If I Told You

di TheImpossibleJJ
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorni ***
Capitolo 2: *** Incontri in bagno in attesa del dolce ***
Capitolo 3: *** Cene e annunci ***
Capitolo 4: *** Quando una tenerina al cioccolato scioglie il cuore di un orgoglioso Serpeverde ***
Capitolo 5: *** Veleno ***
Capitolo 6: *** BOCCINI D'OTTONE E TORTE NUZIALI ***
Capitolo 7: *** Seraphine ***
Capitolo 8: *** Reunion? ***
Capitolo 9: *** Dubbi ***
Capitolo 10: *** La Reunion di Hogwarts ***
Capitolo 11: *** Obbligo e Verità ***



Capitolo 1
*** Ritorni ***


IF I TOLD YOU
Ecco qua il secondo capitolo della serie di "All Your Perfect Imperfections". Qui al centro della storia ci sono Albus e Alice e il tutto è ambientato sette anni dopo. Spero vi piaccia. Buona lettura. -J


Erano passati sette anni da quando Albus Severus Potter aveva finito la scuola e mai come in quel preciso momento si era sentito di nuovo diciassettenne. Quella mattina, quando si era preparato per andare al matrimonio di sua sorella, era l’uomo più felice del mondo e senza nessunissimo problema mentre ora, tutto il contrario.

Quella mattina non aveva idea che avrebbe rivisto la sua ex fidanzata, Alice Paciock. E per di più la suddetta se ne stava lì con un bellimbusto e una bambina. Sua figlia per essere precisi.

Albus guardò la bambina bionda a una decina di metri da lui. Aveva un vestito a fiori blu e bianchi e si aggrappava al collo di Charlie Zabini, lo sposo mentre gli era in braccio. Era sicuramente figlia di Alice poteva vederlo dal taglio degli occhi e dal dolce sorriso che faceva all’amico e alle persone davanti a lei. C'erano alcuni tratti del suo volto che però non riusciva a collegare a quello di Alice. Spostò lo sguardo sull'uomo che era venuto con lei quel giorno. Albus non l'aveva mai visto prima e si chiese se quello non fosse il suo ragazzo.
Decise di avvicinarsi e ascoltare cosa si stavano dicendo ma appena per sbaglio incontrò gli occhi con quella della sorella lei lo invitò a unirsi al gruppo.

'Matthew, questo è mio fratello Albus. Albus, questo è un amico di Alice, è un suo ex compagno d squadra.'

'Eh sì, i bei tempi andati nei Cannoni di Chudley.'

'Ma certo, sei Matthew Moore vero?'
Albus allungò la mano e strinse quella del ragazzo davanti a lui. Matthew Moore, sciupafemmine e attuale Cercatore della nazionale britannica.
Aveva letto di lui sui giornali e l'aveva anche piuttosto ammirato in passato. Tuttavia, ora solo la sua presenza gli suscitava un certo fastidio.

'Colpevole. Alice mi ha chiesto di accompagnarla oggi perché voleva una mano con Maggie.'
Indicò la bambina che stava parlando animatamente con Charlie.

'Maggie, saluta Albus, il fratello di Lily.'

La bambina si girò verso di lui e sbatte piano gli occhi. 'Ciao Albus io sono Margaret.' Allungò la piccola manina paffuta e lui gliela strinse delicatamente.

'Ciao Margaret. Ti stai divertendo?'

Albus si sentì improvvisamente a disagio. Era come parlare con una versione miniaturizzata di Alice e lui non si sentiva ancora pronto, soprattutto dopo tutto quello che era successo tra di loro.

'Oh mi sto divertendo un mondo. La torta è bellissima e Lily mi ha detto che ci sono altri bambini e che c'è un castello gonfiabile. Io amo i castelli, non vedo l’ora di andare a Hogwarts. Tutte le case mi vanno bene ma preferisco Corvonero perché sono molto molto intelligente.’

‘Qualcosa mi dice che finirai a Grifondoro invece.' La stuzzicò Albus.

Maggie fece il labbrino e incrociò le braccia. 'Io non voglio. Non mi piace nemmeno il colore rosso. Preferisco il blu.'

'Io dico che finirai a Grifondoro, e raramente mi sbaglio.'

'Beh, Albus. Non esageriamo.'

Albus si girò di scatto e si trovò di fronte Alice che con le mani sui fianchi gli sorrideva. Sembrava essersi calmata rispetto a prima. Probabilmente aveva parlato con Rose, in genere era sempre merito suo se lei riusciva a calmarsi.
Era sorridente e sembrava emanare felicità da tutti i pori. A volte si chiedeva se lei pensasse ancora a lui, se aveva ancora un post nella sua vita, nei suoi ricordi o se lei era andata avanti e lui non fosse diventato altro che un ex ragazzo del passato.
Nient'altro che un ricordo.

'Che c'è Al, ti hanno tagliato la lingua?' Gli domandò di nuovo Alice.

'No, stavo solo cercando di capire se eri davvero Alice Paciock o una visione.

'Addirittura una visione' la ragazza si mise una mano sul petto, ' così mi fai arrossire, Al.'

'Nel senso che non ti vedo da così tanto tempo che ho dimenticato come fossi fatta.'

Alice gli diede una gomitata. 'Sempre molto gentile devo dire.'

'Dai Maggie, andiamo da Rose. Voglio farti conoscere Scorpius e altri miei amici.'

Maggie trotterellò verso sua madre e le prese la mano. 'Va bene mami, però poi torniamo qui da Lily ok? Mi sta simpatica.'

Lily scoppio a ridere. 'Mi stai simpatica anche tu, Maggie.'

Maggie salutò con la manina e Albus le guardò andare via.
Era da così tanti anni che non vedeva alice in carne e ossa. Si era tenuto aggiornato sulla sua vita tramite Rose e Lily e tramite i giornali che parlavano sempre delle sue gesta eroiche sul campo di Quidditch. Mai da nessuna parte aveva però letto che era diventata madre. Quando era successo?
E soprattutto chi era il padre di Maggie?
A quanto pareva non era Matthew. Maggie non lo chiamava papà ed era chiaro che lui fosse solo un amico di Alice. O forse qualcosa di più di un amico.
Una fitta allo stomaco prese Albus. Era da un po' che non ne sentiva una. Non ci pensò: Alice Paciock non era più niente per lui. Solo una vecchia amica con cui era stato insieme anni prima. Niente di più.

Si avvicinò al gruppo che era rimasto, formato da sua sorella, Charlie e Matthew.

'Albus tu sapevi che Alice aveva una bambina?'

Si girò sorpreso verso sua sorella. 'Secondo te se l'avessi saputo, non te l'avrei detto?'

'Tranquilli, Alice lo ha tenuto nascosto a tutti.' Si inserì nella conversazione Matthew. 'Credo abbia a che fare con il padre di Maggie. Non vuole farglielo sapere. Lo aveva solo detto ai suoi genitori ma ora ha deciso di uscire allo scoperto.'

'In che senso ha a che fare con il padre di Maggie? Lui non lo sa?'

Matthew rise. 'Nessuno sa chi sia il padre, Albus.'

Albus era sconvolto. ‘Come può tenere nascosta una cosa così al padre?’

'Credo sia successo qualcosa tra i due. Non credo lui la volesse. O almeno così ho inteso io. Alice non ne parla mai volentieri. Credo voglia dimenticare.'

'Sono sicura lei abbia le sue ragioni, ciononostante dovrebbe dirlo al padre.' Commentò Lily con il tono di chi la sapeva lunga.

Ad Albus sembrò che Lily avesse qualche idea di chi fosse il padre ma decise di non indagare. Si scusò e si allontanò verso il bar. Il free drink bar era stata un'idea di Charlie, e mai scelta fu più geniale.
Ordinò un gin tonic e dopo averlo girato un po’ nel palmo lo bevve tutto in un sorso. Era ormai sera e anche se il matrimonio era iniziato quella mattina, aveva il sentore che sarebbe andato avanti ancora per molto. Albus però voleva solo andare nel suo appartamento a Londra e riposarsi.

Si guardò intorno e vide che la band stava suonando un lento.
Scorpius e Rose erano appoggiati l'uno all'altra mentre Lily e Charlie ballavano insieme a Maggie. Alice li guardava a lato della pista con un sorriso malinconico. Vicino a lei Matthew, che cercava di tirarla su di morale.
Non riusciva a sentire cosa si dicevano ma lo vedeva mormorarle qualcosa nell’orecchio e lei ogni tanto ridacchiava.
Albus si passò una mano nel ciuffo nero in modo nervoso.
Era da almeno sette anni che non si toccava i capelli in quel modo.
Sette anni.
Lui e alice si erano lasciati dopo due. E quella bambina ne aveva quattro.
Che Maggie fosse figlia sua?
No, impossibile. Si erano lasciati.

E la colpa non era stata di certo la sua.

 

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Capitolo 2
*** Incontri in bagno in attesa del dolce ***


CAPITOLO 2

Era tornato a casa da almeno mezz'ora e anche se provava a pensare ad altro, l'incontro con Alice gli aveva lasciato qualcosa dentro che non sapeva spiegare. Si sedette sulla poltrona verde smeraldo al centro del piccolo salotto. Un piccolo ricordo che aveva sottratto dalla Sala Comune Serpeverde.

L'appartamento era poco fuori dal centro di Londra, l'affitto era alto, come d'altronde tutti gli affitti della capitale inglese, ma con il lavoro di Medimago Albus riusciva anche a mettere da parte dei soldi ogni mese.
Non poteva dire di passarsela male, aveva una casa, una ragazza, una famiglia che gli voleva bene e che lo aveva sempre supportato. La sua ragazza, Steffy, era una collega che aveva incontrato durante un turno insieme e si vedevano ormai da qualche mese. Non si poteva dire che avessero una vera e propria relazione, non avevano mai ufficializzato ma ad Albus piaceva passare del tempo con lei. Niente problemi, pochi pensieri.

E per ora gli andava bene così.

Non voleva qualcosa di troppo serio. A pensarci bene, era da quando si era lasciato con Alice che non aveva più avuto nulla di così importante. Importante... a diciassette anni tutto sembra importante, sembra che la tua vita sia tutta lì, che le persone che hai on quel momento rimarranno con te per sempre e che l’amore che stai vivendo con qualcuno sia senza fine. E per lui, almeno sull’ultima parte, era stato tutto il contrario.

Appena finita Hogwarts e dopo aver passato un'estate perfetta insieme ai suoi cugini e ad Alice, Albus era partito per l’America, alla scuola di Medimagia pronto per la nuova avventura che sarebbe durata quattro anni e anche un po' spaventato da quello che avrebbe potuto succedere. La relazione con Alice andava a gonfie vele, avevano stabilito di vedersi almeno una volta al mese e se riuscivano anche di più.
Le settimane passavano, si era fatto degli amici, ma il suo cuore rimaneva sempre nel Regno Unito con Alice e la sua famiglia. Lei era diventata una giocatrice di Quidditch e anche se non era ancora nella prima squadra, non mancava molto perché accadesse.
Tutto sembrava filare liscio, poi le visite avevano iniziato a diradarsi; una volta Albus doveva studiare, un'altra volta Alice aveva un ritiro con la squadra. Ad Albus però non importava perché sapeva che lui e Alice avrebbero superato tutto.

O almeno così credeva.

Era un sabato e finalmente si erano riusciti a vedere dopo tre mesi di lontananza. Avevano deciso di andare a una festa e lì Albus aveva alzato un po' il gomito. Non sapeva bene cosa avesse iniziato a dire, sapeva solo che un attimo prima Alice gli stava sorridendo e quello dopo aveva gli occhi pieni di lacrime e stava scappando via. Quando era tornato in dormitorio non aveva trovato più nessuno, solo una lettera di addio sul suo cuscino. Aveva provato a parlarle, l'aveva raggiunta sul campo da Quidditch dove stava avendo gli allenamenti, ma lei non ne voleva sapere. Gli aveva detto che era finita.
E dopo quattro anni, il matrimonio di Lily era stata la prima volta che l'aveva rivista. E ora aveva una figlia. Facendo due conti non aveva perso tempo a rifarsi una vita dopo di lui, ma ormai non gli importava più. Erano cresciuti ed entrambi erano andati avanti.

'Ehi Al, ci sei?'

La voce alla porta lo risvegliò dai suoi pensieri e si accorse che era stato su quella poltrona per più di due ore.

'Arrivo, arrivo!' Aveva riconosciuto la voce di Scorpius. Era strano fosse venuto a casa sua proprio dopo il matrimonio di Lily.

'Cosa c’è, Scorp?' Disse aprendo la porta e vedendo il biondo fiondarsi dentro il suo appartamento come un razzo.

'L’ho fatto!'

'Cosa hai fatto? ' i capelli del biondo erano all’insù, tuttavia anche se all'apparenza poteva sembrare piuttosto stanco, a un occhio attento e
amico non poteva sfuggire lo sguardo felice che aveva.

'Quello che ti avevo detto avrei fatto!'

'Scorp, mi dici così tante cose che sinceramente non so a cosa ti riferisca.'
Scorpius lo guardò attonito. 'Sono sicuro che se ci pensi un po' capirai a cosa mi stia riferendo.’

Albus fissò per qualche secondo l'amico. 'No.'

'Sì invece.'

Albus abbracciò forte l’amico poi si accorse ma presto si ricomposero. Non erano per questo genere di effusioni.

'E come è andata?'

'Mi ha detto che era anche ora che rendessi sua figlia una donna onesta.'

Albus scoppiò a ridere. 'Tipico di zio Ron.'

'Non posso credere che stai per chiedere a mia cugina di sposarla.'

'Nemmeno io.'

'Secondo te cosa dirà?'

'Io credo dirà di sì.'

Scorpius lo guardò spaventato e di nuovo sembrò il ragazzino diciassettenne che aveva paura per la sua ragazza. 'Come credi... non ne sei sicuro?'

'No beh, non sono nella sua testa ma sono sicuro che dirà di sì. Hai già qualcosa in mente?'
Scorpius fece un sorriso malandrino e poi si lanciò in una descrizione accurata di quello che avrebbe fatto alla sua fidanzata. Albus non riusciva davvero a crederci, dopo sua sorella, anche sua cugina si sarebbe sposata. Quando Scorpius ebbe finito il racconto, iniziò ad afflosciarsi piano sul divano. 'E se mi dicesse di no?'

'Figurati Scorpius andrà tutto bene.'

'Ok... posso rimanere qui a dormire stanotte?'

'Non credo, amico. Domani mi sveglio presto e non voglio sentirti russare.'

'Ma io non-'

A quel punto Albus lo aveva già spinto fuori dalla porta. 'Ci sentiamo Scorp!'

'Ciao!'

Lo sentì dire qualche altra imprecazione poi il silenzio. Si era Smaterializzato.

 
Due sere dopo era davanti al Paiolo Magico e stava aspettando Stefanie. L’aveva conosciuta qualche mese prima quando avevano avuto un turno insieme. Stefanie era un anno più grande di lui e appena l'aveva vista ne era rimasto folgorato. Non solo era bellissima ma era anche intelligente e gentile. Albus amava la sua compagnia, aveva sempre qualche argomento interessante di cui parlare e con lei non si annoiava mai. Era così perfetta che a stento risultava vera.

'Ehi Al!' Stefanie era davanti a lui sorridente. Aveva i capelli raccolti in una crocchia e un lungo cardigan nero aperto da cui sotto riusciva a intravedere un paio di jeans e una camicia bianca.

'Steffy!'
Albus le mise un braccio intorno alle spalle e le diede un bacio sulle labbra. Lei sorrise e gli circondò la vita.

'Allora dove andiamo?'

'Pensavo di provare il nuovo ristorante italiano vicino al Borough Market.'

'Andiamo allora, ho una gran fame.'

Il ristorante era vicino e nel giro di dieci minuti vi giunsero. Dal profumo che proveniva da dentro, si riusciva già a capire che il cibo sarebbe stato delizioso.
Entrarono e vennero subito fermati da un oste.

'Benvenuti da 'La Vecchia Bologna'! Io sono Michele. Avete prenotato?'

'Sì, Potter per due.'

L’oste era un uomo grande, ad Albus ricordava un po' Hagrid ma con meno barba. Quando si spostò dal tavolino all’entrata, dovette mettersi di profilo per riuscire a passare tra due sedie, e mentre camminava la sua pancia toccò la testa della donna seduta. Si scusò in italiano e fece cenno a Albus e a Stephanie di seguirlo. Il tavolo prenotato per loro aveva un vaso blu con dei tulipani gialli e una candela bianca di lato.

'Che bel posto!' Esclamò Stefanie mentre si sedeva sulla sedia di legno bianca che aveva spostato Albus.

'Te l’ho detto che ti sarebbe piaciuto. È venuto qui James con la sua squadra e ha detto che ha mangiato davvero bene...'

'Se lo ha detto James allora deve essere buono per forza.'

Risero insieme e Albus le mise una mano sul lato del viso. Era stato fortunato a trovare Stefanie, si capivano al volo e insieme a lei era davvero felice.

Dopo aver consultato il menù, Albus ordinò una porzione di lasagne mentre lei optò per una tagliata con pomodorini e rucola.
Chiacchierarono del più e del meno fino a quando non decisero che era il momento di ordinare anche il dolce. Steffy era già sazia, quindi a malincuore Albus accettò la proposta di dividerlo con lei.

'Sai cosa vorrei prima del dolce? Un piccolo antipasto...'

Albus non capì poi lei gli fece l'occhiolino e passò il piede lungo tutta la sua gamba.

'Vai avanti tu, io ti raggiungo' le disse.

Steffy si alzò e Albus si perse ad ammirare la figura della fidanzata. Purtroppo per lui, il cameriere arrivò e interruppe i suoi pensieri poco
casti.
'Volete ordinare un dessert o un caffè?'

'Come? Oh sì sì, certo. Prendiamo una tenerina al cioccolato con mascarpone.'

'Arriva subito.'

Albus ringraziò poi si alzò e si diresse anche lui verso il bagno.

Entrò e vide Steffy di spalle. I lunghi capelli biondi le arrivavano a metà schiena e i jeans facevano risaltare le forme in modo allettante.

Si mise dietro di lei e le spostò i capelli iniziando a baciarle il collo fino alla spalla.

'Ho già ordinato il dolce' le sussurrò nell'orecchio.

Lei non rispose. Albus intanto faceva passare le mani sul seno e sulla sua schiena.

La girò di scatto e la fece alzare sul rubinetto mettendole le mani sotto alle cosce.

Lei lo circondò con le gambe poi iniziarono a baciarsi.
Quella sera Steffy baciava in modo strano, diverso, quasi come se riuscisse a risvegliare dei ricordi che erano sopiti da tempo.
Le passò una mano tra i capelli e le mordicchiò il labbro inferiore.

'Forse è meglio andare ora.'

Le diede altri due lunghi baci poi si girò e uscì dal bagno. Non voleva dare troppo nell'occhio, così accelerò e arrivò al tavolo.

Steffy era già lì che lo guardava interrogativo.

'Ma dov'eri finito? Ti ho aspettato ma non arrivavi più.'

Sbuffò seccata mentre affondava la forchetta nel dolce al cioccolato.

'Ma quanto burro c'è? Finiscila te ti prego che per oggi ho già dato.'

Albus rimase un attimo interdetto poi alzò lo sguardo verso il bagno delle donne. Chi aveva baciato in bagno?

Lì, con il volto ancora arrossato e le labbra gonfie dai baci che si erano appena dati, c'era Alice.



TA DAAAAANNNN!!!!!!!!!!!!!!!
In arrivo il terzo capitolo!!!!
Cosa ne pensate???? Commentate!!!!
Baci,
J

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Capitolo 3
*** Cene e annunci ***


CAPITOLO 3 - CENE E ANNUNCI
Ecco il terzo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate. Leggere i vostri commenti mi fa venire ancora più voglia di scrivere!!! *_*
Buona lettura,
J

 
Cosa cavolo era appena successo. Era lì che si stava lavando le mani, tranquilla come puoi essere quando sei nel bagno di un ristorante, e Albus Severus Maledettus Potter le era arrivato da dietro e l'aveva praticamente assalita.
Non che le fosse dispiaciuto, sia chiaro, ma un piccolo avvertimento sarebbe stato gradito.
I suoi baci le facevano sempre lo stesso effetto, ineguagliabile a nessun altro purtroppo. Poi se n'era uscito dal bagno senza dire una parola, come se lei fosse stata una prostituta di ultima categoria.
Era uscita dal bagno pronta a dirgliene quattro solo che lo aveva visto seduto al tavolo con una bionda.

Un'altra bionda.

Si può dire tutto di Albus Potter ma non che cambi gusti.

Lo vide poi alzare lo sguardo e capire l'errore che aveva fatto.

Errore, che brutta parola. Anche Maggie era stata un errore ma ora era la cosa più bella della sua vita.
Decise che non ne valeva la pena stare troppo a pensare a quello che era stato. Albus aveva un'altra donna nella sua vita e lei doveva
pensare solo a Maggie.

Tornò al tavolo dove sua figlia e Matthew la stavano aspettando.

'Fatta tutta, mami?' Le chiese Maggie mentre cercava di arrotolare con la forchetta delle tagliatelle al ragù.

'Sì mami, fatta tutta?' Rimarcò Matthew mentre sghignazzava.

Alice gli rifilò un'occhiataccia poi si avvicinò a Maggie e le disse sottovoce 'sì, mami l'ha fatta tutta.'

Poi si voltò verso Matthew. 'Non crederai a cosa mi è appena successo.'

'Dimmi tutto.'

Alice guardò Matthew che si preparava ad ascoltare. Era stata fortunata a trovare un amico come lui in un momento in cui si sentiva sola.
Erano andati d'accordo istantaneamente, si capivano al volo ed era bello potersi raccontare tutto.

'Presente quella cosa che non faccio.da un po' di tempo?'

'Quella cosa che inizia con S?

'Sì esatto.'

'Che poi c'è una E, poi due volte S poi la O, giusto?'

Alice gli diede una pacca sulla spalla.

'Sì, proprio quello, grazie.

Comunque sono andata molto vicina a farlo nel bagno proprio ora...'

'Cosa stavi per fare in bagno, mami'

'Tesoro, la mamma stava per fare una cosa che non fa da molto tempo perché è diventata una suora di clausura.' Le rispose Matthew.

Alice gli diede un'altra pacca. 'Ahio!'

'Cos'è una suora di clausura?' Chiese Maggie interessata.

'Una persona che sta sempre in casa come tua mamma.' Matthew non riuscì a finire la frase che scoppiò a ridere, il che provocò la risata
anche di Maggie e poi quella di Alice.

'Comunque ho incontrato proprio la persona che pensi in bagno e mi ha... baciata.' Concluse sottovoce Alice.

Matthew rimase a bocca aperta per qualche secondo. 'Come come? Forse non ho capito bene.'


'Oh no, hai capito benissimo. Solo che è stato tutto un malinteso perché è qui con una biondona.'

Matthew si guardò intorno poi lo trovò. 'Eccolo lì che mangia il suo dolcetto con una figona.'

'Non guardarlo troppo che poi se ne accorge.'


'Ehi mami, guarda! C'è il fratello di Lily!'

'Sì ma non-'


'Ehiii, fratello di Lily! EHIIII!'

Alice si mise entrambe le mani sul volto sperando che il gesto la facesse diventare invisibile. Matthew intanto le passava una mano sulla
schiena per farle forza. Sperava di non doverlo rincontrare quella sera, e invece a quanto pare era proprio destino.

Maggie scese dalla sedia e andò verso Albus che la accolse con un goffo abbraccio.

'Dai Ali, andiamo anche noi.'

Alice sbuffò poi si fece forza e raggiunse sua figlia.

'Maggie ti avevo detto di non disturbarlo. Scusatela, quando vede persone che conosce deve sempre palesarsi.'

'Sì, mi piace salutare. Credo sia educato.' Disse con la faccia di chi la sapeva lunga.

'Certo che lo è, tesoro ma non puoi sbraitare da una parte, all'altra.'

Maggie ci pensò un po' su poi annuì. 'Hai ragione mamma. Comunque lei è Steffy, la ragazza del fratello di Lily. È molto carina, ma non fa
la modella.'

Alice si presentò e le strinse la mano. Non vide nessun segno di riconoscimento sul volto di Steffy, segno che Albus non le aveva raccontato
nulla di ciò che avevano avuto in passato.

'Comunque io vorrei sapere il nome del fratello di Lily.' Se ne uscì all'improvviso Maggie.

Albus le sorrise e si abbassò fino a guardarla negli occhi 'Il mio nome è Albus Severus Potter.'

Maggie rimase un attimo in silenzio. 'Tu quindi eri amico di mia mamma quando eravate piccoli! Ogni tanto parla di voi e ho sentito il tuo
nome.'

Albus alzò gli occhi verdi su Alice. 'Sì ero un grande amico di tua mamma, poi lei ha deciso di scomparire e di non scrivere più e così ci

siamo persi di vista.'

Alice sentì una fitta allo stomaco. Dopo tutti quegli anni, dopo tutto quello che le aveva fatto, ancora pensava di avere ragione. Stava per
ribattere ma Steffy prese la parola.

'Maggie è proprio una bambina dolcissima e veramente bella. Si vede proprio che è tua figlia, Alice. Però non vedo nulla di Matthew!'
Scoppiò a ridere.

'Oh, ma perché io non sono il padre di Maggie. Io sono solo un amico di Alice.'

'Ahh, capisco.' Steffy guardò fisso negli occhi di Alice.

'Ora è meglio che torniamo al nostro tavolo. Ti va il dolce tesoro?'

'Albus ha preso la tenerina. Ha detto che è deliziosa. Sono sicura che piacerà anche a Maggie.' Accennò Steffy.

Alice fece un sorriso forzato. 'Grazie del suggerimento.'

 
***

Erano passati due giorni dall'infausta cena al ristorante italiano e, sebbene fosse ancora alle prese con l'ansia di quello strano bacio in
bagno, Alice aveva deciso che non ci avrebbe più pensato.

Quella sera sarebbe andata alla Tana perché Rose aveva organizzato una cena. Maggie sarebbe rimasta con Neville e Hannah mentre

Matthew sarebbe uscito con una ragazza incontrata sulla app MagicTinder.
A volte Alice odiava come lui potesse fare tutto ciò che voleva mentre lei doveva essere responsabile perché ciò che sceglieva di fare avrebbe comportato delle conseguenze anche su Maggie. Tutto sommato però la vita che aveva ora non le dispiaceva. Essere madre le dava molte soddisfazioni e sapeva che tenere Maggie era stata la scelta migliore.

