro. “La dottoressa Morgan ha detto che, dalle tue ferite, hai combattuto contro altri maghi, probabilmente più forti di te.”

“Questo si vede..” disse il padre senza nemmeno guardarlo in faccia. Scorpius percepiva la disapprovazione fin dalla sua voce, non c'era nemmeno bisogno di guardarlo in faccia.

“Per fortuna, però sei vivo.” sussurrò la madre. “Chi è stato tesoro, lo ricordi? E perchè eri a Londra?”

Scorpius scosse la testa. Non voleva parlarne ed era felice che non avesse ricordi della sera precedente. Non voleva ricordare. Certo, era stato uno stupido. Era ovvio che Albus non avesse cambiato la sua opinione. Scorpius era ingenuo a credere che qualcosa sarebbe cambiato, che lui sarebbe cambiato.

“Mamma?” sussurrò Scorpius. Era il momento. Doveva buttare fuori tutto quanto.

“Sì?” ribattè lei accarezzandogli i capelli biondi.

Scorpius chiuse gli occhi, sperando che dopo quelle parole non avrebbe più dovuto aprirli. “Sono gay.”

Passò qualche secondo prima che Scorpius aprì gli occhi. La prima cosa che vide su una mano che si stava materializzando davanti ai suoi occhi. La mano del padre, che, in men che non si dica, gli aveva dato uno schiaffo sul viso. La madre urlò, mentre Scorpius sentì dei passi uscire dalla stanza, probabilmente del padre.

“Stai bene, tesoro?” chiese la madre preoccupata, chiamando a gran voce qualcuno che potesse aiutarli. Era in preda al panico.

“Mamma hai capito?” chiese lui prendendole una mano e con l'altra accarezzandole il viso. “Sono gay, mi piacciono gli uomini.”

“Lo sapevo già tesoro.” disse lei, cercando di calmarsi. “Aspettavo solo che fossi tu a dirmelo.”

Scorpius sorrise e, senza rendersene conto, si riaddormentò.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Scorpius rimase in ospedale per tre giorni e molte persone vennero a fargli visita: Mandy venne direttamente da Hogwarts dove era assistente alla professoressa McKenzie di Pozioni; Julie era in viaggio in America ma si smaterializzò appena seppe che Scorpius era in ospedale. Lo vennero a trovare anche Matthew, il suo capo, con un mazzo di fiori e un bigliettino estremamente dolce e poi arrivò Rose, con lo sguardo abbattuto. Rimase lì per quasi due ore e ogni dieci minuti si scusava per ciò che aveva fatto Albus, come se fosse stata colpa sua. “Lo so che non sono stata io a ridurti così ma.. mi sento comunque in colpa” aveva detto prima di andarsene.

Suo padre, invece, non si fece più vedere. La madre aveva detto che era impegnato al lavoro ma lui sapeva che non era totalmente vero. Probabilmente stava metabolizzando la notizia, il cambiamento. La madre invece era sempre sorridente ed era semplicemente felice che il figlio si stesse rimettendo.

“Ho sempre saputo che non eri come me..” disse ad un certo punto la donna, mentre Scorpius stava leggendo un libro babbano – con titolo 'Il vecchio e il mare' –. Scorpius posò il libro aperto sulle gambe e osservò la madre. “Avevo capito che eri innamorato di Albus. Lo guardi nello stesso modo in cui..” si fermò un secondo, cercando di usare le parole corrette. “tuo padre guardava me.”

Scorpius notò il tempo passato nella frase, ma non disse nulla. Tutti sapevano. Tutti se ne erano accorti, perfino sua madre, mentre Albus in tutti quegli anni non aveva capito mai nulla. Il ragazzo si sentì sollevato e decise di raccontare alla madre cosa era successo durante il suo ultimo anno ma soprattutto la sera in cui era stato a Londra.

“Perchè non me l'hai detto prima?” chiese la madre, quasi arrabbiata.

“Avrei dovuto spiegarti che sono anche gay e.. non ero pronto.” rispose l'altro abbassando lo sguardo. Non voleva vedere la delusione negli occhi della madre.

“Non sa cosa si perde..”

“Eh?”

“Albus..” continuò. “Non sa cosa si sta perdendo.” La madre ammiccò e Scorpius sorrise.

 

Il primo giorno di ritorno al lavoro, Matthew lo salutò con un caldo abbraccio e gli chiese se avesse bisogno di qualche altro giorno, ma Scorpius rifiutò. Durante la pausa pranzo, il ragazzo incrociò Harry Potter che inizialmente non lo riconobbe, ma poi si fermò in mezzo al corridoio e lo chiamò per nome. Scorpius non potè far altro che avvicinarsi e stringere la mano.

“Buongiorno signor Potter” disse il ragazzo in evidente imbarazzo. Se Rose sapeva ciò che era successo, lo sapeva sicuramente anche lui. Ciò fu confermato quando Harry si scusò visibilmente dispiaciuto e gli chiese se avesse bisogno di qualcosa.

“Non capisco proprio perchè Albus si comporti così, soprattutto con te. Siete stati amici da sempre.”

“Credevo che Albus glielo avesse detto..”
“Certo, certo. Mi ha detto perchè avete litigato, ma voglio dire, anche un cugino di Ginny è gay eppure non ne ha mai fatto un problema. Da quel che so, Albus si è chiarito anche con Mandy.”

La ragazza glielo aveva detto quando era venuta a trovarlo. Albus le aveva scritto una lettera dove si scusava per come si era comportato con lei. Probabilmente la validità di quella lettera era uguale alle scuse che Albus aveva fatto a Scorpius: nulla, inesistente.

Harry si mese improvvisamente a ridere. “Rose crede che Albus sia innamorato di te..”

“Già, a quanto pare lo pensano tutti.” ribattè Scorpius imbarazzato.

Harry tornò serio e osservò Scorpius. “Lo pensi anche tu?”

“I-Io non lo so, signore.”

“Lo sospetto anche io, se devo essere sincero. Non avrebbe reagito così male, altrimenti.” Harry mise una mano sulla spalla di Scorpius, la strinse in segno d'affetto e poi lo salutò. Cosa era appena successo? Il padre di Albus aveva detto che anche lui sospettava? Quindi – in caso – sarebbe stato anche d'accordo?

Scorpius continuò a camminare. La sua mente aveva iniziato a vagare. Si chiedeva come mai, dopo tutto questo tempo, non fosse ancora stanco di amare Albus, anche dopo tutto quello che gli aveva fatto. Sentiva ancora l'emozione di pensare a lui e spesso ripensava al suo viso, al suo corpo, a lui. Ed era bellissimo pensare a lui, seppur anche estremamente doloroso. Quando pensava a lui, poi gli veniva anche in mente tutto ciò che gli aveva fatto, tutte le parole con cui l'aveva chiamato e la botta finale quando l'aveva lasciato in preda a degli scimmioni.

Scorpius cercò di non pensarci più, ma l'incontro con Harry era stato decisivo. Aveva compreso che, dopotutto, non sarebbe stato facile dimenticare Albus.

“Tutto okay?” gli chiese Matthew mentre Scorpius si alzava dalla scrivania per prendere le sue cose e andarsene.

“Certo, ci vediamo domani.” disse sbrigativo l'altro. Voleva solo andarsene, buttarsi a letto e rimuginare.

“Aspetta..” Matthew gli prese gentilmente un braccio. “Devo chiederti una cosa ma mi sento molto in imbarazzo perchè potrei sbagliare completamente.” Gli occhi azzurrissimi di Matthew, che contrastavano la pelle scura, avevano attratto quelli azzurri di Scorpius. “Lo so che è totalmente non professionale e credo sia anche contro le regole ma..” Matthew si fermò, si mise una mano tra i capelli – appena tagliati – e sospirò.

“Va tutto bene?” chiese Scorpius, preoccupato e confuso. Cosa stava succedendo? Cosa voleva Matthew?

“Quando ho saputo che eri in ospedale mi sono subito preoccupato tantissimo. Non per il lavoro ma perchè avevo paura che morissi.”

“Ehm.. okay” Scorpius non sapeva cosa dire. Dove voleva andare a parare?
“Non volevo che morissi prima che ti chiedessi di uscire.” Matthew aveva lo sguardo ancora fisso su quello di Scorpius e stava sorridendo. Ad un certo punto, senza preavviso, si chinò più vicino al ragazzo e gli scoccò un bacio sulle labbra. Scorpius rimase di stucco ma ricambiò questo bacio, inizialmente casto e poi più profondo, finchè Matthew non si staccò.

“Allora? Vuoi uscire con me?”

Il ragazzo annuì senza pensarci troppo. Matthew allora sorrise e prima di uscire diede un leggero bacio sulla guancia a Scorpius.

 

Due giorni dopo, Scorpius Malfoy era fermo sul marciapiede fuori dal Ministero. Non aveva avuto il tempo di cambiarsi ma era certo che Matthew avrebbe capito. Lui arrivò dopo due minuti, anche lui vestito abbastanza casual e lo salutò con un bacio a stampo sulle labbra. Scorpius sentì crescere l'imbarazzo: l'unico ragazzo che aveva baciato prima di quel momento era stato Albus – teoricamente era stato baciato da Albus – ma soprattutto non aveva mai baciato nessuno in mezzo a tutti – e con tutti si intende le poche persone che stavano uscendo dal Ministero della Magia –. Matthew era totalmente a suo agio con sé stesso e con la sua sessualità e, forse, Scorpius stava ancora cercando di capire quanto lui stesso fosse a suo agio. Matthew, infatti, incrociò le sue dita scure in quelle pallide dell'altro e insieme camminarono verso le strade di Londra. Passarono anche vicino a Green Park e Scorpius cercò di cacciare dalla sua mente i pochi ricordi che aveva di quella serata.

