Gli Elementi - i sei predestinati

di killian44peeta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I demoni ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2-Luxor ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3- Task ***
Capitolo 5: *** capitolo 4-sospetti ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5- Ricordi ***
Capitolo 7: *** capitolo 6- Fuoco ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7- ostacoli ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8- Guy e Silver ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9-angelo ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10- Salvataggio ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11-Rivelazione sconcertante ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12-Giornata storta ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13- Acqua ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14- Will ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15- Convivenza notturna ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16-Nemes ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17- Aria ***
Capitolo 19: *** capitolo 18- Rubare ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19- La vecchia ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20- Rinchiusi ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21- Caduto ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22-Arrabbiati ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23-In tanti pezzi ***
Capitolo 25: *** capitolo 24-Arrivederci ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***
Capitolo 27: *** Significato nomi e motivo per l'utilizzo ***
Capitolo 28: *** Ringraziamenti ***
Capitolo 29: *** CIAK! Si gira pt.1 ***
Capitolo 30: *** CIAK! Si gira pt.2 ***
Capitolo 31: *** Pubblicazione One Shot intermezzo 1 e 2 ***
Capitolo 32: *** Informazione ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Gli Elementi

Prologo - Gli Elementi - i sei predestinati

Per millenni non c'era stata più una guerra nel mondo, millenni di pace e prosperità in cui tutto il passato era rimasto passato, in cui alcune cose vennero dimenticate e in più, tralasciate, come fogli di carta strappati dal vento del tempo rimasto, ma si sa, i fogli strappati sono sempre quelli che recideranno.

Nel mondo di Athlas, non c'erano più barriere di protezione ormai da tempo, un millennio esattamente, quel millennio che aveva dato inizio a un nuovo mondo, dopo che la guerra si espanse fino a raggiungere i limiti estremi.

In quella guerra, gli umani combattevano contro gli Spiriti e gli Spettri, ma a volte anche contro loro stessi, ci furono molti caduti che superavano di gran lunga quelli rimasti sulla terra, sembrava che tutto fosse perso, eppure, gli Elementi di Athlas si risvegliarono e grazie ad essi, la guerra fu vinta e sconfitti gli esseri che volevano governare il mondo, addormentati nell'oscurità, dopo di ciò, gli Elementi riuscirono anche a aiutare la gente a riavere la propria vita.

L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.

Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.

Il Buio risvegliò gli Spettri.

Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.

Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.

Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.

Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.

Non ce n'era uno simile all'altro.

Il primo che raggiunse era ad Amberlin, una città dietro ad una caverna di pietre preziose.

Era un maschio, con il viso ovale dai lineamenti delicati e con un ciuffo di capelli scurissimi arricciato sulla piccola fronte.

Il corpo roseo era un po' arrossato, accartocciato, come per proteggersi dal freddo.

Attorno a lui aveva una collana di zaffiri, il piccoletto aprì gli occhi, erano dello stesso colore, tendenti un po' al blu.

Per un attimo sembrò che il Buio fosse indeciso, poi toccò il bambino sulla fronte, poi su un braccio, infine sull'altro, uno zaffiro dei tanti divenne dello stesso colore della notte e i suoi occhi si scurirono, diventando di un intenso blu notte.

Il bebè iniziò a piangere, gonfiando le guance e rigandole con le lacrime .

L'elemento recitò una sequenza di parole poi si recò anche dagli altri e fece la stessa cosa.

Lontano da lì, il Fuoco sentì qualcosa, un sintomo di allarme che lo percorreva, lo stesso lo sentivano gli altri Elementi.

Percepirono una voce disperdersi nel loro essere, era un incantesimo, accadde tutto troppo in fretta per far capire loro cosa stesse succedendo, la Luce venne scaraventata da un lato, la Terra da un altro...ciascuna materia venne trasportata in un posto, ciascuno di loro si trovò davanti un piccolo fagotto e senza nemmeno accorgersene, ciascuno di essi ci finì dentro.

3 ore dopo

"Che bella! È una femmina! La mia piccola bambina... come potrei chiamarla? Forse Chiara? Con quei capelli così bianchi ci starebbe...ma forse è meglio di no, ci sono già troppe bambine in questo villaggio che si chiamano così, mmh... sono indecisa tra Moon, Bianca, Cathy, Ginny o Diana, quale potrei scegliere?"

La bambina dal ciuffo di capelli bianchi si abbandonò ad una risata deliziosa mentre agitava le piccole mani in aria.

"Moon no, sembra insensato come nome, poi potrebbero prenderla in giro come hanno fatto a mia sorella, e poi a lei non importa della mia piccola se no... non se ne sarebbe andata, mi rendo conto di star decidendo un po' tardi il nome della mia piccola ma... uff, è solo colpa sua"

La bebè la osservò con i suoi occhi indaco, emettendo un buffo verso gutturale.

La madre le sorrise .

"Mi piace Bianca, ma se lei cambiasse colore di capelli con il tempo? Meglio non rischiare, Ginny no... tra Cathy e Diana quale potrei scegliere?''

-Da... da- fece la piccola battendo più volte le ciglia.

La madre inarcò il sopracciglio .

-Da...da! Ca...-

La bambina rise di nuovo, battendo le mani con energia.

" Diana Cathy Swanlight, sì, ti chiamerò così, perché suona"

La piccola agitò la testolina, con quel delicato sorriso che fece riscaldare il cuore della madre.

-Diana....-

La bambina continuava a ridere, gli occhi bi color che sprizzavano allegria da tutti i pori, la mamma non riuscì a trattenere una risata a sua volta.

4 anni e nove mesi dopo

-Task! Vieni qui! Immediatamente-

Il bambino dai capelli rossi aveva appena imparato ad andare in bicicletta senza rotelle e il padre era costretto a corrergli dietro, ansimante.

Il bambino scoppió in una risata grossolana-Papà, non mi prendi, quando sarò più grande non riuscirai mai ad avvicinarti a me di mezzo metro-

-Ma non sai nemmeno quanto sia mezzo metro...- disse l'altro, disperato, fermandosi a prendere fiato.

-No, infatti!- confermò il figlio pedalando ancora più forte .

Fece una curva a tutta velocità, le ruote sibilarono.

-Vieni qui!- ordinò il padre con tono serio

-Aspetta, devo finire l'ultimo giro!-

-Hai detto la stessa cosa mezz'ora fa !-

Task fece una piroetta sulla bicicletta e pedalò a tutta birra sopra il marciapiede, catapultandosi davanti al padre con un sorriso.

-Per oggi basta- lo rimproverò il padre che era diventato dello stesso colore di un lenzuolo

-D'accordo- acconsentì il rosso sorridendo

Il bambino legò velocemente la catena alle ruote della bici, poi si arrampicò su un albero ed entrò in camera sua dalla finestra.

Il papà sospirò e con passo pigro entrò in casa dalla porta principale.

Casa sua odorava di un insieme di tanti profumi, tra cui cocco e mango che si amalgamavano dolcemente.

"Possibile che mia moglie abbia fatto un ragazzo che non ci assomiglia per niente e che è così difficile da domare? Che lavoraccio!"

Sconsolato, raggiunse la cucina e scosse il capo.

Aveva, ancora una volta, pensato a lei, a Esteilla, morta poco dopo la nascita del piccolo Task e dopo averlo benedetto, non era riuscita a resistere alla emorragia interna prodotta dalla fuoriuscita del bebè.

Il padre si riscosse dai suoi pensieri quando vide davanti a sé il bambino che lo guardava con sguardo colpevole.

Cercò di sorridergli ma fece solo una smorfia che sconfortò il piccolo.

Si avvicinò a lui abbassando lo sguardo, accarezzando i capelli rossi del bambino che lo abbracciò energicamente.

-Non essere triste papà, se vuoi non ti disubbidirò più, promesso, sarò sempre con te e farò tutto quello che vorrai, ma non essere triste-

Il padre si piegò sulle gambe e diede lui un bacio sulla fronte.

"E io ti prometto che non ti accadrà nulla di male, non lo permetterò mai"

2 anni dopo

-Bene, ora dovrete tentare di scrivere un testo che parli dei vostri compagni, un po' di voi, delle cose che sapete fare e quelle che non sapete, d'accordo bambini?-

Gli alunni annuirono tutti e dissero in coro -Certamente signora maestra-

Un coro che si sentiva spesso nelle classi delle scuole dei bambini, quasi cinque o sei volte al giorno.

-Bravi, al lavoro-
Alla maestra bastò un cenno di mano per fare abbassare tutte le testoline dei bambini presenti, pronti a gettarsi con il massimo del loro talento per ottenere la glorificazione della donna.

Tutti gli alunni iniziarono a scrivere sul foglio che tenevano davanti, o almeno, quasi tutti.

Silver si mise una ciocca di capelli azzurri dietro l'orecchio mentre guardava il pezzo di lago collegato ad una cascata appena più lontana, nel bosco.

Lei non prestava particolare attenzione a quello che avrebbe dovuto fare, a lei interessava solo quello che c'era fuori, una fonte di colori e tonalità scintillanti.

Ammirava quei colori delicati riflessi e gli zampillii dell'acqua spostata dal vento.

La facevano sognare ad occhi aperti, immaginava di fare parte dell'acqua e di poter andare dove voleva.

Con sfondo alla sua immaginazione c'era un fragile scarabocchiare alla sua sinistra.

Vicino a lei si trovava uno dei suoi compagni di classe, uno di quelli di cui non ricordava mai il nome.

Con la coda dell'occhio vide che era mancino e grazie agli spostamenti delle mani riusciva a capire cosa scrivesse, talento che aveva posseduto anche da piccola.

Silver non era particolarmente interessata a quello che egli faceva o diceva, parlava del primo incontro con il suo migliore amico che aveva un anno in meno di lui.

Tornò ad osservare il laghetto, il movimento fluido e trasparente la faceva trasportare da un pensiero all'altro.

Avrebbe voluto uscire, correre, saltare e immergersi nelle piacevoli acque che osservava attraverso il vetro portandola a poesie che le si susseguivano nella mente, mischiandosi ad aggettivi ricercati e a pensieri che nessuno tranne lei avrebbe capito mai.

Perché nessuno era come lei, nessuno lo sarebbe stato mai.

2 anni e 3 mesi dopo

-Wiliam, giochiamo un po'? Ti stacchi dal libro e ti concentri su di me?-brontolò un ragazzo dagli occhi grigi e dai capelli viola

-Ehm... no, lasciami finire il capitolo Zéin*-

Zéin emise uno sbuffo insoddisfatto, alzando il sopracciglio e fissando il fratello da dietro il libro-Ti interessa più di come ti interesso io ? Sei fissato fratellino!-

-Io? Fissato? Dovresti parlare per te visto che sei tu quello che circa ogni due giorni mi chiede di fare la lotta o un gioco dei tuoi senza mai fare niente di vero a me, a te interessano i giochi comuni, a me i libri-

-Storia di un naufrago delle isole Pompei... non l'avevi già finito?-

-Sì, infatti-

-Ma non dirmi, lo hai ricominciato daccapo-

Wiliam alzò le spalle con un gesto quasi di totale disinteresse-Anche se fosse?-

Zéin si lasciò sfuggire un secondo sbuffo, che però stavolta faceva tralasciare disappunto.

-Dovresti essere un po' più partecipe caro, non sempre sui tuoi libri-

-Sono meno noiosi di certi giochi che ti inventi tu-disse con un tono velenoso lasciato cadere proprio sull'ultima parola, su quel tu che fece fare una smorfia mezza divertita all'altro

-Su, fratellino, visto che non vuoi giocare, almeno preparati che stasera nostra zia ci ha invitati a cena-

-Ancora?-fece una pausa in cui aleggiò un misto di sorpresa e nervosismo -Ci aveva invitato anche ieri!-

-Sì, ancora-

-Non mi va di venire, le sue cene sono terribilmente noiose, si parla sempre di politica e di come i saggi e i servizi segreti non riescano a tenere a freno i barbari che stanno scendendo verso sud, di come ne catturano uno e intanto se ne uniscano a loro il doppio, come alla rara creatura dell'Idra, scomparsa almeno da cento anni-

-Tagli una testa e ne ricrescono due... ce l'ho presente, però ci devi venire comunque, quindi dopo infilati la giacca e la cravatta o la nostra cara zietta potrebbe arrabbiarsi parecchio-

-Lei si arrabbia sempre-sussurrò Will, indispettito, ma mise comunque via il libro e iniziò a prepararsi.

2 anni e 1 ora dopo

La ragazza respirava affannosamente dopo aver corso così tanto, ma non poteva fermarsi, sentiva lo stomaco riempirsi di crampi.

Non poteva affatto fermarsi o...

Continuò a correre senza pensarci.

Scosse i capelli castani chiari e continuò ad avanzare.

-Nemes, non nasconderti- una serie di risate si susseguirono.

Quando capì che erano più vicini del dovuto ebbe un sussulto.

Sentiva le gambe farsi sempre più pesanti .

-Non puoi nasconderti-avanzò la voce del ragazzo che l'aveva chiamata da così vicino.

Il sangue le ribolliva nelle vene e nelle tempie, aumentando l'agitazione momentanea, già abbastanza scatenata in lei.

Tra un respiro e l'altro c'erano pause di silenzio che parevano non finire mai.

-Sappiamo dove sei-

Si sentì percorrere da un brivido scatenato dalla paura, dalla paura che la rendeva praticamente cieca e senza idee, in balia ad emozioni più grandi di lei.

Notò, a malincuore, di essere giunta ad un vicolo, chiuso da calcestruzzo e mattoni rossi.

Cercò, motivata dall'istinto, un posto in cui nascondersi, per evitare quelle bestie.

C'erano solo una pattumiera e delle scatole, tante scatole, e un muretto troppo alto da poter anche solo tentare di scavalcare.

Un secondo brivido la percorse, stavolta più intenso e profondo, che le bloccò momentaneamente il respiro.

Iniziò ad impilare delle scatole, salendo sul pattume.

Ora il muro non pareva poi così alto...

Ma la sua speranza sparì quasi subito quando si accorse che al solo tocco, il cartone, bagnato, si sfondava.

Se si spingeva verso l'alto non riusciva comunque a raggiungere il bordo del muro.

Ancora spinta da un desiderio animalesco che le diceva di sfuggire ai predatori, prese a saltare per raggiungere lo spigolo, ma scivolò e cadde per terra.

Sentì la sua gamba finire sotto il peso del suo corpo e un dolore accecante.

Poteva infilarsi nel pattume? Era un idea.

Si diede della stupida quando vide il ragazzo che l'aveva chiamata, il quale avanzava verso di lei, con le mani in tasca e un sorriso cattivo sulle labbra.

Era troppo tardi, avrebbe dovuto avere quella idea prima.

Vide i suoi capelli rosso fiamma farsi sempre più vividi e dovette costringersi a respirare per non morire soffocata.

Ma forse era meglio morire soffocata piuttosto rivivere quello che le avevano fatto.

Non poteva fare nulla se non morire per evitare quello che stavano per rifarle.

Avrebbe dovuto finirla lì, smettere di respirare, uccidersi seduta stante per soffocamento, ma ancora un briciolo di speranza folle la faceva trattenere.

Indietreggiò, con il muro dietro la schiena.

-Hai smesso di giocare, eh?-

Scrutò la soglia con gli occhi bronzo, lentamente stavano arrivando anche gli altri.

La paura, prima un po' repressa, la invase a tal punto da urlare per chiedere aiuto, ripetutamente, cosa che faceva ridere ancora di più le bestie.

-Nessuno ti aiuterà-

La speranza e la paura la spinsero a gridare ancora più forte.

Per zittirla, il ragazzo le mollò uno schiaffo diretto, poi gliene diede altri in ripetizione per poi indietreggiare e permettere ad uno degli altri, che era praticamente subito dopo di lui, di tentare di rifare le cose malvagie che per un po' di tempo le avevano fatto, ma prima che potesse arrivare veramente al dunque, un ragazzo lo spinse per terra con un gesto fluido.

-Ehi!-urlò uno dei tanti che erano giunti, ringhiando di rabbia.

-Lasciatela in pace-disse calmo, con voce fredda, assolutamente distaccata.

-Cosa ti importa? La vuoi per te?- sbottò sarcastico sempre lo stesso

All'inizio il ragazzo sconosciuto non ci fece una piega poi rifilò all'altro un pugno talmente forte che gli spaccò il naso facendolo sanguinare.

La ragazza annusò il suo profumo quasi dolciastro, vide i suoi capelli neri e si chiese chi fosse egli prima di svenire.

In pochi attimi, tutti i ragazzi che avevano collaborato vennero stesi con pugni e calci diretti nello stomaco.

***
Spazio Autrice
Ehi, buongiorno a tutti ! Vi ringrazio di aver letto questo primo capitolo...
Premetto che sarà l' unico in terza persona, il resto dei capitoli sono in prima... l' epilogo sarà... diverso ecco.
Questo sarà l' unico spazio autrice, pubblicheró  ogni sabato... a voi quale delle due opzioni fa più comodo ? 
Ogni tanto ci saranno delle piccole annotazioni, ovviamente brevi.
Spero vi sia piaciuto questo prologo...  è la mia prima vera storia fatta e finita e quindi... beh.
Sono un po' agitata, ecco.
Grazie per la lettura, un bacio, un abbraccio eeee al prossimo capitolo

Killian44peeta (wattpad) / Crystaltrey_virgo (efp

*non é preso dagli 1D ... questo nome é di mia invenzione

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Capitolo 2
*** I demoni ***


Capitolo 1- I demoni

 
Pov. Diana

 
Era una noiosa giornata di nebbia, i vetri della finestra erano appannati e segnati da goccioline di umidità, era già monotona anche se solo mattina.
Decisi di lasciar perdere il mal tempo per fiondarmi in cucina a fare colazione.
Dopo averla raggiunta, tirai fuori una ciotola da uno dei tanti scaffali color terracotta che si trovavano in quasi tutta casa mia, con allegria, ci versai una quantità di cereali e in conseguenza afferrai una tazza e la riempii di latte fino all’orlo.
Ne bevvi un sorso e diedi uno sguardo al salotto, poi mi sedetti su una sedia e mangiai tutto con gusto, quasi avidamente.
Prima che mi alzassi per sistemare la roba, aspettai qualche secondo, ripiombando improvvisamente nella realtà.
Era sabato.
Ed erano le otto meno un quarto, in neanche trenta, quaranta minuti dovevo prepararmi ad uscire per raggiungere lei.
Anche se non mi aveva dato una vera e propria risposta.
Quasi di corsa iniziai a infilarmi maglia, pantaloni, calze e scarpe.
Stavo praticamente saltellando da una parte all’altra, come un ubriaca, rischiando di cadere o inciampare in ciabatte e mobili vari.
Finito di rivestirmi, tornai in cucina ed entrai in salotto.
-Giorno Raggio di Sole- mi salutò mio padre appena varcai la soglia.
Stava leggendo il giornale ma staccò gli occhi da esso per posarli su di me.
-Buon giorno-gli baciai la guancia
-Devi andare fuori con Lilhian anche oggi?-mi domandò dolcemente
-S…ì-risposi con una certa incertezza nella voce-Mamma dorme ancora? Ieri sera non stava bene no? Ha vomitato-
Lui annuì di rimando.
Aveva i capelli ormai grigi, anche se un tempo erano stati di un marrone cioccolato scurissimo, tendenti al bronzo, con qualche sfumatura carmina.
Lui non era veramente mio padre, quello se n’era andato da tempo e di sicuro non sarebbe tornato, come mia zia, ovviamente, visto che si era scoperto che il mio adorato papino tradiva mia madre per lei.
E perlopiù ebbero la faccia tosta di incolpare mamma per quello che compievano.
Probabilmente per sensi di colpa.
Quando nacqui io, mia madre scoprì tutto e, sorella e marito se ne scapparono insieme.
Fortunatamente mamma incontrò lui quando io avevo l’età di due, tre anni.
Mi faceva da baby-sitter quando mamma era a lavoro e mi trattava come se fosse mio padre.
Quando, a quattro anni, mi annunciarono di volersi sposare, ero pienamente d’accordo.
Adesso, potevo semplicemente dire che lui era la persona che era arrivata più vicina a farmi da padre e quindi poteva tranquillamente essere denominata in questo modo.
“Raggio di Sole” era il soprannome che, fin da bambina, era abituato a darmi.
Non ne capivo bene il motivo, ma mi sentivo a mio agio quando mi chiamava così.
-Beh, io sono pronta, esco, se arrivo da lei anche prima è meglio…ehm, se torno prima di mezzogiorno sai il perché-dissi piano
-D’accordo-rispose
Feci per uscire dalla stanza quando sentii la sua voce chiamarmi, quasi cantilenante, perciò mi girai e lo guardai negli occhi.
-C’è qualcosa che non va?-domandò, alzandosi dalla sedia.
Sbattei più volte le ciglia, possibile che l’avesse già capito?
-No- mentii vaga, esitai un attimo e infine sospirai –Sì-
-Cosa ti turba?- chiese ancora
Aspettai un secondo prima di decidermi a parlare, tanto cosa mi cambiava se glielo dicevo?
-È Lilhian… sta iniziando a comportarsi con freddezza con me e io… non so cosa fare, è la mia migliore amica e non avrei mai immaginato che iniziasse ad ignorarmi, non mi da più risposte concrete… ho paura che sia arrabbiata con me perché il ragazzo che le piaceva aveva una cotta per me…però all’inizio aveva detto che non le importava, papà che devo fare?!-
-Secondo me dovresti dirle tutto, insistendo che ti ascolti, devi farlo o non riuscirai mai a chiarirti con lei-
Annuii ed abbassai lo sguardo, aveva ragione
-Grazie Liam-mormorai
Fece un cenno col capo –Vai-
Gli sorrisi ed uscii di casa.
Mi accorsi che papà aveva proprio centrato nel segno, anche se era un maschio, anche se non capiva bene le ragazze, aveva capito subito il mio disagio e il mio rancore e gli ero grata per questo.
Iniziai a camminare lentamente verso Nord, superai lo stendardo d’argento della piazza centrale della città e percorrendo la strada arrivai al Decumano Nord.
La nostra città era molto piccola ed era divisa in quattro leghe, principalmente si chiamava Decumano ma era divisa come nei punti cardinali, c’era il Decumano Nord, il Decumano Sud, Est e Ovest.
Le case erano in perfetto ordine, su ciascuna di esse era inciso il cognome del padrone a cui apparteneva e una lettera greca.
Mi fermai davanti a quella su cui era scritto “Meyer-Reinear” e la lettera greca “Delta” δ
Avanzai verso la porta senza insicurezze e suonai al campanello.
Ci volle un po’ perché si decidesse ad uscire, teneva i capelli rossi, solitamente lasciati lisci, in una coda alta e aveva gli occhi viola che parevano quasi spenti, i suoi lineamenti erano duri e spigolosi in certi punti.
-Cosa c’è?-domandò.
Nella sua voce c’era una punta di nervosismo e di fretta.
Aveva il sopracciglio alzato e mi fissava in modo piatto.
-Non dovevamo uscire?-
-Ti avevo detto che te l’avrei detto io-
-Sì ma…-
-Va beh, aspetta qui che mi vesto-
Rientrò ed uscì nel giro di parecchi minuti.
Si era messa una maglietta semplice, violetta, dei pantaloni jeans e delle scarpe da trekking.
Iniziammo a camminare in silenzio, poi, innervosita, cercai un argomento di conversazione, per giungere lentamente al discorso che avrei dovuto farle.
Sapevo che sarebbe stato parecchio difficile, non ero brava con le parole ne ottimista di riuscire al primo colpo senza rischiare di tranciare l’ultimo collegamento che, forse, c’era tra me e Lilhian.
-Senti….-
-Lo sai che hanno messo a basso prezzo quella tisana che si ricava con delle erbe vicino a Brooks e ti abbassa la febbre? In neanche una giornata e mezzo sono quasi finite! Mia madre aveva preso l’ultima per mia sorella e ha funzionato davvero dopo due e tre dosate!!!! E io che credevo che ci avessero ricamato sopra, invece no! Per prenderla mamma ha speso un  sacco di soldi ma sono serviti per guarirla.-
-È… interessante-
-Adesso molte persone credono che siamo ricche, che possiamo meritarci tutte le cose più costose, soprattutto i maschi. Ci ronzano attorno come se fossimo la “luce”. Un po’ è vero, hanno ragione a dire che non siamo proprio poveri, poveri, ma non siamo neanche poi così ricchi. Prendiamo le cose di cui abbiamo bisogno. Penso comunque che anche io proverò la tisana, forse potrebbe farmi male ma… chissenefrega! L’importante è provare ed essere sempre al meglio-
Non le dissi che quello che aveva detto era una vera e propria assurdità e che non aveva senso, avrei solo peggiorato la situazione e a quel punto non mi avrebbe più ascoltata.
E poi non glielo dissi perché fu impossibile perché non si zittì nemmeno per dieci secondi.
Era una cosa esasperante, era peggio di una radiolina.
-…Credo che mia sorella abbia sparso la voce nella sua classe, se no altrimenti come avrebbe fatto a saperlo pure il giardiniere? Mia mamma esce di casa solo per fare acquisti ma non parla mai delle sue cose private-
-Sì, lo so com’è fatta tua mamma-la interruppi, sperando che si zittisse.
Cosa che purtroppo non accadde.
-Adesso è impossibile che qualcuno non mi voglia, sia come amicizia sia in senso di fidanzamento o cose simili-
-Fidanzamento?-
-Sì- mi ammonì –Presta più attenzione Diana a quello che ti dico, non avere sempre la testa altrove…-
Feci uno sbuffo “Sì, certo” pensai tra me e me.
-…Non avrei potuto essere più felice di così, veramente,  quel giorno ero talmente onorata che stavo per mettermi a fare l’inchino a tutti anche se era solo una “recensione di gruppo”…-
Continuò a parlare per non seppi quanto, sapevo solo che già non ne potevo più di stare a sentire quello che diceva, certo, le notizie erano interessanti ma lei che si pavoneggiava e che faceva la civetta non era il massimo.
Anzi, era a dir poco insopportabile.
-Noi fortunatamente abbiamo finito la scuola da un anno perché i politici devono ancora venire da noi a distribuirci i nostri incarichi. Arriveranno dopo le prossime quattro stagioni, io vorrei che mi dessero il compito di Shiyan Storm! Sarebbe bellissimo essere una di loro, veramente! Si allenano ogni giorno per fare escursioni aldilà delle Isole Perdute e quelle di Pompei, loro sì che sono forti. I politici hanno anche detto che se la prossima sarà un annata favorevole e propizia ci testeranno per vedere quali sono i più adatti a diventare i futuri servizi segreti, di solito ne vengono scelti uno o due, scegliendoli con il libro del censimento-
-Lilhian, senti, ti devo dire una cosa…-
-Non vedo l’ora che sia Ottobre, il sei, mancano solo pochi mesi al mio compleanno e mia madre mi comprerà le Divin Wings, famosissime a Thorton, te invece compi gli anni ad Aprile e sei più fortunata, devi aspettare meno. Già, fortunata te, ma non credo che i tuoi si decideranno a prendertele, erano parecchio contrari o sbaglio? Va beh, non importa…-
-Ora basta! Stammi a sentire-le gridai
Si zittì e rimase a guardarmi fisso.
-Mi spieghi che hai? Non volevo dirti nulla perché pensavo ti sarebbe passata, ma invece non è così. Ultimamente ti comporti in un modo insopportabile, continui a cambiare discorso quando voglio dirti qualcosa, fai finta che io non esista, come se non fossi più tua amica ma un estranea, mi fai degli scherzi che  mi spaventano invece di divertirmi, mi giri al largo, quando ho provato ad avvertirti che il tuo comportamento non mi piace, parli di tutt’altro, sei tu che hai sempre la mente chissà dove quando ti parlo, non io con te, insomma spiegami, che cavolo ti succede? Mi odi adesso?!-
Continuò a tacere, con lo sguardo perso nel vuoto.
-Allora?-
Sembrava quasi indecisa e a me venne vogli di tornare ad urlarle contro.
-Quindi? Voglio una risposta-
Si morse il labbro nervosamente.
-Entro domani si intende, voglio una risposta entro il calar del sole, non ho molto tempo da perdere-
Aggrottò la fronte, sempre in silenzio.
Mi feci uscire un altro sbuffo, mi misi le mani sui fianchi e alzai il sopracciglio.
-Per l’amor del cielo Lilhian! Mi rispondi o devo cavarti le parole fuori dalla bocca a forza?-
-D’accordo, d’accordo- fece una pausa, abbassando lo sguardo –Quando Rick Broome aveva detto che gli piacevi e ti ha … ti ha baciata, mi si è rotto qualcosa, nel petto-
-Ti ho detto che mi dispiace non so quante volte! Io non…-
-Zitta! Lasciami finire tu adesso. Mi si è rotto qualcosa nel petto e ho capito che quel dolore era più forte di me, ma per un altro motivo, non per quello che mi dicevo. Quando ti ha baciata, non ero gelosa per Rick, ero…ero gelosa perché…. Perché… Perché stava baciando te, te! Ora capisci?!-
-Veramente no, volevi essere baciata tu?-
-No, non proprio. Non volevo essere baciato da lui. Volevo essere baciata da… te-
Ci rimasi talmente di sasso che per poco non mi soffocai perché mi si bloccò l’aria in gola e fu come se mi avessero dato una martellata in testa.
“Da me?” mi dissi, ancora incredula dalle parole che le avevo sentito uscire dalla bocca così in fretta e al rallentatore allo stesso momento e che mi ronzavano nella testa mille volte senza fermarsi mai.
Lei mi amava? Le piacevo io?
Mi sarei aspettata di tutto e di più ma questo proprio no.
Non mi aveva neanche sfiorata quest’idea.
Rimasi immobile, come se il mio cervello fosse in stand-by e non funzionasse più.
Riuscii solo a balbettare un –O-ok- che a malapena mi uscì dalla bocca.
Avevo la voce completamente strozzata in gola.
“Ma com’è possibile?” Insomma, non sembrava mai stata attratta dalle donne! Aveva avuto un fidanzato sin da piccola!... Aveva anche dato il primo bacio!...
Fin da piccole eravamo state amiche, fin da piccole e non aveva mostrato segni di certi apprezzamenti.
Tutto questo pareva non avere senso.
Non ne aveva assolutamente.
Sbattei più volte le ciglia e stavolta fui io ad abbassare lo sguardo.
-Penso che non dovremmo essere più amiche-disse lei cercando di formulare la frase in modo meno tagliente di come avrebbe potuto essere
Mi venne, al posto di una risposta, una serie di gorgoglii profondi.
-Non posso essere solo amica di qualcuno che mi piace, non sono così masochista e forte da poterlo fare. So quando è una battaglia persa e so quando una non è come me, non so come tu la pensi ma … stavolta non mi importa, questo…questo è un addio-
Mi squadrò per due o tre secondi, poi girò i tacchi e se ne andò, sparì nella nebbia.
Con la fronte aggrottata e la bocca semi-spalancata fissai l’asfalto per qualche minuto.
Com’era possibile che parte delle amicizie e dei legami, per quanto forti, finivano male?
Andavano storto e basta, solo con i miei genitori non era così, i miei amici avevano sempre qualcosa contro, mi invidiavano chissà per quale motivo, mi pensavano una sciocca vanitosa, e… addirittura… mi amavano quando io non corrispondevo.
Volevo loro bene, questo sì, ma amare…
Non sapevo ancora come fosse l’amore! Cosa potevo farci?
Sentii la pioggia iniziare a bagnarmi i capelli, purtroppo non avevo portato l’ombrello.
Anche se volevo andarmene non riuscivo a muovermi, ero paralizzata, come se mi avessero lanciato una scarica elettrica.
Come se la mia mente non eseguisse più i miei comandi.
Scossi la testa soltanto e starnutii.
I miei vestiti furono già zuppi nel giro di qualche minuto e i miei capelli fradici.
La pioggia cadeva a dirotto, le nuvole nere si estendevano nel cielo , sostituendosi alla nebbia, anche se essa rimase parzialmente.
Dopo altrettanti minuti riuscii finalmente a riprendermi e iniziai a correre a rotta di collo verso casa mia.
Tornai allo Stendardo d’Argento, andando in direzione del Decumano Sud.
Davanti ad esso c’erano quattro figure incappucciate, più una che era seduta su un pezzo di marmo e mi squadrava con fare sospetto.
Incrociai quello sguardo per un attimo, un solo attimo e vi trovai qualcosa che non seppi interpretare.
Freddezza, rabbia e sorpresa vi erano sicuramente.
Ma c’era anche qualcos’altro.
Decisi di non farci particolarmente caso, avevo talmente tante cose sparse per la testa che si mise quasi di lato da sola.
Li evitai e i cinque non opposero resistenza alcuna.
Arrivai velocemente a casa mia ed entrai, chiudendo la porta con una catena.
Papà era ancora seduto a tavola, pronto per pranzare ma si alzò talmente di scatto che sembrò per un secondo che fosse seduto su una molla.
La sedia cadde all’indietro e il tavolo si spostò leggermente, facendo muovere la bottiglia d’acqua che per poco non si fracassò per terra.
-Oh mia Luce! Raggio di Sole! Vai ad asciugarti, oppure ti prenderai un malanno!-
Tossii, annuendo.
Lui si avvicinò a me e mi spinse ad andare in bagno.
-Avresti dovuto tornare appena iniziava a piovere, mi stavo preoccupando quando non ti vedevo arrivare, soprattutto perché il tuo ombrello era in camera tua-
-Diciamo che …non ho sentito quasi la pioggia-dissi in una mezza risata finta che non parve convincerlo affatto.
Facevo schifo come bugiarda, ecco perché.
-Forza, io ti porto qualcosa con cui cambiarti-
Io entrai in bagno e lui sparì per un attimo.
Mi tolsi le scarpe sporche di fango e terriccio e i pantaloni jeans inzuppati, poi procedetti con la maglia di cotone.
Rimasi pochissimo tempo in canottiera e intimo, poi Liam entrò e mi porse i vestiti di ricambio.
Aspettai che lui uscisse, poi mi tolsi il resto e mi cambiai velocemente, dopodiché afferrai un asciugamano e me lo misi sulla testa, iniziando a sfregare con forza per togliervi l’acqua.
-Diana?- mi chiamò da dietro la porta papà.
Rimasi in silenzio per un attimo.
-Ti devo dire una cosa importante, si tratta di tua madre- la sua voce fremette per un attimo
-Cosa?-chiesi, poi cercai di formulare meglio la frase –Che tipo di cosa?-
-Beh, lei è incinta-disse, senza giri di parole –Tra otto mesi avrai un fratello o una sorellina-
Sollevai il sopracciglio per la sorpresa
-Saremo una vera famiglia ora- disse-…Cosa ne pensi?-
Feci per parlare ma non iniziai neanche perché ci fu un enorme botto che attirò la mia attenzione, soprattutto perché proveniva dalla porta principale.
Uscii alla svelta dal bagno e io e papà ci dirigemmo in salotto.
La porta era stata calciata con forza.
Davanti a noi c’erano tre creature orrende, una aveva la pelle violacea, con una mazza in mano e un lungo mantello nero che per poco non sfiorava il terreno di cui il cappuccio era gettato all’indietro e mostrava la testa rasata con dei segni strani, ad esempio Œ e ¶.
La seconda era fortunatamente incappucciata, ma senza una mano e con un piccone legato alla schiena.
Aveva una delle due gambe di un metallo luccicante che pareva  essere stata sostituita alla normale.
Il terzo non aveva il cappuccio ma una tunica grigiastra si mostrava da sotto il mantello, la sua pelle era screpolata, tendente al marrone e i lineamenti del viso erano derivati dalle ossa sporgenti, teneva un’ascia su un fianco.
Tutti e tre avevano gli occhi rossi e puzzavano di fogna.
Indietreggiai per un attimo, tornando verso il bagno e toccandone la maniglia con nervosismo.
Loro invece avanzarono di un passo, poi due, poi tre…
-Diana Cathy Swanlight?-
“Sanno il mio nome?” mi chiesi, stringendo sempre di più la maniglia.
-Che cosa volete?- disse Liam con freddezza
I tre demoni si avvicinarono sempre di più e dalla porta si udirono altri passi.
Ne entrò un altro, aveva due corna ai lati della testa e un corpo massiccio, la pelle rossa e gli occhi uno giallo ed uno viola.
In mano teneva una sciabola e la stava agitando nervosamente.
-Siamo venuti per la ragazza- fece una pausa –Fatti da parte o…-
-Cosa volete da lei- lo interruppe
Ci fu un brontolio sommesso che parve una risata –La sua vita- rispose quello con la pelle rossa con un sorriso malefico mentre, un gorgoglio profondo si diffuse nella sua gola
-Perché- domandò di rimando
Il demone rise e papà mi si piazzò davanti con fare protettivo
-Perché?!- ripeté guardandolo negli occhi
Il demone parlò ma non si sentì nulla perché un altro fece cadere quasi apposta la bottiglia d’acqua che si ruppe rumorosamente.
-Cosa?-dissi
-Noi non ripetiamo, ora andiamo al dunque-
-Vi sarete sbagliati-disse papà
-Nessuno sbaglio-ribatté il demone con uno sguardo fiero e fermo
-Andatevene- gridò lui
Il mostro prese Liam per la maglia e lo scaraventò sulle scale.
Ci sbattè e svenne, stordito.
I quattro demoni si avvicinavano e tentando di fuggire, mi rifugiai nel bagno e mi ci rinchiusi, bloccando la serratura con le mani che tremavano dalla paura.
Come risposta, essi buttarono giù la porta e per poco non mi finì in testa, riuscendo per un pelo a evitarla.
I mostri la calpestarono rumorosamente e urlai quando un dito gelido e allo stesso tempo bollente mi sfiorò la pelle e la forò, attraversandola.
Pareva quasi metallo.
Sudavo, sentivo come se mi stessero entrando dentro per rubarmi l’anima e per svuotarmi con un enorme cucchiaio.
Gridai, mi sentivo vibrare e alla fine un enorme luce esplose nel bagno, i demoni caddero praticamente tutti a terra.
Il quarto era ancora lì, pronto ad avanzare anche se un po’ rallentato.
Stringeva la sciabola nella mano sinistra mentre l’altra era concentrata a coprirsi gli occhi.
Poi la luce svanì e il demone continuò ad avanzare, imperterrito.
Mi toccò ancora e mi sentii invadere da un ondata di nausea e  stanchezza che mi fece rizzare i capelli.
Iniziai a vederci appannato, sempre più appannato, come un vetro nella nebbia.
Però tutte queste sensazioni svanirono in un lampo quando dalla porta entrò un uomo che fece smettere di toccarmi al demone.
Aveva i capelli verdi e gli occhi arancioni, un viso adulto, dei muscoli ben in vista e… delle ali bianchissime e candide dietro la schiena.
Tirò fuori dal fodero una spada dai riflessi oro e dall’impugnatura tendente al marrone chiaro e la sbattè sulle carcasse dei demoni che ero riuscita a far cadere ed essi si polverizzarono.
Il demone dalla pelle rossa emise un verso che tralasciava rabbia e odio.
-Vattene o farai la stessa fine dei tuoi compagni- disse con voce sicura e trasparente l’uomo
Non riuscivo a decifrare bene cosa stesse succedendo, il mondo sembrava essersi capovolto tutto in una volta.
-Me la pagherai …- ribatté il demone con voce sibilante –Puoi starne certo-
L’essere rotò su se stesso e scomparve nel nulla.
L’uomo mi fissò un’attimo-Stai bene?-mi chiese
Con il corpo ancora tremante mi ressi in piedi, dirigendomi verso il salotto e sedendomi sul divano.
Una volta seduta, annuii e rimanemmo in silenzio.
Avevo moltissime domande che mi vorticavano nella testa come un vortice, forse perché il mio mondo era stato tutto sconvolto in un solo giorno.
-Chi sei?-chiesi, ricordandomi ad un tratto di respirare-Cosa vuoi da me? Chi era …quello? Cosa voleva ottenere?-
-Una domanda alla volta per piacere- disse con un sorriso
Mi scusai ed abbassai lo sguardo.
-Il mio nome è Morgan, sono il custode a cui è stata affidata l’incolumità dei sei elementi, quello che ti ha aggredita era un demone di nome Idrasi, uno dei principali demoni mandati nel Triangolo Oscuro all’epoca della guerra-
Mi ricordai del mito che mia madre mi aveva raccontato, si diceva che Idrasi fosse un capo demone dai poteri superiori rispetto a quelli degli altri e che era stato mandato nel Triangolo perché, spietato assassino, aveva scelto la parte del male e della distruzione della terra… ma questo cosa centrava? Era un mito… no ?
-E cosa centro io?- chiesi- Perché volevano uccidermi?-
-Volevano ucciderti perché… tu sei l’elemento della Luce, sono al tuo servizio- egli si inchinò, togliendosi il mantello.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2-Luxor ***


Diana

-N...non capisco, vuoi dire che dobbiamo trovare tutti e cinque i rimanenti Elementi?-dissi, sbattendo le ciglia velocemente, ancora confusa.

-Sì- rispose lui, sedendosi a distanza da me

-E per quale motivo?- chiesi, alzando lo sguardo-Io...insomma io...-

-Tu?-

-Non sono adatta a questo genere di cose, vorrei restare a casa , mia mamma è incinta e ... io amo questo posto, perché dovrei andarmene?-

-Perché non sei più al sicuro-

Aggrottai la fronte, terribilmente agitata-In che senso?-

-Forse è meglio che ti racconti tutto- disse piano, come se temesse di essere udito da qualcuno, mi avvicinai a lui per sentire meglio-Tanto tempo fa, come sai dalle leggende, gli Elementi vivevano in totale armonia, ognuno dei essi era in pace con se stesso e con gli altri, la guerra era stata cancellata, il male sconfitto e gli Spiriti rinchiusi nelle profondità della terra, addormentati.

Era un momento ottimo per riprendere la vita e per evolvere la specie degli umani, ci furono molte scoperte, invenzioni... finché un giorno accadde qualcosa.

Qualcuno di molto potente, rimasto all'oscuro per tanto tempo, decise che era il momento di capovolgere la situazione a suo vantaggio.

Fece nascere uno Spettro più forte degli altri dal Triangolo Oscuro e liberò i prigionieri attraverso uno degli Elementi...-

Tacque per qualche secondo e sentii un brivido salire sulla mia schiena.

Credevo di sapere chi avesse usato, chi aveva liberato gli Spettri.

L'Elemento diverso dagli altri.

-Usò il Buio, colui che si fece da parte per la salvezza di questo mondo-

Già, il Buio, l'Elemento ripudiato da praticamente tutti i villaggi, il mio opposto.

-Dopo la liberazione, esso, accortosi dell'accaduto, fu preso dalla vergogna e tentò in tutti i modi di richiudere i malvagi all'interno del Triangolo, inutilmente.

Decise perciò di attuare un'azione disperata, scoprì i sei bambini nati e fece reincarnare se stesso e gli altri Elementi nei loro corpi.

Da quel momento, tu divenni la Luce...

Adesso gli Spiriti maligni, gli Spettri e i Demoni messi assieme, tenteranno di uccidervi per ottenere i vostri poteri ed eleminarvi una volta per tutte, non avranno pace finché non vi stermineranno, fino al punto che non avranno preso l'ultimissima fonte di magia dal vostro corpo.

Per ora voi siete salvi, protetti dalla barriera creata appositamente per voi dal Buio, che fa scattare il vostro potere,da Spettri, Spiriti e Demoni siete immuni, ma quando crescerete, quando avrete quindici anni essa sparirà e potrete essere uccisi facilmente da tutti gli esseri viventi nel mondo di Athlas.

Ora capisci perché devi venire con me? Se restassi metteresti solo in pericolo la tua famiglia-

Ci rimuginai sopra per un po' poi annuii in silenzio, una e più domande mi affiorarono alla mente.

-Come hai fatto a scoprire tutto ciò?-

-Me lo ha fatto vedere lo specchio del mondo, rivela i pericoli e i problemi, fa vedere le cose importanti, ma anche quelle di scarsa importanza, le cose problematiche e quelle che simulano il pericolo... non sono potuto venire prima perché l'ho saputo solo una settimana fa, circa-

-Ah..-feci una pausa, soppesando ogni parola-Sei sicuro che se me ne vado i miei genitori non saranno più in pericolo?-

-Sicuro, i nostri nemici seguiranno la scia di magia che ti porti dietro...infatti dovrai prendere molti vestiti, tutti quelli che hai, perché devi indossarli per poco, tre giorni al massimo, devi cambiarti spesso, il sudore amplifica la loro percezione di potere, li devi indossare per quel tempo e poi lasciarli da qualche parte, ma non puoi portarteli addietro-

-Ma non ho così tanti vestiti!-brontolai- E poi come li troviamo? Non sappiamo dove siano-

-Errore, tu non sai dove siano, io sì, ho un Lyging-

Feci un espressione confusa, non sapendo affatto cosa fosse, fissando i suoi occhi arancioni

-Un oggetto che mi dice dove siete e se siete in movimento, poi io vi sento- spiegò

Decisi di non continuare a fare domande su come li avremmo trovati, perché, sinceramente, ero fin troppo sconvolta per altre spiegazioni.

-Da chi andiamo per primo?-chiesi

-Da quello del Fuoco, abita a Thorton-

Thorton... ovvero più di venti, trenta miglia da qui.

Non sapevo se essere felice per sentire almeno un nome conosciuto e non leggendario o essere agitata perché a piedi, venti o trenta miglia, erano tantissimi.

Sempre se andavamo a piedi...

-Come ci andiamo?-

-Beh, un Dratini e un pegaso.

-Il Dratini? È molto bello ma... dove lo prendiamo? Dovrebbe provenire da sud, no?-

-Ce ne ho già uno-

-Qui?-

-Più o meno, verso l'entrata di Decumano, nel bosco-

-Hai solo un Dratini e un pegaso?-

Mi sorrise, rassicurante -Tranquilla, ne prenderemo altri di animali man mano che la ciurma si allarga, su ogni pegaso ci state perfettamente in due- fece una pausa -Resta qui, spiega in qualche modo ai tuoi che devi andartene per forza, io vado a recuperare gli animali-

Annuii e sospirai.

Mi pareva stranissima questa situazione, anzi, in realtà... la giornata era stata eccentrica e assurda a dir poco.

In neanche ventiquattro ore avevo scoperto che la mia migliore amica si era innamorata di me, mia madre era incinta, dei Demoni erano entrati in casa mia, avevano ferito mio padre, mi avevano sfondato la porta del bagno e... sconcertata, sbalordita e sbigottita avevo saputo di essere uno degli elementi reincarnati: la Luce.

Tra tre mesi era il mio quindicesimo compleanno.

Non potevo fare altro che seguire quest'uomo alla ricerca di Fuoco, Acqua, Aria, Terra e... già, Buio.

Morgan era sparito ormai da dieci minuti e io rimuginavo continuamente sulla situazione, non sapendo bene che atteggiamento prendere.

Avrei dovuto tentare solo di essere loro amica.

Perché desideravo degli amici e questa era la mia occasione per averne.

Temevo di non riuscire ad averne, sarebbe stato come tornare piccola e ultimamente volevo crescere.

Ma soprattutto, l'idea che il Buio si unisse al gruppo mi infastidiva e mi metteva ansia allo stesso tempo.

Perché a forza di sentire leggende che lo descrivevano come folle, malvagio e crudele, in parte, avevo finito per convincermi pure io di ciò.

Un po' me ne vergognavo, perché dopotutto sapevo che aveva anche lui salvato il mondo di Athlas, ma il fatto che lui avesse aperto il cancello del Triangolo Oscuro mi faceva solo pensare a come sarebbe stato meglio se come Elemento non ci fosse.

Se gli Elementi fossero stati solo cinque sarebbe stato meglio, la pace sarebbe governata nel mondo, sempre, non ci sarebbero state ricadute di alcun tipo.

-Ma che bel discorsetto che ti ha fatto-disse una voce fuori dalla porta, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

Scattai in piedi, allarmata, uscendo di casa per vedere chi aveva parlato .

Non vidi nessuno.

-Sono qui-

La voce stavolta proveniva da dietro di me.

Com'era passato?

-Chiudi la porta, non voglio attirare attenzioni-

Aveva una voce gelida, maschile, che mi spinse ad obbedire, con l'aria bloccata in gola.

Chiusi la porta, lentamente, essa cigolò, dopo aver preso tante botte contro il muro faticava a chiudersi.

Mi girai e lo vidi.

I suoi capelli erano biondi oro, abbastanza lunghi, gli raggiungevano quasi le spalle ed erano inspiegabilmente luccicanti.

I suoi occhi erano freddi come la sua voce, azzurri chiari, ovvero blu fiordaliso.

Quello sguardo era terribilmente bello, quasi ghiacciato.

I suoi lineamenti parevano scolpiti nel marmo, perfetti, esotici, senza le sensazioni frivole che ti lasciavano i ragazzi di qui.

Era molto giovane, sì, pareva avere la mia età, ma c'era qualcosa che lo portava a parere così controllato, distaccato e distante.

Era alto, portava dietro di se un mantello nero.

Riconobbi dopo poco quello sguardo magnifico, lo avevo già incontrato, una volta, vicino allo Stendardo, seduto da solo quando c'erano anche altre persone.

Anche se c'era qualcosa di sospetto in lui, non facevo che notare che era il ragazzo più bello che avessi mai visto in vita mia.

Oltre al mantello portava una camicetta bianca e dei pantaloni azzurri turchese.

La camicia era un po' sbottonata davanti.

-Chi sei?-chiesi avvicinandomi lentamente a lui.

Lui fece un leggero sbuffo-Sei sicura di volerlo sapere ?-domandò beffardo

Mi accigliai, perché tutt'un tratto sembrava aver perso quel distacco? Non tutto, ma sentivo una parte di lui parecchio diversa che non comprendevo.

Lui mi squadrò per poco tempo,poi, con un secondo sbuffo, riprese-Immagino che il tuo silenzio sia un sì... bene, sono Luxor, vuoi sapere altro?-

-Luxor...-

Già, sapevo il suo nome adesso ma... questo non spiegava alcunché, affatto.

-Chi sei veramente? Cosa vuoi?-

-Ha importanza? Sono io che faccio le domande, non tu, quindi stammi a sentire- mi lanciò un'occhiata truce che mi fece rabbrividire.

-Cosa hai provato quando ti ha toccata, il Demone...-

-Beh...-iniziai, ricordando a fatica quei sentimenti che la mia mente sembrava voler cancellare, per non rimetterli a fuoco.

-Dolore, contemporaneamente caldo e freddo... una sensazione metallica...come se ti scavassero dentro con un cucchiaio-

Scosse il capo con decisione e fermezza-No, non questo, la sensazione più profonda, quella in sottofondo-

Aggrottai la fronte.

Cosa intendeva?

Lui mi fissava-Non hai sentito la magia ribollirti nel sangue?-

-Intendi... una vibrazione nel corpo?-

Mi sorrise freddamente-Quella- ridacchiò -Ti dico una cosa...guardati le spalle, se non vuoi rischiare la pelle devi pensare al sette come un numero migliore, non sei, sette, afferrato il concetto?-

Sinceramente non capivo cosa volesse intendere e non comprendevo.

Sette, non sei...sei...

Tenni lo sguardo abbassato per qualche minuto, non assimilando il significato inteso da quel misterioso ragazzo affascinante in cui sembravano celarsi moltissimi misteri.

Sorrise ancora Luxor, maleficamente, un ghigno che però di felicità non aveva niente -Ti lascio nel dubbio-

Quando alzai lo sguardo fu troppo tardi, lui era sparito nel nulla.

Non c'era più.

Sette...non sei.

Non sei...

Non sei cosa?

Girai nella stanza per parecchi minuti, non sapendo decidermi sul motivo di quelle parole.

Mi accorsi, ad un tratto, visto che la pioggia era finita prima che Morgan ripartisse ed era tornato il sole, che pareva pomeriggio inoltrato.

Mi ricordai che non avevo detto nulla ai miei del fatto che sarei dovuta sparire dalla loro vita per chissà quanto tempo.

Non mi andavano gli addii, non a voce almeno, mi avrebbero soltanto angosciata, il rimorso, penetrando la mia mente, mi avrebbe impedito di lasciarli andare.

Decisi che avrei scritto loro una lettera, non lunghissima, ma avrei scritto qualcosa.

Afferrai un foglio e una penna in bella vista, appoggiata sul tavolo.

Feci un sospiro, trattenendo la rassegnazione e cercando di capacitarmi che facevo la cosa giusta.

Iniziai a scrivere...

'Mamma, papà, mi spiace davvero dover iniziare a scrivere questa lettera a voi, dopo tutto quello che avete fatto per me, devo andarmene di casa e non so bene quando tornerò.

Se restassi, metterei in pericolo le vostre vite e non potrei accettarlo, so che probabilmente voi sareste pronti a correre questo rischio, ma io non ne sono in grado, per quanto mi dolga dovervi lasciare.

Vorrei che non vi arrabbiaste per la mia scelta, ma, spero capirete questo mio comportamento, ho visto e scoperto cose che non potevo credere potessero succedere.

Se dovessi tornare vorrei mi accoglieste come sempre, se non dovessi farlo... voglio comunicarvi il mio dispiacere.

Prendetevi cura del mio fratellino, o sorellina... se fosse maschio mi piacerebbe lo chiamaste come il nonno, John, se fosse invece una femmina mi andrebbe bene Leah... sempre se andasse bene anche a voi.

Vi voglio bene.

Diana.'

L'appoggiai sul tavolo, poi mi diressi nella loro camera, guardandoli con malinconia, tutti e due stavano dormendo e ormai si era fatta quasi sera.

Dopo di ciò, andai in camera mia e presi una borsa, una delle più grandi.

Era una borsa marrone, praticamente enorme, da viaggio, che avrei dovuto forse utilizzare se i politici avessero deciso che avrei dovuto diventare un'esploratrice.

Ci infilai tutti i miei vestiti, i miei soprabiti, le giacche e tutte le scarpe, compresi gli stivaletti.

Presi anche i cento Nikki che stavo risparmiando e constatai che non avrei potuto portarmi dietro gli oggetti come l'ombrello.

Mi piazzai davanti alla porta, nervosamente e dopo continui spostamenti, decisi di sedermi sul divano.

Era la cosa più pazza che stessi per fare.

In realtà...nella mia vita non avevo mai fatto cose pazze...

Intanto che aspettavo il guardiano degli Elementi, non facevo a meno di pensare a quello che mi aveva detto Luxor.

Sette...non sei.

Queste tre parole mi ronzavano nella testa e non riuscii a collegarle fino al punto che mi accorsi di avere la risposta sotto il naso.

Luce, Fuoco, Acqua, Terra, Aria e Buio... sei.

"Sette...non sei".

C'erano sette Elementi e non sei?Era quindi così? Ma qual era il settimo?

Poteva significare qualche altra cosa la frase detta da Luxor?

Per ora per me aveva solo quel significato, non gliene trovavo altri.

-Non mi aspettavo che quando sarei arrivato avrei trovato te seduta con la faccia così scura...-

Sobbalzai.

Era Morgan.

Teneva delle corde in mano, che parevano essere collegate a qualcosa dietro di lui.

Sentii dei versi dietro alla porta, erano versi animaleschi: scalpitii di zoccoli, nitrii, sbuffi...

-Non ti avevo sentito entrare-sussurrai

-L'ho notato-

Mi alzai in piedi e mi diressi verso la porta.

Ne uscii a testa bassa e feci un sospiro.

-Ok, andiamo-

Prima che partissimo osservai i due splendidi animali, parevano in ottima forma.

Il Dratini aveva il muso da cavallo, più lungo però e di un color nero pece, coperto in parte da squame viola scure che procedevano sul corpo, che era quello di un drago, ali comprese, tutto viola.

Le sue zampe erano grassocce e che tendevano vagamente al colore del muso.

La coda invece era completamente nera fino ad un certo punto, dove c'era una stella gialla.

Era una figura piuttosto imponente da vedere e mi metteva leggermente i brividi.

Il pegaso invece aveva un manto bianco candido e dei muscoli ben evidenti.

-Il Dratini si chiama Jade, la pegaso Gylnis, sono due animali affidabili ma a volte lei...- indicó la pegaso, con un sorriso divertito - ...É un po' dispettosa- disse, salendo infine su Jade-Ma non prendertela se ti fa qualche scherzo, sa essere molto pesante in quel caso-

Salii a mia volta sul pegaso, che a quanto pareva era una femmina, dopo che misi la mia borsa allacciata alla sella del Dratini, dove il guardiano indicò.

Era sera e le cicale cantavano, accompagnando il colore scuro del cielo al nostro partire imminente.

Gli animali presero la rincorsa, correndo veloci, per poi spiccare il volo.

Sentii una sensazione strana prendermi lo stomaco in una morsa assurdamente dura che si sciolse appena il volo divenne più rapido e calmo, cosa che mi rilassò completamente .

Era bello volare, mi pareva un insieme di movimenti dinamici e svelti collegati dal vento e dal controllo della corrente.

Ero felice e triste allo stesso momento perché era straordinario quello che vedevo da lontano, ma non era casa e già mi mancava da morire, togliendomi il fiato.

Avevo l'irrazionale voglia di mettermi a piangere da un momento all'altro.

Già, un'incongruente, incoerente, sciocca, illogica voglia di lasciare andare tutti i sentimenti che mi bloccavano la felicità.

Mi convinsi, con vari pensieri poco sensati che si susseguirono nella mia mente, che se volevo, se non ci pensavo, sarei riuscita ad essere almeno un po' più su di morale.

-Hey...-iniziò Morgan guardandomi in viso e facendo una lunga pausa.

Nei suoi occhi c'era la percezione leggera di un senso di colpa, sovrastante ad altri che avessi visto.

Quello sguardo mi mise agitazione.

Non volevo si sentisse in colpa per la mia malinconia.

Se non ero felice, dovevo almeno tentare di esserlo o sembrarlo.

-Hey- risposi con un leggero sorriso.

-Mi dispiace di tutto ciò... non avrei voluto staccarti dalla tua famiglia e non l'avrei fatto se non fosse stato strettamente necessario e io non so come scusarmi, prometto solo che terminato tutto ciò ti porterò a casa-

-Davvero?- chiesi, illuminandomi in un secondo sorriso, stavolta più vero del primo

-Davvero-

-Senti Morgan...-

-Sì?-

-Ti devo dire una cosa di cui non sono del tutto sicura-

-E cioè?-

-Beh...-abbassai il viso appena, non sapevo se dirlo oppure no.

Non volevo mettergli altre preoccupazioni perché pareva già abbastanza preoccupato di suo, ma se non lo facevo forse avrei potuto provocare qualche danno.

Decisi dopo poco che avrei comunque detto a lui tutto, subito.

Presi a parlare, gli raccontai cosa aveva detto quel misterioso ragazzo e gli spiegai la mia idea.

-Potrebbe avere molti significati-cercai di convincerlo-Non sono sicura sia proprio quello-

-Ma non possiamo nemmeno scartarla come idea anche se è quasi impossibile... lo avrei saputo e poi il Lyging dovrebbe percepirlo-

Stavo per ribattere che molte cose impossibili mi erano accadute nel giro di ventiquattro ore, ma decisi di tacere.

Rimanemmo in silenzio per parecchio, io osservavo il basso, guardando il mondo muoversi velocemente nelle sue piccole dimensioni.

Quando il cielo fu talmente scuro da non far vedere niente, decisi di tentare di dormire, perché ero davvero esausta.

Mi appoggiai con la testa e con il resto del corpo alla schiena e al collo del pegaso, continuai a fissare al cielo fino a che i miei occhi si chiusero da soli.

Ed eccolo ancora davanti ai miei occhi.

Quel misterioso ragazzo che mi aveva fatto l'indovinello.

Aveva gli occhi ghiaccio che parevano incandescenti e che brillavano.

In sfondo c'era una coltre di oscurità, eravamo immersi nel buio.

-Ho trovato la risposta al tuo indovinello- dissi

-Mah, forse-rispose divertito

-Ora devi tu rispondere alle mie domande-

-E chi te lo dice? Non sei tu a dare gli ordini...-sorrise malignamente

Proprio in quel momento non feci a meno di farmi prendere da un fremito terrorizzato.

-Cosa vuoi tu da me?!-urlai

Lui rispose alla mia domanda disperata con una risata grossolana piena di cattiveria-La tua vita...- si riprodusse la voce del Demone che mi aveva attaccato, quello dalla pelle rossa, cambiando solo l'aggettivo di possesso.

Dopo poco la figura del ragazzo iniziò a curvarsi, prima appena appena, poi sempre di più, mentre anche il suo viso si modificava e si spellava.

Era diventato un mostro.

E da mostro, ogni parte del suo corpo si tramutava in dei corvi, le braccia, le gambe, il petto, la testa, il bacino.

Rimase una sola parte di lui...

Gli occhi, diventati color carmino, che brillavano ancora nel buio in cui ero avvolta.

Tutti i corvi che si erano formati dal suo corpo mi si addossarono.

Urlai con tutto il fiato che avevo in petto, fino al punto che anch'io iniziai a tramutarmi in corvi.

Sentivo ancora lo sguardo rovente su di me e il dolore non passava, anzi, pareva che i suoi occhi ardenti me l'aumentassero.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3- Task ***


Diana

Aprii gli occhi di scatto e vidi Morgan che volava a pochi metri di distanza davanti a me, sospirai e mi sedetti composta sul pegaso.

Lui si girò -Già sveglia?- chiese, facendo parere però la domanda più un affermazione

Annuii di rimando, sovrappensiero.

-Perché non provi a dormire ancora un po'?-

-Perché non ho più sonno- dissi alzando le spalle con un gesto veloce-Tu hai già dormito ?-

-No, io dormirò più tardi, quando sarete in due-

-Così sarebbe più facile svegliarti in caso di pericolo?-dissi scherzosa

Fece una risata e scosse il capo- Così se siete a rischio e non mi fosse possibile aiutarvi potreste coprirvi le spalle a vicenda-

-Capito...-

Cadde il silenzio e tacendo continuammo a viaggiare, svegli e taciturni ormai da minuti.

Ce ne stavamo zitti e quieti, a osservare l'infinito e a cercare nei versi della notte qualcosa che potesse, anche se impercettibilmente, segnalare la propria presenza.

Udii il rumore ovattato di delle ali agitate, probabilmente un gufo che cacciava.

-Secondo te come sarà il Fuoco?-

Lo presi alla sprovvista, dopo essersi tornato a girare, lui mi guardò sorpreso con gli occhi ambra.

Fece un sorriso dolce e alzò un sopracciglio.

-Imperioso, testardo, determinato, agitato, pressante ... una testa calda insomma-

Non feci a meno di notare la sua voce che si riempiva di affetto e che poi fece una leggera smorfia.

-Che c'è?-

-Niente, davvero, è che mi sembra ancora ieri...-tacque

Era una nota dolente, decisi di lasciar perdere

-Ci andavo d'accordo con lui?-

-Sì, e anche molto- Morgan sorrise -L'Acqua un po' meno- fece una pausa-Forse perché Fuoco e Acqua sono molto diversi come Elementi mentre te e lui siete parecchio simili-

Muta, mi accorsi che c'era una cosa che volevo chiedere, una cosa riguardo a... l'ultimo.

-E ... il Buio?-

Lui abbassò lo sguardo con esitazione e con stessa incertezza mi rispose -Lui... se ne stava sempre in disparte, era molto riservato, avrebbe potuto andare d'accordo con tutti ma non gli piaceva proprio essere in mezzo a troppa gente, era un po' arrogante in fatto di abilità, ma probabilmente era sempre preoccupato per qualcosa-

-Un momento... erano persone?- aggrottai la fronte- Non c'era bisogno della reincarnazione se erano già persone-

-No, erano Spiriti-

-Continuo a non capire-

-Cosa?-

-La differenza tra Spiriti e Spettri-

-Beh... prima di tutto, gli Spiriti si dividono in schieramenti, ci sono quelli buoni e ci sono quelli cattivi, gli Spettri invece stanno generalmente dalla parte del male.

Spiriti e Spettri poi sono due generazioni ben diverse, entrambe le categorie sono fatte di una sostanza magica ma gli Spettri possono cambiare forma, gli Spiriti non possono modificare a piacimento il proprio aspetto.

L'aspetto di uno Spirito è, per quelli buoni, un fantasma con la forma di un animale, spesso sconosciuto, di diversi colori, per quelli cattivi è invece un fantasma bianco con solo gli occhi.

Lo Spettro nella sua vera forma ha l'aspetto di un uomo con il mantello nero e senza volto.

Gli Spettri sono molto pericolosi, potrebbero anche diventare la tua amica più fidata e non te ne accorgeresti, sanno parlare come noi, come quelli di cui assumono le sembianze, hanno i loro stessi atteggiamenti e perlopiù sono molto più pazienti dei Demoni, perché loro hanno l'intelligenza di poterti raggirare, mentre, facci caso, i Demoni hanno tentato di attaccarti nonostante probabilmente sapessero che non sarebbero riusciti nella loro impresa, perché hanno istinti animali, il tuo odore li spingeva a muoversi e a tentare l'attacco.-

-L'odore della magia...-

-Già, che sento pure io-

-Senti l'odore della magia?-

-Ahà. È una delle mie capacità.-

-E che odore ha la magia?-

-Dipende dal potere, il tuo è simile a quello della rosa-

-La rosa?-

-Sì, se non mi ricordo male invece quello del Fuoco è del girasole e del mango, l'Acqua la ninfea, l'Aria la margherita, the verde e di viola, la Terra invece tra il cioccolato e l'iris e il Buio del giglio-

Annuii appena, per poi far ricadere quell'insistente silenzio.

Osservai il blu notte del cielo, le stelle brillanti e allo stesso tempo fredde nella loro luce...

Dopo non so quanto tempo cedetti nuovamente al sonno.

Non feci sogni, o almeno non mi parve.

Quando mi svegliai, mi accorsi che era mattina e che stavamo lentamente per toccare terra.

-Che ore dovrebbero essere?- chiesi assonnata dopo avere sbadigliato

-È arrivata l'alba parecchie ore fa quindi presumo che siano le sei di mattina-

-Già le sei ?-

Appena toccammo terra smontai dall'animale.

