Eroismo di famiglia - l'avventura di Sam

di Seth Ren
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It’s Not a Common Origin Story ***
Capitolo 2: *** It's Not The Same Fake Cousin ***
Capitolo 3: *** It’s not another morning ***
Capitolo 4: *** It's Another Point of View ***
Capitolo 5: *** It's Not the Same Revelation ***



Capitolo 1
*** It’s Not a Common Origin Story ***


Non mi ero mai chiesto perché i mostri alieni o i supercattivi di qualche tipo attacchino solo da noi in Giappone.
Almeno, non prima di oggi.

Non voglio farla tanto lunga, ma avete presente la classica storia del meteorite misterioso che dona strani poteri eccetera eccetera …  Ecco a me è successa una cosa simile.

Ero andato a fare un campeggio con la scuola, ma quello che ho trovato non era un meteorite. Era  il dispositivo di un corpo di polizia alieno. Morale della favola: dato che ho evitato al supercattivo di turno mettesse le mani sul dispositivo per i suoi loschi fini (qualcosa che aveva a che fare con sua sorella mi pare) ora sono un futuro poliziotto galattico. O almeno, questo `quello che vorrebbero loro, ma “Chi lo spiega ai miei genitori che non potrò tornare a casa per almeno 50 anni luce?!”, A quel punto mi rispondo che avrei tenuto quel bracciale (od orologio? Non so cosa sia!) in modalità inattiva finché non sarei stato abbastanza maturo. Al momento giusto, il gingillo avrebbe risposto ed io avrei avuto una divisa e cominciato l’addestramento su un lontano pianeta, a circa 50 anni luce di distanza o giù di li! 

Potevo tornare alla mia solita vita fatta di scuola, amici e famiglia (fra cui anche quella citrulla di mia sorella). Tutto normale, insomma?
No! Perché dopo il mio ritorno a casa sono cominciate le cose strane.

È cominciato tutto qualche mese dopo il mio rientro.

Mi sveglio la mattina tranquillo e vedo che il bracciale mi si è sfilato di mano. Ma la sorpresa viene dopo, quando scopro che …  sta facendo bip-bip, segno che deve aver captato qualcosa di strano accaduto quella stessa notte!
Appena il bracciale smette di lampeggiare, scendo in cucina e vedo se TV e giornali dicono qualcosa su uno strano evento la sera precedente, ma niente!

Anche in famiglia non c’è niente di strano, o almeno niente che sia strano da qualche tempo ha questa parte.
Sarà almeno un anno che mamma  fa il sogno ricorrente di avere una terza figlia, oltre a me e a mia sorella(Oddio! Già è dura con quella scema di Bunny, figurarsi con un’altra ragazza!). Stranamente sogni del genere li ho fatti anch’io: non solo questa notte ho sognato di avere una sorellina di tre anni, ma fino a qualche mese fa il mio sogno ricorrente era quello che con noi vivesse anche una cugina trasferitasi da Osaka, più piccola di me di due o tre anni.  Una ragazzina simpatica, più piccola di me ma troppo somigliate a Bunny come viso.
Anche il resto della giornata passa tranquillo, finché Bunny non viene riportata a casa dal suo ragazzo. Cosa c’è di strano? Che lui dovrebbe essere in America a studiare con una borsa di studio. Anche mamma e papà sembrano sospettosi: mi hanno detto che fino a ieri mia sorella di disperava perché Marzio (così si chiama) non le scriveva!

Quel tipo non me la racconta giusta.

Decido di parlarne con lei. In fondo ho compiuto 13 anni, quindi di queste cose comincio a capirci. E poi sono comunque io l'uomo di casa quando papà non c'è. Sarò anche più piccolo, ma sono sempre suo fratello.

Vado quindi in camera di Bunny e le dico che secondo me dovrebbe lasciarlo.  “Perché?” mi chiede lei, incuriosita. Ed io rispondo dicendo quello che penso:  “Perché fino a ieri piangevi perché lui non ti rispondeva mai. Poi stanotte torna magicamente ed è tutto perdonato!
So che ti prendo in giro per i voti, ma credimi Bunny: tu meriti molto di meglio di un bellimbusto simile!”
Ma appena finisco di spiegarmi, ecco che lei si arrabbia e finiamo a litigare come al solito. Saremmo arrivati alle mani, se non fosse stato per la nostra gattina, Luna, che ha graffiato entrambi terminando la lite. A questo punto lei mi sbatte fuori da camera sua in malo modo.

“MA PERCHÉ NON HO UNA SORELLA INTELLIGENTE?!”

Esco dalla camera di quella citrulla sbattendo la porta!
Possibile che non abbia capito che sono preoccupato per lei? O forse sa qualcosa e non vuole dirmelo?
In ogni caso, la prossima volta che vedo quel bellimbusto di Marzio Mamoru gliene dico quattro! E non m’importa se è più grande di me! 
Torno in camera mia. E mi siedo sul letto a pensare, osservando il bracciale. Penso che forse posso usare le sue capacità per scoprire la verità a quello che su successo, ed ecco che accade l’impensabile: mi trasformo come i Power Rangers alla TV … o meglio mi si materializza un costume addosso e non posso fare a meno di dire:
“URCA! Le cose si fanno interessanti!” 

