La recita scolastica

di Moglyo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 4.5 ***
Capitolo 6: *** Cap. 5 ***
Capitolo 7: *** cap. 6 ***
Capitolo 8: *** Cap. 7 ***
Capitolo 9: *** cap.8 ***
Capitolo 10: *** Cap 9 ***
Capitolo 11: *** Cap 10 ***
Capitolo 12: *** cap.11 ***
Capitolo 13: *** cap. 12 ***
Capitolo 14: *** cap. 13 ***
Capitolo 15: *** Attenzione ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


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“Ragazzi, siete stati scelti come classe che rappresenterà la scuola per Parigi le belle arti e i giovani d’oggi, un ente che vuole far conoscere la bellezza dei vari campi dell’arte ai giovani d’oggi, che non sanno cosa si perdono. E a voi è stata assegnata “L’OPERA”, state tranquilli avrete una professoressa d’eccezione per questa vostra nuova esperienza. Lei, alle spalle ha una carriera di successi decennale, per citarne uno ha lavorato con Pavarotti. Prego venga avanti e si presenti alla classe.”
Tutti erano in trepidante silenzio, spaziava la fantasia su quale personaggio famoso potesse comparire davanti a loro. Un minuto dopo l’annuncio una signora avanzo, fermandosi di fianco alla professoressa Bustier con un sorriso che rapì tutti. “Bonjour, mi chiamo Angel e sarò la vostra insegnante d’opera lirica. Molto piacere di conoscervi” e con un inchino teatrale saluto la classe.
Tutti erano ammaliati dalla sua bellezza, capelli biondi leggermente mossi, lasciati liberi, lunghi fin sotto le spalle, un viso delicato, con due zaffiri che catturavano i presenti, magnetici, ornati da un leggero ombretto argentato con sfumature azzurre. I ragazzi già sbavavano e le ragazze invidiavano il suo fisico perfetto, risaltato soprattutto da una maglietta bianca, scollata e aderente nei punti giusti, jeans attillati, neri ed eleganti. “Grazie mille, miss Bustier”, girandosi verso la professoressa di francese che ricambio il saluto e usci dalla classe. “Allora ragazzi, sarete gli attori del “Fantasma dell’opera”, che verrà rappresentato all’Opera de Paris che ne dite?”
Gli sguardi di tutti si raggelarono, se prima erano entusiasti ora, c’era solo paura di fallire davanti a tutta Parigi in uno dei teatri più famosi al mondo. Marinette sbianco a quel pensiero, , gli baleno una scena nella testa che confermo la sua paura. Anche Alya si sentiva a disagio al quel pensiero. Chloé, invece già si immaginava circondata da tutti i suoi fan, naturalmente nel ruolo della protagonista, con Adrien vicino a farle da cavaliere; non sapeva minimamente di cosa parlasse quel fantasma non so che cosa, ma era sicura essendo la figlia del sindaco di essere perfetta per il ruolo di protagonista.
“Miss Angel”, alzo la mano e di due toni la voce per farsi sentire da tutti, “essendo la Figlia Del Sindaco di Parigi”, queste ultime parole le voleva scolpire nell’aria, “sarò la protagonista giusto?” Gli brillavano gli occhi di superbia pura.
Marinette, Alya e Adrien la guardarono storto, mentre Nino quasi rideva per il suo disinteresse dell’opinione della classe. Angel la fisso un secondo, ma basto per far tremare la bionda di paura, lo sguardo gelido si che era posato su di lei non le diede conforto o affermazione.
“No, Chloé Bourgeois non sarai la protagonista, potrai anche essere la figlia del Dio sceso in terra, ma qui comando io, attieniti alle regole e avrai un bel voto in pagella; ma se proverai ancora una volta a fare la prima donna con me verrai espulsa dal progetto, questo vale per tutti intesi?”
La bionda rimase a bocca aperta, incredula delle parole udite, sull’orlo di una crisi isterica, corse dal preside. La classe era a bocca aperta, nessun’adulto teneva testa a Chloé per paura delle ripercussioni. Adrien aveva un senso di familiarità, sentiva di conoscere bene quei occhi da sempre, erano diversi da quelli della sua Princess che erano azzurri scuri e profondi, questi erano chiari, quasi bianchi e freddi, molto freddi come se volessero mantenere le distanze da tutti.
La campanella suono e i ragazzi uscirono con calma, ancora increduli alla scena appena assistita.
Alya saltellava, sprizzante di gioia a braccetto con Nino, Mari li guardava felice, del loro amore spensierato. Anche lei aveva qualcuno nel cuore, anzi due persone troppo diverse per essere paragonate tra loro e troppo importanti per scegliere uno dei due.
Angel stava studiando il registro di classe e un piccolo fascicolo di tutti i ragazzi della classe, con tutte le loro caratteristiche principali. Quando Adrien si avvicinò, “scusi se la disturbo ma sono sicuro di averla già vista, per caso ci conosciamo?” la prof alzò lo sguardo delle carte, per incontrare due smeraldi la lei molto familiari.
“Tu sei Adrien Agreste, forse ci siamo incontrati sul lavoro. Ma adesso è meglio che vai, non è bello far aspettare una ragazza, molto carina aggiungerei”, indicando Marinette in fondo al corridoio, lo stava aspettando. “Ha ragione, scusi il disturbo.” Volo fuori dalla porta per raggiungere l'amica, per poi ricongiungersi con la coppietta di amici.
Angel portava una collana con due ciondoli che formavano lo Yin e Yang; dai due ciondoli uscirono due kwami gemelli, uno bianco con un cerchio nero sulla zampa destra e l'altro nero con un cerchio bianco sulla zampa sinistra, si tenevano per mano sfregandosi gli occhi dalla sonno.




 
Vari tipi virgolette e il loro significato:
“” normale dialogo
“” nomi importanti o di cose
< > pensiero dei personaggi
** canta d'opera o comunque cantano.
 

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


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Alya scoppiava di gioia, seduta sul rondo vicino a Nino, appena arrivarono anche Marinette e Adrien, la bruna prese il cellulare dalla tasca e iniziò a digitare qualcosa, la sua espressione era criptica, dopo pochi secondi, tirò un urlo di felicità che spacco i timpani ai poveri presenti. “Ecco qua, guardate chi è la nostra miss Angel” passò il cellulare agli amici, sul display c'era la pagina di Wikipedia aperta, Angelica della Croix, era il nome presente con sotto una foto della nuova professoressa.
“Wow” esclamò il trio, guardando la foto, “è proprio lei!” esclamò Nino. “Te l’avevo detto io” ridacchio Alya, facendo una linguaccia al suo fidanzato, che ricambio il gesto con un dolce bacio. Marinette inizio a leggere la biografia “Qui dice che è di origine italiana e che all’età di cinque anni venne adottata dalla famiglia Della Croix, molto legata alla sorella adottiva, scomparsa da poco in modo misterioso, poi ci sono i vari spettacoli e la gente famosa con cui ha lavorato.”
“In effetti non dice molto su di lei, ma farò altre ricerche per lady blog” affermo la bruna.
Chloé era dal preside ormai da dieci minuti, Sabrina l’aveva raggiunta appena iniziata la ricreazione, strillava come una gallina, indispettita per l’affronto appena subito.
“Si calmi, signorina Bourgeois mi spiace ma io ho le mani legate, è stato vostro padre a chiedere a miss Angel di insegnare qui, chieda a lui spiegazioni.” Con tono calmo cerco di giustificarsi il preside, sull’orlo anche lui di una crisi di nervi e con un forte mal di testa, per tutte quelle urla stridule.
“Lei è inutile, adesso chiamo subito papi.” Iniziando a digitare i numeri sul telefonino nuovo, la bionda strillo ancora contro il povero preside.
“Pronto, papi la nuova insegnante d’opera ha fatto….(bla,bla,bla)” quasi con le lacrime agli occhi per cercare la compassione del padre.
“Tesoro di papa, miss Angel ha campo libero su ogni decisione, ha un contratto speciale che ho dovuto firmare, quindi fa la brava e mostra il tuo talento, ti voglio bene. Ciao.” Il sindaco aveva chiuso in fretta quella conversazione con la figlia, ma sapeva che dopo si sarebbe preso anche lui le sue dosi di urla.
“Non finisce qui!” sbraito un ultima volta la bionda, per poi girare su se stessa e uscire dalla porta sbattendola.
“As-aspettami Chloé”, Sabrina saluto il preside e si affretto a raggiungere l’amica.
La campanella suono la fine della ricreazione e tutti tornarono in classe, per le prossime tre ore di lezione.
“Ragazzi come unico compito di oggi, vi chiedo solo di cercare di capire l’opera che porteremo in scena, i vari personaggi e i loro comportamenti. Per facilitarvi la cosa la recita si baserà sul film del 2004, per il resto Break a leg. A domani ragazzi.”
Le tre ore successive passarono velocemente un po’ per tutti, che bene o male erano felici di quella nuova esperienza.
“Buongiorno signorino, oggi ha scherma e piano forte poi è libero.” Lesse Nathalie sul tablet gli impegni del suo pupillo.
“Ciao Nathalie, allora dopo la lezione di piano vado in biblioteca a studiare una cosa per scuola.” Sedendosi sul sedile posteriore della limousine, cercando ancora di ricordare dove aveva visto quei occhi.
“Come desidera.” Affermo freddamente, la segretaria degli Agreste sistemandosi gli occhiali.
Nel mentre Mari e compagnia, si stavano dirigendo alla biblioteca, nella sezione dvd speranzosi di trovare il dvd incriminato, per poi portarlo a casa di Nino e vederselo in tutta tranquillità.
“Buongiorno ragazzi, dormito bene?” chiese Angel ai due esserini ancora assonati.
“Si, grazie.”
“No sai che odio viaggiare così spesso.”
Il duo era quasi comico, ogni risposta era quasi sempre contraria all’altro.
Il kwami bianco, uscito dallo Yin si chiamava Fayette, detta Faye da Angel per comodità.
Faye era alta circa quindici centimetri coda compresa, il manto era bianco e soffice, una lunga coda vaporosa e super morbida, a detta di Angel, con sopra anch’essa un cerchio nero, un musetto affusolato, due orecchie bianche tonde e due sottili baffi neri; ricordava una volpe artica. Di carattere dolce e solare al contrario di suo fratello gemello Lee.
Lee era leggermente più lungo, quasi completamente nero, tranne per il cerchio sulla zampa e sulla coda che erano bianchi. Anche lui aveva un musetto affusolato ma leggermente più quadrato e corto. Le orecchie a punta, due baffi neri e due dentini affilati sempre in mostra; la coda meno vaporosa della sorella ma soffice uguale. Scontroso e solitario usciva dal pendente dello Yang.
“Dove andiamo?” Chiese Faye, ancora mezza addormentata.
“A trovare una persona, poi andiamo in hotel a mangiare cioccolato extra fondente e nocciolato, ok?” Rispose la bionda, incamminandosi verso la macchia sportiva.
Ai due kwami brillarono gli occhi, gettandosi addosso al collo della loro portatrice, facendola starnutire con le code che le solleticavano il naso.
Dopo circa dieci minuti di strada una macchina rossa, italiana si fermo davanti a una villa enorme.
“Sono tornata, cognatino.” Con un sorriso sulle labbra Angel scese dall’auto, pronta a suonare il campanello di quella enorme villa.    


