Mondo Forever

di Poetessia
(/viewuser.php?uid=149049)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***



Capitolo 1
*** Uno ***


In questo periodo di rivincita dei nerd, dove gli informatici sono proiettati sotto i riflettori come lo erano qualche anno fa gli chef, non abbiamo potuto fare a meno di porre l'accento sull'innovativo Forever, il social network a realtà aumentata che sta prendendo sempre più piede tra i giovanissimi, completamente italiano. Abbiamo avuto la fortuna e il piacere di intervistare Federico Principe, ideatore e curatore di Forever. Buongiorno! Possiamo darci del tu?
Buongiorno a te. Certo, anzi, onestamente lo preferisco: sentirmi dare del lei mi fa sentire così vecchio! (ride)
Perfetto! Raccontaci della nascita di Forever.
Il progetto "Forever" nasce da un'idea di mio nipote Davide, in realtà. Stavamo chiacchierando, e ad un certo punto mi ha detto "Sarebbe fico un mondo parallelo su internet, dove puoi rifugiarti ogni volta che sei stanco del mondo reale.": stavo giusto lavorando allo sviluppo della realtà virtuale sui siti internet, così ho iniziato a gettare le basi di Forever. Inizialmente era molto semplice, ma piano piano ho studiato sempre di più fino a lanciare il progetto definitivamente. Inoltre l'innovazione del casco rispetto alla maschera, che include anche dei sensori nervosi, è stata una vera manna per me. Comunque ci ho messo circa due anni e mezzo, più un altro anno prima che prendesse piede, ma sono davvero soddisfatto.
Puoi spiegarci brevemente come funziona?
È una via di mezzo tra un social network, un blog e un gioco di ruolo. Senza iscrizione si presenta come un social network normale, dove si possono condividere pensieri, stralci di libri, immagini... insomma, quello che capita. Poi ci sono due tipi di iscrizioni, quella normale e quella denominata semplicemente "plus": la plus richiede molti più dati personali e l'invio via scanner di un documento di identità per scongiurare al minimo i rischi che può comportare un social del genere. Alla fine di quella registrazione, attraverso l'apposito casco per la realtà aumentata, si ha accesso a un QR code unico per ciascuno che permette l'accesso al cosiddetto "Mondo Forever", un vero e proprio luogo parallelo dove si può giocare una sorta di seconda vita.
Come in vecchi videogames come "The Sims", insomma?
Non esattamente: in "The Sims" il tuo personaggio è creato a tuo gusto, mentre nel Mondo il tuo "avatar", per così dire, rappresenta esattamente te. A differenza della maggior parte dei videogiochi che utilizzano il sistema di realtà virtuale non ti immedesimi in un altro personaggio, ma sei te stesso. Fino a prova contraria il Mondo è parte di un social network, il cui scopo principale è incontrare persone concrete, non avatar.
Hai utilizzato la parola "giocare" riguardo a ciò che si vive all'interno del "Mondo Forever": molti adolescenti però sembrano dare più importanza a questa vita virtuale, e hai già ricevuto parecchie critiche a riguardo. Cosa ne pensi?
Ritengo che tali critiche siano abbastanza infondate e prive di senso, dato che "Mondo Forever" non può sostituire in alcun modo la realtà. Ho messo a punto alcuni accorgimenti per impedire agli utenti di passarci troppo tempo.
Ad esempio?
Non c'è nulla che possa soddisfare i bisogni primari dell'uomo: all'interno del Mondo non esistono cibo, acqua, letti e toilette, in modo da non dare un'immagine illusoria di aver soddisfatto questo tipo di necessità e rischiare che l'utente si ritrovi, parlando per eccessi, denutrito o disidratato. Se un utente soccombe al sonno all'interno del Mondo viene attivato un campanello dal suono acuto e fastidioso direttamente nelle orecchie grazie ai sensori del casco, che lo obbligherà a disconnettersi o, perlomeno, a togliere il casco stesso.
Hai conquistato l'utenza italiana e stai iniziando a riscuotere successo anche in Francia e Svizzera: pensi che prima o poi Forever verrà utilizzato in tutto il mondo?
Lungi da me sembrare presuntuoso ma credo fortemente nelle sue potenzialità.
Un'ultima curiosità prima di salutarci: da dove nasce il nome "Forever"?
Volevo dargli un nome che fosse universale, immediato e semplice: non posso negare che ho cercato subito una parola che avesse la mia stessa iniziale (ride). "Forever" rispettava tutte queste caratteristiche, quindi ho optato per quella.
Grazie mille Federico, alla prossima!
Grazie a voi!

