Un amore malato

di Zephyr Sensei
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazioni ***
Capitolo 2: *** Ricordo svanito tra le fiamme ***
Capitolo 3: *** Folle litigata ***
Capitolo 4: *** Fame e Sete ***
Capitolo 5: *** Cambio di programma ***
Capitolo 6: *** Invito ***
Capitolo 7: *** Ansia ***
Capitolo 8: *** Ricevimento e sorpresa ***
Capitolo 9: *** Lieto Fine ***



Capitolo 1
*** Presentazioni ***


Anno 2019

Il sacro impero di Britannia guidato da Lelouch Vi Britannia ha ormai conquistato l’intero pianeta. I cavalieri neri e le fazioni che ancora combattevano britannia sono state distrutte o assoggettate ma... per l’ordine dei cavalieri neri la punizione è stata ben più crudele. I residui cavalieri neri venivano e vengono torturati e uccisi in pubblico e i loro membri più produttivi... Scienziati e belle donne vengono venduti come schiavi nei loro rispettivi campi di competenza. Kallen Kozuki fu una delle ultime a essere venduta come schiava del sesso... la donna tanto stimata dal popolo per le sue azioni eroiche non poteva essere acquistata da nessuno che l’avesse apprezzata per le sue gesta fino a quando un folle uomo Britanno, follemente innamorato dello stereotipo che si era creato della donna decise di acquistarla, salvandola da un esecuzione sommaria e senza onore che venira riservata alla “merce invenduta”.

New Pendragon – ore 18:30- Abitazione del propietario di Kallen

In un quartiere povero di New Pendragon, un corriere scortato da due auto della sicurezza nazionale trasporta una gabbia con all’interno Kallen Kozuki fino all’abitazione del suo propietario che l’aveva acquistata all’asta su internet 5 giorni prima al costo dei nostri 300€ più spese di consegna.

All’interno del furgone Kallen fa silenzio da dentro la sua gabbia, apparentemente rassegnata al suo destino e, seppur così non fosse, la donna credeva fino a quel momento che quella fosse la strategia migliore, mostrarsi indifesa per poi ribellarsi ma... non sapeva la verità... non tutta...

Il corriere si ferma di nanzi a una casa con portone mal ridotto di color noce pastello, scende rapido e suona al citofono. Il portone subito si apre e il postino ordina al collega di scaricare la gabbia con la merce in fretta al fine di mantenere riserbo e privacy per l’acquirente. La gabbia viene portata in fretta all’interno dell’abitazione coperta da un lenzuolo nero. L’acquirente paga il prezzo della sua merce e il corriere va via senza dire altro.

Una volta restato solo con Kallen ancora ingabbiata, l’uomo... un bianco di circa 35 anni di media statura con capelli corti neri, pancia da birra, occhi verdi bordati da nere occhiaie, pelle chiara, mal vestito con una semplice tuta nera in pail e felpa con cappuccio toglie il lenzuolo da sopra la gabbia e non appena vede Kallen si presenta:

«Piacere Kallen Kozuki e benvenuta nella mia umile dimora, io mi chiamo Ector e sono il tuo padrone, spero che il tuo soggiorno qui sia a te gradito»

«Ciao... Ector... cosa vuoi fare? Inizi a violentarmi subito o vuoi prima fare qualche falsa cordialità offrendomi da bere? Oppure vuoi semplicemente torturarmi?» Risponde lei con la testa bassa e occhi chiusi ancora inginocchiata all’interno della piccola gabbia.

«Vedo che non perdi tempo... ti sei già fatta dei film mentali... intanto apriamo questa gabbia per uccelli così ti sgranchisci le ossa»

Ector apre la gabbia e chiede a Kallen, che era vestita con pochi stracci di colore bianco, di uscire tranquillamente e senza paura. La donna dopo alcune difficoltà dovute principalmente ai mesi trascorsi in quello spazio tanto ristretto esce dolorante emettendo qualche gemito di solore, sempre con la testa bassa e lo sguardo a terra. L’uomo le porge subito un bicchiere d’acqua e un tramezzino che lei inizialmente rifiuta, ma alla sua insistenza inizia a mangiarlo di gusto.

«Pensavi fosse avvelenato? Se volessi potrei chiederti di ingerire anche acidi di vario tipo visto che ti possiedo, ma ti ho solo offerto un panino ragazza mia...»

«Non intendevo dire questo signor Ector, ma sui termini di contratto lei mi ha pagato così poco all’asta per trattarmi in modo riprovevole... sono obbligata a ricordarglielo... lei è obbligato a nutrirmi con cibo per gatti e acqua putrida.» Afferma lei.

«Fanculo le regole, tu mi piaci Kallen e mi piaci davvero tanto, e di certo non infilerò la lingua in bocca a una che ingurgita le crocchette della stessa marca di quelle del mio gatto!»

«Lingua in bocca? Non corra razza di porco... non sono qui per fare la brava schiavetta... dovrei essere uccisa per questa mia affermazione che non potrei mai fare ma... sarebbe fantastico morire dopo questo lei che dice?» Conclude sarcastica.

Come risposta Ector inizia a ridere di gusto, carezza il capo di Kallen con affetto e le porge un altro tramezzino con sguardo gentile, divertito dal sarcasmo della sua schiava che assume un espressione di sfida mentre lo osserva ancora intenta a gustare il cibo offertole.

«Mi piace questo tuo atteggiamento Kallen, sei una ragazza forte e audace ma... so bene che vuoi farti uccidere prima di soffrire troppo... ma sai io sono attratto da te, ti ho sempre stimata... ammirata... quando combattevi tra i cavalieri neri ero spesso sulle zone di guerra solo per poter vedere il tuo Guren muoversi come in una danza... era stupendo sai? Ora sei qui e sei mie... non potrei mai ucciderti... ma potrei tranquillamente farti del male sai?»

«Allora che aspetti? Spaccami la testa su! Magari rompimi anche le ossa... FORZA!» Kallen sfida il suo padrone con un espressione rabbiosa in volto.

Lui osserva nervoso la donna, vorrebbe picchiarla a sangue ma si trattienne,  la soleva per gli stracci che indossa e la trascina nella stanza da letto che aveva approntato per lei, composta da: Un lettino a una piazza con materasso a molle, un comodino con 3 cassetti, un piccolo armadio pieno di vestiti maschili quali tute in pail e acetato, un lavandino, un vater, una sedia e un piccolissimo tavolo in legno scuro. Kallen rimane stupita, seppur la camera non misuri più di 5 metri quadrati ha molto più di quanto aveva avuto negli ultimi anni. Ector si scusa per la mancanza della TV ma spiega che lui odia la TV spazzatura di britannia e quindi non ne possedeva una nemmeno lui. La donna fa silenzio e continua fino a quando lo stesso non gli ordina di cambiarsi.

«La doccia di casa mia si è rotta stamane, ma comunque cambiati, odio vederti con quegli stracci»

«Mi cambierei se lei andasse via...» Risponde infastidita.

«No tu ti cambi qui davanti a me!»

Kallen prende una tuta in acetato da dentro l’armadietto della sua stanza, poi si gira lentamente guardandosi le spalle e si toglie i vestiti, Ector però si arrabbia e le ordina di girarsi verso di lui, lei ubbidisce e compre i suoi seni e la sua intimità usando le mani. L’uomo però non è ancora soddisfatto.

«Vorrei poter vedere le parti migliori del tuo corpo Kallen.... sai quelle che ho pagato...»

«Pagato eh? Hai pagato di più l’arredamento di questa stanza! Che diavolo vuoi!?»

A quel punto, sentendo Kallen alzare un po troppo la voce l’uomo si avvicina nervoso e la colpisce con una severa sberla in volto. Lei subisce e subito dopo lo fissa rabbiosa stringendo i denti... ha gli occhi leggermente lucidi, non sa bene che fare... pensava d’esser preparata... si aspettava un dolore più forte o la morte istantanea ma.... non è così...

«Ascoltami Kallen, mi piace questo tuo atteggiamento di sfida nei miei confronti... ma accetta la realtà, qui dentro comando io, tu farai quel che ti dico! Ora mostrami il tuo corpo e poi mettiti quella tuta»

Kallen rifiuta di eseguire l’ordine ed Ector con un altra sonora sberla cerca di convincerla a collaborare, ma lei risponde con lo stesso sguardo rabbioso e di sfida di pochi istanti prima. Irritato il suo padrone la colpisce con una terza sberla e poi con un forte pugno nello stomaco. Kallen piega il busto e porta entrambe le mani all’addome lasciando scoperti i suoi seni e la sua intimità inferiore. Ector la osserva per qualche secondo per poi dire:

«Sei davvero molto bella, ti chiedo scusa per i colpi che ti ho inferto, spero imparerai che se vuoi restare qui e vuoi vivere bene assieme a me dovrai per forza ubbidire a certe richieste... ora vestiti... ti aspetto in soggiorno»

«Dann.. dannato... me la pagherai!» Esclama irata verso l’uomo»

«Chi lo sa... potresti uccidermi nel sonno ma se lo fai... beh... se lo fai vinci ma allo stesso tempo la bomba che voi schiavi portante dentro di voi esploderà distruggendo i tuoi organi... i tuoi e quelli di una persona a te cara...»

«Di chi parli? Io non ho nessuno»

«Parlo della tua cara mamma... il propietario è un mio carissimo amico... mi ha concesso di programmare un esplosivo nel corpo di tua madre per prevenire un tuo tentativo di uccidermi... se il mio cuore si ferma quello della tua adorata madre subirà la stessa sorte»

«BASTARDO! COME PUOI RICATTARMI IN QUESTO MODO! Che razza di mostro sei!» Urla a squarcia gola irata trasudando odio da ogni poro.

«Ho dovuto per tutelarmi... ad ogni modo se ti comporti come si deve magari potrei anche concederti di rivederla... ma non ti assicuro niente» Conclude ridacchiando.

Lei china il capo amareggiata dalla situazione mentre Ector le da le spalle e va via... Quando questo sta per uscire Kallen lo osserva con sguardo carico d’odio stringendo i denti mentre indossa la giacca della tuta acetata. Ector esce rapido e poi si dirige in cucina dove inizia a preparare la cena per lui e per la sua ospite.

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Capitolo 2
*** Ricordo svanito tra le fiamme ***


Capitolo 2

Kallen ancora dolorante per il colpo subito all’addome ha ormai indossato la tuta acetata di colore viola, lo stesso colore dei suoi capelli, con strisce blue elettrico orizzontali sulla giacca e verticali sui pantaloni. Siede al letto della sua stanza e stanca si sdraia per un attimo. Osserva il soffitto, di colore grigio scuro... lo stesso colore della sua anima in quel momento... pensa a ciò che ha detto Ector, al ricatto... alla forza che dovrà dimostrare per non cedere alle sevizie dell’uomo. Ad un tratto nota, osservando un minuscolo orologio posto sul comodino, in grado di mostrare ora, temperatura e data sul display digitale, che sono passati oltre 40 minuti e che le converrebbe spostarsi in soggiorno come le era stato ordinato, al fine di non urtare ancor più Ector. A lei poco importa infondo... Ector irato? Non è di suo interesse in quel mometo ma la paura per sua madre e la voglia di sfidarlo ancora sono forti... decide quindi di muoversi e rialzandosi esce dalla sua stanza e si dirige in soggiorno.