 
Per capirci mi sono ispirata a lei ma con il pelo molto più folto.
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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


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I tre amici erano arrivati alla biblioteca, qui incontrarono anche Rose, Juleka e Nathaniel, anche loro alla ricerca del dvd.
“Ciao Rose, Juleka e Nathaniel che fate?” Chiese Nino curioso, mentre le due ragazze salutavano i compagni con la mano.
“Stiamo cercando il dvd che la prof ci ha assegnato oggi.” Rispose Rose sorridente ai compagni di classe.
“Anche voi? Ma è stupendo! Cerchiamolo tutti insieme così sarà più veloce la ricerca” salto su Alya entusiasta ancora dalla scoperta di prima.
I ragazzi entrarono e si diressero subito alla sezione dvd, Nathaniel era rosso come un pomodoro, quasi come i suoi capelli, alla sola presenza di Marinette.  Dopo pochi minuti avevano rivoltato tutti gli scaffali, ma il film non si trovava; un po’ sconsolati, si diressero alla reception dove era seduta a scrivere una signora un po’ anziana. “Scusi, noi stavamo cercando il film del "Il Fantasma dell’opera", per una ricerca a scuola voi lo avete?” chiese Mari. La signora alzo lo sguardo sui ragazzi, leggermente impazienti e trepidanti d’attesa. “Un minuto che guardo, dovremmo avercelo, ma forse l’ho abbiamo imprestato.” La bibliotecaria digito sulla tastiera del pc, molto datato, cercando nel registro dei prestiti.
“Si, lo abbiamo imprestato qualche ora fa a un altro gruppo di ragazzi, mi spiace era l’unica copia” con un velo di dispiacere nella voce, diede la notizia al gruppo di amici.
“Ok, grazie lo stesso. Arrivederci” fecero in coro, uscendo demoralizzati dall’edificio. “E adesso che facciamo?” Chiese il rosso leggermente a disagio. “Andiamo da Max, lui è un esperto di tecnologia forse ci potrà aiutare,” disse Rose sorridendo a tutti che affermarono con la testa, l’ottima idea avuta dall’amica e incamminandosi verso la casa dell’amico.
“Ciao ragazzi, di che avete bisogno?” aprendo la porta di casa Max saluto il gruppo.
“Ciao Max, tu che sei un mago dei computer, ci potresti trovare il film dato a scuola?” Chiese Nino battendo il cinque all’amico.
“Certo entrate pure.” Invitando i compagni di classe ad entrare.
Dopo una mezz’oretta buona di ricerca, scaricarono il film sul pc, per poi passarlo via email a tutti presenti.
“Grazie ancora.” Fecero in coro Rose e Juleka dando un bacio sulla guancia a Max, che arrossi vistosamente, facendo ridere tutti. Ormai erano le cinque passate e tutti tornarono a casa.
Nathaniel accompagno Marinette fino a casa e quando furono soli chiese alla mora di andare un attimo al parco vicino. Lei acconsenti con un po' di riluttanza, sapeva che il rosso provava qualcosa per lei, ma non riusciva a respingerlo in modo netto, per paura di ferirlo.
“Ma-Marinette, sai spero di lavorare con te alla recita, saresti perfetta nel ruolo di protagonista.” Sorrideva imbarazzato per l’affermazione appena fatta.
La mora cerco un modo gentile di rispondergli iniziando a balbettare e gesticolare cose a caso. “N-no-non, non sarei adatta per niente al ruolo di protagonista, sono troppo impacciata.” La mora voleva solo andarsene a casa, con Nathaniel si sentiva a sempre a disagio. Iniziarono entrambi a ridacchiare nervosamente per l’imbarazzo e il nervoso venutosi a creare. “Io-io vado a casa devo aiutare i miei, grazie ancora della compagnia.” E con questa scusa Mari si dileguo, lasciando solo il rosso, che la saluto e si diresse a casa.
Adrien finite le lezioni extra e non trovando niente in biblioteca, torno a casa leggermente sconsolato, non appena arrivato noto un auto rossa, parcheggiata davanti a casa sua. Non la conosceva e non gli veniva in mente nessuno che potesse venire a trovare lui o suo padre, specialmente quest’ultimo non accettava mai visite. Non fece in tempo a scendere dall’auto che una donna usci da casa sua, Nathalie l’accompagnava con lo sguardo basso, quasi avesse paura di guardare dove guardava l’ospite. Non l’aveva mai vista comportarsi così. Guardando attentamente la donna che usciva da casa sua, riconobbe la nuova prof. penso mentre stava per scendere, quando la guardia del corpo si mise davanti alla porta dell’auto, proprio in traiettoria della bionda.
Angel indossava degli occhiali da sole scuri e una giacca in pelle, tirando leggermente giù gli occhiali squadro lo scimmione che abbasso lo sguardo e la fece passare. Gabriel Agreste assisteva alla scena appena fuori dalla porta di casa, sopra la gradinata, con il solito atteggiamento freddo e distaccato. La bionda senza neanche voltarsi saluto con la mano l’uomo e la villa salendo in macchina e dirigendosi verso l’hotel dove abitava il sindaco. Adrien era stupefatto da quella scena, sempre più confuso e pieno di domande che sapeva non avrebbero avuto risposta facile. “Salve padre come mai la mia nuova professoressa è venuta qui?” chiese con nonchalance. “Sta lontano da quella serpe il più possibile Adrien e ora vai a cambiarti fra poco si cena.” Adrien lo guardo un attimo ancora incredulo alle parole appena sentite, poi annui con la testa e corse in camera sua a cambiarsi. Il senso di familiarità era sempre più forte verso miss Angel, doveva scoprire chi era o sarebbe impazzito.

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


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Dopo la cena Adrien andò fare un giro per schiarire le idee, quei occhi azzurro ghiaccio lo avevano stregato, forse solo la sua Lady lo avrebbe distratto. Pochi minuti dopo era sul suo balconcino, si avvicino alla piccola finestra rotonda che dava sulla camera e vide Marinette in un pigiama estivo, seduta sulla poltrona del pc a guardare un film, per terra un mare di fazzoletti, il viso della sua bella rosso, le guance rigate dalle lacrime e gli occhi gonfi. Singhiozzava le canzoni del film. Si era così immedesimata nella protagonista da farlo ridere. Entro piano piano, le si avvicino da dietro, abbracciandola e sussurrando le parole che in quel momento il povero fantasma, giunti alle scene finali cantava alla sua amata Christine, un addio straziante, conscio di non poterla vedere mai più.