Mise un abito rosso, dei sandali neri e scelse di lasciare i capelli sciolti. Era l’inizio dell’estate e sebbene l’estate inglese fosse sempre piuttosto variabile, quella sera era caldo.
Si diede un’ultima occhiata allo specchio, cercando di non pensare al peso sullo stomaco che sentiva.

Impossibile.

Si Smaterializzò e l’ultima cosa che vide fu il riflesso del suo volto preoccupato.

Sarebbe stata una lunga serata.

 
Era arrivata ormai da due ore e seduta su una delle sedie del cortile della Tana, guardava attraverso gli occhi un po’ annebbiati dall’alcol i suoi amici che discuteva intorno al tavolino allestito per l’aperitivo.

Sorseggiava un Martini Secco, l’oliva l’aveva già mangiata da un pezzo, in realtà a pensarci bene, era stata l’unica cosa che aveva mangiato
quella sera e forse quello, non era nemmeno il primo drink della serata.

Ma cosa importava? Almeno era seduta e quelle sedie erano davvero comode.

C’erano tutti quella sera, sembrava che dovessero fare un annuncio importante.

C’era anche Albus, con la sua perfetta fidanzata, i suoi perfetti capelli neri e il suo nuovo perfetto fisico da uomo adulto.

Ah, quanto amava quel corpo.

La sua fidanzata sembrava un po’ tesa, come se non le piacesse essere lì con quelle persone, e come biasimarla? Rose le aveva detto che
non stava simpatica a nessuno e si poteva dire che non facevano molto per nasconderlo.

Si alzò. Non poteva rimanere in disparte tutta sera.

Vide Grace e Sebastian con Lily che parlavamo animatamente.

'Ciao ragazzi, di che parlate?'

I tre si girarono verso di lei e le sorrisero.

'Ehi Alice! Come stai?'

'Oh, io tutto bene! Ma ditemi di voi! Avete novità?'

'Beh non su di noi ma ti ricordi Sam Wood?'

Ma certo che si ricordava di Sam Wood, era stato suo amico durante gli anni a Hogwarts e, sebbene​ fosse consapevole dell’interesse che
aveva per lei, non lo aveva mai alimentato.

Soprattutto perché aveva un altro ragazzo per la testa in quel periodo, ma quelli erano solo dettagli.

'Certo che mi ricordo!'

'Beh pare che abbia appena firmato un contratto con una casa editrice e stia scrivendo un libro.'

'Sì, da giornalista di Quidditch a scrittore di romanzi, chi l'avrebbe mai detto!' Commentò Lily.

'Mi ricordo che teneva un diario sempre con lui e annotava tutto.'

Notò Alice.

'Secondo voi di cosa scriverà?'

'Parlano di un thriller... credete che?'

'No, non credo...'

Si guardarono. Tutti si stavano chiedendo la stessa cosa.

Sam Wood stava scrivendo un libro sul loro ultimo anno di Hogwarts?

Ma le domande vennero interrotte dalla voce di Scorpius che stava chiamando tutti a raccolta.

'Ragazzi, potete avvicinarvi?'

Si raccolsero tutti intorno al grande tavolo tondo in mezzo al giardino.

Alice era capitata vicino a Steffy, la ragazza di Albus e il pesante profumo di gelsomino che emanava le stava facendo venire la nausea. Si
spostò indietro e andò a sbattere contro qualcosa di duro.

'Problemi, Paciock?'

Alice si girò di scatto e vide che era andata addosso proprio ad Albus. Che fortuna.

Non far finta che ti dispiaccia.

Si allontanò veloce. 'Assolutamente nessuno, Potter.' Lo guardò male poi andò a mettersi vicino a Lily.

'Tutto bene, Ali? Ti vedo un po' rossa...' le fece un sorrisino. Di sicuro aveva seguito tutta la scena.

'Sì grazie. Una meraviglia.'

'Ascolta, ti volevo parlare di una cosa. Quando pensi di dire ad Albus che è -'
Sfortunatamente per Lily, il suo discorso venne interrotto dal tintinnio di un bicchiere provocato da
Scorpius.
'Ragazzi, vi abbiamo chiamati qui stasera perché volevamo fare un annuncio.'

Scorpius circondò con un braccio la vita di Rose e la strinse a sé in modo quasi protettivo e Alice si
chiese se mai le sarebbe capitata la stessa cosa.
'Quello che vogliamo dirvi è che io e Rose-'

'CI SPOSIAMO!!!' Urlò Rose applaudendosi da sola.


Gli amici rimasero in silenzio per qualche secondo poi resosi conto della notizia, corsero ad
abbracciarli.
Alice vide che il primo era stato James, finalmente libero dagli allenamenti di Quidditch, era tornato
per il weekend. Si era fatto ancora più grosso. Era muscoloso e sempre altissimo. Chissà quante ragazze
gli andavano dietro.
Poi Rose e Scorpius vennero assaliti da tutti gli altri. Baci, abbracci e quant'altro.

Alice aspettò che la piccola folla si esaurì poi si avvicinò alla sua migliore amica.

'Ehi, futura sposina!'

L'abbracciò di slancio e si strinsero forte.

'Tu ovviamente sarai la mia damigella d'onore.' Le disse rose ridendo mentre si asciugava gli occhi.

'Sarà meglio per te.'

Si abbracciarono di nuovo. 'Hai già parlato con Al?'

'Hai appena annunciato che ti sposi e dobbiamo parlare del padre di mia figlia?'

Rose sbuffò. 'Certo che dobbiamo parlarne! Non hai risposto alle mie lettere e non puoi lasciarlo
all'oscuro ancora per molto.'

'Io... non lo so. Lui si è comportato male. Non sai come sono andate le cose tra noi.'

Rose le prese il volto tra le mani come faceva quando erano a Hogwarts. 'Non mi importa, Ali. Deve
sapere che è suo padre.'

Alice la guardò. Guardò la sua migliore amica e capì che aveva ragione. Doveva dire tutto ad Albus.

'Prima del matrimonio gli dirò tutto, va bene?'

'Va bene. Ma ti avverto che hai solo due mesi!' La avvertì sorniona Rose.

'Due mesi? Ma sei pazza? Non riuscirai mai a organizzare un matrimonio in due mesi.'

'Beh per questo sei la mia damigella, mia cara. E Scorpius ha scelto un testimone di cui si fida al 100% e
che lo aiuterà in tutto. E ovviamente dovrete collaborare.'

Rose indicò Scorpius che stava parlando con il testimone e in quello stesso momento anche i due
ragazzi si girarono.

'No.'

'Oh sì, mia cara. Il testimone è Albus.'

Albus non doveva averla presa bene perché stava colpendo con l'indice il petto di Scorpius che però
stava ridacchiando e facendo spallucce.

Erano proprio fottuti.


 

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Capitolo 4
*** Quando una tenerina al cioccolato scioglie il cuore di un orgoglioso Serpeverde ***


Capitolo 4 
Ciao a tutti! Scusate per la lunga latitanza ma sono stata parecchio impegnata. L'idea era quella di scrivere tutta la storia prima di pubblicarla ma ci stavo mettendo davvero troppo!!!
Quindi ecco qui il quarto capitolo! In giornata posterò anche gli altri!

Buona lettura!
JJ



Il vento tra i capelli, il sole che inevitabilmente l’accecava.

Ogni volta era come la prima.

Volava in cerchio sopra il campo di Quidditch per il primo allenamento estivo della stagione.

Scegliere di continuare la carriera sportiva dopo la nascita di Maggie era stata la decisione più difficile ma anche la migliore che potesse fare.

‘Paciock, porta giù il culo e vieni ad allenarti’ le sbraitò l’allenatore Kinkirk.

'Mi stavo solo scaldando' brontolò Alice mentre scendeva dalla scopa.

'Sì, certo. Ragazzi, sabato abbiamo la partita con il Pride of Portree e lo so che è un’amichevole ma non mi importa. Dobbiamo far vedere che valiamo qualcosa.'

L’allenatore Kinkirk incrociò le braccia al petto e fissò la squadra. A suo parere era il suo modo per intimidirli.

'Non si preoccupi, li batteremo come sempre. Anche se loro hanno il formidabile Potter.' Commentò Sabrina Spell, la Cercatrice della squadra.

'Formidabile...' Commentò sprezzante l’allenatore 'è solo uno sbruffone ecco cos'è.'

Alice sentì il dovere di dire qualcosa in difesa di James, dopotutto si conoscevano da anni, tuttavia, a pensarci bene, il maggiore dei Potter era proprio uno sbruffone sul campo di Quidditch.

'Sarà sbruffone ma ci battono sempre.'

Kinkirk sbuffò. ‘Bando alle ciance! Iniziate ad allenarvi che io vado a pensare a una strategia.'

Iniziarono una partita di Quidditch per capire cosa avrebbero dovuto migliorare in vista del match. La loro tattica era scambiarsi spesso posizione così tutti imparavano le strategie di ogni figura.

'C’è ancora un bel po' da lavorare ma se continuiamo così, per sabato saremo pronti.' Disse Dave, uno dei tre Cacciatori.

'Non ci credo che è già questo sabato. La sera poi andiamo a festeggiare... anche nel caso non ci vada bene?'

Tutti lo guardarono male e il Capitano Scott, l’altro Battitore insieme a Alice, gli diede uno scappellotto sulla testa.


'Dai, dicevo per dire.'

'Non lo devi proprio dire, McCullen.'

'Va bene, va bene. Comunque... si fa qualcosa no?'

Gli altri non gli risposero e si incamminarono verso lo spogliatoio.

'Siete antipatici.' Gli urlò dietro Dave.
 
***

Alice si era fatta una doccia ed era uscita in tutta furia dal campo di Quidditch. Maggie era con i suoi genitori ma le avevano detto che nel pomeriggio avrebbero avuto da fare, quindi sarebbe dovuta correre a casa a recuperare la figlia.
Per quel pomeriggio aveva in mente una bella uscita al parco poi verso le sei sarebbero dovute andare con Rose a vedere la prima location per il matrimonio.
Sperava le andasse subito bene perché in due mesi si sarebbero sposati e c’erano così tante cose da organizzare che solo a pensarci ad Alice veniva l’ansia.
Stava per entrare in casa quando il suo cellulare vibrò. Si spostò lo zaino sull’altra spalla e tirò fuori il Samsung S20 Magic Edition dalla tasca dei jeans.

<>
Fisso’ lo schermo sbarrando gli occhi.

Sam Wood.

Da quanto tempo era che non si sentivano. Sicuramente voleva che si vedessero per parlare del libro. O magari voleva vedere lei. Ci pensò un attimo. La sensazione di essere corteggiata di nuovo non era male. Da quando aveva avuto Alice pochi uomini erano entrati nella sua vita ma mai nulla di serio. La sua priorità era Maggie e solo Maggie. Lesse un’altra volta il messaggio e premette ‘Rispondi’.

<>

Inviò il messaggio e nel giro di dieci secondi Sam rispose.

<>

Tirò fuori le chiavi di casa.

‘Sono qui!’
Maggie non la degnò di uno sguardo e continuò a colorare con i pastelli a cera.

‘È tutto il giorno che colora, non sono riuscita a farle fare altro’, ridacchiò Hannah.

Neville era spaparanzato sul divano con un cuscino sul volto. Hannah lo scosse violentemente e lui si ridestò spaventato. ‘Chi è? Che succede?’

Hannah scoppiò a ridere. ‘Non è nessuno, caro. È ora che andiamo a casa, così pranziamo e poi andiamo a fare quella visita.’

‘Che visita, mamma?’ chiese Alice allarmata. I suoi non le avevano parlato di nessuna visita.

‘Stai tranquilla, tesoro, niente di preoccupante. È solo una visita di controllo.’ La rassicurò la madre.
Alice sorrise a entrambi ma una strana sensazione di paura ormai l’aveva catturata.

Ciononostante salutò i genitori e promise loro che li avrebbe chiamati quella sera stessa.

Si girò verso Maggie e la vide che stava ancora colorando.

Si avvicinò piano. Sapeva infatti che quando la figlia si fissava con qualcosa, non si accorgeva più di nient’altro intorno a sé.

‘Buh!’ le disse Alice vicino al visino.

Maggie alzò i grandi occhi e le sorrise. ‘Non mi hai spaventato.’

‘Allora è proprio vero che finirai in Grifondoro.’ La stuzzicò Alice.

‘ Mah, si vedrà.’ Maggie riprese a colorare. Non le piaceva quando la prendevano in giro sul suo futuro a Hogwarts. Era orgogliosa come il padre. E pure testona come lui.

‘Cosa stai disegnando?’

‘Aspetta, mami. Ho quasi finito.’

Alice cercava di sbirciare curiosa sotto la manina ancora paffuta di sua figlia.

‘Non sbirciare, dai!’ Si lamentò Maggie.

Alice sorrise e voltò il viso dall’altra parte. ‘Va bene, allora dimmi tu quando devo girarmi.’

Aspettò qualche altro minuto poi sentì la figlia che le stava toccando la spalla.

‘Ecco ho finito,’ le porse il disegno.

Alice cercò di capire cosa fosse. Sembrava una grossa cosa marrone, e sperò che non fosse quello che pensava. Poi Maggie aprì la bocca e realizzò che forse era
meglio se fosse stata una cacca.

‘Ti piace? E’ la tenerina al cioccolato dell’altra sera. Lo voglio regalare ad Albus perché so che gli è piaciuta anche a lui e così si ricorderà per sempre di me.’

Ad Alice le si strinse il cuore. Doveva dirglielo il prima possibile. non poteva lasciare sua figlia crescere senza un padre. Nonostante tutto quello che era successo tra
loro, lui doveva sapere.

Forse sua figlia non aveva ereditato l’orgoglio solo dal padre dopotutto.

 
***
Le cose stavano procedendo piuttosto bene. Nessuna tensione tra i due, nessun bisticcio. Tutta nella norma insomma.

Certo. Se solo fosse stato vero, purtroppo.

C’era una strana tensione tra loro, qualcosa che aleggiava nell’aria e che non voleva andare via. Era sicura di non essere l’unica a sentirlo, ma certo era la sola che riusciva a far finta che non ci fosse più degli altri.

Maggie aveva dato il disegno ad Albus e lui era diventato rosso come un peperone. L’aveva però abbracciata e Maggie gli aveva detto che aveva un buon profumo.
Albus aveva ridacchiato imbarazzato e Alice non riusciva a non pensare che era assolutamente d’accordo con la figlia.
Ma il suo buon profumo e la sua bella presenza venivano offuscati dal suo comportamento irritante.
Ogni cosa che diceva veniva inevitabilmente contestata da Albus. I fiori non andavano bene, la location a lui non piaceva, se lei diceva bianco lui diceva nero.

I nervi di Alice stavano per rompersi, flashback del passato, quando lui ce l’aveva con lei senza motivo tornavano prepotenti e facevano riaffiorare tutta quella rabbia che provava quando era ancora un’adolescente.

‘Quindi, come vi dicevo, qui al nostro resort potete beneficiare di una Spa, un pranzo e una cena per ogni ospite, un aperitivo, la torta e, se lo richiedete, anche un DJ. Tutto per la modica cifra di 1000 sterline a persona.’

Alice si strozzò con la saliva. ‘Come scusi?’ Rose e Scorpius pensavano di invitare almeno 200 persone, quindi facendo due conti veloci…
Il maître la guardò dall’alto al basso. Erano nella grande sala del resort di Monte Ombroso, nel Surrey, e Alice non si era mai sentita così fuori posto.

‘Deve sapere signorina che noi siamo la massima qualità sia nel servizio che nell’intrattenimento. Quindi…’

‘La scusi,’ si intromise Albus con fare saccente, ‘non ha molta esperienza con l’organizzazione dei matrimoni. Vede, io è da quando sono piccolo che partecipo a questa bellissima unione tra due cuori quindi sono piuttosto ferrato sull’argomento.’

‘Unione tra due cuori? Ma come parli? E soprattutto come ti permetti di dire che non so come si organizza un matrimonio!’

In realtà non ne hai idea.

Stai zitta.

Albus incrociò le braccia al petto e le fece un sorrisino di scherno. ‘Ah sì? E come mai tanta esperienza?’
Alice cercò una risposta ma il momento passò e Albus capì di averla battuta, ancora una volta quel giorno.

‘Non sono affari tuoi, Potter.’

‘No, infatti.’ Fece spallucce Albus mettendosi le mani in tasca.

‘Beh, non mi sembrava ti dispiacesse l’altra sera.’

Albus le si piazzò davanti e le mise una mano sulla bocca. ‘Ringrazia che Rose e Scorpius sono lontani e non ti hanno sentito.’

‘Ah ti vergogni?’

‘Certo che mi vergogno. Ho una ragazza che se venisse a scoprire cosa ho fatto mi mollerebbe sul colpo. Non sono come qualcun altro a cui non interessa avere un
piede in due scarpe.’
Alice lo guardò sbalordita. ‘Cosa intendi dire?

Si sta riferendo a te?

‘Nulla.’

‘Ti stai per caso riferendo a me?’

‘Se ti senti presa in causa forse –‘

‘Beh, allora dovrei dire lo stesso di te, non credi?’

Albus la guardò stranito. ‘Cosa-‘

‘Oh, eccovi qui. Venite a vedere il secondo salone.’

Si accorsero in quel momento che il maître si era allontanato e ne aveva approfittato per convincere i due futuri sposini che il prezzo proposto era più che ottimo. Alice
notò che Rose non era tanto d’accordo ma Scorpius era più che felice di far pagare quella cifra alla sua famiglia.
Alice lanciò un’ultima occhiata in tralice ad Albus e si avvicinò a Rose.

‘Non devi scegliere per forza ora,’ le disse piano senza farsi sentire dagli altri, ‘possiamo vedere altri posti prima di prendere una decisione definitiva. E poi sto tizio non
mi piace per niente.’

Rose annuì pensierosa. ‘No no, hai ragione. Andiamocene.’ Si girò verso Scorpius che già stava organizzando tutto con il maître. ‘Scorp, è ora di andare.’ Lui la guardò scocciato e dopo aver stretto la mano del maître li raggiunse.

Uscirono dal resort e Alice si rese conto che si era creata della tensione anche tra Rose e Scorpius. Li sentiva parlottare tra loro a bassa voce, mentre cercava di ascoltare Maggie che le raccontava di aver visto un cavallo.

'A me piaceva Rose. I soldi non sono un problema, te l’ho detto.' Borbottava lui.

'E io ti ho detto che non è solo il prezzo che non mi va giù. Il posto è troppo... grande, sfarzoso. Voglio qualcosa di più intimo!'

'Intimo? Ma sai quante persone conosciamo? Parlare di duecento persone è dire poco! Non stai sposando il primo che passa, stai sposando un Malfoy!'
Alice e Albus si scambiarono un'occhiata veloce. Scorpius aveva detto proprio l'ultima cosa che doveva dire.

'Ehi Scorp. Vieni un attimo con me... in bagno?' Domandò Albus prima che la situazione degenerasse.

Rose infatti era già sul piede di guerra. I suoi ricci erano aumentati di volume e la sua faccia era diventata rossa.
Scorpius, ignaro di tutto come ogni essere maschile in vicinanza del pericolo, annuì ad Albus e lo seguì verso il bagno del resort.
Alice sapeva che la furia dell’amica stava per abbattersi su di lei.

'Hai sentito cosa ha detto quello stupido di un Malfoy?' sbraitò lei non appena i due ragazzi svoltarono l’angolo.

'Intendi il tuo futuro marito?'

'Sì, proprio lui!!! Come osa? Non me ne frega se la sua famiglia ha una tradizione centenaria di matrimoni sfarzosi. Sai dove se li può mettere i matrimoni sfarzosi?'

'Potrei immaginarlo.' Commentò alice.

'Dove mamma?' Chiese Maggie tutta interessata.

'Da dove esce la popò', le rispose Rose con un sorriso che cercava di contenere la rabbia.

'Rose!' Alice le diede una pacca sulla spalla,

Maggie ridacchiava.

'Scusa Ali. Ma ti giuro che non è la prima volta che se ne esce con queste storie. Sai che sto indossando l'anello di sua nonna Narcissa? Bello è bello, vintage è vintage, proprio come lo volevo io... ma ha la pietra viola! E lui lo sa che io odio il colore viola negli anelli! E sai che mi ha detto? Che lo devo portare perché è tradizione nella sua famiglia. Perché devo fare tutto quello che vuole la sua famiglia?'

'Diglielo allora! Perché dovete nascondervi le cose! Bisogna essere sinceri!'

Rose la guardò di sbieco, 'Parli proprio tu che ancora non hai detto ad Albus che è suo padre!'

'Shhh! Non dirlo forte! Ci sto pensando e so che devo dirglielo ma è difficile trovare il momento adatto.'

'Non riguarda solo te. È anche la vita di Maggie.'

'Lo so ma non sai cos’è successo tra di noi.'

'Non me lo hai mai detto, come non mi hai mai parlato di Maggie. Avrei voluto essere con te mentre eri incinta...' gli occhi di Rose iniziavano a inumidirsi.

'Rose ti prego non iniziare a piangere... e poi lui è tuo cugino... avresti subito capito che era sua figlia.'

'Sì, probabilmente avrei fatto velocemente due più due.'

'Comunque se vuoi saperlo, lui mi ha-'

'Quindi il padre di Maggie è un cugino di Rose?'

Scorpius era come comparso dal nulla.

'Non... non-'

'Scorpius andiamo a casa, dobbiamo parlare!'

Rose lo prese per il braccio e si Smaterializzarono. Scorpius la stava ancora fissando quando scomparirono nell’aria. C'era mancato poco.

'Ehi, dove sono andati tutti? Li hai fatti scappare?' Albus la stava guardando male.

'Certo che no.'

Rimasero in silenzio, l’imbarazzo sembrava riempire l’aria intorno a loro.

'Senti Alice, voglio finalmente chiarire quello che è successo l'altra sera al ristorante.'

'Albus non c’è nulla di cui parlare.’

Albus si avvicinò a lei, ‘Io penso che invece dovremmo. Io ho una ragazza-'
Alice si allontanò di un passo. La vicinanza di Albus le faceva uno strano effetto. 'Lo so, Albus. Il piede in due scarpe vuoi tenerlo solo quando non tieni abbastanza alla persona con cui stai. Non voglio mettermi in mezzo a voi. Non voglio proprio nulla da te. Tu e Steffy potete star tranquilli. È stato un errore.'

'Cosa intendi quando dici che tenevo il piede in due scarpe?’

'Se non lo sai tu, ti consiglio di rileggere l'ultima lettera che ti ho scritto.'

Poi Alice fece cenno a Maggie di avvicinarsi.

'Noi andiamo. Ci vediamo Albus.'

'Come mai così di fretta? Hai forse qualche altro impegno?'
Alice, che già si stava incamminando verso l'auto, si girò lentamente. Il sole delle sette di sera stava ormai scendendo e il crepuscolo dava a quella scena apparentemente normale, una bella dose di pathos.

'In realtà sì. Esco con Sam, Sam Wood.'

Non aspettò la risposta di Albus ma prese veloce la mano di sua figlia e si incamminò verso l'auto senza guardarsi indietro.



 

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Capitolo 5
*** Veleno ***


Cap 5 - Veleno
Esco con Sam, Sam wood. Le parole gli risuonarono nella testa per qualche altro secondo. Sam, Sam Wood. Manco fosse James Bond. Esco con Bond, James Bond. A pensarci bene, forse gli avrebbe dato meno fastidio. E poi qual era il motivo di tutta quell’enfasi nel suo nome?
Cosa pensava Alice… che lui fosse geloso di Sam Wood? E perché anche dopo tutti quegli anni lo chiamavano ancora per nome e cognome. Cos’aveva di tanto speciale quel tipo?
Ok, sì era un bravo giornalista sportivo ma più di quello? Ok, sì era anche un bel ragazzo, simpatico, alla mano. Ma a dir la verità c’era qualcosa in lui che non gli era mai piaciuto. Il motivo poteva essere che era da sempre innamorato di Alice ma ora a lui non interessava nulla di lei, quindi sicuramente c’era un ragionevole per cui a lui non piaceva.

Ora però non gli veniva proprio in mente.

Fece un respiro profondo e si mise le mani in tasca. Passeggiò per qualche minuto per schiarirsi le idee. Era da anni che il pensiero di Alice non era così prepotente nella sua testa. Dimenticarla dopo quei due anni e mezzo insieme era stato difficile ma ce l'aveva fatta. Ora invece, con lei di nuovo in mezzo a loro come presenza costante era una prova non da poco.

Poi cosa intendeva con la storia del piede in due scarpe? Era stata lei a scrivergli di non cercarla perché avevano chiuso. E quando lui aveva provato a contattarla, aveva saputo che si vedeva già con un altro.

Era stata una bella botta. Per fortuna che aveva i suoi amici, e soprattutto Seraphine, la sua compagna di studi. Seraphine era stata davvero un’amica. Per un attimo aveva anche creduto che ci fosse qualcosa tra di loro ma poi aveva realizzato che era solo amicizia.
Calciò un sasso che andò a finire nello stagno. Doveva riuscire a togliersi il pensiero di Alice dalla testa. C’era già riuscito una volta, non sarebbe stato difficile farlo una seconda.
***

Il turno di quella mattina in ospedale era infinito. Si era svegliato alle cinque, era arrivato al San Mungo alle cinque e mezza e da quel momento aveva girato come una trottola senza mai fermarsi.
Era mezzogiorno e il suo turno stava per volgere al termine quando vide Neville Paciock e sua moglie Hannah Abbott, i genitori di Alice, in sala d’attesa.

‘Ehi, come state? Niente di serio mi auguro.’

I due si alzarono per abbracciarlo. ‘Oh no, figurati sono solo venuto a ritirare degli esami. Però mi hanno detto di rimanere qui perché il Medimago doveva parlarmi.’

Albus capì che c’era qualcosa che non andava. Era strano che il Medimago volesse un colloquio con loro.

‘Vedrete che sarà qui a momenti.’ Li rassicurò con il sorriso che usava con i suoi pazienti.

E infatti Emilia Wood uscì dalla porta con una cartella in mano e un’espressione che non presagiva nulla di buono.

‘Signori Paciock, prego seguitemi nel mio ufficio.’

Emilia lanciò un’occhiata verso Albus e gli fece cenno di rimanere fuori. Avrebbero parlato dopo.

Lui ed Emilia erano diventati amici dopo che avevano iniziato a lavorare insieme. Emilia era una brava insegnante, la migliore, e sul lavoro era una vera e propria professionista.

Se da una parte non riusciva a sopportare suo fratello Sam, dall'altra Albus non poteva fare a meno di Emilia come amica.