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Capitolo 2
*** It's Not The Same Fake Cousin ***


URCA!

Non c’è altra parola per descrivere quello che mi è successo, e sapete perché: perché nessuno mi ha detto che questi poliziotti spaziali vanno in giro vestiti come i super eroi, anche se alcuni dettagli della divisa (i guanti e gli stivali, così come la fascia sulla vita) mi ricordano un po’ i pirati, ma in fondo il nome del corpo è appunto Pirates.

Il costume mi è comparso all’improvviso, quando l’orologio si è illuminato dopo che avevo deciso che forse potevo usare i miei poteri. È simile ad una tuta da super eroe ed è di verde e giallo, come i miei vestiti. Il bracciale ora è incastonato in uno dei guanti, sembra che possa emettere e manipolare la luce a mio piacimento, rendendola pure solida!

Però c’è una cosa che mi preoccupa: quando mi hanno dato il bracciale mi hanno detto di custodirlo fino a quando non sarebbero tornati a prendermi. Vuol dire che mi hanno scelto adesso? Dovrò lasciare subito casa mia o cosa?

Non ho dormito tutta la notte (per fortuna che è domenica), ma le mie domande hanno trovato risposta la mattina dopo.

Stavo facendo colazione con Bunny e Luna stava vicino a me a bere il suo latte, quando all’improvviso suonano alla porta. Papà si alza per andare a vedere chi è, e con sua grande sorpresa si trova davanti uno ragazzo molto più grande di me. Avrà almeno il doppio dei miei anni a vederlo!

“Dovrei parlare con Sam. È in casa?” chiede una voce stranamente famigliare. Mi alzo e vado a vedere insieme a mia madre e a Bunny, e mi trovo sul vialetto uno dei poliziotti che avevo aiutato contro il “Principe Testone” (se ricordo bene come si autodefiniva). Non riesco a trattenermi da un “M-MA COSA …?!”, facendo così incuriosire la mia famiglia.

“Sam, tu conosci questa persona?” chiede mio padre con tono severo, mentre comincio a sentire tutti gli occhi dei presenti (compresi quelli di Luna!) fissi su di me.

Comincio a balbettare imbarazzato. “Beh … ecco … Lui è … uno dei miei … i-istruttori al campo estivo e …”

“Ma tu non eri andato in campeggio con la scuola? Questo non sembra affatto uno dei tuoi insegnanti!” mi dice mia madre guardandomi in modo strano! L’imbarazzo è alle stelle, e non so cosa fare … Finché non vedo una strana luce lampeggiante provenire dall’orologio del poliziotto.

Subito i miei genitori e Bunny cominciano ad osservarla come rapiti (almeno, finché Luna non graffia mia sorella, come se conoscesse già quella situazione), per poi riconoscere il misterioso ragazzo come il loro “lontano nipote nippo-americano”.

“Sì, esatto. Sono Tristan. Non mi avete visto se non in foto, quindi non potevate riconoscermi. Sono venuto in vacanza e mi sono ritrovato vicino a dove alloggiava Sam, ma … non ho capito subito che eravamo parenti!” dice lui sorridendo come se niente fosse.

“CHE COOOOOSA?!” esclama all’improvviso Bunny dietro di me (a quanto pare la strana luce non ha avuto effetto su di lei) “MA NON DIRE SCIOCCHEZZE, CHIUNQUE TU SIA! NON ABBIAMO PARENTI IN AMERICA E …”

“Insomma basta Bunny!” dice mia madre interrompendolo “Non essere scortese nei confronti del povero Tristan!”

“Già Bunny, mamma ha ragione! Perdonala Tristan, mia sorella fa sempre la figura della stupida!” aggiungo io aprendo le mani e parlando col solito tono che uso in queste situazioni. Come risposta Tristan comincia a ridere, e poi mamma invita nostro “cugino” ad entrare e a chiedergli per quanto tempo vuole rimanere e se ha già una sistemazione (offrendosi addirittura di ospitarlo o in camera mia o nella mansarda). Lui risponde che ci penserà, scusandosi per l’arrivo improvvisato e tutto.

Poi torniamo a fare colazione (in cinque questa volta!) e non posso non notare come sia Bunny che Luna (si anche lei) sembrino lanciare occhiate sospettose a Tristan (appena i nostri genitori si voltano per prendere un piatto a mio “cugino”, mia sorella ne approfitta per fargli il gesto del “ti tengo d’occhio”!), tuttavia questi non sembra curarsene continuando a sorridermi.

Una volta saliti in camera mia, l'orologio di Tristan s'illumina facendo attivare il mio allo stesso tempo, così in pochi secondi abbiamo tutt'e due indossato i nostri costumi (o divise, come le chiama lui). La sua è identica alla mia, salvo che il suo è un verde smeraldo molto scuro, mentre i suoi guanti sono neri coi risvolti bianchi. Mi spiega che quello che mi è successo questa notte era dovuto al fatto che lui si trovava nelle vicinanze, perché era stato richiamato sulla Terra dal segnale mandato dal mio orologio. 
La cosa un po' mi delude, perché pensavo di essere speciale e di averlo attivato da solo! 

