The Secrets of a Lady's Heart

di Avery Silver
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tamara & Alexander ***
Capitolo 3: *** You're the reason why… ***
Capitolo 4: *** Now or Never ***
Capitolo 5: *** Dynasty ***
Capitolo 6: *** Crybaby ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Non ci potevo credere!

La sera prima mi ero addormentata sperando che il giorno dopo sarebbe sparito tutto, il mio senso di imbarazzo, il disagio, le domande e le ansie.

Magari mi ero solamente sognata tutto.

Era una possibilità, giusto?!
Ma la sensazione ruvida dei mattoni del fianco della scalinata della scuola premuti sui palmi, il leggero pizzicore delle foglie del cespuglio che mi nascondeva e il fastidio al timpano sinistro dovuto dalla voce furiosa di Alya mi confermavano fin troppo chiaramente che non mi ero immaginata nulla e che in quel preciso momento sarei voluta sprofondare.

« Marinette Dupain-Cheng! » lo strillo di Alya mi fece balzare il cuore in gola, risvegliandomi dalle mie fantasie apocalittiche interiori.
La vidi prendere un lungo respiro, notai chiaramente il suo petto alzarsi per poi abbassarsi con un sonoro sbuffo, infine mi guardò, un po' più tranquilla e sicuramente soddisfatta d'essere finalmente riuscita ad attirare la mia attenzione.

« Capisco che sia successa una cosa terribile, insomma sono rimasta sconvolta anche io, ma ti prego non guardare solo il lato negativo! Potrebbe essere stata una cosa molto buona invece, magari finalmente le cose si smuoveranno! » cercò di convincermi aggrappandosi alle mie spalle per dare più enfasi a quello che stava dicendo ma l'unica risposta che riuscii a darle fu un mugolio disperato, non avevo nemmeno il coraggio di guardare oltre quel muro così iniziai a fissare le venature dei mattoni, una formica che passava da un buco all'altro.

Desiderai essere quella formica.
Insomma quella formica se la passava decisamente molto meglio di me, giusto?
« Ok, adesso basta. »
Prima ancora di riuscire a realizzare cosa stesse dicendo mi sentii strattonare una spalla, obbligandomi a voltarmi. 

« Marinette ne stai facendo troppo una tragedia. Ok, Adrien molto probabilmente ha visto che tieni foto di lui nella tua camera, e allora?! È normale! Ti piace da tantissimo tempo e sinceramente sono felice che la cosa si stia per evolvere! »
« Sì ma non volevo che lo scoprisse in questo… » provai a ribattere ma lei mi zittì immediatamente, puntando i suoi profondi occhi scuri nei miei con una determinazione che quasi mi spaventò.

« Tu non volevi proprio che lui lo sapesse e basta, ammettilo Mari. Adesso. Tu uscirai da questo cespuglio con me, andrai in classe a testa alta e lo affronterai a muso duro, ci siamo capite?! » 
Strinsi le labbra, l'ansia mi serrava la gola così presi un lungo respiro ad occhi chiusi e mi strinsi involontariamente ad Alya.

Non mi ero nemmeno resa conto di quanto desiderassi conforto in quel momento.

« E non ti preoccupare, se qualcuno ha qualcosa da dire può pure vedersela con me! » mi rassicurò lei accarezzandomi la schiena, mi fece sorridere nonostante tutto.

Non sapevo cosa avrei fatto senza di lei, era la migliore amica più fantastica del mondo… anche se a volte mi metteva in situazioni che non riuscivo a gestire, tipo quella volta quando ha chiamato Adrien al posto mio.

« Ok… » sciolse l'abbraccio e mi prese per mano, trascinandomi fuori dal nascondiglio.
Feci tutto il tragitto come una condannata al patibolo, la testa china e le guance arrossate dalla vergogna. Per fortuna erano quasi tutti in classe quindi non fu troppo penoso ma quando arrivammo di fronte alla porta le mani iniziarono a tremare così strinsi di più la mano di Alya. Lei si girò capendo cosa volessi dire, la mano mulatta già stringeva la maniglia.

Feci l'ennesimo respiro profondo, raddrizzandomi questa volta ed annuii sperando di sembrare un po' più sicura. E lei aprì la porta.
Sentii subito gli sguardi dei miei compagni puntati su di me, così mi concentrai solo su Alya per ignorarli.

Ci misi meno di un secondo a realizzare che Adrien non era ancora arrivato, così decisi di concedere ai miei muscoli di rilassarsi un po' mentre mi sedevo.

Non passarono nemmeno dieci secondi che due mani da fata sbatterono sul mio banco facendomi sussultare, alzai lo sguardo trovando due grandi occhi azzurri guardarmi con eccitazione.
« Mari! Scusami la sfacciataggine, ma… sono così contenta! Non sapevo che ti piacesse Adrien, cioè ok no… non è del tutto vero, lo sospettavo in realtà, comunque… sono contentissima che lui finalmente lo sappia! Conta pure sul mio aiuto, ok? » disse tutto d'un fiato Rose, saltellando sul posto come una bambina di fronte ad un giocattolo nuovo.

« Dai, dalle tregua Rose… » mormorò timidamente Juleka afferrando l'amica per un braccio cercando di farla calmare.
Lei cantilenò un "okay" allontanandosi un po' dal mio banco con ancora un sorrisone sulle labbra.

Juleka poi si rivolse a me, lo sguardo basso.
« Sono contenta anche io… » mi sorrise attraverso il ciuffo viola.
Ehm… beh questo non me lo aspettavo sinceramente…
« Ragazze… grazie, sul serio, ma non so nemmeno cosa ne penserà lui! Insomma potrebbe rifiutarmi… »
« Sicuramente ti rifiuterà vorrai dire. » una voce, stridula per l'indignazione, mi interruppe.
Chloè si passò una mano tra i capelli dorati con aria altezzosa e continuò: « È divertente come tu ti sei illusa che lui potrebbe ricambiarti, è ovvio che non lo farà. Sei così banale! Come potrebbe?! » ridacchiò esaminandosi le unghie perfettamente curate.

Sentii Alya alzarsi, furiosa, e io feci per ribattere ma una voce che conoscevo bene e che amavo con tutta me stessa mi tolse la parola ed il respiro.
« Lasciala stare Chloè. » 
Adrien si sedette al solito posto, davanti a me, seguito da Nino che mi sorrise incoraggiante. Il protagonista delle mie ansie riuscì a farmi solo un segno di saluto con il capo prima che l'insegnante entrasse e richiamasse l'attenzione di tutti.

Angolo manicomio:

Allooooora, buon salve a tutti sono nuova in questo fandom e nulla, dopo aver visto l'anteprima di Troublemaker non sono riuscita a resistere dallo scrivere un ipotetico seguito in attesa di dicembre!
Non è molto ma, hey, è un prologo! Quindi fatemi sapere se siete curiosi 😉
Kiss, Avery 💎

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Capitolo 2
*** Tamara & Alexander ***


« Ragazzi per favore, un attimo di attenzione! » la professoressa Bustier batté le mani un paio di volte per assicurarsi gli sguardi di tutti, un sorriso soddisfatto in viso.
« Ho l'onore e il piacere di annunciarvi che per un paio di settimane la nostra scuola accoglierà due ospiti molto speciali: Alexander e Tamara. I cantanti dei Syren! »

Non fece nemmeno in tempo a dire l'ultima frase che la classe esplose in un mormorio eccitato, sentii anche un paio di gridolini soffocati di alcune ragazze mentre i ragazzi sembravano darsi un po' più di contegno.

Tam e Alex…! Ma certo, come avevo fatto a dimenticarmene? Jagged mi aveva avvisata che avrebbe fatto una collaborazione con loro, ma ero talmente presa da Adrien da averlo scordato! Era da tanto che non li vedevo e mi intristì un po' il fatto che non mi avessero avvisata prima.

Alya si spiaccicò il palmo della mano sulla fronte in un facepalm notevole.

« Come ho fatto a non saperlo prima?! Mi sto arrugginendo non va assolutamente bene! » cercò di sussurrare ma non ci riuscì.
« Tutta colpa tua, sappilo! » continuò dandomi un colpetto con il gomito, un finto broncio sulle labbra.
« Vuoi dire che uno scoop è più importante della tua migliore amica? » ridacchiai fingendomi offesa.