-Dovremmo trovare il Fuoco circa verso mezzogiorno se andiamo spediti-

-Mmph... allora avviamoci-

Mentre camminavamo osservavo l'entrata della città che si faceva più vicina.

Mi trovai a rimuginare su quello che mi aveva detto la sera prima, sul fatto che sentiva i nostri odori, che sapeva un sacco di cose e... che mi pareva fortissimo.

Io che ero l'incarnazione della Luce non sapevo se sarei riuscita realmente a rendermi utile perché non ero mai stata lontana da casa e perlopiù, il mio potere si era dimostrato piuttosto debole rispetto alla spada di Morgan con i Demoni.

Io li avevo allontanati, lui li aveva polverizzati!

Scossi il capo amareggiata, dopo un po' finalmente ci trovammo all'entrata di Thorton.

Oggi era giornata di mercato e, già dall'entrata della bella città, le bancarelle erano disposte ordinatamente sulla strada.

Il sole era cocente anche di prima mattina e non pareva affatto una delle prime giornate di Gennaio. Non sembrava affatto inverno, ma piuttosto estate! Chissà che calore avrebbe fatto a Luglio!

La prima bancarella che osservai vendeva contenitori pieni di biscotti, ne osservai un'altra e poi un'altra.

-Non facciamo colazione?-

-Mi dispiace, no, non facciamo colazione oppure rischiamo di passare tutta la giornata a mangiare, ti abituerai prima o poi, immagino che anche gli altri mi faranno la stessa identica domanda se non glielo diciamo subito e sinceramente non sarebbe il massimo avere richieste di colazioni per sei volte, tu avvertili prima ok? Io ho pessima memoria in certe cose-

-Ok- aderii, anche se un po' sconsolata

Continuammo a camminare osservando la calda città di Thorton, che emetteva allegria a solo guardarla, i bambini correvano per le strade e urlavano, ridendo.

-Tu dici che dovremmo andare d'accordo io e lui... dovrebbe essermi simpatico-

-Esatto, o almeno credo-

Me lo stavo già immaginando, con una tuta sportiva nera, pantaloni neri con disegni focosi, capelli rossi fuoco da strapazzo, occhi gialli, su una bicicletta rossa fiammante.

Scossi il capo, sembrava un teppista e sinceramente era uno dei caratteri che mi piaceva di meno.

Provai ad immaginarlo in un altro modo ma non ci riuscii affatto.

Sembrava che ormai mi fossi del tutto fissata su quell'immagine e che non volessi lasciar perdere.

Notai ad un tratto una ragazzina con una tuta scolastica che usciva di casa tutta allegra e sorridente.

Le sue esatte parole, quasi gridate, furono -Mamma, papà, ci rivediamo oggi pomeriggio!-

Sentendo quella unica frase mi agitai.

Mi tornò un angosciosa mancanza che avevo tentato di nascondere in tutti i modi per camuffarla.

Probabilmente quello era il negozio dei suoi genitori perché non eravamo ancora arrivati alle case, eravamo solo nella piazza.

Morgan mi distrasse dalla mia nostalgia tirando fuori il Lyging.

-Mancano ancora qualche chilometro a raggiungere il Fuoco, non sento ancora il suo odore nelle vicinanze-

-Possiamo fermarci un attimo?-chiesi dopo un po'

-Sei stanca?-

-Abbastanza... poi questo sole peggiora pure la situazione-

-D'accordo, fermiamoci-

L'aria era molto afosa e mi pareva di soffocare.

Ci fermammo, sedendoci su una panchina.

Lui mi porse una bottiglia d'acqua che io bevvi avidamente, per poi ripassarla a Morgan, che fece lo stesso.

Osservai ancora il mercato, in una delle tante bancarelle c'era una vecchia che stava cercando di spuntarsi a buon prezzo un mestolo di legno.

Era molto insistente, così tanto che mi chiesi come mai la facesse così lunga per un semplice attrezzo da cucina.

Il mercante però non gliela diede vinta e la spinse via, cosa che la portò quasi a inciampare e che fece scappare tutti gli altri clienti.

Si era rovinato con le sue stesse mani.

Indignata, la vecchia signora se ne andò protestando con borbottii sommessi.

Non riuscii a capire che età potesse avere, sembrava quasi una centenne con la sua pelle raggrinzita e piena di rughe, gli occhi piccoli quasi socchiusi e la bocca larga e sdentata.

Teneva una fascia sulla testa e se ne stava tutta ricurva, con i capelli che le cadevano sulla fronte che parevano più ragnatele.

Indossava un bruttissimo giacchettino rosso e un orrendo, quasi ammuffito, vestito giallo che le scopriva le gambe con le vene evidenti.

Al posto delle scarpe aveva delle ciabatte, dello stesso colore della giacchetta.

Il bastone che teneva in una mano e che le faceva da appoggio era mal tagliato.

La campana della chiesa, dopo parecchio tempo in cui rimanemmo seduti, risuonò per otto volte.

-Ripartiamo?-chiesi alzandomi

Lui si alzò a sua volta e acconsentì.

Ricominciammo a camminare, seguiti dagli animali.

Camminammo per ore e ore, tanto che quando udii la campana suonare per simboleggiare le quattro del pomeriggio fui terribilmente investita da una sensazione sgradevole e decisi di cercare un argomento di cui parlare per togliermela di testa, cosa quasi impossibile visto che non me ne veniva neppure uno.

-Conosci il nome dell'incarnazione del Fuoco?-

Feci quella domanda a caso perché veramente non sapevo come attaccare discorso.

-No. Però so che il suo cognome dovrebbe avere qualcosa a che fare con l'Elemento.

Ad esempio il tuo è Swanlight, ovvero "cigno luce" o per come lo interpreto io " cigno di luce", il suo potrebbe essere ... Archfire-

-Arco fuoco? Cioè... arco di fuoco?-

-Esattamente-

Raggiungemmo il punto in cui erano finite le bancarelle e girammo a sinistra.

Intravidi le prime case.

Mi suscitarono sconosciute e inattese sensazioni: mi si rizzarono i capelli, originando un calore intensissimo che mi si diffuse per tutto il corpo.

Non sapevo dire se fosse gradevole o no... era solo... strano.

Ad un tratto vidi Morgan velocizzare il passo.

-Cosa c'è ? Senti il suo odore?-

-Esatto, seguimi-

Velocizzai il passo, notai qualcosa di strano aprirsi sulla sua schiena.

Per poco non sobbalzai a vedere che quel qualcosa erano le bellissime, bianchissime, candidissime ali che avevo visto per la prima volta a casa mia durante il combattimento.

La sua maglia non si era rotta, cosa parecchio bizzarra visto che gli erano appena spuntate le sue enormi ali dalla schiena.

Quando lui si fermò, ci trovammo davanti ad una casa vecchia, precisamente una catapecchia, dalle tonalità scure, su cui c'era scritto: -Isaac, Mortie-

-E dove sarebbe la parola fuoco?- domandai incerta

-Non c'è, però il suo odore viene da qui-

-Dobbiamo entrare?-

-Non sento odore di Demoni, forse dobbiamo solo aspettare, se si fa sera entriamo-

Prima che potessi controbattere, dalla catapecchia uscì un ragazzo.

Aveva i capelli rossi fuoco, di una tonalità talmente accesa e ardente che pareva bruciassero veramente, assolutamente disordinati, alcuni dei quali gli coprivano un occhio, non aveva tanta frangia, erano solo diverse ciocche che gli si spargevano qui e là.

I suoi occhi erano smeraldo e avevano una tale intensità che ad un solo sguardo fugace era come se si incatenassero con tutto ciò che incontrava, fino a impedirti di lasciarli andare veramente.

La sua pelle era pallida, color avorio.

Aveva un viso affilato e lineamenti morbidi.

Le sue spalle erano abbastanza larghe, non particolarmente però, non troppo almeno.

Era piuttosto alto, slanciato, dalla corporatura magra e un po' muscolosa, dall'aria spensierata e dal sorriso abbagliante.

Indossava una camicetta arancione sbottonata, con sotto una canottiera bianca che gli scopriva il collo dritto e parte dei pettorali, che erano visibili per via della camicia, dei pantaloni jeans grigi scuri e delle scarpe da ginnastica con i lacci arancioni ambra.

Iniziò a dirigersi verso est quando si bloccò di scatto.

Capii immediatamente perché si era fermato quando notai che Morgan non aveva ancora chiuso le ali.

Io respiravo ancora a fatica quando vidi che lentamente si girava verso di noi.

-Ehm...Morgan...-

-Cosa?-

-Non hai chiuso le ali-

-Oh.- fece una pausa -Almeno abbiamo attirato la sua attenzione-

Il ragazzo si girò completamente e si diresse verso di noi.

Aveva un espressione sbalordita e quando ci raggiunse parve, per un attimo, essere in panico.

-Che forti! Sono tue? E sono vere? Ma proprio le originali?- le guardò con ammirazione, quasi gli luccicavano gli occhi -Papà ha detto che me le compra al mio compleanno-

-C-comprare?- balbettai, guardandolo storto

-Le ali! Le Divin Wings! Costano 420 Nikki e dicono che possano volare veramente.
Domani c'è il festival ma visto che non le ho non posso partecipare-

Improvvisamente mi venne in mente il discorso che mi aveva fatto Lilhian e al fatto che a Thorton fossero famosissime.

-Frena, frena, frena... queste non sono le Divin Wings! Sono ali vere!-

-Vere?- chiese lui turbato

-Vere!- esclamai

-Infatti, sono ali vere e ci sono anche piuttosto attaccato- disse Morgan, che però sorrideva divertito.

-Attaccato con i lacci?-

-No, con la pelle-

Il ragazzo fece per dire qualcosa ma lo battei sul colpo -Non è sarcastico- sbottai innervosita

Tacque e si grattò la testa con la mano.

-Beh...allora...piacere, sono Task Fireburns- sorrise -Non siete di qui immagino-

"Fireburns... fuoco che brucia? Che sia dunque lui?"

Morgan annuì-Io sono Morgan, lei è Diana e...sì, non siamo di qui-

Guardai Morgan negli occhi e lui mi fece un cenno con la testa.

-Felice di avervi conosciuti allora, mi dispiace di avervi trattenuto, ora devo andarmene a casa o mio padre si preoccuperà...-fece per iniziare ad andarsene ma lo bloccai di scatto con la mano

-Aspetta!-

Si girò nuovamente-Cosa devo aspettare?-

-Dobbiamo dirti una cosa! Forse non ci crederai ma almeno ascoltaci, sei in pericolo- dissi

Assunse un espressione preoccupata -Eh? Cosa stai dicendo?-

Feci un leggero sospiro per prendere aria prima di iniziare a parlare -Devi andartene da casa tua, sei l'incarnazione dell'Elemento del Fuoco e i Demoni e gli Spettri ti stanno cercando, io sono l'Elemento della Luce e lui è il nostro "custode", se non vieni rischierai di mettere in pericolo la tua stessa famiglia-

Alzò il sopracciglio e rimase in silenzio.

Dopo qualche secondo di silenzio scoppiò a ridere.

-È uno scherzo vero? E io per poco non ci avevo creduto, siete stati davvero bravissimi nella recita, davvero bravi-

-Noi non stiamo né recitando né scherzando- replicò Morgan

-Voi due siete pazzi-disse Task freddamente.

Si rigirò e stavolta, per quanto lo chiamassimo, non si voltó affatto una seconda volta.

-E adesso?-domandai irritata

-Lo seguiamo-

Feci uno sbuffo.

Ero offesa, arrabbiata e innervosita, quel Task si permetteva di darci dei pazzi e di trattarci come rimbambiti.

Era vero che era difficile crederci però... insomma!!!

-Dicevi che mi sarebbe piaciuto, che mi sarebbe stato simpatico...invece mi ha dato letteralmente sui nervi- dissi mentre lo iniziavamo a seguire.

-È testardo, ha paura probabilmente, vedrai che cambierà-

-Ma...-

-Dai, non te la prendere...-

Imprecai e feci un secondo sbuffo, però sorrisi a Morgan, perché in qualche modo era riuscito a calmarmi i nervi.

Continuammo a seguirlo.

-Ahem... secondo me è meglio che chiudi le ali e che le nascondi- sussurrai

Si bloccò-Già, forse è meglio-

Chiuse le ali e vidi che invece di nascondersi sotto si mimetizzarono, diventando color limone, ovvero il colore della maglia che Morgan portava.

Avanzammo verso la vera casa del Fuoco, era meno rottamata e aveva vicino un albero che toccava il bordo della finestra del piano di sopra.

Sentimmo un urlo agghiacciante e Morgan sussurrò una parola, un'unica parola-Spettro-

Entrammo di scatto, spalancando la porta.

Task era a terra, la bocca spalancata, con vicino a lui un uomo dai capelli bronzo e con il viso solcato da rughe che gli somigliava parecchio e da uno Spettro, alto quasi due metri.

Mi avvicinai di un passo ma alla fine mi bloccai e rabbrividii.

Task si alzò e tentò di reggersi in piedi, ma le sue gambe cedettero e cadde per poi rialzarsi e fare la stessa cosa diverse volte.

Dopo poco lo Spettro ci vide e si girò nuovamente da Task, sollevandolo da terra verso di se .

Morgan tirò fuori la spada dal fodero e la ruotò, colpendolo a sorpresa.

L'incarnazione del Fuoco sbattè la testa contro il muro dopo essere stato scaraventato contro di esso.

Lo Spettro aveva mollato lui ma non suo padre e, anche se ferito, utilizzò l'ultimo granello di energia che gli era rimasto per smaterializzarsi insieme all'uomo.

-Papà!-

L'espressione di Task era scioccata, respirava affannosamente, non riuscendo più a rimettersi in piedi e con la rabbia che gli imperversava gli occhi in un modo talmente intenso che mi sconcertava.

Rimasi sbigottitamente a guardarlo lottare per alzarsi con determinazione.

Morgan fece per aiutarlo ma lui rifiutò istericamente con un -Non provare a toccarmi-

Morgan indietreggiò e Task si alzò faticosamente.

-Dove lo hanno portato?!-

-In un posto molto pericoloso-

-Dimmi solo dove, non mi frega se sia pericoloso o no!-urlò lui

-Al covo degli Spettri, intorno a Brooks-

Lui tacque improvvisamente, con aria disorientata.

-Se partiamo stasera ci arriviamo in due giorni di viaggio-

-Partiamo? E chi l'ha detto che venite con me?-

-Io. Se non vieni con noi non ci arriverai mai in due giornate... e poi devo proteggerti, sei l'Elemento del Fuoco-

-Ancora questa storia! Io non sono di certo l'Elemento del Fuoco! -

-E invece lo sei-

Il ragazzo tacque -Dimostramelo- sussurró, digrignando i denti, il suo tono provocatorio mutó alle ultime sillabe della parola, trasformandosi in un sussurro.

Morgan gli raccontò tutto, aggiungendo anche la mia parte di storia, sorvolando però il dettaglio del forse Elemento nuovo.

Spiegò a lungo, Task ascoltava, con espressione seria a cui però aggiungeva spesso assenso.

-E cosa vuoi che faccia dunque?- chiese lui, con voce controllata, evitando il mio sguardo.

-Prendi i tuoi vestiti e i tuoi beni, poi partiamo, ti aspettiamo fuori-

Fece un cenno col capo e sparì, salendo le scale.

Noi uscimmo invece e, con gli animali pronti a partire, pazientammo che arrivasse.

Rimanemmo in silenzio, sentendo solo il rumore del vento che soffiava.

Per me Task era un ragazzino viziato, impertinente, egoista e...

-Avevi ragione-dissi ad un tratto

-A dire cosa?-

-Che era una testa calda.-

Io e Morgan scoppiammo a ridere.

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Capitolo 5
*** capitolo 4-sospetti ***


Diana

Il Fuoco uscì di casa a tarda sera.

La temperatura si era abbassata parecchio e ogni volta che respiravo riuscivo a vedere l'aria uscirmi  dalle narici, come se fosse fumo bianco.

Task pareva avesse perso la lingua, si era zittito di colpo e sembrava che nessuno lo avrebbe convinto a riaprire bocca.

Era corrucciato e decisamente serio, più di quanto potessi immaginare che arrivasse a esserlo.

"Beh, almeno non dovrò sopportare la sua sgarbatezza" pensai tra me e me.

-Non prenderemo altri animali finché non ci saranno problemi di sovraffollamento, al prossimo Elemento potremmo non starci e perciò a quel punto ce ne procureremo uno, ma adesso ci state in due su uno solo quindi...-

Fireburns sistemò la borsa con la sua roba sul Dratini, dove i vari lacci permettevano il loro appoggio.

Vidi che la sua borsa, come la mia, traboccava di vestiti tra cui ne scorsi uno, era una maglia a righe rosse e gialle orizzontali.

Il Fuoco mi diede una rapidissima occhiata, poi posò lo sguardo altrove e sentii la sua voce che, seccamente, diceva -Posso stare dietro? –

Inizialmente ebbi la tentazione di rispondergli a tono un <> ma un occhiata a Morgan mi bastò per farmi capire che non era il momento di fare la bambina e di tentare di non litigare con il mio primo 'amico'.

-Certamente, come desideri- dissi, sforzandomi di ottenere una voce che non mostrasse rabbia o seccatura.

Al mio tentativo di essere garbata lui mi rispose con un sarcastico alzamento di sopracciglio e ad uno sguardo che pareva nettamente mostrare la mia idiozia.

Trattenni tutte le frasi volgari che avrei voluto sputargli addosso e salii su Gylnis, sentendo che lui lo faceva a sua volta.

Partimmo, coperti dalla notte fonda.

Desiderai improvvisamente essere a casa mia, senza questo ragazzino viziato, senza doverlo sopportare e aiutare quando lui mi trattava come se fossi la stupida di turno.

Volevo fargli capire che non ero stupida... ma in che modo?

-Morgan?-dissi

Lui si girò verso di me-Sì?-

-Qual è il prossimo Elemento più vicino?-

-L'Acqua-

-E dove si trova?-chiesi

-A Brooks-

-Pfff... lo sapevo-sbottò Task

-Che cosa sapevi ?- domandai innervosita

-Che non mi avreste lasciato salvare mio padre se non c'era un doppio filo, un altro vostro obbiettivo -

A questo punto andai su tutte le furie, i miei nervi saltarono completamente, facendomi perdere del tutto  la calma –Non è vero!- alzai il tono della voce mentre lui mi scoccava un occhiataccia e io gliela rimandavo

-Ah no? Vuoi dire che è stato solo un caso?- disse beffardamente

-Esatto! Ci saremmo andati comunque, la famiglia viene prima di tutto, anche io ne ho una a casa, voglio loro bene e non vedo l'ora di tornarci-

-Allora perché non lo fai?!-

-Perché li metterei in pericolo, ecco perché!- esplosi, trattenendo le lacrime di rabbia a stento.

Detto questo lui si zittì nuovamente e io riuscii a mandare giù tutto il nervosismo che mi aveva provocato.

Morgan, fino ad ora era rimasto in silenzio, ascoltandoci mentre discutevamo.

Tacemmo fino a mezzanotte quando le campane rintoccarono dodici volte rompendo il silenzio.

Io pretendevo delle scuse da parte sua, scuse che a quanto pareva non voleva darsi la pena di offrirci.

-È normale non riuscire proprio a dormire su quest'... animale?- brontolò lui

-Cerca di chiudere gli occhi- ribattei, nascondendo che anche io faticavo a dormire.

-Ma... è impossibile!-

-Anche Diana si è lamentata ieri sera, ma a dormire c'è riuscita-

-Io non sono come lei-replicò, quasi con disgusto

-E io di certo non sono come lui, non mettermi al suo stesso livello-

-Esattamente-

-È come paragonare due animali assolutamente diversi-

-È come insinuare che una mucca sia allo stesso gradino di un drago- continuò lui

- Tu ti definiresti un drago?- ribattei irritata

-Beh, di certo io non sono la mucca-

Per la seconda volta trattenni un enorme rispostaccia che fu soffocata, che avrei probabilmente mischiato con una smorfia inviperita, fortunatamente, da Morgan –Basta ragazzi, basta! Non litigate continuamente! Dormite piuttosto che vi servono le energie-

Io lo guardai e lui guardò me poi ci girammo a fissare uno una parte, il restante l'altra.

-Se non ci provate voi, lo faccio io, ma dovete restare in silenzio-

-E dormi tu allora!- dicemmo io e Task all'unisono.

-Va bene!- lui scosse il capo, alzando gli occhi al cielo.

Si appoggiò con la testa al dorso del cavallo e sembrò addormentarsi immediatamente.

Passarono minuti dopo minuti e decisi che era il momento di cedere al sonno, ma per quanto ci provassi la mia mente non si decideva a spegnersi.

Mi girai e notai che Task era ancora sveglio e che pareva perso a osservare le stelle brillanti che tremolavano nel cielo.

Mi tornai a girare e rimanemmo entrambi in silenzio fino al punto che lui distrasse la mia attenzione con una domanda che non mi aspettavo mi avrebbe mai fatto –Tu ti fidi?-

-Eh?-

-Ti fidi di Morgan? C'è... insomma... non hai paura che ci stia imbrogliando? Che quello che ci ha detto è tutto vero?- fece una pausa che aumentò in me la perplessità – Che stiamo facendo la cosa giusta?-

-Non esiste la cosa giusta da fare se qualcuno tenta di ucciderti- ribattei

-Oh, sì che esiste- disse lui – E poi non hai pensato che probabilmente in realtà non volevano veramente ucciderti ma facessero solo finta per mettere in gioco un finto salvatore per poi catturarci tutti?-

Tacqui perché, faticai a non essere convinta dalla sua spiegazione, aveva aggiunto una probabilità vera, a cui non avevo affatto pensato.

Improvvisamente mi infuriai, perché lui aveva fatto crescere in me dubbi a cui non volevo pensare, al momento.

Tentai di calmarmi, facendo un sospiro –Mmmmmh... non so, potrebbe anche essere- ipotizzai vaga –Ma potrebbe anche non essere così-

-Potrebbe-ammise lui

Calò nuovamente il silenzio e non feci in tempo a pensare a qualcosa che mi si chiusero gli occhi.

Ed ecco che nei sogni mi apparve nuovamente Luxor, ma stavolta non mi fissava, era in una stanza buia, illuminata da delle candele appese ai muri, la cui cera gocciolava silenziosamente.

Attaccato al soffitto vi era un lampadario vecchio e spento.

Vicino a lui vi era un uomo incappucciato che mi dava i brividi.

Scrutai lo sguardo di Luxor, mi sembrò quello della volta prima, solo era illuminato da rabbia.

-Cosa devo fare quindi?!- sbottò irato, fissando ardentemente l'uomo ammantato.

-Cattura la tua anima, fa' in modo che nulla possa trafiggerti al punto di ferirti veramente-

-E cosa potrebbe farlo?-

-Nulla di materiale, i sentimenti potrebbero-

-Se intendi quel tipo di emozioni, saprai che li ho già messi da parte- disse Luxor, fiero e altezzoso, quasi superbo.

-Allora perché ti scaldi tanto quando si parla di te, del tuo passato e di quello che hai eliminato dalla tua vita?-

Lui divenne rosso di furore e lanciò un occhiata rabbiosa al tipo che avrebbe potuto ucciderlo... se solo gli sguardi potevano diventare una cosa a sé.

-Perché non mi va' di parlarne, ecco tutto-

-Ma ti arrabbi troppo amico- ribatté in tono pungente.

Luxor sbuffò – Solo perché tu mi irriti. Prima dici che sono pronto, poi dici che non sono bravo abbastanza, ma insomma! Se non hai le idee chiare taci e deciditi!-

L'essere mascherato fece un finto risolino malizioso che si diffuse nella stanza in un rimbombo profondo.

-Sarai pronto solo quando dovrai esserlo-

-Si può sapere come devo tradurre la tua frase? O hai davvero voglia di farmi imbestialire o il tuo modo di conversare enigmaticamente per farmi giungere ad una conclusione con la logica dei saggi sta fallendo miseramente-

L'essere avvolto dal mantello scosse il capo con quella che parve rassegnazione -Quando sarai pronto-

-Cioè?-

-Quando ci saranno tutti, ti dirigerai dove la terra diventa acqua-

Il ragazzo biondo sembrò capire perché annuì con un cenno di capo silenzioso –E cosa dovrei fare dopo?-

Stavolta l'incappucciato rise veramente, una risata cattiva e crudele che fece indietreggiare il ragazzo aureo.

L'individuo si decompose ed entrò dentro al suo corpo.

Luxor iniziò ad agitarsi, tremando e urlando, cadendo a terra per poi riversarsi al suolo.

La creatura uscì dal suo corpo e lui si riprese, ma era ancora scosso dai fremiti e se ne rimaneva inginocchiato, faticando a respirare.

Pareva innocentemente indifeso, gli occhi sgranati, le braccia avvolte al petto mentre delle lacrime copiose ne imperversavano le goti.

-N...non.... Non farlo mai più- balbettò alzando il viso e tenendo i suoi occhi incatenati alla figura.

L'entità pareva deliziato dall'agitarsi del ragazzo.

-Adesso sai cosa devi fare no? Il resto non conta più-

Luxor si sdraiò e appoggiò, con un tonfo, la testa al pavimento, ancora agonizzante.

La cosa uscì dalla stanza.

-Sta bene attento a non deludermi Luxor, la prossima volta potrebbe essere la peggiore per te, potrebbe accadere veramente, questo era solo un avvertimento-

Il sogno rimase all'essere per un po', mentre se ne andava chissà dove, poi tornò a lui.

Il biondo spostò gli occhi cerulei-ghiaccio dal letto alle pareti , premendo la mano contro le tempie e respirando in modo affannato.

Non aveva più l'atteggiamento nobile, orgoglioso, altezzoso e dignitoso di prima.

Il suo tremare si mischiava tra paura e terrore.

Mi chiesi che cosa gli fosse successo quando gli era entrato dentro l'essere maligno.

Si alzò in piedi e si asciugò le lacrime con le mani –Maledizione- disse solo, prima di rimanere fermo immobile a guardare per qualche secondo una candela accesa e un vaso di vetro.

Spense la candela con la mano in maniera frivola, come se il fuoco della candela non lo scalfisse minimamente, non avevo visto se si era inumidito la mano per spegnerla.

Dopodiché afferrò il recipiente di vetro.

In uno scatto d'ira lo lanciò contro il muro, il vaso si ruppe in tanti, minuscoli, frammenti che si sparsero per la stanza con un rumore secco e tintinnante.

L'espressione di lui era furiosa, agitata e incontrollatamente veemente.

Pareva che con il suo gesto avesse scaricato parte della sua ira, non tutta, ma abbastanza perché la collera sparisse nel giro di qualche secondo tramutandosi in una disperazione impetuosa.

Mi svegliai con la luce mattutina in faccia, mentre ero sul pegaso, con dietro il rosso, ancora addormentato.

Morgan era sveglio.

Ricordai quello che Task aveva detto la sera prima e mi si chiuse lo stomaco improvvisamente.

"No, non può essere così"

Per me non aveva un carattere sospetto, ne malvagio, mi parlava tranquillamente, spensierato.

I suoi occhi emettevano tutto quello che pensava.

Scossi il capo, non ci volevo affatto credere.

"Perciò che senso ha pensarci?" mi dissi tra me" Adesso dobbiamo solo trovare il padre del rosso, il resto non ha importanza"

-Ben tornata dal mondo dei non sogni- disse Morgan prendendomi alla sprovvista e sorridendo

-Grazie, hai dormito bene?-

-Ehi ! dovevo chiederlo io a te!- lo disse in modo divertito e quasi da bambino piccolo.

Scoppiammo a ridere fragorosamente.

-Fate piano! Porca miseria, volete assordarmi? Inutile dire che c'era qualcuno... e c'è ancora... che tenta di dormire!- fece Task, con dei borbottii sommessi.

Quasi per dispetto iniziammo a ridere ancora più forte.

Fireburns si tappò le orecchie –Dai! Basta, smettetela!-

Gylnis nitrì e il rosso sobbalzò vistosamente –Non mettertici anche tu, stupido pollo alato con gli zoccoli! Prima mi guardi male e poi mi fai anche i dispetti... voglio il Dratini!-

Avrei voluto continuare a ridere per ore e ore ma tentai un leggero contenimento, per non esagerare... ovviamente non funzionò a lungo, però evitò che rischiassi di cadere dal pegaso... questo fu abbastanza direi, o almeno per me, di certo non per quello dietro di me che dovette subirsi tutte le nostre risate.

-Siete soddisfatti? Adesso non dormo più- fece uno sbuffo

Quando smettemmo lui sembrò sollevato, ma oramai la sua espressione era talmente stufa che probabilmente aveva ragione, non avrebbe più dormito, affatto.

Sorrisi a Morgan e lui mi strizzò l'occhio.

-Allora- iniziò Fireburns –Quando si va' a esplorare le foreste per vedere se sono abbastanza sicure?-

-Più tardi, verso mezzogiorno smonteremo per risvegliare le nostre gambe-

-...Niente colazione?- chiese Task incerto.

"oh-oh"

Ed ecco che non riuscii a non scoppiare a ridere.

-Che ho detto?!- domandò lui, guardando Morgan che si era messo la mano sugli occhi dalla disperazione.

-Non gliel'hai detto?- chiese, anche se sapevo che era una domanda retorica gli risposi comunque.

-No, scusa...-

-Che c'è?!- sollecitò, con il tono esasperato di chi non sa più come fare

Risi ancora –Se lo sapessi...- farfugliai tante cose senza dargli un filo di connessione, in mezzo alle risate.

-Mamma mia ! Ma con che razza di gente sono?- borbottò indignato –Cosa c'è di male se voglio fare colazione?-

-Lo avevo detto io- sospirò Morgan

-Già, l'avevi detto- concordai ancora ridendo.

-Ma di che cavolo state parlando voi due?-

-Nulla, di un impegno che avrei dovuto ricordarmi per evitare le troppe domande-

-Che tipo di impegno?-

-Sul fatto che avresti chiesto o non chiesto la colazione che noi non facciamo- sghignazzai sommessamente

-Quindi non si fa colazione?-

-Esatto-

-Che scocciatura...- disse sommessamente.

Tacemmo un po', poi finalmente il tempo passò e giunse il mezzogiorno.

Velocemente, gli animali si prepararono a discendere verso il terreno in maniera impeccabile.

Seguii il contorno delle ali bianche e pure mentre si spiegavano per poi calare in direzione del suolo in picchiata.

Mentre accadde sentii le dita di Task aggrapparsi alla mia schiena violentemente, si attaccò stringendomi mentre vedevo la sua mascella contrarsi in un disperato tentativo di non mettersi a urlare lì per lì.

Lo sostenni fino a che gli zoccoli degli animali non toccarono terra.

Anche a quel punto pareva non volermi mollare affatto ne rinunciare alla salda presa che avevano le sue gambe sulla schiena di Gylnis.

I suoi capelli erano spettinati, disordinati, sparpagliati e arruffati sulla sua testa, i suoi occhi sconvolti e stravolti.

La sua espressione era persa, con le labbra tese e appena socchiuse

-Ehi, stai bene?- gli chiesi, scuotendolo.

A vederlo così mi appariva come quei gatti che per lo spavento balzano e si attaccano con le unghie a pareti, mattoni e legno.

Sinceramente mi faceva un po' pena.

L'arrabbiatura con lui in parte era passata, un po' per tutte le risate fatte stamattina a sue spese e un po' per il semplice fatto di vederlo così spaventato..

I suoi vestiti parevano essere leggermente sottosopra, parte della camicia era piena di pieghe, i pantaloni un po' sciatti e caotici, i lacci delle scarpe erano slacciati e scombussolati, del tutto ingarbugliati.

Sembrava che li avesse buttati all'aria e pestati con la forza una volta caduti.

Scesi dall'animale, riuscendo a fargli mollare la presa dalle mie spalle.

Lui scese dal pegaso, con le braccia che si muovevano goffamente e le gambe che procedevano a tentoni.

Per poco non scivolò.

Quando scese a sua volta iniziò a girare a vuoto, in tondo, probabilmente per svegliarsi le gambe.

Le mie formicolavano terribilmente.

-Dovete cambiarvi- disse Morgan

-Già- ammisi io.

-Dirigetevi all'interno della foresta e cambiatevi alla svelta, avete bisogno di mangiare, io intanto inizio a cuocere il cibo-

Ci dividemmo.

Percorsi un po' di strada e poi mi fermai, all'ombra di un albero dal tronco decisamente robusto.

Mi tolsi inizialmente la maglia e il top, infilandomi una t-shirt bianca con sopra un coniglietto dagli occhi dolci e enormi, quasi grandi più della sua testa.

Mentre mi cambiavo sentii il frusciare del suo corpo, probabilmente si stava togliendo la camicia arancione perché vidi, lontano, lui, solo in canotta, per poi metterne un'altra.

Mi tolsi anche la gonna , l'intimo e le scarpe per poi rivestirmi velocemente con pantaloni panna e scarpe da ginnastica.

Fatto ciò presi il tutto e lo lanciai chissà dove, probabilmente si appese ad un albero.

Aspettai qualche secondo e poi tornai dove ci eravamo divisi.

A quel punto vidi un Morgan intento a cuocere un animale infilzato con un bastone di legno e un Task con camicetta verde e pantaloni mimetici dallo sguardo interessatissimo ad ammirare la carne che si cuoceva.

Il nostro protettore tirò fuori altra selvaggina, tra cui due leprotti che iniziò immediatamente a spellare con una spada che tolse dal fodero sul fianco destro per poi tagliare anche la testa all'animale.

Tagliò accuratamente e poi lo fece anche con l'ultimo dopo di averlo infilzato.

-Morgan?-

-Sì?-

-Dopo l'Acqua chi incontreremo? Chi è il più vicino?- chiesi, aggrottando la fronte

Morgan tacque per pochi secondi.

-Il Buio-

Il mio cuore, nel petto mi fece un balzo.

Si formulò una sola parola nella mia testa.

E quella parola era :"No!"

Un no quasi gridato.

Perché non ero ancora pronta a incontrarlo, solo il pensiero di trovarlo mi metteva su un terrore che mi inondava il corpo e mi rendeva debole.

Era vero che inizialmente con Task non avevo avuto buoni rapporti, ma dopotutto era solo un ragazzo che aveva bisogno di avere certezze e sapere che suo padre stava bene, non lo avevo capito finché non lo avevo visto così aggrappato a Gylnis e a me.

Era anche vero che non apprezzavo del tutto la sua testardaggine, ma almeno lui non scatenava male e dolore e guerre a non finire!

Non ero affatto pronta ad incontrarlo, a trovarlo davanti a me, pronto a rendere il mondo peggiore di quanto potesse già essere.

-L'elemento del Buio sta viaggiando, si sta spostando sempre di più verso di noi, non so per quale motivo ma è così-

-Quindi potrebbe venirci incontro?- domandò Task

-Esatto- rispose

Mentalmente speravo che la sua risposta sarebbe stato in negativo, ma ... a quanto pareva, più presto del previsto, me lo sarei trovato davanti.

E avrei sfoderato tutte le mie armi per tentare di renderlo inoffensivo.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5- Ricordi ***


Task

Mentre guardavo Diana e la carne che si cuoceva con il suo profumino delizioso, sentii il mio stomaco brontolare.

Ero decisamente sollevato di essere a terra e davanti ad un fuoco, nonostante facesse comunque abbastanza caldo, forse perché era il mio Elemento?... Non ne ero sicuro, ma comunque mi sentii molto, molto meglio.

Diana aveva un espressione da funerale che, anche se le domandavo cosa avesse, non sembrava voler dare spiegazioni giuste nemmeno un po'.

E quando le dava erano piuttosto cose che non centravano affatto con il suo stato d'animo.

-Scusa, Morgan?- chiesi ad un tratto, attirando l'attenzione di entrambi i componenti di questa allegra scampagnata.

-Cosa?-

Avevo i loro occhi fissi su di me –Essere un Elemento... che tipo di faccende comprende?-

Morgan si accigliò –Beh, racchiude il possedere del potere della materia, di avere alcune capacità che potrebbero salvarti in una situazione estrema, include perlopiù il carattere che rispecchia l'Elemento stesso-

-E... come si fa a sviluppare il potere stesso?-

-Prima si deve capire come tirarlo fuori, poi lo si sviluppa, maneggiandone la forza e poi saldarlo a te, così potrai tirarlo fuori tutte le volte che vorrai-

-Io l'ho già fatto uscire il mio potere- disse Diana, in un sussurro, con lo sguardo che le lampeggiava.

-Sì, la tua barriera ha opposto resistenza, perciò ti ha permesso di poterlo tirare fuori, ma non ne hai ancora padronanza e non hai ancora richiamato la sua vera potenza, altrimenti probabilmente li avresti stesi o polverizzati, non semplicemente respinti. Siete molto più potenti, più di quanto pensiate-

-Ah....wow-

-Ma come facciamo a trovare il modo di tirarlo fuori?- insistetti

-Pensate ai vostri sentimenti più profondi, poi scatenatevi, il vero potere è lì, nell'amare, nell'odiare-

Annuimmo, convinti dal discorso che aveva fatto e che pareva dare un senso al tutto.

Quello che probabilmente qualcuno avrebbe confuso, poteva essere un semplice modo per disporre le proprie armi.

-Tipo, Task, il Fuoco è un sentimento che brucia, quello che è davanti a te è dovuto ad uno sfregamento di corpi che dura poco meno di cinque secondi se sai come fare, altrimenti il percorso per accenderlo diventa più faticoso e lungo, se pensi allo sfregamento, che ricordi o sentimenti ti vengono in mente?-

-Non so, uno strofinamento... forse una stretta di mano? O ... una carezza?-

-Esatto, una carezza, può andare-

-Ok-

-Ora chiudi gli occhi e concentrati su qualcosa che ti suscita un sentimento molto forte, che prima è normale e poi brucia, impetuoso, fino a diventare imponente, qualcosa che può essere complesso o anche semplice, che per te abbia valore e che sia ancora vivido nella tua memoria-

Feci quello che mi disse e cercai.

Vidi papà, tutti i miei ricordi erano concentrati su di lui, quando lo vidi improvvisamente mi ricordai di quella volta.

////////////////////////////////////////////////////

7 anni prima

-Papà, papà!, uno ha abboccato!- urlai a gran voce

-Prova a tirarlo su! Se è troppo grosso o pesante dimmelo-

Non ascoltai quelle frasi, testardamente avevo deciso di volerlo prendere da solo, sentivo che era grosso, la canna da pesca che tirava verso il basso, spingendomi forte e tentando di buttarmi nell'acqua, ma non mi importava, volevo mostrare a mio padre come ero bravo.

Opposi resistenza con tutte le mie forze, dimostrando al pesce chi comandava.

Lottammo l'uno contro l'altro, la forza del pesce contro la mia opposizione.

Riavvolgevo il più velocemente possibile il filo della lenza con il mulinello, mentre il galleggiante sembrava essere stato inghiottito dall'acqua.

Purtroppo però, il pesce diede una scossa talmente violenta alla canna da pesca che mi sbilanciai, perdendo totalmente l'equilibrio.

Finii nel fiume, dovetti mollare la canna da pesca per non rischiare di essere trascinato dal pesce.

Sentivo, in modo decisamente rimbombante ma soppresso, le urla di mio padre che chiamavano il mio nome.

Risalii in superficie, annaspando, con l'acqua gelida che mi avvolgeva totalmente.

Lui mi vide e mi prese, tirandomi su, verso di lui.

-Ti avevo detto che se era troppo grosso dovevi dirmelo!-

-Scus...scusa papà- tremavo da capo a piedi

Lui fece uno sbuffo che però, dopo poco mischiò con un sorriso–Hai fatto proprio un bel tuffo lo sai?-

-Davvero?-

-Sì, tutto di pancia, si è sentito proprio un bel tonfo!- rise grossolanamente, sollevandomi come se per lui pesassi poco meno di una piuma.

-Papà....!- sbottai divincolandomi e agitandomi, un po' offeso ma qualvolta in parte divertito dal fatto che lui, anche in situazioni spiacevoli, mi portava a sorridere di nuovo, sdrammatizzando.

-È bellissimo questo bosco, non trovi?-

-Sì, pa', davvero bello-

-Lo sai che qui ho trovato un cervo dalle corna lunghe come i rami di un salice piangente?-

-Sul serio?-

Lui annuì con un sorriso –Già. E non puoi immaginare come era robusto, più o meno la sua grandezza era quella di un cavallo, ma non quelli piccoli, quelli quasi due metri. Aveva il pelo, se non mi sbaglio, tra il cremisi e il bronzo, mi è apparso aggraziato, leggiadro, armonioso ed elegante nei suoi movimenti, perlopiù era così sicuro di sé...pareva provenisse da un altro mondo-

-Magnifico! Mi piacerebbe poterlo vedere anche a me!-

-E a me alletterebbe mostrartelo, solo per vederlo un'altra volta-

A quel punto parve perdersi in chissà quali pensieri.

Gli rimasi sulle spalle per tutto il tempo del ritorno a casa, dondolandomi e osservando le cose dall'alto.

Improvvisamente, arrivato sulla strada di casa starnutii, una, due volte, fino al punto che faticavo a respirare e sentivo terribilmente male a tutto il corpo.

Non era molto normale per me, le uniche volte che ero stato così erano state qualche anno prima quando mi ero fratturato la gamba per aver incastrato i lacci delle scarpe nei pedali della bicicletta che mi era caduta repentinamente addosso quando mi ero fermato per slegare le stringhe dalla bici e a tre anni, quando avevo avuto la varicella.

Entrati in casa andai subito a cambiarmi e papà mi costrinse a andarmene a letto quando scoprì che avevo la febbre alta.

In effetti aveva fatto bene, perché appena mi appoggiai con la testa al cuscino iniziai a tossire e a starnutire ancora di più, fino a sentirmi uno straccio.

Tutto era così caldo e afoso che faticai davvero tanto a dormire.

/////////////////////////////////////////////

A quel punto tutti i miei ricordi andarono in subbuglio perché persi totalmente la concentrazione.

-Niente... non ci sono riuscito vero?-

Morgan scosse il capo –Non hai scavato abbastanza a fondo-

Sospirai –Beh, almeno ci ho tentato- lo dissi con rassegnazione, perché avevo veramente bisogno di una conferma, avevo bisogno di sapere se non avessero per caso sbagliato persona.

Dovevo essere sicuro di essere il Fuoco, perché per ora mi ci sentivo ben poco.

-Ora voglio provare anche io!!- esclamò Diana con un sorriso allegro, anche se mi apparve, non seppi per quale motivo, un po' finto.

O forse ero solo io che la vedevo così, non ero abituato a vedere qualcuno che non fosse mio padre, o i miei amici, sorridere.

Certo, io di amici ne avevo avuti tanti e avevo visto anche parecchi sconosciuti sorridermi, ma lei mi pareva stranamente diversa da tutti quelli che avevo incontrato finora.

-Ebbene, provaci- dissi io, con un leggero tono di indifferenza.

Diana fissò Morgan con il suo sorriso sornione e aspettò ben poco prima che il guardiano si decidesse a parlare.

-Fa' come ho detto prima a Task, chiudi gli occhi, ma invece di spostare il fuoco, tu dovrai provare ad accendere una luce contro la corteccia dell'albero, devi illuminarla, se pensi ad un ricordo che ti rievoca una luce intensa che illumina qualcosa ti possono venire in mente tante idee, ad esempio, un sorriso.- fece una pausa -Illumina quell'albero- indicò un melo dalla corteccia spessa.

Lei annuì e chiuse gli occhi, io spostai lo sguardo sull'albero.

Inizialmente rimase uguale identico, dopo poco però vidi un flebile raggio di luce che partiva da Diana per poi espandersi verso il melo, illuminandone gran parte.

Diana aprì lentamente gli occhi.

Ed ecco che lei si esaltò e il raggio di luce si ritirò indietro come una molla, spegnendosi.

"Bye- bye fascio luminoso" pensai tra me e me

-Ce l'ho fatta?!- disse lei, entusiasta

-Sì-

Inizialmente sembrava felicissima, poi si corrucciò –Ma non ho mantenuto la concentrazione-

-Sì, ma... una cosa alla volta, è già tanto che tu ci sia riuscita- ribatté lui, sorridendo tranquillamente e poi rivolgendosi a me-Task, stai tranquillo, riuscirai anche tu a sviluppare il tuo potere prima o poi-

-Più poi che prima...- borbottai, ma annuii comunque.

Iniziai a capire di star invidiando da morire Diana, lei aveva avuto un risultato, una certezza, la convinzione di essere nel posto giusto, di non star sbagliando tutto.

Cosa che invece non era di mia proprietà, il mio tentativo era fallito miseramente, tutto fumo e niente arrosto a così dire.

Abbassai lo sguardo e cercai di pensare con insistenza a tutti i momenti belli della mia vita, ce n'erano stati molti, ma nessuno così intenso da spostare quel maledetto fuoco.

Mi rassegnai e addentai un pezzo di coniglio, era abbastanza cotto.

Procedetti nel pranzo fino a concluderlo, evitando di mangiare le cervella, il cuore, i polmoni ed il fegato, che mi facevano sinceramente schifo e rosicchiai la carne intorno alle ossa.

Quando finii il pasto buttai le cose non mangiate una alla volta nella brace, attizzandola.

Lo stesso fecero loro e infine ci alzammo in piedi.

-Ora è meglio che andiamo a piedi, ormai è vicina la base degli spettri, se andassimo in volo non riusciremmo a passarci dentro, i rami sono talmente fitti andando più avanti che è impossibile infiltrarcisi-

Feci un cenno di assenso.

Diana si mise vicino a Morgan e ad il Dratini, cosa che mi fece capire all'ultimo che avrei dovuto tenere le briglie della sottospecie di polla alata con gli zoccoli.

Avrei dovuto portarmi a dietro Gylnis.

Mi girai e osservai il pegaso mentre nitriva e mi guardava male.

Rabbrividii.

Non avevo il coraggio di chiedere a Diana se poteva tenerla lei, il mio orgoglio era più forte del disprezzo per quella maledetta creatura con le ali.

Ne afferrai le briglie e iniziai a camminare con dietro Gylnis che mi nitriva a tergo e che mordicchiava le tasche dei miei pantaloni.

Inizialmente pensai avrebbe smesso dopo poco, ma quel << poco >> si prolungava fin troppo per i miei gusti.

-È disgustoso! Smettila!- le dissi

La pegaso nitrì un'altra volta e scosse la criniera, riprendendo a masticare la tasca su cui si era fissata, ormai diventata sudaticcia, bavosa e disgustosa.

Non c'era modo di ragionare con Gylnis.

Era la creatura più antipatica e testarda che mi fosse capitata davanti.

Sbuffai e iniziai a correre per raggiungere gli altri due che al momento mi parevano quasi due compagni d'affari a ridere e scherzare davanti ad un bicchiere di birra o alcolico che fosse.

-Ti ho detto basta!-

Gylnis si fermò un attimo e per tutta risposta spostò il muso e iniziò a masticare una seconda tasca.

-Oh, per favore! Mi spiegate come mai mi sta mangiando i pantaloni?- dissi esasperato a Morgan e Diana che si diedero un occhiata fugace prima di rispondere.

-Forse le piaci- optò Diana con un sorriso divertito

Morgan rise –Sembra proprio di sì-

-O forse mi detesta- ribattei ricambiando il sorriso in modo ironico.

-Ma che bella coppietta!- insisté lei, come se non avesse sentito affatto quello che avevo detto io –Dove il matrimonio?-

La guardai nel modo più acido possibile –Mmph, piantatela voi due !- mi avvicinai a Diana –Se non ti dispiace vado a cambiarmi per la seconda volta-

Afferrai la borsa con un nuovo paio di pantaloni e mentre mi allontanavo sentii i due che ricominciavano a ridere come degli idioti.

Abbastanza lontano dai due iniziai a sfilarmi i pantaloni mimetici che all'inizio pensavo non avrei tolto così presto.

"Manco ci avessi lasciato qualcosa dentro, stupida pegaso dal cervello di gallina" pensai.

Non volli controllare nelle tasche.

Indossai dei jeans ingrigiti e buttai per terra quelli che indossavo prima, poi tornai indietro.

-La tieni tu adesso, non ci tengo ad avere altri pantaloni sporchi di bava, altrimenti farò il record di cambio di vestiti in nemmeno un giorno.- dissi, scocciato.

-D'accordo- disse Diana trattenendo a stento un sorrisetto da prendere immediatamente a schiaffi.

-Bene- sbottai

Mi allontanai il più possibile da Gylnis e velocizzai il passo, volevo starmene un po' da solo, in silenzio, a pensare ai fatti miei.

Il mio ragionamento mi portò nuovamente a papà.

Considerai il fatto che non sapevo se stessero facendo male a mio padre per colpa mia, e forse lo stavano torturando.

Le torture erano, sinceramente, le cose che mi piacevano meno, mi terrorizzavano.

Erano crudeltà senza limiti, per estorcere informazioni, per togliere le parti di te stesso e riempirti di sofferenze, pene, angosce, inquietudini e assilli.

Ti saturavano di strazi e tormenti, non potevi scappare alle violenze e ai supplizi che ti venivano inferti.

Non volevo che a papà, l'unico della mia famiglia, stessero infierendo a causa mia.

Se fosse stato così non mi sarei mai perdonato, piuttosto che vederlo patire avrei dovuto fare ogni cosa per farmi catturare e uccidere una volta per tutte se era me che volevano.

Mentre avanzavamo, mi venne in mente una domanda che credevo di non aver pensato ma che era aleggiata nella mia mente per tutto questo tempo.

-Morgan, tu hai una famiglia?-

Si fermò, scorsi la sua espressione sorpresa –Una mamma e un papà, intendi?-

Annuii.

-No, non ce l'ho, l'unica famiglia che possedevo eravate voi, gli Elementi, prima che mi spostassero da abitante del cielo più alto a quella intermedio, io non potevo più raggiungerli e stessa cosa loro a me, prima che accadesse loro erano il mio nucleo familiare-

-Hai detto, prima, che essendo un Elemento si prendono le sue stesse caratteristiche... com'erano?- chiese Diana

-Ciascuno di voi Elementi aveva le sue caratteristiche- sorrise appena –Alcune positive, altre meno... ma tutti avevano i suoi lati buoni, perfino il Buio-

A questa affermazione Diana sembrò allarmarsi e incuriosirsi –Davvero? E che caratteristiche possedeva?-

-Lui... lui è un tipetto un pochino difficile diciamo... silenzioso, solitario, nervoso, sempre sull'attenti, da rabbrividire in certe situazioni, chiuso, un po' sgarbato, ma molto saggio e perlopiù è uno di quei tipi che ragiona parecchio, ti fa notare se stai sbagliando qualcosa ed è protettivo. Protettivo nel senso che se accade qualcosa a se stesso cerca i modi più difficili o pieni di problemi per fare in modo di allontanare le persone da se ed evitare che abbiate impatti negativi per colpa sua-

Diana si morse il labbro inferiore –Ah- fece una pausa -Proprio un tipo difficile-

-Difficile è dire poco- dissi

-Sapete che mi state intimorendo con questo atteggiamento da completarvi le frasi?-

-Noi non ci completiamo le frasi!-

-E non facciamo paura-

Morgan sorrise –Tipo adesso?-

-Già- assentii

-Esatto-

Tacemmo pochissimi secondi, Diana e io ci guardammo nello stesso momento.

-... Cioè, no!-

-Assolutamente-

-Noi non...-

-...Ci completiamo le frasi...-

-...A vicenda-

Morgan ridacchiò sotto i baffi –Beh, se continuate a insistere così mi sarò sbagliato-

-Sì, eccome-

-Esatto-ribatté lei

-Completamente- sbottai in modo quasi furioso

-Non c'è mai stato uno sbaglio così grande- disse lei

-Enorme- ruggii, contrariato

-Ma io ho detto grande!- tornò a ribattere

-E io insisto a dire che << enorme>> è il termine adatto-

-No, grande sta bene, enorme è esagerato-

-Grande è piccolo rispetto a enorme, quindi se grande significa piccolo, enorme è grande-

-Ehi, ehi, basta, siete noiosi, time out, basta litigi-

Ci fermammo a cenare e poi ripartimmo.

Sentii l'acqua di una cascata scrosciare rumorosamente, ma non solo quello, percepivo anche un pericolo che si avvicinava sempre di più.

Era un brivido che mi percorreva la schiena, un palpito gelido che mi fece sussultare.

-Mi potresti anche descrivere gli altri, di Elementi?- chiese Diana per smorzare il silenzio che era improvvisamente calato su di noi.

-Da quale parto?-

-Dall'Acqua- optai

-L'Acqua era ribelle, con poca capacità di concentrazione, allegra, fantasiosa, possessiva, parecchio masochista, quasi sempre eccitata per qualsiasi cosa accadesse, ben poco calma, fiduciosa, complessa e mutabile, coraggiosa e un po' sciocchina in certe situazioni, si potrebbe definire, la maggioranza delle volte, la chiacchierona-

-Nel senso che è impossibile farla tacere?-

-Praticamente sì, ed è impossibile da fronteggiare in certe occasioni-

-Stupendo-borbottai sarcastico

-Adesso l'Aria!-

-Non c'è molto da dire su di esso, preferiva essere chiamato Vento perché non è un elemento femmina, spensierato, con mille cose che frullano nella sua testa che sono praticamente impossibili da decifrare, come l'Acqua nel fatto di avere la capacità di concentrazione di un bambino di due anni, con la testa letteralmente fra le nuvole, un sognatore ad occhi aperti con immaginazioni sfrenate, molto colto.

Il suo eccessivo prolungamento nel mondo delle fantasie lo rende distratto e disordinato, precisamente un pasticcione che perde tutto quello che trova nel giro di mezzora-

-Avevi detto che c'era poco da dire su di lui- obbiettai

-Infatti, ma mi sono perso sul fatto che non è mai o quasi mai presente- fece una pausa –Continuo?-

-Sì, tanto ormai manca solo la Terra e io e Task- sorrise Diana

-La Terra è davvero totalmente il contrario dell'Aria, una tipa in gamba, sempre presente, che sa sempre se qualcosa non torna perché analizza tutto come dei dati, un po' timida, lunatica e sclerotica a volte, negativa nel fatto di se stessa, approssimativa, intelligente e gentile con tutti, spesso però è piena di problemi-

-E io e Task?-

-Diana, il tuo Elemento è esattamente come sei ora. Un po' testarda, allegra, ottimista, un po' impicciona, a volte dispettosa...-

-Concordo- dissi

-Taci e fallo continuare!-

-Luminosa, che sa tirare su le persone e farle sorridere, ovviamente il Buio era quasi escluso dalla lista, nel senso che non ha mai risposto alle tue gentilezze e ai tuoi atteggiamenti, però ce l'avevi quasi fatta. Amavi fare le ramanzine e ti arrabbiavi spesso, anche se non seriamente a volte-

-Sì, descrizione uguale-dissi con un sorrisetto

-Vediamo allora come eri tu- controbatté lei

-Il Fuoco... era testardo e deciso, un po' noiosetto a volte...-

Diana scoppiò in una risata grossolana

-Smettila! Così non sento niente-

-Decisamente pignolo, altruista, coscienzioso, amante del lavoro preciso , analitico e critico ma anche modesto, malinconico, igienista... cosa che si è decisamente mostrata quando Gylnis ti mangiava le tasche, il tuo senso pratico accomunato al dubbio ed all'inquietudine era sempre razionale, spesso non accettavi cose al di fuori della tua portata, la cosa che amavi fare di più era spronare le persone a migliorare-

-Sei uguale- disse sarcastica con un sorrisino

-Zitta-la ammonii
 

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Capitolo 7
*** capitolo 6- Fuoco ***


Task

-Forza, fermiamoci- disse Morgan, ad un tratto

-Perché?-chiesi io

-Vi si legge in faccia che siete stanchi, fermiamoci, abbiamo trovato un riparo- indicò una grotta.

Essa era immersa nell'oscurità, vi aleggiava un aria freddissima, doveva essere vuota perché non si udiva nulla se non un leggero gocciolare.

-Non dovrebbe essere abitata- disse –Entro comunque prima io per esserne sicuro, d'accordo?-

Diana annuì, sorridendo dolcemente al guardiano, io invece mi guardai intorno con sospetto, per via delle strane sensazioni di allarme che mi attanagliavano lo stomaco, chiudendolo.

Morgan entrò nella spelonca con passo lento e indeciso.

Sentii un fruscio d'erba e raggiunsi con la mano il braccio della Luce, in allarme.

Mi raddrizzai e costrinsi Diana a fare la stessa cosa.

Fissammo per pochi secondi il cespuglio che si era mosso prima che da esso comparisse una volpe.

Sospirai e mollai il braccio di Swanlight.

-Che fai, come mai sei così nervoso, Task?-

-Mah, non lo so nemmeno io-

La volpe era di un arancione piuttosto chiaro, pareva quasi la tonalità di un tramonto, ma era leggermente meno intenso e deciso, le orecchie a punta tendevano al marrone scuro, gli occhi furbi erano invece color oro e scrutavano la soglia.

La volpe continuò a guardarsi intorno prima di indietreggiare e sparire nel cespuglio, agitandolo una seconda volta.

-Entrate- ci chiamò Morgan –È sicura-

Entrammo nell'antro.

-Faccio io il primo turno- optai, appena entrati.

C'era così tanto buio che non si scorgevano le pareti, volevo restare sveglio perché non avevo assolutamente sonno e quella sensazione che mi attanagliava era troppo forte per permettermi anche solo di chiudere occhio.

-Ok, ma quando mi sveglio dovrai dormire e se avrai sonno non esitare a farlo, dopo di me ci sarà il tuo turno Diana-

Lei annuì soltanto e ci sedemmo, io verso l'uscita e loro appena più lontano da me.

Dopo poco, loro si sdraiarono, cercando una posizione comoda.

Spostai lo sguardo da Swanlight e il guardiano per posarlo sul cielo che si oscurava, per permettere alla notte di prendere il posto del giorno.

Gli astri si facevano chiari e nitidi nel firmamento, la volta celeste era bellissima con quell'insieme di intensi e vividi colori smaglianti mischiati alla tenebra della sera.

Sentii ancora un frusciare e percepii un lento e leggero rumore di passi.

Avrei voluto alzarmi e cercare di vedere cos'era... o chi, ma non lo feci.

Stringendo nervosamente il bracciale che avevo al polso, continuai a fissare fuori. 

Quel posto mi dava veramente una strana sensazione e non sapevo perché.

Era solo una percezione? Oppure c'era veramente qualcosa di inospitale in questo posto?

Decisi di evitare il pensiero ma non riuscivo a metterlo da parte, non avevo mai avuto dei così brutti presagi su alcunché, questa era la prima volta.

Il rumore di passi svanì nel nulla, e così anche il brivido che mi scendeva per la schiena.

Qualunque cosa fosse, era di certo un nemico.

Fortunatamente se n'era andato.

Rimasi a pensare un po', poi decisi di smettere veramente di arrovellarmi.

Non potevo fare altro che giocherellare con l'unico oggetto che ero riuscito a portarmi a dietro e che mi ricordasse casa, ma soprattutto papà.

Lo facevo salire e scendere per il braccio, con una certa lentezza, quasi per accarezzarlo, per poi avvicinarci il naso e sentire il lieve profumo di cocco che emanava.

Passarono ore e ore, a quel punto Morgan si avvicinò e io e lui ci scambiammo di posto.

-Prova a dormire- disse soltanto –Domani mattina ci alzeremo presto.-

"Domani mattina... mmh, qualcosa mi dice che quel pericoloso essere tornerà..."

Socchiusi gli occhi e infine cedetti al sonno, lasciandomi andare.

Non sembrarono passare neanche tre secondi che venni improvvisamente risvegliato da un coro sonoro di stupore che risuonò nella grotta come un eco.

-Questo posto è bellissimo!- esclamò Diana

All'inizio non riuscii a capire cosa intendesse, finché non vidi quello che lei intendeva con <>.

La caverna era di ghiaccio, o almeno lo erano le pareti, inizialmente erano fatti di pietra, ma poi, quasi incastonati, si ergevano stalattiti di ghiaccio e osservai l'aria che verso il fondo della tana era in grado di essere vista e diventava color fumo.

-Magico- sussurrò Diana.

-Da rabbrividire- ribattei, iniziando a battere i denti e a strofinarmi le mani sulle braccia –Davvero gelido, ci sbrighiamo ad uscire?-

-Come fa a non piacerti?-

-Mah, forse perché io sono il Fuoco?- feci una pausa –Per me se si sciogliesse tutto non farebbe differenza, è meglio che sparisca-

-Oh, dimenticavo di star parlando con il signor testa calda-

-Ha-ha-ha... lucciola-

-Non ricominciate...- disse Morgan, sospirando

-Devi dirlo al candelabro-

-No, devi dirlo alla lampada-

Il guardiano alzò gli occhi al cielo.

Osservai un ultima volta la caverna di ghiaccio luccicare come un diamante e corsi fuori.

Mi ritrovai davanti agli alberi, le cui chiome smeraldo catturavano la luce del sole rendendo gli alberi ancora più belli e il sole meno accecante.

Ricominciammo il nostro percorso, avanzando rapidi in mezzo al bosco.

Trovai strano che l'essere che mi era sembrato di percepire la sera prima fosse svanito nel nulla e non ci stesse realmente seguendo.

"Sarà solo stata la mia immaginazione" mi dissi tra me e me.

Le erbacce frusciavano sotto il regolare andamento dei passi.

Non facevo altro che guardarmi intorno, gli alberi iniziavano realmente a avvicinarsi tra loro e i rami parevano intrecciarsi realmente fino a creare una cupola sopra le nostre teste.

Morgan aveva ragione quando aveva detto che il Dratini e quella polla con le ali non sarebbero riuscite a passarci.

Perlopiù notavo che lo spiazzo si restringeva man mano che avanzavamo.

Alla mia sinistra riuscivo a vedere gli sprazzi dei campi Mestri che si ergevano sul terreno con vivaci colori che sapevano di grano.

A destra invece non si vedeva altro che alberi e felci che chiudevano completamente la strada che si innalzavano fieramente, anche se un po' curvi, fino a toccare il cielo.

Oltre ai nostri passi si udiva il raschiare rumoroso del Dratini e il lento respirare del pegaso con gli zoccoli che sbattevano ritmicamente sul terreno.

Sentivo il cuore battere a rilento.

Raggiungemmo la fine del bosco che sboccava in quello che pareva un tunnel ed era stretto e basso.

Ci mettemmo in fila indiana di cui ero il primo e che si concludeva con Morgan, poi ci chinammo per passarci dentro.

Sentii il verso degli animali, che appena all'entrata si impennarono, agitando le zampe.

Morgan li costrinse ad avanzare, spingendoli verso Diana.

La maglia mi si impigliò in una roccia appuntita e fui costretto a strapparne un pezzo di persona, maledicendo il momento in cui avevo deciso di seguire questi due.

Fatto questo, avanzai.

Più ci si dirigeva all'interno del tunnel e più facevo fatica a vedere qualcosa che non fosse il mio naso.

Calpestai un oggetto che provocò un rumore assordante ma soprattutto raccapricciante e decisi di velocizzare il passo.

Sbattei con il bacino contro quello che mi parve un masso parecchio grande, cosa che mi strappò un sibilo di dolore e incespicai nell'oscurità.

-Diana? Prova a fare un po' di luce- disse il guardiano con fiato corto.

Mi fermai, girandomi e vidi una pallina di luce nella mano della ragazza che si allargava sempre di più e che svolazzava in aria.

Il viso di Diana era madido di sudore e i capelli che a ciocche le ricadevano in modo disordinato sul volto.

Ripresi il cammino, procedendo a tentoni e sperando vivamente di non sbattere un'altra volta contro qualcosa, oppure il coccige e il resto delle ossa avrebbero decisamente protestato.

Toccai la pietra e ci feci scorrere sopra la mano, lentamente.

Mentre continuavo a camminare iniziai ad udire un ripetitivo rumore di passi che si univano ai nostri.

Sbucai finalmente fuori e intravidi le pareti di una grotta molto più larga di quella in cui avevamo passato la notte.... Solo all'ultimo mi accorsi che non era una grotta ma le fognature di Brooks.

-Ehi! Ti muovi?-borbottò Diana sommessamente –Perché ti sei fermato?-

Mi spostai di scatto, accorgendomi di essere rimasto lì, impalato, bloccando l'uscita.

Lei ne uscì, ormai la luce che aveva acceso si era spenta completamente.

Dopo di lei uscirono gli altri tre.

-Il covo degli Spettri... fortunatamente qui non cambiano aspetto e sento i loro odori, perlopiù loro non sentono i nostri... e anche io i vostri... statemi vicini dunque-

-Cosa? Come mai?-chiesi

-C'è un incantesimo su i loro covi... può essere spezzato solo da voi... ora andiamo, dobbiamo trovare tuo padre-

Camminammo per le fogne, evitando di esporci troppo e proseguimmo per ore e ore, o almeno quelle che parvero ore.

Non ci fermavamo neanche per pochi secondi, avanzammo finché le nostre gambe non fecero male... fino al punto che Morgan ci fece bloccare.

Ci appiattimmo di lato e rimanemmo lì per un po'.

Due Spettri ci passarono davanti e noi ci costringemmo a trattenere il respiro.

Quando essi se ne andarono, riprendemmo il cammino a fatica.

"Vieni da me" disse ad un tratto una voce nella mia testa "O colui a cui tieni morirà"

Quella frase mi fece rabbrividire, per un attimo pensai ad uno scherzo del mio cervello, ma non era così, la voce riprese

"Hai compreso?" domandò "Non è una tua immaginazione, ora, vieni"

"Dove ti trovo?" chiesi mentalmente, stringendo il ciondolo del bracciale  .

"Ci sei quasi, sali le scale alla tua destra, continua a salirla finché non si fermerà completamente davanti ad una porta. Vieni. O lui morirà"

Mi agitai immediatamente e cercai di ragionare, di decidere in modo razionale, ma la mia mente non sembrava più neanche tentarci di tirarmi fuori un idea che avesse un senso.