Quando arriva in soggiorno, raggiungendolo dopo un brevissimo tragitto, nota un ambiente arredato con il minimo indispensabile, un tavolo rettangolare di legno massello di colore scuro, una cristalliera antica dello stesso colore del tavolo e un divano di pelle beije scuro a tre posti evidentemente usurato con una copertina a scacchi di colore rosso e verde stesa sopra lo stesso. Attorno al tavolo ci sono solo due sedie e sullo stesso Ector inizia ad apparecchiare con una tovaglia di colore bordò in seta. L’uomo, dopo aver messo la tovaglia porta sottopiatti e posate per poi invitare la donna a sedersi e con gentilezza sposta la sedia per rendere più comoda la seduta della stessa. Kallen inizia ad osservarlo come a volerlo sfidare e lui a quello sguardo risponde ridacchiando per poi dire:

«Non ti arrendi vero Kallen?»

«Non so di che parla signor Ector, forse non le piace la mia faccia?»

«Al contrario... trovi il tuo viso stupendo cara»

Detto ciò l’uomo va verso la cucina e ne esce con due piatti di media grandezza in porcellana fine e delicata, con all’interno delle lasagne ancora fumanti. Il primo piatto lo serve a Kallen che era già seduta per poi sedersi con la propria portata di fronte a lei. Invita la ragazza a mangiare e lei, osservando il pasto affamata ancora un pò sarcastica:

«Sei gentile signor Ector... ma pensi davvero di accattivarti la tua schiavetta con un semplice piatto di lasagne?»

«No non sono così imbecille cara, ma devi metterti in forze, sai sei deperita e il tuo seno non è più sodo come in catalogo per la denutrizione... in più ti si vedono anche le costole... avanti mettiti in forze»

«Non credevo che mi avessi fatto una visita medica mentre mi guardavi... comunque approfitterò della tua finta gentilezza» Conclude iniziando a mangiare con foga il pasto servitole.

«Calma Kallen, ho una teglia intera di quella roba non è necessario che ti ingozzi in quel modo, qui il cibo non manca»

Kallen non da retta all’uomo e divora il primo piatto, poi il secondo e il terzo, rendendo Ector soddisfatto. Finito il primo arriva l’ora del secondo e viene servito alla ragazza del salmone affumicato con 3 uova sode che la donna gradisce seppur un pò piena. Successivamente arriva anche il dolce, una semplice torta alle noci che però a Ector non era riuscita troppo bene. Lei assaggia un paio di cucchiai ma risulta davvero immangiabile...

«Perdonami ma questa poltiglia la chiami torta?» Chiede disgustata.

«Ti conviene mangiarla anche se ammetto che non è venuta affatto bene» Afferma lui serio.

«Non ci penso proprio! Ho mangiato cibo per porci e gatti ma questa torta batte ogni record»

Ector si innervosisce nel sentire la parole della donna e alzandosi lentamente e con garbo si dirige verso di lei, prende il cucchiaio che Kallen stava usando per mangiare e lo riempie con un po di torta e poi cerca di imboccare la ragazza. Lei scuote la testa e poi, quando Ector tenta di infilare nella sua bocca il cucchiaio lei colpisce il braccio dello stesso con uno schiaffo facendo finire il cucchiaio a terra sporcando il pavimento in cotto con la mal riuscita torta. Ector si arrabbia molto e ordina a Kallen di pulire il tutto usando la sua lingua, ma lei ridendo in faccia all’uomo a mo di sfida rifiuta categoricamente di farlo.

In quel momento Ector spinge la sedia con il viede e la rivolta a terra facendo cadere anche Kallen che non si aspettava una reazione tanto istintiva e rapida. Dopo la caduta la ragazza picchia la testa sul pavimento a pochi centimetri dalla poltiglia caduta a terra poco prima. Ector nota un accessorio che copre la fronte della donna, una semplice fascia che questa porta sulla fronte e che lei in quel momento stringeva con una mano.

«Quella fascia deve avere un certo significato per te... mi sorprende che non tel’abbiamo tolta»

«Non ne conosco il motivo ma l’imperatore ha ordinato di lasciarmela... forse perchè fa parte del mio personaggio... non lo so» Conclude lei poco convinta della sua stessa affermazione.

«Non mentire Kallen... quella fascia apparteneva a tuo fratello... tu ci tieni molto ed è normale... però adesso la darai a me... farà parte del tuo personaggio ma prima ancora della tua anima» detto ciò Ector sfila la fascia dalla fronte di Kallen e nonostante la ragazza cerchi di opporsi lui la colpisce con un calcio in gola e le impedisce di difendersi oltre.

«Come osi ridammi quella fascia lurido bastardo!» Si alza e cerca di colpire Ector con un pugno.

«Non osare farlo!» Esclama lui difendendosi con un altro pugno che colpisce Kallen sul naso facendola sanguinare.

«Bastardo... vuoi che ingurgiti la tua sporca torta alle noci? Ti accontento e spero di sporcare il bagno di quella lurida stanza per farti godere gli odori nauseabondi che emanerò per l’indigestione» Esclama con sguardo rabbioso scolpito negli occhi per poi leccare la torta che era finita sul pavimento.

Ector la osserva serio e poi, tenendo tra le dita la fascia di Kallen:

«Ora ti insegnerò che queste scene non devi farle...» E con ciò prende un accendino e da fuoco alla fascia della ragazza.

Kallen cerca di impedire che la fascia bruci ma quando si lancia verso Ector questo estrare una pistola ad avancarica già armata e pronta al fuoco. A quel punto lei capisce che ormai il ricordo del suo amato fratello è perduto. Così priva della speranza di poterlo recuperare lo osserva mentre brucia. Ector invece estrae un pacchetto di sigarette Malboro 100s dalla tasca e, prima che la fascia finisse di bruciare ne estrae una dal pacchetto e la accende con le fiamme emanate dalla stessa per poi invitare Kallen a tornare in camera sua.

La donna ubbidisce e si dirige a passo lento dentro la piccola stanzetta, si sdraia sul letto abbattuta e dopo essersi sdraiata, con due piccole lacrime agli occhi pensa “questa volta ho perso... fratello mio era l’unica cosa che mi restava di te... ma tranquillo quell’uomo pagherà il suo gesto... la prossima volta sarò io a vincere”

Intanto Ector sparecchia la tavola deluso dalla ragazza, raccoglie per ultimo il cucchiaio che Kallen aveva pulito con la lingua poco prima e da un colpo di straccio per eliminare le piccole macchie di torta residue. Una volta finito l’uomo si sdraia sul divano per poi chiamare «Mitzu dove sei?» rivolto a un gatto di colore nero e con occhi scuri che lentamente si avvicina al divano salendogli poi sulle gambe.

«Fa davvero freddo questa sera vero piccolo? Chissà se Kallen apprezzerà il fatto che gli ho spento il riscaldamento, presto nella sua stanza farà molto molto freddo... fuori ci sono -4 gradi oggi»

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Capitolo 3
*** Folle litigata ***


Capitolo 3

Sono ormai le tre di notte quando Kallen, dopo essersi addormentata stremata nella sua stanza, si sveglia a causa del freddo che la pervade all’interno della stanzetta. La donna osserva l’orologio dotato di termometro, ci sono 4 gradi e lei indossa solo una leggera tuta in acetato ed è coperta da un semplice lenzuolo di cotone. Non sa bene che fare, lamentarsi o tacere? Attende circa 20 minuti, cerca di resistere ma, con l’avanzare della notte, anche il freddo si fa più intenso e così si alza e va in soggiorno sperando di trovare un ambiente più caldo o addirittura Ector. Quando arriva in soggiorno trova l’uomo appisolato sul divano del soggiorno con un gatto nero addormentato sulle sue gambe. Si avvicina a lui, lo scuote per un braccio fino a svegliarlo.

«Vedo che il freddo ti ha svegliata Kallen...»

«Fa molto freddo nella mia stanza... ma nel resto della casa da quel che vedo no... lo hai fatto apposta vero?» Chiede a voce bassa.

«Brava hai indovinato, se hai freddo puoi sempre dormire accucciata sul tappeto»

«Cosa? Non riservi un trattamento tanto schifoso nemmeno al tuo gatto!» Esclama alzando la voce.

«E quindi? Se ti va bene dormi sul tappeto oppure torna al freddo... a meno che tu non voglia passare la notte nel mio letto matrimoniale, stretta accanto a me...» Conclude ridacchiando.

«Torno nella mia camera, resisterò...»

Una volta tornata nella sua camera Kallen inizia a tremare, lascia la porta aperta nella speranza di far entrare un po di calore dal resto della casa ma è tutto inutile. La stanza si è raffreddata troppo, poco dopo cerca di capire da dove entri il freddo e nota che da una piccola bocchetta del condotto d’areazione entra aria gelata e la spia del riscaldamento è spenta. A quel punto la rossa prende i vestiti sporchi e rovinati con la quale era arrivata li e li usa per tappare alla meglio la bocchetta del condotto di areazione. Dopo circa 30 minuti l’aria si fa più calda, il calore proveniente dalle altre stanze della casa scalda anche la sua camera e, nonostante si siano fatte quasi le 4:30 di notte, riesce a prendere sonno rilassandosi un pò.

L’indomani Kallen viene svegliata da Ector alle 7:30 AM con una carezza sul viso accompagnata da un leggero solletico sulle labbra che lo stesso gli fa usando una piuma. Apre dolcemente gli occhi e quando lo fa inizia a sentire un buon odore di caffè. Strofinati i suoi splendidi occhi azzurri guarda verso il comodino e nota un vassoio sul quale erano poggiati un tazzone di cappuccino con panna e un cornetto al cioccolato ancora fumante. Lancia uno sguardo tagliente verso Ector e poi prende la tazza di cappuccino bevendolo per poi mangiare anche il cornetto. Lui la guarda soddisfatto e poi si rivolge a lei:

«Bene! Ora devi fare quel che ti dico okay? Sai che una casa non si pulisce da sola?»

«Cosa come? Cosa mi stai chiedendo?»

«Ti sto chiedendo di fare le pulizie!»

«Non ci penso proprio, al massimo posso pulire questa stanza!!»

«Kallen ti rendi conto che qui fai la schiava e non l’ospite?»

«Schiava? Non puoi piegare il mio volere Ector! NON MI LASCERO’ PIEGARE DA TE!» Urla per poi colpirlo al volto con il vassoio con il quale le era stata servita la colazione.

L’uomo dopo l’aggressione subita rimane impassibile mentre lei, ancora col vassoio in mano, lo osserva rabbiosa. Lui volta il capo verso di lei con espressione di disappunto molto marcata, si alza in piedi e senza pensarci due volte spinge con violenza Kallen mettendola al muro. La colpisce con una ginocchiata nello stomaco e poi le mette le mani attorno al collo. Inizia a strozzarla con forza, lei tenta di liberarsi ma la superiorità fisica dell’uomo è schiacciante. Il suo volto assume un colore prima rossastro e poi violaceo, le forze la abbandonano lentamente ma... prima che possa perdere i sensi e morire d’asfissia Ector la lascia cadere quasi esanime sul pavimento. Kallen tossisce ancora intontita dalla semi asfissia, lui la guarda dispiaciuto:

«Perchè mi costringi a farti questo?»

«No... non... m..i sottometterai –tossisce- tanto... facilmente..»

«Per favore collabora Kallen... mi si spezza il cuore ogni volta che ti faccio del male...»

«Non pensarci Ector... la mia anima è libera... non pulirò casa tua... nemmeno se tu mi lasciassi in una pozza di sangue tra un istante...»