“Il tuo dispositivo ha rilevato qualcosa di simile ad una forte distorsione dimensionale, e facendo una scansione ho potuto constatare che questa città subisce eventi del genere da almeno 2 anni. Tu sai dirmi niente a proposito?” mi chiede ed io rispondo parlandogli di quell'enorme struttura cristallo nero, apparsa pochi anni fa.

“C'è poi stata una strana esplosione ad una scuola privata, ed una notte la città era completamente ricoperta di ragnatele … Altro non ricordo, su eventi del genere. In fondo sono ancora un ragazzino che ha appena iniziato le scuole medie!” .

Tristan mi si avvicina e con il suofare rassicurante mi sorride. “Allora da oggi sarai molto di più. Mi serve una mano per indagare bene su cosa succede a questo pianeta, ed anche se dovrò spiegarlo ai superiori, ti darò già qualche lezione su come usare i poteri della luce. Da oggi sarai il mio assistente!” aggiunse porgendomi la mano, mentre io rimango incredulo a quello che mi succede! “Benvenuto fra gli eroi, cuginetto!”.

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Capitolo 3
*** It’s not another morning ***


Anche oggi la nuova coppia di eroi cittadini ha sventato un crimine nella zona Juban del quartiere speciale di Minato. I misteriosi ‘Batman e Robin di Tokyo’ hanno oggi fermato un tentativo di furto davanti all’ambasciata del Regno dei Diamanti …

“Però! È da quasi un mese che questi due misteriosi eroi fanno parlare di loro, e nessuno ha mai visto la loro faccia.” Dice mia madre leggendo uno degli articoli che parla di uno dei successi miei e di Tristan, mentre stiamo facendo colazione. Purtroppo non posso. Sono le regole “Se continua così diventeranno più famosi delle guerriere Sailor.” Aggiunge mamma e a queste parole Bunny mi sputa improvvisamente e inspiegabilmente tutto il latte che stava bevendo sulla faccia!
“CHEEEEEEE?!” esclama mia sorella volgendo poi il rapidamente la testa verso nostra madre con la bocca aperta come se ci avesse appena detto che dobbiamo traslocare a Kyoto.
“EHI TU… CERCA DI STARE PIÚ ATTENTA, STUPIDA CHE NON SEI ALTRO!” le faccio io, pulendomi dal misto di latte, caffè e salive che mi ha letteralmente sparato contro.
“STAI ZITTO SAM!” risponde lei con il suo solito stupido tono arrabbiato, per poi voltarsi di nuovo verso la mamma “Dici sul serio mamma?! Lo pensi veramente? Sailor Moon dimenticata così due piedi?!”
“E a te che cosa importa?” faccio io, mentre mi pulisco la faccia con un pezzo di carta “Non mi verrai mica a dire che sei tu Sailor Moon, Bunny?!
Ok che entrambe siete bionde e portate gli odango, ma andiamo! Sarebbe troppo assurdo!” dico io, cercando di trattenere le risate all’idea che mia sorella possa essere una super eroina. Per quanto è vero che nessuno ha mai visto Sailor Moon e le sue amiche in faccia, dato che il più delle volte spariscono col mostro e mai si sono fatte intervistare dalla stampa o rilasciato dichiarazioni alla polizia.
Ed ecco che la stupida parte all’attacco con i suoi soliti scatti di rabbia “EHI CHE COSA INTENDI DIRE? Che sono troppo stupida per essere un super eroe?” . Non la sopporto quando mi parla così, ma almeno io sono abbastanza intelligente da non perdere la calma cadendo nei suoi soliti giochetti.
“Lo hai detto tu, non io!” le rispondo tirando su la testa, per poi mollare la mia ultima frecciatina “Io credo solo che tu sia solamente troppo goffa, fifona e piagnona per fare la supereroina!” aggiungo con una piccola smorfia.
“Ma sentilo! Beh, neanche tu potessi essere un super eroe: sei troppo antipatico e rompiscatole! Non piaceresti mai alla gente!”. Ora basta! Questo è veramente un colpo basso, e questa volta sono io a perdere sul serio la pazienza ed urlo: “CHE COOOSA?!”

“ORA BASTA VOI DUE!” grida  mamma sbattendo il giornale sul tavolo per farci calmare “Nessuno di voi sembra avere la stoffa del super eroe in questo momento. Sembrate solo due bambini dell’asilo!”
“Scusa!” facciamo tutti e due. Dopo due un po’ di silenzio, mentre mi alzo per prendere la cartella, chiedo a mia sorella perché se la sia presa così tanto per il commento della mamma. “Neanch’io sarei felice se Sailor Moon sparisse dalla circolazione, ma … è almeno un mese che non si fa più vedere! Rischia di fare la fine di quella che l’ha preceduta … Sailor, giusto?”
“Non è sparita! Quella in realtà era Sailor Venus con un costume diverso!” mi risponde mia sorella, come se fosse una cosa di dominio pubblico. Ed in effetti potrebbe essere vera, visto come si assomigliano … Però dai! Un’eroina che rinuncia a portare una maschera non è verosimile!
Mi volto per dirglielo, ma m’interrompo quando sento un “AHIO!” e vedo che Luna le è appena saltata sulla testa (“Ma insomma Luna! Si può sapere che cosa ti prende?! Scendi! Devo andare a scuola!”), quindi esco con la cartella sulla spalla trattenendo una risata.

