Un amore malato di Zephyr Sensei (/viewuser.php?uid=916905)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazioni ***
Capitolo 2: *** Ricordo svanito tra le fiamme ***
Capitolo 3: *** Folle litigata ***
Capitolo 4: *** Fame e Sete ***
Capitolo 5: *** Cambio di programma ***
Capitolo 6: *** Invito ***
Capitolo 7: *** Ansia ***
Capitolo 8: *** Ricevimento e sorpresa ***
Capitolo 9: *** Lieto Fine ***
Capitolo 1 *** Presentazioni ***
Anno 2019
Il sacro impero di Britannia guidato
da Lelouch Vi Britannia
ha ormai conquistato l’intero pianeta. I cavalieri neri e le
fazioni che ancora
combattevano britannia sono state distrutte o assoggettate ma... per
l’ordine
dei cavalieri neri la punizione è stata ben più
crudele. I residui cavalieri
neri venivano e vengono torturati e uccisi in pubblico e i loro membri
più
produttivi... Scienziati e belle donne vengono venduti come schiavi nei
loro
rispettivi campi di competenza. Kallen Kozuki fu una delle ultime a
essere
venduta come schiava del sesso... la donna tanto stimata dal popolo per
le sue
azioni eroiche non poteva essere acquistata da nessuno che
l’avesse apprezzata
per le sue gesta fino a quando un folle uomo Britanno, follemente
innamorato
dello stereotipo che si era creato della donna decise di acquistarla,
salvandola da un esecuzione sommaria e senza onore che venira riservata
alla “merce
invenduta”.
New
Pendragon – ore 18:30-
Abitazione del propietario di Kallen
In un quartiere povero di New
Pendragon, un corriere
scortato da due auto della sicurezza nazionale trasporta una gabbia con
all’interno
Kallen Kozuki fino all’abitazione del suo propietario che
l’aveva acquistata
all’asta su internet 5 giorni prima al costo dei nostri
300€ più spese di
consegna.
All’interno del furgone
Kallen fa silenzio da dentro la sua
gabbia, apparentemente rassegnata al suo destino e, seppur
così non fosse, la
donna credeva fino a quel momento che quella fosse la strategia
migliore,
mostrarsi indifesa per poi ribellarsi ma... non sapeva la
verità... non
tutta...
Il corriere si ferma di nanzi a una
casa con portone mal
ridotto di color noce pastello, scende rapido e suona al citofono. Il
portone
subito si apre e il postino ordina al collega di scaricare la gabbia
con la
merce in fretta al fine di mantenere riserbo e privacy per
l’acquirente. La
gabbia viene portata in fretta all’interno
dell’abitazione coperta da un
lenzuolo nero. L’acquirente paga il prezzo della sua merce e
il corriere va via
senza dire altro.
Una volta restato solo con Kallen
ancora ingabbiata, l’uomo...
un bianco di circa 35 anni di media statura con capelli corti neri,
pancia da
birra, occhi verdi bordati da nere occhiaie, pelle chiara, mal vestito
con una
semplice tuta nera in pail e felpa con cappuccio toglie il lenzuolo da
sopra la
gabbia e non appena vede Kallen si presenta:
«Piacere Kallen Kozuki e
benvenuta nella mia umile dimora,
io mi chiamo Ector e sono il tuo padrone, spero che il tuo soggiorno
qui sia a
te gradito»
«Ciao... Ector... cosa vuoi
fare? Inizi a violentarmi subito
o vuoi prima fare qualche falsa cordialità offrendomi da
bere? Oppure vuoi
semplicemente torturarmi?» Risponde lei con la testa bassa e
occhi chiusi
ancora inginocchiata all’interno della piccola gabbia.
«Vedo che non perdi
tempo... ti sei già fatta dei film
mentali... intanto apriamo questa gabbia per uccelli così ti
sgranchisci le
ossa»
Ector apre la gabbia e chiede a
Kallen, che era vestita con
pochi stracci di colore bianco, di uscire tranquillamente e senza
paura. La
donna dopo alcune difficoltà dovute principalmente ai mesi
trascorsi in quello
spazio tanto ristretto esce dolorante emettendo qualche gemito di
solore,
sempre con la testa bassa e lo sguardo a terra. L’uomo le
porge subito un
bicchiere d’acqua e un tramezzino che lei inizialmente
rifiuta, ma alla sua
insistenza inizia a mangiarlo di gusto.
«Pensavi fosse avvelenato?
Se volessi potrei chiederti di
ingerire anche acidi di vario tipo visto che ti possiedo, ma ti ho solo
offerto
un panino ragazza mia...»
«Non intendevo dire questo
signor Ector, ma sui termini di
contratto lei mi ha pagato così poco all’asta per
trattarmi in modo
riprovevole... sono obbligata a ricordarglielo... lei è
obbligato a nutrirmi
con cibo per gatti e acqua putrida.» Afferma lei.
«Fanculo le regole, tu mi
piaci Kallen e mi piaci davvero
tanto, e di certo non infilerò la lingua in bocca a una che
ingurgita le
crocchette della stessa marca di quelle del mio gatto!»
«Lingua in bocca? Non corra
razza di porco... non sono qui
per fare la brava schiavetta... dovrei essere uccisa per questa mia
affermazione che non potrei mai fare ma... sarebbe fantastico morire
dopo
questo lei che dice?» Conclude sarcastica.
Come risposta Ector inizia a ridere
di gusto, carezza il
capo di Kallen con affetto e le porge un altro tramezzino con sguardo
gentile,
divertito dal sarcasmo della sua schiava che assume un espressione di
sfida
mentre lo osserva ancora intenta a gustare il cibo offertole.
«Mi piace questo tuo
atteggiamento Kallen, sei una ragazza
forte e audace ma... so bene che vuoi farti uccidere prima di soffrire
troppo... ma sai io sono attratto da te, ti ho sempre stimata...
ammirata...
quando combattevi tra i cavalieri neri ero spesso sulle zone di guerra
solo per
poter vedere il tuo Guren muoversi come in una danza... era stupendo
sai? Ora
sei qui e sei mie... non potrei mai ucciderti... ma potrei
tranquillamente
farti del male sai?»
«Allora che aspetti?
Spaccami la testa su! Magari rompimi
anche le ossa... FORZA!» Kallen sfida il suo padrone con un
espressione
rabbiosa in volto.
Lui osserva nervoso la donna,
vorrebbe picchiarla a sangue
ma si trattienne, la
soleva per gli
stracci che indossa e la trascina nella stanza da letto che aveva
approntato
per lei, composta da: Un lettino a una piazza con materasso a molle, un
comodino con 3 cassetti, un piccolo armadio pieno di vestiti maschili
quali
tute in pail e acetato, un lavandino, un vater, una sedia e un
piccolissimo
tavolo in legno scuro. Kallen rimane stupita, seppur la camera non
misuri più
di 5 metri quadrati ha molto più di quanto aveva avuto negli
ultimi anni. Ector
si scusa per la mancanza della TV ma spiega che lui odia la TV
spazzatura di
britannia e quindi non ne possedeva una nemmeno lui. La donna fa
silenzio e
continua fino a quando lo stesso non gli ordina di cambiarsi.
«La doccia di casa mia si
è rotta stamane, ma comunque
cambiati, odio vederti con quegli stracci»
«Mi cambierei se lei
andasse via...» Risponde infastidita.
«No tu ti cambi qui davanti
a me!»
Kallen prende una tuta in acetato da
dentro l’armadietto
della sua stanza, poi si gira lentamente guardandosi le spalle e si
toglie i
vestiti, Ector però si arrabbia e le ordina di girarsi verso
di lui, lei
ubbidisce e compre i suoi seni e la sua intimità usando le
mani. L’uomo però
non è ancora soddisfatto.
«Vorrei poter vedere le
parti migliori del tuo corpo
Kallen.... sai quelle che ho pagato...»
«Pagato eh? Hai pagato di
più l’arredamento di questa
stanza! Che diavolo vuoi!?»
A quel punto, sentendo Kallen alzare
un po troppo la voce l’uomo
si avvicina nervoso e la colpisce con una severa sberla in volto. Lei
subisce e
subito dopo lo fissa rabbiosa stringendo i denti... ha gli occhi
leggermente
lucidi, non sa bene che fare... pensava d’esser preparata...
si aspettava un
dolore più forte o la morte istantanea ma.... non
è così...
«Ascoltami Kallen, mi piace
questo tuo atteggiamento di
sfida nei miei confronti... ma accetta la realtà, qui dentro
comando io, tu
farai quel che ti dico! Ora mostrami il tuo corpo e poi mettiti quella
tuta»
Kallen rifiuta di eseguire
l’ordine ed Ector con un altra
sonora sberla cerca di convincerla a collaborare, ma lei risponde con
lo stesso
sguardo rabbioso e di sfida di pochi istanti prima. Irritato il suo
padrone la
colpisce con una terza sberla e poi con un forte pugno nello stomaco.
Kallen
piega il busto e porta entrambe le mani all’addome lasciando
scoperti i suoi
seni e la sua intimità inferiore. Ector la osserva per
qualche secondo per poi
dire:
«Sei davvero molto bella,
ti chiedo scusa per i colpi che ti
ho inferto, spero imparerai che se vuoi restare qui e vuoi vivere bene
assieme
a me dovrai per forza ubbidire a certe richieste... ora vestiti... ti
aspetto
in soggiorno»
«Dann.. dannato... me la
pagherai!» Esclama irata verso l’uomo»
«Chi lo sa... potresti
uccidermi nel sonno ma se lo fai...
beh... se lo fai vinci ma allo stesso tempo la bomba che voi schiavi
portante
dentro di voi esploderà distruggendo i tuoi organi... i tuoi
e quelli di una
persona a te cara...»
«Di chi parli? Io non ho
nessuno»
«Parlo della tua cara
mamma... il propietario è un mio
carissimo amico... mi ha concesso di programmare un esplosivo nel corpo
di tua
madre per prevenire un tuo tentativo di uccidermi... se il mio cuore si
ferma
quello della tua adorata madre subirà la stessa
sorte»
«BASTARDO! COME PUOI
RICATTARMI IN QUESTO MODO! Che razza di
mostro sei!» Urla a squarcia gola irata trasudando odio da
ogni poro.
«Ho dovuto per tutelarmi...
ad ogni modo se ti comporti come
si deve magari potrei anche concederti di rivederla... ma non ti
assicuro
niente» Conclude ridacchiando.
Lei china il capo amareggiata dalla
situazione mentre Ector
le da le spalle e va via... Quando questo sta per uscire Kallen lo
osserva con
sguardo carico d’odio stringendo i denti mentre indossa la
giacca della tuta
acetata. Ector esce rapido e poi si dirige in cucina dove inizia a
preparare la
cena per lui e per la sua ospite.
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Capitolo 2 *** Ricordo svanito tra le fiamme ***
Capitolo 2
Kallen ancora dolorante per il colpo
subito all’addome ha
ormai indossato la tuta acetata di colore viola, lo stesso colore dei
suoi
capelli, con strisce blue elettrico orizzontali sulla giacca e
verticali sui
pantaloni. Siede al letto della sua stanza e stanca si sdraia per un
attimo.
Osserva il soffitto, di colore grigio scuro... lo stesso colore della
sua anima
in quel momento... pensa a ciò che ha detto Ector, al
ricatto... alla forza che
dovrà dimostrare per non cedere alle sevizie
dell’uomo. Ad un tratto nota,
osservando un minuscolo orologio posto sul comodino, in grado di
mostrare ora,
temperatura e data sul display digitale, che sono passati oltre 40
minuti e che
le converrebbe spostarsi in soggiorno come le era stato ordinato, al
fine di
non urtare ancor più Ector. A lei poco importa infondo...
Ector irato? Non è di
suo interesse in quel mometo ma la paura per sua madre e la voglia di
sfidarlo
ancora sono forti... decide quindi di muoversi e rialzandosi esce dalla
sua
stanza e si dirige in soggiorno.