Camminando e parlando del più e del meno arrivarono finalmente al ristorante scelto da Matthew di nome Cicchetti, ristorante italiano in cui lui andava almeno una volta alla settimana – a suo dire –. Il loro tavolo era appartato ma accogliente e quando arrivò la prima portata – Matthew aveva ordinato il giorno prima – Scorpius fu sorpreso che i due si tenessero ancora la mano e che le slegarono solo quando iniziarono a mangiare. Non si era mai sentito tanto a suo agio: mangiare insieme a un ragazzo stupendo, tenergli la mano e forse – poi – baciarlo di nuovo?

“Spero che ti piaccia” disse Matthew osservando il suo piatto. Scorpius annuì e iniziò a mangiare lentamente. Non voleva che quella serata finisse, avrebbe voluto stare lì insieme a Matthew per sempre.

“Sono molto felice di essere qui con te..” disse Scorpius cercando di non far notare il suo imbarazzo.

“Anche io, ovviamente. Non mi sarei aspettato che mi dicessi di sì. Ti ho visto parlare più volte con una ragazza dai capelli rossi e so che ti è anche venuta a trovare in ospedale e credevo.. beh che ti piacessero le donne.”

“Rose? No.. lei è..” Scorpius si fermò. Solo la cugina del ragazzo che amo, pensò tra sé e sé e invece disse “una mia amica da Hogwarts.”

“Hogwarts! In che Casa sei stato smistato? Secondo me dice molto di una persona”

“Davvero? Io credo di no.” Scorpius si fermò a pensare a quanto aveva sofferto i primi anni per non essere finito in Corvonero e come era riuscito a capire che, alla fine, qualcosa – e molto – di Serpeverde ce lo aveva. “Serpeverde comunque. E tu?”

“Tassorosso. Ma ci sono stato talmente tanti anni fa..” Matthew scoppiò a ridere. Anche Albus se fosse stato lì si sarebbe messo a ridere. Aveva sempre preso in giro i Tassorosso dicendo che erano gli scarti del resto delle Case e se lo avesse visto ora – con questo bellissimo Tassorosso – lo avrebbe preso in giro per tutta la vita.

“Tanti anni fa?”

“Sto scherzando! Mi sono diplomato cinque anni fa. C'è ancora la professoressa McGonagall? Gran donna e grande Preside!”

“Si è dimessa quest'anno..” ribattè Scorpius con un po' di amarezza in bocca. La professoressa l'aveva aiutato tantissimo nel suo ultimo anno.

 

Dopo il dolce – Matthew aveva ordinato una cheesecake ai frutti di bosco da dividere in due – i due si alzarono da tavola e Matthew prese nuovamente la mano a Scorpius. All'uscita dal ristorante, una fiammante testa rossa gli era davanti. Scorpius si irrigidì. Poteva davvero essere Rose o stava solo impazzendo? Se quella era davvero Rose chi era il ragazzo con cui lei stava chiacchierando animatamente che da dietro sembrava Albus?

Albus e Rose erano davanti a loro, avrebbe riconosciuto la voce profonda di lui e quella più squillante di lei ovunque. Con la mano libera, Scorpius toccò la spalla di Rose, la quale si voltò e gli sorrise salutandolo. Anche Albus si girò, non capendo all'inizio con chi stesse parlando la cugina, ma appena lo capì si irrigidì. Soprattutto appena vide Scorpius e Matthew tenersi per mano.

“Questo è Matthew, lavora con me.” disse Scorpius riferendosi a Rose e poi voltandosi verso Matthew disse: “E questa è Rose, la rossa con cui credevi mi frequentassi.”

I tre scoppiarono a ridere mentre Albus rimase impassibile. Ovviamente, Rose avrebbe voluto presentare Albus, sia Scorpius avrebbe voluto presentare Matthew ma non ce la faceva. Aveva paura che sarebbe finita come l'ultima volta, in un combattimento quattro contro uno.

“Mi dovrai raccontare tutto, Scorpius..” disse Rose alludendo alle due mani intrecciate, prima di prendere a braccetto Albus e uscire.

“Mi dispiace per questa interruzione..” disse Scorpius dopo un po' che i due camminavano in silenzio.

“Ho notato una certa tensione tra te e l'altro ragazzo e poi non ci hai presentati.” Sicuramente Matthew era uno che andava diritto al punto. Scorpius non aveva molta scelta: doveva raccontare a Matthew chi era Albus se voleva che loro due nascesse qualcosa. La sincerità è la cosa più importante in una relazione. Così Scorpius iniziò a raccontare tutto a Matthew, il quale lo ascoltava in silenzio.

“Mi dispiace, Scorpius. I-Io non so cosa dire..” disse Matthew alla fine del racconto.

“L'ho superata.. è acqua passata credimi..”

“Ne sei sicuro? Non mi sembravi molto a tuo agio con lui vicino.”

“Sicuramente non posso perdonargli completamente ciò che ha fatto e comunque è stato il mio migliore amico per anni e -”

“No no.. non dico questo..” lo interruppe Matthew. “Sei ancora innamorato di lui?”

Scorpius si fermò in mezzo al marciapiede e guardò Matthew dritto negli occhi. “No.”

Prima bugia. Una relazione si forma sulla sincerità, ma anche sull'amore. Scorpius non sapeva ancora cosa provava per Matthew ma se voleva superare il suo amore per Albus in qualche modo doveva andare avanti e forse questa era la strada giusta.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Scorpius Malfoy non era mai stato così felice nella sua vita. Aveva finalmente trovato qualcuno che lo amasse senza discussione, che non avesse paura a tenergli la mano mentre camminavano per la strada o a baciarlo sotto casa. Sua madre, era stata felicissima di conoscere Matthew e anche del fatto che Scorpius avesse “superato la questione Albus”, come diceva lei. Non era esattamente così. Da quando si erano visti nel ristorante babbano, Scorpius non smetteva di pensare al viso di Albus, a come aveva guardato lui e Matthew e di come Scorpius aveva mentito al fidanzato riguardo Albus. Non poteva farne a meno.

Matthew, però, non smetteva di sorprenderlo, riempiendolo di regali e di uscite fuori e dopo un mese insieme i due sembravano una coppia da una vita. Anche suo padre, in silenzio, aveva accettato di vedere Matthew in casa anche se ancora non parlava con Scorpius se non per dovere.

“Tuo padre mi odia..” aveva detto Matthew una sera dopo aver cenato a casa Malfoy.

“Non ti odia solo che non accetta ancora me.” aveva risposto Scorpius dandogli un bacio sulle labbra prima di averlo andarsene in un batter d'occhio. Ogni volta che lo guardava, che fissava quegli occhi tremendamente azzurri, che toccava quella pelle color cioccolato, sentiva di essere nelle braccia della persona giusta anche se il suo cuore diceva il contrario. Forse era anche per questo che dopo un mese i due si erano solo baciati e non erano andati oltre. Matthew, più volte, aveva cercato di fare altro ma Scorpius si era sempre rifiutato dicendo che non era pronto, ma la verità è che non riusciva a vedersi farlo con Matthew. Aveva, per anni, sognato di notte che la prima volta sarebbe stata con Albus, tra le sue calde braccia, e anche se sapeva che lui era eterosessuale, era comunque un sogno che voleva realizzare. Il fidanzato però insisteva e spesso i due finivano per discutere di questa cosa.

“Come puoi dire di non essere pronto? Hai quasi vent'anni! E' da tutta la vita che aspetti questo momento, no?”

“Sì ma.. non sono pronto..”
“Cosa mi stai nascondendo?”

Tutto.

Il cuore che batteva per Albus e non per lui – o meglio dire anche per Albus –.

L'infelicità ancora insita in Scorpius per aver perso in un solo colpo il migliore amico e l'amore della sua vita.

La mancanza di felicità in generale.

Scorpius era felice con Matthew, ma non abbastanza.

In ogni caso, il giorno arrivò. Il giorno della prima volta. Era il loro mesiversario – due mesi insieme – e Scorpius decise di accontentarlo per paura di perderlo. Sapeva che se non avesse agito adesso, Matthew lo avrebbe lasciato, da solo, di nuovo, e non poteva permettersi di perdere quel briciolo di felicità che si era creato. Aveva pensato a tutto: quella sera i due sarebbero stati a casa di Matthew, avrebbero cenato e poi con una scusa qualsiasi Scorpius lo avrebbe portato nella camera da letto e tutto sarebbe andato bene. E così fu. Tutto andrò bene. Il sesso andò bene. Doloroso, certo, ma anche molto molto piacevole. Sentirsi dentro il corpo di Matthew era un'emozione favolosa e anche dopo quando sentì Matthew dentro di sé. Mentre tutto ciò avveniva, non capiva perchè fosse stata così dura decidere di farlo. Certo, i suoi pensieri erano sempre diretti ad Albus, ma adesso.. Matthew lo stava facendo sentire come nessuno lo aveva mai fatto sentire, il piacere era al di sopra delle stelle. Il loro amore era al di sopra delle stelle.