Laura chiuse il giornalino con un gesto secco, sbuffando leggermente: non aveva mai apprezzato molto i social network, e nonostante disponesse di un casco relativamente nuovo per esigenze scolastiche era raro che lo utilizzasse.
Si voltò verso il barista, un giovane uomo solare e dal viso sveglio, concentrato a lavare tazzine e bicchieri: «Hey Vasco!» lo chiamò, sorridendo immaginando già la risposta alla sua domanda «Te sei iscritto a Forever?».
Lui non alzò neppure lo sguardo: «A che?» rispose perplesso senza capire di cosa stesse parlando, facendola scoppiare a ridere: Vasco era celebre per la sua avversione ad internet nonostante la sua giovane età e l'importanza che tale invenzione aveva, un tale disprezzo da essere il solo pubblico esercizio della zona a non disporre di una rete wi-fi libera per gli avventori. Per sua fortuna, questo non diminuiva l'afflusso di clienti nel suo Scialla! Student's Cafè, bar con annessa cartoleria situato strategicamente in un crocicchio comune a svariate facoltà universitarie.
«Forever» rincarò Laura, senza smettere di sorridere, assumendo una voce pomposa e finta «Un social network innovativo!»
Lui le rispose con un'occhiata stralunata, questa volta solo fingendo di non capire e tornando ad occuparsi del proprio lavoro, imprecando in mezzo ai denti ma facendosi sentire chiaramente.
«'cazzo di informatici, gli danno tutta 'sta importanza, manco fossero medici o ricercatori... anni fa gli chef, adesso gli informatici, mai i baristi, oh...»
«Be'» si intromise un ragazzo allampanato che reggeva una borsa rettangolare e rigida, che custodiva un costoso ultrabook «Gli informatici si fanno un mazzo non indifferente a progettare siti internet innovativi, antivirus, videogames... e poi è una specie di rivincita contro i pregiudizi che ci portiamo dietro» aggiunse «Da sfigati per antonomasia a più fighi di tutti.»
Laura gli sorrise: «Dai Giorgio, fai ingegneria informatica, credo che il tuo parere sia un po' parziale, non trovi?»
«Federico Principe, comunque, è un genio» proseguì lui, senza dar peso a quella provocazione e voltandosi verso Laura, sorridendo serio «È venuto a fare una conferenza da noi e ti assicuro che sa davvero il fatto suo, ha una cosa come tre lauree e il mondo virtuale che ha progettato è davvero interessante, mantiene un'ottima fluidità anche sui computer più datati e sembra veramente di esserci dentro. Provalo, secondo me non te ne pentirai.»
«Forever, giusto?» soggiunse una terza voce: Noemi, la responsabile del reparto cartoleria del locale, doveva essere arrivata lì per un caffè veloce in un momento di calma. Laura e Giorgio annuirono all'unisono.
«Mi ero iscritta io» spiegò lei, bevendo il caffè in un fiato senza neppure gustarlo «O meglio, mi ero iscritta al social, non al mondo virtuale, ma era zeppo di adolescenti pieni di problemi di 'sto par de palle: e la scuola va male, e il più fico della scuola non mi guarda, e i genitori non mi capiscono...» si sfogò, sbuffando rumorosamente «Ma li fanno sempre più deboli?»
Non diede a nessuno il tempo di controbattere che il suo sguardo, fintamente compassionevole, si spostò sul volto di Laura: «Povera cara. Povera, povera Laura. Ma sei sicura di quello che stai facendo?»
Lei esibì un sorriso di circostanza, sperando di non apparire troppo ipocrita: quel teatrino snervante era iniziato cinque anni prima, quando aveva lasciato la sua cittadina del Piemonte per studiare scienze pedagogiche a Genova, affascinata dalla psicologia degli adolescenti e dal loro percorso di crescita; Noemi disprezzava apertamente i ragazzini, tendendo a generalizzare in modo eccessivo e chiedendo spesso a Laura se era ancora intenzionata ad occuparsi di loro per professione.
«Anche se fossi pentita ormai mi manca la tesi» replicò Laura, cercando di mantenere un tono leggero «Mi sa che ormai è tardi per tornare indietro.»
«Belin, sei già alla tesi?» si intromise Vasco, sfoderando senza volere il suo forte accento ligure, come ogni volta che era stupito «È già passato tutto 'sto tempo?»
«Eh... cinque anni...» minimizzò Laura, senza sapere come rispondere.
«Su cosa la fai?» indagò Giorgio «Io dovrei laurearmi l'anno prossimo e non ho la minima idea di come impostarla.»
Laura arrossì leggermente: «Onestamente nemmeno io... Noe, tu su cosa l'hai fatta?»
Noemi si appoggiò al bancone, portandosi la mano al mento: «Son passati una cosa come dieci anni da quando mi son laureata io, tra l'altro era triennale e di un'altra facoltà, quindi non so quanto possa aiutarti... Però l'ho fatta sulla realtà fasulla nel cinema» spiegò con un sorriso gentile: benché non apprezzasse i ragazzini, aiutare gli universitari le aveva sempre dato soddisfazione «Mi sono concentrata su un paio di vecchi film che parlavano di quello, ci ho buttato dentro un po' di filosofia, sai, Platone, il mito della caverna... ed è andata bene.»
«Talmente bene che adesso fai la cartolaia» ironizzò Vasco dandole un colpetto amichevole sulla spalla. Noemi gli rispose con una linguaccia bonaria.
«Be', però ci sta» borbottò Giorgio, forse più a se stesso che agli altri «Tu ti concentri soprattutto sugli adolescenti, giusto?» chiese conferma a Laura, che annuì.
«Forever è una specie di falsa realtà popolata soprattutto da adolescenti» spiegò lui «Puoi parlare... del perché ha fatto tanto successo tra i ragazzini e cosa ci trovano di tanto speciale, magari. Ci infili la filosofia, i vecchi film, e sono abbastanza sicuro che ci sia qualcosa di psicologia, o sociologia, o di qualche altra "gìa" che parli di soddisfare i propri desideri. Taaaac.» Concluse, disegnando con le dita un cerchio chiuso.
«Eh.» confermò Vasco, serio «Non è mica una cazzata.»
«Sì...» riflettè ad alta voce Laura, mentre Noemi spariva nel reparto accanto tornando al lavoro «In effetti mi sembra convincente. Anzi, sapete che vi dico?» aggiunse, rovistando alla rinfusa nella borsa alla ricerca del portafogli «Vado a casa, scrivo una bella mail a quella che voglio come relatrice e le chiedo che ne pensa. Anzi, no, no...» si contraddisse, gettando frettolosamente alcuni spiccioli sul bancone del bar «Vado direttamente in facoltà, che dovrebbe ancora essere lì... Scusate ma corro che non vorrei far tardi, ciao! Grazie!» aggiunse infine quasi urlando, lasciandosi rapidamente alle spalle il locale e camminando a passo svelto verso la facoltà di scienze pedagogiche.
Rifletteva su come realizzare la propria tesi di laurea da quando un docente aveva siglato il suo ultimo voto sul libretto scolastico, senza mai trovare un argomento che le risultasse realmente stimolante o in qualche modo innovativo, brillante: l'idea di tentare di avvicinarsi ad un mondo fasullo e informatico, per quanto distasse dai propri interessi, aveva sollecitato il proprio desiderio di apprendimento e di indagine.
"E poi" si disse con sicumera, ansimando un poco prima di varcare il portone di legno dell'università "perlomeno sono un giudice imparziale."