Ad un tratto mi accorsi di essere tra due fuochi, quello della testa che ragionava e che insisteva sul fatto di non farlo e quello del cuore che urlava a gran voce di lasciar perdere ogni stupida pretesa mentale e di andare da mio padre, subito, come la voce mi aveva suggerito.

Non seppi contenermi e svoltai velocizzando il passo correndo per le scale a rotta di collo.

A quanto pareva, aveva vinto l'irrazionalità.

Sentii Morgan e Diana che mi chiamavano ma io li ignorai totalmente.

Percorsi le scale tentando solo di arrivare a destinazione, non mi importavano più le conseguenze, mio padre sarebbe venuto a casa con me e finalmente sarebbe stato tutto a posto, come prima, come sempre sarebbe dovuto essere.

Io e lui, niente Elementi, niente stupidi Spiriti o Spettri, niente responsabilità incombenti, niente situazioni impossibili.

Corsi, con i polmoni che sembravano starmi scoppiando.

"Devo salvare papà, è tutto ciò che voglio"

Procedetti deciso fino alla porta che mi era stata indicata, la spalancai con forza e vi entrai.

Davanti a me vidi un Demone dalle fattezze quasi umane, se non fosse stato per la pelle color pece e gli occhi viola che parevano da gatto, portava una spada affilata sulla cintola.

Dietro di lui c'era mio padre.

Lui indossava invece una tunica quasi lacerata, i suoi lineamenti erano rovinati, graffiati e stanchi, perlopiù anche sporchi di fuliggine.

Ed ecco che giunse lo Spettro che avevo incontrato a Thorton, pareva che le ferite inflittegli da Morgan fossero quasi del tutto guarite.

-Ora libera mio padre- dissi, con voce tremante –Sono venuto da te, non era quello che volevi? Liberalo.-

Lo Spettro fece strusciare il mantello per terra e, senza volto, mi parve comunque che sorridesse.

-Sì... era quello che volevo... ma...-

Ed ecco che la sua voce tornò ad entrarmi nella testa "Lui è inutile ora"

-Vai-disse

Il demone dalle fattezze umane indietreggiò leggermente, tirò fuori la spada dal fodero e la abbassò velocemente.

L'affondamento della lama nella carne fu un rumore secco e decisamente penetrante.

Mi salì un senso di vomito alla bocca e perlopiù mi si bloccò il respiro, feci un urlo soffocato mentre gli occhi iniziavano a bruciarmi violentemente.

Le lacrime iniziarono a scorrermi sulle guance, imperterrite.

Corsi verso di lui, tra disperazione e dolore, senza ragionare, senza pensare.

Il Demone e lo Spettro mi lasciarono correre verso di lui.

Era tutto agonizzante, tossiva, con il sangue che ne percorreva il viso, la bocca, il petto.

La spada era ben conficcata ed il calore del suo corpo via via si spegneva, il suo respirare andava a intermittenza, la pelle già pallida diventava cinerea e il suo sguardo si spegneva fino a vuotarsi completamente.

-Ti ... voglio bene- disse solo, un attimo prima di spirare.

Percepii il mio cuore che iniziava a ribollirmi nel petto, mischiato con l'odio che soffocava il pianto.

I miei flash back si fecero sempre più frequenti.

Dopo che ero finito nel fiume mi era venuta la febbre.

Il Demone mi spinse dallo Spirito che mi fece sbattere contro il muro.

Lo stordimento fermò per poco i flash back.

Papà mi aveva accompagnato nel letto, accarezzandomi dolcemente la fronte.

-Mi dispiace di aver rovinato la giornata cadendo nel fiume-

-Ma che dici? Mi hai fatto preoccupare ma non hai rovinato nulla, assolutamente, piccolo mio-

-Sicuro?-

Lui mi annuì e sorrise-Ora dormi cucciolo, sii sicuro che in qualsiasi situazione tu ti trova io sarò con te, e tu brillerai, non rovinerai nulla, mai e poi mai, tu sei come il cervo dalle lunghe corna-

-Starai con me... sempre?-

-Sempre-

-Promesso?-

-Promesso-

Il ricordo svanì in un secondo, con le lacrime che scendevano a gocce lente, esplosi in un urlo fortissimo che risuonò per tutte le pareti.

La rabbia mi fece vibrare talmente tanto che mi sentii ardere, il mio petto era sprofondato in un tumulto di odio che continuava a espandersi e non si fermava.

Fuoco!

Ero circondato da fiamme che bruciavano, avvolgendo tutto quello che avevo intorno.

Fuoriuscivano da ogni parte di me, dalle spalle, dalle dita, dalla pelle...

E colpivano tutto ciò che incontravano.

Nella stanza fecero capolino Diana e Morgan.

Volevo tornare indietro.

"è tutta colpa loro"

-Vieni! Vattene da lì!-

" è tutta colpa loro" ripetei

Mi alzai in piedi ma rimasi sul posto, guardando il cadavere del Demone per poi osservare tutta la stanza.

Dello Spettro non c'era alcuna traccia.

-Muoviti!-urlò Diana correndo verso di me e afferrando il mi braccio con foga.

Scendemmo le scale in fretta e furia, tutto era un miscuglio di emozioni.

Dopo aver sceso le scale recuperammo gli animali e corremmo per i sotterranei in quel periodo che parve un eternità.

" è tutta colpa loro"

Gylnis e Jade parvero parecchio preoccupate, una nitriva e l'altra emetteva versi acuti che assomigliavano a quelli di un falco ma che allo stesso tempo erano così diversi...

Sentimmo il rumore più forte di una cascata e ci avvicinammo ad essa finché Diana non accese una luce e mostrò il contorno di una porta.

Lo spinse e ci trovammo fuori.

Il sole, con la sua irruenza, quasi mi accecò.

Eravamo fuori.

E Diana mi fece un urlaccio.

-Come hai potuto lasciarci lì!? Per trovarti abbiamo rischiato di farci aggredire più volte! Cosa cavolo ti è saltato per la testa!-

-Diana...-

-No, Morgan, non puoi scusarlo.- tornò a rivolgersi a me –Avevi almeno un briciolo di intelligenza per evitarci i guai? Beh, se l'avevi non l'hai usata. Idiota! Siamo venuti a prenderti perché eri in pericolo, anzi, Morgan si sta impegnando tantissimo per cercarci tutti e tu non fai altro che dargli più preoccupazioni-

A quel punto scoppiai –Non glielo ho chiesto io di preoccuparsi per me! Chiaro?! So che si preoccupa ma non c'è bisogno che lo faccia. Se non foste venuti a cercarmi poi mio padre sarebbe ancora vivo, non morto!-

-Noi non centriamo!-

-Invece sì, eccome!-

-No ! poi... pensi che la situazione sarebbe migliorata? Ti sbagli di grosso! Sarebbe morto comunque e forse anche in modo più atroce di come tu possa immaginare-

-Non è vero! Erri tu stavolta! Non dovevate cercarmi, non doveva fregarvene nulla di me, non...- soffocai le lacrime in un grido di rabbia.

E iniziai a correre.

-Aspetta- urlò Morgan per cercare di bloccarmi, di impedirmi di andare –Fermati!-

Non ascoltavo le sue implorazioni, correvo, correvo e basta, fino allo sfinimento, verso l'unico posto in cui le mie gambe volevano dirigersi.

Una parte di me urlava di procedere velocemente e scappare, fuggire velocemente via dalla mia vita, sparire e non farmi più vedere, gridando parole d'odio e furia contro quei due.

L'altra invece dava ragione a Diana, mi dava dell'idiota e dello stupido per non aver pensato di più alla situazione.

Maledissi mentalmente me e la mia confusione.

In combutta con me stesso procedei, affrettandomi a non cedere soltanto perché mi dolevano le gambe da quando ero uscito dalle fogne di Brooks.

Quando mi accorsi dov'ero finito mi fermai di scatto.

Ero davanti ad una cascata.

La fissai, immobile, per poi accasciarmi a terra con la schiena contro la corteccia di un albero.

Avevo il fiato corto e il cuore a mille che continuava a rimbombarmi nelle tempie.

Dolore.

Tanto dolore.

Uno strazio che si mischiava nei miei pensieri che non volevano darmi pace.

Morgan mi raggiunse, rimase a fissarmi mentre ancora respiravo affannosamente in preda ad un attacco di panico.

-Mi dispiace per tuo padre- disse dopo un po'

Io tacqui, inizialmente pensando di non volerlo nemmeno guardare in faccia e ancor meno rispondergli, ma una parte del mio cervello, quella che aveva dato ragione a Diana pareva essere totalmente contraria al mio pensiero.

Strinsi una radice tra le mani e continuai a tacere.

Contai i secondi che passavano, quasi fossero i segni che avevano lasciato il Demone e lo Spirito sul corpo di papà solo per colpa mia.

"Maledizione" pensai, mordendomi il labbro mentre finivo per restituire lo sguardo a Morgan che continuava a guardarmi, attonito e silenzioso.

Il mio cuore rimbalzava talmente forte che mi stava peggiorando l'umore.

Mi sentivo pesante e depresso.

"Trattieniti Task, trattieniti" mi ordinai.

Cercai di rimanere calmo nonostante pareva che tutto, dentro di me, si fosse rotto completamente.

Ci misi tanto a decidermi di rispondere.

Accennai un sorriso finto –Anche a me-.

Tre parole.

Tre parole che sembrarono aprire una porta.

Improvvisamente, senza volerlo e senza controllarlo, crollai e iniziai a piangere.


 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7- ostacoli ***


Task

Singhiozzando, con le lacrime che mi solcavano le guance come pastelli su un foglio, mi gettai nella depressione più totale, Morgan sembrò accorgersene perché si diresse da me.

-Perché tutto deve essere così maledettamente ingiusto?- dissi a denti stretti, implorandolo con gli occhi per cercare di ottenere una risposta.

Lui mi guardò impotente, quasi non sapesse cosa dire.

-Non lo so- rispose infatti –Non lo so-

Mi si avvicinò ancora e mi abbracciò forte.

Non tentai nemmeno di divincolarmi, anzi, scosso tra i singhiozzi mi rifugiai in quell'abbraccio.

Quella stretta amorevolmente salda era quello di cui avevo bisogno in questo momento, era l'unica fonte di sicurezza da cui avrei tratto un appoggio per non cadere e frantumarmi in mille pezzi.

Quando le lacrime smisero di scendere, lasciandomi in un senso di vuoto, come se fossi un guscio d'uovo senza alcun tipo di contenuto, mi costrinsi a calmare totalmente i miei fremiti.

-Va tutto bene- mi accarezzò i capelli con dolcezza –Se vuoi continuati a sfogare, non trattenerti, se invece non ne hai bisogno... riposa-

Strinsi debolmente nella mano destra un frammento della mia camicia e lo guardai, facendo scendere anche le ultime lacrime che avevo trattenuto.

-Rimani con me?-

-Sì-

Mollai la presa dalla mia maglia e mi lasciai andare completamente, cullandomi con il rumore dell'acqua che scendeva dalla cascata con irruenza.

Dormire non fu impossibile, bastarono pochi secondi per entrare nel nulla.

Dormire... non mi aiutò.

Il suo viso spuntava e rispuntava, dicendomi << è solo un sogno>> e sparendo nel nulla, rendendomi un peso morto.

"Che la sofferenza in questi casi non abbia fine?"

Il Fuoco, prima nascosto chissà dove dentro di me, ora bruciava nel mio petto, tormentato e infermabile.

Non avevo mai provato un dolore così intenso in vita mia, mi stringeva il cuore e la mia anima e le distruggeva, trasformandole nel vuoto che mi opprimeva, devastando tutto quello che c'era nel mio mondo.

Ero già rotto, tutto quello che ero stato era immediatamente sparito, sostituendosi al resto, il silenzio mi struggeva.

Nei miei sogni, come un fulmine che sferzava l'aria, comparve un ragazzo.

Si piegò su di me e mi sfilò il bracciale che mi aveva donato papà e lo fece scomparire insieme a se stesso.

Anche quel sogno scomparve, prima sbiancò, facendosi vitreo e infine sparì.

Rimasi nell'oscurità per minuti e minuti, seguentemente mi svegliai.

Ci volle un attimo prima che mi accorgessi che il bracciale era veramente sparito.

Sbattei con insistenza le palpebre per far sparire la sonnolenza.

-Ehi- salutò Morgan –Ti sei svegliato-

Annuii e ancora stordito, controllai se veramente non ci fosse più il braccialetto.

Non c'era.

Forse l'avevo perso nelle fogne di Brooks... eppure...

Sospirai e mi alzai, con le gambe tremanti, ma fortunatamente  con il sostenimento del guardiano.

Tornammo indietro di poco fino a raggiungere la Luce, se ne stava seduta affianco a Jade e Gylnis.

Con lei comunque non avrei parlato.

Tra Diana e me era calato una sorta di strano silenzio eterno che venivano interrotti solo da pochissimi dialoghi da parte di Morgan che finivano sempre e comunque per cadere e disperdersi nel vento dell'aria pomeridiana-mattiniera.

Il pegaso e il Dratini erano stanchi quindi li lasciammo a brucare per un po', tanto eravamo vicinissimi all'entrata di Brooks e avremmo dovuto comunque cercare l'elemento dell'Acqua nella città, non aveva neanche senso mettersi in volo o partire immediatamente.

Decidemmo di andare nella città dopodomani, visto che eravamo malconci e essendoci la cascata potevamo farci un bagno tranquillamente.

Mentre ci preparavamo a mangiare, Diana scosse la testa con decisione, la sua figura snella si agitava a disagio, quasi distrattamente e i suoi occhi si rifiutavano di affrontare i miei, più o meno era nella mia stessa situazione.

-Non siete molto vivaci e in vena di discorsi- disse Morgan con aria infelice, probabilmente tentava di aprire un discorso che ci avrebbe risvegliati.

Diana non rispose e io nemmeno, non sapendo assolutamente cosa dire, poi, mentre divoravamo il pranzo, lei chinò il capo e sospirò, io invece giocherellai con un ciuffo d'erba.

Passarono ancora diversi minuti prima che lui tentasse di rirompere il ghiaccio con qualcosa da dire –Sei riuscito a tirare fuori il tuo Fuoco-

-Sì- risposi soltanto.

Ricadde nuovamente il silenzio, mandai giù il groppo alla gola e stavolta si arrese del tutto a provare a farci fare un discorso che non avesse come risposte semplici <> o <>.

Nel silenzio più totale, assistetti al nervosismo che io stesso avevo scatenato.

-Su, vai a farti un bagno, ti rilasserai- optò Morgan

Accettai volentieri la proposta, annuii e mi alzai in piedi, prendendo il necessario per cambiarmi .

-Chiamami quando hai finito- disse freddamente Diana

Imboccai la strada per la cascata e iniziai a levarmi i vestiti sporchi di dosso, poggiando la borsa con gli altri sull'erba.

Lentamente mi diressi vicino alla cascata, più avanzavo e più il livello dell'acqua saliva.

Era tiepida, piacevole, ma soprattutto rilassante.

Sentii tutto lo stress fuoriuscirmi dal corpo e lasciarmi nella freschezza e nel benessere.

Nuotai, buttando la testa sott'acqua per avvolgermi della beatitudine.

La mia rabbia e la mia tristezza sparivano, come impronte sotto la pioggia.

I colori, sotto quel liquido trasparente, mischiati tra loro, erano stupendi, più intensi di qualunque altri  che ci potessero essere o che avessi mai visto.

Risalii e inspirai profondamente l'aria fresca, vedendo il rosso dei miei capelli farsi lucente e brillare tra il sole e l'acqua.

"Ma io che sono il Fuoco non dovrei odiarla, l'acqua?"

Mi venne da sorridere a quel pensiero, nuotando nell'appagamento e nella tranquillità benefica che solo cose simili potevano scatenarmi.

Finalmente mi sentivo di nuovo spensierato.

Dopo aver nuotato un altro po', uscii dall'acqua e mi asciugai velocemente per poi rivestirmi.

Non mi ero ancora messo la maglia che dei Demoni iniziarono ad accerchiarmi.

Ero stato troppo in acqua, forse in qualche modo dovevo aver attirato la loro attenzione.

Cosa potevo fare adesso?

Mi caricai di emozioni e sparai loro più fiamme possibili, ma non fu abbastanza.

Sembrava che le mie lingue di fuoco fossero inutili, non riuscivo a farle bruciare con potenza, erano come spente.

I Demoni mi afferrarono, alcuni mi presero per le caviglie, altri per le braccia.

La mia barriera tentava di resistere ma era debole e non mi proteggeva abbastanza.

Gridai forte, con tutta l'aria che avevo nei polmoni.

Era una richiesta di aiuto quasi disperata, temevo che nessuno mi avrebbe sentito.

"Quanto vorrei che ci fosse Morgan"

Mi strattonavano come se fossi un giocattolo e loro fossero gelosi del pezzo di me che non potevano possedere.

Tentai di ribellarmi, gridando ancora a gran voce.

Al posto di Morgan, fu Diana ad arrivare in mio soccorso.

Feci risalire tutta la rabbia che avevo provato nella nostra discussione, non perché volessi mettermi a litigare proprio adesso, di punto in bianco, ma solo perché forse, con essa, mi sarei potuto liberare.

E così accadde, il mio corpo iniziò a diventare talmente caldo che le mani dei Demoni presero fuoco.

Essi mi mollarono, urlando e attirando altri Demoni che giunsero come formiche: in branco.

Ricaddi a terra, ma mi rialzai immediatamente.

Diana corse verso di me e rimanemmo schiena contro schiena per parecchi secondi.

-Stai bene?-

-Sì, abbastanza-

I Demoni che erano stati feriti divennero incandescenti e scoppiarono.

-Ce ne sono troppi- disse lei, allarmata.

-Dobbiamo batterli tutti o non ne usciremo vivi, e dobbiamo eliminarli sul colpo-

Lei annuì.

I Demoni si avvicinavano sempre di più a noi.

-Morgan?-chiesi, speranzoso

-Si era allontanato per cercare una radice curativa-

Questo mi fece intuire che non sarebbe arrivato in tempo, dovevamo sbrigarcela da soli.

Lei faticò per qualche secondo a tirare fuori un raggio di luce, ma con esso polverizzò alcuni demoni, anche se essi morirono ne rimasero però comunque molti.

Io sparai palle di fuoco a destra e a manca, eliminandone altri.

Iniziammo a rotare, schiena contro schiena e la salvai da un Demone che tentava di assalirla.

-Grazie- disse

-Non c'è di che-

Lanciando luce e fuoco, eliminando Demoni dopo Demoni, entrammo sempre più in sintonia.

In un certo senso abbattere Demoni era diventato il nostro nuovo Hobby.

A forza di eliminare quegli stramaledetti mostri iniziai però ad essere stanco e lo stesso pareva per Diana, dopo aver affrontato e vinto chissà quanti Demoni, l'affaticamento incombeva.

-Tienimi- disse ad un tratto –Afferrami per le cosce e lanciami in aria-

Feci quello che mi disse senza fare domande, nonostante la trovassi un idea un po' strana

Lei eseguì una piroetta e scagliò moltissimi raggi di luce polverizzanti.

-Bene, tocca a me-

In quel momento mi venne l'istinto di fare un movimento assurdo, inarcai la gamba destra e con un veloce giro la scambiai con l'altra, dopodiché attuai una giravolta e tracciai un arco di fuoco grazie ad essa, che fece saltare in aria moltissimi dei nostri nemici.

Finimmo di batterli quasi agli ultimi, senza fiato e barcollando dalla fatica.

Li avevamo eliminati tutti.

Il mio corpo tremava dallo sforzo, Swanlight aveva invece lo sguardo basso e la fronte imperlata di sudore.

Ci guardammo per pochi secondi poi ci lasciammo andare a delle risatine nervose e dei sorrisini sarcastici per poi trasformare tutto in ilarità vera e propria a cui si univano anche la sincerità e l'imbarazzo.

-Siamo stati bravi- disse con un sorriso aperto, in cui stavolta mi ritrovai.

-Sì, li abbiamo stracciati- ridemmo un po', respirando un po' più normalmente.

-Credo che la tua doccia sia stata inutile- disse

-Già, lo penso anche io-

Continuammo con le nostre risa e quando, dalla foresta uscì Morgan, non potemmo fare altro che bloccarci e ricominciare, ancora più forte.

Lui ne sembrò sorpreso, questo cambiamento improvviso era stato troppo svelto per lui.

Solo poco prima non ci parlavamo e neanche ci guardavamo, mentre ora eravamo così pimpanti e divertiti che pareva davvero ci stessero facendo solletico.

-Ma che è successo? E come mai tu sei più sudato di prima? E, terzo, perché non indossi la maglia?-

Solo ora ricordai che non avevo fatto a tempo a vestirmi completamente, ma, invece di imbarazzarci, non potevamo non ridere ancora di più.

Ci vollero parecchi minuti prima di farci smettere per farci spiegare l'accaduto.

Più che spiegare, il nostro, era un continuo lodarci e complimentarci delle nostre azioni, ma lo dicevamo in modo talmente entusiasto che lui sembrava non farci caso, tanto che finì con il sorridere.

-Amici quindi? E se non amici almeno non sempre a discutere?- chiese

-Sì, si può dire di sì- acconsentii

-Ahà- confermò Diana

-Beh, questo ostacolo quindi è stato positivo... per il mio povero cervello!-

-Ehi!- sbottammo entrambi.

Lui ridacchiò, poi alzò le spalle –Su, lavatevi ancora e poi ceniamo che ormai è giunta sera-

Quando vidi che infatti il cielo tendeva ad oscurarsi vi rimasi di sasso.

"È passato così tanto tempo?"

Facemmo entrambi il bagno, io lo feci velocemente e lo stesso lei, dopo di me.

Accesi il fuoco da me, scatenando l'ammirazione di Morgan e cenammo tranquillamente, con le chiacchiere che fino a un po' di ore prima non c'erano.

-Che tipo di radice hai preso?-

-Una di nome Risberk, aiuta ad abbassare la febbre-

-Oh! Io ne ho sentito parlare nella mia città!- esclamò Diana, decisamente sorpresa –Avevi detto che era curativa, ma non pensavo in quel senso!-

-Invece è proprio così, è quella. Solitamente, come avrai probabilmente sentito, ha un prezzo alto e si fa fatica ad acquistare in grandi quantità, fortunatamente cresce proprio in inverno, per quanto poco inverno sia questo.-

-Ah-

-Il clima si è fatto decisamente più caldo un po' ovunque , sarà quest'anno forse, non lo so, so solo che probabilmente non vedremo la neve-

-Che bello! Saremo come ai tropici d'estate, quindi?-

-Beh, se il clima si alza ancora... è molto probabile-

-E vai! Niente neve!-

Avevo sempre detestato la neve, e anche il ghiaccio se per quello, perché una volta avevo rischiato di affogare, mentre pattinavo ad un tratto la coltre di ghiaccio era ceduta e il peso dei pattini mi aveva letteralmente fatto sprofondare.

Mi ero salvato a fatica, grazie alla madre di una delle mie migliori amiche che mi aveva aiutato e prestato soccorso finché non mi ero calmato.

Mi aveva detto, dopo che mi ero calmato, che era stata una situazione parecchio bizzarra visto che, in un certo senso, quel ghiaccio in cui avevamo pattinato, avrebbe dovuto essere quasi perenne.

Solo adesso capii che non poteva essere un semplice caso, dopotutto se era quasi perenne era praticamente impossibile scioglierlo... a meno che non fossi qualcuno che riusciva a far comparire fuoco dal nulla.

E quel qualcuno ero esattamente io.

Mangiammo la selvaggina in totale tranquillità.

Udii una civetta emettere il suo verso, mentre esso si diffondeva nel bosco tra echi rotti e quello che poteva essere definito il sussurrare continuo del vento.

Parlammo del più e del meno senza interromperci e bevemmo l'acqua fresca prelevata dalla bottiglia di Morgan.

-Mi dispiace che abbiate dovuto affrontare tutti i Demoni da soli-

-Non dispiacerti, ci siamo divertiti- dissi

-E non è per il ruolo di proteggerci a vicenda che ci stai radunando?- chiese

-Già, è così- ammise lui –Ma sinceramente non mi aspettavo che iniziassero così presto ad attaccarvi, forse pensavano di farcela perché eravate solo in due, o forse la poca resistenza che hanno è anche minore di come credessi...-

-Beh, se hanno poca sopportazione è meglio no? Possiamo trarne vantaggio da ciò-

-Sì, potremmo, ma la loro stupidità potrebbe darci qualche problema- obbiettò lui, con espressione ancor meno rasserenata

-Staremo attenti, ok? Ora calmati, non hai bisogno di struggerti, non è stata colpa tua-

Lui annuì semplicemente.

Finito di mangiare ci preparammo a dormire, più riposavamo e più avremmo retto la stanchezza il giorno dopo.

Prima di chiudere gli occhi, sentii comunque la mancanza del bracciale, non ero abituato a starne senza.

Dormii profondamente e sognai.

Sognai di trovarmi nella pista da pattinaggio che cedeva al mio passaggio, sognai di affogare, di sentirmi l'acqua nelle narici, pronta a soffocarmi.

Mi dibattei nell'acqua senza risultato, senza riuscire a risalire in superficie.

E perlopiù la madre della mia amica non veniva a salvarmi, non mi vedeva nemmeno, era troppo presa a chiacchierare con le altre madri.

Ad un tratto mi scambiai di posto con lei, e l'io del sogno divenne papà.

Mi alzai in piedi, quasi urlando e tentai di prestargli soccorso inutilmente.

-Papà, papà!- lo chiamavo, mentre cercavo di tirarlo su per non lasciarlo annegare.

Pesava troppo.

Non riuscivo a trascinarlo fuori dall'acqua e questa consapevolezza si diffondeva nella mia mente senza darmi tregua.

<> diceva la voce che mi aveva condotto sulle scale, quella che aveva detto al Demone di uccidere mio padre perché non era più utile.

Me lo ripeteva, divertito, come se la sua morte fosse di tale poco conto, ma soprattutto divertente per lui.

Lo odiavo da morire.

Un odio talmente intenso che pareva che io non l'avrei mai contenuto completamente.

Continuavo a tentare di aiutare papà, ma non c'era proprio niente che io potessi fare per riuscirci.

Io ero un bambino, lui un adulto.

Non avevo abbastanza forza e resistenza nelle braccia per poterlo togliere da quella situazione.

Per quanto tirassi, rischiavo di essere trascinato con lui in acqua, ci sarei finito volentieri però.

Non avrei evitato la morte, volevo scomparire con lui e non farmi più vedere da nessuna parte.

Volevo morire, perché lui era morto.

Sentii la presa della sua mano scivolare dalla mia e cedere.

Lui, anche se provai ad afferrarlo una seconda volta, affondò seduta stante.

Al posto suo vidi solo le bollicine scaturite dal suo respirare affondando.

Urlai con tutta l'aria che avevo nei polmoni e feci per buttarmi nell'acqua a mia volta, ma qualcosa mi spinse via e rimbalzai.

Venni come trascinato via da una corrente fortissima che mi fece allontanare dalla pozza formatasi dalla rottura del ghiaccio.

Urlai ancora prima di accorgermi di essermi svegliato.

-Nnngh- emisi, un suono soffocato e mischiato dalla disperazione.

Un raggio di sole mi centrò pienamente in volto, mi lamentai ma mi alzai lentamente con lo stomaco brontolante.

Al mio risveglio vidi la Luce che mi osservava, con la fronte aggrottata e l'espressione incerta di chi non sa proprio cosa dire.

-Un incubo?- domandò, dopo parecchi minuti di silenzio

Annuii, cercando di far trasparire tutta la tranquillità possibile a placare la sua tensione.

Come al solito non facemmo colazione.

Avevamo cambiato idea al riguardo di quando saremmo partiti, forse perché temevamo che i Demoni potessero tornare, forse perché gli animali parevano essere abbastanza stufi di riposare, fatto sta' che decidemmo di ripartire oggi stesso per Brooks.

Mentre stavamo andando verso l'entrata verso la città, io e Diana scoprimmo di avere cose in comune, tra cui il fatto che entrambi avevamo due nomi, io veramente ne avevo tre, più cognome, ovvero Task Josh Brandon Fireburns, e che eravamo nati lo stesso giorno, cosa piuttosto bizzarra ma che Morgan contestò come fatto normale.

Ci spiegò che, tutti noi eravamo nati nello stesso giorno e che lì gli Elementi avevano preso possesso della nostra mente e del nostro corpo, si erano rincarnati in noi.

-Beh, vuol dire solo, probabilmente, che quando ci sarà il nostro compleanno, faremo una festa in grande- dissi, quasi sarcastico

-Ma sarebbe bello, ammettilo- disse Diana

-Non tanto... significherebbe solo meno torta per me e meno attenzioni- puntualizzai

A questo commento lei rise.

Parlammo ancora per un po' e i nostri argomenti caddero sulla nostra ex vita, ovvero quello che facevamo prima di scoprire chi eravamo veramente.

-Quindi tua madre è morta dopo che sei nato?-

-Già, proprio così-

-Mi dispiace-

-Oh, no, non fa niente, non me la ricordo nemmeno, è come se non l'avessi mai conosciuta- feci una pausa e completai la frase tutto d'un fiato –Al contrario di mio padre-

Il suo viso si allarmò, diventando improvvisamente triste –Scusa per la sfuriata che ti avevo fatto, dovevo essere più delicata-

-Ormai è passato...- lasciai cadere il discorso e lei sembrò capire il mio bisogno di tagliare corto su questo fatto.

-E tu? Con i tuoi?-

-Beh, mamma fu abbandonata da mio padre ma si è risposata e ora... avrò una sorellina o un fratello-

-Che bello Diana, sei fortunata!-

-Abbastanza-sorrise lei

Camminammo un altro po', arrivati finalmente alla porte della città di Brooks.

Morgan si fermò di scatto e improvvisamente trattenne il fiato, facendoci fermare di botto e dicendoci di tacere.

Prima non vidi nessuno, poi intravidi due figure che si stagliavano sulla strada.

Erano un ragazzo ed una ragazza.

-Non ci credo- sussurrò lui- Sono...-

Diana

-Sono... l'Acqua e il Buio, insieme-

Il mio petto perse improvvisamente un battito.

"No! Lui no! Non ancora! Non sono pronta!"

La ragazza aveva la pelle abbronzata, quasi fosse stata al mare, aveva dei capelli azzurri chiari, tenuti slegati, le raggiungevano la schiena ed erano mossi, al lato sinistro aveva una piccola treccia.

Aveva un bellissimo fisico slanciato, abbastanza alta, magra, con buone curve e delle gambe da favola.

Indossava una maglia bianca e dei jeans sbiaditi, più stivali di pelle verde acqua.

I suoi occhi erano argentati-grigi, che parevano rappresentare un mare in tempesta.

Il suo sguardo era fiero e fermo, posato sul ragazzo.

Pareva una sirena a guardarla.

Io non volevo giungere a lui, lo temevo, non ero sicura di voler sapere come fosse.

Alla fine mi arresi e gli diedi un occhiata veloce.

Era snello, decisamente più alto della ragazza e di me, aveva dei capelli neri, scurissimi.

Evitai i suoi occhi e li passai sui suoi vestiti, mentre ci arrivavo notai che era pallido e le sue braccia erano abbastanza muscolose.

Indossava una giacca di pelle nera e dei pantaloni sempre neri, un po' strappati verso il basso.

Portava delle normali scarpe da ginnastica.

Seguii il suo profilo mentre avanzava e raggiunsi il suo viso, i suoi occhi.

Il suo volto era immacolato, bellissimo, come se fosse stato scolpito nel marmo.

I suoi occhi erano di un seducente e intenso blu cielo notturno, che esalavano bellezza da tutti i pori.

Le sue labbra erano di un rosso sangue che erano di un carnoso tale che già solo con lo sguardo mi sembrava di poterle toccare.

Mi pareva troppo attraente per essere vero, il suo viso non emetteva l'oscurità del suo Elemento ma una leggiadra unione tra gradevoli sensazioni.

Quello non era il viso di un mostro, era fin troppo innocente, non nel senso che fosse da bambino o purissimo, ma nel senso che non mostrava nulla di quello che mi sarei immaginata da lui.

Più si avvicinava e più notavo particolari di lui che mi affascinavano notevolmente... le ciglia lunghe e belle, il fisico scultoreo e ben proporzionato.

Ero infastidita da queste sensazioni, come potevo mettermi a pensare cose simili su un Elemento come quello? Uno che scatenava guerre a non finire?

Mi risvegliai improvvisamente grazie a questo pensiero e scossi violentemente il capo.

Non dovevo pensare cose simili, lui era un distruttore, null'altro.

-Smettila-di-seguirmi!- disse il ragazzo scorbuticamente all'altra.

-Mi hai appena salvata, perché dovrei smettere?- ribatté la ragazza

-Non ho tempo per farti da badante, vai da qualcun altro-

-E chi?-

-Non so, uno sciamano, un arcangelo, un mago... hai una grande quantità di scelta-

-Ma non so dove trovarli!-

Lui tacque per poco rimuginandoci su –Uffa! Va bene, puoi seguirmi, ma sappi che ti sgancio al primo pub che incontriamo-

-Non ce n'è bisogno- disse Morgan, quando ci raggiunsero

-E tu chi sei?- chiese la ragazza

-Il vostro protettore-

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Capitolo 9
*** Capitolo 8- Guy e Silver ***


Task

Il ragazzo dai capelli neri mi parve piuttosto scocciato.

-Protettore? Sul serio? Siamo tornati all'età della pietra per caso? Io non ho bisogno di un protettore, me la sbrigo da solo- sbottò

La ragazza dai capelli azzurri sembrava invece non capirci niente.

Lo si capiva dai suoi occhi che apparivano decisamente confusi.

Il ragazzo mi sembrava ambiguo, ambiguo e quasi impassibile.

-Però, se tenete questa qui mi va bene, io me ne vado per i fattacci miei e quindi...- si bloccò di scatto, fissando Morgan con un espressione decisamente strana –Ma... io ti conosco- lui aggrottò la fronte e socchiuse gli occhi poi li spalancò di scatto –Sei Morgan-

Il guardiano lo guardò con espressione sorpresa –Ti ricordi di me?-

-Sì!-

-Come?-

Il Buio si passò nervosamente la mano tra i capelli –Non lo so bene nemmeno io, un attimo prima non sapevo chi fossi, un attimo dopo un flash back me l'ha detto... come per moltissime cose-

-Come ti dovrei chiamare, Buio?- mi aspettai che il ragazzo chiedesse <> con voce contrariata e con atteggiamento di chi non ha capito un tubo di quello che hai appena detto, ma contro le mie previsioni lui rispose tranquillamente.

-Guy- disse –Il mio nome è Guy Virgil Nightshadow, puoi decidere tu come chiamarmi-

-Ehi! Vorrei qualche spiegazione per tutto ciò- disse la ragazza interrompendo il discorso affiatato tra Morgan e Guy

Diana aiutò Morgan a spiegare tutto mentre io, taciturno, quasi da brava statuina, me ne stavo immobile a cercare di capire con che tipo di nuove personalità mi ero imbattuto, se erano esattamente come le aveva descritte il guardiano o diverse...

-E io che centro?- chiese la ragazza, ad un tratto, dopo che i due conclusero il racconto.

-Tu sei l'Elemento dell'Acqua-

-Ah, bene, tutto questo sembrerebbe assurdo ma... so che è vero perché poi questo qui...- tirò violentemente una manica a Guy che brontolò sommessamente –Ha sbaragliato una decina di esseri di esseri disgustosi che ha denominato come Demoni con vari colpi formati da una coltre oscura che li ha atterrati-

O almeno rimasi in silenzio fino ad ora.

-Cosa? Solo per quello? Ci credi per un motivo simile?!- sbottai

-Sì, non dovrei?-

-Non è razionale-

-Lo dici tu-

-Eccome se lo dico- sbuffai

-Frena, frena, frena Task, non essere impulsivo-

-Ma...-

Lui mi diede un occhiata che mi zittí immediatamente, soffocai un rantolo nervoso

-Il tuo nome?- chiese Morgan sbrigativo

-Silver Irhina Watersea, Irhina non mi piace mentre Silver è forte, chiamatemi dunque così-

-Ok, Silver, Guy, loro sono Task Josh Brandon Fireburns e Diana Cathy Swanlight-

-Fuoco e Luce- disse Guy, mettendo uno strano apostrofo a Luce che sembrò infastidire particolarmente Diana

-Sì, Fuoco e Luce- ribatté lei sulla difensiva

Io e Diana ci scambiammo un occhiata veloce, quasi di intesa.

Il nostro sguardo era quasi significato "Alleanza contro questi due"

Guy fece uno sbuffo e Silver continuò a tirargli la maglia.

-Smettila- borbottò infastidito –Non sono un giocattolo-

-Lo so-ridacchiò

-Staccamiti di dosso prima che io compia un omicidio-

-Okay, d'accordo, d'accordo, dovresti essere un po' più allegro, tenebroso- su questo le davo ragione

-E tu un po' meno bambina- e su questo davo ragione a lui

Mi accorsi che erano la copia esatta di come Morgan li aveva descritti, nelle cose negative, almeno, poi avrei cercato di capire se anche quelle positive coincidevano.

-Che si fa ora?- chiese Silver

-Beh, visto che siamo in cinque è meglio che io vada a prendere un altro animale-

Morgan aveva lasciato Gylnis e Jade più indietro, non ne sapevo bene il motivo ma lo aveva fatto.

-Mentre ne vado a prendere uno, voi dirigetevi verso di loro, Diana, tu che hai notato dove li ho lasciati fai la guida, Task, assicurati di non essere seguiti-

-Sì- rispondemmo entrambi.

A quel punto Morgan si dileguò, dirigendosi verso l'entrata di Brooks.

Mi sentivo strano, era la seconda volta che Morgan spariva e ci lasciava da soli, era vero che non eravamo esattamente soli, ma in un certo senso sì, senza la sua protezione eravamo più in pericolo rispetto al solito, non era molto normale.

Mentre procedevamo, non notai alcun pericolo, tutto era incredibilmente silenzioso, gli alberi venivano agitati da una dolce corrente d'aria fresca che proveniva da ovest.

Io e Diana avanzavamo abbastanza veloci con dietro le due nuove matricole.

-Quindi... come hai fatto a fare una copia di te stesso che ha travolto i Demoni ?È stato bellissimo!- disse Silver alle nostre spalle parlando col Buio.

-È il mio Elemento.-

-Io sono l'Acqua quindi potrei fare la stessa cosa? Fare una momentanea riproduzione di me stessa con l'Acqua?-

-Con un po' di pratica perché no...- disse freddamente il ragazzo

Lei esultò –Evviva! Devo allenarmi molto allora!-

Gongolò a voce talmente forte che mi fece sobbalzare, la maledissi mentalmente.

-Ma tu proprio non riesci a stare calma eh? Non gridare o ci assordi tutti-

-Ops... scusa-

-E poi... io ci sono riuscito perché già al primo tentativo emettere il mio Elemento ci sono riuscito, è stato semplice, controllo il Buio. Punto. Non c'è altro da dire-

Con questo parve voler dire che la discussione era completamente chiusa e per mia fortuna, finalmente Silver si zittì.

O almeno lo fece per un poco...

-Guy?-

Lui si lasciò uscire uno sbuffo e un borbottio seccato prima di rispondere –Che c'è?!-

- Come si scatena il proprio potere?-

-Con le emozioni-

- E come hai fatto a sapere che eri il Buio?-

-Lo so e basta. -

-Sì ma...come?-

Il Buio lanciò un occhiataccia altrettanto infastidita all'Acqua che non smise comunque di apparire tranquilla e curiosa.

-Con i flash back-

Mi girai di scatto –In che senso? Con essi vedi...-

-Sì. Parte del mio passato da Elemento. Ora basta domande.- disse innervosito e annoiato con tono gelido.

Cadde il silenzio totale, alla fine Silver si era decisa a tacere.

Notai che Diana lo stava guardando di sottecchi e che pareva più indurita del solito.

Decisi di raggiungerla velocizzando il passo.

Il suo volto pareva disturbato e la sua mascella era come racchiusa, capii che era come una corda di violino tesa e pronta a spaccarsi.

-Socializzi con lui ?- disse piano

-Non lo faccio- risposi in un bisbiglio –Ho solo domandato quello che mi dava dubbi-

-Non lo sopporto- ribatté, come se non mi avesse minimamente ascoltato –Chi si crede di essere per guardarmi dall'alto in basso?! Hai notato come ha detto "Luce" ? Quasi fosse superiore-

-Sì, l'ho notato. Ma penso che... forse ... è meglio darsi una calmata... possiamo tranquillamente ignorarli- dissi con convinzione.

Nemmeno io sopportavo quei due, ma forse era meglio tentare di andare un po' più d'accordo... se loro non ci avrebbero parlato, noi avremmo fatto lo stesso.

Se invece avessero voluto litigare o ci avessero sfidati... solo a quel punto avrei mostrato le unghie e i denti.

-Sì. Concordo-

Avanzammo, camminando sveltamente e svogliatamente, seguendo i sentieri.

Di Demoni continuava a non vedersene in giro, per fortuna.

Continuammo a camminare, sempre piuttosto spediti, fino a raggiungere Jade e Gylnis che erano in uno spiazzo e avevano brucato altra erba.

Adesso parevano completamente rifocillati e nel pieno delle loro forze.

Ovviamente però, Gylnis continuava a guardarmi storto e male come prima.

"Stupida bestiola" pensai tra me e me

-Quella pegaso ti vuole proprio bene eh?-

-Non ricominciare eh?-

-E perché no?-

-Perché non è vero, se quel tacchino con il pelo al posto delle piume mi odia non ci posso fare nulla.- dissi esasperato

-Come può odiarti una creatura così innocente?!- disse Silver, correndo da Gylnis

-Innocente? Se, se, è tutt'altro che innocente.- sbottai

-Lo dici tu- ribatté

-È solo un demone alato che probabilmente proverà a uccidermi da un momento all'altro-

-Se dici così sei tutto matto-

-Non più di te di certo- ribattei a mia volta

Alla discussione Guy era rimasto impassibile, incrociando le braccia con disappunto e scuotendo il capo.

-Dici che... anzi, insinui che io sia matta? Senti fuocherello, io e te non ci siamo chiariti bene, devi smetterla di fare il potente, più che altro sembri ridicolo-

-Non faccio il potente , e più che altro sei tu che dovresti smetterla di comportarti come una bambina di tre anni-

A questo punto il Buio si intromise –Siete noiosi, smettetela-

E questo portò a scatenare anche Diana –Parla per te-

-Non mettertici pure tu, Luce 

-Diana, non "Luce", il mio nome è Diana- fece una pausa –Perché poi non dovrei mettermici? Trovi che questo discutere sia al di sotto della tua persona?-

-Ma che?!... Senti, non sopporto le discussioni e basta, ma che cavolo intendi con il "al di sotto della mia persona" ? Manco mi fossi vantato di qualche cosa-

-Si capisce tutto dal modo in cui ti guardi intorno e dal fatto che mi chiami Luce-

-Dici cose senza senso-

-Infatti!- concordò Silver –Guy non è vanitoso-

-Invece pare di sì- ribattei, andando in aiuto a Diana che era in un due contro uno

-Ma che due scatole! Sembriamo idioti a fare dei discorsi simili, non possiamo ridare un senso alla conversazione, smettere di parlare di me e non litigare, maledizione?-

-Al narcisista non piace sentir parlare di sé? Strano! Non vuole essere al centro delle attenzioni- controbatté Diana

-Non sono narcisista-

-Lui non è narcisista- sbottò Silver –Ma magari lo sei tu Diana... da come ti atteggi...-

-Io? Sì, come no-

-Lei non lo è affatto-

-Ma per favore! Vuoi dire che non lo sia? Lo è !-

-Se lei lo è, lo sei anche tu-

-Esatto, se lo sono io tu lo sei più di me!-

-Ho detto basta!- quasi urlò Virgil.

E a quel punto ci zittimmo tutti, cadde un silenzio tombale da mettere i brividi.

Il Buio aveva in mano una fiamma nera che gli avvolgeva il pugno, i suoi occhi trasparivano a pieno la collera e la rabbia, pareva che un'altra discussione lo avrebbe mandato fuori di sé.

-Sono stufo di queste stupidate! Discussioni così idiote e insensate sono un modo per perdere tempo e basta, o la smettete subito o la smetterete con la forza.
Se dobbiamo litigare facciamolo per quello che ci attende, visto che mancano gli Elementi dell'Aria e della Terra.
Se facciamo così adesso, allora chissà cosa accade quando invece di quattro saremo sei.
Se non ci sopportiamo, diciamocelo in faccia e parliamo come persone, non come esseri senza cervello pronti ad azzuffarsi per ogni maledettissima cosa- detto questo sbuffò e fece scomparire i fuochi neri che fino a poco prima bruciavano intensi nelle sue mani –Comportiamoci da pensanti porca miseria-

Rimanemmo in silenzio e senza parole, pure Silver non riuscì a trovare un argomento valido per continuare a discutere.

Tacemmo a lungo.

Silver era seduta vicino a Gylnis e Diana affianco a me, il Buio invece, sempre con le braccia incrociate, appoggiò la schiena ad una pianta dall'aspetto abbastanza robusto.

Continuammo a tacere finché non giunse Morgan con un altro pegaso.

-Ecco a voi Hurricane- disse, per rompere il ghiaccio

Hurricane aveva il manto chiazzato, un po' color panna e un po' marrone... e possedeva uno sguardo ben più simpatico di quello di Gylnis.

Ci dividemmo, io e Guy su Hurricane e Silver e Diana su Gylnis.

Morgan aveva deciso così per il fatto che così, maschio-maschio e femmina-femmina, sarebbe stato meglio e avrebbe provocato un po' meno disagi.

Il Buio si mise davanti appena gli comunicai che preferivo stare dietro e gliene fui grato, l'idea di scendere in picchiata davanti mi spaventava da morire, non che dietro fosse meglio, ma almeno potevo reggermi meglio.

Alla fine ci preparammo a partire.

I muscoli di Hurricane erano nascosti sotto il pelo chiazzato ma erano ben percepibili se affondavo appena le dita nella peluria dell'animale.

Spiccammo il volo con un balzo e un attimo dopo ci trovammo a volare a chissà quanti metri di altezza.

Non guardavo in basso, però mi sentivo comunque meglio, sapendo di non avere Gylnis sotto che era pronta in ogni secondo a farmi prendere un accidente.

Volammo un bel po', osservando il cielo che diventava scuro durante alcune ore del pomeriggio.

Era scuro, ma non perché stesse arrivando la notte, anzi, perché, sembrava che la serie di nuvole nere avessero completamente coperto il sole e chiazzato il cielo di nero.

Procedemmo nel volo, molto a lungo, superando le campagne vuote e senza alberi dove coprirsi dall'allarme del cielo che simboleggiava il quasi arrivo della pioggia.

Esso divenne completamente scuro e attraversato da tuoni e fulmini verso circa sera, più o meno le sei del pomeriggio.

Le saette e le folgori sferzavano tra loro, come due spade in un duello all'ultimo sangue, provocando boati, scoppi e rimbombi che risuonavano per tutta la pianura.

Decidemmo che quando avremmo raggiunto la prima città possibile, ci saremmo accampati per evitare di volare con la tempesta che infuriava.

I botti sembravano spaventare parecchio Silver, infatti stava affondando la testa nella criniera di Gylnis.

Dopo poco finalmente raggiungemmo una città isolata, in cui c'erano ben poche case o abitazioni.

C'era però una locanda in bella vista, all'entrata della città.

-Si chiama Ground, è un piccolo paesino, ci sono poche persone che ci vivono, non daremo nell'occhio-

"E di certo non ci sarebbero problemi di affollamento" pensai tra me e me

Quando atterrammo, la pioggia aveva iniziato a scendere lugubremente, bagnandoci completamente gli abiti dalla testa ai piedi.

I rimbombi dei fulmini si fecero più veloci e aggressivi, cosa che ci spinse a sbrigarci ad entrare nella locanda, nonostante l'aspetto.

Da fuori appariva sporca, le pareti ingrigite e coperte di muschio e erbacce, la forma sgradevole e parecchio inclinata.

Guy rimase fuori con i cavalli, per portarli alla stalla.

Entrammo e il primo impatto fu pessimo, c'era odore di muffa e sudore, le mura scrostate e mal agghindate, l'arredamento pessimo e sgualcito.

Aspettammo che Guy tornasse per poi dirigerci verso il padrone della locanda.

Esso, a vederlo, sembrava un quarantenne, teneva i capelli marroni in una ridicola codina che pendeva assurdamente verso sinistra in modo innaturale.

Aveva due occhi gialli canarino e le labbra rosee, ma graffiate sulla destra da un taglio lungo che gli procedeva fino al mento.

Il suo viso aveva lineamenti decisamente spigolosi che lo rendevano più vecchio di come probabilmente era.

Indossava un kimono viola, che gli raggiungeva le caviglie in modo alquanto buffo, nei piedi indossava delle paperine color cemento.

-Cosa posso fare per voi?- chiese, la sua voce era normalissima, regolata, che faceva però trasparire un certo nervosismo.

-Vorremmo alloggiare in una delle vostre stanze- disse Morgan, con tono suadente e persuasivo, mettendo una quantità di monete sulla cattedra davanti al padrone della taverna.

Il padrone tacque per pochi secondi, per poi prendere le monete e annuire, stendendo il suo viso in un sorriso mellifluo.

-Ma certo- acconsentì, allungando la mano e afferrando una chiave e con l'altra facendoci segno di passare.

-Salite tre piani di scale, troverete la stanza qui scritta-

Il numero inciso sulla chiave era 308.

Decidemmo di recarvici immediatamente, salendo le scale a chiocciola subito a sinistra.

Non davamo nell'occhio fortunatamente, le poche persone che si aggiravano nei corridoi e vicino alle scale erano o ubriache oppure non si guardavano molto intorno.

Quando raggiungemmo la stanza 308, Morgan infilò la chiave nella serratura, mostrando il nostro momentaneo alloggio.

La stanza che vi si apriva era molto lunga, con diversi letti e infondo un tavolo con cinque o sei sedie.

L'armadio era quasi nascosto, anche se grande e largo, in cui i nostri vestiti probabilmente non ne avrebbero occupato nemmeno un decimo tutti messi assieme, non era molto facile da vedere per il colore che si mimetizzava con le pareti, infatti, entrambi, erano di un grigio passo e spento, quasi morto.

Affianco alla porta d'entrata ce n'era un'altra, che era quella del bagno.

Anche il bagno era grigio e cupo, ma sinceramente, quando aprii la porta non me ne sorpresi affatto, anzi, era come se me l'aspettassi in un certo senso.

Ci dividemmo i letti, Guy quello più vicino alla porta, Silver affianco a Guy, Morgan al centro, Diana appena dopo e io vicino al tavolino con la finestra davanti, da dove si vedeva la pioggia scendere ritmicamente e i fulmini che a tratti spezzavano il silenzio con un giallo fervente che si accendeva e si spegneva nel giro di pochi attimi, quasi fosse una lampadina alle ultime energie.

Gironzolai per la stanza nervosamente per un po', finché non mi decisi a mettermi a sedere su una delle sedie davanti alla finestra, per poi osservare svogliatamente la pioggia che era accelerata.

-È pericoloso stare fuori con il temporale, aspettiamo che il tempo si calmi prima di ripartire, se domani pioverà ma non molto e avrà smesso di tuonare, allora partiremo, altrimenti restiamo qui per altri giorni-

Annuimmo tutti e quattro, rimanendo taciturni, cosa che non mi preoccupava ma che provocava un aria piuttosto pesante.

Continuammo a restare zitti fino a tarda sera, giocherellando con qualsiasi cosa che ci capitava per mano per far passare il tempo che sembrava essersi cristallizzato.

Sperai con tutto il cuore che il domani avrebbe portato un bel sole e ascoltando la pioggia, quasi rapiti, rimanemmo silenziosi, alimentando la tensione che si era formata nell'aria.

Quando finalmente decidemmo di andare a letto, non rimase altro che il frequente ticchettare della pioggia contro la finestra e degli incostanti tuoni che sferzavano l'aria.

Il giorno dopo però, la pioggia parve fosse pure aumentata, c'erano forti raffiche di vento che facevano agitare le ante delle finestre fuori e un po' anche quelle dentro.

Lo scroscio era irregolare e i tuoni ed i fulmini rimbombavano rumorosamente senza sosta.

-Che schifo di tempo- borbottai ad un tratto, verso le dieci, sempre guardando la finestra-Un po' di sole ci vorrebbe-

-Concordo- rispose Diana

Tacemmo a lungo, se non per i corti discorsi che facevamo sul fatto che il tempo non volesse affatto migliorare e che ci annoiavamo.

Mi accorsi ad un tratto che mancava qualcuno all'appello, Morgan era sul suo letto ma vegliava, osservando sia fuori dalla finestra che la porta socchiusa del nostro alloggio, Silver tamburellava le dita sul tavolo con agitazione, passando le mani inconsapevolmente tra i ciuffi azzurri e mossi, Diana sedeva su un'altra delle sedie, noncurante di quello che momentaneamente avrebbe potuto accadere fuori, io invece me ne stavo appostato contro il muro... e... Guy mancava.

-Dov'è il tenebroso?- notò Silver prima che potessi chiederlo io.

-È andato ad allungare la permanenza delle trattative sul nostro alloggio, però è da prima che voi vi svegliaste che è via, circa dalle otto e mezza, se non arriva tra mezzora qualcuno deve andare a cercarlo.-

-Sì- dicemmo in coro

E aspettammo, osservando il tempo che peggiorava man mano.

Eravamo piuttosto ansiosi, il tempo stava passando velocemente e la pioggia si stava trasformando in un lungo acquazzone.

-Non è ancora arrivato- disse Silver, giocherellando nervosamente con un suo ciuffo di capelli.

-Sì, e la mezzora è quasi passata-

-Si sarà cacciato nei guai?- si agitò Irhina

-Forse... o il padrone di questa locanda è un vero testardo o nel suo percorso ha trovato qualche problema- dissi

-Chi si offre di andare a cercarlo?- chiese Morgan

Prima che Silver dicesse qualcosa, Diana si offrì con uno schietto "lo faccio io"

-Ok- acconsentì il guardiano –Vai-

Lei si alzò in piedi –Vado e torno- disse soltanto

-Fa' attenzione- la ammonii per istinto, cosa che le strappò un sorriso e che la portò ad uscire dalla stanza in fretta

-Speriamo che torni al più presto- sussurrò Morgan con la fronte corrugata dall'agitazione

-Sì, speriamo-

Continuammo a guardare la finestra ed il soffitto.

La pioggia continuava, inesorabilmente a scorrere con decisione.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9-angelo ***


Diana

Lo iniziai a cercare dappertutto.

Dovevo trovarlo, non sapevo cosa gli fosse successo per un tale ritardo ma qualcosa mi diceva, in fondo allo stomaco, che era in pericolo.

Scesi i tre piani di scale, dirigendomi verso il padrone della locanda.

Se ne stava solo soletto, le gambe poggiate sull'angolo della scrivania.

Guy non c'era.

Mi avvicinai e il locandiere strizzò gli occhi per mettermi a fuoco, detestai lo sguardo insolente che mi posò addosso, pareva mi guardasse come un pezzo di carne, cosa che non accettavo assolutamente.

Cercai di essere più cortese possibile –Scusi? Sa' dov'è il ragazzo che ha fatto con voi le trattative?-

Il padrone continuò a fissarmi con gli occhi gialli, assumendo uno sguardo stralunato –Se n'è andato da un ora circa, se non di più-

-Cosa? E dov'è andato?-

Indicò la porta con la mano –Si è diretto fuori dalla locanda nonostante diluviasse, l'ho guardato mentre si dirigeva verso le stalle per chissà quale motivo-

Immediatamente pensai che avesse preso il primo animale che aveva visto e che se ne fosse andato , poi lo esclusi, non poteva essere andata così, non dopo quello che aveva detto.

Uscii velocemente dalla porta anche se l'uomo cercò di fermarmi, lo ignorai completamente, dirigendomi anche io verso le stalle.

Appena uscii, la pioggia mi inzuppò, infradiciandomi capelli e tutto quello che incontrava.

Anche se l'aria gelida mi congelava il sangue e la pioggia altrettanto, mi costrinsi a correre a rotta di collo verso la direzione scelta.

Il vento mi scostava i capelli e la sua freddezza sembrava riuscir a forarmi i polmoni.

Corsi come una matta, attraversai le stalle, ma non c'era alcun segno dell'Elemento del Buio, mentre gli animali c'erano tutti.

Uscii dalla stalla e seguii i vicoli, raggiungendone uno chiuso da un grande strato di mattoni e cemento.

E Guy era lì, bagnato, zuppo talmente tanto che pareva che i vestiti gli si fossero incollati addosso... e stessa cosa per i capelli neri, con l'ultimo Demone che andava in fumo.

Respirava rapidamente, l'espressione tesa mentre mandava giù un groppo alla gola che gli si era formato dall'agitazione e dalla fatica.

All'inizio non sembrò vedermi, poi ad un tratto, i suoi occhi guizzarono nei miei.

-Cosa ci fai sotto la pioggia?- esclamò con un tono di ammonimento –Torna dentro-

Non potei controbattere nulla perché crollò a terra.

Gli corsi incontro e lo appoggiai alle mie gambe, era pallido, molto pallido, con il sangue che gli gocciolava lento fuori dal naso.

-Ti ho detto di tornare dentro- disse, respirando a fatica –Non ho bisogno di aiuto, devi rientrare-

Non lo ascoltai e appoggiai il suo braccio sulla mia spalla, sorreggendolo –Non arriverai nemmeno alla locanda ridotto così, quindi non fare lo stupido-

-Ma.. ce la faccio- ribatté

-E invece no- dissi, guardandolo mentre si affannava a tentare ad alzarsi da solo –Lasciati aiutare e comportati come un pensante-

-Non è divertente- sbottò, fulminandomi, con gli occhi blu che trasparivano rabbia ma anche stanchezza

-Questo non è sarcasmo- controbattei

Ed era vero, era la pura verità, le sue parole mi avevano colpito più di qualunque cosa potesse fare, erano riuscite a farmi cambiare completamente l'idea che mi stavo facendo su di lui.

Quando aveva detto quelle parole... mi ero accorta che non avevo mai ascoltato Morgan quando parlava del fatto che anche lui avesse i suoi lati positivi.

Ero rimasta nella convinzione che lui fosse il mostro di cui tutto il mondo parlava.

-Voglio scusarmi per come mi sono comportata- dissi in tono piatto –Penso perciò di doverti aiutare-

Fece un sospiro, arrendendosi e lasciandosi trasportare.

Arrivati alla locanda, velocizzai il passo e con l'aiuto del locandiere, anche se non lo fece di spontanea volontà, lo feci salire le scale e lo portammo alla stanza.

Lì, egli si congedò e sparì.

Quando entrammo, Morgan, Task e Silver si alzarono di scatto.

-Guy!- esclamò Morgan esasperato –Come mai siete usciti sotto la pioggia?-

Prima di rispondere, misi Virgil sul letto, così che potesse stendersi.

-Dei Demoni- rispose lui –Ci giravano attorno da quando siamo arrivati-

Alla risposta, Morgan aggrottò la fronte -Non è possibile... non c'era alcun loro odore nell'aria-

-Eppure c'erano- sbottò

-Sei stato un irresponsabile- dissi

-No! Più tu che sei venuta pure sotto la pioggia a cercarmi-

Si asciugò, cambiandosi e dopo di che lo infilammo sotto le coperte.

Appoggiai una mano sulla sua fronte e la ritirai quando sentii che scottava.

-Hai la febbre alta- annunciai –Scotti, abbiamo bisogno di un termometro-

Morgan tirò fuori un termometro da uno dei cassetti dell'armadio e aspettammo di sapere che temperatura facesse.

Esso segnalò 39.8.

Lo osservai nel letto, il volto steso, madido di sudore e pallido come uno straccio.

Passò un ora e la febbre non diede segno di abbassarsi, rimaneva sui 40 gradi.

Stringeva la coperta fra le mani e farneticava, sussurrando cose senza senso sotto voce.

Gli mettemmo una fascia bagnata sulla fronte per rinfrescarlo.

Silver mi osservava, tesa quasi quanto me, cercai dunque di sembrare un po' meno preoccupata di quanto non fossi, per infonderle un po' di coraggio e fiducia nel pensiero che sarebbe guarito al più presto, per quanto il suo aspetto mi facesse intuire che non avrebbe retto a lungo.

 Guy

Mi sembrava tutto sfuocato, i colori si mischiavano tra loro, giocavano con la mia mente già provata, lasciandomi come un guscio, sottile e vuoto, ma soprattutto pieno di imprecisioni.

Non capivo molto, avevo una pesante sonnolenza che mi impediva di formulare pensieri e la testa mi scoppiava terribilmente.

Passavo dal freddo al caldo continuamente, non avevo neanche la forza di alzare il capo per avere almeno un po' di accortezza sulla situazione, gli odori mi bruciavano nelle narici.

Davanti a me c'erano quattro figure sfocate, confuse e vaghe.

Tre delle quattro figure si allontanarono dal mio letto, mentre una rimase.

Vedevo migliaia e migliaia di fili bianchi, parevano essere seta, fini e lisci, bellissimi, come tanti raggi di sole dispersi nel vuoto, che dolcemente, a ciuffi ordinati, le ricadevano sulle spalle.

Il volto della persona affianco al mio letto era altrettanto indistinto, ma sapevo bene chi era, il suo nome mi stava pizzicando la mente come tante zanzare.

Era Diana.

Sentivo i suoi respiri caldi sull'intero corpo... o forse erano i miei di respiri, non ne ero certo, ma le dita umide, intrecciate alle mie ... beh, non potevano essere di nessun'altro.

Con occhi quasi vetrati, la osservai e per un attimo mi sembrò di vedere un aureola intorno alla sua testa e delle ali bianche e candide dietro alla sua schiena affusolata.

Non poteva essere... che fosse solo un sogno? Oppure era la febbre a darmi allucinazioni? Questa seconda ipotesi era più che probabile.

"Quant'è che ha detto che avevo?" non me lo ricordavo già e fu frustrante, così indebolito mi sentivo inutile e incapace di fare anche la minima cosa.

Improvvisamente tutto divenne buio, così oscuro che nulla era visibile, c'era solo il niente.

"Come me" disse improvvisamente una parte del mio cervello che non riuscivo stranamente a controllare.

"Sono sempre stato il Buio" continuò la voce, nonostante non volessi che procedesse.

Non volevo procedesse, perché quella piccola serie di frasi potevano scatenare una serie a catena di flash back, di ricordi della vita del Buio o della mia vita, che sinceramente, tra le due, era quella a cui volevo pensare meno.

Vidi improvvisamente mia madre, me la trovai davanti, a gridare, come a due anni, come quando ero nato da poco ed ero innocente, innocente perché anche se in parte sapevo... tutto non mi era chiaro.

Non mi era chiaro di quello ero capace.

Mia madre gridava, ma non perché era preoccupata per me che ogni giorno di più assorbivo la mia essenza da Elemento... no, gridava perché mi odiava, gridava perché io ero impuro, un demone da distruggere, il male peggiore... quando in realtà era quasi il mio potere a controllare le mie emozioni e non il contrario.

Dopo la mamma, comparve anche mio padre, già, a tre anni era quasi morto per mano mia, ero riuscito a fermarmi per un pelo prima di ucciderlo ma... comunque la cosa mi tormentava.

"Perché il Buio emerge anche se lo nascondo... i demoni saltano fuori... e per quanto possa tentare di fare l'eroe salvando delle persone... arrivano sempre"

Il buio scomparve, venendo sostituito da luce, di nuovo, con Diana che era vicino a me.

" E lei è la Luce" pensai, bloccandomi a guardarla mentre i miei occhi si socchiudevano una seconda volta.

"La invidio da morire"

Dal primo momento in cui la vidi, capii.

Capii che quella non era una semplice ragazza, una come tante, no.

E io di questo fatto non riuscivo a non esserne adirato...

"La invidiavo... la invidio e la invidierò sempre..."

Perché non avevo potuto avere la sua stessa fortuna, lei, l'innocua, la pura... quella a cui bastava poco per rimettersi sulla buona strada nel caso di un errore, io, colui che non avrebbe mai trovato completamente la pace, una cosa a dir poco demoralizzante.

"Non sarò mai come lei, neanche di un passo, neanche se mi spingessi al limite"

La odiavo... e invece lei no... anzi, si era pure scusata del comportamento che aveva avuto nel litigio.

Lei non mi detestava a quanto pareva, per quanto, sin dall'inizio, avessi mostrato il mio disprezzo per tenermela lontana, come con Silver.

Per quanto cercassi di scrollarmela di dosso, a quanto pareva, lei non voleva allontanarsi minimamente.

Dovetti ammettere a me stesso che, probabilmente, se Diana non fosse arrivata, restando sotto la pioggia e al contatto dell'aria gelida, sarei morto di freddo.

"Mi ha salvato" la mia mente formulò questa frase, in un sussurro, mentre altre domande presero ad affollare la mia mente, perché dentro di me non lo accettavo.

La Luce non avrebbe dovuto salvare il Buio! Avrebbe dovuto, piuttosto, distruggerlo, o almeno provarci!

E adesso era perfino appoggiata al mio letto, con sguardo preoccupato e afflitto.

"Basta, non guardarmi come se fossi morto, non lo sopporto" pensai, desiderando pronunziare quella frase, nonostante non possedessi la forza nemmeno di muovere le labbra "non ho bisogno della tua compassione"

Per quanto cercassi di ignorarla, i nostri sguardi finivano, quasi fossero due calamite, ad incontrarsi, a studiarsi, cercando di leggersi.

Dopo un continuo scambio i miei occhi finirono per tornare a chiudersi da soli.

Ancora buio mi avvolse, ma stavolta aperto da uno spiraglio che si faceva sempre più vicino, illuminando fiocamente tutto quello che avevo attorno.

Il mio cuore perse un battito appena notai che la stessa persona che avevo davanti al letto era finita anche nel sogno.