*Marinette, ti aaaamo*

Marinette prima sobbalzo di sorpresa poi si giro verso Chat, erano così vicini che le loro labbra si sfiorarono. Mari arrosi talmente tanto che invento un nuovo colore di rosso.

*non avrò con me mai gli occhi tuoi, VIVI LA DOLCE MUSICA PER NOIIIII*

“Chat che ci fai qui? Mi hai fatto prendere un colpo.” Allontanandolo leggermente da se e cercando di distogliere lo sguardo da quei bellissimi occhi verdi che l’attiravano a se. “Mi annoiavo e sono venuto a trovarti, non posso? Comunque bel film.” Miagolo mentre la guardava negli occhi, sorridendo malizioso. “È-è per una ricerca di classe, ma è talmente coinvolgente da…” cercava una scusa plausibile per quella marea di fazzoletti, tornando a colorarsi di rosso.

“Farti piangere, mia Lady?” fini lui la frase della sua amata. Lei annuì con la testa, coprendosi il viso ormai incandescente con il cuscino. Chat amava quella sfumatura del suo carattere che rivelava solo a lui. Parlarono per un bel po', finché Mari non crollo dalla sonno, la bacio delicatamente sulle labbra e usci dalla finestra. Tornato a casa diede il camembert a Plagg e si addormento felice.

“Certo che sei stata dura oggi, con quell’uomo.” Parti a parlare Faye, nel mentre che mangiava del cioccolato extra fondente con chicchi di caffe. Il suo preferito.
“Ma se lo conoscessi non diresti cosi Faye, sono stata fin troppo buona con il mio cognatino preferito.” Rispose distrattamente Angel che stava preparando la lezione di domani, aveva scelto i ruoli dei vari studenti.

“Lee, tu che ne pensi?” chiese la piccola nuvola bianca al fratello. “Per me, è stata giusta tu non puoi vedere quello che ha fatto a suo figlio Adrien.” Disse un po’ seccato il piccolo kwami nero che invece sgranocchiava la tavoletta nocciolata.

“Lee, Faye è ora di dormire, su, forza a letto.” E buttandosi sotto le coperte spense la luce, aspettando i due esserini e impostando la sveglia per domani.
L’indomani la campanella suono e tutti gli studenti erano già seduti ai loro posti.

“Buongiorno miss Angel.” Fece in coro la classe.

“Buongiorno ragazzi, allora spero abbiate guardato il film, oggi assegnerò i ruoli che reciterete, non voglio sentire lamentele di nessun tipo, ok?” “Quando vi chiamo venite a prendere il copione”:
  • Marinette sarai Christine Daaé
  • Nathaniel sarai Raul il mecenate
  • Adrien, il Fantasma
  • Alya sarai Meg
  • Chloé sarai Carlotta Giudicelli
  • Nino e Max sarete i proprietari del teatro
  • Ivan sarai Ubaldo
  • Kim il macchinista
  • Juleka, Rose, Sabrina, Alix e Myléne sarete le ballerine
 
“Oltre a questo, dovrete anchŕl v prendrree preparare gli schizzi dei costumi. Quando non sarete sul palco aiuterete i macchinisti dietro il sipario. Domande?” La prof sorrideva alla classe sicura del successo dello spettacolo. I ragazzi l’avevano squadrata un minuto, ma quel sorriso li rassicuro tutti. “Proverete tutti i giorni con me e a casa. Il signor Agreste ci darà una mano a realizzare gli abiti secondo i vostri bozzetti che selezionerò, quindi impegnatevi.”
La lezione passo tranquilla e tri scon gli abitiesso che sarebbe venuto l’una arrivo in fretta. “Marinette, Adrien e Nathaniel potete fermarvi un attimo?” i ragazzi si fermarono davanti alla professoressa. “Voi tre sarete i protagonisti e spesso ci saranno scene in cui dovrete stare molto vicini, abbracciati e in alcune scene ci si dovrà baciarsi, avete problemi con questo?” I tre arrossirono alla parola bacio, facendo scoppiare a ridere la cantante. “I baci saranno sulla guancia non preoccupatevi, anche se potete baciarvi sulle labbra se volete.” Sorridendo maliziosa, continuando a ridacchiare sotto i baffi.

I tre uscirono dalla classe, ad Adrien sarebbe piaciuto baciare Mari sulle labbra se ne avesse potuto avere la possibilità. Anche la mora era felice, ma imbarazzata all’idea del bacio con Adrien, invece era molto a disagio se pensava di farlo con Nathaniel.

Il rosso stava bollendo di gelosia, alla sola idea che Adrien potesse toccare la sua Marinette.
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Capitolo 5
*** Cap. 4.5 ***




Gabriel Agreste non riusciva a credere che lei, quella donna, fosse venuta a Parigi; fosse venuta da lui, a casa sua. Ribolliva di rabbia dalla sera prima, non si era neanche presentata ai funerali di sua moglie e ora gli veniva a fare la predica, non poteva sopportarlo.
Si sarebbe vendicato anche di lei.

Le parole che gli erano state dette ieri gli ronzavano ancora in testa.

“Ciao, cognatino. Sai perché sono venuta qui, ne? Non fare il freddo con me. Cosa è successo a Viviane? Non sarebbe mai partita da sola, non avvisandomi e lasciando Adrien da solo.” La bionda appena entrata nella villa, iniziò la sua partita a scacchi con il padrone di casa.

“Lui non è solo, io sono suo padre.” Mai si sentiva urlare Gabriel ma quel giorno, le sue urla riempirono la casa.

“Non provarlo neanche a dirlo. Da quando un padre, segrega un figlio in casa?” Angel era indispettita da quelle parole.

“Proprio tu parli sono quindici anni che non ti fai vedere, ormai lui ne ha quasi diciotto e ora salti fuori, cosa voi fare la zietta perfetta?” Ruggì Gabriel.

“Sai meglio di me che il lavoro mi ha tenuta lontana da Viviane e dalla sua famiglia. Quello che adesso tu stai facendo passare ad Adrien, io sono solo venuta ad aprirti gli occhi e a dirti che lei è viva. Lui è anche figlio di mia sorella, tienilo bene a mente.” Gli intimo lei.

“Non-non ci credo, hanno trovato la sua guida morta, lei...lei non può essere viva”, si dovette appoggiare al muro, scioccato da quelle parole, “No! non dopo quella tremenda tempesta.” Gabriel aveva un nodo in gola che non lo aiutava a parlare. Era sull’orlo delle lacrime. Parlare di sua moglie era sempre difficile per lui, soprattutto con Adrien e Angel che erano identici a lei.

“Fidati, lei è viva e tornerà. Non per te o per me, ma per suo figlio.” Anche lei tratteneva le lacrime in quelle parole.

“Fidarmi, crederti?! No! Non ti crederò mai e adesso fuori da casa mia!!” Sbraito un ultima volta.

“Come vuoi cognatino, ma ad Adrien parlerò e poi vedremo a chi crederà.” penso Angel per poi uscire di casa Agreste, accompagnata da Nathalie.

“Sta sera Papillon scatenerà la sua furia, su tutta Parigi.”
Ormai rimasto solo, andò nel suo ufficio per accedere alla sua stanza segreta. "Nooroo trasformami. E ora vediamo chi akumizzare questa sera."  Papillon sorrideva malizioso e carico di odio verso tutti. Verso Angel, Ladybug e Chatnoir.






 
Ed ecco il famoso dialogo tra i due. Gabriel che non è freddo e impassibile ma prova emozioni si arrabbia, diventa rosso vorrebbe muovere le mani verso Angel ve lo immaginate?

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Capitolo 6
*** Cap. 5 ***


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Chloé stava strillando contro tutti non appena arrivo a casa. Non era la protagonista e questo la infastidiva molto. Non appena il padre sarebbe tornato gliene avrebbe dette tante, ma doveva aspettare fino a sera così iniziò a guardare il film.
La Giudicelli era una grande artista come lei, usurpata da un inetta. Si sentiva affine alla prima donna, iniziò così a “cantare” le sue canzoni. Gli acuti che faceva erano talmente alti da avere rotto qualche bicchiere. La povera governante non c'è la faceva più, stanca dei continui capricci e strilli da bambina viziata. Oggi, aveva superata il limite, rompere i bicchieri di cristallo nel tentativo di imitare la Giudicelli era troppo.
"Salve Grand voix, io sono Papillon, capisco bene i tuoi sentimenti per questo farò sentire la tua voce a tutti ma in cambio ti chiedo di portarmi l’ideatrice dello spettacolo e causa del tuo dolore."
*Come vuoiii Papillon. * Sorridendo avidamente. La farfallina nera entro in un foglio che aveva in tasca. L’autografo di miss Angel.
La governante era diventata il doppio di una persona normale. Vestita con un abito ottocentesche rosso e d'oro, un ventaglio gigante in pizzo dorato. Appena emetteva un suono le onde d'urto erano così potenti da rompere tutti i vetri e far crepare i muri, soggiogando chiunque fosse colpito direttamente; rendendolo momentaneamente sordo.
Iniziando a girare per la città, cantava canzoni d’opera. Ladybug e Chat noir non si fecero attendere. “Buona sera, il teatro adesso è prenotato ma se vuoi esibirti lo puoi fare per noi.” Chat come al solito stuzzicava akumizzato, ma Gran voce non lo degno neanche di uno sguardo, sventolo solo il suo ventaglio gigante per allontanare i moscerini che la infastidivano. Il povero micio fece un capitombolo, ruzzolando ai piedi di Ladybug a testa in giù “Buona sera, my lady oggi abbiamo un bel tenore. Ci godiamo lo spettacolo?” Prendendole la mano e baciandole il dorso, i suoi occhi verdi quella sera brillavano come stelle.

