Love You My Brother

di DesiKookie93
(/viewuser.php?uid=110271)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1: Bugia a fin di bene? ***
Capitolo 2: *** Cap 2: Non mi credi? ***
Capitolo 3: *** Cap 3: Non posso... ***
Capitolo 4: *** Cap 4: E' stato tutto un malinteso! ***
Capitolo 5: *** Cap 5: Il mio migliore amico. ***
Capitolo 6: *** Cap 6: Sorprese! ***
Capitolo 7: *** Cap 7: Videogiochi, solletico e... ***
Capitolo 8: *** Cap 8: Il primo giorno di scuola... ***
Capitolo 9: *** Cap 9: Sguardi e occhiatacce ***
Capitolo 10: *** Cap 10: Avvertimenti! ***
Capitolo 11: *** Cap 11: Scoperte! ***
Capitolo 12: *** Cap 12: Complotti! ***
Capitolo 13: *** Cap 13: Fallimento! ***
Capitolo 14: *** Cap 14: Ti odio... ***
Capitolo 15: *** Cap 15: Finalmente... ***
Capitolo 16: *** Cap 16: Taehyung! ***
Capitolo 17: *** Cap 17: Mia sorella! ***
Capitolo 18: *** Cap 18: Misteri... ***
Capitolo 19: *** Cap 19: Taehyung... ***
Capitolo 20: *** Cap 20: Non mi fido di lui... ***
Capitolo 21: *** Cap 21: Karaoke e Gara Di Ballo! ***
Capitolo 22: *** Cap 22: Pensieri! ***
Capitolo 23: *** Cap 23: Spiegazioni! ***
Capitolo 24: *** Cap 24: Cosa è successo? ***
Capitolo 25: *** Cap 25: Prove e rivelazioni! ***
Capitolo 26: *** Cap 26: Voglio dirglielo! ***
Capitolo 27: *** Cap 27: Ricordi. ***
Capitolo 28: *** Cap 28: Ritorno a casa. ***
Capitolo 29: *** Cap 29: Ballo e... canto? ***
Capitolo 30: *** Cap 30: Chi ti piace? ***
Capitolo 31: *** Cap 31: Ritorno... ***
Capitolo 32: *** Cap 32: Parco divertimenti e... ***
Capitolo 33: *** Cap 33: Non doveva scoprirlo così... ***
Capitolo 34: *** Cap 35: La verità su Taehyung! ***
Capitolo 35: *** Cap 34: Danger! ***
Capitolo 36: *** Cap 36: Sing and kiss... ***
Capitolo 37: *** Cap 37: Partenza... ***
Capitolo 38: *** Cap 38: Memories ***
Capitolo 39: *** Cap 39: Vuoi davvero che...? ***
Capitolo 40: *** Cap 40: Il vero motivo... ***
Capitolo 41: *** Cap 41: Secret Place ***
Capitolo 42: *** Cap 42: Capodanno... ***
Capitolo 43: *** Cap 43: Separazione... ***
Capitolo 44: *** Cap 44: Troveremo un modo! ***
Capitolo 45: *** Cap 45: Together ***



Capitolo 1
*** Cap 1: Bugia a fin di bene? ***


PoV You

Mancava esattamente una settimana all’inizio del nuovo anno scolastico.
Quella mattina mi svegliai di buon umore, poiché sarei uscita a fare compere con i miei genitori e, se la fortuna era dalla mia, forse sarei riuscita a comprare qualcosa che volevo da tanto oltre al materiale scolastico di cui avevo bisogno, e di fortuna me ne serviva parecchia perchè di solito i miei non mi compravano mai quello che mi piaceva, dicendo che non mi serviva a niente o altre cose del genere.
 
Sono una ragazza come tante altre, non ho nulla di speciale.
Ho sia origini italiane che coreane, infatti mia madre è italiana, mentre mio padre è coreano, e adesso viviamo in Italia, nella casa che mia madre aveva affittato prima di conoscere mio padre.
Non sono una ragazza che si può definire “femminile”, mi piace vestirmi in modo semplice, a volte anche solo indossando una semplice tuta, un po’ da maschiaccio insomma.
Inoltre molte cose, come borse, vestitini, gioielli e scarpe eleganti, non mi interessano per niente.
Sono figlia unica, non ho fratelli né sorelle, però mi sarebbe piaciuto moltissimo averne uno/a, perché a volte mi sento sola, vorrei qualcuno con cui divertirmi, anche perché non ho amici, forse soltanto una.
Però quando ero piccola ed abitavamo ancora in Corea, c’era un bambino, che poi non era altri che il mio cuginetto che aveva un anno meno di me, a cui io ero parecchio legata, ma davvero tanto, tanto che lo consideravo il fratellino che avrei sempre voluto avere.
L’unico problema, è che è proprio da quando ci siamo trasferiti dalla Corea all’Italia, esattamente dieci anni fa, che non ho più nessun tipo di contatto con lui.
Lui vive con mia zia, e lei raramente ci chiama, perché è sempre impegnata con il suo lavoro, e ha poco tempo da passare a casa a riposarsi.
Le poche volte che ci chiama però, sono quasi sempre mia mamma e lei a parlare, o qualche volta mi lascia parlare a me, ma non ho mai parlato, nemmeno una volta, al telefono con il mio cuginetto.
Ogni volta stavo vicino a mia madre per sentire cosa si dicevano, e ogni volta sentivo la sua vocina che implorava la zia di passargli il telefono, anche solo per qualche secondo, ma lei glielo negava ogni singola volta.
Questo almeno fino a qualche anno fa, negli ultimi anni non sentivo più la sua voce nemmeno in sottofondo, e quindi io non volevo nemmeno più stare al telefono con mia zia, anche perché la ragione principale per cui aspettavo le sue chiamate era per sentire lui.
Ancora oggi non ho mai capito il motivo per cui non ci hanno mai fatto parlare neanche una volta insieme.
Forse il motivo per cui durante le ultime chiamate a cui avevo partecipato non avevo sentito la sua voce, era che molto probabilmente lui si era arreso all’idea che ne mia madre ne mia zia ci avrebbero fatto parlare, mentre io almeno un barlume di speranza ce l’avevo ancora, o almeno, ce l’avevo fino a qualche anno fa, ormai non mi importava più se mia zia chiamava.
 
Dopo essermi alzata da letto, mi diressi in cucina per prepararmi la colazione, ma rimasi sorpresa quando vidi che mia madre stava apparecchiando per tutti e tre.
Sorpresa perché di solito non facevamo mai colazione insieme, al contrario ero sempre io a prepararla per me stessa, e qualche volta anche per loro, dato che mia madre non si metteva mai ai fornelli di prima mattina.
Altra cosa strana, sia mio padre che mia madre avevano un’espressione strana in volto quel giorno, sembrava che qualcosa li preoccupasse, però io in quel momento non ci diedi molto peso, se avevano qualcosa erano fatti loro, e io non mi ci volevo impicciare, e soprattutto non volevo farmi rovinare il buon umore appena sveglia.
 
Finita la colazione, tornai in camera mia per prepararmi ad uscire.
Quando fui pronta e mi guardai intorno per assicurarmi di non aver dimenticato qualcosa, il mio sguardo finì sulla foto che si trovava sul mio comodino, foto che ritraeva me e il mio cuginetto da piccoli sui gradini davanti alla casa di mia zia.
Ricordavo ancora come fosse ieri quel giorno.
 
Io mi ero seduta sul primo gradino perché mia mamma voleva farmi una foto così, e il mio cuginetto, proprio nel momento in cui lei stava per scattare la foto, si era messo dietro di me e, abbracciandomi da dietro, mi aveva baciato sulla guancia.
Quindi quella foto uscì esattamente così: lui che sorridendo mi abbracciava e baciava, ed io che lo guardavo rossa come un pomodoro per l’imbarazzo.
 
Presi quella foto tra le mani mentre mi sedevo sul mio letto, ripensando a quel giorno, a quanto ero imbarazzata per quello che aveva fatto, a come avevo nascosto il viso tra le mani subito dopo, a lui che cercava di togliermi le mani perché voleva guardarmi in viso…mentre mi sorrideva dolcemente.
Sentivo il mio cuore battere forte a quel ricordo, perché quel giorno di tanti anni fa, il giorno della foto, era il giorno in cui mi resi davvero conto, nonostante fossi ancora piccola, nonostante non fosse una cosa totalmente giusta…di essermi presa un’enorme cotta per il mio cuginetto, la mia prima cotta.
 

- Mi manchi… - sussurrai, accarezzando quella foto e fissando il bambino. 
Chissà come sarà adesso? Quanto sarà cambiato in dieci anni?
 
A riportarmi alla realtà, fu la voce di mia madre che mi chiamò dal piano di sotto.
 
- Y/N scendi, dobbiamo andare. –
- Arrivo mamma! – risposi, alzandomi e rimettendo al suo posto la foto prima di uscire dalla camera e andare al piano di sotto, dove mia madre mi stava aspettando per chiudere la porta di casa, e insieme salimmo in macchina, diretti al centro commerciale.
 
Durante tutto il tragitto in auto, notai che entrambi i miei genitori continuavano, seppur cercando di nasconderlo, a guardare l’orologio ad intervalli regolari, come se la nostra uscita fosse cronometrata o qualcosa del genere.
Insomma, se avevano qualche impegno me lo avrebbero anche potuto dire, non mi sarei mica offesa, e poi non mi ci voleva nulla ad andare anche da sola a comprare il materiale scolastico che mi serviva.
 
Arrivati al centro commerciale, io iniziai a guardarmi intorno, guardando tutte le vetrine.
Amavo quel posto, c’era di tutto, e tutto quello che mi piaceva vedere.
C’erano negozi di vestiti o gioielli che a me importavano poco o nulla, negozi di elettronica, di videogiochi, di pupazzi, di cibo e altri ancora, e c’era addirittura una fumetteria, il mio posto preferito.
Con i miei genitori ci dirigemmo verso il negozio che vendeva il materiale scolastico, ma lungo la strada, loro ogni volta che vedevano qualcosa che sapevano mi piacesse, me la indicavano, chiedendomi se la volessi.
 

- Guarda y/n, quello non è il peluche che ti piaceva tanto qualche giorno fa? –
- Vuoi andare a vedere se è uscito il manga che cercavi? –
- Vuoi entrare nel negozio di videogiochi a vedere se ne sono usciti alcuni che ti piacciono? – 

Ok, DECISAMENTE qualcosa non andava…
Da quando volevano comprarmi qualcosa?
E perché ogni volta che chiedevano non rivolgevano MAI lo sguardo verso di me?
 
Io rimasi a guardarli ogni volta che mi chiedevano qualcosa, non sapendo che rispondere.
Una parte di me avrebbe approfittato di questa situazione per comprare tutto quello che volevo, ma l’altra parte, forse quella più saggia, mi diceva che c’era una ragione se loro si stavano comportando così, e prima di fare qualsiasi cosa, volevo scoprire cosa fosse.
Così comprammo quello che mi serviva per il nuovo anno scolastico, mentre vedevo mia madre guardare costantemente l’orologio, senza capirne il motivo.
Dopo il materiale, i miei dissero che dovevano comprare alcune cose per la cena, quindi ci dirigemmo verso il negozio di alimentari, però…
 

- Y/N, tieni, non veniamo qui molto spesso, se vuoi fare un giro e comprarti qualcosa mentre io e tua madre compriamo da mangiare fai pure, con noi ti annoieresti e basta. – disse mio padre, dandomi un po’ di soldi che io misi in tasca.
- Va bene, come volete… - dissi, guardando entrambi prima di girarmi e dirigermi verso il negozio di peluches che era il più vicino in quel momento. 

Non ero proprio felice in quel momento, certo avevo l’occasione di prendere quello che volevo, ma sapendo che i miei genitori me lo stavano permettendo per qualche strano motivo che conoscevano solo loro e di cui io ero all’oscuro, mi faceva rimanere un po’ male.
Perché si comportavano così?
Feci un rapido giro tra negozi di peluches, videogiochi e fumetteria, e feci qualche acquisto, almeno quello che volevo a qualsiasi costo lo comprai, senza però esagerare, non volevo approfittare troppo, e non me la sentivo di spendere chissà quanto, dopodichè tornai dai miei, che trovai davanti alla zona ristorazione, mentre stavano decidendo dove andare a mangiare.
 

- Abbiamo giusto il tempo di mangiare qualcosa prima di… - iniziò mia madre, ma si interruppe appena mi vide arrivare.
- Prima di… cosa? – chiesi, guardando prima lei poi mio padre.
- N-nulla di importante… - disse quest’ultimo, deviando il mio sguardo.
- Se avete qualcosa di urgente da fare, anche se non volete dirmi di che si tratta, è meglio se torniamo a casa. Non ho intenzione di mangiare qualcosa di fretta che poi farei fatica a digerire, posso benissimo tornare a casa a prepararmi qualcosa. – dissi, cominciando leggermente ad irritarmi per quel loro comportamento.
- Ma Y/N… - disse mia madre.
- Mamma, davvero. Andiamo a casa, così voi fate le vostre cose con calma. 

Dicendo questo, presi le mie borse degli acquisti, ed iniziai ad avviarmi verso l’uscita del centro commerciale, e i miei genitori, dopo avermi rivolto uno sguardo dispiaciuto che io non potei vedere essendo di spalle, si guardarono un secondo e poi mi seguirono, aiutandomi con le borse e tornammo a casa.
Arrivati, scaricammo tutte le borse all’entrata di casa e mia madre, restando sulla soglia, prima di rientrare in macchina, mi guardò un attimo mentre stavo cominciando a portare le borse in cucina.
 

- Perdonaci Y/N, avremmo voluto passare più tempo con te oggi, e non in questo modo, ma c’è stato un imprevisto. Dovremmo tornare per l’ora di cena. – disse.
- Non preoccuparti per me, voi andate. – dissi, portando in cucina l’ultima borsa mentre sentivo la porta di casa chiudersi. 

Dopo aver sentito il rumore della macchina dei miei allontanarsi, iniziai a disfare le borse, e fu allora che notai una cosa strana, come se già non ce ne fossero state troppe di cose strane in quelle poche ore da quando mi ero svegliata.
Tutto, ma proprio TUTTO il materiale scolastico era... doppio!!
I quaderni erano il DOPPIO di quelli che sapevo di aver preso, i pennarelli e pastelli erano DUE pacchi uguali… perfino i diari erano DUE, anche se quelli erano diversi.
Ma… perché??
Cioè… sono figlia unica, che motivo c’era di prendere materiale per DUE persone?
I miei non mi avevano accennato che avrebbero dovuto comprare qualcosa per qualcuno.
 
Fu così che nel dubbio decisi di sistemare solo quello che sapevo essere mio, e di lasciare il resto sul tavolo della cucina, quando sarebbero tornati, avrei chiesto spiegazioni ai miei.
 
Dopo essermi preparata un pranzo normale, mi diressi nella mia camera e sedendomi sul letto, iniziai a leggere uno dei manga che avevo comprato quel giorno, e misi un po’ di musica come sottofondo.
Dopo averlo finito, mentre stavo per prendere il numero successivo dal comodino su cui avevo appoggiato la pila che avrei letto, il mio sguardo finì di nuovo sulla foto, in particolare sul bambino.
Iniziai a chiedermi se lo avrei mai rivisto.
Si ricorderà ancora di me nonostante siamo passati dieci anni da quando ci eravamo visti l’ultima volta? E adesso come sarà diventato?
Una parte di me avrebbe voluto prendere il telefono approfittando del fatto che i miei genitori non c’erano, per chiamare la zia e chiederle del mio cuginetto, ma l’altra parte mi ricordò che anche mia zia non voleva farci parlare insieme, quindi una chiamata sarebbe stata inutile, e quando ci eravamo divisi eravamo troppo piccoli anche per avere un cellulare, quindi non potevo nemmeno avere il suo numero.
Un po’ rattristita da questi pensieri, tornai a concentrarmi sul manga che avevo appena aperto, cercando di non pensarci troppo, e sperando che i miei tornassero presto.
Volevo spiegazioni, su tutto.
 



-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



Ciaoooo
 
Questa storia è circa un anno che ce l’ho in testa e finalmente ho iniziato a scriverla.
Non so quanto verrà lunga dato che ho uno strano modo di scrivere le storie ^^” infatti l’inizio è questo, poi ho già scritto alcune scene che succederanno, ma sono molto lontane da qui, quindi devo pensare come collegare il tutto (è un casino lo so).
Fatemi sapere cosa ne pensate se volete, a me farebbe molto piacere sapere le vostre opinioni (anche se non vi piace ovviamente). Ringrazio chi la leggerà.
Il prossimo capitolo è già pronto a metà, quindi dovrei riuscire ad aggiornare abbastanza presto.
 
Alla prossima

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap 2: Non mi credi? ***


Quel giorno l’aeroporto era strapieno, dopotutto era domenica quindi era normale.
C’erano persone ovunque, chi si metteva in fila per prendere l’aereo, chi era appena sceso e stava aspettando i propri bagagli, chi cercava il proprio volo, e chi, come i genitori di Y/N, stava controllando gli orari degli arrivi, aspettando qualcuno.
 
- Tutta questa situazione mi rende troppo nervosa. – disse la moglie a bassa voce, gli occhi puntati verso il tabellone degli orari di arrivo.
- Non preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene. Forse non ci perdoneranno subito, non mi aspetto che lo facciano, però vedrai che con il tempo lo accetteranno e capiranno perché abbiamo preso questa scelta. È stato solo per il loro bene, di entrambi. – rispose il marito, cercando di consolarla. 

Dopodichè, tra i due calò il silenzio più assoluto.
Nessuno dei due sapeva più cosa dire.
Il marito aveva cercato di rassicurare la moglie, ma nascondeva il fatto di essere lui stesso tesissimo da questa situazione.
Un annuncio all’altoparlante dell’aeroporto annunciò che il volo proveniente dalla Corea che sarebbe dovuto arrivare per le 13.30, che era lo stesso volo che la coppia stava aspettando, aveva avuto un contrattempo e quindi sarebbe arrivato più tardi, anche se non sapevano dire con certezza per che ora sarebbe atterrato.
La coppia, appena sentito l’annuncio, si scambiò uno sguardo leggermente spaventato, e speravano con tutto il cuore che il contrattempo non fosse nulla di grave.
Il marito decise così di portare la moglie a fare una passeggiata, per smorzare un po’ la tensione, e più tardi sarebbero tornati a controllare gli orari, era inutile stare lì ad aspettare tutto il tempo.
 
Dopo due ore, finalmente videro che il volo sarebbe atterrato per le 16.00, quindi decisero di avviarsi verso lo sbarco.
Quando i passeggeri iniziarono a scendere dall’aereo, la coppia cominciò a guardarli uno a uno, in cerca di una persona in particolare.
Ad un certo punto, la donna fece segno al marito verso l’unico ragazzo che era sceso da solo, tutti gli altri passeggeri erano coppie o famiglie.
Il ragazzo stava trasportando il suo trolley senza per niente guardarsi intorno, il filo di una cuffia che pendeva dal suo orecchio destro e lo sguardo basso.
La coppia seppe che era lui la persona che stavano aspettando, perché notarono che anche se non stava guardando nessuno in particolare, si stava dirigendo proprio verso di loro, per poi fermarsi quando fu abbastanza vicino.
La donna lo guardò per qualche secondo, era tesissima, e poi lo abbracciò a sé, notando però che lui non ricambiava minimamente ma al contrario, girò il viso dall’altra parte, e questo la fece rimanere un po’ delusa, ma se lo aspettava.
 
- Non sai quanto ci sei mancato, e quanto ci dispiace… - disse con la voce spezzata, guardandolo.
- Mmh… - rispose semplicemente lui, sempre con lo sguardo basso.
- Y/N sarà contenta di rivederti, vedrai quanto è cresciuta. – disse il marito, appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo, cominciando ad avviarsi al ritiro bagagli. 

Il ragazzo non rispose, ma storse leggermente le labbra.
I genitori presero una valigia ciascuno, e insieme al ragazzo si diressero verso la macchina.
Lui si sedette dietro ed indossò anche l’altra cuffia, concentrando il suo sguardo fuori dal finestrino, ignorandoli completamente.
La coppia lo fissò un attimo, per poi scambiarsi uno sguardo veloce, prima di salire anche loro in macchina e mettere in moto, diretti verso casa.
 
 
PoV You
 
Finito il quarto manga, controllai l’ora, erano già le 17.45.
Quando sarebbero tornati i miei? Almeno avrebbero potuto dirmi un orario.
Per passare il tempo, decisi di disegnare qualcosa, alzando leggermente il volume della musica.
Fu proprio quando stavo per iniziare il secondo disegno, che sentii finalmente il rumore della macchina dei miei che parcheggiavano.
Mi diressi verso la finestra per guardare se avevano comprato qualcosa, o se avessero qualcosa, qualsiasi cosa che spiegasse dove fossero stati fino a quel momento, e li vidi scaricare dal baule due valigie.
Non mi avevano detto che sarebbe venuto qualcuno…
 
Fu allora che lo vidi.
Il mio sguardo era rimasto concentrato sui miei genitori, e quindi mi accorsi solo quando sentii il rumore di una terza portiera chiudersi, visto che entrambi loro erano scesi dalla macchina prima, che vidi un ragazzo mai visto prima avvicinarsi a mio padre, e seguirlo verso l’entrata.
Chi era? E perché era con i miei genitori?
 
Rimasi alla finestra anche quando tutti e tre furono entrati, persa nei miei pensieri,  finchè ad attirare la mia attenzione non fu la voce di mia madre.
 
- Y/N, scendi un momento! – mi chiamò dal piano inferiore appena varcò la soglia di casa, trascinando la valigia dietro di lei. 

Io uscii dalla mia camera, diretta di sotto, ma quando stavo per scendere le scale mi bloccai, un piede a mezz’aria sopra il primo scalino.
Dietro mia madre entrò quel ragazzo, seguito da mio padre che trasportava l’altra valigia.
Lo vidi poggiare il trolley dove mia madre e mio padre avevano lasciato le altre valigie, per poi girarsi e fermarsi quando il suo sguardo incrociò il mio.
Mi guardò malissimo, come se volesse polverizzarmi solo guardandomi, ed io distolsi lo sguardo, leggermente spaventata, e rimasi bloccata sul posto.
Perché mi guardava così? Nemmeno lo conoscevo…
O forse sì?
Il mio sguardo si posò nuovamente sul ragazzo, mentre questo dubbio mi balenava nella mente, e notai fortunatamente che aveva voltato lo sguardo altrove.
Fu mia madre a togliermi ogni dubbio.
 
- Y/N, che fai lì impalata? Saranno dieci anni che non vi vedete, ma non riesci proprio a riconoscere Jungkook? Pensavo che gli saresti corsa incontro subito come facevi da piccola… - 

Eh? Un attimo!
Forse avevo sentito male. Aveva davvero detto Jungkook?
Cioè, Jungkook il mio cuginetto?
Stava scherzando vero?
Non poteva essere lui, me lo avrebbero detto che sarebbero andati a prenderlo, e avrebbero portato anche me no?
 
Però ripensandoci, non mi facevano nemmeno parlare con lui quando chiamava mia zia, quindi non era troppo strano se non mi avevano portato con loro oggi.
Ma perché tenermelo nascosto?
Non ci stavo capendo nulla, rimasi in cima alle scale a guardare Jungkook.
Davvero quel ragazzo era il mio cuginetto che adoravo tanto?
Quello stesso ragazzo che mi aveva appena fulminato con lo sguardo appena mi aveva vista?
 
Lo guardai meglio, magari avrei trovato qualche particolare che mi avrebbe convinta che era proprio lui.
Aveva i capelli biondo ramati, probabilmente li aveva tinti da poco, era alto, ma davvero alto, va bene che era un ragazzo quindi era normale che lo fosse, ma molto probabilmente vicino a lui io gli sarei sicuramente arrivata a malapena alla spalla, ed era muscoloso, non in modo esagerato, diciamo il giusto per un ragazzo della sua età.
In quel momento, lui si girò per rovistare nel suo trolley alla ricerca di qualcosa, e quindi io potei guardare il lato sinistro del suo viso, e i miei occhi si spalancarono un poco.
Anche se non molto visibile, aveva una piccola cicatrice sulla guancia sinistra, proprio nello stesso punto in cui il mio cuginetto se n’era procurata una da piccolo quando giocavamo insieme.
Quando poi si rigirò, si stava mordendo il labbro, e vidi che aveva un neo subito sotto il labbro, e lì non ebbi più dubbi.
Era davvero il mio cuginetto.
Ma allora perché mi aveva guardata male poco fa?
Non ricordavo di avergli fatto qualcosa di male…
 

- Y/N, Jungkook, io e vostra madre abbiamo una cosa importante da dirvi, e vorremmo che ci ascoltaste. – disse mio padre, guardando entrambi. 

Io guardai prima mio padre e poi mia madre, e notai che quest’ultima si stava torturando le mani nervosamente, tenendo lo sguardo basso per non guardare nessuno di noi.
Poi con la coda dell’occhio, guardai anche Jungkook, e vidi che anche lui aveva la stessa mia espressione perplessa mentre guardava i nostri genitori, anche se subito dopo si morse il labbro come se avesse capito di cosa volevano parlare, ed era innervosito.
 
Io finalmente scesi le scale e seguii mio padre che nel frattempo aveva iniziato ad andare verso il salotto, e sentii i passi di mia madre e Jungkook dietro di me.
Mentre passavo però, mi sentito osservata, e girando appena la testa, notai che Jungkook mi stava fissando da quando scesi le scale, anche se non capivo l’espressione con cui mi stava guardando.
Almeno non sembrava arrabbiato come prima.
O questo è quello che speravo.
 
Ognuno di noi prese posto senza dire nulla, i miei genitori si sedettero sul divano, mentre io e Jungkook occupammo le due poltrone che si trovavano ai lati.
Mia madre guardò prima ma e poi il ragazzo, per poi girarsi verso mio padre, impaziente.
Si notava che non voleva essere lei ad iniziare il discorso.
 
- Ecco…C’è una cosa che non vi abbiamo mai detto… e sappiamo benissimo che avremmo dovuto dirvelo molto tempo fa… anzi, non avremmo mai dovuto mentirvi in questo modo… ma l’abbiamo fatto solo per il vostro bene, di entrambi… - iniziò mio padre, senza alzare lo sguardo dal tavolino davanti a lui, poi prese un profondo respiro e continuò. – Beh, questo è quello che speravamo… ma ci stavamo sbagliando… o adesso non saremo in questa situazione… spero solo che ci possiate perdonare… anche se sappiamo che non sarà facile… - 

Erano entrambi molto tesi, mentre parlava mio padre, nessuno dei due alzava lo sguardo, mentre io li guardavo sempre più confusa, non capivo proprio di cosa stessero parlando.
Che bisogno c’era di fare tutti questi giri di parole? Non potevano arrivare subito al punto?
E poi, su cosa avrebbero mentito? A entrambi me e Jungkook…
Mi girai a guardare il ragazzo davanti a me, cercando di capire cosa mai avessero detto i miei genitori su di noi che non era vero, ma l’unica cosa che mi veniva in mente che poteva riguardare entrambi… fu il fatto che siamo cugini.
Aspetta…Non sarà che…
 
- Scusate, ma cosa state… - iniziai, volendo dare voce ai miei dubbi.
- Perché tutti questi giri di parole? Ci vuole tanto ad ammettere che mi avete abbandonato alla zia quando ero piccolo e fino ad ora ci avete fatto credere di essere cugini? – disse Jungkook, alzandosi dalla poltrona e sbattendo le mani sul tavolino, cosa che mi fece saltare in aria dallo spavento, e anche i miei genitori. 

Cosa aveva detto? I miei genitori lo avevano abbandonato? Ma perché?
 
- Jungkook, calmati… ti prego… - disse mia madre, tremando.
- Perché dovrei calmarmi? – rispose lui, arrabbiato.
- Jungkook, Y/N non ne sa niente di questa storia, lasciaci spiegare… - disse mio padre.
- Volete farmi credere che lei non l’abbia mai scoperto? –
- Che non ho mai scoperto cosa? – chiesi, sempre più confusa. 

A quanto pare l’unica all’oscuro di tutto ero solo io, dato che Jungkook sembrava sapere di che parlavano.
 
- Non fare finta di nulla, sai benissimo che sono tuo FRATELLO! E hai sempre finto chiamandomi “cuginetto” – disse lui, alzandosi e guardandomi con odio. 

Io rimasi a guardarlo a bocca aperta, non riuscivo a credere a quello che mi stava dicendo.
In più sentii una fitta fortissima al cuore quando mi guardò in quel modo, rivolgendomi quelle parole così piene di odio.
 
Rivolsi lo sguardo verso i miei genitori, erano davvero spaventati guardando Jungkook così arrabbiato.
 
- ………È la verità? – chiesi con un filo di voce, un po’ per paura che lui potesse arrabbiarsi di più, un po’ per paura di sentire la risposta.
- …Sì… è la verità… Ci dispiace che tu lo abbia scoperto così… - disse mio padre. 

Quindi era vero? Jungkook non era mio cugino ma… mio fratello…?
Ma…Perché?
Perché mentire?
 
- Perché avete mentito? – chiesi di nuovo, abbassando lo sguardo.
- Come ti abbiamo detto prima, l’abbiamo fatto per il vostro bene. Io e tua madre non potevamo permetterci di avere più di un figlio, non saremmo riusciti a crescervi entrambi, così dato che vostra zia non riusciva ad averne, ha accettato di tenere uno di voi con sé, e così ha cresciuto Jungkook. Non potevamo dirvi di essere fratelli e poi separarvi così, quindi vi abbiamo sempre detto che siete cugini… era la cosa più semplice da dire. Jungkook non lo abbiamo abbandonato, semplicemente gli abbiamo trovato un posto dove crescere che noi non saremo mai riusciti a dargli, almeno fino ad ora… -
- Ma perché lui? – chiesi.
- Che vuoi dire? – chiese mia madre, perplessa. Anche Jungkook a quella domanda mi guardò senza capire.
- Perché avete lasciato lui e non me alla zia? – 

Tutti e tre mi guardarono straniti, mentre i miei occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.
 
- Perché la zia ha sempre voluto un maschietto, e poi è stata lei a dirci che tra i due dovevamo tenere la femmina. È stata una scelta presa tutti insieme. Sappiamo che non avremo mai dovuto dividervi, ma sai bene anche tu in che situazione siamo stati prima di venire qui in Italia…
- Allora quando siamo partiti per l’Italia dovevamo portare con noi anche Jungkook!!! – gridai, serrando gli occhi cercando di trattenere le lacrime. 

Appena finii la frase, corsi verso le scale e chiusi dietro di me la porta della mia camera sbattendola così forte che la sentirono anche al piano di sotto.
Mi buttai sul letto e mi rannicchiai abbracciando il cuscino e nascondendo il viso per non far sentire che stavo piangendo.
Non volevo più sentirli, non volevo più rivolgergli la parola per un bel po’.
Sapevano di aver sbagliato a mentirci, ma sapevano anche benissimo che la cosa che volevo di più al mondo era avere un fratellino.
E loro mi avevano sempre fatto credere che fosse mio cugino.
Certo, non che essendo mio cugino non gli volevo bene come a un fratello, anzi, era proprio il contrario, ma scoprirlo così…
E poi lui lo sapeva… ripensando alla discussione di poco fa, ero io l’unica a non sapere nulla di questa cosa…
Lui invece lo sapeva… e a quanto pare, da quello che aveva detto, lo sapeva da molto tempo…
 
- Non fare finta di nulla, sai benissimo che sono tuo FRATELLO! E hai sempre finto chiamandomi “cuginetto” – 

Come faceva a saperlo? Come lo aveva scoperto? E perché anche lui non mi aveva mai detto nulla?
Più ci pensavo e meno capivo…
Come avrei fatto adesso con lui? Come avrei dovuto chiamarlo?
E perché era così arrabbiato con me?
Tenendo il viso nascosto nel cuscino, presi la nostra foto dal comodino e la fissai.
Nonostante non sapessi come guardarlo, come chiamarlo, o perché lui sembrasse così arrabbiato con me… volevo abbracciarlo.
Non potevo negare che mi mancasse da morire, che avevo voglia di stringerlo a me come quando eravamo piccoli, che volevo risentire la sua voce, non quella arrabbiata, che mi chiamava per nome…
Però non avrei potuto farlo, non adesso…
 
 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------




Angolo Autrice

Ecco il secondo capitolo!
Spero non sia uscito troppo noioso e che vi piaccia.
Ora sappiamo chi è questo misterioso “cuginetto”, che poi cuginetto non è.
E decisamente non ha preso bene questa cosa dell’essere separati e vivere in una menzogna se così si può dire.
La protagonista è un po’ divisa tra il voler stare con il suo fratellino e il volere spiegazioni prima di rivolgergli la parola… Dopotutto lei non può negare di volergli bene…
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate.
Ringrazio davvero di cuore chi la legge, chi la mette tra le Preferite/Seguite/Ricordate e chi dedica un po’ di tempo a recensirla.
Sto già lavorando al terzo capitolo e spero di pubblicarlo presto.
 
Un bacione e alla prossima

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap 3: Non posso... ***


I genitori guardarono la figlia correre nella sua camera senza proferir parola, e senza nemmeno provare a fermarla.
Sapevano benissimo di aver sbagliato, che era solo colpa loro se lei reagiva in quel modo.
In più, era la prima volta che lei urlava contro di loro, di solito non litigavano mai, al massimo qualche battibecco che si risolveva subito.
Quindi vedendola così, non sapevano proprio come reagire, anche perché non potevano dirle di aver sbagliato dato che aveva avuto tutte le ragioni per essere arrabbiata con loro.
 
Il marito guardò la moglie non sapendo cosa fare, e la vide che si stava torturando le mani nervosamente, tenendo lo sguardo basso.
Notò inoltre che lei con la coda dell’occhio, continuava a fissare il ragazzo che come loro non si era ancora mosso dal punto in cui si trovava, e ora dava loro le spalle perché stava fissando le scale.
L’uomo sapeva che oltre alla figlia, doveva fare i conti anche con il figlio che forse, o quasi sicuramente, era quello che aveva più bisogno di spiegazioni.
Sapeva benissimo che lui fosse profondamente arrabbiato con loro per averlo abbandonato dalla nascita, certo, non proprio abbandonato dato che lo avevano lasciato alla sorella del marito, ma comunque lo avevano fatto crescere facendogli credere che fosse il figlio di un’altra donna e che quella che effettivamente era sua sorella, doveva chiamarla cugina.
La cosa che aveva lasciato più sorpreso l’uomo, era che Jungkook era non solo arrabbiato con loro, ma per qualche motivo lo era anche con la sorella.
Non si spiegava il motivo, insomma, come lui anche lei aveva vissuto dovendolo chiamare cugino…
Che il motivo della sua rabbia nei confronti della sorella fosse perché loro avevano tenuto lei e non lui?
E poi… per quale motivo Jungkook era così convinto che Y/N sapesse già tutto da molto tempo?
Se così fosse stato, non avrebbero dovuto avere quella discussione in quel momento no?
Invece i due genitori avevano dovuto dire ai figli che dovevano parlare, proprio perché Y/N era l’UNICA persona tra loro a non sapere la verità.
L’uomo sapeva bene che Jungkook lo aveva scoperto quando ancora vivevano tutti in Corea, ma lei era sempre rimasta all’oscuro di tutto, poiché lui e la moglie, insieme alla sorella di lui, cioè la zia, facevano molta attenzione a non parlare davanti ai figli, e speravano che Jungkook non le dicesse nulla, perché altrimenti sarebbe stata più difficile da spiegare poi.
Così, guardando ancora il figlio per qualche secondo, decise che forse per il momento era meglio non discutere oltre, come la moglie, nemmeno lui sopportava alzare la voce o discutere con i suoi figli, quindi decise che avrebbero ripreso il discorso quando si sarebbero calmati un pochino.
Si alzò dal divano e si diresse verso le valigie del figlio ancora all’entrata, e prendendone una, lo guardò e gli fece segno di seguirlo.
 
- Vieni, ti mostro la tua camera. – disse tenendo il tono di voce basso, aveva il timore che il figlio potesse rispondergli, e non voleva. 

Infatti vide che Jungkook gli lanciò un’occhiataccia, ma poi senza parlare prese una valigia e lo seguì.
 
 

PoV Jungkook
 

Dopo che Y/N disse quella frase, rimasi a bocca aperta e il mio sguardo la seguì finchè non sparì in cima alle scale, rimasi lì immobile a guardare il punto in cui era sparita.
Quella frase che lei aveva gridato contro i genitori prima di andarsene continuò a rimbombare nella mia testa.
 
- Allora quando siamo partiti per l’Italia dovevamo portare con noi anche Jungkook!!! – 

Davvero lei non sapeva nulla del fatto che fossimo fratelli e non cugini?
Io lo avevo scoperto quando ero piccolo e loro vivevano ancora vicino a noi, ma pensavo che lei in questi anni che siamo stati divisi l’avesse scoperto, in qualche modo.
 
 
- Ricordo – 

Quando lo avevo scoperto io, era stata una sera in cui mi ero svegliato in piena notte per colpa di un incubo, e mi ero alzato per andare da quella che credevo mia madre.
Avevo sentito la sua voce provenire dalla cucina, così mi ero diretto proprio lì, ma prima di entrare, mi ero bloccato sulla soglia, rimanendo nascosto nell’ombra del corridoio, con gli occhi spalancati.
Nel momento in cui ero arrivato, lei stava chiedendo alla coppia quando avevano intenzione di rivelare a me e Y/N che in realtà siamo fratelli.
Avevo sentito bene? Y/N era mia sorella?
Mi morsi il labbro e stringendo il pugno, mi ero girato per tornare nella mia camera, dove quella sera stavo dormendo proprio con Y/N, ma non avevo voluto svegliarla per il mio incubo.
Quando eravamo piccoli, i nostri genitori ci lasciavano sempre dormire insieme, anche perché era sempre Y/N ad insistere, ed era davvero carina quando lo faceva, gonfiando le guance come uno scoiattolo.
Mi rimisi sotto le coperte e rimasi a fissarla mentre dormiva, era bellissima.
Davvero era mia sorella? E adesso? Come avrei dovuto chiamarla?
Sapevo che non potevo chiamarla “sorellona” di punto in bianco, e poi sarebbe stato difficile spiegare perché la chiamavo così.
E i nostri genitori? Se ne parlavano quando noi dormivamo, voleva dire che non avremmo dovuto scoprirlo adesso no?
Quindi avrei dovuto fingere di non sapere nulla? Ma per quanto tempo?
Non ero sicuro che sarei riuscito a tenere questo segreto per molto…
E se invece anche lei lo sapeva? Come avrei potuto scoprirlo senza essere troppo strano?
Mmh… no, pensandoci bene, lei non poteva saperlo.
Molto spesso diceva che le sarebbe piaciuto moltissimo se fossimo fratelli, se lo avesse saputo non avrebbe mai detto una cosa del genere, anche perché non aveva senso dirla.
E se invece…
Se invece stava fingendo? Se lo diceva proprio perché SAPEVA?
Questo non riuscii mai a scoprirlo, perché pochi mesi dopo quella sera, loro tre partirono per l’Italia, e io rimasi lì, deluso, triste ma anche arrabbiato.
Non avevo mai nemmeno saputo che quella sera mia madre, quella vera, mi aveva visto quando ero di nuovo scappato in camera appena li avevo sentiti, ma non aveva mai detto nulla.
 
- Fine ricordo – 


Mi morsi il labbro inferiore senza spostare lo sguardo dalla rampa di scale che portava al piano di sopra.
Una parte di me era ancora arrabbiata, arrabbiata con i miei genitori e arrabbiata con Y/N, ma con Y/N non lo ero poi così tanto.
Certo, appena entrato in casa, nel momento in cui l’ho vista l’ho guardata male, una parte di me pensava che nel momento in cui mi avesse visto mi sarebbe corsa incontro chiamandomi ancora “cuginetto”, e io non volevo assolutamente che succedesse, perché mi avrebbe fatto infuriare di più, invece rimasi sorpreso quando notai che non mi aveva nemmeno riconosciuto.
Va bene che sono dieci anni che non mi vede però, anche se siamo cresciuti, io l’ho riconosciuta subito appena l’ho vista, non potevo dimenticarmi di lei.
Forse a bloccarla era stata anche l’occhiataccia che le ho lanciato appena i nostri sguardi si sono incrociati, chi lo sà.
A togliermi dai miei pensieri fu la voce di mio padre.
 
- Vieni, ti mostro la tua camera. –Io gli lanciai un’occhiataccia, non volevo sentire la sua voce, almeno finchè non mi sarei calmato, ma decisi di non dire nulla, non volevo altre discussioni.

Così, presi anche io una valigia e seguii l’uomo che vidi entrare nella seconda camera del corridoio.
Un po’ curioso, mi chiesi di chi fosse la prima, magari era quella dei miei genitori.
Posai la valigia vicino a quella che aveva portato mio padre, e poi uscii di nuovo per andare a prendere anche il trolley.
Quando stavo per salire di nuovo le scale, sentii di nuovo la voce di mio padre e un rumore di chiavi.
 
- Noi adesso abbiamo un impegno e dobbiamo proprio andare… Credo torneremo molto tardi, quindi per la cena dovrete arrangiarvi voi… - disse l’uomo.
- Ci dispiace davvero tanto per questa situazione… - disse la moglie con un filo di voce. 

Io non risposi, e senza nemmeno guardarli in faccia, iniziai a salire le scale, diretto in camera mia.
Appena arrivai in cima, sentii la porta d’entrata chiudersi, e tirai un sospiro di sollievo.
Finalmente se n’erano andati.
Non sopportavo di doverli stare a sentire ancora, ero arrabbiato con loro, e lo sarei stato ancora per molto.
Non avevo nessuna intenzione di perdonarli così facilmente.
Cosa pensavano, che portandomi finalmente a vivere con loro, come una vera famiglia, sarebbe andato tutto bene? Che non ci sarebbero state discussioni come invece era appena successo?
Beh si sbagliavano, dopo quello che ho dovuto passare, sarebbe passato molto tempo prima di riuscire a perdonarli.
 
I miei pensieri furono interrotti da un rumore soffocato che sentii provenire dalla prima porta del corridoio, quella di cui ero curioso sapere di chi fosse.
Mi avvicinai senza fare il minimo rumore e quando la mia mano si stava per posare sulla maniglia, la sentii.
Era il rumore di un pianto soffocato.
Quindi quella era la camera di Y/N?
E…stava piangendo?
Certo, quando aveva gridato contro i nostri genitori avevo notato che stava cercando di cacciare indietro le lacrime, ma non pensavo che ora stesse ancora piangendo.
E, da quello che riuscivo a sentire, non era nemmeno un pianto di rabbia, ma di tristezza forse.
Sentii una fitta al cuore sentendo quei rumori soffocati.
Probabilmente stava usando un cuscino per non farsi sentire, ma dato che in quel momento eravamo in casa da soli e io non stavo facendo rumore, il suo pianto era l’unico suono in tutta la casa.
La mia mano rimase sospesa sopra la maniglia.
Una parte di me era ancora arrabbiata con lei, anche se adesso non potevo incolparla di sapere qualcosa o darle la colpa per quello che era successo, non potevo negare di essere arrabbiato.
Però, ogni volta che la sentivo piangere, non riuscivo a resistere alla voglia di stringerla tra le mie braccia finchè non la sentivo calmarsi.
Era sempre stato così, fin da quando eravamo piccoli, io potevo essere arrabbiato con lei per qualsiasi motivo, anche il più stupido, ma nel momento in cui lei si metteva a piangere, mi passava tutto, dimenticavo perfino il motivo per cui stavamo litigando, e volevo soltanto stringerla e tenerla vicino a me.
Ma questa volta dovevo resistere.
 
Dopo quello che era successo, dopo averle gridato contro, non potevo entrare all’improvviso nella sua camera e abbracciarla per farla smettere di piangere, non aveva senso.
 
- Jungkookie… - 

Era stato quasi un sussurro, ma lo avevo sentito perfettamente.
Aveva detto il mio nome, e non il mio nome normale, ma il nomignolo con cui lei, e solo lei, mi chiamava da piccolo.
Nessun altro mi chiamava così, e a me piaceva da morire sentire quel soprannome pronunciato con la sua voce.
Persi un battito sentendola, mentre mi scappò un leggero sorriso, che nascosi subito mordendomi il labbro.
Non mi aveva riconosciuto prima, ma ricordava ancora quel soprannome.
Sentii che dopo avermi chiamato non stava più piangendo, forse si era calmata.
Decisi che era meglio andarmene in quel momento, non sapevo se lei sarebbe uscita dalla camera, ma non potevo di certo farmi trovare lì davanti.
Sarebbe stato imbarazzante.
Così, chiusi la mano a pugno, e la allontanai dalla maniglia della porta.
Avevo voglia di entrare nella sua camera ed assicurarmi che stesse bene, che non stesse più piangendo, ma non potevo farlo.
Riprendendo il mio trolley che avevo abbandonato vicino a me poco prima, mi diressi verso la mia camera e chiusi la porta una volta entrato.
Non potevo sapere che in quel momento lei mi aveva sentito, aveva sentito i miei passi allontanarsi dalla sua porta.
 


PoV You
 

Dopo aver pronunciato il nomignolo con cui mi piaceva chiamare il mio cuginetto, smisi di piangere.
Il solo pensare a lui da piccolo, ai ricordi di quando passavamo il tempo insieme a divertirci, mi facevano tornare il sorriso, anche se in quel momento mi avevano solo calmata, ma non avevo nessuna voglia di sorridere.
Fu allora che sentii il rumore di passi fuori dalla mia porta, seguiti dal rumore della porta accanto che si chiudeva.
Ma chi poteva essere?
I miei genitori non erano sicuramente, se fosse stata mia madre sarebbe entrata subito senza nemmeno bussare e mi avrebbe riempito di domande e cercato, inutilmente, di calmarmi.
Mio padre nemmeno si avvicinava mai alla mia camera, sapendo che non mi piaceva che loro entrassero lì, la mia camera era il mio piccolo mondo in cui volevo stare per conto mio.
Quindi…?
 
No, non poteva essere Jungkook…
Ma oltre a lui e ai miei genitori non c’era nessun altro in casa.
E solo lui avrebbe potuto chiudere la porta della stanza accanto, anche perché i miei genitori non la usavano mai, per gli ospiti ne avevamo un’altra che si trovava in fondo al corridoio, vicino alla loro e lontano dalla mia che invece era la prima vicino alle scale.
Ma…perché?
Perché fermarsi davanti alla mia porta, senza nemmeno fare nulla…?
 
Sentii le mie guance avvampare nel momento in cui un pensiero attraversò la mia mente.
E se…mi avesse sentito piangere?
Mi morsi il labbro sperando di sbagliarmi di grosso.
Non mi piaceva per niente che qualcuno mi sentisse piangere, per questo avevo nascosto il viso nel cuscino, se poi era lui a sentirmi era anche peggio.
Ogni volta che piangevo da piccola, lui mi stringeva sempre a sé coccolandomi per farmi calmare.
Però io ogni volta mi sentivo in imbarazzo, e nascondevo il viso nell’incavo del suo collo.
Non volevo che qualcuno vedesse i miei momenti di debolezza, specialmente lui.
 
Decisi quindi di alzarmi e andare a sciacquare il viso, almeno avrei bagnato un po’ gli occhi che sicuramente erano arrossati.
Aprendo la porta della mia camera, controllai che lui avesse chiuso bene la sua porta, sperando che per un po’ se ne sarebbe rimasto in camera, non mi andava di vederlo, e quindi mi diressi in bagno.
Mentre stavo asciugando il viso, guardai il mio riflesso allo specchio, avevo le guance arrossate e gli occhi leggermente gonfi e rossicci.
Non volevo che qualcuno mi vedesse così.
 
Quando stavo per uscire dal bagno e tornare in camera mia, sentii il mio stomaco brontolare.
Dopo quello che era successo, mi ero completamente dimenticata che era ora di cena, così scesi in cucina a prepararmi qualcosa.
Notai che il materiale scolastico in più che avevo lasciato sul tavolo la mattina si trovava ancora lì, probabilmente con quello che era successo nessuno lo aveva notato.
Beh, almeno adesso non dovevo più chiedere spiegazioni riguardo a quello, lo avevano sicuramente comprato per Jungkook.
Aprii il frigorifero per scegliere cosa farmi per cena, quando sentii dei passi provenire dalle scale e, quando mi girai, trovai lui sulla porta, immobile e con gli occhi puntati su di me.
Io mi rigirai subito, mordendomi il labbro inferiore.
Accidenti, non volevo vederlo e lui mi spuntava davanti così?
 
Sentii ancora il suo sguardo addosso mentre prendevo un piatto e ci buttavo dentro un po’ di cibo spazzatura.
Non sarei rimasta lì a mangiare con lui, piuttosto preferivo rimpinzarmi di quei cibi standomene in camera mia.
In più era imbarazzante il pensiero di sedermi al tavolo con lui e mangiare insieme, anche perché non sapevo come affrontarlo, mica potevamo stare tutto il tempo in silenzio.
Preso tutto quello che volevo mangiare, mi sarei rimpinzata di dolci, mi diressi verso la porta, notando sfortunatamente che lui era ancora lì, non si era mosso di un millimetro.
Senza guardarlo, gli passai a fianco, ma nel momento in cui lo ebbi superato, sperando di tornare in camera il più veloce possibile, lui mi afferrò l’avanbraccio ed io involontariamente alzai lo sguardo su di lui, abbassandolo subito quando incontrai i suoi occhi, mentre il mio cuore perse un battito.
Quanto mi erano mancati i suoi occhi…
Però non volevo vedesse in che stato erano i miei in quel momento, e speravo non li avesse notati.
Sentii il suo sguardo addosso per qualche secondo che sembrò durare un eternità, poi mi lasciò andare il braccio senza dire nulla e, prima che potesse dire qualcosa, io mi voltai e mi diressi nella mia camera.
Perché mi aveva fermato se poi non aveva detto o fatto nulla?
Se non me ne fossi andata avrebbe fatto o detto qualcosa?
Mentre mi sedetti alla mia scrivania iniziando a mangiare quello che avevo preso mentre accendevo il pc per guardarmi qualcosa, ripensai a quando mi aveva afferrato il braccio.
Anche se dal suo sguardo, nonostante lo avessi guardato solo per qualche secondo, si vedeva benissimo che fosse ancora arrabbiato, la sua presa sul mio braccio non era per niente quella di una persona arrabbiata, ma sembrava molto di più quella di una persona… preoccupata?
Ma che motivo aveva di preoccuparsi per me dopo avermi gridato contro come aveva fatto qualche ora prima in salotto?
Che fosse perché mi aveva sentita piangere?
No, non poteva essere per quello.
Però davvero non riuscivo a spiegarmi questo suo comportamento.
 
Per distrarmi, ricominciai a disegnare, era una cosa che amavo fare, e che non mi faceva pensare a nulla, solo a far uscire bene il disegno.
Spesso disegnavo le versioni chibi mie e di Jungkook quando eravamo piccoli, prendendo spunto dalle foto che avevo con lui.
Mi piaceva troppo come usciva sempre lui, anche se i miei disegni non erano mai teneri come lo era lui.
Ecco, non volevo pensare a lui e chi vado a disegnare?
Forse per quella sera era meglio lasciare perdere i disegni.
 
Dato che nel frattempo avevo finito di mangiare, dopo aver guardato qualche video su YouTube, decisi di andare a farmi un bagno caldo, magari mi avrebbe aiutato a calmarmi.
Il piatto con il cibo lo avrei riportato in cucina dopo il bagno, non volevo incontrare di nuovo Jungkook.
Presi il mio pigiama e mi diressi verso il bagno, e quando entrai accesi subito l’acqua per iniziare a riempire la vasca.
Mi chiesi se Jungkook in quel momento stava cenando…non sapevo nemmeno se sapeva cucinare…forse avrà preso del cibo spazzatura come me…
Scossi la testa, perché non riuscivo a non pensare a lui?
 
Quando fu piena mi immersi nella vasca e chiusi gli occhi, cercando di rilassarmi, quel giorno erano successe troppe cose tutte insieme.
Prima i miei genitori che avevano avuto un comportamento strano tutta la mattina, poi scopro che il materiale scolastico che ho comprato si era duplicato senza che me ne accorgessi, poi vedo arrivare in casa un ragazzo e i miei genitori mi rivelano che quello che pensavo essere il mio cuginetto in realtà è il mio fratellino, ed ora mi ritrovo a casa da sola con quest’ultimo e non so nemmeno come affrontarlo dato che sono dieci anni che non lo vedo e sembra avercela con me per qualche motivo, ed io non gli voglio parlare perché prima voglio delle spiegazioni.
A proposito, in quel momento mi accorsi che davvero eravamo a casa da soli, o almeno, quando ero scesa in cucina non avevo visto i miei da nessuna parte, ed era impossibile che si fossero chiusi nella loro camera, di solito mia mamma era in cucina e mio padre stava in salotto davanti alla tv a quell’ora…
Ma quindi…dov’erano finiti?
 
Quando stavo piangendo in camera mia, avevo sentito la voce di mio padre che diceva qualcosa e subito dopo una porta chiudersi, ma fino a quel momento non avevo capito che quella che avevo sentito chiudersi era la porta d’entrata.
Dove dovevano andare ancora? Che fossero scappati per paura di affrontarci? No, questo era impossibile. Insomma, erano persone adulte non ragazzini.
Però, sul fatto che non sapevano come affrontarci era vero, anche perché durante tutta la discussione, non ci avevano guardato per nulla, anzi, facevano di tutto per deviare il nostro sguardo.
 
Finito di farmi il bagno, tornai in camera mia e mi sdraiai sul letto chiudendo gli occhi per un po’.
Senza accorgermi mi addormentai, il bagno mi aveva rilassato fin troppo.
 
A svegliarmi fu il rumore di un tuono, era appena scoppiato un temporale.
Io avevo paura dei temporali, fin da piccola.
Mi alzai di scatto e controllai l’ora al cellulare.
Era mezzanotte.
Finchè non fosse finito il temporale, non sarei riuscita per nulla a riaddormentarmi, quindi decisi di scendere in cucina a bere un bicchier d’acqua.
Accesi la luce della cucina e presi un bicchiere dalla credenza per poi prendere l’acqua dal frigorifero e riempire il bicchiere.
Ogni volta che c’era un tuono rischiavo di far cadere il bicchiere per lo spavento.
Oltretutto, proprio quel giorno avevo l’ipod scarico, quindi non potevo nemmeno infilarmi le cuffie e ascoltare la musica.
Stavo riempiendo per la seconda volta il bicchiere, quando…
 
- Hai ancora paura dei temporali? – 

Questa volta mi cadde davvero dalle mani il bicchiere, e io chiusi gli occhi per lo spavento ma…
Non sentii il rumore del bicchiere andare in frantumi.
Oltretutto non lo avevo riempito molto, quindi non avevo nemmeno rovesciato troppa acqua.
 
- Tieni. – disse semplicemente quella voce. 

Era Jungkook.
Anche se non mi giravo a guardarlo, era lui, non potevo sbagliarmi.
Vidi davanti a me la sua mano che ancora reggeva il mio bicchiere, aspettando che lo prendessi, e quando lo feci, invece di ritrarre la mano…
Mi abbracciò.
Io spalancai gli occhi al suo gesto, e inizialmente cercai di divincolarmi per allontanarmi da lui, ma il rumore di un altro tuono mi fece spaventare così tanto che velocemente posai il bicchiere sul lavandino e mi girai verso di lui, stringendolo e nascondendo il viso.
Cosa stavo facendo? Sarei dovuta tornare in camera mia…
E lui…come mai era in piedi a quest’ora?
 
- Ho sentito l’urletto che hai fatto quando è scoppiato il temporale e sentendoti uscire dalla camera sapevo che saresti venuta qui perché sei spaventata… - disse, la sua voce quasi un sussurro. 

Mi…aveva sentito gridare? Va bene che avevo davvero cacciato un urletto, ma pensavo non si fosse sentito così tanto.
Sentii le mie guance avvampare per l’imbarazzo, e nascosi di più il viso contro di lui, stringendogli la maglia tra le mani.
 
- Quindi sei venuto qui per prendermi in giro? – chiesi, dopotutto era arrabbiato con me, sarebbe stato normale se mi avesse preso in giro.
- Se avessi voluto prenderti in giro lo avrei già fatto. E non sarei qui vicino a te. – rispose. 

Io alzai lo sguardo per guardarlo in viso, e arrossii quando i miei occhi incontrarono i suoi.
Mi mancava davvero così tanto, ma l’ultima volta che ci eravamo visti eravamo piccoli…diversi…mentre ora eravamo cresciuti, soprattutto eravamo diversi fisicamente parlando.
Lui non era più il bambino cucciolo che mi ricordavo, e la cosa mi metteva non poco in imbarazzo.
Oltretutto ora non andavamo nemmeno d’accordo, quindi come mai in quel momento eravamo lì a parlare come se tutto quello che era successo nel pomeriggio non fosse mai accaduto?
L’ennesimo tuono mi costrinse a stringermi di nuovo a lui.
Cominciavo ad odiare il fatto che ci fosse il temporale proprio in quel momento.
Se non ci fosse stato, adesso non mi troverei in questa situazione.
 
Jungkook continuava a fissarmi senza dire nulla, un’altra volta.
Però, quando mi strinsi di nuovo a lui, mi prese per mano e mi condusse al piano di sopra, ma… nella sua camera! E chiuse la porta dietro di sé.
Prima che potessi dire o fare qualsiasi cosa, mi aveva trascinata verso il letto e, dopo avermi fatta sdraiare, si era sdraiato vicino a me e mi aveva stretto, coprendomi le orecchie con le mani, in questo modo non riuscivo più a sentire il rumore dei tuoni.
L’unico rumore che riuscivo a sentire in quel momento, era quello del mio cuore che stava per scoppiare.
Era tutto troppo imbarazzante.
Inoltre, la persona che mi stava abbracciando era la stessa che mi aveva guardata male appena arrivato e che ce l’aveva con me per qualche motivo che sapeva solo lui.
Quindi perché comportarsi così?
Non ci stavo davvero capendo più nulla di tutto questo.
Decisi così di addormentarmi, l’indomani avrei voluto spiegazioni, sia dai miei genitori, sia da Jungkook.



----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 


- Angolo autrice  - 
Eccomi con un nuovo capitolo.
Ho appena finito di scriverlo, non scherzo, mi ci è davvero voluta tutta la giornata perché (almeno per come l’ho scritto) è davvero lungo, sicuramente più degli altri, ma volevo finire la prima giornata della storia in questo capitolo, o l’avrei tirata troppo per le lunghe.
Spero vi piaccia.
Beh, qui vediamo anche il punto di vista di Jungkook, come ha scoperto anni fa che non sono cugini, e un po’ di quello che pensa della protagonista.
In più non sembra proprio così arrabbiato come vuole far credere, ma ha un lato tenero anche lui.
Riusciranno a chiarire tutti i dubbi e vivere finalmente come una famiglia unita? Vedremo, ne succederanno di tutti i colori.
 
Volevo chiedervi un consiglio,
Come (credo) avrete notato in questo e nel capitolo precedente, entrambi iniziano con una parte raccontata in terza persona, per poi diventare pov Jungkook/pov Y/N…
Questo perché ci saranno alcune parti raccontate da “fuori” diciamo, non so bene come spiegarlo, ma per alcune scene a me viene più facile scriverle così che dal PoV di uno dei personaggi.
L’unico problema, è che non so cosa potrei scrivere nel caso quelle parti capitassero non all’inizio del capitolo ma durante. (mi sembra brutto scrivere cose tipo “PoV terza persona” o cose del genere)
Se potete darmi qualche consiglio ve ne sarei infinitamente grata, davvero.
Anche perché non vorrei dover dividere un capitolo nel caso quella parte fosse nel mezzo, per non confondere chi legge.
 
Come sempre ringrazio davvero di cuore chi la legge, chi la mette tra le Preferite/Seguite/Ricordate e chi dedica un po’ di tempo a recensirla.
 
Dato che questo capitolo ho appena finito di scriverlo, il quarto non è per niente pronto, quindi non posso assicurarvi di riuscire a pubblicare molto presto.
 
Un bacione

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap 4: E' stato tutto un malinteso! ***


PoV You

 
Il canto degli uccellini fuori dalla finestra e la leggera luce del sole che filtrava dalla finestra semichiusa mi fece capire che era mattina, ma non avendo sentito la sveglia non seppi con esattezza che ore fossero.
Non che avessi comunque intenzione di alzarmi.
Anzi, quella mattina sentivo un calore piacevole che proprio non mi faceva venir voglia di alzarmi ed abbandonare il letto, ma il contrario, anche se non mi spiegavo cosa fosse quel calore dato che dormo da sola.
Ancora con gli occhi chiusi e mezza addormentata, allungai il braccio davanti a me, per stiracchiarmi, e solo allora mi accorsi che il mio braccio stava TOCCANDO qualcosa.
E quel QUALCOSA in quel momento si mosse, e sentii qualcosa accarezzarmi la schiena.
Che stava succedendo?
 
Decisi di aprire gli occhi, controvoglia e, nel momento in cui vidi cosa stavo TOCCANDO, spalancai gli occhi mentre le mie guance avvamparono.
Davanti a me, o meglio, sdraiato di fianco a me c’era… Jungkook.
Fortunatamente lui stava ancora dormendo, però le sue braccia mi stavano circondando e tenendo stretta a lui, mentre il mio braccio era appoggiato sul suo fianco.
 
Un momento, come mai mi trovavo a letto con Jungkook?
 
Solo allora mi accorsi che ero nella sua stanza e non nella mia, mentre i ricordi della sera prima tornavano alla mente.
Il temporale.
Mi trovavo in quella situazione per colpa del temporale che era scoppiato durante la notte.
Rimasi a guardare il ragazzo davanti a me che ancora era nel mondo dei sogni.
Quando dormiva, il suo viso era così rilassato che non sembrava per nulla il ragazzo arrabbiato che era arrivato a casa il giorno prima.
 
Senza rendermene conto, una mia mano aveva iniziato a sfiorargli il viso, accarezzandolo, mentre i miei pensieri tornarono a quando eravamo piccoli e i nostri genitori ci facevano dormire insieme.
Ricordavo di come pregavo mia madre per farmi dormire con lui a volte senza riuscirci o, quando ci mettevano in due camere separate, io sgattaiolavo fuori dal letto e andavo da lui, spesso per colpa di un incubo, e Jungkook mi teneva sempre stretta a sé.
 
Ripensandoci, non era poi cambiato così tanto, dopotutto, nonostante ora fosse arrabbiato con me, si era comunque ricordato che avevo paura dei temporali e, proprio come quando eravamo piccoli, mi teneva stretta a sé evitando di farmi sentire il rumore dei tuoni, per tranquillizzarmi.
Anche se ancora non mi spiegavo questo suo comportamento quasi… bipolare?
Insomma, prima è arrabbiato con me e mi guarda male e poi mi stringe a sé come se nulla fosse…
Comunque, anche fisicamente non era cambiato molto.
Il viso era ancora così dolce che stentavo a credere avesse solo un anno meno di me.
 
In quel momento, lui mugugnò nel sonno e si leccò le labbra, mentre le sue braccia mi strinsero di più a sé, facendomi arrossire completamente.
Chissà cosa stava sognando…
 
Beh, in quel momento avevo altro a cui pensare.
Non potevo di certo rimanere lì con lui.
Dovevo tornare in camera mia prima che si svegliasse.
Che avrei fatto se si fosse svegliato mentre ero ancora lì?
E lui che avrebbe fatto?
 
Lentamente, cercando di non svegliarlo, spostai il suo braccio dai miei fianchi e scivolai giù dal letto.
Non avendo più qualcosa tra le braccia, vidi che strinse il lenzuolo dove poco prima mi trovavo io, mugugnando e storcendo il naso, ma non si svegliò.
Sembrava un bambino quando gli togli dalle mani il suo gioco preferito.
Era… carino.
 
Scossi la testa a quel pensiero, dovevo andarmene.
Così, senza far rumore, mi diressi verso la porta della camera e la aprii per uscire.
 
- Y/N… - 

Mi bloccai sulla porta sentendo il mio nome pronunciato dalla sua voce impastata dal sonno, e mi girai a guardarlo, pensando di averlo svegliato.
Fortunatamente però stava ancora dormendo…quindi mi stava sognando?
Ora ero davvero curiosa di sapere cosa stesse sognando, ma mi affrettai ad uscire dalla camera.
 
Chiusa la porta della sua camera dietro di me, decisi di andare a fare una doccia rinfrescante.
Almeno, mi avrebbe rinfrescato le idee svegliandomi completamente, e avrebbe abbassato un po’ la pressione delle mie guance che sentivo andare a fuoco per lo strano risveglio appena avuto.
Era anche la primissima volta che dormivo con un ragazzo da quando ero piccola, quindi era normale che fossi imbarazzata.
 
Dopo la doccia, scesi diretta in cucina a fare colazione.
Mentre mi preparavo qualcosa di semplice, decisi che forse non era una brutta idea preparare qualcosa anche per Jungkook.
Certo, date le circostanze non potevamo dire di andare d’accordo, dovevamo prima di tutto chiarire tutto quello che era successo, però dopo quello che era successo la sera prima, mi sembrava giusto ringraziarlo in qualche modo, e a parole non ci sarei mai riuscita, quindi optai per la colazione.
Preparai il suo piatto e, non sapendo per che ora si sarebbe svegliato, glielo lasciai sul tavolo coperto in modo che la colazione non si raffreddasse e lasciai un biglietto per far capire che era per lui.
Non avevo nessuna intenzione di cucinare per i miei genitori.
Finita la mia colazione, tornai in camera mia e mi misi a leggere un manga.
 
 
 
PoV Jungkook

  
Mi girai nel letto mugugnando nel sonno quando percepii la sensazione del calore che avevo sentito tutta la notte contro di me scomparire all’improvviso lasciando come un vuoto.
Aprii gli occhi stropicciandoli con la mano e facendo una smorfia per la luce del sole che mi colpì in pieno viso.
Mi guardai attorno non riconoscendo la camera, quando mi ricordai che non mi trovavo più in Corea ma ora ero nella mia nuova camera, nella casa dei miei VERI genitori.
Quel pensiero mi innervosii.
Non dovevo pensare a loro.
 
Presi il telefono e guardai l’ora, erano le 10:30.
Mi chiesi se sarei riuscito a fare colazione senza vedere i miei genitori, mi avrebbero solo rovinato la giornata.
 
In quel momento mi venne in mente cosa successe la sera prima, con Y/N.
L’avevo portata in camera mia senza pensarci, e la tenevo stretta a me come quando si spaventava da piccola.
Mi ero detto che non mi sarei avvicinato a lei finchè non avessimo chiarito, ma vederla piangere o spaventata scatenava qualcosa in me che non riuscivo a controllare e, seppur ieri pomeriggio sentendola piangere ero riuscito a fermarmi, ieri sera non ce l’avevo fatta.
 
A proposito, dov’era adesso Y/N?
Probabilmente si era svegliata prima di me e se n’era andata…
Ecco spiegata la sensazione di vuoto che avevo sentito prima.
Mi sarebbe piaciuto vederla dormire come facevo da bambino.
 
Decisi di alzarmi, nonostante fossi ancora mezzo addormentato, e scesi in cucina a prepararmi qualcosa per colazione, quando il mio sguardo si posò sul piatto che giaceva sul tavolo.
Tolsi il piatto rovesciato che copriva quello sotto e vidi una colazione probabilmente preparata da poco, e solo quando appoggiai l’altro piatto sul tavolo mi accorsi del biglietto posato lì vicino.
 
“Per Jungkookie, grazie per ieri sera.”
 
Un sorriso si fece spazio sul mio volto sapendo chi aveva scritto quel biglietto.
Almeno sapevo di non averla fatta arrabbiare con il mio comportamento strano.
Come facevo ad essere arrabbiato con lei?
Mi sedetti al tavolo iniziando a mangiare la colazione, sperando che avremmo chiarito presto, perché non mi piaceva per niente essere arrabbiato con mia sorella.
Volevo tornare a come ci divertivamo da piccoli, volevo stare con lei.
 
 
 
PoV You


Verso l’ora di pranzo, scesi di nuovo in cucina a cucinare, ma mi bloccai sulla soglia.
Ai fornelli c’era mia madre, ed io non volevo parlarle.
Purtroppo, lei si accorse della mia presenza.
 
- Buongiorno Y/N. Cosa vuoi mangiare per pranzo? – mi chiese, anche se percepii la sua voce tremante.
- Niente, mi preparo qualcosa da sola. – dissi senza guardarla. 

Sinceramente, dopo averla vista, mi stava passando la fame.
 
In quel momento, probabilmente sentendo il profumo provenire dai fornelli, arrivarono in cucina anche mio padre e Jungkook, e nel momento in cui tutti ci guardammo, si poteva percepire l’aria tesa che si era creata.
 
Vidi con la coda dell’occhio Jungkook fare una smorfia quando vide mio padre, ma senza dire nulla, si sedette al tavolo, e aspettò che mia madre finisse di cucinare.
Mio padre guardò prima me e poi lui, tristemente, e anche lui prese posto al tavolo, proprio di fronte a Jungkook.
Io non avevo nessuna intenzione di stare vicino ai miei, così andai a sedermi vicino al ragazzo, che sembrò molto sorpreso vedendomi vicino a lui, mentre io cercavo di non incrociare i nostri sguardi.
Mi sentivo ancora in imbarazzo per quello che era successo con lui, e sentivo le mie guance iniziare a scaldarsi.
 
Nessuno parlò mentre mangiavamo, ma io e Jungkook sentimmo gli sguardi preoccupati dei nostri genitori su di noi tutto il tempo, come se stessero studiando le nostre reazioni.
 
- Y/N… - mi chiamò mia madre, la voce quasi un sussurro.
- Io ho finito. Me ne torno in camera. – dissi, prendendo il mio piatto e posandolo nel lavandino. 

Non volevo sentirla.
Uscii dalla cucina non sapendo che Jungkook si era girato a guardarmi quando mia madre parlò, e appena io uscii dalla cucina, si alzò anche lui, seguendomi.
 
Stavo aprendo la porta della mia camera quando…
 
- Y/N… - 

Mi girai verso la fonte della voce che mi aveva chiamato.
Jungkook se ne stava fermo a poco meno di un metro da me e mi stava fissando.
 
-Che vuoi? – gli risposi. 

Non volevo rispondergli così, ma ero innervosita da quando avevo visto i miei.
 
- Possiamo parlare? – mi chiese semplicemente. 

Io lo guardai un attimo, voleva chiarire, ed era quello che volevo anche io.
Ero stanca di essere l’unica a non sapere nulla.
Così aprii la porta della mia camera facendogli segno di entrare, e poi la chiusi dietro di me.
Vidi che appena entrò, prima di girarsi a parlare, si guardò in giro, e io mi sentii un po’ in imbarazzo.
 
- Carina la tua camera. –
- Non è niente di speciale. – dissi abbassando lo sguardo.
- Beh, non si direbbe tanto che è la camera di una ragazza. Direi più di un ragazzo. – rispose lui in tono sarcastico.
- Beh, scusa se non hai una sorella molto femminile, ma sono fatta così. – risposi, un po’ offesa.
- Scusa… - mi disse lui facendo il labbruccio. 

Come potevo avercela con lui se faceva così?
 
- Di che volevi parlare? – chiesi.
- Davvero tu non sapevi proprio nulla? Insomma, del fatto che… -
- Che siamo fratelli? – completai la frase per lui, e lui semplicemente annuì.
- No… davvero, avrei davvero tanto voluto che lo fossimo, ma non pensavo che fosse sul serio. Mia… cioè, nostra madre mi diceva sempre che eri il mio cuginetto, e stessa cosa la zia e nostro padre. Non ho nemmeno mai pensato che mi stessero mentendo. E ora all’improvviso, senza dirmi nulla, ti portano qui rivelandomi che siamo fratelli e che da adesso vivremo insieme… come dovrei guardarli adesso sapendo che mi hanno mentito per tutti questi anni? Sapevano benissimo quanto mi sarebbe piaciuto avere un fratellino tutto mio, e mi hanno sempre detto che dopo di me non riuscivano più ad avere figli, anche per la situazione economica in cui eravamo… - dissi tutto questo mentre i miei occhi si riempirono di nuovo di lacrime, stavo tremando. 

Non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi, alzai le braccia per stringermi le spalle, abbracciandomi mentre mi inginocchiai per terra nascondendo il viso.
Jungkook rimase a guardarmi mentre parlavo, non riuscii a vedere l’espressione che aveva sul volto alle mie parole, ma non lo sentivo muoversi.
Mi tornò in mente la discussione del giorno prima, a quello che aveva detto Jungkook, e che mi aveva fatto innervosire a tal punto da non volergli rivolgere la parola finchè non avessimo chiarito.
E quello fu proprio il momento giusto per chiederglielo.
 
- Tu come facevi a saperlo? – gli chiesi, la voce interrotta dal pianto.
- A sapere cosa? – chiese lui.
- Il fatto che siamo fratelli. A quanto pare tu lo sapevi già quando eravamo piccoli, o almeno così hai detto ieri. –
- Una notte ho sentito i nostri genitori parlarne. Solo che non avevo idea di come dirtelo. Una parte di me si chiedeva se tu già non lo sapessi, e solo il pensiero mi faceva arrabbiare. Insomma, non è bello per un bambino venire a scoprire in quel modo che i tuoi veri genitori ti hanno lasciato alla zia e ti fanno credere di essere il cugino della loro figlia no? Solo che dopo averlo scoperto non potevo iniziare di punto in bianco a chiamarti “sorellona”, dovevo prima scoprire se tu lo sapevi già, o sarebbe stato troppo ambiguo…però poi voi ve ne siete andati, e loro non ci facevano nemmeno parlare insieme sapendo che io sapevo la verità. Avevano paura che potessi dirti qualcosa… - disse lui con una nota amara nella voce. – se avessi avuto prima la certezza che tu non sapevi nulla, non ti avrei guardato male quando ti ho vista la prima volta… e non ti avrei gridato contro colpevolizzandoti per una cosa in cui non centravi… – finì la frase in un sussurro. 

Io l’avevo fissato tutto il tempo da quando aveva iniziato a parlare, e vedevo che teneva la testa bassa e si mordeva spesso il labbro inferiore, tenendo le mani strette a pugno lungo i fianchi.
Non avevamo ragioni di essere arrabbiati tra di noi, era tutto un malinteso creatosi dalle azioni dei nostri genitori.
Non avevamo motivo di essere arrabbiati tra di noi, solo che le circostanze avevano creato questo casino.
Se solo da piccoli Jungkook fosse riuscito a capire che io non sapevo nulla prima che venissimo in Italia, lui non si sarebbe mai arrabbiato con me, e quindi io non lo avrei fatto con lui appena arrivò il giorno precedente.
Che stupidi che siamo stati.
 
Mi alzai e andai verso di lui, stringendolo forte a me, e sentii che lui, dopo qualche secondo di sorpresa, ricambiò l’abbraccio, stringendomi forte.
 
- Scusa… - mi sussurrò, nascondendo il viso nell’incavo del mio collo.
- Non è colpa tua…gli unici che hanno colpa sono i nostri genitori. - gli dissi, accarezzandogli la testa. 

Lui mi strinse più forte a sé e io finalmente sorrisi, non avendo più alcuna ragione per avercela con lui.
Ero contenta che avevamo chiarito.
Ero contenta di averlo di nuovo vicino a me.
Di poterlo abbracciare di nuovo.
E questa volta… non avrei permesso a niente e a nessuno di dividerci.
Nemmeno ai nostri genitori.


-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 
 
- Angolo Autrice – 

Eccomi finalmente con il nuovo capitolo, un giorno di ritardo, ma ieri ho avuto degli impegni e non sono riuscita a pubblicarlo prima. Mianhae!!!
Allora, finalmente la protagonista e Kookie fanno la pace, chiarendo i dubbi che avevano e capendo che loro non centravano nulla, ma la colpa è solo dei loro genitori.
Spero vi piaccia il capitolo e come sempre ringrazio chi la legge, chi la mette tra le Preferite/Seguite/Ricordate, e a chi la recensisce.
 
Alla prossima, un bacione. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cap 5: Il mio migliore amico. ***


PoV You

 
Il giorno seguente fui svegliata dallo squillo del mio cellulare.
Perché non mi ricordavo di mettere il silenzioso prima di andare a dormire?
Guardai lo schermo, pensando che se non era qualcuno di importante, avrei ignorato la chiamata, ma decisi di rispondere nel momento in cui vidi che a chiamarmi era il mio migliore amico, Yoongi.
Prima di rispondere controllai l’ora, erano le 9:45, strano che fosse già sveglio a quell’ora, pigro com’era.
 
- Pronto? –
- Y/N, come stai? –
- Beh, come dovrei stare? Mi hai appena svegliata… - risposi con la voce impastata dal sonno.
- Oh, scusa… -
- Tranquillo, tu piuttosto che ci fai sveglio a quest’ora? –
- Devo andare a fare compere. – rispose con il tono svogliato di uno che non si voleva nemmeno alzare dal letto.
- E perché mi hai chiamata? –
- Beh, è un po’ che non ci vediamo, anche se tra pochi giorni ci rivedremo a scuola, e volevo passare un po’ di tempo con te… -
- O volevi qualcuno che ti aiutasse con le compere? – dissi io trattenendo una risata.
- Lo sai che non sono bravo in queste cose, e anche se andassi a scuola senza quaderni non mi importerebbe… se andassi da solo probabilmente tornerei a casa a mani vuote. –
- Va bene, per che ora ci vediamo? –
- Riesci a prepararti in dieci minuti? –
- COSA? – dissi, balzando dal letto.
- Almeno facciamo anche colazione insieme visto che non ho ancora mangiato… -
- … E va bene… - dissi, arrendendomi, mentre mi avvicinai all’armadio iniziando a cercare qualcosa da mettere.
- Ok, a dopo.
- A dopo… - 

Dieci minuti.
Come avrei fatto ad essere pronta in dieci minuti?
Certo, non essendo il tipo da truccarmi o vestirmi in modo carino ci mettevo poco a prepararmi, ma non ero nemmeno sveglia, e appena alzata dal letto avevo tutti i capelli spettinati…
Come avrei fatto?
 
Decisi di indossare un paio di jeans neri strappati e una maglietta bianca, poi mi diressi in bagno a sciacquare il viso e pettinarmi.
Mentre stavo scendendo le scale per andare a prendere le scarpe, sentii un profumino invitante provenire dalla cucina, così incuriosita, andai a sbirciare.
Per un attimo pensai che mia madre si fosse svegliata presto per preparare qualcosa, magari nella speranza di fare pace.
Ma mi sbagliavo.
Ai fornelli non c’era mia madre.
 
C’era Jungkook.
 
Quando sentì i miei passi si girò, mentre teneva il mestolo in una mano e la padella in cui stava cucinando nell’altra e, vedendo che ero io, mi sorrise.
 
- Buongiorno, Y/N! –
- B-buongiorno. – risposi, girando lo sguardo per non guardarlo negli occhi. 

Vedere il suo sorriso mi aveva fatto perdere un battito.
 
- Che stai cucinando di buono? – chiesi, avvicinandomi a lui per sbirciare il contenuto della padella.
- Niente di speciale. Solo qualcosa per colazione. – disse, alzando leggermente le spalle mentre tornava a concentrarsi sulla padella. – Ne vuoi un po’? – aggiunse poi, guardandomi.
- No, grazie. Sto uscendo. – dissi, mentre mi diressi di nuovo verso la porta della cucina.
- E dove vai? –
- Uhm? A fare compere con il mio migliore amico. –
- Uhm… - rispose semplicemente lui, anche se c’era una nota di amarezza nel tono con cui lo disse. 

Io mi girai un momento a guardarlo, che fosse stata solo la mia immaginazione?
In quel momento sentii suonare il campanello, e quando andai ad aprire, mi ritrovai davanti Yoongi.
 
- Sei pronta? –
- Sì, dammi solo il tempo di mettere le scarpe e arrivo. – 

Mi diressi quindi a prendere le mie scarpe, mentre feci entrare Yoongi in casa.
Anche se per poco non mi piaceva farlo aspettare fuori.
Quando tornai da lui, vidi Jungkook rientrare in cucina nel momento in cui mi vide, non dopo aver tirato un’occhiataccia a Yoongi.
Strano.
 
In quel momento vidi mia madre in cima alle scale che stava per scendere, e mi aveva vista.
Prima che potesse dire qualcosa, io uscii trascinando Yoongi con me, e lui notò la mia reazione.
 
- Non mi avevi detto che avevate un ospite a casa. – mi disse Yoongi mentre salivamo sulla sua macchina, diretti al centro commerciale.
- Non è un ospite, è Jungkook. – risposi io mentre il mio sguardo era rivolto verso il finestrino. 

L’aver visto mia madre mi aveva innervosito un po’, e non volevo essere nervosa.
 
- Andiamo a fare colazione? –
- Sì, ho bisogno di un caffè bollente. – dissi, girandomi a guardarlo.
- È successo qualcosa? –
- Troppe cose tutte insieme direi. – 

Parcheggiò la macchina davanti al bar poco distante da casa mia ed entrammo.
A quell’ora non c’era molta gente, così prendemmo un tavolo all’angolo della vetrata che dava sulla strada, e ordinammo la colazione.
Yoongi non appena arrivò la colazione e il cameriere se ne fu andato, mi guardò attentamente.
Faceva così solo quando voleva spiegazioni, e sapeva che io avevo qualche problema.
 
- Jungkook è il tuo cuginetto di cui mi parli sempre giusto? –
- È mio fratello. – dissi, girandomi a guardare fuori dalla vetrata. –
- Tuo… cosa? – Yoongi sembrava piuttosto sorpreso.
- L’ho scoperto solo due giorni fa, quando i miei senza dirmi nulla sono andati all’aeroporto a prenderlo e lo hanno portato a casa. A quanto pare io ero l’unica che non lo sapeva. –
- Lui sapeva che siete fratelli? –
- Sì, quando i miei hanno voluto dirci la verità, lui me lo ha gridato contro, convinto che io sapessi. Ma ieri abbiamo chiarito ed è solo colpa dei nostri genitori tutto quello che è successo. – dissi, cominciando a consumare la mia colazione.
- Per quello quando hai visto tua madre prima ce ne siamo andati di fretta? – 
Io annuii, e gli raccontai tutto quello che era successo nei due giorni precedenti, o almeno, gli parlai dello strano comportamento dei miei, il fatto che adesso non ci parliamo quasi e che io e Jungkook abbiamo parlato e chiarito, ma non raccontai del fatto che avevo pianto o di come avevamo chiarito io e Kookie, e soprattutto, non gli raccontai minimamente di quello che successe durante il temporale della scorsa notte, quello era solo una cosa tra me e mio fratello.
 
- E adesso come va tra te e Jungkook? –
- In che senso? –
- Beh, dato che avete chiarito vi parlate normalmente adesso? –
- Mmh… non lo so… Cioè, sì abbiamo chiarito, e stamattina ci siamo parlati normalmente… però non so ancora bene come comportarmi con lui. Dopotutto sono dieci anni che non ci vediamo, e dopo solo tre giorni non posso dire come sia cambiato rispetto a quand’era piccolo, anche perché c’è stato quel malinteso quindi… non è che posso saltargli tra le braccia come facevo da piccola… -
- Prima sapeva che saresti uscita con me? –
- Sì, certo. Gliel’ho detto. Perché? – chiesi, guardandolo sorpresa da quella domanda improvvisa.
- Beh, quando mi ha visto non mi ha guardato molto bene…sembrava quasi che gli avessi fatto qualcosa…
- Già, l’ho notato anche io… ma non capisco perché abbia fatto così… gli ho detto che sei il mio migliore amico… - dissi, ripensando allo sguardo che avevo visto fare a Jungkook rivolto a Yoongi prima di uscire di casa.
- Sapeva che hai un amico? –
- Eh? No, come poteva saperlo se i nostri genitori non ci hanno mai fatto parlare? –
- Oh, giusto… e adesso? Almeno il suo numero ce l’hai? – 

Io lo guardai un po’ spaesata, non mi era nemmeno passato per la mente di chiederglielo.
Beh, dopo quello che era successo era normale che non ci avessi pensato.
Però ora che Yoongi me l’aveva chiesto…volevo il suo numero.
Però come avrei fatto a chiederglielo? Mi vergognavo troppo al solo pensiero, e non so nemmeno perché… insomma, era solo un numero, non gli avrei chiesto chissà cosa.
Scossi la testa senza parlare, mentre presi la mia tazzina e bevvi il caffè.
Quando finimmo la colazione, andammo a pagare e ci dirigemmo verso il centro commerciale.
Io appena arrivata mi guardai intorno, come facevo ogni volta che andavo in quel posto.
Ci dirigemmo subito a comprare il materiale scolastico per lui, anche se ero più io a prenderlo, lui guardava semplicemente gli scaffali annoiato.
 
- Non ti piace proprio venire a fare compere eh? – gli dissi trattenendo una risata.
- Se non è per qualcosa che mi interessa no… - rispose lui, guardandosi intorno.
- Lo immaginavo! – 

Quando finimmo di comprare il suo materiale, lui mi prese per mano e iniziò a trascinarmi da qualche parte, e solo quando entrammo, mi accorsi che mi aveva portata nel negozio di videogiochi che adoravo.
 
- Non sapevo che ti piacessero i videogiochi. – dissi, guardandolo sorpresa.
- Infatti non siamo qui per me, ma per te. – rispose lui, sorridendomi.
- Per…me? – ero confusa.
- Sì. – rispose lui, iniziando a guardare i vari giochi sugli scaffali. 

Io continuai a guardarlo un po’ confusa, perché mi aveva portato lì?
Poco dopo si girò verso di me reggendo tra le mani un videogioco di una serie che io amavo, e quel videogioco mi mancava perché era uscito da pochi giorni.
 
- Non vorrai comprarmelo vero? –
- Invece è proprio quello che voglio fare. – disse lui, iniziando ad andare verso la cassa per pagarlo.
- No, aspetta. Perché me lo stai comprando? – dissi, cercando di fermarlo.
- Perché so che ti piace. Perché so benissimo che lo vorresti. Perché voglio farti un regalo, ed è da un po’ che non ti regalo nulla. Perché dopo quello che mi hai raccontato che ti è appena successo voglio solo vederti sorridere un po’. Ti bastano queste ragioni per comprarlo? – mi disse, guardandomi dritta negli occhi mentre parlava, per poi farmi uno dei suoi dolci sorrisi che sapeva benissimo che adoravo.
- Ti odio quando fai così… - dissi, gonfiando le guance fingendo di essere offesa, ma mi tradii da sola perché mi scappò un sorriso. Non riuscivo a dirgli di no quando faceva così.
- Allora è deciso. – disse, andando alla cassa. 

Ora mi sentivo in debito con lui.
Non mi piaceva quando spendeva troppo per me, anche se quel gioco lo aveva trovato scontato e non a prezzo pieno.
Così decisi che io in cambio gli avrei offerto il pranzo, dopotutto quando uscimmo dal negozio di videogiochi, a entrambi brontolò lo stomaco.
 
- Direi di andare a mangiare qualcosa adesso. Però stavolta offro io! – dissi, cercando di essere un po’ autoritaria pronunciando l’ultima frase.
- Va bene! – mi disse lui, arruffandomi un po’ i capelli con la mano mentre sorrideva. 

Andammo così verso l’area ristorazione, e mentre mangiavamo, Yoongi mi raccontò cosa aveva fatto durante le vacanze, dato che non ci eravamo visti in questi mesi.
 
- A proposito, hai composto qualcosa di nuovo? – gli chiesi curiosa. Mi piacevano un sacco i mixtape che creava, e più di una volta io gli avevo detto che sarebbe diventato famoso con quello che componeva, ma lui non ne voleva sapere, quello era solo la sua passione, gli piaceva semplicemente comporre per sé stesso.
- Sì, infatti volevo chiederti se oggi eri libera perché te ne volevo far sentire qualcuno. –
- Certo, lo sai che adoro quello che componi. – dissi, sorridendo tutta felice.
- Non devi avvertire i tuoi che stai fuori tutto il giorno? –
- Non sono una bambina. E dopo quello che è successo, non mi importa se si preoccupano per me, forse non se ne accorgeranno nemmeno che non ci sono. –
- Forse qualcuno se ne accorgerà invece… - disse Yoongi sottovoce, ma io non riuscii a sentirlo. 

Finito di mangiare, decidemmo di fare un giro per qualche negozio che piaceva ad entrambi, per poi dirigerci verso la sua macchina per andare a casa sua.
Appena scesi, lo aiutai con le borse ed entrammo in casa, notando subito che non c’era nessuno oltre noi due.
 
- Non ci sono i tuoi? –
- No, sono usciti stamattina dicendo che sarebbero stati via fino a tardi. – disse lui, mentre iniziava a vuotare il contenuto delle borse sul tavolo, per poi iniziare a sistemarlo, con il mio aiuto. – Vieni – mi disse poi, portandomi verso il suo studio. 

Visto che lui era figlio unico, aveva due stanze.
Una era la sua camera da letto, mentre l’altra, con il consenso dei genitori, l’aveva trasformata nel suo studio di registrazione, e passava molto più tempo lì che nella sua camera.
A me piaceva quel posto, e spesso metteva qualche canzone da farmi cantare sapendo che amavo farlo, soprattutto quando non avevamo nulla da fare e lui non stava componendo.
Mi sedetti sulla sedia vicino a quella su cui si era appena seduto lui, proprio nel momento in cui lui fece partire una canzone che aveva composto.
 
- Questa si chiama Agust D. L’ho finita giusto ieri. – disse, una nota di soddisfazione nella voce. 

Era… stupenda.
Dopo tutti gli anni che lo conoscevo, ancora non capivo come facesse a comporre quel tipo di musica… insomma, guardandolo non si direbbe per nulla che fosse un ragazzo che componeva, soprattutto quel genere, però era dannatamente bravo.
Io rimasi senza parole ascoltandola, e quando riuscii a parlare, dopo essermi ripresa, gli chiesi di rimetterla, volevo ascoltarla ancora.
 
- Se vuoi creo un cd solo per te con quelle che preferisci, così puoi sentirle anche a casa. – mi disse, trattenendo una risata guardandomi mentre ascoltavo la musica composta da lui.
- Davvero? – dissi, con gli occhi spalancati.
- Solo perché sei tu. – mi disse, girandosi verso il suo computer e iniziando a preparare il cd. – Dimmi quali preferisci. – 

Io, felicissima, iniziai a indicargli quelle che mi piacevano di più e quando il cd fu pronto, lo abbracciai stretto, ringraziandolo, e lui ricambiò l’abbraccio accarezzandomi la testa.
Ancora non ci credevo, più volte gli avevo chiesto di farmi un cd e lui aveva sempre rifiutato.
Invece questa volta, era stato proprio lui a proporlo.
 
- È quasi ora di cena, meglio se torni a casa prima che i tuoi si preoccupino. –
- … ok… risposi, mettendo un po’ il broncio. 

Non avevo molta voglia di tornare a casa.
Solo il pensiero mi faceva innervosire un po’.
 
- Vedrai che si sistemerà tutto. Devi parlare con i tuoi, o preferisci tenergli il muso a vita? –
- Beh loro mi hanno mentito fin da piccola. Qualche giorno così se lo meritano. – dissi, quasi come una bambina che fa i capricci.
- Sì, ma così ci starai male anche tu. – mi disse lui, alzandosi e uscendo dal suo studio. 

Aveva ragione, non potevo dargli torto.
 
Lo raggiunsi e saliti di nuovo in macchina mi portò a casa, dove io prima di scendere dalla macchina, lo ringraziai ancora per il cd, il videogioco e la giornata che avevamo passato insieme.
Mi era servito allontanarmi per un po’ da casa e dai miei.
Non so cosa avrei fatto se quel giorno non fossi uscita.
 
Appena rientrata, il mio sguardo incontrò quello di Jungkook che in quel momento stava scendendo le scale.
 
- Sei tornata… - disse.
- Sì… vuoi qualcosa per cena? Cucino io stasera. –
- Dove siete andati tutto il giorno? – mi chiese, senza rispondere alla mia domanda.
- Uhm? Aveva bisogno di prendere il materiale per la scuola, e poi siamo stati un po’ a casa sua. –
- È il tuo ragazzo? –
- Cosa? No, te l’ho detto stamattina, è il mio migliore amico. –
- Uhm… - 

Ma che gli prendeva?
Perché mi stava facendo il terzo grado?
 
Mi diressi in cucina iniziando a tirar fuori il cibo e le padelle per cucinare, posando il videogioco sul tavolo.
Il cd l’avevo appoggiato all’entrata e l’avrei preso più tardi.
Jungkook mi seguì in cucina e vide il videogioco, prendendolo in mano.
 
- Ti piace questo videogioco? –
- Sì… è del mio anime preferito. Me l’ha comprato Yoongi, anche se io non volevo. –
- Uhm? Ti piace questo genere quindi? Sei più maschiaccio di quanto pensassi. – disse lui sogghignando divertito, fingendo di non aver sentito la seconda frase che avevo detto.
- Solo perché non è molto femminile non significa che non posso giocarci. – risposi, accendendo il gas.
- Perché non hai avvertito che stavi fuori tutto il giorno? –
- Perché continui a farmi il terzo grado? Vado dove mi pare, non sono una bambina. – 

Non volevo litigare con lui, non adesso che avevamo chiarito.
Ma perché continuava a farmi mille domande?
 
- Beh, potresti almeno avvertire però. Ho dovuto sorbirmi nostra madre per mezz’ora stamattina perché voleva sapere dove fossi andata. Nonostante io continuassi a dirle che non lo sapevo, sapevo solo che uscivi. –
- Beh, mi dispiace che hai dovuto sorbirla, ma non ho nessuna voglia di parlare con lei in questo momento. –
- Perché non l’hai detto a me? –
- Perché non sapevo che sarei stata via tutto il giorno stamattina, e poi non ho nemmeno il tuo numero, non posso avvertirti se sono in giro. –
- Beh, bastava chiedere. – 

Subito dopo aver detto quella frase, sentii i suoi passi avvicinarsi, il mio cellulare venir sfilato dalla tasca dei miei pantaloni, che pochi secondi dopo me lo mise davanti al viso, mostrandomi il suo numero salvato nella rubrica.
 
- Ora ce l’hai, non hai più scuse. – mi sussurrò all’orecchio. 

Quel sussurro mi fece venire un brivido, mi aveva colto alla sprovvista.
Dopodichè, mi infilò di nuovo il cellulare nella tasca dei pantaloni, e prima di andarsene, mi baciò sulla guancia, facendomi arrossire.
 
- Io ho già cenato, buonanotte Y/N. – disse, prima di andarsene e tornare nella sua camera.


------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 

 
 
- Angolo Autrice – 

Ecco un nuovo capitolo! ^^
Finalmente entra in scena un altro componente dei BTS, Yoongi.
Non preoccupatevi, non sarà l’unico, anche se non posso assicurarvi che ci saranno tutti, ma per il momento posso dirvi che Yoongi, Jungkook e Tae avranno un ruolo principale in questa storia, però non vi svelo altro.
Spero non sia stato troppo strano.
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe piacere sapere la vostra opinione sullo svolgimento della storia.
Ringrazio chi la legge, chi la mette tra le Preferite/Seguite/Ricordate e chi la recensisce.
 
Un bacione e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cap 6: Sorprese! ***


PoV You
 
 
Tornata in camera mia dopo aver finito di cenare, mi sdraiai sul letto prendendo in mano il mio cellulare.
Ora avevo il numero di Jungkook.
Ancora non mi capacitavo di come fosse successo, anche perché il modo in cui me lo aveva dato mi aveva colto di sorpresa.
Insomma, era TROPPO VICINO, senza contare che mi aveva sfilato il cellulare dalla tasca dei pantaloni.
Non poteva semplicemente chiedermi il cellulare?
O scrivermi il numero su un biglietto?
 
Sentii le guance avvampare ripensando a come mi aveva sussurrato all’orecchio facendomi venire i brividi.
 
Perché mi imbarazzavo così tanto con lui?
Forse perché non sono abituata a stare in presenza di un ragazzo?
Mmh…
Quello no, anche Yoongi è un ragazzo, ma con lui non mi sento così in imbarazzo come con Jungkook, forse perché Yoongi lo conosco da quando sono venuta qui in Italia dieci anni fa, mentre Jungkook lo conoscevo quando ero piccola, e non ho la più pallida idea di come sia diventato adesso, dato che sono solo tre giorni che lo vedo.
Sì, forse è proprio perché siamo stati separati per dieci anni che mi sento così imbarazzata a stare con lui.
Perché non so nulla di quello che ha fatto in questi dieci anni.
 
Mi girai su un fianco sempre con lo sguardo fisso sul telefono.
Aveva salvato il suo numero con il nome “Jungkookie”, seguito dall’emoticon di un coniglietto e un cuore, e vedendolo mi scappò un sorriso.
Si ricordava ancora del nomignolo con cui lo chiamavo sempre da piccola, e probabilmente aveva messo il coniglietto perché io spesso lo paragonavo ad un tenero coniglietto che aveva la zia e che a me piaceva molto.
 
Solo in quel momento mi chiesi se dopo aver scritto il suo numero sul mio telefono avesse in qualche modo scritto il mio sul suo.
Se gli avessi dovuto scrivere un messaggio avrei dovuto dirgli che ero io?
Mmh…
Ripensandoci me lo aveva ridato troppo in fretta per esserselo salvato anche lui.
Non so perché, ma volevo provare a scrivergli, anche se era praticamente nella camera accanto alla mia.
 
Mi venne in mente che avevo lasciato il cd di Yoongi sul mobiletto all’entrata, così mi alzai dal letto e scesi al piano di sotto a prenderlo, per poi tornare in camera ed inserirlo nello stereo.
Adoravo quelle canzoni, e le avevo anche imparate a memoria, tanto che iniziai a canticchiare, senza però alzare troppo il volume della voce.
Mi imbarazzavo a cantare davanti a qualcuno, l’unico che mi avesse sentito era solamente Yoongi, anche se c’era voluto parecchio prima che mi passasse l’imbarazzo con lui.
Continuai a cantare fino a che non mi venne sonno e dopo aver spento lo stereo, andai a dormire.
 
 
Il giorno seguente mi svegliai piuttosto presto, io stessa ero sorpresa di questo, dato che amavo restare a letto fino a tardi quando potevo, soprattutto quando ero in vacanza.
Però quel giorno mi sentivo sveglissima, così scesi a preparare la colazione, pensando a cosa avrei potuto fare durante la giornata.
 
Mentre stavo cucinando, arrivò Jungkook.
 
- Buongiorno… - disse con la voce impastata dal sonno, baciandomi sulla guancia per poi andarsi a sedere al tavolo.
- Buongiorno… - risposi, arrossendo per il bacio e girandomi a guardarlo. 

Riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti, aveva tutti i capelli arruffati e sembrava che a momenti si sarebbe addormentato sul tavolo.
Lo trovai piuttosto tenero, sembrava proprio un bambino.
 
- Vuoi la colazione? – gli chiesi, avvicinandomi a lui sistemandogli un po’ il ciuffo spettinato. 

Lui semplicemente annuì senza dire nulla, per poi stropicciarsi gli occhi con la mano.
 
Quando fu pronta, misi la colazione in due piatti, e dopo avergli dato il suo, mi sedetti di fronte a lui, iniziando a mangiare.
 
- Hai sentito un po’ di musica ieri? – mi chiese.
- Eh? Mmh… sì… - risposi, un po’ sorpresa.
- Anche se leggermente, ti ho sentita cantare… - disse, per poi sbadigliare e tornare a mangiare.
- C-cosa? – mi cadde la forchetta di mano mentre lo guardai sorpresa. Ero sicurissima di aver tenuto il tono di voce basso, non avrebbe dovuto sentirmi.
- Beh, il mio letto è contro la parete che divide le nostre camere… quindi qualcosa riesco a sentirla… e in quel momento non stavo ancora dormendo, ero solo sdraiato… - mi disse lui guardandomi, sbadigliando ancora. – non sei niente male lo sai? – 

Io arrossii e girai il viso di lato per non darlo troppo a vedere.
Mi aveva sentito cantare, e mi aveva detto che non ero male, un po’ ero felice per il complimento, ma ero troppo imbarazzata per il fatto che mi aveva sentito.
Cercai di concentrarmi sul finire la mia colazione, in quel momento volevo solo tornare in camera mia, non sapevo che fare.
 
Sentii il mio cellulare suonare, e vidi che era un messaggio di Yoongi che mi chiedeva se nel pomeriggio avevo da fare, dato che aveva appena composto un nuovo mixtape e voleva farmelo sentire.
Sul mio viso comparve un sorriso vedendo quel messaggio, avrei potuto sentire nuove canzoni, non vedevo l’ora.
 
- Chi è? – mi chiese Jungkook.
- Yoongi… - risposi semplicemente io.
- Mmh… - 

Io alzai lo sguardo dal telefono per guardarlo.
Anche quando ero tornata il giorno prima e mi aveva fatto il terzo grado aveva risposto così, e proprio non mi spiegavo il motivo.
In più vidi che aveva fatto una smorfia e aveva girato lo sguardo.
Però non conosceva Yoongi, l’aveva visto solo qualche minuto la mattina precedente quando era venuto a prendermi.
 
- Perché fai così? – gli chiesi. 

Lui mi guardò negli occhi qualche secondo, per poi distogliere lo sguardo e alzarsi per mettere il suo piatto nel lavandino.
 
- Non è niente… Io torno a dormire… - disse, uscendo dalla cucina. 

Io mi alzai mettendo il piatto nel lavandino e seguendolo, afferrandolo per il polso e fermandolo proprio sulla soglia della cucina.
 
- Si vede benissimo che hai qualcosa… - gli dissi, un po’ imbronciata. 

Non mi piaceva che facesse così, soprattutto senza dare spiegazioni.
Lui fissò la mia mano che ancora stava stringendo il suo polso, e poi alzò gli occhi su di me, incontrando i miei.
 
- Davvero, non è nulla di importante… - mi disse, ma io non gli credetti. Aveva sicuramente qualcosa.
- Allora oggi vieni a fare compere con me. – gli dissi, io stessa sorpresa della frase appena detta, ma non lo diedi a vedere. 

Lui rimase molto sorpreso appena lo dissi, ma annuì e mi sorrise.
Davvero avrebbe accettato?
 
- Cosa devi comprare? –
- Mmh… volevo fare un giro in fumetteria dato che con i nostri genitori domenica non ci sono rimasta molto, e non ho visto se sono usciti i numeri che mi mancano… - 

Non era proprio del tutto vero, solitamente in fumetteria mi piaceva andare il sabato o la domenica, mentre ora eravamo solo a mercoledì.
Però era vero che con i nostri genitori ci ero rimasta per poco, anche perché il loro strano comportamento mi faceva passare la voglia di guardare i manga.
E dato lo strano comportamento di Jungkookie, non mi andava molto di passare il pomeriggio con Yoongi mentre i miei pensieri sarebbero stati completamente su mio fratello.
Non sarei riuscita ad ascoltare come volevo le canzoni.
 
- Va bene, e poi anche io volevo guardare se c’era qualche manga… -
- Eh? Piacciono anche a te? – chiesi sorpresa.
- Sì, sembra così strano? –
- Solo un po’… - dissi, abbassando lo sguardo. 

In quel momento sentii dei passi provenire dal piano di sopra, e avendo abbassato lo sguardo notai che stavo ancora tenendo il polso di Jungkook, così lo lasciai andare, proprio un secondo prima che mio padre comparisse in cima alle scale e ci vedesse.
 
- Buongiorno… - disse guardandoci.
- …Buongiorno… - risposi io, senza guardarlo. Jungkook invece non disse nulla. 

Nostro padre ci guardò per un momento, e poi scese le scale diretto in cucina, e noi ci spostammo per farlo passare.
 
- Stamattina preparo io la colazione… - provò a dire mio padre, entrando in cucina e dirigendosi ai fornelli.
- Noi abbiamo già mangiato poco fa… - dissi io, senza riuscire a nascondere una nota di nervosismo nella voce.
- Ah… lo immaginavo… - disse lui, andando verso il frigorifero.
- Andiamo dopo pranzo va bene? – sussurrai a Jungkook per non farmi sentire da nostro padre, e lui annuì.
- Voi due avete fatto pace? – chiese mio padre.
- Sì, visto che se ci troviamo in questa situazione è solamente colpa tua e della mamma. – dissi io, per poi andare subito verso le scale per tornare in camera mia. 

Nemmeno volevo vedere o sentire come aveva reagito mio padre a quella frase, non mi importava.
Con Jungkook era stato facile chiarire, anche perché non era colpa di nessuno dei due, ma era solo un malinteso che si era creato in seguito a questa situazione.
Ma con i miei genitori era diverso.
Con loro non sarebbe stato per niente facile tornare a come eravamo prima, forse non lo saremmo tornati più.
Perché anche quando sarebbe giunto il momento in cui chiariremo, niente tornerà come prima, anche perché io, dopo questa bugia durata tutti questi anni, non crederò mai più ad alcuna parola pronunciata dai miei genitori, di qualsiasi cosa si tratti.
 
Tornata in camera, mi ricordai che dovevo ancora rispondere al messaggio di Yoongi, così gli scrissi, dicendogli che sarei andata da lui un’altra volta, perché quel giorno sarei andata in fumetteria con Jungkook.
La sua risposta non tardò ad arrivare, dicendomi di non preoccuparmi e che poteva farmele sentire anche una volta che avremmo ricominciato la scuola, anche se io sapevo che ci teneva avere la mia opinione appena le finiva.
 
Dopo aver letto il suo messaggio, andai nelle note del telefono, mentre mi dirigevo alla libreria in cui tenevo i manga, e iniziai a segnare i numeri che mi mancavano, così da non rischiare di comprarli doppi, anche perché ne avevo talmente tanti che sarebbe stato difficile ricordare a memoria tutti i numeri che mi servivano, anche se non li avrei comprati tutti quel giorno ovviamente, o avrei speso troppo.
 
Dopodichè mi misi a disegnare qualcosa per far passare il tempo, e in sottofondo tenevo il cd che mi aveva fatto Yoongi.
Decisi però di non cantare, e dovetti trattenermi un po’ per non farlo, ma non volevo rischiare di farmi sentire di nuovo da Jungkook, era imbarazzante.
 
Verso l’una, sentii qualcuno bussare alla mia porta, e quando andai ad aprire, mi ritrovai davanti Jungkook che mi fissava.
 
- Tu hai già pranzato? – mi chiese.
- No… -
- Allora andiamo a mangiare adesso? I nostri genitori se ne sono andati poco fa, quindi non rischiamo di vederli come stamattina. – disse, e io notai che sembrava sollevato che se ne fossero andati.
- Nemmeno tu li vuoi vedere? – gli dissi, mentre chiudevo la porta della mia camera dietro di me e insieme a lui mi dirigevo in cucina.
- Beh, anche se io sapevo la verità, hanno mentito anche a me per tutto questo tempo… e poi mi fa arrabbiare il fatto che sapendo che io lo sapevo, non hanno comunque voluto dire nulla a te, facendoti rimanere all’oscuro fino ad ora… - disse, lo sguardo rivolto altrove mentre si mordeva nervosamente il labbro inferiore, imbronciato. 

Io lo trovai ancora una volta tenero.
Insomma, il suo modo di arrabbiarsi era adorabile, e il broncio che metteva sembrava troppo quello di un bimbo.
E poi… era arrabbiato anche per me? Perché i nostri genitori non mi avevano mai detto nulla…
 
In quel momento mi venne davvero voglia di abbracciarlo e dirgli quanto fosse tenero, ma mi trattenni.
Non volevo abbracciarlo all’improvviso così, perché non sapevo come avrebbe reagito se lo avessi fatto.
Non eravamo più bambini.
 
Quando arrivammo in cucina, andai verso i fornelli per iniziare a cucinare, ma lui mi fermò.
 
- Il pranzo lo cucino io. – disse, serio.
- Ma… -
- Niente ma, tu siediti e basta. Io ho già mangiato due volte la tua colazione, mentre tu non hai ancora mangiato nulla cucinato da me. – 

Fu così che io mi sedetti al tavolo, guardandolo mentre spadellava ai fornelli, chiedendomi cosa avesse intenzione di cucinare.
Quando mise i piatti pronti sul tavolo, rimasi esterrefatta.
Sapeva cucinare meglio di me.
Io sapevo fare solo qualcosa di semplice, tanto a me bastava solo mangiare, non mi importava di fare chissà quale piatto.
Lui invece aveva cucinato la carne, le verdure e alcuni contorni.
Sembrava quasi di essere al ristorante.
 
- Quando hai imparato a cucinare? – gli chiesi, mentre il mio sguardo vagava da un piatto all’altro.
- La zia come sai è sempre impegnata con il suo lavoro, e passava poco tempo a casa, così ho imparato a farmi qualcosina per non dover sempre andare a comprare i piatti pronti da scaldare. – mi disse lui, come se fosse la cosa più normale del mondo.
- E tu QUESTO lo chiami qualcosina? – gli dissi io guardandolo, lui rispose semplicemente sorridendomi. 

Iniziammo così a mangiare, era tutto buonissimo.
 
Trovai un difetto solo quando provai a prendere una patata dal piatto davanti a quello di Jungkook… che però non si staccò dal piatto.
Provai di nuovo, ma il pezzo che avevo preso con la forchetta non si voleva proprio muovere, sembrava incollata.
Jungkook alzò lo sguardo dal suo piatto, e quando vide cosa stavo facendo, arrossì capendo l’errore che aveva fatto.
Aveva sbagliato le dosi e quindi si era creata una specie di colla che non faceva muovere le patate dal piatto.
Subito allontanò il piatto da me, scusandosi di non essersene accorto prima, mentre notai le sue guance diventare rossissime.
 
- Non fa nulla, se era tutto perfetto sarebbe stato troppo strano no? – dissi io, sorridendogli. 

Finito di mangiare, io mi alzai per lavare i piatti, e lui mi aiutò, e quando arrivò il momento di pulire quel piatto, lui lo prese in mano e si mise a fingere che fosse un trucco di magia.
Iniziò a capovolgere il piatto, a girarlo, a fargli fare le capriole, e smise solo quando io scoppiai a ridere e lui si unì a me.
 
- Ok, forse è meglio smetterla di giocare. – disse, ancora ridendo.
- Già, anche perché sennò rimaniamo qui cent’anni. – risposi io, ridendo insieme a lui. 

Dopodichè ci preparammo per andare in fumetteria, e ci saremmo dovuti andare a piedi, dato che nessuno dei due guidava.
Non era molto distante da casa nostra, solo che in macchina ci avremmo impiegato di meno, a piedi ci sarebbe voluto mezz’ora.
Usciti di casa, iniziammo a camminare, e lui si guardò in giro curioso.
Dopotutto era la prima volta che veniva qui, quindi per lui era tutto nuovo.
 
- Non sei uscito di casa da quando sei arrivato? – gli chiesi guardandolo.
- No, ho visto qualcosa passando con la macchina quando sono venuti a prendermi domenica e basta. – 

Continuammo a camminare senza dirci nient’altro, e notai che lui indossava una cuffia nell’orecchio sinistro.
Una parte di me era curiosa di sapere che musica ascoltasse.
Dopotutto non sapevo nulla di cosa gli piacesse o meno, e avevo tante domande da fargli in proposito, ma non sapevo bene come iniziare il discorso.
Non potevo mica tartassarlo di domande una dopo l’altra.
 
Anche io avevo una cuffia, anche perché non riuscivo ad andare in giro senza, e poi la musica ha lo strano potere di calmarmi, qualsiasi genere ascoltassi.
 
Appena entrati nella fumetteria, io mi diressi verso lo scaffale dove mettevano i nuovi arrivi.
Avevo così tante serie da finire, ma allo stesso tempo non riuscivo a non iniziarne di nuove.
Notai pochi manga che mi interessavano, così decisi di prenderne giusto un paio e poi andare a prendere i numeri mancanti delle serie che già avevo.
 
- Questa ce l’hai? – mi chiese Jungkook, mettendomi davanti al viso l’action figure del personaggio del mio videogioco preferito, quello che mi aveva comprato il giorno prima Yoongi.
- No, dev’essere appena uscita, domenica non l’ho vista. – dissi, guardandola con occhi sognanti. Ma non dovevo comprarla, per questa volta avrei preso solo manga.
- Uhm… rispose lui, girandosi e allontanandosi da me. 

Io lo seguii con lo sguardo, dopotutto mi aveva detto che anche a lui piacciono i manga, quindi ero curiosa di sapere quale genere gli piacesse.
Finito di prendere i miei, andai a vedere cosa stava guardando Jungkook.
 
Appena vidi il titolo del manga che aveva tra le mani, rimasi sorpresa.
i ragazzi che vedevo venire in fumetteria le altre volte in cui avevo acquistato qualcosa, di solito prendevano quelli che parlavano di guerre, combattimenti, o mostri di vario genere.
 
Invece, quello che aveva tra le mani Jungkook lo avevo letto anche io, e qualche settimana prima ne avevo guardato l’anime.
Era una storia tragica ma romantica, sul fantasy, ma a me era piaciuta un sacco.
Non mi piacevano le storie d’amore in cui andava tutto liscio e non succedeva nulla, le trovavo noiose.
 
- Non sapevo ti piacesse questo genere. – dissi, continuando a guardare il manga.
- Ti aspettavi uno che parlava di combattimenti e mostri? –
- Beh, sì… -
- Beh, il gioco che piace a te è proprio pieno di combattimenti e mostri no? E trovi strano che a me piaccia questo genere? – mi chiese sorridendo.
- Di solito ai ragazzi che vengono qui vedo quel genere di manga in mano. Sei il primo ragazzo che vedo prenderne uno romantico. Quindi sì, sono sorpresa. –
- Potrei stupirti su molte cose allora. – disse guardandomi con un ghigno, prima di dirigersi alla cassa. 

Io lo seguii, e dopo aver pagato, uscimmo, notando solo in quel momento che era quasi ora di cena.
Non sembrava, ma avevamo passato molto tempo nella fumetteria.
Decidemmo così di tornare a casa.
 
Appena arrivati, dato che il nostro stomaco reclamava cibo, posammo le borse con gli acquisti nelle nostre camere, e poi andammo a cucinare, questa volta insieme però.
Quando io finii di lavare i piatti, sentimmo la macchina dei nostri genitori sul vialetto di casa, così prima che entrassero, noi andammo al piano di sopra, per non incontrarli.
 
Prima di entrare in camera mia e chiudere la porta della mia camera, Jungkook mi fermò.
 
- Aspetta un attimo. – disse, prima di sparire in camera sua. 

Tornò poco dopo con una busta in mano, che notai conteneva una scatola.
 
- Questa è per te. E non puoi rifiutarla. – disse, mettendomi praticamente in mano la borsa. 

Io lo guardai un attimo, e lui dopo qualche secondo tornò in camera sua, chiudendo la porta dietro di sé.
Io feci lo stesso perché sentii i passi dei nostri genitori lungo le scale, e solo quando appoggiai la schiena contro la porta appena chiusa, finalmente mi decisi a guardare il contenuto della busta.
Rimasi senza parole.
Quella busta conteneva l’action figure che lui mi aveva mostrato quando eravamo in fumetteria, quella del mio personaggio preferito del videogioco.
Perché me l’aveva comprata? E quando?

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 
 - Angolo Autrice – 

Ecco un nuovo capitolo. ^^
So che ieri ne ho già postato uno, ma quello l’ho postato con un giorno di ritardo, mentre questo doveva essere postato oggi, quindi eccolo qui.
Succedono un po’ di cose in questo capitolo, a Jungkook non sembra piacere molto Yoongi, i due fratelli ancora non hanno voglia di parlare ai genitori (e chissà quando lo faranno) e la protagonista decide di passare la giornata con il suo fratellino, che finisce per farle un regalo.
Spero che la parte dove cucina Jungkook e fa quel piccolo errore si sia capita, non sò se l'ho scritta proprio bene.
Comunque ho voluto metterla pensando all'episodio 20 di Run BTS! in cui appunto Jungkook fa attacare al piatto le patate (correggetemi se sbaglio) e poi si mette a far ridere tutti girando il piatto tra le mani. xD
Non so che altro dire.
Ringrazio come sempre chi legge, chi la mette tra le Preferite/Seguite/Ricordate e chi mi fa sapere la sua opinione, che per me è molto importante.
 
Al prossimo capitolo! :3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cap 7: Videogiochi, solletico e... ***


PoV You
 
 
Mancavano solo due giorni al primo giorno di scuola…
E io non avevo ancora preparato nulla.
 
Però dopo tutto quello che era successo, era normale che non pensassi minimamente alla scuola.
I due giorni precedenti li avevo passati quasi interamente nello studio di registrazione di Yoongi.
Non riuscivo ad aspettare l’inizio della scuola per sentire quello che aveva composto, ero troppo curiosa.
In più volevo stare lontano da casa per un po’ per non vedere i miei.
Se pensavo a loro, anche solo per un secondo, mi innervosivo, forse troppo a volte.
Però dall’altra parte, c’era una parte di me che voleva fare pace con loro, non perché volessi perdonarli per quello che avevano fatto, ma semplicemente perché non sopportavo questa situazione di non parlarsi e fare di tutto pur di evitarci a vicenda.
 
Perché sì, anche i nostri genitori adesso ci evitavano, non provavano nemmeno più a rivolgerci la parola.
 
Raccontai di questo a Yoongi, dato che con qualcuno dovevo sfogarmi, e lui era sempre disponibile ad ascoltarmi e aiutarmi.
Lui mi disse che non tutto si sarebbe sistemato subito, ovviamente, però mi disse anche che io stessa sarei dovuta “andare incontro” ai miei, anche perché loro non ci parlavano più proprio perché io e Jungkook non parlavamo con loro, ma li evitavamo.
 
Jungkook…
Dopo essere andata con lui in fumetteria l’altro giorno, non ci eravamo più visti molto, nonostante abitiamo nella stessa casa, soprattutto perché io la mattina stavo a letto fino a tardi, e passavo il resto della giornata da Yoongi, rimanendo fino a tardi da lui.
Non lo avevo ancora nemmeno ringraziato per avermi regalato l’action figure, e ancora non capivo perché me l’avesse presa.
Insomma, se voleva regalarmi qualcosa, poteva prendermi un manga, quello costava meno.
 
Quando qualcuno mi comprava qualcosa che sapevo non costasse poco, mi sentivo sempre in debito con quella persona, perché non volevo spendesse così per me.
 
Quando scesi all’ora di pranzo per cucinarmi qualcosa, trovai Jungkook ai fornelli.
 
- Che stai cucinando? – chiesi, avvicinandomi a lui per sbirciare nella padella.
- Una semplice pasta, ne vuoi un po’? – mi chiese lui, girando il viso per guardarmi.
- Sì, io intanto apparecchio. – risposi, iniziando a tirar fuori le posate dal cassetto vicino ai fornelli, per poi andare a prendere i piatti dalla credenza. 

Poco dopo, lui finì di cucinare, e dopo aver messo il cibo nei piatti, iniziammo a mangiare.
Inizialmente mangiammo in silenzio, nessuno dei due parlò.
Ogni tanto, il mio sguardo si posava su di lui, non riuscivo a non guardarlo.
Fu proprio lui a interrompere il silenzio.
 
- Di che parla quel videogioco? – chiese, alzando lo sguardo su di me.
- Quale videogioco? – chiesi un po’ spaesata per la domanda improvvisa.
- Quello di cui ti ho preso l’action figure l’altro giorno… -
- Oh, quello. Devi andare nei dungeon a combattere mostri e arrivare all’ultimo piano per battere il boss finale. –
- Che tipo di mostri ci sono? –
- Uhm… un po’ di tutto direi. Ci sono quelli tipo insetto e poi altri come scheletri, falci della morte, draghi ecc… - dissi io, contando i tipi che dicevo con la mano.
- E a te piacciono quei tipi di mostri? – mi chiese lui sogghignando.
- Quelli che non mi piacciono sono gli insetti, gli altri tipi non mi fanno impressione. – risposi, scrollando le spalle.
- Chissà quante volte avrai gridato mentre giocando appariva un tipo insetto. – sentii che stava trattenendo una risata mentre parlava.
- Ehi! È colpa degli sviluppatori dei videogiochi se mettono quei tipi di mostri… se non ci fossero il gioco sarebbe più bello… - dissi gonfiando le guance.
- Che carina che sei quando fai l’offesa! – 

Un attimo…
COSA?
Cosa aveva appena detto?
 
Lo guardai.
Mi stava fissando sorridendo e facendo gli occhioni dolci.
Sentii le guance avvampare e velocemente girai il viso di lato.
 
- Comunque… mi faresti vedere il gioco? –
- Eh? Uhm… quando finiamo di mangiare te lo vado a prendere… -
- No, voglio vedere te mentre lo giochi. –
- Perché io? –
- Beh, il gioco è tuo, e io non riuscirei a fare nulla visto che non conosco i comandi e non so cosa devo fare… -
- Uhm… V-va bene… - dissi un po’ imbarazzata, tenendo lo sguardo basso. 

Mi sentivo in imbarazzo al pensiero che qualcuno mi avrebbe guardato mentre giocavo.
Così, finito di mangiare lavammo i piatti e andammo nella mia camera, dove avevo un televisore decente collegato alla play, e inserii il gioco.
 
Jungkook si sedette ai piedi del mio letto a gambe incrociate, davanti alla tv, ed io mi sedetti vicino a lui quando ebbi sistemato il gioco ed ebbi preso il joystik.
Iniziammo così a giocare, e io mentre giocavo gli facevo una specie di “tutorial”, spiegandogli quello che andava fatto per salire di livello, per potenziarsi, ecc…
 
- E questo è un dungeon, può essere un deserto, una montagna, un lago, o qualsiasi luogo, e al centro c’è sempre l’entrata per un labirinto che porta al boss del piano. Solo battendo questo boss è possibile sbloccare il piano successivo e quindi andare avanti con la storia. – gli dissi.
- Uhm, credo di aver capito… ma come armi non ci sono anche le pistole? –
- No, questo è un mondo di spade, quindi tranne spade, pugnali, lance e altre simili non ci sono altre armi. Le armi da fuoco non ci sono in nessuna delle serie di questo gioco, anche se nella seconda serie dell’anime ci sono. –
- Davvero? Allora me lo dovrò guardare. –
- Se vuoi ti posso passare gli episodi. Io li ho scaricati tutti. –
- Davvero? Almeno non li devo cercare… -
- Già, è più il tempo che impieghi a cercarli e scaricarli del tempo che impieghi a guardarli. – dissi io sorridendo. – Comunque non pensavo ti piacessero le pistole. –
- Perché no? –
- Beh… forse per il manga che ti ho visto comprare l’altro giorno. – dissi, ripensando proprio a quel manga.
- Beh, mi piacciono diversi generi di manga. Ma per i videogiochi preferisco gli sparatutto. –
- Oh, io invece preferisco i mondi di spade. –
- Mi fai provare? –
- Uh? Sì, tieni. – dissi, passandogli il joystik. 

Iniziai a guardarlo giocare, e spesso il mio sguardo andava più su di lui che sul gioco, ma fortunatamente lui non sembrava accorgersene, o almeno io ci speravo.
Restammo tutto il pomeriggio così, a giocare in camera mia, e grazie a lui ero anche salita di un bel po' di livelli e di piani, anche se non ero ancora a metà gioco.
Non avevo ancora aperto il videogioco di Yoongi, quello che stavamo giocando in quel momento era quello precedente, che io dovevo ancora finire.
 
Dopo aver passato qualche ora a giocare a quel videogioco, decidemmo di giocarne uno multiplayer, e di sfidarci.
Jungkook se la cavava davvero bene con i videogiochi, ma io non ero da meno, infatti molte partite le finivamo alla pari, alcune le vinceva lui e altre io.
Anche se solo un pochino, sentivo che lentamente mi stavo avvicinando a lui, stavo imparando a conoscerlo meglio.
 
E pensare che mi facevo mille problemi al pensiero di come fare a sapere qualcosa di lui.
E invece…
Era bastato un semplice pomeriggio in fumetteria e quel pomeriggio che stavamo passando in camera mia, per sapere che anche a lui piacessero i videogiochi e i manga, anche se non avevamo proprio gli stessi generi preferiti.
Era bastato poco.
 
A proposito…
Solo in quel momento mi resi conto che eravamo nella MIA camera!
Le mie guance diventarono bollenti appena me ne resi conto, e con la coda dell’occhio guardai Jungkook.
Possibile che per lui non faceva alcuna differenza trovarsi nella camera di una ragazza?
Forse perché ero sua sorella?
 
Lui in quel momento esultò perché aveva vinto la partita, anche perché io avevo altro per la testa e non mi stavo concentrando per nulla sul gioco, e si girò verso di me.
Quando però mi guardò, io arrossii violentemente perché ero rimasta imbambolata a guardarlo, e subito girai il viso dall’altra parte.
 
- Che ti prende? – mi chiese, sporgendosi verso di me per guardarmi in viso.
- N-niente… - risposi vaga.
- Sicura? Sei tutta rossa… - disse lui, continuando a fissarmi. 

Io non sapevo come rispondere, così annuii senza dire nulla.
 
- Sono così bello da farti perdere la concentrazione sul gioco? – mi chiese con un ghigno.
- Eh? – risposi, girandomi a guardarlo.
- Ho indovinato vero? – mi disse facendo lo sguardo malizioso.
- N-no… che centri? Ero solo sovrappensiero… tutto qui… - risposi abbassando lo sguardo.
- Stavo solo scherzando… - disse, abbassando il tono di voce. 

Prima che io potessi fare o dire qualsiasi cosa, lui aveva mollato il suo joystik vicino a sé e aveva iniziato a farmi il solletico.
Io cercai di fermarlo, anche se non riuscivo bene e iniziai a ridere.
 
- N-no… basta… soffro troppo il solletico… - dissi, non riuscendo a trattenere le risate e nemmeno a fermare le sue mani.
- Non finchè non scopro dove lo soffri di più. – mi sussurrò all’orecchio, per poi mordermelo leggermente.
- Eh? No, aspetta… - 

Non servì a nulla.
Lui iniziò a farmi il solletico ovunque, ed io non riuscivo a trattenere le risate.
Per vendicarmi, iniziai anche io a fargli il solletico, e notai fortunatamente che anche lui lo soffriva, forse più di me.
Stavamo ridendo entrambi come pazzi, cercando il punto debole dell’altro, quando all’improvviso ci bloccammo.
 
Facendoci il solletico a vicenda, ci eravamo mossi troppo, e ci accorgemmo troppo tardi che io ero finita sdraiata sul pavimento con la maglietta mezza alzata perché lui ci aveva infilato le mani sotto per farmi il solletico sui fianchi, e lui era sdraiato a cavalcioni su di me.
Quello che ci aveva fermati, fu il fatto che ci ritrovammo i visi TROPPO vicini, le nostre labbra quasi si sfiorarono.
Io lo stavo fissando completamente rossa in volto, cercando di riprendere fiato, e lui appena si era accorto in che posizione ci trovavamo, aveva tolto le mani dai miei fianchi e le aveva spostate ai lati del mio viso, ma con il suo corpo non si era mosso di un millimetro.
 
Continuavamo a guardarci l’uno negli occhi dell’altro.
 
- Kookie… - dissi con un filo di voce. 

Lui appena lo chiamai sembrò risvegliarsi, e si sollevò sedendosi di fianco a me, e girando il viso dall’altra parte.
Io mi rialzai, abbassando la maglia imbarazzatissima.
 
Com’eravamo finiti in quella situazione?
Ci stavamo solo facendo il solletico a vicenda.
 
- Forse è meglio che torno in camera mia… - disse lui con il tono basso, cominciando ad alzarsi. 

Io non volevo che se ne andasse, ma non ebbi nemmeno la forza di fermarlo, ero troppo imbarazzata.
Avrei voluto passare ancora un po’ di tempo con lui, ma dopo quello che era appena successo, non so come ci saremmo guardati.
 
Ormai si era fatta sera, così, dopo essere scesa a farmi qualcosa per cena, andai a farmi un bagno e poi andai a dormire.
 
 
Il mattino seguente scesi a fare colazione ad un orario decente.
Io stessa mi meravigliai di non essermi svegliata tanto tardi come al solito.
Ma dopotutto non è che avessi dormito molto.
Avevo passato la notte a ripensare a quando io e Jungkook ci eravamo fatti il solletico…
A quanto i nostri visi erano dannatamente vicini… decisamente TROPPO!
 
Ripensandoci, sentivo il cuore che stava per scoppiare.
Non mi ero mai ritrovata così vicina al viso di un ragazzo, e soprattutto in quella posizione…
Al solo pensiero sentivo le guance in fiamme.
 
Proprio in quel momento, Jungkook apparve sulla porta della cucina, ancora mezzo addormentato, e appena mi vide, venne a darmi un bacio sulla guancia, per poi dirigersi verso il frigo per cercare da mangiare.
 
- Buongiorno… -
- B-buongiorno… - risposi arrossendo. 

Non sapevo che fare, lui sembrava comportarsi come se niente fosse.
Beh, non che fosse successo chissà che cosa, però era una situazione abbastanza imbarazzante.
Così, decisi che anche io avrei finto che non fosse successo nulla, o almeno ci avrei provato.
 
- Oggi mi fai vedere qual è il tuo gioco preferito? – gli chiesi. 

Lui mi guardò un po’ sorpreso dalla domanda, poi sembrò pensarci sù, e annuì.
Io presi la mia colazione e come sempre andai a sedermi di fronte a lui.
Per il resto della colazione nessuno dei due parlò.
 
È vero che io ero ancora tremendamente imbarazzata per il giorno prima…
Ma allo stesso tempo, ero dannatamente curiosa di sapere quale fosse il videogioco preferito del mio fratellino.
Chissà, magari mi sarebbe tornato utile per fargli un regalo come lui lo aveva fatto a me.
 
- Io adesso devo uscire, se vuoi ti mostro il gioco quando torno. - mi disse quando uscimmo dalla cucina.
- Oh, va bene. – risposi. 

