Occhi di ghiaccio

di Wolf_at_midnight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno scontro. ***
Capitolo 2: *** La ronda dei prefetti ***
Capitolo 3: *** L'aula di pozioni è vuota. ***



Capitolo 1
*** Uno scontro. ***


Uno scontro.


Hermione aprì di colpo gli occhi. Si mise a fissare il soffitto della sua stanza, dipinto dei colori di grifondoro.  Pensó ai numerosi vantaggi che aveva ottenuto diventando prefetto. Uno su tutti, quello di aver ottenuto una stanza singola. Non poteva sopportare di stare in stanza con quelle pettegole di Lavanda e Calì, più volte si era dovuta trattenere per non lanciare a quelle due oche una fattura orcovolante, in pieno stile Ginny Weasly. A proposito di Weasley: non poteva ancora credere a quello che le aveva detto la sera precedente Ron... Era sempre stato molto attaccato a lei, ma  non aveva mai pensato che per lui lei potesse rappresentare qualcosa di più... Stavano tornando dalla cena, Ron si era come sempre abbuffato, e si teneva la mano sulla pancia piena come un uovo. Harry era rimasto a parlare con una corvonero, Cho Chang, molto carina a detta di Hermione... E lei sapeva che anche Harry la pensava così ...  Stavano salendo le scale, quando quest’ultime si misero a cambiare improvvisamente. Hermione perse l’equilibrio e si ritrovó a due centimetri dalla faccia di Ron. Si guardarono imbarazzati, fino a quando Ron la prese per la vita, e, attirandola ancora di più a lui, aveva tentato di baciarla. Hermione si era spostata velocemente, lasciando Ron interdetto: non si aspettava un rifiuto da parte sua. Hermione salì qualche gradino, quando si sentì bloccare il braccio. A quel punto Ron disse, balbettando:” h-hermione io t-ti devo d-dire una c-cosa...” Lei trattenne il respiro, restandogli girata di spalle:” io ti...ti...ti amo...”. Non poteva crederci, era appena successo quello che lei temeva? Ron le si era appena dichiarato? No, no, non poteva essere vero! Dopo un attimo di silenzio Ron le disse:” e tu.... c-cosa provi per me?” A quel punto non ce l’aveva più fatta e , liberatasi della sua presa, incominció a salire le scale, ormai ferme. Corse fino al suo dormitorio, le lacrime le bagnavano il viso. Una volta raggiunti i dormitori si buttò sul suo letto e, dopo aver insonorizzato la stanza, dette sfogo a tutta la sua disperazione affondando la testa sul cuscino. Hermione non sapeva per quanto tempo aveva pianto, e tantomeno quando si fosse addormentata, ma, alzandosi finalmente dal letto, potè constatare davanti allo specchio di essere seriamente distrutta. Capelli arruffati che più arruffati non si può, la faccia segnata dal pianto e dalle pieghe del cuscino, che le avevano lasciato sulla pelle dei solchi che la facevano sembrare una vecchietta, e oltretutto aveva delle occhiaie che avrebbero fatto paura anche a sua madre. Si sciaquó la faccia sperando di sistemare tutto, ma l’acqua fredda le rimedió solo degli antiestetici rossori sulla sua pelle delicata.  Rassegnata andó a vestirsi, infiló i libri dentro alla cartella e sarebbe uscita, se un uragano dai capelli rossi non l’avesse fermata:” Ciao Herm! Come va? Oh mio dio, ma che ti è preso, sembri un goblin!” Hermione sorrise impercettibilmente e rispose:” Ciao Ginny, e grazie di avermi paragonato ad un dipendente della Gringott! So di non essere stupenda, ma non è che sia così male...” Le guanche di Ginny si colorarono lievemente, ma dopo due secondi era tornata quella di sempre:” Dai stavo solo scherzando! Vieni qui, che con un tocco di bacchetta sistemo tutto io!” La magia! Certo che sono stata proprio stupida a non pensarci, pensó Hermione, prima che la sua amica incominciasse a lanciarle incantesimi nel tentativo di farla apparire almeno lontanamente