Quando arriva in soggiorno,
raggiungendolo dopo un
brevissimo tragitto, nota un ambiente arredato con il minimo
indispensabile, un
tavolo rettangolare di legno massello di colore scuro, una cristalliera
antica
dello stesso colore del tavolo e un divano di pelle beije scuro a tre
posti
evidentemente usurato con una copertina a scacchi di colore rosso e
verde stesa
sopra lo stesso. Attorno al tavolo ci sono solo due sedie e sullo
stesso Ector
inizia ad apparecchiare con una tovaglia di colore bordò in
seta. L’uomo, dopo
aver messo la tovaglia porta sottopiatti e posate per poi invitare la
donna a
sedersi e con gentilezza sposta la sedia per rendere più
comoda la seduta della
stessa. Kallen inizia ad osservarlo come a volerlo sfidare e lui a
quello
sguardo risponde ridacchiando per poi dire:
«Non ti arrendi vero
Kallen?»
«Non so di che parla signor
Ector, forse non le piace la mia
faccia?»
«Al contrario... trovi il
tuo viso stupendo cara»
Detto ciò l’uomo
va verso la cucina e ne esce con due piatti
di media grandezza in porcellana fine e delicata, con
all’interno delle lasagne
ancora fumanti. Il primo piatto lo serve a Kallen che era
già seduta per poi
sedersi con la propria portata di fronte a lei. Invita la ragazza a
mangiare e
lei, osservando il pasto affamata ancora un pò sarcastica:
«Sei gentile signor
Ector... ma pensi davvero di
accattivarti la tua schiavetta con un semplice piatto di
lasagne?»
«No non sono
così imbecille cara, ma devi metterti in forze,
sai sei deperita e il tuo seno non è più sodo
come in catalogo per la
denutrizione... in più ti si vedono anche le costole...
avanti mettiti in
forze»
«Non credevo che mi avessi
fatto una visita medica mentre mi
guardavi... comunque approfitterò della tua finta
gentilezza» Conclude
iniziando a mangiare con foga il pasto servitole.
«Calma Kallen, ho una
teglia intera di quella roba non è
necessario che ti ingozzi in quel modo, qui il cibo non manca»
Kallen non da retta
all’uomo e divora il primo piatto, poi
il secondo e il terzo, rendendo Ector soddisfatto. Finito il primo
arriva l’ora
del secondo e viene servito alla ragazza del salmone affumicato con 3
uova sode
che la donna gradisce seppur un pò piena. Successivamente
arriva anche il
dolce, una semplice torta alle noci che però a Ector non era
riuscita troppo
bene. Lei assaggia un paio di cucchiai ma risulta davvero
immangiabile...
«Perdonami ma questa
poltiglia la chiami torta?» Chiede
disgustata.
«Ti conviene mangiarla
anche se ammetto che non è venuta
affatto bene» Afferma lui serio.
«Non ci penso proprio! Ho
mangiato cibo per porci e gatti ma
questa torta batte ogni record»
Ector si innervosisce nel sentire la
parole della donna e
alzandosi lentamente e con garbo si dirige verso di lei, prende il
cucchiaio
che Kallen stava usando per mangiare e lo riempie con un po di torta e
poi
cerca di imboccare la ragazza. Lei scuote la testa e poi, quando Ector
tenta di
infilare nella sua bocca il cucchiaio lei colpisce il braccio dello
stesso con
uno schiaffo facendo finire il cucchiaio a terra sporcando il pavimento
in
cotto con la mal riuscita torta. Ector si arrabbia molto e ordina a
Kallen di
pulire il tutto usando la sua lingua, ma lei ridendo in faccia
all’uomo a mo di
sfida rifiuta categoricamente di farlo.
In quel momento Ector spinge la sedia
con il viede e la
rivolta a terra facendo cadere anche Kallen che non si aspettava una
reazione
tanto istintiva e rapida. Dopo la caduta la ragazza picchia la testa
sul
pavimento a pochi centimetri dalla poltiglia caduta a terra poco prima.
Ector
nota un accessorio che copre la fronte della donna, una semplice fascia
che
questa porta sulla fronte e che lei in quel momento stringeva con una
mano.
«Quella fascia deve avere
un certo significato per te... mi
sorprende che non tel’abbiamo tolta»
«Non ne conosco il motivo
ma l’imperatore ha ordinato di
lasciarmela... forse perchè fa parte del mio personaggio...
non lo so» Conclude
lei poco convinta della sua stessa affermazione.
«Non mentire Kallen...
quella fascia apparteneva a tuo
fratello... tu ci tieni molto ed è normale...
però adesso la darai a me... farà
parte del tuo personaggio ma prima ancora della tua anima»
detto ciò Ector
sfila la fascia dalla fronte di Kallen e nonostante la ragazza cerchi
di
opporsi lui la colpisce con un calcio in gola e le impedisce di
difendersi
oltre.
«Come osi ridammi quella
fascia lurido bastardo!» Si alza e
cerca di colpire Ector con un pugno.
«Non osare
farlo!» Esclama lui difendendosi con un altro
pugno che colpisce Kallen sul naso facendola sanguinare.
«Bastardo... vuoi che
ingurgiti la tua sporca torta alle
noci? Ti accontento e spero di sporcare il bagno di quella lurida
stanza per
farti godere gli odori nauseabondi che emanerò per
l’indigestione» Esclama con
sguardo rabbioso scolpito negli occhi per poi leccare la torta che era
finita
sul pavimento.
Ector la osserva serio e poi, tenendo
tra le dita la fascia
di Kallen:
«Ora ti
insegnerò che queste scene non devi farle...» E
con
ciò prende un accendino e da fuoco alla fascia della ragazza.
Kallen cerca di impedire che la
fascia bruci ma quando si
lancia verso Ector questo estrare una pistola ad avancarica
già armata e pronta
al fuoco. A quel punto lei capisce che ormai il ricordo del suo amato
fratello
è perduto. Così priva della speranza di poterlo
recuperare lo osserva mentre
brucia. Ector invece estrae un pacchetto di sigarette Malboro 100s
dalla tasca
e, prima che la fascia finisse di bruciare ne estrae una dal pacchetto
e la
accende con le fiamme emanate dalla stessa per poi invitare Kallen a
tornare in
camera sua.
La donna ubbidisce e si dirige a
passo lento dentro la
piccola stanzetta, si sdraia sul letto abbattuta e dopo essersi
sdraiata, con
due piccole lacrime agli occhi pensa “questa
volta ho perso... fratello mio era l’unica cosa che mi
restava di te... ma
tranquillo quell’uomo pagherà il suo gesto... la
prossima volta sarò io a
vincere”
Intanto Ector sparecchia la tavola
deluso dalla ragazza,
raccoglie per ultimo il cucchiaio che Kallen aveva pulito con la lingua
poco
prima e da un colpo di straccio per eliminare le piccole macchie di
torta
residue. Una volta finito l’uomo si sdraia sul divano per poi
chiamare «Mitzu
dove sei?» rivolto a un gatto di colore nero e con occhi
scuri che lentamente
si avvicina al divano salendogli poi sulle gambe.
«Fa
davvero freddo questa sera vero piccolo? Chissà se Kallen
apprezzerà il fatto che gli ho spento il riscaldamento,
presto nella sua stanza
farà molto molto freddo... fuori ci sono -4 gradi
oggi»
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Capitolo 3 *** Folle litigata ***
Capitolo 3
Sono ormai le tre di notte quando
Kallen, dopo essersi
addormentata stremata nella sua stanza, si sveglia a causa del freddo
che la
pervade all’interno della stanzetta. La donna osserva
l’orologio dotato di
termometro, ci sono 4 gradi e lei indossa solo una leggera tuta in
acetato ed è
coperta da un semplice lenzuolo di cotone. Non sa bene che fare,
lamentarsi o
tacere? Attende circa 20 minuti, cerca di resistere ma, con
l’avanzare della
notte, anche il freddo si fa più intenso e così
si alza e va in soggiorno
sperando di trovare un ambiente più caldo o addirittura
Ector. Quando arriva in
soggiorno trova l’uomo appisolato sul divano del soggiorno
con un gatto nero
addormentato sulle sue gambe. Si avvicina a lui, lo scuote per un
braccio fino
a svegliarlo.
«Vedo che il freddo ti ha
svegliata Kallen...»
«Fa molto freddo nella mia
stanza... ma nel resto della casa
da quel che vedo no... lo hai fatto apposta vero?» Chiede a
voce bassa.
«Brava hai indovinato, se
hai freddo puoi sempre dormire
accucciata sul tappeto»
«Cosa? Non riservi un
trattamento tanto schifoso nemmeno al
tuo gatto!» Esclama alzando la voce.
«E quindi? Se ti va bene
dormi sul tappeto oppure torna al
freddo... a meno che tu non voglia passare la notte nel mio letto
matrimoniale,
stretta accanto a me...» Conclude ridacchiando.
«Torno nella mia camera,
resisterò...»
Una volta tornata nella sua camera
Kallen inizia a tremare,
lascia la porta aperta nella speranza di far entrare un po di calore
dal resto
della casa ma è tutto inutile. La stanza si è
raffreddata troppo, poco dopo
cerca di capire da dove entri il freddo e nota che da una piccola
bocchetta del
condotto d’areazione entra aria gelata e la spia del
riscaldamento è spenta. A
quel punto la rossa prende i vestiti sporchi e rovinati con la quale
era
arrivata li e li usa per tappare alla meglio la bocchetta del condotto
di
areazione. Dopo circa 30 minuti l’aria si fa più
calda, il calore proveniente
dalle altre stanze della casa scalda anche la sua camera e, nonostante
si siano
fatte quasi le 4:30 di notte, riesce a prendere sonno rilassandosi un
pò.
L’indomani Kallen viene
svegliata da Ector alle 7:30 AM con
una carezza sul viso accompagnata da un leggero solletico sulle labbra
che lo
stesso gli fa usando una piuma. Apre dolcemente gli occhi e quando lo
fa inizia
a sentire un buon odore di caffè. Strofinati i suoi
splendidi occhi azzurri
guarda verso il comodino e nota un vassoio sul quale erano poggiati un
tazzone
di cappuccino con panna e un cornetto al cioccolato ancora fumante.
Lancia uno
sguardo tagliente verso Ector e poi prende la tazza di cappuccino
bevendolo per
poi mangiare anche il cornetto. Lui la guarda soddisfatto e poi si
rivolge a
lei:
«Bene! Ora devi fare quel
che ti dico okay? Sai che una casa
non si pulisce da sola?»
«Cosa come? Cosa mi stai
chiedendo?»
«Ti sto chiedendo di fare
le pulizie!»
«Non ci penso proprio, al
massimo posso pulire questa
stanza!!»
«Kallen ti rendi conto che
qui fai la schiava e non
l’ospite?»
«Schiava? Non puoi piegare
il mio volere Ector! NON MI
LASCERO’ PIEGARE DA TE!» Urla per poi colpirlo al
volto con il vassoio con il
quale le era stata servita la colazione.
L’uomo dopo
l’aggressione subita rimane impassibile mentre
lei, ancora col vassoio in mano, lo osserva rabbiosa. Lui volta il capo
verso
di lei con espressione di disappunto molto marcata, si alza in piedi e
senza
pensarci due volte spinge con violenza Kallen mettendola al muro. La
colpisce
con una ginocchiata nello stomaco e poi le mette le mani attorno al
collo.
Inizia a strozzarla con forza, lei tenta di liberarsi ma la
superiorità fisica
dell’uomo è schiacciante. Il suo volto assume un
colore prima rossastro e poi
violaceo, le forze la abbandonano lentamente ma... prima che possa
perdere i
sensi e morire d’asfissia Ector la lascia cadere quasi
esanime sul pavimento.
Kallen tossisce ancora intontita dalla semi asfissia, lui la guarda
dispiaciuto:
«Perchè mi
costringi a farti questo?»
«No... non... m..i
sottometterai –tossisce- tanto...
facilmente..»
«Per favore collabora
Kallen... mi si spezza il cuore ogni
volta che ti faccio del male...»
«Non pensarci Ector... la
mia anima è libera... non pulirò
casa tua... nemmeno se tu mi lasciassi in una pozza di sangue tra un
istante...»