Chissà dove doveva andare…
 
Quando lui uscì di casa poco dopo, io mi diressi in camera mia.
Dovevo preparare la cartella per l’indomani.
Non volevo arrivare come al solito a prepararla la mattina e rischiare di arrivare in ritardo.
 
Così, iniziai a preparare l’astuccio e tutto l’occorrente per il primo giorno.
Controllai di aver fatto tutti i compiti, e quando ebbi finito di sistemare tutto, andai alla mia scrivania e mi misi a disegnare.
 
Decisi di provare a fare un ritratto di Jungkook, e non le versioni chibi di lui da piccolo che facevo sempre, ma un vero ritratto, di come lui era adesso.
 
Iniziai a disegnare la forma del viso e i capelli, per poi passare agli occhi, al naso e alle labbra.
 
Quando arrivai alle labbra mi fermai ripensando involontariamente per l’ennesima volta al giorno prima…
Aveva le labbra dannatamente invitanti…
 
No, ok…
Non posso pensare certe cose…
Però finchè non finii di disegnare non riuscii a smettere di pensarci…
 
Finito il disegno controllai l’ora, e decisi di passare il tempo ascoltando il mixtape di Yoongi.
 
Dovevo pensare ad altro.
Decisamente.
 
 
Dopo pranzo, io e Jungkook andammo stavolta in camera sua, perché il gioco l’aveva sul pc, e ci sedemmo entrambi alla sua scrivania, io avevo portato la sedia dalla mia camera.
 
Il suo gioco preferito era OverWatch, uno sparatutto multiplayer.
Decidemmo così di sfidarci di nuovo, ma io non ero per niente portata per gli sparatutto, infatti continuavo a perdere e lui a vincere.
 
- Dai, è solo perché non ci hai mai giocato. – mi disse, sorridendomi.
- Lo so, se ci sapessi giocare ti straccerei. – gli risposi, facendogli la linguaccia.
- E io che volevo essere carino… - disse lui, mettendo il broncio.
- Eddai, scherzavo. Sei davvero bravo a questo gioco, volevo solo prenderti un po’ in giro. –
- Beh, tu sei bravissima con i giochi di spade. – 

Entrambi scoppiammo a ridere, e quando fu di nuovo ora di cena, decidemmo di smettere di giocare e scendere a mangiare.
 
 
Dopo cena, io andai come sempre a farmi un bagno rilassante, e mentre stavo per tornare in camera mia, vidi che la porta di quella di Jungkook era socchiusa, e sentii dei sospiri e degli sbuffi provenire da dentro la camera, e un rumore di tanti fogli.
 
Incuriosita, mi avvicinai e spiai dallo spiraglio già aperto.
 
Il mio sguardo andò subito sul letto di Jungkook che era interamente ricoperto dai libri di scuola e dai quaderni che avevamo comprato, mentre lui era seduto ai piedi del letto con la cartella tra le gambe.
 
Probabilmente era indeciso su cosa portare il primo giorno di scuola, anche perché non era mai stato in una scuola italiana prima.
 
- Porta solo un paio di quaderni, il primo giorno non facciamo un granchè. – dissi, aprendo leggermente la porta per farmi notare. 

Jungkook saltò in aria sentendo la mia voce, troppo concentrato in quello che stava facendo.
Alzò lo sguardo su di me per qualche secondo, confuso.
 
- Tu che ci hai messo? – mi chiese, facendo gli occhi dolci.
- Solo alcuni compiti e qualche quaderno nuovo. – 

Mentre parlavo, mi ero avvicinata al suo letto e avevo iniziato a sistemargli i libri e i quaderni sparsi in giro.
 
- Tu non hai nemmeno i compiti da portare, quindi qualche quaderno ti basta. – gli dissi, passandogli appunto un paio di quaderni che lui mise in cartella. 

Lo guardai mentre finiva di mettere tutto in cartella, e poi lo aiutai a sistemare il casino che aveva tirato in giro solo per una cartella.
 
- Sai già in che classe devi andare? – chiesi, leggermente curiosa.
- Non lo so ancora, ma inizierò frequentando il secondo anno. – 

Aspetta… COSA?
 
- Come il secondo anno? – chiesi, sorpresa.
- Beh, hanno visto i miei voti, anche se non è che vado bene in qualunque materia, non sono un secchione, e mi hanno detto che mi avrebbero mandato con quelli del secondo anno. – disse lui, come se fosse la cosa più normale del mondo. 

Cioè… io adesso dovevo iniziare il secondo anno, e lui, essendo un anno minore di me, avrebbe dovuto frequentare il primo.
Invece saremmo stati nello stesso anno, non riuscivo a crederci…


 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
- Angolo Autrice – 

Ecco un nuovo capitolo!! ^^
Allora, in questo succedono un po’ di cose, i due fratelli scoprono il gioco preferito dell’altro, e si fanno il solletico che non finisce molto bene ^^”
E scopriamo anche che grazie ai suoi voti (anche se non eccellenti) Jungkook salterà praticamente un anno, frequentando lo stesso della sorella.
Finalmente il primo giorno di scuola è alle porte.
Grazie a chi la legge, chi la aggiunge alle Preferite/Seguite/Ricordate e chi mi fa sapere cosa ne pensa con una recensione. Gomawo <3
 
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cap 8: Il primo giorno di scuola... ***


PoV You
 
 
Il mattino seguente mi svegliai prestissimo.
Odiavo il primo giorno di scuola, ma non per quello che avremmo fatto durante le lezioni, ma perché mi sarei dovuta riabituare a svegliarmi prestissimo, e visto che io sono il tipo che dorme sempre fino a tardi, era una cosa impossibile da fare.
 
Scesi al piano di sotto per fare colazione, e trovai Jungkook ai fornelli.
 
- Buongiorno… - dissi con la voce impastata dal sonno.
- Buongiorno. – mi disse lui sorridendo. 

Io mi sedetti sul tavolo, incrociando le braccia su di esso ed abbandonandoci sopra la testa, chiudendo gli occhi.
Non avevo nessuna voglia di andare a scuola, volevo solo tornare a letto a dormire.
Non avevo nemmeno la forza per rialzarmi dal tavolo e andare a prendere la colazione.
 
- Hai intenzione di dormire sul tavolo? – mi chiese ridendo Jungkook, mentre sentivo un rumore di piatti vicino a me.
- Uhm… - risposi sbadigliando. 

Lui mi accarezzò la testa, pettinando un po’ i miei capelli spettinati, e rimase così per qualche minuto, finchè io non aprii gli occhi e lo guardai.
Lui appena incontrò il mio sguardo mi sorrise dolcemente, poi andò a sedersi di fronte a me, iniziando a consumare la sua colazione.
 
Quando io alzai la testa, vidi che davanti a me c’era un piatto con la colazione, l’aveva preparata anche per me.
Iniziai a mangiare e nessuno dei due parlò per tutto il tempo, finchè non ci alzammo dal tavolo.
 
- La scuola è lontana? – mi chiese mentre lavavamo i piatti.
- Non molto, è un quarto d’ora circa a piedi. – risposi io.
- Una bella camminata aiuterà di certo a svegliarti. – disse trattenendo una risata.
- Ehi! A me piace dormire tanto. Non è colpa mia se la scuola inizia così presto… - dissi, mettendo il broncio.
- Lo so, sei sempre stata una dormigliona. Anche da piccola. – disse, continuando a sorridere. 

Io arrossii a quella frase.
È vero, anche da piccola mi piaceva tanto rimanere a letto fino a tardi.
Ma che ci potevo fare?
Il letto era così invitante…
 
Lui mi baciò come sempre sulla guancia, per poi dirigersi verso la sua camera per iniziare a prepararsi, dopo aver deciso insieme l’orario per uscire di casa.
 
Io stavo per salire le scale, diretta in bagno per sistemarmi almeno decentemente, quando dalla cima delle scale spuntò mia madre.
Io la guardai giusto due secondi, poi abbassai lo sguardo per non incontrare il suo ed iniziai a salire le scale.
 
- Buongiorno… - le dissi, senza però guardarla.
- Oh… buongiorno Y/N… - rispose lei, sorpresa che le avessi rivolto la parola. 

Dovevo ascoltare il consiglio di Yoongi.
Se io per prima continuavo a rifiutarmi di parlarle, lei non avrebbe mai fatto la prima mossa, e nulla sarebbe cambiato.
Però nonostante fosse passata solo una settimana, già non riuscivo più a sopportare il dover sempre evitare i miei genitori ogni volta che ero a casa.
Quindi decisi che avrei iniziato di nuovo a parlare con loro, un poco alla volta, finchè non saremmo riusciti a chiarire.
 
Dopo essere uscita dal bagno, mi diressi in camera a prepararmi e prendere la cartella, poi scesi al piano di sotto per prendere le scarpe, e notai che Jungkook mi stava aspettando vicino all’entrata, con la cartella in spalla.
Preso tutto, uscimmo di casa ed iniziammo a camminare diretti verso la scuola.
Durante il tragitto non parlammo molto, soprattutto perché io continuavo a sbadigliare, non volevo proprio stare sveglia quel giorno.
 
Arrivati al cancello, come prima cosa andammo verso l’entrata della scuola, dove avevano appeso le liste delle classi, per sapere in quale saremmo stati.
Io non appena trovai la mia classe, scorsi velocemente i vari nomi per vedere con chi avrei trascorso l’anno e… spalancai gli occhi sorpresa.
Anche Jungkook si mise a cercare il suo nome nelle liste.
 
- Tu hai già visto in che classe sei? – mi chiese, spostando lo sguardo sui vari fogli.
- Siamo in classe insieme… - dissi con un filo di voce.
- Cosa? – mi chiese, voltandosi verso di me.
- Siamo in classe insieme! – gli dissi, indicandogli il foglio con la lista della nostra classe e girandomi verso di lui a guardarlo, ancora sorpresa. 

Non solo avremmo frequentato lo stesso anno… ma ci avevano anche messo nella stessa classe?
Questo non era un pochino troppo?
 
Anche lui rimase un po’ sorpreso quando vide i nostri nomi, ma non quanto lo ero io.
In quel momento suonò la campana, così ci dirigemmo verso la nostra classe e, quando arrivò il professore della prima ora, ci assegnò i posti ai banchi, e io OVVIAMENTE finii… vicina a Jungkook.
 
Ok, qualcosa non quadrava, perché dovevo avere mio fratello nel mio stesso anno, nella mia stessa classe… ed ora pure come compagno di banco?
 
Certo, dovevo ammettere che la cosa non mi dispiaceva più di tanto.
Soprattutto perché era comunque meglio avere lui come compagno di banco, che avere qualcun altro che avevo in classe.
Alle altre ragazze non stavo molto simpatica perché non ero “femminile” come loro, e a trucchi e vestitini preferivo i videogiochi, quindi non avremmo avuto nulla di cui parlare…
Ai ragazzi invece… alcuni non mi calcolavano minimamente, non che a me importasse comunque.
Io andavo a scuola solo perché volevo imparare e stare tranquilla, non mi interessava molto fare molte amicizie.
Insomma, per me gli amici erano meglio pochi ma buoni.
 
Yoongi purtroppo non era in classe con noi, anche perché essendo di un anno più grande di me, frequentava il terzo anno, però durante l’intervallo ci saremmo visti, quindi non vedevo l’ora che le prime ore passassero.
Avevo anche deciso che avrei presentato Jungkook a Yoongi, così si sarebbero conosciuti.
 
La prima ora di lezione fu noiosa, come sempre.
Il professore ritirò i compiti assegnati per le vacanze, dicendoci che ce li avrebbe riconsegnati una volta corretti, e poi iniziò a parlare di quello che avremmo fatto durante l’anno e disse che ci sarebbero state parecchie verifiche, cosa che a nessuno dei miei compagni piacque, anche perché la maggior parte di loro era il genere che copiava durante le verifiche e non studiavano nulla.
La seconda ora fu molto simile alla prima, l’unica cosa diversa era il professore.
 
Io, non volendo stare ancora a sentire le stesse cose ripetute l’ora prima, spostai leggermente il quaderno che tenevo aperto sul banco, scoprendo un altro quaderno, ma fatto con i fogli completamente bianchi.
 
Quello era il quaderno che usavo per i miei disegni, e che usavo soprattutto a scuola quando durante le ore di lezione mi annoiavo o quando avevamo un’ora buca.
Nessuno sapeva che io disegnavo, nemmeno i miei compagni di classe, nemmeno Yoongi.
 
Non mi sembrava che i miei disegni fossero brutti, ma non li consideravo nemmeno dei capolavori da esporre a chiunque.
Semplicemente era un piccolo hobby che avevo, come quello di cantare.
 
Iniziai così a disegnare, senza avere in mente un soggetto particolare, lasciavo la mia mano libera di vagare su quel foglio bianco e tracciare linee finchè non sarebbe uscito qualcosa.
Ogni tanto spostavo lo sguardo verso il professore, nel caso dicesse qualcosa di importante, e altre volte mi giravo a guardare fuori dalla finestra.
Fu una fortuna che il professore dell’ora precedente come banco mi avesse assegnato quello in fondo all’aula e vicino alla finestra, così me ne potevo restare tranquilla senza avere nessuno che mi disturbava.
 
Il mio sguardo si posò anche su Jungkook che se ne stava seduto vicino a me in silenzio, ad ascoltare attentamente quello che diceva il professore.
Mi chiesi se facesse così perché davvero era interessato a quello che diceva il prof, o più semplicemente il motivo era che siccome era la prima volta che si trovava in una scuola italiana, non sapeva che fare.
 
Quando il mio sguardo stava per tornare sul foglio su cui stavo disegnando, cadde invece sul braccio di Jungkook che era appoggiato sul banco, e solo in quel momento notai che era PARECCHIO vicino a me.
E non lo era solo il suo braccio, ma lui era proprio seduto più verso di me che al centro del suo banco, non mi resi nemmeno conto di quando avesse spostato la sedia così vicino.
Arrossii leggermente spostando in fretta lo sguardo sul mio disegno, e cercai di concentrarmi su di esso.
 
Avevo disegnato l’action figure che mi aveva regalato Kookie qualche giorno prima.
Decisi così di finire il disegno, cercando di concentrarmi solo su quello e su nient’altro.
 
Quando finalmente suonò l’ora dell’intervallo, io mi alzai subito dal banco e guardai Jungkook.
 
- Io vado da Yoongi, vieni con me? Così te lo presento. – gli dissi, prendendo la mia merenda dalla cartella.
- Uhm… ok. – rispose lui, non troppo entusiasta. 

Dovevo ancora capire perché ogni volta che nominavo Yoongi lui si incupiva.
Non si conoscevano nemmeno…
 
Usciti dalla classe, mi diressi verso le classi del terzo anno insieme a lui, e non fu per niente difficile trovare Yoongi, dato che tutti quelli del suo anno erano usciti di corsa dalle classi, mentre lui faceva sempre con calma.
 
- Sei arrivato tardi stamattina? – gli chiesi appena lo vidi. Lo conoscevo fin troppo bene.
- Ho passato tutta la notte sveglio, se non fosse stato per mia madre sarei rimasto a casa a dormire. – disse lui.
- Stavi scrivendo qualcosa? – chiesi io, curiosissima. 

Lui semplicemente annuì, e poi lo vidi spostare lo sguardo dietro di me.
Io mi girai a guardare cosa avesse attirato la sua attenzione, e vidi Jungkook che quando si accorse del mio sguardo mi guardò.
Prima di guardarmi però, notai che aveva fissato Yoongi nello stesso identico modo con cui lo aveva fissato quando l’aveva visto a casa nostra.
 
- Lui è Jungkook... – iniziai io, girandomi verso Yoongi.
- Tuo fratello! – rispose lui, annuendo e poi tornando a guardare Jungkook.
- Jungkook, lui è Yoongi… -
- Il tuo migliore amico, lo so. – rispose. 

Sentii una certa aria tesa tra i due, ma non ne capivo il motivo.
Perché si stavano guardando come se dovessero sfidarsi?
 
- Possiamo andare a mangiare? Non voglio passare tutto l’intervallo qui in piedi. – dissi io, mettendo il broncio. 

I due annuirono, così ci dirigemmo nel cortile della scuola e ci sedemmo ai piedi di un albero non molto distante dall’entrata, ma dove si poteva stare in pace.
Quel posto lo usavamo io e Yoongi l’anno precedente, era il nostro posto di ritrovo dato che non eravamo nella stessa classe e potevamo vederci solo durante l’intervallo.
Ed era anche il posto dove avevo sentito molti dei suoi mixtape, dopo il suo studio di registrazione.
 
Jungkook si sedette subito alla mia destra, mentre Yoongi lo guardò un momento e poi si sedette alla mia sinistra.
Iniziammo così a consumare la nostra merenda, mentre io e Yoongi parlavamo di cosa ci avevano detto i professori nelle prime ore, e di quali compagni di classe avevamo.
 
Per tutto il tempo che parlavo con lui, anche se lui cercava di nasconderlo, vedevo che con la coda dell’occhio continuava a guardare Jungkook.
Va bene che sapevo che Jungkook avesse qualcosa verso Yoongi visto come lo guardava e il terzo grado che mi aveva fatto quando ero uscita con lui a fare compere… ma Yoongi?
Perché guardava così Jungkook?
 
All’improvviso sentimmo una voce avvicinarsi a noi.
 
- Kookie! – esclamò la voce. 

Io, Jungkook e Yoongi ci girammo verso quella voce, sorpresi.
Non mi aspettavo che qualcuno conoscesse già Jungkook, però sapevo anche che non era l’unico studente nuovo quell’anno, senza contare quelli del primo anno ovviamente.
Sapevo che anche nelle altre classi del secondo e terzo anno sarebbero arrivati nuovi studenti.
Guardai incuriosita il ragazzo che si stava avvicinando a noi sventolando il braccio in segno di saluto.
Jungkook appena lo vide si alzò e andò verso di lui.
 
- Ci vediamo dopo in classe. – disse guardandomi, per poi lanciare un’occhiataccia a Yoongi e andare verso il ragazzo che lo aveva chiamato. 

Io non risposi, semplicemente lo guardai andare via.
A risvegliarmi fu Yoongi.
 
- Che vuol dire “in classe”? tu non sei mica stata bocciata, o sbaglio? – chiese, girandosi a guardarmi.
- No… lui frequenta il secondo anno come me… - dissi, abbassando lo sguardo.
- Ma non ha un anno meno di te? –
- Sì, ma per i voti che ha gli hanno detto di frequentare il secondo anno… -
- È una specie di secchione? –
- Non lo so… non gli ho chiesto che voti aveva… - 

Lui si girò a guardare nella direzione dove era appena sparito Jungkook.
Io lo guardai, pensando se fosse il caso di indagare su alcune cose.
 
- Come mai guardi in quel modo mio fratello? – gli chiesi dopo qualche secondo.
- Quale modo? –
- Come se vi stesse sfidando. –
- Beh, credo che lui abbia qualcosa con me, anche se non so cosa sia. Semplicemente non voglio farmi mettere i piedi in testa da uno più piccolo. – 

Il modo in cui l’aveva detto era così infantile, così tenero, che mi fece scappare una risata.
Lui mi guardò un po’ male appena lo feci, ma dopo qualche secondo si unì a me e scoppiammo a ridere insieme.
 
- Comunque non capisco davvero perché tuo fratello mi guardi in quel modo… -
- Già, non lo capisco nemmeno io… -
- Beh, parlando d’altro… tieni. – mi disse, offrendomi una cuffia mentre lui infilava l’altra nel suo orecchio. 

Io curiosissima la misi subito, e lui fece partire la musica.
Era un suo nuovo mixtape.
Mi tappai l’altra orecchia con la mano per sentire meglio, e presto iniziai a canticchiare.
Tanto in quel momento solo lui poteva sentirmi, gli altri erano tutti lontani da noi, e io non stavo cantando a voce troppo alta.
 
Solo una persona ci stava fissando in quel momento, ma ne io ne Yoongi ce ne accorgemmo.
 
Quando suonò la campana, salutai Yoongi e tornai nella mia classe, Jungkook arrivò giusto un secondo prima che arrivò la professoressa.
 
Lo guardai con la coda dell’occhio, e notai che sembrava un po’ irritato.
 
- Era un tuo amico il ragazzo di prima? – gli chiesi a bassa voce, incuriosita.
- Sì, non mi aveva detto che sarebbe venuto in Italia anche lui, frequenta il secondo anno come noi, è nell’altra classe. –
- Quindi è coreano? Dai suoi tratti avevo capito che non era italiano… -
- Ti piace? –
- Chi? – chiesi, guardandolo.
- Il mio amico. È carino no? – mi disse con uno sguardo malizioso.
- P-perché me lo chiedi? Non è che lo abbia visto così bene. – dissi arrossendo leggermente.
- Meglio così… - disse lui, girandosi verso la professoressa. 

Perché mi aveva fatto quella domanda?
Però c’era un’altra cosa che volevo sapere, che mi importava di più.
 
- Che hai contro Yoongi? – gli chiesi. 

Ovviamente stavamo parlando sottovoce, anche perché non volevamo farci beccare dalla professoressa a parlare.
Lui mi guardò un po’ stranito dalla domanda, come se il motivo fosse ovvio.
 
- È davvero solo il tuo migliore amico? – mi chiese, guardandomi dritta negli occhi.
- Che altro dovrebbe essere scusa? – chiesi io, non capendo. 

Lui non rispose, ma mi guardò dritto negli occhi per qualche minuto, come a voler assicurarsi che stessi dicendo la verità.
Poi si girò di nuovo verso la professoressa, e io vidi un sorriso appena accennato sulle sue labbra.
 
Per il resto delle lezioni non parlammo.
Io tornai a finire il mio disegno, anche se ero un po’ confusa da quello che mi aveva chiesto Jungkook.
 
Quando finalmente suonò l’ultima campana, misi tutto in cartella e aspettai Jungkook per tornare a casa insieme.
Come il mattino, anche in quel momento, mentre tornavamo a casa, nessuno dei due disse nulla.
 
Io indossai una cuffia per sentire un po’ di musica, non sapendo che fare, quando all’improvviso sentii tirare il filo, e vidi Jungkook afferrare l’altra che io non stavo indossando, e infilarsela nell’orecchio, come se nulla fosse.
 
- Solo Yoongi può dividere le cuffie con te? – mi chiese, notando il mio sguardo su di lui.
- No… cosa? – risposi, sorpresa. Come faceva a saperlo? 

Lui continuò a guardare davanti a sé, evitando di rispondermi.
Quando arrivammo a casa, lasciò andare la cuffia, e si diresse dritto in camera sua.
Io rimasi all’entrata a guardarlo.
Quest’anno scolastico non prometteva nulla di buono.


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 
- Angolo Autrice – 

Eccoci ad un nuovo capitolo.
Finalmente il tanto atteso primo giorno di scuola è arrivato, e sono già successe alcune cose.
I due fratelli si ritrovano in classe insieme e compagni di banco.
La protagonista non ha un buon rapporto con i compagni, ma presto vedremo se questa cosa migliorerà o peggiorerà.
Yoongi e Jungkook non sembrano andare d’accordo, ma non si vogliono nemmeno spiegare con la protagonista, confondendola sempre di più.
Chi sarà il ragazzo che conosce Jungkook e che lo ha chiamato nell’intervallo?
Grazie mille come sempre a chi la legge, chi la mette tra le Preferite/Ricordate/Seguite e chi spende un po’ del suo tempo per recensirla.
Mi scuso in anticipo nel caso ci sia qualche errore di ortografia.
 
Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Cap 9: Sguardi e occhiatacce ***


PoV Jungkook
 
Appena entrato in casa, lasciai andare la cuffia di Y/N e me ne andai subito in camera mia.
Lasciai lo zaino in un angolo e mi sdraiai sul letto, coprendomi il viso con il braccio e chiusi gli occhi.
 
Sospirai ripensando alla mattinata di oggi.
Come primo giorno non lo avevo iniziato nel migliore dei modi.
Soprattutto con Y/N e Yoongi.
 
Yoongi…
 
Non sapevo bene il motivo, ma quel ragazzo non mi stava molto simpatico.
Anche quando lo avevo visto la prima volta quando era venuto a prendere mia sorella per andare a fare compere, lo avevo guardato male, e siccome mi ero innervosito, quando poi lei era tornata a casa, avevo finito per farle il terzo grado.
 
Non avrei voluto farlo, anche perché sembrava che fossi arrabbiato con lei, e non lo sono.
O almeno, non completamente.
La rabbia che provavo verso di lei prima di discutere con i nostri genitori era quasi passata completamente, ma non potevo smettere di essere arrabbiato così da un giorno all’altro con lei.
Solo che per il momento non avevo motivo per esserlo, quindi mi ero un po’ calmato.
 
Anche perché i pochi giorni che avevamo passato insieme, avevano risvegliato la parte di me che le voleva bene, non quella arrabbiata con lei che avevo tenuto tutti questi anni.
 
Chissà da quanto conosceva Yoongi…
Quante cose sapeva lui di lei?
 
Mmh… sicuramente la conosceva meglio di me…
Dopotutto sono dieci anni che io e lei non ci siamo né visti né sentiti…
 
Io conosco solo la Y/N quando era piccola e vivevamo insieme…
Mentre Yoongi conosce la Y/N di adesso…
 
Ripensai a quando li avevo guardati durante l’intervallo mentre non ero lì con loro…
A come Y/N sorrideva ascoltando la musica insieme a Yoongi…
 
Non aveva sorriso così con me quando le avevo preso una cuffia…
Forse per la domanda che le avevo fatto…
 
Ma perché gliel’avevo detto?
Non potevo starmene zitto e buono?
 
Ah, Jungkook, sei proprio una frana quando si parla di tua sorella…
 
Decisi di accendere il computer e mettermi a giocare, per far passare il tempo, e soprattutto, per non pensare a Yoongi e Y/N…
 
Però ci riuscii a metà, perché all’improvviso mi tornò alla mente un altro particolare che mi aveva incuriosito quella mattina…
 
Durante le lezioni, e appena eravamo entrati in classe sia la mattina che dopo l’intervallo, avevo notato che alcune ragazze avevano guardato in malo modo mia sorella per tutto il tempo, però io avevo deciso di non dirle niente perché era il primo giorno, e magari mi sbagliavo…
 
Cosa potevano avere contro di lei?
 
A distogliermi dai miei pensieri, fu lo squillo del mio cellulare.
Appena vidi chi mi stava chiamando, risposi subito.
 
- Pronto? –
- Ohi, Kookie, oggi sei libero? –
- Sì, vuoi andare da qualche parte? –
- Sì, dopotutto abbiamo un po’ di cose da raccontarci, non ci siamo visti tutta l’estate… -
- Ci siamo visti stamattina a scuola… sei venuto a chiamarmi come una ragazzina che va dal suo ragazzo, ricordi? – risposi io, trattenendo una risata.
- Yah, porta rispetto, sono più grande di te, anche se mi hai detto che frequentiamo lo stesso anno… vedi di non tirartela. – disse lui, imbronciato.
- Ok ok… per che ora ci vediamo? –
- Tra un’oretta davanti a casa mia va bene? Tanto oggi ti ho detto dove abito… -
- Ok, a dopo. – 

Riattaccai guardando l’ora, e decisi di scendere a fare uno spuntino prima di uscire.
 
Mentre passavo davanti alla porta di mia sorella, sentii della musica provenire dall’interno, e incuriosito, mi avvicinai leggermente per sentirla.
Non riconobbi la canzone che stava ascoltando, ma la voce aveva un che di familiare, come se l’avessi già sentita da qualche parte… ma più ci pensavo, meno idee su chi potesse essere avevo…
 
Forse l’avrei chiesto a mia sorella se gliel’avessi sentita ascoltare di nuovo.
 
Appena arrivai in cucina, presi qualcosa da mangiare e mentre uscivo per tornare in camera mia, incrociai mio padre sulle scale.
Io passai senza rivolgergli la parola, non lo guardai nemmeno.
Con Y/N volevo chiarire il prima possibile il primo giorno che arrivai lì, nonostante fossi arrabbiato con lei, ma con i miei genitori no…
Non mi importava se non ci saremmo parlati per mesi, non li avrei perdonati tanto facilmente…
 
Dopo aver mangiato iniziai a prepararmi, e uscii di casa.
 
 
PoV You
 
Avevo deciso di passare il pomeriggio in camera mia a disegnare mentre ascoltavo il mixtape di Yoongi.
Volevo finire bene il disegno che avevo iniziato a scuola.
 
La mia mente però continuava a ripensare a come si erano guardati tutto il tempo Yoongi e Jungkook…
 
I ragazzi sono davvero incomprensibili…
Solo loro sanno cosa gli passa per la testa…
 
Sperai che almeno il giorno seguente non sarebbe stato come quella mattina…
Se avessi dovuto passare così tutto l’anno scolastico, piuttosto che passarlo con loro lo avrei passato da sola…
 
Quando scesi all’ora di cena, iniziai a cucinare, e solo quando ebbi finito e iniziai a mettere nel piatto quello che avevo cucinato, mi chiesi se Jungkook avesse già cenato, alzando lo sguardo verso l’entrata della cucina, come aspettandomi che sarebbe apparso da un momento all’altro.
 
Dopotutto, per tutta la settimana ogni volta che uno dei due era ai fornelli, l’altro appariva sempre, come se fossimo cronometrati per avere gli stessi orari.
Ma quel giorno lui non scese…
 
Decisi così di provare ad andare a chiamarlo, almeno per assicurarmi che avesse cenato.
Però, quando bussai alla sua porta, non mi rispose nessuno, così provai ad aprirla e sbirciai dentro, ma la camera era vuota, non c’era nessuno all’interno.
 
In quel momento ricordai come lui se l’era presa quando ero uscita con Yoongi ed ero tornata tardi senza avvertire.
Beh, ora era lui che era uscito senza dire nulla…
 
Però stavolta io avevo il suo numero, quindi decisi di scrivergli, almeno per sapere a che ora tornasse.
 
Gli scrissi chiedendogli se sarebbe tornato per cena, e la risposta non tardò molto ad arrivare, come se avesse già in mano il telefono in quel preciso momento.
Mi disse che era fuori con il suo amico che era venuto a chiamarlo durante l’intervallo, e che sarebbe tornato tardi, quindi sarebbe rimasto fuori a mangiare.
 
Ok, avrei mangiato da sola per quella sera.
 
Tornai in cucina e mi misi a mangiare, e quando finii arrivò mia madre, che quasi si sorprese vedendomi.
 
- Jungkook ha già mangiato? – mi chiese, guardandomi un attimo e poi girando lo sguardo altrove.
- È fuori con un suo amico, ha detto che tornerà un po’ tardi. – decisi di dirle la verità, anche perché se non lo vedeva in casa e non sapeva dove fosse, avrebbe dato di matto.
- Ha già fatto amicizia il primo giorno? Ne sono felice… - disse lei, dirigendosi verso i fornelli.
- Lo conosceva già. A quanto pare anche lui si è trasferito dalla corea. – 

Dopo aver finito la frase, mi diressi verso le scale, diretta di nuovo in camera mia, e non uscii più fino al mattino seguente.
 
 
Il giorno seguente, fui io a preparare la colazione per me e Jungkook, e poi uscimmo di casa, diretti a scuola.
Io avevo una cuffia nell’orecchio, e stavo ascoltando il mixtape di Yoongi, e durante il tragitto, con la coda dell’occhio guardai Jungkook, che non parlò per tutto il tempo.
 
Quando arrivammo in classe, ci sedemmo ai nostri posti, e non appena io ebbi preso il quaderno dalla cartella, trovai un gruppo di ragazze davanti al banco di Jungkook, che lo guardavano insistentemente.
 
- Tu sei il nuovo studente vero? –
- Da dove vieni? –
- Sai parlare la nostra lingua? –
- È vero che sei più piccolo di noi? –
- Sei bellissimo. – 

Avevano iniziato a dire una frase dopo l’altra, e io rimasi a guardarle stranita.
Come facevano ad essere così attive appena sveglie?
 
E poi…
Che volevano da mio fratello?
 
Vederle continuare a tartassare di domande Jungkook mi stava infastidendo non poco…
Insomma… che volevano?
 
Mi girai a guardarlo, una parte di me avrebbe voluto fermare quelle ragazze, ma nemmeno io sapevo cosa dire o come fare a fermarle, quindi non feci nulla.
L’altra parte di me invece voleva che Jungkook le mandasse via, speravo che un po’ gli dessero fastidio…
 
In quel momento suonò la campana, e la professoressa entrò in classe, quindi le ragazze che stavano disturbando mio fratello, se ne tornarono al proprio posto.
Passammo tutte le lezioni tranquillamente, anche se io notai spesso lo sguardo delle ragazze che, quando guardavano Jungkook sembravano con la testa fra le nuvole, mentre poi se il loro sguardo cadeva su di me, mi incenerivano con lo sguardo.
 
Io però ormai ero abituata alle loro occhiatacce, avevo passato così anche l’anno precedente, loro non facevano altro che criticarmi e guardarmi male.
 
Quando arrivò di nuovo l’intervallo, quelle stesse ragazze tornarono di nuovo da Jungkook così, dato che non volevo mi rovinassero già il secondo giorno di scuola, io uscii dalla classe, diretta da Yoongi.
 
Non dissi nemmeno a Jungkook dove stavo andando, uscii e basta.
Quando arrivai da Yoongi, lui si sorprese un po’ vedendomi da sola.
 
- Non c’è oggi tuo fratello? –
- Ha un contrattempo quindi non credo passerà con noi l’intervallo, andiamo? – dissi, iniziando a dirigermi verso l’uscita dell’edificio, per tornare al nostro albero.
- È successo qualcosa? – mi chiese lui, con il tono leggermente preoccupato.
- Più o meno… - risposi. 

Non riuscivo proprio a nascondere nulla a Yoongi.
Mi conosceva talmente bene che capiva subito quando avevo qualcosa che non andava, nonostante io cercassi sempre di nasconderlo.
Così, gli raccontai delle ragazze che avevano iniziato ad appiccicarsi a Jungkook, e delle occhiate che mi avevano tirato per tutte le lezioni.
 
- Beh, tuo fratello è carino, ed essendo straniero attira l’attenzione, quindi è normale che loro abbiano quella reazione, anche se io personalmente non sopporto le ragazze così, ma io non sono tuo fratello. A lui potrebbero piacere. – disse, e notò che quando disse l’ultima frase, io lo avevo guardato male. – per quanto riguarda le occhiate che tirano a te, lo facevano anche l’anno scorso giusto? –
- Sì, però… questa volta mi sembravano un po’ diverse… cioè, sono abituata al fatto che mi guardino male ma…sembra che questa volta il motivo sia diverso dall’anno scorso. –
- Magari è per Jungkook. – disse lui, addentando la sua merenda e guardando un punto indefinito di fronte a sè.
- Che vuoi dire? –
- Loro sanno che siete fratelli? –
- No, non credo… -
- Beh, dato che l’hanno visto parlare con te e ne ieri ne oggi mi è parso che abbia parlato con altre ragazze, penseranno che sia il tuo ragazzo o comunque che tu lo conosca bene, quindi sono gelose… -
- E perché invece di guardarmi male senza motivo non me lo chiedono? –
- Beh, sai come sono fatte quel tipo di ragazze… - 

Io sospirai e poi iniziai a mangiare la mia merenda, mentre Yoongi mi aveva di nuovo offerto una delle sue cuffie per sentire insieme la musica.
 
 
PoV Jungkook

 
Appena suonò la campanella dell’intervallo, io mi alzai, convinto di andare insieme a mia sorella e Yoongi come ieri, ma mi sbagliavo.
Infatti appena alzato, dopo aver preso la merenda dallo zaino, fui circondato dalle stesse ragazze che la mattina mi avevano riempito di domande, senza nemmeno darmi il tempo di rispondere.
 
Non mi piacevano, alcune di loro erano truccate, altre erano quel tipo che si crede chissà chi.
A me quel genere di ragazze non mi piaceva per nulla.
Preferivo quelle tranquille, come mia sorella.
 
A proposito di mia sorella, mi girai cercandola con lo sguardo attraverso quelle ragazze che mi circondavano, e la vidi uscire dalla classe, senza avermi detto nulla.
Ci rimasi un po’ male, insomma, io volevo andare da lei, ma queste ragazze me lo stavano impedendo.
 
- Y/N è la tua ragazza? – mi chiese una di loro.
- C-cosa? – chiesi, sorpreso dalla domanda.
- Sembra conoscerti, di solito non parla mai con i ragazzi. – disse un’altra, facendo una smorfia.
- Già, l’unico ragazzo con cui parla è quel Min del terzo anno, chissà cosa ci troverà lui in lei… - disse un’altra.
- Già, è il ragazzo più bello del terzo anno, e sta sempre con lei… non sembra parlare con altre ragazze… - 

Sentirle parlare in quel modo mi stava innervosendo.
Come si permettevano di dire certe cose su mia sorella?
 
Così, senza rivolgere la parola a nessuna di loro, ne scansai una per passare, e mi diressi verso la classe di Yoongi.
 
Quando arrivai però, notai che era già uscito, così andai verso l’albero dove ci eravamo messi ieri, e li trovai di nuovo seduti vicini che si dividevano le cuffie.
Strinsi un pugno guardandoli.
Sembravano una coppia visti da qui.
E l’avrei davvero pensato se mia sorella non mi avesse accertato che fossero solo migliori amici.
 
Una parte di me se ne voleva andare, non volevo finire per fare il terzo incomodo.
Però decisi lo stesso di andare da loro.
Perché volevo stare vicino a Y/N.
 
- Che state ascoltando? – chiesi, sedendomi vicino a mia sorella.
- N-niente… - rispose lei, togliendosi la cuffia e restituendola a Yoongi. 

Perché mi mentiva?
 
- Come è andata con le ragazze? Te ne piace qualcuna? – mi disse Yoongi, lanciandomi uno sguardo di sfida. 

Y/N doveva avergli detto quello che è successo in classe.
Ma perché?
Perché dirlo a lui?
Che gli importava a lui?
 
In quel momento però mi venne in mente lo sguardo che avevo visto fare a quelle ragazze verso di lei durante le lezioni, e probabilmente era quello il motivo per cui lei ne aveva parlato con Yoongi.
 
- Non mi piacciono le ragazze troppo piene di sé. – risposi, iniziando a mangiare la mia merenda, un po’ innervosito. 

Finchè non finì l’intervallo, nessuno di noi proferì più parola.
Io con la coda dell’occhio continuavo a guardare Y/N, chiedendomi perché prima mi avesse mentito, e perché prima di uscire dalla classe non mi aveva detto nulla.
 
Non mi piaceva che mi mentisse, e che lo facesse così palesemente.
Ma non sopportavo di più il fatto che quelle ragazze le avremmo avute in classe tutto l’anno.
Non volevo dessero fastidio a mia sorella.
E non volevo che parlassero ancora in quel modo di lei.
 
Decisi che l’avrei protetta tutto l’anno.
Da chiunque le si avvicinasse per farle del male.
 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 
- Angolo Autrice – 

E qui arriva anche il secondo giorno di scuola.
Alcune ragazze hanno già iniziato ad attaccarsi a Jungkook, e a lui non sembra piacere molto questa cosa, e decide di proteggere la sorella.
Il “misterioso amico” di Jungkook si scoprirà nel prossimo capitolo, e forse ne rimarrete sorprese quando scoprirete chi è! xD
La protagonista ha già addosso gli sguardi delle compagne, succederà anche qualcos’altro?
Grazie come sempre a chi la legge, chi la mette tra le Preferite/Seguite/Ricordate e a chi la recensisce. Grazie davvero di cuore.
 
Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Cap 10: Avvertimenti! ***


PoV You
 
La prima settimana di scuola trascorse in fretta, a parte i primi due giorni, fortunatamente non successe nulla e le lezioni furono tranquille.
Il fine settimana lo avevo passato nello studio di Yoongi, dove mi aveva fatto cantare e mi aveva insegnato un po’ a comporre i mixtape, anche se non ero nemmeno lontanamente brava come lo era lui.
 
- Ti ci vuole solo un po’ di pratica, non pretenderai di saperlo fare fin da subito? – mi disse lui con un sorrisino in volto.
- Lo so che mi serve pratica… - dissi io gonfiando le guance.
- Beh, puoi venire ad esercitarti ogni volta che vuoi, lo sai che non mi dai fastidio. – disse lui, premendo un dito sulla mia guancia che tenevo ancora gonfia. 

Così io avevo passato da lui tutta la giornata di sabato e anche quella di domenica.
 
Con i miei genitori la situazione non era cambiata molto, ancora non ci parlavamo.
Almeno questo con mio padre.
Con mia madre avevo iniziato a scambiare qualche frase, ma non avevamo una chiacchierata molto lunga, giusto qualche minuto prima che io me ne andassi in un’altra stanza.
 
Jungkook invece aveva passato alcuni pomeriggi fuori casa, insieme al ragazzo che aveva rincontrato a scuola, anche se non me lo aveva ancora presentato nemmeno una volta.
Non potevo non ammettere di essere curiosa di conoscere questo suo amico, però non volevo nemmeno costringere mio fratello a presentarmelo se non voleva.
Dopotutto io gli avevo presentato Yoongi perché avremmo passato tutti gli intervalli dell’anno insieme, e poi perché non volevo un altro terzo grado come quello che mi aveva fatto il primo giorno che lo ha visto.
 
Il lunedì seguente io mi alzai un po’ in ritardo rispetto al solito, ma non abbastanza tardi per essere in ritardo per andare a scuola.
 
Scesi in cucina convinta di trovarci già Jungkook, ma rimasi un po’ delusa quando invece non trovai nessuno.
 
Non sentii nessun suono in casa, tranne quello che stavo facendo io per preparare la colazione.
Se Jungkook fosse stato sveglio, avrei sentito qualcosa…
 
Decisi così di provare ad andare a chiamarlo, magari stava ancora dormendo.
 
Salii le scale e bussai piano alla sua porta, senza però ricevere risposta.
Aspettai qualche secondo, poi senza fare troppo rumore, aprii la porta della sua camera e sbirciai dentro.
 
In quel momento Jungkook si girò su un fianco mugugnando nel sonno.
Io mi avvicinai piano piano e lo guardai.
Era rannicchiato con un braccio piegato su cui teneva appoggiata la testa.
Era la stessa identica posizione in cui dormiva quando eravamo piccoli, e io proprio come allora lo trovai fin troppo adorabile.
Iniziai così ad accarezzargli la testa, un po’ mi dispiaceva svegliarlo.
 
- Jungkookie… - lo chiamai come quando eravamo piccoli, tenendo il tono basso.
- Uhm… - rispose lui, aprendo lentamente gli occhi. 

Quando mi vide, batté più volte le palpebre, e poi si strofinò gli occhi con la mano.
 
- Y/N… - disse, con la voce impastata dal sonno.
- Dobbiamo andare a scuola, devi svegliarti o faremo tardi… - gli dissi, accennando un sorrido vedendolo così. 

Lui mi guardò per qualche secondo, poi spostò le coperte e iniziò ad alzarsi.
 
- Tu preparati, alla colazione ci penso io. – gli dissi, dirigendomi verso la porta della sua camera, per tornare in cucina.
- Uhm… - rispose lui, annuendo mentre si dirigeva verso il suo armadio, ancora con gli occhi semichiusi per il sonno. 

Appena finimmo di prepararci, uscimmo di casa e iniziammo a camminare verso la scuola.
Io mi rimisi una cuffia come facevo sempre, però questa volta offrii l’altra a Jungkook, anche perché non volevo che me la prendesse come era già successo.
 
- Vuoi…? – chiesi, tenendo la cuffia tra le dita.
- Uhm? Sì… - rispose lui, guardandomi sorpreso prima di prendere la cuffia ed infilarsela nell’orecchio. 

Misi qualche canzone che mi piaceva, ovviamente non i mixtape di Yoongi.
Se lui avesse scoperto che li avrei fatti sentire a qualcuno senza il suo permesso, si sarebbe arrabbiato parecchio con me, e non mi avrebbe fatto più andare nel suo studio o ascoltare le sue nuove creazioni per un bel po’, e io non volevo che questo accadesse.
 
Infatti, quando la settimana prima Jungkook ci aveva chiesto cosa stavamo sentendo, io avevo risposto in modo vago proprio perché stavamo sentendo i mixtape, anche se un po’ mi dispiaceva mentirgli.
 
Arrivati a scuola, Jungkook fu subito assalito dalle ragazze non appena entrò in classe.
Io andai dritta al mio posto, erano lo stesso gruppetto che avevo in classe l’anno prima, e proprio come allora, si attaccavano al ragazzo più bello della classe, anche se quest’ultimo non le guardava più di tanto.
E Jungkook era davvero il ragazzo più bello della classe, o forse addirittura dell’intera scuola.
 
Stavo tirando fuori i quaderni per la prima lezione, tra cui quello su cui disegnavo, che avrei tenuto nascosto, quando sentii chiamarmi.
 
- Buongiorno, Y/N! –
- Uhm? – 

Alzai lo sguardo verso la fonte di quella voce, e mi ritrovai davanti un mio compagno di classe con cui avevo passato anche l’anno precedente, che mi stava fissando in modo malizioso.
 
- Che vuoi? – gli dissi, guardandolo un po’ male.
- Come siamo cattive… svegliata dalla parte sbagliata del letto? – mi disse lui sorridendo. 

Io non risposi, continuai a guardarlo sospirando.
Proprio come c’era quel gruppetto di ragazze che se la tiravano, c’erano anche i ragazzi che si comportavano allo stesso modo, tra cui quello che avevo davanti a me in quel momento.
Anche l’anno prima aveva provato a rivolgermi la parola, ma a me non stava per niente simpatico, quindi non c’eravamo mai parlati molto.
Non era brutto, anzi, era piuttosto carino, e se quest’anno non avessimo avuto in classe Jungkook, probabilmente le ragazze si sarebbero attaccate a lui, e lui non le avrebbe di certo rifiutate, anche perché ci provava con qualsiasi ragazza della scuola.
 
E a me quel genere di ragazzo non piaceva per nulla.
 
- Perché non usciamo qualche volta? Potresti scoprire qualcosa di me che ti piace… - mi disse lui, appoggiando una mano sul mio banco mentre con l’altra mi aveva preso il viso e mi aveva sussurrato quelle parole sulle labbra.
- Te l’ho detto anche l’anno scorso. Quelli come te non mi piacciono per niente. – gli dissi, scansandogli la mano con cui mi teneva il viso.
- Uuh… mi piaci di più quando ti arrabbi… - disse lui. 

Io lo fulminai con lo sguardo, e ringraziai la campanella che in quel momento suonò, seguita dall’entrata in classe del professore, che fece sedere tutti al proprio posto.
 
- Che voleva quel tipo? È un tuo amico? – mi chiese Jungkook, sedendosi vicino a me e tirando fuori il quaderno.
- L’unico amico che ho è Yoongi, quel tipo ce l’avevo in classe anche l’anno scorso… - dissi, facendo una smorfia. 

Vidi Jungkook guardare nella direzione del ragazzo che poco prima era davanti a me, ma non capii la sua espressione.
 
Il resto delle lezioni passò in fretta, e presto suonò la campanella dell’intervallo.
 
Vidi il solito gruppetto che stava per avvicinarsi di nuovo a Jungkook, quando sentimmo una voce proveniente dalla porta della classe che lo chiamava.
 
- Kookie!! – 

Io appena sentii quel nome, riconobbi la voce, e mi girai verso il ragazzo che aveva parlato.
Era lo stesso ragazzo che era venuto a chiamarlo il primo giorno di scuola mentre eravamo con Yoongi.
Ora che lo vedevo bene, era davvero carino.
 
Vidi Jungkook guardarmi e ricambiai lo sguardo.
 
- Scusa, oggi gli avevo promesso che avremmo passato l’intervallo insieme perché dobbiamo fare una cosa. Salutami Yoongi. – mi disse, andando verso quel ragazzo.
- E quella ragazza chi è? – chiese lui, rivolto a Jungkook ma con lo sguardo che mi guardava incuriosito.
- È Y/N!! – disse Jungkook, lanciando uno sguardo di sfida al ragazzo. 

Nel frattempo che parlavamo, io e Jungkook ci eravamo avvicinati a lui, anche perché io dovevo uscire dalla classe per andare da Yoongi.
 
- Lui è Jimin. Voleva conoscerti. – disse Jungkook con tono rassegnato, vedendo lo sguardo curioso di Jimin su di me, e il mio che era altrettanto incuriosito su di lui.
- Oh, piacere. – dissi, arrossendo leggermente.
- Oh che carina. Piacere mio. – disse lui sorridendo e facendo un breve inchino. 

Essendo in quel momento vicino a lui, ne approfittai per guardarlo meglio.
Si notava subito che non fosse italiano, ma non dimostrava nemmeno la mia età, anche se aveva qualcosa che faceva capire che fosse più grande di Jungkook.
Aveva i capelli rosa, cosa che lo rendevano adorabile, e quando sorrideva era davvero tenero.
 
- È meglio che andiamo adesso, o vuoi passare qui tutto l’intervallo? – disse Jungkook, e a me parve un po’ spazientito.
- Ok ok, calmati. Non sto facendo nulla di male. – gli rispose Jimin sorridendo. 

Ci salutammo e io andai finalmente verso la classe di Yoongi, e lo trovai ad aspettarmi fuori dalla porta della sua classe.
 
- Scusa il ritardo, mi sono fermata un attimo a parlare. – gli dissi.
- Con Jungkook? –
- Ricordi il ragazzo che è venuto a chiamarlo il primo giorno di scuola? Me lo ha presentato. –
- Mmh? Ora capisco perché sei arrossita. – disse lui ghignando.
- Ehi! – risposi gonfiando le guance.
- Beh, non c’è nulla di male ad essere timidi. Non ti stavo prendendo in giro. – mi disse lui, e iniziammo ad avviarci al nostro solito posto. 

Passammo l’intervallo tranquillamente, parlando delle lezioni e ascoltando musica.
 
Quando tornai in classe, mancava ancora qualche minuto prima dell’inizio delle lezioni, e Jungkook non era ancora tornato.
 
Presi posto al mio banco, decisa a voler disegnare qualcosa per far passare il tempo, ma quando stavo per tirare di nuovo fuori il quaderno dei disegni, il mio braccio venne afferrato in malo modo e strattonato.
 
Mi girai verso il colpevole, e mi ritrovai davanti quel gruppetto, e tutte mi stavano guardando come se volessero incenerirmi.
 
- Che volete? – dissi, senza minimamente nascondere il fatto che mi facevano innervosire solo a guardarle.
- Non ti azzardare a rivolgerti a noi con quel tono! – disse una di loro, in tono minaccioso. 

Il problema è che a me non facevano né caldo né freddo le sue parole.
Erano quelle tanto brave a parole, ma quando si trattava di fatti non facevano nulla.
Altrimenti l’anno prima mi avrebbero fatto qualcosa.
 
- Che rapporti hai con Jungkook? – chiese un’altra, squadrandomi.
- Che vuoi dire? – chiesi. A loro che importava?
- Vieni sempre a scuola con lui e tornate a casa insieme… e non sembra per niente dispiacergli di stare seduto vicino a te… -
- Cosa gli hai fatto? È impossibile che tu ti avvicini ad un ragazzo… - disse un’altra.
- Gli abbiamo già chiesto se sei la sua ragazza… - disse la prima.
- E lui cosa vi ha risposto? – chiesi, un po’ incuriosita.
- Niente, se n’è andato senza risponderci. – rispose lei, voltando lo sguardo contrariata.
- Quindi perché dovrei dirvi qualcosa io? È Jungkook che volete, io che centro? –
- Semplice. Devi stargli lontano. A partire dal fatto di venire a scuola e tornare a casa con lui. E inoltre cambia anche banco. L’anno scorso non mi sembrava ti dispiacesse non avere nessuno seduto vicino a te. – continuò la prima che aveva parlato, guardandomi dall’alto in basso.
- Perché dovrei fare quello che volete voi? – chiesi alzandomi, e andando vicino alla ragazza guardandola con sfida, cosa che la spaventò un po’ e la fece indietreggiare. – E poi… abitiamo nella stessa casa, quindi non possiamo non venire a scuola insieme. – aggiunsi, senza però specificare che eravamo fratelli. 

Era meglio fargli credere qualcos’altro a loro, no?
 
L’anno prima non gli avevo mai risposto, quasi fingevo che non esistesse quando parlava, perché mi infastidiva e basta, ma in quel momento il mio corpo reagì da solo, anche io stessa ne fui sorpresa.
 
- Te ne pentirai. – disse lei, senza riuscire a nascondere un leggero tremolio nella voce. 

Detto questo, se ne tornarono tutte al proprio posto, perché era suonata la campana, e in quel momento arrivò anche Jungkook.
 

 
PoV Jungkook


Dopo che io e Jimin ci fummo allontanati dalla mia classe, andammo verso un’aula vuota, perché Jimin voleva allenarsi un po’ nel ballo anche durante l’intervallo scolastico.
Quando entrammo, io misi la musica dal mio cellulare, e lo guardai mentre ballava, correggendolo a volte se sbagliava un passo.
 
- Certo che Y/N è proprio carina. Nella mia classe non me ne piace nemmeno una. – disse Jimin quando fece una pausa per bere un po’ d’acqua.
- Sì, ma non provarci. È mia sorella. – dissi, guardandolo male.
- Lo so. Come fratellino sei proprio geloso lo sai. –
- Mph… - risposi, girando lo sguardo. 

Non mi piaceva l’idea che il mio migliore amico potesse mettersi con mia sorella, e poi non sarebbero mai andati bene come coppia, o almeno io non ce li vedevo per niente.
 
- Sai se ha già il ragazzo? –
- Jimin!! –
- Calmati, ero solo curioso. Comunque non credo sia il mio tipo, quindi puoi stare tranquillo. –
- Se ti mettessi con lei dovresti cambiare colore di capelli… a lei piacciono i colori scuri… - dissi con un sorrisino, volevo prenderlo un po’ in giro, però non stavo mentendo. - … l’unica cosa che so è che ha un migliore amico. Se avesse un ragazzo non passerebbe tutto il tempo con il suo amico no? –
- Magari il suo ragazzo non è di questa scuola… -
- Anche il fine settimana lo passa con il suo amico. –
- Oh… allora non credo che abbia il ragazzo. –
- Mhp… -
- Comunque… Fossi in te starei attento. – mi disse in tono serio.
- Che vuoi dire? –
- Beh, per quel poco che ho visto è molto timida e da quello che mi hai raccontato tu è dolcissima. Quindi se qualcuno vuole prenderla in giro ce la farà senza troppi problemi… sai di che parlo… -
- Se qualcuno prova a farle del male se la vedrà con me. – dissi deciso.
- Beh, meglio se non le capita nulla. – disse Jimin. 

In quel momento suonò la campana, ed entrambi tornammo nelle nostre rispettive classi.
 
Quando mi diressi al mio banco, notai lo sguardo della “capa” del gruppetto che mi assale tutte le mattine puntato su mia sorella, anche se cercava di nasconderlo.
Notai che il suo sguardo era un misto tra uno sguardo di sfida e uno spaventato.
Mi chiesi se per caso mi fossi perso qualcosa, ma quando mi sedetti vicino a mia sorella, la guardai, e la trovai tranquilla come al solito.
 
Non potevo sapere cosa fosse successo solo qualche minuto prima tra di loro.
 
Quando suonò la campana della fine delle lezioni, ricacciammo tutto nella cartella, e io notai che mia sorella non aveva riposto UN quaderno nello zaino, ma DUE.
Eppure ne usava solo uno per la lezione, però non sapevo se fosse il caso di chiederle qualcosa, magari era qualcosa che teneva per lei.
Anche se ero dannatamente curioso.
 
Uscendo dalla scuola, sentii un brivido lungo la schiena, come se qualcuno ci stesse osservando di nascosto, e quando mi girai indietro, vidi un ragazzo allontanarsi, ma ci stava dando le spalle in quel momento, quindi non poteva essere lui.
Che mi stavo immaginando qualcosa dopo la frase che mi aveva detto Jimin?
 
A proposito di Jimin, quando arrivammo al cancello della scuola, lo trovai lì ad aspettarci, che sorrise quando vide mia sorella.
 
- Vi va se facciamo un pezzo di strada insieme? – chiese, guardando entrambi.
- Sì certo, perché no? – disse mia sorella, girandosi a guardarmi. 

Io annuii ed iniziai a camminare, la casa di Jimin non era molto distante dalla nostra, quindi avremmo fatto quasi tutta la strada insieme.
Jimin camminò al fianco di mia sorella, e io continuavo a guardarlo con la coda dell’occhio.
 
Le faceva molte domande, forse troppe, e lei non rispondeva proprio a tutte.
Un po’ ne ero contento, non mi sarebbe dispiaciuto se fossero diventati amici, anche perché così quando io sarei uscito di nuovo con lui, sarebbe potuta venire anche lei.
Però non volevo che entrassero troppo in confidenza.
 
Già non sopportavo il fatto che Yoongi la conoscesse meglio di me, se poi ci si fosse messo anche Jimin...
Non ci volevo pensare.
Quando arrivammo al punto in cui dovevamo prendere strade diverse, Jimin salutò mia sorella baciandola sulla guancia, e io dovetti trattenermi dal volerlo spingere.
Insomma, non la conosceva nemmeno da un giorno.
Vidi lei arrossire e salutarlo con un filo di voce.
In quel momento notai che se fossero da soli e Jimin fosse un qualunque ragazzo, lei si sarebbe fatta abbindolare fin da subito, proprio come mi aveva detto Jimin poche ore prima.
Se arrossiva così per un bacio innocente sulla guancia, chissà se l’avrebbe baciata sulle labbra.
 
Ma che mi mettevo a pensare? Stavo viaggiando troppo con la fantasia.
 
Però su una cosa ero sicuro. La dovevo proteggere.
Stamattina avevo fatto finta di nulla, ma avevo visto quel ragazzo afferrarle il viso e parlarle sulle labbra, solo che poi le ragazze che avevo intorno mi avevano distolto l’attenzione da loro, quindi non avevo nemmeno visto come avesse reagito lei.
 
Quando Jimin se ne andò, riprendemmo a camminare, e io non smettevo di guardarla con la coda dell’occhio.
 
- Non sei davvero abituata ai ragazzi eh? – dissi, con tono scherzoso.
- Non sono abituata ad essere baciata sulla guancia… - rispose, gonfiando le guance.
- Ma se io lo faccio sempre. – dissi un po’ offeso, lasciandole un bacio veloce sulla guancia dopo averlo detto, e vedendola arrossire e abbassare lo sguardo.
- A parte te non l’ha mai fatto nessuno… - disse a bassa voce, ma non abbastanza da non farsi sentire.
- Beh, io non ho nessuna intenzione di smettere di farlo. – dissi aprendo la porta di casa, per poi baciarla di nuovo sulla guancia. 

Lei si bloccò sulla soglia e mi guardò avvampando, e io la guardai sorridendole, per poi dirigermi verso la mia camera, lasciandola lì dov’era.


-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
- Angolo Autrice – 

Finalmente scopriamo chi è l’amico di Kookie, e ovviamente non poteva che essere Jimin! XD
Scusate il ritardo, questo capitolo avrei dovuto postarlo ieri, ma ho avuto un po’ di difficoltà a scriverlo. ^^”
Molte cose che sarebbero dovute succedere in questa storia, che io avevo pensato prima di iniziare a scriverla, sono cambiate drasticamente, come ad esempio il fatto che la protagonista e Kookie fanno pace subito non sarebbe dovuto succedere, il fatto che non gli dispiaccia essere compagni di banco e di classe doveva essere il contrario proprio perché sarebbero dovuti essere ancora arrabbiati tra di loro a questo punto della storia, però mentre la scrivevo gli avvenimenti sono cambiati inserendo alcune scene, tipo quella del temporale, e quindi adesso devo pensare bene come scriverla, perché non vorrei cambiarla a tal punto da non riuscire ad inserire alcune scene che ritengo le più importanti, e con cui senza di esse la storia non avrebbe molto senso.
 
Spero che vi sia piaciuto e ringrazio chi lo leggerà, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate e a chi lascia una recensione.
 
Bacioniii <3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Cap 11: Scoperte! ***


PoV You

 
Rimasi qualche minuto bloccata sulla soglia, guardando mio fratello salire le scale e sparire in cima ad esse.
la mia mano si era posata sulla guancia, le dita che sfioravano il punto esatto dove poco prima le labbra di Jungkook si erano posate, non UNA, ma ben DUE volte.
 
Sentivo le mie guance in fiamme, insomma, già per me era imbarazzante quando lo faceva appena sveglio la mattina, ora lo faceva pure per strada? Davanti a casa nostra?
 
Fu la voce di mia madre a risvegliarmi.
 
- Y/N, va tutto bene? –
- Eh? S-sì… tutto bene… - dissi io un po’ vaga. 

Ovviamente non mi andava di parlare con lei, né di questo, né di qualsiasi cosa in generale.
Così, mi diressi subito in camera mia, e scesi solo una mezz’ora dopo, quando fui tranquilla, per prepararmi il pranzo.
 
Quando tornai in camera mia, decisi di disegnare qualcosa, per svuotarmi la mente.
Così, mi sedetti alla mia scrivania e presi il mio quaderno che portavo a scuola, aprendolo sull’ultimo disegno che avevo fatto, cioè l’action figure che mi aveva regalato Jungkook.
 
Guardando quel disegno, ripensai a quel giorno, a come lui mi aveva chiesto se mi piacesse, per poi sparire e probabilmente comprarla in quel momento, per poi consegnarmela una volta arrivati a casa, dicendomi che non potevo rifiutarla.
Mi spuntò un sorriso al pensiero, perchè in quel momento lo avevo trovato dolcissimo, nonostante il mattino sembrava che avesse qualcosa.
 
Mentre disegnavo, stavo ascoltando come sempre i mixtape di Yoongi.
Ormai ascoltavo più quelli delle altre canzoni che mi piacevano, ma non potevo farci nulla.
Quei mixtape mostravano un lato di Yoongi che non puoi conoscere appena lo vedi per la prima volta, sembrava quasi un’altra persona, però in tutte le canzoni, si può percepire benissimo che ci mette il cuore, e forse è proprio questo che adoravo di più in tutto quello che componeva.
Ci mette anima e corpo in ogni suono, in ogni parola del testo.
Finii per disegnare alcuni personaggi del videogioco che mi piaceva, e quando ebbi finito il disegno, decisi di riposarmi un po’, quindi andai verso il mio letto e dopo essermi sdraiata, chiusi gli occhi.
 

 
PoV Jungkook
 
 
Dopo essermi diretto in camera mia, accesi il pc per giocare a Overwatch, e ci rimasi attaccato per qualche ora.
 
Mentre giocavo, involontariamente ripensai a quando ci avevo giocato con Y/N, e mi ero decisamente divertito di più a giocare con lei che giocando da solo.
Subito dopo mi tornò in mente quando il giorno prima di giocare Overwatch insieme, avevamo giocato il suo gioco preferito.
Io preferisco gli sparatutto, però anche quello non mi era dispiaciuto per nulla, e mi sarebbe piaciuto giocarlo almeno una volta dall’inizio, perché mi incuriosiva la storia del gioco.
Così, visto che il solo pensiero mi deconcentrava dal gioco che stavo facendo in quel momento, decisi di provare a chiedere a mia sorella se poteva prestarmi un gioco, dopotutto di quella saga mi aveva detto di averne tre, quindi il primo avrebbe già dovuto finirlo.
 
Dopo aver spento il mio pc, mi diressi verso la camera di mia sorella, e mi bloccai davanti alla sua porta.
 
Dalla camera non sentivo provenire alcun suono, di nessun genere.
E se fosse uscita e io non l’avessi sentita?
 
Provai a bussare piano, e dopo la terza volta che non ricevetti risposta decisi di provare ad aprire la porta piano, per non rischiare di spaventarla.
Infilai la testa nello spazio che avevo aperto e guardai all’interno.
Stavo per richiuderla pensando che davvero non ci fosse, e che fosse uscita da qualche parte, quando la vidi.
Era sdraiata sul letto, e dava le spalle alla porta.
Mi avvicinai piano al suo letto e mi sporsi per guardarla.
Come pensavo stava dormendo, e rimasi per un po’ imbambolato a fissarla.
 
Era proprio identica a quando era piccola.
Dormiva ancora rannicchiata su sé stessa, e ricordo che spesso da piccola teneva stretto a sé un cuscino, tranne quando dormivamo insieme.
Guardai il suo viso così rilassato, e mi soffermai a guardare ogni suo particolare, dato che mentre dormiva potevo approfittarne.
Guardai i suoi capelli lunghi, che inconsciamente iniziai ad accarezzare e giocarci con le dita, il suo corpo rannicchiato, per poi finire sul suo viso, sui suoi occhi, il naso e… le labbra.
 
Mi leccai le mie mentre gliele fissavo, e mi tornò in mente il giorno che le avevo fatto il solletico, ed eravamo finiti con i visi decisamente TROPPO vicini, soprattutto le labbra.
 
Se lei non mi avesse chiamato, in quel momento non sapevo cosa sarebbe successo.
L’unica cosa di cui ero certo, era che non avevo nessuna intenzione di muovermi di un millimetro.
Però… è mia sorella, non posso fare certe cose.
Perché divento così con lei?
Sono proprio un pessimo fratello.
 
Mi alzai girandomi e guardando la sua camera.
La prima volta che ci ero entrato l’avevo guardata, ma non con molta attenzione, perché mi premeva di più chiarire con lei, e la seconda volta avevamo passato il pomeriggio a giocare.
 
Quindi mi misi a gironzolare guardando le librerie che aveva contro una parete, notando che erano occupate principalmente di manga piuttosto che di libri.
Notai che alcuni titoli che aveva erano gli stessi che piacevano a me, e pensai che non era poi così maschiaccio come l’avevo vista all’inizio, dato che alcuni parlavano di storie d’amore, anche se c’era sempre un particolare strano in ogni storia, che si trattasse di superpoteri o creature fantastiche.
Sulle mensole c’erano videogiochi e action figure, e notai che la mia che le avevo regalato non c’era.
Iniziai a guardare ovunque, cercandola, e mi scappò un sorriso quando la vidi sulla scrivania.
 
Mentre la stavo guardando, il mio sguardo cadde sul quaderno aperto sulla scrivania, e mi avvicinai prendendolo in mano, guardando incuriosito la pagina su cui era aperto.
Su una pagina c’era il disegno dell’action figure, mentre sull’altra c’erano disegnati i personaggi del videogioco, che io riconobbi dato che erano quelli che avevamo usato quando avevamo giocato insieme.
 
Era davvero brava a disegnare, tanto che i personaggi sembravano reali.
Stavo per girare pagina, per vedere cos’altro aveva disegnato, quando il quaderno sparì letteralmente dalle mie mani.
 
Non capendo cosa fosse successo, mi girai, ritrovandomi mia sorella vicino, che stringeva a sé il quaderno, rossa in volto.
 
- C-che ci fai in camera mia? –
- Eh? Ah… - risposi, preso alla sprovvista. 

Mi aveva sorpreso talmente tanto che non riuscivo a risponderle.
E poi dopo averla guardata dormire e aver gironzolato per la sua stanza, mi ero quasi dimenticato il motivo per cui ero venuto da lei.
 
- Volevo chiederti… se potevi prestarmi un videogioco… - dissi, grattandomi la testa imbarazzato.
- Q-quale gioco vuoi? –
- Quello che mi avevi fatto provare, se ne hai uno finito. –
- Sì… aspetta… - 

La guardai mentre rimetteva in cartella il quaderno e si dirigeva verso la mensola su cui teneva i videogiochi, prendendone uno.
 
- La PsVita ce l’hai? – mi chiese guardandomi.
- Ah… no… -
- Allora ti presto la mia. – 

Prese la console e il videogioco e venne verso di me, consegnandomeli.
Io alzai lo sguardo su di lei dopo averli presi, e notai che aveva ancora le guance parecchio rosse.
 
Forse si vergognava a mostrare i suoi disegni? Eppure era davvero brava…
 
- Che stavi facendo prima con il mio quaderno in mano? – mi chiese dopo che passammo qualche minuto nel silenzio più totale.
- Ah? Ehm… ho visto il disegno dell’action figure… -
- Solo quello? –
- …anche quello nella pagina a fianco… -
- Uhm… ok… - 

Vidi che teneva lo sguardo basso, come se non volesse guardarmi…
 
- Ti vergogni a mostrare i tuoi disegni? – chiesi, guardandola.
- Non…li ha mai visti nessuno… - disse lei con un filo di voce.
- Nessuno? Nemmeno Yoongi? – chiesi un po’ sorpreso.
- No… - 

Io la guardai nascondendo un sorriso appena accennato.
Almeno adesso conoscevo qualcosa che nemmeno Yoongi sapeva.
Però vedendola reagire così, mi sentivo un po’ in colpa per averle sbirciato il quaderno.
 
- Scusa… - dissi, abbassando lo sguardo.
- Non fa niente… non credo che sarei riuscita a nasconderli per sempre comunque… - rispose lei, accennando un sorriso. 

Io rialzai lo sguardo su di lei, e in quel momento mi suonò il cellulare che tenevo in tasca.
 
Quando guardai lo schermo, vidi che era una chiamata da parte di Jimin, così risposi subito.
 
- Pronto? –
- Ehi, volevo sapere se domani sei libero. –
- Dopo la scuola? Sì, perché? –
- Perché vorrei fare ancora pratica sul ballo che sto preparando e mi servi per dirmi dove sbaglio. Sai che su queste cose sei l’unico di cui mi fido. –
- E va bene… vengo da te subito dopo la scuola? –
- Sì… ehi! Perché non porti anche tua sorella? –
- Cos-perché? – chiesi alzando leggermente il tono di voce senza accorgermi.
- Beh, così possiamo conoscerci meglio no? E poi posso AIUTARTI a conoscerla meglio, capito? – 

Ci pensai un attimo.
Sapevo cosa voleva dire Jimin.
Voleva aiutarmi a recuperare tutto quello che potevo sapere di lei di cui Yoongi era già a conoscenza, anche se in quel momento avevo appena scoperto qualcosa che neppure lui sapeva.
 
Guardai mia sorella che in quel momento si trovava davanti alla sua libreria, probabilmente per scegliere quale manga leggere.
 
- Ehi, Y/N… -
- Che c’è? – disse, girandosi verso di me.
- Jimin vuole sapere se domani ti va se andiamo da lui. Vuole che vieni anche tu. –
- Eh? Mmh… v-va bene… - disse, ed io la vidi arrossire. 
 
- Ok, Jimin, ci sarà anche Y/N domani. –
- Perfetto, allora ci vediamo domani a scuola. – mi disse lui particolarmente felice.
- Ok, ciao. – 

Quando riattaccai, sentii di essere osservato, e infatti alzando lo sguardo, vidi Y/N che mi fissava.
 
- Dove vuole andare domani Jimin? –
- Vuole che lo aiuto a perfezionare un ballo che sta preparando… -
- Oh, è un ballerino? –
- Sì, ed è anche piuttosto bravo. – 

Dopodichè calò il silenzio, e io pensai che forse era meglio se me ne tornavo in camera mia.
 
- Sarà meglio che vada ora… mi dispiace averti svegliata… - dissi, avviandomi verso la porta.
- …Perché non rimani qui? – mi disse lei, quasi sussurrandolo. 

Io mi girai a guardarla sorpreso.
 
- Insomma… potrei aiutarti con il gioco… -
- Va bene… - dissi dopo averci pensato un po’, e la vidi guardarmi un attimo, mentre un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra. 

Così, lei prese una pila di manga dalla libreria, aveva deciso di iniziare una nuova serie, e andò a sdraiarsi sul letto, mentre io presi un cuscino e mi sedetti appoggiato ai piedi del letto.
Lei si era sdraiata in modo da essere con la testa dalla mia parte, così se dovevo chiederle qualcosa che riguardava il gioco, le bastava solo avvicinarsi un po’.
 
Alcune volte fingevo di non sapere qualcosa solo per averla più vicino a me, e invece di ascoltarla come avrei dovuto fare, la guardavo con la coda dell’occhio.
 
Passammo così tutta la sera, anche dopo aver cenato, e quando la sentii iniziare a sbadigliare, spensi la console dopo aver salvato il gioco, e mi alzai per tornare in camera mia, mentre lei riordinava i manga sul comodino e si preparava per andare a dormire.
 
- Buonanotte Y/N. – le dissi, baciandola sulla guancia.
- B-buonanotte… - mi disse lei, alzando lo sguardo su di me. 

Mi scappò un sorriso vedendola arrossire.
Era davvero carina.

 
 
PoV You
 
 
Il mattino seguente andammo a scuola e le lezioni passarono tranquillamente, anche se per tutto il tempo avevo sentito lo sguardo di Yuna, la “capa” del solito gruppetto che attaccava Jungkook, su di me, ma io non l’avevo degnata di uno sguardo.
 
Quando l’ultima ora finì, io e Jungkook uscimmo insieme dalla classe, trovando Jimin ad aspettarci fuori dalla porta.
 
- Sei peggio di uno stalker sai hyung? – disse in tono sarcastico Jungkook lanciandogli un’occhiata, mentre lui rispose sorridendo.
- Ciao, Y/N. come sono andate le lezioni oggi? – rispose Jimin, guardandomi.
- Ciao, bene. Per fortuna non sono ancora partiti con verifiche o interrogazioni. – dissi io, guardandolo.
- Eh? Verifiche e interrogazioni? Da noi ne hanno già fatta qualcuna invece… - rispose, sporgendo il labbro inferiore in un tenero broncio.
- Immagino che tu sia stato interrogato vero? – disse Jungkook sogghignando.
- Ehi! Guarda che non sono tonto, me la sono cavata… - rispose lui, guardandolo male.
- Dai ragazzi non litigate, e poi presto inizieranno anche con noi, quindi è meglio se studiamo. – dissi, cercando di mantenere la calma tra i due.
- Già, e poi adesso ho cose più importanti a cui pensare. – disse Jimin, sorridendo soddisfatto. 

Nel frattempo stavamo camminando, e solo quando non stavamo più parlando, mi accorsi che la strada che avevamo fatto non era quella di casa, ma eravamo andati verso il centro.
 
- Scusate, ma dove stiamo andando? – chiesi, guardandomi intorno.
- Qui in centro ho trovato uno studio abbandonato pochi giorni dopo essermi trasferito qui, ed è il luogo in cui per ora ho passato più tempo. – disse Jimin, andando verso un edificio che io sapevo che non usava nessuno. 

Quando entrammo, seguimmo Jimin che ci guidò verso un’enorme sala in cui una parete era completamente ricoperta di specchi, e dopo aver appoggiato sulle sedie le nostre cartelle, io seguii Jungkook che era andato a sedersi contro la parete opposta a quella degli specchi, e mi sedetti vicino a lui, mentre Jimin andò al centro, girato verso gli specchi.
 
Jungkook aveva tirato fuori dalla cartella uno speaker Bluetooth rosso, e lo aveva collegato al telefono, da cui fece partire la musica.
 
Io mi girai verso Jimin e rimasi sorpresa appena iniziò a ballare.
 
Era davvero bravissimo.
 
I suoi movimenti erano molto sciolti, e guardandolo ballare, percepivi tutte le emozioni trasmesse dalla canzone nei suoi passi.
 
Rimasi incantata a guardarlo, e non riuscii a togliergli gli occhi di dosso.
 
Le canzoni su cui doveva ballare erano tre, e dopo averle provate tutte almeno una volta, Jungkook iniziò a dirgli quello che secondo lui doveva perfezionare, e Jimin continuò a provare e riprovare finchè entrambi non furono soddisfatti del risultato.
 
- Ti piace? – mi chiese Jimin quando fece una pausa dopo aver ballato per qualche ora, e si avvicinò a noi per bere un po’ d’acqua.
- Eh? – chiesi spaesata.
- Ti piace come ballo? – mi richiese, sorridendomi.
- Sì… Sei davvero bravissimo. – gli dissi arrossendo leggermente.
- Oh… grazie… - disse lui, un po’ imbarazzato. 

Jungkook ci guardò senza dire nulla, e mentre Jimin si sdraiò un po’ sul pavimento per riprendere fiato prima di ricominciare, mise un po’ di musica.
 
Io involontariamente, iniziai a canticchiare la seconda che aveva messo, dato che era una che piaceva parecchio anche a me, ma abbassai quasi totalmente il mio tono di voce, mi imbarazzava troppo cantare davanti a qualcuno.
 
Anche Jimin iniziò a cantare, lui però tenendo il tono normale, non basso come il mio, e mi sorpresi constatando che era bravissimo anche in quello.
A questo punto mi chiesi se c’era qualcosa che non sapesse fare.
 
Passammo così un po’ di tempo a cantare, o meglio, io a canticchiare a bassa voce mentre Jimin cantava.
 
A un certo punto però, la mia attenzione andò verso un piccolo particolare che sentii.
Oltre la mia voce sussurrata e quella di Jimin, sentii anche un’altra voce, anche se era flebile, e quando mi girai verso Jungkook, essendo l’unica persona lì presente oltre a me e Jimin, non appena incontrò il mio sguardo, si zittì e girò lo sguardo altrove.
 
Stava cantando anche lui?
 
In quel momento mi sentivo davvero curiosa, volevo sentirlo ancora, anche perché siccome non stava cantando come Jimin, non ero riuscita a sentirlo bene, e volevo sentire la sua voce.
 
Però non potevo chiedergli di cantare, non dopo che avendomi vista che lo guardavo, si era zittito subito.
Forse come me si imbarazzava a cantare?
 
- Riprendiamo? – disse Jimin svegliandomi dai miei pensieri, e io vidi Jungkook concentrarsi sul telefono in cerca della canzone da mettere, e poi su Jimin e i passi che faceva. 

Quando fu quasi ora di cena, decidemmo di andare a casa, anche perché Jimin era davvero stanco dopo tutte quelle ore di prove, per pranzo avevamo giusto comprato un panino nel panificio poco distante dall’edificio.
 
- Ricordati i punti su cui ti ho corretto più volte, per il resto va tutto bene. – disse Jungkook a Jimin quando arrivammo al punto in cui le nostre strade si dividevano.
- Ok, grazie Kookie. Ti devo un favore. – gli rispose lui, e io non notai che dicendolo gli aveva fatto l’occhiolino. – Allora ci vediamo Y/N! – aggiunse, rivolto a me, con un sorriso.
- Sì! Ci vediamo Jimin. – risposi io con un sorriso. – Sei davvero un grande ballerino, potresti diventare famoso. – aggiunsi.
- Così mi fai arrossire. – rispose lui, arrossendo leggermente. 


- E poi, non hai visto ballare Kookie. – mi sussurrò all’orecchio, in modo che Jungkook non sentisse. 
 

In quel momento sentii lo sguardo di mio fratello addosso, e girandomi a guardarlo, vidi che si stava mordendo il labbro inferiore mentre fissava Jimin che si trovava ancora vicino a me.
 
Jungkook sapeva ballare?
 
Jimin notando lo sguardo di Jungkook si staccò da me, e ci salutò avviandosi verso casa sua, e io e mio fratello iniziammo ad andare verso la nostra.
 
Se prima ero già curiosa di sentirlo cantare, adesso per colpa di Jimin ero anche curiosa di vederlo ballare…
Il punto è…
Se glielo avessi chiesto, lui cosa risponderebbe?
 
Dato che quando lo avevo visto cantare si era zittito, probabilmente non sarei mai riuscita nemmeno a vederlo ballare, e questo pensiero mi rattristava un po’…
Volevo conoscerlo meglio… recuperare gli anni che ci avevano tenuti divisi…
Però io non potevo lamentarmi…
Io stessa per prima non volevo che mi sentisse cantare, come invece era successo una volta, e non volevo mostrargli i miei disegni, o meglio, mi imbarazzavo a fare entrambe le cose, quindi non potevo dire nulla se lui non voleva farsi vedere mentre ballava o farsi sentire mentre cantava…
 
- Y/N… Y/N!!! – mi chiamò la voce di Jungkook, e notai solo in quel momento che mi stava sventolando una mano davanti al viso, di cui non mi ero nemmeno accorta.
- C-che c’è? – chiesi, girandomi verso di lui.
- Hai la testa tra le nuvole? – mi chiese.
- Eh? No… stavo pensando… -
- … a Jimin? –
- …Cosa? – lo guardai sorpresa. Che centrava Jimin? 

Lui non rispose ed entrò in casa, nemmeno mi ero accorta che fossimo arrivati.
 
- Jungkook! – dissi, afferrandolo per il polso dopo essere entrati in casa e prima che sparisse in camera sua.
- Che c’è? – mi chiese lui.
- Perché mi hai chiesto se stavo pensando a Jimin? – gli chiesi, guardandolo dritto negli occhi.
- Ho…visto come lo guardavi mentre ballava… - disse lui, abbassando lo sguardo.
- E quindi? Non avevo mai visto nessuno ballare, è normale se rimango sorpresa no? E poi lui è davvero bravo. –
- Io sono più bravo di lui. – disse lui a bassa voce mettendo il broncio, ma io riuscii a sentirlo comunque.
- Mi credi se ti dico che non stavo pensando a lui? – gli chiesi abbassando un po’ il tono di voce, non volevo finire per litigare con lui, senza motivo poi.
- E allora a chi? Sembravi davvero con la testa tra le nuvole poco fa… e poi cosa ti ha detto Jimin prima che non voleva che io sentissi? – disse continuando a tenere quel tenero broncio. Sembrava un bambino che fa i capricci.
- … Veramente stavo pensando a te… e la cosa che mi ha detto Jimin… non posso dirtela scusa… - gli dissi, dicendogli una mezza verità. 

È vero che stavo pensando a lui, ma non volevo dirgli cosa mi aveva detto Jimin, perché se lui me lo aveva sussurrato per non farsi sentire da Jungkook, un motivo c’era.
 
Lui mi guardò sorpreso quando finii la frase, probabilmente perché non si aspettava di essere lui quella persona, e smise di tenere il broncio.
 
- Va bene, ho capito… buonanotte Y/N. – mi disse, avvicinandosi e baciandomi sulla guancia, per poi andare verso la sua camera e chiudere la porta dietro di sé. 

Solo nel momento in cui si staccò da me mi accorsi che gli stavo ancora tenendo il polso, per poi mollarlo quando mi aveva baciato sulla guancia.
Rimasi qualche secondo a fissare la sua porta, poi andai verso la mia e mi chiusi in camera.
Forse era meglio andare a dormire e non pensare a nulla.
 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 
- Angolo Autrice – 


Ecco un altro capitolo in cui succedono un po’ di cose.
I due fratelli ricordano alcuni avvenimenti successi nei giorni precedenti (soprattutto il solletico xD )
Jimin avendo invitato anche la protagonista al pomeriggio con Jungkook, fa scoprire (una volontariamente e una no) due cose che lei non sapeva sul fratellino, anche se prima che le scopra definitivamente ci vorrà ancora un po’, e Jungkook scopre che lei disegna, anche se ha potuto vedere solo due disegni (chissà quando scoprirà che molti disegni sono su di lui 😉)
 
In questo capitolo scopriamo anche come si chiama la “capa” del gruppetto di ragazze, anche perché non posso continuare i capitoli senza dire almeno un nome quando appariranno ancora loro no? xD
 
E fa la sua apparizione anche il famoso speaker di Jungkook da cui lui non si può separare! (non potevo non metterlo, e questa scena con Jimin lo richiedeva quindi…)
 
Spero che questo capitolo vi piaccia, e come sempre ringrazio chi la legge, chi l’ha aggiunta alle Preferite/Seguite/Ricordate e a chi la recensisce.
 
Al prossimo capitolo, un bacione. :3

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Cap 12: Complotti! ***


PoV Zero
 
 
Non appena la ragazza arrivò davanti al cancello della scuola, sempre accompagnata dallo stesso ragazzo, uno sguardo non molto lontano da dove si trovava lei si girò a guardarla, e si contrasse in uno sguardo accigliato quando per un millesimo di secondo guardò il ragazzo vicino a lei, per poi tornare a posarsi su quest’ultima.
 
Ben presto la coppia venne raggiunta da un secondo ragazzo, e questo fece innervosire di più la persona che stava guardando il gruppetto da lontano.
Il suo sguardo tornò a posarsi sulla ragazza, il suo unico interesse.
Non gli interessavano minimamente quei due, solo e soltanto la ragazza.
Solo che vederli così vicino a lei, lo facevano parecchio innervosire.
 
Possibile che non si separassero mai?
 
Ormai erano passate due settimane di scuola, e non c’era stato giorno che avesse visto anche solo per qualche minuto quella ragazza da sola.
Veniva a scuola e tornava a casa con lo stesso ragazzo, all’intervallo se ne aggiungeva un altro, e adesso sembrava essersene aggiunto un terzo.
 
Si chiese se sarebbe mai riuscito ad avvicinarla di questo passo.
Voleva aspettare il momento giusto, sperando che lei restasse almeno qualche minuto da sola, ma era SEMPRE in compagnia di qualcuno, e questo non gli piaceva per nulla.
 
Stava iniziando a spazientirsi, non voleva aspettare ancora.
Era il tipo di persona che quando si fissa su qualcosa, la vuole all’istante, senza aspettare nemmeno un secondo, e quella ragazza la voleva, oh se la voleva.
 
Le ragazze della sua classe erano tutte il classico tipo che se la tira e fa di tutto per farsi notare…
Mentre quella ragazza…
Non sembrava per nulla quel genere…
Anzi…
Sembrava il classico tipo timido che si imbarazza per qualsiasi cosa, anche la più semplice...
Ed era proprio il tipo di ragazza che voleva in quel momento…
 
L’unico problema era avvicinarla quando era sola, cosa che non succedeva mai…
Anzi…
Per poco non si faceva pure beccare a spiarla…
 
Il ragazzo che era sempre con lei al mattino e all’uscita di scuola, la settimana prima, proprio mentre stavano uscendo per tornare a casa, si era girato indietro all’improvviso, come se si sentisse osservato, e infatti era proprio quello che era successo…
 
Si morse il labbro a quel ricordo…
Se non si fosse accorto subito e quindi girato fingendo di andare nella parte opposta, quel ragazzo l’avrebbe sicuramente beccato, e lui non voleva questo…
 
O i suoi piani sarebbero saltati…
 
Continuando a fissare il gruppetto, si accorse di non essere l’unico a fissare quei tre da lontano.
 
Infatti, poco lontano da lui, vide un gruppetto di ragazze, probabilmente del secondo anno, e una di loro in particolare stava fissando la ragazza come lui…
La riconobbe subito, sapeva che si chiamava Yuna perché aveva sentito dei ragazzi della sua classe parlare di lei mentre la guardavano durante l’intervallo la settimana prima.
Ma lei non guardava quella ragazza nel modo in cui la stava fissando lui, ma il suo sguardo era carico d’odio, anche se lui non riuscì a spiegarsi il motivo.
 
Si chiese cosa mai quella ragazza che ai suoi occhi sembrava così innocente avesse fatto a quella che stava fissando ora, che le stava rivolgendo quello sguardo…
Ma ben presto capì, o almeno si fece un’idea di cosa potesse essere, quando vide lo sguardo di Yuna mutare quando invece della ragazza guardò il ragazzo di fianco a lei…
 
Era gelosia…
 
Come lui si innervosiva guardando il ragazzo che accompagnava sempre la sua preda, quella ragazza si innervosiva guardando lei…
 
Però lui non era geloso…
Dei ragazzi che la circondavano non gli importava nulla, ma gli dava solo fastidio che le stessero sempre vicino…
 
Doveva escogitare qualcosa per allontanarli… anche solo per qualche minuto…
Giusto il tempo per mettere a punto il suo piano…
 
Così, continuando a guardare con la coda dell’occhio Yuna che continuava a guardare male la ragazza, decise che se voleva fare più in fretta, doveva usare lei per avvicinarsi alla ragazza.
 
Così, andò verso Yuna, e quando fu abbastanza vicino al gruppetto, tutte le sue compagne si girarono a guardarlo, in adorazione.
 
Ormai era abituato a quegli sguardi, talmente abituato che non ci faceva nemmeno più caso, proprio perché era stanco di quel tipo di ragazze.
 
Come a lui piaceva provarci con tutte le ragazze, sapeva che anche loro erano così…
Non gli interessava chi fosse, bastava solo che fosse il ragazzo più bello della scuola…
Così da far ingelosire le altre ragazze…
 
Volevano solo farsi vedere…
 
Guardò Yuna per qualche secondo, l’unica che ancora non si era girata a guardarlo, e vedendo che lei non accennava minimamente a rivolgere la sua attenzione su di lui, fece qualche piccolo colpo di tosse per far notare la sua presenza.
 
- Mmh? Che vuoi? – chiese lei lanciandogli un’occhiataccia, per poi rivolgere di nuovo lo sguardo verso il suo unico interesse.
- Posso parlarti un secondo? Non ci impiegherò molto. – disse lui, guardandola fissa negli occhi.
- Non ho tempo ora. Come vedi sono occupata. –
- Oh, invece è qualcosa che ti interesserà molto a giudicare dove stai guardando… - disse lui ghignando.
- Che vuoi? – disse lei, guardandolo.
- Voglio parlare… in privato! – e sottolineò l’ultima parola. 

Lei sembrò pensarci su, dopodiché annuì leggermente e seguì il ragazzo che aveva iniziato a dirigersi verso l’interno della scuola.
 
Lui si fermò solo quando arrivarono allo stanzino delle scope non molto lontano dall’entrata, voleva parlare il prima possibile, e quello era l’unico posto più appartato nella vicinanze.
 
Lei lo guardò un po’ titubante, poi lo seguì, e lui chiuse la porta a chiave dietro di lei, avendo notato che qualcuno aveva lasciato le chiavi nella serratura, per poi farla appoggiare ad essa e avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
 
- C-che vuoi fare? – chiese lei arrossendo. 

Ecco, come pensava lui.
Era la solita ragazza che fa tanto la superiore ma che infondo nasconde solo il fatto di essere una codarda.
 
- Ti piace quel ragazzo? – chiese semplicemente lui, ghignando quando vide che la ragazza appena sentita la domanda sobbalzò, per poi arrossire.
- A-a te che importa? – disse lei, abbassando lo sguardo.
- Mi importa, o meglio… non me ne frega niente… ma mi interessa la ragazza insieme a lui… - le sussurrò all’orecchio, cosa che la fece sobbalzare di nuovo.
- P-perché ti interessa lei? – chiese la ragazza guardandolo.
- A te che importa? – rispose lui ritorcendogli la domanda che gli aveva fatto lei poco prima.
- Tutte le ragazze della scuola sono migliori di lei. – disse, imbronciata.
- Ahahah… tu credi? Se tutte le ragazze della scuola sono come te credimi… siete peggiori di lei, non migliori. – disse lui sorridendo.
- Ehi! Come ti permetti? –
- Come ti permetti tu di dire certe cose su quella ragazza. –
- Non la conosci… -
- Perché? Tu sì? –
- È in classe con me… e lo era anche l’anno scorso… -
- Hai mai provato a conoscerla VERAMENTE? –
- Perché dovrei voler conoscere qualcuno con cui non ho nulla in comune? Non le piace quasi nulla di femminile. È fissata solo con i videogiochi e i manga… -
- Puoi anche andare d’accordo senza avere nulla in comune… sennò sai che noia… -
- Era di questo che volevi parlarmi in privato? Potevi dirmelo anche davanti alle mie amiche… -
- Non sono ancora arrivato al punto della questione. Solo che non mi dispiace torturarti un pochino nel frattempo. – disse lui con la sua voce profonda al suo orecchio, mentre una sua mano aveva iniziato a risalirle la coscia, facendole scappare un gemito.
- S-smettila… -
- Perché? Non vuoi davvero che smetta… - le sussurrò in modo sensuale all’orecchio, per poi morderglielo leggermente. 

Lei cercò di allontanarlo appoggiando le sue mani sul petto del ragazzo, ma non riuscì perché in fondo non le stava dispiacendo ricevere quelle attenzioni, anche se in quel momento avrebbe preferito un altro ragazzo invece di quello che si trovava di fronte, ma gli piaceva anche lui.
 
- Cosa vuoi da me? – disse lei con il fiato corto, per colpa delle sue carezze che sembrava non accennare a fermare.
- Nulla di troppo difficile. Voglio solo che tieni impegnato per un po’ quel ragazzo che ti piace tanto mentre io avvicinerò quella ragazza… - rispose lui, sussurrando quelle parole.
- E… io cosa ci guadagno? –
- Beh, il ragazzo che vuoi no? Una volta che io avrò avvicinato quella ragazza, lui non le starà più così vicino, e quindi sarà tutto tuo… - nascose un ghigno mentre lo diceva.

Era troppo facile illuderla, anche perché non credeva proprio che a quel ragazzo piacesse una come Yuna. 

Questa sentendo quella frase sospirò sorridendo, già stava immaginando di poter stare con quel ragazzo che tanto voleva.
 
Lui la osservò per qualche secondo.
 
- Allora? Mi aiuterai? – le chiese.
- Sì… - 

Si scambiarono uno sguardo, poi il ragazzo allontanò le mani da lei e riaprì la porta dello stanzino, proprio nell’esatto momento in cui suonò la campana, ed uscirono dirigendosi ognuno nella propria classe.

 
 
PoV You
 
 
Appena arrivai a scuola insieme a Jungkook, non appena varcammo il cancello vidi una chioma rosa avvicinarsi sempre di più a noi, e fermarsi quando ci raggiunse.
 
- Buongiorno Jimin. – dissi sorridendo, guardandolo mentre riprendeva fiato dato che aveva corso.
- Buongiorno Y/N! – disse lui poco dopo, sorridendo. 

Jungkook lo salutò con un semplice cenno del capo.
 
- Buongiorno Y/N! – disse una voce dietro di me che mi fece sobbalzare tanto era bassa. 

Girandomi, mi ritrovai di fronte Yoongi, ancora evidentemente addormentato.
 
- Buongiorno, Yoongi! Non hai dormito? – gli chiesi, già sapendo la risposta. 

Infatti lui scosse la testa e si stropicciò gli occhi con la mano.
 
Io mi lasciai scappare un sorriso.
Da un lato perché trovavo tenero il suo modo di fare, dall’altro perché se non aveva dormito, il motivo era solo uno…
 
Aveva composto qualcosa…
 
- Oh, Yoongi, non so se lo conosci. Lui è Jimin, frequenta anche lui il secondo anno ma in un’altra classe. E Jimin, lui è Yoongi, il mio migliore amico. – dissi io, indicandoli tra loro.
- Pensavo di diventare io il tuo migliore amico. – rispose Jimin facendo un piccolo broncio, e beccandosi un’occhiataccia da Jungkook che però io non notai. – Piacere. – aggiunse poi, rivolto a Yoongi. 

Yoongi gli rispose con un cenno del capo, mentre gli scappò uno sbadiglio.
 
In quel momento suonò la campana, quindi ci dirigemmo tutti verso l’entrata, per poi dividerci ognuno verso la propria aula.
 
- Ci vediamo all’intervallo. – disse Yoongi, la voce quasi un sussurro per il sonno.
- Posso unirmi anche io? – chiese Jimin guardandoci, beccandosi un’altra occhiata di Jungkook, che ancora una volta non notai.
- Sì, perché no? – risposi io, per poi salutarlo. 

Appena entrata in classe, mi sentii osservata, e di fatti notai Yuna che mi guardava con un’espressione quasi… trionfale.
 
Chissà cosa aveva in mente…
 
Avevo già previsto che presto sarebbe successo qualcosa, soprattutto dopo la discussione che avevamo avuto in cui io le ho risposto.
Ma per adesso non aveva fatto ancora nulla.
 
Il che era strano, dato che l’anno scorso aveva iniziato a tormentarmi dal primo giorno, quando mi ero rifiutata di entrare nel suo “gruppetto”.
 
Cercai di non pensarci, e dopo essermi seduta al mio banco, concentrai la mia attenzione sulla lezione, o su un disegno che iniziai a fare poco dopo.
 
Quando suonò la campanella dell’intervallo, io e Jungkook ci dirigemmo subito verso l’aula di Yoongi, e insieme andammo al nostro solito albero, dove poco dopo ci raggiunse anche Jimin.
 
Io ero seduta tra Yoongi e mio fratello, e Jimin era tra Yoongi e Jungkook, eravamo seduti in cerchio.
 
Iniziammo a parlare tra di noi, di quello che avevamo fatto durante le lezioni.
 
Ignari del fatto che due persone ci fissavano da lontano.
 
- Y/N, io devo fare ancora delle prove con Jungkook per quel ballo. Quando le farò ti va di venire ancora? Mi farebbe piacere. – mi disse Jimin sorridendomi.
- Certo, mi piacerebbe vederti ancora ballare. – risposi. 

Mi piaceva davvero molto vederlo ballare, perché solo guardandolo, ogni suo passo trasmetteva emozioni, e questo pochi ballerini sapevano farlo.
 
Purtroppo l’intervallo non durò a lungo, come al solito, e quindi i nostri discorsi vennero interrotti dalla campanella.
 
Ci alzammo per tornare in classe, quando Yoongi mi si avvicinò.
 
- Oggi pomeriggio dopo pranzo hai da fare? – mi chiese sottovoce.
- No. –
- Ti va di venire da me nel mio studio? –
- Lo sai che ormai non lo devi nemmeno chiedere. – risposi sorridendo.
- Già, mi conosci bene. – disse lui, facendo un mezzo sorriso.
- Andiamo? – chiese Jungkook guardandoci parlottare sottovoce, con il tono un po’ spazientito. 

Io annuii e salutando gli altri due ragazzi, mi diressi verso la nostra classe insieme a Jungkook.
 
Le ultime ore le passai a disegnare, non avevo voglia di prestare attenzione alla lezione.
In più non riuscivo a smettere di pensare a cosa avrei sentito nel pomeriggio nello studio di Yoongi.
Mentre uscivamo dalla scuola per tornare a casa, notai Jungkook che aveva iniziato a guardarsi intorno un po’ sospettoso, cosa che mi incuriosì.
 
- Che ti prende? – gli chiesi, tirandogli leggermente la manica della maglia per attirare la sua attenzione.
- N-niente… - rispose lui vago, cosa che mi insospettì, soprattutto vedendo che non la smetteva di guardarsi intorno.
- Stai cercando qualcuno? – gli chiesi ancora.
- E chi dovrei cercare? –
- Non lo so… magari qualche ragazza? – dissi io, un po’ per prenderlo in giro, un po’ imitando lui quando mi aveva chiesto se pensavo a Jimin.
- Che? – disse lui, girandosi a guardarmi con gli occhi spalancati. 

Io gli rivolsi un sorriso innocente.
 
- Stavo scherzando. – dissi.
- … N-non mi piacciono questi scherzi… - disse, mettendo un tenero broncio. 

Io sorrisi guardandolo.
Era davvero carino quando si imbronciava.
 
Appena arrivammo a casa, preparammo il pranzo insieme, e quando finimmo, io iniziai a prepararmi per andare da Yoongi.
 
 
Arrivai a casa sua un’oretta più tardi.
Non perché ci avevo messo tanto a prepararmi, ma perché anche se morivo dalla curiosità di scoprire la sua nuova creazione, non mi sembrava il caso di piombargli in casa all’improvviso.
 
Ci dirigemmo così nel suo studio, e io presi posto alla mia solita sedia mentre lui già armeggiava con il pc per farmi sentire la sua nuova creazione.
 
Appena fece partire la traccia, io spalancai gli occhi sorpresa.
 
Non poteva essere vero.


-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
- Angolo Autrice – 


Eccoci ad un nuovo capitolo. ^^ Anche se postato un po’ in ritardo.
Come avrete notato, inizia con un “PoV Zero” perché dovevo raccontare quel pezzo in terza persona.
Qui vediamo Yuna, la “capa” del gruppetto, che fa un accordo con un ragazzo ancora sconosciuto per avere per sé Jungkook e allontanarlo dalla protagonista.
Ma chi sarò questo misterioso ragazzo?
Yoongi ha un nuovo mixtape, che lascerà senza parole la protagonista, ma il motivo lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Qui non si vede molto Jungkook, tranne i suoi momenti di gelosia, perché ci sono altri avvenimenti che non sempre lo riguardano di cui parlare.
 
Ringrazio come sempre chi la legge, la mette tra le preferite/seguite/ricordate e a chi mi lascia una recensione.
 

P.S. Tae sta per arrivare!

Alla prossima :3

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Cap 13: Fallimento! ***


PoV You
 
 
Appena Yoongi fece partire l’ultima traccia che aveva creato, io rimasi sorpresa sentendola.
Era leggermente diversa, ma avrei riconosciuto comunque quel suono.
 
Quando avevo passato il fine settimana della prima settimana di scuola a casa sua, dopo molti tentativi in cui mi esercitavo a creare mixtape, ero riuscita a creare una piccola traccia, anche se non era nemmeno lontanamente bella come le sue, però era il frutto di ore di pratica, quindi potevo ritenermi un pochino soddisfatta del risultato.
 
Non avrei mai immaginato che Yoongi la lavorasse e la rendesse quello che in quel momento mi stava facendo ascoltare.
 
Mi girai verso di lui a guardarlo, e lui mi sorrise soddisfatto vedendo la mia espressione.
 
- Ti piace? – mi chiese, sapendo già la risposta solo guardandomi.
- Non ci credo che l’hai fatto davvero… - dissi quasi sussurrando, arrossendo un po’ per l’imbarazzo.
- Perché? La traccia che avevi creato non era per niente male, andava solo lavorata un pochino di più. – 
 

- … Grazie… - dissi dopo qualche attimo di silenzio, alzandomi dalla sedia e abbracciandolo forte.
- Non devi ringraziarmi. -  disse lui sorridendo, ricambiando l’abbraccio. 

Restammo abbracciati per un po’, e poi quando ci staccammo lui mi fece sentire un altro mixtape che aveva creato, che io iniziai a canticchiare.
 
Passammo il pomeriggio così, ascoltando i suoi mixtape e provando a crearne di nuovi, insieme.
 
Dopo qualche ora, io riuscii a crearne uno nuovo, anche se per questo mi aveva aiutato Yoongi, non l’avevo fatto da sola, quindi venne molto meglio del primo.
 
- Ti va di creare anche il testo? – mi chiese, quando lo finimmo definitivamente.
- Cosa? Il testo? –
- Beh, anche quello che ti ho fatto sentire prima non ha un testo. Io ho solo lavorato la traccia che hai creato tu. Perché non scrivi qualcosa? –
- Non saprei da che parte cominciare. –
- Pensa cosa vorresti parlasse la canzone. –
- È proprio questo il punto, non ne ho la più pallida idea. – dissi, abbassando lo sguardo.
- Ehi, non ti ho detto di crearlo adesso. Pensaci, e quando avrai deciso io ti aiuterò. So quanto è difficile, quindi se ti serve una mano, sai che io ci sono. – mi disse lui sorridendo e scompigliandomi i capelli. 

Io alzai lo sguardo su di lui, e poi lo abbracciai di nuovo.
Lo adoravo.
 
Quando fu ora di cena, tornai a casa, e mi stupii non trovandoci nessuno.
Non sapevo che i miei dovessero uscire, ma nemmeno Jungkook sembrava essere in casa.
Però la porta di casa non era stata chiusa a chiave, che se ne fossero dimenticati?
 
Io andai in camera mia a cambiarmi, per poi scendere a preparare la cena, solo per me.
 
Mentre stavo tenendo controllata la padella in cui stavo cucinando, mi sentii afferrare i fianchi, e pochi secondi dopo sentii una sensazione umida sulla guancia.
Mi girai sobbalzando solo per ritrovarmi davanti il viso di Jungkook che non appena incontrò il mio sguardo mi sorrise dolcemente.
 
Rimasi per un po’ imbambolata a guardarlo.
Aveva tutti i capelli un po’ arruffati e bagnati, probabilmente quando ero arrivata non lo avevo visto perché stava facendo la doccia.
 
- Che cucini di buono? –
- N-niente di speciale. Non sapevo fossi a casa, tu hai già mangiato? – chiesi arrossendo, quando notai che non mi aveva ancora lasciato andare.
- No, stavo per venire a cucinare quando ti ho vista ai fornelli. – disse lui, sorridendomi.
- Oh, allora aspetta, cucino anche per te. – dissi, togliendogli un braccio da me per andare verso il frigo a prendere il cibo.
- Quando sei tornata? – mi chiese, mentre iniziò ad apparecchiare, tenendo sempre lo sguardo su di me.
- Il tempo di cambiarmi e venire a cucinare. – dissi io, aggiungendo il cibo nella padella.
- Sei stata da Yoongi fino ad adesso? –
- Sì, perché? –
- Cosa fate quando siete insieme? –
- Eh? Perché ti interessa? –
- … Sono solo curioso… - disse lui, abbassando la voce. 

Io mi girai a guardarlo a quella frase.
Sentivo che aveva qualcosa, anche se non riuscivo a spiegarmi cosa fosse.
Però avevo notato che ogni volta che si parlava di Yoongi, lui cambiava espressione.
Anzi, a pensarci bene, non solo con Yoongi.
Anche quando avevamo passato il pomeriggio con Jimin si era comportato in quel modo strano.
 
- Niente di che, abbiamo ascoltato musica e parlato tra di noi. Lui preferisce stare a casa piuttosto che uscire. – dissi, iniziando ad impiattare la cena.
- Oh… capisco… - rispose lui, sedendosi e iniziando a mangiare.
- Tu invece che hai fatto oggi? – chiesi incuriosita.
- Niente. Ho giocato a Overwatch tutto il tempo. – disse lui, lo sguardo concentrato sul cibo. 

Finimmo di mangiare nel silenzio più assoluto, nessuno dei due disse più nulla.
 
Quando ebbi finito di lavare i piatti, salimmo le scale per andare verso le nostre camere, e prima che Jungkook sparì nella sua, gli afferrai un polso.
 
- Jungkookie. – lo chiamai. 

Lui si girò non appena sentì quel nomignolo, e spalancò gli occhi sorpreso quando sentì le mie labbra sulla sua guancia.
Visto che lo faceva sempre lui, per una volta avevo deciso di dargli io un bacio sulla guancia, solo che per farlo avevo dovuto fare leva sul suo polso ed alzarmi in punta di piedi, altrimenti non ci arrivavo.
Avevo voluto farlo in quel momento anche perché non mi piaceva vedergli quell’espressione sul viso che aveva in quel momento.
Volevo vederlo sorridere come al solito.
 
- Buonanotte. – gli dissi quando mi staccai dalla sua guancia, e gli sorrisi.
- B-buonanotte… - rispose lui, balbettando e abbassando lo sguardo. 

Notai che era leggermente arrossito, e questo mi fece sorridere.
Avevo un fratellino troppo tenero.
 
Il mattino seguente andammo a scuola, e il tempo che ci separava dalla prima ora, lo passammo a parlare con Yoongi e Jimin, per poi andare ognuno nella propria classe.
 
Passai più tempo a disegnare sul mio quaderno che ad ascoltare le lezioni, soprattutto le prime due ore, anche perché non avevo molta voglia di stare attenta.
 
Il mio sguardo continuava a posarsi su Jungkook, tanto che durante la seconda ora decisi di provare di nuovo a fare un suo ritratto, disegnandolo come lo vedevo in quel momento.
 
Così, il mio sguardo iniziò ad andare dal foglio a lui e viceversa, mentre la mia mano iniziò a disegnare linee e dettagli del suo viso.
 
Ancora una volta, come era successo quando avevo fatto il primo ritratto, quando arrivai alle sue labbra mi bloccai un attimo.
 
Invece di continuare a disegnare, continuavo a fissargli le labbra, notando che spesso se le inumidiva con la lingua e poi le mordeva piano.
 
Rimasi incantata così per un po’ finchè lui, probabilmente sentendosi osservato, non si girò verso di me.
 
- Che c’è? – mi chiese sottovoce per non farsi sentire dal professore.
- Eh? N-niente… - risposi io arrossendo e girando lo sguardo.
- Uh? Stai disegnando? – mi chiese ancora, allungandosi verso di me per vedere il quaderno.
- No! – esclamai, alzando di poco la voce, ma non abbastanza per farmi sentire dall’intera classe, mentre le mie braccia si incrociavano sul quaderno per coprirlo.
- Non posso vederlo? – mi chiese lui, sporgendo il labbro inferiore e facendo gli occhi dolci.
- N-no… - dissi io girando lo sguardo altrove. 

Se continuavo a guardarlo non avrei resistito a quell’espressione e gli avrei mostrato il disegno.
E non dovevo farlo assolutamente.
 
Lui mi guardò per qualche secondo, ancora sporgendo il labbro, poi tornò a concentrarsi sulla lezione.
 
Decisi che per quel giorno era meglio smettere di disegnare, così rimisi in cartella il quaderno e cercai anche io di concentrarmi sulla lezione.

 
 
PoV Jungkook
 
 
Quando arrivò l’intervallo, dopo aver preso la merenda dallo zaino, iniziai a dirigermi con mia sorella verso la porta della classe, per andare da Yoongi, ma venni bloccato.
 
Yuna mi aveva afferrato per un polso, e mi stava fissando intensamente.
 
- Che vuoi? – le chiesi, un po’ infastidito.
- Non ti va di passare l’intervallo con me? – chiese lei, facendosi più vicina. 

Con la coda dell’occhio, vidi mia sorella allontanarsi, non prima di aver lanciato un’occhiataccia a Yuna.
 
- Avrei da fare… - le dissi.
- Uh? Ma con me ti divertirai, sta tranquillo. – mentre parlava, si era avvicinata TROPPO a me, facendo combaciare i nostri corpi.
- Che vorresti fare? – le sussurrai all’orecchio, fingendo di stare un po’ al gioco. 

Magari così sarei riuscito ad allontanarmi più facilmente.
 
- Beh…dovrai seguirmi per saperlo… - mi sussurrò lei, mordendomi leggermente il lobo dell’orecchio. 

Io sospirai, non avevo nessuna voglia di passare del tempo con lei.
Tenendomi ancora per il polso, iniziò a trascinarmi fuori dalla classe, diretta chissà dove, ma non appena abbassò la guardia, convinta che io l’avrei seguita senza oppormi, strattonai leggermente la mano, facendo in modo che lasciasse la presa, e mi diressi nella parte opposta a dove stavamo andando.
 
- Mi dispiace. Sarà per un’altra volta. – le dissi, sorridendole. 

La vidi arrabbiarsi e pestare un piede per terra prima di svoltare l’angolo e uscire dalla scuola, diretto da mia sorella.
 
- Dove sei stato? – mi chiese Jimin vedendomi arrivare.
- Ho avuto un contrattempo. – risposi ancora imbronciato. 

Soprattutto adesso lo ero perché avevo notato che mia sorella era seduta tra di loro, quindi io non potevo stare vicino a lei.
 
- Che voleva Yuna? – mi chiese Y/N, guardandomi.
- Niente di che… - risposi io con un’alzata di spalle.
- Chi è Yuna? – chiese Jimin, e anche Yoongi sembrava interessato.
- È una nostra compagna di classe che ci prova con tutti i ragazzi solo per farsi vedere… - rispose mia sorella, con il tono acido.
- E ci ha provato con Jungkook? – chiese ancora Jimin, girandosi verso di me.
- Con me non attacca. Non sopporto quel genere di ragazze. – dissi io, guardando con la coda dell’occhio Y/N. 

Dopodichè, nessuno parlò più di Yuna, e presto arrivò la fine dell’intervallo.
 
Dopo aver salutato Yoongi e Jimin al suono della campana, io e Y/N ci dirigemmo di nuovo verso la nostra classe, e io non smisi un attimo di fissarla.
 
Ripensavo al modo in cui aveva parlato di Yuna poco prima, e un po’ questo mi fece sorridere.
Almeno non ero l’unico che non sopportava quella tizia.
Poi però i miei pensieri vennero occupati da quello che successe solo qualche ora prima, quando avevo visto mia sorella fissarmi durante la lezione.
 
Aveva cercato di nasconderlo, ma avevo notato che stava disegnando qualcosa, anche se purtroppo non ero riuscito a vedere cosa dato che lei l’aveva coperto subito.
 
L’unico dettaglio che avevo notato erano delle labbra.
E non erano disegnate come i personaggi dei manga.
Sembrava che stesse facendo un ritratto…
Ma di chi?
 
Questo pensiero continuò a girarmi in testa.
Volevo sapere chi stesse disegnando, e perché si vergognasse così tanto di mostrare i suoi disegni se era così brava a farli.
Anche io disegnavo a volte, ma mai mi era venuto un disegno come quello che avevo visto sul suo quaderno dell’action figure che le ho regalato.
Mi dissi che l’unico modo per vedere i suoi disegni era farlo quando lei non se ne accorgeva.
Solo che non volevo farla arrabbiare, ma ero davvero curioso di vederli.

 
 
PoV Zero
 
 
Come durante tutti gli intervalli, il ragazzo stava sempre nascosto in un angolo aspettando che la ragazza uscisse dalla classe, magari finalmente sola.
 
Vide Yuna dirigersi verso Jungkook e parlargli, e si accorse subito del modo in cui lui la fissava.
 
Si capiva subito che non era minimamente interessato a lei.
 
Ripose il suo sguardo sulla ragazza dei suoi interessi, facendo una smorfia quando notò il ragazzo dai capelli rosa vicino a lei.
 
Possibile che non fosse mai sola?
Ora avrebbe dovuto pensare anche a un modo per allontanare lui.
Tanto sapeva benissimo che il terzo ragazzo con cui lei passava l’intervallo la aspettava sempre nella sua classe.
Quindi a lui non doveva pensare.
 
Li seguì con lo sguardo e quando li vide sparire, prima di seguirli, si girò a guardare cosa combinava Yuna, sapendo che Jungkook l’avrebbe allontanata di lì a poco.
 
E infatti, li vide uscire dalla classe e vide il ragazzo strattonare la sua mano per farle mollare la presa, e poi allontanarsi da lei, lasciandola lì in mezzo al corridoio.
 
Si mise a ridere silenziosamente guardandola.
Davvero Yuna pensava ci volesse così poco per abbindolare quel ragazzo?
 
Si avvicinò a lei senza il minimo rumore, fermandosi solo quando le fu davanti.
 
- A quanto pare il tuo piano non ha funzionato… - le disse, ghignando.
- C’ero vicina… - disse lei imbronciata.
- Si vedeva da lontano che non gli interessi per niente. –
- Non è vero! – disse lei alzando lo sguardo su di lui.
- Ah sì? A me dà questa impressione invece. Dopotutto se n’è andato subito. –
- Beh, anche a te non è andata bene visto che sei qui. –
- Non avevo pensato che testa rosa l’aspettasse fuori dalla classe. – rispose lui amaramente.
- Testa rosa? Oh, parli di Jimin? – chiese lei, mentre i suoi occhi si ingrandirono mentre pronunciava quel nome.
- Non so come si chiama. E francamente non me ne importa nulla. A me interessa solo quella ragazza. – 


- Cosa dovrei fare con Jungkook? – chiese lei poco dopo, abbassando lo sguardo, triste.
- Dovresti lasciarlo perdere e andare da un altro. Se non gli interessi adesso non cambierà mai idea. – disse lui, mettendosi le mani in tasca e iniziando ad allontanarsi.
- Allora tu dovresti lasciare perdere quella ragazza. – le urlò dietro lei, rimanendo ferma dov’era. 

Lui le rispose solo con un cenno della mano.
Non avrebbe rinunciato a quella ragazza.
Per nessuna cosa al mondo.
E avrebbe trovato anche un modo per aiutare Yuna, ma solo per avere Jungkook lontano dalla ragazza quel tanto che bastava per lui ad avvicinarla a sé…
Poi sarebbe stato Jungkook stesso ad allontanarsi… senza il bisogno di usare nessuno per farlo.


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 
- Angolo Autrice – 


Allora, ecco un nuovo capitolo! ^^
Yoongi ha fatto una bella sorpresa alla protagonista, e le ha anche dato un “compito” da fare, cioè provare a scrivere un testo. Ci riuscirà?
 
Yuna prova ad allontanare Jungkook dalla sorella, ovviamente senza riuscirci, anche perché il “patto” che ha stretto con lo strano ragazzo nel capitolo scorso, avrà un po’ di complicazioni, soprattutto per colpa sua che non escogita un piano decente.
 
Spero che questo capitolo non sia stato noioso e vi sia piaciuto!
Ringrazio tutte le persone che stanno leggendo, e chi mi lascia una recensione, che per me sono molto importanti!
 
Da domani ricomincio a lavorare, quindi non avrò più molto tempo per scrivere.
Per questo mi scuso in anticipo se sarò un po’ in ritardo con gli aggiornamenti. ^^”
 
Al prossimo capitolo, un bacione. :3

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Cap 14: Ti odio... ***


PoV You
 
 
La mattina seguente mi svegliai abbastanza presto, così scesi a preparare la colazione sia per me che per Jungkook, che arrivò mentre stavo impiattando il cibo.
 
- Buongiorno. – gli dissi, vedendolo stropicciarsi gli occhi.
- … Buongiorno… - rispose lui, guardandomi due secondi e poi abbassando lo sguardo. 

Dopo aver preso posto a tavola, iniziammo a mangiare, per poi andare a prepararci per iniziare un nuovo giorno di scuola.
 
Mentre camminavamo verso l’edificio, io continuavo a guardare con la coda dell’occhio mio fratello, e vidi che indossava un paio di cuffie, e le aveva entrambe nelle orecchie, quindi se io avessi parlato, non mi avrebbe sentito.
 
Ripensai a quando lui me le aveva afferrate tornando da scuola giorni prima, così, anche perché ero curiosa di sapere cosa stesse ascoltando, gli sfilai dall’orecchio una cuffia e la indossai.
Appena lo feci, lui si girò a guardarmi sorpreso, aveva gli occhi leggermente spalancati, ma non disse nulla, anzi, poco dopo girò lo sguardo altrove.
 
Io nel frattempo, nel momento in cui avevo indossato la cuffia, non stavo più facendo attenzione a nient’altro.
 
In quel momento c’era solo quella canzone che risuonava nella cuffia e nient’altro.
Il titolo di quella canzone era “Clouds”, e siccome la sapevo, dato che piaceva parecchio anche a me, involontariamente iniziai a canticchiarla, ma tenendo il tono di voce basso.
 
La curiosità di sapere se ascoltasse altre canzoni che conoscevo era tanta, ma non volevo riempirlo di domande o prendergli l’ipod per accertarmene.
 
Lo avrei scoperto in un altro modo.
 
 
Quando arrivammo a scuola, fummo raggiunti subito da un Jimin tutto sorridente.
 
- Buongiorno ragazzi. – ci salutò appena si fermò davanti a noi.
- Buongiorno Jimin. – lo salutai, sorridendogli. 

Aveva il sorriso contagioso quel ragazzo.
 
Parlammo per un po’, finchè non suonò la campana e andammo nelle nostre classi.
 
Le lezioni passarono noiose come al solito, e presto arrivò l’intervallo.
 
Mi stupii quando io e Jungkook uscimmo dalla classe tranquillamente, senza essere fermati o interrotti da Yuna come al solito.
Sapevo che stava tramando qualcosa, era completamente negata a nasconderlo, infatti le si leggeva tutto in faccia, però quel giorno non si fece viva.
 
Jimin ci raggiunse qualche minuto dopo che io, Yoongi e Kookie arrivammo al nostro albero.
Parlammo un po’, e Jimin ci fece sentire le canzoni su cui si stava allenando a ballare, e alcune le conoscevo.
 
Quando suonò la campanella della fine dell’intervallo, prima di salutarci, Jimin si girò verso Jungkook.
 
- Allora ci vediamo oggi dopo la scuola? – gli disse.
- Sì, passo io a casa tua. – rispose mio fratello.
- Ricordati lo speaker. Anche se forse è un po’ inutile che te lo dico visto che ce l’hai sempre dietro. –
- Andate da qualche parte? – chiesi io curiosa, mentre il mio sguardo andava da Jimin a Jungkook.
- No, devo allenarmi ancora con i passi, e ho ancora bisogno dell’aiuto di Jungkook su alcuni pezzi. – mi rispose Jimin sorridendo.
- Oh… Posso venire anche io? – chiesi, non riuscendo a nascondere il fatto che volevo di nuovo vederlo ballare.
- Certo! – disse Jimin, leggermente imbarazzato.
- Certo che no! – rispose Jungkook secco, quasi senza lasciar finire di parlare Jimin.
- Perché no? – chiesi, guardandolo.
- Oggi non puoi venire. Punto. – rispose lui, leggermente imbronciato, girando il viso dall’altra parte. 

Perché non voleva che andassi anche io?
 
Non volendo iniziare una discussione con lui, davanti a tutta la scuola per giunta, non dissi nulla, e salutando Jimin tornai in classe senza aspettarlo.
Non capivo perché aveva detto che non potevo andare.
L’altra volta non era successo nulla, cosa sarebbe dovuto succedere allora?
 
Sentii che stava dietro di me tutto il tempo mentre tornavamo in classe, e sentii addosso il suo sguardo anche durante tutte le lezioni rimanenti, cercando però di non farci troppo caso e di pensare ad altro.
 
Quando tornammo a casa, lui dopo pranzo andò a farsi un bagno, dicendo che subito dopo sarebbe andato da Jimin.
 
- Perché non vuoi che venga anche io? – gli chiesi mentre lo guardavo dalla porta della cucina mentre infilava le scarpe per uscire.
- Non posso e non voglio dirtelo. – disse lui, continuando ad evitare il mio sguardo. 

Dopo aver finito la frase, uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle.
 
Io rimasi a fissare la porta per qualche minuto, un po’ delusa, poi decisi di tornarmene in camera mia.
 
Iniziai a giocare, a leggere manga, a disegnare…
Ma la mia testa era sempre e comunque rivolta verso Jungkook.
Chissà che stava facendo con Jimin che io non potevo vedere…
 
Non riuscendo a concludere nulla di quello che avevo iniziato, lasciai perdere tutto e mi sdraiai sul letto, chiudendo gli occhi.
 
Avevo deciso di dormire per un po’, sperando che mio fratello tornasse presto, quando mi suonò il cellulare.
Rimasi un attimo a fissare lo schermo del telefono dato che era un numero sconosciuto, ma dopo qualche squillo decisi di rispondere.
 
- Pronto? –
- Ehi, Y/N! Sono Jimin. – mi disse lui tutto felice.
- Eh? Ciao… come hai avuto il mio numero? – gli chiesi dopo qualche secondo di sorpresa.
- Ho rubato il telefono di Kookie mentre era distratto. Adesso ti sto chiamando dal bagno, lui non sa nulla. –
- Come hai…? Perché mi hai chiamato? –
- Sei libera adesso? –
- Sì, perché? –
- Non vuoi venire a vedermi ballare? – chiese lui facendo il tono dolce.
- Eh…? Sì, ma… Jungkook ha detto… -
- Non ascoltare quello stupido. Vieni qui. Voglio farti vedere come sono migliorato. – disse usando un tono un po’ infantile. 

Appena lo disse, il mio corpo era balzato dal letto, diretto verso l’armadio, ma la mia testa lo aveva bloccato prima che potessi prendere i vestiti.
Volevo andarci, davvero tanto, ma una parte di me non voleva far arrabbiare Jungkook, quindi mi ritrovai indecisa.
 
- Che ti prende? – sentii la voce di Jimin chiamarmi dato che non gli avevo ancora risposto.
- Scusa… -
- Se ti dico che Jungkook non può arrabbiarsi con te se decidi di venire ti convinco? –
- E se invece lo fa? –
- Non lo farà. Lo conosco bene, e l’ultima cosa che vuole è essere arrabbiato con sua sorella. E poi quando era appena arrivato da voi non ci avete messo molto a fare pace no? Pensaci… - 

In effetti aveva ragione, eravamo riusciti a chiarirci in fretta, nonostante lui appena arrivato era parecchio arrabbiato.
 
- Se vieni scoprirai da sola perché non voleva che ci fossi anche tu oggi. – 

Ci pensai per un po’ a quella frase…
E poco dopo mi convinsi.
 
- Va bene, vengo. Dove siete? – dico dopo qualche minuto, iniziando a prepararmi.
- Siamo nello stesso posto dell’altra volta. Ricordi l’edificio abbandonato? –
- Sì, dammi il tempo di uscire di casa e arrivo. –
- Ok, a dopo. 

Quando riattaccai la chiamata, presi quello che mi serviva e uscii di casa, diretta a quell’edificio.
 
Non stavo più nella pelle.
Da una parte potevo rivedere Jimin ballare.
Dall’altra… avrei scoperto cosa mi nascondeva Jungkook.
E Jimin aveva detto che lo avrei scoperto senza dire nulla.
 
 
Appena entrai, mi diressi verso la porta della sala in cui eravamo andati la scorsa volta, e anche l’unica da cui in quel momento proveniva la musica.
 
Per non piombare dentro all’improvviso, magari spaventandoli, decisi di aprire piano la porta e mettermi da parte finchè Jimin non avesse finito di ballare, poi mi sarei avvicinata a loro.
 
Però qualcosa mi bloccò proprio appena ebbi aperto la porta, ancora prima che potessi fare un passo all’interno.
 
O meglio…
Qualcuno…
 
Appena il mio sguardo entrò nella stanza, infatti, si era posato sullo specchio della parete opposta, e quello che si stava muovendo nel punto in cui io stavo guardando, volendo sbirciare la coreografia di Jimin, non era Jimin…
 
Era Jungkook…
 
Quello che mi aveva bloccato, era il fatto che non appena avevo riconosciuto la persona che stavo guardando ballare, questa si era bloccata improvvisamente, fissando il mio riflesso nello specchio, il suo sguardo su di me mi spaventò.
 
- Che ci fai qui? – disse Jungkook, continuando a guardarmi attraverso lo specchio, immobile.
- … ecco… - risposi, abbassando lo sguardo, iniziando a sentirmi in colpa.
- L’ho chiamata io. – disse Jimin, non appena aveva visto Jungkook bloccarsi e aver capito COSA lo aveva bloccato.
- Perché? Ti avevo detto di non farla venire! – disse in tono arrabbiato Jungkook, guardando malissimo Jimin.
- Tu puoi darmi la tua opinione sulle coreografie che faccio da solo, ma per questa dato che la balli anche tu abbiamo bisogno del parere di un’altra persona, e lei è perfetta per questo ruolo. – disse Jimin, sostenendo il suo sguardo.
- Perfetta? Dici così solo perché la scorsa volta ti ha lodato su quanto sei bravo. – rispose lui stizzito.
- Non è vero! Lei è capacissima di capire quando una persona balla davvero bene o no… -
- Io ballo molto meglio di te! – rispose lui, quasi gridando.
- Provalo allora! – disse Jimin ghignando.
- Cosa? –
- Prova di essere più bravo di me! Facciamo una sfida! – 

Io continuavo a spostare lo sguardo da uno all’altro.
Un po’ avevo paura di vedere Jungkook così arrabbiato, però anche Jimin adesso lo stava pure istigando.
 
- Ragazzi, calmatevi. – dissi io avvicinandomi a loro.
- Tu non ti impicciare. È una cosa tra noi due. – mi rispose Jungkook, lanciandomi un’occhiataccia.
- Ehi! Non parlare così a tua sorella. Lei non ha fatto nulla. – disse Jimin, avvicinandosi a me.
- Non dirmi quello che devo o non devo fare. – rispose mio fratello, avvicinandosi anche lui. 

Fu così che io mi ritrovai in mezzo ai due, che si stavano sfidando con lo sguardo, e si stavano avvicinando sempre di più, tanto che io dovetti appoggiare le mani sulle loro spalle per allontanarli un po’ l’uno dall’altro.
 
- Non litigate. Vi prego. – cercai di calmarli, ma inutilmente.
- Io me ne torno a casa. Sono stanco. – disse Jungkook, girandosi e andando a prendere la borsa, per poi dirigersi verso l’uscita.
- No, Jungkook… - dissi io, ma lui non mi ascoltò. 

Rimasi lì immobile a guardare la porta.
Sapevo che non sarei dovuta andare.
 
- Va da lui. – sentii a malapena la voce di Jimin.
- Eh? –
- Raggiungilo. Io qui ho finito quindi me ne torno a casa. E domani a scuola non voglio vedere che ti tiene il muso, altrimenti lo picchio. È solo parecchio orgoglioso. – mi disse guardandomi negli occhi.
- … ok … - risposi dopo un po’, iniziando a correre facendo un cenno con la mano a Jimin per salutarlo. 

Uscita dall’edificio mi guardai intorno cercando mio fratello.
Come diavolo aveva fatto a sparire nel giro di pochi minuti? Non lo vedevo da nessuna parte.
 
Cominciai a girare qualche via, cercandolo, e lo ritrovai dopo circa un quarto d’ora, diretto verso casa.
 
Lo raggiunsi ma senza dire nulla.
Non sapevo cosa dirgli, e avevo paura di sentire ancora quel suo tono arrabbiato.
Passai tutto il tempo a fissargli la mano con cui non stava portando nulla, pensando di afferrargliela, ma non lo feci.
 
Appena arrivammo a casa però, dopo aver chiuso la porta alle mie spalle e aver salito le scale seguendolo, mi avvicinai a lui e gli afferrai il polso, per non farlo allontanare.
 
- Jungkook… -
- Perché diavolo sei venuta? Ti avevo detto di non farlo. – mi disse lui, senza però girarsi verso di me.
- Non volevi che venissi perché stavi ballando anche tu? – gli chiesi. 

Lui non mi rispose, girò il viso da un lato, mugugnando.
Io, sempre tenendogli il polso, andai davanti a lui e lo guardai.
 
- Perché non vuoi che ti veda ballare? Tu stesso dici di essere più bravo di Jimin… o stai solo mentendo? – gli dissi, cercando di incrociare il suo sguardo.
- Nemmeno tu vuoi farmi vedere i tuoi disegni… nonostante avendotene visti due ti ho detto che sei molto brava. – sussurrò lui, imbronciato. 

Ecco, e ora che gli rispondevo?
Aveva ragione…
Io non potevo obbligarlo a ballare visto che anche io mi rifiutavo di fargli vedere i miei disegni…
 
- Scusa… - mi uscì dopo un po’ di minuti passati nel silenzio. 

Mi dispiaceva davvero per quello che era successo.
Se me ne fossi stata a casa, a quest’ora Jungkook sarebbe stato felice come sempre e avrebbe ballato quanto voleva con Jimin, non imbronciato e deluso come invece era in quel momento.
 
Io tenevo lo sguardo basso, non avevo più il coraggio di guardarlo negli occhi.
Maledetto Jimin con le sue parole convincenti e maledetta la mia curiosità.
 