 

“Raccontaci tutto!” esclamò Mandy appena seduta al tavolo dei Tre Manici di Scopa. La ragazza, essendo assistente della professoressa di Pozioni, non si poteva muovere da Hogwarts fino alle vacanze di Natale, ma questa succulenta notizia non poteva lasciargliela segreta per un altro secondo. Così lui, Rose e Julie si erano smaterializzati a Hogsmade. Rose era entrata a far parte del loro gruppo di amicizie dopo la questione dell'ospedale e Scorpius era felice che potesse vedere un viso amico a Albus. Julie si era trasferita in America per diventare una Magizoologa ma appena seppe che c'erano grandi novità si catapultò nel paesino vicino Hogwarts. Anche se lei e Mandy non stavano più insieme, continuavano, tranquillamente a essere amiche e Scorpius era geloso di questo loro rapporto.

Davanti al tavolo c'erano già tre Burrobirre calde e pronte per essere bevute. Scorpius però aveva lo stomaco bloccato: sia per ciò che era successo qualche giorno fa, sia per il fatto che ora avrebbe dovuto raccontare tutto alle tre ragazze.

“Beh, è stato bello!” disse Scorpius appena Mandy si fu tolta il cappotto.

“Bello? Solo bello?” chiese Rose con sorpresa. Cosa si aspettavano di più? Come sarebbe dovuto essere?

“Sì, molto bello, passionale e eccitante. Lo abbiamo anche rifatto ieri sera e è stato sempre bello..”

Le ragazze si guardarono l'una con l'altra con sguardi preoccupati. Cosa si stavano dicendo tra di loro? Qualcosa nelle sue parole era sbagliato? Forse il sesso era stato sbagliato?

“Che succede?” chiese Scorpius mentre le ragazze avevano iniziato a parlottare piano tra di loro.

“Di solito la prima volta è.. fenomenale..” disse Julie cercando contatto visivo. “Voglio dire, sei almeno.. venuto?”

Scorpius arrossì su tutto il viso. Ovviamente, entrambe le volte. Annuì e le ragazze tirarono un sospiro di sollievo.

“E allora cosa c'era che non andava?” chiese ancora Julie con – quasi – preoccupazione nella voce.

Scorpius ci pensò un secondo. Tutto era andato benissimo, aveva avuto una delle notti più belle della sua vita, ma..

“Per tutto il tempo ho pensato ad Albus..” disse abbassando lo sguardo sulla sua Burrobirra che stava ormai diventando fredda. Si vergognava di questa cosa. Ormai era passato quasi un anno da quando lui e Albus non avevano più rapporti, avrebbe dovuto aver superato questa cosa, questo amore non corrisposto, soprattutto ora che aveva un bellissimo fidanzato al suo fianco che lo amava tantissimo.

“Oh, Scorpius..” Rose gli aveva preso la mano e la stava stringendo forte. Lei più di tutti capiva, forse? Vedeva Albus più di tutti loro e sapeva quanto lui – adesso – odiasse Scorpius.

“Pensavo che stando con Matthew mi sarebbe passata, che avrei dimenticato Albus, ma è difficile dimenticare qualcuno che ti ha ferito talmente tanto da spezzarti il cuore – e anche qualche osso – in mille pezzi. Tutto ciò a cui pensavo mentre Matthew mi penetrava era come Albus sarebbe stato più gentile, essendo anche per lui la prima volta.” Scorpius riprese fiato per un secondo e tornò a guardare i volti delle ragazze che aveva di fronte. Lo guardavano con tristezza e malinconia, come se fosse un piccolo cucciolo bastonato. E forse lo era.

“Dobbiamo trovare un modo per superarla..” disse Mandy subito.

“Dobbiamo? No! Deve farlo lui.. Lui deve capire che Albus è una testa di rapa che non vuole accettare di amarlo..” ribattè Rose.

“Ma se lo capisse..” intervenne poi Julie.

“Pensi che non ci abbia provato?” disse Rose leggermente arrabiata.

Scorpius però aveva smesso di ascoltare. Riusciva solo a pensare alla serata precedente, quando lo avevano fatto di nuovo e quando, mentre Matthew lo stava penetrando, lo stava per chiamare Albus, ma per fortuna si era morso la lingua in tempo. Sarebbe scoppiato un putiferio assurdo e avrebbe perso Matthew. Non poteva perderlo, non adesso. Doveva però essere sincero, altrimenti non sarebbe cambiato nulla.

 

Scorpius e Matthew uscivano dal lavoro insieme e spesso – anche se faceva già molto freddo con l'arrivo di Dicembre – passeggiavano per le strade di Londra prima di tornare a casa. Si tenevano mano nella mano e camminavano tranquillamente, osservando i Babbani che guardavano avidi le vetrine dei negozi dove c'erano oggetti che non potevano comprare. Una sera, camminando verso Trafalgar Square, Scorpius decise che era il momento giusto, che doveva essere sincero.

“Ti devo parlare di una cosa..” iniziò a dire, senza smettere di camminare e guardando avanti, verso la strada.

Matthew non lo lasciò finire di parlare che entrò nel discorso: “Ti amo Scorpius. Volevo essere io il primo a dirlo.”

Scorpius si fermò. Aveva – davvero – detto le due parole magiche? Quelle che ufficializzano la relazione come seria? Come definitiva? Come.. Cosa era successo? Come poteva ora dirgli la verità, doveva dirgli la verità o non o avrebbe fatto mai più e tutto sarebbe stato una grande bugia.

“I-Io ti devo parlare d'altro.” le loro mani erano ancore congiunte e loro due erano fermi in mezzo a una folla di persone che tornavano a casa dal lavoro. Scorpius non lo stava guardando ma Matthew, con la mano libera, gli sollevo il mento costringendolo a guardarlo.

“Mi vuoi lasciare?” chiese Matthew con tono duro ma il suo sguardo lo tradiva. Cercava di tenere le lacrime dentro di sé e di non farle uscire.

“No, assolutamente no, ma devo essere sincero.” Scorpius strinse ancora di più la mano dell'altro, il quale però la lasciò. Era la fine. Si sarebbero davvero lasciati, lui l'avrebbe scaricato nel mezzo di Londra, sarebbero entrambi tornati a casa con il cuore spezzato e anche al lavoro sarebbe stato tutto estremamente strano.

Matthew non spiccicava parola, perciò Scorpius continuò: “Non sono stato sincero con te riguardo il mio passato.” Il ragazzo cercò di rimanere il più serio possibile, senza togliere il contatto visivo e cercando di non cedere alle lacrime. “Non ho completamente dimenticato Albus, forse non l'ho proprio dimenticato e non so come fare. Credevo che stando con te, quei sentimenti sarebbero finiti nel dimenticatoio e finalmente sarei potuto essere felice. Invece mi sono solo ritrovato ancora più incasinato.”

Fu Matthew ad abbassare lo sguardo. Non lo avrebbe mai perdonato per questo. “Mi hai usato, quindi? Usato per dimenticare un ragazzo che rimarrà sempre eterosessuale solo perchè non vuole accettarsi?”

“Non ti ho usato! Tengo a te, ho provato sensazioni nuove e sono innamorato di te.. ma Albus è un pensiero fisso nella mia testa. Non so come toglierlo da lì.”

Matthew scosse il capo mentre scoppiò in una risata isterica. “Magari anche mentre scopavamo pensavi a lui?” Alzò la testa solo per vedere la reazione di Scorpius e quando vide che il ragazzo era impallidito, tornò a ridere annuendo. “Bravissimo, Scorpius. Bravo! Mi congratulo con te. Credevo fossi un ragazzo intelligente, che sapessi – visto quello che hai passato – di non giocare con i sentimenti altrui perchè potesti ferirli.”

“Io non ti voglio ferire, non voglio perderti.” Scorpius cercò il contatto fisico cercando di stringere la mano a Matthew che però la tirò via.

“Mi hai perso il giorno in cui mi hai mentito la prima volta.”

 

Dopo che Matthew se ne era andato, Scorpius era rimasto fermo in mezzo alla strada per almeno dieci minuti, mentre le persone gli venivano addosso scusandosi. Non riusciva a capacitarsi di aver perso l'unica persona che lo rendesse felice in quel momento.

Il giorno seguente, non voleva andare al lavoro, voleva fingersi malato giusto per non vedere la faccia di Matthew, il suo bellissimo viso, e sapere che non era più di sua proprietà, che un altro uomo avrebbe potuto assaporare quelle labbra scure e morbide e succulente. Alla fine, però, decise di andare. Non poteva permettere che i sentimenti verso quell'uomo, pregiudicassero il suo futuro e in particolare la sua carriera lavorativa.

Appena, però, i loro sguardi si incontrarono, Matthew gli sorrise. Era stato forse tutto un sogno? Si era immaginato la loro litigata? Stavano ancora insieme?

La speranza lo stava travolgendo finchè non trovo un foglio sulla sua scrivania con scritto:

Al lavoro nulla deve cambiare. Qui siamo colleghi, fuori non siamo più niente.

 

Matthew lo stava ancora osservando con un sorriso in attesa di una risposta e Scorpius annuì, tristemente.

