Akatsuki - Luna rossa

di Romanticgirl02
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ai principi ***
Capitolo 2: *** Ricordi ***
Capitolo 3: *** Pensavo che ti avrei amato per sempre ***
Capitolo 4: *** Pensieri e ritrovamenti ***
Capitolo 5: *** Nuovi compagni ***
Capitolo 6: *** Redfort ***
Capitolo 7: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 8: *** Accordi ***
Capitolo 9: *** Alleati ***



Capitolo 1
*** Ai principi ***


 

Regno del Nord, Westeros, anno 1458

 

Il sole non era ancora sorto ma come ogni mattina ero già pronto per uscire, senza essere visto, dalle enormi mura del castello. Indossato il cappuccio, presa la borsa e dopo essere passato dalla cucina per sgraffignare qualche pezzo di pane, andai dritto verso il canile per liberare il mio fedele compagno d'avventure: Phelan. Un meta lupo dal manto argentato e dalle iridi sull'oro. Mi era stato donato un paio di anni fa, quando ancora poteva essere definito cucciolo per sue sembianze, da un viandante che era venuto per rendere omaggio alla nostra famiglia. Avevo all'incirca quattro anni. Diventammo amici fin da subito... o meglio dopo che per poco non mi staccò un braccio. Dopo poco tempo divenne enorme, fino ad essere il doppio di me. Appena fui fuori mi misi a correre il più velocemente possibile verso la foresta del lupo, l'unico luogo in cui le guardie non sarebbero venute a cercarmi. Phelan era già sparito dietro ad un animale. Tirai fuori dalla borsa una lista, la scrutai per un po' e infine mi arresi: dopo sarei dovuto passare anche dal mercato. Mi tolsi il cappuccio lasciando ricadere i miei lunghi e argentei capelli, scoprendo anche le mie odiate orecchie canine. Mi concentrai, tesi le orecchie e puntai il naso verso l'alto e una volta trovato l'odore che cercavo, senza fare rumore lo seguii arrivando sotto un alveare. Bene il miele lo avevo preso. Andai su e giù per tutta la foresta alla ricerca degli oggetti che mi servivano per completare la lista. Il sole stava spuntando quando iniziai a dirigermi verso la strada principale che mi avrebbe portato al mercato. Appena sbucato dal bosco in mezzo alla strada sentii uno strano rumore alle mie spalle.

-Forza, vieni fuori e non farmi arrabbiare-

Dissi con tono fermo e minaccioso. E come al solito, ecco li, Phelan accompagnato da quel impiccione di Miroku. 

-Eddai amico, mi avevi promesso che mi avresti portato con te questa volta!- 

Miroku, il figlio del cuoco che lavora a palazzo. Venne a vivere con suo padre due anni fa e da allora mi è sempre stato attaccato come una cozza, continuava sempre a chiedere di diventare amici ma io rifiutavo sempre, uno perché probabilmente lo zio si sarebbe arrabbiato e due perché ero sempre stato da solo. Poi però alla fine, dopo l'ennesima richiesta ho accettato e con un po' di riluttanza devo ammettere che non mi dispiace la sua presenza. Miroku era un gran chiacchierone e nonostante avesse solo 10 anni si poteva definire in tutto e per tutto un gran donnaiolo, andava dietro a chiunque facesse parte del genere femminile. 

-Quante volte ti devo dire che è pericoloso? Potevi essere ucciso dagli orsi o anche dai lupi!- 

Gli lanciai uno sguardo di sbieco che lo fece rabbrividire e si nascose dietro Phelan. Alzai gli occhi al cielo e mi incamminai verso il mercato. Una volta arrivati lasciammo Phelan agli inizi del bosco per non far paura agli abitanti del villaggio che ospitava il mercato, anche se ormai da tempo demoni e umani vivono insieme portare un meta lupo nel villaggio non è molto rassicurante per nessuno. Mi misi il cappuccio in testa e andammo a comprare tutto ciò che ci serviva. Mi piaceva andare al mercato, c'era molta più vita che nel castello. La gente chiacchierava allegramente, c'era chi cantava, chi suonava e chi ballava, poi ovviamente non mancavano i mercanti che mettevano in mostra la loro merce con un punto di orgoglio. Essendo situati al nord per tutto l'anno c'era un clima abbastanza freddo, perciò in estate, potevi riconoscere i forestieri dagli abitanti con un colpo d'occhio. I forestieri erano perennemente ricoperti di pellicce dalla testa ai piedi mentre gli abitanti portavano abiti abbastanza corti sprovvisti di maniche. Io e Miroku passammo indisturbati tra la folla. Andammo direttamente da Midoriko, in mezzo a tutta questa gente, l'unica che sa veramente chi sono. 

-Signorino Inuyasha che piacere vederti! Oh vedo che ci sei anche tu Miroku!-

Come al solito ci accoglieva con il suo dolce sorriso. Midoriko una ragazza umana che aveva all'incirca trent'anni. Aveva ereditato la bancarella da suo padre appena raggiunta la maggior età. Io e Miroku rimanevamo sempre ad ascoltare qualche sua stravagante storia, delle sue conquiste e delle voci che girano in paese. Purtroppo però il tempo volava via e al castello presto o tardi si sarebbero accorti della mia assenza. Presi le ultime cose e ritornammo sui nostri passi verso il castello. Miroku continuava a parlare riempiendomi la testa delle sue strane idee, quando però un rumore di zoccoli arrivò dritto alle mie orecchie. 

-Zitto...Miroku sta arrivando qualcuno-

Ci nascondemmo tra la folta vegetazione della foresta che affiancava la strada. Poco dopo dei soldati dall'armatura in oro, seguiti poi da una carrozza bianca, ci passarono davanti sfoggiando tutta lo loro maestosità.

-Il Sud- 

Sussurrai appena a Miroku intento a nascondersi meglio dietro di me. Sperai che procedessero per la loro strada ma la carrozza si fermò proprio davanti a noi. Sentivo la presenza di Phelan dietro di noi, pronto ad attaccare. Ma dalla carrozza scese una bambina umana dai corti capelli neri, scuri come la pece e dagli occhi color cioccolato. Rimasi fermo imbambolato per un po' finché lo sguardo di quella bambina di incrociò con il mio... ci aveva visti. 

-Ehi tu! Chi sei?-

Chiese curiosa la bambina. Mi alzai lentamente seguito da Miroku, se ci avessero presi saremmo stati nei guai, lo zio si sarebbe arrabbiato di nuovo. 

-Chi sei tu!-

Risposi acido cercando di incuterle timore. Ma l'unico movimento fu da parte dei soldati che si misero in posizione pronti ad intervenire. La bambina alzò una mano per fermarli e una voce lieve, appena percettibile uscì dietro di lei. 

-Kagome, forza vieni dentro che facciamo tardi- 

La bambina annuì, ci salutò e riparti. Rimanemmo fermi per qualche secondo poi il suono delle campane rimbombò fortemente per tutta la foresta. Salimmo in groppa a Phelan e veloci come il vento arrivammo a palazzo giusto in tempo. Andai velocemente nelle cucine dove lasciai la mia roba e salutai Miroku, corsi in camera mia, mi cambiai e mi diressi velocemente nella sala da pranzo per consumare la colazione. Mi misi seduto composto e mi alzai di nuovo quando entrò lo zio seguito dai consiglieri e poco a poco tutta la famiglia era riunita. Sembrava tutto normale, a parte la presenza di mio fratello, Sesshomaru. Di solito lui preferiva mangiare per conto suo. Stavo per sedermi di nuovo quando le porte si aprirono e fece capolino la bambina incontrata sulla strada. Mi si gelò il sangue, se quella lì avesse detto qualcosa di troppo avrei visto le pene dell'inferno. 

-Miei signori, sono la signora Higurashi, moglie del re del Sud, e lei è mia figlia, Kagome Higurashi- 

A parlare fu quella voce sottile e delicata. Ci alzammo tutti e le salutammo con un inchino.

-A cosa devo la vostra presenza mie signore?- 

La voce profonda dello zio era cortese. Chi diamine erano queste qua? La moglie e la figlia del re del sud? Che diamine ci fanno così lontano da casa? La loro presenza mi metteva a disagio. Mi persi nei miei pensieri senza ascoltare troppo la conversazione e poco dopo mi ritrovai seduto vicino a quella bambina che aveva un odore dolciastro. Mangiai in silenzio e appena ebbi finito mi alzai e me ne andai ricevendo occhiatacce da tutti i presenti e senza farci troppo caso andai nei giardini. Tra poco avrei dovuto iniziare a lavorare, ma mentre camminavo mi arrivo ancora al naso il suo odore.

-La smetti di seguirmi?-

Mi voltai e vidi uno strano sorrisetto su quel volto da bambina. 

-Non mi hai ancora detto come ti chiami!- 

La guardai male, che diavolo voleva? Mi girai di nuovo e continuai a camminare.

-Eddai! Voglio sapere come ti chiami!... ehi!!! Mi stai ascoltando! Facciamo così mi presento prima io e poi lo fai tu va bene?-

La ignorai completamente. Come diceva mia madre, se qualcuno ti da fastidio tu ignoralo prima o poi se ne andrà. Ma era più ostinata del previsto. Mi seguì per un bel po' tant'è che non ce la feci più!

-Inuyasha, ve bene? Mi chiamo Inuyasha! Sono il secondo genito del Grande generale cane Inu No Thashio!- 

Urlai esasperato. Alla bambina gli si illuminarono gli occhi e continuò a camminare al mio fianco in silenzio.

-si può sapere cosa diavolo vuoi?- 

Mi metteva una strana soggezione... lei mi aveva visto prima sulla strada... ma come era possibile? Lei era chiusa dentro una carrozza!

-Mi annoio e penso che tu sia una persona interessante... perché ti nascondevi nella foresta?- 

Wow una bambina senza i peli sulla lingua... come ha detto che si chiamava? Ka... Kagome? Può darsi. 

-perché dovrei risponderti?-

La vidi corrugare la fronte, ma non mollò

-Per fare conversazione, infondo abbiamo più o meno la stessa età... penso... io ho 6 anni tu?-

Mi fermai di colpo e la squadrai, solo sei anni e cosi chiacchierona? Andai a sedermi su una panchina seguito a ruota da lei.

-Ho 10 anni, contenta? E comunque mi ero nascosto dai tuoi soldati, non volevo che mi prendessero...- 

Rimasi sul vago. Perché diamine glielo sto raccontando?

-Hai fatto qualcosa di male?- 

Vidi i suoi occhi rattristarsi per qualche secondo.

-No sono solo uscito senza permesso-

Il suo sguardo triste tramutò in mediamente in uno sguardo solare che mi fece arrossire appena. Che diamine, ma questa qui ha davvero sei anni? Ok per la sua statura ma di intelligenza sembra molto più avanti. Da lontano sentii Miroku che mi chiamava mi alzai per andargli in contro e lei mi seguii ma qualcosa deve essere andato storto perché sentii un tonfo, mi voltai e la vidi letteralmente spiaccicata per terra. Si tirò su, il suo viso era tutto sporco di terra e le mani erano leggermente scorticate. Delle piccole lacrime scesero sul suo volto. Mi avvicinai per consolarla un po' ma appena le toccai la spalla. Un urlo mi spaccò i timpani facendomi cadere all'indietro. Mi rimangio tutto, è proprio una bambina! La guardai stralunato e intanto Miroku ci aveva raggiunti. 

Kagome continuava a piangere a squarcia gola tant'è che preso da un moto di stizza le bloccai la bocca con la mano.

-Finiscila! Sei solo caduta razza di scema! Non c'è bisogno di urlare così tanto!- 

Lei pian piano smise e mi guardò, strinse gli occhi e se li asciugò con le mani. Mentre lei si rassettava il vestito spiegai velocemente a Miroku chi era e insieme stavamo decidendo cosa fare.

-Non vi preoccupate... non dirò niente... a patto che domani mi portate con voi, mi insegnate ad andare a cavallo e a maneggiare una spada-  

Quella voce ancora singhiozzante mi fece sgranare gli occhi. Quella mocciosa! Prima fa l'amichevole, poi piange come un isterica e infine ci ricatta?!? Alzai gli occhi al cielo e gli promisi che ci avrei pensato, infondo era la figlia del re del Sud, almeno un po' di rispetto dovevo darglielo. 

-Mia dolce e divina Dama, quanto a lungo rimarrete ad onorarci della vostra illustre presenza?- 

Mi misi una mano in faccia e scossi la testa. Miroku sapeva sempre come farmi imbarazzare, anche davanti a una bambina di sei anni! Kagome ci pensò su per poi comunicarci che sarebbe stata da noi fino alla fine dell'estate... quindi all'incirca ancora un mese. Un mese con una mocciosa lunatica? Che questa sia la punizione per le mie scappatelle al di fuori del castello? Molto probabile. Ci dirigemmo verso le stalle mentre Kagome e Miroku continuavano a parlare allegramente, quei due andavano stranamente d'accordo. 

-Mocciosa, se devi seguirci ci darai una mano, perciò prendi, mettiti questi così sarai più comoda.-

Gli porsi un paio di pantaloni strappati in qua e là e una camicia senza maniche verde. Si mise dietro alla porta e si cambio velocemente.

-Ma così ho freddo!-

Piagnucolò! Le feci notare che anche io e Miroku eravamo vestiti proprio come lei e non sentivamo niente, quindi si doveva adattare. Iniziammo a strigliare e a dar da mangiare ai cavalli, poi pulendo tutta la stalla da cima a fondo. A metà mattina il padre di Miroku venne a portarci la merenda. Dopodiché riprendemmo a lavorare fino all'ora di pranzo. Salutai Miroku che doveva andare ad aiutare suo padre e scortai la mocciosa cibo alle sue stanze.

-Ecco, questa è la tua camera, se te lo stessi chiedendo la mia si trova subito svoltato l'angolo. Ora lavati e cambiati per il pranzo.-

Feci per andarmene ma la sua piccola manina mi afferrò la mano. 

-Oggi pomeriggio... mi insegni ad andare a cavallo?-

Mi chiede timidamente con uno sguardo quasi supplichevole. 

-Va bene... ma sappi che non sono un maestro tanto buono!-

Il suo volto si illuminò! Mi saltò al collo e mi abbracciò! L'allontanai e me ne andai via velocemente ancora rosso in viso. Non ci conosciamo nemmeno e mi da tutta questa confidenza... poi io... io non sono nessuno! Lei dovrebbe frequentare altra gente, gente del suo rango! Feci velocemente il bagno e in un batter d'occhio fui pronto per il pranzo.  La incontrai per il corridoio nel suo vestitino lilla tutto ricamato con i capelli tutti scompigliati tenuti fermi da un piccolo fiocchetto rosa. Pranzammo allegramente e nel pomeriggio le insegnai a cavalcare, dopo qualche difficoltà riuscì  ad andare al passo, tutto in un solo giorno! Così nei giorni a venire le feci conoscere Phelan, le insegnai a trottare e a galoppare, le insegnai perfino ad usare una spada. E l'ultimo mese d'estate volò via, portandosi con se quella piccola, dolce mocciosa che non smetteva mai di stupirmi. Prima di andarsene con le lacrime agli occhi mi regalò un braccialetto nero di cuoio uguale al suo, promettendomi che un giorno ci saremo rivisti.  

 

Ciao a tutti!!

Dopo varie fonti di ispirazioni ho deciso di provare a scrivere questa storia. Come potete vedere non mi sono soffermata su alcuni particolari, per esempio chi è lo zio, perché gli umani e i demoni vivono insieme... ma tutto si vedrà più avanti. 

Spero di avervi almeno un po' incuriosito.

A presto!!

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Capitolo 2
*** Ricordi ***


10 anni dopo...

Era ancora mattina ma tutto il castello era già in pieno movimento. Camerieri ovunque impegnati a brandire la tavola, cameriere che sistemavano le stanze per i numerosi ospiti, infondo oggi è un giorno importante per tutto il regno del Sud. Oggi si festeggia il mio sedicesimo compleanno. Questa mattina mi ero svegliata presto per andare a salutare la tomba di mia madre che mi lasciò ormai cinque anni fa. Per me fu un periodo lungo e doloroso ma grazie alla mia migliore amica Sango e al mio grande amore Segreto sono riuscita a cavarmela. Grazie a loro tutto era perfetto. Andai di corsa nella sala del trono per salutare mio padre. Poi scappai in giro per il castello a chiedere di lui, era già arrivato? Mi stava aspettando? Ero talmente presa alla mia ricerca che non badai a tutto ciò che stava succedendo attorno a me.

-Ehi Kagome! Che stai combinando? Dobbiamo andare a prepararci per la festa!-

Sango mi prese per un braccio e mi portò dritta in camera, mi aiutò a spogliarmi, andammo nel bagno che era attaccato alla mia stanza e mi aiutò a scendere nell'enorme vasca da bagno. Mi lavai in fretta tra una chiacchiera e l'altra facendo perdere la pazienza a Sango.

-Ho capito che sta arrivando il tuo caro e amato Hojo. Ma puoi collaborare per renderti presentabile davanti a tutti i nobili sopratutto davanti a lui?-

Annuii facendole un enorme sorriso, ogni volta che si trattava di Hojo andavo fuori di testa. Presi a sciacquarmi le braccia quando lo rividi per l'ennesima volta. Quel braccialetto di cuoio nero. Ogni volta che lo vedo dei ricordi sbiaditi mi ritornano alla mente, un bambino, il freddo nord... sento di essere particolarmente legata a quel ricordo e sento che ne fa parte anche mia madre... però... uscii dal bagno e mi misi il vestito che prima di morire mi regalò mia madre. Sopra c'era un biglietto impregnato ancora del suo profumo. "Per i tuoi 16 anni piccola mia." Con un sorriso triste sul volto mi infilai quello splendido vestito dalle maniche in pizzo, sulla tonalità bluastra del cielo. Presi dei gioielli dello stesso colore e me li misi, poi mi truccai ovviamente aiutata da Sango, poiché in questo sono veramente incapace. Una cameriera venne a bussare alla mia porta e mi annuncio che il signorino Akitoki Hojo chiedeva di me. Iniziai a saltare per la gioia, presi Sango per un braccio e la costrinsi ad accompagnarmi. Prima di entrare nella sala piena di ospiti mi sistemai ancora una volta togliendo le pieghe dal vestito e mi misi i capelli su un lato. Appena entrai una folla di persone cominciò ad applaudire e al mio passaggio si inchinavano facendomi gli auguri. Ero al settimo cielo. Salutai tutti con poca curanza alla ricerca del mio giovane amore e quando lo vidi a passo di carica mi diressi da lui.

-Hojo! Sei venuto! Sono così felice!- 

Andai ad abbracciarlo e lui posò la mano sulla mia testa.

-Vedo che siamo diventati grandi principessa Kagome- 

Poi da dietro la schiena tirò fuori un pacchetto, dal quale estrasse un bellissimo anello blu color della notte. Mi prese la mano e me lo mise.

-Si intona perfettamente con i vostri capelli...-

Rimanevo immobile a bearmi di quelle parole osservandolo senza distogliere lo sguardo. Era davvero l'uomo perfetto: dolce, premuroso e bello... il mio uomo ideale... ormai da tempo avevo deciso. Quando avrei avuto l'età giusta per sposarmi avrei chiesto a mio padre la benedizione per sposare Hojo e oggi il grande giorno era arrivato. Rimasi buona parte del tempo a parlare con Hojo immaginando la nostra vita insieme, quando Sango venne a comunicarmi che mio padre mi voleva vedere. Con disappunto lasciai Hojo e accompagnata da Sango mi diressi nella sala accanto dove mio padre stava dando il benvenuto agli ultimi arrivati. Mi misi di fianco a lui e li squadrai per bene. Indossavano abiti chiari ma diversi, il primo bianco e blu il secondo, che all'apparenza sembrava più piccolo indossava lo stesso capo ma con colori diversi: oltre al bianco indossava una tunica rossa e infine il terzo rimaneva più indietro ma indossava un un capo interamente blu. Rimasi a fissarli interdetta, non tanto per i loro strani vestiti, ma perché non potevo vederli in volto. Infatti da quando erano entrati indossavano un cappuccio. Iniziai ad agitarmi, i primi due non erano affatto umani... anzi penso proprio che siano demoni...e direi che provengono da nord... mentre il terzo... che lui sia umano?