«Uhm...»
Ancora ansante, un po' per la corsa e un po' per la leggera fitta di ansia che l'aveva colta presentando la sua idea, Laura si strinse le mani per non iniziare a mordersi le nocche in modo nervoso, osservando di sottecchi il viso enigmatico della relatrice, sperando di carpire un cenno che le desse un parere sull'idea della tesi.
«Sembra interessante.» confermò infine, facendo sospirare Laura di sollievo «Certo, l'idea di parlare di cinema, filosofia e informatica oltre che, ovviamente, di pedagogia, mi sembra abbastanza ambiziosa, forse addirittura eccessiva... ma se non sbaglio lei ha sempre dimostrato una discreta predisposizione allo studio, quindi forse può sostenere un compito tanto oneroso... Mi può dire a quanto ammonta la sua media, per cortesia?»
«Ventotto e quattro, ventotto e mezzo.» fu la risposta pronta e zelante, che ricevette a propria volta un sorriso d'intesa a labbra serrate.
«Può puntare in alto, sa?» rincarò la relatrice, scoprendo i detti in un sorriso quasi orgoglioso e imbarazzando leggermente la studentessa «Quanto tempo ha per restare in corso?»
«Fino a marzo.»
«Uhm...» rimuginò nuovamente la docente «Il tempo non è tantissimo, quindi cerchi di non cincischiare.» la sollecitò «Veda di non farsi distrarre e di lavorare subito nel miglior modo che le è possibile, in modo da poter stare tranquille, ok? È già un caso abbastanza eccezionale che ti accetti la tesi ora, quindi comportati bene.»
Laura annuì vigorosamente, mentre un nodo che non si era resa conto di avere le si scioglieva dallo stomaco, alleggerendola.
«Perfetto.» confermò l'insegnante, alzandosi in piedi per congedare la ragazza «Mi faccia avere novità al più presto.» la salutò stringendole cortesemente la mano.
«Non la deluderò.» annunciò Laura con ardore: l'altra donna rise.
«È importante che non deluda se stessa, signorina Garlandi. Io presto per lei sarò soltanto un vecchio pezzo della sua vita, quindi non si curi di me.» assicurò con aria profetica, come era solita fare quando voleva infondere sicurezza nei propri studenti.
«Be', quand'è così non mi deluderò.» confermò Laura con decisione, voltandole le spalle e salutandola con un amichevole cenno della mano scendendo le scale a passo svelto, questa volta mossa dall'entusiasmo.