A quanto pareva non era abbastanza trovarmela di fronte al letto da sveglia, dovevo, ovviamente, incontrarla anche nel sonno, così che non mi lasciasse un attimo in pace.

Rimaneva davanti a me, sorridendo ed incitandomi a dirle qualcosa che non sapevo, o perlomeno non sapevo cosa intendesse.

-Dimmelo, su- incitò ancora una volta, e notando che non rispondevo, riprese –Dai, dimmelo!-

Non capivo cosa dovevo dirle.

Ignorai le sue continue richieste e uscii dallo spiraglio di luce, anche se non per mia volontà, e a quel punto mi trovai a precipitare.

Un cadere senza fine nel buio.

Mentre precipitavo, il calore del mio corpo si era fatto alquanto soffocante, ma improvvisamente, mentre mi arrendevo al fatto che sarei sprofondato in eterno nell'oscurità, mi sentii sollevare, come se non facessi parte di quel mondo, come se volassi.

Sentivo l'ansato raspante del mio respiro irregolare che si susseguiva.

I miei pensieri si aggregarono in un istante...e svanirono in poco tempo.

Sentii uno strano sapore albergarmi nella bocca, amaro, appiccicoso... eppure era un passo in avanti perché mi sentivo già più presente, riuscivo a muovermi, anche se faticosamente, e percepivo la ruvidità delle coperte.

Mi portai la mano alla fronte, trattenendo il respiro mentre ce la appoggiavo e iniziavo a sentire la morbida consistenza dei miei capelli che prendeva forma.

Era una sensazione così strana... così intensa e piacevole.

Era come se improvvisamente tutto fosse tornato alla normalità, anche se, dopotutto, il calore che percepivo e che mi aleggiava in tutto il corpo era così pesante che mi rendeva un impresa solo smettere di desiderare un po' d'acqua fresca.

La testa aveva ripreso a girarmi terribilmente, ma era meglio di prima, perché la sensazione di essere nel nulla totale mi stava torturando.

Era bello sentire che ogni cosa stava riavendo il proprio corpo, che riuscivo a percepire l'angolo ruvido del letto, che sentivo la mia pelle e addirittura le dita della ragazza dai nivei capelli immacolati.

L'odore del cuscino si faceva strada tra gli altri, la fastidiosità delle punte delle piume contro la testa risvegliava il tatto.

La dormiveglia che mi stringeva, scomparve totalmente, finché nei miei occhi fecero capolino le pareti e i colori, diventando più uniti e chiari.

Vidi la Luce mentre ancora stringeva le mie dita e dormiva profondamente, colle braccia stese sul mio petto, probabilmente non accorgendosene.

Sentii che venivo invaso da una seconda ondata di calore opprimente, che si concentrò soprattutto nelle mie guance.

"Cos'è questa sensazione? Voglio che si fermi!"

Non chiusi occhio per quasi tutto il resto della notte, osservandola e osservando gli altri tre nei loro letti.

Non potevo muovermi.

Inconsapevolmente, Diana mi stava impedendo ogni tipo di movimento.

Quando vidi il sole spuntare nel cielo, tirai un sospiro.

Mi spostai a fatica la mano dalla testa e solo poco dopo notai che Diana si era risvegliata, togliendo immediatamente le braccia da sopra di me, per poi sorridermi dolce e alzarsi, girando per la stanza, buttando nel cestino vari vestiti.

Era completamente rossa in volto.

La vidi dire qualcosa a Morgan, sdraiato sul letto ma sveglio, talmente piano che, non essendomi ancora del tutto ripreso, non capii, e alla quale lui sembrò sorpreso.

Morgan attraversò  la stanza a passo leggero e prese una bevanda rossa scura che mi fece ingurgitare.

Aveva un sapore rivoltante.

Rimasi a letto per non seppi quanto, aspettando che la febbre mi passasse.
Quando arrivò quel momento, sentii le forze fluirmi nel corpo.
-Stai meglio, meno male- disse Silver - Volevo starti accanto mentre avevi la febbre, tenebroso, ma Morgan diceva che Diana era abbastanza e che se no rischiavo di ammalarmi pure io e facendo così avremmo rischiato di ammalarci tutti, sinceramente all'inizio ero contraria, ma adesso sono contenta, almeno sei guarito-sorrise

-Come mai ti preoccupi così tanto? - chiesi, guardandola fisso.

Tentai di alzarmi ma Diana mi cacciò giù con una manata, a cui brontolai come risposta.

-Beh, mi hai salvato la vita e ti voglio bene! E poi non solo io ero preoccupata... anche fuocherello- vidi Task lanciarle un occhiataccia -Luce e Morgan-uccio-

-Avevo solo la febbre, non ero mica moribondo- sbottai con uno sbuffo.

I quattro rimasero in silenzio per qualche secondo, cosa che mi fece aggrottare la fronte

-Vero?- chiesi, il tono di voce che mi era diventato un po' tentennante.

Dal loro silenzio non riuscii a non guardarli in modo interrogativo.

-Quasi-disse solo Task, altrettanto sottovoce, lasciandomi lí per lí parecchio spiazzato

-Cosa ?!-

-Ti era salita a quaranta gradi, saresti potuto veramente morire se fosse salito anche solo di mezzo grado.- rispose sempre il Fuoco, lasciandomi ancora di più a bocca aperta.

-Non... ricordo praticamente nulla-

-E come potresti ? Avevi la febbre troppo alta per accorgertene, Tenebroso, sicuramente non ti ricordi nemmeno quello che hai detto-

-Non chiamarmi Tenebroso! -sbottai, per poi fissarla e chiedermi che cosa diavolo potevo aver detto.

Glielo chiesi e come risposta, lei ridacchiò, cosa che mi strappò un sospiro rassegnato.

-Avrei dovuto lasciarti tra i demoni-

-Ma non l' hai fatto- mi abbracciò energicamente e io la spinsi via, nervoso

-Cosa diavolo ho detto ?-

-Eh, molte cose senza senso, tra cui una che diceva spesso diversi "No,  ancora, ancora"-

-Eh?- sgranai gli occhi, non ricordandomi proprio di aver anche solo sussurrato qualcosa con una gola così secca.

E di certo non avrei mai detto una cosa simile.

-Okay. Scherzavo, scherzavo!- rise sguaiatamente

-Prima o poi ti uccido, sciocca- arrossii violentemente e non ne seppi il motivo quando vidi che Diana mi fissava.

"Che mi stia tornando la febbre?"

-Su, tranquillo, hai solo biascicato parole senza senso e di cui non era riconoscibile nulla- disse lei, sorridendo

Sospirai di sollievo e scossi il capo.

Se mi fossi fatto scappare qualcosa, non me lo sarei mai e poi mai perdonato.

-Domani ripartiamo-intervenne Morgan ad un tratto

Annuimmo, Diana si allontanò con Task e Morgan.

-Tenebroso?- mi chiamó Silver

-Che c'é ?- dissi con impazienza, piú per il soprannome che per altro

-Te l' ho già detto che ti voglio bene ?-

-Sí, già detto- sbuffai -E ti ho già detto io di non chiamarmi Tenebroso-

-Come dovrei chiamarti allora ?- lei sogghignó, assumendo un espressione divertita

-Con il mio nome magari ? Ne ho due, quindi...-

-Mah. Ti chiamo Virgil o Guy ? Oppure Night ! O Shadow ! Potrei decidere di chiamarti VGN -

La guardai male- Non pensarci neanche!-

-Allora come?-

-Tutto ma non VGN, non sono mica un pervertito-

-Sì, in effetti bastano solo delle vocali per riuscire a far pensare male-  sollevó le spalle con indifferenza

Feci segno a lei di tagliare corto, questo discorso mi infastidiva terribilmente.

-Comunque- ricominciò Silver -Devo sdebitarmi con te-

Stavo per controbattere quando notai che aveva cambiato sguardo, non vedevo piú una bambina troppo cresciuta, ma una ragazza serissima.

-Non c'é bisogno che ti sdebiti- dissi, con un filo di voce

Puntó dritto lo sguardo nei miei occhi -E invece sí- le sue iridi sembravano ribollire, gli occhi tendenti all' argento erano decisi, fermi, determinati e fieri.

A vederla così mi sentivo in soggezione e ritirai in fretta lo sguardo.

-Odio non ripagare i favori, per questo avrei dovuto offrirmi io per venire a cercarti, dovevo starti vicina, così non mi sentirei così tanto in debito con te-

-Non devi sentirti in debito, hai detto già che avresti voluto esserci, no? Diana ha raggruppato tutte le vostre intenzioni-

-No, non é la stessa cosa-

-Senti, non so cosa dirti- dissi con un sospiro-Vuoi che ti proclami la mia guardia del corpo momentenea?- sbottai con sarcasmo.

Lei sembró essere indecisa su cosa rispondere, poi, dopo un po', rispose, con tono triste e un espressione tetra che mi fece sentire quasi in colpa -No...- tacque per diversi secondi.

Io rimasi zitto, sentendo nel profondo che lei avrebbe continuato il discorso, senza lasciare che cadesse completamente nel silenzio.

-...Ma se ti dovesse accadere qualcosa, io saró disponibile, qualsiasi cosa sia-

Spalancai la bocca, tentando di dire qualcosa e dopo poco dissi un brusco -Come vuoi-

-Ti chiedo solo una cosa...-sussurró, avvicinandosi alla porta, cosa che me la fece fissare, incerto, con la fronte aggrottata e le dita aggrappate ai lati della coperta.

-Non dimenticare mai come mi hai salvato, non farlo mai, te ne prego-

-Eh ? Perché?-

-Non ho motivi precisi, so solo che non voglio che lo dimentichi e basta... ora... riposa ancora, domani sarà una giornata decisamente più pesante delle altre-

Feci un respiro profondo e la vidi uscire dalla stanza.

Non riuscivo a convincermi di aver sentito parlare la stessa ragazza che si era messa a discutere così inutilmente con Diana e Task.

Ero stato così sorpreso che non sapevo se questa sua parte seria mi piacesse o meno.

Scossi il capo, non dovevo pensarci, come aveva detto lei dovevo riposare, domani dovevo essere perfettamente in forze e se non volevo essere scosso tutta la notte da incubi, era meglio se mi tranquillizzavo, eppure... la sua richiesta di non dimenticare come l' avevo salvata... insomma...

Come potevo dimenticarla ? E che razza di mente confusa poteva anche solo pensare che me lo potessi dimenticare?

E se, con quelle parole, avesse inteso qualcos'altro?

Non riuscivo a calmare la mia mente affollata dai pensieri, cercavo di non pensare a quella domanda e tuttavia riusciva a farsi strada, scavalcando ogni cosa dentro di me.

Adesso non pensavo più a come fosse confusa lei nel chiedermi una cosa simile, ma come fossi confuso io.

Ero assillato da dubbi che non si cancellavano affatto tra i vari pensieri.

Affondai la testa nel cuscino e appoggiai la mano sugli occhi e la spostai sulla fronte.

Volevo che quel brusio sparisse.

Era troppo, non ne potevo piú.

Mollai un pugno al materasso del letto e feci lo sforzo enorme di addormentarmi, speranzoso che la notte portasse consiglio, cosa che, ovviamente, non fece, anzi, che mi torturó con il ricordo di quel giorno.

Il ricordo di quel maledetto giorno.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10- Salvataggio ***


*N.d.a : é consigliato l'ascolto di una canzone chiamata :-End of me- degli Ashes Remain ... questo capitolo è il sogno/ricordo di Guy ...

Guy

Era una giornata di sole, gli uccelli cantavano vivaci e cinguettavano tra gli alberi.

Una giornata serena, del tipo che se ne vedono poche in inverno, così poche che ti dovresti sentire felice sapendo di aver la stupenda occasione di poterla trascorrere all' aria aperta.

Ma non tanto per me, che andavo alla ricerca di un futuro migliore.

Molte volte mi trovavo a chiedermi se stessi facendo la cosa giusta e anche se mi dicevo di sí, non ne ero mai del tutto certo.

Mi sentivo più in pace con me stesso ma non riuscivo a non ricadere in lunghe riflessioni senza fine.

Mancavano tre giorni di cammino per raggiungere la città di Brooks, poi avrei superato altre città, come Syon, piú ad est e avrei proceduto fino alla Montagna Sul Lago.

Dovevo arrivarci, avevo solo quello scopo, mi ero odiato abbastanza ed ero stufo, per una volta nella mia esistenza avrei cambiato tutto.

Era stato fin troppo subire gli sguardi accusatori dei miei genitori, era stato fin troppo non essere in grado di far prevalere la calma sul mio potere.

Troppo.

Quel che volevo ora, mi spingeva a tentare a tutti i costi.

Il fatto che stessi cercando di arrivare ad una meta, mi aveva allontanato dalla miseria dei miei parenti, più avrei avanzato e meglio era.

Sentivo le gocce di rugiada scendere dalle foglie e la luce del sole irradiare, brillando, facendo risplendere ogni cosa di surrealitá.

Questa era la vera bellezza...

Abbassai lo sguardo e scalciai, tranciando una radice in due.

Le erbacce strusciavano contro le mie caviglie, alcune di esse me le graffiavano, ma non ci facevo particolarmente caso, a meno che non ci fosse un qualche serpente velenoso non c'era alcun pericolo.

In questo fatto stavo piuttosto attento e, odiando i serpenti, facevo anche a meno di trovarmene uno davanti.

Velocizzai il passo, superando felci e arbusti.

Il mio cammino era durato molto tempo e con esso avevo sviluppato una particolare resistenza , mi si erano formati muscoli ben scolpiti, mi erano cresciuti i capelli, soprattutto nella frangia e mi ero alzato di parecchi centimetri.

Ogni giorno di più mi rendevo conto di come fosse strano non andare più dentro al granaio di famiglia, dove mi nascondevo per ore e ore, spostando fieno e pulendo le stalle, per poi salire le scale e guardarmi nello specchio al piano di sopra per cercare di notare qualche cambiamento.

Non ne avevo più bisogno adesso e quando cambiavo in qualcosa, non provavo piú quel sentimento di pura felicità e desiderio, che proveniva dalla speranza di vedere i miei almeno un po' soddisfatti dei miei cambiamenti, cosa che ovviamente non capitava mai, ma solo disorientamento.

Non avevo bisogno neppure di fare colazione e dormivo tranquillamente sui robusti rami degli alberi, per evitare i predatori e per essere sempre all' erta.

Mi ricordavo ben poco come fosse fatto un letto.

Continuai a camminare per molto tempo, finché, arrivato ad un salice piangente, decisi di fermarmi per riposare almeno un po', giusto il necessario per rimettermi in marcia appena mi fossi svegliato.

Passai lentamente sotto l' albero, osservando le sparse dita smeraldine che si abbassavano a cupola, facendo filtrare a sprazzi la luce del pomeriggio.

Rimasi sotto l' albero fino al mattino, cosa che riuscii a capire dal sole che faceva capolino tra le candide nuvole.

Quando ripresi il cammino, decisi di non fermarmi fino alla sera dopo, la pausa mi aveva restituito tutte le energie e potevo benissimo avanzare mangiando una parte delle provviste.

In parte avevo il corpo rattoppato e dolorante, dopo qualche attimo di fatica, camminai veloce e disinvolto, con l' intorpidimento che svaniva man mano.

Procedetti veloce e senza tregua, superando sentieri e pericoli vari.

Arrivata l' alba del giorno seguente, camminai il piú possibile, poi mi rifugiai su un albero particolarmente alto per riposarmi.

Ripartii verso mezzogiorno, dopo aver abbattuto una lepre e averla cotta e mangiata.

Ormai ero quasi giunto a Brooks...

Camminai ancora, con passo veloce e regolare, che procedeva quasi al ritmo del mio respiro.

Marciai a lungo anche il giorno dopo e quando fui alle porte di quell'enorme città, fui decisamente sollevato.

Avrei potuto osservare un altra città e allontanarmi ancora di piú da casa mia.

La città di Brooks era gremita di persone che, almeno all' apparenza, sembravano felici, allegre, gioiose, molte di esse che attraversavano le strade sorridendo e con aria spensierata parlavano del piú e del meno.

Mi tirai indietro il cappuccio e mi ordinai i capelli, mi erano finiti tutti in faccia e ostinatamente continuavano a voler sfuggire all' ordine.

Maldestramente, mentre camminavo, una ragazza mi venne addosso di corsa, facendomi cadere all' indietro.

La vidi un solo secondo prima che se ne ripartisse di corsa verso chissà dove.

Aveva i capelli azzurri mossi e occhi argentati, i suoi lineamenti erano lisci e la bocca era dello stesso colore di un bocciolo di rosa.

Indossava una maglia a maniche corte, bianca, con dei ricami verso l' ombelico, dei jeans blu sbiaditi e una borsa altrettanto blu appoggiata alla sua spalla.

Mi indignai particolarmente quando sparí senza scusarsi minimamente.

Che razza di comportamento era? Se n'era andata dopo avermi letteralmente ribaltato, mi era andata addosso e poi si era pure comportata da insolente.

Sbuffai e ricominciai ad avanzare, non c'era bisogno di abbassarsi al punto di obbligare le scuse e di andarla a cercare per farle una ramanzina.

Sarebbe stato da stupido e il mio Io interiore non si lasciava prendere troppo da certe stupidaggini, certo, se avessi voluto ci avrei messo veramente poco a farla mettere in ginocchio per chiedere perdono, ma era successo parecchie vite precedenti, quando non ero... me, quando ero il Buio e basta.

Non mi fregava di quella ragazzina, prima o poi avrebbe imparato la lezione da qualcun'altro e non volevo comportarmi da maestro schiavizzatore, non era nei miei attuali interessi, volevo solo superare la città di Syon e raggiungere la Montagna Sul Lago.

Era quello l' importante, il resto era secondario...

O almeno... quasi tutto il resto.

Ad un tratto, dopo essere ripartito e aver girato un po' qui e la per Brooks, studiando bene i dettagli che mi forniva ogni nuova strada, udii un urlo straziante che risuonó tra le pareti come un profondo rimbombo.

L' urlo mi fece impallidire.

Mi girai verso la direzione da cui mi era sembrato provenisse e mi venne un flash back di quando avevo aiutato la ragazza dai capelli marroni che stava venendo maltrattata.

"Non posso aiutare tutti..." pensai tra me e me prima che, seguita da un altro urlo che ghiacciava il sangue nelle vene, cambiassi completamente idea al riguardo e mi fiondassi verso dove proveniva il grido prolungato della ragazza.

Corsi per quelle che mi parvero ore, mentre cercavo la vera direzione e intanto la ragazza dai capelli marroni tornava e tornava ancora, mostrandosi come se fosse sprazzi di un tempo immemore.

Quando raggiunsi chi urlava ci rimasi spiazzato, era l'insolente giovane che mi era andata addosso di corsa senza neppure scusarsi... e intorno a lei c'erano dei Demoni.

Tutto ció non aveva un minimo di senso, perché una semplice umana era riuscita ad attirare l' attenzione di delle creature che cercavano magia ?

Per un attimo dubitai che fosse veramente umana, poi decisi di non pensarci.

Erano tutti in cerchio intorno alla ragazza.

Attivai il mio potere e in pochissimo tempo formai una freccia e un arco fatto di Buio.

Tirai e centrai in pieno uno dei Demoni, attirando perlopiù l' attenzione degli altri che si voltarono immediatamente.

Erano otto... o sette, visto che quello che avevo appena centrato era scoppiato come un vero e proprio palloncino, lasciando solo una nuvola nera che si sollevava sempre piú verso il cielo.

I sette Demoni mollarono la giovane e iniziarono ad avvicinarsi a me, parlando ogni tanto, sottovoce, dicendo parole cariche di ripudio, odio e disprezzo.

Creando un'altra freccia e prendendo bene la mira ne colpii un secondo.

Prendevo tempo, cercavo di capire se la ragazza stesse bene e se le energie mi permettessero di utilizzare la nebbia oscura.

Non volevo rischiare di perdere completamente le forze, se c'erano altri Demoni, sarei stato troppo stanco per batterli.

Feci un conto veloce, se utilizzavo i fulmini di buio me ne bastavano tre e non avrei sprecato alcuna energia, né avrei avuto bisogno di riposo.

"Meglio così " mi convinsi

Richiamai il mio potere, ormai lo sentivo nei fori della pelle a forza di usarlo.

Era come se ne fossi avvolto, ogni parte di me mostrava il possesso dell' Elemento in modo totale e soprattutto completo.

Scaricai un fulmine sui due demoni che mi si stavano per buttare addosso e appena vennero colpiti udii lo sfrigolio della loro essenza e la completa distruzione delle loro particelle.

Feci una veloce piroetta e ne lanciai subito un altro.

Di avversari me ne rimanevano due... solo due.

Ma entrambi erano addosso alla ragazza, uno la prendeva per un braccio e l' altro per il secondo, tenendone con la mano libera la mascella e il collo affusolato della giovane che si divincolava, gli occhi sbarrati e una paura feroce che la attanagliava.

Sentivo, concentrandomi per bene, le tenebre annidate nella sua mente, che la rendevano cieca davanti ad ogni tentativo di ragionamento.

-E ora ? Cosa credi di fare ?- disse con voce sibilante uno dei due demoni, dalla pelle color porpora e dagli occhi felini di un verde acceso, le cui ossa erano sporgenti in un tal modo che riuscivo persino a contarle.

-Se colpisci noi, uccidi lei- continuó l' altro.

Il secondo demone era altrettanto orribile, la pelle di un grigio scuro simile al colore di un masso, gli occhi cerchiati di nero con delle "x" sulle palpebre che sembravano cicatrizzate.

La ragazza riprese a divincolarsi, ma nulla poteva contro quei due, forti e robusti com'erano.

Continuai a richiamare il mio potere, lo sentivo percorrermi le vene, attraversando ogni singola parte del mio corpo, quasi fosse sangue.

Vibrava sotto la mia pelle, mi scorreva come linfa dentro ai capelli, mi oscurava la mente e gli occhi solo per poter scendere e salire a suo piacimento.

Non sapevo bene cosa fare, se non avesse funzionato il mio piano, probabilmente sarebbe morta.

Aspettai, in silenzio, non staccando lo sguardo dai due e dalla ragazza, poi, improvvisamente, fermai il mio potere, impedendogli di muoversi ancora.

-Bravo ragazzo, così ragioni- disse quello con la voce sibilante e dalle ossa sporgenti

Rimanemmo a fissarci per un po', anche loro parevano non sapere bene come sbloccare quella situazione di stallo, non volevano morire ma non volevano nemmeno lasciarsi scappare una preda che fino a poco prima avevano avuto tutta per loro.

E poi adesso c'ero pure io.

In me scorreva la forza dell' Elemento del Buio, non si sarebbero persi l' occasione di averlo.

Avrebbero tirato fuori un qualche piano, non del tutto ben architettato, probabilmente per ricatturare lei e stendermi, così d'avere entrambi.

-Se ci lasci andare vivi... non le faremo nulla di male-

Feci finta di pensarci su, ma in realtà non avevo alcuna intenzione di farmi abbindolare così facilmente, né volevo lasciare in vita quegli esseri per fare in modo che si preparassero meglio per un nuovo attacco.

-D'accordo- dissi

Quello dallo stesso colore dei sassi sorrise, un sorriso in cui lessi una finta tranquillità e un altrettanto finto tentativo di resa, poi egli si allontanó dalla ragazza.

Io tenevo d'occhio lui e lui me, seguivo ogni suo passo, ogni movimento e soprattutto, ogni sua espressione.

Anche l' altro Demone si distaccó e mentre camminavano al rallentatore, circumnavigandomi attorno, sentii come se ci fosse un orologio che scandiva i secondi che passavano.

Nella mia testa sentivo il ripetersi del 'tic toc' che batteva e in sottofondo la conta, i numeri che si susseguivano ad una lentezza frustrante.

"Tre..."

Un Demone, giunto all' uscita, cambió espressione, mutandola da normale ad una maliziosa cattiveria piena di odio e una sadica felicità.

"Due..."

L' altro cambió posizione, quasi fosse pronto a balzare

"Uno..."

Entrambi partirono all' attacco.

"Ora !"

Loro si buttarono contro di me, ma prima che mi raggiungessero, vennero colpiti contemporaneamente da una freccia.

Una freccia di buio scoccata da una mia copia fatta di oscurità, dietro la ragazza, che sembrava perfino più sorpresa delle facce smorte e distanti.

La stessa distanza che avevano i prossimi alla morte.

I due Demoni si trasformarono nelle ennesime nuvolette di fumo.

Tutto tacque mentre il resto del vapore si dissolveva, insieme alla copia di me stesso che si sciolse come cera e che passó sottoterra senza fare alcun buco, la attraversó come acqua, fino a sparire completamente dalla mia vista e andando fino alle profondità.

-Come hai fatto? Quando hai fatto la copia ?- chiese la giovane in un sussurro che aveva del tremolante.

-Ho fatto in modo che il mio potere mi attraversasse tutto il corpo, per trasportarne la forma e le capacità, poi l' ho lasciato andare tutto, così che potesse essere autonoma e in grado di prendere bene la mira, infine gli ho ordinato di colpire mantenendo una buona concentrazione- spiegai tranquillamente, prima di immobilizzarmi e rendermi conto di cosa avevo detto.

-No, aspetta...- sembró piú confusa di prima -Potere ?-

Avevo come parlato arabo per lei, anzi, se avessi conversato ad un muro dicendo quello che le avevo detto forse mi avrebbe capito di piú, non sapeva niente e io ero arrivato a dire una cosa simile proprio a lei !

A lei ! Lei che mi aveva buttato a terra di corsa e a cui certe cose non dovevano interessarle.

"Che idiota" mi dissi tra me e me, facendo uno sbuffo.

Sospirai e mi girai di scatto, iniziando a camminare.

Dopo essere avanzato di poco, sentii due braccia che mi si attaccavano al gomito, cosa che mi fece prendere un colpo.

Stavo per riattivare il mio potere quando notai che era la ragazza.

-Non puoi andartene !- disse, l' espressione disperata

-Sí che posso ! Perché non dovrei ?- domandai, fissandola in quegli occhi argentati che luccicavano appena

-Perché mi hai salvato !-

-Non é una motivazione!-sbottai

-Perché hanno tentato di uccidermi ?- cambió domanda all' improvviso

-E che ne so !-

-Devi saperlo. Mi hai salvata, no ?- ripeté, cosa che mi diede leggermente sui nervi

-Sí ma, scusa, non ne so il motivo, non so né chi sei né perché ti abbiano attaccato dei Demoni-

-Mi chiamo Silver, abito qui, ho quattordici anni, il mio colore preferito é il verde acqua, i miei sono entrambi in carcere per furto con scasso. Ecco. Ora mi conosci.-

Rimasi a bocca aperta dalla tranquillità con cui mi aveva detto tutto ciò-Ma che...? Senti, io sto cercando di andare in un posto particolare e non voglio alcun inutile presenza tra i piedi, mi saresti solo di intralcio-

-Ma io ? Se mi attaccano di nuovo ? E dove devi andare ?-

-Dove vado io sono affari miei, per il resto non so cosa dirti, qualunque cosa ma non seguirmi-

-Allora ti seguiró- ribatté lei

-Cosa ? No ! Stai scherzando per caso ? Mi hai ascoltato almeno? Ti ho detto che non voglio nessuno tra i piedi-

Me la scrollai di dosso e ripresi a camminare, velocizzando il passo, facendo la strada che avevo fatto per arrivare.

Quando mi girai, lei era ancora dietro di me e mi seguiva, sorridente.

-Vattene, non sei desiderata-

-E quindi? Io di certo non me ne andró, non ti staró tra i piedi, mi comporteró bene e saró una buona compagna di viaggio, per favore...-

-No!-

-Dai!-

Continuavo a camminare, cercando di scacciarla, senza riuscire minimamente, cosa che mi frustrò talmente tanto da farmi disperare.

-Smettila-

-No-

-Sí-

-No-

-Insomma!-

-Ti dico di no!-

-Perché?!-

-Perché no!-

-Per favore!-

-Mmmh.. no-

-Smettila-di-seguirmi!- dissi scorbuticamente, arrivando verso l' uscita della città

-Mi hai appena salvata, perché dovrei smettere?- ribatté Silver

-Non ho tempo di farti da badante, vai da qualcun'altro-

-E chi ?-

-Non so, uno sciamano, un mago, un arcangelo, hai una grande quantità di scelta-sbottai indispettito

Si era intestardita e non voleva decidersi a lasciarmi perdere, per quello che dovevo fare non avevo bisogno di una ragazzina che appena avesse scoperto la mia meta e il mio scopo, mi guardasse male quasi fossi un mostro.

E forse lo ero, un mostro.

-Ma non so dove trovarli!-controbatté disperata

Che dovevo fare ? In effetti in parte aveva ragione, dei Demoni potevano tentare di riattaccarla di nuovo in un batter di ciglia e stavolta riuscire nel loro intento, qualunque esso fosse.

Non potevo lasciarla da sola, ma non potevo sopportare il disprezzo di qualcun'altro,ancora una volta.

Nei miei quattordici anni non avevo avuto altro che odio e di odio io non ne volevo più sapere.

Se me ne fossi andato da solo non avrei avuto problemi.

E invece ora, questa qui mi stava facendo venire fin troppi dubbi.

Cercai di risolvere la situazione a modo mio, pensando a tutte le soluzioni possibili.

Non me ne venne in mente alcuna.

-Uffa, va bene, puoi seguirmi, ma sappi che ti sgancio al primo pub che incontriamo-

Avrei pensato a come risolvere questa "cosa" in modo definito.

Sapevo che accettando, probabilmente, avevo fatto una cosa giusta, ma in fondo in fondo l' idea di abbandonarla ad un pub con un qualsiasi mago o arcangelo non era male.

"Sí, questa forse é la soluzione, e forse si risolverá finalmente tutto..."

-Non ce n'é bisogno- un uomo si fece avanti, seguito da un ragazzo e da una ragazza.

L' uomo aveva i capelli verdi e gli occhi arancioni.

Il ragazzo dietro di lui li aveva rossi, gli occhi di un color smeraldo.

La ragazza invece...

Era tutta un altra storia.

I capelli bianchi, lunghi, le scivolavano giú per la schiena con una delicatezza che potevano parere seta.

Il suo viso era incorniciato da una frangia che era lasciata cadere di lato con un che di studiato e curato.

Le sue labbra erano vive, di un rosa tenue delicato e acceso nello stesso momento.

Aveva due occhi magnifici, ipnotici, tra viola e azzurro, probabilmente indaco,che erano fissi nei miei con una determinazione mai vista da parte di una qualsiasi ragazza e il fatto era che non riuscivo a distaccarmi da essi.

I nostri sguardi erano come incatenati, ma la prima a mollare fu lei, gli occhi che le si spostarono, fugaci e rapidi.

Era come se la purezza fosse stata messa sulla terra.

E sentivo dentro al petto il rumore sordo del mio cuore che sbalzava e batteva talmente tanto forte da farmelo percepire nella gola.

Cercai di continuare a respirare nonostante lei riuscisse a mozzarmi il fiato.

"...O forse peggioreranno solo le cose"

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11-Rivelazione sconcertante ***


Guy

La mattina dopo mi svegliai con il corpo completamente dolorante e vidi gli altri mentre si apprestavano a metter via vestiti dentro le borse e a riempire borracce con più acqua possibile.

Silver notó che ero sveglio e mi sorrise, poi mi lanciò una maglia nera e dei pantaloni blu scuro.

Come conseguenza mi rivestii in bagno e quando uscii, ci preparammo a lasciare la locanda.

Fummo molto veloci, una volta fuori ci dirigemmo verso la stalla.

Osservai tutti gli animali, oltre ai nostri ce n'erano diversi, alcuni cavalli e ben pochi altri tipi di animali.

Hurricane, Gylnis e Jade parevano nervosi, agitavano il muso e le zampe, strusciandole contro il terreno.

Stando fermi per parecchi giorni avevano recuperato le energie ed erano pronti a volare nei cieli per lunghe distanze.

Apprezzai questo fatto, anche io non vedevo l'ora di andarmene, ma il fatto che che ci stessimo avvicinando a casa mia quando io non vedevo l'ora di andarmene il piú lontano da lí il prima possibile, mi irritava, decisamente.

Lasciammo la stalla con gli animali e, pronti a partire verso una nuova meta, salimmo sugli animali che dopo poco si sollevarono in aria, le ali spalancate che sbattevano a ritmo per farci rimanere in equilibrio nell' aria.

E finalmente ce ne andammo da quella città in cui eravamo rimasti così tanto per colpa mia.

-É lontana la città di Tyresis ?- chiese Task, sollevando il sopracciglio con un espressione sorridente dipinta in volto

-Non tanto. Un giorno di volo- rispose Morgan, sorridendo a sua volta.

-Ci sei già stato ?- domandó curiosa Silver

-Due volte, sorge su una pianura con ai lati, sia all' uscita che all' entrata della città, un bosco, quasi fosse una barriera protettiva-

-Ma noi non abbiamo problemi ad arrivarci, no?- fece Diana, con tono speranzoso

-Purtroppo sí-

-E quali ?-

-Là, attorno alla città aleggia un vento abbastanza forte, tanto che ogni tanto riesce pure a buttare giú qualche albero, appunto dovrebbe esserci l' Elemento dell' Aria-

-Come 'appunto' ?- domandai, un po' infastidito da quella contestazione

-Semplice, i luoghi in cui vivete vengono condizionati da voi e dal vostro potere, e visto che lá c'è l' Elemento dell' Aria c'é sempre molta corrente -

-É per questo che da me, a Brooks, c'erano così tante cascate, laghi e fiumi...?-

-Sí, proprio così-

-Da me le giornate erano bollenti anche in inverno- sbottó Task per poi continuare sottovoce -Almeno non pioveva fuoco-

-Ma... con me e con Guy cosa cambia ? Luce e Buio... le giornate non erano né più lunghe né piú corte, o almeno credo-

-Concordo, le ore di luce e buio si equivalevano-

-Con voi é un po' diverso-

-In che senso ?- chiese Swanlight con tono e aria titubante

-La vostra é una materia che si mischia anche con i comportamenti altrui-

-Quindi a casa mia sono tutti tentati dall' oscurità e dalla rabbia e da tutto quello che si puó definire il Buio, nevvero? É questo che intendi?- sbottai, stringendo il pugno per non rischiare di perdere improvvisamente la calma, percepivo tutta la collera, l'ira e l' irritazione navigarmi dentro al petto, ma tentai nel migliore dei modi di non darlo a vedere.

Si girarono tutti verso di me per guardarmi, cosa che aumentó non di poco il nervoso che già mi attanagliava.

-No- fece una pausa- Questo non é affatto vero-

-Allora dammi la tua opinione, perché secondo me il Buio non può che peggiorare le cose in tutti i casi, non...- scossi il capo con rancore e stizza - Qualcosa di oscuro non puó aiutare-

-E invece sí- ribatté Silver, furibonda

-Tu sei un caso a parte-ribattei

-Ma a me hai aiutato-

-Non conta-

-Ti ho detto che conta invece, salvare o non salvare una persona é una scelta che può cambiare la tua intera vita- aveva di nuovo assunto l'aria responsabile del giorno prima, cosa che mi disorientó nuovamente.

Alzai gli occhi al cielo -Per me non conta comunque. Morgan, finisci di dire quello che dovevi. Cosa non é vero -

A quel punto lo fissai, ma in lui non lessi altro che una normale risposta.

Non c' era alcuna incertezza sul suo volto, solo un tranquillo "te lo dirò subito "

-Il Buio é l' equilibrio- disse lui, con calma e pacatezza -La Luce é il Buio e il Buio é la Luce, sono come lo Yin e lo Yang, si inseguono l'un l'altro, se la Luce diventasse fonte di male, solo il Buio stesso potrebbe aiutarla a tornare come prima, perché ci é già passato, se un qualche Elemento diventasse corrotto, tu saresti l' unico a poter risolvere la situazione-

Aprii bocca cercando le parole giuste per esprimermi e ci volle un bel po' prima che le trovassi-Cosa faccio agli abitanti della mia città?-

-Li influenzi in tutti i modi possibili che puoi immaginare, é vero, puoi renderli inclini all' odio, ma allo stesso tempo é come se il tuo potere fosse in grado di trascinarvi via il dolore, é come se le attirassi verso di te, quasi come le calamite con il ferro-

Tacque, quasi aspettandosi una risposta da parte mia, ma io proprio non sapevo piú cosa dire.

Mi lasciai uscire uno sbuffo e mi appoggiai al collo di Hurricane, sfiorandone la criniera.

Mi immaginavo i loro pensieri e non avevo voglia di ascoltarli, perciò mi concentrai sulla bellezza delle forme delle nuvole.

Diana si schiarí la gola-Morgan, com'é il bosco attorno alla città? Se non possiamo sorvolarla per via del vento... passeremo dentro ad esso, dov'é più riparato, no ?-

-Sí, ma nel bosco ci sono creature  pericolose, perciò é meglio se state sempre vicini e sul sentiero, nel centro della pista-

-Un esplorazione!- esultó Silver, tutta sorridente- Un bosco con fitti alberi e bestie feroci, l' avventura perfetta per una futura esploratrice come me-

-Non so per quale motivo ma questa 'impresa' non mi attira per niente- borbottó Task

-A me sí-

-Solo perché sei fuori come un balcone-

Silver lo ignoró -Prima regola di un esploratrice, seguire i grandi sentieri e stare sempre al centro della pista, seconda regola, deve essere presente un capo di almeno secondo grado nella graduazione dei Shiyan Storm che dia ordini, terza regola di un esploratrice, essere sempre pieni di precauzioni, tra cui una bella corda in caso di nebbia o scalate, quarta regola, eliminare la prima regola se si é in una montagna e c'è un terremoto-

-Come mai sei così esperta?-chiese Morgan

-É perché mio nonno era uno Shiyan Storm quando era giovane... ho letto il suo diario- fece una breve pausa-Comunque poi mi sono anche informata tramite diversi libri di avventura ...-

-Wow, brava-

-Grazie. Secondo me, se fossimo in un racconto, sarebbe davvero un libro strano, anche se ovviamente io sarei la principale- ridacchió -Quale stupido metterebbe dei personaggi così opposti insieme?-

-Concordo-disse Diana incominciando a ridere dopo qualche secondo

-Uno che é deciso a farci litigare- dissi con un sospiro

-Ohi, Tenebroso, secondo me tu saresti il cooprotagonista-

-Tu dici ?- feci un espressione sarcastica e contrariata

-Sí-

-Ma dai-

-Chi non adora un personaggio così tenebroso con come secondo nome Virgil ?-

-É tutta una tua idea e ce ne sarebbero davvero tanti che mi odierebbero- evitai di parlare di quelli a casa mia e scossi il capo

-Io che parte farei ?- chiese Morgan con un sorrisetto divertito

-Un eroe dal cuore puro!... Diana sarebbe in realtà la principessa perduta di un qualche regno e Task... il ragazzo testardo e scettico-

-Come sarebbe a dire ?!- sbottó Fireburns

-Sarebbe a dire che la tua parte é solo un optional-

-Ma stai zitta! Non é affatto vero!-

Silver e Diana risero in coro quando Josh assunse un espressione del tipo :'No dai!'

-La scriverò, forse-

-No. Non farlo, queste avventure sono già abbastanza contorte, non metterticiti pure tu ad alimentarle- sbottó lui- E poi non voglio fare la parte dell' optional che é stato tirato fuori a sorte da una scatola vuota di cereali.-

-Mmh... va bene, va bene, tanto non sarei mai riuscita a inserire la tua personalità-

-É troppo complicata da scrivere?-

-No. É troppo noiosa-

E si rimise a ridere

-Ehi. Silver... vacci piano eh ?- disse Diana, anche se pure lei rideva come una matta insieme all' Acqua

-Basta !-

-Okay, fuocherello- rispose Irhina accondiscendente, nonostante se la ridesse ancora sotto i baffi.

Viaggiammo per tutto il giorno in volo, la mattina si era fatta pomeriggio e il pomeriggio sera.

Dormii poco, i miei sogni erano continuamente tormentati da incubi e più che ristorarmi, mi esaurivano letteralmente le forze.

Il brutto delle mie notti era che quando sognavo, mi venivano sempre le stesse immagini in continuazione, oppure si susseguivano incubi che non avevano ne capo ne coda e mi svegliavo sempre con il fiatone e il sudore che mi imperversava la fronte, grondando giù per i miei lineamenti, percorrendomi le guance e scendendo verso il collo.

Quando fu mattina sentii qualcuno conversare piano e finsi di dormire, tenendo gli occhi ben chiusi.

Erano Morgan e Diana... e dal tono grave che avevano entrambi sembrava stessero conversando su qualcosa di veramente brutto.

-É da parecchie notti che lo sogno, non ne so il motivo ma è così, forse ho paura che la creazione del nuovo Elemento sia reale-

"Nuovo Elemento? Davvero?" mi chiesi tra me e me

-Non so Diana, probabilmente significherebbe che se esiste veramente, dovremmo andare a cercarne un altro chissà dove-

"Tre da cercare invece che due? Grandioso..." pensai sarcastico

-Potrebbe avere bisogno di aiuto, potrebbe essere rinchiuso da qualche parte con dei Demoni o...-

-Sei troppo affrettata, non sappiamo per certo se esista-

Concordavo con Morgan, Cathy era troppo affrettata e aveva fin troppa fantasia, arrivava a conclusioni senza neppure aver la giusta quantità di prove, e poi che c'entrava il fatto che lo sognava ogni notte ? Chi sognava? Quei due mi dovevano un bel po' di spiegazioni, stessa cosa dovevano fare a Brandon e a Irhina, che probabilmente ne sapevano quanto me, anzi, forse anche meno.

"Non mi piace essere all' oscuro di certe informazioni...davvero."

"Oscuro" pensai subito dopo, ironico "Proprio la parola giusta "

-Devo dirti una cosa che ti ho nascosto- disse lei con un sospiro

"Certo che qui di cose non ne vengono dette!"

-Dicevo che l'ho sognato più volte, a Luxor, se ne sta in una stanza e aspetta, ma prima uno strano tizio ha detto lui di dirigersi dove la terra diventa acqua-

"Dove la terra diventa acqua ? Ma non sarà che...? No. Non deve essere così, sarà solo un sogno. Uno stupidissimo, sciocchissimo sogno."

-Dove la terra diventa acqua...- fece una pausa che si dilungó abbastanza a lungo per farmi percorrere da un brivido, quasi qualcuno mi toccasse -Perché non me l'hai detto?-

"Me lo chiedo anche io di tutte 'ste cose che ci avete nascosto fino ad ora" pensai, trattenendo uno sbuffo che mi stava per uscire insieme ad una smorfia.

-Perché temevo che tu pensassi che fosse solo frutto della mia fantasia, ma io ora sono sicura che siano reali-

-E perché?-

-Perché... sai che Task aveva perso il braccialetto che gli era stato regalato? Ecco, quando lui era andato al lago per lavarsi, io mi sono addormentata all' inizio-

-Sí, ti ho dovuto svegliare io per dirti che sarei andato a prendere le erbe per la febbre-

-Ecco, in quel sogno vidi Luxor con in mano un braccialetto con sopra le lettere TBJ e con affianco una F che aveva lo stesso colore delle fiamme, io non avevo mai visto quel bracciale, neanche scorto e ... quando Guy aveva la febbre, Task e io abbiamo parlato un po' affianco al suo letto. Me lo ha descritto e... era identico. Era quello. Ne sono sicura.-

-Quanti sogni hai fatto su di lui ?-

-Tanti. Circa uno ogni notte da quando siamo partiti da casa mia-

-Mmmh. Comunque dovevi dirmelo-

-Lo so, mi dispiace, davvero, scusami, ma non la credevo una cosa importante-

-Ho capito-

-Se lo reincontreremo glielo chiederò, fino al punto che dovrá rispondermi sul serio-

Cadde il silenzio, un silenzio interrotto solo dal rumore delle ali che aveva un ritmo regolare, seguito da un leggero vento che iniziava a farsi sentire con una certa insistenza.

Aspettai esattamente duecentoventi secondi prima di aprire gli occhi, sbattendo piú volte le ciglia per adattarli alla luce, non volevo che scoprissero che avevo ascoltato l' intera conversazione.

Volevo sganciare la bomba al momento opportuno.

-Giorno- salutó Morgan con voce bassa

-Giorno- risposi io

Osservai il cielo, era bellissimo, limpido e chiaro, senza nuvole che potessero sovrastarlo e in qualche modo danneggiare quel celeste puro, onnipotente, vasto e soprattutto; vivo.

L' aria era molto fresca, le raffiche erano frequenti e trapassavano il corpo come degli spilli, forandola e graffiandola con le loro dita invisibili.

Pian piano si sveglió l' intero gruppo, Silver sembrava di buon umore e Task mi appariva rilassato, anche se ancora parecchio mezzo dormiente, gli ci volle un po' prima che gli passasse quello stato di sonnolenza.

-Stupenda mattinata- esultó l' Acqua

-Mmmh, mmm... sí- rispose Fireburns ispirando ed espirando con un respiro soddisfatto, per poi trattenere uno sbadiglio grossolano.

-Bene, io preparo mentalmente l' inizio della nostra avventura- ridacchió piano Silver

-No ! Ancora questa storia! Non ci avevi rinunciato?!- sbottai tra lo scocciato e l'esasperato

-Giusto !- mi diede ragione Task con la foga di chi sta proteggendo qualcosa, completamente risvegliato dalla sua sonnolenza-Non avevi detto che non l'avresti fatto?!-

-Neanche per sogno ! Ho detto forse e il forse significa: ci penseró, che nel mio caso é tradotto in: lo faró comunque-

-Scocciatrice- borbottó Brandon, lanciandole un occhiata di fuoco.

Davvero, se un occhiata avesse potuto incenerire una persona, Irhina, almeno secondo il mio parere, sarebbe diventata cenere.

-Dai, non volete sentire almeno l' inizio? Tenebroso ti prego-

Stavo per dirle su per il soprannome ma mi trattenni ricondando il VGN che probabilmente, se avessi protestato, sarebbe diventato il mio futuro soprannome.

-Tenebroso, dille di no!-

-Tenebroso dimmi di sì!-

Alzai gli occhi al cielo con altrettanta rassegnazione-Ma perché io?-

-Perché ti voglio bene, Tenebroso-

-Senti, 'sta scusa la vai a dire a qualcun'altro, 'mo-

-Tenebroso, dimmi di sí-

-Tenebroso, dille di no !- quasi scleró il Fuoco

-Fai la conta se non sai deciderti- disse divertita Diana, sorridendo e guardandomi, il sopracciglio inarcato

-Non dire assurdità- borbottai, sospirando

-Allora ?- chiese Watersea, guardandomi implorante

La fissai per parecchi secondi di fila, vedendola assumere nuovi sguardi da cucciolo e nuove silenziose implorazioni e alla fine mi arresi.

-Che sia breve-

-Sí ! Grazie Virgil !-

"Ora non mi chiami più Tenebroso, eh ?"pensai scuotendo il capo e maledicendomi per aver accettato.

Task brontoló e mi guardó con un 'davvero?!' stampato sulla faccia a cui risposi con un espressione che probabilmente traspariva tutta la mia scocciatura.

E a quel punto lui annuí, sconsolato quasi quanto me, mentre Silver si schiariva per bene la gola per farci sentire il suo poema

-I cinque si dirigevano verso la città di Tyresis, protetta da una folta foresta minacciosa e pericolosissima per ogni persona che ci capitasse dentro, alla ricerca di un altro degli Elementi, per salvarlo dall' imminente forza del male che cacciava ciascun Elemento e per evitare che il mondo rischiasse di cadere sotto il dominio degli Spiriti, degli Spettri e dei Demoni, bravi solo a comandare e a rendere schiave le popolazioni, andando verso l' autodistruzione-

-É osceno- sbottó il Fuoco, interrompendo di proposito il racconto dell' Acqua

-Me lo sono inventato sul momento! Non é la cosa migliore al mondo ma almeno rispecchia quello che ci sta accadendo,no?-

-Secondo me era un tantino esagerato-

-Era eroico Task, eroico-

-Evita l'eroismo, nella vita normale non ci sono i personaggi delle favole che raccontavano quando eravamo bambini, l'amore non é la cosa piú potente al mondo e spesso non ci sono lieti fine, non per tutti almeno, non nella vita reale- dissi

-Ho ragione a darti del tenebroso, almeno un po' di speranza, cavolo!-

-Mmph... io penso che il ragionamento invece non faccia una piega-

-Comunque ragazzi, vi devo chiedervi di coprirvi le spalle a vicenda, anche se c'è stato un litigio o altro, nessuno deve rimanere solo- disse Morgan

Lo guardammo tutti, abbastanza sconcertati.

In un certo senso sentivo che ci avrebbe fatto una rivelazione.

-Il motivo ?- sussurró Task, inclinando leggermente la testa

-Se uno di voi morirà... si creerà un effetto a catena che potrebbe veramente portare alla distruzione del mondo intero, a meno che non moriate di vecchiaia o di malattia...- fece una breve pausa, quasi stesse ponderando -Se foste uccisi, il vostro Elemento si ritirerebbe dalla terra, prosciugandosi, spegnendosi o svanendo-

Continuammo a fissarlo con occhi sbarrati, non sapevo chi fosse il piú sorpreso tra di noi, beh, di certo non io.

Rimanemmo a lungo in silenzio e io ponderai il fatto di provare a sganciare la bomba e far saltare tutto fuori.

Avrei dovuto...?

"Ora no, magari mentre gli altri due dormono o non ci sono, lasceró che lo dica loro al momento giusto, ci sarà un motivo per cui non ha comunicato niente, devo fidarmi di lui... l'unica cosa importante adesso é aspettare e riposare" mi dissi, prima di vedere, tra una chiacchiera e un altra, il giorno scivolare via e sostituirsi lentamente alla notte.


 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12-Giornata storta ***


Guy

La mattina dopo mi svegliai da un sonno altrettanto tormentato, paragonabile a quello della nottata del giorno prima e notai che il Pegaso ed il Dratini apparivano piú stanchi, non avanzavano piú a quella spedita e rapida velocità, ma avevano decisamente rallentato.

Ma soprattutto notai che iniziavamo a scendere verso terra, ogni cosa era diventata più visibile.

Non riuscii ad immaginare la sensazione che avrei provato a toccare nuovamente terra, sarebbe stato sia motivo di confusione che di sollievo.

Al momento ero sveglio solo io, gli altri erano ben coricati e sembravano dormire profondamente.

Era una cosa positiva, potevo finalmente prendermi i miei spazi e soprattutto pensare.

Pensare al viaggio che stavamo affrontando.

Pensare alle parole di Morgan.

Pensare, ancora una volta, a casa mia, per poi cacciarla il piú veloce possibile dalla testa.

Pensare all' Elemento nuovo, cosa che, stranamente, mi fece percorrere da un brivido gelido e che mi fece rabbrividire per qualche sconosciuto e strano motivo.

Ebbi come la sensazione che qualcosa non quadrasse e non capivo bene il perché.

Che il Buio volesse comunicarmi qualcosa? Che volesse dirmi che era o tutto vero o tutta una farsa per disorientarci e riempirci di preoccupazioni e paure ?

Stavo calcolando l'idea di cercare di indagare, chiedendo di piú al mio Elemento per aver la soluzione, ma decisi di lasciar perdere comunque.

Era una tentazione che mi sarebbe potuta costare caro.

Mi rabbuiai e cacciai le domande che, con tanta ostinazione, mi ronzavano nella testa.

-Ti vedo pensieroso- disse Diana, prendendomi alla sprovvista e facendomi quasi sobbalzare.

Mi riscossi dai miei pensieri e posai lo sguardo su di lei.

Da quando era sveglia? Da tanto? Non l' avevo neanche notata, essendomi perso tra i pensieri.

Feci un cenno d'indifferenza col capo, mentre sentivo i suoi occhi fissi su di me.

-Senti...- continuó lei a voce bassa per non rischiare di svegliare gli altri, incrociando le braccia davanti a se -Da quel che ho capito non sei uno che parla molto e che non ama discutere ma...- fece una pausa con indecisione-Non riesco a capirti, certi tuoi comportamenti opposti mi confondono, non riesco bene a comprenderti, un attimo prima sembri piú... vivo, trasmetti maggiormente le tue emozioni, un attimo dopo ti richiudi e non parli affatto, e proprio per questo non so mai come devo comportarmi con te-

-E quindi ?- sbottai con ironia, cercando di non mostrare alcun segno di nervosismo o impazienza.

Ero contento che non mi capisse, facevo meno fatica a nascondere le cose che non volevo trapelassero.

-E quindi...io...- si interruppe bruscamente

-Tu ?- stavolta mi tremó la voce, ma perché ero sulle spine?

Sospirai e dopo qualche secondo di silenzio, ripetei il tu con maggior nervosismo.

-Beh, ormai Morgan, Task e Silver li ho meglio identificati, e visto che non posso chiederti di farmi l'elenco di tutto il tuo carattere e modi di fare, vorrei mi parlassi un po' di te, qualsiasi cosa, un sogno, un obbiettivo, il ricordo piú bello o piú brutto della tua infanzia-

-Mi staresti chiedendo di aprirmi con te?-

-No. Non proprio. Ti chiedo solo delle informazioni-

Corruccai la fronte, mi stava chiedendo di dirle di me per... il motivo che mi aveva detto o... qualcos'altro?

Scossi il capo con forza.

Non aveva importanza il motivo, l' unica cosa che non volevo fare era di parlare di me con lei o con qualcun'altro se si andava nel dettaglio, ma soprattutto non con lei.

Non le bastava sapere le cose degli altri tre ?

A quanto pareva, no, e no fu la risposta che le dissi con il tono scorbutico.

-Perché?- domandó

E mentre aspettava una risposta da me, mi puntó i suoi occhi indaco nei miei.

E fu come se mi perdessi nello spazio in un nanosecondo.

Ma soprattutto, fu come se mi avessero piantato una decina di spade nel corpo e le stessero spingendo in profondità, pronti a farmi vacillare e urlare.

Il mio petto ribolliva di rabbia e di un eccessivo calore, accumulatosi tutto in un colpo.

-Perché non sono affari tuoi- risposi, stringendo i pugni.

Lo faceva apposta, tentava di abbindolarmi per farmi dire tutto quello che avevo passato, cosa che non ero affatto intenzionato a fare.

"Ma neanche per idea!"

Levai il mio sguardo dal suo, anche se ancora percepivo le sue iridi puntate su di me, tra l' offeso e il deluso.

Mi appoggiai completamente al collo del pegaso, accarezzandone il pelo e gli ultimi minuti in cui il gruppo dormiva, li passammo in un totale silenzio, che avrebbe probabilmente fatto rabbrividire chiunque.

"Ridicolo"pensai

Si svegliarono tutti e tre, man mano, schivai una manata di Task mentre si stirava.

-Stiamo per atterrare-disse Morgan

Guardai in basso e vidi l' inizio del bosco, mi slanciai per vedere meglio e percepii il tendersi dei muscoli di Hurricane.

Scendevamo rapidamente e presto e ci preparammo a fare un atterraggio.

Le ali dei pegasi e del Dratini rallentarono, poi presero a sbattere regolarmente, ad ogni battito d'ali gli animali si abbassavano.

Quando toccarono terra, tirai la gamba sinistra verso destra e scivolai dalla groppa del cavallo alato con facilità.

Vidi gli altri fare lo stesso e sbuffai al notare che Luce continuava a fissarmi.

Mi innervosiva e mi faceva venire caldo dappertutto, anche se arrivavano ventate di aria gelida.

Quando entrammo nel bosco, notai subito che gli alberi erano strani, non avevano tante foglie e quelle che c'erano erano posate per terra.

I rami erano spigolosi, secchi, di un colore tendente al grigio scuro.

Feci un passo in avanti, indeciso se continuare ad avanzare o aspettare un ordine diretto.

Morgan era immobile, lo sguardo fisso su un cespuglio.

Sentii il bisogno di avanzare farsi sempre piú vivo ma aspettai ancora che dasse l' ordine della fila.

-L'ordine della fila é : io, Silver, Task, Diana e...-

Mi venne un attacco di nervoso, ma lo faceva apposta o cosa ?

-Guy-

"Ultimo della fila e dietro alla Luce... fantastico"

Alzai gli occhi al cielo ma non feci storie.

Anche se desideravo non averla affatto davanti e non essere ultimo, soprattutto nel caso in cui fossero lenti peggio di delle tartarughe, non potevo controbattere.

Non sollevai perciò alcuna scusa e Luce mi parve tra il sorpresa e l'infastidita.

Con un ordine preciso che implicava i compiti che ci erano stati imposti, procedemmo dentro il macabro, morente e orribile bosco che ci avrebbe portato a Tyresis.

Nel mio viaggio di andata, io l' avevo evitato, saltando la città, invece ora dovevamo attraversarlo, e questo aggiungeva dei rischi.

Questo viaggio mi faceva sentire sempre piú desideroso di interromperlo e andarmene per i fatti miei... ma se l' avessi fatto sarebbero venuti a cercarmi e poco ma sicuro la situazione sarebbe decisamente peggiorata.

-Sempre al centro della pista-ordinó Morgan con voce ferma.

Ed era quello che facevamo, in silenzio procedevamo nel bosco, esattamente al centro del sentiero.

Non riuscivo a staccare gli occhi dagli alberi, che mi provocavano un forte rebrezzo.

-So che questa parte di foresta era uno dei punti degli accampamenti demoniaci, un tempo, infatti é la più pericolosa. Piú a Nord c'era un castello e una enorme torre, ma ormai del castello rimangono solo le ceneri e la torre é l' unica rimasta ancora in piedi, di cui alcune parti stanno cedendo al tempo-

-Non c'é una parte di questo bosco un tantino meno spettrale?- domandó Irhina con una nota contrariata e in un certo senso speranzosa.

-Non mi pare-rispose Morgan

-Stupendo...-

Notai che il suo tono da bambina era ancora una volta mutato.

Diana pensava di averla compresa, identificata... non sapeva quanto in realtà si sbagliasse.

E perlopiù nemmeno io riuscivo bene a capirla.

Nascondeva il suo vero carattere sotto una faccia di metallo, come se portasse una maschera, forse senza neppure accorgersene.

Quando si girò facendomi l'occhiolino e la linguaccia, pensai che, ancora una volta, non avevo capito un tubo.

Feci un sospiro, scuotendo leggermente il capo.

Avanzammo per minuti e minuti di fila, in silenzio, l' unica cosa che era udibile era il rumore del vento tra le foglie.

Ad un certo punto vidi Diana che si spostó dalla fila, dirigendosi verso il lato sinistro del sentiero, anche se Morgan aveva detto di restare sempre al centro della pista, in fila, nell' ordine che ci aveva detto.

-Ferma!- dissi, cercando di convincerla, non mi ascoltó minimamente e fui costretto a seguirla.

Task, Morgan e Silver ormai ci avevano distaccati, forse non notando che ci eravamo tolti dalla fila.

Eravamo ormai lontani da loro, se ci avessi messo più del dovuto a rimetterla in riga li avremmo persi, anzi ci saremmo persi.

Vedevo Cathy avanzare imperterrita, per dirigersi chissà dove.

Avrei voluto urlare loro di fermarsi, ma ci misi poco a cambiare idea, avrei solo rischiato di attirare ospiti indesiderati.

Lei si stava allontanando dal sentiero sempre di piú e per quante volte la chiamassi, non mi rispondeva.

Decisi di continuare a seguirla, di superarla e di spingerla a fare dietrofront con la forza, per tornare indietro e cercare gli altri, ma ogni volta che mi sembrava di riuscire quasi a superarla, velocizzava il passo e mi distaccava... cosa che piú i secondi passavano e piú mi faceva salire il nervoso.

Passarono talmente tanti minuti in tentativi falliti che alla fine mi scocciai e iniziai a gridarle contro di fermarsi.

E visto che continuava a camminare come se niente fosse, come se non fossi affatto dietro di lei a correrle dietro come un idiota, ero talmente incavolato che le urlavo di fermarsi a quasi distanza di cinque secondi.

-Maledetta, fermati che ci siamo persi !-

Non mi restava che seguirla, sperando che prima o poi si sarebbe fermata.

Non potevo lasciarla da sola, primo perché si sarebbe trovata da sola in un posto orribile come questo, secondo perché a mia volta non volevo essere solo in questo maledettissimo bosco.

Quando arrivó il pomeriggio eravamo ancora in cammino, ero provato, quasi esausto per colpa della fame, non avevo messo niente sotto i denti e probabilmente se mi fossi fermato sarebbe sparita e piú perso di così non volevo essere.

Mi ero arreso pure a tentare di urlarle di fermarsi, a sbraitare a vuoto non avrei ottenuto alcun risultato, se non il semplice rischio di perdere buona parte della voce.

Avevo i piedi doloranti e avanzavo, parecchio affaticato.

E dopo un tempo che parve una vera e propria eternità, finalmente si fermó.

-Allora? Dove volevi andare?- le chiesi indispettito -Se la tua intenzione era di farci perdere e di ignorare bellamente tutte le regole di Morgan facendole saltare, complimenti, ci sei riuscita- dissi, sputando tutta la rabbia e la collera che avevo accumulato, con un pizzico di sarcasmo

Lei si girò a guardarmi-Ma dove siamo?-

-Te lo dovrei chiedere io visto che te ne sei andata dal sentiero per i fatti tuoi, facendoti ricorrere da me che, da bravo idiota che non sono altro, per non rischiare di farti far del male e per non farti rimanere completamente da sola, ti sono venuto a dietro urlando di fermarti-

-Io... io non me lo ricordo, so solo che ero sul sentiero e che camminavo a lungo con dietro  te e davanti loro-

-Magnifico- sbottai -Vuoi quindi dire che la strada che abbiamo percorso l'abbiamo fatta perché hai subito un ipnosi e perciò non ricordi niente?-

All' inizio utilizzai quella battuta come obiezione altrettanto sarcastica, ma poi compresi che era proprio così.

Lo capivo dalla sua espressione disorientata.

L' avevano ipnotizzata e portata qui.

Ma per cosa ?

Per quale assurdo motivo? Chi lo aveva fatto aveva calcolato tutto e svolto i suoi conti.
La luce iniziava ad abbassarsi e tutto si faceva decisamente piú notturno.

Sentii lo strisciare di qualcosa alle mie spalle.

Ci girammo di scatto, ma non c'era niente.

-Dobbiamo tornare sul sentiero, in qualche modo...-

Diana annuí, un po' spaventata.

Mi afferrò per il braccio e iniziammo a tornare indietro.

Le mie gambe sembravano andare al rallentatore e con il buio il bosco mi appariva ancora piú spettrale.

Camminavamo ormai da mezz'ora quando la sentii lanciare un grido.

Mi voltai di scatto.

Diana cadde all' indietro e vidi un serpente dello stesso colore della notte che se la squagliava nei boschi.

L' aveva morsa sulla gamba e i segni iniziavano a gonfiarsi e a tracciare delle sottili linee rosse.

Mi fermai subito, avvicinandomi a lei, per poi esaminare il morso.

Se non facevo qualcosa, sarebbe morta tra, diciamo, cinque minuti.

Ma cosa potevo fare? Non ero un medico, ne un esperto di pronto soccorso.

L' unica cosa che potevo fare era succhiare via il veleno dalla ferita, e così dal suo corpo.

-Sta' ferma-

Lei mugoló, facendosi uscire un gemito e mandando giù la saliva.
Le tirai su il pantalone per evitare che potesse interferire con l' operazione.

Appoggiai le labbra alla gamba, esattamente sulla ferita e succhiai.

Sentii subito il sapore di vischioso diffondermisi in bocca, che ovviamente sputai immediatamente, ripetendo l'operazione piú volte, togliendo man mano tutto il veleno.

Dovevo solo fare attenzione a non mandare giù la saliva, dovevo sputare e aspettare che il sapore vischioso sparisse.

Quando rimase solo quello del sangue e vidi che i segni rossi sbiancavano del tutto per poi svanire, mi fermai.

"Non mandare giú la saliva" mi dissi

Quando alzai la testa, Diana mi fissava sbalordita.

-La ferita é pulita adesso, non c'è più veleno-

-Mi hai salvato la vita...- disse lei con la  voce tramutata in un sibilo

-E quindi?- feci -Ti aspettavi che ti lasciassi morire così?- mi chiesi se dopo che le avevo risposto in modo così brusco avesse cambiato immediatamente opinione su di me

-No ma... grazie-

Sentirmi ringraziare da lei mi fece percorrere da un brivido di calore, mi fece uno strano effetto

-Non dovresti ringraziarmi, chiunque l'avrebbe fatto- dissi, voltando leggermente la testa.

-Non chiunque- ribatté

-Mmmm... come vuoi. Riesci ad alzarti ?- le domandai mentre lo facevo io

Lei non rispose ma ci tentò comunque.

Non ci riuscí, e per poco non scivoló a terra.

Il morso era decisamente profondo e sicuramente, anche se non diceva nulla, le doleva incredibilmente.

Per questo motivo mi piegai appena, lasciando che mi si aggrappasse sulla schiena, circondando la mia vita con le sue gambe e il collo con le braccia.

Me la coricai per bene, ripetendomi a lungo nella testa di non mandare giú la saliva, per quanto arida già mi sembrasse.

Sputavo per terra ogni tre per due ma non spariva quel disgustoso sapore dalla mia bocca.

-Senti se c'è lo scroscio di un fiume-

-No, sento solo il vento, perché?-

-Devo sciacquarmi la bocca- dissi, a bassa voce- E tu hai bisogno di bere e bagnare la gamba per bene-

Avanzavo con lei sulla schiena, quasi a fatica, camminavo a rilento, sentendomi sempre piú stanco.

-Stai bene ? Se vuoi scendo, penso di riuscire a reggermi in piedi- disse lei, con espressione e voce preoccupata

-No Diana. Ce la faccio, davvero- ribattei, anche se per un attimo mi parve di cadere dalla stanchezza

Sentivo la gola rinsecchirsi sempre piú, arida e dolente .

Respiravo in modo ben poco regolare e le gambe mi tremavano follemente, ma la determinazione mi portava ad avanzare ancora.