Durante la pausa pranzo, Rose gli corse in contro. Pranzavano sempre insieme se il loro orario lo permetteva e se i loro capi non li sommergevano di lavoro, ma Scorpius non capì perchè stesse correndo e perchè fosse in lacrime. Appena furono vicini, Scorpius allargò le braccia per stringerla in un abbraccio. Sentiva le lacrime di lei appiccicarsi alla sua maglietta, i singhiozzi e delle parole sussurrate che non riusciva a capire perfettamente.

“Che succede Rose?” chiese lui quando lei si fu leggermente calmata e staccata dal suo abbraccio. Aveva ancora gli occhi tutti estremamente arrossati con delle lacrime che le scendevano ancora dal viso, i capelli rossi legati in una treccia adesso perlopiù disfatta.

“M-Mi ha appena chiamato mio zio.. Harry..” parlava piano, tra un singhiozzo e l'altro. “M-Mi ha detto che..Albus ha tentato di u-uccidersi.”

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


“Cosa?” probabilmente Scorpius urlò queste parole mentre prendeva la mano di Rose Weasley. “Come è successo?! Dov'è adesso? Sta bene? E' vivo?” Rose sembrava aver perso il dono della parola. Tremava tutta, da capo a piedi, e le scendevano ancora più lacrime dagli occhi. Albus era morto? Stava morendo? Sentì le proprie gambe cedergli sotto il suo peso. Cosa avrebbe fatto se Albus fosse morto?

Senza che se ne accorgesse, una figura si avvicinò a loro, anche questa con gli occhi dipinti di rosso e le lacrime che gli scendevano dal viso. Accarezzò dolcemente la testa di Rose e strinse la spalla di Scorpius.

“Andrà tutto bene” disse Harry Potter togliendosi gli occhiali e asciugandosi gli occhi. “L'avevano trovato dei Babbani e l'avevano portato ad un ospedale babbano, ma quando ci hanno chiamato l'abbiamo spostato al San Mungo e.. si rimetterà.”

“Dove è stato trovato?” chiese Scorpius mentre cercava di calmare le sue lacrime. Un peso gli era stato tolto dal petto. Era vivo. Ce l'avrebbe fatta. Avrebbe potuto vederlo? Avrebbe permesso a Scorpius di andarlo a trovare in ospedale? Aveva bisogno di vedere i suoi occhi aperti, sentirlo respirare, vedere il petto alzarsi e abbassarsi lentamente. Sapere che era vivo.

“A-A Green Park..” disse Harry rimettendosi gli occhiali. “H-Ha cercato di impiccarsi ad un albero. E' stato tutto così veloce che inizialmente nessuno s'è n'è accorto.”

“Green Park? Ma..” iniziò a dire Scorpius, ma preferì rimanere zitto.

“E' dove ti ha attaccato.” intervenne Rose mentre anche lei cercava di riprendersi e calmarsi. Prese la mano di Scorpius e la strinse forte. Harry non disse niente ma salutò i due e se ne andò.

“Scorpius..” lo chiamò Rose. Lui sembrava essere andando in tilt: non riusciva a muoversi, riusciva solo a immaginare il corpo di Albus, il suo collo stretto ad una corda, mentre penzolava da un albero.

“Pensi sia stata colpa mia? Tutto è partito da quando io gli ho detto che sono gay..”Non gli sembrava possibile. Non gli sembrava il tipo di persona che volesse uccidersi. Non poteva essere quella persona. Se era in quel parco, significava che quell'atto aveva qualcosa a che fare con Scorpius? Se potesse tornare indietro, gli direbbe ugualmente la verità, anche con la consapevolezza che ciò avrebbe potuto portare al suo tentato suicidio?

“I-Io.. Non lo so, Scorpius. Era lui che non ti accettava e non si accetta.” sospirò Rose. “Come può essere colpa tua? E' stata una sua – stupida – decisione.”

 

Albus sarebbe rimasto in osservazione una settimana al San Mungo e, a quanto aveva detto Rose, nessuno tranne la sua famiglia venne a trovarlo. Solo in quel momento, Scorpius venne a saper che Albus era tirocinante proprio all'ospedale magico, ma non aveva legato con nessuno degli altri tirocinanti. Scorpius decise che doveva andarlo a trovare: non gli importava che Albus non fosse venuto quando lui era in ospedale – ed ne era stata anche la causa – ma lui doveva andarci, doveva assicurarsi che tutto andasse bene. Le parole rassicuranti di Rose non gli bastavano.

Arrivato, però, davanti all'ospedale ebbe paura. Se Albus l'avesse attaccato in qualche strano modo? Avrebbe contrattaccato contro un malato seduto in un letto d'ospedale?

“Sto cercando Albus Potter..” disse alla ragazza delle informazioni, quando, dopo una buona mezz'ora, si decise a entrare. Lei gli sorrise e lo condusse verso la stanza 128. La donna lo lasciò lì, sorridendo. La porta era socchiusa e non c'era nessun rumore proveniente da lì. Stava forse dormendo?

“Sento che c'è qualcuno, lì.. Chi è? Greg?” disse la sua voce, esattamente come la ricordava. Una voce amichevole, senza odio, solo la sua voce. Scorpius indietreggiò leggermente. Sentire che stava bene gli sarebbe bastato? Avrebbe potuto andarsene ora?

No.

Aveva bisogno di vederlo, di parlarci, di capire.

Aprì di più la porta ed entrò nella stanza luminosa. Albus era nel letto e guardava l'intruso con sguardo perplesso e triste.

“Mi chiedevo quando saresti venuto.” La sua voce era ancora quella di prima, amichevole e dolce. La voce che lui aveva imparato così tanto ad amare. “Siediti pure.”

Scorpius, che ancora non aveva detto nulla si sedette sulla poltroncina vicino al letto. Aveva la bacchetta infilata nella gamba: gli sarebbe bastato alzare di poco i pantaloni e l'avrebbe presa in caso di emergenza. Si sentiva terribilmente ingenuo perchè era convinto che non ce ne sarebbe stato bisogno. Albus, però, negli ultimi incontri non era stato molto gentile, però aveva comunque speranza. Speranza nel cambiamento.

“Cosa mi racconti?” chiese Albus. Scorpius aveva la bocca impastata, non riusciva a parlare. “Il gatto ti ha mangiato la lingua, Scorpius?”

“Ehm, no.” Scorpius si raschiò la gola, cercando qualcosa da dire. Tutto era molto strano, bizzarro. “Forse sarebbe meglio parlare di te.. Come stai? Ti senti meglio?”

“Decisamente! Non so perchè sono ancora qui.” Albus rise. “Insomma, sono solo stato picchiato da un Babbano impazzito!”

“Cosa?” ora Scorpius era decisamente confuso. Un Babbano lo aveva attaccato? Lo stava prendendo in giro? Albus aveva ancora un leggero segno intorno al collo, qualcosa che probabilmente sarebbe sparito con il tempo.

“Ma sì! Ero a Green Park – ancora non ci credo che ci sono andato per la prima volta senza di te, scusami – e questo Babbano mi si avvicina e mi dice che ero il ragazzo con cui la sua ragazza l'ha tradito e mi ha iniziato a picchiare. Chissà chi era la ragazza in questione.. io punto su Morgan. Te ne ho parlato no? La bella bionda che ho incontrato al pub il mese scorso?”

Albus continuò a blaterare finchè venne interrotto dall'entrata nella stanza di Rose. Aveva il viso arrossato e gli occhi preoccupati. Guardò Scorpius e poi Albus.

“Ciao, cuginetta! Come stai? Hai visto chi ha deciso di farsi vivo?” disse Albus riferendosi a Rose, ancora ferma davanti alla porta. Non si degnò nemmeno di rispondere al cugino e chiese gentilmente a Scorpius di uscire un secondo dalla camera. Il ragazzo si alzò e uscì nel bianco corridoio ospedaliero chiudendo dietro di sé la porta della stanza. Rose si stava passando una mano tra i capelli rossi e stava facendo avanti e indietro nel corridoio.

“Rose, che succede?” chiese Scorpius e lei finalmente si fermò.

“Perchè sei qui? Eh? Perchè?” urlò lei, arrabbiata. “Qualcuno ti ha dato il permesso di venire, Scorpius? Perchè devi sempre fare tutto ciò che non ti viene chiesto?”

“Rose..”

“No! Zitto! Non hai il diritto di parlare adesso!” I suoi occhi avevano iniziato a riempirsi di lacrime. “E' colpa tua! Tutta colpa tua!”

“Dimmi cosa è successo!”

Rose si legò velocemente i capelli sopra la testa e si asciugò le lacrime agli occhi. Prese Scorpius per un braccio e lo allontanò ancora di più dalla stanza fino ad una sala d'aspetto vuota. Rose si sedette su uno dei divanetti, ma le sue gambe continuavano a muoversi dall'alto verso il basso, nervosamente.

“Allora?” chiese Scorpius sedendosi a sua volta, ma lontano dalla ragazza. “Che gli è successo?”

“Ha lasciato un biglietto. Era nella tasca dei suoi jeans” ribattè lei, cercando di mantenere la calma ma con le gambe che non la smettevano di muoversi e con lo sguardo fisso al pavimento. “Sai cosa ha fatto? Si è Obliviato da solo!”

Scorpius si alzò in piedi senza neanche accorgersene. “Cosa? Come? Perchè?”