«Oh ragazzi, l'ha accettata!» annunciò senza preamboli sulla soglia del bar, correndo verso il bancone e sorridendo raggiante a Vasco «Cioè, ragazzo, che gli altri due sono andati via...»
«Riferirò.» disse lui con un sorriso gentile, stringendo in un rapido abbraccio Laura tra un'ordinazione e l'altra «Vuoi qualcosa per festeggiare?» suggerì, ricevendo in risposta un rapido cenno di diniego col capo.
«No, sono venuta giusto a ringraziarvi, ora corro a casa e mi metto a scrivere.» lo liquidò «La Renamiglio ha detto che il tempo è già poco, non posso permettermi di andare fuori corso.»
Vasco alzò le mani in segno di resa: «Va be', ho capito. Buona tesi allora, cerca di non sparire!»
«Non ti preoccupare.» lo rassicurò lei con un sorriso gentile «Ci vediamo domani, come sempre.»

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Due ***


"...e infine ringrazio i miei amici Vasco, Noemi e Giorgio per avermi aiutata nella realizzazione di questa tesi."

Laura fissò il documento semivuoto, prendendosi la testa tra le mani con aria esasperata: nonostante avesse letto con attenzione su internet il modo migliore di realizzare una tesi di laurea, questa sembrava non voler prendere forma; aveva deciso di scrivere i ringraziamenti per sentirsi con la coscienza a posto nel fare qualcosa di utile, anche se senza convinzione.

Aprì una finestra del browser digitando velocemente "forever", selezionando i primi articoli che le capitassero davanti allo sguardo per leggerne il contenuto.

Ben presto si accorse che si erano formate due tipi di fazioni: l'una sosteneva apertamente la creazione del sito internet, definendolo con appellativi grandiosi e talvolta eccessivi quali "la più straordinaria evoluzione della storia dei social network", nello stile sensazionalistico che caratterizzava i giornali on line; l'altra lo denigrava, anch'essa utilizzando aggettivi esagerati, e le diciture "il simbolo del degrado comunicativo" e "la tomba delle normali relazioni umane" sembravano spopolare.