-Sango... chi sono?-

Chiesi sottovoce alla mia amica, ma l'unica cosa che ricevetti fu una stretta alzata di spalle. Appena mio padre ebbe finito di salutarli con le dovute formalità, il primo si tolse il cappuccio e si inginocchiò.

-È un piacere per me Sesshomaru No Tashio, essere al cospetto di vostra eccellenza, purtroppo il nostro re non è potuto venire per la sua cagionevole salute e per il lavoro accumulato. Vi chiediamo formalmente perdono.- 

Una voce dura e secca senza alcun colore. Detto ciò alzò il viso da terra e spostò lo sguardo da mio padre a me per poi ritornare su di lui. I suoi occhi mi congelarono sul posto. Occhi ambrati ma freddi come il ghiaccio, dalla sagoma tagliente e sfuggente, il naso e le labbra erano veramente perfetti, i lineamenti duri e maturi. Il tutto abbellito da una lunga chioma albina. La sua presenza mi incuteva terrore, volevo andarmene al più presto.

-Sono dispiaciuto per il vostro signore, ma prego accomodatevi siete i benvenuti... suppongo che l'uomo al vostro fianco sia vostro fratello minore, mi sbaglio forse?-

Mio padre mi tranquillizzò con la sua voce calma e pacata e guardai anch'io il secondo individuo. Da sotto il cappuccio vidi spuntare un ghigno di divertimento, ma non proferì parola e tanto meno si tolse il cappuccio. L'unica cose che fece fu inginocchiarsi al nostro cospetto e così fece anche la terza persona dietro di lui. 

-Esattamente, lui è Inuyasha No Tashio, mio fratello minore. Come chiesto dalla vostra defunta moglie, farà giuramento e inizierà a servire la vostra umile casa da quando voi lo vorrete- 

Si alzò e fece un leggero cenno al fratello e al l'uomo dietro di lui che si alzò e uscì dalla stanza.

-Le mie condoglianze per la vostra defunta moglie- 

Una voce grave e dura uscì dall'uomo ancora in ginocchio. Senza aspettare altro si alzò in piedi e con un leggiadro movimento si tolse il cappuccio. Si poteva dire che fosse uguale al fratello, eppure erano così diversi. Puntò il suo sguardo sul mio e mentre suo fratello era sempre serio, appena mi guardò un ghigno gli dipinse il volto. Il suo sguardo d'orato era fuoco ardente, i suoi lineamenti anche se più dolci rispetto al fratello erano comunque ben marcati. Il ghigno si sposava perfettamente con il suo sguardo. Ma la cosa che mi colpì più di tutte furono sue piccole orecchie che gli spuntavano in testa, piccole e argentee come i suoi lunghi capelli. Ne rimasi impressionata. 

-Se non vi è di troppo peso, dopo il vostro lungo viaggio vi chiederei di iniziare subito il vostro lavoro... come guardia del corpo personale di mia figlia.- 

Guardai allibita mio padre. Voleva assegnarmi una guardia del corpo? 

-Ma padre io so difendermi benissimo da sola! E poi appena mi sposerò sarà mio marito a difendermi.-

Mio padre si girò verso di me con uno sguardo triste, ma non accettò obiezioni. Così invitò dentro Sesshomaru per metteresti d'accordo sul da farsi e io rimasi con Sango e la mia nuova guardia del corpo. Poco dopo ci raggiunse anche il terzo uomo che si tolse subito il cappuccio. Era un ragazzo che aveva più o meno la stessa età di Inuyasha... mi sembra che si chiamasse così... aveva i capelli corvini legati in un codino e gli occhi blu come il mare. Vidi Sango sgranare gli occhi... devo concordare con lei, sono veramente bellissimi. 

-Bene, vostra maestà vi presento Miroku, il mio migliore amico tutto fare. Verrà anche lui a vivere qui- 

Miroku fece un leggero inchino poi si avvicinò a Sango e le prese le mani.

-Mia adorata fanciulla, vi ho appena vista e già mi sono innamorato di voi, vuole l'onore di concedermi un figlio?- 

Sgranai gli occhi e così fece Sango, leggermente rossa in viso. La sua mano scattò dritta sulla guancia del ragazzo che contemporaneamente subì un doloroso pugno sulla testa.

-Miroku! Io ti presento per bene e tu rovini tutto così! Perché devi sempre farmi fare figuracce si può sapere?- 

Gli attorcigliò il suo braccio attorno al collo e con l'altra mano gli diede una strigliata. Anche se si era comportato da libertino un po' mi faceva pena. Poi dovevo ammettere che la scena era davvero buffa. Mentre Miroku chiedeva disperatamente all'amico di lasciarlo andare mi scambiai un'occhiata veloce con Sango. 

-Inuyasha giusto? Sappi che non c'è bisogno che tu mi segua ovunque vada, io so badare benissimo a me stessa. In quanto tua principessa ti proibisco di starmi sempre appiccicato...-

-E chi vuole starti appiccicato scusa?-

La sua voce spezzò la mia. Lasciò l'amico e si concentrò pienamente su di me. Un moto d'ira si stava impadronendo di me.

-Dicevo in quanto princip...-

-Pensi davvero di potermi dare ordini così? Eh principessina?-

Mi interrompe una seconda volta, nel suo tono sento del gran sarcasmo, ma poiché sono una principessa devo dimostrarmi come tale.

-Non gradisco essere interrotta quindi...-

-Si si certo come vuoi mocciosa, di quello che vuoi o non vuoi ne riparliamo dopo. Miroku andiamo a fare un giro per vedere gli appostamenti delle guardie.- 

Ancora? Ma io dico un po' di rispetto. Detto ciò si girò e fece per andarsene ma qualcosa in me scattò, corsi da lui e lo afferrai per il colletto.

-Ascoltami bene, non so chi ti credi di essere ma non puoi trattarmi così, chiaro? Io sono la tua...-

-Ascolta ragazzina, non mi importa di che rango tu sia, chiaro? Per me sarai sempre una mocciosa piagnucolona e sappi che non sono solo la tua guardia del corpo, sono anche uno dei cinque generali perciò vostro padre ha deciso di mettermi anche come capo delle guardie. Perciò vedi di lagnarti poco, chiaro?- 

E con un tono che non ammetteva repliche uscì dalla stanza seguito dal suo amichetto sorridente. Rimasi interdetta per qualche secondo. Così lui fa parte dei cinque generali? Ma è troppo giovane! E poi ma chi si crede di essere? "Per me rimarrai sempre una mocciosa piagnucolona?" Ma quando mai io... Mi girai verso Sango che era rimasta in silenzio a guardare la scena. Pian piano un sorrisetto malizioso le si dipinse sul volto. Mi avvicinai con un broncio stampato in faccia aspettando che parlasse. 

-Che dire... ha un carattere forte... è bello...molto bello... forse un po' troppo fedele a se stesso... ma ciò non toglie che può benissimo tenerti testa... si mi piace.- 

Disse Sango continuando a sorridere. La guardai storta, chissà cosa le passasse in testa in quel momento. Ma io avevo solo un punto fisso: dovevo chiedere a mio padre di darmi la benedizione per sposare Hojo! Tornai nel salone principale ma non vidi più Hojo così decisi di andare da mio padre senza di lui. Bussai piano per non disturbare e quando entrai feci un leggero inchino sopratutto rivolto al secondo individuo. 

-Padre, vi devo parlare... io chiedo la vostra benedizione per sposare Akitoki Hojo- 

E con la sicurezza che avrebbe accetto sfoggiai uno dei miei sorrisi più belli. Ma si spense subito nel vedere l'espressione seria di mio padre, Sesshomaru fece per andarsene ma mio padre gli chiese di restare e di chiamare qui suo fratello. Che mi avesse ignorato? E poi come fa a chiamarlo se rimane qui? Intanto loro ripresero a parlare, neanche tre secondi dopo qualcuno bussò alla porta. Appena mio padre diede il consenso la mia guardia del corpo spuntò dietro di essa. Rimasi letteralmente colpita, lo aveva chiamato veramente o Inuyasha era lì per caso? No ne sono sicura in qualche modo le loro menti erano collegate. 

-Mi avete chiamato vostra altezza?- 

Chiede l'ultimo arrivato con un leggero inchino. Ma appena tirò su lo sguardo potei notare il suo sguardo sicuro bruciare con ardore.

-Cosa ne pensate di Akitoki Hojo?-

Chiede guardandolo seriamente mio padre. Inuyasha ci pensò un po' e quello che disse non mi piacque per niente.

-Akitoki Hojo, 18 anni. Un piccolo lord di poca importanza ma grazie a suo padre sono riusciti a spiccare un po' nel mercato e così hanno avuto il privilegio di frequentare la casa reale. Conobbe la principessa anni or sono quando morì vostra moglie. Penso che la principessa...-

Si fermò un attimo, mi guardò per un secondo, poi probabilmente pensò alle parole giuste.

-la principessa sia diventata buona amica del piccolo lord. Purtroppo non si sa tanto del suo conto ora, poiché dopo la scomparsa dei suoi genitori tutto volge nel mistero.-

Mio padre annuiva lentamente ascoltando ogni singola parola emessa dal mio sottoposto quasi fosse delle parole sacre. 

-Ma dimmi, cosa ne pensate voi di quest'uomo?-

Chiese diretto a mio padre, voleva davvero un consiglio da lui, che non aveva mai conosciuto Hojo? E poi come fa Inuyasha a sapere tante cose? 

-Personalmente? Non mi piace per niente! È un tipo molto frivolo sempre con la testa fra le nuvole, sempre pronto a preoccuparsi per gli altri e sinceramente non è neanche nulla di che come bellezza, insomma sono molto meglio io sinceramente e senza contare che rimane un tipo alquanto sospetto.-

Spalancai la bocca incredula e piena di rabbia. Saltando il fatto che aveva usato parole non tanto altezzose, stava insultando un uomo che mai aveva visto prima d'ora, per di più un lui che era così volgare e narcisista stava gettando fango sul nome del mio amato. Non sapevo come ribattere. Avrei voluto dirgliene tante ma ciò avrebbe inciso sulla mia etichetta. Lo guardai con odio ma tutto ciò che ricevetti in cambio da lui fu un sorrisetto divertito e ciò mi fece infuriare ancora di più! Mio padre non ci pensò due volte e rifiutò la mia proposta. Me ne andai in silenzio a testa bassa piena di ira e di vergogna. Lui... come aveva osato? Mi ha tolto l'unica possibilità che avevo per stare con Hojo! E mio padre... per quale motivo gli da così ascolto? Andai velocemente nelle mie stanze e piansi. Una buona oretta dopo sentì bussare alla mia porta, mi asciugai velocemente le lacrime, mi sedetti sul letto e invitai chiunque fosse ad entrare. Pregai con tutta me stessa che fosse Sango oppure Hojo, invece era ancora lui. Inuyasha No Tashio, lurido, invadente narcisista. Lo invitai velocemente ad andarsene ma non sentì ragioni e si sedette di fianco a me. 

-Mi spieghi come fa a piacerti così tanto un damerino del genere?- 

Diretto. Troppo diretto. Non gli risposi e lo rinviati di nuovo ad uscire.

-Pensavo che tuo padre lo sapesse, invece lui non ne sapeva proprio niente. Dovresti ringraziarmi non gli ho detto quanto tu lo ami, altrimenti potrebbe già essere su una forca.-

Mi voltai, lo guardai dritto negli occhi... era sincero! Quegli occhi mi sembravano bellissimi, ora li odio. Come fa a sapere quanto io ami Hojo? Lui non mi conosce! Non può venire nella mia vita e stravolgerla così e per di più in peggio. Se non avesse detto niente probabilmente...

-Tanto tuo padre aveva già deciso. Sarebbe stato irremovibile. Non vuole assolutamente che tu sposi quel tipo. E quello che ho detto lo penso davvero. Andiamo tu davvero...-

Mi leggeva forse nel pensiero?

-Smettila- 

Sussurrai livemente, certa che mi avesse sentito ma poiché stava per riaprire bocca lo precedetti.

-Smettila! Chi ti credi di essere per entrare così nella mia vita e rovinarla?-

Mi alzai in piedi e ricominciai ad urlare mentre le lacrime scendevano lentamente sul mio viso. 

-Tu non sai niente! Hojo era l'uomo perfetto per me, non desideravo nient'altro che stare con lui! E tu hai rovinato tutto! Tu non sei nessuno, non puoi fare così! Sei sfacciato, dici quello che pensi incurante di ferire le persone... e come fai a sapere quello che pensa mio padre? Oppure quello che penso io? Tu non puoi... non puoi...-

Pian piano abbassai la voce e chinai la testa. Non si mosse e rimase lì a guardarmi piangere. Prego ridi pure se vuoi, sei un mostro... 

-È solo una sensazione certa. È come se sentissi i pensieri degli altri attraverso i loro gesti e i loro sguardi, attraverso ogni loro piccolo movimento... certe volte è frustrante. Va bhe ora vado ti lascio alla tua sciocca disperazione per un uomo che non ti merita... comunque c'è una cosa che non ho detto a tuo padre... Hojo puzza... puzza di minaccia e puzza di sangue... il suo sguardo è più freddo di quanto pensi...-

Detto questo uscì chiudendosi la porta alle sue spalle lasciandomi in piedi da sola in mezzo alla stanza. Presi un libro e lo lanciai contro la porta. Perché lui è qui? Per rovinarmi la vita? Madre perché hai scelto lui? Perché... perché... mi stesi sul letto e pian piano mi addormentai con un terribile senso di angoscia. Mi risvegliai nel pieno della notte. Andai in bagno e mi sciacquai la faccia. Avevo un aspetto orribile. Quando tornai in camera notai un biglietto sul mio comodino. Era di Sango.

"Scusa per il poco preavviso ma sono partita con Miroku per volere di vostro padre. Con noi c'è anche Sesshomaru. Ci accompagnerà fino alla nostra destinazione poi se ne andrà. Volevo dirtelo di persona ma Inuyasha mi ha detto che eri distrutta e ti ho lasciato riposare... mi dispiace per Hojo... spero di tornare presto... poiché ci spingeremo verso nord-est non so quanti giorni ci vorranno. Ti prometto che tornerò il prima possibile. Un bacione Sango."

Se era uno scherzo non era affatto divertente. Ditemi che era solo un incubo. Non poteva essere vero. Stavo per ricominciare a piangere ma ricacciai indietro le lacrime e decisi di affrontare mio padre. Mi diressi velocemente nelle stanze di mio padre. Quando arrivai notai la porta semi aperta. Un brivido mi percorse la schiena... neanche una guardia in giro per il castello? Che strano... sentii uno strano rumore e decisi di entrare. Quello che vidi segnò la mia via per sempre. 

 

Ciao a tutti!

Ecco a voi il secondo capitolo... probabilmente è un po' tirato ma volevo arrivare al più presto a questo punto. Quello di Inuyasha non è un vero e proprio potere aggiuntivo sono più delle sensazioni dovute al suo aspetto demoniaco come per esempio "fiutare la paura" quindi ho solo accentuato un po' il tutto. Spero che continui ad interessarvi, accetto qualsiasi tipo di giudizio. A presto!!

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Capitolo 3
*** Pensavo che ti avrei amato per sempre ***


Tutto il mio mondo crollò così come cadde mio padre privo di vita sul pavimento. Mi avvicinai lentamente a lui e macchiai il vestito con il suo sangue. Alzai lo sguardo e incontrai quello di Hojo avvolto nell'oscurita.

-Hojo dobbiamo chiamare un dottore...-

Dissi piano ma disperatamente. Chiamai varie volte mio padre sempre più disperata. Cominciai a piangere e pregai varie volte Hojo di venirmi ad aiutare ma quando si mosse e venne alla luce della candela il mio cuore smise di battere. Aveva uno sguardo gelido. Il suo candido viso era macchiato di rosso così come la sua spada. Estrasse un fazzoletto dalla tasca e ripulì quest'ultima lentamente. Restai ferma a guardarlo con gli occhi spenti. Non capivo più niente il mio cuore e la mia mente erano nella confusione più totale. 

-Tu non dovevi vedere Kagome. Non mi aspettavo che fossi sveglia. Domani mattina avrei trovato una scusa, ma adesso come puoi vedere non posso mentirti.-

Non capivo una singola parola. Hojo il mio amato Hojo...

-Hojo questo è un incubo vero? È solo l'effetto delle parole di Inuyasha vero?-

Chiesi speranzosa pensando ad un risveglio sereno con mio padre e le persone a me più care che mi sorridono.

-Ahhhh e così il generale dubitava qualcosa...lo sapevo... che gran seccatura...eh chissà se i soldati lo hanno già trovato e ucciso.- 

Si avvicinò con passi lenti a me. Si inginocchiò di fianco a me, prese il mio volto tra le sue mani ancora sporche di sangue si avvicinò fino a sfiorare le mie labbra con le sue. Non doveva andare così. Questo... continuai a piangere mentre Hojo mi baciava. Doveva essere tutto romantico, giusto...ma questo mi fa vomitare. Iniziai a sentire il sapore disgustoso del sangue e mi tornarono in mente le parole di Inuyasha. Probabilmente era morto anche lui e io ero rimasta sola. Con la poca lucidità lo spinsi lontano e iniziai a gridare aiuto. Arrivarono delle guardie ma non erano affatto dalla mia parte. Mi presero e mi portarono fuori sotto un cielo nero, senza stelle. Mi fecero inginocchiare e un soldato mi puntò contro una spada.

-Sai Kagome? Ti avrei sposata. Ti avrei fatto credere che fosse opera dei luridi popolani. Avremmo avuto figli e saremmo potuti vivere felici... ma purtroppo tu hai rovinato tutto. Che seccatura. Ora sarà più difficile legittimarmi come re... bhe vedremo... forza uccidetela-

Il soldato alzò la spada pronto per l'esecuzione.

-Hojo! Perché? Perché!-

Gridai con quanto più fiato avessi. Si girò appena e anch'io lo vidi. Uno sguardo tagliente e freddo. Uno sguardo assetato di sangue. Con un sorriso maligno dipinto sul volto si girò senza darmi spiegazione. Non ero niente e presto sarei morta. Ho vissuto dentro questo castello senza sapere niente del mondo e ora sono sola. Le persone che amo di più non ci sono, chissà se Sango e Miroku stanno bene... chiusi gli occhi pronta a sentire il freddo della lama sul collo. Il mio ultimo pensiero andò ad Inuyasha. Volevo scusarmi con lui e con mio padre, volevo... volevo... il soldato ricevette l'ordine e l'ultima cosa che sentí fu il rombo di un tuono. 

 

Qualcuno mi stava chiamando. Aprí di scatto gli occhi. Non ero ancora morta. Mi guardai attorno e vidi tutti i soldati giacere morti per terra. Delle mani forti mi aiutarono ad alzarmi. Mi imposi di iniziare a correre ma con scarsi risultati. Ero distrutta. L'uomo che mi aveva salvata indossava un cappuccio.

