Istinto animale

di verystar02
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trasloco ***
Capitolo 2: *** La rissa ***



Capitolo 1
*** Trasloco ***




   


 

Capitolo 1: Trasloco




La sveglia suona impeterrita sul comodino mentre io sprofondo ancora di più la testa nel morbido cuscino cercando la forza per superare la giornata che mi si preannuncia.
Svogliatamente mi trascino giù dal letto, strofinandomi più volte gli occhi e lasciandomi sfuggire uno sbadiglio assonnato.
La sveglia segna nel suo display le sei di mattina questo vuol dire che ho più o meno un'ora e mezza per prepararmi, scegliere cosa indossare, fare una doccia e magari mangiare pure qualcosa.
Se mi sbrigo dovrei riuscire a fare tutto.
Sono ormai passati due giorni da quando io, mia madre e mia sorella Nojiko ci siamo trasferiti a Loren, una citadina sperduta a nord della Carolina, lontana centinaia di chilometri da Raleigh, la capitale.
Siamo dovute venire qui per via di mia madre che essendo una dei maggiori ufficiali in carica della marina, deve viaggiare parecchio.
Devo ammettere che non ero molto contenta queando mi diede la notizia dell'imminente trasloco, solo una settimana fa.
Odiavo l'idea di dover abandonare i miei amici e la città dove vivevo da meno di un anno solo per via del suo lavoro. Ma ancor di più continuavo a detestare la trovata di andarsene nel bel mezzo del primo semestre.
Questo voleva appunto dire che mi sarei rirovata in una scuola completamente sconosciuta con nuovi compagni, nuovi professori, nuovi orari scolastci e nuovi problemi... insomma ripartire di nuovo da zero era un pensiero che non mi allettava.
L'unica cosa che mi rincuorava era che per i prossimi due anni non avrebbe ricevuto ulteriori ordini di spostamenti.
Chissà magari questa volta potremmo anche restare a vivere qui.
Che schifo di giornata, piove e il tempo da quando siamo arrivati è sempre triste e grigio.
La pioggia è l'unica cosa che che vedo guardando fuori dalla mia finestra rettangolare.
Osservo le gocce che scivolano sul vetro della finestra che scendono rapide e silenziose, per poi infrangersi sul bordo dello stipite.
Oltre al clima nella lista delle cose orribili di oggi si aggiunge anche il mio primo giorno nella nuova scuola che credo che si chiami Roger-school, o qualcosa del genere.
Avendo 17 anni non ho ancora la patente e quindi mi tocca a farmi portare a scuola da mia madre i primi giorni, poi quando sarò più esperta riguardo i mezzi da prendere mi autogestirò tranquillamente.
Mi stacco placcidamente dal letto alzandomi in piedi per poi dirigermi giù dove ti trova a cucina.
La casa nuova è piuttosto grande, quasi il doppio di quella dove vivevamo precedentemente.
E' dotata di due sanitari uno per piano, tre camere da letto nel secondo dotate ognuna di cabina armadio interna, nel piano inferiore invece si trovano la cucina, il salotto e una stanza da pranzo.
Infine un ampio giardino circondato da alte e verdeggianti siepi, abbraccia il perimetro della casa e ospita la solida costruzione americana.
Appena giunta in cucina accendo la luce, e inizio a rovistare tra gli scaffali e dopo un paio di minuti finalmente trovo quello che cercavo: bicotti con gocce di cioccolato.
Ne sgraffigno due tre e poi tiro fuori dal frigo il succo al mandarino fatto da mia Nojiko ieri.
Bevo velocemente e lo ripongo poi mangio i biscotti, il tutto cercando di fare il minimo rumore.
Terminata la piccola colazione ripulisco e mi dirigo in bagno, dove mi faccio una breve doccia e mi lavo i denti.
Appena finito mi trucco leggermente, non amo coprire la mia carnagione olivastra con fondotinta o terre più scure, mentre invece punto tutto sugli occhi e sulle labbra optando per un rossetto mat color carne mentre gli occhi li trucco con un pò di mascara e una sottile linea di eyeliner.
Lego i miei capelli ramati in una semplice coda alta e infine mi vado a vestire con un maglione di lana lungo bianco abbastanza pesante e dei jeans strappati abbinati con un paio di stivaletti bianchi con tacco
Controllo l'orologio appeso al muro della cabina armadio mentre mi aggiungo qualche accessorio e concludo il mio look, segna le sette e un quarto, la scuola dovrebbe comiciare tra 45 minuti.
Vado in camera e mi prendo una borsa color panna mentre sento mia madre che bussa alla porta.
«Sei pronta piccola?» Mi chiede leggermente cercando di non fare rumore per non svegliare Nojiko che ancora dorme siccome essendo maggiore di me di un anno non deve andare a scuola.
«Certo madre, possiamo andare.» Gli rispondo sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi.