«Vieni di la, devo fare una cosa con te ora...»

Ector prende Kallen per i vestiti e la trascina in soggiorno... il gatto nero si posizione sul tavolo e osserva i due incuriosito. Kallen è ancora a terra e Ector afferra una sedia e la rompe sulla schiena di Kallen che urla straziata dal dolore. I resti della sedia vengono usati per colpirla più volte e lei, ormai priva di energie, piange mentre il suo aguzzino continua a colpirla violentemente fino a romperle un braccio. Quando ciò accade la donna sviene per il dolore. Ector comprende di aver esagerato con lei e decide di stenderla sul letto matrimoniale su cui normalmente dorme e di chiamare immediatamente un medico.

Circa un ora dopo Kallen è già sul letto di Ector e il medico arriva con grande calma nella stanza seccato di dover curare una schiava in modo gratuito. La visita e trova molte escoriazioni sulle parti scoperte, quindi chiede a Ector di denudarla per poterla medicare e per applicargli una steccatura di fortuna al fine di far risanare la frattura provocatagli dallo stesso. Ector esegue e in pochi minuti Kallen si ritrova sul letto nuda come un verme. Il dottore le applica diversi cerotti e svariate fasciature, in vita, sulla gamba destra, sulla mano sinistra e in fine applica la steccatura al braccio destro. La ragazza emette un gemito e si sveglia, il medico la guarda e con sufficenza:

«Ragazzina, dovrebbe avere più rispetto per il suo padrone sa?»

«Chi è lei?» Chiede Kallen inespressiva e con sguardo semi assente.

«Lui è un mio amico nonchè mio medico, tu per legge non hai diritto all’assitenza sanitaria ma per questa volta facciamo un eccezione, la prossima volta le ferite si infetteranno e morirai...»

Lei chiude gli occhi impotente dinanzi alle parole del medico e di Ector... umiliata dal fatto d’esser stata denudata e picchiata selvaggiamente. Poco dopo il medico va via sbuffando... Ector lo accompagna alla porta per poi tornare da Kallen. L’aguzzino si avvicina al letto e prendendo una sedia si siede di fianco a Kallen per iniziare a parlargli:

«Mi sono dato una coltellata sulla gamba di proposito...» Afferma mostrando poi la ferita, ricucita alla meglio, sulla coscia destra.

«Sei diventato masochista?» Chiede lei inespressiva con occhi socchiusi.

«No mi sentivo in colpa e mi sono sfogato... senza volerlo mi sono ferito... tu mi hai fatto incazzare, perchè non accetti di essere una schiava? Per quale motivo mi hai copito?»

«Se tu non avessi bruciato quella fascia... l’unico ricordo di mio fratello... oggi ti avrei ubbidito... ma dopo quel gesto preferirei morire piuttosto che eseguire un tuo solo ordine... ti odio...»

«Hai ragione, non avrei dovuto farlo ma... Kallen...  dovrai comunque ubbidirmi... non voglio ucciderti ma quando ti riprenderai sarai punita... ora però c’è un altro problema... in questa stanza ci sono le mie cose e non ti lascio qui da sola per cui... dovrai tollerare il fatto di dividere il letto con me mentre sei completamente nuda»

«Mi hai umiliata abbastanza... puoi aiutarmi a rivestirmi? Se lo fai... in cambio ti pulirò la casa...»

«Mi dispiace ma non ne ho alcuna intenzione... non ho rispetto per chi mi aggredisce dopo che gli ho portato la colazione... e poi mi fa un male cane il collo... contentati d’esser coperta con un lenzuolo per ora... così non rischierò nemmeno di rovinarti le medicazioni...»

«.......»

«Non restare in silenzio, quel che posso farti un massaggio al collo, sai sono piuttosto bravo» Detto ciò Ector inizia a massaggiare il collo di Kallen per poi continuare a farlo con le sue spalle.

«Sei bravo te lo concedo, ti prego continua...»

«Continuo ma... non colpirmi con un altro vassoio per favore...»

Lei ridacchia sarcastica...

Ector la massaggia dolcemente fino a farma addormentare rilassata, poi con dolcezza la copre con un plaid più pesante per evitare che le venisse un raffreddore. Osserva l’orologio e nota che sono già le 13:30, va a preparare qualcosa da mangiare per se stesso e per lei pensando “magari dovrei dargli solo un tramezzino o soffrirà troppo quando la punirò... non appena sarà guarita... s’intende”.

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Capitolo 4
*** Fame e Sete ***


Capitolo 4

Passano 10 giorni... giorni in cui Kallen resta a letto in attesa che le sue ferite si rimarginino. Lei è fredda nei confronti di Ector ma furbamente evita di provocarlo, sa bene che non può subire altre ferite. All’undicesimo giorno il medico torna in quella stanza da letto e rimuove la stecca a Kallen che risulta a suo avviso guarita. L’uomo non batte ciglio e va via infastidito dal dover curare la schiava e quando questo esce dalla porta salutando Ector che torna subito nella stanza per parlare a Kallen.

«Bene Kallen, le tue ferite si sono rimarginate, ora è il momento che tu venga punita»

«Capisco... cosa vuoi farmi?»

«Non mi sforzerò... ti terrò senza cibo e senza acqua per 10 giorni...»

«CHE COSA? MA PER QUALE MOTIVO? MI SCAMBI PER UNA BESTIA?» Urla spaventata.

«No ma se hai un idea migliore dimmela.... anche se per la cosa mi sono già organizzato... magari ne avrai anche piacere...»

« Tu sei un sadico... avresti potuto pensare di darmi fuoco... di amputarmi un arto... oppure di darmi da mangiare vermi per un mese... ma scegli il digiuno forzato... perchè?»

«E io sarei il sadico? Ti ascolti? Mi proponi torture ben peggiori... Non voglio sporcarmi le mani come ho già fatto! Ad ogni modo ho contattato il mio caro amico nonchè propietario di tua madre, sarà infatti lei che ti starà accando durante la tua punizione... io non sarei adatto a starti accanto durante una sofferenza simile...»

«CHE COSA? MIA MADRE?»

«Corretto... ciò che patirai sarà terribile... poco oltre il limite di sopravvivenza umano... non pensare che sarà facile e non so nemmeno se sopravviverai... così ho pensato che se proprio devi morire magari è meglio che ti stia accanto una persona a cui vuoi bene»

«Gentilissimo Ector! Mi condanni a morte ma me la fai passare come una cosa quasi bella... sei proprio un sadico...»

«Ora alzati, mangerai normalmente fino a questa sera, poi domattina arriverà tua madre per starti accanto... è tutto» Conclude l’uomo per poi dirigersi in soggiorno a preparare la colazione.

La giornata trascorre tranquilla, accompagnata da una finta cordialità della rossa, abbastanza intimorita dalle intenzioni di Ector, fino a quando lo stesso alle ore 22:30 ordina alla sua ospite di andare a dormire nella sua stanza dove sarebbe stata svegliata alle 7:30 AM. Quando questa va a dormire nota che è rimasta solo una piccola bottiglietta d’acqua minerale da 500ml per la notte sul comodino della stanzetta e il rubinetto del lavandino non funziona, idem per lo scarico del Water. Lei si rende conto che preso inizierà l’inferno ma non demorde, in parte felice per l’arrivo di sua madre che la sosterrà in quella prova.

Giorno 1

Kallen si risveglia serena e tranquilla aprendo gli occhi alle 7:25, guarda l’orologio soddisfatta di farsi trovare sveglia da Ector prima della sua di sveglia... Si alza e lo raggiunge in salotto dove lui le da un buon giorno cordiale. L’uomo le comunica che da li a 30 minuti sarebbe arrivata sua madre, accompagnata dal suo caro amico.

Alle 8:00AM in punto il campanello suona e dalla porta Ector fa entrare un uomo dai capelli scuri e lunghi, con occhi azzurri che indossa un cappotto di colore beige accompagnato dalla madre di Kallen che sottomessa da il buon giorno a Ector. L’uomo risponde cordiale e invita la donna ad entrare per salutare sua figlia che la attendeva in salotto mentre l’amico di Ector va via ridacchiando dando del lurido sadico allo stesso. Una volta andato via Ector segue la donna, palesemente intimidita in salotto dove la attende Kallen che, senza troppi complimenti, le va in contro abbracciandola affettuosamente.

«Bene signora Kozuki, le hanno spiegato perchè è qui?»

«Ovviamente, dovrò assistere mia figlia nelle sofferenze che patirà durante la sua punizione» Dichiara lei cupa in volto.

«Esatto, è priva d’acqua da ieri sera e ci resterà per 10 giorni, idem per il cibo, ovviamente spero che in caso di sopravvivenza riesca a ragionare a comprendere e interpretare il suo status di schiava»

«MORIRO DOPO QUESTA TORTURA! FANCULO ECTOR!» Urla la rossa.

«Falla finita RAGAZZINA!» Per tutta risposta sua madre tira una sberla alla figlia zittendola dopo avergli urlato contro.

«Hai una madre saggia Kallen, dovresti capire... oppure hai deciso di suicidarti?»

Kallen china il capo umiliata e tace. A quel punto Ector invita lei e sua madre a soggiornare nella sua camera da letto personale per tutta la durata della punizione per poi andare via in cucina a preparare il suo pranzo.

Ector inebria l’intera abitazione con un forte odore di parmigiana di zucchine al forno, cosa che fa innervosire Kallen... tuttavia sua madre riesce a distrarla raccontandogli le marachelle che faceva assieme a suo fratello quando era bambina facendola sorridere. La giornata continua tranquilla per la rossa ma alla sera la sete si fa sentire sempre più come anche la fame... il suo stomaco brontola e così decide di stendersi sul letto matrimoniale della stanza di Ector assieme a sua madre...

«Per fortuna che quel lurido di Ector ci ha dato la sua stanza... ho sete... mi fa male lo stomaco mamma...»

«Abbi pazienza, passerà figlia mia» Dichiara iniziando a massaggiargli la pancia.

«Mamma... è da tanto che non siamo così vicine.. ti voglio bene»

«Anche io tesoro... ma non parlare ora... hai le labbra secche»

Kallen annuisce e si gode il massaggio materno per addormentarsi pochi minuti dopo rilassata.

Giorno 2

Al suo risveglio Kallen si sente decisamente spossata, le gira la testa, complice il calore di quella notte che l’aveva fatta sudare un po nonostante si fosse addormentata senza coperte in dosso. Si siede sul letto osservando sua madre ancora addormentata e, portando una mano alla fronte un po dolorante pensa “certo che è appena iniziato il secondo giorno e sono già stremata”. Dal soggiorno proviene un dolce odore di cappuccino che inebria anche la stanza da letto... “Sembra che quel bastardo di Ector lo faccia di proposito”. Passa anche il secondo giorno e alla sera Kallen è sempre più stremata, la sua pelle è diventata secca come anche la sua pelle che le brucia fino a farle male, sua madre le applica una crema per lenire il dolore dopo aver chiesto il permesso a Ector. La rossa inizialmente rifiuta, come se volesse provare sofferenza e mostrarla al suo aguzziono, ma gli sguardi di sua madre la convincono a rinunciare all’orgoglio... almeno in quel momento. Alle 21:30 le due donne si mettono a dormire ed Ector, senza nemmeno badarci inizia a guardare un film in TV –Terminator 2 “Il giorno del giudizio”- che era in replica quella sera. Kallen si addormenta spossata mentre sua madre la osserva, sdraiata accanto a lei, pensando preoccupata “Figlia mia... non resisterai... sei già allo stremo...”

