Almeno tu nell'universo di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Odio et amo ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Litigate in casa Son ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Quotidiana tristezza ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Scambio di e-mail ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Un timido regalo ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Risveglio mattutino ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Vibrante intimità ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Un sole solo mio ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Tu sei diverso ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Dichiarazione ***
Capitolo 11: *** Cap.11 La gelosia di Videl ***
Capitolo 12: *** Cap.12 Insani timori ***
Capitolo 13: *** Cap.13 La sirena ***
Capitolo 14: *** Cap.14 Innamorati sempre di più ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Odio et amo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.1 Odio et amo
Sai,
la gente è strana prima si odia e poi si
ama.
Videl si sporse dalla finestra della
KameHouse e appoggiò i
gomiti sul davanzale, socchiuse gli occhi e abbassò lo
sguardo.
Il vento faceva ondeggiare le foglie
delle piante, la luce
del sole le illuminava facendo brillare la sabbia dorata della spiaggia
e si
rifletteva sulle onde del mare blu terso.
Osservò Bulma e Vegeta nel
giardino, le loro figure erano
coperte dall’ombra di una palma.
“Devi smetterla di
ignorarmi così!” gridò Bulma, dimenando
una mano.
Vegeta strinse le labbra fino a farle
sbiancare, sciolse le
braccia incrociate sul petto e si sporse. Tolse dalle mani della moglie
il
bicchiere di vino e rovesciò il contenuto per terra.
“Non sto ignorando te,
semplicemente non voglio rimanere con
quegli altri” ribatté.
Bulma gli tolse il bicchiere dalla
mano e digrignò i denti.
“Mi pareva finalmente tu ci
andassi d’accordo, scimmione”
borbottò.
“Non mi piace la compagnia
degli altri, donna” disse Vegeta,
indurendo il tono.
Videl rabbrividì,
allontanandosi dal davanzale.
< Non capisco
perché stanno insieme, se si odiano >
rifletté.
Vegeta afferrò la moglie
per il braccio e la trasse a sé,
passandole il braccio intorno alla vita.
“Solo la tua”
disse con voce roca. Abbassò il capo,
chiudendo gli occhi e la baciò. Bulma chiuse gli occhi e
ricambiò il bacio,
socchiudendo le labbra.
Videl scosse il capo e
rientrò, chiudendo la finestra.
“Che facevi?” si
sentì domandare. Si girò, facendo
ondeggiare i corti capelli mori e sorrise, vedendo Gohan entrare nella
stanza.
“Riflettevo su quanto
è strana la gente. Prima si odia e poi
si ama” disse.
Gohan ridacchiò e
allargò le braccia.
“Da quando sto con te,
posso solo amarti ogni giorno”
ammise.
Videl lo raggiunse e lo
abbracciò, appoggiandogli la guancia
sulla spalla.
“Dimmi la
verità, sarò una moglie
insopportabile?” chiese.
Il fidanzato le accarezzò la testa.
“Sarai una moglie anche
più comprensiva di quanto mi merito”
disse gentilmente.
Videl gli sorrise.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Litigate in casa Son ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2 Litigate in casa Son
cambia
idea improvvisamente, prima la verità poi
mentirà lui.
Videl sbadigliò e
socchiuse gli occhi, sentiva delle urla
provenire dal piano di sotto. Si voltò e sorrise,
riconoscendo il viso di Gohan
nell’ombra. Il fidanzato era steso al suo fianco e le teneva
il braccio
appoggiando sul fianco. Lo scostò pian piano, ascoltando il
respiro regolare di
lui, semi-coperto dalle urla sempre più alte.
Accarezzò delicatamente il viso
di Gohan e si allontanò da lui, sistemandosi seduta sul
letto. Cercò a tentoni
con i piedi le ciabatte e le infilò, alzandosi in piedi. La
camicia da notte
azzurrina le aderiva al corpo, lasciando intravedere le forme di lei
attraverso
la stoffa. Avanzò fino alla porta, si voltò a
guardare il fidanzato addormentato
e si girò nuovamente, socchiuse l’uscio pian piano
e uscì dalla stanza. Si
richiuse la porta alle spalle e si avviò alle scale, le
scese lentamente, le
urla si facevano sempre più forti.
Si fermò a metà
scala, abbagliata dalla luce delle lampade e
si sporse, osservando nel salotto.
Goku era accomodato sul divano e
fissava lo schermo del
cellulare.
“Ti ho visto ieri al
mercato, ero andata a fare la spesa!”
sbraitò Chichi. Camminava avanti e indietro, davanti al Son.
“Chichina,
allora
non capisco di cosa ti lamenti. Stavo lavorando, come vuoi
tu” gemette Goku.
Chichi dimenò le braccia,
i suoi occhi erano arrossati.
“Stavi mercanteggiando sul
prezzo! Questo vuol dire che lo
conosci il valore del denaro” gridò al marito.
Goku abbassò il cellulare
e guardò la moglie.
“Non capisco
perché non sei contenta. Ho perso una giornata
di allenamento perché…”.
Iniziò a scusarsi.
Chichi si fermò,
piegandosi in avanti, mettendo le mani sui
fianchi.
“Tu sai contare!”
gli urlò in viso.
Goku la guardò in
voltò.
“No, non lo so
fare!” sbottò.
“E allora come facevi a
sapere che era poco!” gridò Chichi.
Goku si sporse all’indietro
e si appoggiò allo schienale del
divano.
“Perché per te
è sempre poco!” urlò a sua volta.
“Sei un
bugiardo!” sbraitò Chichi.
Videl indietreggiò
silenziosamente e si premette contro il
muro, chiudendo gli occhi.
< Fino a stamattina Chichi era
gentile. Cambia idea
continuamente, solo per nascondersi che questo matrimonio è
fallito in
partenza. E lui non fa altro che mentire… sì che
Gohan soffriva così tanto a
saperlo morto > pensò.
“Se non vuoi lavorare,
allora perché lo fai?!” gridò Chichi.
Goku strisciò lateralmente
sul divano, allontanandosi da
lei.
“Perché minacci
di lasciarmi a digiuno. Urca, io ho fame!”
piagnucolò, incassando la testa tra le spalle.
“Tanto lo so che il cibo te
lo passa di nascosto Re Kahio”
ringhiò Chichi.
Videl risalì
silenziosamente le scale, dirigendosi
nuovamente verso la camera del fidanzato.
< Mi chiedo da chi abbia preso
Gohan, non dai genitori.
Povero amore mio… meno male che almeno Goten non sta
dormendo qui a casa o
queste urla lo avrebbero svegliato > pensò.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Quotidiana tristezza ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: Two
Steps From Hell – His Brightest Star Was You .
Cap.3
Quotidiana tristezza
senza
serietà, come fosse niente…
Gohan
mugolò, allungò una mano
nel sonno e tastò le coperte, le afferrò e le
tirò, coprendosi.
Videl
avvertì una sensazione
di freddo e cercò la coperta con la mano, trovò
il lenzuolo e vi si avvolse.
Starnutì, il naso le prudeva e socchiuse gli occhi.