presentabile:” Fatto! Guardati allo specchio e dimmi se non sono stata brava!” Hermione si alzó dal letto e andó a specchiarsi: cavoli se era stata brava! I suoi capelli crespi ora erano diventati dei bei boccoli profumati e definiti, che rilucevano alla luce del tiepido sole invernale che penetrava dalla finestra aperta. Le occhiaie, le rughe e i rossori erano spariti e la sua pelle era finalmente liscia. Si guardó gli occhi: lo sapevo che Ginny ci avrebbe messo il suo zampino,pensó. Le sue ciglia erano state allungate e scurite e una leggera riga di matita nera le incorniciava gli occhi:” Ginevra Weasly, quante volte ti ho detto che non voglio truccarmi?” Disse, mettendo le mani sui fianchi. Ginny trattenne a stento una risatina:” Dai Herm, è solo un po' di mascara e matita nera, che sarà mai? Tutte le ragazze della scuola si truccano, tu sei l’unica che non lo fa! E poi ti lamenti che non trovi un ragazzo!” Disse, con tono ironico. Hermione si rabbuió, ripensando agli avvenimenti della sera prima. A quanto pare Ginny se ne accorse perché le chiese:” Che cos’hai Herm? Ho detto qualcosa di sbagliato?” Le chiese, velatamente preoccupata. Lei si affrettó a risponderle:” No no tranquilla, è solo che ho molta fame! Andiamo a fare colazione?” Le rispose di si e allora scesero in sala comune. Hermione non aveva  nessuna intenzione di incontrare Ron, così constrinse Ginny ad andare con lei invece che aspettare lui e Harry.  
Arrivarono in Sala Grande e si sedettero al tavolo. Seamus davanti a loro si era appena fatto esplodere un calice di succo di zucca in faccia, mentre Neville cercava invano di bere dell’acqua per alleviare il dolore che si era maldestramente procurato mangiando una fetta di torta di mele incandescente. Ginny e Hermione risero, per poi sistemarsi e incominciare a mangiare. Dopo poco arrivano Harry e Ron:” Perché non ci avete aspettato in sala comune? Pensavamo che foste ancora in camera, vi abbiamo aspettato un mucchio!” :” Scusa Harry” disse Ginny:” ma Hermione era davvero tanto affamata ed ha preferito venire subito qui”. A quel punto Harry e Ron si sedettero nei posti subito davanti a loro. Ron non aveva ancora spiccicato parola e teneva la testa bassa sulle sue salsicce, cosa che insospettì molto Harry e Ginny, che gli chiesero cosa c’era che non andava. Hermione sapeva bene cos’era successo a Ron, e si sentiva in colpa per come l’aveva trattato... Ma lei non provava gli stessi sentimenti e non poteva fare finta solo per compiacerlo, solo per illuderlo. Si sentiva malissimo, allora con la scusa di aver dimenticato il libro di Arimanzia in camera se ne andó, lasciando i tre da soli. Uscì dalla Sala Grande con la testa bassa, non riusciva a non pensare allo sguardo smarrito di Ron quando aveva rifiutato di baciarlo. Richiuse la porta dietro di sè, giró l’angolo e... andó a sbattere contro qualcuno, finendo a terra. Senti una voce familiare che le diceva:” La prossima volta stà più attenta, Mezzosangue”. Sentì il sangue gelarsisi nelle vene: tra tutte le persone possibili con cui poteva scontrarsi quella mattina, lo doveva fare proprio con Draco Malfoy, il Furetto? Fece per rialzarsi, ma inaspettatamente una mano pallida gli dette un aiuto. Hermione non poteva crederci: Malfoy che la stava aiutando?! Riluttante accettó l’aiuto, e una volta in piedi sussurró, un timido “grazie” guardandosi la punta delle scarpe. Si stupì ancora di più quando le giunse una risposta:” Di niente”. A quel punto Malfoy se ne andò, con le mani nelle tasche e lo sguardo assente, ma rispetto a quello che pensava Hermione non entrò in Sala Grande, ma continuò per il corridoio. Restó a guardarlo sparire mentre girava l’angolo, ancora sconvolta per quello che era appena successo.