Per strada penso alle sessioni di addestramento che Tristan mi sta facendo fare. Contrariamente a come sembra suggerire la TV le nostre incursioni non sono state così numerose, e quando le abbiamo fatte era sempre per aiutarmi a prendere confidenza coi poteri del mio Orologio Opal (Sì! È questo il suo nome).
L’orologio da gli stessi poteri a tutti i membri del Pirate Corp: possiamo generare e piegare al nostro volere le particelle di luce emesse dal bracciale creando dei costrutti solidi. L’unico limite è praticamente la nostra fantasia. Il dispositivo permette generare un costume (i cui colori dipendono dal nostro gusto personale) in grado fra le altre cose di farci volare e viaggiare nello spazio coprendo così grandi distanze in poco tempo, oltre ad essere dotato di funzioni tecnologiche avanzate.
La cosa più figa, però, secondo quanto è che sembra che i Pirate più esperti possano addirittura arrivare a piegare la luce del nostro ambiente per nascondere il proprio aspetto o alterarlo o addirittura ipnotizzare o cancellare la memoria alle persone in caso di missioni sotto copertura (è insomma quello che è successo alla mia famiglia, con l’esclusione di Bunny).

A differenza di quanto si possa pensare Tristan non vive con noi, ma riusciamo ad incontrarci con frequenza.
Mamma e papà non dicono niente. Si può dire che siano letteralmente impazziti per questo loro nuovo ‘nipote’, mentre mia sorella …
Beh! Lei cerca sempre di pedinarci con le sue amiche, e sta diventando sempre più difficile seminarle. L’ultima volta (quando dovevo fare pratica coi costrutti solidi) Tristan ha dovuto creare dei costrutti illusori di noi due!
Io vorrei dirle la verità, ma Tristan mi ha convinto che peggiorerei la situazione: “Un eroe ha una responsabilità verso la sua famiglia. Niente ti vieta di dire a loro la verità, ma se la notizia si spargesse i tuoi nemici li colpirebbero per primi. Riflettici sempre bene!” .
Oggi pomeriggio, per fortuna, non ho impegni di sorta col mio allenatore. Penso che passerò in sala giochi a salutare Moran e poi tornerò a casa. Col senno di poi avrei voluto che mia sorella si fosse messa con lui, anche se parliamo sempre del migliore amico di Marzio!

Rimango impigliato nei miei pensieri, fin quando non vedo il mio orologio brillare: segno che a quanto pare Tristan mi vuole parlare. Copro l’Orologio Opal, mi nascondo in un angolo per aprire il canale e chiedergli che cosa c’è, ma poi la luce si spegne ed io … mi ritrovo vestito con la mia uniforme!
Quando questo succede, vuol dire che c’è una lezione da poliziotto galattico in corso (purtroppo data la ia età il mio bracciale è collegato a quello di Tristan, tramite il cosiddetto Protocollo Treciclo). La scuola dovrà aspettare (e non che mi spiaccia, anche se vado bene. Spero solo che la mamma non lo venga a sapere, sennò chi la sente).
“Ok! Portami da Tristan!” dico al bracciale, mentre mi sollevo in volo diretto verso la meta. 
“Ehi! Ben arrivato!” mi dice lui mentre arrivo al parco Ichinohashi, vicino al parco giochi dove ero solito recarmi fino a qualche anno fa. Stranamente la sua espressione è molto seria, come se l’avessi deluso o qualcosa del genere. “Perché non mi hai detto niente delle Sailor?” mi chiede serio appena atterro davanti a lui.
“Beh! Pensavo che non fosse importante …” comincio a dire io “In fondo sono anche loro dalla parte dei buoni. Stiamo dalla stessa parte …”
“Ogni cosa è importante invece, Sam!
Noi due siamo una squadra, quindi fra di noi deve esserci sempre fiducia. Inoltre sei sicuro di quello che dici su queste ‘guerriere’?” mi chiede lui. Ed io rispondo di sì, che Sailor Moon si presenta sempre come ‘paladina della giustizia’ e così le altre. Gli dico anche dei mostri affrontati e della volta (di cui però ho pochi ricordi) in cui uno di loro mi aveva fatto prigioniero. “Quindi queste guerriere affrontano dei mostri. E dimmi, dopo di ciò è mai accaduto qualcosa di strano?”.
Io ci penso un attimo, e poi realizzo di sì. “Beh, a parte una volta che ho sentito parlare di macchie solari, alle battaglie delle Sailor contro i mostri sono seguiti quegli eventi strani di cui ti ho detto prima: l’enorme cristallo corvino, l’esplosione dell’Istituto Mugen, le ragnatele per tutta la città …"
“E poi la strana distorsione di un mese fa!” continua lui “Quindi sono coinvolte in tutti questi casi, con molta probabilità.”
“Beh si. Magari quegli eventi potrebbero essere stati le loro battaglie finali contro i mostri!” replico  io con fare deciso  “Cosa che …”
“… Non ne fa necessariamente nostre alleate!” risponde lui sorprendendomi con questo suo tono duro.  
Sospira, e poi si spiega che fino ad un mese fa il sistema solare era l’unico settore della galassia a cui il corpo riusciva ad accedere, mentre il resto era come isolato da una grande energia negativa. “Sai, nella galassia di origine del corpo si narra di una guerra combattuta proprio da persone con poteri simili a quelli delle guerriere Sailor di questa città. Combattenti che prendevano il nome da un determinato astro. Noi le chiamavamo le Principesse del Potere.”
“Davvero?”
“Sì! I capi del corpo narrano di una lunga battaglia alla fine della quale queste tutte queste combattenti morirono, lasciando interi pianeti distrutti. Per questo non riesco a fidarmi di loro!” poi si volge verso di me e sospira “Se però in passato ti hanno salvato la vita, allora sono in debito!”
“Io sono convito che le guerriere Sailor siano buone. Specie Sailor Moon, la guerriera della Luna. Anche mia sorella è una sua grande fan! Pensa che oggi …” mi fermo realizzando una cosa a cui non ho mai pensato perché la trovavo assurda, ma dopo quello che mi ha detto non più: Bunny non era mai a casa quando ci sono stati eventi come l’esplosione del Mugen o l’enorme cristallo! Diceva sempre che stava da Marzio o da un’amica, ma … Penso al dettaglio su Sailor che ha detto oggi e allo strano comportamento di Luna … E ora realizzo che "Luna", in inglese si dice "Moon!" eslcamo senza neanche rendermi conto!