Volevo far capire a quella lí che non mi avrebbe mai  impedito di raggiungere un obbiettivo o altro.

Ma allo stremo delle forze, con la vista che mi si sfuocava e con la mente ben poco lucida, rischiavo davvero grosso.

Se non trovavo subito una fonte d'acqua, c'era la possibilità che sarei svenuto da un momento all' altro.

Camminai ancora un po' quando vidi finalmente un fiume e notai che era appena spuntato il sole.

Diana scese dalla mia schiena e, fingendo di stare almeno un po' quel bene che in realtà non stavo affatto, la feci aggrappare al mio braccio.

Zoppicanti raggiungemmo l' acqua.

Lei si piegó, bagnando la caviglia, io caddi in avanti, le gambe completamente a pezzi, immergendo la bocca nel fiume, tenendola ben aperta per pulirla.

Una volta dopo averlo fatto e non aver sentito più alcun sapore cattivo, iniziai a bere.

L' acqua non mi era mai sembrata così buona e fresca.

Solo poco dopo, fui così esausto che svenni sul prato.

Passarono quelli che a me parvero secondi e mi svegliai ad un tratto, sentendo il mio corpo che veniva scrollato con forza.

Vidi Diana, appena sopra di me che insisteva che mi alzassi.

Lo feci, tra lo stordito e l' affaticato, rendendomi improvvisamente conto di sentirmi ben in forze.

Per quanto avevo dormito ?

-Guarda- disse, indicando con un dito un punto in alto.

Per non sapevo quale motivo, avevo la testa che continuava a dolermi, quasi pulsasse e feci fatica a mettere a fuoco l' immagine.

La vidi, era un alta torre.

La torre di cui aveva parlato Morgan.

Arrivammo ad essa abbastanza rapidamente, io che la aiutavo a non scivolare e lei che in qualche modo riusciva a spronarmi ad avanzare.

Era molto, molto alta, con decorazioni oro sopra e sotto.

Era di un grigio molto simile a quello degli alberi.

-Saliamo- disse lei indicando l' entrata che mostrava subito delle scale a chiocciola e, parecchio piú sopra una gigantesca finestra a cerchio, altezza uomo -Potremo vedere quanto dista l' entrata di Tyresis, e se non é visibile dove siamo esattamente.-

Acconsentii e lei mi tiró per il braccio, per poi trovarci dentro all' entrata della torre.

Se si guardava in alto si vedeva la lunga serie di scale che si susseguivano fino a raggiungere uno spiazzo molto in alto.

Iniziammo immediatamente a salire.

-Vai avanti tu- disse lei, ad un tratto, arrivati a metà scala.

Mi lasció il braccio e mi incitó ad andare.

Ricominciai a camminare, stavolta da solo, su per le scale e raggiunta la parte piú alta, mi fermai.

Era una stanza larga, con un tavolino, un letto, un comodino e due finestre parallele.

Mi affacciai e prontamente aspettai che Diana salisse le scale e mi raggiungesse.

La vidi spuntare dalla porta.

Aveva un espressione strana, diversa.

-Cos'hai ? Perché mi hai fatto andare avanti?-

Fece dei passi, lenti, avvicinandosi e ad un tratto si buttó su di me, scaraventandomi sul letto.

-Che stai facendo?!-

Mi distrusse i bottoni della camicia, strappandola a brandelli con i denti.

Opposi resistenza, ma teneva le gambe congiunte, stringendo le mie.

Con uno dei pezzi di camicia che aveva strappato, mi legó i polsi, ci riuscí perché per quanto potessi tentare di opponere resistenza ero parecchio stordito.

-Cosa diavolo combini?!- dissi con un ringhio che uscí gutturalmente

Diana mi fissò e mi sorrise, non un sorriso normale ma un ghigno serpentino.

Vidi i suoi occhi cambiare, diventando gialli.

Tentai di gridare, facendo però soltanto un urlo soffocato.

Di certo quella non era Diana.

Era qualcuno che somigliava a lei ma ne aveva solo l' aspetto e che mi stava toccando il petto quasi fosse alla ricerca di qualcosa e ad un tratto sembró averlo trovato.

Premette con forza sul mio petto e sentii un leggero bruciore.

Fissai negli occhi l'essere, mentre i suoi canini si allungavano, seguiti dagli altri denti, non lunghi però quanto i primi e ella mi morse.

Non potei non urlare mentre le punte mi attraversavano la carne, forandola.

L' essere fece uno strano movimento con la testa, tirandola all' indietro come se venisse strozzato, facendomi uscire dal corpo una sorta di spirito bianco.

Gridai ancora piú forte quando mi si distaccó dal corpo e venne appoggiato in malo modo sul comó.

Non percepivo piú il letto ma sentivo il comodino sotto di me, quasi ci fossi sopra io stesso.

Dentro allo spirito vidi, proprio dove m'aveva morso, un pallino viola, e tutto attorno un fumo nero.

Il mostro dalle sembianze di Diana affondó la mano dentro allo spirito bianco e premette sulla sfera violacea, che si dissolse, trasformandosi subito dopo in liquido.

Gridai talmente forte che sentii l' aria sparirmi dai polmoni.

Improvvisamente un ragazzo biondo attraversó la porta come un fulmine, afferrando di schiena l' essere e lanciandolo contro il muro, facendone crollare una parte.

L' essere mutó e lo vidi trasformarsi in una persona dai capelli neri, lunghi, che poi mutó di nuovo e si trasformó nel serpente color notte che aveva morso Diana.

Non avevo tempo per ragionare e non ci riuscivo neanche se per quello.

Sentivo solo quel dolore orrendamente grande e il bisogno di gridare.

Il serpente divenne cenere.

Il ragazzo biondo si diresse verso lo spirito, vi entró dentro con una mano e con mia enorme sorpresa, da essa scaturí del ghiaccio che congeló completamente il liquido viola.

Mi toccai il petto e lo sentii freddo.

Piano piano il ragazzo inizió a levare i cubetti di ghiaccio, fatto ció, prese lo spirito e me lo reinfiló nel corpo.

Non seppi perché, ma lo stordimento era svanito, stavo molto meglio.

-Chi sei?- chiesi, a bassa voce, poco prima di venire percorso da un brivido e da un flashback improvviso.

-Beh. Credo tu lo sappia- disse lui di tutta risposta.

E in effetti aveva ragione.

Adesso sapevo chi avevo davanti.

Lui era il nuovo Elemento...

L' Elemento del Ghiaccio.

-Il mio nome é Luxor-

-Cos'era ... quello ?- chesi, indicando dove prima c'era la creatura di cui erano rimaste le ceneri

- Una serpe mutaforme, un assorbitrice di magia e poteri-

-Nel senso che mi avrebbe rubato il mio Elemento?-

-Se ne sarebbe nutrita, sí- rispose -Le serpi mutanti sono ghiotte di oscurità, ti ha diviso dai tuoi compagni per averti... -

Mi alzai dal letto ed il ragazzo mi fece uno strano sorriso.

-Mi dispiace.- disse

-Per cosa?-

-Per questo-

Mi lanciò una piastra di ghiaccio sul collo, che me l' attraversó completamente.

Sentii un urlo strozzarmisi in gola.

-Non voglio che la tua boccaccia dica anche qualsiasi dettaglio ai tuoi... amici. Perció é meglio se rimani senza voce per un po'-

-Cosa sarebbe a dire !?-dissi, senza riuscire però ad emettere alcuna parola e alcun suono

-Ti ho tolto la voce, te la rimetteró quando mi andrà- rise

Avrei voluto ucciderlo, davvero, ma prima che tentassi anche solo di toccarlo, lui saltó fuori dalla finestra e svaní nel nulla.

Ricordandomi che Diana non poteva di certo essere sparita nel nulla, non come quel bastardo almeno, scesi le scale.

Assurdo, prima quel tipo mi aveva salvato e poi, neanche un minuto dopo, mi aveva tolto la voce.

Scendendo  le scale , la trovai al primo piano, seduta, che stava lentamente riprendendosi.

Quando lei mi vide, sgranó gli occhi -Ehi... ma cosa diavolo ti é capitato ?!-

Pensai alla serpe mutante che con le sue sembianze mi attaccava, spaccando la camicia nera e rabbrividii, coprendomi il petto con quello che ne restava, stoffa rovinata, sfilacciata e irregolare.

Alzai le spalle, non potevo fare altro.

-Cosa pensi di fare ? Hai visto Tyresis?-

Annuii e indicai la strada 
-Sei silenzioso-

Sospirai e presi a camminare.

Se avesse tentato di farmi parlare, beh, non ci sarebbe proprio riuscita, nemmeno a farmi dire :'A'

Letteralmente.

Ci incamminammo e quando vedemmo l' entrata per Tyresis, non potemmo che essere sollevati.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13- Acqua ***


Silver

Dopo la scomparsa di Guy e Diana

-Fermiamoci ! Non ci sono piú !- dissi, cercando di fermarmi di scatto senza alcun risultato e quindi digrignando i denti.

-Ci stó tentando, ma le mie gambe vanno da sole- urló Task

-Stessa cosa...- disse Morgan, facendo una smorfia di rabbia

-E quindi si perderanno nel bosco!-

-Sí, ma, sinceramente, a me viene piú da chiedermi come mai si siano distaccati dalla fila... e soprattutto, perché continuiamo a camminare contro il nostro volere?!-

-Non lo so. Ma penso che ci stiano dividendo da loro per un qualche scopo losco, che stupido, avrei dovuto metterli al centro-

-Perché vogliono loro due?- chiesi, allarmata

-Non penso che vogliano tutti e due- rispose lui

-Cosa?-

-Penso che, o uno é stato un caso, o hanno architettato un piano basandosi sul fatto che probabilmente avrebbe seguito l'altro- fece una pausa -Diana era davanti a Guy e non si girava, quindi penso che sia stata spinta ad uscire dal percorso e di conseguenza lui l'abbia seguita per fermarla-

Annuii, le cose filavano e mi venne un improvviso nodo allo stomaco, ancora una volta lui era in pericolo e io non potevo farci nulla, ci finiva in mezzo sempre Diana, sempre e solo lei.

Dovevo sdebitarmi e non ci riuscivo, volevo proteggerlo e invece lo faceva lei.

-Se i muscoli vanno da soli, significa che c'è un meccanismo che li fa attivare, o sono stati programmati per muoversi-

-Programmati?-

-Una persona fa una cosa inconsciamente se é obbligata a farlo, ovvero é ipnotizzato completamente o parzialmente e l'unica creatura che riesce a ipnotizzare, e dipende dalla forma, é la serpe mutante -

-La serpe... mutante?-

-É le specie piú spaventosamente malvagia dei rettili, solitamente si trovano in zone aride, come il Deserto Menhir, e cambiano forma, chiamate appunto mutaforme o mutanti, sono l'insieme tra gli Spettri e i Serpenti del Sud, con la facoltà mischiata degli Spettri e dei serpenti; possono disporre di quattro incanti prima di morire, una volta esauriti decederanno, a meno che non abbiano assorbito un potere abbastanza forte per non morire, perciò vengono reputati meno pericolosi, anche se comunque lo sono.
Hanno perlopiù ereditato un veleno che se si diffonde nel sangue puó tranquillamente uccidere una persona e che se finisce in bocca reca una sensazione di svenimento, stordimento, giramenti di testa, allucinazioni e nausea.
Normalmente hanno la forma di una normale serpe qualunque ma quando stanno per perire assumono la forma dell' umano che hanno ucciso per ultimo, si riproducono all' albero Fugaku, una delle principali piante desertiche. Si nutrono di magia oscura-

-Quindi é per Guy che ci hanno divisi?- una scintilla di timore mi attraversó la voce

-Sì, é per lui. E il brutto é che, se il veleno viene portato nel punto da cui il potere scaturisce, la serpe puó assorbirlo, facendo una proiezione del corpo-

-Cosa possiamo fare?-

-Oh, noi niente- disse con tono innervosito-Non c'é niente che possiamo fare se non sperare che siano abbastanza in gamba per essere in grado di salvarsi-

Task fece un espressione piena di disappunto e disagio, che si mischiava ad una rabbia incontrollata, la stessa che in questo momento attraversava me.

-Non dovrebbero riuscire a proteggersi ? Dopotutto é magia e abbiamo lo scudo di protezione- tentó Josh con tono speranzoso e un po' tremante

-Lo scudo non puó fare tutto... e poi se si viene ipnotizzati è impossibile sfuggirgli, con i mutamenti non c'è niente da fare e il veleno é la parte animale, il patto stretto tra Spettro e serpente, i due esseri piú infidi, lo scudo non si avvia- disse lui

-Una speranza almeno ce l' abbiamo?!?- chiesi disperatamente

L' eroe sembró pensarci su, poi fece un leggero cenno con la testa, voltandosi, ma continuando a camminare, come se non stesse andando al contrario ma stesse guardando davanti a se.

-E quanto possiamo fidarci di quella speranza?- chiese Brandon

Non fece ne commenti ne risposte vere e proprie e compresi subito che erano molto, molto scarse.

Ma almeno c'erano, e questo mi faceva sentire già un po' meglio di prima.

Superammo parecchi alberi dall' aspetto spoglio con ritmo abbastanza cadenzato, rimanendo nel silenzio piú assoluto, come se qualcuno ci avesse tolto la lingua, non avevamo assolutamente niente da dirci, perché tutti e tre ci sentivamo uno schifo per non aver pensato prima ad un qualsiasi rimedio e avevamo pensato che nonostante i pericolosi animali o altro, tutto sarebbe andato almeno un po' bene.

Cosa che era impossibile, improbabile, negato per il nostro tipo di caso, in cui tutto sembrava troppo assurdo e controverso per poter essere davvero la realtà.

Eravamo stati degli stupidi, soprattutto io che non avevo accettato il suo sarcasmo per poterlo proteggere.

Perché dovevo proteggerlo, sia per il debito che avevo con lui, sia perché sapevo come finiva in tutte le storie, il Buio era il male e perciò doveva essere estirpato, non doveva esistere, doveva essere cancellato dai buoni, da noi.

No.

Non potevo accettarlo.

Non ci riuscivo proprio.

Lui... anche se era oscuro e tenebroso, aveva quello che i cattivi non avrebbero avuto mai.

Un animo giusto.

Sarebbe stato stupido se il Buio fosse eliminato se lui stesso era buono.

Io non volevo che sparisse ne tantomeno che fosse qualcuno di noi ad eliminarlo.

Un uccello dai colori accesi si posó su uno dei tanti rami spogli d'albero, uno che era parecchio alto.

L' animale non emise un fiato.

Arrivati davanti a quell'albero, la forza che aveva spinto le mie gambe ad avanzare svaní e mi sentii cadere, rischiai di finire a terra, contro un grosso sasso dalle enormi proporzioni ma, con una fatica enorme che probabilmente gli costó le sue ultime energie, Task si girò e mi sorresse appena in tempo.

Ci stavamo per mettere seduti per riposare, quando un vento molto più forte e intenso di quello di prima inizió a soffiare davanti a noi ad una tale intensità che sentivamo quasi il corpo venirci strappato.

Il vento era soprattutto concentrato sulla corteccia dell' albero su cui poco prima si era posato l'animale dai vari colori.

L' albero inizió a tremare, le radici che sembravano essere spinte apposta a cedere contro le fortissime urla del vento, la cui intensità aumentava a gradi, facendo tremare questa parte di bosco.

Gli animali impazzirono, iniziarono a tirare talmente tanto che Morgan fu costretto a mollarli e dopodició scapparono, terrorizzati .

Ci riprendemmo, iniziando a correre, seguendoli, pochi attimi prima che l' albero crollasse con un fragoroso rumore che si spense tra il vento urlante.

Continuammo a correre, senza girarci indietro, anche se si susseguivano continui rumori di alberi che cedevano alla devastazione che il vento stava portando.

Mi chiesi se fosse per caso l' Elemento ad impedirci di avanzare con tranquillità ma decisi di non pensarci quando notai una sorta di enorme nube all' orizzonte che si avvicinava lentamente per via del vento.

Continuavamo a correre senza tregua, per poco perlopiù non venni colpita da un altro arbusto, che cadde a pochi centimetri da me.

Lo scavalcai, le gambe che mi tremavano,  avvicinandomi maggiormente a Brandon e a Morgan.

Sentivo il mio cuore rimbombarmi nel petto, quasi fosse un tamburo.

Riuscivo a sentirne il battere sin dentro alle orecchie.

Il sangue mi ribolliva ferocemente nelle tempie, aggiungendo altra pressione a quella corsa sfrenata che mi sembrava senza fine.

Mi sentivo stanchissima, ma sapevo di non potermi fermare, a meno che non volessi essere schiacciata da un qualche albero.

E sinceramente non mi ispirava particolarmente come idea.

Corremmo a lungo, sentendoci sempre più stanchi fino a che un ultimo albero, molto piú largo dei primi, ci cadde dietro, bloccando la strada dietro di noi e il vento sembró calmarsi.

Gylnis, Jade e Hurricane erano tutti lí, gli sguardi degli animali sembravano impauriti.

Ci mettemmo seduti, esausti, incerti su quanto potessimo aver avanzato correndo, ma sicuri che non avremmo potuto tentare di tornare indietro.

Riprendemmo fiato e stancamente aspettamo la copertura della notte, in parte già calata.

Mi addormentai in modo immediato, senza volerlo, cedendo alla stanchezza.

Come sempre, i miei sogni passarono talmente in fretta che non sembrarono passati nemmeno due secondi quando mi svegliai per colpa di un raggio solare puntato nei miei occhi.

Non mi ricordavo già cosa potessi aver sognato ma succedeva sempre, quindi non c'era da preoccuparsi.

Mi sarei preoccupata maggiormente nel caso contrario.

Task, invece, dormiva ancora.

Mi trovai ad osservare il rosso di quei capelli come se tra tutti i ciuffi ci fossero veramente delle fiamme.

Aveva un espressione serena, rilassata, completamente stesa.

Mi venne voglia di giocare con i suoi capelli.

"Solo per divertirmi, ovviamente " aggiunsi, con il pensiero, rendendomi conto di cosa avevo desiderato nemmeno cinque, sei secondi prima.

Mi accorsi ad un tratto che era l' unico a dormire, infatti Morgan sussurró a bassa voce un :-Lo svegli tu o lo faccio io ?-

Mi venne da sorridere, avendo un idea improvvisa - Faccio io- dissi

Morgan doveva aver capito che stavo per farne una delle mie e sorrise, divertito -Niente di troppo strano eh? Non avrá un buon umore dopo-

Gli sorrisi, ancora più convinta dal modo in cui l' avrei svegliato.

-Tanto non lo é mai- sussurrai.

Strisciai verso di lui e iniziai a tentare di scaturire un po' d'acqua con le mani.

Inizialmente non feci nulla, poi riuscii a fare una sfera d'acqua.

La feci volare in aria per un po', osservandola e studiandola con attenzione, poi puntai verso la faccia del rosso e preparandomi a buttarla giú.

Aspettai qualche secondo e poi la mollai.

Quando l' acqua centró in pieno volto Josh, quasi saltó in aria, con un urlo di disappunto, disapprovazione e molto, molto spavento.

Ci vollero due secondi scarsi per fargli realizzare la situazione.

-Bastarda!- righió arrabbiato, guardandomi in cagnesco -Come hai potuto!-

Sogghignai -Dormivi troppo-

-Accidenti a te- sbottó, scuotendo la testa per rimuovere una parte dell' acqua -Capisci la parola : delicatezza?!-

Lasciai perdere i suoi brontolii sommessi.

Riprendemmo il cammino praticamente subito, con passo spedito grazie al riposo.

Ciascuno di noi teneva uno dei tre animali, io Gylnis, Task con Hurricane e Morgan con Jade.

-Tyresis quanto é lontana?- chiese Fireburns, dopo aver smesso di brontolare

-Poco,neanche  mezza giornata, forse sette ore di cammino-

- E sarebbe poco ??- chiese lui sbadigliando

-Sempre meno di dodici ore- ribattei allegramente

-Tu non ti stanchi mai ? Io da piccolo ero così, ora invece mi scoccia, soprattutto perché non posso piú fare dispetti a...- si interruppe bruscamente, poi con un finto e forzato sorriso si costrinse a riprendere -Ehm... sbrighiamoci-

Morgan non sembró sorpreso da quella reazione, io invece sí, un po'.

Come mai si era interrotto?

Decisi di non fare domande e di continuare ad avanzare come se niente fosse.

Con la mano non occupata dalle briglie di Gylnis, presi la mia catenina a stella e ci giocherellai con le dita.

-É ora che ci cambiamo- disse Task ad un tratto, prendendomi alla sprovvista.

-Sí- risposi io

Ci dirigemmo verso il Dratini e tirammo fuori dalle nostre sacche il giusto necessario da indossare come cambio.

Non prendemmo gli intimi, non potevamo uscire dal sentiero ed era meglio non mostrarsi ai quattro venti.

La cosa brutta era che ero l' unica donna tra due uomini e temevo che facessero gli idioti.

Mi sfilai la maglia e la gettai a terra, rimanendo in reggiseno per il poco che mi servì ad indossare la seconda, di un azzurro cielo.
Mi tolsi anche i pantaloni e al suo posto misi una gonna blu scuro a pois bianchi, poi misi delle calze e degli stivali al posto di quelle scarpe da ginnastica rovinate.

Adoravo mettere gli stivali, erano piú comodi delle normali scarpe, sia da indossare che da togliere.

-Fatto- dissi io, voltandomi.

I due si girarono.

-Ti sta bene- fece l'eroe con un sorriso

Il Fuoco invece tacque per un attimo per poi dire semplicemente-Non sei adatta a viaggiare così-

L' eroe scoppió in una risata fragorosa e io mi sentii indecisa se sentirmi offesa o fare finta di non aver proprio sentito.

Optai per la seconda, litigare ancora con lui era irragionevole in questo momento.

Toccó a lui cambiarsi e io mi girai prontamente.

Quando disse che potevamo tornare a girarci, notai subito la bellissima camicia color fuoco, che si intonava bene con il colore dei capelli, con i due bottoni davanti, sul colletto, mezzi slacciati, che era in perfetta armonia con la sua corporatura slanciata e magra.

Indossava dei jeans neri e delle normali scarpe con i lacci, leggermente basse, che lasciavano intravedere parte della caviglia.

Più cercavo qualcosa da dire e piú mi ritrovavo senza parole.

Cercavo inutilmente di formulare frasi e quando ripartimmo non potei non avere la testa ancora più incasinata di prima.

Non ero abituata a fare troppo caso a come si vestiva qualcuno e come gli stava.

Rimanere a guardare come gli donasse quella camicia era stata una situazione decisamente molto strana.

Mi ci volle tanto prima che riscuotessi e tornassi in me.

"Ma cosa cavolo sto pensando?"

A camminare, cercando di non pensare a quello che per un attimo mi era preso, mi sembrava di star avanzando su un bordo ripido e in salita.

Non ero nemmeno abituata a far troppo caso alle sue espressioni, mentre adesso vedevo un lui corrucciato, con gli zigomi tesi e la fronte piena di pendii aggrottati, un sopracciglio rosso era alzato verso l' alto, l' altro piegato, i suoi occhi smeraldini scrutavano il bosco senza foglie e avevano un che di perso e confuso, le sue labbra erano perfette e avevano un colore che tendeva ad un rosa- rosso molto tenue, dipinto sulla sua bocca che aveva una carnositá delicata che non sapevo descrivere.

La mano libera era affondata tra i capelli rossi e l' altra teneva Hurricane per le briglie.

Seguii la sua corporatura lineare, partendo dalla parte del collo visibile dalla camicia sbottonata.

Non avevo neanche mai fatto caso al fatto che la sua pelle fosse parecchio più pallida della mia.

Era di una tonalità molto chiara, tra l' avorio e la pesca, che sembrava bianca rispetto alla mia, di un beige dorato quasi ambrato.

Aveva degli addominali ben scolpiti e delle gambe lunghe, che venivano ben risaltate dai jeans.

Le sue dita erano sottili e delicate, ben curate nelle unghie.

Mi diedi della stupida e spostai a fatica lo sguardo anche solo di un centimetro.

Quando ripresi il controllo di me stessa, mi dissi più volte che non sarebbe capitato mai, mai piú.

Le sei ore di viaggio mi parvero quasi infinite, ogni albero sembrava uguale all' altro e il paesaggio mi pareva continuare a ripetersi all' infinito.

Quando finalmente ci furono gli ultimi alberi, da cui spuntavano fasci di luce accecante, tirai un sospiro di sollievo.

Eravamo finalmente fuori.

Subito dopo il bosco si distendeva una pianura verde, da cui, poco in lontananza, si vedeva un grande cartellone appeso su due lunghe canne di bambú su cui vi era scritto : 'Benvenuti a Tyresis'

Morgan tiró fuori dalla borsa uno strano oggetto che aveva del bizzarro, pareva una bussola con un antenna a forma di molla.

-Sento il suo odore ma é lieve, le coordinate dicono che l' Elemento dell' Aria é verso l' altro lato della foresta-

-Quindi attraverseremo tutta la città?- chiese il Fuoco

-Sí. Ed é piuttosto grande rispetto alle altre che fin'ora avete visto-

-Sarà come una visita turistica?- dissi sorridente

-Praticamente sí-

-Woah ! Non vedo l'ora! Avevo sempre desiderato visitare una città!-

-Adesso aspettiamo però, sperando che quei due escano dal bosco, se non lo faranno entro domani, beh, credo che non ci saranno più speranze, però io penso che invece non aspettetemo vanamente-

Mi sedetti sull' erba, affianco agli altri, pensando al fatto che se qualcuno di noi sarebbe morto si sarebbe risucchiato l' Elemento e avrebbe smesso di essere sulla terra.

Questa storia era così confusa ! Mi metteva solo più casino e rabbia nella testa.

-Lo penso anche io.- dissi abbastanza convinta.

Vidi Morgan annuire, abbozzando un sorriso confortevole.

Io credevo in Guy.

Poteva farcela, poteva tornare da noi!

Non ci sarebbe stato alcun morto, no.

Task prese in mano una bottiglia d'acqua e bevve avidamente, per poi passarla a me.

L' accettai volentieri e lo vidi mentre si ficcava le mani nelle tasche, girando il capo.

Presi qualche sorso, umidificandomi la bocca con piacere, vuotandola per poi concentrarmi e riempirla di nuovo con il mio potere.

La passai a Morgan che, dovo aver rapidamente bevuto, la mise via.

Passammo parecchio tempo a parlare del piú e del meno, speranzosi che questa strana atmosfera di attesa e nervosismo svanisse una volta per tutte e che il tempo si sbrigasse ad avanzare ad un ritmo un po' piú rapido e regolare di questo.

Aspettammo, lí, seduti, fino a che finalmente la nostra attesa venne tranciata di netto con due parole, quasi esultate.

-Li sento!- disse Morgan, alzandosi all' improvviso in piedi

-Chi?-

-Diana e Guy!-

Saltai praticamente in aria.

Vidi anche Task alzarsi e tutti e tre rimanemmo a guardare la parte dentro del bosco, anche se non era minimamente visibile, cosa che ci fece aguzzare ancora di piú la vista per provare anche solo a vedere un ramo d'albero.

Sentii dei passi, che si susseguivano abbastanza lentamente e aspettammo in silenzio.

Avevo il cuore che mi rimbalzava nel petto dalla gioia che mi pervadeva, attraversandomi come scariche elettriche.

Quando vidi il profilo di due persone scivolare fuori dall' oscurità, non potei non sorridere.

Guy.

Guy era ancora vivo !

Il mio intero corpo vibrava di felicità, lo sentivo nel sangue.

E quando notai che aveva la camicia letteralmente a brandelli, mentre tentava invanamente di coprirsi e che aveva perfino  lo stesso colore di un fantasma; mi presi quasi un colpo.

Ancor prima che facessero un secondo passo, io iniziai a correre immediatamente per andare ad abbracciarlo.

Gli avvolsi le braccia al collo, saltandogli addosso, per poi stringerlo forte.

Non udii alcuna protesta da parte sua, nonostante tentasse di staccarmi dal suo collo.

Sciolsi l'abbraccio, per guardarlo meglio.

Aveva un espressione che diceva : -Mollami che cosí mi soffochi!-

-Cosa cavolo ti é successo?-

Lui mi guardó negli occhi, alzando le spalle, non rispondendo alla mia domanda

-Glielo ho chiesto anche io ma non mi ha detto nulla-

Lui fece un leggero sospiro, talmente piano che quasi non lo sentii

-Non parli perché non vuoi dirci nulla?- chiesi

Lui scosse il capo

-Mmmh... non parli perché non ne hai voglia-

Lui mi guardó male, poi scosse nuovamente la testa

-Non parli perché hai mal di gola-

Lui negó ancora una volta, poi indicò Task e fece uno spazio piccolo con le dita*

-Non parli per colpa di Task che é troppo piccolo-

-Ma che baggianate spari- esclamó il Fuoco, parecchio innervosito

Guy si sbatté la mano con forza sulla faccia e, disperato, scosse ancora una volta il capo, facendomi il segno di tornare indietro.

-Non parli perché hai mal di gola... mmmh...-

Ci ragionai su per parecchi secondi, rendendomi conto che la risposta era facilissima.

Non era che non volesse parlare, non ci riusciva.

-Non parli perché hai perso la voce!-

Lui alzó lo sguardo al cielo e finalmente annuí.

Rimasi in silenzio per poco.

-Ma che c'entra Task?-

Lo vidi implorarmi con lo sguardo, facendomi un espressione del tipo :' Lasciamo perdere, okay ?'

*: Task é il Fuoco, e stringendo le dita intendeva 'piccolo' ma in un modo diverso.
Guy utilizzava  l'Elemento del compagno per far capire a Silver che era vicina alla soluzione, ovvero con il termine 'fuochino'

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Capitolo 15
*** Capitolo 14- Will ***


Silver

Luce e Buio si gettarono a terra come se le loro gambe non li reggessero piú, Virgil fece un espressione corrucciata e sbuffó in silenzio.

Sembrava parecchio frustrato, stufo e offeso, per un motivo che mi era impossibile comprendere se non avesse riottenuto la voce al piú presto.

Morgan gli porse dei vestiti di ricambio e Nightshadow li accettó con piacere, per cambiarsi alla svelta, stessa cosa per Diana che era madida di sudore e sporca di terriccio.

Quando si finirono di rivestire non potei non notare la diversità e l'impatto che avevano loro due nei vestiti.

Lui indossava una camicia nera polvere di carbone e dei pantaloni neri di pelle, lei una maglia bianca con degli spallini e dei pantaloni altrettanto bianchi.

Era un effetto... strano.

Erano il completo opposto.

Non che non lo fossero già, insomma, Luce e Buio... piú diversi di così... ma ora lo sembravano ancora di piú !

-Cercate di non dare troppo nell'occhio, se vi comporterete in modo sospetto vi noteranno immediatamente, comportatevi come se foste veramente del posto, non salite sugli animali a meno che non sia proprio urgente, oppure saremo sulla bocca di tutti, le due volte che ci sono stato mi hanno insegnato molto su questo posto-

Annuimmo tutti.

-Silver, resta vicino a Guy, Diana e Task state affianco a me, tenete gli  animali-

Fui così sorpresa del fatto che mi ci avesse messa vicina che per un attimo spalancai gli occhi e la bocca dalla sorpresa, chiedendomi piú volte a me stessa se avessi capito bene, per poi riprendermi quasi subito e affiancarmi a Virgil con il migliore dei sorrisi che avessi mai fatto a Morgan

-Certamente- dissi, raggiante, tanto che vidi Guy guardarmi con un espressione che sembrava dire :- Sei strana così, stai bene?-

Ignorai completamente la domanda-sguardo -Allora, allora, allora...- cominciai quando iniziammo ad inoltrarci nella città di Tyresis, volevo fargli molte domande, ma lui non aveva la voce, non avrebbe potuto rispondere, a meno che non trovassi un modo.

Mi venne all' improvviso un lampo di genio.

-Devo chiederti delle cose, se é sí annuisci, se é no neghi, se ci sono quasi batti le mani, se non lo sai schiocchi le dita, tutto chiaro ?-

Lui annuí, con espressione un po' incerta.

-Hai perso la voce perché hai gridato?-

No

-Però hai gridato?-

Fece un espressione del tipo :-E questo cosa diavolo c'entra?-

-Rispondi-

Annuí di nuovo, sbuffando

-Gridavi perché qualcuno ti faceva male?-

-In che modo? Cioè, quindi te l'hanno tolta, la voce?-

Annuí ancora una volta, guardando con sguardo quasi perso alcune nuvole che vagavano nel cielo sopra le nostre teste.

-Sai chi é stato?-

Lui per diversi secondi, rimase fermo con le mani e con la testa, per poi scuoterla e schioccare le dita subito dopo.

-Capisco... Diana non c'era quando é successo?-

No

- Sai dove fosse finita?-

Lui parve un po' tentennante, cosa che presi come un piú o meno

-Ok, per ora credo di aver finito le domande- dissi

Lui fece un cenno con la testa, per poi tirarsi indietro un ciuffo di capelli, sospirando amaramente, con l' aria ben poco divertita.

La città di Tyresis era silenziosa e tranquilla, la gente passava per strada sorridendo e avanzando decisa, comportandosi come persone comuni di altre città.

Non capivo bene perché Morgan dicesse che se ci fossimo comportati in un certo modo, saremmo stati sulla bocca di tutti.

C'era felicità ed un gran calore nell' aria, che pareva renderla simile a quella dei turbini dei venticelli primaverili che soffiavano a Brooks, appunto, in primavera.

Una serie di correnti ventose che ti spostavano i capelli con dolcezza, quasi giocando con essi.

Le case avevano un aspetto gotico e riservato, ma dai colori freschi, le strade mattonate e pulite, percorse da una centinaia di persone ogni giorno che la percorrevano su tutti i suoi lati.

Non c'erano bancarelle da nessuna parte, ma verso sinistra erano presenti delle bellissime fontane dai colori sgargianti e dalle forme circolari, sempre con dei dettagli ben rifiniti che richiamavano l' arte gotica, ma con un'aggiunta di moderno che non guastava.

L' acqua veniva spruzzata, in ognuna di esse, da un rubinetto a forma di bocca di delfino, riconoscibile dalla precisione con cui era stata svolta.

I bambini giocavano allegramente, correndo sul marciapiede, andando a zig zag tra i passanti, ridendo e rincorrendosi.

I sentieri erano stretti, le stradine-scorciatoia, anch'esse, brulicavano di persone rumorose e su di giri.

A vederle sembravano in festa.

Osservai parecchi vicoli ciechi, notando un altra faccia della popolazione.

Se prima c'erano state, tra le strade piú grandi, persone allegre e vivaci, in quelle non potevi non notare un enorme distacco.

Dei ragazzini, probabilmente sui dieci, undici anni, sporchi di polvere da capo a piedi, rovistavano nel pattume, le mani e le guance graffiate e probabilmente ferite in un modo anche più grave, gli occhi morti di chi non ha più nulla della vita di cui gioire per davvero.

Venni percorsa da un brivido gelato che mi chiuse praticamente lo stomaco, bloccandomi il respiro.

Mi costrinsi a distogliervi lo sguardo a forza, posandolo sull' infinito cielo celeste pallido, ma per quanto tentassi di provarci a concentrarmi su quelle stupende nuvole bianche in lontananza, che ricoprivano buona parte del confine tra il paesaggio visibile e quello non, l'idea di quei ragazzi che si riducevano a cercare cibo nella spazzatura mi faceva troppa rabbia.

Rallentai appena, trascinandomi il Buio a dietro, raggiungendo Morgan, per poi comunicargli quello che avevo visto.

-Lo so, Silver, lo so- disse Morgan, in un sussurro - Solo che, a parte dargli un po' di cibo per oggi e per domani, piú di tanto non possiamo fare, bisognerebbe riuscire a dar loro speranza, ma per quanto noi possiamo provare, a meno che non riusciamo a distruggere coloro che tentano di distuggere la terra, non riusciremo mai a garantire un futuro vero per chiunque-

Lo fissai,  quasi in pena, ma poi annuii e basta.

Dopotutto aveva ragione, bisognava salvarli, ma non nel modo in cui intendevo io,  per salvarli bisognava mettere fine all' esistenza di quei mostri.

Mi lasciai trascinare dalla brezza dell' aria, che piú avanzavamo e piú, stranamente, diventava sempre piú fredda, tanto che mi venne da battere i denti per colpa di quell' improvviso cambiamento di clima.

Dovetti chiedere a Diana se per caso potesse passarmi la giacca, essendo la piú vicina alla mia borsa, appoggiata sul Dratini, la cui roba dentro di essa l'avevo fregata a quel tipo della taverna.

Me lo strinsi addosso, pentendomi di aver preso abiti così leggeri.

In realtà avevo fregato molta roba a quello della taverna, non avevo portato molti vestiti con me, 'partendo' insieme a Guy, non ero nemmeno passata dal collegio per prendere il resto delle mie cose .

Beh, di certo non pensavo di doverli buttare di volta in volta...

Fino a poco prima l'aria era davvero gradevole, adesso, purtroppo, non poi così tanto.

Mi coprivo con decisione, tenendo con forza il polso di Guy con la mano che non si stringeva all' indumento che avevo addosso.

Camminammo a lungo ed era ormai giunto il tramonto.

Il rosso, il giallo e l' arancione ambrato si mischiavano nel cielo, quasi fosse un opera d'arte.

Per strada passó un carro, trainato da due cavalli neri, con le briglie argentate e lo scalpitio degli zoccoli che si mischiava alle frustate e allo scampanellio leggero che provocava lo scontro tra le corde argento, luccicanti.

Il carro era trainato da un uomo vestito interamente di abiti eleganti, i quali stonavano parecchio con colui che li portava, un uomo pelato, sulla cinquantina, con l' occhiello e dei baffi lunghi fino al mento.

Il carro scomparve dietro di noi, mentre un' altra folata d'aria ci trafiggeva il corpo.

Era parecchio tardi e non avevamo ancora raggiunto il nuovo Elemento, perlopiù non c'erano posti in cui potevamo riposare, le locande erano tutte stracolme di gente, sia ricca che povera e la stanchezza rallentava moltissimo la nostra marcia.

Decidemmo di cercare uno spiazzo di terra e di riposarci lí fino al mattino seguente.

Prima di trovarlo ce ne volle di tempo, e quando finalmente potemmo fermarci era già notte fonda.

Era un piccolo spiazzo, dalla poca erba presente capii che doveva essere stata tagliata da poco.

Ci sdraiammo lí, alcuni di noi si addormentarono praticamente subito, altri attesero diversi minuti prima di riuscirvi davvero.

Io ero stanca, infreddolita, e decisamente esausta, ma no.

Non riuscivo a dormire comunque.

Guardai le stelle, sbadigliando e respirando la brezza a pieni polmoni.

La luna era già completa, la luce e l'aria serale si mischiavano all'odore dell' erba, che aveva una strana tonalità dolce e fine che aumentava la mia sonnolenza.

Non seppi quanto tempo passó, ma vidi ad un tratto il Tenebroso alzarsi, respirando affannosamente, con un urlo strozzato in gola.

Rimase seduto, con la fronte imperlata di sudore ed il respiro accellerato per parecchi minuti, poi si passó la mano sulla fronte e sembrò calmarsi.

Non era una novità.

Circa ogni notte si svegliava da incubi improvvisi.

Mi ricordai la prima volta in cui lo scoprii, era la prima in assoluto che, in un certo senso, passavamo insieme sui pegasi.

Avevo, anche in quel caso,ben poco sonno e lo vidi alzarsi di scatto alla stessa maniera.

Lo guardai, attonita e lui ricambió il mio sguardo, dicendo un - Era solo un incubo- per rispondere alla mia muta richiesta di spiegazioni, per poi appoggiarsi alla schiena di Hurricane.

Da quel momento capii che, ogni volta che aveva un incubo, voleva superarlo da solo, e perciò quando lo vedevo svegliarsi di soprassalto non intervenivo piú, nonostante desiderassi farlo, non lo facevo.

Non capivo però il perché facesse tutti quegl'incubi, ogni volta che si svegliava da uno di essi pareva esserne torturato, e questa volta piú di altre perché si alzò di scatto, camminando silenziosamente avanti e indietro attorno al fuoco che avevamo acceso, come un animale in gabbia.

Lo tenni d' occhio fino a che lui notó che ero sveglia e, facendomi un cenno con la testa, si risdraió con un breve sospiro.

Lo osservai fino a che il buio della notte non mi fece cedere al sonno.

Sognai un ragazzo che si susseguiva in un migliardo di immagini fugaci, che arrivavano e scomparivano ad una velocità tale che quasi non le vedevo proprio.

Era sempre lo stesso ragazzo, aveva dei capelli biondi e occhi gelidi, cristallini.

Parlava, ma non riuscivo ad udirlo.

Quando mi risvegliai, non ricordavo assolutamente nulla.

Tutte le sue immagini sparirono in una nuvola di fumo dalla mia mente .

Una volta che fummo tutti svegli, ricominciammo a camminare con costanza, il vento era tornato a farsi piacevole, caldo e invitante, il cielo era completamente svuotato di nuvole e il sole splendente ed energico.

Tyresis era decisamente una città piuttosto grande, era da un giorno intero che camminavamo e non avevamo ancora trovato l' Elemento dell' Aria.

Morgan diceva che ormai circa l' avevamo raggiunto, mancavano solo quattro, cinque ore di cammino, ma non ne ero molto convinta.

Forse sarebbero state quattro o cinque a buon ritmo, ma anche se avevamo riposato, non eravamo riusciti ad avere tutte le energie a pieno.

Eravamo stanchi, stressati, rimanevamo spesso in silenzio e quelli che tentavano di iniziare un minimo di conversazione venivano cacciati bruscamente.

Sembrava quasi che questo nuovo Elemento non si riuscisse a trovare.

Passarono sei ore, e proprio quando stavo per arrendermi alla stanchezza, vidi Morgan bloccarsi di scatto e tirare fuori lo strumento a forma di bussola, allarmandosi.

-É qui, molto vicino!- disse

Tutti noi sospirammo di sollievo ma prima che potessimo dire anche solo qualcosa come un 'finalmente', lui sembró tendersi come una corda di violino.

-C'é qualcosa di strano-continuó, annusando l' aria, quasi fosse un cane.

-Cosa, Morgan?- chiese Task

-Il suo odore... insieme al suo ce n'é un altro-

-Un altro Elemento?- chiesi, speranzosa

-No- rispose lui -É... di Spettro ! É in pericolo!-

E salí sul Dratini, noi lo seguimmo, cavalcando in fretta i Pegasi, tirandoli in un galoppo veloce, sfrenato, che non accetteva fermate.

Quando raggiungemmo la meta, ci trovammo davanti ad una casa, affianco all' uscita di Tyresis.

Era un abitazione graziosa, circondata da un grande giardino.

Due ragazzi chiacchieravano apertamente proprio in quel giardino, uno aveva in mano un libro e possedeva dei lineamenti freschi, albini, la pelle color pesca e i capelli blu, con sfumature grigie azzurrate e due occhi viola tenue, l'altro aveva un viso da bambino, le fossette ben evidenti, con capelli viola scuro e occhi grigi.

-Ohi Will, non mi avevi detto che volevi continuare i tuoi studi di medicina a Fairy, accettando la proposta dei politici, potevi anche comunicarmelo tu stesso piuttosto che farmelo dire dalla mamma-

-Mi dispiace fratellone- disse il ragazzo di nome Will, quello dai capelli blu, che stranamente sembrava più adulto rispetto al fratellone -Ma tu avresti iniziato a fare discorsi strani e quindi...-

-Io non voglio che vai a Fairy!-

-Come questo discorso- sorrise Will -Ci staró per gli studi, poi all' estate torno-

-Non ha importanza! Vuoi lasciarmi da solo con la mamma?!- sclerò l' altro

-Non farla difficile Zein- sbottó Will con tono severo -E poi ho già iniziato a studiare, solo che voglio rendermi utile-

-Ma lo fai già!-

-Non controbattere! Sei più grande di me, ma ti comporti come un bambino!-

Zein sembró irrigidirsi, strinse il pugno con forza, la mascella serrata -Non posso lasciarti andare- sussurró a denti stretti, voltandosi di scatto verso di noi, facendosi uscire dalla gola un ringhio profondo e animalesco.

Will sobbalzó, facendo un passo all' indietro, fissandoci, per poi spostare lo sguardo sul fratellone , con molta preoccupazione.

Quando vide che iniziava, lentamente, a diventare piú alto, sgranó gli occhi e continuó ad indietreggiare, quasi terrorizzato -Tu... non sei Zein-

Morgan ci spinse indietro e spalancó le ali, tirando fuori la spada dal fodero, la cui lama brilló di una luce viva che la percorse tutta.

Zein continuó a mutare e davanti agli occhi sbalorditi e terrorizzati dell' altro, si trasformó in quello che era realmente, uno Spettro di circa due metri, imponente e senza viso, le cui mani somigliavano a due rami secchi.

Lo Spettro emise un verso roco, che presto divenne stridulo e agghiacciante, tirando fuori a sua volta una spada dal colore nero e viola.

Noi facemmo segno a Will di venire verso di noi.

Lui sembró valutare la situazione e, subito dopo che lo Spettro emise un secondo verso raccapricciante, notando che non sembrava fare più caso a lui, corse velocemente verso di noi, non sembrava riuscire a trovare le parole per chiedere cosa stesse succedendo.

Lo Spettro vide all' ultimo che Will si stava allontanando da lui e fece un terzo urlo pietrificante.

Tenendo alta la spada, a distanza da quella di Morgan, fissó noi e fissó l' eroe, tenendo soprattutto la testa in direzione di Will.

Sembrava ponderare una nuova mossa, ma alla fine rotó su se stesso, dileguandosi.

L' Elemento dell' Aria tremava freneticamente, sbattendo le ciglia ad un ritmo anormale e per un attimo rischió di perdere l' equilibrio, ma lo sostenemmo.

-Non può... non puó essere vero- sussurró, in preda ai fremiti -É un sogno ? Ora mi sveglio e...-

Svenne, perdendo i sensi all' improvviso.

Tutti insieme lo sollevammo, appoggiandolo su una panchina che si trovava sempre nel giardino.

Ci volle un po' prima che riprendesse i sensi.

-Stai bene?- gli chiese Morgan, una volta dopo che fu di nuovo sveglio.

Will sembró capire con delusione che il suo non era stato solo un brutto sogno, perché appena ci vide si oscuró completamente in volto -Sí, bene, abbastanza- scosse il capo -Se non fosse che ho visto mio fratello trasformarsi in un... gigante con un mantello nero-

-Era uno Spettro, prendono la forma di chi vogliono-

-Quindi... probabilmente ha preso in prestito la forma di mio fratello ?-

-Penso di sì-

-E voi chi siete, precisamente?- chiese con tono smarrito, fissando le ali di Morgan, sembrava che ormai, adesso si aspettasse di tutto.

-Gli Elementi di Luce, Fuoco, Acqua e Buio; io sono la vostra guardia del corpo-

-La... vostra ?-

-Tu sei l' Aria- dissi schiettamente.

Task mi scoccó una vera e propria occhiataccia, che diceva :-Un po' più dolcemente la prossima volta, eh?-

Gli feci una linguaccia a cui lui rispose con un sospiro alquanto rassegnato.

-In che senso? Quelli del mito?-

-Sí-

La sua espressione  faceva tranquillamente capire che pensava di essere impazzito di brutto, ma subito dopo sembró autoconvincersi che era la verità, tanto che disse solo, in tono piatto -Il mio cognome é Warmwind... vento caldo-

-Il tuo nome invece?-

-William, Robin é il secondo-

-Loro invece sono...-

-Diana Cathy Swanlight- la Luce gli sorrise in modo rassicurante e dolce

-Task Josh Brandon Fireburn- si presentó il Fuoco, tranquillo, porgendo la mano all' Aria, che egli strinse subito

-Silver Irhina Watersea- dissi, annuendo e abbozzando un sorriso tranquillo

Il Buio si infiló la mano tra i capelli, guardando Morgan, stringendo alcuni ciuffi con enorme nervosismo.

-Lui é Guy Virgil Nightshadow, io solo Morgan-

-Diana, Task, Siver, Guy e Morgan...-

Giá il fatto che se li ricordasse tutti, mi sorprese

Morgan a quel punto recapitoló tutto a Will, che ascoltó annuendo.

-Sí ma...- inizió dopo che egli finì -Dopo che ci siamo trovati tutti, di cui a quanto pare ne manca solo uno... che si fa? Continueremo il viaggio verso... dove ?-

-Dovremo spostarci verso la Montagna Sul Lago, di fianco alla città di Syon-

Virgil trasalí alla risposta e sembrò domandare :-Perché proprio lí?-

Posi la domanda al suo posto

-C'è un campo di addestramento nel suo centro, che sveglierà i vostri poteri completamente e vi é, circa verso la punta, una famosa saggia che ci potrebbe aiutare-

Guy era sbiancato.

-Solo... ho un problema... non posso lasciare tutto, c'è mia madre... é malata, gravemente malata, non ha nessun' altro a parte me ora, non vuole una badante... se... se mio fratello ci fosse ancora e non si fosse improvvisamente trasformato in uno Spettro...- fece fatica a dire le ultime parole -Forse avrei una possibilità di scelta, una categoria vasta... ma non ce l' ho-

E adesso? Come ce ne saremmo andati da qui con lui ?

Non poteva restare perché avrebbe messo in pericolo sia sua madre che se stesso, se se ne fosse andato, lei, malata com'era, non sarebbe rimasta in vita per molto, e di certo non potevamo portarla con noi, era troppo pericoloso.

-L'unico modo é obbligarla a trovarsi una badante-

-É testarda, non penso che accetterà mai-

-Bisogna convincerla- insistetti

William sospiró- La convinceró, intanto venite dentro-

Aprí la porta di casa sua, noi legammo prima gli animali e poi entrammo.

Casa sua si spalancava immediatamente in una stanza larga e luminosa, con le finestre leggermente aperte che la rendevano  piú ariosa.

Era molto ordinata, con diversi scaffali in legno pieni di libri.

-Tuo padre non c'é perché...?-

-É in guerra nei territori del Sud, si pensa che si sia perso, ma quasi non lo conoscevo, era sempre via, l' ho visto solo due volte nella mia vita-

-Oh...-

Interrompemmo il discorso quando notammo, davanti ad una porta che probabilmente portava ad una camera da letto, una donna pallida dalle guance scavate, con i capelli lunghi blu tenuti in un chignon.

Indossava una camicia da notte rosa, piena di pizzi.

Se non fosse stato per i segni evidenti della malattia, sarebbe stata molto bella, aveva due labbra sottili, due occhi languidi e dolci.

-Ritorna a letto, madre- l'ammoní Will, avvicinandosi alla donna

-Sono tuoi amici?- chiese lei, squadrandoci sospetta

-Piú o meno- rispose lui, prendendola per un braccio, in maniera delicata -Non puoi stare troppo in piedi, vá a sdraiarti-

-Ho visto quello che é successo- ribatté

Caló improvvisamente un velo di silenzio, così pesante che mi sentivo quasi sprofondare

-Sapevo che prima o poi avrebbero tentato di attaccarti, ho riconosciuto già quando avevi tre anni che tu avevi qualcosa di speciale, le deduzioni poi le ho fatte da sola, sapevo che prima o poi saresti dovuto andartene... non preoccuparti per me, prima d'ora avevo sempre tardato il momento in cui avrei dovuto davvero prendere qualcuno che provvedesse a me perché mi sembrava, facendo così, di poter tardare quel momento, ma ora la cercherò. 
Figlio mio, ti chiedo una sola cosa-

-Tutto quello che vuoi, madre-

-Resta solo un altra notte, te ne prego, ospiteremo qui i tuoi compagni di viaggio... poi domani mattina ve ne andrete-

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Capitolo 16
*** Capitolo 15- Convivenza notturna ***


Silver

Will rimase a guardare sua madre per gli ultimi, brevi secondi, prima di aiutarla a tornare in camera da letto.

Intanto, mentre aspettavamo, continuavo a guardare la casa, ammirandone ogni particolare.

Passarono diversi minuti prima che lui tornasse indietro, senza dire nulla.

Tacemmo per parecchio tempo, osservandolo, immobili, poi ci fece segno di seguirlo e obbidimmo, inoltrandoci in quell'abitazione gigantesca.

Era immensa, non come il collegio o la mia vecchia casa che aveva 5 stanze in tutto, di grandezze microscopiche.

Aveva quattro bagni, sei stanze da letto, di cui una occupata dalla madre, cinque salotti, due cucine, due librerie-archivii e una stanza dei giochi.

Era così grande che era facilissimo perdercisi dentro.

C'era però qualcosa che non mi quadrava.

E con qualcosa... intendevo il numero delle camere.

Se una era occupata, ne rimanevano cinque, fin'ora noi Elementi eravamo stati cinque con Morgan, ma adesso c'era anche Will ed eravamo... sei.

O uno dormiva con la madre di Will o ci sarebbe stata una convivenza di letto.

Perlopiù le uniche femmine, per ora, eravamo io e Diana, piú ovviamente la madre, mentre loro erano quattro.

Ci avrebbero sicuramente messe nello stesso letto.

-Diana, Silver, dormirete insieme stanotte- fece Morgan - Lo stesso vale per Guy e per Task, per Will é casa sua, puó fare quello che vuole, io staró sul divano, meglio non disfare troppe stanze-

"Ah, già. Dimenticavo che Morgan fosse abituato alle buone maniere"

Almeno ero soddisfatta un po', non ero l' unica a dover fare una convivenza notturna.

Mi dispiaceva solo un pochino per Guy, avevo già visto Task in un letto e... faceva un po' paura.

Diciamo che valeva la stessa cosa un po' per me, ma io non mi ero mai trovata nella posizione in cui era stato lui.

Sperai che almeno, nelle stanze ci fossero dei letti doppi, o a castello, ma non era così.

Erano tutti uniti, non ce n'era neanche uno staccato.

Scegliemmo la stanza piú vicina al bagno, era molto simile alle altre, con le pareti azzurre, appoggiate alle quali c'erano scaffali grigi con dentro delle palline di vetro colorate.

Il pavimento era di mogano e il letto aveva tutte le coperte bianche e traspariva incredibilmente lucentezza.

Il materasso era soffice, il morbido necessario per ammorbidire le nostre schiene ancora ammaccate e quando mi ci appoggiai, mi sentii immediatamente rilassata.

La stanza dei ragazzi era con gli stessi colori di un tramonto, le pareti arancioni, gli scaffali gialli chiari e il letto rosso sangue, aveva la nostra stessa disposizione nei mobili, e uguale pavimentazione.

La stanza centrale era quella di Will, completamente diversa dalle altre, c'erano diversi quadri e molti, molti scaffali.

I quadri non erano dipinti, ma erano piuttosto dei contenitori di vetro con dentro delle piume, con la specifica classificazione dell' uccello da cui proveniva, gli scaffali erano invece pieni zeppi di libri voluminosi sulla scienza e dei disegni che ritraevano specifiche razze di animali.

In fondo alla casa c'era una porta spalancata che dava l' accesso al giardino dietro alla casa, dove erano coltivati diversi tipi di albero e altre piante che non mi erano del tutto riconoscibili, da cui si vedeva benissimo il cielo.

I salotti erano ben occupati da qualche divano e altri scaffali con dentro vasi di ceramica e altri libri.

Ce n'erano così tanti che avrei potuto davvero perdermici lí dentro per leggerli tutti.

Al collegio c'era stato il reparto bibliotecario a cui non permettevano l' accesso se non al personale, ma io riuscivo ad infiltrarmici comunque.

Le cucine erano invece piene di ingredienti e di pensili, il porta spezie era letteralmente stracolmo di boccette, perlopiù anche ordinate, erano davvero tantissime.

Si andava dall' aneto allo zenzero, dal sommacco al pepe rosa, dal cumino nero al ginepro.

Poi erano presenti anche le erbe aromatiche come lo scalogno e il cerfoglio.

Will ci fece fare un tour vero e proprio, spiegandoci cosa avevamo il permesso di toccare e cosa invece no.

Mi sembrava di essere quasi in un castello da come veniva messa la roba, in uno dei corridoi che portavano da un salotto ad un altro c'erano delle statue e delle monete, probabilmente molto antiche, posate dentro a degli scrigni di vetro.

Era pomeriggio tardo quando finimmo di girare completamente la casa.

Non ci volle molto prima che arrivasse l'ora di cena.

Will si mise ai fornelli, subito dopo aver aiutato la madre a lasciare il letto.

A lei fece un brodo dal colore verde scuro e profumato, a noi invece preparó un piatto a base di diverse qualità di formaggio, ritagliati a triangoli per farli assumere una forma a cerchio, riso allo zenzero e tuberi.

Era la prima volta da tanto tempo che mangiavo così e mi stimoló un po' di buon'umore.

Si fece presto sera inoltrata, per prima fu la madre ad andarsene a letto, poi mentre io e Diana decidevamo di fare lo stesso, vidi Morgan che lanciava occhiate storte alla finestra.

Si sdraió sul divano e socchiuse gli occhi, lasciandoli leggermente sollevati.

-Andate a dormire, ora-

Annuimmo tutti e ci dirigemmo verso le stanze che avevamo scelto.

Arrivati, io e Diana ci infilammo sotto le coperte e tentammo di dormire.

Appena fummo entrambe nel letto, inizió la lotta.

Non seppi per quanto tirai, sentendo lei che opponeva una testarda resistenza senza eguali.

La coperta veniva strattonata a destra e a manca, con piú forza possibile, ma quando finalmente molló la coperta, ne riafferró un pezzo nuovo e riprese a tirare.

Facemmo un combattimento, ben poco silenzioso, tentando si ottenere più coperta dell' altra.

-Mollamene un po' ! Ce l' hai tutta tu!- mi disse Diana con tono innervosito 
-Ma che diavolo stai dicendo! Sei tu quella che ne ha di più! - ribattei, altrettanto innervosita

-Se se, come no- borbottó lei

-E lasciala!- dissi, tirando con maggiore forza per poi continuare con tono duro -Così rimango scoperta!- sbottai

-Io sono già scoperta!- disse

Mi girai verso di lei -Non lo sei-

-Sí invece, guarda- aveva una mezza gamba di fuori

-L'hai spostata adesso!-

-Ma... quanto sei stupida?!-

-Stupida? Mi dai della stupida?-

-Certo! Non puoi non essere una stupida a dirmi una cosa simile !-

Ricominciammo entrambe a tirare la coperta, talmente tanto che il letto tremava sotto ai nostri movimenti rabbiosi, sembrava quasi che da un momento all' altro sarebbe crollato a terra e la coperta si sarebbe strappata.

Tutte e due volevamo la nostra parte e non intendevamo mollarne neanche un solo pezzo.

Mi arrotolai buona parte di essa addosso e continuai ad opporre una dura resistenza.

Lei mi guardó male -Visto che ce l' hai tutta tu?!-

-É il contrario-

-Vuoi sempre avere ragione, eh ?-

-No. Io ho ragione !-

Continuammo a bisticciare per un bel po' di tempo, quando smettemmo di litigare eravamo completamente sfinite e ci addormentammo.

Guy

Era... impossibile.

Ma decisamente impossibile.

Non riuscivo ad addormentarmi affatto, Task, mentre dormiva, o almeno in un letto, sembrava il motore di una di quelle macchine che utilizzavano gli imprenditori di industrie.

Russava e lanciava calci, si dimenava, s'agitava, scalciava e parlava.

Sembrava un mezzo matto!

Se avessi potuto, davvero, dal nervosismo che stavo man mano accumulando, gli avrei gridato contro.

Peccato che qualcuno mi aveva tolto completamente la voce.

Sbuffai, schivando una manata e lo sentii appoggiare una gamba alla mia vita.

Tiró la testa all'indietro, alzando le mani in aria e facendo uno sbadiglio che poteva tranquillamente fare invidia a quello di un leone.

-Tze- dissi, senza emettere alcun suono.

Mi spostai verso il bordo e lui, girandosi, fece barcollare il letto, facendomi quasi scivolare dall' angolino.

Altro che dormire... avrei probabilmente sofferto di una pungente insonnia!

Continuó a scatenarsi nel letto e quando, con tutto lo spazio che aveva, si attaccó al mio fianco, lo spintonai giù dal letto.

Lui cadde con un tonfo e si sveglió di scatto.

-Perché lo hai fatto?!-

-Ben ti sta, così la pianti e stai piú fermo la prossima volta- avrei voluto dirgli, mettendomi le mani sui fianchi .

-L'hai fatto apposta?- chiese, guardandomi male

Annuii con soddisfazione, alzandomi in piedi mentre lui mi scoccava un occhiataccia e si rimetteva a letto.

Una volta dopo che lo fece, ci volle poco prima che si riaddormentasse pesantemente e che il motore che c'era in lui tornasse a disturbarmi.

Arrabbiato, o forse piuttosto esasperato e innervosito, girai in silenzio per la stanza, avanti e indietro, talmente tanto disperato che lo avrei ucciso seduta stante.

A denti stretti e barcollando leggermente, afferrai la maniglia al buio e spalancai la porta, passando attraverso allo spazio tra la parete e la porta.

Esplorai il corridoio e diedi una veloce occhiata alle altre camere, tutti dormivano profondamente, Diana e Silver erano attaccate una all'altra, con le coperte quasi staccate dal materasso e loro decisamente scoperte.

Rimboccai loro le coperte in modo un po' più decente e scossi il capo con un sospiro.

Will era beatamente addormentato, nella sua stanza c'era un silenzio rilassante come pochi, decisamente pacifico.

Morgan era sul divano e sembrava aver preso sonno in un modo abbastanza leggero, anche se era sul divano.

Decisi di andare fuori di casa alla luce della luna e percorsi diverse stanze, raggiungendo quella di ingresso e, una volta uscito, socchiuderla, così che io potessi rientrare tranquillamente.

Il paesaggio notturno era ben illuminato dal cielo stellato.

L' aria serale era fredda, gelida, congelava le ossa e mozzava completamente il respiro.

Gylnis, Hurricane e Jade, anch'essi, parevano stati presi dal mondo dei sogni.

Strinsi la mascella e mi avviluppai meglio la maglia addosso, cercando di respirare tranquillamente, osservando il giardino e il bosco di lato, ma soprattutto facendo caso al pendio scosceso ma percorribile che saliva dopo alla strada centrale, avvicinandomi al cancello che mi divideva da essa.

Dopodiché tornai indietro, dirigendomi verso le mura della casa, adagiandomi tra l'erba e appoggiando la testa ad essa, rimanendo lí, immobile, per quello che mi parve un minuto scarso.

Seguii con lo sguardo il pendio e, appena vicino ad un albero vidi una figura nera avvicinarsi, coperta da mantello.

Sentii i suoi passi avvicinarsi man mano, grazie al silenzio assoluto che pareva regnare incontrastato.

Si avvicinó a me, superando l' entrata del cancello lentamente e con passo leggero.

Giunto lí, si tolse quel cappuccio, quello che era attaccato in modo un po' stravagante, pendendo tutto verso sinistra, al mantello.

Era Diana.

Sobbalzai, con il cuore che mi si fermó in gola.

"Ah no " pensai tra me e me "Stavolta non mi fregano, Diana era dentro e non sono passati neanche due minuti da quando sono uscito dalla sua camera, é impossibile che sia lei"

-Dammi la mano- mi disse, con tono dolce, delicato, quasi in un sussurro.

Nella mia testa continuai a negare, dicendomi che questa non era lei e che di certo non avrebbe potuto trasportarsi dalla camera al pendio così in fretta se nemmeno l' avevo vista uscire.

Eppure mi venne naturale porgergliela, nonostante lo facessi in maniera del tutto contraria ai miei desideri e con mio pieno stupore sentii un lieve pizzicore su di esse, quando infiló, altrettanto dolcemente, le sue dita tra le mie.

Ad un tratto capii dal suo sguardo che era veramente lei, era troppo dolce e sincera per non essere lei.

"Non capisco... era in camera e..."

Bloccai istantaneamente il mio pensiero, per poi sbattere le ciglia e aggiungere un altro motivo contro al fatto che quella fosse veramente Diana.

"Lei non mi chiederebbe mai la mano, le ho tolto il veleno, é vero, ma non lo farebbe mai... e quello sguardo non puó essere riferito a me... tantomeno mi si avvicinerebbe fino al punto di sedersi sulle mie ginocchia" cosa che fece subito dopo aver strinto le mie mani con le sue.

-Cosa succede?- chiesi

Mi sorpresi a udire la mia voce, mi uscí di bocca un po' roca e lugubre.

Contai mentalmente tre secondi prima di tentare di scrollarmela di dosso e provare a scappare, ma ne le mie braccia ne le mie gambe si mossero affatto.

-Come cosa succede ?- chiese lei, gli occhi indaco e la voce limpida che trasparivano incertezza e confusione

-Non é naturale!- dissi-Come mai ti comporti così?-

Lei aggrottó leggermente la fronte, guardandomi ancora con parecchia indecisione, per poi abbandonarsi ad un semplice sorriso -Perché ti amo, no?-

Rimasi a bocca spalancata, quasi paralizzato.

Dovevo avere l'espressione più idiota che avessi mai avuto.

Lei mi abbracció e come cosa altrettanto inaspettata, mi diede un bacio lieve a fior di labbra.

"No... aspetta... cosa ?!" ciò che pensai mi uscí di bocca in modo soffocato, quasi non avessi piú aria nei polmoni per dire qualcosa ad alta voce.

Lei rise divertita, come se tutto questo fosse normale, cosa che invece era tutt'altro e discese ancora su di me, posando un secondo bacio, stavolta più appassionato.

Quando si staccó da me, ne desiderai improvvisamente un altro e allo stesso momento ero ancora più confuso e senza parole.

"Cosa cavolo sta succedendo? "

La mia testa non funzionava come doveva e non riusciva a dare una spiegazione logica a tutto questo.

Al posto di aiutarmi, con lei seduta sulle gambe, il mio istinto mi portó a tendermi a mia volta e a baciarla anche io.

"Nulla ha senso" mi dissi, continuando però a baciare quelle sue candide labbra, provando un immensa felicità.