Lei rimase sbalordita per qualche secondo, poi scosse la testa come se si fosse rassegnata al fatto che ero incorreggibile e mi abbracciò.
« Ma tu sei il mio scoop preferito, stupida! » 
« Ovviamente… » iniziò di nuovo la professoressa ammonendoci con lo sguardo di fare silenzio « … spero che saranno accolti come si deve anche se sarà solo per qualche settimana. » 

Chloè alzò subito la mano e la prof le diede parola con un sospiro preoccupato.
« Sì, Chloè? » 
« Vorrei solamente avvisare che mio padre, in onore del loro arrivo, ha deciso di organizzare una festa di benvenuto. » si pavoneggiò lei tirando fuori degli inviti dalla borsa firmata.

« Più tardi li distribuirò, sarà invitata anche lei ovviamente Mrs Bustier. » continuò sorridendole affabile per guadagnarsi un po' di crediti.
« Sembra un'idea fantastica Chloè, ma sappi che questo non mi convincerà a toglierti il debito in storia. » le sorrise di rimando lei, capendo subito il suo intento, la classe scoppiò in un risolino generale.

La diretta interessata invece si limitò a sbuffare, il mento alzato con indignazione.
« Oggi dovrebbero finire di mettere in ordine dei documenti con la scuola, ma da domani frequenteranno le lezioni regolarmente. » ci informò infine lei.

« Scommetti che riesco a recuperare tutte le informazioni entro mezzogiorno? » mi sussurrò lei, facendomi l'occhiolino.
« Cosa?! Ma se poi ho bisogno con… » mi limitai a guardare il ragazzo davanti a me per farle capire cosa intendevo.
« Beh è per questo che servono i cellulari! » ridacchiò lei quando vide che alzavo gli occhi al cielo ma decisi di non ribattere.
In fondo non potevo stare morbosamente attaccata a lei per tutto il giorno… giusto? 

« Dunque dopo questa bella notizia ho deciso di deliziarvi con qualche bella lezione di grammatica. » sorrise lei, incoraggiandoci ad accendere i nostri tablet quando alcuni iniziarono a sbuffare, già annoiati.
Sospirai, accendendo il mio. 
Sarebbe stata una giornata molto lunga.





Appena la campanella annunciò la fine delle prima parte delle lezioni mi ero già fatta film mentali degni di Spielberg.

Adrien, invece, era calmissimo. Infilò le sue cose nella borsa a tracolla e si alzò girandosi verso di me con una grazia che mi fece girare la testa.

« Marinette, hai voglia di parlare dopo scuola? » mi chiese, un sorriso gentile sulle labbra perfette.
Ok Marinette, mantieni la calma! E per l'amor del cielo smettila di fissarlo così!

« V-V… » cercai di dire, ma la mia lingua si intrecciò appena incontrai i suoi occhi, più verdi dello stelo di una rosa appena recisa.

Ok, riproviamo.

Presi un bel respiro e provai a concentrarmi su qualcos'altro, tipo la lavagna dietro di lui.
« Va bene. » 
Ecco, decisamente meglio.
« Ci vediamo all'uscita allora. » disse scendendo le scale, tenendo comunque lo sguardo su di me, i pollici nelle tasche.

Dio, capivo perché i fotografi erano disposti a fare carte false per averlo. Era stupendo anche senza farlo apposta… non mi sembrava legale la cosa.
LA LAVAGNA MARINETTE, LA LAVAGNA.
« Va bene, a dopo. » 
Sì, parlare alla lavagna era decisamente più semplice. 
Appena mi diede le spalle, mi accasciai con i gomiti sul banco e mi coprii le guance con le mani cercando di farle tornare normali concedendomi un piccolo sospiro di sollievo.

Lo vidi raggiungere la porta ma un uragano di capelli biondo miele lo investirono prima che potesse oltrepassarla.
Ci misi meno di un secondo a capire che quell'uragano era Tam semplicemente dalla risata cristallina che la caratterizzava.
« Oh God, scusami! Non stavo guardando dove stavo andando, ti sei fatto male? » chiese lei con il suo lieve ed adorabile accento inglese al fantoccio su cui era andata a sbattere, totalmente incurante d'avere davanti a sé un modello internazionale.

« Sto bene, tu… » rispose Adrien, sempre più confuso quando lei lo fermò subito.
« Ah! Tu sei il figlio di Gabriel Agreste, Adrien right? È un piacere conoscerti, tuo padre stasera ci ha invitati a cena ma è bello conoscerci prima! » sorrise radiosa lei porgendogli la mano abbronzata.
« Piacere mio… » rispose stringendogliela.

Non riuscii a trattenere un risolino all'espressione totalmente spaesata di lui. Potevo capirlo ero rimasta così anche io la prima volta che la conobbi, ebbi quasi paura di non riuscire a contenere tutti quel entusiasmo!
Tam mi sentì e si girò verso la mia direzione lanciando un gridolino entusiasta, interrompendo Adrien.
Di nuovo.

« My love! » disse spostandolo di lato per passare e allargare le braccia, invitandomi ad abbracciarla.

Non me lo feci ripetere due volte, abbandonai la borsa sul banco e mi lanciai letteralmente tra le sue braccia, lei mi dovette prendere al volo ma questo la divertì ancora di più, il suo dolce profumo di cocco mi diede subito il benvenuto.

« Ecco, lei stavo cercando! » rise premendo una guancia sulla mia, rivolgendosi al ragazzo che aveva appena varcato la porta.
« Scusala, è un vero e proprio disastro naturale nemmeno io riesco a contenerla. » sorrise Alex ad Adrien stringendogli anche lui la mano. Tam si limitò a fargli una linguaccia facendomi ridacchiare.

« Piacere Alexander, lei è Tamara e se non ti dispiace vado a cercare una camicia di forza prima che tiri giù tutto l'edificio. » scherzò lui facendo finalmente ridere Adrien.

Smisi di respirare e nascosi il viso tra i lunghi capelli di Tam mentre cercavo di riprendermi dalla guerra tra farfalle che si stava infuriando nel mio stomaco.
Altro che Papillon…
« Non c'è problema, è un piacere conoscervi! » 

Tam sembrò fraintendere il mio gesto e si allontanò un po' per permettermi di guardarla negli occhi grigi e luminosi.
« Mari… mi spiace se non ti abbiamo avvisato prima ma il nostro manager ci stava con il fiato sul collo. » si scusò lei, arricciando il naso infastidita.

« Ma no, sul serio! Posso capire, adesso sono solamente felicissima di vedervi. » sorrisi per rassicurarla poi mi rivolsi ad Alex.
« E tu non mi saluti? » gli chiesi fingendo un broncio.
« Certo, appena Miss Polpo mi concede l'onore di staccarti le ventose di dosso. » rispose alzando gli occhi al cielo.

Tam borbottò qualcosa ma mi lasciò comunque andare per permettermi di abbracciare anche lui, era alto poco più di Adrien quindi dovetti alzarmi sulle punte.
« Saremmo dovuti vederci domani ma Tam ha deciso che era troppo tempo così è letteralmente scappata dallo staff per venire a cercarti. » mi informò sciogliendo l'abbraccio ma tenendomi comunque stretta a lui per un fianco.

« Impulsiva come al solito. » constatai arrossendo leggermente anche se sapevo che non dovevo farci troppo caso, Alex era sempre stato così ed ero quasi certa che per lui rappresentassi una sorella minore.

« A proposito, oggi pomeriggio devi assolutamente fare un giro con noi, troverò un modo per sgattaiolare via dagli studi discografici il prima possibile. » intervenne lei con un sorrisetto furbo.

Oh…
« Ragazzi mi dispiace, vorrei tanto ma… » spostai per un attimo lo sguardo su Adrien, rimasto comodamente appoggiato allo stipite della porta osservando in rispettoso silenzio la scena, mi sembrò di vederlo accigliarsi quando spostò lo sguardo sulla mano di Alex, stretta ancora al mio fianco. Fu solo un attimo, potevo anche essermelo solo immaginato ma fu sufficiente a convincermi ad allontanare Alex da me con gentilezza.