Tristanrimane sorpreso dalla mia esclamazione. E dopo aver visto  la mia espressione a e mi chiede se va tutto bene.
Io deglutisco a fatica e gli dico quello che forse so come trovare Sailor Moon, ma aggiungo che ho paura che sia la cosa sbagliata da fare! Che non me la sento, e che se per essere un eroe in questo momento preferirei fare il pompiere!
“Sam … io devo fare rapporto sullo scoprire cos’è accaduto a questa città e a questa galassia. Se possiamo adesso entrare in contatto vuol dire che le due cose sono collegate, e se tua sorella sa qualcosa … forse glielo dobbiamo chiedere!”. 
 

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Capitolo 4
*** It's Another Point of View ***


“AHIO! CHE MALE! Potevi essere un po’ più delicata con quel graffio, Luna!” esclamo dopo essere uscita di casa, massaggiandomi il punto dove il mio gatto ha infilato i suoi artigli.

“Mi spiace Bunny, ma tu stavi praticamente per mettere al corrente Sam del fatto che tu sei Sailor Moon rivelando che Sailor e Sailor Venus sono la stessa persona! Benedetta ragazza!”  
“Oh andiamo! Non è cosi difficile capire il collegamento fra le due identità segrete di Marta.” Rispondo io, e a parlar del diavolo …
“Eccovi qui! Finalmente vi abbiamo raggiunto!” esclama la mia amica,compagna guerriera Sailor e “collega di insufficienze” (come le piace definirsi, a mio malgrado)  “Io ed Artemis vi stavamo dietro da almeno 5 minuti e … ma che ti è capitato Bunny? Hai uno strano marchio sulla fronte … cos’è?”
“Prova ad indovinare …” faccio io lanciando un’occhiata a Luna, ma Marta sembra avere la testa altrove.

“Ah! Ora che mi ricordo … Hai parlato di me a quel fusto del tuo cugino americano, vero?” mi fa guardandomi con occhi speranzosi “Perché gli hai detto di me prima di parlargli di Rea o di Morea , vero? Anzi, loro due non lei hai neanche nominate, giusto?” .

“Insomma quante volte devo dirtelo che io non ho cugini americani!” esclamo senza vederci più dalla rabbia, come succede sempre quanto qualcuno parla troppo a lungo di quello strano tizio “Quello è un impostore che ha ipnotizzato i miei genitori in modo simile a quanto fatto da Chibiusa!
Quello lì non me la racconta giusta, ma purtroppo sembra che abbia una stanza d’albergo tutta sua e …”

“Davvero? Una stanza tutta sua? E in che albergo alloggia?” mi fa lei speranzosa con gli occhi scintillanti

“Insomma Marta! Non è questo il comportamento che dovrebbe tenere una guerriera Sailor, inoltre dovete andare a scuola o passerete tutta la prima ora in corridoio coi secchi sulla testa, di nuovo!”
Subito, fra me e lei scocca uno sguardo d’intesa. Ci mettiamo contemporaneamente in posizione di partenza e “Tre … due … uno … VOLIAMO!” , riuscendo (almeno oggi) a scampare alla punizione!

Più tardi, ci troviamo tutte al tempio di Rea per il nostro solito meeting.
Sono presenti anche Marzio Heles, Milena, Sidya ed Ottavia.
La ragione principale è la presenza dei nuovi super eroi di Tokyo. Anche se qualche volta alcuni di noi si sono trovati nei paraggi, non siamo mai riusciti a vederli bene in faccia e purtroppo Amy non è ancora riuscita a poter usare il mini-computer per capire quale sia la fonte della loro velocità e dei loro poteri in generale, talmente rapidi che nessuno di noi è riuscito a vedere bene.  
La cosa che più mi preoccupa però sono le parole di Sidya, secondo cui non vi sono nel XXX secolo tracce documentali della presenza di questi supereroi, e tutti ricordiamo cos’è accaduto durante la nostra battaglia contro Nehellenia. Tuttavia, negli ultimi tempi nessuno di noi ha avuto il presentimento della comparsa di un nuovo nemico o del rischio di una nuova invasione.  Niente sogni o visioni nel fuoco o negli specchi.
Tutto sembra stranamente calmo.