Lei lo squadro per la battuta, il suo sguardo severo, con i suoi occhi blu notte per quanto lo rimproverassero erano una visione celestiale per lui.

Grand voix si diresse alla piazza della Tour Eiffel, li si trovava Angel che faceva una passeggiata.
Abito lungo, nero, da sera e capelli raccolti da uno chignon con qualche ciocca arricciata lasciata libera. Parlava con un bell'uomo. Si era già accorta di essere seguita dalla governante. Saluto il suo accompagnatore e si diresse in un parco isolato li vicino.
“Lee trasformami.” In un lampo di luce si trasformò in Luopnoir.
Vestiva dei stivali lunghi fino al polpaccio in pelle neri, dei pantaloni lunghi dello stesso colore. Una cintura bianca a cui era legata con un nastro una specie di falce in miniatura. Un top bianco che lasciava scoperto l'ombelico, una giacca nera lunga con due spacchi laterali che arrivavano alle caviglie e due cerchi ai polsi bianchi. I capelli erano diventati neri con le punte bianche. La falce non era affilata, legata al nastro per l’elsa, lunga circa 30 cm. Si poteva usare come lo yo-yo di Ladybug per agganciarsi ai palazzi o bloccare i movimenti dell'avversario. Attivando il Cisõ*, la falce congelava per cinque minuti, qualsiasi cosa toccava e il nastro diventava una catena di ghiaccio. Un ghiaccio indistruttibile. Luopnoir aveva una maschera a forma di lupo, che le copriva interamente il volto, lasciando scoperti solo gli occhi, uno ambrato e uno azzurro; si muoveva agilmente, saltando da una parte all'altra come un acrobata. Grand voix, dal canto suo, cercava di colpirla in ogni modo, affannandosi sempre più. I due eroi si stupirono della comparsa del lupo nero, cercando di capire se era loro amica o nemica e schivando gli attacchi dell’akumizzato. 


 
 Cisõ parola nepalese per dire gelo
 
ed ecco la comparsa di Loup. da qui ho preso ispirazione per il suo abbigliamento Risultati immagini per arcanine gijinkaRisultati immagini per blake belladonna
 

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Capitolo 7
*** cap. 6 ***


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“Ehi tu! Chi sei? E perché c'è l’ha con te?” Urlo Ladybug, parando un colpo del nemico.
La corvina si giro verso i due ragazzi e con un salto arrivo da loro. “Io sono Luopnoir, molto piacere lady bug e chat noir”, con un inchino teatrale saluto i due eroi, “mi sa che ho fatto arrabbiare chi la comanda” il suo tono era tra lo scherzoso e il serio.
I due si guardarono un attimo sul da farsi. In quel momento di distrazione Grand voix attacco il trio. Le due ragazze schivarono per un pelo l'attacco ma chat venne preso in pieno per proteggere Marinette.
Dopo un attimo di stordimento il micio si guardo attorno, tenendosi la testa dolente, sentiva solo la voce di Grand voix nella testa, il resto del mondo era silenzio puro. “Lady bug usa il Lucky charm, io userò il mio potere per bloccarla, poi prendile il foglio che ha in tasca e strapparlo, fidati è lì l’akuma.” Le parole di Luopnoir furono una secchiata d'acqua gelida per mari, che era sull'orlo delle lacrime. La mora annui, uso il suo potere, per poi ritrovarsi in mano due paia di tappi per le orecchie. “Perfetto, passamene due e metteteli poi sta pronta ad agire. Cisõ” urlo Loup lanciando la falce contro Gran voix per legarla, il ghiaccio stava già trasformando il nastro in una catena. Lady bug salto sulla torre Eiffel, per poi con lo yo-yo afferrare il foglio che usciva leggermente dalla tasca del vestito, lo strappo. Purifico la farfalla facendo tornare tutto normale. Angel se ne andò senza farsi notare. “Lee tutto bene?” chiese al piccolo kwami nero.
“Si, ho solo fame e sonno.” Rispose lui, sfregandosi gli occhi ambrati.
“Allora andiamo a casa, faye ci sta aspettando e poi domani dobbiamo incontrare una persona” sorrise lei.
“Chat!!” Lady bug era saltata al collo dell'amico, con le lacrime che agli occhi continuava a chiamarlo, non gli importava nemmeno degli orecchini che l’avvertivano del countdown. Adrien ricambio l'abbraccio dell'amica incapace di rispondergli, quei minuti di silenzio puro lo avevano terrorizzato e ora lacrime calde scendevano sul costume. La voce di mari non era mai stata così bella. “Chat, stupido gattaccio, ero preoccupatissima, mi ascolti, ero terrorizzata…” tutta rossa e con le lacrime agli occhi, Lady bug prese il viso di chat rigato dalle lacrime e lo bacio.
Gli orecchini chiamarono l’ultimo rintocco, cenerentola si stava per ritrasformare, non poteva permetterglielo davanti alla folla che si era venuta a creare. Chat, ripresosi grazie al bacio, prese in braccio la ragazza portandola in un vicolo appartato da sguardi indesiderati, poi con molta delicatezza gli alzò il volto imbarazzato e la bacio mentre scompariva la maschera.

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Capitolo 8
*** Cap. 7 ***


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Appena la maschera scompari, la mora si volto coprendosi il volto bollente. Vestiva solo un pigiama estivo, in fondo quel pomeriggio doveva passarlo a casa in pieno relax, mentre quella sera faceva abbastanza freddo. “Ma-Marinette, sei tu?” Chiese Chat leggermente titubante, tutto quello che faceva gli sembrava sbagliato ora. Mari annui leggermente, iniziava a tremare per quell’abbigliamento poco adatto. Il suo peggior incubo si era avverato, rivelare a chat che era lady bug, per tre anni aveva rifiutato le sue avance nelle vesti di eroina, accettandole  solo in vesti civili. Come poteva adesso guardarlo in faccia? penso; sperando di non portare ulteriore sfortuna a se stessa e sull'orlo di una crisi.

Chat d'istinto abbraccio la ragazza, cercando di rassicurarla. “Tranquilla Mari, tranquilla sai sono felice che sia tu la mia compagna di lotte, so che hai avuto le tue buone ragioni per avermi sempre rifiutato.” Sperava che quelle parole la rassicurassero.

Ma ora era lui, a essere indeciso se rilevargli la verità o tacere. Tikki arrivo in suo aiuto, gli si avvicino all’orecchio. “Chat, è meglio se la compri con qualcosa o si beccherà un malanno. E…” vedendo l’indecisione sul volto dell’eroe, “fai quello che ti dice il cuore.” Il viso del biondo si illumino, bisbiglio qualcosa all’anello e un lampo di luce fece girare la mora.

Appena uscito Plagg fu rapito da Tikki, “Shh, lasciamoli un attimo soli, è da tanto che non ci vediamo né.” Sorrise la coccinella.
“Mon cherry, da quanto tempo,” l'unico amore del kwami nero oltre al camembert era lei, la sua Tikki. Prendendola per mano, le fece fare una giravolta tra le sue zampe e la bacio. Gli occhi verde giallo di lui risplendevano come stelle, negli occhi blu notte di lei.

 “A-Adrien, t-tu-tu sei Ch-chat noir” quelle parole non volevano uscire dalla gola di Mari. “Si, my Lady” prendendole la mano e baciandola alla Chat. “Mettiti questo,” passandogli la giacca che indossava, arrossendo leggermente, “vedo che stai morendo dal freddo” ridendo sotto i baffi, per il colorito assunto dalla ragazza. “Gr-grazie.” Non poteva credere che lui, proprio lui fosse Chat, insomma i due suoi amori erano la stessa persona. Coincidenze o fortuna, non le importava, era solo felice di quella notizia. 

Adrien era meno contento, diviso dall’amore per lei e la paura di averla delusa. Fece un gran respiro e ripenso alle parole dette dal kwami della coccinella, prese Mari per un fianco, la strinse a se e la bacio sulle labbra, vendendo subito ricambiato. Poi si avviarono verso casa di lei, dove li avrebbe aspettati una sorpresa.

Durante tutta la strada il cellulare dei due suonava in continuazione, Alya come al solito era sempre pronta a cogliere lo scoop, di certo il bacio tra i due eroi più famosi di Parigi non l’era sfuggito. Dopo aver immortalato in diretta l’avvenimento, aveva intervistato la governante, scoprendo che era un ex cantante di lirica e fan sfegatata di miss Angel; la poveretta già doveva sopportare i capricci di Chloé tutti i giorni ma sentirla dire che era meglio della Giudicelli non lo poteva sopportare. Il resto tutti lo conoscevano.