Salvò con un click qualsiasi pagina solleticasse la propria ispirazione, con la ferma convinzione di soffermarsi più a lungo sugli articoli denigratori piuttosto che su quelli carichi di elogi, sperando di trovarci critiche sensate e supportate da fonti sicure: poi, incuriosita, cliccò finalmente sul sito della discordia e lo analizzò con attenzione.

Il design della pagina principale era semplice e snello: un'immagine di un mare calmo e pulito, sovrastato da un cielo terso, faceva da sfondo alla semplice scritta bianca contornata di blu scuro "Forever", in un carattere corsivo probabilmente realizzato dalla mano dello stesso Federico Principe, e a tre semplici diciture: "Log In", "Registrati" e "Prosegui come visitatore".

Laura, non ancora intenzionata a fare uso della realtà virtuale, diresse il mouse sulla terza opzione, cliccando: una rapida schermata d'attesa e un cortese "Benvenuto in Forever" si pararono sullo schermo per una manciata di secondi, prima di dare spazio a ciò che ospitava il social.

A differenza di altri siti internet del genere, lì era raro che venissero utilizzati nomi e cognomi per firmare i propri post, in favore di nickname più o meno evocativi: la pagina mostrava post sparsi di utenti probabilmente popolari all'interno del sito, tutti tristemente accomunati da un'atmosfera cupa. Braccia sanguinanti, lamette, toni freddi e frasi amare riempivano il "muro", come era stata battezzata quella pagina, mostrando principalmente un'utenza caratterizzata da una diffusa disillusione e amarezza.

Laura cliccò su un nome casuale, giusto da farsi un'idea di come potesse essere la "fauna" del sito: la normale freccia del mouse si trasformò in un coltello stilizzato, seguito da una scia scarlatta che rappresentava il sangue; la pagina dell'utente aveva come sfondo una foto in bianco e nero di uno stanzone desolato dai muri lerci di muffa e lordati da brutti graffiti, le scritte erano color vinaccia, di difficile lettura, l'immagine personale dell'utente mostrava un volto femminile candido dall'aria disperata, una lacrima di sangue a rigarlo.

"«L'infanzia termina quando comprendi che un giorno morirai.»

Andrea | 13 | Atelofobica | Istinti Suicidi da tre anni | Una vita senza senso, una sola via di uscita."

«Mio Dio, è terribile!» si ritrovò ad esclamare ad alta voce, fissando lo schermo con aria sbigottita e concentrandosi soprattutto su quel "Istinti Suicidi" maiuscolo, quasi fosse un vanto da glorificare. Tornò indietro, preferendo dirigersi sul profilo di un'utente che condivideva immagini coloratissime.

Non le ci volle molto per rendersi conto che, oltre ai colori vivaci non mancavano le volgarità sessualmente esplicite. La presentazione, nello stesso stile telegrafico della precedente, recitava: "Madda | 12 | Cubista @ Alien Disco | I'm a rich bitch, baby".

«Cazzo, ma Principe non può mettere dei limiti di età e censura?» esclamò nuovamente, voltandosi verso la boccia dove, indisturbati, nuotavano i suoi unici coinquilini, due pesci rossi chiamati Ernesto e Nestore, quasi a voler trovare in loro degli interlocutori che le dessero risposta.

Sospirò pesantemente, alzandosi senza convinzione e raccattando il necessario per realizzare l'iscrizione "Plus", collegando rapidamente scanner e casco al portatile e pigiando "Iscriviti".

In breve riaprì il documento dedicato agli appunti per la tesi di laurea, segnalando quelli che le sembrarono i punti forti del sito: il webmaster aveva fatto uso misurato e intelligente del neretto o dei colori differenti, affinché l'utente non fosse obbligato a leggere l'intero regolamento per carpirne il senso e le condizioni d'uso.