Giorno 3

Al suo risveglio Kallen si sente terribilmente stremata, non ha sudato per nulla, ha il labbro inferiore tanto secco che, non appena questa sbafiglia leggermente, si rompe. Quando ciò accade un taglietto verticale si apre al centro del labbro inferiore e lei emette un gemito di dolore, come se le avesse fatto più male del previsto. Si siede a stento sul letto ormai disidratata mentre nota che l’odore di cappuccino che viene sempre dalla cucina a quell’ora si fa più intenso. Il suo stomaco brontola ma non è quello il suo problema... la lingua le brucia e i suoi occhi sono ora bordati di un velo nero che mostra il suo stato di denutrizione e disidratazione già avanzato “Una persona può arrivare a vivere anche 15 giorni senza cibo ma... senza acqua di questo passo non arriverò a 5 giorni... sono finita” pensa scoraggiata.

«Stai pensando di arrenderti figlia mia?»

«Si mamma... non posso farcela...»

«Lo so... ma esiste un altra soluzione»

«Quale?»

«Ho osservato questo Ector, è sicuramente una persona disagiata ma i suoi occhi parlano chiaro, tu gli piaci e soffre vedendoti in questo stato»

«Che vuoi dire mamma?»

«Potresti convincerlo a interrompere la punizione se solo tu lo volessi, mi ha raccontato tutto quello che hai fatto e... qualunque altro schiavo sarebbe stato giustiziato dal propietario ma lui ti ha solo punita seppur molto severamente»

«Non preoccuparti mamma, non chinerò il capo, mai nella vita mamma...»

«Ti ammiro figlia mia ma... così segnerai la tua fine»

Kallen china il capo e non dice altro, si sdraia nuovamente sul letto senza forze e riprende sonno. Si sveglia verso le 17:30 e sorpresa per tutte le ore di sonno consumate tenta di scendere dal letto per andare in bagno ma cade rovinosamente a terra provandoci. Si innervosisce pur rendendosi conto di essere già al capolinea “senza acqua morirò entro domani... sto perdendo la sensibilità degli arti inferiori e presto toccherà anche ai superiori..” Sua madre si avvicina e in lacrime chiede alla figlia:

«Ti prego Kally mia! Metti da parte l’orgoglio e cerca di parlare con Ector ti prego!»

«Non ci penso proprio mamma...»

«Ma così morirai!» Esclama la donna piangendo a dirotto.

«Non importa, ora mamma portami in bagno per favore.. non so da dove prendo i liquidi ma mi scappa..»

La signora Kozuki annuisce e porta sua figlia in bagno. Dopo aver urinato poche gocce Kallen si rimette a letto perdendoi sensi mentre sua madre la osserva preoccupata. La bordatura nera sui suoi occhi si fa sempre più scura, segno che la disidratazione va avanti. Poche ore dopo, verso le 23:45PM la donna decide di andare a parlare con Ector nel tentativo di dissuaderlo dal torturare in quel modo sua figlia.

«Padron Ector, posso disturbarla?»

«So perchè è venuta qui signora Kozuki, non ho intenzione di ascoltarla» Dichiara freddo.

«La supplico mio signore» La donna si inginocchia

«Cosa c’è?»

«Mia figlia morirà se continua così... la perdoni la prego... le darò anche la mia vita se necessario»

«Non so che farmene signora mamma di Kallen, non sei nemmeno di mia proprietà! Ora va a nanna per favore!»

«Padrone la prego –scoppia in lacrime- perdoni l’irruenza di una ragazzina stupida e immatura»

«Ci penserò domani ma ora mi lasci in pace, sta per iniziare la terza puntata di Stargate SG-1» Conclude Ector portando una mano al ventre, come se gli facesse male.

La donna si allontana delusa e amareggiata mentre Ector, assume un espressione cupa in volto, come se avesse odiato se stesso un momento prima... come se si fosse forzato “Non mi piace... la facevo più resistente quella ragazza... se la aiuto ora però sembrera che io non l’abbia punita per niente... NO! Devono almeno passare 5 giorni prima che io mi faccia intenerire! Intanto porterò anche io il mio peso... e speriamo che quelle due non se ne accorgano...”

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Capitolo 5
*** Cambio di programma ***


Capitolo 5

Giorno 4

Sono solo le 5:55AM quando Ector si dirige nella camera da letto per controllare Kallen e sua madre. Appena entrato trova la madre inginocchiata al capezzale della figlia che che piange mentre la rossa, visibilmente in fin di vita, cerca di accennare qualche parola con occhi sofferenti e con voce fioca.

«Kallen.. non credevo che avresti ceduto in soli 4 giorni... mi deludi... non eri l’orgoglio dei cavalieri neri?»

«Come può dire una cosa del genere Ector... la prego la lasci morire con dignità... la supplico...» Chiede la madre disperata mentre piange.

«Se ne vada signora Kozuki, devo parlare con sua figlia prima che muoia»

«Va bene... ma la prego non la lasci morire sola... e sopratutto non senza di me...»

Ector attende che la donna esca dalla stanza e poi rapido chiude a chiave la porta. La madre di Kallen si allarma sentendo la chiave girare ma sa bene di non poter fare niente, ha paura per sua figlia ma sa bene che urlare o cercare di aiutarla peggiorerebbe solo la situazione. Intanto Ector inizia a parlare a Kallen dopo essersi seduto ai suoi piedi sul letto.

«Allora Kallen... non hai proprio una resistenza fisica degna di nota devo dire...»

«Tu invece si?» Chiede inespressiva.

«Direi... sono a digiuno e senza acqua da quattro giorni esattamente come te»

«Sentivo l’odore di cibo provenire dalla cucina... non mentire e poi anche se fosse... perchè?»

«Cucinavo per tua madre e per il gatto...Non mi piace far del male alla gente razza di sciocca! Ma dovevo darti una fottuta lezione... mi sono forzato in tutto il male che ti ho fatto... tranne per aver bruciato quella dannata fascia... non pensavo che un oggetto tanto insignificante avesse un qualche tipo di valore per te...»

«Ma ti sei sbagliato... ora se sei un uomo eliminami per favore...»

«No... ora ti scopro il braccio... sei davvero ingenua... non hai nemmeno notato che nel mio comodino avevo messo un kit per la reidratazione d’emergenza.. sei proprio stupida»

«Lo avevo notato mentre cercavo una bottiglietta d’acqua... ma non avevo intenzione di barare...»

«Stai delirando? Cerchi acqua e poi lasci un kit reidratante a se stesso?»

« volevo solo rinfrescarmi le labbra con un po d’acqua... farsi una flebo in grado di reidratarmi per giorni non era nelle mie intenzioni»

«Sei folle ma leale ragazzina...»

«Anche tu che sei rimasto a digiuno soffrendo la sete assieme a me... ma perchè?»

«ti ho già spiegato... non provo piacere nel farti del male ma esattamente il contrario... ora... sta ferma, devo inserirti l’ago in vena e non voglio farti male...»

Ector inserisce lago facendo però strizzare un occhio alla rossa per il dolore, apre la flebo che rapidamente inizia a reidratare la ragazza. In circa 30 minuti Kallen riprende colore e i suoi occhi si riaccendono lentamente. Quando la prima sacca finisce Ector ne prende un altra dal secondo comodino della stanza, che era chiuso a chiave, per collegarla all’ago che era stato inserito per la prima flebo.

«Bene tra poco sarai come nuova, poi ti alzerai piano piano camminerai un po con tua madre per la casa e poi beh... mangerai qualcosina assieme a me visto che sto crepando di fame quanto te!»

«Prima mi hai detto che sono folle ma leale... potrei dire la stessa cosa di te Ector»

«Certo come no... io penso alla figura di merda che farò con il mio amico quando ti vedrà viva, senza contare tua madre che mi prenderà per un rammollito» Conclude ridacchiando.

«Te la meriti una fig... cioè... Ector... non volevo.. è l’abitudine...»

«Falla finita e non trattenerti scema! Muoviti a riprenderti cosi faccio sparire tua madre da questa casa, quello stronzo mi ha chiesto 50€ al giorno per il noleggio, se resta qui altri due giorni è come se io ti avessi acquistata due volte..»

La rossa annuisce e comprende che, nonostante 50€ al dì possano essere una cifra apparentemente insignificante, non sa nemmeno come Ector si guadagni da vivere quindi tollera la cosa con pazienza, in fondo incuriosita dallo strano atteggiamento dell’uomo che si è auto punito digiunando mentre la puniva.

Dopo circa un ora la signora Kozuki rientra nella stanza felice e gioiosa, Ector gli ha spiegato che, inteneritosi dopo aver ricevuto le scuse più cordiali di Kallen, gli ha somministrato liquidi in vena e che presto la farà mangiare. La donna al settimo cielo ringrazia Ector prostrandosi come un cane si prostra davanti al padrone per poi attendere paziente l’amico di Ector per essere portata via.

Due ore dopo l’amico di Ector arriva così, dopo aver salutato la figlia, la donna va via speranzosa che la stessa si comporti bene in futuro e che ubbidisca al suo padrone. Ector torna da Kallen, che era ancora distesa sul letto matrimoniale, la invita ad alzarsi e lei, seguendo le sue istruzione una volta alzatasi inizia a parlargli:

«Mi sento meglio ora ma... spiegami come mai non hai detto nulla a mia madre..»

«Non volevo fare una figura di merda!» Esclama.

«Dovevo immaginarlo... così ne hai fatta fare una a me eh?»

«Si dai! Alla tua età anche io ne facevo tante con i miei genitori!» Ridacchia.

«Certo come no... sarai figlio del diavolo –ride di lui- ora dov’è il mio pasto “Padron Ector”?»

«Chiamami ancora padrone e il pasto lo scarico nel Water!»

«Va bene Ettoruccio come vuoi!» Esclama sarcastica.

«Cosi va meglio! Seguimi Kallenuccia!»

La rossa lo segue fino al soggiorno, dove trova la tavola imbandita per entrambi. Come primo Ector prepara una carbonara semplice e come secondo del pollo al forno con patatine fritte. I due si siedono uno di fronte all’altra e dopo essersi dati il buon appetito iniziano a mangiare. Durante il pasto Kallen squadra Ector, non capisce chi sia il suo padrone... un aguzzino che non le darà tregua? O uno sfigato che è semplicemente cotto di lei e sta tentando di innescare una sorta di giochino psicologico per conquistarla? Non si fa scrupoli e gli fa la prima domanda che gli viene in mente.

«Perchè proprio io? Come mai Ector?»

«Ricordi la tua prima battaglia con quel Glasgow rosso?»

«A Shinjuku dici?»

«Esatto.. sai un Britanno stava per schiacciarmi ma tu lo spingesti via... non fosse per te sarei morto»

«Quindi ti ho salvato la vita... allora perchè portarmi qui e trattarmi a quel modo?»

«Sapevo come fare soldi, come comprarti e salvarti ma non cosa fare.... volevo sembrare un Britanno bastardo e evitarti la morte visto che eri solo merce invenduta ma... mi è stato impossibile Kallen... io ho un grosso debito con te e vorrei in qualche modo aiutarti nei limiti delle mie possibilità»

«Ti chiederei di liberarmi ma... dubito che tu voglia farlo... sarebbe un suicidio per te vero?»