Ora la bruna stava cercando, per tutta Parigi, gli eroi per intervistarli. Voleva scoprire quando e come era nato il loro amore, voleva sapere ogni cosa, soprattutto la loro identità. Le strade basse per evitare sguardi indesiderati che la coppia aveva preso, non erano il miglior luogo per un primo appuntamento, in più Adrien era ancora attanagliato da una domanda che gli opprimeva il cuore, sempre tenendo il braccio sul fianco della mora, stretta a se per non farle prendere freddo, richiamo la sua attenzione. “Mari…” due occhi azzurro cielo lo guardavano, pieni di paura e felicità. “se-sei…” le parole erano bloccate da un nodo in gola, “sei delusa ?”

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Sul cel. ce l'ho a colori su goggle no

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Capitolo 9
*** cap.8 ***


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La mora lo guardo leggermente stranita, stava pensando, Adrien vedendo la confusione ne suoi occhi, chiari la frase. “Sei delusa di scoprire che sono io, Chat noir?” aveva distolto lo sguardo da lei e le aveva preso la mano, stringendola delicatamente, tremava.

Adrien Agreste tremava, la paura di aver deluso di nuovo qualcuno lo bloccava, facendolo tornare bambino. Mari noto il tremore e l’angoscia, gli prese gentilmente il viso, girandolo verso di se, gli smeraldi verdi erano cupi. “Non potrei mai essere delusa da te, mio Chaton” baciandogli il naso. Adrien si illumino, preso dall’euforia inizio a baciarla alla Gomez* facendola ridere, talmente tanto da farla accasciare a terra. Il collo era il suo punto debole, e il biondo era il vampiro che le avrebbe succhiato via tutto il sangue. Dopo dieci minuti buoni spesi a riprendersi dal ridere, arrivarono a casa Dupain. I genitori di Mari, erano fuori per una convention sul pane in Francia, un evento molto importante a cui si partecipava solo su invito.

“Lee, tu hai fame giusto?” Il kawami annuì, “a casa non c'è più niente” penso la bionda. “E, se passiamo in pasticceria a comprare una torta al cioccolato fondente con granella di nocciole, mandorle, caramello e mou? Ne conosco una fantastica, ti piacerà”. Il piccolo lupo nero stava già sbavando e annuendo con la testa. “Tu conosci tutta Parigi, come le tue mani, ma nessuno si ricorda di te.” Osservo Lee. Ripresosi dal momento di debolezza.
“Tu dovresti sapere bene la ragione, il mio passato.” Accarezzandogli sotto il mento.

“Sei cambiata molto, forse fin troppo.” Le ultime parole le bisbiglio quasi tra se.

Ma essendosi posato sulla spalla di Angel, era inevitabile che lo sentisse. “Siamo arrivati, guarda quanto ben di dio” indicando la vetrina con i dolci esposti. “È chiusa, come facciamo?” Chiese, lui mogio. “Non ti preoccupare conosco i proprietari, ci apriranno anche a quest’ora tarda. E poi devo dire una cosa a Marinette.” Il sorriso e la spensieratezza di quel momento fecero sobbalzare il cuore di Lee. Iniziando a muovere la coda, svolazzando intorno al viso di Angel con fare giocoso. Per quanto fosse serio e scontroso a volte si lasciava andare; in quei momenti era se stesso.

Dopo 5 minuti arrivarono i due ragazzi a braccetto con fare amoroso.
Erano bellissimi insieme, innamorati persi uno dell’altra, per un attimo Angel, vide in loro Gabriel e Viviane, all'epoca di quando andavano a scuola. 
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* alla gomez intendo Gomez addams mi idolo personale e di come bacia sua moglie mortisia

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Capitolo 10
*** Cap 9 ***



“Miss Angel a bisogno” domando Adrien, cercando di nascondere l'imbarazzo per essersi fatto beccare dalla prof.
“Si, mi servirebbe una torta al cioccolato fondente con nocciole, mandorle, caramello e mou.” Rispose la bionda, sorridendo ai due.
“È per una ricorrenza particolare?” chiese Mari mentre apriva il negozio e faceva accomodare gli ospiti.

“Uhm, diciamo di si. È il mio compleanno.” Senza soffermarsi troppo sulle parole dette, ai ragazzi intenta com’era a guardare le creazioni del signor Dupain. 
“Davvero! Auguri miss Angel, quanti ne fa se posso chiedere?” la mora era entusiasta di quella notizia, non sapeva perché ma la prof le sembrava più un amica.
“The secret it's a woman woman.”Sorrise lei, aura di  misterioso l’avvolgeva.

Il lupo la guardava ammaliato, nascosto nella borsetta. Se ci fosse stata Faye, sarebbe già andata addosso ai due per salutarli. 
I ragazzi si guardarono un attimo, sicuri di aver già sentito quella frase. Mari confeziono la torta, in pochi minuti. Porse il pacchetto alla prof e la saluto cordialmente con Adrien. La bionda ringrazio i ragazzi. “E mi raccomando fate i bravi” si lascio sfuggire prima di andarsene, lasciando intendere le intenzioni poco raccomandabili dei due, che diventarono rossi peggio di un peperone.

Sul bancone della cassa c'era in biglietto. 
Domani alle dieci andare al salone dei massaggi.
Fu vi sta aspetta, deve dirvi delle cose importanti sui miraculous.

I due si guardarono un attimo straniti, pensarono all'unisono. 
Adrien lascio da parte un secondo quella cosa per godersi la sua Marinette, ora che erano da soli.
 

Angel arrivo a casa dopo dieci minuti, taglio subito la torta in quattro pezzi e lascio abbuffarsi i due kwami. 
Andò a cambiarsi, poi prese un pezzo di torta e la porse alla foto di Viviane. “ti sarebbe piaciuta sorellona, mi manchi molto, manchi ad Adrien il tuo dono più prezioso e forse a quello scorbutico di tuo marito. Non vedo l’ora di farti tornare a casa e spero che il futuro luminoso che ti aspetta si avveri. Anche se…”

Faye si era avvicinata, “Non ti preoccupare, ci riuscirai come sempre. In fondo tu sei tu.”
pensò tra sé.

Rimasero a guardare la foto per un altro po’, Viviane sorrideva felice abbracciando un bambino identico a lei che avrà avuto tre anni circa. “Faye vieni qui” Lee era rimasto in disparte a mangiare la torta. La piccola volpe si avvicino al fratello. “Cosa vedi?” chiese lui.

Gli occhi viola ametista, iniziarono a brillare intensamente.

“Viviane sta bene, è ancora la.
Nathaniel se vede insieme i ragazzi farà una pazzia e innamorato perso di Mari e non la lascerà a nessuno.”
Faye parlava con un tono monotono, quando fu fermata dalla bionda.

“Non vi preoccupate “Angel si era avvicinata al tavolo. “ma..” Faye non poté finire la frase; la bionda aveva uno sguardo più che determinato e sicuro; una sola altra volta l’aveva vista così e non era finita bene.
 

“Chissà cosa vuole Fu” ripenso Mari abbracciata ad Adrien sul divano letto in camera sua. “Bah, non so dice che deve parlarci sui i miraculous, a proposito dove sono quei due?” Riferendosi ai loro kwami che erano scomparsi da un po'.

“Non ti preoccupare, siamo qui anzi portaci del camembert e dei biscotti al cioccolato.” Salto su Plagg con il solito tono del voglio ora. Era appoggiato su una mensola con Tikki vicina, facevano i piccioncini più dei due ragazzi. “Plagg, lasciali in pace” disse lei in tono di riproverò verso il suo amore. “Tikki, tu sai cosa vuole dirci Fu?”
Domando Mari mentre Adrien era andato a prendere da mangiare per tutti.

“Forse si, forse vuole raccontarvi la nostra storia, io non so cosa o chi ero prima di essere un quella che sono adesso; lui dovrebbe saperlo essendo il guardiano.” “Ma Marinette” la sua voce si fece da serie a smielata. “Sono le undici passate meglio che andiate a letto” proprio in quel momento Adrien era sbucato dalla botola. Mari si voltò, stava per parlare anche se bastava il suo sguardo per lei, preoccupata per le sorti del biondo se fosse rincasato a quell’ora tarda; fu fermata da lui. “ Non ti preoccupare, mio padre non romperà gli avevo già detto che oggi mi sarei fermato da Nino, che tra l'altro mi ha dato buca per Alya”. Con un accento di rimprovero per il fidato amico.

Avvicinandosi alla mora la prese per i fianchi e iniziò a farle il solletico prima sopra alla maglia e poi pian piano sotto. “Adrien…smettila…da…daii..dai” non riusciva a comporre una frase di senso compiuto, dimenandosi e ridendo, cercava di riprendere fiato. Il biondo si porse sempre più su di lei iniziando a baciarle il collo, sempre più su arrivando all’orecchio per sussurrargli parole dolci.



 
ed ecco qui un capitolo che salta da una casa all'altra che vuole Fu?