Lei mi sorride di rimando e insieme ci avviamo in macchina fino alla Roger-school.
Dopo circa quindici minuti di viaggio, durati così tanto sopraatutto per via della bassa velocità che la macchina poteva raggiungere a causa della pioggia arrivo alla scuola.
Ora sono sulla soglia della porta d'ingresso del liceo, la apro e rimango alibita.
I corridoi sono pieni di ragazzi, di ragazze neanche l'ombra, spero solo di non aver sbagliato scuola...
Muovo i primi passi lungo il corridoio cercando di sembrare meno a disagio posibile ma tutti al mio passaggio si girano tutti e mi guardano... cavolo che imbarazzo mi sembra di andare verso il patibolo.
Continuo a camminare lungo il lungo corridoio d'ingresso quando finalmente incontro una ragazza, anzi non è che la incontro mi si butta direttamente tra le braccia urlando.
«Hey tu sei quella nuova giusto?» Mi chiede mentre molla la presa su di me e mi fissa negli occhi sorridendo.
Il suo entusiasmo è straordinario, essendo una sconosciuta non mi aspettavo di certo un trattamento del genere.
Il suo aspetto è...particolare i capelli rosa sono certamente la prima cosa che si nota di lei.
Per un attimo mi distraggo dai suoi occhi grandi di un colore di certo non comune, il viola.
E' umano avere degli occhi del genere? Saranno forse lenti? Non penso non vedo il riflesso che solitamente si intravede sulle lenti a contatto solitamente...ma allora...
Un brivido mi obbliga a distogliere lo sguardo e a tornare alla normalità.
«Si mi chiamo Nami...Nami Cocojashi» Rispondo non guardandola ngli occhi per paura che la sensazione provata prima riaccada.
«Piacere io sono Bonney, non devi essere così timida in questa scuola non siamo molti e ci conosciamo tutti, quindi presentazioni ne farai parcchie in queste prime settimane.» Mi racconta cercando di trattenere un risolino e stringedomi la mano.
Emana un piacevole sensazione di allegria che mi contagia subito facendomi spuntare un sorriso sulle labbra.
«Piacere mio. Potresti spiegarmi perchè non vedo ragazze qui?» Gli chiedo curiosa guardandomi in torno.
«Ah si e vero... beh semplicemente perchè fino all'anno scorso era un istituto esclusivamente maschile e solo da quest'anno hanno dato il permesso alle ragazze di entrare... ma non se ne sono fatte vive molte in tutto l'istituto siamo 10!» Mi risponde un pò imbarazzata.
«Solo 10?!» Esclamo io visibilmente sconvolta.
Ma è legale?! Ci chiudono in una scuola lasciandoci nelle grinfie di tutti questi ragazzi?! Non ci posso credere!
Non riesco a trattenere una risatina isterica probabilmente dovuta all'ansia.
Mi passo nervosamente una mano tra i capelli guardandola e aspettando una sua risposta
«Si ma tranquilla di ragazzi c'è ne sono a bizzeffe, i partiti migliori ovviamente sono Trafalgar, Kidd, Zoro, Sanji, Rufy, Ace e Sabo e te li farò conoscere tutti.» Sussurrò al mio orecchio con malizia.
Mi riempio di imbarazzo e sento le guance arrosarsi.
Sono così distratta che non mi accorgo nemmeno del ragazzo son i capelli dello stesso colore delle mie guance in questo momento si è avvicinato a me.
«Hey bambolina sei nuova?» Domanda, con una vena di curiosità nella voce, alle mie spalle un ragazzo più alto di me di una ventina di centimetri e dalla chioma rosso fuoco, vestito da una maglietta bianca aderente che mostra i suoi addominali scolpiti e con un paio di jeans scuri.
Il suo sguardo esprime pura curiosità, adrenalina, e voglia, tanta voglia.
Voglia di saltarti addosso come farebbe un lupo con la sua docile preda.
«Si mi chiamo Nami e tu sei?...» Chiedo titubante, spostandomi una ciocca ribelle dal viso guardandolo negli occhi.
«Eustass Kidd» Mi risponde e riesco a notare un leggero imporporimmento nelle sue guance, cosa che non mi aspettavo di vedere in un ragazzone del genere.
«Nami...»Ripete schioccando le labbra.
Il modo in cui pronuncia il mio nome mi fa leggermente rabbrividire ma decido di non darci peso e sorrido guardando in quei profondi occhi nocciola.
«Vabbe ci si vede in giro bambolina!» Mi dice infine facendo l'occhiolino e lasciandomi una carezza sulla guancia prima di entrare nella sua classe.
«O mio dio appena arrivata e già hai fatto colpo su uno strafigooo!!!» Sorride Bonnye che aveva assistito a tutta la scena, lasciandosi sfuggire un'urletto felice, appoggiandomi un braccio sulle spalle e lanciandomi un'occhiata d'intesa.
«Eh come scusa?» Esclamo alibita non capendo. Io colpo su quel tipo?!
Non mi ascolta neanche, mi prende a braccietto e di corsa mi porta in classe.