Decisi che era meglio tornarmene in camera e non uscire più per un bel po’, quando successe una cosa inaspettata.
 
Jungkook mi abbracciò.
 
Sfruttando il fatto che gli stavo ancora tenendo il polso, aveva tirato il suo braccio verso di sé, e dato che io in quel momento avevo la testa da un’altra parte, il movimento improvviso mi aveva sbilanciato, e mi accorsi di quello che successe solo quando mi ritrovai tra le sue braccia, la sua borsa giaceva a terra vicino a lui.
 
- Ti odio.  – mi sussurrò all’orecchio, mentre mi stringeva forte contro il suo corpo, un braccio intorno alle mie spalle e uno intorno ai miei fianchi.
- Eh? … - chiesi leggermente spaventata. 

L’avevo fatto arrabbiare fino a quel punto?
 
- Ti odio… perché non riesco ad essere arrabbiato completamente con te. – mi disse lui, tenendo il viso nascosto contro il mio collo, mentre il suo respiro mi provocava brividi lungo la schiena. 

Io avvampai a quelle parole.
Già quando mi resi conto di essere tra le sue braccia ero arrossita, così vicina a lui da riuscire a sentire il battito del suo cuore.
Se poi mi diceva anche una cosa del genere…
 
Io non risposi, nascosi il viso contro di lui e rimasi lì così.
 
Ci staccammo solo dopo parecchio tempo.
Nessuno dei due voleva separarsi, e io avrei voluto restare ancora un po’ tra le sue braccia.
 
Quello che ci fece separare, fu il rumore della porta d’entrata che annunciava il ritorno dei nostri genitori, che erano usciti per tutto il pomeriggio.
 
Io e Jungkook ci guardammo per qualche secondo e poi andammo ognuno nella propria camera, senza dire nulla.
 
Io appena entrata, chiusi la porta e ci appoggiai contro la schiena.
 
Non riuscivo a togliermi dalla mente la sensazione di stare tra le sue braccia, mi piaceva troppo.
 
In quel momento mi tornarono in mente le parole di Jimin che mi aveva detto solo poche ore prima
 
“Non lo farà. Lo conosco bene, e l’ultima cosa che vuole è essere arrabbiato con sua sorella.”
 
Beh, in un certo senso aveva ragione, anche se non potevo negare che mio fratello si fosse arrabbiato comunque, anche se era durato poco.
 
Dopo qualche minuto, decisi di mandare un messaggio a Jimin per dirgli che Jungkook ed io avevamo fatto pace, per non farlo stare in pensiero.
Avevo salvato il suo numero dopo la chiamata del pomeriggio.
Mi rispose quasi subito.
 
“Che ti avevo detto? Lo conosco bene. Mi dispiace per quello che è successo oggi, un po’ è anche colpa mia visto che sono stato io a chiamarti.”
 
Io appena lessi il messaggio, gli risposi che era colpa mia che avevo accettato, e che non doveva incolparsi.
 
“Comunque un giorno o l’altro voglio davvero fare una sfida di ballo con lui. Quindi… ci faresti da giudice?” mi scrisse.
 
Io rimasi sorpresa da quel messaggio, però non potevo negare di voler vedere quella sfida, anche se sarebbe passato un po’ di tempo prima di poterla fare sul serio.
 
Così gli risposi che avrei accettato più che volentieri, però quando anche Jungkook sarebbe stato d’accordo.


-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 
- Angolo Autrice – 


Scusate l’enorme ritardo, ma come avevo già avvisato, siccome ho ricominciato a lavorare, non ho molto tempo per scrivere, quindi per non portare capitoli stupidi, mi serve un po’ di tempo per lavorarli almeno decentemente.
 
Inoltre questa settimana tra fare qualcosa per il compleanno di Kookie e altre cose che devo ancora finire in pochi giorni, sono stata troppo impegnata, ma credo di riuscire a portare il nuovo capitolo a breve (enfasi sul credo ^^” ) oltre questo.
 
Spero vi piaccia e ringrazio chiunque spenda qualche minuto a leggere questa storia.
 
Bacioniii

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Cap 15: Finalmente... ***


PoV Zero
 
Il ragazzo stava seriamente iniziando a stancarsi di guardare gli inutili tentativi di Yuna di tenere occupato Jungkook.
Possibile che lei non si rendesse proprio conto che non interessava minimamente a quel ragazzo?
Insomma, CHIUNQUE lo noterebbe subito vedendoli da lontano.
 
Ormai questa storia andava avanti da una settimana, e ogni volta Yuna riusciva a tenere occupato il ragazzo solo una manciata di secondi, secondi che a LUI non bastavano per avvicinarsi alla ragazza.
 
E questa cosa lo stava innervosendo parecchio.
 
Doveva fare qualcosa.
Però come poteva fare a trovare il modo di aiutare Yuna a tenere occupato Jungkook se quest’ultimo la ignorava completamente?
 
All’improvviso ebbe un’idea… anche se forse non era proprio così buona come pensava…
Ma se voleva avvicinarsi a quella ragazza, e in fretta, sarebbe ricorso a qualsiasi mezzo…
 
Anche il più subdolo…
 
Così, dopo aver assistito all’ultimo piano di Yuna andato in fumo per l’ennesima volta, prese il telefono e scrisse un messaggio ad un suo amico, che gli rispose quasi subito dicendogli di passare da lui nel pomeriggio.
 
Lanciò un ultimo sguardo alla ragazza e poi tornò nella sua classe, tanto anche quel giorno non sarebbe riuscito ad avvicinarsi a lei.
 
 
Dopo la scuola, non aspettò nemmeno un singolo secondo, e si diresse subito dal suo amico, che lo stava aspettando.
 
- Ehi! – lo salutò questi, aprendo la porta di casa.
- Hai quello che ti ho chiesto? – chiese lui in tono sbrigativo.
- Hai fretta eh? – rispose l’altro ridendo, facendolo entrare in casa sua.
- Ho aspettato anche troppo. E quell’incapace di Yuna non sa fare proprio nulla. – si lamentò, buttandosi a peso morto sul divano, come fosse a casa sua. 

Il suo amico lo fissò per qualche secondo, poi si diresse verso la sua camera, tornando poi da lui con una boccettina in mano.
 
- Deve solo farglielo bere. Però se davvero quel Jungkook di cui mi hai parlato non è interessato a Yuna, dubito che accetti di bere qualcosa offerto da lei… dovrà trovare un altro modo. – disse, passandogli la boccettina.
- Tranquillo, un modo lo troverà. Se fallisce ancora me la pagherà cara. – rispose lui in modo serio, e il suo sguardo faceva quasi paura.
- Ooh… non vorrei essere nei suoi panni… - fece il suo amico, mimando una persona che trema di terrore.
- Grazie per questa. Ti devo un favore se funzionerà. –
- Oh, non preoccuparti. Non mi devi nulla. – 

Dopo aver chiacchierato per un po’, il ragazzo tornò a casa, tenendo la boccettina nella tasca della felpa.
 
L’indomani mattina l’avrebbe data a Yuna.

 
 
PoV You
 
 
La mattina scesi a fare colazione, mentre la mia testa continuava a farmi rivivere quanto era successo la sera prima.
 
Sentivo ancora addosso la sensazione e il calore dell’abbraccio di Jungkook, il modo in cui mi stringeva contro il suo corpo, come se non volesse lasciarmi andare nemmeno per un secondo… il suo respiro caldo sul mio collo…
 
Chissà quanto saremmo rimasti lì se i nostri genitori non fossero tornati…
 
Solo il pensiero mi fece arrossire così tanto che d’istinto portai le mani alle guance e chiusi gli occhi, dimenticandomi per un attimo che stavo cucinando.
 
- Stai bene? – 

Quasi presi un colpo sentendo qualcuno parlare.
 
Sobbalzai mollandomi le guance e mi girai solo per ritrovare Jungkook che mi fissava, immobile sulla porta della cucina.
 
- Buongiorno… - disse, entrando nella cucina e avvicinandosi a me per preparare la sua colazione.
- Uhm… - risposi io, troppo imbarazzata per parlare. 

Lui, dopo aver preso quello che voleva dal frigorifero ed essersi avvicinato ai fornelli dove io stavo in quel momento, mi rivolse uno sguardo indagatorio e mi baciò sulla guancia come faceva sempre, sorridendo quando mi vide arrossire.
 
Ma lo faceva apposta?
 
Io finii di preparare il mio piatto, e poi mi sedetti al tavolo, senza dire una parola, anche perché in quel momento la mia testa era ancora occupata da qualcos’altro.
Anche lui si sedette senza dire nulla, ma sentii addosso il suo sguardo ogni tanto.
 
Quando arrivammo a scuola, Jimin ci venne subito incontro, e ci salutò come al solito.
 
- Buongiorno ragazzi! – disse rivolgendoci il suo dolce sorriso.
- Buongiorno Jimin. – lo salutai io, sorridendo. 

Restammo a parlare per un po’ mentre aspettavamo la campana di inizio lezioni, e quando ci dividemmo per andare nelle nostre classi, io notai Yuna che mi stava fissando, e vidi un ghigno comparirle sul volto quando incrociò il mio sguardo.
 
Che avesse in mente qualcosa?
 
Le prime lezioni passarono in fretta, e presto arrivò l’intervallo.
 
Mentre stavo uscendo dalla classe, diretta come al solito da Yoongi, vidi con la coda dell’occhio Yuna fermare Jungkook, per l’ennesima volta, però non avevo nessuna voglia di avvicinarmi a lei, anche solo per allontanarla da Jungkook, e sapevo anche che a mio fratello lei non interessava, come lui aveva già detto qualche volta, quindi sapevo che non ci avrebbe messo molto a raggiungerci.
 
Mi diressi così verso la classe di Yoongi, senza troppe preoccupazioni.
O almeno, era quello che credevo.
 

 
PoV Jungkook
 
 
Quando stavo per uscire dalla classe appena suonò l’intervallo, mi sentii afferrare per il polso, e quando mi girai, mi ritrovai di fronte Yuna che mi sorrideva.
 
Ancora lei.
Mi avrebbe mai lasciato in pace?
 
In quel momento uscirono tutti dalla classe, diretti chissà dove, quindi noi due fummo gli unici a rimanere in quell’aula.
Quando Yuna se ne accorse, si avvicinò di più a me, con uno sguardo malizioso.
 
- Si può sapere che diamine vuoi da me? – chiesi io spazientito. 

Stavo seriamente iniziando ad odiarla, non la sopportavo.
 
- Ooh, come siamo nervosetti oggi… - disse lei, avvicinandosi ancora e fermandosi solo quando fu abbastanza vicino al mio viso.
- Te lo ripeto… che diamine vuoi? –
- Oh, è semplice… voglio TE! – disse lei, soffiandomi quella frase sulle labbra.
- Ma io NON ti voglio! – dissi io, puntando i miei occhi nei suoi, serio.
- Beh, a questo posso rimediare io. – disse lei con tono malizioso. 

Prima che io potessi fare o dire qualsiasi cosa, lei tirò fuori dalla tasca della felpa una boccettina, e dopo averla stappata, la bevve tutta, senza però ingoiarla, e attaccò le sue labbra sulle mie.
 
Approfittando del fatto che io per la sorpresa avevo le labbra semichiuse, lei premette di più le sue labbra, facendo entrare nella mia bocca il liquido che aveva bevuto poco prima, e facendomelo ingoiare.
 
Io non sapevo che diamine fosse quello che mi aveva fatto bere, ma iniziai a sentirmi strano nel momento in cui lo ingoiai, e vidi lo sguardo soddisfatto di Yuna quando mi guardò dopo essersi staccata dalle mie labbra.
La vidi leccarsi le labbra lentamente, e quando lo fece, per qualche strano motivo mi piacque molto quel gesto.
 
Che mi stava prendendo?
 
Yuna non mi piaceva per nulla, ma in quel momento la stavo trovando piuttosto… eccitante?
 
Che fosse per colpa di quello che mi aveva fatto bere?
 
Doveva essere per forza quello, non c’erano dubbi.
E adesso cosa avrei potuto fare?
Non avevo nemmeno la voglia di andarmene…
 
Lei attaccò di nuovo le mie labbra, mordicchiandole e leccandomele, senza però infilarmi la lingua in bocca, e l’unica cosa che io riuscivo a fare era mugolare, sperando che lei si staccasse, ma non avendo la forza per allontanarla per colpa di quello che quello strano liquido mi stava facendo.
 
A un certo punto sentii una sensazione calda in mezzo alle gambe, e solo quando strinse leggermente la presa, capii che quella sensazione era la mano di Yuna che mi stava toccando, e mi scappò un gemito.
 
Perché stava facendo quelle cose?
E a scuola poi…
E se fosse arrivato qualcuno?
 
E poi… perché mi stava piacendo?
 
- Ora sei mio… - mi sussurrò lei all’orecchio, continuando a toccarmi e iniziando ad attaccare il mio collo. 

Quando sarebbe finito l’intervallo?
E perché non avevo la forza di staccarla da me?
 
A un certo punto sentii dei passi fuori dalla porta che si stavano avvicinando, e mi prese il panico.
E se fosse stato un professore?
 
- Jungkook, dove diamine ti sei cacciato? – 

Riconobbi quella voce appena la sentii lamentarsi nel corridoio.
Era Jimin.
 
- Che diamine… - disse appena arrivò sulla porta dell’aula e vide me e Yuna. 

Ecco, adesso avrebbe pensato male.
SICURAMENTE.
 
Rimase qualche secondo a fissarci, per poi avvicinarsi e afferrarmi il polso, allontanandomi da Yuna, che si lamentò subito.
 
- Ehi! Dove credi di andare? – disse, battendo un piede per terra mentre ci guardava.
- Cercati un altro ragazzo! – le disse Jimin senza nemmeno girarsi a guardarla. 

Jimin mi trascinò fuori dall’aula, ma non ci stavamo dirigendo verso l’entrata della scuola come pensavo, ma… nei bagni?
 
Lo guardai perplesso, che diamine voleva fare?
 
Appena entrati chiuse la porta dietro di sé e mi lasciò andare il polso, e lo sguardo che mi rivolse non era per niente rassicurante.
 
- Che diavolo stavi facendo in classe con quella? – mi disse.
- Non è colpa mia… mi ha fatto bere una roba strana, e non avevo la forza di allontanarla da me… Non so cosa fosse… - risposi abbassando lo sguardo.
- Hai idea di come sia preoccupata tua sorella visto che non ti ha visto arrivare? –
- COSA? – lo guardai ad occhi spalancati.
- Quando le abbiamo chiesto dov’eri ci ha detto che ti aveva fermato Yuna, ma che saresti arrivato subito sapendo che lei ti dà solo fastidio. Ma quando ha visto che non arrivavi ha iniziato a preoccuparsi, e io e Yoongi le abbiamo detto non doveva preoccuparsi così tanto, e per farla stare tranquilla le ho detto che ti sarei venuto a cercare… Non pensavo di trovarti a pomiciare con quella però… - disse, facendo una smorfia disgustata verso la fine della frase.
- Ti ho detto che non è stata colpa mia, ma di una cosa che mi ha fatto bere… mi ha fatto perdere le forze di allontanarla e qualsiasi cosa lei facesse la trovavo… sexy… - dissi, finendo la frase in un sussurro.
- Andiamo, non esiste qualcosa che… aspetta un attimo! – mi disse, fissandomi.
- Che succede? – chiesi, leggermente confuso.
- Hai detto che quella roba che ti ha fatto bere ti ha fatto eccitare? –
- Sì… più o meno… -
- Forse ho capito cosa possa essere. Solo che non ho idea di come far passare l’effetto… - continuò, appoggiando la mano sul mento mentre pensava.
- Far passare l’effetto? –

- Sei eccitato stupido! Si vede lontano un miglio. Perché pensi che ti abbia portato qui invece che tornare da tua sorella? – mi disse, guardandomi. 

A quelle parole arrossii leggermente.
No, non volevo che mia sorella mi vedesse in quello stato.
E non volevo nemmeno che sapesse cosa fosse successo con Yuna.
Però… volevo vederla…
 
- Non puoi tornare in classe conciato così. Non resisteresti altre due ore seduto sulla sedia senza fare nulla… - disse Jimin pensando ad alta voce.
- JIMIN-ah! – dissi io, guardandolo sorpreso.
- Vuoi che tua sorella ti veda come sei adesso? – mi chiese, con un ghigno sul volto.
- C-CERTO CHE NO! – risposi io, scuotendo la testa.
- Allora rimani qui buono finchè non ti sarai calmato. Anche se non ho idea di che dire a Y/N… -
- D-dille che sono andato in infermeria ma che sto bene… - dissi io, abbassando lo sguardo. 

Era una bugia, ma non sapevo che altro inventarmi in quel momento.
Non potevo mica spiegarle quello che mi era successo.
 
- Come vuoi… io adesso vado prima che si preoccupi anche per me… - 

Dopo aver finito la frase, Jimin uscì dal bagno, ed io rimasi lì solo.
Non sapevo davvero cosa fare…
 
Che diavolo mi aveva fatto bere per ridurmi in quello stato?
Sarei dovuto stare più attento…

 
 
PoV You
 
 
Non vedendo arrivare nemmeno Jimin, iniziai a preoccuparmi di nuovo, ma poco dopo lo vidi correre verso di noi.
 
Da solo.
Dov’era Jungkook?
 
- Scusa Y/N, Jungkook è andato in infermeria perché si è sentito poco bene, ma non è nulla di grave, tra poco tornerà in classe.
- Oh… ok va bene, grazie. Ma… sei sicuro che sia tutto a posto? – chiesi, poco convinta.
- Certo, non preoccuparti. – mi disse lui, sorridendomi per tranquillizzarmi. 

Passammo gli ultimi minuti di intervallo a parlare tra di noi, anche se io non riuscivo a smettere di pensare a Jungkook.
Insomma, era normale se fossi un po’ preoccupata no?
 
E poi… prima di separarci avevo visto Yuna fermarlo…
E se fosse stata lei a fare qualcosa a Jungkook?
Però… lei voleva Jungkook per sé, quindi non gli avrebbe fatto nulla di male… no?
 
Quando suonò la campanella, io mi diressi in classe, sperando che mio fratello tornasse presto.
Mentre ero nel corridoio, dato che avevo i miei pensieri rivolti verso mio fratello, non mi accorsi di essermi scontrata con qualcuno finchè non persi l’equilibrio e quasi caddi per terra.
 
Quasi perché qualcuno mi afferrò la vita per non farmi cadere.
 
Quando alzai lo sguardo verso la persona che mi aveva salvata dalla caduta, arrossii notando che fosse un ragazzo, sicuramente coreano visto i lineamenti del viso non erano per nulla quelli di un italiano, ma erano simili a quelli di Jungkook e Yoongi, che mi stava sorridendo dolcemente.
 
- Scusa, non volevo farti cadere. – mi disse, rimettendomi in piedi e continuando a sorridermi.
- N-non preoccuparti. Anzi…ti ringrazio… per avermi salvata… - dissi io arrossendo. 

Non ero davvero abituata a parlare con i ragazzi, mi sentivo sempre in imbarazzo.
 
- Non devi ringraziarmi. Anzi, potrei sapere il tuo nome? – mi chiese, guardandomi.
- Y/N… - risposi, arrossendo.
- … hyung! –
- C-cosa? – dissi io, alzando lo sguardo su di lui.
- Kim Taehyung! È il mio nome! – mi disse lui, avvicinandosi un po’ a me. 

Io arrossii di più quando lo fece, ma non riuscivo a smettere di guardarlo.
Era davvero carino.
 
Ero completamente concentrata su di lui, che non mi accorsi che in quel momento Yuna stava tornando in classe, delusa dopo quello che era successo con Jungkook, ma la sua espressione cambiò quando vide me insieme a Taehyung, e un ghigno le comparve sul volto.
In qualche modo, il loro piano aveva funzionato lo stesso, anche se non come aveva sperato lei.


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
- Angolo Autrice – 


Allora, finalmente riesco a pubblicare ^^ scusate se ci ho messo tanto.
Ma davvero, tra le foto dei BTS che sono un infarto dopo l’altro, alcuni imprevisti che ho avuto, e l’indecisione di cosa far fare a Yuna per fermare finalmente Jungkook permettendo al ragazzo di avvicinarsi alla protagonista, ho davvero avuto qualche problemino con questo capitolo.
Spero sia venuto bene e che l’idea che ho usato per Yuna non sia risultata troppo stupida, non sono convinta al cento per cento su quello che ho scritto, ma davvero non mi veniva in mente nulla, e non potevo continuare a scrivere che Yuna falliva quindi…
 
E finalmente scopriamo che il misterioso ragazzo (stalker xD ) è TaeTae! Ve lo aspettavate?
 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate, per me è molto importante la vostra opinione, anche le critiche le accetto. u.u
 
Alla prossima, bacioniii.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Cap 16: Taehyung! ***


PoV You
 
 
- … hyung! –
- C-cosa? – dissi io, alzando lo sguardo su di lui.
- Kim Taehyung! È il mio nome! – mi disse lui, avvicinandosi un po’ a me. 

Io arrossii di più quando lo fece, ma non riuscivo a smettere di guardarlo.
Era davvero carino.
 
- Tu sei al secondo anno giusto? – mi chiese, scrutandomi con lo sguardo.
- S-sì… tu invece? – chiesi io, sempre più imbarazzata.
- Al terzo. Ho un anno in più di te. – 

Quando lo disse, gli scappò una piccola risata, che mise in mostra il suo sorrido più di prima, mentre gli occhi si assottigliarono.
 
Guardandolo bene, sembrava essere un cucciolo di leoncino, e una parte di me avrebbe voluto accarezzargli la testa, ma la ragione mi fermò dal farlo.
Anche se non lo conoscevo, quel ragazzo mi ispirava un’enorme tenerezza, e iniziai a desiderare di voler fare amicizia con lui.
 
Questo non mi era mai successo con nessun altro ragazzo.
Di solito, non parlavo mai con i ragazzi data la mia timidezza, e se anche uno di loro mi rivolgeva la parola, il rapporto con quella persona non diventava mai di amicizia.
 
Infatti gli unici ragazzi con cui fin ora ero riuscita a scambiare più di qualche semplice frase erano Yoongi, cioè il mio migliore amico, mio fratello Jungkook e il suo amico Jimin, che non sapevo ancora se definire anche amico mio o no.
 
Quindi quella fu la prima volta che desiderai di diventare amica di un ragazzo che mi aveva appena rivolto la parola, e che nemmeno conoscevo.
 
- Ti piaccio così tanto che non riesci a smettere di guardarmi? – mi chiese lui, soffocando una risata, dato che aveva notato il mio sguardo su di lui.
- Eh? N-no… Ecco… - biascicai io, abbassando lo sguardo mentre sentivo le guance in fiamme.
- Beh, se vuoi la verità, io ti trovo molto carina. – mi sussurrò lui all’orecchio, e quel sussurro mi fece sobbalzare. 

Quando alzai lo sguardo su di lui, mi fece l’occhiolino, e io girai di nuovo lo sguardo, imbarazzata dato che il suo viso era vicinissimo al mio.
 
- Ti va di uscire con me qualche volta? –
- C-cosa? –
- Beh, vorrei diventare tuo amico… se vuoi… Mi piacerebbe molto conoscerti. –
- C-conoscere… me? – dissi, alzando lo sguardo su di lui.
- Sì, suona strano? – rispose lui con un’alzata di spalle.
- Un po’… però… -
- Però? –
- Però mi piacerebbe conoscerti… - il mio fu quasi un sussurro dato l’imbarazzo, ma vedendo il suo sorriso allargarsi, capii che mi aveva sentita. 

In quel momento suonò la campanella di fine intervallo.
 
- Dobbiamo già tornare in classe. – disse lui, quasi in tono lamentoso.
- Già… -
- Ti và se ci vediamo all’uscita da scuola? Potrei accompagnarti a casa… -
- Ecco… - 

E adesso?
All’uscita da scuola ci sarebbero stati anche Jungkook e Jimin.
Avrei dovuto dire loro che avrei fatto la strada di casa con Taehyung?
O sarebbe meglio che ci fossero anche loro con me?
 
Tuttavia Taehyung l’avevo appena conosciuto, e anche se mi ispirava un’infinita tenerezza, non potevo certo dire di fidarmi ciecamente di lui dopo averci parlato giusto qualche minuto, no?
Era pur sempre un ragazzo, quindi forse l’idea di fare subito la strada di casa da sola con lui non era una buona idea.
 
- Ci saranno anche due miei amici. È un problema per te? – chiesi, avendo quasi paura della risposta.
- S-no, non preoccuparti. Dopotutto non mi aspettavo di fare la strada da solo con te appena conosciuti. – rispose, sorridendomi di nuovo. 

Avevo detto “due amici” invece di dire “mio fratello ed un suo amico” un po’ perché non mi ero ancora del tutto abituata del fatto che Jungkook fosse davvero mio fratello, non riuscivo del tutto a vederlo come tale, un po’ per come si comportava lui nei miei confronti forse, e poi una parte, forse egoista di me, non voleva che qualcuno a scuola sapesse che io e Jungkook siamo fratelli, proprio com’era successo quando avevo risposto a Yuna, e non le avevo detto che eravamo imparentati.
 
Non mi spiegavo molto il motivo per cui mi comportavo così, semplicemente volevo tenerlo un po’ segreto.
 
Forse una delle ragioni era proprio il fatto che Yuna lo avesse “puntato”, e gli stesse appiccicata ogni singolo giorno, e io questo non lo sopportavo.
Non mi piaceva per nulla vederla sempre avvicinarsi a lui, o guardarlo durante le lezioni in modo malizioso, perché sì, notavo come lo guardava, e mi faceva innervosire.
 
Forse la mia era solo un po’ di gelosia perché quando eravamo piccoli eravamo sempre solo noi due, e nessun altro, mentre adesso andavamo a scuola insieme, e conoscevo troppo bene Yuna avendola avuta in classe anche l’anno prima.
 
Per questo non volevo che si avvicinasse a Jungkook.
 
A lei non interessavano le relazioni serie.
L’avrebbe semplicemente usato come le pareva e piaceva, e poi lo avrebbe gettato via come un vestito consumato di cui non aveva più bisogno.
E io non volevo che qualcuno giocasse con i sentimenti di mio fratello.
 
Dopotutto ero sua sorella maggiore, avevo il diritto di proteggere il mio fratellino.
 
- Adesso è meglio che torniamo in classe, o ci beccheremo una strigliata dai professori. – disse lui, ridendo.
- G-già, poi diventano insopportabili. – risposi io.
- Beh, allora ci vediamo dopo. – mi disse, scompigliandomi un po’ i capelli.
- Sì… - risposi io, ancora rossa. 

Ma diventai ancora più rossa quando lui mi baciò sulla guancia.
 
Vedendo la mia reazione, gli scappò una risata, e poi iniziò ad allontanarsi, salutandomi con un cenno della mano.
 
Dopo averlo visto sparire quando ebbe girato l’angolo del corridoio, mi ripresi e tornai in classe, fortunatamente arrivando prima del professore, e quando mi diressi verso il mio banco, vidi Jungkook già seduto al suo.
 
- Dov’eri sparita? – mi chiese sottovoce appena mi fui seduta.
- Ecco… - risposi, sentendo di nuovo le guance avvampare mentre mi tornarono in mente i pochi minuti trascorsi con Taehyung.
- Uhm? – 

Con la coda dell’occhio vidi che si era avvicinato a me, cosa che mi fece arrossire di più.
 
Continuò a guardarmi con il suo sguardo indagatore.
Sapeva che mi era successo qualcosa, me lo leggeva praticamente in faccia, e io sapevo che avrebbe fatto di tutto pur di scoprirlo, come quando mi aveva fatto il terzo grado quando ero stata a casa di Yoongi.
 
- T-tu piuttosto come stai? – gli dissi, guardandolo negli occhi, tentando di sviare l’argomento.
- Eh? B-bene… - disse lui, girando lo sguardo e arrossendo. 

Uhm? Perché stava arrossendo?
Jimin mi aveva detto che si era sentito poco bene, che bisogno c’era di arrossire?
La sua reazione mi incuriosì.
 
- Cos’hai avuto? – dissi, cercando di cogliere ogni sua azione.
- N-niente di che… - rispose, guardando la parete dall’altra parte della classe pur di evitare il mio sguardo.
- Uhm? Allora perché arrossisci così tanto? – dissi io, avvicinandomi a lui per vederlo in viso dato che era girato dalla parte opposta alla mia. 

Nel momento in cui io mi ero avvicinata e senza accorgermi mi ero leggermente appoggiata a lui, sentii il suo corpo irrigidirsi, e lo vidi deglutire e poi mordersi il labbro inferiore.
 
- Jungkook che ti prende? – gli dissi, iniziando un po’ a preoccuparmi.
- N-niente… - 

Stavo per rispondergli quando entrò in classe il professore, quindi decisi di restare in silenzio e tornare composta al mio banco, prima di farmi riprendere.
Con la coda dell’occhio, vidi mio fratello tirare un sospiro, per poi concentrarsi su quello che iniziò a spiegare il professore.
 
Cosa gli era successo che non voleva dirmi?
Forse lo avrei chiesto a Jimin alla fine delle lezioni.
 
Per tutti i minuti che ci separavano dalla fine della giornata, io con la coda dell’occhio continuavo a guardare mio fratello.
Un po’ perché volevo sapere cosa avesse avuto dato che mi aveva fatto preoccupare.
Un po’ perché non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
 
Erano passate solo tre settimane da quando avevo scoperto che era mio fratello, e quindi facevo ancora fatica ad abituarmi di pensarlo come tale.
 
Oltretutto, anche se aveva ancora qualche comportamento come quando eravamo piccoli, soprattutto nei miei confronti, ora non guardavo più il bambino dei miei ricordi, ma avevo davanti a me un ragazzo cresciuto, da cui ero stata separata per dieci anni, senza sapere nulla di lui, e quindi più che come un fratello, lo vedevo come un ragazzo e basta, come se fosse un mio compagno di classe come gli altri.
 
Facendo un paragone, vedevo di più Yoongi come mio fratello, e volendo essere sinceri, fino al giorno in cui Jungkook non era rientrato nella mia vita quando i nostri genitori c’avevano detto la verità su di noi, pensavo davvero a Yoongi come a un fratello maggiore, anche perché spesso mi trattava come se fossi la sua sorellina.
 
E poi, un’altra cosa che non mi aiutava a considerare Jungkook come mio fratello era… il suo comportamento nei miei confronti.
 
Insomma, che all’inizio fosse arrabbiato con me visto che pensava che io sapessi la verità da molto tempo potevo capirlo, anche io mi ero arrabbiata perché lui sapeva mentre io ero stata all’oscuro di tutto per tutti questi anni.
Ma il comportamento che aveva da quando c’eravamo chiariti mi destabilizzava un po’.
 
Mi riempiva di domande su Yoongi, Jimin o altro, mi baciava sulla guancia ogni singolo giorno, cosa che mi metteva davvero in imbarazzo, e sembrava avere qualcosa con chiunque mi si avvicinasse.
Certo, anche quando eravamo piccoli era molto protettivo con me, nonostante fosse più piccolo, ma a quei tempi pensavo fosse una cosa normale dato che i bambini piccoli erano sempre gelosi del fratello o sorella più grande, e un po’ dovevo ammettere che mi piaceva che fosse così, perché ero molto legata a lui.
 
Ma ora mi sembrava forse a volte un po’… eccessivo?
Ad esempio quando avevo aiutato Yoongi con il materiale scolastico e tornata a casa mi aveva fatto il terzo grado su dove fossimo andati o casa avessimo fatto…
O quando ero andata con lui a vedere Jimin ballare, e dopo lui pensava che stessi pensando a Jimin mentre avevo la testa da un’altra parte…
O ancora la reazione che aveva avuto il giorno prima, quando per poco non scoppiò una rissa tra lui e Jimin perché quest’ultimo mi aveva convinto ad andare da loro mentre ballavano…
 
Come reazioni mi sembravano un pochino esagerate per un fratello nei confronti della sorella, o forse mi sbagliavo ed ero solo io a farmi tanti problemi?
 
Beh, pensandoci bene, anche io mi innervosivo quando vedevo le mie compagne di classe, e soprattutto Yuna e il suo gruppetto, stare vicino o anche solo guardare Jungkook, ma io, forse per il mio carattere, non ho mai e non sarei mai riuscita a fare un terzo grado a mio fratello facendomi dire cosa faceva con Yuna le volte che lei lo fermava e io uscivo dalla classe senza aspettarlo, come era successo anche quel giorno.
 
Quando finalmente suonò l’ultima campanella che segnava la fine delle lezioni, io e Jungkook ci dirigemmo verso l’uscita della scuola, e si aggiunse a noi anche Jimin.
Solo quando arrivammo al cancello della scuola, dato che durante le lezioni avevo avuto la mente occupata a pensare a mio fratello, mi ricordai quello che successe durante l’intervallo, anche perché proprio al cancello, c’era Taehyung fermo che mi fissava.
 
- Y/N! – disse, avvicinandosi a noi, quando ci vide arrivare.
- E lui chi è? – sentii sibilare Jungkook in parte a me, e il suo tono non sembrava per nulla contento.
- Lui è Taehyung, l’ho conosciuto oggi mentre tornavo in classe alla fine dell’intervallo. – dissi io presentandolo sia a mio fratello che a Jimin, mentre sentivo di nuovo le guance avvampare.
- Diciamo che ci siamo più “scontrati” all’intervallo. – disse Taehyung quando ci ebbe raggiunti, sorridendo.
- In che senso “scontrati”? – chiese Jimin, guardando prima lui e poi me.
- Oh, non è importante credimi. – rispose Taehyung facendo un cenno con la mano. 

Con la coda dell’occhio, vidi Jungkook guardare Taehyung nello stesso identico modo in cui aveva guardato Yoongi la prima volta che l’aveva visto.
Perfetto, ora mi sarei dovuta aspettare un terzo grado anche su di lui.
 
- Beh, vogliamo andare? Non credo che vogliate passare la giornata qui fermi davanti alla scuola, no? – disse ancora Taehyung, guardandoci.
- Sì, andiamo. – dissi io, iniziando a camminare. 

Subito Taehyung mi affiancò, e iniziammo a parlare di come avevamo trascorso la giornata, anche se io erano più le volte che arrossivo di quelle in cui rispondevo, dato che lui camminava molto vicino a me, tanto che a volte le nostre braccia si sfioravano.
 
Jungkook mi affiancò subito dalla parte opposta a quella di Taehyung, ed anche per questo arrossii parecchio.
 
Ormai ero abituata a tornare a casa con due ragazzi dato che facevo sempre la strada con Jimin e mio fratello, ma era la prima volta che due ragazzi mi stavano così vicino, perché anche Jungkook si era PARECCHIO avvicinato a me, forse più di quanto lo era Taehyung, mentre Jimin era vicino a mio fratello.
 
Per tutta la strada, gli unici a parlare fummo io, a volte dato l’imbarazzo, e Taehyung.
Gli altri due non proferirono parola, anche se io sentivo addosso per tutto il tempo lo sguardo di Jungkook.
 
Quando arrivammo al bivio con Jimin, anche Taehyung doveva andare nella sua stessa direzione, quindi decidemmo di salutarci lì.
 
- Allora ci vediamo domani. – disse Jimin, iniziando a salutarci e ad avviarsi per la sua via.
- A domani Jimin. – lo salutai io, sorridendogli.
- A domani piccola. – mi sussurrò Taehyung all’orecchio per non farsi sentire da Jungkook, avvicinando TROPPO il suo viso al mio, facendomi avvampare.
- A… domani… - risposi io, abbassando lo sguardo. 

In quel momento vidi la sua mano avvicinarsi alla mia, facendomi afferrare un foglietto stropicciato.
 
- Questo è il mio numero. Se vuoi potremmo scriverci. – disse, ancora sussurrando al mio orecchio. 

Io annuii senza dire nulla, e in quel momento sentimmo Jungkook che si schiarì la gola, come a voler far notare che era lì anche lui.
Io a quel suono sobbalzai, e mi girai a guardarlo, ma proprio in quel momento avvampai di nuovo perché Taehyung mi aveva baciato sulla guancia, anzi, per essere più precisi, mi aveva baciata MOLTO VICINO alle labbra, e la sorpresa mi aveva fatto girare di nuovo verso di lui.
 
Taehyung mi sorrise di nuovo come durante l’intervallo, e poi si allontanò da me iniziando a dirigersi verso casa sua, salutandomi con un cenno della mano.
 

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice – 


Finalmente sono riuscita ad aggiornare con forse un po’ di anticipo rispetto allo scorso capitolo. Mianhae!!! ^^”
Allora, qui la protagonista spiega un po’ di cose su come vede Jungkook, e perché non vuole dire che lui è suo fratello. (almeno Yuna non potrà averlo tutto per sé finchè non lo scoprirà ahahah e NON è detto che lo scopra)!
Inoltre iniziamo un po’ a vedere come si comporta Taehyung con lei, e come intende mandare avanti il piano che aveva pensato quando aveva iniziato a “stolkerarla”…
Forse il capitolo è un po' corto rispetto agli altri, ma ho voluto fermarlo a questo punto. Mianhae!
Comunque volevo precisare (nel caso non si fosse capito) che la parte dove Tae dice: - S-No, non preoccuparti eccecc... il "S-No" è voluto, non è un errore, in quanto a lui dà fastidio che non siano da soli, ma non vuole prendersela con lei adesso... 
Fatemi sapere cosa ne pensate, e se volete anche provare a indovinare il piano di Taehyung XD
Ringrazio tutte le persone che la leggono e chi spende un po’ del suo tempo per recensirla <3
 
Bacioniiii <3

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Cap 17: Mia sorella! ***


PoV Jungkook
 
 
Appena mi ripresi, anche se non completamente, dall’effetto di quello strano liquido che mi fece bere Yuna, tornai in classe, dato che ormai mancava poco alla fine dell’intervallo, quindi sarebbe stato inutile raggiungere mia sorella e gli altri.
 
Quando vidi Y/N entrare in classe, notai subito che aveva le guance molto rosse e, dato che era anche arrivata un po’ in ritardo rispetto al suono della campanella, volevo sapere cosa l’avesse trattenuta.
 
- Dov’eri sparita? – le chiesi sottovoce appena si sedette, non volevo farmi beccare dal professore.
- Ecco… - rispose lei, e io la vidi avvampare mentre abbassava lo sguardo.
- Uhm? – 

Preso dalla curiosità, avvicinai il mio viso al suo, per vedere la sua espressione, e vidi che diventò ancora più rossa quando lo feci.
 
Quanto poteva arrossire?
 
Continuai a guardarla, non sapendo cosa chiederle.
Non volevo essere troppo invadente, però volevo davvero sapere cosa le fosse successo, così rimasi a guardarla.
 
- T-tu piuttosto come stai? – mi disse, guardandomi finalmente negli occhi.
- Eh? B-bene… - risposi, ma girai lo sguardo arrossendo perché in quel momento mi tornò in mente cosa successe poco prima con Yuna.
- Cos’hai avuto? – mi chiese ancora.
- N-niente di che… - risposi, guardando la parete dall’altra parte della classe per evitare il suo sguardo. 

Non volevo raccontarle cosa mi era successo, era troppo imbarazzante.
 
- Uhm? Allora perché arrossisci così tanto? – mi disse ancora, avvicinando il suo corpo al mio. 

Quando lo fece, mi irrigidii, l’effetto del liquido di Yuna non mi era ancora passato totalmente, quindi sentire il suo corpo così vicino al mio, mi rendeva parecchio instabile.
Deglutii e mi morsi il labbro inferiore forse un po’ troppo forte.
Non volevo fare qualcosa di cui poi mi sarei pentito con Y/N.
 
- Jungkook che ti prende? – mi disse, e dalla sua voce, potei intuire che stava iniziando a preoccuparsi.
- N-niente… - dissi, cercando di sembrare il più calmo possibile. 

In quel momento entrò in classe il professore, e io vidi con la coda dell’occhio Y/N staccarsi da me e tornare composta al suo banco.
Tirai un sospiro di sollievo non sentendola più così vicino, non perché non mi piacesse averla accanto, ma in quel momento era meglio averla a debita distanza, o non sarei riuscito a controllarmi molto.
Cercai di concentrarmi il più possibile su quello che spiegò il professore, per non dover pensare ad altro, ma il mio sguardo più di una volta, andò a posarsi su mia sorella.
 
Quando suonò l’ultima campanella di scuola, io e mia sorella ci dirigemmo verso l’uscita, e ci raggiunse anche Jimin.
Mentre andammo verso il cancello, notai da lontano un ragazzo che se ne stava fermo, e aveva lo sguardo puntato su… mia sorella.
Notai che mentre la guardava, si stava leccando le labbra maliziosamente, e mi sorpresi quando, raggiunto quel ragazzo, Y/N lo guardò subito sorridendogli, arrossendo come quando era tornata dall’intervallo.
 
- Y/N – disse quel ragazzo, e a me diede fastidio il tono così amichevole che usò con lei.
- E lui chi è? – sibilai leggermente irritato, lanciando un’occhiataccia a quel tipo e poi guardando mia sorella.
- Lui è Taehyung, l’ho conosciuto oggi mentre tornavo in classe alla fine dell’intervallo. – rispose lei, e arrossì di nuovo.
- Diciamo che ci siamo più “scontrati” all’intervallo. – la corresse quel tipo, sorridendoci.
- In che senso “scontrati”? – chiese Jimin.
- Oh, non è importante credimi. – rispose Taehyung facendo un cenno con la mano. 

Che significava che si erano “scontrati”?
Cos’era successo veramente?
 
Quel Taehyung non me la raccontava giusta.
Non lo conoscevo ancora, ma già mi stava dando fastidio, parecchio.
Qualcosa di lui mi diceva che non ci saremmo dovuti fidare, che nascondeva qualcosa.
 
Così, lo guardai nello stesso identico modo in cui guardai Yoongi la prima volta che lo vidi, o forse, lui lo guardai ancora più male.
Yoongi non mi aveva fatto questa impressione la prima volta che lo vidi, semplicemente non volevo vedere un ragazzo vicino a mia sorella, non appena arrivato in Italia e a casa mia, soprattutto perché il giorno che ho visto Yoongi, avevo appena ritrovato Y/N, quindi volevo essere IO a stare con lei.
 
Appena iniziammo ad incamminarci, vidi Taehyung affiancare mia sorella, TROPPO vicino per essere solo un amico.
Nemmeno Jimin le stava così vicino quando tornavamo da scuola con lui.
 
Così, io mi avvicinai a lei dall’altro lato, e feci proprio come Taehyung, mi avvicinai così tanto che le nostre mani si sfioravano continuamente mentre camminavamo.
Avrei voluto tenerle la mano, ma sapevo che essendomi avvicinato così a lei, avevo già esagerato troppo.
Però non sopportavo che quel tipo le stesse così vicino, ma allo stesso tempo, non sapevo che fare per allontanarlo, così avevo deciso di comportarmi come lui.
 
Sapevo che stavo mettendo in imbarazzo mia sorella comportandomi così, dato che non stavo togliendo lo sguardo da lei, e avevo notato quanto era arrossita.
 
È sempre stata molto timida fin da piccola con i ragazzi, e ritrovarsene due così attaccati a lei all’improvviso, la stava mettendo a disagio.
Però, anche se lo sapevo bene, non riuscivo a controllarmi quando la vedevo così vicino ad un altro ragazzo, e il mio istinto prendeva il sopravvento sulla ragione.
 
Quando arrivammo al bivio, Taehyung disse che casa sua si trovava nella stessa direzione che doveva prendere Jimin, così io internamente tirai un sospiro di sollievo, finalmente si sarebbe allontanato da mia sorella.
 
Però forse avevo sospirato troppo presto, perché lo vidi avvicinarsi a mia sorella per salutarla, e il suo viso era TROPPO vicino a lei.
 
- A domani piccola. – lo sentii sussurrare, perché sì, mi accorsi che l’aveva sussurrato per non farsi sentire, ma io lo avevo sentito eccome, visto che ero ancora molto vicino a Y/N. 

Vidi che lei arrossì ancora, e vidi la mano di lui avvicinarsi alla sua, mettendole in mano qualcosa, ma questa volta non capii cosa le sussurrò.
 
In quel momento mi schiarii la gola, volevo far notare la mia presenza, un po’ a Taehyung perché non sopportavo che le stesse così vicino, un po’ a mia sorella perché sembrava si fosse dimenticata che c’ero anche io.
 
E chissà cosa sarebbe successo se non ci fossi stato.
 
Quando vidi mia sorella girarsi finalmente verso di me, la vidi girare di nuovo lo sguardo su quel tipo perché l’aveva baciata sulla guancia.
Anzi, non sulla guancia, vidi benissimo che l’aveva baciata MOLTO VICINO alle labbra, e questo mi fece ribollire il sangue nelle vene.
 
Non la conosceva nemmeno da un giorno, e già si permetteva tutta questa confidenza?
Nemmeno io che la conoscevo da sempre, e ci avevo passato insieme le ultime tre settimane, quando la baciavo sulla guancia non mi ero mai avvicinato alle sue labbra.
 
Strinsi le mani così forte che sentii le unghie farmi male.
Non dovevo reagire, non volevo fare scenate, ma quel tipo davvero non lo sopportavo.
Lo conoscevo solo da qualche minuto, e mi aveva già fatto saltare i nervi.
 
Lo guardai allontanarsi con lo sguardo, e una parte di me desiderò avere il potere di fulminare con lo sguardo, così me lo sarei tolto di torno.
 
Guardando la sua figura da dietro, mi ricordò qualcosa, come se lo avessi già visto da qualche parte, ma proprio non mi venne in mente dove.
 
- Andiamo? – mi risvegliò dai miei pensieri la voce di mia sorella, che notai avere ancora tutte le guance rosse. 

Quanto poteva essere carina quando arrossiva?
 
Mi scappò un sorriso a quel pensiero, così riprendemmo a camminare, diretti verso casa.
 
- Ti piace quel tipo? – chiesi io, non potevo nascondere di essere curioso.
- C-cosa? No… insomma, è carino… però… lo conosco solo da qualche ora… - balbettò lei, e io dovetti trattenermi dal volerla stringere a me. 

Era una ragazza troppo tenera, e quando era davvero imbarazzata, iniziava a balbettare e non la finiva più.
Ci mancava solo che iniziasse anche a gesticolare esageratamente.
 
Ero contento che non fosse cambiata poi così tanto rispetto a quando eravamo piccoli, però il fatto che fosse così, mi faceva temere di più che le sarebbe successo qualcosa.
 
Non sapevo spiegarmi bene il motivo, ma sentivo che avrei dovuto proteggerla, e che dovevo starle vicino.
 
Quel pomeriggio non avevo impegni così, appena arrivammo a casa e portammo le nostre cartelle in camera, decisi che avrei passato la giornata con mia sorella, sempre se lei me lo avesse permesso.
 
- Oggi hai da fare? – le chiesi quando la vidi uscire dalla sua camera, mentre ci dirigevamo in cucina per preparare il pranzo.
- No, perché? – mi chiese lei, iniziando a tirar fuori le padelle e il cibo.
- Mi daresti ancora una mano con il tuo gioco? Non l’ho più continuato… - dissi io, pensando alla prima cosa che potevo usare come scusa per stare con lei.
- Va bene. – rispose.
- Tu leggerai qualche altro manga? –
- No… veramente pensavo di fare qualcos’altro… - mi disse. 

Notai che le sue guance arrossirono di nuovo, anche se non mi spiegai il motivo.
 
Finito di mangiare e dopo aver lavato i piatti, ci dirigemmo verso camera sua e, dopo avermi dato il gioco e la console, la vidi andare alla sua scrivania a fare chissà cosa.
 
E io che speravo si mettesse di nuovo sul letto.
 
Io presi un cuscino come avevo fatto la prima volta che ero rimasto in camera sua a giocare, e mi sedetti ai piedi del letto, facendo partire il gioco.
 
Ogni tanto, alzai lo sguardo su di lei, e la vidi concentrata su qualcosa che stava facendo su un quaderno.
 
- Stai facendo i compiti? – le chiesi, incuriosito.
- N-no… non sono compiti… - disse lei, tenendo lo sguardo su quello che stava facendo.
- Non me lo vuoi dire? – chiesi, mettendo un piccolo broncio.
- D-dopo lo vedrai… - la sentii sussurrare. 

A quella frase mi scappò un sorriso, così tornai a concentrarmi sul gioco, finchè non arrivai ad una parte che davvero non capivo.
 
- Ehi, qui che devo fare? Mi dice che devo trovare quattro persone, però ho già provato a girare tutte le aree che mi dice ma non le trovo… - dissi, alzandomi e avvicinandomi a lei. 

Appena sentì la mia voce avvicinarsi, vidi che sobbalzò e velocemente coprì quello che stava facendo con un quaderno che aveva vicino a lei.
Cos’aveva da nascondere?
 
- F-fammi vedere… - disse, prendendomi la console dalle mani. – Oh, questi. Non sono persone quelle che devi cercare, ma spiriti, e li devi combattere tutti. Quello di quest’area si trova in questo pozzo, mentre gli altri… - 

Iniziò così a spiegarmi dove trovare tutti i boss che dovevo cercare per finire quella parte di storia, e mi scrisse ogni nome con l’area e il punto preciso in cui cercarli su un foglio che mi consegnò insieme alla console quando ebbe finito.
 
Solo quando io tornai al mio posto e ricominciai a giocare, sentii che spostò il quaderno e tornò a fare quello che aveva coperto.
Perché non voleva che io lo vedessi?
Che fosse qualcosa che riguardava Taehyung?
 
Forse no… aveva detto che dopo me lo avrebbe mostrato…
 
Non riuscii a concentrarmi completamente sul gioco, perché i miei pensieri andavano sempre a cercare di indovinare cosa stesse facendo mia sorella.
 
Più di una volta avevo alzato lo sguardo su di lei, e non l’avevo mai vista così concentrata su qualcosa.
Vidi che più di una volta aveva usato la gomma per cancellare, e si mordeva spesso le labbra o le inumidiva, e ogni volta che lo faceva, io mordevo le mie.
Non so perché, ma le sue labbra mi piacevano, e già quando eravamo piccoli, spesso immaginavo come sarebbe stato baciarla.
Non sopportavo l’idea che qualcuno che non fossi io potesse avere le sue labbra, per questo prima quando avevo visto Taehyung avvicinarsi troppo, mi ero innervosito.
 
Fin da piccoli, Y/N era stata sempre e solo mia, forse perché stavamo sempre noi due da soli a giocare, e quindi ero diventato un po’ possessivo nei suoi confronti, mentre adesso, era circondata dai ragazzi, e io non potevo farci nulla.
 
Insomma, Yoongi era il suo migliore amico, Jimin era il mio quindi non potevo allontanarlo troppo… e Taehyung.
Taehyung era il ragazzo che avrei dovuto controllare di più, perché non riuscivo a fidarmi per niente di lui, soprattutto non dopo aver visto come la fissava dopo averla conosciuta solo da qualche ora.
 
Dentro di me, avevo un po’ paura che avendo scoperto che siamo fratelli, lei prima o poi mi avrebbe allontanato, e non sarebbe più stata con me come quando eravamo piccoli, quando eravamo solo noi due.
 
Quando ancora credevo anche io che fossimo cugini, mi ero preso una cotta fortissima per lei, tanto che non volevo stare con nessun’altra bambina, e non volevo che lei conoscesse altri bambini, quindi quando dovemmo separarci, una parte, forse quella cattiva di me, sperò che venendo in Italia non si facesse nessun amico, e che quando mi sarei di nuovo riunito con lei, saremmo stati ancora solo noi due.
 
Per questo quando scoprii che Yoongi era addirittura il suo migliore amico, e non solo un semplice amico, mi ero sentito un po’ messo da parte, e poi avevo dovuto pure sopportare Jimin e adesso si aggiungeva pure Taehyung.
 
Sapevo benissimo che non dovevo avere questo tipo di pensieri possessivi su Y/N, essendo mia sorella, ma davvero non riuscivo a vederla come tale.
 
Insomma, come si fa ad essere semplicemente il fratellino della ragazza per cui hai avuto una cotta da piccolo, nonostante fosse comunque una tua parente?
 
I miei pensieri furono interrotti dalla sua voce.
 
- Jungkook?... Jungkook!!! – 

Sentii la sua mano scuotermi piano la spalla, e arrossii leggermente quando mi accorsi che stava inginocchiata davanti a me e aveva gli occhi fissi su di me.
 
- M-mianhae… - dissi, abbassando lo sguardo.
- A che pensavi? – mi chiese, piegando la testa da un lato, continuando a guardarmi.
- A-a niente… - dissi io, mettendomi un po’ più dritto con la schiena.
- Tieni. – mi disse lei, appoggiando leggermente qualcosa sulle mie mani che ancora reggevano la console. 

Quando abbassai lo sguardo per vedere cosa fosse, rimasi sorpreso.
 
Mi aveva dato un foglio su cui c’era un disegno, e non era un disegno qualsiasi.
Aveva disegnato il mio personaggio preferito di Overwatch, quello che usavo sempre, e che avevo usato anche quando avevamo giocato insieme.
Ma non era tanto quello che mi aveva sorpreso.
 
La cosa che mi sorprese di più fù il volto del personaggio.
Era il MIO volto.
Aveva disegnato me vestito dal mio personaggio preferito del gioco.
 
Io lasciai al mio fianco la console, e presi in mano il disegno, non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
Lo aveva disegnato fin troppo bene, in ogni minimo particolare.
 
- Ti piace? – mi chiese lei, timidamente.
- È stupendo. Dico davvero. – risposi, per poi alzare lo sguardo su di lei. 

Vidi che arrossì quando glielo dissi, e abbassò lo sguardo sul pavimento.
 
- Pensavo non volessi mostrare i tuoi disegni. –
- Beh, sei stato tu a scoprire che disegno, e dato che quelli che hai visto ti piacevano, ho deciso di fartene uno… - disse quasi sussurrando per l’imbarazzo.
- Grazie. – le dissi, e lasciai un secondo il foglio sul pavimento per tirarla verso di me ed abbracciarla. 

Sentii che sobbalzò piano, ma poi ricambiò l’abbraccio.
La strinsi a me come se non volessi mai più lasciarla, e appoggiai il viso nell’incavo del suo collo.
 
Restammo così per un bel po’.
Quando ci staccammo, lei aveva tutto il viso rosso, e a me scappò un sorriso vedendola.
 
- Allora sarai tu il giudice della sfida di ballo tra me e Jimin? – le chiesi, e notai che lei mi guardò leggermente stranita.
- Perché…? –
- Beh, io ho scoperto che disegni, quindi voglio mostrarti come ballo. Così siamo pari, no? –
- Ma… sei sicuro? Non… -
- Shh… sono sicurissimo. Tanto prima o poi te lo avrei mostrato lo stesso. – le dissi, appoggiando un dito sulle sue labbra per zittirla. 


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice – 

Finalmente riesco a finire questo capitolo. Per la cronaca, non ho ancora guardato il loro MV, altrimenti avrei finito per non scrivere nulla nemmeno oggi, e questo capitolo me lo sto portando dietro da un po’, dato che ogni volta che volevo continuarlo, PUNTUALMENTE loro droppavano qualcosa, che fossero foto… video di qualcosa… i teaser ecc…
Ma torniamo alla storia.
Allora, qui ho raccontato un po’ l’incontro con Taehyung visto dalla parte di Jungkook, e quello che lui pensa della protagonista, anche se arrivati a questo punto, si capisce benissimo anche senza troppe spiegazioni, credo.
I due fratelli passano un pomeriggio insieme e lei finisce per fargli un disegno, mentre lui decide di fare questa sfida con Jimin, per far conoscere una parte nascosta di sé alla sorella.
Spero non sia stato noioso e che non ci siano troppi errori di ortografia.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ringrazio chi legge, e chi mi lascia anche una piccola recensione.
 
Al prossimo capitolo, un bacione. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Cap 18: Misteri... ***


PoV You


- Allora sarai tu il giudice della sfida di ballo tra me e Jimin? – mi chiese, e io lo guardai leggermente stranita.
- Perché…? –
- Beh, io ho scoperto che disegni, quindi voglio mostrarti come ballo. Così siamo pari, no? –
- Ma… sei sicuro? Non… -
- Shh… sono sicurissimo. Tanto prima o poi te lo avrei mostrato lo stesso. – mi disse, appoggiando un dito sulle mie labbra per zittirmi.

Io arrossii quando lo fece, abbassando lo sguardo sul suo dito.
Dato che avevamo appena sciolto l’abbraccio, i nostri visi erano vicini, non troppo, ma abbastanza da sentirmi incredibilmente in imbarazzo.

Però non volevo minimamente allontanarmi da lui.

Quando finalmente lui tolse il dito dalle mie labbra, e passò parecchio prima che lo fece, il mio sguardo si posò sulla console che si trovava ancora vicino a lui, ed era ancora accesa sul gioco.

- Sei riuscito a sconfiggere i boss? - gli chiesi, sia per curiosità, sia per non pensare al fatto che eravamo forse troppo vicini.
- No, il terzo è difficile, ho già perso tre volte. - rispose lui in un tono lamentoso che lo rese tremendamente tenero.
- Aspetta, fammi vedere… - dissi, prendendo la console e guardando a che punto era. - Oh, questo… Anche io ho avuto un po’ di problemi a sconfiggerlo, dato che il posto in cui batterlo è molto ristretto e non puoi allontanarti troppo per curarti…La cosa migliore è fare così… - continuai, iniziando il combattimento e mostrandogli cosa doveva fare.

Mentre io spiegavo, lui aveva avvicinato la testa alla mia per vedere meglio, e io sentivo i suoi capelli contro i miei, così, gli riconsegnai la console allontanandomi un pochino da lui, sentendo le guance in fiamme.
Fortunatamente, lui non si accorse di nulla dato che era concentrato sul combattimento, ed io rimasi a guardarlo, senza riuscire a distogliere lo sguardo da lui.

- Woah! Ce l’ho fatta! - esclamò, quando riuscì a vincere il combattimento, e non ci impiegò nemmeno tanto.

Quando esultò, alzò lo sguardo su di me, e io girai velocemente il viso di lato, non volevo che sapesse che lo stavo fissando.

- Y/N…? - mi chiamò, e quando mi girai a guardarlo, lui mi rivolse uno sguardo un po’ preoccupato. - Va tutto bene? - mi chiese dolcemente.
- S-sì… - risposi io, senza però guardarlo negli occhi.

Perché mi sentivo sempre così in imbarazzo con lui?

Lui tornò a concentrarsi sul gioco, non dopo avermi rivolto ancora uno sguardo.
Io alzai il mio, per concentrarmi su qualsiasi altra cosa che non fosse lui, e il mio sguardo cadde sul telefono di Jungkook che teneva vicino a sé, che in quel momento si era illuminato per l’arrivo di una notifica, e notai l’orario.
Era ora di cena e non ce n’eravamo nemmeno accorti.
Oltre all’orario, mi incuriosì parecchio l’immagine che teneva come blocco schermo, anche se con tutte le notifiche che gli erano arrivate, non si riusciva a capire cosa fosse, si capiva solo che era una foto, ma non riuscivo a capire di chi.
Però…
Quella foto, anche se non capivo chi ritraeva, aveva un qualcosa di… familiare…

Come se l’avessi già vista da qualche parte.

Così, presa dalla curiosità, riaccesi lo schermo del suo telefono, che nel frattempo si era spento, per vedere meglio la foto.

- Che stai facendo? - mi chiese Jungkook, guardandomi.
- Eh… v-volevo vedere… il tuo blocco schermo… - dissi io, allontanando la mano dal suo telefono, arrossendo.
- P-perchè vuoi vederlo? - chiese, e io notai che aveva leggermente cambiato il tono di voce, da curioso a… imbarazzato?
- Sono curiosa, e per qualche motivo, mi sembra di aver già visto quello sfondo da qualche parte… - dissi, un po’ velocemente.
- E’-è solo una foto che ho trovato su internet… - disse lui, nascondendo il telefono nella tasca dei pantaloni, e cercando di tornare a concentrarsi sulla console.
- E perché non posso vederla? - chiesi, guardandolo.
- Eh… - si morse il labbro inferiore senza dire nulla.
- E’ una ragazza? - chiesi, ero davvero curiosa in quel momento.
- Sì… cioè… - mentre parlava, teneva lo sguardo sulla console, e io notai che era arrossito.
- Dai, fammela vedere… - dissi, mettendo un po’ il broncio.
- N-no… - disse lui, continuando a giocare.

Io gonfiai le guance e aggrottai le sopracciglia guardandolo.
Comportandosi così mi rendeva solo più curiosa.

Quando finì di sconfiggere anche l’ultimo boss che gli mancava per completare la quest, salvò il gioco e spense la console, ma lo fece solo dopo aver dato un’occhiata al suo telefono.

- Andiamo a preparare la cena? - mi chiese, alzando lo sguardo su di me, come se pochi minuti prima non fosse successo nulla.

Quando lo fece però, notò il mio broncio, e abbassò subito lo sguardo, iniziando ad alzarsi e dirigersi verso la porta della mia camera.
Io gli lanciai un’occhiataccia, ancora imbronciata, poi mi alzai anche io appoggiando la console sul mio letto e seguendolo al piano di sotto, diretti in cucina.

Lasciai cucinare lui, mentre io apparecchiai la tavola e poi mi sedetti aspettando che fosse pronto.
Mentre me ne stavo seduta, non smettevo un secondo di guardarlo, chiedendomi per quale motivo non voleva mostrarmi l’immagine che aveva come blocco schermo.
Se l’aveva salvata da internet perché faceva tanto il misterioso?

Per tutta la cena, nessuno dei due parlò, anche se il mio sguardo continuava a posarsi su di lui.
In un modo o nell’altro, mi promisi che sarei riuscita a vedere quella foto, perché ero davvero troppo curiosa.

Quando finimmo di mangiare e di lavare i piatti, lui salì al piano di sopra, ed entrò in camera mia solo per prendere il disegno che gli avevo fatto, per poi chiudersi in camera sua, senza rivolgermi la parola.
Io rimasi a fissarlo senza dire nulla, per poi entrare in camera mia e chiudere la porta, appoggiandomici con la schiena.

Rimasi qualche secondo a fissare la mia camera, notando quanto senza la presenza di Jungkook risultasse vuota.
Era la prima volta che pensavo una cosa del genere, forse anche perché fino a prima che arrivasse in questa casa, ero sempre stata abituata a stare da sola, invece adesso non c’era un solo giorno in cui lo ero, dato che in un modo o nell’altro lo vedevo sempre.
Mi avviai verso il mio letto, per rimettere a posto la console che avevo appoggiato su di esso prima di scendere a cenare, e involontariamente infilai una mano nella tasca dei pantaloni, accorgendomi solo in quel momento di avere qualcosa di stropicciato al suo interno.

Quando estrassi dalla tasca quel foglietto stropicciato, mi accorsi che era il biglietto che mi aveva dato Taehyung, quello su cui aveva scritto il suo numero di telefono.
Mi sedetti alla mia scrivania continuando a guardare quel foglietto.
Avrei dovuto scrivergli?
Mi sentivo in imbarazzo al solo pensiero…
Insomma, già facevo fatica a rivolgere la parola ad un ragazzo senza imbarazzarmi, figuriamoci scrivergli per prima un messaggio.
Nemmeno a Jungkook avevo ancora scritto un messaggio da quando mi aveva dato il suo numero, anche se vedendolo tutto il giorno, era un po’ inutile farlo…

Fu così che salvai il numero di Taehyung sul telefono, e poi rimasi a fissare lo schermo, indecisa se scrivergli o meno.
E se in quel momento fosse stato impegnato e lo avrei solo disturbato?
Non sapevo nemmeno cosa scrivergli… un semplice “ciao” mi sembrava troppo banale.

Dopo esser stata per più di un’ora a fissare lo schermo del telefono, indecisa, decisi di concentrarmi su qualcos’altro, per distrarmi un po’.

Il mio sguardo cadde sull’altro disegno che avevo fatto quel pomeriggio, e che ovviamente non avevo fatto vedere a Jungkook.
Infatti, quel disegno ritraeva mio fratello com’era proprio quel pomeriggio, seduto ai piedi del mio letto, concentrato a giocare con la mia console.
Dato che avevo finito abbastanza velocemente quello che avevo regalato a lui, e il mio sguardo aveva continuato a fissarlo di nascosto mentre giocava, avevo deciso di provare a disegnarlo come lo stavo vedendo in quel momento, anche perché non sarei riuscita a fargli una foto di nascosto, cosa che avrei voluto fare, quindi optai per il disegno.
Ripensai anche a quando mi aveva chiesto se davvero avrei fatto da giudice alla gara di ballo contro Jimin, ripensando al sorriso che mi aveva rivolto quando mi aveva zittita con il dito, e sentii le mie guance scaldarsi al solo pensiero, mentre inconsciamente le mie dita sfiorarono le mie labbra, proprio nel punto in cui qualche ora prima si era appoggiato il suo dito.

Non vedevo davvero l’ora di poterlo vedere ballare, ed ero davvero felice che avesse deciso di mostrarmelo, così avrei scoperto un nuovo lato di lui.
Ripensai a quando avevo visto per la prima volta Jimin ballare, e a quanto mi fosse piaciuto, anche perché era la prima volta in assoluto che vedevo un ragazzo dal vivo mentre ballava, di solito li vedevo solo in tv o su YouTube.
Ricordai anche quando Jimin, prima di salutarmi quello stesso giorno, dopo che io gli feci per l’ennesima volta i complimenti per come ballava, mi disse che non avevo ancora visto come ballava Jungkook, e quanto quella semplice frase aveva aumentato la curiosità di conoscere meglio mio fratello.
Quindi il pensiero che presto lo avrei davvero visto ballare, mi rese piena di gioia, e non vedevo l’ora che arrivasse quel giorno.

Quando fu quasi ora di andare a dormire, decisi di scrivere a Taehyung, per augurargli la buonanotte, specificando che ero io, dato che lui non aveva ancora il mio numero.
Lo feci un po’ perchè avevo davvero voglia di scrivergli, e quella fu l’unica cosa sensata che mi venne in mente di scrivere, e un po’ perché mi sembrava sbagliato non farlo dopo che lui mi aveva dato il suo numero dicendomi che ci saremmo scritti.
La sua risposta arrivò quasi subito, aveva semplicemente ricambiato la buonanotte, mettendo uno smile che mandava un bacio.
Io arrossii leggermente vedendo quello smile e il messaggio in sé, era la prima volta che un ragazzo mi scriveva la buonanotte.
Una parte di me per un momento aveva creduto che lui avrebbe letto il messaggio senza rispondere, quindi rimasi molto sorpresa quando invece ricevetti la risposta.

Stavo per posare il telefono sul comodino per poi addormentarmi, quando il mio sguardo si posò sulla parete dietro la testata del mio letto, l’unica parete che in quel momento mi divideva da Jungkook.
Chissà se in quel momento stava già dormendo o era ancora sveglio…
Non ci eravamo nemmeno augurati la buonanotte prima, e un po’ sentivo già la mancanza del suo bacio sulla mia guancia, anche se il solo pensiero mi faceva arrossire.
Così, con ancora il telefono in mano, decisi di scrivergli la buonanotte per messaggio.
Rimasi per un po’ a fissare il messaggio prima di inviarlo.
Avevo scritto soltanto “buonanotte”, senza aggiungere altro, come per Taehyung, anche se a lui avevo specificato chi fossi, però non avevo messo nessun tipo di smile o altro.
Invece per Jungkook scrivergli semplicemente “buonanotte” mi sembrava troppo banale, così dopo averci pensato su un bel po’, aggiunsi lo smile che dormiva e un cuore piccolo, e poi lo inviai.

Che stupida!
Nemmeno lui aveva il mio numero, aveva semplicemente scritto il suo sul mio telefono, ma non aveva mai preso il mio.
Stavo per scrivergli di nuovo per dirgli chi fossi, quando mi arrivò la risposta.
Fù più veloce persino di Taehyung a rispondere.
Quando aprii il messaggio, arrossii.

Aveva scritto “buonanotte cucciola” seguito dallo smile che manda un bacio e due cuori rossi.
Come aveva fatto a capire chi fossi?
E poi… Era la prima volta che qualcuno mi chiamava “cucciola”, e sapere che era stato lui a farlo, mi fece perdere un battito.
Rimasi a fissare quel messaggio finché i miei occhi non si chiusero e mi addormentai.

Il giorno seguente, scesi a fare colazione, e mentre stavo davanti ai fornelli preparando qualcosa, sentii due braccia circondarmi i fianchi da dietro, e una familiare sensazione sulla guancia.

- Buongiorno cucciola. - disse Jungkook con la voce ancora impastata dal sonno, dopo avermi baciato la guancia.
- Buongiorno… - risposi io arrossendo, e cercando di concentrarmi sul cibo che stavo cucinando.

Lui rimase qualche minuto ancora ad abbracciarmi, per poi iniziare ad apparecchiare la tavola per tutti e due.
Quando mi sedetti al mio posto dopo aver servito la colazione, mi tornò in mente il massaggio che mi aveva mandato la sera prima, e il fatto che io non avessi nemmeno specificato chi fossi.

- Come facevi a saperlo? - chiesi con un filo di voce, alzando lo sguardo su di lui.
- A sapere cosa? - mi chiese, ricambiando lo sguardo.
- Che...sono stata io...a scriverti...ieri sera… - dissi, arrossendo di nuovo.
- E chi altro sarebbe potuto essere? - disse semplicemente lui, sorridendo.

Io lo guardai stupita, non sapevo che dire.

- Avrei voluto scriverti io la buonanotte dato che non c’eravamo detti nulla dopo cena, ma avevo dimenticato che non avevo ancora il tuo numero, e stavo pensando se venire a chiedertelo in quel momento, ma credevo ti fossi già addormentata. Quindi quando ho ricevuto il messaggio ho capito subito che eri tu e ti ho risposto. - disse lui, sorridendo di più quando finì di parlare.

Io sentii le guance in fiamme in quel momento, e abbassai lo sguardo, imbarazzata.

Nessuno dei due parlò più per il resto della colazione, anche perché io ero troppo imbarazzata per dire qualcosa, e poi ci preparammo per andare a scuola.

Mentre stavamo camminando e ci stavamo avvicinando al bivio che ci separava dalla casa di Jimin, vidi un ragazzo appoggiato al palo proprio al bivio, che si mosse solo quando fummo più vicini a lui.
Solo quando gli fummo abbastanza vicini, mi accorsi che quel ragazzo era Taehyung, che appena ci vide ci venne incontro, e mi sorrise.

- Buongiorno Y/N! - mi disse tutto contento.
- Buongiorno Taehyung. - lo salutai ricambiando il sorriso. - Ci stavi aspettando? - aggiunsi.
- Sì, è un problema se facciamo la strada insieme tutti i giorni? - disse lui, mettendo un finto broncio che lo rese adorabile.
- C-certo che no… - dissi io abbassando lo sguardo un po’ imbarazzata.

Sentii Jungkook fingere un colpo di tosse, e capii subito il motivo.
Avevo capito fin da subito che a lui non piaceva Taehyung, anche se non avevo capito il perché.
Quindi quello era il suo modo indiretto per dire che a lui dava fastidio il fatto che avremmo fatto la strada insieme.
Ma ci si sarebbe dovuto abituare, perché a me non dispiaceva affatto la compagnia di Taehyung.

Così, iniziammo a camminare, diretti a scuola, e durante il tragitto, solo io e Taehyung parlammo, mentre Jungkook se ne stava zitto vicino a me.
Almeno questa volta nessuno dei due era TROPPO vicino a me, come invece era successo il giorno prima, cosa che mi aveva imbarazzata abbastanza.

- Sai, prima di ricevere il tuo messaggio ieri sera, pensavo davvero che avrei aspettato parecchio prima che tu mi scrivessi. - disse Tae ad un certo punto, sporgendo il labbro inferiore.
- Scusa… ma non sono abituata a scrivere ad un ragazzo… e non sapevo nemmeno cosa scriverti… - dissi, tenendo lo sguardo basso.
- Tranquilla. Mi ha fatto piacere aver ricevuto il tuo messaggio. Almeno così adesso posso essere io a scriverti. - mi disse, accarezzandomi la testa e facendomi alzare lo sguardo su di lui.

Quando arrivammo al cancello della scuola, fummo raggiunti subito da Jimin, che si sorprese trovandoci già in compagnia di Taehyung.

- Buongiorno ragazzi. - ci salutò con il suo sorriso contagioso.
- Buongiorno Jimin. - lo salutai io, ricambiando il sorriso.

Restammo a parlare tra di noi finché non suonò la campanella, e quando salutammo Jimin e Taehyung per andare nelle rispettive classi, quest’ultimo si avvicinò a me baciandomi sulla guancia e sorridendomi prima di andarsene.
Io rimasi a fissarlo arrossendo, e mi ripresi solo quando Jungkook mi afferrò il polso trascinandomi in classe, non mi accorsi nemmeno che prima di trascinarmi aveva provato a chiamarmi per due o tre volte senza ricevere risposta.

Quando presi posto al mio banco, portai lo sguardo su di lui, per scusarmi, ma lo abbassai subito quando vidi che aveva lo sguardo puntato altrove, ignorandomi completamente.
Sapevo che gli aveva dato fastidio il fatto che Taehyung mi avesse baciato sulla guancia, proprio come gli aveva dato fastidio quando a farlo era stato Jimin, però non capivo perché se le prendesse tanto…
Era solo un bacio sulla guancia…

Passammo le lezioni concentrati su quello che spiegava il professore, quel giorno non mi misi nemmeno a disegnare, e presto arrivò l’intervallo.
Quando uscimmo dalla classe, trovammo subito Jimin ad aspettarci, ma non era solo.
Infatti in parte a lui si trovava Taehyung, che appena ci vide ci venne subito vicino e mi sorrise.

- Ti unisci a noi per l’intervallo? - chiesi io, senza riuscire a nascondere del tutto il fatto che ero contenta di vederlo.
- Sì, se per voi non è un problema. - disse Taehyung, facendomi un altro dei suoi sorrisi.

Così, ci dirigemmo tutti verso la classe di Yoongi, che quando ci vide arrivare, notai che il suo solito sorriso accennato si spense del tutto, sostituito da uno sguardo quasi… infastidito?
Inoltre notai subito che il suo sguardo era cambiato quando aveva visto Taehyung.
Bene, prima Jungkook, ora pure Yoongi lo guardava male…
Ma che avevano contro di lui?



PoV Yoongi


Quando suonò la campanella che segnava l’inizio dell’intervallo, come facevo ogni giorno, aspettai l’arrivo di Y/N, Jungkook e Jimin, ma di certo non mi aspettavo che ci fosse un nuovo ragazzo ad accompagnarli.
Di questo passo a quanti saremmo arrivati a fine anno?
Avrei dovuto passare l’intervallo con tutta la scuola?
Non che avessi qualcosa contro quel tipo, dato che non sapevo nemmeno chi fosse, però a me piaceva la tranquillità, e l’intervallo mi piaceva passarlo da solo, solo in compagnia di Y/N, perché con lei stavo bene.
Era l’unico momento durante l’orario scolastico in cui potevo starmene in pace a pensare ai fatti miei, dato che i miei compagni di classe erano fin troppo rumorosi, mentre Y/N era silenziosa, infatti alcune volte passavamo l’intervallo senza rivolgerci la parola, solo stando vicini a farci compagnia, o ascoltando la musica insieme.
Quindi già quando mi presentò suo fratello, e capii che avremmo passato l’intervallo con lui, avendolo già visto a casa sua qualche giorno prima, mi aveva un po’ infastidito, perché avevo capito subito che per qualche motivo, non stavo simpatico a quel ragazzo, ma adesso andavamo abbastanza d’accordo, o almeno, non ci rivolgevamo più occhiatacce ogni volta che i nostri sguardi si incontravano.
Però non pensavo che oltre a lui si sarebbero aggiunti altri ragazzi, e questo non fece altro che infastidirmi di più.

Per questo quando vidi il nuovo ragazzo, il sorriso che rivolgevo sempre a Y/N sparì completamente, e una parte di me sperò che quel ragazzo almeno fosse come Y/N e non come Jungkook e Jimin, che a volte sapevano essere davvero rumorosi.
Inoltre, notai subito che lo sguardo che Jungkook stava rivolgendo a quel ragazzo, era lo stesso che aveva rivolto a me la prima volta che mi vide, quindi capii subito che non era un suo amico.
Che fosse quindi un amico di Jimin?

- Ciao Yoongi. - mi salutò Y/N, e capii subito dal suo tono di voce che lei aveva già notato il mio cambiamento d’umore.
- Ciao… - la salutai, lanciando una rapida occhiata a quel tipo, prima di riposare lo sguardo su di lei.
- Lui è Taehyung, l’ho conosciuto ieri… - disse lei, come per spiegarmi il motivo per cui quel ragazzo si trovava lì con noi.
- Yoongi… - dissi semplicemente, rivolto a lui.
- Piacere! - disse lui, sorridendo, ma io distolsi subito lo sguardo.

Y/N mi si avvicinò, e insieme iniziammo ad andare verso il nostro albero, seguiti dagli altri.
Ci sedemmo tutti in cerchio, Jungkook fu più veloce di tutti a sedersi vicino a sua sorella, mentre io venni superato da quel Taehyung, che si sedette dalla parte opposta di Y/N rispetto a Jungkook, e questo mi diede leggermente fastidio, dato che io ero abituato a sedermi vicino a lei.
Non che fossi possessivo o altro nei confronti di Y/N, la consideravo semplicemente la mia piccola e dolce sorellina innocente, che si imbarazzava per la minima cosa, e non sapeva da che parte cominciare quando si trattava di ragazzi.
Ed ora eccola lì, circondata da tre ragazzi in nemmeno un mese di scuola.

Ricordavo ancora come fosse ieri il giorno che l’avevo conosciuta.

Era la nuova arrivata a scuola, io avevo appena iniziato il nuovo anno, e come sempre passavo l’intervallo da solo, ascoltando la musica che mi piaceva, anche perché allora ero troppo piccolo per sapere comporre.
Proprio durante l’intervallo del primo giorno, avevo sentito le voci di alcuni bambini prendere in giro qualcuno, e avevo pensato che stessero facendo i bulli con qualche bambino più debole, ma sentii altri bambini che stavano andando verso di loro, che dicevano che la persona che stavano prendendo in giro era la nuova bambina trasferitasi da poco dalla corea, così il mio sguardo si era alzato per vedere la scena, e appena avevo visto quella bambina indifesa che non reagiva in nessun modo, qualcosa dentro di me si era smosso, e prima che me ne accorgessi, il mio corpo si era mosso da solo, e mi ero diretto verso quei bambini, tirando un pugno al bambino che la stava prendendo in giro, per poi afferrare la bambina per il polso, e portarla lontano da loro, senza dire una parola.
Quando fummo abbastanza lontani mi fermai, e notai che lei stava tremando.
Sentivo che in quel momento aveva paura anche di me, dato che quando avevo tirato il pugno al bambino, avevo visto che l’avevo spaventata.

- Tranquilla, io non ho nessuna intenzione di farti del male. - le dissi, cercando di usare un tono rassicurante.
- … Grazie… - mi disse lei dopo qualche secondo, e mi abbracciò.

Io all’inizio rimasi un po’ sorpreso, non ero abituato agli abbracci, soprattutto da chi non conoscevo, però poi ricambiai l’abbraccio, accarezzandole la testa.

- Io sono Y/N! - mi disse dopo che sciogliemmo l’abbraccio e si fù asciugata le lacrime.
- Yoongi… - risposi semplicemente io, guardandola.

Restammo a parlare fino alla fine dell’intervallo, conoscendoci meglio, e quando dovemmo tornare ognuno nella propria classe, mi salutò rivolgendomi un sorriso.
Non avevo mai parlato così tanto con un compagno prima di quel giorno, dato che non mi interessava fare amicizia.
Quando uscii da scuola finite le lezioni, la trovai al cancello ad aspettarmi, così facemmo la strada di casa insieme, e io la accompagnai fino a casa sua prima di salutarla.
Fu la prima ed unica amica che mi feci da piccolo, e da quel giorno passavamo sempre l’intervallo insieme, anche quando crescemmo e cambiammo scuola, anche se avendo un anno di differenza, c’erano anni in cui stavamo da soli.
Quando entrambi comprammo il primo telefono, ci scambiammo subito i numeri, così quando non potevamo vederci, passavamo il tempo a messaggiare.
Certo, non che passassi delle ore a messaggiare, ci scrivevamo giusto qualche messaggio per sentirci, a volte anche solo un buongiorno o buonanotte.
Mi affezionai presto a quella bambina, forse perché rispetto alle altre bambine che facevano di tutto per farsi vedere, lei era l’unica che se ne stava per i fatti suoi ed era estremamente timida con chiunque.
Iniziai a comportarmi come un fratello maggiore con lei, anche perché lei stessa mi aveva detto che mi vedeva come il suo fratello maggiore, nonostante fosse figlia unica quindi di fratelli non ne aveva.
Lei era l’unica persona che mi piaceva avere accanto, perché in un certo senso eravamo simili.
Per questo quando iniziai a comporre i miei mixtape, lei fu l’unica persona a cui li feci sentire, dicendole di dirmi tutto quello che pensava veramente ascoltandoli, senza farsi scrupoli nel caso non le piacessero, e rimasi stupito quando vidi che iniziò a canticchiarli dopo aver ascoltato solo qualche secondo di canzone.
Notai che imparava in fretta i testi, anche senza leggerli da nessuna parte, così, quando sistemai bene il mio studio di registrazione, curioso di sentirla cantare sul serio, le proposi di farmi sentire la sua voce e, anche se all’inizio si rifiutò categoricamente di cantare, dopo che la pregai per forse parecchio tempo, acconsentì, e dovevo ammettere che aveva davvero una bella voce.
Quando ci vedevamo fuori da scuola, era più il tempo che passavamo nel mio studio che in qualunque altro posto, anche perché io ero troppo pigro per uscire e andare chissà dove, e a lei non dispiaceva restare a casa mia.
La conoscevo meglio di chiunque altro, e lei conosceva meglio di chiunque altro me, eravamo gli unici a sapere tutto dell’altro.
Io ero l’unica persona con cui si confidava, mi aveva raccontato tutto di lei, della sua famiglia, del suo cuginetto, che poi non era nemmeno suo cugino ma suo fratello, e io avevo raccontato tutto di me a lei.
Quando aveva qualche problema, veniva sempre a cercarmi, e io facevo di tutto per confortarla e rassicurarla, perché le volevo troppo bene, e non mi piaceva vederla soffrire.

Mentre Taehyung, Jimin e Y/N stavano chiacchierando tra di loro, vidi che Jungkook continuava a fulminare con lo sguardo Taehyung ogni volta che rivolgeva la parola o sorrideva a Y/N.
Ormai avevo capito che lui fosse geloso di sua sorella, e un po’ lo capivo, dato che lei stessa mi aveva detto che quando erano piccoli stavano sempre insieme solo loro due, quindi in un certo senso eravamo uguali.

Entrambi eravamo abituati a stare da soli con Y/N, quindi vederla all’improvviso circondata da altre persone, soprattutto ragazzi, ci infastidiva un po’, anche se non allo stesso modo.
Infatti, da come si comportava e dalle occhiate che lanciava, capivo che a Jungkook dava più fastidio di quanto lo desse a me, forse proprio perché lui era suo fratello e non un amico come me.
Per qualche strano motivo, in quel momento la mia mente ripensò al nome di quel nuovo ragazzo che si era aggiunto a noi, e solo in quel preciso momento notai che non era la prima volta che sentivo quel nome.
Lo avevo già sentito da qualche parte, anche se non ricordavo dove però.

L’unica cosa certa, era che avevo un brutto presentimento a riguardo.

Puntai il mio sguardo su di lui, guardandolo attentamente.
Guardava Y/N in modo strano, non come ti guarderebbe una persona appena conosciuta.
Come qualcuno che aveva in mente qualcosa.
Però non sapevo spiegarmi perché avevo questa sensazione con lui.
Solo, qualcosa mi diceva che avrei dovuto tenerlo d’occhio.
Per proteggere Y/N.



PoV You


Finito l’intervallo, ci alzammo per tornare nelle nostre classi, e io fui l’unica, insieme a Jimin, che salutò Taehyung.
Yoongi e Jungkook non lo degnarono di uno sguardo.
Avrei dovuto parlare con quei due.

Tornati in classe, io guardai con la coda dell’occhio Jungkook.
Volevo davvero capire il motivo per cui ogni volta che conosceva un ragazzo, finiva sempre per guardarlo male, perché con Taehyung stava facendo la stessa identica cosa che aveva fatto appena conosciuto Yoongi, e a me non piaceva.
Non mi piaceva il fatto che guardasse chiunque in quel modo.
Insomma, cosa gli avevano fatto di male?

I miei pensieri però vennero interrotti nel momento in cui il mio sguardo involontariamente si posò sulle sue labbra, che in quel preciso momento si stava inumidendo con la lingua, per poi mordersi leggermente il labbro inferiore.

Perché le sue labbra le trovavo così invitanti?

Arrossii al pensiero, e girai lo sguardo quando mi accorsi che si girò a guardarmi.
Quando arrivò anche l’ultima campanella, ci alzammo per uscire dalla classe, e Taehyung ci stava aspettando proprio sulla porta.
Io andai subito da lui, salutandolo, e iniziammo ad incamminarci verso l’uscita, seguiti da Jungkook.
Ci raggiunse anche Jimin, e iniziammo a parlare tra di noi, l’unico silenzioso era mio fratello.

Mi dispiaceva un po’ il fatto che non parlasse quando c’era Taehyung, anche se non lo faceva nemmeno tanto anche quando c’era solo Jimin, ma dopotutto un po’ era colpa sua.
Mentre parlavo con Taehyung, mi avvicinai un pochino a mio fratello, senza che nessuno se ne accorse.
Non pretendevo che iniziasse a parlare, però non volevo nemmeno lasciarlo quasi isolato da noi, così, quando fui abbastanza vicino a lui, gli sfiorai la mano con la mia, e vidi con la coda dell’occhio che a quel gesto lui sobbalzò leggermente e mi guardò.
Io continuavo a parlare con Taehyung, e con la mano con cui stavo sfiorando quella di Jungkook, allungai il mignolo, intrecciandolo con il suo, e sentii che lui ricambiò, cosa che mi fece arrossire un po’.

Quando arrivammo al bivio, Taehyung mi si avvicinò, per baciarmi di nuovo sulla guancia, e io sentii Jungkook irrigidirsi un attimo dato che avevo ancora il mignolo intrecciato al suo.

- Oggi hai da fare? - mi chiese quasi sussurrando Taehyung.
- N-no… - risposi, arrossendo leggermente dato che teneva il suo viso vicino al mio.
- Ti va di uscire con me? - mi sussurrò all’orecchio, per poi morderlo leggermente.
- Eh? - io lo guardai avvampando per il suo gesto e per la domanda che mi aveva fatto.

Lui mi guardò, rivolgendomi il suo splendido sorriso squadrato e facendo gli occhi dolci, così io risposi semplicemente con un cenno della testa, abbassando lo sguardo.

- Allora ti scrivo dopo a che ora ci vediamo ok? - mi disse, accarezzandomi la guancia.

Io risposi di nuovo annuendo, e lui dopo avermi baciato sulla guancia, si allontanò salutandoci.
Quando Taehyung si fu allontanato da noi, insieme a Jimin, io mi girai per andare a casa insieme a Jungkook.

Quando iniziammo ad incamminarci, lui lasciò la presa sul mio mignolo, quasi scansando la mia mano, e io ci rimasi male a quel gesto, fermandomi e guardandolo.
Volevo tenergli ancora la mano.

Notai la sua espressione, era imbronciato, e sapevo, o almeno credevo, di sapere il motivo.
Provai ad avvicinarmi di nuovo a lui, e a tenergli di nuovo la mano, ma lui la nascose nella tasca della felpa, così io, siccome certe volte sapevo essere piuttosto testarda, gli infilai la mia mano nella sua tasca, afferrandogli la sua, e notai che quando lo feci, mi guardò parecchio sorpreso, ma non cercò più di allontanare la sua mano, anzi, strinse di più la mia, intrecciando le nostre dita, cosa che mi fece arrossire e abbassare lo sguardo.
Restammo così finché non arrivammo a casa, e lui mi lasciò la mano solo quando arrivammo davanti alle nostre camere, dandomi un bacio sulla guancia prima di andare in camera sua.

Ma quello che mi diede non fu un bacio sulla guancia.
Mi aveva baciato sì sulla guancia, ma allo stesso modo in cui mi aveva baciato Taehyung il giorno prima, cioè all’angolo delle labbra, anche se il suo bacio era più vicino alle mie labbra rispetto al bacio di Taehyung, cosa che mi fece avvampare di colpo.
Quando si staccò, mi sorrise vedendomi arrossire, e poi si allontanò da me, chiudendosi la porta della sua camera alle spalle.


--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -


Mi dispiace tantissimo se ci ho messo così tanto ad aggiornare. Mianhae!! :(
Spero di essermi fatta un po’ perdonare con questo capitolo, che ho scritto leggermente più lungo degli altri.
Allora, volevo anche scusarmi non solo perché ci ho messo tanto a postare il nuovo capitolo, ma anche perché ancora Taehyung non ha avuto molte “apparizioni” diciamo, però nel prossimo capitolo vedremo la prima uscita che avrà con la protagonista, quindi sarà incentrato principalmente su di lui.
Ci ho messo 18 capitoli, ma finalmente anche Yoongi ha un piccolo PoV tutto suo, così adesso sapete anche il suo punto di vista, che per certi versi è simile a quello di Jungkook, dato che entrambi sono stati abituati a stare da soli con la protagonista, e ora si ritrovano a doverla “dividere”.
Spero che questo capitolo vi piaccia, e spero di non impiegare molto a postare il prossimo.

P.S. Il titolo non sò se è appropriato, perchè non avevo la più pallida idea di cosa scrivere pensando a tutto quello che ho scritto in questo capitolo. xD
Alla prossima, un bacione!! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Cap 19: Taehyung... ***


PoV You


Dopo aver fissato per qualche minuto la porta della camera di mio fratello dietro cui lui era appena sparito, mi diressi in camera mia, chiudendomi la porta alle mie spalle.
Appoggiai la cartella vicino alla scrivania e mi sdraiai sul letto, coprendomi gli occhi con un braccio, mentre ripensavo a tutto quello che era successo quella mattina.

Prima o poi sarei morta di vergogna per tutte le volte che sono arrossita dal primo giorno di scuola.
Prima per colpa di mio fratello, poi per Jimin, e adesso ci si metteva pure Taehyung.

Sospirai mentre i miei pensieri tornarono a qualche minuto prima, quando Jungkook mi aveva baciata fuori dalle nostre camere.
Non era stato un bacio sulla bocca, ma ci era andato molto vicino.
Che diamine gli era saltato in mente?

Le mie dita sfiorarono il punto preciso in cui poco prima si erano posate le sue labbra, e per un momento mi chiesi come sarebbe stato baciare quelle sue labbra così… invitanti…

No!
Y/N, datti un contegno!
È tuo fratello, non puoi pensare queste cose!

Però…
Era colpa sua se mi venivano certi pensieri…
Il suo comportamento verso di me NON era decisamente quello di un fratello verso la sorella, anche se non capivo perché si comportasse così…

Ripensai anche a quando mi aveva stretto la mano intrecciando le nostre dita quando gli avevo infilato la mia nella tasca della felpa, quando io ero fermamente convinta che mi avrebbe allontanata, visto che avevo notato il suo broncio per colpa di Taehyung.

Pensando a Taehyung, mi venne in mente quando lui mi aveva chiesto di uscire, e mi aveva mordicchiato l’orecchio.
Perché i ragazzi devono fare queste cose imbarazzanti?

A fermare il flusso dei miei pensieri, fu lo squillo del mio cellulare.

Guardai lo schermo, solo per vedere che era un messaggio da parte di Taehyung.
Nel messaggio mi chiese se per me andava bene fare un giro al centro commerciale.

Ci pensai un po’ prima di rispondergli.
Il centro commerciale andava bene, dopotutto non era un appuntamento, era solo un’uscita tra amici.
Quindi per una semplice uscita, qualsiasi posto sarebbe andato bene.

Gli risposi e lui mi inviò l’orario in cui ci saremmo incontrati.

Mi avrebbe aspettato per le 15.00 al bivio che divideva le nostre case, e da lì saremmo andati al centro commerciale a piedi, tanto non si trovava molto lontano.

Visto che mancava solo un’ora prima di incontrarmi con lui, decisi di cominciare comunque in anticipo a prepararmi.
Di solito, quando uscivo con Yoongi, o meglio, quando andavo a casa sua a passare il pomeriggio nel suo studio di registrazione, mi vestivo sportiva, che poi era il mio modo di vestire.
A me bastava una tuta come vestito, non mi piaceva mettere chissà che.
Anche quando ero andata al centro commerciale con Jungkook, non mi ero “messa in tiro”, dopotutto non era nulla di speciale.
Però, per qualche strano motivo, volevo vestirmi almeno “decentemente” per Taehyung.

Certo, non sarei arrivata a mettermi un vestitino o chissà che per sembrare carina, ma non volevo nemmeno vestirmi come mio solito.
Così, dopo aver ribaltato mezzo armadio alla ricerca di qualcosa di decente, visto che in quel periodo non faceva ancora freddo, optai per un paio di pantaloni strappati bianchi e una semplice maglietta nera a maniche corte.
Mi legai i capelli in una coda alta e guardandomi allo specchio dentro l’armadio, mi chiesi se era il caso di truccarsi almeno un pochino, ma decisi di non farlo.
Non essendo abituata a truccarmi, avrei fatto solo un disastro.

Quando ebbi finito di prepararmi, guardai l’orario sul cellulare, e vidi che avevo giusto il tempo di sistemare i vestiti che avevo tirato fuori dall’armadio e uscire di casa per essere puntuale.

Scesi al piano di sotto, per indossare le scarpe che si trovavano nel mobiletto vicino alla porta d’entrata, per poi uscire.

- Vai da Yoongi? -

Stavo per aprire la porta di casa quando lo sentii parlare.
Mi girai verso la voce, trovandomi mio fratello sulla porta della cucina che mi fissava.
Lo guardai un attimo prima di rispondergli.
Indossava una maglia bianca a maniche corte e un paio di pantaloni da ginnastica grigi, aveva i capelli leggermente spettinati e umidi, probabilmente aveva appena fatto la doccia, e tra le mani reggeva una bibita e un po’ di cibo spazzatura, probabilmente diretto di nuovo in camera sua.
Il suo sguardo era puntato su di me, e io notai che l’aveva abbassato leggermente per un attimo, squadrandomi da capo a piedi.

- Esco con Taehyung. - dissi semplicemente, per poi girarmi verso la porta, aprendola.

Mentre mi giravo verso la porta, vidi Jungkook alzare gli occhi al cielo e sospirare, per poi dirigersi verso le scale senza dire nulla.
Sapevo che gli dava fastidio anche solo parlare di Taehyung, però era stato lui a chiedere, se non mi diceva nulla, non avrebbe mai saputo, no?

Uscita di casa, mi diressi subito verso il punto d’incontro dove avrei trovato Taehyung, e lo trovai già ad aspettarmi.

- Mianhae, sono in ritardo? - dissi, un po’ dispiaciuta.
- Tranquilla, sono appena arrivato anche io. - rispose lui sorridendo.

Iniziammo ad incamminarci verso il centro commerciale, e io durante tutto il tragitto, avevo posato più volte il mio sguardo su di lui.

Era vestito in modo semplice.
Indossava una maglia bianca coperta da una felpa senza cappuccio con motivi militari sul blu e un paio di pantaloni neri strappati.
Sembrava quasi un modello di qualche sfilata famosa, quei vestiti gli stavano davvero bene, anche se non erano nulla di speciale.

- Sei carina. - mi disse lui distogliendomi dai miei pensieri.

Io lo guardai mentre realizzavo quello che aveva appena detto, per poi abbassare lo sguardo imbarazzata, mentre lui mi rivolse il suo adorabile sorriso squadrato.

- G-grazie… - bisbigliai, senza rialzare lo sguardo.

Arrivammo al centro commerciale prima di quanto credevo.
Fare la strada insieme a lui sembrava aver ridotto il tempo che di solito impiegavo per arrivare lì a piedi.

Mi guardai intorno, siccome non era un giorno di fine settimana, non c’era molta gente, poiché alcuni ragazzi avevano scuola anche il pomeriggio, mentre gli adulti erano per la maggior parte al lavoro in quell’orario.

- Da dove vuoi iniziare? - mi chiese lui, guardandomi.
- Uhm, non lo so… scegli tu! - risposi, voltando lo sguardo in modo da non guardarlo direttamente.

Ora che eravamo arrivati lì, mi sentivo in imbarazzo a stare da sola con lui.
Dopotutto ci eravamo appena conosciuti da qualche giorno, e quindi non sapevo ancora bene come era fatto.

- Mmh… Direi di fare un giro in TUTTI i negozi allora. - disse lui con un sorriso enorme.

Avremmo girato TUTTI i negozi? Parlava sul serio?
Voltandomi verso di lui, notai che la sua espressione sembrava quella di un bambino che voleva esplorare un posto a lui sconosciuto, e non riuscii a trattenere un sorriso guardandolo.
Iniziammo così ad entrare nei primi negozi, che erano principalmente di vestiti.

Dato che io non ero molto interessata nei vestiti, infatti entravo in un negozio d’abbigliamento solo quando mi serviva qualcosa in particolare, portai la mia attenzione su Taehyung, che al contrario di me sembrava parecchio interessato, soprattutto ai vestiti che avevano un qualcosa di “unico”, se così si può dire.

- Che ne pensi di questa? - mi chiese voltandosi verso di me, mentre mi mostrava una camicia blu a righe bianche.
- A-a me sembra un pigiama… - dissi un po’ sottovoce, avendo paura di offenderlo.
- Infatti è di un pigiama. Ma io la indosserei anche per uscire. - mi disse lui sorridendo ancora, con fare innocente.

Sul serio sarebbe uscito di casa con un pigiama addosso e lo avrebbe portato come se fosse un vestito qualunque?
Stava scherzando vero?
Io stessa mi vergognavo anche al solo pensiero di uscire di casa in pigiama…

Lui continuò a fissarmi, aspettando che dicessi qualcosa.

- Beh… è carina… provatela! - dissi, arrossendo leggermente.

Non potevo dire che fosse brutta, ma non potevo non ammettere che vedere un ragazzo indossarla in giro e non in casa, mi faceva un po’ strano.
Lui si diresse verso i camerini, ed uscì dopo averla provata, facendo un giro su sé stesso.

- Allora? - mi chiese.
- Ti sta bene… - dissi io, fissando la camicia.
- Allora la prendo. - disse lui tutto contento.

Gli stava davvero bene, ma in quel momento pensai che qualsiasi cosa avesse indossato, anche la più strana, gli sarebbe stata a pennello.

Visitammo altri negozi di vestiti, e Taehyung comprò un po’ di vestiti ovunque andasse.

- Ti piacciono davvero tanto i vestiti… - dissi, mentre uscivano dall’ennesimo negozio.
- Sì, a te non piacciono? - mi chiese lui curioso.
- Non particolarmente. A me per stare bene mi bastano le tute. Non sono tipa da vestitini e cose carine. - dissi, fissandomi le scarpe.
- A me piacerebbe vederti con un vestitino. - disse lui in tono innocente.
- No… Credimi, mi cambierei ancora prima di indossarlo. -
- Peccato… mi sarebbe piaciuto… - disse, mettendo un tenero broncio.

Era davvero carino, a volte era serio e faceva gesti che io trovavo un po’ imbarazzanti non essendo abituata alle attenzioni dei ragazzi, mentre altre volte sembrava un bambino nel corpo di un ragazzo.
In questo, lo trovavo un po’ simile a mio fratello.
Infatti anche lui come Taehyung, aveva quei momenti in cui mostrava di essere un ragazzo diciamo “maturo”, mentre in altri momenti sembrava un bambino in cerca di attenzioni.

Decidemmo di fermarci in un bar a mangiare una coppa gelato, ed entrambi ne prendemmo una alle fragole, con tre gusti diversi di gelato.

- Quindi… Se i vestiti non ti interessano, cosa ti piace? - mi chiese Taehyung, quando dopo aver preso posto ad un tavolo, un cameriere ebbe preso le nostre ordinazioni.
- V-videogiochi e manga soprattutto… - dissi, concentrando lo sguardo sulle mie mani.
- Sei un maschiaccio quindi? -
- Diciamo di sì… Non sono molto femminile… -
- Beh, e che c’è di strano? Non tutte le ragazze devono essere tutte vestitini, tacchi e trucco no? - disse lui sorridendomi.

Io alzai lo sguardo su di lui a quella frase, e venni contagiata dal suo sorriso squadrato.
Adoravo già il suo sorriso, era quasi più contagioso di quello di Jimin.

- E che genere di manga ti piacciono? - mi chiese ancora.
- Quelli con personaggi strani… Sai, quelli con i super poteri, o non umani… o che parlano di videogiochi… -
- Quindi non ti piacciono le storie d’amore? -
- No, mi piacciono. Però trovo un po’ noiose quelle in cui va tutto liscio e non succede nulla di che… Alcuni manga che ho letto sono storie d’amore, ma uno dei due personaggi o non è umano, o ha dei poteri, o comunque durante la storia succede qualcosa tra i due che può dividerli. -
- Capisco… -
- A te piacciono i manga? - gli chiesi, pensando che parlando solo di quelli poteva annoiarsi.
- Sì, anche se non ne ho letti molti. - disse lui.

In quel momento fummo interrotti dall’arrivo del cameriere con le nostre ordinazioni, ed io rimasi a fissare la mia coppa gelato.
Era tantissimo che non venivo a mangiarne una, l’ultima l’avevo mangiata qualche anno prima insieme a Yoongi, dato che era l’unico amico che avevo, e quindi l’unico con cui uscivo.
Solo che a lui non piaceva uscire, infatti ero riuscita a convincerlo solo una volta ad andare in quel bar, e poi non ci eravamo più tornati.

Taehyung notò il mio sguardo, e lo vidi sorridere.

- Deve piacerti parecchio il gelato. - disse.
- S-sì. - risposi io arrossendo.
- Beh, vuoi restare a fissarlo o intendi mangiarlo? - mi chiese, dato che io avevo ancora lo sguardo fisso sul gelato.

In quel momento sentii il rumore di uno scatto, e quando alzai lo sguardo, vidi che Taehyung teneva in mano il suo cellulare, e lo stava tenendo puntato su di me.

- N-non mi hai fatto una… - cominciai.
- Sei davvero carina quando vedi qualcosa che ti piace. - mi disse lui, mostrandomi la foto che mi aveva appena scattato.

Io arrossii per l’imbarazzo, e nascosi il mio viso tra le mani.
Non ci credevo, mi aveva davvero fatto una foto…
In quel momento sentii il rumore di una notifica, e guardando il mio cellulare, notai che era un messaggio da parte di Taehyung, che mi aveva inviato una foto.
Aprii il messaggio solo per notare che mi aveva inviato la foto che mi aveva appena scattato, il che mi fece arrossire di più.

- Non ti arrabbi se tengo la foto vero? - mi chiese innocentemente.
- N-no… - dissi.

Alzai lo sguardo su di lui, e vidi che aveva appena posato il telefono, per concentrare la sua attenzione sulla sua coppa gelato.
Decisi così di fare la stessa cosa che aveva appena fatto lui.
Così, presi il mio cellulare e gli scattai una foto di nascosto, e lui non se ne accorse poiché io avevo tolto il suono dello scatto, e poi gliela inviai.
Sentendo suonare il cellulare, lui guardò lo schermo, e vedendo la notifica la aprì, per poi guardarmi leggermente sorpreso.

- Sei davvero brava a fare le foto. - mi disse sogghignando.
- Beh, così siamo pari. - dissi io, riprendendo a mangiare il gelato, posando il cellulare in parte a me.

Per il resto del tempo in cui consumammo le nostre coppe, restammo in silenzio.
Io avevo molte domande da fargli, curiosa di conoscerlo meglio, ma al tempo stesso ero troppo imbarazzata dal fargliele.
Non che le domande che volevo porre fossero imbarazzanti, ma non volevo che la mia curiosità trasformasse la mia voglia di conoscerlo in un interrogatorio da terzo grado.

Lo guardai più volte di nascosto, guardando ogni suo particolare.
Il suo viso ricordava davvero tanto quello di un cucciolo di leoncino, e il colore dei suoi capelli, castano chiaro, accentuava il tutto.
Aveva le labbra piene e rosee, e guardandolo, notai che se le inumidiva spesso con la lingua, a volte perché sporche di gelato.

Solo quando percepii una certa pressione all’angolo sinistro della mia bocca, notai che Taehyung aveva il suo sguardo fisso su di me, e quando incontrò il mio, sorrise.

- Ti era rimasto un po’ di gelato sulla guancia. - disse, continuando a sfiorare quel punto sul mio viso.

Io avvampai imbarazzata, scusandomi.
Quando ebbe finito di pulirmi la guancia, io pensai che si sarebbe pulito il dito con il tovagliolo, ma mi sbagliai.
Portò il dito alle labbra e lo leccò, il tutto continuando a fissarmi.
Trovai quel gesto molto… sexy…
Forse anche per lo sguardo che mi aveva rivolto facendolo.

Cercai di tornare a concentrarmi sul gelato, per non pensare più a quel gesto che aveva fatto, ma non ci riuscii completamente, infatti il mio sguardo tornò presto su di lui.
Quando entrambi finimmo il nostro gelato, decidemmo di andare in qualche altro negozio, e dato che eravamo lì vicino, io proposi di andare nella fumetteria.

Iniziai a girare tra i vari scaffali, vedendo se c’era qualcosa di nuovo, e ogni tanto indicai a Taehyung un manga che mi piaceva, chiedendogli se piacesse anche a lui.
Guardammo anche le action figure, e io notai che c’erano anche quelle del gioco a cui mi aveva fatto giocare Jungkook, e c’era il suo personaggio preferito.

- Ti piace quel personaggio? - mi chiese Taehyung, distogliendomi un attimo dai miei pensieri.
- Eh? V-veramente piace a… mio fratello… - dissi io, tornando a posare lo sguardo su quella figure.

Ero indecisa se prendergliela o meno.
Una parte di me voleva comprargliela, immaginando la sua espressione quando gliel’avrei data.
L’altra parte però, ripensava a tutte le reazioni che aveva avuto nei confronti di Taehyung, quindi forse non se la meritava da parte mia.
Però, alla fine cedetti alla parte “buona” di me, e gliela comprai.

- Non sapevo avessi un fratello. - mi disse Taehyung quando uscimmo dalla fumetteria, e io avevo in mano la busta con l’action figure.
- Tu ne hai? - chiesi, incuriosita.
- Un fratellino e una sorellina. Entrambi più piccoli di me. -
- Anche mio fratello è più piccolo di me. - dissi io.
- Mi piacerebbe conoscerlo un giorno. - disse lui sorridendo.

“Lo conosci già, e non ti trova simpatico” pensai, però decisi di non dire nulla.
Come a scuola non volevo che nessuno sapesse che Jungkook è mio fratello, non volevo che lo sapesse nemmeno Taehyung.
L’unico a sapere la verità era Jimin, essendo già da anni amico di Jungkook.

Lui iniziò a farmi qualche domanda, come ad esempio dove avessi imparato il coreano, e io gli dissi che ero di origini sia coreane che italiane, e che fino a 10 anni prima vivevo in Corea, per poi trasferirmi qui in Italia.
Scoprii così che lui era di Daegu, come Yoongi, e che si era trasferito in Italia con la famiglia solo da tre anni.
Parlammo anche d’altro, e quando io stavo per fargli qualche domanda, notai che non era più accanto a me, ma si era fermato a fissare qualcosa in una vetrina che avevamo appena passato.

Mi avvicinai a lui, curiosa di vedere cosa aveva catturato la sua attenzione, e vidi che teneva lo sguardo fisso su un sassofono esposto in vetrina.
Il negozio davanti a cui ci eravamo fermati, era un negozio di strumenti musicali, e io conoscevo il proprietario, dato che visitavo spesso quel posto perché mi piacevano gli strumenti musicali, e in particolare mi piaceva la batteria.

- Ti piace il sassofono? - gli chiesi, guardandolo.

Lui non rispose, annuì solo con un cenno del capo, lo sguardo incollato allo strumento.
Vedendolo così interessato, decisi di prendergli la mano e trascinarlo con me nel negozio, cosa che lo sorprese abbastanza.

- Buongiorno, oh, Y/N! Che piacere vederti. - mi disse il proprietario appena ci vide entrare.
- Buongiorno. - lo salutai io di rimando.
- Sei venuta per suonare un po’? - mi chiese.

La prima volta che ero entrata nel negozio, il proprietario mi aveva vista che fissavo insistentemente la batteria che teneva in fondo alla stanza e, dopo svariati giorni in cui io venivo solo per guardare quella batteria, lui mi aveva chiesto se ero interessata a comprarla, e io gli avevo risposto che mi sarebbe piaciuto davvero tanto, ma i miei genitori non me l’avrebbero mai presa, e io comunque non la sapevo nemmeno suonare.
Così, lui mi aveva detto che se volevo, era disposto a darmi qualche lezione di batteria, e che potevo venire a suonare quando volevo, e da allora erano ormai passati quattro anni, quindi mi conosceva molto bene.

- No, veramente volevamo vedere un altro strumento. - dissi, accennando a Taehyung che salutò il proprietario con un inchino.
- Certo, dimmi pure a quale sei interessata. - mi disse.
- Non è per me. Il mio amico qui sembra interessato al sassofono che c’è esposto in vetrina. -
- Oh, quello è un nuovo arrivo, vuoi vederlo meglio? - chiese, rivolto a Taehyung.
- C-certo… - rispose lui, imbarazzato.

Il proprietario tornò poco dopo con il sassofono in mano, e lo consegnò a Taehyung, che lo guardò con occhi sognanti.

- Sai suonarlo? - chiese l’uomo, guardando lo sguardo di Taehyung.

Lui annuì senza pensarci, ma alzò subito lo sguardo, sorpreso.

- Suona qualcosa. - dissi, guardandolo.
- Cos- no… - disse lui, scuotendo la testa e allungando lo strumento verso l’uomo, per restituirglielo.
- Daiiii… non farti pregare. - gli dissi io, mettendo il broncio, supplicandolo.

Lui mi fissò per un po’, chiedendosi se farlo o meno, e alla fine decise di accettare, anche perché io non la smettevo di fargli gli occhi dolci pregandolo.

- Posso? - chiese, rivolto all’uomo.
- Ma certo. - rispose lui, accennando un sorriso.

Così, lui iniziò a suonare, e sia io che il proprietario rimanemmo sorpresi.
Era DANNATAMENTE bravo.

Il modo in cui suonava e la melodia che usciva dallo strumento erano stupendi, ero rapita da quell’immagine di lui con lo strumento in mano.
Sembrava un musicista famoso che si esibiva su un palcoscenico davanti al suo pubblico.
Si interruppe poco dopo, guardando le nostre espressioni, e potei notare che arrossì imbarazzato.
Restituì lo strumento al proprietario, e fece un breve inchino, ringraziandolo per averlo fatto suonare.
Dopo aver salutato l’uomo, uscimmo dal negozio, e Taehyung non disse una parola.

- Da quanto suoni il sassofono? - chiesi io, ancora sorpresa.
- Non lo suono più… - disse lui abbassando lo sguardo.
- Perchè no? Sei bravissimo! - dissi io, avvicinandomi un po’ a lui per guardarlo in faccia.
- L’ho studiato solo per tre anni, e mi sono fermato prima di iniziare il quarto. -
- Ma perché? -
- Preferivo fare altro. - disse lui, e dal tono che usò, capii che voleva chiudere lì il discorso.

Dato che era quasi ora di cena, decidemmo di finire lì il nostro giro e tornare a casa.
Quando uscimmo dal centro commerciale, mi suonò il cellulare, e guardando lo schermo, vidi che era un messaggio di Jungkook, che mi chiedeva se sarei tornata a casa per cena, dato che lui stava iniziando a cucinare.
Io gli risposi che ero appena uscita dall’edificio e che stavo tornando a casa.

- Chi è? - chiese Taehyung, vedendomi concentrata sul cellulare.
- Mio fratello. Voleva sapere se torno per cena. - risposi, mettendo il cellulare nella tasca dei pantaloni.

Facemmo tutta la strada in silenzio, finché non arrivammo al bivio in cui ci saremmo divisi.

- Grazie per avermi invitata. - dissi, arrossendo un po’ e abbassando lo sguardo.
- Di niente. Possiamo uscire ancora vero? - mi chiese lui, avvicinandosi.
- C-certo. - risposi, alzando lo sguardo su di lui.
- Allora, ci vediamo domani a scuola. - disse lui, la voce che stava diventando un sussurro.
- Sì… Ci vediamo domani… - dissi io.

Mi aspettavo il suo solito bacio sulla guancia che mi dava ogni volta che ci salutavamo…
Ma non arrivò nessun bacio sulla guancia...

Al contrario, aveva avvicinato il suo viso al mio, ma si era abbassato leggermente, chinandosi sul mio collo, dove presto sentii qualcosa di umido sfiorarmi la pelle, e non erano le sue labbra.
Mi stava sfiorando il collo con la lingua, e poco dopo iniziò a insistere su un punto preciso alla base del mio collo, che iniziò presto a bruciare.
Io morsi il labbro inferiore, per soffocare un lamento che stava per uscire, e chiusi gli occhi.
Una sua mano, quella che non reggeva i suoi acquisti, era appoggiata sull’altro lato del mio collo, e mi stava accarezzando con il pollice.
Quando si staccò leggermente, guardando il segno rosso che mi aveva lasciato, si riavvicinò, passando la lingua di nuovo sul mio collo fino all’orecchio, che mi mordicchiò piano, per poi staccarsi e guardarmi negli occhi.

Io sentivo le guance completamente in fiamme, e stavo ancora mordendo il labbro inferiore.
Lui mi rivolse uno sguardo malizioso, e poi si allontanò da me, muovendo la mano per salutarmi mentre se ne andava.

Io rimasi qualche minuto lì, immobile, ripensando a quello che aveva appena fatto.
Perché lo aveva fatto?
Sfiorai con la mano il punto in cui avevano insistito le sue labbra, e sentii che bruciava ancora.

Mi diressi verso casa, e appena entrata, voltai lo sguardo verso lo specchio all’entrata, spalancando gli occhi quando vidi il segno che mi aveva lasciato Taehyung, troppo evidente.

- Y/N? - mi sentii chiamare dalla cucina.

Riconoscendo subito la voce, mi sciolsi in fretta i capelli, cercando di nascondere il più possibile quel segno.
Quando mi girai, diretta in cucina, mi bloccai di colpo vedendo Jungkook sulla porta della cucina con il mestolo in mano, e lo sguardo fisso su di me.

- Com’è andata l’uscita? - mi chiese, e dal tono sembrava tranquillo.
- B-bene… - risposi, guardando ovunque tranne che lui.
- Dal tuo viso non si direbbe “bene”… - disse lui, per poi voltarsi e tornare in cucina.
- E cosa dovrei dire allora? - chiesi, dirigendomi in cucina, seguendolo.
- Ti ha fatto qualcosa? - mi disse, e la sua sembrava quasi un’affermazione più che una domanda.
- C-cosa avrebbe dovuto farmi scusa? - chiesi, avvicinandomi a lui.
- Dimmelo tu. - disse lui, accennando a qualcosa in particolare che però io non capii.
- Non è successo niente. Siamo solo andati al centro commerciale a fare un giro e ci siamo conosciuti meglio. - dissi io, chiaramente mentendo, iniziando ad apparecchiare.

Non volevo certo dirgli cosa mi aveva appena fatto Taehyung prima di salutarci.

- Non dovresti fidarti troppo di lui. - disse dopo qualche secondo di silenzio.
- Cosa? - chiesi, guardandolo.

Lui non rispose più, portando la sua attenzione su quello che stava cucinando ed ignorandomi completamente.

Mangiammo la cena in silenzio, nessuno dei due proferì parola, ma si percepiva una leggera tensione nell’aria, e questo a me non piaceva per niente.
Così, finii in fretta il mio cibo, per poi mettere i piatti nel lavandino e, dopo aver augurato la buonanotte a Jungkook dandogli un bacio veloce sulla guancia prima di dirigermi all’ingresso a prendere le borse che avevo appoggiato quando avevo slegato i capelli, mi diressi in camera mia, chiudendomi la porta alle spalle e tirando un sospiro solo in quel momento.

Perché mi aveva detto di non fidarmi di Taehyung?


------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Scusate il ritardo!! >.<
Sò che sto diventando lenta con gli aggiornamenti, ma ultimamente ho davvero poco tempo per scrivere.
In teoria, dovrei riuscire a postare un capitolo a settimana, però non sarà sempre lo stesso giorno, dipende quanto ci metto a scrivere e quando riesco a finire tutto il capitolo, corretto e tutto il resto.
Spero vi sia piaciuta l’uscita con Taehyung, io sto cercando di tenere i personaggi il più simile possibile a come sono nella realtà, quindi Taehyung non poteva non essere un alieno 4D anche qui.
Fatemi sapere cosa ne pensate, e ringrazio tutte voi che leggete e chi mi lascia anche una piccola recensione.
Al prossimo capitolo <3

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Cap 20: Non mi fido di lui... ***


PoV You


Ero ancora appoggiata alla porta della mia camera, mentre la frase che mi aveva detto Jungkook continuava a ripetersi all’infinito nella mia testa.

“Non dovresti fidarti troppo di lui.”

Mi chiedevo perché avesse detto una frase del genere.
Dopotutto lui non lo conosceva nemmeno, anzi, lo aveva guardato male sin dal primo giorno.
Che sospettasse qualcosa che io non sapevo?

Abbassai lo sguardo sulle buste che tenevo in mano, e solo in quel momento mi accorsi di avere ancora l’action figure che avevo comprato per Jungkook.
Ero così presa dal coprire il segno sul collo che mi aveva lasciato Taehyung, che mi ero completamente dimenticata di averla comprata.

Rimasi per qualche minuto a fissarla, non volevo dargliela adesso, non dopo quello che mi aveva detto prima, e conoscendolo, se avesse saputo che gliel’avevo presa durante l’uscita con Tae, probabilmente si sarebbe arrabbiato e l’avrebbe rifiutata.
Decisi di dargliela un’altra volta, avrei finto di comprarla la prossima volta che sarei uscita.
Così, la lasciai nella borsa, e l’appoggiai sotto la mia scrivania.
Nel caso fosse venuto in camera mia, non l’avrebbe vista.

Mi misi a sistemare i manga che avevo acquistato insieme all’action figure, anche se non ne avevo presi molti come invece facevo di solito, e poi andai verso la scrivania, visto che avevo deciso di disegnare qualcosa.

Guardai per un po’ il foglio bianco, pensando a cosa poter disegnare, ma la mia mente continuava a farmi rivivere alcuni momenti che avevo passato con Taehyung quel pomeriggio.

Quando mi aveva detto che ero carina mentre camminavamo verso il centro commerciale…
Quando mi aveva pulito il gelato che avevo sulla guancia…
Il modo in cui si era leccato il dito per pulirlo…
Il modo in cui aveva suonato il sassofono…
Quello che ha fatto quando dovevamo salutarci…

A quell’ultimo pensiero, la mia mano si posò sul mio collo, sfiorando il punto in cui le sue labbra avevano lasciato quel segno rosso che bruciava ancora anche se leggermente.
Perchè l’aveva fatto, e poi se n’era andato come se nulla fosse?

Forse avrei dovuto parlargliene l’indomani quando l’avrei rivisto a scuola, non mi sembrava una cosa da chiedergli per messaggio o tramite una chiamata.
Dovevo parlarne con lui di persona.

O forse avrei dovuto comportarmi come lui?
Come se non fosse successo nulla…

No, non potevo fingere che non fosse successo nulla, perché QUALCOSA era successo, e non era una cosa da poter essere ignorata, soprattutto se a farla è un amico che hai appena conosciuto.
Se fosse stato il mio ragazzo, avrei potuto giustificarlo, ma Taehyung?
Non lo conosco nemmeno da tanto, solo da qualche giorno, quindi non avrebbe dovuto lasciarmi quel segno…

E poi… Cosa significava quel segno che mi aveva lasciato?
Non ero molto esperta in queste cose, quindi non capivo il significato di quel gesto…
Avrei dovuto chiedere a qualcuno?

Forse meglio di no, anche perché non volevo che nessuno vedesse quel segno sul mio collo, era troppo imbarazzante.

Però, non potevo negare che mi aveva fatto piacere uscire con Taehyung e conoscere tante cose di lui che non avrei potuto scoprire solo parlandoci a scuola.
Pensando a quello, decisi di disegnare Taehyung mentre suonava il sassofono, come lo avevo visto quel pomeriggio.

Mentre disegnavo, iniziai a canticchiare il motivetto che aveva suonato, e smisi solo quando finii completamente il disegno.
Guardai soddisfatta il foglio, e poi lo riposi insieme a tutti i miei altri disegni nel cassetto della scrivania.

Quando guardai l’ora sul cellulare, vidi che si era fatto tardi, e dato che il giorno seguente avevo scuola, decisi di prepararmi per andare a letto.

Così, mi infilai il pigiama, e uscii dalla mia camera per andare in bagno a sciacquare il viso e bagnare un po’ il collo, visto che mi prudeva ancora un pochino quel segno.

Quando appoggiai la mano sulla maniglia della porta del bagno, con l’intenzione di aprirla, mi bloccai all’improvviso perché questa si era aperta da sola.

Anzi…

Non ero stata io ad aprirla.

Davanti a me infatti, mi ritrovai Jungkook, che in quel preciso momento stava uscendo dal bagno in cui io stavo per entrare.

- M-mianhae… - sussurrai, abbassando appena il viso.

Pessima idea.

Appena abbassai lo sguardo, avvampai notando solo in quel momento che Jungkook non stava indossando niente.
Aveva solo un asciugamano a circondargli i fianchi.

Girai velocemente lo sguardo, sentendo le guance in fiamme.

- Scusa, ho dimenticato i miei vestiti in camera e stavo andando a riprenderli… - disse lui, probabilmente avendo capito la mia reazione.

Io annuii senza dire nulla, e mi spostai leggermente per permettergli di uscire dal bagno, dato che io ero ancora davanti a lui, senza però guardarlo in volto.

Lui fece un passo avanti, ma invece di dirigersi verso la sua camera come aveva detto, si girò di scatto verso di me, bloccandomi alla parete vicino alla porta del bagno, tra la parete e il suo corpo.

Io avvampai guardandolo sorpresa.

- J-Jungkook… - dissi, guardandolo negli occhi.

Ma il suo sguardo non era puntato nel mio, ma stava guardando qualcos’altro.

Sentii una sua mano spostarmi leggermente la mia che per tutto quel tempo avevo tenuto appoggiata al collo senza accorgermi, spostando anche i miei capelli, scoprendo il collo.

Mi morsi il labbro appena capii cosa stava guardando.
Il segno di Tae.

- Ti ha già baciata? - mi chiese, alzando lo sguardo su di me per qualche secondo.
- C-cosa… ? - chiesi, sorpresa dalla domanda.
- Non ti bacia e ti lasci marchiare così? - disse ancora, tornando a guardare quel segno e sfiorandolo leggermente con le dita.

Io non risposi, non sapendo cosa dire, e rimasi a fissarlo.
Oltretutto, il fatto di averlo così vicino a me, com’era in quel momento, non mi aiutava di certo a pensare a qualcosa di sensato da dire.

Insomma, indossava solo un asciugamano a coprirgli la parte inferiore del corpo, mentre la parte superiore era completamente scoperta, in più siccome era appena uscito dalla doccia, aveva tutti i capelli umidi e potevo sentire il profumo del bagnoschiuma che aveva usato per lavarsi.

Lui alzò di nuovo lo sguardo sul mio, non sentendomi rispondere, e mi fissò per secondi che sembravano non finire mai.

- Non devi fidarti di lui. - mi disse, e potei notare quanto fosse serio nel dire quella frase.
- P-perchè non dovrei fidarmi di lui? - chiesi io con la voce spezzata.
- Perchè dovresti fidarti di uno che conosci solo da qualche giorno e ti marchia la prima volta che uscite insieme da AMICI come se tu gli appartenessi? - mi chiese, accentuando la parola “amici”.
- Marchia… ? -
- Non dirmi che non sai cosa sia un succhiotto… - mi disse lui, spalancando leggermente gli occhi, sorpreso.

Io scossi leggermente la testa, davvero non lo sapevo.

Lui mi guardò per qualche secondo prima di parlare.

- Quel segno che Taehyung ti ha fatto sul collo è un succhiotto. Di solito i ragazzi lo fanno per dimostrare che una ragazza appartiene solo a loro… -

Quindi Taehyung…
Non poteva essere…
Perchè mi aveva fatto quel segno allora?

L’indomani ne avrei dovuto sicuramente parlare con lui, volevo una spiegazione.

- Non farlo più avvicinare così tanto a te. - mi disse Jungkook quasi in un sussurro, accarezzandomi dolcemente la guancia.

Io lo guardai, e notai che sembrava quasi… triste?

- Non voglio che ti faccia qualcosa di male. - disse ancora, alzando lo sguardo sul mio.

Io annuii senza dire di nulla, ancora una volta.
Lui si staccò da me, e mi fissò per qualche secondo, come se fosse indeciso su cosa fare.
Dopodichè, mi diede un bacio sulla guancia augurandomi la buonanotte, e si diresse verso la sua camera, chiudendo la porta dietro di sé.

Io rimasi qualche minuto contro la parete, fissando la porta della camera di mio fratello, mentre ripensavo a quello che era appena successo e che lui mi aveva detto.

Avevo il cuore che martellava nel mio petto ripensando a come ero solo qualche minuto prima con Jungkook, schiacciata contro la parete.
Forse mi provocava quelle reazioni perché anche lui era un ragazzo e non avevo passato abbastanza tempo con lui da vederlo solo come mio fratello minore?

Andai in bagno a sciacquare il viso e mi guardai allo specchio.
Avevo il viso completamente rosso, ma non era quello ad aver catturato il mio sguardo.
Infatti, mi stavo fissando il collo, quel segno non sembrava minimamente schiarito nemmeno un po’, come se non se ne volesse più andare via dalla mia pelle.
Certo, non pretendevo che se ne andasse in meno di un giorno, però sembrava fatto apposta per rimanere ben visibile per parecchi giorni.

Tornai in camera mia e mi sdraiai.
L’indomani avrei parlato con Taehyung.


Appena arrivati a scuola, salutai Jimin avvicinandomi a lui insieme a Jungkook.
Quella mattina non incontrammo Taehyung al bivio vicino alle nostre case, e Jimin aveva scritto a mio fratello che ci saremmo visti direttamente a scuola.

- Ciao ragazzi. - ci salutò Jimin, e io vidi il suo sguardo cadere per qualche secondo sul mio collo, così spostai velocemente i capelli in avanti, prima che facesse domande.

In quel momento, vidi arrivare Taehyung che appena ci vide, venne verso di noi.

- Buongiorno… - disse con voce assonnata, sbadigliando.
- B-buongiorno… - risposi, arrossendo leggermente perché in quel momento mi era tornato in mente il modo in cui mi aveva guardata il giorno precedente prima di andarsene.

Lui mi sorrise dolcemente e restò a chiacchierare con noi fino al suono della campana, per poi salutarci.

Quando arrivò l’intervallo e insieme a Jungkook e Jimin andai verso la classe di Yoongi, per un attimo pensai che quest’ultimo non fosse venuto a scuola, dato che non lo vedevo aspettarci come solito.

- Chi state cercando? - chiese una voce dietro di me mentre io stavo sulla porta della classe cercando Yoongi con lo sguardo.
- Un mi- Yoongi? - risposi, girandomi verso chi aveva parlato e bloccandomi, spalancando gli occhi, sorpresa.

Il ragazzo che aveva parlato era proprio Yoongi, ma in un primo momento non lo avevo riconosciuto.
Rimasi a fissarlo per qualche secondo.

Aveva cambiato colore di capelli.

Ero così abituata a vedere i suoi capelli neri come il carbone, che rimasi stupita quando al loro posto vidi una chioma azzurro come lo zucchero filato.

- Non mi riconosci più? - mi disse, mentre accennava un ghigno.
- Non mi avevi detto di aver cambiato colore di capelli. - dissi io, gonfiando le guance.
- Volevo farti una sorpresa. - rispose lui, sorridendo.

Io ricambiai il sorriso, e insieme a Jungkook e Jimin uscimmo nel cortile della scuola, andando nel nostro solito posto, e poco dopo fummo raggiunti anche da Taehyung, che sembrava ancora un po’ addormentato.

- Ehi, non hai dormito stanotte? - gli chiese Jimin fissandolo.
- Non molto… - rispose Taehyung sbadigliando.

Io rimasi a guardarlo parlare con Jimin per un po’, loro due sembravano andare d’accordo.
Dovevo parlare con lui di quello che era successo il giorno prima, ma il fatto era che ero troppo imbarazzata per farlo.
Cosa avrei potuto dirgli?

- Y/N…? Y/N! - mi chiamò una voce, mentre mi sventolava una mano davanti al viso, per attirare la mia attenzione.

Io scossi leggermente la testa, per poi girarmi verso Yoongi, il quale sembrava un po’ imbronciato dal fatto che lo avevo ignorato mentre mi chiamava.

- Hai già pensato a qualche idea? - mi disse, la voce quasi un sussurro per non farsi sentire dagli altri.
- Idea…? - chiesi, un po’ spaesata.
- Per i testi dei tuoi mixtape… te ne sei dimenticata? - mi chiese lui alzando un sopracciglio.
- Ah… ecco… n-non l’ho dimenticato… è solo che… a-adesso non riesco a pensare ai testi da scrivere… - risposi, abbassando lo sguardo e fissandomi le mani.
- Che è successo? - mi chiese lui, avvicinando un po’ il viso al mio, preoccupato.

Capiva sempre subito quando avevo qualcosa, e cercava sempre di aiutarmi qualsiasi problema avessi.