“Personalmente ritengo che sia probabile che la comparsa dei due supereroi e l’arrivo del misterioso ‘cugino’ di Bunny siano collegate. “ dice Heles alzandosi in piedi  col suo solito tono sospettoso “È infatti dal giorno in cui ci hai telefonato avvisandoci del suo arrivo che sento nel vento uno strano odore. Qualcosa non appartenente a questo pianeta.” .

“Beh, se Tristan o ‘Batman e Robin’ sono alieni non significa necessariamente che siano malintenzionati!” dice Marta sorridendo “Ricordo che anche su Seya, Taiki e Yaten avete preso un granchio: non erano affatto pericolosi, al di là del vostro giudizio!”.

“Sei convinta di quello che dici, o parli solo come fan dei Three Ligths?” chiede divertita Milena, mettendo Marta visibilmente in imbarazzo. “Inoltre, non dobbiamo dimenticare che secondo quanto detto da Bunny, questo misterioso Tristan ha praticamente il potere d’ipnotizzare le persone, quindi ha qualcosa da nascondere. Dovremmo pedinarlo per capire dove …”

Il discorso viene interrotto dal nonno di Rea, che apre la porta scorrevole all'improvviso. “Permesso, bimbe e … Marzio! Mi spiace tanto disturbarvi, ma è arrivato qualcuno a farti visita Bunny.”
Rimaniamo tutti di stucco a quelle parole, poi vedo Sam entrare accompagnato da …
“TRISTAN!” esclamo vedendo quello strano tipo dai capelli rossi e gli occhi verde smeraldo  e il sorriso perennemente stampato in volto accanto a mio fratello “Che cosa ci fai qui?”

“Uff! Ora un turista americano non può visitare un tempio scintoista?! Possibile che devi essere sempre la solita antipatica!” mi risponde lui, mentre Marta, Rea e Morea cominciano a fare la fila e a presentarsi davanti a lui, cercando di ottenere un appuntamento e di rubarsi la scena l’una con l’altra come al solito.

(“HI! Io sono Marta, un’amica di tua cugina. Parlo molto bene inglese perché ho fatto un periodo in Inghilterra, inoltre conosco molto bene questa città e se vuoi posso mostrarti … ARGH!”
“Fila via! Ciao! Tristan, vero? How are you? My name is Morea and I am a good coo…”
“Ciao! Io sono Rea e la mia famiglia gestisce questo tempio da generazioni. Se vuoi possoooooo … E smettila di tirarmi i capelli Marta!”
"Smettila tu che hai già Yuri! Fortunella che non sei altro!")
“No, grazie. Non preoccupatevi! Sul serio! Farò il giro per conto mio, scusate!” risponde lui uscendo visibilmente imbarazzato per fuggire allo Speciale Attacco delle Allupate Sailor!

“Tristan! Dove vai?!” esclama Sam disorientato davanti a quella scena, mentre io, Marzio, Amy, Heles, Milena e Sidya ci mettiamo una mano sopra la testa per l'imbarazzo. Solo Ottavia sembra ridere davanti a quella scena. Allora Sam la nota e l’osserva incuriosito.

“Ma tu ... non sei un po’ troppo piccola per essere un’amica di mia sorella?” chiede sorpreso, osservandola da vicino “Anche se a vederti bene hai un viso famigliare … Come se ti avessi già vista in un sogno …”. A quelle parole lei ridacchia ancora più forte, per poi sorridergli dolcemente, lasciandolo senza parole. 

“Capisco bene come mai sei un po’ disorientato dalla sua presenza.” Dice Sidya avvicinandosi a Sam e porgendogli la mano “Io sono Sidya Meioh e lei è Ottavia Tomoe. Sono la sua tutrice legale insieme ad loro: Heles e Milena. Attualmente suo padre non può occuparsi di lei, perciò è affidata alle nostre cure.”
“Ah capito! Io sono Sam, il fratello di Bunny. È un piacere conoscerla signorina Meioh!” risponde lui stringendole la mano, per poi prima stringere quella di Ottavia poco distante e poi fare conoscenza con Heles e Milena.

Vedendo questa scena non posso non notare che Sidya sembra osservare mio fratello in maniera..... strana! Come se lo considerasse un'interferenza o qualcosa del genere. 
Ora che ci penso, né lei né Chibiusa hanno mai accennato alla vita di Sam e dei miei genitori nel XXX secolo! Il fatto che io e Marzio come regnanti useremo i nomi che avevamo nella nostra vita precedente, vorrà forse dire che ci perderemo ogni contatto con questa e con i nostri cari? Con Nina, Ubaldo, Moran e, soprattuto, con la mia famiglia? Che nel futuro le persone che abbiamo amato nelle nostre identità terrestri non faranno più parte della nostra vita?