“Nel biglietto lui diceva che voleva dimenticare ciò che lo aveva fatto soffrire nell'ultimo anno.” Rose rise istericamente. “Non vedo cos'altro possa essere se non tu.”

Scorpius si mise una mano tra i capelli. Albus aveva dimenticato tutto? Tutto ciò che c'era stato? Tutto quanto? Da quando gli aveva dato del frocio a quando l'aveva fatto picchiare dai suoi amici? Credeva che fossero ancora amici. Era positivo o negativo? Non sapeva cosa pensare. Aveva appena parlato con Albus come se fossero ancora amici ed era stavo piacevole, fantastico. Si può essere amici se uno dei due nasconde un grande segreto?

“E' più felice, adesso.” disse Scorpius alla fine. “Me ne andrò, Rose. Non ti preoccupare. Farò in modo di non dovergli mai parlare, di non doverlo mai vedere. Sarà lo stesso Albus felice e sorridente di prima.”

Rose lo osservò per qualche secondo e poi annuì. Scorpius si girò e uscì dall'ospedale pieno di rimorsi. Forse però era meglio così. Albus sarebbe stato più felice senza di lui, senza tutta l'omosessualità che emanava.

Arrivato a casa si distese sul letto. Aveva bisogno di pensare. Albus non ricordava nemmeno il loro primo e unico bacio. Viveva in un suo mondo personale dove loro due erano sempre rimasti amici e probabilmente si erano leggermente allontanati con l'inizio della carriera lavorativa. Per Albus era un bel mondo, per Scorpius un inferno – forse –.

Scorpius prese una pergamena e si mise a scrivere a Julie e Mandy ciò che era successo e poi lasciò che Valjean partisse con le due lettere.

Cosa ne sarebbe stata della sua vita adesso? A causa di una piccola ma enorme decisione di Albus, la sua vita ora sarebbe completamente cambiata. Tutta la sua esistenza sarebbe stata diversa.

 

Valjean tornò diverse ore dopo, quando il sole era già calato da qualche ora ma Scorpius osservava il soffitto, pensieroso. Il piccolo gufo aveva nel becco due buste che posò sul petto del ragazzo. In quel momento, però, entrò un altro gufo dalla finestra: era grigio, sembrava piuttosto anziano e anch'esso aveva una busta. Il ragazzo si alzò per prendere anche quella e coccolò il gufo per qualche attimo prima che volasse via, mentre Valjean si depositò nella sua gabbia a sonnecchiare.

Le prime due lettere erano le risposte di Julie e Mandy. Entrambe avevano ricevuto un gufo da Rose il giorno stesso in cui era stato trovando il pezzo di carta nei jeans. Non sembravano particolarmente arrabbiate con lui – diversamente da Rose – anzi, sembravano preoccupate per lui. La terza lettera era da parte di Albus:

 

Scorpius Malfoy!

Dove sei finito? Quando Rose è rientrata in camera era sola e non mi ha voluto dire dove fossi andato. Era da parecchio che non ci vediamo, che ne dici se quando esco ci troviamo per una Burrobirra come ai vecchi tempi di Hogwarts?

 

Albus Potter

 

Scorpius osservò la lettera, la rilesse diverse volte. Non poteva rispondere: aveva promesso a Rose che uscito da quell'ospedale non avrebbe più avuto alcun contatto con Albus. Mai più.

Prese comunque una pergamena e iniziò a scrivere una risposta. Poi non la mando, disse a sé stesso, anche se non ne era così sicuro.

 

Caro Albus,

mi hanno chiamato urgentemente al lavoro e sono dovuto scappare via. Qualcosa mi dice che Rose non approva molto che ci vediamo, però.. ne sai il motivo?

Per la Burrobirra ci sto!

 

Scorpius Malfoy

 

Piegò in quattro la pergamena e senza pensarci la diede a Valjean che volò via.

Ciò che aveva scritto non lo rendeva fiero. Aveva fatto un po' lo stronzo nei confronti di Rose e forse lei non se lo meritava. Infondo, prima, all'ospedale, era solo turbata. O era davvero arrabbiata con lui? Lo incolpava davvero del fatto che Albus si fosse Obliviato quando inizialmente, riguardo tutta la questione, aveva detto che era stata una scelta di Albus. Anche usare un Incantesimo di Memoria su sé stesso, rimaneva una scelta di Scorpius. Scorpius non ne aveva niente a che fare.

Si addormentò con questo pensiero, sperando di ritrovare una risposta da Albus il mattino seguente.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


I due ex Serpeverde si diedero appuntamento a Hosgmade, lontani da sguardi altrui. Scorpius arrivò venti minuti in anticipo per colpa dell'ansia. Non sapeva se stava facendo la cosa giusta incontrando Albus, ma sopratutto incontrandolo di nascosto. Albus, d'altro canto, arrivò con dieci minuti di ritardo.

“E' tanto che aspetti?” chiese quando si sedette con due Burrobirre in mano.

“No, figurati.” mentì Scorpius con un sorriso e prendendo in mano la bevanda calda. Aveva le mani che tremavano, sia per il freddo, sia per l'emozione. Finalmente stava parlando con Albus come se niente fosse mai successo. Avrebbero parlato normalmente. Sarebbero tornati amici come prima. Scorpius avrebbe dovuto nascondere di essere gay? Era forse un compromesso giusto per l'amicizia con Albus?

“Ho fatto un sogno terribile in questi giorni.. Continuo a farlo ogni notte e riguarda te!” disse Albus mentre sorseggiava la sua Burrobirra. “Tu mi dicevi che sei gay e io mi arrabbiavo da morire!”

“Ah sì?” rispose Scorpius incerto.

“Tranquillo, amico! Anche se lo fossi non me la prenderei con te.. Non è mica colpa tua!” Albus stava sorridendo. Gioiosamente. Lo pensava davvero? Forse allora avrebbe dovuto dirglielo. Doveva dirglielo. Doveva.

“Albus.. non è un sogno” Scorpius stava cercando di tenere contatto visivo con Albus. Sperava che avrebbe capito, che la sua reazione non sarebbe stata la stessa dell'altra volta, che non lo avrebbe picchiato e insultato fino alla morte. “Io sono gay. Hai anche conosciuto il mio fidanzato.. Beh ora non stiamo più insieme ma.. vi siete conosciuti..”

Albus lo guardava con un lo sguardo incredulo. “Certo, bello scherzo Malfoy.”

Scorpius decise di tacere, non voleva andare oltre, perchè sapeva cosa c'era oltre. C'era odio. C'era paura di accettarsi.

“Tu hai mai pensato di.. insomma.. stare con un ragazzo?” chiese Scorpius senza pensarci troppo.

“Perchè avrei dovuto? Lo sai quanto mi piace scoparmi le ragazze” rispose lui finendo la sua bevanda e asciugandosi la bocca con un fazzoletto. “Non mi dispiacerebbe provare però. Ovviamente non il sesso, magari baciare un ragazzo giusto per sapere cosa cambia!”

Scorpius lo guardò sorpreso. Aveva davvero sentito quelle parole? Albus voleva provare a baciare un ragazzo? Anche solo per provare? Hai un ragazzo davanti a te!, avrebbe voluto dire, ma si trattenne, cercando parole più giuste per fargli capire che lui c'era.

“Potremmo provare noi due..” disse infine Scorpius con un tono ironico e ridendo alla fine.

“Ma tu sei come mio fratello.. Sarebbe strano..”

“Proprio perchè ci conosciamo così bene sarebbe meglio che lo facessimo tra di noi.. Almeno sei sicuro che l'altro non si innamorerà..” Scorpius disse quelle parole con dolore che gli pompava nello stomaco. Ovviamente se si fossero baciati, per Scorpius avrebbe significato qualcosa, anzi moltissimo. Sarebbe stata la coronazione di un sogno. Anche se si erano già baciati – e Albus non lo ricordava – quel bacio non era valido. Non era consensuale, in un certo senso, mentre questo sarebbe stato qualcosa che entrambi avrebbero voluto. Non importava se Albus credesse fosse solo per capire “di non essere gay”.

Albus non sembrava abbastanza convinto, però si alzò dalla sedia facendo segno a Scorpius di alzarsi e si diresse verso il bagno dei Tre Manici di Scopa. Fortunatamente, dentro non c'era quasi nessuno nel locale e appena entrarono nel bagno dei maschi trovarono altrettanta calma. Albus stava ridacchiando tra sé e sé, mentre Scorpius era estremamente nervoso. Il bagno era stretto e solo con la turca sul pavimento e appena i due entrarono, furono così vicini che Scorpius potè sentire l'odore di Albus, sentiva anche il suo corpo stretto al suo, il suo membro che premeva contro il proprio.

“Allora?” chiese Albus guardando Scorpius con un sorriso. “Lo facciamo?”

“Facciamo?” ribattè Scorpius.

“Il bacio, scemo!”

Albus rise nervosamente e così anche Scorpius. Erano entrambi nervosi. Da un lato, Albus Potter, il represso che per reprimere ancora di più ciò che è si era cancellato una parte dei suoi ricordi; dall'altro Scorpius Malfoy, gay consapevole e innamorato dell'altro.