-Inuyasha?- 

Chiesi come un preghiera all'uomo davanti a me. Rividi quel ghigno. Le lacrime minacciavano di tornare ma le ricacciai dentro. Volevo scappare via da qui. Mi fece salire sulla sua schiena e iniziò a correre il più velocemente possibile. Arrivammo vicino alle mura ma dei soldati ci accerchiarono. Mi fece sedere a terra e mi mise la sua tunica rossa addosso.

-Questa ti proteggerà. Stai dietro di me capito?-

Non gli risposi perché iniziò subito a combattere. Solo allora notai che aveva due spade. Ne estrasse una e notai che era una spada come le altre. Non avevo mai visto Inuyasha lottare e ne rimasi veramente sorpresa. Aveva un agilità impressionante. Anche molti dei soldati erano demoni ma lui riusciva comunque a tenerli testa. Venne ferito ad un braccio ma non se ne curò minimante e continuò a lottare fino alla fine ma erano troppi. Mi caricò di nuovo sulle spalle. Si tolse velocemente le scarpe e mi chiese di tenergliele.  Cosa aveva in mente di fare? Mi strinsi più forte a lui e in un attimo non avevo più la terra sotto i piedi. Con un salto scavalcò le mura e con un altro si lanciò nella foresta. Si mise a correre più velocemente possibile cercando di non lasciare tracce. Saltò da un ramo all'altro e quando fummo abbastanza lontani mi mise giù per riprendere fiato. Si rimise le scarpe e si sedette davanti a me. 

-Perché mi hai salvato?-

Chiesi non pensando ormai a niente.

-L'ho promesso a tuo padre e anche a tua madre. Perciò non ho intenzione di lasciarti morire principessa.-

Lo guardai e notai ancora il suo sguardo sicuro nel pronunciare quelle parole. 

-Ma io non sono più una principessa. Non ho una casa, non ho una famiglia non ho più niente.-

Gli risposi con un sorriso amaro sedendomi a mia volta poggiando la schiena contro un albero. Ero esausta e volevo farla finita. 

-Mi sembra di avertelo già detto una volta. Non mi importa quale sia il tuo rango, ho fatto una promessa e la manterrò. Ti terrò al sicuro.-

Lo guardai ancora una volta

-Perché? Io per te non sono nessuno...-

-Sei molto più di quanto pensi-

Anche se parlò piano lo sentii benissimo. Sta volta guardava per terra, serio. In silenzio ricominciai a piangere. Lui si avvicinò e mi abbracciò. 

Sussultai appena a quel gesto d'affetto inaspettato. Chiusi gli occhi e piano piano mi addormentai. La mattina dopo una raggio di sole mi svegliò. Nella mia mente era tutto così confuso. Come una cascata mi tornarono in mente tutti i bei ricordi della mia vita, quelli con mio padre, quelli con Sango, con Hojo e con il bambino dei miei ricordi... se solo avessi potuto vederlo meglio... se solo la mia mente mi permettesse di vedere meglio. Mi alzai lentamente e mi guardai attorno. Iniziai freneticamente a cercare Inuyasha ma non c'era da nessuna a parte. Mi feci cogliere dall'ansia e iniziai a chiamarlo con le lacrime agli occhi. Poco dopo dietro di me si mossero dei cespugli dai quali sbucò lui con qualche frutto un mano. Alla mia vista sgranò gli occhi.

-Ehi... va tutto bene?- 

Chiese nel vedermi piangere. Mi asciugai velocemente gli occhi e annui delicatamente. Non volevo mi vedesse piangere di nuovo. Non più. Mi porse un frutto e iniziammo a mangiare. Non era un gran che ma mi accontentai in fondo non potevo pretendere nulla. Finita la colazione Inuyasha mi disse che dovevamo rimetterci in marcia al più presto o ci avrebbero trovati. 

-Dove stiamo andando?-

Chiesi cautamente. Non avevo un posto in cui andare o tornare... dove mai potrei trovare un altra casa o un altra ragione di vita? 

-Verso Nord, ma ovviamente facendo la strada più lunga. Poiché sono con te mi sembra ovvio che pensino che noi stiamo andando velocemente al Regno del Nord. Perciò noi andremo prima a riprenderci Miroku e la tua amica.- 

Mi porse una mano e incominciammo a camminare. Rimanemmo in silenzio fino al pranzo, che consisteva in qualche nove e alcune bacche trovate qua e là.  Ci eravamo accampati vicino ad un fiume e così chiesi se potevo farmi un bagno. Inuyasha annuì stendendosi sotto l'ombra di un albero. Mi sentivo addosso ancora il sangue di mio padre. Misi la tunica di Inuyasha su un ramo e senza pensarci due volte mi gettai con tutto il vestito in acqua. Volevo lavare via tutto ma non potevo. Non potevo tornare indietro. Ci rimasi un po' poi iniziai ad avere freddo ma non volevo andarmene, quando sarei uscita dall'acqua tutto mi sarebbe ricaduto addosso come un macigno. Senza pensieri uscí e raggiunsi Inuyasha ancora fradicia dandogli la sua veste. 

Lui aprì gli occhi e mi guardò.

-Ehi ma che cavolo hai fatto!-

 

Mi affrettai a ridargli la mia veste per coprirsi. Che diamine stava combinando? Voleva forse ammalarsi? E poi uscire in quello stato... il vestito bagnando aderiva perfettamente alle sue curve lasciando poco spazio all'immaginazione. Spostai velocemente lo sguardo e l'invitai a cambiarsi andò dietro ad un albero e dopo un po' tornò con la mia veste addosso e i suoi vestiti in mano. Accesi un fuoco per riscaldarla e appesi i suoi vestiti su un ramo. Si sedette accanto al fuoco più morta che viva e ciò mi mise una strana ansia. Aveva lo sguardo spento, lontano in chissà quale agonia. Rimanemmo lì per un giorno. Catturai del pesce cercando di fare qualcosa di buono da mangiare, ma lei spiluccava solo qualcosa ogni tanto. Non mi parlava era completamente assente, caduta in un limbo tra la vita e la morte. Era ormai notte inoltrata e lei era rimasta ferma nella stesse posizione per tutto il giorno. 

-Ascolta, non ho più intenzione di fare da guardia del corpo ad un cadavere chiaro? Quindi vedi di mangiare quel maledettissimo pesce.-

Non ricevetti nessuna risposta neanche un movimento. Non mi ascoltava. Mi alzai di scatto e la costrinsi ad alzarsi in piedi ed a guardarmi negli occhi.

-Così dicerto non aiuti! Ti ho detto di mangiare oppure vuoi morire? Se vuoi morire dimmelo che facciamo prima!-

La vidi alzare lo sguardo e fissare intensamente una delle due spade che tenevo al mio fianco. Ma ci stava pensando davvero? Continuai a fissarla per un paio di minuti poi non ce la feci più.

-Perché vuoi morire? Se mi dai una buona motivazione potrei anche aiutarti-

Sta volta il suo sguardo si posò su di me, forse per capire se scherzassi o chissà.

-È tutta colpa mia. Se ti avessi dato retta a te e a mio padre probabilmente lui sarebbe ancora vivo. E adesso per la mia stupidaggine sono rimasta sola, il mio più grande amore ha ucciso mio padre mi ha tolto tutto ciò che io avevo di più caro. Non ha senso continuare a vivere... io voglio raggiungere mio a padre e mia madre... voglio morire.- 

La guardai dritta negli occhi, davvero stava pensando a una motivazione? Con un gesto brusco la intrappolai tra l'albero e me e la costrinsi a guardarmi.

-Ma sei scema? Non esiste nessuna giustificazione per togliersi la vita! Vuoi che tuo padre ti perdoni perché secondo te è colpa tua? Allora vivi... vivi per loro e per le persone che ti hanno amata. Vivi e si la loro luce in modo che possano vivere in te! E poi non pensi a Sango? Cosa penserà quando verrà a sapere tutto ciò? Lei è ancora viva e ti sta aspettando!-

Forse gli urlai contro con troppa foga. Rividi i suoi occhi inumidirsi di nuovo. Mi alzai e iniziai a camminare su e giù intento a decidersi sul da farsi. Questa stupida mi fa proprio impazzire... che razza di discorsi sono? Morire per andare con loro... è vero all'epoca ci avevo pensato anch'io ma infondo riuscivo a rivederli nelle piccole cose della vita... una carezza, una farfalla, una risata... anche solo nel vento o in un canto. Ero ancora immerso nei miei pensieri quando risentì di nuovo la sua voce. 

-Aiutami... aiutami... voglio essere più forte, non voglio dimenticarmi di loro- 

E come questa supplica uscì dalle sue labbra, decisi che mai l'avrei abbandonata. Mai più. Mi sedetti accanto a lei e gli promisi che l'avrei aiutata. Pian piano si calmo e scivolò in un sonno profondo. Una volta mattino la svegliai e un po' a rilento ci mettemmo in marcia. Se ci stavano cercando era meglio darsi una mossa, non mi andava per niente di essere catturato. Sicuramente se quell'inetto di Hojo sarà già diventato re e avrà già messo una taglia sulla mia testa... ma su Kagome? Probabilmente dirà che l'ho rapita o roba del genere. Dopo ore di cammino giungemmo ad un piccolo villaggio. Decisi di acquistare un po' di riso barattando qualche pesce, almeno avremmo avuto qualcosa di diverso da mangiare per un po'. Camminavamo tra la gente cercando di non destare sospetti, ma gli sguardi della gente erano puntati su di noi. Come biasimarli? Io con le mie stupide orecchie canine vado in giro con due spade e lei cammina con un cappuccio in testa nascondendosi tra la gente! Entrammo in una locanda e ci sedemmo ad un tavolo. Presi una bottiglia di sakè e iniziai a sorseggiarlo. Intanto ascoltavo i pettegolezzi delle persone sedute negli altri tavoli. Sembra che ancora la notizia non sia arrivata. Bene abbiamo ancora tempo. Pagai con le poche monete rimaste ed uscimmo riprendendo il cammino. Kagome era sempre più triste... mi dava fastidio un enorme fastidio. Io mi facevo in quattro per lei e l'unica cosa che ricevevo era uno sguardo perso nel vuoto. Mi girai su le maniche. A Sud fa veramente troppo caldo! Andammo via dal villaggio in silenzio e all'imbrunire ci accampammo. Non ho scelto certo la strada più veloce però mi aspettavo di essere qualche chilometro più avanti... guardai di nuovo la mia muta compagna di viaggio. Presi un bacchetto e iniziai ad intagliarlo con un coltellino. Non avevo in mente bene cosa fare. Così provai ad intagliare un cavallo e appena e vi finito glielo porsi. Alzò lo sguardo tristemente lo prese e se lo strinse al petto... niente non c'era modo di farlo parlare. Mi stesi sull'erba girandomi dall'altra parte. Per fortuna che voleva aiuto...

-Grazie... è molto bello... -

Un po' a rilento ma almeno ha parlato.

-Accidenti sei proprio una mocciosa piagnucolona!- 

Dopo aver dato luce a questo mio pensiero mi girai appena guardando la sua reazione con la coda dell'occhio. Era forse una scintilla di rabbia quella che ho visto passare nei suoi occhi? Continuai a stuzzicarla, magari così sentivo che era viva.

-Smettila di dire che sono una mocciosa piagnucolona!-

-Non lo sei?-

Mi girai verso di lei sfidandola con lo sguardo e ricevetti la mia povera statuina in testa. E lei tornò tra i suoi pensieri.

-No dai per favore! Non di nuovo. Di qualcosa!-

-Per esempio?-

-Per esempio che sono bellissimo, intelligente e sopratutto un ottima guardia del corpo...-

La sua risposta questa volta non tardò tanto ad arrivare.

-Senti un po' tu! Ti rendi conto che sei solo un grandissimo narcisista? Queste cose dette da me te le sogni! Ma tu guarda...  buona notte!-

Detto ciò si girò su un fianco e chiuse gli occhi. D'altro canto io mi girai a pancia in alto e misi il braccio sopra la testa e rimasi a fissare il braccialetto di cuoio nero... probabilmente non si ricorda... la guardai di nuovo un ultima volta poi mi addormentai. Quella notte dopo tanto tempo, sognai di nuovo la piccola Kagome, con il suo sorriso e con le sue smorfie. Chissà magari un giorno tornerà a sorridere per qualcuno...

 

Ciao tutti!

Povera Kagome! Per lei è stato un duro colpo! Infondo la capisco poverina! Comunque il nostro Inuyasha pian piano sta riuscendo a togliere Kagome dal suo guscio... come potete vedere lui si ricorda di lei, ma lei quasi nulla. Ho pensato, poiché lei aveva sei anni quando l'ha incontrato per la prima volta, che si fosse dimenticato di lui, eppure qualcosa gli è rimasto come quel braccialetto. Che ne pensate? A presto! 

P.s probabilmente dal prossimo capitolo la storia potrebbe passare direttamente al rating rosso.

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Capitolo 4
*** Pensieri e ritrovamenti ***


ATTENZIONE

Sconsiglio la lettura di questo capitolo a chiunque sia suscettibile, a chiunque sia fragile di cuore, o che non riesca a reggere la violenza. Detto questo, let's start.

 

 

Al castello nel Regno del Sud.

 

-E così non gli avete trovati? Ma bravi! Che diamine fate qui? Dopo quattro giorni avreste dovuto finire! Vi ho detto di non tornare finché non gli avreste trovati! Siede dei buoni a nulla!-

Ero circondato da idioti.  Gli ho chiesto solo di trovare quei due, ma a quanto pare non sanno fare proprio niente! Picchiettai violentemente le dita sul bracciolo del trono. Finalmente sono diventato Re. Non è stato semplice spiegare quello che è accaduto ai maggiori esponenti della città ma dopo qualche bugia e qualche promessa mi hanno incoronato senza pensarci due volte. Fortuna dalla mia parte, la cugina della principessa è troppo lontano per aver ricevuto in tempo la tragica notizia. Ho annunciato a tutti che la principessa è stata rapita dal generale cane Inuyasha No Tashio, dopo averla brutalmente violentata sulla salma del padre. Feh, poveri ingenui. Intanto ora c'è una taglia sulla sua testa! Mi alzai e iniziai a passeggiare per il castello seguito dal mio fedele servitore Naraku. 

-Vostra maestà forse potremmo avere un problema... certo nullo rispetto alla cattura di quei due...-

La voce buia del mio fedele servito arrivò nelle mie orecchie fastidiosa come una mosca. 

-E sarebbe? Chi osa ostacolarmi ancora?- 

-Ci sono vari ipotesi, ma quella più sicura sono gli amici dei fuggiaschi... Miroku Kazana il migliore amico del generale e Sango Hirai migliore amica della principessa...-

Mi voltai verso di lui e con un tono che non ammetteva repliche gli dissi.

-Allora spero che entro domani sia tutto risolto... giusto?- 

Naraku annuì e scomparì nell'ombra. Certe volte mi mette ribrezzo, ma infondo è l'unico qui dentro a sapere come è andata veramente la storia... già perché i morti non parlano... andai nelle cripte dove rimanevano gli ultimi soldati da uccidere. 

-Moryomaru, si stanno ancora lamentando?-

Chiesi ad un altro dei miei fedeli servitori. 

-Si sopratutto il primo li, dice che ha moglie e figli e che se lo lasciamo andare non dirà niente.-

Mi feci aprire la cella e andai da lui. Lo presi per i capelli e lo costrinsi a guardarmi dritto in faccia. 

-Vedi io ti lascerei anche andare ma... il fatto è che per loro tu sei già morto!- 

Feci un cenno a Moryomaru che lo prese e gli legò mani e piedi ad una ruota. Poi mi passò una balestra e fece girare la ruota.

-Facciamo un gioco, io ho a disposizione cinque frecce, quindi cinque tiri se riesci a sopravvivere ti lascio libero ci stai?-

Poiché Moryomaru lo aveva imbavagliato non riuscì a rispondermi. Così incominciai con calma. 

-Allora come si chiama tua moglie? Come? Non sento-

Scoccai la prima freccia e gli presi una gamba. Un urlo soffocato rimbombò nella stanza. Teneva gli occhi chiusi, probabilmente per cercare di evitare dei capogiri.

-E i tuoi figli? Quanti sono?  Due,tre? Avanti non fare scena muta, collabora!-

Scoccai la seconda freccia e gli colpii un braccio. Diventava sempre più pallido e la cosa mi eccitava parecchio.

-Mmm... questo tuo silenzio non mi aggrada...-

Scoccai altre due frecce colpendo il ventre e un'altra gamba. Continuava ad urlare e a chiedere un aiuto sommesso.

-No no no! Non si chiede aiuto quando si gioca con il re, è sleale. Comunque complimenti hai resistito fino all'ultima freccia! Pronto? 3...2...-

Non finì il conto è gli centrai il cranio in pieno, spaccandoglielo in mille pezzi. Sotto di lui si era formato una pozza di rossastra di sangue gocciolante. Mi avvicinai a lui.

-oh che peccato avevi quasi vinto...-

E con un colpo d'ascia gli staccai la testa. Diedi l'ordine a Moryomaru di ripulire il tutto. Poi passai a trovare gli altri soldati detenuti mostrando loro la testa trafitta del loro compagno intimandogli la loro sorte. Al mio cospetto tutto si inchinarono per chiedere clemenza. Mi eccitava fargli credere di essere salvi in qualche modo, ma mi eccitava molto di più la loro delusione e l'orrore stampato sul loro volto mentre morivano. Diedi la testa a Moryomaru così da spedirla alla famiglia con il solito biglietto: "abbiamo rinvenuto la testa di vostro marito tra i cadaveri uccisi dall'assassino Inuyasha No Tashio, il corpo era in condizioni ben peggiori e abbiamo provveduto a bruciarlo immediatamente. Incarico speciale inviato da sua altezza Hojo Akitoki" cosa non farei per gettare ancora più fango su di lui? Mi diressi alle mie stanze per farmi un bagno. Appena entrai i miei occhi incrociarono quelli di lei. Un bellissimo quadro ritraeva la donna per la quale una volta mi sarei fermato. Kagome, una ragazza alquanto fastidiosa, ma molto eccitante. Quanto mi sarebbe piaciuto vedere quello sguardo coraggioso tremante di paura. Mi avvicinai e baciai le labbra sorridenti di lei. Un giorno le avrei riassaporate quelle morbide e dolci labbra... un giorno, viva o morta, lei sarebbe stata mia...

 

Wickenden, Regno del Sud

Con un po' di fortuna eravamo già arrivati a Wickenden una piccola cittadina portuale. La nostra metà si stava avvicinando e presto Sesshomaru avrebbe continuato per la sua strada molto più velocemente senza di noi. Chissà come se la stavano passano a palazzo. Certo Kagome non era dei migliori degli umori ma sono sicuro che Inuyasha se la sarebbe cavata. Questi quattro giorni sono passati quasi troppo velocemente ma fortunatamente il viaggio era ancora lungo così avrei potuto continuare ad ammirare la bellissima e dolcissima dama di mia compagnia. 

-Sango, sei stanca di cavalcare? Ricorda possiamo fermarci qualvolta tu voglia!-

Le sorrisi dolcemente, nonostante ci avessi provato varie volte non sono mai riuscito a farla cadere ai miei piedi. E per di più non l'ho mai vista stanca, almeno non troppo da venirmi a chiedere aiuto.

-Miroku, quante volte te lo devo ripetere? Sto bene, non sono stanca, non sento strani dolori da nessuna e ripeto da nessuna parte!-

La vidi alzare gli occhi al cielo e mi portai al suo fianco trotterellando per poi continuare la camminata in sua compagnia. Più lei mi teneva lontano più io volevo starle vicino. La osservavo incantato. I suoi lunghi capelli castani le ricadevano morbidi sulle spalle, gli occhi nocciola che avevano un taglio esotico erano leggermente truccati. E che dire delle sue labbra, piene e ben delineati solo alla vista sembrano così morbide... questa ragazza mi fa impazzire.