Continua...


 

Angolo di Veronique:

Mi dispiace ma sono tornata in mezzo ai fan di One Piece e sono qui oggi per riproporre una Fic che risale ormai al 2015.
Oggi l'ho riletta e nel farlo mi sono vergognata tantissimo.
MA COME CAZZO SCRIVEVO?!
Il testo era completamente a copione, sgrammaticato e buttato li come una scarpa vecchia.
Ho pensato di riproporlo perchè la trama era più o meno decente e mi sembrava carino esporla in modo più professionale.
Comunque se vi è piaciuto commentate, se avete voglia che io continui questa fic scrivetelo sempre nei commenti, se avete trovato errori vi prego di farmeli notare così da poterli rimediare.
Un bacione,
Verystar02

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Capitolo 2
*** La rissa ***


 


Capitolo 2: La rissa


Bonney mi porta a braccetto correndo fino all'aula della prima ora mentre in fretta mi spiega alcuni punti del regolamento di istituto a cui la scuola da terribilmente importanza, come il non introdursi nei luoghi privati utilizzabili solo dai docenti o il non creare risse/situazioni dove gli individui rischino di ferirsi, cosa che a detta sua succede spesso essendo una scuola quasi unicamene maschile.
Non smette di parlare per tutto il tragitto e rimango sbalordita da tutta questa sua energia di prima mattina.
Passati cinque minuti di confusione totale a camminare tra gli studenti finalmente ci troviamo davanti alla porta dell'aula della prima ora.
Si trova alla fine di un lungo corridoio nell'ala est della scuola.
Aula "F7" Diritto ed Economia aziendale.
"Giusto per iniziare con qualcosa di leggero" penso in modo iroinco tra me e me spostandomi una ciocca di capelli ramati dal volto che nel frattempo aveva deciso di scappare dalla coda.
Mi concedo un pò di tempo per guardami intorno prima di entrare.
L'istituto da quello che in questi pochi minuti mi ha spiegato Bonney non è molto grande.
E' formato da due unici piani più una struttura esterna che comprende i campi sportivi, la pista da atletica e una piscina olimpionica, inoltre al secondo piano si trovano i numerosi laboratori di cui la scuola fa grande vanto nella nazione, come quello di Biochimica o quello di Metafisica e Filosofia.
Fuori dalla finestra il cielo è un campo di nuvole grigie e sinistre.
La pioggia continua a cadera ad intermittenza mantenendo l'aria intrisa di una pesante umidità.
Poi, improvvisamente, Bonney si decide ad entare e spalanca, con una delicatezza decisamente non femminile, la porta dell'aula cogliendomi impreparata.
L'atmosfera è pesante e regna un silenzio assoluto nonostante le decine e decine di persone sedute nella classe.
Tutti interrompono quello che stanno facendo per fissarci.
Cerco di mantenere lo sguardo femo e sicuro nonostante in realtà mi trovi veramente imbarazzata da tutte quelle persone.
Una professoressa.... o professore, in piedi davanti alla cattedra, che stava propabilmente iniziando a spiegare la lezione si interrompe e rivolge a noi lo sguardo con un espressione tra lo stupito e l'emozionato.
«Signorina Bonney, tesoro, cara mia, sempre ritardo tanto per cambiare! Sai che la lezione è ormai iniziata da cinque minuiti e sai benissimo che se quello scorbutico di Bartholomew ti vede in giro dopo il suono della campanella ti manda dritta dal preside...»