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Capitolo 11
*** Cap 10 ***


Kwami • Miraculous Ladybug: not exactly an anime. But almost. Watch it.  It's full of beauty.
“Bip-bip…bip-bip”
La mano di Marinette si posò sul cellulare per spegnere quel bip fastidioso, erano le nove di domenica. Un gesto talmente manuale da non farle aprire gli occhi; ancora assonnata sentiva qualcosa di pesante e caldo su di lei, alzò lo sguardo offuscato per capire da dove veniva quella sensazione; un braccio che le cingeva il fianco mentre le gambe erano intrecciate con altre due. La mora ripenso al giorno,  , quest’ultima cosa la fece diventare paonazza girandosi per vedere il biondo che dormiva beatamente abbracciato a lei.

Poi erano successe varie cose ed erano crollati sul letto, anche se lui aveva detto che sarebbe andato a dormire sul divano. Proprio in quel momento il bel addormentato si tirò un po' su per arrivare all’altezza di lei, che immersa nei suoi pensieri non sentiva nulla, si allungo all'orecchio “ciao mon chery” le sussurro.
La mora si sentì scorrere una scarica elettrica per tutto il corpo, girandosi ancora rossa in viso venne baciata da Adrien, all’inizio sulla bocca in modo passionale poi sempre più giù.
“A-adrien do-dobiamo anda-andare da Fu” parlare le era difficili quando le faceva certe cose. Lui la guardo malizioso per poi beccarsi una cuscinata. Risero e si prepararono, alle nove e cinquanta furono da Fu che li accolse con Waizz.

“Prego di qua, sedetevi comodi. È giunto il momento che sappiate chi erano i kwami; la loro storia è stata tramandata a per secoli nella mia famigli a di guardiani”. Fu era molto serio ma cordiale, fece accomodare tutti in una stanza appartata da occhi indiscreti. Solo una persona c'era dietro la porta che li separava, solo lei poteva e doveva essere li. 
“Tanto tempo fa, in una terra lontana nacquero dieci bambini, nove di loro portavano in sé lo spirito di un animale sacro mentre il decimo la voce degli dei.

I nove animali erano:
• Il gatto nero;
• La coccinella;
• La tartaruga;
• La volpe;
• L’ape;
• Il pavone;
• La farfalla;
• Il lupo nero;
• La volpe bianca;
 
Nel mentre che raccontava Fu mise sul tavolo che c'era nella piccola stanza, dei pupazzetti raffiguranti i dieci ragazzi.
 
“Loro vivevano in un villaggio su nelle montagne, circondato da potenti regni, ma tutto sommato vivendo tranquilli.

Essendo nati secondo una profezia, tutti loro vennero addestrati per proteggere la sacerdotessa.

Il tempo passo velocemente e tutti e dieci i ragazzi diventavano sempre più forti, iniziando anche a provare dei sentimenti fra di loro; ma un giorno il principe del nord decise di prendere in sposa la sacerdotessa, senza sentire ragione. 

Lei si oppose, era innamorata e ricambiata dal lupo nero.
 
Il principe dichiarò guerra.” 
 
I due ragazzi si tenevano per mano stretti, assorto più che mai nel racconto, che sembrava prendere vita davanti ai loro occhi. 
 
Tutti si prepararono a combattere, ma la loro battaglia sapevano bene sarebbe stata solo un azione suicida.

Il principe Tulekan arrivo con cinquanta cavalieri scelti, scatenando l'inferno in quel villaggio.

Uno a uno i nove guerrieri iniziarono a cadere.

I primi furono il pavone e l'ape, poi la volpe e la tartaruga che erano i primi alle porte del villaggio.

I ragazzi sentivano le urla di dolore dei compagni, distrutti dovevano continuare a lottare per il domani.

 
La farfalla e la volpe bianca proteggevano le porte del santuario, dopo di loro c'erano il gatto nero e la coccinella, e nell’ultima stanza il lupo nero e la sacerdotessa.

Quest'ultima sentiva le anime dei guerrieri uno a uno andarsene che fossero amici o nemici, un dolore innimaginabile provava per ogni singolo caduto. 

Questa guerra ingiusta era solo un massacro per il divertimento del principe. 

 
La notte scese sul campo di battaglia e con essa anche la fine di quello scontro, in cui non ci furono ne vincitori ne vinti, ma solo morte e disperazione.

Allora gli dei dal cielo avendo assistito impotenti decisero di rimediare a quelle morti ingiuste, interpellando la morte stessa.

Cercando di rimediare a quella tragedia.”
 
“Da qui in poi la leggenda si offusca e non si sa bene cosa sia successo. Due cose sono sicure i per essere dei portatori bisogna avere un cuore giusto e sacrificare qualcosa a noi importante per qualcun altro che sia amico o sconosciuto per onorare il loro sacrificio.” Fu finni il racconto con un pizzico di malinconia, guardando i tre kwami che giocavano tranquilli.

Poi si rivolse ai ragazzi “questo è quello che mi è stato tramandato, se avete domande…” in quel momento suono il telefono di Adrien, aveva un servizio alle due del pomeriggio e doveva correre a prepararsi. "scusi della fretta ma mio padre mi ammazza se faccio tardi” chiari il biondo, inchinandosi davanti a Fu e poi baciando sulla guancia Mari scappò al servizio.
 
La mora parlo ancora un po' con il guardiano, lo ringrazio e si diresse a casa con Tikki. Si era scordata dei bozzetti da preparare per la recita, domani era lunedì non le sembrava ma era solo passata una settimana fantastica e ricca di sorprese.
 
 Fu aspetto che la mora uscisse del tutto dal negozio. “oggi dovevi dirgli la verità…, come mai non l’hai fatto?” chiese il vecchietto alla persona dietro alla porta.
 
“Non potevo, guardarli come faccio a dirgli adesso devi mollate tutto e venire in Tibet con me? È una cosa rischiosa e ci sono molte possibilità che non torniamo indietro. Come faccio a togliergli tutto questo?! Non deve soffrire come me” replicò la figura misteriosa.
 
“So bene che non è giusto ma se riuscirete a portarla indietro anche lui tornerà a essere libero dalla oppressione di Tulekan. Tu conosci molto bene la leggenda, ormai l’ora è giunta dovete essere tutti uniti per sconfiggerlo.” Disse Fu con fervore.
 
“Per ora portiamo avanti lo spettacolo, The show must go on” E con quest’ultima frase la figura misteriosa se ne andò.
 
 
 
Marinette passo tutto il pomeriggio a fare schizzi, guardarli, buttarli e ricominciare finché non si addormento sul tavolo di lavoro. La sveglia suono le 7.30 di Lunedi, aveva dormito tutta notte sulla sedia d'ufficio, molto comoda, senza essere super convinta dei suoi ultimi bozzetti; ma ormai era tardi doveva andare a scuola con quelli e sperare il dio che andassero bene, per giunta era anche in ritardo.
 
La campanella suono due minuti dopo del solito, lasciando la mora entrare in classe per il torto della cuffia.
 
Tutti salutarono miss Angel e iniziò la lezione. Passarono le prime tre ore tranquille il suono della campanella che annunciava la pausa, risvegliò mari dalla sua trance. Era ancora sconvolta dalla leggenda di ieri e non poteva stare con Adrien per alimentare i sospetti di Alya con cui aveva messaggiato il giorno prima. Consegnando i bozzetti alla prof, usci con gli altri in cortile. 
 
Parlavano tutti del bacio fra Chatnoir e Ladybug, facendo mille teorie e allusioni, mentre i due diretti interessati si sentivano osservati da sguardi accusatori. Poco dopo suono la campanella di fine pausa e le altre due ore filarono veloci, più del solito.

Da lì a tre mesi ci sarebbe stata la recita.
 
Tre mesi che per Marinette ed Adrien passarono così in fretta da sembrare un secondo. Si era giunti alle prove in teatro. 
 

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Capitolo 12
*** cap.11 ***


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“Benvenuti nel Teatro dell’Opera di Parigi ragazzi. Dopo tre lunghi mesi di prove in individuali, siete pronti a recitare insieme in questo teatro maestoso. Non abbiate paura del palcoscenico, ma amatelo e lui vi aiuterà, ok? Mentre miss Angel, parlava i ragazzi si guardavano in torno ammaliati e spaesati da quella maestosità che lei tanto amava.

Tutti salirono sul palco e iniziarono a mettersi secondo le disposizioni di Angel, recitando le battute. I macchinisti del teatro si erano seduti per creare un mini pubblico e si stavano divertendo molto, nel vedere la passione che i ragazzi ci mettevano, anche se l’imbarazzo e gli errori non mancavano.