« Ho… Ho già un impegno questo pomeriggio, quindi… » balbettai arrossendo.
Tam sembrò confusa, spostò lo sguardo su Adrien, poi su di me e di nuovo su Adrien. Fece un sorrisone, realizzando cosa stesse succedendo e prese fiato per dire qualcosa ma Alex la fermò subito prima che potesse dire qualcosa di imbarazzante.

« Direi che anche per noi è meglio non sgattaiolare via una seconda volta, siamo già scappati adesso se lo facciamo di nuovo non oso pensare a che sfuriata ci dovremmo sorbire! » mi tolse di impiccio lui afferrando Tam per un braccio, trascinandola verso la porta.
« Ed è meglio se torniamo indietro prima che ci trovino. » continuò, lanciando un'occhiata preoccupata al corridoio.
Tam si imbronciò ma annuì, lasciandomi un bacio sulla guancia prima di uscire.
« Ci vediamo in giro, dear. » mi salutò Alex facendomi l'occhiolino prima di seguirla e fece un cenno di saluto ad Adrien.
« S-Sì… »
Sarebbe stato un bel guaio…



ANGOLO MANICOMIO:

Salve salvino Salvini 🌚 
Ecco qui il primo capitolo per voi *fa un inchino*.
Spero vi sia piaciuto eeeee nulla fatemi sapere se vale la pena continuare :3

Un ringraziamento speciale a:
 • TessyA03
    •    Ametista3
    •    Stella cometa 94
    •    AleeKiki
    •    JoxForever
    •    Crystal25396
Grazie di cuore per il sostegno!
Al prossimo aggiornamento, Avery💎

Le foto rappresentano Tamara e Alexander

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Capitolo 3
*** You're the reason why… ***


Finalmente anche le lezioni pomeridiane finirono, non era necessario specificare che avevo passato tutte quelle ore a pensare a cosa dire ad Adrien.
Mi ero fatta perfino una scaletta ma Alya mi aveva subito sequestrato il foglio, sussurrandomi che non ne avrei avuto bisogno.

Lo speravo davvero.

Ma in fondo l'incontro con Tam e Alex, la reazione generalmente positiva della classe e il fatto che Chloè mi aveva lasciata stare per tutto il resto della giornata consegnandomi pure l'invito alla sua festa di benvenuto senza dire una parola, mi avevano messo di buon umore.

Rimasi bloccata in classe un po' più del dovuto a causa della professoressa, essendo la rappresentante di classe mi diede l'incarico di aiutare i nuovi arrivati ad ambientarsi, il che sicuramente non sarebbe stato un problema. Appena mi liberò corsi verso l'uscita della scuola, trovando Adrien seduto sugli scalini ad aspettarmi.

« Mi dispiace per il ritardo, la professoressa mi ha trattenuta. » tentai di scusarmi e riprendere fiato allo stesso tempo.

« Tranquilla non fa niente, nel mentre ho pensato ad un posto dove potremmo parlare. » mi sorrise forse per mettermi più a mio agio, il problema era che ogni volta che lo faceva gli occhi diventavano, se possibile, ancora più belli e non riuscivo ad elaborare pensieri coerenti.

Visto che non dissi nulla lui iniziò a scendere le scale, fu solo quando arrivò a metà scalinata che riuscii a riprendermi ed affrettarmi a seguirlo.

« Al… parco? » azzardai e per la fretta incespicai sui miei stessi piedi rischiando di cadere. 
Adrien fece cenno di no con la testa e mi porse la mano per aiutarmi a scendere gli ultimi scalini.

Arrossii ma accettai l'aiuto riuscendo a superare l'ostacolo, il suo tocco era particolare, forte e delicato allo stesso tempo e le sue mani erano molto più grandi delle mie.

Era un tocco familiare. 

Sperai ardentemente che non avesse notato il brivido che mi aveva attraversata e lo seguii in silenzio verso la fermata dell'autobus.

« In un posto molto più bello. » mi svelò con un sorriso complice risvegliando in me una sana curiosità.
Oltrepassammo un po' di fermate e fu quando ci toccò fare un pezzo a piedi che cominciai ad intuire dove mi stesse portando.

Eravamo lungo la riva della Senna, in un punto dove il livello del terreno si abbassava permettendo di camminare tranquillamente sul bagnasciuga cosa che, normalmente, non si poteva fare. In giro c'erano solo ville quindi doveva essere un quartiere molto ricco e quando seguii il corso del fiume con lo sguardo mi accorsi che spariva in mezzo alla vegetazione, intuii che più avanti ci fosse un parco e se alzavo lo sguardo potevo vedere la Tour Eiffel da lontano.

« Wow… » sussurrai scendendo i gradini che portavano alla piccola spiaggia.
« Allora avevo ragione? » mi chiese sorridendo alla mia espressione sorpresa.

Non avevamo fiatato per tutto il tragitto ma, anche se io mi sentivo in imbarazzo, a lui quel silenzio non sembrò pesare.

« S-Sì, è stupendo! » riuscii a rispondere sedendomi di fianco a lui su un grande masso piatto.
« Come… hai trovato questo posto? » chiesi sinceramente incuriosita.

« Oh non l'ho trovato io, ho fatto un servizio fotografico qui… qualche tempo fa. » mi guardò di sottecchi quando lo disse, il tono sommesso. Non potei far altro che arrossire e distogliere lo sguardo, capendo a cosa alludeva.

« Adrien io… » iniziai, la voce tremante e il respiro che iniziava a farsi irregolare dall'emozione.
Pregai di non scoppiare a piangere ma lui per fortuna mi interruppe gentilmente, capendo che avevo bisogno di tranquillizzarmi forse.

« È dura a volte sai, mio padre pretende tanto da me indipendente se sto male o altro. Ma non sono i servizi o le altre cose che mi programma ad essere pesanti, ma soprattutto il comportamento che mi costringe ad avere per essere il figlio perfetto. » 
Mentre parlava però la sua espressione era serena, come se stesse scrivendo sul suo diario, raccolse alcuni sassolini da terra facendoli tintinnare tra le mani.

Non riuscivo a capire però, perché ne stesse parlando proprio adesso.
« È una maschera che molte volte mi soffoca, non importa se sono tra amici o conoscenti. Devo mantenere sempre una certa facciata perché potrebbe ricadere sulla reputazione di mio padre. » iniziò a tirare distrattamente i sassolini sulla superficie dell'acqua facendoli rimbalzare a volte.

« È sempre stato così ma quando mia madre sparì la situazione peggiorò. Anche quando piangevo, in camera mia lui non mi lasciava tregua e mi costringeva a sorridere. Ormai mi sono abituato ma così facendo ho chiuso a chiave tanti aspetti del mio carattere alla gente. » 

Avevo paura ad aprire bocca perché più lo ascoltavo, più lui si confidava e più io sentivo quello che aveva provato lui. Le lacrime premevano per uscire ormai.

« Mi dispiace… mi dispiace sul serio Adrien, non credevo che ti sentissi in questo modo. » cercai di non piangere, ci provai sul serio ma comunque un paio di lacrime sfuggirono al mio controllo, solcandomi le guance.

Lui sembrò sorpreso, poi mi fece un sorriso incerto allungando la mano per asciugarmi le lacrime.
« Hey va tutto bene, nessuno lo sa. Nemmeno Nino o mio padre probabilmente. » mi accarezzò dolcemente la guancia, catturando la lacrima con il pollice.

Non riuscivo a respirare, ero totalmente divisa tra la sensazione della sua mano e tra quello che mi aveva appena raccontato.
« P- Perché l'hai raccontato proprio a me? » gli chiesi senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.

« Perché così tu puoi capire che tipo di persona hai davanti, per farti capire se ti piace la maschera di mio padre o me. » 
Persi un battito e riuscii finalmente ad incontrare i suoi occhi, la mia bocca socchiusa la sorpresa, ma non ebbi il coraggio né un motivo per ribattere.

Fu lui questa volta a distogliere lo sguardo, raccolse altri sassolini rigirandoseli fra le mani.
« Quella maschera non mi è mai piaciuta. » dissi infine richiamando la sua attenzione, fece per dire qualcosa ma lo fermai subito.

« Vuoi sapere cosa penso? » gli chiesi, lui chiuse la bocca e dopo un attimo annuì.

