Tempi moderni

di SellyLuna
(/viewuser.php?uid=145811)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tempi moderni ***
Capitolo 2: *** MariChat ***
Capitolo 3: *** Adrienette ***



Capitolo 1
*** Tempi moderni ***


 

Tempi moderni

 

 

 

Volava tra i tetti di Parigi grazie al suo yo-yo. Amava spostarsi così – uno dei vantaggi di essere Ladybug – e vedere la sua amata città da un’altra prospettiva.

E, in quelle vesti, si sentiva più sicura di sé, meno goffa. Era un sollievo pensare –almeno per poco tempo – che tutto era possibile e raggiungibile. Non aveva nessuna restrizione a mostrare la vera se stessa, era libera.

La brezza serale le solleticava i capelli, era una sensazione piacevole.

Agilmente atterrò sul tetto di un’immensa villa, la sua destinazione.

Era consapevole che quello che stava facendo non era corretto – poi Tikki l’avrebbe sgridata – , non c’era nessuna emergenza che la spingesse a usufruire dei poteri del suo Miraculous.

Per una volta, si sentì come Chat Noir e provò l’ebbrezza di fare qualcosa di vietato.

Raggiunse la finestra di una camera spaziosa. Osservò l’interno e vide un ragazzo seduto alla scrivania, intento a studiare. Era così concentrato che quasi quasi le dispiaceva interromperlo.

Ma il desiderio di vederlo e parlarci ebbe la meglio. Picchiettò un paio di volte al vetro. Non dovette aspettare molto, il giovane raggiunse subito la finestra e la aprì, permettendole di entrare.

«Quale onore, my Lady!» la accolse Adrien, porgendole galantemente la mano, accompagnandola nella stanza.

Era indecisa se sentirsi infastidita dal suo lieve tono di presa in giro o se sorridergli.

«A cosa devo la tua visita, Principessa? Non mi sembra hai qualche messaggio.»

Era rimasto sorpreso nello scoprire l’eroina in tuta rossa a pois neri fuori dalla finestra della sua stanza, di solito era lui che saltava di tetto in tetto per farle visita.

Solo una volta la sua Lady si era premurata di andare da lui di persona per recapitargli un messaggio importante. Lei era sempre così diligente, non sgarrava alle regole e non usava i poteri per scopi prettamente personali.

«Volevo vederti» confessò lei, flebilmente, mentre le sue guance si imporporavano.

«E aspettare, comoda comoda nella tua stanza, l’arrivo del tuo cavaliere come fanno tutte le principesse?» le chiese, curioso e divertito. Perché aveva in programma, prima di andare a letto, di controllare come stava, era d’obbligo dare il bacio della buona notte alla sua Princesse.

«Lo sai, no? Io non sono come le altre. E poi i tempi sono cambiati. Non aspettiamo più il nostro principe. Andiamo a prendercelo» gli disse lei, ammiccando.

Gli si avvicinò e, con decisione, gli afferrò il colletto della maglia e lo baciò con trasporto, a cui Adrien rispose senza pensarci due volte.

Ci aveva messo un po’ ad abituarsi al fatto che la sua partner, l’invincibile Ladybug, fosse in realtà la sua dolce e timida compagna di classe. Ma, facendo più attenzione, aveva notato talvolta in Marinette quella decisione tipica della sua Lady e nell’eroina aveva scorto di rado l’insicurezza della giovane studentessa.

Era stato uno shock realizzare che Ladybug era sempre stata sotto i suoi occhi.

Si era sentito sollevato nell’apprendere che Marinette e Ladybug erano la stessa persona e, inizialmente, non aveva capito questa sua reazione. Ora lo sapeva: amava quella ragazza, sia nei panni dell’eroina di Parigi, sia in quelli della premurosa Marinette.

«Oh vi prego, risparmiatevi!» s’insinuò una voce disgustata.

I due giovani si separarono.