I loro corpi erano già vicini. Albus appoggiò la propria fronte su quella di Scorpius sempre ridendo per l'assurdità di quel momento. Scorpius sentiva l'agitazione. Cosa sarebbe successo con quel bacio? Avrebbe cambiato tutto e sarebbe tornato come era prima? Non voleva pensarci. Quella era la sua occasione, la sua occasione per essere felice almeno un momento, per poter provare qualcosa di simile alla felicità e al piacere. Scorpius poggiò le mani sul viso di Albus: aveva le guance arrossate, calde al tatto. In un secondo, le loro labbra si toccarono. Scorpius sentì Albus premere forte contro le sue labbra e ad un certo punto il bacio divenne più passionale: la lingua di Albus cercò di entrare dentro la bocca di Scorpius il quale mordeva il labbro inferiore di Albus.

“Devo prendere aria!” disse Albus fermandosi con un sorriso. Non era arrabbiato, era felice quasi. Scorpius rise zitto. Aveva il cuore che gli batteva a mille, non riusciva a capacitarsi di tutto ciò che era appena successo. Albus non sembrava turbato, anzi, forse voleva pure continuare?

“Non credevo mi sarebbe piaciuto così tanto!” sbottò Albus con un sorriso. “A te?”

“Albus.. i-io..” Scorpius stava capendo cosa stava succedendo. La prima volta che gli aveva detto che era gay, la situazione era già in tensione: lui aveva appena scoperto che la sua ragazza era bisessuale e che era innamorata di una donna e sentirsi dire che anche il proprio migliore amico era così non doveva essere stato proprio il massimo. Questa, però, era una storia completamente diversa. Consensualmente i due si erano baciati, Albus era tranquillo e sereno. Se glielo avesse detto adesso, se glielo avesse detto con il cuore in mano, sarebbe cambiato qualcosa. Sarebbe cambiato tutto.

“E' già da un po' che ci penso, più o meno da quando Mandy mi ha detto che le piacevano le donne. Quando sono finito in ospedale..” lo interruppe Albus. “Quando mi sono risvegliato aspettavo solo te, aspettavo che tu arrivassi. Mi mancavi ma non solo come amico.”

“Cosa?” Scorpius aveva un tono sorpreso. Cosa gli stava dicendo?

“Pensavo continuamente a te, a come volessi che tu fossi lì. E.. beh.. spesso ho fatto sogni su noi due.. in situazioni simili..” Albus continuava a parlare mentre Scorpius era rimasto a bocca aperta. “P-Penso che mi piacciano anche gli uomini, Scorpius. Però anche le donne. E' possibile?”

Albus si stava aspettando una risposta. “Certo.. s-si chiama bisessualità, Albus.”

“Oh.. bene.”

Ci fu un silenzio tra i due mentre i loro corpi erano ancora attaccati l'uno all'altro. Erano entrambi particolarmente eccitati ed era dimostrato dalla protuberanza nei loro pantaloni che si ingrossava sempre di più.

“Io sono gay, Albus..” disse Scorpius, mentre le loro bocche si avvicinavano di nuovo vogliose di assaggiarsi di nuovo. “E sono innamorato di te.”

Albus si allontanò prima che le labbra si toccarono. “Davvero?” sembrava solo sorpreso, più della seconda parte. “Quindi prima non scherzavi? Sei davvero gay e ho conosciuto il tuo ragazzo?”

“Ex ragazzo.. ci siamo lasciati perchè io ero e sono innamorato di qualcun altro. Di te.” Scorpius era preoccupato, ma la preoccupazione scivolò via quando Albus tornò a baciarlo intensamente, assaporando e gustandosi ogni bacio, facendo scivolare le sue mani sotto la maglietta di Scorpius.

 

Dopo una buona mezz'ora uscirono dal locale, imbarazzati e con le labbra secche. Entrambi avevano le guance arrossate non solo per il freddo, ma per l'immensità di baci che si erano dati in quello sporco e angusto bagno.

“Casa mia?” chiese Albus mentre Scorpius lo guardava con occhi confusi. “Vuoi venire a casa mia? Non c'è nessuno e potremmo continuare ciò che stavamo facendo lì dentro.”

Scorpius ebbe un fitta al cuore. Stava succedendo tutto così in fretta. Era bellissimo, ovviamente, avrebbe assolutamente voluto andare a casa di Albus, baciarlo ancora, dirgli quanto aveva aspettato per quel momento. Ma non poteva. Stavano correndo e non era questo quello che voleva il ragazzo.

“I-Io.. voglio una cosa seria..” sussurò Scorpius mentre si avvicinava a Albus lasciando impronte sulla neve appena caduta. “Non voglio solo baciarti e sapere che tu non provi nulla per me, perchè mi farebbe solo stare male.”

“Io ti voglio bene, Scorpius e lo sai bene!” ribattè Albus.

“Certo, lo so. Però mi ami?”

Albus lo guardò incerto. Non lo amava? Scorpius era come una di quelle tante ragazze che Albus portava a casa, usava e poi rimandava indietro? Sarebbero stati solo questo? Scopa amici? In camera da letto avrebbero goduto, mentre al di fuori si sarebbero parlati come due normali e vecchi amici? Come se niente fosse successo?

Scorpius non sapeva se poteva accettarlo. Avrebbe potuto sopportare di essere un mero giocattolo per i piaceri di Albus?

“Ancora non lo so, Scorpius. Vorrei poterti rispondere ma non lo so. Sei stato il primo a cui ho detto quello che provo ed è stato bello ciò che è successo. Però.. non so se sono pronto a una relazione.”

“Solo perchè sarebbe una relazione con un uomo?”

“Sì.” rispose freddamente Albus abbassando lo sguardo.

“Capisco..” Scorpius si allontanò, aveva bisogno di camminare da solo. Doveva schiarirsi le idee. Capire cosa ne voleva fare della sua vita. Perchè doveva continuare a inseguire qualcuno che non voleva stare con lui? Se però fosse diventato il suo giocattolo, avrebbe comunque avuto un qualche tipo di relazione di Albus. Ma ne valeva la pena? Solo sesso e niente amore vero? Niente “Ti amo” detti con sincerità? Sarebbe stato felice? La risposta che la sua testa e il suo cuore gli davano era negativa. Allo stesso tempo, però, l'esperienza con Matthew gli aveva insegnato che non riusciva a pensare a nessun altro se non ad Albus.

Dei passi dietro di sé lo distrassero: Albus era dietro di lui ma non fiatava.

“Perchè mi segui?” chiese Scorpius con un velo di rabbia nella voce.

“Non voglio lasciarti solo.”

“Bugiardo.” disse Scorpius voltandosi e osservando Albus. I suoi capelli erano pieni della neve che stava piano piano scendendo, aveva le mani nascoste nel giaccone e faceva su e giù con i piedi per cercare di scaldarsi. Anche in questa normalità, era bellissimo. “Sono un bugiardo, Albus e mi dispiace.”

“Cosa? Di cosa stai parlando?”

“Non credo che nessuno te lo voglia dire, ma io non posso continuare a mentirti. I segreti hanno rovinato tutta la mia vita.” Scorpius tese la mano ad Albus, il quale la prese e insieme si smaterializzarono nella camera di Scorpius. Sua madre e suo padre erano andati in vacanza in Egitto per due settimane ed erano partiti da qualche giorno lasciando il figlio solo.

“Cosa sta succedendo, Scorpius?” Albus si tolse il cappotto cercando di parlare normalmente, ma nel suo tono c'era preoccupazione.

“Siediti, dobbiamo parlare.” Scorpius sospirò sedendosi nel proprio letto. “Sono successe tante cose non molto belle nell'ultimo anno e -”

“Ma cosa dici? Quest'ultimo anno è stato stupendo! Ci siamo laureati, abbiamo iniziato il lavoro e..” lo interruppe Albus.

“Lasciami parlare per favore.” di getto, Scorpius prese una mano di Albus e gliela strinse. “L'anno scorso, mentre eravamo ancora ad Hogwarts tu ti sei lasciato con Mandy.” Albus annuì. “Quando me lo hai detto, io ti ho detto che anche io sono gay e tu hai reagito male.”

“Cosa?” il suo viso si contrasse, come se cercasse di ricordare cosa era successo, senza successo.

Senza badare ad Albus, Scorpius continuò a parlare, raccontandogli tutto, tutto quanto. Gli insulti, fisici e verbali, l'incontro con Matthew e infine il suo tentato suicidio. A quel punto Albus lasciò la mano dell'altro.

“Non stai scherzando, vero?” chiese Albus e Scorpius scosse la testa, sussurrando che gli dispiaceva. Qualsiasi altra reazione sarebbe stata ragionevole, ma Albus abbracciò Scorpius forte, lo strinse e gli sussurrò un grazie.

“Grazie di cosa?” chiese Scorpius leggermente preoccupato.

“Per avermi detto la verità. Non penso che nessuno me lo avrebbe mai detto e sarei rimasto così per sempre. Sono felice di sapere cosa è successo prima anche se non riesco a ricordarlo bene.” Albus si sedette nuovamente nel letto e osservò Scorpius negli occhi e gli diede un leggero bacio nelle labbra. Era visibilmente turbato, probabilmente stava pensando a come era arrivato a fare tanto. “Ora so quanto stupido sono stato. Mi sono barricato nella paura, nella paura di amarti. I-Io non ricordo niente, ma penso che.. è da me reagire come ho reagito. Per tanto tempo ho pensato di essere sbagliato, ho voluto cambiare e mi sono adattato a essere 'normale'. Però.. Mandy ha cambiato tutto, mi ha fatto vedere che quei sentimenti che reprimevo da anni, forse erano normali. Non so dirti cosa ho pensato quando me lo hai detto, ma forse, tradito? Anormale? Tu ami solo gli uomini e pensare che invece per me non c'è differenza tra uomo o donna.. Non so cosa mia sia preso.. Questo non succederà più, Scorpius.”