«Vieni di la, devo fare una
cosa con te ora...»
Ector prende Kallen per i vestiti e
la trascina in
soggiorno... il gatto nero si posizione sul tavolo e osserva i due
incuriosito.
Kallen è ancora a terra e Ector afferra una sedia e la rompe
sulla schiena di
Kallen che urla straziata dal dolore. I resti della sedia vengono usati
per
colpirla più volte e lei, ormai priva di energie, piange
mentre il suo aguzzino
continua a colpirla violentemente fino a romperle un braccio. Quando
ciò accade
la donna sviene per il dolore. Ector comprende di aver esagerato con
lei e
decide di stenderla sul letto matrimoniale su cui normalmente dorme e
di
chiamare immediatamente un medico.
Circa un ora dopo Kallen è
già sul letto di Ector e il
medico arriva con grande calma nella stanza seccato di dover curare una
schiava
in modo gratuito. La visita e trova molte escoriazioni sulle parti
scoperte,
quindi chiede a Ector di denudarla per poterla medicare e per
applicargli una steccatura
di fortuna al fine di far risanare la frattura provocatagli dallo
stesso. Ector
esegue e in pochi minuti Kallen si ritrova sul letto nuda come un
verme. Il
dottore le applica diversi cerotti e svariate fasciature, in vita,
sulla gamba
destra, sulla mano sinistra e in fine applica la steccatura al braccio
destro.
La ragazza emette un gemito e si sveglia, il medico la guarda e con
sufficenza:
«Ragazzina, dovrebbe avere
più rispetto per il suo padrone
sa?»
«Chi è
lei?» Chiede Kallen inespressiva e con sguardo semi
assente.
«Lui è un mio
amico nonchè mio medico, tu per legge non hai
diritto all’assitenza sanitaria ma per questa volta facciamo
un eccezione, la
prossima volta le ferite si infetteranno e morirai...»
Lei chiude gli occhi impotente
dinanzi alle parole del
medico e di Ector... umiliata dal fatto d’esser stata
denudata e picchiata
selvaggiamente. Poco dopo il medico va via sbuffando... Ector lo
accompagna
alla porta per poi tornare da Kallen. L’aguzzino si avvicina
al letto e
prendendo una sedia si siede di fianco a Kallen per iniziare a
parlargli:
«Mi sono dato una
coltellata sulla gamba di proposito...»
Afferma mostrando poi la ferita, ricucita alla meglio, sulla coscia
destra.
«Sei diventato
masochista?» Chiede lei inespressiva con
occhi socchiusi.
«No mi sentivo in colpa e
mi sono sfogato... senza volerlo
mi sono ferito... tu mi hai fatto incazzare, perchè non
accetti di essere una
schiava? Per quale motivo mi hai copito?»
«Se tu non avessi bruciato
quella fascia... l’unico ricordo
di mio fratello... oggi ti avrei ubbidito... ma dopo quel gesto
preferirei
morire piuttosto che eseguire un tuo solo ordine... ti
odio...»
«Hai ragione, non avrei
dovuto farlo ma... Kallen... dovrai
comunque ubbidirmi... non voglio
ucciderti ma quando ti riprenderai sarai punita... ora però
c’è un altro
problema... in questa stanza ci sono le mie cose e non ti lascio qui da
sola
per cui... dovrai tollerare il fatto di dividere il letto con me mentre
sei
completamente nuda»
«Mi hai umiliata
abbastanza... puoi aiutarmi a rivestirmi?
Se lo fai... in cambio ti pulirò la casa...»
«Mi dispiace ma non ne ho
alcuna intenzione... non ho
rispetto per chi mi aggredisce dopo che gli ho portato la colazione...
e poi mi
fa un male cane il collo... contentati d’esser coperta con un
lenzuolo per
ora... così non rischierò nemmeno di rovinarti le
medicazioni...»
«.......»
«Non restare in silenzio,
quel che posso farti un massaggio
al collo, sai sono piuttosto bravo» Detto ciò
Ector inizia a massaggiare il
collo di Kallen per poi continuare a farlo con le sue spalle.
«Sei bravo te lo concedo,
ti prego continua...»
«Continuo ma... non
colpirmi con un altro vassoio per
favore...»
Lei ridacchia sarcastica...
Ector la
massaggia dolcemente
fino a farma addormentare rilassata, poi con dolcezza la copre con un
plaid più
pesante per evitare che le venisse un raffreddore. Osserva
l’orologio e nota
che sono già le 13:30, va a preparare qualcosa da mangiare
per se stesso e per
lei pensando “magari dovrei dargli
solo
un tramezzino o soffrirà troppo quando la
punirò... non appena sarà guarita...
s’intende”.
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Capitolo 4 *** Fame e Sete ***
Capitolo 4
Passano 10 giorni... giorni in cui
Kallen resta a letto in
attesa che le sue ferite si rimarginino. Lei è fredda nei
confronti di Ector ma
furbamente evita di provocarlo, sa bene che non può subire
altre ferite.
All’undicesimo giorno il medico torna in quella stanza da
letto e rimuove la
stecca a Kallen che risulta a suo avviso guarita. L’uomo non
batte ciglio e va
via infastidito dal dover curare la schiava e quando questo esce dalla
porta
salutando Ector che torna subito nella stanza per parlare a Kallen.
«Bene Kallen, le tue ferite
si sono rimarginate, ora è il
momento che tu venga punita»
«Capisco... cosa vuoi
farmi?»
«Non mi
sforzerò... ti terrò senza cibo e senza acqua per
10
giorni...»
«CHE COSA? MA PER QUALE
MOTIVO? MI SCAMBI PER UNA BESTIA?»
Urla spaventata.
«No ma se hai un idea
migliore dimmela.... anche se per la
cosa mi sono già organizzato... magari ne avrai anche
piacere...»
« Tu sei un sadico...
avresti potuto pensare di darmi
fuoco... di amputarmi un arto... oppure di darmi da mangiare vermi per
un mese...
ma scegli il digiuno forzato... perchè?»
«E io sarei il sadico? Ti
ascolti? Mi proponi torture ben
peggiori... Non voglio sporcarmi le mani come ho già fatto!
Ad ogni modo ho
contattato il mio caro amico nonchè propietario di tua
madre, sarà infatti lei
che ti starà accando durante la tua punizione... io non
sarei adatto a starti
accanto durante una sofferenza simile...»
«CHE COSA? MIA
MADRE?»
«Corretto... ciò
che patirai sarà terribile... poco oltre il
limite di sopravvivenza umano... non pensare che sarà facile
e non so nemmeno
se sopravviverai... così ho pensato che se proprio devi
morire magari è meglio
che ti stia accanto una persona a cui vuoi bene»
«Gentilissimo Ector! Mi
condanni a morte ma me la fai
passare come una cosa quasi bella... sei proprio un sadico...»
«Ora alzati, mangerai
normalmente fino a questa sera, poi
domattina arriverà tua madre per starti accanto...
è tutto» Conclude l’uomo per
poi dirigersi in soggiorno a preparare la colazione.
La giornata trascorre tranquilla,
accompagnata da una finta
cordialità della rossa, abbastanza intimorita dalle
intenzioni di Ector, fino a
quando lo stesso alle ore 22:30 ordina alla sua ospite di andare a
dormire
nella sua stanza dove sarebbe stata svegliata alle 7:30 AM. Quando
questa va a
dormire nota che è rimasta solo una piccola bottiglietta
d’acqua minerale da
500ml per la notte sul comodino della stanzetta e il rubinetto del
lavandino
non funziona, idem per lo scarico del Water. Lei si rende conto che
preso
inizierà l’inferno ma non demorde, in parte felice
per l’arrivo di sua madre
che la sosterrà in quella prova.
Giorno 1
Kallen si risveglia serena e
tranquilla aprendo gli occhi
alle 7:25, guarda l’orologio soddisfatta di farsi trovare
sveglia da Ector
prima della sua di sveglia... Si alza e lo raggiunge in salotto dove
lui le da
un buon giorno cordiale. L’uomo le comunica che da li a 30
minuti sarebbe
arrivata sua madre, accompagnata dal suo caro amico.
Alle 8:00AM in punto il campanello
suona e dalla porta Ector
fa entrare un uomo dai capelli scuri e lunghi, con occhi azzurri che
indossa un
cappotto di colore beige accompagnato dalla madre di Kallen che
sottomessa da
il buon giorno a Ector. L’uomo risponde cordiale e invita la
donna ad entrare
per salutare sua figlia che la attendeva in salotto mentre
l’amico di Ector va
via ridacchiando dando del lurido sadico allo stesso. Una volta andato
via
Ector segue la donna, palesemente intimidita in salotto dove la attende
Kallen
che, senza troppi complimenti, le va in contro abbracciandola
affettuosamente.
«Bene signora Kozuki, le
hanno spiegato perchè è qui?»
«Ovviamente,
dovrò assistere mia figlia nelle sofferenze che
patirà durante la sua punizione» Dichiara lei cupa
in volto.
«Esatto, è priva
d’acqua da ieri sera e ci resterà per 10
giorni, idem per il cibo, ovviamente spero che in caso di sopravvivenza
riesca
a ragionare a comprendere e interpretare il suo status di
schiava»
«MORIRO DOPO QUESTA
TORTURA! FANCULO ECTOR!» Urla la rossa.
«Falla finita
RAGAZZINA!» Per tutta risposta sua madre tira
una sberla alla figlia zittendola dopo avergli urlato contro.
«Hai una madre saggia
Kallen, dovresti capire... oppure hai
deciso di suicidarti?»
Kallen china il capo umiliata e tace.
A quel punto Ector
invita lei e sua madre a soggiornare nella sua camera da letto
personale per
tutta la durata della punizione per poi andare via in cucina a
preparare il suo
pranzo.
Ector inebria l’intera
abitazione con un forte odore di
parmigiana di zucchine al forno, cosa che fa innervosire Kallen...
tuttavia sua
madre riesce a distrarla raccontandogli le marachelle che faceva
assieme a suo
fratello quando era bambina facendola sorridere. La giornata continua
tranquilla per la rossa ma alla sera la sete si fa sentire sempre
più come
anche la fame... il suo stomaco brontola e così decide di
stendersi sul letto
matrimoniale della stanza di Ector assieme a sua madre...
«Per fortuna che quel
lurido di Ector ci ha dato la sua
stanza... ho sete... mi fa male lo stomaco mamma...»
«Abbi pazienza,
passerà figlia mia» Dichiara iniziando a
massaggiargli la pancia.
«Mamma... è da
tanto che non siamo così vicine.. ti voglio
bene»
«Anche io tesoro... ma non
parlare ora... hai le labbra
secche»
Kallen annuisce e si gode il
massaggio materno per
addormentarsi pochi minuti dopo rilassata.
Giorno 2
Al suo risveglio Kallen si sente
decisamente spossata, le
gira la testa, complice il calore di quella notte che l’aveva
fatta sudare un
po nonostante si fosse addormentata senza coperte in dosso. Si siede
sul letto
osservando sua madre ancora addormentata e, portando una mano alla
fronte un po
dolorante pensa “certo che
è appena
iniziato il secondo giorno e sono già stremata”. Dal
soggiorno proviene un
dolce odore di cappuccino che inebria anche la stanza da letto... “Sembra che quel bastardo di Ector lo
faccia
di proposito”. Passa anche il secondo giorno e
alla sera Kallen è sempre
più stremata, la sua pelle è diventata secca come
anche la sua pelle che le
brucia fino a farle male, sua madre le applica una crema per lenire il
dolore
dopo aver chiesto il permesso a Ector. La rossa inizialmente rifiuta,
come se
volesse provare sofferenza e mostrarla al suo aguzziono, ma gli sguardi
di sua
madre la convincono a rinunciare all’orgoglio... almeno in
quel momento. Alle
21:30 le due donne si mettono a dormire ed Ector, senza nemmeno badarci
inizia
a guardare un film in TV –Terminator
2 “Il giorno del giudizio”-
che era in replica quella sera. Kallen si addormenta spossata mentre
sua madre
la osserva, sdraiata accanto a lei, pensando preoccupata “Figlia
mia... non resisterai... sei già allo stremo...”