-Miroku fareste meglio a guardare la strada, non vorrei che accidentalmente cadeste da cavallo per la vostra sbadataggine.-

-Non vi preoccupate per me, mia dolce e bellissima Sango, potrei cadere mille e più volte da cavallo se questo vi recederebbe felice...-

Ma che diamine sto dicendo? Cadere da cavallo? Ma sono scemo? La guardai e piano piano sorrise. Continuò ad osservare il paesaggio e io ad osservare lei. Non curandomi minimante di Sesshomaru ormai stanco di tutta questa solfa. L'unica certezza che che avevo per capire se era ancora vivo erano i suoi numerosi sbuffi. Ci fermammo in una una locanda per consumare il pranzo e per discutere delle prossime mosse, quando da lontano vidi arrivare un cavaliere con lo stemma della casata reale del sud. Come avesse fatto a raggiungerci così in fretta non lo sapevo. Si fermò davanti annoi scese da cavallo e ci annunciò la terribile notizia.

-Ai qui presenti Sesshomaru No Tashio, Miroku Kazana e Sango Hirai, porto la terribile notizia della morte del re per mano dello spietato assassino Inuyasha No Tashio, il quale non si è fermato, ma ha rapito la principessa dopo averla violentemente stuprata sulla salma del padre. È stata messa una taglia sulla testa, a tutti coloro che lo troveranno verranno giustamente ricompensati. Cordiali saluti, sua maestà Hojo Akitoki.- 

Rimasi interminabili minuti a fissarlo incredulo. Che diamine stava succedendo? Inuyasha non avrebbe mai fatto nulla del genere... dovevamo tornare in dietro. Ma non potevamo farlo se prima non avessimo consegnato tutta la merce. Che situazione. Guardai Sango visibilmente pallida. Come biasimarla, il re che l'aveva accolta sotto la sua ala protettiva era morto, Kagome... era scomparsa... e Inuyasha? Che diamine stava combinando quello scemo. Poi spostai lo sguardo su Sesshomaru. Rimase imperturbabile. Se non lo conoscessi almeno un po' avrei giurato che tutto questo non significava niente per lui. Ma quegli occhi leggermente più chiusi mi fanno capire che sta pensando a qualcosa... ma sicuramente non esporrà a noi il suo fantastico piano!

-Vi porgo le mie più sincere condoglianze per il vostro defunto re-

Continuai a fissarlo. E pian piano anche Sango si voltò verso di lui. 

-Generale Lord Sesshomaru, siete invitato a tornare a palazzo per tendere omaggio al nostro nuovo re e giurargli fedeltà...-

Lo sguardo di Sesshomaru mutò di nuovo, ma sta volta in peggio. Il soldato non finì la frase... come biasimarlo.

-Vi ho già detto che vi porgo le mie condoglianze, ma sicuramente chiunque sia il vostro re, ora come ora non mi interessa, almeno fin quando il mio re non me lo chieda. Non mi interessa quello che succede al sud, perciò una volta consegnato il carico tornerò nelle mie terre- 

Detto questo con estrema eleganza si alzò ed uscì dalla locanda. Presi Sango per una mano e uscì a mia volta dopo aver pagato con qualche moneta. Salimmo a cavallo e riprendemmo il cammino. Sta volta rimasi in silenzio anch'io. Volevo sapere cosa pensavano gli altri ma non volevo infierire sopratutto su Sango. Ma invece fu proprio lei a parlare...

-Secondo voi Kagome... è ancora viva?-

Quella domanda non aveva un vero e proprio destinatario, perciò la lasciai girare nella mia mente e a rispondere fu Sesshomaru.

-Se Inuyasha ha fatto bene il suo lavoro, Kagome al momento, almeno fisicamente è quella che sta meglio.-

Vidi Sango sgranare gli occhi. Ma che cavolo stava dicendo quello lì? 

-Sesshomaru voleva dire che se Inuyasha sta ancora facendo la guardia del corpo di Kagome, sta bene. E poi quello che ha detto quel soldato non mi convince per niente. Inuyasha per nessun motivo al mondo avrebbe fatto del male a Kagome.- 

Sentendo le mie parole tornai sui miei pensieri e più ci pensavo più ne ero sicuro: Inuyasha voleva troppo bene a Kagome per fargli questo... e poi il re? Andiamo quei due si erano presi in simpatia!

-Per quale motivo Inuyasha non farebbe mai del male a Kagome?-

La voce di Sango risuonò dolce e supplichevole alle mie orecchie. Ci pensai qualche secondo. E anche se avevo promesso di non dire niente glielo dissi lo stesso, lei doveva sapere.

-Vedi 10 anni fa, quei due stavano insieme... almeno per così dire. Kagome era venuta al nostro palazzo, al nord con sua madre. Passò un intero mese lì da noi e se prima non si sopportavano alla fine si innamorarono... sempre se a quei tempi si poteva considerare amore... Inuyasha mi giurò che mai per nessun motivo le avrebbe fatto del male. E se non mi credi ne ho le prove. A parte Sesshomaru che si lamentava sempre...- 

Mi arrivò un occhiata glaciale dal mio principe che per poco non caddi da cavallo. Ma continuai imperterrito.

-Kagome prima di andarsene regalò ad Inuyasha un braccialetto di cuoio nero uguale al suo, così la loro amicizia non si sarebbe mai spezzata neanche dopo anni e anni... solo che lei era piccola quindi probabilmente non si ricorda...-

Squadrai Sango e la trovai molto pensierosa, infondo era libera di credermi oppure no. Aspettavo una sua risposta o un gesto, ovviamente speravo in positivo, poi la vidi annuire.

-Questo spiega perché Kagome in cuor suo non voleva mai togliersi quel braccialetto... anzi spiega molte cose... va bene. Vi credo. Però adesso dove staranno andando? Da soli a piedi... senza niente...-

La voce di Sango si fece pian piano triste. Mi avvicinai per quanto potei e le accarezzai una guancia togliendo una lacrima dal quel suo bellissimo viso. Provai a rassicurarla ma in realtà ero molto nervoso anch'io. 

-Probabilmente ci staranno raggiungendo. Inuyasha sa dove siamo diretti e poi quegli stupidi di soldati penseranno che stia andando il più velocemente possibile al nord.-

Senza aggiungere altro Sesshomaru aumentò il passo. Purtroppo non si poteva mai sapere cosa gli passasse per la testa, ma di sicuro non credeva nemmeno ad una parola. Sesshomaru aveva altri piani in mente. 

 

Antlers, Regno del Sud.

Eravamo giunti ad Antlers giusto in tempo per pranzare. Da bambina amavo venire qui e godermi le bellissime e morbide colline. Ma ora come ora non ero dicerto venuta a farmi una vacanza. Dopo questo quattro giorni d'inferno ho deciso di diventare più forte. Per me, per i miei genitori e per Inuyasha. Però il cammino era veramente difficile. Non avevo mai patito così tanto la fame, non avevo mai così desiderato un letto morbido e caldo. Da un po' di tempo quando entravamo in dei villaggi, Inuyasha si copriva le orecchie con una bandana, lasciandomi la sua tunica per coprirmi nascondendo il mio volto. Certo non passavamo comunque inosservati ma almeno questi nostri piccoli particolari non risaltavano. Mangiamo di fretta per lasciar il più presto possibile la città. Inuyasha diceva che l'odore dei nostri amici si stava volatilizzando e ciò vuol dire che avevano già attraversato la manica. 

-Senti ma come è possibile che siano già così avanti?- 

Gli chiesi una volta usciti da Antlers.

-Loro non hanno dicerto una principessa piagnucolona!-

Mi rispose sogghignando. Offesa mi girai dall'altra parte. Certe volte non lo sopportavo proprio... però lo dovevo ringraziare. Senza di lui probabilmente sarei morta... camminavo senza pensare a niente quando sentì una strana presenza avvicinarsi. 

-Inuyasha, sento qualcosa...- 

Le gambe mi cedettero e caddi a terra. Cos'era quell'orribile sensazione? Mi girava la testa e mi veniva da vomitare. In un attimo Inuyasha fu di fianco a me e mi aiutò ad alzarmi. 

-Kagome tutto bene?-

Mi chiese preoccupato. Annuì pian piano. Mi fece sedere sotto un albero. Mi aveva chiamata per nome? Sorrisi appena.

-Non avete un bel colorito...-

Poi lo vidi addrizzare le orecchie e la sensazione di prima tornò a farsi più potente.

-Sta... sta arrivando qualcuno...- 

Dissi con un filo di voce.

Inuyasha mise una mano sulla spada, non quella che usava di solito ma ben si l'altra,che a vederla sembrava tutta arrugginita. Ma quando quel enorme demone spuntò ed Inuyasha estrasse quella spada, ricacciai indietro i miei pensieri e ne rimasi sbalordita. Un enorme spada affilata e tagliente spuntò da quel piccolo fodero. Sprigionava un enorme aura demoniaca. Il demone si avvicinava minaccioso, ma Inuyasha con due agili colpi lo sconfisse in un battito di ciglia. Una volta sconfitto, il demone si disintegrò volatilizzandosi nel vento. Quella sensazione era sparita ed io ammiravo senza distogliere lo sguardo Inuyasha. 

-Tutte bene principessa?-

Chiese voltandosi verso di me. Annuì distrattamente mentre lui riponeva la spada.

-La sensazione che avevo è sparita... -

Dissi cercando di capire cosa fosse successo. Poi vidi di nuovo quell'insopportabile ghigno sul volto.

-Principessa, voi potete sentire la presenza dei demoni maligni o molto potenti-

Disse con un sorriso che mi parve molto amaro. Infondo era possibile. Non era la prima volta che mi capitava, anche quando ero piccola mi succedeva spesso e subito la gente mi stava lontano, ma non avevo mai pensato di riuscire a sentire dei demoni.

Eppure ciò spiegava molte cose. Poi come un flash l'immagine di quel bambino mi tornò in mente un po' più vivida. E infine lo vidi completamente. Sgranai gli occhi e guardai l'uomo davanti a me... possibile che lui... lui fosse quel bambino? 

-Inuyasha...-

Dissi piano, si quello era il nome del bambino. Gli occhi mi si riepilogo di lacrime.

-Eh adesso che hai fatto? Si può sapere perché piangi?-

Piegò le gambe e appoggiò le mani davanti a se, si ricordava proprio un cane visto da questa prospettiva. 

-Tu sei quel bambino vero?-

Mi guardò piegando la testa di lato, poi ghignò e infine sospirò.

-Dannazione, sei proprio una mocciosa piagnucolona-

Disse sorridendomi passandosi la mano tra i capelli. Sorrisi veramente dopo tanto. Gli saltai addosso e lo abbracciai. Gli feci vedere il braccialetto e lui mi fece vedere il suo. Come diamine ho fatto a scordarmi di lui? Cominciai a piangere sempre più forte.

-Mi dispiace, non ho mantenuto la promessa...-

-Alla fine non sei cambiata per niente sai? Mocciosa piagnucolona. Dai smettila di piangere dobbiamo continuare il cammino, altrimenti non raggiungeremo mai Miroku e Sango.-

Ci alzammo contemporaneamente e io mi attaccai saldamente al suo braccio.

-Ma che diamine stai facendo?-

Sussultò appena lui.

-Non ti lascerò mai più andare.-

Gli risposi sorridendo asciugandomi le lascrime.

 

Ciao!

E con questo ecco il quarto capitolo. Hojo è un pazzo e con questo ho detto tutto. Sesshomaru a qualcosa in mente ma non è intenzionato a dire niente a nessuno, Miroku e Sango continuano a sperare che quel messaggio sia tutto falso e infine, Kagome si è ricordata di Inuyasha. Cosa succederà adesso? Il loro rapporto cambierà drasticamente? A voi la parola!

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Capitolo 5
*** Nuovi compagni ***


Maidenpool, Regno del Sud

 

Arrivammo a Maidenpool in tarda mattinata. Avevamo camminato per un bel po' di strada senza fermarci. Ormai mancavano solo due tappe e se tutto continuava a filar liscio avremmo presto ritrovato i nostri amici. Anche se stanco per la lunga camminata non potevo non essere felice. Kagome si è ricordata chi sono. Certo non posso pretendere che tutto torni normale, come un tempo, ma almeno forse non le sono del tutto indifferente. Ci dirigemmo direttamente al porto, poiché dovevamo attraversare la Baia del Granchio per raggiungere Wickenden. Ma con mia grande sorpresa il porto pullulava di soldati. Ci nascondemmo in un vicolo e da lontano cercavo un modo per rimanere nascosti ma tutto ciò mi sembrava impossibile.

-Che succede? Perché ci siamo nascosti?-

-Più avanti è pieno di soldati... dobbiamo cercare di raggirarli...-

Non avevo idea di come fare. Se fossi stato da solo probabilmente avrei attraversato la Baia a nuoto. Ma non posso pretendere tanto da Kagome. 

-Ei tu! Ridammi la mia tunica!- 

E con un urlo assordante Kagome si mise a rincorrere qualcuno. La segui e la sorpassai catturando velocemente il ladruncolo. Era un piccolo cucciolo di volpe, dagli occhi verdi e i capelli arancioni come la sua enorme coda. 

-Tsk ma tu guarda questo sgorbio. Forza molla l'osso se non vuoi farti del male-

Il piccolo iniziò a dimenarsi ma con pochi risultati così si arrese e ci riconsegnò la tunica. Lo lasciai andare e gli dissi che se mai ci avrebbe riprovato lo avrei sistemato per le feste. 

-Inuyasha! Smettila così lo spaventi! Su vieni qui piccolino. Spiegami perché volevi rubarmi la tunica...-

La guardai allibito, così il cattivo ero io? Il marmocchio saltò in braccio a Kagome accoccolandosi come meglio poteva sul suo petto lanciandomi strane occhiate vittoriose. Già lo odiavo. Questo piccolo mostriciattolo con mio grande disappunto ci spiegò che doveva rubare qualcosa ogni giorno altrimenti il suo padrone l'avrebbe punito. Ormai sono rimasti in pochi perché i soldati li avevano catturati tutti.

-E come ti chiami?-

Chiese Kagome già con le lacrime agli occhi.

-Shippo... solo Shippo...-

Kagome lo abbracciò forte e mi guardò. No, non poteva pensarlo davvero! Un'altra scocciatura in più! Pregai che mi fossi sbagliato ma a quanto pare il mio istinto non sbaglia mai.

-Inuyasha... possiamo tenerlo? È così carino! E poi dobbiamo aiutare i suoi amici!-

Purtroppo questa ragazza è ancora la mia principessa e non posso disubbidire a nessuno dei suoi ordini.

-Tsk, come desideri principessa. Ma sappi che non me ne prendo la responsabilità, se gli succede qualcosa...-

-Ok d'accordo, grazie Inuyasha-

Il suo sorriso fu talmente dolce che dovetti girarmi dall'altra parte per nascondere il mio rossore. Sperai con tutto me stesso che questo dannato cucciolo stesse dicendo la verità, Altrimenti   sarebbe stato solo una gran scocciatura e sopratutto una gran perdita di tempo. Il piccolo con mio grande stupore ci fece vedere dei passaggi segreti sparsi per tutta la città, potevano tornarci utili per sfuggire dalle guardie. Controvoglia entrammo in un passaggio sotterraneo dall'aspetto alquanto sinistro. Il piccolo ci stava portando dritti nel loro nascondiglio. Ma mano che ci addentravamo per quei tunnel sotterranei la luminosità diminuiva, così presi per mano Kagome e la guidai in mezzo all'oscurità. Quel insolito contatto non mi dava fastidio... anzi tutt'altro! Sentivo una strana sensazione farsi strada dentro di me. 

-Ecco siamo arrivati. Questa è la nostra tana... molti di noi non hanno più famiglia e quelli che ce l'hanno o sono stati venduti oppure sono stati costretti a venire qui.-

Aprimmo una porta nascosta dall'oscurità. Quindici bambini chiusi in una sottospecie di cantina lasciati a se stessi. Mentre ci facevamo largo tra i bambini per arrivare al letto di Shippo, un odore pungente di lacrime arrivò dritto al mio naso. Strinsi la mano di Kagome più forte. Infondo lei non poteva immaginare che esistessero posti del genere. Il piccolo ci mostrò una mappa disegnata da lui. Mostrava tutti i passaggi da quelli più sicuri a quelli meno. Ero concentrato a studiare un piano quando sentii qualcuno tirarmi per il pantalone.

-Ci porterete via da qui?- 

Ha parlare fu una bambina di appena tre anni dagli occhi scuri ma dai capelli lucenti. Teneva un orsacchiotto stretto tra le sue piccole mani. Le sorrisi e annuì. Di certo non potevo lasciarli così! 

-Mia sorella si trova a nord... voi ci sapete arrivare?-

Continuò senza tregua quella piccola bambina. 

-Kanna fai silenzio! Non vedi che sta studiando un piano per farci scappare?- 

La ammonì Shippo. La bambina mise su il broncio... e così si chiamava Kanna... 

-Ah si? Io vengo dal nord... come si chiama tua sorella?-

Dissi abbastanza interessato. Non molti bambini sanno che esiste dell'altro al di fuori della propria città.

-Kagura... ha detto che sarebbe andata al nord per lavorare sotto una certa Midoriko... ma non mi ha detto nient'altro... mi ci potresti portare?-

La presi in braccio, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quei suoi occhi lucidi da bambina. 

-Certo. Ti porterò da Midoriko... sai io la conosco!-

Continuai a raccontarle del Nord e intanto anche gli altri bambini si strinsero attorno a me. Tutti quanti volevano saperne di più. Per loro parlare del Nord era come sentire un mito o chissà cosa. Per una volta mi sentii orgoglioso di essere nato e cresciuto la. Pian piano tutti i bambini si addormentarono... chissà da quanto tempo non sentivano una storia! Con l'aiuto di Kagome li misi a letto uno per uno. L'unico che era rimasto sveglio era Shippo. Rimase in piedi con noi fino a tarda notte. Voleva rendersi utile e salvare tutti i suoi compagni, ma il sonno lo colse all'improvviso. Misi nel letto pure lui e presi una coperta da dare a Kagome. 

-Ci sai fare con i bambini... -

Dissi lei sotto voce. Mi sedetti di fianco a lei e gli risposi.

-Non ne vado matto, però ho dovuto fare da babysitter a molti bambini e... quindi me la cavo abbastanza.-

Lasciai cadere il discorso. Non potevo mica dirgli che oltre ai bambini trattavo uguali i cani, di certo mi avrebbe preso per pazzo. 

-Sai mi piacerebbe vedere il nord... anche se ci sono già stata purtroppo non mi ricordo un gran che.-

E vidi di nuovo quel viso triste e angosciato. Le circondai le spalle con un braccio e l'attirai più verso di me. 

-Non preoccuparti e ora riposati. Domani dobbiamo lavorare sodo se vogliamo farli uscire tutti quanti.-

Si sistemò meglio tra le mie braccia e piano piano si addormentò. Dovevo sbrigarmi. Prima arrivavamo da Miroku meglio sarebbe stato per tutti. A fatica mi addormentai, tenendo saldamente Tessaiga, la mia fidata spada.