Era stata il suo mentore, il suo supporto e una grande spalla nei momenti di bisogno.

Albus osservò la figura di Emilia rientrare nel suo ufficio. Aveva tagliato i capelli a caschetto e portava gli occhiali da vista con la montatura spessa che portava anche a Hogwarts.
Emilia uscì dall’ufficio una decina di minuti dopo e si avvicinò ai Paciock. Parlò loro brevemente e vide Hannah che si metteva una mano sulla bocca spaventata.
Si avvicinò lentamente ai tre e quando Hannah lo vide gli buttò le braccia al collo. ‘Oh Albus, deve esserci qualcosa per far guarire Neville.’

Albus era sconcertato, non sapeva cosa dire. ‘Che cosa è successo?’

Emilia di girò verso di lui. Aveva il volto stanco, sapeva che lei era lì dal turno precedente.

‘Neville ha contratto una pericolosa infezione. Quando Nagini lo ha morso durante la battaglia di Hogwarts, parte del veleno ha infettato il sangue e ora sta progredendo sempre più velocemente.’

Albus era sconvolto. ‘Come è possibile?’ Era la prima volta che sentiva parlare di un caso simile.

‘Credo che l’infezione abbia lavorato silenziosamente tutti questi anni e ora che Neville ha raggiunto la mezza età si sia scatenata e stia progredendo sempre più
velocemente.’

Albus lanciò un’occhiata preoccupati ai signori Paciock e il pensiero volò inevitabilmente anche ad Alice. È infettivo? Nel senso, è ereditario?’

‘No, non è ereditario ma è sempre meglio fare delle analisi. Se in un qualche modo si è trasmessa agli altri componenti della famiglia, una trasfusione di sangue dovrebbe essere abbastanza. Per Neville invece possiamo provare qualche terapia innovativa ma non posso assicurare una guarigione al 100%.’

Neville e Hannah si illuminarono un poco. ‘Quindi c’è possibilità di guarigione, giusto?’

Emilia esitò un attimo. ‘Sì, può esserci. Ma dobbiamo fare prima altre analisi. Appena abbiamo risultati più approfonditi, possiamo iniziare con la cura.’

‘E quanto ci vorrà più o meno?’ Chiese Hannah ansiosa.

‘Se vi sottoponete oggi agli esami, domani potremmo avere già i primi risultati.’

‘Perfetto, allora. Procediamo subito.’

Emilia sorriso incoraggiante e aggiunse, ‘Avvertite anche i vostri figli e vostra nipote. Dovranno sottoporsi agli esami pure loro.’

Neville e Hannah si girarono verso Albus. ‘Al, ti dispiace avvertire tu Alice?’
Albus rimase un attimo interdetto. Non gli sembrava il caso dare quel tipo di notizia a una persona con cui ormai non era tanto in confidenza.

‘Non credo che –‘

‘Oh, grazie Albus. Te ne siamo davvero grati.’ Neville gli diede una pacca sulla spalla e dopo avergli sorriso seguirono Emilia verso l’ambulatorio per le analisi.

Albus rimase a guardarli. Come riuscivano a fargliela sempre non riusciva proprio a capirlo. Ora si ritrovava lì con l’incombente obbligo di dover contattare Alice e darle quella brutta notizia.
***
 
‘Cosa mi stai dicendo scusa? Mi sembra di non aver capito.’

Albus aveva deciso di andare direttamente a casa di Alice. Si era fatto dare l’indirizzo da Rose. Aveva osservato un po’ la casa prima di entrarci. Era una villetta nel bel mezzo della campagna inglese con una grande porta rossa. Era proprio nello stile di Alice. Era lì che si era nascosta tutti quegli anni. Era lì che aveva deciso di rintanarsi invece di vedere tutti gli altri. Solo per non far vedere che era incinta. C’era qualcosa in quel fatto che gli lasciava una strana sensazione, come se ci fosse qualcosa di non detto, qualcosa di nascosto.

'Pare si possa curare, Alice. Davvero. Stanno facendo ulteriori analisi adesso e anche tu e Maggie dovrete farli.'

'Io... non capisco. È stato bene fino ad oggi e adesso ha questa malattia che è comparsa dal nulla?'
Albus le si sedette vicino. 'Il veleno di Nagini ha agito molto lentamente e riusciva a nascondersi diciamo, per questo nessuna analisi lo ha mai scoperto. Emilia ha parlato di una terapia sperimentale che dovrebbe aiutarlo.'

Alice rimase immobile. 'E se funzionasse, poi riuscirebbe a guarire al 100%?'

Albus esitò. Non voleva darle false speranze. 'Sì, ma...'

'Lo so, Albus.' Lo interruppe Alice. 'Voglio almeno avere una speranza a cui aggrapparmi.'

'Lo so.'

Alice fece un veloce sorriso poi si girò verso la finestra. 'Grazie di essere venuto. Ora dovrò parlare con Maggie.'

Albus provò l'impulso di volerla aiutare ma lo represse. Non erano più affari suoi.

'Ok... ora vado. Ci... vediamo allora.'

Alice si girò di scatto. 'Vuoi un caffè? Tranquillo, non è un invito galante. E’ solo un caffè.'

Albus non era molto sicuro di accettare. Pensò a Steffy e a come avrebbe potuto reagire alla notizia che era rimasto con Alice a bere un caffè. Ma non c’era nulla di male… giusto?

'Va bene, ma giusto due minuti. Devo andare da Lily e Charlie stasera.'

'Certo. Metto su il caffè.' Alice andò in cucina e riempì con l'acqua la caffettiera.

'Allora come va con Maggie?'

La vide irrigidirsi un attimo ma forse si era sbagliato. 'Con Maggie va tutto bene. Essere una madre single è un po' dura ma ho avuto la mia famiglia vicino e per me è stato sufficiente.'

Fece un altro piccolo sorriso poi andò a controllare il caffè. 'Tu invece? Come hai fatto a finire al San Mungo? Mi ricordo che volevi continuare la carriera là in America.'

'Sì ma poi ho cambiato idea. Ho capito che era meglio stare qui in Inghilterra.'

'E i tuoi compagni di studio? Jack, Violet, Richard... Seraphine?'

Albus notò che Alice mise un po' troppa enfasi sull'ultimo nome.

'Sono tutti ancora là, sparsi nel paese.'

Alice non disse nulla poi il silenzio venne interrotto dal caffè che stava salendo.

'Ecco qui.'

'Grazie.'

'Strano che Seraphine non ti abbia seguito qui.'

Albus si fermò. Non capiva l'allusione. 'Cosa intendi dire?'

'Intendo dire che ho saputo che eravate diventati intimi dopo che ci eravamo lasciati. Quindi mi sembra curioso che non abbiate continuato la vostra storia.'

La storia con Seraphine era stata tutta un grosso sbaglio. Si erano baciati subito dopo che lui si era lasciato con Alice, ma solo perché gli avevano detto che anche lei era andata subito avanti.

'Non vedo come questo possa interessarti.' Sbottò Albus infuriato. Una strana rabbia lo aveva assalito alla gola e tutto quello che voleva in quel momento era andarsene da lì.

'Io ho solo chiesto. Puoi anche rispondere in un altro tono.'

'Sì, ok. Lo sappiamo entrambi perché le cose tra noi sono finite. Tu ti sei divertita con qualche tuo compagno di Quidditch e ti sei inventata tutta quella messinscena alla festa solo per smollarmi.'

Alice si alzò di scatto dalla sedia. 'Come osi?'

'Ah ti brucia sentire finalmente la verità, eh?'

'La verità? La verità è che tu non sai un bel niente. Sei tu quello che non aspettava altro di andare con quella Seraphine. E ora vattene.'

'Molto volentieri.'

Albus si Smaterializzò all'istante e l'ultima cosa che vide prima di riapparire nel suo appartamento furono le spalle di Alice che si muovevano.

Gli anni passavano ma era sempre un asso a farla piangere.

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Capitolo 6
*** BOCCINI D'OTTONE E TORTE NUZIALI ***


Capitolo 6 - BOCCINI D'OTTONE E TORTE NUZIALI
Ciao a tutti!
Ecco qui un altro capitolo! Spero vi piaccia! :)
Buona lettura,
JJ


‘E’ solo un’amichevole quella che si gioca oggi qui nel campo dei Cannoni di Chudley, ma vi assicuro che tutti i giocatori hanno solo una cosa in mente: la vittoria.’ Lee Jordan continuò presentando tutti i giocatori e Albus da lontano vide il volto stanco di Alice. Stava montando sulla sua scopa e dopo che Lee Jordan chiamò il suo nome, si librò anche lei in aria.
La vide parlare con l’altro Battitore, stava gesticolando e la lunga coda di cavallo bionda ondeggiava seguendo la leggera brezza di quella mattinata. Ebbe un flash di quando erano a Hogwarts e giocavano l’una contro l’altro, i sorrisini che si scambiavano, le lotte in aria poi Steffy gli strinse la mano per fargli segno che suo fratello era stato chiamato e che dovevano applaudire.

Quel giorno era andato allo stadio con Steffy. In genere lei non voleva mai venire alle partite di Quidditch ma quel giorno non sapeva come mai, aveva deciso di seguirlo. ‘Ogni tanto cambio idea anche io, sai?’ gli aveva detto lei un po’ scocciata dopo aver visto l’espressione scettica del ragazzo.

‘Non ho mai capito chi vince a Quidditch… che prende il Boccino d’Ottone giusto?’

Ad Albus gli si rizzarono i peli sulle braccia. ‘Cosa hai detto? Boccino d’Ottone?’

Lei mosse la mano con noncuranza. ‘Ma sì dai, hai capito cosa intendo.’
Albus cercò di trattenersi per non ribattere in modo troppo acido così volse tutta la sua attenzione sugli spalti e sul campo.

Aveva subito individuato Maggie insieme a Matthew tutti e due vestiti da capo a piedi con la divisa dei Cannoni di Chudley, poco più in là c’erano Rose e Scorpius e il resto della famiglia. Poi il suo sguardo si posò su una testa bionda nel reparto Stampa. L’avrebbe riconosciuto tra mille, con il suo sguardo divertito, il suo volto che rasentava la perfezione – almeno per le ragazze… e forse anche per qualche ragazzo -, e il sopracciglio un po’ troppo pronunciato della famiglia Wood.

Sam Wood. Ancora lui.
Vedeva che stava seguendo Alice in una sorta di trance, prendeva appunti faceva foto. Albus voleva andare lì, togliergli tutto dalle mani e combattere a duello con lui. Con le mani, con le bacchette, con le spade, andava bene tutto, purché potesse attaccarlo. Qualche sera prima erano anche usciti insieme. Che cos’era successo tra i due? Che si fossero baciati? Avessero fatto sesso? Strinse le mani a pugno, solo il pensiero delle mani di Wood sul corpo di Alice lo irritava da morire.
Cercò di contenersi e si girò verso Steffy che tutta interessata seguiva la partita. Ora aveva lei ed era felice, niente strani pensieri non hai più diciassette anni. E poi a dir la verità, erano solo ricordi di un passato insieme, niente più.

‘ALTRI DIECI PUNTI PER I CANNONI! LA SQUADRA PROSEGUE SPEDITA, TUTTI SEMBRANO IN UN EQUILIBRIO PERFETTO!’

Albus gioì internamente. James non poteva vincere sempre.
Vide Alice respingere un Bolide e mandarlo verso una delle Cacciatrici avversarie.

'Carter devia il Bolide e continua con il lancio della Pluffa verso Potter.'

James prese la Pluffa al volo e diede più spinta con la scopa: voleva far rimontare la sua squadra. Albus notò che aveva il volto un più teso. Il fratello sentiva che la sua squadra stava perdendo e non lo avrebbe mai permesso.

'PACIOCK TORNA ALL'ATTACCO E LANCIA UN BOLIDE CONTRO POTTER CHE... LO SCHIVA E CONTINUA IL VOLO VERSO GLI ANELLI. PACIOCK NON SI DÀ PER VINTA E LO INSEGUE.'

Tutto lo stadio si alzò trattenendo il fiato.

Albus seguiva Alice che sfrecciava verso James. La figura piatta contro la scopa per darsi più velocità e lo sguardo puntato verso l'obiettivo.

Gli anni erano passati ma Alice aveva sempre lo stesso sguardo, notò Albus mentre seguiva la scena. Con un testa coda, Alice riuscì a mettersi davanti a James e a colpire il Bolide mandandolo contro la sua scopa.

Lo stadio era in delirio. Tutti sapevano che se James fosse stato messo ko, la squadra di Portree avrebbe quasi sicuramente perso.
James riuscì a rimanere sulla scopa ma poi un secondo Bolide comparì dal nulla e lo colpì alla schiena.

I compagni cercarono prenderlo ma James cadde al suolo così velocemente che non fu nemmeno possibile arrestare la caduta.
Albus vide che i soccorsi arrivarono subito e portarono fuori il fratello dal campo.

'POTTER È FUORI USO MA LO SPETTACOLO DEVE CONTINUARE. VE LO AVEVO DETTO CHE OGGI NON SI SCHERZAVA.' Lee Jordan rise e continuò con la cronaca. 'I PORTREE SEMBRANO IMBUFALITI. SEMBRA CHE ORA IL LORO OBIETTIVO NON SIA VINCERE, MA VENDICARE IL LORO CAPITANO.'

Albus notò che ora tutti i Bolidi del Portree erano indirizzati verso Alice.

'SEMBRA CHE ALICE PACIOCK SIA DIVENTATA IL NUOVO BERSAGLIO DELLA SQUADRA AVVERSARIA.'

Alice continuava a volare a zig zag riuscendo a scampare ogni attacco. Intanto la sua squadra ne approfittava per fare altri punti.

'Non credo che Alice resisterà ancora per molto.' Commentò Steffy nell'orecchio di Albus. Steffy non ne sapeva molto di Quidditch ma gli aveva confidato che tifava per la squadra di Portree. Era anche per quel motivo che aveva deciso di andare a vedere la partita quel giorno.

'ATTENZIONE PUBBLICO, PARE CHE LA SPELL ABBIA AVVISTATO IL BOCCINO D'ORO.'

'Oh, ecco, era oro non ottone.' Disse Steffy con una risatina.

Albus finse di non aver sentito e notò la Cercatrice dei Cannoni di Chudley scendere in picchiata verso qualcosa di luminoso. Non aveva nessuno a seguirla, perché Alice, schivando un Bolide, aveva fatto in modo che colpisse il Cercatore avversario.

Purtroppo dopo questa ulteriore perdita di giocatori, la squadra la prese ancora più di mira e così, mentre la Cercatrice afferrava il Boccino d'Oro e faceva vincere l'amichevole ai Cannoni di Chudley, Albus vide Alice cadere in picchiata. Ma la ragazza non toccò mai il suolo perché Sam Wood e i suoi riflessi pronti, riuscirono a fermare la caduta e Alice venne presa al volo proprio dal ragazzo.

Steffy batté le mani entusiasta e si girò verso Albus sperando di trovare la stessa eccitazione. 'Come mai non sei contento? È stato come essere al circo. Credo proprio che d'ora in poi verrò più spesso alle partite.'

Albus la guardò stranito. Circo? Era proprio un bel modo di parlare del Quidditch. Vide Sam Wood che spostava una ciocca di capelli dal viso di Alice e provò un'irritazione alla bocca dello stomaco.

Non ci fece caso. Sicuramente era dovuta al commento di Steffy sul Quidditch.
Non poteva essere altro.
 
***
James stava ancora dormendo. Era stato colpito alla schiena e avrebbe dovuto fare come minimo tre mesi di riabilitazione prima di poter salire di nuovo su una scopa. La sua carriera nel mondo del Quidditch non era stata di certo stroncata, tuttavia aveva subito un bello stop.

Albus si sistemò meglio sulla poltrona ai piedi del letto di James. Guardò il fratello e sorrise. Non c'era una partita di Quidditch che lui non la finiva o su un letto di ospedale o pieno di cerotti e fasciature. A volte pensava che a James piacesse finire in ospedale. Se gli piaceva tanto, voleva proprio vedere la sua faccia quando gli avrebbero detto che avrebbe dovuto andarci ogni giorno per almeno tre mesi.

Il fratello mugolò qualche parola poi girò la testa dall'altra parte.
Dopo che era finita la partita con la vittoria schiacciante dei Cannoni di Chudley, James era stato portato al San Mungo per ulteriori accertamenti.

'Devi sempre metterti nei guai, vero?' Sussurrò piano. Era già sera e lui era rimasto lì tutto il giorno. Stava quasi pensando di rimanere lì a dormire, poi realizzò che il giorno dopo sarebbe stato domenica, quindi fortunatamente non avrebbe lavorato.

Almeno quella volta.

Amava essere un Medimago ma la pressione, i turni stressanti e alcuni colleghi che erano piuttosto incompetenti, rendevano ogni giorno sempre più difficile.
Tutto sommato però sapeva anche che quella era l'unica carriera che voleva perseguire, era stata la scelta giusta, decisamente.

'Si può?'

Albus si girò di scatto e si trovò davanti Alice con un sorriso imbarazzato.

'Certo, entra pure.'

'Scusa, pensavo non ci fosse più nessuno.'

Alice entrò e Albus venne circondato dal suo profumo. Quanto tempo era passato quando ritrovava quel profumo sul suo stesso cuscino e sui suoi stessi vestiti?

'Sono rimasto solo io.'

'Volevo scusarmi. L'obiettivo di oggi era eliminarlo.' Ridacchiò, 'Ma forse la squadra ha preso troppo sul serio le indicazioni dell'allenatore.'

Albus sorrise, 'Direi proprio di sì.'

Rimasero in silenzio. L'ultima volta che si erano visti avevano litigato e ora era difficile far finta di niente.

'Tornerò quando si è svegliato. Ho saputo​ che dovrà stare fermo per tre mesi... mi dispiace davvero tanto.'

'Non è stata colpa tua. Quel Bolide è comparso dal nulla. Comunque magari si calma un po', stava quasi dando la sua vita a questo sport.'

Alice sembrava distratta. ‘Beh…’

'A te invece è andata bene, no? Ti ha salvato il principe azzurro.' 

'Sì, per fortuna c'era Sam a prendermi. È stato molto carino... come anche l'altra sera.' Quello che Alice stava lasciando intendere non piacque per niente ad Albus.

'Non me ne frega nulla della tua vita sessuale, Paciock.' Sbottò irritato.
‘Lo so, infatti non mi stavo riferendo a quello.’

Albus cercò di ricomporsi. Perché doveva fare sempre queste figure? Non stavano più insieme. Ripeterlo come un mantra forse avrebbe aiutato a farlo capire anche al suo cervello.

'E tuo papà come sta?' Si affrettò a cambiare argomento.
'Bene, sta seguendo la cura. Emilia ci è molto d'aiuto. Ha detto che tra una settimana vedremo se sta dando risultati e se li darà, sarà come nuovo.'

Albus era felice per loro. 'Grande! Voi... avete fatto gli esami invece?'

Il volto di Alice si oscurò appena. 'Io li ho fatti e va tutto bene. Anche mio fratello Frank è apposto. Per Maggie dobbiamo aspettare qualche altro giorno.'

Albus si alzò dalla sedia e le si avvicinò. 'Vedrai che andrà tutto bene.'

Alice si passò una mano sul viso. 'Finché non ne sono certa, l'ansia che mi sta mangiando dentro non si placherà.'

Albus le posò una mano sul lato del volto. 'Se hai bisogno io ci sono, capito Paciock?'

Alice appoggiò la guancia sulla sua mano. Quante volte quel gesto precedeva un bacio solo qualche anno prima?

'Capito.'

Rimasero fermi in quella posizione un altro po' poi, come riscossi dalla realtà, si staccarono e veloci tornarono alle loro posizioni.

'Ci vediamo, Potter.'

'Contaci, Paciock.'
 
***

James prese insolitamente bene il fatto che sarebbe stato costretto a passare un bel po' di giorni in ospedale prima di poter iniziare la riabilitazione. La notizia gliela aveva data Emilia, palesemente scocciata di doverselo vedere lì ogni giorno per almeno due settimane intere.

'Non ridere Potter e non provare a rendermi la vita un inferno.'

'Oh, è un invito Wood... mi scusi... Medimaga Wood?'

Emilia non gli aveva risposto ma era uscita sbattendo la porta.

'È davvero pazza di me!' Commentò James ridendo.

Albus aveva cercato di fargli capire che l'unico sentimento che Emilia provava era poca sopportazione ma più volte James aveva rifiutato quell’idea. Era convinto che Emilia fosse innamorata pazzamente di lui.

'Tu non sai cosa c'è stato tra noi a Hogwarts... certe cose non si dimenticano.' Aveva detto con un sorrisetto sornione e facendo l’occhiolino al fratello più  piccolo.

Albus l'aveva guardato in modo scettico. 'Sei ancora sotto
antidolorifici?'

'Ma figurati. Ti sto dicendo che Emilia non può fare a meno di me.'

'Tu ed Emilia non avete avuto nulla durante la scuola. Vi siete sempre odiati.'

'Mio caro fratellino, a volte uno vede solo ciò che vuole vedere.'

Detto ciò chiuse gli occhi e riprese a dormire.

Albus era colpito da quante storie suo fratello fosse in grado di raccontare, ma non stette molto a pensarci, quella giornata sarebbe stata davvero piena di impegni. Il primo era vedersi con Rose e Scorpius per andare a scegliere la torta. Dopo il litigio tra i due per la location, Albus aveva captato che qualcosa era cambiato. Ma non ci aveva dato troppo peso. In fin dei conti non erano problemi suoi.

Quel giorno anche Steffy aveva deciso di andare con loro. Albus le aveva detto che la prenotazione presso la pasticceria era stata fatta solo per quattro persone ma lei aveva così insistito che non era riuscito a dirle di no.

Arrivarono davanti alla pasticceria e davanti vi trovarono già
Scorpius e Rose con Alice e Maggie che stavano parlando. Appena videro che con lui c’era anche Steffy, Albus notò che cercarono di mascherare il disappunto ma non ne furono molto capaci.

‘Ciao ragazzi! Spero mi perdoniate se mi sono aggregata ma io e Albus avevamo già in programma un’uscita questo pomeriggio e sapete con i nostri orari da Medimaghi facciamo veramente fatica a stare insieme.’

Albus la guardò confuso. Quindi era per quel motivo che aveva deciso di aggregarsi? Ma se stavano uscendo quasi tutte le sere quella settimana?

‘Non ti preoccupare, Steffy, chiederemo alla pasticceria di aggiungere una sedia e una porzione anche per te.’ Rose fece una pausa. Non sapeva mai cosa dire di fronte a Steffy. ‘Hai già conosciuto Alice? Lei è la mia damigella d’onore nonché migliore amica.’

Steffy si girò verso Alice con un sorriso piuttosto tirato. ‘Oh, ma certo che la conosco. Abbiamo incontrato lei e la sua bellissima bambina al ristorante qualche settimana fa.’

‘Grazie Steffy!’ le disse Maggie con un sorriso.

‘Figurati? Ti è piaciuta la tenerina l’altra sera?’ Si rivolse gentile alla bambina.

A Maggie le si illuminarono subito gli occhi. ‘Buonissima. Ho fatto anche un disegno ad Albus perché hai detto che gli era piaciuta anche a lui.’

‘Oh sì, il disegno lo porto sempre con me nel mio portafoglio. E’ una cosa preziosa.’ Lanciò un’occhiata veloce ad Alice che però stava guardando sua figlia.

‘Entriamo?’ Propose Scorpius prendendo per mano Rose.

Entrarono dentro la pasticceria. Albus aveva saputo da Scorpius che era una delle più pregiate pasticcerie magiche in circolazione. La sua famiglia comprava da anni lì i dolci per ogni grande evento e quale migliore occasione se non quella del matrimonio dell’ultimo erede della famiglia Malfoy?

‘Oh, Scorpius! Da quanto tempo!’

Una ragazza bionda intorno ai trent’anni uscì da dietro il bancone e andò ad abbracciare Scorpius. Era alta, bionda e dal fisico che aveva forse avrebbe potuto anche fare la modella.

‘Mi pare che l’ultima volta fosse stato per il compleanno di mia nonna, giusto?’

‘Esatto! Una millefoglie con gocce di cioccolato. La sua preferita. Ma veniamo a te! Ti sposi quindi! Chi l’avrebbe mai detto!’ Gli accarezzò il braccio lentamente.

Rose tossì due volte e finalmente Scorpius si rese conto che c’erano anche altre persone.

‘Questa è la… la mia fidanzata Rose Weasley. Ha dei gusti particolari per quanto riguarda i dolci quindi sarà molto difficile convincerla. Poi c’è il mio testimone, Albus Potter, la sua ragazza Steffy, la damigella d’onore di Rose, Alice e sua figlia Maggie.’
La ragazza sorrise a tutti, ‘Piacere, io sono Jane, una vecchia amica di Scorpius. Se volete seguirmi vi porto nella saletta sul retro per farvi provare alcune torte.’

La seguirono e dopo aver varcato la soglia della stanza, si trovarono di fronte sette torte dei colori più disparati. Jane li fece accomodare intorno a un tavolo e iniziò ad elencare le caratteristiche delle sette torte. Tutte avevano elementi magici ed elementi Babbani mischiati insieme e il risultato era fenomenale. Albus decise che sarebbe andato proprio in quella pasticceria se mai si fosse sposato. La torta ai cioccolato con scaglie di Arcobaleno inglese e piccoli tulipani rossi all’amaretto era ciò che lui considerava perfetta.

‘La prossima è una torta con base al pistacchio, la farcia è alla crema di mascarpone e estratto di Arancia Ridente della Valle dell’Ios. Questa è la scelta della maggior parte delle coppie.’ Tagliò una piccola fetta ciascuno e iniziò a passarla ai cinque.

‘Oh no per Maggie no, è allergica ai pistacchi.’

Steffy guardò Maggie e Alice in modo curioso. ‘Anche Albus e’ allergico ai pistacchi.’

Alice sorrise ma non disse nulla. La torta al pistacchio trovò il consenso di Scorpius ma non quello di Rose e Alice che la bocciarono subito.

‘Perché non ti va mai bene nulla per questo matrimonio?’ sbottò all’improvviso Scorpius rivolto alla fidanzata.

Rose si alzò di scatto. ‘Non mi va mai bene nulla? Ma se stai proponendo solo cose che vanno bene a te o alla tua famiglia? Non mi hai mai e dico mai chiesto un’opinione, hai solo prenotato a destra e a manca nei posti la tua famiglia approverebbe.’