Giorno 3
Al suo risveglio Kallen si sente
terribilmente stremata, non
ha sudato per nulla, ha il labbro inferiore tanto secco che, non appena
questa
sbafiglia leggermente, si rompe. Quando ciò accade un
taglietto verticale si
apre al centro del labbro inferiore e lei emette un gemito di dolore,
come se
le avesse fatto più male del previsto. Si siede a stento sul
letto ormai
disidratata mentre nota che l’odore di cappuccino che viene
sempre dalla cucina
a quell’ora si fa più intenso. Il suo stomaco
brontola ma non è quello il suo
problema... la lingua le brucia e i suoi occhi sono ora bordati di un
velo nero
che mostra il suo stato di denutrizione e disidratazione già
avanzato “Una persona
può arrivare a vivere anche 15
giorni senza cibo ma... senza acqua di questo passo non
arriverò a 5 giorni...
sono finita” pensa scoraggiata.
«Stai pensando di
arrenderti figlia mia?»
«Si mamma... non posso
farcela...»
«Lo so... ma esiste un
altra soluzione»
«Quale?»
«Ho osservato questo Ector,
è sicuramente una persona
disagiata ma i suoi occhi parlano chiaro, tu gli piaci e soffre
vedendoti in
questo stato»
«Che vuoi dire
mamma?»
«Potresti convincerlo a
interrompere la punizione se solo tu
lo volessi, mi ha raccontato tutto quello che hai fatto e... qualunque
altro
schiavo sarebbe stato giustiziato dal propietario ma lui ti ha solo
punita
seppur molto severamente»
«Non preoccuparti mamma,
non chinerò il capo, mai nella vita
mamma...»
«Ti ammiro figlia mia ma...
così segnerai la tua fine»
Kallen china il capo e non dice
altro, si sdraia nuovamente
sul letto senza forze e riprende sonno. Si sveglia verso le 17:30 e
sorpresa
per tutte le ore di sonno consumate tenta di scendere dal letto per
andare in
bagno ma cade rovinosamente a terra provandoci. Si innervosisce pur
rendendosi
conto di essere già al capolinea “senza
acqua morirò entro domani... sto perdendo la
sensibilità degli arti inferiori e
presto toccherà anche ai superiori..”
Sua madre si avvicina e in lacrime
chiede alla figlia:
«Ti prego Kally mia! Metti
da parte l’orgoglio e cerca di
parlare con Ector ti prego!»
«Non ci penso proprio
mamma...»
«Ma così
morirai!» Esclama la donna piangendo a dirotto.
«Non importa, ora mamma
portami in bagno per favore.. non so
da dove prendo i liquidi ma mi scappa..»
La signora Kozuki annuisce e porta
sua figlia in bagno. Dopo
aver urinato poche gocce Kallen si rimette a letto perdendoi sensi
mentre sua
madre la osserva preoccupata. La bordatura nera sui suoi occhi si fa
sempre più
scura, segno che la disidratazione va avanti. Poche ore dopo, verso le
23:45PM
la donna decide di andare a parlare con Ector nel tentativo di
dissuaderlo dal
torturare in quel modo sua figlia.
«Padron Ector, posso
disturbarla?»
«So perchè
è venuta qui signora Kozuki, non ho intenzione di
ascoltarla» Dichiara freddo.
«La supplico mio
signore» La donna si inginocchia
«Cosa
c’è?»
«Mia figlia
morirà se continua così... la perdoni la
prego... le darò anche la mia vita se necessario»
«Non so che farmene signora
mamma di Kallen, non sei nemmeno
di mia proprietà! Ora va a nanna per favore!»
«Padrone la prego
–scoppia in lacrime- perdoni l’irruenza di
una ragazzina stupida e immatura»
«Ci penserò
domani ma ora mi lasci in pace, sta per iniziare
la terza puntata di Stargate SG-1» Conclude Ector portando
una mano al ventre,
come se gli facesse male.
La donna si allontana delusa e
amareggiata mentre Ector,
assume un espressione cupa in volto, come se avesse odiato se stesso un
momento
prima... come se si fosse forzato “Non
mi
piace... la facevo più resistente quella ragazza... se la
aiuto ora però
sembrera che io non l’abbia punita per niente... NO! Devono
almeno passare 5
giorni prima che io mi faccia intenerire! Intanto porterò
anche io il mio
peso... e speriamo che quelle due non se ne accorgano...”
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Capitolo 5 *** Cambio di programma ***
Capitolo 5
Giorno 4
Sono solo le 5:55AM quando Ector si
dirige nella camera da
letto per controllare Kallen e sua madre. Appena entrato trova la madre
inginocchiata al capezzale della figlia che che piange mentre la rossa,
visibilmente in fin di vita, cerca di accennare qualche parola con
occhi
sofferenti e con voce fioca.
«Kallen.. non credevo che
avresti ceduto in soli 4 giorni...
mi deludi... non eri l’orgoglio dei cavalieri neri?»
«Come può dire
una cosa del genere Ector... la prego la
lasci morire con dignità... la supplico...» Chiede
la madre disperata mentre
piange.
«Se ne vada signora Kozuki,
devo parlare con sua figlia
prima che muoia»
«Va bene... ma la prego non
la lasci morire sola... e
sopratutto non senza di me...»
Ector attende che la donna esca dalla
stanza e poi rapido
chiude a chiave la porta. La madre di Kallen si allarma sentendo la
chiave
girare ma sa bene di non poter fare niente, ha paura per sua figlia ma
sa bene
che urlare o cercare di aiutarla peggiorerebbe solo la situazione.
Intanto
Ector inizia a parlare a Kallen dopo essersi seduto ai suoi piedi sul
letto.
«Allora Kallen... non hai
proprio una resistenza fisica
degna di nota devo dire...»
«Tu invece si?»
Chiede inespressiva.
«Direi... sono a digiuno e
senza acqua da quattro giorni esattamente
come te»
«Sentivo l’odore
di cibo provenire dalla cucina... non
mentire e poi anche se fosse... perchè?»
«Cucinavo per tua madre e
per il gatto...Non mi piace far
del male alla gente razza di sciocca! Ma dovevo darti una fottuta
lezione... mi
sono forzato in tutto il male che ti ho fatto... tranne per aver
bruciato
quella dannata fascia... non pensavo che un oggetto tanto
insignificante avesse
un qualche tipo di valore per te...»
«Ma ti sei sbagliato... ora
se sei un uomo eliminami per
favore...»
«No... ora ti scopro il
braccio... sei davvero ingenua...
non hai nemmeno notato che nel mio comodino avevo messo un kit per la
reidratazione d’emergenza.. sei proprio stupida»
«Lo avevo notato mentre
cercavo una bottiglietta d’acqua...
ma non avevo intenzione di barare...»
«Stai delirando? Cerchi
acqua e poi lasci un kit reidratante
a se stesso?»
« volevo solo rinfrescarmi
le labbra con un po d’acqua... farsi
una flebo in grado di reidratarmi per giorni non era nelle mie
intenzioni»
«Sei folle ma leale
ragazzina...»
«Anche tu che sei rimasto a
digiuno soffrendo la sete
assieme a me... ma perchè?»
«ti ho già
spiegato... non provo piacere nel farti del male
ma esattamente il contrario... ora... sta ferma, devo inserirti
l’ago in vena e
non voglio farti male...»
Ector inserisce lago facendo
però strizzare un occhio alla
rossa per il dolore, apre la flebo che rapidamente inizia a reidratare
la
ragazza. In circa 30 minuti Kallen riprende colore e i suoi occhi si
riaccendono lentamente. Quando la prima sacca finisce Ector ne prende
un altra
dal secondo comodino della stanza, che era chiuso a chiave, per
collegarla all’ago
che era stato inserito per la prima flebo.
«Bene tra poco sarai come
nuova, poi ti alzerai piano piano
camminerai un po con tua madre per la casa e poi beh... mangerai
qualcosina
assieme a me visto che sto crepando di fame quanto te!»
«Prima mi hai detto che
sono folle ma leale... potrei dire
la stessa cosa di te Ector»
«Certo come no... io penso
alla figura di merda che farò con
il mio amico quando ti vedrà viva, senza contare tua madre
che mi prenderà per
un rammollito» Conclude ridacchiando.
«Te la meriti una fig...
cioè... Ector... non volevo.. è
l’abitudine...»
«Falla finita e non
trattenerti scema! Muoviti a riprenderti
cosi faccio sparire tua madre da questa casa, quello stronzo mi ha
chiesto 50€
al giorno per il noleggio, se resta qui altri due giorni è
come se io ti avessi
acquistata due volte..»
La rossa annuisce e comprende che,
nonostante 50€ al dì
possano essere una cifra apparentemente insignificante, non sa nemmeno
come
Ector si guadagni da vivere quindi tollera la cosa con pazienza, in
fondo
incuriosita dallo strano atteggiamento dell’uomo che si
è auto punito
digiunando mentre la puniva.
Dopo circa un ora la signora Kozuki
rientra nella stanza
felice e gioiosa, Ector gli ha spiegato che, inteneritosi dopo aver
ricevuto le
scuse più cordiali di Kallen, gli ha somministrato liquidi
in vena e che presto
la farà mangiare. La donna al settimo cielo ringrazia Ector
prostrandosi come
un cane si prostra davanti al padrone per poi attendere paziente
l’amico di
Ector per essere portata via.
Due ore dopo l’amico di
Ector arriva così, dopo aver
salutato la figlia, la donna va via speranzosa che la stessa si
comporti bene
in futuro e che ubbidisca al suo padrone. Ector torna da Kallen, che
era ancora
distesa sul letto matrimoniale, la invita ad alzarsi e lei, seguendo le
sue
istruzione una volta alzatasi inizia a parlargli:
«Mi sento meglio ora ma...
spiegami come mai non hai detto
nulla a mia madre..»
«Non volevo fare una figura
di merda!» Esclama.
«Dovevo immaginarlo...
così ne hai fatta fare una a me eh?»
«Si dai! Alla tua
età anche io ne facevo tante con i miei
genitori!» Ridacchia.
«Certo come no... sarai
figlio del diavolo –ride di lui- ora
dov’è il mio pasto “Padron
Ector”?»
«Chiamami ancora padrone e
il pasto lo scarico nel Water!»
«Va bene Ettoruccio come
vuoi!» Esclama sarcastica.
«Cosi va meglio! Seguimi
Kallenuccia!»
La rossa lo segue fino al soggiorno,
dove trova la tavola
imbandita per entrambi. Come primo Ector prepara una carbonara semplice
e come
secondo del pollo al forno con patatine fritte. I due si siedono uno di
fronte
all’altra e dopo essersi dati il buon appetito iniziano a
mangiare. Durante il
pasto Kallen squadra Ector, non capisce chi sia il suo padrone... un
aguzzino
che non le darà tregua? O uno sfigato che è
semplicemente cotto di lei e sta
tentando di innescare una sorta di giochino psicologico per
conquistarla? Non
si fa scrupoli e gli fa la prima domanda che gli viene in mente.
«Perchè proprio
io? Come mai Ector?»
«Ricordi la tua prima
battaglia con quel Glasgow rosso?»
«A Shinjuku dici?»
«Esatto.. sai un Britanno
stava per schiacciarmi ma tu lo
spingesti via... non fosse per te sarei morto»
«Quindi ti ho salvato la
vita... allora perchè portarmi qui
e trattarmi a quel modo?»
«Sapevo come fare soldi,
come comprarti e salvarti ma non
cosa fare.... volevo sembrare un Britanno bastardo e evitarti la morte
visto
che eri solo merce invenduta ma... mi è stato impossibile
Kallen... io ho un
grosso debito con te e vorrei in qualche modo aiutarti nei limiti delle
mie
possibilità»
«Ti chiederei di liberarmi
ma... dubito che tu voglia
farlo... sarebbe un suicidio per te vero?»
«Esatto, ti farei un altra
proposta se vuoi»
«Spara»
«Resta qua, come mia
ospite, collaboriamo nel gestire la
casa e viviamo assieme come amici... so che non è una grande
prospettiva ma... posso
darti solo questo»
«Credo che dovrò
accettare... non ho altra scelta... ma
dimmi, hai intenzione di provarci con me o altro?»