 

Il mattino seguente fui svegliata da Inuyasha. Molti dei bambini erano già in piedi, quindi anche se avrei preferito continuare a dormire mi alzai e mi misi al lavoro. Tra poco il capo di questi bambini sarebbe venuto a riscuotere i furti. Mi chiedevo cosa mai avessero rubato questi bambini. All'apparenza sembravano tutti molto innocui e gentili. Io e Inuyasha ci nascondemmo dentro ad un armadio quando il padrone di casa aprì furentemente la porta. Per prima cosa contò i bambini e scrisse qualcosa su un foglio. Mentre osservavo con attenzione tutto quello che faceva sentivo di fianco a me una forte tensione. Guardai per un attimo Inuyasha e la sua espressione la diceva tutta. Avrebbe voluto sicuramente ammazzarlo qui seduta stante... ma quello che avevamo davanti era pur sempre un demone... e anche bello grosso! Non potevamo mettere così a rischio la vita di questi bambini. Osservai con ammirazione tutta la refurtiva: oro, argento, metalli vari... questi bambini avevano messo su un enorme bottino. Sentii il demone ridere soddisfatto e con un ruggito spaventoso se ne andò così come era venuto. Uscimmo dal nostro nascondiglio e mettemmo a punto qualche dettaglio. 

-Tsk e così è un Oni* di basso rango. Quelli come lui mi danno il voltastomaco-

Disse Inuyasha una volta finito di ideare il piano. In effetti il lezzo che emanava quel demone era davvero disgustoso così come il suo aspetto. Se tutto filava liscio questa sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei visto. Infatti questa sera nessuno sarebbe rientrato. Uscimmo di corsa da quella cantina e fui lieta di risentire il calore del sole sulla mia pelle. Ci dammi un punto di ritrovo e un ora precisa. In quel l'arco di tempo dovevamo ricavare più informazioni utili possibili sulle barche che andavano per Wickenden. Una volta arrivati lì, i bambini ci avevano detto di conoscere un posto sicuro. Sorpassati i soldati attraverso un passaggio segreto, mi fiondai in una locanda e iniziai a cercare qualsiasi informazione utile. Arrivata l'ora stabilita valutammo la soluzione migliore. 

Il primo a parlare fu Inuyasha.

-Non abbiamo abbastanza denaro per tutti...- 

E quindi? Voleva per caso lasciare andare indietro alcuni di loro? No, non poteva assolutamente!

-Quindi? Chi rimane?-

Chiese un bambino dai capelli biondi.

-Nessuno- 

Rispose prontamente Inuyasha.

-Quelli che non pagheranno si nasconderanno nella stiva-

A sentir quelle parole tirai un sospiro di sollievo. Sapevo che Inuyasha non avrebbe mai fatto una nulla del genere, come potevo anche solo dubitarne? 

Facemmo dei conti e valutammo le navi che potevano accogliere il maggior numero possibile. E infine dovemmo scegliere chi si sarebbe nascosto. Chiunque avesse accettato avrebbe rischiato la vita. Se per caso venissero scoperti non ci penserebbero due volte e li getterebbero in mare, lasciandoli affogare. 

-Non obbligo nessuno a diventare un fuggiasco.- 

Li rassicurò prontamente Inuyasha.

-Sappiate però che se nessuno si offre rischia di saltare tutto. Perciò... se il caso vuole sarò io a scegliere.-

Rimasi sbigottita. Un attimo prima li rassicura e un attimo dopo fa lui il becchino? Feci per obbiettare ma alcune manine si alzarono. 

-Perfetto. Tenetevi pronti. Si salpa con la prossima nave.-

Detto questo Inuyasha se ne andò lasciandomi con i bambini. Guardai ognuna di quelle faccine e notai che tra i volontari c'erano anche Shippo e la piccola Kanna. Mi si strinse il cuore... anche se erano dei bambini erano così coraggiosi. Aspettai con ansia il momento e quando arrivò non mi sentivo ancora pronta. Inuyasha prese il gruppo che si sarebbe nascosto e scomparve intanto io salii sulla nave con i restanti. Poco dopo ci raggiunse dicendo che era riuscito a farli entrare. Tirai un sospiro di sollievo e la nave parti. Eravamo ormai al centro del piccolo ma immanso mare quando di nuovo mi venne un capogiro. Mi sedetti prontamente e iniziai a guardarmi in torno. Qualcosa non andava. Feci per chiamare Inuyasha quando lo vidi. L'Oni che aveva rinchiuso i bambini nella cantina. Avvertii Inuyasha che senza pensarci due volte estrasse quell'enorme spada. Perché? Così attirava solo l'attenzione. 

-Kagome! Corri nella stiva e chiudi a chiave la porta. Penso proprio che non siamo i benvenuti su questa nave- 

Una folla di demoni si avventò su di lui e iniziò una folle guerra. Presi i bambini e andai velocemente nella stiva. Feci esattamente come mi aveva detto. Non volevo essere d'intralcio. Ormai sarebbe calata la sera e nessuno si sarebbe accorto di quello che stava succedendo sulla nave. 

-Kagome cos'è successo? Perché siete tutti qua giù?- 

Guardai il piccolo Shippo e gli raccontai tutto. Che sapessero dei nostri piani? Impossibile... forse... e se ci avessero riconosciuto? All'improvviso mi tornò in mente l'immagine vivida di mio padre che cadeva atterra esanime e accanto a lui si stagliò la figura di Inuyasha. No, non poteva morire anche lui, non c'è l'avrei mai fatta a sopportarlo. Iniziarono a colpire violentemente la porta, ci preparammo al peggio. Afferrammo qualsiasi oggetto che potevamo usare come arma e quando quella fragile porta di legno venne abbattuta ci lanciammo con foga verso i soldati. Chiunque riuscivamo ad abbattere lo legavamo saldamente con una corda così anche se riprendeva i sensi non poteva comunque fare altro. Poco dopo raggiungemmo il ponte dove la battaglia stava ormai per giungere al termine. Solo Inuyasha e l'oni erano rimasti in piedi. Intorno a loro c'era solo un enorme distesa di sangue. 

-Complimenti, per essere un mezzo demone non sei affatto male... sappi però che non ti basterà la tua inutile spada per battermi-

La sua voce risuonò come un ruggito grottesco, i bambini si nascosero dietro di me impauriti dalla sua presenza. In poco tempo l'Oni crebbe diventando enorme e facendo oscillare violentemente la nave. E cosi quella era la sua vera natura. Lunghe corna gli ornavano la testa squadrata munita di enormi occhi incandescenti. Il colore verdastro della pelle stonava completamente con quest'ultimi. Inuyasha si avventò su di lui ma fu respinto con un brusco movimento del braccio dell'Oni e andò a sbattere contro il palo dell'albero maestro. Mi cedettero le gambe. Inuyasha non poteva perdere... in nessun modo. Ero così preoccupata per lui che non sentii la sua voce chiamarmi, quando mi ripresi vidi l'oni avvicinarsi a me. Mi prese con le sue luride mani e iniziò a stringermi sempre più forte... poco a poco iniziò a mancarmi l'aria e persi i sensi. Quando riaprì gli occhi trovai tutti i bambini accanto a me. 

-Kagome! Stai bene vero?-

Annuì lentamente mentre mi raccontavano cosa fosse successo. Dopo che sono svenuta Inuyasha ha sconfitto l'Oni e a guidato la nave fino a Wickenden. Dopo di che mi ha portato in braccio fino a questa locanda dove mi hanno soccorsa. Mi alzai piano scostando lievemente le coperte. Notai che non indossavo più il mio vestito, addosso avevo solo una sottoveste bianca. Vidi dei vestiti sulla sedia. Erano vestiti mondani di colori chiari... sinceramente non mi dispiacevano. Mi alzai e i bambini mi accompagnarono in una stanza dove trovai una botte piena d'acqua calda. Mi tolsi anche la sottoveste e mi ci infilai dentro senza pensarci due volte. Sulla mia pelle notai dei lividi, probabilmente lasciate da quell'oni. Chissà come stava Inuyasha. Da quando mi ero risvegliata non l'avevo ancora visto. Dopo un po' decisi di uscire e mi rimisi la sottoveste. Tornai nella mia camera provvisoria e iniziai a vestirmi quando la porta si spalancò e Inuyasha entrò furioso.

-Torna subito a letto, devi riposarti finché puoi!-

Mi guardò per qualche secondo e si girò dall'altra parte. Non era ben visto vedere una donna in veste da letto perciò mi sbrigai a vestirmi con i miei nuovi vestiti. Fortunatamente al posto della gonna trovai dei pantaloni, così avrei camminato più comodamente. Una volta pronta abbracciai Inuyasha da dietro. Lui si voltò e mi abbracciò a sua volta. Restammo così per qualche minuto finché non decisi di uscire anche contro il volere di Inuyasha. Volevo ripartire al più presto. Salutammo i bambini che corsero felici un po' in tutte le direzioni. Gli unici a rimanere furono Shippo e Kanna, perciò dopo varie lamentele da parte di Inuyasha riprendemmo il cammino con due nuovi compagni. 

 

Ciao!

Ecco qua! Che ve ne pare? Mi rendo conto che ho accelerato di parecchio il racconto, ma volevo al più presto aggiungere questi due personaggi alla storia... non avevo ben chiaro che fine avrebbero fatto gli altri bambini così ho preferito dire che avevano già un posto in cui andare una volta scappati. 

A presto!

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Capitolo 6
*** Redfort ***


Una volta lasciata Wickenden il cammino fu più duro del previsto. La nostra meta purtroppo si trovava tra le montagne. Avevo delle enormi vesciche hai piedi che mi dolevano, aveva fame poiché non riuscivo a sfamarmi con delle semplice bacche. Cercavo di non lamentarmi ma la mia faccia mi tradiva, poiché ogni tanto Inuyasha mi guardava e ci diceva di fermarci qui a riposare un po'. Non che mi dispiacesse ma non volevo essere un peso. Anche se eravamo in una situazione parecchio scomoda l'aria fresca di montagna mi tranquillizzava. 

-Inuyasha! Ti va di giocarci il tuo pezzo di pesce?-

Chiese un certo punto Shippo. Quei due non la smettevano mai di battibeccare. Capisco Shippo che è un bambino ma Inuyasha a volte potrebbe veramente evitare. Potranno mai litigare su chi abbia visto per primo un riparo o su chi abbia preso più provviste? Chiusi gli occhi ascoltando un altra irragionevole sfida che finì appunto con un altra battibeccata. 

-Ahi! Kagome!-

Aprì gli occhi quando il piccolo Shippo mi chiamò, aveva un gran bernoccolo in testa. 

-Inuyasha! Quante volte devo dirti di fare piano con il piccolo Shippo!- 

Guardò con astio il cucciolo ancora tra le mie braccia e mise su il broncio girandosi dall'altra parte. Insomma era veramente come un bambino! Intanto la piccola Kanna rimaneva in disparte a guardare la scena e sorrideva. Quella bambina era davvero dolcissima. Durante il tragitto mi prendeva per mano e mi teneva compagnia quando quei due litigavano o stavano per i fatti loro. Alla fine Shippo a solo tre anni in più di lei, ma a volte penso proprio che le parti dovrebbero essere invertite. Aprì la borsa che avevamo acquistato prima di ripartire da Wickenden, dove avevo riposto con cura il mio vestito. Lo osservai per qualche secondo poi richiusi la borsa. La mia mente tornò distratta ancora a quel giorno quando la mia vita cambiò drasticamente. In una sola settimana sentivo di essere cambiata... eppure non mi sentivo ancora del tutto in pace. Non volevo tutte le volte dover dipendere da Inuyasha. Volevo imparare a lottare, a cavarmela da sola. Ma tutte le volte finiva tutto in un grandissimo fiasco. Guardai il cielo, poi posai lo sguardo sui miei compagni di viaggio e nella mia mente comparve il volto di Sango. Oh amica mia, se solo sapessi... ho bisogno di te, dei tuoi consigli, delle tue risate... 

-Forza, in marcia. Non arriveremo mai a Redfort di questo passo.- 

Ripartendo più stanchi di prima. Ogni volta era sempre più difficile. Presto o tardi Inuyasha avrebbe dovuto portarci tutti sulla schiena. Infatti la piccola Kanna prese la mano di Inuyasha lasciandomi un po' più indietro con Shippo. Li vidi parlare mentre Kanna si strofinò gli occhi con una manina. Inuyasha si fermò un attimo e la prese in braccio, facendola appoggiare delicatamente la testolina ila sua spalla. Erano veramente carini. Presi su Shippo e velocizzai il passo portandomi al loro fianco. Kanna era distrutta. Anche se non lo dava a vedere si impegnava tantissimo per starci dietro. Pian piano si addormentò e presto anche Shippo cadde in un sonno profondo. Io e Inuyasha sembravamo due genitori coi loro figli. A quel pensiero arrossì vistosamente. Ma che diavolo andavo a pensare? Io con Inuyasha...

-Ehi stai bene?- 

Mi chiese notando il mio rossore. Annuì velocemente sorridendo. Decisi di mettere subito fine a quei strani pensieri e continuai a camminare in un dolce e imbarazzante silenzio. Verso sera ci accampammo tra gli alberi di un boschetto. 

 

Mamma mia che faticaccia. Se prima dovevo occuparmi di una sola persona adesso ne avevo tre. Anche se in fin dei conti non mi dispiace un gran che. L'unico che non sopportavo era quel moccioso, che con qualunque scusa si catapultava tra le braccia di Kagome... non lo sopportavo! Anche se ci stiavamo dirigendo a nord la temperatura non voleva proprio calare. Una volta messi a letto i bambini e dato la buona notte a Kagome mi stesi anch'io cercando di rinfrescarmi con la terra... ma niente da fare. Così mi tolsi la maglietta, la piegai e la usai come cuscino. Molto meglio. Gettai un ultima occhiata a quei tre che dormivano beatamente e alla fine mi addormentai anch'io. Il mattino seguente fui svegliato di soprassalto da un urlo. Afferrai Tessaiga pronto a lottare... ma non c'era nessuno! Guardai Kagome interrogativo e la vidi coprirsi il volto con le mani mentre diventava rossa come un peperone. Che diavolo le prendeva ora? Stava forse male? Si svegliarono anche i bambini e Kanna fece uguale a Kagome almeno lei non si era messa ad urlare. Le guardia senza capire mentre Shippo se la rideva divertito... mi guardai ripetutamente in giro ma non capivo cosa non andava poi Kagome "gentilmente" mi illuminò.

-Copriti razza di scemo!-

Guardai sia Kanna che Kagome letteralmente sbalordito. Tutto sto baccano perché non avevo una maglia? Ma stiamo scherzando?

Ancora in credulo e alquanto scocciato mi rinfilai la maglia e una volta mangiato velocemente qualcosa ripartimmo. Questa qui è proprio matta e io stavo morendo dal caldo. Provai a resistere visto che stare a torso nudo sembrava un eresia, ma rinunciai presto e decisi di ritogliermi questa benedettissima maglia, anche a costo di ridurla in brandelli. 

-Ma che diamine stai facendo? Ti ho detto di coprirti razza di scemo!-

Mi disse Kagome mentre mi stavo ritogliendo la maglia.

-Senti, ho caldo va bene? Odio le temperature calde del sud, quindi smettila di lamentarti per una cosa così inutile!-

Mi misi la maglietta sulla spalla e continuai a camminare.

-Ma non si può vedere un uomo nudo prima delle nozze! Non è decoroso! Lo sanno anche la piccola Kanna e il piccolo Shippo.-

Mi rispose di rimando lei. La guardai scocciato e notai il rossore sulle sue gote... a quanto pare non aveva mai visto un uomo senza maglia. Mi divertiva parecchio.

-Bhe tanto prima o poi lo avresti visto comunque il petto di un uomo no? E poi non sono mica nudo, scema! Se hai caldo è logico che fai di tutto per stare al fresco e poiché sono un uomo posso togliermi quella maledettissima maglia senza problemi-

Se è possibile, vidi il suo viso diventare ancora più rosso. Questa qui ha rispettato per tutta la vita una strana etichetta. Sbuffai e andai avanti, non potevo mica morire così per un suo capriccio! Sarebbe stato il colmo. Dopo un po' smise di lamentarsi, anche perché io non la stavo più ascoltando. Ero troppo occupato a pensare ad una strada più veloce ma purtroppo per non essere visti dovevamo continuare tra le montagne. Camminare in mezzo ai boschi non mi dispiaceva, certo non erano come quelli al nord però ero tranquillo. Dopo un po' mi dovetti fermare di nuovo perché non riuscivano più a starmi dietro. Basta mi sono scocciato. 

-Forza salite tutti e tre sulla mia schiena.-

Dissi velocemente, inginocchiandomi. Nessuno si muoveva. Sbuffai sonoramente e mi rimisi la maglia, così poco dopo salirono tutti. Spero vivamente che un giorno siano bloccati in una sauna con soli uomini a torso nudo! Una volta caricati tutti in spalla, mi tolsi di nuovo le scarpe e le ridiedi a Kagome. Così ero più comodo. Feci un gran respiro e iniziai a correre tra gli alberi del bosco. Così andavamo decisamente più veloci. Decisi di saltare sugli alberi, così se mai avessimo incontrato un demone potevo lasciarli in alto, al sicuro. Corsi fino all'imbrunire, con lo stacco per pranzare e per cenare. Così avevamo recuperato una buona parte di strada... non doveva mancare molto. Ci accampammo vicino ad un fiume e appena ebbi un po' di tempo andai a rinfrescarmi. Odio il Sud! Tornai al campo e li trovai tutti pieni di energia. Fantastico, veramente. 

-Inuyasha se vuoi possiamo continuare ad andare avanti io sono carichissimo!-

Disse Shippo saltando a destra e a sinistra. Non lo ascoltai nemmeno e mi sedetti. Erano riusciti a stancarmi veramente. 

-Si Shippo a ragione possiamo continuare!-

Kagome lo stava incitando. Ma che diamine ho fatto di male? Che fosse una punizione divina? Per tutti i Kami cosa ho fatto? Kanna venne a sedersi di fianco a me sorridendomi. Adoro letteralmente questa bambina, chiacchiera il giusto, non si lamenta quasi mai, anche se purtroppo conosce questa strana etichetta del sud e sopratutto mi da ascolto. Con gli altri due a volte è come parlare con un muro. 

-Bene è deciso! Rimettiamoci in marcia!-

Detto ciò Kagome e Shippo spensero il fuoco che prima avevo gentilmente acceso, si caricarono in spalla borse e provviste e iniziarono a camminare. Ma stavano scherzando? La prossima volta li faccio correre su una ruota inseguiti dai cani! Kanna mi prese la mano e mi aiutò ad alzarmi. Rimase indietro con me senza lasciarmi un momento, mentre quei due quasi correvano. Stranamente non si stancarono subito perciò andammo avanti per tutta la notte. All'alba iniziarono a dare segni di cedimento ma non demordevano. Se non ci fosse stata Kanna a tenermi sveglio qualche volta probabilmente mi sarei accasciato a terra e non mi sarei mai più mosso. Ad un certo punto però arrivò dritto al mio naso un odore lieve di fumo e il suono di tanti passi dritto nelle mie orecchie...

-Siamo vicini... tra poco arriveremo a Redfort.- 

E con le ultime energie rimaste iniziammo a camminare più velocemente arrivando così davanti alle mura della città. Finalmente... Miroku aspettami ci siamo quasi!

 

Eravamo arrivati a Redfort appena alle luci dell'alba. Eravamo esausti ma almeno ci saremmo liberati di tutta questa merce. Non so quanto durò il baratto ma almeno ci frutto molti soldi. 