Osservò l’oscurità intorno
a lei e riconobbe l’ombra prodotta dal suo armadio. Si
girò su un fianco e
batté le palpebre, la sua vista si abituò al
buio. Vide la figura di suo marito
e lo abbracciò, aderendo con il corpo alla coperta che
avvolgeva il saiyan. Gli
appoggiò la testa sulla spalla e si addormentò
nuovamente.
Gohan
avvertì il respiro della
moglie solleticargli il collo e, senza svegliarsi, appoggiò
la testa su quella
di lei, sorridendo.
Le
lancette dell’orologio
appeso alla parete si muovevano mentre i ticchettii che producevano
risuonavano
nella stanza.
Una
stella cadente, con una
scia azzurra luminescente, percorse il cielo fuori dalla finestra. Man
mano lo
scenario blu-nero, divenne sempre più chiaro e le montagne
si tinsero del rosa
dell’alba.
Videl
socchiuse un occhio e si
deterse le labbra secche con la lingua. Si staccò dal marito
e si sedette sul
letto, sollevandosi i pantaloncini del pigiama. La pelle della sua
pancia,
sotto l’ombelico, riportava i segni rossi
dell’elastico dell’indumento. Mise i
piedi a terra e rabbrividì, sentendo il pavimento gelido
sotto le piante. Si
alzò in piedi e si passò entrambe le mani sulla
parte superiore del pigiama,
alcune ciocche dei suoi corti capelli neri le ricadevano scompigliate
davanti
al viso ovale.
Raggiunse
il bagno ed entrò,
chiudendoselo alle spalle.
Gohan,
senza svegliarsi, tastò
intorno a sé, sporse il labbro inferiore e rotolò
fino al centro del letto.
Il
rumore dei suoi mugolii e
il ticchettio dell’orologio, insieme al rumore del vento che
proveniva da
fuori, vennero coperti dallo scrosciare dell’acqua.
Videl
finì la doccia,
richiudendo l’acqua, indossò il suo accappatoio
rosa tenue e con un asciugamano
candido si asciugò i capelli umidi.
Tornò
nell’altra stanza e
recuperò silenziosamente i propri indumenti puliti, si
vestì e riportò in bagno
accappatoio e asciugamano. Ascoltò Gohan sbadigliare,
tornò in camera da letto
e s’infilò delle ciabatte, osservò il
marito assopito e sorrise.
Uscì
dalla camera e scese le
scale, da fuori dell’abitazione a cupola iniziavano a
provenire i versi degli
uccelli. Entrò in cucina, nel camino scoppiettava un
fuocherello crepitante.
Videl
osservò le fiamme e
socchiuse gli occhi.
“Bambina
mia, ricordati di controllare tuo padre.
Lo sai che si scotta sempre con la stufa” sussurrò
la donna. Il suo viso
pallido e tirato era segnato da rughe, le sue labbra erano bluastre.
La
piccola Videl annuì, sentiva il respiro della
madre farsi sempre più rantolante, semi-coperto dai biiip
delle macchine.
Le
iridi azzurre di Videl
divennero liquide, brillando di riflessi blu scuro.
La
giovane aprì il frigorifero
e si abbassò, afferrando una bottiglia d’acqua.
“Tesorino,
già in piedi?”
domandò Chichi.
Videl
si raddrizzò e si voltò,
sorridendole, socchiudendo gli occhi.
“Volevo
aiutarla a lavare i
piatti” disse gentilmente.
Chichi
raggiunse il lavabo,
osservò la pila di piatti e sospirò.
“Penso
di averne proprio
bisogno. Sporcano davvero tanto gli uomini di casa” gemette.
Videl
le si approssimò e le
mise una mano sulla spalla.
“Non
dovrebbe affaticarsi così
tanto, finirà per ammalarsi” gemette.
Chichi
abbassò lo sguardo e
negò con il capo.
“Sono
semplicemente
preoccupata per mio marito. Aveva promesso che si sarebbe comportato
bene e,
invece, è di nuovo andato ad allenarsi. Per lui è
tutto un gioco, mente senza
serietà, come se non contasse niente”
sussurrò.
Videl
abbracciò la donna e
sospirò.
“Dovrebbe
fargli sapere che
soffre” mormorò.
Chichi
la scostò e scosse il
capo, sorrise e le sue iridi nere divennero liquide.
“La
verità è che lo amo troppo
e accetterei qualsiasi cosa da lui. Faccio la voce grossa, ma non posso
vivere
pensando che un giorno non tornerà al mio fianco”
ammise con voce rauca.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Scambio di e-mail ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=S6hjA8bV9cY.
Cap.4 Scambio di e-mail
Sai, la gente è
matta, forse troppo insoddisfatta
La luce che filtrava dalla finestra
illuminava la polvere
che vagava nell’aula, il pulviscolo scivolava tra i banchi e
si posava sul
pavimento di plastica nera.
Gohan ticchettò con la
scarpa per terra, lasciando le
proprie impronte ai piedi della cattedra, lì dove la polvere
che si era posata
aveva reso più chiaro il pavimento.
La porta socchiusa alle sue spalle
ondeggiava, cigolando.
Gohan si premette gli occhiali contro
il naso, chiuse il
libro che stava leggendo con un segnalibro e lo appoggiò sul
tavolo, sopra un’altra
pila. Vi adagiò accanto la propria penna insieme agli
appunti e sospirò. Chiuse
gli occhi e si massaggiò le palpebre, scuotendo il capo.
“Professore, le ricordo che
tra dieci minuti le inizia la
prossima conferenza” si sentì dire.
Rialzò di scatto la testa e si voltò,
batté
un paio di volte le palpebre vedendo una segretaria alla porta.
Annuì con il
capo, i suoi occhi erano arrossati e aveva delle profonde occhiaie
scure.
“Adesso arrivo”
promise. Si passò le mani sul gilet verde
speranza che indossava, appianando le pieghe.
La donna davanti a lui
schioccò la lingua sul palato.
“Io non glielo
ripeterò” disse acida e si allontanò.
Il
ticchettio delle sue scarpe si fece via via più lontano.
Gohan si piegò, prese il
proprio portatile dalla borsa e lo
aprì, lo accese e sbadigliò rumorosamente.
Aprì le mail e sorrise vedendo il
primo mittente.
‘Caro amore mio,
come sta andando questo ciclo di
conferenze? Ti sei
preparato tanto e spero che apprezzino la tua indiscutibile
preparazione. Mi
dispiace solo di non capirci quasi niente e di non poterti aiutare
adeguatamente quando sei a casa’.
Gohan la lesse mentalmente,
aprì una nuova mail ed iniziò a
rispondere.
‘Cara Videl,
qui è un delirio. Nessuno
mette in dubbio le mie competenze,
ma non fanno altro che urlare e litigare tra loro. Due sono quasi
arrivati alle mani
perché volevano lo stesso parcheggio.
Hanno un po’ tutti il
carattere di mia madre e, mentre mi
relaziono con loro, mi vengono in mente le volte in cui cercavo di
ripeterle le
materie.
Sono stanco e mi manchi, non vedo
l’ora di essere a casa.
Magari questo fine settimana, noi due
e la bambina, possiamo
andare a fare un bel pic-nic. Presto sarà il periodo
dell’anno in cui si
schiudono le uova dei draghetti e le piacerebbe sicuramente poter
giocare con i
cuccioli. A quell’età non sono per niente
pericolosi’.