“Adrien, Marinette e Nathaniel venite qui. Questa è la scena in cui i tre si incontrano. Nat tu devi essere passionale, non vedi Mari da tanto e la vuoi far felice.” A quelle parole il rosso arrossi, mente il biondo stava ribollendo di gelosia. Erano due fuochi. “Adrien invece tu devi ammaliarla, sedurla, devi incantare Mari per condurla nel tuo covo e farla tua. Mentre Mari tu cerca di far vedere la tua indecisione su chi seguire. Pronti? Forza la gloria vi aspetta.” Angel spiego la scena un po’ complessa.

I tre ragazzi recitarono molto bene incantando tutti, Chloé stava sbavando e morendo dentro per non essere lei li con Adrien.

Anche il rosso stava ribollendo perché Mari, la sua Mari, guardava con gli occhi cosi dolci quel riccone e non lui, ma si trattenne per non essere akumizzato.

Le prove continuarono fino ad arrivare a un'altra scena clou. “Ragazzi qui la protagonista toglie la maschera al fantasma innescandone l’ira. Quindi Adrien devi trattare Mari male, lei è Pandora ed ha aperto il vaso che le avevi detto di non toccare, scatenando la tua ira. Ok?” Miss Angel spiegava bene a tutta la classe, trasmettendo emozioni palpabili.

Nathaniel si giro, non voleva vedere quella scena. Non riusciva a sopportare come lei veniva trattata.

“Chloé, la prossima è la tua scena qui devi tornare e devi farti implorare l’aiuto che solo tu puoi dare al teatro e in questo sei un asso. Ti do il permesso di fare la prima donna sei tu la star.” Angel sorrideva sicura della scelta fatta.

Le prove continuarono per un bel po', verso le tre si fece una pausa. Il gruppo di amici della mora si stava divertendo mentre mangiavano un panino; quando il rosso si avvicino e chiese a Mari se poteva parlargli. Adrien lo fulmino con lo sguardo ma in quel momento arrivo la bionda cotonata che lo rapi per pranzare insieme.

“Mari, io non sopporto come ti tratta Adrien nelle prove, non riesco… non voglio che tu lo segua anche se si tratta di una recita. Insomma Marinette io ti Amo” il rosso era imbarazzato nel dire quelle parole, la mora non sapeva come ribattere e non ne ebbe il tempo. Appena apri la bocca per parlare Nat le prese i polsi. La tiro a sé e la bacio davanti a tutti. Mari si dimeno come poteva ma lui strinse la presa, spingendola contro il muro. In quel momento Adrien corse dalla ragazza e allontano il compagno di classe, che aveva uno sguardo soddisfatto in volto. “Lei è mia” disse prima di andarsene. Il biondo prese Mari e la porto via, la poveretta era sconvolta dall’accaduto, con le lacrime agli occhi.

“Tranquilla non è successo niente, va tutto bene.” Adrien cercava di restare calmo e tranquillizzare la sua fidanzata. Sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi alla chat, ma tenendo gli occhi aperti, si sentiva osservato.

Nathaniel, nel mentre, andò da Chloé che se la rideva. “Questo non è niente la prossima mossa tocca a te” avvicinandosi all’orecchio della bionda che sorrise avidamente “lascia fare a me” gli rispose lei, per poi andare da Sabrina che l’aspettava poco più in là.

Le prove ripresero ma la tensione era palpabile.

Verso le diciassette si arrivo alla scena finale.

“Raul (Nat) legato sta rischiando di morire, mentre Christine (mari) deve decidere chi ama e dimostrare al fantasma (Adrien) che la gente non è così cattiva.” La prof spiegava la scena, ma si era accorta che c’era qualcosa di strano.

Cantarono molto bene, il bacio fu eccezionale, la passione era tangibile ma la paura di Mari la blocco, non voleva essere toccata dal rosso non dopo quello che gli aveva fatto.

Non riusciva a continuare e le prove si bloccarono.

“Stop-stop. Per oggi andiamo a casa riprendiamo domani alle otto. Dormite bene manca una settimana alla prima” miss Angel saluto tutti ma fece cenno alla sua coppia preferita. Quando tutti se ne andarono, si avvicinò ai ragazzi. “Mari so che è successo, e se non te la senti lo capisco.” Angel sapeva bene come si sentiva la mora e non voleva forzarla. “No, lui non rovinerà la mia recita, grazie miss Angel” Mari era sostenuta dal biondo, che la teneva stretta a se e le accarezzava un braccio.
Andarono a casa, quella sera un gatto nero sarebbe andato a farle visita senza trovarla.

Ladybug correva sui tetti, saltava e si buttava nel vuoto per poi lanciare lo yo-yo. Le lacrime le offuscavano la vista, rischiando di farla cadere più volte, poi arrivo a Notre dame. La chiesa gotica era l’unica compagnia che voleva. Il silenzio e il buio erano un ottimo rimedio per lo stato d’animo che l’eroina di Parigi provava in quel momento. Combattuta, triste e stanca si sedette su una colonna della chiesa, vicino a un gargoyle.

Chat non trovando a casa la sua bella, e preoccupato per i fatti avvenuti oggi la cerco per tutta Parigi.

Trovandola a singhiozzare sola, si avvicinò in silenzio come un gatto. Si era pure de trasformata e di Tikki neanche l’ombra. Un nodo gli sali alla gola. Cercando di schiarirsi la saluto, l’abbracciandola da dietro.

“Buona sera princess.” Chat sfoderava sempre sorrisi maliziosi irresistibili.

Ancora non riusciva a fondere le due identità del suo fidanzato e di certo non se l’aspettava li. Sobbalzò al contatto con il ragazzo, girandosi per vedere chi fosse.
Il viso rigato dalle lacrime, gli occhi rossi e il tremore del corpo dato dal freddo e i singhiozzi.

A forza di essere Lady bug, la paladina della giustizia, non riusciva più a esternare i sentimenti negativi. Li sfogava da sola, senza Tikki.
A volte di notte, senza far rumore, stringendo il cuscino a se, altre invece andava in posti isolati come questo e si sfogava.
Non voleva nessuno, mentre in realtà vorrebbe solo qualcuno con cui sfogarsi.
Essere Ladybug a volte era una condanna, l’eroina non poteva dimostrarsi debole; Marinette non poteva far preoccupare più del dovuto con la sua sbadataggine e il suo essere io> pensava poco prima dell’arrivo del biondo.

“Chat, che ci fai qui?” cercando di asciugarsi le lacrime e sembrare normale. Il ragazzo la strette di più a se, sussurrandole all’orecchio “va tutto bene, io sono qua sfogati pure. Il tuo micio preferito è qui perrr te” gli stringeva sempre più il cuore.

Il biondo si chiese: Come poteva essere stato cosi cieco per anni? Tutte le volte che l’aveva vista con lo sguardo nel vuoto in entrambe le sue identità. Quante volte aveva sicuramente trattenuto le lacrime davanti a lui>.

Mari si strinse a lui, iniziando a singhiozzare delle scuse per il rosso, per il bacio, per averlo fatto preoccupare. 
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Capitolo 13
*** cap. 12 ***


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Mari sentiva di aver tradito Adrien con quel bacio e non poteva perdonarselo. Sarebbe dovuta stare più attenta, se si fosse accorta delle sue intenzioni prima, forse avrebbe evitato quella cosa. I forse continuavano a balenargli in testa, e mandando fitte al cuore.

Passo almeno una mezz'ora prima che la mora si calmo, la testa appoggiata al petto, gli occhi stanchi e gonfi, il corpo infreddolito e le dita ancora aggrappate al costume del ragazzo, come a cercare di rimanere aggrappate a quell' unico sostegno, con la paura nel cuore che se ne andasse.

Chat le alzò il mento con due dita come era solito fare, guardandola negli occhi azzurro oceano, ora lucidi e rossi. Lei distolse subito lo sguardo. In lui aveva visto solo amore incondizionato, ma ora quei occhi verdi smeraldo che amava tanto le facevano solo paura. Chat non demorse e con molta delicatezza la bacio, stringendola a sé. Sentendo due lacrime rigargli le guance. Mari cerco di allontanarlo, non le sembrava giusto, ma il calore che le veniva trasmesso la faceva sentire bene, lasciandosi coccolare tra le braccia di Chat.

Marinette aveva detto ai suoi che non sarebbe tornata a casa per dormire; con Tikki aveva litigato e il piccolo esserino non voleva sentire ragioni o scuse e se ne era andato a casa; spiego la mora con voce rotta ancora da qualche singhiozzo. Mentre villa Agreste era vuota, infondo lo era sempre che ci fosse suo padre o no, penso Adrien. Ma in quei giorni l'uomo era a una sfilata in Italia con Nathalie e il loro autista, nella testa del ragazzo baleno un idea. Prese in braccio la mora e si butto nel vuoto. Dopo circa dieci minuti arrivarono nella camera di Adrien, il quale prese subito una coperta con cui avvolse la ragazza infreddolita.

Abbraccio la fidanzata e gli porse una cioccolata calda. Si addormentarono poco dopo insieme.
 