-Adesso dovete aspettare qui, in questa città. Inuyasha e gli altri si stanno avvicinando... ormai sono qui.-

Disse Sesshomaru dal nulla. Scattai in piedi così come Sango. Erano vicini! Ci dirigemmo verso le mura della città, ma all'interno pullulavano di soldati. Come avrebbero fatto ad entrare? Aspettammo di vederli per mezza giornata ma di loro neanche l'ombra. Così chiesi a Sango se voleva tornare alla locanda per riposarsi ma lei negò con la testa. 

-Voglio essere qui quando arriverà Kagome-

Mi disse senza battere ciglio. La vedevo stanca, abbattuta, chiusa in se stessa e questo non potevo sopportarlo. Mi tolsi il fastidioso soprabito rigorosamente blu e glielo appoggiai sulle spalle quando la vidi tremare.

-Tu non hai freddo?- 

Mi chiese.

-Al nord le temperature sono ben peggiori, questo venticello non mi scalfisce per niente- 

Risposi prontamente.

-Sembra un posto bellissimo da come ne parli... ma freddo.- 

-bhe è pur sempre casa mia. Anche se siamo divisi in ranghi non tutti li rispettano. Assomigliamo di più ad una grande famiglia più che ad un vero e proprio regno. E poi le nostre usanze sono diverse.-

Dissi facendo riferimento a quella volta quando mi tolsi la maglietta perché l'avevo sporcata con la salsa, Sango per poco non mi lanciava un tavolo.

-E poi la so come muovermi, qua quello che voi chiamate "foresta" sembra un boschetto o comunque niente di più. In tutto il nostro viaggio non ho ancora visto un albero dedicato agli dei. Neanche uno, ma dico avete forse dimenticato come si venerano gli dei?- 

Questo fatto non mi faceva sentire tranquillo.

-Noi non veneriamo più i vecchi dei. Per noi esistono solo i nuovi... che alla fine non sono proprio dei...-

No non mi faceva stare per niente tranquillo, non potevo pregare i miei dei e quindi pregare per i miei amici... mi faceva sentire strano. 

-A proposito ti sei divertito con la figlia del locandiere?-

Mi chiese di punto in bianco lasciandomi spiazzato.

-Io... io... ma Sango corsa vai a pensare non è successo niente... purtroppo è entrato il fidanzato e sono dovuto scappare-

Ammisi angosciato. La vidi sbuffare e alzare gli occhi al cielo. Ehi non è colpa mi se sono un gran donnaiolo. Rimanemmo sulle mura ancora un po' poi decidemmo di scendere. Arrivammo alla locanda dove fummo prontamente sbattuti fuori. Fortunatamente ne trovammo un altra solo che aveva solo una stanza disponibile. Sesshomaru ci aveva già lasciati e quindi l'avrei dovuta condividere con Sango. Al solo pensiero mi si illuminarono gli occhi. Dormire nella stessa stanza con la mia dolce Sango e senza Sesshomaru tra i piedi! Stavo ancora sognando ad occhi aperti quando una scarpa mi volò dritta in faccia.

-Smettila di sognare ad occhi aperti e ascoltami bene. Se sta notte provi ad avvicinarti non risponderò più di me stessa- 

Detto ciò spense la luce, la vidi spogliarsi nell'oscurità e per una volta mi voltai imbarazzato. Feci lo stesso e mi misi sotto le coperte e così fece lei. 

-Buona notte-

-Buona notte- 

Alle prime luci dell'alba si era già alzata e cambiata. Venne a svegliarmi con la sua dolce voce melodiosa. Mi alzai di fretta anch'io e ci riavvicinammo alle mura, ma prima ancora di arrivarci vidi da lontano la veste di Inuyasha. Presi Sango per mano e iniziai a correre in quella direzione. L'emozione cresceva sempre di più, probabilmente Inuyasha mi sentì arrivare perché iniziò a correrci incontro inseguito da chiunque fosse sotto la sua veste e finalmente ci trovammo uno davanti all'altro.

 

Ciao! 

Come state? Probabilmente la storia della maglietta la troverete strana, ma vi assicuro che in alcuni luoghi un tempo non si poteva assolutamente togliersi la maglietta, non era ben visto dalla società. Perciò volevo rendere questo capitolo un po' comico. Che ve ne pare? A presto!

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Capitolo 7
*** Di nuovo insieme ***


Sorpassare le mura fu un impresa, ma una volta dentro riuscivamo bene a confonderci con la gente. Quando Inuyasha iniziò a correre dicendo di seguirlo per un attimo persi dei colpi, ma quando vidi dove mi stava portando iniziai a piangere. Sango... appena me la ritrovai davanti le corsi in contro disperatamente e così fece lei. Ci abbracciammo e le gambe ci cedettero. Piangevamo felici una tra le braccia dell'altra. Finalmente... finalmente ti ho ritrovato.

-Sango... mi sei mancata moltissimo!-

-Stupida, mi hai fatto preoccupare!-

Mi rispose lei forzando un sorriso in quel mare di lacrime. Poco dopo ci rialzammo consce di aver dato parecchio spettacolo, guardammo i due ragazzi che ancora non si erano mossi. Erano rimasti a fissarsi negli occhi per chissà quanto tempo. Poi la faccia di Miroku mutò improvvisamente diventando come quella di un bambino. Iniziò a piangere anche lui e andò ad abbracciare Inuyasha piangendo come un disperato. 

-Miroku, fermo! Non vedi che stiamo dando spettacolo! Miroku!-

Ma nonostante Inuyasha continuasse a brontolare non faceva nulla per allontanare l'amico. Una volta ritrovati decidemmo di lasciare subito la città dopo aver fatto provviste. Ci sedemmo sotto un albero e presentammo i due bambini che rimasero un po' in disparte probabilmente sentendosi di troppo.

-Kagome stai bene vero? Dimmi che tutte le cose che ci hanno detto sono false!-

Mi disse Sango che stava ricominciando a singhiozzare. La guardai senza capire... cosa le avevano detto? Guardai Inuyasha ma anche lui non ne sapeva niente così Miroku iniziò a raccontare.

-Che cosa avrei fatto io?- 

Finito il racconto Inuyasha si alzò in piedi furente, in pratica avevano dato tutta la colpa a lui, anche di atti che effettivamente non erano mai successi. Il suo volto esprimeva tutti i suoi pensieri e giurai di vedere i suoi occhi cambiare colore, anche solo per un secondo. 

-Si è vero, mio padre è morto... ma certamente Inuyasha non ha fatto niente di tutto ciò! È stato Hojo ad uccidere mio padre!- 

Non dissi davanti a tutti di quel bacio disgustoso, ne avrei parlato solo con Sango. Ci abbracciammo di nuovo, mentre Inuyasha tornò a sedersi. Con mia grande sorpresa vidi Kanna abbracciare Inuyasha che pian piano si stava calmando... la invidiavo da morire! Non che io provassi qualcosa per lui sia chiaro... però sentire il suo calore sulla pelle mi mancava di già. Adesso non potevo più dormire abbracciata a lui come nelle notti precedenti... 

-Quindi adesso che facciamo?-

Chiese Sango. Effettivamente fino ad ora non mi ero preoccupata del dopo. Il mio unico obbiettivo era trovare Sango e vedere con i miei occhi che stava bene. Inuyasha e Miroku si scambiarono un occhiata veloce.

-Semplice, si va al Nord- 

Disse il primo rimanendo però alquanto serio.  Mi sarei aspettata un ghigno da parte sua, ma a quanto pare non aveva voglia di scherzare. 

-Andremo da Midoriko?- 

Chiese la piccola Kanna che ancora stava tra le sue braccia. Inuyasha annuì e spiegò a Miroku come questa bambina sapeva di Midoriko... chissà chi è... qua la conoscono tutti tranne me e Sango. Dopo aver chiarito gli ultimi passaggi ci rimettemmo in cammino. Era ormai mezzogiorno quando decidemmo di accamparci. 

-Ehi Inuyasha stai bene? Non hai una bella cera...-

Disse Miroku. In effetti non avevamo lasciato dormire Inuyasha per un giorno intero, mentre noi ci riposavamo sulle sue spalle. Lo vidi stendersi per terra e chiudere gli occhi, ignorando la domanda dell'amico.

-Wow sono riusciti davvero a stancarti parecchio se crolli così appena ti fermi!- 

Lo punzecchiò vivamente l'amico. 

-E chiudi il becco e lasciami dormire! Ti accorgerai presto che questi qua non sono normali...-

Non finì la frase che con uno sbadiglio si addormentò. Sorrisi e mi misi a parlare con Sango e Miroku e intanto anche Kanna e Shippo si addormentarono.

-Cosa diavolo avete a fatto per farlo crollare così? Siete per caso una dea o un essere mistico?-

Risi divertita a quelle parole e scossi la testa. Sango alzò gli occhi al cielo... ormai non aveva più parole da spendere per questo lato libertino di Miroku. Gli spiegai della sua folle corsa dell'ultimo giorno e lo vidi mettere il broncio mentre borbottava qualcosa del tipo "perché a me non fai mia salire sulla tua schiena?" Ridemmo divertite. La risata di Sango mi era terribilmente mancata, la guardai e la voglia di piangere tornò. Non volevo essere scortese con Miroku e andare in disparte per parlare con Sango ma ne avevo bisogno. Forse percepì qualcosa, poiché ci disse che potevamo andare a vedere se c'era una sorgente o un fiume qui vicino. Io e Sango ci alzammo e lo ringraziammo in silenzio... in fin dei conti non era così male! Ci sedemmo all'ombra di un albero poco distante, non volevamo allontanarci troppo. 

-Forza spiegami come è andata... davvero Inuyasha non ti ha fatto niente?- 

Abbassi tristemente lo sguardo e annuì.

-Inuyasha non mi ha fatto del male, anzi mi ha salvato la vita. Come ti ho detto prima Hojo ha ucciso mio padre... io sono entrata  proprio in quel momento... e ho visto tutto. Gli chiesi varie volte perché ma non mi rispose... si avvicinò e mi baciò sulle labbra per poi farmi trascinare fuori per essere giustiziata... se non ci fosse stato Inuyasha io... io...-

Ricominciai a piangere silenziosamente ricordando tutto di nuovo. Guardai Sango anche lei aveva gli occhi lucidi. Mi accarezzò il viso e io continuai a parlare.

-Sango, io lo amavo, lo amavo con tutta me stessa, lo avrei sposato sarebbe diventato mio marito, avremmo avuto una famiglia... se solo... se solo avessi dato ascolto a mio padre e agli avvertimenti di Inuyasha... forse... forse... è tutta colpa mia!- 

Piansi e piansi ancora. Le mie lacrime non avevano una fine. Sango mi abbracciò.

-Non lo pensare nemmeno. Non è colpa tua. È Hojo qui l'assassino e l'unico colpevole.-

In qualche modo trovai conforto in quelle parole. Cercai di sviare l'argomento per se tire qualcosa anche da lei.

-Allora Miroku è così insopportabile?-

Sorrisi dolcemente al piccolo sussulto che ebbe la mia amica. Poteva negare quanto voleva ma si vedeva che almeno un pochino gli piaceva. Mi raccontò la storia della maglietta e io gli dissi che più o meno mi era successo anche a me con Inuyasha. Poi mi raccontò della locandiera e di quanto Miroku le fosse rimasto appiccicato fino alla fine. Io le raccontai di aver scoperto che Inuyasha  era quel bambino e lei mi disse di saperlo già perché Miroku glielo aveva detto già un po' di tempo fa. Continuammo a parlare e a parlare, nessuno ci venne a disturbare, così tornammo al nostro piccolo accampamento dove trovammo i bambini già svegli. L'unico che dormiva ancora era Inuyasha. Mi avvicina a lui e silenziosamente gli toccai le orecchie.

-Ma sono morbide!-

Urlai sotto voce, Miroku annuì divertito e si mise anche lui a massaggiare quelle dolci e buffe orecchie. Anche Sango curiosa rimase sbalordita da quanto fossero morbide. Probabilmente gli demmo parecchio fastidio, poiché si girò su un fianco portando un braccio sulla testa. Ridemmo divertiti. Mi avvicinai ancora e gli bisbigliai all'orecchio.

-Inuyasha, sveglia è ora di alzarsi-

-No- 

Mi rispose secco. Sentivo Miroku dietro di me sghignazzare divertito insieme a Sango...

-Dai dobbiamo andare avanti! Inuyasha...-

Iniziai a scossarlo lievemente ma niente da fare. Dormiva proprio profondamente. 

-Questa volta non sono stato io...-

Disse mugugnando nel sonno. Lo guardai stranita e Miroku ci spiegò che fin da bambini combinavo tanti di quei guai che anche quando non era colpa loro gliela davano comunque. Sorrisi dolcemente a qualche ricordo che tornava limpido nella mia mente. 

-Inuyasha... se non ti svegli mi mangio tutta la tua colazione- 

Lo vidi aprire di scatto gli occhi e guardarmi con astio.

-Provaci e non rivedrai la luce del sole- 

Si alzò sbadigliando e si guardò attorno poi si risteste e si girò sull'altro fianco ignorandomi. 

-INUYASHA!-

Gli urlai nelle orecchie. Scattò in piedi ora completamente sveglio mentre si massaggiava le orecchie doloranti.

-Strega!- 

Mi disse. Lo guardai con aria omicida facendolo diventare piccolo piccolo. 

-Su forza forza rimettiamoci in cammino-

Diede ascolto a Miroku e iniziò a camminare davanti a noi. Certe volte mi faceva proprio impazzire! Il viaggio continuò sereno. Io e Sango continuavamo a parlare tra di noi e con i bambini, mentre Miroku e Inuyasha si erano chiusi in un loro piccolo mondo silenzioso. Poiché non guardavo avanti andai a sbattere dritto sulla schiena di Inuyasha.

-Ehi perché ti sei fermato?-

Dissi massaggiandomi il naso dolorante. Possibile che la sua schiena fosse così dura? Mi sembrava parecchio morbida...

-Zitta- 

Mi disse impugnando Tessaiga. Rimanemmo tutti in silenzio e anch'io mi accorsi che qualcuno ci stava spiando. Lo scoccare di una freccia arrivò dritta alle mie orecchie insieme al suo sordo sibilio. Inuyasha mi si parò davanti e la freccia lo colpì. Mi prese in braccio e porto prima me poi Sango con i bambini al sicuro. Si tolse la freccia dalla spalla e sfoderò Tessaiga. Miroku rimase a fianco di Inuyasha pronto a combattere. In un lampo furono circondati, da demoni e esseri umani. 

-Dannazione!-

Sentì dire da Inuyasha che velocemente ripose Tessaiga per estrarre l'altra spada. Ma che diamine stava facendo? Perché usa quella spada se può usare l'altra? La battaglia si concluse in fretta. Ci precipitammo da loro chiedendogli se stessero bene. Loro annuirono soddisfatti. Miroku aveva riportato qualche taglio mentre Inuyasha solo quello inferto dalla freccia. Riprendemmo il cammino, tutto sembrava andare bene finché Inuyasha non si accasciò a terra tenendosi la spalla. 

-Dannazione!-

Lo sentì dire più volte. Corsi da lui cercando di capire cosa avesse. Miroku lo stese a terra e gli tolse prontamente la maglietta mostrando l'orribile solco che aveva sulla spalla. Lo guardò attentamente esaminandolo.

-Veleno- 

Disse infine. Sgranai gli occhi. Quella freccia era indirizzata a me... oppure sapevano che Inuyasha si sarebbe parato davanti a me? Inuyasha iniziò a sudare freddo e poco dopo li venne una forte febbre. Lo portammo in un villaggio vicino e lo mettemmo al caldo sotto le coperte. Miroku uscì a cercare qualcosa per toglierli il veleno ma le risposte degli abitanti mi lasciarono a bocca aperta

-Mi dispiace ma non aiuteremo mai un demone, sopratutto se si tratta di uno sporco mezzo demone-

Non potevo crederci. Mi sedetti vicino ad Inuyasha e li cambiai più volte la pezza bagnata cercando di fargli scendere la febbre. 

-Quando stavo male mia mamma mi teneva sempre per mano e mi raccontava delle favole.-

Disse ad un certo punto il piccolo Shippo. Kanna con la sua piccola manina prese quella di Inuyasha visibilmente preoccupata.

-Tu Kagome conosci delle storie?-

Mi chiese poi. Annuì piano e iniziai a raccontare la prima che mi venisse in mente. Intanto Inuyasha tremava e lottava contro il veleno. Purtroppo doveva cavarsela da solo. 

-Certo che ne devono aver messo davvero un enorme quantità... voi del sud siete proprio dei pazzi.- 

Disse Miroku rimanendo vicino all'amico. Non potei che dargli ragione. Era questo il mondo in cui vivevo? Era terribile e per di più io non ne sapevo niente. Rimasi accanto Inuyasha tutta la notte, facendo cambio qualche volta con Miroku. Il giorno dopo con grande sollievo lo vedemmo aprire gli occhi. 

-Inuyasha stai bene?- 

Dissi con le lacrime agli occhi. Lui annuì ancora un po' intontito per via della febbre che ormai era scesa del tutto. Vidi Miroku sorridere e appena Inuyasha poté camminare  ce ne andammo il più velocemente possibile da quel villaggio. 

-Inuyasha... insegnami ad usare un arma-

Dissi di punto in bianco. Mi guardarono tutti stralunati. Poi a rompere il silenzio che si era creato fu Miroku con una rumorosa risata. Cosa aveva da ridere? Poco dopo anche Inuyasha iniziò a ridere tenendosi la pancia. Perché diamine ridono tutti? 

-Oddio Inuyasha... avevi ragione a dire che non era cambiata per niente!- 

Disse Miroku con le lacrime agli occhi. Non capii. Poi Inuyasha smise di ridere come uno scemo e mi poggiò la mano sulla testa, accarezzandomi dolcemente.

-D'accordi principessa, appena arriveremo in un villaggio decente ti comprerò un arco. Promesso.- 

E ripartirono a camminare lasciandomi senza parole. 

 

Accidenti a quella mocciosa. Ogni tanto salta fuori con queste sue strane idee. Noto con piacere che non è cambiata poi così tanto. Mise su il broncio per la nostra reazione e non parlò per un bel tragitto di strada. Ben presto ci lasciammo le montagne alle nostre spalle e tutto sembrava andare per il meglio. Ero sicuro che al Nord saremmo stati al sicuro. Pian piano mi abituai alla presenza di così tante persone. Di solito viaggiavo da solo semmai con la sola e unica presenza di Miroku, ma adesso ci sono così tante persone da proteggere... a partire esclusivamente dalla principessa. Pensavo che una volta cresciuto i miei sentimenti per lei sarebbero cambianti invece penso proprio che si siano intensificati. Quando la vidi raggiante con il suo bellissimo abito celeste il mio cuore perse dei battiti... e poi dopo tutto il viaggio fatto insieme, le sue lacrime, i suoi sorrisi... me ne stavo innamorando sempre di più. Ad un certo punto urtai qualcosa. Mi fermai e la presi in mano. Era... una gattina? 

-Kirara!-

Sango corse da me e la prese in braccio. 

-Oddio ma come ti sei ridotta! Ehi Kirara... KIRARA!-

La gattina piano piano aprì gli occhi e iniziò a miagolare leccando la faccia di Sango. Ma che... Anche Kagome si avvicinò all'animale e prese a coccolarla come Sango poco prima. 

-Lei è un gatto demoniaco. Me la affidò mio padre anni or sono prima di ripartire per il suo ultimo viaggio.- 

Ci spiegò velocemente Sango. Un gatto demoniaco eh? Buono a sapersi. La curammo come meglio potevamo e riprendemmo il nostro cammino. Il gatto si era posizionato sulla spalla di Sango e non sembrava intenzionato a scendere. 