«Ovviamente voglio provarci
con te bellezza! –ridacchia- ti
rendi conto di quanto sei figa?»
«E tu ti rendi conto di
quanto sei brutto?»
Dopo quella frase Ector si gira con
la sedia e incrociando
le gambe su di essa sconsolato fa silenzio per circa 20 minuti, poi
Kallen si
accorge di averlo offeso e alzandosi in piedi:
«Guarda che scherzavo, ma
non posso certo vederti bello! Non
è facile per una donna cancellare un abuso,
sappilo!»
«Lo so Kallen... non me la
sono presa giuro – si gira verso
di lei- ORA CAZZO MANGIAMO HO FAME!»
I due continuano il pasto e una volta
terminato, arrivate le
14:20PM, si alzano dalla tavola, che Kallen provvede a sparecchiare
senza che
gli venisse chiesto con Ector che la osserva sorpreso. Successivamente
la rossa
va nella sua stanza e si mette a dormire mentre l’uomo si
stende sul divano e
accende la tv, dove stavano trasmettendo I Simpson, per poi
addormentarsi poco
dopo tra mille pensieri “volevo
fare
qualcosa di decente per Kallen ma credo di aver fatto un vero
casino.... Non so
che cavolo fare! Forse farei meglio a essere semplicemente me stesso e
accollarmi tutti i rischi di un eventuale controllo degli ispettori per
la
schiavitù”.
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Capitolo 6 *** Invito ***
Capitolo 6
Sono passati ormai due mesi da quando
Kallen è stata
seviziata, soffrendo di fame e di sete, Ector si comporta come se nulla
fosse
mai accaduto mentre Kallen nonostante venga trattata bene e collabori
attivamente a cucinare e mantenere pulita la casa di Ector, si fa delle
domande
sulla vita dello stesso.
«Ector dimmi... Ma tu come
vivi? Non ti ho mai visto di
lavorare un solo giorno da quando sono qui» Chiede la rossa.
«Non lavoro in
realtà... qualche anno fa ho scritto un libro
Fantasy e pare che quel libro piacesse molto alla principessa Cornelia
e a sua
sorella Euphemia... in pratica lo hanno letto porci e cani per
emulazione e da
allora vivo di rendita...»
«Sembra comodo ma noioso
sai? La vita con te non è il
massimo... guardi solo film e serie tv dalla mattina alla
sera!»
«Preferiresti che tornassi
a passare il mio tempo a
seviziarti?»
«Questa non dovevi
dirla...» Afferma la rossa prima di
tirare una sonora sberla a Ector.
«Scusa... potevo evitare
una battuta simile» Ammette lui
rimanendo immobile.
«Non so con quali
intenzioni mi hai comprata... ti avrò
salvato la vita una volta ma non mi convince, e se pensi che un uomo
che mi ha
quasi uccisa potrà mai interessarmi sotto altri punti di
vista mi spiace ma ti
sbagli!»
«Beh... mi sottovaluti
Kallen, non sono tanto stupido da
provarci con una donna che ho seviziato e che è mia
schiava... schiava o no tu
mi odierai per il resto della tua vita seppur tu riesca benissimo a
nasconderti
dietro una maschera di tolleranza nei miei confronti»
«..........»
Il campanello suona, Kallen va ad
aprire la porta e il
postino lascia nelle sue mani una lettera indirizzata a Ector che lei
le porta
immediatamente senza nemmeno leggere il mittente. Ector la apre
svogliatamente
e inizia a leggere il testo:
Contenuto
lettera
Rispettabile Ector
Geremia Gotvald
ha l’onore di
invitare lei e la sua signora a un evento che si terrà a New
Pendragon fra 3
giorni, evento in cui sua maestà Lelouch Vi Britannia
ricorderà l’anniversario
della scomparsa di sua altezza Euphemia
che si sacrificò per epurare questo mondo dallo
sporco sangue Giapponese
con il suo mirabile piano di sterminio. La invitiamo caldamente a
prendere
parte ai festeggiamenti assieme alla sua compagna per poter autografare
la
copia personale del suo libro “La vita e la
morte” di sua maestà
l’imperatore.
Quando Ector termina di leggere
Kallen rimane stupefatta
mentre lui assume un espressione cupa in volto, come se tale lettera
l’avesse
urtato moltissimo.
«Sembra che quella lettera
ti abbia creato problemi, puoi
rendermi partecipe?»
«Semplice... già
due volte l’imperatore mi ha invitato a
questa cerimonia e io due volte ho rifiutato... questa volta
però sembra che
sia Gotvald in persona ad aver inviato questo invito... guarda il
timbro a
secco imperiale...»
«Si lo vedo e quindi? Dice
che devi portare anche la tua
donna, sei quindi sposato?»
«In realtà credo
che si riferiscano indirettamente a te....
di norma quando si invita una persona si dice accompagnatrice e non
donna...
per un imperiale che manda un invito formale questo non è un
errore ma una
forzatura... credo che vogliano proprio che porti te»
«Nessun problema, credo che
tu non possa evitare di portarmi
a questo incontro allora... beh compra un kit per il trasporto schiavi
io...
resisterò..»
«Vuoi dire che ti faresti
mettere catene a gambe e braccia
da me per andare li?»
«Ho altra scelta?»
«Direi che la tua scelta
potrebbe essere tranquillamente
venire con me vestita in modo da far impietrire
l’imperatore» Afferma facendo
l’occhiolino alla rossa.
«Sei forse impazzito? Se
Lelouch... cioè l’imperatore non
gradisce ti farà giustiziare!»
«Lelouch? E’ la
prima volta che ne parti e hai la faccia di
una che lo conosce bene sai?»
«No... no cioè
che dici? Io ero un comandante dei Cavalieri
Neri nonchè scorta di Zero in persona! Come potrei conoscere
l’imperatore?»
«Bella domanda a cui non so
rispondere, ma è sicuro che stai
dicendo stronzate»
«Se davvero mi rispetti
come vuoi farmi credere smettila...
verrò ma a tuo rischio e pericolo Ector..»
Ector china il capo e seppur dubbioso
pensa subito ad uscire
per far acquistare a Kallen un vestito da sera per
l’occasione.
I due escono e vanno in giro per
negozi come una vera
coppia, lui non mostra Kallen come sua schiava ma al contrario la
tratta come
un amica, cosa che lei gradisce visibilmente. La ragazza non approfitta
di lui
per comperare cose inutili, non vuole debiti di alcun tipo con
l’uomo, ma
quando i due si fermano davanti a una vetrina di un negozio di capi
firmati
molto rinomato le cose cambiano. Kallen non aveva mai visto un negozio
con
abiti così belli, rimane abbagliata da un abito da sera
lungo e scollato di
colore Nero bordato di pietre simili a diamanti sulle spalline e sullo
spacco
della gonna con un foular piumoso sintetico ricoperto di Swarozsky
sintetici di
colore rosso.
«Guarda che meraviglia
Ector!» Esclama con occhi illuminati
come lampadine.
«Già
è vero! Saresti un incanto con quel vestito»
«Quanto vorrei potermelo
permettere... non posso chiederti
però una spesa così esorbitante»
«Non devi perchè
piace a me e quindi lo prendo subito!»
«MA SEI PAZZO?»
«No cara, però
sai io non esco molto e quindi quella mezza
occasione mi servirà per guardare la ragazza che mi piace al
meglio!»
«La ragazza che ti
piace?»
«SU! SU! Non sompere entra
che ti provi il vestito e ti
prendo anche un paio di scarpe»
La
ragazza non se lo fa ripetere
ed entra nel negozio seguita dall’uomo. Prova
l’abito e le sta da dio. Chiede a
Ector di osservarla e lui, con uno sguardo quasi assorto dalla visione
della
rossa, rimane immobile per qualche minuto prima di potergli fare i
complimenti.
Kallen accortasi della cosa sorride girandosi però
dall’altra parte come a non
volersi far notare da lui. Poi, quando arriva il momento di rimettere i
propri
vestiti e portare il nuovo capo alla cassa, la rossa osserva il
cartellino con
il prezzo dell’abito leggendo
“3899.99€” una cifra che non si sente di
chiedere
a Ector nonostante tutto. Intristita esce dal camerino e, fingendo
d’essere
delusa dal tessuto scadente dell’abito chiede a lui di andare
via. L’uomo non
la asseconda e le ordina di andare a casa loro a piedi.
«Ma....
(abbassa la voce per non
farsi sentire dalla cassiera) Ector sono una schiava non posso girare
da sola»
«Sta
tranquilla sei a un solo KM
da casa, ce la farai, io ti raggiungo tra qualche minuto va
bene?»
«Okay
ma fa in fretta, io
cercherò di non sembrare una schiava»
Con
ciò la rossa si dirige a
passo veloce verso casa coprendosi il volto con il colletto di una
delle sue
tute in acetato. A 100mt dall’lingresso osserva la zona e,
accertatasi
dell’assenza dei vicini che potevano ricordarsi il suo volto
entra
sgattaiolando in casa come un ladro per poi chiudere la porta.
Quaranta
minuti dopo anche Ector
torna a casa con una grossa busta in mano contenente 3 scatole di cui
una
grande e due piccole. Kallen va a vedere se tutto e in ordine e
rimprovera Ector
per averci messo troppo tempo.
«Perchè
ci hai messo tanto? Ho
avuto paura! IDIOTA NON FARLO MAI PIU’!»
«FALLA
FINITA TU! IDIOTA DI UNA
PILOTA SENZA PATENTE!»
«Brutto
stronzo! Ti ricordo che è
colpa dei Britanni come te se i...» Non può finire
la frase.
«Questo
è il vestito che ti
piaceva, credevi che non te lo avrei comprato solo perchè
costava un botto?
Primo dovevi leggere 80% Off visto che era in super sconto e poi devi
capire
che se una cosa ti piace, visto la vita di merda che sei costretta a
fare, io
te la compro, va bene?»
«Ector...
non sono la tua ragazza
ma solo la tua serva... la tua schiava... attento a non confondere le
cose»
«Non
le confondo affatto, se è
così che la metti io ti ordino di mettere quel vestito al
ricevimento e se solo
oserai disubbidirmi o mettere le catene da uscita a quel ricevimento
giuro che
trovo il modo di farti finire in un campo di lavoro in siberia..
chiaro?»
La
donna annuisce seppur con aria
molto triste, Ector va via e la lascia sola subito dopo. Lei non sa che
pensare,
un regalo troppo grande che la fa sentire come una sanguisuga che
sfrutta Ector
per i suoi scopi, la donna... per quanto abbia iniziato a provare
rispetto per
il suo padrone non accetterebbe mai l’idea di poter vedere in
un altro modo
colui che le aveva fatto da aguzzino all’inizio ma... una
telefonata di sua
madre, concessagli da Ector e dal suo amico accordatisi giorni prima,
cambia
drasticamente le cose.
Una
volta al telefono Kallen
inizia a conversare con sua madre e gli racconta l’accaduto,
del vestito
costoso e del modo in cui era stata trattata negli ultimi tempi.
«Kallen
tesoro mio, è bellissimo
il modo in cui Ector si prende cura di te, non ci avrei mai
sperato»
«Mamma
ti prego... quasi vorrei
essere trattata come una comune schiava»
«Non
dirlo nemmeno per scherzo!
Da quel che mi dici Ector si è dimostrato un uomo
meraviglioso, se solo tu
riuscissi a dimenticare tutto quello che è
accaduto»
«Non
posso mamma! E’ stato
troppo... troppo...»
«Troppo
come le frustate che
ricevo ogni sera dal mio di aguzzino ragazzina? Troppo come i 5
rapporti
sessuali al giorno che sono costretta a consumare con lui? Oppure come
i 13
aborti che ho subito in 3 anni?»
«Mamma
io....»
«Hai
un uomo che ti rispetta e
che non ti tratta come schiava... rifletti...»