Inviò la mail e si
massaggiò le mani tra loro, facendole
scricchiolare.
Il computer trillò e Gohan
aprì la nuova mail appena
arrivata.
‘Caro Gohan,
sono lieta che tu sia riuscito a
rispondermi così presto.
Sai che controllo sempre.
Io sto preparando il pranzo e
più
tardi andrò a prendere Pan dall’asilo. Nostra
figlia stamattina si è quasi
alzata in piedi!
La gente sembra sempre un
po’ matta, forse è solo
insoddisfatta.
Resisti, tesoro.
Approvo l’idea del pic-nic.
Nel pomeriggio vado a fare la
spesa, così possiamo preparare tutto il necessario.
Non voglio che entrambi ci stressiamo
così tanto da sembrare folli anche noi e la bambina si
merita di scoprire le strane, dolci e particolari creature che vivono
in questi
boschi’.
Lesse a bassa voce, chiuse le email e
aprì il progetto di
PowerPoint.
“Andiamo a
lavoro” si disse.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Un timido regalo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5 Un timido regalo
Segue
il mondo ciecamente
“Amore, ogni tanto dovresti prenderti una pausa dallo
studio” disse gentilmente
Videl, si mise una ciocca mora dietro l’orecchio e sorrise.
L’odore di erba
umida le pungeva le narici, arrosandogliele.
Gohan
avvampò e nascose
il viso dietro il libro.
“Volevo
finire di
lavorare” disse.
Le
iridi azzurre di Videl
brillarono di riflessi blu.
La
giovane si sedette
accanto al marito, sentendo il terreno umido sotto le dita.
“Oggi
ho sentito dire che
sei uscito con Crilin. Posso sapere come mai?”
domandò con tono gentile.
Gohan
si tolse gli
occhiali e se li pulì sulla camicia candida che indossava,
appoggiandosi con la
schiena al tronco dell’albero alle sue spalle. Si rimise gli
occhiali e chiuse
gli occhi.
Gohan
camminò di fianco
agli abiti appesi e si morse l’interno della guancia. Ne
scostò uno,
osservandone la stoffa di un rosa chiaro, aveva l’aspetto di
un pareo. Ne
spostò un altro, era identico al precedente, ma era di un
rosa più scuro. Il
saiyan guardò gli altri abiti, avevano tutti
tonalità di rosa diversi, ma la
medesima foggia.
“Questi
vestiti sono
tutti uguali. Non trovi?” domandò.
“Mmh”
rispose Crilin.
Gohan
si voltò verso di
lui e seguì il suo sguardo, C18 aveva appoggiato un paio di
bikini sopra una
serie di pacchi che aveva appoggiato su una sedia. La cyborg
afferrò un paio di
scarpe nere con decorazioni dorate, si mise un kimono a fiori sulla
spalla ed
entrò nel camerino.
“Non
so se a Videl
piaceranno”. Proseguì Gohan.
“Mh
mh” rispose Crilin.
Gohan
si passò la mano
tra i corti capelli mori.
“Mi
stai ascoltando?”
domandò.
“Mnh”
borbottò Crilin.
Gohan
incrociò le braccia
al petto muscoloso, il suo respiro era leggermente irregolare.
“Crilin!”
chiamò, alzando
la voce.
Crilin
rabbrividì e
deglutì a vuoto, voltandosi lentamente verso di lui.
“S-scusa
Gohan… pensavo
al fatto che forse è meglio che vada a controllare se la mia
carta di credito è
valida, i contanti non mi basteranno” biascicò.
<
18 segue tutte le
mode, senza pensare ai soldi che fa spendere a suo marito >
rifletté Gohan.
Gohan
infilò la mano nella tasca e ne
estrasse dei calzini candidi avvolti su se stessi, legati con dei lacci
dorati.
“Queste
sono ergonomiche. Mi hanno
assicurato che ti aiuteranno a non avere piccoli calli ai
piedi” spiegò.
Videl
sgranò gli occhi, li afferrò e
se li strinse al petto, cullandoli.
“Sono
bellissimi!” trillò.
Gohan
le sorrise.
“Speravo
ti piacessero” disse
gentilmente.
Videl
si sporse e gli diede un bacio
sulla guancia.
“Riesci
sempre a farmi dei regali
particolari e unici” disse gentilmente.
<
Sei tu che hai dei gusti
semplici e speciali > pensò Son. Le avvolse le spalle
con il braccio e le
diede un bacio sulla testa, scompigliandole un paio di ciocche more.
Videl
ridacchiò e Gohan arcuò la
schiena, adagiò il libro sulle proprie gambe e la
baciò.
Videl
chiuse gli occhi e ricambiò il
bacio del marito, sporcandogliele di rossetto rosa trasparente.
Gohan
le socchiuse le labbra con la
lingua e approfondì il bacio.
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Capitolo 6 *** Cap.6 Risveglio mattutino ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.6 Risveglio mattutino
Quando
la moda cambia, lei pure cambia.
Continuamente
e scioccamente.
Gohan
si sedette sul
letto e scivolò lateralmente, silenziosamente. Si sporse e
aprì il cassetto, ne
trasse un paio di calzini e l’infilò, richiuse
lentamente il cassetto. Mise i
piedi per terra e si diede la spinta, alzandosi e si voltò,
osservando la figura
della fidanzata stesa sul letto.
Videl
stringeva il
cuscino, con il capo chinato in avanti, le ciocche more le finivano
davanti al
viso e teneva le labbra socchiuse.
Gohan
si allontanò dal
letto, osservò l’orologio digitale segnare le sei
di mattina, spalancò le tende
della finestra e raggiunse l’armadio. Batté un
paio di volte le palpebre,
abituandosi alla luce. Si vestì silenziosamente e si diresse
verso la porta
della camera da letto, camminando sulle punte dei piedi.
Uscì dalla stanza,
chiudendosi delicatamente la porta alle spalle e raggiunse il bagno, vi
si
chiuse dentro.
Aprì
il rubinetto con l’acqua
fredda e mise entrambe le mani sotto il getto.
Il
rumore dell’acqua
arrivò ovattato alle orecchie di Videl che mugolò
e si girò sull’altro fianco,
strofinando la guancia sulla federa del cuscino. Allungò la
mano e afferrò la
stoffa del lenzuolo, continuando a dormire.
C18
si slacciò l’ultimo bottone della camicia
candida che indossava, lasciando leggermente scoperti i sani.
“Che
ne dici, mi sta bene?” domandò.
Videl
si grattò la guancia e si morse il labbro
inferiore.
“Non
saprei. Secondo me ti stava meglio il tuo
solito modo di vestire” ammise.
C18
si legò il maglioncino blu notte intorno ai
fianchi e scrollò le spalle, i corti capelli biondi le
ondeggiarono intorno al
viso.
“Mi
piace cambiare. In televisione hanno detto
che la moda sta cambiando, virando dal casual al ricercato”
spiegò.
Videl
si passò le dita tra i capelli mori.
“Non
era già cambiata tre giorni fa?” chiese.
C18
annuì e si passò le mani sulla minigonna a
pieghe che indossava.