“Bunny … Bunny mi senti?!” la voce di mio fratello mi scuote. Alzo gli occhi e lo vedo davanti a me osservarmi con un’espressione molto seria. Quasi disperata! “Scusa se sono piombato qui, ma possiamo parlare …” indica Marzio con un’occhiataccia piena del suo disprezzo“… da soli?!”
“Ehi! Guarda che non c’è bisogno di essere così scortesi, Sam! Chiedigli subito scusa!” faccio io piena di rabbia per come si è appena comportato. Ma si rende conto della figura che mi sta facendo fare?!
“E lui te le ha chieste per quello che ti ha fatto?” risponde col suo solito tono arrogantello.
“Ancora con questa storia!?” esclamo io visibilmente arrabbiata “Si può sapere cosa c’è  che non va?”
“Cosa c’è che non va? Che fino a un mese fa di disperavi perché questo bellimbusto non ti scriveva, poi ricompare all’improvviso ed è tutto di nuovo rosa e fiori, come se non fosse successo niente!
Io voglio sapere cos’è successo, ma tu mi rispondi che non sono più un bambino e che certe cosa non le posso capire … quando invece ho capito benissimo che mi nascondi qualcosa!”. 
È la prima volta che lo vedo così preocucpato! All'improvviso mi sembra di non avere più accanto il fratello pestifero a cui mi sono abituata, ma una persona totalmente diversa. Posso capire che sia arrabbiato per la storia di Marzio, ma …  posso veramente dirgli la verità?  Posso essere sincera con mio fratello, ed evitare di metterlo in pericolo?
Mi tocco la spilla preoccupata e la stringo forte. Vorrei dirgli tutto ora, ma sento gli sguardi di tutte le altre addosso! Respiro e poi dico: “Hai ragione. Parliamo, ma non qui e non ora. Per favore!”

“Va bene.” Mi dice lui, visibilmente scosso da quella discussione “Ma … se scopro che lui ti ha fatto qualcosa, vorrei che ti ricordassi che ti meriti di meglio!”, poi esce dalla porta scorrevole lasciandoci di nuovo soli. Per un po' nessuno dei presenti fiata, neanche Luna o Artemis. 

“È proprio cresciuto!” commenta Amy, mentre io annuisco. È la prima volta che lo realizzo anch’io, abituata ad essere sempre in giro con Chibiusa o Chibichibi l’ho degnato di poca attenzione negli ultimi tempi. 

“Sembra così strano che quando l’abbiamo visto per la prima volta era un decenne pestifero.” Commenta Rea “Fa la prima media adesso, giusto?” . Io annuisco.

“Ed è anche molto maturo.” Afferma a sorpresa Marzio, con tono molto interessato “In effetti, mi è sempre parso strano che dopo il mio ritorno tuo padre non sia ancora venuto a farmi il terzo grado sul mio soggiorno in America. Una tale scena me la sarei aspettata da lui e non da Sam. Purtroppo col mio ritorno ci troviamo in una situazione difficile da gestire.”.

Io annuisco preoccupata. “Cosa devo fare?” chiedo rivolta a Sidya, Heles e Milena. Loro hanno capito la domanda, ma abbassano lo sguardo e scuotono la testa.

Per loro il rischio continua ad essere troppo alto! 

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Capitolo 5
*** It's Not the Same Revelation ***


“Sei veramente sicuro di quello che mi hai appena detto, Marzio?” gli chiedo un’ultima volta, mentre ci avviciniamo a casa.
“Sì Bunny. Capisco i sentimenti di Heles e le altre, ma non possiamo continuare a mentire ai tuoi genitori e a tuo fratello. Non per sempre!” mi risponde lui con voce decisa, sapendo che potrebbero anche non credergli quando racconterà la sua storia.   
“Però …” dico io, mentre stringo forti le mani alla cartella “… dato che non sappiamo che accadrà loro nel futuro, io non vorrei che questo gesto di raccontare loro la verità sia l’inizio …”. Marzio però mi ferma e mi abbraccia forte, sussurrandomi all’orecchio che andrà tutto bene. “E poi, sai che non ho intenzione di svelare le nostre identità segrete, ma solo che ero stato rapito da Galaxia.” Aggiunge prima, di darmi un bacio rassicurante sulla bocca.
“Andrà tutto bene, vedrai.”

***
Dopo aver sentito la storia di Marzio, papà è rimasto in silenzio a fissarlo guardandolo dritto negli occhi. Certo che sia stato rapito da una super cattiva e salvato da Sailor Moon è verosimile, anche se una storia del genere appare troppo simile ad una scusa.
La tensione fra i due è stata palpabile, ma il bellimbusto non ha ceduto e ha sostenuto lo sguardo di papà. Dopo cinque minuti, mio padre ha chiesto a Marzio di giuragli di aver detto la verità. E allora il belloccio mi ha sorpreso: ha mantenuto la calma e con la sua voce profonda ha detto “Vi giuro sulla mia vita che quella che vi ho appena detto la verità: non ho raggiunto l’America perché sono stato una vittima di Galaxia, l’ultima nemica affrontata da Sailor Moon. Per questo non ho potuto contattare Bunny per mesi!”
Papà e mamma si guardano un attimo, poi lui si alza e dice: “Marzio, per quanto la tua storia sia verosimile capisci che ci è difficile crederti. Tuttavia, il fatto che tu sia venuto qui per parlarci e chiarire è ammirevole. Quindi puoi continuare a vedere Bunny, ma niente appuntamenti notturni. Se rivuoi la nostra fiducia, dovrai faticare.”
“Capisco benissimo, signor Tsukino e la ringrazio per questa seconda opportunità.” Risponde Marzio alzandosi per poi chinare la testa.
Poi se ne va, salutandoci tutti in maniera molto educata.