“Cosa stai dicendo?”

“Voglio dirlo ai miei genitori, a Rose, a tutti. Dire loro ciò che sono e poi..” Albus prese la mano di Scorpius e insieme intrecciarono le dita. “poi iniziare qualcosa con te.”

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 (FINE) ***


ATTENZIONE!
Questo capitolo conterrà una descrizione dell'atto sessuale.

 

Albus tornò subito a casa e qualche ora dopo Scorpius ricevette un gufo da Albus. Inizialmente ebbe paura ad aprirlo, non sapeva cosa ci sarebbe potuto essere scritto: i suoi genitori cosa gli avevano detto? Aveva parlato anche con Rose? Scorpius sapeva che avrebbe dovuto parlare con Rose, prima o poi.

Aprì la pergamena e subito un sorriso si formò nel suo viso:

 

Caro Scorpius,

ho parlato con mamma e papà di tutto quanto, di come so che ho usato un Incantesimo di Memoria e di cosa provo per te. Sono stati molto contenti di sapere che – finalmente – ho capito ciò che sono e che sono felice. Si sono anche scusati di non avermi detto nulla, ma avevano paura di scatenare una reazione negativa e di farmi tornare esattamente com'ero prima.

Ho mandato un gufo a Rose perchè preferisco parlarle di persona e ha detto che arriverà tra qualche ora quindi finisco questa lettera dopo!

 

Aggiornamento: Rose se n'è appena andata ed è molto arrabbiata con te, ma sono certo che le passerà. E' arrabbiata perchè le avevi promesso che non mi avresti più contattato. Che promessa stupida, Malfoy!

Comunque, penso sia felice per noi dopotutto e per me, perchè finalmente ho capito cosa è giusto nella mia vita: tu lo sei, Scorpius. Sono felice di essermi Obliviato, di aver dimenticato di tutto ciò che ti ho fatto perchè non riuscirei a guardarti in faccia se mi ricordassi davvero ciò che ti ho fatto. Ti chiedo ancora scusa. Sono stato uno stupido.

 

Albus Potter

 

Scorpius rilesse la lettera ancora e ancora. Era felice: i genitori di Albus erano d'accordo con la loro relazione, quelli di Scorpius – beh, sicuramente la madre – lo sarebbero stati. Ora doveva solo parlare con Rose così le scrisse una breve lettera in cui le chiedeva di incontrarsi quella sera a casa Malfoy.

A tarda serata qualcuno suonò al campanello: Rose Weasley, con i suoi capelli rossi ora tagliati corti sotto il collo, era alla sua porta con il viso imbronciato. Entrò subito, si tolse il cappotto e senza neanche chiedere si sedette sul divano.

“Dimmi tutto, Malfoy..” disse lei appena anche Scorpius si fu seduto.

“Volevo scusarmi con te, Rose. Ho infranto una promessa e.. beh, non dovevo farlo. So che tu tieni ad Albus almeno tanto quanto me e volevi solo il suo bene, ma io lo amo. Lo amo tantissimo. Ho visto l'occasione per ricominciare e l'ho presa al volo.”

“Lo capisco ma avresti potuto dirmelo. Pensavo di essere una tua amica, pensavo ci dicessimo queste cose, invece hai agito alle mie spalle per tutto questo tempo.” ribattè lei spostandosi i capelli da una parte. Non era arrabbiata, sembrava solo stanca.

“Tu mi sei saltata addosso in ospedale. Mi hai dato la colpa per ciò che Albus si era fatto da solo e per sua decisione. Non pensavo volessi parlarmi ancora.” Scorpius si sentiva ferito, le immagini di Rose che gli urlava che era solo colpa sua, non l'avevano ancora abbandonato. “Sei una delle mie migliori amiche, Rose, ma credevo che non lo volessi essere più, che mi odiassi per ciò che era successo ad Albus.”

Rose si alzò e andò ad abbracciare Scorpius. Quel caldo abbraccio era esattamente ciò che gli serviva, aveva bisogno della sua amica di nuovo al suo fianco.

“Mi dispiace di averti urlato contro.” disse Rose appena si staccò dall'abbraccio.

“A me dispiace di non averti detto nulla” ribattè Scorpius con un sorriso.

“Beh, penso che ora sia il momento per raccontarmi tutto ciò che è successo!” replicò lei visibilmente curiosa di sapere tutto sulla sua situazione amorosa. Scorpius sorrise e iniziò a raccontare.

 

Albus e Scorpius non si videro per quasi una settimana per motivi lavorativi: Albus era finalmente tornato a fare il tirocinio in ospedale e Scorpius era sommerso di lavoro al Ministero. Matthew gli sorrideva e gli parlava mentre lavoravano, ma appena arrivava l'ora di andarsene, lo salutava con gentilezza e poi di dileguava. Scorpius, però, sentiva il bisogno di parlargli, di chiedere scusa.

“Matthew, posso parlarti?” chiese un giorno all'altro che si girò con un sorriso finto e rispondendogli positivamente. “Volevo solo scusarmi per tutto quanto. Non mi sono comportato in modo corretto con te, avrei dovuto essere sincero da subito.”

“Certo che avresti dovuto, Scorpius.” parlava con voce calma. “Ma comprendo anche ciò che ti è successo. Sono stato anche io innamorato prima di conoscere te e per anni non sono riuscito a togliermi un ragazzo dalla testa. Quindi non preoccuparti..”

“E come hai fatto a dimenticarlo?” chiese ancora Scorpius prima che Matthew si girasse di nuovo. “Come hai fatto ad andare avanti?”

“Non l'ho fatto. Ho solo sotterrato il suo ricordo, i miei sentimenti. Ma io lo amerò sempre, non importa con chi mi sposerò, con chi invecchierò, lui sarà sempre nel mio cuore per ricordarmi cosa significa amare.”

Scorpius si chiede cosa volesse dire per lui amare. Aiuto, felicità, gioia, spensieratezza, compagnia, piacere, tristezza e dolore. Tutto questo insieme lo avevano portato ad amare immensamente Albus Severus Potter. Ad amare il figlio del ragazzo che è sopravvissuto, un ragazzo che fin dal primo momento lo aveva impressionato. Ricordava ancora benissimo come la prima volta che si erano parlati il cuore di Scorpius stava per scoppiare dal petto, non solo perchè davanti aveva una persona che era spesso nei giornali, ma anche perchè fin da bambino Albus era stato tutto ciò di cui Scorpius aveva bisogno. Non solo fisicamente, ma anche solo come amico. Tutta la vita di Scorpius era stata piena di solitudine, non aveva mai avuto un vero amico come lo era stato Albus e il fatto che questa amicizia si stesse trasformando in qualcosa di più era bellissimo ma spaventoso. Sperava che quando – se mai fosse successo – si fossero lasciati, il legame tra di loro non sarebbe cambiato di un centimetro. Perchè lui in ogni caso aveva bisogno di Albus Potter, del suo migliore amico prima di tutto.

 

“Ciao” disse imbarazzato Albus alla porta di casa di Scorpius. I genitori di Scorpius sarebbero tornati il giorno seguente e il ragazzo aveva deciso di approfittarne per passare l'ultima giornata di casa libera con Albus. Tra i due non si era ancora chiarito molto: si erano visti per qualche ora durante quella settimana ma nulla di più. Si erano baciati appassionatamente di nuovo, parecchie volte, ma non erano mai andati oltre qualche toccatina generale. Scorpius sapeva che Albus bravava altro, voleva presto arrivare al dunque. Anche Scorpius era della stessa opinione: credeva che fare l'amore avrebbe sancito il loro rapporto come ufficiale, che dopo di questo sarebbero potuti uscire mano per la mano, baciarsi per strada come avevano fatto lui e Matthew.

“Entra pure..” disse Scorpius dandogli prima un leggero bacio sul volto. “Ho organizzato tutta la giornata: prima guarderemo un film babbano insieme a popcorn e una calda coperta sulle nostre gambe e poi ci sarà la cena, che beh, devo ancora finire di preparare ovviamente essendo solo le quattro..”

“Calmati, Malfoy.. va tutto bene, posso togliermi almeno la giacca?” chiese Albus sorridendo.

I due si misero sul divano di casa Malfoy in cui Scorpius aveva obbligato i genitori a comprare un televisore – per loro inutile – e si misero sulle gambe una coperta. Erano vicinissimi, la gamba destra di Scorpius toccava quella sinistra di Albus, le loro braccia si sfioravano. In grembo a Scorpius c'era una ciotola piena di popcorn che il padrone di casa aveva già iniziato a mangiare per l'ansia. Il film – Via col vento – era iniziato da pochi minuti quando Scorpius si distrasse: Albus aveva girato la testa e lo stava osservando e quando i loro sguardi si incrociarono, Albus iniziò a baciare Scorpius. In men che non si dica, Albus era sopra Scorpius, i popcorn a terra, e le voci di Clark Gable e Vivien Leigh ormai non si potevano più sentire. L'unico rumore udibile era lo schiocco dei loro baci e il battito dei loro cuori. Albus era sopra e le sue mani si erano già inoltrate a toccare il petto di Scorpius, mentre l'altro con un rapido gesto aveva tolto la maglietta ad Albus e per la prima volta vedeva i suoi pettorali. Presto, anche la maglietta di Scorpius finì sul pavimento e Albus iniziò a baciare il petto dell'altro scendendo sempre più in basso fino alla cintura dei pantaloni, i quali vennero subito slacciati e buttati nel pavimento, così come anche le mutande. Per la prima volta, Scorpius si ritrovò nudo davanti ad Albus e si sentiva totalmente a suo agio.