« Penso che mi piaccia quel ragazzo che mi ha rincorsa per chiarire che stava cercando di togliere la gomma dalla mia sedia, che mi ha confidato che quella era la prima volta che andava scuola e che mi ha dato il suo ombrello per tornare a casa… il ragazzo di cui ho sentito di potermi fidare. E non trovo nulla di più stupendo di qualcuno che, pur avendo perso tutto, continua ad avere un cuore buono. » lo dissi tutto d'un fiato, senza nemmeno pensarci perché sapevo che se lo avessi fatto non avrei mai più avuto il coraggio di dirglielo.

« E sì, mi piace il tuo sorriso, il tuo atteggiamento, il tuo stile ma non è per questo che mi sono innamorata. » a questo punto non riuscivo più a guardarlo, chiusi gli occhi sentendo le guance andare in fiamme e abbassai la testa. Volevo fermarmi ma ormai le parole volevano uscire e mi travolgevano come un fiume in piena, impedendomi di fermarle.

« Sì, mi piace il modo in cui mi rallegri con la tua sola presenza.
E sì, sei veramente bellissimo, in ogni modo possibile. Ma non è nemmeno per questo che mi sono innamorata… » mi fermai un attimo per respirare e cercare di calmare il mio cuore che batteva furiosamente. Temevo che lui potesse sentirlo, quel battito furioso.

« La ragione per cui mi sono innamorata sei tu, l'essere te e semplicemente te. » finii trovando il coraggio per posargli una mano sul petto, all'altezza del cuore.

Angolo manicomio:

Quanto posso essere cattiva a finire il capitolo qui? ( ͡° ͜ʖ ͡°)
BUAHHAHAHAHAHXOHWNDJWAJEIJD ok la smetto :3 
Vorrei anche specificare che il servizio fotografico alla Senna Adrien lo ha fatto veramente, ho visto una foto con lui lungo il fiume nell'ufficio di Gabriel nel episodio di Simon Dice. 
Spero vi sia piaciuto e giuro che sto provando con tutta me stessa a non fare i personaggi troppo OOC ma non so quanto ci sto riuscendo, oh nice ¯\_(ツ)_/¯
Coooome al solito, commentate cosa ne pensate, se devo andare avanti, se ho fatto errori, se sono troppo malefica e cose così :D
Vorrei poi ringraziare fairytales lover, AleeKiki, BellaDawson99, Silver4Ever e _purcit_ per il supporto.
You're the BEST ☜(⌒▽⌒)☞

Bacioni e al prossimo aggiornamento ( ˘ ³˘)♥ 

Avery💎

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Capitolo 4
*** Now or Never ***


Sentivo il suo cuore, sotto il mio palmo, battere forte tanto quanto il mio. 
Solo quando posò la propria mano sulla mia trovai il coraggio di guardarlo negli occhi anche se sentivo le guance bruciare, anche lui era un po' arrossito e sorpreso anche. Forse non si aspettava una risposta del genere.

« Voglio essere sincero con te, perché te lo meriti. » rimase in silenzio per un attimo, guardando le nostre mani.
« Devo confessarti che amo già una ragazza, anche se sembra essere irraggiungibile per me e più passa il tempo e più me ne rendo conto… » continuò sommessamente lui.

A quelle parole serrai gli occhi e abbassai di nuovo lo sguardo per evitare di piangere ancora e cercai di tirare via la mano.
« Ma… » continuò lui impedendomi gentilmente di staccarmi da lui. 
« Non ti posso dire nemmeno di no, perché non ti conosco bene Marinette. Ogni volta che sei con me sei sfuggente o a disagio, vorrei conoscere anche io la persona che ho davanti prima di dare una risposta. » disse abbassando la testa per costringermi a guardarlo negli occhi.

« Quindi mi stai dicendo che vuoi conoscermi meglio? » chiesi, un po' confusa. 
Lui annuì.
« Tu mi hai dato la possibilità di farti cambiare idea quel giorno Marinette, è giusto che ricambi il favore. » disse coprendosi il mento con le dita, cosa che faceva ogni volta che era pensieroso notai.
Mi venne da sorridere, non mi aveva detto di sì perché c'era già una ragazza che amava anche se sembrava non ricambiarlo perché sapeva che mi sarei sentita un ripiego, ma non mi aveva nemmeno detto di no per lealtà.

« Sei incredibile sai? » gli feci notare provocando un'espressione confusa da parte sua.
Sospirai e mi alzai dal masso con determinazione.
« Va bene! Vorrà dire che dovrò farti cambiare idea. » annunciai porgendogli la mano per farlo alzare da lì.
Non sapevo bene il motivo, ma dopo tutto quello che ci eravamo detti non sentivo più imbarazzo o disagio. Come se mi fossi finalmente liberata di un peso dicendo quello che sentivo veramente e ascoltando le sue risposte.

Lui ricambiò il mio entusiasmo, accettando la mia mano tesa, si tirò su.
« Dovremmo tornare indietro, sai sono sparito per un po' e non so per quanto Nathalie potrà ancora coprirmi. » disse con una piccola risata imbarazzata. 
Sgranai gli occhi e con ancora la sua mano stretta nella mia lo trascinai di corsa verso la fermata dell'autobus.
« Tu sei matto, non avresti dovuto disobbedire a tuo padre per questo, finirai nei guai! » lo rimproverai per strada, veramente dispiaciuta.
« Beh non avevo nulla di troppo interessante da fare oggi, questo era più importante. » mi sorrise divertito lui cercando di rassicurarmi appena arrivammo alla fermata.

Non mi convinse per nulla ma almeno non dovemmo aspettare molto per il bus.
« Ci manca solo che anche tu inizi a comportarti come Tam! » sospirai io, scuotendo bonariamente la testa mentre entravamo.
« Cioè scappare appena ha una minima occasione? Mi spiace ma già lo faccio. » mi rivelò con un sorriso furbo che non avevo mai visto in lui.

« Beh… immagino che lo avrei fatto anche io, se fossi stata al vostro posto. » ammisi ridendo, mi sedetti su un sedile prima che l'autista decidesse di partire e, con la mia fortuna, sarei sicuramente caduta su qualcuno combinando chissà quali disastri degni del mio nome. Adrien si sedette di fianco a me e mi accorsi solo in quel momento che gli stavo ancora stringendo la mano così la lasciai gentilmente, arrossendo inevitabilmente.

« A proposito, come hai conosciuto Alexander e Tamara? » mi chiese, la curiosità negli occhi di smeraldo. Il contrasto con la luce rossastra del tramonto li risaltava ancora di più, erano davvero magnifici.

« Oh… ehm… » temporeggiai staccando gli occhi dai suoi « … da piccoli abbiamo frequentato la stessa scuola di danza per un paio di anni, è stato prima della loro fama e quando quel produttore li ha notati ci siamo inevitabilmente allontanati. Ma comunque la nostra amicizia è sempre stata molto forte ed è resistita, nonostante tutto. » continuai quando mi ripresi. 

« Sai, sono veramente contenta che la fama non li abbia cambiati. » confessai appoggiandomi con la schiena al sedile, rilassandomi per la prima volta da quando ero con lui.
Passammo il viaggio così, gli raccontai tutto quello che avevo condiviso con i Syren, gli spaventi che ci faceva prendere costantemente Tam quando spariva e la ritrovavamo nei posti più impensabili, gli raccontai anche quando inspiegabilmente mi ero ritrovata a tornare a casa in sella a un cavallo con Alex.

Passò poco meno di mezzora e ci ritrovammo ad una fermata vicino alla scuola.
« Sei stata davvero fortunata Marinette, i miei compagni di scherma non sono mai stati molto socievoli. » mi disse, ancora ridacchiando per una situazione assurda in cui mi ero ritrovata con Tam.

« È tutta gente molto… » si fermò un attimo, come a trovare la parola giusta « … rigida, immagino. » ridacchiò infine mentre ci fermavamo sul marciapiede per aspettare che scattasse il verde, immaginai che era il termine più gentile che aveva trovato. 