“Meno
male che m’informo quotidianamente, non mi
va di rimanere indietro con le ultime tendenze”
spiegò.
<
Quindi se la moda cambia, anche lei cambia
> rifletté Videl.
Videl
socchiuse gli
occhi, mugolò e piegò le gambe, stringendole al
petto. Mugolò e riallungò
nuovamente le gambe, muovendo le dita dei piedi.
<
Non voglio cambiare
per le mode anche io > pensò, rabbrividendo. Richiuse
gli occhi, regolando
il respiro e si nascose il viso con il braccio dalla pelle morbida,
riaddormentandosi.
La
porta si riaprì e
Gohan rientrò nella stanza, s’infilò un
paio di scarpe di vernice nera e prese
gli occhiali dal comodino. L’infilò, si mise una
ciocca mora dietro l’orecchio
e si diresse al letto, rimboccò le coperte della fidanzata.
<
È sempre così bella
> pensò. Si massaggiò il collo con
l’indice sotto il colletto e si allontanò
da lei. Raggiunse nuovamente la porta e la richiuse delicatamente alle
spalle.
Proseguì lungo il corridoio e si fermò davanti
alla finestra e guardò fuori,
osservando le fronde degli alberi ondeggiare mosse dal vento. Socchiuse
la
finestra e inspirò, sentendo il profumo pungente dei pini
pizzicargli le
narici. Si massaggiò una spalla e alzò il capo,
sorridendo.
<
Svegliarmi con lei
ogni giorno, è un’esperienza speciale > si
disse.
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Capitolo 7 *** Cap.7 Vibrante intimità ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.7
Vibrante intimità
Tu,
tu che sei diverso, almeno tu nell’universo,
un
punto sei, che non ruota mai intorno a me.
Videl
era seduta sul
ventre di Gohan e gli accarezzava i muscoli scolpiti. Si sporse in
avanti,
passandogli l’indice affusolato nella linea tra i pettorali e
gli baciò un
capezzolo.
Gohan
si leccò le labbra
e socchiuse gli occhi, le sue pupille erano dilatate.
La
luce della luna
filtrava argentea dalla finestra, illuminando il viso della giovane.
“Oggi
sei teso, posso
sapere perché?” domandò la giovane,
passandogli le mani sulle spalle,
sentendole contratte sotto le dita.
“Preoccupazioni
sciocche”
ammise. Si leccò le labbra osservando i fianchi nudi della
giovane, le sue
labbra sporte e le forme di lei che s’intravedevano sotto la
magliettina
candida.
“Questa
settimana è la
terza volta che Erasa e Sharpener si lasciano. Pensi che un giorno
faremo così
anche noi?” domandò.
Videl
si portò l’indice
alla bocca e lo mordicchiò.
“Quei
due non sanno
riaccendere la passione quando c’è
bisogno” lo punzecchiò.
Gohan
fece una risata
roca e socchiuse gli occhi, le prese il polso con una mano e con
l’altra le
accarezzò il fianco.
“Sai
essere una vera
tentatrice, quando vuoi” borbottò.
Videl
accarezzò la mano
di lui sul proprio fianco, la prese tra le dita e se la
portò alle cosce sode.
“Non
voglio perderti mai.
Tu sei diverso da qualunque altra persona che conosco. Tu sei il mio
punto
fermo, tutto il resto sembra ruotare come in una giostra impazzita.
Le
mode, gli amori, le
passioni, la verità degli altri muta, tu no” lo
lodò.
Gohan
chiuse gli occhi e
sentì la pelle liscia di lei sotto i polpastrelli.
“Hai
parlato di
riaccendere la passione. I modi che inventi per quello sono
l’unica cosa che
cambia tra noi” sussurrò, lasciandole andare il
polso che teneva con l’altra
mano. L’appoggiò sul lenzuolo, accarezzando anche
questo con il palmo aperto.
“Ho
intenzione di
renderli sempre più particolari e interessanti…
senza fare niente di così
strano, però” rispose Videl. Si sfilò
la magliettina candida.
“Non
preoccuparti, non mi
dispiacciono le tue idee in quel senso” la
rassicurò.
Le
iridi azzurre di Videl
erano liquide e brillavano di riflessi blu scuro.
“Sei
sempre così gentile
ad assecondarmi” disse gentilmente.
Gohan
si deterse le
labbra con la lingua, avvertì un calore al basso ventre.
“Sono
un saiyan, anche a
me piace imparare e superarmi, in ogni campo”
sussurrò roco.
Videl
batté un paio di
volte le palpebre, facendo fremere le sue sopracciglia.
“Ammettilo
che alle volte
le mie idee non ti sono piaciute, amore. Tipo quando ci siamo quasi
bruciati
con la cera” sussurrò.
Gohan
ghignò e scosse il
capo, facendo ondeggiare i suoi capelli mori.
“Lo
ammetto, ma ho
apprezzato molto quella notte nella foresta e quell’altra
volta, sulla
spiaggia, dopo aver fatto il bagno sotto una luna piena”
ricordò.
Videl
gli diede un bacio
sul collo e gli prese la pelle tra le labbra, arrossandogliela.
“A
me è piaciuta quella
volta che siamo andati in tenda sulla montagna, lì dove
vivono i draghetti e le
fenici. Mi sono sentita una giovane selvaggia, innamorata del suo
baldanzoso
alieno” disse con voce seducente.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Un sole solo mio ***
Reveng and free for Kyuubi
Ringrazio
anche solo chi
legge.
Cap.8
Un sole solo mio
Un
sole che splende per me soltanto,
come
un diamante in mezzo al cuore.
Videl
appoggiò la testa
sulla spalla del marito e socchiuse gli occhi.
“Sai,
quando chiudo gli
occhi sento ancora la sua voce” disse il giovane nello
schermo della
televisione.
Gohan
sentì la giovane
stringergli il braccio e sorrise, continuando a guardare la
televisione. Osservò
un giovane dai capelli tinti di viola in una cresta, annuire seduto
accanto a
un ragazzo dai lunghi capelli mori.
“Quando
scrivo le mie
canzoni è proprio la sua voce a ispirarmi. Persino quando
utilizzava un tono
isterico, era una musica erotica, psichedelica, quasi mai
dolce” spiegò il
moretto.
L’amico
si grattò il
piercing sul labbro e si sporse, appoggiandogli la mano sulla spalla.
“La
differenza sociale è
una brutta bestia, amico mio. Lei resterà sempre di buona
famiglia e tu non hai
un soldo” gli ricordò. Il protagonista
scrollò le spalle, liberandosi dalla
mano dell’amico e si alzò in piedi dalla panchina
su cui erano entrambi
accomodati.
Gohan
si sporse e prese i
pop-corn.
“Questo
film non è bello
come ‘Oltre la morte’, eppure il regista
è lo stesso” sussurrò.
“Durante
quello ho versato tutte le mie lacrime” gli
fece eco Videl.
“Abbiamo.
Nella scena in cui lui cerca di abbracciarla
e l’attraversa, perché i fantasmi sono incorporei,
i miei singhiozzi sono
risuonati per tutta la camera” ammise Son.
Videl
ridacchiò.