Spazio autrice- Ciao a tutti! Io sono Lingua di gatto, e questa è la mia prima ff! Come potete immaginare, tratterà del tema dramione, una coppia che io adoro alla follia! I capitoli, salvo imprevisti, saranno pubblicati un giorno sì è uno no, così da non prolungare troppo l'attesa! Spero che vi piacerà leggere la mia storia, e vi invito a commentare per dirmi se vi è piaciuta o anche per farmi delle critiche costruttive, come ho già detto sono alla mia prima ff e sono ancora abbastanza inesperta! Tanti saluti, Lingua di gatto~

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Capitolo 2
*** La ronda dei prefetti ***


La ronda dei prefetti. Hermione, dopo che si fu ripresa da quel pazzo istante appena vissuto, sbattè gli occhi castani due volte e poi si giró dall’altra parte, decisa a dimenticare tutto. Si avviò verso la torre d’Astronomia, lei che era un prefetto poteva tranquillamente accedervi. Hermione aveva sempre pensato che fosse un luogo meraviglioso: si vedeva tutto il castello da lassù, le serre, la casa di Hagrid, la Foresta Proibita, il Lago Nero. Le piaceva molto anche trovarsi lì all’alba, vedere il sole sorgere e incendiare il cielo di rosso e oro, per lei era uno spettacolo da togliere il fiato. Si stava finalmente rilassando, quando una voce alle sue spalle la fece trasalire:”Hermione, ti ho trovata, ti ho cercata per ore!!! Non avevi detto che eri andata a prendere un libro in camera?! Perché sei qui?”. Hermione rimase un’attimo interdetta, non si era resa conto del tempo che passava:”Si infatti, ero andata a prendere il libro in stanza, ma poi mi sono resa conto che ho lasciato a casa,ehm, un’intero pacco di pergamene, così sono venuta qui e ho spedito un gufo a mia mamma...”:” Scusa ma allora perché non sei andata in guferia?”, chiese la rossa, mettendosi le mani suoi fianchi:” beh, lo sai che non mi piace li, è così sporco e poi tutti quei gufi fanno un tale rumore... mi piace di più venire qui, è molto più pittoresco.”, concluse risoluta, dopotutto quello che aveva detto lo pensava davvero:”Ok.... ma allora vuoi sbrigarti o vuoi rovinarti la reputazione arrivando tardi a lezione?” Disse Ginny, ridendo e prendendo per il braccio l’amica. Arrivarono in tempo a lezione per un soffio, ma poi la giornata passó tranquillamente, anche se Hermione e Ron si evitavano a vicenda. Dopo che ebbero cenato, Hermione e Ginny si avviarono verso il dormitorio Grifondoro, e quando entrarono in sala comune, trovarono tutti gli studenti del quinto anno accalcati davanti ad una colonna con su appeso un foglio. Le due grifone si fecero largo tra la folla, per poi riuscire a leggere il biglietto: ”Cari studenti Grifondoro, come sapete i prefetti delle varie casate compiono delle ronde notturne per accertarsi che nella scuola tutto sia a posto e in regola. Di solito queste ronde sono fatte tra prefetti della stessa casata, ma, per motivi di socializzazione, da quest’anno le ronde le faranno prefetti di casate miste: ecco qui di seguito la lista delle coppie:Padma Patil(Corvonero)-Gabriel Truman(Tassorosso), Robert Hilliard(Corvonero)-Hannah Abbott(Tassorosso), Ron Weasly(Grifondoro)-Pansy Parkinson(Serpeverde), Hermione Granger(Grifondoro)-Draco Malfoy(Serpeverde). Spero che vi troviate bene con queste nuove coppie, cordiali saluti, Minerva McGrannit.” Hermione sbiancó: lei e Malfoy avrebbero dovuto fare la ronda insieme?! Non era possibile, era solo un brutto sogno! Malfoy l’avrebbe sicuramente insultata, oppure le avrebbe lanciato un’incantesimo mentre era girata di spalle... doveva assolutamente trovare una soluzione! Poi peró penso che sarebbe stato peggio rimanere in coppia con Ron, non avrebbe resistito una notte con lui sapendo che cosa era successo la sera prima... allora si rassegnò all’idea di finire in coppia con Malfoy...si mise a salire le scale, quando Ginny le chiese:” ma non dici niente? Cioè, sei appena stata messa in coppia con Malfoy, Draco Malfoy, il Furetto, il nostro nemico più grande, e non dici niente?”:” Cosa posso fare Ginny? Non posso andare dalla McGrannit e dirle se mi può cambiare di coppia, hai letto, c’è scritto che le coppie sono state mischiate per costringerci a fare socializzazione! Di sicuro se mi lamento mi constringerà a stare con Malfoy non solo durante le ronde...” Ginny non fiató, così Hermione entro in camera sua e chiuse la porta con un’incantesimo. Si fiondò in bagno e lì si fece una lunga e caldissima doccia. Il vapore aveva invaso tutto il bagno, così come l’odore di vaniglia dello shampoo della grifona. Hermione faceva spesso delle lunghe e rilassanti doccie, la aiutavano a scaricare lo stress. Ma quella volta continuava a pensare, pensava ai suoi problemi, pensava a Ron, ma anche a Malfoy. Non poteva trovarsi in una situazione peggiore pensó. Altro che espulsione e test imminenti, quelle cose l’avrebbero preoccupata anni addietro, adesso i veri problemi erano quelli. Ormai rassegnata, chiuse l’acqua, si asciugo i lunghi capelli castani con un colpo di bacchetta, indosso il pigiama e sprofondo tra le calde coperte rosso e oro, anche se era ancora molto presto. Si rigirò tra le lenzuola, e dopo un tempo che a lei parve durare secoli, finalmente si addromentó.