Poco
dopo le due si salutano,
Kallen non ha voglia di parlare oltre di tutto quel che sta accadendo,
si sente
combattuta e da una parte vorrebbe dare una possibilità a
Ector tuttavia decide
di aspettare il ricevimento per valutare fin dove Ector è
disposto a spingersi “spero che non
mi prenda in giro, poi io...
se lui volesse ridicolizzarmi davanti ai Britanni? Se si fosse
comportato bene
solo per questo? Ti prego fa che prenda la decisione giusta”
Pensa lei
prima di iniziare a piangere andandosi a nascondere in camera sua con
il
vestito appena comprato stretto a se.
|
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Capitolo 7 *** Ansia ***
Capitolo 7
Il
giorno del ricevimento al
quale Victor è stato invitato arriva rapido. Kallen e il suo
amico/padrone si
sono quasi ignorati nei giorni precedenti, la prima imbarazzata e il
secondo
indignato per il comportamento della prima che, a suo dire, aveva
rifiutato ciò
che per lui era un semplice pensiero da quattro soldi.
Ector
sveglia Kallen a un orario
inconsueto 11:30 AM, di norma odia che lei si svegli tardi alla
mattina, ma
quel giorno fa un eccezione. Entra nella sua stanza molto lentamente,
quasi gli
dispiacesse doverla svegliare, ma lei è già semi
sveglia ad attenderlo.
«Buon
giorno padrone...»
«John
Porno cara!!»
«Come
scusa? Sicuro di stare
bene?»
«No
è che non sapevo cosa dire...
pronta per la festa di questa sera?»
«Certo
come no, mi sento pronta
come un aragosta che sta per essere cucinata viva»
«Smettila
dai! Okay che le
aragoste hanno il guscio dello stesso colore dei tuoi capelli
però loro sono
molto meno sexy!»
«Se
ti diverte continuare a fare
battutine su quanto io sia sexy fa pure ma... di certo non mi
convincerai a
essere ansiosa di andare a quel ricevimento»
«Suvvia!!!
Sarà una bella festa!!
E se qualcuno prova a crearti problemi per il tuo status di schiava
vedrai che
gli combino!»
«CHE
MERAVIGLIA! SE VUOI FARMI
UCCIDERE AGGREDIRE ANCHE SOLO VERBALMENTE UN NOBILE O UN ALTRO OSPITE
MI
FAREBBE DECAPITARE!» Urla lei fissando Ector con sguardo
spaventato e
arrabbiato al tempo stesso.
Ector
ride a quelle urla ed esce
dalla stanza mentre Kallen, stringe i pugni poggiandoli sulle ginocchia
digrignando i denti “Perchè
si comporta
così, pare che aspetti solo l’occasione giusta per
dimostrarmi che è disposto a
proteggermi ma non capisce che peggiorerebbe solo la situazione? Mi ha
comprata
un bambino...”
Alle
ore 21:30 manca pochissimo
al ricevimento e Ector chiama Kallen che si stava preparando nella
camera da
letto matrimoniale che lui le aveva messo a disposizione. La rossa esce
poco
dopo con in dosso il bellissimo abito da sera che lui le aveva comprato
giorni
prima. Ector la osserva e impallidisce dinanzi alla sua bellezza, il
seno
scoperto ma non volgare, i capelli pettinati in modo da sembrare
eleganti e
sportivi al tempo stesso con le due ciocche laterali che come sempre
cadono una
per lato sul viso della rossa e delle extencion applicate alla chioma
posteriore che rende signorile ed elegante l’acconciatura.
L’espressione di
Kallen non lascia trapelare dubbi, la ragazza è assai
imbarazzata nel farsi
vedere da Ector vestita a quel modo ma a lui non sembra interessare il
suo
imbarazzo e quindi:
«Sei
davvero... insomma... io...
non... sei....» Prova a parlare singhiozzando.
«Suvvia
Ector! Dillo pure! Le
cosce non si vedono bene con questo lungo vestito eh?»
«A
parte quello beh... in realtà
tu sei.. sei un visione Kallen mi incanti...» Afferma lui
imbarazzato.
«Beh
allora mi converrà incantare
anche il resto della corte di sua maestà Lelouch se voglio
uscire viva da quel
ricevimento! Anche se dubito che un accompagnatore vestito in Blue
Jeans e
camicia nera potrebbe mai aiutarmi in
quest’impresa» Esclama lei come a voler
evitare di continuare ad assecondare Ector passando a una battuta su
quella che
per lei si preannuncia come una pessima serata.
Ector
ride di gusto alla battuta
e invita la ragazza ad aspettare seduta al divano l’arrivo
dell’auto del regno
che li avrebbe condotti al ricevimento. Quando lei si diede al divano
lui,
nascosto dietro a un muretto, inizia ad osservarla intensamente, come
se il suo
aspetto quella sera lo avesse definitivamente folgorato. Poco dopo
però viente
interrotto dal campanello che suona, l’autista è
arrivato e li attende quindi i
due devono dirigersi immediatamente all’auto che li avrebbe
portati a
destinazione. Kallen, palesemente impaurita esce dalla porta e mentre
Ector
gira la chiave della stessa per chiuderla lei gli afferra la mano e la
stringe
con forza:
«Per
favore.. non abbandonarmi,
non questa sera» Conclude con espressione cupa in volto e
sguardo basso.
«Credi
che lo farei?» Chiede ridacchiando.
«....»
Un
minuto dopo entrambi sono a
bordo dell’auto, che prontamente, si dirige a palazzo dove
sono attesi.
Palazzo imperiale, Ore 22:35
L’aria
a palazzo appare
gradevole, una melodia che risuona da un enorme pianoforte accompagna
la coppia
dall’ingresso fino al corridoio finale in cui, un
annunciatore vestito in modo
elegante e raffinato, annuncia appunto i nomi dei nuovi arrivati
leggendoli da
una lista. L’uomo chiede il nome prima a Ector e poi a
Kallen, il primo si
presenta senza fare troppe storie dicendo
«Ector!
Quello che ha scritto il
libro che piaceva a sua altezza Euphemia!»
«Kallen
Kozuki». Si presenta lei
insicura.
«Vuole
dire schiavo Nr:
3840324-12° giusto signorina?» Chiede perplesso
l’annunciatore.
«CHE
COSA? Chiama ancora la mia
accompagnatrice con un numero e finirai per diventare parte integrante
di quel
piano forte che vedo laggiu!» Esclama Ector palesemente irato.
«Che
succede qui? Va tutto bene?»
Chiede un uomo dai capelli verdi che si avvicinava in quel momento.
«Sir
Geremia! La prego, questa
schiava si è presentata con il suo nominativo.. per altro
giapponese e non con
il suo numero identificativo»
«E
quindi? Se la schia.. pardon
la ragazza qui presente accompagna il signor Ector è
naturale che lo abbia
fatto, rispetta l’etichetta per certe occiasioni»
A
quel punto Geremia va via
mentre l’annunciatore, seppur visibilmente contrariato,
attende qualche minuto
e poi annuncia l’arrivo di Ector e Kallen al resto della sala
usando un piccolo
microfono.
Dall’altra
parte della sala,
enorme e maestosa, si trovano il trono di Lelouch Vi Britannia e della
sua
regina C.C., Il primo chiede alla donna dai capelli verdi:
«Cosa
ne pensi? Te lo aspettavi?»
«Leggendo
il libro di quell’uomo
mi sarei aspettata Kallen dentro un vassoio e non così
elegante mano nella mano
a lui»
«Magari
vuole solo giocare a fare
il finto tenero che ne pensi mia regina?»
«Oh
magari è come penseresti di
chiunque vedendolo in quella situazione»
«Kallen
è proprietà del suo
padrone in fondo può anche portarsela a letto se lo desidera
e fingere che lei
sia ciò che vuole... fino a quando ciò mi sta
bene è ovvio..»
«Che
cosa stai cercando di dirmi
Lelouch?»
«Semplice...
Kallen ha cercato di
uccidermi e questa sera potrei decidere di eliminarla se le cose non si
mettono
come io spero...»
«Un
altro dei tuoi luridi
giochetti?»
«Non
esattamente... intendo
gustarmi qualcosa di meglio mia regina» Conclude accennando
un sorriso
malevolo.
Intanto
Kallen ed Ector iniziano
a girare per la grande sala, lui tiene per mano lei quasi trascinandola
verso i
tavoli incitandola a prendere da mangiare e da bere e a stare
tranquilla,
Kallen cerca in tutti i modi di sciogliersi o di far finta di farlo ma
gli è
impossibile. Nonostante quella sera sia una delle presenze femminili
più giovani
e belle ognuno degli invitati la osserva con disappunto e commenta a
bassa voce
la sua presenza in quella sala con frasi tipo:
«Chi
è quella? Non doveva certo
portarla tra noi» A parlare è una donna bionda
vestita con abito lungo rosso di
circa 45 anni.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
«Che
indecenza.. quella schiava
dovrebbe prepararmi il pranzo non mangiarlo assieme a me»
Sussurra a sua moglie
un uomo di 75 anni in frak nero con capelli brizzolati.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
«Ma
dove ha messo il guinzaglio
di quella cosa il tizio? Magari lo ha perso?» Chiede una
bambina ci 11 anni
alla sua amica accanto a lei.
«Ma
smettila! Magari vuole farla
esplodere o accoltellarla mentre è ben vestita, sarebbe
bello se un autore
tanto famoso ammazzasse una schiava davanti a noi non credete
ragazze?»
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Kallen
riesce ad ascoltare la
conversazione del gruppo di ragazzine e china il capo umiliata, Ector
lo nota e
la stringe per un fianco e gli chiede sorridente:
«Magari
l’idea non ti garba ma
che dici se ci baciamo così questi idioti la finiscono di
dire stronzate?»
«Ector
io... –Arrossisce- Per
favore... non è necessario..
sopporterò» Conclude per poi stringere la mano
dello stesso sorridendogli dolcemente.
Nel
frattempo Geremia si avvicina
alla coppia:
«Che
carini che siete, schiava e
padrone»
«Che
vuoi cavaliere con i capelli
che sembrano di basilico?»
«Il
suo umorismo è originale
signor Ector, per questo sua altezza Euphemia la adorava come autore,
è in
grado di inserire comicità anche laddove la sua esistenza
è impossibile... come
a una festa piena di britanni in cui i soli schiavi sono incatenati e
costretti
a cucinare dopo giorni di stenti con una musseruola alla
bocca»
«Il
sadismo non è il mio
argomento mio cavaliere dalla chioma verdissima come la
muffa» Ridacchia con
palese atteggiamento di sfida.
«Su
forza mi segua signor Ector!sua
maestà vuole parlarle subito!» Esclama Geremia
irritato.
Ector
prende per mano Kallen, che
tettorizzata lo segue sudando freddo, lui semplicemente gli chiede di
smettere
di sudare per non rovinarsi l’acconciatura e le extencion ma
sopratutto di
fidarsi di lui. Kallen non riesce a farlo anche se vorrebbe...
impaurita e con
gambe tremanti segue il compagno senza fiatare mentre lui,
anchessò con un
pizzico di insicurezza leggibile in volto, sorride mentre accelera il
passo per
seguire il cavaliere dai capelli verdi.
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Capitolo 8 *** Ricevimento e sorpresa ***
Capitolo
8
Kallen
ed Ector vengono condotti
dinnanzi a Lelouch e a CC in pochi minuti da Geremia. Ector non sembra
affatto
preoccupato dalla cosa mentre la rossa mostra chiaramente paura e
ansia.
L’imperatore scende dal trono sul quale era seduto e si
avvicina ai due, Kallen
si china in segno di rispetto ma Ector quasi ride in faccia al giovane
sovrano
che ai suoi occhi appare come un ragazzino inesperto.
«Finalmente
ho il piacere di conoscerla
signor Ector» Afferma sicuro l’imperatore.
«Vi
direi la stessa cosa maestà ma stavo
meglio a casa a dormire» Ridacchia beffardo.
«Dovrebbe
moderare i termini!» Esclama
Geremia irato.
«Basta
così mio buon Geremia, il signor
Ector ha fatto un enorme sforzo a venire qui da noi oggi, sappiamo bene
quanto
lui odi gli esseri umani. Non è forse così
Ector?» Conclude l’imperatore
chiedendo a Ector.