Più la baciavo e piú volevo continuare.

Questa gioia mi attraversava l' intero corpo, percorrendolo con scariche elettriche.

Anche se tutto sembrava così poco naturale, continuavo ad esserlo, non capendone minimamente il motivo... finché lei non prese fuoco.

Fu avvolta da lingue di fuoco color notte, che la bruciavano, lei gridava e urlava, disperatamente, mentre tentava e mi implorava di spegnere le fiamme.

Non sapevo come fare, afferrai un secchio d'acqua ad un lato del giardino e le gettai l' acqua addosso, senza ottenere alcun risultato.

Tentai davvero in tutti i modi, ma niente.

Quando attraversai con la mano, per sbaglio, una delle fiamme nere, io non mi feci niente.

Urlavo a mia volta, con tutta l' aria che avevo nei polmoni, provando a spegnere le fiamme che le consumavano la carne, bruciavano i capelli, che le lasciavano uscire grida di puro dolore.

Chiedevo aiuto a gran voce, ma nessuno rispondeva.

Mi svegliai di scatto, bloccato dalla paura, con il sudore che mi scivolava per la fronte e il respiro affannato che si disperdeva tra l' aria gelata.

Tremavo, sia per la paura sia per il freddo opprimente.

"Ma che razza di sogno era?" mi chiesi

Per essere sicuro di non essere finito in un secondo sogno, provai a parlare.

Dalla mia gola non uscí alcun suono.

Non potei non sospirare di sollievo e quando mi alzai in piedi, sentii il mio corpo completamente indolenzito e rigido.

La temperatura doveva essersi abbassata di qualche altro grado, perché riuscivo a vedere il mio stesso respiro uscirmi dalle narici come fumo bianco.

Con gli occhi leggermente dilatati, osservai ancora il pendio, fortunatamente non c'era nessuno.

Rientrai nella casa di William con un deciso bisogno di dormire seriamente e al caldo.

Tornai nella camera che mi avevano predisposto, afferrai uno dei tanti cuscini sul letto e mi sdraiai a terra.

Anche se il pavimento sembrava aver assunto la stessa freddezza dell' aria al di fuori, finsi di aver sotto di me un materasso o dell' erba soffice, dopodiché mi tappai le orecchie al mio meglio.

Ci volle poco prima che crollassi, esausto, addormentandomi, non avendo altro che il nulla a farmi da compagno.

Il nulla e tre domande fisse che mi assillavano.

La prima era sul semplice fatto che nel sogno Diana mi stesse baciando, cosa ben poco normale in se.

La seconda di basava sulla felicità sconfinata che sentivo e sul desiderio di continuare quei baci.

La terza invece era concentrata su lei che prendeva fuoco.

Al mio risveglio conclusi dicendomi che non dovevo farci particolarmente caso, che un sogno era solo un sogno, e che di certo non dovevo rimuginarci su al punto di farne una mania, di certo lei non avrebbe mai fatto cose simili e ovviamente, visto che la odiavo, non avrei mai provato nulla di quello che avevo sentito così mio in quello stupido, stupidissimo sogno.

Era una conclusione che mi rasserenava, facendomi sentire soddisfatto e decisamente più rassicurato.

Mi ero svegliato ormai da un ora e mezza ma comunque non riuscivo a togliermi di testa la sua figura avvolta dalle fiamme nere, e soprattutto, non riuscivo a eliminare dalla mente quei baci.

Sentivo di star, a dir poco, impazzendo.

Era tutta colpa di quello stupido, irragionevole, irritante e inutile sogno.

Quando capii che non avrei avuto alcun tipo di tregua, mi alzai, rimisi il cuscino al suo posto e uscii dalla stanza di soppiatto, lasciando riposare Task ancora un po'.

Tornando in salotto, vidi che l'eroe era sveglio, fissava fuori dalla finestra con sguardo assorto.

-Da quando sei sveglio?- volevo chiedergli quando lui alzò la testa, notandomi e lui sembró capire la mia domanda muta.

-Da poco... ieri notte sei uscito e sei rimasto fuori per un bel po' di tempo- disse, piano

- Mi ero appisolato- feci capire

-Non riuscivi a dormire in camera?-

"No soprattutto per colpa del Fuoco " pensai, per poi scuotere il capo, lasciando che ci fosse un silenzio che parve lungo un eternità.

-Vuoi sederti?- chiese ad un tratto, prendendomi di sprovvista, spostando le gambe giú dal divano.

Annuii, con la schiena ancora irrigidita dalla notte per terra.

Mi sedetti in silenzio, non avevo niente da dire

Alle dieci del mattino precise, Luce, Acqua, Fuoco e Aria furono tutti in salotto, uno a uno ci raggiunsero.

Facemmo, in caso decisamente straordinario, la nostra cara colazione, una volta conclusa, Will uscí di casa per una decina di minuti, quando tornó indietro, era insieme ad una donna dal giovane aspetto, la quale si presentó come la nuova badante della madre di Will.

Fatto ció, recuperó i suoi vestiti e prese un po' di cibo e soldi dalla dispensa e subito dopo partimmo.

Eravamo sugli animali, Will momentaneamente sul Dratini per non tardare la partenza e procedevamo verso la foresta con ritmo abbastanza sostenuto, molto tranquilli, fino a che, una volta arrivati a circa venti passi, spuntarono dei banditi che ci assaltarono.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16-Nemes ***


Silver

I banditi erano tantissimi, sciamavano tra gli alberi, armati a tutto punto, pronti ad attaccarci.

Ci accerchiavano lentamente e noi eravamo alle strette, non potevamo sconfiggerli tutti, erano decisamente troppi e ci saremmo fatti uccidere, soprattutto perché molti di noi erano completamente disarmati.

Non ci restava che tacere e capire cosa diavolo volessero da noi.

Osservai l' inizio di un fiume poco piú lontano, che procedeva attraversando l' intera radura.

"Potremmo usare gli Elementi, ma io per ora riesco solo a riempire una bottiglia d'acqua, di certo non a scatenare un fiume! " pensai tra me e me, cercando di raggiungere una conclusione abbastanza sensata e utilizzabile per tirarci fuori da quella situazione che mi sembrava, a prima occhiata, senza uscita.

"E poi se li usassimo attireremmo l' attenzione, le voci inizierebbero a circolare e i Demoni potrebbero venirne a conoscenza... no, questa opzione é da scartare. Morgan é l' unico che ha uno straccio di possibilità, ma contro a tutta questa folla non puó fare niente perché la sua spada funziona solo con gli esseri magici e i banditi non hanno niente che si possa definire magico nel sangue, sono solo degli stupidi uomini che fanno prevalere la legge del piú forte per sporchi obbiettivi "

-Un bel bottino- disse uno dei banditi, era un uomo alquanto basso, tarchiato, dallo sguardo sottile e cattivo, con l' intero corpo coperto di tatuaggi.

Ai miei occhi sembravano tutti uguali, se non per il fatto che tra di loro c'erano anche delle donne.

Erano vestiti come piante, tutti di un verde-marrone mimetico, i loro visi erano quasi tutti dipinti.

-Oh beh, possiamo venderli a caro prezzo come schiavi- disse una donna, sorridendo in modo obliquo che mi fece percorrere da un brivido gelido

I banditi ci strattonarono giú dagli animali, non curandosi su se farci cadere o farci arrivare a terra in maniera regolare.

-Con i Pegasi e il Dratini ci ricaveremo un bel malloppo ma... prima che vengano venduti vorrei approfondire la mia conoscenza studiandoli un po'... e chissà, assaggiando anche qualcuno di questi graziosi giovani...- disse un altra, fissandoci quasi fossimo carne da portare al macello -Partendo da quello dai capelli neri-

Tutti si soffermarono su Guy e vidi le sue labbra muoversi in silenzio, di cui capii il significato.

Era un secco -Scordatelo-

-Hanno tutti un aspetto esotico, io preferisco quello dai capelli rossi-

Non ne seppi il motivo ma mi venne una certa voglia di tirarle un pugno quando lo disse, osservai l' espressione di Task che pareva decisamente innervosito.

-Visto che mi lasciate il migliore, non posso non ringraziarvi, quello dai capelli blu é mio-

-No, nessuno prende nessuno- sbottó un uomo, seccato

-Ma...-

-Ma niente- ribatté - Il capo vuole che ogni futuro schiavo, anche quelli più giovani ed esotici, non vengano toccati, o l' acquirente pagherà molto meno per loro-

-Pff... d'accordo-

Non c'era proprio alcuna via di fuga, ne potevamo scappare.

Ad un tratto sentii un colpo, qualcosa di duro mi venne sbattuto contro la testa, un solo colpo, rapido, netto, che mi stese al suolo in una manciata di secondi.

Ci volle un bel po' prima che mi svegliassi, anche se mi sembrava di dormire ancora, visto che c'era buio pesto.

Mi girava la testa terribilmente, mi sentivo intontita, come quando andavo sulle giostre rotonde nel parco vicino alla mia vecchia casa all' età di quattro, cinque anni, quando uscivo dalla finestra della mia camera di nascosto, di sera, lasciandola socchiusa per poi rientrare facilmente più tardi e mi dirigevo nell'unico parco presente nella mia città, con scivoli e altalene e quella particolare giostra.

Avevo le gambe e i polsi ben legati, tanto che ad una minima mossa la corda mi graffiava la pelle, facendomi uscire dei lievi gemiti di dolore.

Ci si vedeva ben poco, l' unica luce che c'era era poco meno di uno spiraglio che proveniva da dei minuscoli fori sotto quelle che parevano due ante.

Man mano che abituai la vista a quel buio pesante e silenzioso, intravidi una figura sdraiata accanto a me, seguita da diverse altre un po' piú in fondo al carro.

Capii, dalla visibilità migliore, che quella che avevo vicina era Diana, riuscivo a vedere il bianco dei suoi capelli, a sprazzi, nell' oscurità.

Quelli in fondo dovevano essere i ragazzi, strizzando gli occhi li contai, passando a fatica da persina in persona.

Erano quattro, sí... piú un altra figura , verso l' angolo.

Con le gambe molto, molto irrigidite dall' impossibilità di movimento, cercai di dare un calcio alla parete del carro, per vedere se qualcun'altro oltre a me fosse sveglio.

Due di loro alzarono la testa, quell'altro nell'angolo e uno di quelli ammucchiati.

Allo stesso tempo però, uno degli uomini aprí le due ante e infiló, quasi sapesse che fossi stata io, una siringa nel mio braccio.

Mi ritrovai di nuovo stordita, lottando contro quei giramenti fin troppo forti.

Ormai mezza assopita, finii per cedere ancora a quell'opprimente sensazione di sfocatura, mischiata ad un sonno improvviso.

Mi svegliai e mi riaddormentai piú volte, inutile il tentativo di reggere e di capire bene che ore potessero essere, o che giorno.

Mi sentivo confusa e disorientata ma soprattutto a disagio da questi continui svenimenti che continuavano ancora e ancora, tanto che, una volta in veglia, sapevo e immaginavo che sarei stata tramortita un ennesima volta, per poi svenire ancora.

Ad un tratto, quando fui in veglia, anche se non del tutto, uno dei banditi aprí la porta del carro e mi trascinó fuori, prendendomi per il gomito in maniera rude.

Una volta fuori, venni immobilizzata, quasi prostrata a terra da uno di quelli.

La luce mi abbaglió, accecante e bruciante.

Sbattei piú volte le palpebre, per abituarmi a questo secondo cambiamento.

Avrei quasi preferito stare dentro a questo punto... davanti a me c'erano un sacco di altri carri, alcuni aperti e vuoti, altri che venivano lentamente svuotati, le persone che scendevano ad un ritmo ben poco sostenuto, con delle spinte nel caso si fossero fermate.

Altri ancora invece dovevano tenerne solo due o tre, non solo ragazzi e ragazze, ma anche bambini decisamente troppo piccoli.

Venni spinta ad alzarmi e vidi scendere anche Diana, i capelli bianchi decisamente spettinati e gli occhi che, a loro volta, tentavano di riaccettare la luce del sole.

Dopo di lei seguí un Task barcollante, disorientato e quasi sconnesso al resto del mondo.

A loro volta uscirono anche tutti gli altri, per ultima una ragazza dai capelli castani scuri, con sfumature appena più chiare, legati in una coda di cavallo, che le raggiungevano il fondo della schiena e gli occhi bronzo, un naso leggermente all' in su, due labbra carnose, dello stesso colore di una ciliegia.

Eravamo sopra ad una stradina affianco ad una spiaggia sabbiosa, con le onde che si sfracellavano contro gli scogli.

Difronte ad essa, vi era quello che aveva l'aspetto di una sorta di arena.

Ci spintonarono per farci arrivare lí, superando lentamente il resto della strada, fino a trovarcici dentro.

L' arena aveva un aspetto ben poco coerente a stagliarsi contro la spiaggia.

Aveva una forma ovale, come un bicchiere, forato quadratamente ai lati, e sembrava molto antico, quasi costruito in qualche epoca lontana.

Dentro ad essa si udiva solo un pesante silenzio, aleggiava regnante, avvolgendo ogni angolo e ogni dettaglio, ogni fessura e perfino il cielo stesso pareva essersi aggiunto a quel silenzio.

Dopo una gran quantità di spintoni, che non furono particolarmente ben accetti, vi entrammo.

Ci fu un distacco di clima enorme, dal sentiero e dalla sabbia dorata, passammo ad un terreno rossiccio.

Era circolare, divisa in due parti, la parte rossiccia era al centro, tutt'intorno vi erano delle sorte di scale rialzate, colorate di bianco.

Ci disposero, sempre spingendoci con insistenza, ad un angolo di essa, dove c'erano dei pali, a cui ci legarono, le braccia in alto, sopra la testa.

Il palo mi infastidiva la schiena in una maniera incredibile.

Insieme a noi arrivarono altri ragazzi, che vennero legati a loro volta, molti dei quali sembravano parecchio denutriti, sbilenchi e curvi.

Di certo non nella loro migliore forma.

Solo pochi avevano dei buoni muscoli ed erano in perfetta forma e non solo uno strato di pelle che copriva le ossa.

Ci levarono dalla bocca le fasce, permettendoci di respirare meglio.

Task, io, Guy, Will, Diana e Morgan eravamo abbastanza vicini e dopo qualche attimo che parve eterno, mischiato di tensione, prendemmo parola.

-State tutti bene?- chiese Morgan

Annuimmo tutti

-E ora?- chiese Diana dopo un po', con una punta di incertezza che veniva tranquillamente lasciata uscire.

-Aspettiamo?- disse Task, con sarcasmo

-Aspettiamo- rispose con un sospiro Will

Proprio in quel momento, una donna attraversó l' arena, puntando verso di noi.

Con atteggiamenti insopportabilmente vezzosi tentava di attirare le attenzioni dei presenti, ovvero i vari banditi, e ben presto, soprattutto quelle maschili, ci riuscí.

Sí, ci riusciva proprio benissimo, aveva la pelle colorata di un tenue giallo e sopra le guance aveva dei ghirigori oro, il seno era coperto da una fascia leggera che pareva fatta da piume di un qualche uccello color bianco, probabilmente molto raro ed enorme, collegate tra di loro con dei sottili fili, legati, quasi fossero una catena, ad una gonna con pizzi e strascichi che tendevano da destra a sinistra, ce n'erano, ovviamente, pochissimi davanti e dietro ed era di un bizzarro rosa confetto, che sotto a quegli abiti che mostravano piú pelle che altro, aggiungevano un finto tocco di innocenza e uno vero di vanità.

Le sue gambe erano coperte da delle calze che si fermavano poco al di sotto del ginocchio.

Portava delle scarpe molto eleganti, tanto che a contrasto con il terreno rude e rossiccio, sembravano di tutt'altro mondo.

Le scarpe erano di un lieve rosato, con un tacco alto una spanna, con delle pietre preziose incastonate come una ghirlanda.

Aveva una tiara tra i capelli marroni scuri che erano intrecciati come quelli di una principessa, doveva essere fatta probabilmente di diamanti da come brillava.

Dietro la testa, alcuni ciuffi di capelli formavano un fiocco, da cui uscivano una parte del resto dei capelli, che scendevano boccoluti, arricciati verso l' alto e un po' mossi.

La parte restante pareva essere stata disposta per incorniciare il viso, alcuni ciuffi erano davanti alle guance, altri ancora dietro alle orecchie.

I suoi occhi rossi sangue venivano risaltati da un ombretto giallo canarino, erano così scarlatti che riuscivano tranquillamente a mettermi i brividi, ma sembrava soprattutto che fossero stati immersi in una tinozza di quel liquido vitale per farne assorbirne la tonalità e le sfumature.

-Vediamovi bene... da una parte i ragazzi e dall' altra le ragazze...- sorrise, le sue labbra mostrano una serie di denti bianchi fin troppo dritti.

La ragazza iniziò, con l' aiuto di due uomini abbastanza robusti, a prendere uno ad uno per metterli nell' ordine che volevano loro.

Ero affiancata da Diana e dalla ragazza con i capelli legati, color marrone, quella uscita con noi dal carro.

La osservai meglio, trovandola stranamente familiare in certi dettagli.

Anche lei aveva un bel viso, morbido e dolce, le ciglia lunghe e le sopracciglia sottili.

Nonostante fosse legata, lei di suo traspariva solidità, mischiata con un pizzico di incertezza.

Indossava una maglia della stessa tonalità della terracotta, dei pantaloni grigio-neri, degli stivali color legno e una cintura appena al di sotto della vita.

Su un orecchio aveva una pietra verde smeraldo, anche se di una tonalità un po' spenta.

Nonostante tutto, nonostante i graffi, i vari lividi in certi punti, non completamente visibili, e parti di corpo coperti da un sottile strato di sporcizia, che aveva probabilmente preso nel carro, riusciva ad avere comunque un bell' aspetto e una certa fierezza nello sguardo.

Perlopiù non pareva fosse minimamente distratta da un qualsiasi pensiero, anzi, sembrava quasi fosse disposta a prestare attenzione a tutto quello che la circondava, senza tralasciare nulla.

Il contrario di Will, insomma.

Pareva star osservando verso i ragazzi, il collo teso e, oltre ad un espressione scioccata, una sorta di terrore che la attanagliava.

Fissava un solo punto che cercai di capire quale potesse essere, senza trovare alcuna vera via.

Era un punto indeterminato della fila.

Un uomo dall' aspetto decisamente maligno, si avvicinó a noi di soppiatto, squadrandoci una ad una.

Quando arrivó a me, Diana e all' altra, alzó la nostra testa per vederci meglio.

Al solo tocco con la sua mano, ebbi quasi un regetto e tentai di scostarmi dalla sua presa, cosa che, purtroppo, sembró divertirlo, tanto che mi si avvicinó di piú e mi alitó sul viso in una maniera disgustosamente orribile.

-Sai, se non avessimo dovuto vendervi nel modo migliore possibile, mi sarebbe davvero piaciuto vedere questa tua aria di superiorità cedere a quello che ti avrei fatto- disse

Avevo un enorme voglia di sputargli in un occhio, cosa da cui mi trattenni dal fare.

Quando si allontanó verso i maschi, non potei non sospirare e vidi Diana guardare storto l' uomo.

-Quanto odio le persone così...- borbottó lei, a bassa voce

-Concordo- ribattei.

Ad un tratto, ritornando a concentrarmi sull'altra ragazza, mi venne un intuizione.

La osservai ancora e ancora, cercando di capire se quello che avevo pensato potesse essere esatto.

Quella cosa che trovavo familiare in lei erano i lineamenti stranamente esotici, dalla bellezza particolare...

Ogni cosa che possedevamo pure noi Elementi...

Lei era il contrario di Will perché lui aveva sempre la testa tra le nuvole e lei invece... sembrava avere sempre i piedi per terra.

Terra.

Terra ed Aria.

Due Elementi opposti.

Che lei fosse l' ultimo?

Non ne ero sicura, affatto, e se non volevo rischiare di fare la figura dell' idiota, dovevo esserne perfettamente certa.

-Ciao- la salutai, quasi sottovoce.

Sembrai attirare subito la sua attenzione, spostó lentamente lo sguardo su di me in modo circolare.

Diana mi fissò in maniera interrogativa quando sentí il mio saluto.

-Ciao- rispose, altrettanto sottovoce.

La sua voce era appena un po' roca e dovette tentare più volte di schiarirsela per evitare di sembrare imbarazzata.

-Da quanto tempo sei con questi barbari?- domandai, per tirare fuori un qualche argomento di conversazione, per farle una domanda simile ne ero proprio a corto.

-Penso due giorni prima che arrivaste voi- disse - Non si capiva molto come passasse il tempo dentro ai carri-

-Sí... già... come sei stata presa?- domandai, abbastanza tranquillamente 
-Mi aggiravo nei dintorni del bosco vicino alla mia città, stavo cercando una bacca commestibile di nome corniolo. La conosci?-

-No, non mi sembra... dove abiti esattamente?- chiesi, con tono curioso, senza mostrarmi troppo invadente

-Persian- fece una breve pausa -Tu invece? In che modo sei stata catturata? Eri insieme a tutti gli altri?-

-Sí, ma non tutti-tutti, io e loro cinque- cercai di indicarglieli con la testa -Anche noi perlopiù nei dintorni di un bosco, a Tyresis, io e i miei amici stavamo invece cercando una persona- a dire amici mi ci volle un po', perché non sapevo esattamente se il mio rapporto con gli altri si potesse davvero definire in questo modo... con Task era un continuo battibecco, di Diana ero leggermente invidiosa, Will quasi non lo conoscevo e non avevo parlato molto con lui, Morgan mi stava molto simpatico e Guy... era l'unico rapporto che si potesse realmente allacciare ad un amicizia, ma forse solo dalla mia parte, non avevo minimamente idea su se lui mi volesse bene.

-Come ti chiami?- mi chiese

-Silver- risposi -Silver Irhina Watersea-

-Io Nemes Kleo Dragonearth-

"Dragonearth..."

Era la conferma che cercavo.

L' Elemento della Terra era davanti a me.

Le elencai anche gli altri, abbastanza in fretta, cercando di indicarglieli, uno alla volta, anche se continuava ad essere parecchio complicato così attaccata a quel palo.

-I tuoi genitori?- chiesi

Lei fece un breve sospiro -Di certo non sentiranno la mia mancanza- sbottó

-E come mai?- domandai semplicemente

Fece una risposta tra uno sbuffo e una risata, capii di dover lasciar perdere, perché spesso, quando qualcosa mi infastidiva e innervosiva parecchio, avevo il suo stesso atteggiamento, ma lei rispose comunque -Volevano un maschio, non una femmina, mi hanno data in affidamento ad una ubriacona-

La guardai, in un certo senso non mi aspettavo che rispondesse, così decisi di ricambiare.

-I miei sono in carcere-

-In carcere?- mi guardó, stupita

-Sí, per furto con scasso, rapinavano le case... e io sono stata mandata in un collegio da cui sono fuggita, lì ci riempivano di botte, soprattutto bastonate, se non eseguivi gli ordini e disobbedivi-

-É una cosa... disumana- disse, impallidendo leggermente, per poi mandare giú la saliva a fatica e infine continuare -Loro invece? I tuoi amici?-

- Diana ha sia sua madre che suo padre, a Decumano...-

-Decumano? Come mai ha fatto un viaggio così lungo per raggiungere Tyresis? Anche tu sei di Decumano?-

-No, io sono di Brooks, solo Diana abitava a Decumano, Task invece era di Thorton... Will invece abitava proprio a Tyresis...Guy e Morgan invece... sono dei viaggiatori- improvvisai sull' ultima parte, rendendomi improvvisamente conto di non sapere quasi nulla a riguardo del Tenebroso, non sapevo dei suoi genitori, ne dove abitava inizialmente.

Niente di niente.

E con Morgan ... beh, di certo non avrei mica potuto dirle che proveniva dal cielo e che la sua famiglia eravamo noi Elementi...

Forse mi avrebbe presa per matta, anzi, non forse, lo avrebbe fatto eccome.

-Diciamo che stiamo attraversando buona parte del mondo di Athlas per... diversi scopi-

Lei si acciglió, guardandomi un po' confusa, e io non potei non sudare freddo.

Sembró accettare questa spiegazione.

-Ohi, Silver- sussurró Diana a tutt'un tratto, prendendomi alla sprovvista.

Mi girai verso di lei indecisa e titubante -Cosa c'è?-

-Lá c'è un tipo che ti fissa...- seguii il suo sguardo, puntato sulla scalinata di marmo.

-Quale tipo?- chiesi di nuovo, notando improvvisamente che erano iniziate ad arrivare diverse persone, di cui, buona parte, aveva un aspetto caratterizzato da un ego smisurato.

Lei fece un cenno con la testa -Terzo scalino a destra- disse

Senza indugiare, notai un uomo.

Era vestito da una pelliccia maculata, simile a quella di un vero e proprio leopardo, con un cappello verde con una sfarzosa piuma incollata su di esso.

Aveva il viso ben nascosto, solo gli occhi erano visibili.

Erano due occhi strani, diversi da quelli della gente di quel posto, pareva quasi un infiltrato.

"Chi é quello?" mi chiesi, pochi secondi prima che finissi per concentrarmi, a fatica, su qualcos'altro.
 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17- Aria ***


Will

Tutto in quell' arena riusciva a distrarmi.

I granelli rossi che parevano fuoco sotto il sole cocente e sotto le nostre scarpe...

La parete a cono, color bianco, che mi sembrava però la gola di un mostro.

Noi, schierati in perfett'ordine , legati a quei pali, fin troppo rigidi per i miei gusti, che formavamo una 'I' che mi faceva pensare sia alla lettera che ad un percorso a ostacoli.

Anche le nuvole sembravano decise a volermi distrarre a tutti i costi, percepivo perlopiù la salata brezza marina attraverso l' aria.
Sentivo il sudore percorrermi la fronte, quasi fossero delle  lacrime che mi scendevano per il viso, attraversandomelo come se mi venisse solcato da righe, scendendo per il collo e passando sotto alla maglia per via dei raggi bollenti e soffocanti.

Avevo affianco Task e un tipo alto, dai muscoli possenti, dai capelli di un bruttissimo giallo cenere e dagli occhi infossati sotto delle palpebre molto tese e tirate.

Aveva dei denti che parevano quelli di uno squalo, perché erano squadrati e decisamente molto affilati e un naso schiacciato veramente orribile, tendente molto al colore rosso.

Tra denti, corpo e sguardo, che somigliava a quello di una tigre in agguato, decisi di denominare quell' uomo- ragazzo : 'Belva'

Un nome piuttosto appropriato, soprattutto pensando al ringhio rabbioso, gutturale e profondo che gli usciva dalla gola quando qualcuno tentava di toccarlo, cosa che, a quanto pareva, i barbari avevano smesso di fare.

Vicino al Fuoco poi, oltre a me, c'era Guy, il quale, dalle occhiate fulminanti che lanciava a queste persone, sembrava voler mettere a ferro e fuoco tutta l' arena.

E in effetti in un certo senso aveva ragione, visto che, a quanto pareva, i banditi, quando capivano che un particolare schiavo era ben visto, lo utilizzavano per dare spettacolo e combatterne un altro che non sembrava aver speranza di vendita.

Spostai il mio sguardo da lui, posandolo su una nuvola che mi sembrava a forma di tazza e scossi il capo con decisione.

Non era il momento di pensare alle nuvole!

Con irruenza cercai un motivo per inchiodarmi a terra e non volare via nei vari pensieri che mi attraversavano la mente... tipo mio fratello che si trasformava in mostro o Morgan che spalancava le ali e sfoderava la spada lucente.

O anche a mia mamma che se ne stava a casa con la badante, o al delizioso e delicato rumore delle onde contro gli scogli... quante volte mia madre aveva portato me e Zein nella spiaggia di Gardenia solo per farci fare il bagno o ascoltare il bellissimo e rilassante rumore delle onde...

"No, no, no ! Stop!" feci una smorfia, mentre i signori iniziavano ad arrivare.

Erano sicuramente uomini e donne molto ricche, perché dagli sguardi allegri, ingenui e viziati, sembravano non aver saltato nemmeno un pasto.

Non sapevano cosa significativa aver veramente fame, fortunatamente a me era capitato solo poche volte... cosa che invece, alcuni di noi schiavi, sembravano aver patito di brutto, ad esempio una ragazza infondo alla fila, l' ultima.

Aveva uno sguardo davvero spento e le ossa sporgenti, i capelli rossi logorati e legati in una treccia semplice.

Mi veniva un po' di pena per lei, al solo guardarla poi mi veniva voglia di proteggerla, da tutto e da tutti.

Arrivarono diversi altri signori, con addosso vestiti impreziositi e colorati, nuovi, senza strappi, niente segni di dolore e rughe sulla fronte.

Vidi, tendendomi appena, Silver che parlava con una ragazza dai capelli marroni e gli occhi bronzo, anche Diana parlava con lei.

La ragazza mi diede un sacco di sensazioni diverse e fu difficile analizzarle con tutti quei pensieri che, anche se indesiderati e perciò respinti bruscamente, mi trotterellavano nella testa, punzecchiandomi fastidiosamente come api arrabbiate e zanzare assetate di sangue.

Un vortice di emozioni mi attraversó l' intero corpo e volli indagare.

-Morgan?- chiesi

Lui era dietro a Guy e si sporse appena.

-La tipa vicino a Silver... é quello che penso?-

-Sí-

-Quindi ci siamo trovati tutti?-

-Esatto Will-

Guy storse il naso, tra agitazione e qualcos'altro che non riuscivo a identificare.

Certezza? Rabbia? Disprezzo?

Forse tutti e tre in un modo o nell'altro.

Ma quei tre sentimenti ... a cosa erano riferiti?

Glielo avrei chiesto, se soltanto non gli avessero tolto la voce.

-Il primo scontro si terrà tra...-

Quando vidi e sentii agguantare la mia spalla, per poi passare lentamente alla manica della mia maglia, feci un sobbalzo, guardando ad occhi sgranati la donna strana con la tiara sulla testa.

Ma non venni slegato.

Anzi, fu preso Belva, il quale fu fatto lentamente avanzare, cosa di cui egli non sembró molto felice.

O forse sí?

La sua espressione era mutata in uno strano ghigno di pura cattiveria.

E proprio in quel momento, dopo Belva, fu afferrato il braccio della ragazzina, l'ultima della fila.

Venne slegata in una manciata di secondi e gettata a terra verso il campo e sembró risentirne, tentó di alzarsi, l'intero corpo che era un fremito continuo.

Alzó lo sguardo verso Belva, con gli occhi di un animale in gabbia.

"Ma perché? Perché proprio lei? Ce n'erano molte altre di ragazze, anche più robuste di questa"

Di certo non auguravo a  nessuna di loro una cosa simile ma... lei? Così fragile ed indifesa? Così distrutta già da sé?

Era un combattimento del tutto impari.

Io non potevo fare molto, non potevo tentare di difenderla, non potevo, le corde erano troppo strette, non riuscivo a scioglierle.

La rossa, mentre si rimetteva in piedi, tremava come una foglia e la Belva se ne stava davanti a lei, fissandola in maniera truce.

-L' incontro inizia... ora-

La ragazza venne subito spintonata all' indietro dal ragazzo e inciampó, graffiandosi i polsi interamente contro quella ghiaia rossa, facendoli sanguinare.

La terra rossa che assomigliava a fuoco, perlopiù, le si piantava nella carne e la Belva si avvicinava a lei, preparandosi ad eliminarla definitivamente.

Lei provó a rialzarsi, fece diversi tentativi, ma buona parte del suo corpo era ferito e con liquido rosso che la faceva scivolare.

Il pubblico fischiava e urlava, quasi fosse felice della piega degli eventi.

Sentivo i miei muscoli che si tendevano da soli dalla rabbia.

Non c'era niente da fare.

Quella ragazza sarebbe morta.

La Belva le molló tre calci dritti in faccia, che la fecero piegare all' indietro con gemiti strozzati mentre il sangue le percorreva il viso a fiotti, una cascata rossa e lugubre che scendeva ad un ritmo fin troppo sostenuto.

La giovane, impotente indietreggió ancora, uggiolando come un cane impaurito mentre la Belva sogghignava, pronto a finirla e stavolta sul serio.

Altri fischi, applausi e tifi si fecero strada nell' aria dai gradini su cui i nobili siedevano.

E proprio mentre abbassavo la testa, aspettando in silenzio che lo facesse, non accadde nulla.

Nessun ciocco.

Nessun grido straziante di puro dolore.

Alzai immediatamente la testa, ma la Belva stava dando dei pugni a vuoto.

Non capivo cosa diavolo stesse succedendo, finché egli non si giró.

Dentro ai suoi occhi c'erano delle figure nere, vi si stagliavano dentro, oscurandoli.

Spostai lo sguardo e vidi le mani del Buio, si muovevano come quelle di un marionettista e gli uomini neri seguivano gli ordini che esse impartivano.

Non avevo mai visto una cosa simile e la mia stessa sorpresa era riprodotta negli sguardi di tutti, soprattutto in quello della ragazzina, che finalmente riuscí ad  alzarsi, allontanandosi appena dal centro dell' arena.

Era calato un silenzio tombale.

La Belva continuó per diversi minuti a dare pugni al nulla e dopo quegli attimi di confusione che non sembravano finire mai,  si riprese, ma ormai era stanchissimo e, lanciando un ultima occhiata arrabbiata all' arena, crolló a terra.

Ma tutto questo peggioró solo la situazione.

La ragazza dai capelli rossi venne trascinata da due barbari sotto uno dei due portici di uscita dell' arena.

Si udivano delle accuse di stregoneria e il rumore degli schiocchi e dei sibili di una frusta.

Ma soprattutto si sentivano le urla.

Guy, dopo una manciata di secondi, distrusse con i polsi, spingendo con il suo potere, quella corda, che gli lasció un solco abbastanza profondo nella pelle a cui peró non fece caso.

In fretta e furia, lanciando delle saette nere dalle mani , ci slegó a tutti, anche quegli altri ragazzi che avrebbero fatto da schiavi.

Si scatenó il finimondo, i barbari, improvvisamente capirono che la ragazza rossa non c'entrava niente e iniziarono a correrci contro, molti degli schiavi, terrorizzati, correvano di qua e di lá.

Osservai Silver, Diana e Task mentre, ciascuno di loro, richiamava il proprio potere.

Provai anche io, concentrandomi su qualsiasi sentimento vero che potesse aiutarmi.

Ne trovai uno che mi fece comparire nella mano un vortice d'aria.

Tutti noi Elementi atterravamo i banditi, aiutati anche da buona parte dei ragazzi che erano stati catturati.

Raggiungemmo l' arco di uscita in modo abbastanza rapido e scaraventammo i due banditi a terra, come tante altre persone che tentavano inutilmente di fermarci.

Mi sembrava di essermi trasformato a tutt'un tratto in un animale, non uccidevo ma colpivo e stordivo gli avversari quasi senza accorgermene, sentivo solo l' impatto che il mio Elemento aveva sul corpo degli avversari.

Non riuscivo a scatenare piú di un colpo alla volta, ma per ora mi bastava così.

Ero solo agli inizi, era già tanto che c'ero riuscito.

Silver fece un  bolla d'acqua, allargandola lentamente, coperta da Diana e Task, cosicché se avessero tentato di attaccarla, avrebbero fermato loro l'attacco in qualche modo, e la costruí intorno a noi e alla ragazza rossa.

Tutti i ragazzi catturati entrarono in essa, alcuni senza farlo appositamente, presi dallo scappa-scappa momentaneo, altri indugiando ma decidendo di entrarci comunque.

Quando i banditi tentavano di entrare a loro volta, noi sei li spingevamo via, la Terra a pugni.

Non toccavo quasi i miei avversari, non li sentivo neanche prima di scaraventarli a terra.

Quando tutti i banditi sparirono e i nobili corsero via dal terrore di ricevere lo stesso trattamento, la bolla d'acqua si innalzó verso il cielo.

Notai agli ultimi che un uomo invece era rimasto sulle gradinate, osservandoci andarcene.

Quando ritornammo  a toccare il terreno, sulla spiaggia, la bolla esplose esplose in schizzi d'acqua fragorosamente.

Passarono tre secondi prima che ci fosse un grande  applauso generale .

Gli ex-schiavi ci osservavano con espressioni ammirate, continuando ad applaudirci.

-Voi siete ... gli Elementi!- dissero molti di loro, con toni speranzosi e curiosi, felici della libertà appena ottenuta.

Io, sinceramente, mi sentivo parecchio in imbarazzo, avrei voluto rispondere :'Sí, siamo gli Elementi, ma non fissateci in questo modo, ci mettete sotto pressione piú che quei bastardi'

Ogni persona voleva guardarci, stringerci la mano, abbracciarci, chiederci come ci chiamavamo e se l'Elemento che pensavano che fossimo era giusto.

Ad un tratto, anche la ragazza dai capelli marroni venne circondata.

-C'è un errore... io non sono una di loro... io...-

-Invece sí!- insistette uno degli ex-schiavi- Lo sei, ti abbiamo vista!-

-É vero- disse semplicemente Silver - Sei tu la persona che cercavamo-

La giovane rimase a bocca spalancata.

Quando noi tutti concordammo, lei sembrava essersi almeno un po' convinta.

Lei tacque

-La Terra- continuai, sorridendole appena, accennandone uno

Il suo sguardo si abbassó leggermente, quasi stesse calcolando le possibilità che fosse solo un semplice sogno.

La comprendevo bene, visto che avevo pensato lo stesso quando lo avevano rivelato a me.

Le persone continuavano a congratularsi e ció sembrava rendere Virgil parecchio nervoso, ma davvero tanto, i suoi occhi erano piú scuri del solito.

Aveva un umore nero, e sembrava che il suo Elemento lo stesse spingendo ad arrabbiarsi.
Immaginai che se avesse avuto la voce, avrebbe fatto un urlaccio da far ammutolire tutti i presenti.

Fremeva e tremava in un modo quasi convulso.

Con una fatica che sembró enorme, si trattenne ed indietreggió verso Morgan, quasi per dirgli :-Abbiamo finito?-

Prima che Morgan potesse  dire qualcosa, la ragazza dai capelli rossi si avvicinó a lui, cosa che gli altri avevano stranamente evitato di fare, e gli diede un bacio sulla guancia, allungandosi appena per raggiungerlo, mettendosi quasi sulle punte.

Guy non si ritiró, ma il suo sguardo tremoló leggermente, con una nota di imbarazzo che riuscí a cancellare poco prima che gli dipingesse l' intero viso.

Si schiarí la gola in silenzio, quasi dovesse iniziare un discorso e tossí nervosamente.

-So che sei stato tu ad aiutarmi per primo. Grazie-

Lui scostó appena appena il viso e annuí semplicemente.

La ragazza gli sorrise e lo abbracció, per poi scioglierlo e abbracciare anche me, Morgan e gli altri, ringraziandoci a nostra volta.

Ci volle un bel po' prima che ci lasciassero andare.

Ci eravamo rivelati agli abitanti di Athlas, la voce degli 'Elementi ritornati' avrebbe sicuramente iniziato a diffondersi per le strade delle città.

Eravamo più in pericolo adesso, gli Spettri e i Demoni avevano un compito facilitato.

-Ti sei imbarazzato, eh?- chiese divertita Silver a Guy

Lui le lanció un occhiataccia che diceva seccamente: -Lasciami in pace!-

Silver, sorridendo, gli prese la mano.

-Non vi siete sbagliati?- sentii dire alla ragazza

-No, Nemes- rispose Silver, tranquillamente, tirando appena il braccio di Nightshadow.

A quel punto, Morgan recapitoló tutto a Nemes e il discorso si interruppe bruscamente una volta che egli concluse.

-Beh, a quanto pare, al massimo se sarà un sogno, mi risveglieró e non ci rimetto, se invece non lo é... non rischieró la morte per una mia stupida incertezza- disse lei in un sussurro

-Un ragionamento logico- ribatté subito dopo Diana.

Le due si sorrisero a vicenda.

Mi accorsi improvvisamente che c'era qualcosa che mancava.

E non riuscivo proprio a capire cosa.

C'eravamo io, Morgan, Task, Guy, Silver, Nemes e Diana.

Chi mancava?

Chi?

-Gylnis, Hurricane e il Dratini dove sono?- domandó Fireburns ad un tratto

-Non sono di certo qui, probabilmente si trovano al quartier generale dei banditi-

-Come li riprendiamo?- aggiunse lui, rapidamente, quasi di fretta

-Bisognerebbe andare a Nirvana, potrebbero prenderne altri in caso non ci fossero insieme ai vestiti e alle provviste-

-Dov'è esattamente Nirvana?-

-Due giorni di cammino da qui, superando l' arena-

-Perché? Dove ci troviamo?-

-Nella spiaggia di Synchrome, quando supereremo l'arena, c'é uno spiazzo di terreno molto corto, ma subito dopo torna ad essere sabbia, poi una volta che essa sparirà, ci sarà la piccola città di Rhenn, che é talmente breve  che si percorre in nemmeno tre ore di cammino e dopo un po', una volta usciti, c'è quella di Nirvana, decisamente molto più grande-

-Ci serverá anche un animale in piú-

-Concordo-Morgan fece una breve pausa-Lo prenderemo dopo aver recuperato gli altri-

Annuimmo tutti

Avremmo voluto rimanere un altro po' sulla spiaggia ma decidemmo di non farlo, già dovevamo avvicinarci di nuovo all' arena, non potevamo permetterci troppe distrazioni con le possibilità che ci fossero altri banditi qui vicino.

-Non abbiamo ne le provviste ne le poche armi che prima avevamo, con la spiaggia è impossibile cacciare e una volta arrivati a Rhenn dovremo rubare per nutrirci-

-E per cambiarci-aggiunse Diana

-Giá... e per cambiarci- le fece eco Morgan

L'idea di avvicinarsi di nuovo all' arena mi era ripugnante e non poco, ma ci andammo comunque.

Silenziosi nell' aggirarla, la superammo, preparandoci mentalmente alla possibilità di un attacco che, con nostra immensa fortuna, non ci fu.

La sabbia d'oro si estendeva ancora lungo i pendii, curve e pianure e quando arrivó la notte, non avevamo ancora finito di superarla tutta.

Ci sdraiammo vicini e ci preparammo a dormire per il giorno successivo.

Nemes era sdraiata in mezzo a Diana e Silver, Silver mezza abbracciata a Guy, affiancato da me, Task era dall' altra parte di Diana e vicino a lui c'era Morgan.

Mi addormentai praticamente subito, chiedendomi se per caso ci fosse anche solo un modo per migliorare in tutti i campi, come forza e come resistenza soprattutto.

Quando caddi nel mondo dei sogni all' inizio, mi trovai davanti al nulla piú totale, era tutto scuro, poi vidi qualcosa, una luce, una sola, lieve luce, dentro a quella che pareva una persona, quasi invisibile.

Non sapevo chi diavolo potesse essere... solo, quella luce era così piccola e così fioca che proprio non riuscivo a vedere chi fosse.

Al mio risveglio avevo solo un crescente senso di disagio, come se stessi percorrendo una strada in salita e non riuscissi a respirare, il mio cuore batteva fortissimo, rimbombandomi nelle orecchie fastidiosamente.

La prima cosa che notai da sveglio fu la forma delle nuvole.

Una a sinistra pareva un arco incoccato, a destra una culla, in basso una piuma e in alto un cuore spezzato.

Appena un po' più in lá, c'era un coniglio che sembrava perlopiù si muovesse veramente perché il vento lo spingeva fortissimo fino a dove non riuscii a vederlo più.

Mi sorpresi a vedere Morgan giá in piedi a fissare i granelli di sabbia, agitando un bastone di legno in modo circolare e rapido, così tanto che l'aria veniva smossa in una maniera incredibile.

Pensai da un momento all' altro che si innalzasse, spiccando il volo, sollevando lentamente sulla testa il bastone rotante, ma non accadde nulla.

Dopo minuti di allenamento tornó a spalancare le ali, agitandole insieme, allo stesso tempo del bastone.

Era girato di spalle quando gli chiesi -Chi ti ha insegnato ad agitarlo in questo modo?-

Lui ebbe un sobbalzo, ma non si giró -Ho imparato da solo- disse, interrompersi, chiudendo rapidamente le ali, girandosi poi verso di me.

-Avevo tempo da occupare- annunció, sorridente

-Immagino- dissi

-Tu e tua madre siete sempre stati uniti, no? Non passavi periodi piú lunghi di mezza giornata da solo, no?-

-Sí, é così-

-Io invece ho passato grande parte della mia vita da solo, dentro una casa senza proprio nulla di interessante da fare-

-Non potevi uscire?-

-Sí, potevo, ma per fare cosa? Lassù ci sono solo molte nuvole e nessun paesaggio, non si puó scendere sulla terra se non per emergenza, di libri ce ne sono, ma sono solo sulla storia e trattano di anni di guerra, nient'altro-

-Li hai letti?-

-In parte- ammise lui

-Io a casa avevo tantissimi libri, ma quando me ne stavo a letto o cenavo da mia zia con cose molto costose, mi sentivo un po' in colpa e mi sembrava ingiusto, volevo rendermi utile-

-Diventando medico?-

Annuii semplicemente

-Una carriera responsabile... ti ci vedrei molto bene-

Gli sorrisi a mia volta e venni cullato in pensieri vaghi dal dolcissimo e delicato rumore delle onde.

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Capitolo 19
*** capitolo 18- Rubare ***


Will

Riprendemmo il cammino molto rapidamente, con ritmo abbastanza spedito.

L'aria profumava di sale e il rumore dell' acqua che andava a incontrare il terreno e gli scogli, trasportando con se conchiglie colorate e sabbia, era parecchio rilassante, mi permetteva di rilasciare tutta la tensione che non smetteva di aleggiarmi dentro da quando mi ero svegliato.

La spiaggia ancora non era sparita ma pareva sul punto di esserlo, verso mezzogiorno, si vedevano delle case da lontano.

"Quindi quella é la città Rhenn?" mi chiesi, guardandola.

Vidi Silver indicarla a Morgan con un sorriso allegro.

Pareva proprio una bambina sotto a molti aspetti, bastavano poche ore per capirlo.

Con Guy sembrava quasi una sanguisuga, non gli si staccava di dosso nemmeno se la obbligavano, con Task c'erano i dispetti, scherzi e litigi, con Diana c'erano spesso battute di scherno a spese del rosso che lo facevano infuriare ancora di piú, con Nemes, boh, sembravano starsi simpatiche, Morgan era di parte e io... non le davo molta confidenza.

Me la sarei vista bene con le treccine e il viso un po' piú da bambina di sei o sette anni, se non meno poi.

Di certo non di una quattordicenne.

Questo suo carattere non mi dava fastidio di per sé, ma in certi momenti proprio mi irritava.

-Tenebroso, devi rispondere a delle nuove domande, quindi usa i segnali che ti avevo dato la volta scorsa-

Guy sospiró e sembró quasi dire : -D'accordo, se proprio devo...-

-Tua madre e tuo padre erano, o sono, carini con te?-

Lui non diede alcun tipo di risposta

-Dove abitavi? A Finneon?-

Scosse il capo, facendo un espressione del tipo : -Ritenta e sarai più fortunata-

Ridacchiai, sorridendo

- A Golden?-

No

-A ... Fenrir?-

No

-Indizio per favore!-

Virgil ci pensó su, poi fece una rapida 'A' con il linguaggio muto

-A...Asterione?-

Lui scosse ancora la testa

-Amberlin?-

E finalmente Guy annuí, con un lieve sospiro

-Perché non mi hai risposto prima? Non vuoi dirmelo?-

-E per quale motivo? Non ti piace parlarne?-

-Oh... Sei andato via da casa tua per qualche motivo preciso?-

Annuí ancora, ma in modo molto meno deciso, come se temesse di lasciarselo scappare.

Diana si aggiunse al discorso-Un motivo derivato dai tuoi genitori?-

Ancora una volta non diede alcuna risposta, quasi temesse di rivelarlo e di mostrare la motivazione.

Tacquero, lui con lo sguardo altrove, loro probabilmente arrendendosi al fatto che sui suoi genitori non avrebbe mai detto niente, sia con i gesti sia, se gli sarebbe mai tornata, con la voce.

Sembró che quel silenzio fosse eterno, poi Silver sorrise in modo assurdamente buffo e sfacciato -Ti sei mai innamorato?-

Se Guy avesse avuto qualcosa in bocca, tipo dell' acqua, a questa domanda avrebbe sicuramente sputato.

Lui si mise le mani sui fianchi con uno sguardo del tipo: -E questo cosa diavolo c'entra con tutto il resto? - sbuffó, con il viso ancora completamente rosso dall' imbarazzo e diede una leggera patacca in testa all'Acqua, che si mise a ridere sguaiatamente.

Il Buio sospiró di nuovo, con gli occhi alzati al cielo.

Avanzammo per quelle che probabilmente furono cinque o sei ore, eravamo stanchi e anche abbastanza affamati.

Sentivo il mio stomaco quasi maledirmi dalla fame, brontolando intensamente e incessante.

Quando raggiungemmo Rhenn, fui sorpreso di notare delle case altissime, con vicino quelli che parevano piccoli garage, senza neanche un giardino ma con qualche piccolo rimasuglio di sabbia per le strade.

Attraversammo il marciapiede dell' entrata con tranquillità, non essendoci anima viva e non potei non rimanere colpito dalla forma delle mattonelle sotto di noi, erano tantissimi cerchi, sistemati come un mosaico, alcune delle quali nere, altre grigie e altre ancora bianche, sembrava il pelo di un dalmata gigante, steso per tutta la città.

Man mano che avanzavamo, il numero di persone presenti aumentava visibilmente, alcune spuntavano fuori dalle case con quelle che sembravano borse da mercato, altri percorrevano normalmente la strada, chiacchierando rumorosamente, quasi volessero far sapere a tutti quello che dicevano.

Avanzavamo a ritmo abbastanza rapido, ed eravamo a buon punto del percorso quando iniziai ad ascoltare veramente di cosa parlassero le persone.

Mi resi conto ad un tratto che tutti parlavano della stessa cosa, era un discorso che a tutti noi era fin troppo chiaro.

Stavano parlando del ritorno degli Elementi nella terra di Athlas.

Parlavano di noi.

Eravamo nominati talmente tanto spesso dalle bocche altrue che mi veniva quasi il timore che sapessero.

Che fossero a conoscenza del fatto che eravamo qui, ad ascoltarli.

Perlopiù ogni volta che nominavano Aria o Vento mi veniva da girarmi per fissare chi aveva parlato, solo per essere sicuro che non mi indicasse.

-Parlano tutti di noi- dissi, con una certa agitazione, sussurrando per non farmi sentire dalle altre persone.

-Sí, é fantastico- esultó allegramente Silver, con un espressione estasiata, come quella di un affamato davanti ad un negozio di torte.

-Non tanto- ribatté Task, contrariato, rotando gli occhi

-La tua opinione non mi interessa, puoi tenertela- sbottó Irhina -Tu sei così negativo in certi casi che le tue idee sono migliori se non le dici-

-Se, se, certe stupidate le puoi dire solo tu-

-Silver, non puoi impedire a qualcuno di dire la propria idea su un fatto- dissi io, alzando il sopracciglio

-Sarà anche così ma io non voglio sentirgli dire sempre qualcosa di contrario, mi scoccia e parecchio-

-Diciamo che Task potrebbe tentare di non andare sempre contro le tue opinioni, ma tu devi lasciarlo esprimere almeno un po'- disse Diana

-Non possa cambiare una mia idea, cavolo e soprattutto non ne ho voglia- sbottó lui, incrociando le braccia e scuotendo la testa a diniego

Lo sguardo del Buio sembrava dire due cose all' unisono : -Oh no, ci risiamo, di nuovo a discutere- e -Non fareste meglio a stare zitti una maledettissima volta?!-

-Senti Fuocherello, tu sei quello di cui mi importa meno, quindi, se eviti di controbattere ogni cosa che dico, mi faresti un piacere-

Lui assottiglió lo sguardo, assumendo un espressione talmente seria da stendere chiuque, ma soprattutto divenne quasi freddo.

L' Elemento del Fuoco... freddo.

Una cosa innaturale e strana che fece mutare perfino l' espressione di Silver.

Lui, con un atteggiamento tagliente e distaccato, le lanció un ultimo sguardo di sufficienza prima di voltare la testa completamente da un'altra parte.

-Come vuoi- ribatté, seccato

Morgan guardava i due, quasi mortificato dalla piega che stava prendendo il rapporto tra gli opposti.

Cadde un silenzio assoluto e pesante, interrotto solo dal chiacchierare degli abitanti di questa cittadina che pareva quasi di sfondo.

Mentre avanzavamo, seguivamo i discorsi delle tantissime persone presenti, continuavano a chiamarci, lodandoci.

Ognuno di noi faceva un espressione diversa a seconda delle sensazioni e dei sentimenti che provava a sentirsi nominare.

Cercai di decifrarle, ma alla fine mi arresi e iniziai a vagare tra i pensieri che mi passavano per la testa.

La tonalità di azzurro del cielo sembrava essere stata dipinta, il celeste era ben mischiato e immaginai di volare nel vasto immenso per toccarlo.

I miei capelli erano blu, ma se li avessi avuti appena un po' più chiari mi sarei potuto mimetizzare tra esso, dipingendo anche il mio stesso corpo.

Raggiungemmo le bancarelle dopo poco,erano tante, molto vicine tra loro, ciascuna di una fattura e di un colore diverso dall' altra.

Alcune erano perlopiù di un materiale decisamente inadatto al proprio ruolo.

Come avremmo preso del cibo, rubandolo, con esse così attaccate e appiccicate?

Questo proprio era un mistero a cui avrei voluto ottenere una risposta plausibile.

Ci interrogammo tra noi per trovare una rapida idea, ma di idee ne avevamo ben poche ed erano inutili per questo genere di cose.

Passammo davanti ad un bellissimo salume dall' aspetto invitante e delizioso.

Non potevamo prenderlo, era troppo grande, il commerciante avrebbe notato subito la sua mancanza, ma quello affianco era adatto.

E ad un tratto Morgan ebbe un idea, che eseguimmo subito dopo.

Mi preparai, a me aveva assegnato la parte del ladro.

Silver avrebbe distratto il commerciante e, a coppie, Diana e Nemes da una parte e Guy e Task dall' altra, avrebbero fatto in modo che quelle affianco non notassero il furto.

Morgan sarebbe stato dietro di noi, a osservare i passanti e a bloccar loro la visuale.

Dovevo essere rapido e deciso, niente indecisione o saremmo stati spacciati.

Avrei potuto nascondere tutto il cibo abbastanza facilmente.

-Che tipo di salume é quello ? Sono stata in diverse città ma non ne ho visto mai uno come il suo, signore- domandó non con troppa innocenza l'Acqua

Il commerciante rispose e presto fu assaltato da tutte le domande di provenienza, di qualità e di scadenza dei diversi cibi posizionati alla bell'e meglio sulla bancarella.

Mentre il mercante, orgoglioso di mostrare le sue conoscenze, si apprestava a parlare della gran bontà della gorgonzola stagionata e della carne di maiale, presi il prosciutto che avevo davanti e con gesto rilassato, come se mi mettessi le mani sui fianchi, me lo feci scivolare dentro ad un sacchetto che avevamo da poco recuperato in un'altra bancarella, con la stessa velocità presi il formaggio di capra e lo feci sparire immediatamente nella stessa maniera rapida.

Una salsiccia e un salame seguirono lo stesso destino degli altri due.

Avevo preso abbastanza roba e, Silver, per non dare sospetti di alcun tipo, continuó a chiedere varie cose, mentre, lentamente, gli altri cinque fingevano di andarsene, quasi fosse stato solo un caso che fossero stati lí vicino a noi.

Era stato un piano abbastanza ingegnoso per essere stato inventato così, su due piedi.

E dovetti anche ammettere a me stesso che Irhina era veramente brava a trovare argomenti di conversazione sul cibo.

Alla fine lo ringraziammo e ce la filammo via il più velocemente possibile.

Non avevo tentato di prendere nient'altro, ma forse avrei dovuto, c'era talmente tanta roba buona che forse avrei dovuto, era stato un vero peccato.

Reincontrammo gli altri a pochi metri da dove eravamo stati e riprendemmo a camminare, mettendoci in bocca pezzi di cibo a turni.

Quando finimmo non eravamo molto soddisfatti, ma almeno non avevamo più così tanta fame, cosa piú che positiva.
Prima di uscire dalla città, prendemmo anche dei vestiti di ricambio e un arco molto piccolo con delle frecce.

Avanzammo fino alla fine della città e poi iniziammo a percorrere la strada che ci divideva dalla città di Nirvana.

Ci spingemmo ad avanzare il più possibile, poi, arrivata sera, ci fermammo all' ombra di un albero, a terra.

Dormimmo, o almeno, facemmo qualcosa di simile al dormire, ci riposammo gli occhi e le gambe stanche, sapendo di avere sopra di noi solo il cielo, e ci usammo tra noi come cuscini di appoggio.

Io ero seduto, con Nemes appoggiata a me da una parte e Silver dall' altra, a cui ero appoggiato io e che era attaccata al Tenebroso, dall' altra parte di lui c'era Diana e subito dopo Task, Morgan era dall' altra parte di Kleo.

La mattina dopo riprendemmo tranquillamente il cammino, che si estese fino a pomeriggio tardo.

Avevamo cacciato qualche animale, tra cui due conigli dall' aspetto sano e robusto ed una lepre molto giovane.

Mi fece molto piacere cibarmi di qualcosa di piú sostanzioso che occupasse maggior spazio rispetto a quello di cui c'eravamo nutriti il giorno prima, il brontolio e il fuoco ardente nel mio stomaco si spensero ai primi morsi.

Il sollievo mi attraversó la mente e il petto in un modo che non mi sarei mai aspettato.

Camminammo con passo altrettanto svelto e la giornata si estese e sparí rapidamente, quasi fulminea.

Ci furono pochissimi discorsi e, con una luna ben alta nel cielo, scivolammo nel sonno fino alla mattina seguente, che appena inizió fece ricominciare le lunghe camminate.

Piú avanzavamo e piú gli alberi diminuivano, fino al punto in cui ce n'era uno ogni tanto.

Riuscimmo a velocizzare il passo a tal punto che nel giro di poche ore, vidi le propaggini della città che avevamo cercato.

Nirvana.

Il quartier generale dei banditi era davanti a noi.

Sembrava una città sfarzosa giá da lontano, si intravedevano torri e case alte e... un castello, infondo ad essa, imponente come pochi.

Piú ci avvicinavamo e piú mi convincevo che, vestiti in questo modo, non saremmo passati affatto inosservati.

Soprattutto all' entrata ne fui ancora più convinto, persone semplici passavano per le strade con smoking e camice bianche, o, per le donne, vestiti lunghi e eleganti.

Per un attimo mi chiesi se andassero anche a letto in questo modo e, chissà, forse avevano pure le lenzuola di seta.

Beh, adesso capivo dove mettessero i profitti della vendita degli schiavi, nei vestiti, ovviamente.

-E ora?-

-Si vede che ho sempre evitato di osservare questo posto, non credevo che fossero arrivati a tanto- disse Morgan, innervosito.

Neanche lui prevedeva una cosa simile...

Altro che passare inosservati, sarebbe stato come andare davanti ad un assassino armato, alzare le mani e dirgli :'accoltellami'

Qualcosa dovevamo pur fare però, e l' idea di tornare indietro non era di certo molto gradita.

Non sapevamo nemmeno tanto bene dove avessero cacciato la nostra roba, l'unica cosa che potevamo fare era seguire il naso di Morgan e attraversare i vicoletti meno frequentati tra tutti.

Aspettammo in silenzio, andando a voti per decidere se entrare oppure trovare un altra soluzione 
-Chi vota per restare qui alzi la mano-

Si alzarono la mia, quella di Task e quella di Silver 
-Dici di sì per Gylnis, eh? - chiese Diana, ridacchiando

-Oh, sta zitta- sbottó il Fuoco-Sto votando sí perché ormai siamo qui, che senso ha tornare indietro dopo tutta la strada che abbiamo fatto per arrivarci?-

-Ammettilo che tieni a quella pegaso-

-Ne farei anche a meno- borbottó -É per Hurricane al massimo, di certo non per Gylnis-

-Beh, allora anche io voto sí- disse Diana

-Quattro per il sí e tre per il no-

-Ci andiamo quindi- dissi, tra il sollevato e l' incerto

-Sí, ma dobbiamo fare molta attenzione a nasconderci per bene-

Annuimmo tutti, anche se Nemes e Guy erano ben poco convinti di questa scelta, si vedeva da mezzo metro che quel posto non ispirava a nessuno dei due.

Alla fine, seguendo Morgan che avanzava tra le strade piccole e strette, probabilmente spinto ad avanzare dal fiuto, ci spingemmo ad avanzare nella città.
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19- La vecchia ***


Will

Avanzavamo quasi a tentoni, a passi stanchi, da più di venti, trenta minuti di fila, senza quella che sembrasse una reale meta.

Sentivo il fango di una pozza che mi macchiava i pantaloni e rabbrividii, quando mi accorsi che aveva un qualcosa di gelido e decisamente surreale.

L'aria si era fatta piú fredda nel giro di quelle che a me parvero un ora o due, quando ci fermammo davanti ad un negozio dai vetri oscurati e dall' aspetto decisamente diverso da quelli che avevamo visto fino a poco prima, pareva che attorno ad esso ci aleggiasse un atmosfera un po' da brivido.

Non ci trovavo nulla di rassicurante e perlopiù la freschezza che era giunta a tutt'un tratto sembrava provenire proprio da lí.

-Perché ci siamo fermati?- sussurró Task, guardandosi attorno con parecchia tensione.

-Già, perché?- domandai a mia volta a disagio

Quel negozio aveva un aspetto che proprio non mi ispirava molto, non facevo che pensare al fatto che era meglio allontanarsi da lí il prima possibile e il restare era quasi indesiderato, escluso, se soltanto Morgan non si fosse bloccato lí, come un lupo davanti ad una preda.

-Penso che sia qui-

-Come mai? Senti la traccia del nostro odore?-

-Sí, esattamente, il vostro odore é presente anche qui e penso che nessuno possa averlo se non ha almeno un vostro vestito, vi pare?-

Annuimmo in silenzio ma non riuscivammo a deciderci ad entrare.

Quest'aria, davvero, mi infastidiva parecchio, non era come la solita brezza pomeridiana, un po' fresca e un po' frenetica.

No.

Si espandeva qualcos'altro sotto di essa, non capivo solo che cosa potesse essere, non deltutto almeno.

Ma ormai il capire non sembrava mai essere facile, le domande erano fin troppe per i miei gusti.

Mi strinsi la giacca addosso e serrai i denti mentre mi sentivo attraversare, il vento gelido filtrava dal punto bagnato della stoffa dei pantaloni rattoppiti.

Mi costrinsi a non biascicare la mia paura e quel senso di incertezza che in modo scostante mi scuoteva come una foglia in balia alla corrente di un uragano.

Quando notai che anche gli altri provavano quello che sentivo io, mi sentii quasi sollevato.

Nessuno di noi si azzardava ad entrare.

Apparentemente sembrava anche che nessuno di noi si sarebbe mosso da quella postazione se non per andarsene.

Ma dovevamo farlo e ció mi spaventava terribilmente.

I primi a decidersi furono Morgan e Guy.

Il Buio mandó giú un groppo di saliva che sembrava esserglisi bloccato giú per la gola, incupendosi terribilmente, e prima di muoversi vide Morgan fare il primo passo verso quel negozio.

Mi aspettavo quasi che accadesse qualcosa di negativo e strano, ma non ci fu nulla, nulla  successe.

Virgil, seguendo il nostro protettore, inizió e concluse ininterrottamente il suo cammino, fino ad arrivare davanti alla porta del negozio.

Afferrò, con gesto fluido e carico di disprezzo, la maniglia della porta, ma invece di aggredirla con nervosismo, la fece abbassare lentamente e con delicatezza, per poi spingere la porta facendola cigolare rumorosamente.

I cardini della porta scricchiolarono quasi, seguiti dal campanellio leggero dell' incontro della porta con esso.

Aperta completamente la porta, guardó noi e all' interno, poi ci si intrufoló, seguito a ruota dal guardiano che gli era rimasto affianco, Silver entró subito dopo, accellerando il passo, dopo di ció fecero la stessa cosa Diana e Task, io chiusi la fila e spinsi la porta fino a serrarla.

Quando essa toccó contro la chiusura, ci fu un altro scampanellio leggero che mi fece voltare di scatto.

Con il cuore accellerato, dopo qualche secondo, a fissare davanti e non dietro di me.

Il negozio era più grande di quanto potessi anche solo minimamente immaginare e pareva piú un magazzino di oggetti antiquariati.

Per poco, quando fissai a sinistra, non mi presi un colpo.

C'era un grande orso su due zampe, fortunatamente imbalsamato, con le zanne e gli artigli ben visibili.

Aveva un aspetto molto minaccioso e aggressivo.

Appena accanto c'era la testa di un alce, appesa a mo' di trofeo e uno stemma con un aquila della stessa grandezza di una targhetta di identità.

A destra c'erano dei mobili intagliati in legno.

Più avanzavo, più vedevo nuove cose: vestiti, sacche, libri, cornici...

Proprio davanti a noi c'erano un mucchio di scartoffie tutte ammassate e dall' odore di muffa, con un colore tra il giallo e il cenereo.

Visualizzai anche una tendina con dei gigli ricamati e quadri, sculture, mattonelle in ceramica, vasi ovali e ben decorati, divani baldanzosi, arpe, pianoforti a coda, archi, liuti, stoffe antiche e sfilacciate sui bordi, tappeti pieni di polvere...

Al lato di uno scaffale v'era una foto con il vetro rotto e delle perline sparse di una collana.

Avevano un colore tendente al grigio, poco lucide e che, al minimo movimento, ruotavano per dividersi tra loro.

Intravidi anche una lampada e qualcosa che attiró la mia attenzione quasi subito, un carillon a forma di scrigno, con uno smeraldo incastonato sopra ad una delle facce laterali, dentro ad esso c'era un piccolo cerchio incastrato in una lametta sottile.