Inizia a lamentarsi con voce stridula il professore cambiando l'espressione della sua faccia sproporzionata ad ogni parola mentre i suoi boccoli viola ricci rimbalalzano leggeri.
«E chi é colei?» Dice ad un certo punto, dopo aver terminato la ramanzina alla tua nuova amica, indicandoti.
«Scusi prof...OH SI CERTO QUASI DIMENTICAVO! lei é la nuova studentessa trasferita da poco, si chiama Nami, ho fatto tardi perchè le ho spiegato un pò della scuola trovandola all'ingresso.»
Risponde veloce Bonney ancora prima che possa farlo io mettendomi una mano dietro alla spalla.
Quello strano uomo annuisce alle parole della rosa mentre con occhio attento inizia a scrutarmi da capo a piedi.
Lo guardo di rimando, il suo look è veramente particolare e poco adatto all'interno di un istituto.
Indossa calze a rete e un completo giacca/shorts aderente intero di un eccentrico fucsia. Una cravatta viola sporge dalla giacca e infine a decorare il tutto si aggiungono degli stivali scamosciati con tacco del medesimo colore.
«Ok allora, benvenuta Nami-chan io sono il professore Emporio Ivankov e insegno Diritto ed Economia aziendale, grazie a me saprete gestire le vostre fottutissime aziende da vere drag. Bonney vai pure a sederti al tuo posto cara e tu Nami, per oggi ti siederai vicino al signor Trafalgar siccome la vostra compagna Nico Robin è rimasta assente.»
Esclama quasi urlando Ivankov indicandoti il posto libero al fianco di un ragazzo corvino.
Mi ci dirigo calma chiudendomi la porta alle spalle.
La lezione inizia e subito capisco che saranno due ore di pura agonia.
Cerco un modo per pasare il tempo e senza farci troppo caso mi ritrovo ad osservare il mio compagno di banco.
É un ragazzo veramente molto affascinante, di corporatura pittosto nella media, anche se la felpa che indossa tende a coprire i possibili muscoli, capelli corvini leggermente spettinati e uno sguardo molto annoiato  intento ad ascoltare e prendere eppunti. Si riescono a intravedere alcuni strani tatuaggi sulle mani e due orecchini, ha una calligrafia veramente sensazionale e precisa, consideri l'idea di farti dare ripetizioni da lui sul primo semestre.
É tutto attento alla spiegazione del prof quando all'improvviso si gira verso di me facendo intrecciare i nostri occhi per qualche secondo prima che li abbassasso imbarazzata di esser stata scoperta a fissare.
Sono grigi i suoi occhi, grigi, così freddi e calcolatori di un colore così simile al vuoto, perfetti per una giornata di pioggia come questa.
Per il resto delle due ore cerco di rimanere attenta alla lezione, raccogliendo appunti e realizzando schemi ma non posso fare a meno, ogni tanto, di guardarlo con la coda dell'occhio.
Sono sicura che a una certa mi stesse fissando pure lui di nascosto, e credo perfino di aver visto un accenno di sorriso da parte sua.
La campanella suona indicando il termine delle due ore.
Tutti si alzano e raccolgono le loro cose di fretta.
Lo stesso fa il corvino che esce svelto dalla classe senza nemmeno salutare.
"Che maleducato" non posso fare a meno di pensare visto il suo atteggiamento.