«Esatto, ti farei un altra proposta se vuoi»

«Spara»

«Resta qua, come mia ospite, collaboriamo nel gestire la casa e viviamo assieme come amici... so che non è una grande prospettiva ma... posso darti solo questo»

«Credo che dovrò accettare... non ho altra scelta... ma dimmi, hai intenzione di provarci con me o altro?»

«Ovviamente voglio provarci con te bellezza! –ridacchia- ti rendi conto di quanto sei figa?»

«E tu ti rendi conto di quanto sei brutto?»

Dopo quella frase Ector si gira con la sedia e incrociando le gambe su di essa sconsolato fa silenzio per circa 20 minuti, poi Kallen si accorge di averlo offeso e alzandosi in piedi:

«Guarda che scherzavo, ma non posso certo vederti bello! Non è facile per una donna cancellare un abuso, sappilo!»

«Lo so Kallen... non me la sono presa giuro – si gira verso di lei- ORA CAZZO MANGIAMO HO FAME!»

I due continuano il pasto e una volta terminato, arrivate le 14:20PM, si alzano dalla tavola, che Kallen provvede a sparecchiare senza che gli venisse chiesto con Ector che la osserva sorpreso. Successivamente la rossa va nella sua stanza e si mette a dormire mentre l’uomo si stende sul divano e accende la tv, dove stavano trasmettendo I Simpson, per poi addormentarsi poco dopo tra mille pensieri “volevo fare qualcosa di decente per Kallen ma credo di aver fatto un vero casino.... Non so che cavolo fare! Forse farei meglio a essere semplicemente me stesso e accollarmi tutti i rischi di un eventuale controllo degli ispettori per la schiavitù”.

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Capitolo 6
*** Invito ***


Capitolo 6

Sono passati ormai due mesi da quando Kallen è stata seviziata, soffrendo di fame e di sete, Ector si comporta come se nulla fosse mai accaduto mentre Kallen nonostante venga trattata bene e collabori attivamente a cucinare e mantenere pulita la casa di Ector, si fa delle domande sulla vita dello stesso.

«Ector dimmi... Ma tu come vivi? Non ti ho mai visto di lavorare un solo giorno da quando sono qui» Chiede la rossa.

«Non lavoro in realtà... qualche anno fa ho scritto un libro Fantasy e pare che quel libro piacesse molto alla principessa Cornelia e a sua sorella Euphemia... in pratica lo hanno letto porci e cani per emulazione e da allora vivo di rendita...»

«Sembra comodo ma noioso sai? La vita con te non è il massimo... guardi solo film e serie tv dalla mattina alla sera!»

«Preferiresti che tornassi a passare il mio tempo a seviziarti?»

«Questa non dovevi dirla...» Afferma la rossa prima di tirare una sonora sberla a Ector.

«Scusa... potevo evitare una battuta simile» Ammette lui rimanendo immobile.

«Non so con quali intenzioni mi hai comprata... ti avrò salvato la vita una volta ma non mi convince, e se pensi che un uomo che mi ha quasi uccisa potrà mai interessarmi sotto altri punti di vista mi spiace ma ti sbagli!»

«Beh... mi sottovaluti Kallen, non sono tanto stupido da provarci con una donna che ho seviziato e che è mia schiava... schiava o no tu mi odierai per il resto della tua vita seppur tu riesca benissimo a nasconderti dietro una maschera di tolleranza nei miei confronti»

«..........»

Il campanello suona, Kallen va ad aprire la porta e il postino lascia nelle sue mani una lettera indirizzata a Ector che lei le porta immediatamente senza nemmeno leggere il mittente. Ector la apre svogliatamente e inizia a leggere il testo:

Contenuto lettera

Rispettabile Ector

Geremia Gotvald ha l’onore di invitare lei e la sua signora a un evento che si terrà a New Pendragon fra 3 giorni, evento in cui sua maestà Lelouch Vi Britannia ricorderà l’anniversario della scomparsa di sua altezza Euphemia  che si sacrificò per epurare questo mondo dallo sporco sangue Giapponese con il suo mirabile piano di sterminio. La invitiamo caldamente a prendere parte ai festeggiamenti assieme alla sua compagna per poter autografare la copia personale del suo libro “La vita e la morte” di sua maestà l’imperatore.

Quando Ector termina di leggere Kallen rimane stupefatta mentre lui assume un espressione cupa in volto, come se tale lettera l’avesse urtato moltissimo.

«Sembra che quella lettera ti abbia creato problemi, puoi rendermi partecipe?»

«Semplice... già due volte l’imperatore mi ha invitato a questa cerimonia e io due volte ho rifiutato... questa volta però sembra che sia Gotvald in persona ad aver inviato questo invito... guarda il timbro a secco imperiale...»

«Si lo vedo e quindi? Dice che devi portare anche la tua donna, sei quindi sposato?»

«In realtà credo che si riferiscano indirettamente a te.... di norma quando si invita una persona si dice accompagnatrice e non donna... per un imperiale che manda un invito formale questo non è un errore ma una forzatura... credo che vogliano proprio che porti te»

«Nessun problema, credo che tu non possa evitare di portarmi a questo incontro allora... beh compra un kit per il trasporto schiavi io... resisterò..»

«Vuoi dire che ti faresti mettere catene a gambe e braccia da me per andare li?»

«Ho altra scelta?»

«Direi che la tua scelta potrebbe essere tranquillamente venire con me vestita in modo da far impietrire l’imperatore» Afferma facendo l’occhiolino alla rossa.

«Sei forse impazzito? Se Lelouch... cioè l’imperatore non gradisce ti farà giustiziare!»

«Lelouch? E’ la prima volta che ne parti e hai la faccia di una che lo conosce bene sai?»

«No... no cioè che dici? Io ero un comandante dei Cavalieri Neri nonchè scorta di Zero in persona! Come potrei conoscere l’imperatore?»

«Bella domanda a cui non so rispondere, ma è sicuro che stai dicendo stronzate»

«Se davvero mi rispetti come vuoi farmi credere smettila... verrò ma a tuo rischio e pericolo Ector..»

Ector china il capo e seppur dubbioso pensa subito ad uscire per far acquistare a Kallen un vestito da sera per l’occasione.

 

I due escono e vanno in giro per negozi come una vera coppia, lui non mostra Kallen come sua schiava ma al contrario la tratta come un amica, cosa che lei gradisce visibilmente. La ragazza non approfitta di lui per comperare cose inutili, non vuole debiti di alcun tipo con l’uomo, ma quando i due si fermano davanti a una vetrina di un negozio di capi firmati molto rinomato le cose cambiano. Kallen non aveva mai visto un negozio con abiti così belli, rimane abbagliata da un abito da sera lungo e scollato di colore Nero bordato di pietre simili a diamanti sulle spalline e sullo spacco della gonna con un foular piumoso sintetico ricoperto di Swarozsky sintetici di colore rosso.

«Guarda che meraviglia Ector!» Esclama con occhi illuminati come lampadine.

«Già è vero! Saresti un incanto con quel vestito»

«Quanto vorrei potermelo permettere... non posso chiederti però una spesa così esorbitante»

«Non devi perchè piace a me e quindi lo prendo subito!»

«MA SEI PAZZO?»

«No cara, però sai io non esco molto e quindi quella mezza occasione mi servirà per guardare la ragazza che mi piace al meglio!»

«La ragazza che ti piace?»

«SU! SU! Non sompere entra che ti provi il vestito e ti prendo anche un paio di scarpe»

La ragazza non se lo fa ripetere ed entra nel negozio seguita dall’uomo. Prova l’abito e le sta da dio. Chiede a Ector di osservarla e lui, con uno sguardo quasi assorto dalla visione della rossa, rimane immobile per qualche minuto prima di potergli fare i complimenti. Kallen accortasi della cosa sorride girandosi però dall’altra parte come a non volersi far notare da lui. Poi, quando arriva il momento di rimettere i propri vestiti e portare il nuovo capo alla cassa, la rossa osserva il cartellino con il prezzo dell’abito leggendo “3899.99€” una cifra che non si sente di chiedere a Ector nonostante tutto. Intristita esce dal camerino e, fingendo d’essere delusa dal tessuto scadente dell’abito chiede a lui di andare via. L’uomo non la asseconda e le ordina di andare a casa loro a piedi.

«Ma.... (abbassa la voce per non farsi sentire dalla cassiera) Ector sono una schiava non posso girare da sola»

«Sta tranquilla sei a un solo KM da casa, ce la farai, io ti raggiungo tra qualche minuto va bene?»

«Okay ma fa in fretta, io cercherò di non sembrare una schiava»

Con ciò la rossa si dirige a passo veloce verso casa coprendosi il volto con il colletto di una delle sue tute in acetato. A 100mt dall’lingresso osserva la zona e, accertatasi dell’assenza dei vicini che potevano ricordarsi il suo volto entra sgattaiolando in casa come un ladro per poi chiudere la porta.

Quaranta minuti dopo anche Ector torna a casa con una grossa busta in mano contenente 3 scatole di cui una grande e due piccole. Kallen va a vedere se tutto e in ordine e rimprovera Ector per averci messo troppo tempo.

«Perchè ci hai messo tanto? Ho avuto paura! IDIOTA NON FARLO MAI PIU’!»

«FALLA FINITA TU! IDIOTA DI UNA PILOTA SENZA PATENTE!»

«Brutto stronzo! Ti ricordo che è colpa dei Britanni come te se i...» Non può finire la frase.

«Questo è il vestito che ti piaceva, credevi che non te lo avrei comprato solo perchè costava un botto? Primo dovevi leggere 80% Off visto che era in super sconto e poi devi capire che se una cosa ti piace, visto la vita di merda che sei costretta a fare, io te la compro, va bene?»

«Ector... non sono la tua ragazza ma solo la tua serva... la tua schiava... attento a non confondere le cose»

«Non le confondo affatto, se è così che la metti io ti ordino di mettere quel vestito al ricevimento e se solo oserai disubbidirmi o mettere le catene da uscita a quel ricevimento giuro che trovo il modo di farti finire in un campo di lavoro in siberia.. chiaro?»

La donna annuisce seppur con aria molto triste, Ector va via e la lascia sola subito dopo. Lei non sa che pensare, un regalo troppo grande che la fa sentire come una sanguisuga che sfrutta Ector per i suoi scopi, la donna... per quanto abbia iniziato a provare rispetto per il suo padrone non accetterebbe mai l’idea di poter vedere in un altro modo colui che le aveva fatto da aguzzino all’inizio ma... una telefonata di sua madre, concessagli da Ector e dal suo amico accordatisi giorni prima, cambia drasticamente le cose.

Una volta al telefono Kallen inizia a conversare con sua madre e gli racconta l’accaduto, del vestito costoso e del modo in cui era stata trattata negli ultimi tempi.

«Kallen tesoro mio, è bellissimo il modo in cui Ector si prende cura di te, non ci avrei mai sperato»

«Mamma ti prego... quasi vorrei essere trattata come una comune schiava»

«Non dirlo nemmeno per scherzo! Da quel che mi dici Ector si è dimostrato un uomo meraviglioso, se solo tu riuscissi a dimenticare tutto quello che è accaduto»

«Non posso mamma! E’ stato troppo... troppo...»

«Troppo come le frustate che ricevo ogni sera dal mio di aguzzino ragazzina? Troppo come i 5 rapporti sessuali al giorno che sono costretta a consumare con lui? Oppure come i 13 aborti che ho subito in 3 anni?»

«Mamma io....»

«Hai un uomo che ti rispetta e che non ti tratta come schiava... rifletti...»