‘Non è v- ‘

‘Scorpius… Quando ti ho detto che mi andava bene tutto, avevo anche dei limiti e uno di questi è non fare tutto quello che vuole la tua famiglia.’

Albus lanciò un’occhiata svelta ad Alice e capì che lei stava pensando esattamente la stessa cosa. Entrambi non volevano essere lì.

‘Io non faccio tutto quello che vuole la mia famiglia. E in ogni caso, se ancora non hai capito che la mia famiglia non ha niente che non vada, allora forse non dovremmo sposarci.’

Le parole di Scorpius uscirono di getto e colpirono Rose in pieno petto. Albus riuscì quasi a sentire il cuore della cugina spezzarsi.

‘Perfetto allora. Il matrimonio è annullato. Addio Scorpius.’

Detto ciò si Smaterializzò. Scorpius si girò verso gli altri e si passò nervoso una mano sul volto. ‘Io non so più che fare. È da giorni che va avanti questa storia. Non posso accettare altri attacchi verso la mia famiglia.’

Alice gli si avvicinò. ‘Io penso che dobbiate solo chiarirvi e tu Scorp devi capire che è anche il suo matrimonio, le vostre famiglie dovrebbero avere un ruolo secondario.’

Scorpius ci pensò su. ‘Grazie del consiglio Alice ma non credo di essere della stessa opinione. Ci vediamo ragazzi.’ Li salutò con la mano poi anche lui si Smaterializzò. Albus, Alice, Maggie e Steffy rimasero un attimo poi la bambina ruppe il silenzio. ‘Quindi è per questo che non ho un papà… finireste per litigare come Rosie e Scorpius, giusto?’

Alice rise imbarazzata e prese in braccio Maggie. ‘Un giorno ti spiegherò perché non hai un papà, tesoro. Adesso saluta Albus e Steffy che andiamo a casa anche noi. Poi dovremo andare a trovare Rose, ti va? Ha bisogno di noi!’

Si girò verso di loro e Albus non poté fare a meno di notare la strabiliante somiglianza che c’era tra le due. ‘Ciao a tutti. E’ stato bello mangiare dolci con voi.’

‘Ciao tesoro.’ Le disse Steffy lanciandole un bacio con la mano.
Albus la salutò con la mano.

Erano rimasti solo lui e Steffy e uno strano silenzio cadde tra di loro per qualche lungo secondo. Poi Steffy si volto’ verso di lui.

‘Ma tu cosa sai del padre di Maggie? Alice ha mai detto nulla a nessuno?’ chiese curiosa.

‘Io non so proprio nulla. Non sapevo nemmeno fosse incinta in realtà. Non si è fatta vedere per qualche anno e quando si presentava era sola quindi nessuno ha mai sospettato nulla. Poi al matrimonio di Lily è venuta con Maggie ed è lì che tutti l’abbiamo scoperto.’

‘Ma tu chi pensi sia il padre? Dev’essere qualcuno che conosci anche tu, no?’

Albus ci pensò un attimo su. ‘E perché, scusa?’

‘Beh…’ Steffy esitò un attimo, ‘frequentate gli stessi ambienti.’

‘Non credo sia qualcuno che conosco, l’avrei saputo se no.’

Steffy stette in silenzio per un attimo, ‘Non so, è come se avesse qualcosa di familiare…’

‘In che senso?’ Incalzò Albus. Non riusciva a capire dove Steffy volesse andare a parare.

‘Dico solo che quella bambina oltre a somigliare ad Alice ha un qualcosa che mi ricorda qualcuno che conosco. Tutto qua.’

‘E chi ti ricorda?’

‘Mi ricorda James, Al.’

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Capitolo 7
*** Seraphine ***


Capitolo 7 - SERAPHINE
 Il San Mungo era stato ristrutturato l'anno prima che Albus iniziasse a lavorarci.
L'entrata aveva otto colonne doriche di marmo bianco e sopra ognuna l'animale che rappresentava i vari reparti dell'ospedale.
Alice l'aveva sempre trovato un po' troppo imponente e non rassicurante come invece avrebbe dovuto essere un ospedale. Non sapeva se era perché durante gli anni di Hogwarts, soprattutto l'ultimo, ci aveva passato un bel po' di tempo, o era perché raramente ci andava per ricevere buone notizie.
Quel giorno sperava che per una volta le cose fossero dalla sua parte.
Quel mattino avrebbe ricevuto il responso delle analisi fatte da Maggie. Sperava con tutto il cuore che la malattia di suo padre non avesse toccato anche sua figlia. Maggie era ancora così piccola. Non riusciva proprio a immaginarsela sul letto di un ospedale a fare terapie su terapie.
Se non altro, suo padre stava piano piano rispondendo alle cure quindi i medici avevano detto che in non molto sarebbe guarito.
Entrò dentro il grosso portone e si diresse verso la reception. Una donna dai capelli rossi tinti e il rossetto fucsia l'accolse con un sorriso cordiale.
'Buongiorno, sono venuta a ritirare le analisi di mia figlia, Margaret Paciock.'

'Certo un attimo. Intanto posso vedere un documento?' Alice tirò fuori il documento dalla borsa e aspettò che la donna tornasse con gli esiti.

'Ecco qua.'

Alice prese la busta bianca e ringraziò l’infermiera.

Voleva aspettare e leggere l’esito a casa, ma era impossibile. Era come se la busta nella borsa si fosse surriscaldata, come se urlasse di essere letta.
La aprì velocemente, le mani le tremavano e riuscì anche a tagliarsi con la carta della busta prima di tirare fuori il foglio con l’esito.

POSITIVA – LA PAZIENTE NECESSITA DI TRASFUSIONE IMMEDIATA

Alice si passò una mano sul volto. Ora tutto sarebbe cambiato. La sua bambina aveva bisogno di cure e lei non poteva dargliele. Non perché non voleva, ma non era la persona adatta.

Improvvisamente il caldo di quella giornata d’estate la assalì. Sentì una stretta al collo e dovette andare a sedersi sulla panchina più vicina.

Si prese la testa tra le mani e fece qualche respiro profondo.

Pensava di avere ancora del tempo ma avrebbe dovuto dire ad Albus che era il padre di Maggie. Cosa avrebbe detto? Come avrebbe reagito?
No, non era ancora pronta, non dopo quello che era successo tra loro.
Ma ora c’erano cose più importanti, doveva mettere da parte il suo orgoglio e fare la persona adulta. Si alzò dalla panchina. Era risoluta e sapeva, era certa che ciò che stava per fare era indispensabile per la salute di sua figlia ed era lei e solo lei che doveva venire prima di tutto.
Si Smaterializzò e andò dall’unica persona che sapeva l’avrebbe aiutata a calmarsi.
***

‘Oh, Ali. Mi dispiace davvero tanto per Maggie.’

‘Grazie Rose.’

‘Quindi ora cosa hai intenzione di fare? Hai un piano in mente?’

Alice guardò Rose per un attimo. Sembrava improvvisamente stanca, aveva delle pesanti occhiaie e il volto, in genere luminoso, sembrava ingrigito.

‘Per prima cosa devo dire a Maggie della sua infezione. Poi devo parlare con Albus. Pensavo di avere ancora del tempo ma a quanto pare il momento della verità
arriverà prima di quanto avessi in mente.’

Rose la guardò scettica. ‘Sì, beh se era per te Albus poteva anche non venire mai a saperlo.’

Alice la guardò male. ‘Ehi, questo non è assolutamente vero! Stavo solo aspettando il momento più opportuno. E poi… non sai quello che quell’idiota di tuo cugino mi ha fatto passare.’

Rose bevve un sorso dalla sua tazza a forma di unicorno e la appoggiò sul tavolino da tè davanti a lei. Erano sul divano dell’appartamento che Rose e Scorpius avevano
comprato qualche anno prima. Era nel centro di Londra non lontano da quello di Albus, il quale, a detta di Rose, non faceva altro che palesarsi in casa loro.

‘Certo che non lo so. Non me lo hai mai detto! E sinceramente non capisco nemmeno perché continui a tenermelo segreto!’

‘Non lo tengo segreto! Se proprio vuoi saperlo tuo cugino mi ha tradita e me lo ha confessato mentre era ubriaco!’

Rose rimase a bocca aperta. ‘No, non è possibile.’

‘In che senso non è possibile? Lo so bene che è possibile! Non solo me lo ha detto lui mentre era ubriaco fradicio ma non contenta, sono anche riuscita a vederla con i miei occhi! Proprio quando volevo dirgli che ero incinta!’
‘No, fammi capire bene. Prima te lo ha detto e poi lo hai visto?’

Alice fece un respiro profondo. Era andata lì da Rose per parlare di sua figlia non per disseppellire ricordi che era meglio lasciare lì dove si trovavano.

‘Allora. Ora ti spiego per bene, ok? Poi non ne paliamo più, ok?’

Rose annuì e si mise comoda sul divano.

‘Mi pare fossimo insieme da almeno due annetti e un po’. Entrambi eravamo molto impegnati, lui studiava sempre come un matto e io avevo sempre allenamenti e
partite. Quel che conta è che quel weekend finalmente ero riuscita ad andare in America. Erano tre mesi che non ci vedevamo quindi speravo facessimo qualcosa solo noi due, no? E invece Albus voleva assolutamente andare alla festa che c’era quel fine settimana. Io gli avevo detto che non avevo molta voglia perché preferivo stare sola con lui ma lui non faceva altro che insistere che voleva andare così ho accettato e siamo andati.’

‘Tipico di Al.’ Sbuffò Rose muovendo il ricciolo rosso che ricadeva scomposto sul suo volto.

‘Mi stavo annoiando a morte a lui sembrava divertirsi un mondo. Sai come è fatto, no? Era subito diventato il re di quel posto, tutti volevano stare con lui, tutti lo
reclamavano, nessuno lo lasciava in pace. E a lui la cosa piaceva. Non immagini quante ragazze gli girassero intorno, mi guardavano male e quando capivano che io era la sua ragazza, mi guardavano ancora peggio.’

‘E Albus non faceva nulla?’

‘No, figurati. Ha iniziato a bere e ha iniziato a parlare a ruota libera. Poi sai cosa gli è scappato? Mi ha detto che aveva baciato Seraphine la sera prima.’

‘No! Seraphine la sua compagna di studi?’

‘Esattamente!’

‘Appena me lo ha detto me ne sono andata e ho preso la prima Passaporta per tornare in Inghilterra. Dopo qualche giorno è venuto a chiedermi scusa sul campo da Quidditch ma io non ne volevo sapere. Poi sono andata di nuovo in America perché volevo cercare di sistemare le cose tra noi e indovina chi c’era in camera sua in accappatoio mentre lui era sotto la doccia? Seraphine! Lei mi ha fatto intendere che c’era stato qualcosa tra di loro e… niente, il mese dopo ho avuto un ritardo e dopo otto mesi ero mamma. Fine!’

Rose rimase a guardarla senza parole. Alice vedeva che l’amica voleva dire qualcosa che le facesse vedere il lato positivo di tutta la faccenda ma entrambe sapevano che Albus aveva davvero rovinato tutto.

‘Mi dispiace Alice. Ma penso davvero che dovresti parlare con Al magari non sai esattamente ciò che hai visto, no? E poi scusa lui non si è più fatto sentire?’

‘No mai più. E poi ricordati che anche lui me lo ha confessato di Seraphine…’

‘Sì ma quando è venuto sul campo di Quidditch cosa ti ha detto?’

‘Che non capiva perché ero scappata e che dovevo perdonarlo.’

‘Per me c’è stata una grossa incomprensione e per la vostra testardaggine Maggie sta crescendo senza un padre. Ti rendi conto della gravità della cosa?’

‘Quando l’ho scoperto gli ho mandato un Gufo chiedendoci di incontrarci ma lui non si è presentato all’appuntamento.’

‘Mi sembra un motivo validissimo, Ali.’

Alice ebbe all’improvviso uno di quei momenti in cui realizzi che quello che stai facendo sta avendo delle conseguenze non solo su te stesso ma anche sugli altri e che tu e solo tu sei il fautore del tuo destino. La realizzazione di ciò che aveva fatto a sua figlia piombò improvvisamente su di lei. Iniziò a sudare freddo. ‘Oddio Rose!!! Devo dirglielo subito. E ora Maggie sta anche male.’

Rose le prese il viso tra le mani. ‘Stai calma. Respira. Albus è fuori con Scorpius. Tra poco torneranno e quasi sicuramente verranno qui. Scorpius deve prendere le sue
cose prima di andarsene. Appena arrivano glielo dici, ok?’

Alice non si sentiva così agitata da quando i dottori le avevano detto che per l’epidurale era troppo tardi e avrebbe dovuto affrontare un parto naturale.

‘Ok.’

Rimasero per un attimo in silenzio poi Alice si girò di nuovo verso Rose. Non potevano sempre parlare di lei, sapeva benissimo che anche la sua amica non stava
attraversando un bel periodo con il suo futuro sposo.

‘Ma dimmi… come va con Scorpius? È proprio finita?’

Rose scoppiò a ridere in maniera quasi maniacale, ‘Sì, Alice. È proprio finita. Non posso continuare a essere messa al secondo posto, soprattutto durante il mio
matrimonio. Scorpius ha deciso di andarsene via di casa. Secondo lui giudico troppo la sua famiglia, quando l’unica cosa che voglio è che lui non sia costretto da loro per
ogni decisione che prende nella sua vita.’

Alice rimase un attimo in silenzio. Non si aspettava tutto questo risentimento da parte di Rose e non si aspettava nemmeno che le cose con Scorpius fossero messe
davvero così male.

‘Rose, ma alla fine lui non è la sua famiglia, non è quello che hai sempre detto anche tu? E’ solo che si sente un po’ costretto a seguire le loro tradizioni. Sai come
possono essere pressanti i Malfoy.’

‘Non capisci, Ali. Per lui la sua famiglia è tutto! Io a confronto non sono nulla!’

‘Non è vero, dai…‘ Effettivamente Scorpius era un po’ cambiato recentemente ma Alice non sapeva davvero fino a che punto.

‘Ma cosa? Questo è il mio matrimonio,’ urlò isterica, i capelli ricci che uscivano dal concio che si era fatta poco prima la facevano sembrare quasi una pazza, ‘non posso
mettermi ad ascoltare quello che vogliono tutti perché la loro tradizione deve essere nel matrimonio e non la tradizione c-‘

La porta dell’appartamento si aprì all’improvviso e Scorpius e Albus vi entrarono. Scorpius salutò con un cenno del capo senza però fermarsi per troppi convenevoli e senza nemmeno notare la faccia scarmigliata della sua ormai ex fidanzata.

Alice e Rose si scambiarono un’occhiata. Scorpius entrò nella camera da letto che condivideva con Rose. Albus, nel frattempo, era rimasto sull’uscio che si molleggiava
su una gamba e sull’altra, emanando tutta la sua voglia di voler essere da un’altra parte in quel momento.

‘Vado anche io in camera. Ci vediamo, ok?’ Rose si alzò in fretta e lasciò la stanza andando a rifugiarsi nella stanza degli ospiti.
Alice e Albus rimasero soli e l’imbarazzo scese pesante tra loro.

‘Albus… vorrei parlarti.’
Albus si girò lentamente verso di lei e la guardò piuttosto annoiato. ‘Di cosa?’

‘Ecco…’ Alice si sentiva la bocca impastata e le mani stavano sudando copiosamente. ‘Sai della malattia di mio padre, no?’

Lui annuì e ora da annoiato era passato a serio. ‘Sì…’

‘Abbiamo tutti quanti fatto delle analisi ed è saltato fuori che…’ Alice esitò un attimo. Gli stava per lanciare la bomba del secolo. Gli stava davvero per dire che era padre.
Quando immaginava al momento in cui sarebbe finalmente successo, si immaginava in un’altra situazione, magari lei era meno ansiosa, aveva provato lo script un po’ di
volte, e invece no. Era come stata buttata nella tana dei leoni, senza armi e senza piani.

‘Che?’ incitò Albus con un gesto della mano. Si era fatto più vicino e ora la sovrastava con tutta la sua altezza da uomo adulto.

‘Che Maggie ha la stessa malattia e ora ha bisogno di una trasfusione immediata. Hanno detto che potrebbe bastare solo quella per guarirla. Le serve del sangue buono per eliminare il veleno che ha in corpo.’
‘Oh, mi dispiace davvero. Hai già trovato qualcuno? Tu non andresti bene?’ Chiese curioso Albus.

‘Ehm… è qui in realtà il problema…’ Problema? Ma cosa stava dicendo?

‘Il problema?’ chiese anche Albus.

‘Sì. Mi stavo chiedendo se tu puoi – ‘

Ma Alice non riuscì a finire la frase perché Scorpius rientrò in tutta fretta nel salotto.

‘Sei pronto, Al? Voglio andare a casa tua, non riesco più a stare qui.’

Albus lanciò un’occhiata scocciata verso Scorpius e poi fece un sorrisino di scusa ad Alice.

‘Devo andare. Ne parliamo un’altra volta, ok?’

‘No, non possiamo parl-‘ sfortunatamente Alice non poté finire la frase perché Scorpius aveva afferrato la mano del moro e aveva fatto Smaterializzare entrambi. Alice
rimase un attimo interdetta poi una morsa di ansia le attaccò violenta lo stomaco. ‘E ora che faccio?’ mormorò tra sé fissando senza vederlo il divano al centro della
stanza.

Ma la sensazione durò poco perché Alice era un asso nei Piani B così senza nemmeno salutare Rose che era ancora rinchiusa nella sua camera, si Smaterializzò.

‘Potrei parlare con la Medimaga Wood?’ Emilia era la Medimaga che seguiva suo padre quindi sicuramente avrebbe potuto aiutarla. Magari c’era un altro modo per
aiutare Maggie… magari c’era un modo che non involvesse dire ad Albus che lui era il padre.  Erto, prima o poi glielo avrebbe rivelato, ma perché dirlo ora in tutta fretta
senza nemmeno prepararsi un discorso?

‘No, mi dispiace. La dottoressa Wood ha appena finito il suo turno. Forse la trova fuori nel Punto di Smaterializzazione.’

Ringraziò e corse dove le era stato indicato e infatti lì, con il suo cappotto rosso e i suoi grandi occhiali c’era Emilia.

Stava appunto per attirare la sua attenzione quando vide che non era sola. Con lei c’era un ragazzo dall’aria familiare ma che Alice non riusciva bene a collegare con un
nome. Vide Emilia buttargli le braccia al collo e baciarlo con trasporto. Alice notò che lui la stringeva con possesso, quasi come la ritenesse di sua proprietà. Non c’era
nulla di romantico in quel gesto.

Si voltò e si diresse svelta verso la Reception sperando di trovare un altro dottore disponibile.

Vi ci trovò invece un ragazzo alto che aveva due stampelle grigio scure che lo supportavano.

‘James?’

Il ragazzo si girò e dopo essersi sistemato gli occhiali la salutò con un sorriso.

‘Alice Paciock! Come ti va?’

‘James! Che bello vederti! Mi dispiace per l’infortunio. Spero che la fisioterapia stia andando bene.’

Lui fece un ghigno. ‘Ma certo! Tempo una settimana e torno come nuovo.’ Si picchiettò la gamba sinistra e commentò ‘Ho le ossa forti io, sai!’


Risero insieme. ‘Stavo cercando la Wood, l’hai mica vista?’ Chiese lui guardandosi attorno cercando forse di trovarla in mezzo alla piccola folla che occupava l’atrio.

‘In realtà, sì. L’ho appena vista che si baciava con un ragazzo nel Punto di Smaterializzazione.’

James alzò un sopracciglio scettico. ‘E sei sicura che fosse lei.’ Commentò calmo.

‘Certo, l’ho vista anche in faccia.’

Alice notò che James si era un poco irrigidito ma mantenne il suo sorriso gioviale.

‘Ma tu cosa ci fai qua invece?’ Sviò il discorso lui.

‘Cercavo Emilia perché sta seguendo mio padre per l’infezione che si è preso da Nagini durante la Battaglia di Hogwarts.

‘Mi dispiace tanto Alice. I miei me ne hanno parlato. Qualcuno nella tua famiglia l’ha presa?’

‘Solo Maggie. Ha bisogno una trasfusione immediata e poi dovrebbe andare via solo che il mio sangue non va bene.’

‘E quello di suo padre?’

Alice esitò. Non voleva rivelare troppo.

‘Quello di suo padre potrebbe andare bene ma… il padre non sa di essere suo padre.’

‘Lui chi se posso chiedere?’

Alice sorrise. ‘Non puoi chiedere James. Ma prima o poi te lo dirò.’
Parlarono un altro po’ del più e del meno poi quando si salutarono e Alice si stava incamminando verso il Punto di Smaterializzazione ancora girata verso James, venne colpita alla spalla da un’altra persona che le fece cadere per terra la sua borsa e tutto il suo contenuto.

James arrivò in tutta fretta – o almeno per quanto gli fosse possibile con le stampelle – e la aiutò a raccogliere tutte le cose che erano ora sparse sul pavimento.

Alice stava controllando se aveva preso tutto quando notò che James stava leggendo la cartella clinica di Maggie.

‘James? Puoi passarmi anche la cartella di Maggie?’

Lui alzò lento gli occhi, e Alice capì che quelli erano occhi consapevoli di un segreto nascosto da anni.

‘Alice…’

Una doccia fredda la colpì. James aveva capito tutto.

‘Maggie è figlia di Albus, vero?’ Le chiese serio mentre le restituiva la cartella clinica.

Alice esitò anche se si rese conto che non aveva senso mentire.

‘Sì.’ Rispose soltanto.

James rimase in silenzio. ‘E quando pensi di dirlo ad Al?’


‘Volevo dirglielo prima ma Scorpius lo ha trascinato via e non ci sono riuscita.’

‘Non è una scusa valida, Alice. Sei praticamente scomparsa per cinque anni e non credo che oggi fosse l’unica occasione per dirglielo.’

‘No, ma-‘

‘Alice. Devi dirglielo il prima possibile.’

‘Lo so. Ma ho bisogno di tempo.’

James si avvicinò a lei e l’abbracciò. Rimasero così per un po’ poi James si staccò. ‘La aiuterò io Maggie. Io e Albus abbiamo praticamente tutto uguale, sono sicuro che
non sarà un problema.’

Alice lo riabbracciò di nuovo. ‘Sei sicuro?’

‘Certo, sei praticamente mia cognata ora. Però devi promettermi una cosa.’

‘Promettimi che lo racconterai ad Al al più presto. Non puoi tenerlo all’oscuro di tutto ancora per molto.’

‘Te lo giuro.’

Si strinsero la mano per suggellare il patto e si salutarono. Il giorno dopo avrebbero chiesto a Emilia di fare delle analisi e se tutto fosse andato per il verso giusto, allora
avrebbero potuto fare la trasfusione a Maggie.

Alice sorrise tra sé mentre si Smaterializzava a casa sua. Tutto sarebbe andato per il meglio.

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Capitolo 8
*** Reunion? ***


CAP.8 - 
Alice era uscita quella mattina con un bel sorriso sul volto. Era proprio contenta. Aveva scoperto che James era completamente compatibile con Maggie quindi il giorno prima avevano fatto la trasfusione e nel giro di qualche giorno Maggie sarebbe tornata come nuova. Suo padre Neville poi, stava seguendo la cura e questa stava dando ottimi risultati e i medici erano sicuri che anche lui sarebbe guarito del tutto.
Canticchiò sottovoce mentre camminava spensierata per Diagon Alley. Aveva il suo appuntamento con Sam Wood, il secondo per essere precisi. Lo aveva visto la prima volta solo per un caffè. Era stato bello parlare dei vecchi tempi, delle partite di Quidditch della loro squadra e di tutte le loro avventure che avevano avuto insieme. Non avevano parlato di come lui le morisse dietro dal primo anno e di come lei lo avesse sempre e soltanto trattato come un amico. Però dopo quella prima uscita, lui le aveva scritto ancora e così lei aveva pensato… perché no?
Lo vide seduto al tavolino della Gelateria Fortebraccio, i capelli ancora più spettinati che ai tempi di Hogwarts e davanti agli occhi un paio di occhiali a specchio neri.

Appena la vide si alzò, le prese la mano destra e la baciò su entrambe le guance soffermandosi sull’ultima guancia qualche secondo di troppo.

‘Alice! Come stai? È sempre un piacere vederti.’

Alice rise, ‘Io sto benissimo. Tu?’ Lui le spostò la sedia e lei si sedette ringraziandolo con un sorriso.

‘Ora che sei arrivata sto molto meglio.’

‘Amo le tue frasi fatte, Sam.’

Lui rise. ‘Hai ragione, scusa. È che quando sono con te non so dire cose intelligenti.’

Lei gli mise una mano su una delle sue. ‘Non ti preoccupare, è che non ci vediamo da un po’ di tempo.’

‘Ma sì, sarà per quello.’

Tolse poi la mano e notò che lui lasciò finalmente andare un po’ di respiro che stava trattenendo. Sam Wood era ancora più bello che ai tempi di Hogwarts. Aveva una nuova espressione, più seria, più da uomo e Alice si rese conto che questo nuovo Sam gli interessava. Parlava di ciò che gli piaceva con una spinta e con una luce negli occhi che le faceva venire voglia di appassionarsi allo stesso argomento.

Parlando del più e del meno, Alice si rese conto che sebbene fossero stati amici a Hogwarts e compagni di squadra, non avevano mai avuto una vera e propria conversazione. Aveva solo un ragazzo in testa durante quegli anni e non si sforzava nemmeno di conoscerne veramente altri. E in quel preciso momento realizzò che aveva sempre sbagliato.

‘Quindi che tipo di libro sarebbe?’ Alice si ricordava che le avevano detto che era un thriller però non aveva saputo altro dai suoi amici.

Lui la guardò con fare misterioso. ‘In realtà sarebbe un segreto ma posso dirti che è un giallo ambientato a Hogwarts. Da quando ho iniziato a fare giornalismo investigativo, mi sono veramente appassionato a questo argomento. L’altro giorno ho scritto un articolo su un nuovo gruppo di Mangiamorte che si è formato da poco. Non sembrano essere troppo pericolosi per ora ma sono certo che se riescono a trovare nuovi adepti rischiamo di avere un’altra Guerra Magica.’

Alice sbarrò gli occhi. ‘Ma se sanno già della loro esistenza perché’ non li fermano subito? Non ha senso tenerli lì e aspettare che facciano qualcosa di male, no? Comunque non pensavo ci fossero dei nuovi gruppi. Mio padre mi aveva detto che se ne erano formati appena dopo la morte di Voldemort ma non pensavo ce ne fossero ancora.’