Io scossi leggermente la testa, per fargli capire che non mi andava di parlarne in quel momento, e lui annuì leggermente, accarezzandomi la testa.

- Oggi sei libera? - mi chiese.

Io annuii, così decidemmo che dopo la scuola sarei andata a casa sua, e gli avrei raccontato cosa mi passava per la testa.

Quando suonò la campana, ognuno di noi si alzò per tornare nella propria classe.

- Tu vai, io arrivo tra poco. - dissi a Jungkook, che mi guardò un po’ stranito dalla mia frase.


Dopo aver parlato con lui, mi girai nella direzione in cui se ne stava andando Taehyung, e lo raggiunsi.

- Taehyung! - lo chiamai quando fui vicino a lui, afferrandogli il braccio per fermarlo.

Lui si girò guardandomi un po’ sorpreso, ma poi mi rivolse il suo sorriso squadrato.

- Posso parlarti un attimo? - chiesi, la voce mi tremò per mezzo secondo, ma continuai a tenergli il braccio per non farlo allontanare.
- Certo, dimmi. - disse lui, avvicinandosi leggermente.

Io automaticamente feci un passo indietro, e lui sembrò notarlo, perché si fermò e mi guardò un po’ stupito.

- E’ successo qualcosa? - mi chiese, inclinando leggermente la testa senza però spostare lo sguardo da me.
- Ecco… io… - iniziai, ma l’imbarazzo ebbe la meglio su di me e non riuscii a continuare.

Lui mi guardò in silenzio, come incitandomi a continuare senza dire nulla.
Io gli lasciai andare il braccio e incrociai le dita delle mie mani mentre abbassavo lo sguardo, torturandole leggermente mentre pensavo a cosa poter dire.

- Volevo chiederti… c-cosa significa… - iniziai, portando la mia mano al collo e spostando appena i capelli quel tanto che bastava per mostrargli il segno che mi aveva lasciato. Non riuscii a finire a parole la frase.
- Oh, quello… - rispose, facendo uno sguardo malizioso e passandosi la lingua sulle labbra. - Non ti è piaciuto? - chiese con fare innocente.
- Eh? N-no… è che… Perchè… lo hai fatto? - chiesi, abbassando lo sguardo, troppo imbarazzata per guardarlo negli occhi.
- Perchè mi piaci… E vorrei che fossi mia… - mi sussurrò all’orecchio avvicinando il suo viso al mio.

Io spalancai gli occhi avvampando a quella frase, e dopo qualche secondo alzai lo sguardo su di lui.

- C-cosa? - chiesi.

Lui mi rivolse ancora uno sguardo malizioso sorridendo, e poi si girò, iniziando ad allontanarsi da me per tornare nella sua classe.

Io rimasi lì ferma, ripensando alla frase che mi aveva appena detto.
Gli piacevo? Io?

Dopo qualche secondo in cui rimasi immobile, mi girai, ricordandomi che ero a scuola e che dovevo tornare in classe velocemente, altrimenti le avrei sentite dal professore, ma dopo aver fatto qualche passo mi bloccai.

Jungkook era esattamente nello stesso identico punto in cui era quando gli avevo detto di andare in classe senza di me, e mi stava fissando intensamente, e sembrava anche piuttosto imbronciato.

Mi aveva visto parlare con Taehyung?
Sperai che almeno non avesse sentito nulla, mi imbarazzava troppo, e lo sguardo che aveva in quel momento non sembrava promettere nulla di buono.
Perché non era tornato in classe?

- C-che ci fai ancora qui? - chiesi, e la mia voce uscì un po’ incerta, avevo paura che fosse arrabbiato.
- Che ti ha detto? - disse lui, squadrandomi.
- N-niente di importante… Torniamo in classe… - dissi, ricominciando a camminare, ma lui mi bloccò afferrandomi per il polso.
- Non può essere “niente di importante” se reagisci così… - disse lui.
- N-non sono affari tuoi… - dissi, girando lo sguardo dall’altra parte e cercando di liberarmi il polso.
- Y/N… - disse lui quasi in un sussurro, e sentii la sua presa farsi più debole.

Io mi morsi il labbro inferiore e ricominciai a dirigermi verso la nostra classe.
Non mi piaceva discutere con lui, ma in quel momento non sapevo nemmeno io cosa mi stesse succedendo.
Sentivo solo una gran confusione dentro di me.

Confusione venuta per le parole di Taehyung.

Seduta al mio banco, non prestai minimamente attenzione alla lezione, continuando invece a pensare alle parole di Taehyung.

Gli piacevo davvero o voleva solo prendermi in giro?
Dopotutto mi conosceva solo da qualche giorno…
E’ vero che esistono cose come il “colpo di fulmine”, ma non pensavo minimamente che quello fosse il mio caso.

Non seppi bene il motivo, ma non riuscivo a fidarmi completamente di quella frase che aveva detto.
Come potevo piacergli se nemmeno mi conosceva?

Mentre continuavo ad avere questi pensieri, incrociai le braccia sul banco e ci abbandonai sopra la testa, con lo sguardo rivolto verso la finestra, a guardare fuori.

Come mi sarei dovuta comportare adesso con Taehyung?

In quel momento mi ricordai che dopo la scuola sarei dovuta andare da Yoongi, ma ero indecisa se raccontargli tutto o provare a spiegare qualcosa senza entrare nei dettagli.
Siccome ci conoscevamo da tanto, ormai lui mi conosceva meglio di quanto io conoscessi me stessa, però non sapevo se questi miei pensieri avrei dovuto rivelarglieli o meno, anche se una parte di me voleva sapere cosa pensasse lui di Taehyung.

All’improvviso, sentii qualcosa sfiorarmi leggermente i capelli.

Non capendo cosa fosse, girai la testa dall’altra parte rispetto alla finestra, e arrossii trovandomi di fronte il volto di mio fratello.

Aveva anche lui un braccio appoggiato sul banco e la testa appoggiata su di esso, ed era molto vicino a me, tanto che il suo braccio sfiorava il mio, solo che io, immersa com’ero nei miei pensieri, non ci avevo fatto caso.
Il suo braccio destro invece, era a mezz’aria per metà, il gomito appoggiato sul banco, e la sua mano mi stava accarezzando, e non aveva smesso di farlo nemmeno quando mi ero girata verso di lui.
Aveva spalancato leggermente gli occhi quando mi girai, però non aveva smesso di guardarmi, e questo mi metteva un po’ in soggezione.

Notai anche che in quel momento era tranquillo, non c’era nessun segno dell’espressione imbronciata e dello sguardo che mi aveva rivolto quando mi aveva vista con Taehyung poco prima, e questo mi tranquillizzò un po’.

Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dalle sue carezze, tanto il professore in quel momento era troppo preso a spiegare la lezione per notarci, e comunque noi eravamo anche in fondo alla classe, quindi abbastanza lontani dal suo sguardo.

Restammo così fino alla fine delle lezioni, e ringraziai il suono della campana di fine scuola, altrimenti mi sarei addormentata sul banco cullata dalle carezze di Jungkook.


Quando tornammo a casa, nessuno parlò, tranne quando dovemmo salutare Jimin e Taehyung con cui avevamo fatto la strada.

Appena entrati in casa, trovammo nostra madre in cucina a preparare il pranzo per tutti, e per la prima volta da quando Jungkook era venuto a vivere con noi, mangiammo di nuovo tutti insieme, anche se nessuno di noi aprì bocca se non per mangiare.
Con tutto quello che era successo dall’inizio della scuola, avevo quasi dimenticato il fatto che per tutto questo tempo non avevo rivolto la parola ai miei genitori, cosa che prima di allora non era mai successa.

Certo, ero ancora arrabbiata con loro, ma una parte di me, anche se per il momento era ancora piccola, voleva tornare almeno a rivolgergli la parola, anche se non sapevo da che parte cominciare.

Finito di mangiare, aiutai mia madre a lavare i piatti, e le dissi che poco dopo sarei andata da Yoongi, mentre Jungkook se ne andò in camera sua.

Quando tornai nella mia camera, iniziai a prepararmi e dopo aver preso quel che mi serviva, uscii di casa.

Arrivata da Yoongi, andammo subito nel suo studio, dove lui era già al lavoro a creare un nuovo mixtape.
Mi chiedevo come facesse a crearne così tanti tutti diversi.

Io presi posto nella solita sedia accanto a lui, e quando lo feci, lui si girò a guardarmi.

- Allora, che ti succede? Non ti ho mai vista così tesa… e lo sei da un po’ di giorni ormai… - disse con il suo tono tranquillo.
- Ecco… -

Io abbassai lo sguardo a guardarmi le mani, indecisa se dirgli tutto o no, e decisi che prima di dirgli qualsiasi cosa, volevo togliermi un dubbio che avevo.

- Tu cosa ne pensi di… Taehyung? - chiesi quasi in un sussurro.
- Beh… Non mi sembra un ragazzo molto affidabile ad essere sincero. Ma non so spiegarti cosa sia a farmi dire questo, solo… C’è qualcosa di lui che non mi convince… - disse, guardando di lato mentre si mordeva il labbro inferiore nervosamente.
- In che senso non ti convince? - chiesi, alzando lo sguardo su di lui.
- Quando me lo hai presentato, ho avuto l’impressione di aver già sentito da qualche parte il suo nome, solo che persino adesso non ricordo dove l’ho sentito. Non mi fido di quel tipo. Anche il modo in cui ti guarda è strano per uno che ti conosce solo da qualche giorno… -
- Il modo in cui mi guarda? -
- Come uno che vuole solo farti del male. - disse lui a bassa voce, e io riuscii a sentirlo solo a malapena, ma capii quello che disse.


- Anche Jungkook non si fida di lui, anche se non so il perché… - dissi io dopo qualche minuto di silenzio.
- Davvero? -
- Già, dovevi vederlo oggi dopo l’intervallo quando mi ha visto parlare con Taehyung… -
- Che ti ha detto? -

Iniziai così a raccontargli del fatto che Jungkook mi aveva detto di non fidarmi di Taehyung, del fatto che sin dal primo giorno che lo aveva visto sembrava non sopportarlo, del giorno in cui avevo conosciuto quest’ultimo, e dell’uscita che avevo fatto con lui il giorno prima.
Raccontai con un po’ di fatica quello che Taehyung aveva fatto quando ci eravamo salutati e quello che mi aveva detto quello stesso giorno dopo l’intervallo, perché era una cosa che mi imbarazzava parecchio, ma sapevo che di Yoongi potevo fidarmi, quindi decisi di raccontargli tutto.

O almeno, non proprio tutto tutto, infatti quando gli dissi quello che Jungkook mi aveva detto la sera prima, non specificai il fatto che in quel momento eravamo fuori dal bagno e lui mi aveva bloccato alla parete, gli dissi solo quello che mi aveva detto su Taehyung e sul succhiotto che mi aveva fatto sul collo.

- Beh, non posso dare torto alle parole che ti ha detto Jungkook dopo quello che ti ha fatto Taehyung… Devi stare attenta a quel ragazzo… Ti ha già marchiata prima ancora di baciarti o mettersi con te… per me nasconde qualcosa… ed è meglio non scoprire di cosa si tratta. - disse Yoongi quando gli ebbi raccontato tutto, guardandomi serio.
- A me non sembra un cattivo ragazzo… forse è un po’ avventato è vero… però… -
- Y/N, tu non sei abituata a stare con i ragazzi, è normale che non ci vedi nulla di male in lui. Solo, promettimi che starai attenta… Lo sai che non sopporterei che ti capiti qualcosa… - disse, accarezzandomi la guancia per rassicurarmi.

Io annuii e poi gli sorrisi, non mi piaceva farlo preoccupare.
Sarei stata attenta a come Taehyung si sarebbe comportato con me.

Dopo qualche minuto di silenzio in cui nessuno dei due sapeva cosa dire, iniziammo a discutere su cosa trattare nei testi che avrei dovuto scrivere per i mixtape che avevo creato con lui, dicendoci tutto quello che ci passava per la mente ed esprimendo un’opinione su quello che diceva l’altro, finché non arrivò l’ora di cena, quindi l’ora in cui io sarei dovuta tornare a casa.

Salutai Yoongi, ringraziandolo di avermi ascoltata e aiutata e mi diressi verso casa.


Mentre camminavo per strada, mi arrivarono un po’ di notifiche, e guardando il cellulare, vidi che erano messaggi da parte di Jimin e Jungkook.

Jimin aveva creato un gruppo nelle chat, in cui aveva aggiunto me e mio fratello, dicendo che così non avrebbe dovuto scrivere due volte lo stesso messaggio per parlare con entrambi.
Jungkook aveva risposto un po’ scocciato, prendendolo in giro come faceva sempre, e Jimin lo aveva ignorato scrivendo direttamente il motivo principale per cui aveva creato quel gruppo.

“Questo fine settimana avete impegni?” - scrisse Jimin.
“Io no.” - aveva risposto Jungkook.
“Io nemmeno, cosa avevi in mente?” - scrissi io, incuriosita.
“Allora che ne dite di fare la gara di ballo tra me e Kookie con Y/N come giudice? La faremo nel vecchio edificio in cui vado ad allenarmi.”

Jungkook rispose subito che per lui andava bene, a patto che anche io fossi d’accordo.
Io guardai quel messaggio per qualche minuto, metabolizzando il significato di quello che aveva scritto Jimin.

Avrei finalmente visto Jungkook ballare.


--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Annyeong~~
Finalmente riesco a postare questo capitolo. Scusate davvero se ci ho messo tanto, ma mi ci è voluto un po’ per scriverlo, e non sono nemmeno pienamente soddisfatta del risultato, anche se avendolo riletto molte volte, non saprei proprio che correzioni fare per renderlo migliore di così.
Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.

Visto che siamo al ventesimo capitolo, anche se ovviamente non è l’ultimo, dato che mancano ancora parecchi avvenimenti prima che questa storia si concluda, volevo comunque approfittarne per ringraziarvi di leggere questa storia che sto scrivendo, grazie a tutte/i voi che la leggete, a chi l’ha messa tra le Preferite/Seguite e Ricordate, e un ringraziamento speciale a KatherineEXO94, _MartyK_ , _ChocolateKookie_ , whitecoffee e Angie02bts per le recensioni che mi avete lasciato fino ad ora. <3

Spero di non impiegarci troppo a postare il prossimo capitolo, dato che finalmente è arrivata la tanto attesa sfida di ballo tra Jungkook e Jimin. Chi vincerà tra i due secondo voi?

P.S. Inizialmente avevo iniziato questa storia mettendo ai membri dei BTS il colore di capelli che avevano nel video di Spring Day, dato che a me personalmente piace molto Jungkook con il colore che ha in quel video, e Jimin è troppo cute con i capelli rosa. XD
Però dopo che è uscito l’MV di DNA, Yoongi mi piace troppo con i capelli azzurrini, quindi gli ho cambiato colore di capelli anche qui.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Cap 21: Karaoke e Gara Di Ballo! ***


PoV You


Mancavano ancora due giorni a quello in cui si sarebbe svolta la gara di ballo tra Jimin e Jungkook, e quindi al giorno in cui avrei finalmente visto mio fratello ballare.
Dopo il messaggio di Jimin che ci aveva mandato poco fa e la risposta positiva che aveva dato mio fratello, non vedevo l’ora che arrivasse quel giorno, perché ero troppo curiosa di vederli ballare entrambi.
Jimin lo avevo già visto un paio di volte, quando mi aveva invitato a vedere i suoi allenamenti in cui mio fratello lo aiutava, ma quest’ultimo lo avevo visto solo per qualche secondo quel giorno in cui mi aveva chiamato Jimin e in cui lo avevo quasi fatto arrabbiare, quindi non avevo praticamente visto ancora nulla.
Per questo ero così ansiosa che arrivasse il fine settimana, per poter finalmente vederli ballare, ma ballare sul serio.
Dopotutto mio fratello stesso si era definito migliore di Jimin, e anche quest’ultimo aveva detto, anche se indirettamente, che mio fratello era bravo.


Il mattino dopo, quando io e mio fratello uscimmo di casa e andammo verso il bivio dove come al solito ci aspettavano Jimin e Taehyung per andare insieme a scuola, io rimasi un attimo bloccata quando vidi Taehyung.
Nel momento in cui lo avevo visto mentre ci stavamo avvicinando a loro, mi erano tornate alla mente le sue parole che mi aveva detto il giorno precedente quando gli avevo chiesto il motivo per cui mi aveva fatto un succhiotto quando siamo usciti…

“Perchè mi piaci… E vorrei che fossi mia…”

Dopo che mi aveva detto quella frase, e dopo quello che mi avevano detto Jungkook e Yoongi sul fatto di stare attenta, non sapevo più come affrontarlo.
Non potevo certo fingere che non avesse detto nulla no?
E poi…
Se mi avesse solo detto che gli piacevo…
Ma aveva anche aggiunto che voleva che fossi sua…
E dicendo quest’ultima frase, mi era parso che avesse usato un tono piuttosto… possessivo…

Era proprio quell’ultima frase che mi lasciava perplessa, e proprio quelle parole mi fecero ricordare il momento in cui mi aveva “marchiata” due giorni prima, lo sguardo che mi aveva rivolto subito dopo quando si era staccato, e le parole di Jungkook quando mi aveva spiegato cosa fosse un succhiotto…

“Di solito i ragazzi lo fanno per dimostrare che una ragazza appartiene solo a loro.”

Quindi adesso che Taehyung mi aveva fatto quel segno, significava che ero sua?

Alzai lo sguardo verso di lui, riabbassandolo subito quando incontrai il suo, mentre mi rivolgeva il suo solito sorriso squadrato, mentre quei pensieri sembravano non volermi lasciare in pace.

- Tutto bene Y/N? - mi chiese, avvicinandosi un po’ a me e allungando un braccio, accarezzandomi lievemente la guancia.

Io annuii senza dire nulla, per poi iniziare subito ad incamminarmi verso la scuola, sentendo avvampare la guancia che mi aveva appena accarezzato.

Non vedevo l’ora di arrivare a scuola e sedermi al mio banco.
Almeno lì non avrei visto Taehyung.


Per tutto l’intervallo, non avevo guardato direttamente Taehyung, perché ogni volta che il mio sguardo andava a posarsi su di lui, continuava a tornarmi in mente la frase che mi aveva detto e il tono che aveva usato, facendomi arrossire completamente.
Come aveva detto Yoongi, io non ero abituata ai ragazzi, quindi trovarsi uno che all’improvviso mi diceva di piacergli e che voleva che fossi sua, mi metteva un po’ in soggezione.


Tornata in classe dopo l’intervallo, decisi di mettermi a disegnare qualcosa, dato che il disegno era l’unica cosa che mi teneva occupata la mente al punto che non pensavo a nient’altro che non fossero le linee a matita che tracciavo sul foglio bianco.
Solo quando finii completamente il disegno, mi accorsi di cosa effettivamente avevo disegnato.
Era la foto che tenevo sul mio comodino, quella che raffigurava me e Jungkook da piccoli in cui lui mi abbracciava.
Rimasi per un po’ a guardare quel disegno, e guardando i dettagli che avevo disegnato della casa che si trovava dietro di noi, più precisamente il punto che nella foto si trovava sopra le nostre teste, improvvisamente mi venne in mente l’immagine di quello stesso punto, ma coperto da un orario…

Ma dove potevo aver visto quell’immagine?
E quell’orario che ricordavo cosa significava?

Alzai inconsciamente lo sguardo mentre quelle domande mi ronzavano in testa, e senza accorgermi mi ritrovai a fissare mio fratello, che in quel momento era concentrato a prendere appunti sulla lezione che stavamo avendo in quel momento.

Perchè il mio sguardo andava sempre a posarsi su di lui?

Anche i miei disegni erano per la maggior parte, se non tutti, su di lui…
Cioè, all’inizio era normale visto che lo disegnavo come lo ricordavo da piccolo perché mi mancava, ma ora che potevo vederlo tutti i giorni, perché occupava ancora così tanto i miei pensieri da continuare a disegnarlo?

I miei pensieri furono interrotti dalla vibrazione del mio cellulare, a cui ovviamente avevo messo il silenzioso per non farmi scoprire dal prof, e vidi che era un messaggio.

Quando vidi che era un messaggio da parte di Taehyung, per un attimo smisi di respirare.
Perché mi aveva scritto se dato che quella era l’ultima ora, ci saremmo visti all’uscita da scuola, e quindi poteva aspettare quel momento per parlarmi?

Aprii il messaggio, e rimasi per qualche secondo a fissare quello che c’era scritto, non sapendo cosa rispondergli.
Mi chiedeva se dopo la scuola mi andava di uscire ancora con lui, e più precisamente mi chiedeva se volevo andare con lui a mangiare qualcosa e poi andare al karaoke a passare il pomeriggio.

Io non sapevo se rifiutare o meno.

Da una parte non mi sarebbe dispiaciuto uscire di nuovo con lui, l’altra volta ci eravamo divertiti insieme.
Però…
Dopo quello che è successo quando ci siamo salutati dopo la prima uscita e il fatto che sia Jungkook che Yoongi mi hanno detto di stare attenta a lui, non sapevo se fosse una buona cosa uscire di nuovo da sola con Taehyung.

Dopo averci pensato per un po’, decisi comunque di uscire insieme a lui.
Stavo rischiando lo so, ma speravo solo che questa volta non succedesse nulla.

Quando suonò la campanella di fine scuola, trovai Taehyung ad aspettarmi fuori dalla mia classe, così, dopo aver salutato Jungkook e Jimin, mi avviai verso l’uscita di scuola insieme a lui.
Prima che ci separassimo, avevo visto l’occhiata che Jungkook aveva rivolto a Taehyung, e non era per nulla rassicurante.

- Come sono andate le lezioni oggi? - mi chiese Taehyung mentre ci dirigevamo verso un ristorante poco distante dalla scuola.
- Uhm… Oggi non c’era nulla di interessante… - risposi, senza però incrociare il suo sguardo, e con la testa occupata da altri pensieri.

Arrivammo al ristorante e prendemmo posto ad un tavolo, e dopo aver ordinato, io mi ritrovai a cercare di concentrarmi su qualunque cosa che non fosse il ragazzo davanti a me.
Mi sentivo leggermente in soggezione a stare da sola con lui.

- Va tutto bene? - mi chiese, guardandomi con lo sguardo un po’ preoccupato.
- ...S-sì… - risposi io saltando leggermente sul posto sentendo la sua voce.
- Oggi mi sembri strana… -
- In che senso…? -
- Ho come l’impressione… che tu voglia evitare in qualunque modo di guardarmi direttamente. È tutto il giorno che ti osservo, e ogni volta che i nostri sguardi si incrociano, tu ti giri sempre da un’altra parte… Non volevo obbligarti ad uscire con me se non volevi… -
- N-no… non mi hai obbligata… ho scelto io di accettare… - dissi, guardandolo per la prima volta in tutta la giornata negli occhi.
- E allora perché mi eviti? -
- Non… ti sto evitando… - dissi, abbassando lo sguardo.

- E’ per quello che ti ho detto ieri? Del fatto che mi piaci? - disse lui, dopo averci pensato su un attimo.
- Eh? E-ecco… -

Si capiva così tanto?

Abbassai lo sguardo sulle mie mani, imbarazzata.

- Non preoccuparti. È colpa mia, forse sono stato un po’ affrettato a dirtelo. Ma volevo solo essere sincero quando mi hai fatto quella domanda. - disse lui continuando a guardarmi.

Io rialzai lo sguardo su di lui leggermente sorpresa dalle parole che aveva appena pronunciato.

- Andiamo? - disse, quando entrambi finimmo di mangiare.

Io annuii e mi alzai insieme a lui, dirigendoci verso la cassa a pagare, e poi uscimmo dal ristorante diretti al karaoke.


Quando arrivammo, Tae prese una stanza solo per noi due, e io mi sentii completamente in imbarazzo.
Non volevo cantare, non davanti a lui.

Non mi piaceva cantare davanti alle altre persone, perché mi sentivo sempre a disagio, e avevo paura di fare una brutta figura.
L’unico che mi aveva sentito cantare era stato mio fratello quando mi aveva sentito da camera sua, e non avrei voluto farmi scoprire nemmeno da lui.
Solo con Yoongi riuscivo a cantare liberamente, ma ci ero riuscita solo dopo parecchio tempo, infatti da quando ci eravamo conosciuti, erano pochissimi gli anni che aveva passato a sentirmi cantare.

Un’altra cosa che mi metteva in soggezione in quel momento, era che Taehyung aveva preso una stanza solo per noi due, non ci sarebbero state altre persone a cantare con noi, ma saremmo stati da soli.

Gli avvertimenti di Jungkook e Yoongi iniziarono a riempirmi la mente mentre ci dirigevamo verso quella stanza, e io iniziai seriamente a dubitare di Taehyung.

Appena entrati, mi fece sedere su uno dei divanetti, mentre lui stava davanti allo schermo del karaoke, in cerca di una canzone da cantare.

- Che canzone vorresti cantare? - mi chiese, dato che era indeciso su quale canzone mettere.
- I-io… non canto… - dissi, tenendo lo sguardo basso.
- Perchè no? - mi chiese girandosi verso di me, sorpreso.
- N-non mi piace cantare davanti a qualcuno. - risposi, mordendomi leggermente il labbro, arrossendo.
- A me piacerebbe sentirti cantare. - disse lui, la voce quasi un sussurro.

Io alzai lo sguardo su di lui a quella frase, arrossendo di più perché il tono che aveva usato era sincero, non l’aveva detto con il pretesto di farmi cantare per forza.

- Scusa… - gli dissi.

Nonostante la frase che aveva appena pronunciato, non me la sentivo proprio di mettermi a cantare davanti a lui, non ero ancora così fiduciosa nei suoi confronti.
E se avessi fatto una figuraccia per colpa del mio essere ansiosa a cantare davanti a qualcuno?
No, era meglio se me ne stavo buona e sentivo cantare lui, anche se mi dispiaceva un pochino, dopotutto non è normale andare a un karaoke e poi non cantare no?

Lui rimase a guardarmi per qualche secondo, poi tornò a concentrarsi sullo schermo davanti a lui, decidendo una canzone.
Iniziò così a cantare, e io rimasi incantata ad ascoltarlo.

Il tono della sua voce era molto basso, ma allo stesso tempo era molto dolce e caldo, e trasmetteva tutte le emozioni che la canzone che stava cantando doveva trasmettere.
Continuai a fissarlo anche per le canzoni successive, finché lui non si accorse del mio sguardo su di lui quando finì l’ennesima canzone.

- Che succede? - mi chiese, lo sguardo puntato nel mio.
- Eh? N-niente… - risposi, riprendendomi e spostando leggermente lo sguardo.
- Sicura? - mi chiese ancora, inclinando leggermente la testa di lato.
- S-sì... È solo che… Non sapevo sapessi cantare. - dissi quasi sussurrando.
- Oh… Ti piace? -
- Sì… Hai una bella voce. - ammisi, sentendo le guance scaldarsi.
- G-grazie… - disse lui.

Io lo guardai di nuovo sentendolo balbettare, e notai che era arrossito e aveva un’espressione timida in volto.
Quella reazione mi lasciò leggermente sorpresa.
Insomma, di solito era sempre sicuro di sé e non si faceva scrupoli a fare qualsiasi cosa, come ad esempio quando mi aveva fatto il succhiotto o mi aveva detto di piacergli…
Mentre adesso…
Tutto ad un tratto sembrava essere diventato timido, cioè, non che fosse cambiato completamente, ma quell’espressione che aveva in volto in quel momento, da lui non me la sarei mai aspettata.

Come a voler nascondere quel momento di imbarazzo, si girò di nuovo a decidere l’ennesima canzone da cantare.

Erano quasi passate due ore da quando ci trovavamo lì, e l’unico ad aver cantato quasi tutto il tempo era solo lui, io canticchiavo di tanto in tanto sottovoce quando lui non se ne accorgeva, perché anche se mi vergognavo a cantare davanti a qualcuno, quando sentivo la musica, la voglia di cantare era più forte di me, non riuscivo a tenere la bocca chiusa.

Avevamo anche fatto qualche pausa tra una canzone e l’altra, parlando un po’ tra di noi proprio come avevamo fatto durante la nostra prima uscita.

- Ti va se andiamo da qualche altra parte? Alla fine sono solo io che sto cantando… - disse lui dopo aver finito la canzone, facendomi il labbruccio.
- Certo, e scusa se non sto cantando. - risposi, abbassando un po’ la voce mentre finivo la frase.
- Tranquilla, non devi scusarti. Posso capire che non vuoi cantare davanti a qualcuno. - disse, sorridendomi. - Faccio l’ultima canzone e poi andiamo ok? -

Io annuii e rimasi a guardarlo cantare ancora una volta.

In quel momento, mi misi a pensare che forse stavo dando troppo peso agli avvertimenti che mi avevano dato su Taehyung.
Dopotutto, quel pomeriggio lo stavamo passando tranquillamente, e non era successo ancora nulla, nonostante in quel momento ci trovavamo in una stanza da soli, anche se in un karaoke.

Ma non avrei dovuto parlare troppo presto.

Mentre stava cantando quell’ultima canzone, io prestai attenzione al testo che stava cantando, e diventai rossa quando capii il significato delle parole.
Era una canzone in inglese, e io l’inglese lo capivo abbastanza bene da riuscire a comprenderlo, anche se non ero bravissima a parlarlo, e capii subito che il testo di quella canzone era molto sporco.
Non volendo continuare a prestare attenzione al testo, cercai di concentrarmi su qualcos’altro, ma avvampai quando mi resi conto che Taehyung aveva approfittato del fatto che ero concentrata sul testo per avvicinarsi a me, abbandonando il microfono sul tavolino davanti al divanetto su cui ero seduta.

Si era seduto accanto a me, e mi stava sussurrando la canzone contro il collo, il suo respiro caldo che colpiva la parte di pelle scoperta dalla maglia.
Io trattenni il fiato non sapendo come reagire, in quel momento non avevo nemmeno la forza per allontanarlo.
All’improvviso, sentii un leggero brivido lungo il fianco dalla parte opposta a dove c’era Taehyung, e solo quando sentii una sensazione calda sulla pelle capii che mi aveva infilato una mano sotto la maglia, e stava risalendo il mio fianco, mentre la sua bocca si era attaccata al mio collo, lasciando una scia bagnata sulla mia pelle.

- T-tae… - dissi, cercando di allontanarmi almeno un po’.
- Shh… - disse lui, per poi riprendere dove si era interrotto.

Quando però sentii la sua mano che si stava avvicinando al mio seno, mi alzai di colpo, lasciandolo sorpreso.
Dov’era finito il Taehyung che avevo visto fino a qualche momento prima?
E cosa aveva intenzione di fare in quel momento, al karaoke, dove chiunque avrebbe potuto vederlo?

- Ehi… - disse lui, continuando a guardarmi, sorpreso dalla mia reazione.
- C-che diavolo volevi fare? - dissi io, senza incrociare il suo sguardo.
- Non credo servano spiegazioni, no? - disse lui in tono malizioso, e io sentii le mie guance avvampare.
- I-io me ne vado… - dissi, prendendo la mia cartella e dirigendomi verso la porta della stanza.
- Aspetta! - disse lui alzandosi, e afferrandomi un braccio prima che aprissi la porta.
- No. Non mi piace quando fai così! - dissi io, e subito dopo uscii da quella stanza e più velocemente che potevo mi diressi verso casa.

Perchè doveva comportarsi così?
Sentii gli angoli degli occhi bruciare leggermente mentre lacrime amare cominciavano a formarsi ai loro angoli, ma cercai di trattenerle.

Quando arrivai a casa, mi precipitai in camera mia, non volevo che qualcuno mi vedesse in quello stato.
Volevo solo dimenticare quelle ore passate con Taehyung.
Mi sdraiai sul mio letto, nascondendo il viso nel mio cuscino, e inconsciamente finii per addormentarmi.


All’improvviso, sentii una sensazione piacevolmente calda sulla mia guancia, e fui indecisa se aprire o meno gli occhi, per paura che se li avessi aperti, quella sensazione sarebbe sparita.
Rimasi così a bearmi di quel calore per un po’, finché troppo curiosa di sapere da dove provenisse, aprii leggermente gli occhi, per poi arrossire quando capii cosa mi stava sfiorando.

Jungkook era seduto sul lato del mio letto, e mi stava accarezzando la guancia mentre il suo sguardo era puntato su di me, e quando incontrò il mio, arrossì e per un momento bloccò il movimento della sua mano sulla mia guancia.

- T-ti ho svegliata? - mi disse, abbassando leggermente lo sguardo.
- No… - risposi, spostando per qualche secondo lo sguardo sulla sua mano ancora vicina alla mia guancia, per poi tornare a guardare lui.

Non volevo che smettesse di accarezzarmi, però non avevo nemmeno il coraggio di dirgli di continuare.

- Va tutto bene? - mi chiese, e il suo tono era molto dolce.
- Mh? Sì… - risposi, abbassando poi lo sguardo quando mi tornò in mente cosa successe solo qualche ora prima con Taehyung.
- Bugiarda… - sussurrò lui, ricominciando ad accarezzarmi la guancia.
- Cosa…? - alzai lo sguardo su di lui.
- Sei una bugiarda. Ti si legge in faccia che è successo qualcosa. - disse lui, leggermente imbronciato.
- … -

Io strinsi di più il cuscino che avevo tra le braccia, nascondendo un po’ il viso.
Non mi andava di parlare di quello che era successo, ancor meno con Jungkook.
Di sicuro si sarebbe arrabbiato dicendomi che lui mi aveva avvertito di stare attenta a Taehyung e io avevo comunque accettato di uscire ancora con lui.

- Va bene se non ne vuoi parlare con me. Ma non dire mai più che va tutto bene quando è una bugia. - disse lui gonfiando leggermente le guance, ancora imbronciato.

Era dannatamente tenero quando faceva così.

Io annuii e lo guardai per qualche minuto prima di parlare.

- Comunque… Che ci fai in camera mia? - chiesi, vedendolo arrossire alla mia domanda.
- E-ecco… I-io ero venuto a chiamarti perché era ora di cena… Però ho visto che dormivi e non volevo svegliarti… - rispose, guardando altrove.
- E… Aspetta! Che ore sono adesso? - chiesi spalancando leggermente gli occhi, sorpresa.
- Sono quasi le nove. -
- Cosa? Scusa… Tu hai già mangiato? -
- No, sono stato qui da quando sono venuto a chiamarti. - disse, scuotendo leggermente la testa.
- A-allora, cucino io. Per farmi perdonare. - dissi io, alzandomi dal letto per andare in cucina.

Jungkook mi guardò un po’ sorpreso, ma poi si alzò anche lui e mi seguì.

- Y/N, non c’è bisogno che ti fai perdonare… - mi disse, quando arrivammo in cucina.
- Però per colpa mia hai saltato la cena… - dissi io, lo sguardo rivolto verso la padella in cui avevo appena versato il cibo da cuocere.
- Ti aiuto. - disse lui, iniziando ad apparecchiare.

Mi dispiaceva sul serio che avesse saltato la cena, anche se io non ero l’unica ad avere la colpa in questo.
Dopotutto era lui che era rimasto in camera mia invece di mangiare anche senza di me.
Ma… perché era rimasto?
E… aveva passato tutto il tempo ad accarezzarmi?

Con la coda dell’occhio, lo fissai mentre apparecchiava la tavola per entrambi, continuando a farmi queste domande.

- Pronta per domani? - mi chiese quando ebbe finito, e si avvicinò ai fornelli dove ero ancora io.
- D-domani? - chiesi, leggermente spaesata.
- Hai già dimenticato la sfida tra me e Jimin? - mi chiese lui, sorpreso.
- N-non l’ho dimenticata. - dissi io, mordendomi il labbro inferiore.

Con quello che era successo quel giorno, non avevo realizzato che la sfida si sarebbe svolta l’indomani.
Cenammo in silenzio, nessuno dei due parlò più, e insieme lavammo i piatti prima di tornare nelle nostre camere.

- Buonanotte, Y/N. - disse mio fratello, baciandomi sulla guancia per poi rivolgermi un sorriso dolce.
- Buonanotte… Jungkookie. - risposi, usando il suo soprannome, che notai lo fece sorridere di più.


Il mattino seguente, io e Jungkook facemmo colazione insieme, e dopo aver passato la mattinata nelle nostre rispettive camere, dopo pranzo ci preparammo per andare da Jimin, che ci aspettava al solito posto, per dirigerci insieme dove si sarebbe svolta la gara.

Mentre camminavamo verso l’edificio, mi soffermai a guardare l’abbigliamento di Jimin, anche se non ne capivo il motivo.
Indossava una felpa nera di forse due taglie in più di lui e un paio di pantaloni di jeans bianchi tutti strappati, che fasciavano perfettamente le sue gambe.
Dopo essere rimasta a guardarlo per un po’, mi girai a guardare mio fratello.
Come Jimin, anche lui indossava una felpa nera larga, ma invece dei jeans, indossava un paio di pantaloni neri della tuta.

Eravamo a metà strada quando io vidi qualcuno di familiare.

- Yoongi! - chiamai, e il ragazzo che avevo notato, non molto distante da noi, si girò sentendosi chiamare.
- Ciao, Y/N. Cosa ci fai in giro? - mi disse lui quando si avvicinò a noi.
- Potrei farti la stessa domanda. È raro trovarti fuori di casa. - dissi io sorridendo.
- Ya! Potrò uscire anche io qualche volta no? - disse, fingendosi leggermente offeso. - Voi dove andate di bello? - disse, spostando lo sguardo su tutti e tre.
- Io e Jungkook faremo una gara di ballo, e Y/N farà da giudice. - disse Jimin.
- Interessante. - rispose Yoongi.
- Vuoi venire anche tu? - chiesi, guardandolo.
- Beh, adesso non avrei nulla da fare, infatti stavo tornando a casa. Se per voi va bene, allora vengo. - disse, alzando leggermente le spalle.
- Allora è deciso. - dissi io, prendendo a braccetto Yoongi e iniziando di nuovo a dirigermi verso l’edificio abbandonato.

Appena arrivammo nella stanza dove avevo già visto allenarsi Jimin, io e Yoongi andammo a sederci davanti all’enorme specchio che copriva una parete, mentre Jungkook e Jimin si misero uno alla nostra destra e uno alla nostra sinistra, al centro della sala.

- Inizio io? - chiese Jimin a Jungkook, e lui rispose annuendo con il capo.

Io presi il telefono di mio fratello, che lui mi aveva dato dopo averlo collegato al suo speaker per mettere la musica, e misi la canzone che Jimin aveva scelto di ballare, Butterfly.

Quando iniziò a ballare, rimasi incantata.
Ogni suo movimento era dolce e leggero, sembrava davvero una farfalla che volava.

Jungkook invece aveva deciso di ballare Save Your Goodbye.
Inutile dire che rimasi a bocca aperta guardandolo.
Era davvero bravo, ma tanto, non riuscivo nemmeno a spiegare quello che provavo guardandolo.

Però…
Guardando mio fratello ballare, avevo una strana sensazione, anche se non riuscivo a spiegarmi di cosa si trattasse.

Dopo aver ballato una canzone ciascuno da soli, decisero di ballare insieme un mix di canzoni di gruppi kpop femminili che ascoltavano, e io arrossii guardandoli.

Quando avevano imparato quei passi?

Quando finirono anche quelle canzoni, fu il turno di Jungkook di ballare di nuovo da solo, quindi misi la nuova canzone fissandolo.

Anche quella volta però, sentii ancora la sensazione che avevo sentito durante la prima canzone.

Nonostante mi piacesse moltissimo vederlo ballare, avevo come la sensazione che mancava qualcosa ai suoi passi, ma non sapevo spiegarmi cosa.

Jimin mi disse la prossima canzone da mettere, ed era completamente diversa dalla prima che aveva ballato.

Se prima ne aveva ballata una lenta e dolce, quella che stava ballando ora era potente, completamente diversa.

Ad un certo punto, vidi che mentre ballava aveva iniziato ad alzarsi la felpa, per poi sfilarsela e buttarla da un lato, ma non era finita lì.
Infatti il momento seguente, si strappò letteralmente la canottiera a metà, anche se non completamente visto che la lasciò penzolare lungo i fianchi continuando a ballare fino alla fine.

Io mi coprii il viso con le mani quando lo fece, imbarazzata, mentre Yoongi girò il viso da un’altra parte.

- Direi che è meglio finirla qui. - sentii dire a Jungkook, e guardandolo vidi che storse leggermente le labbra guardando Jimin, che si era avvicinato a me e Yoongi per bere dalla sua bottiglia dell’acqua.
- Già, se continuassimo non oso immaginare cos’altro strapperà Jimin oltre alla sua maglia… - disse Yoongi, lanciando un’occhiata alla canottiera che ancora pendeva dai fianchi di Jimin.
- Ya! - disse Jimin, quasi strozzandosi con l’acqua alle parole di Yoongi. - Non l’ho fatto apposta. Fa parte della coreografia. - aggiunse, imbronciato.
- E dovevi proprio ballare quella coreografia oggi? - disse Jungkook, e io percepii una nota di irritazione nella voce.
- Perchè? Che ho fatto di male? - chiese innocentemente Jimin, ma scambiando un’occhiata con Jungkook, sembrò capire a cosa lui alludesse, e andò velocemente a recuperare la sua felpa, indossandola, per poi strappare definitivamente la canottiera ormai inutilizzabile.
- Dai ragazzi non litigate. - dissi io, cercando di farli stare calmi.
- Chi ti è piaciuto di più? - chiese Yoongi, guardandomi curioso.
- Beh… Jimin lo avevo già visto qualche volta mentre si allenava, ma oggi mi ha sorpresa come se non lo avessi mai visto ballare prima… - dissi pensierosa. - Jungkook… -

Mi bloccai un attimo.
Cosa potevo dire di Jungkook?
È vero che ero rimasta molto colpita a vederlo ballare, ma c’era quella strana sensazione che avevo provato entrambe le volte in cui aveva ballato che non mi faceva dare un giudizio su di lui.
Lo guardai un attimo, come se soltanto guardandolo potevo trovare la risposta a quel dubbio che stavo avendo.

- Non ti sei impegnato completamente vero? - la voce di Yoongi mi arrivò alle orecchie all’improvviso, lasciandomi sorpresa.

Cosa?
Voltai lo sguardo su di lui, notando che stava fissando mio fratello, aspettando una risposta, così mi girai anche io verso di lui.

- Mianhae… - disse Jungkook, abbassando lo sguardo.

In quel momento capii la sensazione che avevo provato guardandolo ballare.
La sensazione che non stava dando il massimo, che non si stava impegnando completamente nei passi che stava facendo.

- Yoongi, non prendertela. Dopotutto è la prima volta che balla davanti a qualcuno che non sono io. Di solito balla solo quando siamo da soli, infatti quando Y/N veniva a vedere i miei allenamenti, lui se ne stava seduto a mettere la musica e dirmi dove sbagliavo. - disse Jimin, come per difenderlo.
- Questa però era una gara a chi balla meglio. Quindi che fosse la sua prima volta o no doveva impegnarsi completamente, e non l’ha fatto. - disse Yoongi con tono duro.
- Yoongi, basta. Non c’è bisogno che ti arrabbi così. - dissi io.

Non mi piaceva che inveisse così tanto su Jungkook, e inoltre avevo notato che alle sue parole, mio fratello sembrava molto dispiaciuto.
Non riuscendo a trattenermi, approfittando del fatto che Yoongi e Jimin si erano messi a discutere tra di loro, mi alzai andando verso di lui, volevo accertarmi che le parole di Yoongi non lo avessero ferito troppo.

- Non dar peso a quello che ti ha detto Yoongi, mi ha molto sorpreso vederti ballare. Non pensavo fossi così bravo. Cioè, tu stesso avevi detto di esserlo, e anche Jimin me lo aveva detto ma… - gli dissi, prendendogli le mani con le mie, anche se mi sentivo in imbarazzo in quel momento.
- Tranquilla, però ha ragione. Non mi sono impegnato al massimo nonostante questa era una sfida, quindi è colpa mia. Invece di concentrarmi sui passi, ero più concentrato a non fare brutta figura davanti a te. Avevo paura di sbagliare qualche passo. - disse lui, la voce che si affievoliva sempre più fino a diventare quasi un sussurro.
- Cos…? Avevi paura… di fare brutta figura… davanti a me? - dissi, sorpresa.

Lui annuì leggermente, e io dopo averlo fissato qualche secondo, lo abbracciai, stringendolo forte.

- Pabo. - gli sussurrai all’orecchio, e lo sentii ridere piano mentre ricambiava l’abbraccio.

Quando ci staccammo, mi girai verso Jimin.

- Questa sfida l’hai vinta tu. Ma devi concedere a Jungkook la rivincita. E questa volta si impegnerà al massimo. - gli dissi.
- Certo! Non vedo l’ora! - disse Jimin, sorridendo.

Così, decidemmo che l’indomani, dato che nessuno di noi era impegnato, avremmo iniziato a preparare le coreografie per la prossima sfida, e sia Jungkook che Jimin lasciarono a me la scelta delle canzoni da ballare.


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Lo so, sono in enorme ritardo, ma ho avuto diversi problemi a scrivere questo capitolo, perché ero indecisa su cosa poter scrivere oltre alla gara di ballo, anche perché se avessi parlato solo di quella, questo capitolo sarebbe venuto incredibilmente corto, quindi ho dovuto inventarmi qualcosa.
Per la scena con Tae al karaoke, stavo pensando ai video di Jungkook quando si era filmato nella stanza di un karaoke a cantare, quindi per questo ho scritto che erano in una stanza.
Spero che vi piaccia.
Vi aspettavate questo risultato nella sfida?
Fatemelo sapere, secondo voi chi doveva vincere?
Ringrazio sempre chiunque spenda un po’ del suo tempo per leggere questa storia e chi la recensisce.

Alla prossima, bacioni! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Cap 22: Pensieri! ***


PoV You


Il giorno seguente alla gara, dopo pranzo, Jimin scrisse a me e mio fratello, per metterci d’accordo sull’orario in cui incontrarci all’edificio abbandonato per iniziare a preparare le coreografie per la prossima gara che avevano deciso di fare il fine settimana seguente.

Io avevo passato la serata precedente a guardare qualche video su YouTube, alla ricerca di qualche coreografia che mi colpisse e che volevo vedere ballata da loro, e qualcosina avevo trovato, anche se prima di decidere, le avrei mostrate a loro due, non me la sentivo di decidere io senza il loro consenso.

Quando io e Jungkook arrivammo all’edificio, trovammo già Jimin che si stava riscaldando ballando qualche coreografia semplice che conosceva già, e si fermò quando vide i nostri riflessi nello specchio.

- Ciao ragazzi. - disse, girandosi verso di noi sorridendo.
- Ciao, ti stai già allenando? - chiesi, andandomi a sedere vicino a dove Jimin aveva appoggiato le sue cose.
- Sì, sono arrivato un po’ in anticipo perché volevo ballare, e quindi ne ho approfittato un po’. - disse, facendomi l’occhiolino.

Jungkook mise il suo speaker sul pavimento vicino a dove mi ero seduta io, dandomi il suo cellulare per mettere la musica, e poi si tolse la felpa appoggiando anche quella vicino a me.

- Allora, hai già deciso qualche canzone? - chiese Jimin, avvicinandosi a noi.
- Sì, ne ho scelta qualcuna, però volevo che foste voi a decidere se farle o meno, anche perché non voglio impartirvi io cosa fare. - risposi, arrossendo leggermente mentre tiravo fuori dalla tasca dei pantaloni il mio cellulare per mostrare loro i video che avevo trovato.

Restammo così a guardare i vari video che avevo visto la sera precedente, e ogni volta che ne finivamo uno, Jimin e Jungkook commentavano dicendo quello che pensavano delle varie coreografie, e di quanto ci avrebbero messo ad impararle.

Alla fine, decisero di fare la coreografia di Own It, che era quella che li aveva colpiti di più, e poi decisero di scegliere tre canzoni con cui avrebbero fatto un’unica coreografia.

Iniziarono così ad imparare i passi, mettendo il video dal pc portatile che aveva portato Jimin, per poi mettere solo la musica con il telefono di Jungkook, per vedere quanti passi riuscivano a tenere a mente senza dover sempre guardare il video.

Io rimasi stupita fissandoli, perché imparavano tutti i passi molto velocemente, e si aiutavano a vicenda quando vedevano l’altro sbagliare un passo.
Anche se cercavo di stare attenta ad entrambi, il mio sguardo andava sempre a posarsi maggiormente su Jungkook.
Mi piaceva davvero tanto vederlo ballare, e in quel momento pensai che lì ci sarebbe dovuto essere anche Yoongi, per fargli rimangiare le parole che aveva detto a mio fratello il giorno precedente, sul fatto che non si impegnasse come dovrebbe.
Infatti, solo osservandolo, si poteva notare quanto Jungkook si stesse impegnando per imparare la coreografia che stava facendo con Jimin, e quanto fosse concentrato su qualunque passo stesse facendo, attento ad ogni minimo movimento e a non commettere errori.
Era talmente concentrato, che non perdeva nemmeno tempo ad imitare Jimin in modo scherzoso come invece faceva ogni tanto quando ballava solo Jimin.

- Ragazzi, p-posso… riprendervi… mentre ballate? - chiesi un po’ imbarazzata per quello che gli stavo chiedendo, dato che mi era venuto in mente all’improvviso.
- Certo, almeno anche se ci stiamo guardando allo specchio, riguardando il video notiamo meglio se dobbiamo migliorare qualcosa. - disse Jimin tutto sorridente.

Jungkook annuì con il capo, senza però dire nulla, e tornò a concentrarsi sulla coreografia.

Così, io presi il mio telefono e iniziai a riprenderli, e mentre lo facevo, dato che provavano molte volte la stessa coreografia, feci anche un video riprendendo solo mio fratello, non resistendo alla tentazione di farlo.
Non mi spiegavo il motivo, ma volevo un video che fosse solo suo, dove c’era solo lui a ballare.

Quando finirono anche l’ultima prova per quella coreografia, per poi fermarsi e fare una pausa prima di riprendere con la prossima, era proprio quella in cui io avevo ripreso solo Jungkook, ed ero talmente concentrata sullo schermo del mio telefono a riprenderlo, che non mi accorsi che la musica era finita, e che Jungkook si era girato verso di me fermandosi.
Me ne accorsi solo quando vidi, attraverso il video che non avevo ancora stoppato e che stavo ancora filmando, mio fratello venire verso di me, quindi per la sorpresa bloccai il video e mancò poco che non mi cadde il telefono dalle mani.

- Che succede? - chiese Jungkook sedendosi vicino a me e prendendo la bottiglietta d’acqua per bere.
- N-niente… - risposi, alzando lo sguardo su di lui, ma pentendomene subito quando lo vidi bere dalla bottiglietta.

Per un attimo mi mancò il respiro fissandolo, mentre fissavo la sua pelle imperlata di sudore, le sue labbra chiuse sulla bottiglietta da cui stava bevendo, e il suo petto che si alzava e abbassava mentre cercava di riprendere fiato dopo aver ballato così tanto, tenendo la schiena appoggiata allo specchio dietro di noi.
Mi morsi il labbro inferiore, senza riuscire a togliere il mio sguardo da lui, ero come ipnotizzata.
Fortunatamente però, lui non si accorse di nulla, perché in quel momento teneva gli occhi chiusi, cercando di regolarizzare il respiro.

- Y/N…? Y/N!!! -

Per poco non presi un colpo quando mi accorsi della mano di Jimin che stava sventolando davanti al mio viso, cercando di attirare la mia attenzione.

- Y/N… tutto bene? - mi chiese, guardandomi un po’ preoccupato quando mi voltai verso di lui.
- Sì, tranquillo. Stavo solo pensando ad una cosa e non ti ho sentito. - risposi, abbassando lo sguardo un po’ dispiaciuta per non avergli risposto prima.
- Per caso i tuoi pensieri centrano con tuo fratello? - mi sussurrò all’orecchio in tono malizioso, per non farsi sentire da Jungkook.
- C-certo che no! Che ti salta in mente? - risposi io allontanando il viso dal suo, mentre le mie guance si tinsero leggermente di rosso, alzando forse un po’ troppo il tono della voce.

Sentendoci parlare, Jungkook riaprì gli occhi e ci guardò, cercando di capire cosa stesse succedendo, dato che non aveva sentito la frase pronunciata da Jimin.
Posò il suo sguardo prima su di me, notando le mie guance leggermente arrossate, per poi guardare Jimin che mi guardava un po’ sorpreso dalla mia reazione, tornando poi di nuovo su di me.

- Ehi… - mi disse quasi sussurrando, avvicinando appena il suo viso al mio.

Io alzai lo sguardo su di lui, arrossendo maggiormente quando i miei occhi incontrarono i suoi, troppo vicini.
Lui rimase a guardarmi per qualche secondo, senza dire nulla, come se cercasse qualcosa nel mio sguardo, come se solo guardandomi capisse cosa ci eravamo detti io e Jimin, per poi abbassarlo e puntarlo sulle mie mani che ancora tenevano il mio telefono.

- Possiamo vedere i video che hai fatto? - chiese, rialzando lo sguardo su di me un secondo e poi ripuntandolo sul mio cellulare.
- Eh? S-sì… - risposi arrossendo, abbassando anche io lo sguardo sul mio cellulare, aprendo uno dei video che gli avevo fatto.

Mentre lo stavo facendo però, mi accorsi che il video che stavo per far partire era l’ultimo che avevo fatto, cioè quello in cui avevo ripreso solo mio fratello, quindi cercai di stopparlo velocemente e metterne un altro, senza farmi notare.

- Perchè cambi video? - chiese Jimin, cercando di sbirciare il mio cellulare.
- Q-quello è un video che ho sbagliato, e non vedreste nulla. - dissi la prima scusa che mi passò per la mente, sperando che fosse almeno un po’ credibile.
- Mmmh… - disse Jimin, e io lo vidi fare un ghigno come se avesse capito che stavo mentendo.

Cercando di stare più calma possibile, feci partire uno degli altri video che avevo fatto, quello in cui secondo me avevano ballato meglio, e allontanai leggermente da me il cellulare, in modo che anche loro potessero vederlo.
Persi un battito quando entrambi si avvicinarono per vedere il mio telefono, ma soprattutto perché Jungkook si avvicinò molto più di Jimin, tanto che la sua spalla destra era completamente appoggiata alla mia, mentre la sua mano era appoggiata sul pavimento dietro il mio fianco destro, dalla parte in cui si trovava Jimin.
La mia attenzione andò quindi completamente su Jungkook, non mi accorsi nemmeno che avevano finito di vedere il video e lo avevano fatto ripartire altre volte, commentando quello che dovevano migliorare.
Io avevo il viso abbassato, lo sguardo puntato sulle mie gambe, e l’attenzione completamente su mio fratello.

Perché mi faceva quell’effetto averlo così vicino?
Non poteva essere solo perché non sono abituata a stare insieme ai ragazzi, altrimenti proverei lo stesso con Jimin o con Tae, ma non era così.
Solo con Jungkook mi sentivo completamente in imbarazzo, era l’unico che mi faceva battere il cuore all’impazzata, o perdere un battito quando si trovava vicino a me.



PoV Jungkook


- Proviamo le altre canzoni? - chiese Jimin guardandomi.

Io annuii, per poi abbassare lo sguardo su mia sorella, che per tutto il tempo in cui io e Jimin avevamo riguardato il video che ci aveva fatto, aveva tenuto lo sguardo basso, decisamente non puntato sullo schermo del suo telefono.

- Y/N?… - la chiamai con il tono di voce basso, avvicinandomi appena a lei con il viso.

Lei sembrò non notarmi, teneva sempre lo sguardo sulle sue gambe, e ovviamente non mi rispose.

Già due giorni prima, quando ero rimasto vicino a lei mentre dormiva dopo essere tornata dall’uscita con Taehyung, avevo notato che quando, una volta sveglia, le avevo chiesto se andava tutto bene, lei mi aveva mentito.
Avevo sentito nella sua risposta, che il suo tono non era sincero, come se stesse nascondendo qualcosa.
Infatti le avevo detto subito di non mentirmi, perché si capiva benissimo che lo aveva fatto, anche perché aveva nascosto il viso una volta che l’avevo smascherata.

In quel momento non le avevo chiesto nulla, ma avevo il presentimento che durante l’uscita con Taehyung fosse successo di nuovo qualcosa, come quando dopo la prima volta che erano usciti insieme, era tornata con il succhiotto sul collo.

Mentre dormiva, avevo notato le lacrime ormai secche che le rigavano il viso, e le avevo spostato di poco i capelli dal collo, scoprendolo, per vedere se le aveva lasciato altri segni, ma non vidi nulla, a parte alcuni punti in cui la sua pelle era leggermente più rossa, ma non troppo da essere considerato un succhiotto.
Quindi, se davvero le aveva fatto qualcosa, era qualcosa che non potevo vedere guardandola semplicemente così, ma non volevo nemmeno costringerla a dirmi tutto, anche se volevo saperlo.

Non sopportavo l’idea che quel tipo la toccasse, o approfittasse di lei in qualsiasi modo, già solo quando la baciava sulla guancia davanti ai miei occhi, mi dava davvero fastidio.
Anche Jimin la baciava sulla guancia a volte, ma non lo trovavo così fastidioso come invece trovavo Taehyung, anche perché sapevo che Jimin lo faceva perché si era affezionato a lei e le voleva bene, mentre nella mente di quel tipo, sembrava passare ben altro, soprattutto per come la guardava.

Da quando si era risvegliata, fino ad adesso, avevo notato che qualcosa in lei non andava, e a volte sembrava avere la testa da un’altra parte, come in questo momento.

La guardai per qualche secondo, vedendo con la coda dell’occhio Jimin andare al centro della stanza, preparandosi per la prossima coreografia che avremmo fatto, e poi cercai di attirare la sua attenzione scuotendola leggermente.

- Y/N…? - dissi, una mano appoggiata alla sua spalla, scuotendola leggermente, non volevo rischiare di spaventarla.

Lei saltò leggermente sul posto, per poi girarsi verso di me e arrossire leggermente guardandomi.

- Co-cosa c’è? - mi chiese, un po’ spaesata, abbassando di nuovo lo sguardo.
- Io e Jimin iniziamo la prossima coreografia, ci metti tu la musica? - le dissi dolcemente, accarezzandole i capelli.

Le avrei chiesto più tardi cosa avesse, per il momento era meglio lasciarla tranquilla.

Lei annuì, così, dopo averle detto il titolo della canzone che avremmo fatto, Coco, mi alzai e raggiunsi Jimin, iniziando a muovermi seguendo il ritmo della musica, mentre insieme iniziammo ad inventare i passi da fare.
Ogni tanto, guardavo con la coda dell’occhio mia sorella, vedendo che a volte ci guardava, a volte guardava altrove, e il suo sguardo non sembrava per nulla felice.

Finita di preparare la coreografia per Coco, avremmo ballato solo un pezzo della canzone, dato che l’avremmo aggiunta ad altre due, iniziammo a provare la seconda, Take You Down, e infine la terza canzone, Don’t Wanna Fall In Love.

Per tutte e tre le canzoni, impiegammo in totale circa tre ore e mezza, tra l’inventare i passi e provarle finché non ci restavano in mente, e mia sorella ci fece ancora qualche video, mettendoci d’accordo che ce li avrebbe mandati per messaggio ad entrambi, così ci saremmo potuti allenare anche a casa.

Quando finimmo, l’ora di cena era passata da poco, quindi decidemmo di tornare a casa, anche perché io e Jimin eravamo troppo stanchi per ballare ancora.

Mi avvicinai a mia sorella, per prendere la felpa, lo speaker e il mio telefono che ancora teneva tra le mani, notando che non aveva minimamente notato che noi avevamo finito di ballare, e mi chinai davanti a lei, guardandola.

- Andiamo? - le chiesi, accarezzandole la guancia.

Lei alzò lo sguardo su di me, arrossendo di colpo quando i nostri sguardi si incrociarono, e notai che voltò il mio telefono, puntando lo schermo verso il pavimento, ma non capii perché l’avesse fatto, e in quel momento non ci diedi molto peso.

- M-mmh… - disse lei, restituendomi il cellulare e alzandosi prendendo le sue cose.

Insieme a Jimin, uscimmo dall’edificio, e ci incamminammo verso le nostre rispettive case, salutandolo quando dovemmo separarci.

- Allora ci vediamo domani a scuola. - disse Jimin, guardandoci.
- A domani. - disse Y/N, quasi con un filo di voce.

Io salutai Jimin con un semplice cenno della testa, e poi ripresi a camminare insieme a mia sorella, verso casa nostra.

Rimasi a fissarla per qualche minuto senza dire nulla.
Da una parte volevo sapere cosa le passasse per la testa in quel momento, e cosa fosse successo con Taehyung, ma dall’altra parte, non sapevo quale fosse il modo migliore per chiederglielo, non volevo sembrare troppo invadente, o troppo impulsivo, e non volevo metterla in soggezione.

Quando stavo per iniziare a parlare, notai che eravamo ormai arrivati a casa, quindi lasciai uscire un sospiro, pensando che forse era meglio che quella sera non le chiedessi nulla.
Non volevo rischiare che i nostri genitori ci sentissero parlare, perché probabilmente ci avrebbero riempito di domande.

Però, non appena Y/N fece per aprire la porta di casa, notammo che questa era chiusa a chiave, segno che i nostri genitori non erano in casa.
Infatti, dopo aver aperto la porta ed essere entrati, mia sorella si diresse in cucina, dove trovò appoggiato sul tavolo, un foglietto scritto da nostra madre che diceva che lei e nostro padre erano usciti, e sarebbero tornati la mattina dopo, quindi avremmo passato la notte da soli.

Y/N lesse quel biglietto con la voce ridotta quasi ad un sussurro, infatti dovetti avvicinarmi a lei e leggere io stesso il biglietto per capire cosa ci fosse scritto.

Vidi che dopo averlo letto forse più di una volta, dato che lo fissò per un bel po’, riposò il biglietto sul tavolo, come se fosse indecisa su cosa fare.

- I-io v-vado in camera mia… - disse quasi sussurrando, avviandosi verso le scale.
- Non ceni? - le chiesi, iniziando leggermente a preoccuparmi.

Non volevo che saltasse la cena, qualunque fosse il motivo.

- N-non ho molta fame. - disse, e salì al piano di sopra.

Io la guardai mordicchiandomi il labbro inferiore, e decisi che le avrei preparato la cena, che lei avesse fame o meno, ma prima avevo bisogno di farmi una doccia, così salii anche io al piano superiore, e dopo aver appoggiato in camera mia lo speaker e il telefono, e aver preso i vestiti puliti, mi diressi verso il bagno.



PoV You


Appena arrivai in camera mia, mi appoggiai qualche secondo alla porta dopo essermela chiusa alle spalle, chiudendo gli occhi.

Più di una volta durante il pomeriggio passato con Jungkook e Jimin, mi era tornato in mente quello che era successo al karaoke con Taehyung, e per questo non avevo notato più di una volta Jimin e mio fratello rivolgermi la parola, e mi sentivo dispiaciuta per questo.

Non volevo ripensare a quel pomeriggio, ma la mia mente non mi dava ascolto, facendomi rivivere quel momento che avrei voluto dimenticare il prima possibile.

Inoltre, avevo notato che Jungkook sembrava volermi chiedere qualcosa, probabilmente aveva notato benissimo che ero con la testa altrove, e voleva saperne il motivo, anche se io non me la sentivo di dirglielo.

E arrivati a casa, si era pure aggiunto il fatto che avremmo passato la notte in casa da soli.

Era la prima volta che avrei dormito senza i miei genitori a casa con me, e un po' avevo paura.
Non che non mi piacesse avere la casa tutta per me, ma il fatto di rimanere da sola di notte mi agitava un pochino, anche se tecnicamente non sarei proprio rimasta a casa da sola, dopotutto c'era mio fratello.

Mi diressi verso la mia scrivania e, come ogni volta che volevo svuotarmi la testa da qualsiasi pensiero, presi un foglio, decisa a disegnare, e rimasi per qualche secondo con la matita tra le labbra, pensando a cosa poter ritrarre.

Quando mi decisi sul soggetto da ritrarre, mi concentrai completamente su quel foglio e le linee che tracciavo, e non mi accorsi di nient'altro, nemmeno del minimo rumore intorno a me.



PoV Jungkook


Quando uscii dalla doccia, dopo essermi vestito, scesi in cucina, iniziando a cucinare qualcosa per me e mia sorella.

Continuai a ripensare a quel pomeriggio, a come Y/N sembrasse sempre con la testa da un'altra parte, e questa cosa non potevo negare che mi avesse dato un po' fastidio.

Quel pomeriggio, volevo dimostrarle che il giorno precedente Yoongi si era sbagliato dicendomi che io non davo tutto me stesso nel ballo e non mi impegnavo abbastanza, ma non ero riuscito a farlo dato che lei aveva qualcosa che le passava per la testa e quindi non mi aveva notato minimamente.

Finii di cucinare e misi tutto nei piatti, andando a posarli sul tavolo, e quando sistemai tutto, salii al piano di sopra per andare a chiamare Y/N.

Bussai un paio di volte alla sua porta, senza però ricevere risposta, quindi l'aprii piano, pensando che si fosse addormentata, ma non la vidi quando il mio sguardo si posò sul suo letto.
Spalancai di più la porta, cercandola, e la vidi alla scrivania, intenta a fare qualcosa.

- Y/N...? - la chiamai, ma non ricevetti risposta.

Decisi così di avvicinarmi a lei, anche perchè ero curioso di sapere cosa stesse facendo, e cercai di non fare il minimo rumore.

Quando arrivai alle sue spalle, notai che stava disegnando qualcosa, ma avvicinandomi un po' di più, chinandomi su di lei per vedere meglio il soggetto, la urtai leggermente con il mio corpo, e la vidi muoversi, così mi rimisi diritto, guardandola.

Lei si voltò, per vedere cosa l'aveva toccata, e quando mi vide in piedi dietro di lei, arrossì di colpo, coprendo il foglio su cui stava disegnando con le braccia.

- J-Jungkook... - disse, iniziando a mordicchiarsi il labbro inferiore, nervosa.
- Cosa stai disegnando? - chiesi innocentemente, dato che ero molto curioso di saperlo.
- N-niente... s-stavo scarabocchiando... - disse lei abbassando lo sguardo.
- E allora perchè copri il foglio se è solo uno scarabocchio? - le dissi io, avvicinando il mio viso al suo, mentre il mio tono mentre parlavo diventava sempre più basso.
- Eh... - lei abbassò lo sguardo, non sapendo cosa dire, così io decisi di spostarle leggermente il braccio, per guardare il disegno. - C-che vuoi fare? - disse, posando lo sguardo sulla mia mano che si era posata sul suo braccio.
- Voglio sapere cosa stai disegnando. - dissi, guardandola mentre gonfiavo leggermente le guance, in un piccolo broncio.

A quelle parole, lei mi guardò spalancando leggermente gli occhi, e poi cercò di non farmi muovere il suo braccio.

- Fammelo vedere... - dissi, facendole gli occhi dolci.
- E... se non voglio farlo? - disse lei, senza però guardarmi direttamente negli occhi.
- Se non me lo fai vedere... - dissi, pensando a una condizione che lei non poteva rifiutare.

In quel momento, mentre stavo pensando a cosa dirle, il mio sguardo involontariamente si posò sulle sue labbra, e notai che si stava mordicchiando quello inferiore, e prima che me ne rendessi conto...

- Ti bacio! - dissi.

A quella frase, lei spalancò gli occhi, avvampando, e io stesso mi sorpresi di quello che avevo detto.
Non nego che fosse proprio quello che stavo pensando in quel momento, ma...
Come avevo potuto dirlo ad alta voce?

La guardai, e vidi che mi stava fissando, ancora sorpresa e molto rossa in volto.
E adesso?
Potevo dire che stavo scherzando, ma sarebbe stato strano, l'avevo detto in modo troppo serio per sembrare uno scherzo.

- C-cos'è... questo profumo? - chiese lei dopo qualche secondo di silenzio.
- P-profumo...? - chiesi, non capendo di cosa stesse parlando.
- ... Hai cucinato... ? - chiese ancora lei, guardandomi fisso negli occhi.

Solo in quel momento mi ricordai che avevo preparato la cena per entrambi, così annuii.

- Andiamo a mangiare? - chiesi, e lei annuì alzandosi dalla sedia.

Io approfittai del fatto che si stesse alzando per sbirciare il foglio sulla sua scrivania, ma lei riuscì a coprirlo con un quaderno prima che il mio sguardo potesse vedere qualcosa.

- Perchè non vuoi farmelo vedere? - chiesi io, usando un tono un po' infantile.
- P-perchè di no... - disse lei, per poi dirigersi verso la porta della sua camera e al piano di sotto, in cucina, seguita da me.

Fortunatamente, la cena non si era ancora raffreddata, quindi ci sedemmo entrambi a mangiare.
Io continuavo a fissare Y/N con la coda dell'occhio, mentre mille domande mi si formavano nella testa.
Lei non aprì bocca per tutta la cena, e non alzò nemmeno lo sguardo dal suo piatto.

Volevo chiederle se fosse successo qualcosa con Taehyung, cosa avesse per la testa da sembrare sempre da un'altra parte... e cosa stesse disegnando che non voleva mostrarmi, ma non riuscivo a trovare le parole giuste per chiederglielo.

Finita la cena, salimmo di nuovo al piano superiore, per andare ognuno nella propria camera, ma io mi bloccai quando la mia mano afferrò la maniglia della mia camera, perchè mi sentii tirare leggermente la maglia.



PoV You


Quando entrambi ci dirigemmo verso le nostre camere, mi tornò in mente che eravamo a casa da soli, e che a me non piaceva molto restare da sola di notte così, prima che potessi pensare qualsiasi cosa, il mio corpo si mosse da solo, andando ad afferrare il bordo della maglia di mio fratello, che notai bloccarsi non appena si sentì tirare la maglia, per poi girarsi a vedere cosa lo avesse fermato.

Io abbassai lo sguardo prima di incontrare il suo, imbarazzata per il gesto che avevo appena fatto, ma non mollai la presa sulla sua maglia.

- Va tutto bene? - mi chiese quasi sottovoce, e io notai una nota di preoccupazione nella voce.
- S-sì... ecco... - risposi, mordendomi nervosamente il labbro inferiore.
- ...? -

Jungkook si girò verso di me, senza togliere il suo sguardo da me.

- P-possiamo... dormire... insieme...? - chiesi, senza alzare lo sguardo su di lui.

Con la coda dell'occhio notai che lui era sobbalzato leggermente alla mia domanda, probabilmente sorpreso da quello che avevo appena detto, e anche io rimasi sorpresa per averlo detto.
Feci un passo indietro, la mano ancora a stringergli il bordo della maglia, pronta a scusarmi per quello che avevo detto e andarmene in camera mia, ma lui parlò prima che potessi fare qualsiasi cosa.

- Non sei cambiata per niente da quando eravamo piccoli. - disse.

A quelle parole, alzai lo sguardo su di lui, e lui mi rivolse un sorriso dolcissimo, che mi fece arrossire.

- Hai ancora paura dei temporali, e anche paura di rimanere a casa da sola di notte. - continuò, accarezzandomi una guancia con la mano.

Io a quel contatto avvampai, e strinsi di più la presa sulla sua maglia, abbassando lo sguardo.
Lui mi accarezzò ancora per qualche secondo la guancia, e poi mi prese per mano, iniziando ad avanzare verso la mia camera.

Avremmo dormito in camera mia?

Ancora con le guance in fiamme lo seguii, guardando la sua figura che ora mi dava le spalle, seguendo ogni suo movimento.
Entrati nella mia camera, mi trascinò fino al centro di essa, per poi fermarsi di colpo e voltarsi a guardarmi.

- Ehm... che facciamo? - mi chiese, portando la mano libera verso la sua testa, scompigliandosi leggermente i capelli, un po' nervoso.
- ... Guardiamo qualcosa al computer? - chiesi, dopo essermi guardata intorno per qualche secondo, mentre cercavo qualcosa da fare. In quel momento nessuno dei due aveva ancora sonno, quindi dovevamo trovare qualcosa da fare.

Lui annuì, e così andammo a sederci sul mio letto.
Jungkook prese il mio pc portatile e se lo appoggiò sulle gambe, e io mi sedetti vicino a lui, guardando cosa stava facendo.
Decidemmo di guardare qualche video su Youtube, che fossero coreografie, gameplay di qualche videogioco che ci piaceva, o qualche video di canzoni che ascoltavamo, e scoprii di ascoltare molti artisti che piacevano anche a lui.

Mentre stavamo guardando l'ennesimo video di una coreografia, sentii qualcosa pesarmi sulla spalla, e quando mi girai per vedere cosa fosse, arrossii trovandomi a pochi millimetri dal volto di mio fratello, che teneva gli occhi chiusi.

- Jungkookie...? - provai a chiamarlo a voce bassa, ma lui non rispose.

Si era addormentato.

Rimasi a guardarlo per qualche minuto, per poi guardarmi intorno, pensando come fare a farlo sdraiare.
Dormiva così tranquillamente che mi dispiaceva svegliarlo, ma non sapevo davvero come fare a muoverlo, così rimasi per un po' seduta con la schiena appoggiata al muro dietro il letto, e la testa di Jungkook sulla mia spalla.

Ascoltai il suono del suo respiro calmo, e mentre lo guardavo, mi venne voglia di accarezzarlo, quindi con la mano dalla parte opposta a lui, iniziai ad accarezzarlo sulla testa, facendomi scivolare i suoi capelli non ancora del tutto asciutti tra le dita.

Dopo un po' che lo stavo accarezzando, si mosse leggermente nel sonno, e la sua mano sinistra andò a finire sulla mia.
Io arrossii guardando la sua mano sulla mia, e bloccai il movimento di quella con cui lo stavo accarezzando.

Forse proprio perchè si era appena mosso nel sonno, Jungkook aprì leggermente gli occhi, per poi alzare il viso, verso di me.

- Y/N... - disse con la voce impastata dal sonno. Notai che le sue guance erano leggermente arrossate.
- Ti ho svegliato? - chiesi, un po' dispiaciuta.

Lui scosse la testa per farmi capire che non lo avevo svegliato io, e poi si sollevò dalla mia spalla su cui era ancora appoggiato, così facendo però mise una leggera pressione nella sua mano che era ancora appoggiata alla mia, e lo vidi abbassare lo sguardo quando se ne accorse anche lui, spostando la sua mano dalla mia e guardardo altrove, per poi sdraiarsi e chiudere di nuovo gli occhi.
Io non smisi un secondo di guardarlo, quando era mezzo addormentato era incredibilmente adorabile, e lo era sempre stato fin da piccolo.
Non che normalmente non lo fosse, ma in quel preciso momento faceva venire tantissima voglia di riempirlo di coccole, sembrava un cucciolo.

Dopo essere rimasta per un po' a guardarlo, mi sdraiai anche io, girata su un fianco verso di lui, e quando lo feci, Jungkook mi circondò con entrambe le braccia e mi tirò verso di sè, stringendomi forte.

- ...? -
- Possiamo restare così? - chiese lui sottovoce, aprendo leggermente gli occhi per guardarmi.

Io annuii mentre sentivo le guance in fiamme, e poco dopo ci addormentammo entrambi.



PoV Jungkook


Il mattino seguente venni svegliato da un dolce profumo che invase il mio olfatto.

Quando aprii gli occhi, mi trovai a pochissimi centimetri dal volto di mia sorella, ancora addormentata.
Un sorriso si fece spazio sulle mie labbra mentre la guardavo, e in quel momento mi ricordai come la prima volta che avevamo dormito insieme da quando ero venuto in quella casa, la notte che ci fu il temporale, mi ero svegliato il mattino seguente senza di lei vicino a me, e per quello avevo sentito una specie di vuoto.
Ma adesso non era così, perchè mia sorella era ancora tra le mie braccia, e non l'avrei lasciata andare come l'altra volta.

La guardai in ogni suo minimo particolare, e il mio sguardo si posò sulle sue labbra, che in quel momento erano leggermente schiuse per permetterle di respirare.

Iniziai a mordicchiarmi le mie nervosamente, mentre il pensiero di quello che le avevo detto la sera prima, cioè che se non mi avesse mostrato il disegno l'avrei baciata, si impossessò della mia mente.

Prima che mi rendessi davvero conto di cosa stessi facendo, avvicinai il mio volto al suo, annullando la distanza che ci separava, e appoggiando le mie labbra sulle sue.
Sentii che quando lo feci, per un secondo lei trattenne il respiro, e io ebbi paura di averla svegliata, ma fortunatamente così non fù.

Le sue labbra erano incredibilmente morbide e dolci, e non riuscii a trattenermi, iniziando a mordicchiargliele leggermente e succhiarle.
Forse era anche il pensiero che Taehyung potesse averle prima di me se non approfittavo di quel momento, a non avermi fermato e allontanato da lei.

Continuai ad assaggiarle le labbra per un po', stringendola forte a me, e poi mi staccai, guardandola.

- Non voglio che un altro ragazzo ti porti via da me. -

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Eccomiiiiiiiiii finalmenteeeee!!! :(
Non sapete quanto ci ho impiegato a scrivere questo capitolo, ma prima di dire qualsiasi cosa, volevo avvisarvi che questo è un capitolo a metà.
In che senso...
Tutto quello che avrei voluto mettere in questo capitolo, l'avrebbe fatto uscire un papiro di non sò quante pagine (fino a qui sono 11 pagine), e un capitolo troppo lungo sarebbe risultato noioso.
Io personalmente adoro i capitoli lunghi, ma quando lo sono troppo, diventano un po' noiosi.
Quindi, ho deciso di dividere questo capitolo in due, questa è la prima parte e il prossimo capitolo sarà l'altra, anche se ovviamente li intitolerò cap 22 e cap 23 lo stesso.
Spero vi piaccia, mi farebbe piacere sapere la vostra opinione. ^^
Il prossimo capitolo credo di postarlo sabato o domenica, appena trovo il tempo per sistemarlo e pubblicarlo.

Alla prossima, un bacione. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Cap 23: Spiegazioni! ***


PoV Jungkook


Restai per un po' a guardarla, coccolandola.
Avrei voluto restare così e fermare il tempo a quel momento, ma decisi di alzarmi ed andare a preparare la colazione ad entrambi.
I nostri genitori avevano detto nel biglietto che ci avevano lasciato, che sarebbero tornati al mattino, quindi non potevo rischiare che ci trovassero a dormire insieme.
Sapevo che per mia madre non era tanto un problema, dato che era lei che da piccoli lasciava sempre, o quasi, Y/N venire a dormire con me.
Il problema era mio padre.
Infatti, già quando eravamo piccoli, a lui non piaceva molto che Y/N dormisse insieme a me, diceva che non dovevamo stare troppo tempo insieme.
Secondo me, lo diceva solo perchè era molto geloso di Y/N, essendo la sua unica figlia femmina, era iperprotettivo nei suoi confronti.
E poi, adesso non eravamo più bambini, quindi se ci avesse visti, nemmeno volevo immaginare cosa avrebbe fatto, contando il fatto che da quando ero arrivato qui non andavamo nemmeno d'accordo, infatti non c'eravamo ancora rivolti la parola dal giorno in cui avevamo discusso.

Un po' a malincuore quindi, lasciai andare il corpo di mia sorella e mi alzai dal letto, guardandola un'ultima volta prima di uscire dalla sua camera e dirigermi in cucina.



PoV You


Stavo ancora dormendo quando all'improvviso sentii una sensazione di freddo colpirmi il corpo, così aprii gli occhi lentamente, guardandomi intorno.
Appoggiando una mano al letto, feci leva per alzare il busto e mettermi seduta, mentre mi stropicciavo gli occhi con il dorso della mano, notando solo in quel momento il lenzuolo spostato sul lato del letto davanti a me, come se qualcuno lo avesse spostato per alzarsi.
Arrossii ricordandomi solo in quel momento che avevo dormito con Jungkook, e che quindi era stato lui a spostare il lenzuolo.
Mi girai per prendere il mio cellulare dal comodino e controllare che ore fossero, e vidi che mancava poco più di mezz'ora prima che iniziasse la scuola, quindi dovevamo prepararci.

Inoltre, notai la notifica di un messaggio, e leggendo l'orario in cui mi era arrivato, notai che era stato inviato la sera prima, ma io non me ne ero minimamente accorta.
Il messaggio era da parte di Taehyung, e avevo un po' il timore di aprirlo, non ero così curiosa di sapere cosa avesse da dirmi, non dopo quello che era successo.
Decisi comunque di aprirlo, anche se passarono un po' di minuti prima che lo feci.
Diceva che gli dispiaceva per quello che era successo al karaoke, che non era riuscito a controllarsi lasciandosi trasportare dal momento, e mi chiedeva di perdonarlo.
Rilessi una seconda volta quel messaggio, trovandolo stranamente finto, come se quello che aveva scritto erano solo belle parole per non farmi arrabbiare con lui, e non era quello che pensava davvero.
Se voleva scusarsi davvero, un semplice messaggio non sarebbe bastato, doveva dirmelo a voce, e dimostrare che davvero gli dispiaceva, altrimenti non lo avrei perdonato.
Non gli risposi, e mi alzai dal letto, diretta in bagno per iniziare a prepararmi.

Arrivata davanti allo specchio, guardai il mio riflesso, e notai una cosa che mi lasciò interdetta.
Infatti, le mie labbra erano leggermente arrossate, ma non riuscii a spiegarmi il motivo per cui erano così.
Era come se fossero state morse per un po', ma io solitamente non le mordevo tanto da farle diventare così rosse, per di più mentre dormivo.
Decisi di non pensarci in quel momento, e finita di prepararmi, scesi al piano di sotto, sentendo un profumo invitante provenire dalla cucina.

Quando entrai nella cucina, infatti, notai Jungkook che stava mettendo gli ultimi piatti sul tavolo, e alzò lo sguardo quando sentì i miei passi vicino a lui, e quando il suo sguardo incontrò il mio, mi rivolse il suo sorriso dolce.

- Buongiorno cucciola. - mi disse mentre posava l'ultimo piatto.
- Buongiorno... - risposi, arrossendo leggermente mentre presi posto davanti a lui.

Non mi sarei mai abituata a sentirmi chiamare "cucciola" da lui.

Iniziammo a mangiare, e quando io alzai il mio sguardo su di lui, lo posai quasi subito sulle sue labbra, come se una calamita mi avesse attratto a guardare proprio lì, e spalancai leggermente gli occhi.
Anche le sue labbra erano leggermente arrossate come le mie.

Allora un pensiero attraversò la mia mente.
E se Jungkook...?
Scossi leggermente la testa scacciando quel pensiero, stavo decisamente lavorando troppo di fantasia.

Non poteva avermi... baciata...

Rimasi a fissargli le labbra per un po' con la coda dell'occhio, per non farmi vedere, mentre quel pensiero continuava ad occuparmi la mente.

Quando ebbe finito la sua colazione, si alzò, andando a posare i piatti nel lavandino, e poi si diresse verso le scale, per salire al piano di sopra.

Uscimmo da casa in silenzio, nessuno dei due parlò.
Io con la coda dell'occhio continuavo a guardargli le labbra, continuando ad avere quel dubbio.
Mi sentivo troppo in imbarazzo a chiedergli se mi avesse baciato o era solo una mia impressione.
E poi... se mi avesse risposto di no? Mi avrebbe sicuramente presa per pazza.

Ma se mi avesse risposto di sì?

Quando voleva sapeva essere molto diretto, come dimostrava ogni volta che Taehyung lo faceva innervosire.
Difficilmente nascondeva le sue emozioni quando queste erano troppo forti da contenere.

Arrivati da Jimin, io mi bloccai un attimo.
Vicino a lui, ci stava aspettando anche Taehyung, come al solito.

- Buongiorno. - disse Jimin.
- Buongiorno Jimin. - risposi, avvicinandomi a loro dopo essermi ripresa, ed evitando completamente di guardare Taehyung.

Non volevo rivederlo proprio adesso, e non volevo nemmeno parlargli, perchè ogni volta che lo vedevo o pensavo a lui anche solo per un secondo, quello successo al karaoke continuava a tormentarmi la mente.
Jimin mi guardò un po' stranito, forse per il fatto che aveva notato che avevo ignorato Taehyung, anche se lui non poteva sapere il motivo per cui lo avevo fatto, e poi si girò a chiacchierare con Jungkook.
Iniziammo così a dirigerci verso la scuola, e per tutto il tragitto, avevo sentito lo sguardo di Taehyung puntato su di me, ma cercavo di non farci caso.

Si unì a noi anche durante l'intervallo.
Si comportava proprio come se non fosse successo nulla, e questo per me era la conferma che le parole nel messaggio che mi aveva mandato la sera precedente erano solo belle parole e nient'altro, solo per farsi perdonare come se avesse fatto un semplice scherzo.

Yoongi mi si avvicinò appena, e io me ne accorsi solo quando mi picchiettò la spalla con il dito, in cerca della mia attenzione.

- Sei strana oggi lo sai? - mi sussurrò, guardandomi.
- Scusa... - dissi abbassando leggermente lo sguardo.
- Vuoi venire a casa mia dopo la scuola? Così mi racconti cosa è successo. - disse serio, e con un tono che non ammetteva repliche.

Io annuii leggermente, e il mio sguardo cadde su mio fratello, che in quel momento stava fissando Yoongi, mordendosi il labbro inferiore.
Sapevo che gli dava ancora un po' fastidio vedere Yoongi avvicinarsi così a me, ma ci si stava abituando un po'.

Finito l'intervallo, ci alzammo tutti, per dirigerci verso le nostre classi.

- Y/N! -

Mi sentii chiamare, ma avendo riconosciuto la voce, non volevo fermarmi a parlare con lui.

- Ehi, aspetta. - disse ancora, e questa volta mi girai, non volevo che continuasse a chiamarmi fino alla mia classe, e sapevo che sarebbe stato capace di farlo.

Mio fratello mi guardò, lanciando un'occhiataccia a Taehyung, e poi riposando il suo sguardo su di me.

- Tu vai, arrivo subito. - gli dissi.
- No, ti aspetto qui. - disse lui serio, guardando di nuovo Taehyung in malo modo.

Un po' fui felice che avesse risposto così, perchè sapendo che lui era ancora lì, mi sentivo più al sicuro, anche perchè non sapevo cosa avrebbe fatto Taehyung.
Così mi incamminai verso quest'ultimo, per sentire cosa volesse.

- Ehi, perchè non mi hai risposto ieri sera? - mi chiese quando fui vicino a lui, tenendo il tono di voce basso per non farsi sentire da Jungkook, che lo stava fulminando con lo sguardo.
- Sai benissimo il motivo. Non dovresti nemmeno chiederlo. - risposi io, senza incontrare il suo sguardo.
- Per quello che è successo al karaoke? Te l'ho detto che mi dispiace. - disse ancora, facendo un passo verso di me.
- Non basta scusarsi per messaggio per farti perdonare. Hai idea di cosa hai fatto? - gli dissi, trovando il coraggio di guardarlo negli occhi.
- Te la prendi per così poco? Ti ho solo toccata un po'... - disse lui, leggermente sorpreso.
- Avresti fatto di peggio se non me ne fossi andata... - dissi, con la voce che diventava un sussurro.
- Non mi dirai che non sei mai stata toccata da un ragazzo. - disse lui, incredulo.
- ... -
- ... Mi dispiace, davvero. In quel momento non sono riuscito a controllarmi. Sai già che mi piaci, quindi per me è normale dimostrartelo attraverso dei gesti... -
- Quelle cose non si fanno in luoghi pubblici come i karaoke... -
- Puoi perdonarmi? - disse, facendo uno sguardo da cucciolo bastonato.

Normalmente io non sarei riuscita a resistere a quello sguardo, perchè quando lui lo faceva, lo trovavo davvero tenero, ma in quel momento non lo trovai per nulla tenero, al contrario, lo trovai falso.

- Non così in fretta. Non è così facile farsi perdonare. -

Taehyung alzò una mano verso di me, ma si bloccò a metà.
Capii perchè si era bloccato, quando sentii una mano, non la sua, afferrare la mia e tirarmi piano, allontanandomi da lui.

- Non voglio arrivare tardi a lezione e sentirle sù dal professore. - disse Jungkook quasi sussurrando, mentre si dirigeva verso la nostra classe, senza mollarmi un attimo la mano.

Io rimasi a fissare le nostre mani tutto il tempo.
La sua mano era calda, e una parte di me avrebbe voluto continuare a stringerla, ma arrivati davanti alla classe, prima di entrare mi lasciò andare, e io ci rimasi un po' male.

Quando ci sedemmo ai nostri banchi, per tutta la lezione continuai a guardarlo con la coda dell'occhio, ripensando a quella mattina, e il mio sguardo ricadde nuovamente sulle sue labbra, proprio nel momento in cui se le stava inumidendo con la lingua.

Ripensai a quando lo avevo visto ballare il giorno prima, e mi tornò in mente quando avevo guardato il suo cellulare prima di restituirglielo, e avevo visto il suo blocco schermo, questa volta privo di notifiche.

Ero rimasta così sorpresa vedendo la foto, che quando mi ero accorta che lui era vicino a me, avevo girato il suo telefono verso il basso, per non fargli vedere che avevo visto quella foto, dato che ricordavo che lui non aveva voluto mostrarmela quando gli avevo chiesto se potevo vederla.

La cosa che trovai più strana, era il fatto che ricordavo bene avesse detto di aver preso la foto per il blocco schermo da internet, ma era impossibile che lo avesse fatto, perchè quella foto non si trovava per niente su internet.

Perchè aveva mentito?

Venni risvegliata dai miei pensieri dal suono della campana che segnava la fine delle lezioni, così, insieme a Jungkook, ci avviammo verso il cancello, diretti a casa.

Jimin non venne con noi, perchè prima che ci salutammo la mattina, aveva detto che dopo la scuola sarebbe andato all'edificio abbandonato ad allenarsi, mentre Taehyung non lo vidi per nulla.

- Jungkook... - lo chiamai quando uscimmo dal cancello della scuola.
- Che c'è? - chiese lui, fermandosi e girandosi a guardarmi.
- Ti va se... andiamo a mangiare da qualche parte? Non ho voglia di tornare a casa adesso. - dissi, un po' imbarazzata.

Volevo fare qualcosa di diverso, e non avevo davvero voglia di tornare ancora a casa, anche se sarei dovuta uscire più tardi per andare a casa di Yoongi.
Volevo stare ancora un po' da sola con mio fratello, perchè era l'unico con cui volevo stare in quel momento, e non volevo rivedere i nostri genitori.

- Dove vorresti andare? - mi chiese con il suo tono dolce.
- I-in un fast food. - dissi, guardandolo dritto negli occhi.

Lui mi guardò sorridendo, probabilmente per l'espressione da bambina che avevo in quel momento e, afferrandomi la mano, iniziò a camminare verso il centro della città, alla ricerca di un fast food.

Appena entrammo, cercammo un posto libero in cui sederci e, dopo aver posato le nostre cose, Jungkook si offrì di andare ad ordinare, quindi io lo aspettai guardando fuori dalla finestra vicino al tavolo in cui ci eravamo seduti, lasciando vagare la mia testa altrove.
Mio fratello tornò poco dopo con i nostri due vassoi, e notai che avevamo preso le stesse identiche cose, come se lo avessimo fatto apposta.
Lui si sedette davanti a me, e iniziò a scartare il suo panino e addentarlo, mentre io mi ero persa un momento a fissarlo.

- Non mangi? - mi chiese lui, risvegliandomi dai miei pensieri.
- Sì... scusa... - risposi arrossendo leggermente, iniziando anche io a mangiare.

Mentre stavamo mangiando, a Jungkook suonò il cellulare, così lo tirò fuori dalla tasca e guardò lo schermo, probabilmente gli era arrivato un messaggio.
Dopo aver risposto, posò il telefono vicino al suo vassoio, e io continuai a fissarlo.

- Sei un bugiardo. - dissi all'improvviso, tenendo il tono di voce basso. Non volevo che gli altri ci sentissero.

Dissi quella frase perchè mi era tornato in mente quando lui, dopo che mi ero svegliata il giorno dell'uscita con Taehyung, mi aveva detto di non mentirgli, e nemmeno io volevo che lui mentisse a me, quindi quelle parole erano uscite spontanee.
Lo vidi alzare lo sguardo su di me, guardandomi confuso.

- Non l'hai presa da internet la foto che hai come blocco schermo. - dissi, gonfiando leggermente le guance, fingendo di mettere il broncio.
- Eh? C-come... quando...? - rispose lui, spalancando leggermente gli occhi, e portando automaticamente la mano sul cellulare.
- L'ho vista l'altro giorno, prima di restituirti il cellulare quando eravamo con Jimin. -
- ... -
- Perchè hai mentito? -
- Non volevo mentirti... - disse lui, appoggiando il panino che stava mangiando sul vassoio, come se all'improvviso gli fosse passata la fame.
- Perchè hai messo quella foto? - chiesi, curiosa.
- Perchè è il ricordo più bello che ho di quando ero piccolo. - disse lui, guardandomi dritto negli occhi mentre parlava, e io notai che aveva le guance leggermente rosse.

A quelle parole il mio cuore perse un battito.
Anche io adoravo quella foto proprio perchè mi ricordava i momenti più belli della mia infanzia, e cioè quando passavo tutto il tempo insieme a lui, infatti la tenevo sul mio comodino come il tesoro più grande che avevo, e sentire che per lui era lo stesso, mi rendeva davvero felice, come non lo ero mai stata.

Un sorriso si fece spazio sulle mie labbra, e cercai di nasconderlo mordendo il labbro inferiore, mentre notai che mio fratello aveva ricominciato a mangiare, tenendo lo sguardo su quello che teneva tra le mani.
Ricominciai anche io a mangiare, e quando lui ebbe finito quello che aveva preso, si alzò per andare a prendere altro cibo e io andai con lui, dato che anche io avevo ancora fame.
Io presi un altro panino, mentre lui prese le crocchette di pollo, insieme ad una salsina.
Finii di mangiare prima di mio fratello, anche perchè lui si era fermato più volte a rispondere a dei messaggi, così anche io mi misi a guardare il mio cellulare, non sapendo che fare.

- Vuoi? -

Alzai lo sguardo dal mio cellulare, ritrovandomi una crocchetta di pollo cosparsa di salsa davanti al viso, e mio fratello che mi stava guardando, porgendomela.
Arrossii leggermente a quel gesto, e poi addentai la crocchetta, facendo un cenno con la testa per ringraziarlo, e lui mi sorrise.

Quando finì di mangiare, ci alzammo e andammo a svuotare i vassoi, per poi uscire dal fast food.

- Che ti va di fare adesso? - mi chiese Jungkook, afferrandomi di nuovo la mano non appena fummo usciti dal fast food.
- Ehm... ho promesso a Yoongi che oggi pomeriggio sarei andata da lui... - dissi, abbassando lo sguardo.

Un po' mi dispiaceva non passare ancora del tempo con lui, e intanto che lo pensavo, continuai a fissare le nostre mani.
Non volevo lasciare la sua mano, anche se non mi spiegavo perchè me l'avesse afferrata di nuovo, anche se non mi dispiaceva che l'avesse fatto.

- Devi andarci adesso da Yoongi? - mi chiese, e io alzai lo sguardo su di lui sentendo il suo tono da cucciolo bastonato.
- Non abbiamo deciso un orario, quindi no. - risposi. Come potevo resistere se faceva quell'espressione?
- Allora facciamo una passeggiata, e poi tu andrai da Yoongi. - disse tutto contento come un bambino, iniziando di nuovo a camminare, dirigendosi verso il parco non molto distante da casa nostra.

A me scappò una risata vedendolo comportarsi così, mi sentii davvero felice.
Mi piaceva davvero passare il tempo con lui, e ripensai a quanto tempo avevo passato in solitudine prima che venisse a vivere con noi.

Certo, non ero sempre stata da sola perchè avevo Yoongi a farmi compagnia, ma non mi ero mai sentita così felice come invece ero quando stavo con mio fratello.

Camminammo per un po', e poi ci sedemmo su una panchina, e lui mi passò una cuffia, con cui iniziammo ad ascoltare un po' di musica.
A quell'ora il parco era pieno di bambini che correvano ovunque divertendosi, e io mi persi un po' a ripensare a quando ero piccola e giocavo con Jungkook.
Il gioco che facevamo più spesso era nascondino, ed ero sempre io a nascondermi, perchè mi piaceva che fosse lui a cercarmi, e poi mi divertivo troppo ad apparirgli alle spalle quando non sapeva più dove cercare.

Senza rendermene conto, dato che ero immersa nei miei pensieri, appoggiai la testa sulla spalla di Jungkook, e lui iniziò ad accarezzarmi i capelli.

Non sò quanto rimanemmo lì in quella posizione, ma il suono del mio cellulare mi risvegliò.
Vidi che era un messaggio di Yoongi, che mi chiedeva a che ora sarei andata da lui, così, dopo aver effettivamente visto che ore erano, gli risposi dicendogli che sarei arrivata a casa sua tra non molto, e poi alzai il viso per guardare mio fratello.

Appena lo feci, mi ritrovai vicinissima a lui, dato che avevo ancora la testa appoggiata alla sua spalla, e gli guardai le labbra.
Mi morsi il labbro inferiore guardandolo, cercando di reprimere la voglia di baciarlo che mi era venuta in quel momento, e cercai di pensare ad altro.

- Io adesso vado. - dissi quasi sussurrando.
- Mmh... - rispose lui, facendo un cenno con la testa.

Entrambi ci alzammo dalla panchina e insieme uscimmo dal parco, per poi dividerci, lui diretto a casa, e io da Yoongi.

- Torni per cena? - mi chiese lui, prima di incamminarsi.
- Sì. - risposi, per poi abbracciarlo, lasciandolo sorpreso.

L'avevo fatto senza pensarci, di getto, ma non me ne pentivo affatto.
In quel momento volevo abbracciarlo e l'avevo fatto.
Lui all'inizio rimase un po' sorpreso, ma poi ricambiò l'abbraccio, lasciandomi un bacio vicino alle labbra.

- A più tardi. - mi disse staccandosi, per poi iniziare ad allontanarsi.

Io gli sorrisi, un po' rossa perchè in quel momento mi sentii un po' in imbarazzo per averlo abbracciato in pubblico, e lo salutai con un cenno della mano, avviandomi nella direzione opposta.

Arrivata a casa di Yoongi, lo trovai di nuovo a lavorare nel suo studio.
Passava davvero più tempo lì che nel resto della casa.
A pensarci bene, non c'era stato un giorno che fossi andata a casa sua, in cui lo avevo trovato in un'altra stanza.

Quando mi fui seduta vicino a lui, iniziò a squadrarmi, e io sapevo che faceva così quando voleva delle spiegazioni chiare, senza tralasciare il minimo dettaglio.
Io deglutii, perchè quando faceva così mi metteva sempre un po' in soggezione, soprattutto perchè era sempre quando dovevo parlare di qualcosa di spiacevole.
Prendendo un bel respiro, iniziai a raccontargli di quello che era successo con Taehyung, e quando dovetti spiegare il momento in cui aveva allungato le mani, un brivido mi percorse la schiena, perchè sapevo già la reazione che avrebbe avuto Yoongi di lì a poco.

- Ti avevo detto di fare attenzione a lui o sbaglio? - mi disse con tono calmo quando finii di parlare, anche se sapevo che si stava controllando.
- Lo sò. Ma non pensavo arrivasse a tanto. - dissi, e per tutto il tempo avevo tenuto lo sguardo basso, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.

Lo sentii sospirare e poi sentii la sua mano scompigliarmi i capelli.

- Non uscire più da sola con lui. Se ti chiede di nuovo, inventa una scusa o invita qualcun altro. Basta che non rimani da sola con lui. - disse, continuando ad accarezzarmi la testa.

Io annuii senza dire nulla, così lui mi tirò verso di sè e mi abbracciò.
Io rimasi sorpresa da quel gesto, ma ricambiai presto l'abbraccio.

- Grazie. - sussurrai, e lo sentii sorridere.

Quando mi staccai da lui però, vidi che si stava mordicchiando nervosamente il labbro inferiore.

- Che succede? - chiesi, un po' allarmata.
- Ti avevo già detto che il suo nome l'avevo già sentito da qualche parte. Il problema è che più ci penso e più non ricordo dove l'ho sentito. Ho una bruttissima sensazione ogni volta che sento il suo nome. -

Io spalancai leggermente gli occhi a quelle parole.
Una parte di me non voleva assolutamente conoscere dove Yoongi avesse già sentito il nome di Taehyung, però non potevo nemmeno nascondere il fatto che un po' ero curiosa di sapere cosa avesse sentito su di lui, anche se al solo pensiero avevo un brutto presentimento.

Passammo un po' di tempo a parlare d'altro, per non pensare più a quella conversazione, finchè non arrivò l'ora di cena.

Salutai Yoongi e mi diressi verso casa.

Appena arrivata, trovai Jungkook in cucina a preparare la cena, così, dopo essere andata in camera mia a posare la cartella e cambiarmi, scesi ad aiutarlo.

- Sei già tornata? - disse non appena mi vide entrare in cucina.

Io feci un cenno con la testa, e poi iniziai ad apparecchiare.

Mangiammo in silenzio, come ormai facevamo spesso.

- Che avete fatto tu e Yoongi? - chiese Jungkook, mentre stavamo finendo di mangiare.
- Niente di che... abbiamo parlato. -
- Di cosa? -
- Eh... -

Bloccai la mano che reggeva la forchetta a mezz'aria, ripensando a quello di cui avevamo parlato io e Yoongi.

Non me la sentivo ancora di parlarne a mio fratello.
Non sarebbe stato così calmo come lo era stato Yoongi.

- Niente di importante... - dissi, cercando di restare sul vago, ma un tremolio leggero nella mia voce mi tradì.
- Davvero? - disse lui, e alzando lo sguardo, vidi che mi stava scrutando.

Aveva capito che stavo mentendo.

Cercando di restare calma e non mostrare che stavo iniziando ad essere agitata, mangiai l'ultimo boccone, per poi alzarmi e andare al lavandino a posare i piatti.
Quando mi girai, per andarmene in camera mia però, quasi mi prese un colpo trovandomi Jungkook vicinissimo, lo sguardo puntato nel mio.

- Ti avevo già detto di non mentirmi. - disse in tono serio.
- N-non ti sto mentendo... - dissi, abbassando lo sguardo, ma rialzandolo subito dato che lui mi aveva afferrato il mento con le dita e mi aveva alzato il volto.
- Se non stai mentendo perchè eviti il mio sguardo? -

Mi morsi il labbro inferiore non sapendo cosa rispondere, e trattenni il respiro quando lui avvicinò di più il corpo al mio, appoggiando la mano libera sul mobile dietro di me, e bloccandomi completamente tra lui e il lavandino.
Io automaticamente portai le braccia davanti a me, incrociandole sul mio petto, e lui abbassò lo sguardo quando lo feci.

- Mmh? Perchè ti copri? Non ti faccio nulla? - disse, allarmato dalla mia reazione.
- L-lo so... - risposi, continuando a mordermi nervosamente il labbro.
- ... È stato Taehyung vero? -
- C-cosa? -
- Taehyung ti ha toccata! È per questo che ti sei spaventata adesso. - rispose lui, guardandomi di nuovo negli occhi.

Io spalancai leggermente gli occhi, ormai non potevo più mentire.
Abbassai lo sguardo senza rispondere, mentre lui si allontanò appena da me, quel tanto che bastava a non bloccarmi con il suo corpo.

- Che ti ha fatto di preciso? -

Io scossi la testa, non volevo raccontarlo di nuovo, soprattutto non a lui.

Un rumore proveniente dalle scale ci fece sobbalzare entrambi, e mio fratello si allontanò da me giusto un secondo prima che nostra madre entrasse in cucina e ci vedesse.

Io approfittai di quel momento per dirigermi verso camera mia, per andare a dormire.
Quando chiusi la porta della mia camera dietro di me, mi buttai sul letto, nascondendo il viso nel cuscino.

Stavo per addormentarmi, quando sentii il suono di una notifica provenire dal mio cellulare.
Guardai lo schermo, e vidi che era un messaggio di Jungkook.

"Scusami per prima. Non sopporto l'idea che quel Taehyung possa farti del male, e questo mi ha fatto agire in quel modo. Non volevo spaventarti. Volevo anche ringraziarti per il pomeriggio passato insieme. Ti va se usciamo ancora qualche volta dopo la scuola?"

Rilessi il messaggio più volte.
Sapevo benissimo che aveva agito d'istinto, e che non voleva spaventarmi, e trovai davvero tenero il fatto che mi chiedesse di uscire di nuovo come avevamo fatto quel pomeriggio, perchè per me era stato bello uscire un po' con lui, e speravo di poterlo fare di nuovo.
Così gli risposi di non preoccuparsi, che sapevo che non voleva spaventarmi anzi, mi scusai anche io di aver agito in quel modo forse un po'esagerato, e che sarei stata felice se fossimo usciti di nuovo.
La sua risposta arrivò quasi subito, come se avesse aspettato la mia risposta, e mi augurò la buonanotte, insieme allo smile del coniglietto e un cuore.
Gli mandai anche io la buonanotte, insieme ad un cuore, e poi appoggiai il cellulare vicino a me, addormentandomi.


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

- Angolo Autrice -

Ecco come promesso la "seconda parte" del capitolo precedente.
La protagonista diciamo che si è più o meno accorta di essere stata baciata da Jungkook, però essendo troppo timida, non ha chiesto spiegazioni.
Al contrario però, ha un po' tenuto testa a Taehyung, e per un po' adesso cercherà di ignorarlo, dato che non ha intenzione di perdonarlo tanto facilmente.
Fatemi sapere se vi è piaciuto.
Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Cap 24: Cosa è successo? ***


PoV Jungkook


Quando mi svegliai il giorno seguente, ripensai a quello che era successo in cucina la sera prima con Y/N.

Ero arrabbiato, e tanto.

In parte con mia sorella, perchè non voleva dirmi cosa le avesse fatto Taehyung, e avevo il sospetto che a Yoongi invece lo avesse raccontato senza troppi problemi.
Ma soprattutto, ero arrabbiato proprio con Taehyung.

Non sopportavo che stesse sempre vicino a mia sorella quando stava con noi a scuola, e già la prima volta che erano usciti da soli dopo la scuola, mi aveva fatto innervosire.
Soprattutto dopo che l'avevo vista tornare con quel segno sul collo, cosa che l'aveva fatta comportare in modo strano per un po'.
Quindi sapere che era uscita con lui una seconda volta, non ascoltando l'avvertimento che le avevo dato, e sapendo che lui le aveva di nuovo messo le mani addosso, anche se non sapevo ancora cosa le avesse fatto questa volta, mi aveva fatto infuriare.

Ma non potevo sfogarmi con mia sorella.
Dovevo vedermela direttamente con lui, anche se non mi andava per niente di rivolgergli la parola.

Oltretutto, anche volendo sfogare un po' della mia rabbia su Y/N, vederla spaventarsi così tanto quando l'avevo bloccata tra me e il lavandino, mi aveva leggermente bloccato.

Come potevo arrabbiarmi e sfogarmi su di lei se la vedevo così spaventata?

Inoltre, c'era un'altra cosa che avevo notato in mia sorella, e che non mi piaceva per nulla.

Il modo in cui guardava Taehyung.

Fin dal giorno che ce lo aveva presentato, avevo notato il modo in cui lo guardava, e forse era proprio questo uno dei motivi per cui non sopportavo molto quel tipo.

Forse per il fatto che non era abituata ai ragazzi, e Taehyung era il suo primo amico dopo Yoongi che avesse conosciuto da sola, senza che glielo presentasse qualcuno, o forse proprio per il modo in cui Taehyung si era avvicinato a lei quando si erano conosciuti, avevo notato che nel suo sguardo quando lo guardava, c'era qualcosa che quando invece guardava Jimin o Yoongi non c'era.

Avevo il timore che Taehyung potesse... piacerle.

L'idea che le piacesse qualcuno in generale non mi piaceva molto, ma che quella persona fosse proprio Taehyung, mi irritava parecchio.
Avrei potuto capire all'inizio, quando ce lo aveva presentato e ancora non lo conosceva.
Ma dopo quello che le aveva fatto, che la faceva spaventare se qualcuno le si avvicinava troppo, come era successo la sera prima con me, non capivo come potesse ancora piacerle.

Insomma, come può continuare a piacerti una persona che ti tratta in quel modo?

Avevo un brutto presentimento...

Ero sicuro che se Taehyung fosse tornato a parlare con lei, perchè avevo notato che dopo quel giorno mia sorella non gli rispondeva nemmeno ai messaggi...

Lei lo avrebbe sicuramente perdonato.

Ci avrei scommesso qualsiasi cosa che sarebbe andata così.
Perchè mia sorella è troppo buona, forse un po' ingenua, soprattutto quando si tratta di ragazzi, quindi l'avrebbe perdonato sicuramente.

E io non volevo che questo accadesse.

Ma non potevo nemmeno obbligare mia sorella ad evitarlo per sempre.
Non dovevo decidere io per lei.
Doveva essere lei a farlo, e io avrei dovuto solo rispettare la sua scelta.

Perchè per lei, io sono solo il suo fratellino.

Speravo solo che non finissero per mettersi insieme, perchè a quel punto non sapevo davvero come avrei reagito, ma sicuramente non la prenderei bene per niente.

Decisi di non pensarci più, almeno per il momento, anche perchè non volevo innervosirmi troppo così, mi diressi al piano di sotto, per preparare la colazione.

Quando uscii dalla mia camera però, mi bloccai dopo aver fatto solo qualche passo.

Y/N in quel momento stava uscendo anche lei dalla sua camera, e quando mi vide, spalancò leggermente gli occhi, per poi distogliere lo sguardo da me.

Aveva i capelli leggermente arruffati, e si stava stropicciando gli occhi con una mano mentre cercava di trattenere uno sbadiglio.

Era davvero tenera.

- B-buongiorno. - disse con un filo di voce.
- Buongiorno cucciola. - dissi, avvicinandomi a lei, e accarezzandole una guancia.

La vidi arrossire sentendo il nomignolo, e io non riuscii a trattenere un sorriso.
Mi piaceva troppo chiamarla in quel modo.
Era da troppo tempo che volevo farlo.

Poco dopo, lei si allontanò da me e si diresse verso il piano inferiore, in modo forse un po' troppo frettoloso.

Probabilmente, aveva paura che avrei continuato il discorso della sera prima, quando eravamo stati interrotti.
Beh, io non mi sarei arreso finchè non avrò scoperto cosa effettivamente Taehyung le avesse fatto l'altro giorno.
Solo...
Dovevo trovare il modo giusto per farmelo dire.

Perchè, prima di andare a parlare con Taehyung, volevo sentire la versione dei fatti da mia sorella, dato che di lui non mi fidavo per nulla, quindi avrebbe anche potuto raccontare una balla.



PoV You


Anche se non mi stava dispiacendo per niente che Jungkook mi stesse accarezzando la guancia, decisi comunque di allontanarmi da lui e dirigermi verso la cucina il più velocemente possibile.

Avevo ancora bene impresso nella mente quello che era successo la sera prima, e soprattutto il suo sguardo quando mi aveva chiesto cosa di preciso mi avesse fatto Taehyung.
Era uno sguardo molto sicuro, e che non ammetteva bugie, voleva solo la verità.

Ma io la verità non potevo dirgliela.

Jungkook non era Yoongi.
L'avrebbe presa molto diversamente, e in modo peggiore, quindi non sarebbe dovuto mai venire a saperlo.

Appena arrivai in cucina, mi misi subito ai fornelli, e poco dopo lo sentii arrivare.
Speravo davvero che non continuasse il discorso della sera prima, perchè non me la sentivo di affrontarlo ancora.
Non mi piaceva per niente vederlo così arrabbiato.

Perchè sì, anche se non lo aveva dimostrato più di tanto, sapevo che era arrabbiato con me oltre che con Taehyung, anche se fortunatamente, non mi aveva ancora detto nulla che facesse trasparire la sua rabbia, era stato forse fin troppo calmo, e questo mi inquietava un po', perchè non sapevo cosa aspettarmi da lui.

Vidi che si sedette a tavola, dopo aver finito di apparecchiare per entrambi, e non disse nulla.
Nemmeno quando misi il cibo sul tavolo disse qualcosa, e questo mi fece venire un brutto presentimento.

Non era la prima volta che magari durante un pasto nessuno dei due parlava, ma in quel momento il non parlare mi metteva un po' d'ansia.
Però, non avrei nemmeno potuto iniziare io stessa un discorso, perchè non sapevo nemmeno di cosa avremmo potuto parlare, e oltretutto, avevo paura che se avessi iniziato a parlare, lui ne avrebbe approfittato per ritornare sul discorso di Taehyung.

Quasi fortunatamente, in quel momento arrivò in cucina nostro padre, che vedendo il cibo in tavola, si sedette insieme a noi.

- Buongiorno. - disse con la voce un po' incerta.

Dopotutto, non avevamo ancora iniziato a parlarci di nuovo, quindi avevamo ancora qualche difficoltà anche solo a salutarci.

Io non ero ancora riuscita a perdonarli per non avermi detto nulla, quindi non risposi, mentre notai che Jungkook fece solo un cenno con la testa, continuando a mangiare e non alzando nemmeno lo sguardo.

Non avevo mangiato molto prima che arrivasse, così, misi quello che restava in un piatto, e lo diedi a mio padre, anche perchè io avevo solo cucinato per me e mio fratello, quindi non c'era niente per lui che potesse mangiare.
Mi alzai dopo avergli dato il piatto, e mi diressi verso la mia camera, per prepararmi ad andare a scuola.

Usciti di casa, io cercavo, senza esagerare, di camminare leggermente più veloce del solito.
Volevo evitare di stare troppo tempo da sola con mio fratello, almeno finchè non si fosse calmato.

Salutai Jimin appena lo vidi, e notai che Taehyung invece non c'era.
Speravo di non vederlo nemmeno a scuola, almeno per il momento.

Non che non volessi vederlo mai più, ma per il momento, finchè non sarebbe stato sincero a scusarsi, se davvero voleva scusarsi, preferivo non vederlo, o il pensiero di quello che era successo avrebbe continuato ad occuparmi la mente, e io volevo pensare ad altro.

- Y/N? -

Sentii la voce di Jimin che mi risvegliò dai miei pensieri, così rivolsi il mio sguardo verso di lui.

- Tutto bene? - mi chiese, leggermente preoccupato.
- Sì, scusa. Stavi dicendo qualcosa? - chiesi, scusandomi.
- Stavo dicendo a Jungkook se oggi dopo la scuola ci vediamo ancora per fare pratica per la gara... E volevo sapere se ti andava di venire ancora a vederci... - mi disse lui, sorridendo.
- Certo che mi piacerebbe! - risposi subito.

Adoravo vederli ballare, soprattutto mio fratello.

Solo in quel momento mi accorsi che eravamo arrivati a scuola, e Jimin ci salutò per raggiungere dei suoi compagni di scuola, lasciandomi da sola con Jungkook.

Mancava ancora qualche minuto prima che suonasse la prima campanella di inizio scuola, e io mi guardai intorno, un po' perchè non sapevo cosa fare, e un po' perchè volevo assicurarmi che Taehyung non fosse nei paraggi.

Vidi Yuna e il suo gruppetto che ci stavano guardando con la coda dell'occhio.

Effettivamente quest'anno non mi avevano ancora dato così fastidio come l'anno scorso, e ultimamente non vedevo nemmeno Yuna avvicinarsi come i primi giorni a mio fratello.
Il che era davvero strano, perchè ricordavo benissimo che l'anno precedente si era attaccata per l'intero anno ad un ragazzo della nostra classe, e non l'aveva lasciato in pace nemmeno un secondo.

Possibile che avesse già lasciato perdere Jungkook?

Incuriosita, mi girai verso mio fratello, che lo trovai a guardare altrove.

- Che hai detto a Yuna l'ultima volta che ti ha fermato in classe? -
- A chi? - rispose, un po' spaesato.
- A Yuna. Non te la sarai già dimenticata? - chiesi un po' sorpresa.
- Oh... -

Non rispose, e abbassò lo sguardo.
Però io notai che le sue guance si erano leggermente tinte di rosso.

- Che è successo con lei? - chiesi, avvicinando il mio viso al suo.
- Eh? N-niente... - disse lui, indietreggiando leggermente.

Non me la raccontava giusta, sentivo che mi stava nascondendo qualcosa.

Stavo per fargli un'altra domanda, quando la campanella suonò, così ci dirigemmo verso la nostra classe, e io decisi di non continuare il discorso, almeno per ora.

Quando arrivò l'intervallo però, mentre io e mio fratello stavamo per uscire dalla classe, venimmo bloccati.

- Jungkook, dove credi di scappare? - disse una voce vicino a noi, e pochi secondi dopo ci ritrovammo Yuna a bloccarci la strada.
- Levati. - rispose lui, con un tono che non ammetteva repliche.
- Eh dai, non essere così cattivo con me... Hai già dimenticato quello che abbiamo fatto qualche settimana fa? - disse lei con tono malizioso, e io vidi che mentre parlava, il suo sguardo era rivolto verso di me.
- Perchè? Che avete fatto? - chiesi, reggendo il suo sguardo e fingendomi interessata.
- Oh? Non te l'ha detto? Abbiamo... - rispose Yuna, con un ghigno.
- Non abbiamo fatto niente. E adesso lasciaci passare. - rispose Jungkook zittendola.
- Eh? Ma perchè? Vuoi tenerle nascosto il fatto che ci siamo baciati? - disse lei, attaccandosi letteralmente al braccio di Jungkook, per non farlo muovere.

In quel momento Jungkook si bloccò completamente a quelle parole, e deglutì nervosamente.
Anche io mi ero bloccata sentendo quella frase.

Si erano baciati? Sul serio?

- E non solo baciati... - disse Yuna maliziosamente.
- Ora basta. Piantala e lasciaci stare. - disse Jungkook arrabbiandosi, e spingendo Yuna in modo che si staccasse da lui.

Lei perse l'equilibrio per la forza con cui Jungkook l'aveva spinta, forse un po' troppo forte, e alzò lo sguardo su di lui, facendo la faccia da cucciolo bastonato solo per cercare di intenerirlo, dato che si notava che stava solo fingendo.

- Jungkook... - lo chiamò con tono lamentoso.

Lui però non rispose, semplicemente mi afferrò il polso e si diresse fuori dalla classe, sotto lo sguardo di tutti i compagni che erano rimasti a guardare la scena.

Io non dissi nulla e mi lasciai trascinare da lui fino alla classe di Yoongi, e nemmeno quando Yoongi si unì a noi e andammo al nostro solito posto mi lasciò andare il polso, anzi, lo tenne stretto come se avesse paura che me ne andassi se mi avesse mollato.

- Che è successo? Avete una faccia... - disse Yoongi quando ci sedemmo ai piedi dell'albero.

Io guardai un secondo Jungkook, che guardò altrove senza rispondere, poi feci un cenno con la testa a Yoongi, per fargli capire che era meglio non chiedere nulla, e lui annuì per poi concentrarsi sul suo ipod.

Con la coda dell'occhio guardai mio fratello, che sembrava tutto meno che calmo in quel momento.
Già sapevo che era arrabbiato a causa mia per Taehyung, e Yuna aveva scelto davvero il momento peggiore per farsi vedere di nuovo.

Ripensai alle sue parole che aveva detto poco prima.
Davvero aveva baciato mio fratello?
Se sì, quando era successo?
Quando lo fermava all'intervallo, ricordavo benissimo che lui mi raggiungeva pochi secondi dopo, decisamente troppo pochi per darle il tempo di baciarlo.
E poi lui diceva sempre che quelle come lei non gli piacevano, quindi non credo che l'avrebbe mai baciata, non di sua volontà almeno...
E se questa era tutta una messinscena di Yuna?
Beh, poteva essere, non sarebbe stata la prima volta che mentiva...
Però...
Jungkook si era bloccato quando lei aveva parlato, e se fosse stata una bugia, non avrebbe avuto motivo per farlo no?
Quindi era la verità?
Quando poteva essere successo allora?
A meno che non fosse stato un giorno in cui Jungkook aveva impiegato decisamente troppo a scollarsela di dosso...

In quel momento mi tornò in mente quel giorno in cui Jimin era andato a cercarlo ed era tornato senza di lui, dicendo che era andato in infermeria perchè non si era sentito molto bene, ma che non dovevo preoccuparmi perchè non era nulla di grave, e che lo avrei ritrovato in classe.
Infatti, tornata in classe, lo avevo trovato al suo banco, ma mi sembrava strano, e ricordo benissimo di aver sentito il suo corpo irrigidirsi quando avvicinandomi a lui, involontariamente mi ero appoggiata un po' al suo braccio.

Che fosse stato quello il giorno di cui parlava Yuna?

"E non solo baciati..."

Che diamine era successo quel giorno tra lei e mio fratello?



-------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

E finalmente sono tornata.
Scusate davvero l'enorme ritardo, ma in queste settimane sono stata poco bene, nulla di grave non preoccupatevi, ma non riuscivo davvero a stare dietro al capitolo da scrivere. :(
Questo capitolo forse è un po' corto, ma volevo finirlo in quel punto, non volevo aggiungere qualcos'altro.
In questi giorni sto rileggendo un po' i vecchi capitoli, un po' perchè non voglio aggiungere troppi fatti nuovi, almeno senza prima concludere alcuni di quelli vecchi, e un po' perchè impiegando così tanto a scrivere, se non rileggo ogni tanto, rischio di fare errori assurdi e scrivere cose che poi confonderebbero.
In questo capitolo torna Yuna, che parla di quel famoso giorno in cui a trattenuto più del dovuto Jungkook, lasciando a Taehyung l'occasione giusta per avvicinarsi alla protagonista, lo ricordate?
Inoltre vediamo che Jungkook è davvero arrabbiato, anche se con la sorella si è dimostrato piuttosto calmo.
Fatemi sapere cosa ne pensate, spero vi sia piaciuto.
Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Cap 25: Prove e rivelazioni! ***


PoV You


Dopo la scuola, io e mio fratello tornammo a casa a mangiare, e poi raggiungemmo Jimin al solito edificio, dove lui e Jungkook si misero a provare le coreografie.

Io per tutto il tempo, oltre a prestare attenzione alla musica e cambiando canzone quando finivano di ballare quella precedente, non distoglievo lo sguardo da mio fratello.
Le parole di Yuna continuavano a vorticarmi in testa, e non mi lasciavano in pace.
Volevo sapere cosa fosse successo di preciso quel giorno, e cosa aveva mio fratello quando era tornato in classe, fingendo di essere stato in infermeria.

Ero talmente concentrata su questi pensieri, che non stavo nemmeno notando come stava ballando, cosa che invece avrei voluto tanto vedere, dato che era per quel motivo che mi piaceva andare a vedere le loro prove, anche perchè a casa non ballava mai.

Quando si fermarono per una piccola pausa per riprendere un po' di fiato, Jimin si sedette vicino a me, e lo notai solo quando vidi mio fratello lanciargli un'occhiataccia, per poi sedersi anche lui.

- Per ora quale coreografia ti piace di più? - mi chiese Jimin.
- N-non saprei... Mi piacciono entrambe... E' difficile sceglierne solo una. - risposi, senza far notare che quel giorno non stavo per nulla prestando attenzione alle coreografie.
- E tra me e Jungkook chi ti piace di più? - chiese, facendo un ghigno.
- C-cosa? - chiesi spalancando gli occhi a quella domanda.

Vidi che anche Jungkook si voltò a guardare Jimin, leggermente confuso.

- Intendo come balliamo. Chi preferisci? - spiegò Jimin, sogghignando, e avvicinando un po' il suo viso.
- S-sei tu che fai domande strane... - dissi io a bassa voce, gonfiando leggermente le guance.

Non sapevo esattamente come rispondere.
Entrambi ballavano molto bene, era difficile scegliere chi dei due ballava meglio, anche perchè i loro stili erano leggermente diversi.
Entrambi mi avevano colpito molto la prima volta che li avevo visti ballare, forse ero rimasta un po' più colpita da Jungkook perchè era mio fratello, e perchè a differenza di Jimin, teneva più per sè quello che sapeva fare, invece di mostrarlo a chiunque.
Però non sapevo davvero scegliere chi dei due era più bravo dell'altro.

- Ballate entrambi davvero bene. Non saprei davvero chi scegliere... - dissi un po' a bassa voce.
- Davvero? Mi aspettavo che rispondessi che ti piacesse Jungkook! - disse Jimin spalancando leggermente gli occhi.
- Jimin- - iniziai.
- Piantala con le tue domande a doppio senso. Non vedi che la metti in imbarazzo? - disse Jungkook, alzandosi e guardando male Jimin.

Io alzai lo sguardo verso di lui quando lo sentii parlare, arrossendo un po' per le sue parole.
Lui guardò ancora qualche secondo Jimin, e poi voltò il suo sguardo verso di me, e mi sorrise leggermente, per poi voltarsi e prepararsi di nuovo a ballare.

Jimin lo raggiunse poco dopo, ancora un po' sorpreso dalla frase e dallo sguardo che gli aveva rivolto mio fratello, e ripresero di nuovo a ballare.

Io continuai a guardare mio fratello, ripensando ancora alle parole di Yuna che non volevano lasciarmi in pace, ma anche alla frase che lui aveva rivolto poco prima a Jimin, e al modo in cui l'aveva detta.

Dopo ancora qualche prova, vidi che Jimin guardò Jungkook, come per comunicargli qualcosa solo attraverso lo sguardo, in modo che io non potessi capire, e capii che probabilmente mio fratello gli aveva risposto, perchè vidi che sorrise, per poi voltarsi verso di me.

- Y/N, ti va di andare a prendere qualche bibita e qualcosa da mangiare mentre noi facciamo ancora qualche prova? - mi disse Jimin, continuando a sorridere.
- Eh? P-perchè io? - chiesi un po' spaesata, non capendo perchè mi stesse chiedendo di andare a comprare qualcosa.
- Perchè sei l'unica che non sta ballando. E visto che mancano pochi giorni alla nuova gara che faremo, dobbiamo prepararci bene questa volta. E io non ho alcuna intenzione di venire battuto da Jungkook. - rispose, e fece la voce leggermente imbronciata pronunciando l'ultima frase, gonfiando leggermente le guance.

Io sorrisi vedendogli fare quel piccolo broncio, perchè era tenero, e mi alzai.

- E va bene. Cosa volete che compri? - chiesi, guardando entrambi.
- Per me va bene qualsiasi cosa. Basta che sia cibo spazzatura. - disse Jimin.
- Va bene. Tu invece vuoi qualcosa in particolare, Jungkook? - chiesi, girandomi verso di lui.
- Q-qualche snack... sceglili tu... - disse lui, e io notai che gli si arrossarono leggermente le guance.

Io presi il mio zaino e mi diressi verso la porta della sala.

- Non mi state facendo uno scherzo di qualche tipo vero? - chiesi, girandomi a guardare entrambi, anche se il mio sguardo e la mia domanda erano più rivolti a Jimin per lo strano sorriso che aveva sul volto.
- No tranquilla. Quando tornerai saremo ancora qui, e non ti faremo nulla. - disse Jimin, cercando di rassicurarmi.

Io li guardai ancora qualche secondo, e poi uscii dalla stanza, diretta al supermercato che non era molto distante da lì.

Jimin non me la raccontava giusta.
Era come se nelle frasi che avesse detto, c'era un significato che io non capivo.
E non parlavo solo di quelle che aveva detto per mandarmi a comprare qualcosa, ma anche quando mi aveva chiesto chi preferivo tra lui e Jungkook.

Se parlava solo del ballo, che motivo aveva di fare la domanda in quel modo così equivocabile?

"E tra me e Jungkook chi ti piace di più?"

Chiunque avrebbe potuto pensare che con quella frase non stesse parlando di ballo, ma intendesse altro.
Mi soffermai a pensare a quella domanda...

Chi mi piaceva davvero di più tra Jimin e Jungkook? E non parlando del loro modo di ballare...

Jimin era carino, tenero, e gentile...
Però, anche mio fratello lo era, forse addirittura più di lui...

Scossi la testa, che diamine mi mettevo a pensare?

In quel momento, arrivai al supermercato, e quando entrai, iniziai a girare per i vari scaffali, in cerca di snack e altro cibo da comprare.
Quando ebbi preso abbastanza cibo per tutti e tre, mi diressi verso il reparto dove si trovavano le bibite, ma mi bloccai quasi subito.

Infatti, davanti allo scaffale degli alcolici, c'era...



PoV Jungkook


Quando mia sorella uscì dalla stanza, e fui sicuro che fosse abbastanza lontana da noi, in modo da non riuscire a sentirci, mi girai verso Jimin, fulminandolo con lo sguardo.

- Mi dici cosa ti è saltato in mente di farle quella domanda? - dissi, leggermente irritato.

Jimin mi guardò un attimo confuso poi, capendo a cosa mi riferivo, fece un sorriso malizioso.

- Andiamo. Ammettilo che avresti voluto sentire la sua risposta. - disse, sfidandomi con lo sguardo.
- Ma che stai dicendo? -
- A te piacerebbe sapere chi tra noi due piace di più a tua sorella. E sai cosa intendo con "chi le piace di più". - disse lui, lanciandomi uno sguardo malizioso.
- ... -

Girai lo sguardo altrove, e non risposi.

È vero, quando Jimin aveva fatto quella domanda, con la coda dell'occhio avevo guardato mia sorella, curioso di sapere cosa avrebbe risposto.
Ero anche certo che, come poi era successo, lei non avrebbe risposto e sarebbe arrossita, perchè è troppo timida per dire certe cose, e quindi non avrebbe mai risposto a Jimin.

E poi, io avevo già un'idea su chi le piacesse, e non era ne Jimin, ne tantomeno io.

- Non te la sei presa per averle fatto quella domanda vero? - mi chiese Jimin, avvicinandosi a me mentre stavo prendendo un sorso d'acqua.
- La prossima volta evita. - risposi, versandogli addosso l'acqua rimasta nella mia bottiglietta.
- Ehi! - disse lui, guardandosi la maglia leggermente bagnata e i capelli fradici, un po' per il sudore, e un po' per l'acqua che gli avevo versato addosso.
- Così impari a fare certe domande a mia sorella. - dissi, mettendo la musica dal mio telefono e preparandomi a ballare di nuovo.
- Sicuro che è solo per quello? Non ti ha dato fastidio che mi sono seduto vicino a lei? -
- Jimin, stai rischiando. - dissi, ora decisamente irritato.