“Non
potrò mai dimenticare quella notte in cui siamo
finiti a letto a smaltire quel gelato” disse il protagonista
del film. Ci fu
una scena in dissolvenza e comparve una camera da letto.
Il
ragazzo era steso sul letto e guardava sopra di sé,
cercando di regolare il respiro. I suoi capelli mori ricadevano
scomposti, ad
aureola, intorno al suo viso, risaltando sulla fodera candida del
cuscino.
“Soddisfatta?”
domandò.
La
giovane, stesa al suo fianco nell’immagine nello schermo,
mugolò di
piacere, era avvolta in un lenzuolo candido.
“È
stato anche meglio del gelato che mi avevi offerto” disse
dolcemente.
“Marnie,
tu sei più dolce di un gelato” sussurrò
lui seducente. Si mise su
un fianco e le accarezzò il bacino, arcuò la
schiena e le mordicchiò il labbro,
arrossandoglielo.
Gohan
abbassò il volume della televisione.
“Che
ne dici di cambiare canale?” domandò.
Videl
si mise una ciocca mora dietro l’orecchio e si
staccò dal braccio di lui.
“Magari
troviamo qualche film che ci faccia commuovere
come ‘Oltre la morte” propose Gohan.
“Amo
il fatto che con te posso essere sensibile senza
essere giudicata” disse Videl.
Gohan
le prese il viso tra le mani e le baciò la punta
del naso.
“Ammettilo
che sono solo l’alieno più piagnucolone mai
nato” borbottò.
Videl
abbassò lo sguardo, arrossendo e negò con il
capo, mise le mani su quelle di lui e se le tolse dal viso,
intrecciando le
loro dita.
“In
una cosa posso essere d’accordo: tu sei diverso
dagli altri saiyan. Tu sei un punto fisso, che non cambia sempre umore,
che
combatte solo per difendere la sua famiglia.
So
che quando ti trasformi in supersaiyan, lo stai
facendo solo per difendermi. È come avere un sole che brilla
per me soltanto”
disse.
I
capelli di Gohan si tinsero di biondo e dal ragazzo
venne emanata della luce dorata, il rumore della sua aura copriva il
basso
brusio delle voci che venivano dall’apparecchio televisivo.
“Posso
trasformarmi anche solo perché ti piace vedermi
così, mia amata” disse Gohan. Annullò
l’aura, rimanendo nello stato di
supersaiyan. “Potrei anche viverci, l’ho fatto per
un’intera settimana da
piccolo”. Aggiunse. La figura della moglie si rifletteva
nelle sue iridi
verde-acqua.
Videl
strinse di più le mani di Gohan e gli sorrise.
“No,
mi piace vederlo solo di tanto in tanto. Anche se
non mi dispiacerebbe vederti in questa forma, alle volte, anche nella
nostra
intimità” ammise.
“Videl,
tu per me sei come un diamante in mezzo al
cuore. Per te farei questo e altro” la rassicurò
Gohan.
Videl
sorrise.
|
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Capitolo 9 *** Cap.9 Tu sei diverso ***
Reveng and free for Kyuubi
Ringrazio
anche solo chi
legge.
Cap.9
Tu sei diverso
Tu,
tu che sei diverso, almeno tu, nell’universo.
Gohan
mise la pezzuola
dentro la bacinella, facendo cozzare i pezzi di ghiaccio tra loro e
contro il
bordo di plastica, estrasse la pezzuola e la strizzò un paio
di volte. Si
sporse e l’appoggiò sulla fronte di Videl, la
ragazza boccheggiava, le sue gote
erano arrossate e teneva gli occhi chiusi.
Gohan
appoggiò le mani
sulle ginocchia e abbassò il capo, strofinò il
mento contro il petto.
Videl
socchiuse gli occhi
e volse leggermente il capo, le sue ciglia tremavano. Si deterse le
labbra
screpolate con la lingua, il suo respiro era ansante e il suo battito
cardiaco
irregolare.
“G-grazie”
biascicò.
Gohan
le prese la mano
nella propria, sentendola bollente al tocco.
“Mi
dispiace di non poter
fare abbastanza” le disse gentilmente, rimboccandole le
coperte con l’altra
mano. “Mi sono confuso e non mi sono ricordato se erano i
finocchi che facevano
bene con la febbre o altre verdure. Inoltre ho rischiato di bruciare il
brodo
di pollo che stavo preparando” si scusò.
Videl
ansimò più
rumorosamente, la gola le bruciava.
“S-sei
bravo…” farfugliò.
Gohan
la sentì tossire e
si morse il labbro.
“Sono
un imbranato”
ammise.
Videl
avvertì il
refrigerio che proveniva dalla pezzuola umida e fredda. Un rivolo di
muco le
scivolò dal naso, Gohan le lasciò andare la mano
e recuperò il pacchetto di
fazzoletti dal comodino, lo aprì e ne estrasse il primo,
pulendole il naso.
“Quando
ti vedo stare
male, non capisco più niente. Tutto passa in secondo
piano” ammise.
Videl
deglutì
rumorosamente.
“Mio
marito mi lascerebbe morire se mi venisse la
febbre. Ne sono convinta, dannato scimmione”
borbottò Bulma. Si tirò un paio di
volte una ciocca azzurra e si morse il labbro, fino a inciderlo con i
denti.
“Lo
sai che non è vero” ribatté Chichi. I
suoi
occhi erano cerchiati da occhiaie e il suo viso era ingrigito.
“Scorbutico
com’è, il suo modo di consolarmi
sarebbe anche peggio” ribatté Bulma.
Videl
si mise sulle punte e prese i piatti piani
appoggiati in uno stipetto.
“Beh,
almeno non è come il mio Gokuccio o
Crilin. Entrambi sarebbero capaci di far andare distrutta una casa in
pochissimo tempo. Da soli non saprebbero neanche cambiarsi le
mutande” ribatté
Chichi.
Bulma
ridacchiò.
“Quanto
è vero. Uomini, non sanno nemmeno dove si
trovano le cose in casa loro” le disse.
Videl
strinse le labbra fino a farle sbiancare,
raggiunse il tavolo e vi appoggiò i piatti, si
massaggiò una spalla e volse lo
sguardo, fissando il pavimento.
Videl
tossì
rumorosamente, i corti capelli mori le aderivano al viso accaldato e
reso umido
dal sudore.
“N-no…
sei bravissimo”
disse al marito.
Gohan
si alzò in piedi, con
il fazzoletto appallottolato in una mano.
“Tu
sei diverso, almeno
tu, nell’universo” biascicò Videl.
Gohan
raggiunse una
spazzatura e ve lo gettò all’interno,
tornò indietro, raggiunse la moglie e le
sorrise.
“Persino
quando ti senti
male e quasi deliri, mi difendi” disse gentilmente.
Si
sedette nuovamente al
fianco di lei e controllò la temperatura della pezzuola.
Videl
sorrise e cercò di
regolare il respiro.
|
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Capitolo 10 *** Cap.10 Dichiarazione ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=nN-aZCpd2Po.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa alla challenge “Notte di
Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 579.
★
Prompt:
- Durante
i fuochi d’artificio A si confessa a B.