«Potresti rilasciare Tikki, così che possa avere qualcuno con cui parlare, mentre voi amoreggiate?» si lamentò Plagg, il kwami gatto nero.

«Oh certo» così dicendo la ragazza annullò la trasformazione e subito la piccola divinità coccinella svolazzò verso la scrivania, dove Plagg era accomodato vicino a una bella fetta di Camembert, il suo formaggio preferito.

«Plagg! Non sei stato per niente gentile!» lo riprese Tikki.

Adrien roteò gli occhi al cielo, seccato per l’insensibilità del suo kwami, mentre Marinette sorrise, divertita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ehm salve a tutti!^^

Sono nuova in questo fandom e non so nemmeno perché sono qui. Avevo voglia di scrivere su questi due, anche se non sono molto preparata in materia.  Ho visto qualche episodio e letto qualche fic e so che questa serie mi piacerà. ;) In futuro, mi devo rifare assolutamente. ù.ù

Ad ogni modo, spero che i personaggi non siano troppo OOC… Ad essere sincera, questa cosa qui non mi convince moltissimo… :(

Diciamo che è una piccola flash senza pretese.

Aspetto un vostro riscontro. C:  

Per ora, vi saluto!

À bientôt! ;)

Selly

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** MariChat ***


 

 

Quella sera Marinette non riusciva a addormentarsi, così scese dal letto e tirò fuori ago e filo per fare alcuni ritocchi all’abito che aveva promesso a Manon: era a buon punto, le mancava davvero poco per completarlo e, dato che Morfeo non si decideva ad accoglierla fra le sue braccia, pensò che portarsi avanti con il lavoro non le avrebbe fatto alcun male.

Mentre passava il filo, iniziò a canticchiare un motivetto a bassa voce per non svegliare Tikki.

Avvertì un po’ d’aria fresca che proveniva dalla finestra sopra il letto che aveva lasciato aperta, perché quella era un’estate particolarmente afosa, anche nelle ore serali.

Si beò di quella brezza inattesa.

«Cosa ci fa la mia Principessa ancora in piedi?» una voce familiare le sussurrò all’orecchio, provocandole dei brividi lungo la schiena, che non passarono inosservati al suo visitatore, che sorrise, leccandosi i baffi.

«Chaton!» lo riprese la ragazza. Non l’aveva sentito arrivare.

Appoggiò il vestito, l’ago e il filo alla scrivania.

«Mi hai fatto prendere uno spavento! Potevo rimanerci! E poi non ci si intrufola così nelle case degli altri, specialmente nelle stanze private delle signore!» incrociò le braccia al petto, arrabbiata.

Come poteva resisterle? Era palese che fingesse, si stava trattenendo lei stessa dal non scoppiare a ridere e quella scena  gli scaldò il cuore, suscitandogli ilarità.

Si impegnò a sua volta a non lasciarsi sfuggire una risata, altrimenti non avrebbe potuto mettere in atto quello che aveva in mente.

«Ma se questa donzella mi stava aspettando!»

«Ti sbagli!» e per sottolineare il concetto voltò la testa dall’altra parte, naso all’insù.

È troppo carina.

«È difficile crederti, sai?» avvicinò nuovamente il viso alla ragazza. Le depositò tanti piccoli baci, morbidi e leggeri, lungo la linea del collo, da sotto la mandibola fino alla spalla, causandole dei risolini.

Quanto amava la sua risata, avrebbe ascoltato quel suono per il resto della sua vita.

«Per quanto le moderne principesse si siano emancipate, aspettano sempre il bacio del loro cavaliere» e così dicendo ruotò la sedia fino a avere la ragazza di fronte a sé.

Come d’abitudine, rimase stupito dalla sua bellezza, semplice ma verace. Era in pigiama, ma per lui era la ragazza più bella che esistesse.