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Capitolo 3
*** L'aula di pozioni è vuota. ***


La mattina dopo Hermione si risvegliò ancora una volta distrutta, ma, contrariamente al giorno prima, non ebbe bisogno di Ginny per prepararsi, ma sistemo tutto con un colpo di bacchetta, come aveva fatto l’amica. Ancora una volta non volle aspettare Harry e Ron per andare a fare colazione, e si avviò con Ginny verso la sala grande. Quella sera sarebbe stata di turno per la ronda, ed era alquanto agitata. Vago con lo sguardo sul tavolo verde-argento, cercando un ragazzo vizziato dalla testa platinata. Lo cercó vicino a Tiger e Goyle, ma non lo trovò. Allora guardó vicino a Blaise Zabini, ma lui era intento a parlare con Nott. Allora fece un’ultimo tentativo, e guardó nella direzione di Pansy Parkinson, il Carlino: di Malfoy non c’era traccia, in compenso la serpeverde stava sghignazzando insieme a Daphne Greengrass, anche lei serpeverde, anche lei antipatica e viziata. Stava per riposare lo sguardo sulla sua colazione, quando all’improvviso incontró due occhi azzurri. Malfoy era seduto in fondo al tavolo serpeverde, isolato, davanti a lui solo una misera ciotola di porridge, una mela verde e un succo d’arancia. Il suo sguardo non era più spento e assente come il giorno prima, ma sembrava uno sguardo di sfida, vagamente minaccioso, ma anche vagamente divertito. Hermione distolse subito lo sguardo, e, imbarazzata, fece un timido segno con la mano a Harry e Ron, che si erano appena seduti al tavolo rosso-oro. Per tutta la mattinata ripensó a quel veloce sguardo con Malfoy, era stato così breve, ma così intenso... quando si accorse di ripensare nuovamente a quello Hermione si dette della stupida, era stato solo uno sguardo, non significava niente. Si impose un limite mentale e ricomincio a prendere un mare di appunti sulla lezione della McGrannit, anche se sapeva tutto il libro a memoria e non aveva per niente bisogno degli appunti. La giornata passó velocemente, anche troppo velocemente, e in un batter d’occhio Hermione si ritrovò ad uscire dalla sala comune Grifondoro per andare a fare la ronda con Malfoy. Si erano dati appuntamento davanti all’aula di pozioni, e infatti quando Hermione ci arrivò, trovó Malfoy appoggiato al muro, con le mani nella tasche dei pantaloni di velluto nero e un piede alzato:” Buonasera Malfoy.”:” Buonasera, Mezzosangue.”disse il ragazzo, completando il tutto con un’orrendo ghigno made in Malfoy. Hermione si ritrovò ancora a pensare a quella mattina, sembrava così diverso ora, prima era normale, quasi...gentile. La grifona era ancora a fissarlo negli occhi, nei suoi occhi blu:”hey Granger, lo so che sono irresistibile, ma almeno potresti evitare di mangiarmi tutto subito, se vuoi possiamo fare tutto con calma...la sala di pozioni è vuota se vuoi...” disse il serpeverde, tirando fuori un sorriso pervertito. Hermione si riscosse, e gli rispose:” ma che dici, sei ammattito per caso?! Mi fa schifo solo toccarti, figuriamoci...”. Stettero in silenzio per un bel po, poi la grifona riprese la parola:” Comunque, io pensavo che tu potessi fare i sotterranei, tanto tu vivi praticamente la sotto, e anche il primo e il secondo piano. Io farò il resto. Poi ci ritroveremo di nuovo qui, ci saluteremo e torneremo nei rispettivi dormitori. Ci vediamo qui tra due ore esatte.”. A quel punto Hermione giro i tacchi e si incamminò verso il terzo piano, ma Malfoy le si parò davanti:”Non vorrai mica lasciarmi da solo, no? Non vuoi stare un po' con me...?” Hermione rimase di nuovo incantata da quegli occhi azzurri, ma duró solo un secondo:” spostati Malfoy”:” perché mi tratti così? Io sono così gentile con te... non possiamo essere semplicemente amici?”Hermione fece finta di pensarci un po' su, e poi rispose:” neanche per sogno. E adesso levati, che prima finisco la ronda prima ritorno in camera.”