Poco dopo le due si salutano, Kallen non ha voglia di parlare oltre di tutto quel che sta accadendo, si sente combattuta e da una parte vorrebbe dare una possibilità a Ector tuttavia decide di aspettare il ricevimento per valutare fin dove Ector è disposto a spingersi “spero che non mi prenda in giro, poi io... se lui volesse ridicolizzarmi davanti ai Britanni? Se si fosse comportato bene solo per questo? Ti prego fa che prenda la decisione giusta” Pensa lei prima di iniziare a piangere andandosi a nascondere in camera sua con il vestito appena comprato stretto a se.

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Capitolo 7
*** Ansia ***


Capitolo 7

Il giorno del ricevimento al quale Victor è stato invitato arriva rapido. Kallen e il suo amico/padrone si sono quasi ignorati nei giorni precedenti, la prima imbarazzata e il secondo indignato per il comportamento della prima che, a suo dire, aveva rifiutato ciò che per lui era un semplice pensiero da quattro soldi.

Ector sveglia Kallen a un orario inconsueto 11:30 AM, di norma odia che lei si svegli tardi alla mattina, ma quel giorno fa un eccezione. Entra nella sua stanza molto lentamente, quasi gli dispiacesse doverla svegliare, ma lei è già semi sveglia ad attenderlo.

«Buon giorno padrone...»

«John Porno cara!!»

«Come scusa? Sicuro di stare bene?»

«No è che non sapevo cosa dire... pronta per la festa di questa sera?»

«Certo come no, mi sento pronta come un aragosta che sta per essere cucinata viva»

«Smettila dai! Okay che le aragoste hanno il guscio dello stesso colore dei tuoi capelli però loro sono molto meno sexy!»

«Se ti diverte continuare a fare battutine su quanto io sia sexy fa pure ma... di certo non mi convincerai a essere ansiosa di andare a quel ricevimento»

«Suvvia!!! Sarà una bella festa!! E se qualcuno prova a crearti problemi per il tuo status di schiava vedrai che gli combino!»

«CHE MERAVIGLIA! SE VUOI FARMI UCCIDERE AGGREDIRE ANCHE SOLO VERBALMENTE UN NOBILE O UN ALTRO OSPITE MI FAREBBE DECAPITARE!» Urla lei fissando Ector con sguardo spaventato e arrabbiato al tempo stesso.

Ector ride a quelle urla ed esce dalla stanza mentre Kallen, stringe i pugni poggiandoli sulle ginocchia digrignando i denti “Perchè si comporta così, pare che aspetti solo l’occasione giusta per dimostrarmi che è disposto a proteggermi ma non capisce che peggiorerebbe solo la situazione? Mi ha comprata un bambino...”

Alle ore 21:30 manca pochissimo al ricevimento e Ector chiama Kallen che si stava preparando nella camera da letto matrimoniale che lui le aveva messo a disposizione. La rossa esce poco dopo con in dosso il bellissimo abito da sera che lui le aveva comprato giorni prima. Ector la osserva e impallidisce dinanzi alla sua bellezza, il seno scoperto ma non volgare, i capelli pettinati in modo da sembrare eleganti e sportivi al tempo stesso con le due ciocche laterali che come sempre cadono una per lato sul viso della rossa e delle extencion applicate alla chioma posteriore che rende signorile ed elegante l’acconciatura. L’espressione di Kallen non lascia trapelare dubbi, la ragazza è assai imbarazzata nel farsi vedere da Ector vestita a quel modo ma a lui non sembra interessare il suo imbarazzo e quindi:

«Sei davvero... insomma... io... non... sei....» Prova a parlare singhiozzando.

«Suvvia Ector! Dillo pure! Le cosce non si vedono bene con questo lungo vestito eh?»

«A parte quello beh... in realtà tu sei.. sei un visione Kallen mi incanti...» Afferma lui imbarazzato.

«Beh allora mi converrà incantare anche il resto della corte di sua maestà Lelouch se voglio uscire viva da quel ricevimento! Anche se dubito che un accompagnatore vestito in Blue Jeans e camicia nera potrebbe mai aiutarmi in quest’impresa» Esclama lei come a voler evitare di continuare ad assecondare Ector passando a una battuta su quella che per lei si preannuncia come una pessima serata.

Ector ride di gusto alla battuta e invita la ragazza ad aspettare seduta al divano l’arrivo dell’auto del regno che li avrebbe condotti al ricevimento. Quando lei si diede al divano lui, nascosto dietro a un muretto, inizia ad osservarla intensamente, come se il suo aspetto quella sera lo avesse definitivamente folgorato. Poco dopo però viente interrotto dal campanello che suona, l’autista è arrivato e li attende quindi i due devono dirigersi immediatamente all’auto che li avrebbe portati a destinazione. Kallen, palesemente impaurita esce dalla porta e mentre Ector gira la chiave della stessa per chiuderla lei gli afferra la mano e la stringe con forza:

«Per favore.. non abbandonarmi, non questa sera» Conclude con espressione cupa in volto e sguardo basso.

«Credi che lo farei?» Chiede ridacchiando.

«....»

Un minuto dopo entrambi sono a bordo dell’auto, che prontamente, si dirige a palazzo dove sono attesi.

 

Palazzo imperiale, Ore 22:35

L’aria a palazzo appare gradevole, una melodia che risuona da un enorme pianoforte accompagna la coppia dall’ingresso fino al corridoio finale in cui, un annunciatore vestito in modo elegante e raffinato, annuncia appunto i nomi dei nuovi arrivati leggendoli da una lista. L’uomo chiede il nome prima a Ector e poi a Kallen, il primo si presenta senza fare troppe storie dicendo

«Ector! Quello che ha scritto il libro che piaceva a sua altezza Euphemia!»

«Kallen Kozuki». Si presenta lei insicura.

«Vuole dire schiavo Nr: 3840324-12° giusto signorina?» Chiede perplesso l’annunciatore.

«CHE COSA? Chiama ancora la mia accompagnatrice con un numero e finirai per diventare parte integrante di quel piano forte che vedo laggiu!» Esclama Ector palesemente irato.

«Che succede qui? Va tutto bene?» Chiede un uomo dai capelli verdi che si avvicinava in quel momento.

«Sir Geremia! La prego, questa schiava si è presentata con il suo nominativo.. per altro giapponese e non con il suo numero identificativo»

«E quindi? Se la schia.. pardon la ragazza qui presente accompagna il signor Ector è naturale che lo abbia fatto, rispetta l’etichetta per certe occiasioni»

A quel punto Geremia va via mentre l’annunciatore, seppur visibilmente contrariato, attende qualche minuto e poi annuncia l’arrivo di Ector e Kallen al resto della sala usando un piccolo microfono.

Dall’altra parte della sala, enorme e maestosa, si trovano il trono di Lelouch Vi Britannia e della sua regina C.C., Il primo chiede alla donna dai capelli verdi:

«Cosa ne pensi? Te lo aspettavi?»

«Leggendo il libro di quell’uomo mi sarei aspettata Kallen dentro un vassoio e non così elegante mano nella mano a lui»

«Magari vuole solo giocare a fare il finto tenero che ne pensi mia regina?»

«Oh magari è come penseresti di chiunque vedendolo in quella situazione»

«Kallen è proprietà del suo padrone in fondo può anche portarsela a letto se lo desidera e fingere che lei sia ciò che vuole... fino a quando ciò mi sta bene è ovvio..»

«Che cosa stai cercando di dirmi Lelouch?»

«Semplice... Kallen ha cercato di uccidermi e questa sera potrei decidere di eliminarla se le cose non si mettono come io spero...»

«Un altro dei tuoi luridi giochetti?»

«Non esattamente... intendo gustarmi qualcosa di meglio mia regina» Conclude accennando un sorriso malevolo.

 

Intanto Kallen ed Ector iniziano a girare per la grande sala, lui tiene per mano lei quasi trascinandola verso i tavoli incitandola a prendere da mangiare e da bere e a stare tranquilla, Kallen cerca in tutti i modi di sciogliersi o di far finta di farlo ma gli è impossibile. Nonostante quella sera sia una delle presenze femminili più giovani e belle ognuno degli invitati la osserva con disappunto e commenta a bassa voce la sua presenza in quella sala con frasi tipo:

«Chi è quella? Non doveva certo portarla tra noi» A parlare è una donna bionda vestita con abito lungo rosso di circa 45 anni.

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«Che indecenza.. quella schiava dovrebbe prepararmi il pranzo non mangiarlo assieme a me» Sussurra a sua moglie un uomo di 75 anni in frak nero con capelli brizzolati.

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«Ma dove ha messo il guinzaglio di quella cosa il tizio? Magari lo ha perso?» Chiede una bambina ci 11 anni alla sua amica accanto a lei.

«Ma smettila! Magari vuole farla esplodere o accoltellarla mentre è ben vestita, sarebbe bello se un autore tanto famoso ammazzasse una schiava davanti a noi non credete ragazze?»

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Kallen riesce ad ascoltare la conversazione del gruppo di ragazzine e china il capo umiliata, Ector lo nota e la stringe per un fianco e gli chiede sorridente:

«Magari l’idea non ti garba ma che dici se ci baciamo così questi idioti la finiscono di dire stronzate?»

«Ector io... –Arrossisce- Per favore... non è necessario.. sopporterò» Conclude per poi stringere la mano dello stesso sorridendogli dolcemente.

Nel frattempo Geremia si avvicina alla coppia:

«Che carini che siete, schiava e padrone»

«Che vuoi cavaliere con i capelli che sembrano di basilico?»

«Il suo umorismo è originale signor Ector, per questo sua altezza Euphemia la adorava come autore, è in grado di inserire comicità anche laddove la sua esistenza è impossibile... come a una festa piena di britanni in cui i soli schiavi sono incatenati e costretti a cucinare dopo giorni di stenti con una musseruola alla bocca»

«Il sadismo non è il mio argomento mio cavaliere dalla chioma verdissima come la muffa» Ridacchia con palese atteggiamento di sfida.

«Su forza mi segua signor Ector!sua maestà vuole parlarle subito!» Esclama Geremia irritato.

Ector prende per mano Kallen, che tettorizzata lo segue sudando freddo, lui semplicemente gli chiede di smettere di sudare per non rovinarsi l’acconciatura e le extencion ma sopratutto di fidarsi di lui. Kallen non riesce a farlo anche se vorrebbe... impaurita e con gambe tremanti segue il compagno senza fiatare mentre lui, anchessò con un pizzico di insicurezza leggibile in volto, sorride mentre accelera il passo per seguire il cavaliere dai capelli verdi.

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Capitolo 8
*** Ricevimento e sorpresa ***


Capitolo 8

 

Kallen ed Ector vengono condotti dinnanzi a Lelouch e a CC in pochi minuti da Geremia. Ector non sembra affatto preoccupato dalla cosa mentre la rossa mostra chiaramente paura e ansia. L’imperatore scende dal trono sul quale era seduto e si avvicina ai due, Kallen si china in segno di rispetto ma Ector quasi ride in faccia al giovane sovrano che ai suoi occhi appare come un ragazzino inesperto.

«Finalmente ho il piacere di conoscerla signor Ector» Afferma sicuro l’imperatore.

«Vi direi la stessa cosa maestà ma stavo meglio a casa a dormire» Ridacchia beffardo.

«Dovrebbe moderare i termini!» Esclama Geremia irato.