-Uff, beato quel gatto-

Sentì sospirare Miroku. Lo guardai con aria divertita e iniziai a punzecchiarlo. Ormai lo aveva detto. Camminammo ancora finché non decidemmo di fare l'ennesima fermata ovviamente contro mio volere, ma qui, io non avevo praticamente mai voce in capitolo.

-Non hanno tutti del sangue demoniaco come te nelle vene!- 

Mi rimproverò aspramente Kagome. Dopo aver borbottato per conto mio, Kanna si avvicinò e si sedette sulle mie gambe. Mi aveva detto che le ricordavo vagamente il suo papà. Le mancava molto ma non poteva fare niente per riaverlo indietro. Così le dissi che ogni volta che voleva poteva venire da me. Non mi dispiaceva per niente, era una bambina timida e forte ma pur sempre una bambina. Sistemò meglio il suo orsacchiotto e appoggiò la testolina sul mio petto accoccolandosi come meglio poteva, mentre io la circondai con un braccio riscaldandola. Alzai lo sguardo e trovai quello indecifrabile di Miroku. Sbuffai e alzai le spalle. Che razza di impiccione. Gli sembra così strano che io mi affezioni ad una bambina? Presto sarebbe scesa la sera e noi eravamo ancora lì. Dovevamo trovare il modo di viaggiare più velocemente altrimenti ci avrebbero raggiunto presto... sempre se ci stavano ancora inseguendo. 

-Una volta passato il confine... dove andremo?-

Chiese Sango all'improvviso. 

-A palazzo. Li dovremmo essere al sicuro...-

Gli risposi vagamente. Non ne ero del tutto sicuro, poiché tutto dipendeva dallo zio ma sentivo di potermi fidare.

-E perché proprio a palazzo? Potrebbero aver già ricevuto la lettera del nostro tradimento...- 

-Abbiamo dalla nostra parte Inuyasha... anche se le accuse sono gravi penso che ci aiuteranno...-

Rispose Miroku. Lo guardai storto. Mi stava mettendo di nuovo in mezzo. 

-Si certo, sempre che il re si fidi ancora di me... mi basterebbe convincere Sesshomaru...-

Dissi pensando. Infondo lui dovrebbe essere già dalla mia parte. Scacciai via qualsiasi pensiero, non volevo iniziare a dubitare, sopratutto adesso! Mi stesi con Kanna ancora in braccio che ormai si era addormentata da un pezzo. Mi misi a guardare le stelle, almeno eravamo nella giusta direzione. Iniziò a tirare un fresco venticello e Shippo iniziò a starnutire mentre Kagome e Sango rabbrividirono. 

-Vedo che siete molto resistenti, davvero ne sono colpito.- 

Dissi senza pensare veramente a quello che stavo dicendo. 

-Non puoi dire così! Infondo loro non sono praticamente mai state al nord. Dobbiamo procurarci dei vestiti pesanti per loro...-

-Sempre dalla mia parte vero Miroku?-

-Certo amore della mia vita!-

Alcune volte mi chiedevo perché mai lo tenessi ancora in vita. Probabilmente avevo ancora un po' di veleno in circolo perché mi venne un forte mal di testa. Mi sistemai meglio e piano piano mi addormentai. Mi risvegliai a notte fonda. Tutti erano già andati a dormire, ma sentivo la presenza di qualcuno... ma non era per niente amichevole. 

 

Ciao! 

Finalmente si sono ritrovati! Ma la storia è ancora molto lunga. Chi sarà mai questo qualcuno? Penso proprio che di problemi ne avranno parecchi.

A presto! 

 

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Capitolo 8
*** Accordi ***


Svegliai Miroku e gli diedi la bambina. Biascicò qualcosa ancora mezzo addormentato ma non ci feci tanto caso. Sentivo una forte aura demoniaca. Strinsi il fodero di Tessaiga e qualcuno parlò.

-E così ci rincontriamo mio giovane principe. È un piacere per me vedere con i miei stessi occhi quanto voi siate cresciuto.-

Una voce bassa e profonda con una nota di derisione echeggiò per tutta l'aria.

-Chi diavolo siete! Fatevi vedere vigliacco!-

Sguainai Tessaiga e intanto tutti si erano svegliati. Davanti a me comparve un uomo, se così si poteva dire, dalla folta capigliatura scura con gli occhi rossi. 

-Andiamo mio principino, non vorrete arrivare a tanto. Io sono solo un umile servitore del nostro unico e vero re, Hojo Akitoki... Mi chiamo Naraku e sono venuto qui a darvi una possibilità per sopravvivere. Se giurerete fedeltà al mio re e non farete parola con nessuno di quanto è accaduto quella notte vi prometto che sarete liberi.-

Disse con un ghigno malefico spostando lo sguardo su Kagome.

-E per quale motivo ci dareste questa possibilità?-

Chiese Miroku che si era posizionato appena dietro di me. 

-Perché qui abbiamo un principe traditore e una principessa da salvare. Volevo dare a tutti e due la possibilità di ritornare a vivere la loro vita. Il principe sarà esiliato dal sud ma almeno avrà salva la vita...-

Agitai Tessaiga e lanciai un attacco contro Naraku, ma lui creò una barriera ed annullò il mio attacco.

-Non siate precipitosi mio principe, avete tempo un giorno per decidere- 

E detto ciò scomparve dietro ad una nube di fumo. Rinfoderai Tessaiga, la sua aura era sparita senza lasciare traccia. Spensi il fuoco caricai le borse in spalle e incitai a tutti di ripartire. Non volevo rimanere così allo scoperto ancora per molto. 

-Forse dovremmo accettare-

La voce sottile appena percettibile di Kagome arrivò dritto alle mie orecchie. Mi voltai con sguardo omicida. Lo voleva davvero? Voleva dargliela vinta così?

-Non ci penso nemmeno, accettare questi accordi vorrebbe dire consegnarti direttamente alle mani di quel mostro e come tua guardia del corpo...-

-Allora ti tolgo l'incarico. D'ora in avanti non sarai più la mia guardia del corpo.-

Rimasi serio così come lo era Kagome, gli altri ci guardavano sbalorditi. Così voleva mettere fine a tutto quanto? E per cosa? Appena se ne presentava la possibilità voleva corre a ripararsi dietro ad un misero accordo?

-Lo sai che non rispetteranno mai i patti e che tu se torni a palazzo avrai vita breve, vero?- 

Non mi rispose. Rimase in silenzio a guardasi la punta delle scarpe. Tsk, ero furioso, cercai di calmarmi almeno un po' prima di ricominciare a parlare.

-Tsk, pensi davvero che mi lasci abbindolare così? Se vuoi che smetta di essere la tua guardia del corpo per me non c'è problema. Anzi forse è meglio così-

Continuavo a parlare ma non ricevevo nessuna risposta. Miroku fece per dire qualcosa ma lo zittì malamente con lo sguardo. 

-Non eri tu che volevi imparare a lottare ad essere più forte? E molleresti tutto così!? Per quale assurdo motivo? Rispondimi Kagome!-

Appena sentì il suo nome alzò di scatto lo sguardo. Non l'avevo praticamente mai chiamata per nome, poiché prima ero la sua guardia del corpo dovevo portargli rispetto ma ora, potevo liberamente dargli del tu. Infondo ero pur sempre un principe anch'io, dannazione! 

-Non voglio che tu muoia...- 

La percepì appena, quella piccola risposta mi sembrava assurda. 

-Non voglio che tu muoia hai capito? Tutte quelle volte che hai combattuto per me, rischiando la tua vita io avevo paura, avevo paura per te! Non voglio perdere anche te capito? Non voglio perdere qualcun altro... non voglio rimanere di nuovo sola...Quindi accetteremo i loro accordi-

Mi si riversò contro come una piccola furia. Piangeva disperata avrei voluto abbracciarla di nuovo, dirle di calmarsi ma non mi mossi. 

-No, non sei più la mia principessa e non puoi più darmi degli ordini- 

Gli risposi secco, la trattai freddamente cercando di rimanere il più distaccato possibile.

-Ohi, Inuyasha...-

Zittì nuovamente Miroku. Questo era un discorso tra me e lei, nessun altro. Mi guardò incredula. Da una parte mi sentivo onorato del fatto che lei si preoccupasse per me. Ma non accettavo l'idea che lei si sacrifichi così per un accordo che probabilmente non esiste. È mia la scelta di proteggerla! Ripresi il cammino dandole le spalle. Questa sua sottomissione mi fa incazzare. Kanna si avvicinò a me e mi prese per mano cercando di calmarmi ma più ci pensavo più avrei voluto tirarle qualche ceffone. Si potrà essere così stupidi? Lei non è così, non mollerebbe mai così facilmente... eppure in quelle parole vedevo solo una mocciosa spaventata che eseguiva ogni stupido ordine. Ogni volta che ci accampavamo per riposarci rimanevo lontano, su un albero, non volevo dargliela vinta. Sentivo l'odore delle sue lacrime e le voci di Miroku e di Sango che la consolavano, tsk ci si mettevano anche loro adesso. Il mio sguardo ricadde su quel braccialetto di cuoi. La bambina che mi aveva dato questo non era così debole. A furia di camminare arrivammo in una spazio ampio dove vi era una cascata che sfociava in un lago. Era veramente un bellissimo posto. Anche se era ancora presto decisero di accamparsi li. Tsk, che perdita di tempo. A turno ci facemmo un bagno e io ne approfittai anche per catturare qualcosa da mangiare, mi ero stancato di mangiare bacche e riso. Non so cosa avrei dato per una bistecca oppure anche solo un coniglio. Sarei potuto andare liberamente a caccia, ma poi se succedeva qualcosa mentre non c'ero chi li avrebbe aiutati?

"D'ora in avanti non sarai più la mia guardia del corpo" le sue parole in qualche modo mi fecero male e alimentarono ancor di più la mia ira. Cosa crede che sia solo perché è stato suo padre a comandarmelo sono diventato una guardia del corpo? Se lo sono diventato è perché l'ho voluto io, non certo perché qualche pallone gonfiato me lo ha ordinato! Mi pentii di aver fatto quei pensieri quasi subito. Il re era una persona buona, onesta, sapeva fare sempre la cosa giusta... Sicuramente molto meglio di me. Una volta cotto il pesce iniziai a mangiarlo con foga. Mi sembrò il pesce più buono di sempre. 

-Miroku... mi puoi togliere il muso del pesce?... mi fa impressione-

Chiese prima Kagome poi Sango. Per poco non mi strozzai. Vidi Miroku che lottava contro i nervi del pesce così glieli presi di mano e con un artiglio gli tagliai in un batti baleno, glieli porsi e mi mangiai quello che rimaneva di commestibile delle teste. Del resto non dissi una parola. Verso sera la mia rabbia iniziò a sfumare. Mi sentivo leggermente più calmo anche se, se avessimo ripreso il discorso, avrei potuto fare di peggio.  Miroku dalla sua borsa tirò fuori una chitarrina, molto simile ad un ukulele ma leggermente più grande. Poi mi guardò. Kami, quanto lo odio. Ma sopratutto quanto odio queste notti senza luna. Nelle notti di luna nuova perdo tutto il mio potere demoniaco rimanendo solo un misero umano. Per questo mi ero arrampicato su un albero e non ero intenzionato a scendere, sopratutto per non farmi vedere in forma umana. Ma ovviamente Miroku deve essere in mezzo, infondo, quanto mai si è fatto del tutto i cavoli suoi? 

-Dai Inuyasha, scendi giù a suonarci qualcosa!-

Feci finta di non sentirlo quando però mi arrivò una scarpa dritta in testa che mi fece perdere l'equilibrio e caddi dall'albero. Lo presi per il colletto.

-Che diamine ho fatto di male per meritarmi un idiota come te eh-

Iniziai a scuoterlo su e giù mentre mi pregava di fermarsi. Dopo un po' lo lasciai notando gli sguardi stupiti delle ragazze.

-Tsk, si può sapere che avete da guardare?-

Mi dava fastidio, tutti quanti mi fissavano, chi sbalordito chi disgustato chi ancora mi scambiava per un altro. Odio il mio lato umano! E Miroku lo sa bene. 

-Sei umano...-

Mi disse Kagome. Dopo una giornata di silenzio ecco come ricominciammo a parlare. Da non credere. 

-Si e allora?-

-Come è possibile?-

Non le risposi. Per una volta Miroku fece la cosa giusta: gli spiegò che una volta al mese,  più precisamente le notti di luna nuova perdevo i miei poteri demoniaci restando un comune essere umano in quanto mezzodemone.

-Non lo sapevo... -

Disse Kagome alla fine. 

-La cosa più sorprendente è questa-

Miroku mi prese i lati della bocca e me li tirò in modo da mostrare i miei denti.

-Anche da umano i suoi denti sono perfetti!-

Alla battuta di Miroku tutti si misero a ridere. Gli tirai un pugno sotto al mento mandandolo a terra.

-E che dici della mia forza? Eh, stupido!-

-Quella è sempre la stessa-

Disse mentre si massaggiava il mento dolorante. Mi voltai velocemente dall'altra parte. Odio essere visto in forma umana, queste notti sono solo un misero e debole essere umano. Pochi istanti dopo Miroku mi risorse di nuovo quella stramba chitarrina.

-No-

Gli risposi secco. Non ne avevo proprio voglia. 

-E dai... tra me e te sei tu quello intonato... se non vuoi suonare almeno canta.-

-Si e poi? Mi alzo è faccio un balletto?-

Vidi gli occhi di Miroku illuminarsi. Feci per andarmene ma la voce di Kagome mi fermò.

-Davvero sai sia suonare e cantare?-

Mi chiese velocemente. Annuì leggermente con la testa alquanto irritato... un fenomeno da baraccone, ecco cos'ero quando ero in forma umana.

-Che canzoni conosci?-

-Di tutto-

Risposi velocemente. Ma che diamine, perché ne sto ancora parlando? 

-Anche canzoni dolci? Tipo di amori impossibili ma dolci?-

Alzai un sopracciglio. Era stata involontariamente diretta. Sbuffai sonoramente, però qualcosa mi venne in mente. 

-Può darsi...-

Le risposi vago. 

-Non è del tuo tipo di amore impossibile... però il poveretto che l'ha scritta ha partecipato al matrimonio della sua amata... e lui non era lo sposo...-

Forse è il mio tipo di amore? Aspetta, per Kagome? Si, Kagome non starà mai con uno come me. Per di più un mezzo demone. Rimanemmo in silenzio e dopo un po' mi accorsi che tutti gli sguardi erano puntati su di me. Sbuffai di nuovo, ormai era diventato un vizio, presi malamente lo strumento dalle mani di Miroku... ci pensai un po', poi alla fine mi decisi e iniziai a strimpellare qualche accordo di quella melodia cantata da un povero viandante. Vidi Kagome chiudere gli occhi e ascoltare la mia melodia, in silenzio. Pian piano iniziai a cantare. Non badavo agli altri, la mia canzone era dedicata a lei. 

~Hey there Delailah what's it like in New York City? 

I'm thousand miles away but girl to night you looks so pretty, yes you do... 

time square can't shine as bright as you... 

I swear it's true... 

hey there Delailah don't you worry about the distance I'm right there if you get lonely

Give this song another listen

Close your eyes

Listen to my voice, it's my disguise

I'm by your side

Oh it's what you do to me~

Andai avanti per un bel po' finché non arrivai verso la fine.

~Our friends would all make fun of us

And we'll just laugh along because we know

That none of them have felt this way

Delilah I can promise you

That by the time we get through

The world will never ever be the same

And you're to blame... ...this one's for you...~ 

 

Quando iniziò a suonare decisi di ascoltare attentamente ma quando iniziò a cantare mi persi totalmente. Dalla sua bocca uscivano parole dolci, dette da qualcuno che sta soffrendo ma che lo stesso va avanti per un amore impossibile. Un amore a senso unico, un po' come il mio. Le parole mi colpirono nel profondo del cuore, mi commossi e iniziai a piangere silenziosamente. La sua voce era calda e rilassata, come se fosse consapevole che questo amore era solo suo. Non alzava mai lo sguardo dallo strumento ma lo stesso potevo percepire i suoi occhi ambrati guardarmi. Tremai leggermente a sentire le ultime parole. Davvero a causa di una persona il mondo può essere stravolto e migliorare con il tempo? Quando smise di suonare, il mio cuore ebbe un sobbalzo, era come se già mi mancasse la sua voce. Mi asciugai velocemente le lacrime e lo guardai. Anche se ora i suoi occhi non erano d'ambra ma scuri come la notte, vedevo quella luce brillare, quella luce che lo avvolge sempre e in qualche modo mi attira verso di se. 

-Inuyasha...-

Dissi piano ma Miroku non mi sentì e iniziò a parlare lui per primo.

-E quando mai ti sei studiato sta roba? Sono fiero di te amico mio.- 

Inuyasha sbuffò di nuovo e per poco non gli ruppe la chitarra in testa. 

-Complimenti... davvero... sei bravo...-

Disse Sango mentre si asciugava qualche lacrima. Si lo era davvero. La piccola Kanna si alzò di scatto e si fiondò tra le sue braccia, nascondendo il suo piccolo viso. Inuyasha la strinse appena con delicatezza. 

-Ragazzi, se dovete mettervi tutti a piangere non canto più! Sembra di essere ad un funerale!-

Disse Inuyasha riferendosi più che altro a Shippo che si stava concentrando per non far scendere le lacrime. Lui scosse la testa e poi sorrise.

-Va bene te lo concedo... non sapevo fossi così bravo...-

Riuscì a dire a stento il piccolo Shippo. Io volevo ancora sentire un'altra canzone, ma mi vergognai a chiederlo perciò rimasi nel mio tenue silenzio e sorridendo a quella scena dolce e famigliare. Andammo a dormire presto, almeno gli altri. Io rimasi sveglia a guardare le stelle. Iniziai a stare scomoda sul terreno, perciò mi alzai e mi allontanai un po' per poi distendermi per continuare a guardare il manto scuro ma luminoso. Non mi ero mai soffermata a guardare troppo le stelle, la mia vita era perfetta così, con un solo desiderio e un unico sogno. A quel tempo non avrei mai pensato che avrei rivolto lo sguardo al cielo così allungo. Il mio sguardo e i miei pensieri erano per Hojo... ma ora, avevo davanti un mondo...

-Belle le stelle vero, principessa?-

Mi misi seduta di scatto e guardai Inuyasha che si avvicinava silenziosamente. Annuì spostando varie volte lo sguardo sull'orizzonte. Si sedette accanto a me e con la coda dell'occhio potei notare ancora meglio quanto Il lato umano di Inuyasha si sposasse perfettamente con la notte. I suoi capelli corvini baciati dal chiarore pallido delle stelle e i suoi occhi scuri ma scintillanti come se dentro di essi ci fossero racchiuse le tante piccole lucciole.

-Era veramente bella...la canzone...-

Dissi frettolosamente. Vidi il suo viso illuminarsi di un dolce sorriso.

-Ne sono lieto-

Disse infine. Rimanemmo in silenzio, poi decisi di chiarirmi con lui una volta per tutte.

-Quindi combatterai lo stesso... contro Hojo, anche se io te lo vietassi...-

-Esatto. Non mi farò di certo mettere i piedi in testa da quel mostro. E poi consegnarti a loro sarebbe come segnare la sconfitta e io non ci sto. Ho promesso a tuo padre e a molte altre persone che ti avrei protetta anche a costo della vita... e se tu lo vorrai continuerò a farlo... ma se non vorrai, non costringermi a rimanere a guardare mentre ti porteranno via... via da me.-

Sgranai gli occhi a quelle parole. Che la perdita dei suoi poteri demoniaci gli dasse alle testa? O forse anche lui... 