- Bonus:
Anello di fidanzamento, pegno d'amore
Cap.10
Dichiarazione
non
cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero
e
che mi amerai davvero di più, di più, di
più…
C’era
un brusio di voci tutt’intorno,
una fila di persone camminavano lungo il viale passando di fianco ai
chioschetti in legno, illuminati da delle lanterne di carta.
Videl
stava ferma, con i sandali
di legno leggermente affondati nella stradina di ghiaia. Una donna
anziana,
tenendo per mano il nipotino, superò la giovane e condusse
il bambino fino a
una vasca colma di pesci rossi guizzanti.
Videl
alzò il capo, i corti
capelli mori le ondeggiavano intorno al viso.
“Sai,
ti stavano bene anche
lunghi” disse gentilmente Gohan. Si affiancò alla
giovane, che arrossì e chinò
il capo.
“L’ho
fatto per te, volevo
sembrarti più… carina” ammise. Nascose
le mani nelle larghe maniche del kimono
rosa che indossava, la stoffa morbida le ricadeva larga sul corpo
minuto,
decorata con raffigurazioni di fiori rosso sangue, dello stesso colore
della
cinta.
Gohan
infilò la mano sotto la
parte superiore del suo kimono blu e cercò dentro una tasca
interna, ne
estrasse un cofanetto nero.
“Volevo
tu combattessi al mio
fianco e ora… sono felice che tu sia al mio
fianco” mormorò.
Videl
alzò il capo e indicò il
cielo, lì dove brillava la via lattea.
“Sta
iniziando” disse, mentre si
sentivano dei fischi. Esplose un fuoco d’artificio azzurro,
seguito da uno
dorato.
Gohan
sorrise, guardando i giochi
di luce e si rigirò il cofanetto tra le mani.
<
È il momento perfetto >
pensò. Bambini alzavano le mani verso il cielo, alcune
ragazze si aggrappano ai
fidanzati, gli anziani sorridevano e qualche ragazzino spalancava ad o
la
bocca.
Gohan
si mise in ginocchio su una
gamba e prese la mano di Videl, questa batté le palpebre con
aria confusa. Si
volse e chinò il capo, socchiuse le labbra a cuore vedendo
che il ragazzo le
porgeva un cofanetto aperto con l’altra mano.
“Quello
è…” sussurrò la giovane.
La sua voce era in parte coperta dagli scoppi dei fuochi
d’artificio.
“È
un anello di fidanzamento”
rispose Gohan. Le lasciò andare la mano e le
infilò l’anello al mignolo.
“Videl,
io ti amo” disse con voce
calda.
Le
labbra di Videl tremarono e si
piegò in avanti, baciandogli la fronte accanto a una ciocca
di capelli mori.
“Mi
sembra un sogno” mormorò la
ragazza.
“Tu
cosa vuoi da me? Cosa posso
fare per essere degno del tuo amore?” chiese Son.
“Niente.
È già un sì” rispose Videl.
“Dimmi
qualsiasi cosa” la pregò
Gohan. Il suo corpo muscoloso era in tensione.
“Promettimi
solo che rimarrai
così: sincero. E…”. Iniziò
Videl.
Un
ragazzo li indicò e i suoi
amici fischiarono, una donna li guardò sorridendo e scosse
il capo.
“E
promettimi che mi amerai ogni
giorno di più”. Concluse Videl.
“Te
lo giuro” sussurrò Gohan. Le
accarezzò l’anello di oro bianco che le aveva
messo al dito e alzò il capo, i
suoi occhi si rifletterono nelle iridi azzurro-blu della ragazza.
“Questo
è un pegno d’amore e
significa che come i due amanti celesti che stanotte si celebrano,
anche noi
rimarremo legati in eterno. Anche se potessi tornare da te solo una
notte ogni
anno, per tutta l’eternità, potresti essere sicura
che quella notte ci sarei.
Voglio
essere totalmente sincero
con te, costruire un futuro insieme” promise.
Videl
si nascose il viso con la
mano, sorridendo e le sfuggì un singhiozzo.
Gohan
si rialzò di scatto.
“Questo
ti rende infelice?”
domandò.
“Oh,
Gohan. Ti amo così tanto,
sono così fortunata” mormorò Videl,
abbracciandolo.
Son
la strinse a sé e la cullò
contro il proprio petto muscoloso.
|
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Capitolo 11 *** Cap.11 La gelosia di Videl ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=fPAE4AN7PHs&feature=push-u&attr_tag=lzuCd7EOpqipkYVJ-6.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “Notte di
Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
★
Prompt: 6. A invita B alla festa di Tanabata.
Cap.11
La gelosia di Videl
Sai, la gente è sola,
come può lei si consola.
“Sai
che esistono dei
maschi di uccelli giardinieri satinati che si fingono femmine per
depredare i
nidi che altri maschi preparano per le future compagne? Li seducono,
entrano
nei loro nidi e gli rubano tutto” disse Gohan. Si tolse gli
occhiali e li pulì,
incassando il capo tra le spalle.
“Ci
sono anche delle
donne che fanno così. Cercano di farsi trovare mentre si
baciano con i mariti
degli altri, per farli rimanere soli e poterli depredare con
calma” ribatté
Videl. Teneva Pan tra le braccia e la cullava, la bambina gorgogliava
dimenando
i piedi.
Gohan
socchiuse gli
occhi.
“Alle
volte le persone
sono sole e cercano di consolarsi a modo loro, anche a spese degli
altri.
Videl, se sei gelosa, guarda che puoi dimostrarlo” disse con
voce roca.
Videl
pulì il viso della
figlia con il bavaglino e raggiunse il divano, accomodandosi.
“So
che la gente è sola e
non sa come consolarsi. Tua madre è stanca, gelosa e si
sente tradita. Forse dovremmo
invitarla per un paio di giorni qui, stare con sua nipote le farebbe
bene”
disse con voce roca.
Gohan
si rimise gli
occhiali da vista e abbassò lo schermo del proprio computer.
“Non
mi fai le scenate
per non sembrare isterica come lei, vero?”
domandò. Si tolse la giacca e l’appese
allo schienale della sedia.
Pan
cercò di afferrare il
mento della madre con entrambe le mani e ridacchiò.
“So
che le urla tra i
tuoi genitori ti hanno fatto sempre soffrire. Non voglio che stai male
e non
voglio che nostra figlia cresca con lo stesso incubo. Sono gelosa,
sì non lo
nego, perché ti amo, ma è ugualmente vero che so
che non tradirai né me, né la
tua bambina. Tornerai sempre da noi, nonostante le persone
false” spiegò Videl,
rivolgendosi al marito.
“Sai,
ho un’idea per far
star meglio mia madre” disse Gohan. Spostò
indietro la sedia e si alzò dalla
scrivania, si allentò la cravatta e raggiunse la moglie.
“Domani
ti va se andiamo
alla notte di Tanabata? Magari
c’invitiamo
anche i miei genitori. Se anche papà non dovesse venire,
mamma e Goten potranno
passare dei bei momenti. Inoltre sarebbe un evento importante, sarebbe
il primo
Tanabata di nostra figlia” propose. Si sedette accanto alla
moglie e si piegò,
sorrise alla figlia e socchiuse gli occhi. “Ti va di andare,
vero? Mio
splendido tesoro, sarai la più bella di tutti. Sei la gioia
del tuo papà, lui
ti adora tanto tanto” disse alla piccola con la voce in
falsetto.