Era necessario dichiarare di aver preso visione del regolamento, se si era fumatori o si faceva utilizzo di alcolici o droghe: apprezzò quell'insolita pedanteria, ritenendo che all'interno di un sito internet popolato da giovanissimi fosse necessaria.

"Inserire frontalmente un documento di identità. Accettando le condizioni d'uso, l'amministrazione di Forever avrà diritto all'accesso a dati sensibili (luogo di residenza, codice fiscale o fedina penale); in caso di fedina penale non conforme alla legge, l'iscrizione plus verrà annullata per ragioni di sicurezza."

«Manco l'FBI!» commentò ad alta voce, cliccando comunque sulla spunta e inserendo la carta d'identità nello scanner, attendendo.

"Documento d'identità riconosciuto... Controllo dei dati immessi... Dati immessi OK... Controllo... OK... iscrizione completata... attendere."

La maggior parte dello schermo venne occupata da un codice in bianco e nero: Laura indossò il casco, lo accese e scannerizzò il codice, che ora appariva tridimensionale.

"Codice riconosciuto. Attendere...

Si consiglia di chiudere gli occhi per qualche secondo."

«Chiudere gli occhi?» commentò, senza trovare un senso a tale raccomandazione.

Non aveva finito di articolare la frase che le si proiettarono davanti svariate scie tridimensionali colorate e vivaci, che sembravano fiondarsi dentro lo schermo del computer, dandole la sensazione di viaggiare a sua volta ad alta velocità, staccandosi dalla sedia e volando con esse. Appena si sentì stabile, alzò lo sguardo.

«Mio Dio, è pieno di stelle.»

Fu l'ultima cosa che riuscì a dire prima di crollare a terra, la testa in preda ad un turbinio inarrestabile.

 

«Non hai chiuso gli occhi, eh?»

Laura sbattè le palpebre un paio di volte per scacciare la nebbia dalla sua vista: un ragazzo di circa trent'anni dalla pelle chiara, grandi occhi verdi e folti capelli scuri fasciato da una tuta blu indaco le stava gentilmente tendendo una mano, sorridendo.

«Eh già» borbottò lei in risposta, afferrando la mano e tirandosi su. Il ragazzo rise.

«Tranquilla, non sei la prima e sicuramente non sarai l'ultima» la rassicurò, senza mollare la mano e anzi, rafforzando la presa «Io sono Claudio, piacere. Guido i nuovi utenti alla scoperta del Mondo.»

«Laura» ricambiò gentilmente la stretta, iniziando a guardarsi intorno «Sei una persona reale o un'immagine appositamente programmata?»

Al ragazzo scivolò una mezza risata.

«Sono reale e uno dei due collaboratori fidati di Federico. Di solito però è effettivamente un bot ad accogliere gli utenti, dato che non posso stare connesso ventiquattro ore al giorno e possono collegarsi più utenti nello stesso lasso di tempo, ma tu hai avuto fortuna. Vieni, ti spiego come funziona qui.»

Laura iniziò a guardarsi intorno, senza mascherare la propria curiosità: si trovavano in una lunga strada costeggiata da piccole villette, ciascuna col proprio praticello, il proprio cancello e la propria buca delle lettere; nonostante la struttura fosse uguale per tutte, ognuna differiva per colore. Alcune erano tinte di colori vivaci, altre decorate con motivi geometrici o opere d'arte.

«Questa è l'anticamera» esordì lui, accompagnando la frase con un ampio cenno del braccio «Ogni volta che ti collegherai ti troverai qui, all'interno della tua fascia. Le fasce sono divise per nazionalità ed età, Under 14, Teen e Over 20. Non ho mai capito perché Federico abbia scelto l'inglese, sappilo.»

«Perché non c'è nessuno?» incalzò Laura, desiderosa di scoprire il più possibile su tale mondo virtuale «Ho letto che è zeppo di utenti.»

«Questa fascia è piuttosto scarsa» si giustificò Claudio «Ha fatto furore tra i giovanissimi più che tra i ragazzi più grandi, sai com'è» minimizzò infine.

«Esiste il modo di incontrare gli utenti di fasce diverse?»

«Certamente. Te l'ho detto, questa è solo l'anticamera, nel Mondo vero e proprio puoi incontrare tutti.»