-Se la metti così... allora... Inuyasha No Tashio... vuoi tornare ad essere la mia guardia del corpo?-

Chiesi alquanto impacciata. 

-Certo, mia principessa-

Rispose lui sorridendomi. Mi spostai più vicino a lui e appoggiai la testa sulla sua spalla... era tutto perfetto.

-Inuyasha...-

Dissi piano, lui mi guardò. Volevo dirgli qualcosa, ma la mia mente cancellò ogni singola parola quando il mio sguardo cadde sulle sue labbra. Erano vicine, forse troppo. Mi attiravano come una calamita. Lui si avvicinò lentamente come per darmi tempo per fermarlo... sentivo che era sbagliato eppure lo volevo anch'io. Rimasi ferma e chiusi gli occhi, aspettando di sentire quel dolce contatto... ma non arrivò. Un rumore tra i cespugli ci fece allontanare. Raggiungemmo gli altri ormai svegli e dall'ombra comparve il demone della sera precedente. 

-Allora miei cari cosa avete scelto? La morte o la rassegnazione?-

Chiese Naraku. Spostai velocemente lo sguardo su di Inuyasha. Lui aveva le sue sembianze umane! 

-Nessuna delle due! Non lascerò mai la principessa nelle vostre mani!-

E in un lampo il combattimento iniziò. Non riuscivo a guardare, i loro movimenti erano troppo veloci. Poi un nauseante odore di sangue arrivò dritto nel mio naso. Pregai con tutto il cuore che Inuyasha stesse bene. Poi per qualche motivo a me estraneo la battaglia terminò così come era iniziata. Con un'enorme nuvola scura Naraku si volatilizzò. Inuyasha cadde in ginocchio. La sue veste bianca si era tinta di rosso acceso. Corsi da lui e con l'aiuto di Miroku gli medicai tutte le ferite. Era per questo che volevo accettare l'offerta. Non voglio che lui muoia... questa volta mi imposi di non piangere. Passammo tutta la notte a cercare di medicarlo... finché il miracolo non avvenne. Alle prime luci dell'alba il corpo di Inuyasha cominciò a vibrare e avvolto da una luce biancastra il suo corpo mutò, tornando ad essere quello di un mezzo demone. Poco dopo aprì gli occhi. Le ferite si erano già cicatrizzate. Lo abbracciai e piano piano mi addormentai. Non avevo chiuso occhio. 

 

Ciao! 

E anche questo capitolo è andato... che ne pensate? Kagome sente qualcosa per Inuyasha ormai questo si è capito, però è ancora fortemente legata ad Hojo... bhe stiamo a vedere. Comunque la canzone si chiama  Hey there Delilah di Plain White T's, l'ho sentita per caso alla radio mentre scrivevo il capitolo e quindi ho deciso di metterla... che dire...

A presto!

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Capitolo 9
*** Alleati ***


Grande Giardino, Regno del Sud.

 

Erano ormai passate diverse settimane dalla terribile notizia. Mio zio era morto, mentre la mia cara cugina era stata rapita dal figlio minore del generale cane... non gli avevo mai visti prima d'ora. Intendo i figli del generale cane. Ho sentito varie voci sulla loro estrema bellezza e la loro aggressività nei combattimenti, ma sopratutto nella loro lealtà. C'è qualcosa di losco sotto tutta questa storia. Kagome non si sarebbe mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno, neanche dai generali. Stavo passeggiando tra le mura colorate del mio castello, quando una folle idea mi balenò in testa. Iniziai a camminare più velocemente e mi diressi nella sala del trono. Mi sedetti e convocai a corte tutte le mie persone fidate. Hiten il comandante delle guardie e capo dell'esercito, Manten suo fratello minore, il mio consigliere insieme a Kikyo, Kohaku, mio grande amico d'infanzia e infine Yuka, una ragazza guerriera, abile nei combattimenti. Una volta che tutti arrivarono decisi di esporli il mio stravagante piano.

-Come ormai sapete, mio zio è morto mentre mia cugina è stata rapita... bene, io non ci credo. Secondo me è tutta una montatura, ma purtroppo non ho le prove per dimostrarlo... perciò vi chiedo, volete accompagnarmi verso nord?-

Dissi con fermezza. Guardai i miei compagni uno per uno, aspettando una loro risposta.

-Perché dovremmo andare a nord? Possiamo metterci sulle tracce del generale Inuyasha e potremmo...-

Mentre Manten stava parlando lo bloccai istintivamente.

-Ci metteremmo troppo. Loro staranno passando per le montagne, e tra poco dovrebbero arrivare all'Incollatura... sempre che non siano già li...-

-Mia principessa, come mai questo improvviso interesse? Cosa ha in mente?-

Mi chiese Kikyo all'improvviso.

-Voglio sapere la verità. Voglio partire e ritrovare mia cugina. Possiamo usare i trasporti dei fratelli Raiju per far prima. Il numero di soldati che porterò con me sarà un numero ristretto. Voglio che almeno uno di voi resto qui, a proteggere i nostri territori. 

Kohaku e Kikyo fecero un passo avanti.

-Resteremo noi qui, principessa.-

Disse il primo. Annuì convinta. Nessuno mi avrebbe fermato.

-Rin.-

Una voce profonda mi chiamò. 

-padre-

Dissi guardando la figura imponente davanti a me. 

-Non andrai-

Disse lui. 

-Invece si e partiremo oggi stesso.-

Gli risposi e senza aspettare una sua risposta mi alzai, diedi vari ordini ai miei compagni e andai nelle mie stanze. Mi feci un bagno caldo e mi misi la tenuta da caccia. Nessuno mi avrebbe fermato. Dopo tanto tempo potevo finalmente uscire da queste mura, nessuno poteva tenermi rinchiusa qui. Scacciai ogni pensiero negativo, entro fine giornata saremmo partiti. I fratelli Raiju mi fecero salire su un carro in cui depositai tutti i miei averi: vestiti, gioielli, profumi e tanto altro. Poi in un altro carro feci mettere grandi scorte di cibo e di acqua. Saremmo andati dritti al castello del Nord per chiedere spiegazioni. Se era tutto vero, il generale Inuyasha non avrebbe mai agito da solo. 

-Rin, vuoi davvero farlo? Sei solo una bambina...-

Kohaku mi fece interrompere i mei pensieri.

-Ho 16 anni! E finora l'unica cosa emozionante nella mia vita era giocare nel giardino con te e con gli altri servi, del resto andai a caccia solo una o due volte. Il mio compito era o in casa, a cucire oppure fuori a curare il giardino.!-

È vero, forse era solo una scusa per uscire e vedere il mondo. Kohaku annuì. Mi abbracciò e mi disse di stare attenta. Lo ringraziai e lo salutai. Appena partimmo le carrozze si levarono in volo, era tutto bellissimo. Vidi la castello e il villaggio sotto di noi pian piano scomparire lasciando spazio alle nuvole. 

-Principessa non ti sporgere troppo, rischi di cadere.-

Mi disse Yuka. Annuì con un enorme sorriso. Ero fuori. Lontano. Libera. Sarei andata a vedere il nord!

 

 

Mi svegliai ancora tra le braccia di Inuyasha. Mentre io dormivo avevano ripreso il cammino. Mi scostai lievemente e diedi il buongiorno a tutti. Dopo un po' Inuyasha mi mise giù... peccato si stava così bene... 

-Vede quelle montagne laggiù?-

Disse poi Inuyasha indicanti un enorme catena montuosa. Annuimmo lentamente a quella strana domanda. Sul suo volto si dipinse un ghigno.

-Quella è l'incollatura... e oltre a quelle montagne... si trova il nord- 

Allora eravamo vicini. Presto saremo al sicuro. Ora che veda amo la meta eravamo più motivati che mai. 

-volendo possiamo viaggiare più veloci...-

Disse all'improvviso Sango. La guardammo tutti senza capire, poi fece un cenno a Kirara e lei si trasformò in un enorme demone gatto.

-Può volare contando i bambini che tengono poco spazio riusciamo a starci in quattro. Uno dei due che rimane a piedi sarà Inuyasha, così può caricare qualcuno sulla schiena...-

-Ci vado io-

Dissi più convinta che mai. Sentivo una grande scarica elettrica percorrerai per tutto il corpo. Eravamo vicini, ci stavamo avvicinando al nord! Salì sulle spalle di Inuyasha mentre Sango e Miroku insieme ai bambini salivano si Kirara. Con un balzo quest'ultima iniziò a volare sempre più in alto.

-Tsk, mica male quel gattino-

Detto ciò Inuyasha con un salto li raggiunse a livello d'aria. Anche noi a modo nostro stavamo volando. In men che non si dica arrivammo ai piedi delle montagne. Per non allontanarci troppo l'uno dall'altro Kirara scese verso terra. Ci fermarmi in una insenatura per far riposare un po' Inuyasha e Kirara, avevano percorso un bel tragitto di strada in poco tempo. Intanto io e Sango cucinammo qualcosa con quello che avevamo rimasto, che purtroppo non era molto.

-Stiamo finendo le provviste-

Dissi notando i vari sacchi ormai vuoti. Non sapevo se tra le montagne ci fossero dei villaggi, c'erano gli animali certo, ma con cosa potevo cacciarli? Alla fine non avevo ancora comprato un arco e di certo mi ci sarebbe voluto del tempo per imparare. 

-Uffa! Siamo già stati individuati.-

Disse Inuyasha dal nulla... individuati da chi? Mi guardai in torno e piano piano fummo accerchiati da un branco di demoni lupo. 

-Chi siete! Cosa ci fate qua su?-

Chiese qualcuno 

-Chiediamo di vedere il capo della tribù-

Disse Miroku senza rispondere alle domande di quel demone. Senza dirci niente ci legarono e ci bendarono. Cosa stavano facendo? Dopo qualche minuto di cammino decisero di toglierci le bende. Eravamo in minuscolo ma vivace villaggio di demoni lupo. Ci scortarono in una piazzola dove un giovane lupo dagli occhi azzurri e i capelli corvini ci squadrò uno per uno. Quando il suo sguardo si posò su di me, mi prese il viso con due dita...

-Tu... Tu sei la principessa Kagome Higurashi... slegatela immediatamente!-

Detto ciò fecero come disse lui. Mi ritrovai libera ma i miei compagni erano ancora legati.

-Vi prego, liberate anche i miei amici...-

Il giovane lupo mi guardò in malo modo. 

-No, mi dispiace principessa ma il generale passerà una bella notte in cella e infine sarà scortato davanti al re. Non preoccupatevi, quel mostro non vi farà più del male-

Lo guardai allibita. Non mi ascoltava.

-Tsk, quindi il becco lupastro. Abbiamo detto che vogliamo parlare con il vecchio, non di certo con te!-

Il lupo si mosse velocemente e lo prese per il colletto.

-Il mio nome è Koga, capo della tribù Yoro dell'est e tu hai mancato rispetto al nostro comandante- 

Gli ringhiò contro. Inuyasha lo sbeffeggiò con lo sguardo, sfidandolo. 

-Koga, basta così-

Una voce cavernicola si elevò alle nostre spalle. A parlare fu un vecchio demone lupo dai lunghi baffi grigi.

-Forza liberateli tutti, è un ordine-

Disse senza dare ascolto alle repliche di Koga. Una volta slegati li raggiunsi restando il più vicino possibile ad Inuyasha.

-Ohi! Ci si rivede vecchio-

A spezzare il silenzio creatosi fu la voce divertita di Inuyasha. Ma cosa era stupido? Si voleva forse fare ammazzare? Koga era già pronto ad attaccare ma il capo clan lo fermò.

-Anche per me è un piacere rivederti Inuyasha.-

Cosa? Quei due si conoscevano? A quanto pare non ero l'unica stupita anche tutti i altri membri del clan erano molto sorpresi. Solo Miroku se la rideva divertito. 

-Così lei è la principessa rapita e violentata dal nostro bel generale cane? Per essere un ostaggio la tieni troppo bene, Inuyasha.-

Il demone parlava tranquillamente fregandosene degli sguardi increduli della sua tribù. 

-Vero? Forse sono stato troppo clemente-

Inuyasha gli tenne il gioco guardandomi di tanto in tanto. Loro sapevano tutto eppure ci offrirono da bere e sopratutto da mangiare. Organizzarono un grande banchetto dandoci vestiti puliti e una stanza in cui riposarci. Quando arrivai nella piazza in cui si teneva la festicciola, con mio grande stupore trovai Inuyasha a bere allegramente sakè con il capo. Mi avvicinai a loro e mi sedetti accanto ad Inuyasha. La presenza di tutti questi demoni mi metteva in soggezione. 

-e questo è tutto-

Disse Inuyasha mentre gli veniva servito altro  sakè. 

-Davvero una storia triste... mi dispiace piccina... bhe non voglio rovinare questa festicciola. Vi presento la mia unica nipote Ayame- 

Era davvero una ragazza bellissima. Aveva i suoi lunghi capelli rossi racchiusi in una lingua treccia adornata con dei bellissimi fiori viola. Gli occhi verdi smeraldo erano in perfetta sintonia con i capelli. Aveva un naso piccolino e la bocca arcuata in un tenero sorriso. Era davvero bellissima. Dall'altro lato del capo c'era Koga, che continuava a guardare con astio Inuyasha. 

-Mentre lui come ben sapete è Koga, futuro marito di mia nipote- 

Quest'ultimo sbuffò e brontolò qualcosa che non capì... rimanemmo a parlare per un bel po', ci stavamo aggiornando a vicenda finché Koga non fermò i nostri discorsi.

-Quindi è stato il nuovo re a uccidere il vecchio re?- 

Annuì vagamente. Pensavo che Inuyasha gli avesse già raccontato tutto. 

-E voi adesso siete dei traditori... o meglio... lui è un traditore...-

Disse indicando Inuyasha. Prima che lui potesse ribattere presi il braccio di Inuyasha e lo strinsi forte guardando Koga con astio.

-No, lui non è un traditore. Nessuno dei miei compagni è un traditore. L'unico è Hojo e tutti coloro che lo hanno seguito.-

Dissi con fermezza lasciando a bocca aperta tutti i presenti, se non potevo combattere almeno avrei difeso la reputazione dei miei compagni. Koga si azzittì e il capo tribù e Ayame si misero a ridere.

-Visto Koga? Un altra ragazza che riesce a tenerti testa..-

Disse il vecchio signore ridendo. Riprendemmo a parlare animatamente ma non mi staccai mai da Inuyasha. Ayame mi spiegò in che modo erano divise le loro tribù e come erano alleati dei demoni cani. Mi raccontò tutte le guerre successe per raggiungere la pace tra i due e mi spiegò anche i tesi rapporti con il sud. Rimasi ad ascoltare le sue storie finì a tarda nottata. Poi Inuyasha ad un certo punto si alzò. Aveva bevuto tantissimo ma sembrava stranamente lucido. 

-Forza principessa, è ora di andare a letto!- 

Mi prese in braccio e io iniziai a dimenarmi.

-Ehi! Mettimi giù! Non sono più una bambina... Inuyasha!-

-E fermati! Sei proprio una bambina. Domani mattina ti devi svegliare presto se vuoi imparare a tirare con l'arco.-

Smisi di dimenarmi e lo guardai dritto negli occhi. Lui si fermò e mi guardò... provai a resistere ma non ce la feci. Urlai di gioia talmente forte che tutti i presenti si voltarono verso di me. Inuyasha mi fece cadere a terra e si mise le mani alle orecchie.

-Ma sei scema per caso?!?! Che diavolo ti prende così all'improvviso-

Diventai rossa come un peperone e iniziai a scusarmi suscitando l'ilarità generale. Che figure! Inuyasha iniziò a rimproverarmi e sta volta io non feci altro che tenere la testa bassa, infondo aveva ragione lui. Che imbarazzo!Ci dirigemmo verso le nostre stanze, purtroppo ci avevano separati, ma per qualsiasi cosa lui era nella stanza accanto. Ci salutammo dandoci la buona notte. Quando entrai in camera notai con piacere che Sango era già li. Le raccontai velocemente della mia grande figuraccia e lei rise divertita.

-Domani riprenderò ad allenarmi anch'io.-

Disse ad un tratto. Rimasi alquanto sorpresa.

-Sei sicura?- 

La vidi annuire decisa e accanto a lei nell'ombra notai Hiraikotsu l'arma che l'accompagna fin da bambina. Lei è la discendente di una famosa famiglia di sterminatrici di demoni. Fin da bambina le avevano insegnato a combattere con quest'arma. Però quando suo padre morì, il dolore fu così grande che smise di combattere. Eppure adesso nei suoi occhi rivedo la grinta che la colorava un tempo. 

-Allora facciamo del nostro meglio!-

Andammo a dormire, così per essere ben riposate per la mattina seguente. Mi svegliai prestissimo, Sango stava ancora dormendo nel suo letto. Mi vestii velocemente indossando qualcosa di comodo ma abbastanza pesante. Le mattine stavano veramente diventando fredde. Uscì di corsa e andai dritta al campo di addestramento. Con mio grande stupore trovai già i ragazzi ad allenarsi. Inuyasha, Koga e altri due ragazzi si stavano già allenando mentre Miroku si stava riposando guardando gli altri. Rimasi ferma a guardare Inuyasha: il suo volto e il suo petto erano imperlati di sudore, il suo sguardo era concentrato sugli avversari. Usavano spade di legno per evitare di ferirsi ma comunque gli altri due erano già pieni di lividi. L'unico che sembrava tener testa ad Inuyasha era Koga. Quest'ultimo era nettamente più veloce di Inuyasha e scagliava colpì con una ripetizione impressionante, eppure Inuyasha riusciva a tenerlo a bada. Quando sentì il mio odore si girò verso di me e mi sorrise. 

-Lo so che sono bello, ma invece di rimanere lì imbambolata a fissarmi vai con Miroku a prendere il tuo arco-

Diventai rossa come un peperone e mi girai indignata. Stupido narcisista! Miroku mi portò in un armeria dove mi attendeva il mio bellissimo arco. Era stato ricavato dai rami di una antica quercia ed era stato rivestito da un leggero strato di pelle. Era davvero stupendo. Ringraziai il fabbro e tornai al campo. Quando arrivai notai che anche Sango e Ayame erano pronte per l'addestramento. Intanto il capo del villaggio si era messo seduto su una panchina e osservava i combattenti. Dopo un po' fermò l'incontro e si complimentò con Inuyasha.

-Proprio degno di un generale.-

Gli disse. Koga intanto era andato da Ayame e gli porse la spada. Lei la prese e gli sorrise.

-Questa volta vincerò io Koga-

Gli disse con aria di sfida.

-Staremo a vedere Aya-

Disse lui di rimando. Mentre tutto stavano iniziando l'addestramento io andai con Inuyasha nell'area riservata agli archi. Ero più che pronta ad iniziare. 

-Sappi che non sono molto clemente... ma ti ci abituerai-

Mi disse, poi prese il mio arco e mi fece vedere la posizione corretta, prese una freccia, tese l'arco e scoccò. La sua freccia andò a scagliarsi dritta su un albero, conficcandosi in profondità nella corteccia. Mi ridiede l'arco e mi disse di fare lo stesso. Mi misi in posizione, presi la freccia, tesi l'arco e infine scoccai... ma la mia freccia non  fece più di un metro. Inuyasha si mise a sedere di fianco a me e mi disse di continuare... ci provai e ci riprovai ancora, ma senza successo. 

 

Ciao!

Come state? Ho deciso di iniziare il capitolo con un altro personaggio ovvero la nostra Rin. Anche se non ha ancora una vera e propria parte nel racconto... va bhe. Non dico nulla. Anche Kagome finalmente a iniziato ad allenarsi... ma non sembra per niente andare bene...

A presto!

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