Ma che gli prendeva oggi?
Ci trovava gusto a farmi irritare?

- Sei troppo geloso di tua sorella, fratellino. - disse lui, enfatizzando l'ultima parola.

Io lo ignorai, e ricominciai a ballare.



PoV You


Davanti allo scaffale degli alcolici, c'era...

Taehyung.

Anche se era di spalle, sapevo che era lui, l'avrei saputo riconoscere ovunque.
Mi morsi il labbro inferiore, indecisa se avvicinarmi o no.
Le bibite che dovevo prendere erano proprio vicino a lui, e sinceramente avevo un po' timore di avvicinarmi troppo.
Non me la sentivo ancora di rivolgergli la parola dopo quello che era successo al karaoke, e dopo quello che mi aveva detto successivamente a scuola, non sembrava che gli fosse dispiaciuto fare quello che aveva fatto.

Però dovevo anche ammettere che... mi mancava.
Erano solo passati pochi, pochissimi giorni, ma già mi mancava passare un po' di tempo con lui, fare la strada di scuola insieme, passare insieme l'intervallo...

I miei pensieri vennero interrotti proprio dalla sua voce.

- Oh, ciao Y/N. - disse, guardandomi sorpreso.

Io risposi solo con un cenno della testa, non sapendo cosa dire.
Quanto mi era mancata la sua voce...
Dato che ormai mi aveva notata, mi avvicinai per prendere le bibite che riposi nel cestino che tenevo in mano, insieme al resto del cibo.

- Tutto quel cibo è per te? - chiese lui, sporgendosi un po' per guardare cosa avevo comprato.
- N-no... è... per Jungkook e Jimin. - risposi abbassando lo sguardo, per nascondere il fatto che stavo arrossendo dato che era molto vicino a me.
- Fate una festicciola? - chiese guardandomi, senza allontanarsi di un millimetro ma, al contrario, avvicinando il suo viso al mio.
- N-non esattamente... -

Notai una nota di... gelosia?... nella sua voce, ma cercai di non farci caso.

Volevo andarmene il prima possibile da lì...
Allontanarmi da lui...
Ma...
Non ci riuscivo.
Il mio corpo si era completamente bloccato, non si muoveva.
La mia testa mi diceva di andarmene, ma il mio corpo non ne voleva sapere di muoversi.

- Ti chiedo scusa. - mi sussurrò all'orecchio.

Cosa?
Alzai lo sguardo su di lui, spalancando gli occhi.

- Dico davvero. Mi dispiace Y/N. Puoi perdonarmi?- mi chiese, facendo gli occhi da cucciolo.

Io cercai di pensare ad una risposta da dargli.
Dovevo dirgli che non lo avrei ancora perdonato, almeno per il momento, almeno finchè non avrei dimenticato quello che era successo.

- P-perchè vuoi così tanto... che ti perdoni? Ti ho già detto... che non è così facile... - dissi.

A differenza di quando lo avevo affrontato a scuola, riuscendo a parlare normalmente, questa volta ero un po' in difficoltà.
Forse il motivo era proprio perchè mi mancava lui, e quindi non riuscivo a dire quello che invece avrei dovuto dire.
Non volevo comunque perdonarlo così facilmente, però...

In quel momento quello che pensava la mia testa, non era quello che stava pensando il mio cuore.

- Mi manchi... - mi sussurrò all'orecchio.

Persi un battito.
Il mio cuore prese a battere velocemente, mentre le mie guance si arrossarono.

Y/N, calmati.
Non devi perdonarlo.
Non adesso.

Lui continuò a guardarmi, aspettando una risposta...

- ... Scusa... - dissi, quasi sussurrando, dopo qualche minuto di silenzio, e mi voltai per andarmene.

Lui mi afferrò per il polso, ma io mi liberai, approfittando di quel po' di coraggio che avevo in quel momento, e mi diressi verso le casse, per pagare e uscire da quel supermercato.

Per allontanarmi da lui.


Quando tornai all'edificio, mentre mi avvicinavo alla stanza in cui si trovavano Jimin e Jungkook, sentii una canzone che non avevo sentito prima, e che ero sicura non fosse una che avevano scelto di ballare, quindi mi chiesi se per caso non si fossero fermati a guardare qualcosa, approfittando del fatto che io non c'ero.
Mi avvicinai piano alla stanza, e aprii la porta cercando di non far rumore, per cercare di riconoscere la canzone, ma nel momento in cui entrai nella stanza e stavo per riconoscere di che canzone si trattasse, quella venne bloccata.

A bloccarla fu Jungkook, che io non avevo notato che mi aveva vista entrare nella stanza, ed era corso a bloccare la canzone, dato che si trovava al centro della stanza.
Lui e Jimin mi guardarono, e si avvicinarono a me quando mi sedetti e iniziai a svuotare lo zaino.

- Wow, hai comprato tutto il supermercato? - mi chiese Jimin in tono scherzoso.
- Beh, non sapevo cosa ti piacesse, così ho preso un po' di tutto. - risposi, abbassando lo sguardo e continuando a svuotare lo zaino.

Quando ebbi tirato fuori anche l'ultima bibita, mi voltai verso Jungkook con un pacchetto in mano.

- Questi sono per te. - gli dissi, dandogli il pacchetto di snack.
- C-come... - iniziò lui, sorpreso, mentre prese il pacchetto e lo aprì.
- Mi ricordo che da piccolo li mangiavi sempre. - dissi, arrossendo un po'.
- Grazie... - disse lui a bassa voce e si avvicinò per darmi un veloce bacio sulla guancia, per poi staccarsi subito dato che Jimin ci guardò.

- Mmh? Jimin, come mai sei bagnato? - chiesi, guardando la maglia leggermente bagnata di Jimin, e capendo che non lo era per il sudore.
- Eh?... Oh... non è nulla, non farci caso. - disse lui, cercando di evitare il mio sguardo.
- Prima cosa stavate ascoltando? - chiesi, guardando entrambi.
- Prima quando? - chiese Jimin, deglutendo rumorosamente, guardandomi.
- Prima quando sono tornata. Non era una canzone che stavate provando... -
- Oh, quella, Jungkook mi stava solo mostrando una che ballava spesso prima di venire in Italia. - disse Jimin, lanciando un'occhiata a Jungkook.
- Oh? Volevo vederla... - dissi girandomi verso mio fratello, facendo gli occhi da cucciolo.
- M-magari... un'altra volta... - disse lui, guardandomi e poi abbassando lo sguardo.

Mi sarebbe piaciuto vederlo ballare qualcosa che ballava prima di venire qui.
Ci rimasi un po' male, ma non volevo obbligarlo se non voleva.

Restammo così a mangiare per un po', e poi loro ripresero a ballare, finchè non arrivò l'ora di cena.

Salutammo Jimin e io e mio fratello iniziammo ad avviarci verso casa.

- Che è successo oggi? - mi chiese lui, quando fummo soli.
- Oggi quando? - chiesi, guardandolo.

Solo in quel momento mi accorsi che eravamo soli, cosa che per tutto il giorno non volevo che accadesse, e che avevo cercato di evitare.

- Quando sei tornata dal supermercato avevi un'espressione strana. È successo qualcosa? - chiese lui, guardandomi dritto negli occhi.

Io mi morsi il labbro inferiore ripensando a quando avevo rivisto Taehyung.

- N-no... - dissi.

Sapevo che non potevo, anzi, che non riuscivo a mentirgli, infatti il mio tono quando dovevo dirgli una bugia, mi tradiva sempre, come aveva fatto in quel momento, in cui si era leggermente incrinato.

- Lo sai che non riesci a mentirmi. - disse in tono serio.
- Lo sò. - risposi, posando lo sguardo sulle mie scarpe, non volendolo guardare negli occhi.
- E allora perchè continui a farlo? - disse lui, mettendosi davanti a me e bloccandomi la strada.
- Perchè vuoi sapere cose che non voglio dirti... - dissi mordendomi di nuovo il labbro.

Non mi piaceva rispondergli in quel modo, non a lui.
Ma non volevo sul serio che sapesse quello che era successo con Taehyung quel giorno, nè che lo avevo rivisto al supermercato quel pomeriggio.

- Lo perdonerai vero? - mi chiese dopo qualche secondo di silenzio.
- Cosa? - chiesi, alzando lo sguardo su di lui.
- Sai benissimo di cosa parlo. Dopo quello che ti ha fatto, anche se io non sò cosa abbia fatto, lo perdonerai ancora vero? - disse lui, e notai il tono irritato con cui parlò.

Capii subito che stava parlando di Taehyung, e la frase che disse mi fece perdere un battito.

Non avrei perdonato subito Taehyung, come avevo detto a lui stesso al supermercato...
Però...
Non potevo nemmeno dire che non lo avrei mai perdonato, perchè quella era davvero una bugia.

Sapevo anche che Jungkook si sarebbe arrabbiato se avesse scoperto cosa aveva fatto Taehyung e io lo avessi comunque perdonato.
Per questo non volevo dirgli nulla, anche se ormai sapeva che "qualcosa" Taehyung l'aveva fatta.
Abbassai di nuovo lo sguardo, senza rispondere.

- Y/N... -
- Anche tu mi stai nascondendo qualcosa... - dissi quasi sussurrando.
- Io non sto nascondendo nien- - iniziò.
- Perchè hai finto di esserti sentito male ed essere andato in infermeria invece di dire che tu e Yuna vi siete baciati? - gli chiesi, guardandolo, anche se parlando, sentivo le mie guance in fiamme.

Lui mi guardò spalancando gli occhi, e voltò lo sguardo altrove, per poi posarlo di nuovo su di me.

- Non ci siamo baciati. Lei ha baciato me... e... n-non sai tutta la storia. - disse, mentre stava arrossendo.
- E allora dimmela. -
- Tu non mi dici quello che ti ha fatto Taehyung... -
- Perchè non voglio che tu lo sappia. - dissi, gonfiando le guance.
- E io non voglio che tu sappia cosa mi ha fatto Yuna dopo che mi ha fatto bere qualcosa di strano. - disse lui velocemente, e si mise una mano sulla bocca quando finì la frase, accorgendosi di aver detto forse troppo, spalancando gli occhi.
- Ti ha fatto bere qualcosa di strano? - chiesi, continuando a guardarlo.
- I-io non ho detto nulla. - disse lui, girandosi e dirigendosi verso la porta d'entrata, dato che stavamo parlando nel vialetto di casa nostra.
- A-aspetta. Jungkook! - dissi seguendolo, ma lui fu più veloce di me e si diresse in camera sua.

Io salii velocemente le scale, ed entrai nella sua camera.

- Jungkook- -
- Non ne voglio parlare. Come tu non vuoi parlarmi di Taehyung. - disse lui irritato.

Io lo guardai per qualche secondo.
Si era seduto ai piedi del suo letto, le mani che stavano scompigliando i suoi capelli, mentre il suo sguardo era rivolto al pavimento.

Sapevo che questa storia di Taehyung lo faceva irritare, soprattutto il non sapere nulla e il fatto che io non volevo dirglielo.
Potevo capirlo, perchè in un certo senso, era quello che provavo io nei confronti di Yuna, da quando avevo saputo che aveva fatto "qualcosa" con mio fratello.
Certo, io non ero così arrabbiata com'era lui, però non potevo negare che mi irritasse sapere che Yuna si era avvicinata troppo a lui, e chissà cosa gli aveva fatto.
In più, avevo appena scoperto che gli aveva fatto bere qualcosa, e questo mi fece irritare un po' di più.
Sapevo già che lei usava ogni mezzo, anche il più subdolo, quando voleva ottenere qualcosa, ma che lo avesse usato proprio con mio fratello, mi irritò parecchio.

Non volevo andare a chiedere a lei cosa avesse fatto, anche se sapevo che avrebbe di sicuro raccontato la verità, forse però ingrandendo i fatti per farmi irritare.
Però, non volevo nemmeno costringere mio fratello a parlare.
Dopotutto aveva ragione lui.
Io non volevo parlargli di Taehyung, quindi perchè lui avrebbe dovuto parlarmi di Yuna?
In quel momento mi venne in mente che era stato Jimin a dirmi che quel giorno mio fratello si era sentito poco bene ed era andato in infermeria...
E se invece Jimin avesse visto tutto?
Se avesse saputo cosa effettivamente era successo quel giorno?
E o lui o proprio Jungkook avesse deciso di mentirmi?

Almeno questo potevo saperlo no?

- Jimin lo sà? - chiesi, avvicinandomi a mio fratello, e sedendomi di fianco a lui, anche se in quel momento non mi avvicinai molto perchè non mi piaceva quando si irritava, avevo paura di come avrebbe reagito.
- Sà cosa? - chiese lui, girandosi leggermente a guardarmi.
- Cosa è successo con Yuna. - chiesi, e la voce mi tremò un po'.
- Visto che io non ti dico nulla, vuoi chiederlo a lui? - disse, guardandomi male.
- N-no... però è stato lui a dirmi che eri in infermeria... quindi pensavo... - abbassai lo sguardo.
- Lo sà. E credo che se glielo chiederai ti risponderà subito. - disse lui, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
- Non voglio chiedergli nulla. Non voglio saperlo da lui. -

Jungkook mi guardò con la coda dell'occhio, un po' incredulo, e poi guardò davanti a sè, sospirando.

- Quando tu sei uscita dalla classe per andare da Yoongi, lei mi si è avvicinata e ha iniziato a parlare, e quando stavo per allontanarla, mi ha fatto bere qualcosa di strano... usando la sua bocca, e poi ha continuato a baciarmi... -
- In che senso usando la sua bocca? - chiesi, non capendo. Ero davvero sorpresa che avesse iniziato a parlare.
- Lei ha bevuto quello strano liquido, senza però ingoiarlo, e si è attaccata alle mie labbra per obbligarmi a berlo. Quando l'ho ingoiato, non capii cosa mi stava accadendo, ma il mio corpo non aveva alcuna intenzione di allontanarla da me, e ogni cosa che faceva era... - si morse il labbro per non continuare. - Ha iniziato a toccarmi... e se non fosse arrivato Jimin... n-non sò fino a che punto sarebbe arrivata. - disse, girando il viso dalla parte opposta alla mia.

Io rimasi a fissarlo per un po', ripensando a quello che aveva appena detto, e mi tornò in mente quello che successe al karaoke con Taehyung.
Non era molto diverso da quello che era successo a lui, tranne per il fatto che Taehyung non mi aveva fatto bere nulla di strano.

In quel momento strinsi i pugni, non mi ero mai sentita così irritata con qualcuno, e questa volta Yuna l'aveva combinata grossa.
Non l'avrei perdonata tanto facilmente.
Perchè tra tutte le persone a cui poteva fare qualcosa, aveva scelto mio fratello, e io non sopportavo che qualcuno usasse Jungkook per i suoi subdoli obiettivi.


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Eccomi con un nuovo capitolo, e finalmente non sono nemmeno molto in ritardo come lo ero ultimamente.
Allora, in questo capitolo torna Taehyung, anche se ancora la protagonista non lo perdona, e si scopre (se non si era già notato) che lei non lo vuole ancora perdonare, ma che però lo farà tra un po'.
Jungkook non trova molto divertenti i doppi sensi di Jimin, perchè anche se cerca di non pensarci troppo e concentrarsi sulle coreografie per la gara, non riesce a smettere di pensare a cosa Taehyung abbia potuto fare a sua sorella, quindi è già irritato per questo, e il povero Jimin non sapendo nulla, ha contribuito a peggiorare il suo umore.
Alla fine, Jungkook si decide a rivelare alla sorella quello che era successo con Yuna, senza entrare troppo nel dettaglio su "dove Yuna l'abbia toccato", anche perchè per lui era troppo imbarazzante da raccontare, soprattutto a lei, però, anche se all'inizio non voleva dire nulla, ha deciso di essere sincero con lei, anche perchè per Yuna non prova nulla, quindi per lui quello che è successo è stato solo un fastidio.
Come avete trovato questo capitolo?
Fatemelo sapere nelle recensioni, ci terrei davvero molto a sapere il vostro parere.

Un bacione e alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Cap 26: Voglio dirglielo! ***


PoV You


Mi trovavo ancora nella camera di Jungkook, seduta sul letto vicino a lui.
Lui aveva ancora il viso girato dall'altra parte, dopo avermi raccontato cosa era successo tra lui e Yuna non aveva più detto nulla.
Io rimasi a guardarlo per qualche secondo, indecisa su cosa fare.

Non volevo assolutamente raccontargli cosa fosse successo tra me e Taehyung ma...
Una parte di me si sentiva in colpa adesso che lui mi aveva raccontato tutto.
Però, anche se avessi iniziato a raccontare, non sapevo da che parte cominciare, perchè io mi vergognavo troppo anche solo a ricordare cosa fosse successo, figuriamoci raccontarlo.
E poi, a non farmi parlare, era anche il timore di come avrebbe reagito Jungkook quando l'avrebbe saputo, dato che già non aveva un buon rapporto con Taehyung.

Mi ritrovai così a tenere lo sguardo basso, mentre avevo iniziato a torturarmi le mani e mordermi il labbro inferiore, nervosa.
Non mi accorsi nemmeno che mio fratello si era girato verso di me e ora mi stava fissando in silenzio.

- Y/N? - mi chiamò dopo qualche minuto.

Io non risposi, perchè in quel momento non lo sentii nemmeno.

- Y/N! - disse lui di nuovo, questa volta posando una sua mano sulle mie, come per farmi smettere di tormentarle.

Io allora alzai lo sguardo su di lui, arrossendo leggermente quando i nostri sguardi si incontrarono.

- Non pensare a Taehyung. - disse lui serio.

Io spalancai gli occhi sorpresa.

- Non ti ho raccontato cosa è successo con Yuna per obbligarti a parlare di Taehyung. Non nego che vorrei tanto sapere cosa ha osato farti, ma non voglio comunque obbligarti a parlare se non vuoi. Io all'inizio non volevo che sapessi cosa fosse successo con Yuna perchè mi vergognavo ad essermi fatto fregare così da lei, ma dato che come sai lei per me non conta nulla, ho deciso che non avevo motivo per nascondertelo. Però sò anche benissimo che Taehyung per te non è come Yuna per me. Lui per te conta qualcosa, quindi è normale che non vuoi raccontare qualcosa di spiacevole su di lui. -

Mentre parlava, all'inizio aveva lo sguardo puntato nel mio, ma a metà, lo aveva abbassato, come se volesse nascondere la sua espressione in quel momento.

Ripensai al giorno dell'uscita con Taehyung.

Dopo essere uscita dal karaoke, avrei voluto fiondarmi a casa, nella camera di mio fratello, raccontargli quello che era successo e chiedergli scusa per non averlo ascoltato ed essere uscita di nuovo.

Ma non l'avevo fatto.

Appena tornata, invece di fiondarmi da mio fratello, mi ero rintanata in camera mia, lontano da tutti, cercando di dimenticare quello che era appena successo, perchè non volevo apparire così debole davanti a nessuno.
Come avrei fatto a raccontare a Jungkook quello che mi aveva fatto Taehyung?
Anche se, come aveva definito Taehyung stesso, non aveva fatto chissà che cosa, ed era vero.
Alla fine, mi aveva solo infilato le mani sotto la maglia, e baciato il collo come aveva già fatto la prima volta, lasciandomi un succhiotto.

Solo quello.
Perchè io avevo reagito.

Ma, se in quel momento lo avessi lasciato fare e non mi fossi lamentata?
Potevo avere la certezza che si sarebbe fermato da solo?
Che non avrebbe esagerato e non sarebbe andato oltre?

"... Mi dispiace, davvero. In quel momento non sono riuscito a controllarmi. Sai già che mi piaci, quindi per me è normale dimostrartelo attraverso i gesti."

No, non potevo avere questa certezza, anzi, ero più sicura che non si sarebbe fermato per niente.

Jungkook continuava a fissarmi in silenzio, e io ritornai alla realtà quando sentii la sua mano, che era ancora appoggiata sulle mie, stringere leggermente la presa.

- Odio quell'espressione sul tuo volto. - disse, la voce quasi un sussurro.
- Q-quale espressione? - chiesi, leggermente confusa.
- Quella che stai facendo dall'ultima volta che sei uscita con Taehyung. Spaventata, come se avessi paura di chiunque ti si avvicini. - rispose, inchiodando il suo sguardo nel mio.

Io trattenni il respiro per un attimo, e sentii il mio cuore accelerare il battito.
Come faceva a capirmi così bene?
Nemmeno Yoongi era così bravo a leggere le mie espressioni, nonostante indovinasse sempre quando qualcosa non andava.
Che fosse perchè Jungkook è mio fratello?

Rimasi a fissarlo per qualche minuto che sembrò durare un'eternità.
Volevo parlare...
In quel momento, volevo parlargli di Taehyung...
Volevo fare quello che non ero riuscita a fare quel giorno...
Perchè ne avevo bisogno...
Avevo bisogno di sfogarmi...
Di raccontargli tutto...
Nonostante ancora pensassi che era meglio non farlo...

Feci un profondo respiro, pensando alle parole da usare...

- Taehyung- -

- Jungkook, hai visto tua- -

In quel momento la porta della camera di mio fratello si aprì, e mia madre si bloccò sulla soglia quando ci vide seduti sul letto, gli occhi leggermente spalancati.

- Sorella... - finì la frase, passando lo sguardo da Jungkook a me.

Io la guardai, arrossendo leggermente.
Non sapevo il motivo, ma il fatto che ci avesse visto in quel momento, in cui non stavamo facendo nulla di male, mi faceva sentire in imbarazzo.
Forse perchè la mano di Jungkook stava ancora stringendo le mie, e io avevo notato che questo particolare non era sfuggito agli occhi di mia madre, che infatti ci stava fissando interrogativa.

- Perchè mi stavi cercando? - chiesi, quando mi sentii meno in imbarazzo.
- Ero venuta in camera tua per chiederti se questo weekend eri libera e non ti ho trovato. - rispose lei, continuando a guardarci in modo strano.
- Perchè? Che succede questo weekend? - chiesi io, mentre sentivo una leggera tensione nell'aria.
- Oh, niente di che. Ma io e tuo padre avevamo deciso di passare un weekend fuori casa... tutti e quattro insieme. - disse, l'ultima frase quasi sussurrata.

Cosa?
Un weekend tutti e quattro insieme?
Non ci parlavamo ancora normalmente, anzi, con quello che stava succedendo tra Taehyung e il resto, il tornare a parlare con i miei genitori era l'ultimo dei miei pensieri.
Quindi che senso aveva passare due giorni insieme se nemmeno ci parlavamo?
Pensavano di farsi perdonare in questo modo?

E poi... questo weekend...

Sabato Jimin e Jungkook avrebbero rifatto la sfida di ballo, e si erano allenati tutta la settimana proprio per farla al meglio.
Non l'avrei rimandata per nulla al mondo.
La cosa che volevo più di tutte, era rivedere mio fratello ballare, e non avrei rinunciato a questo per un weekend in famiglia.

- Questo weekend io e Jungkook abbiamo da fare. Quindi non ci saremo. - dissi io, con una punta di acidità nella voce.

Sia mia madre che Jungkook mi guardarono sorpresi dal modo in cui avevo risposto, ma io avevo lo sguardo fisso su mia madre, per farle capire che non avevo nessuna intenzione di cambiare idea e fare quello che voleva lei.

- E cosa dovete fare? - chiese lei, guardandoci.
- Niente di importante. Dobbiamo vederci con Jimin e Yoongi. - dissi io.

Non volevo dirle nulla sulla gara di ballo.
Vidi che ci guardò ancora per qualche secondo, poi il suo sguardo cadde di nuovo sulle nostre mani.

- Ti dà fastidio che io sia in camera di mio fratello? - chiesi, non riuscendo più a sopportare il suo sguardo strano ogni volta che ci fissava le mani.
- Eh? N-no... perchè dovrebbe darmi fastidio? - chiese lei colta di sorpresa.
- E allora perchè continui a fissarci le mani con quell'espressione strana? -

Ok, forse stavo esagerando un pochino adesso, però non riuscivo davvero più a sopportare quell'espressione strana che aveva e che non riuscivo a spiegarmi.

- Y/N, da quando sei diventata così? - mi chiese lei, quasi preoccupata.
- Così come? Nemmeno ci parliamo da quando è tornato Jungkook, e volete fare un weekend in famiglia? È normale che noi abbiamo di meglio da fare che stare con voi. Cosa vi aspettavate? Che vi avremmo perdonato in fretta dopo averci mentito in quel modo? Io non ho nessuna intenzione di stare con voi, perchè in questo momento ho altro a cui pensare, ma a voi di questo non importa visto che non ci chiedete mai nulla. Anzi, progettate weekend in famiglia senza dirci nulla, senza chiederci se vogliamo venire o meno. Se volete che torniamo la famiglia che eravamo prima, dovevate pensarci bene prima di mentirci. - dissi alzando la voce, chiudendo gli occhi quando finii di parlare, per cacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire.

Non mi piaceva parlare in quel modo, però la situazione con Taehyung, il fatto che in quel momento ero nervosa, anche per Yuna, e le strane occhiate di nostra madre verso me e mio fratello, mi avevano fatto reagire in quel modo.

In quei giorni faticavo a controllare le mie emozioni, per vari motivi, quindi bastava un niente che buttavo fuori tutto quello che avevo dentro.

Il mio corpo stava tremando, ma quello che avevo appena detto, forse nel modo più sbagliato, era vero.
Nè nostra madre nè nostro padre ci chiedevano nulla, come andasse a scuola, se uscivamo con degli amici, come si trovava Jungkook nella nuova scuola.
Nulla.
Certo, non volevo che fossero quei genitori sanguisuga che chiedono qualsiasi cosa, ma ogni tanto rivolgere qualche domanda ai propri figli era normale no?
Invece loro nulla.
E in più, volevano che tornassimo a come eravamo quando io e Jungkook eravamo piccoli, che andavamo tutti d'accordo.

Beh, io avrei voluto tornare a parlare con loro, non lo nego, ma il modo che stavano usando per riavvicinarsi a noi, io lo trovavo sbagliato.
Non sapevo ancora come avrei fatto a perdonargli quella bugia, bugia che mi aveva tenuta lontana da Jungkook per ben dieci anni.

Da quando era tornato, e avevo saputo la verità, avevo pensato più volte come saremmo se loro non ci avessero mentito, se fossimo stati tutti insieme.
Probabilmente, sarebbe stato tutto molto diverso, anche il rapporto che avevo con Yoongi forse.

Jungkook mi stava stringendo ancora le mani, passando lo sguardo da me a mia madre e viceversa, e con l'altra mano, sentii che aveva iniziato ad accarezzarmi la schiena, cercando di calmarmi.

- Sai perchè vi abbiamo mentito. Non avevamo altra scelta. E sò benissimo anche che adesso stiamo sbagliando il modo di riavvicinarci a voi, ma non sappiamo che altro fare. Il giorno che vi abbiamo raccontato tutto, siamo rimasti molto sorpresi dalle vostre reazioni. Certo, non ci aspettavamo che ci avreste perdonati subito, ma non ci eravamo nemmeno resi conto di quanto questa bugia vi aveva fatto male finchè non vi abbiamo visto risponderci in quel modo. Io e vostro padre vogliamo davvero rimediare al nostro errore, ma non sappiamo da che parte cominciare a farlo. -

Teneva lo sguardo puntato su di me, e nella sua voce traspariva il timore che aveva che rispondessi di nuovo come avevo fatto poco prima.
Avevamo sempre avuto un buon rapporto, certo, ogni tanto litigavamo, ma erano cose che passavano subito.
Non avevamo il rapporto di migliori amiche tra madre e figlia, ma non potevo nemmeno dire che avevamo un brutto rapporto.
Almeno, avevamo un bel rapporto fino a quando Jungkook non era tornato a far parte della mia vita.

Ovviamente la colpa di questo cambiamento nel nostro rapporto, era totalmente dei miei genitori, Jungkook non centrava nulla.
Nemmeno io sapevo come avremmo potuto risolvere tutto.
Yoongi mi aveva detto più volte che avrei dovuto fare pace con i miei, per quanto fosse difficile farlo, ma ancora non ero riuscita a trovare un modo per farlo.

Grazie alle carezze di Jungkook sulla mia schiena, lentamente mi stavo calmando.

Vidi mia madre guardarci ancora per qualche secondo, in silenzio, e poi si girò, uscendo dalla camera e chiudendo la porta dietro di sè, senza aggiungere altro.

- Mi dispiace... - sussurrai, lo sguardo fisso sul pavimento.
- È arrivata nel momento sbagliato e tu avevi troppi pensieri per la testa adesso, e quindi hai parlato senza pensare. Non pensarci, prima o poi sistemeremo anche questa situazione. Prima hai cose più importanti a cui pensare. - mi sussurrò, mentre le sue braccia mi circondarono e mi strinsero contro di lui.

Io avvampai, e nascosi il viso nell'incavo del suo collo, imbarazzata.
Lui continuava ad accarezzarmi la schiena, e sentivo che aveva appoggiato la sua guancia sulla mia testa.
Restammo così per minuti che sembravano non finire.
Non volevo staccarmi da lui, perchè era l'unica persona che in quel momento volevo vicina, nonostante per tutto il giorno avessi cercato di evitare di restare da sola con lui.

- Cosa stavi per dire prima? - mi chiese Jungkook a bassa voce, continuando a stringermi.
- Prima quando? - chiesi, alzando lo sguardo su di lui e arrossendo per quanto i nostri visi erano vicini.
- Prima che nostra madre entrasse. Se non sbaglio stavi parlando di Taehyung... - disse lui, guardandomi fisso.

Io spalancai leggermente gli occhi ricordando cosa volevo dirgli, e mi morsi il labbro inferiore.

- D-dimenticalo... non era nulla. - dissi, abbassando lo sguardo.
- Volevi dirmi cosa ti ha fatto? -
- N-no... davvero... lascia perdere. -

Se prima mi era venuto un po' di coraggio per raccontargli tutto, ora se n'era andato completamente.

Jungkook mi fissò per qualche secondo, e poi inspirò profondamente.

- Rimani qui con me stanotte? - mi chiese, sussurrandomi all'orecchio.

Io lo guardai, completamente rossa in viso, non sapendo come rispondere.
Poco dopo, annuii con la testa, girando lo sguardo altrove.

Se nostra madre lo avesse sentito in quel momento...
Già aveva fatto un'espressione strana guardandoci le mani, figuriamoci se ci avesse visti dormire insieme.

Lui si alzò dal letto, dirigendosi verso il suo armadio, per prendere dei vestiti di ricambio per andare a fare il bagno, dato che non lo aveva ancora fatto ed eravamo tornati dalle prove con Jimin.
Io lo guardai finchè non uscì dalla sua camera, e poi mi diressi verso la mia, per andare a mettere il pigiama.

Ormai era la terza volta che dormivamo insieme, ma ancora non mi ero abituata a farlo.

Da piccola mi piaceva così tanto dormire insieme a lui, ma ora che eravamo cresciuti, forse proprio perchè eravamo stati divisi per parecchi anni, mi sentivo in imbarazzo totale con lui.

Rientrata nella sua camera, mi sedetti sul suo letto, nello stesso punto in cui mi ero seduta poco prima.
Dovendo aspettare che tornasse, mi sentivo leggermente agitata, così mi misi a guardare cosa si trovava nella sua camera, dato che non ci avevo mai fatto caso.

Aveva più cose di quanto mi aspettassi, e più di quelle che pensavo un ragazzo potesse avere.
Notai che lo speaker rosso che usava quando faceva le prove con Jimin, non era l'unico speaker che aveva, ma al contrario, ne aveva alcuni, di forme e colori diversi.
La scrivania era ricoperta di tutto, sicuramente non c'era nemmeno lo spazio per appoggiarci un quaderno.

Quando il mio sguardo stava per posarsi altrove, curioso di scoprire qualcosa che ancora non sapevo di lui, sentii dei passi, e poco dopo mio fratello rientrò in camera, chiudendo la porta dietro di sè, mentre con una mano si stava passando l'asciugamano sui capelli bagnati.

Sentii il cuore battere all'impazzata, e l'agitazione provata poco prima tornò a farsi sentire.

Jungkook gattonò sul letto, infilandosi sotto le coperte, e mi guardò, aspettando che io facessi lo stesso.
Quando mi infilai anche io sotto le coperte, lui mi attirò subito a sè, stringendomi forte, e io sentii le guance in fiamme.
Alzai lo sguardo su di lui, aveva gli occhi chiusi e il suo respiro era tranquillo, ma ero sicura che non si fosse ancora addormentato.

- Non abbiamo nemmeno cenato... - dissi, accorgendomi solo in quel momento che effettivamente avevamo saltato la cena.
- Dopo quello che è successo pensi a mangiare? - disse lui, la voce leggermente assonnata.
- N-no... è solo che... me ne sono accorta adesso. -
- Se devo rischiare di incontrare mamma o papà in cucina, preferisco non mangiare. In ogni caso mi passerebbe la fame dopo quello che ha detto prima. -

Quando finì la frase, mi strinse di più a sè, e io rimasi imbambolata a fissarlo.
Il mio sguardo cadde sulle sue labbra, e mi morsi il labbro inferiore mentre cercavo di allontanare l'improvviso desiderio di baciarlo che mi era venuto in quel momento.

Non mi era mai successo con nessun altro ragazzo di avere questo desiderio di baciarlo, nemmeno con Taehyung, e non capivo davvero perchè mi succedeva con mio fratello.
Per non continuare a pensarci, chiusi gli occhi, cercando di addormentarmi.
O almeno ci provai, perchè continuavo a riaprire leggermente gli occhi per guardarlo.

- Hai intenzione di passare la notte a fissarmi? - disse lui sottovoce, facendomi sussultare.
- Eh? N-no... - risposi, guardandolo.

Lui sorrise, tenendo sempre gli occhi chiusi, e poi si leccò le labbra.
Io a quel gesto abbassai lo sguardo, arrossendo.

- Taehyung non ti ha baciata, vero? - mi disse lui, e quando alzai lo sguardo, vidi che mi stava fissando intensamente.
- Cos- - iniziai, poi capii a cosa si riferiva. - No... Non sulle labbra almeno... - dissi l'ultima frase a voce talmente bassa che quasi nemmeno io mi sentii.
- E non deve nemmeno provarci. - disse lui, serio.

Io rimasi a fissarlo, sorpresa da quello che aveva appena detto.
Poco dopo lui si addormentò, e così feci anche io, anche se la sua ultima frase continuava ad accuparmi i pensieri.

Che intendeva dire dicendo che Taehyung non doveva nemmeno provarci a baciarmi?


Il mattino dopo, mi svegliai completamente accucciata contro il corpo di Jungkook, e questo mi fece sentire le guance in fiamme.
Io soffrivo abbastanza il freddo, e dato che ormai eravamo in inverno, il freddo si faceva sentire.
Se fossi stata nel mio letto, adesso al posto di Jungkook, sarei stretta ad un cuscino, solo che il cuscino non era nemmeno paragonabile a Jungkook e al calore che emanava il suo corpo.

Mi ritrovai a guardarlo, e solo in quel momento notai che lui indossava una semplice maglia a mezze maniche bianca, e mi chiesi come facesse a non avere freddo alle braccia.

I miei pensieri vennero interrotti da un mugolio proveniente da mio fratello, che si mosse appena prima di aprire lentamente gli occhi.

- Buongiorno... - disse, con la voce impastata dal sonno, con gli occhi semiaperti.
- B-buongiorno... - risposi un po' rossa.

In quel momento, il cellulare di Jungkook si mise a suonare, e lui grugnì leggermente irritato, per poi girarsi appena per prenderlo.
Notai che aveva semplicemente spento la suoneria, quindi capii che a suonare era stata la sveglia, e non l'arrivo di un messaggio o una chiamata.

- Non ho voglia di andare a scuola... - disse in tono lamentoso, sporgendo leggermente il labbro inferiore.
- Ma non possiamo saltarla. - dissi io mentre un sorriso si faceva spazio sul mio viso guardando il suo broncio.

Sinceramente, nemmeno io avevo tanta voglia di andare a scuola, ma siccome i nostri genitori erano a casa, se non ci avessero sentiti uscire, sarebbero venuti a chiamarci.

Spalancai leggermente gli occhi a quel pensiero.
Se nostra madre non ci avesse visto alzarci, sarebbe venuta a chiamarci...

E...
Non mi avrebbe trovato nella mia camera...
Perchè avevo dormito con Jungkook!

- Che succede? - mi chiese Jungkook ancora mezzo addormentato, guardando la mia espressione.
- Se non ci alziamo nostra madre verrà a chiamarci. L'ha sempre fatto quando io non volevo alzarmi e andare a scuola. - dissi, cominciando a preoccuparmi.
- Uffa. Perchè non se ne vanno di nuovo per qualche giorno? - disse Jungkook irritato, alzandosi dal letto controvoglia.

A me scappò una leggera risata a quella reazione, ma non potevo dargli torto.
Se i nostri genitori non c'erano, avremmo potuto stare a casa tutto il giorno e saltare tranquillamente la scuola.

Jungkook uscì dalla sua camera, per dirigersi in bagno e svegliarsi completamente, mentre io, controllando che non ci fossero nei paraggi i nostri genitori, uscii dalla sua camera e mi diressi nella mia.

Quando fummo pronti dopo aver finito la colazione, uscimmo di casa, e iniziammo a dirigerci verso la scuola.

- Se facciamo un'assenza chiamano a casa? - mi chiese all'improvviso Jungkook, bloccandosi sul posto.

Io mi girai a guardarlo, sorpresa.

- Beh, non chiamano, ma il giorno dopo devi portare la giustifica firmata dai genitori. - dissi.
- Uffa. Come facciamo a fargliela firmare? - disse lui, spostando lo sguardo da un lato, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
- Jungkook, che... - dissi, avvicinandomi a lui.

Perchè stava facendo quelle domande?

- Saltiamo scuola. - disse, ripuntando lo sguardo su di me, continuando a mordersi nervosamente il labbro.
- Cosa? -
- Andiamo da qualche parte, tranne che a scuola. E poi torniamo a casa in tempo così i nostri genitori non sospetteranno nulla. - disse, fecendomi gli occhi dolci per convincermi.
- Ma... -
- Ti preeegooo. - disse, gonfiando le guance.
- Ma perchè? E poi l'hai detto tu stesso, come faremo con la giustifica? -

Non capivo perchè si stesse comportando così.
Perchè non voleva andare a scuola?

- Un modo lo troviamo. Ma io non voglio andare a scuola oggi. -
- Ma perchè? Non mi sembra che non ti piaccia andarci no? -
- Perchè voglio stare da solo con te. E non voglio vedere nessun altro oggi. - disse lui, guardandomi dritto negli occhi.

Io lo guardai senza sapere cosa rispondere.
L'idea di passare l'intero giorno con mio fratello non mi dispiaceva per nulla, ma era comunque sbagliato.
Non sapevo nemmeno come avremmo fatto a far firmare la giustifica ai nostri genitori.

Che scusa avremmo inventato?

Lui, senza aspettare una mia risposta, mi prese per mano e iniziò a camminare, diretto dalla parte opposta rispetto alla scuola.


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Eccomi con un nuovo capitolo! ^^
Per chi si aspettava lo "scontro" (se così possiamo definirlo) tra la protagonista e Yuna, dovrà aspettare un pochino, forse due capitoli almeno, perchè prima ci sarà la giornata insieme a Jungkook, che ha deciso di saltare la scuola, e poi ci sarà il weekend in cui ci sarà la gara di ballo decisiva tra Jungkook e Jimin.
Come vi è sembrato questo capitolo? Fatemelo sapere :3

P.S. Dato che oggi è Natale, sto preparando una one shot su Jungkook, e credo che la posterò stasera perchè adesso la sto ancora scrivendo. Mi farebbe piacere se ci deste un'occhiata.

Buon Natale a tutti!
Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Cap 27: Ricordi. ***


PoV Jungkook


Senza aspettare che mia sorella potesse dire qualcosa, e anche convinto che se l'avesse fatto, sarebbe stato per convincermi a cambiare idea, le afferrai una mano e iniziai a camminare, diretto nella direzione opposta rispetto alla scuola.

Non avevo una meta precisa in quel momento, volevo solo allontanarmi quel tanto che bastava dalla scuola così, nel caso mia sorella avesse fatto dietrofront, sarebbe comunque arrivata in ritardo, e io sapevo bene che a lei non piaceva arrivare in ritardo mai, nemmeno a scuola.
Non avevo nemmeno la più pallida idea di dove passare la giornata insieme a lei, l'avevo detto d'istinto appena mi era venuto in mente, ma non avevo pensato proprio a nulla.

Mentre camminavamo, presi il cellulare, per mandare un messaggio a Jimin, dicendogli che io e Y/N non saremmo andati a scuola, e che quindi non avrebbe dovuto aspettarci.

Presto raggiungemmo il centro, e io non mi accorsi che stavo ancora stringendo la mano di mia sorella finchè non la sentii tirarmi leggermente per fermarmi.

- Dove stiamo andando? - chiese lei quando mi fermai e mi girai a guardarla.
- Veramente... non ne ho la più pallida idea. - ammisi, abbassando lo sguardo.
- E... dove pensavi di andare prima? -
- Non lo sò, non c'ho pensato. Solo, oggi non voglio per niente andare a scuola. - dissi, l'ultima frase quasi un sussurro.
- E adesso che facciamo? - disse lei guardandosi intorno.

Anche io iniziai a guardarmi intorno, pensando a dove saremmo potuti andare.

- Non c'è un parco divertimenti qui vicino? - chiesi, riposando il mio sguardo su di lei.
- Sì, uno ci sarebbe, però secondo me è inutile andarci. - disse, posando la mano che non le stavo stringendo sotto il mento, mentre pensava.
- Perchè sarebbe inutile? - chiesi, senza capire.
- Perchè ci passeremo solo la mattina. Se dobbiamo tornare a casa fingendo di essere andati a scuola, non riusciremo a fare molte attrazioni, quindi non ci divertiremo per niente, contando anche il tempo che ci impiegheremo per andare e tornare... -
- Oh... hai ragione... - dissi abbassando di nuovo lo sguardo.

Dovevo trovare un posto, ormai non potevo tornare indietro, ma non volevo nemmeno passare tutta la mattina a trovare un posto in cui andare, facendo annoiare mia sorella.

- Se andassimo in una sala giochi? Ce n'è una a cinque minuti da qui. Non sarà un parco divertimenti, ma almeno è meglio che stare qui a pensare... - disse lei dopo qualche minuto.
- Non è una cattiva idea. - dissi.

Anche se non mi dispiaceva andare alla sala giochi con lei, continuavo a pensare che avrei preferito andare in un altro posto.
Non che la sala giochi non mi piacesse, ma con mia sorella, quel giorno, avrei preferito andare in un posto un po' più... speciale.

Mentre ci dirigevamo verso la sala giochi, questa volta a trascinarmi per la mano era lei, io iniziai a ripensare ai luoghi in cui andavamo quando eravamo piccoli.
Non che andassimo chissà dove, anche perchè la maggior parte del tempo la passavamo a casa di nostra zia, quando Y/N e i nostri genitori venivano a trovarci.

A noi ci bastava quella casa per essere felici.
Perchè bastava soltanto essere insieme, non importava il luogo in cui eravamo.

Appena entrati nell'edificio, sentii la presa sulla mia mano allentarsi, e poco dopo mia sorella si allontanò un poco da me, e quel gesto mi fece rimanere un po' male.

La guardai mentre si guardava intorno, pensando da cosa potevamo iniziare.
Volevo lasciare a lei la scelta di cosa fare, anche perchè io non sapevo bene cosa le piacesse giocare lì.

- Andiamo ai canestri? - chiese, girandosi a guardarmi.
- Non sapevo ti piacesse il basket. -
- Beh sì, però non sò giocare. Ma ai canestri me la cavo. - disse lei, e io la vidi arrossire leggermente.
- Vedremo se sarai in grado di battermi. - dissi, con tono di sfida.

Detto questo, mi diressi verso i canestri, e poco dopo lei mi raggiunse e ci mettemmo ognuno davanti al proprio canestro, e facemmo partire la macchinetta.

Io non lo sapevo, ma quella macchinetta era quel tipo che dopo un tot di tempo inizia a muovere il canestro a destra e sinistra, per rendere più difficili i canestri, e quindi io, colto alla sprovvista, li sbagliai quasi tutti.
Con la coda dell'occhio, guardai il punteggio di mia sorella, e mi bloccai per un secondo, sorpreso.

Infatti, mia sorella aveva fatto quasi il doppio dei miei punti, e vidi che faceva parecchi canestri anche quando il canestro iniziò a muoversi.
Tornai a concentrarmi sui miei tiri, cercando di diminuire almeno un po' la differenza di punteggio con lei, ma fù inutile.

Lei vinse facendo il doppio del mio punteggio.

Quando la "partita" finì, vidi che guardò il mio punteggio, e vedendolo più basso del suo, un sorriso si fece spazio sul suo viso, per poi guardarmi.

- Non dovevi battermi? - mi chiese, e io capii che mi stava prendendo in giro.
- N-non sapevo che il canestro si sarebbe mosso. - dissi, cercando una scusa.
- Vuoi la rivincita? -
- Sì. Non mi lascio battere tanto facilmente. -

Odiavo perdere, contro chiunque e a qualsiasi cosa.
Però...
Perdendo contro mia sorella, non c'ero rimasto così male come facevo di solito.

Forse perchè non l'avevo mai fatto.

Infatti, anche quando ci sfidavamo da piccoli, e lei vinceva quasi sempre, io non me la prendevo mai anzi, al contrario, se vincevo io le chiedevo sempre la rivincita, perchè sapevo che lei ci rimaneva un po' male.
Fin da piccoli infatti, entrambi eravamo competitivi quando si trattava di giocare a qualcosa, e quindi volevamo sempre vincere entrambi, e sapevo che questa cosa in lei non era cambiata.

La seconda partita la finimmo in parità, così decidemmo di farne anche una terza che vinsi io, e poi decidemmo di cambiare gioco.

Dopo esserci sfidati anche con le macchine, io vidi la pista di bowling, così mi girai verso mia sorella.

- Ti va una partita a bowling? - le chiesi.
- Ma io non sò giocare a bowling. - disse, abbassando leggermente lo sguardo.
- Ti insegno io se vuoi. - le dissi.

Lei fece un cenno con la testa, così ci dirigemmo verso il tizio al bancone per prendere le scarpe, per poi dirigerci verso la pista.

Iniziai io, mostrandole il modo in cui tenere la palla e la posizione che doveva fare per lanciarla.
Mi sentii un po' in imbarazzo in quel momento, perchè sentivo il suo sguardo puntato su di me, concentrata per memorizzare quello che doveva fare, ma cercai di non farci troppo caso, altrimenti avrei perso la concentrazione.
Non fù per niente facile restare concentrato, infatti riuscii a buttare giù solo la metà dei birilli al primo colpo, quando avrei preferito fare strike.

- Adesso provaci tu. - dissi, girandomi verso di lei dopo qualche secondo.

Rimasi lì vicino a lei mentre si preparava a tirare, e rimasi sorpreso dal fatto che non dovetti dirle nulla.
Aveva già imparato come tirare nel modo giusto la palla dopo avermi visto solo una volta.

- Uffa, non è giusto. - disse dopo aver tirato, dato che non riuscì a fare strike.
- Imparare come lanciare non significa che farai sempre strike. - dissi io, ma mi pentii di averlo detto quando vidi che mise il broncio.
- Tu prima non l'hai fatto perchè non eri concentrato. - disse, sempre imbronciata.
- C-cosa? - chiesi, sorpreso.

Se n'era accorta?

- Non sò a cosa stavi pensando, ma si vedeva che avevi qualcosa per la testa. Secondo me avresti fatto strike tranquillamente. - disse, senza guardarmi.

Io la guardai leggermente ad occhi aperti.
Come aveva fatto a capire che avevo altro per la testa in quel momento?

- Non faccio sempre strike. E poi non è molto che giocavo a bowling. Avevo appena iniziato prima di venire qui in Italia, e quindi non sono molto bravo nemmeno io. - dissi.

Volevo far sparire quel broncio dal suo viso, non mi piaceva vederla così.
Anche se...

Guardando meglio il suo viso imbronciato, mi tornò in mente un ricordo di quando eravamo piccoli...
E quel giorno fece la stessa identica espressione che aveva in quel momento...
Non dimenticherò mai quel giorno...
Perchè era il giorno in cui...

- Jungkook? -

La voce di mia sorella mi risvegliò dai miei pensieri.

- Va tutto bene? - mi chiese, guardandomi leggermente preoccupata.
- Sì, scusa... stavo solo pensando... -
- A cosa? - mi chiese ancora, ed io notai una punta di curiosità nella voce.
- A... a niente... continuiamo la partita? - dissi, cercando di cambiare discorso.
- Ma... ok... - disse, arrendendosi.

Riprendemmo così a giocare, e avendole insegnato come tirare, e correggendola quando vedevo che sbagliava qualcosa, notai che il nostro punteggio era molto simile, non c'era molta differenza.

Per tutto il tempo, quando toccava a lei tirare, mentre la guardavo continuavo a ripensare a quel ricordo di quando eravamo piccoli, e mi chiesi se lei se lo ricordava come lo ricordavo io, anche se non avevo il coraggio di chiederglielo direttamente.

- Ho vinto! - esultò quando finimmo la partita, e vide che il suo punteggio era più alto del mio.

Aveva solo quanche punto in più, non troppi, ma sembrava davvero felice, quindi io non dissi nulla.

- Facciamo un'altra partita? - mi chiese.
- Da qui quanto siamo distanti dal mare? - chiesi, sovrappensiero.
- Dal mare? - mi chiese lei, guardandomi confusa.
- Sì, siamo lontani? -
- Mmh... no... siamo abbastanza vicini... ma a piedi ci impiegheremo troppo. -
- E con i mezzi pubblici? -
- Se partiamo adesso, dovremmo riuscire a tornare poi in tempo per la fine della scuola. - disse lei, guardando l'ora sul cellulare. - Ma perchè mi chiedi del mare? -
- Andiamoci. Adesso. - dissi, guardandola dritta negli occhi.
- A-adesso? - disse, alzandosi e avvicinandosi a me, incredula.
- Sì. Adesso. -
- Ma... -

Proprio come avevo fatto stamattina quando avevo pensato di non andare a scuola, la afferrai per la mano, e prendendo i nostri zaini, mi diressi verso il bancone, per ridare le scarpe del bowling, e poi mi diressi verso l'uscita della sala giochi.

- Jungkook, aspetta. - mi disse mia sorella, tirandomi leggermente per il braccio.
- Da che parte dobbiamo andare? - le chiesi, non ascoltandola.
- D-di là... - rispose, indicandomi dove poter comprare i biglietti per prendere il pullman. - Jungkook, ma che ti prende oggi? - mi chiese, continuando a strattonarmi la mano per avere la mia attenzione.
- Muoviti o non torneremo in tempo. - dissi, iniziando a camminare più veloce.

Comprammo i biglietti e prendemmo il pullman che arrivò pochi minuti dopo.
Solo quando fui salito sul mezzo, tirai un sospiro e cercai di calmarmi un po'.

- Jungkook. - mi chiamò lei.

Siccome il pullman era quasi pieno, trovammo posto sul fondo, ma dovemmo stare in piedi, e lei era davanti a me, mentre io mi ero appoggiato alle porte con la schiena.
Abbassai lo sguardo su di lei, e vidi che mi stava fissando intensamente.

- Che c'è? - chiesi, guardandola.
- Tu sei completamente pazzo. - disse, per poi gonfiare leggermente le guance.
- Forse. - risposi sorridendo, e premendo un dito sulla sua guancia destra.

Lei mi guardò male per un secondo, poi si mise a guardare al di fuori del pullman.

A un certo punto, quando il pullman si era fermato per l'ennesima volta, facendo una delle sue solite fermate, salì un tipo che urtò mia sorella, dato che c'era poco spazio in cui passare, e le fece quasi perdere l'equilibrio.
Io l'afferrai subito cingendole i fianchi con un braccio e stringendola a me, e vidi che quando lo feci, lei arrossì vistosamente, e questo mi fece scappare un sorriso.
Rimasi così, tenendola stretta a me, per tutto il resto del tempo che passammo sul pullman.

- La-la prossima fermata è la nostra... - disse con un filo di voce dopo qualche altra fermata, e io non l'avrei sentita se non fosse che era così vicino a me.

Quando scendemmo dal pullman, lei mi prese per mano, e mi mostrò la strada per raggiungere il mare.



PoV You


Non capivo che diamine passava per la mente di mio fratello quel giorno.

Prima disse di non voler andare a scuola, poi che non aveva la più pallida idea di dove andare... e adesso si era pure messo in testa di andare al mare... in pieno inverno.

Era completamente impazzito.

Ma forse, un po' pazza lo ero anche io, perchè nonostante non capissi cosa prendesse a mio fratello, avevo finito per assecondare tutto quello che voleva fare, e lo avevo addirittura portato al mare senza protestare.

Forse l'avevo fatto perchè anche io, nonostante non volessi ammetterlo, non avevo molta voglia di andare a scuola quel giorno, e anche io come lui volevo stare da sola, solo in sua compagnia.

Quando scendemmo dal pullman, lo presi per mano e lo condussi sulla spiaggia.
Per tutto il tragitto fino a lì, da quando quel tipo sul pullman mi aveva spintonato e mio fratello mi aveva stretto a sè, avevo le guance in fiamme e il cuore che batteva all'impazzata, perchè mi sentivo completamente in imbarazzo.
Però, non appena eravamo scesi, non ci pensai due volte ad afferrargli la mano, anche se subito dopo averlo fatto, arrossii.

Non appena arrivammo sulla spiaggia, lui si tolse le scarpe e cominciò a camminare sulla sabbia, a piedi nudi, le scarpe in mano.

- Perchè volevi venire qui? - gli chiesi quando arrivammo vicino all'acqua.
- Perchè volevo stare in un posto simile a quando eravamo piccoli... - disse lui, guardando un punto lontano davanti a sè.
- Ma qui non c'è un posto simile, non siamo in Corea. - gli feci notare, anche se avevo paura che dicendolo l'avrei fatto rimanere male.
- Lo sò. Ma guarda. - disse, girandosi mentre guardava un punto dietro di me e indicandomelo. - Là c'è un magazzino che scommetto che è abbandonato... proprio come quello che c'era sulla spiaggia in cui andavamo da bambini. L'ho visto poco prima di scendere dal pullman. -

Io mi girai verso il punto che stava indicando, e quando vidi il magazzino di cui stava parlando, spalancai gli occhi, ricordando quello che avevo visto da bambina.

- Visto? - disse, sorridendo soddisfatto.

Quando mi rigirai verso di lui, mi bloccai all'improvviso, lo sguardo puntato su qualcosa dietro di lui, ma lontano dal punto in cui ci trovavamo noi.

O meglio, non puntato su qualcosa, ma su qualcuno.

Infatti, sul marciapiede che costeggiava la spiaggia vidi... Taehyung.

E quello che mi fece bloccare, era che stava venendo dalla nostra parte, camminando tranquillamente.

Perchè non era a scuola?
E cosa ci faceva da quelle parti?

Non ero molto curiosa di saperlo in quel momento, ma l'unica cosa a cui pensavo, era che avevo deciso di seguire mio fratello e saltare la scuola proprio per evitare di incontrare lui, e invece avrei dovuto far cambiare idea a mio fratello e non ascoltarlo.

- Y/N? -

Sentii la voce di Jungkook quasi come se fosse lontana da me, mentre il mio sguardo era ancora puntato sulla figura di Taehyung, che lentamente si stava avvicinando a noi, e tra poco ci avrebbe sicuramente visti.

- Che diavolo ci fa lui qui? - sentii di nuovo la voce di Jungkook, ma questa volta più chiaramente, e notai la nota irritata che usò parlando.

Infatti, quando spostai il mio sguardo su di lui, vidi che stava guardando nella mia stessa direzione, verso Taehyung, e aveva un'espressione decisamente irritata.

- Vieni. - disse, prendendomi per mano ed iniziando a camminare.
- D-dove andiamo? - chiesi, colta alla sprovvista.
- Lontano da lui. - disse lui serio.

Notai che si stava dirigendo verso il magazzino che avevamo visto poco prima, e mi fece entrare, per poi chiudere la porta dopo essere entrato anche lui.

- Qui non dovrebbe vederci. - disse, spiando Taehyung da una piccola finestra che dava sulla strada.

Io cercai di riprendere fiato, dato che la vista di Taehyung mi aveva fatto agitare, per non parlare del fatto che Jungkook mi aveva fatto quasi correre all'improvviso per raggiungere il magazzino.

- Se n'è andato. - disse Jungkook dopo quanche minuto, girandosi verso di me.
- Mmh. - dissi, tenendo lo sguardo basso.
- Va tutto bene? - disse lui , avvicinandosi a me e accarezzandomi la guancia, preoccupato.

Io non risposi, annuii semplicemente, tenendo ancora lo sguardo puntato in basso.

- Ti ricordi quella volta che avevamo deciso di nasconderci dai nostri genitori per fargli uno scherzo? - mi chiese, continuando ad accarezzarmi la guancia.
- Cos- - risposi, alzando lo sguardo su di lui, ma bloccandomi quando capii di cosa stava parlando.

Quando eravamo piccoli infatti, uno dei soliti giorni in cui andavamo al mare insieme ai nostri genitori e nostra zia, io e Jungkook decidemmo di fare uno scherzo a tutti loro, nascondendoci nel magazzino abbandonato che si trovava sulla spiaggia.

- Certo che me lo ricordo. Era stata una tua idea. - dissi, e mi scappò una risata al solo ricordo.
- Ehi, però tu hai accettato. - disse lui, gonfiando le guance.

Io guardando la sua espressione non riuscii a trattenere una risata, e presto si unì anche lui.

- Certo che questo posto è pieno di roba per essere abbandonato. - disse Jungkook quando smise di ridere, guardandosi intorno.

Infatti, c'erano parecchi scaffali, su cui si trovavano moltissimi oggetti, di ogni tipo.
Però si notava benissimo che quel posto era abbandonato, perchè tutti gli oggetti erano ricoperti da uno spesso strato di polvere, come se nessuno se ne curasse.

Io e Jungkook, proprio come avevamo fatto quando eravamo piccoli, iniziammo a girare il magazzino, guardando incuriositi tutti gli oggetti.
Mentre guardavo uno scaffale, mi spaventai guardando un oggetto che si trovava su di esso, ed indietreggiai senza fermarmi.

Non guardando cosa si trovava dietro di me, scontrai la schiena con lo scaffale appoggiato al muro, facendolo traballare leggermente, e alzai lo sguardo sentendo un rumore.
Infatti, l'impatto che avevo avuto con quello scaffale, aveva fatto traballare in modo pericoloso un vaso che si trovava proprio sopra di esso, e che dopo aver vacillato per qualche secondo, cadde dallo scaffale.
Io per lo spavento mi accucciai su me stessa, coprendomi la testa con le mani e chiudendo gli occhi.

Ma non sentii il vaso cadermi addosso, e nemmeno il suono che avrebbe dovuto fare cadendo per terra e rompendosi.

Al contrario, sentii un leggero peso su di me, e un respiro profondo.

Alzai lo sguardo, e arrossii quando il mio incontrò quello di mio fratello, che mi stava fissando spaventato e con il fiato corto, le mani sopra la testa che reggevano il vaso che sarebbe dovuto cadere.

- Stai bene? - mi chiese, cercando di calmare il respiro.
- S-sì. - dissi, senza staccare lo sguardo da lui.

Lui continuò a guardarmi intensamente, e non mi accorsi che il suo viso si era leggermente avvicinato al mio.

Mentre lo guardavo, infatti, la mia mente aveva sovrapposto all'immagine di mio fratello in quel momento, l'immagine di lui da bambino, nella stessa identica posizione.

Infatti, il giorno in cui da piccoli avevamo deciso di fare uno scherzo ai nostri genitori, nascondendoci nel magazzino sulla spiaggia, era successa la stessa identica cosa.

Anche quel giorno infatti, dopo esserci nascosti, iniziammo a girare tra gli scaffali, guardando incuriositi tutti gli oggetti, mentre Jungkook stava attento nel caso sentisse le voci dei nostri genitori che ci cercavano.
Io ero completamente concentrata a guardare gli oggetti, chiedendomi cosa fossero e da dove venissero, e anche quella volta mi ero spaventata vedendo un oggetto in particolare, e per lo spavento avevo iniziato ad indietreggiare, finendo contro un altro scaffale, e facendo cadere un vaso che si trovava in cima ad esso.

E, proprio come in quel momento, Jungkook aveva afferrato appena in tempo il vaso, e mi aveva guardato preoccupato.

- Stai bene? - mi aveva chiesto, cercando di regolare il respiro.
- S-sì. - avevo risposto io, senza togliere lo sguardo dal suo.

Ricordo ancora il modo intenso in cui continuava a fissarmi in quel momento, il suo respiro che lentamente tornava regolare... le braccia ancora tese sopra di lui a reggere il vaso, come se si fosse dimenticato che lo stava ancora reggendo...

I nostri sguardi erano come calamite in quel momento, nessuno dei due staccava il proprio dall'altro, e lui lentamente, aveva avvicinato il suo viso al mio.

Fino ad unire le nostre labbra.

Io avevo spalancato gli occhi sorpresa, ma poco dopo li avevo richiusi.

Quel giorno di tanti anni fa infatti, era il giorno in cui avevo dato il mio primo bacio.



-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Ecco l'uscita tra Jungkook e la protagonista.
Ve l'aspettavate così o diversa?
Ammetto che ho avuto un po' di difficoltà, perchè non avevo la più pallida idea di cosa fargli fare o dove farli andare, ma poi mi è venuta in mente la scena sulla spiaggia, quindi ho elaborato qualcosa.
Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.

Vi auguro un buon anno a tutti.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Cap 28: Ritorno a casa. ***


PoV You


I nostri sguardi erano come calamite in quel momento, nessuno dei due staccava il proprio dall'altro, e lui lentamente, aveva avvicinato il suo viso al mio.
Fino ad unire le nostre labbra.
Io avevo spalancato gli occhi sorpresa, ma poco dopo li avevo richiusi.

Quel giorno di tanti anni fa infatti, era il giorno in cui avevo dato il mio primo bacio.



Un respiro caldo sulle mie labbra, mi risvegliò dai miei pensieri, facendomi arrossire completamente quando mi accorsi che il viso di mio fratello era fin troppo vicino al mio.
Io non riuscii a muovermi, lo sguardo puntato sulle sue labbra leggermente schiuse.

- Jungk- -



PoV Jungkook


Dopo aver riacceso il telefono, che avevo spento quella mattina dopo aver scritto a Jimin, controllai velocemente l'ora, non prestando la minima attenzione alle notifiche che mi erano arrivate, e spalancai gli occhi notando che avevamo giusto il tempo di prendere il pullman, se volevamo tornare a casa in orario.

- Y/N, a che ora passa il pullman qui? -
- Dovrebbe arrivare tra poco. - disse lei, prendendo il suo zaino e incominciando ad incamminarsi verso la fermata.

Io la seguii in silenzio, senza togliere lo sguardo da lei.

Fortunatamente, il pullman arrivò quasi subito, e riuscimmo a trovare due posti liberi in fondo ad esso.
Dopo pochi minuti dalla partenza del pullman, sentii un leggero peso sulla spalla, e girandomi, notai che mia sorella si era addormentata, appoggiando il capo su di me.
Mi scappò un sorriso guardandola, e iniziai ad accarezzarle una guancia con il dorso della mano.

Quando fummo quasi arrivati, la svegliai scuotendola leggermente.

- Y/N, siamo arrivati. - le dissi sottovoce.
- Hm? -

Lei aprì leggermente gli occhi, alzando poi il viso su di me, e notai che quando il suo sguardo incrociò il mio, le sue guance si colorarono di rosso.

Subito si alzò, e si diresse verso le porte del pullman.



PoV You


Quando io e mio fratello scendemmo dal pullman, mentre facevamo la strada per tornare a casa, ci sentimmo chiamare.

- Dove diavolo siete spariti stamattina? -

Sorpresi, ci guardammo un attimo, per poi girarci verso la voce.

Jimin stava correndo verso di noi, e il suo sguardo non prometteva nulla di buono.
Quando si fermò davanti a noi, appoggiò le mani sulle ginocchia, cercando di regolare il respiro per la corsa che aveva appena fatto per raggiungerci.

- J-Jimin... noi... ecco... - iniziai, non sapendo bene cosa potergli dire.
- Avete idea di quanti messaggi vi ho mandato senza ricevere risposta e quante volte vi abbia chiamato? Ero preoccupato che vi fosse capitato qualcosa! - disse, spostando lo sguardo dall'uno all'altro.
- Hyung, ti ho mandato un messaggio stamattina. Ti ho avvertito che non saremmo venuti. - disse Jungkook guardandolo un po' imbronciato.
- Stamattina avevo il telefono scarico e sono riuscito a caricarlo solo grazie a Yoongi che aveva il caricabatterie. Quindi non ho letto il messaggio finchè non è arrivato l'intervallo, dato che la mattina non ho visto nemmeno lui. E poi il tuo messaggio non diceva nulla, per questo vi ho scritto e chiamato, ma voi non rispondevate e io ovviamente mi sono preoccupato. - disse Jimin, lanciando un'occhiataccia a mio fratello.
- Yoongi ti ha prestato il caricabatterie? - chiesi io, leggermente incredula.

Yoongi raramente prestava qualcosa a qualcuno, soprattutto se lo conosceva da poco.

- Sì, gli avevo chiesto se vi aveva visto non appena l'ho incontrato, e dopo aver detto di no, mi ha chiesto di guardare il telefono, nel caso uno di voi due mi avesse scritto, e solo in quel momento mi sono accorto che era scarico. Ma grazie a Yoongi sono riuscito a vedere il messaggio. Avete idea di quanto mi avete fatto preoccupare? - disse, spostando di nuovo lo sguardo da uno all'altro.
- Scusa... - dissi, abbassando lo sguardo.

Mi dispiaceva davvero averlo fatto preoccupare.

- Ma che vi succede a tutti? Nemmeno Taehyung è venuto oggi. - disse lui, alzando gli occhi al cielo.
- Purtroppo lo sappiamo. - disse Jungkook quasi in un sussurro, ma riuscimmo comunque a sentirlo.
- Come lo sapete? Vi ha scritto qualcosa? Perchè a me non ha risposto per niente. - disse Jimin leggermente irritato.
- No... l-l'abbiamo visto... - risposi io.
- Visto? Era con voi? - chiese lui confuso.
- No, l'abbiamo solo visto da lontano. - spiegai.
- Oh. A proposito di Taehyung, è successo qualcosa? - mi chiese Jimin, guardandomi serio.
- I-in che senso? - dissi io leggermente sorpresa.

Non mi andava davvero di parlare di Taehyung.

- Beh, è da un po' che sembra che lo eviti. Non si unisce più nemmeno a noi all'intervallo... -
- ... -
- Perchè non lo chiedi direttamente a Taehyung? Sono sicuro che ti risponderà molto volentieri. - disse Jungkook, usando un tono leggermente acido.

Io a quella frase lo guardai e lui, senza aggiungere altro, mi afferrò la mano e ricominciò a camminare, diretto verso casa.

- Jungkook! - lo chiamò Jimin, ma lui non rispose.

- Cerca di non sparire anche domani. Ricordati che c'è la nostra gara. E HO TUTTE LE INTENZIONI DI BATTERTI! - urlò Jimin, irritato per non aver ricevuto risposta da mio fratello, per poi girarsi e andarsene.

- Non ho nessuna intenzione di perdere contro di lui. - disse quasi sussurrando Jungkook.

Io lo guardai, perchè la frase che aveva appena detto mi aveva lasciata un po' perplessa.
Infatti, avevo l'impressione che non l'avesse detta riferita alla gara contro Jimin.
Era come se stesse parlando di qualcos'altro...
Di qualcun altro...

Appena entrati in casa, vidi mia madre uscire dalla cucina, e nello stesso momento sentii la mano di Jungkook mollare la mia quando il suo sguardo si posò su di noi.

- Com'è andata oggi a scuola? - chiese, guardandoci.
- Come al solito. - rispose Jungkook, precedendomi nel rispondere.
- Ho preparato io il pranzo oggi... - disse lei, senza smettere di guardarci.
- Io non ho fame. - dissi, per poi salire al piano di sopra ed entrare nella mia camera.

Appena entrata tirai un sospiro di sollievo.
Dopo quello che era successo quella mattina, e quello che era successo l'ultima volta che avevo parlato con mia madre, mi era passata la fame.

In quel momento ripensai a quando ero sulla spiaggia insieme a mio fratello poche ore prima...
A quando avevo visto Taehyung...
E alle parole che aveva detto su di lui Jimin...

"Nemmeno Taehyung è venuto oggi..."
"Vi ha scritto qualcosa? Perchè a me non ha risposto per niente..."
"A proposito di Taehyung, è successo qualcosa?"
" Beh, è da un po' che sembra che lo eviti. Non si unisce più nemmeno a noi all'intervallo..."


Non mi andava di raccontare a Jimin quello che era successo con Taehyung quando ero uscita con lui...
Con Yoongi l'avevo fatto perchè è il mio migliore amico a cui confido tutto, e di cui mi fido ciecamente.
Con mio fratello, anche se avevo precedentemente deciso di non farlo, stavo per farlo prima che arrivasse nostra madre ad interromperci qualche giorno prima.
Ma Jimin lo conoscevo da davvero troppo poco per raccontargli queste cose.
Non conoscendolo ancora benissimo infatti, non sapevo se potevo fidarmi completamente di lui, e non sapevo nemmeno come si comportava lui con le ragazze.
E se avesse avuto il carattere simile a Taehyung?
E quindi avesse trovato "normale" il suo comportamento nei miei confronti?

Mi sdraiai sul letto, non sapendo cosa fare.
La mia testa continuava a ripensare a quello che era successo quella mattina, e al ricordo che per un momento credevo di aver dimenticato.


Dopo circa una mezz'oretta, sentii la porta d'entrata chiudersi, seguito quasi subito da dei rumori provenienti dalla cucina.
Sentendo il rumore della macchina dei miei, capii che o uno di loro o entrambi erano usciti per qualche motivo, e io mi sentii un po' più rilassata.

In quel momento, sentii il mio cellulare suonare, e quando lo presi in mano per vedere lo schermo, spalancai gli occhi.

Era un messaggio di Taehyung.

"Ehi, Y/N. Ho letto adesso i messaggi di Jimin e mi ha detto che oggi non sei andata a scuola. Va tutto bene?"

Rilessi più volte quel messaggio.
Era davvero preoccupato per me?

Ripensai a quando lo avevo incontrato al supermercato qualche giorno prima, a quando si era di nuovo scusato.
Quella volta mi era parso sincero per la prima volta.

"Mi manchi"

Un brivido mi attraversò la schiena ricordando quella frase che mi aveva sussurrato all'orecchio, e che era la stessa identica cosa che stavo pensando io in quel momento.
Mi mancava davvero, ma allo stesso tempo, non volevo ancora perdonarlo.

Forse proprio perchè sentivo che mi mancava, dopo aver riletto ancora qualche volta il suo messaggio, decisi di rispondergli.
Gli scrissi che stavo bene, e che non doveva preoccuparsi per me.
La sua risposta non tardò ad arrivare, e mi disse che lui si sarebbe sempre preoccupato per me.

Io rimasi a fissare il suo ultimo messaggio, finchè non sentii qualcuno bussare alla mia porta.

- Y/N? Posso entrare? -

Era la voce di Jungkook, e non appena vidi abbassarsi la maniglia della porta dopo avergli detto di entrare, mi alzai di scatto mettendomi seduta sul letto, e bloccando lo schermo del cellulare che era ancora aperto sulla chat con Taehyung.

Quando lo vidi entrare, spalancai gli occhi notando che aveva un vassoio tra le mani.

- Se ne sono andati poco fa, quindi adesso non venirmi a dire che non hai fame. - disse, posando il vassoio sulle mie gambe e sedendosi sul bordo del mio letto, accanto a me.

Io abbassai lo sguardo sul cibo che si trovava sul vassoio.
Era un pranzo semplice, che non avrebbe sporcato se mangiato in camera.
Guardandolo, mi brontolò lo stomaco, ed io arrossìì girando lo sguardo dalla parte opposta a mio fratello.

- Grazie... - dissi dopo qualche secondo, per poi iniziare a mangiare.

Restammo in silenzio tutto il tempo, e per me quel silenzio stava diventando troppo imbarazzante.

- Pronta a vederci ballare domani? - mi chiese lui.
- Cosa? - chiesi, un po' spaesata.
- Domani non ho nessuna intenzione di perdere contro Jimin. Questa volta mi impegnerò al massimo e mi vedrai ballare molto meglio che durante le prove che abbiamo fatto finora. - disse, lo sguardo serio puntato nel mio.
- Non vedo l'ora. - dissi, accennando un sorriso e annuendo leggermente.

Ero davvero elettrizzata all'idea di rivederlo ballare, e fare davvero sul serio.
L'avevo visto soltanto una volta durante la prima sfida, ma quel giorno sapevo che poteva dare molto di più, ed ero sicura che questa volta avrebbe dato tutto sè stesso pur di vincere.
Ma sapevo anche che Jimin stesso avrebbe fatto sul serio, quindi questa nuova gara si preannunciava piuttosto difficile per quanto riguardava lo scegliere un vincitore.

- Posso invitare anche Yoongi anche questa volta? - chiesi, mentre ripensavo alla prima gara che avevano fatto.
- Perchè? - chiese Jungkook, guardandomi.
- Beh... sò che è il mio migliore amico e non dovrei dire una cosa come questa ma... voglio che si rimangi le parole che ti ha detto l'altra volta. E dimostrargli che si sbagliava su di te. - dissi seria.

"Non ti sei impegnato completamente vero?"
"Questa però era una gara a chi balla meglio. Quindi che fosse la sua prima volta o no doveva impegnarsi completamente, e non l’ha fatto."


Le parole di Yoongi di quel giorno mi tornarono alla mente in quel momento, come anche lo sguardo duro con cui aveva guardato mio fratello mentre le diceva, e mi ricordai anche quanto io stessa c'ero rimasta male sentendolo parlare in quel modo, soprattutto dopo aver visto l'espressione dispiaciuta sul volto di Jungkook.

Inoltre, ripensando a quel giorno, ricordai anche le parole che mi aveva detto Jungkook stesso, quando mi aveva spiegato perchè non si era impegnato al massimo.

"Tranquilla, però ha ragione. Non mi sono impegnato al massimo nonostante questa era una sfida, quindi è colpa mia. Invece di concentrarmi sui passi, ero più concentrato a non fare brutta figura davanti a te. Avevo paura di sbagliare qualche passo."

Arrossii a quel ricordo, ma cercai di non farlo notare a mio fratello.

- Va bene. Questa volta gli dimostrerò che faccio sul serio. - disse sorridendo, e scompigliandomi i capelli con la mano.

E finalmente il giorno della gara decisiva arrivò.


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

- Angolo Autrice - 

Scusate se non riesco a pubblicare più velocemente ultimamente. ^^"
Spero che questo capitolo vi piaccia, anche se forse è un po' corto e non succede nulla di importante.
Nel prossimo si svolgerà la gara decisiva tra Jungkook e Jimin.
Secondo voi che canzoni balleranno? Ovviamente sono quelle di cui ci sono i loro video, quindi saranno facilmente intuibili.
Vi aspettavate qualcosa dall'ultima scena dello scorso capitolo?
Fatemelo sapere se volete.
Ringrazio chiunque la legga e chi lascerà anche un piccolo commento.
Al prossimo capitolo <3

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Cap 29: Ballo e... canto? ***


PoV You


Quel mattino mi svegliai molto presto.
Il pensiero che quel giorno avrei rivisto mio fratello ballare non mi aveva fatto dormire molto.

Visto che non avevo per niente sonno, controllando l'ora, nel caso non fosse troppo presto, mi alzai dal mio letto e, dopo aver indossato le cuffie per sentire un po' di musica, scesi in cucina a preparare la colazione.

Mentre decidevo cosa mangiare, mi misi inconsciamente a canticchiare sottovoce, troppo presa dalla musica che stavo ascoltando.

All'improvviso, sentii qualcosa sfiorarmi i fianchi, e prima che potessi abbassare lo sguardo per vedere cosa avessi toccato, sentii qualcosa sfiorarmi la guancia destra, e quando girai lo sguardo, mi ritrovai il viso di mio fratello vicinissimo al mio.

- J-Jungkook! - risposi, sentendo le guance in fiamme quando capii che erano le sue mani ad essere appoggiate ai miei fianchi.
- Buongiorno cucciola. Che stai cantando? - disse lui, sfilandomi una cuffia per farsi sentire.
- C-cosa? - chiesi io sorpresa, rendendomi conto solo in quel momento di aver canticchiato fino a poco fa, e probabilmente, anzi sicuramente, lui mi aveva sentito appena entrato in cucina.
- Ti ho già detto che sei brava a cantare, perchè devi nasconderlo? - mi chiese lui, per poi avvicinarsi alla dispensa, iniziando a scegliere qualcosa per colazione.
- Non sono abituata a cantare davanti a qualcuno... - dissi timidamente sottovoce.
- Devi solo farci l'abitudine. - disse lui, tenendo lo sguardo puntato sul cibo che aveva in mano.
- E come faccio? Mi vergogno troppo. Non hai idea di quanto mi abbia pregato Yoongi prima che mi sentisse cantare. - dissi, gonfiando leggermente le guance.
- Yoongi ti ha già sentito? - disse girandosi verso di me, sorpreso.
- S-sì... ma mi ha pregato per mesi prima che decidessi di cantare... mi sentivo troppo in imbarazzo. -
- Uff... -

Con la coda dell'occhio lo guardai, sentendolo sbuffare e brontolare qualcosa di incomprensibile.

- Che ti prende? - gli chiesi.
- Niente... - disse, girandosi ed andandosi a sedere al tavolo, iniziando a mangiare.
- Lo sai che sei pessimo a mentire? - dissi, prendendolo un po' in giro, mentre anche io mi sedevo al tavolo.
- Cos- -
- Si vede benissimo che hai qualcosa. Ha a che fare con Yoongi per caso? - chiesi, mentre ripensavo a cosa c'eravamo appena detti.
- Ti conosce davvero bene lui, vero? - disse amaramente, tenendo lo sguardo basso.
- Che vuoi dire? -
- ... Quante cose sà di te che io non sò? - chiese, guardandomi dritto negli occhi.
- Hm? Perchè vuoi saperlo? - chiesi, guardandolo confusa.
- Rispondi. -
- B-beh... lui è il mio migliore amico... quindi mi conosce meglio di chiunque altro... però non saprei dirti cosa conosce lui di me che tu non sai... Ad esempio, lui non sà ancora che io disegno, mentre tu l'hai scoperto qualche giorno dopo che sei tornato... E sai già anche che mi piace cantare... quindi direi che tra i due sei tu che conosci più cose di me... - dissi, puntando lo sguardo su di lui solo dopo aver finito di parlare.
- Lui sà quello che ti ha fatto Taehyung? - chiese, lo sguardo serio puntato su di me.

Io trattenni il fiato per un secondo, spalancando gli occhi a quella frase.
Era questo quello che voleva davvero sapere?

Mi morsi il labbro inferiore, abbassando lo sguardo, non sapendo cosa rispondere.

- Fai finta che non abbia detto nulla. - disse lui, quando finì la sua colazione, alzandosi.
- Cosa? - chiesi, leggermente spaesata.
- Oggi c'è la gara tra me e Jimin, e non voglio che tu abbia altri pensieri per la testa. - disse, poggiando il suo piatto nel lavandino, per poi venire verso di me. - Voglio dimostrarti che voglio fare sul serio. Quindi devi restare concentrata su di me oggi, e su nessun altro. - disse sottovoce, per poi darmi un bacio sulla guancia e uscire dalla cucina.

Io rimasi lì immobile, sentendo le guance in fiamme per le parole che aveva appena detto, il tono che aveva usato, e per il bacio che mi aveva dato, lo sguardo puntato sulla porta della cucina, da cui lui era appena uscito.


Dopo pranzo, ricevemmo un messaggio nella chat che Jimin aveva creato per parlare nello stesso momento sia con me che con Jungkook, in cui ci avvertiva dell'orario in cui ci saremmo ritrovati, e avvertiva Jungkook che non aveva nessuna intenzione di farsi battere.

Io avvertii Yoongi sull'orario, a cui avevo già chiesto se voleva venire di nuovo a vederli.
Mi aveva risposto dicendo che mio fratello avrebbe dovuto dimostrargli che l'altra volta aveva sbagliato a parlargli in quel modo, e io gli dissi che Jungkook stesso voleva fargli rimangiare quelle parole.


Quel pomeriggio quindi, Yoongi venne a casa nostra, e insieme a Jungkook, andammo verso l'edificio abbandonato dove ci stava aspettando Jimin.
Prima di uscire però, Jungkook mi prese per un braccio, bloccandomi.

- C-che c'è? - gli chiesi, guardando con la coda dell'occhio Yoongi, che si stava allontanando senza di noi, probabilmente non si era accorto che c'eravamo fermati.
- Facciamo una scommessa? - mi disse, guardandomi serio.
- C-che scommessa? - chiesi confusa.

Che gli saltava in mente adesso?

- Se vinco io la gara, mi farai sentire come canti davvero. - disse semplicemente.
- Cos-? E... s-se perdi? - chiesi, spalancando gli occhi sorpresa.
- Se perdo farò qualsiasi cosa tu voglia. - rispose. - Ci stai? -

Io non seppi cosa rispondere, mi vergognavo troppo a cantare davanti a qualcuno, ma allo stesso tempo, sapevo che Jungkook avrebbe fatto sul serio durante la sfida, quindi non era impossibile che potesse vincere, quindi dopo averci pensato per qualche secondo, annuii.
Lui mi lasciò andare il braccio, soddisfatto, e ci affrettammo a raggiungere Yoongi.


- Ciao ragazzi. - disse Jimin tutto sorridente, quando ci vide arrivare.
- Ciao. - salutò Yoongi.
- Ciao Jimin. - dissi io.
- Pronto per la sfida? - disse Jimin a Jungkook.
- Pronto a perdere? - rispose lui, sfidandolo con lo sguardo.
- Questa volta mi impegnerò molto di più, non riuscirai a battermi. - rispose Jimin, per poi girarsi ed entrare nell'edificio.

Noi lo seguimmo, per poi dividerci.
Io e Yoongi andammo a sederci contro la parete a specchio della stanza, mentre Jimin e Jungkook, dopo aver posato le loro cose, andarono verso il centro della stanza, davanti a noi.

Quando feci partire la canzone che mi aveva detto Jimin, iniziarono a ballare.
Avrebbero cominciato ballando insieme, per poi esibirsi separatamente.

Io mi concentrai su entrambi, e notai che entrambi erano molto cambiati dalla scorsa gara.
Infatti, si notava benissimo che entrambi stavano facendo sul serio, perchè i loro movimenti erano molto più precisi rispetto a quando li avevo guardati durante le prove, e i loro sguardi erano completamente puntati verso lo specchio davanti a loro, dove ci trovavamo io e Yoongi, ma invece di guardare noi, stavano fissando il loro riflesso, come se noi non ci fossimo, ma c'erano solo loro due.

La canzone su cui si stavano esibendo in quel momento, era il mix che avevamo preparato durante le prove, composto da Coco-Take You Down-Don't Wanna Fall In Love, e a me piaceva un sacco quella coreografia.
Era davvero difficile dire chi tra i due la ballava meglio, perchè entrambi si stavano impegnando parecchio nei passi, quindi per il momento non sapevo davvero chi scegliere.

Quando finirono quella coreografia, fu il turno di Jimin di esibirsi da solo.

- Ballerò Lie. - disse Jimin guardandomi, mentre rovistava nel suo zaino alla ricerca di qualcosa.

Cercai la canzone dal suo telefono, e rimasi un po' perplessa quando la trovai.

- È una base senza parole? - chiesi, notando che nel titolo, tra parentesi c'era scritto "instrumental".
- Tu falla partire. - disse lui quando tornò al centro della stanza, guardandomi maliziosamente.

Solo quando si mise in posizione per iniziare a ballare, notai cosa aveva cercato nel suo zaino poco prima.
Era un nastro nero di seta, che aveva posizionato poco distante da lui, sul pavimento, e io mi chiesi a cosa potesse servirgli.

La risposta la ebbi appena iniziò a ballare, e lo guardai a bocca aperta.
Non solo stava ballando, ma aveva anche cominciato a cantare, e la sua voce era dolcissima.

Era la prima volta che lo sentivo cantare davvero, e la sua voce mi piaceva davvero tanto.

Con la coda dell'occhio, notai che anche Yoongi era rimasto molto sorpreso quando Jimin aveva iniziato a cantare, e a me scappò un sorriso.
Raramente Yoongi rimaneva stupito per qualcosa, e Jimin doveva proprio averlo sorpreso con la sua voce.

Tornai a concentrarmi su Jimin, e quando iniziò la seconda strofa, vidi che aveva preso il nastro e si era bendato, continuando a ballare, e la cosa mi lasciò davvero sorpresa.
Infatti, anche se non poteva vedere, i suoi movimenti erano perfetti, e anche la tonalità con cui cantava era in perfetta armonia con i passi.
Dava l'impressione di non essere in una stanza di un'edificio abbandonato, ma di essere su un palco, ad esibirsi davanti a tantissime persone.

Quando finì la canzone, non resistetti e applaudìì all'esibizione di Jimin, e notai che lo fece anche Yoongi, mentre Jimin arrossiva leggermente, un po' imbarazzato.

- Non sapevo che avresti cantato. - dissi, quando si avvicinò a noi per bere un sorso d'acqua.
- Non sono l'unico. - disse, lanciando uno sguardo dietro di lui.

Io guardai nella direzione in cui aveva puntato lo sguardo, e non mi accorsi che lui mi aveva preso il telefono dalle mani, per mettere la nuova canzone, e poi restituirmelo.

Infatti, il mio sguardo era puntato su Jungkook, che non appena Jimin fece partire la musica, iniziò a ballare e... cantare.
Io rimasi con lo sguardo incollato a lui, guardandolo sorpresa.

Perchè non mi aveva detto che avrebbe cantato?

La sua voce era leggermente più profonda mentre cantava, rispetto a quando parlava, ma io la trovavo estremamente dolce, nonostante la canzone che stava cantando in quel momento.
Infatti, stava ballando e cantando sulle note di Rainism, ed io sentii le guance leggermente calde mentre lo guardavo, per i passi che stava facendo.

- Non pensavo sapesse ballare così. - sentii dire a Yoongi, la voce quasi un sussurro mentre parlava.

Siccome avevo lo sguardo completamente puntato su mio fratello, non vidi l'espressione sul volto di Yoongi quando disse quella frase, ma conoscendolo, probabilmente lo stava guardando molto sorpreso.

Quando finì anche l'esibizione di Jungkook, decisero di fare una pausa, giusto il tempo di riprendere fiato prima della prossima canzone.

Vennero a sedersi vicino a noi, e presero un sorso d'acqua, per poi cercare di regolare il loro respiro.
Infatti, mentre Jungkook stava ballando Rainism, quando finì la canzone, io avevo visto Jimin che ripassava i passi della prossima canzone, quindi non si era riposato per nulla dopo la sua canzone.

- Oltre ballare e cantare, c'è qualcos'altro che dovremmo sapere su voi due? - chiese scherzosamente Yoongi.

Noi, dopo averlo guardato per qualche secondo, scoppiammo a ridere, seguiti subito da lui.

- Abbiamo cantato perchè ci piace farlo. Ma questo non dovrà essere contato nella sfida. - disse Jimin quando smise di ridere.
- Perchè no? Io dico che invece và contato eccome. - disse Yoongi.
- Ya! Non voglio perdere così facilmente. - disse Jimin mettendo il broncio.
- Perchè dovresti perdere? - chiesi io, non capendo cosa volesse dire.
- Nel canto Jungkook è molto meglio di me. Perderei ancora prima di sfidarci su una canzone. - disse, gonfiando le guance.
- Per me siete bravissimi entrambi invece, mi avete sorpreso quando avete iniziato a cantare. - dissi sinceramente, guardandolo.
- E chi di noi ti è piaciuto di più? - chiese Jimin, guardandomi dritto negli occhi.
- Hm? E-ecco... - io abbassai lo sguardo, non sapendo che rispondere.

A me erano piaciuti entrambi, e avevano cantato due canzoni completamente diverse.
Se avessero cantato la stessa canzone, forse avrei saputo dire chi mi fosse piaciuto di più...
Ma così...

- Non saprei davvero chi scegliere. Entrambi avete cantato davvero bene, e le canzoni erano completamente diverse. Se aveste cantato la stessa canzone forse... - dissi, mordendomi nervosamente il labbro inferiore.
- Allora la prossima volta andremo al karaoke e vedremo chi sceglierai. - disse Jimin con aria trionfante.
- Al... karaoke...? - dissi io sottovoce, mentre sentii un brivido lungo la schiena.

- Non andremo da nessuna parte, e questa è l'ultima volta che faremo una sfida. - sentii la voce di Jungkook.

Non appena mi girai verso di lui, notai che aveva lanciato un'occhiataccia a Jimin, nel momento in cui lui aveva pronunciato la parola "karaoke".

- Ya! Perchè te la prendi così tanto? - chiese Jimin, guardandolo confuso.
- In quel posto non ci andremo. Fine della storia. E ora preparati che ricominciamo. - disse lui, per poi alzarsi, preparandosi alla prossima canzone.

- Ha evitato di ridire "karaoke" o sbaglio? - mi chiese Yoongi sottovoce, mentre io stavo ancora guardando mio fratello.
- C-credo di sì... - risposi con un filo di voce.
- Lui lo sà? - chiese ancora Yoongi.
- N-no... non ce l'ho fatta a dirglielo. Però sà che siamo andati lì, e che lui mi ha fatto qualcosa. - dissi, abbassando lo sguardo.



PoV Jungkook


- Sei un genio lo sai? - sussurrai a Jimin, per non farmi sentire da Yoongi e mia sorella.
- Perchè? Che ho fatto? - chiese lui, guardandomi confuso.
- Potevi evitare di dire che saremmo andati al "karaoke". - dissi io, leggermente irritato.
- Perchè? - chiese ancora lui.
- Oh, dimenticavo che tu non sai niente. Non parlare più di quel posto davanti a mia sorella, almeno per un po'. - dissi semplicemente, volendo finire lì quella conversazione.
- È successo qualcosa? - chiese.
- Perchè non lo chiedi a Taehyung, visto che tu con lui ci parli? - dissi, cercando di calmarmi.

Il solo pensiero di quel tipo, e il ricordo che aveva fatto qualcosa a mia sorella, mi stava facendo irritare, e quello non era proprio il momento per farlo, dato che volevo concentrarmi sulla gara e basta.

- Scusa... - lo sentii sussurrare.

Probabilmente aveva collegato il fatto che gli avevo appena detto di non dire più "karaoke" con il fatto che mia sorella e Taehyung in questi giorni non si stavano parlando, e mentalmente lo ringraziai del fatto che non fece più domande.

Ora dovevo solo concentrarmi sui passi da fare, per far rimangiare le parole a Yoongi, e dimostrare a mia sorella che volevo fare sul serio.



PoV You


Quando li vidi pronti a ballare la prossima canzone, feci partire la musica, e mi concentrai completamente su di loro.
Non avevo nessuna intenzione di pensare a Taehyung in quel momento, e ricordai anche le parole che mi aveva detto quella mattina mio fratello.

"Oggi c'è la gara tra me e Jimin, e non voglio che tu abbia altri pensieri per la testa. Voglio dimostrarti che voglio fare sul serio. Quindi devi restare concentrata su di me oggi, e su nessun altro."

Così, feci partire Own It, e mi concentrai sui loro passi.
Vedendoli ballare in quel momento, era come se io non avessi partecipato alle loro prove.
Era come se li stessi guardando ballare per la prima volta.
Come se durante le prove, nonostante il fiatone e il sudore che avevano dopo aver provato e riprovato una coreografia, non si fossero mai impegnati abbastanza.
Come se si trattenessero dal tirare fuori tutto il loro talento durante le prove, per poi buttarlo fuori quando era ora di fare sul serio, come in quel momento.

Io rimasi con lo sguardo incollato a loro, era impossibile non guardarli ballare senza restare completamente sorpresi da quanto fossero bravi.

La mia attenzione però, involontariamente, continuava ad andare verso mio fratello.

Avevo deciso che, volendo essere imparziale, dato che non volevo assolutamente fare preferenze, mi sarei concentrata su entrambi, e invece come al solito, il resto del mio corpo non dava ascolto a quello che diceva la testa, e faceva quello che voleva.

Finita anche quella canzone, io mi preparai a dare il giudizio finale, dato che sarei stata io a decidere il vincitore, ma prima che potessi fare o dire qualsiasi cosa, venni bloccata dalla voce di Jimin.

- Abbiamo preparato altre due canzoni io e Jungkook. -
- Cosa? - dissi, guardandoli confusa.
- Non avrai pensato che sarebbe finita così, vero? - mi sentii sussurrare all'orecchio.

Sorpresa, mi voltai verso la voce che aveva appena parlato, trovandomi mio fratello vicinissimo, che mi aveva preso il telefono dalle mani ed ora stava cercando la canzone da mettere.

Rimasi a fissarlo imbambolata, e solo quando iniziò a ballare, riconobbi la canzone.

Era Manolo, la canzone che stavo ascoltando quella mattina, prima che lui mi sfilasse una cuffia per farsi notare, e che io stavo canticchiando sottovoce.

Lo guardai ballare, mentre inconsciamente iniziai a canticchiarla sottovoce.
Era più forte di me, quando sentivo una canzone che mi piaceva, era difficile che non iniziassi a cantarla, ed era successo anche in quel momento.

Anche se non l'aveva ballata tutta, ma solo un pezzo, mi era piaciuto davvero il modo in cui l'aveva ballata, e per un attimo, avrei voluto saperla ballare anche io, anche se a ballare ero completamente negata.

- Questa è l'ultima. - avvisò Jimin, prima di prepararsi insieme a mio fratello alla prossima, ed ultima, canzone.

Notai che per ballare quella canzone, avevano indossato una giacca elegante e avevano appoggiato un cappello ciascuno dietro di loro.
Iniziarono così a ballare sulle note di Adult Ceremony, ed io sentii di nuovo le guance in fiamme.

Perchè dovevano ballare coreografie del genere?

- Certo che sanno davvero come lasciare senza parole questi due. - sentii Yoongi, che non stava togliendo lo sguardo da loro.

Continuai a guardare mio fratello, notando che durante quella canzone, non stava guardando il suo riflesso come invece stava facendo Jimin, ma stava guardando... me.

- Guarda come ti guarda maliziosamente il tuo fratellino... - disse Yoongi, cercando di trattenere una risata, parlando a bassa voce per farsi sentire solo da me.
- N-non è vero... - dissi io, sentendo tutto il viso in fiamme dopo la sua frase.

Quando la canzone sembrò finire, tirai un sospiro di sollievo, pensando che finalmente potevo rilassarmi un po', dato che in quel momento ero leggermente tesa.

E invece mi sbagliavo.

Infatti, Jungkook e Jimin si erano diretti verso i loro cappelli, che avevano posizionato dietro di loro prima che partisse la musica, ed ora si stavano di nuovo esibendo.

Io rimasi a guardarli, mordendomi nervosamente il labbro, sperando che la canzone finisse presto.
Ad un certo punto, si misero di lato, scoprendo le spalle dalla giacca che indossavano, e io mi coprii il viso con le mani, imbarazzata.

Finalmente finì la canzone, e Jimin si avvicinò subito a me.

- Come siamo andati? - mi chiese, tutto eccitato.
- Fatela riprendere un attimo. Non vedete che la vostra ultima esibizione l'ha messa in imbarazzo? - disse Yoongi.

Stavo per ribattere quando la mia vista venne leggermente offuscata.

Jungkook aveva appoggiato il suo cappello sulla mia testa, e poi si era seduto vicino a me, bevendo dalla sua bottiglia e riprendendo fiato.

- Prima che Y/N dica chi secondo lei ha vinto, io volevo dire una cosa a Jungkook. - disse Yoongi, e tutti e tre puntammo lo sguardo su di lui. - Vorrei poterti dire che mi rimangio quello che ho detto la scorsa volta ma... non puoi darmi torto. Sai che quel giorno avevo ragione a dire che non ti eri impegnato abbastanza, e oggi lo hai dimostrato, dato le coreografie che hai fatto. E hai addirittura cantato, cosa che non sapevo facessi. Quindi posso dirti solo che questa volta non ho nulla di negativo da dirti, e che tutte le gare che farai in futuro, dovrai farle come hai fatto questa oggi. -
- Grazie. - disse semplicemente Jungkook.

Io guardai Yoongi molto sorpresa.
Non mi aspettavo che dicesse tutte quelle cose a mio fratello, ma fui davvero felice delle parole che aveva detto.

- Quindi... chi ha vinto? - chiese Jimin, spostando lo sguardo da me a Yoongi.
- Qualcuno qui è impaziente eh? - disse Yoongi, mentre gli scappò una risata.

Ripensai a tutte le coreografie che avevano fatto, e a quando li avevo visti durante le prove.
Entrambi avevano dimostrato di essere bravissimi, quello non si poteva assolutamente negare.

Però...

Jungkook quel giorno mi aveva davvero sorpreso.

Non solo aveva fatto tre coreografie di cui io ne ero completamente rimasta all'oscuro fino a quel giorno, e solo lui sà quando le aveva imparate, dato che io avevo partecipato a tutte le loro prove per quella gara, e non gliele avevo mai viste provare, ma aveva anche cantato, lasciandomi completamente senza parole.

Anche Jimin aveva cantato, e preparato coreografie che non conoscevo ma, se dovevo fare un paragone, ero rimasta molto più sorpresa da mio fratello.
Forse perchè Jimin era molto più aperto, nel senso che se sapeva fare qualcosa, non aveva nessun problema a dimostrarlo subito, mentre Jungkook non si "metteva in mostra" come faceva lui, era più riservato.

- Y/N? -

La voce di mio fratello mi risvegliò dai miei pensieri, e notai che tutti e tre, compreso Yoongi, mi stavano fissando, aspettando una mia risposta.

- Jungkook... - dissi, quasi sussurrando.
- Cosa? - chiesero tutti e tre insieme.
- Ha... ha vinto... Jungkook. - dissi io, per poi coprirmi il viso con il cappello che avevo ancora in testa.

Non sentendo nessun rumore, abbassai il cappello, scoprendomi solo gli occhi, e notai che Jimin era imbronciato, mentre mio fratello mi guardava sorpreso.

- C-che sono quelle facce? - chiesi, guardandoli.
- Lo sapevo che non l'avrei battuto. - disse Jimin gonfiando le guance.
- Jimin... - dissi, sentendomi quasi in colpa vedendolo così.
- No. È giusto così. Anche io sono d'accordo che ha vinto lui. Però una sconfitta è sempre dura da digerire. - disse guardandomi.

- Adesso possiamo andare? - disse dopo qualche minuto di silenzio Yoongi, guardandoci.
- Sì, possiamo andare. - dissi io sospirando.

Ecco tornato Yoongi pigrone.

- Vuoi già andare a casa? - chiese Jimin guardandolo.
- Yoongi raramente esce di casa, e oggi direi che ha battuto ogni record. - dissi io scherzosamente, fingendo di guardare l'ora sul telefono.
- Ya! - disse semplicemente Yoongi che, dopo aver scambiato uno sguardo con me, iniziammo insieme a ridere, seguiti dagli altri due.
- Per oggi è meglio se andiamo tutti a casa. E poi, dopo le coreografie che avete fatto, dovreste essere stanchi. - dissi, spostando lo sguardo da Jimin a mio fratello.

Lui semplicemente annuì, e si avviò verso la porta della stanza.

Ognuno di noi prese le proprie cose, e usciti dall'edificio, salutammo Jimin e Yoongi, e io e mio fratello ci avviammo verso casa.


- Davvero ho vinto io? - mi chiese, mentre stavamo camminando.
- Certo. Non mi credi? - gli chiesi, alzando lo sguardo su di lui.
- Certo che ti credo. È solo... mi sembra troppo bello per essere vero. - disse, per poi posare lo sguardo su di me.
- Beh, oggi mi hai lasciato senza parole, non ti avevo mai visto ballare così... e mi ha sorpreso ancora di più sentirti cantare. -
- Anche Jimin ha cantato. -
- Sì, ma... Non lo sò... la tua voce ha qualcosa di speciale, non sò spiegarti cosa però. - dissi, arrossendo leggermente.
- Davvero? - chiese.

Alzai di nuovo lo sguardo su di lui, e notai che era leggermente arrossito anche lui.

- Sei stato bravissimo oggi. - dissi, e lo vidi sorridere.

Continuammo a camminare in silenzio, finchè non fummo quasi arrivati a casa.

- Questo tienilo. Te lo regalo. - mi disse prima di varcare la soglia di casa, mettendomi di nuovo in testa il cappello che aveva usato poco prima.

Io arrossii quando lo fece, abbassando leggermente il cappello sugli occhi per non farlo notare, e poi lo seguii dentro casa.

Lui andò a farsi la doccia, mentre io, dopo aver posato le mie cose in camera, compreso il suo cappello, mi diressi in cucina, per preparare la cena.

Quando finimmo la cena e tornammo nelle nostre camere, mi sdraiai sul mio letto, ripensando a tutte le loro coreografie, e soprattutto, a come aveva ballato mio fratello.

Arrossii ricordando i passi di Rainism e Adult Ceremony, ma mi concentrai di più sul ricordarmi come aveva cantato.

Quanto avrei voluto fargli un video mentre cantava.
Se glielo avessi chiesto, avrebbe cantato di nuovo davanti a me?

In quel momento, sentii il mio cellulare suonare, e guardando lo schermo, vidi che era un messaggio di Jungkook.

"Non hai dimenticato la nostra scommessa, vero?"

Rilessi quel messaggio più volte, spalancando gli occhi quando ricordai la scommessa che avevamo fatto prima della gara.

"Se vinco io la gara... mi farai sentire come canti davvero."

Sarei davvero riuscita a cantare davanti a lui?


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Spero che questo capitolo vi piaccia.
Ho usato le coreografie che mi piacciono di più, aggiungendo Lie perchè volevo far cantare Jimin.
Però... forse vi starete chiedendo perchè mettere Lie a Jimin e non Begin a Jungkook, ma Rainism?
Beh, per un momento c'avevo pensato di mettere Begin, però mi "serve" anche in un'altra parte della storia, un po' più importante (anche perchè il titolo di questa storia l'ho appunto preso da una frase di Begin, non sò se l'avete notato xD ), quindi non potevo metterla anche qui, e quindi ho optato per un'altra.
Non chiedetemi perchè, ma ho una leggera crush per Jungkook che balla Manolo, quindi non ho potuto non metterla.
Per quanto riguarda Coco-Take You Down-Don't Wanna Fall In Love, sò benissimo che quella coreografia è insieme a Hoseok, ma siccome mi piace davvero tanto, e non potevo far apparire all'improvviso nella storia Hoseok che ballava con loro, anche se teoricamente lui è già apparso in questa storia, anche se il suo nome non l'ho detto ancora, quindi ho messo la coreografia ballata solo da loro due.
Spero che vi sia piaciuto.
Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Cap 30: Chi ti piace? ***


PoV You


Stavo per addormentarmi, quando sentii il mio cellulare suonare di nuovo, e pensai fosse di nuovo mio fratello... ma mi sbagliavo.

Era un messaggio di Taehyung.

"Y/N, possiamo vederci domani? Mi manchi..."

Rimasi a fissare quel messaggio per alcuni minuti, e poi posai il telefono sul comodino di fianco a me, senza rispondere.

È vero, Taehyung mi mancava, ma non sapevo ancora se perdonarlo o meno, perchè non ero sicura di come si sarebbe comportato, nel caso fossimo usciti di nuovo da soli.
Anzi, per essere più precisi, avrei sicuramente perdonato Taehyung, solo che non me la sentivo ancora di farlo, volevo aspettare ancora qualche giorno, per essere sicura della mia scelta.


Il giorno seguente, quando scesi a colazione, trovai Jungkook già ai fornelli.
Appena lo vidi, mi tornò in mente la scommessa che avevamo fatto il giorno prima, e una parte di me sperava che lui se ne dimenticasse.

Cantare davanti a qualcuno, da sola, mi metteva davvero a disagio, e mi faceva agitare parecchio, avendo paura di stonare e quindi fare una figuraccia, e non avevo nessuna voglia di fare figuracce davanti a mio fratello.

- Buongiorno, Y/N! - mi risvegliò la sua voce quando, girandosi verso il tavolo, si accorse della mia presenza.
- B-buongiorno... -

Restammo in silenzio mentre preparavamo ognuno il proprio piatto, e fu lui a rompere il silenzio, quando iniziammo a mangiare.

- Mi canti qualcosa? - chiese, con fare innocente.
- C-cosa? -

Mi andò di traverso il cibo a quella frase, e tossii qualche volta, per poi guardarlo, leggermente rossa in volto.

- Sto scherzando. Non voglio obbligarti a cantare subito, anche se non posso nascondere che sono davvero curioso di sentirti. Però non dimenticare che abbiamo fatto una scommessa, e l'ho vinta io. - disse sorridendo, l'ultima frase quasi vantandosi.
- Hai fatto quella scommessa solo perchè eri sicuro di vincerla... - sussurrai, sperando che non mi avesse sentito.
- Hai detto qualcosa? - mi chiese infatti lui.
- N-no! Niente... - risposi, abbassando lo sguardo sul mio piatto.
- Oggi hai da fare? - mi chiese.
- No, perchè? - chiesi, guardandolo.
- Volevo continuare quel tuo gioco... e sai che in quello non sono molto bravo... - disse, facendo un piccolo broncio che lo rendeva solo più tenero.

Io lo guardai, un po' sorpresa... e un po' incredula.

L'avevo visto giocare, ed era bravo, quasi o forse più di me, quindi la frase che disse, mi sembrò più una scusa che una spiegazione.

- Non c'è bisogno che inventi scuse per passare del tempo insieme... - dissi, un po' sottovoce.
- Mh? Io... Come hai fatto? - disse, guardandomi sorpreso.
- Giochi quasi meglio di me, e poi si sente che stavi mentendo. - dissi, facendo un mezzo sorriso.
- Non sono davvero capace di mentirti, vero? - disse, scompigliandosi leggermente i capelli e accennando un sorriso timido.

Decidemmo così di andare in camera mia e, come la prima volta che avevamo passato una giornata insieme, lui si sedette ai piedi del mio letto, con la console in mano, ed io mi sdraiai sul letto, con il viso verso di lui, a leggere manga.

Quel giorno non avevo molta voglia di disegnare...
E una parte di me voleva approfittare di questa occasione, per stare vicina a mio fratello, anche se non mi spiegavo bene il motivo per cui volevo farlo.

Lui iniziò a giocare ed io a leggere, ma spesso spostavo lo sguardo su di lui, davo poca attenzione ai manga.

- Che stai leggendo? - mi chiese lui dopo un po' di tempo.
- Mh? Oh, è il manga di quel gioco. - dissi, per poi sporgermi verso di lui. - Tu a che punto sei arrivato? -
- Qui. - disse, girando leggermente il busto e alzando la console quanto bastava per mostrarmela.
- Di già? A me c'è voluto più tempo per completare l'area. E poi stamani dicevi di non essere bravo. - dissi, mettendo il broncio mentre dicevo l'ultima frase.

Stette in silenzio qualche secondo, ma io non lo vidi perchè avevo lo sguardo dalla parte opposta a lui, ma lo guardai nel momento in cui si mise a ridacchiare.

- Perchè ridi? - gli chiesi, leggermente confusa.

Lui mi guardò qualche secondo, smettendo di ridere, poi parlò.

- Sei davvero carina quando metti il broncio. - disse, e io notai che arrossì leggermente dicendolo.
- Cos- - dissi, spalancando gli occhi sorpresa, per poi arrossire violentemente quando capii le sue parole.

Lui mi sorrise, per poi girarsi di nuovo dandomi le spalle e tornando a concentrarsi sul gioco.

Io rimasi a fissarlo per qualche minuto, mentre le sue parole continuavano ad occuparmi la mente, poi cercai di concentrarmi di nuovo sulla lettura, mentre sentivo il battito del mio cuore leggermente accelerato.


Dopo pranzo, tornammo di nuovo in camera mia e, dato che non parlavamo molto, dato che lui era concentrato sul gioco, mentre io stavo leggendo e non sapevo di cosa potevamo parlare, lui portò il suo speaker, che appoggiò di fianco a lui, da cui fece partire un po' di musica.

Io rimasi ad ascoltare le canzoni che metteva, notando che molte di quelle le conoscevo, e involontariamente, iniziai a canticchiare, ma così piano che io stessa mi sentivo a malapena.

Continuavo a spostare il mio sguardo su mio fratello, mentre nella mia mente iniziavano a crearsi alcune domande.

Dopo tutto quel tempo che avevamo passato insieme da quando era tornato a fare parte della mia vita, non avevo ancora saputo nulla di quello che lui aveva fatto in quei dieci anni che eravamo rimasti separati.
Le uniche cose che sapevo, erano che gli piacevano i videogiochi, la musica, il ballo e il canto.
Non sapevo nient'altro.

Quanti amici ha dovuto salutare quando è partito?
E se aveva una ragazza, si sentiranno ancora dopo la sua partenza?

Quando mi passò per la mente quell'ultima domanda, sentii una leggera stretta al cuore.
Aveva davvero la ragazza?
E se sì, perchè il solo pensiero che l'avesse mi faceva stare male?
Dopotutto, sono sua sorella, non dovrei sentirmi così, no?

- A che stai pensando? -

Venni risvegliata dai miei pensieri dalla sua voce, e quando lo guardai, mi ritrovai a pochissimi millimetri dal suo viso, i suoi occhi puntati nei miei, aspettando una risposta.

Il mio sguardo cadde sulle sue labbra, e quando lo feci, morsi leggermente il mio labbro inferiore, costringendomi a spostare lo sguardo da un'altra parte.

- Mi chiedevo se avessi una ragazza... in Corea... - dissi senza pensare, e mi maledii mentalmente spalancando gli occhi sorpresa, quando realizzai cosa avevo appena detto.

Lui mi guardò molto sorpreso dalla mia frase, e lo vidi sorridere appena.

- N-non volevo dire quello... cioè... - cercai di spiegarmi, iniziando ad agitarmi.

Perchè l'avevo detto?
Non mi piaceva quando parlavo senza pensare.

- Se proprio ti interessa... non ce l'ho. - disse, guardandomi fisso negli occhi.
- Eh? - lo guardai un po' spaesata.
- Non ho una ragazza. E non l'ho mai avuta. -
- Cos- ... perchè? - chiesi, inclinando leggermente il viso da un lato.
- Come sarebbe a dire perchè? - chiese, sorridendo.
- Mi sembra impossibile che non hai mai avuto una ragazza. - dissi, abbassando lo sguardo, sentendomi in imbarazzo.
- Non ne ho mai avuta una ma... - iniziò.
- Ma... ? - chiesi, rialzando lo sguardo su di lui, incuriosita.
- Ma ce n'è una che mi piace da parecchio, ma non credo che potremmo mai stare insieme. - disse, abbassando lo sguardo anche lui, un po' triste.
- Perchè no? -
- È complicato. - disse, continuando a guardare le sue mani.
- Io la conosco? È della nostra scuola? - chiesi, ancora più curiosa.

Non mi spiegavo il motivo, ma volevo sapere chi era la ragazza che piaceva a mio fratello, per cui lui non aveva avuto nessun'altra, e anche perchè fosse complicato stare con lei.

Non potevo dirgli che lo avrei aiutato nel caso la conoscessi, dato che io stessa non avevo la più pallida idea di cosa fare in quell'occasione, ma ero davvero curiosa di sapere chi faceva sentire Jungkook in quel modo.

Inoltre, mi dispiaceva davvero vedergli fare quel musetto triste che aveva in quel momento, perchè vederlo triste era l'ultima cosa che avrei voluto vedere, anzi, era una cosa che non avrei mai voluto vedere.

- N-non la conosci... -
- Davvero? - chiesi, un po' delusa.
- T-tu piuttosto? Non hai mai avuto un ragazzo? - mi chiese, guardandomi di nuovo negli occhi, ed io notai le sue guance leggermente arrossate.
- Eh? P-perchè me lo chiedi? - chiesi, arrossendo violentemente.
- Tu l'hai chiesto a me... -
- I-io... -

Rimasi in silenzio per qualche minuto, sentendo le guance in fiamme.
Ovviamente non avevo mai avuto un ragazzo, altrimenti mi comporterei diversamente con tutti, compreso Taehyung.
Certo, non potevo negare che mi piacesse qualcuno, anche perchè verso Taehyung iniziavo a provare qualcosa che andava ben oltre la semplice amicizia...

- No... non ne ho mai avuto uno... - dissi quasi sottovoce.
- Ma? -
- Ma cosa? - chiesi, alzando lo sguardo su di lui.
- Da come l'hai detto sembrava ci fosse un "ma". -
- Ma... -

Ero un po' indecisa se dirgli o meno che mi piaceva qualcuno.
Lui me lo aveva detto senza troppi problemi, anche se non aveva specificato di chi si trattasse, ma io mi vergognavo davvero tanto ad ammetterlo.
E se poi avesse voluto sapere chi fosse la mia cotta?

- Q-qualcuno c'è... - dissi alla fine.
- Lo conosco? -

Lo guardai per qualche secondo, pensando a cosa poter rispondere.
Per qualche motivo, la sua domanda sembrava più un'affermazione, come se avesse già capito di chi stavo parlando.

Solo che...

Se pensavo a come mi faceva sentire Taehyung quando stavo con lui, c'era anche un'altra persona che mi faceva sentire allo stesso modo...

In quel momento, mi tornò in mente quando qualche giorno prima, io e mio fratello avevamo saltato la scuola, ed eravamo andati alla spiaggia... in quel magazzino abbandonato...
Il mio cuore prese a battere all'impazzata al solo pensiero, al pensiero di quello che era successo quel giorno...

E mentre stavo ripensando proprio a quel giorno, il mio sguardo tornò a posarsi sulle sue labbra...
Così invitanti...

- Y/N? - mi chiamò Jungkook.
- N-no... n-non lo conosci... - dissi, mentendo, quando tornai alla realtà.
- Oh... -

Sembrava quasi dispiaciuto dalla mia risposta, ma io in quel momento avevo altro per la testa.

Infatti, mi allontanai leggermente da lui, cercando di concentrarmi di nuovo sui miei manga, senza però riuscirci.

Il pensiero di quel giorno continuava a tormentarmi, e io non sapevo davvero che fare per portare la mia attenzione su altro.

Adesso che ci pensavo bene però, di quello che era successo nel magazzino non ne avevamo minimamente parlato, come se dovesse rimanere solo un ricordo.

Non che ne volessi parlare così disperatamente, però una spiegazione a quello che era successo l'avrei voluta.
Ma mi sentivo troppo in imbarazzo ad iniziare io il discorso, e lui sembrava non volerne parlare, dato che non aveva ancora detto nulla a riguardo.

Jungkook ritornò a concentrarsi sul gioco, e non disse più nulla.

Siccome non riuscivo minimamente a concentrarmi sulla lettura, lasciai perdere e, mettendo il manga da parte, presi il mio telefono.

Rilessi il messaggio della sera prima di Taehyung, quello in cui mi chiedeva di vederci quello stesso giorno.
Io non gli avevo ancora risposto, e non avevo nessuna intenzione di farlo in quel momento.

Però...

Ripensando a quello che c'eravamo detti pochi minuti prima io e mio fratello, ero un po' insicura su cosa provassi davvero nei confronti di Taehyung.

Uscire con lui, senza contare come poi era andata a finire entrambe le volte, mi era piaciuto parecchio, e mi sarebbe piaciuto uscire ancora, e scoprire altri suoi lati che ancora non conoscevo.
Però, allo stesso tempo avevo paura, paura di cosa potesse fare se fossimo rimasti di nuovo soli.

Quando però aveva detto che gli piacevo, non potevo negare che internamente quella frase mi aveva fatto sorridere, e perdere un battito.
Era la prima volta che un ragazzo mi diceva di piacergli, ed era la prima volta che avevo sentito il mio cuore accelerare di poco il battito, o almeno, era la prima volta da quando ero piccola.

Infatti, quando ancora vivevo in Corea e potevo vedere il piccolo Jungkook, lui mi aveva fatto battere forte il cuore diverse volte, perchè mi faceva sempre imbarazzare.

Non sò se lo facesse apposta, o ero io che mi imbarazzavo per tutto, ma era talmente dolce con me, che a volte dimenticavo che eravamo cugini, o adesso dovrei dire fratelli, e lo vedevo semplicemente come un bambino con cui mi piaceva, anzi adoravo, passare il tempo.

Da quando era tornato poi, c'erano state diverse volte in cui non lo guardavo con gli occhi di una sorella, ma come quelli di una ragazza qualunque, e anche lui mi aveva fatto perdere qualche battito a volte, proprio come era successo poco prima, mentre parlavamo.

Ero talmente assorta nei miei pensieri, che non mi accorsi nemmeno di aver nuovamente posato lo sguardo su di lui.

La mia attenzione invece, venne catturata da un profumo che sentii in quel momento, e a cui fino a poco prima, non avevo minimamente fatto caso.

Era un profumo dalla fragranza particolare... sentiva sia di frutta, sia di fiori, anche se non sapevo dire con certezza di quali si trattava precisamente, non conoscendo tutti i profumi del mondo.

Ma aveva un qualcosa di... seducente...

Volendo sapere da dove provenisse, dato che io non avevo messo il profumo, e in camera mia sapevo non ci fosse nulla che profumasse in quel modo, cercai di capire da dove provenisse seguendo il mio olfatto, e mi bloccai quando, seguendo quel profumo, mi accorsi di essere vicinissima a mio fratello o, per essere più precisa, al suo collo.

Infatti, mi ero avvicinata così tanto che la punta del mio naso stava sfiorando la sua pelle, e avvampai quando me ne resi conto.

- Y/N... - disse Jungkook, e la sua voce era quasi un sussurro.
- Mh? M-mianhae*... - dissi, spalancando leggermente gli occhi.

Non mi spiegavo il motivo, ma non mi allontanai minimamente da lui anzi, rimasi con il viso vicinissimo al suo collo.

- C-che stai facendo? - mi chiese ancora guardandomi con la coda dell'occhio, e questa volta la sua voce sembrava un po' incerta.
- A-avevo sentito un profumo e... - dissi quasi sussurrando, abbassando lo sguardo imbarazzata, che però cadde sulle sue clavicole leggermente scoperte dalla maglia, facendomi imbarazzare di più.
- Ti piace il mio profumo? - chiese, mentre girò appena il viso, per posare il suo sguardo su di me.
- Non sapevo mettessi il profumo. - dissi, tenendo ancora lo sguardo basso.
- Sono molto sensibile agli odori, quindi mi piace metterlo. - disse, accennando un sorriso.

Io alzai gli occhi per guardarlo, ma me ne pentii quando facendolo, mi ritrovai vicinissima a lui, ci dividevano soltanto pochi millimetri.
Rimasi a fissarlo, come incantata, e lui continuò a guardarmi negli occhi, le mani che ancora reggevano la console abbandonate sulle sue gambe.

Sentii le guance in fiamme mentre guardavo ogni particolare del suo viso, e ancora di più quando per l'ennesima volta gli guardai le labbra.

Rimanemmo a fissarci per minuti che sembravano infiniti, nessuno dei due si mosse o disse nulla.

Ancora una volta, mi tornò in mente quello che successe nel magazzino.

I nostri sguardi erano come calamite in quel momento, nessuno dei due staccava il proprio dall'altro, e lui lentamente, aveva avvicinato il suo viso al mio.

In quel momento infatti, nonostante già ci dividessero solo pochi millimetri, mi sembrava che il viso di mio fratello fosse ancora più vicino di prima, e io spalancai leggermente gli occhi quando me ne resi conto.

La mia mente mi diceva di allontanarmi da lui, ma il mio corpo, come sempre, non la ascoltò, così rimasi immobile, a fissare Jungkook.

Quando le sue labbra erano così vicine alle mie, tanto da sfiorarle leggermente, lui si girò di scatto, voltando il viso dalla parte opposta alla mia, e quindi dandomi le spalle.

Io rimasi sorpresa dalla sua reazione, convinta che non si sarebbe girato, e rimasi a fissarlo in silenzio.

Avrei dovuto parlare in quel momento?
Ma cosa avrei potuto dirgli?



PoV Jungkook


Mi girai di scatto dando le spalle a mia sorella quando mi accorsi di cosa stavo facendo.

Quando si era avvicinata a me mentre ero ancora concentrato sul gioco, mi aveva lasciato sorpreso, soprattutto sentendo il suo respiro caldo sul mio collo, cosa che mi aveva fatto sentire un brivido lungo la schiena.

Mi aveva sorpreso che avesse sentito che avevo messo il profumo, e avevo sorriso internamente quando mi aveva detto che le piaceva, anche se l'aveva detto indirettamente.
Ma non mi aspettavo proprio che per sentirlo si avvicinasse in quel modo.

Timida com'era con i ragazzi, trovarmela all'improvviso così vicina al mio collo mi aveva fatto perdere un battito, e trovarmi il suo viso così vicino quando mi ero girato a guardarla, mi aveva fatto perdere la ragione, facendomi agire inconsapevolmente.

Per questo avevo avvicinato di più il mio viso al suo, fino a sfiorarle le labbra, e fu proprio quello a farmi tornare alla realtà e capire cosa stavo facendo.
Per questo mi girai dall'altro lato, per cercare di fermarmi.

Prima che si fosse ripetuto quello che era successo qualche giorno prima, in quel magazzino sulla spiaggia.
Anche perchè in quel momento, non eravamo in quel magazzino, ma a casa, e c'erano anche i nostri genitori.

E se uno dei due fosse entrato proprio in quel momento?
Non potevo rischiare.

Forse a farmi agire era stata la gelosia che provavo nei suoi confronti.
Soprattutto dopo che mi aveva detto che c'era qualcuno che le piaceva.

Sapevo benissimo ormai che le piacesse Taehyung...
Però...
Dal modo in cui mi aveva risposto...
Sembrava che stesse parlando di qualcun altro...non di Taehyung...

Ma chi poteva essere?


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


*Mianhae: scusa.


- Angolo Autrice -

Scusate se sono un po' in ritardo a pubblicare, ma con il lavoro e il resto, ho davvero poco tempo per scrivere.
Da adesso, ogni volta che durante il capitolo scriverò una parola in coreano, metterò sempre la traduzione, e appena potrò, lo aggiungerò anche nei capitoli già pubblicati, e ringrazio Yerilin_Styles 01 per avermelo fatto notare. ^^
In questo capitolo si scopre che effettivamente qualcosa è successa in quel magazzino, ma non si scopre bene ancora cosa, ma non preoccupatevi, perchè tra non molto saprete tutto.
Inoltre, tornerà presto anche Taehyung, e vedremo cos'altro combinerà, e se si farà perdonare.
Fatemi sapere cosa ne pensate, accetto qualsiasi tipo di commento.

Alla prossima, un bacione. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Cap 31: Ritorno... ***


PoV You


Da quel pomeriggio passato con mio fratello, passò una settimana, settimana in cui nessuno dei due aveva più parlato di quello che ci eravamo detti quel giorno.

Però, anche se non ne avevamo più riparlato, io non facevo altro che pensarci.

Ripensavo a quando Jungkook aveva detto che c'era una ragazza a cui era interessato, ma con cui sarebbe stato impossibile, almeno secondo lui, avere una relazione.
Ero davvero curiosa di sapere chi fosse, tanto che durante tutta la settimana, mentre eravamo a scuola, continuavo a guardarlo con la coda dell'occhio, sperando di beccarlo a fissare quella ragazza, ma rimasi delusa quando notai che raramente guardava le altre ragazze.

Magari non era di questa scuola?
O magari era una ragazza che aveva conosciuto in Corea, e che quindi io non avrei mai visto.

Ripensai anche a quando i nostri visi, più di una volta, si erano trovati vicinissimi quel giorno, e a quante volte il mio sguardo si era posato sulle sue labbra.
Ripensai soprattutto a quando lui aveva avvicinato di più il suo viso, per poi girarsi dall'altra parte quando le nostre labbra si erano sfiorate...

Perchè si era girato?
Ma soprattutto...

Perchè io non volevo che si girasse?

Oltre a pensare a Jungkook, avevo anche un'altra persona ad occuparmi la mente.

Taehyung.

Non avevo ancora risposto al suo messaggio di quel giorno, e ne avevo ricevuti altri nei giorni seguenti, sempre da parte sua, che mi chiedevano almeno di rispondergli, e non continuare ad ignorarlo.

Io non avevo risposto nemmeno a quelli, e quando ci vedevamo a scuola, ci scambiavamo giusto qualche sguardo e ci salutavamo quando ci incontravamo la mattina e quando dovevamo tornare a casa, e questo grazie a Jimin.

Fu Jimin infatti a pregare Taehyung di tornare a fare la strada casa-scuola con noi, e passare con noi l'intervallo come facevamo di solito, anche se, ovviamente, era solo lui a parlare molto con Taehyung, dato che era l'unica persona che non sapeva nulla di quello che era successo tra me e Tae in quelle settimane.


Quando arrivò venerdì però, cioè l'ultimo giorno scolastico della settimana, Taehyung mi fermò afferrandomi il polso quando ci alzammo per tornare nelle nostre classi alla fine dell'intervallo.

- Y/N – mi chiamò, la voce quasi un sussurro.

Io mi girai a guardarlo senza dire nulla, aspettando che continuasse a parlare.

- Dammi una possibilità. - mi disse, lo sguardo supplicante.

Io continuai a guardarlo senza parlare.
Non sapevo cosa dirgli.

Avrei voluto dirgli di sì, che gli avrei dato un'altra possibilità, ma...
Non potevo nascondere che non mi fidassi ancora completamente di lui, e che avessi il timore che avrebbe fatto qualcos'altro se fossimo usciti di nuovo.

Però...

Era anche vero che in quella settimana, averlo di nuovo vicino a me e non potergli parlare, o meglio, non riuscire a parlargli, come invece facevamo di solito, non mi era piaciuto per nulla, anzi, senza rivolgergli la parola, mi sentivo ancora più tesa.

Quindi, presi una decisione.

- E va bene, ti darò un'altra possibilità. - dissi tenendo lo sguardo basso, quasi a bassa voce.
- Davvero? - chiese lui, sorridendo ma incredulo allo stesso tempo.
- Sì, ma... -
- Ma...? -

Mi guardò un po' spaesato, aspettando che continuassi a parlare.
Io feci un respiro profondo prima di parlare, e alzai lo sguardo su di lui, per guardarlo negli occhi.

- Ma, anche se ho accettato di darti un'altra possibilità, questo non vuol dire che ti ho perdonato. - dissi decisa.
- Oh... capisco... - rispose, abbassando lo sguardo e lasciandomi andare il polso.

Io rimasi a guardarlo, dicendomi che quella era la decisione giusta da prendere.
O almeno, mi convinsi che era così.

Sapevo che molto probabilmente non era la cosa giusta da fare, ma non potevo nemmeno negare che mi mancasse, e che volevo tornare a parlare con lui.

- Quindi... se ti chiedessi di nuovo di uscire insieme... non lo faresti? - chiese lui, esitante.
- N-non lo sò... Non sono sicura di potermi fidare ad uscire da sola con te. Non adesso almeno. -

Lui sospirò, e poi mi lasciò andare il polso, proprio nel momento in cui suonò la campanella di fine intervallo.

- Ci vediamo all'uscita. - disse, rimanendo a fissarmi per qualche secondo, indeciso, e poi avvicinarsi a darmi un bacio sulla guancia.
- A dopo... - risposi, arrossendo leggermente.

Rimasi qualche secondo ferma in quel punto, ripensando a quello che era appena successo.

- Y/N...? -

Girandomi verso la voce che aveva appena parlato, mi ritrovai Jungkook che mi fissava.

- Dobbiamo tornare in classe. - disse, e il suo tono non sembrava per niente calmo.

Che mi avesse visto parlare con Tae?

Restammo in silenzio finchè non arrivammo in classe e ci sedemmo ai nostri posti.
Io mi sentivo un po' tesa, perchè sentivo lo sguardo di mio fratello su di me, ma non avevo il coraggio di affrontarlo.

Sapevo che se ci aveva visti parlare, voleva spiegazioni, e allo stesso tempo ce l'aveva con me dato che io non lo ascoltavo quando mi diceva di stare attenta a Tae e stargli lontano, dopo quello che era successo.

Così, cercai di portare la mia attenzione su qualsiasi cosa mi distraesse sia da Jungkook, che da quello che ci eravamo detti io e Tae poco prima.


All'uscita da scuola, finite le lezioni, trovammo Jimin e Tae che parlavano tra di loro, ed io rimasi a fissarli per un po', prima di avvicinarmi.

Mi piaceva vederli andare d'accordo, e sapevo che loro due sarebbero diventati ottimi amici e, ad essere sincera, ero un po' gelosa di questa cosa.
Non mi spiegavo il motivo, ma forse era proprio perchè adesso, nella situazione in cui eravamo io e Tae, lui mi rivolgeva sempre uno sguardo triste quando mi guardava o mi parlava, mentre io avrei fatto qualsiasi cosa per rivedere il suo sorriso squadrato, che adoravo tanto.

Ma cosa avrei potuto fare per fare in modo che mi guardasse di nuovo con quel suo sorriso?


Per tutto il tragitto fino al solito bivio, io rimasi in silenzio, lo sguardo puntato su Tae, mentre continuavo a chiedermi cosa avrei potuto fare.

Ripensai alle due uscite che avevo fatto con lui, soprattutto alla prima, quella in cui avevo conosciuto un po' di cose su di lui.

Ripensai a quando ci eravamo fermati nel negozio di musica, e il proprietario aveva lasciato suonare a Taehyung il sassofono.
Quanto mi era piaciuto sentirlo suonare...
Mi sarebbe piaciuto sentirlo di nuovo...