«E se volessi incontrare Principe in persona potrei?»

Claudio si bloccò un istante, guardandola in volto con sguardo indagatore.

«Perché tanta curiosità?»

Laura lo fissò perplessa: «Perché, ti dà fastidio?»

Si accorse che il suo tono di voce era stato più aggressivo del previsto, ma Claudio non sembrò notarlo. Anzi, sorrise.

«È insolita. E poi a dirla tutta non amo molto le persone troppo curiose, in questo contesto.»

«Hai degli scheletri nell'armadio?»

«Oh no, né io né Federico li abbiamo» si affrettò a contraddirla, senza però sembrare preoccupato «Solo che ora che il Mondo sta prendendo piede non è raro che si iscrivano persone che vogliono solo denigrarlo a priori.»

«Non è il mio scopo» tagliò corto lei sorridendo, mentre si fermavano davanti a una delle casette a schiera sul lato sinistro, i muri tinti di un semplice bianco panna.

«Bene. Siamo arrivati.» annunciò, porgendo una piccola chiave a Laura e aprendo la porta.

«A che serve la chiave se l'uscio è aperto?» domandò lei, venendo però ignorata.

La casa era composta da un unico open space che comprendeva un grosso armadio con uno specchio a figura intera, un comò e, in un angolo, un jukebox variopinto: il comò ospitava un'ampia gamma di trucchi e creme per la cura del corpo e molteplici oggetti per i capelli. A lato presenziava un grosso schermo touch-screen.

«Te lo spiego dopo. Come puoi vedere» riprese parola Claudio «la casa consiste in una specie di camerino gigante. Non sono presenti il bagno, la cucina o la stanza da letto perché...»

«Per la storia dei beni di prima necessità, giusto?» lo interruppe Laura, vedendo il ragazzo sorriderle in risposta.

«Esattamente. Allora, da questo portale» spiegò, indicando lo schermo «puoi comprare tutti i vestiti che vuoi. Che poi in realtà non li compri davvero, perché essendo questo concepito come un luogo ideale non esistono soldi, abbonamenti premium o simili. Tutti possono permettersi tutto.»

Si avvicinò allo schermo, accompagnando le sue delucidazioni con le azioni, sotto lo sguardo attento di Laura.

«Apri il negozio, cerchi quello che vuoi, lo modifichi come preferisci con toppe, spille, applicazioni o che so io... e clicchi qui» illustrò, mostrandole un grosso pulsante verde sullo schermo: nell'armadio apparì una semplice maglietta blu «L'arrivo è immediato, perché essendo tutto virtuale non ci sono tempi di consegna o che. Serve anche a disconnetterti. Tutto chiaro?»

«Sì» confermò Laura con un cenno della testa, iniziando a curiosare tra i vari cosmetici che si trovavano sul comò.

«I trucchi sono monomarca» spiegò Claudio, vedendo Laura testare un ombretto sul dorso della mano «Federico ha fatto un accordo con un'importante ditta di make up e ha il monopolio su tutta la cosmesi. Ci fa da sponsor, fondamentalmente. E come puoi vedere» aggiunse, indicando la mano di Laura con un cenno della testa «la qualità è buona.»

«Quindi anche qui si sente la differenza tra un oggetto di qualità e uno che non lo è, giusto?» lo interruppe Laura «Se per esempio compro un vestito di seta addosso lo sentirò diverso da uno in acrilico, o no?»

«Sì, anche se come avrai notato il tuo tatto è abbastanza anestetizzato, del resto siamo pur sempre nel virtuale. Comunque Federico cerca di garantire all'utente un'esperienza il più realistica possibile. Lì, per finire, c'è il jukebox, che per quanto vecchio sia Federico dice che ha un sacco di fascino: ovviamente non ha l'assortimento scarso dei jukebox veri, c'è una cosa come tutta la musica del mondo dentro. Bene» concluse battendo le mani e dirigendosi verso la porta d'ingresso «con l'interno abbiamo finito. Ora tocca all'esterno.»