Chiariamo un punto: non ho mai odiato Marzio, prima.
Certo, non mi era molto simpatico e sembrava troppo perfetto (oltre che troppo grande) per mi sorella. Però era aveva dato più volte prova di essere un tipo serio e coscienzioso, studente modello che si stava laureando in medicina e che aveva ricevuto una borsa di studio all’estero… E poi nulla! Il silenzio per mesi e mesi, con Bunny che ogni giorno aspettava in vano una lettera oltreoceano, almeno fino alla sua misteriosa riapparizione. Insomma, capite perché non mi fidavo di lui negli ultimi giorni.
Vi chiedete se io creda alla sua storia? Personalmente, la ritengo più verosimile di quanto pensi mio padre, dato che è riapparso il giorno dopo la strana anomalia registrata dal mio orologio. Non mi fido di lui al 100%, tuttavia alcune cose non mi tornano!
Per tutta la discussione fra Marzio e i miei genitori, Bunny non ha detto niente. È rimasta ferma a guardare speranzosa il suo bello affrontare lo “sguardo indagatore” di nostro padre (che sarà anche un bonaccione, ma in questi casi può rivelarsi più terribile di nostra madre!). Mi sarei aspettato che lei dicesse qualcosa a favore di Marzio -come sostenere di averlo visto tornare con Sailor Moon- ed invece niente.
Strano vero? Stamattina sembrava sapere tutto sulle guerriere Sailor, ed ora invece non dice niente.

Mi piacerebbe condividere il mio segreto con lei, sperando che mia sorella faccia altrettanto con me. Ma -grazie al protocollo triciclo- non posso trasformarmi senza Tristan (di cui ho perso le tracce grazie alle amiche allupate di Bunny!) e lui voleva che facessimo questa cosa insieme.
Dopo aver cenato e fatto il bagno, decido di passare in camera di mia sorella per parlarle un attimo. Le dirò che non si deve preoccupare e che per quello che le volevo chiedere posso aspettare.

***  

Quando vedo mio fratello entrare in camera mia sono con la spilla in mano. Rimango sorpresa dalla visita e dai modi pacati con cui Sam mi parla. Si scusa per avermi fatto passare un pomeriggio così pesante, mi dice che la storia di Marzio gli sembra verosimile e di non preoccuparmi per quello che mi voleva chiedere oggi pomeriggio “Posso farlo benissimo un altro giorno. Ora vado, così puoi cambiarti e struccarti. Cavoli, ma allora è vero quello che dicono sulle bionde!”
Noto il tono scherzoso nella sua voce, ma non ci faccio caso e gli dico di aspettate perché anch’io ho qualcosa da dirgli.
“Oggi mi sono accorta per la prima volta di quanto tu sia cresciuto. Hai ragione quando dici che non sei più un bambino, e … capisco e apprezzo anche che eri solo preoccupato per me in questi giorni, credimi!” poi gli rivelo che di aver scoperto che il mio primo incontro con Marzio fu nello stesso ospedale dove la mamma era stata ricoverata mentre era incinta di lui “Il suo migliore amico sarebbe partito da lì a poco e io gli diedi una rosa di quelle che avevo comprato per festeggiare la tua nascita ...”
“Eeeeh? Il tuo primo regalo per me sono state delle rose?!”
“Erano per la mamma, sciocco!”
“Ah, certo! Ovvio!”
Rimaniamo in silenzio ad osservarci, mentre Luna si aggira per la stanza senza emettere un suono.
È buffo che non ci siamo mai parlati così prima. Negli ultimi anni, prima Chibiusa e poi Chibichibi sono state praticamente le mie sorelle, ed ho finito per mettere da parte il povero Sam. Anche lui sembra averlo notato dalle sue parole, poi però mi dice una cosa strana e lì tutto cambia.

***
Sono rincuorato da questa bella chiaccherata e mi alzo, poi un pensiero buffo mi viene alla mente e decido di condividerlo.
“Sai che fino al mese scorso sognavo che avevamo anche una sorella di tre anni e che tu passavi il tempo a farle da babysitter!” mi metto la mano davanti alla bocca per cercare di non ridere “E prima invece, che avevamo una cugina da Osaka che viveva con noi. E pensa che inizialmente tu non la riconoscevi, esattamente come con Trist …” Poi noto che a quelle parole ha assunto un’aria strana, come se sapesse di che cosa parlo.
Mi avvicino e le chiedo se sta bene, e lei mi risponde di sì. Che è tutto ok e mi chiede di andare perché è tardi. Io però voglio essere sicuro, e le chiedo se anche a lei è capitato di sognarle, ma nega evitando di rivolgermi lo sguardo! Mi evita apposta! 

Io cerco di guardarla negli occhi per rifarle la domanda, ma Luna mi piomba sulla testa e nel mentre la spilla a forma di cuore di mia sorella (che ricordavo leggermente diversa) cade per terra. Entrambi cerchiamo di riprenderla allungando la mano e la tocchiamo nello stesso momento, solo che io ho al polso l’orologio e appena la sfioro entrambi gli accessori sembrano reagire l’un l’altro.
Una luce ci avvolge entrambi. Quando si dirada io indosso la mia uniforme, mentre mia sorella … è una principessa!  

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