Videl
sorrise.
“Mi
sembra una bellissima
idea, amore. Però oggi dobbiamo uscire a comprare i vestiti
necessari. Hai il
tempo con il lavoro?” domandò.
Gohan
alzò il capo e la
guardò in viso.
“Troverò
sempre il tempo
per la mia famiglia. E giuro che né donne arriviste,
né uomini furbi e
travestiti, potranno allontanarmi da te. Tu per mei sei più
preziosa di quanto
gli oggetti blu lo siano per gli uccelli giardinieri
satinati” giurò.
“Sì,
mio nerd, non ne dubito”
rispose Videl.
|
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Capitolo 12 *** Cap.12 Insani timori ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=kJQP7kiw5Fk.
Despacito.
Cap.12
Insani timori
e
non far sì che la mia mente
si
perda in congetture, in paure
Videl
era stesa sul letto
e guardava il soffitto, le sue iridi azzurre erano liquide. La musica
che
proveniva dalla radio risuonava in tutta la stanza e la ragazza
sospirò.
“Oh,
oh, oh no, oh no, oh”
cantò il cantante con voce latina.
Videl
si nascose il viso
con il braccio, sentendolo freddo a contatto con le palpebre, gli occhi
le
dolevano.
<
E se non fosse più
tornato? Nello scontro con Majinbu ho creduto fosse morto. Non importa
delle
sfere, non importa delle aureole che appaiono e scompaiono, io ho
sentito il
vuoto. Mi è franato tutto sotto i piedi e mi sono sentita
sola, abbandonata.
Nonostante le parole di Bulma, non riuscivo a convincermi che lo avrei
rivisto
mai più > pensò. Una lacrima le
solcò il viso e ingoiò un singhiozzo.
“Lentamente.
Voglio
respirare il tuo collo lentamente”. Proseguì il
cantante, mentre la melodia
risuonava nella stanza.
<
Pensavo che fossi
abituata alla perdita, visto che mia madre non c’è
più sin da quando ero una
bambina. Eppure la morte mi ha di nuovo sorpresa, scottata.
Gohan,
non sai quanto ti
amo. Come ti desidero, voglio la tua presenza, un bacio, un sorriso, il
tuo
tocco > pensò. Avvertì una fitta al petto,
boccheggiò e socchiuse le labbra
rosee.
“Voglio
vedere i tuoi
capelli ballare, voglio essere il tuo ritmo”.
Proseguì la canzone, con un ritmo
frenetico.
<
Ho quasi perso anche
mio padre. Sono forse una pessima figlia visto che non mi sono
preoccupata per
lui in egual misura? Perché non soffro così
pensando che l’intera Terra a
rischiato di scomparire? Il mio amore egoista si sente superiore al
bene di
tutta l’umanità >.
Videl
singhiozzò e le
sfuggì un'altra lacrima.
“Sai
che con me il tuo
cuore batte forte”. Proseguì la canzone.
Il
vento faceva
ondeggiare le tendine candide della finestra socchiusa.
La
porta si aprì e Videl
si alzò seduta di scatto sul letto, voltando il capo.
“Videl-san,
qualcosa non
va?” domandò Gohan, chiudendosi la porta della
camera da letto alle spalle.
Videl
finse di grattarsi
la guancia, per nascondere che era umida di lacrime.
“Gohan,
non mi aspettavo
che saresti venuto a trovarmi” disse con voce trillante.
Accavallò le gambe,
strofinando la pelle nuda e appoggiò un piede nudo sul
pavimento freddo.
Gohan
si grattò la testa,
passando le dita tra i capelli mori, e le sorrise.
“Volevo
chiederti se ti
andava di uscire, tuo padre non mi ha detto che non stavi bene.
Que-questa
musica cos’è?” domandò con
voce tremante.
Videl
si alzò in piedi e
raggiunse la radio, spegnendola.
“Era
despacito. Tu non ascolti la musica
contemporanea, vero?” chiese.
Gohan
negò con il capo.
“Scusa”
mormorò.
“Se
ti va possiamo
rimanere qui a parlare” propose Videl.
Gohan
le sorrise.
“Se
non disturbo, con
molto piacere” ammise.
<
La tua presenza qui
permette alla mia mente di non perdersi in congetture e in paure,
grazie Gohan
> pensò la giovane.
“Ed
a farti dimenticare
il tuo nome, lentamente”. Si concluse la canzone.
|
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Capitolo 13 *** Cap.13 La sirena ***
Ringrazio anche solo chi legge.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
DBZ.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “All
Summer Long” a cura di Piscina di Prompt e Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 624.
★
Prompt: Fin da piccolo A ha sempre sostenuto che da grande avrebbe
provato l'esistenza delle sirene, visto che nessuno gli crede quando
sostiene di averne vista una.
★
Bonus: Estate in città
Cap.13 La sirena
Inutilmente e poi per niente...
Gohan si tolse gli
occhiali, chiuse gli occhi sentendoli
bruciare e si massaggiò le palpebre.
“Mi dispiace di
averti rovinato le vacanze” sussurrò con
voce roca. Allungò le gambe sentendole formicolare e
piegò di lato il capo,
facendo scricchiolare il collo.
“Rovinato?”
domandò la fidanzata.
Gohan annuì e
riaprì gli occhi, volse il capo e osservò
Videl stesa sul divanetto, arrossì guardando le gambe nude
della giovane. La
ragazza succhiava un ghiacciolo alla fragola, le sue labbra erano
sporte e
arrossate, il petto le si alzava e abbassava. Gohan sentì le
proprie orecchie
andare in fiamme, mentre studiava il corpo della giovane, stretto da un
top
candido e un paio di pantaloncini azzurri.
“Sì.
Stiamo dovendo trascorrere l’estate in città, ma
sono
vicino a dimostrare la mia tesi” spiegò Son.
Videl succhiò
più rumorosamente, un rivolo di saliva le
scivolò lungo il mento.
“Qual
è? Su cosa stanno vertendo le tue ricerche?”
domandò.
Gohan ridacchiò
e arcuò leggermente la schiena in avanti.
Salvò una serie di word e un PowerPoint, si pulì
gli occhiali nella maglietta e
l’infilò nuovamente.
“Lo sai che
ricerco specie che si credono estinte”. Iniziò a
dire con tono atono.
Videl corrugò
la fronte, i corti capelli mori le
solleticavano il collo.
“Ricordo, la tua
tesi di dottorato verteva su ‘draghetto’.
Il tuo compagno di giochi da bambino” lo interruppe.
“Esattamente”
sussurrò Gohan. Abbassò lo schermo del
portatile e si piegò all’indietro, appoggiando le
spalle muscolose contro lo
schienale della sedia.
Videl si grattò
la guancia e staccò con i denti un pezzo del
ghiacciolo, facendoselo squagliare in bocca.
“Sono sempre
stato abituato alle stranezze. Sono per metà
alieno, ho visto più mostri e demoni che persone normali. Ho
conosciuto un
ragazzo che veniva dal futuro e sono cresciuto con un piccolo di drago.