ADRIEN'S P.O.V

Marinette si coprì la bocca con la mano cercando di reprimere una risata, capendo cosa intendessi dire veramente.
« Già, immagino di essere fortunata. Sono diventati i miei primi migliori amici. » rispose con ancora il sorriso sulle labbra, lo sguardo perso a rivivere chissà quale ricordo, con la punta delle ballerine spingeva distrattamente dei piccoli sassolini nella pozzanghera che aveva formato la pioggia di ieri notte.

Feci per risponderle quando il grido di una madre mi interruppe catturando l'attenzione di entrambi.
« Jenna, ferma! Dove stai andando?! Torna subito qui! » strillò tendendo la mano verso una bambina di forse sei o sette anni, non riuscendo ad acchiapparla. Era troppo occupata a cercare di non far andare in giro altri due bambini che non sembravano avere la minima intenzione di ascoltarla. La piccola stava seguendo una farfalla cercando di afferrarla, non rendendosi conto che la stava portando dritta in mezzo alla strada.

Successe tutto talmente velocemente… una macchina stava per investirla, non accorgendosi della sua presenza.
Ci misi meno di un secondo e subito i miei sensi scattarono e feci per tirare via la bambina dalla strada ma, incredibilmente, Marinette fu più veloce di me.

La madre gridò, per paura che investisse entrambe forse, ma non ebbi nemmeno il tempo di preoccuparmi che lei aveva preso la bimba tra le braccia spostandola dalla strada e facendole scudo con il proprio corpo per proteggerla dal getto d'acqua che il passaggio della macchina su una grossa pozzanghera aveva creato, inzuppandola dalla testa ai piedi.
Passò qualche secondo dove ci diede la schiena, pensai quasi che avrebbe iniziato a sgridare la bambina o la mamma lamentandosi dei vestiti o dei capelli bagnati, ma poi mi ricordai che era di Marinette che si trattava. Si voltò con un sorriso stupendo per farci capire che entrambe stavano bene, le gocce che le erano rimaste intrappolate tra i capelli brillavano rendendola ancora più bella, la bimba tra le sue braccia era completamente asciutta e rideva giocando con il nastro rosso di uno dei suoi codini.

« Oh mio Dio! Grazie, grazie! » pianse la madre della bambina quando lei la rimise tra le sue braccia ancora tremanti dallo spavento per poi stringere Marinette in un abbraccio pieno di gratitudine.

« Sono bagnata fradicia, si bagnerà anche lei signora! » la avvertì ma a lei non sembrò importare.
« Avrei dovuto prendermi io quella pozzanghera! Non so proprio come ringraziarti signorina, c'è qualcosa che posso fare per ripa… »
« Oh no, assolutamente no signora. Sono contenta che la bambina stia bene e vorrei che la prossima volta stesse più attenta, ma non voglio nient'altro in cambio sul serio. » la interruppe lei scompigliando i capelli mori della piccola che rise divertita.

« Oh… sei sicura? » chiese di nuovo mentre Marinette tornava al mio fianco.
« Assolutamente sì, buona serata signora e stia attenta! » le sorrise.
« Anche a te e ancora una volta, grazie infinitamente! » rispose con ancora la voce rotta dall'emozione, trascinando via i bambini.

Marinette sospirò, strizzandosi un codino per togliere l'acqua in eccesso.
« Sono proprio una frana, mi sono presa una pozzanghera in pieno! » ridacchiò lei, scuotendo la testa con disapprovazione. 
« No… » risposi con voce sommessa, ancora scioccato da quello che era appena successo. 

Lei mi guardò con uno sguardo confuso ed io la avvolsi in un abbraccio, mettendole la mia camicia bianca sulle spalle nel mentre, sperando di asciugarla almeno un po'.
« Sei stata semplicemente fantastica. » le sussurrai, con il cuore che batteva furioso. Pieno di un misto di emozioni che non riuscii ad afferrare.

ANGOLO MANICOMIO:

Here we go again, I kinda wanna be more than friends… ( ͡° ͜ʖ ͡°)
Okok la smetto (`・ω・´)
Ed eccomi di nuovo con questo capitolo disagiato, contenti? :3
*coro di grilli*
Okok me ne faccio una ragione .-.
Duuunque ho deciso di narrare l'ultima parte dal punto di vista di Adrien perché… beh dal punto di vista di Marinette non rendeva abbastanza, sorry not sorry ⁽⁽ଘ( ˊᵕˋ )ଓ⁾⁾
Tra l'altro questa scena è stata ispirata da una scena del PV di Miracolous dove però c'erano Bridgette e Fèlix, l'ho modificata un pochino ma in pratica era questa:


Eeee nulla ho finito di annoiarvi, giuro ʕ•ᴥ•ʔ
Alla prossima!
Avery💎

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Capitolo 5
*** Dynasty ***


ADRIEN'S P.O.V

« È un onore essere qui con voi Mr Agreste, la ringrazio di averci invitato. »

Era stata Queen, la manager dei Syren, a parlare. Dopo essersi servita una moderata porzione di aragosta scoccò uno sguardo a metà tra l'esasperato ed il rassegnato alla ragazza alla mia destra, che si stava riempiendo indisturbata il piatto con tutto quello che si ritrovava davanti, canticchiando sottovoce.

Feci del mio meglio per soffocare un sorriso, chiedendomi se fosse davvero riuscita a ingurgitare tutto quel cibo.

« Conto di realizzare capi di grande eccellenza con questo progetto. Un'esigua conoscenza sul tipo di persone con cui sto per collaborare renderebbe il lavoro arduo e comprometterebbe il risultato finale. » rispose mio padre, seduto a capotavola. Solito tono impostato, solito sguardo severo e solito atteggiamento che incute riverenza.

« Non se ne pentirà sir, se fatto bene e con dedizione, verrà fuori un capolavoro. » annuì fiduciosa sistemandosi i strani capelli azzurro pastello.

E fu da quella frase che staccai completamente il cervello dalle orecchie, fingevo sorrisi e annuivo quando mi interpellavano ma non stavo assolutamente seguendo una parola del discorso.

La mia mente continuava a loop a rivivere quella scena di oggi pomeriggio, senza tregua. Non sapevo perché ne fossi rimasto così sconvolto, in fondo vedevo in continuazione gente venire salvata da Ladybug o da me stesso.

 « Stai pensando a Marinette. » mi sussurrò qualcuno facendomi sobbalzare, ci misi poco a realizzare che quel qualcuno era Tam. Aveva il suo solito sorriso entusiasta, che a quanto mi aveva raccontato Marinette, la caratterizzava. Solo che in quel sorriso c'era anche malizia e una sana curiosità.

« Come fai a dirlo? » le chiesi spostando con la forchetta un pezzo di branzino, senza la minima intenzione di mangiarlo.
Lei si strinse nelle spalle prendendo un boccone, masticandolo e ingoiandolo ad una velocità assurda.

« Sicuramente non stai seguendo la conversazione, tranquillo non è che è evidente, è solo che nemmeno io lo sto facendo da quando sono arrivata. » rispose trattenendo una risatina.
« E per il resto basta un po' di intuito femminile. » dichiarò agitando elegantemente la forchetta.

Non conoscevo Tamara, ma dopo quello che ho sentito su di lei sono riuscito ad inquadrare una ragazza che preferiva i vestiti ai pantaloni, onesta e a volte ingenua, sicuramente diceva tutto quello che le passava per la testa, ed era sempre positiva e allegra.
Sembrava una Trilly sotto dosi pesanti di anfetamina ma la invidiavo per questo, sembrava che i problemi non la sfiorassero neanche.

« Non sarebbe male se condividessi il tuo intuito anche con me a volte. » intervenne Alex con un finto broncio, salvandomi dal risponderle. Tam gli sorrise, un sorriso diverso da quello che rivolgeva agli altri, più sentito.
« Oh Alex, con te il mio talento è sprecato! So già cosa ti passerà per la testa prima ancora che lo pensi. » si vantò lei passandogli un vassoio con delle verdure grigliate, lui si servì ma non disse una parola.
La cena proseguì tranquillamente e quando mio padre e Queen si chiusero in ufficio sommersi da schizzi di abiti e documenti, Nathalie ci rinchiuse in camera mia.
Appena varcò la soglia, Tam iniziò a curiosare in giro con Alex al seguito che cercava di contenerla. Non riuscii a fare a meno di ridere per il deja-vù che mi riportò alla mente, di quando Plagg mi era apparso per la prima volta e aveva ribaltato tutta la stanza.