Sam abbassò la voce, ‘Si’, ce ne sono parecchi ma per fortuna sono tutti monitorati.’

Alice pensò all’eventualità del ritorno di un Signore Oscuro. Le possibilità erano molto basse, ma poteva sempre accadere. Poteva sempre esserci un pazzo che voleva diventare immortale o conquistare il mondo magico. Alice non voleva pensarci troppo, così decise di cambiare argomento.

‘Ma per il libro invece? Non puoi dirmi altro? Ha mica a che fare con i fatti successi l’ultimo anno?’

Lui la guardò sbalordito. ‘Alice Paciock, secondo te sono capace di sfruttare quello che è successo a Rose e…’ fece una pausa guardandola negli occhi, ‘a te, solo per un libro.’

Lei rimase in silenzio non riuscendo a trovare le parole giuste da dire.

Sam le prese la mano destra con entrambi le mani. ‘Non farei mai nulla che possa ferirti, ricordartelo.’

Lei gli sorrise e appoggiò la sua mano libera sulle sue. Al tocco, Sam si irrigidì e spostò lo sguardo sulle loro mani sistemate in quella strana pila di affetto.

‘Lo so, Sam.’

‘Il libro parla in realtà di un omicidio e di come le quattro Case sono costrette a legare ed eliminare le differenze per riuscire a trovare il colpevole.’ Tolse piano le mani facendo passare il pollice sul polso di Alice. Lei alzò veloce gli occhi, un brivido le erano passato lungo la schiena e si rese conto di non aver provato quelle sensazioni ormai da tempo.

‘Così mi fai arrossire, Sam.’

Lui fece un ghigno malandrino. ‘E’ proprio questo il punto.’

Lei gli diede una leggera spinta sulla spalla e lui scoppiò a ridere.

‘Sognavo di uscire con te dal primo anno, sai?’ disse lui appena gli spasmi della risata si placarono.

‘Io…’

‘Lo so che tu non puoi dire lo stesso e che hai sempre e solo avuto un ragazzo in testa. Ma ora le cose sono cambiate, no?’

Alice esitò. Erano davvero cambiate? Vedere Albus non le provocava più nulla? Rispondere affermativamente sarebbe stata una grossa bugia ma non poteva negare che stava davvero cercando di dimenticarlo una volta per tutte. Inoltre lui era fidanzato. Felicemente fidanzato, aggiunse una vocina nella sua testa.

Ma ha baciato te in bagno.

Ma perché pensava fosse la sua fidanzata.

Sicura?

‘Sì, le cose sono cambiate ora.’

Sam fece un sorriso così bello e spontaneo che due ragazze che
passavano di lì si fermarono a guardarlo.

‘Sei sempre il solito rubacuori.’ Scherzò Alice.

‘E’ colpa mia se sono bello?’ Commentò lui disinteressato.

Alice scoppiò a ridere e lui la seguì. ‘Mia sorella dice sempre che
me ne approfitto ma non è assolutamente vero.’

‘L’ho vista proprio ieri Emilia. Era con un ragazzo.’ Alice pensò
che forse aveva parlato troppo. Magari Emilia non voleva far sapere che stava uscendo con un ragazzo ma l’espressione di

Sam le fece capire che lui ne era già al corrente.

‘Sì, lo sappiamo. Sta uscendo con questo… damerino. A me non piace per niente.’

‘Perché?’ Chiese curiosa lei avvicinandosi un po’ a lui.

‘Ha qualcosa…’ Sam fece una pausa cercando di scegliere le parole più giuste, ‘Le vibrazioni che emana non sono positive. È come se nascondesse un segreto.’

‘Quale segreto?’

Lui scosse la testa. ‘Non lo so davvero ma sono certo che lo scoprirò. Il problema è che con Emilia devo far finta mi piaccia. E in ogni occasione in cui usciamo lui è sempre perennemente lì con lei. Ma per fortuna per la Reunion degli Ex Alunni di Hogwarts lui non ci sarà.

Alice lo guardò stranita. ‘Reunion degli Ex Alunni?’

Un incubo praticamente.

‘Esattamente.’ fece lui sornione. ‘Non lo sapevi? E’ arrivato un
gufo il mese scorso.’

‘Non ne avevo idea. Io…’

‘Devi esserci per forza. Ci saranno tutti quanti.’

‘Non lo so. Dovrei chiedere ai miei se mi tengono Maggie.’

‘Sono sicuro che te la terranno.’

Alice tentennò. Era davvero una buona idea andare a quella Reunion? Era come se avesse la sensazione che sarebbe successo qualcosa.

‘Va bene. Quando sarebbe?’

‘Questo weekend. Non hai ricevuto l’invito?’

 ‘Q-questo weekend? No, non mi sembra.’ balbettò lei. Non era pronta ad affrontare tutta quella gente, tutte quelle domande da lì a pochi giorni. Sembrò che Sam capì i suoi pensieri perché le appoggiò dolcemente una mano sul braccio.

‘Non ti preoccupare, andrà tutto bene. E poi ci sarò io con te, no?’

Lei gli sorrise poi in uno slancio di riconoscenza lo abbraccio’.
Voleva abbracciarlo, ringraziarlo per il suo supporto. Ma Sam contraddisse la mossa perché mentre Alice si avvicinava lui le prese il volto tra le mani e le diede un leggero bacio sulle labbra.

Alice si ritrovò immobilizzata. Era una statua di ghiaccio, lì con gli occhi aperti, sembrava che il tempo si fosse fermato. Poi Sam si staccò.

‘Era da tanto che volevo farlo.’

‘Io…’

‘Alice, va tutto bene.’

‘Lei si alzò di fretta dalla sedia e afferrò la sua borsa in modo poco aggraziato. Rischiò di cadere un paio di volte mentre cercava di rimettersi in piedi.

‘Devo andare. Ci… ci vediamo allora.’

Lui sembrava divertito dalla sua goffaggine. ‘Certo. Ti aspetto alla Reunion allora.’

‘Ok.’

E senza nemmeno aggiungere altro, Alice si Smaterializzò.
 
***

‘Potter ti ho detto che devi stare seduto. Hai capito o no?’

‘Certo che ho capito ma mi stai facendo male!’
Alice stava osservando la scena dallo stipite della porta di accesso alla stanza di James. Era ancora ricoverato al San Mungo per l’incidente avuto durante la partita di Quidditch ma la guarigione era vicina, a detta del malcapitato.

‘Se ti faccio male è solo per il tuo bene.’

‘Lo so che in realtà ti stai divertendo, Emilia.’

Emilia gli stava tastando in modo poco garbato la gamba incidentata. Alice poteva vedere un certo ghigno di soddisfazione sul volto della ragazza ogni volta che James si lamentava per il dolore.

‘Assolutamente no, Potter. Questa è solo terapia. Vuoi tornare sulla scopa o no?’

‘Ovvio ma non voglio sofferenza gratuita nel frattempo.’
Emilia alzò lo sguardo su di lui, si posizionò gli occhiali meglio sul naso e gli fece un falso sorrisino di circostanza. ‘E’ solo per il tuo bene, James.’

James sorrise. ‘Guarda che se mi chiami James mi fai arrossire.’
Emilia lo guardò si sbieco. ‘Smettila Potter!’ Esclamò dandogli una pacca violenta sulla spalla.

‘Ehi, mi hai fatto male.’

‘Vorrei chiederti scusa ma in realtà non mi dispiace.’

James la guardò male mentre continuava a massaggiarsi la spalla.

‘Disturbo?’ Disse Alice mentre entrava in stanza. I due si girarono di scatto come due gatti sorpresi a fare qualche misfatto.

‘N-no, nient’affatto. Stavo facendo un po’ di terapia a Potter.’

Alice rise. ‘Sì, sì. Ho visto.’ Si rivolse verso il più grande dei Potter. ‘Come stai James?’

‘Alla grande. Ora un po’ di male alla spalla, ma chiederò a qualche altra infermiera di massaggiarmela. Sai… sono tutte mie fan.’

Emilia sbuffò e le frangia le si scompigliò facendola sembrare più piccola della sua età.

‘Ci credo, James. Ne ho viste alcune con la tua foto dietro le cartellette che si portano dietro.’ Commentò Alice. James si gonfiò il petto e batté le mani con fare vittorioso.

‘Appena esco di qui, me le…’

‘Me le cosa, James?’ Lo fermò Emilia.

‘Nulla. Mele cotogne sarebbero buone da mangiare.’
Alice e Emilia si guardarono e scoppiarono a ridere. ‘Vuoi delle mele cotogne quindi?’ Commentò sarcastica Emilia.

‘Esatto.’ Disse lui alzando il mento.

Emilia non gli rispose e si girò invece verso Alice. ‘Sei qui per la trasfusione, vero?’

‘Esatto.’

‘Allora. Visto che James era al 100% compatibile con Maggie, la trasfusione è andata a buon fine. Stamattina sono arrivati i risultati delle analisi e l’infezione è scomparsa.’

‘Quindi Maggie sta bene ora? Non avrà più nulla?’
‘Esattamente.’ Le sorrise Emilia.

‘Oh grazie grazie mille.’ Alice abbracciò con slancio Emilia poi si
sporse verso James e abbracciò forte anche lui. ‘Se non era per te, James.’

‘Promettimi solo una cosa, Ali…’ le disse lui mentre erano ancora abbracciati.

‘Cosa?’ Chiese lei staccandosi un attimo e avendolo ora esattamente di fronte a lei. Solo una spanna li divideva.

‘Devi dirlo ad Al.’

‘Cer-‘

‘Cosa dovrebbe dirmi, Alice?’

Alice si girò di scatto e lì fermo sull’entrata con un’espressione che avrebbe fatto paura anche a Lord Voldemort, c’era Albus.

‘Oh, niente che mi sento davvero in colpa per essere stata praticamente la causa della sua caduta.’
Albus alzò un sopracciglio scettico. ‘Quindi ti stavi abbracciando mio fratello per questo?’

‘Certo.’ Alice si rialzò dal letto e alzò il mento con fare superiore.

‘Certo.’ Ripeté Albus senza intonazione nella voce.

‘Allora Alice!’ Esclamò Emilia all’improvviso. ‘Mio fratello mi ha
detto che vi siete visti l’altro giorno.’

Alice percepì Albus irrigidirsi ancora di più. Se prima era una statua ora era proprio un blocco di cemento.

‘Sì, ci siamo visti per un caffè. Mi ha parlato un po’ del suo libro, di come vanno le cose.’

‘Oh, sì è molto eccitato per il suo libro. Ti ha detto della Reunion?
Ci andrai?’

‘L’ho scoperto da lui in realtà, ma penso proprio di andarci. Vedo se Rose vuole venire con me. E tu?’

Emilia esitò. James la guardò di sottecchi. ‘Sì, e tu Emilia? Non ci
vai alla Reunion?’

‘Sì… volevo andarci con il mio ragazzo ma purtroppo deve
lavorare.’

‘Oh… beh dai sarà per un’altra volta. Ci saremo comunque noi!’ Cercò di tirarla su di morale Alice.

‘Sì, beh…’ Emilia esitò un attimo, forse un po’ troppo perché James prese la parola.

‘Cos’è il tuo ragazzo non ti lascia uscire da sola?’
Emilia si girò furiosa verso di lui. ‘Non è assolutamente quello. E’ che…’ esitò ed Alice capì che la ragazza voleva dire qualcosa ma non era sicura se poteva fidarsi di loro ‘non sono affari tuoi, Potter. Ci vediamo alla Reunion, Alice.’ Concluse sbottando. Girò sui tacchi ed uscì.

‘Com’è che la fai sempre arrabbiare?’ Commentò Alice con James. Sentì dietro di lei Albus che si stava avvicinando. Il suo profumo era sempre quello e appena lo percepiva si sentiva di nuovo la diciassettenne di Hogwarts che soffriva per amore.

‘Mi diverto.’ Fece spallucce James che si girò poi verso il suo fratello minore. ‘Ma guarda chi è venuto a trovarmi!’

‘Ehi James.’ Fece Albus sedendosi sulla sedia vicino al letto del fratello. ‘Come stai?’

‘Tutto bene! Sarò come nuovo per il weekend quindi ci sarò per la Reunion a Hogwarts!’ Lanciò un pugno in aria in segno di vittoria.
Albus rise e Alice seguì a ruota.

‘Vuoi quindi verrete, ragazzi?’ Gli chiese lui mentre si tastava la gamba.

‘Io e Scorpius sì. Non credo venga Steffy però.’

‘Come mai?’

‘E’ di turno in ospedale quindi preferisce lavorare e non chiedere cambi.’

‘Capisco. E tu Alice hai detto che ci sei, giusto?’ Le chiese James curioso e con la coda dell’occhio notò che Albus la stava guardando.

‘Certo. Spero solo che Rose venga con me.’

‘Se Rose non viene sono sicuro che puoi chiedere a Sam, giusto?’ Commentò disinteressato Albus.

James si sistemò meglio sul letto e un piccolo ghigno iniziò a formarsi sul suo volto. ‘Certe cose non cambiano proprio mai, vero?’

I due che si stavano guardando in cagnesco si girarono verso di lui. ‘Cosa intendi dire?’ Chiese Al un po’ alterato.

‘Oh, niente.’ Poi James prese una mano di Alice. ‘Non ti preoccupare, Ali. Se non c’è nessuno, ci sto io con te.’ Le fece poi un occhiolino e le lasciò la mano.

Albus si alzò di scatto dalla sedia. ‘Beh, vedo che volete restare soli. Io allora vado.’

‘Oh, no no. Me ne sto andando io. Ci vediamo sabato allora, ok?’

Si rimise il cappottino che si era portata dietro e dopo aver salutato James con un bacio sulla guancia si girò verso Albus.

‘Allora… a sabato.’ Disse lui guardando un punto indefinito dietro di lei.

‘Sì, a sabato.’ Gli diede un’imbarazzante pacca sulla spalla e si diresse fuori dalla porta, poi fuori dal reparto e poi fuori dall’ospedale. Solo allora, quando sapeva che c’erano abbastanza metri di distanza tra lei e Albus riprese a respirare in modo normale.

Aveva detto bene James. Certe cose non cambiano mai.

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Capitolo 9
*** Dubbi ***


Cap 9
Albus si sistemò meglio sulla poltrona mentre l’orologio scandiva la mezz’ora di monologo di Scorpius Malfoy. Era entrato quel pomeriggio come una furia, come se stesse scappando da un nemico invisibile. Si era gettato con fare teatrale sul divano e aveva iniziato a sproloquiare frasi sconnesse. Il tema principale era – ovviamente – Rose ma oltre quello Albus era riuscito a capirci ben poco.

‘E quindi questo è quello che è successo. Capisci perché non posso assolutamente andare alla Reunion ad Hogwarts?’
Albus esitò. Non si aspettava una domanda così precisa.

‘Non mi ha ascoltato?’
Albus si fece avanti e congiunse le mani. ‘Non è che non ti ho ascoltato. È che non sei stato molto chiaro, amico mio.’
Ottima strategia, si disse tra sé camuffando un sorrisino vittorioso.
Scorpius roteò gli occhi spazientito, ‘Il riassunto è che dei giornalisti di Strega Oggi mi hanno fotografato mentre mi baciavo con una ragazza e tra poco Rose verrà a scoprirlo e i tuoi zii verranno a scoprirlo e tutto il mondo magico verrà a scoprirlo e verrò conseguentemente linciato dall’opinione pubblica per aver tradito la ragazza d’oro degli Weasley.’

‘Hai baciato un’altra ragazza? Ma cosa ti salta in mente?’

‘Non stiamo più insieme ed è capitato.’
Albus scoppiò a ridere, ‘Mia cugina ti ucciderà. Ti cancellerà dalla faccia della terra e userà Oblivion su tutti in modo che non sappiano nemmeno che tu sia mai esistito.’

Scorpius si sdraiò sul divano con le mani giunte e lo sguardo vitreo che guardava il soffitto.

‘Sono fottuto.’ Constatò senza speranza.

‘Puoi dirlo forte.’

‘Cosa devo fare?’

‘Non lo so proprio.’ Albus prese in mano il telefono e iniziò a messaggiare con Steffy. Quella sera si sarebbero visti per cena.

‘Come non lo sai? Io sono venuto qui proprio per chiederti aiuto.’
Albus alzò gli occhi dallo schermo del cellulare e scoppiò a ridere.

‘Non ridere! È una cosa seria.’

‘Scorp, mi dispiace ma non credo siano affari miei, mi trovo un po’ nel mezzo, sai com’è.’

Scorpius sbuffò e si mise seduto sul divano con le braccia incrociate. ‘Non posso andare alla Reunion.’

‘Non andarci allora.’

‘Ma non posso non andarci.’

‘Allora vieni.’

‘Per Merlino, Al! Ma mi vuoi aiutare o no?’

Albus bloccò il telefono e lo appoggiò sul basso tavolino in mezzo al salotto. ‘Senti Scorp. Ma cosa pensi che non la vedrai più da nessuna parte? Prima o poi la vedrai di nuovo e ovviamente dovrai parlarle. Quindi sii uomo e affronta la situazione subito.’

Scorpius annuì ripetutamente fino a quando non si alzò di scatto, indicò Albus con l’indice e si Smaterializzò. Albus non riusciva quasi mai a capire cosa passasse nella testa del suo amico. Gli dispiaceva che lui e Rose si erano lasciati, pensava davvero che sarebbe durata, ma era anche vero che tra i due c’erano delle differenze che forse non erano ancora pronti ad affrontare. Non si sentiva di dover prendere una posizione, alla fine era legato ad entrambi, sperava solo che le cose andassero bene per tutti.

Con questo pensiero – che forse era un po’ troppo ottimista – si alzò anche lui e iniziò a prepararsi per andare a lavorare.
***

‘Medimago Potter, lei è davvero molto bravo. Non so davvero cosa farei senza di lei.’

La signorina Wilkie aveva intorno agli 80 anni e ogni settimana, allo stesso orario, si presentava nell’ambulatorio di Albus per farsi visitare, perché aveva   - a detta sua – un male inspiegabile. Come ogni volta, dopo un attento esame di Albus, la signorina confermava che stava bene.

‘Le ho già detto che non mi deve dare del lei. Mi dia del tu!’

‘Se insisti, Albus.’ Cinguettò lei mentre sbatteva ripetutamente le ciglia. Un brivido percorse la sua schiena mentre con i piedi arretrava e si rifugiava dietro la sua scrivania.

‘Signora Wilkie, le consigliò di andare a fare lunghe camminate al parco vicino casa e non si dimentichi di bere tanta acqua. Le do questa nuova medicina che mi hanno portato l’altro giorno.’ Gliela allungò, evitando di menzionare che non si trattava altro che di un placebo.

‘Oh grazie mille. Non so cosa farei senza di le-te.’
Albus le sorrise poi la commiatò fuori. Era l’ultima paziente della giornata e ora finalmente poteva andarsene a casa.
Si ricordò poi che suo fratello era ancora ricoverato al San Mungo così decise di andare a fargli una visitina. Da quando lo aveva sentito parlare con Alice, e dopo le parole di Steffy, non riusciva proprio a togliersi dalla testa il dubbio che fosse lui il padre di Maggie.
Ma se davvero fosse stato così, allora voleva dire che James e Alice erano andati a letto insieme poco dopo che loro due si erano lasciati. Era plausibile. D’altronde entrambi frequentavano l’ambiente del Quidditch e si ricordava di quando Alice faceva battute sul fatto che James fosse più bello e affascinante di lui. Certo, all’epoca non stava tanto a rimuginarci, sapeva che erano solo scherzi, ma ora a pensarci bene… se si fosse sbagliato? Se Alice e James avessero davvero fatto un figlio insieme? Lui cosa sarebbe diventato in tutto quello? Lo zio?

Zio.

Non gli piaceva proprio come possibile scenario.

E quindi cosa spereresti di essere? Stai con Steffy, ricordatelo.

Si scrollò di dosso quella strana sensazione e raggiunse il piano dove stava suo fratello. Anche da fuori sentiva delle voci familiari. Aprì la porta senza bussare. Lì, vicino a James c’era Steffy che gli stava tastando la gamba.

‘Quindi è qui che ti fa male, gusto?’

‘Sì, ma non c’è bisogno che controlli, ha già fatto Emilia.’
James era rosso e sembrava seriamente imbarazzato, come Albus non lo vedeva da anni.

‘Non ti preoccupare James, posso controllare di nuovo anche io.’

Albus si schiarì la gola visto che nessuno dei due lo stava degnando di uno sguardo.

‘Oh Albus! Finalmente!’

Albus notò che Steffy gli lanciò un sorriso tirato, ‘Oh Al! Che bello vederti.’

Ma lo era davvero? Sembrava quasi più felice mentre stava palpando con tanto interesse la gamba di James.

Albus si avvicinò a loro e diede un bacio a Steffy. Lei si sistemò il camice e si allontanò dal letto di James.

‘Io vado. Ho altri pazienti da controllare e mi sembra che James si stia rimettendo alla grande. Qualche altro giorno e potrà essere dimesso.’
James esultò con una mano, come quando riusciva a lanciare la Pluffa dentro gli anelli durante una partita.

‘Grande! Grazie Steffy. A domani allora.’ Lei li salutò poi uscì.

‘A domani?’

‘Sì, sta passando praticamente tutti i giorni. Mi visita e facciamo due chiacchiere. E’ più simpatica di quel che credevo ma non sa praticamente nulla di Quidditch.’

‘Sì, lo so. Pensa che ha chiamato il Boccino d’Oro, il Boccino d’Ottone.’

Scossero la testa insieme pieni di amarezza.

‘Comunque ogni volta che viene qui parla sempre di Alice. Secondo me pensa che io non me ne accorga ma sto facendo finta di nulla. Voglio vedere dove vuole arrivare.
Ogni volta mi fa sempre delle nuove domande. Dove è stata Alice quando non si faceva vedere? Ci sono altre persone nella sua famiglia con gli occhi verdi? Quanti anni aveva quando ha avuto Maggie?’

Albus non sapeva cosa dire. Sapeva che Steffy non aveva proprio preso in simpatia Alice, e lui pensava fosse per il passato che avevano condiviso insieme, ma non si
aspettava che andasse a fare in giro domande sulla sua vita personale.

‘Sembra quasi che stia raccogliendo informazioni su Alice.’ Continuò James vedendo che Albus non stava rispondendo.

‘Ma va, non dire cavolate.’

‘Te lo giuro.’

Il tarlo che aveva nella testa da quando Steffy gli aveva fatto intendere che per lei James era il padre tornò prepotente a squilibrare i suoi pensieri. E se fosse per quello che faceva tutte quelle domande? Forse voleva avere basi solide per la sua teoria.

Si lanciò solo perché voleva vedere a reazione di su fratello. Se fosse stato vero, non avrebbe davvero saputo come reagire.
‘L’altro giorno Steffy mi ha detto che Maggie assomiglia a te.’

James sbarrò gli occhi e Albus vi vide un guizzo di paura Non gli piacque per niente.

‘E perché avrebbe dovuto dire una cosa simile?’

‘Non ne ho idea. Ma tu cosa ne pensi?’

‘Penso che Steffy abbia bisogno di un paio di occhiali. Ora se non ti dispiace fratellino, vorrei farmi una dormita.’

‘Vuoi che ti rimbocco le coperte, fratellone?’

James sorrise, ‘No, però puoi passarmi la mia Puffola Pigmea.’
Albus si mise a ridere e iniziò ad allontanarsi.

‘No, Al, seriamente. La mia Puffola Pigmea è sul mio comodino e ormai non dormo più senza.’

‘Ma dici sul serio?’

James annuì mentre si sistemava meglio sotto le coperte.
Albus tornò indietro e trovò un piccolo batuffolo blu sul comodino di James che lo guardava quasi spaventato. Lo posò sulla sua mano poi lo appoggiò sul cuscino di James. La piccola pallina blu si accoccolò vicino al più grande dei fratelli Potter e insieme iniziarono a ronfare.
Mentre usciva dalla stanza si maledì per non aver portato dietro una macchina fotografica.

Se avesse venduto quella foto alla Gazzetta del Profeta, ci avrebbe fatto un bel po’ di Galeoni.
 
***
‘Lo stavo solo visitando, Al.’

Steffy stava ripetendo la stessa frase da quando avevano iniziato quella discussione.

‘Non sei il suo Medimago.’

‘Lo so, ma stavo facendo il mio solito giro e sono andata a trovarlo. Poi già che c’ero ho voluto visitarlo. Perché ti dà tanto fastidio?’
Già, perché gli dava così tanto fastidio. Lei lo stava solo visitando, non l’aveva mica messa incinta, giusto?

‘Non mi dà fastidio. E’ solo che mi sembra strano che tu abbia deciso di visitarlo.’

‘Forse perché è tuo fratello?’

Aveva senso come risposta ma Albus sentiva che c’era dell’altro sotto. Era come se Steffy gli stesse nascondendo qualcosa e lui voleva assolutamente scoprirlo.
‘Al, ti posso assicurare che non mi interessa tuo fratello, ok? A me interessi solo tu?’ continuò lei mentre gli passò un braccio intorno alla vita.

Erano vicini al divano. Poco prima era seduti ma poi come ogni discussione che si rispetti, non ci si può urlare contro in piedi, così si erano alzati. Prima lui poi lei. E ora si stavano abbracciando. O perlomeno lei stava cercando di calmarlo con un abbraccio. Ma Albus non si sentiva calmo. Era quasi sicuro che James fosse il padre di Maggie e non contento ci stava provando pure con la sua ragazza?

‘Va bene Steffy. E’ solo che sono molto stressato ora.’

Per fortuna che poteva dare la colpa allo stress invece che al vero motivo per cui si sentiva così poco sicuro da quella discussione. Non era solo gelosia questa volta. Lo sapeva di essere sempre un po’ troppo geloso, ma essendo cresciuto in una grande famiglia con altri due fratelli ed essendo perlopiù quello di mezzo, riuscire che qualcosa fosse suo al cento per cento era sempre un’impresa, quindi ogni volta che ci riusciva voleva che rimanesse sua per sempre. Nessun altro poteva toccarla. Era un piccolo difetto nella sua grandiosa perfezione, è questo quello che si ripeteva ogni volta
nche se ultimamente ci credeva sempre meno.

Il fatto che suo fratello, più bello di lui, super premiato giocatore di Quidditch e sembra ombra di dubbio, il più divertente tra i tre fratelli, avesse molto probabilmente fatto sesso con Alice lo mandava su tutte le furie. Se poi ora ci stava anche provando con Steffy, la cosa lo mandava letteralmente in bestia.