Mi
trasformavo in supersaiyan e anche se mia madre ogni tanto mi chiamava
teppista, alla fine non si è mai rifiutata di credere a
quelle assurdità.
Perciò quando
ero bambino, mi venne normale, a scuola, dire
che avevo visto una sirena. In fondo andavo a scuola a bordo di una
nuvola
dorata. Sapevo che dovevo nascondere la faccenda saiyan e il fatto che
mio
padre era morto e resuscitato, ma quello pensai fosse
normale” spiegò Gohan.
Spostò all’indietro la sedia e si alzò
in piedi.
“Hai visto una
sirena?” domandò Videl. Sgranò gli
occhi e le
sue iridi azzurre brillarono di riflessi più chiari.
Gohan le sorrise e
annuì.
“Aveva dei
lunghi capelli verde chiaro e…”
raccontò.
Videl addentò
nuovamente il ghiacciolo, dividendolo
esattamente a metà.
“Aspetta, non
dirmi che era nuda” borbottò.
Gohan ridacchiò.
“Era una
bambina” ribatté. Alzò le gambe di
Videl e si
sedette sul divano, sotto di esse, appoggiandole sulle proprie
ginocchia.
“Beh, lo eri
anche tu. Magari ti è venuta una cotta”
ribatté
Videl. Gonfiò le guance e leccò ciò
che rimaneva del ghiacciolo.
“Videl, ammetto
che la trovai una creatura fantastica e
volevo che tutti sapessero. Solo che mi presero in giro. Non mi ha
creduto
nessuno in quella classe e sogno di poter dimostrare che esistono. Ora
sono
così vicino alla scoperta. E se lo faccio io, eviteremo che
qualche mi collega,
decide anche di catturarla. Questo genere di creature non sopravvivono
se
prigioniere” spiegò Gohan.
Videl finì il
ghiacciolo e chinò il capo.
“La gente mette
sempre in dubbio quello che dici e sputa sui
tuoi sogni. Sindaca su quello che credi inutilmente, per
niente” sussurrò roca.
Si mise lo stecco di legno in bocca ed espirò dalle narici.
“Non penso che
rimanere qui in città, mi rovinerà le
vacanze. Anzi, saranno state ben spese, se potrai realizzare questo
sogno che
porti con te sin da bambino” disse gentilmente.
“Grazie”
rispose Gohan. Chiuse gli occhi e le sorrise.
|
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Capitolo 14 *** Cap.14 Innamorati sempre di più ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=kNrJhb1iv8U.
Testo della
canzone:http://testitradotti.wikitesti.com/2014/04/tenerife-sea-testo-traduzione-in-italiano-e-video-della-canzone-di-ed-sheeran/
★Autore:
Kamy
★Fandom:
DBZ.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “All
Summer Long” a cura di Piscina di Prompt e Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 520.
★
Prompt: And all of the voices surrounding us here / They just fade out
when you take a breath/ Just say the word and I will disappear / Into
the wilderness / And should this be the last thing I see / I want you
to know it's enough for me / 'Cause all that you are is all that I'll
ever need. (Tenerife Sea - Ed Sheeran)
★
Genere: Sentimentale.
★
Bonus: Balli di gruppo sempre uguali anche dopo cent'anni.
Cap.14 Innamorati sempre
di più
E che
mi amerai davvero…davvero di più…
Videl sollevò
con una mano la gonna del prendisole arcobaleno
che indossava e si mise a correre, si allontanò dal gruppo
di persone che
ballavano intorno al fuoco. La voce stonata di Crilin risuonava sempre
più
lontana.
Videl alzò il
capo, i corti capelli mori le ondeggiavano
intorno al viso. Una delle sue infradito
s’impantanò nel fango,
l’afferrò con l’altra
mano e si sfilò anche l’altra, continuando a
correre a piedi nudi. La terra e
il prato diede il posto alla sabbia, i piedi della giovane si erano
sporcati.
La giovane si
voltò, vedendo che Gohan le correva dietro.
Ridacchiò e raggiunse la battigia, la spuma del mare la
investì infrangendosi
sulle sue caviglia.
La ragazza
saltellò sul posto, facendo sollevare la gonna,
lasciando intravedere le sue gambe nivee.
Il saiyan si
trasformò in supersaiyan e la sua aura dorata
illuminò tutt’intorno.
“Mi stavo
divertendo alla festa. Tu no?” domandò il giovane.
Videl allargò
le braccia e girò su se stessa, chiuse gli
occhi e inspirò l’aria di salsedine.
“Tu adori ogni
festività, come un bambino, ma io, adoro
rimanere sola con te”. Guardò il cielo, le stelle
che brillavano nel cielo
blu-notte si rifletterono nelle sue iridi azzurre. “I balli
di gruppo restano
sempre uguali. Le risate, le battutine, le frasi fatte, sono sempre le
stesse
anche dopo cent’anni. Ogni momento con te, invece,
è nuovo. Mi sembra di vivere
ogni volta una vita diversa” rispose.
Gohan la raggiunse da
dietro, le avvolse con il braccio
muscoloso la vita sottile e se la premette contro.
“Anche
l’amore alla fine si manifesta sempre uguale, ma
ammetto, che la gioia di passare ogni secondo con te mi stravolge
l’esistenza.
Anche quando sono
circondato da voci, spariscono tutte per
il tuo respiro. Io sono sempre da solo con te, anche in mezzo a una
folla.
Però, pronuncia una parola e ti porterò con me in
mezzo alla natura
incontaminata. Ti farò scoprire draghi e ti farò
volare con me lì dove le cose
sono millenarie, ma mai ripetitive.
Ho visto i resti di
civiltà scomparse sotto il deserto. Tu
dimmelo e ti condurrò lì.
Voglio addormentarmi al
tuo fianco, in modo che il tuo viso
sia l’ultima cosa che vedo. Perché mi basta quello.
Perché tu,
così come sei, sei l’unica cosa che mi
servirà”
decantò.
Videl sciolse
l’abbraccio, si piegò e pulì le scarpe
con l’acqua
del mare. Lavò anche i propri piedi nudi e le
indossò nuovamente, si voltò
verso il giovane. Il vento le faceva ondeggiare i capelli intorno al
viso,
alcune ciocche le sferzarono la pelle chiara arrossandogliela.
Videl afferrò
entrambe le mani di lui ed iniziò a
improvvisare dei passi di danza.
“Balla con
me” propose.
Gohan iniziò a
fischiettare un motivetto e seguì i passi
improvvisati dalla giovane, tentando di danzare a sua volta. Girarono
su loro
stessi, i piedi immersi nell’acqua del mare.
“Promettimi che
mi amerai davvero e ogni giorno di più” lo
pregò Videl.
“Io sono
innamoratissimo e ti giuro, lo sarò sempre di
più”
disse Gohan. Levitò e, tenendole strette le mani, la fece
volare con sé.
Continuarono a danzare in volo.
E tutte le voci che ci
circondano
Svaniscono ad ogni tuo
respiro
Pronuncia la parola e
scomparirò
Nella natura
incontaminata
E fosse
l’ultima cosa che vedo,
Voglio che tu sappia che
mi basta
Perché tu,
così come sei, sei l’unica cosa che mai mi
servirà.
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