Al mattino le chiamate perse di Alya li svegliarono, erano le otto e trenta. Dovevano ancora vestirsi, lavarsi e per cambiare arrivare dall'altra parte della città. Marinette andò nel panico completo, mentre il biondo rideva della scena a cui stava assistendo.

Il campanello suono.

Angel era passata a prenderli, i due ragazzi si prepararono come fulmini e dopo dieci minuti erano in macchina della prof. La domanda più ovvia che si fecero però è come potesse sapere che erano insieme. La donna vestita in abiti eleganti ed attillati faceva la sua figura alla guida della Ferrari rossa.

“Grazie, ma come faceva a sapere che eravamo in ritardo?” chiese con titubanza Marinette.

La bionda alzò lo sguardo sullo specchietto retrovisore per vedere le faccia dei ragazzi, "sta sera vi dirò tutto. Trovatevi da Fu dopo le 21” fredda e distaccata, quasi stanca di tutto, rispose ai ragazzi.

Le prove ripresero da dove si erano interrotte e tutto andò per il meglio. Ci fu la pausa e anche oggi il biondo fu rapito da Chloé che si avvinghiava a lui peggio di un polpo.

La prof invece ripenso alla sera prima. Faye aveva avuto una visione del futuro molto preoccupante. “Marinette è in grave pericolo, la tua vecchia conoscenza sarà la causa di una tragedia.” Aveva detto la piccola volpe bianca con tono monotono. “Lee cosa è successo poco fa a Nôtre-Dame?” aveva chiesto Angel al piccolo lupetto subito dopo.

Gli occhi ambrati iniziarono a brillare. “Marinette soffre per oggi, Adrien è andato a cercarla, l'ha trovata…” anche lui usava un tono monotono quando usava i suoi poteri. Ripensando a ieri sera, si stava mangiando le unghie dal nervoso. Lui, proprio lui doveva rovinare la prima di questi ragazzi. Quei pensieri la mandavano in bestia. I due kwami non potevano far altro che guardarla, non potendo rilevarsi quando un urlo interruppe quei pensieri.

Chloé stava strillando come suo solito, imbratta dalla testa ai piedi di catrame e piume. Nessuno rideva, quella scena surreale non poteva essere vera. L'attenzione dalla prof, accorsa al grido, passo dalla ragazza a una lettera per terra. Lettera al quanto strana, sembrava una riproduzione di quelle che avrebbero usato, ma non lo era.
Sigillata con la c’era rossa e un vessillo a forma di teschio.

Citava questo:
Benvenuti nel teatro dell'opera, il mio regno.
La ragazza qui presente si crede troppo superiore agli altri. Per questo gli ho dato una lezione.
Per la ragazza che fa Christine, la mia amata Christine, voglio che alla prima di sabato sera venga nei miei alloggi.

Cordiali saluti.

Firmato: the phantom of Opera.


 
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scusate la cortezza del capitolo ma ho molti impegni

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Capitolo 14
*** cap. 13 ***


Risultati immagini per marinette e tikki Angel nel leggere quelle parole sbianco, non poteva essere vero lui era tornato.

“Chloé vieni subito con me, il catrame usato è quello di scena, una pulita veloce e tornerai come prima.”
Cercando di tranquillizzare la ragazza, con al seguito Sabrina, andarono nei camerini. Tutti erano parecchio spaesati, nessuno aveva visto o sentito niente, neanche Alya con il suo cellulare sempre accesso aveva catturato niente; sembrava veramente opera di un fantasma.

“Marinette” la chiamo il biondo a sé, “sta sera dobbiamo andare da Fu e devi far pace con Tikki, anche lei è coinvolta in questa storia, e senza di lei non puoi essere Ladybug.” Con tono caldo e tranquillo, parlava alla mora per convincerla, ostinata peggio di un mulo.

Mari ripenso alla litigata avuta la sera prima con la piccola coccinella. “Mari non puoi continuare così, devi parlarne con qualcuno, non puoi essere sempre forte come Ladybug” aveva detto il piccolo kwami. “Io sono Ladybug, non...non posso farmi vedere così…io…io” la voce rotta dal pianto e i singhiozzi. “Su, dai andiamo da Adrien, parlargli dei problemi, delle tue paure di sicuro lui capirà” la coccinella, con un tono decisamente preoccupato, cercava di convincere la sua protetta. “BASTA, vattene Tikki!! Voglio stare da sola! Lasciami in pace!” non pensava veramente quelle cose ma, Marinette sull'orlo di una crisi di nervi non aveva calibrato bene le parole; offendendo la sua amica più cara e compagna di lotte. A pensarci adesso, le veniva da piangere dandosi della stupida. Dopo un paio di minuti di ripensamento, “Adrien puoi chiedere a Plagg di portare qui Tikki, vorrei sbagliarmi ma qui sta accadendo qualcosa e sicuramente avremmo bisogno di trasformarci” disse con tono deciso e risoluto.
“Plagg hai sentito” chiese il biondo al piccolo kwami nero.
“Certo, per la mia forrrmaggina farei di tutto ma, bello mio mi dovrai una forma di camembert” ribatte Plagg, già affamato, per poi sparire velocemente dal teatro in direzione casa Dupain-Cheng.

Poco dopo Chloé torno bella pulita, indignata e furiosa. Sbranava con gli occhi chiunque le capitasse a tiro, voleva sapere chi era stato sicura della colpevolezza di un compagno di classe. Si era ritrovata coperta di catrame e piume, era stata derisa e umiliata, qualcuno doveva pagare.
Stranamente le prove ripresero e finirono senza che nessuno venne akumizzato, qualcosa bolliva in pentola.

Erano le sette di sera quando una Ferrari rossa sterzo nel giardino di Villa Agreste, il gorilla/guardia del corpo accorse subito, solo per venire ghiacciato dallo sguardo di Angel. “Buona sera Lady della Croix, cosa posso fare per lei?” chiese gentilmente Nathalie accorsa in giardino.
“Chiama subito mio cognato, niente se o ma, lo voglio vedere adesso dobbiamo discutere di affari. E anche del tè, grazie.” Con tono deciso, Angel impose il suo volere alla segretaria, costretta ad ubbidire.
“La gente lavora sai e ha degli impegni, non puoi piombare qui e fare i tuoi comodi.” Gabriel cercava di mantenere un tono pacato, anche se era evidentemente irritato.

Nathalie lì accompagno nella sala da pranzo e fece portare subito del tè.

“Niente convenevoli, Gabriel so che sei Papillon.” Sorseggiando il tè, la bionda restava impassibile continuando quelle affermazioni pesanti; mentre il signor Agreste ascoltava sgomento, senza poter controbattere.

“Non mi interessa quale scusa o motivo ti spinga a farlo, adesso io voglio sapere chi hai akumizzato in questo momento, chi hai sotto la tua influenza?”

“Perché dovrei dirtelo? Non puoi neanche provare quello che dici.”

“Tuo figlio è in pericolo ogni giorno, sai?”

“Adrien non può essere in pericolo ogni suo spostamento è controllato, so dov'è in ogni momento” il signor Agreste, per la prima volta, iniziò ad alternarsi aumentando il tono della voce.

“Ah sì? È allora dove adesso? Con chi? Perché ti ostini a tenerlo in questa gabbia di vetro? Lui è come sua madre, libero.”

Quelle parole tagliarono Gabriel facendogli perdere il controllo.

“Non osare parlare di lei in mia presenza. Tu, proprio tu che non sai niente. Se anche fossi…vuoi fermarmi? Vuoi farmi un'altra predica? Che cosa vuoi?!” Le urla dei due rimbombavano nella villa.

“La verità! Voglio che tu accetti la verità, è che Adrien sappia. Questo voglio.” Angel riprese un attimo compostezza. “Sta sera gli dirò tutto, spetterà a lui scegliere a chi credere.” Fini con voce più calma.

Con voce ormai tremante Gabriel chiese un patto con il diavolo.

“Prometti che non gli dirai che sono Papillon. Per favore, Angel.”

Sorridendo soddisfatta della vincita la bionda concordo le condizioni del patto.

“Come vuoi, ma adesso dimmi chi hai sotto la tua influenza.”

Nel mentre Adrien stava aspettando l'autista davanti al teatro con Marinette. Il gorilla era in ritardo di qualche minuto, quando arrivo i due ragazzi salirono. Prima passarono a casa dei Dupain e poi arrivo a casa sua appena in tempo per vedere miss Angel uscire dalla villa, suo padre sulla porta con un espressione irritata.

Con una sterzata violenta, la Ferrari usci dal cancello, il biondo sali le scale e salutando lo stilista corse in camera sua.

Dopo cena sgattaiolo fuori di casa, arrivando da Fu puntale.

Marinette arrivo poco dopo, come al solito in ritardo. Entro nel negozio dove venne accolta da Wayzz e accompagnata nella stanza dove gli altri ospiti aspettavano.

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Capitolo 15
*** Attenzione ***


Finché non riuscirò a vedere i nuovi episodi della seconda stagione la stotia sarà ferma dal capitolo 13 in poi sarà spoiler

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