«In
effetti se devo incontrare un
mucchio di tromboni politici che offendono la mia compagna di ballo non
appena
arriva sono a disagio, ma di norma mi piace scoccare cibo a una festa
mio adorato
imperatore» Conclude Ector con un sorriso a 32 denti.
«Se
lei porta una schiava a un
ricevimento pieno zeppo di nobili è normale che questa
verrà denigrata e
offesa» Interviene CC inespressiva.
L’imperatore
però alza la mano e fa
segno di voler intervenire singolarmente e senza l’intervento
di nessuno
voltando poi il capo verso Kallen
«Kallen
Kozuki, quanto tempo, come
stai?»
«Bene
sua maestà»
«Da
quel che vedo il tuo padrone non ti
fa mancare certo tutte le comodità di cui hai
bisogno»
«Faccio
solo quel che lui mi chiede mio
imperatore»
Ector
rimane innervosito e storce il
muso all’ultima affermazione di Kallen tanto da sbuffare
più volte mentre
Lelouch continua imperterrito a porre alla rossa domande di finta
cortesia
palesemente insensate e prive di fondamento logico pur di
“divertirsi” a vedere
la ragazza chinare il capo rispondendo sempre in modo affermativo.
«Dimmi
Kallen, hai dei capelli molto
belli questa sera hai pensato di farli crescere?» Chiede CC
sorridente.
«N..
No sua maestà imperiale, il mio
padrone mi ha ordinato di vestirmi in questo modo e io ho eseguito
nulla di
più»
«COSA?
Non gli dia retta sua altezza la
mia bella principessa mi ha fatto un regalo –sorride
arrossendo- io l’ho
gradito e punto!»
«Addirittura
principessa signor Ector?
Lo sa che è vietato legare sentimentalmente con gli schiavi
vero?» A parlare
questa volta fu Geremia con tono sarcastico.
«Si
lo so signor Geremia ma... non me ne
frega niente, capisce?» Conclude Ector.
Lelouch
sembra infastidito
dall’atteggiamento di Ector e nonostante cerchi di
nasconderlo la rabbia
trapela dai suoi occhi. L’imperatore chiede quindi
all’uomo di seguirlo assieme
a Kallen in un corridoio poco distante da li per poter parlare con loro
in
privato. Il gruppo di tre persone si incammina quindi verso il
corridoio mentre
Geremia, che appare in disaccordo, resta assieme a CC ad osservare la
festa.
Una
volta arrivati nel corridoio Lelouch
cammina per circa 30 metri lungo lo stesso per poi fermarsi e girarsi
di
scatto. Fissa Kallen ed Ector con aria innervosita e poi:
«Kallen
Kozuki, io ti ordino di
strapparti quel lurido vestito di dosso!»
«Ma
che sei scemo imperatore!» Esclama
Ector.
«Niente
affatto signor Ector, io sono
l’imperatore di britannia e ho il diritto di dare ordini a
chiunque lei compreso,
figuriamoci a una schiava!»
«Ector
lascia perdere... è solo un
vestito non ci perdo nulla a levarlo» Afferma lei iniziando
ad abbassare le
spalline del suo vestito.
«STA
FERMA KALLEN, QUESTO SPORCO
RAGAZZINO NON HA IL DIRITTO DI DARTI UN ORDINE SIMILE!»
«Ne
sei certo Ector?» Ridacchia Lelouch
estraendo una pistola e puntandola verso l’uomo.
«No
aspetta Lelouch! TI SUPPLICO MI
TOGLIERÒ OGNI COSA MA NON FAR DEL MALE A ECTOR!»
«Vedo
che tieni al tuo padrone più di
quanto dimostri mia adorata Kallen, bene ora puoi anche evitare di
rivestirti,
la sala in cui sarai sfruttata dagli ospiti a fini sessuali non
è qui ma
dall'altra parte del palazzo»
«Sfruttata
a fini sessuali?» Chiede lei
spaventata.
«Ovviamente,
sarai il pezzo forte di un
banchetto erotico che ho preparato per te e per i miei ospiti,
può partecipare
anche il tuo padrone se ti va» Conclude Lelouch ridacchiando
per poi dare le
spalle ai due.
Ector
sembra colmo di rabbia, Kallen lo
osserva impietrita e spaventata dalla reazione che potrebbe avere nei
confronti
di Lelouch. L’uomo fissa l’imperatore teso come una
corda di violino e dopo un
attimo parte all’attacco e lo afferra alle spalle
disarmandolo. Un attimo dopo
Ector riesce a far cadere dalle mani di Lelouch la pistola che ancora
impugnava
e poi con una singola mossa lo gira verso di lui e lo guarda negli
occhi
dicendo:
«Goditi
il viaggio imperatore dei miei
stivali!» Pronunciata quella frase gli occhi di Ector si
illuminano di rosso e
il simbolo del Geass compare in entrambe le pupille.
Il
geass di Ector cattura Lelouch che
rimane intrappolato per un attimo nella mente dello stesso per poi
svenire un
attimo dopo. Ector porta la mano ai suoi occhi e dolorante urla
straziato.
Sembra che usare il Geass su Lelouch lo abbia danneggiato tanto da far
uscire
del sangue dal suo naso. Kallen si accorge di ciò che
è in grado di fare l’uomo
ma non gli importa, ai suoi occhi in quel momento Lelouch non
è altri che il
suo salvatore e quindi si dirige svelta verso di lui per prestargli
soccorso.
«Ector!
Ector! Avanti! Anche Lelouch ha
un Geass è forse per questo che stai male?»
«No..
no al contrario lui non ha solo un
geass ma anche altro, come la sua amica CC... ho rischiato di morire
usando il
mio potere su di lui piccoletta..»
«Ora
spiegami cosa gli hai fatto Ector,
cerchiamo di capire come muoverci»
«Il
mio potere mi consente di azzerare
la memoria nulla più... di Lelouch Vi Britannia è
rimasto solo un guscio vuoto
adesso»
«Che
cosa? Ma... vuoi dire che... in
pratica è clinicamente morto?»
«Non
proprio.. ti spiegherò tutto ma ora
devo ripulirmi, come vedi anche a lui esce del sangue dal naso,
penseranno a un
emorragia cerebrale e ce ne andremo senza dare troppo nell'occhio...
cosi poi
mi spieghi come fai a conoscere il geass mia bella
principessa» Conclude
sorridendo verso la sua compagna d’avventura.
«Si
certo, ora però farò finta di
chiamare i soccorsi, tu pensa a far sparire la sua pistola, credi di
farcela?»
Ector
risponde in modo affermativo alla
compagna e un attimo dopo, seppur a stento, si alza da terra per
prendere la
pistola dell’imperatore e rimettergliela in tasca “non saprei dove buttarla e poi se
Geremia sapeva che Lelouch era
armato capirebbe... così non corriamo rischi
invece”.
Trenta
minuti dopo la sala viene fatta
evacuare da tutti tranne Ector, Kallen, Geremia e CC che rimangono a
osservare
Lelouch. Sull’imperatore ogni tentativo dei medici di farlo
rinvenire è vano e
alla fine la stessa CC ordina agli stessi di farla finita e di portarlo
in
ospedale per ulteriori controlli visto che il suo stato di incoscienza
perdurava da troppo. Geremia segue il suo signore e, assieme ai medici,
lo
trasporta in elicottero in ospedale. CC una volta rimasta sola con la
coppia si
rivolge a Ector sorridente:
«Vedo
che hai imparato a controllare il
tuo potere mio caro Ector»
«Già
esatto CC! Ti sono cresciute le
tette o hai messo una roba imbottita?»
«Vuoi
finirla Ector! Non sei più il
bambino che voleva essere allattato da me –ridacchia- o vuoi
che racconti alla
tua bella tutte le cretinate che facevi da piccolo?»
«NONONONO!!!!!!
EVITA... EVITA MIA CARA
MAMMIA C.C.!» Urla Ector.
«Voi
due vi conoscete?»
«Certo
Kallen! Fu CC a salvarmi la pelle
prima di te 25 anni fa donandomi il potere che tu chiami Geass, non la
adoro ma
è stata come una madre malata quindi la rispetto»
«Ca...
capisco.. Ector...»
«Perdonami
piccola... avrei voluto dirti
tutto dall’inizio ma... non potevo.. ad averlo saputo che eri
al corrente
dell’esistenza del potere dei re... dio se sarei stato felice
di potertelo
confidare»
«Ora
non discutete ragazzi, andate via!
Vivrete felici e magari avrete anche dei bei bambini... e tu Ector non
essere
troppo noioso con Kallen!»
«Cosa
che dici CC sei scema?» Chiede
Ector.
«CC
ma non ti sembra di correre un po
troppo?» Chiede Kallen.
«E’
nel vostro destino e si vede
benissimo, ora andate!»
I
due si guardano negli occhi e decidono
di dileguarsi da palazzo sgattaiolando fuori dai cancelli.
L’impresa vien
facile ai due data l’assenza di guardia per via del malore di
Lelouch. Una
volta usciti percorrono qualche km e Kallen si priva di parte
dell’abito da
sera per sembrare una comune cittadina di ritorno a casa.
Successivamente passa
un autobus e Ector suggerisce di prenderlo per poter tornare
velocemente a casa
loro, la rossa accondente e così entrambi salgono sul bus
rimanendo però in
silenzio durante tutto il tragitto.
Una
volta arrivati a destinazione i due
scendono e si dirigono verso casa, che era distante un centinaio di
mentri
dalla fermata. Ector estrae le chiavi dalla tasca per aprire la porta
tremante,
Kallen lo nota e mentre lo osserva pensa “Ector..
adesso che faccio... che facciamo io e te adesso?”
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Capitolo 9 *** Lieto Fine ***
Capitolo 9
I
due entrano in casa di ritorno
dal ricevimento finito male, entrambi spossati si dirigono in soggiorno
per
sederesi sul divano. Ector, stremato e nervosot e Kallen semplicemente
ansiosa
di capire molte cose sul suo padrone... un padrone che ormai considera
in modo
diverso seppur non sappia di preciso come inqudrarlo in quel momento.
Una volta
seduti i due si guardano negli occhi imbarazzati, non sanno bene che
dire,
Kallen arrossisce ma riesce comunque a prendere la parola e a rompere
il
ghiaccio.
«Senti
Ector... Io ho conosciuto
molto tempo fa Lelouch e se vuoi poss...» Viene interrotta da
Ector che prende
la parola.
«So
tutto Kally... Sai, quando
cancello la memoria di qualcuno ne assorbo i ricordi, in pratica ora so
tutto
ciò che hai fatto con Lelouch... compreso quel bacio che mi
ha dato parecchio
sui nervi!»
«Sui
nervi? Per quale motivo?»
Chiede lei sorridendo con dolcezza.
«.......»
Arrossisce.
«Adesso
però che ne dici di
spiegarmi come fai ad avere un Geass e a conoscere CC?»
Alla
richiesta di Kallen Ector annuisce
e inizia a raccontare un evento vecchio di 25 anni.
Inizio Flascback
25
anni prima, Euro Britannia
– Località Sconosciuta –
Era
una calda mattinata d’agosto quando
una famiglia composta da 4 persone si dirige verso una
località balneare per le
vacanze estive. Alla guida dell’auto che trasporta la
famiglia vi è un uomo di
circa 40anni dalla carnagione scura e i capelli castani lunghi raccolti
in un
codino, mentre al fianco vi è una donna di circa 30anni
bionda e magra vestita
con un top nero e dei pantaloni di blue jeans. Sul retro
dell’auto ci sono
invece due bambini, uno castano con occhi azzurri e folte sopracciglia
e l’altro
biondo con occhi azzurri, rispettivamente di 5 e 4 anni. I quattro si
trovano a
bordo di una monovolume di colore nero metallizzato.
«Bambini
smettetela di giocare!
Vi farete male!!» Esclama la donna a gran voce.
«MAMMA
MAMMA! VICTOR HA PRESO LA
MIA PENNA MAGICA!» Urla il bambino dai capelli castani.