«Basta così mio buon Geremia, il signor Ector ha fatto un enorme sforzo a venire qui da noi oggi, sappiamo bene quanto lui odi gli esseri umani. Non è forse così Ector?» Conclude l’imperatore chiedendo a Ector.

«In effetti se devo incontrare un mucchio di tromboni politici che offendono la mia compagna di ballo non appena arriva sono a disagio, ma di norma mi piace scoccare cibo a una festa mio adorato imperatore» Conclude Ector con un sorriso a 32 denti.

«Se lei porta una schiava a un ricevimento pieno zeppo di nobili è normale che questa verrà denigrata e offesa» Interviene CC inespressiva.

L’imperatore però alza la mano e fa segno di voler intervenire singolarmente e senza l’intervento di nessuno voltando poi il capo verso Kallen

«Kallen Kozuki, quanto tempo, come stai?»

«Bene sua maestà»

«Da quel che vedo il tuo padrone non ti fa mancare certo tutte le comodità di cui hai bisogno»

«Faccio solo quel che lui mi chiede mio imperatore»

Ector rimane innervosito e storce il muso all’ultima affermazione di Kallen tanto da sbuffare più volte mentre Lelouch continua imperterrito a porre alla rossa domande di finta cortesia palesemente insensate e prive di fondamento logico pur di “divertirsi” a vedere la ragazza chinare il capo rispondendo sempre in modo affermativo.

«Dimmi Kallen, hai dei capelli molto belli questa sera hai pensato di farli crescere?» Chiede CC sorridente.

«N.. No sua maestà imperiale, il mio padrone mi ha ordinato di vestirmi in questo modo e io ho eseguito nulla di più»

«COSA? Non gli dia retta sua altezza la mia bella principessa mi ha fatto un regalo –sorride arrossendo- io l’ho gradito e punto!»

«Addirittura principessa signor Ector? Lo sa che è vietato legare sentimentalmente con gli schiavi vero?» A parlare questa volta fu Geremia con tono sarcastico.

«Si lo so signor Geremia ma... non me ne frega niente, capisce?» Conclude Ector.

Lelouch sembra infastidito dall’atteggiamento di Ector e nonostante cerchi di nasconderlo la rabbia trapela dai suoi occhi. L’imperatore chiede quindi all’uomo di seguirlo assieme a Kallen in un corridoio poco distante da li per poter parlare con loro in privato. Il gruppo di tre persone si incammina quindi verso il corridoio mentre Geremia, che appare in disaccordo, resta assieme a CC ad osservare la festa.

Una volta arrivati nel corridoio Lelouch cammina per circa 30 metri lungo lo stesso per poi fermarsi e girarsi di scatto. Fissa Kallen ed Ector con aria innervosita e poi:

«Kallen Kozuki, io ti ordino di strapparti quel lurido vestito di dosso!»

«Ma che sei scemo imperatore!» Esclama Ector.

«Niente affatto signor Ector, io sono l’imperatore di britannia e ho il diritto di dare ordini a chiunque lei compreso, figuriamoci a una schiava!»

«Ector lascia perdere... è solo un vestito non ci perdo nulla a levarlo» Afferma lei iniziando ad abbassare le spalline del suo vestito.

«STA FERMA KALLEN, QUESTO SPORCO RAGAZZINO NON HA IL DIRITTO DI DARTI UN ORDINE SIMILE!»

«Ne sei certo Ector?» Ridacchia Lelouch estraendo una pistola e puntandola verso l’uomo.

«No aspetta Lelouch! TI SUPPLICO MI TOGLIERÒ OGNI COSA MA NON FAR DEL MALE A ECTOR!»

«Vedo che tieni al tuo padrone più di quanto dimostri mia adorata Kallen, bene ora puoi anche evitare di rivestirti, la sala in cui sarai sfruttata dagli ospiti a fini sessuali non è qui ma dall'altra parte del palazzo»

«Sfruttata a fini sessuali?» Chiede lei spaventata.

«Ovviamente, sarai il pezzo forte di un banchetto erotico che ho preparato per te e per i miei ospiti, può partecipare anche il tuo padrone se ti va» Conclude Lelouch ridacchiando per poi dare le spalle ai due.

Ector sembra colmo di rabbia, Kallen lo osserva impietrita e spaventata dalla reazione che potrebbe avere nei confronti di Lelouch. L’uomo fissa l’imperatore teso come una corda di violino e dopo un attimo parte all’attacco e lo afferra alle spalle disarmandolo. Un attimo dopo Ector riesce a far cadere dalle mani di Lelouch la pistola che ancora impugnava e poi con una singola mossa lo gira verso di lui e lo guarda negli occhi dicendo:

«Goditi il viaggio imperatore dei miei stivali!» Pronunciata quella frase gli occhi di Ector si illuminano di rosso e il simbolo del Geass compare in entrambe le pupille.

Il geass di Ector cattura Lelouch che rimane intrappolato per un attimo nella mente dello stesso per poi svenire un attimo dopo. Ector porta la mano ai suoi occhi e dolorante urla straziato. Sembra che usare il Geass su Lelouch lo abbia danneggiato tanto da far uscire del sangue dal suo naso. Kallen si accorge di ciò che è in grado di fare l’uomo ma non gli importa, ai suoi occhi in quel momento Lelouch non è altri che il suo salvatore e quindi si dirige svelta verso di lui per prestargli soccorso.

«Ector! Ector! Avanti! Anche Lelouch ha un Geass è forse per questo che stai male?»

«No.. no al contrario lui non ha solo un geass ma anche altro, come la sua amica CC... ho rischiato di morire usando il mio potere su di lui piccoletta..»

«Ora spiegami cosa gli hai fatto Ector, cerchiamo di capire come muoverci»

«Il mio potere mi consente di azzerare la memoria nulla più... di Lelouch Vi Britannia è rimasto solo un guscio vuoto adesso»

«Che cosa? Ma... vuoi dire che... in pratica è clinicamente morto?»

«Non proprio.. ti spiegherò tutto ma ora devo ripulirmi, come vedi anche a lui esce del sangue dal naso, penseranno a un emorragia cerebrale e ce ne andremo senza dare troppo nell'occhio... cosi poi mi spieghi come fai a conoscere il geass mia bella principessa» Conclude sorridendo verso la sua compagna d’avventura.

«Si certo, ora però farò finta di chiamare i soccorsi, tu pensa a far sparire la sua pistola, credi di farcela?»

Ector risponde in modo affermativo alla compagna e un attimo dopo, seppur a stento, si alza da terra per prendere la pistola dell’imperatore e rimettergliela in tasca “non saprei dove buttarla e poi se Geremia sapeva che Lelouch era armato capirebbe... così non corriamo rischi invece”.

Trenta minuti dopo la sala viene fatta evacuare da tutti tranne Ector, Kallen, Geremia e CC che rimangono a osservare Lelouch. Sull’imperatore ogni tentativo dei medici di farlo rinvenire è vano e alla fine la stessa CC ordina agli stessi di farla finita e di portarlo in ospedale per ulteriori controlli visto che il suo stato di incoscienza perdurava da troppo. Geremia segue il suo signore e, assieme ai medici, lo trasporta in elicottero in ospedale. CC una volta rimasta sola con la coppia si rivolge a Ector sorridente:

«Vedo che hai imparato a controllare il tuo potere mio caro Ector»

«Già esatto CC! Ti sono cresciute le tette o hai messo una roba imbottita?»

«Vuoi finirla Ector! Non sei più il bambino che voleva essere allattato da me –ridacchia- o vuoi che racconti alla tua bella tutte le cretinate che facevi da piccolo?»

«NONONONO!!!!!! EVITA... EVITA MIA CARA MAMMIA C.C.!» Urla Ector.

«Voi due vi conoscete?»

«Certo Kallen! Fu CC a salvarmi la pelle prima di te 25 anni fa donandomi il potere che tu chiami Geass, non la adoro ma è stata come una madre malata quindi la rispetto»

«Ca... capisco.. Ector...»

«Perdonami piccola... avrei voluto dirti tutto dall’inizio ma... non potevo.. ad averlo saputo che eri al corrente dell’esistenza del potere dei re... dio se sarei stato felice di potertelo confidare»

«Ora non discutete ragazzi, andate via! Vivrete felici e magari avrete anche dei bei bambini... e tu Ector non essere troppo noioso con Kallen!»

«Cosa che dici CC sei scema?» Chiede Ector.

«CC ma non ti sembra di correre un po troppo?» Chiede Kallen.

«E’ nel vostro destino e si vede benissimo, ora andate!»

I due si guardano negli occhi e decidono di dileguarsi da palazzo sgattaiolando fuori dai cancelli. L’impresa vien facile ai due data l’assenza di guardia per via del malore di Lelouch. Una volta usciti percorrono qualche km e Kallen si priva di parte dell’abito da sera per sembrare una comune cittadina di ritorno a casa. Successivamente passa un autobus e Ector suggerisce di prenderlo per poter tornare velocemente a casa loro, la rossa accondente e così entrambi salgono sul bus rimanendo però in silenzio durante tutto il tragitto.

Una volta arrivati a destinazione i due scendono e si dirigono verso casa, che era distante un centinaio di mentri dalla fermata. Ector estrae le chiavi dalla tasca per aprire la porta tremante, Kallen lo nota e mentre lo osserva pensa “Ector.. adesso che faccio... che facciamo io e te adesso?”

 

 

 

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Capitolo 9
*** Lieto Fine ***


Capitolo 9

I due entrano in casa di ritorno dal ricevimento finito male, entrambi spossati si dirigono in soggiorno per sederesi sul divano. Ector, stremato e nervosot e Kallen semplicemente ansiosa di capire molte cose sul suo padrone... un padrone che ormai considera in modo diverso seppur non sappia di preciso come inqudrarlo in quel momento. Una volta seduti i due si guardano negli occhi imbarazzati, non sanno bene che dire, Kallen arrossisce ma riesce comunque a prendere la parola e a rompere il ghiaccio.

«Senti Ector... Io ho conosciuto molto tempo fa Lelouch e se vuoi poss...» Viene interrotta da Ector che prende la parola.

«So tutto Kally... Sai, quando cancello la memoria di qualcuno ne assorbo i ricordi, in pratica ora so tutto ciò che hai fatto con Lelouch... compreso quel bacio che mi ha dato parecchio sui nervi!»

«Sui nervi? Per quale motivo?» Chiede lei sorridendo con dolcezza.

«.......» Arrossisce.

«Adesso però che ne dici di spiegarmi come fai ad avere un Geass e a conoscere CC?»

Alla richiesta di Kallen Ector annuisce e inizia a raccontare un evento vecchio di 25 anni.

 

Inizio Flascback

25 anni prima, Euro Britannia – Località Sconosciuta –

Era una calda mattinata d’agosto quando una famiglia composta da 4 persone si dirige verso una località balneare per le vacanze estive. Alla guida dell’auto che trasporta la famiglia vi è un uomo di circa 40anni dalla carnagione scura e i capelli castani lunghi raccolti in un codino, mentre al fianco vi è una donna di circa 30anni bionda e magra vestita con un top nero e dei pantaloni di blue jeans. Sul retro dell’auto ci sono invece due bambini, uno castano con occhi azzurri e folte sopracciglia e l’altro biondo con occhi azzurri, rispettivamente di 5 e 4 anni. I quattro si trovano a bordo di una monovolume di colore nero metallizzato.

«Bambini smettetela di giocare! Vi farete male!!» Esclama la donna a gran voce.

«MAMMA MAMMA! VICTOR HA PRESO LA MIA PENNA MAGICA!» Urla il bambino dai capelli castani.