Un grido di divertimento mi distrasse dal ricordo, Tam aveva trasformato la rampa da skateboard in uno scivolo, rotolandosi a terra per poi fermarsi supina con le braccia spalancate mentre rideva.

« Questa stanza è gigantesca ma è troooppo in ordine! » dichiarò mettendosi seduta per poi rimettersi a ridere quando Alex cercò di afferrarla, non riuscendoci.
« Le domestiche hanno cercato più volte di rimettere a posto la sua camera ma ci hanno rinunciato, visto che ogni volta lei la ribaltava come prima. » mi spiegò lui con una risata rassegnata.

« La propria camera è un posto magico dove tutti hanno il diritto di far esplodere la propria personalità! » sostenne lei mentre passava da una parte all'altra della libreria al piano superiore usando le scale scorrevoli.

« E i vostri genitori non vi dicono nulla? Se provassi a farlo io, mio padre mi rinchiuderebbe in un riformatorio a vita come minimo. » rabbrividii al solo pensiero.
Anche Tam non sembrò gradire perché cacciò un gridolino e usando due matite formò una croce.

« Tieni quella parola lontana da questa casa! » gridò come se volesse cacciare via uno spirito malvagio ed Alex ed io non potemmo far altro che ridere.
« Non vediamo quasi mai i nostri genitori perché siamo sempre in giro o al lavoro o a scuola, a parte Tam che a volte, quando sgattaiola via dal tutore e siamo nei paraggi, li va a trovare. » mi rispose Alex, girando distrattamente le maniglie del calcetto.

« Maaa come fai a sopravvivere? You're Mr Agreste's doll in casa e fuori, quand'è che ti sfoghi? » chiese velocemente Tam senza prendersi il disturbo di tradurre e quasi mi presi un colpo quando la vidi dondolare appesa per le braccia alla balausta di vetro del piano superiore.

« Missà che mi sono incastrata. » rise lei scalciando tranquillamente per dondolarsi ancora di più. 
Feci per andare ad aiutarla ma mi fermai quando vidi Alex sbrigarsi ad andare sotto di lei prima che mollasse la presa urlando un “Prendimi!” per poi atterrare tra le sue braccia, ridendo al suo sospiro sollevato.

« Ma questa ragazza non conosce la paura? » chiesi incredulo.
« Io mi chiederei di più se sa cosa sono le scale. » sorrise Alex alzando gli occhi al cielo trattenendola quando cercò di scendere, forse tenendola in braccio l'avrebbe placata per un po'.

« Sì che so cosa sono e soprattutto so che they're boooring. » sbuffò quando non riuscì a liberarsi dalla sua presa, così si arrampicò su di lui fino a salirgli sulla schiena. 
« Ho trovato una cosa che sembra essere stata usata molto, mi sento fiera di me. » disse mostrandoci il mio libro più grande di fumetti gonfiando il petto, orgogliosa.
« E così ti piacciono i fumetti eh? » chiese retorica, iniziando a sfogliarlo appoggiandosi alla schiena di Alex.

« Ecco… io… » iniziai arrossendo, non l'avevo detto a nessuno e mi metteva a disagio.

« E perché tu non ti fai gli affari tuoi, Tinker Bell? » ridacchiò Alex, strappandole il libro dalle mani. Tam per ripicca cominciò a strofinare furiosamente le mani tra i capelli castani scurissimo di lui che però riuscì comunque a passarmi il libro.

Qualcuno bussò alla porta attirando la nostra attenzione.
« Avanti. » risposi e Queen entrò, una bella pila di documenti stretti al petto.

« Alexander, Mr Agreste wants to see you. » 
Lui annuì mettendo finalmente giù Tam mentre la loro manager si congedava facendo un segno rispettoso con il capo verso di me.
« Riesci a tenerla d'occhio per qualche minuto? » mi chiese prima di uscire anche lui.

« Sì, ci proverò almeno. » ridacchiai sommessamente guadagnandomi un sorriso complice da parte sua.

Tam sospirò, lasciandosi cadere a terra, appena Alex chiuse la porta.
« Stai bene? » le chiesi sedendomi accanto a lei.
« Sì certo, perché non dovrei? » fece una risatina nervosa che non mi convinse per nulla. Passò qualche secondo in cui nessuno dei due disse nulla, poi mi decisi a sganciare la bomba.

« Ti piace Alex, non è vero? » 
Lei sembrò allarmarsi iniziando a mischiare l'inglese con la mia lingua senza un senso logico.

« Oh no! How…! Cioè…! Why…?! Insomma! » prese un grosso respiro per poi sbuffare, rassegnata.

« Ok… può darsi. » mi concesse, imbronciandosi.
Le sorrisi mettendole una mano sulla spalla per cercare di tranquillizzarla.
« Lui lo sa? »
Fece di no con la testa.
« E non credo che lo saprà mai, so già che non ricambia quindi è inutile dirglielo. Creerebbe solo imbarazzo, infondo è il mio migliore amico… » borbottò, creando distrattamente una treccina con una ciocca dei suoi capelli per evitare di guardarmi.

« Come fai a saperlo? Magari… » 
« Me l'ha detto lui, è innamorato di Mari da anni ormai. » mi interruppe lei con tono rassegnato.
Non seppi cosa rispondere, sapendo che piacevo a Marinette, non sarebbe finita bene nemmeno per Alex.

« So a cosa pensi, a lei piaci, non me l'ha detto di persona però si vede. Dal modo in cui ti guarda. » sorrise quando arrossii.
« Ma… a te piace lei? » 

In quel momento era un argomento delicato perché nemmeno io sapevo più cosa pensare. Piegai una gamba e mi appoggiai sul ginocchio con il braccio per mettermi più comodo, sospirando.
« È complicato… a me piace già una persona, da molto. Condividiamo qualcosa di unico e mi sento davvero me stesso quando sono con lei, ma… » 

Tam annuì comprensiva, per poi scoppiare a ridere.
« What a mess! A me piace Alex a cui però piace Marinette a cui piaci tu ma a te piace un'altra persona che sembra non ricambiare. » disse, fermandosi a volte per non rischiare di confondersi.

« Non siamo esattamente molto fortunati. » concordai, ridendo.
« È strano che quella ragazzi ti rifiuti comunque, you're so handsome and dreamy! » ammiccò lei, cercando di incoraggiarmi.
« Forse non sono abbastanza per una come lei. » mormorai stringendomi nelle spalle. Non era nulla di nuovo in fondo. Ero abituato a non essere mai abbastanza.

Lei strinse le labbra con disappunto e scosse testardamente la testa.
« Ho sempre pensato che bisogna stare con persone che ci apprezzano veramente e tu… a te sono semplicemente capitate persone che non sanno apprezzare il meglio ed il peggio di te. Ma Marinette non è così, te lo assicuro, lei è di quanto di meglio potresti desiderare e non lo dico solo perché è la mia migliore amica! » 
Fu abbastanza per tirarmi un po' su di morale.

« Grazie, Tamara. » le sorrisi.





I Syren erano già andati via da una decina di minuti quando mi decisi a cambiarmi per infilarmi a letto, mi sentivo distrutto nonostante non ci fossero stati attacchi Akuma.
« Ho bisogno di camembert, è tutto il giorno che non mi sfami, tra la tua aspirante dolce metà e la versione umana di Trixx non hai proprio calcolato la mia esistenza. » si lamentò Plagg atterrando come un palloncino sgonfio sul rubinetto del lavandino appena mi sfilai la camicia. Per fortuna l'avevo previsto e poco prima ne avevo presa una confezione dal frigo, la sfilai dalla tasca dei jeans e gliela posai sul ripiano.

Era stata una giornata… interessante direi. 

Sorprendentemente mi ero rilassato dopo aver parlato con Marinette riuscendo a godermi la sua compagnia, di solito mi sentivo teso quando ero con lei. Forse perché lei era sempre in imbarazzo e non avevo idea di come fare a farla sentire a suo agio. A volte credevo anche che non mi avesse perdonato ancora del tutto la storia della gomma da masticare e per quello non voleva avermi intorno… e invece si era rivelato tutto il contrario.