«Ector
per favore cerca di essere
più comprensivo con tuo fratello! Lo sai che ha un ritardo
mentale»
«Ma
siccome è ritardato può
rubare?»
«No
Ector, ma tu devi aiutarlo e
quindi lascialo perdere per un po!» A parlare è il
papà. Ector sbuffa e si
mette a guardare il panorama dal finestrino chiedendo alla madre di
chiudere
leggermente il suo finestrino, dato che il vento lo infastidiva, cosa
che la
donna fa pur di non ascoltare i lamenti del bambino.
Passano
due ore, l’auto tra
attraversando un ponte sospeso lungo 400mt a 4 corsie che affaccia su
un fiume
immenso. Victor inizia a giocare vivacemente assieme a Ector, con il
quale
aveva fatto pace poco prima, ma a un tratto il piccolo Ector spinge suo
fratello verso la parte anteriore dell’abitacolo e il bambino
va a sbattere
contro il braccio di suo padre che perde il controllo
dell’auto. Nonostante
l’uomo cerchi di riprendere velocemente il controllo del
mezzo non ci riesce e
così esce fuori strada e l’auto cade nel fiume.
Ector viene sbalzato fuori
quando, dopo l’impatto, uno dei finestrini va in frantumi
mentre i restanti
affondano assieme all’auto. Il bambino viene trasportato
dalla corrente fino
allo sbocco del corso d’acqua sul mare dove il corpicino
quasi esanime si
spiaggia.
Arriva
la sera e il piccolo Ector
si risveglia dopo un lungo sonno sorpreso d’essere ancora
vivo. La spiaggia è
deserta e non vi sono luci a parte quella delle stelle. Prova a
rialzarsi ma le
sue gambe gli fanno male, entrambe fratturate e sanguinanti. Ector ha
fame e
sete e il suo piccolo corpo sta ormai cedendo ma, mentre osserva le
poche
stelle in cielo avverte una presenza alle sue spalle.
«Non
aver paura piccolo, questo è
il tuo giorno fortunato» A parlare è una donna dai
capelli verdi apparentemente
tra i 18 e i 22 anni di eta.
«Cosa
hai fatto? Mi hai dato una
medicina? Mi sento meglio quindi grazie!» Sorride il piccolo
rialzandosi per
poter guardare negli occhi la donna.
«Figurati
piccolo, ti chiami
Ector vero?»
«Si
mi conosci? Come sai il mio nome?»
Chiede il bambino impacciato.
«Ti
conosco da poco ma già ne
sono felice... purtroppo devo darti una brutta notizia, devi essere
forte
piccolino»
«Lo
so... la mamma il papà e
Victor sono morti vero? L’ho visto quando mi hai toccato...
tu eri nella macchina
dietro di noi...»
«Si
esatto»
«Voglio
la mia mamma! VOGLIO LA
MAMMA!» Urla per poi iniziare a piangere e buttarsi tra le
braccia di CC.
«Non
temere, anche se la tua
mamma non è qui ci sono io, mi prenderò cura di
te»
CC
prende in braccio Ector, che continua
a piangere stringendosi alla verde, per poi andare via dalla spiaggia.
Fine Flaschback
Kallen
rimane sconvolta e
intristita dal racconto di Ector, si aspettava di tutto ma non una
storia tanto
classica quanto terribile, non riesce a celare le sue emozioni e
così triste
accarezza il volto di Ector.
«Mi
dispiace, deve essere stata
dura.. per fortuna CC ti ha salvato»
«Non
avrebbe dovuto... ho
praticamente ucciso tutta la mia famiglia Kally...»
«Non
è stata colpa tua Ector, eri
solo un bambino che giocava con suo fratello...»
«E’
la stessa cosa che mi ha
ripetuto CC fino a quando non ho compiuto 15 anni sai? Eppure non mi ha
mai
convito del tutto»
«Che
ti ha ripetuto CC fino a 15
anni?»
«Si
certo... Ah già! non ti ho
detto che è stata lei a crescermi come se fossi suo figlio,
io però non la
vedevo come madre e quando sono diventato un ometto ho iniziato a
passare il
limite così ha usato uno dei suoi poteri per farmi ritrovare
in un istituto
ehehe»
«Il
limite?»
«Si
ecco... vedi da bambino non
controllavo il mio potere come adesso, non potevo avere contatti con
gli esseri
umani se non indossando occhiali spessi e scuri cosa che odiavo...
Spesso e
volentieri lasciavo senza memoria la gente e sopratutto i miei
insegnanti... e
molto spesso usavo il geass di proposito su coloro che mi prendevano in
giro»
«Non
riesco a capire, se eri
pericoloso per quale motivo CC ti ha spedito in un istituto pieno di
persone
che potevi praticamente azzerare con il tuo geass?»
«Lei
aveva capito che volevo le
sue attenzioni, ma per qualche motivo non poteva più darmele
come prima, mi
comportavo in quel modo solo perchè iniziò a
dedicarsi a un altro bambino in
quel periodo»
«Eri
praticamente geloso di CC»
«Si,
credo d’aver avuto una cotta
per lei, non riuscivo a vederla come una madre ma alla fine
è passata per
fortuna! Adesso ho una cotta si, ma per un altra tipa... non so se la
conosci,
stava con i cavalieri neri, una rossa con una quinta di seno
terribilmente
sex.. cioè io...» Si ferma imbarazzato dopo esser
diventato rosso come un
peperone.
Kallen
sorride divertita
osservando Ector e lo abbraccia affettuosamente ringraziandolo di cuore
per ciò
che aveva fatto quella sera. Entrambi restano abbracciati per qualche
minuto
fino a quando Ector, superato l’imbarazzo portato dalla
situazione, tocca con
entrambe le mani i fianchi della rossa che scatta leggermente. Ector la
guarda
negli occhi affascinato e lei risponde a quello sguardo con occhi
affettuosi
che poi iniziano a socchiudersi come quelli dell’uomo, Ector
si avvicina a
Kallen e la bacia delicatamente sulle labbra. Lei risponde al bacio
stringendosi a Ector per poi continuare a rispondere baciandolo con
passione, i
due intrecciano le loro lingue per alcuni minuti, poi la rossa ferma
quella
danza e una volta fermatasi Kallen poggia la fronte su quella di Ector
e inizia
a parlare a bassa voce:
«Chiariamoci...
con questo ti
perdono ciò che hai fatto all’inizio.... ma
azzardati a mancarmi di rispetto
una altra singola volta e credimi non sentirai mai più la
mia voce ne potrai
più rivolgermi la parola»
«Non
credevo di meritarti
Kallen... non dopo quel che è successo»
«Ora
basta finiscila... sta
zitto..»
Kallen
riprende a baciare Ector
con foga e passione afferrandogli la testa con entrambe le mani, lui
risponde a
quella passione e così afferra i fianchi della rossa
spingendola a mettersi
sopra di lui, che era ancora seduto sul divano, con gambe aperte
sollevandosi
leggermente. Il bacio si interrompe e lei si toglie il vestito nero dal
busto
facendolo scivolare giù fin sopra le gambe rimanendo con il
solo intimo a
coprirle il seno, per poi ricominciare a baciare il compagno. Lui per
tutta
risposta a quel meraviglioso spettacolo afferra Kallen per le natiche e
la
solleva alzandosi dal divano. Lei si aggrappa a lui e viene portata dal
compagno
in camera da letto mentre ancora i due si baciavano. Ector la poggia
delicatamente sul letto e, interrotto il bacio, le sfila ciò
che restava del
vestito che la copriva poi si sfila a sua volta Jeans e maglia
rimanendo in
intimo come la sua parthner. I due distesi sul letto ricominciano a
baciarsi
ormai eccitati e Ector sfila prima il reggiseno e poi gli slip di
Kallen che
arrossisce mentre il compagno cerca di metterla a suo agio per poi
sfilarsi i boxer.
A quel punto i due iniziano a fare l’amore e continuano per
diverse ore, fino a
quando stremati non si addormentano l’uno tra le braccia
dell’altro.
Intanto
nel salotto il gatto di
Ector, che miagolava cercando il padrone, sale sul tavolo e per puro
caso passa
sopra al telecomando della tv, che si accende mostrando il TG. In onda
ci sono
due reporter, Una donna attraente dai capelli rossi e un uomo dai
capelli
brizzolati di bell’aspetto che parlano di un terribile male
che ha colpito
l’imperatore di Britannia solo poche ore prima.
«James
che ne pensi? Il nostro
imperatore si riprenderà? Potrà ancora governare
dopo che l’ictus lo ha
colpito?»
«In
realtà la stessa imperatrice
CC ha dichiarato che, secondo i medici, l’imperatore Lelouch
non sarà più in
grado di regnare, pare inoltre che non sia ancora fuori pericolo a
causa
dell’ictus che lo ha colpito. L’imperatrice ha
dichiarato che se la situazione
perdurasse ancora per molto tempo a prendere il posto
dell’imperatore potrebbe
esserci Cornelia oppure Nunnaly»
«Un
evento tristissimo James,
l’imperatrice CC ha dimostrato gran cuore sacrificando i
propri interessi
personali come quelli del suo illustre consorte dichiarando proprio in
questo
momento via Twitter di voler abbandonare il suo titolo per stare
accanto a sua
maestà se questi non dovesse riprendersi»
«Non
è tutto Sarah! Da quanto
vedo su Twitter proprio in questo momento... beh sembra che
l’imperatrice abbia
deciso di rendere illegale la scriavitù! Pare che in un
momento tanto delicato
l’imperatrice voglia alleggerire il peso legislativo che
grava sulla questione
schiavi risolvendo direttamente il problema»
«Una
notizia che farà discutere
James, ma di cui ci occuperemo quando sapremo qualcosa del nostro
signore
Lelouch!»
Il
giorno seguente Kallen e
Ector, che si svegliano a mezzo giorno inoltrato, dopo essersi
coccolati senza
dire una parola, accendono la TV che si trovava in camera da letto.
Tutte le
emittenti trasmettono a reti unificate un notiziario che riporta la
morte di
Lelouch Vi Britannia, deceduto in seguito alle conseguenze
dell’ictus che lo
aveva colpito la sera prima durante il ricevimento in onore di Eupheia
Vi
Britannia.
«Ector...
sapevi che sarebbe
accaduto?»
«No..
non è mai successo nulla di
simile... conoscendola deve essere stata lei...»
«Intendi
CC? Perchè mai avrebbe
deciso di uccidere Lelouch?»
«Per
quanto lei possa annullare
il potere dei Geass.... non può farlo col mio senza
uccidermi al fine di
portarmi via i ricordi che ho rubato alla mia vittima... deve aver
scelto la
soluzione più facile»
«Già...
ma non mi dispiace per
quel mostro di Lelouch!»
«Nemmeno
a me! Ma senti che
dicono? Alza il volume!»
Il
notiziario comunica a tutto il
mondo che gli schiavi di ogni nazione ed etnia sono stati liberati
dalla
schiavitù e che i loro padroni dovranno sottostare con
effetto immediato al
decreto firmato da CC pochi minuti prima. Inoltre Cornelia Vi Britannia
sarà la
nuova imperatrice che verrà incoronata dopo
sette giorni dai funerali
di Lelouch.
«Beh
Kally mia... ora sei
libera... peccato ci siamo appena messi assieme..»
«Già
un peccato! Potevo
scegliermi un bel culturista... oppure un qualche attore famoso mmm...
Sono
ancora in tempo adesso!» Conclude ridacchiando.
«Non
montarti la testa!»
«Sto
dicendo la verità
–ridacchia- Ector... ti avrei scelto tra mille anche se fossi
stata libera
qualche ora fa dopo il gesto meraviglioso e dopo avermi salvata
dall’imperatore
di Britannia Lelouch»
«Non
ho fatto nulla di speciale
–la bacia- ora voglio fare qualcosa di speciale
tesoro..»
Ector
bacia Kallen con passione e
la spinge sul letto eccitato... i due fanno l’amore ancora e
ancora mentre il
gatto di Ector, che entra in silenzio spingendo leggermente la porta
socchiusa
della stanza, li osserva incuriosito.
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