Somigliava alla forma di una chiave, ficcata bruscamente dentro a quello scrigno dai colori e dalle sfumature dorate.

Ci volle un po' prima che staccassi lo sguardo da esso per spostarlo poi verso una scala che sprofondava al di sotto del pavimento su cui camminavamo, come per toccare le profondità, anche se chiusa da una porta di metallo con delle catene che impedivano l' accesso a chi non possedeva l' oggetto che l' avrebbe aperta.

Notai una scrivania a tutt'un tratto, con una figura sedutavi dietro.

Era una donna dai capelli grigi, la cui pelle era piena di rughe che parevano ragnatele e sembravano sul punto di sbriciolarsi.

Aveva un leggero 'tick' all' occhio sinistro e al collo, che faceva rumori sordi e schiocchi secchi che somigliavano a fratture, tanto che sembrava che gli si sarebbe rotto l' osso completamente da un momento all' altro.

Percorremmo silenziosamente la poca strada che ci distanziava da lei.

Uno dei suoi occhi era di vetro, ed era quello ticchettante, di un giallo spento, l' altro era verde e somigliava a quello di un felino.

Indossava una giacca elegante dalla tonalità fuxia, un foulard rosa confetto, una stretta gonna a tubo e una maglia che poteva tranquillamente soffocarla, non le si addicevano molto, sembrava quasi che che avessero sistemato una testa su un corpo sbagliato per esso.

Ci scrutava come se fossimo venuti da un altro mondo.

-Non siete del posto, signori - apostrofó con un tono irritante e gracchiante, a dir poco raspante e fastidioso, con un accento sulla 'i' piuttosto bizzarro.

-No, infatti- disse soltanto Morgan, con delicatezza ed educazione, non tralasciando alcun tipo di insicurezza.

-Desiderate qualcosa?-

Mi guardai attorno un altra volta prima di tornare a guardare la donna anziana.

Per ora non avevo visto nulla di nostro.

-Siamo solo di passaggio, questo negozio ci aveva incuriosito...-

Un sorriso che pareva più una smorfia, affioró sulle labbra della donna -E ha fatto bene ad incuriosirvi- rispose maliziosamente-É un negozio diverso da altri-

-Lo abbiamo notato-

-Allora curiosate un altro po', se volete, fatelo pure, ma non fate troppo rumore, ne sono infastidita parecchio-

Noi la fissammo per un altra manciata di secondi poi ci riunimmo a cerchio.

-Ci dividiamo due a due?- chiesi

-Siamo dispari- sbottó Nemes

-Sí, ma io valgo per due- sorrise Morgan -Concordo con il piano di Will, i gruppi saranno di due a due, Guy con Silver, Task con Nemes e Will... tu con Diana, d'accordo?-

Non mi chiesi il motivo di questo abbinamento, era facile da prevedere, i più esperti con i novellini.

Non fu nemmeno discussa la decisione presa, annuimmo e ci dividemmo nei gruppi prestabiliti.

Quando Diana mi si affiancó, fu il momento di scegliere la direzione da prendere.

Ci guardammo intorno.

-Andiamo di lá?- puntai il dito verso una specie di corridoio prodotto da degli alti scaffali che quasi raggiungevano il soffitto.

Diana annuí accondiscendente, poi lo percorremmo in silenzio, in modo quasi felpato, fino a raggiungerlo ed a attraversarlo.

Tra gli scaffali vi erano delle statuette, dei medicinali, probabilmente scaduti, dei fiori ancora bagnati, delle gabbie per uccelli e topi, alcune trappole dall' aspetto molto pericoloso ...

E una briglia di cavallo, l'avevo già vista intorno al muso di Hurricane.

La presi, pochi attimi primi che sentissi un urlo squarciare il silenzio.

Non identificai chi fosse finché non notai la nota secca e allo stesso tempo dolce della voce.

Era Nemes ad aver gridato.

Non era affatto una cosa positiva.

Io e Diana ci allarmammo subito e scattammo, ancora indecisi su che direzione prendere.

Non riuscivamo a prendere una decisione.

Destra? Sinistra?

Sentimmo un altro rumore, pareva che si fosse rotto qualcosa ed era esattamente alla nostra destra.

Iniziammo a correre velocemente verso il rumore improvviso e ci trovammo difronte a Task che aveva preso a correre davanti a sé, lasciando cadere un vaso, probabilmente prendendoci contro.

-Oh, Task, Task !- urló Diana

Il Fuoco si giró appena, continuando a correre all' incontrario, con un espressione allarmata quasi quanto le nostre.

-Dov'è Nemes?-

Fece per aprir bocca ma poi la richiuse, facendoci segno di seguirlo direttamente, con un veloce gesto della mano.

Non doveva essere con lei?

Non era il momento di domande e spiegazioni, perció decisi di seguirlo e basta, a passo rapido.

Ci volle più o meno qualche minuto prima che la raggiungessimo.

Era sdraiata, svenuta, probabilmente stordita.

Apparte noi Elementi non c'era nessuno se non la vecchia, a meno che non fosse giunto qualcuno, ma era improbabile, del tutto improbabile, non c'era stato alcuno scampanellio.

-Perché non sei rimasto con lei?- sbottó Diana

-Me l' ha detto lei! Mi ha quasi cacciato!-

-Come?-

-Ha detto che aveva visto qualcosa ma che non aveva notato che fosse suo finché non se l'era ricordato-ribatté-É stata la vecchia vero?-

-Probabile- disse lei -É l' unica che era qui oltre a noi, l' unica che ha potuto osservare le nostre posizioni-

-Sí, ha visto che direzione prendevamo...- continuai io

-Guy e Silver!- scattarono insieme Task e Diana, saltando quasi in aria

-E Morgan!- dissi

-Dobbiamo cercarli-

-Ma non possiamo lasciare qui Nemes...-

-Me la carico io sulle spalle, io l' ho lasciata, mia la responsabilità-

Task afferrò un braccio di Kleo e poi prese anche l'altro, con delicatezza, la tiró leggermente su, ma prima che potesse metterla sulle spalle, lei si riprese.

Il suo sguardo rimase su Task con un espressione alimentata da emozioni difficili da identificare.

I suoi occhi sembravano percorrergli il viso e studiarlo.

-Stai meglio?- chiese il Fuoco

-Sí... credo- balbettó lei

Task le porse un oggetto, era una collanina che aveva un bellissimo medaglione dorato, decorato da ghirigori semplici.

Lei osservó l' oggetto, studiandolo con attenzione, poi aprí il medaglione.

Scorsi la foto di una bambina dai capelli marroni corti, dalle stesse fattezze dell' Elemento della Terra, sia per lineamenti, sia per espressione.

Non lo ringrazió, chiuse soltanto la mano intorno alla collana e la strinse, per poi indossarla e annuire semplicemente.

-Te la senti di correre?- chiese il Fuoco

-Sí, sto bene- affermó, accennando un sorriso debole

-Sicura?-

Lei annuí un ultima volta, con piú decisione e convinzione.

-Bene, non perdiamoci in chiacchiere-

Incominciammo tutti a correre, più veloci che potevamo.

A volte, durante la corsa sfrenata, cadeva qualche oggetto e rischiavamo di scivolare, ma il nostro ritmo era comunque regolare.

Così regolare che sembrava fossimo un tutt'uno.

Quando trovammo Silver e Guy, non calmi ma quasi, anche se mezzi intenti a correre pure loro, li tempestammo di domande.

-State bene?-

-Sí, voi?-

-Noi bene, a parte forse Nemes che é stata colpita...-

-Io sto bene, davvero, ma non tocca a noi quattro ricevere le domande, no? Ci siamo riuniti prima di trovare voi, il momento delle domande é per entrambi voi due-

-Non avete notato nulla di sospetto?- chiesi, sorvolando il commento finale di Nemes che mi innervosí parecchio anche se non lo diedi a vedere.

-No, tutto ok- insistette Silver, Guy fece un cenno con la testa per dare il suo assenso.

-Piuttosto, Nemes, ti ha aggredito la vecchia?-

-Sí, lei-

-Dalla vecchia...- disse Silver, con un tono leggermente stranito.

-Sí, ma... sembrava piú alta-

-Come 'più alta'?-

-Più alta!- esclamó lei, con tono disperato-Più alta e massiccia, con uno sguardo strano e non con l'aspetto di una normale anziana-

-Quanto era alta?- chiesi in un lieve sussurro

-Beh... sembrava molto, molto alta, più me la trovavo davanti e più sembrava innalzarsi, ma forse era una mia impressione visto che stavo per svenire-

-Non penso- sembró dire Guy, con una leggera scossa di capo, mischiato al disappunto che si leggeva nei suoi occhi.

-Nemmeno io- disse Diana, quasi avesse compreso -Solo una volta ho visto una figura alzarsi di altezza... e quello che ne é stato totalmente testimone é Will-

Mi paralizzai completamente, avendo improvvisamente il flash back di quel momento, che mi albergó nella testa, ancora una volta.

-Sí- concordó Task

-Era uno Spettro- dissi in un sussurro, con un brivido che prendeva a salirmi e a scendermi per la schiena.

-Come troviamo Morgan adesso?- chiesi

-Forse lui ha sentito l' odore dello Spettro e percepisce che il nostro é piú lontano, solo...- Nemes si interruppe

-Cosa?- chiesi io

-Mi chiedo come mai sia riuscito a stordirmi... se era uno Spettro non avrebbe dovuto riuscirci, e poi perché solo stordirmi? Perché non ha tentato di uccidermi e basta?-

-Aveva un altro piano- sussurró Diana

-E che tipo di piano é secondo voi?- chiese ancora con un tono di voce incerto, quasi stesse facendo due più due ma non fosse sicura del risultato 
-Qualcosa che implichi noi- ragionó Silver

-Già... e Morgan non saprebbe molto dello Spettro, avrebbe sentito solo il suo odore per un attimo, poi una volta assunta la forma di chi voleva lo avrebbe fatto sparire-

Lo Spettro aveva preso la forma di uno di noi.

Il problema era uno solo... chi? Di chi aveva preso la forma? 

Non di me di certo, me ne sarei accorto.

Di Diana forse no, era praticamente impossibile, era stata affianco a me tutto il tempo!

O era Task, o Silver, o Guy.

Ad un tratto mi chiesi cosa mi facesse escludere Nemes dalla lista dei sospettati e capii che non c'era alcun motivo di farlo.

Era strano, ma mi accorsi che era perfino piú prevedibile.

"Lo Spettro cerca di convincerci, fingendo di essere Nemes, di essere stata solo stordita, svelando il fatto che uno di noi potrebbe essere lui, l'assalitore, sviandoci, facendoci credere di non essere assolutamente lui perché é quello che ha messo i dubbi su un piatto d'argento, serviti e ben mostrati per confonderci ancora di piú"

-Ciascuno di noi deve dire qualcosa di lui di molto profondo e che almeno uno sa- feci una pausa -Piú lo sanno meglio é, chi dice le cose piú conosciute o poco profonde, potrebbe essere uno dei colpevoli- lanciai un veloce sguardo a Diana e la vidi annuire.

-E io?- sembró dire Virgil

-Tu usi il linguaggio muto-

-Non penso che mi aiuteranno molto- mimó, lettera per lettera, con espressione già stufa

-Uh! Così posso farti tutte le domande che voglio, Guy- Silver gli prese il braccio e il Buio la cacció con uno scossone

-Ok. Chi inizia?-

-Andiamo a lettere- optó Diana

-Nel senso... ABCD?- domandó Nemes guardandola stranita

-Beh, ognuno di noi conta in tutto la somma delle iniziali delle proprie lettere-

-La somma?-

-A vale uno, B a due, C a tre... eccetera eccetera-

-Ma io sono svantaggiato, ho quattro lettere da contare- sbottó Task contrariato

-Scegli uno dei tuoi secondi nomi-

-Ok. Bene. D'accordo-

Ci volle un bel po' di tempo per riuscire a fare tutto il calcolo e rimanemmo in silenzio per qualche minuto di fila

-Il mio fa ventisei, D più C più S, ovvero quattro piú tre piú diciannove-

-Sessantasei, avendo due W che valevano ventiquattro ciascuna e la R che é  dieci... il mio é stato un conto enorme, sai che roba-

-Il mio é ventotto se non si conta la J-

-Quarantatre- mimó Nightshadow

-Ventinove- Nemes fece una rapida pausa - N piú K piú D ovvero quattordici più undici piú quattro-

Silver non rispose, era intenta, o almeno pareva intenta, a calcolare.

-Il tuo qual'é?- chiese Diana

La ragazza divenne tutta rossa in faccia, ma non sapevo dire se fosse per imbarazzo o per qualcos'altro che non sapevo se fosse quello che interpretavo -Non sono molto brava in matematica- disse piano

-Silver...- sussurrai

Si susseguirono parecchi secondi di silenzio.

-Su, non é difficile, la S vale diciannove, le altre le sai, anche se fai il conto con le dita va bene comunque, non ti prendiamo mica in giro- continuai, cautamente

Il silenzio aleggiava sovrano, tenebrosamente, e il viso le si faceva sempre più rosso.

Quando, sotto il nostro sguardo attonito, inizió a sembrarci piú alta, facemmo un passo all' indietro.

-Un piano eccellente, Diana- disse Task

Concordai pienamente.

Diana aveva centrato nel segno, l' aveva smascherato.

Nessuno Spettro sapeva il nostro secondo nome a meno che non lo scoprisse in qualche modo.

E noi non avevamo assolutamente pronunziato il secondo nome di Silver.

Quello del gioco era stato soltanto un pretesto.

Si alzava sempre di più e sembrava aver raggiunto ormai i due metri, altri flash back iniziarono a disturbare la mia mente.

Ancora mi chiedevo dove fosse il mio vero fratello... ma ora mi veniva piuttosto da chiedermi...: "dov'è la vera Silver? "

Aveva ancora le sue sembianze ma era talmente alta da mettermi i brividi.

Non sembrava naturale vederla a quell'altezza.

Quando si tramutó del tutto, mi accorsi che era parecchio diverso da quello che aveva assunto la forma di Zein, non era un comune Spettro.

Aveva il mantello nero, sí, ma dentro ad esso sembrava esserci un intero universo, era come se brillasse.

Aveva bevuto il sangue di unicorno, per questo era riuscito tranquillamente a colpire Nemes.

Era piú forte, tutti i suoi punti di forza erano stati rafforzati... piú forte di esseri che non sapevamo già  come distruggere.

Eravamo in guai seri stavolta.

Avremmo dovuto capire come distruggerli, e al piú presto possibile.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20- Rinchiusi ***


Will

Un passo indietro, due... sperammo che Morgan sentisse al piú presto l' odore dell' enorme Spettro che incombeva su di noi.

Stavo praticamente tremando, ma non capivo se fosse per freddo, visto che c'era una temperatura bassissima in quel posto o per la paura tremenda che mi scuoteva il petto.

Misi le mani davanti a me in segno di difesa e mentre indietreggiavo cadde un vaso di vetri che si spaccó rumorosamente in tanti pezzi.

Lo Spettro rimase immobile per diversi secondi, poi riprese a seguirci.

-Un idea?- disse Task con tono parecchio sarcastico, fissando l' essere di fronte a noi per poi spostare lo sguardo su Diana.

-Non lo so, scappiamo a gambe levate?-

-Questo sí che é proprio un bel piano, complimenti- ribatté il Fuoco con un espressione che sembrava proprio innervosita

-Cosa vuoi, un manuale di attacco in cinque secondi?-

-No, di certo questo no, ma qualcosa di più pratico magari ci stava-

-Meglio scappare per il momento- obbiettai

-Okay, niente roba pratica-

-Partiamo al tre, uno... due... tre!-

Iniziammo a correre a rotta di collo, era stranamente confortante che questo negozio fosse così grande, potevamo percorrere uno dei suoi corridoi piú piccoli tutti insieme sulla stessa lunghezza d'onda e rimaneva ancora dello spazio.

-Qualcuno si giri per vedere quanto é vicino, ma non smetta di correre- disse Task

-Faccio io- rispose Nemes.

Si girò e la sentii fare un sobbalzo mischiato tra lo spavento e la rabbia -É a dieci metri dietro di noi-

Si rigiró, velocizzando il passo.

Sembrava corressimo da ore quando ci trovammo di nuovo davanti alla porta di ferro chiusa con i catenacci.

Dove speravamo di andare?

Avevamo il fiato corto e il portone di ferro era ben chiuso, sigillato.

Se avessimo ripreso a correre avremmo finito per stancarci ed essere acchiappati come topi, ma sarebbe accaduto lo stesso stando lí.

Era meglio tentare la fuga piuttosto che arrendersi del tutto, perdendo ogni speranza di riuscire ad aggrapparci alla salvezza.

Iniziammo a scendere le scale verso il portone, tentando di forzare il catenaccio con il fuoco di Task.

Stava letteralmente bruciando il metallo, piegandolo quasi fosse carta.

-Forza, forza- lo incitai, mentre sentivo il cuore rimbombarmi nel petto all' impazzata.

Lo Spettro ci era ormai quasi addosso quando finalmente la chiusura si ruppe permettendoci di varcare l' entrata e chiuderla prima che quello dietro di noi vi entrasse a sua volta.

Sentii lo sbattere della porta quando venne chiusa, noi cinque vi ci appoggiammo la schiena, per poi, uno alla volta, afferrare la prima cosa ingombrante che trovavamo e ve la addossavamo.

Alla fine la porta era completamente bloccata da mobili, sovrapposti per bene, quasi anche scaraventati.

Quando fummo del tutto sicuri che essa avrebbe retto, ci guardammo intorno con un certo disorientamento.

Tutto odorava di muffa, era una stanza lugubre, pareva quasi un asta di arredamento e roba varia, continuava fino ad un altra porta, non chiusa a chiave.

Ci infiltrammo dentro alla nuova stanza, ma ne uscimmo praticamente subito alla vista del corpo della vera vecchia, accerchiata da un enorme pozza di sangue.

-E adesso? Silver é chissà dove, Morgan pure e quello Spettro dall' aria così truce e pericolosa gironzola per i corridoi di questo enorme negozio- il Fuoco alzó il sopracciglio

Rimanemmo in silenzio per diversi secondi.

-Forse Watersea potrebbe provare a venire a sua volta qui... e tentare di entrare vedendo che non c'è più il catenaccio che chiude la porta- vidi la Terra iniziare a fissare il muro con impazienza

-Ma se ci tentasse, da come l'abbiamo chiusa, non ci riuscirebbe mai-

-Beh...-

-Morgan potrebbe localizzarci- dissi

-Sí, ma in tutti e due casi dobbiamo esseri sicuri che siano loro e non lo Spettro-

-Potremmo richiedere a Silver il secondo nome, mentre Morgan...- optó Diana

-A Morgan cosa diavolo chiediamo ?- chiese Task

Tacemmo per un breve minuto, cercando una qualsiasi soluzione.

-Domandiamo lui della sua famiglia, se risponde subito dicendo quello che é giusto é lui, se rimane un po' troppo a pensarci su, non lo é- rispose Nemes, a bassa voce

-Ma lo Spettro potrebbe arrivarci per ragionamento- dissi, con tono contrariato

-No. Non credo- ribatté la Luce

-Mmmh... dopo dobbiamo andare a vedere cosa c'è oltre quella porta- disse Nemes indicandola

-Già- concordai

-Chi si offre per andarci?-

Rimanemmo immobili a guardarci per diversi minuti, prima che Guy si facesse avanti, quasi tranquillamente.

Mi chiesi se per caso lui avesse paura di qualcosa, lo squadrai, cercando di leggere qualche turbamento, qualche leggera inclinazione.

Non ne trovai alcuna.

-Ne sei certo?- domandó Diana

Lui annuí solamente, fissando il portone bloccato.

-Beh, come vuoi, ma non adesso- disse lei, con tono leggermente irritato, per poi voltarsi e allontanarsi appena.

Ci sedemmo su alcuni mobili e aspettammo in silenzio.

Silver

Vidi, con la vista leggermente sfuocata, la grande parete davanti a me e sentii, con parecchio fastidio, l' angolo di un armadio nella schiena.

Mi alzai, un po' barcollante, stordita quasi quanto quando eravamo stati rapiti dai banditi.

Mi ressi a fatica, appendendomi alla prima sporgenza possibile.

"Dove sono ?"

Cercai di mettere in ordine i fatti, mi ricordai improvvisamente del momento in cui  stavo entrando dentro al negozio, anzi, stavamo e mi ricordavo di essere stata messa in coppia con Guy per esplorare questo posto.

Poi... poi avevo notato uno specchio poco lontano da me ed il Buio e... ci ero andata vicino.

Infine era spuntato una... seconda me che mi doveva aver colpito perché poi non ricordavo nulla.

"Aspetta... é spuntata una seconda me?! E dov'è il Tenebroso?"

Mi risvegliai quasi completamente da quello strano fastidioso stato di stordimento.

Mi guardai attorno piú e più volte.

La seconda me doveva avermi spostata una volta dopo che mi aveva stordita, perché non avevo la piú pallida idea di dove potessi essere esattamente.

Mi appoggiai la mano alla fronte, cercando di concentrarmi meglio e avanzai alla cieca verso il primo corridoio possibile.

Mi sembrava di camminare da ore quando, disperatamente, finii per urlare.

-Guy! Task! Diana! Ragazzi dove siete? Rispondete vi prego!- trattenni a stento le lacrime, che sembravano essere completamente intente a voler uscire.

Il mio gridare rimbombó a lungo, scontrandosi con ogni oggetto, pareva essersi diffuso ovunque.

Ci fu un silenzio iniziale quasi assoluto.

Iniziavo a respirare troppo frequentemente, sentivo il mio cuore rimbombarmi nel petto.

I secondi di silenzio continuavano a procedere ad una lunghezza estenuante.

-Ragazzi, dove siete? Mi sentite?-

Stavo ormai per perdere le speranze quando, ricevetti finalmente risposta 

-Silver!- gridó Diana - Siamo alla porta di ferro, quella che era chiusa con la catena, dentro, sbrigati a raggiungerci-

A sentirla, non potei che non essere decisamente più tranquilla e felice .

Tirai un sospiro di sollievo

-Diana!- gridai- Ci siete tutti?-

-Sí, a parte Morgan, l'hai visto?-

-No. Non l'ho visto-

-Vieni, subito-

Avanzavo verso la voce, e fui felice di notare che la porta era poco lontano.

Prima di raggiungerla, con il corpo intero che tremava, osservai dietro di me.

Non c'era nessuno e nemmeno davanti a me, ma la porta era socchiusa.

Mi affrettai a scendere le scale e la raggiunsi in fretta e furia.

-Secondo nome?- sentii chiedere a Nemes dietro ad essa

-Irhina, perché?-

-Niente, te lo spieghiamo dopo, entra-

La porta fu aperta e io vi entrai poco prima che venisse richiusa dietro di me.

Tossii leggermente e li vidi tutti.

Passai da Elemento in Elemento con lo sguardo, prima Will, poi Nemes, Diana, il Tenebroso e Task.

Il Fuoco era leggermente più indietro, quando incrociai il suo sguardo, per un breve momento, vidi sollievo.

-Io... io... sono stata colpita da una persona che aveva il mio aspetto- dissi, mandando giù la saliva

-Era uno Spettro che si era nutrito con il sangue di unicorno, ha assunto le tue sembianze ma l' abbiamo smascherato, poi ci siamo chiusi qui dentro, scappando da lui- spiegó Will

-Mi sono preoccupata tantissimo, al mio risveglio non sapevo dove potessi essere io ne dove foste voi... Tenebroso, sono felice di rivederti!-

Gli andai incontro in un abbraccio, da cui, con mio enorme sollievo, Guy non si riscosse.

Lo strinsi e lui appoggió, forse un po' titubante, le sue contro la mia schiena.

Avrei voluto rimanere un altro po' così quando lui si agitó appena, facendomi capire che dovevamo sciogliere l' abbraccio.

-La vecchia?- domandai subito dopo

-Quella che abbiamo visto era lo Spettro, la vera deve essere morta da un pezzo, il cadavere é nell' altra stanza-

Feci una smorfia alla parola cadavere, ma mi riscossi alla svelta -Morgan?-

-A meno che non sia morto, non abbiamo idea di dove possa essere, dovrebbe sapere che siamo qui, la domanda sono :" sta bene ? non sarà per caso contro lo Spettro?"-

-Sí, le domande le sappiamo, grazie Will-

-Se ce lo continuiamo a chiedere, tutti noi, vuol dire che ci stiamo dimenticando una domanda altrettanto importante-insistette lui

-E quale sarebbe?- chiesi, una domanda che sembró rimane sospesa nell' aria mentre ci pensava su.

-Non ne ho idea-

Sembró quasi che ci avesse tirato in testa un martello, tanto che ci piegammo in due facendo degli :-Eh ?!- con tono tra lo scioccato ed il sorpreso

-Complimenti, ma lo fai apposta?- Diana batté le mani per un attimo, poi fece un espressione assurdamente buffa, guardando storto l' Aria

-No ! Se c'è qualcosa che non valutiamo, ma non so cosa sia, é sconosciuta, nascosta, se lo sapessi non lo sarebbe più. No ?-

-Bambino cattivo- borbottó Nemes

Scoppiammo a ridere, forse un po' per il nervosismo della situazione, forse perché stavamo parlando come dei bambini, oppure perché ci andava di scrollarci di dosso la tensione e di lasciarci andare almeno un po' per non pensare al fatto che eravamo chiusi in una sottospecie di bunker di protezione con un cadavere nella porta accanto.

Dopo un bel po', smettemmo di ridere, per poi tornare seri.

-Sei ancora sicuro di voler andare a guardare?- chiese Luce al Buio

-Sí- sembró dire egli, mimando

-Cosa ? Dove? Dove... vuoi andare?- chiesi, guardandolo con occhi spalancati, quasi balbettando

-A vedere se c'è qualcosa oltre il cadavere- disse Diana

"No, aspetta, cosa?"

-Vengo con te!-

No

-Perché no?-

-Perché ti fanno schifo i cadaveri?- optó l' Aria, guardandomi

-Mi fanno schifo ma non conta- sbottai, per poi tornare a rivolgermi a Guy -Vengo con te, potrei mettermi a gridare finché non avró piú aria nei polmoni se non me lo fai fare-

Lui scosse nuovamente il capo

-Devi riprenderti, ti ha colpito di brutto quello Spettro- disse Diana

-Non puó andare da solo e io voglio andare con lui- mi lamentai

Stai tranquilla, torneró subito

-E allora lasciami venire con te- controbattei, ostinatamente

-Sei più testarda di un mulo- sembró dire, quasi adirato

-Sí e ne sono fiera- sbottai

Resta qui

-No-

Almeno questo favore me lo fai?

Feci per aprire bocca e poi sbuffai -Non mi vuoi tra i piedi-

No. Voglio che riposi

-Ma che differenza fa se vengo o mi riposo per il poco tempo che rimarrai lí?-

Di differenza ne fa e non controbattere, non é il momento di litigare e discutere

-Non mi fido se qualcuno non ti accompagna-

Lui sbuffó amaramente

-Mi offro io- disse Nemes

-Va bene- dissi, impedendo a Guy di ribattere in qualche modo -Di te mi fido... Task, vacci anche tu- aggiunsi subito dopo

-Io? E perché?- lui sembró riprendersi da quella rete di pensieri, molto fitta, che sembrava albergare nella sua testa

Feci un sorrisino-Voglio rendere la tua parte un po' piú coraggiosa e un po' meno noiosa-

Diana scoppió a ridere grossolanamente

-Ancora questa storia?- borbottó Fireburns offeso

-Sí, ancora questa storia, ora vai o ti fai solo la figura del fifone-

Lui fece una smorfia arrabbiata-Certo che non mi lasci in pace un attimo, eh?-

-No, mi dispiace-

-Ti dispiace un corno- mi guardó male, sguardo che ricambiai con tutto il sarcasmo possibile, però si mise affianco a Nemes con un sospiro

-Siete pronti ad andare?- solleticai

-Se proprio dobbiamo- ribatté lui scorbuticamente, poco prima che, accompagnati da noi, si dirigessero verso la porta della seconda stanza.

Il primo che fece capolino nella stanza fu Virgil, seguito subito da Nemes e da Task che emise uno sbuffo indignato.

Si richiusero la porta dietro di loro, facendoci rimanere in tre, io, Diana e Will.

Ci sistemammo tranquillamente su degli sgabelli dall' aspetto rozzo ma robusto e aspettammo.

Giocherellai silenziosamente con un mio ciuffo di capelli e osservai gli altri due, prima di sollevarmi, tenendo le gambe leggermente aperte, reggendomi con le braccia allo sgabello, che mi faceva un perfetto appoggio.

Probabilmente apparivo in una posa da scimmia.

Mi dondolai appena, poi, sentendo le braccia cedermi, feci un salto e atterrai tranquilla.

Feci piú volte la stessa cosa, lasciandomi ciondolare leggermente, infine, molto annoiata, mi misi a studiare i mobili.

-Scrivania in legno di pino, ottima annata, striature interne-

-Dieci nikki- scherzó Will

Non potei non sorridere -Qualcuno offre di piú ? Dieci e uno, dieci e due, dieci e tre...venduta! Venduta al cliente-

Ridacchiammo tutti e tre, poi le nostre risate si spensero da una tensione alimentata da chissà che cosa.

Già... chissà cosa... soltanto il pensiero del cadavere ci ammutoliva

Rimanemmo zitti per chissà quanto tempo, io continuavo a studiare i mibili e a giocare con i miei capelli e gli altri due parevano essere immersi in pensieri neanche lontanamente raggiungibili.

Ad un tratto vidi Will scendere dallo sgabello e iniziare a fare come me.

Mi si avvicinó e guardammo insieme quello che avevamo attorno.

Vidi un tavolino grigio dall' aspetto malandato, era a forma rettangolare e in uno dei suoi spigoli c'era attaccato un cassetto dai bordi parecchio scoloriti e graffiati.

Quando lo aprii, vidi che dentro ad esso c'era un libro, un po' strappato.

Era una copia di :'La Tormenta' un libro che l' Aria sembró riconoscere.

Lo prese in mano, per un attimo sorrise, poi però lo reinfiló dentro e lo chiuse a forza, andando avanti.

Non mi feci domande e lo seguii.

Passammo davanti ad una scrivania, la cui era piena di lettere imbustate, una sopra l' altra in modo parecchio disordinato.

Ne lessi una o due:

Cara L,
Mi dispiace tanto, so di averti ferito, ma questo é un momento difficile per me e per la mia vita e non voglio che ci passi anche tu.
Già é dura per me, vuoi che non lo sia per te che hai una mente ed un corpo così fragile? 
Anche se siamo praticamente gemelli, lo sanno tutti che siamo opposti.
Ti voglio solo dire che ti voglio bene.
Un bacio.
B'

' L'onorevole.
La informo che sono stato richiamato dal vostro cugino per portare voi un recapito.
Le daró notizie e informazioni al piú presto al riguardo e le chiedo di essere paziente.
Stiamo raggiungendo Ferea per arrivare alla destinazione.
Le sei pietre piú preziose del mondo di Athlas si troveranno nel vostro studio entro una o due settimane.
Saluti cordiali.
Il capitano Senn'

Fu stranamente triste leggere la prima lettera, c'era una sorta di affetto fraterno che lasciava un certo peso addosso.

Con la seconda invece prevalse la curiosità, immaginandomi le sei pietre preziose, appoggiate sopra la lettera.

Mi chiesi anche se la lettera, prima di finire qui, fosse arrivata a destinazione.

Io e Will passammo altrove.

Vidi un lavandino bianco, con dei ghirigori che ricordavano dei fiori, sopra alla sporgenza del rubinetto.

La toccai, era fredda, liscia  e bagnata.

Dietro al rubinetto c'era una piccola cavità in cui era incastrato un anello.

Tentai di toglierlo da lí, facendomu aiutare anche da Will, ma niente da fare, era proprio incastrato.

Per un attimo mi chiesi se per caso lo avessero preso a martellate.

Smettemmo di tentare di tirarlo su, provai anche a cercare di rotarlo, ma niente da fare.

Avanzammo e fissammo entrambi un mobiletto pieno di libri.

Ce n'era uno con la copertina piegata e rovinata, che non aveva alcun titolo, ne davanti ne dietro, neppure dentro.

Girai tre  pagine e notai una scritta a grandi caratteri che diceva : 'Diario'

Voltai un altra pagina e vi trovai dei fitti appunti scritti in un ordinata calligrafia.

Diceva il giorno, come tutti i diari e poi parlava degli avvenimenti accaduti.

Molti di essi erano combattimenti e guerre sanguinose, politica e invenzioni.

Trovai una pagina , dopo averne superate molte, che sembrava piú robusta di altre ed era vuota.

Anche le pagine dopo erano tutte vuote, perció lo rimisi a posto.

Dopo essere passati a molti altri mobili arrediari , tornammo al lavandino e riguardai l' anello.

Lo osservai a lungo, poi lo pigiai.

Il lavandino tremó leggermente e si alzò.

Sotto ad esso c'era uno scrigno, grande piú o meno come un cassonetto, con l' apertura verso il lato a sinistra.

Senza fiatare, lo aprii e vi trovai quello che non mi immaginavo assolutamente di trovarci dentro.

Vi erano, al posto di gioielli o soldi o oggetti preziosi, delle armi.

Armi e dei vestiti abbastanza belli perlopiù.

-Ehi Diana-la chiamai -Guarda cosa ho trovato di bello-  sogghignai
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21- Caduto ***


Nemes

Appena dopo essere scivolati dentro alla stanza con il cadavere, lo aggirammo silenziosamente, cercai a tutti i costi di non sconvolgermi troppo alla vista di quell'enorme quantità di sangue che circondava il corpo della donna.

Come la prima, era una stanza ambigua, che metteva i brividi.

Le pareti erano di un colore scuro, coperte da carta da parati sistemata in modo poco coerente, a parte il corpo della donna non c'era nient'altro, se non una scala di legno che sembrava ben piú lunga di quella che avevamo percorso per aprire i catenacci che chiudevano la porta di ferro.

Lí c'erano stati al massimo sette gradini o poco più, nonostante sembrassero sprofondare nel terreno, mentre in questa sembrava che non avessero fine.

Ci lanciammo un occhiata e continuammo ad evitare con lo sguardo la vecchia, morta, sdraiata per terra, con espressione terrificata.

Dopo poco iniziammo a scendere gli scalini, che parevano aumentare man mano avanzavamo.

Oltre al numero di scalini, aumentava l'oscurità di questo posto.

Presto scendemmo le scale con un buio pesto.

Sentivamo solo i nostri passi scendere nell' oscurità e i nostri respiri che si affannavano via via.

Per poco non sbattei contro il muro quando ci fu una piccola curvatura.

Passo dopo passo, notai che la scala si allargava e non capivo dove fossero gli altri due.

Li chiamai piano, uno mi rispose, l' altro no, non avendo la voce, non poté, ma fece un ritmo contro il muro con il pugno.

Uno dei due mi afferrò la mano e io sobbalzai, ma allo stesso tempo mi sentii piú sicura, molto più sicura, potevo avanzare tranquillamente senza preoccupazioni... o quasi...

Scesi un gradino o due e sentii uno schiocco improvviso che non presagiva nulla di buono.

Io non precipitai, ma sentii la mano scivolare dalla mia presa, cosa che mi fece perdere un battito di cuore e udii un profondo e raccapricciante rimbombo.

-Guy! Guy, ci sei ?- esclamó Task

Il Fuoco era circa vicino a me, almeno lui...

Sentii un tossire leggero e uno scuotere di capelli e vestiti.

Fece un battito di mani, come per dire :-Sí-

Eravamo nei guai seri, non ci si vedeva niente e chissà a quanti metri al di sotto era rispetto a noi.

-Ohi, noi cerchiamo di andare avanti per vedere se c'è una corda e una lampada, torniamo al piú presto possibile, d'accordo? -

Si sentí un secondo battito che risuonó come un eco per tutta la scala

-Ok. Sta tranquillo, per ora non tentare di uscire o potresti peggiorare la situazione, stai fermo e basta, capito?-

Guy tossí di nuovo, lí sotto doveva esserci molta polvere.

Superammo il gradino in fretta e furia, Task mi afferrò il braccio, prima di scendere su un altro scalino gli davamo qualche colpetto, ci salivamo e cercavamo di starci il meno possibile.

Cosa parecchio ardua.

Quando iniziai a pensare che questa scala non finisse proprio piú, intravidi una leggera luce.

Io e Task affrettammo il passo e per poco non scivolai.

Fortunatamente lui mi sorresse, prima che potessi fare un bel capitombolo.

-Grazie-gli dissi

-Figurati- rispose semplicemente, arrossendo per la mia sbadataggine

Arrivati alla luce, fummo felici di notare che era una stanza ariosa.

E si sentivano dei versi di animale in lontananza.

Vi trovammo una corda e molti vestiti di buona fattura e delle borse che avevo visto solo una volta:Quando i barbari le tiravano perché credevano ci fossero dei buoni bottini che non avrebbero mai diviso con qualcun'altro.

Task le afferrò e io cercai di non fissarlo.

Nom dovevo fissarlo, non aveva senso che lo facessi.

Non era e non poteva essere lui.

Ci dividemmo un attimo per la stanza per cercare quelle che Task definì come 'erbe curative per curare la febbre'

Non vidi erbe, probabilmente quelli se le erano prese per loro.

Piú che probabile, non sapendo dove cercarle, per loro erano rare.

Rarissime a dir poco.

Alla fine, dopo minuti e minuti di ricerche, realizzammo che non ce n'era proprio traccia di erbe medicinali.

-Niente?-

-Niente- confermai, desolata

-Ok, di lampade ad olio non ne hai viste?-

-Per ora no, nemmeno un candelabro da accendere-

-Proviamo nell' altra stanza-

L'attraversammo ed infine passammo un' altra porta che ci lasció davanti ad una stalla in cui vedemmo degli animali.

-Hurricane, Jade e Gylnis-esclamó quasi contento Fireburns-Dobbiamo prenderli e... prenderne un altro... almeno una lampada ci deve essere-

Rovistammo tra le varie cose e dopo parecchio tempo di ricerche trovammo una borsa piena di provviste dall' aspetto un po' rozzo ed una lanterna spenta che venne attizzata quasi subito.

Ci dirigemmo verso gli animali e Task slegó un pegaso dal manto candido, anche se un po' ingrigito e sporco, pieno di polvere.

Il cavallo alato guardó male il rosso e ricevette lo stesso sguardo truce e da brivido di ricambio.

-Non vuoi tornare da Silver? Eh? Perché se continui a guardarmi così potrei decidermi a lasciarti qui- sbottó, seccato

La pegaso nitrí sommessamente, mischiandolo con una sorta di sbuffo animalesco.

Trattenni una risata a stento, mordendomi il labbro, provvedendo a slegare rapidamente l' altro pegaso, impaziente di essere liberato, che Task aveva chiamato Hurricane.

Lui inizió a slegare rapidamente anche il Dratini.

Per scegliere l' ultimo non ci volle molto, ce n'era solo uno e non avevamo altra scelta.

Era un pegaso grigio, dagli occhi vivaci e dall' aspetto un po' malconcio, ma non troppo.

Era un po' scarno, molto magro nelle caviglie e nei fianchi.

Quando finalmente sistemammo le borse sul Dratini e constatammo che avevamo tutto il necessario, ci preparammo a rientrare ed ad andare ad aiutare il Buio.

Per quanto Brandon potesse apparirmi un bravo ragazzo, affidabile, in gamba e parecchio testardo, non riuscivo proprio a convincere me stessa.

Non riuscivo a convincere me stessa che non era lui e che lui era molto, molto lontano da me, per fortuna.

Ci volle circa un quarto d'ora per finire di guardarci attorno, poi ci decidemmo finalmente a tornare verso le scale.

Gli animali parevano un po' innervositi da questa scelta, ma ci seguirono comunque.

Guy

Aspettai e aspettai e aspettai...

Mi trovavo dentro ad una sorta di buco impolverato, una specie di sudario, vuoto e silenzioso da più di dieci, venti minuti e stavo già perdendo completamente la pazienza.

Non ci vedevo assolutamente niente e perlopiù continuavo a tossire fin troppo frequentemente.

Sembrava uno di quei posti che avrebbero potuto tranquillamente portarti alla pazzia, cosa che con me ci voleva ben poco già da solo.

Avevo già il Buio dentro di me che era mezzo matto, bastavano pochi stimoli per farmici diventare pure a me.

Anche se, sinceramente, ne facevo a meno.

Mi innervosii molto, un nervosismo che aumentava più il tempo scorreva a quel ritmo assurdamente lungo, ma non mi mossi di un millimetro, come mi aveva ordinato il Fuoco, era stato straordinariamente chiaro.

"Se però si sbrigassero sarebbe meglio, cavolo "

Non ero piú innervosito, no, ero molto innervosito, troppo per i miei gusti.

E lo fui ancora di più quando udii di nuovo degli scricchiolii sinistri che percorrevano il legno e che ne simboleggiavano il cedimento e la probabile rottura.

Ovvero, la caduta.

Affondai nella voragine per la seconda volta e quando atterrai sentii finalmente la pietra a sorreggermi.

Mi feci parecchio male alla gamba ma almeno con un solido strato sotto di me non sarei caduto ancora più in basso.

-Ehi-disse una voce sgradevole, che proveniva al di sopra della mia testa.

La conoscevo, almeno in parte, ma riguardava un momento parecchio irritante della mia memoria, come se non fosse già spiacevole trovarmi in questa posizione.

Non riuscii immediatamente a collocarla, poi capii, finalmente.

-Tu- avrei voluto dire, rilasciando un ringhio che emetteva tutta la rabbia trattenuta fino ad adesso.

Me lo ricordavo bene, molto bene, perché negli ultimi periodi avevo tanto desiderato farlo a fettine nel caso in cui lo avessi trovato.

E ora era praticamente a portata di mano

-Carissimo, perché non mi rispondi ? Il gatto ti ha mangiato la lingua?- rise sguaiatamente, parecchio divertito, cosa che non fece che alimentare la mia quasi costante irritazione e frustrazione.

Mi faceva uscire dai gangheri e se avessi potuto gli avrei gridato contro fino a perdere nuovamente la voce.

Ma soprattutto volevo picchiarlo.

Peccato che non sapevo esattamente dove fosse, e se non lo riuscivo a vedere era decisamente un problema.

-Ah, già, ti ho tolto la voce, é per questo- ridacchió -Ma non é divertente parlare da solo-
Sentii una massa d'aria spostarsi e dopo minuti silenziosi riuscii finalmente ad intravedere la sua figura.

"Ecco, é il momento "

Tentai di mollargli un cazzotto proprio in faccia, ma fermó il mio pugno con una delle sue mani.

-Non sei dell' umore giusto? Allora torno più tardi, credevo che ti interessasse di più della tua voce- mi stuzzicó con tono sarcastico

Ritirai il braccio, mordendomi il labbro inferiore, cercando di calmare i nervi il piú possibile per non ritentare un secondo attacco.

-Così ragioni... e immagino che tu non mi veda molto anche se il Buio é il tuo Elemento, meglio così no? Un patto al buio, come quelli dei tempi antichi-

Lo sentii schioccare le dita e sentii un secondo blocco di ghiaccio finirmi in gola.

-Si puo sapere cosa vuoi, brutto...- mi interruppi, sorprendendomi di risentire la mia voce.

Era un po' roca, quasi strana, ma forse era così perché non la udivo da un po'.

Me la dovetti schiarire piú volte prima di percepirla normale, come prima.

-Cosa diavolo vuoi da me?- quasi gli urlai

-L' ho detto, voglio fare un patto al buio. Con te-

-Che tipo di patto?- domandai, guardandolo male

-Tu, per ora, non svelerai il mio piccolo segreto e io, in cambio, faró in modo di realizzare il tuo sogno più segreto e nascosto-

-Il mio sogno... ho ormai perso tutti i miei sogni-

-Non credo, ce n'é uno in particolare che ti assilla, tormentandoti quasi fino a farti perdere il sonno. Lo so perché é lo stesso mio-

-Davvero?!-sbottai, sarcastico e verso la fine, un po' tentennante

-Sí, davvero-

Restai in silenzio, pensando dentro di me che non poteva sapere quale fosse in realtà, non poteva e di certo non lo provava.

-Allora dimmi, dimmi qual'é il mio sogno- gli dissi, con espressione beffarda

-Il tuo sogno...- inizió

Si avvicinó e vidi i suoi occhi, azzurrissimi, gelidi, brillare nell' oscurità.

-Il tuo sogno é una nuova vita- disse -Niente piú Elementi, desideri la vita che ti spetta, desideri la purezza del cambiamento, niente odio, ne dolore, ne sofferenza-

Spalancai gli occhi di scatto e indietreggiai appena.

Sentivo una consapevolezza diventare mia, farsi viva e accendersi, mischiandosi con tante altre sensazioni, compresa una che non avevo mai provato fino ad ora.

Sollievo.

Sollievo per essere finalmente capito.

Sollievo, un dolce e profondo sollievo che riusciva a far passare la rabbia del mio subconscio.

Ma anche paura.

Ero dunque un libro aperto per questo ragazzo?

Mi capiva così bene per quale strano motivo?

Riusciva a leggere le mie intenzioni solo guardandomi?

-Come lo sai?- chiesi, quasi scioccato

-Lo so perché ci sono passato anche io-

-Quando?-

Lui rimase in silenzio per pochi secondi

-Quando tu mi imponesti il mio destino funesto-

-Quando io...-

-Sí. Sei tu che mi hai creato. Tu. Tu hai versato in me tutto il tuo dolore.
Tu mi creasti per condividere quel tuo incessante dolore che ti torturava-

Indietreggiai ancora, finendo con lo sbattere contro il muro.

-Non ci posso credere... no... non ci credo-

-Devi invece. Prova a ricordare-

Mi arrovellai, cercando di pensare alla mia vita come solo Elemento, mi vennero in mente ben poche cose, il mondo salvato, il mio ripudio per me stesso, la paura dopo aver aperto contro il mio volere la porta agli Spettri verso il mondo di Athlas.

Null'altro.

-Non trovo niente- sbottai 
Mi si avvicinó, molto, fino al punto che la sua fronte si scontró contro la mia.

Al solo tocco sentii come se mi si strappasse una parte del mio corpo.

L' impulso ed il desiderio di gridare era fortissimo.

In pochi secondi la mia mente fu affollata di flash back.

Vidi tutto.

Senza esclusione di particolari.

L'avevo creato io.

Io.

Nessun altro, io, con coscienza di quello che facevo.

Percepii l' intero peso del mondo cadermi addosso.

Non riuscivo a smettere di errare, di scivolare sempre di più verso il buio piú totale.

Avevo provato più volte a cambiare ma ero così stupido che proprio non ci riuscivo.

E adesso avevo la scelta che mi avrebbe portato di nuovo o al male o al bene.

-Non voglio che tu decida troppo in fretta, hai un mese di tempo, fai con calma, tanto se lo dirai il patto sarà immediatamente sciolto, se non lo dirai invece... ti aiuteró ad esaudire il tuo sogno. Voglio tenerti compagnia per ora, stanno cercando il materiale per tirarti fuori di qui-

-E tu come esci?!- sbottai

-Oh, semplicemente me la svigno con la mia solita uscita di scena-

-Sarebbe?-

-Con il mio caro amico ghiaccio- rise

-Davvero?- sorrisi malefico -Un uscita ad effetto senza farti vedere da nessuno?-

C'erano solo due entrate-uscite ed erano... diciamo... occupate.

Come sarebbe uscito proprio mi intrigava.

-Secondo te come sono entrato?-

Lui mi guardó sorridendo in modo strano -Beh, lo vedrai dopo...-

-C'è qualcosa che mi nascondi- dissi, seccamente

-Nah, é una tua impressione- fece una pausa che sembró prolungarsi all' infinito -Per ricordarti del patto... ho un piccolo regalino per te-

Mi porse quello che aveva l'aspetto di un sasso, ma più morbido, liscio e luminoso.

Lo fissai per qualche minuto e spostai lo sguardo velocemente da esso che brillava anche al buio e lo posai su di lui.

Non mi sembrava affidabile questo patto e perlopiù non sapevo se scegliere quello che avevo tentato di cancellare o di lasciar perdere.

Una scelta che avrebbe esaudito il mio sogno, infierendo però in modo negativo su un altro fatto, l' altro avrebbe cancellato totalmente la mia speranza di ricominciare.

Solo... quel danno era grande, troppo grande per non spaventarmi.

Lo volevo, ma allo stesso tempo non lo desideravo affatto.

E entro un mese avrei dovuto decidere.

"Sí o no? Sí o no? "

-Ciao ciao Guy, ora devo sparire, non avró molto tempo per fare quello che voglio, spero che accetterai il patto e che ti godrai la tua riacquistata voce-

-Aspetta!- lo richiamai -Perché proprio un mese?-

Lui alzó le spalle con indifferenza-Ho delle scadenze da rispettare, da quando Morgan ha trovato la Luce sono passati ben ventiquattro giorni, e tra un po' ci sarà il venticinquesimo, il nostro compleanno é il primo Aprile e oggi é il ventiquattro Gennaio,ti auguro buona fortuna-

-Perché?-

-Perché so cosa succede- fece un sorrisino -Bye-bye-

Fece una giravolta rapida su se stesso e sparí.

Continuavo a non capire il motivo per cui era accaduto tutto questo, soprattutto perché al primo incontro mi aveva rimosso la voce quasi fossi una persona pronta a parlare dei segreti altrui con normalità.

Perché ora aveva deciso di affidarsi con me? Perché voleva allearsi? Non bastava la motivazione del nostro desiderio in comune.

O forse sí ?

Piú pensavo e più ero incerto riguardo a tutto, mi sentivo sempre più confuso.

Ero abbastanza stressato e piú il tempo passava insieme ai miei ragionamenti falliti più non potevo che esserlo.

Ma Luxor non aveva detto che erano vicini?

Tossii ancora una volta, infastidito dalla polvere che si ammucchiava spaventosamente.

Feci un passo nell' oscurità e vi camminai con un certo nervosismo, un po' barcollante, non sapendo e non essendo del tutto sicuro di star camminando verso un altro muro.

Ero anche un po' impaurito, temevo di sprofondare nel terreno per la terza volta.

Ma era fortunatamente impossibile, la pietra non avrebbe mai fatto sprofondare.

Girai, girai e girai, quasi continuamente, fino a farmi tremare anche nella mente.

Ci stavano impiegando un eternità, sentivo il bisogno di aver un po' di aria fresca e pulita, invece lí c'era dell' assillante, non si respirava proprio.

Sentivo farsi presente il bisogno di stendermi, ma non lo feci.

Percepivo una strana sensazione, come se stessi per svenire da un momento all' altro, cosa che non volevo assolutamente che accadesse.

Passarono minuti e minuti di silenzio in cui mi trovai a sentire ogni capogiro che mi giungeva e che tentava di stordirmi.

Questa era proprio una situazione sgradevole, era come se il mondo rotasse e non stesse fermo neanche un attimo, mi portava a girare anche a me e non mi lasciava riposare mai.

Avevo la testa che mi scoppiava e mi costrinsi a sedermi, ma fu poco prima che vedessi sopra alla mia testa la luce di una lanterna.

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Capitolo 23
*** Capitolo 22-Arrabbiati ***


Nemes

-Guy, Guy ci sei?- chiese Task, spostando la lanterna verso il centro della buca.

-Quá sotto- disse una voce, tossendo convulsamente -Ce ne avete messo di tempo! Iniziavo a preoccuparmi-

-Ti é tornata la voce?-

-Sì, ma, perfavore, possiamo non perderci in chiacchiere in un momento simile? Tutta questa polvere, qui, non é di certo il massimo della compagnia-

-Giusto- il Fuoco mise via la lanterna e l' attaccó alla sella del Dratini-Ci passa secondo te un Pegaso nel buco? Faremmo prima-

-No, é grande ma non come un cavallo alato-

-Bene, allora srotoliamo la corda- ordinó

Io annuii, tentando di non mostrare l' impatto che la sua voce aveva avuto su di me e i brividi che salivano e mi scendevano per la schiena.

Lo feci senza indugio e quando si intravide il suo profilo, rimanemmo parecchio sorpresi.

-Sei più in basso di quanto credessi, ti sei mosso?-

-É il contrario in verità, non mi sono praticamente mosso all' inizio, é ceduto da solo-

-Ah... reggiti, ti tiriamo su.- Task mi porse un pezzo di corda con mano ferma, con lo sguardo fisso su di me.

Alla luce della lanterna mi sentii molto più a disagio di quanto avrei immaginato.

-Al tre...- disse piano -Uno, due, tre! Tiriamolo su!-

Io e lui tendemmo la corda e tirammo con tutte le nostre forze.

Sentivo le mie mani bruciarsi e logorarsi al tocco della corda e sfregandosi si sfregiavano.

Era un dolore allucinante che mi costrinse a mordermi il labbro per non sibilare dal male che faceva.

-Ce la fate?- chiese Guy con voce bassa, scossa nuovamente dalla tosse.

-Sí- rispose Brandon a denti stretti

Tirammo ancora  e ancora, anche quando le mie mani erano diventate poco resistenti e piuttosto scivolose, quasi fossero bagnate.

Probabilmente coperte di sangue.

Dopo un continuo estenuante tirare, riuscimmo a tirarlo fuori da lí.

Ci volle un po' prima che, quando lo trasportammo sul cavallo alato di nome Hurricane , si riprendesse del tutto e smettesse di tossire, riottenendo il respiro normale.

-Cosa c'è aldilà delle scale?-

-Diverse stanze, una scuderia ed un uscita-

-Torniamo quindi indietro nel negozio per fare rapporto e per mostrare che avete trovato i nostri cari ronzini- fece una pausa -Le erbe curative le avete trovate?-

Josh scosse il capo -Se le saranno prese tutte, non c'è alcun dubbio-

-Sì, probabilmente é così- disse, ma la sua voce autoritaria si spense in un leggero sospiro -Andiamo? Scendo dal Pegaso e possiamo procedere-

-No, resta su che é meglio-

-Come volete- chiuse il discorso lui, velocemente e con tono in parte seccato per chissà quale motivo.

Prendemmo a risalire le scale, con ritmo rapido e continuo, gli animali ci seguivano senza alcun indugio.

-Siete mai stati nella mia città? A Persian?-

-Io no- rispose semplicemente  Task

-Mmmh... io sí invece, perché?-

-Una... una curiosità, mi ricordate entrambi qualcuno che ho visto, o almeno, i vostri capelli e la tua voce Guy-

-Davvero?-chiese il Buio con un tono innocente, forse sarcastico, non riuscivo a dirlo per certo, che mi fece salire un brivido su per la schiena, rapido e sfuggente.

-Sí, tu mi ricordi una persona che mi ha aiutato, tu Task invece... é più complesso-

-Più complesso? In che senso?-

Mi bloccai improvvisamente, dandomi della stupida, non potevo dirgli una cosa simile, mi sarei sentita un idiota a dire lui colui che mi ricordava.

Primo perché Task non era un mostro come quello

Secondo perché non aveva alcun senso.

-Non é niente, non eri tu- conclusi a bassa voce

Lui sembró decidersi a lasciar perdere e a concentrarsi su altro.

-Ti sarai confusa anche con me, io non ti avevo mai vista- disse

Eppure ero quasi certa che Guy fosse veramente lui... non era come con Task, per il Fuoco era una situazione diversa, quando lo guardavo mi veniva in mente quello.

Quando guardavo il Buio ero sicura che fosse stato lui a salvarmi.

Che avesse dunque mentito? 
Poi come mai ora riusciva a parlare e invece prima no?

Dopo la sua caduta, sembrava che avesse improvvisamente riacquistato la sua voce.

Eravamo ormai quasi fuori, c'erano gli ultimi scalini da percorrere.

Il Buio pareva pensieroso, sempre, aveva la fronte corrucciata, l'espressione serissima, lo sguardo concentrato su qualcosa probabilmente lontano nella sua mente.

La curiosità fece capolino tra i miei pensieri, desiderai di scoprirlo ma non lo chiesi, non volevo distoglierlo da questo ragionamento o pensiero che gli ronzava nella testa.

Anche se coperto da uno strato di polvere che non se n'era del tutto andato, riusciva a farmi comunque un certo effetto.

Salivo la scala come se i gradini fossero stati trasformati in prove da superare assolutamente .

Procedevo a passo spedito e felpato, riuscendo a continuare ad osservarlo.

Non seppi perché ma continuava a suscitarmi emozioni forti che mi percorrevano l' intero corpo come scariche elettriche sempre piú forti e accese.

Mi facevano sentire quasi confusa, su di giri e felice allo stesso momento.

Mi trovai a pensare assurdamente a che voto gli avrei dato in una gara di bellezza anche tutto impolverato.

Volli immediatamente scacciare e cancellare il pensiero, per paura che qualcuno potesse in qualche modo sentirlo.

Dopo un po' di salita mi accorsi perlopiù di aver due numeri ficcati in testa.

Nove e mezzo impolverato, dieci e lode senza polvere.

"Che stupida che sono ! Basta"

Continuando a salire rapidamente, raggiungemmo finalmente l' entrata della stanza con la vecchia deceduta dentro.

Guy scese dal Pegaso e inizió a scrollarsi di dosso tutta la polvere, dai vestiti, dai capelli, dalla faccia, dalle braccia...

Quando fu completamente spolverato, sospiró di sollievo.

-Non dite niente a Silver, d'accordo? Si imbizzarrisce sempre quando mi succede qualcosa e lei non c'è, al massimo le diciamo che sono rischiato di cadere ma voi mi avete aiutato prima, okay?-

In effetti era una versione migliore, più eroica, perciò annuii e basta.

Lo stesso fece il rosso, che spense la fiamma della lampada e legó la corda, facendovi un nodo, per poi infilarla rapidamente dentro a una delle tante borse che erano sul dorso del Dratini.

Continuai ad evitare con lo sguardo il cadavere e per un attimo la curiosità prevalse sull' orrore.

Spostai lentamente lo sguardo sulla figura immersa nella pozza di sangue carmineo, vidi che aveva buona parte della faccia distrutta, le ossa fracassate contro il terreno, la bocca aperta immersa nel liquido.

Aveva un occhio solo, quello di vetro era praticamente distrutto contro il suolo.

La sua schiena era piegata in una posizione assurdamente irreale e irregolare, parte della sua colonna vertebrale era al di fuori del suo corpo.

Le sue gambe erano praticamente staccate da lei.

Distolsi lo sguardo, con un improvviso nodo allo stomaco che si formó alla vista del cadavere.

Uscimmo dalla stanza , accellerando il passo il più possibile.

Appena ci ritrovammo nella stanza dopo, mi sentii subito sollevata.

Appena vi fummo dentro, notammo che Silver, Diana e Will maneggiavano delle armi e che si erano cambiati di vestiti.

Diana indossava dei pantaloni da cavallerizza, una maglia perfettamente adornata a maniche lunghe e una giacca, vestita completamente di un giallo solare e acceso.

Will portava circa la stessa tenuta, ma di un grigio metallizzato.

Insieme sembravano divertirsi parecchio, giocando come dei bambini.

-Ti sfido a duello- scherzó lei

-Accetto la sfida ! Ma sappi che perderai!- rise lui

Sbatterono le spade l' una contro l' altra che si scontrarono don uno schiocco secco tra risate e commenti divertiti.

Silver non la vedevo, anzi, sí, la vidi quando mi girai, stava accarezzando gli animali per poi apprestarsi ad abbracciare, ancora una volta, Virgil.

Indossava la stessa cosa degli altri due solo che era color verde acqua.

-Vieni a vedere!- disse, tirandolo per un braccio e spingendolo a correre.

Innervosita, per chissà quale motivo, la seguii anche io.

Dentro ad una scatola aperta c'erano altre tre tute e delle altre spade e armi varie.

Tirai fuori la tuta che attiró la mia attenzione, era verde come uno smeraldo .

Brandon la prese arancione, con delle fiamme sulle tasche.

Guy invece afferrò quella che pareva fatta di carbone dal colore scuro che aveva.

Essendo una stanza grande ci dividemmo e ci cambiammo dietro ai mobili.

Dopo aver fatto, notai che insieme, nel totale, era presente anche una cintura che infilai subito.

Le armi erano tutte sottili, utili e decisamente molto belle.

Notai con piacere che vestiti così sembravamo piú adulti, perché ci rendevano straordinariamente più seri.

Quella che Nightshadow indossava gli stava talmente tanto bene da mozzarmi il fiato e non sapevo come descriverlo.

La cosa brutta era che l'Acqua continuava a stargli appiccicata e mi sentivo un po' cattiva a pensare male di lei quando era stata la mia prima amica.

Forse avrei dovuto entrare nell' Abbraccio Guy Group ?

Mi venne da ridere al pensiero perché mi immaginavo di essere attaccata al suo braccio destro, mentre Silver era attaccata al sinistro e lui immobile a fissarci come se fossimo due vere e proprie pazze.

No, io non ero adatta a fare una cosa simile, ero troppo timida, masochista e a disagio per farlo o anche solo per provarci.

Già, non ne ero in grado e in questo momento lo osservavo mentre cercava di scrollarsi Irhina di dosso, dicendole di non stargli così attaccata e che se continuava le avrebbe dato una botta in testa.

-Non lo faresti mai- sbottó lei

-Dici ?- ribatté-Non mettermi alla prova-

Subito Silver non sembrava aver notato che al Buio era tornata la voce, ma adesso sembró realizzare, tanto che si zittí e cadde il silenzio, tutti e tre i rimasti nella stanza posarono lo sguardo su di lui.

-Hai di nuovo la voce?- chiese Silver in un sussurro

-L' ho riacquistata... non so bene come- disse, lui non fece emergere alcun' emozione -So solo che mi é tornata-

-Ne sono felice-disse l' Acqua-Così presto potró farti tutte le domande di cui ho bisogno della risposta, stai pronto che ne avrai una valangata-

-Me lo immaginavo- disse lui, con uno sbuffo

Silver rise e lo tiró per il braccio, facendolo sedere su un mobile.

Rimanemmo lí a parlare del piú e del meno, fino a che non inciampammo in un discorso che fece irrigidire praticamente quasi tutti noi.

Un duscorso che capitò decisamente per sbaglio.

-Sapete che quando nacqui io ci fu proprio un bel trambusto a casa mia? C'erano persone che andavano e venivano continuamente, solo per accertarsi che mia madre avesse ancora una mente sana dopo aver scoperto che mio padre la tradiva con sua sorella, fortunatamente stava bene, però soffriva molto- Diana rimase zitta per poco -Mamma mi ha detto che io da sola scelsi il mio nome, anche se appena nata riuscii a dire due sillabe di fila 'Da' e 'Ca'.
Forse questo era influenzato dall' Elemento della Luce ma... fatto sta che fu una cosa incredibile e lei mi denominó Diana Cathy perché i due nomi avevano una simbologia nobile e secondo lei ero una bambina prodigio.
All' inizio mia madre infatti voleva darmi solo un nome, o mi sarei chiamata Diana Swanlight o solo Cathy, ma visto che sono stata una Bambina Prodigio probabilmente mi ha dato questo onore, cosa che alle Elementari veniva spesso preso in giro.
Mi dicevano che non aveva senso o che era troppo lungo, oppure che dovevo avere una madre vanitosa per possederne due.
Un po' me la prendevo ma, sapendo qual'era la verità era molto più facile non ascoltarli.
L'unica che mi difendeva si chiamava Lilhian-

Lei improvvisamente si interruppe.

-É ancora tua amica?- chiese Guy-Hai parlato al passato, si 'chiamava'... non lo é piú?-

-No. Non lo é piú- disse lei con un lieve sospiro -O almeno non ha voluto più esserlo-

-E... come mai ?- chiese Task, dolcemente

-Ha detto che si era innamorata di me- rispose tutto in un fiato

-Scherzi?- sbottai sorpresa

-No, non scherzo !- disse lei, reagendo al mio tono con una risata -Dopo di che scoprii che mia madre era incinta del suo nuovo compagno, nonché mio nuovo padre, sono stata assalita dai Demoni che mi hanno buttato giù la porta del bagno, ho scoperto di essere uno dei sei Elementi reincarnati che dovevano salvare il mondo, piú uno che forse esiste e forse no e... fine-

Rimanemmo tutti a bocca aperta, Diana sembró rendersi conto di quello che si era fatta sfuggire.

Probabilmente si stava meledendo mentalmente.

-Frena, frena, frena...- inizió Silver con un espressione molto seria -Cosa hai detto? Piú uno che forse esiste e forse no ? Cosa diavolo stai intendendo?-

-Intendo che probabilmente ce n'é un altro di cui nessuno sapeva l' esistenza-

-Un altro?- sbottó Task quasi infuriato -Non me l' avevi detto ! Anzi, non ce l' avevi detto ! Perché non ne hai parlato prima?!-

-Perché io e Morgan non ne siamo sicuri- disse lei, reggendo lo sguardo di fuoco di Fireburns

-Io e Morgan? Io e Morgan?!- quasi urló -Da quando in qua siete solo tu e Morgan ? E da quando si mantengono segrete certe cose? Pensavo che ti fidassi di noi ! Noi avevamo il diritto di saperlo-

-Non volevamo preoccuparvi di una cosa che forse non esiste- rispose lei, con tono calmo, cercando di trasmetterlo anche al rosso che peró sembrava tutt'altro che accettare questa calma imposta.

-Sempre meglio preoccuparci che venire informati all' ultimo minuto!- disse Silver, diventando rossa di rabbia in faccia

Anche io ero parecchio arrabbiata, ma stavo cercando di trattenermi, stringendo la manica della mia maglia.

-E quindi dobbiamo andare a cercare pure questo?- sbottó Will

-No, non sappiamo proprio dove possa trovarsi, Morgan non lo percepisce e la sua sorta di bussola non lo trova-

Eravamo molto frustrati, ma la frustrazione venne eliminata presto da un secondo tradimento alle spalle.

-Anche io lo sapevo- disse Guy, piano -L' ho saputo mentre ne parlavano loro due-

-E non ce l' hai detto?- gridó Silver disperatamente, con uno sguardo che emetteva tutto il dolore per il fatto che lui non l' avesse informata.