“Spogliati anche tu, così siamo pari..” disse Scorpius mentre prendeva il viso di Albus e lo iniziava a baciare mentre con le mani gli slacciava i pantaloni. Quando entrambi rimasero nudi, si osservarono per un secondo e poi scoppiarono a ridere. Non era stato per niente così con Matthew: con lui era stato tutto automatico, quasi freddo. Con Albus si stava divertendo davvero, tutto era più leggero e normale.

Albus era ancora sopra di lui, così Scorpius lo prese per le braccia e se lo portò sotto di lui, lo guardò negli occhi dove vide che c'era una leggera preoccupazione mista a eccitazione. Scorpius si abbassò all'altezza del membro dell'altro e iniziò prima un lavoro di mani e poi, quando ci appoggiò sopra la bocca sentì Albus gemere di piacere per la prima volta. Mentre uno continuava a leccare avidamente, l'altro spingeva la testa del primo per farlo andare più veloce. Accadde così in fretta che Scorpius inizialmente non si accorse che Albus aveva eiaculato nella sua bocca. Albus stava ridendo nervosamente ma aveva una certa felicità nel viso.

“Posso avere il piacere di farti godere anche io?” chiese Albus e l'alto non se lo fece ripetere due volte. Si scambiarono di posizione, Scorpius al di sotto, Albus con la bocca sopra il suo membro e i gemiti ricominciarono, solo che ora chi godeva avidamente era Scorpius. Gli ci volle in po' di più per venire, ma quando lo fece, la bocca di Albus era pronta per accogliere il caldo liquido e per lasciarlo scivolare dentro il proprio corpo. Si pulì la bocca con il dorso della mano e si avvicinò all'altro per tornare a baciarlo, i loro corpi che si toccavano, si cercavano.

“P-Posso...?” chiese ancora Albus fermandosi.

“Non dovresti neanche chiedere” rispose Scorpius con una risata mentre si girava a pancia in giù. Albus pescò un preservativo dalla tasca dei jeans di Scorpius – su consiglio dello stesso – e dopo esserselo messo, infilò il suo membro dentro la fessura dell'altro, piano e con calma. Albus respirava veloce così come Scorpius. Il sogno di una vita, tutte le nottate passate ad immaginare questo momento. E ora tutto si stava avverando.

Subito iniziarono a gemere entrambi: mentre Scorpius chiedeva di accelerare, sentiva Albus dentro di sé, era davvero dentro di lui e lo stava facendo godere come mai aveva goduto prima. Ogni parte del suo corpo tremava, sentiva l'eccitazione e il godimento di quei movimenti. Le sensazioni che stava provando precedentemente erano totalmente diverse da quelle di adesso. Le loro mani erano intrecciate e mentre il ritmo aumentava, entrambi gemevano, urlavano.. e alla fine Albus eiaculò sorridendo soddisfatto. Si abbassò a baciare il collo di Scorpius, il quale poi si girò sulla schiena e prese a baciare avidamente la bocca di Albus. Non ne poteva fare a meno. Amava quel ragazzo più di qualsiasi altra cosa, lo avrebbe amato per sempre. Amava la sua bocca, il suo corpo, la sua voce e il suo essere semplicemente l'uomo dei suoi sogni.

Si fermarono. Quando i due si guardarono di nuovo negli occhi, il respiro di entrambi si stava rilassando, Albus era felice, come mai lo aveva visto. Scorpius sprizzava felicità. Tutto era perfetto.

Ti amo, Scorpius Malfoy” disse Albus mentre le loro fronti si toccavano e i loro occhi non volevano saperne di staccarsi gli uni dagli altri.

“Ti amo anche io, Albus Severus Potter”.

 

10 anni dopo

 

Scorpius e Albus stavano avendo dei problemi tra di loro: chi doveva fare da damigelle all'uno e all'altro. Le scelte ricadevano, ovviamente, sulle loro amiche di una vita: Mandy, Julie e Rose. Albus, ovviamente, voleva Rose al suo fianco ma non voleva che Scorpius avesse due damigelle al contrario di lui che ne aveva una sola.

“Pensi di invitare tuo padre?” chiese Albus quando promise di pensare a qualcuno da fargli da damigella.

“Certo, ma non sono sicuro che accetterà di venire.”

Draco Malfoy da quando il figlio aveva fatto coming out era stato distante, ma quando il figlio aveva annunciato che si sarebbe sposato il prossimo giugno la sua reazione fu di uscirsene dalla stanza senza dire nulla. Scorpius era praticamente certo che sua madre sarebbe venuta al matrimonio da sola, felice per vedere il figlio sposarsi, ma anche triste perchè sapeva esattamente come la mancanza del padre avrebbe ferito Scorpius.

Arrivato il giorno delle nozze, l'emozione era palpabile. Dieci anni fa, Scorpius non si sarebbe mai immaginato di essere su un altare per sposarsi con l'amore della sua vita.

“Posso entrare?” chiese una voce dalla porta. Una voce famigliare che non sentiva da fin troppo tempo. Draco Malfoy era sull'entrata e osservava il figlio. Era vestito con un completo blu, i capelli stavano iniziando a diventare bianchi ma gli occhi chiari ancora risplendevano nel suo viso. Aveva un leggero sorriso sul volto. “Sei nervoso?”

Il padre si avvicinò al figlio e gli mise una mano sulla spalla. I due si guardarono negli occhi e poi il padre lo abbracciò.

“Sono fiero di te, figliolo. E sono immensamente felice di essere qui oggi.” il suo tono era sincero e dolce. Quando si staccarono, delle gocce stavano scendendo dagli occhi di Draco Malfoy. Scorpius sorrise e lo abbracciò di nuovo.

 

Dopo due anni di matrimonio, Scorpius e Albus decisero che era ora di allargare la loro famiglia: per mesi cercarono e cercarono, firmarono documenti, rimasero svegli tutta la notte finchè trovarono loro. Due gemelli spagnoli abbandonati dalla madre e che vivevano in un orfanotrofio da più di un anno: Isabél e Mathias.

Appena i due piccoli furono presi in braccio da Scorpius e Albus qualcosa fece capire loro che avrebbero amato quei due esserini per il resto della loro vita. Isabél e Mathias non furono, però, gli unici a unirsi alla famiglia Malfoy – Potter: dopo un anno adottarono anche Sun, una bambina coreana e Alexander, un bimbo proveniente dal Sud Africa.

La loro vita sembrava perfetta ed era perfetta. Loro due non si erano mai amati così tanto, i loro figli li amavano e loro amavano i loro figli. Come in ogni coppia c'erano dei litigi, ma si risolvevano sempre perchè il loro amore è più forte di qualsiasi altra cosa.
 

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Nota della scrittrice:

Ciao a tutte le adorabili persone che hanno letto e commentato la mia prima long su questi due bellissimi personaggi. Ho adorato scrivere questa storia ma sfortunatamente è arrivata a termine e devo dire che quando l'ho iniziata non pensavo minimamente che sarebbe finita così: avevo pensato a un finale tragico – come al mio solito – ma per loro due volevo avere un po' di felicità perchè se la meritano.

Ovviamente questa non sarà la mia ultima fan fiction su loro due perchè ci sono troppo affezionata, quindi se rimarrete sul mio profilo troverete ancora storie su di loro.

 

Volete sapere chi ha portato all'altare Albus? Ovviamente alla fine Rose e Lily – sua sorella – furono le sue damigelle; non ho specificato la fine di alcuni personaggi perchè nel contesto non lo sentivo necessario però...

  • Mandy Mason – di cui ho amato scrivere – è diventata la nuova professoressa di Pozioni ad Hogwarts. Ama il suo lavoro e alla fine si è sposata con un uomo da cui ha avuto 4 figli

  • Julie Tompson diventò Magizoologa di grande fama quasi al pari del famoso Newt Scamander. Si frequentò per un certo tempo Dominique Weasley, la secondogenita di Bill Weasley e Fleur Delacour, ma la cosa non ebbe molto seguito. Alla fine si fidanzò con una Babbana americana ma non si sposarono mai.

  • Rose Weasley diventò capo del Dipartimento di Cooperazione Magica. Fu molto concentrata sul suo lavoro perciò per molti anni non le interessò sistemarsi e avere una famiglia finchè non conobbe un cugino di Scorpius e se ne innamorò. Hanno un figlio.

  • Matthew Jefferson – piccolo mio – dopo la chiacchierata con Scorpius ricontattò l'amore della sua vita, Jeremy, e si sposarono e adottarono due bambine.

 

Spero vivamente che questa storia vi sia piaciuta perchè io ho amato scriverne ogni parte, ogni parola e mi sono affezionata moltissimo a questi personaggi e per me è doloroso lasciarli andare.

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo finale e alla prossima!

 

hogvwartss

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