Decise che calmarsi, d’altronde Steffy stava facendo solo il suo lavoro, non poteva prendersela con lei.

‘Vuoi andare fuori a mangiare o vuoi stare in casa?’

‘Stiamo in casa per stasera, ok?’ gli rispose lei.

‘Perfetto, allora metto su la pasta.’

Iniziò a preparare da mangiare, tirò fuori del sugo, dell’olio e poi della pasta da far bollire.

‘Pensi di venire alla Reunion quindi? Non vuoi davvero chiedere il cambio?’

‘No, ho provato a chiedere ma nessuno era disponibile.’ Sembrava dispiaciuta, notò Albus mentre lei stava iniziando ad apparecchiare.

‘Quindi mi lasci da solo?’

‘Purtroppo sì. Spero che tu faccia il bravo visto che rivedrai tante persone.’

‘Ma certo. Come sempre.’

Tranne quella volta in bagno con Alice, giusto?

Forzò un sorriso mentre buttava giù le penne dentro l’acqua.

Un picchiettare al vetro della finestra del soggiorno li fece girare entrambi.

‘Sembra il gufo di Scorpius,’ disse Steffy mentre prendeva il bigliettino dalla zampa e dava un biscotto al grande uccello marrone che li guardava scettico.

‘Sì, è Umberto. Cosa dice il biglietto?’

Steffy lo lesse velocemente, ‘Dice che domani verrà alla Reunion e che spera di sopravvivere a tutti i tuoi cugini.’
Albus scoppiò a ridere. Che ingenuo Scorpius. Pensava davvero che la vera minaccia fossero i suoi cugini? No la vera persona a cui avrebbe dovuto stare attento era Rose.
Sua cugina lo avrebbe linciato appena avesse messo piede dentro la loro vecchia scuola.
Gli dispiaceva per il suo migliore amico, ma non vedeva davvero l'ora di assistere a quella scena.

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Capitolo 10
*** La Reunion di Hogwarts ***


CAP.10 – LA REUNION DI HOGWARTS
La Sala Grande era addobbata a dovere quella sera. I quattro stendardi delle case si replicavano scomposti e di varie dimensioni per tutto il perimetro e un grosso striscione che riportava la scritta ‘Hogwarts’ Alumni’ troneggiava al centro della sala.
Il tavolo del buffet già brulicava di gente e Albus notò ridendo sotto i baffi che Scorpius era posizionato in prima fila con il suo piattino di plastica in attesa di essere servito dagli Elfi Domestici.
Albus si avvicinò di soppiatto e giunto proprio dietro all’amico biondo, gli picchiettò la spalla facendolo prima sussultare e poi girare.

‘Al! Finalmente! Pensavo non venissi più.’

‘Scusami Scorp. Mi hanno trattenuto in ospedale. Però ora sono qua. Hai già incontrato qualcuno?’
Scorpius scrollò le spalle girandosi di nuovo verso il buffet e indicano gli Zuccotti di Zucca e due Triangoli delle Bermuda alla Pizza. ‘Così buoni che ti perdi, diceva la dicitura sul vassoio.’

‘Quindi?’ Insistette Albus mentre si serviva anche lui di un piatto.

‘Quindi ho solo visto Alice, tua sorella e qualche vecchio compagno di Casa.’

‘Ma davvero?’

Non hai notato come si guardano lei e James? Per me c’è qualcosa sotto.

‘Sì, Alice è insieme a Sam e tua sorella con Charlie.’

‘Ok.’

Rimasero in silenzio mentre la band scandiva le note di una nuova canzone. Non voleva comportarsi come un ragazzino, d’altronde chi era Alice per lui? Ormai più nessuno.

Si diressero insieme verso Lily che era seduta a un tavolo e stringeva dolcemente le mani di suo marito Charlie. Albus sorrise ai due e sua sorella lo invitò a unirsi a loro.

Parlarono del più e del meno, ma i temi principali furono la caduta di James e il viaggio di nozze dei due neo sposini che sarebbe avvenuto il mese successivo. Albus non prestava però molta attenzione, con la coda dell’occhio si guardava sempre in giro. Voleva vedere chi ci fosse alla festa e voleva capire se sua cugina si sarebbe presentata o meno. Avrebbe potuto chiederlo ad Alice, d’altronde era convinto che lei lo sapesse con certezza, ma come poteva avvicinarsi a lei senza iniziare un inevitabile litigio. Sapeva che sarebbe andata a finire così. Così cercò di indagare con sua sorella. Rose e Lily era legate, magari non come Alice e Rose, ma avrebbe potuto scoprire qualcosa in ogni caso. Si ricordò poi che forse il discorso Rose non sarebbe stato apprezzato da Scorpius ma in quel momento poco gli importava.

‘Lily, pensi che Rose venga stasera? E’ da un po’ che non la sento.’

Lily si sistemò meglio sulla sedia e liberò la mano che teneva stretta a Charlie. Indossava un abito rosa quella sera che stranamente si sposava benissimo con il colore dei suoi capelli.

‘Non ti so dire. L’ultima volta che le ho parlato non ne era molto convinta, soprattutto dopo che-‘ si interruppe lanciando un’occhiata di soppiatto a Scorpius.

‘Procedi, procedi lo so che sono l’origine di tutti i suoi problemi’

Lily sorrise timidamente. ‘Dopo quello che ha letto sul giornale non voleva essere al centro dell’attenzione.’

Albus annuì comprensivo poi però tutto quello che Lily aveva appena detto perse di credibilità perché vide Rose entrare in Sala Grande con un vestito lungo di chiffon
verde i lunghi capelli rossi lasciati sciolti sulle spalle e un esemplare di maschio al suo braccio destro.
Scorpius si strozzò con lo champagne che stava bevendo e si girò di scatto verso Albus che fece spallucce.

Il ragazzo accanto a Rose aveva un che di familiare e fu proprio Lily che diede risposta ai suoi interrogativi.

‘Quello è John! Ve lo ricordate? Quello con cui Rose usciva l’estate dell’ultimo anno?’

‘Ho sentito che ora si occupa della Politica Estera Australiana.’ Commentò Charlie mentre rideva sotto i baffi guardando Scorpius.

Il ragazzo, alto con occhiali dalla montatura spessa e nera, teneva un braccio intorno alla vita di Rose e con l’altro salutava gli invitati alla Reunion. Albus notò che quel
John ci sapeva fare, sapeva come muoversi, come far sentire tutti considerati. Era chiaro che non fosse la prima volta che aveva a che fare con la scena pubblica. Rose gli sorrideva luminosa mentre un po’ imbarazzata salutava le persone che riconosceva. Incrociò per un attimo lo sguardo lontano di Albus e gli sorrise radiosa.

Si girò verso Scorpius per vedere se l’immagine della sua ex ragazza con un altro ragazzo l’avesse infastidito ma pareva che a lui quella situazione non l’avesse minimamente toccato. Era lì, tranquillo che parlava con Lily dell’imminente luna di miele.

‘Ehi Scorp! Vado a prendere qualcosa da bere, vieni con me?’

Scorpius scrollò la testa. ‘No, grazie. Vado dopo.’ E riprese a parlare con Lily.
Albus si allontanò e si diresse verso il tavolo dei drink dove ordinò uno Whiskey Incendiario. ‘Le sembra conveniente bere, Medimago Potter?’ Si girò di scatto e si trovò il volto sorridente di Emilia. Aveva un vestitino rosso e per l’occasione aveva tolto gli occhiali che indossava sempre. I capelli cadevano mossi sulle spalle e Albus aveva la netta sensazione che Emilia li avesse allungati proprio per l’occasione.

‘Emilia, avevi detto che non saresti venuta!’

La abbracciò e venne avvolto dal suo profumo familiare. ‘Qualcuno mi ha convinto.’ Rispose sibillina.

‘Vorrei proprio conoscere questo qualcuno che ha più potere di me.’

Emilia portò un dito sulle labbra in tinta con il vestito. ‘E’ un segreto.’

Parlarono del più e del meno e commentarono gli invitati e chi cercavano di evitare.

‘Hai visto mio fratello per caso?’ Albus pensò che Sam Wood faceva proprio parte dell’ultima categoria.

‘Sì, credo di averlo visto con Alice poco fa.’

‘Oh.’ Fece Emilia. ‘Quindi sai che si stanno frequentando?’

Albus l’aveva immaginato, ma non pensava che fosse così… ufficiale.

‘Sì, beh l’avevo sentito dire in giro.’

‘Spero non ti dia fastidio. A mio fratello piace Alice da anni ormai.’

‘Sì, lo so.’ Non voleva parlarne. D’altronde non era fatti suoi. Alice era solo una ragazza che era stata la sua fidanzata. Certo, avevano condiviso momenti bellissimi ma
ora la vita era andata avanti e lei non faceva più parte della sua.

‘Hai visto il tuo di fratello invece?’ Si mise sulle punte guardandosi intorno.

‘Ancora no in realtà, ma mi aveva detto che sarebbe venuto un po’ più tardi. Sono riusciti a dimetterlo prima del previsto.’

A James piace Alice, non te n’eri accorto?

‘Ok. Allora vado a salutare Stacey, non la vedo da anni!’ Detto questo si allontanò e andò ad abbracciare una ragazza alta in fondo alla sala.

Albus rimase solo e in quel momento venne avvolto dalla sensazione di nostalgia che aveva stando in quella Sala. Ricordi di Scorpius che cantava con una parrucca, Alice che gli stringeva la mano mentre facevano colazione insieme, lui con la divisa pronto per giocare a Quidditch, lui sempre in ritardo per le lezioni…
Gli girò un attimo la testa, non sapeva se fosse stato per l’alcol o per tutti quei sentimenti improvvisi, forse un mix.

Decise di uscire per prendere un po’ di aria, per un attimo pensò di avvertire Scorpius, ma non lo fece, il biondo era troppo preso a parlare con una vecchia Serpeverde dell’anno prima del loro.

Aprì il grosso portone di legno e si ritrovò sugli scalini della sua vecchia scuola. La brezza estiva gli accarezzo il volto ma non sentì freddo, solo il profumo di vecchi giorni di inizio estate passati nello stesso parco con gli amici di sempre. Mise le mani in tasca e alzò o sguardo in alto. Non era ancora buio e sapeva che non lo sarebbe stato per un bel po’, erano in Scozia d’altronde e lì la notte fonda sarebbe scesa molto più tardi e solo per qualche ora.

‘Aspetti le stelle, Al?’

Si girò di scatto e vide che non era solo. Seduta sull’erba con le gambe strette al petto, c’era Alice. Sotto il tessuto trasparente si intravedevano le gambe affusolate e sulla coscia sinistra un livido, sicuramente procurato durante un allenamento di Quidditch.

‘Che ci fai qui fuori?’ Chiese curioso Albus. L’aveva vista solo poco prima divertirsi insieme a Sam. Era strano che l’avesse già lasciato solo.

Lei scrollò le spalle. ‘Sai, succede a volte che ti stai divertendo e che non pensi veramente a nulla poi ti accorgi di un piccolo dettaglio, uno di quelli insignificanti e all’improvviso sei consapevole del posto in cui sei, di quello che è stato e di quello che ha significato per te.’

‘Che cos’era?’

‘Cosa?’ Alice alzò gli occhi e lui incontrò i suoi nocciola.

‘Cos’hai visto dentro la Sala Grande?’

Alice ridacchiò, stese le gambe e si lisciò il vestito. ‘C’è una particolare mattonella proprio sul fondo della Sala. È un po’ scheggiata e mi ricordo che durante il Ballo della Vittoria del sesto anno ci avevo infilato il tacco e non riuscivo più a togliermi. Allora… tu eri arrivato e anche se era il periodo che non ci parlavamo, mi aiutasti a liberarmi.
E lì capii che forse non eri poi così stronzo come dimostravi sempre.’

‘Non ero stronzo dai.’

Alice alzò le sopracciglia.

‘Sì, un po’ lo ero però era solo perché ero un ragazzino.’

Alice sorrise. ‘Forse lo sei ancora un po’… ragazzino intendo.’

Albus si sedette vicino a lei. ‘Come sta Maggie? E Neville?’

‘Stanno bene, il peggio è passato. Papà si sta riprendendo e Maggie, beh Maggie non si è accorta di nulla praticamente.’

‘Sono contento. Maggie è una bambina davvero adorabile.’

Rimasero in silenzio per qualche secondo poi Alice si alzò e Albus sentì subito una ventata di freddo nel lato lasciato scoperto.

‘Devo rientrare. James mi ha detto che voleva fare il primo ballo con me.’

Albus si alzò a sua volta mentre una fitta di fastidio gli attraversava lo stomaco. ‘Sei andata a trovarlo molte volte in questo periodo.’ Buttò lì come se quella nozione in realtà non gli desse fastidio.

‘Sì, mi sentivo in colpa per quello che è successo durante la partita.’

‘Ah sì?’

Alice si girò finalmente verso di lui e lo guardò dritto negli occhi. Fece un passo avanti e Albus si rese conto che era dal bacio in bagno che non si trovavano così vicini.

‘Sì. Ma c’è qualche problema?’ Chiese lei.

‘No, perché dovrebbe?’

‘Non lo so. Dimmelo tu.’

Alice si allontanò e per la seconda volta quella sera, Albus sentì il freddo avvolgerlo dopo quella mancanza.

‘Forse è meglio rientrare.’ Albus fece due passi verso la scalinata ma si accorse che Alice era rimasta indietro.

‘Io rimango qui un altro po’.’ Disse lei.

‘Aspetti le stelle?’ Domandò lui.

Lei si girò a guardarlo. Sembrava volesse parlargli ma qualcosa la stava fermando.

‘No, aspetto una persona.’

Albus voleva fare altre domande, voleva chiedere chi fosse, perché non stava aspettando questa persona dentro la Scuola ma decise di rientrare senza aggiungere altro.

Attraversò il portone e si sistemò vicino a una colonna. Perché Alice gli faceva sempre questo effetto? Perché si sentiva sempre un diciassettenne ogni volta che la vedeva?

Sentì dei passi avvicinarsi e si voltò.

James avanzava con una stampella che supportava la gamba destra. Indossava un completo blu scuro e la giacca era aperta. Non aveva la cravatta e i primi bottoni della camicia erano slacciati.

Albus vide che stava cercando di aprire il portone d’ingresso e facendo leva sulla gamba buona, riuscì ad uscire. Quindi era James che Alice stava aspettando. Steffy aveva ragione. C’era qualcosa tra quei due.

La rabbia gli fece girare la testa. Si sentiva preso in giro anche se una piccola parte di lui che cercava di essere razionale gli faceva capire che non erano affari suoi.

Quella era una parte della sua vita che era chiusa e sigillata.

Ma lui ovviamente non la ascoltò. Uscì da dietro la colonna e si diresse verso la grossa porta di quercia. Sbirciò fuori e li vide. Alice e James abbracciati. La testa di lei sul petto di lui e lui che le accarezzava i capelli. Un gesto così intimo che gli diede il voltastomaco e confermò tutto ciò che sospettava in quegli ultimi giorni.

Si ritirò. Aveva visto anche troppo. Rientrò in Sala Grande e cercò di ritrovare Scorpius. Lo vide seduto a un tavolo, ora solo, con lo guardo perso verso un punto della
Sala Grande. Si avvicinò piano e lo sorprese da dietro. Notò che il punto che stava osservando con tanto interesse era – ovviamente – sua cugina Rose.
Albus sogghignò. Almeno non era l’unico in quella situazione.

‘Che guardi?’ Lui si voltò in fretta.

‘Nulla perché?’ il biondo si girò di scatto.

‘Proprio carino quel John. Lui e Rose fanno proprio una bella coppia non credi?’

Scorpius lo fulminò con lo sguardo. ‘Già, sono proprio perfetti insieme.’

‘Sono contento che siamo d’accordo. D’altronde anche tu hai altri interessi in testa, no?’

‘Sì, infatti.’ Rispose stizzito il biondo.

Con la coda dell’occhio vide Alice e James rientrare in Sala Grande. Si sorrisero e ognuno andò in due direzioni diverse. Alice si avvicinò poi a Sam che in quel momento stava parlando con vecchi compagni di squadra. Lui le toccò la schiena e lei appoggiò la testa sulla sua spalla.

‘Non capisco perché sia venuta con lui.’ Borbottò Scorpius.

‘Vedrai che sono solo amici.’
Scorpius scrollò le spalle. ‘Ci siamo mollati da nemmeno due settimane e subito ha trovato un rimpiazzo.’

‘Quindi ti dà fastidio?’

‘Mi dà fastidio solo perché mi ha dimenticato in fretta quando io invece-‘

Si bloccò e si guardò intorno. ‘Quando tu?’ gli fece cenno di continuare Albus.

‘Quando io’, continuò a bassa voce Scorpius, ‘niente. Io niente. Smettila di farmi dire cose che non penso.’

‘Guarda che stai facendo tutto da solo.’ Lo stuzzicò Albus.

‘Vado a prendere da bere.’

Scorpius si allontanò senza aggiungere altro e Albus si ritrovò ancora una volta solo. Vedeva volti conosciuti ma non aveva davvero voglia di far finta di interessarsi alle
loro vite, fare domande la cui risposta gli sarebbe interessata meno di zero. Così si mise di nuovo in un angolo a osservare, come piaceva fare a lui. Osservare e capire se c’era qualcosa di veramente rilevante a cui valeva la pena dare importanza. Ma come a Hogwarts, qualunque cosa stesse succedendo, il suo sguardo si posava sempre sulla stessa persona che cercava con tutta la forza che aveva in corpo di non guardare.

Alice era lì ignara di tutto che sorseggiava in suo drink blu mentre conversava animatamente con Rose e John. Sam la stava guardando ammirato, come se fosse il ragazzo più fortunato sulla faccia della terra a essere lì con lei. Un eletto. Ricordava la stessa sensazione quando era lui, lì al suo posto.

Vide sua cugina allontanarsi e andare al tavolo dei drink, lo stesso dove si trovava in fila Scorpius. Lei non si era accorta di nulla. Aveva ancora il sorriso stampato sul volto quando si accorse che si era messa proprio dietro al suo ex ragazzo. Albus voleva andare a calmare le acque, sapeva che qualcosa sarebbe successo tra i due, tuttavia in quel momento realizzò che erano due adulti, non avevano più diciassette anni e in ogni caso era una situazione che non gli competeva.

Rose rivolse a Scorpius un sorriso di circostanza poi continuò a guardare dritto davanti a lei. Scorpius per il primo momento fece lo stesso, e Albus applaudì mentalmente l’amico ma poi il biondo si girò di nuovo, con il ghigno che indossava sempre quando era ragazzino e disse qualcosa a Rose.
Rose diventò rossa come un peperone e gli diede uno schiaffo in pieno volto. Tutta la Sala Grande si girò verso di loro Come al solito insieme davano un gran spettacolo.

Albus capì che era il momento di intervenire, Scorpius infatti non si era ancora lavato via dal volto il sorrisetto di scherno che Rose tanto odiava.

‘Quindi non rispondi? Le chiese Scorpius con la guancia che pian piano si colorava di rosso.

‘Pensavo che la cinquina che ti ho appena tirato valesse come risposta.’

‘Sai che non amo la violenza come la ami tu.’

‘Non fai altro che confermare il fatto che non sai nulla di me.’

Scorpius perse il ghigno e si avvicinò a Rose, ‘Cosa intendi dire, Weasley?’


‘Sai benissimo cosa intendo dire.’ Rispose Rose orgogliosa mentre si metteva in assetto da guerra, sistemandosi le mani sui fianchi.

‘Forza ragazzi, smettetela, vi stanno guardando tutti.’


John era appena arrivato e al suo fianco c’era Alice.

Scorpius gli lanciò un’occhiata glaciale. ‘Nessuno ha chiesto il tuo parere.’

John, con fare diplomatico, gli sorrise calmo. ‘Certo, ma quando vedo questi comportamenti, non posso fare a meno di intervenire.’

‘Ripeto che non sono affari tuoi.’

‘Direi che ora lo sono, giusto Rosie?’

Rose non disse nulla ma incrociò lo sguardo di Scorpius.

Al nomignolo usato dal ragazzo, Scorpius si irrigidì e Albus vide il muscolo della mascella dell’amico contrarsi.

‘Dai Scorp, andiamo.’ Albus prese per un braccio l’amico e lo trascinò fuori dalla Sala Grande. Camminarono per i vecchi corridoi e insieme andarono verso i Sotteranei, quel luogo che per sette lunghi anni, era stato la loro casa.

‘Che ti succede?’ Gli chiese Albus quando finalmente si fermarono.

Scorpius sospirò e si passò una mano sul volto. ‘ Io… io non lo so. Non mi piace vederla con altri ragazzi.’

‘E allora perché non vai a riprendertela?’ Lo intimò Albus.

‘Perché ormai si è rovinato tutto.’

‘Ma come fai a saperlo?’

‘Perché’ lo so, Al. Le cose sono cambiate, siamo cresciuti e ci siamo allontanati.’

‘Non credo tu abbia ragione.’

‘Al, io ti voglio bene e sei il mio migliore amico ma quello che c’è o c’era tra me e Rose non sono davvero affari tuoi.’

Albus si avvicinò all’amico e gli mise le mani sulle spalle. ‘Scorp, mia cugina ti ama ancora.’

Scorpius stette in silenzio. ‘Puoi lasciarmi solo un attimo?’
‘Certo. Torno su, mi trovi in Sala Grande.’

Albus si allontanò e risalì le scale. Si voltò un’ultima volta ma di Scorpius non c’era più traccia.

 
***
‘E ora l’ultima canzone! Un classico delle Sorelle Stravagarie.’

Erano passate almeno due ore da quando aveva lasciato Scorpius nei Sotterranei e ancora non lo aveva rivisto.

La musica partì e Albus vide tutte le coppie unirsi e ballare il famoso lento.

Lui stette in disparte, come lo era stato tutta la sera poi in fondo alla Sala vide Alice abbracciata a James. Ballavano ed erano abbracciati come li aveva visti fuori poche ore prima.

Alice sembrava così piccola vicina al più grande dei Potter e così vulnerabile, come se lui la stesse proteggendo da qualcosa di cui Albus era ignaro.

Li guardò per tutto il tempo, non si perse nemmeno un attimo che i due stavano condividendo. Dall’altra parte della sala, Emilia dava una manata sulla spalla del fratello
che apparentemente la stava prendendo in giro. Sam lanciò un’occhiata ad Alice e Albus notò che non sembrava infastidito dal fatto che stava ballando con James.

Emilia d’altro canto guardava con curiosità quella strana unione. Voleva avvicinarsi a lei e chiederle un parere, come faceva quando dovevano discutere su una diagnosi
di un paziente. Emilia riusciva a capire le cose pensando solo agli elementi razionali, per quello che era una Medimaga così brava.

La musica si dissolse e Alice e James si staccarono sorridendosi. James le disse qualcosa poi riprese la stampella che era appoggiata al muro lì vicino e si diresse verso
il tavolo del buffet. Alice lo guardò allontanarsi sorridendo e si diresse verso il tavolo dove era stata seduta fino a poco prima.

‘Hai smesso di fissarla?’

Era Rose, con gli occhi un po’ rossi e i capelli spettinati.

‘Come scusa?’

‘Non fare il finto tonto, hai guardato Alice tutta sera. Mi sembrava di essere ancora a Hogwarts, solo che poi vi beccavo a baciarvi in giro per la scuola invece ora non vi
parlate quasi.’

‘A quanto pare Alice è interessata a un altro Potter.’ Commentò Albus sarcastico.

Rose sgranò gli occhi. ‘Pensi davvero che Alice sia innamorata di James? Lo sai che è come un fratello per lei.’

‘Dico solo quello che ho visto. Mi sembrano un po’ intimi.’ Non voleva aggiungere altro.

‘Stai tranquillo che tra loro non c’è nulla.’

‘E te invece? Con John?’

‘Sei tu quello curioso o è Scorpius?’

‘Scorpius non so nemmeno dove sia finito.’

Rose sembrava delusa. ‘Comunque ci siamo incontrati all’entrata e mi ha chiesto se mi andava passare la serata insieme a lui. E ho detto sì. In relata’ mi ha anche detto
che ha visto le foto di Scorpius e non gli dispiaceva farlo ingelosire un po’.’

‘E pensi di approfondire la conoscenza?’

Rose diventò rossa come i suoi capelli e guardò da un’altra parte. ‘Diciamo che non è male sentirsi desiderati da qualcuno ma ho ancora un’altra persona in testa ora.’

Albus sogghignò. ‘Un’altra persona eh? Chissà chi sarà mai.’

‘Stai zitto. E non dirglielo che so che a lui non frega più nulla di me.’

‘Tranquilla che la mia bocca è cucita.’

‘Bravo.’

Rimasero in silenzio poi Albus si ricordò che la cugina aveva gli occhi rossi quando si era avvicinata. ‘Ma cosa è successo prima? Hai pianto?’

‘Quando dico che al tuo amico non frega nulla, è perché me lo ha appena detto chiaro e tondo.’

‘Sicura che io non sia il contrario?’

‘No, fidati che mi ha fatto capire molto bene che ora ha altri interessi, o meglio un altro interesse.’

Rose si asciugò gli occhi poi lanciò uno sguardo verso l’entrata. Scorpius era a braccetto con una ragazza, la stessa con cui era stato beccato dai giornali. Lo vide
circondare le spalle della ragazza e avvicinarla a sé mentre lei lo guardava adorante.

‘Scusami Al, io vado ora. Ci vediamo alla Tana.’ Prima che riuscisse a fermarla, Rose scappò dalla presa e andò verso l’uscita a recuperare il suo cappotto. La vide fermarsi a dire qualcosa ad Alice che lanciò un’occhiata verso la sua direzione e poi verso quella di Scorpius.
Distolse lo sguardo e decise che anche per lui era ora di andarsene. Stava andando a dirlo a Lily quando la vide che stava parlando con Sam e con James.

‘Al! Non ti ho proprio visto stasera. Dove ti nascondevi?’

‘Sono stato sempre qui. Solo che non avevo molta voglia di darmi alle danze.’

‘Io invece ne avevo propria voglia.’ Sospirò James mentre si lanciava in altri due passi di danza da solo.

‘E Alice dove l’hai lasciata?’

‘E’ andata un attimo in bagno ma sta per tornare. Credo che andremo a casa tra poco.’ Sam gli sorrise quasi imbarazzato.

In quel momento come si sentisse chiamata, Alice comparve dietro Sam e gli sorrise dolcemente. Albus sentì un leggero peso all’altezza dello stomaco ma non ci fece
troppo caso.