Senza indugiare uscì di casa, chiedendo a Laura la chiave per aprire uno scomparto chiuso e seminascosto vicino al campanello: aprendolo rivelò un secondo schermo, su cui si presentava una tavolozza di colori, svariati motivi a fantasia e alcuni quadri celebri.

«Questo è il tuo personalizzatore.» proseguì a spiegare «Serve...»

«A dipingere la casa come preferisci?»

Claudio, per nulla irritato dall'interruzione, sorrise alla ragazza.

«Sei sveglia. Puoi creare un tuo disegno, tingerla a fantasia o con anche un quadro. La mia ha alcune scene della Cappella Sistina sulle quattro pareti, ad esempio.»

«Dov'è?» indagò Laura, guardandosi intorno. Claudio ridacchiò.

«Casa mia, quella di Davide e quella di Federico sono lontane dalle fasce degli utenti "standard", per così dire. Abbiamo tentato di sistemarle qui, ma poi venivano in massa in casa, facevano irruzione quando non eravamo connessi, ci hanno pure rubato i vestiti.» disse con semplicità «Essendo le tre personalità più importanti di questo Mondo venivamo praticamente assaliti, soprattutto Federico.»

«E allora perché continui a girare indisturbato? Non hai paura?»

Claudio rise di gusto.

«Amo stare sotto i riflettori» confessò con naturalezza, allargando le braccia «E poi al massimo cercano di fare i ruffiani, ma capita soprattutto con i nuovi utenti, quelli che sono iscritti da un po' sanno bene come comportarsi. Bene, abbiamo finito» tagliò corto, chiudendo nuovamente lo sportello e dando due chiavi a Laura «Hai domande?»

«Tantissime» lo placcò lei «Dove posso incontrare altre persone? Più o meno a che ora? Come mi oriento qui? Come...»

Un trillo acuto e fastidioso prorruppe dalla vita di Claudio, che staccò un cercapersone dalla cintola: «Scusa, c'è una nuova iscrizione, devo correre. Puoi scaricare la mappa del Mondo dal portale dove ti disconnetti e dove prendi gli abiti, la troverai direttamente salvata sul PC. Per conoscere altra gente... ci vediamo al pub dei pirati alle nove e mezza, ok? Lo riconoscerai perché c'è una bandiera con il Jolly Roger appesa fuori. Ciao!»

Corse via senza neppure darle il tempo di ricambiare il saluto.

 

Laura tolse il casco e si massaggiò delicatamente le tempie e gli occhi, cercando di scacciare la leggera nebbia che le si era parata davanti uscendo da quella realtà computerizzata: notò subito un file denominato "Mappa_Mondo_Forever", ma decise di non considerarlo e di buttarsi a capofitto sulla tesi; cercando i documenti necessari, le cadde l'occhio sull'orologio del PC.

«Sono quasi le otto!» esclamò scandalizzata, alzandosi in fretta e dirigendosi in cucina «Evidentemente l'iscrizione ha portato via più tempo del previsto...» si giustificò ad alta voce, acchiappando in fretta il mangime e correndo a spanderne in abbondanza sul pelo dell'acqua. Poi, risolta tale incombenza, iniziò a preparare la cena per sé, riflettendo.

Non poteva negare a se stessa che il "mondo" inventato da Principe risultasse innovativo e accattivante, nonostante avesse visto solamente quella che Claudio aveva definito "l'anticamera": faceva leva su desideri piuttosto normali e comuni, era semplice da utilizzare e si presentava come un'alternativa interessante e divertente ai soliti giochi o social network. Si appuntò mentalmente di fare una ricerca il prima possibilie riguardo agli studi di Principe, dato che sembrava sapere decisamente il fatto suo.

"Potrei chiedere qualcosa a Claudio." elaborò, pensando all'appuntamento che si erano dati per la serata "Quando finirò le interviste magari lo metterò sotto torchio... sì, direi che si può fare": il ragazzo sembrava piuttosto in confidenza con Principe, e probabilmente si sarebbe dimostrato un valido alleato per la buona riuscita della tesi.

Salvò rapidamente quanto aveva scritto fino ad allora, decidendo di non utilizzare più il computer fino all'ora stabilita col ragazzo per immergersi a tutti gli effetti nel Mondo Forever.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3666709