Lo guardava con i suoi splendidi occhi  blu cobalto, magnetici più del solito, il suo sguardo non poté non soffermarsi sulle sue labbra rosee, tremendamente invitanti: tutto di lei lo stava ammaliando, gli sembrava di udire un canto che lo invocava a andare da lei, sempre più vicino e gli vennero in mente le Sirene che incantavano Ulisse e i suoi compagni.

E lui non trovò nulla in contrario, lentamente le si avvicinò, le catturò il labbro superiore, che stuzzicò un po’, prima di baciarla.

Marinette rispose al bacio con altrettanto trasporto. Si alzò dalla sedia e spinse il ragazzo guidandolo fino alla chaise longue.

Senza interrompere il bacio, vi si adagiarono sopra, continuando a scambiarsi effusioni d’amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!^^

Stranamente sono ancora qui e questa volta aggiorno Tempi moderni. Pensandoci e ripensandoci, ho trovato un continuo. Non so se era quello che vi aspettavate, ma spero comunque possa piacervi questo nuovo capitolo. C:

Buon S. Valentino a tutti!

Penso di non aver altro da dire! C:

Fatemi sapere cosa ne pensate. :)

Grazie.

Alla prossima! ;)

Selly

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Adrienette ***


 

 

Finì di decorare l’ultima ciambella, osservò con orgoglio le proprie creazioni prima di infornarle. Aveva fatto un ottimo lavoro, poteva riconoscerlo; ormai ci aveva preso la mano, dopotutto aveva imparato dal miglior maestro.

Lo stesso non si poteva dire del suo ragazzo, che nonostante tutto si dichiarava sempre ben disposto ad aiutarla in cucina, in particolare quando preparavano i dolci.

Chissà come mai…

Sosteneva che si divertiva molto e era un’occasione per passare del tempo con lei, ma la ragazza era di tutt’altro avviso: il ragazzo così aveva il privilegio di assaggiare quelle delizie.

E a proposito di Adrien, era già da un po’ che non sentiva la sua voce e di solito era il primo a intavolare un discorso mentre lavoravano: quel silenzio era sospetto.

Starà pensando di farmene una delle sue…

Non ebbe nemmeno il tempo di pensarlo che due braccia le avvolsero la vita dolcemente e sentì la testa del suo assalitore posarsi delicatamente sulla spalla sinistra.

«Vediamo che capolavoro! Marinette, sei fantastica. Sei la migliore.»

Complimenti come quelli erano ancora capaci di imbarazzarla, soprattutto se era Adrien a farglieli; quel suo tono dolce e convinto la portavano a credere davvero alle sue parole.

«G-grazie. E le tue, dove sono? Le hai già messe nel forno?»

Il ragazzo fece un suono d’assenso.

«Sai, stavo pensando» percepì la sua bocca esperta lambirle il collo «se ami più me o i dolci.»

Subito smise di accarezzarla e alzò la testa, di scatto.

«Stai forse dubitando del mio amore per te, my Lady?» le chiese lui, fintamente preoccupato.

«Converrai con me» continuò Marinette, sorridendo «che una ragazza può farsele due domande…»

«Guarda cosa mi tocca sentire» nonostante il tono piccato, sprofondò il suo naso tra i suoi morbidi capelli, annusando quel profumo familiare e amato «Invece di essere grata a avere un umile cavaliere a servirla.»

«Non so se sei più un aiuto o una distrazione» ponderò la giovane, mezza seria e mezza divertita.

«E con questo cosa vorresti dire?» fece il finto offeso.

«Che non si può negare la tua passione per i dolci, Chaton» affermò semplicemente Marinette.

«Dove li metterai, poi?»

Se l’era chiesto spesso. Il suo ragazzo era perfettamente magro; l’aveva visto mangiare di gusto, ma sembrava che lui fosse graziato dal non mettere su nemmeno un chilo: come ci riuscisse, era davvero un mistero.