‘Andiamo?’ Fece lui in un modo così naturale che Albus sospettò che i due stessero insieme da più di una sola settimana.

‘Certo.’ Disse lei sorridendo.
‘I due piccioncini se ne vanno allora. Quando ti rivedo Alice?’ Chiese James mettendo un braccio intorno alle spalle della ragazza.

Lei scoppiò a ridere. ‘James ci vedremo molto presto.’

‘Lo spero. E porta anche Maggie mi raccomando.’ Le fece l’occhiolino.

Alice lo guardò di sbieco. ‘Certo James. Vieni a trovarci quando preferisci.’ Poi si girò verso di lui, ‘Ciao Al, buonanotte.’

Prese poi sottobraccio Sam e uscirono dalla Sala grande senza guardarsi indietro.

Al li guardò andarsene e cercò di reprimere tutti i pensieri che gli stavano passando per la testa.



 

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Capitolo 11
*** Obbligo e Verità ***


CAP.11
Era stata una bella serata tutto sommato. Aveva ballato, aveva bevuto, si era divertita.
Si guardò allo specchio mentre con la mano sinistra si spazzolava ciuffo dopo ciuffo i lunghi capelli biondi.
Era sola ora. Aveva salutato Sam poco prima, conscia del fatto che lui avrebbe voluto entrare in casa e terminare la serata in altro modo. O meglio, non terminarla affatto. Le faceva ancora uno strano effetto uscire con Sam, gli voleva bene ma non come si vuole bene a un ragazzo con cui dovresti avere una relazione.

Stavano uscendo, certo, non era ancora nulla di propriamente serio ma sentiva la pressione da parte sua e qualche volta anche quella degli altri. Non doveva pensarci, lo sapeva, la vita era la sua, ma a volte le opinioni degli altri erano più pesanti dei suoi pensieri.
Appoggiò la spazzola sul comodino e si mise a letto. Maggie dormiva già da un po’ le aveva detto sua mamma e suo padre, dopo aver preso l’ultima dose della medicina, riposava da almeno due ore. Tutto sembrava essersi sistemato.

Prese il MagicSung e mandò un messaggio a Matthew. Era da un po’ che non lo sentiva e aveva propria voglia di raccontargli le ultime novità.
Lui le rispose subito, si sarebbero visti nel tardo pomeriggio del giorno dopo davanti al Paiolo Magico.
Spense il telefono e chiuse gli occhi. Provò a non pensare a nulla per un po’ ma era difficile. Presto sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe dovuto dire ad Albus la verità e cambiargli la vita per sempre. L’avrebbe odiata, disprezzata, l’avrebbe resa colpevole del fatto che non aveva potuto essere lì per i primi anni di vita della loro figlia. Parlare con Albus quella sera era stato quasi come ai vecchi tempi però sentiva che c’era qualcosa tra di loro che creava attrito. Una sorta di imbarazzo che era difficile da superare.
Finalmente prese sonno e sognò di Albus e di quando avevano diciassette anni e non avevano problemi.  E nemmeno figli.
 
***
‘MAMMAAAAA!!!’ Una voce squillante le urlava nelle orecchie portandola bruscamente alla realtà. Stava facendo un sogno bellissimo di cui ora non ricordava bene i dettagli ma aveva ancora con sé quella calda sensazione di serenità che si ha solo quando si sogna.

‘Cosa c’è?’

‘Ho fame.’ Maggie la guardava con un faccino angelico e un sorrisino dispettoso. Sapeva che Alice odiava essere svegliata di soprassalto durante il weekend.

‘Oh ma davvero?’

La bambina annuì muovendo i capelli biondi della stessa sfumatura della madre.

‘Peccato perché’ oggi non si mangia.’ Alice si tirò le coperte fin sopra alla testa e si girò di lato dando le spalle alla bambina.

Per un po’ non ci fu nessun rumore a parte i piedini della bambina che correvano sul parquet del corridoio poi la sentì ritornare e sistemarsi proprio sul bordo del letto. Sembrava si fosse portata qualcos’altro dietro perché’ Alice riusciva a percepire un peso maggiore di quello di sua figlia.
La sentì bisbigliare qualcosa poi un suono acuto e altissimo intasò l’aria. Alice cercò di coprirsi le orecchie con le mani ma nulla poteva mettersi tra di lei e quel rumore assordante. Si scoprì il viso e vide che sua figlia stava ridacchiando mentre con la manina paffuta accarezzava il vaso di una pianta dalle forme curiose.

‘Cos’è quella cosa Maggie?’

‘E’ un regalo del nonno.’

‘Ma davvero? E come si spegne questa cosa?’

Sembrava che la pianta la stesse guardando intensamente mentre sua figlia la accarezzava come se fosse una bestiolina che aveva appena adottato.

‘Si spegne da sola.’

‘Maggie se inizi ad andare in cucina, ti preparo la colazione, ok?’

La pianta smise immediatamente di emettere il verso fastidioso. Maggie le diede un’altra carezzina poi la riportò in camera sua e Alice vide che la stava sistemando
davanti alla finestra mentre le sussurrava qualcosa.

Avrebbe dovuto fare due chiacchiere con suo padre.

Alice scese le scale e raggiunse la cucina, Iniziò a tostare il pane e mise un po’ di succo all’albicocca in un bicchiere di vetro per Maggie. Per lei invece mise su una macchinetta del caffè da quattro. Aveva bisogno di energie per quel giorno.

Sentì picchiettare sul vetro e vide un enorme allocco con la Gazzetta del Profeta legata alla zampa. Gli diede qualche nocciolina e l’animale allungò la zampa per farsi prendere il giornale.

‘Maggie scendi che è pronto.’ Urlò Alice mentre appoggiò sul tavolo la Gazzetta.

‘Arrivo mami.’ La bimba arrivò saltellando e si sedette sulla sedia a capotavola. Iniziò a spalmarsi la Nutella sul pane tostato mentre afferrò con una mano il giornale.

Alice si mise a sedere vicino a lei e bevve un sorso del caffè amaro che si era preparata.
‘Guarda mamma c’è Rose in prima pagina. Cosa c’è scritto?’
Alice prese il giornale e vide la foto dell’amica che si copriva il volto con le mani mentre veniva scortata da John dentro un hotel.
Rose aveva finito la serata in un modo proprio interessante a quanto pareva.

Si mise a leggere l’articolo mentre Maggie continuava con le sue domande incessanti. A volte sperava che la figlia avesse un pulsante per silenziarla per qualche ora, ma era certa che poi Maggie avrebbe trovato un modo alternativo per darle fastidio.

Le mise un’altra fetta di pane tostato nel piano e quello sembrò zittirla per qualche altro minuto.
Rose girò a pagina quattro dove con immagini in movimento, mappe che manco un’agenzia segreta del governo con gli spostamenti dei due ragazzi e vari approfondimenti sulla vita di Rose e di John. Alice non riusciva a credere ai suoi occhi, più leggeva, più la situazione le sembrava assurda. John e Rose si erano incontrati solo la sera prima e ad Alice sembrava altamente impossibile che l’amica avesse finito la serata con lui.

Dopo aver chiuso la storia con il bell’erede della famiglia Malfoy – con cui si sarebbe dovuta sposare tra qualche mese – Rose non ha perso tempo e ha contattato subito la sua vecchia fiamma John Leery. Che sia lui il vero motivo della sua rottura con l’aitante ereditiere della famiglia Malfoy?
Non ci sono ancora conferme, ma pare che la primogenita di Ron e Hermione Weasley abbia passato l’intera notte nell’hotel in cui alloggiava il ragazzo.

Alice non riuscì a finire di leggere l’articolo perché un rumore sordo proveniente dal salotto le fece capire che qualcuno si era appena Materializzato in casa sua.

Lei e Maggie si guardarono con gli occhi sbarrati poi Alice afferrò la sua bacchetta e si diresse verso il salotto. Fece segno a Maggie di rimanere ferma dove di trovava. Non fece in tempo ad uscire dalla cucina che una massa di capelli rossi la travolse.

‘Alice!’ l’amica le si buttò tra le braccia e iniziò a piangere disperata.

‘Rose, che succede?’

‘Alice!’ ripete’ lei tra i singhiozzi. Alice fece cenno a sua figlia di buttare il giornale nella spazzatura per evitare che Rose lo vedesse.

Alice strinse a sé l’amica che ancora piangeva disperata. Cercava di dare senso a quello che stava mugolando tra le lacrime ma non riusciva davvero a capire cosa la
sua amica stesse dicendo.

‘Cosa è successo, Rose?’

Finalmente la ragazza si staccò e si soffiò il naso con il fazzoletto che teneva in mano. In quel momento Alice notò che era ancora truccata dalla sera prima e indossava
una felpa troppo grande per lei.

‘Hai visto cosa c’è scritto sulla Gazzetta del Profeta? Mi hanno fatto passare per una pu- ‘

Alice la ammonì indicando con gli occhi Maggie. ‘Per una puzzola!’

‘Oh, non va proprio bene allora.’ Sospirò Maggie scuotendo la testa con disapprovazione.

Alice si inginocchiò davanti e le prese il visetto paffuto tra le mani. ‘Maggie, perché’ non vai di là a disegnare?’

Maggie girò a guardare un attimo Rose che cercò di rispondere con un sorriso bagnato. ‘mamma, credo che Rose abbia bisogno di tutte e due.’

‘Oh tesoro,’ disse Alice abbracciando la bimba forte, ‘sei molto dolce ma è meglio se vai di là, dovremo parlare di cose da grandi.’

‘va bene, allora vado.’ Si allontanò strisciando i piedini e portandosi dietro l’astuccio dove teneva tutti i suoi colori.

Le due ragazze la guardarono uscire dalla cucina poi si misero di nuovo sedute al tavolo.

‘Non so cosa fare, Alice.’


‘Rose credo che la soluzione migliore sia non fare nulla. Vai avanti con la tua vita come se nulla fosse mai accaduto. Non hai fatto assolutamente nulla di male.’

‘Lo so ma è difficile.’

‘Rose, ora devi pensare solo a te stessa. Prova a stare da sola, ti assicuro che ti schiarirei le idee.’

‘Hai ragione. Devo stare da sola. Ho bisogno di stare sola.’ Rise nervosamente mentre si alzava in piedi.

‘Rose, sicura di stare bene?’ Alice si avvicinò all’amica e cercò di trattenerla in casa un altro po’. Aveva come l’impressione che Rose aveva bisogno di un altro po’ di

compagnia.

‘Sto benissimo, Ali. Grazie mille. Io ora vado. Ci sentiamo, ok?’

Alice la vide Smaterializzarsi nel centro della cucina.

Le lacrime che ancora le scorrevano sul viso.
 
***

‘Ciao Alice!’

Alice alzò lo sguardo e vide Steffy, Albus e Scorpius. Proprio il terzetto che non vedeva l’ora di vedere. Era passato qualche giorno dalla Reunion e Sam le aveva quella mattina le aveva chiesto di uscire. Sperava di stare sola con lui quel pomeriggio, voleva davvero capire se quella storia aveva senso di continuare o meno ma poi il terzetto si era palesato e tutti i suoi piani erano andati in fumo. Si scambiò una veloce occhiata con Sam che li stava già guardando sorridendo.

‘Ciao! Come state?’

‘Noi tutto bene. Stiamo andando a prendere qualcosa da bere. Abbiamo appena camminato per tutta Londra per cercare un tappeto che Steffy voleva assolutamente
comprare per il suo appartamento.’

Steffy colpì Albus sul braccio. ‘Ehi, avevi detto che non ti saresti lamentato!’

‘Io mi sono divertito Steffy. Soprattutto quando siamo entrati nel settimo negozio, quello è stato il mio preferito.’ Disse Scorpius sorridendo angelico.

Steffy lo guardò male ma Scorpius rimase con la sua espressione piena di grazia. Si girò poi verso Alice e con la noncuranza più assoluta le chiese se anche loro volevano unirsi per dei drink. Stava cercando più velocemente che poteva una scusa per non andare. Non aveva assolutamente voglia di stare con quei tre. Si stava divertendo con Sam e non aveva proprio intenzione di finire la giornata a bere birra e cocktail.

‘Ma certo! Mi sembra un’ottima idea.’ Sam rispose prima di lei, non aveva proprio colto che lei non voleva unirsi a loro.
Steffy batte’ le mani, ‘Fantastico! Conosco un localino stupendo proprio fuori a Diagon Alley che fa dei cocktail spettacolari.’

‘Fantastico.’ Disse Alice sotto i denti mentre si univa al gruppo e insieme uscivano dal locale.
 
Aver avuto Maggie così presto, le aveva fatto perdere una buona parte di spensieratezza dei vent’anni. Si era persa le feste, le uscite tra amiche, andare per locali tutta la notte, aspettare l’alba di fronte al mare. Durante i primi anni di vita, vedeva queste mancanze come qualcosa di irreparabile, guardava sua figlia piangere e si chiedeva chi glielo avesse fatto fare, poi Maggie le sorrideva, uno di quei sorrisi sdentati dei bambini pieni di tutto l’amore del mondo e lei si rendeva conto di aver avuto il dono più prezioso di tutti.

Avrebbe dovuto vedere quella serata come un’opportunità per vivere esperienze mai vissute prima, eppure non poteva fare altro che pensare che avrebbe preferito
essere a casa sua sul divano. Quella sera con Scorpius, Albus, Sam e Steffy si sentiva più che mai fuori posto. Da adolescente era stata la regina delle feste, quella che si divertiva più di tutti, quella che portava il divertimento anche dove non dovevano esserci e ora, ora era quella che controllava il cellulare ogni due minuti per vedere se c’era qualche messaggio dei suoi genitori su Maggie.

Aveva completamente azzerato i rumori e i discorsi intorno a lei, vedeva gli altri quattro che parlavano ma non era minimamente interessata a quello che si stavano
dicendo, la bocca di Steffy si apriva e si chiudeva velocemente mentre agitava le mani come se stesse parlando dell’argomento più intrigante del mondo. I tre ragazzi sorseggiavano le loro birre e si guardavano intorno. Vedeva Scorpius con un sorriso quasi plastificato sul volto mentre Sam cercava di mostrarsi interessato a quello che Steffy stava dicendo.

Alice buttò giù un altro sorso e si accorse che aveva finito il suo secondo bicchiere. Quella roba che stava bevendo era proprio buona. Era blu chiaro e aveva un adorabile ombrellino che spuntava sul lato. Si alzò di scatto e si diresse al bar per ordinarne un altro.

‘Alice dove vai?’ le urlò Sam dal tavolo.

‘Ordino un altro bicchiere di questa roba buonissima!’ indicò con il dito il bicchiere. ‘E vorrei anche un altro ombrellino.’
Si sedette su una delle sedie alte davanti al bar e attese che il barista prendesse il suo ordine. La mano le stava sostenendo la testa che era diventata pesante dopo la seconda bevuta.

Sentì poi una mano posarsi sulla sua schiena e si girò di scatto.

‘James! Che ci fai qui?’

‘E’ un piacere vederti anche per me.’ Le fece ironico. ‘Comunque sono qua con la mia squadra. Siamo nel salottino privato nel retro. Vuoi unirti a noi?’

Alice scoppiò a ridere, ‘Non credo che la tua squadra sia felice di vedermi, James. Dopo tutto hanno perso le ultime partite perché non giocavi, quindi...’
James si grattò il mento, ‘Si’, beh forse hai ragione ma tu sei mia amica, no? Se ti invito io non possono dire nulla.’

‘Allora va bene. Ci sono anche Sam, Albus, Steffy e Scorpius al tavolo. Chiamo anche loro?’
Alice vide che il più grande dei Potter guardò di traverso Scorpius e che quest’ultimo lo salutò da lontano con un cenno del capo che però non ricevette risposta.

‘C’è anche Malfoy. Cosa ci fa qua?’

‘Era insieme ad Al e a Steffy quindi...’

‘Preferire non vedere la sua faccia dopo quello che ha fatto a Rose ma è amico di Al quindi... a proposito, dove è finita Rose? È da un po’ di giorni che non la sento.’

‘Alice ha detto che non la sente da tre giorni ormai.’

Alice si girò a guardare Sam che era appena apparso accanto a lei e lo guardò male. Albus intercettò lo sguardo di Alice e scoppiò a ridere salvo poi iniziare a tossire perché’ si stava strozzando.

‘Come da tre giorni?! Non è normale da Rose.’ James sembrava preoccupato, in effetti era strano che Rose non si facesse sentire per così tanti giorni.

‘Magari è andata via con John.’ Commentò Steffy aggiungendosi alla conversazione. ‘Albus mi ha detto che sono andati insieme alla Reunion.’

‘Non credo siano problemi nostri. Rose è libera di fare quello che le pare.’ Disse Alice cercando di mettere fine a quella discussione,
Scorpius stava per dire qualcosa ma poi si zittì.

‘Si’, libera va bene, ma non può scomparire e non far sapere più nulla a nessuno.’ Disse Albus iniziandosi a scaldare.

‘Che ne sai che magari non stia parlando con qualcuno mentre è via, magari c’è una persona a cui sta dicendo dove si trova.’ Rispose veloce Alice. Non le piaceva che
credevano di sapere cosa passasse per la testa di Rose.

‘Per me è con John, ve lo dico.’ Sentenziò Steffy buttando giù un altro sorso del suo gin tonic.

‘E tu come fai a saperlo?’ Alice iniziava a sopportare poco la ragazza di Albus.

‘Beh, ho visto le loro foto sulla Gazzetta del Profeta ed erano piuttosto informative diciamo.’ Fece un sorrisino e bevve un altro po’ del suo drink.

Alice stava per rispondere quando James batte’ le mani interrompendola, ‘Bene ragazzi, volete andare nel mio prive’?’

‘Ovvio che vogliamo andare, giusto Al?’  Steffy stava letteralmente saltellando. Sembrava una ragazzina esaltata dalla presenza del suo idolo.

‘Certo Steffy.’ Rispose lui con mettendo un braccio intorno alle spalle per calmarla. Non sembrava funzionare.
Sam iniziò a mettersi il cappotto, ‘Io in realtà devo andare. Ho un pezzo da scrivere per domani e purtroppo non ho ancora iniziato’.
Alice vide qualcos’altro passare per il viso di Sam sembrava quasi risentito per qualcosa. La prese poi per mano e la portò in disparte. ‘Ciao ragazzi, se non vi dispiace saluto Alice! È stato un piacere rivedervi tutti.’
Si allontanarono e Sam la portò fuori dal locale. ‘Cosa devi dirmi Sam? Vuoi che venga con te o –‘

‘No, no assolutamente, è solo che mi dispiace andarmene così presto.’

‘Dispiace anche a me che te ne vai. È stato bello passare la giornata con te.’

Il suo volto si illuminò e la abbracciò di slancio. ‘Anche per me è stato bello. Spero di portarti fuori qualche altra volta, magari con Maggie, che dici?’

‘Mi sembra perfetto.’ Gli sorrise e dopo avergli dato un leggero bacio sulla guancia lo vide allontanarsi verso Diagon Alley.

Alice ritornò dentro il locale e vide che James la stava aspettando.

‘Come mai così pensierosa, Ali? Il tuo amato ti ha abbandonata?’

Alice gli diede una pacca sulla spalla. ‘Smettila di dire stupidate! Offrimi qualcosa da bere piuttosto.’


James le passò un braccio intorno alle spalle, ‘Qualcosa? Ma sai chi sono io? Ti offro tutto quello che vuoi!’ si avvicinò poi al suo viso e bisbigliò ‘Soprattutto ora che sei
di famiglia.’

Alice gli diede un’altra pacca, ‘Smettila! Se Albus ti sente sono finita!’

Erano dentro il salottino nel retro del locale. Le luci erano soffuse e l’intera squadra di James era lì a bere shottini e a cantare inni di Quidditch. La sala era stata
addobbata con gli stendardi della squadra e a ognuno erano stati dati dei cappelli, sciarpe e altri gadget dei Pride of Portree.

‘Perché’ sei finita se ti sento?’
Si girò di scatto e si trovò Albus a pochi centimetri da lei. Aveva un altro bicchiere di un cocktail colorato e sicuramente altamente alcolico in mano. Sorrideva ma gli occhi stavano suggerendo un altro tipo di mood.

‘Oh niente stavo solo dicendo a James che non mi è piaciuto quello che Steffy stava dicendo di Rose.’

Lui sembrò rilassarsi, ‘Non ha avuto molto tatto, hai ragione. Gliel’ho detto di non fare commenti di quel tipo ma è come se non riuscisse a farne a meno.’
Alice incrociò le braccia, ‘Beh, deve iniziare a controllarsi se vuole far parte della tua famiglia, no?’

Lui annuì, ‘Immagino di sì.’
Rimasero in silenzio per qualche secondo e Alice ne approfittò per guardarsi in giro. Steffy stava ballando al centro della sala con James mentre Scorpius parlava con qualche giocatore della squadra, quasi sicuramente un suo vecchio compagno di casa a giudicare dalla confidenza che si stava dando.

‘Quindi tu e Sam, eh?’

‘Già. Io e Sam.’

‘Pensavo avessi gli occhi puntati su qualcun altro.’

Alice buttò giù l’ultimo sorso del suo terzo drink. Doveva trovare James e farsene offrire un altro. La sua mente ritornò alla domanda di Albus. ‘Come scusa?’

‘Pensavo fossi interessata a qualcun altro.’

‘E a chi?’ Non riusciva proprio a capire la sua domanda. Qual era il suo problema?

‘Nessuno. Mi sono solo accorto di un po’ di cose quindi pensavo che-‘


‘Lo so che ti piace pensare, non fai altro. Giungi sempre alle tue stupide conclusioni senza sapere nulla a riguardo. Lo facevi a diciassette anni e lo fai anche ora.’

Albus iniziò ad allontanarsi. ‘Bene, vai via. Tanto ti riesce sempre tanto bene.’ Gli urlò dietro Alice.


Albus si voltò e raggiunse Alice. Alice sbarrò gli occhi, non si aspettava questa reazione dal ragazzo, il suo stupore aumentò quando la afferrò per un braccio e la portò in
un angolo della sala. Era incredibilmente riuscito a scegliere l’angolo più buio della sala.

‘Sento che c’è qualcosa che dobbiamo chiarire o sbaglio?’

‘Cosa intendi? Mi sembra sia tutto chiaro.’ In realtà non lo era per niente. Continuava a sentire una sorta di muro tra di loro, una barriera che non riusciva a valicare. Solo
durante la Reunion era riuscita a sentire quella vicinanza che c’era stata mentre stavano insieme. Ma tutte le altre volte che si vedevano era come se fosse impossibile ricreare quella connessione che avevano da ragazzi.

‘Non è per niente chiaro. Da quando ci siamo lasciati, non ti sei più fatta sentire con nessuno per almeno anni. Sei come scomparsa. Apparivi ogni tanto a qualche festa ma sembravi sembra scocciata e poi niente più. Volevo parlare con te dopo che ci eravamo lasciati, volevo capire cosa fosse andato storto e invece tu te ne sei andata via. Quindi quando tu mi dici che a me riesce bene andarmene, sinceramente non sono d’accordo. Quella che se n’è andata sei stata tu non io.’
Alice voleva dire ad Albus che lei sembrava scocciata perché doveva tenere dietro alla loro figlia tutto il giorno e in più andare a lavorare ma non lo disse perché se no avrebbe dovuto rivelare che lui era il padre di Maggie e in quel momento il livello di tensione tra loro era ben troppo alto. Era bravo a parlare Albus. Era praticamente stato lui a mettere fine alla loro relazione quando l’aveva tradita con Seraphine e poi non si era fatta più sentire. Cosa pretendeva che lo rincorresse per tutta la vita?

‘Sai benissimo perché’ me ne sono andata. Tu mi avevi tradito con Seraphine.’

Albus si stava scaldando e anche se era buio, Alice riusciva a vedere che le orecchie erano diventate rosse. ‘Io non ti avevo tradito. Era stata lei a baciarmi e io mi ero
spostato. Non mi è piaciuta Seraphine, te l’ho sempre detto.’

‘Non ti è mai piaciuta? Ma perché’ devi dire bugie? Dopo che mi hai chiesto scusa sul campo di Quidditch, io sono venuta a cercarti e tu eri a letto con lei.’

‘Io...’ Albus era senza parole. E per Alice quella era una conferma di ciò che aveva sempre saputo. C’era sempre stata una parte di lei che sperava fosse solo un
malinteso come aveva detto Rose, ma purtroppo sarebbe stato bello per essere vero. C’era sempre stata una piccola parte di lei che aveva sempre sperato che si fosse sbagliata. Immaginarselo a letto con un’altra faceva già abbastanza male, sapere poi che era davvero accaduto le faceva mancare il respiro.

‘Ero tornata Albus. Ero tornata per sistemare le cose ma tu non hai perso tempo per andare a letto con lei.’

‘Io non- ‘

‘Non importa che ti giustifichi, Albus. Ormai è successo e certe cose non si possono cambiare.’

Si girò per andarsene. Doveva davvero trovare James e bersi qualcosa.

Si sentì prendere per il braccio ancor auna volta. ‘Alice, io non-‘

‘Io non cosa?’

‘Io non ho idea di cosa tu stia parlando.’

Alice scoppiò a ridere. ‘Tu non hai idea di cosa stia parlando? Questo è esattamente il motivo della nostra rottura e per cui non ti ho-‘

‘Non ha senso, io davvero non ho idea di cosa tu stia dicendo. Non ho mai baciato Seraphine e non sono mai andato a letto con lei. Quando ero in America non facevo
altro che pensare a quando saresti tornata a trovarmi, e ora tu mi dici che ti ho tradito? Alice, non le guardavo nemmeno le altre ragazze.’

‘So cosa ho visto, Al. Ma ora va tutto bene, ok? Abbiamo due vite diverse ora, ognuno ha seguito la propria strada.’

‘Tu hai una figlia.’ Disse lui serio.

‘Io ho una figlia, sì.’

‘Con chi l’hai avuta?’ La velocità con cui aveva posto quella domanda colpì entrambi.

‘Non sono affari tuoi.’ Questa era una bugia ma Alice non si sentiva ancora pronta ad ammettere con lui la verità su Maggie.

‘Se Maggie ha 4 anni vuol dire che tu l’hai avuta quando ancora stavamo insieme quindi...’

‘Maggie è nata prematura. Non stavamo più insieme all’epoca.’

‘Quello che voglio dire è che sei stata tu a tradirmi, non io.’

‘Io non ti ho mai tradito.’

‘Tua figlia è la prova vivente del contrario.’