- Ci vediamo domani, Y/N! -

- Y/N? -

Spalancai gli occhi saltando leggermente sul posto, quando mi ritrovai il viso di Jimin vicino al mio, che mi fissava.

- C-che succede? - chiesi, guardandolo spaesata.
- Ti ho salutata, ma sembravi da un'altra parte. - disse lui, imbronciato.
- M-mianhae... Oh!. -

Mi accorsi solo in quel momento che eravamo arrivati al bivio, e che quindi io e mio fratello ci saremmo dovuti separare da Jimin e Taehyung.

Volsi lo sguardo verso quest'ultimo, che ritrovai a fissarmi con uno sguardo leggermente preoccupato, probabilmente perchè come Jimin, mi aveva salutato ed io non l'avevo sentito, e questo mi fece sentire un po' in colpa.

Io e mio fratello li salutammo, e ricominciammo a camminare, diretti verso casa.

- Com'è che ultimamente hai sempre la testa tra le nuvole? - mi chiese Jungkook, guardandomi serio.
- Non ho sempre la testa tra le nuvole. - risposi, gonfiando le guance.
- Ultimamente invece ti succede spesso. -
- Ultimamente? - lo guardai.
- Da quando tu e Taehyung non vi parlate, soprattutto. - disse lui stizzito.

Io lo fissai leggermente sorpresa.

- Pensi sempre a lui, non è vero? -
- C-certo che no... -
- Però vorresti tornare a parlarci come prima, sbaglio? - disse, bloccandosi e fissandomi intensamente.
- ... Forse... - risposi dopo qualche secondo di silenzio, abbassando lo sguardo.
- Quindi se ti dico di stare attenta, non mi ascolteresti vero? -
- È vero che voglio tornare a parlare con lui... -
- Tsk, lo sapevo. - disse sottovoce.
- Ma questo non significa che non starò attenta. Non sono una bambina, sò badare a me stessa. - dissi, alzando lo sguardo e puntandolo su di lui, iniziando ad innervosirmi.
- E se ti mette di nuovo le mani addosso? Tornerai di nuovo a casa nascondendoti mentre piangi? - disse, irritato.
- Cos- No! -

Fece un respiro profondo prima di continuare a parlare.

- Ti dico così solo perchè mi preoccupo per te, lo sai. Non voglio arrabbiarmi, ma non sopporterei l'idea che perdoni quel tipo come se non fosse successo nulla. Scommetto quello che vuoi che la prossima volta che alzerà di nuovo le mani su di te, non si fermerà a quello che ti ha fatto l'altra volta, ed io non voglio che questo accada. -

Disse tutto guardando per terra, stringendo i pugni, come se stesse parlando da solo, e vederlo così, mi fece venire una stretta al cuore.
Sapevo benissimo che si preoccupava per me, e che non si fidava per nulla di Taehyung, ma io non potevo lasciare le cose come erano adesso, volevo tornare a come erano prima, quando avevo appena conosciuto Taehyung.

- Oggi c'hai visti parlare, non è vero? All'intervallo intendo. - dissi dopo qualche minuto.

Lui annuì senza dire nulla.

- Beh, mi ha chiesto di dargli un'altra possibilità... e io gliel'ho data. - dissi, abbassando leggermente il tono di voce.

Sapevo che dirlo a lui l'avrebbe fatto arrabbiare, e mi aspettavo che mi rispondesse alzando la voce.

- Y/N... - disse sottovoce, guardandomi incredulo.
- Ma gli ho anche detto che non l'ho ancora perdonato, e che comunque non mi fido ancora completamente di lui. - dissi, prima che lui potesse dire qualsiasi cosa.
- Oh... -

Mi guardò per qualche secondo, per poi girarsi e ricominciare a camminare, senza dire nient'altro.

Io lo seguii in silenzio, e quando arrivammo a casa, mi diressi subito in camera mia, buttandomi sul letto.

Non mi piaceva per niente discutere con mio fratello, quindi quello che era appena successo con lui, mi aveva un po' ferito.

Sapevo che lo faceva per il mio bene, che mi metteva in guardia da Taehyung, e aveva paura di cosa lui poteva farmi.
Ma allo stesso tempo, a volte lo trovavo fin troppo protettivo, e questo suo lato non mi piaceva molto, soprattutto perchè lo tirava fuori solo quando si riferiva ad un altro ragazzo.

Ripensai a quando io e Taehyung avevamo parlato all'intervallo, allo sguardo che mi aveva rivolto quando mi aveva chiesto di dargli un'altra possibilità.

Non fidandomi completamente di lui, non sapevo se lo sguardo che aveva in quel momento era sincero o meno, ma per qualche ragione, in quel momento mi si era stretto il cuore a vederlo così, e quindi non avevo voluto dirgli di no.

Avevo fatto bene a dargli un'altra possibilità?



----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



- Angolo Autrice -

Scusate se questo capitolo è un po' corto, ma oltre aver avuto non molto tempo per scriverlo, volevo e trovavo più giusto dividere questa parte da quello che succederà nel prossimo capitolo.
Non svelo nulla, ma vi avverto che nei prossimi credo 2-3 capitoli al massimo, si scopriranno le vere intenzioni di Tae nei confronti della protagonista, e quindi il motivo per cui l'ha avvicinata, e credo che saranno anche gli ultimi capitoli in cui apparirà (forse).
Spero che questa storia non sia troppo lunga, mancano ancora poche cose prima del finale, quindi spero di non tirarla troppo per le lunghe e quindi farla diventare noiosa.
Fatemi sapere il vostro parere.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Cap 32: Parco divertimenti e... ***


PoV You


Da quando avevo accettato di dare un'altra possibilità a Taehyung, era ormai passato un mese.

Avevamo ricominciato ad uscire insieme ma, visto che io ancora non mi fidavo molto di lui, avevo chiesto a Jimin se voleva uscire con noi, ovviamente senza dirgli nulla della nostra situazione.

Di certo non lo avrei mai chiesto a mio fratello, che sicuramente, piuttosto che uscire con noi, mi avrebbe trattenuto a casa, o chissà cos'altro avrebbe fatto pur di non farmi vedere Taehyung.

Durante tutte le nostre uscite, non ce ne fu una in cui Taehyung aveva fatto qualcosa come le prime volte, quelle che io avrei voluto quasi dimenticare, anche se non completamente.
Forse si tratteneva perchè con noi c'era Jimin, e quindi non eravamo soli, o almeno era quello che pensavo all'inizio, ma poi ricordai che lui era il tipo a cui non importa dove ci troviamo o se c'è qualcuno con noi, se avesse voluto allungare le mani, lo avrebbe fatto in qualsiasi caso, ovunque.

Quindi a volte mi chiesi perchè non facesse nulla, insomma, non che volessi che facesse qualcosa, ma dopo le prime due uscite con lui, trovavo un po' strano il fatto che adesso non facesse proprio nulla.

- Oggi cosa vi va di fare? - chiese Taehyung tutto sorridente, mentre eravamo in un fast food raggiunto dopo essere usciti da scuola, aspettando il nostro turno per prendere da mangiare.
- C'è un parco giochi qui? Quando ero in Corea ci andavo spesso. - disse Jimin guardandoci facendo gli occhi dolci.
- Sì, ce n'è uno, ma per raggiungerlo dobbiamo prendere il pullman perchè è un po' lontano. - dissi io, sorridendo all'espressione di Jimin.
- Beh, abbiamo tutto il pomeriggio, e poi anche a me piacerebbe andarci. - disse Taehyung, per poi girarsi per ordinare.

Ci sedemmo al tavolo dopo aver preso il cibo, e Taehyung andò a sedersi vicino a Jimin.

- Perchè non ti siedi vicino a Y/N? - chiese Jimin guardandolo.

Taehyung semplicemente non rispose e si sedette, sotto lo sguardo interrogativo di Jimin, e anche un po' mio.

Anche se non mi dispiacesse il fatto che non stava allungando in nessun modo le mani tutte le volte che stavamo insieme, non mi aspettavo certo che per non farlo, faceva anche in modo di non starmi troppo vicino, come in quel momento.

Infatti, non si sedeva più vicino a me, nemmeno a scuola, e quando camminavamo durante le uscite o anche solo facendo la strada scuola-casa, stava sempre vicino a Jimin, e mai a me.

Quindi, anche in quel momento, ci rimasi un po' male, ma cercai di non darlo a vedere.

Mi ritrovai a fissarlo con la coda dell'occhio mentre mangiavamo, notando come sorrideva quando parlava con Jimin.

Finito di mangiare, ci alzammo e, usciti dal fast food, ci dirigemmo alla fermata del pullman.


Appena arrivati al parco divertimenti, Jimin iniziò a guardarsi intorno incuriosito.
Sembrava un bambino che entra per la prima volta in un negozio di giocattoli.

- Da dove vuoi iniziare? - gli chiesi dopo un po', cercando di nascondere il sorriso che mi era venuto guardandolo.
- A te quale attrazione ti piace? - mi chiese, girandosi verso di me.
- Mmh... Direi le montagne russe. - dissi, dopo averci pensato un po'.

Era parecchio che non venivo al parco divertimenti, quindi avevo pochi ricordi di quali attrazioni mi piacessero.

Pensandoci bene, c'ero venuta solamente due volte in dieci anni.
Le uniche due volte in cui ero riuscita a far uscire Yoongi dal suo studio, per essere precisi.

- Le... montagne russe? - chiese Jimin, leggermente spaventato.
- Non ti piacciono? - gli chiesi, sorpresa dalla sua reazione.
- Qui qualcuno è spaventato. - disse Taehyung, sghignazzando.
- N-non sono spaventato! - rispose Jimin, lanciando un'occhiataccia a Taehyung, per poi mettere il broncio.
- Non ci sono solo le montagne russe, qualcos'altro lo troveremo. - dissi io, iniziando ad incamminarmi guardandomi intorno.

Jimin e Taehyung mi seguirono, e insieme, iniziammo a guardare le varie attrazioni e decidere quale provare.

Taehyung sceglieva sempre le attrazioni più pericolose, e sembrava divertirsi parecchio, mentre Jimin preferiva quelle un po' più tranquille.

Io decisi di salire sulla nave pirata, e ci trascinai anche loro due.
Quando arrivò il nostro turno di salire sulla nave, io mi ritrovai seduta in mezzo a loro, e non riuscii a nascondere un sorriso.

Finalmente potevo stare un po' vicino a Taehyung, e infatti non smettevo di guardarlo con la coda dell'occhio, anche se cercavo di prestare attenzione anche a quello che ci circondava, dato che essendo la prima volta che salivo su quell'attrazione, ero curiosa di vedere come fosse.

- Wow, i pirati sembrano veri... secondo voi sono persone vere? - chiese Jimin, mentre si guardava intorno.
- È ovvio che sono macchine e non persone vere. Non vedi come si muovono? - disse Taehyung, trattenendo una risata.

Jimin mise di nuovo il broncio, così io decisi di catturare la loro attenzione.

- Guardate là! - esclamai, indicando un punto in cui invece dei pirati "vivi", c'erano degli scheletri di pirati.

Jimin sussultò appena vide cosa stavo indicando, mentre Taehyung li guardava incuriosito.

- Non ti spaventi proprio tu eh? - gli chiesi, guardandolo.
- Dovrei? - chiese lui, guardandomi.

Io arrossii leggermente quando il suo sguardo si posò su di me.

Era la prima volta che ci guardavamo così da quando avevamo iniziato ad uscire di nuovo, ed era la prima volta che mi ritrovavo di nuovo così vicina a lui.

Non smisi di fissarlo per minuti che sembravano non finire mai, finchè la voce di Jimin non mi risvegliò.

- Anche su questa attrazione fanno le foto? -
- Mmh? Beh, sì, come tutte le altre. - risposi dopo qualche secondo, quando capii cosa mi avesse chiesto.

Quando finì il giro, scendemmo, e seguendo il persorso verso l'uscita, ci fermammo a vedere la foto scattata a noi.

- Proprio in quel momento dovevano scattarla? - chiese Jimin, guardando un punto fisso, leggermente accigliato.

Seguendo il suo sguardo, vidi che stava fissando la foto dove, insieme alle altre persone salite sulla barca con noi, c'eravamo anche noi tre, e mi scappò una risata capendo a cosa si riferisse Jimin.

- Ya, non ridere. È imbarazzante. - disse Jimin gonfiando le guance.
- Però la tua espressione fà ridere. - disse Taehyung, guardando anche lui la foto.

Nella foto, io e Taehyung eravamo abbastanza tranquilli, se così si può dire, mentre Jimin era visibilmente spaventato, e aveva un'espressione buffa.

- Dai Tae, non prenderlo in giro. - dissi, cercando di far sparire il broncio dal viso di Jimin.
- Ok, ok... - rispose lui, anche se non riuscì a smettere di ridacchiare.

Decidemmo di fare una pausa, ed andare a prenderci un gelato.

Ci dirigemmo dunque al bar non molto distante dall'attrazione dei pirati, e da cui si potevano vedere bene anche altre attrazioni, che non avevamo ancora provato, e prendemmo posto ad un tavolino, mentre consumavamo le nostre coppe gelato.

- Questo parco sembra molto più grande di quello in Corea. - disse Jimin.
- Io quello in Corea non l'ho mai visto. - dissi, abbassando lo sguardo un po' triste.
- Davvero? Ma tu non avevi vissuto un po' lì prima di trasferirti in Italia? - chiese Jimin, sorpreso.
- Sì, ma solo quando ero piccola. Mi sono traferita qui dieci anni fa, e da allora non sono più tornata in Corea. -
- Ti manca? -
- Beh, mi piacerebbe tornarci un giorno. -

"Magari insieme a Jungkook" pensai.

A quel pensiero spalancai leggermente gli occhi, sorpresa io stessa da quello che avevo pensato.

- Y/N, tutto bene? - chiese Taehyung, guardandomi.
- Sì... - risposi, senza però smettere di pensare a quello che avevo appena pensato.

Siccome ero troppo presa dal pomeriggio che stavo passando con Jimin e Taehyung, solo in quel momento pensai a Jungkook.

Ripensai a quando, uscendo da scuola qualche ora prima, l'avevamo salutato, dato che Taehyung c'aveva invitato a mangiare fuori, e ovviamente lui aveva rifiutato, e a come mi aveva guardato quando invece io avevo accettato.

Per quasi tutto il mese, c'eravamo separati all'uscita da scuola, perchè io uscivo sempre con Jimin e Tae, mentre lui non voleva mai venire, proprio perchè c'era Tae, e quindi tornava a casa da solo.

A me dispiaceva sul serio vederlo andare via da solo e non unirsi a noi, ma allo stesso tempo sapevo il motivo per cui rifiutava sempre, e io non volevo in nessun modo costringerlo a venire contro la sua volontà, anche perchè sapevo che se lo avessi fatto, lui si sarebbe solo annoiato, o peggio, irritato>, e non sarebbe riuscito a divertirsi.

Era anche vero però, che a volte io stessa non mi divertivo completamente come invece avrei voluto, proprio perchè lui non era con noi.

In quel momento, mi ritornò in mente il giorno che avevamo, per colpa sua, saltato la scuola, ed eravamo finiti alla sala giochi, per poi dirigerci al mare.
Prima di decidere di andare alla sala giochi, infatti, lui mi aveva chiesto se c'era un parco divertimenti, e io gli avevo risposto che sarebbe stato inutile andarci durante l'orario scolastico, perchè il tempo di andata e ritorno, ci avrebbe permesso di fare pochissime attrazioni, forse nemmeno la metà di quelle che c'erano.

Proprio quel pensiero, mi fece rattristire un po', perchè avrei voluto davvero che in quel momento ci fosse anche lui lì con noi, dato che mi ero ripromessa che, se fossi andata al parco divertimenti dopo quel giorno passato con lui, l'avrei portato con me.

Invece adesso era chissà dove, a fare chissà cosa.

Avrei voluto scrivergli un messaggio, appunto per sapere cosa stesse facendo, ma poi pensai subito che fosse una cattiva idea.

Quando tornavamo a casa insieme, i giorni in cui non uscivo con Tae, Jungkook evitava sempre di rivolgermi la parola, e io non sapevo mai come iniziare un discorso con lui, quindi mi ritrovavo a fissarlo tutto il tempo senza dire nulla.

Sapevo che non gli piacesse il fatto che avevo ricominciato ad uscire con Taehyung, anche se quando lo facevo, non ero mai sola con lui, perchè c'era Jimin, ma non sapevo come farglielo accettare.
Insomma, mi sembrava ingiusto che solo perchè avevo ricominciato ad uscire con lui, Jungkook iniziasse ad ignorarmi completamente, e questo mi faceva davvero male.

Non volevo che qualcosa ci dividesse di nuovo, proprio adesso che lo avevo ritrovato da poco e avevamo ricominciato a stare insieme come quando eravamo piccoli.



- Y/N? -

La mano di Taehyung poggiata sulla mia spalla mi risvegliò da miei pensieri.

- Che succede? È un po' che ti chiamiamo. - mi disse, guardandomi preoccupato.

Io lo guardai per qualche secondo, mentre stavo ancora pensando a Jungkook, poi mi sentii leggermente in colpa per averli ignorati.

- Scusate... - dissi, abbassando lo sguardo.
- Non ti stai divertendo? - chiese Jimin.
- No, certo che mi sto divertendo. Stavo solo pensando a una cosa. Mi dispiace. - dissi sincera.

- Andiamo a fare qualche altra attrazione? - chiese Taehyung, cercando di cambiare argomento.

Decidemmo così di andare all'attrazione che spaventava Jimin, ovvero le montagne russe.
Però, sapendo che lui aveva paura, scelsi quella più "leggera".

Quando prendemmo posto in fila, aspettando il nostro turno per salire, io vidi Jimin che fissava le montagne russe su cui saremmo saliti di lì a poco, e a come sussultava ogni volta che le altre persone già sulla giostra urlavano.

- Dai, non sono così spaventose come sembrano. - dissi, cercando di rassicurarlo.
- Allora perchè tutti gridano? - chiese lui, e non riuscì a nascondere un tremolio leggero nella voce.
- Non tutti gridano perchè hanno paura. - gli dissi.

Lui mi guardò per qualche secondo, cercando di convincersi delle parole che gli avevo appena detto, e sembrò calmarsi un po'.

- Y/N è più coraggiosa di te, e tra i due l'uomo sei tu. - disse Taehyung.
- Tae! Ti prego... - lo implorai.

Mi girai a guardare Jimin, sperando che non avesse ascoltato le parole di Taehyung.
Proprio adesso che sembrava essersi calmato doveva arrivare con quella frase.

- Solo perchè sono un uomo, non significa che non ho paura di niente. - disse, per poi avanzare e prendere posto sulla giostra, dato che nel frattempo era arrivato il nostro turno.

Io mi sedetti vicino a lui, e dato che era parecchio che non salivo più su quella giostra, un po' di agitazione era venuta anche a me.
Inspirai profondamente, e vidi che Jimin fece la stessa cosa guardandomi con la coda dell'occhio, quindi io gli rivolsi un sorriso rassicurante.

- Andrà tutto bene. - gli dissi, e non appena finii di parlare, la giostra prese a muoversi.

Io gridai non appena iniziò la discesa, ma il mio non era un grido di paura, anzi, mi stavo divertendo un sacco.
Jimin all'inizio rimase in silenzio, ancora un po' spaventato, ma poi prese a gridare anche lui, e vedendolo sorridere, capii che si stava divertendo come me.

Quando il giro finì, il più carico dei tre fù proprio Jimin, che ci chiese di poter fare un altro giro, e noi accettammo.

- Avevi ragione. Non sono poi così spaventose. - mi disse Jimin tutto sorridente dopo il terzo giro.
- Perchè non hai provato le altre. - disse Taehyung con un ghigno.
- Perchè devi sempre buttargli giù il morale così? - chiesi, guardando Tae e mettendo un piccolo broncio.
- Eddai, stavo scherzando. - disse lui, cercando di difendersi.
- Non fa niente, Y/N, davvero. - disse Jimin sorridendo.

- Facciamo un'altra montagna russa? - chiese Taehyung.
- Credo che sia ora di tornare a casa, ricordate che abbiamo da prendere un pullman. - disse Jimin controllando l'ora sul cellulare.
- Ma io non voglio ancora tornare a casa. - disse Tae facendo una voce da bambino.
- Qui i pullman non ci sono a tutte le ore, ci conviene tornare e magari andiamo in un bar o da qualche parte. - dissi, controllando a mia volta l'orario sul cellulare.
- Va bene. - disse Tae rassegnato.

Così, ci dirigemmo alla fermata del pullman, e dopo averlo preso, tornammo verso casa.


Appena scesi, il telefono di Jimin squillò, e lui guardò subito lo schermo.

- Accidenti. - disse.
- Che succede? - chiesi, allarmata.
- Mi ero dimenticato che oggi devo vedermi con un mio compagno di classe, e avevamo deciso di andare a cenare insieme per poi andare a fare un giro. Mi dispiace non poter stare ancora con voi. - disse, abbassando lo sguardo.
- Non fa niente tranquillo, e poi sei già stato tanto con noi oggi, e se hai già un impegno, non voglio trattenerti oltre. Ci vediamo domani a scuola. - dissi.
- Allora... a domani. - disse, per poi salutarci.

Solo quando lo vidi allontanarsi, mi resi conto in che situazione mi trovavo in quel momento.

Ero da sola... con Taehyung.

Sentii le guance avvampare per l'imbarazzo, ma anche un senso d'agitazione farsi spazio dentro di me.
Non avevo il coraggio di voltarmi verso di lui, e presi a mordermi il labbro inferiore nervosamente.

- Y/N? -

Solo quando mi chiamò mi girai verso di lui, ma senza guardarlo negli occhi.

- Non ti fidi ancora di me vero? - mi chiese, e io in quel momento sentii una fitta al cuore a quelle parole.

Era vero, non mi fidavo ancora completamente di lui, ma per tutto quel mese che avevamo passato insieme, lui non si era minimamente avvicinato a me, nemmeno per starmi vicino, e questo... mi faceva un po' male.

Ormai non potevo negare di provare qualcosa per lui, perchè quando avevamo passato giorni in cui io non gli rivolgevo la parola... non potevo negare che mi mancava.

Mi mancavano i suoi baci sulla guancia, lo stare vicino a lui, e il suo sorriso rettangolare che mi piaceva così tanto, e che anche durante quell'intero mese, non avevo visto nemmeno una volta, nemmeno l'ombra.

- Y/N... - disse quasi sottovoce, accarezzandomi la guancia.

Io chiusi gli occhi, beandomi del tocco della sua mano, del suo calore che tanto mi era mancato.

- Scusa... - dissi con un filo di voce.
- Non devi scusarti. Ti capisco se ancora non ti fidi di me. - disse, tenendo ancora il tono di voce basso.

Io riaprii gli occhi, per guardarlo nei suoi, e rimasi qualche secondo lì imbambolata a fissarlo.

Poi, feci qualcosa di cui forse mi sarei pentita più tardi nel tempo.


Lo baciai.


------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Prima di tutto, voglio davvero scusarmi per non aver pubblicato per quasi un mese credo.
Ma tra cose personali, l'umore sbagliato per scrivere e altre cose, non riuscivo davvero a mettere giù un capitolo decente, nonostante ho già programmato cosa scrivere in questo e nei prossimi due capitoli, che come ho già detto, saranno quelli che finalmente spiegano cosa volesse fare Tae fin dall'inizio, anche se devo ammettere che sta venendo un po' diverso da come doveva essere.
Per questo capitolo, all'inizio ero un po' indecisa su dove far andare la protagonista, Tae e Jimin, poi mi è venuto, per puro caso, in mente la scena di Jimin che vedendo le montagne russe scappa gridando "ommaaaaa", (anche se adesso non ricordo in che video era) e quindi ho deciso di farli andare al parco divertimenti, e ovviamente alla fine Jimin doveva lasciarli un po' da soli.
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate.
Spero di riuscire a postare presto il prossimo capitolo.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Cap 33: Non doveva scoprirlo così... ***


PoV You


Poi, feci qualcosa di cui forse mi sarei pentita più tardi nel tempo.

Lo baciai.



Ad essere sincera, il mio non era un vero e proprio bacio, erano solo le mie labbra appoggiate alle sue, dato che io non ero per niente brava a baciare, e non sapevo nemmeno se questo gesto sarebbe piaciuto a Taehyung.

Infatti qualche dubbio lo ebbi, dato che non lo sentii muovere un muscolo.
Per questo, poco dopo mi staccai, sentendo le guance in fiamme per l'imbarazzo.

Lui mi guardò con gli occhi spalancati, sorpreso, e non disse nulla.

- A-allora... a domani... - dissi dopo qualche minuto, dato che quel silenzio che si era creato, mi stava mettendo ansia.

Iniziai così ad avviarmi verso casa, quando mi bloccai di colpo.

- Aspetta! - disse Taehyung, afferrandomi il polso per fermarmi.

Una parte di me voleva andarsene, imbarazzata per il gesto che avevo appena fatto, ma l'altra parte voleva restare, e sapere perchè mi aveva appena fermato.

Fu così che qualche secondo dopo mi girai verso di lui, un po' titubante.

- Perchè mi hai baciato? - mi chiese, tenendo un tono calmo, nonostante la sua espressione fosse ancora di evidente sorpresa.

Io lo fissai per un po', non sapendo cosa rispondere.

L'avevo fatto d'impulso, non c'era una ragione precisa per quel gesto...
Forse il fatto che ci stavamo per separare, ed io mi sentivo in imbarazzo per dire a parole che avrei voluto passare ancora un po' di tempo con lui, aveva fatto muovere il mio corpo da solo, non sapendo come altro fare per trattenerlo ancora un po'...

- Y/N? - mi chiamò, non ricevendo alcuna risposta.

Io alzai lo sguardo su di lui, guardandolo qualche secondo prima di iniziare a parlare.

- Mi piaci... - dissi quasi sussurrando, per l'imbarazzo.
- Cosa? - rispose lui, avvicinandosi un po' a me per sentire meglio.

Io indietreggiai appena, sentendo le guance in fiamme.

- M-mi piaci! - dissi, alzando un po' la voce e chiudendo gli occhi, per poi abbassare la testa e mordendomi il labbro inferiore appena finii di parlare.



Dopo aver passato ancora circa un'oretta in compagnia di Taehyung, ci salutammo quando arrivammo al bivio che divideva le nostre case, e io, quando rimasi da sola, mi sentii sempre più agitata man mano che mi avvicinavo a casa.

Quello che era appena successo con Taehyung non era stato per niente programmato, era successo così all'improvviso e così velocemente, che per un momento credetti di aver solo sognato che fosse successo davvero.

Non avrei mai pensato che sarei stata io ad avvicinarmi a lui in quel modo, baciandolo all'improvviso.
Se ci ripensavo, sentivo ancora le guance in fiamme per l'imbarazzo.

Davvero l'avevo fatto?

E poi...



Continuando a pensare a quello che era successo poco prima, non mi accorsi nemmeno di essere arrivata a casa, finchè non andai a sbattere contro qualcosa.

O meglio... qualcuno...

- Y/N... -

Alzai lo sguardo sentendomi chiamare, arrossendo quando il mio sguardo incontrò quello di mio fratello, notando quanto fossimo vicini.

- Scusa... - sussurrai, abbassando lo sguardo.

Dato che avevo abbassato lo sguardo, potei notare che mio fratello fosse vestito come se fosse pronto ad uscire, e questa cosa mi incuriosì.

- Dove vai? - chiesi.
- Mh? Esco con Jimin. - disse lui, continuando a fissarmi.

Solo in quel momento mi accorsi che eravamo sulla soglia di casa, ed io, rimanendo ferma, stavo bloccando mio fratello, così mi spostai, per lasciarlo passare.

Ad essere sincera, un po' mi dispiaceva che lui sarebbe uscito, forse perchè io non ero mai stata abituata a farlo, infatti uscivo molto raramente, e mai verso l'ora di cena.

- È successo qualcosa? - mi chiese lui, girandosi verso di me quando stava per uscire.
- N-no... perchè? - lo guardai, sorpresa dalla sua domanda.
- Sicura? Sei un po' strana... - disse lui, assottigliando leggermente lo sguardo, scrutandomi.

Faceva così solo quando dubitava che io stessi dicendo la verità, e sapevo benissimo che non gli piaceva per niente quando gli mentivo.

Ma questa volta avrei dovuto farlo, una piccola bugia avrei dovuto dirla.
Ma dato che io sono una pessima bugiarda, soprattutto con lui, iniziai ad essere davvero tesa, e sperai che Jungkook non facesse altre domande, altrimenti avrei finito per rivelare tutto, e non potevo assolutamente farlo.

Non con lui.

Lui mi guardò ancora qualche secondo, chiaramente poco convinto, e poi, senza dire nient'altro, uscì di casa, chiudendo la porta dietro di sè.

Tirai un sospiro di sollievo, e poi mi diressi in camera mia.
Avevo addirittura dimenticato che dovevo cenare.

Mi sdraiai sul letto, pensando a tutto quello che era successo quel giorno, soprattutto a quello che era successo con Taehyung e lo sguardo che mi aveva rivolto Jungkook.

Sapevo che quello che era successo con Taehyung avrei dovuto dirlo a Yoongi.
Dopotutto, lui mi aveva avvertito di stare attenta, quindi era giusto che sapesse anche questa cosa.

Ma Jungkook no.

Sapevo che era sbagliato mentirgli e non dirgli nulla, ma avevo davvero il timore di come avrebbe reagito ad una notizia del genere.

Sicuramente si sarebbe arrabbiato, e anche tanto, ma non avendolo mai visto in quel modo, non potevo sapere cosa avrebbe fatto a quel punto.
Mi avrebbe gridato contro, di questo ne ero certa, ma ripensando a come aveva reagito ogni volta che c'era di mezzo Taehyung, ero anche certa che non si sarebbe fermato solo alle parole, ma avrebbe fatto qualcosa, probabilmente di avventato.

Ed io non volevo che questo accadesse.

Per questo decisi che la soluzione migliore era tenerlo all'oscuro, almeno per un po'.
Prima o poi, l'avrebbe comunque scoperto, ma speravo che questo sarebbe successo più avanti, magari quando tra lui e Taehyung si sarebbero placate le acque.




PoV Zero


Dopo aver salutato Y/N, Taehyung si avviò verso casa, torturandosi il labbro inferiore.

Era davvero giusto quello che stava facendo?

Non si era immaginato che cercare di avvicinarsi a lei, avrebbe portato alla situazione in cui si trovava ora.
Se lo avesse saputo prima, probabilmente si sarebbe chiesto se ne valeva davvero la pena.

Ripensò a tutto quello che aveva fatto da quando l'aveva iniziata a guardare nei corridoi della scuola, a tutte le volte che malediva il fatto che era sempre in compagnia di qualcuno, e quindi impossibile per lui da avvicinare... a quando aveva dovuto usare Yuna per farla stare da sola il tempo necessario da andare a parlarle... e per questo aveva anche dovuto aiutare Yuna, dato che se non fosse stato per lui, Jungkook l'avrebbe di nuovo ignorata...

Si chiedeva dove avesse sbagliato per finire nella situazione in cui era ora, in cui non pensava di finire mai.

Certo, era stato lui il primo a dirle che gli piaceva, quindi quando poi lei qualche ora prima aveva detto la stessa cosa rivolta a lui, non ne era proprio rimasto così sorpreso.

Infatti, non era quello che aveva detto lei ad averlo sorpreso, ma era proprio il fatto che lo avesse detto ad averlo lasciato con gli occhi spalancati.

L'aveva già capito senza che lei lo dicesse, soprattutto quando si erano rivisti per qualche minuto quel giorno al supermercato, pochi giorni dopo l'uscita al karaoke, ma non pensava che lei lo avrebbe mai ammesso, contando anche il fatto che non voleva perdonarlo.

O almeno, che non l'aveva ancora fatto fino a quel giorno.

Per questo ora si stava chiedendo se stava facendo la cosa giusta, perchè non era così che l'aveva programmata.

Ad essere sinceri, non avrebbe nemmeno dovuto impiegarci così tanto tempo.
Infatti, all'inizio pensava che nel giro di un mese sarebbe riuscito a fare quello che voleva fare, invece questo si stava dimostrando più difficile del previsto, e lui non sapeva dire se questa cosa non gli dispiacesse, o lo stesse completamente stufando.


Quando arrivò vicino a casa sua, improvvisamente si girò dando le spalle alla porta d'entrata, e si diresse nella parte opposta, allontanandosi da quel luogo, diretto in un posto preciso.

L'unico in cui in quel momento si sarebbe potuto liberare di tutte le sue preoccupazioni.



PoV You

Il mattino seguente, dopo aver fatto colazione, io e Jungkook uscimmo di casa, diretti verso la scuola, e ci incontrammo come sempre con Jimin e Taehyung.

Quando arrivammo vicini a loro, Taehyung venne verso di me e mi baciò sulla guancia, facendomi arrossire.

- Buongiorno piccola. - mi sussurrò all'orecchio.

Io rabbrividii sentendo il suo tono così basso, e con la coda dell'occhio notai l'occhiata che Jungkook aveva tirato a Taehyung.

Mi chiesi se sarebbe mai venuto il giorno in cui sarebbero andati d'accordo come Taehyung andava d'accordo con Jimin.
Mi sarebbe piaciuto vederli ridere e scherzare insieme, ma questo credo che rimarrà soltanto un sogno irrealizzabile.


Arrivati a scuola, ci separammo di nuovo, per andare ognuno nella propria classe, e io rimasi a fissare mio fratello.

Appena entrati in classe, sentii la sensazione di essere osservata, e quando alzai lo sguardo per accertarmene, notai Yuna che mi fissava, e il suo sguardo, per qualche motivo, non prometteva nulla di buono.

Sapevo che anche quest'anno mi avrebbe tormentato, anche se con tutto quello che mi stava capitando in quei mesi, mi ero quasi dimenticata di lei, anche perchè non aveva ancora fatto nulla rispetto all'anno scorso.

Certo, non si poteva dire che qualcosa non l'aveva fatto.

Ricordavo benissimo quello che mio fratello mi aveva raccontato che lei gli aveva fatto, e per questo non l'avrei perdonata, ma per il resto non sembrava ancora intenzionata a fare nulla.

O meglio, lei è il classico tipo di persona che a parole dice di tutto e di più, e poi a fatti non fa assolutamente nulla.

Anche se quell'anno, sembrava molto più presa da mio fratello che da qualsiasi altra cosa.
Ed io non sapevo se esserne felice o meno di questo, dato che mi infastidiva il fatto che continuasse anche solo a fissarlo tutti i giorni.

Decisi di reggere il suo sguardo, dato che sapevo che era una cosa che lei odiava, per vedere se avrebbe fatto qualcosa, ma in quel momento suonò la campana ed entrò il professore, quindi lei si girò dandoci le spalle.


Passammo le ore che ci dividevano dall'intervallo in perfetta calma, anche se ogni tanto notavo Yuna girarsi di nuovo verso di noi e guardarci, sia a me che a mio fratello.


Non appena suonò la campanella dell'intervallo, io e Jungkook ci alzammo, iniziando a dirigerci verso la porta della classe, quando...

- Non credi che il tuo Taehyung si ingelosisca a vederti sempre insieme a Jungkook? -

Quando sentii quella frase, riconobbi subito chi l'aveva pronunciata, ma invece di risponderle, decisi di ignorarla.

O almeno, fui l'unica a farlo.

- Il tuo Taehyung? - sentii rispondere Jungkook, e sentii che marcò il "tuo".

Mi bloccai sul posto, girandomi mentre iniziai ad essere un po' agitata per quello che sarebbe successo di lì a poco.

Perchè Jungkook non l'aveva ignorata?
E dove voleva arrivare Yuna con quella frase?

- Tu e Y/N vi siete lasciati per caso? - chiese Yuna, questa volta rivolta a mio fratello, fingendosi preoccupata.
- Si può sapere di che stai parlando? - chiese Jungkook, e io sapevo benissimo che stava iniziando ad innervosirsi.
- Come, non lo sai? Y/N e Taehyung stanno insieme. Non te l'ha detto? - disse lei, continuando con quel suo tono da finta innocente.
- Cosa? - rispose Jungkook, questa volta voltandosi verso di me.

Io spalancai gli occhi alla frase di Yuna.
Come faceva a saperlo?
E perchè lo stava dicendo proprio in quel momento?

Sentii lo sguardo di Jungkook addosso, ma non avevo il coraggio di affrontarlo.
Non volevo che lo scoprisse così.

Continuai a guardare Yuna, che mi guardava con un sorrisetto soddisfatto in volto.
Vidi che lentamente si avvicinò a noi, fino ad arrivare vicino a Jungkook, per poi circondargli un braccio con le sue mani.

- Beh, direi che ora non puoi dirmi proprio nulla se ci provo con Jungkook vero? Dopotutto tu sei già impegnata. - disse, avvinghiandosi di più a lui.
- Levati. - disse Jungkook con la voce roca.

Yuna alzò lo sguardo su di lui, e si sorprese quando mio fratello con uno strattone liberò il suo braccio dalla sua presa.

- Non hai ancora capito che non mi interessi minimamente? - disse Jungkook, fulminandola con lo sguardo.

Sapevo che in quel momento era parecchio arrabbiato, glielo si leggeva chiaramente in faccia, e quindi stava sfogando un po' della sua rabbia su Yuna.

Sentendomi tremendamente agitata, decisi di dirigermi verso Yoongi e gli altri, almeno avrei cercato di calmarmi un po'.


Ero quasi a metà strada quando...

- Dove credi di andare? -

Mi bloccai per il tono duro che aveva usato, e che mi aveva fatto davvero spaventare, però non mi girai verso di lui.

- È per questo che ieri sera eri strana? Se non sbaglio sei uscita con lui ieri... - disse.

Io mi morsi nervosamente il labbro inferiore, lo sguardo puntato per terra.

Non volevo litigare con lui, soprattutto a scuola.

- Rispondimi quando ti parlo! - disse alzando leggermente la voce qualche minuto dopo, non ricevendo alcuna risposta, mentre con poca delicatezza mi fece appoggiare la schiena alla parete del corridoio, per poi sbattere un pugno contro di essa, vicino al mio viso.

Io a quel gesto sussultai, constatando quanto mio fratello fosse effettivamente arrabbiato, e mi spaventai ancora di più.

- Non ti avevo detto di stare attenta a lui? Perchè diavolo hai deciso di mettertici insieme? Vuoi che ti faccia ancora del male? - disse, e sentii il suo viso vicinissimo al mio, anche perchè aveva abbassato la voce.

Io non riuscii a rispondere, e chiusi gli occhi abbassando ancora di più la testa.

- Perchè non mi ascolti? Lo sai che voglio proteggerti! Ma tu stai facendo tutto quello che non dovresti fare, e questo mi fa incazzare. - disse, cercando di restare calmo, ma senza riuscirci bene.

Mentre parlava, si era fatto più vicino a me, ed ora ero intrappolata tra il suo corpo e il muro.
Sapevo di non avere abbastanza forza fisica per spostarlo, ma in quel momento, non avevo nemmeno il coraggio di rispondergli.

Se fosse stato un qualsiasi altro ragazzo, non ci avrei pensato due volte a rispondere.

Ma con Jungkook...

Con mio fratello, diventavo completamente vulnerabile, tutto il coraggio e il carattere che avevo con gli altri, con lui se ne andava, mostrando la parte più debole di me, quella che preferirei non mostrare a nessuno.

- Y/N- -

- Eccovi finalmente! Che diamine state facendo qui? -

Entrambi a quelle parole ci girammo, trovando Jimin in mezzo al corridoio che ci fissava.

- Che state facendo? - chiese, spostando lo sguardo da me a mio fratello e tornando a posarlo su di me.
- Non sono affari tuoi. Stanne fuori Jimin. - rispose bruscamente Jungkook, serrando i pugni.
- Ma che... Perchè stai spaventando Y/N? - chiese ancora, notando la mia espressione.
- Ti ho detto di starne fuori! - disse Jungkook alzando di nuovo la voce, questa volta girandosi leggermente verso Jimin.

Vidi Jimin sussultare leggermente a quelle parole, per il tono che aveva usato, ma poi si avvicinò a noi e, afferrandomi per un polso, mi allontanò da Jungkook.

- Piantala di spaventarla così! Vuoi che abbia paura di te? - disse Jimin, anche lui alzando leggermente la voce.

A quelle parole, vidi Jungkook bloccarsi e guardarmi.
Probabilmente, solo in quel momento si era reso conto di che effetto avevano avuto le sue parole su di me.

Jimin approfittò di quel momento per portarmi lontano da lui, e io per tutto il tempo, avevo tenuto lo sguardo puntato su mio fratello, anche se ero ancora spaventata.


- Che è successo? Non l'ho mai visto così arrabbiato prima d'ora. - disse Jimin quando fummo nel cortile della scuola.
- N-niente... non ne voglio parlare... - dissi a bassa voce.

Non volevo ripensare a quello che era appena successo.

Quando arrivammo da Yoongi e Taehyung, entrambi notarono subito che fosse successo qualcosa.

- Jungkook dov'è? - chiese Yoongi, mentre Taehyung mi faceva segno di sedermi vicino a lui e mi baciò sulla guancia, accarezzandola poi con la mano.

A quella domanda, abbassai lo sguardo, non sapendo cosa rispondere.

- Jungkook oggi non si unirà a noi. - disse Jimin, e notai che nel suo tono, c'era una punta di irritazione.

Yoongi non fece altre domande, sapeva bene quando era meglio finire un discorso senza fare troppe domande, però sentii il suo sguardo su di me, e io sapevo che significava che voleva spiegazioni.

- Va tutto bene? - mi chiese sussurrando Taehyung, accarezzandomi ancora la guancia.

Io annuii senza dire nulla, e passammo il resto dell'intervallo in silenzio.


Quando tornai in classe, mi bloccai sulla porta per un attimo.
Dopotutto, ero seduta vicino a Jungkook, quindi era normale se avevo un po' di timore.

- Che fai qui impalata? Non entri? -

Sussultai sentendo la voce di mio fratello così vicina, e mi girai verso di lui per qualche secondo, per poi girarmi ed entrare in classe.

Appena mi sedetti al mio banco, cercai di non alzare per nessuna ragione lo sguardo dal mio quaderno, per paura che si andasse a posare su di lui.
Al contrario però, per tutte le ore che restavano, sentivo il suo sguardo su di me, e questo mi fece agitare tutto il tempo.

Quando finalmente suonò l'ultima campana, io misi in fretta le mie cose nello zaino, e uscii dalla classe senza nemmeno aspettare mio fratello.

Non volevo in nessun modo restare da sola con lui.

Ben presto vidi Yoongi che si stava avviando verso l'uscita, e lo raggiunsi.

- Sbaglio o stai scappando? - mi chiese appena fui vicino a lui.
- Dò quest'impressione? - chiesi, sentendo il cuore battere forte per l'ansia.
- Un po'... centra Jungkook? - chiese, guardandomi.
- Come... -
- Ormai ti conosco troppo bene. Se fosse solo successo qualcosa in classe, adesso non saresti così spaventata... e poi... -
- E poi...? -
- E poi è la prima volta che ti vedo uscire così di corsa, e di Jungkook non c'è nemmeno l'ombra... -

- Di chi non c'è nemmeno l'ombra? -

Per l'ennesima volta quel giorno, sussultai di nuovo sentendo quella frase.

Non avevo il coraggio di girarmi, ma sapevo benissimo che dietro di me c'era mio fratello, e sperai che avesse sentito solo l'ultima frase detta da Yoongi.
Yoongi mi guardò, senza rispondere, e decise di non dire nulla.

Raggiunti anche Taehyung e Jimin, iniziammo ad incamminarci verso casa, ed io vidi che Taehyung e Jimin erano gli unici che parlavano.
Yoongi era raro che parlasse, ovviamente, però quel giorno l'atmosfera era molto più pesante del solito.

Quando salutammo Jimin e Taehyung, quest'ultimo mi baciò la mascella, dandomi anche un leggero morso, prima di allontanarsi.

Jungkook stava iniziando ad avviarsi verso casa, dato che non salutava mai Yoongi, l'unico che salutava era Jimin, ma si bloccò dopo qualche passo, girandosi indietro.

- Non vieni? - mi chiese, puntando lo sguardo nel mio.
- Eh... -

Io mi morsi nervosamente il labbro inferiore.
Sarei rimasta da sola con lui, e non volevo.

- Y/N oggi viene a casa con me. - disse Yoongi all'improvviso, quando stavo per incamminarmi verso Jungkook.

Mi girai a guardarlo sorpresa.

- C'eravamo già messi d'accordo, l'hai dimenticato? - mi chiese lui, innocentemente.

In quel momento mi resi conto che stava mentendo.
Non c'eravamo messi d'accordo per niente, ma mi stava salvando da Jungkook.

- Oh... scusa... - risposi, fingendo di essermene dimenticata.
- Ci vediamo domani Jungkook. - disse guardando mio fratello, mentre mi prendeva per mano e si dirigeva dalla parte opposta a dove era Jungkook.

Vidi che mio fratello ci guardò per un po', per poi girarsi e dirigersi verso casa.

- Grazie. - sussurrai quando fummo abbastanza lontani.
- Adesso però mi spieghi che succede. -

Io annuii, e ci dirigemmo a casa sua, chiudendoci nel suo studio.

Gli raccontai di quello che era successo nell'intervallo, del fatto che era successo tutto perchè mi ero messa con Taehyung, e Yuna ne aveva approfittato, e di come Jungkook si fosse arrabbiato con me da farmi spaventare.
Gli spiegai quello che provavo per Taehyung, e che mi aveva portato a fare quello che avevo fatto, nonostante gli avvertimenti che lui e mio fratello mi avevano dato, e che proprio per questo, non volevo che Jungkook sapesse, o che venisse a scoprire in quel modo.

Yoongi mi ascoltò in silenzio, e quando ebbi finito di parlare, mi disse che lui non si fidava ancora completamente di Taehyung, dato quello che aveva fatto, ma non poteva nemmeno obbligarmi a stargli lontano, dato che provavo qualcosa per lui, e come si dice, al cuor non si comanda, ma mi ricordò comunque di stare attenta, e non fare cose di cui poi mi sarei seriamente pentita.

Per quanto riguarda Jungkook, mi disse che avrei dovuto affrontarlo, e che lui avrebbe dovuto accettare la mia scelta, nonostante il suo rapporto con Taehyung, ma che forse questo era meglio farlo quando Jungkook sarebbe stato un po' più calmo, perchè adesso non poteva sapere cosa avrebbe fatto, arrabbiato com'era.

Quando fu quasi l'ora di cena, ricevemmo un messaggio da parte di Jimin, che ci chiedeva se volessimo andare a casa sua per passare un po' di tempo insieme, e decidemmo di accettare.

- È meglio se stasera ti svaghi un po', dopo quello che è successo oggi. - disse Yoongi.

Rimasi così a cenare da lui, e poi andammo verso la casa di Jimin, che per qualche motivo, Yoongi conosceva già.


Appena suonammo, ci venne ad aprire un Jimin vestito elegante.
Indossava una camicia nera, e dei jeans neri con due strappi sulle ginocchia.

- Entrate. - disse tutto sorridente appena ci vide, spostandosi di lato per farci passare.

Il mio sguardo cadde su ogni particolare di casa sua.
Era una casa molto semplice, non c'era nulla di speciale, ma era molto accogliente e calda, un po' com'era Jimin insomma.

Il padrone di casa ci portò verso il salotto, in cui notai già parecchie persone.
Certo, al massimo saranno state una decina, però credo che non conoscessi nemmeno la metà di loro.

- Sono alcuni miei compagni di classe, quelli con cui vado più d'accordo. - disse Jimin, iniziando a presentarci.

Ad un certo punto, mi sentii afferrare i fianchi da dietro, e prima che potessi girarmi a vedere chi fosse, sentii una sensazione bagnata lungo il collo.

- Non sapevo che saresti venuta anche tu. - disse con la sua voce roca, il suo respiro caldo contro la pelle del mio collo.
- T-Tae... - dissi, la voce quasi un sussurro, sentendo le guance in fiamme.

Taehyung mi lasciò andare poco dopo, stando però sempre vicino a me.

- Okay, ci siamo tutti? - chiese Jimin, guardando tutti i presenti. - Mh... manca qualcuno... - disse.
- Chi manca? - chiesi io, curiosa.

Jimin mi guardò qualche secondo prima di rispondere, e nel frattempo aveva iniziato a trafficare con quello che credo fosse un karaoke.
In quel momento però, suonò il campanello, e Jimin, sovrappensiero, parlò senza rendersi davvero conto di quello che aveva appena detto.

- Y/N, puoi andare tu ad aprire perfavore? -

Io accettai, dirigendomi verso l'entrata, ma quando aprii la porta, mi bloccai.

Davanti a me c'era Jungkook, che non appena mi vide, spalancò leggermente gli occhi, sorpreso.

- Che ci fai qui? - mi chiese.
- Mi ha invitata Jimin. - dissi, abbassando lo sguardo.

Anche lui era vestito in modo elegante.
Indossava una camicia bianca infilata nei pantaloni neri, e l'aveva lasciata leggermente aperta, scoprendo leggermente le clavicole e mostrando il choker che fasciava il suo collo.

A quella vista mi mancò per un attimo il fiato.
Stava dannatamente bene vestito così, che quasi mi sentii gelosa che qualcun altro potesse vederlo in quel momento.

Mi passò a fianco senza dire nient'altro, e facendolo, sentii che stava indossando lo stesso profumo che gli avevo sentito l'ultima volta che avevamo passato del tempo in camera mia.

Il profumo che mi piaceva tanto.

Tornata anche io in soggiorno, vidi che Jimin mi guardò leggermente ad occhi spalancati, ma non riuscii a spiegarmi il motivo di tale gesto.

Iniziammo così a cantare al karaoke, ovviamente io e Yoongi eravamo gli unici a non cantare, io perchè avevo vergogna, e Yoongi perchè semplicemente non voleva.
Notai che nemmeno mio fratello cantò, ma non ci feci molto caso.

Jimin ci fece fare vari giochi, ed io era la primissima volta che mi divertivo così tanto.

- Bene, direi che è venuto il momento dell'ultimo gioco. - disse Jimin controllando l'orario sul telefono.

Ci fù un "no" generale a quelle parole, chiaramente nessuno voleva finire quella serata.

- Domani abbiamo scuola, non possiamo fare troppo tardi. - disse Jimin difendendosi.
- Quindi, qual'è l'ultimo gioco? - chiese Taehyung, tutto eccitato.

Jimin gli rivolse un sorriso malizioso.

- Sette minuti in paradiso. - disse.

Io mi guardai intorno, e dalla risposta di tutti, capii che ero l'unica che non sapesse di cosa si trattava.

- Bene, pronti? - chiese Jimin, prendendo una bottiglia e posizionandola al centro del cerchio che avevamo formato.
- Che cos'è questo gioco? - chiesi timidamente.

Non volevo giocare qualcosa di cui non sapevo nulla.

- Allora, si deve far girare la bottiglia, e la prima persona che esce viene bendata e condotta in un'altra stanza. La seconda persona che esce dovrà raggiungerla e da quel momento queste due persone avranno sette minuti per fare qualsiasi cosa vogliano, e al termine dei sette minuti, uno di quelli che non gioca dovrà andare ad avvertirli. La seconda persona che entra può decidere se far tenere o meno la benda all'altra. Chiaro? - disse Jimin, guardandomi.

Io annuii e iniziai a sentirmi tesa.

Chissà con chi sarei finita io.

Eravamo una quindicina in tutto contando i presenti, e alcuni di noi fecero più di un turno.
Ogni volta che usciva una coppia, mi chiedevo cosa facessero per sette minuti chiusi in una camera, e mi chiesi cosa avrei fatto io.
Ad essere sincera, avevo il timore di uscire, perchè i compagni di classe di Jimin non li conoscevo, quindi non saprei cosa sarebbe successo se fossi rimasta con uno di loro.

Se fossi rimasta con Yoongi, probabilmente avremmo parlato di qualcosa, o saremmo stati in silenzio tutto il tempo.
Se fossi rimasta con Taehyung... dopo il modo in cui mi si era avvicinato poco prima, dubitavo che non avrebbe fatto nulla.
Se fossi rimasta con Jimin, probabilmente mi avrebbe costretto a dirgli cosa fosse successo con Jungkook quella mattina.

Se fossi rimasta con Jungkook... avevo paura.

Non volevo restare da sola con lui, perchè ero convinta che mi avrebbe di nuovo gridato contro, o che comunque si sarebbe di nuovo arrabbiato con me, e io questo non lo volevo.

Ero talmente assorta nei miei pensieri, che non mi accorsi della voce di Jimin.

- Y/N? Y/N! - mi chiamò.

Solo la mano di Yoongi che mi scosse appena mi fece tornare alla realtà.

- Che succede? - chiesi, un po' spaesata.
- Tocca a te. Vieni. - mi disse Jimin, allungando una mano per aiutarmi ad alzarmi.

Appena compresi le sue parole, sentii le guance in fiamme, sentendomi tesa.

Jimin mi guidò fino alla stanza in cui si sarebbe svolto il gioco, e mi fece entrare.

- Vuoi sederti sul letto? - mi chiese, guardandomi.
- Devo fare il gioco con te? - chiesi, guardandolo.
- No, io devo bendarti, e non vorrei che essendo bendata ti faccia male. Non sò chi uscirà. -
- Oh... -

Decisi di sedermi sul letto, e Jimin mi bendò, per poi uscire dalla camera.

- Il prossimo che sentirai entrare sarà la persona con cui passerai sette minuti. Andrà tutto bene, fidati. - mi disse, avendo capito quanto fossi tesa.

Io annuii e aspettai pazientemente, finchè non sentii la porta riaprirsi.

Sentii il battito del cuore accelerato man mano che i suoi passi si avvicinavano, e mi chiesi chi fosse.

Per un po' non sentii alcun rumore, si era fermato da qualche parte nella camera, ma non sapevo dire dove.

- Posso togliere la benda? - chiesi, un po' titubante.
- No. - rispose lui, la voce quasi un sussurro che mi impedì di riconoscere di chi fosse.

Poco dopo sentii un peso vicino a me, segno che si era seduto sul letto.
Volevo sapere chi fosse, così decisi che se non voleva rispondermi, avrei provato ad indovinare dai vestiti che portava.

Sapevo come erano vestiti Jungkook, Jimin, Taehyung e Yoongi, quindi se era uno di loro, l'avrei riconosciuto subito, altrimenti era un compagno di classe di Jimin.

Ma quando stavo per muovere la mia mano, questa venne bloccata dalla sua, e una sensazione umida si appoggiò alle mie labbra.

Sentii le guance in fiamme quando capii che chiunque fosse, mi stava baciando, ma per qualche strana ragione, non mi stava dispiacendo affatto, anche se non me la sentivo di rispondere a quel bacio.

Iniziò a leccarmi le labbra, insistendo particolarmente sul labbro inferiore, e questo mi fece scappare qualche ansimo involontario.

Sentii che appoggiò la sua mano destra vicino al mio fianco sinistro, mentre la sua sinistra stringeva ancora il polso della mia destra.
Non capivo perchè non riuscivo a staccarmi da quel bacio.

Insomma, chiaramente quel ragazzo non era Taehyung, e quindi non avrei dovuto lasciarmi baciare come invece stavo facendo.

Ma quindi...
Perchè lo stavo lasciando fare?

Improvvisamente, un ricordo si impossessò di me.
Anzi...
Più di un ricordo iniziarono ad affollarmi la mente.

E in tutti quei ricordi...
Qualcuno mi stava baciando proprio nello stesso identico modo in cui mi stava baciando in quel momento quel ragazzo che non potevo vedere...

Possibile che fosse proprio lui...?


--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Ecco un nuovo capitolo ^_^
Allora, probabilmente alcune di voi ora mi odieranno o comunque non capiranno perchè la protagonista si è messa insieme a Tae, dopo quello che lui ha fatto.
È vero che Tae ha fatto quel che ha fatto, ma ovviamente, c'è una ragione per le sue azioni, che ovviamente la protagonista però non sà, e lei non può più nascondere quello che prova per lui, anche perchè più lui le sta lontano, più lei lo vuole vicino.
Yuna torna a farsi sentire e mette zizzagna tra i due fratelli, ovviamente facendo incavolare Jungkook che ovviamente non accetta questa cosa e si scaglia sulla sorella.
Presto Jungkook scoprirà anche quello che ancora non sà di Tae, state tranquille, ormai a quello manca pochissimo.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.
È uscito più lungo di quello che credevo, per quello ci ho impiegato un po' per scriverlo.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Cap 35: La verità su Taehyung! ***


PoV Jungkook


Quando tornai a casa dopo la scuola, mi sdraiai sul mio letto, coprendomi gli occhi con un braccio.

Ormai era una settimana che mia sorella usciva con Taehyung, e questo non faceva che aumentare il fatto che non lo sopportassi, e che fossi sempre più preoccupato per lei.

A scuola, notavo come lui guardava mia sorella, e non mi piaceva affatto.

Non riuscivo ad accettare che stessero insieme.

Forse ero fin troppo geloso di lei, ma non riuscivo proprio a vederla insieme a Taehyung.
Forse per quello che le aveva fatto all'inizio, o perchè non sopportavo come la guardava.

Mi chiesi dove l'avesse portata quel giorno, me n'ero andato prima di sentirli parlare insieme, quindi non ne avevo davvero idea.


I miei pensieri vennero interrotti dal mio cellulare, che in quel momento aveva iniziato a suonare.
Pensando che fosse Jimin, sbuffai per poi guardare lo schermo.
Non mi andava di sentire nessuno in quel momento.

Quando però il mio sguardo lesse il nome sullo schermo, mi bloccai.

Io e Yoongi c'eravamo scambiati il numero grazie a mia sorella che aveva insistito tanto, ma parlavamo molto raramente, quindi mi stupii che in quel momento mi stesse addirittura chiamando.

Dopo pochi secondi però, un brivido mi percorse la schiena, così risposi, mentre la mia mano iniziò a tremare leggermente.

- Pronto? - risposi, cercando di essere più calmo possibile, e non far trasparire alcuna emozione.
- Jungkook, tra poco ti invierò un messaggio con un indirizzo. Dirigiti lì più in fretta che puoi. - disse Yoongi, e sembrava parecchio agitato.
- Wae*? - dissi, tenendo il mio solito tono annoiato, anche se in quel momento, stavo davvero iniziando a preoccuparmi.
- Tua sorella è in pericolo! Muoviti! - disse, per poi riattaccare, senza nemmeno lasciarmi il tempo di rispondere.

Cosa?
Mia sorella...

Balzai dal letto pochi secondi dopo, quando il mio telefono suonò di nuovo, e mi arrivò il messaggio di Yoongi.
Lessi l'indirizzo, e notai che non era molto distante dalla casa dove abitava Jimin.

Quindi capii subito.
Era la casa di Taehyung.
E lui stava facendo qualcosa a mia sorella.

Rimisi in fretta le scarpe, buttate in un angolo della camera appena tornato a casa, e mi precipitai fuori dalla porta.

- Jungkook, dove stai andando così di corsa? -

Sentii la voce di mia madre, che sentendomi precipitare giù dalle scale, si era affacciata dalla porta della cucina, guardandomi.

Io uscii senza risponderle.
L'unica cosa a cui pensavo in quel momento era Y/N, e non potevo perdere nemmeno un secondo, o sarebbe stato troppo tardi.

Sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa con quel tipo.
Trovavo troppo strano il fatto che da quando si erano messi insieme, non fosse ancora accaduto nulla, quando invece dopo solo alcuni giorni che si erano conosciuti, l'avevo ritrovata con un succhiotto sul collo.

A quel pensiero, ripensai a quando gliene avevo fatto uno io la settimana prima.
Non le era ancora sparito, infatti quella mattina, durante le lezioni, l'avevo notato, anche se era leggermente nascosto dalla maglia che indossava, e lei aveva cercato di nasconderlo usando un po' di trucco.

L'avevo fatto d'impulso, senza pensarci, e una parte di me se n'era pentita dopo aver visto l'espressione sul volto di mia sorella, e il fatto che da quel giorno, non ci stavamo nemmeno rivolgendo la parola.


Continuai a correre, sperando di non arrivare troppo tardi.



PoV You


Appena arrivati a casa di Taehyung, rimasi un attimo immobile prima di entrare.

Non era una casa enorme o che dava molto nell'occhio ma, volendo fare un paragone, la mia casa non era nulla in confronto alla sua, e avevo solo visto l'esterno.

- Non entri? - mi chiamò Taehyung dall'ingresso.
- A-arrivo. - dissi, seguendolo.

Appena entrata rimasi di nuovo a bocca aperta.
Feci vagare il mio sguardo ovunque, guardando tutti i mobili che arredavano quella casa.

- Ti piace? - mi chiese, guardandomi divertito.
- Vivi davvero qui da solo? - gli chiesi quando mi girai verso di lui.
- Certo. I miei sono sempre via per lavoro, quindi non li vedo quasi mai. - disse.

Dal tono con cui lo disse, sembrava non dispiacergli affatto di restare da solo.

- Andiamo? Ti faccio vedere la mia camera. - disse, facendomi segno di seguirlo.

Io lo guardai qualche secondo, poi iniziai a seguirlo, un po' titubante.

Eravamo a casa da soli, a casa sua, ed ora mi stava portando nella sua camera.

Potevo davvero fidarmi di lui?

Quando entrammo nella sua camera, data la mia curiosità, iniziai a guardarmi intorno.

Ma...
Non ebbi davvero il tempo di farlo.

Infatti, appena entrata in camera, Taehyung aveva chiuso la porta, ed io non mi accorsi che l'aveva addirittura chiusa a chiave.
Mi afferrò le spalle e mi spinse, facendomi cadere sul letto a pancia in sù, e salì sopra di me a cavalcioni, guardandomi maliziosamente.

- Taehyung... - dissi, iniziando a tremare.

In quel momento, mi sentivo davvero spaventata da lui.

- Zitta o ti chiudo io quella bocca. - disse lui in tono freddo, facendomi rabbrividire da quanto era diventata più profonda la sua voce.

Io lo guardai spalancando gli occhi.
Il mio corpo si era come congelato, non riuscivo a muovere un muscolo da quanto ero terrorizzata.

Taehyung mi prese i polsi, bloccandomeli sopra la testa, e poco dopo sentii qualcosa sfiorarli e venir stretto, bloccandomeli.
Quando provai a muovere le mani, dopo che il mio corpo iniziò a reagire, capii cosa aveva fatto.

Aveva bloccato i miei polsi alla testata del letto, usando una sua cravatta che aveva sul suo comodino, ed ora mi stava squadrando.

- Non sai quanto aspettavo questo momento. - disse sottovoce, leccandosi lentamente le labbra.
- C-che vuoi fare? - chiesi, e la mia voce tremò leggermente.
- Ancora non l'hai capito? Sto per fare quello per cui mi sono avvicinato a te. - disse lui, per poi abbassarsi ed iniziare a leccarmi il collo.
- T-Tae... - mi scappò un sospiro quando la sua lingua sfiorò la mia pelle.

Quello per cui si era avvicinato a me?
Che voleva dire?

- T-tae-hyung... - lo chiamai, e lui in risposta mi morse il lobo dell'orecchio, mettendoci un po' di forza.
- Vuoi davvero che ti chiudo la bocca? - disse, fulminandomi con lo sguardo.
- P-perchè... fai così? - chiesi, beccandomi un altro morso sul lobo.

Taehyung sospirò pesantemente, per poi alzarsi appena con il busto, rimanendo però sopra di me.

- Aaah... quanto sei noiosa. Devo proprio spiegarti tutto per fartelo capire? - disse, continuando a guardarmi male.
- Spiegarmi cosa? - chiesi, cercando di guardarlo negli occhi.

Volevo una spiegazione a quello che stava facendo, ma allo stesso tempo, avevo molta paura di sentirla.

In quel momento, mi pentii amaramente di essermi fidata di lui, e di essermi addirittura messa insieme.

Sapevo benissimo che mettermi con lui era sbagliato, ma avevo dato ascolto al mio cuore, e al fatto che lui mi mancava così tanto, che tutto il resto per me non era nulla.
Solo ora mi rendevo davvero conto dello sbaglio che avevo fatto, e che non sarei dovuta andare a casa sua quel giorno.

- Non avevo nessuna intenzione di avvicinarmi a te con l'intenzione di diventare tuo amico, e nemmeno di mettermi con te. - disse, girando lo sguardo altrove.
- C-cosa? - risposi, sorpresa dalle sue parole.
- Perchè ti sorprendi tanto? Non hai davvero mai sentito parlare di me a scuola? Eppure mi conoscono in tanti... e tu non sei del primo anno. - disse, guardandomi alzando un sopracciglio.
- P-per cosa ti conoscono? - chiesi io innocentemente, non avendo mai davvero sentito parlare di lui a scuola.

A dir la verità, io non mi interessavo mai alle voci che giravano su qualcuno a scuola, me ne stavo sempre per i fatti miei, o insieme a Yoongi, quindi non facevo mai caso a quando si parlava di qualcuno.

- Io non ho nessuna intenzione di avere una storia seria con qualcuno, altrimenti che divertimento c'è? Sai che noia stare sempre con la stessa ragazza. -
- A-allora... perchè... ti sei messo... con me? - chiesi, mentre una lacrima iniziò a rigarmi il volto.
- Perchè pensavo che così finalmente avrei potuto fare quello che volevo fin dall'inizio. - disse serio.
- C-cioè? - chiesi, tremando.


- Prendermi la tua verginità. -

Io lo guardai spalancando gli occhi.

Mi aveva avvicinato solo per quello?

- Ho passato non sò quanti giorni a guardarti di nascosto, sperando di trovarti almeno una volta da sola, ma eri sempre insieme ad un ragazzo, e questo mi faceva innervosire. Ho dovuto addirittura avvicinare Yuna per aiutarmi. Sono stato io a darle l'afrodisiaco che ha usato su Jungkook, quel giorno che l'ha baciato e lui si è finto malato. Sì, Jimin mi ha raccontato tutto, non sapendo che io centravo qualcosa. E proprio quel giorno, ne ho approfittato per avvicinarmi a te. Solo che per qualche motivo, non mi andava di usarti subito, così ho fatto la parte del buon amico e ti ho chiesto di uscire con me. Ma quando l'abbiamo fatto, sono solo riuscito a farti un succhiotto, o almeno, quello te l'ho fatto come avvertimento per quello che avrei fatto poi. Ma quando siamo usciti al karaoke, tu sei scappata, e io non avevo ancora fatto nulla di male, ma tu ti eri spaventata. Così, mi sono deciso di aspettare un po', darti un po' di tempo per riavvicinarti a me, ma tu me ne hai fatto sprecare troppo. Non ho mai impiegato così tanto ad avere quello che volevo. Ed ora mi sono veramente stancato di aspettare. - disse tutto questo passandosi una mano tra i capelli e sospirando più volte.

Io continuavo a guardarlo, non sapendo cosa dire.

Avrei dovuto ascoltare Jungkook e Yoongi.
Loro mi avevano avvertito di stare attenta, di non fidarmi troppo di lui, ed io, stupida, non li avevo ascoltati.
Mi ero fidata di lui, mi ero innamorata di lui.

Ed ora...
Dopo quelle parole, sentii il mio cuore andare in pezzi.

Non reagii quando lui riprese a baciarmi e mordere il collo, troppo presa dai miei pensieri per accorgermi di cosa stesse facendo.

Infilò la mano sotto la mia maglia, iniziando ad accarezzarmi i fianchi e salire, fino al seno.
Mi scapparono alcuni ansimi quando strinse la presa, e aumentò i morsi sulle mie clavicole.

Mentre continuava a lasciarmi baci ovunque, dopo avermi alzato la maglia, la sua mano scese, andando verso i miei pantaloni.

Solo quando la sentii sfiorarmi l'interno coscia, avvicinandosi alla mia intimità, mi ripresi dai miei pensieri, iniziando ad agitarmi.

- Stà ferma! - disse in tono duro, spaventandomi.

Mi lasciò un morso sul fianco, facendomi scappare un lamento di dolore, e con un movimento deciso, mi tolse i pantaloni, sistemandosi meglio tra le mie gambe.
Io continuavo a guardarlo spaventata.

Non volevo farlo con lui, non così, ma allo stesso tempo, avevo troppa paura di reagire, perchè in quel momento mi stava davvero spaventando.

Mi morsi il labbro inferiore quando premette il suo bacino contro il mio, iniziando a muoversi, ricominciando a lasciarmi segni sul petto.

- Taehyung... smettila. - dissi, mentre le lacrime rigavano il mio viso.
- Perchè dovrei smettere? Le tue suppliche non mi fermeranno. -


- Quelle forse no, ma io ti fermerò di sicuro. - disse una voce proveniente dalla porta, ancora chiusa a chiave.


Subito il mio sguardo andò verso la porta, riconoscendo la voce.
Come aveva fatto ad arrivare qui? E a sapere dov'ero?

Sentimmo uno, due colpi, e la porta venne letteralmente scardinata dalla parete.
Quanta forza aveva?

Non appena il suo sguardo si posò su di noi, sentii le guance in fiamme.
I miei pantaloni erano sul pavimento, da qualche parte, e la mia maglia era alzata, e avevo gli occhi di mio fratello puntati addosso.
Nonostante la situazione in cui eravamo, mi sentivo tremendamente in imbarazzo a farmi vedere così da lui.

- Jungk- - dissi, ma mi bloccai subito.

Jungkook infatti si era avventato su Taehyung, spingendolo in modo che cadesse dal letto e si allontanasse da me.

- Che diavolo vuoi? E che ci fai in casa mia? - disse Taehyung, rialzandosi e fulminandolo con lo sguardo.
- Non ti azzardare a toccare Y/N! - disse Jungkook sibilando, afferrando Taehyung per il colletto della maglia, ricambiando lo sguardo.

Non appena ebbe finito di parlare, sferrò un pugno dritto in faccia a Taehyung, che cadde a terra, toccandosi il labbro, che aveva preso a sanguinare.

- Tu, brutto- - disse, rialzandosi e avventandosi su mio fratello.

Iniziarono così a fare a botte, ed io non potevo fare nulla per fermarli, dato che ero ancora legata al letto.

- Smettetela! - urlai, mentre lentamente iniziai ad alzarmi e mettermi seduta, cercando almeno di coprirmi un po', per quanto riuscissi.

Ovviamente le mie urla furono inutili, perchè loro sembravano non ascoltarmi.
Notai che Jungkook era davvero arrabbiato, forse anche di più di quando lo era stato con me, e continuava a sferrare colpi al viso di Tae.

- Che diavolo sta succedendo qui? -

Mi girai di nuovo verso la porta quando sentii un'altra voce.
Jimin stava fermo immobile, il suo sguardo che vagava da Jungkook e Taehyung che stavano facendo a botte, a me, ancora legata al letto.

- Volete piantarla voi due? Che diamine state facendo? - disse dopo qualche minuto, avvicinandosi ai due e prendendo Taehyung dalle braccia, allontanandolo da mio fratello.

- Non dirmi che tu stai dalla sua parte?! - disse Jungkook, ringhiando contro Jimin.
- Mi spiegate che sta succedendo? E tu calmati, Jungkook, non c'è bisogno di arrabbiarsi così tanto. Esageri sempre. - disse Jimin, cercando di stare calmo.
- Come faccio a calmarmi se quello stava per approfittarsi di Y/N? - urlò Jungkook, spaventando tutti.

Io lo guardavo con gli occhi spalancati.
Non mi piaceva quando si arrabbiava in quel modo, anche se in quel momento, non potevo negare di essere contenta che fosse venuto.

Chissà cosa sarebbe successo se non fosse arrivato.

Jimin lo guardò perplesso, ma dopo aver di nuovo posato lo sguardo su di me, e vedendo in che stato ero in quel momento, capì tutto, lasciando andare Taehyung.

- Cosa stavi facendo? - chiese a Taehyung, con il tono di una persona che si sente tradita.
- Cosa pensi che stessi facendo? Piantala di fare il finto tonto. - disse Taehyung, scocciato, pulendosi il sangue che gli usciva dal labbro con il dorso della mano.
- Perchè? Perchè volevi fare una cosa del genere? - chiese ancora, ed io notai che mentre parlava aveva gli occhi lucidi.

Jungkook nel frattempo si era avvicinato a me, dopo aver raccolto i miei pantaloni da terra, e averli posati vicino a me, e mi liberò le mani.
Io, nonostante avessi paura della sua reazione, non appena ebbi le mani libere, lo circondai con le braccia, stringendolo forte e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.

- Y/N... - disse sorpreso.
- Scusa... scusami... - dissi, mentre iniziai a piangere.

Lui rimase immobile per qualche secondo, poi iniziò ad accarezzarmi la testa.

- È finita. Sta tranquilla. - mi disse, e in quel momento, era come se non fosse arrabbiato.

Io annuii e lui si girò verso Taehyung, guardandolo ancora male.

- Se ti vedo riavvicinarti a lei, considerati morto. - disse, lo sguardo serio puntato su Taehyung.
- Tranquillo, non ci tengo a farmi rovinare di nuovo il volto per una ragazzina stupida come lei. - rispose lui, scocciato.
- Prova solo a ripeterlo! - disse Jungkook, alzandosi dal letto con uno scatto, ed avvicinandosi a lui con un pugno alzato.
- Piantatela voi due! Jungkook, tu porta a casa Y/N, a Tae ci penso io. - disse Jimin, cercando di fermare mio fratello.

Jungkook fece vagare un secondo il suo sguardo da Jimin a Taehyung, poi sospirò pesantemente, girandosi verso di me.
Avevo appena finito di rivestirmi, quando mi sentii afferrare i fianchi e le ginocchia, e mi ritrovai tra le braccia di mio fratello.

- Jungkook... - lo chiamai, ma lui prese a camminare senza ascoltarmi.



Uscimmo dalla casa di Taehyung, e lui non sembrava avere nessuna intenzione di farmi scendere.

- Jungkook, lasciami, posso camminare da sola. - dissi, senza però fare nulla.
- Scordatelo. E comunque sappi che appena arriviamo a casa, dobbiamo fare un bel discorsetto noi due. - mi disse, fulminandomi con lo sguardo.
- Cos-? - dissi, guardandolo sorpresa.

Fortunatamente, in quel momento non c'era in giro nessuno, anche se era davvero imbarazzante farsi portare in braccio da mio fratello.

- Scusami. - sussurrai, tenendo lo sguardo basso.
- Non ti basteranno le scuse. - disse lui, per poi posarmi a terra.

Solo in quel momento mi accorsi che eravamo arrivati a casa, e che ci trovavamo nella sua camera.

Non ebbi il tempo di fare nulla, che mi ritrovai con le spalle al muro, e le mani di Jungkook appoggiate alla parete, bloccandomi con il suo corpo.

- Jungkook... - lo guardai, iniziando a spaventarmi.
- Non ti faccio nulla, ma non ti muoverai da qui finchè non avremmo finito di parlare. - mi disse lui, guardandomi dritta negli occhi.

Io lo guardai senza rispondere, trattenendo il fiato.

- Sbaglio o ti avevo detto più volte di stare attenta? - disse, il tono di nuovo arrabbiato.
- L-lo sò... ho sbagliato. È tutta colpa mia. - dissi, sperando che dicendo così avremmo finito di parlare.

Non volevo discutere con lui, sapevo di aver sbagliato, e che la colpa di tutto era solo mia, ma non volevo si arrabbiasse di nuovo con me, e che mi urlasse di nuovo contro.
In quel momento, volevo solo stare sola, o almeno, non con un fratello arrabbiato con me.

- Perchè hai accettato di andare a casa sua? Non mi sembra che ti ci abbia costretta. -
- I-io... non... lo sò... l'ho fatto e basta, senza pensarci. -
- E guarda come è andata a finire... - disse lui sottovoce, girando lo sguardo altrove.
- Ti ho giò chiesto scusa. Adesso ho imparato la lezione, non mi avvicinerò più a lui. Te lo prometto. - dissi, guardandolo.
- Non credi sia un po' troppo tardi ormai per dirlo? - rispose, tornando a posare il suo sguardo su di me.

Io abbassai lo sguardo, mordendomi il labbro inferiore.
È vero, ormai era troppo tardi per promettere una cosa del genere, l'avrei dovuto fare molto tempo prima.

- Cosa ti ha fatto prima che arrivassi? - mi chiese dopo qualche minuto in cui rimase in silenzio.
- Cosa...? - lo guardai spalancando gli occhi.
- Dopo quello che è successo, vuoi ancora nasconderlo? - disse, e afferrando il bordo della mia maglia con una mano, la sollevò, soffermando il suo sguardo sui segni rossi ancora visibili sulla mia pelle.

Io sentii le mie guance in fiamme quando sollevò completamente la mia maglia, guardando tutti i segni lasciati da Taehyung.

- La prossima volta che mi capita davanti io- - disse, arrabbiandosi di nuovo.
- Jungkook, no. Ti prego. - dissi, afferrandogli entrambi i polsi.
- No, cosa? Vuoi ancora difenderlo? - mi disse, strattonando i polsi in modo che li mollassi, ma al contrario, io strinsi la presa.
- Non lo sto difendendo. Non voglio che tu faccia cose avventate. - dissi, gonfiando leggermente le guance.
- Cosa mi assicura che tu non tornerai da lui? - mi disse, guardandomi fisso negli occhi.
- Perchè dovrei tornare da lui dopo quello che ha fatto oggi? - risposi, lasciandolo leggermente sorpreso.
- Hai detto tu stessa che lo ami. Credi che me ne sia dimenticato? -
- Credevo di amarlo. Come posso amare una persona che mi considera solo un oggetto e voleva solo usarmi e poi lasciarmi? - dissi, e solo in quel momento mi resi conto di quanto davvero stupida ero stata.

- Davvero non tornerai da lui? - mi disse dopo qualche minuto.
- No, non lo farò mai. Non... voglio più vederlo... - dissi, mordendomi il labbro inferiore.

Faceva davvero male dirlo, ma dovevo accettarlo.

Dovevo accettare di non rivedere più Taehyung.
Era la scelta giusta da fare.
E comunque, non credo che dopo quello che era appena successo, Taehyung si sarebbe riavvicinato a noi.

Jungkook sospirò pesantemente, e fece per allontanarsi da me, ma si bloccò, perchè io gli stavo ancora stringendo i polsi.

- Y/N...? - mi chiamò, guardandomi stranito.

Io tenevo lo sguardo basso, torturandomi il labbro inferiore.

- Che c'è? - mi chiese, chinandosi leggermente verso di me, per guardarmi il viso.
- Sei ancora arrabbiato con me? - chiesi con un filo di voce.
- No... -
- Da-davvero? - chiesi, alzando lo sguardo su di lui, sorpresa.

Arrossii leggermente trovandomelo così vicino.

- Per tua fortuna, non riesco mai ad arrabbiarmi davvero con te. - disse lui, storcendo appena le labbra in una smorfia.

A me scappò una risata a quella frase, ma mi bloccai subito non appena mi guardò male.

- Cosa c'è? - mi chiese, guardando le mie mani che stavano ancora stringendo i suoi polsi.

- È una cosa brutta... voler baciare qualcuno? -

Parlando, avevo di nuovo abbassato lo sguardo, tornando a torturarmi il labbro inferiore.

- Perchè dovrebbe essere una cosa brutta? Quel dannato bacia così male? - disse mio fratello, facendosi scappare una risata sull'ultima frase.
- Non... mi ha mai... baciata... nemmeno una volta... - dissi, la voce che si abbassava sempre di più.
- Cosa? Stai scherzando vero? - chiese, guardandomi sorpreso.

Io negai con la testa, continuando a guardare per terra.

- I baci sono la cosa più bella che due persone possano darsi. Soprattutto tra innamorati. - disse, avvicinando il suo viso al mio.
- Davvero? - chiesi, alzando appena lo sguardo su di lui.
- Certo. Sono un modo per mostrare affetto ad un'altra persona. Perchè credi che io ti baci sempre sulle guance? - mi disse, sorridendomi quando il mio sguardo incontrò il suo.

Arrossii alle sue parole, e ancora di più quando posò le sue labbra sulla mia guancia sinistra.
Non si fermò ad un solo bacio, ma continuò a riempirmi la guancia, finchè tutti quei baci non iniziarono a farmi il solletico.

- Jungkook, basta... - dissi, sorridendo.

In risposta, lui appoggiò le sue labbra sulle mie, per poi staccarsi quasi subito, facendomi arrossire completamente.
Io lo fissai per qualche secondo, sorpresa, non sapendo che fare, ma subito dopo sentii le guance completamente in fiamme.

Infatti, Jungkook si era di nuovo avvicinato, riappoggiando le sue labbra alle mie, e iniziando a premerle di più.
Io rimasi immobile, non sapendo che fare, mentre lui iniziò a leccarmi e succhiarmi le labbra.

In quel momento, mi tornò in mente la sera in cui Jimin aveva dato una festa a casa sua, ed io ero stata baciata da qualcuno.

Come avevo fatto a non capirlo subito?

Ricordai il modo in cui mi aveva baciato, e quando la mia mano gli aveva sfiorato il collo.
Proprio come allora, la mia mano destra si mosse verso l'alto, andando ad accarezzargli il collo, e proprio come quella volta, lui si lasciò scappare un sospiro al mio gesto.

Era stato Jungkook a baciarmi quella sera, ed io non ero riuscita a riconoscerlo.

Eppure, non era nemmeno la prima volta che mi baciava.

Lui era stato il mio primo bacio quando ero piccola, quando giocando sulla spiaggia, c'eravamo chiusi nel magazzino.
E proprio come era successo quando poche settimane prima avevamo saltato la scuola, lui mi aveva salvata, afferrando il vaso che altrimenti mi sarebbe caduto addosso, e poi mi aveva baciata.

Mi baciava sempre allo stesso modo, in modo così dolce, come se fossi la cosa più preziosa che avesse.

Come avevo fatto a non riconoscerlo subito?

Però, un'altra domanda si formò nella mia mente a quel pensiero.

Perchè quella sera mi aveva baciata?
E perchè non mi aveva fatto togliere la benda?

Furono queste due domande a farmi staccare da lui, cosa che sembrò non piacergli per nulla.

- Che c'è? - mi chiese, guardandomi.
- Perchè mi hai baciata quella sera? - chiesi, guardandolo dritto negli occhi.
- Q-quale sera? - chiese, leggermente spaesato.
- Alla festa di Jimin. Sei stato tu a fare il turno con me. -
- T-te ne sei accorta? -

Notai le sue guance colorarsi leggermente di rosso.

- Ero geloso. Non sopportavo che tu stessi con quello. Ho agito senza pensare. -
- Perchè non mi hai fatto togliere la benda? -
- Perchè pensavo che se avessi visto chi ero, non ti saresti lasciata baciare. Anche se devo ammettere che mi hai sorpreso. Pensavo che visto che stavi con lui, non ti saresti lasciata baciare così facilmente. -
- N-non l'ho fatto apposta. Non mi sono ribellata perchè... ecco... in quel momento mi erano tornati in mente dei ricordi... e... -
- Che ricordi? - mi chiese lui, incuriosito.
- Q-quando mi hai baciato... nel magazzino... anche quando... eravamo piccoli... - dissi, sentendomi completamente in imbarazzo.
- Mmh... davvero? - disse, avvicinando di nuovo il suo viso, sorridendo.
- Piantala, non prendermi in giro... - dissi mettendo il broncio.

Ora che non era più arrabbiato mi prendeva in giro?

- E io che avevo pensato che non rispondevi al bacio perchè non ti piaceva. - disse, sorridendo di nuovo.
- Come pretendi che rispondo se non sono capace di baciare? - dissi, gonfiando le guance.
- Beh, basta dirlo. Ti insegno io! - disse lui, guardandomi fisso negli occhi.

Cosa...?


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


*Wae: Perchè


- Angolo Autrice -

Spero di aver descritto bene la parte di Tae e non averla fatta uscire troppo strana o brutta.
Non sono per niente brava a descrivere certe scene, quindi spero di non aver fatto un disastro.
Jungkook l'ha salvata e si sono chiariti un po', e finalmente si scopre chi era il ragazzo misterioso della festa, anche se credo che si fosse capito lo stesso comunque. ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.
Ringrazio davvero chiunque legge questa storia, e chi lascia anche un piccolo commento.

Vi avviso che manca poco alla fine, non ne sono ancora sicura dato che non ho i capitoli pronti, ma per quello che deve ancora succedere, penso che la storia finirà al capitolo 40, o se proprio viene più lunga, al massimo finirà al 45, quindi mancano solo pochi capitoli.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Cap 34: Danger! ***


PoV You


Una parte di me continuava a pensare che quello che stavo facendo era sbagliato.
Insomma, era passato solo un giorno da quando mi ero messa insieme a Taehyung... e mi ritrovavo già a baciare un'altro ragazzo, mentre lui si trovava nell'altra stanza.

All'inizio non risposi al bacio, sapendo che non si trattava di Taehyung, e quindi trovando sbagliato il ricambiare.

Però...

Quando mi tornarono alla mente alcuni ricordi...
Le mie labbra si mossero da sole, iniziando a rispondere.

Certo, non avendo mai imparato a baciare nessuno, ero un po' incerta su quello che dovevo fare, così mi lasciai guidare dalle labbra del ragazzo vicino a me.

Quando iniziai a rispondere, sentii che lui sussultò leggermente, probabilmente sorpreso dal fatto che stessi rispondendo, e io stessa rimasi sorpresa di questo.

Ma i miei pensieri in quel momento erano altrove, a ripensare a quei ricordi che quel bacio mi aveva riportato alla mente, e che non mi fecero accorgere di cosa effettivamente stessi facendo.

Infatti, non mi resi conto che la mia mano, dopo che il ragazzo, sussultando, mi aveva lasciato andare, si mosse e andò a sfiorare il suo collo, toccando così un piccolo pezzo di stoffa che fasciava la sua pelle.
A quel gesto, il ragazzo si lasciò scappare un piccolo gemito, e fu proprio quel piccolo suono a riportarmi alla realtà.

Appoggiai completamente la mia mano su di lui, tenendola tra le sue clavicole e la spalla, e facendo un po' di pressione, lo allontanai da me, in modo da staccare le nostre labbra.

Sentii un piccolo lamento da parte sua quando si staccò, ma non provò nemmeno a riavvicinarsi, sentii infatti che rimase immobile, e la mia mano non accennò a muoversi da lui, restando appoggiata dov'era.

Il nostro respiro era leggermente agitato, dato che quel bacio era durato abbastanza da far mancare il fiato ad entrambi.

Sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia, ancora appoggiata a lui.
Emanava un calore piacevole, quasi... familiare...

Però, prima che potessi effettivamente chiedermi dove avessi già sentito quella sensazione di calore, sentimmo dei passi avvicinarsi, e prima che la porta venisse aperta, lui mi lasciò andare la mano, e si alzò dal letto, allontanandosi così da me.

Poco dopo sentii la voce di Jimin, e fu proprio lui a togliermi la benda, dato che io ero rimasta ferma immobile sul letto.

- Ora torniamo dagli altri. - mi disse.

Io risposi solo con un cenno della testa, e uscii dalla camera insieme a lui.

- Che è successo tra voi due? Hai la faccia tutta rossa. - mi sussurrò Jimin all'orecchio con tono malizioso mentre eravamo ancora nel corridoio, e quindi ancora da soli.

Il ragazzo con cui avevo passato quei sette minuti, era già sparito quando Jimin mi aveva tolto la benda.

- C-cosa? - dissi, portandomi le mani alle guance e sentendole effettivamente calde.
- Tenera. - disse Jimin, punzecchiandomi la guancia, sorridendo.
- Mmh... - gonfiai leggermente la guancia al suo gesto. - Jimin? - lo chiamai subito dopo, alzando lo sguardo su di lui.
- Sì? - rispose, guardandomi incuriosito.
- Ecco... t-tu sai... con chi ho passato... i sette minuti? - chiesi, abbassando lo sguardo, imbarazzata.
- Beh, sì, quando è stato scelto c'ero anche io, perchè? - mi chiese lui, e notai che era leggermente confuso.
- P-puoi dirmi... chi era? - dissi, quasi sussurrando.
- Come chi era? Non l'hai visto? - disse, spalancando leggermente gli occhi.
- Non mi ha fatto togliere la benda... - dissi, tenendo lo sguardo basso.
- Co- Sul serio? È davvero così pabo*? - chiese, e sembrava che quella domanda la riferisse più a sè stesso che a me.
- Chi era, Jimin? - chiesi, guardandolo fisso.

La sua domanda mi aveva fatta parecchio incuriosire.

- N-nessuno... Lascia perdere. Se non ha voluto farti togliere la benda avrà avuto i suoi motivi. - rispose, per poi dirigersi al suo posto, dato che eravamo ormai arrivati dagli altri.

Mentre io riprendevo il mio posto, sentii uno sguardo puntato su di me, e quando alzai il viso per vedere di chi si trattasse, notai Jungkook fissarmi insistentemente.

Ressi per un po' il suo sguardo, chiedendomi perchè mi stesse guardando in quel modo, poi iniziai a chiedermi se il motivo fosse con chi ero finita a fare quel gioco.

Dopo aver visto le sue reazioni quando aveva appena conosciuto Yoongi, e tutte le volte che stavo con Taehyung, non mi sarei più stupita se reagisse in quel modo per colpa del ragazzo con cui ero finita pochi minuti prima, anche se ancora non mi spiegavo il motivo di quelle sue reazioni.

Soprattutto, dopo quello che era successo quel mattino a scuola, speravo non venisse mai a sapere cosa fosse successo in quei sette minuti.
Non volevo più vederlo così arrabbiato, soprattutto se a farlo arrabbiare ero proprio io.

- Bene, vediamo chi è il prossimo. - disse Jimin, che sembrava la persona più eccitata di tutte a giocare a quel gioco.


Giocammo parecchi altri turni, e nemmeno ce ne accorgemmo che passarono due intere ore dopo il mio, e fortunatamente quello per me era anche l'ultimo che giocai.

Ad un certo punto, uscì una ragazza, una compagna di classe di Jimin, e quello che mi lasciò un po' senza parole fu che uscì con... Taehyung.

Quando lo vidi alzarsi, notai che sul suo viso si formò un ghigno, e in quel momento un brivido percorse la mia schiena.

Potevo davvero fidarmi di lui?

Durante quei sette minuti, mi sentii in ansia non sapendo cosa effettivamente Taehyung stesse facendo in quella camera.
Continuai a mordermi nervosamente il labbro inferiore, e mentre lo facevo... notai di nuovo lo sguardo di Jungkook su di me.
Perchè continuava a fissarmi?
Anche se, guardando meglio, quello di adesso sembrava più uno sguardo preoccupato.

Solo in quel momento, dopo ormai circa tre ore che stavamo seduti in cerchio a giocare, mi accorsi che Jungkook era seduto esattamente davanti a me, e questo mi rese ancora più nervosa.


Quando i sette minuti passarono, Jimin si alzò per andare a chiamare Taehyung e la ragazza, ma si bloccò all'improvviso.
Infatti, anche Jungkook si era alzato in quel momento, e notai che Jimin si bloccò quando lui gli bisbigliò qualcosa all'orecchio.

Mi chiesi cosa potesse avergli detto per far bloccare Jimin in quel modo, ma subito dopo spalancai gli occhi quando vidi lui dirigersi verso la camera.
Davvero Jungkook stava andando a chiamare Taehyung?

Un brivido mi percorse la schiena, mentre il mio sguardo rimase puntato sul corridoio, finchè non vidi tornare tutti e tre.


Dato che tornarono quasi subito, Jungkook non doveva aver detto nulla, o comunque era passato troppo poco tempo perchè fosse effettivamente successo qualcosa tra i due così, quando Taehyung tornò a sedersi vicino a me, con la coda dell'occhio guardai mio fratello, e notai che sembrava leggermente irritato.

Cosa aveva visto per renderlo così?

Guardai Taehyung, nel tentativo di poter capire se tra lui e quella ragazza era effettivamente successo qualcosa, e spalancai leggermente gli occhi quando vidi l'espressione maliziosa che aveva in volto, e soprattutto quando vidi che quella stessa espressione la stava rivolgendo proprio a quella ragazza.

Guardai con la coda dell'occhio quella ragazza, e notai che stava ricambiando lo sguardo di Taehyung, leccandosi lentamente le labbra mentre lo guardava e, guardandola più attentamente, vidi una macchiolina semi-nascosta sul suo collo, coperta leggermente dai suoi lunghi capelli.

Le aveva fatto un succhiotto?

Rimasi a fissarla per un po', sorpresa.
Era davvero stato lui a farle quel segno?
O l'aveva già da prima, ed io l'avevo notato soltanto adesso, dato che per tutto il tempo non l'avevo guardata?

Rimasi con questo pensiero ad occuparmi la mente, mentre di nascosto continuavo a guardare Taehyung e la ragazza.


Durante l'ultimo turno, la persona che doveva essere bendata fu un'altra compagna di classe di Jimin, mentre l'altra con cui avrebbe dovuto passare quei sette minuti...

Jungkook.

Lo guardai mentre si alzava, e senza dire nulla si dirigeva verso la camera.
Cosa avrebbe fatto con quella ragazza?

Non mi spiegavo il motivo, ma non mi piaceva per niente sapere che mio fratello sarebbe stato per sette minuti chiuso da solo con una ragazza, per di più in camera da letto.

Quella sera era anche vestito in un modo che avrebbe tolto il fiato a chiunque.
Infatti, da quando era arrivato, avevo notato lo sguardo delle poche ragazze che c'erano su di lui, e sembrava lo stessero mangiando con gli occhi.

Certo, in questo caso quello con la benda non era lui, ma la ragazza, quindi almeno potevo essere sicura che quella tipa non approfittasse di mio fratello mentre era bendato...

Però...

Lui le avrebbe fatto togliere la benda?
O gliel'avrebbe fatta tenere e avrebbero comunque fatto qualcosa?

Dopotutto, anche il ragazzo che aveva fatto il turno con me, aveva fatto qualcosa, lasciandomi bendata.

Quindi poteva farlo anche Jungkook, giusto?
Continuai a fissare insistentemente quel corridoio, cominciando ad odiare il fatto che non si potesse sapere cosa stessero facendo.


Quando Jimin si alzò per andare a chiamarli, feci come aveva fatto Jungkook durante il turno di Taehyung, alzandomi a mia volta e dirigendomi da Jimin.

- Posso andare a chiamarli io? - chiesi a Jimin, sentendomi leggermente in imbarazzo.

Lui mi guardò un po' sorpreso, ma poco dopo annuì, tornando a sedersi.
Prima di dirigermi verso la camera, notai lo sguardo stranito di Taehyung, che sicuramente non si aspettava che mi sarei alzata.

Mi diressi così verso la camera, e non sentii nessun rumore provenire dall'interno.
Bussai una volta, per avvertirli della mia presenza.
Non avrei voluto interrompere qualcosa.

Non ricevendo risposta, ne sentendo alcun rumore, aprii la porta, e subito notai mio fratello, seduto ai piedi del letto, che sentendo il rumore della porta alzò lo sguardo, spalancando gli occhi quando vide che non ero Jimin.
La ragazza era seduta anche lei sul letto, ma dalla parte opposta rispetto a Jungkook, lasciandomi davvero perplessa su cosa potesse essere successo tra i due.
Infatti, notai che lei era ancora bendata, così mi avvicinai a lei per torglierle la benda ed avvertirla che il turno era finito.
Quando glielo dissi, sembrò davvero dispiaciuta, e prima che uscisse dalla camera, notai che guardò per un secondo mio fratello, sempre con quell'aria dispiaciuta, per poi uscire e raggiungere gli altri.

Mi bloccai un attimo quando mi resi conto che Jungkook non si era ancora mosso, infatti era rimasto ancora seduto ai piedi del letto, lo sguardo puntato su di me.
Sentendomi a disagio, feci per uscire dalla camera, e tornare dagli altri.

- Perchè sei venuta tu a chiamarci? - chiese, il tono di voce leggermente più profondo del solito.
- Potrei chiedere la stessa cosa a te quando sei venuto a chiamare Taehyung. - risposi, senza girarmi verso di lui.
- Volevo solo essere sicuro che non ti stesse già tradendo visto che ormai state insieme. - disse sottovoce, facendomi sussultare.

Infatti, quella frase me l'aveva sussurrata all'orecchio, nemmeno mi ero accorta che si fosse alzato e che ora era dietro di me, così vicino che sentii le sue labbra sfiorarmi l'orecchio mentre parlava.

- Quindi da adesso controllerai ogni cosa che fà per essere sicuro che non mi tradisca? - dissi amaramente, ma pentendomi quasi subito per averlo detto.


Sapevo che ovviamente la rabbia del mattino non gli era ancora passata, e con quella frase ero sicurissima che avevo appena peggiorato le cose.

- Non dirmi che non hai notato il succhiotto che le ha fatto sul collo, è così evidente. - disse stizzito, uscendo dalla porta prima che io potessi replicare.

Anche se la forza per replicare non l'avevo per nulla.
Infatti, quella frase mi aveva lasciata spiazzata, chiarendo il dubbio che avevo quando avevo guardato quella ragazza.

Quel succhiotto glielo aveva davvero fatto Taehyung.

In quel momento, mi tornarono in mente le parole di Jungkook, quando mi aveva spiegato cosa effettivamente fosse un succhiotto.

"Di solito i ragazzi lo fanno per dimostrare che una ragazza appartiene solo a loro..."

Quindi... perchè gliel'aveva fatto?
Dopotutto la sua ragazza ero io, no?
Non avrebbe dovuto "marchiare" un'altra...


Poco dopo, uscii anche io dalla camera, e quando tornai, vidi Taehyung guardarmi fisso.

- Stai bene? - mi chiese sottovoce, quando mi fui riseduta vicino a lui.

Io annuii senza guardarlo, con ancora quei pensieri in testa.

Avrei dovuto parlargliene? O fare finta di nulla?

Dopotutto lui avrebbe potuto giustificarsi dicendo che quello era solo un gioco, e sapevo che probabilmente l'avrebbe fatto, ormai sapevo il tipo di risposte che poteva dare.


- Direi che è meglio concludere qui il gioco e anche la festa. Si è fatto davvero tardi. - disse Jimin dopo che giocammo ancora qualche turno, distogliendomi dai miei pensieri.

Quasi tutti si lamentarono, ma Jimin disse che se volevano, avrebbe volentieri fatto un'altra festa, magari nel weekend così che potessero stare svegli fino a tardi senza problemi, e così iniziarono tutti a salutare e tornare ognuno alla propria casa.


- Adesso si mette a fare lo studente modello che rispetta gli orari. - disse Jungkook quando rimanemmo solo io, lui, Jimin, Yoongi e Taehyung.
- Ya! Stai zitto piccoletto. Ricordati di portare rispetto al tuo Hyung! - disse Jimin fingendosi offeso.

Ormai era abituato a Jungkook.

Io, sentita quella frase, guardai subito mio fratello, leggermente in ansia.
Fortunatamente però, doveva essersi un po' calmato, perchè non disse nulla, e si avviò verso l'entrata.

- A domani Jiminnie. - disse prima di uscire.
- Ya! - rispose Jimin, senza però fare nulla.
- A domani ragazzi. - li salutai io, e in quel momento mi sorse un dubbio.

Sarei andata a casa con Jungkook o Taehyung?
Sicuramente non avremmo fatto la strada tutti e tre insieme.

Però...

Mi tornò in mente quando dopo la scuola, Yoongi mi aveva trascinata con lui dopo aver salutato mio fratello, ed io ero rimasta a guardare Jungkook che tornava a casa da solo.

Certo, avevo ancora il timore di rimanere sola con lui, con il pensiero che potesse di nuovo gridarmi contro.
Però non mi piaceva vederlo andare via in quel modo.


- Taehyung rimane a dormire qui da me stanotte. - disse Jimin, risvegliandomi dai miei pensieri.
- Allora noi andiamo. A domani. - disse Yoongi, sbadigliando.

Probabilmente si era annoiato tutto il tempo, conoscendolo.

Usciti, io e Yoongi ci salutammo, dato che casa sua era dalla parte opposta alla mia rispetto alla casa di Jimin.

- Ti conviene raggiungere tuo fratello. O se preferisci ti accompagno io. - disse.
- Non voglio farti allungare la strada. Vado da sola. -
- Guarda che non è sicuro per una ragazza andare in giro da sola a quest'ora. - disse, con fare paterno.
- Non farmi la ramanzina adesso, lo sò benissimo. - dissi, mettendo il broncio.
- Lo sò, lo sò. Stavo solo scherzando. - disse, sorridendo. - Beh, forse non andrai a casa da sola dopotutto. - aggiunse, guardando un punto fisso dietro di me.

Notandolo, mi girai, curiosa di sapere cosa stesse guardando, e spalancai leggermente gli occhi quando vidi Jungkook fermo alla fine della via, lo sguardo fisso su di noi.

- Credo che ti stia aspettando. Fossi in te lo raggiungerei subito. - bisbigliò Yoongi continuando a fissarlo.

Io annuii, e dopo aver augurato la buonanotte a Yoongi, raggiunsi mio fratello.


In quel momento mi sentii davvero a disagio, e iniziai a mordermi il labbro inferiore.

- Andiamo? - disse semplicemente lui, iniziando ad incamminarsi.

Io annuii, e lo seguii.

Per tutto il tempo, nessuno dei due parlò, e io mi misi a ripensare a quello che era successo alla festa, mentre il mio sguardo era completamente assorto a guardare mio fratello.

- Che avete fatto tu e quella ragazza durante i sette minuti? - chiesi, dando voce al pensiero che in quel momento mi attraversava la mente, ma mordendomi il labbro inferiore subito dopo, pentendomi di averlo chiesto.
- Perchè ti interessa tanto? - chiese lui, girandosi a guardarmi, mentre continuavamo a camminare.
- Eh? Ecco... io... - dissi, continuando a torturare il labbro.
- Non abbiamo fatto nulla. Non volevo fare nulla con lei, non la conosco nemmeno. - disse, dopo aver sospirato.
- Davvero? - chiesi, sorpresa dalla sua risposta.
- Perchè ti stupisci tanto? - mi chiese lui, guardandomi.
- Ehm... -
- Non tutti i ragazzi si approfittano di una ragazza bendata, o solo perchè devono passarci sette minuti chiusi nella stessa camera. - disse, e notai che il suo tono era un po' amaro.
- N-non volevo dire questo... - sussurrai. - Quindi... non hai fatto nulla nonostante fosse l'unico turno che hai giocato? - chiesi, alzando di nuovo lo sguardo su di lui.
- Ho giocato due turni, non uno. - disse.
- Due? - chiesi io, sorpresa.

Ero sicurissima che mio fratello avesse giocato solo un turno, non due.

- L'altro con chi era? - chiesi, ora curiosa.
- Mh... chissà... - disse sorridendo maliziosamente, abbassando appena lo sguardo su qualcosa, per poi riposarlo sul mio.
- Dimmelo, dai! - risposi, facendo un tono infantile.
- Scordatelo! -

Detto questo, entrò in casa, dopo aver aperto la porta dato che la trovammo chiusa, e salì al piano di sopra.

Tutte le luci di casa erano spente, segno che i nostri genitori non c'erano.
Io lo seguii, volendo sapere chi era l'altra persona.

- Jungkook, dimmi chi era, dai. - dissi, sporgendo il labbro inferiore, per fargli tenerezza.

Quella curiosità mi aveva fatto dimenticare per un attimo tutto quello che era successo tra noi quel giorno.

O almeno, finchè...

Jungkook si girò di scatto, lasciandomi talmente sorpresa che mi accorsi troppo tardi che mi aveva appena afferrato un polso, bloccandomi di nuovo contro il muro, fra le nostre due camere, e aveva premuto il suo corpo contro il mio, infilando una sua gamba tra le mie, intrappolandomi completamente.

- J-Jungkook... - dissi io spalancando gli occhi, mentre il ricordo di quello che era successo quella mattina a scuola, quando mi ritrovai nella stessa identica posizione con lui, riaffiorò nitidamente.
- Se non te lo voglio dire non insistere, o vuoi che finisca come stamattina? - disse lui, la voce così profonda che mi diede i brividi.

Non volevo assolutamente che finisse come la mattina, ma non potevo negare che rispondendomi in quel modo, stava solo aumentando la mia curiosità.

- Se proprio vuoi saperlo, perchè tu non mi dici quello che ti ha fatto Taehyung e che non mi hai ancora detto? - disse, abbassando ulteriormente la voce, il suo viso così vicino che mi sfiorò le labbra con le sue.

Quel gesto e quella frase mi fecero sussultare, facendomi spalancare di più gli occhi.

- Ti conviene lasciarlo... - disse dopo qualche minuto, guardandomi fisso negli occhi.
- Non lo faccio perchè me lo dici tu... - dissi, imbronciata.
- Perchè dovresti continuare a stare con lui? - disse righiando leggermente, stringendo di più la presa sul mio polso che teneva appoggiato al muro, facendomi quasi male.
- P-perchè dovrei lasciarlo? - chiesi, mordendomi il labbro inferiore dato che il polso stava davvero iniziando a farmi male.
- Quello che ha fatto stasera non ti basta come risposta? Ha fatto un succhiotto ad un'altra, e ha pure passato il resto del tempo a lanciarle sguardi maliziosi. Non ti ha calcolata l'intera sera, e state insieme solo da un giorno. - disse lui, ora seriamente arrabbiato.

Quello che aveva detto era vero, Taehyung non mi aveva calcolata più di tanto quella sera, e anche io avevo notato gli sguardi tra lui e quella ragazza dopo il loro turno, ma non volevo pensarci.

- Ascoltami per una volta e mollalo. Ti farà solo del male. - disse, avvicinandosi di più a me.
- No! Io non lo lascio. - risposi di getto, abbassando però lo sguardo.
- Perchè no? Non capisci che- -
- Io lo amo! - dissi, quasi urlandolo, interrompendo mio fratello.

Tenevo ancora lo sguardo basso, non avendo il coraggio di guardarlo in faccia.
Non potevo dargli torto, ma non avevo nemmeno più intenzione di nascondere che provavo qualcosa per Taehyung, ed era proprio questo a non volermi far lasciare con lui, anche se dopo quello che era successo qualche ora prima, sapevo che quello che stavo facendo era sbagliato.

Se l'aveva fatto durante un gioco, avrebbe potuto farlo con chiunque e ovunque quando voleva, o fare anche di peggio, dato che ormai sapevo come Taehyung agiva.

Dopo la mia frase, sentii mio fratello bloccarsi completamente, allentando leggermente la presa sul mio polso.

- Davvero sei innamorata di lui? - chiese, ora la voce quasi un sussurro.

Io annuii pochi secondi dopo, un po' timorosa, ma subito dopo sussultai, perchè Jungkook mi aveva afferrato entrambi i polsi e li aveva bloccati sopra la mia testa, premendo maggiormente il suo corpo contro il mio, mentre iniziai a sentire una sensazione umida sul collo.

Infatti, aveva iniziato a lasciarmi dei piccoli baci lungo il lato destro del collo, alternandoli a piccoli morsi che mi fecero scappare qualche sospiro.
Quando arrivò vicino alla mia clavicola, alla base del collo, si fermò, iniziando a succhiare quel punto preciso, continuando ad alternare con i morsi.

- J-Jungkook... - dissi, lasciandomi scappare un sospiro strozzato.

Non potevo muovermi in nessun modo, mi aveva bloccata completamente, e quello che stava facendo, mi stava rendendo così debole che non avevo nemmeno la forza di provare a liberarmi.

Non era come quando a farlo era stato Taehyung, perchè sì, avevo capito che mio fratello mi stava facendo un succhiotto in quel momento.
Taehyung mi aveva colto di sorpresa, proprio come lui in quel momento, ma c'era un dettaglio che li distingueva.

Entrambi mi avevano spaventato un po', soprattutto Taehyung perchè quel giorno non sapevo ancora cosa fosse un succhiotto, e oltretutto erano pochi giorni che ci conoscevamo, mentre Jungkook mi spaventava perchè in quel momento era arrabbiato.
Ma, il modo in cui lo facevano, era diverso.
È vero che Jungkook lo stava facendo mentre era ancora arrabbiato con me, e oltretutto non ne capivo il motivo, ma, nonostante fosse arrabbiato...

Il suo modo di fare era più dolce di Taehyung.

Taehyung infatti era più rude nel succhiarmi e mordermi la pelle in quel punto del collo dove ero particolarmente sensibile, mentre Jungkook era più dolce, se così si può definire un succhiotto fatto da una persona arrabbiata come era lui in quel momento.

Quando si staccò, sentii quel punto preciso bruciare, ma era la parte di me che faceva meno male.
Sentii le guance in fiamme quando il suo sguardo incontrò il mio, ma non riuscii a guardare altrove.

- Wae*? - dissi pochi secondi dopo, cercando di regolare il fiato.
- Vedremo se Taehyung dirà qualcosa quando lo vedrà. - disse lui, per poi lasciarmi andare e chiudersi nella sua camera.

Io rimasi lì ancora qualche minuto, cercando di regolare il battito cardiaco, che dopo il gesto di mio fratello, sembrava impazzito, tenendo lo sguardo fisso sulla sua camera.

- Y/N? -

Sussultai quando qualche minuto dopo sentii la voce di mio padre chiamarmi.
Non mi ero minimamente accorta che fossero tornati.
Da quanto tempo era lì?

- Non vai in camera tua? - mi chiese, guardandomi attentamente.
- S-sì. - risposi, dirigendomi verso la mia camera.

Prima di entrare, notai lo sguardo di mio padre guardare strano verso la camera di mio fratello, e lo sguardo che fece...

Non prometteva nulla di buono.



Dopo quella sera, passò una settimana.

Io e Jungkook non parlavamo quasi per nulla, soprattutto perchè il pensiero di farlo arrabbiare di nuovo e il fatto che mi aveva "marchiata", e quel segno non se n'era ancora andato, a differenza di quando l'aveva fatto Taehyung, che era durato solo qualche giorno, mi mettevano il timore di rivolgergli la parola.

Uscivo quasi tutti i giorni con Taehyung, e non potei quindi fare a meno di notare una cosa.

Ogni giorno che passava, era sempre più freddo nei miei confronti.

Passeggiando per la città, infatti, notai parecchie coppiette qua e là e, a confronto con loro, noi due potevamo passare per dei semplici amici, non per due innamorati.
Infatti, non ci prendevamo mai per mano, camminavamo semplicemente uno a fianco dell'altro, come quando c'eravamo appena conosciuti.

E, cosa per me più importante...

Non mi baciava mai.

Certo, non volevo che facesse come alcune coppie che si baciano davanti a tutti, approfondendo addirittura il bacio come se fossero da soli.
Ma non mi dava nemmeno baci a stampo, mai, nemmeno quando eravamo soli, o dovevamo separarci.

Io qualche volta avevo provato a baciarlo, ma lui si era sempre allontanato, dicendo che non aveva voglia di baciarmi in quel momento, e ovviamente ci rimanevo sempre male per questo.

Fu proprio questo che mi fece iniziare a pensare che forse i baci non erano così belli come pensavo io.
Che probabilmente non a tutti piaceva dare o ricevere baci.



Quando uscimmo da scuola, quel venerdì, Taehyung mi invitò ad uscire di nuovo con lui, ma questa volta mi disse che saremmo stati a casa sua, perchè non aveva voglia di andare chissà dove.

Io accettai, anche se un po' titubante.
Avevo qualche timore ad andare a casa sua, soprattutto dopo che avevo scoperto che abitava da solo, o almeno così aveva detto a Jimin, ma non essendoci mai stata, e conoscendo più o meno i gusti di Taehyung, ero davvero curiosa di sapere come fosse casa sua.

Yoongi sarebbe dovuto rimanere a scuola quel pomeriggio, perchè la sua classe doveva preparare un lavoro per la settimana dopo, ed erano rimasti un po' indietro.

Così, salutammo Jimin e Jungkook, e ci incamminammo verso casa sua.

- È successo qualcosa tra te e Jungkook? - chiese dopo qualche minuto di silenzio Taehyung.
- Perchè me lo chiedi? - chiesi, deglutendo, un po' agitata.
- È tutta la settimana che non vi parlate. -
- Oh... non, non è nulla... - dissi, girando lo sguardo altrove.

Fortunatamente, ero riuscita a nascondere bene il succhiotto che mi aveva fatto mio fratello, infatti Taehyung non l'aveva ancora visto.

Appena arrivammo a casa sua, rimasi a bocca aperta.
Era stupenda.



PoV Yoongi


Sfortunatamente, ero dovuto rimanere a scuola, perchè per colpa di alcuni miei compagni, eravamo più indietro del previsto per un compito della settimana dopo, così i professori ci avevano obbligato a rimanere nel pomeriggio, per recuperare.

Per distrarmi un po', iniziai a messaggiare di nascosto con Jimin, così venni a sapere che Y/N era andata a casa di Taehyung.

- Stanno insieme solo da una settimana, e quel Taehyung la porta già a casa sua? - mormorai, sospirando pesantemente.

Non mi stava completamente antipatico quel tipo, ma fin dall'inizio aveva qualcosa che non mi convinceva.

- Taehyung? - sentii una voce vicino a me.

Annoiato, alzai lo sguardo, notando la mia compagna di banco che mi fissava.

- Non mi chiamo Taehyung. - dissi, la voce quasi un sussurro.
- Lo sò. Ma stavi parlando di Taehyung qualche secondo fà? - chiese lei, e solo in quel momento notai che il suo sguardo sembrava... preoccupato.
- Ho solo pensato ad alta voce. Perchè? Lo conosci? - chiesi, incuriosito da quel suo sguardo.
- Kim Taehyung? Lo conosce la maggior parte della scuola! - disse lei, sorpresa.
- Ah sì? -
- Beh, dovresti conoscerlo anche tu... - disse lei, affievolendo sempre di più la voce.
- Beh, sì lo conosco, ci passo l'intervallo insieme... - dissi, non capendo cosa volesse dire.
- Te... ne sei dimenticato? - chiese lei sottovoce, molto sorpresa dalla mia risposta.
- Dimenticato cosa? - chiesi.

Le prese un profondo respiro prima di parlare.

- È il peggior ragazzo della scuola. È vero che è bellissimo, questo non può negarlo nessuno, ma a lui interessa solo sè stesso. Davvero hai dimenticato il modo in cui ha usato alcune nostre compagne l'anno scorso? Le ha fatte soffrire facendogli credere che stessero insieme, e poi le ha tradite alla prima occasione e ha tentato di approfittarsi di loro. Le sue prede preferite sono soprattutto le ragazze innocenti che non hanno ancora avuto nessuna esperienza con i ragazzi. - disse, guardandomi fisso.

A quelle parole sbiancai completamente.
In quel momento mi tornò in mente quello che successe alle nostre compagne...
Come avevo potuto dimenticarlo?
Ecco dove avevo già sentito il suo nome...
Ed ora aveva portato a casa sua Y/N...

- Dammi il suo indirizzo, se lo conosci. - dissi all'improvviso, quasi spaventando la mia compagna.
- Ma non puoi uscire dalla scuola adesso. Cosa dirai ai professori? -
- Non sarò io a fare qualcosa. - dissi.

Probabilmente Y/N mi avrebbe odiato per questo, ma era l'unica persona che poteva andare a salvarla.

Digitai velocemente il suo numero e aspettai che rispondesse, agitato.

- Jungkook, tra poco ti invierò un messaggio con un indirizzo. Dirigiti lì più in fretta che puoi. - dissi, non appena lui rispose al telefono.
- Wae*? - disse, e sembrò parecchio annoiato.
- Tua sorella è in pericolo! Muoviti! -


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Finalmente si scopre il vero Taehyung!
Vi aspettavate che fosse così?
Spero che questo capitolo sia venuto bene, la parte della festa è completamente uscita mentre scrivevo, non avevo preparato nulla, cioè l'idea era: continuo un po' il pezzo con il misterioso ragazzo e faccio finire la festa e continuare la storia con Taehyung, ma... beh, potete vedere voi come è andata a finire!
Allora, il prossimo capitolo sarà (ovviamente) incentrato su Tae, anche perchè credo sarà l'ultimo in cui apparirà, e verranno spiegate un po' di cose su di lui.
Come vi è sembrato questo capitolo? Fatemelo sapere, per me la vostra opinione è davvero importantissima! <3

Auguro Buona Pasqua a tutti/e!!! <3
Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Cap 36: Sing and kiss... ***


PoV You


- Come pretendi che rispondo se non sono capace di baciare? - dissi, gonfiando le guance.
- Beh, basta dirlo. Ti insegno io! - disse lui, guardandomi fisso negli occhi.

Cosa...?


Lo guardai sorpresa, sentendo le mie guance in fiamme.

Cosa intendeva con "ti insegno io"?

- Perchè mi guardi così? - mi chiese qualche minuto dopo.
- Beh... hai detto... che... - io abbassai lo sguardo imbarazzata.
- Che...? -
- C-che vuoi dire con... "Ti insegno io"? - chiesi, anche se la risposta la conoscevo già, ma non volevo crederci.
- Oh, quello? Beh, intendo... - disse, avvicinando il suo viso al mio prima di continuare, e facendo sfiorare le nostre labbra. - Che ti insegno io a baciare, sono piuttosto bravo sai? - concluse abbassando la voce, mentre sul suo viso si formava un ghigno.

Io avevo il mio sguardo puntato sulle sue labbra, perchè per me erano come una calamita.
Ogni volta che lui era vicino a me, il mio sguardo andava sempre sulle sue labbra, e difficilmente riuscivo a guardare altrove.

Avvampai nel momento in cui la sua lingua passò lentamente a bagnare il suo labbro inferiore, che poi prese tra i denti, facendomi sentire un brivido lungo la schiena quando lo fece.

- Perchè...? - iniziai, troppo imbarazzata però per continuare la frase.
- Perchè cosa? - mi chiese lui, guardandomi confuso.
- Perchè... m-mi hai... baciato... prima? - dissi, prendendo un respiro profondo prima di parlare.
- Beh, tu mi hai chiesto se i baci sono brutti, ed io volevo dimostrarti che non lo sono. - disse, tenendo il tono di voce basso.
- S-solo per quello? - dissi di getto, rendendomi conto solo dopo di ciò che avevo detto.
- Hm? -
- E-ecco... io... -

Perchè avevo detto quella frase?
Non me lo spiegavo, ma quando Jungkook aveva detto di avermi baciato per dimostrarmi che i baci sono belli, anzi, stupendi, e non aveva aggiunto nient'altro, avevo sentito una stretta al cuore.

Forse c'era qualcosa che volevo farmi sentire dire che lui non ha detto?

Rimasi in silenzio, pensando se davvero c'era qualcosa che volevo sentirmi dire da mio fratello.

- Y/N... - sussurrò Jungkook, avvicinando ancora il suo viso al mio.


- Y/N, Jungkook, ci siete? -


Sussultai sentendo la voce di mia madre nel corridoio, e dai suoi passi capii che si stava avvicinando a noi.

Vidi Jungkook sospirare, leggermente irritato, e allontanarsi da me giusto qualche secondo prima che nostra madre aprisse la porta della sua camera e ci vedesse.
Io rimasi appoggiata alla parete, cercando di riprendermi da quello che era appena successo, e sperai che nostra madre non notasse nulla, anche se sapevo di avere il viso completamente rosso.

Con la coda dell'occhio continuavo a guardare mio fratello, che stava fingendo di cercare qualcosa sulla sua scrivania, e continuavo a ripensare a quello che era appena successo.

- Perchè ci cercavi? - chiese dopo qualche minuto Jungkook girandosi verso nostra madre che era ancora sulla porta a fissarci, e non aveva ancora detto nulla.
- Beh, volevo parlare con voi. Io e vostro padre vorremmo andare a trovare vostra zia per le vacanze di Natale, ma prima di prendere decisioni come l'altra volta, volevamo sapere se voi vorreste venire con noi. Sò che non ci avete ancora perdonato per la bugia con cui vi abbiamo fatto crescere fino a qualche mese fa, ma questi mesi in cui non ci siamo parlati non mi sono piaciuti per niente. Sappiamo bene di aver sbagliato, ma vorremmo rimediare in qualche modo. - disse, spostando lo sguardo da mio fratello a me.

Mentre parlava, io avevo notato che continuava a torturarsi nervosamente le mani, e dal suo tono di voce, si capiva benissimo quanto fosse dispiaciuta per questa situazione che si era creata.

Dato quello che era successo con Taehyung, ultimamente avevo quasi completamente dimenticato del rapporto con i miei genitori da quando Jungkook era tornato.
Non ero sicura se avessi inconsapevolmente già perdonato quella bugia che avevano detto, ma vedere mia madre parlarci in quel modo, e il ricordo di Yoongi che mi aveva consigliato di sistemare la questione, mi dissero che forse era giunto il momento di chiarire, e non invece continuare ad ignorarci.

Forse a farmi pensare questo, era l'idea di aver la possibilità di andare a trovare mia zia, che non vedevo da quando eravamo partiti dieci anni prima, di poter rivedere la Corea che mi mancava tanto, e la città in cui ero nata e cresciuta, e di poter allontanarmi, anche se per un breve periodo, da dove eravamo ora, e quindi avere meno problemi per la testa.

Almeno, speravo che partendo, per un po' non avrei pensato a Taehyung.

Sò che era sbagliato, ma ad una parte di me dispiaceva doverlo dimenticare, anzi, non voleva per niente dimenticarlo, perchè nonostante quello che era successo, mi ero innamorata di lui, e ovviamente, anche se non più così forte, quel sentimento c'era ancora.

Dopotutto, quel tipo di sentimenti non svaniscono in un secondo.
Certo, io avevo detto a mio fratello che non l'amavo più, e che non avrei potuto amare una persona che fà quello che ha fatto Taehyung, ma non potevo dire che quel sentimento era completamente svanito del tutto, perchè altrimenti avrei mentito a me stessa.

L'avrei dimenticato col tempo, o almeno, una parte di me ci sperava.

Io alzai lo sguardo verso Jungkook, aspettando che dicesse qualcosa.
Avrei voluto partire, dire a mia madre che mi sarebbe piaciuto rivedere la zia, e che mi mancava tanto, ma prima di dire qualsiasi cosa, volevo sapere che ne pensava mio fratello.

Dopotutto, lui era quello che aveva sofferto di più in questa situazione, dato che aveva vissuto lontano dai suoi veri genitori, e quindi, se lui avesse deciso di non partire, io sarei stata con lui.
Avrei rinunciato a poter rivedere i posti della mia infanzia, se questo significava partire senza mio fratello.
Infatti, mi sarebbe piaciuto tornare nei posti in cui stavamo sempre da piccoli, ma volevo andarci insieme a Jungkook, non da sola, e ricordare insieme tutto quello che facevamo.

Aspettai quindi che dicesse qualcosa, guardandolo, e lui prima di parlare, alzò lo sguardo su di me.

- Se Y/N vuole venire... allora vengo anche io. - disse, continuando a guardare me, e non degnando di uno sguardo nostra madre.

Io lo guardai sorpresa.
Speravo davvero che accettasse, ma ero comunque più sicura che avrebbe detto il contrario, e che magari le avesse risposto male, cosa che invece non aveva fatto, e questo mi fece sorridere.

Mi voltai quindi verso di lei, e feci un cenno con il capo.

- Io voglio partire. Voglio rivedere la zia. - dissi, cercando di nascondere la felicità che stavo provando in quel momento.
- A-allora... avverto vostro padre e prendiamo i biglietti per tutti. - disse mia madre, anche lei evidentemente molto sorpresa dalla risposta di Jungkook.

Dopo averci guardato qualche secondo, si girò ed uscì dalla camera, chiudendo la porta dietro di sè.



- Davvero andiamo? - dissi io non appena se ne fù andata, andando verso Jungkook quasi saltellando dalla felicità.
- Sì, ma solo perchè ci sei tu, altrimenti non sarei andato. - disse lui, sospirando e girandosi verso la sua scrivania.
- Io non sarei andata se tu non saresti voluto venire. - dissi gonfiando le guance mentre mi sporgevo per guardarlo, e notando che a queste parole, sul suo viso si formò un sorriso.
- Davvero? - chiese con un filo di voce, spostando lo sguardo su di me.
- Non sarei partita lasciandoti qui. E poi voglio tornare con te in tutti i posti in cui siamo stati quando eravamo piccoli. - dissi con tono sincero, arrossendo leggermente mentre parlavo.

Forse questo mio desiderio di rivedere i posti in cui andavamo da piccoli, e vederli insieme a mio fratello, ricordando quello che facevamo, poteva sembrare una cosa stupida, ma per me quegli anni erano stati davvero importanti, perchè ero insieme a lui, ed erano anche i ricordi più felici che avevo.

- In tutti i posti? Anche in quel magazzino? - chiese, guardandomi con un sorriso malizioso.
- M-magazzino? - chiesi, leggermente spaesata.
- Hm? L'hai dimenticato? - disse, avvicinando il suo viso al mio, facendo sfiorare le nostre labbra.

Mentre parlava, aveva girato il suo corpo verso di me, e prima che me ne accorgessi, mi ritrovai intrappolata tra lui e la scrivania dietro di me, le sue mani appoggiate sul bordo di quest'ultima, ai miei lati, in modo da impedirmi di muovermi.

- Jungkook... - dissi con un filo di voce, sentendo di nuovo le guance in fiamme mentre lo guardavo.
- Devo rinfrescarti la memoria? - disse lui ancora con quel tono basso che faceva venire brividi lungo la schiena, continuando a far sfiorare le nostre labbra.

Prima che potessi rispondere, azzerò completamente la distanza tra di noi, unendo le nostre labbra in un bacio dolce, e facendo aderire il suo corpo al mio, circondandomi i fianchi con un braccio, mentre l'altra mano la teneva ancora appoggiata alla scrivania.

Io spalancai gli occhi, sorpresa, ma poi li chiusi, iniziando a rispondere al bacio, lasciandomi guidare da lui, dato che io non sapevo che fare.
Dopo qualche minuto, sentii la sua lingua premere le mie labbra per chiedere di approfondire il bacio, così io le schiusi leggermente, facendo sfiorare la mia lingua con la sua.

Sentivo il volto in fiamme mentre ci baciavamo, e quando iniziò a mancarci il respiro, lui premette di più il suo corpo contro il mio, spostando le sue labbra sul mio collo, succhiando una parte di pelle alla base del collo che mi fece mancare il respiro.

Io tirai indietro la testa tenendo ancora gli occhi chiusi, la mia attenzione completamente concentrata sulle sue labbra.

Si staccò qualche minuto dopo, facendomi percepire un leggero bruciore dove le sue labbra avevano toccato quella parte del mio collo che era davvero sensibile.

Io aprii gli occhi, puntandoli su di lui, mentre entrambi cercammo di regolarizzare i nostri respiri.

Mi chiesi come fossimo arrivati a fare una cosa del genere, dopo quello che era successo quel giorno, e dopo il fatto che Jungkook e io ultimamente non parlavamo molto, più precisamente da quando mi ero messa con Tae.
Ed ora eccoci lì, nella sua camera, così vicini...

Sentii il mio viso in fiamme, che stavamo facendo?

Lui mi guardò senza dire nulla poi, quando il suo respiro tornò normale, mi lasciò andare e si diresse verso il suo letto, anzi, più precisamente, verso il lato opposto del letto rispetto a dove si trovava la sua scrivania, e sembrava alla ricerca di qualcosa.

Tirò fuori qualcosa da sotto il letto e lo posò su di esso, iniziando ad aprire quella che sembrò una custodia, ma dato che in quel momento la mia attenzione era altrove, non feci molto caso a cosa fosse.
Lo guardai mentre si diresse verso una delle sue mensole dove aveva appoggiato i suoi speaker, perchè sì, ne aveva più di uno, e prese quello che usavamo sempre quando lui e Jimin ballavano insieme, tornando poi verso il suo letto.

- Vuoi restare lì per sempre? - mi chiese, guardandomi con un sorrisetto divertito.
- Cos-? - lo guardai leggermente spaesata.
- Vieni qui. - mi disse lui, sedendosi sul letto e facendomi segno di andare a sedermi vicino a lui.

Io lo guardai qualche secondo, mentre la mia testa elaborava quello che aveva appena detto, e poi mi diressi verso di lui, prendendo posto di fronte a lui.

- Che facciamo? - chiesi, guardandolo mentre trafficava con dei fili, lo speaker e quello che si trovava nella custodia aperta poco prima.

- Hai dimenticato di avere una promessa da mantenere? - chiese, sorridendomi.
- U-una promessa? - chiesi, non ricordando davvero di cosa stesse parlando.
- Quella che abbiamo fatto prima dell'ultima sfida di ballo tra me e Jimin. - disse lui, sospirando. - Davvero l'hai dimenticata? -

Io spalancai gli occhi non appena ricordai.

Dovevo fargli sentire come cantavo.

Mi sentii completamente in imbarazzo, non me la sentivo di cantare, mi vergognavo tantissimo.
E se stonavo? Sicuramente avrei fatto una figuraccia a cantare davanti a lui, e non volevo assolutamente farlo.

- Tranquilla. Credi davvero che ti lasci cantare da sola? - mi disse lui in tono rassicurante, sorridendomi dolcemente.

Io a quella frase lo guardai completamente rapita da lui.
Lo avrei sentito cantare di nuovo, e non vedevo davvero l'ora.

Solo quel pensiero affievolì, anche se non completamente, l'ansia che mi prendeva ogni volta che dovevo cantare davanti a qualcuno, e che era aumentata sapendo che dovevo cantare davanti a mio fratello.

Solo nel momento in cui la prese in mano, capii che la custodia che aveva appoggiato sul letto era quella di una chitarra.

- La sai suonare? - chiesi, sorpresa.
- Non sono bravissimo, diciamo che me la cavo. - disse lui, e sembrava leggermente imbarazzato.

Rimasi a guardarlo mentre accordava la chitarra e lo sentii canticchiare, anche se teneva il tono troppo basso per capire che canzone fosse.

- Scegli tu una canzone che vuoi cantare. - disse, porgendomi il telefono per mostrarmi che canzoni aveva.

Io feci scorrere alcuni titoli finchè non ne trovai una che mi piaceva parecchio.
Ultimamente ascoltavo per la maggior parte del tempo i mixtape di Yoongi, quindi era da un po' che non sentivo le altre canzoni.