-No. Non ve l' ho detto... e allora? Ora lo sapete no? Non devo giustificarmi per non avervene parlato perché, tra parentesi, non avevo la voce e non ci pensavo, siate sicuri che non é poi così importante saperlo perché uno in più o uno in meno non ha così tanta importanza quanto credete, sarebbe stato fondamentale essere a conoscenza del posto in cui si trova, magari- si interruppe bruscamente-O chi é-

Rimanemmo tutti in silenzio, un silenzio che caló come una notte di luna piena, o un velo di sposa sull' omonima testa.

-Non siate dunque arrabbiati con loro, se volete esserlo con me fate pure, ma a me non importerà un fico secco, come non mi importerebbe se mi odiaste tutti- fece una pausa-Siete arrabbiati? Bene, sbollite, rimanete nel vostro brodo-

Continuó a regnare un silenzio totale.

Rimuginavo su quello che aveva detto e non seppi come commentare.

Guy incroció le braccia, facendo finta di niente ed evitando i nostri sguardi.

-Siete dunque così arrabbiati?- chiese, fissandoci ad uno ad uno poco dopo.

Io, Task, Silver e Will ci guardammo tra noi a lungo.

-No- Will fece una pausa-Io no-

-Nemmeno io- dissi, con tono calmo.

Adesso solo Task e Silver dovevano rispondere.

-No, non lo sono- rispose Silver dopo poco

Task sospiró -Stessa cosa, ma voglio che le informazioni mi vengano dette e mai piú nascoste, capito?-

-Sí, lo prometto- Diana non sorrise ma chinó lievemente il capo -Perdonateci, lo dico anche da parte di Morgan-

-Sí ma... Morgan in che guaio si sarà cacciato? É ancora qui? E lo Spettro assassino?-

-Ecco qual'era la domanda che mancava!- scattó Will, alzandosi improvvisamente in piedi dopo un breve silenzio

-La domanda misteriosa che non lo é se lo sai ?- disse il Buio con tono sarcastico

-Sí, esattamente!-

-Qual'é?- chiese Task

-La domanda che non ci siamo posti é :'Se é ancora vivo... possiamo aiutarlo in qualche modo stando qui dentro? E in generale, possiamo aiutarlo se é nei guai?'-

-Sí? No ?-

-É questo il punto, non ne abbiamo idea e finché non ne abbiamo idea lo Spettro é certo che non ne usciremo-

-Quindi?- chiesi

-Dobbiamo sorprenderlo- concluse Guy -Uscire allo scoperto- fece una pausa -Fare finta di sapere come eliminarlo-

-Ma se scopre che non lo sappiamo?- domandó Luce

-Non lo scoprirà, crederá dal primo all' ultimo secondo che gli Elementi hanno scoperto il loro punto debole- disse Robin

-E dopo ?-

-Scapperá-

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Capitolo 24
*** Capitolo 23-In tanti pezzi ***


Nemes

Uscimmo dalla stanza, uno alla volta, camminando il più silenziosamente possibile.

Eravamo in fila indiana, l' ordine era Task, Diana, Guy, Silver, io e Will.

Mi sentivo molto strana, non ne capivo però la motivazione.

In questo momento non dovevo pensarci .

"Dobbiamo scoprire dov'è Morgan, non posso mandare a monte tutto per dei sentimenti capricciosi "

Ci trovammo a vagare dentro il magazzino, con gli animali sotto mano, osservandoci attorno.

Sembrava fosse passato un uragano, c'erano oggetti rotti o scaraventati alla rinfusa, in modo molto disordinato praticamente ovunque, per poco non calpestai una pianta in un vaso, sdraiata, dal terriccio quasi completamente fuoriuscito dal contenitore.

Osservai un orecchino che intravidi su uno scaffale, aveva la forma di un Giglio ma era sporco e antiquato.

-Morgan- urló Josh

La sua voce risuonó dappertutto, quasi fosse un rombo di tuono che sferzava il cielo, provocando una serie infinita di echi e rimbombi.

Era l' unico modo per farsi sentire e per capire se fosse ancora qui.

-Andatevene, tornate indietro, verró io da voi dopo-

Will fece un passo verso la voce -Ho identificato dov'è-

-Bene, dove si trova?-

-Di qui, dritto fino al cartello rosso, poi bisogna girare a sinistra-

-Come lo sai ?-

-Sinceramente... non ne ho la più pallida idea, so solo che lo ho capito attraverso la voce nell' aria-

-A sinistra...- ripetei -Muoviamoci-

Quasi correvamo mentre seguivamo le indicazioni date dall' Aria.

-Stiamo arrivando- urló ancora Brandon

-Tornate indietro, é un ordine questo!-

-Perché?-

-Perché se girate sarete nei guai seri, non venite qui-

-Ormai nei guai già lo siamo, perché dire così?- fece Guy, seccato -C'è qualcosa che non va-

-E certo, é nei guai- disse l' Acqua

-No, non solo almeno, non ci darebbe mai un ordine, non é da lui, a meno che non sia una trappola-

-Quindi i nostri ragionamenti di prima non sono serviti a niente?!-

-No invece, sono serviti eccome- Will fece una pausa -Una trappola? Tanto meglio, vi entreremo spudoratamente e con coraggio-

-Ne sei sicuro?-

-Sí-

-Allora andiamo-

Riprendemmo la corsa, piú veloci, agili e svelti.

Dopo che raggiungemmo il cartello rosso, senza indugio, vi voltammo dentro.

Ci trovammo davanti ad un Morgan dall' espressione esasperata -Ma allora non ascoltate proprio!-

Sentimmo un sibilo ininterrotto dietro di noi e notammo che lentamente si stava chiudendo una barriera dietro di noi.

Quando Will ci mise il dito sopra, fu come osservare un impronta su un cuscino.

-Siamo... bloccati?-

-Sí- Morgan tacque per un poco -E solo perché non mi avete dato retta! Uff, la testardaggine giovanile- disse, tra un sospiro e un sorriso, scuotendo il capo

-Credevamo che ci fosse lo Spettro con te- dissi, sottovoce, sentendomi un po' a disagio

-No, lo Spettro se n'è andato-

Il piano quindi non era servito a niente... stupendo

Possibile che i piani fossero fatti, o almeno la maggioranza di essi, per fallire?

Beh, un po' però potevo essere sollevata, niente Spettro, niente pericolo... giusto?

-Guy ha riacquistato la voce- disse Diana a lui, per smuovere le acque-E ho parlato loro della forse creazione del nuovo Elemento-

-Hai fatto bene-

-E quindi? Come avevi intenzione di uscire da questa barriera?-

-Ci stavo pensando, l' ha creata lo Spettro e probabilmente facendola ha inserito un qualche trucchetto se ne tenteremo di uscire-

-Se ne usciremo- sbottó Guy, a questa frase Silver alzò il sopracciglio con un sorrisetto divertito -Ben tornato Tenebroso-

-Mmmh, cara Watersea, evitando di continuare a chiamarmi in questo modo, non potresti concentrarti maggiormente sul cercare un modo? Perché io saró anche Tenebroso, tutto quello che vuoi, ma so per certo che non possiamo mica rompere questa barriera a suon di pugni, al massimo ce li fracassiamo noi- sbottó

-É un po' inquietante come cosa da dire ma penso che sarebbe il minimo-

-Intendi dire che ci ucciderebbe?- chiese Silver, aggrottando la fronte

-Più che probabile-disse Will -Ma penso che ci sia un punto debole... e se provassimo a vedere cosa succede a buttarci con forza un oggetto?-

-Quale oggetto ?-

-Non lo so. Proviamo con tutti quelli che vediamo in direzioni diverse-

-Mmmh, un lancio a testa ?- chiese scherzosa Silver -Vediamo chi va a segno per primo?-

-Sí- concordai -Una specie di gara-

-Tanto perché se non ci saltiamo fuori, almeno ci divertiamo un po'- disse Diana

-Non smetterete mai di aver voglia di giocare? Sembrate delle bambine- disse il Buio, scocciato

-Andiamo in ordine alfabetico- continuó Irhina, ignorando l' obiezione dell' altro

-La prima sono io allora... perché proprio l'ordine alfabetico?-

-Perché voglio mostrare al nostro caro fuocherello come si tira e che non si comporti da femminuccia-

-Io? Femminuccia? Ma sei fissata per caso?! Non sono di certo una ragazza, sono in tutto e per tutto un maschio, sia nel corpo che nella mente- sbuffó Josh

-Non é il momento di discutere ragazzi- interruppe Virgil -Andiamo in ordine alfabetico. Punto. Niente stupidaggini-

-Lo sai che tu, piú che dare ragione all' Acqua, sembri un adulto?- disse Diana, stuzzicando il Buio e riprendendo il discorso di prima -Detesti le discussioni, il tuo umore é quasi sempre nero e hai un talento nel rimproverare che ha dell' inimmaginabile-

Conclusa la frase, lei prese un bicchiere e lo buttó contro la barriera che lo respinse, gettandolo a terra, fracassandolo.

-E allora? Sembro un adulto ? Non lo sembro ma sono qualcuno che non si fa stupide immaginazioni inutili? Bene. Chissene frega- lui prese un portapenne e lo sbatté con una tale forza che per poco non finí col rimbalzare anche sull' altra parte della barriera.

-Ragazzi, più che divertirvi vi state scaldando e così innervosendovi- Morgan afferrò una scatola con dentro un girocollo e ce lo lanciò contro.

-Non ci stiamo divertendo affatto, per niente proprio, sono solo discussioni- giocherellai con una candela e la gettai contro il campo di forza intorno a noi.

-No, infatti, ed é perlopiù colpa di Task- sbottó Silver, fece la stessa cosa con un album che avevamo fatto noi con il resto.

-Ah, sí ? Solo perché mi odi a morte non c'è bisogno che mi dici su continuamente e non puoi darmi la colpa per tutto quello che ti passa per la testa, principessa- fece un inchino sarcastico e afferrando una scatola di pastelli, la scaraventó contro la barriera talmente tanto forte da fare un botto che fece tremare tutto, per poi farlo rimbalzare come una palla impazzita.

Riuscii a schivarla per poco mentre rischiava di centrarmi la testa.

Will prese un profumo e osservó lo scheletro della barriera, si stava riempiendo di crepe che erano concentrate soprattutto in un punto e ve la buttó contro.

All' inizio ci fu un silenzio totale, poi vidi un pezzo di essa staccarsi e scomparire nel nulla.

Fu susseguito da molti altri, che sparivano nel nulla ad una velocità incredibile.

Silver aveva il viso dello stesso colore dei capelli di Josh -Non chiamarmi principessa-

-Ah, ho toccato un tasto dolente, mi dispiace...- continuó sarcastico-Vorrà dire che ti chiamerò sempre così-

-Non ci provare fuocherello-

-E perché no ? Principessa, sono al vostro servizio-

-Smettila- sbottó furibonda Silver

-No, non la smetto. Non la smetto come te, no ? Te lo chiedo spesso e non lo fai, sai che ti dico ? Ti ricambio il favore- sbottó-Prima mi trattengo, poi mi trattengo ancora, poi ancora, adesso sono stufo-

Si guardarono negli occhi e si fissarono a lungo, nessuno dei due cedeva, lo sguardo di lui era fiammante e quello di lei ribolliva.

Non mi sarei sorpresa se da un momento all' altro si sarebbero puntati i poteri contro.

L' Acqua e il Fuoco... i due Elementi che non si sopportano.

Non molto almeno.

Morgan passó in mezzo a loro due, distogliendo le loro attenzioni l' uno dall' altra.

Il primo a distogliere lo sguardo fu Brandon, che però lanciava occhiate veloci e gelide a Watersea per farle capire che non era finita lì.

-Usciamo di qui? Abbiamo tutto?-

-Sí... no... ci mancano le erbe curative, ce le hanno prese tutte-

-Accidenti- sussurró lui -Vuol dire che se qualcuno sta male, non avremo niente-

-Possiamo prenderne un po' al mercato, le vendono no?- domandó Will

-Sí ma non ci sono più ormai sul mercato, sono in fuoritutto ormai- rispose la Luce

-Già e non abbiamo tempo per tornare indietro a riprenderle-

-A meno che ? Perché c'è un 'a meno che', vero ?- domandai

-A meno che non le prende quando sarete lá, così potró andare con calma-

-Intendi alla montagna sul Lago? -

-Esattamente-

-E per raggiugerla, su gli animali quanto dovremmo impiegarci?- domandó Brandon freddamente

-Cinque o sei giorni-

-Non ci fermeremo quasi vero ?-

-Vero, se ci fermassimo troppo incideremmo sulla tabella di marcia-

-Che significherebbe perdere del tempo buono da utilizzare per diventare dei veri Elementi?- chiese il Buio con tono molto sarcastico, quasi se l'aspettasse.

-Anche se immagino che il tuo tono sia una sorta di presa in giro per quello che hai detto, é così- rispose Morgan calmo

-Perfetto, più tenebroso di così però non posso diventare- ribatté -Usciamo da qui? Ci siamo stati fin troppo per i miei gusti, abbiamo quello che ci serve, questo é l' importante, giusto? Allora, possiamo andare?-

-Sí maestá- scherzó Silver e si allontanó da Task il più possibile, tirando per le braccia Guy.

Li seguii praticamente subito, venendo a mia volta seguita da Morgan, Will, Diana e per ultimo Task che pareva voler mettere piú distanze possibili tra lui e Silver.

Uscimmo dal negozio con animali, vestiti ed armi.

Un bel passo avanti rispetto a prima che non avevamo niente.

-Come facciamo a sapere che giorno é ? Ho perso la cognizione del tempo- dissi guardandomi attorno.

-Quando saremo là lo scopriremo-

-Bene, mettiamoci in viaggio allora... solite disposizioni ?-

-Sí- Diana sembrava seria e tesa ma riuscí a farsi uscire una risata -Sí, la nostra festaiola ha bisogno di molte coccole dopo tutta quella solitudine, eh Silver?-

-In effetti l'abbiamo un po' trascurata- rispose Silver sorridendo

-Io e Will dovremmo stare sul... terzo ?- chiesi

Immaginare quel cavallo prendere il volo mi dava non pochi brividi, detestavo le altezze e al solo pensarci mi veniva un mal di pancia enorme.

-Sí, sembra piuttosto buono come Pegaso, i suoi occhi sono più ovali e più dolci di quelli di Gylnis e le sue ali sono più sottili rispetto a quelle di Hurricane, Jade non centra per niente e di certo non si puó paragonare, quindi evitiamo di metterlo a confronto... lo chiamerei... Felix-

-Hai originalità con i nomi- rise Will -Felix mi piace, non vedo l'ora di salire sulla sua groppa-

Mi feci piccola piccola, sperando che nessuno notasse la paura che avevo, perché ne avevo talmente tanta che mi sembrava uscisse da tutti i pori del mio corpo.

Will salì su Felix con noncuranza e poi si giró verso di me.

-Scusa, avrei dovuto chiederti se volevi stare davanti o dietro-

-No, no, va bene così- mandai giù la saliva

"Ce la posso fare, ce la posso fare " dissi tra me e me.

Will mi porse la mano, io infilai il piede nella staffa e mi aggrappai a lui, mettendomi seduta.

Se avesse spiccato il volo avrei iniziato a tremare ridicolmente come avevo fatto da piccola su quella specie di deltaplano su cui ero salita, prima che i miei mi mandassero dall'ubriacona.

Afflosciai la testa, appoggiandola alla schiena di Will per nascondere questo terrore enorme per le altezze che sarebbe sicuramente parso ridicolo agli occhi degli altri.

-Stai bene?- chiese Will, accigliandosi

-Certo-dissi in un sussurro

Robin si voltò a guardarmi -Hai paura?-

"No... adesso mi ridicolizzerá davanti a tutti"

Sentii i muscoli del cavallo sotto di me che si tesero e come risposta alla domanda del Vento iniziai a stringere tra le mani la sua maglia.

-Non averne,  non cadrai giú-

Il Pegaso fece un breve salto dopo aver fatto una rincorsa poi prese il volo.

-Non guardare giú e tieni alta la testa-

Lo feci, lentamente, peró finii per tornare a fissare il basso per sbaglio e cominciai a respirare un po' troppo rapidamente, tremando e sgranando gli occhi -A...aiuto- balbettai

-Guarda il cielo- ripeté, convinto

Spostai nuovamente lo sguardo, stavolta con un pizzico in più di decisione, e lo fissai nel blu.

Ma non riuscii comunque a non aver paura, non ci riuscivo perché continuavo a pensare che sotto di me c'erano trenta, quaranta metri di nulla sconfinato.

E avrei dovuto rimanerci per cinque o sei giorni!

Iniziai a tremare convulsamente, con il battito così accellerato e forte che me lo sentivo pure nella gola.

Tornai ad affondare la testa nella maglia di Will e respirai, tentando di calmarmi.

-Non ce la faccio- dissi

-Calma, ora tieni gli occhi chiusi e immagina di essere su un cavallo galoppante...-

-No, così peggiori solo la situazione, se dici 'immaginare' non funziona-

-Sei...! Sei su un cavallo galoppante, in un prato verde che a vederlo pare fatto di smeraldi, le farfalle sono gialle e arancioni e svolazzano intorno a te, provocando piccole raffiche, ti sembra di volare ma non lo stai facendo, é solo l' aria scatenata a dartene l' idea, il cielo é dorato come un intenso tramonto e le nuvole sbuffanti parvono essere fatte di zucchero filato rosa, azzurre e gialle- disse Will pacatamente

Mi piaceva la sua voce, descriveva tutto con tono suadente e pareva così reale che mi sembrava di essere nelle sue parole, in quel prato.

Sí, in un attimo sparí la paura dell' altezza e mi addormentai profondamente contro la sua schiena.

Quando mi svegliai sembrava mattina e tutti parevano di buon umore.

-Buongiorno...-

-Buongiorno, passata una buona notte ?-

-Abbastanza-

-Ottimo, meglio che non dormire, no? - disse Task con lo stesso tono vuoto del giorno prima

-In effetti mi aspettavo di non chiudere occhio all' inizio-

-Invece hai dormito-

-Già-

-Meglio così-

-Dove stiamo sorvolando?-

-Siamo al di sopra della steppa di Birik-

-La steppa di Birik?-

-Sí-

-Già così lontano? -

-Esattamente-

-Ma... quindi... con il nuovo Elemento non possiamo fare niente?-

-No, per ora no, se non chiedere alla vecchia della montagna-

-Quella che si dice esaudisca i desideri?- chiese piano Guy

-Sí, lei-

-Non era solo una leggenda quindi? -

-No, non lo é-

-Ma non ci sono una moltitudine di difficoltà e pericoli per raggiungerla?-

-Infatti e per questo ci andremo da lei dopo che avró ripreso le erbe... e poi noi di pericoli ne abbiamo già superati molti fino ad ora-

-Già, che vuoi che sia, morire per uno Spettro o per una frana, ovvio, é normale-

Il sarcasmo di Guy fece un po' ridere tutti noi, anche se sulla morte non c'era molto da scherzare

Dopo di questo caló una coltre di silenzio che veniva interrotta solo da i nostri respiri che sembravano rincorrersi tra loro.

Ci volle un bel po' prima che ci decidessimo a mettere qualcosa sotto i denti, avevamo fame, gli stomachi brontolanti, ma nessuno voleva ammetterlo.

Pranzammo con una galletta di riso e con formaggio di capra, avevamo abbastanza formaggio e gallette per tutti da farle durare una settimana.

Giusto giusto quello che serviva.

Il formaggio di capra sulla piccola galletta aveva un sapore esageratamente gustoso, ma non abbastanza pesante da sistemarmi del tutto.

Non mi lamentai, di certo era meglio che morire di fame e poi, quasi sicuramente, sarei arrivata ad un certo punto in cui anche solo finire quello mi sarebbe stato difficile.

Trovai strano il fatto che non tentavo più di guardare sotto di me e che le vertigini non si facevano sentire.

Beh, per questo dovevo ringraziare Will, mi aveva decisamente aiutata.

Decisi che era meglio esprimere la mia gratitudine e non tenermela per me.

-Grazie- dissi -Mi hai aiutata molto-

-Prego- lo vidi sorridere tranquillamente-Felice di averlo fatto-

Mi prese la mano, la strinse e continuammo a volare verso la Montagna sul Lago.

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Capitolo 25
*** capitolo 24-Arrivederci ***


Nemes

Erano ore e ore che volavamo, era giunta sera e mattina in pochissimo tempo e sentivo le gambe veramente molto intorpidite.

Se ci fossimo fermati ci sarebbe stata la probabilità di otto su dieci che sarei caduta a terra appena dopo averla toccata.

Mi girava la testa, come se avessi il mal di mare e lo sapevo bene come era visto che oltre ad avere le vertigini, mi bastava stare un attimo su una nave per diventare verdastra e per stare male.

Stavo bene solo sulla terra ferma ed ero particolarmente debole di costituzione, mi bastava la minima caduta e mi sarei sicuramente rotta qualcosa.

Una costola, un osso della gamba, il femore, il collo... forse il collo no.

Prendemmo una galletta e del formaggio per la terza volta e finito quello guardai Felix, notando che aveva pochissima carne, probabilmente non aveva mangiato molto in passato in quella scuderia.

Mi promisi che avrei diviso il mio cibo con lui, il più possibile.

-Morgan? I pegasi non ti sembrano un po' stanchi? -

-Faremo una pausa dal volo oggi pomeriggio, tranquilla-

Nel pomeriggio infatti scendemmo verso la steppa e ci sgranchimmo le gambe, fortunatamente, prima che potessi cadere, Guy mi afferrò al volo.

Non feci nemmeno a tempo a capire come diavolo avesse fatto ad essere così puntuale che divenni rossa come un peperone, continuando a dirmi e a ripetermi di non dire o fare cose insensate e stupide.

Continuai a guardare il blu dei suoi occhi per chissà quanto tempo, sia prima che dopo che, quando gli parve che fossi abbastanza sana di gambe, mi molló a terra.

Avrei voluto che non lo facesse ma... al diavolo, non potevo volere una cosa simile!... anche se il blu dei suoi occhi era così bello e vivo da farmici perdere... anche se ogni volta che parlava o perdevo un battito o il mio cuore ne produceva una valangata, di battiti.

I Pegasi ed il Dratini si riposarono per pochi minuti, brucando l' erba mentre noi camminavamo e correvamo un po' in tondo per sgranchirci le gambe e i muscoli, parecchio indolenziti.

Sembravamo quasi un esercito, un po' piccolo, ma un esercito.

Quando il sole si preparó a calare di nuovo, riprendemmo il nostro viaggio in volo e continuammo ad avanzare esattamente per due giorni, quando finalmente si videro le propaggini della Montagna Sul Lago farsi più reali e più vicine.

Rimanevano le ultime porzioni da dividere, ma ormai non servivano più, eravamo davanti al posto in cui dovevamo andare per allenarci e stavamo per entrarci.

-La Montagna é un posto sicuro, blocca il passaggio a Spiriti, Spettri, Demoni e anche a semplici umani, possono passare solo gli Spiriti buoni, gli angeli, gli arcangeli e ovviamente gli Elementi, chi non fosse tra questi e tentasse di passare verrebbe polverizzato all' istante, la barriera che vi proteggerà verrà rotta quando anche i vostri scudi di protezione spariranno, al vostro compleanno, per il tempo che manca voi dovrete allenarvi e migliorarvi, cosicché possiate difendervi e... dovrete cercare di essere un tutt'uno, fidandovi tra di voi, nessuno escluso...-

-Quindi dobbiamo diventare del tutto amici amiconi, evitare le discussioni e trovarci tra noi come libri quasi completamente aperti? - domandó sarcastico Guy

-Possibile che quando usi questo tipo di tono hai sempre ragione? Sarà il fatto che non ami questo genere di cose, sará il fatto che le pensi quasi delle sciocchezze, ma hai ragione-

-No, la realtà é che uso il tono sarcastico solo quando quello che dico non mi ispira, non sono il tipo che arriva a scambiare i pensieri come se nulla fosse-

-Infatti da te non mi aspetto una totale apertura, mi basta che ti sforzi e che ci provi il più possibile- fece una breve pausa -É l' unico modo per migliorare la situazione-

-Ci proveró, ma non chiedermi la luna, okay?-

-Sí che ti chiedo la luna... e anche il sole- ribatté scherzosa Irhina

-Dove vuoi che li vada a prendere? Al mercato? E poi mi dovrai pagare-

-Posso usare come fonte di pagamento gli abbracci?-

-No! Assolutamente no! E più mi abbracci e più alzo il prezzo-

-Sei ingiusto- piagnucoló lei

La Montagna Sul Lago ormai era talmente tanto vicina a noi che quasi riuscivo a notare le crepe e le fessure.

Per un attimo, mentre avanzavamo, fu come essere attraversata da una scarica che svaní poco dopo nel nulla.

Quella doveva essere la barriera.

Vi passammo tutti indenni e procedemmo verso il fianco della montagna.

C'erano delle sporgenze e notai un buco verso il basso, proprio al di sopra del lago.

I Pegasi precipitarono verso l' entrata, cosa che portó a far uscire due urli strozzati sia a me che al Fuoco quando vi passammo dentro, fino a raggiungere una scala che pareva essere più lunga di duecento scalini.

La salimmo volando e raggiungemmo il piano di sopra in un batter d'occhio, poi scendemmo dagli animali.

La Montagna si apriva in una grande sala, illuminata da dei fuochi accesi su delle torce appese alle pareti.

Sembrava tutto molto spento a vedersi, per ora, ma notai che erano solo le stalle, perché vidi il fieno di sinistra e delle postazioni vuote con davanti dei cancelli.

Notai anche una pala e delle briglie.

Mettemmo gli animali dentro alle varie sezioni e spostammo del cibo proprio davanti a loro, soprattutto da quello di Felix che chissà per quanto non era stato nutrito per ridursi nel suo stato.

Ci preparammo a dirigerci nella stanza seguente, era di una tonalità verde che assomigliava a quella del muschio e del terriccio.

Vi erano dei divani, delle sedie e delle poltrone.

La seconda stanza era un enorme salone con delle persone che discutevano, mezze indaffarate con chissà quali lavori.

-Altri Arcangeli? Oh, no, grazie! Abbiamo chiuso con loro, maleducati che non sono altri, passano, si fanno i fatti loro e se ne vanno... aspetta...uno, due, tre, quattro, cinque, sei... Morgan!- esclamó una donna

Aveva i capelli oro, intrecciati e un viso parecchio scarno, i suoi occhi avevano una forma a mandorla ed erano marroni.

-Giorno Lyfia-

-Cosa ci fai qui? Questi sono... questi sono...-

-Sí, ti presento gli Elementi in carne ed ossa-

Tutte le persone presenti nella stanza fecero un balzo.

-Sono trecentoquarantacinque anni che speravo di vederli con i miei occhi!- disse Lyfia con espressione gioiosa

-Tre... trecentoquarantacinque?- balbettai un po' confusa

La donna mi sorrise -Lei... lei deve essere la Terra!- si giró verso Morgan-E ... lei- indicó Diana -É la Luce, mi caschi un occhio se non lo fosse- continuó ad indicare tutti noi fino a che non raggiunse Guy -Lui é il Buio, immagino- disse con un tono ben poco allegro

-Lyfia, non trattarlo così, potrebbe offendersi- disse una ragazza giovane, dietro a Lyfia.

Aveva i capelli viola, lunghi, legati in una sorta di coda che le procedeva fino alle ginocchia , aveva gli occhi fuxia.

-Ciao- salutó lei -Sono Pandora, la figlia di Lyfia, ti prego di scusarla, é solo che mia madre dimentica quanto hai fatto insieme a loro- Pandora fece un inchino aggraziato

-Non fa niente- dissi Virgil, ricambiando l'inchino con un cenno di testa -Immagino che se fossi stato nella sua stessa posizione avrei reagito in ugual modo...- giustificó

-Beh, vi faccio fare un giro turistico, seguitemi- disse Pandora con un sorriso

Notai che era una ragazza molto carina, mi chiesi che età potesse avere.

La seguimmo silenziosamente, mentre Morgan fu invece trattenuto da Lyfia.

-Che giorno é?- chiesi

-É l'uno Febbraio-

-L' uno Febbraio ? É già passato un mese?!- chiese Diana

-Beh, in effetti il mese di Gennaio é proprio volato via- disse Task

-Questa é la sala da pranzo-

Anche questa era molto grande, vi erano moltissimi tavoli, tra cui uno aveva delle dimensioni regali.

Rirendemmo ad avanzare , osservando il corridoio di destra su cui si affacciavano una cinquantina di stanze, stessa cosa per il corridoio di destra.

Arrivammo alle cucine e notai che in essa ci stava dieci volte casa mia, era uno spazio sconfinato.

Giungemmo alla sala degli allenamenti, o almeno così veniva chiamata, prima che notassi che non era soltanto una sala ma un vero e proprio centro di addestramento.

La stanza era divisa in ventuno scompartimenti, sei dei quali erano aree chiamate esattamente come i nostri Elementi, una per la spada, una per l' arco, una per i pesi, una, più grande delle altre, che pareva essere un enorme piscina, una per la lancia, altri quattro tipi di armi che non conoscevo affatto e che Pandora non pronunció, una per la catena, una vuota, una per la corsa, una per il salto in lungo, una per fare la cavallerizza, ovvero c'era un oggetto di metallo che aveva gli stessi movimenti di un cavallo e l' ultima che Pandora chiamó : 'Tipologia Addestramento' dove c'era un enorme portone circolare.

-Vi parlerà più avanti di come funziona qualcuno più esperto di me, perché io non ne so quasi niente... passiamo alla penultima stanza-

Quando vi entrammo, Silver e Will saltarono di gioia.

Era un enorme biblioteca con tantissimi scaffali stracolmi di libri

-Non vedo l' ora di leggerli!- esultó Will

-Me li finisco tutti!- disse gioiosa Silver

-Ehm... prima che saltiate addosso alla libreria c'è un ultima stanza oltre alle vostre camere che vi devo mostrare... i bagni sono dentro alle vostre stanze-

Ci portó in quella rimasta, c'erano delle cartine geografiche e degli specie di specchi attaccati alle pareti che mi mostravano ogni città, trasmettendo informazioni e la cronaca dei politici.

-Wow! É tutto stupendo!-

-Dici?-

-Sí! Libri, posti come questo, dei probabili letti comodi, posti in cui allenarsi... ci resterei più di uno o due mesi!-

-Noi ospiteremmo volentieri- sorrise -É come casa vostra, no ? Se dopo volete restare basta chiedere, nessuno escluso- continuó a sorridere, fissando Guy come per dire :-Capito? Mi riferisco a te, sarai sempre il benvenuto-

Guy aggrottó la fronte e poi annuí

-Bene, andiamo alle vostre camere, le vostre non sono nei corridoi-

-Davvero? E dove sono allora?-

-Seguitemi, ve le mostro-

Dalla sala in cui eravamo, mostró delle scale che non avevo notato e che salivano verso una porta dorata dall' aspetto massiccio.

Ci passammo e notai subito un bellissimo distacco di ambiente, era aperto, arioso, avevano messo un parquet di bambù per terra e c'erano delle piante robuste e verdi, tra cui degli alberi alti e bellissimi, ciliegi, peschi, meli...

Intravidi appena piú in basso una scaletta che seguiva un leggero promontorio e che portava ad uno stagno con delle ninfee.

La prima porta che vidi aveva scritto sopra 'Acqua'.

Pandora la aprí, la stanza odorava di mare, un odore che si fece strada nelle narici appena ci misi piede.

Il letto aveva la fodera di un verde acqua che la ricordava, osservai ogni dettaglio della stanza, l'armadio con appoggiate ad esso delle conchiglie incastrate in una rete, la sedia dondolante appena sotto la finestra che mostrava in modo eccellente il lago...

-Che stanza! Davvero é la mia? Non ci credo... é stupenda! -

-Tutta tua, e a quanto pare é di tuo gradimento anche-

-La amo-

Pandora e Silver si scambiarono dei sorrisi, l'Acqua era raggiante.

-Ma voi vi aspettavate dunque che si reincarnassimo? Gli Elementi?- chiesi

-Un po' ci speravamo, ma era anche un modo per ringraziarvi- spiegó Pandora -Bene, ora passiamo alle altre... se vuoi puoi restare qui...- fece a Silver

-No, no, voglio vedere come sono le altre-

Uscimmo da quella stanza e ci dirigemmo verso quella dopo su cui vi era incisa la parola 'Luce'

Appena vi entrammo vidi subito il bellissimo lampadario a forma di sole che pendeva dal soffitto.

Le pareti erano di un bianco purissimo, i mobili altrettanto, con qualche ghirigoro oro qui e la.

Diana non spiccicava parola ma sorrideva felicissima.

-Non voglio essere felice solo io! Vediamo anche le altre-

-In realtà vuoi averla tutta per te vero? -

-No... ok, sí, lo ammetto-

Scoppiammo a ridere, per poi decidere di precedere poco dopo.

Quella dopo era quella mia, vidi la scritta :'Terra ' e ne assaporai la grafia secca e veloce.

Afferrai la maniglia, aprendo lentamente la porta, per poi vedere... il mio mondo.

Le pareti avevano una rappresentazione grafica di delle palme e sulla finestra c'erano dei fiori bellissimi, i mobili erano della stessa tonalità degli alberi tropicali e ne avevano anche le venature.

Il letto era magnifico, le coperte parevano essere fatte di fiori veri.

Rimasi a fissare la stanza a lungo, fino a decidermi a voler osservare anche il bagno.

Era tutto in stile tropicale, cosa che mi faceva impazzire.

Quando ne uscii, sorrisi apertamente -É bellissima-

-Felice che ti piaccia, passiamo alla prossima?-

Annuimmo tutti.

La seguente era quella dell' Aria e lessi l'impazienza che Will provava nel desiderio di vederla.

La stanza aveva la carta da parati che sembrava il cielo vero e proprio, le nuvole erano così realistiche che mi chiesi se per caso non fossimo usciti.

Il mobilio era tutto un turchese chiaro e il letto tra l' azzurro ed il viola, i cuscini che a vederli sembravano delle nubi, o almeno quelle davanti, quelli dietro sembravano più dei cirri.

La finestra era spalancata e delle tende sottili, bianche, svolazzavano per aria, trasportate dalla leggera corrente.

Will ne parve davvero entusiasta e Pandora ancora più felice, anche se molto imbarazzata.

Passammo alla camera del Fuoco, Task e Guy sembravano parecchio impazienti di vedere le proprie.

Quella di Josh era... focosa.

Il suo letto era sotto un po' nero, come il carbone e sopra rosso e arancione, le coperte infatti sembravano fiamme guizzanti, le pareti erano arancioni chiare, il comó e i vari mobili erano color terriccio rossastro mentre notai che il pavimento aveva dei decori rossi, arancioni e un po' gialli.

Una volta usciti, quella del Buio si trovava davanti a noi, Virgil aveva un espressione serissima, tesa e nervosa.

Aprí la porta e vi entró, entrammo tutti.

Il letto era di fodera nera, i cuscini tendenti al grigio, come il mobilio, le pareti erano nere e anche il lampadario.

Guy non disse niente, forse per lo shock.

La sua espressione non mostrava vere emozioni, sembrava vuoto.

-Ti piace? - chiese Pandora-Con il Buio non sapevamo bene come fare a migliorare la stanza secondo i tuoi gusti-

-É bella... solo...-

-Solo ?-

Lui tacque per un attimo-Fa niente- disse infine -Davvero, é bella-

Uscimmo tutti dalla sua camera e ce ne tornammo nella prima, quella in cui Morgan era stato trattenuto, ma prima notai che dietro a quella del Buio ce n'erano tante altre senza nome.

-Perché ci sono altre stanze?-

-Oh, beh, per sicurezza, all' inizio gli Elementi, un tempo, erano solo due poi sono aumentati arrivando a quattro e infine a sei.
Si dice ne arrivino di nuovi ogni qual volta che gli Elementi lo vogliano e li creino-

-Crearli?-

-Sí, ogni Elemento puó, da solo, farne tre, insieme ad un altro, quanti ne vuole-

-Come si creano?-

-Non ne sono sicura, penso sia una sorta di invocazione-

-Tipo quelle dei tempi antichi?-

-Circa-

Tornammo rapidamente da Morgan, che discuteva ancora con Lyfia, aveva borsa e armi sulle spalle

-Te ne vai proprio subito?- chiesi, tristemente

Lui fece un sospiro -Torneró il prima possibile, non vi mancheró-

-Lo dici tu- sbottó Diana, correndo ad abbracciarlo -Cerca di tornare presto- disse

-Ci proveró, su Dratini ci dovrei mettere un mese e mezzo-

Quando Diana lo molló, seguentemente lo abbracciai io e scatenai un 'abbraccio time', tutti lo strinsero, apparte Virgil che peró gli strinse la mano

-Cerca di impiegarci anche meno-

-E tu cerca di aprirti-

-Colpo basso- borbottó lui

Morgan sorrise -Visto che ho capito che sei molto responsabile, cerca di zittire i litigi se ne sorgono... perché ne sorgeranno-

-Lo faró sicuramente-

Annuirono entrambi

-Arrivederci-

-Arrivederci ragazzi-

Superó la porta e sparí nel nulla.

Non lo avremmo rivisto per un po'

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Capitolo 26
*** Epilogo ***


Luxor

-Ti avevo vietato di uscire e tu hai rovinato i miei piani, idiota-

-Non sono un idiota- sbuffai innervosito-Mi sentivo in gabbia e perciò sono uscito, volevo incontrare il mio creatore-

-E sei rimasto soddisfatto? Hai mandato tutto all' aria- urló furiosamente Lui-Che bella cosa rivelare il tuo piccolo segreto al Buio, se ne parlerà non avremo l'effetto sorpresa-

"Lo dici tu" pensai tra me e me

-Ora, resterai qui finché non te lo dirò e non potrai uscire-

-Il cibo chi me lo porta? Tu?- chiesi sarcastico

-Sí, io e finché non chiederai perdono non avrai altro che brodo-

Storsi il naso -Vuoi farmi morire di fame?-

-No, stupido ragazzino che non sei altro, vuoi che ti metta di nuovo in guardia?-

Rabbrividii, ricordando il momento in cui mi aveva attraversato-No-

-Bene, mi auguro che non disobbidirai più-

-Sí signore- mandai giù la saliva a fatica

-Me lo auguro- uscí.

Sentii il rumore metallico della chiave che girava nella serratura.

Aveva chiuso a chiave la porta.

Aspettai qualche secondo, sperando che il furore sparisse al piú presto, come la paura di sentirmelo di nuovo nel corpo.

Chiusi le mani a pugno, mi tremavano immensamente.

Sapevo cosa sarebbe successo se avessi aperto le mani, avrei congelato ogni cosa in questa maledettissima stanza.

"Un respiro, un altro... sta' calmo"

Mi si allentó la morsa allo stomaco e smisi di tremare.

Aprii lentamente le mani e sentii un leggero crepitio, avevo fatto un cerchio intorno a me, che pareva essere fatto di spade acuminate e luccicanti.

Ghiaccio, ghiaccio trasparente e cristallizzato.

Mi venne un idea e continuai a sviluppare il ghiaccio verso l' alto con un dito.

Feci quasi un tavolo, ma con i piedistalli ed il contorno, niente superficie.

Era a forma circolare e potei aggiungere una sfera, grande quanto il contorno.

Ve lo appoggiai sopra e iniziai a disegnare con le dita.

Quando lo finii e vidi il risultato, sorrisi.

Era il mondo di Athlas .

E tutto il mondo era una distesa deserta.

Mi mise una felicità folle e allo stesso tempo una tristezza che non era mia.

La cercai di cancellare, piú volte, tanto che mi sembrava di esplorare a forza di provarci.

E la tristezza non se ne andava, ma si sostituiva, diventando sempre più presente, da tristezza passai a malinconia ad una quasi soggiogazione verso la distruzione di me stesso, al dolore.

Un dolore così forte e ampio che mi fece accasciare a terra, facendomi urlare.

Dissi una sola parola tra le urla...:'No'

Gridavo, forte, a pieni polmoni e sentivo una voce nella mia testa.

-Smettila, smettila! - diceva

E mi chiedevo cosa dovessi smettere di fare.

Non lo capivo, non lo comprendevo, non ci riuscivo proprio e perciò volevo urlare ancora di piú, ancora più forte.

La voce si spense poco dopo, con tutti i miei tormenti.

Mi alzai in piedi e iniziai a prendere a calci la mia creazione, a colpirla, a ricolpirla con ancora più forza e rabbia.

-Che cosa vuoi, tu ?- gridai -Lasciami in pace, faccio quello che mi pare-

Non ebbi risposta, la voce era scomparsa.

Sbuffai, si prendeva gioco di me ?! Si prendeva gioco di me ?!?

-Maledetta- sussurrai

Mi misi sdraiato sul letto e aspettai in silenzio, ascoltando l' orologio ticchettante.

Passaron uno, due, tre secondi e mi accorsi di essermi già stufato.

Non avevo nulla da fare ed era già un tormento.

Mi rialzai e girai nella camera come una trottola, fermandomi al sentire la testa che mi perdeva un colpo.

Le pareti erano grigie e sembravano quelle di una cella, non c'era finestra, il letto era quasi deltutto spiumato, i mobili sbiancati e scoloriti.

Tornai sul letto e scoprii di avere una certa sonno, perciò mi ci gettai dentro.

Il sogno in cui finii procedeva a spezzoni, vedevo tutti dei posti che si susseguivano, ma soprattutto uno.

Era una porta enorme in una stanza e aveva la forma di cerchio.

Mi sembró di muovermi, mi ci diressi davanti e la aprii.

Una luce azzurra e intensa per poco non mi accecó, procedetti e infilai la mano in essa.

Mi svegliai di scatto e notai di essere madido di sudore.

Intravidi il braccialetto che avevo preso all' Elemento del Fuoco e mi ritrovai a sorridere.

Io non ero un idiota, era Lui a non aver capito nulla.

Non aveva capito che avevo un piano tutto mio

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Capitolo 27
*** Significato nomi e motivo per l'utilizzo ***


Diana Cathy Swanlight :
Diana- Celeste, luminosa, divina
Cathy- proviene da Catherine, significa pura
Swanlight-cigno di luce

Task Josh Brandon Fireburns
Task- significa compito (non Tasca, come molti hanno insinuato)
Josh- canzonatorio, perché lui lo fa spesso
Brandon- giunchiglia (un fiore giallo acceso) [scoprirete più avanti ]
Fireburns- Fuoco che brucia

Guy Virgil Nightshadow:
Guy- proviene da Robin Hood, Guy di Gisborne, un personaggio che ha finito per uccidere la donna che amava e che ha vissuto buona parte della sua vita nel dolore e nel rimorso della propria azione
Virgil- proviene da Virgilio, che nella divina commedia di Dante non aveva il permesso di entrare in paradiso ma che non merita nemmeno di stare all' inferno
Nightshadow-ombra della notte

Silver Irhina Watersea:
Silver- argento, riferito ai suoi occhi
Irhina- significa Pace, ma la caratteristica del nome al momento é ben poco coerente con il personaggio che non ne ha ancora sviluppato il carattere e che é parecchio incline a discussioni 
Watersea- Acqua di mare

William Robin Warmwind:
William- protetto dalla volontà 
Robin- pettirosso (uno degli uccellini che preferisco)
Warmwind- vento caldo
I due nomi insieme al cognome formerebbero quasi una frase... protetto dalla volontà del pettirosso del vento caldo, e forse é un parte per questo che ho deciso questi nomi

Nemes Kleo Dragonearth:
Nemes: Riduzione di "Nemesis", ovvero la dea del caos sulla terra, con il quale ho voluto simboleggiare quanto il mondo fosse sul punto della distruzione per arrivare a chiamare una bambina con il nome ridotto di una divinità distruttiva 
Kleo- deriva da Cleo, con il significato di "rendere famoso" infatti é stato con lei, con il suo arrivo che é diventato di portata comune l' esistenza degli elementi 
Dragonearth- Drago di terra

Luxor Armes Icepowder
Luxor- l'insieme di "lux" e "aur", ovvero luce e fuoco, la luce per la sua spiccata intelligenza e il fuoco che starebbe a simboleggiare il suo continuo fermento e impulso di disobbedire a chiunque 
Armes- letteralmente "Armata", perché ne costituisce benissimo una da solo
Icepowder- potere di ghiaccio

Morgan- nato dal mare
La scelta é stata quasi casuale, in parte era perché mi piaceva come nome

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Capitolo 28
*** Ringraziamenti ***


Voglio ringraziare di cuore, dopo la fine di questo libro, mia madre, che mi ha sempre sostenuta e ascoltata quando avevo bisogno di pareri.
Mia sorella, per avermi ispirato, il cui carattere non può non assomigliare a quello del fuoco.
Mio padre, che ha sempre creduto in me.
Tutti i miei parenti per avermi appoggiato.
Voglio anche ringraziare la mia vicina di casa, Anastasia Costanzo, la quale, durante il tragitto che percorrevamo insieme per andare alla scuola media, mi ascoltava sclerare per le mie fantasie, per i miei personaggi.
Ringrazio infatti coloro che hanno fatto parte della mia scuola media e superiore che mi hanno fatto credere di più in me stessa.
Ringrazio tutti i lettori, i votanti e i commentatori, (a dopo le dediche più importanti) che con il loro carisma e la loro gentilezza mi hanno spinta a pubblicare su wattpad questo libro, che é stato la fonte della mia gioia, la cui conclusione mi ha rattristato ma anche sollevato perché non pensavo di poter scrivere così appassionatamente.
E ringrazio me stessa per aver finito questo libro, ma soprattutto ringrazio i miei Elementi di Athlas, che in parte é un mondo anche mio.
Un mondo che ho arricchito con la mia fantasia e non avrei potuto mai amare così tanto.

Alle fan di Guy... vi stimo ^~^
Vi manda un bacio

Alle fan di Task... un bacio anche a voi da parte sua e vi dico: preparatevi psicologicamente a di tutto e di più

Alle fan di Will... sentitevi in diritto di lasciargli lipstick su tutta la faccia u.u

Alle fan di Luxor... stessa cosa

Mangiateveli (non troppo, altrimenti mi denunciano )

Ai fan di Diana&Co (mi fa troppo ridere questa sigla X'D ) ... beh... saranno loro a lasciare i lipstick 

Attraverso un altro capitolo futuramente vi annunceró la pubblicazione del nuovo libro, del secondo di Gli Elementi

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Capitolo 29
*** CIAK! Si gira pt.1 ***


Una sola cosa da dire prima di lasciarvi alla prima delle due parti del ''Ciack! Si gira'' ... Sono stupida xD

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Diana: Da... da *La piccola Diana sbatte le ciglia*

Madre Diana * inarca sopracciglio*

Diana: Da Da... Ca... Cacca

Io *facepalm*

***

Task: Non essere triste papà, se vuoi non ti disubbidirò più, promesso, sarò sempre con te e farò tutto quello che vorrai, ma non essere triste *fa espressione cucciolosa

Padre Task:...

Padre Task: MIODDIO QUANTO SEI CUCCIOLOSO *lo prende e se lo porta via dal set*

Tutti *espressioni scioccate*

***

Narratrice: Tra un respiro e l'altro c'erano pause di silenzio che parevano non finire mai.

Tizio che si scoprirà in futuro: Sappiamo dove sei

Nemes: STALKER!

Nemes: Lasciatemi almeno andare in bagno senza stalkerarmi, oh!

Tizio che si scoprirà in futuro: ... pffffffffffft *soffoca una risata*

***

Narratrice: Poteva infilarsi nel pattume? Era un idea.

Nemes:... NOPE

***

Diana: Sì, lo so com'è fatta tua mamma *interrompe Lilhian* Ha una testa, due gambe, due braccia, un girovita, due seni, due occhi, un naso, una bocca, due piedi e tanti tanti peli

Lilhian: Quantih? *Espressione divertita*

Diana: Non lo so... non sono mica tuo padre!

***

Lilhian: Mon amour... !

*Diana e Lilhian fingono di sbaciucchiarsi*

Io: Stop, stop, stop! STOPHHHH !!!

*Diana e Lilhian ridacchiano*

Io: BAH!

***

Demone: Diana Cathy Swanlight?

Narratrice: "Sanno il mio nome?" mi chiesi

Diana * stringe sempre di più la maniglia*

Liam:Che cosa volete? *freddo*

Demone: un the verde e i biscotti, ho saputo che qui sono veramente buoni

***

Morgan: Volevano ucciderti perché... tu sei l'Elemento della Luce, sono al tuo servizio * si inchina, togliendosi il mantello*.

Diana: ... OKKKKKKKKK

Padre Diana: Ehi, quanto a lungo devo rimanere sulle scale? Cioè, non è che io sia proprio comodo comodo, eh!

Diana: Finchè non mi dici dov'è la nutella! *espressione seria*

Padre Diana: LA NUTELLA è MIA

Diana: allora rimani sulle scale

***

Luxor: Ha importanza? Sono io che faccio le domande, non tu, quindi stammi a sentire *lancia un'occhiata truce *

Diana *rabbrividisce*

Luxor: Cosa hai provato quando ti ha toccata, il Demone...

Diana:Beh...Dolore, contemporaneamente caldo e freddo... una sensazione metallica...come se ti scavassero dentro con un cucchiaio

Luxor: *Scuote il capo con decisione e fermezza* No, non è possibile... solo a me ha fatto il solletico? Cioè, ho dovuto trattenermi dal mettermi a ridere perché mi ha toccato vicino all'ascella

Diana: Sarà che sei iper sensibile *ride*

 

Luxor: E che cavolo! Dava un fastidio tremendo!

 

***

 

*I pegasi prendono il volo*

 

Diana: ...

 

Diana: Morgan?

 

Morgan: Sì?

 

Diana: Me la sono fatta nei pantaloni

 

***

 

Morgan: Dipende dal potere, il tuo è simile a quello della rosa-

 

Diana:La rosa?

 

Morgan: Sì, sei la primogenita del presidente Snow

 

Diana*espressione scioccata*

 

***

 

Diana:Ehm...Morgan...

 

Morgan:Cosa?

 

Diana: Non hai chiuso le ali

 

Morgan: OOOOOPS... IT'S NOT TO LATE TO SAY SORRY?

 

Diana: TOO LAAAAATEEEE... TOO LATE TO APOLOGISE... TOO LATE!!!!

 

***

 

Task:Attaccato con i lacci?

Morgan: No, con la pelle

Task: MA CHE FIGATAAAA *inizia a muovere le ali con le mani*

*Le ali si staccano*

Task: WUT

***

Diana:Avevi ragione

Morgan:A dire cosa?

Diana:Che era una testa calda

Task: GUARDA CHE VI SENTO!

***

Diana:E io di certo non sono come lui, non mettermi al suo stesso livello

Task:Esattamente

Diana:È come paragonare due animali assolutamente diversi

Task:È come insinuare che una mucca sia allo stesso gradino di un drago

Diana:Tu ti definiresti un drago? *irritata*

Task:Beh, di certo io non sono la mucca

Diana: MA OBV, TU SEI UNA RAPA

Task: E tu un Bucaneve, ma senza buco u.u

Diana:...

Task:...

*ridono come degli idioti*

***

Luxor: Se intendi quel tipo di emozioni, saprai che li ho già messi da parte

LUI: Allora perché ti scaldi tanto quando si parla di te e dei porno che nascondi sotto il letto?

Luxor: COME LO SAI?!

***

Task: E io insisto a dire che << enorme>> è il termine adatto

Diana: No, grande sta bene, enorme è esagerato

Task: Grande è piccolo rispetto a enorme, quindi se grande significa piccolo, enorme è grande

Morgan: sembra stiate parlando di altro

Task e Diana : ...

Task e Diana: PERVERTITO

***

*rumore di cespugli che si muovono*

Task *urla come una femminuccia*

Diana: Why?

Task: Scusa, credevo di essere ancora nell'ultimo film Horror che ho fatto, scuuusa

***

Diana: Oh, dimenticavo di star parlando con il signor testa calda

Task: Ha-ha-ha... lucciola

Morgan: Non ricominciate... *sospira*

Diana: Devi dirlo al candelabro

Task: No, devi dirlo alla lampada

Io *ogni volta che vede candelabri, lampade o lucciole pensa a Task o a Diana*

Io *compra migliaia lampade e candelabri*

***

Narratrice: Alla mia sinistra riuscivo a vedere gli sprazzi dei campi Mestri...

Diana: Solo io penso che i campi Mestri abbiano il Mestruo?

Task: Sinceramente me lo chiedevo anche io...

***

Task: *Sbatte con il bacino contro un masso parecchio grande* PORCO TONNO SALMONATO CON IL PURE' DI PATATE! CHE MALEEEEE

Task *grida*

***

*Task abbraccia Papà Task*

Task: TI HO VOLUTO BENE PAPIIII

Papà Task: ANCHE IO FIGLIO, ANCHE IO

*si disperano*

Io: ....

***

Task *corre via*

Task *cade*

Task: MA E CHE DUE!!!

***

Narratrice:Ma io che sono il Fuoco non dovrei odiarla, l'acqua?

Silver: Mio caro, mi odierai ahahahahah... *compare a random sul set e per poco non si soffoca dalle risate mentre Task trattiene una risata*

***

Guy:Smettila-di-seguirmi! * scorbutico*

Silver: Mi hai appena salvata, perché dovrei smettere?

Guy: Non ho tempo per farti da... da...

Silver*espressione divertita che inizia a albergargli in faccia*

Guy :* si morde il labbro* Bambinaia?

Silver: No, Badante. Non ho tempo per farti da badante

Guy: Merda, merda, merda, merda, merda e ancora merda

Silver *inizia a ridere*

***

Guy: Protettore? Sul serio? Siamo tornati all'età della pietra per caso? Io non ho bisogno di un protettore, me la sbrigo da solo *incrocia le braccia e fa la linguaccia, per poi avvicinarsi a Morgan e stringergli il naso tra le dita*

Morgan: Ma che...

Guy: Hai un naso morbido *glielo lascia*

Morgan *fissa brevemente Guy per poi mettersi a ridere*

***

Guy: Sono stufo di queste stupidate! Discussioni così idiote e insensate sono un modo per perdere tempo e basta, o la smettete subito o la smetterete con la forza.
Se dobbiamo litigare facciamolo per quello che ci attende, visto che mancano gli Elementi dell'Aria e della Terra.
Se facciamo così adesso, allora chissà cosa accade quando invece di quattro saremo sei.
Se non ci sopportiamo, diciamocelo in faccia e parliamo come persone, non come esseri senza cervello pronti ad azzuffarsi per ogni maledettissima cosa *sbuffa e fa scomparire i fuochi neri dalle mani* Comportiamoci da pensanti porca miseria

Silver, Task e Diana *iniziano a fare il verso delle scimmie*

Guy:...

Guy: Vaffan... mi era venuta bene cacchiolina! MI ERA VENUTA

***

Guy:Cosa diavolo ho detto ?

Silver: Eh, molte cose senza senso, tra cui una che diceva spesso diversi "No, ancora, ancora"

Guy: ma cos...

Io:...

Io: Hai modificato la battuta

Silver: Sì, scusa xD

Guy: è umiliante!

Io:...Infatti... MI PIACE XD! La metto!

Guy *espressione da wtf*

***

Silver: Allora ti seguiró

Guy: NUOH!

Silver: ...

Guy: Non mi seguirai, perché... perché devo andare al bagno

Silver : oh... ah... *arrossisce*

Io: Come sbarazzarsi di una donna T-T

***

Task: Solo perché sei fuori come un balcone

Silver: I BELIEVE I CAN FLY !!!!!

Task: ...

Silver: I BELIEVE I CAN TOUCH THE SKY !!! *finge di schiantarsi contro un palo come Eddie (o era Crash?) di L'era Glaciale*

Task: E questa è paaaazza

***

Silver *fa la linguaccia*

Silver *Starnutisce subito dopo*

Silver:..

Silver: Rifacciamola

***

*Diana e Guy sono persi chissà dove nella radura*

Guy: Dobbiamo...

Diana: farci un selfie? *prende il telefono*

*Si fanno il selfie*

***

*Diana viene morsa dal serpente*

Guy: ...

Diana:...

Diana e Guy *tirano ancora fuori i telefoni*

Diana: Inquadra per bene il morso

Guy: Sì, ok, e ci scrivo...

Diana: Le gambe di Diana sembrano dei prosciutti?

Guy: Mi hai tolto le parole di bocca

Io: ... disgraziati

***

Luxor *lancia la piastrina di ghiaccio*

*Non mira bene*

*La piastrina di ghiaccio va a congelare il telone verde*

Luxor :...

Luxor: Oops, I did it again...

***

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Capitolo 30
*** CIAK! Si gira pt.2 ***


Here we are...

ecco a voi la seconda parte, perchè shish.

Ma prima... pubblicit... ok, no.

Three, two, oneh... gooooo

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Silver: Fermiamoci! Non ci sono più!

Task: Ci sto tentando, ma le mie gambe vanno da sole! Sono delle soliste nate

Morgan: Stessa cosa! Ah, le gambe di oggi... non sono più quelle di una volta

***

SCENA CON IL VENTO FORTISSIMO CHE SRADICA GLI ALBERI

Silver *Ha tutti i capelli in faccia*

Task *gli lacrimano gli occhi perchè, appunto, gli sono finiti i capelli in essi*

Silver *guarda Task*

Task: non ridere... *la guarda male*

Silver: Ssssssppppp....pffffffffff HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

Task: Ho detto non ridere *facepalm*

***

Silver *forma pallina d'acqua*

Task *dorme*

Silver *conta mentalmente vari secondi*

Silver *lancia*

Task* si sveglia a mo' di Sasha di Aot e la evita*

Task: EH! VOLIVAI

Tutti: ...

***

Silver* lancia*

Task* viene beccato* PORCA TROTTOLAAAAAAA... QUANTO FREDDA!!!!

Task* urla correndo istericamente fuori dal set*

***

Morgan: Ti sta bene *sorride a Silver*

Task:... Non sei adatta a viaggiare così, cambiati *se ne va sculettando*

Killian44peeta:...

Silver *ride come un idiota*

***

Silver *fa per abbracciare Guy*

Task : noh

Silver: ?

Task: *abbraccia Guy*

Task: Questo è l'unico fanservices che ti permetto ludoc24 uwu

Guy* se lo stacca di dosso e scappa via*

***

Silver: Non parli per colpa di Task che è troppo piccolo! è un neonato u.u, quello che vuoi dire è da censurare

Guy: ...

Diana: come lo saih?

Silver: Hehehehe... cos'avete combinato voi due? *faccina pervy*

Diana: Abbiamo fatto dei selfie alla mia gamba BBELLA e poi una copia di me gli ha strappato la maglia per portare altri fanservices xD

Silver: UUUUH *ridacchia*

Guy: queste sono sceme

***

Killian44peeta *ripassa il capitolo 14*

Tutti: Non c'è nessuna scena da prendere in giro *faccine tristi*

Killian44peeta: In teoria non dovreste prendere in giro ma recitare hahahaha

Tutti: NUOH

Killian44peeta: *facepalm* vedrete, forse nel prossimo ce ne sono

***

Narratrice: Mi dispiaceva solo un pochino per Guy, avevo già visto Task in un letto e... faceva un po'  paura.

Task: ...

Narratrice: Diciamo che valeva la stessa cosa un po' per me, ma non mi ero mai trovata nella posizione in cui era stato lui

Silver:... C'è del perverso in queste due frasi *sputa i polmoni dal ridere*

Task: *arrossisce come un pomodoro* MACCHECCAZ...

Silver: No alle parolacce uwu

Task: Gomé

***

Diana e Silver *prendono a tirare la coperta come due assatanate*

Diana: MOLLAAAAA

Silver: MOLLALA TUHHHHH

*coperta si strappa a random*

Diana e Silver: ...

***

Task* si agita nel sonno*

Guy* facepalm*

Task: Nella vecchia fattoria iaiaooooh...

Guy: MA ALLORA NON STAI DORMENDO

Task *russa*

Guy: Wtf

***

Diana e Guy* si baciano*

Silver: Guarda Will, Diana e Guy, si bacianohhhh

Tutto il cast: ...

Guy :* si stacca da Diana* è la parte! PORCA VACCA, è LA PARTEEEEEEE

Silver: se se... certo

Diana: Beh caro, sarà anche la parte, ma hai sbavato caro mio xD

Guy: ... No Maria, io esco

***

Will:La tipa vicino a Silver... è quello che penso?

Morgan: Sì

Will: E cavolo, sembra proprio una tipa terra terra

Morgan: Battutaccia

Will: Quale battutaccia? *guarda Morgan fingendo di non saper nulla* Scusa, ma io ho sempre la testa tra le nuvole, potresti ripetere?

***

Tizia1: Voi siete... degli Idol!

Will: veramente...

Tizia2: Siete proprio bravi a recitare!

Guy: Ma...

Tizia1: Mi fate un autografo?

Tizia2: ANCHE A ME! ANCHE  A ME!

Task: filate prima che dia fuoco alle vostre chiappette da donnicciole

***

Silver: Ma perchè ci fai sempre litigare?

Task: esatto, vorrei un motivo degno

Killian44peeta: ... magari perchè quando lo fate siete sia comici che strani? E poi non potete andare d'accordo come se niente fosse u.u

Silver e Task: No comment

***

Killian44peeta: lo so. non c'è molta comicità in questi capitoli e...

Guy: No, la scrittrice vuole dire un altra cosa. Non è che non ci sia, c'è. Ma non le va di leggere perciò fa finta di niente 

Task: è una cattiva persona

Luxor: Però vuole raggiungere le mille parole quindi...

Will: credo proprio che farà qualcosa... di inquietante

Killian44peeta *spinge Scorpius sul palco*

Will: Grazie al cielo... credevo qualcosa di peggio

Killian44peeta: *sussurra* saluta

Scorpius: Oh... ohayooo *fa ciao con la manina*

Killian44peeta *smile e se ne va*

Scorpius: Che dovrei fare io qua? Voglio tornare da... *censura*

Luxor: NON SPOILERAREEEEEEEEEEEE

Guy: ecco, forse è meglio chiudere sul serio

Task: Non possiamo fino alle mille parole

Morgan: E a quante siamo?

Will: Siamo a 653, 654, 655... etc...

Guy: E porca vacca... far parlare le ragazze?

Scorpius: Uh... buona idea

***

Diana: Che scarica barili

Silver: NUOH! HANNO FATTO BENE

Nemes: OOOOOK...

Pandora: Di cosa dovremmo parlare?

Nemes: I don't know

Diana: Forse del fatto che la scrittrice ha superato la metà del secondo libro

Silver: Ma questo annoia, non è divertente...

Diana: Non annoia se mettiamo un leggero ''preview''

Silver: Non sono sicura si dica preview

Nemes: Uffa, allora, mettiamolo e basta per stuzzicare un po' la loro curiosità

Pandora: Potrebbe funzionare, ma quale scena?

Nemes: non credo importi quale, mandane uno e bom

Pandora: Okay, sissignore. Se poi vogliono leggerlo, possono, se non vogliono, basta che chiudano qui.

***

 

-Quale utilizziamo? Hurricane ci trasporterebbe tranquillamente entrambi... a meno che non vuoi stare da sola su uno di essi-

-No, non voglio morire, vada per il tuo Pegaso-

E in quattro e quattr'otto sistemammo la sella sulla sua schiena, slegandolo e sedendoci su di lui.

Sentivo i suoi muscoli sotto le gambe e le braccia di Nemes allacciate al mio petto.

-Pronta?- la guardai dritta negli occhi, sorridendole

-Sí-

Diedi un leggero calcetto al fianco del pegaso, facendolo partire, dapprima lentamente, poi accellerando fino a raggiungere gli scalini e spiccare un balzo, sbattendo le ali, mostrando l' esterno.

Il panorama era mozzafiato, il cielo coperto da nuvole bianche, candide e spumose che coprivano l' azzurro puro del cielo.

Le sue braccia si strinsero dalla tensione, mentre sentivo il suo respiro affrettarsi e diventare irregolare e disconnesso.

-Calma- glielo sussurrai , lasciando il cavallo fermo in un punto, sbattendo le ali per tenerci sollevati -Devi abituartici, non hai paura, se te ne convinci, ti passa-

Fissai il lago sotto di noi, lucido, scorrendo lo sguardo sul paesaggio, cercando di vedere la barriera che ci circondava.

-Possiamo andare?- chiesi dopo un po', sentendola tranquillizzarsi man mano che il tempo passava.

-Puoi- confermó, cosa che mi portó ad incitare il Pegaso a muoversi, saettando silenzioso nell' aria, tracciando percorsi invisibili e svolgendo rapide curve e cercando di non farle diventare in qualche modo esagerate per non spaventarla.

L' aria sembrava trapassarci e tagliarci più i secondi passavano, facendosi fredda, mentre la luminosità diminuiva e lei si abituava, rilassandosi e stendendo ogni singolo muscolo che era stato duro e rigido in precedenza.

Sentivo il mio battito cardiaco accelerato perfino nelle tempie, ogni particella di me che si sentiva in coesione con ciò che ci era attorno.

-Non é male... funziona, credo- disse, prendendo un grosso respiro

Le sorrisi, girandomi a guardare la sua espressione, per essere sicuro che fosse così.

(continua...)

 

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Capitolo 31
*** Pubblicazione One Shot intermezzo 1 e 2 ***


Titolo: Gli Elementi, l'esterno / OS/

Allora, qui volevo aggiornare del fatto che, il due è davvero ancora in corso. Anche su wattpad. Quindi, a differenza di prima, (quelli su wattpad hanno anche dovuto aspettare per la OS , precedentemente pubblicata a natale ...) dovrete aspettare. E non so quanto. dovrei finirlo e dargli una sistemata, poi pubblicherei sia qui, che su wattpad.
Spero di non metterci troppo! Renderlo non concluso mi innervosisce

Grazie dell'attenzione.

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Capitolo 32
*** Informazione ***


pubblicato da un pezzo il due. buona lettura
 il nome è ''Gli Elementi 2- Il maledetto-
Bye girl and -Forse- boys

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