‘Quindi è questo quello che credi.’ Non era domanda ma un’affermazione. Alice si era immaginata più volte la conversazione che avrebbe avuto, sapeva che prima o poi
sarebbero arrivati a un punto in cui avrebbero dovuto affrontare tutte le loro questioni irrisolte ma mai si sarebbe aspettata questo tipo di reazione. Certo, qualche volta
aveva pensato che forse, sotto sotto, Albus avrebbe pensato che forse Maggie non era figlia sua ma la reazione che aveva davanti era quella di una certezza quasi assoluta. Alice strinse i pugni, voleva dirgli tutto, fregarsene delle conseguenze, fargli capire che la sua arroganza era infondata. Lei non lo aveva tradito, mai lo avrebbe fatto, lo aveva amato troppo per fare qualcosa di così subdolo, eppure lui la credeva capace di un’azione tanto bassa come il tradimento. Alice si girò mentre sentiva le lacrime formarsi negli occhi. Albus la conosceva troppo bene, sarebbe bastata un’occhiata e lui subito avrebbe capito che lei stava piangendo.
Fece un passo in avanti e questa volta lui non la fermò. ‘Vedi che avevo ragione? Scappare ti viene proprio bene.’

Non gli rispose e proseguì verso il bar sperando che James le ordinasse un altro drink.

 

Erano passate due ore e Alice era ormai a quota sei drink. Il pavimento girava le luci erano coloratissime e in generale la sua vita ora sembrava molto bella. Lei giocava a Quidditch, non riusciva a crederci! Lei saliva su una scopa e rincorreva una palla. Che bella la magia. Sospirò felice mentre stendeva le gambe sullo sgabello davanti a lei. James l’aveva momentaneamente lasciata sola mentre le andava a predere un bicchiere di acqua. Alice gli aveva chiesto uno shottino di Whiskey Incendiario ma lui non era stato d’accordo. Albus e Steffy erano ancora lì che parlottavano tra loro come due piccioni su una grondaia mentre Scorpius ballava in modo imbarazzante in mezzo alla sala. Rose lo avrebbe preso in giro tantissimo se fosse stata lì anche lei.

‘Alice che hai combinato?’ Quasi cadde dalla sedia. Rose era lì insieme a lei! Stava proprio pensando a lei e ora eccola lì, con i suoi meravigliosi capelli rossi e ricci e il viso lentigginoso. ‘Oh, quanto amo i tuoi capelli Rose! Te li vorrei tagliare e te li vorrei rubare.’

‘Questo è molto inquietante Alice. Facciamo finta che tu non abbia detto nulla, ok?’

‘Alice hai visto chi ti ho portato?’ James le allungò il bicchiere di acqua fresca.

‘Grazie James, mi serviva proprio Rose. Dopo quello che quello stupido di tuo fratello mi ha detto.... ho bisogna della mia amicona.’ Allungò le braccia e le gettò intorno al
collo di Rose.

‘Quanta tenerezza, Alice.,’

‘Roseeee mi sei così mancata. Sei scomparsa per tre giorni e non sapeva come fare senza di te. Dov’eri finita?’

‘Io ero-‘

Ad Alice sembrò che altre persone si stavano avvicinando, le sembra va che pure Scorpius si fosse messo a ballare più vicino al loro tavolo.

‘Quell’arpia di Steffy diceva a tutti che eri con John! Ma come osa! Ma chi la conosce quella!’ La cercò con lo sguardo nella sala per farle capire che non le piaceva
proprio. Non solo si sbaciucchiava Albus quanto le pareva ma pensava di sapere tutto su tutti e poi, aveva visto come guardava James quando gli altri non le parlavano.
Albus. Bello e aitante Albus. Quando lo sognava se lo immaginava su un scopa con la sua divisa di Serpeverde attillata che metteva i suoi muscoli da uomo adulto.
Albus che ora la guardava dall’altra parte della sala con sguardo indagatore. Albus che ora era solo e che non aveva più Steffy intorno. Chissà dove era finita quella strega. Strega in tutti in sensi.
In sottofondo Rose parlava con James, sicuramente stavano prendendo accordi su come riportarla a casa. Lei non poteva assolutamente Smaterializzarsi o usare la Metropolvere. L’unico modo era il modo Babbano cioè camminare o taxi. Alice si sarebbe proprio fatta una bella camminata. Anzi, voleva farla proprio ora. Si alzò di scatto ma ricadde subito all’indietro. La testa le girava più di un Boccino d’Oro durante una partita di Quidditch e le gambe sembravano fatte di burro.
Appoggiò la testa sulla spalla di James, ‘Hai un cugino bellissimo, Rose. O sai che avevo una cotta per te quando ero piccola?’

James ridacchiò, ‘Si’, me ne ero accorto. I tuoi bisbigli con Lily e Rose non erano molto... bassi.’

‘Sotto sotto speravo mi sentissi e che ti innamorassi di me. È durata poco comunque. Sono sempre stata innamorata di Albus.’ Quello ero un dato di fatto, non c’era
molto da fare.
Rose e James annuirono comprensivi. Le figure si muovevano sempre più lente ed erano sempre più allungate. Alice non aveva più la sensazione del tempo che passava. Qualcuno si era avvicinato al loro tavolo e aveva iniziato a parlare con Rose ma non era biondo come Scorpius, era moro con capelli corti e un sorriso smagliante, e teneva un braccio dietro la poltrona su cui era seduta Rose.

‘Ci stai provando con la mia amica, Matthew?’

Matthew si girò e dispensò il sorriso smagliante pure a lei, ‘Grazie per aver rovinato il mio lavoro, Paciock. Sto cercando di far breccia nel cuore di Rose e invitarla a uscire domani sera.’
Le luci del locale erano basse ma Alice poteva giurare di aver visto del rossore sulle guance di Rose e poteva giurare di aver visto Scorpius avvicinarsi sempre più al tavolo.
‘Invitala a vedere le costellazioni all’osservatorio. È il suo posto preferito in assoluto.’
Il ragazzo annuì, ‘Buona idea, si girò poi verso Rose, ‘che ne dici, Rose?’

’Io... ecco... domani sera sono occupata.’

‘La sera dopo allora.’

‘Io—‘

‘Rose posso parlarti un attimo?’ Scorpius si era palesato proprio dietro Rose e Matthew. Sembrava tranquillo, Alice non riusciva nulla che non andasse ma l’intervento
sembrava essere arrivato in un momento troppo tattico per essere stato fatto a caso.

‘In realtà no, Scorpius. Sto parlando con loro.’

‘Sarà una cosa veloce.’ Insisteva calmo ma Alice aveva iniziato a notare la vena si stava ingrossando sul collo.

Rose sbuffò ma si alzò e seguì Scorpius. Li seguì con lo sguardo per un po’ poi li perse di vista. Alice strizzò gli occhi e si focalizzò sull’amico davanti a lei. ‘Quindi cosa
vuoi da Rose di preciso? Non pensavo ti interessasse?’

‘Diciamo che il fatto che ora sia single, la rende molto interessante.’

Alice scoppiò a ridere, ‘Lo sai vero che ama ancora Scorpius?’

‘Oh, lo so. Ma un ragazzo non può sognare?’

‘E’ meglio non sognare troppo in certi casi.’ Disse saggiamente Alice agitando un dito per dare più enfasi.


James le passò un braccio intorno alle spalle e la strinse a se’. ‘Non pensi sia ora di andare a dormire, Alice?’

‘Noooo, fatemi bere un altro drink!’ Alice voleva alzarsi ma era bloccata tra James e Matthew. Rose, l’unica forse che poteva salvarla, era ancora con Scorpius a parlare,
quindi Alice prese la decisione di sedersi e cercare di convincere i suoi due amici a ordinarle un altro drink. Doveva solo far credere loro che era sobria e dire cose che
avevano senso.

‘No, sto benissimo. Il mondo gira un po’ ma a parte quello, da seduta sto veramente bene. Per questo mi piacerebbe avere un altro drink.’

Matthew scoppiò a ridere. Alice era sicura di essere stata convincente, d’altronde era vero, se stava seduta, stava bene ma gli sguardi che le stavano lanciando James e
Matthew non erano per niente comprensivi.

‘Alice, l’ultimo drink potrebbe essere quello del colpo di grazia.’ Commentò James.

‘Ragazzi, non mi divertivo così tanto da anni! Da quando ho avuto Maggie me ne sto sempre a casa. Fatemi divertire, per la barba di Merlino!’

‘Alice, è ora di riportarti a casa.’ Le disse James mentre si alzava. Lei lo prese per il braccio e lo fece sedere di nuovo.

‘Non ci muoviamo finché non mi offrite l’ultimo drink.’ Incrociò le braccia e corrucciò il viso. Quando lo faceva Maggie, funzionava sempre.

Alice vide Rose ritornare al tavolo. Finalmente aveva finito di parlare con Scorpius. Chissà cosa le aveva detto, sentiva il bisogno di chiederglielo ma c’era una piccola
parte di lei che glielo impediva. Sapeva che non era il momento giusto.


Alice vide Rose mormorare qualcosa all’orecchio di Matthew e lui si illuminò. ‘Quindi domani l’altro?’

Rose annuì. ‘Perfetto.’ Commentò lui, ‘non te ne pentirai.’

Rose gli fece un sorriso timido. Alice cercò Scorpius nella sala e lo vide che parlottava con Albus. Quei due erano sempre a parlottare, magari se fossero venuti lì a
parlottare gli altri si sarebbero distratti e lei sarebbe riuscita a  ordinare un altro drink al bar.


‘SCORPIUS!’ urlò allora dal tavolo, ‘VIENI QUI!’

Scorpius si girò spaventato verso di lei, ‘che vuoi, Paciock?’

‘Vieni qui vorrei chiederti una cosa. Puoi portare anche il tuo amico se vuoi.’ Indicò Albus con noncuranza e quel gesto strappò al giovane Potter un sorrisetto

Non aveva idea del perché’, ma il fatto di riuscire a ordinare un altro drink era diventata una sfida che doveva vincere. Vide i due ragazzi avvicinarsi, Scorpius non ne
sembrava molto contento infatti cercava di evitare in tutti i modi la presenza di Rose cosa che era resa altamente difficile dal fatto che Matthew aveva circondato la sua vita con un braccio e l’aveva attirata a se’. Vide Albus lanciare un’occhiata al suo schiena e serrare la mascella e si chiese se non fosse perché’ James aveva appoggiato lì il suo braccio. Impossibile, doveva sapere che James era solo un fratello per lei.

Poi ad Alice venne un’ide magnifica, batté le mani per attirare l’attenzione di tutti i presenti attorno al tavolo. ‘Ragazzi che ne dite di giocare ad obbligo e verità?’

James si voltò’ preoccupato verso di lei. ‘Sei sicura sia una buona idea... nella tua condizione?’
‘Nella mia condizione? Cosa intendi dire? Sto benissimo!’ Si alzò di nuovo in piedi e questa volta tutto rimase fermo. Si stava davvero riprendendo! Un motivo in più per

ordinare un altro drink. Quello e il senso di pesante imbarazzo che stava aleggiando sul tavolo. Non sarebbe riuscita ad affrontare a serata altrimenti.

‘E va bene! Io ci sto.’ Disse James.

‘Anche io allora.’ Confermò Matthew.

Alice esultò, ‘Rose?’

Rose ci pensò un po’ su e poi annuì causando la felicità di Alice.

‘Perfetto! Voi due invece?’ Guardò Albus e Scorpius di traverso. Albus sorrise in modo malandrino e diede una spallata a Scorpius. ‘Che dici Scorp?’

‘Va bene giochiamo!’

Si posizionarono intorno al tavolo dove gli altri erano già seduti. James si alzò un attimo e andò a recuperare una bottiglia vuota dal bar e la appoggiò al centro.

‘Iniziamo?’ Domandò James. Alice vide poi che la sua attenzione si spostò sulla porta della saletta che si stava aprendo e vide entrare una ragazza, strizzò gli occhi per
vedere meglio e riconobbe Emilia.

‘Wood, ci hai raggiunti finalmente!’ James si alzò e andò ad abbracciarla.

‘Si’, scusate ho avuto un caso improvviso prima di andarmene. Un ragazzino si era mangiato la sua Puffola Pigmea.’

‘Oh no’, esclamò Alice scioccata, ‘e come sta la Puffola?’

‘Sta bene, hanno usato un incantesimo Accio-Smaterializzazione per riprenderla e tutto è andato bene. Il bambino però per me rimarrà traumatizzato a vita.’

Emilia ridacchiò e si mise a sedere vicino Scorpius, nell’ultimo sgabello rimasto libero.
‘Vuoi qualcosa da bere, Wood? Offro io.’ Le fece l’occhiolino mentre sta si stava alzando. Alice ne approfittò per alzarsi anche lei, correre verso il bar e ordinare velocemente una JagerMagicBomb.

‘Ci sei riuscita finalmente.’ Le disse James arrivando dietro di lei. Al tavolo, Emilia stava parlando con Albus e stavano ridendo per qualcosa sicuramente successo a
lavoro. Emilia assomigliava leggermente a Sam, ma non si poteva dire che sembrassero fratelli. Emilia aveva gli stessi occhi grandi di Sam ma i capelli, invece di essere biondi, erano di una sfumatura cioccolato.

‘Certo. Quando mi metto in testa qualcosa, nessuno può fermarmi. Ma che mi dici di Emilia? Siete diventati amici ora? Mi ricordo che a Hogwarts non facevate altro che
urlarvi dietro.’

James si passò una mano tra i capelli spettinati sospirando, ‘E’ una situazione strana. Lei mi ha aiutato durante la riabilitazione e mentre ero in ospedale abbiamo passato davvero un sacco di tempo insieme. Diciamo che stiamo provando a essere amici.’
James rise nervoso e Alice si chiese se non ci fosse qualcos’altro sotto. Non approfondirono però l’argomento perché’ il barista diede loro i drink e si ritirarono di nuovo al tavolo.

‘Allora si gioca?’

‘Iniziamo!’ Esultò Alice prendendo poi il primo sorso del suo drink.
James iniziò a far girare la bottiglia e si fermò su Rose. Alice le mandò un sorrisino che però non fu ricambiato. Rose infatti sembrava preoccupata e Alice era sicura che solo un altro bicchiere di Accio On The Beach avrebbe disteso quella fronte corrugata dalla preoccupazione.

‘Cuginetta,’ iniziò James, ‘Obbligo o verità?’

‘Verita’.’ Rispose Rose senza pensarci due volte. Alice notò che Matthew scosse la testa. Probabilmente già si immaginava un bacio tra lui e Rose. Dall’altra parte del
tavolo Scorpius stava guardando male Albus che sicuramente gli aveva detto qualcosa sottovoce.

‘Cosa è successo tra te e John alla Reunion?’

Rose guardò di traverso James e Alice era sicura che gliela avrebbe fatta pagare appena sarebbe giunto il suo turno. Poi la vide sorridere e rispondere alla domanda come faceva sempre quando sapeva che la sua risposta era corretta.

‘Nulla di cui mi debba giustificare.’

Emilia scoppiò a ridere, ‘Ottima risposta Rose!’ Si diedero poi un cinque.

‘Ma non puoi rispondere così, devi dire la verità.’ Si lamentò James.

‘Questa è la verità, James quindi... ora tocca a me!’
Rose fece roteare la bottiglia e si fermò su Albus. ‘Speravo proprio di beccare te Al!’

‘Ne sono onorato, Rosie.’ Disse lui ridendo. ‘Dai spara prima che l’alcol che ho in corpo mi faccia cambiare idea.’


‘Obbligo o verità?’

‘Obbligo.’ Rispose con la stessa velocità con cui Rose aveva risposto prima.

‘Interessante,’ commentò Rose tamburellando le dita sul tavolo, Si guardò intorno e dopo qualche secondo il suo voltò si illuminò. ‘Ti obbligo ad andare dai compagni di
squadra di James e dirgli che per te fanno schifo. Però devi essere convincente.’

Albus sorrise, ‘Perfetto, un gioco da ragazzi. Tanto sanno già che lo penso.’ Albus si alzò e Alice vide che stava gesticolando con loro. Uno di loro, quello più grosso sguainò la bacchetta e gli lanciò un incantesimo. Non sembrava l’avessero presa poi così bene.
Il volto di Albus era completamente colorato con i colori della squadra di James: oro e viola.

‘Ti sei divertito, Al?’ lo stuzzicò Rose.

‘Tantissimo.’ Cercò di pulirsi con un incantesimo ma senza successo. ‘Almeno ora è il mio turno.’ Anche Albus fece girare la bottiglia e questa si indicò Emilia. Emilia
diventò rossa come un peperone e Alice vide che James aveva assunto un ghigno malefico.

‘Emilia.’ Disse Albus con voce bassa.

‘Albus, ricordati che sono il tuo capo.’

‘In realtà ora siamo allo stesso livello, mi pare.’
‘Si’ beh, sono sempre comunque più grande di te.’


‘Dettagli.’

‘Quindi Emilia, obbligo o verità?’

‘Verità’.’

‘Quanto sei noiosa.’ Commentò Albus, ‘fammi pensare a cosa potrei chiederti.’

‘Niente di strano, mi raccomando.’ Lo ammonì Emilia con un dito.

‘Nulla di che Emilia, voglio solo sapere con quanti ragazzi sei andata a letto mentre eri a Hogwarts.’

Emilia diventò ancora una volta rossa, ‘Avevi detto niente di strano, Al.’

‘E’ una domanda normalissima infatti.’

‘Due.’
‘Due?’ Esclamò James all’improvviso.

‘già.’ Disse lei con un sorrisino mentre si copriva il volto con la mano. Alice non si ricordava che Emilia avesse avuto due ragazzi a Hogwarts. La vedeva sempre
studiosa, che passeggiava tra i corridoi sempre con una pila di libri che teneva ferma con il mento.

‘E chi sono?’ chiese James sporgendosi sul tavolo.

‘Non sono affari tuoi, Potter.’, disse Emilia senza guardarlo negli occhi, ‘Ora è il mio turno!’

Emilia fece girare la bottiglia e questa si posò su Matthew. Lui sorrise contento, chiaramente non vedeva l’ora di giocare.

‘Matthew! Obbligo o verità?’


‘Obbligo, ovviamente.’

Alice sperava davvero che Emilia gli facesse fare qualcosa di imbarazzante ma conoscendo la più grande della famiglia Wood, probabilmente sarebbe stato qualcosa di
blando.

‘Matthew, Matthew, Matthew. Sei una star del Quidditch di fama internazionale, non è forse vero?

‘Corretto.’ Confermò lui ridendo. Alice osservò lo scambio tra i due. Forse non sarebbe stata così blanda la richiesta di Emilia.

‘Ti obbligo a scrivere nel tuo profilo Twitter che hai deciso di lasciare il Quidditch per sempre perché’ hai trovato la tua vera vocazione.’

‘E quale sarebbe?’

‘Scrivi che vuoi darti alla ginnastica ritmica.’

Matthew sbarrò gli occhi, ‘Non posso farlo! Rovinerebbe la mia reputazione.’

Alice scoppiò a ridere, ‘I tuoi fan invaderanno casa tua, già me lo immagino.’

Matthew sembrò realizzare la gravità della situazione. ‘Emilia ti prego, cambia obbligo.’

‘No, mi dispiace.’

Matthew sbuffò e tirò fuori il suo cellulare. Lo videro scrivere velocemente e poi rimetterselo in tasca.

Alice si sentì vibrare la tasca, e dal suono riconobbe la notifica di Twitter. Prese il cellulare e aprì Twitter.

‘Ragazzi, mi spiace comunicarvi che a breve lascerò il Quidditch. La mia vocazione è ora la ginnastica ritmica.’

Tutti quanti risero. ‘Contenta, Emilia?’

Emilia annuì e sistemò meglio sulla sedia.

Toccava a Matthew e anche lui girò la bottiglia. Alice vide che la mosse in modo strano, quasi consapevole e infatti questa scelse di nuovo Emilia.

‘Hai barato!’

‘Assolutamente no, Wood.’

Emilia sbuffò infastidita. ‘va bene, scelgo ancora verità.’

‘Eh no.’ Disse Matthew, ‘Secondo le regole non puoi scegliere la stessa penitenza due volte di fila.’

‘Non voglio fare obbligo.’

‘E io non volevo scrivere quel tweet ma stiamo giocando a obbligo e verita’, quindi...’

‘E va bene! Ma non essere troppo cattivo.’

‘Assolutamente.’ Fece una pausa, ‘Dai un bacio sulla bocca a James.’


I presenti si guardarono tra il divertito e il preoccupato. Divertito perché quei due erano le persone più diverse sulla faccia della terra, preoccupato perché’ avevano un
trascorso piuttosto violento a Hogwarts.

‘Assolutamente no.’
‘E’ un obbligo Emilia.’ Matthew aveva un sorrisino che non prometteva nulla di buono. Aveva sentito le storie su quei due da Alice e sapeva benissimo che c’era sempre
stata una strana elettricità.

‘E va bene.’  Emilia si alzò e si avvicinò a James che stava assistendo a tutto senza nemmeno dire una parola.


Lui si alzò in fretta e Alice si rese conto di quanta fosse la differenza di altezza tra i due. James le sorrise ma lei rimase seria. Gli prese il volto con entrambe le mani e lo
baciò. Rimasero immobili per qualche secondo poi Emilia sembrò quasi come sciogliersi e spostò le mani tra i capelli spettinati di James. Il ragazzo approfondì il bacio e
le circondò la vita con le braccia muscolose.

Per fortuna che non volevano baciarsi, pensò Alice. Lo sguardo si posò un attimo su Albus e si accorse che lui stava come studiando le sue reazioni. Gli sorrise ma lui
non rispose al sorriso e si girò a parlare con Scorpius.

‘Potter cosa stai facendo?’

‘Cosa stavo facendo? Mi sembra che mi stessi baciando anche tu.’

‘Ti sbagli.’

Emilia si passò una mano tra i capelli cercando di sistemarseli senza purtroppo nessun risultato. Tornò al suo posto vicino a Albus, rossa come un peperone e senza
guardare negli occhi nessuno.
Dopo quel momento toccò a James poi ad Alice e poi di nuovo Rose. Il gioco continuò per un’altra ora e Alice riuscì a farsi altri due drink. A questo punto la sala stava girando per davvero, o almeno così sembrava a lei, le sembrava di essere su una scopa. Le ricordava quando Albus veniva a prenderla alla finestra del Dormitorio di Grifondoro a Hogwarts e passavano tutta la serata insieme. Vide i suoi amici iniziare ad alzarsi e vide di nuovo Rose parlare con Scorpius. Questa volta sembrava una discussione più accesa. Vide Albus mettersi in mezzo a lor e vide bacchette sguaiate e incantesimi lanciati. Poi vide Rose uscire in tutta fretta dal locale. Alice si sentiva come in una bolla che girava e non si fermava. Sentiva gli altri che le parlavano e le sembrava di rispondere in modo appropriato ma poi li vedeva ridere e scuotere la testa.

‘Andiamo Alice?’ le fece Matthew avvicinandosi a lei e iniziando a metterle il cappotto.

‘Si’, voglio andare a casa. Posso venire con te?’

‘Ehm... non credo tu possa Smaterializzarti.’

‘Perché’ no? Sto benissimo.’

Matthew le sorrise, ‘Non stai bene Alice, prima ti sei pure addormentata.’

‘Non è assolutamente vero.’

‘invece sì e il fatto che tu non te lo ricorda, non fa altro che confermare il fatto che non stai bene.’

‘E quindi come vado a casa?’

‘Devi andare nella casa più vicina a dove siamo ed è quella di Albus.’

‘Albus Potter?’

‘Si’, Alice non credo ci siano altre persone con il suo nome.’

‘Oh no non credo proprio, Matt.’ Ridacchiò lei.

‘Alice, andiamo?’ Albus si era avvicinato a lei con volto serio. Non sembrava molto contento di doverla portare a casa.

‘Albus non sembri molto contento.’

‘Non lo sono infatti. Non avresti dovuto bere così tanto, Alice.’

‘Hai ragione, ora gira tutto. Anche tu.’ Piegò la testa a destra e a sinistra un paio di volte ma non sembrò aiutare molto la situazione perché’ un’ondata di nausea la
travolse.

‘Dai andiamo?’

Alice si girò verso Matthew, ‘Sicuro che non posso venire con te?’

‘Purtroppo no, Alice.’

‘E Rose dov’è?’

‘Rose ha litigato di nuovo con Scorpius e se n’è andata via.’

‘Che novità. E chi ci rimette sono io! Ora che ho bisogno del suo aiuto.’

Matthew non rispose e fece un sorriso tirato, ‘Alice, lo so che sei ubriaca ma devo dirti una cosa.’

‘Non sono assolutamente ubriaca.’ Rispose lei mentre perdeva l’equilibrio e cadeva su una panchina.

Matthew rise, ‘Ascolta alice, mentre giocavamo prima non eri molto in se’ e quando stavi parlando con Emilia hai detto che tua figlia è una Potter.’

‘Come?’

‘Hai capito bene, ti spiego meglio domani, ma ora che devi andare con Albus cerca di non peggiorare la situazione.’

‘Ho detto che Maggie è una Potter?’

‘Si’, hai detto esplicitamente che tua figlia è una Potter. Ovviamente James sa tutto ma Albus...’

‘Albus potrebbe pensare che Maggie sia di James.’

‘già’. Quando l’hai detto sembrava non aver sentito ma Scorpius l’ha guardato con la coda dell’occhio quindi per me ha sentito.’

‘oh santo Merlino.’

‘Già’, mi dispiace Alice. Forse è ora che glielo dici, no?’

‘Credo sia giunto il momento.’ D’un tratto si era ripresa, certo le girava ancora tutto ma la sua mentre era tonata lucida.  Cosa aveva fatto? Era riuscita a mantener il
segreto per anni e una bevuta di troppo e rivelava tutto. La vita di Maggie sarebbe cambiata per sempre. Sua figlia era sveglia ma aveva pur sempre quattro anni e una
notizia del genere a un’età così delicata avrebbe cambiato tutti i suoi equilibri. E poi Albus. Chissà come l’avrebbe presa Albus. Non sapeva se avrebbe accettato
Maggie, non aveva idea se l’avrebbe creduta.

‘Alice andiamo?’ Albus la aspettava serio a qualche metro più avanti.
Avrebbe dovuto solo superare la nottata e la mattina dopo sarebbe potuta ritornare a casa e stabilire una strategia.

Sarebbe andato tutto bene.

Si mise vicino ad Albus mentre camminavano insieme per le vie di Londra. Lo guardò con la coda e vide che aveva la mascella serrata.

Sarebbe proprio stata una lunga nottata.

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