Mi sfilai distrattamente anche la maglia e i jeans e andai a cercarmi un paio di pantaloni da mettermi, trovandone un paio della tuta che mi infilai subito. Valutai se infilarmi anche una maglietta ma il caldo e la svogliatezza mi fecero desistere.

Un centinaio di pensieri diversi mi mulinavano nella testa mentre mi lavavo i denti, i ricordi della conversazione con Marinette e di come ha salvato quella bambina e le parole di Tamara erano quelli più pressanti. Non mi accorsi nemmeno di Plagg che cercava di attirare la mia attenzione finché non mi urlò nell'orecchio un: « Terra chiama Adrien! » che mi fece andare in rianimazione un timpano.

« Cosa c'è Plagg?! » chiesi strofinando l'orecchio danneggiato.
Lui sbuffò come se avesse fatto uno sforzo immane.
« Si può sapere cosa ti passa per la testa? Sei rimasto talmente sconvolto che piaci ad una ragazza? » chiese con il suo solito tono ironico per poi dedicarsi a leccare via i pezzi di camembert dal fondo della scatola.

« No, è solo che con Marinette è… diverso. » mormorai mettendo i polsi sotto l'acqua fredda del rubinetto per rinfrescarmi.

« Diverso come? » mi incalzò mentre mi sciacquavo la faccia con l'acqua gelida passando anche una mano tra i capelli, inumidendoli, per tentare di schiarirmi le idee.

« Non lo so… è stata la prima ragazza che mi ha perdonato, che si è fidata di me, che è diventata mia amica. Ma non avrei mai pensato di poterle piacere in questo modo… » 
Plagg fece una risatina esasperata, come quando mi mettevo a parlargli di Ladybug.

« Ragazzo non iniziare, ti sottovaluti troppo. Per una volta, guardati… » disse colpendomi la pancia con la testolina per farmi girare verso lo specchio, facendolo uscire l'aria dai polmoni e contrarre gli addominali per riflesso « … sei molto più di quello che pensi, smettila di perdere tempo con una ragazza che non conosci e inizia a dare più importanza a chi ti apprezza veramente, concordo con quello che ha detto l'umana. » sentenziò per poi volare via dalla stanza borbottando qualcosa sul fatto che non veniva nutrito abbastanza per quello.

Sospirai e mi guardai allo specchio, ma l'unica cosa che riuscivo a vedere riflessa era il sorriso di Marinette subito dopo aver messo in salvo la bambina.

Sì, Plagg e Tam avevano ragione.



ANGOLO MANICOMIO:

HELLO FROM THE OTHER SIIIIIIIIIDE :D
Beh che dire, capitolo interamente dedicato ad Adrien, forse un po' insipido che diventa un po' più interessante solo verso la fine ma spero sia piaciuto comunque :3
Quanto è adorabile Tam da 1 a 10? XD
Ringrazio tuuuutti per il supporto, una vagonata di biscotti solo per voi ragazzi! 
E nulla, al prossimo aggiornamento!
Avery💎

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Capitolo 6
*** Crybaby ***



AVVERTENZA MINUSCOLO SPOILER DELLA SECONDA STAGIONE

« Buongiorno ragazzi! » salutai con un sorriso sereno entrando in classe, i miei compagni ricambiarono mentre mi sedevo al mio banco.

« Vedo che oggi siamo di buon umore. » notò Alya con il sorriso di chi la sapeva lunga, la guancia appoggiata alla mano con il gomito sul banco.

Ieri sera siamo state quasi due ore al telefono per parlare di quello che era successo con Adrien e dopo aver analizzato nel dettaglio tutta la conversazione lei si era intestardita sul voler sapere chi fosse la ragazza di cui era innamorato, mi disse che l'avrebbe scoperto entro quella settimana. 

Inutile cercare di farla desistere… infondo erano affari di Adrien e dubitavo che lui avrebbe approvato. Ma sinceramente ero curiosa anche io di sapere che tipo fosse quella ragazza, magari avrei potuto prendere spunto su come conquistarlo da lei.

« Ho dormito bene e mi sono svegliata in ottima forma, più del solito. » inventai anche se non era vero per niente, quella notte avevo fatto molta fatica a chiudere occhio per l'eccitazione e i pensieri che mi frullavano per la testa.

« Ah-Ahn, certo… » commentò con una risatina capendo subito che stavo mentendo.
In quel momento entrò Nino, con un muso lungo fino al pavimento e le cuffie alle orecchie. Non ci degnò nemmeno di un saluto e si sedette al suo posto.

Scambiai un'occhiata perplessa con Alya che sospirò e si sporse sul banco per sollevargli una cuffia e dirgli con ironia: « Buongiorno anche a te, raggio di sole! ».

Nino sobbalzò e fece scivolare le cuffie sul suo collo, risentito.
« Scusate ragazze, buongiorno anche a voi. » borbottò controvoglia.

« Cosa ti è successo? » chiesi stranita dal suo malumore.
Nino aprì la bocca per ribattere ma Alya lo precedette.

« Ecco… diciamo che per avere un parere maschile ho deciso di raccontare quello che è successo a Nino… » rispose con una risatina imbarazzata lei.
Sì certo, come no!

« Alya! » la rimproverai arrossendo fino alla radice dei capelli, un po' per la rabbia un po' per l'imbarazzo.

Lei alzò le mani in segno di difesa.
« Pensavo che lui avesse qualche informazione in più! Ma quando finii di raccontare… lui mi disse che non sapeva niente di questa ragazza che gli piace e si è offeso, perché Adrien non gliel'ha confidato… » 
Sospirai coprendomi la faccia con la mano scuotendo la testa con disappunto. 

Aveva raccontato tutto a Nino per sapere chi era la ragazza, non ci potevo credere.

« Pensavo fossimo amici, insomma quando avevo una cotta per Marinette gliel'ho confessato! » si sfogò Nino incrociando le braccia al petto.

« Non essere così esagerato, sai che Adrien non ha mai avuto amici prima di quest'anno e che è introverso, forse si vergognava a parlartene. » cercò di consolarlo Alya, poco prima che Adrien entrò in classe salutandoci.

« Parlando del diavolo… » sussurrò facendogli un segno di saluto con la mano.

« Buongiorno Marinette, oggi dovrebbero arrivare anche Alex e Tam vero? » chiese voltandosi verso di me mentre si sedeva, il braccio sul bordo del mio banco.
« S-Sì, è vero! Probabilmente arriveranno con la professoressa… » gli sorrisi cercando di evitare i suoi occhi il più possibile per evitare di balbettare « … pensandoci, avete mangiato insieme ieri sera giusto? Come è andata? » chiesi sincerante curiosa di sapere come aveva reagito alla personalità esplosiva di Tam. Lo vidi ridacchiare infatti, sapendo a cosa mi riferivo.

« Dopo cena la loro manager e mio padre si sono chiusi in ufficio a lavorare e noi siamo rimasti in camera mia, alla fine sembrava fosse appena passato un uragano. » scosse la testa con un finto risentimento che mi fece ridacchiare.

« Però sono simpatici, una coppia… particolare direi. » disse alla fine.
Non riuscimmo a dire altro perché arrivò la prof, seguita da Tam e Alex.

« È troppo strano e dolce vedervi parlare normalmente. » mi riuscì a sussurrare Alya con un sorriso malizioso, le tirai una gomitata mentre sentivo l'imbarazzo colorirmi le guance.

« Dunque ragazzi, come vi avevo già annunciato, avremo Tamara e Alexander come ospiti per alcune settimane. Fateli sentire accolti. » li introdusse Mrs Bustier con un sorriso di incoraggiamento. 
Tam non sembrava riuscire a stare ferma e appena l'insegnante finì lei salutò la classe con un cenno della mano e un occhiolino.

« Hey guys! Come butta? » ridacchiò retorica lei venendo a sedersi con passo deciso di fianco a me, le sorrisi e la salutai con un bacio sulla guancia poi tese una mano ad Alya da dietro la mia schiena.

« Piacere, puoi chiamarmi Tam! » si presentò lei con un sorriso entusiasta. Alya era perplessa dal carattere di Trilly, forse si aspettava una snob tutta composta, come biasimarla.