«Ector per favore cerca di essere più comprensivo con tuo fratello! Lo sai che ha un ritardo mentale»

«Ma siccome è ritardato può rubare?»

«No Ector, ma tu devi aiutarlo e quindi lascialo perdere per un po!» A parlare è il papà. Ector sbuffa e si mette a guardare il panorama dal finestrino chiedendo alla madre di chiudere leggermente il suo finestrino, dato che il vento lo infastidiva, cosa che la donna fa pur di non ascoltare i lamenti del bambino.

Passano due ore, l’auto tra attraversando un ponte sospeso lungo 400mt a 4 corsie che affaccia su un fiume immenso. Victor inizia a giocare vivacemente assieme a Ector, con il quale aveva fatto pace poco prima, ma a un tratto il piccolo Ector spinge suo fratello verso la parte anteriore dell’abitacolo e il bambino va a sbattere contro il braccio di suo padre che perde il controllo dell’auto. Nonostante l’uomo cerchi di riprendere velocemente il controllo del mezzo non ci riesce e così esce fuori strada e l’auto cade nel fiume. Ector viene sbalzato fuori quando, dopo l’impatto, uno dei finestrini va in frantumi mentre i restanti affondano assieme all’auto. Il bambino viene trasportato dalla corrente fino allo sbocco del corso d’acqua sul mare dove il corpicino quasi esanime si spiaggia.

Arriva la sera e il piccolo Ector si risveglia dopo un lungo sonno sorpreso d’essere ancora vivo. La spiaggia è deserta e non vi sono luci a parte quella delle stelle. Prova a rialzarsi ma le sue gambe gli fanno male, entrambe fratturate e sanguinanti. Ector ha fame e sete e il suo piccolo corpo sta ormai cedendo ma, mentre osserva le poche stelle in cielo avverte una presenza alle sue spalle.

«Non aver paura piccolo, questo è il tuo giorno fortunato» A parlare è una donna dai capelli verdi apparentemente tra i 18 e i 22 anni di eta.

«Cosa hai fatto? Mi hai dato una medicina? Mi sento meglio quindi grazie!» Sorride il piccolo rialzandosi per poter guardare negli occhi la donna.

«Figurati piccolo, ti chiami Ector vero?»

«Si mi conosci? Come sai il mio nome?» Chiede il bambino impacciato.

«Ti conosco da poco ma già ne sono felice... purtroppo devo darti una brutta notizia, devi essere forte piccolino»

«Lo so... la mamma il papà e Victor sono morti vero? L’ho visto quando mi hai toccato... tu eri nella macchina dietro di noi...»

«Si esatto»

«Voglio la mia mamma! VOGLIO LA MAMMA!» Urla per poi iniziare a piangere e buttarsi tra le braccia di CC.

«Non temere, anche se la tua mamma non è qui ci sono io, mi prenderò cura di te»

CC prende in braccio Ector, che continua a piangere stringendosi alla verde, per poi andare via dalla spiaggia.

Fine Flaschback

Kallen rimane sconvolta e intristita dal racconto di Ector, si aspettava di tutto ma non una storia tanto classica quanto terribile, non riesce a celare le sue emozioni e così triste accarezza il volto di Ector.

«Mi dispiace, deve essere stata dura.. per fortuna CC ti ha salvato»

«Non avrebbe dovuto... ho praticamente ucciso tutta la mia famiglia Kally...»

«Non è stata colpa tua Ector, eri solo un bambino che giocava con suo fratello...»

«E’ la stessa cosa che mi ha ripetuto CC fino a quando non ho compiuto 15 anni sai? Eppure non mi ha mai convito del tutto»

«Che ti ha ripetuto CC fino a 15 anni?»

«Si certo... Ah già! non ti ho detto che è stata lei a crescermi come se fossi suo figlio, io però non la vedevo come madre e quando sono diventato un ometto ho iniziato a passare il limite così ha usato uno dei suoi poteri per farmi ritrovare in un istituto ehehe»

«Il limite?»

«Si ecco... vedi da bambino non controllavo il mio potere come adesso, non potevo avere contatti con gli esseri umani se non indossando occhiali spessi e scuri cosa che odiavo... Spesso e volentieri lasciavo senza memoria la gente e sopratutto i miei insegnanti... e molto spesso usavo il geass di proposito su coloro che mi prendevano in giro»

«Non riesco a capire, se eri pericoloso per quale motivo CC ti ha spedito in un istituto pieno di persone che potevi praticamente azzerare con il tuo geass?»

«Lei aveva capito che volevo le sue attenzioni, ma per qualche motivo non poteva più darmele come prima, mi comportavo in quel modo solo perchè iniziò a dedicarsi a un altro bambino in quel periodo»

«Eri praticamente geloso di CC»

«Si, credo d’aver avuto una cotta per lei, non riuscivo a vederla come una madre ma alla fine è passata per fortuna! Adesso ho una cotta si, ma per un altra tipa... non so se la conosci, stava con i cavalieri neri, una rossa con una quinta di seno terribilmente sex.. cioè io...» Si ferma imbarazzato dopo esser diventato rosso come un peperone.

Kallen sorride divertita osservando Ector e lo abbraccia affettuosamente ringraziandolo di cuore per ciò che aveva fatto quella sera. Entrambi restano abbracciati per qualche minuto fino a quando Ector, superato l’imbarazzo portato dalla situazione, tocca con entrambe le mani i fianchi della rossa che scatta leggermente. Ector la guarda negli occhi affascinato e lei risponde a quello sguardo con occhi affettuosi che poi iniziano a socchiudersi come quelli dell’uomo, Ector si avvicina a Kallen e la bacia delicatamente sulle labbra. Lei risponde al bacio stringendosi a Ector per poi continuare a rispondere baciandolo con passione, i due intrecciano le loro lingue per alcuni minuti, poi la rossa ferma quella danza e una volta fermatasi Kallen poggia la fronte su quella di Ector e inizia a parlare a bassa voce:

«Chiariamoci... con questo ti perdono ciò che hai fatto all’inizio.... ma azzardati a mancarmi di rispetto una altra singola volta e credimi non sentirai mai più la mia voce ne potrai più rivolgermi la parola»

«Non credevo di meritarti Kallen... non dopo quel che è successo»

«Ora basta finiscila... sta zitto..»

Kallen riprende a baciare Ector con foga e passione afferrandogli la testa con entrambe le mani, lui risponde a quella passione e così afferra i fianchi della rossa spingendola a mettersi sopra di lui, che era ancora seduto sul divano, con gambe aperte sollevandosi leggermente. Il bacio si interrompe e lei si toglie il vestito nero dal busto facendolo scivolare giù fin sopra le gambe rimanendo con il solo intimo a coprirle il seno, per poi ricominciare a baciare il compagno. Lui per tutta risposta a quel meraviglioso spettacolo afferra Kallen per le natiche e la solleva alzandosi dal divano. Lei si aggrappa a lui e viene portata dal compagno in camera da letto mentre ancora i due si baciavano. Ector la poggia delicatamente sul letto e, interrotto il bacio, le sfila ciò che restava del vestito che la copriva poi si sfila a sua volta Jeans e maglia rimanendo in intimo come la sua parthner. I due distesi sul letto ricominciano a baciarsi ormai eccitati e Ector sfila prima il reggiseno e poi gli slip di Kallen che arrossisce mentre il compagno cerca di metterla a suo agio per poi sfilarsi i boxer. A quel punto i due iniziano a fare l’amore e continuano per diverse ore, fino a quando stremati non si addormentano l’uno tra le braccia dell’altro.

 

Intanto nel salotto il gatto di Ector, che miagolava cercando il padrone, sale sul tavolo e per puro caso passa sopra al telecomando della tv, che si accende mostrando il TG. In onda ci sono due reporter, Una donna attraente dai capelli rossi e un uomo dai capelli brizzolati di bell’aspetto che parlano di un terribile male che ha colpito l’imperatore di Britannia solo poche ore prima.

«James che ne pensi? Il nostro imperatore si riprenderà? Potrà ancora governare dopo che l’ictus lo ha colpito?»

«In realtà la stessa imperatrice CC ha dichiarato che, secondo i medici, l’imperatore Lelouch non sarà più in grado di regnare, pare inoltre che non sia ancora fuori pericolo a causa dell’ictus che lo ha colpito. L’imperatrice ha dichiarato che se la situazione perdurasse ancora per molto tempo a prendere il posto dell’imperatore potrebbe esserci Cornelia oppure Nunnaly»

«Un evento tristissimo James, l’imperatrice CC ha dimostrato gran cuore sacrificando i propri interessi personali come quelli del suo illustre consorte dichiarando proprio in questo momento via Twitter di voler abbandonare il suo titolo per stare accanto a sua maestà se questi non dovesse riprendersi»

«Non è tutto Sarah! Da quanto vedo su Twitter proprio in questo momento... beh sembra che l’imperatrice abbia deciso di rendere illegale la scriavitù! Pare che in un momento tanto delicato l’imperatrice voglia alleggerire il peso legislativo che grava sulla questione schiavi risolvendo direttamente il problema»

«Una notizia che farà discutere James, ma di cui ci occuperemo quando sapremo qualcosa del nostro signore Lelouch!»

 

Il giorno seguente Kallen e Ector, che si svegliano a mezzo giorno inoltrato, dopo essersi coccolati senza dire una parola, accendono la TV che si trovava in camera da letto. Tutte le emittenti trasmettono a reti unificate un notiziario che riporta la morte di Lelouch Vi Britannia, deceduto in seguito alle conseguenze dell’ictus che lo aveva colpito la sera prima durante il ricevimento in onore di Eupheia Vi Britannia.

«Ector... sapevi che sarebbe accaduto?»

«No.. non è mai successo nulla di simile... conoscendola deve essere stata lei...»

«Intendi CC? Perchè mai avrebbe deciso di uccidere Lelouch?»

«Per quanto lei possa annullare il potere dei Geass.... non può farlo col mio senza uccidermi al fine di portarmi via i ricordi che ho rubato alla mia vittima... deve aver scelto la soluzione più facile»

«Già... ma non mi dispiace per quel mostro di Lelouch!»

«Nemmeno a me! Ma senti che dicono? Alza il volume!»

Il notiziario comunica a tutto il mondo che gli schiavi di ogni nazione ed etnia sono stati liberati dalla schiavitù e che i loro padroni dovranno sottostare con effetto immediato al decreto firmato da CC pochi minuti prima. Inoltre Cornelia Vi Britannia sarà la nuova imperatrice che verrà incoronata  dopo sette giorni dai  funerali di Lelouch.

«Beh Kally mia... ora sei libera... peccato ci siamo appena messi assieme..»

«Già un peccato! Potevo scegliermi un bel culturista... oppure un qualche attore famoso mmm... Sono ancora in tempo adesso!» Conclude ridacchiando.

«Non montarti la testa!»

«Sto dicendo la verità –ridacchia- Ector... ti avrei scelto tra mille anche se fossi stata libera qualche ora fa dopo il gesto meraviglioso e dopo avermi salvata dall’imperatore di Britannia Lelouch»

«Non ho fatto nulla di speciale –la bacia- ora voglio fare qualcosa di speciale tesoro..»

Ector bacia Kallen con passione e la spinge sul letto eccitato... i due fanno l’amore ancora e ancora mentre il gatto di Ector, che entra in silenzio spingendo leggermente la porta socchiusa della stanza, li osserva incuriosito.

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