Feci così partire la canzone, e poco dopo Jungkook la seguì con la chitarra, e prese a cantare.
Io rimasi così rapita dalla sua voce, e dall'immagine di lui che cantava, suonando insieme la chitarra, che mi dimenticai per un momento che dovevo cantare anche io.

Avrei voluto fargli un video in quel momento, per tenere un ricordo, dato che conoscendolo, probabilmente non avremmo passato un altro giorno in quel modo per molto tempo.

A risvegliarmi dai miei pensieri, fu il piede di mio fratello che prese a picchiettare sulla mia gamba leggermente, per attirare la mia attenzione, dato che le sue mani erano impegnate a suonare, e quando portai il mio sguardo su di lui, con un cenno del capo mi fece capire che dovevo cantare anche io.
Avvampai, sapendo che ormai non potevo tornare indietro, e dopo aver preso un bel respiro, iniziai a cantare, anche se in quel momento non usai completamente la mia voce, ma la feci uscire leggermente, ancora troppo imbarazzata per cantare normalmente.

Jungkook si zittì per sentirmi, e abbassò anche la musica dal suo cellulare, ma nel momento che notò che quando io mi resi conto di star cantando da sola, stavo per zittirmi a mia volta, riprese a cantare, guardandomi dritto negli occhi, facendomi capire di non smettere.

Io avrei voluto abbassare lo sguardo, troppo in imbarazzo per guardarlo mentre cantavo, invece non riuscii a staccare i miei occhi dai suoi, e non mi resi nemmeno conto che, dato che la mia attenzione era completamente rivolta a lui e allo sguardo che mi rivolgeva, io avevo iniziato a cantare normalmente, come se cantare davanti a lui fosse una cosa che facevo sempre.

Me ne resi conto solo quando vidi il suo sorriso allargarsi, e si fece più vicino a me, per quanto poteva dato che stava ancora suonando.

Finita quella canzone, lui iniziò subito a suonarne un'altra, facendo quindi una versione acustica dato che non la facemmo partire dal cellulare.
Capii che l'aveva fatto perchè probabilmente pensava che se avessimo fatto anche solo una piccola pausa, io non avrei più cantato, così iniziai di nuovo a cantare insieme a lui.

Cantammo per molto tempo, infatti probabilmente era anche passata l'ora di cena, ma io non volevo davvero che quel momento finisse.
Stare così con mio fratello, mi aveva fatto dimenticare quello che era successo solo qualche ora prima, e tutto quello che stava accadendo in quel periodo.

Ancora non mi spiegavo come fossimo arrivati dal non parlarci quasi, a lui che viene a salvarmi da Tae e poi mi fa una specie di ramanzina, al bacio, anzi, i baci che ci siamo dati, al cantare insieme sul suo letto come se non fosse successo nulla.
Sembrava successo tutto in modo così naturale da sembrare strano che fosse accaduto davvero, ma in quel momento ero felice, e non volevo pensare ad altro.

Quando Jungkook iniziò a sbadigliare, decidemmo di sistemare tutto e andare a dormire.
Stavo per uscire dalla sua camera quando...

- Resta qui. - disse, afferrandomi il polso per fermarmi.
- Cosa? - lo guardai, sorpresa.
- Resta a dormire con me. - disse lui, guardandomi con gli occhi da cucciolo.

Io lo guardai per qualche secondo, mordendomi il labbro inferiore, e arrossendo quando mi tornò in mente quando mi aveva baciato poche ore prima.

- Ti prego. - mi disse lui, facendo una vocina infantile che io trovai estremamente tenera.
- ... Va bene. - dissi dopo qualche secondo, arrendendomi.

Lui sorrise felice e si alzò dal letto, dirigendosi verso il suo armadio per cambiarsi.

Io mi diressi in camera mia, per cambiarmi a mia volta, e decisi di fare prima un bagno caldo, anche perchè, ora che mi trovavo sola, sentivo di nuovo il tocco di Tae sulla mia pelle.

Mentre facevo il bagno, la mia mente mi ricordò il modo in cui Tae mi aveva toccato quel giorno, aiutata anche dal fatto che in quel momento, il mio sguardo involontariamente si era posato sui segni rossi che partivano dal mio collo e finivano poco sotto l'ombelico.

Quei segni non mi piacevano per nulla, e ognuno di loro ricordava solo quella brutta esperienza che avevo avuto, e che speravo di dimenticare in fretta.

Uscita dal bagno, mi diressi verso la camera di mio fratello, e appena entrai arrossii violentemente.

Jungkook aveva iniziato a cambiarsi quando io ero uscita dalla sua camera, quindi dato che io avevo anche fatto il bagno, sarebbe già dovuto essere pronto per andare a dormire giusto?
Quindi perchè si trovava davanti alla sua scrivania a cercare qualcosa... senza indossare la maglietta?

Dato che non si era girato e non aveva detto nulla, capii che forse non mi aveva sentita arrivare, quindi io rimasi immobile dov'ero.
Non mi mossi anche perchè il mio sguardo stava percorrendo la sua schiena, notando ogni particolare di essa, e quindi avevo la testa altrove.

- Oh, Y/N... - lo sentii dopo qualche minuto.

Io avvampai, accorgendomi che lo stavo ancora fissando, e girai lo sguardo altrove, dirigendomi verso il suo letto.

- Vuoi già dormire? - mi chiese lui, e io sentii che stava cercando di nascondere una risata.

Io annuii senza dire nulla, e mi infilai sotto le coperte.
Lui arrivò pochi secondi dopo, sdraiandosi girato verso di me... facendomi avvampare di nuovo dato che era ancora senza maglia.

Cercai di spostare lo sguardo altrove, dato che non volevo e non mi sembrava giusto girarmi e dargli le spalle, ma invano.

- Hm? Ti dà fastidio? - mi chiese lui, e quando lo guardai, con lo sguardo mi fece capire che stava parlando del fatto che non indossava la maglia.

Io negai con la testa, sentendo le guance davvero calde, anche perchè il mio sguardo continuava a posarsi su di lui.

- Vieni qui, cucciola. - mi disse, circondandomi i fianchi con un braccio e spingendo il mio corpo verso il suo, e facendo quindi finire le mie mani sul suo petto, che però io per l'imbarazzo chiusi a pugno.

Fece passare l'altro braccio sotto di me, per potermi così abbracciare completamente, e mi guardò sorridendo dolcemente.
Io mi sentivo davvero tesa, perchè ero così vicina a lui, e dato che non indossava la maglia, potevo sentire benissimo il calore che emanava il suo corpo, ed era davvero piacevole.

Iniziò a baciarmi la fronte, per poi scendere sulla mia guancia, facendomi di nuovo il solletico dato che non la smetteva.

- Jungkookie... - mi scappò, mentre iniziai piano a ridere per colpa del solletico.

Iniziò anche ad accarezzarmi lentamente la schiena, e quel suo gesto mi fece rilassare completamente.

- Rilassati... - mi disse, per poi scendere a baciarmi il collo.

È vero che mi stavo rilassando, ma se prendeva a baciarmi in quel modo come potevo non agitarmi?

Mi morsi il labbro inferiore quando le sue labbra si posarono di nuovo sul punto dove poche ore prima mi aveva marchiata, e mi lasciai scappare un sospiro, che lui sentì benissimo, dato che tornò verso le mie labbra, e dopo aver lasciato un bacio a stampo, mi guardò sorridendo maliziosamente.

- Sei particolarmente sensibile lo sai? - mi disse.

Io lo guardai leggermente imbronciata, ma la mia espressione, non fece altro che aumentare il sorriso sulle sue labbra.

- Sei tenera quando fai così. - mi disse, dandomi un altro bacio a stampo.
- Perchè continui a baciarmi? - gli chiesi, guardandolo gonfiando le guance.
- Perchè mi piace farlo, e non voglio smettere. - disse, guardandomi dritto negli occhi. - E poi, a me non sembra che ti dispiaccia quando lo faccio, o mi avresti già allontanato. -

Io arrossii violentemente a quella frase, perchè era vera.
Quando mi si avvicinava qualcuno che non mi piace, riuscivo sempre ad allontanarlo, come avevo fatto con quel mio compagno di classe all'inizio dell'anno.
Ma con Jungkook no.

Lui era mio fratello, quindi il fatto che ci baciavamo era strano, ma per qualche motivo... io non riuscivo ad allontanarlo.

Non riuscivo e non volevo.

- Potrei chiederti io perchè non mi rifiuti. - disse, tenendo la voce bassa, anche perchè i nostri visi erano vicinissimi.
- Eh? N-non sò perchè lo faccio... - dissi, la voce che si abbassava sempre di più, e anche il mio sguardo.
- Ricordi quando prima ti ho detto che i baci sono una dimostrazione d'affetto? - mi chiese lui, alzandomi il mento con una mano per guardarmi negli occhi.

Io annuii restando in silenzio.

- Beh, i baci sulle labbra sono una dimostrazione non solo di affetto, ma di amore. - disse, guardandomi fisso.
- D'amore? - chiesi, e lui annuì.
- Sì, d'amore. Li dai solo alla persona che ami, e non a chiunque. - disse, posando per qualche secondo il suo sguardo sulle mie labbra, per poi tornare a posarlo sui miei occhi.

Io ripensai per qualche secondo alla frase che aveva appena detto.

"Li dai solo alla persona che ami, e non a chiunque."

Quindi perchè...

- P-perchè mi hai baciato sulle labbra? - chiesi con un filo di voce, spalancando gli occhi quando connessi la frase che aveva appena detto al modo in cui mi aveva baciato.
- Perchè... -



--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo autrice -

Scusate il ritardo, ma come dico sempre, in questi mesi sono un po' impegnata, e quindi non riesco a portare sempre presto i nuovi capitoli.
Qui i due fratelli passano un po' di tempo insieme, e finalmente lei fa sentire come canta a Jungkook, mantenendo la promessa che si erano fatti, e poi finiscono per dormire insieme.
E la madre torna a farsi viva, perchè sì, arriverà anche il momento in cui chiariranno e faranno pace, non possono evitarsi per sempre no?
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate.
Non sò davvero come ringraziarvi per leggere e apprezzare questa storia, sono davvero contenta che piaccia.
Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Cap 37: Partenza... ***


PoV Jimin


Dopo essere tornato a casa da scuola, mi misi al computer a guardare qualche video di qualche coreografia, o di canzoni che ascoltavo.

Per quel giorno non avevo nessun tipo di programma, volevo solo rilassarmi.

Mentre navigavo in internet per passare il tempo, trovai una notizia che catturò la mia curiosità, dato che era una cosa di cui avevamo parlato io e Taehyung solo qualche giorno prima così, dopo aver aperto quella notizia e aver letto il contenuto, decisi di andare a casa di Taehyung per parlarne insieme, dato che sapevo che era una cosa che lo incuriosiva molto, e non volevo parlarne semplicemente per messaggio o per chiamata.

Uscii così di casa, diretto da lui, e solo quando arrivai davanti a casa sua, mi ricordai che quel giorno avrebbe passato il pomeriggio insieme a Y/N così, feci per fare dietrofront e tornare a casa mia, ma qualcosa catturò la mia attenzione.

La porta d'entrata della casa era spalancata, e all'interno non si vedeva anima viva.

Allarmato, entrai in casa, e appena lo feci, sentii dei rumori provenire dal piano superiore, seguiti da delle urla, così mi precipitai lungo le scale.

Appena arrivai davanti alla porta da cui provenivano i rumori, mi bloccai a guardare la scena.

Vidi Taehyung a terra, sovrastato da qualcuno che qualche secondo dopo riconobbi essere Jungkook, e vidi che quest'ultimo lo stava riempiendo di pugni.
Voltando lo sguardo, non capendo la situazione, vidi Y/N sul letto, e notai che non indossava i pantaloni, che erano abbandonati sul pavimento vicino ai due che si stavano picchiando.

Dopo aver visto Y/N, notando solo in quel momento che aveva i polsi legati al letto, e notando quanto fosse spaventata, dato che stava tremando mentre il suo sguardo era puntato sui due ai piedi del letto, iniziai più o meno a capire la situazione, a grandi linee, ma non volevo saltare a conclusioni affrettate, così decisi di chiedere.

- Che diavolo sta succedendo qui? - chiesi, spostando lo sguardo dai due a Y/N.

Vidi Y/N arrossire violentemente quando lo guardai così, avendo capito il motivo del suo imbarazzo, cercai di concentrarmi sugli altri due.

- Volete piantarla voi due? Che diamine state facendo? - dissi dopo qualche minuto, avvicinandomi e prendendo Taehyung dalle braccia, cercando di separarli e di allontanare Tae da Jungkook, che sembrava sul punto di ucciderlo.
- Non dirmi che tu stai dalla sua parte? - disse Jungkook, ringhiandomi contro.
- Mi spiegate che sta succedendo? E tu calmati Jungkook, non c'è bisogno di arrabbiarsi così tanto. Esageri sempre. - dissi, cercando di restare calmo.

Non avevo ancora completamente capito la situazione, ma non poteva essere nulla di buono se Jungkook era così arrabbiato da ringhiarmi contro, a me che non centravo nulla.

Non capitava spesso di vederlo così arrabbiato, infatti succedeva solo se riguardava qualcosa di davvero importante per lui.

E in quel momento, poteva essere solo una cosa, anzi, solo una persona.

Y/N.

Infatti, fu Jungkook stesso a togliermi qualsiasi dubbio.

- Come faccio a calmarmi se quello stava per approfittarsi di Y/N? - urlò, spaventando tutti per il tono duro che usò.

Vidi Y/N guardarlo ad occhi spalancati, sapevo che aveva spaventato anche lei, e che anche a lei come me non piaceva vedere suo fratello arrabbiato in quel modo.

Io stavo ancora tenendo Taehyung, ma alle parole di Jungkook, voltai di nuovo lo sguardo su Y/N, capendo finalmente l'intera situazione, e quindi perchè Jungkook era così arrabbiato, quindi lo lasciai andare.

In qualche modo, era come se mi sentissi tradito da Taehyung.

Quando l'avevo appena conosciuto, mi era parso un ragazzo molto simpatico e socievole, con cui andavi subito d'accordo, e vedendo come si comportava con Y/N quando era con noi, ero convinto che loro due insieme stessero davvero bene insieme, infatti fui felice quando venni a sapere che si erano messi insieme, e speravo che la loro relazione durasse.

L'avevo anche difeso parecchie volte quando Jungkook ne parlava male, non capendo cosa ci trovasse di cattivo in lui, e attribuendo questo "odio" nei suoi confronti, al fatto che Jungkook era solo enormemente ed esageratamente geloso di sua sorella.

Certo, avendo passato alcuni pomeriggi con lui, sapevo che Tae era un tipo un po' pervertito, come d'altronde lo sono un po' tutti i ragazzi, me compreso, ma non pensavo davvero che sarebbe arrivato ad approfittarsi di Y/N, addirittura legandola al letto per non farla scappare.

Questo mi aveva lasciato incredulo e senza parole.

Io mi fidavo di lui, ma ora quella fiducia sembrava essere svanita del tutto.

- Cosa stavi facendo? - chiesi con lo sguardo puntato su Taehyung, senza riuscire a nascondere il mio tono da persona tradita.
- Cosa pensi che stessi facendo? Piantala di fare il finto tonto. - mi rispose lui, scocciato, mentre con il dorso della mano puliva il sangue che ancora gli usciva dal labbro.
- Perchè? Perchè volevi fare una cosa del genere? - chiesi ancora, mentre sentii gli occhi lucidi date le lacrime che minacciavano di uscire.
- Perchè sono fatto così. - rispose semplicemente lui, per poi darmi le spalle ed ignorarmi.

Era fatto così?

Che intendeva dire con quella frase?
Che il Taehyung che avevo conosciuto fino ad ora era solo un falso?

Non potevo crederci... non volevo crederci...

Pensavo di aver trovato in Taehyung un amico di cui potermi fidare davvero, e che aveva molte più cose in comune con me di quante ne avesse Jungkook, anche perchè con quest'ultimo non potevo parlare di alcune cose che invece potevo discutere con Taehyung.

Pensavo davvero di potermi fidare di lui, ma se c'era una cosa che davvero non tolleravo in una persona, era il fatto che prendesse in giro ed usasse a suo piacimento le altre persone.

Aveva illuso Y/N, facendole credere che davvero era interessato a lei, e poi, alla prima occasione in cui si erano ritrovati da soli in un luogo appartato, lui ha subito cercato di approfittarsi di lei, sapendo benissimo quanto lei fosse innocente.

Anzi, pensandoci adesso, l'aveva avvicinata proprio perchè era così innocente.

Perchè ero stato così cieco da non capirlo subito?
Forse, se avessi ascoltato Jungkook quando lo criticava, invece di dargli sempre contro, avrei fatto più attenzione ai suoi comportamenti verso di noi.

Eppure, ero stato io stesso ad avvertire Jungkook di stare attento a sua sorella, e lui lo aveva sempre fatto, mentre io ero sempre stato dalla parte sbagliata.

In quel momento provai rabbia, rabbia verso Taehyung, ma anche verso di me, perchè non potevo perdonarmi di essermi fidato così di lui.

Guardai qualche secondo Taehyung, che mi stava ancora ignorando.

Volevo delle risposte.

Perchè voleva far del male a Y/N? Cosa ne avrebbe ricavato?
Non gli dispiaceva per niente di lei? Del fatto che si fosse innamorata di lui non gli importava affatto?

E perchè aveva finto di essere chi non era? Perchè aveva finto anche con me?

Il mio sguardo si posò su Y/N, per cercare di dimenticare almeno per qualche secondo quello che stavo provando in quel momento.

La vidi gettarsi tra le braccia di Jungkook, non appena questo le aveva liberato le mani, e quasi mi scappò una risata vedendo Kookie arrossire leggermente, per poi iniziare ad accarezzarle la testa.

Ormai conoscevo abbastanza Jungkook da poter dire con certezza che questo suo lato dolce e tenero, e premuroso, usciva solo per colpa di Y/N.

Infatti, anche quando lo avevo appena conosciuto in Corea, e si era già separato da lei da qualche anno, mi aveva spiegato la loro situazione a grandi linee, senza però entrare troppo nel dettaglio, quindi sapevo della sua rabbia nei confronti dei suoi veri genitori, ed anche di quella verso di lei, però avevo anche notato che, quando parlava di lei, c'era sì la rabbia al pensiero che lei sapesse tutto e avesse finto con lui, ma nei suoi occhi, non c'era la ben che minima traccia di quell'odio, ma solo affetto e amore.

Per questo, quando arrivammo qui e lui me la presentò, non mi stupii affatto che avessero già fatto pace, e fui contento di questo, perchè vidi Jungkook più felice.

Forse ero stato un egoista a sperare che Y/N si mettesse con Taehyung, anche perchè conoscevo da ormai troppo tempo i sentimenti di Jungkook, quindi essendo il suo migliore amico, non avrei dovuto sperare una cosa del genere.
Non nego che Y/N e Jungkook siano una bella coppia insieme, e comunque, dopo averla conosciuta, vedevo che Y/N era davvero sè stessa solo quando era insieme a suo fratello, ma forse, quello che mi bloccava dal volerli davvero vedere come una coppia, era proprio il fatto che fossero fratelli.

Avevo il timore che la loro relazione non venisse vista nel modo giusto, ma come una cosa sbagliata, contronatura, e non volevo vederli soffrire per questo.

Li guardai ancora qualche secondo, poi vidi Jungkook girarsi verso Taehyung, incenerendolo con lo sguardo.

- Se ti vedo riavvicinarti a lei, considerati morto. - disse, guardandolo serio.

Io a quella frase sentii un brivido lungo la schiena, come se quelle parole le avesse rivolte a me.
Forse perchè sapevo benissimo quanto in quel momento fosse serio, quasi da far paura.

- Tranquillo, non ci tengo a farmi rovinare di nuovo il volto per una ragazzina stupida come lei. - rispose Tae, sempre più scocciato.
- Prova solo a ripeterlo! - disse Jungkook, alzandosi dal letto con uno scatto, ed avvicinandosi a lui con un pugno alzato.

Anche io alle parole di Taehyung avrei reagito come Jungkook, perchè mi aveva davvero fatto arrabbiare quella frase, però la cosa più giusta da fare in quel momento, era portare via al sicuro Y/N, lontana da Taehyung, e non scatenare un'altra lite.

- Piantatela voi due! Jungkook, tu porta a casa Y/N, a Tae ci penso io. - dissi, mettendomi davanti a Taehyung con le braccia aperte.

Feci capire con lo sguardo a Jungkook che avrei sistemato io le cose, e lo vidi far vagare un secondo il suo sguardo da me al ragazzo alle mie spalle, per poi sospirare pesantemente, girandosi verso sua sorella.

Spalancai leggermente gli occhi quando lo vidi prenderla in braccio ed uscire dalla camera.

Aveva intenzione di portarla a casa così?
Sicuramente Y/N sarebbe morta di vergogna per quel gesto.

Aspettai qualche minuto prima di girarmi ad affrontare Taehyung.

Un po' per essere sicuro che Y/N era lontano da qui, ora al sicuro, un po' perchè... non sapevo come affrontare lui.

Mi girai lentamente, trovando il suo sguardo puntato su di me, come se stesse aspettando qualcosa.

- Allora? Che fai lì impalato? Non li segui? - mi chiese, alzando un sopracciglio.
- Non finchè non avrò parlato con te. - dissi, cercando di raccimolare un po' di coraggio.
- Parlato con me? Non c'è nulla di cui dobbiamo parlare. Vattene. - disse, cominciando a dirigersi verso l'entrata della sua camera, dove giaceva la porta che aveva sfondato Jungkook.
- Sì invece! Voglio una spiegazione. - dissi, afferrandogli il polso per bloccarlo.
- Che spiegazione ti serve? Mi sono avvicinato a Y/N solo perchè era ancora vergine, e quindi volevo prendermi la sua prima volta, come faccio con tutte le ragazze. Non ho nessuna intenzione di iniziare una relazione seria con qualcuno, infatti oggi l'avrei lasciata, anche perchè le ho detto tutta la verità, quindi sarebbe stato inutile continuare a stare insieme. Non devo spiegarti nient'altro. - disse, strattonando la mia presa sul suo polso, che però io cercai di tenere saldamente.
- E non ti importa nulla del fatto che si è innamorata di te? Non mi dirai che non te ne sei accorto? - dissi, cercando di cacciare indietro le lacrime.
- Certo che me ne sono accorto, ma stai tranquillo, a quest'ora non proverà più nulla per me, dato che ho visto quanto le mie parole l'hanno ferita prima che arrivasse quel dannato ad interromperci. E no, non me ne è mai importato nulla dei suoi sentimenti, anzi, per me sapere che si era innamorata era davvero una scocciatura, perchè sapevo che sarebbe stato più difficile liberarmi di lei una volta fatto quello che volevo fare. - rispose, passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli leggermente.

Quello non era il Taehyung che conoscevo.

Quello era il ragazzo più insensibile che avessi mai conosciuto.
Era questo il vero Taehyung?

- Ora vattene! Non voglio più avere a che fare con nessuno di voi, soprattutto con quel Jungkook, che per poco non mi ammazzava per quanto erano forti i suoi pugni. - disse, toccandosi ancora l'angolo del labbro che Jungkook gli aveva spaccato.
- Beh, Jungkook è parecchio forte, io stesso ho paura di lui quando si arrabbia. - dissi, cercando di sdrammatizzare un po', dato che mi sentivo davvero teso.
- Deve tenere davvero molto a Y/N per arrabbiarsi in quel modo. - lo sentii sussurrare.
- Decisamente di più di quanto ci tenga tu visto quello che hai fatto... -
- Eddai, non le avevo ancora fatto nulla, non prendertela tanto... l'ho solo toccata quanto? Tre volte da quando la conosco? Ma lei è sempre scappata, beh, questa volta è stata salvata... -
- Questa volta? Che vuoi dire? - chiesi, leggermente confuso.
- Da quando ci siamo conosciuti ho subito cercato di allungare le mani su di lei. Beh, la prima volta le ho solo fatto un succhiotto e niente di più, mentre la seconda volta, al karaoke, ho provato a toccarla di più, ma lei è scappata. E adesso... questo non te lo devo spiegare, giusto? - disse, dopo aver preso un respiro profondo.

Io ascoltai tutto in silenzio.
Aveva già provato a toccarla?
Il giorno che sono andati al karaoke...

Era il giorno prima della prima gara di ballo tra me e Jungkook...
Ora capisco perchè sembrava così distratta quel giorno...
Taehyung doveva averle fatto qualcosa che non le era piaciuto affatto.

- Sei davvero un idiota lo sai? Approfittarsi così di lei fregandotene dei suoi sentimenti... - dissi amaramente, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
- Come ti ho già detto, io sono fatto così, e lo sono sempre stato. Non sarà certo lei a farmi cambiare. Anche se devo ammettere che è la prima volta che esco insieme a una che volevo solo portarmi a letto, e mi sono pure divertito. -
- Smettila! Non voglio più sentirti parlare così di Y/N! - dissi, cominciando ad arrabbiarmi.
- E allora cosa fai ancora qui? Vattene! - mi rispose, in tono calmo.
- Non ho ancora finito di parlare. - dissi.
- Ah no? -
- Perchè hai finto di essere così gentile e amichevole anche con me? Che bisogno c'era? -
- Se non lo avessi fatto credi che Y/N si sarebbe avvicinata a me? Era tutto un piano che avevo costruito. -
- Io mi fidavo di te! -
- Beh, tu ti fidi troppo presto delle persone, testa rosa. - disse lui con un sorrisetto, scompigliandomi i capelli con una mano per poi girarsi e andarsene.

Io rimasi lì impalato qualche secondo, non sapevo cosa dire per provare a fermarlo.

Mi sentivo davvero tradito da lui, stupido per avergli creduto ciecamente, e arrabbiato per non essermi accorto di nulla fino a quel momento, quando ormai era troppo tardi.



PoV You


Dal giorno in cui avevo scoperto la verità su Taehyung, era ormai passata qualche settimana, e mancavano pochi giorni alle vacanze natalizie, quindi al viaggio in Corea che avrei fatto con la mia famiglia.

Dalla sera in cui mi aveva spiegato il significato dei baci, Jungkook era cambiato leggermente, e non sapevo dire se questo fatto era positivo o negativo.

Invece del solito bacio sulla guancia, quando non ci vedeva nessuno, mi dava sempre un bacio a stampo, e a volte mi mordeva il labbro inferiore, per poi staccarsi rivolgendomi il suo sorrisetto strafottente, quello che faceva quando mi prendeva in giro.

Quando invece eravamo a casa da soli, o cenavamo insieme senza i nostri genitori, mi afferrava all'improvviso per i fianchi, stringendomi a lui, e mi dava baci più approfonditi, ma comunque dolci.

Non capivo questo suo comportamento.
Da quando quella sera mi aveva baciata, si era preso la libertà di farlo ogni volta che voleva, senza lasciarmi il tempo di replicare.

C'era anche un'altra cosa che da quella sera trovavo strana.

Il fatto che io non facevo assolutamente nulla per allontanarlo.
Infatti, al contrario, all'inizio avvampavo per il suo gesto, ma poi finivo sempre per ricambiare il bacio.


Scesi a preparare la colazione, quel giorno non c'era scuola, così ne avrei approfittato per iniziare a preparare le valigie.
Appena arrivai in cucina, mi misi ai fornelli, e iniziai a mettere il cibo nella padella.

Proprio mentre stavo controllando che il cibo non bruciasse, mi sentii afferrare i fianchi ed abbracciare da dietro, e subito dopo sentii un respiro caldo sul collo.

- Buongiorno... - disse Jungkook con la voce completamente impastata dal sonno, che mi fece sussultare sentendola così vicino.
- B-buongiorno... -

Non mi sarei mai abituata all'averlo così vicino a me, soprattutto di prima mattina appena sveglia.

Lui mi lasciò alcuni baci sul collo, che mi provocarono brividi lungo la schiena, e mi strinse di più contro di lui.

- Jungkook... sto cucinando... - dissi, cercando di distogliere la sua attenzione da me.
- E allora? - disse lui, continuando quello che stava facendo.
- Smettila, così per colpa tua brucerò tutto. - dissi, gonfiando le guance.
- Hm... ok... - disse lui, contrariato, mordendomi la guancia che tenevo ancora gonfia prima di staccarsi e andare verso il tavolo dove, dopo essersi seduto, appoggiò le braccia, incrociandole, e ci abbandonò sopra la testa, chiudendo gli occhi dato che era ancora mezzo addormentato.

Io rimasi lì a fissarlo per un po'.
Non riuscivo davvero a capire perchè era diventato così da quel giorno.
Insomma, se non mi baciava almeno una volta al giorno non era contento.

Che poi...
Perchè mi baciava?
Eravamo fratelli, non era una cosa che avrebbe dovuto fare.

Beh, il motivo lo sapevo, quella sera me l'aveva detto, ma...
Io non riuscivo ancora a realizzarlo.

Finito di cucinare, misi tutto nei piatti e mi sedetti vicino a mio fratello, guardandolo.

Quando dormiva era davvero tenero, ancor più di quando era sveglio, e non poteva non venirti la voglia di riempirlo di coccole solo a guardarlo.

Per questo allungai una mano verso di lui, iniziando ad accarezzargli i capelli, facendoli passare tra le mie dita.

Erano davvero morbidi, e non avevi davvero voglia di smettere di toccarli.
Sorrisi quando lui cominciò a fare suoni che sembravano le fusa di un gattino, e mi scappò una risata quando, allontanando la mia mano da lui, me la afferrò.

- No... non smettere... - disse, guardandomi con gli occhi socchiusi dal sonno, mentre gonfiava le guance.
- Sei un bambino? - chiesi, sorridendo.
- Se così mi coccoli, allora sì. - disse lui, tornando a poggiare il capo sulle sue braccia quando ripresi ad accarezzarlo.
- Guarda che il cibo si raffredda. - dissi, volendo prenderlo un po' in giro.
- Chissene importa. Io sono più importante del cibo. - disse lui, imbronciato.
- Eh no! Io ho cucinato quindi adesso mangi. - dissi, fingendomi offesa e allontanando di nuovo la mia mano da lui, cosa che a lui non piacque. - Altrimenti niente coccole cucciolotto mio. -
- C-cucciolotto... mio? - chiese lui alzando il capo e guardandomi stupito.
- C-che c'è? Anche tu mi chiami sempre cucciola... E-e poi... volevo prenderti in giro. - dissi, arrossendo per come lo avevo chiamato, e girandomi verso il mio piatto.
- ... Non mi dispiace come soprannome... - disse lui sottovoce, ma io avvampai dato che lo avevo sentito benissimo.

Finito di mangiare, io mi diressi subito verso la mia camera, prima che Jungkook potesse raggiungermi.

Dovevo concentrarmi sulle valigie da preparare, solo su quello.


Il giorno della partenza, io e Jungkook restammo seduti vicini sia in macchina verso l'aeroporto, sia per tutto il viaggio in aereo, e io mi ritrovai con il viso appoggiato alla sua spalla quando atterrammo, dato che mi ero addormentata.

Trovammo nostra zia ad aspettarci allo sbarco, ed io corsi ad abbracciarla.
Mi era veramente mancata tanto, quindi ero davvero felice di rivederla.

- Y/N, come sei diventata grande. - mi disse quando sciogliemmo l'abbraccio, guardandomi da capo a piedi.
- G-grazie... - dissi, sentendomi in imbarazzo.
- Allora? Hai già il ragazzo? - mi chiese tutta contenta.
- Eh... N-no... - risposi, abbassando lo sguardo.
- Davvero? Non ci credo che la mia nipotina non abbia ancora un ragazzo. - disse lei, continuando a guardarmi.
- Lasciala stare, la stai mettendo in imbarazzo. - disse Jungkook, che si avvicinò a noi e mi afferrò la mano, allontanandomi leggermente da nostra zia.
- Sei gentile come al solito, Jungkook. - rispose lei, per poi girarsi a parlare con i nostri genitori.

- Che succede? - chiesi sottovoce a Jungkook, avvicinandomi a lui per non farmi sentire dai nostri genitori.
- Nulla, ma come ce l'ho con i nostri genitori, ce l'ho anche con lei per avermi vietato in qualsiasi modo di sentirti... - bisbigliò lui in risposta, un po' imbronciato.

Già, l'avevo dimenticato.
Non erano solo i nostri genitori ad averci mentito, ma anche lei.
Ma...
Non riuscivo davvero ad avercela con lei come invece me l'ero presa con i nostri genitori.

- Dobbiamo sistemare questa situazione, non voglio passare così il Natale... - dissi ancora sottovoce.
- Inventeremo qualcosa. Anche io non ne posso più... - disse Jungkook, stringendomi di più la mano, mentre ci girammo a guardare i nostri genitori e la zia che stavano parlando ignorandoci.


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Volevo postare questo capitolo mercoledì, ma siccome ho dovuto fare qualche ora in più a lavoro questa settimana (e per me nove normali sono già troppe), non sono riuscita a finirlo di scrivere in tempo, e l'ho finito solo adesso. ^^"
Allora, qui ho voluto mettere la parte di Jimin perchè era giusto che venisse spiegato un po' quello che ha provato lui quel giorno, dato che era molto amico di Taehyung.
Spero di non averlo fatto sembrare troppo melodrammatico e noioso, anche se ad essere sincera, ho inventato tutto mentre scrivevo, perchè non avevo idea di come far parlare Jimin e Tae e cercare di farli chiarire, quindi non saprei dire se quella parte è venuta decente o meno
Non ho voluto mettere il continuo del discorso sui baci tra i due fratelli, perchè tra qualche avvenimento lo spiegherò, e dicendolo adesso sarebbe una specie di spoiler, non sò se riesco a spiegarmi...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se volete fatemi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Cap 38: Memories ***


PoV You


Insieme ai nostri genitori, io e mio fratello raggiungemmo la macchina di mia zia nel parcheggio dell'aeroporto, e prendemmo posto nei sedili posteriori, insieme a nostra madre.
Io ero seduta al centro ma, durante quasi tutto il viaggio, mi sporsi contro mio fratello per guardare fuori dal finestrino, per vedere quanto la città in cui ero nata e cresciuta era cambiata in questi dieci anni in cui io ero stata via.

Per tutto il tempo dall'uscita dall'aeroporto alla macchina, Jungkook non mi aveva mollato la mano nemmeno per un secondo, e infatti, quando mi sporsi per guardare fuori dal finestrino, sentii che aumentò leggermente la sua presa, ed io con la coda dell'occhio, non capendo il motivo di quel gesto, vidi che girò lo sguardo altrove, per non incontrare il mio, e notai le sue guance colorarsi leggermente di rosso.

A quella vista mi scappò un sorriso, perchè lo trovavo estremamente carino quando arrossiva e cercava di nasconderlo.

Passai tutto il viaggio con lo sguardo puntato sul paesaggio fuori dalla macchina, rimanendo sorpresa quando riconoscevo un posto e notavo che non era cambiato molto.

- Y/N, stai seduta composta, avrai abbastanza tempo dopo per guardare il panorama. - disse con tono di rimprovero mio padre dal sedile del passeggero, lanciandomi un'occhiata glaciale.

Io gonfiai le guance, imbronciata, e non mi mossi dalla posizione in cui mi trovavo.

Perchè doveva rimproverarmi se non stavo facendo nulla di male? Non ero mica una bambina.

- Y/N! - mi chiamò di nuovo mio padre, questa volta alzando un po' di più la voce.
- Caro, lasciala fare. Lo sai che non vedeva l'ora di tornare. - disse mia madre, cercando di calmarlo.
- Su, non sta facendo nulla di male, e poi siamo quasi arrivati. - disse mia zia, guardandomi dallo specchietto retrovisore.
- Tsk... - rispose mio padre, farfugliando qualcosa che non riuscii a sentire.

Se iniziavano così le nostre vacanze natalizie, avevo un brutto presentimento.

Un bruttissimo presentimento.


Quando mia zia parcheggiò la macchina, io non vedevo l'ora di scendere e andare a fare un giro lì intorno, ma non appena poggiai i piedi fuori dalla macchina, dopo aver fatto pressione su mio fratello perchè scendesse in fretta, fù mio padre a fermarmi.

- Y/N, porta le tue valigie in camera tua e sistemale. -
- Ma papà, non posso farlo dopo? - chiesi, guardandolo.
- No! Lo fai adesso o non vai da nessuna parte. - rispose lui, prima di prendere le sue valigie ed entrare in casa, seguito dalla moglie, che lo guardava preoccupata.

Io sospirai, e mi diressi verso il baule a prendere le mie valigie.

- Ti dò una mano. - disse Jungkook, prendendo una delle mie valigie ed avviandosi verso la casa.
- Grazie. - sussurrai, seguendolo.

Entrammo così in casa, e salimmo al piano di sopra, dove si trovavano le camere, e Jungkook si fermò un attimo per poggiare la sua valigia nella sua camera, per poi venire a portarmi la mia, nella camera accanto.
Avevo quasi completamente dimenticato che quando venivamo da mia zia, io usavo sempre la stanza vicino a quella di mio fratello, forse anche perchè la maggior parte del tempo la passavo nella sua camera e non nella mia.

- Che gli è preso? È da quando siamo atterrati che si comporta in modo strano. - disse Jungkook in tono brusco quando entrammo nella mia camera, sussurrando per farsi sentire solo da me.
- Non lo sò, ma se iniziamo così, possiamo considerare le nostre vacanze rovinate. - dissi tristemente, aprendo la valigia ed iniziando a sistemare quello che avevo portato.

Jungkook restò ad aiutarmi finchè non svuotai completamente la valigia, così io mi offrii di ricambiare il favore aiutando lui.

- Mi mancava avere qualcuno in giro per casa. - disse una voce fuori dalla porta della camera di mio fratello.

Quando ci girammo verso la voce, notammo nostra zia che ci guardava dalla porta, sorridendo.

- Bentornata, Y/N! -
- Grazie. - dissi, sorridendo.
- Avete finito di sistemare? - chiese lei, guardandoci mentre eravamo chinati sulla valigia.
- Mancano solo alcune cose poi abbiamo finito. - risposi, senza riuscire a nascondere una nota triste.
- Beh, e allora che fate ancora qui? - chiese lei, spalancando leggermente gli occhi.
- C-come cosa facciamo ancora qui? - chiesi, confusa.
- Non volevi fare un giro? -
- Sì ma... papà ha detto... -
- Oh, non ascoltarlo. Se non vi manca tanto, andate, vi copro io. - ci disse lei, facendoci l'occhiolino. - Non vorrete mica restare chiusi in casa, vero? -

Mi girai verso Jungkook a quella frase, e quando incrociai il suo sguardo, lui annuì senza dire nulla, così io, sorridendogli, lo presi per mano, e lo trascinai fuori dalla porta, sotto lo sguardo di mia zia.

- Grazie. - le sussurrai quando le passai vicino.
- Divertitevi. - rispose, sorridendo.

Io iniziai a scendere le scale, ma quando arrivai quasi alla porta...

- Y/N, dove stai andando? -

Mi bloccai appena sentii la sua voce, ma fù solo per pochi secondi.

- Lasciaci in pace. Abbiamo sistemato le valigie come volevi tu, ora possiamo anche uscire. - disse Jungkook in tono brusco, stringendo di più la mano che gli stavo stringendo e facendoci uscire di casa.

Solo quando fummo abbastanza lontani dalla casa, Jungkook rallentò il passo, e anche la presa sulla mia mano, senza però mollarla.

- Scusa. - disse quasi sussurrando, per poi fermarsi e girarsi verso di me.
- Non devi scusarti, sono io che dovrei farlo. Invece di rispondergli mi sono bloccata, e per un attimo ho avuto paura. Non l'ho mai visto arrabbiarsi o alzare la voce, quindi ero un po' sorpresa e un po'... spaventata... - dissi, abbassando lo sguardo.
- L'unico che deve scusarsi è lui. Tu non hai fatto nulla, sei solo troppo buona, per questo il suo tono duro ti spaventa. - disse tenendo il tono di voce basso, accarezzandomi una guancia.

Io mi beai per qualche secondo del suo tocco, chiudendo gli occhi, ma li spalancai poco dopo dato che sentii qualcosa di caldo e morbido sulle mie labbra.

Quando si staccò, sentii le mie guance in fiamme, e gli diedi un piccolo pugno sul braccio, coprendomi le labbra con la mano.

- Ahia! - disse, massaggiandosi dove lo avevo picchiato.
- Così impari! - dissi, gonfiando le guance imbronciata.
- Che ho fatto? - mi chiese lui confuso.
- Lo sai benissimo. - dissi io, fulminandolo con lo sguardo.
- Dove andiamo? - chiese lui guardandosi in giro, cambiando discorso.

Io lo guardai ancora imbronciata, poi iniziai a camminare senza rispondere.

- Y/N. Aspetta. - disse lui, seguendomi.

Continuammo a camminare per un po', e nessuno dei due parlò.

Possibile che dovesse sempre baciarmi all'improvviso?
Non credo che mi sarei mai abituata a questo suo nuovo lato.

E ogni volta che mi baciava, e io mi chiedevo perchè l'avesse fatto, le sue parole di quella sera continuavano a tornarmi alla mente, anche se io non riuscivo ancora a credere che le avesse dette davvero.

Cioè, potevi davvero dire una cosa del genere a tua sorella?


Arrivammo al parco in cui andavamo sempre quando eravamo piccoli, e prendemmo posto su di una panchina, guardando i bambini che erano venuti a giocare con i loro genitori.

- Noi spesso venivamo qui da soli quando scappavamo di nascosto di casa, ti ricordi? - chiese Jungkook dopo qualche minuto di silenzio, mentre guardavamo un bambino e una bambina che si stavano rincorrendo davanti a noi.
- Di solito eri tu quello che scappava, io ti seguivo per cercare di fermarti. - dissi, correggendolo.
- Sì, forse. Ma invece di fermarmi, finivi sempre per divertirti con me. - disse lui, facendo scontrare la sua spalla con la mia.
- N-non è vero! Io volevo farti ragionare e farti capire che era sbagliato scappare. - risposi, mettendomi sulla difensiva, girando il viso verso di lui per guardarlo.
- Restando a giocare qui con me finchè non cadevi a terra sfinita? - rispose, ghignando. - Era quello il tuo modo di farmi ragionare? -

Io spalancai gli occhi, non sapendo come ribattere, dato che aveva ragione.

È vero, quando lui scappava di casa, io lo rincorrevo per cercare di fermarlo, ma finivo sempre con il rimanere con lui, dimenticandomi quasi subito che dovevamo tornare a casa.

Siccome non risposi, lui si girò di nuovo a guardare i bambini, e io notai che sul suo viso si era formato un sorriso vittorioso, che faceva ogni volta che aveva la meglio su di me.
Io, imbronciata, gli diedi un altro colpetto sul braccio con il pugno, e tornai anche io a guardare i bambini, tenendo le guance gonfie.

Sentii il suo sguardo addosso per qualche secondo e poi sentii afferrarmi le guance.

- Non puoi colpirmi ogni volta che ti pare. - disse lui, mettendo un finto broncio, mentre con una mano mi stringeva le guance, per farmi voltare verso di lui.
- Anche tu non puoi baciarmi quando ti pare. - risposi di getto, senza pensare.

Lui spalancò leggermente gli occhi a quella frase, poi avvicinò il suo viso al mio.

- Altrimenti che fai? - mi sussurrò sulle labbra, facendomi arrossire.

Io rimasi qualche secondo a fissarlo, imbarazzata, poi allontanai la sua mano dal mio viso e mi alzai dalla panchina, decidendo di andare altrove.

- Y/N? - mi chiamò lui, ma non ricevette risposta perchè iniziai a camminare, diretta chissà dove.

- Non te la sei presa per quello che ho detto vero? - chiese lui, restando qualche passo dietro di me, parlando con voce titubante.

Io non sapevo cosa rispondere.
Non me l'ero davvero presa per quello che aveva detto, semplicemente, da quella sera, mi sentivo sempre in imbarazzo con lui, e non sapevo più come comportarmi, quindi capitava spesso che mi allontanassi da lui senza rispondere, anche se sapevo che non era la cosa giusta da fare.

- Y/N? -
- Scusa. - sussurrai, ma abbastanza perchè lui lo sentisse.
- Non devi scusarti. - rispose lui, prendendomi per mano.

Camminammo così per un po', fermandoci ogni tanto quando arrivavamo in posti che frequentavamo da piccoli, ricordando il nostro passato.
Ormai mi ero abituata a stare con lui mano nella mano, che quasi non ci facevo più nemmeno caso.

Ma i baci erano un'altra storia.
A quelli non mi sarei mai abituata. Mai.

Quando arrivammo verso la spiaggia, che era poco distante dalla casa di nostra zia, era quasi il tramonto.

- Questo è il posto in cui venivamo di più, senza contare la casa della zia. - disse Jungkook, guardando verso il mare.
- Già, e il posto in cui ci divertivamo di più. - aggiunsi, guardando le onde che si infrangevano sulla sabbia.

Senza dire nulla, Jungkook mi guidò giù per la scalinata che portava dalla strada alla spiaggia, e quando fummo sulla spiaggia, entrambi togliemmo le scarpe e corremmo verso l'acqua, finchè questa non raggiunse i nostri polpacci.

- È ghiacciata. - esclamò lui, facendo una smorfia.
- Babo*! Siamo in inverno, volevi che fosse calda? - dissi io, ridendo.
- Ehi! - rispose, mettendo il broncio. - A te non dà fastidio? -
- Non mi dispiace il freddo. Anzi, lo preferisco al caldo. - dissi, anche se dovevo ammettere che sopportavo il freddo, ma fino ad un certo punto.
- Allora non te la prenderai per questo. - disse lui con un ghigno.

Io lo guardai senza capire, ma pochi secondi dopo chiusi gli occhi, perchè mi gettò addosso un po' d'acqua, schizzandomi.

- Ehi! Vuoi farmi ammalare? - dissi, arrabbiandomi leggermente.
- Non sarebbe una cattiva idea. Così potrei occuparmi io di te. - disse lui, appoggiando una mano sotto il mento, pensieroso, ghignando poi.
- Non dire stupidate! Non mi farei curare da chi mi ha fatto ammalare. - dissi, schizzandolo a mia volta.

Lui si coprì il viso per non ricevere l'acqua negli occhi, e poi si preparò per schizzarmi di nuovo.

- Ora me la paghi! - disse.

Prima che riuscì ad immergere le mani dentro l'acqua però, io iniziai a scappare via, uscendo dall'acqua per non essere bagnata, e lui iniziò a rincorrermi.

- Vieni qui! - disse, iniziando a correre.

Siccome io ero più lenta di lui, continuavo a cambiare direzione, così da farlo fermare all'improvviso.

In quel momento, mi sentivo come se fossi tornata bambina, e stessi giocando con lui come dieci anni prima.
Ricordo che mi piaceva un sacco scappare da lui e guardarlo mentre cercava di prendermi, mentre io cercavo sempre di rendergli difficile prendermi.
A volte mi nascondevo dietro qualche roccia, approfittando del fatto che ero piccina e quindi potevo nascondermi bene, per poi tendergli un agguato e spaventarlo.

Mentre correvo, notai il magazzino in cui ci nascondevamo da piccoli, così corsi verso di esso ed entrai, nascondendomi tra gli scaffali.

- Y/N? - mi chiamò Jungkook, appena entrò nel magazzino.

Io lo guardai attraverso gli scaffali, restando in silenzio per non farmi scoprire.

Non mi spiegavo il motivo, ma mi stavo divertendo a vederlo mentre cercava di trovarmi.

- Dai vieni fuori. Tra poco dobbiamo tornare a casa. Hai già dimenticato che nostro padre è già di cattivo umore? Non credo sia una buona idea tornare tardi. - disse, mentre continuava a guardarsi intorno.

Io non risposi perchè, era vero che era meglio non fare arrabbiare nostro padre più di quanto già non fosse, ma sapevo che Jungkook aveva tirato fuori il discordo di nostro padre solo per farmi uscire allo scoperto, non perchè gli importasse davvero di farlo arrabbiare di più.

Io mi avvicinai piano piano a lui, cercando di non fare il minimo rumore per non farmi scoprire.

Mi ritornarono alla mente tutte le volte che scappavamo in quel magazzino, a come ci nascondevamo, e soprattutto quella volta, e anche quella successa quando saltammo la scuola.

Solo quando la mia mente tornò alla realtà, notai che Jungkook era esattamente nello stesso punto dove io e lui per due volte...

Scossi la testa cercando di non pensarci, senza però riuscire ad evitare di sentire le guance in fiamme al solo pensiero.
Quello non era il momento di pensare a quelle cose, dovevo concentrarmi su altro.

Così, restai nascosta finchè Jungkook non mi diede completamente le spalle, e poi gli saltai sulla schiena, circondandogli i fianchi con le mie gambe, e coprendogli gli occhi con le mani.

- Y/N? - chiese lui, muovendo un po' la testa, colto di sorpresa.
- A nascondino resto più brava di te. - dissi sorridendo, volendo prenderlo un po' in giro.
- Però ti sei fregata da sola. - disse lui, e potei notare un ghigno sul suo volto.
- Perchè? - chiesi, togliendogli le mani dagli occhi e poggiandole sulle sue spalle.
- Perchè adesso non puoi andare da nessuna parte. - disse lui, appoggiando le sue mani sotto le mie cosce.

Prima che potessi ribattere, lui indietreggiò fino al muro vicino a noi, facendomi poggiare la schiena contro di esso, e poi girò il suo corpo, in modo da avermi di fronte a lui, e prima che potessi muovermi, riafferrò le mie cosce, tenendole intorno ai suoi fianchi.

Io arrossii completamente per la posizione in cui ci trovavamo, e mi morsi il labbro inferiore, non sapendo come scappare.

Ero intrappolata completamente tra lui e il muro.

- Mi stai facendo impazzire lo sai? - mi sussurrò, soffiandomi sulle labbra.

Io non riuscivo a guardarlo negli occhi in quel momento, perchè mi sentivo davvero in imbarazzo, e il mio sguardo andò a posarsi sulle sue labbra, cosa che mi fece di nuovo mordere le mie.

- Perchè cerchi sempre di scappare quando ti bacio? - mi chiese, continuando a parlare sottovoce, cosa che mi mandava brividi lungo la schiena.
- P-perchè continui a baciarmi...? - dissi, anche se la mia domanda era inutile, dato che sapevo già la risposta.
- Lo sai già il motivo. Devo dirtelo ancora? -
- È solo che... - dissi, arrossendo.
- Solo cosa? Se vuoi che non lo faccio, allora perchè non mi rifiuti direttamente? - disse, guardandomi fisso.
- Io non... - dissi, alzando lo sguardo su di lui.
- Hai paura di farmi troppo male rifiutandomi? - chiese, alzando leggermente la voce.
- Io non voglio rifiutarti! - dissi tutto d'un fiato, completamente rossa per averlo ammesso ad alta voce.
- Allora perchè fai così? - disse, sorpreso dalla mia risposta.
- Perchè è imbarazzante! Non sono mai stata baciata prima, e adesso tu continui a farlo ogni volta che vuoi... io... - dissi, nascondendo il viso tra le mani, sentendomi completamente in imbarazzo.
- Scusa. È solo che non riesco più a controllarmi. Vorrei baciarti, stringerti a me e farti sentire protetta. Ma sò che forse sto affrettando troppo le cose. Forse è perchè ho paura che se non lo faccio, un'altro ragazzo ti porterà via da me come ha fatto Taehyung, ed io non voglio vederti con un altro. - disse, abbassando lo sguardo mentre parlava.

Io abbassai appena le mani che ancora mi coprivano il viso, abbastanza per guardarlo.

Ormai lo avevo capito, più o meno, quello che provava, ma allo stesso tempo, non riuscivo ancora a realizzarlo, ad accettarlo.

- Siamo fratelli... - dissi sottovoce.
- E allora? Chissene importa di cosa siamo! Io non ti ho mai visto completamente come una sorella, anche per colpa dei nostri genitori, e da quando ti ho ritrovata, ti ho sempre visto come una ragazza, non una sorella. Non voglio dire che non mi piace essere tuo fratello, ma io voglio essere... di più... -

Continuai a fissarlo mentre parlava, senza minimamente alzare lo sguardo su di me, e mi sorpresi leggermente nel constatare che provava le stesse cose che provavo io, più o meno.

Dopotutto, nemmeno io da quando era tornato, l'avevo visto con gli occhi di una sorella, quindi non potevo dire nulla.

Rimasi a fissarlo per qualche minuto, in cui lui rimase con lo sguardo basso senza più dire nulla, poi appoggiai le mani sulle sue guance, alzandogli il volto.

- Scusa... - dissi semplicemente, non sapendo cos'altro dire.
- Non devi scusarti. È solo colpa mia. -
- Non è vero! Non è colpa tua. È il tuo cuore che decide chi amare, quindi non darti colpe che non hai. - dissi, stupendomi io stessa di quello che avevo appena detto.

Prima che lui potesse dire qualsiasi cosa, avendo paura che provasse a ribattere, feci l'unica cosa che mi passò per la testa in quel momento.

Lo baciai.

Lui rimase sorpreso, ma poi ricambiò il bacio, avvicinando ulteriormente il suo corpo al mio, e cominciando ad accarezzarmi le coscie.

A me scappò un mugolio a quel gesto, dovuto anche alla posizione in cui eravamo, e che per me era molto imbarazzante, e percepii un sorriso formarsi sulle sue labbra quando lo feci.

Restammo attaccati per un po', e ci staccammo solo quando fummo a corto di ossigeno.

Ci guardammo negli occhi per secondi che sembravano infiniti, finchè a rompere il silenzio fu proprio lui.

- Allora il tuo cuore chi è che ama? -



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Babo = Stupido


- Angolo Autrice -

Spero che questo capitolo sia uscito bene.
Ero un po' indecisa su cosa far succedere qui, l'unica idea che avevo era far vedere ai due fratelli i posti che frequentavano da piccoli e ricordare cosa facevano, poi il resto è uscito sul momento.
Comunque è stranissimo scrivere delle vacanze natalizie adesso! xD
Non sò quanto riuscirò a tenerla lunga, ma dato che per farla finire al capitolo 40 dovrei raccontare tutto molto velocemente, anche se non mancano molti avvenimenti prima della fine, cercherò di far arrivare questa storia al capitolo 45. (forse è strana come cosa, ma voglio finire con un capitolo che finisca con 0 o 5)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Alla prossima! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Cap 39: Vuoi davvero che...? ***


PoV You


"Allora il tuo cuore chi è che ama?"


Rimasi a fissarlo per qualche minuto che sembrò infinito, pensando a quella domanda.

Potevo dire di essere innamorata di Jungkook?
Di mio fratello minore?

Beh, la risposta era ovvia, dopotutto lo ero da quando ero piccola, e lo sono sempre stata.
Certo, per qualche settimana avevo messo da parte quei sentimenti, perchè il mio cuore si era lasciato fregare da Taehyung, ma non erano minimamente scomparsi.

Stavo per rispondergli, quando fummo interrotti dallo squillo del mio telefono.

Mi scappò un sorriso sentendo Jungkook sbuffare irritato da quel suono, così presi il cellulare per vedere chi mi stava chiamando in quel momento.
Un brivido percorse la mia schiena quando vidi che era mia madre.

- Pronto? - chiesi, la voce leggermente titubante.
- Y/N? Dove siete? Riuscite a tornare in fretta? - mi chiese lei senza prendere respiro tra una parola e l'altra.
- Sì, che succede? - chiesi io, sorpresa dal sentirla agitata.
- Fate presto, vostro padre sta cercando Jungkook, e sapete che da stamani non è di buon umore. -

A quelle parole, io guardai mio fratello, che mi guardò confuso, non sapendo di cosa stavo parlando con nostra madre, e mi morsi nervosamente il labbro inferiore.

- Ok, adesso arriviamo. - risposi, e sentii che mia madre dopo la risposta riattaccò subito.

- Che succede? - chiese Jungkook.
- Dobbiamo tornare a casa. - dissi io, cercando di muovere le gambe, che però mio fratello mi teneva bloccate sui suoi fianchi.
- Perchè? Io non voglio tornare adesso. - disse lui, mettendo il broncio.
- Jungkookie non fare il bambino adesso. Papà ti sta cercando, dobbiamo andare. - dissi, facendo pressione su una sua mano per staccarla dalla mia gamba.
- Non voglio! - disse lui, stringendomi di più le coscie e spingendo di più il suo corpo contro il mio per tenermi ferma.
- Jungkook! Ti prego! Ho paura di quello che potrebbe fare papà se non torniamo. - dissi, spaventata.

Non sapevo cosa volesse nostro padre da Jungkook, ma qualcosa mi diceva che non era una bella cosa.

- Sò benissimo cosa vuole, per questo non voglio tornare. - disse lui, serio.

Io a quelle parole mi bloccai.

- Cosa vuol dire che lo sai? - chiesi, guardandolo dritto negli occhi.
- Sò perchè mi sta cercando. E io non voglio parlargli, altrimenti sò cosa succederà, e non sarà una cosa bella, nè per me... ne tantomeno per te. - disse, guardandomi fisso.

Che significava quello che aveva appena detto?
Cosa avrebbe fatto nostro padre?

- Jungkook... - dissi, pregandolo con gli occhi.

Una parte di me voleva restare lì e non tornare a casa, dopo le parole di mio fratello.
Ma l'altra parte, quella più spaventata, voleva tornare.
Non volevo vedere mio padre arrabbiato, anche perchè non era mai successo prima che si arrabbiasse tanto, al massimo se la prendeva un po', ma poi passava tutto.
Ma questa volta, dentro di me sentivo che lui aveva un motivo preciso per comportarsi così, ed essere arrabbiato, però non capivo cosa potesse centrare Jungkook con questo, e volevo scoprirlo.
Volevo proteggere mio fratello, ma dovevo assolutamente sapere cosa avesse mio padre per farlo, quindi dovevamo tornare a casa, il più in fretta possibile.

Mio fratello mi guardò qualche secondo, e poi mi lasciò andare.
Quando i miei piedi toccarono di nuovo il suolo, presi velocemente le mie scarpe, che non avevo più indossato dopo che eravamo usciti dall'acqua del mare, e prendendo per mano mio fratello, iniziai a dirigermi all'uscita del magazzino, trascinandolo con me.

- Vuoi davvero che nostro padre ci separi di nuovo? - chiese lui, bloccadosi poco prima di uscire dal magazzino.
- Cosa?! - chiesi, girandomi verso di lui con gli occhi spalancati.
- Quello che ho appena detto. - rispose, abbassando lo sguardo.

Io lo guardai senza rispondere.
Nostro padre ci avrebbe divisi di nuovo?

Dato che non risposi, e non mi mossi di un millimentro dopo le sue parole, Jungkook mi strinse la mano e iniziò a correre, trascinandomi con lui.

- Non gli permetterò di farlo. - disse mentre correva.

Io non parlai, continuando a ripensare alla frase detta da lui poco prima.

" Vuoi davvero che nostro padre ci separi di nuovo?"

Che fosse quello il brutto presentimento che avevo avuto appena atterrati?


Quando arrivammo davanti alla porta d'entrata a casa di mia zia, ci fermammo, e mio fratello mi mollò la mano.

- Sta tranquilla. Ci penso io a lui. - mi disse sottovoce, accarezzandomi teneramente la testa.

Io annuii, fidandomi di lui, e insieme entrammo in casa.

- Dove siete stati? - tuonò una voce proveniente dal salotto.

Io mi girai verso la fonte della voce, e di riflesso, indietreggiai di un passo, ma venni bloccata dalla mano di Jungkook che si posò sulla mia schiena.

Nostro padre ci guardò con uno sguardo davvero arrabbiato.

- Dobbiamo dirti dove andiamo e cosa facciamo come i bambini? - chiese Jungkook, reggendo il suo sguardo.

Io gli afferrai di nascosto un lembo della sua felpa, senza farmi vedere da nostro padre, per fargli capire che non doveva istigarlo, dato che era già piuttosto arrabbiato senza che Jungkook gli rispondesse in quel modo.

- Avevate intenzione di stare in giro tutta notte? Avete idea di che ore sono? - chiese lui, squadrandoci.
- Anche se fosse? Non siamo bambini, possiamo stare in giro fino a tardi. - rispose Jungkook, ed io gli tirai di nuovo la felpa.
- Jungkook... - sussurrai.
- Caro, lasciali stare. Non sono mai usciti la sera, e tu li hai tenuti in casa tutto il giorno a sistemare le valigie, quindi quando poi sono usciti era già un po' tardi. Non puoi lamentarti che siano tornati adesso. - disse nostra madre, cercando di calmare mio padre, anche se però lei stessa era spaventata da lui quanto lo ero io.
- Non potete fare quello che volete. Non siete ancora maggiorenni. - disse lui, senza minimamente ascoltare nostra madre.
- Dai, ora sono tornati, ed è passata solo poco più di un'ora dalla cena, non puoi dire che sono stati in giro fino a tardi. - intervenne la zia, cercando anche lei di calmarlo.
- Si può sapere come hai cresciuto Jungkook? Lasciandolo libero di fare ciò che vuole? Perchè non è così che ho cresciuto Y/N, e da quando lui è tornato non sembra più la stessa. - gli gridò contro lui, facendo sobbalzare tutti per il tono duro che usò.
- Sai benissimo che per il lavoro che faccio non posso passare molto tempo a casa, quindi Jungkook è per lo più cresciuto da solo, ed è diventato quel che è imparando a vivere contando su sè stesso. Tu invece hai cresciuto Y/N tenendola nella tua teca di cristallo, per questo te la prendi se adesso esce qualche volta. Non puoi tenerla a casa con te per sempre. Deve fare le sue esperienze e le sue scelte, non quello che le imponi di fare tu. - rispose la zia, alzando leggermente la voce.
- Non sei tu a dovermi dire cosa fare o non fare. - rispose lui.
- Non ti sto dicendo cosa devi fare o non fare. Ti sto solo mostrando quello che a quanto pare tu non riesci a vedere. -
- Basta!! - dissi, alzando la voce in modo che superasse quella di tutti.

Tutti si girarono a guardarmi, sorpresi che avessi alzato la voce.

- Smettetela di litigare. Non siamo venuti qui per discutere, ma per passare le vacanze insieme! - dissi, stringendo i pugni.

Non mi piaceva che litigassero in quel modo, e inoltre la domanda di Jungkook continuava a vorticarmi in testa.

"Vuoi davvero che nostro padre ci separi di nuovo?"

No, non volevo separarmi di nuovo da lui, soprattutto adesso, quindi dovevo cercare di calmare mio padre, anche se non avevo la più pallida idea di come fare.

Mio padre mi guardò fulminandomi con lo sguardo, poi, senza aggiungere altro, si diresse verso le scale e salì al piano superiore.

- Cercherò di calmarlo. Voi non pensateci troppo, ok? - disse nostra madre rivolta a me e Jungkook, e seguì nostro padre non appena finì di parlare.

Io annuii e poi mi girai verso Jungkook.

- Scusa, rispondendogli ho solo peggiorato le cose. - disse, abbassando lo sguardo.
- Non fa niente. Non potevi evitarlo, sei fatto così no? Inoltre... Grazie. Senza di te non avrei avuto il coraggio di parlare. - gli dissi, rivolgendogli un piccolo sorriso.

- C'è qualcosa che devo sapere? -

Io e Jungkook ci guardammo un attimo, sorpresi dalla domanda improvvisa, e ci girammo verso nostra zia, che ci stava fissando dall'entrata del salotto, e aveva uno strano ghigno sul volto.

- Avete fatto pace in fretta vedo, sapevo che Jungkook era parecchio arrabbiato anche con te prima di partire. - continuò, guardandoci.
- Lo era, ma la sua rabbia verso di me era solo un malinteso che si era creato perchè non ne avevamo parlato prima, quindi abbiamo chiarito in fretta. - risposi, guardandola un po' seria.
- Tranquilla, non c'è bisogno che te la prendi. Sò benissimo che la colpa di tutta questa situazione è solo mia e dei vostri genitori, e da quando è partito, speravo che voi due chiariste in fretta, quindi sono solo felice che sia così. Ora il problema è vostro padre, non l'ho mai visto così. - disse lei, per volgere lo sguardo verso le scale mentre pronunciava l'ultima frase.

Io la guardai restando leggermente a bocca aperta.
Sentendola parlare così, era come se anche a lei il fatto di non averci mai fatto parlare insieme in questi anni a me e mio fratello, fosse dispiaciuto, anche se non aveva fatto nulla per evitarlo.

- Grazie... - mi uscì, quasi in un sussurro.

Lei ci rivolse un sorriso, e poi ci fece un cenno con la testa.

- Immagino che non avete ancora cenato. - disse.
- Già... - risposi, e come a voler dimostrare la mia risposta, sentii il mio stomaco brontolare.
- Venite, vi cucino qualcosa, così nel frattempo parliamo. - disse lei, facendoci segno di seguirla.

Io guardai un attimo Jungkook, che annuì senza dire nulla, e la seguimmo.

Arrivati in cucina, prendemmo posto al tavolo, ed io mi misi ad osservare tutto quello che mi circondava.
Non era cambiato molto da come me la ricordavo, anzi, sembrava che la zia non avesse apportato nessuna modifica, era tutto esattamente come nei miei ricordi.

- Y/N, almeno sai cucinare? - mi chiese lei, risvegliandomi dai miei pensieri.
- Sì, anche perchè mamma non cucina spesso, e comunque mangiamo sempre ad orari diversi. - risposi.
- Scusa per quello che ho detto prima a tuo padre, ma in parte è quello che penso. Insomma, è vero che non siete ancora maggiorenni, ma non per questo non potete uscire e stare sempre in casa. Devi fare le tue esperienze, poi, che siano giuste o sbagliate, lo scoprirai dopo, ma non lo saprai mai finchè non ci provi. - disse lei, concentrata sul cibo che stava cucinando.
- Lo sò, e non devi scusarti, davvero. Infatti, è quello che penso anche io. Prima non ero mai uscita non solo perchè sapevo che a papà non sarebbe piaciuto, ma anche perchè non avevo nessuno con cui farlo. Il mio migliore amico adora stare in casa, quindi se uscivo era per andare a casa sua. - sorrisi pensando a Yoongi, e a quando si lamentava se io provavo a convincerlo ad uscire un po' di casa. - Mentre da quando è arrivato Jungkook, ho anche conosciuto altre persone e ho iniziato a uscire un po' e divertirmi, e per questo posso solo ringraziarlo. Anche se a volte non mi dispiace stare a casa da sola, mi sarebbe piaciuto uscire qualche volta anche prima che arrivasse lui. - conclusi, guardando mio fratello mentre parlavo, che mi fissava a bocca aperta.
- Meno male. Pensavo ce l'avessi con me per avervi evitato di farvi parlare in questi anni, ma l'ho fatto solo per i vostri genitori e perchè loro avevano paura che Jungkook ti dicesse la verità. Con Jungkook è stato impossibile ragionare, infatti come hai potuto vedere, lui ce l'ha con me come con i vostri genitori, e non vuole sentire ragioni. - disse lei, posando i piatti pieni di cibo sul tavolo, e guardando con la coda dell'occhio Jungkook.

Lui non rispose, e concentrò tutta la sua attenzione sul cibo davanti a lui.

Io e la zia parlammo per tutto il resto della cena, e le raccontai quello che avevo fatto in quei dieci anni, anche se non era poi molto.
Le dissi che mi piaceva moltissimo disegnare, che adoravo i videogiochi e i manga, e che non potevo restare nemmeno un giorno senza ascoltare musica, ma non dissi che mi piaceva cantare.

Quello mi vergognavo troppo ad ammetterlo, perchè avevo paura che se lo avessi detto, lei mi avrebbe chiesto di cantare qualcosa, e non volevo farlo.

Mentre parlavamo, sentii qualcosa sfiorarmi la gamba sotto il tavolo, e solo dopo qualche minuto, mi accorsi che era il piede di Jungkook, così lo guardai con la coda dell'occhio.
Quando il mio sguardo incontrò il suo, lui mi sorrise innocentemente, e nello stesso momento, con il piede fece più pressione sulla mia gamba.

Che diamine stava facendo?

Io lo guardai ancora confusa, ma lui continuò a rivolgermi il suo sorriso innocente.

- Che succede? - mi risvegliò dai miei pensieri la voce di mia zia.

Notai che aveva visto la mia espressione in quel momento, e si era girata a guardare Jungkook, che quando ebbe il suo sguardo addosso, guardò altrove, facendo finta di niente.

- Vabbè, io adesso vado. Vi lascio soli. - disse lei, alzandosi dal suo posto, e dirigendosi verso la porta della cucina. - Buonanotte. -
- Buonanotte. - risposi, guardandola.

Quando se ne andò, riportai il mio sguardo su Jungkook, che aveva ricominciato a muovere il piede contro il mio polpaccio.

- Jungkook, che stai facendo? - chiesi, guardandolo confusa.
- Niente, perchè? - chiese lui con fare innocente.

Come niente?
Che stava facendo con il piede contro la mia gamba?

Dato che non voleva rispondermi, mi alzai, e vidi che quando lo feci ci rimase male, ma subito dopo si alzò anche lui e mi seguì.

- Io vado a dormire. - dissi, posando il mio piatto nel lavandino.

Dopo tutto quello che era successo quel giorno, con Jungkook e mio padre, ero davvero stanca, e volevo solo addormentarmi.

- Dormiamo insieme? - mi chiese lui sottovoce, provocandomi brividi lungo la schiena dato che parlando mi aveva afferrato i fianchi da dietro e mi aveva sussurrato le parole sul collo.
- N-no, hai visto nostro padre prima. È meglio se ognuno sta nella propria camera. - dissi io, senza riuscire a nascondere il leggero balbettio che mi aveva provocato lui con la sua presenza così vicino a me.

Lui gonfiò le guance e fece un verso di disapprovazione, e strinse leggermente i miei fianchi.

- Ma io voglio dormire con te. - disse, strusciando il suo naso sul mio collo.
- Sei davvero un bambino a volte lo sai? - gli dissi, mentre un sorriso si formò sul mio volto.

Anche in una situazione del genere, non riuscivo a non trovarlo tenero quando si comportava così.

- Forza, vai a dormire. I bimbi a quest'ora sono già a letto. - dissi, per prenderlo in giro.
- Io sono un bimbo che sta sveglio fino a tardi. - disse lui imbronciato.
- Beh, starai sveglio, ma in camera tua. Io adesso voglio stare da sola. - dissi, allontanando le sue mani da me ed uscendo dalla cucina.
- Ma... - lo sentii dire prima che uscissi, anche se non si mosse di un millimetro, nè tentò di seguirmi.


Non appena arrivai nella mia camera, mi lasciai andare sul letto, ripensando a quello che era successo quel giorno.

Ripensai all'espressione di mio padre mentre eravamo in macchina ed io ero appoggiata a Jungkook per guardare fuori dal finestrino...
Al tono che aveva usato per dirmi di sistemare le valigie una volta arrivati a casa...
Allo sguardo e al tono che aveva usato qualche ora prima, quando io e Jungkook eravamo tornati a casa...

Possibile che a nostro padre...
Desse fastidio il fatto di vedermi insieme a Jungkook?

No, non poteva essere quello il motivo...
Anche se...
Perchè comportarsi in quel modo allora?

"Vuoi davvero che nostro padre ci separi di nuovo?"

...E se non mi stessi sbagliando?

"Sò perchè mi sta cercando. E io non voglio parlargli, altrimenti sò cosa succederà, e non sarà una cosa bella, nè per me... ne tantomeno per te."

Alla fine, non avevo più chiesto a mio fratello cosa intendesse con quella frase.

Ma sentivo che presto l'avrei scoperto anche senza chiederglielo.

Molto presto.


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Eccomi con un nuovo capitolo!
Allora, il padre è di pessimo umore, e Jungkook sembra sapere il motivo preciso di questo.
Con la zia si sono chiariti subito, fortunatamente, quindi l'unico problema da sistemare, è proprio il padre.
Non è molto lungo questo capitolo, perchè volevo dividerlo dal continuo, anche perchè non sapevo bene come collegare bene le cose. (Capitemi, devo ancora riprendermi dal comeback xD )
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate.

P.S. a proposito del comeback, voi cosa ne pensate del loro MV di Fake Love e del cd in generale?
Personalmente, a me l'MV è piaciuto parecchio, e sono rimasta sorpresa dalla voce di Jungkook subito dopo la parte di Tae, che non mi aspettavo così. La mia parte preferita del video, non chiedetemi perchè, ma è la scena in cui Kookie raccoglie un po' di sabbia e poi si apre una specie di passaggio davanti a lui. (ok, sono pessima a spiegare)
Mentre le mie canzoni preferite del cd sono Magic Shop (perchè mi ritrovo fin troppo in una frase che canta Jungkook, anche se non è bella, e perchè sono parole che vorrei che qualcuno dicesse a me), The Truth Untold, perchè è stupenda e il pezzo "But I still want you" mi spezza il cuore ogni volta che lo sento, Paradise, Outro: Tear, e ovviamente Fake Love.
Le vostre quali sono?

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Cap 40: Il vero motivo... ***


PoV You


Il mattino dopo mi svegliai prestissimo, dato che non ero riuscita a chiudere occhio tutta la notte.
Avevo continuato a pensare al comportamento di mio padre, e alle parole di Jungkook sul fatto che pensava di sapere il motivo per cui lui era così.

Dato che era inutile che stessi ancora nel letto, tanto non sarei più riuscita a riaddormentarmi, decisi di scendere in cucina e prepararmi la colazione, non andai nemmeno in bagno a sistemarmi un pochino.

Appena scesa però, trovai mio fratello ai fornelli.

- C-che ci fai già sveglio? - gli chiesi, bloccandomi sulla porta della cucina, sorpresa di vederlo lì.
- Mh? Oh, buongiorno. - rispose lui, rivolgendomi un sorriso quando si girò verso di me per vedere chi aveva parlato. - Comunque potrei fare la stessa domanda a te. -

Io mi avvicinai senza rispondere, dato che avevo ancora la testa altrove, a pensare ad altro, e iniziai a preparare qualcosa per me.

- Va tutto bene? - mi chiese in un sussurro dopo qualche minuto.

Io sobbalzai quando parlò, ritrovando il suo viso a pochissimi centimetri dal mio, e uno sguardo preoccupato sul suo volto mentre teneva gli occhi puntati su di me.

- C-che vuoi dire? - chiesi, arrossendo leggermente.
- Hai dormito stanotte? - mi chiese ancora, accarezzandomi la guancia con la mano.

Io sentii le mie guance scaldarsi al suo tocco, e mi sentii in imbarazzo, pentendomi in quel momento di non essere andata a guardarmi allo specchio dopo essere uscita dalla camera.

- N-non molto... - risposi abbassando lo sguardo, sapendo che tanto a lui non sarei riuscita a mentire, quindi era inutile anche tentare.
- Stavi pensando a nostro padre? - chiese, continuando ad accarezzarmi la guancia.

Io alzai subito lo sguardo su di lui, spalancando leggermente gli occhi alle sue parole.

- Ormai mi basta guardarti per capirti subito. - disse, come se mi avesse letto nel pensiero.

Infatti in quel momento mi stavo proprio chiedendo come avesse fatto a capirlo subito.

- Ti ho già detto che ci avrei pensato io a lui, no? Non preoccuparti. In qualche modo sistemerò questa situazione. - mi disse, rassicurandomi.

Io annuii senza rispondere.

Sapevo che lui sarebbe riuscito a sistemare tutto, ma...
Si trattava pur sempre di nostro padre, e quindi per Jungkook non sarebbe stato per niente facile...

Sarebbe davvero riuscito a sistemare tutto?
O nostro padre avrebbe avuto la meglio?

In quel momento sentimmo dei passi avvicinarsi alla cucina, e io spalancai gli occhi, leggermente spaventata, quando vidi chi si stava avvicinando.

Subito, spinsi leggermente mio fratello, per allontanarlo da me, e lui mi guardò con un'espressione tra il sorpreso e il deluso, non avendo notato l'altra presenza.
Io gli feci un cenno con il capo in direzione della porta della cucina, e quando lui si girò per vedere cosa indicavo, vidi che strinse leggermente la presa sul manico della padella che ancora stringeva tra le mani, e l'espressione del suo volto diventava più dura, guardando nostro padre come se volesse incenerirlo con lo sguardo.

D'altro canto, quando nostro padre entrò in cucina e ci vide, assunse di nuovo l'espressione infastidita del giorno prima, che peggiorò quando vide l'espressione che gli stava rivolgendo Jungkook.

- Che ci fate svegli così presto? - chiese, avvicinandosi a noi, ma solo per cercare qualcosa da mangiare nel frigorifero che si trovava vicino a me.

Sapendo che Jungkook stava per rispondergli a tono come la sera prima, cercai di bloccarlo afferrandogli il polso, sperando che quel gesto bastasse a calmarlo un pochino.
Lui mi guardò appena sentii la mia mano su di lui, e sembrò capire il motivo del mio gesto, infatti non disse nulla.

- Allora? Vi ho fatto una domanda. - disse mio padre, voltandosi verso di noi mentre chiudeva l'anta del frigorifero dopo aver preso del cibo.

Io mi girai leggermente, coprendo con il mio corpo la visuale a mio padre sulla mia mano che ancora stringeva il polso di Jungkook, e poi risposi.

- Non riuscivo molto a dormire, così sono scesa a fare colazione. - dissi, cercando di sembrare più calma possibile, mentre dentro di me, ero agitatissima.

Non sapevo il motivo per cui nostro padre si comportava così, però conoscendo Jungkook e sapendo che non aveva problemi a tenergli testa, rispondendogli a tono ogni volta, avevo paura che sarebbe scoppiato un litigio tra i due, e io questo non lo volevo assolutamente, perchè avevo troppa paura delle parole che mi aveva detto Jungkook il giorno prima, prima che tornassimo a casa.

"Vuoi davvero che nostro padre ci separi di nuovo?"

Non lo volevo assolutamente, non volevo tornare a prima dell'inizio di quest'anno scolastico, dove Jungkook per me era solo il ricordo di lui da piccolo, dato che non potendo sentirlo ne avendo visto una sua recente foto, non sapevo nemmeno come fosse diventato.

E se anche adesso, in questi mesi, non ci fosse stato?
Come sarebbe stata la mia vita?

Avrei sicuramente conosciuto comunque Taehyung, dato il motivo per cui mi aveva avvicinata, e in cui mio fratello non c'entrava nulla.
Ma chi mi avrebbe salvata da lui?
Quel giorno Yoongi era rimasto bloccato a scuola, quindi forse non sarebbe venuto.
Se non ci fosse stato Jungkook, probabilmente Taehyung avrebbe ottenuto quello che voleva, senza nessun problema.

Jimin?
Probabilmente non lo avrei conosciuto, dato che lui si era avvicinato a me grazie al fatto che conosceva mio fratello...

Se non fosse stato per Jungkook, non mi sarei nemmeno divertita così tanto come avevo fatto in questi mesi.
Infatti, a differenza di Jungkook, Yoongi non era interessato ai videogiochi, ai manga sì, ma solo a quelli riguardanti il basket, e comunque era più concentrato sui suoi mixtape che su qualsiasi altra cosa.
Non che non mi piacesse questo, anzi, per me Yoongi era una persona davvero importante, che non avrei mai scambiato con nessuno, ma niente e nessuno poteva battere il rapporto che c'era tra me e mio fratello.

Jungkook mi capiva sempre, a volte anche più di Yoongi, e infatti sapeva sempre quando cercavo di mentire e nascondergli qualcosa.
Inoltre, avevamo parecchie cose in comune, e la sua presenza vicino a me, mi faceva stare bene come nessun'altro aveva mai fatto prima di lui.

Quindi no, non avrei mai rinunciato a lui, e non volevo assolutamente che nostro padre ci separasse.


Nostro padre ci guardò per qualche secondo, soffermando maggiormente il suo sguardo su mio fratello.

- Mh, meglio che mangiate, prima che si raffreddi. - disse dopo, accennando al cibo nelle nostre mani.
- G-già... - risposi, girandomi verso mio fratello.

Lui mi guardò qualche secondo poi, senza dire nulla, vuotò in un piatto il suo cibo, e si diresse verso il tavolo, sedendosi dal lato opposto rispetto a mio padre.

Io li guardai entrambi, pensando che quello fosse un pessimo inizio per essere la mattina della vigilia di Natale.

Speravo solo non peggiorasse.


Quando avemmo finito di mangiare, dato che per tutto il tempo eravamo stati in silenzio, ci alzammo tutti e tre dal tavolo, e in quel momento arrivò nostra madre, che si sorprese a vederci tutti e tre insieme.

- Buongiorno. - disse, guardando prima mio fratello e poi me, con un'espressione stupita ma felice.

Espressione che però sparì quasi subito dopo aver visto le nostre.
Probabilmente, vedendoci insieme, aveva pensato che nostro padre si fosse calmato e forse scusato per il comportamento del giorno precedentemente, cosa che invece capì che non era successa.

Infatti, dopo aver guardato noi, voltò il suo sguardo verso il marito, e quasi sobbalzò quando vide la sua espressione.

- Caro... - provò a chiamarlo, ma questi le rivolse uno sguardo duro.
- Mia sorella non ha nessun addobbo dato che per Natale non è mai a casa per poterlo festeggiare, quindi non si è mai nemmeno presa la briga di comprare qualcosa. Visto che come ha detto ieri sera, Y/N è venuta qui per festeggiare il Natale, perchè voi due non andate a comprare qualcosa per addobbare la casa? - disse nostro padre, rivolto alla moglie.
- Ma... perchè invece non la mandi insieme a Jungkook? Abbiamo anche bisogno di un albero, e nè io nè lei abbiamo abbastanza forza per trasportarlo- - disse mia madre, pentendosi subito di aver parlato.
- Jungkook dovrà aiutare me, quindi non può venire. - rispose lui, con un tono che non ammetteva repliche, e chiudendo il discorso.

Perchè a me sembrava solo una scusa?

Guardai verso mia madre, che mi rivolse uno sguardo sconfitto.

- Andiamo, Y/N? - mi chiese, guardandomi.

Io mi girai un momento a guardare mio fratello, notando che stava di nuovo guardando male nostro padre, e con un cenno della testa, mi fece capire di seguire nostra madre, cosa che feci qualche secondo dopo, controvoglia.

Dentro di me, sentivo che era una pessima idea lasciare Jungkook e nostro padre da soli, ma io non potevo fare nulla, anche perchè ero troppo spaventata da quello che avrebbe potuto fare papà.

- Se vuoi, posso andare solo io a comprare gli addobbi, e tu puoi restare in camera, non devi venire per forza. - disse mia madre, una volta che fummo abbastanza lontane dalle orecchie di papà.
- No, vengo anche io. Tanto se restassi papà troverebbe un'altra scusa per tenermi lontano da Jungkook. Non sono così stupida. - dissi, tenendo lo sguardo basso e mordendomi il labbro inferiore da quanto ero nervosa.
- Va bene, allora và a prepararti, tra dieci minuti andiamo. - mi disse mia madre, guardandomi.
- Dovremmo stare in giro tutto il giorno presumo. Altrimenti chissà che altro si inventerà... - dissi io, quasi più rivolta a me che a mia madre.
- Credo di sì. Non ho idea di come poterlo calmare purtroppo, non posso fare nulla. -
- Ma tu sai perchè si comporta così? - chiesi, alzando lo sguardo su di lei.
- Sì, cioè, credo di aver capito perchè si comporta così. Ma allo stesso tempo, vorrei che l'avesse presa in maniera diversa. Già da quando è tornato Jungkook è così, anche se lo fà notare di più adesso, ma vorrei fargli capire che comportandosi in questo modo, sta solo peggiorando le cose. E dire che dopo la litigata che abbiamo avuto il giorno che siamo andati a prendere tuo fratello, voleva chiarirsi e tornare a parlare come facevamo di solito, come una famiglia... -
- Che avesse preso in maniera diversa cosa? Di che stai parlando? - chiesi io, sempre più confusa.

Prima Jungkook, ora anche mia madre sembrava sapere qualcosa che io a quanto pare non riuscivo a capire.
Che diamine era preso a mio padre?

Mia madre non rispose, così, dopo qualche minuto di silenzio in cui aspettai che dicesse qualcosa, mi diressi al piano di sopra, per iniziare a prepararmi.


Non mi ci volle molto, infatti indossai semplicemente una felpa di due taglie più grande e dei pantaloni della tuta, poi presi il giubbino e scesi di nuovo al piano di sotto, dove trovai mia madre ad aspettarmi all'entrata.

Senza dire nulla, le passai accanto, uscendo di casa e, salite in macchina, ci dirigemmo verso il centro commerciale poco distante dalla casa di mia zia, per comprare gli addobbi natalizi.



PoV Jungkook


Quando mia sorella uscì dalla cucina con mia madre, rivolsi completamente la mia attenzione su nostro padre.

- Sentiamo. In cosa dovrei aiutarti? - chiesi, cercando di restare il più calmo possibile.

Sapevo che il fatto di doverlo aiutare era solo una scusa inventata sul momento, per allontanarmi da Y/N, e questo mi faceva incazzare.

Adesso che potevo finalmente starle vicino come avevo sempre desiderato, senza più nessuno a dividerci, arrivava mio padre con le sue stupide idee.

Da quando ero tornato a far parte della famiglia, sapevo di avere sempre i suoi occhi puntati addosso, che mi teneva d'occhio, ma questo non mi impedì comunque di fare quello che volevo.

Non sarebbe stato lui a fermarmi o farmi cambiare idea.

Sapevo che quello che stavo facendo per lui era sbagliato, ma non poteva nemmeno immaginare cosa effettivamente stessi facendo, dato che non poteva saperlo non vedendomi sempre.

Se ce l'aveva solo con me non mi importava più di tanto, dato che lui sapeva benissimo che sapevo tenergli testa, e non mi sarei mai piegato a lui, ma quello che mi infastidiva di più, è che se la stava prendendo anche con Y/N, e questo non potevo sopportarlo.

Lei non era come me, era troppo buona e gentile, e anche un po' ingenua per rispondere sempre a tono a lui come facevo io, infatti, gli aveva dato contro solo una volta, il giorno che ero tornato, quando disse che quando erano partiti per l'Italia dieci anni fa, avrebbero dovuto portare anche me con loro.

Se l'avessero fatto, non saprei se ora saremmo stati in questa situazione.
O forse sì?

Forse, se non mi avessero lasciato alla zia dieci anni fa, la situazione in cui eravamo adesso sarebbe accaduta anni fa.


- Devi darmi una mano a portare in cantina alcuni scatoloni che mia sorella vuole mettere via, ma non ha abbastanza forza per trasportarli dato che ci ha messo cose pesanti. - rispose mio padre, senza però rivolgermi nemmeno uno sguardo.
- Lo sai che questa è davvero una scusa pessima vero? - dissi io, continuando a guardarlo.

Sapevo che era una pessima idea rispondergli, infatti prima mi ero fermato solo perchè Y/N mi aveva bloccato, e perchè sapevo che lei non voleva che litigassimo, e che il fatto che io rispondo peggiorasse le cose.

Ma non potevo continuare a starmene zitto senza fare nulla.

Se l'avessi fatto, e avessi fatto qualsiasi cosa mio padre volesse, l'avrebbe vinta lui, e non sarebbe comunque cambiato nulla, anzi, un'unica cosa sarebbe cambiata.

Io e Y/N saremmo stati separati.
Di nuovo.

Non potevo permettergli di separarmi di nuovo da lei, lo ero già stato per dieci anni, e ormai non ero più un bambino, anche se non ero ancora maggiorenne, quindi non poteva comandarmi e farmi fare quello che voleva lui.

Dovevo farglielo capire, a tutti i costi.

- Pensi davvero sia una scusa? Dobbiamo davvero portare degli scatoloni in cantina. - rispose lui, con tono calmo.
- Non fare finta di nulla. Sò benissimo perchè ti comporti così. Perchè invece di fare tutte queste scenate, non lo dici direttamente? Hai paura di perdere la tua adorata figlia rovinando il vostro rapporto per sempre se sapesse la verità? Perchè non le dici chiaro e tondo il motivo per cui ti dà così fastidio che le stia accanto? - dissi, picchiando un pugno sul tavolo per il nervoso che mi era venuto in quel momento.

Il mio gesto, sommato al tono duro con cui mi uscirono quelle parole, lo fecero sobbalzare, quasi spaventato dalla mia reazione.

- Se sai bene il motivo per cui mi comporto così, perchè non le stai semplicemente lontano allora? - disse, girandosi verso di me, guardandomi dritto negli occhi.
- Perchè dovrei starle lontano se non voglio assolutamente farlo? Ho aspettato dieci anni per vederla di nuovo e starle vicino, non mi allontanerò mai da lei, non per mia scelta. - risposi, usando ancora lo stesso tono duro di prima.

Senza dire nulla, mio padre si avvicinò a me, e prima che potessi fare qualsiasi cosa e reagire in qualsiasi modo, mi sferrò un pugno talmente forte che sentii il sapore di sangue all'angolo della bocca, ma non abbastanza forte da farmi cadere per terra, infatti mi girai subito, ripuntando lo sguardo su di lui.

- Vedrai che cambierai idea molto presto. - disse lui, per poi dirigersi verso la porta della cucina. - E adesso muoviti, devi aiutarmi con quegli scatoloni. -

Con il dorso della mano, mi sfiorai l'angolo della bocca dove mi aveva tirato il pugno, e pulii quel poco di sangue che mi era uscito con la lingua, facendo una smorfia per il sapore metallico che colpì il mio palato, e poi lo seguii, pensando che se lo avessi aiutato subito, mi avrebbe lasciato in pace molto presto.

Non sapevo come sistemare questa situazione, anche se a mia sorella avevo detto il contrario, ma nostro padre era davvero difficile da far ragionare, quindi ci sarebbe voluto come minimo un miracolo per far andar bene le cose.

L'unica cosa di cui ero sicuro, era che non avevo nessuna intenzione di separarmi di nuovo da lei, quindi avrei fatto di tutto pur di continuare a starle accanto.



PoV You


Io e mia madre ci fermammo al centro commerciale a pranzare, anche perchè, dato che comunque saremmo dovute stare lontano da casa il più possibile, avevamo deciso di fare un giro per tutti i negozi, non comprando solo addobbi natalizi.

Anche se le prime due ore le avevamo passate più o meno in silenzio, o con me che rispondevo a monosillabi, pian piano iniziammo di nuovo a parlare come facevamo prima, così le raccontai un po' come andavo a scuola.

Le parlai di Jimin, che quando uscivamo il pomeriggio io e mio fratello, era per andare a vederlo ballare, e le raccontai un po' anche di Taehyung, anche se di quest'ultimo non raccontai proprio tutto.

- Non sapevo che Jungkook avesse un migliore amico in Corea, la zia non me l'ha mai detto. - aveva risposto lei.
- Beh, direi che su Jungkook non sapete parecchie cose tu e papà. - dissi io, sorridendo internamente pensando a quante cose sapevo su di lui che loro nemmeno immaginavano.

Infatti, non raccontai della sua passione per il ballo, e nemmeno per il canto, le dissi solo che come a me, gli piacevano i videogiochi e i manga.

Volevo tenermi alcune cose su di lui per me, perchè sapevo che lui non voleva che i nostri genitori sapessero tutto di lui, voleva tenere alcune cose per sè.

Parlammo anche d'altro, e piano piano tornammo a parlare normalmente, come se questi mesi in cui non ci rivolgevamo la parola non ci fossero mai stati.

Da una parte, non mi dispiaceva essere tornata a parlare con lei, alla fine ci eravamo più o meno chiarite.
Lei aveva capito quello che avevo provato in questi dieci anni, a come mi ero sentita il giorno che Jungkook era tornato a far parte della mia famiglia, rivelandomi quello che io in tutti questi anni non avevo mai saputo, e come mi ero sentita sapendo che Jungkook stesso all'inizio era arrabbiato con me.

- Però tu e tuo fratello avete chiarito presto mi sembra. - disse lei, lanciandomi uno sguardo che sembrava nascondere qualcosa.
- Perchè come ti avevamo già detto, abbiamo capito che tra di noi c'era stato solo un malinteso, dovuto al fatto che voi due non ci avete mai fatto parlare. - dissi io, cercando di concentrarmi sul cibo davanti a me.
- E come avete fatto a parlare? Credevo che Jungkook non volesse vederti i primi giorni... - chiese lei, e notai una nota di curiosità nel suo tono.
- Che vuoi dire? - chiesi, alzando lo sguardo su di lei, un po' innervosita dal fatto che invece di dire direttamente le cose, usasse giri di parole.
- Voglio solo sapere cosa vi ha fatto riavvicinare. Non voglio dire nient'altro, sono felice che tra di voi si sia chiarito tutto, anche se purtroppo tra noi non è stato lo stesso. Ad essere sincera, mi preoccupava di più il fatto che tu e Jungkook non andaste d'accordo che il fatto che foste arrabbiati con noi. - rispose, e potei percepire la sincerità nelle sue parole.

- ... Il temporale... - risposi quasi sussurrando qualche minuto dopo, abbassando il volto sentendo che stavo arrossendo al pensiero di quella sera.
- Il temporale? - chiese mia madre avendomi sentito, inclinando leggermente la testa di lato, non capendo di cosa stessi parlando.
- Quella sera scoppiò un temporale, e tu sai benissimo che io ho paura dei tuoni. Ero scesa in cucina per bere un bicchiere d'acqua per calmarmi un po', e poco dopo è arrivato Jungkook, dicendomi che non ero cambiata per nulla da quando ero piccola, dato che ero spaventata allo stesso modo, e... mi ha fatto dormire con lui. - raccontai tutto sentendo le guance parecchio calde, e l'ultima frase la sussurrai così piano, che io stessa feci fatica a sentirmi, sentendomi in imbarazzo.
- Proprio come quando eravate piccoli. Mi ricordo benissimo a quante storie facevi per dormire sempre con lui, e a quante volte ti sentivo correre nella sua camera quando c'era un temporale. Beh, meglio così no? Pensa a come sarebbe stato se non aveste chiarito. - mi disse, sorridendomi.
- Beh, se non avessimo chiarito e Jungkook fosse ancora arrabbiato con me, forse papà non si comporterebbe così adesso. - dissi io, abbassando lo sguardo.
- In qualche modo sistemeremo questa situazione. Sta tranquilla. - disse mia madre appoggiando una mano sulla mia, come per rassicurarmi.

Io annuii, ma non mi sentii così sicura che saremmo riusciti a chiarire.


Dopo aver fatto ancora qualche giro per negozi, quando ormai era ora di cena, decidemmo di tornare a casa, ed io iniziai a sentire crescere l'agitazione.

Mia zia ci raggiunse appena sentì la macchina nel vialetto, e ci aiutò con le borse.

Mentre entravo e uscivo dalla casa, trasportando le borse all'interno, con lo sguardo cercavo Jungkook, ma non riuscii a trovarlo da nessuna parte.

- Dov'è Jungkook? - chiesi a mia zia quando finimmo di portare tutte le borse.
- Si è chiuso in camera sua da qualche ora, e si rifiuta di scendere per cena. Credo sia successo qualcosa con vostro padre oggi, ma non saprei dirti cosa. Sapevo solo che dovevano sistemare degli scatoloni perchè gliel'ho chiesto io. - mi rispose lei, rivolgendomi uno sguardo triste.
- Posso andare da lui? - chiesi, con una nota di preoccupazione nella voce.
- Tuo padre adesso è sul retro. Vai tranquilla. - disse mia zia, facendomi l'occhiolino.

Io, senza aspettare un'altro minuto, salii subito le scale, e quando arrivai, bussai alla porta della sua camera un paio di volte.

- Vattene. Voglio stare da solo. - arrivò la sua voce arrabbiata dall'interno.
- Jungkook... - lo chiamai, un po' spaventata dal suo tono.

Non mi rispose, ma pochi secondi dopo, la porta si aprì leggermente, facendo spuntare una parte del suo viso, mentre posava il suo sguardo su di me.

- Y/N... - disse quasi sussurrando, guardandomi.

Io rimasi a fissarlo qualche minuto, senza dire nulla, poi il mio sguardo venne attirato da qualcosa.

- Che hai fatto al labbro? - chiesi, quando vidi il sangue secco all'angolo della sua bocca.
- Niente... - disse lui, girando appena il viso, in modo da nascondere il taglio, mordendosi il labbro inferiore.
- Jungkook... - lo chiamai, per farlo girare di nuovo verso di me.

- Sono stato io a spaccargli il labbro, stamattina. - disse una voce dietro di me, che mi fece sobbalzare.

Mi girai subito, trovando nostro padre che ci fissava dall'inizio della rampa di scale che portava al piano di sotto.

- Perchè l'hai fatto? - chiesi, non sapendo dove avevo trovato il coraggio di rispondere.
- Perchè se lo meritava. Non ha il minimo rispetto per i genitori. - disse lui, guardando Jungkook con disprezzo.
- Si può sapere che diamine ha fatto per meritarselo? Sei tu che da quando siamo arrivati qui sei strano e fai di tutto per tenerci divisi. È ovvio che lui ti risponda poi, sai benissimo come è fatto. Quello nel torto sei solo tu. Jungkook non centra nulla. - dissi con tono arrabbiato.

Un po' ero spaventata dal fatto che stavo rispondendo a mio padre, perchè sapevo che era una pessima idea, e avrei solo peggiorato le cose.
Ma d'altro canto, non potevo perdonargli di aver alzato le mani su mio fratello.
A parole poteva dire quello che voleva, ma non doveva assolutamente alzare le mani.

Fù quel gesto, il fatto che avesse fatto fisicamente male a Jungkook, a farmi scattare e rispondere, cosa che non avevo mai fatto prima.

Sentii una leggera presa sulla mia maglia, e senza girarmi, per non farlo notare anche a mio padre, capii che Jungkook mi aveva afferrato la maglia, per farmi capire di non continuare a rispondere, proprio come io avevo fatto la mattina con lui, quando gli avevo afferrato il polso per calmarlo.

Problema, in quel momento nemmeno la sua presa sulla mia maglia, nel tentativo di calmarmi in qualche modo, stava funzionando.
Anzi, volevo continuare a rispondere a mio padre, perchè non accettavo il fatto che avesse fatto del male a mio fratello e l'avesse vinta.

In più, trovavo un po' strano il fatto che era come se i ruoli si fossero invertiti, e Jungkook invece di rispondere come faceva sempre, si comportava come invece facevo sempre io, cercando di calmarmi e non farmi dire nient'altro.

Mio padre mi guardò per qualche secondo, sorpreso dal fatto che gli stavo rispondendo, poi guardò mio fratello.

- Come mai non dici nulla tu? Vi siete invertiti i ruoli e ora a rispondermi è Y/N? - disse, con tono di sfida.

Io sentii la presa sulla mia maglia farsi più forte, e mi girai a guardare Jungkook, che stava fulminando con lo sguardo mio padre.

- Non provocarmi. - disse a denti stretti, cercando si restare il più calmo possibile.
- Le hai già detto cosa succederà quando torneremo in Italia? O non ne hai ancora avuto il coraggio? - continuò nostro padre.

Io a quelle parole guardai intensamente Jungkook, che abbassò lo sguardo mordendosi il labbro inferiore con rabbia.

- Di che parla? Cosa succederà quando torneremo in Italia? - chiesi a mio fratello, sentendo una bruttissima sensazione crescere dentro di me.

Lui non rispose, e continuò a tenere lo sguardo basso.

- Non dici più nulla eh? Non eri tu quello che stamani mi ha detto che non dovevo continuare a fare scenate e dire a Y/N la verità? Perchè non gliela dici la verità adesso, invece di stare in silenzio? - continuò nostro padre con quel suo tono che stavo odiando.
- Chiudi il becco! - disse Jungkook quasi urlando, picchiando un pugno sul muro.
- Jungkook, che succede? - chiesi con tono calmo, cercando di non fare caso a mio padre dietro di me.

- Visto che adesso ci tieni tanto, diglielo tu perchè ci vuoi dividere di nuovo. Visto che ti importa di più del tuo stupido orgoglio invece che di tua figlia. - sbottò Jungkook dopo qualche minuto di silenzio.

Io lo guardai senza dire nulla, spaventata, e dopo qualche minuto mi girai verso mio padre, aspettando una risposta.

- Non permetto ad uno come te di infangare il nome della mia famiglia con un incesto. -


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Finalmente si scopre il vero motivo per cui il padre vuole dividerli.
In un certo senso, ho fatto riappacificare la protagonista con la madre, anche perchè era anche ora che si chiarissero almeno un po' no?
Quindi ho approfittato del fatto che rimanessero (per forza) da sole per un po'e finissero per parlare.
Il padre ovviamente mette il suo orgoglio e l'onore della famiglia (non sò bene se si dice così) davanti ai figli, e infatti, nonostante avesse diciamo un po' paura della reazione della figlia a quello che voleva fare, cioè separarla di nuovo da Jungkook, alla fine decide di dirlo e dividerli definitivamente (o forse no?).
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se credo sia il peggiore nel senso per quello che succede. ^^"
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Cap 41: Secret Place ***


PoV You



- Non permetto ad uno come te di infangare il nome della mia famiglia con un incesto. -



Io guardai mio padre per diversi minuti, senza dire nulla.

Di cosa stava parlando? Non avevo idea di cosa significasse la parola che aveva appena detto...

Incesto...

Era qualcosa che stava facendo Jungkook, e che per mio padre stava disonorando il nome della famiglia...

Ma cos'è che stava facendo? A me non sembrava che si stesse comportando male o facendo qualcosa che potesse dar fastidio a qualcuno...

Voltai lo sguardo verso mio fratello, aspettando che rispondesse in qualche modo.

- Uno come me? Ti sembra il modo di rivolgerti a tuo figlio? Tu che tieni così tanto alla famiglia e al suo onore... - rispose con tono amaro, facendo una smorfia.
- Tu non sei mio figlio! O almeno, vorrei poterlo dire, ma non ti considero tale da un bel po' ormai. - rispose mio padre, alzando leggermente la voce.
- Sul serio? Non mi reputi più tuo figlio solo per questo? - disse Jungkook, spalancando leggermente gli occhi, sorpreso.
- "Solo" per questo? Ti sembra una cosa di poca importanza? - disse mio padre, alzando ulteriormente la voce.

Mentre parlava, iniziò ad avvicinarsi a noi così, io mi misi meglio davanti a Jungkook.

Secondo quello che si erano detti fino ad adesso, mio padre avrebbe rialzato senza nessun problema le mani su Jungkook, ma non l'avrebbe fatto con me.

In quel momento, arrivarono mia zia e mamma dal piano di sotto, probabilmente allarmate dal fatto che mio padre avesse alzato la voce, e si bloccarono quando videro la scena.

- Caro... - provò a chiamarlo mia madre, ma lui sembrò non sentirla affatto.
- Non puoi decidere tu per loro. Lasciali vivere come vogliono. Non puoi incolpare Jungkook, non è assolutamente colpa sua. - disse mia zia, ma papà sembrò non sentire nemmeno lei.
- Mi spiegate cosa sta succedendo? Perchè qua sembrano tutti capire, mentre io no? Cos'è che ti dà tanto fastidio di Jungkook da dirgli addirittura che non lo consideri più tuo figlio? - dissi con tono esasperato, non sopportando più questa situazione, guardando mio padre negli occhi.

- Non accetto che mio figlio, l'unico uomo di casa che dovrebbe mandare avanti la nostra famiglia, si innamori dell'unica persona a cui non dovrebbe avvicinarsi in quel modo. - disse mio padre, lanciando uno sguardo arrabbiato a mio fratello.

Io lo guardai in silenzio, mentre le sue parole continuavano a rimbombarmi nella testa.

L'unico motivo per cui nostro padre era così arrabbiato con Jungkook era... solo quello?
Sul serio?

- Che c'è di male se invece di amare un'altra, amo mia sorella? Almeno non puoi lamentarti che ti porti a casa una sgualdrina no? - disse Jungkook, tornando al suo tono strafottente.
- Non osare paragonare mia figlia ad una sgualdrina. - disse papà con tono minaccioso, facendo un passo avanti e alzando un pugno.
- Non l'ho paragonata a nessuno, era solo per dire. Perchè dovrei offendere la persona di cui sono innamorato? - rispose Jungkook.

Alle sue parole, sentii le guance in fiamme, e il mio cuore perdere qualche battito, per poi battere all'impazzata.
Dopotutto quelle parole erano riferite a me, quindi non potevano non rendermi felice, anche se quello non era il momento adatto per sorridere.

- Piantala con queste sciocchezze! Non accetterò mai che provi quel tipo di sentimenti per mia figlia. Sei solo un figlio ingrato che vuole portare disonore alla sua famiglia. - disse mio padre, alzando talmente tanto la voce che fece sussultare tutti.

Si avvicinò a noi, e questa volta io dovetti appoggiare le mani sulle sue spalle, cercando di metterci tutta la forza che avevo, per non farlo avvicinare a Jungkook, che era ancora dietro di me, dietro la porta della sua camera.

- Piantala tu! Stai lontano da mio fratello! - dissi, chiudendo gli occhi mentre parlavo, per paura che se li avessi tenuti aperti, non avrei avuto il coraggio di parlare.
- Perchè lo difendi? Non capisci cosa sta facendo? - disse mio padre, guardandomi incredulo.
- Quello che non capisco è perchè ti dia così tanto fastidio! Ognuno è libero di amare chi vuole, chissene importa se lo è di suo fratello o sorella? - dissi, continuando a fare pressione sulle sue spalle.

La mamma e la zia non dissero nè fecero nulla.
Sapevano meglio di me che quando mio padre si alterava in quel modo, e capitava molto raramente, niente e nessuno sarebbe stato in grado di calmarlo.

Mio padre mi guardò per alcuni minuti, che a me parvero infiniti, in silenzio, come se volesse capire qualcosa di me semplicemente guardandomi.

- Y/N... non dirmi che tu... - iniziò, la voce quasi un sussurro.

Aveva parlato a voce talmente bassa, rispetto a qualche minuto prima in cui aveva quasi urlato, che lo sentii a malapena.

Senza rispondere, mi girai, dandogli le spalle, e aprii la porta della camera di mio fratello quel tanto che bastava ad afferrargli il polso e tirarlo verso di me.

- Che vuoi fare? - mi chiese mio padre, scansandosi leggermente quando gli passai a fianco.
- Non vuoi più vedere Jungkook come tuo figlio per i suoi sentimenti? Allora non considerarmi più tua figlia. - dissi, avviandomi verso le scale e scendendo al piano di sotto.

Jungkook mi seguì senza dire nulla, e sentii che non tentò nemmeno di liberarsi dalla mia presa, semplicemente mi seguì.
Prendemmo le scarpe, dimenticandoci dei giubbini, ed uscimmo di casa in tutta fretta.

Volevo allontanarmi da quella casa il più possibile.
Ero arrabbiata, delusa, e provavo un sacco di altre emozioni dentro di me che non mi stavano facendo ragionare correttamente.

In quel momento, era solo il mio istinto a muovermi e fare quello che stavo facendo.

Ad un certo punto, sentii la presa sul polso di mio fratello mancare, per poi sentire il mio polso venire afferrato, e con lui anche tutto il resto del mio corpo venne trascinato altrove, non nella direzione in cui mi stavo dirigendo.

Alzai lo sguardo, confusa e sorpresa, guardando la schiena di mio fratello, che mi stava conducendo chissà dove.

- Dove stiamo andando? - chiesi qualche minuto dopo, quando vidi che ci stavamo inoltrando in un boschetto che si trovava poco dietro la casa di nostra zia.

Era un boschetto piccolino, ma forse definirlo boschetto era troppo, dato che erano solo circa una ventina di alberi in tutto.
Tuttavia, quel posto mi stava calmando lentamente, e mi faceva sentire rilassata, per qualche motivo.

- Questo è il posto dove venivo sempre da quando siete partiti dieci anni fa. -

La voce di mio fratello mi arrivò così lontana, che impiegai qualche secondo a realizzare che avesse parlato.

- Perchè venivi qui? - chiesi dopo aver compreso quello che aveva detto.
- Per calmarmi. E sfogarmi quando mi arrabbiavo con la zia, soprattutto quando mi vietava di parlare con te. - disse, fermandosi poi all'improvviso.

Proprio perchè si era fermato all'improvviso, io finii indubbiamente per scontrarmi con la sua schiena, per poi sporgermi da un lato per vedere per quale motivo si fosse fermato.

Davanti a noi c'era un prato abbastanza grande, che in quel periodo dell'anno però era coperto di neve, quindi era tutto bianco.
Era stupendo, ed io rimasi a fissarlo a bocca aperta.

Jungkook riprese a camminare, restando al limite degli alberi, come se non volesse rovinare la purezza del sottile strato di neve che copriva quel prato.

Quando si arrestò di nuovo, me ne accorsi in tempo, quindi non finii un'altra volta contro di lui.
Mi sporsi di nuovo per vedere cosa stesse guardando, e notai che aveva sporto il labbro inferiore, mentre sul suo volto si era formata un'espressione triste.

- Che succede? - chiesi, incuriosita e leggermente preoccupata.
- Non me lo ricordavo così brutto... - disse quasi sussurrando.

Lo guardai leggermente confusa, per poi volgere lo sguardo a quello che c'era davanti a noi, e rimasi leggermente sorpresa.

Era una specie di grotta piccolina, o buco nel terreno, tra quelli che sembravano essere gli alberi più grandi di quel boschetto, grande abbastanza però da tenere riparate almeno due persone adulte, nel caso stessero accovacciate e vicine tra loro.
Prestando più attenzione, si intravedevano alcune coperte all'interno di quella piccola grotta, abbandonate da chissà quanto tempo ormai, dato che erano un po' consumate, ed il tutto era ricoperto da rami e foglie.

- Jungkook... - iniziai, non sapendo bene come formulare la frase.

Possibile che quel grottino fosse...

- È il posto in cui venivo sempre fin da piccolo. - rispose lui, come se mi avesse letto nel pensiero.
- Qui? - chiesi io, ancora leggermente incredula.
- Una volta avevo litigato con la zia gridandole contro, e così sono scappato di casa. È successo più o meno un anno dopo che eri partita. Non avevo idea di dove andare, ma non volevo andare dove ci fossero persone che potevano rivolgermi la parola. Così mi ritrovai in questo boschetto, e girando un po' trovai questo buco, in cui rimasi a dormire fino all'alba. Da allora venivo spesso qui, non solo per scappare dalla zia, ma anche per stare da solo, senza nessuno a darmi fastidio, quindi l'avevo reso il mio rifugio personale. Dopotutto, in tutti questi anni, non ho mai visto nessuno venire qui, quindi potevo considerarlo il mio posto segreto. - spiegò, e mentre parlava io lo stavo guardando, e notai un sorriso soddisfatto quando finì. - Però adesso è bruttissimo. Non volevo fartelo vedere così... - disse, mettendo il broncio.

Vedendo la sua espressione, mi scappò una risata, e per questo lui mi guardò aumentando il broncio.

- Non ridere. Parlo sul serio. - disse, gonfiando le guance.
- Non puoi pretendere che resti bello. Quanto tempo è che non vieni qui? Non puoi tenerlo bene anche quando non ci sei. - dissi, cercando di calmare la mia risata.
- Lo sò... - rispose sottovoce, ancora imbronciato.
- Dai, ti aiuto a sistemarlo. - dissi, rimboccandomi le maniche della felpa ed avvicinandomi alla piccola grotta.
- Cosa? - chiese lui, guardandomi sorpreso.
- Non vuoi sistemarlo? Vuoi andare da un'altra parte? - chiesi, girandomi verso di lui.
- N-no... - disse, e subito si avvicinò anche lui.

Iniziammo così a sistemare quel piccolo rifugio, togliendo i rami e le foglie, e ammucchiandole appena all'esterno, e sistemammo un po' le coperte al suo interno, rendendolo un po' accogliente.

Quando finimmo di sistemare, Jungkook si sdraiò sfinito sulla coperta, e io rimasi a fissarlo.

- Ah... - si lasciò sfuggire un sospiro sdraiandosi e chiudendo gli occhi.
- Che facciamo adesso? - chiesi, restando in piedi appena fuori da quel rifugio, guardandolo.

Lui aprì un occhio, guardandomi, e tirandosi a sedere, allungò un braccio verso di me, afferrandomi la mano, e mi tirò verso di lui.

Per il movimento improvviso, io persi l'equilibrio, ma lui mi afferrò in tempo i fianchi, così finii seduta sulle sue gambe, e lui che mi stringeva da dietro.

Avvampai quando le sue braccia mi circondarono i fianchi, e sentii il suo viso appoggiarsi alla mia spalla, mentre prese a strusciare il naso sul mio collo.

- Jungkook... - dissi, imbarazzata dato che il suo nome mi era uscito come un sospiro.

Lo guardai mentre tenendo gli occhi chiusi, continuava a strusciare il viso sul mio collo, che poi prese a baciare lentamente, facendomi mancare il respiro.
Sentii le sue braccia stringermi di più, e io mi sentii sempre più in imbarazzo.

Ero completamente imbarazzata, ma non volevo nemmeno che smettesse.
Anche se non capivo il perchè.

- Possiamo restare così? - chiese sottovoce, tra un bacio e l'altro.
- Mh... - risposi, non riuscendo a dire altro.

Non sapendo che fare, posai il mio sguardo verso l'esterno della grotta in cui eravamo, guardando quel poco di panorama che potevo scorgere da quel punto.

Era bellissimo, le ombre che si creavano sul terreno e la luce che tentava di filtrare attraverso le foglie, rendeva quel posto in qualche modo speciale.

Sapere che mio fratello c'era venuto spesso, mi metteva un po' di tristezza, perchè sapevo che tutte le volte che c'era venuto, era sempre da solo, senza nessuno a fargli compagnia.
Certo, sapevo che lui era il tipo a cui a volte piace stare da solo, senza nessuno che gli dia fastidio, ma questo a me provocava una stretta al cuore.
Avrei voluto esserci di più per lui, come una vera sorella maggiore, invece non avevo fatto nulla, nulla per cercare di mettermi in contatto con lui in questi dieci anni in cui siamo stati divisi.

Anche in questi mesi che c'eravamo ritrovati, non ero stata una buona sorella maggiore.

Certo, avevamo passato dei bei momenti insieme, come quando passavamo il pomeriggio nella mia camera con i videogiochi, o andavamo alle prove di ballo di Jimin, o quando avevamo saltato la scuola.

Ma era anche vero che in questi mesi avevamo anche litigato qualche volta, e spesso il motivo era perchè io non volevo ascoltare quello che diceva.

Infatti, se lo avessi ascoltato di più, non mi sarei fidata di Taehyung, e non sarebbe successo nulla con lui.

Anche se...

Se con Taehyung non fosse successo nulla... adesso noi due saremmo comunque in questa situazione?

Ripensandoci, era proprio grazie a Taehyung che Jungkook mi aveva detto quello che provava per me, anche se l'aveva fatto indirettamente, e in un modo tutto suo, quando mi aveva spiegato il significato dei baci.

Però era anche vero che mi aveva baciato sulle labbra più di una volta già molto tempo prima di quel giorno, quindi forse anche senza Taehyung, avrei scoperto i suoi sentimenti per me, ed ora ci ritroveremmo comunque in questa situazione.

- ... A che pensi? - chiese Jungkook.

La sua voce mi arrivò lontana, dato che avevo la testa altrove, ma bastò a risvegliarmi dai miei pensieri.

- Eh? Ah... N-niente... - dissi, sentendomi in imbarazzo.
- Mh? Sei davvero pessima a mentire. - rispose lui, tenendo sempre il tono basso e stringendomi di più a lui.


In quel momento, anche se leggermente, lo sentii tremare, e abbassando lo sguardo sulle sue braccia, notai che avevo ragione.

- Jungkook, va tutto bene? - chiesi, girando il mio viso verso di lui.
- Sì... non preoccuparti. - disse lui, nascondendo il viso contro il mio collo.

Siccome in quel momento era calata la notte, dato che quando eravamo usciti di casa era da poco passata l'ora di cena, la temperatura si era abbassata, ed essendo inverno, in quel momento faceva piuttosto freddo, e noi eravamo usciti senza giubbini, solo con le felpe.

Io stavo bene, perchè la mia felpa era abbastanza pesante, e il calore di Jungkook che mi stringeva, bastava a non farmi tremare, ma lui indossava una felpa un po' più leggera della mia, quindi sentiva di più l'aria che si era alzata.

Mi guardai intorno, e trovai una coperta in un angolo, così mi alzai a prenderla.

- No, torna qui. - disse in tono lamentoso, tentando di afferrarmi il polso per tirarmi di nuovo verso di lui.
- Non vado da nessuna parte tranquillo. - dissi, soffocando una risata che mi stava uscendo in quel momento mentre presi la coperta e tornai da lui. - Non voglio mica farti ammalare. - dissi poi, appoggiando la coperta sulle sue spalle.

Mentre stavo sistemando la coperta sulle sue spalle, lui mi circondò di nuovo i fianchi, e stavolta finii di nuovo seduta sulle sue gambe, ma girata verso di lui.

Arrossii completamente per la posizione in cui eravamo, e cercai di concentrarmi sulla coperta che dovevo ancora sistemare, perchè ero troppo imbarazzata per guardare lui.

Con la coda dell'occhio, vidi che aveva alzato il viso verso di me, e mi stava guardando in silenzio, e avere il suo sguardo puntato addosso, mi stava imbarazzando parecchio, così ricambiai, guardandolo negli occhi.

Dopo aver sistemato la coperta, appoggiai le mie braccia sulle sue spalle, circondandolo, e vidi che lui sorrise a quel gesto e, afferrando i lati della coperta che aveva addosso, mi strinse più forte a lui, coprendo entrambi.

- Hai freddo? - chiese, continuando a tenere lo sguardo su di me.
- N-no... - risposi, sentendo le guance in fiamme.

In quel momento, stavo quasi avendo più caldo che freddo per colpa sua.

- Voglio baciarti... - disse lui sottovoce dopo qualche minuto.

Io avvampai a quella frase, e mi morsi involontariamente il labbro inferiore.

- Posso? - chiese ancora, guardandomi dritto negli occhi.
- S-se lo chiedi... è imbarazzante... - dissi con un filo di voce, abbassando lo sguardo.

Lui sorrise maliziosamente, per poi avvicinare il suo viso al mio, ed unire le nostre labbra.

Inizialmente era solo un bacio a stampo, poi lentamente, iniziò a leccarmi le labbra e prenderle tra le sue, finchè io non iniziai a rispondere al bacio.

Non mi sarei mai abituata ai suoi baci.

Ogni volta che mi baciava, era come se fosse la prima, ed io mi sentivo sempre così in imbarazzo, che impiegavo un po' prima di rispondere.

Mentre ci baciavamo, sentivo le mani di Jungkook accarezzarmi la schiena, e stringermi di più a lui.
Le mie dita finirono ad intrecciarsi nei suoi capelli, che iniziai ad accarezzare dato che erano morbidissimi.

Restammo così per minuti che sembravano infiniti, e quando ci staccammo, eravamo entrambi a corto di ossigeno.
Ci guardammo negli occhi per diversi minuti, ed io arrossii ulteriormente quando mi sorrise dolcemente.

- Se ci vedesse adesso mi ammazzerebbe. - disse Jungkook dopo qualche minuto in cui restammo in silenzio.
- Non ci pensare. Non voglio ricordarmi cos'è successo oggi. - dissi io, abbassando lo sguardo tristemente.
- Scusa. - disse lui, dandomi un bacio a stampo.


Io sentii gli occhi pesanti, e poco dopo sbadigliai.

- Hai sonno cucciola? - mi disse, baciandomi sulla guancia.

Io annuii senza rispondere, stropicciandomi gli occhi con il dorso della mano.

Lui, in silenzio, si sdraiò a pancia in sù, trascinandomi con lui dato che non mi lasciò andare nemmeno per un secondo, ed io finii sdraiata su di lui, con il mio viso appoggiato sulla sua spalla.
Imbarazzata, nascosi il viso contro il suo collo, accucciandomi come potevo su di lui, e sentii una leggera risata provenire da lui.

- Sei la ragazza più tenera che conosca. - disse, iniziando ad accarezzarmi i capelli e coccolandomi.

Ogni tanto, posava un bacio sui miei capelli, mentre una sua mano li accarezzava, e l'altra accarezzava la mia schiena.

Ci aveva coperti entrambi con la coperta che avevo preso io poco prima, e rimanemmo così.
Io posai il mio sguardo di nuovo verso l'esterno, e spalancai gli occhi sorpresa.

Stava nevicando.

- Jungkook, guarda. - dissi, indicandogli l'esterno del nostro piccolo rifugio.

Lui si girò, e rimase sorpreso quanto me di vedere la neve che a poco a poco attaccava sul terreno.

- È bellissima... - dissi, lo sguardo puntato fuori.
- Già... - disse Jungkook a bassa voce.

Restammo a guardare la neve scendere per un bel po', in silenzio.

- Scusa... - disse lui dopo qualche minuto, sussurrando.
- Per cosa? - chiesi, alzando lo sguardo per guardarlo.
- Per colpa mia siamo in questo posto, invece di essere a casa a festeggiare il Natale con tutti, e anche se tornassimo, non credo che passeremo una serata felice... - disse, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
- Non mi importa. Non voglio festeggiare il Natale con nostro padre dopo quello che ha detto. Mi basta stare con te, non mi importa dove stiamo. - risposi, gonfiando le guance.

Alle mie parole, lo vidi sorridere, e mi strinse di più a lui.

- Buon Natale, Y/N. - disse, guardandomi negli occhi.
- Buon Natale, Jungkookie. - risposi, sorridendogli, per poi avvicinare il mio viso al suo.

Lo baciai a stampo, ma gli diedi più di un bacio.
Infatti, continuai a posare le mie labbra sulle sue per un po', finchè non lo sentii ridere.

- Hai intenzione di continuare tutta la notte? Non avevi sonno? - disse, continuando a ridere piano.
- Certo che ho sonno, infatti adesso voglio dormire. - dissi, gonfiando le guance.

Lui mi guardò sghignazzando un po', poi smise quando vide che non toglievo il broncio.

- Dai, scherzavo. - disse, accarezzandomi la guancia.
- Lo sò... - dissi sottovoce, per poi riaccucciarmi su di lui.

Lui ricominciò ad accarezzarmi come prima, una mano sui miei capelli ed una sulla mia schiena, ed io piano piano mi rilassai completamente, chiudendo gli occhi.

- Vuoi tornare a casa? - mi chiese dopo qualche minuto.
- Non possiamo scappare per sempre... - dissi io, la voce impastata dal sonno.
- Parli come se fossero giorni che siamo scappati, quando invece sono solo poche ore. - disse lui, soffocando una risata.
- Lo sò ma... - dissi, stringendogli la felpa nel mio pugno.
- Vuoi davvero tornare? Dopo quello che ha detto? - chiese, guardandomi.
- Non voglio tornare per lui. Non lo perdonerò mai per quello che è successo... -
- Se torniamo sai benissimo cosa succederà però, vero? -

Io alzai lo sguardo su di lui, guardandolo.

- Quando torneremo a casa, papà ci separerà, e quando torneremo in Italia, non vivremo più nella stessa casa. - disse lui serio.

Io spalancai gli occhi, sorpresa e spaventata al tempo stesso.

Non avrei più vissuto con Jungkook?


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Allora, ci stiamo avvicinando piano piano alla fine di questa storia, e un po' questa cosa mi rattrista, però devo ammettere anche che sta venendo più lunga di quello che pensavo, anche perchè molte cose le ho aggiunte mentre scrivo i capitoli, non le avevo pensate prima.
Qui ho voluto fare che i due fratelli scappano dalla casa, e passano per conto loro il Natale insieme.
L'ho già detto, ma è stranissimo scrivere del Natale adesso che siamo in estate, ma dal prossimo capitolo non sarà più Natale quindi... (almeno, non ho ancora scritto il prossimo perchè ho appena finito questo, ma in teoria non dovrebbe più essere Natale).
Ho voluto mettere che Jungkook aveva un posto segreto lontano (o quasi, non più di tanto) da casa, e ci portasse la sorella, e alla fine è uscita questa cosa nel boschetto.
Spero sia venuta bene, e che vi sia piaciuta.
Fatemi sapere cosa ne pensate.

P.S. Avete sentito la versione di Spring Day che hanno postato oggi? Io ho praticamente scritto il capitolo sentendola, e non potete immaginare quanto la adori! Se quest'anno la BTS Festa parte così, io difficilmente arriverò viva al loro anniversario di debutto. (e li seguo ormai da 5 anni, quindi ho visto tutte le loro BTS Festa). ^^"

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Cap 42: Capodanno... ***


PoV You


"Quando torneremo a casa, papà ci separerà, e quando torneremo in Italia, non vivremo più nella stessa casa."



Quelle parole continuarono a girarmi in testa dopo che mio fratello le ebbe pronunciate, e per questo non riuscii molto a dormire.

Non volevo che nostro padre ci separasse di nuovo, ma non sapevo nemmeno cosa fare per evitarlo.

Alzai appena la testa, quel tanto che mi bastava per guardare Jungkook, avendo sentito il suo respiro diventare più tranquillo.

Infatti, lui si era appena addormentato, ed io mi chiesi che ore potessero essere in quel momento.

Eravamo usciti così in fretta, che non avevo nemmeno avuto il tempo di prendere il mio cellulare, che solitamente tenevo sempre con me ovunque andassi.

E se mamma o papà avessero provato a chiamarmi?
Anzi, mamma o zia...
Mio padre non avrebbe sicuramente chiamato visto che questa situazione era colpa sua.

Continuai a guardare il viso rilassato di mio fratello mentre dormiva.
Nonostante stesse dormendo, la sua mano continuava a muoversi lentamente sulla mia schiena, accarezzandomi, ed io mi chiesi come facesse a farlo.

Mi sentivo un po' in imbarazzo, non essendo mai stata tra le braccia di un ragazzo prima d'ora, tranne le sue da quando era tornato.

Allungai una mano, appoggiandola sulla sua guancia, accarezzandolo.
A quel gesto, sentii le sue braccia stringermi di più, e vidi che si passò la lingua tra le labbra, per poi sospirare.

Chissà cosa stava sognando...

Rimasi a guardarlo ed accarezzargli la guancia, finchè non sentii gli occhi davvero pesanti, segno che mi sarei addormentata, così, posai un'ultima volta le mie labbra sulle sue, in un bacio casto, e poi riappoggiai la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.


La luce del sole entrò in quella piccola grotta, colpendomi direttamente in faccia, così, infastidita, misi una mano davanti al viso, affondandolo contro il petto di mio fratello.

Quando lo feci, dalle mie labbra uscì un grugnito infastidito, per colpa della luce, e sentii il corpo sotto di me muoversi.



PoV Jungkook


Mentre stavo dormendo, sentii un leggero grugnito, e qualcosa premere contro il mio petto, così, aprii gli occhi, per vedere cosa fosse.

Sul mio viso spuntò un sorriso quando notai che mia sorella era accucciata contro di me, nascondendo il viso per colpa della luce del sole.

Guardai fuori, all'esterno, e mi chiesi che ore fossero, anche se probabilmente, non era ancora mezzogiorno, il sole non era abbastanza alto ancora.

Tornai a posare il mio sguardo su di lei, e le appoggiai una mano sulla testa, quella con cui potevo ripararla dalla luce, e iniziai a coccolarla.

Sapevo quanto fosse dormigliona, e che avrebbe preferito dormire ancora un po', quindi non le dissi nulla e continuai ad accarezzarla.

Inoltre, io stesso non volevo cambiare posizione in quel momento, perchè mi piaceva troppo stare in quel modo con lei, tenerla tra le mie braccia.

Se penso a tutto il tempo in cui non ho potuto farlo...

Abbassai di nuovo lo sguardo su di lei quando la sentii muoversi, e il mio sguardo incontrò il suo.

Vederla mezza addormentata era la cosa più tenera che potesse esistere, veniva voglia di riempirla di coccole.

- B-buongiorno... - disse, la voce impastata dal sonno.
- Buongiorno, cucciola. - dissi, sorridendole.

Il mio sorriso si allargò quando vidi le sue guance colorarsi dopo che parlai, e abbassò lo sguardo, per non incrociarlo più con il mio.

Sapevo quanto fosse timida, e dopo i mesi che avevamo passato insieme, e tutte le volte che io l'avevo chiamata in quel modo, reagiva ancora come se fosse la prima volta.

Appoggiai la mia mano semichiusa sotto il suo mento, alzandole il viso, e mi sporsi quel tanto che bastava per far unire le nostre labbra.

Quando lo feci, sentii un leggero gemito di sorpresa uscire dalle sue labbra, e mi scappò un sorriso.

Le diedi più di un bacio, e iniziai anche a mordicchiarle appena il suo labbro inferiore, cosa che la fece gemere un poco.

Quando mi staccai da lei, notai quanto il suo viso fosse diventato rosso, e le accarezzai la guancia.

- C-Cosa facciamo adesso? - chiese lei con un filo di voce, abbassando di nuovo lo sguardo per non incontrare il mio.

Sapevo che l'aveva chiesto per non pensare ai baci che c'eravamo appena dati, e questo mi fece scappare un altro sorriso.

Era davvero tenera, e non doveva nemmeno provare a farlo, le veniva troppo spontaneo.

- Tu che vorresti fare? - le chiesi, sperando che non mi dicesse di tornare a casa.

Sapevo che voleva farlo, e che non era giusto che non tornassimo affatto, ma...
Non avevo nessuna intenzione di tornare, non adesso almeno.

Volevo stare ancora un po' da solo con lei.

Prima che potesse rispondere, sentimmo un leggero brontolio, e lei si alzò di scatto da me, restando però seduta sulle mie gambe, coprendosi il viso con le mani, imbarazzata.

Io restai qualche secondo a guardarla, confuso dalla sua reazione, poi capii.

Le era brontolato lo stomaco.

Dopotutto, la sera prima lei era venuta da me perchè probabilmente la zia le aveva detto che non avevo ancora cenato, e dopo quello che era successo con nostro padre, non avevamo minimamente pensato al cibo.
Quindi lei non stava mangiando dalla sera prima, come me.

- Vuoi far colazione? - chiesi, fissandola, mentre le mie mani si erano involontariamente posate sulle sue cosce, e le stavano accarezzando.

Lei abbassò di poco le mani dal viso, giusto per scoprire gli occhi e guardarmi, e annuì.

- Ma... dove andiamo a fare colazione? - chiese, sempre con un filo di voce.