« A-Alya! È un vero piacere conoscerti! » rispose riprendendosi dalla sorpresa per stringerle la mano.

« Il piacere è tutto mio, adoro il tuo nome! » disse lei rimettendosi composta, permettendomi di appoggiarmi allo schienale, Alya fece appena in tempo a balbettare un "grazie" che lei saltò su dalla sedia sventolando il braccio come se stesse chiamando qualcuno da molto lontano.

« Dai Alex vieni a sederti anche tu! » lo incitò lei.
Lui sospirò ridendo e si sedette di fronte a lei, di fianco ad Adrien che lo salutò battendogli il pugno.



Le lezioni passarono tranquillamente ma quando finì la prima parte tutta la classe circondò i nostri banchi chiedendo autografi e riempiendo di domande i nuovi arrivati, arrivarono anche ragazzi dalle altre classi per curiosare e sembrò andare tutto nella norma… finché non arrivò lei.

La classe sembrò ammutolirsi appena varcò la soglia.

« What… » sussurrò Alex confuso dalla reazione dei ragazzi, gli posai una mano sulla spalla facendogli cenno con l'altra mano che avrei spiegato dopo.

Lilà camminò verso Chloè a testa alta senza degnare gli altri di uno sguardo, iniziai a sentire i mormorii dei ragazzi e mi sentii male per lei.

« Perché non sono stata invitata alla festa di benvenuto dei Syren? » chiese con la stessa calma che c'era prima d'una tempesta.
« Beh Super Bugiarda, perché la festa l'ho organizzata io ed io penso che tu non sia la benvenuta. » le fece un sorriso sincero come Giuda prima di passare la borsetta firmata a Sabrina che subito la afferrò prima di continuare e dire: « Nessuno vuole avere a che fare con una ragazza talmente disperata di sentirsi speciale da mentire spudoratamente sulla propria vita. E soprattutto una che odia l'eroina di Parigi e che farebbe di tutto per vederla sconfitta, non credi? ».

Già… dopo quel incidente nessuno aveva più osato rivolgerle la parola e non potei fare a meno che sentirmi in colpa nel pensare che in parte fosse stata colpa mia, nemmeno Adrien sembrava essere a suo agio, era imbarazzato e nervoso.

« I'm sorry girls… » intervenne Tam attirando l'attenzione di tutti « … la festa è in nostro onore e dovremmo decidere noi chi invitare alla festa. » sentenziò guardando Alex come a chiedere conferma, lui si limitò ad annuire.

« Ed è qui che annuncio che tutta la scuola sarà invitata, senza eccezioni, altrimenti non verremo. » disse poi rivolta a Chloè, scatenando l'eccitazione degli alunni delle altre classi.

Chloè strinse le labbra contrariata ma ingoiò la frustrazione, sapendo che loro erano persone troppo importanti per essere contraddette. 
« Se proprio volete… » disse infine forzando un sorriso.

Lilà sorrise vittoriosa e fece per uscire ma sembrò ricordarsi di qualcosa all'ultimo secondo perché si fermò di colpo.

« Ah e per la cronaca, quella che non si dovrebbe sentire la benvenuta sei tu… » disse girandosi con un sorriso compiaciuto « …visto che nemmeno tua madre ha voluto avere a che fare con te, sai i miei genitori l'hanno vista in vacanza a Ville Franche con la sua nuova famiglia. » la informò per poi ridacchiare malignamente « E ti assicuro che questa non è una bugia. » e se ne andò.

Passarono secondi in cui nessuno aveva il coraggio di fiatare o muovere un muscolo, tutti fissavano Chloè con emozioni diverse impresse sul volto: sorpresa, pena, perplessità o indifferenza.

Io non sapevo assolutamente come reagire ma Chloè sì, boccheggiò per un attimo… poi la sorpresa si trasformò in rabbia.

« Quella… come osi parlarmi in questo modo?! » gridò, il volto rosso quando alla fine anche la rabbia si trasformò in lacrime.

Adrien fu più veloce di me a reagire, scattò in piedi nel tentativo di consolarla ma lei ormai non voleva farsi toccare e gridava a Sabrina di passarle il cellulare.

Decisi anche io di fare qualcosa dando un colpetto ad Alex e, schiarendomi la gola, gli diedi un'occhiata sperando che capisse cosa intendessi. Lui dopo qualche secondo in cui si guardò intorno per capire cosa fare si alzò attirando soprattutto l'attenzione delle ragazze.

« Guys volete vedere un mini concerto dal vivo in cortile? » chiese scatenando l'entusiasmo generale riuscendo a svuotare quasi tutta l'aula.

Rimanemmo lì solo io, Adrien, Nino, Juleka, Rose, Max, Kim e ovviamente Chloè e Sabrina, la quale le teneva una mano cercando di consolarla mentre lei guardava qualcosa sul telefono che la fece piangere di più.

« Lilà ha decisamente esagerato, non si toccano tasti del genere. » sentenziai rivolta a Nino che si limitò ad annuire, d'accordo con me. 

« Quella sporca bugiarda non doveva osare nominare mia madre! » strillò lei, grosse lacrime le deturpavano il volto e nonostante tutto mi chiesi come fece a non colarle il trucco.

Ad un certo punto si sentì un telefono squillare, Adrien sussultò e lo tirò fuori dalla tasca dei jeans per controllare chi fosse. Si accigliò e si allontanò un po' dalla cerchia, rispondendo.

« Sì padre? » 
Sentii vagamente la voce dell'uomo ordinargli di tornare immediatamente a casa facendo sbiancare il figlio non appena percepì il suo tono infuriato.

« S-Sì arrivo… » mormorò prima di riagganciare, guardando nervosamente Chloè piangere sui gradini delle scale: non voleva lasciarla da sola. Era il suo amico d'infanzia e sicuramente lui poteva capirla meglio di chiunque altro visto che, come lei, non aveva la madre. 

Scossi la testa per schiarirmi le idee e spingere in un angolino della mia testa la mia gelosia, avevo già fatto abbastanza disastri per colpa sua.

Mi avvicina ad Adrien mettendogli una mano sul braccio per attirare la sua attenzione.

« Vai pure, ci penso io a lei. » lo rassicurai cercando di trasmettergli sicurezza, decisa a prendere in mano la situazione.

Lui mi regalò un sorriso bellissimo mettendomi una mano sulla spalla.
« Grazie mille Marinette, sei la migliore. » disse avvicinandomi per darmi un bacio veloce sulla guancia che mi fece andare in fiamme le guance.

Rimasi per un attimo imbambolata e in apnea, poi quando incrociò di nuovo i miei occhi aprii la bocca senza pensare veramente a quello che stavo dicendo.

« N-Non c'è du chi… di ca… di che! Sei tu che sei fantastico… insomma… » balbettai arrossendo ancora di più finché non vidi un sorriso furbo su quelle labbra irresistibili, un sorriso che non avevo mai visto in lui… da chi sapeva esattamente cosa avesse appena fatto. 

Non feci in tempo a dire nulla che lui uscì velocemente dalla classe.
Non potevo credere che l'avesse fatto apposta!

Mi imbronciai, un po' offesa, ma non durò molto perché appena ripensai alle sue labbra sulla mia pelle la mia bocca si curvò in un sorriso involontario e mi coprii la guancia con una mano come se stessi custodendo un tesoro.

ANGOLO MANICOMIO:

THEY CALL YOU CRYBABY, CRYBABY BUT YOU DON'T F*CKING CARE C:

Ok ok la smetto giuro 😂😂
Salve tipiniii ecco a voi un nuovo capitolo! 

Duuunque da qui ci saranno un bel po' di sviluppi, sul personaggio di Chloè e su Papillon soprattutto nonché l'arrivo di una nuova Akuma che sconvolgerà tutti e anche questo sarà uno spoiler perché succederà veramente.

Lo spoiler del capitolo riguardava solo il fatto che Chloè scoppiava a piangere in classe ma non hanno detto il perché quindi tutto il resto l'ho immaginato da me.

Facciamo una preghiera per Adrien perché si ritroverà nei guai fino al collo e niente…

Ringrazio INFINITAMENTE tutti quelli che hanno recensito, siete il mondo per me ❤️
Al prossimo capitolo gente!
Avery💎

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