«Sai benissimo dove vanno…»

Obbiettivamente lo sapeva: Adrien faceva molto movimento, quindi quel poco peso che riusciva ad accumulare, lo perdeva in un batter d’occhio. E, forse, era meglio così: manteneva intatta la sua immagine di modello, bello e perfetto, come voleva suo padre.

«Certo, saltare per i tetti di Parigi ti tiene in forma.»

Oltre all’attività di scherma, non andava dimenticato tutto il moto che faceva nei panni dell’intrepido eroe, Chat Noir, fedele compagno di Ladybug.

«Non solo» le sussurrò, allusivo, all’orecchio.

Capendo a cosa si riferiva, lei divenne paonazza.

«Adrien! Sei terribile!»

Lo sentì sorridere sulla sua pelle, che era tornato a vezzeggiare; il suo respiro caldo la fece rabbrividire dal piacere, la stretta sui suoi fianchi divenne più decisa.

Chiuse gli occhi, segno inequivocabile dell’ammissione a lasciarsi cullare da quelle piacevoli sensazioni: che male poteva mai fare?

Permise che la sua bocca le percorresse tutto il collo, si fermò alla base a cui diede maggiori attenzioni; mugolò soddisfatta.

«Stiamo lavorando, vero?» la voce, forte e chiara, di suo padre spezzò quell’idillio.

Aprì di scatto gli occhi, puntati sulla porta, da cui in pochissimi secondi avrebbe fatto capolino la figura possente di Tom Dupain.

Oddio! Non voleva farsi beccare, così allontanò come poté il ragazzo da sé.

«Cos…?» soffocò una lamentela il giovane Agreste.

Il pasticcere venne accolto dalla vista dei due ragazzi, l’uno di fianco all’altra, entrambi gli rivolsero un sorriso tirato come se stessero nascondendo qualcosa e quella sensazione aumentò quando scorse il viso stranamente arrossato della figlia; notò anche le mani del ragazzo che circondavano mollemente i fianchi di Marinette.

«Sì, come vedi sta andando tutto bene» cercò di convincerlo la ragazza, allargando il braccio in aria indicando lo spazio intorno a lei.

Il padre grugnì, poco convinto.

Prima di uscire, scoccò loro uno sguardo penetrante, senza dire null’altro.

Una volta richiusa la porta, ambedue i giovani poterono tornare a respirare normalmente, avevano avuto il cuore in gola: d’ora in avanti avrebbero dovuto fare molta più attenzione.

«È tutta colpa tua. Ci poteva scoprire. T’immagini?» l’orrore che si dipinse nei suoi grandi occhi blu era lo stesso che provava anche lui.

Su una cosa, però, non era d’accordo.

«Colpa mia? Sei tu che mi hai lanciato un certo invito» controbatté, pronto, Adrien. «Io non ho fatto altro che seguirlo. E non mi sembrava ti dispiacesse» le disse, malizioso.

Non poteva negare la maestria con cui sapeva farla sciogliere come neve al sole.

«Va bene. Diciamo che abbiamo scelto il momento meno adatto.»

Perché la colpa –  se si ostinavano a cercarla – andava attribuita a tutti e due che avevano abbassato la guardia per gustarsi al meglio quel momento tutto loro.

Plagg e Tikki, dov’erano? Avrebbero potuto avvisarli dell’imminente pericolo. Riflettendoci, però, Marinette non era sicura che, presi com’erano, avrebbero dato loro ascolto.

 

  

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonsalve a tutti!^^

Sono tornata! XD Ero un po’ scettica se postare o meno questa fanfic, ma alla fine mi sono decisa. Probabilmente non è nulla di originale e forse potrebbe sembrare molto simile ad altre fanfic del genere, spero comunque possa allietarvi almeno un po’. C:

Sapevo di dover scrivere un’Adrienette in cucina e questo è il risultato. Insomma, bisogna scrivere una fic simile, almeno una volta nella vita. XD

Fatemi sapere cosa ne pensate. Ve ne sarei davvero grata. C:

Grazie.

Selly

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3687678