Mentre parlava, notai che aveva abbassato lo sguardo, ma non per non incrociare il mio, notai che guardò le mie mani sulle sue cosce.

Non mi spiegavo il motivo, le mie mani si erano mosse da sole, e non avevano intenzione di togliersi da lei.

Alzai il busto, riavvicinandomi così a lei, e portai le mie mani a circondarle i fianchi, stringendola.

- J-Jungkook... - disse lei, e notai quanto il suo viso fosse rosso.
- Mh? - dissi, per poi posare le mie labbra sulle sue.

Era più forte di me, non riuscivo a non baciarla ogni volta che ne avevo l'occasione.

In quel momento, una suoneria spezzò l'atmosfera.

Io sospirai pesantemente, dato che il telefono che era appena suonato era il mio, così lo tirai fuori dalla tasca dei pantaloni.

Mi maledissi per essermelo portato dietro.

Guardando il display, vidi che era una chiamata da parte della zia.

- Vuoi che rispondo? - chiesi a Y/N, mostrandole il telefono.

Lei annuì appena, così, sospirando di nuovo, risposi alla chiamata.

- Jungkook? - sentii la voce di nostra zia chiamarmi, dato che avevo accettato la chiamata, senza però parlare.
- Che c'è? - risposi un po' spazientito, mentre con la mano libera, stringevo la felpa di mia sorella nella mia mano, mentre la stavo ancora stringendo a me.
- Dove siete? State bene? - chiese lei, e notai il tono preoccupato con cui parlò.
- Sì, stiamo bene. Ma non vi dirò mai dove siamo. - risposi, posando lo sguardo su mia sorella.

Se non ci fosse stata lei lì con me, adesso starei rispondendo in modo peggiore.
Lei era l'unica che riusciva a calmarmi, almeno un po'.

- Voglio solo sapere se siete qui vicino. Non voglio obbligarvi a tornare. Anzi, per il momento è meglio che non lo fate proprio, vostro padre è davvero arrabbiato, con entrambi e... - disse, ma la interruppi.
- Perchè con entrambi? Y/N non ha fatto niente. - dissi, alzando leggermente la voce.

Quando lo feci, sentii mia sorella sussultare, e sapevo di averla appena spaventata, così la guardai.

- Scusa... - sussurrai, per farmi sentire solo da lei.

Lei non disse nulla, mi guardò un attimo, e poi mi abbracciò, nascondendo il viso nell'incavo del mio collo.
Io la guardai, accarezzandole la testa con la mano libera.

- Lo sò, ma a vostro padre non piace il modo in cui gli ha risposto, e il fatto che ti abbia preso e portato via con sè. Prima che tu dica qualsiasi cosa, io sono dalla vostra parte. Siete liberi di amare chi volete, anche se siete fratelli, e mio fratello, cioè vostro padre, è troppo attaccato all'orgoglio della famiglia, da pensare di più a quello che a quello che pensano e vogliono i figli. Dà la colpa del comportamento di Y/N a te, solo perchè prima che arrivassi tu non si era mai comportata così, ma io sono sicura che lo avrebbe fatto con chiunque, se riguardava una persona a cui tiene davvero, sarebbe andata comunque contro suo padre. Quindi per me non avete fatto nulla di sbagliato, e anche vostra madre è d'accordo con me. Vi ho chiamato solo per sapere se state bene. - disse.

Potevo sentire anche attraverso il telefono quanto il suo tono di voce fosse sincero, e mi sentii rincuorato, almeno un pochino.

Almeno, il vero problema era solo nostro padre, non l'intera famiglia.

- Sì, stiamo bene, tra poco andiamo a fare colazione. - dissi.

In quel momento, sentivo che dirglielo era la cosa giusta da fare, anche se non avrei detto mai dove ci trovevamo.

Quella piccola grotta era il mio posto segreto, ormai mio e di mia sorella, e non lo avrei mostrato a nessun altro.

- Va bene, quando volete tornare fatemi uno squillo, così vi terrò lontano da vostro padre, almeno finchè non partirete. - disse lei dopo qualche secondo di silenzio.
- Va bene. E... grazie... - risposi, dissi l'ultima parola quasi sussurrandola.

Mi era venuto spontaneo dirlo, anche se un po' mi vergognavo, quindi l'avevo detta sottovoce.

Chiusi la chiamata, posando di nuovo lo sguardo su mia sorella.

- Andiamo a mangiare? - le chiesi, accarezzandole la testa.

Lei annuì senza dire nulla, e si alzò, iniziando a sistemare le coperte che avevamo usato.

- Non c'è bisogno che le sistemi. - dissi, facendomi scappare una leggera risata.

Lei mi guardò dopo aver posato l'ultima coperta in un angolo, piegata perfettamente, e quando incontrò il mio sguardo, gonfiò le guance.

Intenerito dalla sua reazione, mi avvicinai a lei, e posando una mano sul suo viso, con cui presi le sue tenere guanciotte, la baciai dolcemente.

Lei pochi secondi dopo si staccò, avvampando, e iniziò ad uscire dal nostro piccolo rifugio.

- P-pabo*... - la sentii sussurrare.

Io mi feci scappare una risata, e poi la raggiunsi, guardandola mentre si stiracchiava.

- Dove andiamo a mangiare? - chiese, girandosi verso di me.
- C'è un bar qui vicino, e poi potremmo fare un giro da qualche parte. Dato che è Natale, sono aperti solo bar e ristoranti per oggi. - dissi, ricordando più o meno il posto.
- E come facciamo a pagare? Io non ho preso nulla. - disse, guardandomi un po' confusa.
- Tranquilla, ci pensa il tuo fratellino a te, cucciola. - le sussurrai all'orecchio, avvicinandomi a lei.

La sentii sussultare al mio gesto, così le morsi leggermente il lobo dell'orecchio, per poi afferrarle la mano, e iniziare a camminare, dirigendomi verso l'uscita di quel boschetto.



PoV You


Durante tutta la strada fino al bar, il mio sguardo era puntato sulla mano di mio fratello che stringeva la mia, e sentivo il viso andare a fuoco.

Ripensai a tutto quello che era successo da quando mi ero risvegliata, ed anche se era passato pochissimo, al massimo solo un'ora, il mio viso non ne poteva già più di arrossire così tanto.

Ogni piccolo gesto di mio fratello mi faceva avvampare completamente, ed era già così i primi giorni dopo il suo ritorno, quando l'unica cosa che faceva, era baciarmi sulla guancia, o starmi vicino.
Quindi figuriamoci adesso che mi baciava in continuazione e mi teneva stretta a sè...
Avevo il cuore che minacciava seriamente di esplodere da un momento all'altro.

Anche se non completamente, avevo sentito le parole di mia zia mentre era al telefono con lui, e in quel momento mi ero sentita imbarazzata da quello che aveva detto.

È vero che avrei fatto qualsiasi cosa per la persona a cui tenevo tanto, anche andare contro mio padre, ma sentirlo detto da lei, mi aveva fatta sentire completamente in imbarazzo.

Quando arrivammo al bar, ci sedemmo ad un tavolo, e Jungkook ordinò per entrambi.

La colazione arrivò poco dopo, ed io notai che c'erano più di due brioches nel vassoio che ci portarono.

- Queste sono tue. - disse Jungkook, porgendomi ben tre brioches, mentre lui ne prese solo una.
- Cos- Perchè tre? Tienine una... - dissi, un po' in imbarazzo.
- No, sono tutte tue, a me basta questa. È colpa mia se ieri sera non hai mangiato nulla, quindi tienile. - disse, dando un morso alla sua.

Io rimasi a fissarlo qualche secondo, arrossendo alle sue parole.

- Non devi scusarti... sono io che ti ho trascinato fuori casa... - dissi a bassa voce.
- Io non mi pento di essere scappato, se tornassimo a ieri sera, lo rifarei di nuovo. - disse guardandomi dritto negli occhi.

Io lo fissai qualche secondo, poi abbassai lo sguardo, concentrandolo sul cappuccio e le brioches davanti a me.

Finimmo la colazione in silenzio, ognuno concentrato sul proprio piatto, e poi ci alzammo, per andare a pagare.

- Aspetta. - disse Jungkook, bloccandomi.
- Cosa-? - dissi, ma non riuscii a finire la frase.

Infatti, sentii la sua lingua percorrere il mio labbro superiore, per poi staccarsi e incrociare il suo sguardo.

- Avevi il labbro sporco di cappuccio. - disse lui, sorridendo innocentemente.

Io arrossii e abbassai lo sguardo, mentre lui mi prese per mano e, dopo aver pagato, uscimmo dal bar.

Passammo tutta la giornata a camminare in giro per la città, fermandoci ogni tanto su una panchina, o a mangiare qualcosa, e verso sera tornammo alla nostra piccola grotta.

Prima che me ne accorgessi, ci ritrovammo di nuovo nella posizione della sera prima, cioè io sdraiata e accucciata sopra di lui, e lui che mi accarezzava la schiena e la testa, con la coperta che copriva entrambi.

Nascosi il viso nell'incavo del suo collo, e respirai il suo profumo che a me piaceva tanto.

- Non mi dispiacerebbe restare così per sempre. - disse mio fratello in un sussurro.

Io alzai leggermente il capo, per guardarlo.

- Ma... -
- Sò cosa stai per dire. Non possiamo vivere qui per sempre, e non ho nemmeno abbastanza soldi per mantenerci a vita, dato che per ora non lavoro. Però, il pensiero di quello che succederà appena torniamo a casa, mi fa imbestialire. Quindi lasciami sognare per un po', va bene? - disse, accarezzandomi dolcemente la testa. - Ti prometto che torneremo a casa. E prima o poi troverò il modo di far cambiare idea a nostro padre. -

Io appoggiai la mia mano sulla sua che teneva appoggiata sulla mia guancia, e chiusi gli occhi, beandomi del suo calore.

Sapevo bene cosa ci aspettava una volta tornati a casa, ma non era giusto scappare come stavamo facendo.

- È meglio se dormiamo adesso. - disse qualche minuto dopo Jungkook.

Io annuii senza dire nulla, e mi accucciai di nuovo su di lui, appoggiando appena le labbra alla base del suo collo, cosa che lo fece sospirare piano.

- Buonanotte, Jungkookie. - sussurrai, prima di chiudere gli occhi.
- Buonanotte, cucciola. -


Il mattino seguente, andammo di nuovo a fare colazione al bar, e come il giorno prima, girammo per la città.

Non c'era molto da fare purtroppo, ma questo era decisamente meglio che stare a casa con nostro padre.


Il giorno di capodanno, la sera la passammo in un ristorante, dove restammo fin dopo la mezzanotte, e poi tornammo al nostro rifugio.

Jungkook aveva esagerato un pochino con l'alcool, così l'avevo portato a "casa" prima che fosse troppo tardi.

Per me era troppo pesante il suo corpo, e se fosse stato completamente ubriaco, non sarei riuscita a muoverlo di un millimetro.

Lo feci sdraiare sulla coperta, e prima che potessi prendere l'altra con cui coprirci, mi afferrò i fianchi, e pochi secondi dopo, mi ritrovai sotto di lui.

Io lo guardai spalancando leggermente gli occhi, sorpresa dalla sua reazione.

Che fosse colpa dell'alcool che aveva bevuto?

- Jungkook... - provai a chiamarlo.

Lui mi guardò qualche secondo, poi unì le nostre labbra, facendo diventare quello che era iniziato come un semplice bacio a stampo, un bacio più passionale, dato che premette la lingua sulle mie labbra per farmele aprire.

Io lo lasciai fare, ma restai comunque sull'attenti.
Dopotutto, aveva bevuto un po', anche se non in modo esagerato, quindi non potevo essere sicura di cosa avrebbe fatto.

Sentii che mentre ci stavamo baciando, le sue mani iniziarono a percorrermi i fianchi, e a volte stringeva la mia felpa tra le dita.

Quando non avemmo più fiato, si staccò, e mi guardò per qualche secondo, per poi abbassare la testa, iniziando a lasciarmi baci e morsetti sul collo.

Io avvampai a quel gesto, iniziando ad ansimare, perchè il suo tocco mi stava lasciando senza fiato.

- Jungkook... - dissi, premendo le mie mani sulle sue spalle, nel vano tentativo di allontanarlo.

Lui sembrò non sentirmi, e al contrario, continuò a fare quello che stava facendo, per poi iniziare a succhiare un punto preciso alla base del mio collo, nel punto in cui la mia pelle era più sensibile.

Quel gesto mi fece scappare un gemito, ma allo stesso tempo...

La mia testa venne attraversata da un brutto ricordo.

Il ricordo che volevo tanto dimenticare.

Infatti, mentre Jungkook continuava a farmi quel succhiotto, la mia mente cominciò a ricordare i due momenti che avevo passato con Taehyung quando ero rimasta sola con lui, quei momenti che mi avevano fatto stare male.

Ricordai il modo in cui mi si era avvicinato quando eravamo al karaoke, e mi aveva infilato le mani sotto la maglia...
E il giorno che ero andata a casa sua, quando mi aveva rivelato le sue vere intenzioni nei miei confronti...

A quel ricordo, il mio corpo trovò la forza necessaria per allontanare Jungkook da me, e lui mi guardò spaesato, senza però muoversi o provare a riavvicinarsi.

- Domani torniamo a casa. - dissi io con gli occhi lucidi, e la voce mi uscì leggermente acuta.

Ero spaventata, ma non da mio fratello, ma dai ricordi che avevo appena avuto.

Una parte di me, sapeva che Jungkook non mi avrebbe fatto nulla di male, non sarebbe mai arrivato a farmi quello che voleva farmi Taehyung.
Però, il modo in cui aveva appena agito, mi aveva fatto ricordare lui, e quindi mi aveva spaventata.

Senza dire nulla, lo vidi sdraiarsi vicino a me, dandomi però le spalle, e chiuse gli occhi.

Io rimasi a fissarlo per qualche minuto.
Non volevo che mi voltasse le spalle così, ma non sapevo che fare.

Mi sdraiai anche io, però girata verso di lui.
Speravo solo che il mattino seguente ci saremmo chiariti.



PoV Jungkook


Quando mi spinse via da lei, rimasi a guardarla senza dire nulla.
Sapevo quello che avevo appena fatto, nonostante fosse quel poco di alcool nel mio corpo ad avermi fatto agire e non fermarmi.
E guardandola, sapevo di averla appena spaventata, così non dissi nulla, pensando che facendolo avrei peggiorato la situazione.

In più, le sue parole mi avevano lasciato con l'amaro in bocca.

Domani saremmo tornati a casa. Domani, saremmo stati divisi.


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Pabo* = Stupido

-Angolo Autrice -

Ecco un nuovo capitolo, appena finito di scrivere. ^^
Allora, innanzitutto, dico subito che mentre scrivevo, avevo messo Magic Shop, Let Go e The Truth Untold in loop, quindi capitemi se è venuto così.
Spero che vi sia piaciuto comunque, fatemelo sapere se volete.
In teoria mancherebbero tre capitoli, però forse saranno un due più uno, nel senso che, devo vedere come verrà scritta, anche perchè questi ultimi capitoli li creo più sul momento che con uno schema preciso, quindi molte scene scritte non erano per niente programmate quando ho iniziato a scrivere.
In che senso 2+1... allora, forse, la storia potrebbe finire al capitolo 44 e non 45, perchè io dopo il finale, vorrei aggiungere una parte speciale, e dato che mi piace finire le storie con numeri che finiscono con 5 o 0, mi scoccierebbe un po' pubblicare l'ultima parte al 46. (lo sò, sono strana, ma cercate di capirmi).
Quindi probabilmente il prossimo capitolo sarà un po' più lunghetto forse, ma non assicuro nulla dato che inizierò a scriverlo settimana prossima, dato che come avevo già detto, io posso scrivere solo il sabato e la domenica, causa lavoro che durante la settimana mi frulla il cervello. ^^"
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** Cap 43: Separazione... ***


PoV Jungkook


Il mattino seguente, mi svegliai poco dopo l'alba.
Non avevo dormito molto, contando anche il fatto che eravamo tornati dopo la mezzanotte la sera prima.

Inoltre, non riuscivo a smettere di pensare a quello che era successo dopo che eravamo tornati...

Non sarei andato oltre con lei, nonostante avessi bevuto un po', ero ancora lucido, e non mi sarei mai approfittato di lei in quel modo, in quel posto.

Però sapevo che ero stato troppo avventato in quel momento.

Quando eravamo tornati, l'unica cosa che volevo fare era baciarla, perchè mi mancavano le sue labbra, ma grazie al poco di alcool che avevo in corpo, mi ero lasciato un po' andare, e avevo finito per spaventarla.

Infatti, quando disse che l'indomani saremmo tornati a casa, avevo notato la sua espressione spaventata, e in quel momento mi ero sentito davvero in colpa.

E se... le avessi fatto ricordare qualcosa di brutto?

... Taehyung...?

Un brivido percorse la mia schiena ricordando lui.
Se con il mio gesto le avessi fatto ricordare lui...?

Non sapevo ancora bene cosa le avesse fatto di preciso, ne il giorno in cui erano a casa sua, ne tantomeno quando erano andati al karaoke, perchè non ne avevamo più parlato, e non volevo far rivivere brutti ricordi a lei, vedendola così spaventata, anche se dovevo ammettere, che non sopportavo nemmeno non sapere cosa avesse fatto.

Volevo sapere fino a che punto si era spinto con lei, e in che modo l'avesse toccata, però non sapevo in che altro modo saperlo se non chiedendolo direttamente a lei, cosa che per il momento non volevo fare.


Dato che ancora ero girato su un fianco, dandole le spalle, come mi ero addormentato qualche ora prima, mi girai verso di lei, spalancando leggermente gli occhi quando la trovai girata verso di me.

Sapevo che non si era girata nel sonno, ma si era direttamente sdraiata verso di me prima di addormentarsi, e questo mi aveva lasciato un po' sorpreso.

Insomma, sapevo che quello che avevo fatto l'aveva spaventata, e quindi ero convinto che si girasse dall'altra parte, cosa che invece non aveva fatto.

Ma sapevo anche che era una ragazza troppo buona, quindi forse era questo il motivo per cui ora era girata verso di me.
Con me non riusciva mai ad arrabbiarsi completamente, anche quando avrebbe dovuto farlo.
Il massimo che aveva fatto, era stato ignorarmi e non parlarci per qualche giorno, come era successo da quando avevamo conosciuto Taehyung, ma poi tornava tutto come era prima.

Anche io però non potevo dire di riuscire ad arrabbiarmi completamente con lei, anche quando avrei dovuto farlo.

Infatti, ripensai a quando ero appena arrivato in Italia, e i nostri genitori avevano detto la verità ad entrambi.
Io quel giorno ero furioso, sia con loro che con lei, ma...
Mi era bastato sentirla piangere e vederla poi spaventata per il temporale la stessa notte, per far sparire completamente la mia rabbia verso di lei.

Il solo vederla piangere, o saperla triste, mi provocava una bruttissima fitta al cuore, e l'unico pensiero che mi passava per la mente in quei momenti, era trovare il modo di calmarla e farle tornare il sorriso.

Non importava quanto fossi arrabbiato con lei in quel momento.

Rimasi a fissarla per qualche secondo, per poi posare una mia mano sulla sua guancia, accarezzandola.

Volevo scusarmi per quello che era successo la sera prima, e speravo di non averla spaventata troppo.

Non volevo che mi odiasse quando nostro padre ci avrebbe divisi.

Sapevo che non appena si fosse svegliata e saremmo tornati a casa, saremmo stati divisi, e non volevo farlo senza prima essermi scusato con lei.

Le avevo promesso che avrei trovato un modo per far ragionare nostro padre sul fatto di dividerci, ma sapevo anche che per questo ci sarebbero voluti dei giorni, forse mesi, e quindi la nostra separazione era inevitabile.

Non potevamo mica pretendere che una volta tornati a casa, nostro padre si sarebbe calmato e avrebbe cambiato idea, no?


Iniziai ad accarezzarle il labbro inferiore con il pollice, mordendomi il mio, cercando di reprimere il desiderio di baciarla che avevo.

Non volevo spaventarla di nuovo come la sera prima, baciandola mentre dormiva.

Bloccai i movimenti della mia mano quando vidi che si mosse appena, e qualche secondo dopo aprì leggermente gli occhi, posando il suo sguardo su di me, e quando incontrò il mio, vidi le sue guance colorarsi leggermente.

- Jungkook... - disse sottovoce, la voce impastata dal sonno.

Era tenerissima in quel momento, la cosa più dolce che avessi mai visto.

La guardai per qualche secondo, immobile, poi ricominciai ad accarezzarle la guancia, e lei mi lasciò fare.

- Scusa... - sussurrai poco dopo, abbassando lo sguardo, dispiaciuto.
- N-non fa niente... - la sentii rispondere, e sollevai di nuovo lo sguardo quando sentii la sua mano posarsi sulla mia guancia.

La guardai, e notai quanto fosse arrossita in quel momento.

- È... è colpa mia... mi sono spaventata troppo perchè... - disse, leggermente impacciata.

Mentre parlava, si stava mordicchiando nervosamente il labbro inferiore, e non mi piaceva vederla così.

Perchè si stava scusando lei, quando la colpa era mia?

Prima che potesse dire altro, appoggiai le mie labbra sulle sue, facendole appena sfiorare tra di loro, e sentii che a quel gesto, si immobilizzò, così mi staccai, tenendo lo sguardo su di lei.

Aveva le guance tutte rosse, e gli occhi leggermente spalancati.

- Quello che è successo è solo colpa mia, non sei tu che devi scusarti. - dissi, guardandola fisso negli occhi.
- Ma... - iniziò lei, ma la zittii subito.
- Sono io che sono stato avventato, però ti assicuro che mi sarei fermato comunque, non mi sarei mai approfittato di te... - dissi, volendomi scusare il prima possibile, ma lei mi zittì.

- Lo sò. - disse semplicemente.

Io la guardai, sorpreso.

- Sò che non mi avresti fatto nulla. Mi sono spaventata perchè mi sono tornati dei brutti ricordi. Tu non centri nulla, davvero. - disse, tenendo lo sguardo basso.
- Ma... -
- Jungkook, tu non sei Taehyung, se è questo che stai pensando, e non lo sarai mai. - disse, prendendomi il viso tra le sue mani e guardandomi fisso. - Mi dispiace di essermi spaventata in quel modo... - aggiunse poi, mordendosi il labbro inferiore.

Io posai le mie mani sulle sue, non sapendo che dire.

Come faceva a perdonarmi sempre così facilmente?
Ok, forse non avevo fatto chissà che la sera prima, ma non potevo nemmeno dire di non aver fatto proprio nulla.

- Vuoi davvero tornare a casa oggi? - le chiesi, tenendo lo sguardo basso.
- Non è che voglio tornare... ma non possiamo andare avanti a stare qui, e non voglio nemmeno che continui a pagare tu per tutti e due. - disse lei, e vidi che mise un tenero broncio.

Le scompigliai i capelli, sorridendole.

Sapevo che questa situazione non piaceva nemmeno a lei, e questo un po' mi rendeva felice.


- Papà sarà ancora furioso con noi? - disse lei con un filo di voce dopo qualche minuto di silenzio.

Io la guardai, sapevo che era spaventata all'idea di tornare, e di rivedere nostro padre darci contro.

- Credo di sì, ma non possiamo farci nulla. Tutto questo casino l'ha creato lui. Se sapeva che sarebbe finita così, non avrebbe mai dovuto farmi venire in Italia e cercare di ricostruire la famiglia. - dissi, con una nota di amarezza nella voce.
- No, non dire così. Non sai quanto speravo di rivederti in questi dieci anni, non avrei sopportato un'altro anno senza nemmeno sentirti. - disse lei, e vidi i suoi occhi diventare lucidi.
- Però anche se sono tornato, adesso ci separerà ancora, e questo fà più male che essere stato separato da te per dieci anni. - dissi, sincero.

Dopotutto era vero, sapere di venire separato di nuovo da lei, perchè nostro padre non accetta i miei sentimenti per lei, era peggio che stare separati per la bugia che ci avevano raccontato.

Soprattutto perchè sapevo che i miei sentimenti non erano a senso unico.

Prima che potessi fare o anche solo pensare a qualcosa, sentii una sensazione calda sulle mie labbra.

Y/N si era avvicinata, e aveva posato le sue labbra sulle mie, in un bacio casto.

Rimasi ad occhi aperti per la sorpresa, di solito non faceva mai la prima mossa, e quindi quando succedeva, mi lasciava sempre sorpreso.

Iniziai a ricambiare il bacio, e presto divenne più profondo, ma rimase comunque un bacio dolce, nulla di più.

Mentre ci baciavamo, le circondai i fianchi, sdraiandomi sulla schiena, e tirando lei leggermente su di me.

A quel gesto, la sentii mugolare leggermente, ma non si staccò da me.

Ci staccammo solo quando restammo senza ossigeno, e vidi il suo viso completamente rosso.


- Andiamo a fare colazione? - chiesi qualche minuto dopo, quando sentii il suo stomaco brontolare chiedendo cibo.

Lei annuì, così, dopo aver sistemato le coperte, uscimmo dalla piccola grotta, diretti al bar poco distante da lì.

Restammo nel bar circa un'oretta, non sapendo dove altro andare, dopodichè, prendendo un respiro profondo, iniziammo a dirigerci verso la casa di mia zia.


Mentre camminavamo, scrissi un messaggio alla zia, avvertendola che saremmo tornati, e lei ci rispose che in quel momento nostro padre non era in casa, quindi non ci sarebbero stati problemi.

Per ora.


Arrivati davanti alla casa, sentii Y/N bloccarsi sul posto, dato che per tutto il tempo l'avevo tenuta per mano, così mi girai a guardarla.

Era spaventata, si vedeva, così le accarezzai dolcemente la guancia con la mano libera.

- Tranquilla. Ora lui non c'è. Quindi per ora non pensiamoci ok? - le dissi, sottovoce.

Lei annuì e si calmò un po' con le mie carezze, così entrammo in casa.

Sentendo la porta aprirsi, nostra madre uscì dalla cucina, e appena ci vide, ci corse incontro, abbracciandoci.

- Credevo non sareste più tornati. - disse quando ci lasciò, ed io sentii la sincerità e la preoccupazione nella sua voce.

Dopo quei mesi da quando ero tornato nella famiglia, non avevo parlato molto nè con lei, nè con nostro padre, e quindi non avevamo ancora fatto pace per la situazione in cui ci avevano messi, anche se ora nostro padre era il problema principale.

Lei mi aveva dato fastidio solo quando aveva visto me e mia sorella in camera mia, il giorno che volevo mi parlasse di Taehyung, e mi aveva visto stringerle la mano, guardandoci come se la cosa non le piacesse, o la trovasse strana.

Per il resto però, non ero più così arrabbiato con lei, anche perchè piano piano avevo capito la situazione, accettando il fatto che mi avessero dato alla zia.
Per lo meno, non ero proprio stato allontanato dalla famiglia, solo dai miei veri genitori e da mia sorella, che però i primi anni avevo comunque potuto vedere, finchè non sono partiti.

Inoltre, non potevo ignorare il fatto che lei sembrasse stare dalla nostra parte, e non da quella di suo marito.
Lei non stava facendo nulla per separarci, al contrario di lui.

- Papà vuole ancora dividerci? - chiese qualche secondo dopo mia sorella, con un filo di voce.
- Mi dispiace, non sò davvero come fargli cambiare idea. Non l'ho mai visto così prima d'ora. - disse nostra madre, dispiaciuta.

Mia sorella annuì, poi iniziò a dirigersi verso le scale, diretta in camera sua.

Io la seguii, e lei non disse nulla nemmeno quando entrai nella sua camera e mi sedetti sul letto, vicino a lei.

Anzi, quando lo feci, appoggiò la sua testa sulla mia spalla, e chiuse gli occhi.

Io le circondai le spalle con il braccio, stringendola più a me, e con l'altra mano, afferrai la sua.



PoV You


Non mi piaceva per nulla questa situazione, ma non sapevo nemmeno cosa fare per cambiarla.

Ero spaventata all'idea di affrontare nostro padre, e all'idea di separarmi di nuovo da Jungkook.

Senza sapere cosa dire, mi appoggiai a lui, chiudendo gli occhi.

Se solo questo fosse tutto un brutto sogno e nient'altro.

Sentii la sua mano sulla mia, per poi spostarsi qualche minuto dopo sulla mia testa, iniziando ad accarezzarmi.

Non volevo pensare che non avrei più sentito le sue mani e il suo calore vicino a me.
Per quanto ci avrebbe tenuto separati questa volta?

E... saremmo mai riusciti a trovare un modo per fargli cambiare idea?


Restammo così finchè non sentimmo la porta d'entrata aprirsi e poi richiudersi, seguito poi dal suono di una voce maschile.

Nostro padre era tornato.

Io spalancai gli occhi, scattando in piedi, e sentii che facendolo, avevo fatto sobbalzare mio fratello.

- Ehi... - disse lui, afferrandomi la mano, cercando di calmarmi.

Io continuavo a fissare la porta della mia camera, pensando a cosa fare.

Non volevo vederlo, ma allo stesso tempo, volevo cercare di fargli cambiare idea.

Fu così che uscii dalla mia camera, seguita da Jungkook, e mi diressi verso le scale, affacciandomi senza però scendere al piano di sotto.

Non volevo farmi vedere subito.

- Li avete trovati? - sentii la sua voce chiedere a mia madre, e lo vidi sulla porta che dava al soggiorno.
- Perchè non li lasci stare? Parli come se fossero dei criminali che si stanno nascondendo. - sentii la voce di mia zia provenire dalla cucina, anche se da dove mi trovavo, non potevo vederla.
- Se solo vengo a sapere che Jungkook fà qualcosa a Y/N... Sta facendo tutto questo per allontanarla da me... - disse lui.
- Cosa? Ma ti senti quando parli? La sta allontanando da te? Sei tu che la stai allontanando, comportandoti così. - disse ancora mia zia, alzando leggermente la voce.
- Io? E che avrei fatto scusa? - rispose lui, alzando ancora la voce.

- Ci stai separando di nuovo, solo ed unicamente per il tuo stupido orgoglio. -

Io stessa rimasi stupita dal fatto che avevo appena parlato, alzando la voce.

Nostro padre alzò lo sguardo, incontrando il mio poco dopo, e un'espressione sorpresa si formò sul suo volto.

- Y/N... quando sei tornata? - disse, sorpreso.

Stava completamente ignorando Jungkook che era vicino a me, e questo lo sapevo, e mi stava innervosendo.

- Non parlare come se qui ci fossi solo io. - dissi, indicando Jungkook in parte a me. - Siamo tornati... non sono da sola. -

Nostro padre mi guardò per qualche minuto, per poi posare il suo sguardo su mio fratello, ma solo per qualche secondo.

- Che avete fatto in questi giorni? Avete idea di quanti ne siano passati? - disse poi, arrabbiato.
- Niente che ti riguardi. E per chiarirci, Jungkook non mi ha fatto assolutamente nulla. Non è il ragazzo che pensi. - dissi, prima che provasse ad offenderlo in qualche modo.

- Non è il ragazzo che penso? Non hai ancora capito cosa ha fatto? - rispose lui.
- Sò il motivo per cui ce l'hai con lui, ed io non capisco perchè ti arrabbi tanto... che problema c'è se prova qualcosa per me? - dissi, mordendomi il labbro inferiore nervosamente.

Ero arrabbiata con lui, ma volevo cercare di chiarire.

- Che problema c'è? Y/N, sei sua sorella, ecco che problema c'è! Non accetto che i miei figli stiano insieme. -
- Perchè no? Preferiresti che ti portassimo a casa un poco di buono? Almeno a noi ci conosci già, cosa c'è di sbagliato? - dissi e sentii Jungkook afferrarmi la mano, per cercare di calmarmi un minimo.
- Siete fratelli, non potete stare insieme. Quindi quando domani torneremo in Italia, Jungkook verrà con me, discorso chiuso. Non voglio sentire obiezioni. - disse lui salendo le scale, per poi dirigersi verso la sua camera e chiudersi dentro, sbattendo la porta dietro di sè.

Quel rumore mi fece sobbalzare, e non seppi più cosa dire.

Mi girai verso mio fratello, che mi guardò senza dire nulla.

Sapevo che questa volta era rimasto in silenzio perchè se avesse parlato, nostro padre si sarebbe arrabbiato più di quanto già non fosse, e probabilmente, ci avrebbe diviso anche in quello stesso momento, mentre invece così, potevamo passare insieme ancora un giorno.

Io non sapevo cosa fare, il solo pensiero che il giorno seguente non lo avrei più rivisto, mi faceva stare male.

Avrei voluto poter fermare il tempo, e non farlo più ripartire.

Se durante la nostra separazione, fossimo riusciti a trovare il modo di far cambiare idea a nostro padre, quanto sarebbe passato prima di poter tornare insieme?

- Ragazzi, andate in camera, è inutile che state qui con noi dopo quello che è successo. E poi avete tempo fino a domani per stare ancora insieme, quindi è meglio se state da soli. - disse nostra zia, uscendo dalla cucina per guardarci.

Io la guardai qualche secondo, senza rispondere, poi sentii la mia mano venir afferrata, e con lei il mio corpo venne trascinato lontano dalle scale.

Non alzai lo sguardo su mio fratello nemmeno quando entrammo nella sua camera e lui si chiuse la porta alle spalle.

Non sapevo cosa dire.
Prima ero arrabbiata con nostro padre, ma nel momento in cui era andato in camera sua, la rabbia era sparita, dando spazio alla paura di allontanarmi da mio fratello.

Jungkook mi sdraiò sul suo letto, e prima che potessi dire o fare qualsiasi cosa, mi ritrovai circondata dalle sue braccia, le sue mani posate una sui miei fianchi, e l'altra ad accarezzarmi la testa, mentre il mio corpo era stretto contro il suo.

Io sentii le guance in fiamme a quel gesto, e nascosi il viso nell'incavo del suo collo, imbarazzata.

- Vorrei che non arrivasse mai domani. - lo sentii sussurrare dopo qualche minuto, sentendo la tristezza nel tono che usò.

Io non risposi, semplicemente mi strinsi di più a lui, stringendo la sua felpa tra le mani.


Passammo tutto il giorno così, sdraiati sul letto stretti l'uno all'altra, tranne per quando dovemmo pranzare e cenare, cosa che facemmo separati dai nostri genitori, per evitare di peggiorare la situazione.

Ci addormentammo restando in quella posizione, ed io nascosi di più il viso, per non far vedere a mio fratello che avevo pianto al pensiero di cosa sarebbe successo il giorno seguente.


La luce del sole ci colpì in pieno viso il mattino seguente, così aprii gli occhi, infastidita.

Il mio sguardo si posò subito sul viso di mio fratello, che si trovava vicinissimo al mio, e non riuscii a non guardargli le labbra.

- Buongiorno... - sussurrò lui qualche secondo dopo, facendomi sussultare e quasi avere un infarto.

Il tono che aveva usato, mezzo impastato nel sonno, più il fatto che era vicinissimo a me, ed ora mi stava sorridendo dolcemente, avevano fatto mancare un battito al mio cuore, e bloccato per un attimo il respiro.

Respiro che mi venne a mancare di nuovo quando le sue labbra si posarono dolcemente sulle mie.

Quando si staccò, sentii le guance in fiamme, mentre lui mi sorrideva ancora dolcemente.

- Vorrei fermare il tempo adesso... - disse lui sottovoce, mettendo poi un piccolo broncio.
- Anch'io... - dissi, sinceramente.

Quando lo dissi, lui sorrise di nuovo, per poi darmi un altro veloce bacio.


Restammo ancora per un po' a letto, non volendoci alzare, e lo facemmo solo quando sentimmo nostra madre girare per casa, iniziando a preparare le valigie.

Purtroppo, era ora di tornare alla realtà.
Non potevamo più evitare quello che sarebbe successo di lì a poco.


Uscita dalla camera di Jungkook, rinunciando controvoglia a stare ancora stretta a lui, mi diressi nella mia camera, per preparare la mia valigia.

Appena uscita però, incontrai lo sguardo di mio padre che in quel momento stava passando nel corridoio e, vedendomi uscire dalla camera di mio fratello, mi rivolse un'occhiataccia, ma non disse nulla.

Probabilmente, era inutile dire qualcosa, dato che, una volta partiti, ci avrebbe separati di nuovo.


Quando fummo tutti pronti, ci dirigemmo verso la macchina, non prima di aver salutato la zia.

- Mi dispiace per quello che è successo. Speravo che ritrovandoci, avremmo passato un Natale in famiglia senza problemi, invece... - mi disse sottovoce mia zia quando l'abbracciai per salutarla.
- Non è colpa tua. Non sapevamo che si sarebbe comportato così. Non possiamo farci niente. - le dissi, non volendo che fosse lei a scusarsi per il comportamento di suo fratello.

Lei mi strinse ancora una volta, poi ci accompagnò all'aeroporto.

Durante il volo, fortunatamente mio padre non ci separò ancora, quindi potei sedermi vicino a mio fratello.

Appena scesi però...

- Tu torna a casa con tua madre. D'ora in poi non vivremo più insieme. - disse mio padre appena usciti dall'aeroporto, dopo essere scesi dall'aereo.
- Cos-? - lo guardai spalancando gli occhi.

Non saremmo nemmeno tornati a casa insieme?

- Su, muoviti. - disse mio padre rivolto a me, per poi fare un cenno a Jungkook di seguirlo.

Mio fratello mi guardò per qualche secondo, poi abbassò lo sguardo e seguì mio padre.

Anche se c'ero rimasta malissimo per il suo gesto, sapevo che stava seguendo mio padre solo per non peggiorare la situazione.
Se avesse risposto o non l'avesse seguito, non voglio nemmeno immaginare cosa avrebbe fatto nostro padre.

Lui mi aveva promesso che avrebbe trovato il modo per fargli cambiare idea, ed io ci volli credere con tutto il mio cuore.

Anche io però avrei cercato un modo, non me ne sarei stata con le mani in mano, aspettando chissà quanto.


Così, seguii mia madre, pensando all'unica persona a cui in quel momento potevo chiedere aiuto.

L'unico che mi avrebbe ascoltata, che avrebbe capito la situazione, e che avrebbe cercato di consigliarmi nel modo migliore.

L'unico di cui potevo davvero fidarmi e confidargli qualsiasi cosa, anche quella situazione assurda, senza che mi prendesse in giro in qualsiasi modo.

E quella persona, era Yoongi.


------------------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -

Ed ecco un nuovo capitolo.
Allora, putroppo i due fratelli non potevano stare in giro ancora per molto, quindi prima o poi dovevano tornare a casa.
Per precisare, non pensate che Jungkook avesse chissà quanti soldi con lui.
È vero che hanno passato quasi 7 giorni fuori casa, però hanno mangiato solo qualcosa giusto per riempire lo stomaco, non hanno fatto dei pasti decenti, anche perchè, essendo che entrambi vanno ancora a scuola, non è che lui avesse chissà quanti soldi. ^^"
E... sono stati separati... purtroppo...
Era una cosa che non poteva essere evitata, anche perchè questa era una cosa che volevo far succedere appena ho iniziato a scrivere questa storia, il fatto che prima o poi il padre li avrebbe divisi, quindi sì, non è una bella cosa, ma è successa.
Spero che il discorso con il padre non sia venuto troppo strano, ma non sapevo in che altro modo scriverlo.
In questi giorni, ho cominciato a rileggere dall'inizio questa storia, anche perchè, essendo che tra pochi capitoli finisce, non voglio lasciare nulla in sospeso, quindi cercherò di chiarire tutto quello che c'è da chiarire, e finire le scene che forse ho lasciato in sospeso durante la storia.
Dato che praticamente scrivo un capitolo a settimana solo il sabato o la domenica, e che non sempre sono riuscita a portarne uno a settimana, sò che magari alcune cose le ho dimenticate, o addirittura cambiate leggermente, quindi, per evitare equivoci, ho deciso di rileggerla e sistemare tutto.
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, e spero non mi odierete per il fatto che ora sono divisi, vi posso assicurare che questa storia non finirà male, quindi potete stare tranquille.
Qui non ho fatto reagire Jungkook, un po' perchè, come dice la protagonista, se lui avesse reagito in qualche modo, anche all'uscita dall'aeroporto, avrebbe solo peggiorato la situazione, e un po' anche perchè io stessa non sapevo come farlo reagire, quindi il capitolo è venuto così.
Fatemi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Cap 44: Troveremo un modo! ***


PoV You


Non appena tornai a casa, portai subito la mia valigia in camera, e mi chiusi dentro.

Non volevo parlare con mia madre in quel momento, perchè parlare con lei, mi avrebbe ricordato nostro padre, e il fatto che se n'era andato chissà dove con Jungkook.

Mi sdraiai sul letto, chiudendo gli occhi per qualche minuto, poi li riaprii, con l'intenzione di prendere il telefono, ma spalancai gli occhi sorpresa.

Infatti, non avevo nemmeno fatto in tempo a prenderlo, che questo si mise a suonare, e guardando lo schermo, vidi che era una chiamata da parte di Yoongi.

- P-Pronto? - dissi, e per un attimo mi tremò la voce, ancora sorpresa.
- Y/N. Va tutto bene? - chiese lui, e percepii una nota preoccupata nella voce.
- Sì, certo. Come mai mi hai chiamata? - dissi, non me la sentivo di parlare di quello che era successo al telefono.
- Jimin mi ha chiamato poco fa dicendomi che aveva appena sentito Jungkook e gli era sembrato strano... è successo qualcosa tra voi due? - mi disse.

Io a quel punto non risposi, mi si bloccò il respiro in gola mentre tutto quello successo con mio padre durante quei pochi giorni tornava alla mente.

- Y/N...? - mi chiamò Yoongi, dopo qualche minuto in cui non rispondevo.
- Yoongi... Posso... Venire a casa tua...? - chiesi con voce tremante, mentre sentivo gli occhi diventare lucidi.

Non volevo mettermi a piangere, ma le lacrime stavano iniziando ad uscire incontrollate.

- Sono in giro. Se mi dai due minuti sono a casa tua. - disse lui, e sentii che la sua voce ora era molto preoccupata.
- Mmh... - risposi, asciugandomi il viso con il dorso della mano.

Lui riattaccò qualche secondo dopo, così io cercai di riprendermi almeno un po' prima di uscire dalla mia camera e scendere al piano di sotto.

Non volevo farmi vedere da mia madre con le lacrime agli occhi, o ancor meno da Yoongi non appena mi venne a prendere.

Non appena scesi l'ultimo scalino, il campanello suonò, ed io andai ad aprire, trovandomi lo sguardo di Yoongi a fissarmi.

- Chi... Oh, ciao Yoongi. - disse mia madre uscendo dalla cucina, curiosa di sapere chi avesse suonato.
- Buongiorno signora. - salutò Yoongi, per poi tornare a guardarmi.
- Mamma, vado a casa di Yoongi, non sò per che ora torno. - dissi, girandomi verso di lei per avvisarla.
- Certo, vai pure. - disse lei, rivolgendomi un sorriso, per poi salutare di nuovo Yoongi e tornare in cucina.
- Andiamo? - mi chiese Yoongi, senza togliere lo sguardo da me.

Io annuii semplicemente, così uscimmo dalla casa, ed io mi chiusi la porta alle spalle.


Arrivati a casa sua, appena entrammo in casa e lui chiuse la porta dietro di sè...

- Ha combinato qualcosa Jungkook? - chiese, facendomi bloccare sul posto e girarmi verso di lui.
- In... che senso... ha combinato qualcosa lui? - chiesi, leggermente spaesata dalla sua domanda.
- Non mi sembra di averlo visto a casa tua... era come se ci foste solo tu e tua madre... e con Jimin non è di sicuro, dato che lui mi ha chiamato. - spiegò, guardandomi fisso.

Quando mi guardava in quel modo, era per capire cosa avessi, e per essere sicuro che non gli dicessi qualcosa di falso, qualsiasi cosa fosse.

Era il suo modo per farmi parlare, per poi cercare di aiutarmi, se poteva fare qualcosa.

Io iniziai a torturarmi le mani, abbassando lo sguardo, e mordendomi nervosamente il labbro inferiore.

Quel suo sguardo mi metteva sempre un po' in soggezione, a disagio.

Ovviamente, io non gli avrei mai mentito, con lui non ce l'avrei mai fatta.

- Y/N... non voglio forzarti a parlare, lo sai. Ma sai anche che non mi piace per niente vederti così. Se è successo qualcosa, sai che con me ne puoi parlare. - mi disse avvicinandosi a me, parlando con un tono basso, e accarezzandomi la guancia, come per rassicurarmi.

Io rimasi per un po' a bearmi di quel suo tocco, perchè era in grado di calmarmi, poi lentamente, alzai lo sguardo su di lui.

- È tutta colpa di mio padre. - dissi con un filo di voce.



PoV Jungkook


Quando seguii mio padre fuori dall'aeroporto, salimmo su un taxi, e non sentii nemmeno dove saremmo andati.

L'unica cosa a cui stavo pensando in quel momento era Y/N.

Non sopportavo il fatto di starle lontano, e di vederla così triste, soprattutto se la colpa della sua tristezza in parte ero io.

Dopotutto, se non provassi questi sentimenti per lei, sarei solo un fratellino normale, e nostro padre adesso non ci starebbe separando... di nuovo.

Non appena arrivammo al luogo che mio padre disse al tassista, io scesi dalla macchina, rimanendo senza parole.

Quella che mi ritrovai davanti era una villa, non molto grande, ma la più bella che avessi mai visto.

- Vuoi restare lì imbambolato per sempre, o vuoi entrare? - la voce di mio padre arrivò dura alle mie orecchie, e mi riscosse dai miei pensieri.
- Non avevate i soldi per mantenere me e Y/N insieme, e poi hai questa casa? - risposi, guardandolo storto.
- È la casa di un mio collega. Lui non la usa mai, così me l'ha data, ma sapendo la mia situazione finanziaria, non gliel'ho comprata, ma gli dò qualcosa ogni mese. E comunque non sono affari tuoi. - disse, per poi girarsi e dirigersi verso la porta d'entrata.

Stavo per rispondere di nuovo, tanto ormai era inutile non farlo, quando il mio telefono prese a suonare.

- Pronto? - dissi, e il mio tono risultò brusco.
- Jungkook! Sono Jimin, che succede? - chiese, e notai una nota sorpresa nella voce.
- Scusa, hyung, non è un buon momento adesso. - dissi, passandomi la mano libera tra i capelli, scompigliandoli leggermente, mentre sospiravo per cercare di calmarmi.
- Oh, mi dispiace. Siete tornati? -
- Sì... adesso... - risposi, mordendomi il labbro inferiore.
- Ti va se ci vediamo tra un'oretta? Balliamo un po' e poi mi racconti com'è andata. - disse Jimin, e capii che aveva intuito che qualcosa non andasse.

Dopotutto era pur sempre il mio migliore amico, e la persona che mi capiva di più.

Oltre a Y/N.

- Mi dispiace, hyung, oggi non ho proprio voglia. Facciamo un'altra volta? - dissi, sperando che non ci rimanesse troppo male.
- Oh... va bene, non preoccuparti. Allora ci vediamo a scuola domani. - disse lui.

Dopo averlo salutato, spensi la chiamata, ed entrai in casa.

Anche se avessi voluto andare da Jimin, non sapendo dove mi trovassi in quel momento, non avrei nemmeno saputo da che parte andare per raggiungerlo.
Non volevo che sapesse che non ero più a casa con Y/N, almeno non per il momento, o avrebbe iniziato a riempirmi di domande, ed io in quel momento non volevo pensarci.

Mio padre mi mostrò la camera che avrei dovuto occupare, così entrai subito, chiudendomi la porta alle spalle.

Non sarei uscito da quella camera per nessun motivo al mondo, se non lo stretto necessario.
Nonostante fossi curioso di vedere il resto della casa, non volevo rischiare di incrociare anche solo di striscio mio padre, preferivo stare in camera.

La mia stanza era poco più grande di quella che avevo nella nostra casa, ma dato che aveva pochi mobili, sembrava molto più grande.

Mi avvicinai alla finestra, e notai che dava sul piccolo giardino dietro casa.

Non era molto grande, ma notai che in un angolo di quel giardino, c'era quella che doveva essere una piccola serra, e mi chiesi se il proprietario la usasse.
Mi piacevano i fiori, e adoravo il loro profumo, quindi decisi che dopo aver sistemato un po' le mie valigie, sarei andato a darci un'occhiata.

Era quasi il tramonto quando scesi al piano di sotto.

Avevo volutamente saltato il pranzo, non volendo vedere mio padre, quindi nemmeno mangiare insieme a lui.

Questo mi fece pensare a Y/N quella volta che andai a chiamarla per cena, e la trovai addormentata.
Non volendo svegliarla, ero rimasto a coccolarla, e poi era stata lei ad aprire gli occhi, e notare che l'ora di cena era passata da un po'.

Ricordo ancora come si era affrettata a scendere al piano di sotto, scusandosi di avermi fatto saltare la cena, quando in fondo lei non c'entrava nulla.
Ero stato io a restare lì con lei, quindi perchè scusarsi?

Quel pensiero mi fece scappare un sorriso.
Chissà cosa stava facendo in quel momento...

Controllando che mio padre non fosse nei paraggi, uscii di casa, dirigendomi alla piccola serra nel giardino dietro di essa.

Appena entrai, vidi che non era così piccola come poteva sembrare da fuori, ma comunque non era nemmeno enorme.
Quel posto mi fece sentire tranquillo, mi donava pace.

Iniziai a girare, guardando tutte le piante che c'erano, finchè non notai un piccolo buco.
Era una piccola zolla di terra dove non c'era piantato assolutamente nulla, ed essendo posizionata in fondo alla serra, era anche un po' nascosto.

Mi chiesi se avrei potuto piantare qualcosa io in quel punto...

Ma sarei riuscito a trovare i fiori che volevo piantare?


Tornai in casa quando il sole ormai era quasi scomparso completamente, continuando a pensare a quei fiori.

- Dove sei stato? - chiese mio padre, uscendo dalla cucina non appena varcai la porta di casa.
- Nella serra in giardino. Credevi che fossi scappato di casa? - gli risposi, guardandolo storto.

Solo lui riusciva a cambiarmi l'umore nel giro di due secondi.

- Come se potessi. Non sai nemmeno dove ci troviamo. - disse lui, facendo un sorrisetto strafottente.
- Mi accontenterei di qualsiasi posto, basta che sia lontano da te. - risposi, iniziando ad avviarmi verso le scale.

Avrei saltato anche la cena quel giorno.

- Allora perchè non vai? Non hai nulla da perdere ad andartene lontano da noi, no? - disse lui, guardandomi.
- Y/N. - dissi semplicemente.
- Cosa? - chiese lui, iniziando ad alzare la voce.
- Chi mi assicura che se me ne vado non farai qualcosa a Y/N? Tipo tenerla relegata in casa senza farla uscire, solo per evitare che mi veda? E poi, perchè proprio tu mi dici di uscire da questa casa? È vero, non ho la più pallida idea di dove siamo, ma sei così sicuro che se uscissi da qui, non ne approfitterei per tornare da Y/N? Non c'hai pensato? - dissi, con un ghigno soddisfatto.

Sapevo che quello che stavo dicendo era solo la verità, e probabilmente, lui era sicuro che non sarei tornato da Y/N, non dopo il casino che stava succedendo per colpa mia.

- Non lo faresti. - disse lui infatti.
- Perchè non dovrei? -
- Torneresti da lei come se nulla fosse? Dopo il casino che hai combinato? -
- Sei tu la colpa di questo casino. Se ti interessasse di più quello che pensano e provano i tuoi figli, invece di pensare a cosa penserebbero gli altri per il tuo stupido orgoglio, non saremmo in questa situazione. - dissi, per poi salire le scale e dirigermi in camera, non volendo parlare ancora con lui.



PoV You


Io e Yoongi eravamo nel suo studio, seduti davanti alla sua scrivania.

Gli avevo raccontato tutto quello che era successo da quando eravamo partiti.
Il cambiamento d'umore di mio padre già dal primo giorno, la scenata che aveva fatto quando ero tornata dal centro commerciale con mia madre e avevo visto il labbro spaccato di Jungkook, quando eravamo scappati di casa e abbiamo passato i giorni fino a capodanno senza vedere i nostri genitori, a quando siamo tornati a casa e lui aveva detto che saremmo stati divisi non appena scesi dall'aereo, e quando tornai a casa.

Il tutto lo avevo raccontato con le lacrime agli occhi.
Il solo pensiero di quello che era successo faceva male, quindi raccontarlo addirittura ad alta voce, era anche peggio.

Yoongi mi ascoltò in silenzio, senza interrompermi nemmeno una volta, sapendo quanto mi facesse male quella situazione, e per tutto il tempo, mi aveva tenuto una mano tra le sue, accarezzandola.

- Certo che non pensavo che tuo padre fosse così attaccato all'orgoglio, da ignorare completamente quello che provano i figli. - disse qualche minuto dopo che finii di parlare.

Io non risposi, non sapendo cosa dire, e tenni lo sguardo basso.

- Quindi adesso Jungkook vive in un'altra casa? - chiese lui, parlando sottovoce.

Io annuii, mordendomi il labbro inferiore.

- Hai idea di dove possa averlo portato tuo padre? Sai se ha un'altra casa da qualche parte? - chiese ancora lui.

Io negai, continuando a non parlare.

Non avevo la più pallida idea di dove mio padre lo avesse portato, ma ero sicura che fosse lontano da qui, non avrebbe avuto senso altrimenti allontanarlo se era ancora qui vicino.

- Non credo sia una cosa tanto facile da far accettare a tuo padre. Ma prima o poi dovrà farlo, che lo voglia o meno. Non può tenervi lontano a vita, e se crede che i vostri sentimenti cambieranno tenendovi lontano l'uno dall'altra, beh, si sbaglia di grosso. Sai come si dice no? La distanza aiuta a rafforzare i rapporti. E quello che provate tu e Jungkook l'uno per l'altra, è un sentimento troppo forte per cancellarlo con una semplice distanza. - disse dopo qualche minuto, stringendo la mia mano tra le sue.

Io alzai lo sguardo su di lui, quelle sue parole erano bastate a calmarmi, e tirarmi un po' su di morale.
Anche se per il momento non potevano cambiare le cose.

Quelle parole non bastavano a far tornare Jungkook da me.
Quelle parole non bastavano a far cambiare idea a nostro padre, a fargli accettare quello che proviamo.

- Ti prometto che cercherò un modo per aiutarti a sistemare le cose. Sai che farei qualsiasi cosa per vederti sorridere di nuovo. - disse ancora lui, rivolgendomi il suo sorriso più caloroso.

Io ricambiai finalmente il sorriso, anche se ovviamente non ero poi così felice da sorridere, ma almeno lo ero un po' di più rispetto a prima.

- Ti va se pensiamo ad altro adesso? O vogliamo stare qui a deprimerci tutto il tempo? - disse lui sorridendo, cercando di sdrammatizzare.
- Scusa se sono così, non volevo rovinarti la giornata. - risposi io, fingendo di essere imbronciata.
- Ya! Lo sai che stavo scherzando. - rispose lui, pizzicandomi teneramente la guancia e sorridendo.

Io gonfiai le guance, ma non riuscii a nascondere un sorriso.

- Che vorresti fare allora? - chiesi, chiedendomi se avesse già preparato qualcosa.
- Hai dimenticato di avere un testo da scrivere? - disse lui, guardandomi alzando un sopracciglio.
- Un-Un testo? - chiesi, leggermente confusa dalla domanda.
- Ricordi il mixtape che avevi creato, e che io ti ho migliorato? Ti avevo detto di pensare ad un testo da scriverci, ma a quanto pare te ne sei completamente dimenticata. Anche se, dopo quello che è successo in questi mesi, non mi sorprende molto che non c'hai pensato. - disse, scompigliandomi i capelli con una mano.
- Scusa... - dissi, abbassando lo sguardo.
- Non scusarti. Non ti volevo mica obbligare a scrivere. Però, sai, potresti usare la situazione in cui sei adesso per scrivere... - disse, guardandomi fisso.
- In che senso? - chiesi, guardandolo.
- Beh, potresti scrivere qualcosa su quello che provi in questo momento. Sfogati. - disse lui semplicemente, girandosi verso il suo computer.

Io rimasi a fissarlo per qualche minuto, ripensando alle sue parole.

Forse aveva ragione.
Avrei dovuto usare quel testo come sfogo per la situazione in cui mi trovavo in quel momento.


Ero così presa dal pensare a cosa poter scrivere, e aver buttato giù alcune idee su alcuni fogli, che non mi accorsi che era ormai ora di cena, fin quando non me lo disse Yoongi.

- Resti qui a mangiare o vuoi tornare a casa? - mi chiese, posando una mano sulla mia sinistra, per attirare la mia attenzione, dato che ero completamente concentrata sui fogli.
- Cosa? - chiesi spaesata, alzando lo sguardo su di lui.
- Sei completamente concentrata sul testo? - chiese lui, sorridendo.

Io gonfiai le guance, imbronciata, e lui me ne pizzicò piano una, per poi alzarsi e dirigersi verso la porta dello studio.

- Preparo la cena per entrambi? - disse, voltando il viso verso di me prima di uscire.
- Sai cucinare? - chiesi, alzandomi a mia volta e andando verso di lui.
- Ya! Qualcosa sò farlo anche io! - disse lui, assottigliando gli occhi.
- Tipo il cibo già pronto da mettere nel microonde? - chiesi io trattenendo una risata.

Lui non mi rispose e uscì dallo studio, così lo seguii.

- Eddai, stavo scherzando. - dissi, raggiungendolo.
- Lo sò. Ma non ho voglia di perdere troppo tempo ai fornelli. - disse lui, iniziando a guardare il cibo contenuto negli scaffali in cucina.

Io lo guardai rovistare e tirare fuori qualcosa, mentre mormorava tra sè.

- Perchè non cucini qualcosa tu? - mi chiese dopo qualche minuto.
- Cosa? - chiesi, arrossendo leggermente.
- Che c'è? Tu sei brava a cucinare. - mi disse lui, guardandomi.
- Io... -

Mi sentivo in imbarazzo a cucinare a casa di qualcuno, e non avevo mai cucinato per Yoongi, o per un ragazzo in generale.

Beh, per un ragazzo sì.
Jungkook.

Mi morsi il labbro inferiore nervosamente, indecisa, poi decisi di accettare e mi diressi verso Yoongi, guardando gli ingredienti che aveva tirato fuori dalla dispensa e scaffali.

Iniziai così a cucinare, mentre Yoongi rimase a guardarmi tutto il tempo.

- Saresti una moglie perfetta sai? Non sono molte le ragazze della tua età che sanno cucinare. - disse lui, quando portai i piatti pronti al tavolo.
- Cosa? - dissi, avvampando per la sua frase. Ci mancò davvero poco che il piatto che avevo ancora in mano non mi cadesse per terra.
- Rilassati. Ho detto solo la verità. - disse lui, posando poi lo sguardo sul cibo e iniziando a mangiare.

Io rimasi qualche secondo a fissarlo, poi mi sedetti a mia volta, cercando di concentrarmi sul cibo, mentre sentivo ancora le guance in fiamme.

- Come va il testo? - chiese dopo qualche minuto di silenzio.
- Ho buttato giù qualche idea, ma nessuna mi convince completamente... - dissi, ripensando a quello che avevo scritto fino a poco prima.
- Tranquilla, non devi mica finirlo entro oggi. E poi, le cose fatte troppo in fretta sono quelle che escono peggio. - disse, guardandomi.
- Lo sò, ma vorrei pensarci ancora un po'. Ti scoccia se provo ancora a scrivere qualcosa? - chiesi, leggermente imbarazzata.
- Certo che no. Ma per che ora vorresti tornare? Non voglio far preoccupare tua madre. Non mi sembra il caso adesso. - disse, controllando l'orario sul telefono.

Io a quella frase mi zittii.
Stando in compagnia di Yoongi, non avevo più pensato a mia madre, e nemmeno a quello che era successo con mio padre.

È vero che il testo che stavo scrivendo, parlava un po' di quella situazione, ma allo stesso tempo, era come se non stessi parlando della mia situazione, ma di quella di qualcun altro.

Per un po', mi ero estraniata dalla realtà, e questo lo dovevo solo a Yoongi.
Senza di lui, in quel momento sarei stata chiusa in camera mia, probabilmente a piangere pensando a Jungkook, e al fatto di non poterlo vedere o parlarci.

- Non vuoi tornare a casa? - mi chiese lui dopo qualche minuto, dato che non risposi.

Io feci no con la testa, abbassando lo sguardo.

- Non ho problemi se decidi di restare qui a dormire. Ma devi comunque avvertire tua madre. Dato la situazione in cui siete, non voglio che si preoccupi inutilmente. - mi disse, alzandosi a posare i piatti nel lavandino.

Io arrossii sentendo le sue parole.

Non ero mai rimasta a dormire da lui, nemmeno quando ero piccola, quindi mi sentivo in imbarazzo a farlo in quel momento.

- Non dire cose come "sicuro?" o altro! Lo sai che tu non mi disturbi affatto, quindi se vuoi puoi restare tranquillamente. - disse, tornando verso di me.

Io annuii ancora rossa in viso, e insieme tornammo nel suo studio.

Nel frattempo, chiamai mia madre, avvertendola che non sarei tornata a casa, e lei accettò subito la cosa, lasciandomi sorpresa.

Ero convinta infatti che avrebbe fatto storie, soprattutto perchè, anche se lo conosceva ormai da anni, dato che glielo avevo presentato quasi subito poco dopo averlo conosciuto, Yoongi era pur sempre un ragazzo.


Tornai a concentrarmi sul mio testo da scrivere, lasciando tutto il resto lontano dai miei pensieri, almeno per un po', e quando fummo troppo stanchi, io e Yoongi andammo a dormire.

Lui restò a dormire nel suo studio, come faceva sempre, quindi, essendo la sua camera la più vicina a lui, mi lasciò dormire nel suo letto.



PoV Jungkook


Quando mi svegliai il giorno seguente, iniziai a cercare su internet informazioni sul fiore che avrei voluto piantare in quel piccolo punto che avevo trovato nella serra il giorno prima, restando deluso quando lessi che era impossibile da trovare in natura, e che l'unico modo per ottenerlo, era piantare un'altro fiore, e modificarlo una volta cresciuto.

Scesi al piano di sotto, dirigendomi in cucina, dopo aver abbandonato il cellulare sul letto.

Non era mia intenzione scendere a fare colazione, ma il mio stomaco reclamava cibo dato che non ne riceveva dal giorno prima, e stava continuando a brontolare.

Mi preparai qualcosa di veloce, non volendo restare lì troppo tempo, ma non fui abbastanza veloce.

- Siamo mattutini oggi. - disse una voce proveniente dall'entrata della cucina.

Mi girai verso quella voce, sapendo benissimo a chi appartenesse, e lo guardai storto.

- Beh, dovrei andare a scuola oggi, e non ho voglia di arrivare in ritardo. - dissi a denti stretti.
- Muoviti a mangiare allora. Ti accompagno io prima di andare al lavoro. - disse lui, prima di uscire dalla cucina senza aggiungere altro.

Io lo guardai finchè non sparì completamente dalla mia vista, poi mangiai quello che mi ero preparato, e mi preparai per andare a scuola.

Solo quando salii in macchina mi venne in mente una cosa importante.

A scuola, avrei rivisto Y/N.

Papà poteva tenerci lontani quanto voleva, ma a scuola non poteva dividerci.

Questo pensiero fece nascere un sorriso sulle mie labbra, sorriso che però cercai subito di mascherare, per non mostrarlo a lui.
Speravo che lui non avesse pensato a questo piccolo, ma per me importante, dettaglio.

Appena parcheggiò la macchina fuori dal cancello della scuola, feci per scendere subito, ma venni bloccato.

- Dove credi di andare così di corsa? - mi disse lui, con quel suo tono duro.
- A scuola. Dove vuoi che vada? - dissi, fulminandolo con lo sguardo.
- Non prima di avermi dato il tuo telefono. - disse lui, allungando una mano verso di me.
- Cosa? - lo guardai ad occhi spalancati.
- Hai capito bene. Non ti lascerò sentirla nemmeno per telefono. Potrai vederla solo a scuola. E guai a te se ne approfitti di questo. Se scopro che ti avvicini troppo a lei, non verrai nemmeno più a scuola. - disse con tono duro. - E ora dammi il telefono. -

Io lo guardai qualche secondo, incredulo poi, alzando gli occhi al cielo, gli diedi il telefono e uscii dalla macchina, sbattendo così forte la portiera, che alcuni studenti che passavano di lì in quel momento, entrando anche loro a scuola, si girarono a guardarmi.

Iniziai a mormorare tra me e me, maledicendolo per quello che stava facendo.

Prima mi allontana da lei, e adesso mi ritirava anche il telefono e mi minacciava di lasciarmi a casa da scuola.

- Jungkook! - disse una voce non molto distante da me.

Io continuai a camminare, troppo preso dai miei pensieri, per accorgermi di essere stato chiamato, finchè una mano si posò sulla mia spalla.

- Jungkook! Ti vuoi fermare? - disse il proprietario di quella mano, che scoprii essere Jimin.
- Scusa, non ti avevo sentito. - dissi, girandomi verso di lui.
- Tu non avrai sentito me, ma tutta la scuola ha sentito te. - disse lui, sghignazzando leggermente.
- Che vuoi dire? - chiesi, non capendo.
- Abbiamo sentito tutti che hai sbattuto la portiera della macchina di tuo padre. - spiegò Jimin.

Io mi sentii un po' in imbarazzo a quelle parole.
Non volevo attirare l'attenzione.

- Ti va di parlare oggi o... - mi disse Jimin, un po' titubante.
- Sì. Anzi, hyung, ho bisogno del tuo aiuto. - dissi, ricordandomi la ricerca che avevo fatto appena sveglio.
- Tranquillo, non hai che da chiedere. - rispose lui, facendomi l'occhiolino.

Venimmo interrotti dal suono della campana, così ci salutammo, ed io mi diressi verso la mia classe.

- Jungkooooook! Mi sei mancato. - disse una voce non appena entrai in classe.

Non feci in tempo a girarmi verso la voce, che mi ritrovai Yuna con le braccia avvinghiate al mio collo, che mi guardava maliziosamente.

- Che vuoi ancora? - dissi, mentre il mio sguardo guardava altrove.
- Cattivo! Non ti sono mancata nemmeno un po'? - disse lei fingendo di essere imbronciata, stringendosi di più a me.
- Neanche un po'. Ora scusami, ma voglio andare al mio posto. - dissi, appoggiando una mano sulla sua spalla, mettendo forse un po' troppa forza, e allontanandola da me.
- Ehi! - esclamò lei, prima di perdere l'equilibrio e finire con il sedere per terra.

Forse avevo davvero messo un po' troppa forza.

Mi diressi verso il mio banco e presi posto, notando quello in parte a me vuoto.

Pochi secondi dopo, sentii la porta della classe aprirsi, così mi girai subito, ma rimasi deluso quando notai che ad entrare era il professore.

Dov'era Y/N?

Iniziai a mordermi nervosamente il labbro, mentre mi passò per la mente l'idea di andare a casa, la mia vera casa, e controllare se ci fosse Y/N, e che stesse bene.
Non volevo restare a scuola senza vederla.

Quando stavo per alzarmi, deciso ad andarmene davvero, la porta si riaprì, mostrando Y/N con il fiatone.

- Mi scusi il ritardo, professore. - disse mentre cercava di riprendere fiato, chiudendosi la porta alle spalle.
- Tranquilla, vai pure al tuo posto. - rispose il professore.

Fortunatamente, era uno di quelli gentili, che qualche minuto di ritardo, purchè non fossero troppi, li perdonava.

Io non staccai un momento gli occhi da lei, nemmeno quando si sedette vicino a me e, sentendosi osservata, alzò lo sguardo su di me.

Quando il suo sguardo incontrò il mio, notai che arrossì, riabbassando subito il suo, e girandosi verso il professore.

Mi scappò un sorriso a quella vista, era sempre tenera quando si comportava così.

- Buongiorno cucciola. - le sussurrai all'orecchio, per poi posarle un bacio sulla guancia.

Lei spalancò gli occhi, arrossendo violentemente, e girandosi verso la finestra, per nascondere il viso.


Passammo le lezioni in silenzio, io cercavo di concentrarmi sui professori e quello che dicevano, anche se il mio sguardo continuava ad andare verso di lei.

Averla vicino a me, e non poterla minimamente stringerla, coccolarla e accarezzarla, era snervante, ma eravamo a scuola, quindi non potevo fare nulla.

Al'intervallo, andammo insieme a chiamare Yoongi, come facevamo di solito, e poco dopo ci raggiunse anche Jimin.

- Allora, cosa avete fatto durante le vacanze? - chiese Jimin, sorridendo.

Era l'unico di noi a sorridere però.

- Io nulla di che. Sono rimasto nel mio studio a lavorare. - disse Yoongi svogliatamente, facendo spallucce.
- Cosa? Non ci credo che non hai festeggiato in nessun modo il Natale. - disse Jimin, sorpreso.
- Di solito lo festeggio perchè Y/N mi obbliga a fare qualcosa. - disse lui.
- Ehi! Io non ti obbligo! - rispose lei, gonfiando le guance.

Quanto avrei voluto baciarla in quel momento.

- Mi piombi in casa dicendo di festeggiare insieme a te, e non mi lasci in pace finchè non accetto. Tu questo come lo chiami? - disse Yoongi, guardandola, ma poi vidi che sorrise.

Ero geloso della loro amicizia, lo ero stato da quando lo avevo conosciuto.

- Tu invece che hai fatto Jimin? - chiese mia sorella.
- Io e la mia famiglia siamo andati in montagna. Da lì si vede benissimo il cielo stellato. - rispose lui, con occhi sognanti.
- Non sapevo ti piacesse il cielo stellato. Piace moltissimo anche a me. - disse lei.
- Davvero? Allora un giorno potremmo vederlo insieme. - disse lui, ma si bloccò perchè gli avevo mollato una gomitata nel fianco.

Non avrei mai lasciato mia sorella da sola con lui, soprattutto di notte.

- Voi due invece che avete fatto? - chiese lui, mentre si massaggiava il fianco.

A quella domanda, io e mia sorella ci guardammo, pensando a quello che era successo.

E ora come dovevamo rispondere?
Non mi andava di raccontare lì quello che era successo.

- Niente di importante. Davvero. - disse mia sorella dopo qualche secondo di silenzio.
- Come niente? Siete andati in Corea. Non potete aver fatto "niente"! - rispose Jimin, girandosi verso di me, sperando gli rispondessi diversamente.

Usando solo lo sguardo, gli feci capire che più tardi gli avrei raccontato tutto, e questo bastò per zittirlo.

Quando finì l'intervallo, tornammo in classe, ed io rimasi tutto il tempo a guardare Y/N di nascosto.


Al suono dell'ultima campana, ci alzammo, e non appena uscimmo dalla classe, presi mia sorella per il polso, lasciandola sorpresa, e mi diressi verso il lato opposto rispetto al cancello della scuola.

- Jungkook, che vuoi fare? - mi chiese lei.

Io non risposi, e camminai fino ad un aula che sapevo era sempre vuota, ed entrai, chiudendo la porta dietro di lei, e facendola appoggiare ad essa con la schiena.

- Scusa... - dissi, avvicinandomi a lei lentamente.
- Jung- - disse, ma le bloccai le parole in bocca, appoggiando le mie labbra sulle sue.

Non volevo farle nulla, volevo solo baciarla, ma non potevo farlo davanti a tutti e, potendo farlo solo a scuola, l'avevo portata in quell'aula.

Sentii che trattenne il fiato per qualche secondo, sorpresa dal mio gesto improvviso, poi però iniziò a ricambiare, e portò le sue braccia al mio collo, così io la strinsi di più a me.

Continuammo finchè non restammo senza ossigeno, e quando mi staccai da lei, le sorrisi dolcemente.

- Scusa... - dissi quasi sussurrando.
- N-non fa niente... - disse lei con un filo di voce, avvampando completamente.
- È meglio se adesso andiamo. Prima che nostro padre controlli se ci impieghiamo troppo ad uscire da scuola. - dissi, con una nota di amarezza.

Ora che era di nuovo tra le mie braccia, ero ancora più restio dall'allontanarmi da lei.

- È venuto a prenderti? - chiese lei sempre con la voce bassa, e la sentii tremare leggermente.
- No, almeno, stamattina non mi ha detto nulla. A parte sequestrarmi il telefono. - dissi, l'ultima frase quasi un sussurro.
- Cosa? Ti ha...? - disse lei, guardandomi con occhi spalancati.
- Già, vuole fare tutto quello che può per tenermi lontano da te. Ha anche detto che se viene a sapere che qui ti sto troppo vicina, non mi farà nemmeno più venire a scuola. - dissi, abbassando lo sguardo, mordendomi il labbro inferiore per la rabbia.
- Tranquillo, ieri ne ho parlato con Yoongi di nostro padre, e ha detto che cercherà il modo di aiutarci. - disse lei, prendendomi il viso tra le sue mani.
- Cosa? Ma... ti avevo promesso che avrei trovato io il modo di fargli cambiare idea. - dissi, sporgendo il labbro inferiore.

Non volevo l'aiuto di Yoongi, non se così facendo, io non sarei riuscito a fare nulla.

- Me l'hai promesso, è vero. Ed io ho fiducia in te, lo sai. Ma nemmeno io ho intenzione di rimanere con le mani in mano. Anche io voglio fare qualcosa. Non starò ad aspettare senza fare nulla. Per questo ho chiesto l'aiuto di Yoongi. Perchè è l'unico con cui ne posso parlare. - disse, ed era la prima volta che la vedevo così determinata. - Ti fidi di me? - chiese poi.
- Certo che mi fido di te! Non devi nemmeno chiederlo. - dissi, guardandola fisso negli occhi.

Lei mi posò di nuovo le labbra sulle mie, e poi mi sorrise.

- Riusciremo a sistemare tutto. Te lo prometto. - disse, per poi prendermi per mano ed uscire da quell'aula.


- Dove siete stati? Vi ho cercato dappertutto! - disse Jimin non appena uscimmo dalla scuola.

Lui e Yoongi erano rimasti ad aspettarci.

- Scusate... - disse mia sorella, abbassando lo sguardo dispiaciuta.
- Dai andiamo. - disse Yoongi, rivolto a lei.

Y/N annuì e, voltandosi un'ultima volta verso di me, si allontanò insieme a lui.
Io mi morsi il labbro guardandoli.

Avrei voluto esserci io al posto di Yoongi.

- Non andiamo con loro? - chiese Jimin, guardandomi confuso.
- No. Ricordi che ti ho detto che ho bisogno di te per una cosa? Andiamo, ti spiego tutto. - dissi, dirigendomi dalla parte opposta rispetto a quella in cui era appena andata lei.


- Vostro padre vi ha divisi? E vi ha vietato di sentirvi in qualsiasi modo? - disse Jimin quando gli spiegai tutto.

Non conoscendo un altro posto in cui parlare, andammo all'edificio dove ci esercitavamo a ballare, e gli raccontai la situazione in cui mi trovavo, anche se non entrai troppo nei dettagli.

- Ma è un tiranno! Non può fare una cosa del genere. - disse, pestando un pugno sul pavimento.
- Ma è proprio quello che sta facendo. - dissi io amaramente.
- E perchè non reagisci? Dov'è il Jungkook che conosco? - chiese lui, guardandomi serio.
- Se reagisco come mio solito, peggioro solo la situazione, e dato che l'unico posto in cui posso vederla adesso è la scuola, non voglio rischiare di perdere anche quella. - dissi, mordendomi di nuovo il labbro inferiore.
- E quindi cosa pensi di fare adesso? Sopportare di poterla vedere solo a scuola senza fare nulla? -
- Certo che no! Ma non ho idea di come fare a fargli cambiare idea. - dissi, scompigliandomi i capelli, frustrato.
- Era per questo che mi hai detto che hai bisogno di me? - mi chiese, con tono più calmo.
- Sì, ma anche per un altro motivo... - dissi, alzando lo sguardo su di lui.
- Dimmi tutto. - disse lui, interessato.
- Prima di tutto dobbiamo trovare un fiorista. - dissi, serio.



PoV You


- Jungkook mi è sembrato parecchio irritato stamattina. L'ha presa davvero male questa situazione. - disse Yoongi, mentre camminavamo.
- Papà gli ha ritirato il telefono per evitare che mi scrivesse. - dissi, mordendomi il labbro inferiore.
- Cosa? Ma quell'uomo non ha limiti. - disse lui, guardandomi sorpreso.

Io continuai a camminare, senza rispondere.

Mi irritava pensare a cosa stesse facendo pur di dividerci.
Aveva addirittura minacciato Jungkook dicendo che se si fosse avvicinato troppo a me a scuola, non l'avrebbe più fatto nemmeno venire lì, e questo era davvero troppo.

Voleva relegarlo in casa ed tenerlo sotto controllo ogni ora del giorno?

- Questa situazione è impossibile. Ma ti prometto che farò qualsiasi cosa per aiutarti. - disse Yoongi non appena arrivammo davanti a casa mia, prima di salutarmi.
- Grazie, davvero. - dissi, per poi abbracciarlo.

Lui rimase sorpreso, come sempre quando lo abbracciavo, poi ricambiò, accarezzandomi la testa.

- Ci vediamo domani. Se succede qualcosa chiamami. - disse, staccandosi da me.
- E se ti chiamassi e tu stessi dormendo come un orso? - risposi, trattenendo una risata.
- Ehi! Non prendermi in giro perchè sono un po' pigro. E poi dormire aiuta a riposare il cervello. - disse, mettendo il broncio.
- Certo, certo. - risposi io sorridendo.
- Visto? Questo pigrone riesce ancora a farti sorridere. - disse, pizzicandomi la guancia.

Dopodichè, se ne andò, ed io entrai in casa.



Dopo quel giorno, passarono circa tre, quattro mesi, avevo quasi perso il conto ormai.
E ancora... io e Jungkook non eravamo riusciti a convincere nostro padre.

In quei mesi ero uscita pochissimo non di casa, ma addirittura dalla mia camera.
Qualche giorno lo passavo da Yoongi, ma non volendo disturbarlo troppo, anche se lui continuava a ripetermi che non davo assolutamente fastidio, passavo i giorni in camera mia, seppellendomi nella lettura di qualche manga.

Non avevo nemmeno voglia di disegnare, o giocare ai videogiochi, perchè erano due cose che mi facevano pensare troppo a Jungkook, e quindi al fatto che non era vicino a me.

Era quasi la fine di aprile ormai, e quindi si stava avvicinando anche il mio compleanno.
Quando era appena arrivato Jungkook, avevo sperato che per una volta, avrei festeggiato con lui il mio compleanno, come da piccoli, invece, adesso, ero sicura che non sarebbe successo nemmeno quest'anno.

- Y/N! -

Stavo per prendere il manga seguente a quello che avevo appena finito di leggere, quando mi sentii chiamare.

- Y/N! -

Mi girai verso la porta, credendo di essermelo immaginato.

- Y/N! Per l'amor del cielo! Vuoi rispondere? - disse mia madre dal piano di sotto.

Subito uscii dalla mia camera, raggiungendola.

- Che succede? - chiesi, quando la raggiunsi.
- Ha appena chiamato tuo padre. - disse, e solo in quel momento, notai il telefono di casa ancora tra le sue mani.
- E allora? Che vuole ancora? - dissi, leggermente irritata.
- Vuole sapere se questo weekend siamo libere... - disse lei, abbassando un po' la voce.

Sapeva quanto mi irritassi parlando di lui.

- Questo weekend...? - ripetei, pensierosa.

Quel weekend ci sarebbe stato il mio compleanno.

Che voleva fare? Festeggiarlo tutti insieme come se niente fosse?

- Digli che sono occupata! Non voglio festeggiare il mio compleanno con lui. - dissi, girandomi per tornare nella mia camera.
- Ha detto che deve parlarti di una cosa importante. Una cosa che riguarda te e Jungkook. - disse mia madre, e quello bastò a bloccarmi sul posto.
- Cosa? - chiesi, girando il viso verso di lei.
- Chiediglielo tu stessa. È ancora al telefono. - disse, allungando il telefono verso di me.

Io guardai il telefono per qualche secondo, senza però muovermi.

- Perchè ne deve parlare proprio questo weekend? Non può venire qui adesso a dirlo? - chiesi, alzando abbastanza la voce da farmi sentire anche dalla persona al telefono.
- Ti prego, Y/N... - disse mia madre, guardandomi.
- E va bene, digli che andremo. Ma se sarà una cosa che non mi piacerà, me ne torno subito a casa. E stavolta porto Jungkook con me, non lo lascio ancora lì con lui. - dissi sospirando, per poi girarmi e dirigermi verso la mia camera.

Mi ero stancata di aspettare e non riuscire a fare nulla.
Anche con l'aiuto di Yoongi, non avevamo ancora trovato il metodo giusto per fargli cambiare idea.
Quindi, se per l'ennesima volta lui avesse tentato di separarci in qualsiasi modo, io sarei scappata insieme a Jungkook, il più lontano possibile da lui.


--------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -


E siamo ormai al penultimo capitolo di questa storia...
Come avrete notato, è venuto abbastanza lunghetto, perchè volevo mettere alcune cose, e poi dovevo raccontare l'ultima parte assolutamente in questo capitolo e non nel prossimo, altrimenti non mi sarebbe piaciuto, quindi alla fine è uscito così.
Mi scuso se ci sono alcuni errori o è un po' strano come capitolo, ma l'ho scritto tutto oggi, impiegandoci 6/7 ore, e sono venute 15 pagine di word, e dato che io solitamente arrivo al massimo a 11, anche se cerco sempre di stare sulle 7/8, dato che impiego molto a scrivere, sono completamente fusa xD quindi non l'ho nemmeno ricontrollato. (contando che mentre scrivevo, mi arrivavano anche parecchie notifiche di Twitter di una pagina su Jungkook che seguo... vabbè avete capito ^^" )
Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.

Ringrazio chiunque la legge, e chi lascia anche un piccolo commento.

Alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** Cap 45: Together ***


PoV You


- Ha detto che deve parlarti di una cosa importante. Una cosa che riguarda te e Jungkook. -



Quando tornai nella mia camera, mi buttai sul letto, coprendomi il viso con un braccio, mentre le parole di mio padre continuavano a ripetersi nella mia mente.

Cosa aveva di così importante da dirci?
E perchè proprio questo weekend?
Proprio il giorno del mio compleanno...

Continuai per un po' a scervellarmi su cosa potesse essere quello di cui voleva parlare nostro padre, ma non riuscii ad arrivare ad una conclusione sensata.

Dato che non avevo nulla da fare, e nemmeno voglia di fare nulla, mi misi a pensare a tutto quello che era successo dall'inizio di quell'anno scolastico, più precisamente, da quando Jungkook era tornato a far parte della mia vita.

Ripensai a quando era appena arrivato, e nel momento in cui mi aveva visto, mi aveva guardato quasi volesse fulminarmi con lo sguardo.

Ripensai alla discussione avuta con i nostri genitori qualche minuto dopo, quella in cui scoprii la bugia che mi avevano detto per più di dieci anni, e che ero l'unica a non sapere la verità, dato che mio fratello la sapeva da molto tempo, infatti era stato proprio lui a dirmelo.

Ricordavo ancora bene lo sguardo che mi aveva rivolto dicendo quella frase, e io solo a quelle parole, avevo percepito tutta la rabbia che lui stava provando in quel momento.

La rabbia di essere stato "abbandonato" in quel modo...
La rabbia di aver dovuto passare la sua vita con un'enorme bugia...
La rabbia verso i nostri genitori, che pensavano che parlandoci come stavano facendo in quel momento, avrebbero chiarito la situazione, e finalmente avremmo potuto vivere come una famiglia finalmente unita...

L'avevo capito, ma in quel momento, vederlo così arrabbiato, e puntarmi addosso quello sguardo duro, mi aveva spaventata parecchio, quindi l'unica cosa che ero riuscita a fare, era stata rispondere ai miei, dicendo che non avremmo dovuto lasciare in Corea Jungkook quando siamo partiti, ma anzi portarlo con noi, e poi ero scappata in camera, per nascondere il fatto che stessi piangendo.

Ricordai anche che poco dopo, mentre io ero in camera mia, avevo sentito dei passi subito fuori la mia camera, come se qualcuno si fosse avvicinato per entrare, ma poi avesse cambiato idea, e di come io ero arrivata alla conclusione che quella persona era proprio mio fratello, anche se non avevo capito perchè fosse venuto verso la mia camera, dato che era arrabbiato con me.

Avevo pensato parecchio a come fare pace con lui in quel momento, perchè non mi importava nulla di non rivolgere la parola per un po' ai miei, ma con lui...

Il pensiero che lui era appena tornato nella mia vita, che finalmente potevo rivederlo e avremmo vissuto insieme, faceva male se pensavo che non ci saremmo rivolti la parola, ed io non potevo stare con lui.

Per questo avevo pensato tanto come poter far pace, anche se alla fine era successo comunque, anche se io non c'avessi minimamente pensato.

Infatti, erano bastati un temporale, che ci aveva avvicinato quella stessa sera, e il confronto del giorno dopo, per fare in modo che capissimo che quello tra noi due era solo un malinteso, e che lui non aveva motivo di essere arrabbiato con me, dato che io davvero non sapevo nulla di quella storia.

Dopo quel giorno, iniziammo a passare le nostre giornate insieme, scoprendo che ad entrambi piacevano i videogiochi, i manga, anche se magari di generi diversi, e scoprimmo che avremmo frequentato lo stesso anno, e che saremmo stati nella stessa classe, addirittura compagni di banco.

Ricordavo ancora bene la prima volta che Yoongi mi venne a prendere a casa mia dopo l'arrivo di Jungkook, e a come lui lo aveva guardato male, e lo aveva fatto ancora a scuola, finchè io non gli confermai che Yoongi era il mio migliore amico, quello lo fece calmare, e non rivolse più quello sguardo a Yoongi.

Ma non solo con lui si era comportato così, infatti, avevo notato che a volte guardava addirittura Jimin in quel modo, soprattutto quando si trovava vicino a me, o mi rivolgeva certe frasi.

E lo aveva fatto anche con Taehyung.

Ora che conoscevo bene i suoi sentimenti per me, avevo capito che si comportava in quel modo con loro perchè era geloso, e che lui non poteva starmi vicino come loro perchè era mio fratello, anche se quel piccolo dettaglio, lo sapevano solo Jimin e Yoongi.

Infatti, dopo tutto quello che era successo, nessuno oltre loro due sapeva che io e Jungkook siamo fratello e sorella, e questa cosa a me non dispiaceva per nulla.

Soprattutto parlando di Yuna.

Se lei avesse scoperto che siamo fratelli, avrebbe fatto di tutto per allontanarmi da lui, dicendo che essendo sua sorella, io non potevo fare con lui certe cose che invece lei poteva ecc...

Il pensiero di Yuna, mi fece tornare in mente tutte le volte che a scuola si era avvicinata a lui, e a quando lo aveva trattenuto più del solito, quando, ripensando a quando me l'aveva raccontato Jungkook, gli aveva fatto bere un afrodisiaco che gli aveva mandato il cervello in tilt, non lasciandolo reagire alle attenzioni che Yuna gli stava dando.

Se in quel momento non fosse arrivato Jimin, non vorrei nemmeno sapere a che punto sarebbe arrivata Yuna con lui.
Era capace di tutto quella ragazza, e non si sarebbe di certo fermata solo perchè erano a scuola.

Dopo che mio fratello mi raccontò quello che era successo con lei, non ero più riuscita a confrontarmi con lei.
Non perchè avessi paura di lei o altro, anzi, avevo il coraggio di risponderle, come avevo già fatto una volta durante i primi giorni di scuola, ma semplicemente, con quello che stava succedendo con Taehyung e altri piccoli problemi, lei era semplicemente passata in secondo piano, e non avevo più pensato al fatto di parlarle.

Non sopportavo il fatto che si fosse avvicinata a mio fratello in quel modo, usando mezzucci per intontirlo, dato che sapeva benissimo che senza quel liquido, Jungkook l'avrebbe allontanata dopo nemmeno mezzo secondo che si era avvicinata a lui.

Liquido che le aveva dato Taehyung.

Lui aveva avvicinato Yuna per fare in modo che lei tenesse occupato Jungkook quel tanto che bastava a lui per avvicinarsi a me.

Ripensai al giorno che lo avevo conosciuto, e a quanto mi era sembrato un bravo ragazzo, non solo quel giorno, ma anche i giorni seguenti.

Nonostante alla fine della nostra prima uscita, da amici, mi avesse fatto un succhiotto abbastanza evidente sul collo, io in qualche modo, avevo cercato di non pensarci troppo, e gli avevo dato una seconda possibilità, uscendo di nuovo con lui.

In quel momento, l'immagine di lui che suonava il sassofono, durante la nostra prima uscita, mi tornò alla mente.

Era davvero bravo a suonare, questo non si poteva negare, e si vedeva benissimo che era una cosa che amava fare.

Era davvero bravo anche a cantare, come mi aveva dimostrato durante la nostra seconda uscita, anche se quella finì male, con me che scappai dal karaoke, perchè lui aveva allungato le mani.

Non ero abituata a ricevere quel tipo di attenzioni, e soprattutto, non ero abituata a restare da sola con un ragazzo che conoscevo da poco, quindi in quel momento mi era preso il panico, ed ero tornata a casa.

Quella stessa sera, quando riaprii gli occhi, avevo ritrovato Jungkook vicino a me, seduto sul mio letto, mentre mi accarezzava la guancia, non volendomi svegliare, e per questo finimmo per cenare tardi.

Quando era Jungkook a toccarmi, il mio corpo si calmava completamente, e mi sentivo cullata dal suo calore, anche se il mio cuore impazziva per qualsiasi gesto facesse, anche il più piccolo ed insignificante, come tutti i baci sulla guancia che mi aveva dato fin dal primo giorno.

Ripensai anche alle due gare di ballo che fece con Jimin, e a quanto io fossi rimasta imbambolata a fissarlo mentre ballava.

Poco alla volta, in quei pochi mesi, avevo conosciuto il Jungkook che non vedevo da dieci anni, e che pensavo di non riuscire a conoscere completamente.

Fortunatamente, non era cambiato molto, anzi per niente, da quando era piccolo e giocavamo insieme.
Aveva solo aggiunto qualche passione che prima non aveva, o che non mostrava così tanto, ed era cambiato fisicamente.

Infatti, molto spesso metteva ancora il broncio come da piccolo, o si comportava in modo talmente tenero da sembrare più piccolo dell'età che aveva davvero.

Ero contenta che non fosse cambiato molto, anche perchè altrimenti, per me sarebbe stato più difficile riavvicinarmi a lui, e forse adesso non saremmo in questa situazione se lui fosse stato diverso.

Il suo lato geloso nei miei confronti, lo aveva sempre avuto fin da piccolo, infatti, ricordo benissimo che lui voleva stare sempre insieme a me, e più di una volta mi diceva che io ero solo sua e di nessun altro, anche se, dato che a dirle era un bambino piccolo, io a quel tempo non vi diedi molto peso, anche se non potevo negare che quelle parole dette da lui, mi facevano battere forte il cuore, soprattutto perchè già da piccola ero cotta di lui, quindi non mi dispiaceva sentirgliele dire.

Ripensai a tutte le volte che ci eravamo baciati in quei pochi mesi, mentre inconsciamente, la mia mano si alzò, e le mie dita andarono a sfiorare le mie labbra, pensando alle sue.

L'ultima volta che ci eravamo baciati, era stato l'ultimo giorno, prima che nostro padre se ne andasse chissà dove con lui, e da allora era passato qualche mese.

Dopo aver passato quattro mesi con lui, ritrovarmi di nuovo a casa da sola, senza qualcuno che mi facesse compagnia, aveva aperto in me un vuoto insopportabile.

Per cercare di non pensarci, avevo chiesto più volte a Yoongi se potessi andare da lui, anche se mi scocciava un po' dargli fastidio così, ma lui mi aveva risposto che potevo andare a casa sua quando volevo, non dovevo nemmeno chiedere.


Mio fratello mi mancava troppo, ancor più di quanto mi fosse mancato per i dieci anni in cui eravamo rimasti divisi.
Mi chiesi se questo non era dovuto anche al fatto che adesso avevamo un sentimento più forte a legarci.

Ripensando a tutto questo, finii per addormentarmi, e non mi svegliai fino al giorno dopo.



Il suono della sveglia mi fece sobbalzare.

Stavo sognando i giorni che avevo passato con Jungkook in quel boschetto durante le vacanze di Natale, quindi quel rumore improvviso mi fece quasi prendere un infarto.

Mi alzai, controvoglia, ed andai verso la cucina.

- Buongiorno. - disse mia madre appena si accorse della mia presenza, dato che era ai fornelli.
- Buongiorno... - risposi, ancora assonnata.

Lei mi guardò silenziosa mentre prendevo il cibo dalla dispensa e mi sedevo al tavolo.
Sapevo che anche a lei non piaceva questa situazione, e che allo stesso tempo non poteva fare nulla, non riuscendo a tener testa a mio padre, soprattutto se si impuntava in quel modo su qualcosa.

- Vedrai che domenica si sistemerà tutto. Ne sono sicura. - mi disse a bassa voce, accarezzandomi la testa.
- Non voglio farmi rovinare il compleanno da lui. - dissi io mentre continuavo a mangiare, guardando dall'altra parte rispetto a lei.
- Non lo farà. - disse lei, per poi uscire dalla cucina.

Io rimasi qualche secondo perplessa.
Che sapesse cosa voleva dirmi mio padre?


Dopo aver finito la colazione, mi avviai verso la scuola, e venni raggiunta da Yoongi non appena varcai il cancello.

- Hey. - disse, ancora mezzo addormentato.
- Mh? Oh, cia- - dissi, girandomi verso la voce, ma mi bloccai non appena il mio sguardo incontrò la sua figura.

Più precisamente, il mio sguardo andò verso i suoi capelli.

Se prima li aveva color zucchero filato, ora li aveva di nuovo tinti di nero.

- Che c'è? Y/N? - mi chiamò lui, sventolandomi una mano davanti al viso.
- Non puoi avvertirmi quando cambi colore? - dissi io quando mi ripresi un po'.
- Perchè devo avvertirti? Mi piace vedere la tua faccia sorpresa ogni volta che cambio colore. - disse lui, trattenendo una risata.
- Ya! Non sei divertente! E poi, perchè non hai tenuto quell'azzurrino? Mi piaceva così tanto... - dissi, facendo il labbruccio.
- Hai idea di quanto sia difficile tenere quel colore? Mi ero stancato di stargli dietro, così ho preferito tornare al mio colore naturale. - disse lui, toccandosi la frangia.
- Beh, io ad essere sincera devo ancora trovare un colore che ti stia male. - dissi pensierosa.
- Uhm, interessante. - disse lui, rivolgendomi uno sguardo malizioso.

- Ehi, buongiorno. - disse una voce dietro di noi.

Quando ci girammo, trovammo Jimin che ci salutava.

- Oh, Yoongi, hai cambiato colore di capelli? - chiese, appena ci raggiunse.
- Beh, anche tu l'hai cambiato. Ora non posso più chiamarti "testa rosa". - disse Yoongi con un ghigno.
- "Testa... YA! - disse Jimin, gonfiando le guance.

Infatti, una settimana prima, Jimin aveva tinto la sua testolina rosa, facendola color caramello, e aveva anche accorciato i capelli.

- Wow, c'è in giro qualcosa per caso in questi giorni? Insomma, tutti a cambiarsi colore di capelli... - disse Jimin pensando ad alta voce.
- Perchè? Chi altro ha cambiato colore di capelli? - chiesi curiosa, avendo intuito che Jimin con quella frase, si stava riferendo a qualcuno di particolare, e che non si trattava ne di lui, ne di Yoongi.
- Come? Oh, nulla, pensavo ad alta voce. - disse Jimin, guardando altrove.
- Non sei bravo a mentire Jiminnie. - disse Yoongi, con un ghigno.
- Cos-? - disse Jimin, spalancando gli occhi per il modo in cui Yoongi l'aveva chiamato.

In quel momento suonò la campana, quindi ci salutammo.

Appena entrata in classe, vidi Yuna circondata dalle sue amichette, che si stava pavoneggiando parlando di chissà cosa, e che si zittì appena il suo sguardo incontrò il mio.

- Oh, Y/N. Oggi non viene Jungkook? - chiese, trattenendo una risata.
- E io che ne sò scusa? - risposi, un po' annoiata, andando verso il mio banco.
- Come non lo sai? Venivate sempre insieme prima, mentre adesso sono mesi che venite ad orari diversi. E poi se non ricordo male, non eri stata proprio tu a dire che abitavate insieme? Vi siete separati forse? - chiese, venendo verso di me, e fronteggiandomi quando arrivò al mio banco.
- Che vuoi da me? Non hai ancora capito che a Jungkook non interessi minimamente? L'unico modo che hai per avvicinarlo è usare stupidi mezzucci come l'afrodisiaco che ti aveva dato Taehyung, e non ha funzionato molto nemmeno quello mi sembra. - dissi avvicinandomi a lei, guardandola direttamente negli occhi mentre parlavo.
- Cos-? Come fai a... ? - disse lei, sorpresa.
- Come faccio a saperlo? Me lo ha detto Taehyung stesso quando mi ha detto le sue vere intenzioni verso di me. Non te l'ha detto? - risposi con tono freddo.

Lei rimase a guardarmi per qualche secondo, non sapendo cosa dire, ma poi si riprese.

- Beh, anche se ho usato uno stupido mezzuccio, quel giorno mi sono divertita molto con Jungkook. Dovevi sentire come gemeva mentre lo toccavo, e se non fosse arrivato Jimin, gli avrei... - disse con tono malizioso, ma si bloccò.

Infatti, mentre parlava in quel modo, mi aveva fatto innervosire, talmente tanto che la mia mano era andata a schiantarsi sulla sua guancia, e non ero stata per niente delicata nel farlo.

- Non t'azzardare mai più a parlare così di Jungkook! - dissi a denti stretti.
- Come... ti permetti? - rispose lei tenendosi la guancia, mentre i suoi occhi iniziarono ad inumidirsi.
- Jungkook non è un oggetto con cui puoi farci quello che vuoi. Vatti a cercare un altro ragazzo, magari uno a cui piacciono le smorfiosette in cerca di attenzioni come te. - dissi, per poi prendere la mia cartella ed uscire dall'aula.

Fortunatamente, non era ancora arrivato il professore, ed io non avevo intenzione di stare in classe ancora.

Ero nervosa, anche se mi sentivo soddisfatta di aver risposto in quel modo a Yuna.

Andai nella classe che restava sempre vuota, quella in cui il primo giorno dopo le vacanze, Jungkook ed io ci eravamo baciati, e mi aveva detto che nostro padre gli aveva sequestrato il telefono.

Mi chiesi se quel giorno l'avrei visto, dato che quando uscii dalla classe, lui non era ancora arrivato, poi presi il mio quaderno dei disegni, iniziando a schizzare qualcosa.



PoV Jungkook


Quel giorno decisi di non andare a scuola.
Mio padre era dovuto andare a lavoro più presto del solito, e dato che sarebbe tornato solo quella sera, non avrebbe mai saputo che io sarei rimasto a casa.

Mi alzai per fare colazione, e poi mi diressi verso la piccola serra in giardino.

Appena entrai, mi diressi subito verso il piccolo spazio dove stavo facendo crescere i miei fiori.

Ovviamente, li avevo presi da trapiantare, non come semi, altrimenti non sarebbero cresciuti in tempo.

Sapevo che questo weekend mamma e Y/N sarebbero venute da noi, e sapevo anche benissimo che proprio quel giorno sarebbe stato il suo compleanno.

Non avevo idea di che cosa volesse parlare nostro padre, e del perchè avesse scelto proprio quel giorno in particolare per dirlo, ma speravo solo che non fosse nulla di male.

Se riguardava sia me che Y/N però, avevo un brutto presentimento.

Poteva allontanarci ancora in qualche modo?

Durante quei mesi in cui ci trasferimmo in quella casa, provò a farmi conoscere qualche ragazza, per lo più le figlie dei suoi colleghi, ma a me non interessava nessuna di loro, infatti non passavo con loro più di qualche secondo.

Sapevo che lo faceva per farmi dimenticare Y/N, ma io non ci sarei mai riuscito.

Non volevo riuscirci.

Y/N era tutto quello che volevo, e non averla più vicino a me, era la cosa più brutta che mi potesse capitare, e nessuno, nessuna ragazza, sarebbe riuscita a rimpiazzarla.

Guardai quei fiori, sfiorandoli delicatamente.

- Spero solo che le piacciano. - sussurrai, per poi sospirare.

Rimasi per un po' lì, davanti a quei fiori, sperando che quel weekend non sarebbe successa l'ennesima tragedia.

Non sopportavo più questa situazione, ma più pensavo ad un modo per cambiarla, meno idee avevo.

L'unica cosa positiva, se così si poteva definire, era che mio padre sembrava essersi calmato, o almeno, non rispondeva più in modo brusco come prima.

Dopo un po' mi alzai, decidendo di tornare in camera, e concentrarmi su qualcosa.

Avevo deciso che nemmeno il giorno seguente sarei andato a scuola, e che Y/N l'avrei vista direttamente quel weekend.



PoV You


Quando suonò la campana dell'intervallo, mi diressi da Yoongi, che si sorprese quando mi vide con la cartella sulle spalle.

- Ehi, è successo qualcosa? - mi disse quando fui vicino a lui.
- Niente, solo... beh oggi non sono stata in classe, e non ci torno nemmeno dopo. - dissi, ancora un po' nervosa.

In quelle ore mi ero calmata, ma non completamente.

Quando arrivammo al nostro solito posto, raccontai a Yoongi del confronto avuto con Yuna, e lui mi guardò sorpreso.

- Credo che non ti farò mai innervosire nemmeno per sbaglio. - disse quando finii di parlare.
- YA! - dissi, dandogli una piccola pacca sulla spalla.
- Che c'è? È la prima volta che le rispondi. Di solito ignori tutti e te ne stai tutta zitta. - disse lui.
- Beh, non potevo starmene zitta in quel momento. - dissi, gonfiando le guance.
- Non sto dicendo che hai sbagliato. Sono solo sorpreso. - si giustificò lui.

- A proposito, Jungkook? - disse dopo qualche minuto.
- Non lo sò, prima che uscissi dalla classe non l'ho visto. - dissi, abbassando lo sguardo.
- Certo che tuo padre è davvero insopportabile. - disse lui un po' irritato. - Eppure non mi era mai sembrato così. -
- Già, ma quando si tratta di qualcosa che tocca il suo orgoglio, diventa come un'altra persona. - risposi.

Passammo il resto dell'intervallo ad ascoltare musica, e prima di separarci...

- Domenica vieni a casa mia? - mi chiese mentre tornavamo in classe.
- Non posso. Mio padre vuole dire una cosa importante su me e Jungkook, quindi vuole che andiamo da lui. - dissi, un po' nervosa.
- Vuole dividervi ancora? -
- Perchè? C'è ancora un altro modo per dividerci più di quanto siamo già ora? - risposi, girando la testa dall'altra parte.
- Non volevo dire questo... Scusa. - disse, abbassando lo sguardo.
- No, ho sbagliato io. Questa situazione mi fa innervosire troppo. - dissi, girandomi verso di lui.
- Qualunque cosa succeda, chiamami, ok? - mi disse scompigliandomi i capelli, per poi entrare nella sua classe.

Io gli risposi con un cenno della testa, poi tornai nell'aula vuota dove avevo passato la mattina.


Tornata a casa, il mio unico pensiero era quello di cosa avrebbe dovuto dirci nostro padre quel weekend.

Avevo paura, e per qualche motivo, ero anche nervosa all'idea di rivedere Jungkook.
Nonostante lo potessi vedere tutti i giorni a scuola, non riuscivo a spiegarmi il nervosismo che mi assalì in quel momento.



Sabato passò più velocemente di quel che pensavo, e la domenica mattina mi svegliai un po' intontita.

Scesi al piano di sotto ancora addormentata e arrivata in cucina, vidi mia madre già vestita.

La cosa strana però, era che era vestita in modo elegante, come se si fosse messa in tiro per chissà quale occasione.

- Oh, Y/N. Ti sei appena svegliata? - mi chiese lei appena mi vide.
- Che ore sono? - dissi con la voce impastata dal sonno, dato che non avevo nemmeno controllato l'ora prima di scendere.
- È quasi mezzogiorno. Hai dormito parecchio oggi. Comunque, tuo padre verrà a prenderci tra mezz'ora, quindi sarà meglio che inizi a prepararti. - mi disse, guardandomi.
- Cosa? - la guardai sorpresa.
- Su su, vai a prepararti, non vuoi rivedere Jungkook? - mi disse, spingendomi fuori dalla cucina.
- Mamma... - dissi, non capendo il suo strano comportamento.
- E non ti azzardare a vestirti come tuo solito. Mettiti qualcosa di carino. -
- Cosa? Perchè dovrei...? - la guardai ancora più confusa.
- Beh, non farai colpo su Jungkook se ti metti la tuta, quindi metti qualcosa di carino. - disse lei in tono ammonitore, per poi farmi l'occhiolino.
- Si può sapere che ti prende oggi? - le chiesi guardandola.
- Lo scoprirai più tardi. E poi è il tuo compleanno, cerca di essere un po' carina. - disse, spingendomi ancora verso le scale.

Io tornai in camera mia, continuando a pensare allo strano comportamento di mia madre.

Perchè dovevo vestirmi "carina"?
Non dovevamo semplicemente andare a casa sua a parlare?

Che poi... come mi sarei dovuta vestire?
Gli unici vestiti che avevo erano magliette normali, pantaloni e felpe della tuta, e jeans strappati.

Insomma, niente che si potesse definire "elegante".

Guardai più volte il mio armadio, indecisa su cosa mettere, poi il mio sguardo si posò su una camicetta bianca.

Era l'unica camicia che avevo, e a confronto con il resto dei vestiti, si poteva definire "carina".
Sperai che quella andasse bene.

Così, dopo aver indossato la camicia e un paio di pantaloni di jeans strappati, mi sistemai i capelli, ancora arruffati perchè avevo dormito, e decisi di lasciarli sciolti ed ondulati, al naturale, anche se lisciai il ciuffo, e poi scesi da mia madre.

- Avrei dovuto comprarti un vestitino. - disse mia madre appena mi vide.
- Tanto non l'avrei messo comunque, lo sai. - dissi io, mentre mi infilavo le scarpe.
- Staresti benissimo invece. Peccato che sei poco femminile tu. - rispose lei.
- Scusa se non sono una bambolina tutto pizzi e merletti. - dissi io, mentre l'ansia per quello che stava per accadere iniziò ad impossessarsi di me.
- Sta tranquilla, andrà tutto bene. - disse mia madre accarezzandomi la schiena.
- Facile dirlo per te. - dissi io sottovoce.


Aspettammo l'arrivo di nostro padre, e notai che era venuto da solo, di Jungkook nessuna traccia.

- Jungkook è a casa. Ha detto che aveva una cosa da controllare, quindi non è venuto. - disse mio padre quando entrai in macchina.

Per tutto il viaggio, nessuno parlò, e quando arrivammo, rimasi a bocca aperta.

Non mi aspettavo che stessero in una villa, anche se non era grandissima.

Quando scendemmo dalla macchina, mia madre si mise a guardarsi intorno, entrando subito nella villa, mentre io venni bloccata da mio padre.

- Y/N, sò quello che stai pensando, e forse troverai questa mia richiesta molto stupida. Ma... ti chiedo solo di aspettare un po'. Prima di dirvi il motivo per cui voglio parlare con te e Jungkook, vorrei passare almeno un po' di tempo riunendo la famiglia, soprattutto, non voglio rovinare il tuo compleanno, anche se credo di averlo già fatto. Ti prometto che dopo parleremo. Va bene? - disse, e io sentii quanto la sua voce tremasse in quel momento.
- Va bene, cercherò di non risponderti. Ma non ti garantisco nulla. - dissi.

Purtroppo, io ero ancora arrabbiata con lui, quindi non riuscivo a parlargli normalmente.
In più, non sapendo il motivo per cui ci aveva fatti venire lì, non potevo stare tranquilla.

Mio padre mi guardò per qualche secondo, poi si allontanò da me, dirigendosi verso l'interno della casa.

Guidò me e mia madre verso l'uscita sul retro, ma io venni bloccata da qualcosa.

O meglio, qualcuno.

- Y/N! - disse con un filo di voce.

Siccome io stavo guardando la villa in ogni suo particolare, non stavo guardando dove stavo andando, finendo quindi addosso a mio fratello.

Rimasi a fissarlo appena il mio sguardo si posò su di lui, e spalancai gli occhi quando notai un particolare.

- Ti sei tinto i capelli. - dissi, a bassa voce.
- Hm? Oh... Non... ti piacciono? - chiese, toccandosi timidamente il ciuffo.

I suoi capelli biondo ramati, ora avevano una sfumatura sul rosso rosato, ricordavano tanto il colore di una fragola.

- No, ti stanno bene. - dissi, abbassando lo sguardo su di lui.

Risaltavano la sua pella chiara e i suoi occhi scuri.

Lui mi sorrise dolcemente, e vidi che le sue guance si colorarono leggermente.

Abbassando appena lo sguardo, vidi che era vestito come alla festa di Jimin.
Infatti, indossava una camicia bianca, i pantaloni neri, e un pezzo sottile di stoffa a circondargli il collo.

Ti faceva mancare il respiro solo guardandolo.

- Sei carina. - disse lui, così sottovoce che lo sentii a malapena.
- Cosa? - chiesi, guardandolo.
- Sei carina vestita così. E non ti avevo mai vista truccata. - disse, avvicinandosi un po' a me.

Io sentii le guance calde a quella frase.
Non mi truccavo mai, ma per quel giorno, avevo deciso di provarci, anche se avevo solo messo un filo di eyeliner e il mascara, non avevo fatto chissà che.

Jungkook si avvicinò di più a me, e posò le sue labbra sulle mie, per poi allontanarsi di poco.

- Mi sei mancata. - mi sussurrò sulle labbra, e io persi un battito.
- A-anche tu. - dissi, arrossendo.

Lui mi sorrise dolcemente, accarezzandomi la guancia.

- Y/N, Jungkook, dove siete? - sentimmo la voce di nostro padre chiamarci.
- Arriviamo. - rispose Jungkook, un po' irritato.

Mi prese per mano e mi guidò fino al tavolo che si trovava in giardino, dove mio padre aveva preparato il pranzo.

Mangiammo nel silenzio più totale, io seduta vicino a Jungkook.

Mi chiesi quando si sarebbe deciso a parlare mio padre, ma proprio poco dopo aver finito di mangiare...

- Y/N. - disse.

Io mi girai a guardarlo, aspettando che parlasse.

- Devo chiederti scusa. Sò che quello che ho fatto è imperdonabile, che sono stato un pessimo padre e ho fatto le scelte sbagliate. Sai quanto io sia legato a cose come l'orgoglio e l'onore della famiglia, e a quanto non sopporti che succeda qualcosa che non dovrebbe succedere al suo interno, per questo non ho accettato la relazione tra te e Jungkook, proprio perchè siete fratelli. Quando l'avevamo portato qui all'inizio di quest'anno scolastico, sapevo già che lui non ti vedesse come una semplice sorella, ma una parte di me sperava che tu non lo vedessi allo stesso modo, e sapendo quanto a te mancasse, volevo provare a riunire la famiglia. Certo, il modo in cui io e vostra madre vi abbiamo detto che non eravate cugini, probabilmente è stato il più sbagliato, infatti solo quello vi aveva allontanato già da noi, non facendoci parlare per mesi. Lasciami finire. - disse, l'ultima frase riferita a Jungkook, che stava per dire qualcosa. - Non sò spiegarti il motivo, ma vedere i miei figli, i miei unici figli, così attaccati tra loro, mi faceva un po' innervosire, forse per il fatto che se qualcuno al di fuori della famiglia lo avesse scoperto, avrebbero iniziato a criticarci, e dire che non vi avevamo cresciuti bene, nel modo giusto. Per questo decisi di dividervi di nuovo, anche se sapevo già che facendolo, sarei andato contro entrambi, e anche contro mia moglie, perchè era la scelta sbagliata da prendere. Avrei dovuto lasciarvi vivere come volete, insieme, e invece, vi stavo separando di nuovo, e non solo tra voi due, ma anche voi da me. Sò che non posso essere perdonato facilmente dopo quello che ho fatto, ma ti chiedo solo di non odiarmi. Posso accettare il fatto di non essere più un buon padre per te, ma non voglio essere odiato. Ho capito i miei sbagli, e sò che è troppo tardi, ma voglio comunque cercare di rimediare. Non pretendo che torniamo la famiglia di prima. In questi mesi che vi ho tenuti divisi, ho notato quanto Jungkook tenesse a te, e ho capito quanto tu sia importante per lui, e quanto lui lo sia per te. Invece di seguire i miei principi, avrei dovuto ascoltare di più i miei figli. Perdonami. -

Dopo le sue parole, si creò un silenzio tombale tra di noi.
Nessuno disse nulla.

Il mio sguardo era puntato su di lui, ripensando alle parole che aveva appena detto.

Io ero preparata ad un altro suo sfogo, un'altra sua decisione di allontanarmi da Jungkook.

Ma non ero preparata minimamente a questo.

Quelle parole mi avevano lasciato spiazzata, senza parole.
Non sapevo nemmeno come rispondere.

Quindi... potevo stare con Jungkook senza problemi adesso?
E lui non si sarebbe più opposto?

Se tutto quello che aveva detto era un sogno, non volevo essere minimamente svegliata.

Mio padre alzò lo sguardo su di me dopo qualche minuto.

- Non... dici nulla? - mi chiese, titubante.
- Non credo che ti perdonerò tanto facilmente. - dissi, alzandomi dal tavolo, e vidi Jungkook fare lo stesso.
- Lo sò. Ne sono consapevole. - disse lui, abbassando lo sguardo.
- Ma... - continuai.
- Ma...? - disse, guardandomi di nuovo.
- Grazie... - dissi, la voce quasi un sussurro.

Nostro padre mi guardò sorpreso a quella parola, e non seppe cosa rispondere.

- Volete già tornare a casa, o aspettate questa sera? - chiese mia madre.
- Possiamo già tornare? - chiesi io, sorpresa.
- No, torniamo stasera. - disse Jungkook, afferrandomi la mano e allontanandosi dal tavolo.
- Tornate qui per l'ora di cena allora! - disse mia madre, prima che io e Jungkook rientrammo nella villa.


Io continuai a guardare la schiena di mio fratello che si trovava davanti a me, lasciandomi trascinare chissà dove.

Salimmo al piano superiore, e quando entrammo in una stanza, capii che si trattava della sua camera da letto.
Non potei vedere molto però, perchè non appena entrammo, Jungkook chiuse la porta, facendomi appoggiare contro di essa con la schiena, e prima che potessi dire qualsiasi cosa, mi ritrovai le sue labbra sulle mie.

Iniziò ad assaggiarle e leccarle, per poi fare pressione sul mio labbro inferiore, chiedendo di approfondire il bacio.
Io lo lasciai fare, e sentii il suo corpo premere contro il mio, schiacciandomi tra lui e la porta dietro di me.

Continuammo a baciarci finchè non ci mancò l'ossigeno, poi lui si staccò quel tanto che bastava a guardarmi negli occhi.

- Mi mancavano le tue labbra. - disse con un tono talmente basso che mi fece venire i brividi.
- S-solo quelle? - chiesi, mentre sentivo il viso in fiamme.
- Certo. - disse lui, sorridendo maliziosamente.

Io lo guardai spalancando gli occhi.

- Scherzavo. Mi sei mancata tu, stupida. - sussurrò al mio orecchio, per poi mordicchiarlo.

Quel gesto mi fece scappare un gemito, che bloccai subito mordendomi il labbro inferiore.

- Sei così sensibile? - chiese lui, sempre con quel sorriso malizioso.

Io gonfiai le guance, imbronciata, e lui sorrise, per poi mordermi piano una guancia.

- Che vuoi fare fino all'ora di cena? - mi chiese lui qualche secondo dopo.

Io ci pensai un attimo, non sapendo davvero che fare.
Poi, mi venne in mente una cosa.

- Perchè non volevi che tornassimo subito a casa? - gli chiesi, pensando a come aveva risposto poco prima a nostra madre.
- C'è una cosa che devo mostrarti, e non posso farlo se torniamo adesso. - disse lui, guardandomi dritto negli occhi.
- Cos'è? - chiesi, incuriosita.
- Mh... volevo aspettare ancora un po', ma... - disse, sospirando. - Se fai quell'espressione però non riuscirò a nasconderlo per molto. - disse, inarcando un lato delle labbra.
- A nascondere cosa? - chiesi ancora, facendo gli occhi dolci.
- Vieni, ti faccio vedere. - disse lui, afferrandomi di nuovo la mano e uscendo dalla camera.

Mi guidò di nuovo al piano di sotto, e uscì sul giardino sul retro, dove poco prima avevamo pranzato.

Non si fermò però al tavolo, ma si diresse verso un angolo specifico di quel giardino dove, solo quando fummo abbastanza vicini, notai una piccola serra.

I nostri genitori non erano più in giardino, e mi chiesi dove fossero.

Jungkook entrò nella serra, guidandomi, e si fermò solo quando raggiunse la fine.

- Non sono un granchè, ma spero ti piacciano comunque. - disse lui, scompigliando leggermente i suoi capelli, imbarazzato.

Io guardai il punto che stava fissando, e quando vidi a cosa si stava riferendo con quella frase, spalancai gli occhi.

- Buon Compleanno, Y/N. - disse lui, quasi sussurrando.

Io avevo lo sguardo puntato su quei fiori.

Erano solo tre, ma erano le rose più belle che avessi mai visto.
Non erano rose comuni però, infatti, erano rose blu, le mie preferite.

Sapevo che quel tipo di fiore era introvabile, almeno in natura, infatti le rose blu sono in realtà rose bianche colorate artificialmente, per questo quel particolare fiore, assume più significati.

Può significare sia cose brutte, che cose belle, ma dipende anche da chi le regala e con quale scopo.

Chi riceve le rose blu, solitamente viene considerato "unico", "speciale", ed "inimitabile", proprio perchè questo particolare colore non si può trovare in natura, quindi è "raro".

- Sono stupende. - dissi con un filo di voce, chinandomi per guardarle meglio.
- Quando torniamo a casa posso prenderle, così puoi metterle nella tua camera. - disse Jungkook, chinandosi vicino a me.
- Sei sicuro? Non... - dissi, ma venni interrotta.
- Queste rose le ho piantate io, sono mie. Anzi, adesso sono tue. - disse lui, appoggiando un dito sulle mie labbra per zittirmi.

Io arrossii completamente, e lui si avvicinò, posando le sue labbra sulle mie dopo aver spostato il dito da esse.
Mi diede qualche bacio a stampo, e poi si staccò, guardandomi dolcemente.

Dopo qualche minuto, tornammo nella sua camera, e parlammo un po' di quello che avevamo fatto in quei mesi che eravamo stati divisi, e potevamo vederci solo a scuola.

- Papà ti ha ridato il telefono? - gli chiesi.
- Sì, questa mattina prima di venirvi a prendere. -
- Ma perchè siamo vestiti eleganti? Mamma stamattina continuava a dirmi di mettere qualcosa di carino. - chiesi ancora.

Dopotutto, non eravamo usciti, quindi che bisogno c'era?

- Stasera papà vuole portarci in un ristorante per il tuo compleanno, anche perchè ha ricevuto una promozione a lavoro, quindi vuole festeggiare. - spiegò Jungkook, sorridendo.
- Oh... -
- Mi sarebbe piaciuto vederti con un vestitino però... - mi sussurrò all'orecchio, mordendolo leggermente.
- Lo sai che non metto vestitini. - dissi, guardandolo.
- Sì, ma... potrei sempre costringerti. - disse lui in tono malizioso.


Restammo a parlare fino all'ora di cena, quando nostra madre ci chiamò dal piano inferiore.

Andammo al ristorante, e l'aria tra di noi era decisamente meno tesa di quella mattina.

Ovviamente non avrei perdonato subito mio padre, ma sapendo che lui aveva capito i suoi errori, non volevo in alcun modo tornare a discutere con lui.

La cena finì, ed io mi sentii tremendamente in imbarazzo quando un cameriere ci portò la torta che i nostri genitori avevano preso per il mio compleanno.


Quando tornammo a casa, mamma e papà ci dissero che loro sarebbero stati ancora in giro, per festeggiare la promozione di nostro padre, e così noi due restammo da soli.

Appena entrai in casa, mi tolsi le scarpe, per poi portare al piano di sopra, in camera mia, le tre rose che mi aveva regalato Jungkook.

Lui mi seguì silenziosamente, e mi guardò mentre sistemavo le rose.

- Ti piacciono davvero tanto. - disse, avvicinandosi a me.
- Sono stupende. Come hai fatto a...? - chiesi, guardandolo.
- Da piccola le adoravi, e impazzivi ogni volta che mamma te ne portava a casa una, anche se quella era finta così non rischiava di rovinarsi. Ho chiesto aiuto a Jimin per trovarle, dato che avevo cercato in internet e mi diceva che naturali non esistono. Siamo andati da un fiorista, che ci ha spiegato di usare rose bianche e colorarle, e mi ha dato anche il colorante da usare. Ormai è circa un mese che me ne sto prendendo cura, volevo che fossero perfette per quando le avrei date a te- - disse, ma non riuscì a continuare.

Infatti, alle sue parole, io ero avvampata completamente, e mi ero avvicinata a lui, baciandolo.

Per me, quello era l'unico modo per ringraziarlo davvero di quel regalo.

Lui si sorprese un po' dal mio gesto improvviso, ma poi rispose al bacio, iniziando ad approfondirlo.

- Grazie. - dissi, quando ci staccammo per riprendere fiato.

Lui mi sorrise dolcemente, per poi ricominciare a baciarmi.

Mentre ci stavamo baciando, mi strinse forte a lui, mentre io portai le mie mani tra i suoi capelli, tirandoli a volte.

Jungkook fece scorrere le sue mani sul mio corpo, accarezzandomi, per poi sollevarmi dalle cosce, facendomi circondare i suoi fianchi con le gambe.

Io sentivo le guance in fiamme in quel momento, ma non volevo in nessun modo e per nessuna ragione fermarlo.

Iniziò a camminare, facendomi poi posare la schiena su qualcosa di morbido, salendomi sopra, senza mai staccarsi da me.

Quando ci mancò di nuovo l'aria, ci staccammo leggermente, e dopo avermi guardato per qualche secondo, si abbassò, iniziando a lasciarmi una scia bagnata sul collo.

- Jung- - dissi, lasciandomi scappare un gemito quando iniziò a farmi un succhiotto alla base del collo.

Lui continuò a succhiare quel punto preciso, mentre le sue mani vagavano sul mio corpo, iniziando poi a sbottonare la mia camicia.

- Vuoi che mi fermo? - mi chiese, alzando lo sguardo su di me.

Io lo guardai qualche secondo, non sapendo come rispondere.
Sapevo dove saremmo finiti se avessimo continuato e... non volevo assolutamente fermarlo.


Il mattino seguente, venni svegliata dalla luce del sole che colpì direttamente il mio viso.
Mugugnai leggermente irritata, finchè la mia attenzione non finì su qualcos'altro.

Infatti, il mio sguardo cadde sulla persona addormentata al mio fianco.

Guardai il suo viso, mentre sentii il mio andare a fuoco nel momento in cui mi tornò in mente quello che avevamo fatto quella notte.

Ancora non ci credevo che fosse successo davvero.

- Mh... -

Jungkook iniziò ad aprire gli occhi, mugugnando ancora mezzo addormentato.

- Buongiorno. - disse guardandomi, per poi sorridere.
- B-buongiorno. - risposi, ancora rossa in viso.

Lui mi guardò per qualche secondo, poi mi tirò a sè e mi strinse forte a lui, posando le sue labbra sulle mie.

- Ora posso baciarti quando voglio. - sussurrò quando si staccò.

Io arrossii a quelle parole, ma poi posai a mia volta le mie labbra sulle sue.

Entrambi eravamo ancora senza vestiti addosso, e questo mi faceva sentire tremendamente in imbarazzo, soprattutto perchè Jungkook continuava a stringermi a lui.

- Dovremmo andare a scuola. - dissi io, guardando l'ora sulla sveglia.
- Sai benissimo come rovinare l'atmosfera, lo sai? - disse lui, ancora assonnato.
- Ma... -
- Oggi non ci muoviamo da questo letto. Non ho nessuna intenzione di alzarmi. - disse lui in tono infantile, gonfiando leggermente le guance.
- E che vorresti fare tutto il giorno a letto? - chiesi, guardandolo.
- Le coccole con te. - disse, posando le sue labbra sul mio collo e iniziando a baciarlo dolcemente.
- J-jungkook... - dissi, lasciandomi scappare un gemito che mi fece arrossire.

Iniziò ad accarezzarmi la schiena, gesto che mi provocò dei brividi, e continuò a baciarmi, risalendo il mio collo fino alle mie labbra.

Quando ci staccammo, restammo a fissarci per qualche secondo, poi io posai di nuovo le mie labbra sulle sue.

- Jungkook... - dissi, mordendomi il labbro inferiore.
- Mh? - disse lui, guardandomi.

Io presi un profondo respiro prima di parlare.

- Ti amo. -

A quelle parole, lui spalancò gli occhi.
Io stessa ero sorpresa di avere trovato il coraggio di dirglielo.

Mi guardò per qualche secondo, per poi sorridermi.
Era il sorriso più bello che poteva rivolgermi, quello che dedicava solo a me.

- Ti amo anch'io, Y/N! -

Il mio cuore perse un battito, ma non riuscii a non sorridere.

Lui intrecciò una mano nei miei capelli, avvicinandomi di nuovo a lui, e mi baciò.

Quello che era nato come una semplice cotta infantile quando ancora eravamo piccoli, si era trasformato nel sentimento più grande che potevamo provare, e che ci avrebbe legati per sempre.



-------------------------------------------------------------------------------------------


- Angolo Autrice -


Ancora non ci credo che siamo arrivati alla fine di questa storia.
L'ho fatta durare quasi un anno, ho iniziato a pubblicarla su efp il 30/07/2017, e su Wattpad il 1/08, e oggi sarà l'ultima volta che aggiornerò questa storia.


Allora, non sò davvero che dire.
Ho voluto far ripensare un po' alla protagonista tutto quello che è successo da quando Jungkook è tornato, a tutti gli avvenimenti più importanti.
Probabilmente ne avrò mancato qualcuno, però ho cercato di mettere i più significativi.
Poi finalmente, ha risposto a Yuna, dicendole di stare lontano da Jungkook, anche perchè questo doveva ormai succedere da un po', ma non l'avevo più scritto.
Spero che il discorso del padre sia uscito bene, confesso che non era così la scena che avevo pensato, però non sapevo nemmeno come scrivere quello che avevo in mente io, e poi il padre era stato fin troppo arrabbiato, era ora di farlo calmare un po' no?


La scena della serra invece è una scena che avevo già scritto prima ancora di scrivere il primo capitolo, anche se anche quella era un po' diversa, ma ho cercato di adattarla a come è venuta fuori la storia fino ad ora.
Le rose blu sono i miei fiori preferiti, e dopo aver cercato il significato su internet, le ho trovate appropriate per questa storia, quindi ecco perchè la scelta di quel fiore.


Nel caso qualcuno si chiedesse perchè non ho scritto la loro prima volta, bloccandomi dopo pochissimo, per poi cambiare argomento, beh, il motivo è semplice, e spero di spiegarlo in modo corretto.
Allora, in questa storia, doveva esserci la loro prima volta dopo che il padre accetta la loro relazione, però, per come sono io, non riesco a scrivere scene del genere, e credo che mai lo farò, il massimo che posso fare è quello che avete letto in questa storia.
Non sò spiegarvelo, ma anche solo leggere scene del genere (perchè sì, ho letto fanfic con quel tipo di scene), mi fanno strano, e infatti, nelle storie che leggo, solitamente le leggo molto di fretta, solo perchè non vorrei che saltandole completamente, perderei pezzi importanti della storia, e quindi potete capire che se ho già difficoltà nel leggerle, se dovessi scriverle ci vorrebbe un miracolo. ^^""

E perchè non finire la storia mettendo ai personaggi i loro nuovi hair color? xD

Ringrazio tutte le persone che hanno letto questa storia, e spero vi sia piaciuta.
Ringrazio chi l'ha letta, chi l'ha messa tra le preferite/seguite/da ricordare.
Ma soprattutto, voglio fare un ringraziamento speciale alle persone che l'hanno recensita, perchè senza di loro, non sarei riuscita a continuarla probabilmente, e l'avrei lasciata incompleta.

Quindi, un ringraziamento speciale va a Angie02bts, _ MartyK _, _ ChocolateKookie_, Whitecoffee, Yerilin_Styles 01, Elisa_V, Katherine_Kookie e Deni33.
Grazie per le recensioni che mi avete lasciato, mi sono state di enorme supporto per continuare a scrivere e non farvi aspettare troppo con gli aggiornamenti (anche se a volte non ho proprio rispettato le date degli aggiornamenti)!

Grazie davvero di cuore per aver letto questa storia.


Per ora credo che prenderò una piccola pausa, anche perchè per colpa del lavoro, ultimamente sono più stanca del solito, soprattutto a livello mentale, quindi non riuscirei a partorire nulla di sensato.
Vi avviso però che ho già altre idee per altre storie, quindi non resterò inattiva.


Solo su Wattpad, sto pubblicando una storia su Leo dei Vixx, inspirata ad un manga che mi piace moltissimo, anche se per ora, dato che volevo prima finire questa, ho messo solo i primi due capitoli, quindi darò precedenza a quella storia.

Ho già però altre idee con Jungkook protagonista, e alcune di quelle sono one shot, quindi potrei riuscire a scriverle molto presto.

Non sò che altro dire, tra un po' l'angolo autrice diventarà più lungo del capitolo se scrivo ancora.

Vi ringrazio ancora una volta, non smetterò mai di esservi grata per aver letto questa storia.

Quindi...

Alla prossima storia. <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3689906