Prima di uscire nel corridoio aspetto con calma che Bonney raccolga le sue cose e che si prenda la merenda dallo zaino, che a differenza del mio panino con il prosciutto e insalata è un intero cosciotto di carne in compagnia di due fette di pizza!
Mi chiedo dove riesca a nascondere tutto quel cibo all'interno del corpo magro e slanciato che ha la fortuna di avere.
«Tranquilla Law fa sempre l'asociale, non te la prendere per il suo coportamento.»
Mi dice mentre addenta una fetta di pizza cercando di strappare la mozzarella che ha iniziato a filare.
"Quindi è Law il nome di quel misterioso ragazzo..."
«Lo conosci bene quindi?» Mi ritrovo a chiedergli senza pensarci.
 «Magari... Non lascia mai avvicinare nessuno tranne il suo fratellastro adottato Jean Bart, Penguin, Orca e Robin.» Risponde con una nota di delusione nella voce sgranocchiandosi la crosta.
«Robin è la sua ragazza?»
Arrossisco di me stessa per quella stupida domanda impulsiva. Okay sono tremendamente curiosa e il fatto che sia un ragazzo così misterioso non fa altro che incuriosirmi maggiormente.
«No, Nami oddio macchè, no é sua sorella!»
Inizia a ridere a squarciagola tanto da far girare le uniche due tre persone rimaste a farsi gli affari loro in classe come noi.
«Dai Boney non ridere ci stanno guardando tutti, e poi che ne sapevo io sono qui solo da poche ore!» Dico portandomi le mani sui fianchi cercando di restare seria per poi finire con lo scoppiare a ridere in sua compagnia.
«Dai stupida andiamo a prendere una boccata d'aria.»
Mi dice la rosa con tono dolce e acconsento abbandonando così l'aula di Diritto.
Ma quello che vedo appena superata la soglia della porta é orribile Law e Kidd che si picchiano senza scrupoli, del... ehw, sangue che macchia il pavimento, un omone gigante che cerca di trattenere Law e un ragazzo con lunghi capelli biondi che cerca di trattenere Kidd entambe con veremnte poco successo.
Mi si avvicina Bonney visibilmente preoccupata.
«Ma cosa sta succedendo qui?! Non avevo mai visto Trafalgar fare a botte con qualcuno, soprattutto con Kidd...» Chiede prima a me per poi girarsi verso un ragazzo dai capelli arancio che avevo già visto quella mattina e che se non sbaglio deve chiamarsi Drake.
Non so cosa fare, se dovrei intervenire o meno, provo a muovere qualche passo ma mi fermo subito sentendo la loro conversazione prima troppo ovattata per essere chiara alle mie orecchie.
«Stagli lontano capito?!» Sento dire in modo freddo dal corvino.
«Tu non mi comandi stronzo!»
Gli risponde il rosso con un ringhio di rabbia mentre gli tira un ulteriore pugno nello stomaco.
D'altra parte Law non sembra darci molto peso e con un movimento veloce ricambia la gentilezza nel pieno volto del rosso.
Altre macchie di sangue si spargono sul pavimento.




Continua...



Angolino di Veronique:
Eh già il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Non posso lasciare incomplete in eterno le mie fic, i miei piccoli pupilli, i miei tesorini... okay la smetto.
RAGA E' FINALMENTE TORNATA L'ESTATE. Questo vuol dire tantissimo tempo per pubblicare e riprendere i miei vecchi lavori.
Non vedo l'ora. Sperando che l'entusiasmo non mi passi subito.

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