. Poi la grifona fece per andarsene, ma Malfoy la prese per le braccia e la sbatte violentemente contro il muro:” eh no, non mi puoi trattare così, io sono il principe delle serpi...nessuno può resistere al mio fascino...” le disse, daprima minacciosamente, poi in modo sensuale, sussurrando nel suo orecchio. Hermione non aveva neanche capito cosa era successo, si era ritrovata bloccata al muro, e Malfoy la stava minacciando... no aspetta, adesso era diverso, sussurrava nel suo orecchio, era molto... sensuale. Hermione ma che stai pensando?! Lui è Draco Malfoy!, pensó la grifona nella sua testa confusa. Malfoy le si avvicinò ancora di più ora erano petto contro petto. La prese per i polsi, che blocco sul muro all’altezza delle spalle della ragazza. Avvicinò la sua bocca al suo collo, lasciandoci una piccola scia di baci roventi. Hermione chiuse gli occhi e gemette, per la meraviglia, per lo stupore, per il disgusto, per il piacere. La serpe stacco le sue labbra calde dal collo della ragazza, per poi avvicinarsi di nuovo al suo orecchio, e dicendole in un sussurro:” non puoi resistermi...”. Poi di colpo la bació. Hermione rimase ferma, non aveva intenzione di prendere parte a quel bacio, odiava quel ragazzo. Ma poi sentì il suo odore, era caldo, come il fuoco che arde nel camino, ma allo stesso tempo fresco, come la menta. E c’era anche una nota dolce, ma al contempo aspra, come di mela verde. A quel punto Hermione non c'è la fece più e rispose al bacio. Così il principe delle serpi infilo la sua lingua dentro la bocca della ragazza, ed incominció un sensuale gioco di tocca e fuggi tra le loro due lingue. Il bacio si stava facendo sempre più caldo e appassionato, così il serpeverde levó le sue mani dai polsi della grifona e le poggió sui suoi fianchi, attirandola ancora di più a se. Così Hermione, con le mani finalmente libere, affondó le mani nei capelli color platino del ragazzo, erano così soffici. Draco sollevò Hermione per le cosce e la portó dentro l’aula di pozioni. La distese sulla cattedra, e poi si mise sopra di lei. Hermione non stava nemmeno capendo cosa stava facendo, ed era troppo presa per fermarsi. Draco incominció a sbottonarsi la camicia, restando a petto nudo. Hermione esploro con le mani la pelle del ragazzo, mentre lui le toglieva la maglietta, lasciandola in reggiseno. Si tolsero i pantaloni, restando in intimo. Incominciarono a sfiorarsi, nei punti più sensibili, facendo gemere l’altro di piacere. Continuavano a baciarsi, appassionatamente. Poi Draco scese di nuovo con le labbra sul collo di lei, per poi passare al reggiseno e alla pancia. Hermione ansimava: ma cosa stava facendo? Con Malfoy? Ma era impazzita?! Il ragazzo stava cercando di toglierle il reggiseno quando Hermione si alzò di scatto, facendolo finire a terra. Il serpeverde rimase per un’attimo stupido, poi si rialzò e disse:” Ma che ti prende? Non ti piaceva quello che stavamo facendo?”finì di parlare e si sistemò i capelli ossigenati con un gesto della mano, dannatamente sensuale... Hermione evitó di guardarlo ancora, sennò era sicura che non avrebbe resistito e avrebbe finito di fare quello che avevano interrotto:”No, cioè si, mi è piaciuto, ma... è sbagliato... tu sei un Malfoy! Non posso farlo con te! E poi noi due ci odiamo!” A quel punto nelle iridi azzurre di Draco a Hermione parve di veder scendere un velo, triste, sconsolato, rassegnato. Ma quel velo si rialzò subito, e lasció spazio ad un muro duro, severo, impassibile:” Bene.” Disse il ragazzo, poi prese i vestiti da terra e si vestì. Non disse una parola mentre usciva dalla stanza. Ma mentre la porta stava per chiudersi Malfoy si fermò:” Ah, Granger” A Hermione parve di vedere una speranza, una parola dolce, gentile, uno spiraglio a cui aggrapparsi in quella situazione così surreale, quasi onirica:”Falla te la ronda, io torno in camera mia, dopotutto sei tu la strega più brillante della tua età, no? Bene, allora fai tu tutto il lavoro, tanto io, come hai detto te, sono un Malfoy, giusto?” Aveva pronunciato queste parole in modo sprezzante, pieno di rabbia. Hermione non poteva vedere la sua faccia, ma poteva chiaramente immaginassi la smorfia di disgusto e rabbia che si era appena andata a formare sulla faccia del serpeverde. E immaginare la sua espressione la fece sentire ancora più male. La porta si richiuse con un tonfo, lasciando una Hermione stupita, mezza nuda sulla cattedra dell’aula vuota. Mente calde lacrime incominciavano a bagnare il suo viso.

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